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Libero mercato ( da "Espresso, L'
(abbonati)" del
08-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
Ma
l'effetto fu una bolla del mercato immobiliare con un forte aumento degli
occupati nel settore dell'edilizia. Adesso che la bolla del mercato immobiliare
sta esplodendo, il nuovo governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, segue
la stessa politica del suo predecessore: un forte abbassamento dei tassi di
interesse.
Banca centrale
europea ( da "Manifesto, Il" del 08-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
mentre
oggi si pagano le conseguenze dell'esplosione della bolla immobiliare. La
moneta negli Usa è il supremo regolatore anche dei bisogni elementari delle
persone: la salute, l'istruzione, la previdenza, i consumi. Il tutto si espande
e si contrae non a seconda del bisogno, ma del tasso di interesse, magari
accompagnato da manovre sulle tasse.
( da "Espresso, L'
(abbonati)" del
08-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
OPINIONI
LIBERO MERCATO LA RECESSIONE PUO' FAR BENE di Luigi Zingales Negli ultimi anni
gli americani hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità consumando più
di quello che guadagnavano Per ogni cosa c'è il suo momento, recita
l''Ecclesiaste', "un tempo per piantare e un tempo per sradicare le
piante, un tempo per demolire e un tempo per costruire". Nei termini del
dibattito economico odierno potremmo dire un tempo per l'espansione economica e
uno per la recessione. Come in natura, anche in economia, c'è una naturale
alternanza. E come in natura, anche in economia le fasi negative hanno una loro
funzione: per quanto penose le recessioni sono utili. Favoriscono la
riallocazione di risorse da settori maturi a settori in espansione. Forzano
l'uscita dal mercato di imprese inefficienti, permettendo l'entrata di nuove
imprese in un processo che Schumpeter giustamente chiama "distruzione
creatrice". Facilitano l'aggiustamento degli squilibri macroeconomici. Nel
caso degli Stati Uniti, ci sono almeno due motivi per cui oggi una recessione
sarebbe salutare. Innanzitutto, nell'ultimo decennio gli americani sono vissuti
al di sopra delle loro possibilità, consumando più di quello che guadagnavano.
Per sostenere questo consumo hanno comprato all'estero più di quanto vendessero
causando un forte deficit della bilancia commerciale ed un elevato
indebitamento con l'estero. Questo squilibrio non può perdurare nel tempo, ma
l'aggiustamento è difficile: passa per una riduzione del consumo privato. Una
recessione faciliterebbe questa riduzione, con effetti positivi sul risparmio
aggregato e sulla bilancia commerciale. In secondo luogo, la recessione
favorirebbe la riallocazione di risorse dal settore abitativo (dove si sono
riversate durante la bolla immobiliare di inizio
secolo) agli altri settori. Ogni tentativo di soccorrere il mercato immobiliare non fa altro che ritardare questo inevitabile
aggiustamento, con grosso spreco di risorse. Nonostante i benefici di una
recessione, l'America vive l'illusione che la recessione sia evitabile e gli
aggiustamenti costosi non necessari. Questa illusione è stata coltivata dalla
politica monetaria dell'ex governatore della Federal Reserve Bank, Alan
Greenspan. Quando, appena nominato, Greenspan si trovò di fronte al crollo di
Borsa del 1987, reagì vigorosamente con un abbassamento dei tassi e una forte
immissione di liquidità nel sistema, e la temuta recessione economica non si
verificò. Fu una manovra brillante. Così brillante che Greenspan decise di
ripeterla. Nel 1998, di fronte a una crisi finanziaria provocata
dall'insolvenza del governo russo e dal tracollo di un grosso hedge fund,
Greenspan reagì abbassando fortemente i tassi di interesse. La crisi economica
fu evitata, ma l'effetto fu una bolla speculativa in
Borsa di proporzioni mai viste. Quando la bolla
esplose, Greenspan fu di nuovo pronto a reagire abbassando i tassi di interesse
quasi a zero. Con questa manovra audace evitò che la crisi borsistica avesse forti
ripercussioni sull'economia (ci fu una recessione, ma molto lieve e molto
breve). Ma l'effetto fu una bolla del mercato immobiliare con un forte aumento degli occupati nel settore dell'edilizia.
Adesso che la bolla del mercato immobiliare sta esplodendo, il nuovo
governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, segue la stessa politica del
suo predecessore: un forte abbassamento dei tassi di interesse. Ma
questa volta non è solo. Il presidente George Bush, desideroso di non
aggiungere una recessione alla lista delle eredità negative che lascia al
termine del suo mandato, si è affrettato a concordare con il Congresso
democratico un piano fiscale della bellezza di 145 miliardi di dollari (1 per
cento del Prodotto interno lordo) per ravvivare l'economia. Nel breve periodo
questa manovra congiunta avrà sicuramente effetti benefici. La recessione
economica sarà evitata o almeno alleviata. Ma a quali costi? I più probabili
sono un aumento dell'inflazione e un ulteriore deprezzamento del dollaro. E il
perdurare degli squilibri strutturali dell'economia americana, a cominciare
dall'eccessivo consumo. E più si sposta nel tempo l'aggiustamento, più sarà
penoso. Questa strategia, di spostare i problemi nel tempo invece che
risolverli, sembra pagare. Greenspan è venerato come il migliore banchiere
centrale che gli Stati Uniti abbiano mai avuto. Bernanke si è guadagnato il
plauso di tutto l'arco politico. E perfino Bush, dopo tante critiche, ha
raccolto qualche consenso. Ma, come dice l''Ecclesiaste', "Dio giudicherà il
giusto e l'empio, perché c'è un tempo per ogni cosa e per ogni azione".
