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top ARTICOLI DEL 26 e 27 febbraio 2008 #TOP
Caro
libri, arriva il <tetto> anche ai licei
( da "Gazzetta
di Parma, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
anche ai
licei LO ANNUNCIA IL MINISTRO FIORONI SCUOLA LO ANNUNCIA IL MINISTRO FIORONI
Caro libri, arriva il "tetto" anche ai licei ROMA II Basta con gli
aumenti dei libri di testo: dal prossimo anno scolastico ci sarà un
"tetto" anche per licei e istituti superiori, dove al biennio si può
arrivare a spendere oltre 700 euro per acquistare i testi necessari.
Per
decreto la spesa per l'anno 2008-2009 dovrà rimanere entro un "tetto"
( da "Cittadino,
Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Per questo il
ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa
dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso
agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto
professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro;
Quota
rosa al 30% Ecco le donne del Pd Con la Sereni anche Anna Rita Fioroni
( da "Nazione,
La (Umbria)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ecco le donne
del Pd Con la Sereni anche Anna Rita Fioroni ? PERUGIA ? LE DONNE CERCANO di
far valere, per le liste elettorali, la strategia della parità di genere a suo
tempo annunciata da Walter Veltroni. Ieri sera una 'delegazione al femminile ha
chiesto un confronto con Piero Mignini, segretario provinciale del Pd perugino.
[FIRMA]RAFFAELLO
MASCI ROMA Quanto dovranno spendere le famiglie per i libri di testo dei prop
( da "Stampa,
La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ma il
ministro Beppe Fioroni, al grido di "la scuola non è un lusso", ha
voluto fare di più, allargando questa misura all'intero corso delle superiori.
A questo scopo ha istituito una commissione per il monitoraggio della spesa
libraria in tutta Italia e, alla luce dei dati raccolti, ha definito dei limiti
di spesa per ogni anno e per ogni ordine di studi (
Il
decreto Dopo un anno di lavoro i risultati sul tavolo di Fioroni La scuola non
deve essere un lusso ( da "Stampa, La"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I NOSTRI
SOLDI DAI FIGLI ALL'AUTO Il decreto Dopo un anno di lavoro i risultati sul
tavolo di Fioroni "La scuola non deve essere un lusso".
CARO
SCUOLA FIORONI FISSA I LIMITI DI SPESA: PER I LICEI 1.490 EURO NEI 5 ANNI.
INSORGONO GLI EDITORI: SIAMO STATI ESCLUSI 0 Libri di testo, ecco il calmiere
di Fioroni. Ed è subit ( da "Giorno, Il (Nazionale)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
CARO SCUOLA FIORONI
FISSA I LIMITI DI SPESA: PER I LICEI 1.490 EURO NEI 5 ANNI. INSORGONO GLI
EDITORI: "SIAMO STATI ESCLUSI" Libri di testo, ecco il calmiere di
Fioroni. Ed è subito rissa ? ROMA ? TRA I 120 e i 140 euro l'anno per gli
alunni di un quinto professionale e sui 370 per quelli di un terzo liceo
classico.
Fioroni:
studiare non è un lusso ( da "Giornale di Brescia"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
acquisto dei
libri: il risparmio medio sarà di 200 euro all'anno a famiglia Fioroni:
studiare non è un lusso ROMA Studiare non può essere un lusso per pochi. E
rischia di diventarlo se i testi scolastici costano troppo. Per questo il
ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa
dei libri per le superiori.
Aosta,
il prof pedofilo cambia lavoro ( da "Messaggero Veneto, Il"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
polemica è
stata espressa dal ministro Fioroni. Soddisfazione anche dell'avvocato della
difesa Giuseppe Greppi:"È una strada - ha detto - che concilia l'interesse
pubblico, della famiglia e della scuola. La persona collocata fuori ruolo può
chiedere in futuro di rientrare nella sua precedente professione, ma non è interesse
del mio assistito avanzare una richiesta di questo genere"
Pochi
insegnanti, è protesta a pacentro
( da "Centro,
Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Caparso aveva
interessato il ministro alla Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. "Ma a
distanza di mesi", afferma il sindaco, "i disagi restano". Nella
scuola primaria, che dipende dal IIº circolo didattico di Sulmona, le
insegnanti sono 4 invece di sei. Il Comune progetta di istituire un circolo
didattico autonomo, con Cansano e Campo di Giove.
Concorsi
solo per i bidelli così la scuola non migliora
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni, pur
ammettendo che c'è un'emergenza educativa, ha introdotto dei correttivi, ma non
si è impegnato per la qualità della scuola, che resta l'obiettivo
dell'autonomia scolastica. Scorrendo i risultati delle indagini dell'Ocse e del
progetto Pisa, che si propone di misurare la capacità dei quindicenni europei
di applicare alla realtà di tutti i giorni le conoscenze di matematica,
I
LICEI sono i più cari, ma anche alcuni istituti tecnici non scherzan
( da "Resto
del Carlino, Il (Rimini)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
decreto
firmato dal ministro alla Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni contro il
fenomeno del caro libri. NEL DECRETO Fioroni ha stabilito un tetto di spesa per
ogni tipo di scuola anno per anno (dalla prima alla quinta) prevedendo un
margine di incremento non superiore al 10%. Un tetto che fissa ad esempio a 320
euro il costo massimo per i testi del primo anno al liceo classico,
Fioroni
mette a stecchetto i licei ( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
anno i tetti
di spesa anche per i libri delle superiori Fioroni mette a stecchetto i licei I
classici i più colpiti: dovranno ridurre il costo fino al 20% L'operazione più
ardua riguarderà probabilmente i licei, in particolare i classici. I docenti
delle superiori, chiamati ad adottare entro maggio i libri di testo per il
prossimo anno scolastico, infatti dovranno attenersi anch'
A
Pasqua le ferie non sbocciano ( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
accordo
finalmente raggiunto con il ministero della pubblica istruzione, Beppe Fioroni.
A capitanare l'opposizione in Conferenza, la Lombardia e la Sicilia, che hanno
dichiarato la loro indisponibilità a rivedere il calendario per il prossimo
anno (peraltro in molti casi già deliberato), e a trattare con Rutelli su una
competenza che è invece specificatamente regionale.
Motta:
un mossa improvvisata, i libri sono già stampati
( da "Italia
Oggi (Azienda Scuola)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
So solo che
in questi due anni di rapporti con il ministro Fioroni non è la prima volta che
dobbiamo fare i conti con scelte calate dall'alto. D. A che cosa si riferisce?
R. Per esempio, alla storia dei nuovi programmi voluti da Fioroni, a cui
avremmo dovuto adeguare i libri prima ancora che gli stessi programmi fossero
definiti, alla storia dei tetti di spesa per le medie,
Concorso
ispettivo già nella bufera ( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
secondo gli
impegni del ministro Fioroni) e cadrà così anche l'ultima differenza
retributiva, non ci saranno ragioni per non far ritornare anche formalmente gli
ispettori nel comparto scuola. Con l'ulteriore conseguenza che nell'ambito
della stessa dirigenza non serviranno concorsi per svolgere questa o quella
funzione ma solo procedure di mobilità a domanda o d'
"è
vero, bisogna cambiare i programmi"
( da "Repubblica,
La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La ragione è
l'eccesso di stimoli che arrivano dal mondo esterno, che finisce per
disorientarli". E la scuola elementare che cosa può fare? "La riforma
Fioroni prevede programmi più complessi, più difficili ma sicuramente più
simili a quelli delle medie. Questo potrebbe aiutare a colmare il
divario". (f.v.).
Tetto
per i libri scolastici ( da "Provincia di Cremona, La"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
multe a chi
sfora Tetto per i libri scolastici Il ministro Fioroni 'Studiare non è un lusso
di Simona Placchi ROMA ? Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia
di diventarlo se i testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro
Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri
per le superiori.
ROMA
- La questione cattolica spiazza Walter Veltroni: nel giorno della
presentazione del programma, il segretario del Pd è costretto a rincorrere un
tema scomodo che in qualche mo ( da "Adige, L'"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
osserva Beppe
Fioroni - i cattolici rappresentino nel Pd una forte area, non sembra
sufficiente. I teo-dem, per esempio, vorrebbero assicurazioni vincolanti sul
rispetto della carta dei principi democratici e la stessa Rosy Bindi polemizza
a distanza con Emma Bonino, pur escludendo che il profondo disagio di questi
giorni si possa tradurre nella nascita di una corrente organizzata.
Libri,
un risparmio anche di 200 euro ( da "Tirreno, Il"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Per questo il
ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa
dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso
agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto
professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro;
Libri
di testo, ecco i tetti di spesa al liceo 1490 euro, 913 nei professionali -
mario reggio ( da "Repubblica, La"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni, ha firmato il decreto che, per la prima volta in Italia, fissa la
spesa massima di spesa per ognuno dei tanti indirizzi della scuola superiore.
Ad oggi, secondo i tecnici del ministero, che hanno compiuto l'indagine sul
campo, il 40 per cento degli istituti superiori ha "superato il tetto
massimo".
Famiglia
cristiana: pasticcio veltroniano - maria berlinguer
( da "Tirreno,
Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Giuseppe Fioroni, vicino a Franco Marini ed esponente di spicco dell'ex area
popolare, interpellato da Radio radicale, avverte che se i radicali
sottroscriveranno il programma, rinunciando a una serie infinita di disegni di
legge, "quello che sembrava un problema diventa per noi
un'opportunità", è la teodem Paola Binetti a chiamare alla rivolta i
cattolici del Pd.
Fissato
il tetto di spesa per i libri nelle superiori: si va da 913 a 1490 euro
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni firma
il decreto Plauso dei consumatori: nei primi due anni un risparmio di 200 euro
per ogni famiglia Fissato il tetto di spesa per i libri nelle superiori: si va
da
Veltroni:
"ecco come cambieremo l'italia" - goffredo de marchis
( da "Repubblica,
La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
C'erano Beppe
Fioroni, Dario Franceschini, Goffredo Bettini, Andrea Orlando, Maurizio
Migliavacca, Nicola Latorre, i rappresentanti di Bindi, Letta, Bersani. I
candidati scelti da Roma dovrebbe essere circa 100, divisi salomonicamente così:
50 di Veltroni, 50 delle altre componenti.
Libri
scolastici, 200 euro di risparmio
( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
PER LE
SUPERIORI FIORONI: "STUDIARE NON PUO ESSERE UN LUSSO PER POCHI" Libri
scolastici, 200 euro di risparmio ROMA Al classico e allo scientifico spesa
massima di 1490 euro per 5 anni Andrea Meneghetti II Dalle parole ai fatti. Il
ministero della Pubblica Istruzione ha firmato ieri un decreto con cui vengono
fissati già per l'anno scolastico 2008/
Risparmi
anche di 200 euro a famiglia ( da "Nuova Sardegna, La"
del 26-02-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Scuola
Abstract:
Ecco le cifre
del tetto di spesa per i libri di testo fissato dal ministro Fioroni Risparmi
anche di 200 euro a famiglia NON più di 370 euro per una terza del classico e
non oltre 120-140 euro per una quinta professionale. E ancora: non più di 1.490
euro per tutti i 5 cinque anni di liceo e non oltre 913 per il ciclo degli
istituti professionali.
Sì
al tetto sul caro-libri, gli editori protestano Decreto Fioroni per le
superiori: dai 913 euro per il ciclo dei professionali ai 1490 euro dei licei
( da "Unita,
L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
gli editori
protestano Decreto Fioroni per le superiori: dai 913 euro per il ciclo dei
professionali ai 1490 euro dei licei di Maristella Iervasi OCCHIO ALLA SPESA
Anche per le scuole superiori ci sarà un tetto di spesa per l'acquisto dei
libri di te- sto. Non più di 120-140 euro l'anno per una quinta professionale,
e al massimo 370 euro per una terza del liceo classico.
<Se
i programmi sono contro i valori ci si deve opporre>
( da "Corriere
della Sera" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Giuseppe Fioroni, la relazione più attesa ("Il bene comune nella società
globalizzata") tra quelle (di Andrea Riccardi, Giorgio Formigoni, Franco
Garelli) che verranno svolte domani pomeriggio alla convention tra le diverse
anime della galassia cattolica del Partito democratico (dai bindiani, ai
popolari, ai teodem).
Il
segretario e il partito ( da "Corriere della Sera"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-02-26 num: - pag: 6
categoria: BREVI Il segretario e il partito \\ Anche quel gruppetto di radicali
ha sottoscritto il programma Giuseppe Fioroni.
Pedofilia:
trasferito il prof di Aosta ( da "Corriere della Sera"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
In qualsiasi
momento - ha commentato Giuseppe Greppi, l'avvocato di Frachey - il mio
assistito potrà chiedere di rientrare a scuola. Ma non è suo interesse farlo,
consideriamo equa questa intesa". Soddisfatta la Regione, che ha informato
il ministro Giuseppe Fioroni della soluzione trovata: "Era ciò che
volevamo fin dall'inizio". V.Sc.
Libri
di testo, è di 370 euro la spesa massima
( da "Corriere
della Sera" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni:
l'istruzione non è un lusso. Gli editori: dovevamo essere consultati Libri di
testo, è di 370 euro la spesa massima ROMA - La spesa per l'acquisto dei libri
di testo non dovrà superare i 1.491 euro nei cinque anni del liceo classico, 1.
Arriva
un tetto al costo dei libri ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Polemica
Fioroni-editori Arriva un tetto al costo dei libri Luigi Illiano ROMA è botta e
risposta tra il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, e gli editori
italiani sui tetti di spesa fissati per il costo dei libri scolastici della
secondaria superiore.
Studiare
non sarà più un lusso ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni fissa
i tetti di spesa: il ciclo di studi più caro è il classico, più economici gli
istituti professionali Studiare non sarà più un lusso Fioroni fissa i tetti di
spesa: il ciclo di studi più caro è il classico, più economici gli istituti
professionali Non più di 1500 euro per i libri nelle superiori --> Non più
di 1500 euro per i libri nelle superiori Un decreto del ministro
Questione
cattolica , Pannella imbarazza il Pd
( da "Manifesto,
Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il gran
ciambellano degli ex popolari Beppe Fioroni spiegava che "il vero voto utile
per i cattolici è quello per il Pd" mentre la spalla di Veltroni Giorgio
Tonini aggiungeva che "la presenza dei cattolici nel Pd non è simbolica ma
cospicua come in nessun altro partito". Più preoccupato l'ultimo
segretario dei popolari, il dossettiano Pierluigi Castagnetti che a Veltroni
chiede "
Quel
malessere dei cattolici a braccetto con la Bonino
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il ministro
Fioroni confida che quando la Bonino e gli altri avranno "giurato"
sulle tavole del programma del Pd ? che comunque sono abbastanza vaghe ma non
per questo favorevoli a tesi cattoliche, per esempio sulla legge 194 ? saranno
come incatenati al loro giuramento.
"Famiglia
cristiana" contro Veltroni <Pasticcio in salsa pannelliana>
( da "Liberazione"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Lo fa
intendere Famiglia cristiana che polemizza con il ministro Fioroni: avrebbe
ragione di non preoccuparsi della pattuglia dei candidati radicali se esistesse
la possibilità di boicottarla col voto di preferenza. Ma siccome le liste
saranno invece bloccate, questa piega libertaria deve allarmare. "La gara
tra chi è più cattolico e più laico rischia di far male al Paese",
Libri,
budget bloccati 1.490 euro nei licei
( da "Eco
di Bergamo, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni ha
stabilito il "tetto" da non sforare Il 40% delle classi dovrà
abbassare la spesa Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di
diventarlo se i testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni
ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le
superiori.
E'
una speculazione arrogante per niente a favore dei cittadini. Non serve a rego
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
La commessa
di Acqua & Sapone Mariella Fioroni aggiunge: "Non mi sembra un
iniziativa a favore di noi lavoratori se dobbiamo pagare fino a 8 euro al
giorno". Carmen Dolciami è titolare della lavanderia 13 Dal: "Non
sono assolutamente d'accordo perché noi negozianti siamo penalizzati.
Veltroni
ancora troppo vagonon dice quali spese taglierà
( da "Secolo
XIX, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
si comincerà ad
avere un quadro chiaro delle forze in campo e soltanto dalla metà del mese i
sondaggi acquisteranno la credibilità necessaria. Su un punto, tuttavia, ci
permettiamo di insistere fin d'ora: la credibilità dei programmi e delle
promesse relative. La sterzata riformista del Partito democratico lo ha portato
a fare propri molti temi classici del centrodestra,
Il
settimanale dei Paolini punta il dito anche sulla candidatura di Veronesi come
capolista della Lombardia ( da "Libertà"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Giuseppe Fioroni, vicino a Franco Marini ed esponente di spicco dell'ex area
popolare, interpellato da Radio radicale, avverte che se i radicali
sottroscriveranno il programma, rinunciando a una serie infinita di disegni di
legge, "quello che sembrava un problema diventa per noi
un'opportunità", è la teodem Paola Binetti a chiamare alla rivolta i
cattolici del Pd.
La
misura riguarda 2 milioni e 600mila studenti e entrerà in vigore nel 2008/2009
( da "Libertà"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Giuseppe Fioroni perchè "studiare non può diventare un lusso per
pochi". Una novità che vede il 40% delle classi già "fuori
budget". La misura riguarda circa 2 milioni e 600mila studenti e entrerà
in vigore nel 2008/2009. Prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di
scuola la spesa massima complessiva della dotazione libraria.
Un
tetto al caro-libri nelle superiori
( da "Messaggero
Veneto, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
terza del
classico e di 140 per una quinta professionale Il ministro Fioroni: studiare
non è un lusso. Protestano gli editori: non ci ha consultati ROMA. Non più di
370 euro per una terza del classico e non oltre 120-140 euro per una quinta
professionale. E ancora: non più di 1.490 euro per tutti i 5 cinque anni di
liceo e non oltre 913 per il ciclo degli istituti professionali.
SCUOLA/CARO
LIBRI, IL MOIGE: " ORA UNA NUOVA EDIZIONE OGNI 5 ANNI, AGGIORNAMENTI IN
ALLEGATI LEGGERI E SVILUPPO DEL MERCATO DELL'USATO"
( da "marketpress.info"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
interviene
sul decreto firmato dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni,
con cui vengono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa
per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria
superiore. " Accogliamo con favore l'iniziativa del Ministero", ha
affermato Bruno Iadaresta, Responsabile scuola del Moige.
SCUOLA
E TETTI LIBRI MOTTA (AIE): "VALUTEREMO CON CALMA IL DECRETO MA ANCORA UNA
VOLTA SIAMO STUPITI DI QUESTO METODO DI LAVORO"
( da "marketpress.info"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
che abbia
veramente a cuore lo sviluppo della cultura e della conoscenza dei ragazzi. Di
sicuro le continue riforme della scuola non hanno facilitato e non facilitano
il lavoro degli insegnanti e degli editori; se si volesse intervenire in modo
significativo si potrebbe seguire la proposta da noi avanzata di
defiscalizzare, per fasce di reddito, l'acquisto dei libri scolastici".
SCUOLE
SUPERIORI: UN TETTO PER IL PREZZO DEI LIBRI
( da "marketpress.info"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni, con cui vengono fissati per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di
spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola
secondaria superiore. Dal prossimo anno, quindi, il costo dell'intera dotazione
libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel
decreto.
I
TITOLI DEI GIORNALI: CULTURA, ISTRUZIONE E INFORMAZIONE
( da "Virgilio
Notizie" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni mette
a stecchetto i licei - In classe separati e meglio - L'equiparazione tra
statale e privato vale solo per gli insegnanti. Ata fuori - Motta: un mossa
improvvisata, i libri sono gia stampati - Prof di religione, scatta la mobilita
La Repubblica - E Sanremo si prende in giro tra elezioni e ultra-Baudi - Mostri
da Ariston -
Scuola:
fissati i tetti massimi di spesa per libri scolastici
( da "PrimaDaNoi.it"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
istruzione
Giuseppe Fioroni con cui vengono fissati gia per l'anno scolastico 2008/2009 i
tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di
scuola secondaria superiore. Dal prossimo anno, quindi, a differenza di quanto
e avvenuto in passato, il costo dell'intera dotazione libraria dovra essere
mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel decreto.
Scuola,
soldi e schiene: un tetto per il costo dei libri, a quando il digitale?
( da "Blogosfere"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
la fornisce
un quanto mai apprezzabile intervento del ministro Fioroni. Leggiamo che
comprare i libri per i licei classici e scientifici costerà al massimo 1490
euro per tutto il ciclo di studi mentre gli studenti degli istituti
professionali dovranno sborsare per completare gli studi circa 913 euro. E
quanto prevede il decreto firmato dal ministro della Pubblica Istruzione,
Negli
istituti tecnici non si potranno superare i 1.200 euro nei 5 anni Per i licei
il limite a 1.490 ( da "Arena.it, L'"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Provvedimento
del ministro Fioroni per frenare l'aumento del costo dei testi Tetto alla
spesa-libri I criteri in un decreto Negli istituti tecnici non si potranno
superare i 1.200 euro nei 5 anni Per i licei il limite a 1.490 ROMA
Studiare non può essere un lusso per pochi.
ISTRUZIONE.
Provvedimento del ministro Fioroni per frenare l'aumento del costo dei testi
( da "Arena.it,
L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Per questo il
ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa
dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso
agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto
professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro;
Tetto
al caro-libri, editori irritati ( da "Avvenire"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ha commentato
il ministro Giuseppe Fioroni illustrando il provvedimento che fissa il limite
entro il quale deve essere la spesa complessiva dei libri per ogni classe di
scuola superiore. Un tetto "a favore delle famiglie" aggiunge il
viceministro Bastico, ma che, secondo i docenti, non sempre potrebbe essere
rispettato.
Pedofilia,
al professore condannato ( da "Libertà"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
per la
conclusione della polemica è stata espressa dal ministro Fioroni nel corso di
un colloquio telefonico con l'assessore Vierin che con Caveri sottolinea:
"Solo in questa fase, e non certo prima della sentenza del giudice del
Lavoro, era possibile trovare una soluzione diversa, la cui rapidità è stata possibile
solo per i particolari meccanismi della legislazione regionale".
Fissato
tetto di spesa per i libri delle superiori
( da "Blogosfere"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
ansa Il
ministro Fioroni sul filo di lana prende un provvedimento accettabile, ma
discutibile al tempo stesso. Ecco il testo della dichiarazione che, a nostro
parere, è alquanto demagogica. " La scuola italiana farà, come sempre,
tutta la sua parte per dimostrare che è possibile conciliare la qualità
dell'insegnamento con costi sostenibili per le famiglie.
Gli
ultimi della classe ( da "Avanti!"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni, con un apposito decreto completo di tutte le tabelle per ogni
indirizzo e per ogni anno delle scuole superiori (per elementari e medie il
"tetto" già esisteva). In parte la disposizione legislativa nasce
dall'allargamento della scuola dell'obbligo ai primi due anni del liceo, ma
anche per rispondere alle crescenti critiche nei confronti del caro libri
scolastici,
ALT
AL CARO-LIBRI NUOVI LIMITI DAL MINISTERO
( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
LA SCUOLA Alt
al caro-libri nuovi limiti dal ministero Caro-libri, arriva un decreto del
ministro Fioroni per limitare il salasso cui vanno incontro le famiglie degli
studenti salernitani. Il provvedimento riguarda le scuole superiori e andrà in
vigore l'anno venturo. SERVIZIO A PAG. 32.
ALT
AL CARO-LIBRI IL MINISTRO FISSA I NUOVI LIMITI
( da "Mattino,
Il (Salerno)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
libri il
ministro fissa i nuovi limiti Caro-libri, arriva un decreto del ministro
Fioroni per limitare il salasso cui vanno incontro le famiglie degli studenti
salernitani. Il provvedimento riguarda tutta l'Italia, ma è particolarmente
importante per la Campania, visti gli aumenti dei testi scolastici nella nostra
regione.
LA
NOTIZIA ERA GIà TRAPELATA AD AGOSTO, POCO PRIMA DELL'INIZIO DEL NUOVO ANNO
SCOLASTICO. ( da "Mattino, Il (City)"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni - che
viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole
statali superiori e che potrà consentire alle famiglie di contenere, almeno in
parte, le spese per l'istruzione dei figli". "Il decreto prevede per
ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo della
dotazione libraria entro cui i docenti potranno operare le scelte"
STOP
AL CARO LIBRI FISSATI NUOVI TETTI PER LE SUPERIORI
( da "Mattino,
Il (Caserta)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni - che
viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole
statali superiori e che potrà consentire alle famiglie di contenere, almeno in
parte, le spese per l'istruzione dei figli". "Il decreto prevede per
ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo della
dotazione libraria entro cui i docenti potranno operare le scelte"
LIBRI
SCOLASTICI TETTO DI SPESA PER LE SUPERIORI
( da "Mattino,
Il (Avellino)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni - che viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che
frequentano le scuole statali superiori". Il decreto prevede per ogni anno
di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo della
dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare le proprie scelte.
Valzer
degli insegnanti di sostegno Il ministro risponde alle proteste di Lago
( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni
datata 21 febbraio, alla missiva dell'11 gennaio inviata dall'assessore
comunale all'istruzione Giancarlo Lago.Veniva segnalato un caso di
"mala-istruzione". Ossia il cambio di insegnante di sostegno per
un'alunna diversamente abile frequentante la scuola primaria "Fava",
con conseguenti effetti negativi considerando il particolare rapporto che si
instaura in casi del genere.
Roma
<Studiare non può diventare ( da "Gazzettino, Il"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Così il
ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, commenta la scelta di
fissare un tetto di spesa per i libri di testo delle scuole superiori. "La
scuola italiana farà, come sempre - afferma - tutta la sua parte per dimostrare
che è possibile conciliare la qualità dell'insegnamento con costi sostenibili
per le famiglie.
Superiori,
al massimo 1490 euro per i libri ( da "Gazzettino, Il"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni, con
cui vengono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i
testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria
superiore.Dal prossimo anno a differenza di quanto è avvenuto in passato, il
costo dell'intera dotazione libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti
massimi di spesa indicati nel decreto.
Sussurri
e grida dei cattolici fanno fischiare le orecchie a Veltroni
( da "Panorama.it"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Beppe Fioroni
o Enzo Carra, cioè esponenti organici della sinistra antiberlusconiana. Pezzi
da novanta con molti consensi sul territorio. I loro attacchi ai radicali
suonano come critiche a Veltroni: e la gioiosa macchina da guerra di Walter
rischia di incepparsi di fronte a questa inopinata riedizione della guerra tra
guelfi e ghibellini.
SCUOLA:
APREA, GRADUATORIE PERMANENTI A ESAURIMENTO 50% POSTI VACANTI
( da "Asca"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
stato il
ministro Fioroni che, al contrario, ha previsto l'azzeramento delle graduatorie
poi trasformate in graduatorie ad esaurimento. ''Noi conosciamo bene la scuola
-ha concluso Aprea- e le nostre proposte saranno sempre responsabili e compatibili
con le situazioni pregresse anche quando, come nel caso dei precari,
Socialisti,
da soli per vivere ( da "AprileOnline.info"
del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
democratico
andranno uniti in campagna elettorale per il rinnovo dei governi locali, con
programmi riformisti avanzati nell'interesse delle popolazioni, all'insegna
della continuità della collaborazione fra i due partiti e del rinnovamento
della politica". Aggiungendo: "Ciò che è avvenuto qui può costituire
un rinnovato patto di solidarietà fra i due partiti della sinistra
riformista"
<Studiare
non è un lusso>, tetto al costo dei libri Il ministro Fioroni vara il
decreto per mettere un freno ai prezzi dei testi che sono utilizzati nelle
scuole superiori Protesta ( da "Provincia di Como, La"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
tetto al
costo dei libri Il ministro Fioroni vara il decreto per mettere un freno ai
prezzi dei testi che sono utilizzati nelle scuole superiori Protestano gli
editori: "Lacune e metodo sbagliato". Dubbi dei presidi, il Codacons:
le scuole non rispettano i limiti ROMA Studiare non può essere un lusso per
pochi.
Un
partito, molte culture ( da "EUROPA.it"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
FEDERICO
ORLANDO Ha ricordato Giuseppe Fioroni che Umberto Veronesi è stato ministro
della sanità nel governo Amato e non ha introdotto l'eutanasia né fatto altre
opere del demonio. E ha osservato che nove radicali eletti in parlamento su
trecento previsti per il Pd non cambieranno la natura del partito.
Se
Annozero, Ballarò, Porta a porta dibattessero del costo dei libri di scuola?
( da "EUROPA.it"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
il ministro
Fioroni ha emanato una disposizione che prevede, dall'inizio del prossimo anno,
tetti di spesa per i libri anche nelle scuole superiori. Finora il tetto, non
so quanto rispettato, riguardava solamente le medie. Leggo anche riserve dei
soliti critici sull'iniziativa del ministro, sul presunto ritardo della
medesima,
Rebus
sul "tetto" al caro-libri
( da "Stampa,
La" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
I PRESIDI
DOPO IL PROVVEDIMENTO DI FIORONI Personaggio Lavora al tornio ma scrive anche
poesie Rebus sul "tetto" al caro-libri La prima donna
"meccanico" all'Ipsia Fermi SILVANA MOSSANO ALESSANDRIA
[FIRMA]SILVANA MOSSANO ALESSANDRIA Un tetto di spesa massima per i libri di
testo non è cosa nuova, già c'era.
Giorni
cruciali per la scelta dei nomi per le elezioni
( da "Cittadino,
Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
viterbese
come il ministro Giuseppe Fioroni debba essere candidato come capolista in
Sicilia (e il motivo sarebbe che il posto di capolista al Senato nel Lazio è
già prenotato per il presidente del Senato Franco Marini). Oggi Franceschini e
Bettini cercheranno la quadra per bilanciare le esigenze del territorio mentre
per le candidature nazionali è in seduta semipermanente il cosidetto "
VORREI
RAGIONARCI SU, SENZA FARSI SUBITO PRENDERE DALLA PROSOPOPEA SULLA
"SERIOSITÀ" ( da "Trentino"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
meritocrazia
la prima vera riforma della scuola consiste, semmai, nella rigorosa selezione
delle capacità e attitudini dei professori, di come interpretano la loro
missione educativa, della loro competenza disciplinare e didattica. Non certo
al fine di rendere tutti gli alunni uguali, ma per offrire a tutti
l'attrezzatura personale per fare fronte alle sfide future della vita adulta.
La
matematica che migliora il gusto del caffé
( da "Giornale
di Brescia" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
allarme
Fioroni sul drammatico rapporto tra gli studenti italiani e la matematica,
mentre i giornali scrivono di improbabili legami con il nostro Paese del premio
Nobel per la medicina Capecchi, il delicato rapporto tra matematica e realtà si
sta trasformando grazie ad una nuova, seria e fattiva interazione tra il mondo
dell'università,
S
PAURACCHIO dello studente svogliato, ultima spiaggia del genitore disperato, ap
( da "Nazione,
La (Pistoia)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni d'istituire qualcosa di simile al vecchio esame di riparazione
settembrino: la 'prova di verifica del debito formativo. "GIÀ ADESSO ?
spiega Andrea Lippi, insegnante di fisica dell'Istituto agrario De Franceschi ?
alcune famiglie decidono di non far seguire ai ragazzi le ore di recupero
organizzate dalle scuole,
HA
FATTO BENE il ministro uscente Fioroni a porre un tetto per le spese dei libri
( da "Resto
del Carlino, Il (Modena)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Cambiamo
la scuola seguendo il modello delle high school usa
( da "Piccolo
di Trieste, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
poi più recentemente
da quella Fioroni sui debiti formativi durante il governo Prodi. Innanzitutto a
mio parere è impossibile che la scuola venga riformata ad ogni cambiamento di
governo: bisognerà prima o poi garantire una certa stabilità alla scuola
italiana che già senza i continui "scossoni" dovuti agli
avvicendamenti di governi è di suo instabile e precaria.
Le
scuole strangolate da 3 milioni di debiti
( da "Secolo
XIX, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Il ministro
Fioroni ha ripianato i debiti riguardo gli esami di Stato, ma come si è detto
la Liguria, che da anni ha denunciato la sua condizione debitoria, è in rosso
di sei milioni di euro. Per non parlare dell'incidenza della Tia, la tassa
sulla spazzatura, che per le scuole - tutte, indistintamente, rappresenta senza
alcun dubbio un'
Maturità,
tassa illegittima ( da "Secolo XIX, Il"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
presenta lo
scorso giugno al liceo sperimentale di via La Spinola di San Pietro a
Sampierdarena: proviene da una scuola privata e vuole affrontare la maturità
per dirigente di comunità. Al Gobetti deve sostenere l'esame per l'ammissione
appunto alla maturità, esame che le riconosce anche l'idoneità alle varie
classi. Già c'è irritazione nei genitori per il versamento dei 100 euro.
Scuole
superiori: un tetto per il prezzo dei libri
( da "AltaLex"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
entro il
limite massimo del 10 per cento, negli indirizzi di studio in cui sono presenti
indirizzi sperimentali. In tal caso le relative delibere di adozione dei testi
scolastici debbono essere adeguatamente motivate da parte del Collegio dei
docenti ed approvate dal Consigli di istituto. Roma, 22.02.2008 IL MINISTRO
Fioroni.
Scuole
superiori un tetto per il prezzo dei libri
( da "Voce
d'Italia, La" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni, con cui vengono fissati per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di
spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola
secondaria superiore. Dal prossimo anno, quindi, il costo dell'intera dotazione
libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel
decreto.
Segue
cattolici ( da "Riformista, Il"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
i suoi
dissapori con Beppe Fioroni, coordinatore dell'area popolare, sono alle spalle
e i reduci di Chianciano si sentono ben garantiti in vista della chiusura delle
liste. In posizione di fronda resta solo Rosy Bindi, che propone di compensare
l'arrivo dei radicali con la candidatura di Giovanni Bachelet (suo sostenitore
alle primarie).
Conversazione
<c'è chi nel pd combatte i valori in cui crediamo>
( da "Riformista,
Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
popolari alla
Fioroni e teodem - hanno deciso di lavorare assieme trovando una consonanza sui
valori, in antitesi ovviamente a chi, nel Pd (vedi Veronesi e Radicali) questi
stessi valori non può che combatterli". Mimmo Delle Foglie, pugliese, 55
anni, recente organizzatore del Family Day, ex vicedirettore di Avvenire e,
PERUGIA
Mi costi, quanto mi costi? La spesa degli umbri sarebbe, secondo alcune assoc
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Fioroni, ci
potrebbero essere altre novità. Commenta Petruzzi: "In arrivo ci dovrebbe
essere una proposta per le case editrici di affittare i libri di testo, un po
come già avviene in Germania e in altri paesi". Il quadro resta
preoccupante se si considera che anche alcuni hard discount si cominciano nuove
tendenze.
ROMA
- La vera "questione cattolica" si è aperta a destra, dove Berlusc
( da "Messaggero,
Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Beppe Fioroni
prova a capovolgere la lettura ricorrente. A togliere i credenti del Pd dal
banco degli imputati per l'accordo Veltroni-radicali. E a girare i riflettori
sulla rottura tra il Cavaliere e l'Udc di Casini. Eppure l'attacco di Famiglia
cristiana è arrivato dopo quello di Avvenire.
ISTRUZIONE.
UN DECRETO PER IL CARO LIBRI ( da "AgoPress"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Giuseppe
Fioroni, con cui vengono fissati i tetti di spesa per i testi scolastici per la
scuola superiore secondaria. Il provvedimento, che entrerà in vigore per l'anno
scolastico 2008-2009, interesserà circa 2 milioni e 600mila ragazzi e
consentirà alle loro famiglie di contenere le spese per l'istruzione dei propri
figli.
SCUOLA:
SINISTRA LOMBARDA A FIORONI, DICA SE E' D'ACCORDO CON FORMIGONI
( da "Asca"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
(ASCA) -
Milano, 27 feb - Beppe Fioroni chiarisca formalmente se esiste un accordo con
il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e se davvero intende
ritirare il ricorso contro la legge regionale 19 sulla scuola. E la forte
richiesta che la sinistra lombarda avanza al Ministro dell'Istruzione.
L'INTERVENTO
( da "Gazzettino,
Il (Padova)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Istruzione
Fioroni, il quale era all'oscuro dell intera vicenda, mentre i dirigenti del
Ministero dell'Istruzione ci rispondevano ripetendo il contenuto della norma,
o, al massimo, istruendoci sui passaggi procedurali della stessa, senza nulla
dire in merito alla ratio della norma stessa e della sua possibile
incostituzionalità,
<Caro
libri, intervengano gli editori>
( da "Corriere
Di Como, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
libri firmato
dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Ma chiede che sia
l'editoria stessa a regolamentarsi, anche prima che debba intervenire il
governo. Il provvedimento firmato da Fioroni entrerà in vigore dal prossimo
anno scolastico, e prevede un limite di spesa per tutte le classi della scuola
superiore.
Roma,
15:22 - PD: FIORONI, RADICALI HANNO SCELTO CONDIVIDERE PROGRAMMA
( da "Repubblica.it"
del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Percorsi
sperimentali di istruzione e formazione professionale ai sensi dell'articolo 1,
comma 624 della legge 27 dicembre 2006, n. 296
( da "Gazzetta
Ufficiale.it(Serie Generale)" del
27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Abstract:
Roma, 29
novembre 2007 Il Ministro della pubblica istruzione Fioroni Il Ministro del
lavoro e della previdenza sociale Damiano Registrato alla Corte dei conti il 10
gennaio 2008 Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 1, foglio n. 7.
( da "Gazzetta di Parma, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Caro libri, arriva
il "tetto" anche ai licei LO ANNUNCIA IL MINISTRO
FIORONI SCUOLA LO ANNUNCIA IL MINISTRO FIORONI Caro libri, arriva il
"tetto" anche ai licei ROMA II Basta con gli aumenti dei libri di
testo: dal prossimo anno scolastico ci sarà un "tetto" anche per
licei e istituti superiori, dove al biennio si può arrivare a spendere oltre
700 euro per acquistare i testi necessari. continua... Per leggere il
testo completo dell'articolo, registrati al nuovo "sfogliatore"
online.
