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DOSSIER “FONDI DORMIENTI”


 

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FONDI DORMIENTI: fuoco di sbarramento – Dossier (lavori in corso)#top

 


 

INDICE

Conti correnti Suona la sveglia per i conti dormienti (Da miaeconomia 06/02/2008)

 Articoli al 6 febbraio 2008

Articoli dal 3 al 31 gennaio 2008

L’Unità 6-6-2007 conti "dormienti" per le vittime dei crack Sì del Consiglio dei ministri al decreto sull'utilizzo dei depositi bancari rimasti inattivi per 10 anni di Bianca Di Giovanni

Consiglio dei Ministri n. 54 del 5 giugno 2007 Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti

Il risparmio tradito un'altra volta Il regolamento sui depositi inutilizzati costerà più di 800 milioni al sistema finanziario I conti dimenticati finiranno in un fondo antifrodi. Atteso a giorni il via libera del Cdm.

Milano finanza 30-5-2007 Il risparmio tradito un'altra volta I c/c dormienti per ristorare le vittime dei crac resteranno alle banche se inferiori a 100 €. Pronto il regolamento che attua la Finanziaria. Andrea Bassi.

Il Sole 24 Ore 30-5-2007 Al traguardo il decreto sui conti “dormienti”.

Il Consiglio  n° 48. 2 (21-1-2007) Fondi dormienti in banca ( e in assicurazione). Come evitare che si perda traccia dei depositi. 2

Il PuntO n° 95. (4-1-2007. 4)  Governanti & banche. Fondi dormienti: chi osa toccarli? Di Mauro Novelli

Da epistemes.org 19-12-2006 Conti dormienti e diritto di proprietà di Benedetto Della Vedova e Piercamillo Falasca. 7

Il PuntO n° 92. 10 (15-12-2007)  Fondi dormienti. Le banche hanno tremato!. Tranquille! Ci sono i politici famigli..! di M. Novelli 10

DA Agipress - Notizia n.9592 - del 14/12/2006 - 19.00.20 Scontri sui "fondi dormienti" 13

Da www.voceditalia.it 13-12-2006 .Finanziaria I conti dormienti 14

Da La Padania 12-12-2006 - Nuove assunzioni indiscriminate. L’Unione sistema i precari amici 15

Dal Corriere della Sera 12-12-2006 Finanziaria, nuove risorse per i precari 18

Da Ansa - Finanziaria: Morando, Conti Dormienti Prima A Fondo Anticrac 20

Da Repubblica 11-12-06    FINANZIARIA: ANCHE TAGLIO COSTI POLITICA A FAVORE PRECARI 21

Da Il Velino 11-12-2006  (POL) Finanziaria: riaperti i giochi, è polemica sui precari della PA. 21

La PignattA n° 23. (8-12-2006) Fondi dormienti: massima correttezza nella loro gestione e destinazione. di M. Novelli 23

 


 

Conti correnti Suona la sveglia per i conti dormienti (Da miaeconomia 06/02/2008)

Il ministero dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati dall'Associazione bancaria italiana sulla disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr 116/07, ha approvato la linea di condotta che le banche dovranno seguire per avvisare chi ha dimenticato, per almeno dieci anni, le somme depositate in un libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore. Si tratta dei cosiddetti conti dormienti, ovvero depositi di denaro, preziosi, libretti di risparmio, assegni circolari mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari appartenenti a persone decedute o scomparse che non risultano più movimentati. Il decreto presidenziale prevede che i conti correnti bancari che per dieci anni non subiranno movimenti vengano raccolti in un fondo che sarà utilizzato, come stabilito dalle passate leggi finanziarie, per le vittime dei crack, per funzioni di utilità sociale, per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Il passaggio al Fondo non sarà automatico, dopo l'inattività, in quanto l'intermediario finanziario dovrà dare comunicazione agli interessati o a terzi delegati (con una raccomandata con ricevuta di ritorno) dell'estinzione del conto. Di fatto il conto sarà estinto solo dopo 180 giorni da questa comunicazione. Basterà, comunque, anche un piccolo movimento in questi sei mesi per annullare la procedura avviata. E in ogni caso gli interessati potranno sempre fare opposizione al provvedimento preso. A gestire il Fondo sarà un'apposita Commissione nominata dal ministro dell'Economia. Così entro il prossimo 17 febbraio banche, assicurazioni e intermediari dovranno allertare i titolari dei conti già dormienti al 17 agosto scorso, data di entrata in vigore del Dpr 116. In generale, l'intermediario spedirà una raccomandata al titolare del rapporto, all'ultimo indirizzo conosciuto, con l'invito a effettuare un'operazione entro 180 giorni per "svegliare" il conto. Altrimenti le somme vanno dirottate verso il fondo creato per risarcire le vittime dei crack finanziari e da cui si attingerà anche per stabilizzare i precari della Pa. Per i depositi al portatore cambiano, invece, le modalità di allerta. La banca esporrà presso le filiali e sul proprio sito web un avviso che informa sulle norme dedicate ai conti dormienti. E poi, a cadenza fissa, predisporrà un elenco dei depositi divenuti dormienti nel periodo di riferimento, indicando la banca emittente, il tipo di deposito e il numero identificativo. Come l'avviso, l'elenco viene messo a disposizione presso le filiali e sul sito della banca: dal momento della sua diffusione decorrono i 180 giorni per movimentare le somme. L'Abi ha anche chiarito che, ai titolari di più rapporti (come un conto corrente e un dossier titoli) presso la stessa banca, basta movimentarne uno per svegliare anche gli altri. Per cauzioni, garanzie e pignoramenti, i dieci anni decorrono da quando le somme sono disponibili. Le banche, inoltre, non devono versare le somme al fondo salva- crack anche se reclamate dal titolare solo dopo la pubblicazione, da effettuare entro il 31 marzo di ogni anno su un quotidiano nazionale e sul sito web dell'Economia, dell'elenco dei depositi non movimentati nonostante l'avviso. Il ministero conferma infine che solo le operazioni effettuate dal titolare del rapporto o da un suo delegato interrompono la dormienza del conto, mentre non bastano quelle fatte da un terzo non delegato. 0 voti - › Vota questa notizia ›.


Articoli al 6-2-2008

Titoli al portatore, allarme dormienza ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-02-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Abstract: fondo salva-crack. Il ministero dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati dall'Abi sulla disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr 116/07, ha, tra l'altro, approvato la linea di condotta che le banche dovranno seguire per avvisare chi ha "dimenticato", per almeno dieci anni, le somme depositate in un libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore.

CIRCOLARE ABI SUI CONTI DORMIENTI E I TITOLI AL PORTATORE ( da "Wall Street Italia" del 06-02-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Abstract: Circolare Abi sui conti dormienti e i titoli al portatore -->Attenzione agli elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle banche,con l'indicazione dei depositi al portatore che rischiano di cedere al sonno e, quindi, transitare nel fondo.


Articoli

Titoli al portatore, allarme dormienza (sezione: Fondi dormienti)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-02-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2008-02-06 - pag: 33 autore: Risparmio. Circolare Abi alle banche Titoli al portatore, allarme dormienza ROMA Attenzione agli elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle banche,con l'indicazione dei depositi al portatore che rischiano di cedere al sonno e, quindi, transitare nel fondo salva-crack. Il ministero dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati dall'Abi sulla disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr 116/07, ha, tra l'altro, approvato la linea di condotta che le banche dovranno seguire per avvisare chi ha "dimenticato", per almeno dieci anni, le somme depositate in un libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore. Domande e risposte sono state raccolte in una circolare Abi. Si tratta di indicazioni tanto più attese perché entro il prossimo 17 febbraio banche, assicurazioni e intermediari dovranno allertare i titolari dei conti già dormienti al 17 agosto scorso, data di entrata in vigore del Dpr 116. In generale, a suonare il campanello d'allarme è una raccomandata che l'intermediario deve inviare al titolare del rapporto, all'ultimo indirizzo conosciuto, con l'invito a effettuare un'operazione entro 180 giorni per " svegliare" il conto. Altrimenti le somme vanno dirottate verso il fondo creato per risarcire le vittime dei crack finanziari e da cui si attingerà anche per stabilizzare i precari della Pa. Per i depositi al portatore cambiano le modalità di allerta. La banca espone presso le filiali e sul proprio sito web un avviso che informa sulle norme dedicate ai conti dormienti. E poi, a cadenza fissa, predispone un elenco dei depositi divenuti dormienti nel periodo di riferimento, indicando la banca emittente, il tipo di deposito e il numero identificativo. Come l'avviso, l'elenco viene messo a disposizione presso le filiali e sul sito della banca: dal momento della sua diffusione decorrono i 180 giorni per movimentare le somme. Le risposte all'Abi chiariscono inoltre che, ai titolari di più rapporti (come un conto corrente e un dossier titoli) presso la stessa banca, basta movimentarne uno per svegliare anche gli altri. Per cauzioni, garanzie e pignoramenti, i dieci anni decorronoda quando le somme sono disponibili. Ancora: le banche non devono versare le somme al fondo salva- crack anche se reclamate dal titolare solo dopo la pubblicazione, da effettuare entro il 31 marzo di ogni anno su un quotidiano nazionale e sul sito web dell'Economia, dell'elenco dei depositi non movimentati nonostante l'avviso. Il ministero conferma infine che solo le operazioni effettuate dal titolare del rapporto o da un suo delegato interrompono la dormienza del conto, mentre non bastano quelle fatte da un terzo non delegato. V.M. www.ilsole24ore.com/norme La circolare Abi con le risposte del ministero.

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CIRCOLARE ABI SUI CONTI DORMIENTI E I TITOLI AL PORTATORE (sezione: Fondi dormienti)

( da "Wall Street Italia" del 06-02-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Circolare Abi sui conti dormienti e i titoli al portatore -->Attenzione agli elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle banche,con l'indicazione dei depositi al portatore che rischiano di cedere al sonno e, quindi, transitare nel fondo.

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Articoli dal 3 al 31 gennaio 2008

Risparmio: codice Iban, assegni, contanti: cosa cambia ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 03-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Assegni, codice Iban, contanti: un calendario pieno di novità ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 04-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Chi tocca i conti che dormono in banca La nuova normativa che sta per entrare in vigore ri ( da "Stampa, La" del 12-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Si rischia un'esplosione di cause giuridiche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Conti dormienti, un aiuto per le vittime dei crac ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti

Conti dormienti arriva la firma ( da "Milano Finanza (MF)" del 16-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti


Articoli

Risparmio: codice Iban, assegni, contanti: cosa cambia (sezione: Fondi dormienti)

( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 03-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Risparmio: codice Iban, assegni, contanti: ecco che cosa cambia di Matteo Prioschi commenti - | | 1 GENNAIO 2008 Un 2008 carico di novità nei rapporti tra banche e clienti. Buona parte sono effetto di disposizioni introdotte per tutelare i risparmiatori-investitori alla luce di eventi del recente passato o per migliorare la situazione esistente. In altri casi si tratta di conseguenze di provvedimenti che hanno altri obiettivi (ad esempio contrastare il riciclaggio di denaro) ma che vanno a incidere anche su pratiche quotidiane. Inoltre non mancano iniziative volontarie del mondo bancario nel complesso o di alcuni istituti di credito. Conti dormienti Il conto alla rovescia per i conti dormienti si sta avvicinando alla fine. Banche, intermediari finanziari, assicurazioni, Sim, Sgr e Poste hanno tempo fino al 17 febbraio per contattare i titolari dei conti non movimentati da 10 anni. Tali depositi sono infatti destinati ad alimentare il fondo che verrà utilizzato per risarcire le vittime di frodi finanziarie (come Parmalat e Cirio) ma anche per stabilizzare i precari del settore pubblico. Il Dpr 116/07 prevede che, a fronte di un conto non movimentato, gli intermediari debbano contattare il titolare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta ricevuta la lettera, ci sono altri 180 giorni di tempo entro i quali movimentare le somme, bloccando così la procedura di trasferimento. In mancanza di operazioni, le banche e gli altri intermediari hanno quattro mesi per dirottare gli importi sul fondo. Tenuto conto del fatto che il titolare del conto potrebbe aver cambiato indirizzo o essere deceduto, la notifica potrebbe riservare qualche difficoltà (non a caso tra i provvedimenti previsti dal Bersani ter che potrebbe vedere la luce nel 2008 è incluso l'obbligo di indicare, in fase di apertura di un rapporto, tre persone da contattare a fronte di due anni di inattività di un conto). Il meccanismo di utilizzo delle somme derivanti da questa operazione sarà definito da un regolamento attuativo del ministero dell'Economia che ancora non è stato varato. La bozza prevede, comunque, l'accesso al risarcimento dei risparmiatori che hanno subito un danno per violazione delle norme di comportamento da parte delle banche o altri intermediari, che si sia arrivati a una sentenza in giudicato o a un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato risarcito in tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se tutte queste condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di 100mila euro per singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto all'accesso al fondo, ci sono regole di priorità. Nell'ordine, le vittime di frodi, chi ha redditi lordi fino a 40mila euro, chi ha subito danni fino a 50mila euro e chi non ha avuto risarcimenti parziali. Assegni e contanti Dal 30 aprile, in seguito alle norme sull'antiriciclaggio, si dovranno fare i conti con nuove disposizioni su assegni e banconote: scenderà da 12.500 a 5mila euro il limite per il trasferimento di somme in contanti, libretti e assegni al portatore. In pratica non si potranno fare acquisti o pagare compensi per valori superiori a 5mila euro utilizzando le banconote. I libretti di assegni, ma anche gli assegni circolari di importo inferiore a 5mila euro, a loro volta, verranno emessi con la clausola di non trasferibilità. Il cliente potrà richiedere per iscritto assegni trasferibili pagando un'imposta di bollo di 1,5 euro. Per effettuare la "girata" sarà comunque necessario indicare il codice fiscale del girante. Libretti di risparmio Sempre in tema di antiriciclaggio, è prevista la riduzione a 5mila euro del saldo massimo ammesso sui libretti di deposito bancari o postali al portatore. A fronte di giacenze superiori al nuovo limite i libretti devono essere estinti oppure si dovrà procedere alla riduzione del saldo entro il 30 giugno 2009. Infine, è vietata l'apertura di conti o di libretti di risparmio anonimi o con intestazione fittizia. Mifid È già entrata in vigore ma gli obblighi previsti saranno completati nei prossimi mesi, dato che c'è tempo fino al 30 giugno: è la normativa europea Mifid ( Markets in financial instruments directive) che impone agli intermediari il rispetto di alcuni punti fissi al fine di migliorare il rapporto con la clientela nonché fornire informazioni chiare e corrette, facilitando così le decisioni dei risparmiatori. Tra le disposizioni c'è l'aggiornamento (che deve essre completato entro la fine di giugno) del profilo finanziario dei clienti da parte delle banche e la loro classificazione in tre grandi categorie: a controparti qualificate, clientela professionale o in clientela retail. Per questo si dovrà compilare un questionario così da fornire all'istituto di credito tutte le informazioni necessarie sul proprio profilo e, in particolare, quelle per valutare la conoscenza dello strumento di investimento da parte del cliente, definire la situazione finanziaria dello stesso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

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Assegni, codice Iban, contanti: un calendario pieno di novità (sezione: Fondi dormienti)

( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 04-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Risparmio: codice Iban, assegni, contanti: ecco che cosa cambia di Matteo Prioschi commenti - | | 1 GENNAIO 2008 Le scadenze per il risparmiatore Parte dai bonifici il codice europeo del conto corrente Un 2008 carico di novità nei rapporti tra banche e clienti. Buona parte sono effetto di disposizioni introdotte per tutelare i risparmiatori-investitori alla luce di eventi del recente passato o per migliorare la situazione esistente. In altri casi si tratta di conseguenze di provvedimenti che hanno altri obiettivi (ad esempio contrastare il riciclaggio di denaro) ma che vanno a incidere anche su pratiche quotidiane. Inoltre non mancano iniziative volontarie del mondo bancario nel complesso o di alcuni istituti di credito. Conti dormienti Il conto alla rovescia per i conti dormienti si sta avvicinando alla fine. Banche, intermediari finanziari, assicurazioni, Sim, Sgr e Poste hanno tempo fino al 17 febbraio per contattare i titolari dei conti non movimentati da 10 anni. Tali depositi sono infatti destinati ad alimentare il fondo che verrà utilizzato per risarcire le vittime di frodi finanziarie (come Parmalat e Cirio) ma anche per stabilizzare i precari del settore pubblico. Il Dpr 116/07 prevede che, a fronte di un conto non movimentato, gli intermediari debbano contattare il titolare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta ricevuta la lettera, ci sono altri 180 giorni di tempo entro i quali movimentare le somme, bloccando così la procedura di trasferimento. In mancanza di operazioni, le banche e gli altri intermediari hanno quattro mesi per dirottare gli importi sul fondo. Tenuto conto del fatto che il titolare del conto potrebbe aver cambiato indirizzo o essere deceduto, la notifica potrebbe riservare qualche difficoltà (non a caso tra i provvedimenti previsti dal Bersani ter che potrebbe vedere la luce nel 2008 è incluso l'obbligo di indicare, in fase di apertura di un rapporto, tre persone da contattare a fronte di due anni di inattività di un conto). Il meccanismo di utilizzo delle somme derivanti da questa operazione sarà definito da un regolamento attuativo del ministero dell'Economia che ancora non è stato varato. La bozza prevede, comunque, l'accesso al risarcimento dei risparmiatori che hanno subito un danno per violazione delle norme di comportamento da parte delle banche o altri intermediari, che si sia arrivati a una sentenza in giudicato o a un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato risarcito in tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se tutte queste condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di 100mila euro per singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto all'accesso al fondo, ci sono regole di priorità. Nell'ordine, le vittime di frodi, chi ha redditi lordi fino a 40mila euro, chi ha subito danni fino a 50mila euro e chi non ha avuto risarcimenti parziali. Assegni e contanti Dal 30 aprile, in seguito alle norme sull'antiriciclaggio, si dovranno fare i conti con nuove disposizioni su assegni e banconote: scenderà da 12.500 a 5mila euro il limite per il trasferimento di somme in contanti, libretti e assegni al portatore. In pratica non si potranno fare acquisti o pagare compensi per valori superiori a 5mila euro utilizzando le banconote. I libretti di assegni, ma anche gli assegni circolari di importo inferiore a 5mila euro, a loro volta, verranno emessi con la clausola di non trasferibilità. Il cliente potrà richiedere per iscritto assegni trasferibili pagando un'imposta di bollo di 1,5 euro. Per effettuare la "girata" sarà comunque necessario indicare il codice fiscale del girante. Libretti di risparmio Sempre in tema di antiriciclaggio, è prevista la riduzione a 5mila euro del saldo massimo ammesso sui libretti di deposito bancari o postali al portatore. A fronte di giacenze superiori al nuovo limite i libretti devono essere estinti oppure si dovrà procedere alla riduzione del saldo entro il 30 giugno 2009. Infine, è vietata l'apertura di conti o di libretti di risparmio anonimi o con intestazione fittizia. Mifid È già entrata in vigore ma gli obblighi previsti saranno completati nei prossimi mesi, dato che c'è tempo fino al 30 giugno: è la normativa europea Mifid ( Markets in financial instruments directive) che impone agli intermediari il rispetto di alcuni punti fissi al fine di migliorare il rapporto con la clientela nonché fornire informazioni chiare e corrette, facilitando così le decisioni dei risparmiatori. Tra le disposizioni c'è l'aggiornamento (che deve essre completato entro la fine di giugno) del profilo finanziario dei clienti da parte delle banche e la loro classificazione in tre grandi categorie: a controparti qualificate, clientela professionale o in clientela retail. Per questo si dovrà compilare un questionario così da fornire all'istituto di credito tutte le informazioni necessarie sul proprio profilo e, in particolare, quelle per valutare la conoscenza dello strumento di investimento da parte del cliente, definire la situazione finanziaria dello stesso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.

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Chi tocca i conti che dormono in banca La nuova normativa che sta per entrare in vigore ri (sezione: Fondi dormienti)

( da "Stampa, La" del 12-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Guardante le procedure per il controllo dei cosiddetti conti dormienti sta scatenando discussioni e polemiche. I conti dormienti - tra i 12 ed i 15 miliardi di euro - sono depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari mai rimborsati, azioni o obbligazioni, non più movimentati da 10 anni. Banche, finanziarie e assicurazioni dovranno contattare i titolari; qualora non arrivasse risposta, i conti sarebbero soggetti a confisca. I soldi andrebbero a finire in parte in un fondo di risarcimento delle vittime di frodi finanziarie e in parte sarebbero utilizzati per stabilizzare le posizioni di lavoro precario del settore pubblico. Nella sostanza l'intento della legge è di rendere più trasparente il rapporto fra banche e clienti nell'ambito delle norme antiriciclaggio. Fin qui tutto bene, ma in merito all'esproprio forzoso delle somme dei conti per cui non sarà ricevuta risposta e all'utilizzo di tali somme qualche riflessione si rende necessaria. Per quanto concerne l'esproprio forzoso, si tratta di un'operazione al limiti della legalità in senso puramente formale ed esecrabile dal punto di vista morale, in quanto nella maggior parte dei casi va a colpire i risparmi di una vita di un anziano, che ha aperto tali conti proprio con l'intento di movimentarli il meno possibile per avere una vecchiaia tranquilla al riparo da rovesci finanziari o come copertura per i rischi da malattie improvvise, oppure gli eredi inconsapevoli che si vedono privati dei loro diritti. Chi salverá infatti gli anziani meno informati o peggio quelli malati o immobilizzati a letto da questo prelievo forzoso? GIUSEPPE DALLEMORE Rispondo citando le spiegazioni che fornisce in una delle sue guide pratiche il Portale del Consumatore del Lazio: "La devoluzione al Fondo non sarà automatica, in quanto l'intermediario finanziario deve dare comunicazione agli interessati o a terzi delegati (con una raccomandata con ricevuta di ritorno) dell'estinzione del conto e di fatto il conto sarà estinto solo dopo 180 giorni effettuata questa comunicazione. Basterà anche un piccolo movimento in questi sei mesi per annullare la procedura avviata. E in ogni caso gli interessati potranno sempre fare opposizione al provvedimento preso. A gestire il Fondo sarà un'apposita Commissione nominata dal ministro dell'Economia e ancora è necessario un ulteriore passaggio normativo attraverso l'emanazione di Regolamenti. Prevista anche una fase transitoria: per i conti già inattivi da dieci anni gli intermediari dovranno inoltrare le comunicazioni entro sei mesi dalla data di pubblicazione del decreto in questione e gli interessati avranno altri quattro mesi per dare una risposta o per fare qualche movimento sul conto che ne blocca così l'estinzione".

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Si rischia un'esplosione di cause giuridiche (sezione: Fondi dormienti)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Lavoro e Opportunità Pagina 11027 Da parte dei titolari dei depositi Si rischia un'esplosione di cause giuridiche Da parte dei titolari dei depositi di Vincenzo Ricciuto * --> di Vincenzo Ricciuto * Sono sempre più frequenti i provvedimenti normativi che nel perseguimento di politiche economiche e finanziarie pubbliche finiscono per incidere sulla sfera economica privata dei cittadini, sui loro diritti a disporre dei propri beni e dei propri soldi come meglio credono. Così dopo il tema della tracciabilità dei pagamenti che pone seri problemi alla riservatezza delle persone, oggi si interviene sui cosiddetti conti dormienti, ovvero quei depositi presso istituti bancari e finanziari sui quali non sia stata effettuata alcuna operazione da oltre dieci anni. Lo Stato si intromette nel normale andamento di un rapporto contrattuale privato (istituto di credito-risparmiatore), governato sino ad oggi dalle regole del Codice civile, integrate esclusivamente dall'accordo delle parti. Il legislatore intanto non si preoccupa di dettare norme applicabili solo per il futuro; ha infatti imposto norme di fatto retroattive, che incidono su quei rapporti contrattuali che quando sono sorti non contemplavano la possibilità di estinzione per inerzia del contraente risparmiatore e conseguente destinazione delle somme private a un fondo pubblico. Si pone poi un problema ulteriore: cosa può e deve fare il soggetto terzo (creditore, erede) avente diritto nei confronti del titolare del conto dormiente? Sul punto, la normativa (Decreto presidenziale numero 116/2007) tace e a poco serve, nella sostanza, alla tutela dei diritti di terzi creditori la mera previsione della pubblicazione dell'elenco, ogni anno, dei conti dormienti. Si può fortemente dubitare sull'efficace opponibilità giuridica di una tale pubblicazione a terzi che reclamino somme di danaro nei confronti del titolare del deposito dormiente. E si può giurare sulla esplosione e proliferazione di cause e iniziative giudiziali e conseguenti aumenti dei costi di giustizia. E ancora: come la mettiamo con il diritto alla privacy quando si prevede, appunto, che si pubblichi l'elenco dei titolari dei conti dormienti, così scoprendo che Tizio è titolare di uno o più depositi bancari, con buona pace di ogni tutela della nostra sfera privata, anche economica? Si dirà: ma la normativa prevede che i soldi depositati nei conti risultati dormienti andranno in un fondo pubblico a beneficio di cittadini vittime di crac finanziari (Parmalat, Cirio) e dunque la scelta del legislatore appare meritoria. Ma, a ben vedere, chi è, normalmente, il titolare di un conto dormiente? Sicuramente il cittadino debole, il piccolo risparmiatore che non compie abitualmente operazioni finanziarie come invece fa il medio o grande investitore. Con la conseguenza che finisce per realizzarsi una sorta di partita di giro: si toglie al cittadino più debole per risarcire, in parte, un altro consumatore, vittima di imprese pubbliche o private fallimentari, spesso protette da politiche pubbliche sciagurate. Insomma, pagheranno, a turno, sempre le stesse persone. * Docente di Diritto privato Università di Sassari.

