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PRIVILEGIA NE IRROGANTO di Mauro
Novelli
DOSSIER “FONDI DORMIENTI”
FONDI DORMIENTI: fuoco di sbarramento – Dossier (lavori in
corso)#top
INDICE
Conti correnti Suona la sveglia
per i conti dormienti (Da miaeconomia 06/02/2008)
Articoli al 6 febbraio 2008
Articoli dal 3 al 31 gennaio 2008
L’Unità
6-6-2007 conti "dormienti" per le vittime dei crack Sì del
Consiglio dei ministri al decreto sull'utilizzo dei depositi bancari rimasti
inattivi per 10 anni di Bianca Di Giovanni
Consiglio dei Ministri n. 54 del
5 giugno 2007 Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti
Il risparmio tradito un'altra volta
Il regolamento sui depositi inutilizzati costerà più di 800
milioni al sistema finanziario I conti dimenticati finiranno in un fondo antifrodi.
Atteso a giorni il via libera del Cdm.
Milano finanza 30-5-2007 Il
risparmio tradito un'altra volta I c/c dormienti per ristorare le vittime dei
crac resteranno alle banche se inferiori a 100 €. Pronto il
regolamento che attua la Finanziaria. Andrea Bassi.
Il Sole 24
Ore 30-5-2007 Al traguardo il decreto sui conti “dormienti”.
Il Consiglio n°
48. 2
(21-1-2007) Fondi dormienti in banca ( e in
assicurazione). Come evitare che si perda traccia dei depositi. 2
Il PuntO n° 95. (4-1-2007. 4) Governanti & banche. Fondi dormienti:
chi osa toccarli? Di Mauro Novelli
Da epistemes.org
19-12-2006 Conti dormienti e diritto di proprietà di Benedetto
Della Vedova e Piercamillo Falasca. 7
Il PuntO n° 92. 10
(15-12-2007) Fondi
dormienti. Le banche hanno tremato!. Tranquille! Ci sono i politici
famigli..! di M. Novelli 10
DA Agipress - Notizia n.9592 - del 14/12/2006 -
19.00.20 Scontri sui "fondi
dormienti" 13
Da www.voceditalia.it 13-12-2006 .Finanziaria I conti
dormienti 14
Da La Padania 12-12-2006 - Nuove assunzioni
indiscriminate. L’Unione sistema i precari amici 15
Dal Corriere della Sera 12-12-2006 Finanziaria, nuove
risorse per i precari 18
Da Ansa - Finanziaria: Morando, Conti Dormienti Prima A
Fondo Anticrac 20
Da Repubblica 11-12-06 FINANZIARIA: ANCHE TAGLIO COSTI POLITICA
A FAVORE PRECARI 21
Da Il Velino 11-12-2006
(POL) Finanziaria: riaperti i giochi, è
polemica sui precari della PA. 21
La PignattA n° 23. (8-12-2006) Fondi dormienti: massima
correttezza nella loro gestione e destinazione. di M. Novelli 23
Conti correnti Suona la
sveglia per i conti dormienti (Da miaeconomia 06/02/2008)
Il ministero
dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati dall'Associazione
bancaria italiana sulla disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr
116/07, ha approvato la linea di condotta che le banche dovranno seguire per
avvisare chi ha dimenticato, per almeno dieci anni, le somme depositate in un
libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore. Si tratta dei
cosiddetti conti dormienti, ovvero depositi
di denaro, preziosi, libretti di risparmio, assegni circolari mai rimborsati,
titoli azionari o obbligazionari appartenenti a persone decedute o scomparse
che non risultano più movimentati. Il decreto presidenziale prevede
che i conti correnti bancari che per dieci anni non subiranno movimenti
vengano raccolti in un fondo che sarà utilizzato, come stabilito dalle
passate leggi finanziarie, per le vittime dei crack, per funzioni di
utilità sociale, per la stabilizzazione dei precari nella pubblica
amministrazione. Il passaggio al Fondo non sarà automatico, dopo l'inattività,
in quanto l'intermediario finanziario dovrà dare comunicazione agli
interessati o a terzi delegati (con una raccomandata con ricevuta di ritorno)
dell'estinzione del conto. Di fatto il conto sarà estinto solo dopo
180 giorni da questa comunicazione. Basterà, comunque, anche un
piccolo movimento in questi sei mesi per annullare la procedura avviata. E in
ogni caso gli interessati potranno sempre fare opposizione al provvedimento
preso. A gestire il Fondo sarà un'apposita Commissione nominata dal ministro
dell'Economia. Così entro il prossimo 17 febbraio banche,
assicurazioni e intermediari dovranno allertare i titolari dei conti
già dormienti al 17 agosto
scorso, data di entrata in vigore del Dpr 116. In generale,
l'intermediario spedirà una raccomandata al titolare del rapporto,
all'ultimo indirizzo conosciuto, con l'invito a effettuare un'operazione
entro 180 giorni per "svegliare" il conto. Altrimenti le somme
vanno dirottate verso il fondo creato per risarcire le vittime dei crack finanziari
e da cui si attingerà anche per stabilizzare i precari della Pa. Per i
depositi al portatore cambiano, invece, le modalità di allerta. La
banca esporrà presso le filiali e sul proprio sito web un avviso che
informa sulle norme dedicate ai conti dormienti. E poi, a cadenza
fissa, predisporrà un elenco dei depositi divenuti dormienti nel periodo di
riferimento, indicando la banca emittente, il tipo di deposito e il numero
identificativo. Come l'avviso, l'elenco viene messo a disposizione presso le
filiali e sul sito della banca: dal momento della sua diffusione decorrono i
180 giorni per movimentare le somme. L'Abi ha anche chiarito che, ai titolari
di più rapporti (come un conto corrente e un dossier titoli) presso la
stessa banca, basta movimentarne uno per svegliare anche gli altri. Per
cauzioni, garanzie e pignoramenti, i dieci anni decorrono da quando le somme
sono disponibili. Le banche, inoltre, non devono versare le somme al fondo
salva- crack anche se reclamate dal titolare solo dopo la pubblicazione, da effettuare
entro il 31 marzo di ogni anno su un quotidiano nazionale e sul sito web
dell'Economia, dell'elenco dei depositi non movimentati nonostante l'avviso.
Il ministero conferma infine che solo le operazioni effettuate dal titolare
del rapporto o da un suo delegato interrompono la dormienza del conto, mentre
non bastano quelle fatte da un terzo non delegato. 0 voti - › Vota
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Articoli al 6-2-2008
Titoli al
portatore, allarme dormienza ( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-02-2008)
Argomenti:
Fondi
dormienti
Abstract: fondo
salva-crack. Il ministero dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati
dall'Abi sulla disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr 116/07, ha,
tra l'altro, approvato la linea di condotta che le banche dovranno seguire
per avvisare chi ha "dimenticato", per almeno dieci anni, le somme
depositate in un libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore.
CIRCOLARE ABI SUI
CONTI DORMIENTI E I TITOLI AL PORTATORE ( da "Wall
Street Italia" del 06-02-2008)
Argomenti:
Fondi
dormienti
Abstract: Circolare
Abi sui conti dormienti e i titoli al portatore -->Attenzione agli
elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle banche,con l'indicazione dei
depositi al portatore che rischiano di cedere al sonno e, quindi, transitare
nel fondo.
Articoli
Titoli al portatore, allarme
dormienza
(sezione: Fondi dormienti)
( da "Sole 24 Ore, Il" del
06-02-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Il
Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2008-02-06 - pag: 33 autore:
Risparmio. Circolare Abi alle banche Titoli al portatore, allarme dormienza
ROMA Attenzione agli elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle banche,con
l'indicazione dei depositi al portatore che rischiano di cedere al sonno e,
quindi, transitare nel fondo salva-crack. Il ministero
dell'Economia, rispondendo a una serie di quesiti sollevati dall'Abi sulla
disciplina dei conti dormienti contenuta nel Dpr 116/07, ha, tra l'altro, approvato la linea
di condotta che le banche dovranno seguire per avvisare chi ha
"dimenticato", per almeno dieci anni, le somme depositate in un
libretto di risparmio o in un altro strumento al portatore. Domande e
risposte sono state raccolte in una circolare Abi. Si tratta di indicazioni
tanto più attese perché entro il prossimo 17 febbraio banche,
assicurazioni e intermediari dovranno allertare i titolari dei conti
già dormienti al 17 agosto scorso, data di
entrata in vigore del Dpr 116.
In generale, a suonare il campanello d'allarme
è una raccomandata che l'intermediario deve inviare al titolare del
rapporto, all'ultimo indirizzo conosciuto, con l'invito a effettuare
un'operazione entro 180 giorni per " svegliare" il conto.
Altrimenti le somme vanno dirottate verso il fondo creato per risarcire le
vittime dei crack finanziari e da cui si attingerà anche per
stabilizzare i precari della Pa. Per i depositi al portatore cambiano le
modalità di allerta. La banca espone presso le filiali e sul proprio
sito web un avviso che informa sulle norme dedicate ai conti dormienti. E poi, a cadenza fissa, predispone un elenco
dei depositi divenuti dormienti nel periodo di
riferimento, indicando la banca emittente, il tipo di deposito e il numero
identificativo. Come l'avviso, l'elenco viene messo a disposizione presso le
filiali e sul sito della banca: dal momento della sua diffusione decorrono i
180 giorni per movimentare le somme. Le risposte all'Abi chiariscono inoltre
che, ai titolari di più rapporti (come un conto corrente e un dossier
titoli) presso la stessa banca, basta movimentarne uno per svegliare anche
gli altri. Per cauzioni, garanzie e pignoramenti, i dieci anni decorronoda
quando le somme sono disponibili. Ancora: le banche non devono versare le
somme al fondo salva- crack anche se reclamate dal titolare solo dopo la
pubblicazione, da effettuare entro il 31 marzo di ogni anno su un quotidiano
nazionale e sul sito web dell'Economia, dell'elenco dei depositi non
movimentati nonostante l'avviso. Il ministero conferma infine che solo le
operazioni effettuate dal titolare del rapporto o da un suo delegato
interrompono la dormienza del conto, mentre non bastano quelle fatte da un
terzo non delegato. V.M. www.ilsole24ore.com/norme La circolare Abi con le
risposte del ministero.
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CIRCOLARE ABI SUI CONTI
DORMIENTI E I TITOLI AL PORTATORE
(sezione: Fondi dormienti)
( da "Wall Street
Italia" del
06-02-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Circolare
Abi sui conti dormienti e i titoli al portatore
-->Attenzione agli elenchi, cartacei e telematici, redatti dalle
banche,con l'indicazione dei depositi al portatore che rischiano di cedere al
sonno e, quindi, transitare nel fondo.
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Articoli
dal 3 al 31 gennaio 2008
Risparmio: codice Iban, assegni, contanti: cosa cambia ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del
03-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
Assegni, codice Iban, contanti: un calendario pieno di
novità ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del
04-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
Chi tocca i conti che dormono in banca La nuova normativa che
sta per entrare in vigore ri ( da "Stampa, La" del
12-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
Si rischia un'esplosione di cause giuridiche ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
15-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
Conti dormienti, un aiuto per le vittime dei crac ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
15-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
Conti dormienti arriva la firma ( da "Milano Finanza (MF)" del
16-01-2008)
Argomenti: Fondi
dormienti
( da "Sole
24 Ore Online, Il" del 03-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Risparmio: codice Iban, assegni,
contanti: ecco che cosa cambia di Matteo Prioschi commenti - | | 1 GENNAIO
2008 Un 2008 carico di novità nei rapporti tra banche e clienti. Buona
parte sono effetto di disposizioni introdotte per tutelare i
risparmiatori-investitori alla luce di eventi del recente passato o per
migliorare la situazione esistente. In altri casi si tratta di conseguenze di
provvedimenti che hanno altri obiettivi (ad esempio contrastare il riciclaggio
di denaro) ma che vanno a incidere anche su pratiche quotidiane. Inoltre non
mancano iniziative volontarie del mondo bancario nel complesso o di alcuni
istituti di credito. Conti dormienti Il
conto alla rovescia per i conti dormienti si sta
avvicinando alla fine. Banche, intermediari finanziari, assicurazioni, Sim,
Sgr e Poste hanno tempo fino al 17 febbraio per contattare i titolari dei
conti non movimentati da 10 anni. Tali depositi sono infatti destinati
ad alimentare il fondo che verrà utilizzato per risarcire le vittime
di frodi finanziarie (come Parmalat e Cirio) ma anche per stabilizzare i
precari del settore pubblico. Il Dpr 116/07 prevede che, a fronte di un conto
non movimentato, gli intermediari debbano contattare il titolare tramite
raccomandata con ricevuta di ritorno. Una volta ricevuta la lettera, ci sono
altri 180 giorni di tempo entro i quali movimentare le somme, bloccando
così la procedura di trasferimento. In mancanza di operazioni, le
banche e gli altri intermediari hanno quattro mesi per dirottare gli importi
sul fondo. Tenuto conto del fatto che il titolare del conto potrebbe aver
cambiato indirizzo o essere deceduto, la notifica potrebbe riservare qualche
difficoltà (non a caso tra i provvedimenti previsti dal Bersani ter
che potrebbe vedere la luce nel 2008 è incluso l'obbligo di indicare,
in fase di apertura di un rapporto, tre persone da contattare a fronte di due
anni di inattività di un conto). Il meccanismo di utilizzo delle somme
derivanti da questa operazione sarà definito da un regolamento
attuativo del ministero dell'Economia che ancora non è stato varato.
