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Documentazione   Inserito il 14-9-2007


 

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Banca d’Italia

 

PROGETTO DI RIFORMA ORGANIZZATIVA

DELLA RETE TERRITORIALE

SETTEMBRE 2007

 

 

 

INDICE

A) LA RIFORMA ORGANIZZATIVA. TRATTI EVOLUTIVI DEL MODELLO. 1

B) TIPOLOGIE OPERATIVE E ORGANIZZATIVE. 5

C) RELAZIONI FUNZIONALI TRA FILIALI 7

D) LE PROCEDURE E I SISTEMI OPERATIVI 9

E) ARTICOLAZIONE COMPLESSIVA DELLA RETE. 12

F) LE IMPLICAZIONI PER LE RISORSE UMANE. 13

G) L’ ATTUAZIONE DEL PROGETTO. 14

 

 

 

A) LA RIFORMA ORGANIZZATIVA. TRATTI EVOLUTIVI DEL MODELLO

 

A.1. Cenni introduttivi

Le ragioni che rendono necessaria la riforma organizzativa della Banca sono state illustrate nei documenti trasmessi alle Organizzazioni sindacali e diffusi tra il personale dell’Istituto. L’intervento ipotizzato intende perseguire il rafforzamento dell’azione istituzionale, la crescita dell’efficienza anche attraverso la riduzione dei costi, la valorizzazione delle risorse umane. Nell’ambito dell’Eurosistema, generali processi di ristrutturazione sono stati realizzati o sono in corso di attuazione presso altre banche centrali nazionali, secondo linee e modalità coerenti con le specificità dei rispettivi ordinamenti; tutte muovono nell’ottica di adeguamento delle funzioni al mutato contesto economico, finanziario e istituzionale e di snellimento dell’articolazione territoriale.

Un primo documento dell’ottobre scorso ha illustrato le linee portanti e i criteri di fondo degli interventi sulle strutture; con le successive note di febbraio e marzo 2007 sono state fornite indicazioni sulle modalità attuative del piano di riassetto, con specifico riferimento ad alcune Aree dell’Amministrazione Centrale e alla rete delle Filiali.

Il progetto di riforma interessa l’Amministrazione Centrale, le rappresentanze all’estero, la rete territoriale. Richiede la coordinata attivazione di tutte le variabili organizzative: articolazione delle strutture, risorse professionali e tecnologiche, processi operativi e decisionali. Dopo una fase di studio e di valutazione, la riforma è entrata nella fase di graduale realizzazione.

Per quanto riguarda l’Amministrazione Centrale, sono stati definiti e avviati a realizzazione i progetti di revisione degli assetti organizzativi delle funzioni di ricerca economica, vigilanza bancaria e finanziaria, gestione immobiliare1. E’ stato messo a punto un segmento specifico della riforma riguardante la revisione dell’organizzazione del lavoro per il servizio di tesoreria dello Stato sulla piazza di Roma.

Il 17 luglio scorso è stata stipulata con il Ministero per gli affari esteri una convenzione che regola l’inserimento di dipendenti della Banca presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari. L’iniziativa si inscrive nell’ampio programma di revisione della presenza della Banca all’estero, che prevede anche la graduale chiusura di una parte delle Delegazioni.

Sono in corso riflessioni in ordine ai profili organizzativi dell’Area Banca centrale e mercati. Le analisi si concentreranno poi su altre funzioni, incluse quelle aziendali.

Con riferimento alle Filiali, il modello evolutivo della rete territoriale, già individuato nel documento dell’ottobre 2006 come transizione da un’articolazione provinciale a una regionale, è stato più dettagliatamente delineato con il documento del 19 marzo scorso. Esso ha formato oggetto di un ampio e prolungato dibattito con le Organizzazioni sindacali, nell’ambito di un tavolo congiunto di lavoro finalizzato ad approfondire – ferma la distinzione dei ruoli e delle responsabilità – i contenuti e i criteri degli interventi di riorganizzazione.

1 Cfr. messaggi amministrativi n. 453205 del 3.5.2007 per l’Area Ricerca economica e relazioni internazionali; n. 767956 del 3.8.2007 per l’Area Vigilanza bancaria e finanziaria; n. 668002 del 4.7.2007 per la funzione immobiliare.

 

 

Sulla base del dibattito interno sviluppatosi sull’argomento, tenuto conto delle risultanze emerse dal confronto intervenuto con i rappresentanti del personale, la Banca ha elaborato il piano di interventi sulla rete di seguito illustrato.

Il piano si colloca in una linea di continuità, ma anche di evoluzione, rispetto alle direttive strategiche in precedenza illustrate; prefigura una diversa presenza della Banca sul territorio; prevede una riduzione del numero delle Filiali; differenzia le funzioni e i ruoli di quelle che restano operative in relazione alle caratteristiche delle aree geografiche e alla domanda di servizi espressa dall’utenza istituzionale e privata.

Gli interventi prospettati sulla base dei criteri descritti in questo documento riflettono anche valutazioni organizzative e gestionali compiute dall’Amministrazione nell’esercizio dell’autonomia che l’ordinamento le riconosce.

La Banca, consapevole delle ricadute del progetto sul personale, sarà attenta a individuare soluzioni volte a contenere il disagio e a venire incontro il più possibile alle esigenze di carattere individuale e familiare.

