PRIVILEGIA NE IRROGANTO di
Mauro
Novelli Documenti d’interesse inserito il 5-12-2006
Dal Corriere della Sera 4-12-2006
Fra politica e mercato. La
guerra delle liberalizzazioni
Le norme del governo che in estate hanno suscitato polemiche e sconti stanno andando gradualmente
L’opposizione degli Ordini e i ritardi degli Enti locali
ostacolano l’iter della deregulation
È «una svolta, è l’inizio di un percorso». «È
solo un’occasione persa». Questione di punti di vista. Le norme del pacchetto
Bersani sulle liberalizzazioni (legge 248 del 6 agosto 2006) stanno entrando
scaglionate a regime. E venerdì il Consiglio dei ministri ha fatto un
altro passo avanti, con il via libera alla legge delega per la riforma delle
professioni. In Parlamento fra l’altro sono già depositati altri
provvedimenti per «procedere con l’apertura dei mercati dall’energia
all’emittenza radiotelevisiva, dal trasporto pubblico locale all’introduzione
della class action per la tutela dei consumatori». Una lunga marcia perché,
come ha scritto il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa
nell’introduzione del Dpef, «lo sviluppo economico
è frenato» da ampi «settori protetti e privi di concorrenza».
Ma le polemiche non mancano. Anche nel centrosinistra, a partire
dai Radicali e dall’ala liberista della Margherita, c’è chi avrebbe voluto subito misure più incisive. Per non
parlare del centrodestra, che accusa il governo di essersi accanito contro le
«finte lobby» come quella dei tassisti, senza toccare però i veri
interessi dei poteri forti. Poi, le parti sociali: «Bisogna andare avanti con
le liberalizzazioni, servono scelte coraggiose soprattutto su servizi pubblici
e energia», ha ribadito il presidente Luca Montezemolo, presidente
di Confindustria, giovedì mattina all’Assemblea degli imprenditori
romani. «Non si capisce — ha poi aggiunto — perché un padroncino che voglia
acquistare delle macchine per effettuare trasporto persone, per portare bambini
all’asilo o per prelevare uomini d’affari all’aeroporto, non possa
farlo. È assurdo. Che liberalizzazione è?». Ai sindacati, Cgil in testa, la voce del controcanto:
«Lo Stato deve mantenere il controllo sui servizi pubblici ». Ma che cosa
è cambiato da quando a luglio è stata
varata la riforma estiva?
Farmaci al supermercato.
È il settore che ha subìto la
rivoluzione più grande ed immediata. La nuova legge ha tolto l’esclusiva
dei medicinali da banco alle farmacie: in pochi mesi questi prodotti sono arrivati
in quasi 400 esercizi, fra supermercati, erboristerie e piccoli negozi (tutti
con la presenza di un farmacista). I prezzi medi sono scesi fra il 20 e il 30%
nella grande distribuzione. E fra l’8 e il 20% nelle farmacie classiche.
È stato abolito anche il divieto di cumulo delle licenze (che
però restano contingentate) ed è stato introdotto l’obbligo per
gli eredi senza requisiti di cessione della licenza entro due anni dalla morte
del genitore. Banche, via il silenzio-assenso. È un
altra norma che ha già effetto. Gli istituti di credito, a
differenza del passato, non possono più cambiare le condizioni dei conti
corrente con la semplice pubblicazione in Gazzetta ufficiale: ogni variazione
va comunicata almeno 30 giorni prima ai clienti, che possono decidere di
cambiare banca entro due mesi. Senza alcuna penale. Senza spese di chiusura.
Inoltre, quando la Bce alza o abbassa il costo del denaro, le banche devono
adeguare «senza pregiudizio per il consumatore» tassi attivi e passivi.
Tradotto: non è possibile alzare prima gli interessi su prestiti e mutui
e ritardare il ritocco sulle cedole sui depositi. La norma è stata
apprezzata dalle associazioni dei consumatori, che
però ancora denunciano una sorta di «cartello» delle banche. Sono
stati anche segnalati aumenti delle spese per l’invio delle nuove comunicazioni
obbligatorie.