La bozza prevede, comunque, l'accesso al risarcimento dei risparmiatori che
hanno subito un danno per violazione delle norme di comportamento da parte
delle banche o altri intermediari, che si sia arrivati a una sentenza in
giudicato o a un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato
risarcito in tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se
tutte queste condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di
100mila euro per singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto
all'accesso al fondo, ci sono regole di priorità. Nell'ordine, le
vittime di frodi, chi ha redditi lordi fino a 40mila euro, chi ha subito
danni fino a 50mila euro e chi non ha avuto risarcimenti parziali. Assegni e
contanti Dal 30 aprile, in seguito alle norme sull'antiriciclaggio, si
dovranno fare i conti con nuove disposizioni su assegni e banconote:
scenderà da 12.500
a 5mila euro il limite per il trasferimento di somme
in contanti, libretti e assegni al portatore. In pratica non si potranno fare
acquisti o pagare compensi per valori superiori a 5mila euro utilizzando le
banconote. I libretti di assegni, ma anche gli assegni circolari di importo
inferiore a 5mila euro, a loro volta, verranno emessi con la clausola di non
trasferibilità. Il cliente potrà richiedere per iscritto
assegni trasferibili pagando un'imposta di bollo di 1,5 euro. Per effettuare
la "girata" sarà comunque necessario indicare il codice
fiscale del girante. Libretti di risparmio Sempre in tema di antiriciclaggio,
è prevista la riduzione a 5mila euro del saldo massimo ammesso sui
libretti di deposito bancari o postali al portatore. A fronte di giacenze
superiori al nuovo limite i libretti devono essere estinti oppure si
dovrà procedere alla riduzione del saldo entro il 30 giugno 2009.
Infine, è vietata l'apertura di conti o di libretti di risparmio
anonimi o con intestazione fittizia. Mifid È già entrata in
vigore ma gli obblighi previsti saranno completati nei prossimi mesi, dato
che c'è tempo fino al 30 giugno: è la normativa europea Mifid (
Markets in financial instruments directive) che impone agli intermediari il
rispetto di alcuni punti fissi al fine di migliorare il rapporto con la clientela
nonché fornire informazioni chiare e corrette, facilitando così le
decisioni dei risparmiatori. Tra le disposizioni c'è l'aggiornamento
(che deve essre completato entro la fine di giugno) del profilo finanziario
dei clienti da parte delle banche e la loro classificazione in tre grandi
categorie: a controparti qualificate, clientela professionale o in clientela
retail. Per questo si dovrà compilare un questionario così da
fornire all'istituto di credito tutte le informazioni necessarie sul proprio
profilo e, in particolare, quelle per valutare la conoscenza dello strumento
di investimento da parte del cliente, definire la situazione finanziaria
dello stesso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
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( da "Sole
24 Ore Online, Il" del 04-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Risparmio: codice Iban, assegni, contanti:
ecco che cosa cambia di Matteo Prioschi commenti - | | 1 GENNAIO 2008 Le
scadenze per il risparmiatore Parte dai bonifici il codice europeo del conto
corrente Un 2008 carico di novità nei rapporti tra banche e clienti.
Buona parte sono effetto di disposizioni introdotte per tutelare i
risparmiatori-investitori alla luce di eventi del recente passato o per
migliorare la situazione esistente. In altri casi si tratta di conseguenze di
provvedimenti che hanno altri obiettivi (ad esempio contrastare il
riciclaggio di denaro) ma che vanno a incidere anche su pratiche quotidiane.
Inoltre non mancano iniziative volontarie del mondo bancario nel complesso o
di alcuni istituti di credito. Conti dormienti Il conto alla rovescia per i conti dormienti si sta
avvicinando alla fine. Banche, intermediari finanziari, assicurazioni, Sim,
Sgr e Poste hanno tempo fino al 17 febbraio per contattare i titolari dei
conti non movimentati da 10 anni. Tali depositi sono infatti destinati
ad alimentare il fondo che verrà utilizzato per risarcire le vittime
di frodi finanziarie (come Parmalat e Cirio) ma anche per stabilizzare i
precari del settore pubblico. Il Dpr 116/07 prevede che, a fronte di un conto
non movimentato, gli intermediari debbano contattare il titolare tramite raccomandata
con ricevuta di ritorno. Una volta ricevuta la lettera, ci sono altri 180
giorni di tempo entro i quali movimentare le somme, bloccando così la
procedura di trasferimento. In mancanza di operazioni, le banche e gli altri
intermediari hanno quattro mesi per dirottare gli importi sul fondo. Tenuto
conto del fatto che il titolare del conto potrebbe aver cambiato indirizzo o
essere deceduto, la notifica potrebbe riservare qualche difficoltà
(non a caso tra i provvedimenti previsti dal Bersani ter che potrebbe vedere
la luce nel 2008 è incluso l'obbligo di indicare, in fase di apertura
di un rapporto, tre persone da contattare a fronte di due anni di
inattività di un conto). Il meccanismo di utilizzo delle somme
derivanti da questa operazione sarà definito da un regolamento
attuativo del ministero dell'Economia che ancora non è stato varato.
La bozza prevede, comunque, l'accesso al risarcimento dei risparmiatori che
hanno subito un danno per violazione delle norme di comportamento da parte delle
banche o altri intermediari, che si sia arrivati a una sentenza in giudicato
o a un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato risarcito
in tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se tutte queste
condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di 100mila euro per
singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto all'accesso al fondo,
ci sono regole di priorità. Nell'ordine, le vittime di frodi, chi ha
redditi lordi fino a 40mila euro, chi ha subito danni fino a 50mila euro e
chi non ha avuto risarcimenti parziali. Assegni e contanti Dal 30 aprile, in
seguito alle norme sull'antiriciclaggio, si dovranno fare i conti con nuove
disposizioni su assegni e banconote: scenderà da 12.500 a 5mila euro il
limite per il trasferimento di somme in contanti, libretti e assegni al
portatore. In pratica non si potranno fare acquisti o pagare compensi per
valori superiori a 5mila euro utilizzando le banconote. I libretti di
assegni, ma anche gli assegni circolari di importo inferiore a 5mila euro, a
loro volta, verranno emessi con la clausola di non trasferibilità. Il
cliente potrà richiedere per iscritto assegni trasferibili pagando
un'imposta di bollo di 1,5 euro. Per effettuare la "girata"
sarà comunque necessario indicare il codice fiscale del girante.
Libretti di risparmio Sempre in tema di antiriciclaggio, è prevista la
riduzione a 5mila euro del saldo massimo ammesso sui libretti di deposito
bancari o postali al portatore. A fronte di giacenze superiori al nuovo
limite i libretti devono essere estinti oppure si dovrà procedere alla
riduzione del saldo entro il 30 giugno 2009. Infine, è vietata
l'apertura di conti o di libretti di risparmio anonimi o con intestazione
fittizia. Mifid È già entrata in vigore ma gli obblighi
previsti saranno completati nei prossimi mesi, dato che c'è tempo fino
al 30 giugno: è la normativa europea Mifid ( Markets in financial
instruments directive) che impone agli intermediari il rispetto di alcuni
punti fissi al fine di migliorare il rapporto con la clientela nonché fornire
informazioni chiare e corrette, facilitando così le decisioni dei
risparmiatori. Tra le disposizioni c'è l'aggiornamento (che deve essre
completato entro la fine di giugno) del profilo finanziario dei clienti da
parte delle banche e la loro classificazione in tre grandi categorie: a
controparti qualificate, clientela professionale o in clientela retail. Per
questo si dovrà compilare un questionario così da fornire
all'istituto di credito tutte le informazioni necessarie sul proprio profilo e,
in particolare, quelle per valutare la conoscenza dello strumento di
investimento da parte del cliente, definire la situazione finanziaria dello
stesso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
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( da "Stampa,
La" del 12-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Guardante
le procedure per il controllo dei cosiddetti conti dormienti sta scatenando discussioni e polemiche. I conti dormienti - tra i 12 ed i 15 miliardi di euro - sono depositi di
denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari mai
rimborsati, azioni o obbligazioni, non più movimentati da 10 anni.
Banche, finanziarie e assicurazioni dovranno contattare i titolari; qualora
non arrivasse risposta, i conti sarebbero soggetti a confisca. I soldi
andrebbero a finire in parte in un fondo di risarcimento delle vittime di
frodi finanziarie e in parte sarebbero utilizzati per stabilizzare le
posizioni di lavoro precario del settore pubblico. Nella sostanza l'intento
della legge è di rendere più trasparente il rapporto fra banche
e clienti nell'ambito delle norme antiriciclaggio. Fin qui tutto bene, ma in
merito all'esproprio forzoso delle somme dei conti per cui non sarà
ricevuta risposta e all'utilizzo di tali somme qualche riflessione si rende
necessaria. Per quanto concerne l'esproprio forzoso, si tratta di
un'operazione al limiti della legalità in senso puramente formale ed
esecrabile dal punto di vista morale, in quanto nella maggior parte dei casi
va a colpire i risparmi di una vita di un anziano, che ha aperto tali conti
proprio con l'intento di movimentarli il meno possibile per avere una vecchiaia
tranquilla al riparo da rovesci finanziari o come copertura per i rischi da
malattie improvvise, oppure gli eredi inconsapevoli che si vedono privati dei
loro diritti. Chi salverá infatti gli anziani meno informati o peggio quelli
malati o immobilizzati a letto da questo prelievo forzoso? GIUSEPPE DALLEMORE
Rispondo citando le spiegazioni che fornisce in una delle sue guide pratiche
il Portale del Consumatore del Lazio: "La devoluzione al Fondo non
sarà automatica, in quanto l'intermediario finanziario deve dare
comunicazione agli interessati o a terzi delegati (con una raccomandata con
ricevuta di ritorno) dell'estinzione del conto e di fatto il conto
sarà estinto solo dopo 180 giorni effettuata questa comunicazione.
Basterà anche un piccolo movimento in questi sei mesi per annullare la
procedura avviata. E in ogni caso gli interessati potranno sempre fare
opposizione al provvedimento preso. A gestire il Fondo sarà
un'apposita Commissione nominata dal ministro dell'Economia e ancora è
necessario un ulteriore passaggio normativo attraverso l'emanazione di
Regolamenti. Prevista anche una fase transitoria: per i conti già
inattivi da dieci anni gli intermediari dovranno inoltrare le comunicazioni
entro sei mesi dalla data di pubblicazione del decreto in questione e gli
interessati avranno altri quattro mesi per dare una risposta o per fare
qualche movimento sul conto che ne blocca così l'estinzione".
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( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
15-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Lavoro e Opportunità Pagina
11027 Da parte dei titolari dei depositi Si rischia un'esplosione di cause
giuridiche Da parte dei titolari dei depositi di Vincenzo Ricciuto * -->
di Vincenzo Ricciuto * Sono sempre più frequenti i provvedimenti
normativi che nel perseguimento di politiche economiche e finanziarie
pubbliche finiscono per incidere sulla sfera economica privata dei cittadini,
sui loro diritti a disporre dei propri beni e dei propri soldi come meglio
credono. Così dopo il tema della tracciabilità dei pagamenti
che pone seri problemi alla riservatezza delle persone, oggi si interviene
sui cosiddetti conti dormienti, ovvero quei depositi
presso istituti bancari e finanziari sui quali non sia stata effettuata
alcuna operazione da oltre dieci anni. Lo Stato si intromette nel normale
andamento di un rapporto contrattuale privato (istituto di
credito-risparmiatore), governato sino ad oggi dalle regole del Codice
civile, integrate esclusivamente dall'accordo delle parti. Il legislatore
intanto non si preoccupa di dettare norme applicabili solo per il futuro; ha
infatti imposto norme di fatto retroattive, che incidono su quei rapporti
contrattuali che quando sono sorti non contemplavano la possibilità di
estinzione per inerzia del contraente risparmiatore e conseguente
destinazione delle somme private a un fondo pubblico. Si
pone poi un problema ulteriore: cosa può e deve fare il soggetto terzo
(creditore, erede) avente diritto nei confronti del titolare del conto
dormiente? Sul punto, la normativa (Decreto presidenziale numero 116/2007)
tace e a poco serve, nella sostanza, alla tutela dei diritti di terzi
creditori la mera previsione della pubblicazione dell'elenco, ogni
anno, dei conti dormienti. Si può fortemente
dubitare sull'efficace opponibilità giuridica di una tale
pubblicazione a terzi che reclamino somme di danaro nei confronti del
titolare del deposito dormiente. E si può giurare sulla esplosione e
proliferazione di cause e iniziative giudiziali e conseguenti aumenti dei
costi di giustizia. E ancora: come la mettiamo con il diritto alla privacy
quando si prevede, appunto, che si pubblichi l'elenco dei titolari dei conti dormienti, così scoprendo che Tizio è
titolare di uno o più depositi bancari, con buona pace di ogni tutela
della nostra sfera privata, anche economica? Si dirà: ma la normativa
prevede che i soldi depositati nei conti risultati dormienti
andranno in un fondo pubblico a beneficio di cittadini vittime di crac
finanziari (Parmalat, Cirio) e dunque la scelta del legislatore appare
meritoria. Ma, a ben vedere, chi è, normalmente, il titolare di un
conto dormiente? Sicuramente il cittadino debole, il piccolo risparmiatore
che non compie abitualmente operazioni finanziarie come invece fa il medio o
grande investitore. Con la conseguenza che finisce per realizzarsi una sorta
di partita di giro: si toglie al cittadino più debole per risarcire,
in parte, un altro consumatore, vittima di imprese pubbliche o private
fallimentari, spesso protette da politiche pubbliche sciagurate. Insomma,
pagheranno, a turno, sempre le stesse persone. * Docente di Diritto privato
Università di Sassari.
