Il testo dell'ordinanza che ha portato agli arresti e nella quale
Bertolaso è indagato
I magistrati parlano di "corruzione gelatinosa". I rapporti con
l'imprenditore Anemone
Balducci e i suoi amici, la cricca degli appalti
Ville, escort, assunzioni e auto di lusso
Il capo della Protezione civile non
disdegna i favori sessuali di una certa Francesca
"Oggi pomeriggio sono libero... Verrei volentieri per una
ripassata"
Guido Bertolaso
ROMA - Una "cricca dei
banditi". Il gip di Firenze racconta la corruzione che ha governato gli
appalti della Maddalena e la ricostruzione a L'Aquila. Le escort di Bertolaso
e gli imprenditori che la notte del 6 aprile ridono pensando agli appalti.
Il sistema, scrive il gip Rosario Lupo, funzionava così: "Angelo Balducci e Fabio De Santis,
pubblici ufficiali presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la
competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri,
incaricati della gestione dei "grandi eventi" (Mondiali di nuoto di
Roma 2009, G8 della Maddalena, 150° anniversario dell'Unità d'Italia)
insieme a Mauro Della Giovanpaola, pubblico
ufficiale della struttura di missione per il G8 della Maddalena hanno
asservito la loro funzione pubblica (alquanto delicata, attesi gli enormi
poteri a loro concessi e i rilevantissimi importi di denaro e risorse a
carico della collettività) in modo totale e incondizionato agli
interessi dell'imprenditore Diego Anemone (e non solo). Tale asservimento
veniva ben retribuito con vari benefit di carattere economico e non, anche di
grande rilevanza patrimoniale: utilità indirizzate o direttamente ai
tre pubblici ufficiali o a loro parenti o a soggetti a loro amici (in
particolare Anemone e i suoi collaboratori si mettevano a disposizione dei
tre, in particolare di Balducci per risolvere loro
qualsiasi tipo di esigenza, anche la più banale)".
E il sistema, scrive ancora il gip, aveva un nome: "Gelatinoso".
"Il caso in questione che ben potrebbe essere definito "storia di
ordinaria corruzione" viene qui definito "gelatinoso". E non dagli
investigatori ma dagli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di
malaffare in una delle tante conversazioni telefoniche intercettate: "Il
mio ragionamento è questo... Loro evidentemente stanno immersi in un
liquido gelatinoso che è al limite dello scandalo" (...). Ma
"sistema gelatinoso" non è l'unica definizione del
Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo della
Presidenza del Consiglio dei ministri. Infatti la struttura cosiddetta della Ferratella (luogo dove ha sede il Dipartimento e di cui
fanno parte Balducci, De Santis
e Della Giovanpaola) viene definito - senza mezzi
termini - dalle molto istruttive conversazioni telefoniche intercettate:
"Cricca di banditi", "Banda di banditi", "Task force unita e compatta", "squadra collaudatissima",
"combriccola", e i suoi componenti "bulldozer",
"veri banditi", "gente che ruba tutto il rubabile",
"persone da carcerare"".
Anche l'imprenditore Diego Anemone, del resto, a giudizio del gip, si
dimostrava all'altezza della qualità della corruzione assicurata dal
sistema in ragione del suo network di rapporti, a cominciare da quello con il
Capo della Protezione civile e sottosegretario Guido Bertolaso:
"È alquanto inquietante - si legge - che sussistano rapporti di
collusione (che definire sospetti è mero eufemismo retorico) tra l'introdottissimo (nonostante la giovane età) Diego
Anemone e il potente sottosegretario e capo della Protezione civile Guido
Bertolaso (coinvolto nella gestione economica degli appalti aggiudicati con
la normativa cosiddetta dei "grandi eventi") che, come risulta
inequivocabilmente dalle intercettazioni telefoniche, frequenta spesso e
volentieri Anemone e le sue strutture, per così dire, di
"relax"".
Gli appalti e il prezzo della corruzione. Nell'elenco
che ne fa il gip, sono almeno cinque gli appalti pilotati da Balducci e la sua "combriccola" della
Protezione civile: "Lo stadio centrale del tennis del Foro Italico
(Mondiali di nuoto Roma 2009); il Nuovo museo dello sport italiano di Tor Vergata (Mondiali di nuoto); il completamento
dell'Aeroporto internazionale dell'Umbria Sant'Egidio di Perugia
(Celebrazioni 150 anni Unità d'Italia); la realizzazione Palazzo della
conferenza e area delegati (G8 Maddalena); la residenza dell'Arsenale (G8
Maddalena)". Il prezzo della corruzione sono ristrutturazioni di
immobili, auto di lusso a sbafo, assunzioni di domestici e figli, favori
sessuali con pagamento di escort a domicilio.
