PRIVILEGIA NE IRROGANTO

Documento inserito il: 26-5-2014

 

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Il ConsigliO n° 90

Bonifici: massima attenzione nell’indicare l’IBAN del beneficiario.

Se errato, si possono perdere le somme bonificate.

Di Mauro Novelli 26-5-2014

 

Che cos’è l’Iban? Bonifici: i codici da indicare. Di Mauro Novelli (15.11.2003)

 

L’articolo 24 del Decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11 [Attuazione della direttiva 2007/64/CE, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recante modifica delle direttive 97/7/CE, 2002/65/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, e che abroga la direttiva 97/5/CE. (10G0027) (GU n.36 del 13-2-2010 - Suppl. Ordinario n. 2] entrato in vigore il 1°/03/2010, recita:

 

  Art. 24 (Identificativi unici inesatti)

 1.  Se un ordine di pagamento è eseguito conformemente all'identificativo unico, esso si ritiene eseguito correttamente per quanto concerne il beneficiario e/o il conto indicato dall'identificativo unico.

  2. Se l'identificativo unico fornito dall'utilizzatore è inesatto, il prestatore di servizi di pagamento non è responsabile, ai sensi dell'articolo 25, della mancata o inesatta esecuzione dell'operazione di pagamento. Il prestatore di  servizi  di  pagamento del pagatore compie sforzi ragionevoli per recuperare i fondi   oggetto dell'operazione di pagamento. Ove previsto nel contratto  quadro,  il prestatore di servizi di pagamento addebita all'utilizzatore le spese sostenute per il recupero dei fondi.

  3. Il prestatore di servizi di pagamento è responsabile solo dell'esecuzione  dell'operazione di pagamento in conformità con l'identificativo unico fornito  dall'utilizzatore anche qualora quest'ultimo abbia fornito al suo prestatore di servizi di  pagamento informazioni ulteriori rispetto all'identificativo unico.

 

In altri termini, l’Iban è l’unico dato che individua il beneficiario, anche se l’ordinante ha indicato nel modulo il nominativo dell’intestatario del conto.

In caso di errore dell’Iban, quindi, i sistemi automatici utilizzati dalle banche per la gestione dell’ordine, accrediteranno il conto di un terzo estraneo.

Una volta emerso l’errore (quasi sempre per interessamento del vero beneficiario che non ha ricevuto l’accredito) occorre impostare il tentativo di recupero della somma presso la banca dell’ordinante. Questa (definita dall’art. 24 come “prestatore di  servizi  di  pagamento del pagatore”) compirà sforzi ragionevoli per recuperare i fondi oggetto dell'operazione di pagamento. Per inciso, una norma dove si parla di “sforzi ragionevoli” è posta in essere solo a favore di chi si deve attivare – perché unica in grado di farlo -  per recuperare i fondi.

Il risultato del tentativo non è quindi certo né sulla conclusione, né sui tempi.

Un paio di esempi. Se la somma da accreditare è andata ad un destinatario sbagliato, il quale ha immediatamente provveduto a chiudere il conto ed è sparito, non sarà facile mettersi in caccia del “fuggitivo” e venire a capo del problema. Così come se la somma è stata accreditata su un conto passivo (titolare nullatenente) che la banca bonificata ha provveduto a chiudere prima dell’emergere del problema.

Massima attenzione quindi nel fornire il ns. Iban  e nel registrare quello del creditore.

Ma che cos’è l’Iban?

 

Il ConsigliO.

Bonifici: i codici da indicare.
Di Mauro Novelli (15.11.2003)



Con l’obbligo dell’indicazione dei codici internazionali nella numerazione dei conti correnti bancari, il Parlamento europeo (Reg. CE 2560/2001) ha inteso introdurre uno strumento omogeneo in grado di favorire la rapida (in seguito, automatica?) esecuzione degli ordini di bonifico internazionali.

Poiché è obbligatorio per chi effettua il bonifico indicare i codici del beneficiario, occorrerà richiederli al creditore. E’ opportuno, quindi, avere in evidenza i propri codici identificativi, per poterli fornire, a nostra volta, al debitore che ordinerà il bonifico.
Attenzione: all’atto della trascrizione dei codici sul modulo d’ordine, è opportuno verificarne la correttezza: ne va del buon esito dell’esecuzione da parte delle due banche. 
Alcuni istituti di credito, in caso di errori di codice o di omissione, impongono un sovrapprezzo di 15 euro.

Dovranno essere altresì indicati negli ordini di chiusura di un conto corrente qualora si indichi che il capitale risultante dai calcoli debba essere accreditato su altro conto.

BONIFICI INTERNAZIONALI
Tali ordini prevedono l’indicazione delle seguenti "cifre" identificative del beneficiario e da questo fornite all’ordinante:


1) Codice BIC (Bank Identifier Code), coincide col codice SWIFT: è costituito da 11 caratteri alfanumerici ed identifica la banca destinataria. 
Il BIC è così composto: i primi 4 caratteri (lettere) identificano la banca; i successivi 2 (lettere) individuano il paese; gli ultimi 5 (una lettera e quattro numeri) individuano lo sportello bancario.

Esempio di BIC:.... AAAA IT A1234

2) Codice IBAN (International Bank Account Number) per i conti radicati in Italia: è costituito da 27 caratteri alfanumerici; individua paese, banca, sportello e conto corrente del beneficiario.
L’IBAN è così composto: i primi 2 caratteri (lettere) individuano il paese; i successivi 2 (numeri) indicano il "check digit"; il quinto carattere (lettera) indica il CIN (un codice di controllo); i successivi cinque caratteri (numeri) indicano il codice ABI; gli ulteriori cinque (numeri) individuano il CAB (codice di Avviamento Bancario); gli ultimi 12 caratteri (numeri) forniscono il numero di conto corrente.

Esempio di IBAN:... IT 12 A 01234 01234 000001234567

Ecco la lunghezza dell’ IBAN relativo ai conti radicati nei paesi piú importanti:

Andorra      24 
Austria        20 
Belgio         16 
Cipro           28 
Danimarca 18 
Estonia       20 
Finlandia   18 
Francia       27 
Germania   22 
Grecia         27 
Inghilterra  22 
Irlanda        22 
Islanda       26 
Italia            27 
Lettonia      21 
Lituania      20 
Lussemburgo 20 
Norvegia    15 
Paesi Bassi 18 
Polonia      28 
Portogallo  25 
Repubblica Ceca 24 
Repubblica Slovacca 24 
Slovenia    19 
Spagna      24 
Svezia        24 
Svizzera     21 
Ungheria   28