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( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
15-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
Lavoro e Opportunità Pagina
11027 Conti dormienti, un aiuto per le vittime dei
crac Nascerà un fondo per risarcire privati e imprese Risorse anche
per stabilizzare i precari della Pa --> Nascerà un fondo per
risarcire privati e imprese Risorse anche per stabilizzare i precari della Pa
Un "tesoretto" fantasma si aggira negli sportelli bancari. Sono i
conti correnti dormienti, ossia depositi
inutilizzati per dieci anni che il Governo ha deciso di far confluire in un
fondo per risarcire le vittime dei crac finanziari (Cirio, Parmalat e bond
argentini) e per stabilizzare i precari della Pubblica amministrazione.
L'ammontare è ancora impreciso. Le prime stime parlano di 10-15
miliardi di euro. COSA SONO Entro il 2008 sarà definito il regolamento
del ministero dell'Economia, che fisserà l'operatività del
fondo. Successivamente, come prevede il dpr 116/2007, potrà affluire
il denaro di quei conti bancari che - per la durata di dieci anni - non
mostrano neppure un movimento, un prelievo o un versamento. Secondo la legge
bancaria, se nessuno reclama il conto, la banca non ha l'obbligo di cercare
gli eredi per l'Italia e, di solito, trasferisce la cifra alla sede centrale
dell'istituto, in attesa che qualcuno la rivendichi. L'AMMONTARE L'Abi,
l'associazione bancaria italiana, afferma di non essere in grado di fornire
alcun dato in proposito, ma esprime un giudizio positivo su un provvedimento
"in linea con quanto avviene in altri Paesi". L'unica cifra
è quella delle associazioni dei consumatori, che parlano di una
forchetta fra i 10 e i 15 miliardi di euro. I conti bancari in Italia sono
oltre 40 milioni, si ipotizza che circa 500 mila siano quelli fermi da anni.
I BENEFICIARI Il dpr 116/2007 prevede l'accesso al risarcimento dei
risparmiatori che hanno subìto un danno per violazione delle norme di
comportamento da parte delle banche o di altri intermediari. Ma non solo.
È anche necessario che si sia arrivati a una sentenza in giudicato o a
un lodo arbitrale non impugnabile, che il danno non sia stato risarcito in
tutto o in parte e che l'importo sia di almeno mille euro. Se tutte queste
condizioni sono rispettate, è previsto un tetto di 100 mila euro per
singolo risarcimento (da commisurare al danno). Quanto all'accesso al fondo,
ci sono regole di priorità. Nell'ordine: le vittime di frodi, chi ha
redditi lordi fino a 40 mila euro, chi ha subito danni fino a 50 mila euro e
chi non ha avuto risarcimenti parziali. I TEMPI Il trasferimento dei conti dormienti non sarà automatico. Secondo il dpr
116/2007, banche, sim, società di gestione, Poste, assicurazioni dovranno
informare, entro il 17 febbraio, il titolare del rapporto. Per evitare il
transito del denaro al fondo, il risparmiatore dovrà effettuare
un'operazione entro 180 giorni dalla comunicazione. È previsto,
inoltre, un elenco pubblico - con nomi, cognomi e date di nascita - dei
titolari dei conti dormienti. Entro il 31 marzo di
ogni anno gli intermediari comunicheranno il numero dei rapporti "dormienti" dell'anno precedente. Entro il 31 maggio
verseranno denaro e titoli al fondo, che sarà gestito da un'apposita
commissione nominata dal ministro dell'Economia. I COMMENTI La normativa,
infine, dice che rispetto al fondo per la stabilizzazione dei rapporti di
lavoro pubblici è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro da
reperire anche attingendo, fino al 20%, ai conti dormienti.
"Una precisazione condivisibile", commenta Pierpaolo Delogu,
rappresentante in Sardegna dell'Adusbef. "Credo che nei conti dormienti siano nascosti più dei 10 miliardi
stimati. Anche per questo è giusto utilizzarli al meglio, altrimenti
andrebbero perduti". Nell'isola, prosegue Delogu, "i truffati dai
casi Parmalat, Cirio e Tango Bond sono diverse migliaia". Anche per il
Codacons la notizia è positiva, tanto più "perché si somma
alla class action: uno strumento che consente ai risparmiatori traditi dalle
banche di adire in massa alle azioni legali, contenendo fortemente i costi di
una causa". LANFRANCO OLIVIERI.
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( da "Milano
Finanza (MF)" del 16-01-2008)
Argomenti: Fondi dormienti
MF
Conti dormienti arriva la firma MA IL FONDO PARTIRà A GIUGNO.
Sarà operativo a giugno il regolamento sul fondo che
raccoglierà i depositi cosiddetti dormienti. Secondo le indiscrezioni raccolte da MF, il provvedimento
dopo la fine della fase di consultazione è ora alla firma del ministro
dell'Economia e delle Finanze,
Tommaso Padoa-Schioppa, ma quest'atto non esaurirà l'iter per rendere
operativo il fondo. Infatti, sottolineano ambienti governativi, è
atteso poi il vaglio e l'ok del Consiglio di Stato. Quindi con tutta
probabilità il regolamento, se non ci saranno problemi amministrativi,
il fondo potrebbe essere operativo intorno a giugno. La fase di consultazione
sulla bozza di regolamento predisposta dal dicastero di via Venti Settembre
si è conclusa il 18 dicembre. I tecnici del Tesoro potrebbero recepire
alcune osservazioni giunte dai soggetti interessati sulla bozza di
regolamento, ma l'impianto complessivo del provvedimento è destinato a
non subire notevoli cambiamenti. Anche se non è ancora noto
l'ammontare dei conti dormienti, nonostante
l'Adusbef presieduta da Elio Lannutti, lo stimi tra 10 e 15 miliardi di euro,
la ripartizione del fondo dovrebbe essere la seguente: 20% per la
stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione, come stabilito
dalla Finanziaria 2007. Il resto andrà a ricompensare le vittime dei
crack finanziari, come Cirio, Parmalat e Argentina. La bozza di regolamento,
che dal punto di vista politico è seguita dal viceministro
dell'Economia e delle Finanze, Roberto Pinza, stabilisce già l'ordine
di priorità dei risarcimenti: in testa le vittime di frode, chi ha
redditi lordi fino a 40 mila euro, i piccoli risparmiatori (con danni fino a
50mila euro) e chi non ha già avuto risarcimenti parziali.Non si
esclude comunque qualche correzione sulle regole per avere accesso agli
indennizzi. Da più parti sarebbero arrivati rilievi sulle procedure
per avere accesso agli indennizzi: il danno subito, infatti deve essere
accertato con una sentenza o con un lodo arbitrale definitivo. (riproduzione
riservata) MF - Denaro & Politica Numero 011, pag. 4 del
16/1/2008 Autore: Leo Soto.
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L’Unità
6-6-2007 conti "dormienti" per le vittime dei crack Sì del
Consiglio dei ministri al decreto sull'utilizzo dei depositi bancari rimasti
inattivi per 10 anni di Bianca Di Giovanni
i / Roma RISARCIMENTO Finalmente le vittime dei crack finanziari
potranno essere risracite. Il Consiglio dei ministri ha varato ieri il
decreto attuativo della norma sui depositi cosiddetti dormienti della
Finanziaria 2006. In
sostanza i conti correnti rimasti inattivi per 10 anni vengono devoluti a un
fondo destinato in gran parte (ma non solo) ai risparmiatori traditi.
Potranno così essere ricompensati delle perdite subite i cittadini
rimasti impigliati nelle reti di Parmalat, Cirio, bond Argentina. Secondo le
associazioni dei consumatori il "tesoro" dei conti dormienti
vale tra i 10 e i 15 miliardi "L'Adusbef - dichiara in una nota il
presidente Elio Lannutti - è lieta che finalmente il governo abbia
sbloccato il 'tesorò dei clienti confiscato dalle banche". Anche
se tra le associazioni non manca chi critica i tempi lunghi del provvedimento
e chi (sempre Lannutti) attacca i "vigilanti" (cioè
Bankitalia) per non aver chiesto una quantificazione esatta dei conti. Per
l'Abi, lassociazione dell banche, le misure varate sono "in linea con quelle
di altri Paesi". L'associazione, rivelano fonti vicine al vertice,
"non ha mai considerato negative queste norme ma anzi condivisibili.
L'unica preoccupazione era che gli adempimenti per rintracciare i clienti
titolari dei conti dormienti fossero troppo onerose per le banche.
Dalle prime anticipazioni del provvedimento sembra che non sia
così". Il testo varato ieri è solo il primo passo verso lo
sblocco delle risorse. Il decreto concede 6 mesi di tempo agli istituti dic
redito per chiudere lo stock di conti già arrivati alla scadenza
indicata (10 anni di inattività) ed altri 4 mesi per destinare le
risorse dal fondo alle famiglie colpite dai crack. Il provvedimento - sette
articoli di cui uno di norme transitorie, che tengono conto di una recente
pronuncia del Consiglio di Stato nonchè della normativa già
sperimentata in altri Paesi come Spagna, Francia e Irlanda - di fatto
scongela risorse "silenti", fornendo però delle garanzie
agli intestatari. Per questo occorre un lasso di tempo abbastanza lungo. considerato
che gli intermediari finanziari dovranno avvisare, o comunque provare a
rintracciare, gli interessati e nel frattempo dovranno essere approvati i
Regolamenti del ministero dell'Economia per la gestione del Fondo e per la
funzionalità dell'apposita commissione. "Non solo si dovranno
avvisare gli interessati - spiega il sottosegretario all'Economia Alfiero
Grandi - ma ci sarà anche un elenco pubblico, con nomi, cognomi e date
di nascita" delle persone che hanno dimenticato in qualche banca, alla
posta o all'assicurazione una certa cifra di denaro. "E in ogni caso
l'interessato potrà sempre fare opposizione" al provvedimento di
estinzione del conto. Dopo l'avviso da parte degli istituti del rischio di
estinzione del conto "fermo" da 10 anni, i titolari hanno 180
giorni di tempo per "farsi vivi". Se questo non accade, le risorse
vengono devolute al fondo, che in parte è destinato anche a finanziare
misure per i precari e per il sociale. La norma fu introdotta dall'ex
ministro Giulio Tremonti nel mezzo della bufera su Parmalat. Ma il testo era
di difficile attuazione, proprio perché non consentiva alle banche di
stornare i fondi senza incorrere in iregolarità. Di qui la
riscrittura nella finanziaria 2007, che ha anche allargato la platea di
beneficiari: non solo i risparmiatori traditi, ma anche (per circa il 20% del
totale) i lavoratori precari. "Un atto importante di giustizia
sociale", commenta il Verde Angelo Bonelli. Reazioni negative da FI.
"Scopiazzano Tremonti - dichiara Osvaldo Napoli - il risultato non
potrà che essere estremamente irrisorio".
