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DOSSIER “FOCUS SULLA LEGA”

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IN EVIDENZA

- Cavaliere-Lega: gelo sul commissariamento. Caso Alitalia: Berlusconi non può accettare la linea del Carroccio che punta a salvare solo Malpensa (Il Corriere della Sera 23-4-2008)

- Alitalia, la Lega per la liquidazione ma ora il Cavaliere prende tempo. Il capo del Pdl: bene il governo, anche se non poteva fare altro Dubbi della Ue: motivazione per giustificare i fondi senza precedenti in Europa (La Repubblica 23-4-2008)

 

- Pensioni e stipendi legati al costo della vita Simone Boiocchi (La Padania 23-4-2008)

 


Cavaliere-Lega: gelo sul commissariamento. Caso Alitalia: Berlusconi non può accettare la linea del Carroccio che punta a salvare solo Malpensa (Il Corriere della Sera 23-4-2008)

 

Alitalia non deve fallire. Già immagino cosa potrebbe accadere quel giorno: gli aeroporti paralizzati, la gente infuriata, i lavoratori davanti a Palazzo Chigi», e la luna di miele con il Paese interrotta ancor prima di iniziare.

Ecco cosa teme Berlusconi, ecco perché sulle sorti della compagnia di bandiera ha scelto un profilo diverso da quello tenuto nei giorni di campagna elettorale. Come sull'emergenza rifiuti, è consapevole che «dopo un mese quei sacchetti di immondizia non raccolti saranno colpa mia». Stessa sorte gli toccherebbe con la chiusura di Alitalia. Perciò non può accettare la linea della Lega, favorevole al commissariamento e convinta così di rilanciare Malpensa. La strategia dei dirigenti del Carroccio punterebbe infatti a liberare completamente lo scalo lombardo da «Az», in modo da garantire quegli slot ad altre compagnie di bandiera, in vista di Expo 2015. Il «caso Malpensa» brucia, non c'è dubbio. Confalonieri una settimana fa ha confidato a un amico che «lo schiaffo per noi lombardi è insopportabile. E non si tratta solo di orgoglio», ha proseguito il presidente di Mediaset: «Giorni fa, per andare a Pechino sono dovuto passare dalla Germania... Così si perde tempo. E il tempo è danaro».

Sarà, ma per quanto gli possa stare a cuore il destino di Malpensa, il Cavaliere non intende firmare il commissariamento di Alitalia. È pronto a cedere posti nell'esecutivo con la Lega, offrendo a Castelli il ruolo di vice ministro per le Infrastrutture e la delega per l'Expo. È disposto persino a mettersi in contrasto con l'area ciellina che milita dentro Forza Italia, e che puntava a quel ruolo governativo per la gestione dell'evento internazionale. Ma su Alitalia non ci sente. Ormai il dossier è suo. Prodi ieri gliel'ha lasciato sulla scrivania di palazzo Chigi, non prima di averlo additato — insieme ai sindacati — come responsabile del fallimento della trattativa con Air France. Di più, il Professore ha rilevato con malizia che la cordata prospettata da Berlusconi al momento non c'è, e ha ipotizzato un triste finale: «Temo si vada verso il commissariamento ». Berlusconi confida di smentirlo, sebbene Ermolli — l'uomo a cui ha affidato la missione — abbia fatto presente come già l'avvio dell'operazione evidenzi tratti «molto complessi» per la difficoltà di acquisire notizie sui conti di Alitalia. Sembrerà paradossale, ma uno degli esperti chiamati da Ermolli a collaborare per la costituzione della cordata, raccontava ieri che «le informazioni più puntuali le abbiamo ottenute da Parigi». Se fosse vero, vorrebbe dire che Air France avrebbe offerto un supporto tecnico maggiore dei dirigenti di «Az».

Tutto è possibile in questa partita dove nessuno ha svelato le proprie carte. Raccontano, per esempio, che Berlusconi nel suo colloquio in Sardegna con Putin avrebbe sollecitato la presa di posizione di Aeroflot per garantirsi un po' di tempo in più e consentire al governo in carica di varare il prestito ponte per Alitalia. Di più. La compagnia russa — secondo fonti molto autorevoli — farebbe al momento solo da schermo a un gruppo di investitori moscoviti, pronti a entrare nella «compagine» a momento debito. Nel frattempo Ermolli tenta di mettere insieme il puzzle, e si è dato una scadenza: la prima settimana di maggio, in coincidenza con l'avvento di Berlusconi a palazzo Chigi. Ma il tempo scarseggia, scandito dai soldi del prestito ponte. È vero che il Cavaliere ha ottenuto 300 milioni, invece dei 100 ipotizzati in un primo momento, ma è altrettanto vero che Ermolli è stato chiamato all'opera solo di recente. Fino all'altra settimana, infatti, non c'era nulla di concreto. Lo fece capire Gianni Letta a un interlocutore: «Diciamo che per ora Berlusconi sta affrontando la questione sotto l'aspetto politico». Un modo elegante per spiegare che era concentrato sulla campagna elettorale. Ora che le urne si sono chiuse, il Cavaliere non vorrebbe chiudere «Az». A rischio c'è più della sua luna di miele con il Paese. Il leader Pdl «Già immagino cosa potrebbe accadere quel giorno: aeroporti paralizzati, gente inferocita, i lavoratori a Palazzo Chigi».

Francesco Verderami
23 aprile 2008


 

Alitalia, la Lega per la liquidazione ma ora il Cavaliere prende tempo. Il capo del Pdl: bene il governo, anche se non poteva fare altro Dubbi della Ue: motivazione per giustificare i fondi senza precedenti in Europa (La Repubblica 23-4-2008)


di CLAUDIO TITO e LUCA IEZZI
ROMA -"Solo senso di responsabilità". Lo ripetono tutti ministri subito dopo i consiglio in cui si è consumato uno strano "miracolo" targato Silvio Berlusconi. Il premier in pectore ottiene esattamente quello che chiede: 300 milioni per dare qualche mese ad Alitalia e ai suoi uomini alla ricerca della sua soluzione. La richiesta, arrivata durante il consiglio dei ministri attraverso il canale Gianni Letta-Enrico Letta, solo qualche ora prima era considerata irricevibile. "Prodi si è comportato bene. Quel decreto per noi adesso è positivo. Ma era il minimo che potessero fare", ha poi confidato ai suoi il Cavaliere. A suo giudizio, infatti, si tratta del primo passo "per fare una due diligence e quindi realizzare un piano industriale. Abbiamo 6 mesi di tempo. E le alternative per dare una nuova guida ci sono. Lo vedrete".

Il decreto portato a Palazzo Chigi dal ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa prevedeva soli 100 milioni di euro e rispondeva ad una logica precisa, dare alla nuova maggioranza il tempo necessario ad assumere il potere, non di più. Un modo per costringere il Cavaliere a mostrare subito l'eventuale piano alternativo ad Air France. Anche perché la "diplomazia" del Pdl aveva prospettato persino una soluzione drastica: procedere immediatamente al commissariamento della società. Berlusconi ha sperato persino di potersi così trovare tra due settimane con le mani libere e offrendo agli eventuali "compratori" una azienda alleggerita sul versante del personale. Il tutto facendo ricadere la responsabilità del commissariamento su Prodi.

Non solo. La "grana" Alitalia sta rapidamente trasformando nel primo scontro all'interno della nuova maggioranza. E già, perché la Lega l'altro ieri ha fatto pervenire a Berlusconi un messaggio piuttosto netto: "A questo punto non vale più la pena salvare la compagnia di bandiera. Su Malpensa ce la caveremo da soli, meglio lasciare che Alitalia fallisca". La parola "fallimento", però, fa drizzare i capelli al Cavaliere. Che non vuole presentarsi in Parlamento con un primo clamoroso insuccesso. Conscio che il decreto di ieri entro due mesi dovrà essere la sua maggioranza ad approvarlo. Senza il commissariamento, allora, a Via del Plebiscito hanno chiesto tempo per organizzare una cordata che per ora non si è costituita.

"Daremo una cifra limitata - spiegava invece prima della riunione il ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani - quello che è necessario a finanziare in modo tale da non portare l'ex compagnia di bandiera al di fuori delle regole europee". E quella posizione era a sua volta una mediazione tra chi come, il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro era contrario anche a questa ultima iniezione di fondi: "Non si devono prendere i soldi dalle tasche degli italiani". I due ministri tra l'altro concordano sul fatto che persa Air France, chiunque arriverà dopo metterà meno denaro e chiederà più sacrifici. "Nessun prestito-ponte" era la linea, ma finanziamento straordinario concesso attraverso un decreto o del ministero dell'Interno e della presidenza del Consiglio per sottolineare l'eccezionalità della situazione. Un ruolo nella scelta dell'abbandono della via dell'intrasigenza per quella della responsabilità l'ha avuta anche Walter Veltroni, preoccupato pure del prossimo ballottaggio tra Rutelli e Alemanno: "Mi auguro che il governo possa fare un prestito ponte per evitare la crisi, ne ho parlato anche con Prodi" ha dichiarato a Cdm in corso.

Ma dire che la richiesta di Berlusconi sia stata accolta in un clima di piena collaborazione bipartisan sarebbe assolutamente sbagliato. Chi lo ha sentito descriveva Prodi furibondo: "Hanno messo nel cestino l'unica cosa buona che avevamo", si è sfogato il presidente del consiglio uscente. E lo stesso ministro dell'Economia parla del Cavaliere senza citarlo: "La persona che probabilmente presiederà il governo, ha contribuito a far sì che la soluzione Air France tramontasse, perché convinto di poterne proporre una migliore. Con questo prestito abbiano dato una possibilità alla soluzione che autorevolissimamente è stata data come sicura". Ironia della sorte sarà proprio il ministero di uno dei più scettici, Bersani, a concedere quei 300 milioni dal fondo rotativo per la ricerca e l'innovazione nelle imprese.

Da adesso l'ostacolo si chiama Bruxelles che informalmente ha già fatto sapere che "I fondi non potranno essere sbloccati comunque prima del nostro via libera. Ci vorrà qualche settimana". Inoltre fonti Ue annunciano "uno scrutinio severo, visto che la motivazione dell'ordine pubblico per giustificare un finanziamento non ha precedenti in Europa".

Ma subito dopo, il nodo si ripresenterà in ogni caso sul tavolo del nuovo governo. Berlusconi, insieme a Bruno Ermolli, stanno provando a mettere insieme un gruppo di imprenditori per rilevare la compagnia. E nel frattempo ha riallacciato i contatti con il vertice di Banca Intesa. Nelle ultime ore, infatti, il premier in pectore ha di nuovo accennato ai buoni rapporti con l'Ad, Corrado Passera, e alla disponibilità del gruppo bancario di concedere un prestito - con i tassi di interesse di mercato - ben più ampio di quello approvato ieri dal consiglio dei ministri.
(23 aprile 2008)


Pensioni e stipendi legati al costo della vita Simone Boiocchi (La Padania 23-4-2008)

 

«Sono particolarmente felice che anche altri esponenti politici e altre sigle sindacali si rendano conto di come si è trasformato il mondo del lavoro e delle differenze che esistono tra regione e regione. A questo punto mi auguro che si ragioni tutti velocemente verso la contrattazione regionale e le gabbie salariali per adeguare i salari al costo della vita». Così Rosi Mauro, Segretario Generale del Sindacato Padano e presidente della commissione Bilancio in Regione Lombardia replica alle parole di Enrico Letta che dalle colonne del Corriere della Sera ha timidamente aperto alle gabbie salariali che il Sindacato Padano chiede da anni.
«Quello che diciamo dal 1990 e cioè che la “scala mobile” tutelava il salario dall’inflazione è un dato di fatto. Nessuno può dire che non è così. In più da allora non è stato fatto nulla. Si è preferito rimandare tutto ai contratti aziendali - continua Rosi Mauro - Ma sappiamo bene che non è così facendo che si può “coprire” il livello dell’inflazione. Lo stipendio medio di un lavoratore è di 900, 1000 euro. Ma questi mille euro non sono i 2 milioni di lire di una volta. Un lavoratore con moglie e figlio a carico, con questi stipendi, fa la fame. Altro che acquistare casa. Stipendi del genere non solo non bastano per onorare le rate del mutuo, ma nemmeno per fare fronte a quelle dell’affitto».
«Ecco perché – sottolinea Mauro – sono convinta che sia giunto il momento di confrontarci partendo dalle reali esigenze della gente. Quello che purtroppo non è stato fatto negli ultimi anni quando non ci si è resi conto di che cosa stava accadendo ai nostri lavoratori e ai nostri pensionati».
«Oggi – tuona il numero uno della sigla di via del Mare -, è necessario adeguare i salari al reale costo della vita. Le famiglie non riescono più ad arrivare ala fine del mese. Se poi qualcuno pensa di risolvere il problema dicendo alle donne che magari non hanno un impiego di “andare a lavorare”, sbaglia di grosso. Ragionare in questo modo vuol dire non capire il problema del mercato del lavoro. Significa non vedere la crisi esistente, chiudersi gli occhi davanti alle difficoltà delle piccole e medie imprese e davanti alle migliaia di lavoratori che vedono il loro posto di lavoro a rischio. Non è un caso che il Paese abbia votato la Lega Nord - precisa il Segretario Generale del Sindacato Padano - Lavoratori e pensionati si sono accorti che da ormai 20 anni il Sindacato Padano dice queste cose all’interno delle fabbriche. Quella delle gabbie salariali è una proposta che abbiamo portato anni fa sul tavolo di Palazzo Chigi ma che purtroppo è rimasta inascoltata. Ecco perché sono contenta di sentire che rappresentanti sindacali ed esponenti di altri partiti ora vengono in questa direzione. Mi auguro però che non ci si fermi solo alle parole. Dalle parole ai fatti, c’è di mezzo l’oceano e serve la volontà di varcarlo…».
«Per questo - conclude - sono convinta che sia il momento di fare un’analisi di quello che è successo in questo Paese senza illudere, sognare o prendere in giro la gente che lavora onestamente. Dobbiamo, invece, trovare soluzioni. C’è bisogno di andare verso le riforme e dialogare. Un dialogo che deve passare obbligatoriamente attraverso il tavolo del sindacato. È necessario innescare un meccanismo di “scala mobile regionale” che riesca ed equilibrare il “peso” delle buste paga in rapporto all’inflazione. Non dobbiamo promettere la luna ma compiere quei piccoli passi che permettano a lavoratori e pensionati di migliorare la loro condizione. Non dimentichiamoci che un lavoratore metalmeccanico, ad esempio, ha una busta paga che al lordo è più pesante di quelle dei sui colleghi Ue. Peccato però che alla fine il netto sia di gran lunga il più leggero di tutti».

[Data pubblicazione: 23/04/2008]



Report "Focus Lega"

 

Per la sicurezza giusto ricorrere a queste misure ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Maroni mi vedono pienamente d'accordo. L'utilizzo di volontari avviene già in numerosi settori dell'attività pubblica come protezione civile e vigili del fuoco. Non ci vedo niente di male". Il modello cui pensa Nastri (come Giordano) è quello già attuato a Milano.

Loano, Cenere vicesindaco ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: POLITICA IN FERMENTO LEGA NORD POLEMICA A PIETRA. FIAMMA TRICOLORE SOSTIENE VACCA A BORGHETTO Loano, Cenere vicesindaco [FIRMA]AUGUSTO REMBADO Novità e polemiche politico-amministrative a Loano, Borghetto e Pietra. Loano Francesco Cenere, ex primo cittadino, ha confermato ieri la sua disponibilità a essere nominato vice sindaco e assessore esterno.

Islam, Amato chiude agli estremisti ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: che raccoglie una quarantina di centri di preghiera soprattutto nel Nord Italia, e si distingue esplicitamente dall'Ucoii - oppure Abdelkarim Hannachi, docente tunisino all'università di Ragusa. Ma intanto il primo passo, quello più evidente, è la divisione intervenuta nel mondo islamico tra Ucoii e resto della Consulta.

C'era un patto tra mafia e 'ndrangheta Decimati i padroni del gioco d'azzardo ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: azzardo MASSIMO NUMA Sei boss del crimine organizzato in cella, centoquindici persone denunciate, cinque bische sequestrate. E' la sintesi dell'operazione "Gioco duro", della sezione anti-racket della squadra mobile, coordinata dal capo, Sergio Molino, e dal responsabile dello Sco, il vicequestore Marco Martino (pm Maurizio Laudi,

Addio buche stradali, viagra gratis così la lega fa il pieno in valsesia - alberto statera ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: I sindacati? la Confindustria? Berlusconi? Il Pd? Naturalmente, no. La Lega. "Bossi - sospira il neo-onorevole Buonanno, campione della nuova leva leghista - è come Cristoforo Colombo. Gli davano di scemo, guardate ora cosa vi ha combinato".

Berlusconi, niet al governatore "non voglio un altro casini" - claudio tito ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Ha ricordato il patto siglato qualche mese con Umberto Bossi a favore di Roberto Castelli. E alla fine ha lasciato l'incontro riservandosi un'ultima risposta. Non senza accusare i "colonnelli" di Forza Italia e anche Gianfranco Fini di aver convinto il Cavaliere perché "vedono in me un concorrente per la leadership del centrodestra a partire dal 2013".

"formigoni resta in lombardia" è polemica con lega e an - gianluca luzi ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: per le strade del Nord. Abbiamo fatto un passo indietro, un ministero in meno, per un posto da viceministro. Così abbiamo dimostrato che non è questione di poltrone e che in realtà bisogna far partire la macchina subito". Nelle mire della Lega c'era la presidenza della Lombardia per Castelli, ma anche Bossi, ottenuti tutti quei posti pesanti nel governo,

Il tavolo vuoto del cavaliere - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: sotto la spinta pressante del trio Bossi-Formigoni-Moratti, si è prodigato nel difendere gli interessi di quella Malpensa che è stata l'ultima esiziale sanguisuga del bilancio Alitalia. Non pago di aver così turbato pesantemente i corsi di Borsa del titolo e la trattativa in atto coi francesi, il Cavaliere ha lanciato nell'aria l'amo di una cordata italiana,

"Siamo stufi della politica La Lega unica speranza" ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: esercito di elettori di Bossi è in realtà un plotoncino di 23 votanti sui 56 che sono andati alle urne. "Sono convinto che siamo stati in tre famiglie a votare Lega - dice Terenzio Gonella, agricoltore e allevatore, padre di Tiziano, il giovane sindaco del paese -: la nostra, siamo in cinque, quella dei nostri vicini qui sotto e un'altra.

Formigoni a mani vuote si infuria con Bossi e Fini ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Formigoni a mani vuote si infuria con Bossi e Fini "Resti in Lombardia". Prima glielo dice il leader della Lega Umberto Bossi, poi glielo ribadisce in tv Gianfranco Fini. E il governatore Roberto Formigoni che sperava in un futuro ministeriale a Roma s'infuria con i suoi due alleati: "Il mio futuro politico - dice Formigoni - dipende da me e da Berlusconi e non da Bossi o da Fini"

Per Rutelli ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Per esempio Calderoli, vice presidente del Senato uscente e ministro di qualche cosa entrante: "Rutelli si ritiri. Rischia la lapidazione". Per esempio Gasparri, personaggio inesportabile dell'ex partito di An cannibalizzato da Forza Italia: "La Roma di Prodi, Rutelli e Veltroni è il regno del terrore e dello stupro".

Regione, la lega va all'attacco ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: comparsa di uno striscione della Lega Nord, con la scritta: "I piemontesi hanno deciso, Bresso dimettiti". In questo clima di tensione sono state annullate le riunioni dell'assemblea di ieri pomeriggio e oggi. Il centrodestra ha scelto l'ostruzionismo lamentando che sul bilancio 2008 della Regione "non è stato fatto neanche un tavolo con le opposizioni che diventeranno maggioranza"

Prestito di 300 milioni, per sopravvivere Prodi: L'ha chiesto Berlusconi, Air France è scappata per colpa di politica e sindacati ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Roberto Maroni confessa di non sapere chi ci sia nella cordata, Bruno Ermolli non parla, Gianfranco Fini cita una sfilza di possibilità (Lufthansa, Aeroflot, padani) e alla fine non esclude il commissariamento. "Si fa il prestito ponte - dicono fonti di Palazzo Chigi - dall'altra parte del ponte c'è il popolo delle libertà".

Formigoni-Bossi-Fini: fulmini e saette all'ombra del Pirellone Il governatore: Non sapevo fosse il capo di An a decidere del mio futuro... . Resta dov'è, addio sogni di gloria ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Resta dov'è, addio sogni di gloria di Natalia Lombardo/ Roma GIÙ AL NORD Formigoni dovrebbe restare al Pirellone fino al 2010: lo annuncia Fini in tv e l'aveva già detto Bossi. Ma il Governatore della Lombardia s'infuria: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia".

Bische, colpo al clan dei calabresi - meo ponte ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: con la mediazione di un boss calabrese del calibro di Mario Ursini, si studia una turnazione: una chiude quando l'altra apre. I Crea però progettano anche nuove case da gioco, sganciate dalla turnazione: allungano le mani sullo Showdown e sul Fight Club e, quando apre il Blu Notte, si presentano ad interrompere il gioco non autorizzato da loro.

Il senno di poi ( da "Stampaweb, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: insospettabile Roberto Calderoli prevede "una stagione costituente", assegnando alla Lega un ruolo da pontiere tra governo e opposizione. Per paradosso il cerino del contrasto sembra essere rimasto proprio nelle mani del principe del buonismo, di Veltroni, che reagisce alla sconfitta proclamando "una battaglia senza quartiere sui valori e sulle politiche,

Lassù nel Far North l' altra frontiera Usa ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: eccetto una scia di impronte sulla neve che si perde verso nord. Per risolvere il mistero bisognerà seguirle fino all'ultimo avamposto nelle gelide terre settentrionali, e sarà più d'uno a tentare l'impresa. Come nella migliore tradizione, ci sono un colpevole apparente e molti colpevoli possibili. La tenerezza dei lupi è un giallo della stanza chiusa in uno spazio sconfinato.

Amici miei, leghisti immaginari ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: immaginari Roberto Cotroneo Segue dalla Prima Perché la Lega Nord mica è un partito di élite, mica è un partito di gente che se ne sta a Roma a perdere tempo. E no che non è così, la Lega la votano a Sesto San Giovanni, e la votano a Porto Marghera, la votano al posto della Sinistra Arcobaleno, e la votano quelli del sindacato, e cominciano a votarla pure in Emilia e in Toscana,

Da Scerbanenco a Tom Clancy: solo gli americani fanno le ronde ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E il neocandidato leghista al Viminale, Roberto Maroni, sostiene che a tenere sotto controllo il territorio potrebbero contribuire le ronde di volontari. Cita il precedente dei City Angels, a Milano, e ricorda che di fatto la pratica esiste già, con l'approvazione bipartisan di sindaci come Cofferati.

Castelli, Travaglio e le consulenze di Magni ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord dal 1995 e parlamentare eletto dalla Provincia di Lecco al Parlamento di Chignolo Po" (cioè il "parlamento della Padania" dove i lumbard giocano alla secessione), il Magni viene ingaggiato da Castelli il 9 luglio 2001, per risolvere l'annosa penuria di carceri: nella lettera d'incarico si legge che la sua "professionalità di particolare qualificazione ed esperienza è in

Vendetta annunciata ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: tra aree in recessione e rivolta dei territori del nord. E con la Lega che chiede di destinare il 38% dell'Irpef alla Padania. Dunque appello strumentale, con demonizzazione preventiva delle celebrazioni del 25 aprile e assalto al cuore simbolico dell'eredità antifascista. Per spiantarla dal codice genetico di questa Repubblica, la prima veramente democratica della nostra storia.

Alitalia, il grande sabotaggio ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: logica di programmazione territoriale che ha consentito lo sviluppo nel nord di tanti aeroporti regionali sui quali si disperde la domanda di traffico, ma anche, fin dall'inizio, dalla difesa per evidenti motivi di consenso politico-elettorale del ruolo di Linate (la resistenza politica a ridurre il ruolo di Linate per favorire il lancio e il consolidamento di Malpensa fu il motivo,

Destra pericolosa per i disabili mentali ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: sulla scia della vittoria del Popolo delle libertà e della Lega di Bossi, con l'inaspettata scomparsa della Sinistra antagonista a livello parlamentare. La sfida che spetta ai candidati di centro sinistra non è affatto semplice, anche se, nella maggior parte dei casi il vantaggio di quest'ultimi nei confronti degli avversari è considerevole, la strada è tutt'altro che in discesa.

Bertolino: farò come i vietcong ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: meno tartufaio e andare di più dagli operai che non a caso hanno votato Bossi. Il risultato del voto è veritiero. Veltroni la deve prendere come lezione, essere meno salottiero e più operaio". Magari certo Pd, ma Veltroni salottiero non pare... L'imbattibile è Bertinotti. "Infatti. E anche Pecorario Scanio. È che non dovrebbe far da traino la notorietà della persona quanto le idee.

Voglio vedere Calderoli vicepremier Dopo aver definito la legge elettorale una porcata. Se accade, niente è impossibile ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Stai consultando l'edizione del "Voglio vedere Calderoli vicepremier Dopo aver definito la legge elettorale una porcata. Se accade, niente è impossibile".

Marrazzo: "no all'alipadania del pdl" - paolo boccacci ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Deve dire alla città se i suoi alleati di governo, la Lega di Bossi e Maroni, gli permetteranno mai di stare dalla parte di Fiumicino e dei lavoratori. Lui è alleato di chi vuole colpire Fiumicino, mentre noi non abbiamo mai parlato contro Malpensa". Rifiuti: Alemanno dice che il Lazio diventerà come la Campania e Roma come Napoli.

La difesa di Gianni: Bossi ha il brutto vezzo di fare battute. Lo abbiamo sempre bloccato Ma non siamo mai stati nemici di Roma ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Stai consultando l'edizione del La difesa di Gianni: "Bossi ha il brutto vezzo di fare battute. Lo abbiamo sempre bloccato Ma non siamo mai stati nemici di Roma".

Di Pietro e la gratuita Costituzione ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: che se ne parla in certi settori della magistratura a proposito dei boss della criminalità organizzata che risultano al fisco "nullatenenti". Ma che c'entra col drammatico episodio di Roma? Di Pietro, parlamentare ed ex magistrato, dovrebbe conoscere l'articolo 24 della Costituzione: "La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Si ribella al pizzo A chiederlo era un collega imprenditore ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: ambito delle indagini seguite all'arresto dei boss Lo Piccolo. Sgroi si era reso irreperibile per alcuni mesi, mentre Cangialosi aveva continuato tranquillamente a imporre il pizzo all'imprenditore. Quest'ultimo alla fine ha detto basta, aggiungendo un ulteriore tassello investigativo alle indagini già in corso che hanno portato i pm Nino Di Matteo,

Tutta brava gente ( da "Unita, L'" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Bossi, che prima del voto - almeno a sentire il Cainano - era molto "malato" e non ce l'avrebbe mai fatta a fare il ministro, s'è ristabilito e lo farà, col fuciletto a tappo. Se ci va proprio di lusso, avranno un ministero anche Michela Vittoria Brambilla e Gianfranco Rotondi, leader della Dc per l'Autonomia (autonomia da cosa non s'

Racket con ricevuta fiscale ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: boss dopo la denuncia di un collega Per dieci anni ha pagato il pizzo e ha ricevuto regolare fattura dagli estorsori, che fingevano di fare dei lavori in azienda. Dopo le ultime minacce, le indagini della squadra mobile e della Procura distrettuale hanno portato all'arresto di Girolamo Cangialosi, anche lui imprenditore,

Maxiaffitti, assunzioni, false fatture cambia volto la tangente del racket - alessandra ziniti ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: il loro contributo ai boss lo davano in tanti modi: "Siamo rimasti allibiti nel riscontrare che, come nell'ultimo caso di oggi, la mafia rilasciava regolare fattura per il pizzo imposto - dice ancora Albanese - Ma nelle aree industriali tutti sanno che ci sono una quantità di scavi e lavori di costruzione o ristrutturazione che vengono imposti o sovrafatturati.

Pizzo con ricevuta fiscale arrestato il finto fornitore - salvo palazzolo ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: imprenditore denunciò In cella Girolamo Cangialosi, legato ai boss Lo Piccolo La tariffa: 1.600 euro al trimestre SALVO PALAZZOLO La raffica di arresti degli ultimi mesi non ha fermato gli esattori più fedeli al clan Lo Piccolo: sono tornati a minacciare pesantemente un imprenditore di Carini che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari.

Pd alla carica: <Così esce indebolito> ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E mentre il responsabile nazionale Pd per il federalismo giudica pure "ridimensionata la funzione istituzionale di Formigoni alla vigilia di Expo", Alessandro Alfieri dell'esecutivo lombardo del Pd, rimarca come il governatore sia stato "isolato dall'asse Bossi-Berlusconi, che decide i destini della Lombardia". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

Formigoni non trasloca a Roma: <Sono perplesso, ne riparliamo> ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: attesa di giocarsi la partita per il Pirellone è stato candidato da Bossi a essere viceministro delle Infrastrutture, con una delega sul Nord che gli servirebbe ad "assaggiare" le grandi opere che si preparano in Lombardia. Non manca il sollievo di chi vede allontanarsi le elezioni, che a molti erano sembrate ormai inevitabili in autunno. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.

Pagina VI - Palermo Appello dai legali "Tavolo comune avvocati-giudici" "è interesse comune evitare ... ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Partinico Abusivismo edilizio per il figlio del boss Il figlio ventunenne del boss di Partinico Vito Vitale, Leonardo, è stato denunciato per abusivismo edilizio dai carabinieri che lo hanno sorpreso in una stalla realizzata senza concessione. Zisa Assalto al camionista ma niente rapina Assalto con sequestro per un autotrasportatore, ma senza la rapina finale.

Ecco dove Marta vuole sistemare i nomadi ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord: "Non si riesce tra l'altro a capire la grande differenza che corre tra degli immobili a norma e degli appartamenti regolari". E in barba alle lunghe graduatorie per ottenere una casa . "Si studia come creare nuovi alloggi per i rom - dice Franco De Benedictis, Lista Biasotti -, quando ci sono famiglie genovesi che da anni aspettano un tetto sotto il quale vivere"

Tra Biasotti e Burlando si riaccende la sfida ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rifondazione tuona contro il riemergere di una cultura delle relazioni sociali da anni '50, mentre la Lega Nord con Francesco Bruzzone parla di "amministrazioni locali che si sono calate le braghe davanti a Riva". Ora sindacati e istituzioni hanno aperto una nuova prospettiva di confronto. Arrivederci alla prossima puntata. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.

