Il Sole 24 Ore (7-7-2008)
Fisco: cento miliardi di evasione
di Salvatore Padula
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La pressione fiscale vola fino al
52% del Pil «regolare»
Un po' più di 100 miliardi. L'evasione di tasse e contributi ha
segnato nel 2007 un buon arretramento rispetto all'anno precedente, quando
l'importo delle somme sfuggite alle casse dello Stato aveva sfiorato quota
115. Si tratta di un dato incoraggiante, perché inverte una tendenza di tre
anni consecutivi di crescita dell'economia sommersa. Ma soprattutto perché
lascia intendere che esistono margini reali per intaccare lo zoccolo duro
dell'evasione fiscale e contributiva.
Il bicchiere, certo, resta "mezzo vuoto": 100 miliardi di euro
fantasma rappresentano una zavorra chenessun
sistema economico può sostenere, specie nella complessa congiuntura
attuale.
Il Sole 24 Ore del Lunedì ha aggiornato al 2007 i dati su imposte e
contributi evasi (sono stati adeguati ai nuovi valori anche i calcoli
effettuati per il 2006, riportati sul giornale dell'8 gennaio 2007).Non si tratta degli imponibili reddituali e contributivi
nascosti dai contribuenti disonesti ma della quantificazione delle somme
effettivamente sottratte al Fisco e agli enti di previdenza.
Dalla stima risulta che, lo scorso anno,l'evasione
si è attestata tra un minimo di 89 e un massimo di 100,2 miliardi.
Questa forbice ripropone quella delle dimensioni minime e massime
dell'economia sommersa calcolata dall'Istat, quantificate nel 15,3 e nel
16,9% del prodotto interno lordo: in valore assoluto si tratta,
rispettivamente, di 227 e 250 miliardi di euro di Pil in "nero" (il
valore più basso della forchetta indica il sommerso certo, quello più
alto indica invece il sommerso presumibile).
Tra le imposte (l'articolo qui a fianco illustra nei dettagli il metodo di
calcolo seguito per l'analisi), è l'Irpef a registrare il tasso
più elevato di disonestà: da un minimo di 24,5 a un massimo di 27,6
miliardi di imposta non versata, pur in miglioramento rispetto al 2006.
Il fenomeno è naturalmente legato a doppio filo alla diffusione del
lavoro nero che, nonostante le numerose campagne per l'emersione messe in
campo negli ultimi anni, sembra subire solo leggeri miglioramenti. D'altra
parte,è lo stesso Istituto di statistica a
segnalare come la contrazione dell'area del sommerso economico in rapporto al
Pil registrata nel periodo osservato non sia ascrivibile alla diminuzione
della componente di sommerso legata all'utilizzo di lavoro irregolare. Da
qui, probabilmente, anche una parziale spiegazione del dato sull'evasione
contributiva, la più elevata in termini assoluti. Nel 2007 le quote
non versate agli enti previdenziali si sono collocate tra i 34,7 e i 39
miliardi di euro.
Quanto alle altre imposte, è l'Iva a mostrare livelli di evasione non
distanti da quelli registrati nel 2006 (come accade, peraltro, alle altre
imposte indirette e ai tributi locali), mentre migliora l'andamento di Ires e Irap. Come interpretare l'andamento di queste
grandezze? Il punto di partenza, va ricordato, è quello della
riduzione dell'area della shadow economy,
certificato pochi giorni fa dall'Istat. Un dato che appare corretto correlare
ai risultati delle politiche antievasione degli
ultimi due anni: nel biennio 2006-2007, secondo le rilevazioni del precedente
Governo, il gettito fiscale ha registrato aumenti di 35 e 25,5 miliardi. Al
netto degli effetti economici e delle misure una
tantum, il buon andamento delle entrate è in parte attribuibile alle
manovre strutturali che hanno portato 5 miliardi aggiuntivi nel 2006 e 3 nel
2007 (con un beneficio cumulato di 8 miliardi, del quale si è tenuto
conto nel conteggio totale dell'evasione stimata per
attualizzare"l'utilizzo di dati fiscali riferiti al 2005).
Peraltro, potrebbe non essere incongruo depurare ulteriormente gli importi
lordi dell'evasione anche della quota di gettito attribuibile al
miglioramento della tax compliance
(vale a dire, l'adeguamento spontaneo dei contribuenti agli obblighi fiscali).
In questo caso, il progresso sarebbe ancor più visibile, tanto da
portare l'evasione 2007 ben al di sotto dei 90 miliardi.
Ora, naturalmente, si tratta di capire se la tendenza in atto sarà
confermata. E i prossimi mesi saranno decisivi. Per il momento ci si deve
limitare a prendere atto delle intenzioni del Governo che - seppur con meno
enfasi rispetto al precedente esecutivo - ribadisce nel Dpef
l'obiettivodi un «fermo contrasto all'evasione
fiscale e allavoro sommerso », rilanciando
l'intervento dei Comuni e prevedendo un piano straordinario di controlli
proprio sulle persone fisiche, troppo spesso in fuga dall'Irpef.
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