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Conti dormienti, un aiuto per le vittime dei crac (sezione: Fondi dormienti)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 15-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

Lavoro e Opportunità Pagina 11027 Conti dormienti, un aiuto per le vittime dei crac Nascerà un fondo per risarcire privati e imprese Risorse anche per stabilizzare i precari della Pa --> Nascerà un fondo per risarcire privati e imprese Risorse anche per stabilizzare i precari della Pa Un "tesoretto" fantasma si aggira negli sportelli bancari. Sono i conti correnti dormienti, ossia depositi inutilizzati per dieci anni che il Governo ha deciso di far confluire in un fondo per risarcire le vittime dei crac finanziari (Cirio, Parmalat e bond argentini) e per stabilizzare i precari della Pubblica amministrazione. L'ammontare è ancora impreciso. Le prime stime parlano di 10-15 miliardi di euro. COSA SONO Entro il 2008 sarà definito il regolamento del ministero dell'Economia, che fisserà l'operatività del fondo. Successivamente, come prevede il dpr 116/2007, potrà affluire il denaro di quei conti bancari che - per la durata di dieci anni - non mostrano neppure un movimento, un prelievo o un versamento. Secondo la legge bancaria, se nessuno reclama il conto, la banca non ha l'obbligo di cercare gli eredi per l'Italia e, di solito, trasferisce la cifra alla sede centrale dell'istituto, in attesa che qualcuno la rivendichi. L'AMMONTARE L'Abi, l'associazione bancaria italiana, afferma di non essere in grado di fornire alcun dato in proposito, ma esprime un giudizio positivo su un provvedimento "in linea con quanto avviene in altri Paesi". L'unica cifra è quella delle associazioni dei consumatori, che parlano di una forchetta fra i 10 e i 15 miliardi di euro. I conti bancari in Italia sono oltre 40 milioni, si ipotizza che circa 500 mila siano quelli fermi da anni. I BENEFICIARI Il dpr 116/2007 prevede l'accesso al risarcimento dei risparmiatori che hanno subìto un danno per violazione delle norme di comportamento da parte delle banche o di altri intermediari. Ma non solo. È anche necessario che si sia arrivati a una sentenza in giudicato o a un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato risarcito in tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se tutte queste condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di 100 mila euro per singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto all'accesso al fondo, ci sono regole di priorità. Nell'ordine: le vittime di frodi, chi ha redditi lordi fino a 40 mila euro, chi ha subito danni fino a 50 mila euro e chi non ha avuto risarcimenti parziali. I TEMPI Il trasferimento dei conti dormienti non sarà automatico. Secondo il dpr 116/2007, banche, sim, società di gestione, Poste, assicurazioni dovranno informare, entro il 17 febbraio, il titolare del rapporto. Per evitare il transito del denaro al fondo, il risparmiatore dovrà effettuare un'operazione entro 180 giorni dalla comunicazione. È previsto, inoltre, un elenco pubblico - con nomi, cognomi e date di nascita - dei titolari dei conti dormienti. Entro il 31 marzo di ogni anno gli intermediari comunicheranno il numero dei rapporti "dormienti" dell'anno precedente. Entro il 31 maggio verseranno denaro e titoli al fondo, che sarà gestito da un'apposita commissione nominata dal ministro dell'Economia. I COMMENTI La normativa, infine, dice che rispetto al fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubblici è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro da reperire anche attingendo, fino al 20%, ai conti dormienti. "Una precisazione condivisibile", commenta Pierpaolo Delogu, rappresentante in Sardegna dell'Adusbef. "Credo che nei conti dormienti siano nascosti più dei 10 miliardi stimati. Anche per questo è giusto utilizzarli al meglio, altrimenti andrebbero perduti". Nell'isola, prosegue Delogu, "i truffati dai casi Parmalat, Cirio e Tango Bond sono diverse migliaia". Anche per il Codacons la notizia è positiva, tanto più "perché si somma alla class action: uno strumento che consente ai risparmiatori traditi dalle banche di adire in massa alle azioni legali, contenendo fortemente i costi di una causa". LANFRANCO OLIVIERI.

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Conti dormienti arriva la firma (sezione: Fondi dormienti)

( da "Milano Finanza (MF)" del 16-01-2008)

Argomenti: Fondi dormienti

MF Conti dormienti arriva la firma MA IL FONDO PARTIRà A GIUGNO. Sarà operativo a giugno il regolamento sul fondo che raccoglierà i depositi cosiddetti dormienti. Secondo le indiscrezioni raccolte da MF, il provvedimento dopo la fine della fase di consultazione è ora alla firma del ministro dell'Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, ma quest'atto non esaurirà l'iter per rendere operativo il fondo. Infatti, sottolineano ambienti governativi, è atteso poi il vaglio e l'ok del Consiglio di Stato. Quindi con tutta probabilità il regolamento, se non ci saranno problemi amministrativi, il fondo potrebbe essere operativo intorno a giugno. La fase di consultazione sulla bozza di regolamento predisposta dal dicastero di via Venti Settembre si è conclusa il 18 dicembre. I tecnici del Tesoro potrebbero recepire alcune osservazioni giunte dai soggetti interessati sulla bozza di regolamento, ma l'impianto complessivo del provvedimento è destinato a non subire notevoli cambiamenti. Anche se non è ancora noto l'ammontare dei conti dormienti, nonostante l'Adusbef presieduta da Elio Lannutti, lo stimi tra 10 e 15 miliardi di euro, la ripartizione del fondo dovrebbe essere la seguente: 20% per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, come stabilito dalla Finanziaria 2007. Il resto andrà a ricompensare le vittime dei crack finanziari, come Cirio, Parmalat e Argentina. La bozza di regolamento, che dal punto di vista politico è seguita dal viceministro dell'Economia e delle Finanze, Roberto Pinza, stabilisce già l'ordine di priorità dei risarcimenti: in testa le vittime di frode, chi ha redditi lordi fino a 40 mila euro, i piccoli risparmiatori (con danni fino a 50mila euro) e chi non ha già avuto risarcimenti parziali.Non si esclude comunque qualche correzione sulle regole per avere accesso agli indennizzi. Da più parti sarebbero arrivati rilievi sulle procedure per avere accesso agli indennizzi: il danno subito, infatti deve essere accertato con una sentenza o con un lodo arbitrale definitivo. (riproduzione riservata) MF  - Denaro & Politica Numero 011, pag. 4 del 16/1/2008 Autore: Leo Soto.

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L’Unità 6-6-2007 conti "dormienti" per le vittime dei crack Sì del Consiglio dei ministri al decreto sull'utilizzo dei depositi bancari rimasti inattivi per 10 anni di Bianca Di Giovanni

 

i / Roma RISARCIMENTO Finalmente le vittime dei crack finanziari potranno essere risracite. Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il decreto attuativo della norma sui depositi cosiddetti dormienti della Finanziaria 2006. In sostanza i conti correnti rimasti inattivi per 10 anni vengono devoluti a un fondo destinato in gran parte (ma non solo) ai risparmiatori traditi. Potranno così essere ricompensati delle perdite subite i cittadini rimasti impigliati nelle reti di Parmalat, Cirio, bond Argentina. Secondo le associazioni dei consumatori il "tesoro" dei conti dormienti vale tra i 10 e i 15 miliardi "L'Adusbef - dichiara in una nota il presidente Elio Lannutti - è lieta che finalmente il governo abbia sbloccato il 'tesorò dei clienti confiscato dalle banche". Anche se tra le associazioni non manca chi critica i tempi lunghi del provvedimento e chi (sempre Lannutti) attacca i "vigilanti" (cioè Bankitalia) per non aver chiesto una quantificazione esatta dei conti. Per l'Abi, lassociazione dell banche, le misure varate sono "in linea con quelle di altri Paesi". L'associazione, rivelano fonti vicine al vertice, "non ha mai considerato negative queste norme ma anzi condivisibili. L'unica preoccupazione era che gli adempimenti per rintracciare i clienti titolari dei conti dormienti fossero troppo onerose per le banche. Dalle prime anticipazioni del provvedimento sembra che non sia così". Il testo varato ieri è solo il primo passo verso lo sblocco delle risorse. Il decreto concede 6 mesi di tempo agli istituti dic redito per chiudere lo stock di conti già arrivati alla scadenza indicata (10 anni di inattività) ed altri 4 mesi per destinare le risorse dal fondo alle famiglie colpite dai crack. Il provvedimento - sette articoli di cui uno di norme transitorie, che tengono conto di una recente pronuncia del Consiglio di Stato nonchè della normativa già sperimentata in altri Paesi come Spagna, Francia e Irlanda - di fatto scongela risorse "silenti", fornendo però delle garanzie agli intestatari. Per questo occorre un lasso di tempo abbastanza lungo. considerato che gli intermediari finanziari dovranno avvisare, o comunque provare a rintracciare, gli interessati e nel frattempo dovranno essere approvati i Regolamenti del ministero dell'Economia per la gestione del Fondo e per la funzionalità dell'apposita commissione. "Non solo si dovranno avvisare gli interessati - spiega il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi - ma ci sarà anche un elenco pubblico, con nomi, cognomi e date di nascita" delle persone che hanno dimenticato in qualche banca, alla posta o all'assicurazione una certa cifra di denaro. "E in ogni caso l'interessato potrà sempre fare opposizione" al provvedimento di estinzione del conto. Dopo l'avviso da parte degli istituti del rischio di estinzione del conto "fermo" da 10 anni, i titolari hanno 180 giorni di tempo per "farsi vivi". Se questo non accade, le risorse vengono devolute al fondo, che in parte è destinato anche a finanziare misure per i precari e per il sociale. La norma fu introdotta dall'ex ministro Giulio Tremonti nel mezzo della bufera su Parmalat. Ma il testo era di difficile attuazione, proprio perché non consentiva alle banche di stornare i fondi senza incorrere in iregolarità. Di qui la riscrittura nella finanziaria 2007, che ha anche allargato la platea di beneficiari: non solo i risparmiatori traditi, ma anche (per circa il 20% del totale) i lavoratori precari. "Un atto importante di giustizia sociale", commenta il Verde Angelo Bonelli. Reazioni negative da FI. "Scopiazzano Tremonti - dichiara Osvaldo Napoli - il risultato non potrà che essere estremamente irrisorio".