( da "Manifesto, Il" del
08-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
Sui
tassi Francoforte non rincorre la Federal reserve. Forse è un bene Galapagos
Francoforte non molla: anche ieri non ha ridotto i tassi nonostante gli appelli
della comunità finanziaria che teme lo sgretolamento progressivo delle
quotazioni azionarie. Il Fondo monetario internazionale si è congratulato con
la scelta della Bce di non intervenire sul costo del denaro. Vista l'ideologia
del Fondo viene da pensare che una volta di più la Bce ha perso una buona
occasione. Quindi ha sbagliato. Ma è proprio così? Forse no. Certo, anche ieri
Trichet ha sostenuto che l'attuale livello d'inflazione lascia pochi spazi e
questi sono maggiori per un aumento dei tassi anziché una riduzione. Poi ha
ripetuto il solito appello-minaccia ai lavoratori perché contengano le loro
richieste di aumenti salariali e perché gli stati tengano sotto controllo la
spesa pubblica e rispettino i parametri di Maastricht, anche in una fase di
rallentamento dell'economia. Però, sicuramente non per suo merito, la Bce forse
non ha del tutto sbagliato a non far scendere i tassi, anche se per alcuni
paesi, Italia in testa, questo significa dover spendere di più per pagare gli
interessi sul debito pubblico. Tuttavia il modello da inseguire non possono
essere gli Stati uniti e la politica monetaria filo Bush della Fed. Perché la
situazione tra le due aree è profondamente diversa. Negli Usa la politica
monetaria è, infatti, l'unica risorsa per stimolare o spingere il pedale del
freno della congiuntura economica. In una paese dove è praticamente assente la
politica della spesa pubblica (con l'eccezione di quella bellica e per la
difesa) tutta la politica economica si riduce alla politica monetaria: il
livello dei tassi o e la liquidità fornita al sistema bancario. E questo
alimenta bolle speculative. Meno di 10 anni fa si scatenò quella sulle Dot.coi,
mentre oggi si pagano le conseguenze dell'esplosione della bolla immobiliare. La moneta negli Usa è il supremo regolatore anche dei bisogni
elementari delle persone: la salute, l'istruzione, la previdenza, i consumi. Il
tutto si espande e si contrae non a seconda del bisogno, ma del tasso di
interesse, magari accompagnato da manovre sulle tasse. In Europa non è
così. Anche se la tendenza è di fare dello stato sociale una fonte di profitti,
nel vecchio continente è ancora forte (perfino in Gran Bretagna) l'intervento
pubblico che si concretizza in uno welfare sempre più sotto tiro, ma ancora in
piedi. In queste condizioni la manovra sui tassi rimane ancora marginale e la
Bce non per suo merito ha, per fortuna, un campo d'intervento ancora limitato.
A Los
Angeles, soltanto 4.430 case sono state vendute nel mese di dicembre, un crollo
del 48% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La pop star Avril
Lavigne rivende la sua villa con una perdita secca di $1.1 milioni. Anche i
ricchi e famosi di Hollywood non possono far nulla per evitare il calo del
mercato immobiliare che sta devastando gli Stati Uniti. A Los Angeles, soltanto
4.430 case sono state vendute nel mese di dicembre, un crollo del 48% rispetto
allo stesso periodo dell'anno scorso. E i prezzi sono scesi -11% a un prezzi
medio di $470,000, scrive Forbes in un recente articolo.
Naturalmente, le ville delle star del cinema e dello spettacolo costano molto
di piu', con un prezzo minimo di partenza di almeno $1.4 milioni a L.A., dicono
gli esperti immobiliari della California. Le ville con un valore compreso tra i
$3 e i $6 milioni sono quelle che non si riescono proprio a vendere, in questo
mercato calante.
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La pop
star Avril Lavigne ha dovuto ridurre il prezzo chiesto per la vendita della sua
villa (cinque stanze da letto, sei bagni) a Beverly Hills da $6.9 a $5.8
milioni. L'ex chitarrista dei Guns N' Roses Slash (conosciuto come Saul Hudson)
adesso sa di aver pagato un eccesso per la sua villa in stile spagnolo a
Hollywood Hills (con piscina, palestra e vista mozzafiato). Acquistata nel
gennaio 2006 per $6.2 milioni, Slash ha rivenduto la villa lo scorso dicembre
in perdita netta, a $5.7 milioni. L'artista ha gia' fatto causa al suo ex
agente immobiliare per averlo indotto in errore, cerchera' di rivalersi del
pessimo affare con la California Superior Court.
Cultura E a Davos, a
essere nei guai non erano soltanto i grandi amministratori delle banche, ma
anc... ( da "Repubblica, La" del 06-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
le
banche non hanno compreso il primo principio della gestione del rischio: che la
diversificazione funziona soltanto quando i rischi non sono correlati e che gli
shock a livello macroeconomico (come quelli che stanno colpendo i prezzi delle
case o la capacità di onorare i mutui accesi) hanno un effetto sulla capacità
generale di ripagare i mutui.
Una mina immobiliare
per Deutsche Bank: maxi prestito a rischio ( da "Giornale.it, Il" del 06-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
ai
massimi della bolla immobiliare negli Usa, sette grattacieli a Manhattan a un
prezzo di 7 miliardi di dollari. L'immobiliarista avrebbe investito però
direttamente solo 50 milioni coprendo l'importo restante grazie ai prestiti. A
partire da quello ottenuto da Deutsche Bank, esposta per 5,8 miliardi di
dollari verso Macklowe.