Angelo
Balducci
Scrive il gip: "Angelo Balducci: utilizzo di
due utenze cellulari; personale di servizio nella proprietà di
Montepulciano; uso di autovettura Bmw serie 5; messa a disposizione di
Rosanna Thau (moglie di Balducci)
di una Fiat 500; fornitura di mobili (un divano e due poltrone) per la
proprietà di Montepulciano; esecuzione di lavori di manutenzione e
riparazione negli immobili di Roma e Montepulciano; assunzione di Filippo Balducci (figlio di Angelo e della sua compagna Elena Petronela Buchila); messa a
disposizione di Filippo Balducci di autovettura Bmw
del valore di 71mila euro; lavori di ristrutturazione per l'appartamento di
Filippo Balducci in via Latina a Roma con fornitura
di materiali di arredo in legno e tessuti; viaggi a bordo di aerei privati;
numerosi soggiorni su sua richiesta all'hotel Pellicano di Porto Santo
Stefano; assunzione, su sua richiesta, di Anthony Smith e messa a
disposizione di un'abitazione.
"Fabio De Santis: affidamento di lavori
pubblici in subappalto a Marco De Santis; utilizzo
di un'utenza cellulare; fornitura di mobili destinati alla sua abitazione;
prestazioni sessuali a pagamento a Venezia (17 ottobre e 28 agosto 2008) e
Roma (13 novembre 2008).
"Mauro della Giovanpaola: prestazioni sessuali
a pagamento a Venezia tra il 17 e il 18 ottobre 2008; uso di un immobile con
personale di servizio all'isola della Maddalena; messa a disposizione di tre
autovetture Bmw; fornitura di mobili per la sua abitazione".
Bertolaso, il giovane
Anemone, i contanti e i favori sessuali. L'iscrizione di
Guido Bertolaso al registro degli indagati per concorso in corruzione ha - a
giudizio del gip - un fondamento probatorio evidente. "Sono emerse dalle
intercettazioni telefoniche conversazioni nelle quali il Bertolaso viene
menzionato o è uno degli interlocutori (...) È emerso che lo
stesso Bertolaso intrattiene rapporti diretti con l'imprenditore Diego
Anemone con il quale si incontra spesso di persona e in previsione dei quali Anemone
di attiva di persona alla ricerca di denaro contante, tanto che gli
investigatori ritengono abbia una certa fondatezza supporre che detti
incontri siano stati finalizzati alla consegna di somme di denaro a
Bertolaso".
Il 23 settembre 2008 Anemone si sbatte per cercare 50mila euro in contanti in
vista dell'incontro con il capo della Protezione civile, previsto per quella
stessa sera. È l'unica traccia dell'ordinanza su un possibile
passaggio di denaro. Ma non è chiaro, o quantomeno, gli investigatori
non sono riusciti ad accertarlo, se effettivamente i due si vedano e se ci
sia o meno consegna di contanti.
È certo al contrario che Guido Bertolaso goda dei favori sessuali
messi a disposizione da Anemone. Il 21 novembre 2008 Bertolaso è al
telefono con Simone Rossetti (il lenone di Anemone): ""Sono Guido,
buongiorno... Sono atterrato in quest'istante dagli Stati Uniti, se oggi
pomeriggio, se Francesca potesse... io verrei volentieri... una
ripassata". "Perfetto". "Perché so che è sempre
molto occupata... siccome oggi pomeriggio sono abbastanza libero, ti richiamo
fra un quarto d'ora"". L'appuntamento viene fissato per le 16.
Una seconda prestazione sessuale è del 14 dicembre 2008 e ha luogo nel
centro sportivo che è riconducibile Anemone ed è stato
aggiudicatario della fetta più importante degli appalti per i Mondiali
di nuoto 2009. "Tale prestazione - scrive il gip - è comprovata
da intercettazioni con dialoghi del tutto espliciti e fortemente eloquenti e
ha avuto luogo con una ragazza brasiliana presso il centro Salaria Sport Village".
Il 17 febbraio 2009, dalle 15 alle 16, Bertolaso è ancora allo Sport Village, per "fare terapia con Francesca",
"per riprendermi un pochettino",
"per uno dei soliti massaggi". Anemone lo aspetta fuori dalla
cabina e al telefono si lamenta con il suo lenone perché il capo della
Protezione civile tarda a congedarsi dalla massaggiatrice: "Mannaggia
sto a morì de freddo".