A.2. Caratteristiche di fondo del nuovo modello

A.2.1. La definizione del modello tiene conto del contesto di riferimento socio-economico delle singole province (domanda di servizi, esigenza di analisi economica, caratteristiche del sistema bancario, istituzioni locali). Dalle analisi effettuate emerge un’elevata correlazione tra la dimensione economica della piazza e la domanda effettiva di servizi valutata attraverso l’operatività della Filiale.

Ne deriva l’esigenza di procedere alla chiusura di un consistente numero di strutture territoriali, selezionate fra quelle con livelli minimali di operatività, che segnalano un’esigua domanda di servizi dell’utenza, sia istituzionale sia privata2.

Le analisi condotte in merito alla distribuzione territoriale delle banche e degli intermediari vigilati, ai flussi della circolazione di banconote, alle caratteristiche e alle modalità di offerta di servizi da parte della Banca hanno suggerito di ridimensionare la componente operativa di un’ulteriore quota della rete e di attribuire compiti differenziati per funzione a strutture specializzate.

Il modello concentra l’attività in prevalenza presso le Filiali site nei capoluoghi regionali; riarticola in modo diverso i punti di erogazione dei servizi all’utenza. Si confermano le caratteristiche di flessibilità, gradualità e pragmatismo che hanno ispirato sin dall’inizio il piano di riassetto della rete, in un’ottica di adeguato presidio del territorio.

Gli interventi di rimodulazione dei compiti delle Filiali verranno integrati da un coerente ridisegno dei processi operativi, con il potenziamento delle infrastrutture e delle procedure di supporto. Sono in corso analisi che attengono agli aspetti logistici e di sicurezza, alle dotazioni tecnologiche e agli interventi normativi, procedurali e gestionali sulle modalità di organizzazione del lavoro.

Rispetto all’impostazione originaria, confermata nei suoi principi ispiratori, viene ora definita una più articolata applicazione del criterio di differenziazione delle strutture territoriali; in conseguenza di tale scelta, la riforma assume i caratteri di un processo unitario, non più scandito in fasi concettualmente e temporalmente distinte, nel quale tutti gli interventi sono funzionalmente interconnessi e realizzabili in un periodo non eccessivamente diluito.

2 Cfr. tabelle allegate ai citati documenti del 31.10.2006 e del 19.3.2007.

 

 

 

A.2.2. Le Filiali insediate nei capoluoghi regionali rappresentano il fulcro del modello; esse svolgeranno l’intera gamma dei compiti assegnati alla rete nonché un ruolo di interlocuzione con il contesto esterno e di coordinamento delle altre strutture della regione. A queste Filiali viene altresì attribuita la funzione di programmazione, pianificazione e determinazione delle priorità relativamente alle attività di rilevanza regionale.

In un numero limitato di regioni è prevista, essenzialmente per ragioni riconducibili alle caratteristiche ambientali, economico-finanziarie e sociali, una Succursale a operatività ampia, che svolgerà tutti i compiti della rete, a esclusione di quelli di analisi economica e di rilevazione statistica. Oltre al Trentino Alto Adige (per il caso della provincia autonoma di Bolzano), le regioni selezionate sono quelle nelle quali si riscontra una rilevante domanda di servizi rivolta alla Banca, concentrata su più di un punto del territorio. Tale circostanza è riconducibile a fattori diversi, tra cui si segnalano una presenza particolarmente significativa di enti e istituzioni finanziarie e le caratteristiche morfologiche del territorio.

Negli altri capoluoghi di provincia dove la Banca manterrà proprie strutture, si avrà una diversificazione di moduli operativi e organizzativi, in modo da corrispondere in maniera mirata alle esigenze di servizio a livello locale. Accanto alle Unità dedicate alla vigilanza bancaria e finanziaria (divisioni delocalizzate della Filiale regionale) e alle Succursali specializzate nel trattamento del contante, sono previste altre Succursali a operatività limitata, specializzate nei servizi all’utenza3.

Il mantenimento di queste ultime Succursali, in particolare, tiene conto del permanere di una quota non trascurabile della domanda che richiede ancora la prestazione di servizi con modalità di tipo tradizionale, legate all’accesso diretto agli uffici della Banca (ad esempio, nel campo dei servizi di cassa e di tesoreria dello Stato).

L’individuazione delle strutture da chiudere e di quelle variamente specializzate da rimodulare mira a mantenere un’equilibrata distribuzione della presenza sul territorio. Le indicazioni emerse si basano sui seguenti criteri:

 

livelli di operatività in termini assoluti;

 

presenza nelle singole regioni secondo un’articolazione tale da evitare, nei limiti del possibile, la rarefazione dei servizi offerti all’utenza, avute presenti l’ampiezza e le caratteristiche del territorio.

Il numero e la localizzazione delle strutture da specializzare costituiscono un punto di equilibrio tra la valorizzazione delle specificità locali in termini di domanda di servizi e la visione generale delle caratteristiche delle funzioni istituzionali sul territorio nazionale, avuta anche presente l’esigenza di presidiare aree geografiche che, indipendentemente dalle circoscrizioni amministrative, si presentano omogenee sul piano economico e sociale.