Sono tornati ad accamparsi davanti allo stadio di Marassi ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega nord, vicepresidente del consiglio del Municipio Bassa Val Bisagno: "Da parecchi giorni, il piazzale antistante lo stadio è di nuovo meta di numerose carovane di nomadi. Nonostante le numerose segnalazioni effettuate dai cittadini, la civica amministrazione non ha provveduto in alcun modo allo sgombero coatto limitandosi a delle inutili ordinanze.

<Io, romena leghista, dico: eliminate le baraccopoli> ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Ma Bossi e compagni ammettano: e chi se l'aspettava di trovare nelle urne perfino le "crocette" degli immigrati? Romeni, per giunta. Roba da salire a piedi sul Monviso e cospargersi di acquasanta alla fonte del Po. Eppure qualcosa di "strano" è successo il 13 e 14 aprile scorsi.

"chiesa, troppi silenzi sui clan" - raffaele sardo ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: recentemente divenuti bersagli di minacce da parte dei boss del clan dei Casalesi. Per il vescovo di Caserta, le gerarchie ecclesiastiche non fanno abbastanza contro la camorra. "Sono molto preoccupate di difendersi dai nemici "ideologici": massoni, comunisti, laicisti di ogni genere, e sottovalutano l'inquinamento morale e civile causato dai poteri illegali",

Pozzuoli, figliolia scagionato e deluso "la mia città regalata al centrodestra" - angelo carotenuto ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Io eredito la patata bollente dopo il famoso episodio del boss che entra in sala mentre la commissione è riunita; ristrutturo il mercato con un mutuo; lo trasformo nel terzo d'Italia per traffico; produco atti pubblici: ebbene, io finisco sotto inchiesta". Tutto comincia nel dicembre 2003 con l'avviso di garanzia.

Reguzzoni: <Che fallisca pure... Malpensa non vuole elemosine> ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Quanto ha inciso il caso Alitalia sulla vittoria di Pdl e Lega al Nord? "Tanto. È stato un caso di scuola, nel quale la sinistra ha mostrato la sua vera maschera. Quella statalista, interventista nell'economia. Un atteggiamento antieconomico di cui il Paese non ne può più". Si parla insistentemente di una cordata italiana del Nord.

In Italia 40 milioni di <turisti religiosi> ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: dalla costa atlantica europea fino alle calde terre del Nord Africa. Prossima new entry sarà l'Australia, grazie alle Giornate mondiali della gioventù di Sydney, programmate per il mese di luglio. Il giro d'affari è tale che i tour operator specializzati sono convinti che il turismo religioso diventerà una delle forme di viaggio più importanti.

LA SICUREZZA E LE REGOLE ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: uno dei tanti buchi neri nelle maglie della sicurezza che dal 13 aprile è diventata la prima emergenza del Nord. Ma non è l'unico. Qualche tempo fa un pullman che doveva riportare nel paese d'origine alcuni rom sgomberati da un campo abusivo ha fatto tappa a Rogoredo. Per le spese di viaggio e il loro sostentamento, la prefettura di Pavia aveva assegnato mille euro a ogni persona.

Salvini: bisogna tornare alle <gabbie> salariali ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: L'importante è che Roma ci lasci i nostri soldi". I tranvieri oggi hanno il licenziamento facile. "Esatto. Colpa degli stipendi da fame. Con mille euro al mese se va bene si affitta un monolocale". Matteo Salvini neodeputato della Lega Nord Ri. Que.

Formigoni <stoppato> da Berlusconi. <Resta a Milano> ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Totale fiducia nell'operato di Umberto Bossi. Per noi della Lega cambia poco. L'idea di avere un presidente della Lega ci alletta come possibilità. Ma che sia fra sei mesi o che sia fra due anni, per noi cambia poco. L'obbiettivo della Lega rimane sempre quello: chiudere il cerchio per arrivare al federalismo fiscale".

<Vado con Eliot al music hall> ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: D opo tredici anni passati sui palcoscenici del Nord Italia, "La terra desolata" di T.S. Eliot approda, per la prima volta, al Carcano. Un testo che parla del percorso di metamorfosi e conoscenza dell'uomo, fino al sacro Graal; uno spettacolo cult per Annig Raimondi, unica protagonista della scena, ma anche per Pacta, la sua nuova compagnia formata da Maria Eugenia d'

Brunetta: sui lavori usuranti necessario un giro di vite ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: il nuovo Esecutivo non è intenzionato a tornare allo scalone- Maroni. Ma aggiunge anche che sarà necessario prevedere "un ulteriore giro di vite" per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, anche evitando di applicare "la famigerata norma sui lavori usuranti". Anche se Brunetta non lo dice, l'obiettivo è chiaro: risparmiare almeno una fetta consistente dei circa 2,

<Formigoni resta in Lombardia> E' scontro con Bossi e Fini ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: hanno mosso è che con la sua discesa a Roma Forza Italia sarebbe stata costretta a cedere il Pirellone alla Lega Nord, squilibrando la coalizione. Per lui, in ogni caso, si prospetta un incarico di prestigio nel Popolo della Libertà quando il processo unitario sarà concluso. Formigoni è stato anche protagonista di un botta e risposta polemico con Gianfranco Fini e Umberto Bossi.

Lavoratori senza politica ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: paradosso votare Lega nord e essere iscritto o delegato della Fiom. Il vero problema del sindacato confederale è uscire da quest'ottica di tutela e riprendere l'iniziativa per governare e orientare il cambiamento. Per i partiti il problema non è l'inseguimento di questo modello di localismo (come ha fatto il Pd), né il compianto sul peggioramento delle condizioni sociali del lavoro (

Crisi Alitalia, arriva il maxi-prestito ponte ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Castelli e Maroni: la priorità è Malpensa ROMA - Un prestito da 300 milioni a Alitalia per mantenerla in vita e trovarle un compratore. Magari per l'estate. è quanto ha ottenuto ieri il premier "in pectore " Silvio Berlusconi dal governo Prodi che ha approvato un apposito decreto da notificare ora all'Ue.

ANTICIPAZIONI ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: ma culturalmente è già con Bossi Povera Israele L'economia cresce, ma un terzo degli israeliani vive in povertà. Ramallah, bolla edilizia sotto occupazione P. 9 Sicurezza Fini: sì alle ronde e rivedere Schengen A PAGINA 4 Intervista Giordano (Prc): ci darà ragione il congresso A PAGINA 6 Crisi globale È record gemello per euro e petrolio A PAGINA 10.

Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Esponenti come Borghezio o Calderoli nei loro comizi espongono idee xenofobe e razziste. Parlano di caccia agli immigrati, visti tutti come stupratori. Ci sono collegamenti tra la Lega e l'estrema destra. Ho fatto un documentario sul Carroccio, "Camicie verdi", in cui racconto questi fatti.

Trento tra mercato e democrazia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Maroni,Tabacci,Lanzillotta, forse Tremonti (ha preso tempo prima di dare una conferma). Berlusconi è stato invitato, ma non si sa ancora se verrà. Giunto quest'anno alla terza edizione, il Festival dell'economia di Trento " occuperà" l'intero centro storico della città dal 29 maggio al 2 giugno prossimi.

L'aeroporto e i tre moschettieri ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Maroni e Formigoni attenti allo scalo, ma su Alitalia è un "chissenefrega" Guglielmo Ragozzino Finalmente si è fatta chiarezza. Sono almeno tre gli esponenti di punta della maggioranza berlusconiana che si mostrano pochissimo sconvolti e anzi affrontano con flemmatica impassibilità il disastro (come appare dall'altra parte della barricata)

Pdl in difficoltà E Berlusconi tace ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord, felici della sconfitta dei francesi e apparentemente convinti che questo possa cambiare il destino già segnato dell'aeroporto di Malpensa. "Sono soddisfatto che Air France si ritiri. Non credo che altre compagnie interverranno, se non per questioni prettamente politiche, ma se si lascia fare al mercato credo che la via sia il commissariamento e attendere che Alitalia torni

Berlusconi gela Formigoni: resti in Lombardia ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: obiezione che gli hanno mosso è che con la sua discesa a Roma Forza Italia sarebbe stata costretta a cedere il Pirellone alla Lega Nord, squilibrando la coalizione e prestando il fianco alle critiche di chi dice che è un centrodestra a trazione nordista. Per lui, in ogni caso, si prospetta un incarico di prestigio nel Popolo della libertà quando il processo unitario sarà concluso.

Silvio pensa al <risarcimento>: ruolo nel Pdl, governo nel 2010 ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: battuto una dichiarazione di Bossi ("Penso che Formigoni resterà al Pirellone"). Secca la replica del presidente: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi. Non da Bossi". Stesso copione in serata quando viene diffusa un'anticipazione della registrazione di Fini a Porta a porta: "Formigoni resterà al suo posto dove onorerà fino alla fine il mandato ricevuto dagli elettori "

Fini si coverte alla Lega e dice sì alle ronde ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: mentre l'ingresso di clandestini è dovuto alla legge Bossi-Fini e al fatto che il governo Berlusconi ha permesso l'ingresso dei comunitari, in particolare dei rumeni". Mentre i due schieramenti si rimpallano le responsabilità, al Viminale è tempo di bilanci. E quello fatto ieri da Giuliano Amato non è certo dei migliori.

Fini: io alla Camera Scontro con Formigoni ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Ieri il presidente della Lombardia, dopo aver sentito Bossi e Fini ribadire la sua permanenza al Pirellone, si è imbufalito: "Il mio futuro politico dipende da me, non da Bossi o Fini". Per metterlo tranquillo Berlusconi assumerebbe due ministri in quota compagnia delle Opere. Ma il governatore non cede.

Torna la <guardia padana>: tra noi anche immigrati ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Al comizio milanese finale di Umberto Bossi in via Dante, Oropesa era in prima fila nel servizio d'ordine, con la sua stazza imponente, i capelli lunghi, il viso da uomo vissuto e un'aria tra il finto truce e il divertito. Raccontava di essersi stancato della vita da sub, mesi passati a fare immersioni nei Caraibi, e di essere pronto a tornare a servire la Lega.

Alemanno-Rutelli, lite sulla sicurezza ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega di Bossi. Emergenza casa. Corruzione. Il faccia a faccia tv fra Rutelli e Alemanno, a Ballarò, è stato uno scontro a tutto campo dai toni duri. Con qualche divertente siparietto, però. Quando Rutelli, per esempio, ha interrotto Alemanno: "Tesoro, ora parlo io".

Turco: Calderoli? Sì all'armistizio, aspettiamo proposte ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: non esito a riconoscere che il partito di Bossi ha un radicamento popolare, una rete di ammini-stratori locali. Dobbiamo dar loro atto che hanno un grande rapporto con la gente, a dimostrazione che in politica conta avere un rapporto vero con le persone e non con i media e le tv". Non è la prima a prendere a modello la Lega, dentro il Pd.

Via ai <cittadini vigilanti> Bologna e Firenze in campo ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: pur prendendo le distanze dalle ronde di Maroni, ha dato la sua benedizione "ai cittadini che si organizzano per difendere il proprio quartiere, a patto che non sostituiscano le forze dell'ordine". Un po' quello che accade a Firenze dal 2002, cioè da tempi non sospetti: i vigili urbani con il Comune hanno lanciato il progetto di "Marketing della sicurezza ",

L'impietosa geografia dei prezzi ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Sui prodotti alimentari il divario nord/sud è in realtà molto più ampio se si considerano i prodotti non lavorati: in questo caso, 80-85 euro di spesa effettuati al sud corrispondono a 110-120 euro al nord. Le differenze sono invece alquanto risicate se si considerano i prodotti trasformati (conserve, pasta, ecc.

Sacconi: <Le nuove regole? Da ripensare. E senza divisioni> ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Sottosegretario ai tempi di Bobo Maroni, il senatore del Popolo della libertà Maurizio Sacconi è in corsa per la poltrona di ministro del Welfare. Sarebbe sua, quindi, la competenza sulla sicurezza sul lavoro. Pensa che le norme del testo unico siano troppo rigide? "Non entro nel merito.

Spinta bipartisan a buste paga locali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Nei giorni scorsi Roberto Calderoli aveva annunciato un intervento del Governo entro le metà di giugno. "Se ci fosse il federalismo fiscale le Regioni in base alla proprie disponibilità finanziarie potrebbero decidere una serie di interventi a favore delle imprese, dall'addizionale Irpef all'Irap".

Testa di cavallo come nel Padrino ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: raccontato da Roberto Saviano, della villa del boss della camorra Francesco Schiavone: una copia perfetta della reggia di Scarface-Al Pacino. Nell'episodio di Ostuni, l'unica differenza è che nel fim di Coppola la testa (vera) di cavallo viene fatta trovare nel letto del manager Jack Woltz, proprietario dell'animale.

Sicurezza e razzismo: il confine esiste ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: fu scaricato da Giancarlo Galan e perfino da Roberto Calderoli ("Ben vengano le pulizie delle zone degli scambisti e della prostituzione, ma parlare di "pulizia etnica dei culattoni" proprio no") e dal sindaco di Verona Flavio Tosi: "Pulizia etnica è un'espressione che, per le tragiche vicende che richiama, non dovrebbe essere usata, nemmeno metaforicamente ".

L'occhio della tv su Francesco e Gianni ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: La sicurezza, la vicenda Alitalia, la Lega nord, le tasse, l'emergenza casa, i principali temi trattati. Alemanno è partito dall'aggressione e dalla violenza subita dalla studentessa del Lesotho avvenuta giovedì scorso sostenendo che a Roma "ci vuole il cambiamento" perchè "queste cose non devono più accadere.

Vince la Lega, sì alle nozze tra Varese e A2A ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: intervento di Umberto Bossi che ieri, in mattinata, prima di andare a vedere "il sacrificio di Isacco" di Caravaggio in mostra ai musei, è entrato nell'ufficio del sindaco e gli ha detto di andare avanti per la sua strada. La Lega premeva perché la proposta milanese venisse subito accettata, mentre Forza Italia voleva prendere tempo: una parte dei berlusconiani,

Agende di città ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: zza Lega Lombarda, 5 ang. via Bramante; l.go Augusto, 8; c.so Porta Ticinese, 24. NORD: (Bovisa, Affori, Niguarda, Greco, Quarto Oggiaro, Certosa, Farini, Zara, Fulvio Testi, Melchiorre Gioia): via Cogne, 9; via Varesina, 121; p.zza Bausan, 3; p.

Mauro Covacich: prima di dire che l'amore è finito ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: insieme alla quale abita in una piccola città del Nord-est. Nella sua vita irrompe improvvisamente Susanna, giornalista romana, da cui Mauro cerca di prendere le distanze quanto più inesorabilmente si sente soggiogato dalla passione, in una deriva che non riesce ad arrestare. Tra colpa e innocenza, nostalgia e voglia di fuga, il libro inscena il dramma dell'abbandono della moglie,

Sud, la nuova emigrazione ( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: la nuova emigrazione Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord Lavorano, ma le famiglie devono aiutarli N on c'è stato partito che in campagna elettorale non abbia promesso il rilancio del Mezzogiorno e adesso perfino la Lega, con Roberto Calderoli, dice che "la questione settentrionale non può essere risolta se non si affronta la questione meridionale".

La zootecnia prospera riducendo la filiera ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: SuinMarche e BovinMarche che da tempo hanno scelto di costituire delle cooperative e di assumere il controllo dell'intera filiera della carne. Pesanti segnali di crisi, invece, arrivano dal settore cunicolo che è il più colpito dall'aumento di prezzo dei mangimi. Maroni u pagina 5 l'articolo prosegue in altra pagina.

Taglio ai costi con la filiera corta ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: In crisi il comparto cunicolo Francesca Maroni ANCONA L'aumento dei costidi maise cereali degli ultimi mesi pesa anche sul settore delle carni. A fronte di aumento dei costi dei mangimi del 70%, che poi si traduce nell'innalzamento dei prezzi del prodotto finale ai consumatori, il valore della carne bovina venduta dagli allevatori ai trasformatori è aumentato solo dell'

Conferenza dei presidi per la rinascita universitaria - claudio quintano ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: come già è successo per l'apparato produttivo, mere "cattedrali nel deserto" ripetendo così un canovaccio che altri oggi, a giudicare dal risultato elettorale del Nord, non sono più disposti ad approvare. L'autore è segretario della Conferenza nazionale dei presidi delle Facoltà di Economia e Scienze statistiche.

L'anima smarrita dei partiti nel sud - andrea geremicca ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Partito democratico a non prendere sottogamba il problema della Lega, a rileggere anche da sinistra in chiave federale le questioni del Nord, del Centro e dell'intero paese. Non vedo perché il Mezzogiorno debba rifiutare questo terreno di riflessione, isolandosi e alzando barriere. Mi sbaglio o non è stato Bassolino, qualche tempo fa, a lanciare l'idea di una macro-regione meridionale,

Spazzatura nel parco del vesuvio - patrizia capua ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: bene confiscato alla camorra governata dal boss Raffaele Cutolo, "luogo simbolo" dato in consegna nel 1995 al Comune. Un'idea dell'assessore Mimmo Beneventano, ucciso dagli uomini del clan, e infine realizzata. Montagne di sacchetti non raccolti alle undici del mattino lungo il viale che porta al maniero sulla collina, che fu delle famiglie Orsini,

Formigoni, 24 ore per accettare la proposta di Silvio ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E ha attaccato sia Umberto Bossi sia Gianfranco Fini, colpevoli di aver previsto una sua permanenza al Pirellone: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Bossi né da Fini". Segnali di evidente insofferenza alla situazione. Berlusconi ha parlato con il governatore della Lombardia dell'opportunità di portare a termine il mandato regionale che scade nel 2010.

La svolta di Fini: "Guiderò la Camera ma lascio An" ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: ma Bossi ribadisce i tre posti alla Lega. Ancora da sciogliere il nodo Formigoni Roma - Non si scioglie il nodo Formigoni. Mezz'ora di incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e il governatore della Lombardia non chiarisce quale sarà il suo futuro ed un nuovo faccia a faccia con il Cavaliere è in programma domani sera a Roma.

I tempi che corrono secondo 30 vip - giuseppe balestrino ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Maroni, Mario Pagliari, Josè Rives, Franco Roberti. Sono questi i compagni, napoletani e non, di un "viaggio immaginario verso nuove e più rassicuranti mete", l'occasione per un "recupero di tutte le cose migliori che ci appartengono. Credo che questa città meriterebbe più amore da parte degli stessi suoi cittadini perché è una città che ha tutti i presupposti per essere la capitale

Rutelli-Alemanno: lite su rom e Alitalia ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Il candidato del Pdl quasi grida: "Tu hai un problema più grosso del mio, ti aggrappi a Bossi per nascondere un fallimento storico. La metro C è stata finanziata dal governo del centrodestra all'82 per cento. Il vero problema è che il vostro gruppo di potere, prometteva di risolvere i problemi di questa città e non lo ha fatto".

Forze dell'ordine ventimila in meno E' sos criminalità ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Bossi-Fini a consentire l'ingresso dei romeni e l'arrivo di tanti clandestini". Su come è stato gestito il problema della sicurezza legato all'immigrazione, il ministro dell'Interno del governo Prodi, Giuliano Amato, non nasconde la sua amarezza verso la vecchia maggioranza: "Ribadisco la mia insoddisfazione per come è stato trattato il decreto sulle espulsioni e per quello che non

Pdl e lega: formigoni resta qui ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Ad anticipare l'esito dell'incontro Umberto Bossi e Gianfranco Fini: "Resterà al Pirellone". Lui replica piccato: "Non decidono loro il mio destino". Il Cavaliere in cambio della rinuncia gli ha offerto il posto di coordinatore del nuovo partito. Ma Formigoni non nasconde la sue perplessità.

Trafitto dagli alleati - carlo annovazzi ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Manca ancora l'annuncio ufficiale e sappiamo tutti che solo Silvio Berlusconi ha, nel Pdl, il potere di decidere e, poi, di comunicare. Ma le parole di Umberto Bossi e Gianfranco Fini sono chiarissime: "Roberto Formigoni resterà alla guida della Regione Lombardia". SEGUE A PAGINA V.

Alla festa sgarbi imita bossi "a milano bisogna adeguarsi" ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Milano La curiosità Alla festa Sgarbi imita Bossi "A Milano bisogna adeguarsi" La sera c'erano i big della finanza all'inaugurazione della mostra, che racconta il secolo di Gianni Agnelli: foto, filmati, aneddoti e ricordi. Ma è al mattino, nelle sale del Palazzo della Ragione in penombra, che Vittorio Sgarbi si è trasformato da padrone di casa in imitatore.

Pdl e lega gelano formigoni "deve restare al pirellone" - rodolfo sala ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: il colpo di grazia glielo danno prima Umberto Bossi e poi Gianfranco Fini, che si mostrano in perfetta sintonia. "Formigoni resta al Pirellone perché Berlusconi ha paura della reazione della gente nel caso in cui il presidente della Lombardia andasse direttamente a Roma", certifica all'ora di pranzo il Senatùr.

"non decidono loro il mio destino" - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: La giornata nera del presidente che continua a sognare Roma Duro botta e risposta a distanza con Fini e Bossi che assicurano: "Resta dov'è". Poi il silenzio stampa L'incontro con Berlusconi dura poco più di mezz'ora. Il premier: "Roberto, la Lombardia ha bisogno di te" ANDREA MONTANARI Arriva all'ora di pranzo la prima doccia fredda per Roberto Formigoni.

Doppia truffa per il rampollo dell'armatore - vincenzo curia ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Roberta Bossi lunedì prossimo. Di più. Corrado potrebbe subire un altro procedimento: lo stesso pm ha infatti chiesto il rinvio degli atti all'ufficio del pubblico ministero sollecitando l'incriminazione dell'accusato per una serie di minacce da lui lanciate in una precedente udienza: a un teste, diffidato dal deporre e a un maresciallo della G d F che si era occupato delle indagini.

Classe operaia cerca fiducia - ilaria ciuti ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Se qui la Lega facesse le cose che fa al nord, mi domanderei se votarla". Probabilmente non la voterebbe, è solo deluso. Siamo in una fabbrichetta tessile del circondario empolese, 11 Comuni dove il Pd ha avuto il risultato "migliore d'Italia", come dice il sindaco di Empoli Luciana Cappelli, ma dove il crollo della Sinistra arcobaleno,

Merighi, sì ai vigili col manganello mancuso: o ronde o risposta militare - silvia bignami ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: exploit elettorale della Lega Nord il Pd infrange un altro tabù in nome della sicurezza. "Nei prossimi giorni prepareremo un odg per modificare il regolamento comunale e inserire questi strumenti" nella dotazione dei vigili urbani, annuncia Merighi in commissione. Strumenti che, precisa il capogruppo del Pd, devono però essere utilizzati "solo a scopo difensivo"

Gli islamici d'italia puntano all'8 per mille - vladimiro polchi ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Sempre che la nuova maggioranza politica non si metta di traverso, come annuncia già la Lega Nord "Il ministro Amato cerca di imbrigliare il futuro governo, ma non ci riuscirà - avverte Piergiorgio Stiffoni, senatore del Carroccio - i musulmani vedono l'Italia come terra di conquista e oltretutto non hanno e non possono avere una gerarchia consolidata.

Prezzi, scarti fino al 25% tra le città del nord e del sud - luisa grion ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: scarti fino al 25% tra le città del Nord e del Sud Alimentari, Milano record. Napoli la meno cara LUISA GRION ROMA - La spesa è la stessa, ma il conto cambia. Un identico carrello di alimentari, o un uguale paio di scarpe, hanno prezzi diversi a seconda che siano stati acquistati in una città del Nord o del Sud.

<Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti> ( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Esponenti come Borghezio o Calderoli nei loro comizi espongono idee xenofobe e razziste. Parlano di caccia agli immigrati, visti tutti come stupratori. Ci sono collegamenti tra la Lega e l'estrema destra. Ho fatto un documentario sul Carroccio, "Camicie verdi", in cui racconto questi fatti.

Orbassano, il Pd rischia il tonfo La sinistra nega l'appoggio ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord e Obiettivo Orbassano, si affida al simbolo dell'Udc. L'altra sera al Palatenda si è tenuto il confronto tra i due candidati. Botta e risposta. Fischi e applausi. Serata da stadio, con più di 600 spettatori. Domande a raffica: via Roma chiusa o aperta, le politiche per i giovani, ambiente, sicurezza,

Restano sull'Uspidalì gli striscioni sindacali ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: della Lega Nord [FIRMA]RODOLFO CASTELLARO VALENZA Maretta l'altra sera in Consiglio comunale per la mozione riguardante la rimozione di bandiere e striscioni sindacali esposti sulla casa di riposo Uspidalì, a seguito della vertenza che interessa i lavoratori precari (una delegazione era come sempre presente a Palazzo Pellizzari)

Battute e accuse, la tv diventa un ring francesco: "adesso parlo io, tesoro" - alessandra longo ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: quel che dice Bossi, quel che non ha fatto Veltroni, Air France sì, Air France no. Tutti e due cravatte autunnali: "La primavera non è mai cominciata", dice Rutelli e forse pensa a Veltroni. "Devi sorridere di più e ricordati di non alzare mai la voce", consigliano ad Alemanno quelli del suo staff a pochi minuti dalla diretta.

Tosi: con maroni ministro misure da far west per ripulire le strade - filippo tosatto ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: con Maroni ministro misure da Far West per ripulire le strade FILIPPO TOSATTO VERONA - "Appena sarà ministro dell'Interno, chiederò a Maroni di introdurre sanzioni che consentano di tutelare le nostre città da chi calpesta la legge, a cominciare da balordi e tossicodipendenti che infastidiscono e insultano la gente: per loro ci vuole una soluzione tipo vecchio West,

Sicurezza, amato critica le camere - liana milella ( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: e la revisione della Bossi-Fini. Amato mastica amaro mentre si accende lo scontro sui dati della sicurezza. Da Milano il sindaco Letizia Moratti lamenta che non sia mai giunto in città il commissario straordinario per l'emergenza rom e l'assessore alla sicurezza Riccardo De Corato si dice certo che col governo Prodi siano aumentati i reati predatori.

Rinegoziare a Bruxelles la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini, come propone Mar ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: come propone Maroni? Ragionevole. Ma sapendo che occorreranno almeno due anni per vedere la nuova direttiva". Franco Frattini, ministro degli Esteri in pectore, è la persona che più si è spesa per l'applicazione corretta della direttiva che permette il libero soggiorno nei Paesi Ue dei cittadini comunitari.

Dodici giorni dopo la figlia muore l'ex vice sindaco Cattin ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: per sedici mesi vice sindaco della Lega Nord tra il giugno 1993 e l'ottobre '94, si è spento in ospedale dove era stato appena ricoverato. Alcuni mesi fa gli era stato diagnosticato un male incurabile che aveva affrontato con coraggio proprio perché la figlia, insegnante di francese e mamma di due gemelli di quattro anni, a sua volta aveva gravissimi problemi di salute.

Alessi lascia anche l'Udc Bricco e Romagnoli alla Lega ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: da lunedì hanno aderito ufficialmente alla Lega Nord che adesso può contare su quattro consiglieri.\ Una donna a terra incastrata tra un'auto ed il marciapiede: è la scena che si è presentata ieri mattina alle 9,30 ai passanti che transitavano in via Piave 9 a Novara. Sembrava che l'anziana fosse rimasta vittima di un pirata della strada.

STIL NOVO ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: insospettabile Roberto Calderoli prevede "una stagione costituente", assegnando alla Lega un ruolo da pontiere tra governo e opposizione. Per paradosso il cerino del contrasto sembra essere rimasto proprio nelle mani del principe del buonismo, di Veltroni, che reagisce alla sconfitta proclamando "una battaglia senza quartiere sui valori e sulle politiche,

Lecco, spunta l'ombra del serial killer ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: di un temibile boss che girava tra le vie lecchesi con una Bmw per controllare che le ragazze facessero il loro 'mestierè. Per chi sgarrava, punizioni particolarmente violente. Altri precedenti Secondo voci raccolte in ambienti investigativi, non confermate in via ufficiale, vi sarebbero parecchie analogie tra il caso di Perledo e quello della Valboazzo,

Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Racconta anche tu la partita della tua vita ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse ma anche no ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Dal nanetto al "piccolo Ciarra" ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Pensioni, a chi gli aumenti ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune.

Il Pdl punta al sistema tripolare "Basta con i puntelli dell'Union" ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: niente Lega Nord, niente As di Alessandra Borluzzi, ma dentro la Destra di Storace. Formule superate da personalismi, da non gradimenti, da scontri di comportamenti più che di appartenenze. Ora c'è una grana in più, quel Giovanni Zani che si professa leghista ma che la Lega sconfessa perché il segretario ha fatto accordi con l'

Tavagnasco Rock ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: primi boss del cartellone sono infatti Giuliano Palma & The Blue Beaters, ma occhio ai Toska e alla dance hall ammannita da Morelove, sound system di scena in apertura e poi nella notte al mitico T-Club, dove suonano anche i Bottle Rocket. Consumata la festa d'inaugurazione tra reggae e rock steady, ci si concede il solito break;

Formigoni resta in Lombardia Vito alla Giustizia ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Interno vanno alla Lega". In più "Castelli lo mettiamo lì alle Infrastrutture, per le strade del Nord...". Il Senatùr non cita l'incarico sulla carta più rilevante, la vicepresidenza del Consiglio per Calderoli. L'ipotesi era stata affacciata durante il vertice domenicale ad Arcore, ma gira voce che ci siano dei problemi.

Salari: spinta bipartisan a buste paga <locali> ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Nei giorni scorsi Roberto Calderoli aveva annunciato un intervento del Governo entro le metà di giugno. "Se ci fosse il federalismo fiscale le Regioni in base alla proprie disponibilità finanziarie potrebbero decidere una serie di interventi a favore delle imprese, dall'addizionale Irpef all'Irap".

Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Quasi nessuno dei grandi mezzi di informazione aveva intuito il trionfo della Lega, né il tracollo della sinistra radicale, né il raddoppio di Di Pietro. Quanti articoli sono stati pubblicati per spiegare in campagna elettorale il disagio del nord, soprattutto nelle province venete e lombarde? Pochi, in compenso abbiamo letto paginate sulla lista di Ferrara, che poi ha ottenuto lo 0,

Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestra ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: quasi raddoppio di consenso alla Lega Nord, l'aumento consistente dei consensi all'Italia dei Valori e la riduzione a meno di un terzo dell'elettorato della Sinistra Arcobaleno. L'attuale elettorato della Lega è composto per il 43,3% di persone che avevano votato per questo partito alle elezioni del 2006, mentre ben il 56,7% è fatto di elettori che avevano votato per altri soggetti.

