CENACOLO DEI COGITANTI |
Documento d’interesse Inserito
il 19-3-2009
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La Repubblica 19-3-2009
Biotestamento, l'altolà di Veronesi. "Non rispetterò questa
legge". L'oncologo mostra in Aula il suo testamento biologico. già depositato da
un notaio. "Una legge così e incostituzionale"
ROMA - Libertà di coscienza, ma anche senso della
"responsabilità" e soprattutto "lealtà". Silvio Berlusconi
scrive ai suoi senatori e ricorda che ognuno può certo votare come vuole su un
tema così delicato come il testamento biologico, ma la maggioranza ha una linea
e insomma - sottinteso - sarebbe meglio tenerne conto. La lettera viene
recapitata non a caso nel giorno in cui a Palazzo Madama inizia l'esame del ddl
Calabrò e il centrodestra respinge le cinque eccezioni di costituzionalità
presentate dalle opposizioni, preludio della discussione generale di oggi e
delle votazioni della prossima settimana, con finale di partita già programmato
per giovedì 26.
Tutto fila liscio per la maggioranza, gli unici a dissentire nel Pdl sono i
laici Ferruccio Saro e Antonio Paravia che votano a favore della
incostituzionalità e Lucio Malan che si astiene. Ma a segnare la seduta e a
conferirle un'inattesa austerità sul finire è il lungo, appassionato intervento
dell'oncologo e senatore Pd Umberto Veronesi.
Mostra in aula il suo testamento biologico scritto a mano, quello che ha già
depositato da un notaio, con cui nomina il figlio Paolo fiduciario e con cui
soprattutto chiede ai "colleghi medici" di evitare qualsiasi
accanimento terapeutico, nutrizione artificiale compresa: "Volontà che
dovranno rispettare in modo assoluto", a prescindere dalla legge che sta
per passare. Non potrebbe "essere promulgata da questo Parlamento, perché
oltre che impugnata per incostituzionalità non potrebbe che essere disattesa"
dai medici, affonda. L'aula ascolta in un silenzio inusuale, prima di esplodere
in un lungo applauso in parte trasversale.
Ma la dottrina di partito è altra cosa. La lettera che Berlusconi invia alle
truppe era stata in qualche modo sollecitata dai capigruppo Pdl al Senato.
Perché decine di votazioni segrete attendono l'aula a partire da martedì
prossimo e la stessa apertura da parte del premier alla libertà di coscienza,
la scorsa settimana, rischiava di accrescere i rischi in aula. "E
qualsiasi capogruppo - scherza ma neanche tanto Gaetano Quagliariello - su un
terreno così delicato segue la direttiva Bush: guerra preventiva". Ecco,
meglio prevenire. Nella missiva il premier è schietto: "Il testo del ddl
al Vostro esame riprende e traduce in norme alcuni dei valori fondamentali del
popolarismo europeo. Coniuga il diritto alla vita con la libertà di cura e dice
no all'eutanasia di Stato. A pochi giorni dal congresso Pdl è davvero
importante riuscire a dare sostanza a quei principi che dovranno unirci per
decenni".
Precisa, "non è mia intenzione chiedere a nessuno di contravvenire alla
libertà di coscienza", ma al contempo il capo del governo si dice
"sicuro di poter contare, come sempre, sulla lealtà" dei suoi
senatori.
I Pdl Paravia e Saro confermano che comunque loro voteranno no, come si
appellerà alla sua coscienza anche Malan. Ma per Anna Finocchiaro la lettera è
un'"imposizione" alle varie anime del Pdl, comunque una pietra
tombale sul dialogo. La capogruppo Pd rilancia al pari di D'Alema la richiesta
di una pausa di riflessione. Invano: la maggioranza non si ferma. Aprendo il
dibattito in aula, il relatore Pdl Calabrò, tra una citazione di David Cameron
e una di Enzo Jannacci, ribadisce la linea: "La vita non è qualcosa di cui
disponiamo e non si può consentire a una persona di scegliere di morire di fame
e di sete": nessuno stop alla nutrizione. Emma Bonino quasi implora, in
aula: "Io vi prego di fermarvi. È una legge crudele, un atto di
intolleranza". Ma la partita appare ormai chiusa.
(19 marzo 2009)