Consiglio dei Ministri n. 54 del 5 giugno 2007 Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:

5 Giugno 2007

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 9,40 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.

su proposta del Ministro per le politiche europee, Emma Bonino, e del Ministro dell’economia e delle finanze, Tommaso Padoa-Schioppa:

- un decreto legislativo che prevede misure di contrasto all’uso del sistema finanziario per scopi legati al finanziamento del terrorismo e dell’attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale; l’Italia ottempera all’obbligo assunto in ambito comunitario e internazionale (direttiva 2005/60, che viene organicamente recepita nel testo, Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e regolamenti comunitari emanati ai sensi degli articoli 60 e 301 del Trattato istitutivo della CE) istituendo il Comitato di sicurezza finanziaria che opera in sinergia con analoghi organismi operanti all’estero e con l’Agenzia del demanio; il provvedimento ha ricevuto il parere favorevole delle Commissioni parlamentari;

su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, Padoa-Schioppa:

- un decreto presidenziale, sul quale è stato acquisito il parere del Consiglio di Stato, che in ottemperanza a quanto stabilito dalla legge finanziaria per il 2006 definisce la nozione di rapporto contrattuale bancario e assicurativo “dormiente”, anche allo scopo di indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, siano rimasti vittime di frodi finanziarie o abbiano sofferto un danno ingiusto non risarcito in altro modo. I conti correnti bancari o assicurativi che per dieci anni non abbiano subito alcuna movimentazione da parte del titolare o di un delegato vengono dichiarati “dormienti” e in quanto tali confluiscono in un fondo, già istituito dalla predetta legge finanziaria e gestito da una apposita commissione. Tra i risparmiatori che beneficeranno di queste norme vi sono coloro che hanno sofferto un danno in conseguenza del default dei titoli obbligazionari argentini;

 

 


Il risparmio tradito un'altra volta Il regolamento sui depositi inutilizzati costerà più di 800 milioni al sistema finanziario I conti dimenticati finiranno in un fondo antifrodi. Atteso a giorni il via libera del Cdm

 

Salasso da almeno 800 milioni in arrivo per banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio e Poste Italiane. Questo, secondo quanto risulta a F&M, l'impatto dello schema di regolamento (Dpr) in materia di depositi dormienti, che sarebbe stato esaminato ieri nel pre-consiglio e che, probabilmente, sbarcherà in consiglio dei ministri questa settimana. Il provvedimento istituisce il fondo di garanzia destinato a risarcire risparmiatori travolti da crack e frodi finanziarie. Primo fra tutti il ciclone dei bond argentini, espressamente citato nella relazione illustrativa. La bozza di decreto, che ha già acquisito parere favorevole del Consiglio di Stato, attende ora il sì definitivo di Palazzo Chigi. Il fondo, già previsto dalla legge finanziaria 2006 varata dal governo Berlusconi, sarà alimentato dai conti correnti e dalle altre forme di deposito finanziario (titoli del debito pubblico, azioni, quote di fondi di investimento) e assicurativo inutilizzati per almeno 10 anni. Si tratta di una massa consistente di depositi, il cui utilizzo ha scatenato una vera e propria bagarre tra associazioni di categoria degli operatori finanziari da un lato e rappresentanti dei consumatori dall'altro. Favorita anche dalla lunga gestazione del decreto, che giunge al traguardo con circa un anno di ritardo. Nodo dello scontro il concetto di "dormienza" di conti e depositi e il loro ammontare minimo. La bozza di regolamento esclude gli importi inferiori a 100 euro e vengono considerati dormienti tutti i depositi sui quali il titolare non abbia effettuato alcuna operazione o movimentazione per almeno un decennio. Per evitare confusioni il decreto precisa che il deposito deve essere considerato inattivo anche se l'intermediario ha nel frattempo accreditato interessi, distribuito dividendi o semplicemente inviato comunicazioni e rendiconti. Il meccanismo di attivazione del fondo, su cui vigilerà una commissione mista (ministero dell'Economia, Banca d'Italia, Consob, Isvap oltre a un rappresentante dei consumatori), non sarà però automatico. Per renderlo operativo e per consentire ai risparmiatori truffati di essere risarciti serviranno, infatti, ulteriori complessi passaggi normativi. Nel frattempo banche, assicurazioni e intermediari finanziari dovranno attivare un massiccio invio di raccomandate per segnalare la giacenza dei depositi ai titolari inerti che avranno sei mesi di tempo per "farsi vivi". Dopo di che le somme saranno devolute al fondo, previa pubblicazione dell'elenco dei prescritti sui giornali e sul sito web del ministero dell'Economia.

 


 

Milano finanza 30-5-2007 Il risparmio tradito un'altra volta I c/c dormienti per ristorare le vittime dei crac resteranno alle banche se inferiori a 100 €. Pronto il regolamento che attua la Finanziaria. Andrea Bassi.

 

I depositi non movimentati da almeno 10 anni saranno incamerati dallo stato E il 20% degli incassi servirà per assumere i precari della P.a. Quello dei conti dormienti sì che è un tesoretto. Stime ufficiali non ne esistono, anche perché le banche sono restie a darle, ma quelle ufficiose parlano di una somma che non dovrebbe allontanarsi troppo dai 15 miliardi di euro. Questi soldi, come previsto dalle ultime due Finanziarie, dovranno servire in parte per indennizza i risparmiatori traditi dai crack Cirio, Parmalat e dai Tango bond, e in parte (il 20% come prevede l'ultima manovra di bilancio) per assumere i 350 mila precari della pubblica amministrazione. L'ultimo tassello è stato messo al suo posto. Il ministero dell'economia ha redatto il regolamento necessario ad attuare le misure della finanziaria, per il quale ha anche ottenuto il parere del Consiglio di Stato. Il testo potrebbe essere discusso già nel prossimo consiglio dei ministri e MF è in grado di anticiparne i contenuti. I conti sono definiti dormienti, spiega l'articolo 2 del regolamento, se non sono movimentati da almeno dieci anni. Ma lo stesso articolo riserva una sorpresa che rischia di rivelarsi amara per i risparmiatori. 'L'applicazione del presente regolamento', si legge, 'è esclusa nel caso in cui il valore dei beni di cui al comma 1 non superi i 100 euro'. Insomma, sotto tale cifra i conti dimenticati in banca potranno continuare a dormire sonni tranquilli. Stime come detto non ne esistono, ma questa eccezione per la quale avrebbero insistito le banche, potrebbe costituire la norma dei conti dormienti. Il regolamento predisposto da Via XX Settembre, prevede che l'intermediario deve inviare al titolare del rapporto, mediante lettera raccomandata all'ultimo indirizzo conosciuto, l'invito ad impartire disposizioni entro 180 giorni. Decorso inutilmente tale termine le somme verranno devolute ad un fondo iscritto nello stato di previsione del ministero dell'economia e delle finanze. Le banche dovranno comunicare entro il 30 marzo di ogni anno i rapporti dormienti, che dovranno anche essere pubblicati mediante avviso cumulativo su un quotidiano a diffusione nazionale e sul sito web del ministero dell'Economia e delle finanze. Entro il 31 maggio, poi, denaro e strumenti finanziari (che saranno monetizzati tramite procedure ad evidenza pubblica), dovranno essere versati al fondo. La gestione di quest'ultimo sarà affidata ad un'apposita Commissione nominata con decreto del ministro dell'Economia e della quale faranno parte un presidente di sezione del Consiglio di stato, un consigliere della Corte dei conti, un dirigente del dipartimento del Tesoro, un dirigente della Banca d'Italia, un dirigente della Consob, un dirigente dell'Isvap e un rappresentante dei risparmiatori designato dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti presso il ministero dello sviluppo economico. L'attivazione e il funzionamento del fondo, poi, sono demandati ad altri regolamenti da emanare. (riproduzione riservata) MF  - Denaro & Politica Numero 107, pag. 2 del 30/5/2007


Il Sole 24 Ore 30-5-2007 Al traguardo il decreto sui conti “dormienti”.

 

Il regolamento verrà licenziato venerdì dal Governo Al traguardo il decreto sui conti "dormienti" Un "avviso" per evitare il passaggio al Fondo Marco Mobili ROMA Si risveglia il "fondo dormienti". Dopo diciotto mesi di lavori, pareri e riscritture,il Consiglio dei ministri di venerdì dovrebbe licenziare il regolamento previsto dalla Finanziaria 2006 per risarcire i risparmiatori vittime di frodi finanziarie o che hanno subito danni ingiusti. Il decreto istitutivo del fondo - che sarà alimentato dagli importi dei conti correnti e deirapporti bancari definiti come "dormienti "dallo stesso sistema bancario, assicurativo e finanziario -ha passato ieri il vaglio del preconsiglio, anche se con alcune osservazioni che saranno poi discusse collegialmente. Particolarmente attesa la definizione di "dormienti" e soprattutto il campo di applicazione: in passato anche il Consiglio diStato aveva mosso osservazioni sul punto, tanto da rispedire all'Economia lo schema di decreto. Secondo l'attuale versione del testo, per "dormienti " si intendono tutti i rapporti contrattuali fermi da 10 anni a partire dalla data di libera disponibilità delle somme, degli strumenti e dei beni depositati. Il tutto, salvo ulteriori limature dell'ultima ora. In sostanza,per dieci anni il titolare o un terzo da lui delegato, con esclusione dell'intermediario, non deve aver realizzato alcuna operazione o movimentazione. I rapporti interessati sono i depositi di somme di denaro effettuati presso l'intermediario con l'obbligo di rimborso,i depositi di strumenti finanziari in custodia e amministrazione, nonché i contratti di assicurazione nei casi in cui l'assicuratore si impegna al pagamento di una rendita o di un capitale al beneficiario a una data prefissata. Al momento non rientrerebbero tra i conti dormienti, tutti i depositi e i contratti il cui valore dei beni non superi i cento euro. Non manca, peraltro, una clausola di salvaguardia a tutela del titolare del conto: è esclusa qualsiasi "bollatura" automatica del rapporto come dormiente. Il provvedimento impone, infatti, all'intermediario di comunicare mediante raccomandata r/r al titolare del deposito il momento in cui si verificano le condizioni di inattività del contratto. Il titolare avrà 180 giorni di tempo per rispondere. In caso di silenzio il contratto - qualificato a quel punto come"dormiente"-verrà estinto con devoluzione al fondo di somme, titoli e valori. L'elenco completo dei rapporti dormienti dovrà pervenire all'Economia entro il 31 marzo di ogni anno, mentre entro il 31 maggio gli intermediari dovranno provvedere a riversare al Fondo le somme di denaro, gli strumenti finanziari e gli altri beni relativi ai contratti estinti. Per quanto riguarda gli strumenti finanziari e tutti i beni diversi dal denaro saranno liquidati dal Fondo con appositi bandi di gara pubblici. La gestione del Fondo, infine, sarà affidata a una Commisione nominata dall'Economia e composta da un presidente del Consiglio di Stato, un consigliere della Corte dei conti, un digente del Tesoro, della Banca d'Italia, della Consob e dell'Isvap, nonché da un rappresentante dei risparmiatori


Il Consiglio  n° 48

Fondi dormienti in banca ( e in assicurazione). Come evitare che si perda traccia dei depositi.

Di Mauro Novelli  21-1 2007

 

 

Secondo Bankitalia sono 10 miliardi di euro i depositi dimenticati da correntisti e titolari di libretti e/o di certificati di deposito o non raggiungibili da ignari aventi titolo (eredi ecc.). Secondo nostre valutazioni, i “conti dormienti” superano i 15 miliardi.

Si consideri che molti conti correnti sono di regolamento per custodie titoli e, in non pochi casi,  il titolare di conto ha anche un contratto per  una cassetta di sicurezza. Poiché da almeno venti anni il conto bancario non è più uno strumento di risparmio, il grosso delle consistenze attive dei clienti è detenuto in titoli e/o depositato in cassetta.

Pertanto, le cifre riportate all’inizio devono essere riviste robustamente. In ultima analisi, le consistenze dei “fondi dormienti” (depositi+custodie+cassette e mettiamoci anche i pegni) superano di gran lunga l’ammontare dei “conti dormienti”.

Ma alla componente bancaria di questo fenomeno devono sommarsi entità di derivazione assicurativa: non è raro il caso di polizze vita (concluse o meno) non riscattate dall’assicurato (per morte o incapacità sopravvenute improvvisamente) e mai conosciute da eredi, tutori ecc.

Ma come è possibile che in casa non sia reperibile alcuna prova documentale di rapporti di deposito bancario o di polizze vita? La causa di va ricercata in rapporti familiari spesso al limite della rottura o comunque tali da indurre il titolare a nascondere quei cespiti a parenti o affini considerati inaffidabili o, addirittura, ostili.

Tali atteggiamenti sono più frequenti di quanto non si pensi. Dall’attività di consulenza offerta da Adusbef, ad esempio, è emerso che molti pensionati, convinti dalle banche ad acquistare bond Argentina, Parmalat, Cirio, Giacomelli, ecc. e magari già poco propensi a far conoscere a figli, nuore e generi consistenze e qualità dei propri investimenti, al momento dei noti patatrac, abbiano ancor di più accentuato la tendenza a tacere la destinazione dei loro risparmi. (“Al prossimo incontro verrò con mio figlio; lui non sa che tra gli altri titoli ho anche quelle obbligazioni Parmalat. La prego di non parlarne.”). Diffidenza, volontà di non mettere a parte i familiari della consistenza dei risparmi  e (in quei casi) vergogna, tendono a tenere nascosti depositi, investimenti, polizze, contenuto di cassette di sicurezza. In caso di “accidente”, molte somme non verranno più rintracciate e rimarranno in banca o presso compagnie di assicurazione.