( da "Repubblica, La" del
06-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
Cultura
E a Davos, a essere nei guai non erano soltanto i grandi amministratori delle
banche, ma anche chi sul sistema dovrebbe vegliare, vale a dire i titolari
delle banche centrali. Chiunque frequenti le conferenze internazionali è
abituato a sentire gli americani impartire lezioni sulla trasparenza a tutti. è
successo anche Davos quest'anno, ma molto meno. Tra chi lo fa solitamente, ho
sentito un ex segretario del Tesoro, che al tempo della crisi del Sudest
Asiatico non aveva usato i toni bassi per ammonire in questo senso, ribadire la
necessità di trasparenza nei fondi sovrani di investimento, gli Swf, senza
tuttavia menzionare gli hedge fund statunitensi o europei. Questa volta,
invece, non sono riusciti a trattenere dei commenti sull'ipocrisia insita in
tutto ciò i paesi in via di sviluppo. Si è percepito persino un certo
compiacimento per la sfortuna altrui, una certa Schadenfreude, per i problemi
che gli Stati Uniti stanno vivendo in questo momento, compiacimento contenuto
tuttavia dalla preoccupazione per l'impatto che questa crisi potrebbe avere
sulle loro economie. Ma davvero gli Stati Uniti hanno suggerito agli altri di
rivolgersi ai responsabili delle banche americane per imparare a gestire i
propri affari? Ma davvero gli Stati Uniti hanno millantato la superiorità dei
propri sistemi di gestione del rischio, arrivando addirittura a sviluppare un
nuovo sistema per la vigilanza bancaria, il Basilea II? Il Basilea II è morto,
almeno finché non saranno svanite le memorie sull'attuale disastro. Gli uomini
che guidano le banche ? e le agenzie di rating ? hanno creduto nell'alchimia
finanziaria. Hanno creduto nel fatto che i nuovi prodotti finanziari avrebbero
in qualche modo trasformato i mutui a rischio in titoli di valore, cui si
poteva attribuire dei rating AAA. Ma una delle lezioni della teoria della
finanza moderna è che, in mercati finanziari che funzionano come si deve,
riconfezionare il rischio non cambia molto le cose. Per esempio, dal prezzo
della panna e da quello del latte scremato, possiamo calcolare il prezzo del
latte che contiene un 1 per cento di panna, del latte che ne contiene il 2 per
cento e di quello che ne contiene il 4 per cento. Riconfezionando il rischio si
può probabilmente ricavare del denaro, ma non certo i miliardi che le banche
hanno guadagnato affettando, tagliando a pezzetti e riconfezionando i mutui a
rischio in pacchetti il cui valore era molto più alto di quello del contenuto.
Era troppo bello per essere vero, e così è stato. Peggio ancora, le banche non hanno compreso il primo principio della gestione
del rischio: che la diversificazione funziona soltanto quando i rischi non sono
correlati e che gli shock a livello macroeconomico (come quelli che stanno
colpendo i prezzi
delle case o la capacità di onorare i mutui
accesi) hanno un effetto sulla capacità generale di ripagare i mutui. A
Davos ho sostenuto che anche i titolari delle banche centrali hanno sbagliato,
con una erronea valutazione della minaccia di un andamento negativo
dell'economia e non fornendo gli strumenti regolatori adeguati. Hanno aspettato
troppo a lungo per agire. Poiché, di norma, occorre un anno o più perché gli
effetti della politica monetaria siano percepiti, le banche centrali devono
agire preventivamente invece di reagire. Peggio ancora, a creare questo
problema potrebbero aver contribuito la Federal Riserve e il suo precedente
titolare, Alan Greenspan, rassicurando chi temeva una bolla
immobiliare che tutt'al più sul mercato si era formata una "certa
schiuma" e incoraggiando quindi le famiglie ad accendere dei rischiosi
mutui a tasso variabile. Solitamente, i partecipanti al forum di Davos
avrebbero fatto quadrato attorno ai responsabili delle banche centrali. Questa
volta, invece, con un voto tre contro uno, alla fine della sessione hanno
condiviso il mio punto di vista. L'argomento dei titolari delle banche
centrali, secondo il quale "nessuno poteva prevedere questi
problemi", è stato convincente solo per pochi dei partecipanti. Ciò si
spiega forse col fatto che alcuni dei presenti avevano, come me, negli anni
precedenti, avvertito del pericolo incombente. Abbiamo sbagliato soltanto la
valutazione su quanto fossero poco virtuose le pratiche delle banche per la
concessione del credito, su quanto realmente fossero poco trasparenti le banche
e su quanto inadeguati fossero i loro sistemi di gestione del rischio. è stato
interessante osservare le differenze culturali dell'atteggiamento di fronte
alla crisi in atto. In Giappone, l'amministratore delegato di una banca avrebbe
chiesto scusa ai propri dipendenti e al Paese, rifiutando pensione e bonus, per
condividere con chi subiva le conseguenze della cattiva gestione societaria le
risorse disponibili. E si sarebbe dimesso. Negli Stati Uniti, si tratta
soltanto di capire se il consiglio di amministrazione costringerà un
amministratore delegato a lasciare la poltrona e, in questo caso, a quanto
ammonterà il suo pacchetto di buonuscita. Quando ho chiesto a un amministratore
delegato se si fosse parlato dell'opportunità di rifiutare i bonus, la risposta
non è stata semplicemente un no, bensì un'aggressiva difesa del sistema dei
bonus. Negli Stati Uniti, questa è la terza crisi degli ultimi vent'anni, dopo
quella della Savings & Loan del 1989 e quella Enron/WorldCom del 2002. La
deregulation non ha funzionato. I mercati con poche regole possono fruttare
bonus generosi per gli amministratori delegati, ma non conducono, come se
fossero guidati da una mano invisibile, al benessere delle società. Finché non
arriveremo a un equilibrio più valido tra mercati e governo, il mondo
continuerà a pagare un prezzo alto. Copyright Project Syndicate, 2008
Traduzione di Guiomar Parada.
( da "Giornale.it, Il" del
06-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
Di
Redazione - mercoledì 06 febbraio 2008, 07:00 da Milano Tra pochi giorni
potrebbe brillare una "mina" nel bilancio di Deutsche Bank.
L'istituto tedesco potrebbe, infatti, essere costretto a coprire un credito a
rischio per diversi miliardi di dollari concesso all'immobiliarista
statunitense Harry Macklowe. Il prestito scade venerdì e, secondo
indiscrezioni, Macklowe non sarebbe in grado di farvi fronte. A ricostruire la
vicenda è il quotidiano Handelsblatt, ricordando che Macklowe ha acquistato nel
febbraio 2007, ai massimi della bolla immobiliare
negli Usa, sette grattacieli a Manhattan a un prezzo di 7 miliardi di dollari.
L'immobiliarista avrebbe investito però direttamente solo 50 milioni coprendo
l'importo restante grazie ai prestiti. A partire da quello ottenuto da Deutsche
Bank, esposta per 5,8 miliardi di dollari verso Macklowe. La banca
tedesca, che non ha voluto commentare e che giovedì annuncerà i risultati 2007
e le perdite accusate nel quarto trimestre per la crisi del subprime Usa, ha
già recuperato i sette grattacieli ma gli esperti del settore dubitano che,
anche in caso di vendita, si possano coprire i costi dell'operazione vista la
forte crisi del mercato immobiliare statunitense. Un
portavoce di Macklowe ha affermato che sono in corso negoziati con Deutsche
Bank.
