HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito il 25-6-2007 |
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Il Corriere Economia 25-6-2007Banche più ricche, grazie alle famiglie Il 42% dei margini dalle commissioni su prestiti, servizi, prodotti finanziari. E dalla forbice dei tassi.Conti & clienti In 10 anni
gli utili sono decuplicati ed è salito il peso dei risparmiatori, dice
Prometeia: hanno portato 36 miliardi nel 2007 D a
chi sono sostenute le banche in Italia? Dalle famiglie. La tendenza è
confermata. Sono i risparmiatori a generare la gran parte dei ricavi degli
istituti di credito. Soprattutto con prestiti e
mutui, e con i conti correnti i cui rendimenti non vengono
adeguati alle variazioni dei tassi della Banca centrale europea. L'anno
scorso e, si stima, anche quest'anno, dice Prometeia,
il margine di intermediazione delle banche apportato dai clienti privati, le
famiglie appunto, è stato del 41,9%: il più alto degli ultimi
10 anni, fatto salvo il 2000 (43,4%). Vuol dire che il
signor Rossi ha portato nelle casse delle banche 35,8 miliardi di euro
sui totali 85,6. È dal 1997 a oggi che questo margine lordo continua a
crescere: era al 37,1%. La coincidenza è che in questo stesso
decennio, rileva il Centro studi Abi su dati Bankitalia, il guadagno degli
istituti di credito è decuplicato: utile netto da 1,39 miliardi a 22,7
e Roe, l'indice di redditività, dall'1,8%
all'11,8%. Mentre i debiti delle famiglie
salivano. In sette anni, dal '99 al dicembre scorso, l'erogazione di mutui e
credito al consumo è infatti triplicata: da
80 a 244 miliardi i primi, da 17,3 a 49,9 il secondo. Morale: se gli utili delle banche sono tanto
cresciuti è molto merito del signor Rossi, e
dei suoi prestiti, e dei suoi depositi. Certo, l'utile e il Roe sono cresciuti anche “per la riduzione dei costi
operativi “ nota Gianfranco Torriero
dell'Abi.” Quanto ai privati, siamo ancora indietro in Europa. Nella Ue l'attività bancaria retail
è il 2,5% del Pil, in Italia il 2%. E
l'incremento sui margini è dovuto all'aumento
non delle commissioni, ma delle masse". Ma il peso delle famiglie,
risponde Chiara Fornasari di Prometeia,
si è innalzato nel 2006 e 2007 anche "a causa della differenza
fra i tassi dei depositi e i tassi di mercato.
È la remunerazione del conto corrente che sostiene i margini delle
banche. E questo è molto più rilevante in un momento come
questo, quando i tassi si alzano". Le banche, insomma, avranno anche
"diminuito alcune commissioni", come rilevano Prometeia
e l'Abi, "ma hanno compensato non adeguando i rendimenti". Non stupisce che ora le banche cerchino di
tenersi stretti i correntisti, come è dimostrato dall'ultima
iniziativa dell'Abi: mercoledì scorso ha annunciato un piano di
autoregolamentazione per il "miglioramento dei rapporti con la
clientela". Tre punti verranno
esaminati nella prossima riunione, il 18 luglio: la mobilità della
clientela, l'introduzione dell'indice sintetico di costo per il conto
corrente e le informazioni, a ogni prelievo Bancomat, su quanto costa
l'operazione in banche diverse dalla propria. “Sono iniziative che raccolgono
le richieste dell'Antitrust, è un inizio di percorso” commenta
Giovanni Calabrò, responsabile Direzione
credito nell'Authority . “
L'eliminazione degli ostacoli alla mobilità andrà dettagliata,
certo, ma l'indicatore sintetico di costo sui depositi è utile ed
è quello che avevamo chiesto”. “È stata definita la filosofia
generale, anche in risposta al decreto Bersani e
alle indicazioni Antitrust” conferma l'Abi “ Il miglioramento delle relazioni
diventa un caposaldo. Coinvolgeremo Antitrust, Consob,
Bankitalia e associazioni consumatori”. Per capire l'incidenza dei
privati sui ricavi delle banche, si può dare anche un'occhiata ai
bilanci 2006 dei cinque big (senza fusioni). Abbiamo chiesto di analizzarli a
Prometeia. Ebbene, il retail, l'attività al dettaglio cioè, da
filiale, copre il 68,9% dei ricavi in Banca Intesa; il 55,6% nel gruppo Montepaschi; il 49,5% e il 48,4%, in Capitalia e al Sanpaolo. Solo in
Unicredit scende a un terzo del totale, il 32,9% (ma
il gruppo ha particolare attività con le imprese). Nel bilancio di Banca Intesa, ad
esempio, a proposito dell'incremento degli interessi netti, si parla di
"aumento" della "componente attribuibile ai rapporti con la
clientela", aumento sul quale "hanno inciso gli andamenti positivi
del comparto retail, sia in termini di volumi che
di spread", la forbice fra il tasso di
riferimento e quello applicato. Chiara Fornasari
di Prometeia precisa che i dati raccolti non sono
sempre omogenei (vedi tabella). Ma il messaggio è chiaro. E confermato dall'Abi, che per
la prima volta, quest'anno, ha scorporato i dati dei privati dal sistema. Nei
bilanci dei suoi 38 gruppi bancari, l'Abi stima che l'attività con i
privati pesi sul margine d'intermediazione per il 58% (47% da retail e 11% da gestione del risparmio): "in totale circa il 45%, tolte le piccole imprese",
dice Torriero. Un dato vicino al 41,9% di Prometeia. Raggiunto nonostante la cattiva annata del
risparmio gestito. "Abbiamo una pressione dei privati sia sui
finanziamenti sia sui conti correnti", spiega Torriero.
Il fenomeno del signor Rossi-stampella delle
banche, insomma, è stato sostenuto finora dallo squilibrio dei tassi e
lo sarà sempre di più da mutui, prestiti e fidi: quella che Fornasari chiama "la gestione del passivo delle
famiglie". Saranno i debiti degli italiani ad alimentare i margini delle
banche domani, visto che i rendimenti dei conti sono a zero. Se dura. Nel 2008-2009, prevede Prometeia,
i margini da privati cominceranno a scendere: 39,6% e 38,7%. Concorrenza o clienti in fuga? |