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Documento d’interesse   Inserito il 23-9-2007


 

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Il Sole 24 Ore 22 settembre 2007

Che cosa ne pensate dei decreti Bersani?

Le risposte delle associazioni dei consumatori

di Nicola Borzi

Abi batte Ania sette a zero. Nel recepire le liberalizzazioni contenute nei due pacchetti Bersani l'Associazione bancaria surclassa i "cugini" delle assicurazioni, almeno secondo l'opinione di sette associazioni di risparmiatori.
La prima mossa in questa direzione l'Abi l'aveva data con PattiChiari, l'ultimo tocco è arrivato mercoledì scorso, 19 settembre, quando in un incontro con le associazioni dei consumatori ha comunicato che intende avviare progetti su confrontabilità dei prezzi delle banche su vari servizi, semplificazione delle norme e miglioramento dell'informazione e assistenza ai clienti. Di strada, però, ne resta ancora tanta.
«Plus24» ha interpellato le associazioni dei consumatori con questo questionario:

A - Qual è a vostro avviso la situazione dell'attuazione delle norme contenute nel decreto, in cosa è stato attuato compiutamente e cosa invece resta da attuare?

B - Quali sono a vostro avviso i principali ostacoli frapposti alla realizzazione del decreto da parte delle controparti dei consumatori / risparmiatori (associazioni di categoria etc.)?

C - Quali sono a vostro avviso i provvedimenti più rilevanti che mancano ancora per realizzare una compiuta liberalizzazione dei settori / servizi indicati in precedenza?

In particolare, sono state chieste le opinioni delle associazioni riguardo ai seguenti settori / servizi:
1 - Mutui (estinzione anticipata, ipoteca);
2 - Conti correnti (modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, spese di estinzione);
3 - Conti titoli (spese di estinzione);
4 - Assicurazioni (agente plurimandatario);
5 - Assicurazioni rami Danni (divieto di polizze pluriennali con il vincolo decennale di durata, disdetta anticipata senza penali) ;
6 - Assicurazioni Rca ("stop" al peggioramento immotivato della classe bonus - malus);
7 - Telefonia.

 

LE OPINIONI DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI

Adusbef

Movimento Difesa del Cittadino

Adoc

Movimento Consumatori

Confconsumatori

Unione Nazionale Consumatori

Aduc

Cittadinanzattiva

 


 

 

22 settembre 2007

 

Adusbef
Risponde il segretario Mauro Novelli

A - Qual è a vostro avviso la situazione dell'attuazione delle norme contenute nel decreto, in cosa è stato attuato compiutamente e cosa invece resta da attuare?

A - Il grande pregio delle iniziative di Bersani è stato quello di aver focalizzato l'attenzione dei cittadini attorno alla possibilità di procedere a risparmi generalizzati e consistenti semplicemente introducendo un po' di concorrenza in settori graniticamente pervicaci nel mantenere privilegi di corporazione. I risultati concreti sono, però, inferiori alla potenzialità delle innovazioni.
Ritengo che occorra più coraggio, anche perché le iniziative sono in linea con le esigenze di modernizzazione di un paese che la stessa classe dirigente ha contribuito a mantenere indulgente con metodi feudali.
Certamente le iniziative di Bersani pestano molti piedi, ma un numero ben superiore di cittadini vedono sollevarsi dalle loro estremità i tacchi di profittatori.
L'invito è ad andare avanti seguendo l'unica strada giusta e a guardare oltre le logiche dell'audience immediata, anche se amplificata dall'uso di megafoni corporativi.
Positive ripercussioni in molti settori: farmaci da banco, tariffari degli ordini professionali, notai solo parzialmente "bonificati", indennizzo diretto nell'Rc Auto, possibilità per l'assicurato di rescindere il contratto pluriennale ramo danni, poteri dell'Antitrust rafforzati, abolizione del costo delle ricariche nella telefonia mobile ecc.
In altri settori occorre che il legislatore sia più informato ed accorto. Si prenda quello bancario: oggi, proprio per il decreto Bersani, lo jus variandi è promosso a "diritto naturale" delle banche. Gli istituti di credito devono solo preavvertire per tempo la controparte (bontà loro) circa le variazioni apportate alle condizioni contrattuali. Il cliente ha il diritto di chiudere il conto (azzerata la voce "spese di chiusura", ma non a costo zero) se non accetta quelle variazioni. Chiediamoci: quante volte possiamo permetterci "il lusso" di chiudere un conto sul quale sono annessi ordini permanenti, domiciliazioni di utenze, addebiti ricorrenti (Rid), accrediti di stipendi, pensioni ecc.? Quante volte potremo affrontare tale defatigante ma ineludibile incombenza?
Si vuole effettivamente liberalizzare il settore bancario? E' sufficiente ricondurre nella normalità i contratti inerenti i servizi del credito. Il sottoscrittore ha (dovrebbe avere) il diritto di sapere quanto costerà il servizio per un anno (almeno). Se sta bene, lo sottoscriverà. Trascorso un anno e scaduto il contratto la controparte (solo allora) potrà modificarne i costi, i tassi, le spese, le commissioni ed ogni altra condizione. Insomma: dica la banca quanto costa il servizio per un anno. Al cliente accettare o meno.