In particolare, le Unità dedicate alla vigilanza bancaria e finanziaria saranno costituite, in luogo delle attuali Filiali, in aree nelle quali – tenendo conto anche dell’ulteriore decentramento programmato dei compiti della funzione - si riscontra la presenza di un numero di intermediari sufficiente a garantire il conseguimento degli obiettivi di efficacia della funzione stessa. La costituzione delle Unità specializzate consente di valorizzare gli aspetti della prossimità ai soggetti vigilati e della conoscenza dei mercati locali, mantenendo buoni livelli di flessibilità organizzativa e di presidio professionale.

 

3 Pertanto, nel seguito del presente documento, si intendono:

per “Filiali”, le Filiali regionali;

per “Succursali”, sia quelle “a operatività ampia” sia le altre “a operatività specializzata o limitata”;

per “Unità”, le divisioni delocalizzate di vigilanza.

 

 

Le Succursali specializzate nel trattamento del contante verranno distribuite sul territorio secondo una logica di efficacia della funzione e di qualità del servizio; la scelta della loro localizzazione tiene conto anche della fluidità dei collegamenti e delle caratteristiche logistiche degli stabili della Banca presenti su quelle piazze.

La definizione del rango delle unità di base delle Filiali e delle Succursali sarà effettuata in base a una valutazione aggiornata dei carichi operativi, tenendo conto anche dei volumi di attività che saranno acquisiti per effetto della chiusura di altre strutture territoriali.

A.2.3. Per quanto concerne i carichi operativi, presso le Filiali insediate nei capoluoghi regionali sono destinati ad aumentare gli impegni per l’attività di rilevazione statistica. Si profilano in crescita anche il rilievo qualitativo e lo spessore quantitativo dell’attività di vigilanza per effetto dell’attribuzione della piena responsabilità dei controlli sugli intermediari decentrati e dell’acquisizione delle competenze delle altre strutture della regione che cesseranno l’attività. Infatti, nella ripartizione di compiti fra Uffici Centrali e strutture territoriali in tema di vigilanza, è previsto che queste ultime si occupino dell’intero processo di supervisione sulle c.d. aziende decentrate (soggetti bancari e finanziari attivi in ambito prevalentemente regionale o interregionale, con minore complessità operativa e dimensionale).

Per le regioni nelle quali vi sarà una Succursale ad ampia operatività, l’attività di vigilanza verrà ripartita tra quest’ultima e quella sita nel capoluogo, di massima secondo criteri di prossimità ai soggetti vigilati e di mantenimento di equilibrati carichi di lavoro.

Nel servizio di tesoreria dello Stato si prevede una crescita dei livelli operativi in relazione all’acquisizione dei flussi di lavoro delle strutture da chiudere. E’ possibile che anche l’attività di queste ultime sia distribuita fra le Filiali regionali e le Succursali ad ampia operatività; in limitati casi anche verso le Succursali specializzate nei servizi all’utenza.

Per quanto concerne i servizi di cassa, le variazioni dei flussi di lavoro delle diverse strutture dipendono dall’effetto netto risultante dalla riduzione del numero delle Filiali e dal ruolo che assumeranno le Succursali specializzate nel trattamento del contante.

A.2.4. Il modello delineato realizza una presenza sul territorio modulare, flessibile, aperta alle possibili evoluzioni del contesto di riferimento; consente di ridurre i costi.

Il progetto unitario di rimodulazione complessiva della rete determina:

 

il superamento dell’attuale modello indifferenziato e l’adozione di un’articolazione delle strutture su base specializzata, idonea a rispondere adeguatamente alla domanda di servizi sul territorio;

 

un’equilibrata gestione della fase di cambiamento, grazie alla fissazione ex ante di un quadro conoscitivo definito delle ricadute sull’utenza e sul personale e alla conseguente possibilità di distribuirne al meglio gli impatti nel tempo e nello spazio;

 

nuove opportunità di sviluppo professionale nel senso del potenziamento/consolidamento delle competenze e in quello dell’ampliamento/diversificazione delle esperienze.

 

 


B) TIPOLOGIE OPERATIVE E ORGANIZZATIVE

 

B.1. Filiali site nei capoluoghi regionali

Funzioni e compiti

Si è già detto che alle Filiali insediate nei capoluoghi regionali saranno attribuiti tutti i compiti della rete (analisi economica e rilevazioni statistiche; vigilanza bancaria e finanziaria; servizi di cassa e di tesoreria; altri servizi all’utenza), oltre al ruolo di coordinamento nei confronti delle altre strutture presenti nella regione – cui forniranno anche supporto alle attività di amministrazione interna - e di interlocuzione unitaria con il contesto esterno.

Le Direzioni di queste Filiali svilupperanno le relazioni e l’interscambio informativo con le autorità, i centri di ricerca e di studio, il mondo imprenditoriale della regione, in particolare nelle province ove la Banca non sarà più presente.

Articolazione organizzativa

L’assetto di base delle Filiali regionali prevede: un’unità di segreteria, una per la vigilanza, una per le attività operativo-contabili (IPAC) nonché un modulo per l’analisi economica. Le varianti allo schema standard riguardano:

 

le Sedi di Milano e Roma, dove le strutture per la vigilanza presentano, già allo stato attuale, una configurazione particolare;

 

le Filiali dalle quali dipenderà una struttura specializzata di vigilanza sita in una località diversa dal capoluogo;

 

alcune Filiali – site nei capoluoghi delle regioni meno vaste o complesse - presso le quali non vi è attualmente un modulo ad hoc per la ricerca economica e si registra la presenza di un ristretto numero di soggetti vigilati.

