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Documento d’interesse   Inserito l’8-10-2007


 

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Da alguer.it del 6-10-2007

 

Sassari. Una truffa da trentasei milioni di euro

 

 

Conclusa l’operazione “Golden Jail”. Con un’indagine nei confronti di una nota azienda sassarese, aggiudicataria di numerosi appalti pubblici nazionali e regionali, è stata scoperta una maxi truffa ai danni di due istituti di credito ed una maxi evasione fiscale. Due persone sono state denunciate per truffa, falso e frode fiscale

 

SASSARI – Conclusa l’operazione “Golden Jail”, scattata a Marzo ad opera dei finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Sassari. L’obbiettivo delle indagini era un’azienda sassarese operante nel settore delle installazioni di impianti elettrici e di sicurezza di edifici pubblici. Infatti, come accertato a seguito dell’attività investigativa, l’azienda è risultata aver ottenuto decine di appalti, sia da parte del Ministero della Giustizia (dieci gare aggiudicate) che dal Ministero delle Infrastrutture (due gare vinte), nonché da parte di numerosi enti locali, quali la Provincia e il Comune di Sassari, il Comune di Tissi, e l’Università di Sassari. L’indagine trae origine da una denunzia presentata dagli amministratori di un istituto di credito, che hanno segnalato l’esistenza, sul conto corrente dell’azienda, una notevole passività, tale da richiedere approfonditi accertamenti da parte della Procura di Sassari. In particolare, nella denuncia era evidenziato che la società in questione, vincitrice di due appalti, indetti dal Ministero della Giustizia dell’importo di oltre tremilioni e mezzo di euro, per la ristrutturazione di alcuni carceri ubicati a Roma ed a Spoleto, aveva richiesto, ed indebitamente ottenuto dall’istituto di credito, l’importo di circa cinquemilioni di euro, attraverso il sistema dello “sconto delle fatture” ovvero attraverso la cessione del credito vantato nei confronti del Ministero della Giustizia. Il meccanismo truffaldino si era verificato a dire dell’istituto, proprio nella non restituzione da parte del Ministero del valore anticipato dalla banca alla azienda. Ma ciò non era stato possibile in quanto la richiesta di liquidità della predetta azienda era superiore al credito per circa un milione e mezzo di euro rispetto al corrispettivo pattuito nel capitolato del contratto pubblico. Da qui era scattata la denuncia perché l’ammanco di cassa non era stato coperto. E proprio nei primi mesi della primavera che le Fiamme Gialle turritane, al fine di riscontrare tali accuse, attivavano una serie di perquisizioni nelle sedi della società, sia Roma che Sassari, nonché presso la faraonica abitazione del procuratore speciale della Società, sequestrando quintali di documentazione contabile ed extracontabile, nonché diversi computer. Grande sorpresa per gli investigatori quando trovavano negli uffici della società, addirittura timbri e carta intestata falsa dei vari enti ministeriali ed enti locali con i quali la stessa aveva avuto rapporti commerciali. A tale evento si deve aggiungere il ritrovamento di decine di carte intestate di società commerciali fornitrici della citata società. Come accertato nel corso della verifica fiscale, la maggior parte di queste sono risultate estranee ai fatti, ma inconsapevolmente utilizzate per la produzione di fatture per operazioni inesistenti. Infatti l’esistenza materiale di tali oggetti, degna della più famosa banda di falsari, testimoniava in modo evidentissimo l’ipotesi che molti documenti presentati alla banca in argomento (liberatorie, Sal, corrispondenza con il Ministero, fatture false e documenti tutti muniti di timbri ufficiali, riprodotti in copia), fossero strumentali per porre in essere non solo la truffa ai danni degli istituti di credito, ma anche per la realizzazione della frode fiscale. Da una successiva e minuziosa opera di ricerca delle prove, attraverso l’acquisizione di prove testimoniali e riscontri oggettivi sulla documentazione sequestrata (raffronto del documento originale depositato presso l’ente pubblico con quello prodotto e consegnato all’istituto di credito), si potevano fornire preziosi elementi all’Autorità Giudiziaria. In merito a questa vicenda il Pm ha già provveduto a richiedere il rinvio a giudizio dell’amministratore e del procuratore della società. Ma l’attività degli inquirenti non si esauriva qui, infatti le Fiamme Gialle, “sentendo odore di evasione fiscale”, decidevano di proseguire l’indagine anche attivando la procedura degli accertamenti bancari e della verifica fiscale, analizzando gli anni d’imposta dal 2000 al 2006. La complessa e articolata analisi dei conti correnti e della contabilità della società, durata alcuni mesi, permetteva: di constatare l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di oltre diecimilioni di euro; di accertare elementi positivi di reddito non dichiarati per dodicimilioni seicentosessantamila euro, di costi indeducibili per diecimilioni di euro, di Iva non dichiarata ed indebitamente detratta per tremilioni di euro, mancati versamenti Irpef ed Inps per oltre un milione di euro, trattenuti ai dipendenti; di rilevare un mancato versamento dell’Irap per centottantunomila ottocentocinquantanove euro. Per meglio capire la situazione, va precisato che l’emissione di fatture false per ottenere le indebite anticipazioni dalle banche, generano ricavi da parte della società, sui quali potenzialmente dovranno essere pagate le imposte. Per abbattere tale base imponibile, gli amministratori hanno utilizzato fatture per operazioni inesistenti degli ignari fornitori e note di credito false così da neutralizzare gli effetti fiscali e di conseguenza le imposte da pagare. Gli amministratori sono stati quindi denunciati a piede libero per truffa, contraffazione dei sigilli di Stato, contraffazione di atti pubblici e falsità materiale, emissione ed utilizzo di Foi. Gli appalti oggetto d’indagine hanno interessato i seguenti enti pubblici: Amministrazione Provinciale di Sassari, Comune di Sassari, Direzione Casa Circondariale di Sassari, Direzione Casa Circondariale di Alghero; Università degli Studi di Sassari; Direzione Casa di Reclusione di Mamone, Direzione Casa Circondariale di Badu e Carros, Direzione Casa di Reclusione di Isili, Centro Giustizia Minorile per la Sardegna, Direzione Casa Circondariale di Buoncammino, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Modena, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Ferrara, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Comune di Tissi, Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Parma, Istituto Nazionale Previdenza Sociale.