( da "Cittadino, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Testi scolastici,
"necessario il tetto" Gli editori: "Non ci hanno convocati"
ROMA Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i
testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari
mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato
già alla fine dello scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su
bianco: per un istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913
euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni
poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per
l'"Aeronautico" ai 1.290 di un "Nautico"; e mentre per gli
'artisticì la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà
mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici costerà al
massimo 1490 euro.Con questi nuovi limiti, alla luce di un monitoraggio
effettuato quest'anno, secondo il ministero, il 40% delle classi delle
superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i
libri.L'iniziativa di viale Trastevere è stata accolta con favore dalle
associazioni di consumatori che più volte hanno fatto sentire la propria voce
contro il caro-libri. Ma - dicono - questo provvedimento non basta."Il
vero problema è che le scuole poi non rispettano i limiti" sostiene il Codacons
che chiede al ministro di stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di
sforamento dei tetti. Invita anche le case editrici a stampare in copertina
anche il peso del libro, in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli
insegnanti a valutarlo come criterio di scelta.L'associazione Codici, sulla
stessa scia, annuncia ricorsi contro le scuole che sforeranno i plafond fissati
"Il tetto di spesa per i libri, infatti - spiega - è norma spesso
disattesa dai collegi dei docenti, che forse con troppa facilità tendono a
sostituire, di anno in anno, le edizione vecchie con quelle nuove, (che,
magari, cambiano solo per la numerazione delle pagine)". Plauso ai
"tetti" anche dal Moige che avanza alcuni suggerimenti: che le nuove
edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, che gli aggiornamenti vengano
forniti in allegati leggeri a parte, che venga incentivato lo sviluppo
dell'usato.E se Fioroni si dice "certo che anche
gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza",
l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole il percorso seguito
dal ministro. "Ciò che stupisce - afferma l'Aie - è come la decisione sia
stata "calata dall'alto"". (Ansa).
( da "Nazione, La (Umbria)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
"Quota rosa al
30%" Ecco le donne del Pd Con la Sereni anche Anna Rita Fioroni
? PERUGIA ? LE DONNE CERCANO di far valere, per le liste elettorali, la
strategia della parità di genere a suo tempo annunciata da Walter Veltroni.
Ieri sera una 'delegazione al femminile' ha chiesto un confronto con Piero
Mignini, segretario provinciale del Pd perugino. E gli ha chiesto di prendere
in considerazione una serie di loro proposte. Stavolta sembra davvero che ci
sia qualche ulteriore innesto 'rosa' fra i concorrenti per il rinnovo del
Parlamento. Non , però,certamente il cinquanta per cento indicato dalla recente
normativa del nuovo partito. Sono molti, in effetti, gli uomini che vantano
diritti 'legittimi' e attese comprensibili. Un alto dirigente del Pd ha
scandito: "Nel Parlamento uscente le donne espressioni di Ds e Margherita
sono il 17%. Ci accontenteremmo, stavolta, di arrivare a quota 30%".
INTANTO il Pd umbro una carta, in quest'ottica, la deve indispensabilmente
giocare a favore di Marina Sereni (nella foto) vice capogruppo a Montecitorio
nell'ultimo biennio. Da qualche tempo si immagina che la Sereni potrebbe
tornare in campo anche se fra due anni si dovesse lanciare, per palazzo Donini,
nella corsa alla successione della governatrice Rita Lorenzetti. Il suo è un
riferimento così certo che quasi non se ne è parlato nel corso delle
"primariette" che i Circoli territoriali hanno allestito domenica
nell'intento di mettere in fila soprattutto nominativi di seconda fascia, cioè
da collocare nelle liste non in posizione di elezione pressocchè certa. Per i
seggi 'sicuri', si sa, stanno per essere rilanciati, oltre alla Sereni,
Gianpiero Bocci, Alberto Stramaccioni, Leopoldo Di Girolamo, Mauro Agostini,
Walter Verini. Appetibile è la collocazione alle spalle di Di Girolamo che,
secondo indiscrezioni più che ufficiose, il prossimo anno potrebbe lasciare lo
scranno per candidarsi a sindaco di Terni. In buona posizione è annunciata la
possibile corsa elettorale di Anna Rita Fioroni,
conosciuta imprenditrice nel settore del commercio. Ma sono in vista di
schieramento anche Donatella Massarelli, Loriana Stella, Ornella Bellini,
Lorena Pesaresi, la spoletina Valianti e la valnerinica Agnese Benedetti. Gli
orvietani hanno segnalato Trappolino, il loro segretario comunale... Le liste
saranno definite entro martedi prossimo. G.R. - -->.
( da "Stampa, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Ri figli? Finora non
si sapeva. Una incognita gravava ogni anno sui bilanci familiari: cifre non
gigantesche ma che tali potevano diventare se moltiplicate per il numero dei
pargoli sui banchi. Ora il ministero della pubblica Istruzione, per la prima
volta, ha fissato dei tetti di spesa: l'anno in cui si spenderà di più sarà il
primo liceo classico (terzo anno di corso, 370 euro), quello in cui si spenderà
meno sarà il quinto istituto professionale per l'industria e l'artigianato (125
euro). La misura di contenimento riguarda 2,6 milioni di studenti e comporta,
secondo una valutazione del Movimento per la difesa del cittadino (che a questa
materia ha dedicato un'indagine), un risparmio di 200 euro ad allievo solo per
il biennio. Il ministero ritiene invece che questo risparmio possa raggiungere
il 40% di quanto fin qui investito. I libri della scuola elementare, com'è
noto, oggi sono gratuiti. Per quelli delle medie, invece, da anni vige un
limite di spesa che può, al più, essere compensato nell'arco dei tre anni: 266
euro per la prima media è la cifra fissata per l'anno 2008-09, 111 per la
seconda e 127 per la terza. Però, poiché ora l'obbligo è stato esteso a 16
anni, un tetto al caro-libri andava indicato anche al biennio superiore. Ma il ministro Beppe Fioroni, al grido di "la scuola non è un lusso", ha voluto
fare di più, allargando questa misura all'intero corso delle superiori. A
questo scopo ha istituito una commissione per il monitoraggio della spesa
libraria in tutta Italia e, alla luce dei dati raccolti, ha definito dei limiti
di spesa per ogni anno e per ogni ordine di studi (salvo una
oscillazione del 10%). Il viceministro Mariangela Bastico ha poi ricordato che,
per le famiglie a basso reddito, è comunque prevista per le famiglie a basso
reddito, una partecipazione alla spesa libraria coperta con i 100 milioni che
la Finanziaria destina al diritto allo studio. Tutta questa manovra, però, non
è piaciuta molto agli editori, non tanto nel merito, in quanto non contestano
l'istituzione di un tetto di spesa, quanto nel metodo, considerato
verticistico: "Questo decreto - ha detto il presidente dell'Associazione
Federico Motta - doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse
conto di tutte le variabili in gioco. Un percorso, voglio sottolineare, su cui
era aperto il confronto con l'Aie, come sempre disponibile a collaborare
fornendo tutti i dati necessari. Si continua invece ad assistere a decisioni
prese sull'onda di polemiche provocate dalle associazioni dei consumatori. Sono
editori e insegnanti, che risultano spesso come i "colpevoli", i veri
motori della scuola e dovrebbero essere loro i naturali interlocutori di un
Ministero che abbia veramente a cuore lo sviluppo della cultura e della
conoscenza dei ragazzi". Gli editori contestano anche - cifre Istat alla
mano - che i libri siano aumentati del 10% come indicato da alcune associazioni
di consumatori, e ribattono che l'incremento sarebbe invece del 2,1%, quindi
inferiore all'inflazione. Ma, al di là delle polemiche, cosa si può fare per
abbassare il costo dei libri? La Finanziaria ha introdotto la possibilità del
"comodato d'uso": una scuola (ma anche un gruppo di genitori) può
decidere di acquistare un certo numero di copie da dare poi in uso agli allievi
che di volta in volta ne abbiano bisogno. Si sta valutando, inoltre, anche
l'ipotesi di "e-book" da scaricare da Internet, a fronte di un
abbonamento pagato agli editori. Ogni scuola, infine, nella sua autonomia, può
trovare delle modalità per far risparmiare le famiglie, per esempio adottando
più manuali a scelta, in maniera che molti possono usare quelli già posseduti
da fratelli e amici. Quanto agli editori, propongono una defiscalizzazione
delle spese per libri di testo, proporzionale al reddito.
( da "Stampa, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
I
NOSTRI SOLDI DAI FIGLI ALL'AUTO Il decreto Dopo un anno di lavoro i risultati
sul tavolo di Fioroni "La scuola non deve essere un
lusso".
( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
CARO
SCUOLA FIORONI FISSA I LIMITI DI SPESA: PER I LICEI 1.490 EURO NEI 5 ANNI.
INSORGONO GLI EDITORI: "SIAMO STATI ESCLUSI" Libri di testo, ecco il
calmiere di Fioroni. Ed è subito rissa ? ROMA ? TRA I
120 e i 140 euro l'anno per gli alunni di un quinto professionale e sui 370 per
quelli di un terzo liceo classico. Per i colleghi degli scientifici giunti alle soglie della
maturità la cifra annua dovrebbe aggirarsi sui 310 euro. I tetti massimi di
spesa per i testi scolastici delle superiori sono precisi al millimetro e ieri
sono stati resi noti con alcune tabelle che vanno a corredo del decreto emanato
dal ministro Fioroni. Si parte l'anno prossimo e,
ferma la situazione attuale, il 40% delle classi delle superiori dovrà
abbassare l'importo previsto per i libri. Questo perché il tetto non è stato
fissato soltanto per ogni anno; è stata definita anche una cifra complessiva
per i cinque anni che dovrà essere compresa nei 913 per gli istituti
professionali; 1200 per quelli tecnici, 1.115 per un corso aeronautico e 1.290
per uno nautico. Per licei artistici e istituti d'arte la spesa massima
complessiva per l'intera durata del corso sarà mediamente di 1.000 euro. I
licei, sia classici sia scientifici, restano i più cari e dovranno cumulare un
massimo di 1.490 euro mentre i magistrali si dovranno attestare sui 1.250 euro.
Soltanto nel caso degli indirizzi sperimentali sarà consentito uno sforamento
dei tetti pari al 10%. "Il mancato rispetto di queste norme ? ha avvertito
il ministero di viale Trastevere ? sarà tempestivamente contestato alle scuole
inadempienti". Ci saranno, dunque, i controlli sollecitati dalle
organizzazioni di tutela dei consumatori che avevano messo in evidenza come sia
facile eludere i tetti magari con la pratica dei testi formalmente soltanto
"consigliati" ma poi pretesi dai docenti. La ratio del provvedimento
è stata spiegata ieri da Fioroni: "La scuola
italiana farà, come sempre, tutta la sua parte per dimostrare che è possibile
conciliare la qualità dell'insegnamento con costi sostenibili per le
famiglie" ha detto il ministro aggiungendo: "Credo che la scuola non
sia l'unica a doversi fare carico di un problema così importante e sono certo
che gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza in modo da
diradare ogni eventuale dubbio di correttezza del mercato e sull'attenzione
alle esigenze di chi ha meno mezzi". La stoccata agli editori è arrivata
dopo la loro formale protesta per il provvedimento che, dicono, "non è
stato condiviso". "Una decisione ? ha detto Federico Motta,
presidente dell'Aie ? piovuta dall'alto senza possibilità di continuare il
confronto già avviato". Secondo gli editori i costi, negli ultimi anni,
non sono lievitati come denunciato dalle associazioni dei consumatori. RESTA IL
FATTO che per molti genitori che hanno iscritto i figli alle superiori i
risparmi previsti, per i primi due anni di corso, dovrebbero essere attorno ai
200 euro. Per il viceministro Bastico è chiaro che si tratta di un'iniziativa a
favore delle famiglie e dell'istruzione. Piuttosto scettici i presidi che con
Giorgio Rembado, presidente della loro associazione, temono che il decreto
limiti la "libertà di insegnamento". Silvia Mastrantonio - -->.
( da "Giornale di Brescia" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Edizione: 26/02/2008
testata: Giornale di Brescia sezione:INTERNO Un decreto del Ministero
dell'istruzione prevede un tetto di spesa per l'acquisto
dei libri: il risparmio medio sarà di 200 euro all'anno a famiglia Fioroni: studiare non è un lusso ROMA
Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi
scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei
libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso agosto
e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto
professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli istituti
tecnici, che costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro, si
oscillerà dai 1.115 euro previsti per l' "Aeronautico" ai 1.290 di un
"Nautico"; e mentre per i licei artistici la spesa massima
complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare
nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1.491 euro. Per i genitori
che hanno iscritto ora i figli alle scuole superiori il risparmio nell'acquisto
dei libri di testo potrebbe arrivare, nei primi due anni di corso, anche a 200
euro. Con questi nuovi limiti, secondo il Ministero, il 40% delle classi delle
superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i
libri. Adesso gli insegnanti, nello scegliere i libri (il collegio dei docenti
deve decidere entro la seconda decade del mese di maggio)dovranno rispettare i
vincoli di Viale Trastevere, con un margine del 10% concesso soltanto ai corsi
con indirizzi sperimentali e con delibere di adozione dei testi adeguatamente
motivate da parte del collegio dei docenti e approvate dal Consiglio di
istituto. Non solo. Poiché i plafond imposti valgono per tutto il territorio
nazionale non dovrebbero esserci sperequazioni dal punto di vista geografico.
L'iniziativa di Viale Trastevere è stata accolta con favore dalle associazioni
di consumatori che più volte hanno fatto sentire la propria voce contro il
caro-libri. Ma - dicono - questo provvedimento non basta. "Il vero
problema è che le scuole poi non rispettano i limiti" sostiene il Codacons
che chiede al ministro di stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di
sforamento dei tetti. Invita anche le case editrici a stampare in copertina
anche il peso del libro, in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli
insegnanti a valutarlo come criterio di scelta. Codici, sulla stessa scia,
annuncia ricorsi contro le scuole che sforeranno i plafond fissati: "Il
tetto di spesa per i libri è norma spesso disattesa dai collegi dei docenti,
che con troppa facilità tendono a sostituire, di anno in anno, le edizioni
vecchie con quelle nuove". Plauso ai "tetti" anche dal Moige che
avanza alcuni suggerimenti: che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5
anni, che gli aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte, che
venga incentivato lo sviluppo dell'usato. Dalla Cisl Scuola arriva invece la
richiesta di fare "una seria fotografia sul reddito delle famiglie per non
avvantaggiare anche chi, come gioiellieri e liberi professionisti, dichiara
meno di un impiegato o di un operaio". E se Fioroni
si dice "certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione
trasparenza", l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole
il percorso seguito dal ministro. "Ciò che stupisce è come la decisione
sia stata calata dall'alto. Il punto non sono tanto i contenuti, ciò che ci
sconcerta è il metodo utilizzato: questo decreto doveva essere la risultanza di
un percorso comune, che tenesse conto di tutte le variabili in gioco".
( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Attualità Aosta, il
prof pedofilo cambia lavoro Da oggi lascia la scuola e viene distaccato in un
ufficio di collocamento AOSTA. Da oggi M.F., di 45 anni, coniugato, padre di
due figli, il professore valdostano di musica condannato per pedopornografia,
non sarà più in classe a spiegare note e pentagrammi agli alunni delle medie ma
si occuperà di collocamento di chi è disoccupato. Il docente, infatti, ha
accettato la proposta della Regione per un nuovo incarico fuori ruolo di
livello C2. Si è chiusa così una vicenda scatenatasi giovedì scorso dopo che il
giudice del lavoro di Aosta aveva disposto il reintegro a scuola del docente
sul quale pende una condanna di oltre 2 anni di carcere per diffusione,
divulgazione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico scaricato da un
computer della scuola e contro la quale ha annunciato ricorso in appello. Già
sospeso nel 2002 quando era stata avviata l'inchiesta, il docente dopo sei mesi
è tornato al suo posto di lavoro fino al luglio scorso quando venne condannato
in primo grado. In via precauzionale venne nuovamente sospeso fino a che il
giudice non l'ha riammesso in servizio. Andranno comunque in prescrizione entro
la fine del 2008 i reati contestati al professore. I fatti risalgono infatti al
2001 (a scoprirli fu la polizia di Bari) e quindi saranno prescritti nel 2008,
a meno che nei prossimi mesi non ci siano le sentenze di secondo e di terzo
grado. Venerdì, nonostante le offerte della Regione per una nuova collocazione,
è tornato dunque a scuola creando sconcerto e preoccupazione nei genitori e
anche nel corpo insegnante. Per essere rimosso dall'insegnamento, aveva detto
il suo legale, la Regione deve trovargli un posto di livello superiore. Ieri
pomeriggio la svolta alla vicenda nel corso di un incontro con il presidente
della Regione, Luciano Caveri, nel quale il professore ha accettato il nuovo
posto fuori ruolo. Soddisfazione per la conclusione della polemica
è stata espressa dal ministro Fioroni. Soddisfazione anche dell'avvocato della difesa Giuseppe
Greppi:"È una strada - ha detto - che concilia l'interesse pubblico, della
famiglia e della scuola. La persona collocata fuori ruolo può chiedere in
futuro di rientrare nella sua precedente professione, ma non è interesse del
mio assistito avanzare una richiesta di questo genere". Il
professore, invece, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si è
allontanato velocemente da Palazzo regionale.
( da "Centro, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Sulmona Pochi
insegnanti, è protesta a Pacentro Si punta a un circolo didattico autonomo con
Cansano e Campo di Giove PACENTRO. Il sindaco Fernando Caparso incontra i
dirigenti del provveditorato. Non si è ancora risolto, infatti, il problema
della carenza di insegnanti nella scuola primaria del paese e ora il primo
cittadino chiede interventi incisivi. Nei mesi scorsi, Caparso
aveva interessato il ministro alla Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. "Ma a distanza di
mesi", afferma il sindaco, "i disagi restano". Nella scuola
primaria, che dipende dal IIº circolo didattico di Sulmona, le insegnanti sono
4 invece di sei. Il Comune progetta di istituire un circolo didattico autonomo,
con Cansano e Campo di Giove. La riunione al Provveditorato è fissata
per questa mattina e il primo cittadino Caparso porterà sul tavolo dei
dirigenti richieste precise, come già fece a novembre inviando un documento al
ministro Fioroni. Per quest'anno scolastico, infatti,
sono stati assegnati alla scuola primaria del paese quattro insegnanti e una
maestra aggiuntiva che però copre pochissime ore settimanali. La scuola conta
tre classi e una pluriclasse (quarta e quinta) e i bimbi sono una quarantina in
tutto. Secondo il sindaco e gran parte dei genitori, il numero degli insegnanti
non sarebbe proporzionale a quello dei piccoli alunni. La dirigente del IIº
circolo, Elvira Tonti, già nei mesi scorsi aveva fatto sapere di "non aver
umanamente mai ignorato le eventuali esigenze degli alunni della scuola di
Pacentro". Ora il sindaco spera di risolvere definitivamente il problema e
di ottenere per i piccini del paese un numero maggiore di insegnanti. Al riguardo,
però, l'amministrazione Caparso sta caldeggiando anche l'ipotesi di staccarsi
dal IIº circolo didattico e istituirne uno autonomo per sfruttare i benefici
previsti, da sempre, per i piccoli Comuni di montagna. Da domani il primo
cittadino Caparso avvierà una serie di incontri con i genitori degli alunni di
Campo di Giove e Cansano. I rispettivi sindaci Vittorio Di Iorio e Mario
Ciampaglione, infatti, sono stati i primi a rispondere positivamente
all'appello lanciato dal sindaco di Pacentro e intendono aderire all'eventuale
nuovo circolo didattico. "è bene", spiega il primo cittadino Caparso,
"cominciare a informare i genitori dei bimbi delle opportunità e benefìci
che potrebbero scaturire con l'istituzione di un circolo didattico autonomo. Il
Comune di Pacentro, nelle scorse settimane, ha approvato una delibera proprio
per realizzare questo tipo di progetto". A Campo di Giove e a Cansano ci
sono la scuola elementare e quella materna, a Pacentro anche la scuola media.
Si punta quindi a valorizzarla. L'obiettivo è far frequentare la scuola media
di Pacentro anche agli alunni di Cansano e Campo di Giove che, attualmente,
frequentano le scuole a Sulmona. Indubbio poi che i sindaci intendono anche
beneficiare di una certa autonomia spezzando la "dipendenza", per le
scuole primarie ed elementari, dai circoli didattici del capoluogo peligno.
Chiara Buccini.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Udine Concorsi solo
per i bidelli così la scuola non migliora DIBATTITO di VALERIO T. GIURLEO
L'onorevole Santi Mattarella, ministro della Pubblica istruzione anni 90,
all'inizio del suo mandato prese conoscenza della necessità di riformare in
radice il sistema scolastico e indisse una conferenza nazionale di esperti,
uomini di cultura e della società civile per un patto sociale sulla scuola. In
quella sede nacque l'idea di conferire alla scuola una capacità autonoma
amministrativa, economica e anche un'autonomia didattica. La riforma delle
riforme fu attuata dopo dieci anni, nel 2000. Oggi, dopo alcuni anni
constatiamo che i risultati dell'autonomia scolastica sono modesti al punto che
il ministro Fioroni, pur
ammettendo che c'è un'emergenza educativa, ha introdotto dei correttivi, ma non
si è impegnato per la qualità della scuola, che resta l'obiettivo
dell'autonomia scolastica. Scorrendo i risultati delle indagini dell'Ocse e del
progetto Pisa, che si propone di misurare la capacità dei quindicenni europei
di applicare alla realtà di tutti i giorni le conoscenze di matematica,
scienze e lettura, l'Italia è al 36º posto su 57 paesi europei nella
classifica, dominata dalla Finlandia. Un allievo delle nostre parti di una
classe 4ª di un Istituto tecnico, che intende recuperare un anno da privatista,
presenta alla sua docente un compito di storia su Napoleone e scrive:
"Napoleone era anche un imperatore di Francia... per un periodo fu anche
Presidente della Repubblica Italiana diventando poi re d'Italia... riuscì a
tornare... per un breve periodo chiamato dei cento anni...". Eppure in
questa drammatica situazione dell'istruzione pubblica vi sono esperti, dei
quali però ignoriamo le generalità, che si battono per l'inserimento del
friulano nel curricolo scolastico della scuola dell'obbligo, che ha già un
carico orario pesante di 30 ore settimanali e tanti problemi più importanti da
risolvere. Non è il caso di infierire sui ragazzi o sulla scuola o sulle famiglie,
ma è giunto il momento di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica
sull'importanza di un'istituzione, che rappresenta un bene comune, dal quale
non dipende solo l'avvenire dei giovani, ma il progresso economico sociale di
un intero paese. Il ricorso all'autonomia scolastica, che voleva essere la
riforma di tutte le riforme, basata sulla responsabilità degli operatori
scolastici e sulla cooperazione delle famiglie, può bastare per migliorare
l'insegnamento? Sì, se il personale in servizio fosse qualificato attraverso
concorsi pubblici basati sul merito e non su anni di servizio. Invece, se ne
traccia qui un quadro avvilente. Il concorso pubblico per il reclutamento del
personale docente non si pratica da anni, per via del numero rilevante di precari,
che legittimamente, dopo tanti anni, chiedono il passaggio in ruolo. Il
concorso a preside è in atto ed è un concorso interno, riservato in sostanza a
coloro che sono già a scuola con tanti anni di precariato di vicepreside. Molti
candidati, soprattutto vicari, provengono dalla scuola elementare per poi
finire a gestire anche istituti di scuola media superiore. Il concorso per
direttori dei servizi amministrativi (vecchi segretari) non si celebra da circa
venti anni e le funzioni, in molte scuole, sono svolte da anziani assistenti
amministrativi. Di concorsi pubblici per gli assistenti amministrativi nemmeno
si parla. Il sindacato ha spuntato una norma in favore del collaboratore
scolastico (bidello), che annualmente può coprire il posto di assistente amministrativo
con il duplice vantaggio di mantenere il ruolo di bidello, creando disagi
comprensibili nelle due scuole. Alla fine dello slittamento generale alla
faccia del merito, chi svolge le funzioni di bidello? Il preside è chiamato a
bandire il concorso. Dunque concorsi pubblici solo per i bidelli. Ex
provveditore agli studi.
( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
O. Ma per il
prossimo anno scolastico molte scuole superiori riminesi saranno costrette a
'tagliare' notevolmente la spesa per i libri di testo, per rientrare nei limiti
fissati ieri dal decreto firmato dal ministro alla Pubblica
istruzione Giuseppe Fioroni
contro il fenomeno del caro libri. NEL DECRETO Fioroni ha stabilito un tetto di spesa per ogni tipo di scuola anno per
anno (dalla prima alla quinta) prevedendo un margine di incremento non
superiore al 10%. Un tetto che fissa ad esempio a 320 euro il costo massimo per
i testi del primo anno al liceo classico, 305 per lo scientifico, 260
per l'artistico, 290 per l'istituto tecnico commerciale, 305 per quello
industriale, 310 per l'istituto statale per il turismo, e ancora 270 per il
primo anno ai geometri e 240 per l'istituto professionale al commercio e al
turismo. E confrontando le tabelle diffuse dal ministero della Pubblica
istruzione con la spesa sostenuta in estate dagli studenti riminesi per il
primo anno di scuola, è evidente come saranno parecchi gli istituti a dover
ritoccare le liste dei testi per il prossimo anno scolastico. Quest'anno gli
alunni di prima del liceo scientifico Serpieri che hanno voluto comprare tutti
i libri nuovi, compresi i dizionari d'inglese e d'italiano inseriti in lista
dai professori (come consigliati), hanno speso 486 euro! Ma anche togliendo
dalla spesa i dizionari, il costo nel liceo ha superato comunque il tetto di
305 euro fissato ora dal ministro. Anche nell'altro liceo scientifico di
Rimini, l'Einstein, alcune prime hanno superato il limite, arrivando in certi
casi (le sezioni a indirizzo sperimentale) a 330 euro. Tetto superato anche da
quasi tutte le prime del liceo classico Giulio Cesare, dove il costo totale dei
testi è stato di poco inferiore ai 400 euro. Sopra i limiti anche la spesa
sostenuta dai ragazzi dell'Itc Valturio. Gli alunni delle prime hanno dovuto
sborsare quest'anno ben 402 euro, anche se potevano risparmiare qualcosina non
acquistando il libro di educazione fisica e il dizionario di inglese, solo
consigliati e non obbligatori. Anche senza questi due testi, la spesa per i
libri in prima è stata di quasi 350 euro, 60 euro in più rispetto al limite.
Sui 350 euro (343 per la precisione) quest'anno si è aggirata anche la spesa
dei libri per i ragazzi di prima dell'Itis Leonardo da Vinci. Per il prossimo
anno la scuola, per rientrare nei limiti, dovrà abbassare il costo di quasi 50
euro. MOLTE altre scuole di Rimini, secondo i nuovi parametri (indicati per
tutte le classi, dalla prima alla quinta) decisi da Fioroni,
saranno costrette a rivedere la lista dei testi, o in ogni caso a eliminare
alcuni libri giudicati non necessari. In questi giorni il provveditorato di
Rimini comunicherà ufficialmente le tabelle del ministero alle scuole. "E'
chiaro che serve un'attenzione maggiore nella scelta dei testi ? commenta il
preside del liceo Einstein, Giuseppe Prosperi ? ma la colpa è anche e
soprattutto delle case editrici, che ogni anno 'infarciscono' i libri di
allegati e cd che spesso non sono essenziali, facendoli pagare caro". Ma
Prospero e i colleghi non hanno dubbi: "Chiederemo ai docenti ?
sentenziano all'unisono i presidi ? di vagliare attentamente la scelta dei
libri, puntando a quelli strettamente necessari". Manuel Spadazzi -
-->.
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 048, pag. 17 del 26/2/2008 Autore: di Alessandra
Ricciardi Visualizza la pagina in PDF Firmato il decreto
che fissa da quest'anno i tetti di spesa anche per i libri
delle superiori Fioroni
mette a stecchetto i licei I classici i più colpiti: dovranno ridurre il costo
fino al 20% L'operazione più ardua riguarderà probabilmente i licei, in
particolare i classici. I docenti delle superiori, chiamati ad adottare entro
maggio i libri di testo per il prossimo anno scolastico, infatti dovranno
attenersi anch'essi, per la prima volta, ai tetti di spesa, così come
finora succedeva per le medie. I vincoli sono stati fissati da un decreto del
ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni,
sulla scorta di quanto previsto dalla Finanziaria 2007 (testo e tabelle sono
sul sito. www.istruzione.it). E secondo alcune stime delle associazioni dei
consumatori, il taglio di spesa più radicale si avrà nei licei, soprattutto nei
classici dove il tetto fissato è più alto rispetto a tutti gli altri istituti
(320 contro i 240 degli industriali), ma non basta. Perché il taglio da fare
resta comunque in proporzione il più consistente. Spesso del 20%. E così i
genitori che hanno iscritto i figli al liceo, dal prossimo settembre potranno
risparmiare anche 200 euro nei primi due anni di corso. Se, infatti, per la
dotazione libraria del biennio del liceo classico in un istituto milanese
quest'anno si è stati costretti a sborsare circa 724 euro, nel 2008-2009 - con
i tetti fissati dalla pubblica istruzione - la spesa totale, ha stimato il
Movimento difesa del cittadino, non potrà sforare i 501 euro. Non solo. Poiché
i plafond imposti valgono per tutto il territorio nazionale non dovrebbero
esserci sperequazioni geografiche. E dunque se allo scientifico i genitori,
nell'anno in corso, hanno dovuto tirar fuori, per i primi due anni, 427,55 euro
a Milano, 555,92 euro a Roma e addirittura 684,94 a Palermo, nell'anno
scolastico 2008-2009 la cifra totale della spesa non potrà essere superiore a
515 euro, ovunque. Anche negli istituti tecnici si potrà fare qualche economia:
contro i 671,58 euro di Roma, i 608,79 di Palermo e i 383,8 euro di Milano
tirati fuori quest'anno (sempre per i primi due anni di corso), viale
Trastevere indica per l'anno venturo cifre che oscillano dai 440 euro
dell'istituto geometri ai 510 euro per l'istituto del turismo. Per l'anno
scolastico 2007/2008, precisa il viceministro all'istruzione, Mariangela
Bastico, ci sono poi "oltre 100 milioni di euro, in favore delle famiglie
a basso reddito, per contribuire al pagamento dei testi dei primi due anni
della scuola superiore, diventati obbligatori". Gli insegnanti, nel
rispettare i vincoli imposti da viale Trastevere, possono contare su un margine
di sforamento del 10% concesso però soltanto nei corsi di studio in cui sono
presenti indirizzi sperimentali e, comunque, in questo caso, le delibere di
adozione dei testi devono essere adeguatamente motivate da parte del collegio
dei docenti e approvate dal consiglio di istituto. Una mano agli insegnanti, a
cui spetta l'onere di scegliere i libri in questi giorni, arriva dall'Aie,
l'associazione italiana editori, che, anche in risposta all'indagine condotta
dall'autorità garante della concorrenza su un presunto cartello nel settore, si
è impegnata a garantire a tutti gli insegnanti, della scuola secondaria di
primo e secondo grado, l'accesso gratuito all'elenco dei libri di testo in
commercio per ogni singola materia, con informazioni circa autore, editore,
prezzo, contenuti.
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Azienda Scuola Numero 048, pag. 19 del 26/2/2008
Autore: di Alessandra Ricciardi Visualizza la pagina in PDF
Il vice premier, Francesco Rutelli, perde l'ultimo round sulle vacanze
lunghe di primavera A Pasqua le ferie non sbocciano Le regioni dicono no alle
modifiche al calendario scolastico Due anni di governo, un progetto a lungo
promesso agli operatori turistici, e ora va definitivamente in fumo.
L'esecutivo Prodi sta per andare a casa e il vicepremier, nonché ministro per
il turismo, Francesco Rutelli, non realizza il sogno di istituzionalizzare le
vacanze di primavera: ferie più lunghe per Pasqua e qualche ponte di maggiore
sostanza a ridosso per esempio del 25 aprile e del 1° maggio; con un
conseguente allungamento della fine delle lezioni e relativa contrazione delle
vacanze estive. La proposta è stata bloccata la scorsa settimana, quando è
arrivata in Conferenza stato-regioni. Una doccia fredda per Rutelli, che solo
poche ore prima , alla Borsa del turismo di Milano, aveva annunciato l'accordo finalmente raggiunto con il ministero della pubblica
istruzione, Beppe Fioroni.
A capitanare l'opposizione in Conferenza, la Lombardia e la Sicilia, che hanno
dichiarato la loro indisponibilità a rivedere il calendario per il prossimo
anno (peraltro in molti casi già deliberato), e a trattare con Rutelli su una
competenza che è invece specificatamente regionale. Non secondarie,
probabilmente, anche motivazioni più squisitamente elettoralistiche. Siamo pur
sempre alla vigilia del voto del 13 aprile e un eventuale accordo su questo
fronte avrebbe concesso al Pd un biglietto facilmente spendibile in campagna
elettorale: presso gli operatori turistici, che da tempo chiedono di rinverdire
alcuni periodi morti dell'anno; e magari anche presso alcuni genitori, alla
caccia di qualche giorno in più di vacanza nella bassa stagione. L'esperimento
prevedeva un nuovo calendario con una settimana in meno di vacanze in estate da
utilizzare meglio durante la primavera. Un esperimento che avrebbe creato
qualche problema alle stesse scuole. Innanzitutto alle superiori, dove da
quest'anno partono i corsi obbligatori di recupero dei debiti formativi. Corsi
che si devono chiudere entro agosto e che, per il secondo quadrimestre,
verranno già concentrati a fine lezioni. Alle superiori, poi, ci sono gli esami
di stato, le cui date non possono essere modificate. E poi ci sarebbe anche il
problema climatico del Sud, "mica possiamo pretendere che gli studenti del
Mezzogiorno facciano gli esami il 30 di giugno, con 40 gradi e senza aria
condizionata", spiegava il viceministro all'istruzione, Mariangela
Bastico. Tante, insomma, le difficoltà. Non ultime anche le perplessità dei
sindacati, dalla Flc-Cgil di Enrico Panini alla Cisl scuola di Francesco Scrima,
dalla Uil scuola di Massimo Di Menna allo Snals di Marco Nigi, il timore che le
necessità educative e didattiche della scuola "vengano messe da parte per
favorire esigenze poste da altri settori". Unica apertura da parte
dell'Anp, l'associazione nazionale presidi guidata da Giorgio Rembado.
"Una certa flessibilità potrebbe anche agevolare lo svolgimento dei corsi
di recupero, ma a patto che sia compatibile con la necessità di garantire, con
ampi margini di sicurezza, almeno 200 giorni di lezione effettivi, la programmazione
dell'attività dei docenti, l'organizzazione della didattica". Ma alla
fine, a togliere le castagne dal fuoco, ci hanno pensato le regioni, che, come
ha spiegato l'assessore della regione Lazio e coordinatrice degli assessori
regionali della Conferenza delle regioni, Silvia Costa, "hanno ribadito
che la competenza in materia è esclusivamente propria".
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 048, pag. 17 del 26/2/2008 Autore: Alessandra
Ricciardi Visualizza la pagina in PDF L'intervista Motta:
un mossa improvvisata, i libri sono già stampati Il presidente
dell'associazione editori accusa: siamo stanchi di scelte calate dall'alto
Visibilmente contrariato. Il presidente dell'associazione nazionale editori,
Federico Motta, ha appreso del decreto sui tetti di spesa per i libri delle
superiori attraverso la stampa. "La solita politica degli annunci, un modo
di fare francamente incomprensibile. Avevamo un tavolo aperto con ministro,
siamo stati noi a fornire i dati sulla spesa media per istituto. Ma del
confronto avviato non se ne è fatto più niente, e, all'improvviso, il ministro Fioroni ha prima annunciato, attraverso i giornali, la
decisione di firmare il decreto e poi lo ha pubblicato sul suo sito. Decreto
che ora studieremo". Domanda. Il tempo stringe, il 13 di aprile si va a
votare, forse la fretta dipende anche da questo. Risposta. Non so se siano queste
le motivazioni del modus operandi adottato. So solo che in
questi due anni di rapporti con il ministro Fioroni non è la prima volta che dobbiamo fare i conti con scelte calate
dall'alto. D. A che cosa si riferisce? R. Per esempio, alla storia dei nuovi
programmi voluti da Fioroni,
a cui avremmo dovuto adeguare i libri prima ancora che gli stessi programmi
fossero definiti, alla storia dei tetti di spesa per le medie, bloccati
da sei anni nonostante siano state introdotte due nuove materie, ovvero la seconda
lingua straniera e l'informatica. E ora ci sono allo studio nuove linee guida
anche per la matematica. Noi editori, assieme agli insegnanti, siamo chiamati a
far fronte rapidamente a decisioni già prese, magari sull'onda della polemica,
senza nessuna programmazione, senza nessun confronto. D. Ogni ministro vuole la
sua scuola, è questa l'accusa? R. In sette anni abbiamo dovuto fare i conti con
ben tre riforme scolastiche. In occasione di temi importanti come la scuola,
che attengono strettamente al futuro del paese, servirebbe un metodo più
coerente e che tenga conto delle reciproche esigenze. La scuola non ha bisogno
di continue riforme, ma ha bisogno di funzionare, di avere obiettivi chiari e
una programmazione efficiente. D. Al di là delle questioni di metodo, perché il
decreto Fioroni non va ? R. C'erano aspetti da
approfondire e che invece sono rimasti senza risposta. Per esempio, cosa
succede delle 700 sperimentazioni che ci sono alle superiori? Il decreto parla
solo per grandi aree. E poi manca ogni riferimento al liceo linguistico. Che
tetto si applica? D. Ma non è che i tetti sono troppo bassi e voi temete di non
starci dentro? R. Si è parlato a sproposito di un andamento incontrollato dei
prezzi dei libri, che in realtà non ha superato il 2,1%, come attestato
dall'Istat. Ma non è questo il punto. Per l'anno in corso certamente non
facciamo più in tempo a modificare nulla. I libri sono già stampati, i
rappresentanti sono in giro per le scuole per farli conoscere agli insegnanti.
La macchina per il 2008 è in moto.
( da "Italia Oggi (Azienda Scuola)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Azienda Scuola Numero 048, pag. 22 del 26/2/2008
Autore: di Mario d'Adamo Visualizza la pagina in PDF
Atteso da oltre un decennio, è stato bandito da poco. E subito sono partite le
contestazioni Concorso ispettivo già nella bufera Snadis: requisiti capestro,
ed è inutile ai fini della qualifica Appena bandito, il concorso ispettivo è
già messo in discussione. Il primo a lanciare le accuse, che lasciano intendere
nuovi contenziosi in arrivo sull'attesissima selezione, lo Snadis (sindacato
dei dirigenti scolastici) che lo contesta sotto due diversi profili. I
dirigenti scolastici non avrebbero necessità di sostenere un concorso, per
altro assai complesso (prove selettive, tre prove scritte da superare almeno
con 70 punti su 100 per ciascuna, una prova orale), per acquisire una qualifica
dirigenziale, ancorché tecnica, che già rivestono e alla quale potrebbero
accedere attraverso le procedure di mobilità previste dal decreto legislativo
n. 165 del 2001. E ai docenti, i quali anche possono sostenere il concorso, non
dovrebbe essere richiesto per parteciparvi il requisito di anzianità di nove
anni, come previsto dall'art. 420 del decreto legislativo 297 del 1994, ma
quello più breve di cinque, previsto dal decreto legislativo 165 del 2001.