Le unità di base per la vigilanza avranno di norma rango divisionale.

I moduli organizzativi per l’analisi economica potrebbero evolvere dagli attuali Nuclei per la ricerca economica (NRE) verso strutture organizzative di rango superiore in relazione alla complessità del contesto. Presso le 4 Filiali regionali oggi non dotate di NRE, verranno potenziate le attività di ricerca e rilevazione statistica.

 

B.2. Succursali ad ampia operatività

Funzioni e compiti

A queste Succursali resteranno attribuiti tutti i compiti oggi svolti, con l’esclusione di quelli relativi all’analisi economica e alle rilevazioni statistiche, concentrati presso le Filiali regionali.

Articolazione organizzativa

L’assetto standard prevede un’unità di segreteria, una per la vigilanza, una per le attività operativo-contabili (IPAC).

Al Titolare sarà attribuita autonomia tecnica e di valutazione, nonché di gestione delle risorse.

5

B.3. Strutture a operatività specializzata o limitata

B.3.1. Unità specializzate nella vigilanza

Nelle regioni in cui si prevede la costituzione di queste Unità, esse opereranno come divisioni delocalizzate della Filiale regionale; in quanto tali, dipenderanno funzionalmente e gerarchicamente dalla Direzione della Filiale regionale. Oltre alle attività che attengono alla funzione di vigilanza, esse forniranno servizi al pubblico nelle materie inerenti alla Centrale dei Rischi e alla Centrale d’Allarme Interbancaria. Le attività di amministrazione interna faranno capo alla Filiale regionale, con l’esclusione di limitate attività di supporto da svolgere in loco, assolte dal personale addetto alla stessa Unità.

La responsabilità dell’attività di vigilanza spetterà al Direttore della Filiale regionale; al Titolare dell’Unità sarà attribuita autonomia tecnica e di valutazione.

B.3.2. Succursali specializzate nel trattamento del contante

Funzioni e compiti

Queste Succursali effettueranno le operazioni di introito e di esito di banconote con l’utenza istituzionale (banche e poste), la verifica (selezione e triturazione in linea) in loco del contante ricevuto in versamento, la movimentazione (ricezione e spedizione) verso le altre strutture della Banca che trattano il contante, le operazioni direttamente collegate con tali attività (movimenti fondi, gestione interna dei valori trattati, segnalazioni relative alla triturazione, banconote sospette di falsità e danneggiate). Eseguiranno operazioni per il personale addetto, in particolare per conto della Cassa di Sovvenzioni e Risparmio.

Articolazione organizzativa

L’assetto di base sarà imperniato su due unità: una divisione per le attività operativo-contabili e un ufficio di segreteria, che svolgerà i compiti non accentrati presso la Filiale regionale (supporto alla Direzione, gestione del personale, sicurezza anticrimine, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, amministrazione della sicurezza informatica, ecc.). Pur considerando lo snellimento programmato per le attività di autoamministrazione, la soluzione di una struttura separata per le attività segretariali si giustifica per il rilievo che assumono, presso queste Succursali, i profili amministrativi connessi con la sicurezza e la gestione dei valori.

Al Titolare sarà attribuita autonomia tecnica e di valutazione, nonché di gestione delle risorse.

B.3.3. Succursali specializzate nei servizi all’utenza

Funzioni e compiti

Queste Succursali svolgeranno alcune delle attività che la Banca presta sul territorio: tesoreria dello Stato, servizi di cassa, emissione e pagamento di vaglia cambiari, richieste di accesso alla Centrale d’Allarme Interbancaria e alla Centrale dei Rischi, servizi di orientamento circa il patrimonio informativo e documentale della Banca (accesso alla Biblioteca P. Baffi e alla sezione locale dell’archivio storico).

Per effetto dell’attribuzione alle Filiali regionali di una quota delle attività segretariali e della semplificazione dei processi di lavoro, le Succursali di questo tipo saranno impegnate in limitate attività di autoamministrazione, riguardanti, in particolare, il personale, la sicurezza anticrimine, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Articolazione organizzativa

L’assetto di base prevede un’unica unità IPAC, al cui interno costituire un’area di lavoro per lo svolgimento delle limitate attività segretariali di pertinenza della Succursale.

Al Titolare sarà attribuita autonomia tecnica e di valutazione, nonché di gestione delle risorse.

 

 

C) RELAZIONI FUNZIONALI TRA FILIALI

 

C.1. Coordinamento regionale

Nel nuovo modello della rete le relazioni funzionali tra le strutture territoriali saranno ampie e articolate; possono essere ricondotte a diversi schemi: coordinamento, collegamento informativo, prestazione di servizi.

Un caso specifico riguarda il rapporto tra Filiali regionali e Unità specializzate nei compiti di vigilanza; esso è inquadrabile in termini di dipendenza funzionale tra un’unità di base e la Direzione, con gli aggiustamenti resi necessari in relazione alla separatezza territoriale.