B - Quali sono a vostro avviso i principali ostacoli frapposti alla realizzazione del decreto da parte delle controparti dei consumatori / risparmiatori (associazioni di categoria etc.)?

B - Certamente i "potentati" non sono d'accordo con la cancellazione dei privilegi di casta. E', per essi, conveniente ed economico battersi. Anche perché hanno capito che una buona parte del peso delle iniziative del legislatore è mediatica. Acquisito il quale, il politico di turno è sufficientemente soddisfatto. [Ricordate il cuneo fiscale non previsto per assicurazioni e banche? Si sapeva benissimo che non potevano prevedersi provvidenze "per tutti tranne che per due". Si è acquisito il merito ed il plauso per l'iniziale estromissione (mediatica) anche se dopo pochi mesi i due settori sono stati riammessi su indicazione – giusta - della UE.]
Si voleva ridimensionare il ruolo dei notai: si è fatta – praticamente - marcia indietro.
Si voleva cancellare il PRA: si è stralciato l'argomento.
Ricordi il legislatore che alcuni settori sono costituzionalmente rilevanti. Quello del credito, ad esempio è precisamente "tracciato" dall'art. 47 della nostra Costituzione (attualissimo, imperante il problema dei mutui spazzatura di derivazione USA):
Art. 47. - La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese.


C - Quali sono a vostro avviso i provvedimenti più rilevanti che mancano ancora per realizzare una compiuta liberalizzazione dei settori / servizi indicati in precedenza?

C - Accogliere definitivamente i principi di concorrenza: perché giusti, perché economici, perché forieri di progresso. Non sto spingendo per un liberismo a tutti i costi. I potentati hanno impiegato 50 anni per dimostrare che il "privato" è sempre meglio del "pubblico. Si guardi a quanto è successo nel settore bancario: dopo qualche anno dalla privatizzazione abbiamo avuto liberi atteggiamenti di saccheggio (Argentina, Parmalat, Cirio ecc.). Si veda che cosa è successo alla telefonia fissa dopo la sostituzione del monopolio privato a quello pubblico.
Ma questi passi parzialmente falsi non devono ostacolare la modernizzazione del paese.
E' fondamentale, ad esempio, che la burocrazia non abbia modo di perpetuare se stessa "inventando" inutili e costose incombenze a carico del cittadino per giustificare la sua presenza. Si consideri che un dipendente pubblico "inutile" è mantenuto dalla condizione di precarietà imposta a due o più giovani.
Non si ceda ai potentati nella liberalizzazione/distribuzione del WiMax.
E ancora: perché l'e-commerce non viene tenuto in considerazione quale veicolo di concorrenza? (Penso ai prodotti farmaceutici da banco).
Per tornare al settore creditizio:
1) Si annulli l'art. 7 punto 2 del TUB e il parallelo art. 4 punto 11 del TUF (incostituzionali perché violano gli art. 3, 25 e 103 della Costituzione): se gli ispettori informano il Governatore della Banca d'Italia (istituto di diritto pubblico) o il Presidente della Consob di ipotesi di reato rilevate nell'attività di vigilanza, costoro devono avere l'obbligo di sottoporre la fattispecie alla immediata valutazione della magistratura.
2) Si imponga che non siano rivedibili almeno per un anno le variazioni di prezzi, spese e commissioni permesse dall' art. 118 (da abrogare) del Testo Unico Bancario e ribadite dal primo decreto Bersani. Se non si ha la forza di ottenere ciò, le variazioni siano almeno accompagnate da "giustificato motivo", come indica anche la legge 52 del 1996 sulle clausole vessatorie.
3) Non si ceda all'abusato suggerimento faziano che ha contrabbandato e contrabbanda la "non concorrenzialità" del sistema per sua "stabilità".

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