Secondo il parere, tuttavia, del Consiglio di Stato, sezione seconda, formulato
nell'adunanza dell'11 luglio 2007, il requisito dell'anzianità di nove anni
appare più congruo, vista la complessità della funzione che i docenti in caso
di superamento saranno chiamati a esercitare. A parte questa, sulla quale la
discussione non sembra nemmeno chiusa, non vi sarebbero altre argomentazioni in
grado di convincere gli eventuali esclusi per mancanza del requisito
dell'anzianità a non presentare ricorsi. E lo Snadis ipotizza già di passare
alla raccolta delle adesioni alle sue iniziative giurisdizionali. La questione
degli ispettori scolastici e dei loro concorsi, che non si bandiscono da oltre
un decennio, è complicata, e deriva dal decreto legge 357 del 1989 di
attribuire loro la qualifica di dirigenti. Poiché in ambito scolastico non
esistevano qualifiche dirigenziali, il legislatore scelse di inquadrare gli
ispettori nelle qualifiche dirigenziali ministeriali (ora area prima).
Introdotta dieci anni dopo la qualifica dirigenziale anche all'interno del
comparto scuola, con la previsione di una specifica quinta area per direttori
didattici e presidi, gli ispettori sono rimasti là dove la legge li aveva
inizialmente collocati. Lo stipendio tabellare che essi percepiscono è oggi
uguale a quello dei dirigenti scolastici, ma la retribuzione di posizione è di
gran lunga superiore, e ciò spiega anche perché non sono ritornati nel comparto
scuola. Quando anche la retribuzione di posizione dei dirigenti scolastici sarà
equiparata a quella dell'area prima (si ritiene con il contratto del
quadriennio in corso 2006-2009, secondo gli impegni del
ministro Fioroni) e cadrà
così anche l'ultima differenza retributiva, non ci saranno ragioni per non far
ritornare anche formalmente gli ispettori nel comparto scuola. Con l'ulteriore
conseguenza che nell'ambito della stessa dirigenza non serviranno concorsi per
svolgere questa o quella funzione ma solo procedure di mobilità a domanda o d'ufficio.
( da "Repubblica, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Pagina VI - Milano
La maestra "è vero, bisogna cambiare i programmi" Elena Miglietta,
insegnante alla elementare Sulmona in viale Puglie, i presidi delle scuole
medie sostengono che molti studenti arrivano in prima impreparati. Hanno
ragione? "è vero che oggi gli studenti sono più problematici di un tempo,
e i programmi vengono necessariamente adeguati, si parte dai fondamentali.
Aumentano gli stranieri con difficoltà a imparare la lingua, i ragazzini con
disturbi del linguaggio e in generale i bambini sembrano meno ricettivi, meno
concentrati". In che senso meno concentrati? "Insegno da 30 anni, e
negli ultimi tempi ho constatato che i ragazzini tendono a essere più pigri. La ragione è l'eccesso di stimoli che arrivano dal mondo esterno,
che finisce per disorientarli". E la scuola elementare che cosa può fare?
"La riforma Fioroni
prevede programmi più complessi, più difficili ma sicuramente più simili a
quelli delle medie. Questo potrebbe aiutare a colmare il divario". (f.v.).
( da "Provincia di Cremona, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Edizione di Martedì
26 febbraio 2008 Benvenuto P.Review srl Scuola. Gli editori: non siamo stati
convocati. I Consumatori: multe a chi sfora Tetto per i libri scolastici Il
ministro Fioroni 'Studiare non è un lusso' di Simona
Placchi ROMA ? Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di
diventarlo se i testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto
alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello
scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un
istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli
istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro,
si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l'"Aeronautico" ai 1.290 di
un "Nautico"; e mentre per gli 'artistici' la spesa massima
complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare
nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi
limiti, alla luce di un monitoraggio effettuato quest'anno, secondo il
ministero, il 40% delle classi delle superiori italiane dovrà abbassare
l'importo complessivo della spesa per i libri. L'iniziativa di viale Trastevere
è stata accolta con favore dalle associazioni di consumatori che più volte
hanno fatto sentire la propria voce contro il caro-libri. Ma ? dicono ? questo
provvedimento non basta. "Il vero problema è che le scuole poi non
rispettano i limiti" sostiene il Codacons che chiede al ministro di
stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di sforamento dei tetti.
Invita anche le case editrici a stampare in copertina anche il peso del libro,
in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli insegnanti a valutarlo come
criterio di scelta. L'associazione Codici, sulla stessa scia, annuncia ricorsi
contro le scuole che sforeranno i plafond fissati. Plauso ai "tetti"
anche dal Moige che avanza alcuni suggerimenti: che le nuove edizioni vengano
proposte solo ogni 5 anni, che gli aggiornamenti vengano forniti in allegati
leggeri a parte, che venga incentivato lo sviluppo dell'usato. E se Fioroni si dice "certo che anche gli editori
collaboreranno a questa operazione trasparenza", l'Associazione italiana
editori critica senza mezze parole il percorso seguito dal ministro. "Ciò
che stupisce ? afferma l'Aie ? è come la decisione sia stata 'calata dall'alto'.
Il punto non sono tanto i contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra
presentino significative lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico
di molte cosiddette sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo
utilizzato".
( da "Adige, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Do lo distrae
dall'obiettivo principale, quello di lanciare un'immagine nuova del partito
ROMA - La questione cattolica spiazza Walter Veltroni: nel giorno della
presentazione del programma, il segretario del Pd è costretto a rincorrere un
tema scomodo che in qualche modo lo distrae dall'obiettivo principale, quello
di lanciare un'immagine nuova del partito. Il fatto è che il malumore dei
cattolici nei confronti di un'ipotetica deriva laica monta ogni giorno di più.
Famiglia Cristiana parla di un "pasticcio veltroniano in salsa
pannelliana", la Cei nei giorni scorsi non ha nascosto la preoccupazione
per l'accordo sottoscritto con i radicali. Se ne fa portavoce Pierluigi
Castagnetti, ultimo segretario del Partito popolare, quando chiede al sindaco
di Roma garanzie sulla linea politica; il fatto che - come osserva
Beppe Fioroni - i cattolici
rappresentino nel Pd una forte area, non sembra sufficiente. I teo-dem, per
esempio, vorrebbero assicurazioni vincolanti sul rispetto della carta dei
principi democratici e la stessa Rosy Bindi polemizza a distanza con Emma
Bonino, pur escludendo che il profondo disagio di questi giorni si possa
tradurre nella nascita di una corrente organizzata. Eppure il tabù è
rotto, la parola "corrente" pronunciata (anche se per esorcizzarla).
Veltroni ritiene impensabili nuove divisioni tra laici e cattolici, per di più
in piena campagna elettorale: roba d'altri tempi, secondo il segretario. In
questo, l'uscita di Casini dal centrodestra può giocare il ruolo di calamita
verso i centristi scontenti che proprio non mandano giù l'accordo con Bonino e
Pannella. L'abbandono del Pd da parte dei demitiani (ieri molti esponenti
campani hanno seguito le orme del loro capo) può essere un fatto fisiologico ma
anche un campanello d'allarme. Veltroni insomma lotta su più fronti. Fa sapere
che i sondaggi danno ragione alla sua strategia di rinnovamento e parla di una
rimonta che avrebbe portato il Pd a sei punti dal Pdl (sebbene Silvio
Berlusconi lo contesti). Il cuore del suo programma è un nuovo patto per la
crescita, un programma economico "anticiclico" capace di alimentare
l'espansione anche in presenza di una congiuntura internazionale negativa.
Veltroni ha definito quello del Pd "un programma di grande cambiamento del
Paese che prima era impossibile perché c'erano alleanze eterogenee e
istituzioni bloccate". Veltroni ed Enrico Morando, estensore del
programma, hanno illustrato l'intero contenuto delle proposte del partito, un
pacchetto di misure basato su "12 pilastri": al primo posto la
sicurezza; poi la concorrenza e merito e il welfare universalistico. Tra i
punti contenuti nel programma del Pd quello di un compenso minimo legale,
1.000-1.100 netti mensili, per i precari. Morando, estensore del programma, ha
anche annunciato che il Pd "intende onorare il pareggio di bilancio nel
2011. Gli obiettivi - afferma Morando - saranno rispettati". Veltroni ha
poi sottolineato che il programma è "anticiclico", nel senso che
permetterà al Paese di affrontare positivamente la congiuntura internazionale
negativa. Nel programma, che si articola in 12 "azioni di governo",
sono affrontati anche temi etici. Nella parte riguardante "garanzie e
diritti", si afferma che "il Pd intende prevenire l'accanimento
terapeutico anche attraverso il testamento biologico", e che "il Pd
promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente
conviventi". Nella parte riguardante lo stato sociale e la sanità si
afferma che "la legge 194 è una legge equilibrata, che ha conseguito buoni
risultati, e va attuata in tutte le sue parti". Il Cavaliere non ci sta e
replica dicendo che Veltroni parla come se il suo partito non fosse ancora al
governo, responsabile "di questo sfascio economico e di immagine
internazionale". Nel complesso, l'impressione è che l'accordo del Pdl con
il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo abbia riportato la situazione
ai blocchi di partenza, rafforzando l'attuale opposizione. Intanto dopo giorni
di travaglio il Pdl ha annunciato oggi ufficialmente il suo candidato a sindaco
di Roma: è Gianni Alemanno, presidente della Federazione romana di An, deputato
ed ex ministro dell' Agricoltura. Con la scelta del candidato sindaco del
maggior raggruppamento del centrodestra parte così ufficilmente la corsa per il
Campidoglio che vede tra le teste di serie Rutelli per il Pd, Storace per
"La destra" e Luciano Ciocchetti per l'Udc. Alemanno riprova così a
centrare l'obiettivo che gli sfuggì nel 2006 quando fu sconfitto da Walter
Veltroni. "Rutelli - ha detto fiducioso - è sotto il 50% in tutti i
sondaggi. È la prima volta dopo tanti anni che si può voltare pagina". Una
difficoltà in più, però, gli potrebbe arrivare dal mancato sostegno degli ex
scissionisti di An, da quella Destra che ha candidato al Campidoglio Francesco
Storace. 26/02/2008.
( da "Tirreno, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Attualità Libri, un
risparmio anche di 200 euro Superiori. Fissate le soglie di spesa sui cinque
anni: al top i licei Per il professionale il costo non potrà superare i 913
euro Gli editori protestano: non ci hanno consultato ROMA. Studiare non può
essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi scolastici
costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari
mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato
già alla fine dello scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su
bianco: per un istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913
euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni
poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l'
'Aeronautico' ai 1.290 di un 'Nautico'; e mentre per gli 'artistici' la spesa
massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare
nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi
limiti, alla luce di un monitoraggio effettuato quest'anno, secondo il
ministero, il 40% delle classi delle superiori italiane dovrà abbassare
l'importo complessivo della spesa per i libri. Per i genitori che hanno
iscritto ora i figli alle scuole superiori il risparmio nell'acquisto dei libri
di testo potrebbe arrivare, nei primi due anni di corso, anche a 200 euro. Se,
infatti, per la dotazione libraria del biennio del liceo classico in un
istituto milanese quest'anno si è stati costretti a sborsare circa 724 euro,
nel 2008-2009 - con i tetti fissati dal ministero della Pubblica Istruzione -
la spesa totale non potrà sforare i 501 euro. Secondo un'indagine del Movimento
difesa del cittadino sui libri di testo dell'anno scolastico in corso si sono
registrati aumenti che sono andati dal 3 al 10% dell'anno precedente. E se alle
medie il costo medio dei libri è stato di 280 euro per il primo anno, 108 per
il secondo, e 124 per il terzo, alle superiori sono cresciuti variando da città
a città. Adesso gli insegnanti, nello scegliere i libri (il collegio dei
docenti deve decidere entro la seconda decade del mese di maggio i testi per il
prossimo anno scolastico) dovranno rispettare i vincoli imposti da viale
Trastevere, con un margine di sforamento del 10% concesso soltanto nei corsi di
studio in cui sono presenti indirizzi sperimentali. L'iniziativa di viale
Trastevere è stata accolta con favore dalle associazioni di consumatori che più
volte hanno fatto sentire la propria voce contro il caro-libri. Ma - dicono -
questo provvedimento non basta. "Il vero problema è che le scuole poi non
rispettano i limiti" sostiene il Codacons che chiede al ministro di
stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di sforamento dei tetti.
Invita anche le case editrici a stampare in copertina anche il peso del libro,
in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli insegnanti a valutarlo come
criterio di scelta. E se Fioroni si dice "certo
che anche gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza",
l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole il percorso seguito
dal ministro. "Ciò che stupisce - afferma l'Aie - è come la decisione sia stata
'calata dall'alto". Ciò che sconcerta è il metodo utilizzato: "questo
decreto doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse conto di
tutte le variabili in gioco". E così - conclude - non è stato.
( da "Repubblica, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca Libri di
testo, ecco i tetti di spesa al liceo 1490 euro, 913 nei professionali Il
ministro: "Oggi il 40% delle scuole è fuori quota". Gli editori:
"Decisioni prese dall'alto" MARIO REGGIO ROMA - Nei licei classici e
scientifici il costo massimo dei libri di testo non potrà superare, durante
l'intero corso di studi, i 1.490 euro. Più contenuta la spesa per le famiglie
che hanno i figli alle scuole professionali: il tetto è stabilito in 913 euro.
Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha firmato il decreto che, per
la prima volta in Italia, fissa la spesa massima di spesa per ognuno dei tanti
indirizzi della scuola superiore. Ad oggi, secondo i tecnici del ministero, che
hanno compiuto l'indagine sul campo, il 40 per cento degli istituti superiori
ha "superato il tetto massimo". Un avviso ai docenti che
proprio nei prossimi giorni dovranno scegliere i libri di testo per il prossimo
anno scolastico. Immediate le proteste degli editori di testi scolastici:
"Non siamo mai stati consultati dal ministro, l'ultimo aumento non ha
superato il 2%". Apprezzamento unanime da parte delle associazioni dei
consumatori. "La scuola italiana farà, come sempre, tutta la sua parte per
dimostrare che è possibile conciliare la qualità dell'insegnamento con costi
sostenibili per le famiglie - ha dichiarato il ministro - credo anche che la
scuola non sia l'unica a doversi fare carico di un problema così importante e
sono certo che gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza, in
modo da diradare ogni eventuale dubbio sulla correttezza del mercato. Non credo
che ne risentirà - ha concluso Fioroni - la libertà
d'insegnamento; ne risentirà in modo positivo la libertà ed il diritto di
ricevere un'istruzione che, è bene ricordarlo, non può diventare un lusso per
pochi". Positivo il commento del Movimento italiano genitori. "Da
anni diciamo che il caro-libri è inaccettabile per le famiglie - ha affermato
Bruno Iadaresta, responsabile scuola del Moige - anche perché si tratta di una
spesa obbligatoria e non dilazionabile, che unita al più generale carovita
grava pesantemente sul bilancio familiare. Non è accettabile che ogni anno
nuove edizioni e ristampe aggiornate, spesso non giustificabili da esigenze di
contenuti, provochino aumenti indiscriminati". Ed ecco alcune proposte
concrete: il Moige chiede che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5
anni, e che gli aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte. Il
Moige chiede infine al Ministero di istituire assieme ai genitori un organismo
di monitoraggio e valutazione sui prezzi dei libri di testo, pronto a
intervenire in caso di aumenti ingiustificati". Una misura di controllo
che gli ispettori del Ministero hanno già previsto: "Il mancato rispetto
dei tetti di spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole
inadempienti".
( da "Tirreno, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Attualità Famiglia
Cristiana: "Pasticcio veltroniano" Duro attacco all'intesa con i
radicali. Lite Bindi-Bonino. Veltroni: niente divisioni Rosy. Se sono coerenti
non dovrebbero firmare e non dovrebbero candidarsi rinunciando alle loro idee
MARIA BERLINGUER ROMA. "Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana".
Pesante schiaffo di Famiglia Cristiana alla scelta del leader del Pd di
imbarcare i radicali nelle liste del Pd e di candidare lo scienziato Umberto
Veronesi come capolista in Lombardia. Il nuovo affondo cattolico coincide con
la prima lite tra due ex ministre del Governo Prodi, Rosy Bindi ed Emma Bonino
e costringe lo stesso Walter Veltroni a tornare sul tema della laicità dello
stato. No a una "nuova divaricazione tra laici e cattolici" dice da
Porto San Giorgio il candidato leader del Pd. "Ma davvero nel 2008
dobbiamo tornare a mettere in discussione il fatto che ci sono due verità: la
prima è che le istituzioni sono laiche per loro natura e sono quelle che
decidono, la seconda è ciascuno deve poter portare il suo punto di vista anche
religioso nelle istituzioni?". La puntualizzazione di Veltroni non basta a
chiudere il caso. E la polemica tra Bindi e Bonino rischia già di riproporre
dentro le fila dei democrat, il solito duello italiano tra laici e cattolici.
"Se sono coerenti i radicali non dovrebbero firmare e non dovrebbero
candidarsi rinunciando alle loro idee", dichiara in un'intervista a La
Stampa Rosy Bindi. Che aggiunge: "Ho grande stima per la Bonino e le
chiedo di stare nelle nostre liste come ministro e non come radicale".
Immediata la replica al ministro della Famiglia della "collega" al
Commercio estero. "E' stupefacente che lei dica sì a Bonino in quanto
ministro e non in quanto radicale" dice Bonino, molto soddisfatta per le
affermazioni contenute nel progranmma del Pd su testamento biologico e pillola
Ru486, affermazioni definite "chiare e definitive". La leader
radicale attribuisce l'intervista della Bindi a un dato di pressione alla quale
evidentemente è sottoposta ma non fa sconti alla pasionaria cattolica: "Se
vuol dire che avrebbe preferito liste collegate al Pd si sarebbe potuta
spendere in questo senso, cosa che non ha fatto". Ma non è solo la Bindi a
mostrare preoccupazione per i nuovi compagni di viaggio del Pd. Se il ministro
dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, vicino a Franco Marini ed esponente di spicco dell'ex area
popolare, interpellato da Radio radicale, avverte che se i radicali
sottroscriveranno il programma, rinunciando a una serie infinita di disegni di
legge, "quello che sembrava un problema diventa per noi
un'opportunità", è la teodem Paola Binetti a chiamare alla rivolta i
cattolici del Pd. Le componenti cattoliche "vigileranno"
perchè i radicali rispettino gli impegni presi e grazie alla "ritrovata
unità e compattezza" impediranno qualsiasi slittamento verso derive
laiciste, avverte la senatrice, pronta a scommettere sull'effetto positivo che
gli intrusi radicali avranno nel compattare i cattolici nel partito. E
chiarimenti sui rapporti con i radicali chiede anche Pierluigi Castagnetti che
invita Veltroni a farsi garante della linea politica. E a nome dei cattolici
del Pd dichiara di parlare anche Famiglia Cristiana. "I cattolici che
hanno scelto di fare politica nel Partito democratico - recita un editoriale
non firmato del settimanale dei Paolini - giudicano severamente la scelte di
Veltroni di imbarcare nelle liste i radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino e
si pongono pure qualche dubbio sulla scelta di candare a Milano il professor
Umberto Veronesi, autore di una sorta di manifesto per la "libera scelta
di morire", cioè l'eutanasia, anche se lui ha detto che si occuperà solo
di migliorare la sanità". E' però sui radicali che si scatena il
settimanale. I radicali hanno una forte "concezione confessionale"
che metteranno all'opera per difendere le battaglie come l'aborto, l'eutanasia,
l'abolizione del Concordato e dell'8 per mille.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Fioroni firma il
decreto Plauso dei consumatori: nei primi due anni un risparmio di 200 euro per
ogni famiglia Fissato il tetto di spesa per i libri nelle superiori: si va da
913 a 1490 euro SCUOLA ROMA Non più di 370 euro per una terza classe di un
liceo classico e non oltre 120-140 euro per una quinta professionale. E ancora: non più di 1.490 euro
per tutti i 5 cinque anni di liceo e non oltre 913 per il ciclo degli istituti
professionali. E' quanto prevedono i tetti di spesa per i libri scolastici
delle superiori fissati dal decreto voluto dal ministro dell'Istruzione
Giuseppe Fioroni perchè "studiare non può
diventare un lusso per pochi". Una novità che vede il 40% delle classi già
"fuori budget". La misura riguarda circa 2 milioni e 600 mila
studenti e entrerà in vigore nel 2008/2009. Prevede per ogni anno di corso e
per ogni tipologia di scuola la spesa massima complessiva della dotazione
libraria. Ecco quanto costeranno al massimo i testi alle famiglie nei cinque
gli anni di studio. Per un istituto professionale non si potrà superare in
media i 913 euro: 945 per l'indirizzo "agricoltura", 925 per
"commercio e turismo", 875 per "servizi sociali", 985 per
"alberghiero" e 835 per "artigianato". Per gli istituti tecnici,
si oscillerà dai 1.115 euro dell'"aeronautico" ai 1.290 del
"nautico": all'"agrario" il tetto sarà di 1.220 euro per i
cinque anni a cui aggiungerne altri 90 per il sesto; al "commerciale"
sarà di 1.200 euro; a "attività sociali" di 1.160; a "industriale"
di 1.225; a "geometri" di 1.235 e a "turismo" di 1.270. E
mentre per gli "artistici" (licei e istituti d'arte) la spesa massima
sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici
costerà non più di 1.490 euro e al magistrale 1.250. Alla luce del monitoraggio
effettuato quest'anno dal ministero, se il decreto fosse già attivo il 40%
delle classi sarebbe fuori legge. Plauso al decreto dai consumatori che stimano
un risparmio di 200 euro a famiglia nei primi due anni. Protesta invece
l'Associazione italiana editori: "Fioroni avrebbe
dovuto consultarci". E per i presidi "o calano i prezzi o per i
professori sarà difficile fare la scelta dei testi".
( da "Repubblica, La" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Veltroni: "Ecco
come cambieremo l'Italia" Presentato il programma. Confronto aperto sulle
liste, attesa per i socialisti "Siamo la prima forza che presenta le sue
proposte, basta con le promesse irrealizzabili" GOFFREDO DE MARCHIS ROMA -
Dodici punti, dalla spesa dello Stato ai progetti per andare oltre il duopolio
televisivo. "Siamo la prima forza che presenta il programma. Un programma
realistico e ambizioso perché non è fatto di annunci e promesse ma indica anche
la copertura finanziaria", dice Walter Veltroni presentando il suo
progetto per l'Italia. Con lui ci sono, tra gli altri, Enrico Morando,
coordinatore del testo, Giorgio Tonini, responsabile economico, Stefano
Ceccanti, l'esperto istituzionale. In sala anche alcuni testimonial, da
Massimiliano Fuksas ad Achille Serra, prefetto anti-corruzione che tra pochi
giorni annuncerà la sua candidatura per il Partito democratico. La parte
economica Veltroni l'aveva già presentata all'assemblea costituente dieci
giorni fa. In tre anni il suo governo vuole ridurre di due punti e mezzo la
spesa primaria. Partendo da qui "possiamo invertire la vecchia tendenza di
promesse irrealizzabili in voga nelle precedenti campagne elettorali",
spiega il candidato premier. I dodici punti sono esposti attraverso delle
schede (già pubblicate sul sito) e affrontano anche i temi dei diritti e quelli
eticamente sensibili. Veltroni non parla di coppie di fatto, ma il programma
"promuove il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente
conviventi". E c'è la difesa della legge 194 che "è
equilibrata", anche se "va attuata in tutte le sue parti". Cioè
va rafforzata nella prevenzione "per evitare che le donne ricorrano
all'aborto che è comunque un dramma", dice Veltroni. Il capitolo 11, che
affronta i temi istituzionali, rilancia il modello francese (doppio turno e
collegi uninominali) con "una sola Camera legislativa con 470
deputati" e l'altra Camera di 100 membri che diventa il Senato delle
autonomie. In un passaggio compare anche il conflitto d'interessi da regolare
rigorosamente. "Non una misura punitiva - spiega Veltroni - ma una norma
che sta all'interno di garanzie per la libera concorrenza". Per chiudere
il cerchio della campagna elettorale, al Partito democratico mancano solo le
liste elettorali. I nomi di prestigio sono già usciti, ma il difficile viene
adesso, tanto più che Veltroni ha chiesto ai dirigenti locali e nazionali di
concludere il 3 marzo, una settimana prima della scadenza di legge per gli
elenchi. "Voglio guadagnare giorni sugli avversari", ha spiegato.
Ieri è cominciato il braccio di ferro tra i big delle correnti riuniti intorno
al tavolo nazionale delle candidature. C'erano Beppe Fioroni, Dario Franceschini, Goffredo
Bettini, Andrea Orlando, Maurizio Migliavacca, Nicola Latorre, i rappresentanti
di Bindi, Letta, Bersani. I candidati scelti da Roma dovrebbe essere circa 100,
divisi salomonicamente così: 50 di Veltroni, 50 delle altre componenti.
è un terzo del potenziale Democratico che oscilla tra i 290 e i 310
parlamentari (in caso di vittoria netta sarebbero di più, ma tutti, ad ora,
puntano a candidature sicure). Ai 100 vanno sottratti però i nove posti
promessi ai radicali, i due della Sbarbati e l'unico di Follini. A sorpresa
ieri sono comparsi altre sei-sette caselle da riempire. Il mistero è stato subito
risolto. Sono wild card (come quelle usate nel tennis per far entrare in
tabellone i tennisti non qualificati) riservate ai socialisti. Ma il Ps non
corre da solo? Per Veltroni non è detta l'ultima parola, potrebbe esserci un
ripensamento oppure una spaccatura interna al gruppo di Boselli. E attraverso
l'aiuto di Ottaviano Del Turco, governatore dell'Abruzzo ormai dentro il Pd, il
segretario vorrebbe neutralizzare l'offensiva socialista coprendo anche quel
versante. Il primo scontro: gli ex popolari hanno chiesto agli ex Ds di
considerare alcuni nomi (per esempio D'Alema e Fassino) candidati del
territorio escludendoli dal tavolo nazionale. Evidentemente si sta stretti nei
50 posti riservati alle correnti. E sulle deroghe altra battaglia in vista.
Saranno 32, quelle già assegnate 23. Restano 9 posti per 22 domande arrivate
fin qui.
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
DALL'ITALIA
26-02-2008 "TETTO" PER LE SUPERIORI FIORONI: "STUDIARE NON PUO'
ESSERE UN LUSSO PER POCHI" Libri scolastici, 200 euro di risparmio ROMA Al
classico e allo scientifico spesa massima di 1490 euro per 5 anni Andrea Meneghetti
II Dalle parole ai fatti. Il ministero della Pubblica Istruzione ha firmato
ieri un decreto con cui vengono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i
tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di
scuola secondaria superiore. La firma è arrivata all'indo - mani dell'annuncio
del ministro Fioroni secondo il quale il diritto di
ricevere un'istruzione "non può diventare un lusso per pochi ". Il
decreto prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo
massimo complessivo della dotazione libraria entro il quale i docenti potranno
operare le proprie scelte. I libri degli alunni dei licei classici e
scientifici costeranno alle famiglie, al massimo, 1490 euro in cinque anni,
quelli per un istituto professionale circa 900 euro mentre per gli istituti
tecnici si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l'"aeronautico" ai
1.290 di un "nautico". La spesa nei licei artistici e negli istituti
d'arte, invece, non potrà superare i 1000 euro. Il margine di sforamento
consentito è del 10 per cento ma solo per i corsi di studio ad indirizzo
sperimentale. Al classico, ad esempio, si pagherà 320 euro per il primo anno,
180 per il secondo, 370 per il terzo, 305 il quarto e 315 il quinto (totale
1490). Il risparmio stimato è di 200 euro circa nei primi due anni di corso: si
passerebbe, infatti, dai 700 spesi in media in un liceo classico al tetto
fissato di 500. Alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno dal ministero,
il 40 per cento delle classi delle superiori dovrà abbassare l'importo
complessivo della spesa per i libri. Il mancato rispetto dei tetti sarà
tempestivamente contestato alle scuole inadempienti. Sul punto è intervenuto il
Codacons, convinto che il ministro debba inserire le eventuali sanzioni.
Riserve anche dall'Associazione italiana editori: "Non siamo stati
consultati". Soddisfatto invece, il Moige (Movimento Italiano genitori).
( da "Nuova Sardegna, La" del 26-02-2008)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)
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Ecco
le cifre del tetto di spesa per i libri di testo fissato dal ministro Fioroni Risparmi anche
di 200 euro a famiglia NON più di 370 euro per una terza del classico e non
oltre 120-140 euro per una quinta professionale. E ancora: non più di 1.490
euro per tutti i 5 cinque anni di liceo e non oltre 913 per il ciclo degli
istituti professionali. E' quanto prevedono i tetti di spesa per i libri scolastici delle
superiori fissati dal decreto voluto dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni perchè "studiare non può diventare un lusso per
pochi". Una novità che vede il 40% delle classi già "fuori
budget". La misura riguarda circa 2 milioni e 600 mila studenti e entrerà
in vigore nel 2008/2009. Prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di
scuola la spesa massima complessiva della dotazione libraria. Ecco quanto
costeranno al massimo i testi alle famiglie nei cinque gli anni di studio. Per
un istituto professionale non si potrà superare in media i 913 euro: 945 per
l'indirizzo "Agricoltura", 925 per "Commercio e turismo", 875
per "Servizi sociali", 985 per "Alberghiero" e 835 per
"Artigianato". Per gli istituti tecnici, si oscillerà dai 1.115 euro
dell'"Aeronautico" ai 1.290 del "Nautico":
all'"Agrario" il tetto sarà di 1.220 euro per i cinque anni a cui
aggiungerne altri 90 per il sesto; al "Commerciale" sarà di 1.200
euro; a "Attività sociali" di 1.160; a "Industriale" di
1.225; a "Geometri" di 1.235 e a "Turismo" di 1.270. E
mentre per gli "artistici" (licei e istituti d'arte) la spesa massima
sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici
costerà non più di 1.490 euro e al Magistrale 1.250. Alla luce del monitoraggio
effettuato quest'anno dal ministero, se il decreto fosse già attivo il 40%
delle classi sarebbe fuori legge. Dovranno quindi "abbassare l'importo
complessivo della spesa" già nelle prossime settimane quando sceglieranno
i libri per l'anno prossimo. Plauso al decreto dai consumatori che stimano un
risparmio di 200 euro a famiglia nei primi due anni. Protesta invece
l'Associazione italiana editori: "Fioroni avrebbe
dovuto consultarci". E per i presidi "o calano i prezzi o per i
professori sarà difficile fare la scelta dei testi". (m.v.).
( da "Unita, L'" del 26-02-2008)
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Stai consultando
l'edizione del Sì al tetto sul caro-libri, gli editori
protestano Decreto Fioroni
per le superiori: dai 913 euro per il ciclo dei professionali ai 1490 euro dei
licei di Maristella Iervasi OCCHIO ALLA SPESA Anche per le scuole superiori ci
sarà un tetto di spesa per l'acquisto dei libri di te- sto. Non più di 120-140
euro l'anno per una quinta professionale, e al massimo 370 euro per una terza
del liceo classico. Comprare i libri ad uno studente per tutto il ciclo
del licei costerà al massimo 1490 euro; la famiglia dovrà sborsare 913 euro
circa per il figlio che ha scelto la maturità professionale. Un monito per prof
ed editori. Una piccola rivoluzione - in vigore dal prossimo anno scolastico -
voluta dal ministro Fioroni, che ieri ha firmato il
decreto con le tabelle per ogni indirizzo di studio e anno di corso. Perchè
sostiene il ministro "studiare non può diventare un lusso per pochi".
Delusi gli editori: "Una decisione calata dall'alto - commenta Federico
Motta, il presidente dell'Associazione italiana editori (Aie) -. Ciò che ci
sconcerta è il metodo utilizzato: questo decreto doveva essere la risultanza di
un percorso comune, che tenesse conto di tutte le variabili in gioco".
Mentre Mario Rusconi, vice presidente dell'Associazione nazionale presidi,
dice: "I tetti fissati dal ministero mi sembrano un po' bassi. Per la
prima classe dello scientifico si parla di 305 euro, quando in media se ne
spendono fino a 450. La dotazione libraia comprende anche gli indispensabili
vocabolari, che fanno parte del paniere. Se gli editori non calano i prezzi -
conclude -, sarà difficile per i professori fare la scelta dei testi".
Finora le indicazioni ministeriali si riferivano solo alle medie inferiori (280
euro per la prima classe, 108 per la seconda, 124 per la terza). D'ora in poi
anche i prof delle superiori dovranno scegliere i testi con il
"bilancino" per evitare di sforare i tetti imposti dall'Istruzione
che punta a venire incontro alle famiglie, salassate, ogni anno, dal
caro-testi. Una rivoluzione che coinvolge circa 2 milioni e 600 mila ragazzi
che frequentano le scuole statali superiori. Il decreto prevede per ogni anno
di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo della
dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare le proprie scelte.
Con i nuovi "tetti", alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno
dal ministero, il 40% delle classi delle scuole superiori italiane dovrà
abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri. L'iniziativa di viale
Trastevere è stata accolta con favore dalle associazioni dei consumatori.
( da "Corriere della Sera" del 26-02-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-02-26 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE Il salesiano don Carlo Nanni "Se i programmi sono contro i
valori ci si deve opporre" ROMA - "I cattolici nel Pd hanno il diritto
e il dovere di dire "non ci sto". "Non ci sto" a programmi
che contraddicono quella pienezza di valori umani di cui i cattolici sono
portatori, ma che sono non solo per loro, ma per tutti", sostiene don
Carlo Nanni, ordinario di filosofia dell'educazione, vicerettore della
Pontificia Università Salesiana, di cui è rettore emerito il suo buon amico, il
cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Sarà proprio di Nanni, 63
anni, vicino al ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, la relazione più attesa
("Il bene comune nella società globalizzata") tra quelle (di Andrea
Riccardi, Giorgio Formigoni, Franco Garelli) che verranno svolte domani
pomeriggio alla convention tra le diverse anime della galassia cattolica del
Partito democratico (dai bindiani, ai popolari, ai teodem). Un incontro
di scottante attualità, dopo quanto avvenuto durante il governo Prodi (sui Dico
e non solo), e le recentissime polemiche su aborto, eutanasia e candidature dei
radicali. Per spiegare quello che dirà, il teologo e pedagogista salesiano cita
il filosofo francese Emmanuel Mounier e fa un paragone storico che a prima
vista sembrerebbe lontano anni luci dal dibattito di questi giorni: il periodo
della lotta per le investiture tra Papato e Impero. "Allora, come oggi,
spesso si riteneva che le prese di posizione del Papa fossero tutte politiche,
calate dentro la situazione storica, allo scopo di contrastare un determinato
assetto di potere. Eppure - spiega - proprio così il Papa riuscì a difendere la
dimensione profetica della Chiesa, contro l'assolutismo monarchico e lo stato
etico". Quindi, venendo ai giorni nostri, nessuna invasione di campo,
nelle parole di Papa Benedetto che anche ieri ha parlato contro l'eutanasia?
""Guai a me se non parlassi", dice San Paolo - risponde Nanni -
il Papa si determina a far sentire la sua voce in difesa di ciò che è
umanamente degno". Che fare in concreto della "sofferenza" dei
cattolici sotto le insegne veltroniane? "Ripeto: hanno il diritto-dovere
di dire "non ci sto", devono avere, nella loro situazione concreta,
capacità di condivisione, discernimento e profezia e mettere in atto tutti gli
strumenti dell'azione politica". M. Antonietta Calabrò.
( da "Corriere della Sera" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-02-26 num: - pag: 6
categoria: BREVI Il segretario e il partito \\ Anche quel gruppetto di radicali
ha sottoscritto il programma Giuseppe Fioroni.
( da "Corriere della Sera" del 26-02-2008)
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Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-02-26 num: - pag: 23 categoria:
REDAZIONALE Farà l'impiegato Pedofilia: trasferito il prof di Aosta AOSTA - Da
professore di musica a impiegato nell'agenzia per l'impiego, l'ex ufficio di collocamento.
è la soluzione accolta da Marco Frachey, l'insegnante valdostano condannato in
primo grado a due anni di carcere per pedopornografia dopo un'inchiesta partita
da Bari nel 2001. Ieri mattina, appena entrato a scuola, Frachey ha saputo
dalla preside di essere convocato in Regione. In mattinata gli sono state
proposte diverse alternative, che l'uomo avrebbe dovuto accettare
volontariamente. E tra posti di custode, di magazziniere e di impiegato,
l'insegnante ha scelto quello, fuori ruolo e a tempo indeterminato, di addetto
all'ufficio del lavoro di Verres, un paese della bassa valle. "In qualsiasi momento - ha commentato Giuseppe Greppi, l'avvocato
di Frachey - il mio assistito potrà chiedere di rientrare a scuola. Ma non è
suo interesse farlo, consideriamo equa questa intesa". Soddisfatta la
Regione, che ha informato il ministro Giuseppe Fioroni della soluzione trovata: "Era ciò che volevamo fin
dall'inizio". V.Sc.
( da "Corriere della Sera" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-02-26 num: - pag: 23 categoria:
REDAZIONALE Scuola Il calmiere del ministero. Fioroni: l'istruzione non è un lusso. Gli editori: dovevamo essere
consultati Libri di testo, è di 370 euro la spesa massima ROMA - La spesa per
l'acquisto dei libri di testo non dovrà superare i 1.491 euro nei cinque anni
del liceo classico, 1.405 euro allo scientifico, 1.070 all'artistico,
1.200 al tecnico commerciale, 1.225 al tecnico industriale, 913 al
professionale. Sono alcuni dei "tetti" introdotti per la prima volta
alle superiori dal ministro Fioroni. Ammonta a 370
euro la spesa massima per anno prevista dal "calmiere": riguarda il
terzo anno del classico. La più bassa la troviamo al quinto anno dell'istituto
professionale per l'industria e l'artigianato: 124 euro. I docenti dovranno
fare i conti con le indicazioni di viale Trastevere nelle prossime settimane
quando sceglieranno i libri. E in molti casi - se le tabelle del ministro
verranno rispettate dai prof - le famiglie risparmieranno un po' di euro.