Secondo l’ufficio studi di Tecnoborsa nel 2008 il mercato immobiliare italiano
raggiungerà una situazione di stabilità delle quotazioni, con tendenze al
ribasso in più città con oscillazioni che vanno da un minimo di -2% a un
massimo di +2%. Terranno i tagli medio-piccoli, mentre scenderanno i prezzi di
quelli più grandi e dell’usato. Non ci si aspettano cali nelle zone di seconda
cintura delle grandi città dove i prezzi sono ancora accessibili e nel
Meridione ci si aspetta un ulteriore rallentamento della crescita delle
quotazioni. Si continueranno ad allungare i tempi di vendita a causa della
crescente difficoltà di incontro tra domanda ed offerta. A soffrire nei
prossimi mesi saranno soprattutto coloro che per comprare casa devono ricorrere
ad un mutuo che finanzi in modo importante l’acquisto, primi fra tutti i
giovani, gli stranieri e le famiglie monoreddito. Incontreranno minori
difficoltà gli acquirenti di un immobile di sostituzione o coloro che già
dispongono di un discreto capitale iniziale e che si indebitano per importi non
elevati.
Il 2008 dovrebbe essere l’anno della flessione,
secondo l’Ufficio Studi Gabetti, infatti, dopo un decennio di ciclo immobiliare
positivo, si prevede una diminuzione media dei volumi dell’1% e dei valori del
3,5%. Il calo dovrebbe essere più sensibile nelle città come Milano e Roma dove
sono previsti prezzi in calo del 2% e una riduzione delle compravendite
dell’8%. Napoli è la città che è cresciuta di più dall’inizio del ciclo
immobiliare e, quindi, potrebbe avere un contraccolpo più netto. Per i piccoli
Comuni ci dovrebbero essere meno sorprese, in quanto i prezzi sono più bassi e
quindi più abbordabili. Per quanto riguarda le località turistiche, difenderanno
meglio il valore quelle meglio collegate e più tutelate da un punto di vista
ambientale.
Adusbef e Federconsumatori hanno preparato
la periodica previsione delle spese relative alla casa per il 2008. I costi
relativi all’abitazione - secondo la ricerca delle associazioni consumatori -
rappresentano un problema per le famiglie italiane; infatti, per l’acquisto di
un appartamento di 90 mq nel
Secondo uno studio di Edilbox/Cresme i più
recenti andamenti del mercato immobiliare italiano sono improntati ad un
evidente rallentamento complessivo, dopo dieci anni di crescita delle
compravendite e sette anni di incremento dei valori immobiliari. I segnali di
un rallentamento del mercato italiano erano presenti già a partire dal 2003 con
un azzeramento della crescita delle compravendite e una riduzione nei tassi di
incremento dei prezzi. I due anni successivi hanno visto l’incremento delle
compravendite (+5,7% nel 2004 e +3,7% nel 2005) e prezzi in crescita ma con
vigore decrescente (+3,0% nel 2003, +2,1% nel 2004, +1,9% nel 2005). Secondo le
stime del Cresme, il mercato immobiliare ha tenuto anche nel 2006 con un
ulteriore incremento delle compravendite (+1,2%) e con un incremento limitato
dei valori immobiliari (+1,6%).
Per Scenari Immobiliari ci sarà una forte
crisi nei piccoli centri e nel mercato dell’usato di basso livello. Le
variazioni dei prezzi saranno piuttosto disomogenee, infatti, oscilleranno da
un -5% per le fasce usate di bassa qualità a un +5% per quelle di buona
qualità.
Secondo Ubh alla fine del primo semestre
2007 il numero delle compravendite è sceso del 3,4% rispetto allo stesso
semestre 2006. Inoltre, le stime prevedono che a fine 2007 il calo rispetto
all’anno precedente sarà del 7%. Nel 2008 la crescita dei prezzi si dovrebbe
arrestare nei piccoli centri e nei capoluoghi di provincia non distanti dalle
grandi aree urbane. Ci si aspetta un calo degli immobili di livello basso e mal
localizzati, soprattutto nelle periferie e nei semicentri delle grandi città.
Inoltre, dovrebbe crescere lo sconto (+13%) e si dovrebbero allungare i tempi
di vendita (fino a sei mesi). Viceversa, è attesa una crescita della domanda
nei centri urbani medio-piccoli.
LA MATTANZA SUBPRIME
E' SOLO ALL' INIZIO ( da "Wall Street Italia" del 05-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
In
America il valore delle case è diminuito del 7-10% nel
Case, mutui in lieve
calo ma a Trapani è sboom ( da "MF Sicilia" del 05-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
affare
il proprietario è disposto a rivedere verso il basso il prezzo iniziale di
vendita. La bolla immobiliare è pronta a scoppiare? Gli addetti ai lavori lo
escludono, ma di certo siamo in presenza di una crisi del mattone. A dare
segnali di rallentamento, poi, c'è anche il mercato creditizio che, si sa, va a
paso doble con quello immobiliare.
SPAGNA/ BOOM
ECONOMICO SI RIDIMENSIONA A VIGILIA ELEZIONI -focus ( da "Virgilio Notizie" del 05-02-2008)
Argomenti: Mercato immobiliare
Abstract:
esplosione
della bolla immobiliare avevano indotto gli esperti internazionali a preannunciare
la crisi prima dell'arrivo dei segnali negativi delle ultime settimane. Il
premier socialista Jose Luis Rodriguez Zapatero, gia dalla fine del 2006, aveva
annunciato un mutamento di strategia dell'esecutivo al fine di stimolare la
"definitiva modernizzazione"
-
Roma I dati dell'Osservatorio di Banca per
la Casa per la provincia. Troppo alti i tassi dei "variabili" Roma, crollo
dei mutui: -5,7% Pesa l'aumento delle rate, gelo sul mercato immobiliare
Quattro miliardi e 703 milioni nei primi sei mesi del 2007 rispetto ai 4
miliardi e 986 milioni dello stesso periodo 2006 ROSA SERRANO Gelata sul
mercato immobiliare residenziale della Capitale. Frena la domanda di mutui e
calano le compravendite. Nei primi nove mesi del 2007 i mutui erogati dalle
banche nella regione per acquistare casa sono diminuite del 4,3% rispetto allo
stesso periodo del 2006. Più accentuata la flessione registrata
dall'osservatorio mutui di Banca per la Casa per la provincia di Roma (-5,7%).