 

I consigli.

 

1) L’esigenza di riservatezza, il non voler mettere a parte alcuno delle proprie finanze non vuol dire evitare di far conoscere ai familiari l’esistenza di rapporti bancari e/o assicurativi. E’ sufficiente non farne conoscere le “specifiche”.

 Si tenga quindi, in casa o in altro luogo comunque accessibile e conosciuto da chi riteniamo degno di tale confidenza, una busta chiusa (di cui sarà facile rilevarne l’eventuale manomissione)  con l’elenco aggiornato dei riferimenti bancari e assicurativi (nome della banca e della compagnia d’assicurazioni, agenzia, numero di conto, di custodia, di cassetta di sicurezza,  di polizza) con allegato almeno un documento ufficiale probante (un foglio di estratto conto, o copia di corrispondenza inviata dall’azienda da cui risultino i riferimenti di conto, di polizza ecc.) per ogni tipo di rapporto: in caso di necessità, potrà essere aperto al fine di utilizzarne il contenuto per dimostrare di aver causa sull’oggetto di quei rapporti. Si eviterà in tal modo la perdita delle loro tracce.

 

2) Comunicare alle aziende (banche o assicurazioni) ogni cambiamento inerente:

- l’indirizzo ufficiale (indicato all’atto dell’accensione dei contratti) a cui le aziende devono inviare la corrispondenza;

- l’indirizzo anche dei contestatari, pur se di importanza secondaria per le comunicazioni;

- il decesso (qualora intervenuto) del nominativo indicato quale erede nelle polizze vita in caso di premorienza dell’assicurato e la sua  sostituzione;

Tali comunicazioni devono essere effettuate per Raccomandata A.R. o consegnate come “Raccomandata a mano”. In tal caso ci faremo firmare per ricevuta una copia della nostra lettera. E’ opportuno verificare successivamente se gli aggiornamenti indicati sono stati apportati dalla controparte.

 

3) Poiché le banche sostengono (illegittimamente, trattandosi di depositi e non di prestiti) che dopo 10 anni di mancati movimenti, i depositi (sottolineo, depositi) vengono incamerati dalla banca detentrice, perdendo il titolare ogni diritto su di essi per intervenuta prescrizione ordinaria, per i rapporti non movimentati ed in attesa che le Procure della Repubblica facciano le loro indagini (fattispecie da noi denunciata nel dicembre 2006), è opportuno inviare periodicamente una lettera  - tre righe bastano- in cui il cliente ribadisce il suo diritto di proprietà sulle somme o sui titoli o sui beni oggetto di contratto bancario, i cui riferimenti (numero, intestazione ecc.) sono da indicare nella missiva. Questa comunicazione va inviata per “Raccomandata corso speciale” (foglio non imbustato, ma piegato e sigillato in modo che l’indirizzo della banca compaia sulla facciata posteriore bianca). Con tale sistema, la cartolina di ritorno certificherà l’avvenuta ricezione proprio di quella raccomandata.

Inutile ricordare che le firme di ogni comunicazione devono corrispondere a quelle depositate all’atto della sottoscrizione del contratto.

Come si vede, per battere atteggiamenti illegittimi occorre avere qualche noiosa accortezza in più, ma è l’unico modo per impedire cadute di stile a banche e assicurazioni “di fiducia”.

 


 

Il PuntO n° 95.  Governanti & banche. Fondi dormienti: chi osa toccarli? Di Mauro Novelli 4-1-2007

 

Con la finanziaria 2006 (ultima del governo Berlusconi), il Ministro Tremonti rimediò elogi e approvazioni per aver toccato l’argomento tabù dei fondi dormienti in banca. Il problema dell’accaparramento da parte degli istituti di credito di somme non loro ma perse di vista (o mai conosciute) dagli aventi titolo, sembrava in via di soluzione.

Riportiamo il comma riguardante i fondi dormienti:

 

Legge 266/2005 (Finanziaria 2006 di Tremonti)

Art. 1 comma 345. Il fondo è alimentato dall’importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti all’interno del sistema bancario nonché del comparto assicurativo e finanziario, definiti con regolamento adottato ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze; con lo stesso regolamento sono altresì definite le modalità di rilevazione dei predetti conti e rapporti.

 

 

Il ministro sembrava deciso, tanto che nel marzo 2006 (in piena campagna elettorale) fece sapere che la palla era passata a Bankitalia per una sua valutazione.

Sul sito di Giulio Tremonti (www.giuliotremonti.it), la pagina datata 29/03/2006 (www.giuliotremonti.it/dichiarazioni/visualizza.asp?id=192)  relativa ad una sua partecipazione alla trasmissione  "28 minuti" su Radio 2  riporta questo resoconto:

 

  […]

Tremonti: aspettiamo ok Bankitalia a testo risarcimento vittime crac. Il fondo sara’ enorme. Tutti saranno risarciti
- Il testo del regolamento attuativo della norma della Finanziaria che istituisce un fondo per il risarcimento dei risparmiatori vittime dei crac finanziari "e’ adesso alla Banca d’Italia in attesa dell’ok". Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ricordando che il fondo attingera’ ai cosiddetti conti correnti ’dormienti’ presso le banche,  ha precisato Tremonti che in particolare ha fatto riferimento "ai risparmiatori fregati dalle banche con l’Argentina, con la Parmalat, con la Cirio".

[…]

 

 

Non eravamo d’accordo sulla destinazione dei fondi tolti dalla gestione privata delle banche, ma consideravamo un primo passo aver avuto il coraggio di definire la questione.

Non volevamo fare i conti con le affermazioni da campagna elettorale.

 

 

La prima finanziaria del governo Prodi torna sull’argomento anche se ne edulcora gli eventuali effetti: si tocca solo il 20 per cento del monte fondi dormienti.

 

Legge 298/2006 (Finanziaria 2007 di Padoa Schioppa).

Art. 1

[…]

417. Al fine di concorrere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, oltre alle specifiche misure di stabilizzazione previste dai commi 418 e 419, è istituito un “Fondo per la stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubbici” finalizzato alla realizzazione di piani straordinari per l’assunzione a tempo indeterminato di personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali non a tempo indeterminato.

[…]

420. Per il finanziamento del Fondo di cui al comma 417 è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2007. Il medesimo Fondo può essere, altresì, alimentato da:

a)           una somma pari al risparmio di interessi derivante dalla riduzione del debito pubblico, conseguente al versamento, al Fondo di cui all’articolo 2 della legge 27 ottobre 1993, n. 432, e successive modificazioni, di una quota fino al venti per cento delle somme giacenti sui conti di cui all’articolo 1, comma 345, della legge 23 dicembre 2005, n.266, a seguito della definizione del regolamento prevista dal medesimo comma;

 […]        

 

 

Come si vede, il testo del comma in questione richiama una normativa a cui non fu data attuazione e rimanda ad una sua futura concretizzazione. Occorrere attendere.

Non sappiamo se la pratica “fondi dormienti” giaccia effettivamente sul tavolo di Draghi.  Certamente andrà rivista, quanto meno per il cambio di destinazione, ma il Governatore ha ormai in pugno la materia e non tarderà a fornire pareri e valutazioni. È comunque curioso l’impaccio di legislatore e governo di toccare argomenti che dispiacciono alle banche.

Restiamo in attesa (almeno) di sviluppi e ci auguriamo che i nostri suggerimenti circa il corretto approccio da adottare per la soluzione di uno degli usi bancari più lucrosi, siano almeno letti.

 

 


 

 

Da epistemes.org 19-12-2006 Conti dormienti e diritto di proprietà di Benedetto Della Vedova e Piercamillo Falasca

E’ tornato alla ribalta l’argomento dei cosiddetti “conti dormienti”. Succede con la proposta della sinistra dell’Unione – tradotta in uno dei commi del maxiemendamento alla Finanziaria in discussione al Senato - di attingere ai depositi abbandonati in banca per lungo tempo e non reclamati per finanziare l’assunzione di 350 mila precari delle pubbliche amministrazioni. Il tema aveva già trovato in passato spazio nel dibattito politico-parlamentare. Senza produrre risultati, purtroppo. O, forse, per fortuna, visto che le soluzioni proposte sembravano suggerire tutto tranne l’unica cosa davvero sensata: cercare di restituire questi soldi ai legittimi proprietari. I conti dormienti sono fondi detenuti da banche, da società finanziarie o dalla Posta per conto di cittadini che non sono a conoscenza di tali proprietà finanziarie, per i motivi più disparati: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e di volere, mancata conoscenza da parte degli eredi del patrimonio finanziario del de cuius o addirittura banali dimenticanze.

Si tratta di casi meno rari di quanto si possa pensare, se le stime più accreditate (comprese quelle di Bankitalia) parlano di valori compresi tra i 10 e i 15 miliardi di euro e che il fenomeno è dibattuto finanche in Gran Bretagna, dove secondo il Financial Times i volumi dimenticati sono ancora superiori. Nella legislatura 2001-2006 si occupò della questione soprattutto il sen. Oskar Peterlini, il quale propose misure che facilitassero l’individuazione dei legittimi proprietari. Durante il dibattito sul ddl in materia di Risparmio del marzo 2005, il sen. Giorgio Benvenuto propose la creazione di un Fondo per il risarcimento dei risparmiatori vittime di frodi finanziari. Grande sponsor del Fondo speciale fu il Ministro Tremonti, che ne posticipò l’istituzione alla legge Finanziaria per il 2006, la quale rimandava ad un successivo regolamento le modalità di attuazione del provvedimento (con il vincolo che il “sonno” durasse da almeno 10 anni). Il regolamento non è stato emanato (si veda a riguardo l’elenco delle misure della Finanziaria 2006 non attuate, realizzato da Il Sole 24 Ore) e l’iniziativa di Tremonti si è arenata definitivamente nel maggio scorso, quando il Consiglio di Stato ha sospeso il parere sullo schema di regolamento ritenendolo carente sotto i profili della definizione del periodo di “dormienza” e dei diritti dei titolari dei conti. Partiamo da una considerazione. Quei soldi non appartengono certo alle banche, che oggi ne dispongono. In questo senso, la misura promossa dal ministro Tremonti aveva una sua ragionevolezza, soprattutto considerando le responsabilità oggettive degli istituti di credito nelle vicende Parmalat, Cirio o bond argentini. Implicitamente si diceva: sono soldi di risparmiatori, li uso per compensare risparmiatori truffati, recuperandoli al circuito del risparmio. Se ciò appare ragionevole, a fortiori lo è la proposta di utilizzare solo una parte di queste risorse per la costituzione del Fondo anti-crac, destinando la rimanenza alla riduzione del debito pubblico. Ipotesi ragionevoli, ma non del tutto convincenti. I dubbi del Consiglio di Stato colgono il punto delicato della questione: vi è da tutelare i diritti dei titolari dei conti, diritti di proprietà. Quei soldi non sono delle banche, si diceva, ma non sono nemmeno dei risparmiatori truffati nei crac finanziari. Soprattutto non sono dello Stato. Quei soldi non sono res nullius, sono dei titolari dei conti o dei loro legittimi eredi. La vicenda richiama alla mente un istituto del diritto civile in materia di successioni: la successione dello Stato. Presupposto della successione dello Stato è una eredità vacante, fenomeno che ricorre quando, rispetto ad un bene appartenente ad un defunto, manca ogni successibile legittimo e testamentario. L’eredità vacante si distingue dall’eredità giacente perché quest’ultima presuppone la possibilità di una futura accettazione: al contrario, quella vacante presuppone accertato in modo definitivo che non vi siano più successibili. Che i soldi dei “conti dormienti” possano, in qualche modo, diventare dello Stato è una possibilità che lo stesso Codice Civile individua, legandola però al presupposto della vacanza dell’eredità e del suo accertamento. Nel caso dei conti dormienti manca, appunto, qualsiasi tipo di accertamento. Né ci convince che sia una legge ad hoc – la Finanziaria per il 2007 - a superare il problema. Una legge di questo tipo sarebbe assimilabile ad un esproprio. Ma – come stabilito dal terzo comma dell’art. 42 della Costituzione – “la proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d’interesse generale.” Quindi: casi previsti dalla legge, indennizzo e sussistenza di motivi d’interesse generale. Anzitutto: assumere a tempo indeterminato 350 mila dipendenti pubblici è interesse generale? Difficile sostenerlo. In effetti, la norma prevista in Finanziaria non prevede che le risorse dei conti dormienti finanzino direttamente l’assunzione dei dipendenti pubblici, ma che vengano utilizzate per abbattere il debito pubblico e che il 20% del derivante risparmio sugli interessi sia la copertura finanziaria della sanatoria sui precari. Qualcuno potrebbe quindi sostenere che abbattere il debito pubblico è motivo di interesse generale. Effettivamente lo è, ma abbiamo dubbi che si tratti di uno dei casi di esproprio previsti dalla legge e, soprattutto, che una tale manovra non intacchi altri importanti principi costituzionali quale – ad esempio – quello di non discriminazione. In più non vi è alcun indennizzo a beneficio dei proprietari (d’altronde, non si sa nemmeno chi siano). Ma evitiamo di impelagarci in complesse disquisizioni dottrinali per le quali non abbiamo gli strumenti (ma su cui invitiamo i lettori a fornirci i loro spunti). La realtà delle cose è purtroppo più semplice: il Governo cercava “banalmente” soldi per finanziare l’assunzione a tempo indeterminato di una massa enorme di dipendenti, pari a circa il 10% del totale del pubblico impiego. Li ha trovati (anche se non sono sufficienti alla bisogna) e li userà. A noi resta una considerazione finale: pur avendo richiamato lo ius civilis e la Costituzione, siamo perfettamente consapevoli che non verrà mai tenuto in considerazione alcun dubbio di costituzionalità del provvedimento; abbiamo voluto però esprimere che, nella nostra visione liberale del diritto, vi è un forte fastidio ogni qual volta viene intaccato il diritto di proprietà.


