HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito il 24-8-2007 |
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Da Il
Venerdì di Repubblica del 24-8-2007 USA da record.
Tutti negativi Di
Curzio Maltese Le crepe dell'Impero americano
erano evidenti ben prima del crollo dei mutui che ha provocato sulle Borse mondiali una tempesta paragonabile all' Il settembre e forse peggiore.
Gli Stati Uniti producono il dieci per cento delle merci circolanti nel
Pianeta, meno della Germania, e ne consumano il
trenta per cento, più dell'Europa intera.
Questo significa che i cittadini dell'impero, dall'ultimo impiegato della
middle class fino al primo manager di Manhattan,
vivono molto al di sopra dei loro mezzi. È una realtà nota da
anni agli analisti internazionali, ma negata all'opinione pubblica
più informata del mondo. Da sette anni l'amministrazione
Bush s'incarica di nasconderla con ogni trucco. L'immensa e fortunata
paccottiglia ideologica prodotta dai neoconservatori, e copiata dai nostri amerikani d'accatto, è servita a circondare
di menzogna il problema economico interno e a proiettarne le cause all' esterno. La colpa non era dell'ormai ingiustificato
tenore di vita americano, «non negoziabile» secondo Bush e i suoi profeti,
ma di volta in volta di Saddam, dell'Europa, della Cina e dell'India, del
trattato di Kyoto, degli arabi e cosi via. La guerra in Iraq è stato il frutto
più clamoroso, tragico e alla fine fallimentare di questa falsificazione
della realtà. Bush si è comportato come gli ultimi imperatori
romani che, alla vigilia del crollo, coltivavano nuove imprese. Il risultato della gigantesca
rimozione ha portato l'economia americana ad accumulare in sette anni una serie
di record negativi. Il più alto disavanzo nella bilancia commerciale,
il più alto deficit pubblico, il massimo
indebitamento delle aziende e delle famiglie. In più il dollaro ha
perso lo status di moneta di rifugio delle ricchezze
del mondo e si è svalutato del settanta per cento rispetto all'euro. La grande «bolla» Usa sta per
esplodere. Con quali conseguenze, nessuno può dirlo. Prima o poi
qualcuno dovrà incaricarsi di spiegare agli
americani la scomoda verità. A meno di non ipotizzare un'apocalittica
guerra alla Cina. L' «ex futuro presidente degli
Stati Uniti», Al Gore, ci ha provato prendendola
alla larga, dall'inquinamento, dal surriscaldamento del Pianeta, sotto le
insegne della crociata ambientalista. Ma la questione non è soltanto
etica. Se fosse così, verrebbe liquidata in
fretta. Il problema è che gli Stati Uniti non possono più
permettersi d'inquinare per un terzo il Pianeta perché non possono
permettersi di consumare un terzo delle merci e dell' energia.
Chiunque prenderà il posto di George Bush l'anno prossimo, avrà
sulle spalle una terribile eredità e davanti una missione quasi
impossibile. |