HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli www.mauronovelli.it Documento d’interesse Inserito il 25-8-2008 |
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Il Gazzettino
(Padova) 1-8-2008 La Garanzie Nord Est (GNE) voleva diventare una banca a spese degli
istituti di credito. Ultimata la prima tornata di interrogatori degli
indagati della cooperativa che ha tentato di truffare la BCC . di Lino Lava. Una banca. In grado di finanziare grosse operazioni economiche sia in
Italia, sia all'estero. A questo volevano mirare gli amministratori di
"Garanzie Nord Est", la cooperativa per azioni al centro di uno
scandalo finanziario che ha coinvolto anche la Banca di credito cooperativo
dell'Alta Padovana. Insomma, un megaprogetto che prevedeva di ottenre finanziamenti milionari dagli istituti di credito
senza uno straccio di garanzia. Sì, nei bilanci della cooperativa per
azioni figuravano capitali per oltre cento milioni di euro. Ma erano cose
inesistenti. I consuntivi erano completamente falsi. Il pubblico ministero
Paolo Luca, che coordina il lavoro degli investigatori del Nucleo di polizia
tributaria della Guardia di Finanza, ha finito una prima tornata di
interrogatori. Ha sentito anche Giusepope De Luca,
che secondo l'accusa era il "cervello" della presunta associazione
per delinquere."Garanzia Collettiva Fidi,
società cooperativa a responsabilità limitata, Fidicasa". Si chiamava così all'inizio. Era
stata fondata con lo scopo di sostenere il finanziamento alle piccole imprese
artigiane padovane. Insomma, una piccola società di garanzia fidi. In
grado di poter aiutare il parrucchiere che doveva ristrutturare il negozio.
Ma, alla fine 2004, i due maggiori indagati, Giuseppe De Luca e Giovanni
Giordani, hanno trasformato la piccola cooperativa in una cooperativa per
azioni "Garanzie Nord Est". Il fine? "Erogatrice di garanzie
collettive dei fidi, di attività di controgaranzie eco-garanzie dei
fidi e di tutti i servizi connessi, compreso il rilascio di garanzie reali e
personali nei confronti della grande imprenditoria veneta, nazionale e estera
con la disponibilità del Coordinamento nazionale associazione
imprenditori". Il fiore all'occhiello era stata l'entrata nella
società di Lorenzo Antonio Necci, ex
presidente delle Ferrovie, manager dai forti agganci politico-economici.
Insomma, tutto faceva pensare ad una società che voleva operare in
grande stile. Ma il pubblico ministero Luca ipotizza esattamente l'opposto.
Sostiene che "Garanzie Nord Est" si presentava con una facciata
apparentemente regolare, ma di fatto era un
contenitore vuoto. L'esposizione nei bilanci di un elevato potenziale
patrimoniale economico e finanziario aveva il fine di poter agire nel settore
del credito e del mercato finanziario nell'ambito del territorio nazionale e
comunitario, così da accedere più facilmente al mondo
creditizio bancario. Il patrimonio, però, era inesistente. E la vera
finalità, sostiene l'accusa, era di ingannare banche italiane e estere
e enti pubblici. In merito al primo finanziamento di 10 milioni di euro che
la Banca di Credito Cooperativo dell'Alta padovana ha concesso alla
cooperativa per azioni, il pubblico ministero Luca accusa il direttore Naurizio Loro di averlo concesso senza le garanzie reali.
Quanto alla richiesta del secondo finanziamento, quello di 30 milioni non
andato a buon fine, la società lo chiedeva sulla base di una garanzia
di un imputato tedesco, che aveva esibito un deposito di 30 milioni di
dollari alla Deutsche Bank.
Ma la banca tedesca, il 28 novembre 2005, aveva inviato una mail all'istituto
di credito dell'Alta Padovana per sconfessare la garanzia. La
"Garanzie Nord Est" voleva realmente puntare in alto. Nel
giugno 2006 si era offerta di garantire un finanziamento di 50 milioni di
euro alla spagnola "Inversiones Refisa sl", di Lorenzo Macebo Sanz, allora presidente
del Real Madrid. Ma l'affare non è andato in
porto. La banca spagnola coinvolta voleva reali garanzie. E la cooperativa
per azioni padovana non è stata in grado di fornirle. |