Il principale ambito di applicazione del coordinamento territoriale sarà quello regionale. Le Filiali site nei capoluoghi saranno incaricate di promuovere e seguire l’azione delle strutture presenti nella regione al fine di assicurare l’omogeneità nello svolgimento delle attività istituzionali e nella prestazione dei servizi all’utenza sul territorio regionale.

Il coordinamento verrà esercitato - nel rispetto della responsabilità propria delle singole strutture - con l’interscambio informativo, la condivisione di obiettivi comuni per funzione a livello regionale (in sintonia con gli indirizzi dell’A.C.), la possibilità di utilizzare in maniera condivisa le risorse umane e finanziarie, anche attraverso un’attività di pianificazione e programmazione integrata volta a stabilire le priorità a livello regionale.

In questo quadro, i Direttori delle Filiali regionali potranno convocare periodiche riunioni informative o programmatiche tra i responsabili delle strutture della regione e costituire team di studio su temi specifici, composti da personale di strutture diverse.

Le Succursali specializzate nel trattamento del contante opereranno secondo gli indirizzi e per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla funzione a livello centrale, con criteri omogenei per l’intero territorio nazionale. Anche i Titolari di queste Succursali interverranno alle riunioni di interscambio informativo organizzate a livello regionale.

Quanto alla prestazione di servizi nei confronti delle altre strutture della regione, le Filiali regionali:

 

cureranno la gestione di una quota delle attività di autoamministrazione;

 

forniranno flussi informativi su profili di interesse (ad esempio, analisi e statistiche sull’economia provinciale e regionale).

 

C.2. Coordinamento interregionale

In alcune materie permarrà un fabbisogno di coordinamento che travalica l’ambito regionale; in questi casi, verranno adottate iniziative comuni. In particolare, i piani ispettivi di vigilanza potranno essere messi a punto, secondo gli indirizzi della funzione centrale, con riferimento a macro aree territoriali da definire.

Assumeranno rilievo, infine, le esigenze di interscambio informativo tra le Filiali regionali. In tal senso, oltre alle consuete occasioni di incontro presso l’A.C., potranno essere realizzate iniziative ad hoc a livello interregionale, sempre d’intesa con la funzione centrale competente.

C.3. Coordinamento e collegamento con le funzioni dell’A.C.

Al coordinamento dell’azione di vigilanza decentrata è preordinata la struttura che fa capo al Funzionario Generale dell’Area Vigilanza; essa promuoverà l’applicazione omogenea degli indirizzi maturati a livello centrale. Sul piano operativo, questo ruolo di snodo fra le strutture periferiche e l’A.C. si tradurrà:

 

in un’opera di supporto e consulenza riguardo all’istruttoria di provvedimenti autorizzativi e prudenziali;

 

nel rafforzamento dei meccanismi di condivisione ex ante e di verifica ex post degli indirizzi rilevanti per la vigilanza decentrata: diffusione di criteri e prassi condivise per lo svolgimento dei compiti di controllo, collaborazione nella pianificazione del processo di revisione e valutazione prudenziale, effettuazione di analisi sistematiche dell’attività svolta a livello decentrato;

 

nell’esame delle problematiche incontrate dalle strutture territoriali riconducendole a un quadro unitario di interpretazione dei fenomeni, al fine di facilitare l’individuazione di linee di azione sul sistema vigilato e di condividerle con le strutture stesse;

 

in un’azione di informazione e di aggiornamento delle Direzioni locali e in una particolare attenzione alla formazione delle risorse coinvolte nella vigilanza decentrata, attraverso percorsi integrati con quelli riservati al personale dell’A.C.

In materia di analisi economica e rilevazioni statistiche, il coordinamento realizzerà un maggiore coinvolgimento delle Filiali regionali nei principali progetti di ricerca e di analisi conoscitiva posti in essere dall’Area Ricerca economica e relazioni internazionali; senza dover essere necessariamente coinvolte in tutte le iniziative, queste Filiali collaboreranno in modo particolare ai progetti relativi all’approfondimento di tematiche strutturali.

In sintesi, nel nuovo assetto: viene superato il modello delle Circoscrizioni; è valorizzato il ruolo di coordinamento dei Direttori delle Filiali regionali; lo svolgimento di attività a livello interregionale è disposto di volta in volta dalle competenti funzioni dell’A.C.

 

 

D) LE PROCEDURE E I SISTEMI OPERATIVI

 

D.1. Le innovazioni di processo

La riconfigurazione degli assetti strutturali della rete si accompagna a una revisione dei processi di lavoro finalizzata a rafforzare l’efficacia e la funzionalità del nuovo modello organizzativo.

Le principali direttrici d’intervento sono costituite da:

 

la riconsiderazione dei processi operativi e della normativa interna, allo scopo di snellire gli adempimenti, superare le ridondanze e migliorare la tempestività, a vantaggio di tutte le strutture;

 

il contenimento delle attività di autoamministrazione svolte, in particolare, presso le strutture specializzate, in modo da orientare queste ultime soprattutto allo svolgimento delle attività istituzionali.

