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Documento d’interesse   Inserito l’11-4-2008


 

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La Repubblica 11-4-2008

 

Ha tre condanne per omicidio e l'Ateneo gli offre la cattedra. Isernia, bufera su Cristiano Huscher: "Ma sono il nuovo Tortora" Chiamato senza bando: "E' un professionista di chiara fama"

DAL nostro inviato Jenner Meletti

 

ISERNIA - Lo avevano chiamato, senza bando, perché era "un professionista di chiara fama". Gli avevano offerto la direzione dell'Unità operativa complessa di chirurgia dell'ospedale Veneziale. Avevano messo nel piatto anche una cattedra nella neonata facoltà di Medicina dell'università del Molise (500.000 euro per un progetto di insegnamento e di ricerca).

Ma adesso il professor Cristiano Huscher è una patata bollente che scotta le mani di chi l'ha chiamato: il presidente della Regione Michele Iorio, l'assessore alla sanità Ulisse Di Giacomo, i dirigenti dell'Asl regionale. Anche nel settembre 2006, quando il dottore è arrivato e si è presentato come "umile chirurgo al servizio del Molise", non ci furono grandi feste. Bastava cliccare il nome su Internet per scoprire che su di lui c'erano inchieste e rinvii a giudizio, un licenziamento e polemiche infinite. E dopo i tuoni sono arrivati i fulmini: i primi processi sono arrivati in aula (a Roma) e i giudici hanno emesso tre condanne a complessivi 6 anni e 8 mesi di reclusione per omicidi colposi. "Sono il nuovo caso Tortora", dice il professore.

La sentenza con la quale la corte d'Assise di Roma, il 12 novembre 2007, ha condannato Cristiano Huscher, non è lettura consigliata a chi deve entrare in un ospedale. "Appena arrivato al San Giovanni di Roma - dichiara uno dei 14 medici che hanno denunciato il chirurgo - assicurò che ci sarebbe stato un certo numero di Dcpa, duodenocefalopancreasectomia, che è l'intervento più costoso, difficile e demolitivo nel campo della chirurgia gastroduodenale. Fece molti di questi interventi. Alla paziente R. A., ricoverata per calcolosi della colecisti, il primario - chiamato in sala operatoria dagli aiuti perché c'erano delle aderenze - diagnosticò immediatamente un cancro alla colicisti e si apprestò a una Dcpa con asportazione anche di parte dello stomaco e del fegato". In questi casi, prima di tagliare, si sospende l'operazione e si fa subito l'esame su un campione di tessuti. Il risultato arriva dopo pochi minuti. "Telefonarono in sala dicendo che si trattava non di cancro, ma di una colicisti antegranulomatosa, cioè una semplice infiammazione che sarebbe guarita quasi spontaneamente. Dissi al primario di fermarsi perché si trattava di un intervento assurdo, lui mi disse che non capivo nulla. Anche l'esame istologico successivo confermò la diagnosi di colecisti solo infiammata, ma sulla cartella clinica venne refertato "cancro della colecisti". Il primario ha sempre ragione. "So io cosa devo fare", "Voi siete solo dei coglioni": queste le risposte a chi si permetteva di obiettare".

Solo alcuni di questi casi portano alla condanna. F. T., una donna, ha un linfoma che deve essere curato solo medicalmente. Il dottor Huscher - dicono i giudici - effettua invece "con urgenza e in assenza di diagnosi certa, un intervento aggressivo, altamente demolitivo, con asportazione di organi vitali fra cui l'intestino". La donna morirà dopo 36 giorni. M. E., un'altra donna, viene operata di colicistectomia. "Husher e altri tre medici, per colpa consistente in imprudenza, negligenza ed imperizia, causavano la morte di M. E. perché proseguendo l'intervento per via laparoscopica, nonostante la constatata difficoltà all'introduzione di ulteriori cannule di lavoro a causa della presenza di numerose aderenze... provocavano la perforazione di un'ansa ileale". Per F. T. 3 anni e 6 mesi di reclusione, per M. E. 1 anno e 6 mesi. Il giudizio sul chirurgo è pesantissimo. "Huscher diagnosticava cancri inesistenti e demoliva organi, contro il parere di altri chirurghi... Tenendo conto che la tariffa regionale di rimborso per una Dcpa, senza considerare i giorni di ricovero, era di 11.811,89 euro, è lecito ipotizzare che le costose operazioni tanto praticate dall'Huscher siano state scelte per ragioni economiche e non cliniche, assicurando all'azienda ospedaliera notevoli guadagni".

Molto prima delle condanne Ernesto Giannini, presidente dell'associazione Altiero Spinelli, aveva chiesto a gran voce e con scarso successo alle istituzioni quale fosse la "chiara fama" che aveva portato il chirurgo in ospedale e in cattedra senza concorsi. "Ci sono le garanzie per gli accusati, ma non bisogna dimenticare quelle dei malati. Per questo, dopo tante denunce cadute nel silenzio, l'altro giorno sono andato in piazza a leggere ampi stralci della sentenza romana". La sospensione del medico, oltre che dall'associazione Spinelli, è stata chiesta anche dal senatore del Pd Augusto Massa e dal vice segretario regionale del Pd, Danilo Leva.

Il professor Huscher si dichiara sicuro della propria innocenza. "Sono stato licenziato dal San Giovanni di Roma perché avevo detto che l'ospedale era sporco e pieno di medici che non lavoravano. Io sto in ospedale 15 ore al giorno, i colleghi che mi hanno accusato pensano al tennis. Io sono di Bergamo, ho lavorato lì e in altre città. A Milano ho fatto 1.300 interventi e non ho avuto nessuna denuncia. Al Nord non ho mai avuto problemi, al Sud mi attaccano. Anche a Isernia chi lavora mi vuole molto bene, chi non lavora mi vuole molto male. Le condanne? Tutte di primo grado. In appello, se saranno sentiti testi come gli altri primari finora non ascoltati, sarò assolto. Andate a vedere quanti interventi fanno, in un mese, i colleghi che mi hanno accusato. Io sono uno che accetta anche chi viene mandato via dagli altri ospedali. Se c'è una speranza, io opero. Perché sono a Isernia? Mi ha chiamato il presidente Iorio, mi ha detto che voleva rilanciare la sanità regionale. Io volevo un concorso, lui ha chiesto il mio curriculum, lo ha passato al rettore dell'università e mi hanno dato anche la cattedra. Il figlio di Iorio? L'ho conosciuto al San Giovanni, è un medico bravo. Per questo l'ho fatto assumere nella mia équipe a Isernia. Se uno nasce figlio di presidente, non è che vada castrato. Ora è in un ospedale americano per diventare ancor più bravo".

Il presidente Iorio, interpellato, sceglie il silenzio. Anche l'assessore regionale Di Giacomo si fa di nebbia. Dall'azienda regionale sanitaria una breve dichiarazione del direttore generale Sergio Florio. "Ho inviato al professor Huscher una lettera perché mi informi di tutte le vicende di rilevanza penale che lo riguardano, al fine di tutelare l'azienda e soprattutto i pazienti". Per il professore arrivato da Bergamo, questa forse non è una buona notizia.

(11 aprile 2008)