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ConsigliO n° 43. Aggiornamento dell’8-8-2013 Carte
revolving. Chi le conosce, le evita! Di Mauro
Novelli (1-11-2006.) Ci arrivammo nel 2006: ” Paga con una carta revolving,
avrai uno sconto!”. Abbiamo da sempre cercato di mettere in guardia i
concittadini contro i pericoli finanziari derivanti dall’utilizzo di carte
revolving. Ma c’è ancora chi ritiene che il loro utilizzo altro non sia che
l’evoluzione del sorpassato acquisto a rate. La differenza è invece enorme, vediamo perché.
1) La carta
revolving permette non l’acquisto di un bene a rate, ma l’acquisto a rate di
tutti i beni oggetto della nostra spesa, fino al raggiungimento dell’importo
del credito assegnato. Nel primo caso, si è in grado di valutare l’impegno
finanziario della rata conoscendo il numero di rate da pagare. Con la
revolving non si è assolutamente in grado di qualificare il peso finanziario
delle spese che si vanno cumulando nel tempo: l'impegno temporale può essere
infinito. 2) Con il
vecchio acquisto a rate si era in grado di qualificare il quota aggiuntiva di
carico sul reddito guadagnato. Con la
revolving si continuano ad impegnare redditi futuri che si ritengono –
falsamente – certi ed acquisiti. 3) Con il
vecchio acquisto a rate si valutava, perché conosciuto, l’impegno temporale
dell’impegno. Con la carta revolving la valutazione non è possibile: finché
il massimale non è raggiunto e finché si paga la quota, nessuno farà
osservazione. Quando non saremo più in grado di pagare, non sarà possibile
chiudere il contratto se non pagando alte somme. Fino al 2006, cioè immediatamente prima della crisi
planetaria, i consumatori americani erano arrivati ad avere 10-12 carte
revolving: con le ultime si pagavano le rate delle precedenti. Poi il crack! 4) Con il vecchio
acquisto a rate l’incidenza del tasso era “pesato” dalla somma delle rate,
cioè dal numero delle rate per l’importo della rata singola. Con la revolving
il tasso può variare - lo decide il gestore - ma si continua a spendere
(molto) ed a pagare (poco): finché il gestore non ci avrà in pugno. Se
inadempienti verremo chiamati in tribunale, entreremo nell’elenco dei
“cattivi pagatori”, ci vedremo chiudere tutti i canali del credito.
5) Con
il vecchio acquisto a rate si poteva decidere di chiudere la partita rimborsando
le quote residue, senza necessità di
calcoli complicati. Con le revolving, non si sa mai con precisione la somma
da versare per chiudere la partita: le somme che il gestore ci chiederà
saranno quasi sempre impossibili per le nostre finanze; ci vedranno impotenti
e dubbiosi. Inoltre, si consideri che il tasso
applicato alla nostra carta revolving varia dal 16 al 21 per cento su base
annua. Nel trimestre corrente il tasso soglia supera il 25% per crediti
inferiori ai 5.000 euro; del 19,1625 per crediti superiori. Oggi si offrono
prestiti personali tra il 10 e il 12 per cento. Questa differenza rappresenta
il rischio che, chi richiede una revolving, costituisce per il gestore.
Dobbiamo chiederci: le nostre finanze a che livello di rischio ci collocano? Spesso si decide di proseguire con le spese, magari
ripromettendoci una morigeratezza futura, ma dal fiato corto. Oppure, se già
in difficoltà, si rischia di essere colpiti dalla sindrome del giocatore d’azzardo:
finora è andata male, ma in futuro…! Siamo alla
pornografia finanziaria: “Sconto se si usa la carta revolving”, “Compri oggi
e paghi fra due anni”: facciamo il vuoto attorno a chi vuol farci credere che
le eventuali nostre entrate di domani siano già oggi nelle nostre casse
e contro chi vuol imporci una ferrea
ipoteca sui nostri redditi futuri. Raccomandazione: quando sottoscrivete il contratto per una
carta di credito, fate molta attenzione: chiarite con puntualità il tipo di
carta da voi richiesto: in caso di silenzio, potreste ritrovarvi a vostra
insaputa “titolare” di una carta revolving mentre pensavate di entrare in
possesso di una normale carta di credito, con addebito mensile di tutte le
spese fatte. Le banche hanno tirato i remi in barca perché non sono più
in grado di esercitare il credito correttamente: preferiscono investire in
BTP. Cercano quindi di far apparire le carte revolving come la soluzione alle
attuali ristrettezze. Tanto meno le nostre istituzioni, autorità di controllo comprese,
sono in grado di applicare l’articolo 47* della Costituzione che annette al
settore creditizio un ruolo costituzionalmente rilevate. Dovete aver pazienza, sono così
convenienti per il gestore! (*) Art.47. La Repubblica incoraggia e tutela il
risparmio in tutte le sue forme; disciplina,
coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del
risparmio popolare alla proprietà
dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e
indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese. |
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