Il conseguimento di questi obiettivi sarà favorito attraverso:

 

la dematerializzazione dei flussi documentali tramite l’utilizzo più avanzato delle tecnologie digitali nella gestione della documentazione in armonia con le norme del Codice dell’amministrazione digitale4;

 

la valorizzazione dei rapporti diretti – in via telematica - tra i dipendenti e le strutture centrali della Banca (o gli altri enti) che forniscono servizi interni;

 

l’accentramento di una quota rilevante dei compiti di autoamministrazione presso le Filiali site nei capoluoghi di regione o presso i Servizi dell’A.C., allo scopo di sfruttare le economie di scala e di specializzazione.

Le innovazioni procedurali toccheranno anche i comparti dell’amministrazione del personale, della gestione degli stabili, dell’attività di spesa. A sostegno degli interventi saranno attuate iniziative per lo scambio in tempo reale di messaggi, dati, immagini fra interlocutori dislocati su punti diversi del territorio.

Per quanto riguarda la sicurezza, la previsione di strutture diversificate e la conseguente differenziazione dei rischi in relazione alle attività svolte inducono a prevedere una gestione calibrata – per tipologia di misure e modalità di gestione – sulle esigenze specifiche.

Nel campo della vigilanza, sarà migliorata la fluidità, la tempestività e la sicurezza delle comunicazioni, formali e informali, fra i soggetti controllati e le strutture della Banca.

La Filiale regionale, le Succursali ad ampia operatività e le Unità specializzate di vigilanza avranno accesso alle informazioni di carattere quantitativo e qualitativo relative agli intermediari sottoposti a vigilanza decentrata di loro rispettiva competenza.

Inoltre, sono previste specifiche soluzioni tecnologiche per consentire alle articolazioni locali di vigilanza di operare in stretto collegamento con l’A.C., anche in relazione alle norme in tema di procedimento amministrativo e alla connessa ripartizione di competenze all’interno della Banca.

Si inscrive in tale ambito lo sviluppo di appositi sistemi informatizzati di gestione dei flussi documentali, coerenti con l’assetto organizzativo delle unità coinvolte nella vigilanza decentrata e con il regime dei ruoli e delle responsabilità, al fine di consentire l’inserimento nei processi di lavorazione, in condizione di sicurezza e rapidità, dei diversi “attori” coinvolti.

Per il colloquio a distanza con la Filiale regionale e con l’A.C. le Unità specializzate di vigilanza potranno avvalersi di apparati di videoconferenza e del servizio di teleconferenza

 

4 Sviluppo, in particolare, dei servizi di protocollo informatico, posta elettronica certificata, firma digitale, archiviazione e conservazione sostitutiva in formato elettronico, disegno dei processi documentali con modalità che consentano di avere tempestiva cognizione in forma elettronica dello stato di avanzamento delle singole pratiche (workflow).

 

 

 

nonché del collegamento audio/video su personal computer, attraverso strumenti di web conference.

ìLe Succursali specializzate nel trattamento del contante svolgeranno la loro azione in un contesto tecnologico, procedurale e normativo rinnovato, nel quale:

 

i processi di verifica e confezionamento delle banconote saranno completamente integrati;

 

le operazioni di sportello con l’utenza e le lavorazioni interne si svolgeranno a ciclo continuo su un più esteso arco temporale5;

 

per la verifica delle banconote saranno impiegate apparecchiature a elevata produttività;

 

nel rispetto della normativa di legge, previo accordo con le OO. SS., saranno adottate modalità di videosorveglianza sul processo di selezione al fine di garantire alti livelli di sicurezza e la riduzione dell’onerosità dei controlli.

La configurazione dei processi di lavoro per il trattamento del contante presso le Succursali specializzate tiene conto dell’esigenza di aumentare i livelli di efficienza e di qualità del servizio reso all’utenza professionale6. Quest’ultimo profilo potrà incidere sulle scelte organizzative degli operatori professionali in modo da canalizzare verso tali Succursali i flussi di contante attualmente intermediati dalle strutture territoriali che cesseranno l’attività e una parte significativa di quelli trattati dalle rimanenti strutture, comprese quelle regionali.

In materia di responsabilità nella gestione dei valori, si interverrà, rendendolo più flessibile e adeguato al nuovo contesto operativo, sull’impianto delle deleghe e sulle modalità di sostituzione dei Titolari. Per agevolare la fluidità delle operazioni di avvio e di chiusura delle attività (anche in considerazione della possibile articolazione su turni dell’orario di lavoro) si potrà far ricorso a un sistema di ricovero dei valori nei locali di sicurezza che preveda la riconduzione delle responsabilità anche a soggetti diversi dal Titolare.

Saranno adottate, inoltre, configurazioni standard sul piano della logistica, della tecnologia e delle misure di sicurezza coerenti con la natura dell’attività e i connessi livelli di rischio.

Nelle Succursali specializzate nei servizi all’utenza, sarà possibile adottare specifici aggiustamenti nei processi di lavoro e nelle modalità di offerta dei servizi stessi per migliorarne la qualità in termini di tempestività, fruibilità, completezza. Ad esempio, sulla base di accordi con le OO.SS., potrà essere previsto un ampliamento degli orari di operatività nei confronti del pubblico, con riferimento ai servizi informativi e a quelli operativi, unitamente a una semplificazione delle attuali procedure di ricovero dei valori nell’intervallo pomeridiano e nelle fasi di chiusura della giornata contabile.