Padova, il sindaco nega il referendum antimoschea ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: risponde con un diniego al referendum per chiedere ai cittadini se sono d accordo con la realizzazione della moschea in uno stabile comunale? Vorrà dire che alle prossime elezioni la vittoria della Lega Nord in particolare sarà ancora più sonora. Ne sono convinti i vertici del Carroccio. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

Le ronde vanno bene, a patto di chiamarle con un altro nome ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: ha ragione Roberto Maroni e la Lega nel rilanciare questo presidio di sicurezza per i cittadini, ma non lo posso dire. E quindi me la gioco sul termine". Parola che spaventa persino a destra. Gianni Alemanno, "non le trova una buona idea". Scommettiamo che l esponente di An, in queste ore evidentemente più alla caccia dei voti centristi,

Respinto il piano affossa-Malpensa ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Perché quando un movimento come la Lega Nord, fatto di cuore e di testa, vola così in alto, i motivi della vittoria sono ben più profondi. Certo che a una settimana dal voto, fa un certo effetto sentire la minoranza di sinistra fare marcia indietro sulle questioni del Nord. Nei giorni precedenti alla consultazione elettorale era facile vedere la Veltroni-

Lambrusco, parmigiano e... voglia di Lega ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: voglia di Lega Èun Emilia sorridente quella che traspare dagli occhi dei militanti che giorno dopo giorno portano avanti con impegno e tenacia le linee guida della Lega Nord sul territorio. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto spiegano -. Sul nostro territorio abbiamo raddoppiato.

La macchina deve partire subito ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: per le strade del Nord. Abbiamo fatto un passo indietro, un ministero in meno, per un posto da viceministro. Così abbiamo dimostrato che non è questione di poltrone e che in realtà bisogna far partire la macchina subito". Insomma, per Bossi è proprio questo il chiodo fisso dopo il trionfo elettorale: partire subito e bene.

GIRO DI VITE SULL IMMIGRAZIONE ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E per questo che Umberto Bossi ha rivendicato con forza il Viminale. La nostra storia, dimostra che abbiamo sempre operato con coerenza e senza sbandamenti su questioni complesse e delicate, come la lotta all immigrazione clandestina e la certezza della pena". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

<Solo la Lega può garantire davvero sicurezza e legalità> ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Bossi ha speso la sua parola e la sua faccia parlando di sicurezza e federalismo, vogliamo poter dare il nostro apporto su questi temi. E penso sia vantaggio di tutta la coalizione darci la possibilità di farlo". Umberto Bossi ha fatto il suo nome per il Viminale.

Il lapsus freudiano di Rutelli: Alitalia è cosa loro. <Se fallisce tragedia per Roma> ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: la voce della Lega è stata la prima a udirsi, ma dopo sono intervenute a ruota tutte le associazioni di categoria del Nord, è scesa in campo la Confindustria ed il risultato delle elezioni politiche ha infine fornito un verdetto inequivocabile: sono stati i cittadini settentrionali a mettere i bastoni tra le ruote alla svendita ordita dal Governo.

<Le diversità territoriali devono essere tenute in considerazione> ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: parlamentare della Lega Nord, oltre che commercialista e revisore contabile, commenta i risultati dello studio condotto da Istat, Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne, dal quale emerge che i prezzi registrati nelle città settentrionali risultano superiori a quelli dei capoluoghi del centro e soprattutto del Sud del Paese.

Pensioni e stipendi legati al costo della vita ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Non è un caso che il Paese abbia votato la Lega Nord - precisa il Segretario Generale del Sindacato Padano - Lavoratori e pensionati si sono accorti che da ormai 20 anni il Sindacato Padano dice queste cose all interno delle fabbriche. Quella delle gabbie salariali è una proposta che abbiamo portato anni fa sul tavolo di Palazzo Chigi ma che purtroppo è rimasta inascoltata.

<E adesso aria nuova anche in Regione> ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: consigliere regionale del Carroccio e segretario provinciale della Lega Nord a Parma - Il consenso raccolto ha di fatto cambiato le carte. Da parte nostra continuiamo la nostra battaglia. Siamo in trincea. Ogni giorno ci scontriamo con una realtà forte e radicata sul territorio. Non dimentichiamo che qui, grazie alla cooperazione, la sinistra ha una delle sue roccaforti storiche.

Anche l Emilia è salita sul Carroccio ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: SICUREZZA E FEDERALISMO LE PRIORITA Inizia dall Emilia il viaggio del nostro quotidiano all interno delle realtà territoriali dove la Lega ha trionfato alle ultime elezioni politiche. Nostro inviato Simone Boiocchi È un Emilia sorridente quella che traspare dagli occhi dei militanti che giorno dopo giorno portano avanti con impegno e tenacia le linee guida della Lega Nord sul territorio.

Caro-cibo, il Nord è spremuto ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Nord il costo della vita è più alto. Il gruppo di città Milano, Trieste, Genova e Bologna registra livelli dei prezzi più elevati rispetto alla media nazionale in tutti e tre i capitoli considerati. Sul fronte opposto, un secondo gruppo (Napoli, L Aquila, Campobasso e Palermo) evidenzia i livelli dei prezzi inferiori alla media italiana sia nel capitolo alimentari che in quello dell

I magnifici cinque della Lega: <Il nostro impegno per il territorio> ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Una scelta maturata dalla consapevolezza di non avere amministrazioni locali guidate da uomini della Lega che potessero essere prese ad esempio sul territorio. Per questo abbiamo deciso di incontrare i cittadini". Una scelta che ha pagato e Angelo Alessandri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia, non lo nasconde. La soddisfazione gliela si legge in volto: .

Lo sproloquio di Vendola ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E queste persone, se si accorgono che per avere ciò che gli spetta devono ricorrere ad un avvocato che ovviamente devono pagare, spesso rinunciano a ciò di cui hanno diritto. Bravo Tosi! Forza Lega, Forza Bossi [Data pubblicazione: 23/04/2008].

La Rai come Alitalia ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Per il bene del Nord PIETRO SANFILIPPO Sono quel politico di Bologna che durante il Governo rosso di Prodi si è offerto alla Lega Nord per venire a liberare il lombardo-veneto quando Bossi diceva di tirare fuori i fucili. Le sinistre hanno cercato di cavarci le braghe (personalmente mi hanno condannato ingiustamente a pagare 3.

Veltroni e Rutelli due disastri ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E queste persone, se si accorgono che per avere ciò che gli spetta devono ricorrere ad un avvocato che ovviamente devono pagare, spesso rinunciano a ciò di cui hanno diritto. Bravo Tosi! Forza Lega, Forza Bossi [Data pubblicazione: 23/04/2008].

I nostri vessilli sui municipi ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Per il bene del Nord PIETRO SANFILIPPO Sono quel politico di Bologna che durante il Governo rosso di Prodi si è offerto alla Lega Nord per venire a liberare il lombardo-veneto quando Bossi diceva di tirare fuori i fucili. Le sinistre hanno cercato di cavarci le braghe (personalmente mi hanno condannato ingiustamente a pagare 3.

Mercantile attaccato dai pirati ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord, Roberto Castelli, si è complimentato con l equipaggio del pattugliatore Comandante Borsini , che con "ardimento e una manovra impeccabile ha fatto desistere questa gentaglia di colpire il mercantile italiano. Esprimo la più viva gratitudine alla Marina Militare italiana - continua Castelli - che ha sventato l ennesimo attacco di pirateria marittima nel golfo di Aden verso

Riappare il capriolo albino del federalismo ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: L articolo era stato pensato proprio per l Ossola e il Vco: oggi la Lega chiede che venga finalmente attuato. "La Lega Nord - aggiunge Cota -nella legislatura che si è appena chiusa ha presentato a Roma una proposta di legge per trasformare il Vco in provincia autonoma, con competenze vere, soprattutto dal punto di vista fiscale.

I piemontesi congedano la Bresso ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Lega Nord in Regione: "Si dimetta" I piemontesi congedano la Bresso Dopo i risultati delle elezioni Politiche, la Lega chiede le dimissioni della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Il capogruppo Oreste Rossi con i colleghi Claudio Dutto e Gianfranco Novero ha innalzato uno striscione nell aula del Consiglio regionale con stampato l invito dei piemontesi alla presidente

L era Zanonato si chiude nella moschea ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: che alle prossime elezioni la vittoria del centrodestra e della Lega Nord in particolare sarà ancora più sonora. Ne sono convinti i vertici del Carroccio padovano, i quali annunciano che la lotta per non far realizzare la moschea continuerà. I comitati locali, supportati dalla Lega, a partire da sabato raccoglieranno le firme necessarie per tentare di evitare che in via Longhin,

Vicenza, il Carroccio chiude la campagna elettorale ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: candidato sindaco Amalia Sartori e gli esponenti politici della Lega Nord vicentini. La coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura della Sartori (Popolo delle Libertà, Lega Nord e la lista civica Vicenza Viva) si presenta al ballottaggio forte del buon vantaggio ottenuto al primo turno (39,3 per cento alla candidata sindaco, ma ancor meglio con la somma dei voti di lista:

Anche Fido ha il suo regolamento ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: commenta la consigliera regionale della Lega Nord e relatrice del provvedimento Monica Rizzi -. Un risultato soddisfacente che è stato raggiunto grazie anche alla collaborazione delle associazioni di volontariato. Fra le novità l Anagrafe Canina Regionale, che prevede l identificazione, tramite un microchip, di tutti i cani sul territorio regionale.

Sciolto il nodo Aspem In Comune torna il sereno ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: La visita di ieri mattina di Umberto Bossi è indubbiamente servita a sbloccare il nodo varesino degli avvicendamenti in Giunta e della scelta del partner per la municipalizzata. Eliminate le pressioni poco chiare intorno ad Aspem, le proposte del sindaco Attilio Fontana hanno avuto la meglio favorendo così lo sviluppo della municipalizzata.

Corrado CALLEGARI ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: 00 Festa Lega Nord per ringraziare la popolazione trentina a PERGINE VALSUGANA presso Discoteca Number One (seguirà rinfresco) On. Paolo GRIMOLDI n23 aprile (mercoledì): ore 20,30 Incontro Pubblico a VIMERCATE (MI) presso Via Croce n24 aprile (giovedì): ore 21,30 Incontro Pubblico a DESIO (MI) presso Via Tirano Sen.

On. Angelo ALESSANDRI ( da "Padania, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Trasmissione TV su TELE NORD On. Gianluca PINI (Segretario Nazionale Lega Nord Romagna) n24 aprile (giovedì): ore 20,30 Incontro Pubblico a FORLIMPOPOLI (FC) presso Disco Dinner "Kobà" On. Maurizio FUGATTI (Segretario Nazionale Lega Nord Trentino) n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Festa Lega Nord per ringraziare la popolazione trentina a PERGINE VALSUGANA presso Discoteca Number One (

Dal Cavaliere a Fogliato ecco i menù del politico ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: E non si dimenticano neanche i politici locali: anche Sebastiano Fogliato, villanovese eletto deputato per la Lega Nord, avrà un piatto tutto per lui. "E' un agricoltore - spiega Antonella Cavoto - coltiva zucchine e il suo piatto non poteva che essere trofie con zucchine, pesto e parmigiano". Quanto a Roberto Peretti e Maria Teresa Armosino, dovranno aspettare.

Sicurezza, la Lega sfida Borea ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: SicurezzaLa richiesta di un Consiglio comunale monotematico è stata avanzata da Marco Lupi, leader della Lega Nord, che si è rivolto agli alleati del Pdl perchè firmino il documento in modo da poter trattare in sede di governo cittadino la situazione di emergenza che si è venuta a creare e "fare il punto su tutto ciò che non è stato fatto dall'amministrazione comunale".

ALLA RICERCA DELL'ISOLA... Fantasy. Regia di Mark Levin, Jennifer Flackett, con Abigail Bres ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Il boss della zona cercherà di fermarli. Da una storia vera, dirige il cineasta del successo "La rivincita delle bionde". LA ZONA Drammatico. Regia di Rodrigo Plá, con Daniel Gimenez Cacho e Maribel Verdù. In un quartiere benestante di Città del Messico, protetto da guardie private e filo spinato, tre ragazzi delle favelas s'

UN PAESE ALLA RINCORSA DEL PEGGIO ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Anche la beatificazione di un boss sanguinario. Di Berlusconi, di Mangano, di Dell'Utri si parla in "Promemoria", ma anche dei fallimenti del centrosinistra, che ha governato 8 anni su 15 senza mai riuscire a proporre un modello alternativo, ma sempre inseguendo gli altri in un'inarrestabile rincorsa al peggio.

Truffa delle quote altri due a giudizio ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: credito un tempo vicino alla Lega Nord e poi acquisito da Bpi, e Roberto Iaboli, già referente crediti per il settore agricolo. Per loro il processo si aprirà il prossimo 2 ottobre davanti ai giudici della terza sezione penale del tribunale di Milano. Per Galimberti il pm Riccardo Targetti, titolare dell'inchiesta, aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione e 2 mila euro di multa.

Furti in casa Ad Asti va la maglia nera ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: dimensioni del Nord Italia (fra cui Asti) è una risposta alle crescenti richieste dei cittadini, sui temi della sicurezza. Da un'indagine del "Sole 24 ore", fra il 2006 e il 2007 Asti ha perso sei posizioni (dal 63° al 69° posto) nella classifica delle province italiane: la causa, stando alle statistiche, sarebbe da ricercare nell'aumento di episodi legati alla microcriminalità.

Il divo in declino Morgan Freeman e la cassiera di supermercato Paz Vega ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Il boss della zona cercherà di fermarli. Da una storia vera. LA ZONA Drammatico. Regia di Rodrigo Plá, con Daniel Gimenez Cacho e Maribel Verdù. In un quartiere benestante di Città del Messico, protetto da guardie private e filo spinato, tre ragazzi delle favelas s'introducono in una casa: la rapina finisce in dramma,

Un giro in Brianza per smaltire la rabbia ( da "Stampa, La" del 23-04-2008)
Argomenti: La Lega

Abstract: Roberto Castelli della Lega era dato come probabile successore di Formigoni. Sarà quasi sicuramente viceministro alle Infrastrutture. Comunque vada, con lui la Lega cade in piedi: "Non è che avendo vinto in tutto il Nord, si azzerano le cariche istituzionali. Per noi quello con la Regione Lombardia è solo un appuntamento mancato,


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Per la sicurezza giusto ricorrere a queste misure (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

NASTRI "Per la sicurezza giusto ricorrere a queste misure" L'idea di creare gruppi di volontari per la sicurezza è condivisa dal neo deputato del Pdl Gaetano Nastri. "Le propote avanzate dall'on. Maroni mi vedono pienamente d'accordo. L'utilizzo di volontari avviene già in numerosi settori dell'attività pubblica come protezione civile e vigili del fuoco. Non ci vedo niente di male". Il modello cui pensa Nastri (come Giordano) è quello già attuato a Milano.

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Loano, Cenere vicesindaco (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

POLITICA IN FERMENTO LEGA NORD POLEMICA A PIETRA. FIAMMA TRICOLORE SOSTIENE VACCA A BORGHETTO Loano, Cenere vicesindaco [FIRMA]AUGUSTO REMBADO Novità e polemiche politico-amministrative a Loano, Borghetto e Pietra. Loano Francesco Cenere, ex primo cittadino, ha confermato ieri la sua disponibilità a essere nominato vice sindaco e assessore esterno. Nessun commento da parte sua e del sindaco Angelo Vaccarezza, ma la scelta è imminente. Cenere dovrà dimettersi dal consorzio Servizi ambientali di Borghetto per incompatibilità. L'assessore Pietro Oliva andrà invece presto a sedere sui banchi del Consiglio regionale in seguito alla nomina a parlamentare dell'ex presidente della Regione, Sandro Biasotti. Oliva è il primo dei non eletti. Al suo posto potrebbe entrare nell'esecutivo il più votato alle elezioni di due anni fa, non c'è ancora una decisione. Borghetto. "Restiamo fedeli all'amministrazione del sindaco Vacca anche dopo le vicende romane". Alessandro Delicato, segretario regionale della Fiamma Tricolore, interviene dopo il voto politico del 13 aprile. Spiega: "Le vicende Romane e l'esclusione dalla lista del Popolo della libertà della Fiamma, per il veto di Gianfranco Fini, esulano dagli impegni con gli elettori che tanti di noi avevamo ratificato in tempo non sospetti. Per tanto restiamo un allato fedele alla maggioranza di Borghetto". Pietra. "Se il sindaco De Vincenzi ha potuto portare a termine alcune importanti opere nei primissimi anni del suo mandato deve rendere atto che quelle stesse opere erano state attivate dall'amministrazione del governo Accame". Nadia Fadel della segreteria della Lega interviene sulle polemiche del dopo voto. La Lega, come ha rilavato Ivano Rozzi di Forza Italia, solo a Pietra non è aumentata i suoi voti. Precisa Fadel: "Non abbiamo voluto dettare legge o aspirare a cariche particolari. Abbiamo solo rivolto una domanda di chiarezza al coordinatore provinciale di Forza Italia". Sul tappeto la questione della Lista civica De Vincenzi che governa Pietra da 4 anni e di cui fanno porte alcuni consiglieri che si sono dichiarati di centrodestra. Il Popolo della libertà sarà rappresentato all'interno della Lista civica pietrese alle elezioni 2009 o sarà in campo con una sua formazione al fianco della Lega? E' questo l'interrogativo fondamentale che muove le polemiche di questi giorni.

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Islam, Amato chiude agli estremisti (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

E' UNA CONFEDERAZIONE DI MOSCHEE E DI ASSOCIAZIONI SORTA DOPO MESI DI DISCUSSIONI SOTTO L'EGIDA DEL VIMINALE Islam, Amato chiude agli estremisti [FIRMA]FRANCESCO GRIGNETTI ROMA Ci sarà anche il ministro Giuliano Amato, per rendere più solenne l'evento. Perché di evento si tratta. E' nata in gran segreto - e l'annunciano oggi al Viminale - una confederazione di moschee e associazioni islamiche a prova di moderazione, perlopiù rappresentate da italiani ma non solo, che si candida a trattare con il prossimo governo per un "Concordato" tra Islam e Stato. Moderati, ragionevoli e senza l'Ucoii, l'unione delle comunità islamiche, la sigla più forte, quella più radicata tra gli imam, tacciata di simpatie per il fondamentalismo islamico. L'Ucoii non volle firmare la Carta dei Valori che Amato aveva messo a punto. Ora la risposta: sono fuori dal percorso che il ministero immagina per arrivare a un'intesa. Il che comporterebbe enormi conseguenze. Sarebbero i rappresentanti della nuova confederazione a maneggiare i grandi finanziamenti che lo Stato riserva alle confessioni religiose (l'8 per mille), a guidare un milione di fedeli musulmani, a formare e governare i futuri imam, a gestire le moschee riconosciute, ad avere i diritti di accesso agli ospedali o alle carceri e persino ai cimiteri. Ci sono voluti mesi di discussioni tra sette personalità di quella che fu la Consulta islamica, scelti da Beppe Pisanu e poi confermati nell'incarico da Amato, per elaborare la piattaforma comune che verrà illustrata oggi al ministero dell'Interno. Di loro parlano più di ogni cosa le biografie: Souad Sbai, combattiva presidentessa delle donne marocchine, giornalista, neodeputata Pdl; Yahya Pallavicini, leader dell'associazione milanese Coreis, molto ben visto in Vaticano come figura di dialogo tra le religioni; l'ex ambasciatore Mario Scialoja in rappresentanza della Grande moschea di Roma, moderato per eccellenza; Gulshan Antivalle (presidente della comunità ismailita italiana) e infine lo scrittore iracheno Younis Tawfik, il marocchino Mohamed Saady (presidente dell'associazione Anolf, strettamente legata alla Cisl) e il giornalista pakistano Ejaz Ahmad. L'intento è di lanciare un appello per fortificare questa rete di gruppi e individui moderati. "Il nostro sarà un appello rivolto a tutti gli islamici, nessuno escluso", spiega Yahya Pallavicini. Avrebbero dimostrato interesse l'Unione musulmani d'Italia di Abdelaziz Khounati - che raccoglie una quarantina di centri di preghiera soprattutto nel Nord Italia, e si distingue esplicitamente dall'Ucoii - oppure Abdelkarim Hannachi, docente tunisino all'università di Ragusa. Ma intanto il primo passo, quello più evidente, è la divisione intervenuta nel mondo islamico tra Ucoii e resto della Consulta. C'è da ricordare che non è questo il primo tentativo di formare un Consiglio di associazioni, passo indispensabile per intavolare le trattative con lo Stato in vista dell'Intesa. Nel 1998 ci provarono con un Consiglio islamico d'Italia, che però abortì in quanto l'Ucoii aveva un ruolo preponderante e molte sigle moderate se ne tennero fuori. Gli ambasciatori della Lega Araba, peraltro, lo scomunicarono. E ogni trattativa fu congelata verso tempi migliori. Questa volta ci si riprova. "Ma è davvero troppo presto - dice la marocchina Sbai - per parlare di intesa con lo Stato. Intanto parliamo di Carta dei Valori, che è una piccola sintesi della Costituzione italiana. Chi non l'ha firmata, ovviamente non ci sarà. D'altra parte se non si è d'accordo sull'uguaglianza tra uomo e donna che mi sembra il minimo...".

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C'era un patto tra mafia e 'ndrangheta Decimati i padroni del gioco d'azzardo (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

La storia Duro colpo alla malavita sotto la Mole C'era un patto tra mafia e 'ndrangheta Decimati i padroni del gioco d'azzardo MASSIMO NUMA Sei boss del crimine organizzato in cella, centoquindici persone denunciate, cinque bische sequestrate. E' la sintesi dell'operazione "Gioco duro", della sezione anti-racket della squadra mobile, coordinata dal capo, Sergio Molino, e dal responsabile dello Sco, il vicequestore Marco Martino (pm Maurizio Laudi, Onelio Dodero, Antonio Malagnino e Dionigi Tibone). Accusa, associazione per delinquere di tipo mafioso. Al centro, il business delle bische clandestine. Indagine lunga, nata da un delitto avvenuto a Barriera Milano, vittima il gestore del night "Champagne", Vincenzo Casucci. Giustiziato dal racket perché, nel suo locale, si giocava ai dadi. Un danno per i club privé delle cosche. Uno sgarro pagato con il sangue. Da lì, anno 2001, passo dopo passo, parte l'indagine sulle bische, saldamente in mano alle famiglie calabresi e ai residui dei clan mafiosi siciliani. Siamo già nel 2006. Carte e dadi, un modo come un altro per far soldi, con meno rischi del narcotraffico e conseguenze penali quasi irrisorie. "Dunque - osservano i pm - un'importante e lucrosa forma di finanziamento per le organizzazioni malavitose di origine calabrese. L'attività ha consentito inoltre di verificare che i gruppi criminali dominanti nella zona di Torino gestivano le attività di controllo del gioco d'azzardo intascando decine di migliaia di euro". I sei sono Giuseppe Belfiore, 52 anni; Aldo Cosimo Crea, 34 anni, e il fratello Adolfo, 37 anni, già detenuto a Bologna per una condanna definitiva per un'estorsione avvenuta a Torino; Antonio Samà, 40 anni; Natale Genovese, 53 anni; Alfonso Triggiani, 37 anni, detto "Tenerone". Sequestrati i circoli Ermitage, Euro 5, Fight Club, Billard Top e Number One. Gli indagati sono Renato Riccio, Giuseppe Possomato, Giuseppe Pace, Gianluca Arcadi, Michele Elmo e Raffaele Dragone. Personaggi di altro profilo criminale, i Crea, finiti a Torino nel 2001 per sfuggire alla faida. In Calabria, a Locri, erano sfuggiti per miracolo a un attentato dinamitardo. Assieme a Giuseppe "Peppe" Belfiore, avevano costituito un "cartello" torinese. Belfiore assistito dal suo legale di fiducia, Carmine Ventura, ha fatto alcune "dichiarazioni "spontanee": "Non sono un mafioso, non so nulla delle bische, sono in difficoltà economiche". Professione, assicuratore. Un mutuo da pagare per la sua casa di Airasca. Spesso in viaggio per l'Olanda, su una Porsche Cayenne intestata a un amico. Gli hanno trovato anche un catalogo di diamanti. Prezzi e caratteristiche delle pietre. Indirizzi di Amsterdam e Anversa. Fu il pm Malagnino ad occuparsi, per primo, dei fratelli Crea. Che a Torino avevano trovato un ambiente ideale, per riorganizzare la cosca. Gente serie. Un lavoro di copertura, niente lussi. Al contrario dei soci torinesi, amanti di auto di lusso e vestiti firmati. E scarpe. Tante scarpe: "Hai l'armadio delle Hogan!", commenta la moglie di un boss, al cellulare. Intrecci e amicizie ancora da verificare. L'indagine sulle bische è solo l'inizio. C'è la storia dello "Zio", Mario Ursini, costretto a lasciare Torino, incalzato dalla polizia. Lo seguono persino sino a quando lui, diretto a un bar dove deve ricevere soldi dai soci dei club; ha lasciato i cellulari nell'auto, parcheggiata lontana. Gli agenti lo sorprendono e lo "Zio" si arrende: "Adesso basta, me ne devo andare via". Insopportabile pressing. Gente cauta. I Crea, nelle bische, non sono mai entrati. I colloqui di lavoro, solo sui marciapiedi davanti a casa. Telefoni spenti, camminando avanti e indietro. Per ore. Lontani da microspie, dalla rete delle intercettazioni. Un blitz dietro l'altro. Al Billard Top di via San Paolo, la punta di diamante, i frequentatori hanno finto di guardare un film porno. Fiches e carte, nascoste anche nei calzini. Quindici grammi di cocaina, nella plafoniere di un neon. All'appello, mancano ancora gli usurai. Così il cerchio si chiude.

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Addio buche stradali, viagra gratis così la lega fa il pieno in valsesia - alberto statera (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Addio buche stradali, Viagra gratis così la Lega fa il pieno in Valsesia A Varallo un voto su due. La ricetta: pragmatismo e fantasia Nel paese ai piedi del Monte Rosa gli immigrati sono soltanto il 4%. Il cellulare del sindaco è affisso ovunque, come quello dell'assessore "alle piccole cose" ALBERTO STATERA dal nostro inviato Varallo Sesia (Vercelli) - Incontri tre-persone-tre a mezzogiorno di una piovosa giornata di fine aprile in Corso Roma di fronte al municipio di Varallo, ottomila abitanti ai piedi del Monte Rosa. Una ha votato Lega, l'altra Pdl. La terza ti aspetteresti che fosse magari uno sparuto reduce della sinistra nel capoluogo della Valsesia, medaglia d'oro della Resistenza, dove operò Cino Moscatelli, comandante delle divisioni garibaldine Valsesia-Ossola-Cusio - Verbano. Invece è la sagoma in cartone a grandezza naturale di un vigile in divisa, con paletta rossa alzata, raffigurante il volto sorridente dai tratti meridionali di Gianluca Buonanno. Sindaco di Varallo e vicepresidente della provincia di Vercelli, Buonanno, poco più che quarantenne, è uno dei campioni dell'ondata leghista del 13 e 14 aprile che lo ha eletto deputato a furor di popolo. "Gianluca - dice lo striscione che sventola sulla sagoma con paletta simile alle altre nove collocate nei punti nevralgici del centro cittadino come deterrenza per i rari automobilisti indisciplinati - a Roma col forcone per difendere la Valsesia avrai al tuo fianco 22.321 sostenitori". Tanti hanno votato la Lega in provincia di Vercelli, portando il risultato dal 4 al 19,5 per cento, con il 47,6 a Varallo e simili numeri bulgari nei comuni confinanti: 53,8 a Sabbia, 48,4 a Vocca, 40,3 a Borgosesia, 47,2 a Cravagliana. Su 86 comuni della provincia, più di 30 sono del Carroccio, che a Riva Valdobbia sfiora addirittura il 70 per cento, uno solo del Partito Democratico. Il "paese testimone" degli antichi fasti della classe contadina e operaia, che in questa parte del Piemonte votava in massa Dc e Pci, si chiama Salasco, 99 famiglie 251 abitanti, 142 votanti, zona del vercellese di risaie, i cui abitanti "sono gracili perché respirano aria poco sana", annotava pessimista il dizionario geografico-storico di Goffredo Casalis nel 1848, non prevedendo che un secolo dopo lì sarebbe stata ritratta, splendida nei calzoni corti da mondina, Silvana Mangano nel film "Riso amaro". Basta il "lato oscuro della globalizzazione", come lo chiama Giulio Tremonti, la paura dell'immigrazione disordinata, della criminalità e della possibile perdita del benessere raggiunto a spiegare flussi così imprevedibili? O piuttosto irrompe una politica postmoderna, fatta di altri segni e di altri linguaggi? Sali verso la Valsesia e incontri Gattico, paese dell'indimenticato ministro socialdemocratico pre-Tangentopoli Franco Nicolazzi, che per venticinque anni ne fu sindaco. Agli elettori davi un'idea, gli costruivi una bretella stradale e per venticinque anni quelli ti votavano. Oggi che le idee sono solo simulacri, il "marketing territoriale" è più complesso e la nuova generazione della Lega ne ha trovato la chiave: "Sono politicamente un po' semplici - ci dice l'ex ministro di Gattico - ma bisogna ammettere che sul territorio sono proprio bravi". O più probabilmente la politica postmoderna richiede di giocare sul territorio diverse parti in commedia, come sostiene Ilvo Diamanti: lo sceriffo, il pragmatico, l'irredentista, il guitto, se occorre il razzista. E, soprattutto, riparare le buche. Il nostro Gianluca Buonanno, che non vede l'ora di insediarsi a Montecitorio, dove giura che andrebbe anche a piedi al seguito di Bobo Maroni e del leader piemontese Roberto Cota, secondo i tanti amici impersona "la fantasia al potere", secondo i rari nemici "lo psicologo di Guantanamo". Ragioniere, ex operaio alla "Cartiera Scott" e alla "Valvometal" e poi venditore della scopa "Pippo", padre artigiano, nonno di origine pugliese attore girovago e niente meno che spalla di Ettore Petrolini, nonna che di cognome faceva Los Rios, a sedici anni si iscrive al Msi affascinato da Giorgio Almirante, "che già allora voleva l'elezione diretta del sindaco e la repubblica presidenziale". Lui il sindaco l'ha fatto da quando aveva 27 anni, prima a Serravalle, poi, ineleggibile dopo due mandati, a Varallo. E, non negando di essere ormai un professionista della politica, giura che oltre a sanare i conti, a riportare la disciplina tra gli impiegati pubblici, a bloccare la proliferazione dei centri commerciali che danneggiano le piccole botteghe e a riparare le buche, "che non sono né di destra né di sinistra ma vanno tappate", dice di aver portato la fantasia al potere. I vigili di cartone con le facce sua e degli assessori sono, in effetti, solo un assaggio di ben altre gag quasi petroliniane. "Viagra" gratis ai cittadini prostatici e ancora vogliosi, premi antiobesità per chi dimagrisce di un tot, spogliarello con gli assessori per reperire fondi da destinare al restauro del santuario. Fu un grande happening il giorno che i varallesi, uscendo di casa, s'imbatterono in undici caprette del Tibet e quattro pecore locali incaricate di occuparsi, gratis, della manutenzione del verde pubblico, cominciando dal parco di Villa Becchi. Lo psicologo di Guantanamo non è da meno. Ha condannato ai "lavori forzati", costringendolo a trasportare mattoni accatastati nel cortile del municipio, un impiegato comunale beccato la mattina a fare la spesa in orario d'ufficio e ha messo la macchinetta del caffè davanti alla sua scrivania: chi lo vuole deve berlo davanti a lui in tempi predefiniti. Sarebbe un errore considerare tutto ciò solo folklore, riderne perché il marketing politico sul territorio è un' "art nouveau" complessa, ma pagante elettoralmente, come dimostrano i fatti e i numeri. Il postmoderno onorevole petroliniano espone in ufficio le sue foto con Dario Fo, Vittorio Sgarbi, Maurizio Costanzo, Renato Venditti, Lucio Dalla, Manuela Arcuri, decine e decine di "vip", come si dice, che ha fatto cittadini onorari del suo paese, perché "esiste" soltanto chi compare e sparge l'aura di chi è di casa in tivù, ricucendo il distacco di chi invece si sente estraniato dal mondo grande che gira fuori. Il 13 giugno prossimo Sgarbi sarà qui a raccontare il Sacro Monte, la magnifica cittadella sacra con ottocento statue di terracotta policroma, nientemeno che al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone. L'onorevole Buonanno certificherà il suo tripudio con i valligiani che si assieperanno per vedere il cardinale, sapendo che per risolvere nel frattempo il problema del tombino che deborda sotto casa c'è l'inedito "Assessorato alle piccole cose" e il suo responsabile Marco Ricotti, reperibile di giorno e di notte come il sindaco, il cui numero di cellulare è affisso in ogni angolo di strada. Si dice: la Lega vince perché è contro l'immigrazione e tenta di garantire la sicurezza. Ma qui - 4 per cento di immigrati extracomunitari, soprattutto marocchini - gli unici casi pericolosi che si ricordano sono quelli di un immigrato moroso in una casa comunale, sfrattato in un quarto d'ora, e di una zingara arrivata chissà come che il sindaco, chiamato al cellulare, ha fatto caricare su un treno dieci minuti dopo da uno dei sei vigili locali, che bisogna autorizzare a portare la pistola anche fuori servizio. Ronde no, meglio le lezioni obbligate di geografia e storia per gli immigrati, che si tengono regolarmente. Ma le idee, quali sono le idee della postmodernità leghista, al di là del pragmatismo? "Roma è distante e Torino ancor di più", giura Buonanno. Le regioni? "Luoghi di coltura della casta politica: un consigliere regionale prende dopo 5 anni una buonuscita di 200 mila euro". Le province? "Inutili dove ci sono le città metropolitane". I comuni? "Troppi e troppo piccoli, 1.209 soltanto in Piemonte. L'unico che riuscì ad accorparne sa chi fu? Benito Mussolini". Fini? "Andando nel partito di Berlusconi ha fatto una scelta cinica con un suo fine personale". Inutile chiedere se la Lega sia oggi di destra o di sinistra, se avesse ragione Massimo D'Alema, quando diceva che era una costola della sinistra. Chiedete magari ai 18 mila operai del polo mondiale della rubinetteria e del valvolame della Valsesia, iscritti alla Fiom o alla Fim, che porta qui più di un miliardo e mezzo di euro o a quelli del distretto tessile e del cachemire, che comprende anche stabilimenti Zegna e Loro Piana, di spiegare cosa intendono oggi per destra e sinistra. Basta fare un giro fuori delle fabbriche per capire qual è il linguaggio che capiscono. O leggere uno straordinario blog di cui sono insieme protagonisti operai e piccoli imprenditori del rubinetto. "Oltre ai cinesi che copiano - scrive uno di loro - ci sono imprenditori italiani che acquistano in Cina e marchiano qui in Valsesia". E un altro: "Arrivano i rubinetti e noi ormai cambiamo solo l'involucro. Che fine faremo?". Risponde un imprenditore: "Così fan tutti". E un altro: "Ho appena perso un appalto con un'azienda di Napoli. Mai saputo che a Napoli si facessero rubinetti. Gli daranno un bel pezzo di piombo invece di veri rubinetti". Indovinate chi ha inventato un "desk anticontraffazioni" dei rubinetti. I sindacati? la Confindustria? Berlusconi? Il Pd? Naturalmente, no. La Lega. "Bossi - sospira il neo-onorevole Buonanno, campione della nuova leva leghista - è come Cristoforo Colombo. Gli davano di scemo, guardate ora cosa vi ha combinato".