 

Il PuntO n° 92.

Fondi dormienti. Le banche hanno tremato!. Tranquille! Ci sono i politici famigli..!

 

Di Mauro Novelli 15-12-2006

 

 

E così, i fondi (definiti) dormienti continuano ad essere vispetti e crescenti per le banche che li hanno in deposito.

Se la son vista brutta! Ma i nostri accorti rappresentanti, attenti a governare nell’interesse di tutti,  hanno dato ascolto alla lobby ed hanno preferito affrontare l’ennesima figuraccia nazionale pur di non scontentare i detentori dei cordoni della borsa, quella borsa che i banchieri fanno loro annusare da lontano: dovessero vietare anche l’annusatina periodica. Meglio aumentare il canone RAI.

Se la son vista proprio brutta, se hanno imposto agli scherani figuracce su figuracce:

“… Sono somme che lo stato vuole espropriare…” declamava dal suo TG il poveraccio di turno, lasciando  intendere che invece sono di altri; non diceva il poveraccio, che i proprietari non verranno mai cercati dalla banca, la quale continuerà a gestire quei patrimoni per suo tornaconto,  ed   anzi, scrive nero su bianco essere i suoi, perché il diritto di proprietà del titolare del deposito si è prescritto.

“…Si tratta di introiti una tantum, non risolveranno…” sosteneva il politico ignorante e servile, ma ben imbeccato, non sapendo che non di uno stock si tratta, ma di un flusso che costantemente, anno dopo anno, le banche incamerano.

La protezione del risparmio è dovere imperativo della Repubblica (Art. 47 della Costituzione:”La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme…” ). Vedremo che cosa avranno da dire le Procure a fronte dell’appropriazione attuata applicando l’art. 2946 del Codice civile ( Art. 2946:” Prescrizione ordinaria (ordinaria!). Salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di dieci anni”.). Pertanto, secondo le banche, se il titolare mantiene il deposito (attenzione: parliamo di deposito, non di prestito) per oltre dieci anni senza ricordarsi di scrivere periodicamente al banchiere di fiducia (con data e contenuto certi) “Guarda che quelle somme sono mie….” verrà espropriato. Una specie di usucapione  accelerata, con tempi dimezzati.

Per inciso, le banche sono in grado di rintracciare anche a Sant’Elena il cliente che deve loro due euro, ma si guardano bene dal muovere un dito per entrare in contatto con gli eredi del correntista defunto o divenuto incapace, i quali nulla sanno perché nulla hanno trovato in casa e magari abitano nel palazzo di fronte all’agenzia. Vorrei far riflettere sul fatto che, oggi, le famiglie costituite da un solo componente sono il 24,9 per cento: una famiglia su quattro; che, in termini di figliolanza, il figlio unico sta diventando la normalità. Si pensi, in caso – ad esempio -  di decesso improvviso di chi vive solo, senza parenti prossimi, alla difficoltà da parte degli eredi di recupero delle somme, dei titoli, dei contenuti delle cassette di sicurezza ecc. depositati in banca.

Vedremo se, in questa vicenda, gli istituti di credito (anzi i loro responsabili, visto che il “penale è personale”), potranno dimostrare la loro buona fede ed una condotta consona al corretto banchiere.

Ricordo che da bancario, oltre venti anni fa, provvedevo a restituire somme a depositanti che si presentavano con libretti di risparmio accesi oltre 40 anni prima, in piena guerra. Avevano in copertina la scritta “Africa Orientale Italiana” ed il disegno del Corno d’Africa. Verificata la titolarità, si ricercava in registri scritti a mano, ma molto ordinati e puntuali, il nome del cliente ed il titolo. Le somme riportate da quei registri era state girate dalla banca alla voce di bilancio “Debitori e creditori diversi” e comprendevano il saldo nominale e gli interessi di cinque anni (oltre il quinto anno, senza movimenti, venivano resi infruttiferi). L’operazione era di routine: un semplice mandato di addebito ed il titolare andava in cassa per ritirare i suoi (suoi) soldi. Certo, la somma rimborsata era quella nominale rappresentata dagli importi versati quaranta anni prima più gli interessi di cinque anni, e nessuno si sarebbe sognato di rispondere: “Il nostro ufficio legale ci comunica che in base all’art. 2946 del CC quelle somme da lei non reclamate per oltre dieci anni non sono più sue, ma nostre….”

Il politico sciocco sorride, perché sa che nei guai – semmai – ci andrà il suo padrone. Male che vada, a lui, semplice famiglio, spetterà di attrezzare le provvidenze di governo per tentare di salvarlo. Con figuracce annesse, ma è preparato: gli si chiede solo questo.

Conosciuta l’intoccabilità delle banche, il mio amico Alessandro M., con toni un po’ tristi, mi scrive:

 “Addio, fondi dormienti nelle casse, e incamerati in banca; somme inuguali, note a chi vi ha accumulato, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; denari, de' quali il banchiere distingue lo scroscio, come il suono delle voci de’ politici famigli; titoli sparsi e biancheggianti nella custodia, come branchi di pecore pascenti; addio!

Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto con voi, se ne allontana d’improvviso! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte involontariamente, consolato solo dalla speranza di avere nell’aldilà miglior fortuna, si annichiliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia di non aver edotto parenti e amici, e tornerebbe allora indietro, se potesse, e invece, un giorno, ingrasserete il già grasso banchiere.

Quanto più si avanza nel tempo, il fondo si ritira, stanco e usurato da azioni necrofore; la banca gli par crudele e accorta; s'inoltra mesto e disattento nelle casseforti affollate; le somme aggiunte a somme; altri capitali che con lui  giacciono, pare che gli levino il respiro. Eppur non è dormiente! E dentro le banche ammirate dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, quando era gruzzoletto d’altri, coccolato, alla casuccia a cui altri avea già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che invece sarà di un banchiere, quello di sua fiducia.”


 

DA Agipress - Notizia n.9592 - del 14/12/2006 - 19.00.20 Scontri sui "fondi dormienti"

 

Adusbef, - dichiara in un comunicato il suo presidente, Elio Lannutti - ha effettuato le sue stime sui cosiddetti “conti dormienti”, “silenti”, o dei “morti”, come quelli utilizzati da Fiorani durante la scalata ad Antonveneta, ossia depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari smarriti e mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari appartenenti a persone decedute o scomparse, che non risultano più movimentati da almeno dieci anni.
Dal 1991, all’indomani della legge antiriciclaggio, a oggi, Adusbef calcola che i “conti perenti” sono arrivati a superare i 15 miliardi di euro. Per evitare che vengano disinvoltamente incamerati dalle banche per proprie utilità, l’associazione consumatori ha elaborato un emendamento alla finanziaria in discussione al Senato, presentato dal senatore Fernando Rossi, per attivare urgenti procedure affinchè questi fondi dormienti vengano trasferiti presso la Cassa Depositi, alimentando un fondo di pubblica utilità, restando comunque a disposizioni degli aventi diritto, che possono in qualsiasi momento rivendicarli.
“L'impiego dei fondi dormienti, non possono da soli bastare a risolvere il problema dei precari nella pubblica amministrazione”- ha detto anche il ministro Bersani - ma possono contribuire anche a ristorare le vittime delle banche ed aiutare i lavoratori ad uscire dalla precarietà: chi parla di esproprio e/o di economia di guerra, oltre a difendere gli interessi delle banche, non sa di che cosa parla”.

 


Da www.voceditalia.it 13-12-2006 .Finanziaria I conti dormienti

 

Incertezze e tanta demagogia

E’ di questi giorni la proposta di inserire in Finanziaria un provvedimento sull’utilizzo dei cosiddetti “conti dormienti”. Si definiscono tali quei conti correnti “dimenticati” nelle banche da tempo, si parla di almeno quindici anni: soldi che non vengono più richiesti dai legittimi proprietari per motivi vari.
Ad esempio, il titolare del conto corrente muore e gli eredi non sono a conoscenza che il defunto aveva dei soldi su uno o più conti presso banche diverse da quelle conosciute; oppure, persone scomparse nel nulla o ancora defunti senza eredi né testamenti.
L’utilizzo di questi soldi, in origine destinati alla parziale sistemazione del problema dei precari, è quanto meno delicato.
Anzitutto, occorrono regole chiare circa la definizione di “conto dormiente”: quanto tempo occorre per poter definire un conto come “dormiente”? E soprattutto, ogni tre mesi la banca manda un estratto conto che riporta la situazione del conto: da quanti anni l’istituto di credito dovrebbe essersi visto restituire questa posta all’evidenza non recapitata?
E’ stata fatta una stima di massima reale e verosimile sull’entità di questi fondi? Insomma, si sta parlando di briciole o di migliaia di miliardi di euro? Nessuno lo sa di preciso, pare.
Poi, c’è il problema dell’utilizzo di questi fondi. A cosa potrebbero servire? Qui i pareri sono discordanti: c’è chi, nel Governo e in Parlamento, sostiene che i soldi dovrebbero andare a ridurre il debito pubblico, chi ritiene opportuno destinarli ai precari, chi dice che devono andare ai comuni di residenza dei titolari, una volta che non siano stati individuati i legittimi proprietari o i loro eredi. Insomma, al solito una gran confusione, dove ognuno spara la propria e aspetta di vedere la reazione degli altri.
Allora, viene legittima una riflessione: in primis, questi soldi non sono dello Stato italiano, ed il loro utilizzo si prefigura come una sorta di sequestro forzoso quindi illegale.
Inoltre, perché destinarli proprio ai precari e non, che so, alle vecchiette con 800 euro di pensione mensili? O ai licenziati dalle aziende decotte? O ai ricercatori con 1.100 euro mensili? O alle casalinghe con 4 figli a carico?
La risposta, speriamo, arriverà presto…

Massimo Benvenuti
massimo.benvenuti@voceditalia.it

 


 

Da La Padania 12-12-2006 - Nuove assunzioni indiscriminate. L’Unione sistema i precari amici