Consiglio
dei Ministri n. 54 del 5 giugno 2007 Il Consiglio ha approvato i seguenti
provvedimenti:
5 Giugno 2007
La Presidenza
del Consiglio dei Ministri comunica:
Il Consiglio dei
Ministri si è riunito oggi alle ore 9,40 a Palazzo Chigi,
sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Segretario, il
Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.
su proposta del Ministro per le politiche europee, Emma Bonino,
e del Ministro dell’economia e delle finanze, Tommaso Padoa-Schioppa:
- un decreto legislativo che prevede misure di contrasto all’uso
del sistema finanziario per scopi legati al finanziamento del terrorismo e
dell’attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale;
l’Italia ottempera all’obbligo assunto in ambito comunitario e internazionale
(direttiva 2005/60, che viene organicamente recepita nel testo, Risoluzioni
del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e regolamenti comunitari
emanati ai sensi degli articoli 60 e 301 del Trattato istitutivo della CE)
istituendo il Comitato di sicurezza finanziaria che opera in sinergia con
analoghi organismi operanti all’estero e con l’Agenzia del demanio; il
provvedimento ha ricevuto il parere favorevole delle Commissioni
parlamentari;
su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze,
Padoa-Schioppa:
- un decreto
presidenziale, sul quale è stato acquisito il parere del Consiglio di
Stato, che in ottemperanza a quanto stabilito dalla legge finanziaria per il
2006 definisce la nozione di rapporto contrattuale bancario e assicurativo
“dormiente”, anche allo scopo di indennizzare i risparmiatori che, investendo
sul mercato finanziario, siano rimasti vittime di frodi finanziarie o abbiano
sofferto un danno ingiusto non risarcito in altro modo. I conti correnti
bancari o assicurativi che per dieci anni non abbiano subito alcuna
movimentazione da parte del titolare o di un delegato vengono dichiarati
“dormienti” e in quanto tali confluiscono in un fondo, già istituito
dalla predetta legge finanziaria e gestito da una apposita commissione. Tra i
risparmiatori che beneficeranno di queste norme vi sono coloro che hanno
sofferto un danno in conseguenza del default dei titoli obbligazionari
argentini;
Il risparmio tradito un'altra
volta Il regolamento sui depositi inutilizzati costerà più di
800 milioni al sistema finanziario I conti dimenticati finiranno in un fondo
antifrodi. Atteso a giorni il via libera del Cdm
Salasso da almeno 800 milioni in arrivo per banche,
assicurazioni, società di gestione del risparmio e Poste Italiane.
Questo, secondo quanto risulta a F&M, l'impatto dello schema di
regolamento (Dpr) in materia di depositi dormienti, che sarebbe stato esaminato
ieri nel pre-consiglio e che, probabilmente, sbarcherà in consiglio
dei ministri questa settimana. Il provvedimento istituisce il fondo di
garanzia destinato a risarcire risparmiatori travolti da crack e frodi
finanziarie. Primo fra tutti il ciclone dei bond argentini, espressamente
citato nella relazione illustrativa. La bozza di decreto, che ha già
acquisito parere favorevole del Consiglio di Stato, attende ora il sì
definitivo di Palazzo Chigi. Il fondo, già previsto dalla legge
finanziaria 2006 varata dal governo Berlusconi, sarà alimentato dai
conti correnti e dalle altre forme di deposito finanziario (titoli del debito
pubblico, azioni, quote di fondi di investimento) e assicurativo inutilizzati
per almeno 10 anni. Si tratta di una massa consistente di depositi, il cui
utilizzo ha scatenato una vera e propria bagarre tra associazioni di
categoria degli operatori finanziari da un lato e rappresentanti dei
consumatori dall'altro. Favorita anche dalla lunga gestazione del decreto,
che giunge al traguardo con circa un anno di ritardo. Nodo dello scontro il
concetto di "dormienza" di conti e depositi e il loro ammontare
minimo. La bozza di regolamento esclude gli importi inferiori a 100 euro e
vengono considerati dormienti tutti i depositi sui quali il titolare non
abbia effettuato alcuna operazione o movimentazione per almeno un decennio.
Per evitare confusioni il decreto precisa che il deposito deve essere
considerato inattivo anche se l'intermediario ha nel frattempo accreditato
interessi, distribuito dividendi o semplicemente inviato comunicazioni e
rendiconti. Il meccanismo di attivazione del fondo, su cui vigilerà
una commissione mista (ministero dell'Economia, Banca d'Italia, Consob, Isvap
oltre a un rappresentante dei consumatori), non sarà però automatico.
Per renderlo operativo e per consentire ai risparmiatori truffati di essere
risarciti serviranno, infatti, ulteriori complessi passaggi normativi. Nel
frattempo banche, assicurazioni e intermediari finanziari dovranno attivare
un massiccio invio di raccomandate per segnalare la giacenza dei depositi ai
titolari inerti che avranno sei mesi di tempo per "farsi vivi".
Dopo di che le somme saranno devolute al fondo, previa pubblicazione
dell'elenco dei prescritti sui giornali e sul sito web del ministero
dell'Economia.
Milano finanza 30-5-2007 Il
risparmio tradito un'altra volta I c/c dormienti per ristorare le vittime dei
crac resteranno alle banche se inferiori a 100 €. Pronto il
regolamento che attua la Finanziaria. Andrea Bassi.
I depositi non movimentati da almeno 10 anni saranno incamerati
dallo stato E il 20% degli incassi servirà per assumere i precari
della P.a. Quello dei conti dormienti sì che è un tesoretto.
Stime ufficiali non ne esistono, anche perché le banche sono restie a darle,
ma quelle ufficiose parlano di una somma che non dovrebbe allontanarsi troppo
dai 15 miliardi di euro. Questi soldi, come previsto dalle ultime due
Finanziarie, dovranno servire in parte per indennizza i risparmiatori traditi
dai crack Cirio, Parmalat e dai Tango bond, e in parte (il 20% come prevede
l'ultima manovra di bilancio) per assumere i 350 mila precari della pubblica
amministrazione. L'ultimo tassello è stato messo al suo posto. Il
ministero dell'economia ha redatto il regolamento necessario ad attuare le
misure della finanziaria, per il quale ha anche ottenuto il parere del
Consiglio di Stato. Il testo potrebbe essere discusso già nel prossimo
consiglio dei ministri e MF è in grado di anticiparne i contenuti. I
conti sono definiti dormienti, spiega l'articolo 2 del regolamento, se non
sono movimentati da almeno dieci anni. Ma lo stesso articolo riserva una
sorpresa che rischia di rivelarsi amara per i risparmiatori. 'L'applicazione
del presente regolamento', si legge, 'è esclusa nel caso in cui il
valore dei beni di cui al comma 1 non superi i 100 euro'. Insomma, sotto tale
cifra i conti dimenticati in banca potranno continuare a dormire sonni
tranquilli. Stime come detto non ne esistono, ma questa eccezione per la
quale avrebbero insistito le banche, potrebbe costituire la norma dei conti
dormienti. Il regolamento predisposto da Via XX Settembre, prevede che
l'intermediario deve inviare al titolare del rapporto, mediante lettera
raccomandata all'ultimo indirizzo conosciuto, l'invito ad impartire disposizioni
entro 180 giorni. Decorso inutilmente tale termine le somme verranno devolute
ad un fondo iscritto nello stato di previsione del ministero dell'economia e
delle finanze. Le banche dovranno comunicare entro il 30 marzo di ogni anno i
rapporti dormienti, che dovranno anche essere pubblicati mediante avviso
cumulativo su un quotidiano a diffusione nazionale e sul sito web del
ministero dell'Economia e delle finanze. Entro il 31 maggio, poi, denaro e
strumenti finanziari (che saranno monetizzati tramite procedure ad evidenza
pubblica), dovranno essere versati al fondo. La gestione di quest'ultimo
sarà affidata ad un'apposita Commissione nominata con decreto del
ministro dell'Economia e della quale faranno parte un presidente di sezione
del Consiglio di stato, un consigliere della Corte dei conti, un dirigente
del dipartimento del Tesoro, un dirigente della Banca d'Italia, un dirigente
della Consob, un dirigente dell'Isvap e un rappresentante dei risparmiatori
designato dal Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti presso il
ministero dello sviluppo economico. L'attivazione e il funzionamento del
fondo, poi, sono demandati ad altri regolamenti da emanare. (riproduzione
riservata) MF - Denaro & Politica
Numero 107, pag. 2 del 30/5/2007
Il Sole
24 Ore 30-5-2007 Al
traguardo il decreto sui conti “dormienti”.
Il regolamento verrà licenziato venerdì dal
Governo Al traguardo il decreto sui conti "dormienti" Un
"avviso" per evitare il passaggio al Fondo Marco Mobili ROMA Si
risveglia il "fondo dormienti". Dopo diciotto mesi di lavori,
pareri e riscritture,il Consiglio dei ministri di venerdì dovrebbe
licenziare il regolamento previsto dalla Finanziaria 2006 per risarcire i
risparmiatori vittime di frodi finanziarie o che hanno subito danni ingiusti.
Il decreto istitutivo del fondo - che sarà alimentato dagli importi
dei conti correnti e deirapporti bancari definiti come "dormienti
"dallo stesso sistema bancario, assicurativo e finanziario -ha passato
ieri il vaglio del preconsiglio, anche se con alcune osservazioni che saranno
poi discusse collegialmente. Particolarmente attesa la definizione di
"dormienti" e soprattutto il campo di applicazione: in passato
anche il Consiglio diStato aveva mosso osservazioni sul punto, tanto da
rispedire all'Economia lo schema di decreto. Secondo l'attuale versione del
testo, per "dormienti " si intendono tutti i rapporti contrattuali
fermi da 10 anni a partire dalla data di libera disponibilità delle
somme, degli strumenti e dei beni depositati. Il tutto, salvo ulteriori
limature dell'ultima ora. In sostanza,per dieci anni il titolare o un terzo
da lui delegato, con esclusione dell'intermediario, non deve aver realizzato
alcuna operazione o movimentazione. I rapporti interessati sono i depositi di
somme di denaro effettuati presso l'intermediario con l'obbligo di rimborso,i
depositi di strumenti finanziari in custodia e amministrazione, nonché i
contratti di assicurazione nei casi in cui l'assicuratore si impegna al
pagamento di una rendita o di un capitale al beneficiario a una data
prefissata. Al momento non rientrerebbero tra i conti dormienti, tutti i
depositi e i contratti il cui valore dei beni non superi i cento euro. Non
manca, peraltro, una clausola di salvaguardia a tutela del titolare del
conto: è esclusa qualsiasi "bollatura" automatica del
rapporto come dormiente. Il provvedimento impone, infatti, all'intermediario
di comunicare mediante raccomandata r/r al titolare del deposito il momento
in cui si verificano le condizioni di inattività del contratto. Il titolare
avrà 180 giorni di tempo per rispondere. In caso di silenzio il
contratto - qualificato a quel punto come"dormiente"-verrà
estinto con devoluzione al fondo di somme, titoli e valori. L'elenco completo
dei rapporti dormienti dovrà pervenire all'Economia entro il 31 marzo
di ogni anno, mentre entro il 31 maggio gli intermediari dovranno provvedere
a riversare al Fondo le somme di denaro, gli strumenti finanziari e gli altri
beni relativi ai contratti estinti. Per quanto riguarda gli strumenti finanziari
e tutti i beni diversi dal denaro saranno liquidati dal Fondo con appositi
bandi di gara pubblici. La gestione del Fondo, infine, sarà affidata a
una Commisione nominata dall'Economia e composta da un presidente del
Consiglio di Stato, un consigliere della Corte dei conti, un digente del
Tesoro, della Banca d'Italia, della Consob e dell'Isvap, nonché da un
rappresentante dei risparmiatori
Il Consiglio n° 48
Di Mauro Novelli 21-1 2007
Secondo Bankitalia sono
10 miliardi di euro i depositi dimenticati da correntisti e titolari di
libretti e/o di certificati di deposito o non raggiungibili da ignari aventi titolo
(eredi ecc.). Secondo nostre valutazioni, i “conti dormienti” superano i 15
miliardi.
Si consideri che molti
conti correnti sono di regolamento per custodie titoli e, in non pochi
casi, il titolare di conto ha anche un
contratto per una cassetta di
sicurezza. Poiché da almeno venti anni il conto bancario non è
più uno strumento di risparmio, il grosso delle consistenze attive dei
clienti è detenuto in titoli e/o depositato in cassetta.
Pertanto, le cifre
riportate all’inizio devono essere riviste robustamente. In ultima analisi,
le consistenze dei “fondi dormienti” (depositi+custodie+cassette e mettiamoci
anche i pegni) superano di gran lunga l’ammontare dei “conti dormienti”.
Ma alla componente
bancaria di questo fenomeno devono sommarsi entità di derivazione
assicurativa: non è raro il caso di polizze vita (concluse o meno) non
riscattate dall’assicurato (per morte o incapacità sopravvenute
improvvisamente) e mai conosciute da eredi, tutori ecc.
Ma come è
possibile che in casa non sia reperibile alcuna prova documentale di rapporti
di deposito bancario o di polizze vita? La causa di va ricercata in rapporti
familiari spesso al limite della rottura o comunque tali da indurre il
titolare a nascondere quei cespiti a parenti o affini considerati inaffidabili
o, addirittura, ostili.