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Berlusconi, niet al governatore "non voglio un altro casini" - claudio tito (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il Cavaliere non vuole depotenziare il ruolo di Letta. Spunta anche l'ipotesi De Gennaro per il Mezzogiorno Berlusconi, niet al governatore "Non voglio un altro Casini" Torna il sogno Montezemolo: "Ma non so se Luca accetterà" Dubbi su Calderoli vicepremier, Maroni potrebbe traslocare alle Attività produttive CLAUDIO TITO ROMA - "Mi dispiace, ma devi rimanere in Lombardia. Non è il caso di far tornare al voto una regione importante come la tua". Il colloquio non è stato affatto sereno. Non sono mancati momenti di tensione. Perché Silvio Berlusconi ha troncato sul nascere qualsiasi richiesta "governativa" di Roberto Formigoni. Lo stesso "niet" è stato ripetuto per la presidenza del Senato. "Non voglio uno che poi mi crea problemi come quelli dell'Udc, non voglio un altro come Casini", si è sfogato con suoi fedelissimi. Una fermezza che anche il Governatore non si aspettava. "A questo punto devo valutare", ha risposto secco al Cavaliere. Sta di fatto che l'inquilino del Pirellone non è rimasto affatto soddisfatto del faccia a faccia a Arcore. E anche l'ipotesi di un "incarico di prestigio" all'interno del nuovo partito non lo convince per niente. Anche perché il ruolo prospettato dal "premier in pectore" è quello di Coordinatore del Pdl o di vicepresidente. Soluzioni non sufficienti per fargli digerire la permanenza a Milano. Oggi si rivedranno a Roma, ma Berlusconi non intende cambiare idea sul futuro del Pirellone. In primo luogo perché non si fida dell'ex andreottiano. Lo considera una mina vagante in grado di incidere sulla pattuglia di parlamentari ciellini. "Devi rimanere lì fino al 2010, sei l'unico di cui mi fido. Fattene una ragione, da Milano non ti muovi". L'ex leader del Movimento popolare ha provato a suggerire soluzioni alternative. Ha ricordato il patto siglato qualche mese con Umberto Bossi a favore di Roberto Castelli. E alla fine ha lasciato l'incontro riservandosi un'ultima risposta. Non senza accusare i "colonnelli" di Forza Italia e anche Gianfranco Fini di aver convinto il Cavaliere perché "vedono in me un concorrente per la leadership del centrodestra a partire dal 2013". Per il Cavaliere, aver archiviato la pratica Formigoni è stato un passaggio preliminare per definire alcuni punti cardine del futuro governo. Che ruota intorno alla delegazione della Lega. Gli uomini indicati da Umberto Bossi, infatti, in linea di massima faranno parte della compagine. Solo su Calderoli restano i dubbi di Via del Plebiscito. Il capo di Forza Italia non vuole depotenziare il ruolo di Gianni Letta affiancandogli un altro vicepremier. Ma soprattutto è orientato a rimescolare le carte senza escludere un trasloco di Roberto Maroni dal Viminale alle Attività produttive. Non solo. Vuole inserire anche qualche novità nella squadra di governo. "Non voglio replicare l'esecutivo del 1994", ha avvertito. Così non ha escluso la possibilità di nominare un uomo considerato dal Pdl e dal Pd assolutamente bipartisan. Le attenzioni si sono concentrate su Gianni De Gennaro, attuale commissario del governo per i rifiuti ed ex capo della Polizia. Su di lui c'è chi ipotizza un mandato ad hoc proprio per affrontare l'emergenza "monnezza". Una delega che potrebbe essere ministeriale o "viceministeriale". Sebbene Berlusconi allo stato non giudica praticabile questa opzione. Nelle ultime ore, poi dalle parti di Palazzo Grazioli torna a circolare il nome di Luca Cordero di Montezemolo. Una suggestione di cui, però, il futuro premier non ha ancora parlato con il diretto interessato. E lo farà solo se ce ne saranno le condizioni. Infatti, ha ammesso con i suoi, "non credo che accetterebbe il mio invito". Resta il fatto che quando domenica scorsa ha ascoltato le parole di Massimo Calearo, Berlusconi ha commentato con un certo sarcasmo: "A quel punto preferirei Luca". Ma niente di più. Tutta da definire, poi, la delegazione di An. Al momento Gianfranco Fini è fermo sulla terna La Russa-Matteoli-Alemanno. Eppure proprio il capo di An non è affatto sicuro di confermarla. Intanto non sa ancora se il concorrente di Rutelli a Roma la spunterà o meno per il Campidoglio. Se non ce la farà, il Welfare sarà il suo dicastero. Se sarà sindaco, a Via della Scrofa vogliono spendere il nome di Alfredo Mantovano. Matteoli poi andrà alle Infrastrutture. Gli interrogativi più pesanti, però, riguardano La Russa. Fini, infatti, teme di lasciare troppo sguarnito il partito e continua a spingere a favore di Giulia Bongiorno alla Giustizia. Un dicastero, però, per il quale Berlusconi spende i nomi del leghista Roberto Castelli e della forzista Maria Stella Gelmini. Tra i forzisti, infine, sono sicuri Tremonti (Economia) e Frattini (Esteri). Gli altri "papabili" sono Sandro Bondi alla Pubblica Istruzione, Paolo Bonaiuti (Beni Culturali o Rapporti con il Parlamento), Scajola (Attività Produttive), Lupi (Sanità), Prestigiacomo (Politiche comunitarie), Carfagna (Solidarietà sociale). Infine la conferma di Formigoni in Lombardia, apre definitivamente la strada della presidenza del Senato per Renato Schifani.

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"formigoni resta in lombardia" è polemica con lega e an - gianluca luzi (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

"Formigoni resta in Lombardia" è polemica con Lega e An Il governatore: non decidono loro. Oggi nuovo round Bonaiuti: tempi ancora lunghi, squadra di governo pronta entro il 12 maggio GIANLUCA LUZI ROMA - Nervi tesi in casa Pdl per la formazione del governo. Dopo lo stop di Berlusconi all'organigramma comunicato domenica sera dalla Lega, Bossi rilancia e conferma la "sua" squadra nell'esecutivo, con l'aggiunta di Castelli parcheggiato alle Infrastrutture in attesa di prendere il posto di Formigoni alla Regione Lombardia fra due anni quando scadrà il mandato del Governatore che ieri ha incontrato Berlusconi a Milano. Oggi però ci sarà bisogno dei tempi supplementari, perché a dispetto del "tutto bene" pronunciato a denti stretti, il braccio di ferro continua: Formigoni vuole fortemente la poltrona di presidente del Senato o un ministero. Berlusconi lo vuole ancora al Pirellone perché non gli sembra il caso di lasciare la poltrona alla Lega, adesso. Anche Bossi e Fini hanno "deciso" che Formigoni sta bene dove sta, provocando la reazione molto irritata del Governatore della Lombardia: "Non sono loro due a decidere del mio destino". In sostanza, c'è un caso piuttosto delicato nel centrodestra e la lista dei ministri è ancora in alto mare, tanto che il portavoce di Berlusconi, Paolo Bonaiuti, in corsa per un ministero da decidere tra Beni culturali o Rapporti con il Parlamento, prevede che "i tempi sono ancora lunghi, la compagine di governo ci potrà essere tra il 5 e il 12 maggio". Bossi insiste nella linea dura con l'aria di chi ha in mano le carte: "Gli accordi per il governo sono definitivi? In parte sì, le Riforme e l'Interno vanno alla Lega. Ci siamo io e Maroni. D'altra parte - spiega con linguaggio spiccio - al Viminale facciamo un piacere a Berlusconi, perchè chi dei suoi è in grado di affrontare i problemi della sicurezza e dell'espulsione dei clandestini? Ci vuole uno con le palle e Maroni lo è". Calderoli vicepremier e Zaia all'Agricoltura completano il quadro, a cui si aggiunge l'ex ministro leghista della Giustizia. "Castelli lo mettiamo lì per le Infrastrutture, per le strade del Nord. Abbiamo fatto un passo indietro, un ministero in meno, per un posto da viceministro. Così abbiamo dimostrato che non è questione di poltrone e che in realtà bisogna far partire la macchina subito". Nelle mire della Lega c'era la presidenza della Lombardia per Castelli, ma anche Bossi, ottenuti tutti quei posti pesanti nel governo, si è convinto che per ora "Formigoni resta al Pirellone, Berlusconi ha paura della reazione della gente se il presidente della Regione Lombardia va direttamente a Roma, e se facciamo le elezioni a ottobre rischiamo divisioni tra gli alleati". Del resto "non si può avere tutto e subito, la gente ora vuole sicurezza e federalismo fiscale, per il quale occorrono alcuni mesi di lavoro". Formigoni però aveva tutt'altro in mente per il suo immediato futuro e replica piccato a Bossi: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Bossi". Anche Fini è sicuro che Formigoni sarà convinto da Berlusconi a rimanere a Milano: "Resterà al suo posto dove onorerà fino alla fine il mandato ricevuto dagli elettori". E pure il leader di An si prende una risposta a brutto muso da Formigoni: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia. Per quanto riguarda me e Berlusconi, abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera (stasera-ndr)". Di fronte alla risposta polemica Fini ha cercato subito di spegnere il possibile incendio con la formula che si usa in questi casi: "Formigoni ha frainteso, io ho detto "credo" che resterà governatore della Lombardia. La mia frase faceva parte di un ragionamento. Ora lo chiamerò".

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Il tavolo vuoto del cavaliere - (segue dalla prima pagina) (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Commenti IL TAVOLO VUOTO DEL CAVALIERE (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Ponte verso che cosa, infatti? Di certo non verso la soluzione dei guai della disastrata compagnia. L'unica strada realmente aperta al riguardo, quella di Air France, è stata chiusa da Parigi con un comunicato che gronda irritazione e disprezzo per il teatrino politico-sindacale italiano. Per il resto all'orizzonte non vi è niente altro di concreto: nell'aria c'è sempre il fantasma di un'iniziativa patriottica, ma la sua sostanza è solo quella delle parole di chi evoca cordate imprenditorial-bancarie al momento del tutto latitanti. Tanto che lo stesso Corrado Passera ? amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo, la banca indicata dai sedicenti salvatori come il pilastro finanziario dell'operazione nazionale ? ha liquidato ogni fantasticheria in proposito con parole eloquenti e lapidarie: "Oggi sul tavolo non c'è niente". E allora, ponte verso che cosa? La risposta è amara: ragioni politiche assai prima che finanziarie sono all'origine di questo prestito. La cui finalità principale, infatti, è quella di tenere la testa di Alitalia fuori dall'acqua per il tempo necessario al passaggio di consegne fra il governo di Romano Prodi e quello di Silvio Berlusconi. Su questo punto davvero non vi possono essere dubbi dato che ieri è stato il portavoce ufficiale del Cavaliere a sollecitare il decreto, bollando come "condotta irresponsabile" un'eventuale scelta diversa da parte del governo ancora in carica. Al quale non è rimasto altro che fare quello che gli veniva richiesto. In altre parole: se per la forma il decreto reca la firma del premier uscente, il suo vero proponente e responsabile si chiama Silvio Berlusconi. Altro, dunque, che la promessa di non mettere le mani nelle tasche degli italiani: al Cavaliere è riuscito in proposito un vero capolavoro acrobatico, quello di smentire se stesso perfino in anticipo sul suo ingresso a Palazzo Chigi. Come, in fondo, era scritto che avvenisse visto che proprio Berlusconi in prima persona ha fatto il possibile e l'impossibile, nel corso della recente campagna elettorale, per chiudere l'unica strada aperta, quella della trattativa con Air France. Dapprima si è avvolto nel tricolore demonizzando l'accordo con Parigi come una colonizzazione dell'Italia che il suo futuro governo non avrebbe mai potuto accettare. Poi si è spinto, con qualche eccesso di tracotanza, a rievocare la sua prima e non proprio limpida battaglia contro Prodi ai tempi dell'operazione Sme. Infine, sotto la spinta pressante del trio Bossi-Formigoni-Moratti, si è prodigato nel difendere gli interessi di quella Malpensa che è stata l'ultima esiziale sanguisuga del bilancio Alitalia. Non pago di aver così turbato pesantemente i corsi di Borsa del titolo e la trattativa in atto coi francesi, il Cavaliere ha lanciato nell'aria l'amo di una cordata italiana, al quale le corporazioni sindacali del settore si sono aggrappati con la disperata spregiudicatezza di chi è disposto a tutto pur di evitare la resa dei conti con la lunga catena di errori commessi in anni e anni di follie. Ora, una volta ottenuto l'ampio successo elettorale che si sa, Berlusconi non ha fatto altro che rincarare la dose della sua offensiva contro Air France. Da un lato, ha proclamato che l'accordo coi francesi si poteva fare ma soltanto a condizioni di pari dignità: belle parole da comizio, ma che suonano del tutto comiche nel caso specifico di negoziato fra un'azienda ormai provinciale e moribonda e un'altra che macina profitti sui mercati di tutto il mondo. Dall'altro lato, ha scelto la sontuosa cornice della sua villa in Sardegna per un ennesimo colpo di teatro: la richiesta al suo grande amico, Vladimir Putin, di tenergli bordone nel prospettare l'entrata in scena niente meno che della russa Aeroflot come alternativa all'accordo coi francesi. Così disinvoltamente trascurando anche il piccolo particolare che l'ingresso di un'azienda di uno Stato extra-comunitario comporterebbe per Alitalia la tragedia finale della perdita dei diritti di volo non solo nelle rotte interne all'Unione, ma anche in quelle intercontinentali. In queste condizioni il ritiro dei francesi dalla partita era il minimo che ci si potesse attendere da chi è abituato a stare sul mercato in base alle regole più elementari del medesimo. Su questo punto critico Silvio Berlusconi ha giocato le sue carte ed ha avuto una volta di più successo, mettendo in campo una determinazione spudorata e a tratti feroce. Tanto spudorata e feroce da infilare le mani nelle tasche degli italiani a pochi giorni dalla chiusura di una campagna elettorale nella quale si era sbattezzato a proclamare che non l'avrebbe mai fatto. Se il buon governo si vede dal mattino.

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"Siamo stufi della politica La Lega unica speranza" (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Reportage Il Comune di Langa ha dato al Carroccio oltre il 44 per cento "Siamo stufi della politica La Lega unica speranza" MARIO BOSONETTO IGLIANO In paese il Carroccio non ha sezione e nè un militante di riferimento, nè un consigliere comunale. Eppure alle Politiche ha raccolto il 44,23% dei voti. Igliano è il centro della provincia di Cuneo più piccolo e anche più leghista. Almeno in percentuale, visto che, in numeri assoluti, l'esercito di elettori di Bossi è in realtà un plotoncino di 23 votanti sui 56 che sono andati alle urne. "Sono convinto che siamo stati in tre famiglie a votare Lega - dice Terenzio Gonella, agricoltore e allevatore, padre di Tiziano, il giovane sindaco del paese -: la nostra, siamo in cinque, quella dei nostri vicini qui sotto e un'altra. Più qualcuno che non saprei dire con precisione chi è". Nel Comune con 82 residenti basta una scelta diversa di due o tre nuclei famigliari per determinare lo spostamento dell'asse politico. Anche alle precedenti consultazioni nazionali e a quelle regionali il centrodestra era comunque in forte maggioranza, ma questa volta il consenso per Bossi è aumentato di oltre 10 punti percentuale. Perché? "Io ho sempre votato Lega - risponde Terenzio Gonella -: il 13 aprile ho convinto tutta la famiglia, moglie, mio figlio e mia figlia e suo marito. Perché è ora di smetterla. Siamo stufi di mandare i soldi a Roma. E anche i marocchini e gli stranieri: quelli che sono senza lavoro devono tornare a casa loro. Quelli che lavorano va bene, non c'è nessun problema. Ma gli altri...". Tiziano Gonella, 31 anni, è stato eletto primo cittadino alla guida di una lista civica che ha prevalso su quella avversaria (mediamente ogni due elettori c'era più di un candidato consigliere) per un solo voto. Ha sempre preferito il centrodestra, ma non ha votato solo per il Carroccio. Lo ha fatto stavolta "perché siamo delusi da tutti i politici. Bossi ci sembra l'unico che vuole davvero fare qualcosa". "Spero sul serio che la Lega riesca a cambiare, anche se non l'ho votata - spiega Vincenzo Gonella, cugino del sindaco, ma consigliere comunale d'opposizione -. In passato ho votato anch'io Bossi, ma le due ultime volte no. Perché ''scappa'' un po'. Dice cose esagerate, come quella sparata sui fucili. Credo che molti abbiano votato Lega non tanto per scelta di quel partito, ma per protesta, in fondo contro tutti gli altri. Qualcuno ha detto: ''Proviamo un po' così''. E poi forse hanno anche paura che potrebbe essere l'ultima volta per votare Bossi". Chi invece non ha mai votato il Carroccio è Giancarlo Quasimodo, ex portalettere del paese, a lungo, come tanti altri suoi concittadini, consigliere comunale. "Qui molti hanno creduto già altre volte che Berlusconi voleva aumentare le pensioni e abbassare le tasse. Ma non è stato così. E poi basta agitare il malcontento e gli altri vanno dietro, senza domandarsi se è vero o meno". Il fratello Aldo Quasimodo, a sua volta ex sindaco e consigliere comunale, si è ritirato qualche anno fa su un Aventino locale - qui colli e colline con panorami di una bellezza mozzafiato non mancano - da ambientalista arrabbiato. Arrabbiato perché un mattino trovò i due monumentali platani all'ingresso del cimitero abbattuti. Cercarono di spiegargli che "la Provincia aveva preteso il taglio per ragioni di sicurezza". Ma non lo convinsero. Amareggiato per l'"uccisione" di due alberi secolari così belli, preferì dare le dimissioni e ritirarsi dalla vita politica di Igliano. E il fattore "razzismo", accusa che sovente viene rivolta ai leghisti? Ad Igliano ci sono tanti - sempre percentualmente parlando - stranieri. Recentemente due famiglie di tedeschi e una di danesi, seguendo l'esempio di francesi prima di loro, hanno comprato cascinali e vecchi edifici agricoli per riattarli. Ma ci sono anche almeno due badanti romene (una collabora con la signora Angela Devalle, che da anni assiste instancabilmente il marito in coma) e una russa. Sono tutti bene accolti. Così come il parroco, don Ronald, di origine congolese. Soprattutto la crisi di vocazioni locali lo ha portato alla guida di una serie di parrocchie della zona. La sua "sede" è Bastia. A Igliano riesce a celebrare messa tre domeniche la settimana. La quarta, nella piccola chiesa con il campanile romanico in pietra, la "liturgia della Parola" viene celebrata da una coppia di fedeli laici. Sulla convinta adesione al federalismo fiscale, invece, si potrebbe avanzare qualche dubbio: solo cinque dei contribuenti di Igliano hanno deciso di destinare il 5 per mille delle tasse al proprio Comune. Ma tutti, proprio tutti vorrebbero aderire il fine settimana più vicino al Ferragosto alla festa di San Rocco, la cui animatrice è la mamma del sindaco, Maria Rosa Manfredi, con la figlia Patrizia. Tra le portate svettano i ravioli. Ne preparano a mano 40 chili. Sono un po' come i tarallucci e vino di Roma (ladrona?): mettono d'accordo tutti, leghisti e non.

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Formigoni a mani vuote si infuria con Bossi e Fini (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del LA GUERRA DELLE POLTRONE Formigoni a mani vuote si infuria con Bossi e Fini "Resti in Lombardia". Prima glielo dice il leader della Lega Umberto Bossi, poi glielo ribadisce in tv Gianfranco Fini. E il governatore Roberto Formigoni che sperava in un futuro ministeriale a Roma s'infuria con i suoi due alleati: "Il mio futuro politico - dice Formigoni - dipende da me e da Berlusconi e non da Bossi o da Fini". In realtà Bossi, che tiene saldamente nelle sue mani le sorti della maggioranza di destra, detta a Berlusconi anche nomi, cognomi e incarichi dei ministri leghisti: lui stesso alle Riforme, Maroni all'Interno, Calderoli vicepremier, Zaia all'agricoltura e Castelli viceministro alle infrastrutture. E la guerra per le poltrone continua. Lombardo a pagina 4.

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Per Rutelli (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Per Rutelli Furio Colombo Appello al voto Avevo pensato di iniziare questo articolo (in cui si dice che è indispensabile partecipare al voto di ballottaggio e si ripete la persuasione che è necessario per Roma che Rutelli sia sindaco e governi questa città, come l'ha governata con indimenticato successo, compresa la incredibile stagione del Giubileo) con alcune citazioni di questi giorni. Per esempio Calderoli, vice presidente del Senato uscente e ministro di qualche cosa entrante: "Rutelli si ritiri. Rischia la lapidazione". Per esempio Gasparri, personaggio inesportabile dell'ex partito di An cannibalizzato da Forza Italia: "La Roma di Prodi, Rutelli e Veltroni è il regno del terrore e dello stupro". segue a pagina 27.

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Regione, la lega va all'attacco (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina V - Torino Regione, la Lega va all'attacco Striscione in aula: "Bresso, dimettiti". La replica: "Antidemocratici" Ostruzionismo del Pdl sul bilancio L'esecutivo: "Così verrà bloccato ogni pagamento" Effetti del voto politico sul Consiglio regionale: ostruzionismo del centrodestra sul bilancio, l'improvvisa comparsa di uno striscione della Lega Nord, con la scritta: "I piemontesi hanno deciso, Bresso dimettiti". In questo clima di tensione sono state annullate le riunioni dell'assemblea di ieri pomeriggio e oggi. Il centrodestra ha scelto l'ostruzionismo lamentando che sul bilancio 2008 della Regione "non è stato fatto neanche un tavolo con le opposizioni che diventeranno maggioranza". E per rafforzare tre consiglieri del Carroccio guidati dal capogruppo Oreste Rossi hanno esposto il cartello: "Chiediamo a Bresso - ha attaccato Rossi - di compiere un atto di responsabilità e di risparmiare al Piemonte la lunga agonia dei due anni che ci separano dalle elezioni. In questi ultimi mesi la giunta regionale è stata incapace di governare, ostaggio delle divisioni interne: basti pensare che il bilancio e i documenti di programmazione economico finanziaria sono fermi in commissione e non sappiamo ancora quando verranno approvati, difficilmente entro il termine del 30 aprile". Molto dura la replica della presidente della giunta. "Quando abbiamo vinto le elezioni nel 2005 - ha affermato - il presidente Berlusconi non si dimise. Quindi io non intendo dimettermi ora. Insistere su questo punto è ridicolo e antidemocratico. Si va alle elezioni se scadono i termini del mandato o se va in crisi la maggioranza. La salute della mia maggioranza è espressa dai voti in aula: stiamo benissimo". E sulla questione del documento finanziario ha aggiunto: "Quando discuteremo il bilancio si potrà chiedere che si faccia il punto sullo stato di attuazione del programma a tre anni dalle elezioni, sono pronta a farlo. Ma il bilancio è un atto dovuto di tutto il consiglio, e non solo della maggioranza. L'accordo era che arrivasse in aula dopo le elezioni. Prorogare questo momento è grave, dalla fine del mese la Regione non potrà più fare alcun pagamento. Se non si chiude la discussione in commissione - chiederò che il provvedimento venga richiamato in aula e che per approvarlo si vada avanti con sedute a oltranza, anche di notte e nei giorni festivi". (r. t.).

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Prestito di 300 milioni, per sopravvivere Prodi: L'ha chiesto Berlusconi, Air France è scappata per colpa di politica e sindacati (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Prestito di 300 milioni, per sopravvivere Prodi: "L'ha chiesto Berlusconi, Air France è scappata per colpa di politica e sindacati" di Bianca Di Giovanni/ Roma RISORSE Con un prestito ponte da 300 milioni di euro il "cerino" nella partita Alitalia passa nelle mani di Silvio Berlusconi. Prodi si chiama definitivamente fuori. Il consiglio dei ministri ha varato ieri sera un decreto che assicura alla compagnia risorse sufficien- ti per garantire la continuità aziendale fino alla formazione del nuovo governo. A quel punto sarà possibile verificare altre ipotesi di aggregazione dopo l'addio di Air France. "Silvio Berlusconi mi ha chiesto un prestito più sostanzioso di quello che avevamo previsto per avere più tempo per risolvere la vicenda Alitalia. Il nostro è stato un atto di responsabilità - ha dichiarato il premier uscente dopo il consiglio - Il no di Air France è stato causato da eccessive interferenze politiche e da difficoltà sindacali". La decisione di arrivare a 300 milioni (si era partita da 100-200) è scaturita dopo una telefonata tra Prodi e Gianni Letta. Il messaggio della destra è stato ultimativo: senza quel rialzo i parlamentari non avrebbero convertito il decreto. Il prestito è erogato a tassi di mercato, come chiedono le rigide regole di Bruxelles, e dovrebbe essere rimborsato entro il 31 dicembre 2008. Il tasso è quello a brevissimo, "maggiorato nella misura prevista dalle regole comunitarie", si legge in una nota di Palazzo Chigi. Le risorse provengono dai fondi di bilancio del ministero dello Sviluppo economico. "Questo prestito - spiega il ministro uscente dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa - è un intervento che in circostanze diverse non si sarebbe fatto. Il governo attuale è in carica per gli affari correnti e chi presiederà il nuovo governo ha contribuito a far sì che la soluzione Air France tramontasse, convinto di proporre una soluzione migliore". Ma l'ultimo atto del governo Prodi si ferma di fronte a uno scenario ancora carico di ombre. Dopo il ritiro di Jean-Cyril Spinetta il re è nudo. In un secondo tutti gli slogan sulla cordata tricolore si frantumano. Letizia Moratti si giustifica: non volevamo far fallire la trattativa. Giuseppe Bonomi della Sea non commenta. Roberto Maroni confessa di non sapere chi ci sia nella cordata, Bruno Ermolli non parla, Gianfranco Fini cita una sfilza di possibilità (Lufthansa, Aeroflot, padani) e alla fine non esclude il commissariamento. "Si fa il prestito ponte - dicono fonti di Palazzo Chigi - dall'altra parte del ponte c'è il popolo delle libertà". Come dire: ora si calino le carte sul tavolo. Padoa-Schioppa, con un pizzico di ironia, dichiara di avere "fiducia nell'impegno di chi governerà", per questo l'esecutivo ha allargato i cordoni della borsa prestando soldi a una società in perdita, che avrà molte difficoltà a restituirli. "Dubito - continua il ministro in uscita - che possa essere stata presa una posizione così solenne e ripetuta senza avere la certezza di poter tradurla nei fatti. Sono state fatte dichiarazioni pubbliche che erano ancora più impegnative di quelle private". Il governo uscente rivendica la decisione responsabile di aver evitato il commissariamento. Se davvero il centrodestra ha un'alternativa, farà altrettanto. Ma proprio dalla Lega si è levata più di una voce in favore di una procedura controllata. Se non si riesce a costruire un'alternativa valida nel giro di un paio di mesi, il commissariamento resta sul tavolo. Tanto che ieri un tam-tam avanzava perfino il nome di Maurizio Basile (ex Fs, Anas e Ente tabacchi) come possibile commissario. Il risiko dei cieli a questo punto ha l'epicentro in Aeroflot. Dal quartier generale di Mosca, ieri, hanno fatto sapere di essere in attesa di una proposta italiana da valutare. Il portavoce della compagnia ha parlato di possibili decisioni nell'assemblea di giugno o forse anche prima. Per ora non c'è ancora nulla. In Italia Corrado Passera (Intesa) ha ripetuto più o meno la stessa cosa: "Oggi non c'è nulla sul tavolo, è prematuro poter dire qualsiasi cosa". Si sa che Intesa è pronta a scendere in campo, ma solo all'interno di un'operazione internazionale. C'è chi spera in Lufthansa, che però da sempre ripete il solito ritornello: stiamo a guardare, gli ostacoli per noi restano immutati. A Intesa comunque non basta la cordata con la sola AirOne di Carlo Toto, considerata troppo fragile per un'operazione di questo genere. Sicuramente Toto a questo punto torna in pole position, ma a quali condizioni è tutto da verificare.

