IL Corriere della Sera 11-12-2012
Il
tasso sui mutui? Lo calcola la Ue
Il piano della Commissione
contro le manipolazioni sull'Euribor
Di Luigi Offeddu
(Afp)
OSLO - L'Europa che oggi festeggia il premio Nobel
per la pace non dimentica i suoi tanti problemi: e fra tutti, quello che un broker
italiano di Londra ha chiamato beffardamente «Eurubor».
Cioè l'Euribor, il principale tasso di riferimento per il mercato
interbancario del pianeta euro: dopo infinte polemiche e scandali soprattutto
in Gran Bretagna, la Commissione europea sta progettando di toglierne il
controllo alla Federazione bancaria europea e di affidarlo a una autorità che
faccia capo direttamente alla Ue, formalmente esterna alla banche. E su
tutt'altro piano, attraverso il suo Antitrust (notizia pubblicata dal Wall Street Journal ), Bruxelles sta anche per mettere
sotto indagine per collusione 12 banche, accusate di aver formato dei
«cartelli», di aver cioè manipolato e concordato il tasso, danneggiando così
gli interessi dei cittadini. L'Euribor non è infatti un parametro astratto:
ma qualcosa che può interferire direttamente sulla vita quotidiana di
chiunque, per esempio di chi vuole acquistare una casa.
Ieri il portavoce del commissario Ue al mercato interno Michel Barnier ha confermato che l'idea di affidare l'Euribor a
un controllore europeo è «una delle linee di riflessione sulla governance di questo meccanismo, sull'uso dell'indice,
sui dati corretti per determinarlo». In una parola, su tutti gli indici di
riferimento dei mercati finanziari.
Quanto all'indagine dell'Antitrust sulle 12 banche, che sarebbe già
sulla pista di decollo, il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin
Almunia ha confermato solo che è in corso
l'inchiesta sui prodotti finanziari basati sull'Euribor: «La consideriamo una
delle nostre priorità, non posso dire di più e tantomeno i nomi delle banche
coinvolte». Non ci vorrà molto, per sapere tutto o quasi. Ma intanto, è
abbastanza intuibile che la Federazione bancaria europea punti a non fare la
fine della sua «cugina», l'Associazione dei banchieri britannici, cui le
autorità inglesi hanno tolto il controllo del Libor
(«London inter bank offered rate», il tasso variabile inglese che governa gli
scambi di denaro fra le banche di Sua Maestà). Nella «City», ma anche a Bruxelles,
ben pochi hanno dimenticato quanto successo fra il 2005 e il 2009, le
manipolazioni - ordite su enormi transazioni finanziarie - di cui venne
accusata soprattutto la Barclays Bank; e le
proteste per la presunta «indifferenza» della stessa Federazione bancaria,
che in più d'un caso avrebbe assistito a certi traffici senza suonare
l'allarme. Proprio per le presunte «adulterazioni» del Libor
è stato incriminato a Londra un ex broker della Deutsche
Bank. Mentre a New York - altro esempio di certi
controlli rilassati - la Procura generale ha messo sotto torchio la Bear
Stearns, controllata di JPMorgan, sotto l'accusa di
aver accordato mutui residenziali «impossibili», cioè dai rischi troppo alti
e poco giustificati: quando la bolla scoppiò, quelle acrobazie finanziarie
portarono agli investitori troppo distratti perdite calcolate in più di 22
miliardi di dollari.
Luigi Offeddu
loffeddu@corriere.it
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