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il 22-7-2007 |
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Da Il Sole 24 Ore del 22-7-2007 Mutui e cartolarizzazione. Un problema di vigilanza Di Gianni Colangelo Prima di parlare della loro cartolarizzazione -e degli effettivi benefici del decreto Bersani-
rilevo che i mutui sono remunerati ad interesse composto (anatocismo) e
rimborsati secondo uno schema chiamato ammortamento
alla francese. Per ciò che concerne l’interesse composto, il
divieto di anatocismo sui mutui permane anche dopo il famoso decreto D’Alema
dell’agosto 1999. Per ciò che riguarda l’ammortamento alla francese esso consiste in un artifizio
contabile mediante il quale si rovescia la naturale proporzionalità
dell’imputazione del pagamento. Infatti è intuitivo pensare che gli
interessi da pagare siano tanto maggiori quanto maggiore è il
trascorrere del tempo. Nell’ammortamento alla francese avviene, invece, che
prima si pagano gli interessi e poi il capitale, per cui gli interessi
diminuiscono e non aumentano con il tempo. Ciò crea una forzata
fidelizzazione del cliente, il quale trova poco conveniente estinguere
anticipatamente il mutuo, ché se lo fa prima troverà di aver pagato
solo gli interessi e se lo fa tardi troverà di estinguere il solo
capitale e di non poter risparmiare nulla sugli interessi per la semplice
ragione di averli già pagati [Esempio,
se abbiamo contratto un mutuo di € Da questo panorama emerge che il decreto Bersani sulla
portabilità del mutuo con l’abolizione della penale dell’1% e la
surroga dell’ipoteca, è un piccolo palliativo. A coloro che estinguono
il proprio mutuo anticipatamente consigliamo di scrivere una lettera alla
Banca per far salvi i diritti di ripetizione dei maggiori interessi pagati ed
interrompere gli effetti della prescrizione. La cartolarizzazione dei mutui è la
trasformazione dei crediti della Banca verso ciascun mutuatario, in titoli da
collocare sul mercato finanziario. Tali crediti derivano da contratti che, tutti
o in parte, forse, contengono le tare appena descritte. In tal caso, si
profilerebbe un problema poiché il valore del contratto interpretato secondo
la legge sarebbe sensibilmente inferiore a quello nominale attribuito dalla
Banca cedente. Cosa accadrebbe se, un giorno, tutti i mutuatari
decidessero far causa per far valere i propri diritti o se –orrorre!- si
approvasse la legge sulla class action? Risulterebbe che il consumatore
tartassato quando è debitore lo sarebbe vieppiù quando è investitore. Si profila all’orizzonte una delle tante questioni italiane, la questione della
vigilanza. Torre dei Passeri, 19 luglio 2007 Gianni
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