Tali atteggiamenti sono
più frequenti di quanto non si pensi. Dall’attività di
consulenza offerta da Adusbef, ad esempio, è emerso che molti
pensionati, convinti dalle banche ad acquistare bond Argentina, Parmalat,
Cirio, Giacomelli, ecc. e magari già poco propensi a far conoscere a
figli, nuore e generi consistenze e qualità dei propri investimenti,
al momento dei noti patatrac, abbiano ancor di più accentuato la
tendenza a tacere la destinazione dei loro risparmi. (“Al prossimo incontro
verrò con mio figlio; lui non sa che tra gli altri titoli ho anche
quelle obbligazioni Parmalat. La prego di non parlarne.”). Diffidenza,
volontà di non mettere a parte i familiari della consistenza dei
risparmi e (in quei casi) vergogna,
tendono a tenere nascosti depositi, investimenti, polizze, contenuto di
cassette di sicurezza. In caso di “accidente”, molte somme non verranno
più rintracciate e rimarranno in banca o presso compagnie di
assicurazione.
I consigli.
1) L’esigenza di riservatezza,
il non voler mettere a parte alcuno delle proprie finanze non vuol dire
evitare di far conoscere ai familiari l’esistenza di rapporti bancari e/o
assicurativi. E’ sufficiente non farne conoscere le “specifiche”.
Si tenga quindi, in casa o in altro luogo
comunque accessibile e conosciuto da chi riteniamo degno di tale confidenza,
una busta chiusa (di cui sarà facile rilevarne l’eventuale
manomissione) con l’elenco aggiornato
dei riferimenti bancari e assicurativi (nome della banca e della compagnia
d’assicurazioni, agenzia, numero di conto, di custodia, di cassetta di
sicurezza, di polizza) con allegato
almeno un documento ufficiale probante (un foglio di estratto conto, o copia
di corrispondenza inviata dall’azienda da cui risultino i riferimenti di
conto, di polizza ecc.) per ogni tipo di rapporto: in caso di
necessità, potrà essere aperto al fine di utilizzarne il
contenuto per dimostrare di aver causa sull’oggetto di quei rapporti. Si
eviterà in tal modo la perdita delle loro tracce.
2) Comunicare alle
aziende (banche o assicurazioni) ogni cambiamento inerente:
- l’indirizzo ufficiale
(indicato all’atto dell’accensione dei contratti) a cui le aziende devono
inviare la corrispondenza;
- l’indirizzo anche dei
contestatari, pur se di importanza secondaria per le comunicazioni;
- il decesso (qualora
intervenuto) del nominativo indicato quale erede nelle polizze vita in caso
di premorienza dell’assicurato e la sua
sostituzione;
Tali comunicazioni
devono essere effettuate per Raccomandata A.R. o consegnate come
“Raccomandata a mano”. In tal caso ci faremo firmare per ricevuta una copia
della nostra lettera. E’ opportuno verificare successivamente se gli
aggiornamenti indicati sono stati apportati dalla controparte.
3) Poiché le banche
sostengono (illegittimamente, trattandosi di depositi e non di prestiti) che
dopo 10 anni di mancati movimenti, i depositi (sottolineo, depositi) vengono
incamerati dalla banca detentrice, perdendo il titolare ogni diritto su di
essi per intervenuta prescrizione ordinaria, per i rapporti non movimentati
ed in attesa che le Procure della Repubblica facciano le loro indagini
(fattispecie da noi denunciata nel dicembre 2006), è opportuno inviare
periodicamente una lettera - tre righe
bastano- in cui il cliente ribadisce il suo diritto di proprietà sulle
somme o sui titoli o sui beni oggetto di contratto bancario, i cui
riferimenti (numero, intestazione ecc.) sono da indicare nella missiva.
Questa comunicazione va inviata per “Raccomandata corso speciale” (foglio non
imbustato, ma piegato e sigillato in modo che l’indirizzo della banca compaia
sulla facciata posteriore bianca). Con tale sistema, la cartolina di ritorno
certificherà l’avvenuta ricezione proprio di quella raccomandata.
Inutile ricordare che
le firme di ogni comunicazione devono corrispondere a quelle depositate
all’atto della sottoscrizione del contratto.
Come si vede, per
battere atteggiamenti illegittimi occorre avere qualche noiosa accortezza in
più, ma è l’unico modo per impedire cadute di stile a banche e
assicurazioni “di fiducia”.
Il PuntO n° 95. Governanti & banche. Fondi dormienti:
chi osa toccarli? Di Mauro Novelli
4-1-2007
Con
la finanziaria 2006 (ultima del governo Berlusconi), il Ministro Tremonti
rimediò elogi e approvazioni per aver toccato l’argomento tabù
dei fondi dormienti in banca. Il problema dell’accaparramento da parte degli
istituti di credito di somme non loro ma perse di vista (o mai conosciute)
dagli aventi titolo, sembrava in via di soluzione.
Riportiamo
il comma riguardante i fondi dormienti:
Legge 266/2005 (Finanziaria 2006 di Tremonti)
Art. 1 comma 345. Il fondo è alimentato
dall’importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come
dormienti all’interno del sistema bancario nonché del comparto assicurativo e
finanziario, definiti con regolamento adottato ai sensi dell’articolo 17
della legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, su
proposta del Ministro dell’economia e delle finanze; con lo stesso
regolamento sono altresì definite le modalità di rilevazione
dei predetti conti e rapporti.
Il
ministro sembrava deciso, tanto che nel marzo 2006 (in piena campagna
elettorale) fece sapere che la palla era passata a Bankitalia per una sua
valutazione.
Sul
sito di Giulio Tremonti (www.giuliotremonti.it), la pagina datata 29/03/2006 (www.giuliotremonti.it/dichiarazioni/visualizza.asp?id=192) relativa ad una sua partecipazione alla
trasmissione "28 minuti" su
Radio 2 riporta questo resoconto:
[…]
Tremonti:
aspettiamo ok Bankitalia a testo risarcimento vittime crac. Il fondo sara’
enorme. Tutti saranno risarciti
- Il testo del regolamento attuativo della norma della Finanziaria che
istituisce un fondo per il risarcimento dei risparmiatori vittime dei crac
finanziari "e’ adesso alla Banca d’Italia in attesa dell’ok". Lo ha
detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ricordando che il fondo
attingera’ ai cosiddetti conti correnti ’dormienti’ presso le banche, ha precisato Tremonti che in particolare ha
fatto riferimento "ai risparmiatori fregati dalle banche con
l’Argentina, con la Parmalat, con la Cirio".
[…]
Non
eravamo d’accordo sulla destinazione dei fondi tolti dalla gestione privata
delle banche, ma consideravamo un primo passo aver avuto il coraggio di
definire la questione.
Non
volevamo fare i conti con le affermazioni da campagna elettorale.
La
prima finanziaria del governo Prodi torna sull’argomento anche se ne edulcora
gli eventuali effetti: si tocca solo il 20 per cento del monte fondi
dormienti.
Legge
298/2006 (Finanziaria 2007 di Padoa Schioppa).
Art.
1
[…]
417.
Al fine di concorrere alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro nelle
pubbliche amministrazioni, oltre alle specifiche misure di stabilizzazione
previste dai commi 418 e 419, è istituito un “Fondo per la
stabilizzazione dei rapporti di lavoro pubbici” finalizzato alla
realizzazione di piani straordinari per l’assunzione a tempo indeterminato di
personale già assunto o utilizzato attraverso tipologie contrattuali
non a tempo indeterminato.
[…]
420.
Per il finanziamento del Fondo di cui al comma 417 è autorizzata la
spesa di 5 milioni di euro a decorrere dall’anno 2007. Il medesimo Fondo
può essere, altresì, alimentato da:
a)
una somma
pari al risparmio di interessi derivante dalla riduzione del debito pubblico,
conseguente al versamento, al Fondo di cui all’articolo 2 della legge 27
ottobre 1993, n. 432, e successive modificazioni, di una quota fino al venti
per cento delle somme giacenti sui conti di cui all’articolo 1, comma 345,
della legge 23 dicembre 2005, n.266, a seguito della definizione del
regolamento prevista dal medesimo comma;
[…]
Come
si vede, il testo del comma in questione richiama una normativa a cui non fu
data attuazione e rimanda ad una sua futura concretizzazione. Occorrere
attendere.
Non
sappiamo se la pratica “fondi dormienti” giaccia effettivamente sul tavolo di
Draghi. Certamente andrà
rivista, quanto meno per il cambio di destinazione, ma il Governatore ha
ormai in pugno la materia e non tarderà a fornire pareri e
valutazioni. È comunque curioso l’impaccio di legislatore e governo di
toccare argomenti che dispiacciono alle banche.
Restiamo
in attesa (almeno) di sviluppi e ci auguriamo che i nostri suggerimenti circa
il corretto approccio da adottare per la soluzione di uno degli usi bancari
più lucrosi, siano almeno letti.
E’ tornato alla ribalta l’argomento dei cosiddetti “conti
dormienti”. Succede con la proposta della sinistra dell’Unione – tradotta in
uno dei commi del maxiemendamento alla Finanziaria in discussione al Senato -
di attingere ai depositi abbandonati in banca per lungo tempo e non reclamati
per finanziare l’assunzione di 350 mila precari delle pubbliche
amministrazioni. Il tema aveva già trovato in passato spazio nel
dibattito politico-parlamentare. Senza produrre risultati, purtroppo. O,
forse, per fortuna, visto che le soluzioni proposte sembravano suggerire
tutto tranne l’unica cosa davvero sensata: cercare di restituire questi soldi
ai legittimi proprietari. I conti dormienti sono fondi detenuti da banche, da
società finanziarie o dalla Posta per conto di cittadini che non sono
a conoscenza di tali proprietà finanziarie, per i motivi più
disparati: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e
di volere, mancata conoscenza da parte degli eredi del patrimonio finanziario
del de cuius o addirittura banali dimenticanze.
Si tratta di casi meno rari di quanto si possa pensare, se le
stime più accreditate (comprese quelle di Bankitalia) parlano di
valori compresi tra i 10 e i 15 miliardi di euro e che il fenomeno è
dibattuto finanche in Gran Bretagna, dove secondo il Financial Times i volumi
dimenticati sono ancora superiori. Nella legislatura 2001-2006 si
occupò della questione soprattutto il sen. Oskar Peterlini, il quale
propose misure che facilitassero l’individuazione dei legittimi proprietari.
Durante il dibattito sul ddl in materia di Risparmio del marzo 2005, il sen.
Giorgio Benvenuto propose la creazione di un Fondo per il risarcimento dei
risparmiatori vittime di frodi finanziari. Grande sponsor del Fondo speciale
fu il Ministro Tremonti, che ne posticipò l’istituzione alla legge
Finanziaria per il 2006, la quale rimandava ad un successivo regolamento le
modalità di attuazione del provvedimento (con il vincolo che il
“sonno” durasse da almeno 10 anni). Il regolamento non è stato emanato
(si veda a riguardo l’elenco delle misure della Finanziaria 2006 non attuate,
realizzato da Il Sole 24 Ore) e l’iniziativa di Tremonti si è arenata
definitivamente nel maggio scorso, quando il Consiglio di Stato ha sospeso il
parere sullo schema di regolamento ritenendolo carente sotto i profili della
definizione del periodo di “dormienza” e dei diritti dei titolari dei conti.
Partiamo da una considerazione. Quei soldi non appartengono certo alle
banche, che oggi ne dispongono. In questo senso, la misura promossa dal
ministro Tremonti aveva una sua ragionevolezza, soprattutto considerando le
responsabilità oggettive degli istituti di credito nelle vicende
Parmalat, Cirio o bond argentini. Implicitamente si diceva: sono soldi di
risparmiatori, li uso per compensare risparmiatori truffati, recuperandoli al
circuito del risparmio. Se ciò appare ragionevole, a fortiori lo
è la proposta di utilizzare solo una parte di queste risorse per la
costituzione del Fondo anti-crac, destinando la rimanenza alla riduzione del
debito pubblico. Ipotesi ragionevoli, ma non del tutto convincenti. I dubbi del
Consiglio di Stato colgono il punto delicato della questione: vi è da
tutelare i diritti dei titolari dei conti, diritti di proprietà. Quei
soldi non sono delle banche, si diceva, ma non sono nemmeno dei risparmiatori
truffati nei crac finanziari. Soprattutto non sono dello Stato. Quei soldi
non sono res nullius, sono dei titolari dei conti o dei loro legittimi eredi.