 

5 Questa previsione è in linea con gli orientamenti della BCE che prevedono una soglia minima di sei ore nell’orario di sportello di un certo numero di filiali delle BCN per i versamenti e i prelevamenti di contante con l’utenza istituzionale. L’argomento attinente all’orario di lavoro va negoziato con le OO. SS.

6 I due obiettivi sono coerenti con le esigenze poste dal progetto di realizzazione della Single Euro Cash Area -SECA. Al fine di attuare uno spazio unico del contante in euro, la realizzazione della SECA richiede infatti che le BCN, le banche commerciali e gli operatori di mercato adeguino la propria attività di gestione del contante a regole e best practices comuni (definite nel Recycling Framework e nel SECA Framework).

 

 

D.2. Modalità alternative di erogazione dei servizi attualmente resi dalle strutture che cessano l’attività

L’utilizzo di strumenti telematici e la semplificazione dei processi agevoleranno l’erogazione dei servizi con modalità non vincolate alla presenza della Banca sul territorio.

Nel campo del sistema dei pagamenti, la gestione dei rapporti contrattuali con le aziende di credito – oggi curata a livello provinciale dalle strutture territoriali in relazione alla sede legale delle aziende stesse – potrà passare alla Filiale regionale. I flussi documentali e informativi saranno garantiti dalla disponibilità dei canali telematici (internet, posta elettronica certificata, firma digitale).

I pagamenti di tesoreria in contanti effettuati agli sportelli della Banca a favore di privati potranno essere sostituiti dal pagamento presso gli sportelli postali, già oggi praticabile. Analogamente, i versamenti di tesoreria saranno intermediati dal sistema bancario o dalle Poste, che già oggi assorbono la maggior parte di tali pagamenti; in futuro saranno ammesse modalità di pagamento elettroniche.

I vaglia cambiari continueranno a essere prevalentemente versati dagli utenti sui conti correnti bancari e postali; il loro pagamento in contanti potrà essere assicurato in collaborazione con altri enti.

I servizi offerti in materia di accesso alle informazioni della Centrale di Allarme Interbancaria, della Centrale dei Rischi e in materia di esposti potranno essere forniti utilizzando la modalità di colloquio a mezzo posta e successivamente tramite canali telematici.

Nelle piazze ove si procederà alla chiusura della locale struttura ovvero resteranno operative Unità specializzate nella vigilanza verranno messe a punto soluzioni tecnico-organizzative in base alle quali la Cassa di Sovvenzioni e Risparmio (CSR) continuerà a offrire ai propri soci adeguate condizioni di servizio. Le soluzioni prefigurabili si fondano sull’integrazione della Rappresentanza regionale con i canali distributivi costituiti dal phone e dall’internet banking, che la CSR sta attualmente sviluppando per la clientela, assistiti da un servizio dedicato di call center. Potrà essere valutata la praticabilità di convenzioni per facilitare le operazioni di prelievo e pagamento tramite carte.

 

 

E) ARTICOLAZIONE COMPLESSIVA DELLA RETE

 

Le scelte effettuate per il riassetto della rete tengono conto, in via prioritaria, dell’esigenza di promuovere un’equilibrata distribuzione della presenza della Banca sul territorio nazionale. In ogni caso, le Filiali di cui è prevista la cessazione dell’attività rientrano tra quelle a operatività minimale (cfr. § A.2.1). Nel definire l’articolazione della rete su base regionale si è proceduto come segue:

 

- non sono previste chiusure in Valle d’Aosta (regione dove è insediata una sola Filiale), in Trentino Alto Adige (in considerazione delle peculiarità istituzionali) e in Calabria (dove non operano Filiali “minimali”);

 

- è prevista la chiusura di tutte le Filiali “minimali” nelle regioni ove ne sono presenti una (Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Umbria) o due (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto), con l’eccezione delle Marche dove, per ragioni di equilibrata distribuzione sul territorio, una sola Filiale cessa l’attività;

 

- nelle regioni con un elevato numero di province e/o di Filiali “minimali” (Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana), le Filiali di cui è prevista la chiusura variano da due a quattro, considerato che le restanti strutture della Banca consentono un’adeguata copertura del territorio ai fini dell’erogazione dei servizi all’utenza.

Il nuovo modello della rete territoriale prevede, quindi, a regime:

 

20 Filiali insediate nei capoluoghi regionali, a 6 delle quali fanno capo altrettante Unità specializzate nella vigilanza site in altre province (Caltanissetta, Cosenza, Cuneo, Pisa, Udine, Vicenza);

 

6 Succursali ad ampia operatività (Bolzano, Brescia, Catania, Forlì, Salerno, Verona) nelle regioni a maggiore domanda di servizi dell’utenza istituzionale e privata;

 

6 Succursali specializzate nel trattamento del contante (Arezzo, Bergamo, Foggia, Padova, Piacenza, Roma Tuscolano);

 

25 Succursali specializzate nei servizi all’utenza (Agrigento, Ascoli Piceno, Avellino, Caserta, Como, Grosseto, La Spezia, Latina, Lecce, Livorno, Messina, Novara, Pesaro, Pescara, Ragusa, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Sassari, Siena, Sondrio, Taranto, Trapani, Treviso, Varese, Viterbo);

 

una Succursale specializzata nel servizio di tesoreria dello Stato (Roma Succursale).