Anemone, Balducci e la ricostruzione dell'Aquila.
Le indagini - documenta l'ordinanza - accertano che Anemone "è di
casa all'interno della Ferratella, dove oltre a Balducci, De Santis e Della Giovanpaola, ha rapporti con altri funzionari di rango
minore che pure hanno piena consapevolezza dell'esistenza del "sistema
gelatinoso": Maria Pia Forleo, Francesco Pintus e Fabrizio Ciotti. Fino al punto di alimentare una
sorta di "cassa comune" per le piccole spese di
rappresentanza". Naturalmente c'è dell'altro. A cominciare -
scrive il gip - dai rapporti che si intrecciano tra Anemone e Balducci nella Erretifilm srl,
società di produzione cinematografica che - come aveva scoperto
un'inchiesta firmata da Fabrizio Gatti sull'Espresso del gennaio 2009 - vede
come soci la moglie di Balducci (Rossana Thau) e la moglie di Anemone (Vanessa Pascucci).
L'11 aprile 2009, a pochi giorni dal sisma che ha devastato L'Aquila, Balducci, in una lunga conversazione con Anemone "fa
pesare il fatto che si è fatto promotore per l'inserimento delle
imprese di Anemone nei lavori post terremoto ("Ti rendi conto? Chi oggi
al posto mio si sarebbe mosso?") ed esce allo scoperto pretendendo in
cambio che il figlio Filippo goda di qualche ulteriore beneficio ("Tra
qualche giorno compie 30 anni e io mi chiedo come padre: che ho fatto per
lui? Un cazzo")". Filippo troverà una sistemazione.
D'altro canto, già il 6 aprile, in una conversazione tra gli
imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli,
direttore tecnico dell'impresa Opere pubbliche e ambiente Spa di Roma,
associata al consorzio Novus di Napoli e il cognato
Gagliardi si capisce che c'è attesa per le mosse di Balducci sugli appalti: "Alla Ferratella
occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta
subito, non è che c'è un terremoto al giorno". "Lo
so", e ride. "Per carità, poveracci". "Va buò". "Io stamattina ridevo alle tre e mezzo
dentro al letto".
Le pressioni sulla stampa e il procuratore Toro
Nelle intercettazioni della primavera 2009 Anemone e Balducci
discutono con grande preoccupazione delle inchieste di Fabrizio Gatti e
dell'interesse di Annozero e di Milena Gabanelli (Report). Per provare a contenerle - si legge
nell'ordinanza - muovono tale "Patrizio La Bella, amico del giornalista
Gatti", che a sua insaputa li informa di quello che il cronista ha in
animo di fare. Ma "i contatti tra gli indagati si fanno frenetici e
fitti il 28 gennaio 2010, quando il quotidiano "La Repubblica"
pubblica un'inchiesta a firma di Paolo Berizzi e
Fabio Tonacci".
Gli indagati si muovono anche con Camillo Toro, commercialista e figlio del
procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, responsabile del pool dei reati
contro la pubblica amministrazione (entrambi sono indagati). Il contatto con
il magistrato e suo figlio è l'avvocato Edgardo Azzopardi
("Devo parlare con lui", dice a Camillo, che risponde:
"Lascialo perdere che ce la vediamo noi"). Azzopardi
il 17 dicembre 2009 parla con Toro e fissa un incontro di persona. Il 10
gennaio scorso parla con il figlio Camillo e lo esorta: "Assumi
informazioni". Il 30 gennaio l'avvocato, al telefono, sembra aver avuto
le informazioni: "Ci sono grossi problemi giudiziari in arrivo".
Malinconico e Masi
Il giovane Anemone rendeva felice anche Carlo Malinconico, in quel momento
segretario generale alla presidenza del Consiglio e poi presidente della
Fieg. "Su richiesta di Angelo Balducci
l'imprenditore contribuiva all'organizzazione e pagamento di più
soggiorni vacanza presso l'hotel "Il Pellicano" di Porto Santo
Stefano". Naturalmente Malinconico non deve pagare un euro: "Mi
raccomando, non è che si distraggono e gli fanno il conto".
Anemone asseconda anche le richieste di Balducci
perché assuma tale Anthony Smith, un tipo di Anacapri
che Mauro Masi, direttore generale della Rai, gli aveva chiesto di sistemare.
|