Sanatoria per i co.co.pro della Pubblica Amministrazione, usando anche i dividendi Eni ed Enel Roma - Precari di serie “a” e precari di serie “b”. I primi lavorano nei bassifondi della Pubblica Ammistrazione e, secondo la sinistra, all’occorrenza possono diventare dei potenziali elettori amici. I secondi lavorano un po’ ovunque, vedono il posto fisso come un miraggio ma non possono contare sulle attenzioni della lobby statalista. Per i primi vale la sanatoria a colpi di finanziaria, ai secondi non ci pensa proprio nessuno.
Già, perchè secondo le ultime modifiche alla Finanziaria, i precari della pubblica amministrazione saranno assunti grazie ad una norma che impiega i soldi dei correntisti distratti, i cosiddetti “conti dormienti”, dimenticati dai legittimi proprietari dietro lo sportello in banca.
In realtà il fondo per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica Amministrazione partirà anche se in modo «simbolico, dal momento che per avviarlo basterà inizialmente circa 5 mln di euro». Secondo quanto ha spiegato il capogruppo di Rifondazione Comunista al Senato, Giovanni Russo Spena, «si è scelto, d’accordo con il Governo, di riformulare in questo modo la norma». Il fondo si alimenterà in parte con i fondi dei conti dormienti ma anche con una quota, che dovrebbe aggirarsi intorno al 5%, dei dividendi di Eni e d Enel.
«La stabilizzazione generalizzata dei cosiddetti precari delle Pa è la negazione di ogni selezione meritocratica, di ogni possibilità di razionalizzare, anche attraverso la mobilità, la funzionalità delle amministrazioni pubbliche». Ad affermarlo in una nota è il sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi.
«La classica mentalita' da soviet, la proprieta' privata non esiste. Come si fa a pensare di andare ad attuare un'atto di 'ruberia' nei confronti di coloro che hanno depositato i loro soldi in banca per sistemare i precari? Eppoi, che cosa vuol dire il fatto che si sono dimenticati di questi soldi: uno puo' fare una scelta di aprire un conto corrente e non movimentarlo mai. Chi ha detto che la gente si e' dimenticata di questi soldi ?''. Lo ha detto il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni stigmatizzando il comportamento del governo come ''un'azione illegale che fa il paio di quanto e' successo con l'altro atto di ruberia attuato da Amato quando ha prelevato nel luglio del '92 il 6 X mille dei risparmi degli italiani''. In quella occasione ''si limitarono a quella cifra, ora prelevano tutto l'importo del conto corrente e lo usano per sistemare potenziali elettori. Che le risorse le trovino da qualche altra parte con qualche taglio ministeriale in piu'''.
«Per il 2007 è ovvio che nessun fondo potrà essere alimetato con le risorse dei fondi 'domientì”. Lo ha precisato il presidente della commissione Bilancio del Senato, Enrico Morando, spiegando che l’iter necessario a procedere al recupero delle somme è lunghissimo “e non si può certo parlare di un solo anno”. Il tutto inizierà con il regolamento, previsto dalla precedente Finanziaria, che dovrà essere pubblicato. “Sulla base di questo regolamento, poi - ha spiegato- verranno chiamate le banche per accertare quanti conti correnti siano inutilizzati da 15 anni. La procedura è lunghissima anche perchè gli istituti di credito dovranno contattare i titolari del conto e verificare se, nel caso di morte dell’intestatario, non ci siano eredi”.
In questo caso le somme, come previsto dalla Finanziaria del 2006, “andranno alla riduzione del debito. E solo il risparmio sui minori interessi pagati dallo Stato potranno essere dirottati sui fondi”. Morando parla di diversi fondi perchè, oltre a quello per la stabilizzazione dei precari della P.A., resta ancora in vita il primo fondo voluto da Tremonti che aveva come fine quello di risarcire le vittime dei crack finanziari.
«Non è con la bacchetta magica, domani mattina, prendendo i soldi che sono in banca, che risolviamo il problema dei 500 mila precari. Detta così non sta in piedi». Il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, invita alla cautela circa la proposta del Pdci di utilizzare i soldi dei conti dormienti per l’assunzione di precari nel pubblico impiego. «In questa discussione ci vuole un pò più di concretezza -avverte Bersani- se no si creano sbandamenti nell’opinione pubblica e si procede con semplicismo. Il che non significa che non risolveremo gradualmente il problema dei precari».
Bersani precisa, infatti, che si tratta di «cose piuttosto complesse che possono essere collegate, ma hanno iter distinti”. Una operazione, dunque, “non così facile se non con processi graduali”. La sistemazione, pertanto, dei precari, conclude Bersani, va vista “dentro alla riorganizzazione del pubblico impiego” in maniera più articolata e ampia.
Intanto una cinquantina di ricercatori precari del Cnr (centro nazionale delle ricerche) e Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e dell’Università di Bologna, hanno organizzato una pacifica protesta contro il governo e la Finanziaria, in occasione del convegno in corso nella sede del Cnr del capoluogo emiliano al quale ha preso parte il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani.
Durante i lavori della conferenza, intitolata 'Il futuro è la ricerca industriale, il gruppo di giovani è entrato nella sala con indosso i giubbotti catarifrangenti che si usano solitamente in caso di incidente automobilistico, hanno esposto alcuni striscioni, distribuito volantini con le ragioni della loro protesta e letto un comunicato dal palco dei relatori. 'La conoscenza non è mercè, 'sapere precariò e 'naufraghi del saperè erano alcune delle scritte riportate su cartelli e striscioni.
«Vogliamo spiegare al ministro che la ricerca è in panne -spiega il ricercatore precario del Cnr Vittorio Morandi- perchè quello che c'è nel programma dell’Unione e nella Finanziaria non solo non risolve il problema dello sviluppo, ma non è neanche sufficiente a garantire lo status quo”.
I ricercatori hanno spiegato anche che su un totale di 620 lavoratori all’interno del Cnr-Inaf, i precari sono 234, apri al 38% del totale. La protesta si è sciolta pacificamente e al termine dei lavori il ministro Bersani ha accettato di dialogare per alcuni minuti con Morandi ed i suoi colleghi, ascoltando le loro richieste di modifica della Finanziaria in direzione di un maggiore sostegno alla ricerca pubblica.
«Non ci si sveglia una mattina per sentire da Radio Radicale che i Comunisti hanno fatto questa proposta sui precari - sostiene Emma Bonino- e che il governo, sia pure con freddezza, sarebbe orientato ad accettare senza nessuna discussione collegale in consiglio dei ministri. Il blocco dei concorsi a venti anni, fa sì che la Pubblica amministrazione si regga su centinaia di migliaia di co.co.co. pagati pochissimo e che tra qualche anno rischiano di andare in pensione con 350 euro, questa è già una aberrazione. Ma io contesto la soluzione che non mi pare possa essere quella di una sanatoria per tutti».
“Credo ci sia stato un maliteso. Così come proposto dal Governo è un fondo che utilizza i risparmi di interesse che conseguono ad alcune norme fra le quali quelle dei cosiddetti conti dormienti”. Lo ha affermato il sottosegretario all’Economia, Nicola Sartor, spiegando il meccanismo del fondo che si intende varare per la stabilizzazione dei precari nella P.A. «E' evidente - ha aggiunto Sartor - che non si può utilizzare una somma fissa, anche se cospicua, a copertura di oneri permanenti come quelli che deriverebbero dalla stabilizzazione dei precari».
«Bisogna fare i concorsi. Non può esserci un’infornata indifferenziata». Il presidente della Commissione lavoro di Palazzo Madama e senatore dell’Ulivo Tiziano Treu commenta così l’ipotesi di creare un fondo per la stabilizzazione di 300 mila precari nel pubblico impiego ricorrendo ai conti correnti dormienti. «Per assumere personale alle dipendenze della pubblica amministrazione -spiega Treu- serve una selezione seria e accurata. Non è possibile pensare ad assunzioni indiscriminate. E’ necessario procedere alla verifica dei titoli dei precari aspiranti dipendenti pubblici e a una selezione reale, rigorosa».

[Data pubblicazione: 12/12/2006]

 


 

Dal Corriere della Sera 12-12-2006 Finanziaria, nuove risorse per i precari

 

Niente contratti che non siano stabili per i prossimi 5 anni

Ma è incerto il numero di assunzioni nella pubblica amministrazione. Bersani contestato a Bologna

 

 

ROMA — Il fondo per la stabilizzazione dei precari si rafforza. Oltre agli interessi dai conti «dormienti», il governo sta pensando di incrementarlo con una parte (forse il 5%) degli aumenti dei ricchi dividendi delle società controllate dal Tesoro rispetto all'anno precedente. Tra le novità più importanti che saranno introdotte nell'emendamento pro precari anche il divieto assoluto — per le amministrazioni che utilizzeranno i fondi — di assumere nuovi precari per cinque anni. A parte la cifra di 5 milioni di euro, stanziati subito per attivare il fondo, non ci sono ulteriori indicazioni di quanti precari verrebbero regolarizzati né del costo maggiore per lo Stato. Mentre Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani, parla di 350 mila precari, ieri il ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais ha ridotto il numero a 8 mila per il 2007 per passare «fino a 240 mila nei prossimi 6 anni». Il ministro dello Sviluppo Pierluigi Bersani parla invece di 500 mila.

CONTI DORMIENTI - Mentre il governo cerca di arginare questa nuova grana, Bersani — peraltro contestato a Bologna da una cinquantina di precari della ricerca con striscioni e volantini — cerca di prendere le distanze dalle polemiche. «Con i soli conti dormienti non si risolve il problema dei precari — ha detto — non è che con la bacchetta magica domani mattina prendiamo quei soldi che sono in banca e risolviamo il problema dei 500 mila precari». A parte il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo, che ieri ha colto l'occasione per precisare meglio il suo pensiero sostenendo come non sia «dubbio che c'è un'Italia che rema e una che sta seduta a poppa e che occorre premiare il merito», la polemica si è quasi tutta consumata a sinistra. Se il ministro degli Affari europei Emma Bonino dichiarava che l'emendamento sui precari era la «solita sanatoria» e il senatore Tiziano Treu (nonché presidente della Commissione lavoro a Palazzo Madama) si è detto «nettamente contrario a una infornata indifferenziata perché bisogna fare i concorsi», il senatore diessino Cesare Salvi se l'è presa con i politici.

«SCIOCCHEZZE» - «Stanno dicendo un cumulo di sciocchezze — ha tuonato il presidente della Commissione giustizia al Senato e uno degli autori dell'emendamento in questione — si tratta solo di trasformare lavoro precario in lavoro a tempo determinato. Quei politici che chiedono concorsi pubblici — ha continuato — comincino a liberarsi dei consulenti nei loro uffici che non hanno fatto alcun concorso, nel caso contrario non si devono meravigliare se vanno a Mirafiori e li fischiano». Non si sa con chi ce l'avesse Salvi, visto che a Torino hanno fischiato solo i tre leader sindacali, ma ieri la confusione è stata totale. Lo stesso Nicola Sartor, l'uomo che Romano Prodi ha messo di guardia alla Finanziaria, ha dovuto ammettere che sui precari «credo ci sia stato qualche malinteso». Per esempio, ha precisato, si tratta di mettere «nel fondo solo i risparmi sui minori interessi dal debito pubblico visto che i conti dormienti andranno alla riduzione del debito». «E' evidente — ha precisato — che non si può utilizzare una somma fissa a copertura di oneri permanenti».

PATTO SUL LAVORO - Il sindacato nel frattempo ha mandato un messaggio chiaro al governo: nessun Patto sul lavoro pubblico (destinato ad aumentare l'efficienza dei servizi e la produttività) senza la soluzione del problema del precariato. E sia la Cisl che la Cgil accusano l'esecutivo di «vaghezza di propositi con le sua posizioni inadeguate e lacunose che vanno ad alimentare irresponsabili demagogie». Paolo Nerozzi, della segreteria Cgil, butta acqua sul fuoco. «E' un problema che non esiste — spiega — si tratta di gente che lavora nella pubblica amministrazione (sanità, enti locali, ricerca) da molti anni con contratti a tempo determinato ed è giusto (qualora esistano i requisiti come i concorsi) che venga riconosciuto loro un contratto fisso». E' evidente che in questo caso — e secondo Nerozzi si tratta della stragrande maggioranza — i costi aggiuntivi sono minimi visto che prendono già uno stipendio.

LA GRANDE CONFUSIONE - Anche il ministro Nicolais, a Napoli a margine di un convegno, ha sposato la teoria della «grande confusione» e che comunque l'assunzione dei 300 mila precari della Pubblica amministrazione (che scendono a 240 mila al netto del turn over) «è possibile nel progetto varato con il collega al Lavoro Cesare Damiano». «Il problema dei precari l'abbiamo affrontato tutti insieme con i sindacati — ha detto — e nei prossimi giorni presenteremo il piano di stabilizzazione». Piano che, ha aggiunto, «parte dall'assunto che un precario da stabilizzare senza concorso è soltanto quel precario che ha già fatto un concorso e che lavora da più di tre anni». Quanto ai 150 mila precari «supplenti nella scuola e che stanno nella condizione di poter essere messi in ruolo perché sono nella graduatoria e hanno fatto supplenza per oltre tre anni, hanno già superato un concorso, ci sarà per loro un piano di tre anni di assunzioni». Ma questo era già previsto in un articolo nel maxiemendamento.