Si prevede la cessazione dell’attività di 33 Filiali: Alessandria, Asti, Belluno, Benevento, Brindisi, Chieti, Cremona, Enna, Ferrara, Frosinone, Gorizia, Imperia, Isernia, Lucca, Macerata, Mantova, Massa, Matera, Modena, Nuoro, Oristano, Parma, Pavia, Pistoia, Pordenone, Ravenna, Rieti, Rovigo, Savona, Siracusa, Teramo, Terni, Vercelli.

 

F) LE IMPLICAZIONI PER LE RISORSE UMANE

 

Il numero degli addetti alle Filiali da chiudere è pari complessivamente a 709 unità (poco più del 20% del personale della rete)7. Di questi: 42 sono dirigenti (con una età media di circa 55 anni), 72 funzionari (con una età media di circa 50 anni), 595 appartengono alle altre carriere (con una età media di poco inferiore ai 48 anni). Dei 709 dipendenti, 474 sono uomini e 235 donne.

Sono 79 i dipendenti addetti alle strutture previste in chiusura sottoposti a un vincolo di residenza in scadenza dal 1° gennaio 2008. Alla data del 1° luglio 2008, 83 dipendenti addetti a tali strutture avranno maturato, in base alla normativa vigente e alle informazioni disponibili negli archivi di Banca, i requisiti per la liquidazione del trattamento pensionistico.

In particolare, si fa presente che:

 

alle Filiali regionali e alle ipotizzate Succursali ad ampia operatività sono attualmente addetti 1525 dipendenti (71 dirigenti, 231 direttivi, 282 coadiutori e 941 altri operativi/se.ge.si.);

 

7 Le consistenze sono calcolate alla data del 6 agosto 2007, al netto dei dipendenti che hanno avanzato domanda di cessazione dal servizio e di quelli che verranno collocati a riposo d’ufficio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio entro il 31 dicembre 2008. Sono invece incluse le assegnazioni disposte e non ancora realizzate e considerati i trasferimenti in entrata o in uscita disposti e non ancora attuati.

 

 

 

alle strutture che saranno destinatarie di interventi di specializzazione funzionale sono addetti 1258 dipendenti (70 dirigenti, 127 direttivi, 183 coadiutori, 878 altri operativi/se.ge.si.).

Il processo di chiusura verrà gestito avendo cura di salvaguardare – anche attraverso il ricorso a misure di carattere temporaneo, da definire di concerto con le Direzioni locali – l’efficacia del presidio nello svolgimento dei compiti sino al momento dell’effettiva cessazione dell’operatività degli stabilimenti.

Il processo richiede, inoltre, una revisione dei sistemi di gestione nell’ottica di una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse; anche tali aspetti andranno discussi con le OO.SS.

In relazione al progetto di ristrutturazione della rete territoriale, che sarà attuato secondo quanto indicato nel successivo § G), l’Amministrazione è disponibile ad avviare quanto prima negoziati con le OO.SS. per la definizione di misure temporanee ed eccezionali destinate al personale delle strutture in chiusura (accompagnamento all’uscita, agevolazione all’inserimento nella nuova sede di lavoro, sostegno allo sviluppo e alla riconversione delle professionalità).

Per consentire al personale coinvolto nel processo di cambiamento di affrontare con piena consapevolezza la fase di transizione e per fornire consulenza nella scelta tra le diverse alternative di incentivo e di utilizzo verranno attivate linee telefoniche dedicate, presidiate da interlocutori qualificati della funzione del Personale. Ulteriori iniziative di comunicazione potranno essere realizzate, all’occorrenza, valorizzando le funzionalità offerte dalla rete intranet (newsgroup, FAQ, questionari in rete). Queste e altre iniziative da definirsi verranno assunte per tenere in particolare considerazione le specifiche esigenze personali e familiari prospettate dai singoli dipendenti.

 

G) L’ ATTUAZIONE DEL PROGETTO

 

La fase di attuazione del progetto sarà caratterizzata da un approccio unitario e globale; essa prenderà avvio contestualmente con riferimento a tutte le componenti della riforma: chiusure, specializzazione delle strutture, redistribuzione di compiti.

Nel corso di una fase preparatoria verrà definita l’analisi delle innovazioni che consentono di fluidificare e snellire le attività nel futuro assetto organizzativo e verranno realizzati gli interventi individuati in via prioritaria (logistica, sistemi informativi, dotazioni tecnologiche per il trattamento del contante, autoamministrazione, normativa, trattamento documentale, rete trasmissiva, convenzioni con gli enti esterni). La fase preparatoria potrebbe terminare in tempo per consentire l’avvio della chiusura delle strutture a partire dal mese di settembre del 2008.

La fase delle chiusure potrebbe essere completata entro il 2009, tenuto conto che la cessazione dell’operatività potrà avvenire, per esigenze di gestione dei profili informatici e di natura contabile, con un ritmo di due o al massimo quattro strutture al mese.

In parallelo verrebbero posti in essere gli interventi necessari per il completamento delle altre componenti del progetto, da ultimare in tempi ragionevolmente compattati. In prima approssimazione, si ipotizza la realizzazione del progetto entro il 2010.