Secondo un'indagine del ministero dell'Istruzione la spesa per i libri nel
2007-2008 ha superato il tetto appena introdotto nel 40% delle classi delle
superiori. Il prossimo anno gli sforamenti potrebbero essere contestati ai
singoli istituti. "Il diritto di ricevere un'istruzione non può diventare
un lusso per pochi - ha detto Fioroni -. La scuola
italiana farà tutta la sua parte per dimostrare che è possibile conciliare la
qualità dell'insegnamento con costi sostenibili per le famiglie". E sul
"calmiere" del ministro è subito polemica. Da una parte i genitori,
che non si accontentano. Dall'altra gli editori che protestano. Secondo Bruno
Iadaresta, responsabile scuola del Moige (Movimento genitori) dovrebbe essere
posto un limite anche per il rinnovo delle edizioni: "Chiediamo che
vengano proposte solo ogni 5 anni, e che gli aggiornamenti vengano forniti in
allegati leggeri a parte". Gli editori accusano il ministro di aver fatto
tutto da solo. "Il punto - è stato il commento del presidente degli
editori Federico Motta - non sono tanto i contenuti, che a una prima sommaria
lettura ci sembra presentino significative lacune quali il liceo linguistico e
il peso specifico di molte cosiddette sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è
il metodo utilizzato: questo decreto doveva essere la risultanza di un percorso
comune, che tenesse conto di tutte le variabili in gioco". Una
contestazione che entra anche nel merito del calmiere: se i tetti di spesa sono
stati calcolati per i corsi ordinamentali ne consegue che nelle sperimentazioni,
che hanno una o due materie in più e quindi richiedono più testi, i limiti
imposti dal ministero non potranno funzionare. E le sperimentazioni oggi
costituiscono la maggior parte dell'offerta. I presidi prevedono complicazioni.
"O gli editori calano i prezzi dei libri scolastici - è il parere del vice
presidente dell'Anp, Mario Rusconi - o per i professori, quest'anno, sarà
difficile fare la scelta dei testi". Giulio Benedetti TUTTI I LIMITI DI
SPESA scuola per scuola su www.corriere.it.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Il Sole-24 Ore
sezione: NORME E TRIBUTI data: 2008-02-26 - pag: 32 autore: Scuola secondaria. Polemica Fioroni-editori Arriva un tetto al costo dei libri Luigi Illiano ROMA è
botta e risposta tra il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, e gli editori italiani sui
tetti di spesa fissati per il costo dei libri scolastici della secondaria superiore.
"Una innovazione " viene definita la scelta da Viale Trastevere.
"Una decisione calata dall'alto", replicano gli editori. Ma andiamo
con ordine. Dall'anno scolastico 2008/09 il costo dei libri di testo per i
cinque anni del classico non potrà superare i 1.491 euro; per lo scientifico la
quota massima è a 1.405 euro. Mentre per i tecnici industriali e i
professionali il paletto è fissato rispettivamente a 1.225 e 835 euro. Sono
soltanto alcuni dei tetti stabiliti dal decreto (n. 28) diffuso ieri dal
ministro Fioroni. Il testo introduce i limiti di spesa
anche nelle scuole superiori, come già accade per elementari e medie. Alla luce
del monitoraggio su quest'anno – è scritto in un comunicato di Viale Trastevere
– con i nuovi confini economici il 40% delle classi di licei e istituti
superiori si ritroverebbe fuori regola e, quindi,dovrà abbassare l'importo
totale della spesa dei libri. "La scuola italiana farà, come sempre, la
sua parte per dimostrare che è possibile conciliare qualità dell'insegnamento
con costi sostenibili per le famiglie ", ha spiegato Fioroni.
"Credo che la scuola non sia l'unicaa doversi fare carico di un problema
così importante – ha proseguito il ministro – e sono certo che anche gli
editori collaboreranno a questa operazione trasparenza, in modo da diradare
ogni eventuale dubbio sulla correttezza del mercato". La reazione degli
editori non si è fatta attendere: "Valuteremo con calma il decreto ma
ancora una volta siamo stupiti di questo metodo di lavoro – ha commentato
Federico Motta, presidente dell'Aie (Associazione italiana editori) – una
decisione calata dall'alto, senza possibilità di continuare un confronto da noi
avviato e per di più su dati da noi stessi prodotti. Se, invece, si volesse
intervenire in modo significativo, si potrebbe seguire la proposta da noi
avanzata di defiscalizzare, per fasce di reddito,l'acquisto dei libri
scolastici ", ha concluso Motta. Secondo Valentina Aprea (Fi) "Fioroni mette a segno l'ennesimo colpo di mano. è una scelta
unilaterale e inefficace che arriva quando i costi sono già definiti, illudendo
le famiglie".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Cronaca Italiana
Pagina 109 Fioroni fissa i tetti di spesa: il ciclo di
studi più caro è il classico, più economici gli istituti professionali Studiare
non sarà più un lusso Fioroni fissa i tetti di spesa:
il ciclo di studi più caro è il classico, più economici gli istituti
professionali Non più di 1500 euro per i libri nelle superiori --> Non più
di 1500 euro per i libri nelle superiori Un decreto del ministro stabilisce la
somma massima che potrà essere spesa per l'acquisto dei libri alle superiori.
Soddisfatte le famiglie, protestano gli editori: decisione calata dall'alto.
ROMA Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i
testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni
ha deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le
superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso agosto e ora ha
varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto professionale la
spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che
costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115
euro previsti per l' Aeronautico ai 1.290 di un Nautico; e mentre per gli
Artistici la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà
mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici costerà al
massimo 1490 euro. Con questi nuovi limiti secondo il ministero, il 40% delle
classi delle superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa
per i libri. L'iniziativa di viale Trastevere è stata accolta con favore dalle
associazioni di consumatori. Ma - dicono - questo provvedimento non basta.
"Il vero problema è che le scuole poi non rispettano i limiti"
sostiene il Codacons che chiede al ministro di stabilire precise sanzioni da
applicare nel caso di sforamento dei tetti. Invita anche le case editrici a
stampare in copertina anche il peso del libro, in modo da incentivare le
industrie a ridurlo e gli insegnanti a valutarlo come criterio di scelta.
L'associazione Codici, sulla stessa scia, annuncia ricorsi contro le scuole che
sforeranno i plafond fissati: "Il tetto di spesa per i libri, infatti -
spiega - è norma spesso disattesa dai collegi dei docenti, che forse con troppa
facilità tendono a sostituire, di anno in anno, le edizione vecchie con quelle
nuove". Plauso ai "tetti" anche dal Moige che avanza alcuni
suggerimenti: che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, che gli
aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte, che venga
incentivato lo sviluppo dell'usato. E se Fioroni si
dice "certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione
trasparenza", l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole
il percorso seguito dal ministro. "Ciò che stupisce - afferma l'Aie - è
come la decisione sia stata calata dall'alto. Il punto non sono tanto i
contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra presentino significative
lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico di molte cosiddette
sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo utilizzato: questo decreto
doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse conto di tutte
le variabili in gioco".
( da "Manifesto, Il" del 26-02-2008)
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"Questione
cattolica", Pannella imbarazza il Pd Famiglia cristiana attacca l'intesa
coi radicali. Veltroni prepara candidati simbolo, esalta gli uomini di fede e
chiede al Pr un profilo basso Roma "Pasticcio veltroniano in salsa
pannelliana": è un editoriale non firmato di Famiglia cristiana l'ultimo
cruccio del segretario del Pd, in rimonta nei sondaggi ma con la paura di
perdere voti cattolici. Il settimanale dei paolini - in calo di vendite ma
sempre il più diffuso dalle parrocchie - strapazza Veltroni per l'accordo
firmato con i radicali, portatori di "un'ideologia libertaria alternativa
alla storia e ai principi etici, economici e sociali di questo paese".
Lontani i tempi in cui Famiglia cristiana diretta da Leonardo Zega riusciva a
prendersi delle libertà sui temi etici, oggi la rivista è allineata alle
gerarchie vaticane e dunque preoccupa doppiamente l'entourage veltroniano il
fatto che l'editoriale arrivi a un passo dallo sconsigliare il voto per il Pd:
"I cattolici potrebbero non preoccuparsi dei radicali se si potesse
esercitare il voto di preferenza, ma siccome le liste sono bloccate un
candidato o l'altro fa la differenza". Il dossier cattolici è in cima alle
preoccupazioni di Veltroni che mercoledì chiuderà il convegno organizzato da
tutte le anime cattoliche del Pd. La tentazione è quella di annunciare in
quella sede la candidatura di un paio di testimonial cattolici da contrapporre
ai radicali e al professor Veronesi, spauracchio dei teo-dem alla Binetti. I
nomi che circolano sono sempre quelli del fondatore della comunità di
Sant'Egidio, Andrea Riccardi, e della ex presidente delle Acli, Paola Bignardi.
All'affondo di Famiglia Cristiana e alle immediate polemiche dei cattolici ieri
Veltroni ha risposto con il consueto invito al "rispetto reciproco".
"Le verità sono due - ha ripetuto il segretario del Pd - la prima è che le
istituzioni sono laiche per natura e la seconda è che, però, ciascuno deve
poter portare il suo punto di vista". Ieri era però il giorno in cui
aggiungere che "le persone illuminate dalla fede sono un arricchimento
gigantesco della società". Nel frattempo cattolici di primo e secondo
piano del Pd si impegnavano a far notare al settimanale dei paolini che i
radicali hanno sottoscritto il programma del Pd e dunque questa volta sono una
garanzia. Un po' quello che in modo più brusco aveva detto Rosy Bindi in
un'intervista alla Stampa: "Se fossero coerenti Bonino e gli altri non
firmerebbero il programma di Veltroni". Il gran
ciambellano degli ex popolari Beppe Fioroni spiegava che "il vero voto utile per i cattolici è quello
per il Pd" mentre la spalla di Veltroni Giorgio Tonini aggiungeva che
"la presenza dei cattolici nel Pd non è simbolica ma cospicua come in
nessun altro partito". Più preoccupato l'ultimo segretario dei popolari,
il dossettiano Pierluigi Castagnetti che a Veltroni chiede "garanzie
sulla linea politica" e ai radicali chiede di sottoscrivere non solo il
programma elettorale del Pd, ma anche il suo manifesto dei valori. Osservati
speciali, i nove radicali che saliranno in parlamento grazie all'accordo con il
Pd dovranno anche, secondo Fioroni, "rinunciare a
una serie infinita di disegni di legge, dall'otto per mille all'ora di
religione all'abolizione del concordato che sono fuori dal nostro
programma". Si tratta di questioni effettivamente discusse tra Veltroni e
Pannella-Bonino coperte però dalla raccomandazione del segretario del Pd di
evitare qualsiasi polemica. L'intervista al Corriere di due giorni fa del
medico torinese Silvio Viale, favorevole all'eutanasia e possibile candidato in
quota radicale, non è piaciuta a Veltroni che è tornato a raccomandare un basso
profilo ai dirigenti del Pr. Risultato ieri nessuna reazione da via di torre
Argentina all'editoriale di Famiglia Cristiana, fino a che non è stato direttamente
Pannella ad appellarsi alle "autorità dello stato" dicendo che
"questa pretesa totalizzante e totalitaria ci inorgoglisce
dolorosamente". Mentre la segretaria del partito Bernardini ha rifiutato
di commentare la "censura preventiva" di Fioroni.
Parlando da Radio radicale, Emma Bonino ha risposto "stupita"
all'attacco di Rosy Bindi: "Sarà sottoposta a pressioni". Ma ha
promosso il programma del Pd nel momento stesso in cui Veltroni lo ha
presentato: "Per quanto riguarda il testamento biologico e la Ru486 ci
sono affermazioni molto chiare, impegnative e condivisibili". Ma nel testo
diffuso dal Pd della pillola abortiva Ru486 non si parla affatto. a. fab.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Andrea Ferrari
L'alleanza con i radicali rischia di creare dei problemi abbastanza seri al
Partito democratico e al suo leader. Problemi legati al fatto che la sparizione
del simbolo del Pr dalle liste elettorali non comprimerà la forte identità di
quel partito che potrà essere comunque affermata mediante la personalità degli
otto candidati che seguiranno Emma Bonino, ciascuno dei quali essendo il
rappresentante "simbolico" di una battaglia radicale in materia
soprattutto di diritti civili o di questioni eticamente sensibili: basti citare
il caso di quel ginecologo, Viale, che sostiene le tesi più estremistiche in
materia di aborto. D'altra parte, nessun analista ha mai pensato che i radicali
avrebbero abbandonato le loro idee in cambio di qualche candidatura o di un
potenziale posto di ministro per la Bonino: quel partito ha una lunga
esperienza all'opposizione e, pur essendo dotati i suoi dirigenti di una certa
pannelliana spregiudicatezza in materia di potere, sanno stare anche in
minoranza senza troppo soffrire. Pannella è uscito ed entrato dal Parlamento,
ma è rimasto "Pannella" ormai da quarant'anni. Il problema si pone
allora per le altre componenti del Pd, e soprattutto per i cattolici, gli ex
popolari poi confluiti nella Margherita e di seguito entrati a far parte del
Partito democratico. Costoro avvertono di essere considerati da Veltroni una
minoranza, ancorché significativa, un po' come i cristiani per il socialismo
nel vecchio Pci. E a maggior ragione ci si sentono adesso che i radicali sono
entrati nel Pd con la forte identità di cui abbiamo scritto sopra. Ci sono
questioni sulle quali né i cattolici né i radicali possono fare sconti, ma gli
ex popolari sentono ? in una ipotetica gara ? di essere come svantaggiati. Non
è infatti un caso che di questo disagio si faccia portavoce "Famiglia
Cristiana", le cui prese di posizione in passato hanno anche fatto molto
discutere, che parla del Pd come di un "pasticcio veltroniano in salsa
pannelliana", e che mostra di temere un cedimento appunto nei confronti
dell'ideologia iper-individualista dei radicali alla Viale ? un medico che,
quando parla di aborto, tutto prende in considerazione tranne che i diritti del
feto vivo. Ieri Rosy Bindi ha provato a dire che i radicali non dovrebbero
stare dentro il Pd, se non altro per coerenza: la Bonino le ha praticamente
dato dell'esaurita. Franco Monaco, cattolico dell'ala sinistra prodiana, spera
che comunque i radicali non prevarranno "perché i cattolici nel Pd sono
tanti" e quegli altri pochi. Il ministro Fioroni confida che quando la Bonino e
gli altri avranno "giurato" sulle tavole del programma del Pd ? che
comunque sono abbastanza vaghe ma non per questo favorevoli a tesi cattoliche,
per esempio sulla legge 194 ? saranno come incatenati al loro giuramento.
Qualcuno del PdL ha ricordato a Fioroni che non si è
mai visto un pannelliano sentirsi vincolato ad alcunché, figuriamoci ad un
programma elettorale che vale quel che vale. Tale è dunque la situazione tra
cattolici e radicali nel Pd mentre Veltroni prova a portare a casa una
candidatura-scoop di qualche cattolico particolarmente importante o famoso come
il professor Riccardi della Comunità di Sant'Egidio. La cui presenza, qualora
davvero Veltroni riuscisse nello scopo, potrebbe aiutare la causa della
minoranza cattolica ma di sicuro non attenuerebbe il disagio che, dentro il Pd,
è stato manifestato in primo luogo dalla pattuglietta dei cosiddetti
"Teodem" Carra, Binetti e Bobba. In ogni caso, sempre Veltroni ha
precisato che le candidature di cui sopra non dovranno coinvolgere dei
cattolici "baciapile" che, guarda la curiosità, era un tempo il modo
dispregiativo con cui i liberali massoni definivano i cattolici tout court.
( da "Liberazione" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Dopo gli attacchi di
"Avvenire", pressing puntato sull'assemblea dei cattolici del Pd
"Famiglia cristiana" contro Veltroni "Pasticcio in salsa
pannelliana" Fulvio Fania Città del Vaticano La foto di Veltroni accanto a
quella di Emma Bonino sovrastata da Pannella. Anche le immagini vengono
brandite come spade sul nuovo numero di Famiglia cristiana . Non meno drastici
i titoli: "Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana". Così si
annuncia l'editoriale non firmato. E' una sonora bocciatura delle ultime mosse del
leader democratico, un intervento a gamba tesa nel difficile puzzle che
Veltroni sta tentando e nell'assemblea dell'area cattolica del Pd in programma
per domani. Si punta alla "pancia" del popolo cattolico irritato dai
radicali. Pannella, da parte sua, sta al gioco proclamandosi
"orgoglioso" delle critiche del settimanale. Il disagio dei cattolici
nel Pd si è allargato. E se non porranno rimedio i politici teodem, dovranno
pensarci poi gli elettori. Lo fa intendere Famiglia
cristiana che polemizza con il ministro Fioroni: avrebbe ragione di non preoccuparsi della pattuglia dei
candidati radicali se esistesse la possibilità di boicottarla col voto di
preferenza. Ma siccome le liste saranno invece bloccate, questa piega
libertaria deve allarmare. "La gara tra chi è più cattolico e più laico
rischia di far male al Paese", avverte l'editoriale. Proprio per il
fatto che i cattolici nel Pd "non hanno intenzione di dar vita ad una
corrente confessionale" deve pesare la loro richiesta di "chiarezza
sull'antropologia e i valori di riferimento". I radicali sono
"ideologici" e puntano ad aborto, eutanasia, depenalizzazione delle
droghe, abolizione del Concordato e dell'otto per mille, tutte cose che i
cattolici non possono sopportare. Non è la prima volta che Famiglia cristiana
rovescia la sua precedente tradizione di aperture progressiste. Recentemente ha
spalleggiato la moratoria di Ferrara sull'aborto, salvo abbandonarlo adesso al
destino della sua lista pro-life. Il settimanale pubblica anche una lettera di
Carlo Casini. Il leader del "Movimento per la vita" spiega il motivo
per cui non segue Ferrara in questa sua avventura elettorale giudicandola
"inopportuna". Al direttore del Foglio non è bastato dunque
inchinarsi di fronte a papa Ratzinger domenica mattina nella chiesa del
quartiere romano del Testaccio, lui in mezzo a poche persone, una
partecipazione doppiamente imbarazzante per la visita papale. Il pressing della
Chiesa sul Pd si fa sempre più insistente e si risolve in un favore alla destra
e a Casini. L'idea veltroniana di compensare con qualche gesto ad effetto la
mazzata dell'intesa con i radicali non sarà forse sufficiente a risolvere i
dubbi dei teodem. L'ala ruinina dell'episcopato non si è mai fidata del
buonismo veltroniano. Quella volta che papa Ratzinger gli confezionò un
bell'attacco sul "degrado di Roma" non fu davvero un incidente
involontario. E se il cardinale Bertone e un'altra parte delle gerarchie
privilegiano una linea a tutto campo senza rotture eclatanti con nessuno,
neppure il Segretario di stato, che in questi giorni si trova a Cuba, ignora il
malessere suscitato nell'area cattolica, anche quella democratica, dall'intesa
Veltroni-Bonino. C'è chi, come molti dirigenti Acli, della Comunità di
Sant'Egidio e perfino di Cl, cerca di sfruttare la protesta per riportare gli
equilibri a proprio favore e chi al contrario la usa per dirottare i consensi
verso l'Udc o la Rosa Bianca, raccomandando peraltro quegli accordi con
Berlusconi che Casini deve pur sempre subire, come è accaduto in Sicilia. Veltroni
intanto rassicura: "Non deve esserci una nuova divaricazione tra laici e
cattolici". Il leader del Pd conta molto sull'intervento di esponenti
cattolici a lui favorevoli e candiderebbe volentieri alcuni di loro come il
fondatore di Sant'Egidio Andrea Riccardi ma è probabilmente da escludere che il
professore, pur intervenendo all'assemblea dei cattolici del Pd, voglia
schierarsi personalmente. D'altra parte Riccardi partecipò anche alla
presentazione del movimento di Pezzotta, prima che si trasformasse in lista.
Dal cappello delle candidature potrebbero uscire altri nomi. Qualcuno ha
suggerito quello di Paola Bignardi, ex presidente di Azione cattolica e poi del
coordinamento Retinopera. Di lei il segretario della Cei Giuseppe Betori dice
un mondo di bene, mettendola al pari di Pezzotta e non è detto che vorrebbe
vedere entrambi nella medesima lista. Così come non è più assolutamente certo
che quel che pensa Betori lo pensi anche Ruini né che il Vicario di Roma sia in
sintonia col silenzioso presidente della Cei Angelo Bagnasco. Certo, è dal
giornale dei vescovi che partono i fendenti più decisi contro il vertice Pd.
Insieme all'associazione Scienza e vita e ai medici cattolici, Avvenire spara a
zero contro l'Ordine dei medici contestando la legittimità del recente
documento a sostegno della legge 194 e della pillola abortiva. La candidatura
di Umberto Veronesi nella lista Pd offre l'occasione per un nuovo allarme anche
sull'eutanasia. Dalle stanze vaticane il Papa aggiunge del suo. Ieri mattina ha
ricevuto i partecipanti ad un convegno internazionale promosso dall'Accademia
pontificia per la vita "Accanto al malato inguaribile e al morente".
Benedetto XVI ha ribadito "la ferma e costante condanna per ogni forma di
eutanasia". "Le spinte eutanasiche - ha detto - diventano pressanti
quando si insinui una visione utilitaristica della persona". Il Papa ha
sottolineato la necessità di "rispettare la vita e la dignità del
morente", richiamando le istituzioni sanitarie, civili e la scienza medica
ad assicurare "solidarietà" e cure "proporzionali" nelle
fasi terminali. Insomma, dal concepimento alla morte, Veltroni avrà da faticare
per tenere assieme le due sponde del Tevere. 26/02/2008.
( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Fioroni ha stabilito
il "tetto" da non sforare Il 40% delle classi dovrà abbassare la
spesa Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i
testi scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di
correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato già alla fine
dello scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su bianco: per un
istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli
istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro,
si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l'Aeronautico ai 1.290 di un Nautico.
E mentre per gli artistici la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli
anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici
costerà al massimo 1.490 euro. Con questi nuovi limiti, alla luce di un
monitoraggio effettuato quest'anno, secondo il ministero, il 40% delle classi
delle superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per
i libri. "limiti da rispettare" L'iniziativa di viale Trastevere è
stata accolta con favore dalle associazioni di consumatori che più volte hanno
fatto sentire la propria voce contro il caro-libri. Ma ? dicono ? questo
provvedimento non basta. "Il vero problema è che le scuole poi non
rispettano i limiti" sostiene il Codacons, che chiede al ministro di
stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di sforamento dei tetti.
L'associazione Codici, sulla stessa scia, annuncia ricorsi contro le scuole che
sforeranno i plafond fissati. Plauso ai "tetti" anche dal Moige.
Dalla Cisl scuola arriva invece la richiesta di fare "una seria fotografia
sul reddito delle famiglie". critici gli editori E se Fioroni
si dice "certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione
trasparenza", l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole
il percorso seguito dal ministro. "Ciò che stupisce - afferma l'Aie ? è
come la decisione sia stata "calata dall'alto". Il punto non sono
tanto i contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra presentino
significative lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico di molte
cosiddette sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo utilizzato: questo
decreto doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse conto di
tutte le variabili in gioco". E così ? conclude ? non è stato.
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Di SIMONA FUSO
"E' una speculazione arrogante per niente a favore dei cittadini. Non
serve a regolare il traffico e nemmeno a facilitare l'accesso nella zona".
Carlo Alberto Beffa sta prendendo un caffé nel bar B&B, nel cuore del
quartiere di Elce lungo via Annibale Vecchi. Abita in questa zona, e ieri
mattina si è visto comparire sotto il naso le strisce blu dei parcheggi che a
breve diventeranno a pagamento in tutto il quartiere. "Non serve a nulla -
insiste". E la titolare del bar interviene confermando: "I miei
clienti si lamentano, perché vengono qui a prendere il caffé e ora dovranno
pagare anche il parcheggio". Seduta al bancone c'è Giovanna Bastianelli,
insegnante di Ponte San Giovanni. "Già il centro è terra di nessuno, dove
tutto costa di più. Il Comune non sa più dove andare a prendere i soldi, ci
mancavano pure i parcheggi a pagamento in questa zona". Seduta accanto c'è
Ilaria Formisano, responsabile di un punto vendita di un negozio ad Elce:
"Io lavoro qui, e dovrò pagare quasi 8 euro al giorno per parcheggiare la
mia auto". Gianluca Liberati sta prendendo un caffé, si avvicina e dice:
"Vivo ad Elce, e ho la macchina. Le strisce blu sono totalmente
ingiustificate, non capisco il perché. Mi sembra che si allinei con una serie
di interventi fatti dal Comune per ridurre sempre più spazi per facilitare
l'utilizzo dei mezzi pubblici". Le commesse ed i commercianti sono molto
preoccupati. Laura Stefan lavora nella pasticceria Lepri a ridosso della
rotatoria di Elce: "Il problema è per i ragazzi che lavorano 8 ore,
prendono 40 euro a giornata e poi si devono pagare anche 8 euro di
parcheggio". Le strisce blu hanno occupato per tutto il giorno i discorsi
dei residenti. Il benzinaio Guglielmo Merin conferma: "Ne stavano parlando
questa mattina davanti alla farmacia. Molti erano favorevoli, parecchi
contrari". Più in là c'è la Coop. Anna Comodi sta aspettando di fronte
all'ingresso. "Se dovrò andare a comprarmi qualcosa sarò costretta a
pagare il parcheggio. E' un problema globale di come si vive a Perugia, dove
paghiamo bollette salate di nettezza urbana e Ici. Ora ci mancavano le strisce
blu". Escono fuori le commesse della Coop, Marinella e Maura: "Sono
molto arrabbiata - dice Marinella - Il problema è per noi che lavoriamo. Ci vogliono
costringere a parcheggiare lontano, a Rimbocchi. Io apro alle 5.40 della
mattina, e non sono tranquilla a girare a piedi da sola a quell'ora. E' una
iniziativa veramente vergognosa". E Maura aggiunge: "Se devo pagare 8
euro al giorno, o chiedo il trasferimento oppure smetto di lavorare e sto a
casa con i figli". Più avanti, lungo via Annibale Vecchi c'è il bar
Colibrì: "Molte persone non sono d'accordo - dice la titolare Marta
Moscatelli - perché impediscono di prendersi un caffé con tranquillità. Ma
molti studenti parcheggiano giorni interi davanti ai negozi togliendo posti
anche ai clienti". Critico il titolare della Tecnocasa Luca Barelli:
"Questa iniziativa allontanerà gente, e farà aumentare la criminalità.
Basta vedere quanto accaduto nel centro storico". Francesca Armogida fa la
commessa nel negozio di abbigliamento Melo e Grano: "Vediamo cosa succede,
proverò a cercare un posto libero per mettere l'auto". Ha firmato contro
l'inserimento delle strisce blu Riccardo, titolare di un negozio di fotografia.
"Qui sono d'accordo solo i residenti, ma per i commercianti sarà molto
nocivo. Ad Elce ci sono già molti problemi, come la scarsa illuminazione e ora
ci mancavano anche i parcheggi a pagamento". La commessa di Acqua &
Sapone Mariella Fioroni aggiunge: "Non mi sembra
un' iniziativa a favore di noi lavoratori se dobbiamo pagare fino a 8 euro al
giorno". Carmen Dolciami è titolare della lavanderia 13 Dal: "Non
sono assolutamente d'accordo perché noi negozianti siamo penalizzati. Ora qui
non verrà più nessuno a far acquisti".
( da "Secolo XIX, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Massimo baldini Il
programma del Partito democratico è stato scritto da Enrico Morando e Nicola
Rossi, i due uomini politici che forse hanno le idee più liberali in tutta la
coalizione di centrosinistra. Rossi, in particolare, aveva dato le dimissioni
dal gruppo parlamentare dei Ds pochi mesi dopo l'insediamento del governo
Prodi, nel 2006, esecutivo che ha poi ripetutamente attaccato sui giornali. Ora
l'alleanza con la sinistra radicale è morta e sepolta, quindi è stato naturale
dare a due "liberal" l'incarico di redigere il programma del nuovo
partito. Ne è uscito un testo che si differenzia da quello di due anni fa non
solo per il numero inferiore di pagine, ma anche per una impostazione
chiaramente riformista. D'altra parte, non siamo neppure di fronte ad un
drastico cedimento alle logiche del mercato. Resta un programma di
centrosinistra, che vede nell'economia capitalistica il luogo naturale per
creare sviluppo e benessere sociale, grazie anche alla presenza di uno Stato
efficiente, che dovrebbe rimediare agli inevitabili fallimenti del mercato
garantendo livelli elevati di efficienza e di equità. Ma su questi principi
generali è difficile trovare dissensi. Visto che il Pd ha deciso di collocarsi
in una posizione quasi centrale nello schieramento politico, è inevitabile una
certa somiglianza con il programma del centrodestra. Quasi tutti i
"pilastri" del programma, infatti, sono condivisibili anche
dall'altro schieramento. Rimangono differenze rispetto al centrodestra? Anche
se Berlusconi non ha ancora presentato il programma, non è difficile immaginare
cosa conterrà: il ritorno alla strada tracciata dai cinque anni del suo
governo, con più libertà di movimento senza i veti, presunti o reali, di
Casini. Meno tasse, più federalismo, più sicurezza. Tutto questo c'è anche nel
programma del Pd, che non contiene quindi novità clamorose negli obiettivi di
fondo da perseguire. Tutti vogliamo una società più efficiente e più giusta e
una burocrazia più amichevole nei confronti delle imprese. Nel delineare gli
obiettivi di fondo del governo, quindi, il programma del Pd non è
particolarmente originale. Dobbiamo verificare se novità significative si
possono trovare non negli obiettivi, ma negli strumenti che si promette di
mettere in campo per raggiungerli. Qui le promesse più impegnative riguardano
la riduzione della spesa primaria (al netto degli interessi passivi) di 2.5
punti di pil nei primi tre anni di governo per coprire l'impegno alla riduzione
delle aliquote Irpef. Non si va però nel dettaglio di cosa tagliare, mentre
qualche esempio concreto avrebbe reso la promessa più credibile. Ci sono
riferimenti, condivisibili ma vaghi, a procedure di valutazione e benchmarking,
niente di preciso. Non c'è, ad esempio, l'impegno alla abolizione delle
Province, solo la semplice trasformazione di alcune di esse in aree
metropolitane, senza effetti reali. Anche sulla riforma
della giustizia, una delle priorità del Paese, c'è l'impegno ad una
razionalizzazione dei tribunali e dei compiti dei giudici, ma perché non
prendere impegni più coraggiosi, come la modifica del sistema di remunerazione
degli avvocati sul modello tedesco, che premia chi risolve il contenzioso prima
di andare in giudizio? Si sottolinea che la riforma della
scuola è una priorità, ma neppure in questo campo si lasciano
intravedere rivoluzioni, quanto piuttosto una attenta ed efficiente
manutenzione dell'esistente. Sul mercato del lavoro si sposa il modello danese
della flexicurity, che nella sostanza si basa su tre punti: grande flessibilità
nel rapporto di lavoro, ammortizzatori molto generosi, servizi alle famiglie.
Si prendono impegni in tutti questi ambiti, anche se non si rinuncia
all'articolo 18, che non è coerente con il modello. Molto positivo è l'impegno
all'aumento dei posti nei nidi, che però non diventano ancora un diritto
esigibile. Scarsa attenzione viene riservata al problema della non
autosufficienza ed infine, stranamente, non si prendono impegni precisi
sull'aumento della spesa in ricerca e sviluppo, che ci vede agli ultimi posti
in Europa. Per le università, si propone giustamente più autonomia e più
specializzazione, ma anche una riduzione del loro numero: quest'ultima è una
missione impossibile. La vera grande differenza rispetto al centrodestra rimane
la difesa del welfare state come fattore di eguaglianza, anche delle
opportunità, e di crescita sociale. E' insomma un programma coerente nella
diagnosi dei problemi e nelle strategie, pieno di tanti piccoli provvedimenti
sicuramente utili. Gli impegni sembrano nel complesso avere copertura finanziaria.
Sono però rare le idee davvero nuove, quelle che potrebbero convincere chi sta
dall'altra parte a cambiare idea. 26/02/2008 le riformeManca l'impegno ad
abolire le Province: solo un generico richiamo a trasformarne alcune in aree
metropolitane 26/02/2008 contraddizionePer il lavoro si sposa il modello
danese, però non si rinuncia all'Articolo 18, che non è coerente con la scelta
fatta 26/02/2008 bruno vespa I sondaggi di questi giorni sono utili per capire
in linea molto generale il posizionamento dell'elettorato, ma assolutamente
prematuri per fare una seria previsione sull'esito elettorale. Al voto manca un
mese e mezzo e dovrebbe essere di lezione per tutti il ricordo del 2006:
Berlusconi rischiò di vincere le elezioni con la battuta pronunciata nell'ultimo
minuto dell'ultimo confronto con Prodi, quando promise l'abolizione
dell'odiatissima Ici. Oggi, come da manuale, l'inseguitore Veltroni è partito
in anticipo con alleanze, programmi, viaggio in
pullman. Un cannoneggiamento preciso e puntuale. Berlusconi sta ancora fermo:
fa qualche scaramuccia di contenimento, ma deve di fatto ancora scendere il
campo. Non a caso il suo programma e le priorità dell'agenda dovranno essere
definiti nel prossimo fine settimana. Soltanto all'inizio di marzo, a nostro avviso,
quando si sarà assestato il puzzle definitivo delle alleanze e dei candidati
premier, si comincerà ad avere un quadro chiaro delle forze
in campo e soltanto dalla metà del mese i sondaggi acquisteranno la credibilità
necessaria. Su un punto, tuttavia, ci permettiamo di insistere fin d'ora: la
credibilità dei programmi e
delle promesse relative. La sterzata riformista del Partito democratico lo ha
portato a fare propri molti temi classici del centrodestra, a cominciare
dalla riduzione delle tasse. Ed è dunque vero che in molti punti i due programmi coincidono. Come si fa a dissentirne, se entrambi
descrivono il migliore dei mondi attualmente possibile colmando insufficienze e
lacune che si trascinano da decenni? Per apprezzarne meglio le differenze sarebbe
perciò utile chiarire quello che non è scritto: dove si prendono i soldi?
Interpellato ieri dalla Stampa, Renato Brunetta, che dopo Tremonti è l'uomo di
Forza Italia che ha maggiore voce in capitolo sull'economia, ha fatto alcune
proposte. Togliendo i vantaggi fiscali a quelle che lui definisce "false
cooperative" potrebbero risparmiarsi fino a due miliardi di euro: ecco
pagata la completa abolizione dell'Ici senza danneggiare i comuni. Ma le
"cooperative bianche" sono d'accordo o il PdL pensa di prescinderne?
Secondo Brunetta, inoltre, dall'abolizione di tutti i contributi a pioggia
all'industria si caverebbero addirittura quei 35-40 miliardi necessari
all'abolizione di un'altra imposta odiatissima come l'Irap. Davvero il Popolo
della Libertàè disposto a far sue queste proposte? Andiamo alla detassazione
delle tredicesime promessa da Berlusconi: fatta d'un colpo costerebbe cinque
miliardi. Una bozza di programma parla di "progressiva detassazione".
In che misura? Dove si troverebbero i soldi? Lo stesso discorso vale per la
defiscalizzazione degli aumenti contrattuali: cento euro al lordo uguali a
cento euro al netto. Varrebbe anche per i dipendenti pubblici? E anche qui:
dove si taglia? Lo stesso discorso naturalmente vale per Veltroni. Lodevole la
proposta di portare a 1000 euro il salario minimo di un lavoratore a tempo
determinato (quindi precario). Ma dove si trovano i nove miliardi e mezzo
all'anno che sarebbero necessari? E i soldi per abbassare tutte le aliquote di
un punto all'anno per tre anni? Ma a Veltroni si può chiedere anche un altro
tipo di impegno: il programma del Pd sostiene il massiccio rilancio delle
grandi infrastrutture, dalla Tav alla costruzione di termovalorizzatori,
rigassificatori e quant'altro. Se andrà al governo, Veltroni potrà prescindere
finalmente dai veti della Sinistra arcobaleno. Ma queste iniziative finora sono
state bloccate anche in sede locale da amministrazioni in cui la Sinistra
arcobaleno è in giunta con il Pd. Veltroni parla giustamente di voler
coinvolgere le popolazioni. Bene: e se le popolazioni e i mille comitati che
spuntano come funghi si opponessero, com'è in larga parte scontato? Un governo
del Pd se la sentirebbe di approvare norme che alla fine prescindano dal loro
parere? Fare programmi di buon senso non è difficile.
Il punto sta nel convincere gli elettori che si tratta di proposte credibili.
Per questo la campagna elettorale - quella vera - ancora non è cominciata.
bruno vespa è giornalista televisivo e su Raiuno conduce la trasmissione Porta
a Porta. 26/02/2008.
( da "Libertà" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Quotidiano partner
di Gruppo Espresso LIBERTA' di martedì 26 febbraio 2008 > In Italia Il
settimanale dei Paolini punta il dito anche sulla candidatura di Veronesi come
capolista della Lombardia Pd-radicali: Famiglia cristiana attacca Veltroni: no
a nuovi steccati tra laici e cattolici. Scintille Bindi-Bonino ROMA -
"Pasticcio veltroniano in salsa pannelliana". Pesante schiaffo di
Famiglia cristiana alla scelta del leader del Pd di imbarcare i radicali nelle
liste del Pd e di candidare lo scienziato Umberto Veronesi come capolista in
Lombardia. Il nuovo affondo cattolico coincide con la prima lite tra due ex
ministre del Governo Prodi, Rosy Bindi ed Emma Bonino e costringe lo stesso
Walter Veltroni a tornare sul tema della laicità dello stato. No a una "nuova
divaricazione tra laici e cattolici" dice da Porto San Giorgio il
candidato leader del Partito democratico. "Ma davvero nel 2008 dobbiamo
tornare a mettere in discussione il fatto che ci sono due verità: la prima è
che le istituzioni sono laiche per loro natura e sono quelle che decidono, la
seconda è ciascuno deve poter portare il suo punto di vista anche religioso
nelle istituzioni?". La puntualizzazione di Veltroni non basta a chiudere
il caso. E la polemica tra Bindi e Bonino rischia già di riproporre dentro le
fila dei democrat, il solito duello italiano tra laici e cattolici. "Se
sono coerenti i radicali non dovrebbero firmare e non dovrebbero candidarsi
rinunciando alle loro idee", dichiara in un'intervista a La Stampa Rosy
Bindi. Che aggiunge: "Ho grande stima per la Bonino e le chiedo di stare
nelle nostre liste come ministro e non come radicale". Immediata la
replica al ministro della Famiglia della "collega" al Commercio
estero. "E' stupefacente che lei dica sì a Bonino in quanto ministro e non
in quanto radicale" dice la Bonino, molto soddisfatta per le affermazioni
contenute nel progranmma del Pd su testamento biologico e pillola Ru486,
affermazioni definite "chiare e definitive". La leader radicale
attribuisce l'intervista della Bindi a un dato di pressione alla quale
evidentemente è sottoposta ma non fa sconti alla pasionaria cattolica: "Se
vuol dire che avrebbe preferito liste collegate al Pd si sarebbe potuta
spendere in questo senso, cosa che non ha fatto". Ma non è solo la Bindi a
mostrare preoccupazione per i nuovi compagni di viaggio del Pd. Se il ministro
dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, vicino a Franco Marini ed esponente di spicco dell'ex area
popolare, interpellato da Radio radicale, avverte che se i radicali
sottroscriveranno il programma, rinunciando a una serie infinita di disegni di
legge, "quello che sembrava un problema diventa per noi
un'opportunità", è la teodem Paola Binetti a chiamare alla rivolta i
cattolici del Pd. Le componenti cattoliche "vigileranno"
perchè i radicali rispettino gli impegni presi e grazie alla "ritrovata
unità e compattezza" impediranno qualsiasi slittamento verso derive
laiciste, avverte la senatrice, pronta a scommettere sull'effetto positivo che
gli intrusi radicali avranno nel compattare i cattolici nel partito. E
chiarimenti sui rapporti con i radicali chiede anche Pierluigi Castagnetti che
invita Veltroni a farsi garante della linea politica. E a nome dei cattolici
del Pd dichiara di parlare anche Famiglia Cristiana. "I cattolici che hanno
scelto di fare politica nel Partito democratico - recita un editoriale non
firmato del settimanale dei Paolini - giudicano severamente la scelte di
Veltroni di imbarcare nelle liste i radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino e
si pongono pure qualche dubbio sulla scelta di candare a Milano il professor
Umberto Veronesi, autore di una sorta di manifesto per la "libera scelta
di morire", cioè l'eutanasia, anche se lui ha detto che si occuperà solo
di migliorare la sanità". E' però sui radicali che si scatena il
settimanale. I radicali hanno una forte "concezione confessionale"
che metteranno all'opera per difendere le battaglie come l'aborto, l'eutanasia,
l'abolizione del Concordato e dell'8 per mille. Maria Berlinguer [.
