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NE IRROGANTO di Mauro Novelli Documento d’interesse Inserito
il 27-2-2007 |
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Dal Corriere della Sera 27-2-2007Il coraggio di sceglieredi Francesco Giavazzi
Le ambiguità dei 12 punti
del premier. Oggi il presidente del Consiglio espone al Senato il suo nuovo
programma, costruito sulla base dei dodici punti che egli ha definito
"non negoziabili". L'altro ieri il ministro
Santagata - che sarà il responsabile dell'attuazione di questo
programma - ha aggiunto che rispetto a quei punti vi sarà qualche
novità. La debolezza numerica del governo e la grande diversità
di opinioni che esiste tra i partiti della maggioranza richiedono che Prodi
eviti le affermazioni di principio e che le sue dichiarazioni siano le
più specifiche possibile. Se qualcuno nella maggioranza non condivide
un determinato provvedimento, meglio saperlo subito: ritornare fra tre o
quattro mesi al punto in cui ci siamo trovati la scorsa settimana non aiuta,
né mi pare sia questo lo spirito con il quale il presidente della Repubblica
ha chiesto al governo di ripresentarsi in Parlamento. Per essere concreti: in
tema di pensioni non basta dire, come è scritto in uno di quei punti:
"Riordino del sistema previdenziale con grande attenzione alle
compatibilità finanziarie e privilegiando le pensioni basse e i
giovani". L'aliquota di equilibrio, cioè il contributo che
ciascuno di noi dovrebbe pagare per azzerare il deficit dell'Inps, è
oggi vicina al 45 per cento. (Vedi Brugiavini e Boeri lavoce.info ) Come si
può chiedere a un giovane di trasferire quasi la metà del
proprio salario a chi va in pensione a 57 anni, dopo 35 anni di lavoro,
sapendo che lui stesso percepirà una pensione - in rapporto all'ultimo
salario - del 20-30 per cento inferiore a quella di chi oggi beneficia dei
suoi contributi? La riforma aggiornerà i "coefficienti di trasformazione"
per tenere conto della accresciuta longevità? (Su questo intervento la
Cisl, ieri, ha espresso il suo veto). Introdurrà riduzioni attuariali
per chi va in pensione prima dei 65 anni? Estenderà a tutti il regime
contributivo pro rata , che al momento si applica solo per la parte di
contributi versati dopo il 1996 e comunque solo per i lavoratori che in
quell'anno avevano meno di 18 anni di contributi? Il settimo dei punti
elencati da Prodi prevede "Azioni concrete e immediate per la riduzione
significativa della spesa pubblica". Siamo alla vigilia del rinnovo del
contratto dei dipendenti pubblici. Negli ultimi cinque anni le retribuzioni
pubbliche sono aumentate, complessivamente, di quasi il 15 per cento
più di quelle del settore privato. "Gli aumenti maggiori -
ricorda su lavoce.info Carlo dell'Aringa, ex presidente dell'Aran, l'agenzia
che negozia questi contratti - sono stati ottenuti attraverso la
contrattazione integrativa a livello di singola amministrazione e sono stati
concessi prevalentemente sotto forma di promozioni dei dipendenti. Promozioni
tutte contrattate col sindacato e decise, tranne rare eccezioni, con criteri
basati poco sulla valutazione dei singoli e molto sulla semplice
anzianità di servizio". Pietro Ichino ha proposto la creazione di
un'Autorità indipendente con il compito di misurare l'efficienza della
pubblica amministrazione al fine di premiare i comportamenti virtuosi e
punire i casi di negligenza. Arrivando, se necessario, al licenziamento o al
trasferimento dei dirigenti e dei dipendenti per responsabilità
oggettive. L'Agenzia fa parte del nuovo programma di governo? "Impegno
forte per scuola, università, ricerca, innovazione", si legge al
punto 2. Che cosa significa in concreto? Per rinnovare davvero l'università
occorre cominciare da due cose (atteso che mi pare nessuno abbia il coraggio
di affrontare il nodo del valore legale del titolo di studio). Primo, alzare
in modo cospicuo le tasse di iscrizione - che oggi costituiscono un
trasferimento dai poveri ai ricchi - e utilizzare i nuovi fondi per assegnare
borse di studio "vere" ai meritevoli. Secondo, attribuire i fondi
pubblici alle università in modo competitivo, sulla base della
valutazione della loro ricerca. Queste valutazioni già esistono, ma il
ministro Mussi si rifiuta di considerarle perché furono richieste dal suo
predecessore. Invece il ministro ha creato una nuova Agenzia per la
valutazione che, se tutto andrà bene, produrrà i suoi primi
risultati fra un paio d'anni. Nel frattempo il governo utilizzerà le
valutazioni che già esistono, oppure continuerà ancora per due
anni ad assegnare i fondi a tutti gli atenei in modo indifferenziato? Quinto
dei dodici punti: "Prosecuzione delle liberalizzazioni nell'ambito dei
servizi". Parliamo in concreto di televisione. Il progetto di legge Gentiloni
cerca di superare il duopolio Rai-Mediaset ridisegnando un mondo che grazie
alla tecnologia già non c'è più. Adotta, come ha scritto
Franco Debenedetti sul Sole 24Ore , "un modello interpretativo del
sistema della Tv che era già vecchio quando c'era solo la Tv
analogica, e che non ha più senso quando le piattaforme sono tante -
analogico terrestre, digitale terrestre, satellite, cavo, telefonini,
Internet - compresenti nelle case, e tutte in grado di offrire contenuti
editoriali che concorrono a conquistare la vera risorsa critica: il tempo e
l'attenzione delle persone". Il nuovo programma conferma quel disegno di
legge? Ancora al quinto punto: "Prosecuzione della liberalizzazione
delle professioni". Parliamo in concreto di giustizia civile e di avvocati.
Il governo ha presentato in Parlamento un progetto di legge per
l'introduzione anche in Italia delle "azioni collettive" (class
action ). Ottima cosa ma, come scrive Alberto Cavaliere su lavoc e.info ,
"la fortuna della class action negli Usa è legata al sistema di
remunerazione degli avvocati. Se il cliente vince la causa, versa
all'avvocato una percentuale del risarcimento ottenuto. Se invece perde non
paga nulla. In Italia non solo questo non è possibile, ma in caso di
sconfitta il cliente può essere chiamato a pagare anche le spese
legali del suo avversario. Ciò rende una causa molto più
rischiosa per un consumatore che per un'impresa impegnata in una
molteplicità di cause". E' evidente che senza intervenire sulle
tariffe degli avvocati la class action rischia di non funzionare. La riforma
delle professioni affronterà questo tema, e in che modo? Insomma,
Prodi ha di fronte a sé due possibilità. Proporre un discorso simile
al Manifesto del partito democratico - grandi principi e poche indicazioni
concrete - oppure avere il coraggio di essere specifico. Nel primo caso il
suo governo sopravvivrà per alcuni mesi, ma cadrà quando si
verrà al dunque delle pensioni o dei contratti pubblici. Molto meglio
rischiare oggi. |