Ca...te Di Luciano Giuliani
17-1-2012 Chi ci conosce sa che non amiamo il turpiloquio né le c.d. parolacce, quanto meno in pubblico. Ma certi aspetti di cronaca e di costume impongono di approfondire un tema che non puo' che definirsi (e ce ne scusiamo fin d’ora) con il termine "cazzate". Intendiamo dire che un sacco di gente, ormai, compie con sempre maggior frequenza atti, gesti, azioni che non possono che definirsi con questo termine. Ma questo potrebbe anche essere accettato come un segno del progressivo elevarsi della soglia della maturità, che magari per certuni può anche non arrivare mai, se non fosse che questi atti (appunto, le cazzate) vengono compiuti nel bel mezzo di attività serie, importanti e spesso rischiose. Alcuni esempi: chi non ricorda il video di quel tizio che si era filmato alla guida della propria auto, con lo stereo a palla e contorcendosi freneticamente al volante a tempo di musica? Dopo un po' di tempo, provocò un incidente mortale. E. quei medici del reparto malati terminali di un ospedale toscano (per carità di patria non lo cito) che hanno messo in rete un video in cui cazzeggiano allegramente per le corsie? Intorno, poveri cristi ricoverati più di qua che di là. Non risulta che cotanti sanitari abbiano provocato danni alla salute dei pazienti, ma vi fidereste ad essere curati da gente così? Ricordate poi quei piloti americani che per gioco, volendo passare tra i piloni di una cabinovia sulle Alpi ed avendo sbagliato mira, causarono la morte di una ventina di persone? Tra l’altro, furono rimpatriati in tutta fretta lasciando il nostro paese dove erano di stanza, e non risulta che abbiano ricevuto in patria la giusta punizione. E infine, veniamo ai fatti più recenti. Fermo restando che, per accertare le responsabilità, occorre attendere l'esito delle inchieste in corso, pare che all'origine del naufragio della Costa Concordia ci sia comunque il vezzo di salutare qualcuno sull'Isola del Giglio: una cazzata bella e buona. Decine di volte e' andata bene, stavolta e' andata male. Ma da che cosa nasce questa passione per le cazzate? Difficile dirlo; a voler essere sintetici, si potrebbe dire che, in un mondo in cui l'ordinario, per quanto importante e ben fatto, non dà visibilità, ma siccome oggi la visibilità è tutto, uno - basta che sia un po’ labile di comprendonio e di personalità - può essere portato a cercare di conquistarsi un po' di visibilità facendo qualcosa, secondo lui, di straordinario. E se uno e' mediocre, la dimensione del suo straordinario è, appunto, la cazzata. Il rimedio? A livello sociale e' molto complicato: bisognerebbe tirare in ballo i media, il linguaggio, la politica ecc. A livello individuale e' un po' più facile: basta avere un po' di cervello e, possibilmente, farlo funzionare. Luciano Giuliani 17 gennaio 2012 |