( da "Libertà" del 26-02-2008)
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Quotidiano partner
di Gruppo Espresso LIBERTA' di martedì 26 febbraio 2008 > Economia La misura
riguarda 2 milioni e 600mila studenti e entrerà in vigore nel 2008/2009 Libri
scolastici per le superiori: ecco le spese massime previste roma - (mv) Non più
di 370 euro per una terza del classico e non oltre 120-140 euro per una quinta
professionale. E ancora: non più di 1.490 euro per tutti i 5 cinque anni di
liceo e non oltre 913 per il ciclo degli istituti professionali. E' quanto
prevedono i tetti di spesa per i libri scolastici delle superiori fissati dal
decreto voluto dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni perchè "studiare non può
diventare un lusso per pochi". Una novità che vede il 40% delle classi già
"fuori budget". La misura riguarda circa 2 milioni e 600mila studenti
e entrerà in vigore nel 2008/2009. Prevede per ogni anno di corso e per ogni
tipologia di scuola la spesa massima complessiva della dotazione libraria.
Ecco quanto costeranno al massimo i testi alle famiglie nei cinque gli anni di
studio. Per un istituto professionale non si potrà superare in media i 913
euro: 945 per l'indirizzo "Agricoltura", 925 per "Commercio e
turismo", 875 per "Servizi sociali", 985 per
"Alberghiero" e 835 per "Artigianato". Per gli istituti
tecnici, si oscillerà dai 1.115 euro dell'"Aeronautico" ai 1.290 del
"Nautico": all'"Agrario" il tetto sarà di 1.220 euro per i
cinque anni a cui aggiungerne altri 90 per il sesto; al "Commerciale"
sarà di 1.200 euro; a "Attività sociali" di 1.160; a
"Industriali" di 1.225; a "Geometri" di 1.235 e a
"Turismo" di 1.270. E mentre per gli "artistici" (licei e
istituti d'arte) la spesa massima sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei
licei classici e scientifici costerà non più di 1.490 euro e al Magistrale
1.250. Alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno dal ministero, se il decreto
fosse già attivo il 40% delle classi sarebbe fuori legge. Dovranno quindi
"abbassare l'importo complessivo della spesa" già nelle prossime
settimane quando sceglieranno i libri per l'anno prossimo. Plauso al decreto
dai consumatori che stimano un risparmio di 200 euro a famiglia nei primi due
anni. Protesta invece l'Associazione italiana editori: "Fioroni
avrebbe dovuto consultarci". E per i presidi "o calano i prezzi o per
i professori sarà difficile fare la scelta dei testi". [.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Attualità "Un
tetto al caro-libri nelle superiori" Non più di 370 euro per una terza del classico e di 140 per una quinta professionale Il
ministro Fioroni: studiare
non è un lusso. Protestano gli editori: non ci ha consultati ROMA. Non più di
370 euro per una terza del classico e non oltre 120-140 euro per una quinta
professionale. E ancora: non più di 1.490 euro per tutti i 5 cinque anni di
liceo e non oltre 913 per il ciclo degli istituti professionali. E'
quanto prevedono i tetti di spesa per i libri scolastici delle superiori
fissati dal decreto voluto dal ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni perchè "studiare non può diventare un lusso per
pochi". Alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno dal ministero, se
il decreto fosse già attivo il 40% delle classi sarebbe fuori legge. Dovranno
quindi "abbassare l'importo complessivo della spesa" già nelle
prossime settimane quando sceglieranno i libri per l'anno prossimo. Plauso al
decreto dai consumatori che stimano un risparmio di 200 euro a famiglia nei
primi due anni. Protesta invece l'Associazione italiana editori: "Fioroni avrebbe dovuto consultarci". E per i presidi
"o calano i prezzi o per i professori sarà difficile fare la scelta dei
testi". Per i genitori che hanno iscritto ora i figli alle scuole
superiori - come si è detto - il risparmio nell'acquisto dei libri di testo
potrebbe arrivare, nei primi due anni di corso, anche a 200 euro. Se, infatti,
per la dotazione libraria del biennio del liceo classico in un istituto
milanese quest'anno si è stati costretti a sborsare circa 724 euro, nel
2008-2009 - con i tetti fissati dal ministero della Pubblica Istruzione - la
spesa totale non potrà sforare i 501 euro. Secondo un'indagine del Movimento
difesa del cittadino sui libri di testo dell'anno scolastico in corso si sono
registrati aumenti che sono andati dal 3 al 10% dell'anno precedente. E se alle
medie il costo medio dei libri è stato di 280 euro per il primo anno, 108 per
il secondo, e 124 per il terzo, alle superiori sono cresciuti variando da città
a città. Adesso gli insegnanti, nello scegliere i libri (il collegio dei docenti
deve decidere entro la seconda decade del mese di maggio i testi per il
prossimo anno scolastico) dovranno rispettare i vincoli imposti da viale
Trastevere, con un margine di sforamento del 10% concesso soltanto nei corsi di
studio in cui sono presenti indirizzi sperimentali e, comunque, in questo caso,
con delibere di adozione dei testi scolastici adeguatamente motivate da parte
del collegio dei docenti e approvate dal consiglio di istituto. Non solo.
Poichè i plafond imposti valgono per tutto il territorio nazionale non
dovrebbero esserci sperequazioni dal punto di vista geografico. E dunque se
mamme e papà con figli allo scientifico nell'anno in corso hanno dovuto tirar
fuori dal portafogli (sempre per i primi due anni) 427,55 euro a Milano, 555,92
euro a Roma e addirittura 684,94 a Palermo, nell'anno scolastico 2008-2009, la
cifra totale spesa dalle famiglie non potrà essere superiore a 515 euro. Anche
negli istituti tecnici si potrà fare qualche economia: contro i 671,58 euro di
Roma, i 608,79 di Palermo e i 383,8 di Milano tirati fuori quest'anno (sempre
per i primi due anni di corso), viale Trastevere indica per l'anno venturo
cifre che oscillano dai 440 euro (istituto tecnico per le attività sociali e
Geometri) ai 510 euro (istituto per il turismo e Nautico). E una mano agli
insegnanti, a cui spetta l'onere di scegliere i libri, arriva dall'Aie.
L'associazione italiana editori, infatti, si è impegnata a consentire a tutti
gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado, l'accesso
gratuito all'elenco dei libri di testo in commercio per ogni singola materia,
con informazioni circa autore, editore, prezzo e altre caratteristiche, dal 5
aprile di ciascun anno.
( da "marketpress.info" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Roma, 26 Febbraio
2008 - Bruno Iadaresta: " Plauso per i tetti di spesa fissati dal
Ministero, ma ora bisogna rispettarli, e per questo facciamo delle proposte
concrete: non è accettabile che ogni anno nuove edizioni e ristampe aggiornate,
spesso non giustificabili da esigenze di contenuti, provochino aumenti
indiscriminati, un peso insostenibile per le famiglie. Per questo chiediamo al
Ministero l'istituzione di un organismo congiunto con i genitori, di
monitoraggio e controllo dei prezzi dei libri di testo". Il
Moige-movimento Italiano genitori- interviene sul decreto
firmato dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, con cui vengono fissati già per
l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai
docenti per ciascun anno di scuola secondaria superiore. " Accogliamo con
favore l'iniziativa del Ministero", ha affermato Bruno Iadaresta,
Responsabile scuola del Moige. "Da anni diciamo che il caro-libri è
inaccettabile per le famiglie, anche perché si tratta di una spesa obbligatoria
e non dilazionabile, che unita al più generale caro-vita grava pesantemente sul
bilancio familiare. Non è accettabile che ogni anno nuove edizioni e ristampe
aggiornate, spesso non giustificabili da esigenze di contenuti, provochino
aumenti indiscriminati. Ecco alcune proposte concrete: chiediamo che le nuove
edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, e che gli aggiornamenti vengano
forniti in allegati leggeri a parte. Inoltre, chiediamo che venga incentivato
lo sviluppo del mercato dell'usato, che può in molti casi rispondere ai bisogni
degli alunni e dei docenti. Chiediamo al Ministero di istituire assieme ai
genitori un organismo di monitoraggio e valutazione sui prezzi dei libri di
testo, pronto ad intervenire in caso di aumenti ingiustificati". .
<<BACK.
( da "marketpress.info" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
SCUOLA E TETTI LIBRI
? MOTTA (AIE): "VALUTEREMO CON CALMA IL DECRETO MA ANCORA UNA VOLTA SIAMO
STUPITI DI QUESTO METODO DI LAVORO" Milano, 26 febbraio 2008 -
"Abbiamo letto i contenuti del decreto e ci riserviamo di procedere a
un'analisi accurata con maggior calma. Ciò che stupisce invece è come la
decisione sia stata "calata dall'alto", senza possibilità di
continuare un confronto da noi avviato e per di più su dati da noi stessi
prodotti". E' chiara la posizione del presidente degli editori
(Associazione Italiana Editori) Federico Motta dopo il decreto firmato dal
ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni,
con cui sono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i
testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola
secondaria superiore. "Il punto ? prosegue Motta ? non sono tanto i
contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra presentino significative
lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico di molte cosiddette
sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo utilizzato: questo decreto
doveva essere la risultanza di un percorso comune, che tenesse conto di tutte
le variabili in gioco. Un percorso, voglio sottolineare, su cui era aperto il
confronto con l'Aie, come sempre disponibile a collaborare fornendo tutti i
dati necessari. Si continua invece ad assistere a decisioni prese sull'onda di
polemiche provocate dalle associazioni dei consumatori. Sono invece editori e
insegnanti, che risultano spesso come i "colpevoli", i veri motori
della scuola e dovrebbero essere i naturali
interlocutori di un Ministero che abbia veramente a cuore
lo sviluppo della cultura e della conoscenza dei ragazzi. Di sicuro le continue
riforme della scuola non
hanno facilitato e non facilitano il lavoro degli insegnanti e degli editori;
se si volesse intervenire in modo significativo si potrebbe seguire la proposta
da noi avanzata di defiscalizzare, per fasce di reddito, l'acquisto dei libri
scolastici". "La diffusione di notizie destituite di ogni
fondamento ? chiarisce Motta - come l'andamento incontrollato dei prezzi dei
libri (che in realtà non ha superato il 2,1%, come attestato da Istat), che
nessuno si è premurato di verificare, o come la costituzione di un presunto
cartello di editori scolastici - non favoriscono certo un clima costruttivo. Ci
terrei anzi a sottolineare che gli editori non hanno certo bisogno di appelli
alla correttezza e al rispetto delle regole, essendosi sempre comportanti con
la più assoluta trasparenza". "Stupisce infine ? conclude il presidente
di Aie - la confusione, anche a livello ministeriale, tra prezzo dei libri e
tetti di spesa, che hanno l'unica funzione di determinare una spesa massima
complessiva per ogni ciclo di studi. Noi siamo pronti a collaborare, come
sempre abbiamo fatto, ma reciprocamente vorremmo un interlocutore con cui
confrontarci in modo sereno e costruttivo". . <<BACK.
( da "marketpress.info" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Roma, 26 febbraio
2008 - Per i libri di testo di una quinta professionale non si potrà spendere
più di 120-140 euro l'anno; 370 euro, invece, sarà la spesa massima di un
alunno che frequenterà la terza classe di un liceo classico. E' quanto prevede
il decreto firmato il 22 febbraio scorso dal ministro della Pubblica
istruzione, Giuseppe Fioroni, con cui vengono fissati per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti
di spesa per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola
secondaria superiore. Dal prossimo anno, quindi, il costo dell'intera dotazione
libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel
decreto. Si tratta di una innovazione che viene incontro ai circa 2
milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori e che
potrà consentire alle loro famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per
l'istruzione dei propri figli. Il decreto prevede per ogni anno di corso e per
ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria
entro la quale i docenti potranno operare le proprie scelte. Con i nuovi
"tetti", alla luce del monitoraggio effettuato quest'anno, il 40 per
cento delle classi delle scuole superiori italiane dovrà abbassare l'importo
complessivo della spesa per i libri. Il Ministero ha anche attivato un sistema
di rilevazione delle adozioni dei libri di testo, in modo tale da poter
tempestivamente controllare gli eventuali sforamenti dei limiti di spesa da parte
delle scuole. Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà tempestivamente
contestato alle scuole inadempienti. . <<BACK.
( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
26-02-2008 08:43
(ASCA) - Roma, 26 feb - Ecco i principali titoli sui giornali di stamani: Il
Sole 24 Ore - Arriva un tetto al costo dei libri Italia Oggi - A Pasqua le
ferie non sbocciano - Fioroni mette a stecchetto i
licei - In classe separati e' meglio - L'equiparazione tra statale e privato
vale solo per gli insegnanti. Ata fuori - Motta: un mossa improvvisata, i libri
sono gia' stampati - Prof di religione, scatta la mobilita' La Repubblica - E
Sanremo si prende in giro tra elezioni e ultra-Baudi - Mostri da Ariston -
Troppe laureate, l'Iran vara le quote azzurre La Repubblica (Roma) - Libri di
testo, ecco i tetri di spesa al liceo 1490 euro, 913 neiprofessionali Per
leggere gli articoli abbonati a www.ascachannel.it.
( da "PrimaDaNoi.it" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
SCUOLA. Per i libri
di testo di una quinta professionale non si potra' spendere piu' di 120-140
euro l'anno; 370 euro, invece, sara' la spesa massima di un alunno che
frequentera' la terza classe di un liceo classico. E' quanto prevede il decreto
firmato dal Ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni
con cui vengono fissati gia' per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa
per i testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria
superiore. Dal prossimo anno, quindi, a differenza di quanto e' avvenuto in
passato, il costo dell'intera dotazione libraria dovra' essere mantenuto entro
i limiti massimi di spesa indicati nel decreto. Si tratta di una innovazione
che viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le
scuole statali superiori e che potra' consentire alle loro famiglie di contenere,
almeno in parte, le spese per l'istruzione dei propri figli. Il decreto prevede
per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo
complessivo della dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare
le proprie scelte. Con i nuovi "tetti", alla luce del monitoraggio
effettuato quest'anno, il 40 per cento delle classi delle scuole superiori
italiane dovra' abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri. Alcuni
esempi di quanto costeranno al massimo i libri alle famiglie sommando i prezzi
di tutti e cinque gli anni di studio: per un istituto professionale la spesa
non potra' superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che costeranno
durante i cinque anni poco piu' di 1.200 euro, si oscillera' dai 1.115 euro
previsti per l'"aeronautico" ai 1.290 di un "nautico". E
mentre per gli "artistici" (licei artistici ed istituti d'arte) la
spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sara' mediamente di 1.000
euro, studiare nei licei classici e scientifici costera' al massimo 1490 euro.
"Non ci convince neanche l'annuncio del Miur sull'adozione di un sistema
di rilevazione in grado di verificare il rispetto della norma, - commenta Ivano
Giacomelli, segretario nazionale Codici-, meccanismo sul quale chiederemo delle
delucidazioni. Quindi consigliamo alle famiglie di prendere nota delle voci di
spesa che interessano il corso di studio dei propri figli e rivendicarne il
rispetto allorché si verificassero degli sforamenti". 26/02/2008 10.32.
( da "Blogosfere" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Feb 0826 Scuola,
soldi e schiene: un tetto per il costo dei libri, a quando il digitale?
Pubblicato da Elisa, Blogosfere staff alle 08:18 in Attualità, Libri, Scuola La
scuola costerà di meno: in una virtuale classifica delle scuole più costose il
tetto massimo è rappresnetato dia licei classici e scientific che richiedono
1490 euro per l'intero ciclo di studi; "solo" 913 euro per gli
istituti professionali. Insomma una spesa che oscilla tra i 280 e i 182 euro
ogni anno. Ne parlano Blogosfere Cronaca e attualità e Pollicino. Intanto qui
su Blogosfere Cultura ci chiediamo se non ci sia un sistema per evitare che i
libri dopo un ciclos colastico finiscabno come nell'immagine qui sopra:
digitalizzazione è la parola chiave, come ipotizzavamo in questo post, ma torniamo
al presente. Dopo le discussioni sul costo dei libri eccoci arrivati ad un
secondo capitolo che riguarda, questa volta, la scuola secondaria e le folli
spese per acquistare i libri di testo. Sembra veramente che studiare stia
diventando nuovamente un lusso per pochi. Per evirare di tornare indiatro anni
luce c'è una soluzione; la fornisce un quanto mai apprezzabile intervento del
ministro Fioroni. Leggiamo che comprare i libri per i
licei classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro per tutto il ciclo di
studi mentre gli studenti degli istituti professionali dovranno sborsare per
completare gli studi circa 913 euro. E' quanto prevede il decreto firmato dal
ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni,
che per la prima volta si occupa del costo dei libri delle scuole superiori con
cui vengono fissati già per l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i
testi scolastici scelti dai docenti per ciascun anno di scuola secondaria
superiore. "Studiare non può diventare un lusso per pochi" e con
l'abbattimento del costo dei libri "non ne risentirà la libertà di
insegnamento" ha commentato il ministro Fioroni.
"Credo anche che la scuola non sia l'unica a doversi fare carico del
problema, e sono certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione
trasparenza" ha aggiunto. Il tetto di spesa varia dai non più di 120-140
euro l'anno per una quinta professionale al massimo di 370 euro per una terza
del liceo classico. D'ora in poi, dunque, i docenti dovranno scegliere i testi
con il "bilancino" per evitare di sforare i tetti massimi imposti dal
ministero che punta a venire incontro alle famiglie, salassate, ogni anno, dal
caro-testi. Continua a leggere Scuola, soldi e schiene: un tetto per il costo
dei libri".
( da "Arena.it, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
ISTRUZIONE. Provvedimento del ministro Fioroni per frenare l'aumento del costo dei testi Tetto alla spesa-libri
I criteri in un decreto Negli istituti tecnici non si potranno superare i 1.200
euro nei 5 anni Per i licei il limite a 1.490 ROMA Studiare non può
essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi scolastici
costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha
deciso di correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le
superiori. Lo aveva annunciato già alla fine dello scorso agosto e ora ha
varato un decreto che mette nero su bianco: per un istituto professionale la
spesa non potrà superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che
costeranno durante i cinque anni poco più di 1.200 euro. Se per gli
"artistici" la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni
sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici
costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi limiti, secondo il ministero il
40% delle classi delle superiori italiane dovrà abbassare l'importo della spesa
per i libri. L'iniziativa del ministero è stata accolta con favore dalle
associazioni di consumatori. Ma - dicono - questo provvedimento non basta.
"Il vero problema è che le scuole poi non rispettano i limiti",
sostiene il Codacons. L'associazione Codici annuncia ricorsi contro le scuole
che sforeranno i plafond fissati: "Il tetto di spesa per i libri è norma
spesso disattesa dai collegi dei docenti, che forse con troppa facilità tendono
a sostituire, di anno in anno, le edizione vecchie con quelle nuove". Plauso
ai "tetti" anche dal Moige che avanza alcuni suggerimenti: che le
nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, che gli aggiornamenti vengano
forniti in allegati leggeri a parte, che venga incentivato lo sviluppo
dell'usato. Se Fioroni si dice "certo che anche
gli editori collaboreranno a questa operazione trasparenza",
l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole il percorso seguito
dal ministro: "Ciò che stupisce è come la decisione sia stata 'calata
dall'alto". .
( da "Arena.it, L'" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Tetto alla
spesa-libri I criteri in un decreto Negli istituti tecnici non si potranno
superare i 1.200 euro nei 5 anni Per i licei il limite a 1.490 ROMA
Studiare non può essere un lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi
scolastici costano troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di correre ai ripari
mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo aveva annunciato
già alla fine dello scorso agosto e ora ha varato un decreto che mette nero su
bianco: per un istituto professionale la spesa non potrà superare in media 913
euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i cinque anni
poco più di 1.200 euro. Se per gli "artistici" la spesa massima
complessiva per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare
nei licei classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi
limiti, secondo il ministero il 40% delle classi delle superiori italiane dovrà
abbassare l'importo della spesa per i libri. L'iniziativa del ministero è stata
accolta con favore dalle associazioni di consumatori. Ma - dicono - questo
provvedimento non basta. "Il vero problema è che le scuole poi non
rispettano i limiti", sostiene il Codacons. L'associazione Codici annuncia
ricorsi contro le scuole che sforeranno i plafond fissati: "Il tetto di
spesa per i libri è norma spesso disattesa dai collegi dei docenti, che forse
con troppa facilità tendono a sostituire, di anno in anno, le edizione vecchie
con quelle nuove". Plauso ai "tetti" anche dal Moige che avanza
alcuni suggerimenti: che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni,
che gli aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte, che venga
incentivato lo sviluppo dell'usato. Se Fioroni si dice
"certo che anche gli editori collaboreranno a questa operazione
trasparenza", l'Associazione italiana editori critica senza mezze parole
il percorso seguito dal ministro: "Ciò che stupisce è come la decisione
sia stata 'calata dall'alto". .
( da "Avvenire" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
CRONACA 26-02-2008
Tetto al caro-libri, editori irritati MILANO. Soddisfatti i genitori,
contrariati gli editori, preoccupati i docenti. L'annuncio del tetto di spesa per
l'acquisto dei libri di testo, fatto dal ministero della Pubblica Istruzione,
ha sollevato reazioni contrastanti. "Non possiamo far diventare lo studio
un lusso per pochi" ha commentato il ministro Giuseppe
Fioroni illustrando il
provvedimento che fissa il limite entro il quale deve essere la spesa
complessiva dei libri per ogni classe di scuola superiore. Un tetto "a
favore delle famiglie" aggiunge il viceministro Bastico, ma che, secondo i
docenti, non sempre potrebbe essere rispettato. E lo stesso presidente
nazionale dell'Associazione presidi (Anp) Giorgio Rembado esprime perplessità.
Decisamente irritati gli editori. "È una decisione calata dall'alto"
lamenta il presidente dell'Associazione italiana editori, Federico Motta,
riservandosi un'analisi più approfondita del provvedimento che prevede non più
di 120-140 euro l'anno per una quinta professionale e al massimo 370 euro per
una terza liceo classico. Complessivamente nei 5 anni di studi il costo
maggiore rimane per chi frequenta il classico (1491 euro) e lo scientifico
(1405), mentre per il magistrale si scende a 1250, in linea con il tecnico
commerciale (1200) e il tecnico per geometri (1235). Spesa complessiva di 985
euro per un alberghiero. Plauso dei genitori del Moige e dell'associazione dei consumatori
Codacons. (E.Le.).
( da "Libertà" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Quotidiano partner
di Gruppo Espresso LIBERTA' di martedì 26 febbraio 2008 > In Italia
Pedofilia, al professore condannato un nuovo lavoro come impiegato AOSTA - Da
oggi M.F., di 45 anni, coniugato, padre di due figli, il professore valdostano
di musica condannato per pedopornografia, non sarà più in classe a spiegare
note e pentagrammi agli alunni delle medie ma si occuperà di collocamento di
chi è disoccupato. Il docente, infatti, ha accettato la proposta della Regione
per un nuovo incarico fuori ruolo di livello C2. Si è chiusa così una vicenda
scatenatasi giovedì scorso dopo che il giudice del lavoro di Aosta, Eugenio
Gramola - lo stesso che da Gup ha condannato a 30 anni Annamaria Franzoni per
l'assassinio del figlio di tre anni - aveva disposto il reintegro a scuola del
docente sul quale pende una condanna di oltre 2 anni di carcere per diffusione,
divulgazione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico scaricato da un
computer della scuola e contro la quale ha annunciato ricorso in appello. Già sospeso
nel 2002 quando era stata avviata l'inchiesta, il docente dopo sei mesi è
tornato al suo posto di lavoro fino al luglio scorso quando venne condannato in
primo grado. In via precauzionale venne nuovamente sospeso fino a che il
giudice non l'ha riammesso in servizio. Andranno comunque in prescrizione entro
la fine del 2008 i reati contestati al professore. I fatti risalgono infatti al
2001 (a scoprirli fu la polizia di Bari) e quindi saranno prescritti nel 2008,
a meno che nei prossimi mesi non ci siano le sentenze di secondo e di terzo
grado. Venerdì, nonostante le offerte della Regione per una nuova collocazione,
è tornato dunque a scuola creando sconcerto e preoccupazione nei genitori e
anche nel corpo insegnante. Per essere rimosso dall'insegnamento, aveva detto
il suo legale, la Regione deve trovargli un posto di livello superiore. Ieri
pomeriggio la svolta alla vicenda nel corso di un incontro con il presidente
della Regione, Luciano Caveri; l'assessore all'Istruzione e Cultura, Laurent
Vierin; i rappresentanti dell'assessorato regionale all'Istruzione e della
Sovrintendenza agli studi della Valle d'Aosta, oltre all' ufficio legale
dell'amministrazione regionale, nel corso del quale il professore ha accettato
il nuovo posto fuori ruolo. Soddisfazione per la
conclusione della polemica è stata espressa dal ministro Fioroni nel corso di un colloquio
telefonico con l'assessore Vierin che con Caveri sottolinea: "Solo in
questa fase, e non certo prima della sentenza del giudice del Lavoro, era
possibile trovare una soluzione diversa, la cui rapidità è stata possibile solo
per i particolari meccanismi della legislazione regionale".
Soddisfazione anche dell'avvocato della difesa Giuseppe Greppi: "E' una
strada - ha detto ai cronisti - che concilia l'interesse pubblico, della
famiglia e della scuola. La persona collocata fuori ruolo pu chiedere in futuro
di rientrare nella sua precedente professione, ma non e del mio assistito
avanzare una richiesta di questo genere". Il professore, invece, non ha
voluto rilasciare alcuna dichiarazione e si ato velocemente da Palazzo
regionale. [.
( da "Blogosfere" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Feb 0826 Fissato
tetto di spesa per i libri delle superiori Pubblicato da Franca Corradini alle
10:51 in Scuola&Società "Per i genitori che hanno iscritto ora i figli
alle scuole superiori il risparmio nell'acquisto dei libri di testo potrebbe
arrivare, nei primi due anni di corso, anche a 200 euro. Se, infatti, per la
dotazione libraria del biennio del liceo classico in un istituto milanese
quest'anno si è stati costretti a sborsare circa 724 euro, nel 2008-2009 - con
i tetti fissati dal ministero della Pubblica Istruzione - la spesa totale non
potrà sforare i 501 euro. Secondo un'indagine del Movimento difesa del
cittadino sui libri di testo dell'anno scolastico in corso si sono registrati
aumenti che sono andati dal 3 al 10% dell'anno precedente. E se alle medie il
costo medio dei libri è stato di 280 euro per il primo anno, 108 per il
secondo, e 124 per il terzo, alle superiori sono cresciuti variando da città a
città." notizia ripresa dall'ansa Il ministro Fioroni sul filo di lana prende un
provvedimento accettabile, ma discutibile al tempo stesso. Ecco il testo della
dichiarazione che, a nostro parere, è alquanto demagogica. " La scuola
italiana farà, come sempre, tutta la sua parte per dimostrare che è possibile
conciliare la qualità dell'insegnamento con costi sostenibili per le famiglie.
Credo anche che la scuola non sia l'unica a doversi fare carico di un problema
così importante e sono certo che anche gli editori collaboreranno a questa
operazione trasparenza, in modo da diradare ogni eventuale dubbio sulla
correttezza del mercato e sull'attenzione alle esigenze di chi ha meno
mezzi.Non credo, infine, che ne potrà risentire la libertà di insegnamento: ne
risentirà, e finalmente in modo positivo, la libertà e il diritto di ricevere un'istruzione
che, è bene ricordarlo, non può diventare un lusso per pochi." Alcune
brevi osservazioni: Il tetto di spesa, almeno per il biennio delle scuole
superiori al pari delle scuole medie inferiori, c'era già !! Era andato nel
dimenticatoio negli ultimi tempi, ma era già stato fissato per legge da anni .
Da quest'anno scolastico il ministero ha assegnato alle scuole, peraltro molte
ancora senza le opportune e previste indicazioni degli Uffici Scolastici
Regionali per l'utilizzo, fondi per l'istituzione di forme di comodato o altro
allo scopo di realizzare forme di aiuto alle famiglie meno abbienti
relativamente all'acquisto dei libri di testo. Questo, con quello appena
indicato, è l'ennesimo provvedimento "CEROTTO su ferita profonda" !
Perchè non fare una seria politica che impedisca il ricambio continuo dei libri
di testo? Spesso un cambio di impaginazione, un'aggiunta di un solo capitolo,
immagini diverse, un restyling grafico dello stesso testo costringe gli
insegnanti ad adottare un nuovo (?) libro ed impedisce ai genitori di fruire
del mercato dell'usato. Forse perchè quella dei editori e dei librai è una
lobby ? E non ci soffermiamo nemmeno a parlare dei contenuti......degli errori
di stampa e degli errorri concettuali.
( da "Avanti!" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
RAPPORTO
TASSE/SERVIZI, CGIA: ITALIA IN CODA Gli ultimi della classe 26/02/2008 Se su
ciascun italiano grava un peso fiscale annuo pari a 6.747 euro, in Germania la
quota pro capite raggiunge i 6.026 euro. Tra i principali Paesi dell'area euro
solo la Francia sta peggio di noi. Ma si tratta di un 'peggio' relativo, perché
i cugini transalpini pagano una media di 7.490 euro di tasse allo Stato, ma
vengono ricompensati da una spesa sociale pro capite che è pari a 9.868 euro.
Sempre in termini di spesa sociale i tedeschi ricevono 8.800 euro pro capite
l'anno, mentre a noi italiani tra spese per la sanità, l'istruzione e la protezione
sociale si raggiungono appena i 7.210 euro: vale a dire circa 2.660 euro in
meno della Francia e 1.590 in meno della Germania. È la Cgia di Mestre a
mettere nero su bianco, con i numeri alla mano, il rapporto tra quanto pagano
di prelievi erariali i cittadini di Italia, Francia e Germania e quanto ritorna
loro in termini di spesa sociale. "La situazione è sconfortante -
sottolinea il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi - perché
dimostra ancora una volta come pur in presenza di un gravame tributario tanto
elevato, in Italia non vengano destinate risorse adeguate per la casa, per
aiutare le famiglie indigenti, i giovani, i disabili e chi vive ai margini
della società". È un quadro caratterizzato da contorni pessimistici quello
che commenta il segretario dell'associazione artigiani mestrina. "È
evidente a tutti che le imposte così elevate nel nostro Paese sono la
conseguenza di una spesa pubblica eccessiva". A chi poi sostiene che
probabilmente le tasse sono alte per colpa degli evasori, la risposta di
Bortolussi è secca: "È innegabile che il problema dei mancati contribuenti
oltre che di quelli infedeli pesi significativamente sulla Penisola. Ma allora
sarebbe anche opportuno studiare una strategia efficace affinché venga fatta
emergere l'economica sommersa e si faccia pagare chi è completamente
sconosciuto al fisco". Questo non è certo un dato da sottovalutare. Da una
delle ultimi indagini dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre affiora, infatti,
che sono 22 mila 500 le imprese resesi completamente invisibili
"stanate" l'anno scorso dagli ispettori del ministero del Lavoro,
dell'Inps e all'Inail per un totale di oltre 55mila lavoratori in nero. Ecco
come le informazioni, i monitoraggi e le analisi degli esperti dell'associazione
artigiani mestrina diventano lo spunto per lanciare un appello: "Non c'è
giustizia ed equità nel continuare a versare alle casse dello Stato più degli
altri avendo in cambio servizi addirittura più scadenti in qualità e
quantità", dice ancora Bortolussi che conclude: "È giunto, ormai da
tempo, il momento di voltare pagina; sarebbe sufficiente tagliare le
intollerabili inefficienze della Pubblica amministrazione per ridurre le
imposte, razionalizzando così la spesa pubblica come avviene in tutte le altre
nazioni europee". CARO LIBRI - Basta con gli aumenti dei libri di testo:
dal prossimo anno scolastico ci sarà un "tetto" anche per licei e
istituti superiori. La decisione, peraltro già annunciata da novembre, è stata
presa dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, con un apposito decreto
completo di tutte le tabelle per ogni indirizzo e per ogni anno delle scuole
superiori (per elementari e medie il "tetto" già esisteva). In parte
la disposizione legislativa nasce dall'allargamento della scuola dell'obbligo
ai primi due anni del liceo, ma anche per rispondere alle crescenti critiche
nei confronti del caro libri scolastici, che hanno portato all'apertura
di una istruttoria dell'Antitrust. Ma Quanto costa ai genitori mandare un
figlio a scuola? Tanto e anche se ormai i primi due anni delle superiori
rientrano nell'obbligo, una famiglia può arrivare a pagare anche più di 700
euro per i testi del ginnasio, con differenze sostanziali che si registrano non
soltanto per il tipo di indirizzo di istruzione scelto.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
LA
SCUOLA Alt al caro-libri nuovi limiti dal ministero Caro-libri, arriva un
decreto del ministro Fioroni per limitare il salasso cui vanno
incontro le famiglie degli studenti salernitani. Il provvedimento riguarda le
scuole superiori e andrà in vigore l'anno venturo. SERVIZIO A PAG. 32.
( da "Mattino, Il (Salerno)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
IL DECRETO Alt al
caro-libri il ministro fissa i nuovi limiti Caro-libri,
arriva un decreto del ministro Fioroni per limitare il salasso cui vanno incontro le famiglie degli
studenti salernitani. Il provvedimento riguarda tutta l'Italia, ma è
particolarmente importante per la Campania, visti gli aumenti dei testi
scolastici nella nostra regione. Napoli, in particolare, secondo
"Altroconsumo", è risultata in vetta per i prezzi troppo alti dei
volumi di testo e per le classi "troppo care" che sarebbero addirittura
il 65%. E, nonostante una circolare del ministero dell'Istruzione che indicava
un tetto di spesa per i libri, la maggior parte delle scuole medie napoletane
lo aveva superato. Sulla vicenda era intervenuto il direttore scolastico
regionale Alberto Bottino "se è così bisognerà intervenire per
ripristinare le regole". E ora dopo le Medie arriva il taglio anche per le
Superiori. Ad emanarlo è stato il governo Prodi che ha stabilito, per la prima
volta "tetti" di spesa per i libri delle Superiori. Il provvedimento
entrerà in vigore nel prossimo anno scolastico e prevede un limite di spesa per
tutte le classi delle Superiori. Agli insegnanti nelle prossime settimane il
compito di far quadrare i conti nell'annuale appuntamento con l'adozione dei
libri di testo. "Si tratta di una innovazione - dice il ministro della
Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni - che viene
incontro ai circa 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole
statali superiori e che potrà consentire alle famiglie di contenere, almeno in
parte, le spese per l'istruzione dei figli". "Il decreto prevede per
ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo della
dotazione libraria entro cui i docenti potranno operare le scelte". Si va
da un massimo di 370 euro per gli studenti del terzo anno del Classico i
120/140 euro per la quinta classe dei Professionali. "Alla luce del
monitoraggio di quest'anno - continua il ministro - il 40 per cento delle
classi delle Superiori dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i
libri". Ecco alcuni esempi. Al primo anno del Classico la spesa per i
libri di testo non dovrà superare i 320 euro e al terzo, 370 euro. Nel resto
delle classi si viaggia su livelli inferiori. Per quasi tutti gli indirizzi
delle Superiori, sono le prime e le terze classi che richiedono i maggiori
sforzi pecuniari. I ragazzi che hanno optato per il liceo scientifico
costeranno meno ai genitori: 305 euro in prima e 310 in terza. In totale, per i
5 anni la spesa prevista è in media di 1.100 euro. Con un massimo per il liceo
classico (1.490 euro) e un minimo per l'Istituto professionale per l'Industria
e l'artigianato: per il quinquennio non dovrebbe superare gli 835 euro.
Ovviamente esclusi i dizionari e gli atlanti geografici, non obbligatori e che
fanno lievitare la spesa. Ma Fioroni avverte. "È
stato attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei libri di testo, per
controllare eventuali sforamenti. Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà
subito contestato alle scuole inadempienti".