I mutui erogati nei primi nove mesi del 2007 sono risultati, infatti, pari a 4
miliardi e 703 milioni di euro rispetto ai 4 miliardi e 986 milioni di euro
dello stesso periodo del 2006. "La flessione nella domanda di
finanziamento immobiliare - spiega Alessandro Ghisolfi, direttore ufficio studi
di Ubh - è strettamente collegata al calo delle compravendite certificato
dall'Agenzia del territorio che nel primo semestre
Osservatorio
di unicredit banca per la casa Mutui, in Sicilia mercato stazionario Palermo.
In Sicilia sono stazionarie le erogazioni di mutui per l'acquisto di casa, ma
la regione è fra le prime otto in Italia per volumi finanziati. Lo conferma
l'"Osservatorio Mutui Casa alle Famiglie" di Banca per la Casa, la
banca multicanale specializzata di UniCredit Group, su dati Bankitalia. Nei
primi nove mesi del 2007 sono stati accesi in Sicilia mutui per 2.136 milioni
di euro (-0,16% rispetto allo stesso periodo del 2006). Questi i dati nelle
singole province (fra parentesi la percentuale rispetto ai primi nove mesi del
2006): Agrigento, 102 milioni di euro (-3,6%); Caltanissetta, 76 milioni
(+1,5%); Catania, 586 milioni (-0,2%); Enna, 37 milioni (-6,6%); Messina, 256
milioni (+7,7%); Palermo, 600 milioni (+3,4%); Ragusa, 139 milioni (-7,4%);
Siracusa, 198 milioni (+0,2%); Trapani, 142 milioni (-14,6%). L'ammontare
complessivo delle nuove erogazioni, in Italia, nei primi nove mesi del 2007 è
pari a 44.939 milioni di euro. "Il mercato già dai primi mesi del 2007, ?
dichiara Pasquale Giamboi, Amministratore Delegato di UniCredit Banca per la
Casa ? ha dato segnali di rallentamento. Ma le erogazioni dei mutui alle
famiglie si mantengono a livelli elevati visto che, nei primi nove mesi del
( da "Wall Street Italia" del
05-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
Di Vincenzo
Sciarretta Finora le perdite legate al debito subprime ammontano a circa $150
miliardi. Ma il buco finale rischia di essere ben più grande, addirittura
superiore ai $1.000 miliardi, quando si include l'intero mondo del credito. E
in borsa... -->Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'
autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street
Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI) ? Finora le perdite legate al
debito subprime ammontano a circa 150 miliardi di dollari, ma il buco finale
rischia di essere ben più grande, addirittura superiore ai 1.000 miliardi
quando si include l'intero mondo del credito. Insomma, la bomba ha la miccia
lunga, e potrebbe deflagrare in modo clamoroso nei prossimi 18 mesi. D'altronde,
fioccano le peggiori previsioni persino da parte di quelle istituzioni che
negli anni scorsi indulgevano a una visione ottimistica, come le agenzie di
rating. In settimana la Standard & Poors ha annunciato che le passività
generate dai subprime minacciano di superare i 265 mld di dollari, mano a mano
che la "cancrena" si estende alle banche regionali e alle aziende di
credito estere. Va ricordato che in altre crisi del passato, la portata delle
svalutazioni apparve intereramente solo a posteriori. Viene in mente il
terremoto delle casse di risparmio, fra gli anni '80 e '90. Inizialmente, la
stima delle perdite convergeva sui 10 mld di dollari, poi se ne contarono 200.
Non è facile in questo momento trovare fonti autorevoli e trasparenti che
possano parlare di credito. Su troppi analisti aleggia il sospetto di un
radicale conflitto di interessi. Non per Bob McKee, capo economista della
Independent Strategy, influente società di consulenza con sede a Londra.
Mercato ricco di insidie e di opportunita'. E con news gratis, non vai da
nessuna parte. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle
informazioni riservate, clicca sul link INSIDER Dr. McKee, il pasticcio dei
subprime ha causato perdite di 150 miliardi di dollari. Quale sarà il resoconto
tra un paio d'anni? Noi pensiamo che il consuntivo oscillerà fra i 500 e i
1.300 miliardi, se guardiamo a tutta l'economia globale. Lo sbocco più
inquietante si avrà in caso di recessione in Nord America, perché allargherebbe
il perimetro dei problemi ai derivati, al consumo e alle istituzioni creditizie
europee. Sono cifra iperboliche. Come ci si arriva? Un passo per volta. Intanto
analizziamo i finanziamenti subprime, vero epicentro della crisi. Questo tipo
di debito vale negli Stati Uniti circa 1.500 miliardi di dollari. Se le perdite
fossero nell'ordine del 15%, la cifra è di 225 miliardi, non lontana da altri
calcoli in circolazione. Poi c'è il segmento "prime", i mutui di
prim'ordine. Teme anche qui un'emorragia? Non un'emorragia, ma qualche ammaccatura.
In America il valore delle case è diminuito
del 7-10% nel
( da "MF Sicilia" del
05-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
MF
Sicilia Case, mutui in lieve calo ma a Trapani è sboom I dati unicredit sul
mercato creditizio in sicilia. Ormai è assodato, il mercato immobiliare
è in fase riflessiva. A confermare il rallentamento sono alcuni dati di fatto:
il numero delle compravendite è diminuito, i tempi per le trattative si sono
allungati e, spesso e volentieri, pur di chiudere l'affare
il proprietario è disposto a rivedere verso il basso il prezzo iniziale di
vendita. La bolla
immobiliare è pronta a scoppiare? Gli addetti
ai lavori lo escludono, ma di certo siamo in presenza di una crisi del mattone.