Roberto Bagnoli

12 dicembre 2006

 


 

ECO:FINANZIARIA

2006-12-11 15:32

FINANZIARIA: MORANDO, CONTI DORMIENTI PRIMA A FONDO ANTICRAC

ROMA

(ANSA) - ROMA, 11 dic - Prima di alimentare il fondo per la stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, i conti correnti dormienti dovranno essere utilizzati per il fondo anticrac, ovvero per i rimborsi ai risparmiatori investiti dai dissesti finanziari come quelli Cirio e Parmalat. "La norma dice che solo una quota eccedente - spiega il presidente della Commissione Bilancio del Senato Enrico Morando -, con una spesa di carattere straordinario, potrà confluire al fondo per i precari". Ma non solo: Morando fa notare che i tempi per lo blocco di questi fondi non è immediato. "Chi pensa che potranno affluire già nel 2007 - dice - non ha la minima idea". Per l'effettiva disponibilità di queste risorse "bisognerà aspettare anni, e non pochi anni". Il presidente della Bilancio spiega anche la lunga procedura: "Prima bisogna scrivere i regolamenti attuativi - ricorda - poi, quando saranno pronti, si avvia una lunghissima procedura di accertamento dei cosiddetti conti dormienti. Quindi le banche devono prendere contatto con i correntisti, dare tempo loro di rispondere, oppure verificare che sono morti, individuare gli eredi e contattare questo ultimi. Se alla fine un conto si rivela effettivamente disponibile, ci saranno risorse accertate". Ma non sono soldi cash perché le somme dovranno essere destinate alla riduzione del debito. Solo i risparmi sugli interessi pubblici sono disponibili. A questo punto subentra però la priorità, ovvero quella del fondo anticrac; solo una quota può essere utilizzata per i fondi per i precari. "Insomma, se dipendesse dai conti dormienti - conclude Morando - i precari dovrebbero aspettare un bel po'".(ANSA

 


Da Repubblica 11-12-06    FINANZIARIA: ANCHE TAGLIO COSTI POLITICA A FAVORE PRECARI


(AGI) - Roma, 11 dic. - Anche il taglio dei costi della politica servira' in prospettiva a dare un posto "fisso" ai circa 300 mila precari della pubblica amministrazione. La finanziaria stabilisce infatti una riduzione degli stipendi per ministri, sottosegretari, parlamentari e anche per i manager di Stato: i risparmi di spesa andranno ad alimentare il Fondo ad hoc per la stabilizzazione dei precari. E' questo cui punta la maggioranza, ed e' frutto dell'accordo con il Governo nella "cabina di regia" che verra' tradotto in una norma del maxiemendamento sul quale verra' posta la fiducia. Alla stabilizzazione dei precari, verra' destinata inoltre una quota dei dividendi e degli utili delle spa possedute direttamente dallo Stato (come Eni e Enel), e resta confermata l'intenzione di 'dirottare' anche parte dei conti correnti cosiddetti dormienti, e cioe' quei depositi bancari che non registrano movimenti da 15 anni. Ma per rendere operativo il risparmio di interessi sul debito che si ridurra' dai fondi che arriveranno dall'incasso del 20% dei conti dormienti, occorrera' l'emanazione dei regolamenti attuativi (ora allo studio del Tesoro) e quindi un tempo abbastanza lungo. Al momento, il Fondo ad hoc verrebbe quindi alimentato con queste altre due voci (dividendi societa' pubbliche e taglio dei costi della politica).

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Il Velino 11-12-2006  (POL) Finanziaria: riaperti i giochi, è polemica sui precari della PA

 

Roma, 11 dic (Velino) - Nonostante il relatore in Senato della Finanziaria Gianfranco Morgando abbia sottolineato che il lavoro della commissione Bilancio "non è stato inutile", il fatto che la manovra arriverà domani in Aula con il testo approvato (previa fiducia) a Montecitorio, riapre di fatto una serie di contenziosi all'interno della maggioranza, che dovranno essere ancora una volta sopiti con il fatidico maxiemendamento su cui, come ha annunciato la capogruppo ulivista Anna Finocchiaro, verrà posta la questione di fiducia. A tenere banco oggi, tra le altre, è la questione dell'assunzione di circa 350 mila precari della Pubblica amministrazione, che sembrava un fatto acquisito alla fine della settimana scorsa, ma che le affermazioni rese dal ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani riportano a uno stadio di elaborazione, non esente da risvolti polemici interni al centrosinistra, come si è visto nel corso della giornata.
Quattro giorni fa, in sede di cabina di regia l'ala radicale dell'Unione, capitanata in questo caso dalla capogruppo del Pdci Manuela Palermi, era riuscita infatti a strappare un avallo di massima dal Governo, su un emendamento che prevedeva la stabilizzazione di circa 350 mila precari della Pa, attraverso la costituzione di un fondo la cui entità e la cui copertura veniva rimandata a una riformulazione da parte dell'esecutivo (attualmente in corso). Secondo l'emendamento, cui hanno apposto la propria firma anche Verdi, Prc e il diessino Cesare Salvi, il piano triennale di assunzione sarebbe stato coperto principalmente dalle entrate derivanti dall'ammontare dei cosiddetti "conti dormienti", ovvero dai conti bancari non più movimentati da almeno 15 anni. Un principio che ha fatto storcere la bocca a Bersani, tutt'altro che persuaso che la cosa sia così semplice. Anzi, per la verità, a suo avviso, "non sta in piedi". Dichiarazioni che hanno innescato un'immediata levata di scudi da parte della sinistra della coalizione, a partire dal capogruppo del Prc a Palazzo Madama Giovanni Russo Spena, che ha replicato direttamente al ministro: "Non capisco perché Bersani - ha affermato - dica sin d'ora che i fondi recuperati dai conti dormienti non vanno alla stabilizzazione dei precari. Ovviamente quelli non ancora impegnati andranno lì, perché lo decide il Parlamento. Ovviamente - ha aggiunto Russo Spena - non succede che domani verranno stabilizzati 300 mila precari, come hanno scritto erroneamente e superficialmente i giornali. Si costituirà un fondo, che pian piano troverà attuazione graduale. Il meccanismo è tale da permettere un'assunzione graduale e proporzionale ai fondi che entreranno. Dire ora qualsiasi cosa, come ha fatto Bersani, è impossibile".
Sulla linea di Russo Spena si è già schierato Cesare Salvi, che non manca anch'esso di polemizzare col compagno di partito Bersani, come ha fatto, comprensibilmente, Manuela Palermi, ma proprio sui meccanismi di assunzione dei precari e sul finanziamento del fondo si concentrano le differenze di sensibilità all'interno della maggioranza. Intanto, sulle modalità di prelievo dai conti dormienti sta lavorando il senatore diellino Roberto Pinza, e non si tratterà certo di questione marginale,come sottolinea anche il presidente della commissione Bilancio Enrico Morando: "Chi pensa che potranno affluire già nel 2007 - dice - non ha la minima idea. Bisognerà aspettare anni, e non pochi anni". Morando solleva poi anche un'altra questione, relativa alle priorità dei beneficiari di tali proventi, che a suo avviso dovranno essere le vittime dei recenti crack finanziari. Quanto alle procedure dell'assunzione dei precari, una parte dell'ala riformista, parimenti all'opposizione, fa notare che nessuna assunzione potrà avvenire senza un concorso pubblico, come stabilisce la legge per l'accesso al pubblico impiego.
In questo senso si esprime chiaramente il sottosegretario all'Economia Mario Lettieri: "Al pubblico impiego si accede tramite concorso, altrimenti ci mettiamo la Costituzione sotto i piedi". Allo stato, comunque, la anticipazioni sulla formulazione definitiva (che arriverà ovviamente in Aula col maxiemendamento) parlano di un fondo "simbolico" (che ammonterebbe per il primo anno a cinque milioni di euro), finanziato anche da cinque per cento dei dividendi delle società pubbliche come Eni ed Enel e dagli introiti derivanti dalla "riduzione dei costi della politica". L'entità delle assunzione saranno poi definite in base alle reali entrate affluenti al Fondo, e sarà inoltre un decreto ad hoc, da emanarsi entro quattro mesi, a stabilire le procedure per l'assunzione.

(baz)  11 dic 16:43

 

 


 

 

 

La PignattA n° 23. Fondi dormienti: massima correttezza nella loro gestione e destinazione

Di Mauro Novelli  8-12-2006

 

Parliamoci chiaro: i fondi dormienti detenuti in banche, in finanziarie, in posta non sono res nullius, né sono degli enti in cui sono stati dati in deposito, o dello Stato. Sono di concittadini ( o di loro aventi causa) che per i motivi più diversi, in genere non volontari e di norma improvvisi ed imprevisti, perdono la capacità di esercitare il loro diritto di creditori e/o traccia di quelle proprietà: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e di volere, altri guai totalmente invalidanti. Molto spesso, tali accidenti coinvolgono persone che non hanno voluto mettere a parte – neanche i familiari più stretti -  dei loro rapporti finanziari con banche, posta, finanziarie. Se hanno avuto l’ “accortezza” di tenere nascosta documentazione di qui rapporti (magari conservandola in cassette di sicurezza), parenti o conoscenti non verranno mai a conoscenza di quella attività. Si consideri inoltre che l’aumento impetuoso di famiglie costituite da singles causerà una parallela crescita di “amnesie finanziarie”.

Finora le banche si son guardate bene dal porre in essere azioni di recupero di loro clienti o di loro aventi causa (eredi, tutori ecc.). Al contrario, hanno acquisito grande professionalità nell’attivare gli strumenti più efficaci qualora dovessero recuperare loro posizioni creditorie (commissioni non percepite, conti con saldi a debito ecc.).

Valutazioni delle entità dei fondi dormienti parlano di 13 miliardi di euro (Bankitalia si attesta sui 10 miliardi). A nostro avviso sono di gran lunga superiori: dobbiamo infatti considerare non solo i classici deposi (conti correnti e libretti di risparmio) ma  soprattutto vanno coinvolti i dossier titoli a custodia e  i contenuti di cassette di sicurezza, di gran lunga di maggiore consistenza rispetto ai depositi, ed ogni altro fondo detenuto nelle casse di banche, posta, finanziarie per altri motivi (pegno, garanzia ecc.)

Il legislatore ha cominciato ad interessarsi di questi fondi, ma a nostro avviso in maniera grossolana ed impropria. Una proposta di legge indica nell’acquisizione di quei fondi per poter risarcire i colpiti dai tango bonds. Insomma, le banche hanno massacrato il risparmio degli italiani e se la scampano perché i massacrati verranno (pur parzialmente) soddisfatti da fondi di altri depositanti. Ancora una volta, alle banche starà benissimo, soprattutto se l’iniziativa dovesse fornire vie d’uscita tombali alle loro responsabilità.

Ecco la proposta (minima):

Devono essere interessati tutti i fondi detenuti a vario titolo in banca, in società finanziarie e fiduciarie, in posta: depositi su conti correnti e libretti di deposito, dossier titoli a custodia, depositi in cassette di sicurezza, o nelle casse delle banche per altri motivi (pegno, garanzia ecc.).

Deve essere definito un periodo di non movimentazione inferiore comunque ai 10 anni.

Prima di porre in essere la procedura di destinazione, i debitori (banche, posta, finanziarie) devono procedere:

- alla comunicazione ultimativa ( con data certa) delle procedure di destinazione dei fondi ai clienti interessati. L’indirizzo sarà necessariamente l’ultimo conosciuto. In caso di contestazione, le comunicazioni devono essere inviate a tutti i contestatari agli ultimi indirizzi conosciuti o a quelli indicati all’atto dell’apertura del conto (riportati dai documenti di riconoscimento presentati). La stessa lettera si invierà anche all’eventuale delegato.  

- Trascorsi sei mesi dall’invio della lettera, la banca procederà alla indicazione degli elenchi alla Banca d’Italia (o alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) dei riferimenti anagrafici (non di quelli bancari) dei nominativi dei titolari di conto, di libretto, di custodia titoli ecc. non movimentati negli ultimi 7 anni (o per il periodo definito). La comunicazione darà indicazione dei termini procedurali di destinazione dei fondi, comunicando che se i diretti interessati o gli  eventuali aventi causa  (eredi, tutori ecc.) non si presenteranno entro un periodo da definirsi, i saldi verranno girati dalla banca al conto di gestione di Bankitalia che poi li accrediterà alla Banca Depositi e Prestiti per essere gestiti come da legge.

4)   Devono essere garantiti i diritti dei titolari che si presenteranno entro il ventesimo anno dall’ultima movimentazione e potranno dimostrare di aver titolo sui fondi.