( da "Mattino, Il (City)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
La notizia era già trapelata
ad agosto, poco prima dell'inizio del nuovo anno scolastico. Napoli, per la
terza volta consecutiva, è "maglia nera" per quanto riguarda il
"caro libri". Un primato risultato da un'indagine condotta
dall'associazione "Altroconsumo" sul salasso a cui vanno incontro le
famiglie degli studenti delle Medie. Seguita da Milano e Roma, Napoli è
risultata in vetta per i prezzi troppo alti dei volumi di testo e per le classi
"troppo care" che sarebbero addirittura il 65%. E, nonostante una
circolare del ministero dell'Istruzione che indicava un tetto di spesa per i
libri, la maggior parte delle scuole medie napoletane lo aveva superato. Sulla
vicenda era intervenuto il direttore scolastico regionale Alberto Bottino
"se è così bisognerà intervenire per ripristinare le regole". E ora
dopo le Medie arriva il taglio anche per le Superiori. Ad emanarlo è stato il
governo Prodi che ha stabilito, per la prima volta "tetti" di spesa
per i libri delle Superiori. Il provvedimento entrerà in vigore nel prossimo
anno scolastico e prevede un limite di spesa per tutte le classi delle
Superiori. Agli insegnanti a breve il compito di far quadrare i conti
nell'appuntamento con l'adozione dei libri di testo. "Si tratta di una
innovazione - dice il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni - che viene incontro ai circa 2
milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori e che
potrà consentire alle famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per
l'istruzione dei figli". "Il decreto prevede per ogni anno di corso e
per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo della dotazione libraria entro
cui i docenti potranno operare le scelte". Si va da un massimo di
370 euro per gli studenti del terzo anno del Classico i 120/140 euro per la
quinta classe dei Professionali. "Alla luce del monitoraggio di quest'anno
- continua il ministro - il 40 per cento delle classi delle Superiori dovrà
abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri". Ecco alcuni
esempi. Al primo anno del Classico la spesa per i libri di testo non dovrà
superare i 320 euro e al terzo, 370 euro. Nel resto delle classi si viaggia su
livelli inferiori. Per quasi tutti gli indirizzi delle Superiori, sono le prime
e le terze classi che richiedono i maggiori sforzi pecuniari. I ragazzi che
hanno optato per il liceo scientifico costeranno meno ai genitori: 305 euro in
prima e 310 in terza. In totale, per i 5 anni la spesa prevista è in media di
1.100 euro. Con un massimo per il liceo classico (1.490 euro) e un minimo per
l'Istituto professionale per l'Industria e l'artigianato: per il quinquennio
non dovrebbe superare gli 835 euro. Ovviamente esclusi i dizionari e gli
atlanti geografici, non obbligatori e che fanno lievitare la spesa. Ma Fioroni avverte. "È stato attivato un sistema di rilevazione
delle adozioni dei libri di testo, per controllare eventuali sforamenti. Il
mancato rispetto dei tetti di spesa sarà subito contestato alle scuole
inadempienti". a.m.a.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
IL PROVVEDIMENTO
Stop al caro libri fissati nuovi tetti per le superiori SERENA MARTUCCI Stop al
caro libri. Dopo le medie arriva il taglio anche per le superiori. A emanarlo
il governo Prodi che ha stabilito, per la prima volta, "tetti" di spesa
per i libri delle superiori. Il provvedimento entrerà in vigore nel prossimo
anno scolastico e prevede un limite di spesa per tutte le classi. Agli
insegnanti nelle prossime settimane il compito di far quadrare i conti
nell'annuale appuntamento con l'adozione dei libri di testo. "Si tratta di
una innovazione - dice il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni - che viene incontro ai circa 2
milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori e che
potrà consentire alle famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per
l'istruzione dei figli". "Il decreto prevede per ogni anno di corso e
per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo della dotazione libraria entro
cui i docenti potranno operare le scelte". Si va da un massimo di
370 euro per gli studenti del terzo anno del classico ai 120/140 euro per la
quinta classe dei professionali. "Alla luce del monitoraggio di quest'anno
- continua il ministro - il 40 per cento delle classi delle superiori dovrà
abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri". Ecco alcuni
esempi. Al primo anno del classico la spesa per i libri di testo non dovrà
superare i 320 euro e al terzo i 370. Nel resto delle classi si viaggia su
livelli inferiori. Per quasi tutti gli indirizzi delle superiori sono le prime
e le terze classi che richiedono i maggiori sforzi pecuniari. I ragazzi che
hanno optato per il liceo scientifico costeranno meno ai genitori: 305 euro in
prima e 310 in terza. In totale, per i cinque anni la spesa prevista è in media
di 1.100 euro. Con un massimo per il liceo classico (1.490 euro) e un minimo
per l'Istituto professionale per l'industria e l'artigianato: per il
quinquennio non dovrebbe superare gli 835 euro. Ovviamente esclusi i dizionari
e gli atlanti geografici, non obbligatori e che fanno lievitare la spesa. Ma Fioroni avverte. "È stato attivato un sistema di
rilevazione delle adozioni dei libri di testo, per controllare eventuali
sforamenti. Il mancato rispetto dei tetti di spesa sarà subito contestato alle
scuole inadempienti".
( da "Mattino, Il (Avellino)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
IL DECRETO Libri
scolastici tetto di spesa per le Superiori Il governo Prodi dà un taglio alla
spesa per i libri di testo della scuola superiore. È la prima volta in assoluto
che nell'istruzione italiana vengono introdotti tetti di spesa per la dotazione
libraria nella scuola secondaria di secondo grado. Gli unici finora conosciuti
dalle famiglie riguardano la scuola media e l'elementare. Il provvedimento
entrerà in vigore nell'anno scolastico 2008/2009 e prevede un limite di spesa
per tutte le classi della scuola superiore. Una notizia che sarà certamente
accolta con soddisfazione dalle famiglie, e per gli insegnanti nelle prossime
settimane il compito di far quadrare i conti nell'annuale appuntamento con
l'adozione dei libri di testo. "Si tratta di una innovazione - dichiara il
ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni - che viene incontro ai circa 2
milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole statali superiori".
Il decreto prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il
prezzo massimo complessivo della dotazione libraria entro la quale i docenti
potranno operare le proprie scelte. Si va da un massimo di 370 euro per
gli studenti del terzo anno del liceo classico i 120/140 euro per la quinta
classe degli istituti professionali. "Alla luce del monitoraggio
effettuato quest'anno - continua il ministro - il 40 per cento delle classi
delle scuole superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della
spesa per i libri". Ecco alcuni esempi. Al primo anno del liceo classico
la spesa per i libri di testo non dovrà superare i 320 euro e al terzo,
appunto, 370 euro. Nel resto delle classi si viaggia su livelli inferiori. Per
quasi tutti gli indirizzi della scuola superiore, sono le prime e le terze
classi che richiedono i maggiori sforzi per mamme e papà. I ragazzi che hanno
optato per il liceo scientifico costeranno meno ai genitori: 305 euro in prima
e 310 in terza. In totale, per l'intero quinquennio, la spesa prevista si
aggira in media attorno ai 1.100 euro. Con un massimo per il liceo classico
(1.490 euro) e un minimo per l'istituto professionale per l'Industria e
l'artigianato: la cui spesa per l'intero quinquennio non dovrebbe superare gli
835 euro. Ovviamente nei tetti non sono conteggiati i dizionari e gli atlanti geografici,
non obbligatori, che fanno lievitare la spesa. Il mancato rispetto dei tetti di
spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
TOMBOLO Valzer degli
insegnanti di sostegno Il ministro risponde alle proteste di Lago Tombolo(M.C.)
"Ho interessato l'Ufficio scolastico regionale per il Veneto e sarà mia
cura fornire, non appena in grado, notizie utili al riguardo". Questa la
risposta del ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni datata 21 febbraio, alla missiva dell'11 gennaio inviata
dall'assessore comunale all'istruzione Giancarlo Lago.Veniva segnalato un caso
di "mala-istruzione". Ossia il cambio di insegnante di sostegno per
un'alunna diversamente abile frequentante la scuola primaria "Fava",
con conseguenti effetti negativi considerando il particolare rapporto che si
instaura in casi del genere. Lago aveva chiesto l'intervento del
ministro per garantire la continuità didattica soprattutto in queste situazioni
evitando il "valzer" delle nomine ad anno scolastico pienamente
avviato."Mi auguro che il prossimo Governo, in attesa della risposta del
ministro Fioroni - commenta il sindaco Franco Zorzo -
possa risolvere definitivamente questa problematica, oramai cronica e, se
necessario, legiferare in merito, al fine di poter garantire che l'Insegnante
che viene assegnato all'inizio dell'anno scolastico possa concluderlo nella
stessa scuola e classe".
( da "Gazzettino, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Roma "Studiare
non può diventare ... Roma"Studiare non può diventare un lusso per
pochi" e con l'abbattimento del costo dei libri "non ne risentirà la
libertà di insegnamento". Così il ministro della
Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, commenta la scelta di fissare un tetto di spesa per i libri di
testo delle scuole superiori. "La scuola italiana farà, come sempre -
afferma - tutta la sua parte per dimostrare che è possibile conciliare la
qualità dell'insegnamento con costi sostenibili per le famiglie. Credo
anche che la scuola non sia l'unica a doversi fare carico di un problema così
importante e sono certo - prosegue il ministro - che anche gli editori
collaboreranno a questa operazione trasparenza, in modo da diradare ogni
eventuale dubbio sulla correttezza del mercato e sull'attenzione alle esigenze
di chi ha meno mezzi". E secondo Fioroni questa
iniziativa non compromette affatto la libertà di insegnamento.
( da "Gazzettino, Il" del 26-02-2008)
Argomenti: Scuola
Un decreto fissa la
spesa di acquisto per tutto il ciclo dei licei, 913 per i professionali. 200
euro di risparmio RomaComprare i libri per licei classici e scientifici costerà
al massimo 1490 euro per tutto il ciclo di studi mentre gli studenti degli
istituti professionali dovranno sborsare per completare gli studi 913 euro. È
quanto prevede il decreto firmato dal ministero della Pubblica Istruzione, Fioroni, con cui vengono fissati già per
l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai
docenti per ciascun anno di scuola secondaria superiore.Dal prossimo anno a
differenza di quanto è avvenuto in passato, il costo dell'intera dotazione
libraria dovrà essere mantenuto entro i limiti massimi di spesa indicati nel
decreto. Si tratta di una innovazione - spiegano al ministero - che
viene incontro ai 2 milioni e 600 mila ragazzi che frequentano le scuole
statali superiori e che potrà consentire alle loro famiglie di contenere, almeno
in parte, le spese per l'istruzione dei propri figli.Il decreto prevede per
ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola il prezzo massimo complessivo
della dotazione libraria entro la quale i docenti potranno operare le proprie
scelte. Con i nuovi "tetti", alla luce del monitoraggio effettuato
quest'anno, il 40\% delle classi delle scuole superiori italiane dovrà
abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri.Ecco alcuni esempi di
quanto costeranno al massimo i libri alle famiglie sommando i prezzi di tutti e
cinque gli anni di studio: per un istituto professionale la spesa non potrà
superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i
cinque anni poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per
"l'aeronautico" ai 1.290 di un "nautico". E mentre per gli
'artistici' (licei artistici e istituti d'arte) la spesa massima complessiva
per tutti e cinque gli anni sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei
classici e scientifici costerà al massimo 1490 euro. E se per i libri di testo
di una quinta professionale non si potrà spendere più di 120-140 euro l'anno,
370 euro sarà la spesa massima di chi frequenterà la terza liceo classico.Il
ministero ricorda che le famiglie dei ragazzi che percepiscono un reddito
massimo di 15.000 euro possono usufruire della gratuità parziale dei libri
prevista dalla Finanziaria 2007 (art. 1, comma 628) per i primi due anni di
corso. È anche stato attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei
libri, così da poter tempestivamente controllare gli eventuali sforamenti dei
limiti di spesa da parte delle scuole. Il mancato rispetto dei tetti di spesa
sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.Per i genitori che
hanno iscritto ora i figli alle scuole superiori il risparmio nell'acquisto dei
libri potrebbe arrivare, nei primi due anni di corso, anche a 200 euro. Se,
infatti, per la dotazione libraria del biennio del liceo classico in un
istituto milanese quest'anno si è stati costretti a sborsare 724 euro, nel
2008-2009 la spesa totale non potrà sforare i 501 euro.Secondo un'indagine del
Movimento difesa del cittadino sui testi dell'anno scolastico in corso si sono
registrati aumenti che sono andati dal 3 al 10\% dell'anno precedente. E se
alle medie il costo medio dei libri è stato di 280 euro per il primo anno, 108
per il secondo, e 124 per il terzo, alle superiori sono cresciuti variando da
città a città.
( da "Panorama.it" del 26-02-2008)
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Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Sussurri e grida dei cattolici fanno fischiare
le orecchie a Veltroni Posted By Renzo Rosati On 26/2/2008 @ 15:02 In
Apertura#1 | No Comments Tutto poteva immaginare Walter Veltroni, tranne
trovarsi tra i piedi, nel bel mezzo della campagna elettorale, la [1] questione
cattolica. Eppure il titolo di Famiglia Cristiana (settimanale tornato sotto
l'osservanza delle gerarchie ecclesiastiche dopo anni di occhieggiamenti a
sinistra) non lascia dubbi: l'alleanza tra Pd e radicali è "Un pasticcio
veltroniano in salsa pannelliana". Un paradosso per il candidato premier,
che nei sue due mandati di sindaco di Roma, pur guidando una coalizione con
tutta la sinistra, è sempre stato attentissimo a non urtare il Vaticano al
punto di far cadere nel dimenticatoio, tra gli ultimi atti romani, una sorta di
[2] registro amministrativo delle coppie di fatto. E che nel congegnare a
tavolino la stessa architettura del Partito democratico aveva piazzato in
posizioni strategiche esponenti ex Margherita del mondo cattolico, a cominciare
dal suo numero due, Dario Franceschini. La stessa [3] staffetta per il
Campidoglio con Francesco Rutelli, che da anni si è spostato su posizioni
filo-Chiesa, andava in questa direzione. I ponti d'oro indubbiamente riservati
a radicali hanno per ora compromesso questo feeling. È noto che chi si mette in
casa i discepoli di Marco Pannella ne guadagna in principi ma anche in guai.
D'altra parte i radicali sembravano indispensabili a Veltroni per guadagnare
quei voti marginali che, specie nel Lazio e in Piemonte, possono illudere di un
pareggio a Senato. L'arrivo della pattuglia radicale ha coinciso con un [4]
documento dell'Ordine dei medici in difesa della legge 194 sull'aborto, ma
soprattutto con un'intervista decisamente hard di [5] Silvio Viale, ginecologo
radicale e ultra-abortista. Viale, tra le altre cose, ha proposto di
legalizzare l'aborto anche oltre i termini di legge, fino al quinto o sesto
mese, per tutelare le esigenze psichiche della donna. Entrambi, Ordine dei
medici e Viale, hanno poi chiesto l'introduzione per legge della pillola
abortiva Ru486. Un po' troppo per la Chiesa. Soprattutto per la Chiesa attuale,
che dall'Italia alla Spagna ha deciso di difendere anche in politica le proprie
trincee. [6] In particolare in Italia, sia la Cei sia il Vaticano hanno mal
sopportato il ruolo minoritario cui si è condannato Pier Ferdinando Casini. Ed
ora premono perché gli ex Dc diano vita almeno ad polo di centro con Rosa
Bianca e Udeur. Tuttavia sanno benissimo che anche se questo conglomerato si
organizzasse avrebbe poche chance di influire sui futuri equilibri
parlamentari, e perfino di raggiungere il quorum per eleggere dei senatori. Un
ruolo di pura testimonianza non basta alla Chiesa. Dunque le attenzioni delle
istituzioni cattoliche sono concentrate su Pdl e Pd. Dal primo non possono
attendersi nessuna sorpresa negativa: Silvio Berlusconi ha detto che la 194 non
sarà materia di campagna elettorale, il che coincide con la frontiera attuale
della Chiesa. I timori vengono tutti dal Pd. Radicali, medici abortisti,
perfino una candidatura di prestigio come quella di Umberto Veronesi, con le
sue aperture alla fecondazione assistita e all'eugenetica, hanno fatto scattare
l'allarme. La risposta veltroniana è per ora improntata al buon senso ("Le
istituzioni sono laiche ma ognuno, anche i cattolici, ha diritto di far sentire
la propria opinione") ma nulla più: la Chiesa vuol sapere quanto il Pd è
disposto a spingersi non tanto sui diritti civili ma, appunto, su terreni
impervi come l'eugenetica e l'aborto. E questo il [7] "programma
snello" ma inevitabilmente vago di Veltroni non lo dice. La pattuglia
ultracattolica nel Pd, capitanata da [8] Paola Binetti, Giorgio Tonini e Luigi
Bobba, lancia l'allarme. Se vogliamo, un già visto con il governo Prodi, ai
tempi della legge sui Dico. Ma ora ai teodem si uniscono ex Dc come Rosy Bindi,
[9] Pierluigi Castegnetti, Beppe Fioroni o Enzo Carra, cioè esponenti organici della sinistra
antiberlusconiana. Pezzi da novanta con molti consensi sul territorio. I loro
attacchi ai radicali suonano come critiche a Veltroni: e la gioiosa macchina da
guerra di Walter rischia di incepparsi di fronte a questa inopinata riedizione
della guerra tra guelfi e ghibellini. Qualcosa che Veltroni, che aveva
organizzato tutto, non aveva previsto.
( da "Asca" del 26-02-2008)
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(ASCA) - Roma, 26
feb - ''Le graduatorie permanenti andranno ad esaurimento per il 50% dei posti
disponibili e vacanti, come gia' previsto dal decreto 227 della riforma Moratti
mentre l'emergenza del nuovo reclutamento impone alla classe politica di
ripensare nuove modalita' di formazione iniziale e di reclutamento per il
restante 50%''. Lo ha detto Valentina Aprea, deputata e responsabile scuola di
Forza Italia ''Tutte le ipotesi che vengono presentate e discusse -ha
continuato- su questa materia, come quelli della formazione iniziale di tipo
universitario, del praticantato nelle scuole, dell'albo regionale dei docenti
abilitati e del concorso d'istituto per il reclutamento hanno a che fare con
nuove modalita' che riguarderanno i giovani laureati che sceglieranno di
insegnare. Dunque i coordinamenti dei precari non abbiano nulla da temere
rispetto alle assunzioni gia' programmate e per quelle future che hanno a che
fare con il 50 % dei posti bloccati dai diritti acquisti. E' stato il ministro Fioroni che, al contrario, ha previsto l'azzeramento delle
graduatorie poi trasformate in graduatorie ad esaurimento''. ''Noi conosciamo
bene la scuola -ha concluso Aprea- e le nostre proposte saranno sempre
responsabili e compatibili con le situazioni pregresse anche quando, come nel
caso dei precari, parlano di confusione amministrativa e di aspettative tradite
nei confronti degli aventi diritto''. res-rg/lus/ss (Asca).
( da "AprileOnline.info" del 26-02-2008)
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Andrea Scarchilli ,
26 febbraio 2008, 18:46 Politica Fallita la tanto agognata convergenza con il
Pd, le forze riunite sotto l'insegna della Rosa europea affrontano da sole una
campagna elettorale difficile. Ma senza drammi: anche se non si dovesse
riuscire a eleggere rappresentanti in Parlamento, il partito continuerà a
operare nelle assemblee locali e avrà modo di contarsi A pochi mesi dall'avvio
- era il 14 luglio del 2007 quando nacque la Costituente - del processo di
riunificazione dei socialisti italiani è passata, come si dice, parecchia acqua
sotto i ponti. Ha preso quota il progetto di un altro partito, quello
democratico. Le Camere sono state sciolte, il leader del Pd, per le imminenti
elezioni, ha scelto di scompaginare il quadro politico italiano presentandosi
alla disfida con il centrodestra - che ha lasciato fuori dalla porta, nel
frattempo, l'Udc - nella solitudine sostanziale, dove per "sostanziale"
si deve leggere l'alleanza con l'Italia dei valori di Antonio Di Pietro che,
comunque, ha promesso di confluire presto nel Pd veltroniano. Altre convergenze
sono state rifiutate: con la Sinistra arcobaleno innanzitutto, poi i radicali
hanno dovuto piegarsi alla mera accoglienza di nove loro esponenti nelle liste
democratiche. Stessa "offerta" si è fatta ai socialisti alle
frenetiche prese con un partito in costruzione, con un ribasso dei posti messi
sul piatto: cinque per rinunciare al simbolo, prendere o lasciare. Il gran
rifiuto è stato ufficializzato dal leader Enrico Boselli alla manifestazione
romana del Jolly Hotel. Un discorso programmatico, con tanto di elenco delle
priorità socialiste per il governo del paese: Riforma della scuola
pubblica, investimenti nella ricerca, minori tasse sulle imprese abolendo
contestualmente "la miriade di inventivi statali", liberalizzazioni,
contrasto all'evasione, riforma della sanità,
tassazione delle rendite finanziarie ai livelli europei, reddito minimo
assicurato a chi ha lavori flessibili, riconoscimento delle unioni di fatto,
politica estera basata su Europa e Onu. Ma pure un discorso in piccante salsa
anti - Pd, con Boselli che non risparmiato al segretario Walter Veltroni dure
espressioni come "non ci svendiamo" e ha bollato il metodo seguito
dall'ex sindaco di Roma per selezionare i suoi candidati chiamando in causa
addirittura L'Isola dei famosi. Boselli l'ha messa parecchio sull'orgoglio, ha
rivendicato di guidare il gruppo dirigente del primo partito della storia italiana,
ha annunciato una manifestazione per mercoledì a Genova, nella stessa sala dove
nel 1892 il socialismo italiano iniziò la sua lunga, travagliata esistenza. La
manifestazione, si apprende, è stata rinviata per "problemi
organizzativi" - si riunisce il Senato e parecchi parlamentari socialisti
non avrebbero potuto presenziare - alla settimana successiva, stessa sorte è
toccata alla conferenza programmatica inizialmente fissata per questo weekend,
a Roma. Come che sia, il Partito socialista affronta le sue prime elezioni in
una situazione di forte incompiutezza. Organizzativa. Il quindici febbraio
scorso si sono chiusi i tesseramenti, e dal partito hanno fatto sapere di aver
raggiunto le 74mila adesioni. Un risultato di tutto rispetto, tenuto conto della
velocità con cui si è dovuti far correre il progetto. Ma, di fatto, un partito
nel senso tradizionale del termine ancora non esiste visto che manca il passo
finale del congresso fondativo, che si sarebbe dovuto tenere in queste
settimane, è slittato a data da destinarsi, comunque a dopo le elezioni. Le
strutture sul territorio sono quelle dello Sdi di Enrico Boselli e qualcosa
portato in dote dal Psi di Gianni De Michelis e Mauro Del Bue. Le altre
componenti sono più che altro "di prestigio". C'è quella che fa capo
quella guidata da Bobo Craxi e Saverio Zavattieri e la quarta, che lasciò nel
settembre scorso Sinistra democratica in polemica con quella che ritennero la
scarsa coerenza del gruppo dirigente con le linee guida stabilite
dall'assemblea del cinque maggio, in primis l'ancoraggio al socialismo europeo.
Tra gli altri, ci sono Gavino Angius, Valdo Spini, Franco Grillini. A livello
territoriale, si contano 700 sezioni, trentuno consiglieri regionali di cui
nove sono assessori, 106 consiglieri provinciali e 778 nei comuni superiori ai
quindicimila abitanti. I gruppi delle quattro componenti sono in gran parte
unificati. Tenuto conto della struttura già esistente, i dirigenti del Psi non
vedono come una catastrofe la necessità di correre da soli ed, eventualmente,
non raggiungere il quattro per cento di quorum necessario per avere
rappresentanti alla Camera dei deputati. Dice ad "Aprileonline"
Franco Grillini: "Può essere un'occasione di rafforzamento, che
deriverebbe da una buona performance anche sotto il quorum e all'entrata in
lizza, per la prima volta, del simbolo". Il Partito socialista, insomma,
ha la chance di misurarsi e, alla tornata successiva trattare le alleanze da
una posizione di maggiore forza, con un logo (la rosa europea) già entrato
nell'immaginario e una percentuale di cui gli alleati naturali - nonostante i
toni aspri, si continua a far riferimento al Pd - dovrebbero tener conto. Anche
senza rappresentanti in Parlamento, si lavorerebbe, senza frenesie e attraverso
manifestazioni mirate, al profilo del partito. La politica, poi, si
continuerebbe a fare sul territorio, nelle giunte e nelle assemblee locali. Sul
modello di quanto, a dispetto delle linee nazionali, è avvenuto in Toscana. Fa
sapere il portavoce regionale del Ps, Pieraldo Ciucchi: "In tre località
importanti della Toscana, quali Pisa, Massa e Viareggio, il Partito socialista
e il Partito democratico andranno uniti in campagna
elettorale per il rinnovo dei governi locali, con programmi riformisti avanzati nell'interesse delle popolazioni,
all'insegna della continuità della collaborazione fra i due partiti e del
rinnovamento della politica". Aggiungendo: "Ciò che è avvenuto qui
può costituire un rinnovato patto di solidarietà fra i due partiti della
sinistra riformista". Sbaglia, insomma, chi pensa di mettere
knockout i socialisti con una porta in faccia.
( da "Provincia di Como, La" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
"Studiare non è
un lusso", tetto al costo dei libri Il ministro Fioroni vara il decreto per mettere un
freno ai prezzi dei testi che sono utilizzati nelle scuole superiori Protestano
gli editori: "Lacune e metodo sbagliato". Dubbi dei presidi, il
Codacons: le scuole non rispettano i limiti ROMA Studiare non può essere un
lusso per pochi. E rischia di diventarlo se i testi scolastici costano
troppo. Per questo il ministro Fioroni ha deciso di
correre ai ripari mettendo un tetto alla spesa dei libri per le superiori. Lo
aveva annunciato già alla fine dello scorso agosto e ora ha varato un decreto
che mette nero su bianco: per un istituto professionale la spesa non potrà
superare in media 913 euro; per gli istituti tecnici, che costeranno durante i
cinque anni poco più di 1.200 euro, si oscillerà dai 1.115 euro previsti per l'
"Aeronautico" ai 1.290 di un "Nautico"; e mentre per gli
"artistici" la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni
sarà mediamente di 1.000 euro, studiare nei licei classici e scientifici
costerà al massimo 1490 euro. Con questi nuovi limiti, alla luce di un monitoraggio
effettuato quest'anno, secondo il ministero, il 40% delle classi delle
superiori italiane dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i
libri. L'iniziativa di viale Trastevere è stata accolta con favore dalle
associazioni di consumatori che più volte hanno fatto sentire la propria voce
contro il caro-libri. Ma - dicono - questo provvedimento non basta. le scuole
non rispettano i limiti" "Il vero problema è che le scuole poi non
rispettano i limiti" sostiene il Codacons che chiede al ministro di
stabilire precise sanzioni da applicare nel caso di sforamento dei tetti.
Invita anche le case editrici a stampare in copertina anche il peso del libro,
in modo da incentivare le industrie a ridurlo e gli insegnanti a valutarlo come
criterio di scelta. L'associazione Codici, sulla stessa scia, annuncia ricorsi
contro le scuole che sforeranno i plafond fissati "Il tetto di spesa per i
libri, infatti - spiega - è norma spesso disattesa dai collegi dei docenti, che
forse con troppa facilità tendono a sostituire, di anno in anno, le edizione
vecchie con quelle nuove, (che, magari, cambiano solo per la numerazione delle
pagine)". Plauso ai "tetti" anche dal Moige che avanza alcuni
suggerimenti: che le nuove edizioni vengano proposte solo ogni 5 anni, che gli
aggiornamenti vengano forniti in allegati leggeri a parte, che venga
incentivato lo sviluppo dell'usato. Dalla Cisl scuola arriva invece la
richiesta di fare "una seria fotografia sul reddito delle famiglie per non
avvantaggiare anche chi, come gioiellieri e liberi professionisti, dichiara
meno di un impiegato o di un operaio". il no delle case editrici E se Fioroni si dice "certo che anche gli editori
collaboreranno a questa operazione trasparenza", l'Associazione italiana
editori critica senza mezze parole il percorso seguito dal ministro. "Ciò
che stupisce - afferma l'Aie - è come la decisione sia stata "calata dall'alto".
Il punto non sono tanto i contenuti, che a una prima sommaria lettura ci sembra
presentino significative lacune quali il liceo linguistico e il peso specifico
di molte cosiddette sperimentazioni. Ciò che ci sconcerta è il metodo
utilizzato: questo decreto doveva essere la risultanza di un percorso comune,
che tenesse conto di tutte le variabili in gioco". E così - conclude - non
è stato. Ma se la resistenza degli editori era prevista, un po' a sorpresa
arrivano le perplessità dei capi d'istituto. Perplessità legate alle difficoltà
che potrebbero incontrare i professori. "O gli editori ora calano i prezzi
dei libri scolastici o per i professori, quest'anno, sarà difficile fare la
scelta dei testi" sostiene il vice presidente dell'Associazione nazionale
presidi, Mario Rusconi. I tetti "difficili" "I tetti fissati dal
ministero, infatti- segnala Rusconi- mi sembrano un po' bassi. Ad esempio per
la prima classe dello scientifico si parla di 305 euro quando, in media, se ne
spendono fino a 450. La dotazione libraria, infatti, comprende anche strumenti
indispensabili come i vocabolari che, di fatto, fanno parte del paniere. Penso,
per esempio, al liceo classico dove i vocabolari di latino e greco sono
indispensabili". Per Rusconi la notizia del decreto è comunque
"positiva, soprattutto per le famiglie. Ma ora bisognerà vedere se questi
testi sono applicabili con gli attuali prezzi dei libri fissati dagli editori.
Probabilmente se i costi restano quelli dovremo scegliere meno libri".
Secondo il ministero, una volta che il decreto sarà operativo, il 40% delle
classi delle scuole superiori italiane sarà fuori legge.
( da "EUROPA.it" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
FEDERICO
ORLANDO Ha ricordato Giuseppe Fioroni che Umberto
Veronesi è stato ministro della sanità nel governo Amato e non ha introdotto
l'eutanasia né fatto altre opere del demonio. E ha osservato che nove radicali
eletti in parlamento su trecento previsti per il Pd non cambieranno la natura
del partito.
Vedremo domani alla riunione di diversi gruppi cattolici del Pd se questa
natura sarà riconosciuta nel partito plurale, delle reciproche tolleranze e
della convivenza, implicito nei giudizi di Fioroni e
Carra e comprovato dalla tradizione popolare e democristiana; oppure se qualche
gruppetto, anch'esso di estrema minoranza, metti qualche teodem, pensa a un
partito monoculturale dove all'intolleranza seguirebbe la non convivenza. Alla
senatrice Binetti mi permetterei di ricordare che anche lei è entrata come
minoranza in un partito pluralista già consolidato, la Margherita; e che quel
partito (salva l'adesione finale di Rutelli all'astensionismo di Ruini nel
referendum sulla legge 40), dichiarò liberi i suoi iscritti ed elettori di
votare secondo coscienza. Alcuni di loro furono per l'abrogazione della 40,
altri per l'astensione. Questo giornale ospitò tutte le opinioni e ne alimentò
il confronto, dando prova di un partito pluriculturale, prima che nascesse il
Pd. Che la voce di sessanta parlamentari popolari dell'ex Margherita,
favorevoli all'autonomia della politica, si sia resa ultimamente fioca, è per l'avvenire
del Pd un problema molto più vero che non l'angoscia (ma di chi?) di ritrovarsi
compagno di viaggio lo scienziato benefattore Veronesi, che fu
"testimonial" pro referendum così come la Binetti fu
"testimonial" anti-referendum. A me queste "angosce"
ricordano quelle di sessant'anni fa, quando nella Dc, nel Pli (e nel sud
perfino nel Pci) c'erano i monarchici e i repubblicani, che per qualche tempo
si lacerarono le vesti, ma dopo il referendum ripresero a lottare insieme nei
propri partiti, per i nuovi problemi. Come quelli sulle lobby e sullo sviluppo,
che Mario Monti rimproverava al dibattito politico di trascurare. Spero che
uomini e storie impegnati a fondare realtà nuove si conoscano meglio. Fossi la
senatrice Binetti, mi toglierei la curiosità di chiedere al suo collega (in
uscita dal senato) Valerio Zanone chi era Vittorio Badini Confalonieri,
torinese anche lui: apprenderà che era il presidente del partito liberale,
succeduto al maledictus (definizione già usata per Spinoza) Benedetto Croce, ed
era un ultracattolico subalpino, padre di undici figli. Undici. Vede,
senatrice, com'è varia e sorprendente l'Italia? Più indietro negli anni, la
senatrice potrebbe sorprendersi scoprendo che l'anticristo di cui trattasi,
detto anche filosofo della libertà, nel suo discorso inaugurale dell'assemblea
costituente invocò il Veni creator Spiritus: così come due anni dopo fecero a
Santa Maria sopra Minerva i cinquecento eletti dc del 18 aprile, a messa
conclusa, prima di raggiungere camera e senato. Perché lo spirito religioso ?
ha dovuto ricordarlo in questi giorni Marco Pannella, un liberale che "sa
di bucato", come scriveva Montanelli ? non è privilegio di una bandiera;
ma, mitologie a parte, alberga anche nel più laico degli spiriti laboriosi. Sappiamo
che, ciononostante, gli "storici steccati" sono duri a cadere perfino
in uomini di eccezionale intelligenza e moralità, quale era il cattolico veneto
Guido Gonnella, proprio quello degli Acta Diurna dell'Osservatore romano contro
il fascismo: eppure, all'indomani della liberazione di Roma, si oppose alla
nomina del filosofo della libertà a presidente della ricostituita Accademia dei
Lincei (vedi ultimi saggi del gesuita padre Sale). Vecchissime storie, certo:
ma, siccome sono alle origini della nostra attuale democrazia e coloro che oggi
realizzano il Pd ne sono figli e nipoti, ogni tanto meminisse iuvabit. In
Italia, dove la repubblica democratica ha vinto contro le opposte pretese di
una "repubblica socialista" alla Togliatti" e di una "repubblica
cristiana" alla padre Lombardi, il risultato fu possibile perché gli
elettori e i dirigenti cattolici e non cattolici della Dc furono più forti dei
clericali. L'Italia diventò moderna, laica, sviluppata, pluriculturale,
occidentale in senso pieno, anche se il revanscismo non ha mai smesso di
sognare la "riconquista": come si vide nell'ostracismo alla cultura
del Mondo (appena ricordata da Europa) e al partito radicale che osava
riproporre conquiste come il divorzio: che da ottant'anni aspettavano nei
disegni di legge in parlamento. Fino ad oggi, la "riconquista" è
stata impedita grazie anche a quella parte dei cattolici, fortunatamente
maggioritaria, che non ha mai confuso tra messaggi evangelici, dogmi della
gerarchia, conflitti culturali ed esperienze storiche. La chiave del successo
politico dei cattolici nella repubblica sta nel non essere mai diventati il
partito del papa. Faremmo bene a ricordarcelo rileggendo i discorsi di De
Gasperi del decennio della sua leadership, 1944-54. Dell'"integralismo
cattolico" (così lo chiamava, a pagina 259 dei Discorsi politici, ed.
Cinque Lune 1956), diceva: "Sfugge forse anche a taluno di noi che, come
politici, veniamo non solo da una dottrina, ma anche da un'esperienza storica:
complessa e non sempre logicamente rettilinea. La concezione cristiana della
politica conosce de Maistre, de Bonnald, Veuillot, ma veneriamo anche
Lecordaire, Montalembert, de Tocqueville che scoprì il duplice senso della
Rivoluzione francese (giacobino ed evangelico), come del resto lo illustrò da
noi Manzoni e come lo sentirono i neoguelfi del risorgimento, quando, insieme
ai liberali, prepararono le nuove costituzioni". Parole che, fossi
Veltroni, scolpirei nel salone d'ingresso del loft. Se tutti le leggessero,
svanirebbero un po' le "angosce" per la candidatura di Veronesi e per
l'accordo con Pannella: perché quello che oggi si tenta di fare tra fede e
scienza, liberalismo e socialismo, cattolici e laici, religiosi credenti e
religiosi non credenti è soltanto la continuazione (in piccolo) di grandi cose realizzate
in due secoli di incontri e scontri tra queste realtà progressive.
( da "EUROPA.it" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
FEDERICO ORLANDO
RISPONDE Cara Europa, il ministro Fioroni ha emanato una disposizione che prevede, dall'inizio del
prossimo anno, tetti di spesa per i libri anche nelle scuole superiori. Finora
il tetto, non so quanto rispettato, riguardava solamente le medie. Leggo anche
riserve dei soliti critici sull'iniziativa del ministro, sul presunto ritardo
della medesima, eccetera. Non sarebbe meglio, visto che il problema
riguarda tutti, discuterne costruttivamente, impegnando anche i partiti in
campagna elettorale? MARGHERITA DI PAOLA, BARI Cara signora, per fortuna
l'iniziativa di Fioroni non c'entra niente con la
campagna elettorale: è infatti un decreto (questo ministro ha capito fin
dall'inizio che per riformare alcune o parecchie cose nella scuola occorresse
procedere per atti amministrativi, senza impantanarsi nella palude stigia dei
disegni di legge in parlamento). L'ex sottosegretaria berlusconiana Aprea, che
a Trastevere c'è stata cinque anni, dice che il decreto arriva tardi, perché i
listini si faranno a maggio; e che il problema andava affrontato con editori e
autori, "confronto che noi avevamo intrapreso "; e che,
evidentemente, ha cavato un ragno dal buco. C'è chi, come il forzista Brunetta
(della corrente socialista Bava Beccaris), parlando dei privilegi e delle lobby
denunciate da Monti, propone di cominciare subito a togliere i vantaggi fiscali
alle cooperative (rosse, s'intende). C'è chi, come i Genitori democratici (che
credevamo estinti) vorrebbe "una nuova cultura del libro di testo" e
altre genericità consimili. Bla bla o magari tutto vero. Ma allora, perché non
affrontare la questione davanti al tribunale dell'opinione pubblica: per
esempio, dibattendo in prima serata uno o più aspetti del problema, una volta
ad Annozero, un'altra a Ballarò, un'altra a Porta a Porta, eccetera? Perché,
invece di ascoltare solo comizi in cui si dice "dobbiamo fare",
"dobbiamo volere", "dobbiamo decidere", non confrontiamo
ministri, insegnanti, editori, genitori, studenti, librai, che spieghino ciò
che "hanno fatto" o perché "non hanno potuto farlo"; e
perché i ragazzi sono sepolti da cumuli di libri; e perché una volta i fratelli
si trasmettevano i testi di anno in anno? Oppure potrebbero spiegare perché
succedono casi come questo, in una scuola secondaria: dopo quattro mesi
dall'inizio delle lezioni, l'insegnante invita gli alunni ad approfondire certe
tematiche (interessanti) acquistando ciascun alunno quattro libroni
(interessantissimi), non previsti all'inizio dell'anno e quindi fuori bilancio
per le famiglie. Certo, l'autonomia didattica è sacra, certo ciò che si spende
per l'apprendimento è un investimento sul futuro. Ma non si potrebbero
organizzare gruppi di studio sulle tematiche da approfondire, con una sola copia
collettiva da usare insieme? Non credo che ne sarebbe lesa "la libertà
d'insegnamento", che il rappresentante dei presidi Rembaudo mette al primo
posto. Lui stesso non esclude l'incremento delle librerie scolastiche, il
comodato d'uso, il noleggio dei libri, tecnologie che riducano i costi degli
editori. Se è vero che la spesa media a famiglia per il biennio obbligatorio
delle superiori è di 700-750 euro, non è arrivata l'ora di costringere la Rai
ad occuparsene, tra un quiz e un sollecito a pagare il canone?.