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Formigoni-Bossi-Fini: fulmini e saette all'ombra del Pirellone Il governatore: Non sapevo fosse il capo di An a decidere del mio futuro... . Resta dov'è, addio sogni di gloria (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Formigoni-Bossi-Fini: fulmini e saette all'ombra del Pirellone Il governatore: "Non sapevo fosse il capo di An a decidere del mio futuro...". Resta dov'è, addio sogni di gloria di Natalia Lombardo/ Roma GIÙ AL NORD Formigoni dovrebbe restare al Pirellone fino al 2010: lo annuncia Fini in tv e l'aveva già detto Bossi. Ma il Governatore della Lombardia s'infuria: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia". Aveva risposto così anche al leader della Lega che ne aveva annunciato al permanenza al Pirellone: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Bossi". "Credo che Formigoni resti alla Regione Lombardia", aveva detto Fini registrando Porta a Porta; "ma no, mi ha frainteso, dopo lo chiamo", recupera il leader di An. Ma dal colloquio di tre quarti d'ora a Arcore con Silvio Berlusconi ieri pomeriggio, Formigoni ne esce "perplesso" e commenta con un formale "tutto bene". Da giorni reclama la presidenza del Senato - blindata per Schifani - gli Esteri - preclusi per i suoi viaggi da Saddam prima della guerra - o gli Interni. Com'è avvenuto il giorno prima con il veneto Galan, il leader del Pdl ha chiesto a Fomigoni di restare dov'è fino alla scandenza del mandato nel 2010. Perché andare ora alle elezioni anticipate in Veneto e in Lombardia significherebbe consegnarle alla Lega, rafforzandone il potere rispetto al Pdl. Come ricompensa il cavaliere avrebbe promesso al Governatore una carica ai vertici del Pdl (vicepresidente o coordinatore) e un posto da ministro delle Attività Produttive fra due anni, allo scadere del terzo mandato al Pirellone. Sarebbe il forzista Scajola a cedere il posto, con il corposo pacchetto Expo 2015. E la ciellina Compagnia delle Opere avrebbe comunque una forte presenza a Roma con Maurizio Lupi alla Salute. Ma Formigoni vende cara la pelle (per la seconda volta dovrebbe dimettersi da senatore): "Per quanto riguarda me e Berlusconi, abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera". Berlusconi è tornato ieri sera a Roma per il caso Alitalia dipanato con Gianni Letta, e insieme sono andati a cena da Francesco Cossiga. Il leader del Pdl dovrà sentire le richieste dei "nanetti" e dei meridionali come Fitto (Fi) per una caratterizzazione meno nordista del governo. E s'impegna per gli ultimi fuochi di campagna elettorale a Roma: oggi a piazza in Lucina, domani con Fini a piazza Navona per Alemanno. Gianfranco Fini "blinda" per sé lo scranno più alto di Montecitorio. Il leader di An annuncia: "Se sarò eletto presidente della Camera lascerò la presidenza del partito, nominando un reggente "primus inter pares"" fino al congresso che, in autunno o all'inizio del 2009, "farà l'ultimo passo verso il Pdl". Nella competition tra i "colonnelli" di An, dovrebbe avere la meglio Ignazio La Russa (che è stato coordinatore) mantenendo anche la Difesa; Matteoli potrebbe essere "capo-delegazione" di governo, e Alemanno in caso di perdita a Roma ha pronto il Welfare. Si era fatto il nome di Giorgia Meloni come reggente, ma lei si schermisce: "In questi giorni mi hanno candidato a tutto, anche alla Difesa come la ministra spagnola incinta...". Lo schema di governo è fermo. Dal cappello delle sorprese di Berlusconi spunta Gianni De Gennaro come ministro per il Mezzogiorno, un segnale bipartisan alla Sarkozy. La Giustizia oscilla in FI tra l'avvocata Gelmini e Sandro Bondi. Le uniche certezze le declama Bossi: "Io alle Riforme, e Maroni all'Interno perché ci vuole uno con le palle" per buttare fuori i clandestini. Calderoli alle Riforme è improponibile (si dimise per la maglietta anti Islam) ma checché ne dica Bossi anche come vicepremier è indigesto a Letta; Zaia all'Agricoltura e Castelli in parcheggio per due anni da viceministro alle Infrastrutture, in attesa del Pirellone. Ma Bonaiuti avverte: "Decide Berlusconi".

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Bische, colpo al clan dei calabresi - meo ponte (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina IX - Torino Bische, colpo al clan dei calabresi Sei in manette, la Squadra Mobile ridisegna la mappa delle cosche Chiusi 5 circoli Laudi: "Una delle più importanti operazioni torinesi antimafia" MEO PONTE Occorrono settanta pagine al gip Diamante Minucci per ricostruire la trama di quella che Maurizio Laudi, nella sua ultima conferenza stampa da procuratore aggiunto, definisce "una delle più importanti operazioni antimafia effettuate a Torino che ha permesso di ridefinire la fisionomia delle cosche trapiantate a Torino". Nell'ordinanza con cui il giudice ha accolto le sei richieste di arresto dei pm Onelio Dodero e Antonio Malagnino, attraverso i rapporti della Squadra Mobile, si evidenzia la lotta tra le diverse cosche calabresi per il controllo di uno dei più lucrosi business criminali: il gioco d'azzardo. Tutto ha inizio dai racconti di Paolo Alberto Micci, un "pentito" che depone durante il processo per gli omicidi di Vincenzo Casucci, titolare di una bisca ammazzato il 18 giugno 2000, e di Pietro Fortunato, ucciso il 27 luglio 2002, uomo di fiducia di Carmelo Finocchiaro, gestore di un'altra bisca. Ed è proprio Micci che, parlando dei contrasti tra i clan criminali, riferisce dell'ascesa dei fratelli Aldo e Aldo Cosimo Crea, arrivati a Torino alla fine del 2000 dopo essere scampati ad un agguato in Calabria e ben decisi a imporre anche a Torino i metodi violenti della Locride. I due fratelli in un primo momento si legano a Giuseppe Belfiore, un nome storico della malavita calabrese di Torino che controlla l'Euro 5 di piazza Rebaudengo 7 e il Billard Top di via San Paolo 42 bis, le bische cittadine più attive. Ma nel 2004 Cosimo Crea, finito nel frattempo in carcere, durante l'ora d'aria confida a Micci: "Belfiore non si occupa di niente, è sempre al night, non fa che sniffare cocaina". E il gip annota: "Giuseppe Belfiore ha gestito in modo preminente l'associazione per un lungo tempo; rappresenta l'ancient regime associativo che controlla il gioco d'azzardo valendosi delle bische di piazza Rebaudengo e via San Paolo e si avvale di sodali da tempo inseriti nel gruppo e con vasta esperienza (quale Natale Genovese) nonché di "nuovi uomini" (quali gli emergenti fratelli Crea)". Le cose però cambiano. E si legge nell'ordinanza: "La leadership di Belfiore s'incrina per lamentele esterne e critiche interne: da un lato il condono apre le porte del carcere a esponenti di rilievo della criminalità calabrese che muovono rilievi al Belfiore sulla sua gestione delle risorse da destinare agli alleati detenuti e contemporaneamente vanno alla ricerca di spazi d'azione...". Per evitare che le bische si facciano concorrenza, con la mediazione di un boss calabrese del calibro di Mario Ursini, si studia una turnazione: una chiude quando l'altra apre. I Crea però progettano anche nuove case da gioco, sganciate dalla turnazione: allungano le mani sullo Showdown e sul Fight Club e, quando apre il Blu Notte, si presentano ad interrompere il gioco non autorizzato da loro. Nel 2007 però apre i battenti l'Ermitage Master di via Salerno sotto l'ala protettrice di Renato Macrì, nipote di Mario Ursini. Lì si gioca al poker texano, la concorrenza è troppa e così, nella notte del 31 ottobre 2007, davanti al locale viene piazzata una bomba. Un'altra sarà sistemata il 7 febbraio scorso. La Squadra Mobile però ormai ha compilato un dettagliato rapporto sull'attività del gruppo criminale. Il 10 aprile scorso finiscono in manette in sei: Giuseppe Belfiore, i due fratelli Crea, Antonio Samà, Natale Genovese e Alfonso Triggiani. Arrestato pure Giovanni Savaglio, un frequentatore delle bische, sorpreso con 20 grammi di cocaina e una pistola. Il gip dispone anche il sequestro dei circoli dove si gioca d'azzardo: l'Ermitage, l'Euro 5, il Fight Club, il Billard Top e il Number One.

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Il senno di poi (sezione: Focus Lega)

( da "Stampaweb, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Improvvisa e sorprendente, la mitezza trionfa su tutti i fronti della politica italiana. Silvio Berlusconi ha assunto un atteggiamento presidenziale mentre Giulio Tremonti annuncia l'intenzione di procedere ovunque "con il consenso delle parti sociali". Guglielmo Epifani coglie i segni di "una lunga fase di maggioranza stabile" a cui "non si risponde con il conflitto preventivo". E persino l'insospettabile Roberto Calderoli prevede "una stagione costituente", assegnando alla Lega un ruolo da pontiere tra governo e opposizione. Per paradosso il cerino del contrasto sembra essere rimasto proprio nelle mani del principe del buonismo, di Veltroni, che reagisce alla sconfitta proclamando "una battaglia senza quartiere sui valori e sulle politiche, perché la nostra idea di società resta radicalmente diversa dalla loro". è tutto molto bello, indiscutibilmente suggestivo per un Paese assuefatto a quindici anni di rumorosi conflitti post-ideologici che ben poco hanno portato all'innovazione reale dell'Italia. Se non fosse che il prossimo governo da qualche parte dovrà pur andare, soprattutto con una maggioranza parlamentare tanto generosa. E che già in una recente occasione (la legislatura 2001- 2006) Silvio Berlusconi non si mostrò particolarmente capace di utilizzare l'ampio mandato elettorale che aveva ricevuto per introdurre riforme di qualche sostanza. è certamente positivo che una personalità come Tremonti si dica contrario a riesumare battaglie come quella sull'articolo 18, che il centrodestra di allora promosse per puro spirito ideologico e che ebbero solo l'effetto di spingere la Cgil a rinchiudersi nella trincea della resistenza. Così come è indispensabile che in tema di riforme costituzionali si proceda con il consenso più vasto. Ma di qui a sottovalutare l'urgenza di atteggiamenti politicamente molto chiari sulla direzione da imprimere all'azione dell'esecutivo corre uno spazio enorme, lo stesso nel quale il quarto governo Berlusconi rischia di impantanarsi alla maniera dell'ultimo governo Prodi. D'altra parte queste elezioni sono state salutate con sollievo, anche da chi non ha votato per nessuno dei partiti vincitori, in ragione della chiarezza che sembrano aver finalmente introdotto in Parlamento. Esiste una maggioranza che sulla carta ha tutti i numeri per governare. Che dunque governi, assumendosi la responsabilità delle scelte che riterrà di compiere e incassando l'eventuale bonus di consenso che potrà ricavarne nel Paese. Sembra una banalità, ma nella politica italiana delle ultime tre legislature anche la banale responsabilità delle scelte trasparenti è stata sacrificata alle esigenze del quieto vivere o della navigazione a vista. Con conseguenze pesanti sulla credibilità degli attori politici e sulle stesse istituzioni democratiche. In questo senso appare particolarmente ambigua la funzione di garanti della pace sindacale che Calderoli sembra annunciare per la Lega, forse interpretando alla lettera il nuovo status di "partito operaio" che alcune analisi le hanno attribuito. Giova ricordare che il dogma della concertazione è stato in questi anni l'autentica palla al piede del centrosinistra e che il problema di un adeguamento del ruolo e della rappresentatività del sindacato è da tempo nelle cose, come ci è stato confermato da ultimo dalla vicenda Alitalia. Alla fine dei conti l'alternativa non è tra protervia della maggioranza e dialogo con l'opposizione e le parti sociali, ma tra immobilismo e responsabilità politica. Quella stessa responsabilità che nelle democrazie liberali viene serenamente esercitata dalle forze che ricevono dagli elettori il mandato a governare. E che appare tanto più urgente in un Paese immobile com'è l'Italia. commenti (1) scrivi.

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Lassù nel Far North l' altra frontiera Usa (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Lassù nel Far North l'"altra" frontiera Usa di Wu Ming 4 P er usare una frase a effetto si potrebbe dire che con il suo romanzo d'esordio La tenerezza dei lupi Stef Penney ha inventato un nuovo genere: il "Northern". Vale a dire la variante canadese del western, che sostituisce il deserto dell'Arizona con le distese nevose dell'Ontario. Sponde settentrionali del Lago Huron, anno 1867. In un piccolo villaggio di coloni scozzesi si consuma un efferato omicidio. Nessun indizio, eccetto una scia di impronte sulla neve che si perde verso nord. Per risolvere il mistero bisognerà seguirle fino all'ultimo avamposto nelle gelide terre settentrionali, e sarà più d'uno a tentare l'impresa. Come nella migliore tradizione, ci sono un colpevole apparente e molti colpevoli possibili. La tenerezza dei lupi è un giallo della stanza chiusa in uno spazio sconfinato. Un thriller in cui risolvendo il caso se ne risolvono altri - rimasti sepolti sotto gli strati del tempo per decenni o addirittura secoli - ma senza l'ansia o la pretesa di risolverli tutti. Difficile non innamorarsi della memorabile protagonista femminile, che riecheggia le eroine classiche della letteratura, ma con una coscienza tutta moderna. E mentre la si accompagna all'inseguimento dell'assassino ci si accorge che il romanzo del "Far North" compone il mosaico dell'altra frontiera americana. Cacciatori meticci, agenti commerciali, coloni che ancora puzzano di sentina, avventurieri bianchi che sembrano indiani e indiani che sembrano bianchi. Penney è davvero grande nel tratteggiare i personaggi uno a uno, connotandoli indelebilmente. Tutti inseguono qualcosa, gelosi delle proprie aspirazioni, tutti sono "in caccia" e proiettano la loro ombra sul fondale della macrostoria. Il processo di autonomia del Canada dalla madrepatria inglese è appena agli albori, l'economia dell'entroterra si regge in gran parte sul commercio delle pellicce pregiate, acquistate in condizione di monopolio dalla Compagnia della Baia di Hudson. Sulla piazza di Londra il frutto delle fatiche dei trapper e dei voyager viene venduto a peso d'oro, per finire sulle spalle delle gentildonne che vanno a teatro. Beni di lusso che hanno per matrice la caccia più brutale. Ma gli animali si sono fatti furbi, si spostano a ovest, e gli uomini della Compagnia devono avanzare, spingere oltre i loro avamposti, come cacciatori nomadi che seguono le mandrie. Intanto, a sud del confine, la Guerra Civile si è conclusa e sta prendendo coraggio una potenza economica che predilige i principi della libera concorrenza. Il monopolio britannico ha già sfidato una volta lo spirito d'intrapresa dei coloni americani, perdendo tutto. La storia rischia di ripetersi sotto forma di guerra commerciale. In gioco c'è un giro d'affari che dissolve gli scrupoli e scalda gli animi, offrendo il gancio alla battuta fulminante di uno dei personaggi, rivelatrice della coscienza canadese di oggi: "Cristo, ci stiamo riducendo come i nostri vicini. Finiremo anche noi come gli Stati Uniti, guerre e rivoluzioni ogni cinque minuti". La tenerezza dei lupi è un romanzo che non sembra affatto un esordio narrativo, ma l'opera matura di un'autrice esperta. Non meraviglia che i critici abbiano fatto un salto sulla sedia. Un exploit talmente riuscito che è valso a Stef Penney, classe 1969, uno dei più prestigiosi premi letterari britannici, il Costa Award, e un assegno di 25.000 sterline. Nata a Edimburgo, londinese d'adozione, l'unica cosa che Stef Penney condivide con i canadesi è la sudditanza a Sua Maestà Elisabetta II. Una scozzese che scrive un romanzo ambientato a nord dei Grandi Laghi nel XIX secolo. E non è tutto. La cosa che nessuno - proprio nessuno - ha potuto fare a meno di notare è che l'autrice non ha mai messo piede in Canada. Per molti anni è stata afflitta da una grave forma di agorafobia che le ha impedito di allontanarsi da casa. Wikipedia definisce l'agorafobia "una sensazione di grave disagio che l'individuo prova allorché si ritrova in ambienti non familiari e teme di non riuscire a controllare la situazione, specie ove vi sia difficoltà a trovare una fuga immediata verso un luogo sicuro (di solito la propria abitazione)". È impossibile non accorgersi che questa è precisamente la condizione psicologica dominante nel romanzo, l'atmosfera che incombe su tutti i personaggi, spinti ad abbandonare la sicurezza uterina delle proprie abitazioni per attraversare distese solitarie, vuote e inospitali. C'è un continuo gioco di contrasti tra interno ed esterno, fuoco e ghiaccio, dialogo e silenzio, claustrofobia e agorafobia. Uno psicologo da strapazzo ci potrebbe dire che l'autrice ha proiettato la propria affezione sull'habitat canadese. Uno scrittore si limita a riconoscere la maestria quando la vede, la capacità di trasferire parte di sé nella letteratura, dandole carne e sangue. La domanda che si sono fatti in molti non è inedita per chiunque scriva romanzi ambientati fuori dai confini di casa propria: Come avrà fatto? Come si può raccontare in maniera verosimile un territorio, un paese, del tutto estraneo? La risposta di Miss Penney sarebbe semplice: si prende la metropolitana fino alla stazione di St.Pancras e si esce su Euston Road. Poche decine di metri sulla destra c'è l'ingresso della British Library. È lì dentro che si è chiusa per scovare le storie che le sono servite a scrivere il romanzo. Documentazione, ricerca delle fonti. Ne sapeva qualcosa un signore dai baffi a manubrio che rispondeva al nome di Emilio Salgari e che in tutta la sua vita solcò a malapena le acque dell'Adriatico, senza che questo gli impedisse di scrivere romanzi ambientati nei luoghi più esotici del pianeta. Oggi abbiamo l'innegabile vantaggio di poter contare su supporti ed archivi elettronici, e soprattutto su Internet, miniera inesauribile di immagini, notizie e documenti. In certi casi non è nemmeno necessario raggiungere la biblioteca, con grande sollievo dei pigri e degli agorafobici più gravi. Il romanzo della globalizzazione può essere scritto da ogni punto del pianeta e può sfruttare la consapevolezza che ogni storia ci riguarda, che l'estraneità data per scontata è in realtà soltanto apparente. La storia americana è storia europea, fatta da gente che emigrò oltreoceano proveniendo da ogni angolo del Vecchio Mondo. I personaggi del romanzo di Stef Penney sono scozzesi, francesi, irlandesi (e ovviamente nativi). Di lì a pochi decenni sarebbero arrivati tutti gli altri, inclusi gli italiani. Gli americani siamo noi visti in uno specchio deformante, che esaspera i nostri tratti, o forse li rende più essenziali. Non deve meravigliare che l'autrice di questa storia viva sulla sponda orientale dell'Atlantico, perché solo la distanza concede il distacco necessario per raccontare all'America la nostra storia condivisa. Ci consente di guardare le cose con disinvoltura, senza ipocrisia e sensi di colpa, senza il "peso" di essere americani, anche se, appunto, non possiamo non sentirci almeno in parte tali. Ad esempio c'è una cosa che salta agli occhi in questo romanzo e che tradisce la sua matrice europea (forse quella del Canada stesso). È l'assenza di Dio. Il Dio del Vecchio Testamento che accompagnò i coloni del sud nella conquista del continente. I canadesi che popolano le pagine della Penney sono ancora fortemente legati alla vecchia Europa, scevri dalla retorica di una Terra Promessa, fosse anche solo per la desolazione che li avvolge per metà dell'anno. Il rapporto con il Grande Nulla nevoso, la solitudine dell'uomo davanti alla natura, non rimanda a nessuna trascendenza. Non ci sono Padri Pellegrini o Padri Fondatori che hanno bisogno di Dio per giustificare la propria missione storica. C'è piuttosto la fede nel calore umano strappato al gelo circostante, c'è l'amore, tutto terreno, corporeo, tiepido contatto di membra o passione bruciante - Amore di vita, si intitolava una vecchia raccolta di racconti di Jack London, ambientati negli stessi paesaggi. C'è l'inesorabilità del cammino, incessante, attraverso un continente che potrebbe racchiuderli tutti, migliaia di miglia, milioni di storie portate negli zaini lungo piste inesplorate. "(...) ci disperdemmo dagli approdi di Halifax e di Montréal come i tributari di un fiume, scomparendo a uno a uno nelle regioni ancora incolte. La terra ci inghiottì, ed era ancora affamata. Facevamo largo alla terra in mezzo alle foreste, e davamo ai nostri posti nomi che nascevano dalle cose che vedevamo - uccelli, animali - oppure dal ricordo delle nostre vecchie città natali; memorie sentimentali di luoghi che non nutrivano alcun sentimento per noi. Ciò dimostra che non ti puoi lasciare niente alle spalle. Porti tutto con te, che tu lo voglia o meno". È l'Estremo Occidente, l'Europa nella terra dei lupi. I lupi che danno il titolo al romanzo e che da sempre simboleggiano la selvatichezza, la minaccia della natura, spada di Damocle su chi si avventura nell'entroterra. Predatori per antonomasia, che nel corso del racconto vengono continuamente evocati, ma restano ombre al margine del campo visivo, fantasmi appena intravisti in mezzo agli alberi, e finiscono per essere tenere presenze, innocui demoni che accompagnano i viandanti. Perché il vero predatore è piuttosto un altro, cammina su due zampe e sa essere molto più spietato di qualsiasi belva a cui dia la caccia. Soltanto quando riesce a liberarsi da questa avidità omicida, può finalmente apprezzare l'importanza del percorso, lo spazio vivo che attraversa; che non è pura distanza o appunto Grande Nulla, ma possibilità di un cammino condiviso. In cerca della felicità possibile. LA VARIANTE NORDICA DEL WESTERN: questo è il romanzo di esordio di Stef Penney, un thriller ambientato in Canada del 1864, terra di indiani e coloni, cacciatori e avventurieri che attraversano distese solitarie, vuote e inospitali.

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Amici miei, leghisti immaginari (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Amici miei, leghisti immaginari Roberto Cotroneo Segue dalla Prima Perché la Lega Nord mica è un partito di élite, mica è un partito di gente che se ne sta a Roma a perdere tempo. E no che non è così, la Lega la votano a Sesto San Giovanni, e la votano a Porto Marghera, la votano al posto della Sinistra Arcobaleno, e la votano quelli del sindacato, e cominciano a votarla pure in Emilia e in Toscana, feudi rossi, di efficienza di sinistra. E perché anche lì? Perché sono connessi con la gente, sono davvero radicati nel territorio, dànno voce a un disagio, a un mondo sommerso, che la politica romana non sa interpretare. E cosa dobbiamo farci? Quelli sono così, saranno brutali, un po' beceri ma alla fine efficaci. Perché poi, mica puoi negarlo, sul federalismo fiscale qualche ragione potrebbero averla, e se io produco qui, faccio fatturato, mi apro la partita Iva, e lavoro tutto il giorno, quelle tasse non posso darle ai calabresi o ai baresi, che poi chi li conosce. È una forma di egoismo moderno, che però rispecchia un modo di pensare mondiale che in fondo non è globale per niente, e già per questo piace. Ce li aspettiamo dei ragionamenti di questo genere. Perché è così che funziona. Già ieri l'ottimo Stefano Di Michele, sul Foglio, immaginava l'intellighenzia di sinistra tutta a Pontida a versare l'acqua del Po, a fare giuramenti, a discettare, con una lettura originale e colta su Alberto da Giussano. A maneggiare durlindane, a inneggiare contro Federico I detto il Barbarossa, e a rivalutare i comuni, i localismi, le piccole patrie, i dialetti del nord, perché poi in fondo Pasolini non diceva le stesse cose? E poi di dove era Pier Paolo Pasolini? Di Casarsa, friuliano. E in che lingua scriveva poesie Pasolini? In friulano. E chi lo dice, in fondo, che se oggi fosse vivo, nei suoi scritti corsari, non inneggerebbe all'Umberto Bossi, come fece nel 68, sorprendendo tutti, e prendendo le parti dei poliziotti, e non degli studenti. Perché va detto, in queste cose siamo un paese corsaro, contraddittorio e imprevedibile. Soprattutto a sinistra, dove finisce sempre che prevale il "pensamolo strano". Ora non si sa il perché ma la Lega va forte. Come si comincia a dire, è il più antico partito italiano. E figuriamoci. Peccato che la parola antico non si addide molto. Sarebbe meglio dire che alla fine per dissoluzione di tutti gli altri partiti sono rimasti in piedi solo Bossi e gli amici suoi. I quali sapranno intercettare un elettorato trasversale, e sapranno parlare a quelli che hanno paura a uscire di casa per colpa degli immigrati, clandestini e no, ma rimangono quelli di sempre. Quelli che li vedi alla Camera o al Senato, con queste cravatte verdi, e fazzoletto da taschino dello stesso colore. Quelli che sembrano arrivati chissà da dove. Quelli di Roma ladrona, che lo dicono e ci credono davvero. Quelli dei fucili. Quelli che il nord, la padania e niente altro. Quelli della maglietta anti Islam e delle uscite di Roberto Calderoli. Quelli che non sai come facciano a fare i raduni, le ronde delle camicie verdi, e si nominano cavalieri della lega lombarda tra di loro, come fossero in un gioco di ruolo medievale. Quelli che poi, alla fine, dove hanno amministrato il nord, non lo hanno fatto con tutta quella efficienza e serietà che vogliono vantare. Ma che importa. Ci siamo dimenticati il razzismo della Lega. E si dimentica in fretta che si tratta di un partito privo di qualsiasi cultura, antieuropeista, piccolo piccolo, capace di guardare al particolare. Quello del tricolore da strappare, quello dell'Inno di Mameli, che non si conosce e non si canta. Gli intellettuali più duttili, i più corsari, i più attenti, i teorici del "pensamolo strano" troveranno motivo di fascino in questi signori, che si avviano a far girare le scatole a Berlusconi per i prossimi cinque anni. Perché vai a sapere come è successo, ma li trovano complessi e per niente banali, dietro quella scorza da macellai subalpini. Si tratterà di capire se anche la Lega cambierà nei prossimi cinque anni, e si renderà conto che quattro ministri su dodici sono tanti, e che alla fine, quei quattro dovranno giurare fedeltà alla Costituzione, e dunque alla bandiera e a tutto il resto nelle mani del Presidente della Repubblica. E lo faranno contenti, perché in realtà tutti loro a Roma ci stanno benissimo, e in campagna elettorale la Santanché faceva notare che è ormai il terzo compleanno che Roberto Maroni festeggia a Roma. E non a Varese, sua piccola patria. Forse perché a Roma si festeggia meglio. E quelli che guardano a Pontida come si guardava all'Havana ai tempi d'oro, sono intrigati (che altro termine sennò) da questa doppia verità della Lega, seccessionisti di giorno, goderecci la notte. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. La doppia verità di togliattiana memoria, ora è diventata la doppia verità leghista. Ai compagni si prometteva la rivoluzione proletaria, e poi si stava in parlamento. Al popolo del nord si promette la seccessione, e poi si gozzoviglia tra Pantheon e piazza Navona. Con in testa la celebre frase di Flaiano: "Roma è l'unica città orientale senza un quartiere europeo". E in questo i leghisti non hanno proprio aiutato. Il pericolo è che tra un po' con i leghisti gozzoviglieranno tutti. E si leggeranno anche sui giornali articoli sorprendenti. Il comandante Bossi, de tu querida presencia, il fascino intellettuale di Maroni, con le sue montature degli occhiali vezzose, e la sua passione per gli organi Hammond, il compagno Calderoli, che sembra un po' magilla gorilla, e in fondo è un vero intellettuale, e pure un ineccepibile vicepresidente del Senato. E Castelli? E Rosi Mauro, la pasionaria della Lega, perché poi la Lega è anche un po' così, ruvida come certe canzoni di Paolo Conte, grigia come certe giornate tra Langhe e padania, concreta come un tondino cesellato in quel di Brescia, fluida come un Barbera giovane. Dentro la Lega c'è il popolo delle partite Iva ma anche il mai abbastanza compianto compagno Stachanov: gente che lavora, gente di pianura, gente che guarda lontano. Va' dove ti porta la padania, ovvero fino alla foce del Po, dal Monviso a Codigoro. Perché compagni miei, leghisti immaginari ci sarà da scrivere su questi nuovi eroi del pensiero forte, ribaltare luoghi comuni, sposare una causa, lasciare Capalbio per Bibbione, perché lui, il comandante Umberto è l'ultimo rivoluzionario in un paese pusillanime, l'unico che può sostitituire nell'immaginario intellettuale di certa sinistra, il subcomandante Fausto, e con risultati assai più convincenti. E poi dicono che l'Italia non è un paese imprevedibile. roberto@robertocotroneo.it.

