HOME PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito l’8-3-2007 |
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Da Finanza e Mercati 8-3-2007 [Nr. 48 pagina 8] Mifid. La Ue
prepara una stretta sui fondi di investimento e sulle reti di distribuzione. Di Francesco De Dominicis La direttiva sui mercati finanziari potrebbe
mettere in crisi il sistema della distribuzione Gestori e banche in pressing
su Bruxelles Nel mirino della Commissione europea sono finiti gli incentivi
pagati dai gestori ai collocatori dei prodotti finanziari, cioè
banche, Sim, Sgr e promotori finanziari. Il giro di
vite ai cosiddetti inducement (in pratica le
commissioni) è contenuto nella bozza delle norme attuative
della Mifid, la direttiva Ue
che a novembre entrerà definitivamente in vigore in tutta Europa. Il
pacchetto delle regole di secondo livello è stato messo punto dal Cesr (Committee of european securities regulators), l'ente comunitario che raccoglie le authority delle borse e dei mercati di tutti gli Stati
membri (per l'Italia ci sono i rappresentanti della Consob). I paletti
imposti dal Cesr ruotano, in particolare, attorno
alla trasparenza. Per essere considerate
legittime, le retrocessioni di commissioni devono rispettare tre requisiti. Anzitutto vanno
dichiarate immediatamente ai clienti. Poi devono essere in grado di
migliorare la qualità del servizio offerto ai risparmiatori. E,
soprattutto, non devono essere sproporzionate rispetto al valore dei servizi
prestati allo sportello. Troppi vincoli, a giudizio dei fondi, convinti che
la Mifid adesso potrebbe far saltare l'intero
meccanismo di retribuzione delle reti. Si tratterebbe di realizzare, in tempi
brevissimi, un complicato sistema di calcolo con una serie di variabili di fatto impossibili da individuare. Andrebbe creata una
complicata griglia per attribuire un giudizio di valore sul livello degli
incentivi incassati dai collocatori. Di qui l'allarme dei vertici dei fondi e degli istituti di credito, messo per iscritto
e spedito pochi giorni fa al Cesr, l'organismo
europeo coordinato, peraltro, dal commissario Ue al
Mercato interno, Charlie McCreevy.
Tutta l'industria finanziaria, con Abi (l'associazione delle banche) e Assogestioni (in rappresentanza dei fondi) che fanno da
capofila si è scagliata contro Bruxelles. Il rapporto, di cui Finanza
& Mercati è in possesso, dice subito che in Italia gli incentivi
sarebbero considerati sempre "eccessivi". La Ue è convinta che le somme girate dai fondi alle
reti, in linea di principio, potrebbero compromettere l'obbligo di servire al
meglio gli interessi degli investitori. Gli incentivi creerebbero
automaticamente un pericoloso conflitto di interessi tra le imprese di
investimento e i loro clienti. Ma il ragionamento del Comitato per la
regolamentazione dei mercati è cassato senza mezzi termini
dall'industria finanziaria del nostro Paese. "L'approccio del Cesr - si legge nel documento inviato a Bruxelles - non
può essere condiviso perché trascura che le retrocessioni
costituiscono la normale remunerazione della rete di distribuzione, che
svolge un servizio essenziale per l'industria dei fondi comuni". |