( da "Stampa, La" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
SCUOLA. I PRESIDI DOPO IL PROVVEDIMENTO DI FIORONI Personaggio Lavora al
tornio ma scrive anche poesie Rebus sul "tetto" al caro-libri La
prima donna "meccanico" all'Ipsia Fermi SILVANA MOSSANO ALESSANDRIA
[FIRMA]SILVANA MOSSANO ALESSANDRIA Un tetto di spesa massima per i libri di
testo non è cosa nuova, già c'era. Solo che il decreto firmato ora dal
ministro Fioroni è vincolante. Non solo una
raccomandazione a non sforare, ma un divieto. Quel che non è ancora chiaro è
che cosa succeda a chi non si atterrà alle cifre indicate nel provvedimento. Il
decreto è fresco fresco, quindi i dirigenti e gli insegnanti ne stanno
prendendo visione, ma, in provincia, grosso modo non desta particolare
scalpore. La risposta pressoché unanime negli istituti campione interpellati è
questa: "Già adesso siamo in linea con le indicazioni del ministro".
Spiega Pietro Dallera, preside del Liceo Peano di Tortona: "Siamo sempre
molo attenti, gli insegnanti scelgono edizioni di buona qualità, ma con un
occhio ai prezzi di copertina. Anche per il liceo classico che è forse
l'indirizzo su cui il ministro ha posto maggiormente l'accento: in quarta
ginnasio non si dovrà superare il tetto di 320 euro, noi riteniamo di stare al
di sotto". Altrettanto all'istituto tecnico Ciampini di Novi, corsi da perito
e liceo biologico. "È un po' prematuro affrontare la questione dei libri
di testo, lo si farà più avanti (la decisione entro metà maggio, ndr), ma da
una prima occhiata riteniamo di non superare il tetto del decreto. Bisognerà
certo vedere quali sono stati gli aumenti praticati dalle case editrici".
All'istituto tecnico Volta di Alessandria, dove si comincia già ora a proporre,
nei consigli di classe (e quindi anche alla presenza di genitori
rappresentanti), qualche indicazione sulle future scelte, il preside Roberto
Cresta dice che "bisognerà vedere concretamente quanto saranno realistici
i tetti indicati dal ministro, anche se non ci si potrà sottrarre
dall'osservarli, fatta eccezione per lo sforamento fino al 10% previsto solo
per corsi sperimentali e, in ogni caso, motivato". Ai licei Balbo di
Casale "vengono distribuite in questo periodo le schede in cui gli
insegnanti indicano la conferma dei testi già adottati o un'eventuale proposta
di cambiamento. Cambiamenti - dice la vicepreside Rosa Limardi - che possono
essere più frequenti per certe materie, mentre per altre, come letteratura,
filosofia, greco e latino, possono avvenire anche ogni dieci anni". Ciò
consente agli studneti di acquistare libri usati. C'è la questione dei
dizionari che, soprattutto nei primi anni di corso, hanno una forte incidenza:
la spesa è inclusa nel tetto ministeriale o no? Sulla questione i dirigenti non
hanno ancora un'indicazione precisa, ci sono interpretazioni. Poi ci sono i
"testi consigliati". "Cancellata da tempo nel nostro istituto la
pratica secondo cui un libro era consigliato, ma nella pratica bisognava
prenderlo" spiega il preside del Volta. "I testi indicati per
l'acquisto sono quelli che si usano e basta". Analogamente si esprime la
vicepreside del Balbo: "Se un insegnante parla positivamente di un libro,
magari di lettura o di approfondimento, e uno studente, particolarmente
interessato a una certa materia, decide di prenderlo, è un conto. Ma nessun
testo consigliato va preso per forza, sarebbe una scorrettezza". Marilena
Cataldo prima donna al "Fermi" impegnata al tornio: è, cioè, la prima
studentessa che, a giugno, conseguirà la qualifica nel corso di Meccanica. Un
lavoro maschile? "Macché - risponde -, è ideale anche per le donne. Anzi,
è un titolo di studio che consente di trovare più facilmente lavoro".
Proprio con questo obbiettivo Marilena Cataldo si è iscritta al Fermi tre anni
fa, per avere più opportunità di rendere stabile la sua occupazione attuale.
Infatti, un lavoro ce l'ha già, ma precario, da otto anni, rinnovato di volta
in volta, ma sempre con il fiato sospeso. È tecnico informatico di laboratorio
al Vinci, e lo è stata anche al Volta e al Nervi. È nata a Bari 35 anni fa,
dove ha conseguito il diploma di perito corrispondente in lingue e ha frequentato,
poi, un corso di informatica. "Sognavo di fare l'interprete - racconta -,
invece diventai tecnico in uno studio legale". Ma, quando si sposò e salì
al Nord, non trovò un'occupazione analoga. E così, grazie a quella
specializzazione informatica, ha ottenuto supplenze come tecnico di laboratorio
in diverse scuole. "Nella speranza di avere un posto di ruolo - spiega -
ho deciso di conseguire una nuova specializzazione". Meccanica, appunto.
Si è iscritta al Fermi con il meccanismo delle 150 ore e, a giugno, sarà la
prima donna ad Alessandria a ottenere quel titolo di studio, unica tra i
compagni di classe diciassettenni che la considerano una di loro. Come loro in
camice verde, al tornio, nelle ore di pratica. Marilena Cataldo è convinta che
una donna esperta in meccanica possa avere buone possibilità di occupazione e,
inoltre, non perda nulla della sua personalità. Tanto più se continua a
coltivare l'interesse per la cultura ("scrivo poesie e mi è sempre
piaciuto dipingere") e la curiosità di imparare cose nuove. Anche fuori
dagli schemi classici. Scrive versi, dà pennellate di colore, sa usare il
tornio e il computer. "Fondamentale è avere sempre voglia di imparare, di
studiare. Questo dico anche a mio figlio". Che, pure, frequenta solo la scuola
materna. Alle ragazze indecise sul loro futuro richiama il proprio esempio:
"Le scuole professionali offrono buone prospettive. Non mi ha intimorito
il corso di Meccanica e lo consiglio, ma al Fermi ci sono anche specialità di
altro tipo come quella della moda che la preside Luisa Rapetti ha introdotto di
recente". Ma si riesce a fare tutto: tecnico e studente, moglie e madre?
"Oh sì, basta tenere lunga la giornata, dalle sei del mattino alle undici
di sera".
( da "Cittadino, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Febbre sulle liste:
Veltroni candida il prefetto Serra ROMA Walter Veltroni candida il prefetto
Achille Serra con un attestato di "grande stima e grande lealtà". Ma,
mentre il prefetto accetta e ringrazia, cresce nel Pd la febbre per le candidature
tra riunioni-fiume degli sherpa a livello nazionale e i segretari regionali che
temono di tornare da Roma con una rosa di nomi un po' troppo sfoltita. "In
questo momento riusciremmo a fare 8 liste di mille persone", ironizza il
dirigente del Pd Ermete Realacci per descrivere la situazione di
"overbooking" che oggi, con la riunione con i segretari regionali,
comincerà a semplificarsi.Sono una quarantina dei circa 300 seggi dati per
certi i nomi che Veltroni avrebbe prenotato per portare avanti la sua strategia
di rinnovamento delle liste e del Parlamento con esperienze e volti della
società. Personalità che il leader del Pd contatta direttamente e cerca di
convincere e solo alle ultime battute comunica ai coordinatori del tavolo delle
candidature Dario Franceschini e Goffredo Bettini. E così, dopo Colaninno, De
Sena e Veronesi, il segretario del Pd ha annunciato ieri la discesa in campo
del prefetto Achille Serra, uomo di stato di cui Veltroni apprezza l'impegno
sin dagli anni dell'esperienza in Campidoglio. Una linea che il candidato
premier del Pd seguirà ancora ma non, assicurano i suoi, "per crearsi una
sua squadretta correntizia ma per aprire alle professioni, alle risorse
italiane e ai giovani". Volti nuovi ma anche culture diverse: Veltroni, a
quanto si apprende, non avrebbe perso le speranze di convincere il fondatore
della Comunità di S. Egidio Andrea Riccardi per dimostrare di essere "il
garante" anche dei cattolici del Pd. Un altro nome di rilievo, che
potrebbe rasserenare l'anima cattolica, è il filosofo milanese Mario Ceruti;
mentre Rosy Bindi porta avanti la raccolta di firme per la candidatura di
Giovanni Bachelet. Motivazioni certo comprese da tutti, salvo che poi un posto,
magari da capolista, preso vuol dire un posto in meno per politici navigati o nomi
provenienti dal territorio. E così, come accade in ogni campagna elettorale,
gli annunci di nomi "paracadutati" dal centro in periferia starebbe
provocando malumori tra i segretari regionali che si chiedono, ad esempio,
perché un viterbese come il ministro Giuseppe Fioroni debba essere candidato come
capolista in Sicilia (e il motivo sarebbe che il posto di capolista al Senato
nel Lazio è già prenotato per il presidente del Senato Franco Marini). Oggi
Franceschini e Bettini cercheranno la quadra per bilanciare le esigenze del
territorio mentre per le candidature nazionali è in seduta semipermanente il
cosidetto "tavolo degli otto", rappresentato da un esponente
per ogni area del Pd: dalemiani, fassiniani, popolari, rutelliani bindiani,
lettiani oltre ai due coordinatori. Alla fine è stata lasciata la pratica più
dolorosa, ovvero la decisione sulle deroghe ai limiti di mandato. Al momento si
sono lasciate libere 32 caselle, toccherà a Veltroni decidere a chi assegnare
la decina effettivamente disponibile, al netto delle deroghe d'ufficio per
ministri e cariche istituzionali. Così come sembrerebbe che debba essere il
segretario a dirimere la matassa intricata della Campania.Cristina Ferrulli.
( da "Trentino" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
VORREI RAGIONARCI
SU, SENZA FARSI SUBITO PRENDERE DALLA PROSOPOPEA SULLA "SERIOSITà"
... vorrei ragionarci su, senza farsi subito prendere dalla prosopopea sulla
"seriosità" degli studenti trentini. La prima cosa che mi viene da
pensare è che non sono gli alunni adolescenti quelli a cui bisogna chiedere
come la scuola debba funzionare, ma è alla
lungimiranza degli adulti che spetta di capire e programmare la scuola nuova che serve ai propri figli. Con, o senza, gli
applausi. Se sogniamo una scuola che sappia essere
luogo di formazione di identità curiose e coraggiose, luogo di strumenti
culturali capaci di fare sorgere e moltiplicare interessi, passioni, percorsi
ulteriori di ricerca e di approfondimenti, e poi ci ritroviamo di fronte a
studenti che ci dicono "poche chiacchiere, la realtà è quella che è,
metteteci in fila, classificateci, selezionateci", beh, è segno che un
forte scetticismo esiste sul poter vivere l'esperienza della scuola
come crescita della propria personalità e fiduciosa acquisizione di valide
competenze. Quando l'attenzione degli studenti si sposta dall'orizzonte dei
contenuti e dei percorsi alla decimologia delle valutazioni, non possiamo
rallegrarci e tanto più scambiare l'espressione di queste istanze con una
convinta e consapevole adesione alle finalità che la scuola
dovrebbe interpretare. Battersi per essere selezionati: a questo abbiamo
costretto la fantasia dei nostri figli! Ciò che dovrebbe essere scontato, anzi,
essere semplice presupposto di qualsiasi impegno, la meritocrazia, diventa
invece meta agognata... o, forse, peggio. Essi hanno inaspettatamente afferrato
questa bandiera che da un po' di tempo in qua stiamo sventolando in tutte le
salse, ma questo te la dice lunga sulla percezione che i giovani hanno di come
vadano le cose nel mondo degli adulti. Essi evidentemente respirano nell'aria,
in famiglia e in questa società, il timore di non essere riconosciuti nelle
proprie qualità a fronte della continua sollecitazione a vedere premiata la
furbizia più dell'impegno intelligente, l'apparenza dell'immagine più della sostanza,
la ricerca continua della possibilità di usufruire di favori prebende e
privilegi, la diplomazia delle relazioni, dei padrinaggi, delle conoscenze
profittevoli. Ed è così che avviene che più che guardare davanti a te, in quale
direzione muovere fiducioso i tuoi passi, quali le tue propensioni e quali mete
possibili, ti concentri sulla difensiva, quasi che la vita sia come
l'attraversamento di una strada pericolosa, fitta di lestofanti, di pirati, di
chi ti vuol travolgere. Il peggio che dicevo, poi, è il sospetto che i giovani
già respirino nell'aria la competitività che abbiamo voluto elevare a gran
valore, il mors tua vita mea come criterio economico di sopravvivenza, la
concorrenza ed il successo personale da intendere come sconfitta dei competitors,
non più i cari compagni, indimenticabili, dei banchi di scuola.
Se fosse così, l'abbiamo combinata grossa! Non è assolutamente vero che la scuola debba selezionare, a questo ci pensa già la vita. La scuola deve fornire innanzitutto la fiducia di base di potere
entrare nel mondo, con gli strumenti che le sono propri, insegnanti libri
compiti, per capirlo meglio, il mondo, per interpretarlo, ed anche criticarlo e
poi cambiarlo. La scuola deve sapere offrire questo
fascino assieme alle asprezze della fatica dell'apprendimento e del sapere,
contro l'idolo diffuso della facilità. Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con
la selezione di chi è appena ai nastri di partenza della vita. La scuola, con le sue materie, ti deve dare un metodo, deve
saperti correggere nelle idee immature, farti scoprire volontà e piacere di
metterti a cavallo delle tue potenzialità migliori. Cosa centra con ciò la
selezione? Se parliamo di meritocrazia la prima vera riforma della scuola consiste, semmai,
nella rigorosa selezione delle capacità e attitudini dei professori, di come
interpretano la loro missione educativa, della loro competenza disciplinare e
didattica. Non certo al fine di rendere tutti gli alunni uguali, ma per offrire
a tutti l'attrezzatura personale per fare fronte alle sfide future della vita
adulta. La scuola non è maestra di vita, ma
deve essere maestra alla vita. La severità può essere solo misura dell'impegno
degli insegnanti, non certo un comodo strumento, in questo pari al lassismo,
teso a coprire le carenze di chi è in cattedra. Questo è il compito della scuola. Della scuola che ha a che
fare con i minorenni, intendo. Perché le bocciature, cacciamocelo bene in
testa, sono innanzitutto una bocciatura della scuola
stessa. Giuseppe Raspadori.
( da "Giornale di Brescia" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Edizione: 27/02/2008
testata: Giornale di Brescia sezione:SCIENZA E TECNICA INGEGNERIA Le
applicazioni industriali hanno bisogno di studi in grado di prevedere i
rapporti di causa ed effetto La matematica che migliora il gusto del caffé
Prevedere le deformazioni e il comportamento di un materiale determina il
successo di un prodotto Mentre risuona ancora l'eco estiva dell'allarme Fioroni sul drammatico rapporto tra gli studenti italiani e la
matematica, mentre i giornali scrivono di improbabili legami con il nostro
Paese del premio Nobel per la medicina Capecchi, il delicato rapporto tra
matematica e realtà si sta trasformando grazie ad una nuova, seria e fattiva
interazione tra il mondo dell'università, quello della ricerca e quello
dell'industria. Si va cioè affermando una nuova figura professionale, quella
del "matematico industriale". Un matematico al servizio dell'impresa,
un ricercatore provvisto di una solida preparazione di base, disposto a
progettare con una matematica non standard, capace di adattarsi alle esigenze
del committente e soprattutto aperto al dialogo con chi fatica a vedere
l'utilità della matematica. Grazie al suo lavoro, un'azienda realizza lo studio
della fattibilità, dell'ottimizzazione e della risoluzione dei processi
industriali basandosi su modelli matematici in grado di cogliere ed
identificare le proprietà salienti del problema affrontato, trascurando ciò che
può essere considerato accessorio rispetto al fenomeno che si vuole descrivere.
Realizzare un modello matematico di un certo problema tecnico significa evitare
esperimenti e test che molto spesso risultano pericolosi, difficili da
realizzare o semplicemente troppo costosi. Prendiamo per esempio il caso della
Snamprogetti di Milano che brevettò, tempo addietro, un additivo che aggiunto
alla polvere di carbone macinata permetteva di ottenere una sospensione di
carbone in acqua a concentrazioni dell'ordine del 70 per cento in peso. La
miscela di carbone non doveva sedimentare durante lo stoccaggio, e non doveva
neanche modificarsi quando veniva spinta nelle condotte. La Snam aveva
intenzione di realizzare in Siberia un carbonodotto di 250 chilometri, in cui
l'additivo veniva bruciato direttamente in caldaia come un olio combustibile.
Le prove in laboratorio avevano dimostrato che la miscela, spinta nel condotto,
aumentava la sua resistenza provocando la sedimentazione del carbone sulle
pareti, con conseguente rischio di ostruzione delle condotte stesse. Se il tubo
si fosse otturato permanentemente sarebbe stato necessario smontarlo e
ripulirlo o addirittura, nella peggiore delle ipotesi, sostituirlo. La Snam si
rivolse allora a un team di chimici e matematici che cercarono di capire come
evitare il fenomeno senza aumentare la percentuale di acqua o la quantità di
additivo. Una volta analizzati i dati, i chimici stabilirono che la
"miscela si comportava come un fluido non newtoniano con memoria, ovvero
la sua viscosità dipendeva dall'energia dissipata durante il moto". Il
modello numerico costruito, si basava su un sistema di equazioni differenziali
alle derivate parziali, prevedeva una "distanza di sicurezza" al
disotto della quale il pericolo di ostruzione non si verificava. Un secondo
esempio riguarda la Illycaffè di Trieste. Il suo presidente si rivolse alla
Simai (Società Italiana di Matematica Applicata e Industriale) per costruire un
modello matematico che ottimizzasse la temperatura dell'acqua, la pressione e
la granulometria della polvere di caffè nel filtro delle macchine per la
preparazione del caffè espresso, in modo da ottenere la migliore tazza di caffè
possibile. I chimici e i matematici che si dedicarono alle fasi sperimentali
del progetto scoprirono che l'acqua, infiltrandosi nella cialda di caffè,
deformava il letto poroso di caffè e aveva effetti sulle proprietà del liquido
in termini di densità e viscosità. Dopo aver deciso una serie di
approssimazioni necessarie a ridurre la complessità del problema i matematici
arrivano a trovare che il modello era descritto da un sistema di equazioni alle
derivate parziali. I due casi appena descritti spiegano il perché in certi
Paesi come gli Stati Uniti e la Germania il "matematico industriale"
è sempre più ricercato e ben pagato. In Inghilterra è nata da poco la figura
del technological translator, il cui compito è fare da interfaccia tra gli
scienziati che fanno ricerca per l'industria e l'industria stessa. E in Italia?
In Italia ci stiamo attrezzando. Esistono da qualche anno corsi di laurea in
matematica applicata presso alcuni dipartimenti di matematica e al Politecnico
di Milano è attivo dal 2002 il corso di laurea in ingegneria matematica che ha
come obiettivo quello di formare degli ingegneri capaci di rivelare gli schemi
e le strutture logiche sottostanti ogni fenomeno attraverso le metodologie
offerte dai veri settori della matematica applicata. Paolo Gregorelli.
( da "Nazione, La (Pistoia)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Petibile fonte di
redditi extra per l'universitario, il precario, il prof di ruolo o quello in
pensione. La ripetizione per il recupero di lacune e carenze formative non
risente di congiunture negative e crisi economiche. In questo mercato -
completamente sommerso - i prezzi non scendono quasi mai sotto i 10 euro
all'ora e talvolta arrivano a sfiorare anche i 50. E le richieste non mancano
mai. DOMANDA ED OFFERTA s'incontrano con estrema facilità: tramite annunci
pubblicati su giornali specializzati nel settore e siti Internet, attraverso
volantini affissi sulle bacheche di copisterie, cartolerie e addirittura in
quelle delle scuole, per mezzo del passaparola fra conoscenti. Ma quanto costa
esattamente un'ora di ripetizioni? Abbiamo cercato di rispondere proprio
utilizzando questi canali, telefonando a qualche inserzionista, fingendoci
fratelli maggiori di un vagabondissimo studente che di passare i pomeriggi
seduto alla scrivania, non ne vuol proprio sapere. ABBIAMO "scoperto"
che i prezzi dipendono da diversi fattori. Un'ora di lezione impartita da un
laureando può ad esempio costare anche un terzo della tariffa praticata da'un
professore di ruolo, mentre la visita a domicilio dell'insegnante può far
lievitare il prezzo anche del 50%. Una madrelingua inglese o francese può
chiedere 25 euro l'ora, mentre generalmente una studentessa in lingue non
arriva a domandarne più di dieci. MOLTO DIPENDE poi dalla materia: una lezione
di chimica costa più d'una di matematica (che a giudicare dal numero degli
annunci, continua a rimanere la vera bestia nera degli studenti), a sua volta
più cara di lettere o storia. Eccetto il greco, per cui ci sono state domandate
anche 35 euro, in generale le ripetizioni per le materie scientifiche sembrano
quindi avere i costi più alti. QUALI CHE SIANO i prezzi, sembra che il mercato
della lezione privata sia stato recentemente rinverdito dalla decisione del
ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni d'istituire
qualcosa di simile al vecchio esame di riparazione settembrino: la 'prova di
verifica del debito formativo'. "GIÀ ADESSO ? spiega Andrea Lippi,
insegnante di fisica dell'Istituto agrario De Franceschi ? alcune famiglie
decidono di non far seguire ai ragazzi le ore di recupero organizzate dalle
scuole, optando invece per le lezioni private. E' possibile che con il nuovo
sistema di verifica, molti sceglieranno quindi di utilizzare entrambi i
canali". "SEBBENE io non creda che si riesca a far recuperare le
insufficienze semplicemente costringendo un ragazzo a star seduto più tempo sui
banchi ? aggiunge Lippi ? nutro dei dubbi anche sull'efficacia delle
ripetizioni. Specie per i ragazzi più giovani, è assai improbabile che un
insegnante possa infatti riuscire a far recuperare in un'ora le mancanze di
giorni interi di lezione in classe". Simone Trinci - -->.
( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Di testo perchè ogni
anno il salasso per le famiglie è sempre più forte. E in una società dove
aumenta tutto, dal cappuccino, alle spese per l'energia, alla benzina, al pane
e al latte, è opportuna la presenza di un calmiere che regole le spese
scolastiche. E questo ragionamento conforta soprattutto il portafoglio delle
famiglie che in quanto a tasse e balzelli sembrano selvaggina sotto tiro. Le
autorità scolastiche dovrebbero però porsi anche il problema, non secondario,
del peso degli zainetti che gli studenti sono costretti a portarsi dietro ogni
giorno. Mio nipote frequenta la seconda media e sono rimasto stupito quando ho
preso in mano lo zaino. Pesa ad occhio e croce almeno quindici chili, come lo
zaino tattico dei ranger in addestramento: un peso enorme che non ha alcun
senso. Molti ragazzini sono costretti a dotarsi di un trolley per evitare di
portare la borsa con tutto quel malloppo sulle spalle. Mi pare una cosa
assolutamente esagerata a cui bisogna porre rimedio. P.F., Modena - -->.
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
"CLASSI
APERTE" ALL'OBERDAN Un esperimento molto utile per l'aspetto formativo ma
anche per socializzare Cambiamo la scuola seguendo il modello delle High school
Usa Si sono svolte recentemente al liceo scientifico Oberdan le "Classi
aperte": le classi normali sono state smembrate, ed è stato chiesto ad
ogni studente di scegliere un corso per ognuna delle tre fasce orarie (della
durata di un'ora e mezza), divisi tra corsi di approfondimento e corsi di
recupero (obbligatori per chi aveva conseguito un'insufficienza nel primo
quadrimestre, ma organizzati solo per matematica, disegno e latino): il sistema
ricorda molto quello delle "High school" americane, una sorta di
"geometria variabile" delle classi. La settimana è stata molto utile
dal punto di vista formativo, ma a mio parere anche da quello della
socializzazione. I corsi spaziavano dal "Design e grafica
pubblicitaria" al "Corso di base di bridge", da "Nemico è/e
straniero" a "L'interpretazione dei sogni", fino a
"Villaggio globale", corso tenuto dallo stesso preside, Franco
Codega, sul tema della globalizzazione e della pace. La settimana trascorsa ad
approfondire temi diversi, ma anche a svolgere corsi di recupero, mi ha fatto
riflettere sulla scuola italiana, investita prima dalla Riforma Moratti nel
governo Berlusconi, poi più recentemente da quella Fioroni sui debiti formativi durante il
governo Prodi. Innanzitutto a mio parere è impossibile che la scuola venga
riformata ad ogni cambiamento di governo: bisognerà prima o poi garantire una
certa stabilità alla scuola italiana che già senza i continui
"scossoni" dovuti agli avvicendamenti di governi è di suo instabile e
precaria. Inoltre secondo me tra i tanti esempi del cosiddetto modello
Usa che i mass media ci propinano spesso viene dimenticato il sistema
scolastico americano: esso permetterebbe agli studenti di scegliere i corsi da
seguire, al di là di materie obbligatorie che in Italia dovrebbero essere
matematica, italiano, lingua straniera e storia. Con questo sistema si
otterrebbe una maggiore predisposizione allo studio da parte degli studenti,
che sarebbero motivati a seguire corsi scelti da loro stessi e non calati
dall'alto attraverso Piani f ormativi scritti dal Consiglio Docenti, e di
conseguenza migliorerebbe sensibilmente la preparazione. A questo punto anche
la Riforma Fioroni - quella, per chi non ricordasse,
che in pratica permette di bocciare uno studente anche con un solo debito, se
non recuperato - sarebbe legittimata dal fatto che gli studenti scelgono le
materie da seguire e sono diretti responsabili delle loro carenze poiché il
percorso scolastico non è scelto da altri per loro. Gli studenti che
uscirebbero da questa nuova scuola sarebbero certamente più preparati ad
affrontare la vita, essendo già stati abituati ad assumersi responsabilità
importanti, e sicuramente questo contribuirebbe alla creazione di una nuova
classe dirigente, ma anche di figure professionali migliori. Riccardo Laterza
(Liceo scientifico G.Oberdan - Trieste).
( da "Secolo XIX, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
PROFONDO ROSSO Se il
dirigente di un istituto azzarda anticipi di cassa può essere sanzionato dai
revisori, se paga in ritardo i supplenti rischia i ricorsi 27/02/2008 LA SCUOLA
genovese è in rosso. Il disavanzo si può quantificare, nel suo complesso, in
oltre tre milioni di euro. E un "buco" di bilancio altrettanto
profondo affligge il resto delle istituzioni scolastiche della Liguria. Come
dire che la scuola genovese e ligure va dritta alla bancarotta se non verrà
ripianato questo pesantissimo debito pregresso. Il che peraltro non significa
che le scuole debbano rifarsi in tutti i modi sulle famiglie. Cui in realtà
andrebbero richiesti, tuttalpiù, i soldi per l'assicurazione e per i libri in
comodato. Tuttavia, la situazione è grave: e se ad oggi le scuole genovesi
sembra che abbiano chiamato supplenti pagando regolarmente, lo stesso già non
avviene in altre regioni dove i sindacati sono da settimane coinvolti in
controversie riguardo stipendi che vengono pagati con molto ritardo.
"Perché - come spiega Giovanni La Marca, grande esperienza di preside,
oggi responsabile dell'ufficio Autonomia della Direzione Regionale - se il
dirigente scolastico rischia con degli anticipi di cassa può essere sanzionato
dai revisori dei conti, l'alternativa è chiamare i supplenti e poi dilazionare
il pagamento. E allora rischia i ricorsi". La Marca spiega che un tempo i
finanziamenti ministeriali dell'autonomia erano corrisposti alle scuole dalla
Direzione Regionale, secondo criteri che la stessa Direzione decideva di volta
in volta, ovviamente su coefficienti nazionali. Poi la Finanziaria del 2007 ha
segnato un radicale cambiamento. Stabilendo nuovi criteri con il decreto
ministeriale numero 21 del 2007 che la Marca, sulla base di sue simulazioni dai
preoccupanti risultati, contestò in sede ministeriale. E i risultati sono i
seguenti: il 20% in meno di finanziamento riguardo il funzionamento delle
scuole, quanto alle supplenze il 50% in meno dell'effettivo fabbisogno. Il ministro Fioroni ha ripianato i debiti riguardo gli esami di Stato, ma come si è
detto la Liguria, che da anni ha denunciato la sua condizione debitoria, è in
rosso di sei milioni di euro. Per non parlare dell'incidenza della Tia, la
tassa sulla spazzatura, che per le scuole - tutte, indistintamente, rappresenta
senza alcun dubbio un'ulteriore mazzata. D.B. 27/02/2008.
( da "Secolo XIX, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
IL CASO Liceo chiese
200 euro di "contributo" a centinaia di privatisti.
Il Provveditorato: restituiteli LA PRESIDENZA del liceo sperimentale Gobetti di
Sampierdarena, sostenuta da una delibera del consiglio d'istituto, ha chiesto
il versamento di 100 euro ad ogni privatista per affrontare l'esame di idoneità
alla maturità. Questo avveniva a giugno. Ora la relazione di un ispettore della
Direzione Regionale ha stabilito che questa richiesta non era legittima. Il
denaro deve essere restituito alla famiglia che ha fatto obiezione, e in teoria
tutti i genitori dei privatisti che in questi ultimi
anni hanno fatto considerevoli (e immotivati) versamenti avrebbero diritto allo
stesso risarcimento. Cose che capitano a causa della fame di denaro di scuole
che si ritrovano con le tasche sempre più vuote. Ne sanno qualcosa la Direzione
regionale dell'Istruzione e il Provveditorato che, a quel che riferisce Sara
Pagano, sono tempestati da proteste di genitori vessati, a volte, da richieste
di contributi volontari "che tanto volontari non sono - fa notare il
provveditore Pagano - perché in realtà se non sono strumenti ricattatori, certo
sono molto condizionanti. Della serie: se non versi il contributo non hai
diritto a quel certificato o a quel documento. Quindi è quel che si dice un
"volontario-mascherato"". Il Provveditore, apertamente, fa le
pulci ai dirigenti troppo pretenziosi, e aggiunge che, nonostante le critiche e
le contestazioni partite dagli uffici di via Assarotti, questi stessi
"fanno orecchie da mercante". ORA, PERÒ, davanti alla relazione
dell'ispettore Pittaluga il liceo sperimentale Gobetti è costretto a fare
marcia indietro tanto per cominciare con la famiglia che ha chiesto
l'ispezione. La storia. Una ragazza si presenta lo scorso
giugno al liceo sperimentale di via La Spinola di San Pietro a Sampierdarena:
proviene da una scuola privata e vuole affrontare la maturità per dirigente di comunità. Al
Gobetti deve sostenere l'esame per l'ammissione appunto alla maturità, esame
che le riconosce anche l'idoneità alle varie classi. Già c'è irritazione nei
genitori per il versamento dei 100 euro. Ne chiedono conto alla scuola, la quale pare abbia risposto: "Vi è andata
ancora bene: lo scorso anno ne abbiamo dovuti chiedere 200". La
motivazione: cancelleria e consulenze. Quando la studentessa privatista, che
abita a Borgoratti, non viene ammessa alla maturità, i genitori radunano tutte
le ragioni di dissenso, versamento compreso, e chiedono una ispezione. Di
questi giorni i risultati. Intanto, secondo le deduzioni finali dell'ispettore,
la ragazza ha diritto a rifare l'esame di ammissione e l'istituto Gobetti l'ha
convocata in quattro e quattr'otto in queste ore, lasciandole cinque giorni di
tempo per la preparazione. E poi il versamento di 100 euro, peraltro avallato
dal consiglio di istituto, va restituito. Perché? Perché il contributo ha senso
ed è legittimato se c'è l'utilizzo di laboratori da parte degli esaminandi. Secondo la dicitura dell'ordinanza ministeriale
26 del 2007 articolo 22. Non è il caso dell'istituto Gobetti che non ha
adeguati spazi per lavori di cucina o di cucito e comunque i privatisti
non si sono serviti né dei laboratori, né delle consulenze cui alludevano in
presidenza. La mamma aveva contestato anche la commissione composta per la
maggior parte da insegnanti in pensione oltre i tre anni perché di un'altra
difformità si tratterebbe. Gli ispettori hanno impiegato un tempo relativamente
lungo per affrontare la vicenda del Gobetti perché, a quanto confermano anche i
dirigenti di via Assarotti, le famiglie digeriscono male le bocciature, o
comunque vogliono vederci chiaro. Quindi fioccano i ricorsi, le richieste di
intervento degli ispettori, i quali hanno avuto il loro daffare per vari casi.
Fra questi la bocciatura di un maturando del liceo Colombo che ha sostenuto di
nuovo l'esame prima di Natale e di un ragazzo del classico Doria promosso - si
dice - con 98 centesimi, votazione ritenuta immotivata dalla famiglia. I privatisti che avevano chiesto di sostenere l'esame di
ammissione al Gobetti erano poco meno di 500 nell'estate del 2006, e oltre
ottanta nel giugno scorso. Di questi ultimi, solo 7 sono stati ammessi alla
maturità. Donata Bonometti 27/02/2008 ' 27/02/2008 la protestadei genitoriTanto
volontari quei contributi non sono: talvolta se non si versano non si ottengono
i documenti SARA PAGANOprovveditore 27/02/2008.
( da "AltaLex" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Decreto Ministero
Pubblica Istruzione 22.02.2008 n° 28 Stampa Emanate le misure di contenimento
delle spese per i libri di testo per i circa 2 milioni e 600 mila studenti
delle scuole statali superiori. E' quanto prevede il decreto 22 febbraio 2008,
n. 28 con il quale il Ministero della Pubblica Istruzione ha posto un tetto
massimo di spesa per ciascun anno della scuola secondaria superiore. Il
provvedimento consente incrementi rispetto agli importi stabiliti per i soli
indirizzi di studio sperimentali, caso in cui "le relative delibere di
adozione dei testi scolastici debbono essere adeguatamente motivate da parte
del Collegio dei docenti ed approvate dal Consigli di istituto". (Altalex,
27 febbraio 2008) MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE, DECRETO 22 FEBBRAIO
2008, N. 28 IL MINISTRO VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297,
recante il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione;
VISTO la legge 23 dicembre 1998, n. 448 (finanziaria 1999), ed in particolare
l'articolo 27, concernente la fornitura gratuita dei libri di testo; VISTO
inoltre il comma 3 del predetto art. 27, recante disposizioni in materia di norme
e avvertenze tecniche per la compilazione dei libri di testo nonché in materia
di tetto di spesa per la dotazione libraria della scuola dell'obbligo; VISTO il
decreto ministeriale n. 547 del 7 dicembre 1999, con il quale è stato adottato
il regolamento contenente le norme e avvertenze tecniche per la compilazione
del libro di testo da utilizzare nella scuole dell'obbligo e i criteri per la
determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria
necessaria per ciascun anno della predetta scuola; VISTO il decreto
dirigenziale 13 febbraio 2002, con il quale è stato determinato, per l'anno
scolastico 2002/2003, per la prima classe di ciascun indirizzo di studio della
scuola secondaria superiore, il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria
necessaria da assumere quale limite all'interno del quale i docenti sono tenuti
ad operare le proprie scelte; VISTA la legge 27 dicembre 2006, n. 296
(finanziaria 2007), ed in particolare l'articolo 1, comma 628, concernente
l'estensione agli studenti del primo e del secondo anno dell'istruzione
secondaria superiore, della gratuità parziale dei libri di testo di cui
all'articolo 27, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, nonché
l'individuazione dei criteri per la determinazione del prezzo massimo
complessivo della dotazione libraria, per gli anni successivi al secondo; VISTA
la circolare ministeriale 23 aprile 2007, n. 39, che pone la fissazione del
prezzo massimo complessivo della dotazione libraria per l'intero ciclo di studi
di istruzione secondaria superiore, a decorrere dall'anno scolastico 2008-2009;
RITENUTA, pertanto, la necessità di definire, a partire dall'anno scolastico
2008/2009, il predetto prezzo massimo complessivo; TENUTO CONTO delle
risultanze concernenti la rilevazione del costo complessivo della dotazione
libraria per le singole classi di scuola secondaria superiore; DECRETA: ART. 1
Per l'anno scolastico 2008/2009 il prezzo massimo complessivo della dotazione
libraria necessaria per gli indirizzi di studio della scuola secondaria
superiore statale, da assumere quale limite all'interno del quale i docenti
sono tenuti ad operare le proprie scelte, è determinato come segue: Tipologia
di scuola I anno II anno III anno IV anno V anno Liceo Classico 320,00 181,00
370,00 305,00 315,00 Istituto Magistrale 310,00 170,00 300,00 230,00 240,00
Liceo Scientifico 305,00 210,00 310,00 280,00 300,00 Liceo Artistico 260,00
170,00 250,00 190,00 200,00 Istituto d'Arte 270,00 145,00 198,00 170,00 155,00
Ist. Tecnico Aeronautico 270,00 175,00 305,00 220,00 145,00 Ist. Tecnico
Agrario * 290,00 170,00 295,00 280,00 185,00 Ist. Tecnico Commerciale 290,00
170,00 280,00 240,00 220,00 Ist. Tecnico Attività Sociali 290,00 150,00 290,00
240,00 190,00 Ist. Tecnico Industriale 305,00 160,00 300,00 245,00 215,00 Ist.
Tecnico Nautico 310,00 200,00 300,00 250,00 230,00 Ist. Tecnico Geometri 270,00
170,00 310,00 265,00 220,00 Ist. Tecnico Turismo 310,00 200,00 300,00 250,00
210,00 Ist. Prof.le Agricoltura 270,00 155,00 200,00 180,00 140,00 Ist. Prof.le
Comm. e turismo 245,00 150,00 220,00 180,00 130,00 Ist. Prof.le Servizi Sociali
250,00 145,00 180,00 180,00 120,00 Ist. Prof.le Servizi Alberghieri 295,00
155,00 190,00 215,00 130,00 Ist. Prof.le Ind. e Artigianato 240,00 140,00
160,00 170,00 125,00 * L'istituto tecnico agrario comprende un sesto anno di
corso per il quale viene stabilita la spesa di ? 90,00. ART. 2 I prezzi
stabiliti all'articolo 1 trovano applicazione relativamente ai corsi di studio
ordinamentali. ART. 3 Eventuali incrementi degli importi di cui all'articolo 1,
sono consentiti, entro il limite massimo del 10 per cento,
negli indirizzi di studio in cui sono presenti indirizzi sperimentali. In tal
caso le relative delibere di adozione dei testi scolastici debbono essere
adeguatamente motivate da parte del Collegio dei docenti ed approvate dal
Consigli di istituto. Roma, 22.02.2008 IL MINISTRO Fioroni.
