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Documento d’interesse   Inserito il 30-3-2007


 

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Il Piccolo di Trieste 30-3-2007

 

Fisco, oltre 310 miliardi l'imponibile non dichiarato

 

Uno studio della Cgia di Mestre ha evidenziato il sommerso dell'economia italiana. Oltre 3 milioni i lavoratori in nero

 

VENEZIA L'imponibile evaso in Italia ammonta a oltre 310 miliardi di euro e le imposte sottratte al fisco oscillano tra i 125 e i 150 miliardi di euro l'anno. Lo sottolinea, in una nota, la Cgia di Mestre, che ha individuato quattro grandi aree di evasione o elusione fiscale: l'economia sommersa, l'economia illegale, le grandi e le piccole aziende. La prima area, per l'associazione degli Artigiani di Mestre, è la più diffusa e riguarda l'economia sommersa che, secondo l'Istat, sottrae al fisco italiano circa 200 miliardi di euro l'anno. In questo ambito si segnala il comportamento sleale di molte imprese (che sottodimensionano il fatturato o sovrastimano i costi di produzione) e quello dei lavoratori in nero composto da oltre 3 milioni di unità di lavoro standard. Di questi 2.600.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Da queste cifre, sottolinea la Cgia, sono esclusi decine e decine di migliaia di pensionati e disoccupati che svolgono attività "sommerse" per arrotondare le loro entrate economiche. La seconda area, rileva la Cgia, "è l'economia illegale compiuta dalle grandi organizzazioni criminali che, in almeno tre regioni del Sud, controllano buona parte dell'economia di quei territori". Secondo l'analisi della Cgia il giro di affari non "contabilizzati" si attesta sui 100 miliardi di euro l'anno. La terza area è quella composta dalle grandi società di capitali: secondo i dati del ministero dell'Economia e delle Finanze, il 50% delle grandi società di capitali italiane dichiara per più anni redditi negativi o pari a zero e un altro 17% dichiara meno di 10.000 euro. In pratica, osserva la Cgia di Mestre, su un totale di quasi 770.000 società di capitali il 50% non versa un euro al fisco italiano, almeno per quanto riguarda le imposte sul reddito. Si stima un'evasione-elusione fiscale attorno ai 7 miliardi di euro. Infine, c'è l'evasione fiscale dei lavoratori autonomi conosciuti al fisco a causa della mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali che sottrae all'erario circa 4 miliardi di euro l'anno. "Questi grandi capitoli che abbiamo individuato - sottolinea Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - sono in buona parte sovrapponibili e i responsabili negativi di questo grave problema li ritroviamo presenti in tutte e quattro le aree. Sia chiaro - prosegue Bortolussi - gli oltre 310 miliardi di imponibile evaso altro non sono che una stima e non potrebbe essere diversamente, vista la difficoltà denunciata anche dalle istituzioni statistiche ufficiali a dimensionare questo fenomeno". Ma come contrastare il fenomeno? La lotta all'evasione fiscale non si fa "con i miracoli" ma "con un'azione continua e costante" spiega il direttore dell'agenzia delle entrate, Massimo Romano, intervenendo ad un convegno organizzato dall'Università di Tor Vergata su "Accertamenti e controlli fiscali. "Il lavoro dell'amministrazione finanziaria - ha detto Romano - non può avere aspetti miracolistici" aggiungendo che comunque a suo avviso "l'evasione riguarda una parte minoritaria della platea dei contribuenti". Romano ha anche detto che il fisco deve passare "dalla logica di azione repressiva a valle a quella dell'azione pro-attività" facendo dunque in modo che i contribuenti adempiano spontaneamente ai loro doveri fiscali.