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Da Scerbanenco a Tom Clancy: solo gli americani fanno le ronde (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del DALLA FICTION ALLA REALTÀ Volontari che controllano il territorio, una risposta estrema che troviamo nei noir americani. Ma il nostro Scerbanenco la pensava diversamente Da Scerbanenco a Tom Clancy: solo gli americani fanno le "ronde" di Enzo Verrengia L'impennata degli stupri è soltanto un'altra voga di notizie? Il Ministro Amato segnala che i casi hanno subito un calo del 12%. Ma la percezione resta quella di un tessuto civile che va logorandosi. E il neocandidato leghista al Viminale, Roberto Maroni, sostiene che a tenere sotto controllo il territorio potrebbero contribuire le ronde di volontari. Cita il precedente dei City Angels, a Milano, e ricorda che di fatto la pratica esiste già, con l'approvazione bipartisan di sindaci come Cofferati. A dichiararle incostituzionali è proprio Di Pietro, spesso definito "sceriffo". Negli Stati Uniti, terra della libertà individuale elevata al paradosso, l'hanno definita "sindrome di Matt Dillon", dal nome del mitico sceriffo di Dodge City, la città dei duelli nel vecchio West. Risolvere tutto con manifestazioni, soprattutto armate, di forza, azzerando i compiti riservati ai tutori dell'ordine. Lo studioso Bruce L. Benson ne fa un'idea vincente nel volume inedito sul mercato italiano To Serve and Protect: Privatization and Community in Criminal Justice. Il succo è semplice: la sicurezza costa, quindi tanto varrebbe privatizzarla lungo tutto la catena, dai servizi di polizia addirittura ai procedimenti giudiziari. Eppure, le metropoli italiane non si sono deteriorate nella fase più recente della loro storia. Attribuire le colpe all'arrivo massiccio degli extracomunitari significa ignorare la degenerazione tutta intrinseca e autoctona dello sviluppo industriale. Si prenda Milano, dove prima di Roma, la situazione sembrava all'allarme rosso. Con quarant'anni di anticipo, era stata compresa e raccontata dall'unico vero maestro del noir italiano, Giorgio Scerbanenco. Lui, che a Milano ci arrivò dall'Ucraina e da Roma, immigrato ed extracomunitario anzitempo, almeno per parte di padre. Eccone uno spaccato che risale agli anni '60: "C'è qualcuno che non ha ancora capito che Milano è una grande città. Non hanno ancora capito il cambio di dimensioni, qualcuno continua a parlare di Milano come se finisse a Porta Venezia o come se la gente non facesse altro che mangiare panettoni o pan meino. Se uno dice Marsiglia, Chicago, Parigi, quelle sì che sono metropoli, con tanti delinquenti dentro, ma Milano no, a qualche stupido non dà la sensazione della grande città, cercano ancora quello che chiamano il colore locale, la brasera, la pesa, e magari il gamba de legn. Si dimenticano che una città vicina ai due milioni di abitanti ha un tono internazionale, non locale, in una città grande come Milano arrivano sporcaccioni da tutte le parti del mondo, e pazzi, e alcolizzati, drogati, o semplicemente disperati in cerca di soldi...". Un tessuto urbano polverizzato nella modernità. Non lo analizza un sociologo, bensì Duca Lamberti, medico radiato dall'albo per aver praticato l'eutanasia a una vecchia signora malata di cancro e divenuto investigatore non ufficiale della Questura. Le sue sono divagazioni tratte da Traditori di tutti, sordido melodramma di sesso, armi e vendette di guerra che nel 1968 valse a Scerbanenco il "Grand Prix de la Littérature Policière". Lo stesso Lamberti individua la morale atroce della città più genuina nell'ultimo romanzo della serie, I milanesi ammazzano al sabato. L'investigatore spiega poi il motivo di quel titolo: "Perché gli altri giorni lavorano". Nella trama molto articolata delle infrastrutture metropolitane, fra reti di trasporti e punti di aggregazione, convivono il circo giovanile delle nuove tendenze, la disperazione nomade di immigrati regolari e clandestini e le necessità dei residenti, che della città hanno bisogno per svolgere le loro esistenze. Le metropoli violente dell'ultima ora non divergono affatto dalla Milano del boom economico. Echeggiano ancora gli spari della rapina in via Montenapoleone, il protagonismo a mano armata della banda Cavallero, il lato sanguinario di quella che Umberto Paolo Quintavalle, chiamò "capitale mancata". La Milano di Scerbanenco sembra ancora più terribile di quella attuale. Già piena di criminalità straniera: non si usava ancora l'aggettivo "extracomunitario". La forza di perno industriale le deriva proprio dallo sviluppo in senso globale, dalla demografia multietnica. Prima ancora di rumeni, albanesi, cinesi, cingalesi e altri: pugliesi, napoletani, calabresi, siciliani. Gli immigrati nostrani Scerbanenco era bravo a coglierli ciascuno nel tipo di malefatta più congeniale alla terra e alla cultura di provenienza. Con nessuna concessione al razzismo, ma neppure al politically correct. La variante attuale, quindi, non è tanto nella forma del degrado urbano, quanto nella reazione. Che non sembra consistere più nella maggiore richiesta di prevenzione e analisi, quanto nella pericolosa tendenza al vigilantismo. Quello che perfino negli stessi Stati Uniti solleva perplessità giuridiche e morali. Malgrado la costituzione americana garantisca il diritto dell'autodifesa armata. Lo dimostra l'impietosa denuncia del film diretto nel 1993 da Joel Schumacher Un giorno di ordinaria follia, per il quale la maschera perfetta è il volto incarognito di Michael Douglas, il cui personaggio viene indicato solo con la sigla della sua targa automobilistica, D-FENS, che in inglese si pronuncia come "difesa". Perché è questo lo spirito che lo anima: l'autoprotezione contro un mondo gone mad, impazzito. Un incrocio tra Fantozzi e Terminator, pronto a sostituire il tono afflosciato dei suoi muscoli da ufficio con la letale potenza di fuoco delle pistole e dei fucili d'assalto che si comprano nelle mille armerie sparse lungo le freeways. La nuova legge americana sul porto d'armi si chiama Brady Bill, dal cognome dell'ex portavoce di Reagan, semiparalizzato da uno dei sei colpi sparati al Presidente da Jack W Hinkley la domenica del 29 marzo 1981. Jack Brady, sostenuto dalla moglie Sarah fondò la Handgun Control Inc. (Società per il controllo delle armi da fuoco), presieduta dalla donna, la cui crociata culminò nell'atto parlamentare che segna la Storia americana. Inizialmente la norma prevedeva cinque giorni di attesa per l'acquisto di un'arma. Successivamente, questo periodo fu abolito. In compenso, oggi l'acquirente è sottoposto a una verifica dei suoi precedenti. Un freno alla deregulation che imperava nel passato. Negli Stati Uniti, da 50 a 60 milioni di famiglie detengono un'arma in casa. Non vi rinuncerà certo il buon padre probo e morigerato, che vive nel terrore di vedere i propri cari in balia dei bruti come nel film Ore disperate. Non il paranoico solitario, che infila la pistola nel cruscotto dell'auto prima di mettersi al volante. "A Washington e New York non girerei mai senza una pistola per proteggermi" ammette con la grinta che gli è propria Tom Clancy, lo scrittore più falco del mondo. Ritrovandosi sulla posizione di un misconosciuto Jay Montoya, commesso viaggiatore di Los Angeles, di tutt'altra risma di quello di Arthur Miller: "Proteggerò la mia casa. So come usare questo fucile e lo farei". Mostra un semiautomatico Ruger Mini-14. E che dire del pericoloso cult, il ghigno di Charles Bronson per Paul Kersey, Il giustiziere della notte? Lo si vede sparare contro i malfattori della strada in un ciclo di ben cinque film, dal primo, del 1973, all'ultimo, del 1994. Per l'anno prossimo, è prevista l'uscita di un rifacimento. All'origine, un romanzo di Brian Garfield, autore d'azione, di spionaggio e di western. La versione letteraria del giustiziere si chiama Paul Benjamin e fa il ragioniere, non l'architetto. La sua "voglia di uccidere" (il titolo in inglese è Death Wish) si consuma quasi con pudore nella notte metropolitana. Quante donne, poi, girano armate per scongiurare stupri, aggressioni e borseggi? "Non esitare", riporta un'inserzione. "Abbonati all'unica rivista di pistole redatta dalle donne per le donne". Il nome è già in questo: Women & Guns (donne e pistole). Armati fino ai denti anche i vecchietti e le vecchiette in pensione a Miami, in quella Florida divenuta da un pezzo l'ultima frontiera del crimine. I sunshine boys, i ragazzetti al sole, soprannome affettuoso dei nonnetti, sono disposti a difendere i loro ultimi giorni sulla terra a caro prezzo. Vanno a sparare nei poligoni di tiro e seguono i corsi di istruttori che esordiscono con un sorriso: "Salve, sono qui per insegnarvi ad uccidere". L'imitazione a oltranza dell'America rischia di portare a tutto questo. Allora, che fine farà l'Europa dell'habeas corpus e del contratto sociale?.

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Castelli, Travaglio e le consulenze di Magni (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Posta e Risposta Castelli, Travaglio e le consulenze di Magni Roberto Castelli Egregio Direttore, sull'Unità del 17 aprile compariva un'articolo a firma Travaglio nel quale si affermava che il sottoscritto ha dato un incarico consulenziale al Dott. Giuseppe Magni definito da Travaglio grossista di pesce e che perciò sono stato condannato alla Corte dei Conti. Sulla figura del Dott. Magni riporto testualmente ciò che è contenuto nella relazione della Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari scritta dal Sen. Manzione persona notoriamente non vicina alla Lega. "Più in particolare, dal curriculum del dottor Magni - ingenerosamente definito da parte di certa stampa soltanto come un grossista di prodotti ittici - emerge che egli - oltre ad aver conseguito la maturità classica e la laurea in scienze politiche presso la Cattolica di Milano - ha rivestito la carica di sindaco per ben dodici anni, è stato componente del consiglio direttivo dell'Associazione Piccole Industrie di Lecco, nonché Presidente del Comitato Scuola (dal 1981 al 2000) contribuendo alla nascita del polo universitario lecchese, ha diretto, essendone stato amministratore, svariate società di capitali, è Presidente del Comitato Gemellaggi della città di Lecco (sin dal 1989), è membro del Consiglio Nazionale dell'Associazione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni Europee (dal dicembre 2000), componente della Direzione Nazionale della stessa (dall'aprile 2001), e dal maggio 2002 svolge le funzioni di rappresentante dell'Italia nel Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d'Europa. Dagli atti emerge poi che il Magni ha svolto la sua attività in modo effettivo, contribuendo alla realizzazione di risultati che non possono essere negati come dato oggettivo e sui quali - per quanto consta alla Giunta - non risultano espresse valutazioni negative nelle competenti sedi istituzionali. A titolo puramente esemplificativo - e senza nessuna pretesa di esaustività - è sufficiente considerare il contributo all'apertura del carcere di Bollate, il riammodernamento della colonia penale di Is Arenas in Sardegna, il lavoro svolto per la riqualificazione dell'Isola di Pianosa, la sistemazione del carcere di Arghillà, la pianificazione completa dei siti dove costruire nuove carceri, e la partecipazione alla realizzazione della società Dike Aedifica". Come si può evincere la figura professionale del Dott Magni è ben diversa da quella descritta dal Travaglio e inoltre va da sé che io non sono stato assolutamente mai condannato dalla Corte dei Conti presso cui pende un giudizio attraverso il quale ho piena fiducia di essere assolto. L'Unità già un'altra volta mi ha diffamato perdendo puntualmente la causa. Ma perché non la smettete, considerando che il Vostro giornale fu anche in altri tempi autorevole, di diffamare la gente onesta? Sulla "figura del Dott. Magni", nelle cui mani il simpatico ministro Castelli aveva affidato nientemeno che l'edilizia carceraria a botte di 100 mila euro l'anno, mi fido più della Guardia di Finanza e della Corte dei conti che della giustizia domestica dei parlamentari che si assolvono a vicenda. Già sindaco di Calco (Lecco), ex artigiano metalmeccanico (ramo fili da saldatura), ex grossista di pesce alla Seamar ("commercio di prodotti ittici vivi, freschi, congelati e surgelati"), nonchè - si legge nel curriculum del preziosissimo consulente - "socio ordinario militante della Lega Nord dal 1995 e parlamentare eletto dalla Provincia di Lecco al Parlamento di Chignolo Po" (cioè il "parlamento della Padania" dove i lumbard giocano alla secessione), il Magni viene ingaggiato da Castelli il 9 luglio 2001, per risolvere l'annosa penuria di carceri: nella lettera d'incarico si legge che la sua "professionalità di particolare qualificazione ed esperienza è in grado di seguire i problemi dell'amministrazione penitenziaria in genere e in particolare quelli dell'edilizia penitenziaria (...), non rinvenendosi la possibilità di far fronte a tale esigenza con il ricorso al personale del ministero (circa 2000 persone, nda)". L'effettiva attività del Magni è ben sintetizzata dal viceprocuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, Guido Patti, nell'atto di citazione recapitato all'allora Guardasigilli: per 4 anni l'insigne luminare padano ha svolto "attività dall'indefinito contenuto", senza render conto ai dirigenti del Dap né "raggiungere alcuno degli obiettivi menzionati nel decreto di conferimento incarico"; ha scorrazzato per l'Italia con "autovettura blindata e due auto di scorta", senza contare le trasvolate con aereo di Stato al seguito dell'amico ministro "a Mosca, a Tirana e negli Usa". Che cosa facesse nessuno lo sa, visto che presentava "relazioni quasi in codice, con riferimenti per cosí dire criptici". Scartoffie "senza alcuna documentazione" e "senza allegati", con "affermazioni del tutto generiche", allusioni ad "alcuni progetti (quali?)". Da quelle carte insulse si ricava però "la netta impressione che egli si consideri a capo dell'amministrazione carceraria". Per questo la magistratura contabile, denunciando "l'eclatante illegittimità e illiceità del comportamento del ministro", ha imposto l'ex Guardasigilli a risarcire allo Stato 98.876,96 euro, la metà di quanto generosamente versato dagli ignari contribuenti italiani all'autorevole "consulente" lumbard dal 2001 al 2004. Il quale dovrà sborsare il resto, in solido con chi, al ministero, non ha vigilato sui suoi contratti. Giustamente Castelli fa notare che la "condanna" non è definitiva, cosa che peraltro non mi sono mai sognato di scrivere. Il Tribunale dei ministri aveva chiesto di poter giudicare i possibili profili penali di questo bell'esempio di buona amministrazione "padana" a Roma "ladrona". Ma, com'è noto, il Parlamento ha risposto picche, salvando Castelli e i suoi indagati con lo scudo spaziale dell'immunità ministeriale. Felicitazioni vivissime per lo scampato pericolo. m.trav.

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Vendetta annunciata (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Vendetta annunciata Bruno Gravagnuolo Segue dalla Prima R ieccoli all'attacco su un loro classico cavallo di battaglia: la delegittimazione di Resistenza e Liberazione. Degradata la prima a faida civile con crimini rimossi, non del nazifascismo ma della sinistra. E la seconda a "festa qualsiasi", ignorata dagli italiani, non condivisa, e come tale degna di sparizione. Così dopo i primi assaggi di cui sopra, alla vigilia del 25, il Giornale apre i fuochi. Contro il "mito dell'antifascismo": "fascisti e antifascisti? Tutti fascisti in fondo". E contro il "senso" che la festa non ha più, sostenuta com'è solo dalle oltranze violente antifasciste, eredità di un passato che non muore. Ma a sostegno della tesi, due bufale plateali ora. Visibili a occhio nudo. La prima è un ridicolo sondaggio del Giornale, pomposamente presentato come attendibile da Giordano Bruno Guerri. Sondaggio con un campione di mille unità, e domande "imbeccate" del tipo: "Il 25 aprile non lo sento tanto come festa nazionale italiana. È d'accordo con questa frase?". Oppure: "La festa del 2 giugno unisce gli italiani più del 25 aprile. È d'accordo". Ovvio che le risposte, per più della metà, combacino esattamente con la domanda. Il che fa esultare di gioia Guerri e i titolisti: "Il 25 Aprile che divide". Come pure scoperta è la manipolazione che sempre il quotidiano del Biscione compie sul comunicato unitario dell'Anpi e di varie sigle partigiane, incluse quelle sindacali. Dove, nell'annunciare la manifestazioine nazionale a Milano sulla Liberazione, si legge della Costituzione "attuale e vitale" frutto della Resistenza, e "difesa dalla stragrande maggioranza degli italiani". Del pericolo di smarrirne la sostanza e i valori, sventato dall'ultimo Referendum. E dei "rischi per la tenuta del sistema democratico", in una con le evidenti difficoltà "per il suo indispensabile rinnovamento". Parole normali, da inquadrare in un contesto pacifico e civile più ampio, e che non si riferiscono affatto al responso elettorale di dieci giorni fa. Come invece il Giornale suggerisce goffamente: l'Anpi vuole fare appello ai partigiani e alla piazza violenta contro la destra! Bensì al dato innegabile, registrato da tutti i comentatori, che l'Italia è in una stretta delicata. Finanziaria, istituzionale e politica. Dove il bipolarismo resta selvatico, il debito incalza e le risorse scarseggiano. Mentre i rischi della disunità d'Italia sono grandi. Visto che il sistema paese è diviso, tra aree in recessione e rivolta dei territori del nord. E con la Lega che chiede di destinare il 38% dell'Irpef alla Padania. Dunque appello strumentale, con demonizzazione preventiva delle celebrazioni del 25 aprile e assalto al cuore simbolico dell'eredità antifascista. Per spiantarla dal codice genetico di questa Repubblica, la prima veramente democratica della nostra storia. E in virtù del suo assetto parlamentare, universalistico, fondato sull'intreccio tra diritti civili e diritti sociali. Il copione è già visto, e ben presto a destra torneranno anche le litanie ufficiali sull'esigenza di abolire il 25 aprile, dopo l'anticipo mediatico. Conviene però tornare a domandarsi perché a destra insistano con tanto furore su questo tasto. Perché ricomincino sempre daccapo. E perché guarda caso Silvio Berlusconi, non abbia ancora mai partecipato ad una festa della Liberazione. La risposta la conosciamo già. La destra, per la terza volta al governo e senza l'argine dei post-democristiani moderati, si sente estranea e ostile all'eredità della Resistenza e della Costituzione. Reputa "comunista" la prima, e "sovietica" la seconda (parole di Silvio). Nel caso migliore ritiene che Resistenza e Costituzione vadano depurate dai germi di sinistra o di centrosinistra. Eliminando contenuti e forma del lascito in questione. Quanto alla forma, viene fatta valere l'idea che è stata l'"egemonia comunista" a conferire centralità storica alla stagione ciellenista e costituente. Occupando lo spazio della memoria e ipotecando tutta la vicenda del dopoguerra, inclusi "consociativismo" e rimozione di crimini. Sui contenuti invece, la destra ha di mira esattamente l'impianto parlamentare da un lato, e quello sociale e "gius-lavoristico" dall'altro. Insomma l'obiettivo resta spazzare via le Repubblica dei partiti e la Repubblica fondata sul lavoro, con garanzie e diritti annessi. Naturale che per conseguire tutto questo la destra di governo debba condurre una battaglia senza tregua, per "sbattezzare" la nostra democrazia dai suoi crismi originari. E "battezzare" con altro "rito" lo stato democratico. Come? In chiave liberal-liberista, decisionista e federal-corporativa. Con al centro un dominus imprenditore privato, che imprima allo stato uno "stigma" proprietario e aziendale. E che sia personalmente garante delle spinte centrifughe e corporative, territoriali e non solo. Ecco quel che può diventare "regime" e che minaccia di rovesciare tutto il suo peso sugli ordinamenti, in virtù di una forza parlamentare mai conseguita fino ad oggi. La novità, lo si accennava prima, sta nel fatto che il centro moderato di una volta si è molto indebolito. E non fa più da contrappeso interno, a una destra radicalizzata e verosimilmente senza freni. Si spiega dunque così l'impennata preventiva sul 25 aprile, irragionevole e smodata a prima vista. In fondo, dal loro punto di vista, potrebbero anche lasciar decantare la questione, se sul serio mirassero a intese bipartisan. Di contro scelgono l'attacco, con l'artiglieria mediatica, per spianare il terreno alla (loro) politica. Bene, è necessario rilanciare e in modo giusto. Prima di tutto sull'eredità della Resistenza, valorizzandone a pieno il significato di "matrice democratica" e unitaria del nostro stato. Ma al contempo occorre contrastare in simultanea populismo e localismo. "Premierato" e presidenzialismo. E a difesa dei diritti del lavoro, e delle regole democratiche in economia. Si gioca qui la partita del 25 Aprile, che non è una banale riccorrenza, né un mero trastullo storiografico. Ma è, e resta, la nostra lotta, il bandolo della nostra libertà, ieri come oggi. E a cominciare da domani, riconquistando Roma al centrosinistra, con la nostra storia. Contro quella sia pur "revisionata" di Alemanno.

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Alitalia, il grande sabotaggio (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Alitalia, il grande sabotaggio Alfredo Recanatesi Segue dalla Prima Direttamente quando Berlusconi dichiarò irricevibili le proposte franco-olandesi annunciando nello stesso tempo fantomatiche alternative prima con la storia della cordata di imprenditori nazionali, che è gente che difficilmente rischia soldi per far crescere le sue aziende, figurarsi se ne mette in una azienda disastrata come Alitalia; poi con le banche, nessuna delle quali a tutto ieri ha mai ammesso di avere un qualche pur vago progetto in merito; e infine, dopo il soggiorno di Putin a Villa Certosa, con Aeroflot, che costituisce una ipotesi inconsistente se non altro sotto il profilo industriale dal momento che la compagnia russa ha una rete nella quale - lo dice chi di queste cose ne capisce - Alitalia non è in alcun modo integrabile con profitto. Tra le cause dirette che hanno fatto saltare l'integrazione nel gruppo franco-olandese c'è anche la questione di Malpensa sulla quale Pdl e Lega hanno condotto una rilevante parte della campagna elettorale. Dimentichi, l'uno e l'altra, che l'originario progetto di fare di quell'aeroporto un hub è stato compromesso non solo dall'assenza di ogni logica di programmazione territoriale che ha consentito lo sviluppo nel nord di tanti aeroporti regionali sui quali si disperde la domanda di traffico, ma anche, fin dall'inizio, dalla difesa per evidenti motivi di consenso politico-elettorale del ruolo di Linate (la resistenza politica a ridurre il ruolo di Linate per favorire il lancio e il consolidamento di Malpensa fu il motivo, alla fine degli anni 90, della rinuncia olandese ad integrare Klm nella Alitalia per formare un gruppo che, allora, sarebbe stato dominato dalla compagnia italiana). E tacendo, l'una e l'altra, che alla difesa di Malpensa non sono estranei i lauti indennizzi che, per l'incomodo del rumore, molti comuni del varesotto - quelli che tanto ce l'hanno con Roma ladrona - percepiscono ed intendono continuare a percepire fino ad aver chiesto, in passato, una riduzione della intensità e della rumorosità del traffico, ma moderata, in modo da non scendere sotto le soglie fissate per gli indennizzi. A porre la parola fine nella trattativa con Air France-Klm hanno concorso anche cause indirette. Tra queste, quelle relative alle fantasmatiche alternative più convenienti ad una intesa con il gruppo franco-olandese. Avendovi prestato fede, seppure contro la logica e contro i loro stessi interessi, le organizzazioni sindacali sono state indotte ad irrigidirsi fino ad indurre il presidente di Air France da alzarsi dal tavolo e tornarsene a Parigi. Inoltre, lasciando nella più assoluta incertezza il futuro della compagnia, con le minacce della Iata e quelle dell'Enac di revocare la autorizzazioni di volo a causa della erosione delle garanzie finanziarie sulla possibilità di rispettare le condizioni operative, la quota di mercato di Alitalia continua, giorno dopo giorno, a precipitare ampliando le perdite che, giorno dopo giorno, la sua operatività già costa. Tutto questo è motivo della grande soddisfazione che gli esponenti del centro-destra vanno manifestando in queste ore. Cosa abbiano in mente è davvero difficile capire perché, a questo punto, delle due l'una: o viene nominato un commissario che di fatto apre il fallimento e la fine della storia, oppure si trova il modo, comunque in conflitto con la Commissione di Bruxelles, di finanziare ancora una volta le perdite a carico del bilancio statale. Molte altre volte - lo sappiamo tutti - è stato fatto; Alitalia è già costata una montagna di miliardi a tutti noi cittadini italiani, ma sempre nella prospettiva di qualche piano di risanamento e di rilancio. Poi magari questi piani si andavano ad incagliare sulla opposizione dei sindacati che trovava facile sponda nel ventre molle della politica. Comunque, almeno nella forma, ci si provava. Questa volta, invece, il nuovo finanziamento, eufemisticamente chiamato prestito, verrebbe erogato, anzi verrà erogato, al buio, senza alcuna prospettiva di un qualche futuro, perché dopo quello franco-olandese di autobus verso un accettabile futuro sarà davvero difficile che ne possano passare.

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Destra pericolosa per i disabili mentali (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Destra pericolosa per i disabili mentali Ileana Argentin Le ultime elezioni politiche hanno determinato la vittoria della destra alla guida politica del nostro Paese, a pochi giorni dal voto ci troviamo a dover affrontare i ballottaggi per le comunali e le provinciali, sulla scia della vittoria del Popolo delle libertà e della Lega di Bossi, con l'inaspettata scomparsa della Sinistra antagonista a livello parlamentare. La sfida che spetta ai candidati di centro sinistra non è affatto semplice, anche se, nella maggior parte dei casi il vantaggio di quest'ultimi nei confronti degli avversari è considerevole, la strada è tutt'altro che in discesa. Tutti gli occhi sono puntati sulla Capitale, il laboratorio politico romano è al centro dell'interesse nazionale. Tant'è che Silvio Berlusconi annuncia misure impopolari ma è evidente che le renderà pubbliche solo dopo il ballottaggio, niente è scontato neanche per loro. Visto il clima che incendia la campagna elettorale vorrei ricordare un passaggio che sintetizza il pensiero politico della destra rispetto alla disabilità e in particolare sulla salute mentale, dato che si rimprovera all'italiano di avere la memoria corta. Già con la giunta presieduta da Storace, si parlò della revisione della legge Basaglia. Venne presa in considerazione l'ipotesi di riaprire i manicomi e tornare ai vecchi sistemi dove il "matto" veniva rinchiuso e abbandonato a se stesso e al suo destino. Solo la provvidenziale fine del mandato non fece proseguire la pericolosa inclinazione del dibattito, ma durante il corso degli anni, mentre si scoprivano somme ingenti sottratte alla Sanità pubblica e inchieste sulle Asl non è mancata la voce di chi chiedeva la reintroduzione dell'elettoshock. In questi anni si è lavorato per rendere la diversità un patrimonio per integrare e favorire il miglioramento della qualità della vita delle persone svantaggiate e per far si che Roma resti città aperta. Non lasciamo che il pensiero di destra affossi le nostre conquiste. Handicap.