( da "Voce d'Italia, La" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Economia
Provvedimenti dal Governo Scuole superiori: un tetto per il prezzo dei libri
Inreressati oltre 2 milioni di studenti delle scuole statali superiori Milano,
27 feb. - Per i libri di testo di una quinta professionale non si potrà
spendere più di 120-140 euro l'anno; 370 euro, invece, sarà la spesa massima di
un alunno che frequenterà la terza classe di un liceo classico. è quanto
prevede, fra l'altro, il decreto firmato il 22 febbraio scorso dal ministro
della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, con cui vengono fissati per
l'anno scolastico 2008/2009 i tetti di spesa per i testi scolastici scelti dai
docenti per ciascun anno di scuola secondaria superiore. Dal prossimo anno,
quindi, il costo dell'intera dotazione libraria dovrà essere mantenuto entro i
limiti massimi di spesa indicati nel decreto. Si tratta di una
innovazione che viene incontro ai circa 2 milioni e 600 mila studenti che
frequentano le scuole statali superiori e che potrà consentire alle loro
famiglie di contenere, almeno in parte, le spese per l'istruzione dei propri
figli. Il decreto prevede per ogni anno di corso e per ogni tipologia di scuola
il prezzo massimo complessivo della dotazione libraria entro la quale i docenti
potranno operare le proprie scelte. Con i nuovi "tetti", alla luce
del monitoraggio effettuato quest'anno, il 40 per cento delle classi delle
scuole superiori dovrà abbassare l'importo complessivo della spesa per i libri.
Il Ministero ha anche attivato un sistema di rilevazione delle adozioni dei
libri di testo, in modo da poter tempestivamente controllare gli eventuali
sforamenti dei limiti di spesa da parte delle scuole. Il mancato rispetto dei
tetti di spesa sarà tempestivamente contestato alle scuole inadempienti.
(fonte: www.governo.it).
( da "Riformista, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Segue cattolici
S'avanza il filosofo Ceruti L'area ex Ppi che un anno fa si ricompattava a
Chianciano in vista della fondazione del Pd si sta insomma muovendo per
silenziare le polemiche. Anzi, per negare l'esistenza di un problema in casa.
Ragioni di clima (c'è ottimismo sui risultati della campagna veltroniana), di
posizionamento (il vicesegretario ex Ppi Dario Franceschini è in cabina di
regia), ma anche di orgoglio. Il messaggio che più di un leader popolare ha
recapitato a Veltroni è chiaro: i cattolici del Pd non hanno bisogno di
rinforzi, intesi nel senso di candidature "nobili", perché hanno già
al loro interno la qualità e la quantità per tenere ferma la barra
dell'identità e del programma. Del resto, è appesa a un filo sottilissimo l'ipotesi
di schierare in lista Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'Egidio,
che reputa inopportuna una scesa in campo. Resta in pista invece la candidatura
del filosofo Mauro Ceruti, già padre della carta valoriale del Pd. Ma per ora
niente "anti-Veronesi": "Non serve il bilancino né la
candidatura di un "cattolicone"", si spiega al Loft. Lo stesso
Marini ha rivendicato in termini molto concreti il ruolo dei cattolici nel Pd:
"Noi siamo dentro un partito laico, non laicista. Se abbiamo idee profonde
le sappiamo difendere. Non siamo marginali e mi auguro che saremo più forti nei
gruppi parlamentari". Un ragionamento sfoderato in numeri nudi e crudi da
Franceschini, intervistato da Repubblica : "Vorrei ricordare che entrano
nove parlamentari radicali. Quelli cattolici saranno più di cento. In nessun
partito c'è una presenza simile". Il tavolo delle candidature aperto al
Loft almeno fino all'inizio della prossima settimana è insomma considerato
dagli ex Ppi un ottimo terreno per dimostrare il proprio stato di salute. Una
buona parte della macchina di partito è in mano a Franceschini, i suoi dissapori con Beppe Fioroni, coordinatore dell'area popolare, sono alle spalle e i reduci di
Chianciano si sentono ben garantiti in vista della chiusura delle liste. In
posizione di fronda resta solo Rosy Bindi, che propone di compensare l'arrivo
dei radicali con la candidatura di Giovanni Bachelet (suo sostenitore alle
primarie). Continua a non sentirsi sicuro Pierluigi Castagnetti:
"Cosa fatta capo ha, ma il problema resta. Deve essere chiaro che nel Pd i
radicali non possono essere messi sullo stesso piano dei cattolici, perché noi
siamo soci fondatori e perché a ridurre i cattolici a parte si rischia la
balcanizzazione del partito". Stefano Cappellini 27/02/2008.
( da "Riformista, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Conversazione
"c'è chi nel pd combatte i valori in cui crediamo" Delle Foglie stila
il vademecum cattolico A Mimmo Delle Foglie se gli si dice che lo Stato è
laico, quasi si offende. Già, perché lui, cattolico praticante, "lo sa
bene che lo Stato è laico", ma insieme, sa bene quale sia il ruolo dei
cattolici all'interno di questo Stato: "Noi - dice al Riformista -,
lavoriamo a viso aperto nello spazio pubblico, contribuiamo a costruire le
leggi e se ci sono leggi che non ci piacciono le rispettiamo ma anche le
ostacoliamo. Nel senso che manifestiamo tutto il nostro dissenso. È questa la
nostra azione di sempre, l'azione propria dei laici cattolici, non quindi,
innanzitutto, della Chiesa". Già, perché la Chiesa, intesa come Cei e
Vaticano, come gerarchie e vescovi, "è ai laici - spiega Delle Foglie -
che ha dato il "mandato" di contribuire a costruire la società
difendendo i principi cosiddetti etici, vita e famiglia soprattutto. E dove
vita e famiglia sono attaccati, noi interveniamo per dire la nostra. È questa
per noi la traccia segnata dai cardinali Ruini e Bagnasco e da Benedetto XVI,
in scia al pontificato di Giovanni Paolo II. È anche quanto si apprestano a
fare quest'oggi i cattolici del Partito democratico che si riuniranno al
circolo Aldo Moro. Loro stanno dando l'esempio. Al di là delle differenze
esistenti - ci sono cattolici democratici, adulti, popolari
alla Fioroni e teodem -
hanno deciso di lavorare assieme trovando una consonanza sui valori, in
antitesi ovviamente a chi, nel Pd (vedi Veronesi e Radicali) questi stessi
valori non può che combatterli". Mimmo Delle Foglie, pugliese, 55 anni,
recente organizzatore del Family Day, ex vicedirettore di Avvenire e,
oggi, portavoce di Scienza & Vita ed editorialista per il giornale dei
vescovi, L'Adige e La Gazzetta del Mezzogiorno , veste i panni dell'analista
politico che cerca di ricostruire freddamente lo stato dell'arte della presenza
cattolica nell'attuale situazione politica. Lo fa dalla sponda del Tevere dove
lavora: il palazzo detto dei "cento preti", un tempo ricovero per i
sacerdoti della diocesi romana, oggi sede di due organizzazioni cruciali per il
mondo delle associazioni cattoliche: il settore "vita" coordinato da
Scienza & Vita, quello "società" da Retinopera. E presto qui si
trasferirà anche il forum delle associazioni familiari, la lobby della
"famiglia". L'associazionismo cattolico è una realtà variegata che
guarda ai politici "dispersi" a sinistra come a destra, passando per
il centro. "È vero - dice Delle Foglie -. Ormai i cattolici, sia liberali
che popolari, hanno digerito il bipolarismo degli ultimi quindici anni. E oggi,
è il caso di notarlo, si apprestano a fare i conti con un quadro nuovo. E cioè
con il passaggio in atto dalla seconda alla terza Repubblica. Il quadro
politico, infatti, è mutato in questo modo: c'è una "sinistra-vera",
una "sinistra-centro", un
"piccolo-ma-tenace-centro-cattolico", una "destra-centro" e
una "destra-vera". È una ristrutturazione che ha come protagonisti
indiscussi Walter Veltroni e Silvio Berlusconi ma nella quale determinante sarà
il voto cattolico. Già, perché anche quarantamila voti in più basteranno per
far vincere le elezioni alla destra o alla sinistra. Veltroni e Berlusconi
l'hanno capito bene, tanto che si sono dati da fare per riaffermare che "i
cattolici stanno con noi". "Ma la verità è che i cattolici stanno
dove meglio si sentono rappresentati e discriminanti saranno, ovviamente, le
questioni etiche. Queste, per tanti di noi, saranno le tematiche cruciali, le
principali per indirizzare il nostro voto". Le questioni etiche sono
dunque uno snodo fondamentale per il mondo dell'associazionismo cattolico. E, a
conti fatti, è forse la sinistra a interpretare peggio questa priorità. Una
volta la Chiesa si incontrava sul piano solidaristico con la sinistra mentre
oggi - dice Delle Foglie - "la sinistra non capisce che sono i poveri, gli
ultimi in stato di abbandono, che si lasciano soli al loro destino, quelli
chiamati a pagare il prezzo più alto se non si cerca di fermare l'avanzata
delle cosiddette tecnoscienze. Già, perché la vita di tutti, a cominciare dai
più indifesi - penso agli anziani negli ospizi - sarà sempre di più in mano a
terzi che in nome del progresso ne potranno fare l'uso che vorranno. Ecco
allora per chi voteranno i cattolici: voteranno per chi a destra come a
sinistra, come nel centro, difende la vita (dal concepimento alla morte
naturale) e la famiglia". "Paolo VI - conclude Delle Foglie - disse
che la politica è la più alta forma di carità. Nulla di più vero ancora oggi. I
cattolici sono al servizio della politica e in essa intendono difendere ciò che
ritengono sia bene per tutti". 27/02/2008.
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Di NICOLA MUCCI e
FABIO NUCCI PERUGIA - Mi costi, quanto mi costi? La spesa degli umbri sarebbe,
secondo alcune associazioni di consumatori, in aumento a causa della crescita
dei prezzi di frutta, verdura, carne, latte, formaggi e altri beni di largo
consumo, oltre che per le bollette, ad esempio, dell'acqua. Non tutti, però,
sono d'accordo. Commenta Antonio Giorgetti, presidente della Confcommercio
dell'Umbria: "Non sono bastati i dati di Istat e Unioncamere, che pongono
Perugia tra i capoluoghi di regione dove il caro spesa è sotto controllo e i
prezzi sono sotto la media nazionale del 7,8%." Il freddo dei mesi
invernali sarebbe, ad esempio e a detta della Confederazione Italiana
Agricoltori nazionale, tra le cause dell'aumento dei prezzi nel settore
ortofrutticolo. Spiega Giorgetti: "E' bastato che tornasse il freddo, un
fenomeno prevedibile in inverno, per annunciare un imminente e forte rialzo dei
prezzi a causa delle gelate." Le conseguenze? "Molti associati -
continua Giorgetti - telefonano per denunciare l'effetto delle "campagne
stampa" in materia di prezzi: un netto calo di fatturato i giorni
successivi, tanti scontrini in meno staccati. Un effetto che per fortuna dura
poco - segno che la fiducia del cliente resta immutata - ma che provoca danni
alle attività commerciali. Chi si assume la responsabilità di questo
contraccolpo economico, frutto di un approccio superficiale al tema prezzi,
pagato unicamente da chi mette in gioco la propria professionalità ed
impresa?" Secondo Confcommercio, gli ultimi dati dell'Osservatorio prezzi
dell'Umbria parlano chiaro: i prodotti alimentari sono aumentati a dicembre
dello 0,2. I costi di abitazione, acqua ed elettricità rimangono stabili, ma
erano già aumentati a novembre del 1,4%. Perugia, secondo i dati Istat, attesta
la sua variazione dei prezzi al consumo su un +2,6% nel confronto tra gennaio
2007 e gennaio 2008, al di sotto dell'aumento dell'inflazione ormai attestatosi
sul +2,9%. Francesco Filippetti, segretario regionale di Confesercenti,
evidenzia l'aspetto legato alla distribuzione. "Non si capisce il
tentativo di accorciare la filiera come sbandierato da organizzazioni di
agricoltori e associazioni dei consumatori quando, ad esempio, se si va a
comprare dall'ambulante che viene sotto casa con il camion, frutta e verdura
costa come in un negozio pur senza sostenere i costi in termini di adempimenti,
ad esempio, dei negozianti. Dov'è la convenienza? Non capiamo le battaglie contro
i commercianti da parte di alcune associazioni quando ci sarebbe da lottare su
altri versanti come costi bancari, assicurativi e tariffe dei servizi
pubblici". Per i consumatori gli aumenti che pesano sui portafogli delle
famiglie umbre non riguardano solo il settore ortofrutticolo. Spiega Alessandro
Petruzzi, presidente regionale di Federconsumatori: "Tra i costi che le
famiglie devono sopportare ci sono anche le rette per i servizi scolastici e le
bollette, come quella dell'acqua, il cui aumento è prevedibile attorno al
6%". Poi c'è la questione benzina. "Anche ieri sono arrivati nuovi
rincari - fa notare Carla Falcinelli, presidente Codacons Umbria - con la
questione che sta diventando più generale così come quella delle polizze rc
auto le cui tariffe restano troppo care". E, poi, c'è il capitolo scuola.
Dopo il "tetto" fissato dal ministro dell'Istruzione, Fioroni, ci potrebbero essere altre novità. Commenta
Petruzzi: "In arrivo ci dovrebbe essere una proposta per le case editrici
di affittare i libri di testo, un po' come già avviene in Germania e in altri
paesi". Il quadro resta preoccupante se si considera che anche alcuni hard
discount si cominciano nuove tendenze. "Ci sono alcune catene che da due
mesi stanno praticando ritocchi verso l'alto su tutto il versante alimentare e
se si escludono i periodo, sempre più corti, delle offerte, non risulta poi più
così conveniente". Alcuni esempi: finiti 10 giorni di offerta a 70 cent,
il latte parzialmente scremato della Grifo, in alcune catene, è tornato a costare
99 cent. "Ma è di ieri la segnalazione di un nostro associato che rispetto
a dicembre ha visto passare il prezzo della birra Moretti (66cl) da 76 a 99
cent".
( da "Messaggero, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Di CLAUDIO SARDO
ROMA - "La vera "questione cattolica" si è aperta a destra, dove
Berlusconi ha espulso i politici cattolici dalla sua coalizione. Non si
comprende la preoccupazione della base ecclesiale per l'ingresso dei radicali
nel Pd se non in questo contesto: dopo lo strappo del Pdl, è ancora più
necessario per i cattolici italiani che il Pd sia all'altezza delle sue ambizioni".
Beppe Fioroni prova a capovolgere la lettura ricorrente. A togliere i credenti
del Pd dal banco degli imputati per l'accordo Veltroni-radicali. E a girare i
riflettori sulla rottura tra il Cavaliere e l'Udc di Casini. Eppure l'attacco
di Famiglia cristiana è arrivato dopo quello di Avvenire. E non è certo
la prima volta che dalla Chiesa piovono critiche al Pd e alla sua idea di
"contaminazione" culturale. "Non mescoliamo argomenti e punti di
vista diversi. I rilievi di Famiglia cristiana sono gli stessi della nostra
base. Noi non vogliamo una politica cattolica, ma una politica fatta laicamente
da cristiani. Per questo la presenza di un piccolo gruppo di candidati radicali
non deve alterare la sintesi, il profilo, i progetti del Partito democratico,
così come li abbiamo fin qui disegnati insieme". Se c'è tanto allarme,
vuol dire che l'ingresso dei radicali pone più di un dubbio. O forse la
polemica è solo un pretesto per i cattolici del Pd per chiedere più posti in
lista?. "I candidati cattolici nelle liste del Partito democratico saranno
diverse centinaia. Tanti, qualificati cattolici sono tra i fondatori del
partito e nel suo gruppo dirigente. L'allarme non riguarda la presenza, la
visibilità della nostra matrice culturale. E neppure il nostro peso nelle
politiche concrete. Sono stato ministro della Pubblica istruzione: al di là
delle chiacchere, il governo di centrodestra ci aveva consegnato una scuola
arretrata sul terreno della parità. Con me la scuola ha fatto passi avanti
sulla strada della sussidiarietà. Mi preoccupano le politiche della destra per
una scuola tendenzialmente libanizzata, che punta a dividere i nostri ragazzi
per religione, censo, orientamento politico". Allora perché tanto allarme
sui radicali? "Perché il Pd e i cattolici al suo interno hanno oggi un
compito aggiuntivo. E ne devono avere consapevolezza. La mutazione genetica del
berlusconismo ha prodotto un cambio di scenario. L'espulsione dell'Udc ha
aperto una nuova questione cattolica. Nel secolo scorso era la sinistra marxista
a considerare i cattolici in politica come un incidente della storia. Ora
quello schema viene adottato dalla destra. Che seleziona alcune battaglie della
Chiesa, le fa proprie e le affida agli atei devoti. La testimonianza viene così
privata della fede. I principi diventano ideologia. E i politici cattolici
vengono cacciati via". L'accusa contro di voi di parte della Chiesa è che
sui temi eticamente sensibili, sui principi "non negoziabili", siete
più inclini al compromesso. "Sui principi abbiamo dimostrato la nostra
coerenza. Ma la politica è il luogo della ricerca del bene comune: questo
impegno non può mai venir meno per un cristiano. Così come non può venire meno
la difesa quotidiana del diritto alla vita, che non può limitarsi alla sala
parto e alla sala rianimazione".Ma ora che ha deciso di costruire un polo
di centro autonomo, l'Udc sarà un vostro competitore o un potenziale
alleato?"La rottura del centrodestra è stato un momento di chiarezza. Si è
concluso un percorso politico segnato da ambiguità e contraddizioni che non
potevano più reggere. Ora comincia un percorso nuovo. Ma il confronto non può
che avvenire sui programmi, sui progetti per l'Italia. Noi abbiamo scelto il Pd
per governare il Paese, non per coltivare un orticello. La vocazione dei cattolici
è questa: il bene comune. Di questo dobbiamo discutere. Adesso. E dopo il
voto".
( da "AgoPress" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Fonte: AGO - Ultime
Notizie 27/2/2008 09.03 ISTRUZIONE. UN DECRETO PER IL CARO LIBRI (AGO PRESS)
Per i libri di testo di una quinta professionale non si potrà spendere più di
140 euro l'anno. Di 370 euro, invece, è la spesa massima per i libri di un
alunno che frequenterà la terza classe di un liceo classico. E' quanto prevede
il decreto firmato dal ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe
Fioroni, con cui vengono
fissati i tetti di spesa per i testi scolastici per la scuola superiore secondaria.
Il provvedimento, che entrerà in vigore per l'anno scolastico 2008-2009,
interesserà circa 2 milioni e 600mila ragazzi e consentirà alle loro famiglie
di contenere le spese per l'istruzione dei propri figli. Con i nuovi
limiti imposti dal decreto, la spesa complessiva per un istituto professionale
non potrà superare la somma di 913 euro. E mentre per i licei artistici ed gli
istituti d'arte la spesa massima complessiva per tutti e cinque gli anni sarà
mediamente di mille euro, studiare nei licei classici e scientifici costerà al
massimo 1.490 euro.
( da "Asca" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
(ASCA) - Milano, 27
feb - Beppe Fioroni chiarisca formalmente se esiste un
accordo con il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e se
davvero intende ritirare il ricorso contro la legge regionale 19 sulla scuola.
E' la forte richiesta che la sinistra lombarda avanza al Ministro dell'Istruzione.
''Il 20 febbraio scorso - si legge in una dichiarazione congiunta dei
consiglieri regionali Luciano Muhlbauer (Prc), Bebo Storti (Pdci) e Arturo
Squassina (Sd) - il Presidente Formigoni ha annunciato alla stampa di aver
raggiunto un accordo con il Ministro Fioroni e che,
pertanto, il Governo avrebbe ritirato il ricorso, giacente presso la Corte
Costituzionale, contro la legge regionale n. 19/2007 sull'istruzione e dato il
via libera all'attuazione della riforma del centrodestra. E l'accordo comprenderebbe
persino la 'chiamata diretta' del personale docente e non docente da parte
degli istituti, aggirando cosi' le graduatorie e i concorsi pubblici previsti
dalla legge''. Per la sinistra lombarda si tratta di ''una notizia che, qualora
confermata, rappresenterebbe un capovolgimento secco delle posizioni del
Ministero della Pubblica Istruzione, che nell'autunno scorso aveva impugnato la
legge regionale su molti punti centrali. Ecco perche' abbiamo sollecitato, per
giorni, il Ministero a chiarire se tale accordo esista e cosa preveda. Ebbene -
lamentano i tre dirigenti della sinistra lombarda - e' passata una settimana e
dal Ministero non e' arrivato altro che silenzio''. Secondo Muhlbauer, Storti e
Squassina, ''quella legge e' una vera e propria bomba a orologeria contro la
scuola pubblica e laica, non solo lombarda. Riteniamo che il governo avesse
fatto semplicemente il suo dovere istituzionale quando l'aveva impugnata.
Ritirare il ricorso in piena campagna elettorale, e scoprire un'improvvisa passione
per i disegni formigoniani, significherebbe invece ben altro, cioe' l'ennesimo
mercanteggiamento politico tra il PD e il PdL. Per tutti questi motivi -
concludono - riteniamo doveroso e urgente che il Ministero chiarisca
immediatamente la sua posizione''. fcz/cam/ss (Asca).
( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
Il Comitato Scienze
Politiche si è dato molto da fare per portare all'attenzione dei vertici
politico - amministrativi del Ministero la questione della lesione subita dai
laureati in Scienze Politiche in seguito alle norme che vietano il loro accesso
alla professione di insegnante. Mentre, però, il Comitato riusciva a far
depositare un'interrogazione parlamentare, che la caduta del governo ha
vanificato, mentre riusciva a parlare informalmente con il Ministro
dell'Istruzione Fioroni, il quale era all'oscuro dell'
intera vicenda, mentre i dirigenti del Ministero dell'Istruzione ci
rispondevano ripetendo il contenuto della norma, o, al massimo, istruendoci sui
passaggi procedurali della stessa, senza nulla dire in merito alla ratio della
norma stessa e della sua possibile incostituzionalità, mentre la Regione
Puglia, attraverso il suo Assessore all'Istruzione, scendeva in campo a
sostegno del Comitato, mentre molti altri laureati aderivano al Comitato e
firmavano la petizione, mentre accadeva tutto ciò, si applicavano altre norme
che introducevano ulteriori discriminazioni nei confronti della Laurea in
Scienze Politiche fino a portarla ad una sua svalutazione.I laureati in Scienze
Politiche, infatti, benché abbiano sostenuto numerosi esami di diritto ed
economia, a partire da quest'anno non potranno più fare i dottori commercialisti.
Il D.Lgs 28/6/2005, n.139 ha stabilito che i laureati in Scienze Politiche non
potranno più accedere alla professione di dottore commercialista, se non
avranno cominciato il praticantato presso uno studio entro il 31 dicembre 2007.
Ed è una norma retroattiva per tutti i laureati che hanno ottenuto la laurea
prima del 2005. Anche su questo particolare, come per l'insegnamento, le guide
dello studente non si soffermano, continuando ad elencare questo sbocco
professionale tra quelli possibili.Ulteriori vessazioni li stanno subendo i
laureati in Scienze Politiche del nuovo ordinamento in sede di concorsi
pubblici. E' noto il caso di Marco Pugliesi, laureatosi a pieni voti col nuovo
ordinamento, che non ha potuto sostenere il concorso pubblico come commissario
di polizia. Infatti il bando del 13 febbraio 2007, recependo un decreto del
6/2/2004 del Ministero dell'Interno, escludeva esplicitamente la laurea in
Scienze Politiche conseguita col nuovo ordinamento dai titoli richiesti per
partecipare al concorso.Data la scarsa valorizzazione di questo corso di studi,
inoltre, i laureati in Scienze Politiche non godono di grande stima nemmeno nel
settore privato. il laureato in scienze politiche, inizialmente nato per poter
essere inserito come quadro o dirigente nella pubblica amministrazione, mentre
gli sbocchi professionali concreti che vengono offerti sono deludenti, non di
rado inesistenti. Una buona fetta di laureati in Scienze Politiche che riesce a
trovare impiego nell'ambito privato, quando ci riesce, spesso svolge attività
che non sono ricollegabili direttamente agli studi svolti e talvolta si tratta
di lavori dequalificati o dequalificanti. Nei colloqui di lavoro privati spesso
si ha la sensazione di essere trattati come se si avesse una licenza media
inferiore e negli ultimi anni di studi si fosse perso solo tempo.In Francia
Scienze Politiche (science politique), invece, è una delle facoltà più quotate
e rispettate poiché forma quelli che vanno a svolgere il compito più delicato
all' interno dello Stato cioè ad amministrare la "cosa pubblica"; ed
in effetti anche Platone diceva che il fine della filosofia politica era la
scoperta di un metodo per bandire l'incompetenza e la disonestà dai pubblici
uffici e preparare i migliori ad amministrare e proteggere il bene pubblico.
Quindi in Francia chi fa la suddetta facoltà (che in realtà è una grand école a
numero chiuso) è più o meno sicuro che andrà a fare ciò per cui ha studiato,
anche perché nella Pubblica Amministrazione si lavora solo con quel titolo e non
con altri. In Italia è inimmaginabile tanta chiarezza, linearità ed
esclusivismo, ma sarebbe lecito aspettarsi almeno il non verificarsi del
paradosso della discriminazione dei laureati in Scienze politiche dai concorsi
che danno accesso alla Pubblica Amministrazione e alla dirigenza delle forze
armate, dato che è proprio l'amministrazione migliore della cosa pubblica che
ha creato il presupposto per la nascita della "nostra" facoltà.A
questo punto, tirando le somme, è meglio chiudere le facoltà di Scienze
Politiche, e per i giovani che hanno tale laurea e non riescono a ben spenderla
sul mercato del lavoro, suggeriamo di seguire il nostro esempio mettendo
all'asta su e bay le proprie pergamene!Invitiamo, inoltre, tutti i maturandi,
al fine di avere un futuro con maggiori opportunità, a NON ISCRIVERSI a Scienze
Politiche.Preso atto di tale situazione e della sorprendente "sordità
istituzionale" chiediamo, a tutti gli studenti di Scienze Politiche, di
porre in essere ogni lecita protesta e di rendere pubblica tale situazione in
tutte le facoltà. Il consiglio che vi diamo è quello di cambiare facoltà finchè
fate in tempo, se non volete fare vani sacrifici e sprecare inutilmente tempo,
energie e soprattutto denaro.Comitato Scienze Politiche.
( da "Corriere Di Como, Il" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
"Caro libri,
intervengano gli editori" I costi dell'istruzione "Fissare un tetto
massimo di spesa per i libri delle superiori è una mossa giusta. Ma
bisognerebbe intervenire a monte, nelle politiche editoriali". Benedetto
Scaglione, provveditore agli Studi di Como, plaude al decreto contro il caro-libri firmato dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Ma chiede che sia l'editoria
stessa a regolamentarsi, anche prima che debba intervenire il governo. Il
provvedimento firmato da Fioroni entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico, e prevede un
limite di spesa per tutte le classi della scuola superiore. Un esempio:
per gli studenti di quarta ginnasio (primo anno del liceo classico) ogni
famiglia non dovrà spendere in libreria più di 320 euro. Il tetto di spesa,
sempre al classico, diventa pari a 181 euro in seconda, 370 in terza, 305 in
quarta e 315 in quinta. Allo scientifico la dotazione di libri in prima dovrà
rimanere entro i 305 euro, che diventano poi 210 (seconda), 310 (terza), 280 (quarta)
e 300 (quinta). Sono esclusi dal tetto di spesa atlanti geografici e dizionari
Il provveditore punta poi il dito sulle case editrici. "A volte viene
imposto di cambiare un libro praticamente identico al precedente - dice - e le
famiglie sono costrette a spendere soldi inutilmente. Dovrebbero essere quindi
gli editori a calmierare i prezzi, ancor prima di un ministro". Nella
foto: Il provvedimento che fissa un tetto massimo di spesa per i libri delle
superiori entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico Home Como e Lecco
litigano sui livelli del Lario Aborto e Ru486 Dal Valduce lettere di dissenso
Parcheggi agevolati alle commesse dei negozi in centro.
( da "Repubblica.it" del 27-02-2008)
Argomenti: Scuola
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( da "Gazzetta Ufficiale.it(Serie Generale)" del
27-02-2008)
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DECRETO
29 Novembre 2007 Percorsi sperimentali di istruzione e formazione
professionale ai sensi dell'articolo 1, comma 624 della legge 27 dicembre 2006,
n. 296. Pag. 9 IL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE di concerto con IL
MINISTRO DEL LAVORO E DELLA PREVIDENZA SOCIALE Visto l'articolo 1, commi 622 e
624 della legge 27 dicembre 2006, n. 296; Visto l'art. 28 del decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226; Visto il regolamento adottato con decreto
del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139; Visto l'accordo
quadro in sede di Conferenza unificata 19 giugno 2003 riguardante la
realizzazione dall'anno scolastico 2003-2004 di una offerta sperimentale di
istruzione e formazione professionale nelle more dell'emanazione dei decreti
legislativi di cui alla legge 28 marzo 2003, n. 53; Visto l'accordo in sede di
Conferenza Stato regioni e province autonome di Trento e Bolzano 15 gennaio
2004 riguardante la definizione degli standard formativi minimi in attuazione
dell'accordo quadro sancito in Conferenza unificata il 19 giugno 2003; Visto
l'accordo in sede di Conferenza unificata 28 ottobre 2004 riguardante la
certificazione intermedia e il riconoscimento dei crediti formativi; Visto
l'accordo in sede di Conferenza Stato regioni e province di Trento e Bolzano 5
ottobre 2006 riguardante la definizione degli standard formativi minimi
relativi alle competenze tecnico-professionali, in attuazione dell'accordo
quadro in Conferenza unificata 19 giugno 2003; Considerata la necessita' di
definire i criteri generali per l'accreditamento delle strutture che realizzano
i percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al
citato accordo nei quali, in fase di prima attuazione per gli anni 2007/2008 e
2008/2009, si adempie l'obbligo di istruzione, fatte salve le competenze delle
province autonome di Trento e Bolzano in materia; Considerato che le strutture
formative accreditate dalle regioni, presso cui si realizzano i predetti
percorsi sperimentali, devono rispondere a criteri generali che ne assicurino
la qualita' e il perseguimento delle finalita' educative proprie dell'obbligo
di istruzione di cui alla legge e alle disposizioni sopra richiamate e la
conseguente particolare funzione pubblica che esse sono chiamate a svolgere per
garantire tale adempimento; Considerato che tali criteri assumono il carattere
di misure che lo Stato deve porre in essere per assicurare omogenei livelli di
prestazioni su tutto il territorio nazionale a garanzia degli studenti e delle
loro famiglie; Considerato, in particolare, che i criteri relativi all'assenza
di fini di lucro delle strutture formative impegnate nei citati percorsi,
all'utilizzazione di docenti in possesso dei titoli culturali e professionali
necessari ad assicurare l'acquisizione dei saperi e delle competenze, indicati
dal regolamento n. 139/07 sopra richiamato, come risultati di apprendimento
attesi dagli studenti al termine del nuovo obbligo d'istruzione, all'osservanza
del Contratto collettivo nazionale di lavoro per la formazione professionale
nel trattamento dei suddetti docenti costituiscono requisiti indispensabili ai
predetti fini; Considerato che, ai fini di cui all'articolo 1 comma 624 della
legge 27 dicembre 2006, n 296, restano confermati i finanziamenti destinati
dalla normativa vigente alla realizzazione dei predetti percorsi a valere sui
bilanci del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero del lavoro e
delle previdenza sociale; Considerato che, nella seduta del 30 ottobre 2007, la
Conferenza unificata ha espresso la mancata intesa sul testo del provvedimento;
Considerato il fatto che l'obbligo di istruzione innalzato a dieci anni e'
vigente dall'inizio del corrente anno scolastico per tutti i giovani della
relativa fascia di eta' e che e' necessario diversificare l'offerta formativa
per non lasciarne indietro nessuno; Ritenuto necessario e urgente, che per le
ragioni sopra indicate, si attivi la procedura di cui all'articolo 3, comma 3
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281; Vista la deliberazione del
Consiglio dei ministri adottata nella riunione del 29 novembre 2007; Decreta:
Art. 1. Prima attuazione dell'obbligo di istruzione 1. A norma dell'art. 1,
comma 624 della legge n. 296/2006, l'obbligo di istruzione di cui al comma 622
dell'articolo medesimo si assolve, in fase di prima attuazione per gli anni
2007-2008 e 2008-2009, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e
formazione professionale, di durata triennale, di cui all'articolo 28, comma 1
del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. 2. I percorsi di cui al comma
1 sono progettati e realizzati dalle strutture formative accreditate dalle
regioni che rispondano ai criteri generali di cui all'articolo 2, in modo da
far acquisire, ai giovani tenuti all'assolvimento dell'obbligo di istruzione, i
saperi e le competenze previsti dal regolamento di cui all'articolo 1, comma
622 della legge n. 296/2006, adottato con decreto del Ministro della pubblica
istruzione 22 agosto 2007, n. 139. Art. 2. Criteri generali 1. Ai fini di cui
all'articolo 1, nella fase di prima attuazione dell'obbligo di istruzione ai
sensi dell'articolo 1, comma 1 del regolamento adottato con decreto del
ministro della pubblica istruzione n. 139/2007, le strutture formative
accreditate dalle regioni devono rispondere ai seguenti criteri generali: a)
appartenere ad un organismo che non abbia fini di lucro in base alle norme
vigenti e offra servizi educativi destinati all'istruzione e formazione dei
giovani fino a diciotto anni. Tali requisiti devono risultare dallo statuto
dell'organismo; b) avere un progetto educativo finalizzato a far acquisire ai
predetti giovani i saperi e le competenze di cui all'articolo 1, comma 2; c)
applicare il Contratto collettivo nazionale di lavoro per la formazione
professionale nella gestione dei personale dipendente impegnato nei percorsi di
cui all'articolo 1; d) prevedere, in relazione ai saperi e alle competenze di
cui all'articolo 1, comma 2, l'utilizzo di docenti che siano in possesso
dell'abilitazione all'insegnamento per la scuola secondaria superiore o, in via
transitoria, di personale in possesso di un diploma di laurea inerente l'area
di competenza e di una sufficiente esperienza o, almeno, di un diploma di
scuola secondaria superiore e di una esperienza quinquennale. Tale personale
deve documentare le esperienze acquisite nell'insegnamento delle competenze di
base nella formazione professionale iniziale, ivi comprese quelle maturate nei
percorsi sperimentali di cui all'accordo quadro in sede di Conferenza unificata
19 giugno 2003; e) prevedere stabili relazioni con le famiglie e con i soggetti
economici e sociali del territorio, anche attraverso misure di accompagnamento
per favorire il successo formativo; f) garantire la collegialita' nella
progettazione e nella gestione delle attivita' didattiche e formative,
assicurando la certificazione periodica e finale dei risultati di
apprendimento; g) essere in possesso di strutture, aule ed attrezzature idonee
alla gestione di servizi educativi all'istruzione e formazione dei giovani fino
a diciotto anni. Art. 3. Contributi statali 1. I finanziamenti di cui
all'articolo 1, comma 624 della legge n. 296/2006, allo scopo stanziati nei
bilanci del Ministero della pubblica istruzione e del Ministero del lavoro e
della previdenza sociale sono destinati ai percorsi di cui all'articolo 1
realizzati dalle strutture formative accreditate dalle regioni sulla base dei
criteri di cui all'articolo 2, ferma restando la prosecuzione dei percorsi gia'
avviati. 2. Il contributo del Ministero della pubblica istruzione e'
finalizzato esclusivamente all'assolvimento dell'obbligo di istruzione nei
percorsi di cui all'articolo 1. Tali risorse sono ripartite in base al numero
degli studenti annualmente iscritti ai predetti percorsi, riservandone il 20%
ai percorsi realizzati dalle istituzioni scolastiche che utilizzano la quota di
flessibilita' oraria di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione
13 giugno 2006, n. 47. 3. Il contributo del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale e' finalizzato alla prosecuzione dei percorsi sperimentali
di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 28 del decreto
legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. Le relative risorse a valere sul bilancio
del Ministero medesimo concorrono alla realizzazione dei percorsi di cui
all'articolo 1, secondo i criteri e le modalita' definiti con decreto del
Ministero predetto adottato di concerto con il Ministero della pubblica
istruzione, previa intesa in sede di Conferenza unificata a norma del decreto
legislativo n. 281/1997, fermo restando quanto previsto dall'articolo 31, comma
3 del decreto legislativo n. 226/2005. Art. 4. Misure di sistema 1. I percorsi
di cui all'articolo 1 sono oggetto di monitoraggio e di valutazione secondo
quanto previsto dall'articolo 28, comma 2 del decreto legislativo n. 226/2005.
2. Allo scopo di sostenere l'attuazione dell'obbligo di istruzione nei percorsi
di cui all'articolo 1 e' costituito un apposito gruppo tecnico a livello
nazionale, composto da esperti designati dal Ministro della pubblica
istruzione, dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale e dal
Coordinamento delle regioni per l'istruzione e la formazione, dall'Unione
province d'Italia e dall'Associazione nazionale comuni italiani che si avvale
della consulenza e dell'assistenza dell'Istituto per lo sviluppo della
formazione professionale dei lavoratori e dell'Istituto nazionale per la
valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. 3. La quota
delle risorse di cui all'articolo 3, comma 2, da destinare alle misure di
sistema di cui ai commi 1 e 2 e' fissata nella misura dell'1%; la quota delle
risorse di cui all'articolo 3, comma 3, da destinare al medesimo fine, e'
stabilita nel decreto ivi previsto nei limiti stabiliti dall'articolo 1, comma
624 della legge n. 296/2006. Art. 5. Percorsi e progetti sperimentali 1. Ai
fini di quanto previsto dall'articolo 1, comma 1 del regolamento adottato con
decreto del Ministro della pubblica istruzione 22 agosto 2007, n. 139, possono
essere realizzati, per gli anni 2007/2008 e 2008/2009, percorsi e progetti
sperimentali per prevenire e contrastare la dispersione scolastica nonche' per
favorire il successo formativo dei giovani, con eventuali contributi aggiuntivi
messi a disposizione dal ministero della pubblica istruzione nel quadro di
intese con singole regioni. Roma, 29 novembre 2007 Il
Ministro della pubblica istruzione Fioroni Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale Damiano
Registrato alla Corte dei conti il 10 gennaio 2008 Ufficio di controllo
preventivo sui Ministeri dei servizi alla persona e dei beni culturali,
registro n. 1, foglio n. 7.