HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli www.mauronovelli.it Documento d’interesse Inserito il 19-3-2009 |
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Il Sole 24 Ore
19-3-2009 di Al.An. Caso Aig, il
Senato vota imposta
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Arriva la tassa sui bonus delle aziende che hanno ricevuto
aiuti di stato. Lo scandalo dei premi ad Aig ha
dato i suoi primi "frutti" sul fronte legislativo. La Camera ha
approvato una legge che stabilisce un'imposta sul 90% dell'imponibile dei
premi ai manager di imprese che hanno incassato più 5 miliardi di
dollari dal Tarp (Troubled
Asset Relief Program).
Più Fannie Mae e Freddy Mac.
La votazione, ovviamente, non significa che la legge diventa immediatamente
operativa. Infatti è richiesta anche
l'approvazione del Senato il quale sta lavorando ad un suo progetto
normativo. Tuttavia, dopo le polemiche sui bonus di Aig,
il messaggio lanciato dal legislatore americano è molto chiaro. Chi ha
ricevuto i soldi dei contribuenti americani non può pretendere bonus
milionari dopo, peraltro, avere in qualche modo contribuito al collasso delle
stesse aziende salvatate.
Riguardo al peso della tassa (90% dell'imponibile) il democratico Charles Rangel ha motivato la decisione affermando «che riteniamo
che gli stati e le autorità locali si occuperanno del rimanente 10%».
In giornata, nel frattempo, l'executive di Aig che ha incassato il bonus più
elevato da 6,4 milioni di dollari, Douglas Poling,
ha restituito il suo premio. Il 48enne Poling, ha
scritto il Wall Street Journal, è un ex
manager di Ford e uno dei 418 dipendenti ed ex dipendenti del colosso
assicurativo (salvato dal fallimento grazie a un'iniezione di aiuti pubblici
da oltre 170 miliardi di dollari) finiti in una vera e propria tempesta per
avere incassato bonus per un totale di 165 milioni di dollari.
E sempre in giornata Neil Barofsky,
il procuratore nominato ispettore generale del piano di salvataggio del
settore finanziario Usa, ha fatto sapere di avere avviato un'inchiesta sul
pagamento dei bonus Aig. L'indagine
riguarderà anche il ruolo del Tesoro Usa, che ha autorizzato i
pagamenti. Agiremo «in modo aggressivo per restituire i soldi ai
contribuenti», ha dichiarato Barofsky.
«Dalle informazioni preliminari di cui disponiamo - ha spiegato l'ispettore
durante un'audizione al Congresso - ricaviamo che il contratto basato sul Tarp (Troubled Asset Relief Program) tra il Tesoro
e Aig, entrato in vigore a novembre, contemplava il
pagamento di bonus ai dipendenti di Aig, inclusi i partner senior». Barofsky - al
lavoro con il Dipartimento della Giustizia e con il procuratore generale
dello Stato di New York Andrew Cuomo - ha anche
detto che il suo ufficio visionerà gli atti in riferimento alla
«decisione del Tesoro di autorizzare e approvare questi pagamenti».
Lo scandalo non risparmia neppure la Federal Reserve, ovvero la banca
centrale degli Stati Uniti. Oggi il Washington Post ha scritto che La Fed era
al corrente da tre mesi dei bonus che Aig intendeva
versare ai propri dipendenti ma non ha avvertito per tempo né la Casa
Bianca né il Tesoro. Secondo il quotidiano il colosso assicurativo
aveva informato la Banca centrale americana che avrebbe versato il 15 marzo
circa 165 milioni di dollari ad alcuni dei suoi manager della divisione
finanziaria.
Il segretario al Tesoro, Timothy Geithner,
ha assicurato di non essere stato informato né dell'ammontare dei premi né
della data del pagamento. «Ero stupefatto quando ho appreso», ha spiegato Geithner al Washington Post. «Non avrei dovuto mai
trovarmi in questa situazione, ma ne accetto le responsabilità».
Il ministro e i suoi collaboratori hanno esaminato i fatti e concluso che il Governo
non poteva cambiare dei contratti già firmati: Geithner
- secondo il quotidiano - ha poi informato un consigliere della Casa Bianca
che ha riportato, il 12 marzo scorso, le informazioni al presidente Barack Obama, ma soltanto alla vigilia dei versamenti dei
bonus. Ovvero, a frittata ormai fatta.
19 marzo 2009