La vicenda richiama alla mente un istituto del diritto civile in materia di
successioni: la successione dello Stato. Presupposto della successione dello
Stato è una eredità vacante, fenomeno che ricorre quando,
rispetto ad un bene appartenente ad un defunto, manca ogni successibile
legittimo e testamentario. L’eredità vacante si distingue
dall’eredità giacente perché quest’ultima presuppone la
possibilità di una futura accettazione: al contrario, quella vacante
presuppone accertato in modo definitivo che non vi siano più
successibili. Che i soldi dei “conti dormienti” possano, in qualche modo,
diventare dello Stato è una possibilità che lo stesso Codice
Civile individua, legandola però al presupposto della vacanza
dell’eredità e del suo accertamento. Nel caso dei conti dormienti
manca, appunto, qualsiasi tipo di accertamento. Né ci convince che sia una
legge ad hoc – la Finanziaria per il 2007 - a superare il problema. Una legge
di questo tipo sarebbe assimilabile ad un esproprio. Ma – come stabilito dal
terzo comma dell’art. 42 della Costituzione – “la proprietà privata
può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo,
espropriata per motivi d’interesse generale.” Quindi: casi previsti dalla
legge, indennizzo e sussistenza di motivi d’interesse generale. Anzitutto:
assumere a tempo indeterminato 350 mila dipendenti pubblici è
interesse generale? Difficile sostenerlo. In effetti, la norma prevista in
Finanziaria non prevede che le risorse dei conti dormienti finanzino
direttamente l’assunzione dei dipendenti pubblici, ma che vengano utilizzate
per abbattere il debito pubblico e che il 20% del derivante risparmio sugli
interessi sia la copertura finanziaria della sanatoria sui precari. Qualcuno
potrebbe quindi sostenere che abbattere il debito pubblico è motivo di
interesse generale. Effettivamente lo è, ma abbiamo dubbi che si
tratti di uno dei casi di esproprio previsti dalla legge e, soprattutto, che
una tale manovra non intacchi altri importanti principi costituzionali quale
– ad esempio – quello di non discriminazione. In più non vi è
alcun indennizzo a beneficio dei proprietari (d’altronde, non si sa nemmeno
chi siano). Ma evitiamo di impelagarci in complesse disquisizioni dottrinali
per le quali non abbiamo gli strumenti (ma su cui invitiamo i lettori a
fornirci i loro spunti). La realtà delle cose è purtroppo
più semplice: il Governo cercava “banalmente” soldi per finanziare l’assunzione
a tempo indeterminato di una massa enorme di dipendenti, pari a circa il 10%
del totale del pubblico impiego. Li ha trovati (anche se non sono sufficienti
alla bisogna) e li userà. A noi resta una considerazione finale: pur
avendo richiamato lo ius civilis e la Costituzione, siamo perfettamente
consapevoli che non verrà mai tenuto in considerazione alcun dubbio di
costituzionalità del provvedimento; abbiamo voluto però
esprimere che, nella nostra visione liberale del diritto, vi è un
forte fastidio ogni qual volta viene intaccato il diritto di
proprietà.
Il PuntO n° 92.
Di
Mauro Novelli 15-12-2006
E
così, i fondi (definiti) dormienti continuano ad essere vispetti e
crescenti per le banche che li hanno in deposito.
Se
la son vista brutta! Ma i nostri accorti rappresentanti, attenti a governare
nell’interesse di tutti, hanno dato
ascolto alla lobby ed hanno preferito affrontare l’ennesima figuraccia
nazionale pur di non scontentare i detentori dei cordoni della borsa, quella
borsa che i banchieri fanno loro annusare da lontano: dovessero vietare anche
l’annusatina periodica. Meglio aumentare il canone RAI.
Se
la son vista proprio brutta, se hanno imposto agli scherani figuracce su
figuracce:
“…
Sono somme che lo stato vuole espropriare…” declamava dal suo TG il
poveraccio di turno, lasciando
intendere che invece sono di altri; non diceva il poveraccio, che i
proprietari non verranno mai cercati dalla banca, la quale continuerà
a gestire quei patrimoni per suo tornaconto,
ed anzi, scrive nero su bianco
essere i suoi, perché il diritto di proprietà del titolare del
deposito si è prescritto.
“…Si
tratta di introiti una tantum, non risolveranno…” sosteneva il politico
ignorante e servile, ma ben imbeccato, non sapendo che non di uno stock si
tratta, ma di un flusso che costantemente, anno dopo anno, le banche
incamerano.
La
protezione del risparmio è dovere imperativo della Repubblica (Art. 47
della Costituzione:”La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in
tutte le sue forme…” ). Vedremo che cosa avranno da dire le Procure a
fronte dell’appropriazione attuata applicando l’art. 2946 del Codice civile (
Art. 2946:” Prescrizione ordinaria (ordinaria!). Salvi i casi in cui
la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con
il decorso di dieci anni”.). Pertanto, secondo le banche, se il titolare
mantiene il deposito (attenzione: parliamo di deposito, non di prestito) per
oltre dieci anni senza ricordarsi di scrivere periodicamente al banchiere di
fiducia (con data e contenuto certi) “Guarda che quelle somme sono mie….”
verrà espropriato. Una specie di usucapione accelerata, con tempi dimezzati.
Per
inciso, le banche sono in grado di rintracciare anche a Sant’Elena il cliente
che deve loro due euro, ma si guardano bene dal muovere un dito per entrare
in contatto con gli eredi del correntista defunto o divenuto incapace, i
quali nulla sanno perché nulla hanno trovato in casa e magari abitano nel
palazzo di fronte all’agenzia. Vorrei far riflettere sul fatto che, oggi, le
famiglie costituite da un solo componente sono il 24,9 per cento: una
famiglia su quattro; che, in termini di figliolanza, il figlio unico sta
diventando la normalità. Si pensi, in caso – ad esempio - di decesso improvviso di chi vive solo,
senza parenti prossimi, alla difficoltà da parte degli eredi di
recupero delle somme, dei titoli, dei contenuti delle cassette di sicurezza
ecc. depositati in banca.
Vedremo
se, in questa vicenda, gli istituti di credito (anzi i loro responsabili,
visto che il “penale è personale”), potranno dimostrare la loro buona
fede ed una condotta consona al corretto banchiere.
Ricordo
che da bancario, oltre venti anni fa, provvedevo a restituire somme a
depositanti che si presentavano con libretti di risparmio accesi oltre 40
anni prima, in piena guerra. Avevano in copertina la scritta “Africa
Orientale Italiana” ed il disegno del Corno d’Africa. Verificata la
titolarità, si ricercava in registri scritti a mano, ma molto ordinati
e puntuali, il nome del cliente ed il titolo. Le somme riportate da quei
registri era state girate dalla banca alla voce di bilancio “Debitori e
creditori diversi” e comprendevano il saldo nominale e gli interessi di
cinque anni (oltre il quinto anno, senza movimenti, venivano resi
infruttiferi). L’operazione era di routine: un semplice mandato di addebito
ed il titolare andava in cassa per ritirare i suoi (suoi) soldi. Certo, la
somma rimborsata era quella nominale rappresentata dagli importi versati
quaranta anni prima più gli interessi di cinque anni, e nessuno si
sarebbe sognato di rispondere: “Il nostro ufficio legale ci comunica che in
base all’art. 2946 del CC quelle somme da lei non reclamate per oltre dieci
anni non sono più sue, ma nostre….”
Il
politico sciocco sorride, perché sa che nei guai – semmai – ci andrà
il suo padrone. Male che vada, a lui, semplice famiglio, spetterà di
attrezzare le provvidenze di governo per tentare di salvarlo. Con figuracce
annesse, ma è preparato: gli si chiede solo questo.
Conosciuta
l’intoccabilità delle banche, il mio amico Alessandro M., con toni un
po’ tristi, mi scrive:
“Addio, fondi dormienti nelle casse, e
incamerati in banca; somme inuguali, note a chi vi ha accumulato, e impresse
nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari;
denari, de' quali il banchiere distingue lo scroscio, come il suono delle
voci de’ politici famigli; titoli sparsi e biancheggianti nella custodia,
come branchi di pecore pascenti; addio!
Quanto
è tristo il passo di chi, cresciuto con voi, se ne allontana
d’improvviso! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte
involontariamente, consolato solo dalla speranza di avere nell’aldilà
miglior fortuna, si annichiliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza;
egli si maraviglia di non aver edotto parenti e amici, e tornerebbe allora
indietro, se potesse, e invece, un giorno, ingrasserete il già grasso
banchiere.
Quanto
più si avanza nel tempo, il fondo si ritira, stanco e usurato da
azioni necrofore; la banca gli par crudele e accorta; s'inoltra mesto e
disattento nelle casseforti affollate; le somme aggiunte a somme; altri
capitali che con lui giacciono, pare
che gli levino il respiro. Eppur non è dormiente! E dentro le banche
ammirate dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, quando era
gruzzoletto d’altri, coccolato, alla casuccia a cui altri avea già
messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che invece sarà di un banchiere,
quello di sua fiducia.”
DA Agipress - Notizia n.9592 - del
14/12/2006 - 19.00.20 Scontri sui "fondi dormienti"
Adusbef,
- dichiara in un comunicato il suo presidente, Elio Lannutti - ha effettuato
le sue stime sui cosiddetti “conti dormienti”, “silenti”, o dei “morti”, come
quelli utilizzati da Fiorani durante la scalata ad Antonveneta, ossia
depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni
circolari smarriti e mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari
appartenenti a persone decedute o scomparse, che non risultano più
movimentati da almeno dieci anni.
Dal 1991, all’indomani della legge antiriciclaggio, a oggi, Adusbef calcola
che i “conti perenti” sono arrivati a superare i 15 miliardi di euro. Per
evitare che vengano disinvoltamente incamerati dalle banche per proprie
utilità, l’associazione consumatori ha elaborato un emendamento alla
finanziaria in discussione al Senato, presentato dal senatore Fernando Rossi,
per attivare urgenti procedure affinchè questi fondi dormienti vengano
trasferiti presso la Cassa Depositi, alimentando un fondo di pubblica
utilità, restando comunque a disposizioni degli aventi diritto, che
possono in qualsiasi momento rivendicarli.
“L'impiego dei fondi dormienti, non possono da soli bastare a risolvere il
problema dei precari nella pubblica amministrazione”- ha detto anche il
ministro Bersani - ma possono contribuire anche a ristorare le vittime delle
banche ed aiutare i lavoratori ad uscire dalla precarietà: chi parla
di esproprio e/o di economia di guerra, oltre a difendere gli interessi delle
banche, non sa di che cosa parla”.
Da www.voceditalia.it
13-12-2006 .Finanziaria I conti dormienti
Incertezze
e tanta demagogia
E’
di questi giorni la proposta di inserire in Finanziaria un provvedimento
sull’utilizzo dei cosiddetti “conti dormienti”. Si definiscono tali quei
conti correnti “dimenticati” nelle banche da tempo, si parla di almeno
quindici anni: soldi che non vengono più richiesti dai legittimi
proprietari per motivi vari.
Ad esempio, il titolare del conto corrente muore e gli eredi non sono a
conoscenza che il defunto aveva dei soldi su uno o più conti presso
banche diverse da quelle conosciute; oppure, persone scomparse nel nulla o
ancora defunti senza eredi né testamenti.
L’utilizzo di questi soldi, in origine destinati alla parziale sistemazione
del problema dei precari, è quanto meno delicato.
Anzitutto, occorrono regole chiare circa la definizione di “conto dormiente”:
quanto tempo occorre per poter definire un conto come “dormiente”? E
soprattutto, ogni tre mesi la banca manda un estratto conto che riporta la
situazione del conto: da quanti anni l’istituto di credito dovrebbe essersi
visto restituire questa posta all’evidenza non recapitata?
E’ stata fatta una stima di massima reale e verosimile sull’entità di
questi fondi? Insomma, si sta parlando di briciole o di migliaia di miliardi
di euro? Nessuno lo sa di preciso, pare.
Poi, c’è il problema dell’utilizzo di questi fondi. A cosa potrebbero
servire? Qui i pareri sono discordanti: c’è chi, nel Governo e in
Parlamento, sostiene che i soldi dovrebbero andare a ridurre il debito
pubblico, chi ritiene opportuno destinarli ai precari, chi dice che devono
andare ai comuni di residenza dei titolari, una volta che non siano stati
individuati i legittimi proprietari o i loro eredi. Insomma, al solito una
gran confusione, dove ognuno spara la propria e aspetta di vedere la reazione
degli altri.
Allora, viene legittima una riflessione: in primis, questi soldi non sono
dello Stato italiano, ed il loro utilizzo si prefigura come una sorta di
sequestro forzoso quindi illegale.
Inoltre, perché destinarli proprio ai precari e non, che so, alle vecchiette
con 800 euro di pensione mensili? O ai licenziati dalle aziende decotte? O ai
ricercatori con 1.100 euro mensili? O alle casalinghe con 4 figli a carico?
La risposta, speriamo, arriverà presto…
Massimo Benvenuti
massimo.benvenuti@voceditalia.it
Sanatoria per i co.co.pro della Pubblica Amministrazione, usando anche i
dividendi Eni ed Enel Roma - Precari di serie “a” e precari di serie “b”. I
primi lavorano nei bassifondi della Pubblica Ammistrazione e, secondo la
sinistra, all’occorrenza possono diventare dei potenziali elettori amici. I
secondi lavorano un po’ ovunque, vedono il posto fisso come un miraggio ma
non possono contare sulle attenzioni della lobby statalista. Per i primi vale
la sanatoria a colpi di finanziaria, ai secondi non ci pensa proprio nessuno.