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Bertolino: farò come i vietcong (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Bertolino: farò come i vietcong... di Stefano Miliani L' Italia vista da un comico? Triste e sconfortante, anche se a lui offre materia prima in abbondanza. Come per le seguenti scene passate su Raitre. Primo sketch: Ugo Pagliai legge con pathos Le mie prigioni di Silvio Pellico, Enrico Bertolino, senza analogo pathos, legge La mia prigione di Fabrizio Corona. Pagliai riprende il conduttore e mostra come, con una attore di vaglia come lui, anche il diario del Corona che parla di cinture firmate e maglietta da esibire diventa opera d'elevata ispirazione. Altro sketch (venerdì scorso): Gigio Alberto legge frasi di Churchill, Berlinguer, De Gasperi, Kennedy, Bertolino come contraltare prende Calderoli, La Russa, la Santanché (e non ridete, un po' di rispetto.) Due sketch, riusciti, trasmessi da Glob - l'Osceno del villaggio, programma in onda il venerdì alle 23.45 su Raitre fino al 6 giugno dove il villaggio è quello mediatico-politico-sociale dell'Italia 2008. Da Pellico a Corona, da Kennedy a Calderoli. Dei bei salti, no? "Il confronto stride, sì. Poiché i grandi pensatori sono spariti, c'è stata una pandemia, passato il voto ci siamo arrangiati con i politici che abbiamo. Tra Kennedy e Maroni non c'è un abisso, c'è un baratro che non si supera. De Gasperi parlava di politici che lavorano per le future generazioni". Però il voto ha dimostrato che il "modello" alla Corona va per la maggiore. "Sì, e inquieta. E se Pagliai riesce a rendere Corona interessante vuol dire che si può rendere 'grande' chiunque, in questa che è l'epoca di chi vuole apparire. Il guaio è che, non solo in Italia, si va avanti a "fenomeni" e perdiamo d'occhio i contenuti. Una canzone dei Beatles può far discutere per una vita, un programma come il Grande Fratello - che mostra cedimenti - o un discorso di Calderoli si esaurisce". Che Italia mostra l'esito elettorale? "Il voto rispecchia il Paese: preferisce farsi buttare dal balcone la mutanda di un Corona piuttosto che vedere un film con Servillo. L'Italia ha paura di se stessa, ha paura di crescere. E mentre la Spagna dalla notte buia del franchismo è diventata il Paese in cui Zapatero con le donne in Parlamento viene rieletto per quanto fa, noi, che nel dopoguerra eravamo una nazione più aperta, adesso arretriamo verso la Spagna del franchismo. Da noi per fare un monologo in tv devi andare in terza serata o su La7 come Crozza perché la tv non ha più tempo per i monologhi". Con il ritorno di Berlusconi dobbiamo aspettarci censure, o autocensure, in tv? "Mi aspetto autocensure. Però anche la capacità di capire che non è tempo di fare i martiri, a un certo momento era una moda". Per la verità Biagi, Luttazzi furono cacciati, Sabina Guzzanti ha visto Raiot bloccato dopo la prima puntata ed era stato un investimento economico di peso. "Raiot era una bomba a orologeria, si sapeva che sarebbe scoppiato un casino mediatico. Potevano aspettare due-tre puntate e farla decollare, poi hanno riempito i teatri. Bene, peraltro, era l'unico modo di farsi vedere, però non mi piace quella scelta, io voglio fare satira da dentro senza essere cacciato via. L'aggressività eccessiva paga di più per chi la subisce e Berlusconi ne uscirebbe come martire. Dobbiamo fare i vietcong della minchiata: tirarne una, nascondersi, tirarne un'altra." Prima si è parlato di paura: sulla paura si costruiscono campagne elettorali. "Sono stato di recente per lavoro a Shangai, non c'è criminalità, chi commette reati e viene preso viene ucciso. C'è un prezzo, per questo. La mia preoccupazione è che tutti hanno capito che il tema sicurezza porta voti, la Lega per prima l'ha capito: ha capito gli umori della gente non chiamando i guru di Al Gore a studiare i trend. Peraltro questo dovrebbe fare il Pd: essere meno tartufaio e andare di più dagli operai che non a caso hanno votato Bossi. Il risultato del voto è veritiero. Veltroni la deve prendere come lezione, essere meno salottiero e più operaio". Magari certo Pd, ma Veltroni salottiero non pare... L'imbattibile è Bertinotti. "Infatti. E anche Pecorario Scanio. È che non dovrebbe far da traino la notorietà della persona quanto le idee. Devono tornare ad avere importanza le idee di sinistra - con cui intendo un livello dignitoso per tutti con nessuno costretto all'indigenza: criticabili ma non tramonteranno mai". Lo show si chiama l'Osceno del villaggio: non è osceno il continuo spiattellare in pubblico la propria vita privata? Un esempio: tempo fa un personaggio pubblico una domenica pomeriggio pianse in diretta tv rievocando la morte del figlio piccolo di molti anni prima. "Il mio amico Max Tortora dice che ci sono trasmissioni di cassamortari: sono quelli che speculano sul dolore. Così come mi fanno compassione gli inviati che stanno a Garlasco o schiacciano il citofono del padre dei bambini a Gravina. È giornalismo? Siamo in una situazione in cui abbiamo bisogno di vedere gente che sta peggio e visto che stiamo male il peggio andrà oltre". Come in tanti comici, una visione discretamente amara. Speranze? "Mi dà speranza il Brasile, da cui proviene la mia compagna: un paese pieno di corrotti contro i quali Lula lotta e ha fatto molte cose. Un paese dove con altri abbiamo creato una onlus, la www.pititinga.org, e in quattro anni abbiamo creato un asilo per 55 bambini, una scuola calcio e una di capoeira e altro. Noi siamo il paese dove la gente non chiede gli scontrini e dove si va dal medico solo tramite amicizie. Siamo il paese dove chi parla di Padania e minaccia pallottole poi va a Roma a pranzo a fare affari". Da dove viene Bertolino? "Di origine valdostana, nato a Milano". Non leghista. "Voglio vedere Calderoli vicepremier: dopo che aveva definito la legge elettorale una porcata sarebbe l'apoteosi. Se accade vuol dire che un'eclisse può capitare tre volte di fila". COMICI E CIMICI Sì, ammette che il ritorno di Berlusconi darà agli artisti come lui nuova linfa creativa. Ma c'è poco da ridere, nella realtà. L'Italia sta scivolando in una brutta destra. E ai suoi colleghi consiglia: non facciamo le vittime.

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Voglio vedere Calderoli vicepremier Dopo aver definito la legge elettorale una porcata. Se accade, niente è impossibile (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del "Voglio vedere Calderoli vicepremier Dopo aver definito la legge elettorale una porcata. Se accade, niente è impossibile".

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Marrazzo: "no all'alipadania del pdl" - paolo boccacci (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina IX - Roma Parla il presidente della Regione. "Per la sicurezza, sta partendo il restyling di centocinquanta stazioni" Marrazzo: "No all'Alipadania del Pdl" "Per una città sicura siamo passati da 4,5 milioni del 2004 a 22 nel 2008" PAOLO BOCCACCI "Andrò nei municipi dei ballottaggi e testimonierò con la mia giunta e tutta la coalizione che quando la destra governa è un fallimento". Presidente Marrazzo, Rutelli dice che l'Alitalia è per Roma come la Fiat per Torino. E lì la crisi si fa sempre più dura. "Da domani sarà affisso un manifesto, a firma mia, sul caso Alitalia. Ho sentito il bisogno di farlo per i lavoratori e le lavotratrici della compagnia aerea. Ci sarà scritto "Alitalia sì, Alipadania no: giù le mani da Fiumicino". Noi abbiamo sempre detto che il mercato aiuta Fiumicino: se giudica il mercato Fiumicino è un aeroporto da 50 milioni di passeggeri e se l'Alitalia potrà fare da qui rotte intercontinentali, tornerà una grande compagnia. Su questo Alemanno deve essere chiaro". In che senso? "Deve dire alla città se i suoi alleati di governo, la Lega di Bossi e Maroni, gli permetteranno mai di stare dalla parte di Fiumicino e dei lavoratori. Lui è alleato di chi vuole colpire Fiumicino, mentre noi non abbiamo mai parlato contro Malpensa". Rifiuti: Alemanno dice che il Lazio diventerà come la Campania e Roma come Napoli. "Alemanno deve sapere che quel Centrodestra che ha fallito tra il 2000 e il 2005 alla Regione, ha lasciato il Lazio con solo tre linee di smaltimento del cdr e con uno dei più bassi indici di raccolta differenziata. Noi la riconsegneremo con gli impianti necessari, otto linee di termovalorizzazione e la raccolta differenziata, grazie ai provvedimenti che abbiamo preso anche nei giorni scorsi, potrà arrivare entro il 2010 a superare il 35%". Sicurezza, un'altra sfida. Il centrodestra ci punta tutte le carte. "Risponderò con i fatti: le risorse per la sicurezza nella nostra legislatura sono quintuplicate: dai 4 milioni e mezzo spesi nel 2004 ai 22 milioni nel 2008". Che avete fatto? "Sta partendo l'operazione restyling di 150 stazioni e un'altra che riguarda le periferie di Roma con illuminazione e telecamere per cui abbiamo stanziato 10 milioni di euro. Ai cittadini bisogna assicurare una sicurezza in casa e fuori casa". Braccialetto anti-violenza. Rutelli lo propone. Alemanno dice che umilia le donne. "Le risposte vanno concertate con i cittadini. Nella proposta di Rutelli c'è l'attenzione alle donne, mentre mi sembra che nella risposta di Alemanno emerga la cultura della destra" Il candidato del Pdl vuole abbattere e ricostruire il Umberto I. "Si vede che Alemanno si è occupato poco dei problemi della sanità, ma di come se ne sono occupati i suoi colleghi dal 2000 al 2005 lo sappiamo: ci hanno lasciato dieci miliardi di debiti. Per quanto riguarda l'Umberto I, che il nuovo governo decida sul progetto di ristrutturazione dell'ospedale e l'università dia il via alla nuova azienda ospedaliera universitaria con la Regione". Insomma, nessuna soluzione radicale per il Policlinico? "Nessuna soluzione improvvisata e di facciata. I romani hanno conosciuto bene un governo della destra alla Regione e sanno come ha lavorato per cinque anni. Roma ha bisogno di continuità nel segno della buona politica che dal 1993 ha governato la capitale d'Italia".

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La difesa di Gianni: Bossi ha il brutto vezzo di fare battute. Lo abbiamo sempre bloccato Ma non siamo mai stati nemici di Roma (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del La difesa di Gianni: "Bossi ha il brutto vezzo di fare battute. Lo abbiamo sempre bloccato Ma non siamo mai stati nemici di Roma".

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Di Pietro e la gratuita Costituzione (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Di Pietro e la gratuita Costituzione Duello Di Pietro-Castelli l'altra sera da Vespa. Nel braccio di ferro tra chi è stato, è, sarà più severo nel contrasto alla criminalità, si è superato ogni limite, anche quello della Costituzione. E se Castelli a queste cose ci ha abituato, da Di Pietro ci aspettavamo ben altro. È infatti accaduto che davanti ai toni durissimi dell'esponente leghista sulla violenza de La Storta a Roma - l'ex pm lo abbia incalzato: "Lei è d'accordo a togliere il gratuito patrocinio per reati così gravi?". Ora è vero che l'argomento in se non è così astruso, che se ne parla in certi settori della magistratura a proposito dei boss della criminalità organizzata che risultano al fisco "nullatenenti". Ma che c'entra col drammatico episodio di Roma? Di Pietro, parlamentare ed ex magistrato, dovrebbe conoscere l'articolo 24 della Costituzione: "La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione". Ma poi davvero crede che perdere il gratuito patrocinio sarebbe un deterrente per stupratori e violenti? Insomma è riuscito a far fare bella figura persino a Castelli che ha risposto: "La difesa va garantita tutti". E questo è davvero troppo. Puntura di diritto.

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Si ribella al pizzo A chiederlo era un collega imprenditore (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Si ribella al pizzo A chiederlo era un "collega" imprenditore Stavolta il taglieggiatore è un collega, titolare di una ditta di trasporti. E alla fine un imprenditore ha avuto il coraggio di denunciare. Così la polizia ha arrestato per estorsione, aggravata dalle modalità mafiose, Girolamo Cangialosi, di Carini (Palermo). La vittima costretta a pagare lo ha fatto "liquidando" l'importo di alcune fatture che l'indagato emetteva per trasporto merci e operazioni di facchinaggio mai effettuati, ma che consentivano all'imprenditore estorto di effettuare pagamenti senza dovere attingere a fondi neri. Nei mesi scorsi il socio di Cangialosi, Giuseppe Sgroi, era stato oggetto di un provvedimento di fermo, sempre per estorsione, disposto dalla Procura nell'ambito delle indagini seguite all'arresto dei boss Lo Piccolo. Sgroi si era reso irreperibile per alcuni mesi, mentre Cangialosi aveva continuato tranquillamente a imporre il pizzo all'imprenditore. Quest'ultimo alla fine ha detto basta, aggiungendo un ulteriore tassello investigativo alle indagini già in corso che hanno portato i pm Nino Di Matteo, Domenico Gozzo e Gaetano Paci a chiedere e ottenere dal gip un ordine di custodia cautelare. La vittima è stata sostenuta nella scelta di denunciare dall'associazione antiracket "Libero futuro", in collaborazione con il consorzio "Asi". "Il numero degli imprenditori che denunciano e collaborano - sostiene "Libero futuro" - è in aumento". "Questa ulteriore denuncia - spiega il presidente onorario della Federazione antiracket Tano Grasso - sta facendo cedere la ferrea diga dell'omertà palermitana".

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Tutta brava gente (sezione: Focus Lega)

( da "Unita, L'" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stai consultando l'edizione del Tutta brava gente Marco Travaglio Se tutto va bene, quello che si profila è un governo coi fiocchi. Aveva ragione chi, prima delle elezioni ma soprattutto dopo, invitava il Pd al "dialogo" perché "Berlusconi è cambiato": ora è uno "statista" che "vuole passare alla Storia" e bisogna dare una mano. Infatti ha testè mandato definitivamente a picco Alitalia, completando l'opera iniziata nel 2001 e scacciando Air France in quanto "straniera": ora la regala ad Aeroflot dell'amico Putin, che notoriamente è italiana. Il neostatista avrà al suo fianco come vicepremier Roberto Calderoli, detto Pota, autore della legge elettorale da lui stesso definita "una porcata" nonché coautore della riforma costituzionale della baita. Ieri ha dichiarato al Corriere che farà da "ponte tra Pdl e Pd" (semprechè il Pd regali "tre anni di tregua al governo": e perché non 5?). Insomma sarà l'uomo del dialogo. Anche con i musulmani, si presume: la maglietta anti-Maometto è sempre pronta sotto la camicia verde. Non bastasse lui, a dialogare con l'Islam provvederà pure il ministro della Salute, il forzociellino Maurizio Lupi, padrino di battesimo di Magdi "Wandissima" Allam la notte di Pasqua. Dopo giorni di discussioni, pare sciolto il nodo del Viminale, dovrebbe andare a Maroni. La scelta è presto spiegata: il Cainano ha chiesto in giro se ci fosse qualcuno condannato per aver picchiato almeno un poliziotto. Gli han risposto: c'è qui Maroni, che nel 2006, durante la perquisizione nella sede della Lega, azzannò il polpaccio di un agente. Perfetto: ministro dell'Interno. Stesso criterio per il rag. Altero Matteoli di An: è stato rinviato a giudizio per aver depistato le indagini su un giro di abusi edilizi all'isola d'Elba, ha varato due condoni edilizi nel '94 e nel 2004, ha dichiarato che "i bracconieri sono simpaticissimi" e di essere solito andare a pesca di frodo. Dunque sarà ministro dell'Ambiente, per la terza volta. Ancora incerto il ministero della Giustizia: Previti e Dell'Utri non hanno sciolto la riserva. Gianfranco Miccichè, dato per sicuro ministro due mesi fa per convincerlo a rinunciare alla Sicilia, sarà solo vice. Come la volta scorsa. Tornerà all'Economia, dove nel 2003 entrava e usciva l'amico Alessandro Martello per il servizio pronto-coca a domicilio. Bossi, che prima del voto - almeno a sentire il Cainano - era molto "malato" e non ce l'avrebbe mai fatta a fare il ministro, s'è ristabilito e lo farà, col fuciletto a tappo. Se ci va proprio di lusso, avranno un ministero anche Michela Vittoria Brambilla e Gianfranco Rotondi, leader della Dc per l'Autonomia (autonomia da cosa non s'è mai capito: forse dagli elettori). Per MVB pare nascerà ad hoc il dicastero alle Triglie Salmonate. Rotondi, data la conformazione a kiwi del suo cranio, l'avremmo visto bene all'Agricoltura: invece andrà alla Funzione, anzi Finzione, pubblica. Lo spensierato Frattini, elegantissimo ficus della politica italiana, andrà alla Farnesina; ma non se ne accorgerà, tanto il ministro degli Esteri continuerà a farlo il Cainano a Villa Certosa, con Bagaglino al seguito. Per l'angolo del buonumore, la Cultura se la stanno giocando in un ballottaggio all'ultimo esangue Bondi e Bonaiuti (ma potrebbero accontentarli entrambi: James alla poesia e Paolino alla prosa). E, per la serie "Il ritorno dei morti viventi", Lucio Stanca all'Innovazione tecnologica: è, questo Stanca, presenza inquietante e ectoplasmatica, nel senso che nessuno può dire di averlo mai visto con i propri occhi o sentito parlare, qualcuno insinua non sia mai esistito se non nella fertile fantasia del Cainano. Alla Camera baderà Gianfranco Fini, che negli ultimi tempi s'è molto allenato anche a rassettare la cucina e a pulire le scale. Al Senato, ultimo fiore all'occhiello, troneggerà Renato Schifani. A questo proposito, riservandoci di tornare più approfonditamente sul personaggio, segnaliamo al capo dello Stato chi è l'uomo che lo sostituirà quando sarà in viaggio all'estero: negli anni 80, Schifani era socio del futuro boss di Villabate Nino Mandalà (8 anni in primo grado per associazione mafiosa) e dell'imprenditore Benny D'Agostino (condannato per concorso esterno) della società di brokeraggio Siculabrockers. Da Mandalà alla seconda carica dello Stato. Siamo in buone mani. Uliwood party.

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Racket con ricevuta fiscale (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina I - Palermo Per dieci anni un grossista ha versato somme al clan di Carini per finti lavori eseguiti in azienda Racket con ricevuta fiscale Manette all'imprenditore-boss dopo la denuncia di un collega Per dieci anni ha pagato il pizzo e ha ricevuto regolare fattura dagli estorsori, che fingevano di fare dei lavori in azienda. Dopo le ultime minacce, le indagini della squadra mobile e della Procura distrettuale hanno portato all'arresto di Girolamo Cangialosi, anche lui imprenditore, legato alla famiglia mafiosa di Carini. In un pizzino trovato nel covo di Lo Piccolo si faceva cenno alla sua vicinanza al gruppo di Tommaso Natale. SALVO PALAZZOLO A PAGINA II.

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Maxiaffitti, assunzioni, false fatture cambia volto la tangente del racket - alessandra ziniti (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

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Pagina III - Palermo Maxiaffitti, assunzioni, false fatture cambia volto la tangente del racket Asi e Libero Futuro insieme per assistere chi si ribella ALESSANDRA ZINITI C'è chi fattura servizi o forniture mai eseguiti, chi è costretto a fare lavori non proprio necessari, chi acquista lotti di terreno a prezzi fuori mercato, chi affitta capannoni a canoni triplicati e, naturalmente, chi assume personale segnalato. Anche questo è pizzo, camuffato, spesso più oneroso dei "regali" a Pasqua e Natale o dei contributi per le famiglie dei carcerati. è il pizzo "alternativo" a Cosa nostra che le aziende dell'hinterland palermitano conoscono bene, che finora hanno subito ma dal quale, in un momento che sembra irripetibile nella lotta al racket, in molti stanno provando ad affrancarsi. C'è fermento nell'area industriale di Carini, quella che più di Brancaccio e Termini Imerese ha fin qui pagato lo scotto di un radicale controllo del territorio e delle attività produttive da parte delle cosche mafiose. La denuncia dell'imprenditore che ieri ha consentito alla polizia di arrestare il "collega" mafioso che gli imponeva un pizzo fatturato non è la sola. Ci sono altri imprenditori che a Carini, dopo l'arresto dei Lo Piccolo, hanno deciso di accogliere l'invito di figure, ormai quasi istituzionalizzate, che si stanno facendo strada: i mediatori dell'antiracket, quelli che bussano porta a porta a commercianti e imprenditori nel libro mastro delle cosche, spiegano loro la "convenienza" a collaborare e, non appena intravedono anche la minima disponibilità, li accompagnano fisicamente negli uffici di polizia e carabinieri, li seguono passo passo nel difficile percorso di denuncia, assicurano loro assistenza legale e sostegno, garantiscono il "silenzio" sulla scelta fino al momento dell'ufficialità giudiziaria. è stato seguendo questo percorso e affidandosi a questi "mediatori" che ha deciso di collaborare questo imprenditore di Carini. "Un imprenditore giovane che si è rivolto a noi, segno anche di un ricambio generazionale", dice Alessandro Albanese, presidente del consorzio Asi, che proprio ieri, dopo il disvelamento di questa nuova denuncia, è venuto allo scoperto con il ruolo che, nelle ultime settimane, ha deciso di ricoprire d'intesa con Enrico Colajanni, il presidente dell'associazione Libero Futuro. Eccola, la coppia che si propone a commercianti e imprenditori per non far sentire loro la paura e la solitudine della denuncia. "L'obiettivo dell'Asi - dice Albanese - è di spiegare agli imprenditori le convenienze a operare nella legalità, e lo stiamo facendo contattando le imprese a una a una, con lo scopo di tutelarle". Asi e Libero Futuro adesso intendono mettere su una vera e propria struttura in cui l'Asi metterà a disposizione risorse e sedi, mentre Addiopizzo offrirà il know-how acquisito dai volontari. "Stiamo diventando il punto di riferimento degli imprenditori - dice Albanese - e in una realtà come quella dell'area industriale di Carini, così fortemente condizionata dalla mafia, il sostegno e il coinvolgimento del singolo imprenditore è l'unica strada percorribile. Io non so se questa debba essere la nostra "mission", ma in questo momento, insieme con Libero Futuro, stiamo mettendo su una serie di iniziative per far venir fuori anche il sommerso del pizzo e far capire agli imprenditori che questa è un'occasione unica per affrancarsi". Il "sommerso" del pizzo di cui parla Albanese sono le diverse forme di tangente che, ad esempio, hanno fatto sì che nel libro mastro delle estorsioni dei Lo Piccolo non fossero poi molti i nomi di aziende dell'area industriale di Carini. Che però - viene fuori adesso - il loro contributo ai boss lo davano in tanti modi: "Siamo rimasti allibiti nel riscontrare che, come nell'ultimo caso di oggi, la mafia rilasciava regolare fattura per il pizzo imposto - dice ancora Albanese - Ma nelle aree industriali tutti sanno che ci sono una quantità di scavi e lavori di costruzione o ristrutturazione che vengono imposti o sovrafatturati. O che i terreni vengono venduti a prezzi esorbitanti, anche 150 euro al metro quadrato, contro i 23,24 del prezzo fissato per gli espropri. Forse sarebbe ora di fare un censimento delle proprietà delle aree e vedere come intervenire. Soprattutto a Carini, perché in altre realtà industriali come ad esempio Brancaccio, dove c'è la videosorveglianza, la pressione mafiosa è molto meno opprimente".

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Pizzo con ricevuta fiscale arrestato il finto fornitore - salvo palazzolo (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

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Pagina II - Palermo Pizzo con ricevuta fiscale arrestato il finto fornitore "Ti facciamo chiudere": e l'imprenditore denunciò In cella Girolamo Cangialosi, legato ai boss Lo Piccolo La tariffa: 1.600 euro al trimestre SALVO PALAZZOLO La raffica di arresti degli ultimi mesi non ha fermato gli esattori più fedeli al clan Lo Piccolo: sono tornati a minacciare pesantemente un imprenditore di Carini che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari. "Se pensi di non pagare più, ti sbagli", gli dicevano. "Bombe non te ne veniamo a mettere, tranquillo. Ma che ti facciamo chiudere puoi stare sicuro". L'imprenditore pagava da dieci anni il pizzo, ma dopo l'ultima minaccia ha deciso di dire basta. E ha subito trovato il sostegno dell'associazione antiracket Libero Futuro e del Consorzio Asi. Così è partita l'indagine della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, coordinata dai sostituti procuratori Nino Di Matteo, Domenico Gozzo e Gaetano Paci. Un'indagine che ha portato il gip Fabio Licata a firmare un'ordinanza di custodia cautelare per Girolamo Cangialosi, un piccolo imprenditore cinquantenne al servizio della "famiglia" mafiosa di Carini. Aveva un metodo assai originale per far pagare il pizzo, lo faceva risultare come fosse la fornitura di un servizio di facchinaggio. E rilasciava regolare fattura. Così andava avanti dal 1998. Prima dell'avvento dell'euro, 800 mila lire a trimestre. Dal 2001, 1.600 euro. A ricattare l'imprenditore carinese era anche un complice di Cangialosi, Giuseppe Sgroi, che la polizia ha arrestato il 28 febbraio scorso, dopo un mese di latitanza. Proprio nei giorni in cui Sgroi veniva ricercato, Cangialosi bussava ancora alla porta della sua vittima, per sollecitare il pagamento di altre due "rate" pendenti. "All'inizio - racconta l'imprenditore che ha deciso di denunciare - mi ero convinto a pagare una sorta di servizio di vigilanza fornito proprio da Sgroi, perché così faceva il precedente titolare dell'azienda. Lui mi riferiva che con la sua protezione non avrei avuto alcun problema". Già allora erano state sperimentate con successo le false fatture per coprire il pagamento del pizzo. "Ero consapevole di realizzare la cosiddetta "messa a posto" con la famiglia mafiosa di Carini - ha ammesso l'imprenditore - nei dieci anni di attività non ho mai avuto problemi, ad eccezione di un piccolo furto, denunciato alle autorità". Nella mente di questa vittima qualcosa è cominciato a cambiare dopo l'arresto dei Lo Piccolo, nel novembre 2005. "Stiamo facendo un percorso importante - dice il questore Giuseppe Caruso - ma di strada ce n'è ancora da fare. Sono soddisfatto, ma realista: alcune decine di persone hanno scelto di denunciare, altri continuano invece a negare persino l'evidenza. Convocati nei nostri uffici, dicono di non sapere nulla del pagamento di pizzo. Dunque - ribadisce il questore - torno a rivolgermi a chi non ha ancora scelto di liberarsi dal ricatto degli estorsori. Sappiano che siamo in grado di sostenerli in tutti i modi, in tempi velocissimi". Nei giorni scorsi Caruso e la fondazione Progetto legalità hanno ispirato quattro spot antiracket che gireranno sugli schermi di tv e cinema: "Non pagare il pizzo è una questione d'onore", questo è lo slogan. Uno dei filmati è interpretato dall'attore Nino Frassica. Anche l'associazione Libero Futuro rivolge un appello agli "indecisi", o anche a quegli imprenditori che hanno già negato di aver pagato il pizzo (e adesso rischiano un'accusa di favoreggiamento). "Negare adesso vuol dire iscriversi nel futuro libro mastro - dice Enrico Colajanni - perché oggi stiamo vivendo una stagione straordinaria, domani gli esattori potrebbero tornare. E non andranno certo da coloro che hanno scelto di denunciare". Libero Futuro è ormai diventata un'importante "camera di decompressione", come la chiama il suo presidente: "è chiaro che l'operatore economico vittima del racket ha paura dell'ignoto - spiega Colajanni - bastano pochi incontri per recuperare tranquillità. Perché ogni denuncia va sempre fatta con intelligenza e cautela". L'ultimo a entrare nella camera di decompressione dell'antiracket è stato proprio l'imprenditore di Carini: "Il numero di chi denuncia è comunque in aumento - dice Libero Futuro - la linea di tendenza non si interrompe". Il questore Caruso rilancia un appello ai mafiosi ancora in carcere. L'ha fatto in un filmato che accompagna i quattro spot: "Non vi resta che collaborare", questo il messaggio, diretto. Dopo l'ultimo arresto, Caruso dice: "Contiamo di sgretolare mattone dopo mattone il muro di omertà che circonda Cosa nostra. Anche nelle carceri viene percepita la forte azione dello Stato. E più d'uno, ne sono convinto, comincia a meditare di fare la stessa scelta che già cinque mafiosi legati ai Lo Piccolo hanno sottoscritto: collaborare con la giustizia". Gli ultimi arrestati, Cangialosi e Sgroi, erano nel cuore dei padrini di Tommaso Natale. Anche se qualche volta si erano "comportati malissimo", come lamentava Sebastiano Vinciguerra con Lo Piccolo junior: "Mio carissimo amico - scriveva in uno dei pizzini ritrovati il giorno del blitz di Giardinello - tu ci avevi raccomandato i trasportatori di Carini, cioè Genova e Cangialosi, insomma ti assicuro che si sono sempre comportati malissimo con noi, ma anche se noi l'abbiamo fatto presente a Carini ci dicono sempre di scusarli poiché sono un po' stupidi. Bene, nell'evolversi delle cose, io sono arrivato insieme a Mercedes alla conclusione che fanno i finti tonti. Quindi vorrei che tu mi concedessi il permesso di poter essere un po' più libero e risolutivo nei loro confronti, visto che sul lavoro all'interno del porto si comportano scorrettamente con noi dopo tutto quello che noi abbiamo fatto per loro tramite te". Ma alla fine nessun provvedimento fu preso nei confronti di Cangialosi. I Lo Piccolo avevano grande stima degli inventori del pizzo con la fattura.

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Pd alla carica: <Così esce indebolito> (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

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N. 97 del 2008-04-23 pagina 3 Pd alla carica: "Così esce indebolito" di Redazione Per Luciano Pizzetti (Pd) "l'autorevolezza" di Formigoni è quantomeno "indebolita". "Costretto, suo malgrado, a restare in Lombardia, ne deriva un indebolimento della sua autorevolezza". E mentre il responsabile nazionale Pd per il federalismo giudica pure "ridimensionata la funzione istituzionale di Formigoni alla vigilia di Expo", Alessandro Alfieri dell'esecutivo lombardo del Pd, rimarca come il governatore sia stato "isolato dall'asse Bossi-Berlusconi, che decide i destini della Lombardia". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Formigoni non trasloca a Roma: <Sono perplesso, ne riparliamo> (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

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N. 97 del 2008-04-23 pagina 3 Formigoni non trasloca a Roma: "Sono perplesso, ne riparliamo" di Sabrina Cottone Il Cavaliere "blinda" la Regione: "Elezioni? La gente non capirebbe". Il governatore contro Bossi e Fini chiede un posto al governo nel 2010 (...) "Tutto bene, tutto bene" sibila Formigoni appena uscito da villa San Martino rimanendo blindato in macchina. Ha ventiquattro ore di tempo per riflettere sui contenuti del colloquio con Berlusconi, che gli ha ventilato per il futuro "un prestigioso incarico nel partito". Formigoni però non si accontenta e fonti a lui vicine riferiscono che "è fortemente perplesso" dall'ipotesi di accontentarsi di Regione e partito. Un eufemismo per dire che è molto arrabbiato e anche pesantemente insofferente, come trapela dagli attacchi rivolti a entrambi i leader di An e Lega, Gianfranco Fini e Umberto Bossi, che hanno previsto una sua permanenza al Pirellone. "Non sono loro a decidere, ma io e Berlusconi, che vedrò domani" la sua replica stizzita. Nel colloquio con Berlusconi ha insistito per entrare al governo almeno nel 2010, con una staffetta che coinvolgerebbe un leghista. L'incarico a cui punta (e che piacerebbe anche a Comunione e liberazione) sarebbero le Attività produttive, al quale tra l'altro fonti leghiste dicono che è interessato anche Roberto Maroni, destinato (almeno al momento) al ministero degli Interni. La posizione del presidente del Pdl è chiarissima. Berlusconi gli ha spiegato che "la gente non capirebbe" elezioni anticipate di due anni dopo che il Pdl ha vinto con una maggioranza così schiacciante. Per la coalizione sarebbe un grave danno di immagine. Senza contare che la Lega, già forte del 21 per cento ottenuto alle politiche, potrebbe allargarsi ancora grazie al volano del candidato presidente, con il rischio di creare tensioni inevitabili durante una competizione elettorale. Lo riconosce anche Umberto Bossi: "Penso che Formigoni resterà in Lombardia. Forse Berlusconi ha ragione, c'è il rischio di creare una contrapposizione tra alleati che non è necessaria". In Regione intanto si respira un clima di tensione, soprattutto nei banchi della Lega. Ieri è stata nuovamente rinviata l'approvazione del piano cave di Bergamo che è scaduto nel 2002. A chiedere la sospensione è stato l'assessore all'Ambiente Marco Pagnoncelli (su indicazione dei vertici del partito), a causa della contrapposizione tra le due anime lumbard in consiglio regionale, che hanno visioni diverse su quando e come combattere la partita per la Regione Lombardia: i duri e puri vorrebbero portare a casa la Regione subito, contro l'opinione di chi invece preferisce una transizione più morbida nel 2010. Non tutti sono felici per il ruolo di Roberto Castelli, che nell'attesa di giocarsi la partita per il Pirellone è stato candidato da Bossi a essere viceministro delle Infrastrutture, con una delega sul Nord che gli servirebbe ad "assaggiare" le grandi opere che si preparano in Lombardia. Non manca il sollievo di chi vede allontanarsi le elezioni, che a molti erano sembrate ormai inevitabili in autunno. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Pagina VI - Palermo Appello dai legali "Tavolo comune avvocati-giudici" "è interesse comune evitare ... (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

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Pagina VI - Palermo Appello dai legali "Tavolo comune avvocati-giudici" "è interesse comune evitare una contrapposizione tra avvocati e magistrati con uno sciopero lungo e dannoso". Undici avvocati firmano una lettera sollecitando un tavolo dopo le polemiche. Tra i firmatari gli avvocati Caleca, Polizzi, Lo Re, Montalbano. La Camera penale è possibilista su un incontro. Termini Imerese Attentato al Notorius il pub va in fiamme Un incendio doloso ha gravemente danneggiato un pub di Termini Imerese, il "Notorius". I banditi hanno disattivato le telecamere, appiccando il fuoco all'ingresso del locale. Partinico Abusivismo edilizio per il figlio del boss Il figlio ventunenne del boss di Partinico Vito Vitale, Leonardo, è stato denunciato per abusivismo edilizio dai carabinieri che lo hanno sorpreso in una stalla realizzata senza concessione. Zisa Assalto al camionista ma niente rapina Assalto con sequestro per un autotrasportatore, ma senza la rapina finale. Il camion pieno di bibite è stato bloccato da due giovani in via Libero Grassi, alla Zisa. In via Rosario Nicoletti il rilascio: intatto il carico. Zona Fiera Al via i lavori per la pista ciclabile Cominciano i lavori per la pista ciclabile anche in via Autonomia siciliana. Tra una settimana, fra via Sadat e via Marchese di Villabianca, non si potrà circolare nel tratto del cantiere. Sciopero Poste, per un mese stop agli straordinari Un mese di sciopero dello straordinario nelle agenzie delle Poste di tutta la Sicilia. è stato proclamato da Cgil, Cisl, Uil, Sailp, Failp e Ugl per protestare contro la carenza di personale. Lo sciopero scatterà il 3 maggio. Categorie Nasce Confturismo presidente è Neri Si è costituita Confturismo Palermo, formata da Fiavet, Faita, Rescasa, Unione pubblici esercizi, Associazione albergatori, tutti aderenti a Confcommercio. Presidente è Giuseppe Neri. Borgo Nuovo Qualità nella scuola premio alla Russo La scuola media Gregorio Russo di Borgo Nuovo si è classificata prima alla quarta edizione del Premio Andrea per la qualità nella scuola, promosso dall'Age e dal Centro per la relazione educativa adulto-adolescente.

