La
Repubblica 20-4-2009
Terremoto in Abruzzo. Quelle due Case dello studente nuove, antisismiche
e mai abitate. LA STORIA. Le strutture abbandonate per anni. Mentre la vecchia sede
è distrutta Le residenze sono state realizzate dal Comune. Ma la
gestione era antieconomica
Di GIUSEPPE
CAPORALE
L'AQUILA -
C'è una Casa dello studente antisismica in città. Anzi, ce ne
sono due. La prima è stata ultimata nel 2002, la seconda nel 2008.
Sono di proprietà del Comune dell'Aquila e, assieme, sono costate
quasi due milioni e mezzo di euro. Ma sono chiuse, abbandonate. Le amministrazione comunali che si sono succedute - sia la
precedente di centrodestra, sia l'attuale di centrosinistra - non hanno mai
saputo cosa farsene. Già, perché il Comune prima ha realizzato le due
opere pubbliche con fondi della Regione, e poi ha deciso di non gestirle.
Infatti, secondo uno studio degli uffici tecnici del municipio, si
tratterebbe di un'attività antieconomica a causa dell'esiguità
del numero posti letto complessivi (75 già pronti, altri 35 ancora da
realizzare). Così, mentre dal 2002 si cercano partner pubblici o
privati per risolvere il problema, le due strutture rimangono chiuse.
L'altro tragico paradosso è che, al contrario della Casa dello
studente che si è sbriciolata nel centro storico, le due strutture
nuove non hanno subito danni dal terremoto. La prima,
si trova alla periferia della città, in zona Casale Marinangeli, nel quartiere Coppito.
Si tratta di un'area di quasi ottomila metri quadrati. I lavori sono iniziati
nel 2000, con fondi pubblici regionali (finalizzati allo scopo) pari a due
miliardi e seicento milioni di lire. Obiettivo: realizzare due palazzine.
Una, di 3 mila metri quadrati coperti, è stata ultimata nel 2002 con
35 posti letto, 20 camere, sala mensa, sala computer, palestra e sala
biblioteca. Conclusa e tenuta sotto chiave. La seconda palazzina, invece, non
è stata mia costruita. I lavori non sono mai partiti. Il cantiere
è fermo da allora. La Regione non ha mai stanziato il completamento
dell'opera, e il Comune non ha mai voluto spendere fondi propri per
ultimarla. Racconta Carlo Carafaggi,
funzionario del Comune per il settore lavori pubblici: "Nella palazzina
ultimata di Casale Marinangeli, da sette anni manca
solo l'arredamento. Ogni mese vado lì per assicurarmi che nessuno
abbiamo rubato nulla. Dentro c'è già tutto: bagni, porte,
servizi, tecnologie...".
L'altra Casa dello
studente antisismica e mai aperta, invece, si trova nella zona di Roio Piano, sempre alle porte della città. Anche
qui, neanche un danno per il sisma. Ottocento metri quadrati coperti, 40
posti letto e stanze con angolo cottura. Un milione di euro di fondi
regionali. I lavori sono iniziati nel 2005 e ultimati due anni dopo, con
consegna effettiva solo nel 2008. Per realizzare questa struttura di due piccole
palazzine il Comune ha usato terreni e parte degli edifici della vecchia
scuola elementare della zona. Anche qui, lavori ultimati e stabile
abbandonato.
"Il problema è sempre lo stesso - spiega ancora
il funzionario Carafaggi - non riusciamo a trovare
chi possa gestire queste attività. E anche quando abbiamo
individuato enti interessati a farlo, la trattativa si è arenata sulla
vendita dell'immobile. In passato, abbiamo anche valutato l'ipotesi di
trasformare gli edifici in uffici, ma la Regione ci ha diffidato perché le
opere sono state realizzate con fondi vincolati al diritto alla
studio".
Laconico Luca D'Innocenzo, assessore comunale con delega alla Città
universitaria e presidente uscente dell'Azienda per il Diritto alla Studio (Adsu): "L'incidenza dei costi sul singolo posto
letto era troppo alta". L'Adsu da anni
gestisce il complesso di via XX Settembre (che contava prima del terremoto
119 posti), una parte dell'ex convento dei Gesuiti (con 80 posti) e altri
alloggi (circa 61) in città.
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