A dare segnali di rallentamento, poi, c'è anche il mercato creditizio che, si
sa, va a paso doble con quello immobiliare. Se il mutuo
costa troppo, è evidente, le famiglie comprano meno. E le cose per ora vanno
proprio così. Secondo le ultime stime di Bankitalia riferite al 2006, per
acquistare un tetto sono necessari 12 anni di stipendio contro gli 8,4 anni che
servivano nel 1995, con un incremento del 43%. Non c'è da stupirsi, dunque, se
il mercato creditizio sia in calo, persino in Sicilia, regione tradizionalmente
incline all'indebitamento per l'acquisto della casa.I numeri: da gennaio a
settembre del
( da "Virgilio Notizie" del
05-02-2008)
Argomenti: Mercato
immobiliare
05-02-2008
19:47 Occupazione, indice prezzi e produzione
industriale negativi Madrid, 5 feb. (Apcom) - I primi dati economici del 2008 ridimensionano
il boom economico spagnolo. Notizie che arrivano come una tegola sulla campagna
elettorale del Partito Socialista (Psoe) al governo: 132.378 nuovi disoccupati
a gennaio, stime di crescita per il 2008 ridotte al 3% ma passibili, secondo
indiscrezioni crescenti, di un'ulteriore riduzione fino al 2,6%, aumenti
inusuali dei prezzi dei beni di prima necessita' e
infine un calo della produzione industriale a dicembre pari al 2,4%. Un quadro
critico a cui si e' aggiunto il dato negativo sulla fiducia dei consumatori,
arrivata ai minimi storici, e il secondo 'crollo' dall'inizio dell'anno
dell'indice di riferimento della borsa di Madrid, l'Ibex 35, con un calo del
5,19%. L'economia, gia' negli ultimi mesi del 2007, aveva sostituito il
terrorismo come tema principale della campagna elettorale in vista delle
elezioni politiche del 9 marzo 2008. E il Partito Popolare (Pp) all'opposizione
aveva cambiato la propria strategia schierando Manuel Pizarro, ex presidente di
Endesa e economista che gode della stima dell'opinione pubblica spagnola, al
fianco di Mariano Rajoy nel ticket elettorale conservatore. La crisi a cui
sembra andare incontro la Spagna nei prossimi mesi segue, secondo alcuni
osservatori, la minaccia di una crisi alimentata dai subprime statunitensi e
dalle previsioni di recessione mondiale. Ma le avvisaglie di un rallentamento
dell'economia iberica, finora cresciuta a ritmi doppi rispetto alle altre
economie dell'eurozona, arrivano da 'lontano': il peso del settore della
costruzione sulla composizione del Pil spagnolo, equivalente a circa un 20% del
totale, e l'esplosione della bolla immobiliare avevano
indotto gli esperti internazionali a preannunciare la crisi prima dell'arrivo
dei segnali negativi delle ultime settimane. Il premier socialista Jose Luis
Rodriguez Zapatero, gia' dalla fine del 2006, aveva annunciato un mutamento di
strategia dell'esecutivo al fine di stimolare la "definitiva
modernizzazione" dell'economia spagnola e la fine della 'dipendenza
storica' della stessa dal 'mattone'. E i socialisti avevano introdotto nella
finanziaria considerevoli aumenti degli investimenti pubblici per lo sviluppo
della ricerca e di nuovi settori dell'industria, mentre i colossi della
costruzione confermavano le previsioni di crisi differenziando i propri
investimenti nei settori dei servizi e dell'energia. Ieri, il vicepremier,
Maria Teresa Fernandez de la Vega aveva sottolineato il carattere
"congiunturale" dei dati, invitando a non dare credito alla sfiducia
nel futuro alimentata dall'opposizione. Ma il Pp insiste sui dati criticando la
passivita' del governo e lo stesso Psoe approfitta della recente polemica con
la Conferenza Episcopale spagnola per distogliere l'attenzione dai dati
negativi e attirare il voto dell'elettorato di sinistra indeciso tra
l'astensione e il voto ai socialisti. La crescita della disoccupazione, secondo
gli esperti, e' in gran parte imputabile alla frenata del 'mattone'. Sono 8930
i nuovi disoccupati che erano impiegati nel settore, ma a questi andrebbero
aggiunti anche tutti i lavoratori delle agenzie immobiliari o di altre
attivita' legate al mattone. I "cattivi", per stessa ammissione del
governo, dati su inflazione e occupazione potrebbero aver superato anche le
stesse previsioni del governo. Zapatero, secondo fonti vicine al Psoe citate
dalla stampa spagnola, avrebbe infatti scartato la proposta di anticipare le
elezioni avanzata prima della scorsa estate da quanti nel Psoe temevano una
scalata di dati economici negativi durante la campagna elettorale: una
situazione che puo' costare cara a un premier che, stando agli ultimi sondaggi,
godrebbe ancora di un margine sicuro di vittoria, ma pur sempre in balia dei
rapidi movimenti dei cosiddetti 'indecisi'.
Una guida sicura nel
labirinto fallimentare ( da "Sole 24 Ore, Il (Del
Lunedi)" del 04-02-2008)
Abstract:
DISMISSIONI
Roberta Carlini e Pat Carra Le mani sulla casa Ed. Ediesse 2007, pagg. 143
Prezzo: Á 10 - Questo libro è un giro in nove tappe intorno al mondo
immobiliare. Un mondo tondo,com'è tonda la bolla che ha gonfiato i prezzi delle
case e ha svuotato i portafogli di chi ci abita.A cominciare dai grandi esclusi
dal gioco della proprietà: gli inquilini,
Rischio STAGNAZIONe
Crisi ma non troppo ( da "Panorama" del 04-02-2008)
Abstract:
vedo
nero in Gran Bretagna e forse in Spagna, per la bolla immobiliare, e in pochi
altri paesi, come l'Irlanda. L'Italia, a prescindere dalla caduta del governo
Prodi, è in uno stato di rallentamento acuto perché affronta i problemi tipici
dell'Eurozona, vale a dire i prezzi alti del petrolio e la moneta forte.
I due fantasmi che
agitano le Borse LA CRISI DEI MERCATI ( da "Affari e Finanza (La
Repubblica)" del 04-02-2008)
Abstract:
La
Fed punta a evitare un avvitamento dell'economia americana di tipo giapponese.
Con tutto che scende: prezzi delle case, Borse, rendimento del denaro, ecc. Ecco
perché ha abbassato il costo del denaro rapidamente e in maniera forte. E nei
prossimi mesi taglierà ancora". Fino al 2 per cento?
