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Documento d’interesse   Inserito il 13-3-2008


 

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Il Sole 24 Ore (13-3-2008)

 

La Ue presenta il conto alle banche

 

Euro-censure. Il Governo italiano dovrà attivarsi per riavere 123 milioni da nove istituti

 

Di Enrico Brivio

 

 

BRUXELLES. Dal nostro inviato Il Governo italiano deve recuperare 123 milioni di aiuti illegali concessi nella Finanziaria 2004 a nove banche privatizzate, tra le quali figurano Bnl, Capitalia, Banco di Sicilia e Banca di Roma.L'ingiunzione è arrivata ieri dalla Commissione europea al termine di un'indagine approfondita per aiuti di Stato. Il caso Bruxelles ha considerato distorsiva della concorrenza la misura che consentiva agli istituti di credito già di proprietà statale di sbloccare le plusvalenze latenti, generate nel corso delle privatizzazioni, mediante il pagamento di un'imposta nominale del 9% anziché di imposte ordinarie al 37,25 per cento. L'indagine della Commissione Ue, avviata nel maggio 2007, ha constatato che questo regime fiscale favoriva un gruppo ristretto di banche italiane senza giustificazione oggettiva nell'ambito del sistema fiscale per le ristrutturazioni societarie in Italia. Per rimediare alla distorsione di concorrenza causata dagli aiuti concessi illegalmente, il Governo italiano deve recuperare i benefici erogati dai beneficiari. L'aiuto da recuperare è stimato in 123 milioni di euro, distribuito tra nove beneficiari. L'Esecutivo Ue non ha voluto rivelare i nomi delle banche interessate, ma fonti comunitarie hanno rivelato che nel gruppo rientravano Bnl, Capitalia, Banco di Sicilia e Banca di Roma. In maggio la commissaria Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, aveva indicato che l'inchiesta coinvolgeva anche Banca Intesa. "Quando gli Stati membri fissano norme fiscali favorevoli per un numero ristretto di imprese – ha commentato Kroes – devono evitare di alterare le condizioni di parità tra i concorrenti. L'aiuto illegale concesso alle banche privatizzate deve essere recuperato e restituito ai contribuenti". Per la Commissione la misura contenuta nella Finanziaria 2004 ha dato alle banche interessate un vantaggio economico, aumentandone il valore. La legge 350/03 autorizzava infatti il pagamento dell'imposta sostitutiva in tre rate (50% nel 2004, 25% nel 2005 e 25% nel 2006), senza pagamento di interessi. La Commissione ha accertato che, in applicazione del regime, nove gruppi bancari hanno riallineato il valore delle loro attività sulla base di plusvalenze che ammontano complessivamente a oltre 2 miliardi. La relativa differenza tra l'imposta normalmente dovuta e quella effettivamente pagata è stata valutata da Bruxelles in oltre 586 milioni. La conclusione La Commissione ha concluso che la differenza costituiva un aiuto di Stato incompatibile con la normativa europea. Bruxelles ha constatato che il regime fiscale non è giustificato in base ai principi di neutralità relativamente alle ristrutturazioni societarie. Non avendo l'Italia notificato il regime all'Esecutivo Ue prima della sua esecuzione, gli aiuti concessi illegalmente devono dunque essere recuperati dai beneficiari. Viste le osservazioni presentate dalle parti interessate, la Commissione ha deciso che l'ordine di recupero doveva essere limitato alla differenza tra l'imposta effettivamente versata e quella che le banche beneficiarie avrebbero dovuto pagare se avessero applicato il sistema generale di rivalutazione fiscale previsto dalla legge finanziaria del 2004. enrico.brivio@skynet.be.