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Il Corriere della Sera 19-3-2009 libreria
«Parentopoli»: Favoritismi, corruzione, concorsi
truccati: è l'ultimo scandalo Parenti in cattedra, atenei da vergogna. Raccolte
dal giornalista Nino Luca le segnalazioni inviate al Corriere.it
sull'università italiana. «Parentopoli. Quando
l'università e affare di famiglia» (Marsilio) Di Gian Antonio Stella Se in vita vostra avete solo collaborato a un lavoro
«scientifico» di una pagina (una!) scritto con altre cinque persone e
presentato a un convegno ma mai pubblicato su una rivista internazionale, non
disperate: potete sempre vincere un concorso universitario. Basta esser nati
sotto la giusta congiunzione astrale. Come successe al «professor» Giovanni Lanteri. Che vinse appunto un posto da «associato»
all'Università di Messina presentando 2 pubblicazioni. La prima
(«Studio preliminare sull'espressione immunoistochimica
dell'Eritropoietina...») fu subito scartata dagli
stessi commissari: «Non venga presa in considerazione ai fini della presente
valutazione». La seconda («A new outbreak of photobacteriosis
in Sicily») è finita nel fascicolo
dell'inchiesta giudiziaria col giudizio del Ministero dell'Università
consultato dai magistrati: «Priva di rigore
metodologico. Non è possibile individuare il singolo apporto di
ciascuno dei sei autori». L'episodio, sconcertante, è uno dei tantissimi
raccolti da Nino Luca, un collega del «Corriere.it»,
in un libro appena uscito da Marsilio: «Parentopoli».
Quando l'università è affare di famiglia. Un reportage
durissimo e spassoso su uno degli aspetti più controversi
dell'università, quello dei concorsi sospetti. Che troppo spesso
finiscono col consegnare la cattedra a mogli, figli, cognati, amici e amici
degli amici. Immaginiamo già l'obiezione: non ci son solo i baroni e
le clientele e le apocalittiche classifiche internazionali! Giusto. È vero
che la situazione «cambia drasticamente se si concentra l'analisi sulle
singole aree disciplinari» (come ricorda Domenico Marinucci,
direttore del Dipartimento di Matematica di Tor
Vergata, 19° in Europa tra le eccellenze del settore e meno afflitto dalla
cronica povertà di docenti stranieri), vero che nelle «hit parade»
avulse la «Normale» è stabilmente nelle prime venti al mondo, vero che
tanti ragazzi usciti dai nostri atenei vanno alla conquista del mondo. Il reportage di Nino Luca, però, proprio per
l'abbondanza di episodi così incredibili da risultare
irresistibilmente comici, mette spavento. A partire dalla disinvolta e
allegra spudoratezza con cui tanti rettori irridono alle perplessità
di chi non riesce a capacitarsi di come, ad esempio, possano essere
circondati da tanti parenti. Come Gennaro Ferrara, da 22 anni alla guida
della Parthenope di Napoli: «Ma
lei vuole fare un articolo serio o un articolo scherzoso? No, perché se lei
vuole fare un articolo scherzoso, io ci sto». Come mai ha portato con sé
all'università la seconda moglie, il di lei fratello, la figlia e i
mariti delle due figlie? La risposta: «Se trattiamo “parentopoli”
in termini scandalistici non va bene». Poveri figli, poi...«Devono
dimostrare ogni giorno di valere...». Alcuni casi raccontati sono noti, come
quello d'una torinese bocciata a un concorso che mesi fa si sfogò con
«La Stampa» d'esser stata trombata, scusate il bisticcio, perché non aveva
«più voluto compiacere sessualmente» il direttore della scuola di
specializzazione. O quello della famiglia Massari che «porta
l'Università di Bari nel Guinness dei primati» grazie al piazzamento
nei dintorni della facoltà di economia di otto-Massari-otto: Antonella, Fabrizio, Francesco
Saverio, Gian Siro, Gilberto, Lanfranco, Manuela e Stefania. O quello del
preside di Medicina e rettore della «Sapienza» Luigi Frati («Parentopoli? Voi giornalisti
sapete fare solo folclore!», ha urlato a Luca), un
uomo tutto casa e ufficio dato che nella sua facoltà lavorano la
moglie Luciana Angeletti, il figlio Giacomo e la
figlia Paola, che nell'aula magna di Patologia ha fatto la festa di nozze.
Altri casi sono meno conosciuti. Come quello di un recentissimo concorso per
due posti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia della Bicocca di Milano
con cinque soli concorrenti tra i quali tre figli (due vittoriosi, ovvio) di
docenti della stessa Facoltà di Medicina e Chirurgia. O quello della
condanna a un anno di reclusione per abuso d'ufficio (pena sospesa) e a uno
d'interdizione dai pubblici uffici (per aver danneggiato la professoressa Antonina Alberti durante un concorso) di Fernanda Caizzi Decleva, moglie del
presidente in carica della Crui, la conferenza dei
rettori. La
cosa più interessante del reportage, però, al di là
della sottolineatura di certe bizzarrie (come quella che riguarda l'ex
rettore di Bologna Fabio Roversi Monaco, che ha incassato 11 lauree honoris
causa da vari atenei mondiali distribuendone in parallelo Gian Antonio Stella |