PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documenti d’interesse inserito
il 30-11-2006
Da
Repubblica 1°-12-2006
Anche i
vertici delle aziende pubbliche hanno preso parte alla "cuccagna"
Dopo il boom delle stock option, raddoppiano i guadagni
Sempre più d'oro i manager italiani. In tre anni +80% i compensi degli ad
delle società quotate
MILANO - L'inflazione resta al palo. Il potere d'acquisto degli italiani
è in calo costante. Ma gli stipendi dei manager di casa nostra -
pubblici o privati non fa differenza - continuano a sfidare la forza di
gravità. In tre anni (dal 2002 al 2005) gli amministratori delegati
delle principali società quotate a Piazza Affari hanno visto crescere le
loro buste paga in media dell'80%. Molto di più dell'inflazione (7%
circa) e ben più dei loro colleghi americani, fermi a un misero +54%.
L'escalation è stata inarrestabile e raramente proporzionale ai
risultati di bilancio o a quelli sul listino. Sono decollati i compensi in
banca. Hanno allargato i cordoni della borsa persino le aziende familiari,
tradizionale trincea della parsimonia retributiva nazionale. E a questa
"Cuccagna" milionaria hanno partecipato in prima fila persino i
vertici delle aziende pubbliche. Che tra compensi da favola (l'ad Alitalia Giancarlo Cimoli prende il doppio del numero uno Lufthansa) e buonuscite d'oro come i 7 milioni girati a Elio Catania per
il suo addio alle Fs non rimpiangono di sicuro i bei
tempi in cui guidavano società private. Almeno finora, visto che il
governo (facendo qualcosa di sinistra, direbbe Nanni Moretti)
ha imposto un tetto di 500mila euro ai manager delle realtà pubbliche
non quotate.
Il boom in banca. Il mondo della finanza è l'esempio più
eclatante del fenomeno. In Italia quasi tutti gli ad
bancari hanno più che raddoppiato la loro busta paga in tre anni. Una
bella soddisfazione che per molti si è sommata alle plusvalenze (in
qualche caso di decine di milioni) incassate con le stock option.
Questo Eldorado - tra l'altro - non conosce confini: un dipendente (non un
manager) di una finanziaria di Wall Street guadagna
in media 289mila dollari l'anno, cinque volte più della media degli
altri lavoratori di New York. Le grandi banche
d'affari pagheranno ai top-manager il prossimo Natale bonus per 36 miliardi, il
doppio del Pil dell'Islanda.
L'anomalia pubblica. L'Oscar della generosità retributiva - fino all'intervento del governo Prodi - toccava però allo
Stato. Tanto che la Procura di Roma ha aperto un dossier sul caso "Stipendiopoli". Paolo Scaroni
- per rimanere in area Piazza Affari - è uscito dall'Enel
con una busta paga (comprensiva di buonentrata e
stock option varie) di oltre 10 milioni. Ma anche
togliendo le voci straordinarie, in tre anni i suoi compensi sono cresciuti del
50%. Bene (11 milioni) è andata anche a Vittorio Mincato,
ex ad dell'Eni mentre Pierfrancesco
Guarguaglini (Finmeccanica)
ha più che raddoppiato i suoi emolumenti dal 2002.
Un record europeo. Il boom degli anni scorsi ha regalato all'Italia anche un
ruolo da protagonista nella Champion's League degli stipendi. La performance azionaria non proprio
brillantissima di Telecom Italia, ad esempio, non ha impedito a Marco
Tronchetti Provera di
regalarsi un aumento del 76% dei compensi a quota 5,2 milioni l'anno.
Più del numero uno di Vodafone Aurun Sarin e il doppio di Kai Uwe Ricke
di Deutsche Telekom. L'ad di
Generali Giovanni Perissinotto con un bel colpo di
reni retributivo (+138% a 3,22 milioni) ha staccato di quasi un milione Michael Dickmann, suo omologo in Allianz. Un po' di terreno l'ha recuperato anche Piersilvio Berlusconi: tre anni fa guadagnava 350mila euro
l'anno. Poi si è guardato attorno, ha capito
l'antifona e si è adeguato: nel 2005 il suo 740 è salito a due
milioni di euro.
Inarrivabili Usa. In Europa, insomma, il Belpaese si
batte bene. Il Mondiale, però, resta ancora un sogno. Gli ad delle 500 maggiori aziende di Wall
Street hanno incassato in media nel 2005 oltre 13,5 milioni di dollari. Certo
l'economia americana negli ultimi anni ha fatto boom. Ma il boom non è
stato uguale per tutti. La busta paga di un amministratore delegato Usa nel
1990 era pari a 107 volte quella dei suoi dipendenti. Oggi la forbice si
è moltiplicata per quattro: per arrivare a un compenso da ad occorre sommare lo stipendio di 411 impiegati e
operai.
(1 dicembre 2006)