Già, perchè secondo le ultime modifiche alla Finanziaria, i
precari della pubblica amministrazione saranno assunti grazie ad una norma
che impiega i soldi dei correntisti distratti, i cosiddetti “conti
dormienti”, dimenticati dai legittimi proprietari dietro lo sportello in
banca.
In realtà il fondo per la stabilizzazione dei precari nella Pubblica
Amministrazione partirà anche se in modo «simbolico, dal momento che
per avviarlo basterà inizialmente circa 5 mln di euro». Secondo quanto
ha spiegato il capogruppo di Rifondazione Comunista al Senato, Giovanni Russo
Spena, «si è scelto, d’accordo con il Governo, di riformulare in
questo modo la norma». Il fondo si alimenterà in parte con i fondi dei
conti dormienti ma anche con una quota, che dovrebbe aggirarsi intorno al 5%,
dei dividendi di Eni e d Enel.
«La stabilizzazione generalizzata dei cosiddetti precari delle Pa è la
negazione di ogni selezione meritocratica, di ogni possibilità di
razionalizzare, anche attraverso la mobilità, la funzionalità
delle amministrazioni pubbliche». Ad affermarlo in una nota è il
sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi.
«La classica mentalita' da soviet, la proprieta' privata non esiste. Come si
fa a pensare di andare ad attuare un'atto di 'ruberia' nei confronti di
coloro che hanno depositato i loro soldi in banca per sistemare i precari?
Eppoi, che cosa vuol dire il fatto che si sono dimenticati di questi soldi:
uno puo' fare una scelta di aprire un conto corrente e non movimentarlo mai.
Chi ha detto che la gente si e' dimenticata di questi soldi ?''. Lo ha detto
il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni stigmatizzando il comportamento
del governo come ''un'azione illegale che fa il paio di quanto e' successo
con l'altro atto di ruberia attuato da Amato quando ha prelevato nel luglio
del '92 il 6 X mille dei risparmi degli italiani''. In quella occasione ''si
limitarono a quella cifra, ora prelevano tutto l'importo del conto corrente e
lo usano per sistemare potenziali elettori. Che le risorse le trovino da
qualche altra parte con qualche taglio ministeriale in piu'''.
«Per il 2007 è ovvio che nessun fondo potrà essere alimetato
con le risorse dei fondi 'domientì”. Lo ha precisato il presidente
della commissione Bilancio del Senato, Enrico Morando, spiegando che l’iter
necessario a procedere al recupero delle somme è lunghissimo “e non si
può certo parlare di un solo anno”. Il tutto inizierà con il
regolamento, previsto dalla precedente Finanziaria, che dovrà essere
pubblicato. “Sulla base di questo regolamento, poi - ha spiegato- verranno
chiamate le banche per accertare quanti conti correnti siano inutilizzati da
15 anni. La procedura è lunghissima anche perchè gli istituti
di credito dovranno contattare i titolari del conto e verificare se, nel caso
di morte dell’intestatario, non ci siano eredi”.
In questo caso le somme, come previsto dalla Finanziaria del 2006, “andranno
alla riduzione del debito. E solo il risparmio sui minori interessi pagati
dallo Stato potranno essere dirottati sui fondi”. Morando parla di diversi
fondi perchè, oltre a quello per la stabilizzazione dei precari della
P.A., resta ancora in vita il primo fondo voluto da Tremonti che aveva come
fine quello di risarcire le vittime dei crack finanziari.
«Non è con la bacchetta magica, domani mattina, prendendo i soldi che
sono in banca, che risolviamo il problema dei 500 mila precari. Detta
così non sta in piedi». Il ministro per lo Sviluppo economico,
Pierluigi Bersani, invita alla cautela circa la proposta del Pdci di
utilizzare i soldi dei conti dormienti per l’assunzione di precari nel
pubblico impiego. «In questa discussione ci vuole un pò più di
concretezza -avverte Bersani- se no si creano sbandamenti nell’opinione
pubblica e si procede con semplicismo. Il che non significa che non
risolveremo gradualmente il problema dei precari».
Bersani precisa, infatti, che si tratta di «cose piuttosto complesse che
possono essere collegate, ma hanno iter distinti”. Una operazione, dunque,
“non così facile se non con processi graduali”. La sistemazione,
pertanto, dei precari, conclude Bersani, va vista “dentro alla
riorganizzazione del pubblico impiego” in maniera più articolata e
ampia.
Intanto una cinquantina di ricercatori precari del Cnr (centro nazionale
delle ricerche) e Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e
dell’Università di Bologna, hanno organizzato una pacifica protesta
contro il governo e la Finanziaria, in occasione del convegno in corso nella
sede del Cnr del capoluogo emiliano al quale ha preso parte il ministro per
lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani.
Durante i lavori della conferenza, intitolata 'Il futuro è la ricerca
industriale, il gruppo di giovani è entrato nella sala con indosso i
giubbotti catarifrangenti che si usano solitamente in caso di incidente
automobilistico, hanno esposto alcuni striscioni, distribuito volantini con
le ragioni della loro protesta e letto un comunicato dal palco dei relatori.
'La conoscenza non è mercè, 'sapere precariò e
'naufraghi del saperè erano alcune delle scritte riportate su cartelli
e striscioni.
«Vogliamo spiegare al ministro che la ricerca è in panne -spiega il
ricercatore precario del Cnr Vittorio Morandi- perchè quello che
c'è nel programma dell’Unione e nella Finanziaria non solo non risolve
il problema dello sviluppo, ma non è neanche sufficiente a garantire
lo status quo”.
I ricercatori hanno spiegato anche che su un totale di 620 lavoratori
all’interno del Cnr-Inaf, i precari sono 234, apri al 38% del totale. La
protesta si è sciolta pacificamente e al termine dei lavori il
ministro Bersani ha accettato di dialogare per alcuni minuti con Morandi ed i
suoi colleghi, ascoltando le loro richieste di modifica della Finanziaria in
direzione di un maggiore sostegno alla ricerca pubblica.
«Non ci si sveglia una mattina per sentire da Radio Radicale che i Comunisti
hanno fatto questa proposta sui precari - sostiene Emma Bonino- e che il
governo, sia pure con freddezza, sarebbe orientato ad accettare senza nessuna
discussione collegale in consiglio dei ministri. Il blocco dei concorsi a
venti anni, fa sì che la Pubblica amministrazione si regga su
centinaia di migliaia di co.co.co. pagati pochissimo e che tra qualche anno
rischiano di andare in pensione con 350 euro, questa è già una
aberrazione. Ma io contesto la soluzione che non mi pare possa essere quella
di una sanatoria per tutti».
“Credo ci sia stato un maliteso. Così come proposto dal Governo
è un fondo che utilizza i risparmi di interesse che conseguono ad
alcune norme fra le quali quelle dei cosiddetti conti dormienti”. Lo ha
affermato il sottosegretario all’Economia, Nicola Sartor, spiegando il
meccanismo del fondo che si intende varare per la stabilizzazione dei precari
nella P.A. «E' evidente - ha aggiunto Sartor - che non si può
utilizzare una somma fissa, anche se cospicua, a copertura di oneri
permanenti come quelli che deriverebbero dalla stabilizzazione dei precari».
«Bisogna fare i concorsi. Non può esserci un’infornata
indifferenziata». Il presidente della Commissione lavoro di Palazzo Madama e
senatore dell’Ulivo Tiziano Treu commenta così l’ipotesi di creare un
fondo per la stabilizzazione di 300 mila precari nel pubblico impiego
ricorrendo ai conti correnti dormienti. «Per assumere personale alle dipendenze
della pubblica amministrazione -spiega Treu- serve una selezione seria e
accurata. Non è possibile pensare ad assunzioni indiscriminate. E’
necessario procedere alla verifica dei titoli dei precari aspiranti
dipendenti pubblici e a una selezione reale, rigorosa».
[Data
pubblicazione: 12/12/2006]
Niente
contratti che non siano stabili per i prossimi 5 anni
Ma
è incerto il numero di assunzioni nella pubblica amministrazione.
Bersani contestato a Bologna
ROMA — Il fondo per la stabilizzazione dei precari si
rafforza. Oltre agli interessi dai conti «dormienti», il governo sta pensando
di incrementarlo con una parte (forse il 5%) degli aumenti dei ricchi
dividendi delle società controllate dal Tesoro rispetto all'anno
precedente. Tra le novità più importanti che saranno introdotte
nell'emendamento pro precari anche il divieto assoluto — per le
amministrazioni che utilizzeranno i fondi — di assumere nuovi precari per cinque
anni. A parte la cifra di 5 milioni di euro, stanziati subito per attivare il
fondo, non ci sono ulteriori indicazioni di quanti precari verrebbero
regolarizzati né del costo maggiore per lo Stato. Mentre Oliviero Diliberto,
segretario dei Comunisti Italiani, parla di 350 mila precari, ieri il
ministro della Funzione pubblica Luigi Nicolais ha ridotto il numero a 8 mila
per il 2007 per passare «fino a 240 mila nei prossimi 6 anni». Il ministro
dello Sviluppo Pierluigi Bersani parla invece di 500 mila.
CONTI DORMIENTI - Mentre il governo cerca di arginare questa nuova
grana, Bersani — peraltro contestato a Bologna da una cinquantina di precari
della ricerca con striscioni e volantini — cerca di prendere le distanze
dalle polemiche. «Con i soli conti dormienti non si risolve il problema dei
precari — ha detto — non è che con la bacchetta magica domani mattina
prendiamo quei soldi che sono in banca e risolviamo il problema dei 500 mila
precari». A parte il presidente della Confindustria Luca di Montezemolo, che
ieri ha colto l'occasione per precisare meglio il suo pensiero sostenendo
come non sia «dubbio che c'è un'Italia che rema e una che sta seduta a
poppa e che occorre premiare il merito», la polemica si è quasi tutta
consumata a sinistra. Se il ministro degli Affari europei Emma Bonino
dichiarava che l'emendamento sui precari era la «solita sanatoria» e il
senatore Tiziano Treu (nonché presidente della Commissione lavoro a Palazzo
Madama) si è detto «nettamente contrario a una infornata
indifferenziata perché bisogna fare i concorsi», il senatore diessino Cesare
Salvi se l'è presa con i politici.
«SCIOCCHEZZE» - «Stanno dicendo un cumulo di sciocchezze — ha
tuonato il presidente della Commissione giustizia al Senato e uno degli
autori dell'emendamento in questione — si tratta solo di trasformare lavoro
precario in lavoro a tempo determinato. Quei politici che chiedono concorsi
pubblici — ha continuato — comincino a liberarsi dei consulenti nei loro
uffici che non hanno fatto alcun concorso, nel caso contrario non si devono
meravigliare se vanno a Mirafiori e li fischiano». Non si sa con chi ce
l'avesse Salvi, visto che a Torino hanno fischiato solo i tre leader
sindacali, ma ieri la confusione è stata totale. Lo stesso Nicola
Sartor, l'uomo che Romano Prodi ha messo di guardia alla Finanziaria, ha
dovuto ammettere che sui precari «credo ci sia stato qualche malinteso». Per
esempio, ha precisato, si tratta di mettere «nel fondo solo i risparmi sui
minori interessi dal debito pubblico visto che i conti dormienti andranno alla
riduzione del debito». «E' evidente — ha precisato — che non si può
utilizzare una somma fissa a copertura di oneri permanenti».
PATTO
SUL LAVORO - Il sindacato nel
frattempo ha mandato un messaggio chiaro al governo: nessun Patto sul lavoro
pubblico (destinato ad aumentare l'efficienza dei servizi e la
produttività) senza la soluzione del problema del precariato. E sia la
Cisl che la Cgil accusano l'esecutivo di «vaghezza di propositi con le sua
posizioni inadeguate e lacunose che vanno ad alimentare irresponsabili
demagogie». Paolo Nerozzi, della segreteria Cgil, butta acqua sul fuoco. «E'
un problema che non esiste — spiega — si tratta di gente che lavora nella
pubblica amministrazione (sanità, enti locali, ricerca) da molti anni
con contratti a tempo determinato ed è giusto (qualora esistano i
requisiti come i concorsi) che venga riconosciuto loro un contratto fisso».
E' evidente che in questo caso — e secondo Nerozzi si tratta della stragrande
maggioranza — i costi aggiuntivi sono minimi visto che prendono già
uno stipendio.
LA
GRANDE CONFUSIONE - Anche il ministro
Nicolais, a Napoli a margine di un convegno, ha sposato la teoria della
«grande confusione» e che comunque l'assunzione dei 300 mila precari della
Pubblica amministrazione (che scendono a 240 mila al netto del turn over)
«è possibile nel progetto varato con il collega al Lavoro Cesare
Damiano». «Il problema dei precari l'abbiamo affrontato tutti insieme con i
sindacati — ha detto — e nei prossimi giorni presenteremo il piano di stabilizzazione».