( da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del
04-02-2008)
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: PROFESSIONI AMMINISTRATORI DI data: 2008-02-04
- pag: 40 autore: IN LIBRERIA PROCEDURE CONCORSUALI Una guida sicura nel
labirinto fallimentare Salvatore Sanzo e Antonio Bianchi Manuale delle
procedure concorsuali Ed. Il Sole 24 Ore, 2007, pagg. 945 Prezzo: Á 95 - Il
Manuale delle procedure concorsuali è una guida completa alla disciplina del
fallimento, del concordato preventivo,della liquidazione coatta amministrativa.
Sono analizzati i nuovi istituti e gli aspetti fiscali legati alla crisi
d'impresa.Il volume è aggiornato alle ultimissime novità in ambito fallimentare
introdotte dal decreto legislativo 12 settembre 2007,
n.169,invigoredal1Úgennaio 2008.L'opera è divisa in quattro parti:una parte
prima generale sul fallimento,in cui si analizza l'istituto dalla dichiarazione
alla procedura,passando attraverso la trattazione degli organi e degli
effetti;una seconda dedicata alle altre procedure concorsuali;una terza parte
si occupa dei nuovi istituti per la definizione della crisi
d'impresa;nell'ultima parte,infine, trovano spazio gli aspetti fiscali del
diritto concorsuale.Ai fini della elaborazione dei diversi contributi, sono
stati chiamati professionisti che si confrontano quotidianamente con
problematiche applicative relativea procedure concorsuali,per poter offrire
agli operatori una meditatae approfondita panoramica su tutto il diritto
fallimentare. DISMISSIONI Roberta Carlini e Pat Carra Le
mani sulla casa Ed. Ediesse 2007, pagg. 143 Prezzo: Á 10 - Questo libro è un
giro in nove tappe intorno al mondo immobiliare. Un
mondo tondo,com'è tonda la bolla che ha gonfiato i prezzi delle case e ha svuotato i portafogli di chi ci abita.A cominciare dai
grandi esclusi dal gioco della proprietà: gli inquilini, tartassati da
un mercato inabitabile e dimenticati dalle politiche per la casa. Ma non è
andata meglio ai forzati del mutuo, prima allettati dai tassi bassi e poi
strangolati dai tassi alti: i proprietari poveri, nuova realtà del piccolo
mondo immobiliare. è andata benissimo invece ai grandi
mercanti, agli speculatori, detti immobiliaristi. Ogni tappa del libro è una
storia, ogni storia è un abitante. Paolo, Franco, Andrea, Galina, Roberta,
Bruno, Valeria, Giuliana, Pat. Sono loro i protagonisti, è loro la voce che
introduce dati e fatti dell'inchiesta. TERZO SETTORE Cinzia De Stefanis Guida
alla costituzione di un ente non profit Ed. Il Sole 24 Ore, 2007, pagg. 560
Prezzo: Á 49 - Il mondo "non profit"appare complesso,in quanto
caratterizzato da una varietà di soggetti giuridici e settori di competenza,che
rende difficilmente inquadrabilee classificabile il settore.In questo contesto
è fondamentale per chiunque intenda iniziare un'attività nel Terzo settore
essere guidato nell'individuazione della forma giuridica più idonea alle
proprie esigenze.Nell'ambito di tale scenario, il volume si rivolge a coloro
che, essendo chiamati ad amministrare gli enti non profit,devono affrontare una
serie di complessità procedurali derivanti sia dall'osservanza delle regole
civilistiche,sia da un sistema fiscale in costante evoluzione.In
particolare,l'opera fornisce utili indicazioni circa la disciplina civilistica
e amministrativa che ne regola l'esistenza. ENTI LOCALI Marina Caliaro e Renzo
Calvigioni Gli atti di cittadinanza Ed. Maggioli 2008, pagg. 324 (con cd rom)
Prezzo: Á 50 - Le problematiche relative agli atti di cittadinanza richiedono
continui approfondimenti.Recenti disposizioni legislative e conseguenti
circolari ministeriali hanno innovato aspetti rilevanti della disciplina della
cittadinanza,rendendo opportuno un aggiornamento,una revisione dei suggerimenti
forniti per la gestione degli atti di cittadinanza. L'impegno degli autori è sempre
verso un'opera che fornisca uno strumento operativo aggiornatoe pratico agli
ufficiali dello stato civile ed è lo stesso che li aveva portati alla stesura
degli altri volumi"Gli atti di nascita","Atti di matrimonio e
verbali per le pubblicazioni","Atti di mortee procedure di polizia
mortuaria". Nella seconda parte del volume sono riportate le disposizioni
legislativee alcune circolari inerenti la formazione degli atti di
cittadinanza. PROFESSIONI FORENSI Guido Alpa I custodi del diritto. Avvocatura,
mercato, politica Ed. Il Sole 24 Ore, 2008, pagg. 240 Prezzo: à 23 - Il mercato
globale e l'Unione europea (con la disciplina della concorrenza dei servizi)
hanno imposto all'Avvocatura di adattarsi a nuovi modelli normativi. Guido
Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, analizza come le nuove sfide
dell''Avvocato,quali l'aggiornamento permanente, l'adeguamento tecnologico solo
per citare le più d'impatto,possano rappresentare nuovi traguardi per la
professione senza per questo allontanarla dai suoi valori fondanti:
l'autonomia,l'indipendenza,la competenza e la dignità.L'autore con la presente
opera dimostra in maniera appassionata come queste parole chiave siano ancora
pietre d'angolo,nella costruzione dell'"avvocato europeo" .
( da "Panorama" del
04-02-2008)
Rischio
STAGNAZIONe Crisi ma non troppo rischio STAGNAZIONe Crisi ma non troppo PINO BUONGIORNO
inchiesta È vero, l'America si sta fermando. Ma non è detto che succeda anche a
Europa e Asia. Queste le ragioni. Il sole abbacinante e le piste perfettamente
innevate invogliavano a disertare il Centro congressi di Davos e a ritagliarsi
qualche ora di relax sugli sci. Era sabato e le borse per fortuna erano
sprangate dopo i tonfi di tutta la settimana. E invece no, imprenditori,
banchieri e gestori di fondi di investimento quella mattina del 26 gennaio si
sono messi in coda per una sessione del World economic forum che in altri tempi
sarebbe stata trascurata. "Manipolazione dell'umore" era il titolo.