Taxi, una guerra infinita.
L’apertura del mercato in questo settore è rimasta incompiuta. Nella
prima stesura del decreto Bersani era prevista l’abolizione del divieto di
cumulo delle licenze, che avrebbe permesso la nascita
delle società di taxi, come auspicato da Montezemolo. Una norma spazzata
via dopo le violente proteste di piazza di luglio. Alla fine la riforma ha
introdotto misure per il potenziamento del servizio con maggiore
flessibilità nei turni, rilascio più facile di nuove licenze (una
per ogni autista) anche temporanee, possibilità di effettuare servizi
aggiuntivi con un dipendente alla guida, tariffe predeterminate su percorsi
fissi. Per adesso solo tre Comuni hanno raggiunto accordi per l’applicazione
delle nuove regole: Roma, Firenze e Milano. Ma gli effetti tardano a vedersi.
Solo nella Capitale — fra minacce di scioperi e continue intese siglate e
rimangiate dalla categoria — di fatto sono già operative le nuove regole,
sia pure con diversi problemi. Come le tariffe fisse per gli aeroporti. Allo
scalo Leonardo da Vinci, che ricade sotto due diversi Comuni, la tariffa
predeterminata per lo stesso identico percorso però
è sdoppiata: le auto bianche di Fiumicino portano i turisti al centro di
Roma a 60 euro, quelle capitoline a 40 euro. I turni integrativi invece sono
solo sulla parola: i tassisti hanno rifiutato il controllo satellitare. Il
sindaco Walter Veltroni ha però potuto
deliberare il rilascio di 1000 nuove licenze a partire dal febbraio 2007. Ma ha
concesso l’apertura di un confronto per l’aumento delle tariffe (ferme dal
2001). Considerata la resistenza ultra-decennale della categoria, non è
poco. Anche se — osservano in molti — è una strana liberalizzazione, quella
che fa salire i prezzi anziché abbassarli.
Ordini, stop alle tariffe.
Aspettando la riforma complessiva delle professioni, sono state abolite le
tariffe minime stabilite dagli Ordini (che però in gran parte devono
ancora recepire la normativa). Un iscritto non rischia dunque alcuna sanzione
se decide di praticare sconti sull’onorario. Inoltre i professionisti possono
dare vita a società di servizi, ampliando l’offerta per gli utenti, e
possono pubblicizzare le proprie attività.
Rc auto più semplice.
In caso di incidente, chi ha subìto il danno,
a partire da febbraio — con l’esclusione dei casi più gravi —
potrà chiedere il risarcimento direttamente alla propria compagnia, che
poi si rivarrà sull’assicurazione del responsabile. Inoltre, per facilitare
la ricerca delle polizze meno care, sono vietati per gli agenti assicurativi i
legami di esclusiva con una singola compagnia: l’intermediario ha l’obbligo di
illustrare tutte le possibili polizze, di tutte le
società autorizzate a operare in Italia. I consumatori però
contestano la procedura di formazione delle tariffe e la mancanza di
trasparenza nel rapporto compagnia-cliente. Sempre restando in tema di auto,
è stato abolito l’obbligo dell’autentica del notaio della
firma per il passaggio di beni mobili registrati: riguarda auto, moto, barche.
Si parla di risparmi a partire dai 70 euro per ogni singolo atto.
Pane senza quartiere.
È stata cancellata la legge 1956 che limitava la produzione di pane e il
numero dei forni. Il ministro Bersani è intervenuto anche sul commercio,
sopprimendo «la distanza minima tra un esercizio e l’altro ai fini della
concessione dell’autorizzazione all’apertura di un
negozio» e sono messi fuorilegge gli eventuali requisiti professionali previsti
da leggi regionali o regolamenti comunali per l’esercizio di attività
commerciali (escluso il settore alimentare). Gli enti locali hanno tempo fino
al 31 dicembre per mettersi in regola. Finora — osservano dal ministero per lo
Sviluppo economico — solo il Lazio lo ha fatto.
04 dicembre 2006