Piano che, ha aggiunto, «parte dall'assunto che un precario da stabilizzare
senza concorso è soltanto quel precario che ha già fatto un
concorso e che lavora da più di tre anni». Quanto ai 150 mila precari
«supplenti nella scuola e che stanno nella condizione di poter essere messi
in ruolo perché sono nella graduatoria e hanno fatto supplenza per oltre tre
anni, hanno già superato un concorso, ci sarà per loro un piano
di tre anni di assunzioni». Ma questo era già previsto in un articolo
nel maxiemendamento.
Roberto
Bagnoli
12
dicembre 2006
ECO:FINANZIARIA
2006-12-11
15:32
ROMA
(ANSA)
- ROMA, 11 dic - Prima di alimentare il fondo per la stabilizzazione dei precari
nella pubblica amministrazione, i conti correnti dormienti dovranno essere
utilizzati per il fondo anticrac, ovvero per i rimborsi ai risparmiatori
investiti dai dissesti finanziari come quelli Cirio e Parmalat. "La
norma dice che solo una quota eccedente - spiega il presidente della
Commissione Bilancio del Senato Enrico Morando -, con una spesa di carattere
straordinario, potrà confluire al fondo per i precari". Ma non
solo: Morando fa notare che i tempi per lo blocco di questi fondi non
è immediato. "Chi pensa che potranno affluire già nel 2007
- dice - non ha la minima idea". Per l'effettiva disponibilità di
queste risorse "bisognerà aspettare anni, e non pochi anni".
Il presidente della Bilancio spiega anche la lunga procedura: "Prima
bisogna scrivere i regolamenti attuativi - ricorda - poi, quando saranno
pronti, si avvia una lunghissima procedura di accertamento dei cosiddetti
conti dormienti. Quindi le banche devono prendere contatto con i correntisti,
dare tempo loro di rispondere, oppure verificare che sono morti, individuare
gli eredi e contattare questo ultimi. Se alla fine un conto si rivela
effettivamente disponibile, ci saranno risorse accertate". Ma non sono
soldi cash perché le somme dovranno essere destinate alla riduzione del debito.
Solo i risparmi sugli interessi pubblici sono disponibili. A questo punto
subentra però la priorità, ovvero quella del fondo anticrac;
solo una quota può essere utilizzata per i fondi per i precari.
"Insomma, se dipendesse dai conti dormienti - conclude Morando - i
precari dovrebbero aspettare un bel po'".(ANSA
(AGI) - Roma, 11 dic. - Anche il taglio dei costi della politica servira' in
prospettiva a dare un posto "fisso" ai circa 300 mila precari della
pubblica amministrazione. La finanziaria stabilisce infatti una riduzione
degli stipendi per ministri, sottosegretari, parlamentari e anche per i
manager di Stato: i risparmi di spesa andranno ad alimentare il Fondo ad hoc
per la stabilizzazione dei precari. E' questo cui punta la maggioranza, ed e'
frutto dell'accordo con il Governo nella "cabina di regia" che
verra' tradotto in una norma del maxiemendamento sul quale verra' posta la
fiducia. Alla stabilizzazione dei precari, verra' destinata inoltre una quota
dei dividendi e degli utili delle spa possedute direttamente dallo Stato
(come Eni e Enel), e resta confermata l'intenzione di 'dirottare' anche parte
dei conti correnti cosiddetti dormienti, e cioe' quei depositi bancari che
non registrano movimenti da 15 anni. Ma per rendere operativo il risparmio di
interessi sul debito che si ridurra' dai fondi che arriveranno dall'incasso
del 20% dei conti dormienti, occorrera' l'emanazione dei regolamenti
attuativi (ora allo studio del Tesoro) e quindi un tempo abbastanza lungo. Al
momento, il Fondo ad hoc verrebbe quindi alimentato con queste altre due voci
(dividendi societa' pubbliche e taglio dei costi della politica).
.
Roma,
11 dic (Velino) - Nonostante il relatore in Senato della Finanziaria
Gianfranco Morgando abbia sottolineato che il lavoro della commissione
Bilancio "non è stato inutile", il fatto che la manovra
arriverà domani in Aula con il testo approvato (previa fiducia) a
Montecitorio, riapre di fatto una serie di contenziosi all'interno della
maggioranza, che dovranno essere ancora una volta sopiti con il fatidico
maxiemendamento su cui, come ha annunciato la capogruppo ulivista Anna
Finocchiaro, verrà posta la questione di fiducia. A tenere banco oggi,
tra le altre, è la questione dell'assunzione di circa 350 mila precari
della Pubblica amministrazione, che sembrava un fatto acquisito alla fine
della settimana scorsa, ma che le affermazioni rese dal ministro per lo
Sviluppo economico Pierluigi Bersani riportano a uno stadio di elaborazione,
non esente da risvolti polemici interni al centrosinistra, come si è
visto nel corso della giornata.
Quattro giorni fa, in sede di cabina di regia l'ala radicale dell'Unione,
capitanata in questo caso dalla capogruppo del Pdci Manuela Palermi, era
riuscita infatti a strappare un avallo di massima dal Governo, su un
emendamento che prevedeva la stabilizzazione di circa 350 mila precari della
Pa, attraverso la costituzione di un fondo la cui entità e la cui
copertura veniva rimandata a una riformulazione da parte dell'esecutivo
(attualmente in corso). Secondo l'emendamento, cui hanno apposto la propria
firma anche Verdi, Prc e il diessino Cesare Salvi, il piano triennale di
assunzione sarebbe stato coperto principalmente dalle entrate derivanti
dall'ammontare dei cosiddetti "conti dormienti", ovvero dai conti
bancari non più movimentati da almeno 15 anni. Un principio che ha
fatto storcere la bocca a Bersani, tutt'altro che persuaso che la cosa sia
così semplice. Anzi, per la verità, a suo avviso, "non sta
in piedi". Dichiarazioni che hanno innescato un'immediata levata di
scudi da parte della sinistra della coalizione, a partire dal capogruppo del
Prc a Palazzo Madama Giovanni Russo Spena, che ha replicato direttamente al
ministro: "Non capisco perché Bersani - ha affermato - dica sin d'ora
che i fondi recuperati dai conti dormienti non vanno alla stabilizzazione dei
precari. Ovviamente quelli non ancora impegnati andranno lì, perché lo
decide il Parlamento. Ovviamente - ha aggiunto Russo Spena - non succede che
domani verranno stabilizzati 300 mila precari, come hanno scritto
erroneamente e superficialmente i giornali. Si costituirà un fondo,
che pian piano troverà attuazione graduale. Il meccanismo è
tale da permettere un'assunzione graduale e proporzionale ai fondi che
entreranno. Dire ora qualsiasi cosa, come ha fatto Bersani, è
impossibile".
Sulla linea di Russo Spena si è già schierato Cesare Salvi, che
non manca anch'esso di polemizzare col compagno di partito Bersani, come ha
fatto, comprensibilmente, Manuela Palermi, ma proprio sui meccanismi di
assunzione dei precari e sul finanziamento del fondo si concentrano le
differenze di sensibilità all'interno della maggioranza. Intanto,
sulle modalità di prelievo dai conti dormienti sta lavorando il
senatore diellino Roberto Pinza, e non si tratterà certo di questione
marginale,come sottolinea anche il presidente della commissione Bilancio
Enrico Morando: "Chi pensa che potranno affluire già nel 2007 -
dice - non ha la minima idea. Bisognerà aspettare anni, e non pochi
anni". Morando solleva poi anche un'altra questione, relativa alle
priorità dei beneficiari di tali proventi, che a suo avviso dovranno
essere le vittime dei recenti crack finanziari. Quanto alle procedure
dell'assunzione dei precari, una parte dell'ala riformista, parimenti all'opposizione,
fa notare che nessuna assunzione potrà avvenire senza un concorso
pubblico, come stabilisce la legge per l'accesso al pubblico impiego.
In questo senso si esprime chiaramente il sottosegretario all'Economia Mario
Lettieri: "Al pubblico impiego si accede tramite concorso, altrimenti ci
mettiamo la Costituzione sotto i piedi". Allo stato, comunque, la
anticipazioni sulla formulazione definitiva (che arriverà ovviamente
in Aula col maxiemendamento) parlano di un fondo "simbolico" (che
ammonterebbe per il primo anno a cinque milioni di euro), finanziato anche da
cinque per cento dei dividendi delle società pubbliche come Eni ed
Enel e dagli introiti derivanti dalla "riduzione dei costi della
politica". L'entità delle assunzione saranno poi definite in base
alle reali entrate affluenti al Fondo, e sarà inoltre un decreto ad
hoc, da emanarsi entro quattro mesi, a stabilire le procedure per
l'assunzione.
(baz) 11 dic 16:43
Di
Mauro Novelli 8-12-2006
Parliamoci
chiaro: i fondi dormienti detenuti in banche, in finanziarie, in posta non
sono res nullius, né sono degli enti in cui sono stati dati in deposito, o
dello Stato. Sono di concittadini ( o di loro aventi causa) che per i motivi
più diversi, in genere non volontari e di norma improvvisi ed
imprevisti, perdono la capacità di esercitare il loro diritto di
creditori e/o traccia di quelle proprietà: decessi improvvisi, perdita
della capacità di intendere e di volere, altri guai totalmente
invalidanti. Molto spesso, tali accidenti coinvolgono persone che non hanno
voluto mettere a parte – neanche i familiari più stretti - dei loro rapporti finanziari con banche,
posta, finanziarie. Se hanno avuto l’ “accortezza” di tenere nascosta
documentazione di qui rapporti (magari conservandola in cassette di
sicurezza), parenti o conoscenti non verranno mai a conoscenza di quella
attività. Si consideri inoltre che l’aumento impetuoso di famiglie
costituite da singles causerà una parallela crescita di “amnesie
finanziarie”.
Finora
le banche si son guardate bene dal porre in essere azioni di recupero di loro
clienti o di loro aventi causa (eredi, tutori ecc.). Al contrario, hanno
acquisito grande professionalità nell’attivare gli strumenti
più efficaci qualora dovessero recuperare loro posizioni creditorie
(commissioni non percepite, conti con saldi a debito ecc.).
Valutazioni
delle entità dei fondi dormienti parlano di 13 miliardi di euro
(Bankitalia si attesta sui 10 miliardi). A nostro avviso sono di gran lunga
superiori: dobbiamo infatti considerare non solo i classici deposi (conti
correnti e libretti di risparmio) ma
soprattutto vanno coinvolti i dossier titoli a custodia e i contenuti di cassette di sicurezza, di
gran lunga di maggiore consistenza rispetto ai depositi, ed ogni altro fondo
detenuto nelle casse di banche, posta, finanziarie per altri motivi (pegno,
garanzia ecc.)
Il
legislatore ha cominciato ad interessarsi di questi fondi, ma a nostro avviso
in maniera grossolana ed impropria. Una proposta di legge indica
nell’acquisizione di quei fondi per poter risarcire i colpiti dai tango
bonds. Insomma, le banche hanno massacrato il risparmio degli italiani e se
la scampano perché i massacrati verranno (pur parzialmente) soddisfatti da
fondi di altri depositanti. Ancora una volta, alle banche starà
benissimo, soprattutto se l’iniziativa dovesse fornire vie d’uscita tombali
alle loro responsabilità.
Ecco
la proposta (minima):
Devono
essere interessati tutti i fondi detenuti a vario titolo in banca, in
società finanziarie e fiduciarie, in posta: depositi su conti correnti
e libretti di deposito, dossier titoli a custodia, depositi in cassette di
sicurezza, o nelle casse delle banche per altri motivi (pegno, garanzia ecc.).
Deve
essere definito un periodo di non movimentazione inferiore comunque ai 10
anni.
Prima
di porre in essere la procedura di destinazione, i debitori (banche, posta,
finanziarie) devono procedere:
-
alla comunicazione ultimativa ( con data certa) delle procedure di
destinazione dei fondi ai clienti interessati. L’indirizzo sarà
necessariamente l’ultimo conosciuto. In caso di contestazione, le
comunicazioni devono essere inviate a tutti i contestatari agli ultimi
indirizzi conosciuti o a quelli indicati all’atto dell’apertura del conto
(riportati dai documenti di riconoscimento presentati). La stessa lettera si
invierà anche all’eventuale delegato.
-
Trascorsi sei mesi dall’invio della lettera, la banca procederà alla
indicazione degli elenchi alla Banca d’Italia (o alla pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale) dei riferimenti anagrafici (non di quelli bancari) dei
nominativi dei titolari di conto, di libretto, di custodia titoli ecc. non
movimentati negli ultimi 7 anni (o per il periodo definito). La comunicazione
darà indicazione dei termini procedurali di destinazione dei fondi,
comunicando che se i diretti interessati o gli eventuali aventi causa
(eredi, tutori ecc.) non si presenteranno entro un periodo da
definirsi, i saldi verranno girati dalla banca al conto di gestione di
Bankitalia che poi li accrediterà alla Banca Depositi e Prestiti per
essere gestiti come da legge.
4) Devono essere garantiti i diritti dei
titolari che si presenteranno entro il ventesimo anno dall’ultima
movimentazione e potranno dimostrare di aver titolo sui fondi.
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