Protagonista Karl Deisseroth dell'Università californiana di Stanford,
professore famoso per aver inventato una forma di terapia per curare la depressione
attraverso l'uso di strumenti elettromagnetici poco invasivi. Un segno dei
tempi. Per di più proprio a Davos, sulle Alpi svizzere, dove da 38 anni si
celebra la liturgia del santo capitalismo. L'edizione 2008 è stata invece una
cerimonia funebre per il liberismo selvaggio che rischia di travolgere
l'economia americana e potrebbe contagiare anche le altre potenze, sviluppate e
non, dall'Unione Europea alla Cina, al Sud Africa. Un giorno scoppia la bolla immobiliare, un altro quella dell'insolvenza dei
mutui. Poi è la contrazione della liquidità. E ancora: Goldman Sachs e Morgan
Stanley nel mirino degli inquirenti Usa per i subprime, fino alla truffa
dell'anno alla Société Générale, banca fiore all'occhiello della Francia, dove
un trader di 31 anni, Jérôme Kerviel, è stato accusato di aver provocato
perdite per 4,9 miliardi di euro (con qualche dubbio sulla versione ufficiale:
possibile che altri non sapessero che aveva imbastito operazioni per 50
miliardi?). La crisi dei mercati appare sempre più pazza. "A questo punto
il treno della stagnazione è già partito, almeno in America. È successo a
dicembre" sostiene l'economista della New York University Nouriel Roubini,
49 anni, laurea alla Bocconi di Milano, che già lo scorso anno proprio a Davos
era stato l'unico a prevedere tempi foschi. In una intervista a Panorama
afferma: "Oggi la domanda non è se avremo un atterraggio morbido o duro.
La questione è quanto brusco sarà questo atterraggio e soprattutto per quanti
trimestri durerà. La mia previsione è per almeno tutto il 2008, forse di
più". Alla severità o meno della crisi negli Stati Uniti, che in parte
dipende anche dalla bolla delle carte di credito e dei
prestiti per l'acquisto di auto, si collega un'altra questione a lungo
dibattuta nelle affollate sessioni del World economic forum: il resto del mondo
ha la forza necessaria per sganciarsi, per la prima volta, dalla frenata
americana? "Non mi aspetto la stagnazione in tutto il mondo" prevede
sempre Roubini. "Oltre agli Stati Uniti, vedo nero in
Gran Bretagna e forse in Spagna, per la bolla immobiliare,
e in pochi altri paesi, come l'Irlanda. L'Italia, a prescindere dalla caduta
del governo Prodi, è in uno stato di rallentamento acuto perché affronta i
problemi tipici dell'Eurozona, vale a dire i prezzi alti del
petrolio e la moneta forte. Ma non soffre la stretta creditizia come il
resto dell'Europa. Prevedo una crescita modesta di non più dello 0,7 per cento
nel corso del 2008". L'Europa è favorita dal fatto che il peso delle
esportazioni verso gli Stati Uniti si è ridotto a favore dei paesi asiatici. E
così anche i delegati italiani (pochi), dopo aver incontrato il gotha del
business mondiale, sono tornati a casa un po' rinfrancati. "Guardo con
preoccupazione, ma anche con serenità per noi europei, ai sintomi di
rallentamento dei consumi negli Stati Uniti. Mi sembrano basati più su una
crisi di fiducia dettata dalle turbolenze finanziarie che sui
fondamentali" dichiara Fulvio Conti, 60 anni, amministratore delegato
dell'Enel. "Per il settore elettrico in particolare non vedo problemi in
Europa. Può reggere: ha basi solide". Tutti gli osservatori, americani,
europei e asiatici, scommettono che a essere colpiti saranno più degli altri i
servizi finanziari, le industrie del lusso, della moda e dei beni voluttuari,
in particolare quelli tecnologici. Però Mario Moretti Polegato, 55 anni,
fondatore e amministratore delegato della Geox, rassicura: "A parte che
non credo molto nelle previsioni fatte nei convegni, non c'è dubbio che la
difficile situazione americana e la debolezza del dollaro penalizzano
l'industria europea. Chi lavora in America perde soldi. Ma si può avere anche
una prospettiva più serena se si puntano altri mercati: non solo quelli
asiatici, ma anche la Russia, dove la Geox ha aperto 60 negozi". In buona
sostanza, mentre in America l'orso, simbolo di crisi, divora miliardi di
dollari, in Europa se non un toro, almeno un torello sta dando forza a economie
che si sono ristrutturate e rafforzate negli ultimi mesi, come quelle tedesca e
francese. E il resto del mondo? Il grande punto interrogativo riguarda la Cina,
la "fabbrica del pianeta". "Se gli Stati Uniti starnutiscono noi
non ci sentiamo bene, dal momento che il nostro tasso di crescita frenerà
almeno un po', così come le esportazioni e il commercio" ammette Cheng
Siwei, vicepresidente del comitato permanente del Congresso del popolo, che si
definisce un ottimista prudente. Diversa appare la situazione dell'India.
"L'economia indiana è alimentata in gran parte dai consumi interni" dice
Kamal Nath, ministro del Commercio e dell'industria. "Prevedo che noi
continueremo comunque a crescere". Visto dall'osservatorio privilegiato di
Davos il mondo punta a est più che a ovest e sta trasferendo ricchezza dai
paesi industrializzati a quelli con le materie prime. È un cambiamento del
centro di gravità che ha effetti geopolitici, oltre che economici. Spuntano
nuovi protagonisti: i fondi sovrani controllati dai governi di quei paesi che
hanno accumulato enormi profitti con la vendita di petrolio e gas. Il presidente
di Lehman Brothers, Richard Fuld, calcola che entro i prossimi 5 anni questi
fondi investiranno in Occidente una cifra iperbolica, 15 milioni di miliardi di
dollari. Già oggi i fondi sovrani degli Emirati Arabi (Abu Dhabi e Dubai) hanno
contribuito a salvare le sorti di colossi bancari come Citigroup e Merrill
Lynch. E se nel
)
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 04-02-2008)
La
fotografia del mercato nel 2007