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20-8-2009 |
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Il Corriere della
Sera 20-8-2009 Solo oltre lo Stretto lo Stato incassa meno per sostenere Quell’«aiutino» milionario del Superenalotto alla Sicilia Nelle prime settimane di
agosto la norma contenuta in una legge del Di Gian Antonio Stella Perché mai alla
Sicilia (e solo alla Sicilia) va un ottavo di tutti gli incassi delle giocate
al Superenalotto fatte nell’isola? Perché mai lo Stato non è
altrettanto generoso con Lombardia, Toscana o Molise e neppure con le altre
regioni a statuto speciale? La domanda, venata di irritazione,
ha dilagato ieri on-line non appena è comparsa la notizia: l’erario
lascia alla Regione il 12,25% della raccolta locale. Un privilegio che ha consentito all’ente governato da
Raffaele Lombardo di incassare soltanto in queste prime settimane d’agosto
2,7 milioni di euro. Quasi quanto il governo ha distribuito in tutto il 2008
alle organizzazioni di assistenza umanitaria con l’8
per mille. La notizia, a dire il vero, è l'ennesima dimostrazione di
quanto sia stato geniale, a suo tempo, il lancio sulla Settimana enigmistica
di una fortunatissima rubrica: «Forse non tutti sanno che...».
Dove da decenni si diffondono alla rinfusa le cose più curiose: «Forse
non tutti sanno che... il canguro può fare salti di nove metri!»,
«Forse non tutti sanno che... Antonio Gramsci era alto un metro e mezzo».
«Forse non tutti sanno che... il tennista Rafael Nadal
ha vinto su terra 60 partite consecutive». Cose
così: note agli specialisti ma ignorate dal grande pubblico, che se
le beve come ovetti freschi di giornata. Spiegano dunque
le agenzie che lo Stato
incassa il 49,5% delle somme giocate agli sportelli
Sisal di tutta l’Italia tranne al di là dello Stretto di Messina dove
questa sua percentuale scende a poco più del 37% dato che in base
all’articolo 6 della legge 599 del 1993 e del successivo decreto 11 giugno
2009 («Misure per la regolamentazione dei flussi finanziari connessi
all’Enalotto») deve lasciare il 12,25% delle somme giocate nell’isola alla
Regione. La quale incassa i soldi in aggiunta alla quota di diritto fisso
(0,052 euro per ogni colonna giocata) e all’aggio delle ricevitorie (8% della raccolta). «Una somma
non di poco conto, visto che dalla Sicilia arriva il
6,8% circa della raccolta nazionale», precisa l’Agi. Visto
che da gennaio ad oggi i siciliani hanno giocato oltre 143 milioni,
«a Palazzo d’Orléans sono arrivati circa 15,6 milioni nel 2009, e già
2,7 milioni nel solo mese di agosto». Eppure forse non tutti sanno che
l’articolo 6 di quella legge del C’è chi dirà
che è giusto. Che si
tratta di una cosa che alla Sicilia spetta perché il parlamento
isolano «è il più antico d’Europa», perché lo Statuto di
Autonomia è nato prima del Che Prima il regalo
di 140 milioni a Catania per
tamponare la catastrofe finanziaria comunale... Poi i 180 milioni a fondo
perduto per ripianare i debiti di Palermo... Poi il via libera di Roberto
Calderoli alla pretesa della Regione («o passa la norma, o facciamo saltare
il tavolo», chiarì l’allora assessore al bilancio) di trattenere
sull’isola il gettito delle accise sui prodotti petroliferi, cosa che per
ora è sospesa ma garantirebbe alla Sicilia
nuovi introiti per circa 8 miliardi l’anno... Poi lo sblocco dei famosi 4
miliardi di fondi Fas, sblocco deciso per arginare
l’offensiva sul Partito del Sud ma non concesso alle altre regioni che
reclamano lo stesso trattamento... Non sarà facile, per Raffaele
Lombardo, spiegare ai suoi stessi colleghi perché la sua regione deve avere
questo trattamento «speciale ». Gian Antonio
Stella |