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Ecco dove Marta vuole sistemare i nomadi (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

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N. 97 del 2008-04-23 pagina 4 Ecco dove Marta vuole sistemare i nomadi di Erika Falone Il sindaco favorevole a mettere a loro disposizione "una lista di immobili ormai dismessi in via dei Laminatoi a Cornigliano" (...) "Lì, i cittadini rumeni sarebbero obbligati a fornire le loro generalità - dice Marta Vincenzi, che ieri ha spiegato il suo piano al consiglio comunale - e, a quel punto potrebbe essere più facile controllare la loro presenza in città per i soli tre mesi consentiti dalla legge a qualsiasi cittadino comunitario". I campi regolari di Bolzaneto e Molassana ospitano da anni famiglie che ormai, a detta della sindaco, si sono inserite nella nostra società. "Non sono più situazioni a rischio - osserva -. Pertanto, si dovrebbero riutilizzare quegli spazi, una volta liberati, per le situazioni veramente di emergenza". E gli attuali abitanti? Niente case popolari, intima la sindaco. Questa volta, no. Ancora meglio: lei, supportata dai suoi assessori, sta vagliando una lista di immobili ormai dismessi, che potrebbero essere messi a norma dal Comune, a spese dello stesso, da destinare agli attuali abitanti dei campi. Secondo alcune indiscrezioni, via dei Laminatoi nel quartiere di Cornigliano, potrebbe essere la destinazione finale dei rom. "Non è esattamente così - puntualizza la Vincenzi - stiamo vagliando una lunga lista di proprietà inutilizzate, come Via dei Laminatoi, che è della Sviluppo Genova. Ma non si tratta solo di immobili a Ponente e a Cornigliano: ce n'è per tutta la città". Tutti stabili, ha voluto precisare la sindaco, che si trovano in zone destinate a grandi cambiamenti strutturali: nel giro di pochi anni, saranno in ogni caso demoliti. Quindi: appartamenti a norma, ristrutturati da Tursi, chiavi in mano. E che, tempo dieci anni, saranno rasi al suolo. Osserva Alessio Piana, Lega Nord: "Non si riesce tra l'altro a capire la grande differenza che corre tra degli immobili a norma e degli appartamenti regolari". E in barba alle lunghe graduatorie per ottenere una casa . "Si studia come creare nuovi alloggi per i rom - dice Franco De Benedictis, Lista Biasotti -, quando ci sono famiglie genovesi che da anni aspettano un tetto sotto il quale vivere". Mentre Guido Grillo, Forza Italia, fa notare che il problema si sta semplicemente spostando da una parte all'altra della città, Gianni Bernabò Brea, La Destra, punta il dito contro la "solidarietà penosa" della giunta Vincenzi. Se tutta la minoranza protesta, non mancano neppure screzi all'interno della maggioranza stessa. "Va bene l'accoglienza - ammette Salvatore Lecce, Ulivo -, ma tutto ha un limite, anche la pazienza dei cittadini. Ci vogliono, come si suol dire, pugno di ferro e guanto di velluto, altrimenti rischiamo di perdere il controllo". Da parte sua, Marta, ribatte che se possono rappresentare un'emergenza le strutture occupate della ex Mira Lanza, a Rivarolo (dove per ora sembrano essere domiciliati più di 300 rumeni), non lo sono invece gruppi più ristretti di persone, magari "spalmate" su tutta la città. "Sarebbe comunque una risposta di accoglienza transitoria, in attesa che anche loro contribuiscano alla nostra economia, pagando un affitto". E, prosegue: "Quindici, venti persone non sono un problema per nessuno. E se qualcuno lo considera un problema, questa amministrazione no". "Ma trovare una soluzione - tuona Giuseppe Murolo, An -, non vuol dire ribaltare tutto sulle spalle dei nostri concittadini". Si tratta, comunque, di un progetto sommario, ancora alla fase embrionale. "Siamo all'avvio di una valutazione - conferma il sindaco -. Nel frattempo continueremo gli sgomberi e le demolizioni, ben sapendo che non è così che si risolvono queste questioni". Alla fine, tutti tranquilli: si tirano le - solite - somme: "Siamo all'inizio di un percorso, non alla fine - conclude Marta Vincenzi -. Formuliamo bene una proposta e poi discutiamone con la città, con le municipalità e con i cittadini". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Tra Biasotti e Burlando si riaccende la sfida (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

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N. 97 del 2008-04-23 pagina 3 Tra Biasotti e Burlando si riaccende la sfida di Federico Casabella Duello a distanza tra il presidente della Regione e l'ex governatore sull'accordo di programma. Scontro davanti agli operai (...) delle scorse settimane, sembra essere stata mal digerita da tutti, in particolare dal presidente Claudio Burlando che sull'accordo di programma siglato tre anni fa aveva fatto perno per lanciare la sua opera di buon amministratore. Fuori dal consiglio, in una delle aule di via Fieschi per parlare con lavoratori e cassaintegrati delle acciaierie si sono presentati, oltre al Governatore, anche l'assessore allo sviluppo economico Renzo Guccinelli e i consiglieri Cristina Morelli, Vincenzo Nesci, Romolo Benvenuto per la maggioranza, mentre a rappresentare la minoranza c'erano Sandro Biasotti, Nicola Abbundo e Gianni Plinio. Due i temi caldi: come comportarsi davanti a questo atto di forza di Riva e cosa fare dell'accordo di programma che appare sempre più un pezzo di carta senza valore: "Ci sono in ballo 2.200 posti di lavoro- ha ricordato Burlando- cerchiamo di capire se il piano industriale è ancora valido e se l'azienda è in grado di far rientrare i lavoratori in cassa integrazione nel 2009. Se così fosse ci dobbiamo mettere alle spalle i comportamenti degli ultimi giorni e andare avanti, altrimenti siamo pronti anche ad uno scontro frontale revocando a Riva la concessione di aree e banchine". Sulla questione interviene anche il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani dubbioso sull'atteggiamento dell'industriale: "Un comportamento d'altri tempi che nasconde qualcosa: dobbiamo far venire fuori questo qualcosa". L'aula è gremita, manca l'aria ma non la tensione, altissima. Soprattutto di chi con le parole delle istituzioni mette in ballo anche il proprio posto di lavoro. A rotazione parlano tutti i politici, dalla Morelli che rivendica con fierezza "se il forno elettrico non verrà fatto è grazie a noi" e si prende una riga di insulti dai lavoratori che le rispondo "è grazie a te se siamo a casa, grazie a una che voleva alimentare il forno con l'olio di palma, così ci abbronzavamo tutti", a Sandro Biasotti che ha alzato il tono della polemica strappando il consenso dei dipendenti: "Riva è sempre riuscito a fare ciò che ha voluto perché le istituzioni si sono presentate divise davanti a lui. Ora la politica faccia un passo indietro si vada al muro contro muro con questo industriale arrogante e utilizziamo i fondi della Società per Cornigliano (che ha ricevuto dal Governo 220 milioni) per pagare i dipendenti licenziati". Il discorso di Biasotti scatena la polemica a distanza con il Governatore che, dopo l'uscita dalla sala del suo predecessore lo attacca mostrando un verbale della Società per Cornigliano che testimonierebbe come Biasotti abbia votato contro allo stanziamento di una somma di 2 milioni che Ilva ha girato alla Società e che sarebbe servita per pagare i dipendenti. "Meno male che ci eravamo detti di non strumentalizzare - ha replicato Biasotti-. Era un punto di un accordo molto più ampio. Ribadisco che i termini finanziari per tentare il tutto per tutto esistono". Rifondazione tuona contro il riemergere di una cultura delle relazioni sociali da anni '50, mentre la Lega Nord con Francesco Bruzzone parla di "amministrazioni locali che si sono calate le braghe davanti a Riva". Ora sindacati e istituzioni hanno aperto una nuova prospettiva di confronto. Arrivederci alla prossima puntata. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Sono tornati ad accamparsi davanti allo stadio di Marassi (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

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N. 97 del 2008-04-23 pagina 4 Sono tornati ad accamparsi davanti allo stadio di Marassi di FRANCESCO GUZZARDI Sono passati 8 mesi da quando la sindaco, in occasione di un intervento sulla moschea, assicurò la mano pesante contro gli insediamenti abusivi dei nomadi. Parole cui seguirono certe azioni: prima lo sgombero e la bonifica del campo di Polcevera e il giorno dopo quello del piazzale antistante lo stadio Luigi Ferraris pareva avessero sistemato le cose. Proprio davanti lo stadio, la presenza di alcune auto della Polizia Municipale in maniera costante funzionarono da deterrente, tant'è vero che da allora, nessuna roulottes né camper e auto lussuose fecero sosta presso il piazzale. Gli abitanti e commercianti del posto più volte ringraziarono le autorità le quali, dopo mesi di furti, accattonaggio e angherie d'ogni sorta, riuscirono a ridare tranquillità a un quartiere da troppo tempo in balia di balordi. Ma, come qualcuno purtroppo temeva, il fenomeno si sta ripetendo e dalla settimana scorsa, gran parte del piazzale è tornato in balia di famiglie romene, ancora auto di lusso e caravan mega galattici fanno di nuovo bella mostra davanti lo stadio. La prima avvisaglia c'è stata giovedì scorso quando, dietro l'edicola della piazza, una famiglia di zingari cominciò a stendere panni, arrostire carne e accamparsi come in riva al mare. Il giorno dopo le roulottes superavano le 5 unita e sabato, giorno prima della partita, si contavano almeno una quindicina di famiglie tranquillamente accampate. Si pensava, o meglio si sperava, che la partita di domenica scorsa potesse allontanare quella comunità che cresceva giorno dopo giorno e così fu infatti, domenica mattina il piazzale si presentava sgombero e pronto per l'evento sportivo. Ma anche in questo caso si è trattata della solita illusione: perché tra lunedì notte e martedì mattina, quella gente e ritornata e addirittura raddoppiata infatti, adesso le case viaggianti sono almeno 25 e l'accampamento, con tanto di pentole, panni al vento e la solita spazzatura che circonda quella gente, da tutta l'aria di una struttura non certo provvisoria o di passaggio anzi, col passare delle ore diminuiscono le macchine parcheggiate dei residenti, che evidentemente preferiscono tenere lontana l'auto da quel posto ritornato terra di nessuno, e aumentano quelle dei rom, auto che costano da 50 mila in su. Tuona Bruno Ferraccioli, Lega nord, vicepresidente del consiglio del Municipio Bassa Val Bisagno: "Da parecchi giorni, il piazzale antistante lo stadio è di nuovo meta di numerose carovane di nomadi. Nonostante le numerose segnalazioni effettuate dai cittadini, la civica amministrazione non ha provveduto in alcun modo allo sgombero coatto limitandosi a delle inutili ordinanze. Bell'esempio di come il Comune intende far rispettare le leggi e tuteli la sicurezza dei genovesi! Non azioni ma inutili fogli di carta. Se immediatamente non si provvederà - conclude Ferraccioli - all'allontanamento forzato di questi nomadi e non si porrà rimedio una volta per tutte a questo scempio siamo pronti a organizzare una manifestazione con i cittadini di Marassi esasperati dalla difficile convivenza con persone dedite al furto e all'accattonaggio". A questo punto sono tanti gli interrogativi che la gente si pone e che, soprattutto pone alle autorità competenti: "Perché - domanda Federico, commerciante - non mandano altre due macchine come la scorsa estate, altrimenti quella gente aumenta sempre di più e tra qualche mese ci troveremo punto e a capo". Un disagio che coinvolge non solo i residenti ma anche coloro che transitano nei pressi con l'auto. La signora Simona gestisce un locale in via del Piano: "Proprio ieri ero ferma su quel ponte, dichiara la donna spaventata, sul sedile posteriore sedeva mia figlia piccola e quando un lavavetri che mi chiedeva soldi l'ha guardata in malo modo, ho aperto la borsa e gli ho dato 10 euro". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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<Io, romena leghista, dico: eliminate le baraccopoli> (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 6 "Io, romena leghista, dico: eliminate le baraccopoli" di Giacomo Susca da Milano Va bene il voto di protesta delle periferie operaie. Vada anche per i nuovi schiavi dei call center. Ma Bossi e compagni ammettano: e chi se l'aspettava di trovare nelle urne perfino le "crocette" degli immigrati? Romeni, per giunta. Roba da salire a piedi sul Monviso e cospargersi di acquasanta alla fonte del Po. Eppure qualcosa di "strano" è successo il 13 e 14 aprile scorsi. Dietro quell'8,2 per cento di preferenze su base nazionale, il 12,3 a Milano città, il 27,8 in Lombardia, ci sono persone in carne e ossa. E storie. Sentite qua. La signora Natalia, una cinquantina d'anni, vive e lavora - sodo - proprio a Milano, capitale della Padania. Arrivata dalla Romania che più Romania non si può (le campagne a 350 chilometri a nord di Bucarest), da dieci anni ha preso la residenza, una casa in affitto nel cuore di via Ripamonti assieme al marito. Fanno "i salti mortali" per arrivare a fine mese, barcamenandosi tra pulizie negli uffici e assistenza domiciliare ad anziani soli. Allora, bella l'Italia? "Tanto. Ma ci sono venuta per scappare dalla miseria lasciata dalla dittatura comunista. Ero stata qui da voi qualche estate, oppure a Belluno. Poi abbiamo deciso di fare le valigie una volta per tutte". È stato difficile trovare di che vivere? "Se vuoi rispettare la legge sì. Molto più semplice fare come tanti miei connazionali: niente permesso di soggiorno, tanto nessuno se ne accorge. E pensare che io, ogni sei mesi, alla scadenza dei documenti, facevo il percorso al contrario per tornare a casa mia. Al confine gli agenti alla dogana mi dicevano: "Ma è scema? Non vede che restano tutti in Italia da clandestini?"". Vuol dire che siamo un Paese accogliente. "Perfino troppo. Anzi, credo siate degli ingenui. Negli ultimi anni gli immigrati sono diventati la maggioranza". Beh, ora non esageriamo. "Non in senso numerico, perché ormai comandano loro. Basta chiedere, e voi gli date le case popolari. Lasciamo perdere i campi nomadi...". Troppi anche quelli? "Quelli non dovrebbero proprio esistere. Bisogna raderli al suolo tutti, come gli edifici occupati. È da lì che partono per svaligiare gli appartamenti, rubare i portafogli e chiedere l'elemosina sfruttando i bambini. Invece il Comune di Milano paga roulotte e bollette. Pure i preti li difendono, ma di ospitarli nei loro palazzi non se ne parla. La morale? Quasi quasi, invece di spendere lo stipendio in affitto, me ne vado in via Triboniano: come milanese sto già pagando". C'è l'ha con i rom? "Dico soltanto che quando commettono reati terribili come l'omicidio della povera Giovanna Reggiani o gli stupri, io mi vergogno di essere romena. E piango per le famiglie delle vittime. Per i colpevoli, però, altro che attenuanti o sconti di pena. Invece in Italia si spendono i soldi pubblici in avvocati, assistenti sociali e giudici bravi a scarcerare. Perché non sbattere dentro i delinquenti e buttare la chiave? In Romania, non qui. Intanto, sotto casa mia, la sera è meglio non andare in giro. Chi fa qualcosa per la sicurezza?". La mette in politica? "Voto Bossi. L'ho visto su Telelombardia. Diceva: "È uno scandalo svendere Alitalia ai francesi". Ha ragione. Gridava: "Mandiamo via gli extracomunitari irregolari!". Giusto. Continuava: "Le tasse del Nord non le manderemo nell'immondizia di Napoli!". Verissimo. Per forza abbiamo vinto. Ora Berlusconi si impegni a cambiare la vita quotidiana delle persone. Bella l'idea dei mille euro in bonus bebè. Ma solo ai genitori italiani. Chiaro no?". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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"chiesa, troppi silenzi sui clan" - raffaele sardo (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina VI - Napoli "Chiesa, troppi silenzi sui clan" L'accusa del vescovo Nogaro: ci preoccupano più i laici dei camorristi RAFFAELE SARDO Troppi silenzi sulla camorra da parte della Chiesa, specie delle gerarchie: il duro atto d'accusa viene da uno dei vescovi tradizionalmente più impegnati nella lotta ai clan, monsignor Raffaele Nogaro, dal 1990 alla guida della diocesi di Caserta. Secondo Nogaro, le responsabilità della Chiesa vanno anche oltre: tenuto conto dell'influenza storica del cattolicesimo nella realtà campana, è inevitabile concludere che una "certa" mentalità distorta sia stata contigua ad una "certa" religiosità, pur escludendo vere e proprie complicità. Nogaro, friulano d'origine, è da sempre voce scomoda. Vicino alla pensione (compirà 75 anni a fine 2008), il vescovo ha scritto una lunga lettera in vista di un corteo anticlan promosso da associazioni cattoliche casertane per il 25 aprile, in segno di solidarietà con il magistrato Raffaele Cantone, lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Rosaria Capacchione, recentemente divenuti bersagli di minacce da parte dei boss del clan dei Casalesi. Per il vescovo di Caserta, le gerarchie ecclesiastiche non fanno abbastanza contro la camorra. "Sono molto preoccupate di difendersi dai nemici "ideologici": massoni, comunisti, laicisti di ogni genere, e sottovalutano l'inquinamento morale e civile causato dai poteri illegali", sostiene il porporato. I camorristi, che pure sradicano il Vangelo dal cuore della nostra gente, negando ogni forma di amore del prossimo, diventano facilmente i promotori delle iniziative della ritualità religiose del popolo. Proteggono un certo ordine stabilito, vengono corteggiati dalle istituzioni. E per un falso amore di pace, la Chiesa tace", incalza il vescovo. Non solo. "Un dato s'impone nella sua oggettività - scrive Nogaro - la storia della Campania, e la sua cronaca, non si spiega senza tenere nel debito conto l'influenza della Chiesa". Quindi, "le espressioni religiose, soprattutto quelle enfatiche, e la camorra non sono due fenomeni indipendenti. Fortunatamente - sottolinea il vescovo - non si arriva mai alla complicità. Non si può tuttavia rimanere in disparte, scaricando la realtà criminale alla competenza dello Stato". Il vescovo punta l'indice anche contro la politica: "Le dirigenze di ogni tipo confondono facilmente il bene comune con l'interesse privato. Il degrado, il sottosviluppo e la disoccupazione fanno sì che l'emigrazione dei giovani volenterosi sia enorme". Ma il bersaglio resta quella parte di Chiesa che se ne lava le mani. Resta "isolato", ricorda così Nogaro, "l'esempio fulgido" di don Diana, parroco di Casal di Principe ucciso nel 1993. E c'è la questione culturale: nelle parrocchie, ammonisce Nogaro, si devono superare comportamenti "che possono configurarsi come camorristi: gli atteggiamenti autoritari, la violenza di un potere costituito, la precettistica morale imposta come inquisizione delle coscienze, la mancanza di democrazia nella gestione comunitaria".

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Pozzuoli, figliolia scagionato e deluso "la mia città regalata al centrodestra" - angelo carotenuto (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

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Pagina VI - Napoli Pozzuoli, Figliolia scagionato e deluso "La mia città regalata al centrodestra" ANGELO CAROTENUTO POZZUOLI - Lo chiamano di nuovo sindaco, proprio adesso che non lo è più. "La città mi è stata vicina". Però c'era chi si voltava dall'altro lato. "Oggi so chi sono gli amici e i nemici". Vincenzo Figliolia è tutt'insieme un uomo frastornato, sereno e amaro, ora che il giudice Buccino Grimaldi stabilisce come infondate le accuse che gli hanno interrotto il mandato alla guida di Pozzuoli: abuso di ufficio e omissione di atti. "Per non aver chiuso il mercato ittico, questa era la tesi, avrei favorito un clan". Prosciolto. A 4 anni e 4 mesi di distanza dall'avviso di garanzia. Con una beffa in più: una settimana fa le elezioni hanno deviato la traiettoria della città verso destra. Più che cambiar rotta Pozzuoli, in realtà l'hanno cambiata i vincitori, che stavano dall'altra parte - la parte di Figliolia - e ora governano una città alla vigilia di una trasformazione, con milioni di euro in arrivo, la riqualificazione post-industriale nell'ex area Sofer, il progetto Waterfront di Peter Eisenman. "Un Comune regalato al centrodestra, guidato da un uomo che era capogruppo del mio partito, e che prima ancora era vice sindaco nel centrosinistra, e che ha votato a favore degli della mia giunta. Ma si può?". è di Pasquale Giacobbe che parla Figliolia, tutto d'un fiato, di un compagno di percorso che nel 2005 è il primo dei non eletti per la Margherita in Regione, e che nel 2008 va in campo con la maglia del centrodestra. "Era l'assessore all'Annona e ai mercati. Quei mercati al centro dell'inchiesta che mi ha riguardato. Ma dico. Io eredito la patata bollente dopo il famoso episodio del boss che entra in sala mentre la commissione è riunita; ristrutturo il mercato con un mutuo; lo trasformo nel terzo d'Italia per traffico; produco atti pubblici: ebbene, io finisco sotto inchiesta". Tutto comincia nel dicembre 2003 con l'avviso di garanzia. "Vennero a notificarlo alle 5 del mattino con una perquisizione domiciliare. C'erano tanti di quei carabinieri che facevamo i turni per entrare nelle stanze. Ho casa piccola". L'anfiteatro a pochi passi. "Ottanta metri quadri. Le bambine erano piccole". Quando sono cresciute hanno cominciato a fare domande. "La più grande ora ha 12 anni. Nei mesi scorsi chiedeva: perché non sei candidato? Ho dovuto spiegare. Adesso sono felice per la mia dignità e per lei". Nel febbraio 2004 si insedia la commissione d'accesso. Un anno dopo arriva il rinvio a giudizio, nel dicembre 2005 il Consiglio è sciolto dal ministro Pisanu su richiesta del prefetto Profili: alle elezioni mancavano 4 mesi. Invece per Pozzuoli è tempo di commissari: Domenico Bagnato, Salvatore Malfi, Raffaele Sarnataro. "Oggi è una città distrutta". Siamo all'autunno 2007. "Era calato il silenzio. A ottobre i miei avvocati sollecitano la Procura a muoversi, a novembre mi rinviano a giudizio" Rito abbreviato. Prosciolto. Solo che la politica va avanti. Ecco cosa gli rode. "Sono stato capolista alle primarie del Pd. Lo volle De Mita. La mia lista è stata la più votata ai Campi Flegrei". Pozzuoli manda il suo ex sindaco sotto inchiesta all'assemblea del Pd. Il partito lo chiama in Direzione. E poi? "Ora chiedo un chiarimento. L'esecutivo provinciale di Emma Giammattei e quello regionale di Iannuzzi hanno fatto in modo che io non fossi candidato a Pozzuoli". Si racconta di un blitz notturno alla vigilia della consegna delle liste. "Ci fu una presa di posizione. L'avrei capito se fossi stato candidato sindaco; io volevo fare il consigliere. Neppure quello. Lo trovo grave. Hanno avuto una risposta". Se è un addio, si vedrà. "Devo capire i contenuti del partito. Vogliono il ricambio, poi leggi i nomi e sono sempre gli stessi. Hanno bocciato De Mita perché aveva 80 anni, però in giro vedo tanta gente che ne ha 70. Potevo farmi una lista civica, ma vengo da una cultura in cui il partito ha una sua importanza. Vigilerò sulla giunta. Con Giacobbe, Pozzuoli torna indietro di 30 anni. Voglio dare voce a chi mi ha sostenuto". Due consiglieri comunali, Manzoni e Terracciano, sono stati eletti col suo sostegno. Pasquale Giacobbe, primo dei non eletti per la Margherita in Consiglio regionale nel 2005, ora è il leader di una giunta di centrodestra. Nella sua corsa al "nuovo" ha arruolato 3 ex sindaci, una decina di ex assessori (tra cui Fiandra e Buonaiuto, giunta Figliolia) e quasi 40 ex consiglieri comunali. "Ho sentito Figliolia per gli auguri. Sono contento per lui e per la città, che così cancella il timbro infamante della camorra. Ma io non ho firmato atti di Figliolia. Capisco che lui senta di aver ricevuto un danno: eventualmente dentro la sua parte, che non è più la mia. Avrei vinto lo stesso anche contro di lui". Pozzuoli non smette di farsi domande. Ciro Biondi, candidato per la Sinistra, primo dei non eletti: "Vogliamo leggere gli atti per capire cos'è accaduto in questi anni". Anni in cui Biondi è stato tra gli animatori, come oggi, della Rete civica per il municipio, coordinata da Antonio Damiano, indipendente dai partiti. E Aldo Marcellino, presidente di Unimpresa a Pozzuoli, aggiunge: "L'amministrazione Figliolia fu caratterizzata da luci e ombre. Con lui ci fu l'apice della ripresa del mercato. Ha goduto del momento d'attenzione su quella vicenda e poi l'ha pagata in prima persona. Vediamo ora come va e cosa sarà del Waterfront. Vediamo se Pozzuoli capisce cosa vuole diventare nei prossimi anni". E stavolta decide la destra.

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Reguzzoni: <Che fallisca pure... Malpensa non vuole elemosine> (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 11 Reguzzoni: "Che fallisca pure... Malpensa non vuole elemosine" di Felice Manti da Milano "Se Alitalia deve fallire, fallisca. Il destino di Malpensa non dipende da quello della compagnia aerea. Qui a Varese non vogliamo elemosine". Marco Reguzzoni da ieri non è più il presidente dell'amministrazione provinciale di Varese. Leghista doc, 37 anni, è stato eletto deputato il 14 aprile. Air France ha detto adieu ad Alitalia. E ora? "E ora vinca il mercato. Alitalia vada per la sua strada. Se deve fallire fallisca, l'importante è che non vincoliamo il mercato". Rifondazione dà la colpa al Pd, il Pd parla di "polpetta avvelenata" della Lega che penalizza Roma e Fiumicino... "La sinistra commette il solito errore: mettere il becco in una questione meramente economica. Una compagnia aerea è un'azienda e deve stare sul mercato. Quello che non dobbiamo fare è dire che cosa deve fare Alitalia. Quanto a Roma, diciamo subito una cosa. I conti della compagnia aerea sono stati penalizzati da chi ha deciso di fare assunzioni solo su Fiumicino. E che queste assunzioni, fatte nel passato, siano di tipo clientelare è assodato". E Malpensa? "Se vince il mercato Malpensa vivrà. Non vogliamo che Malpensa venga assistita, né vincolare il destino dell'aeroporto a quello di Alitalia". Il presidente lombardo Formigoni dice che Air France voleva comprare Malpensa per distruggerlo... "È vero. L'obiettivo era vincolare i voli sul Charles de Gaulle di Parigi o su Fiumicino, tagliando fuori Malpensa. Quella imposta dai francesi era una misura inaccettabile". Le ipotesi sul piatto della bilancia sono due: prestito ponte o legge Marzano. Lei per quale "tifa"? "Ribadisco. Se si deve salvare per l'ennesima volta una compagnia decotta penalizzando Linate o altri scali, meglio farla fallire, senza spendere altri soldi. Quanto al commissariamento bisogna vedere che fine fanno gli aerei". Perché? "Alitalia non ha più aerei di proprietà. Sono tutti a noleggio. Vai a spiegare a una società di leasing, con sede magari alle Cayman, che i tuoi crediti sono congelati. Si ricorda il caso di Volare?". La compagnia sull'orlo del fallimento, poi commissariata... "Con la legge Marzano. Ma il giorno dopo la nomina del commissario straordinario, le società proprietarie degli aerei li avevano "parcheggiati" in aeroporti stranieri. Sostenendo, giustamente, di non avere più la certezza che la compagnia avrebbe pagato il leasing". Qual è il rischio? "Allora Volare restò ferma un mese. E non successe niente. Ma se Alitalia stesse ferma anche un giorno, si fermerebbe il Paese". Quanto ha inciso il caso Alitalia sulla vittoria di Pdl e Lega al Nord? "Tanto. È stato un caso di scuola, nel quale la sinistra ha mostrato la sua vera maschera. Quella statalista, interventista nell'economia. Un atteggiamento antieconomico di cui il Paese non ne può più". Si parla insistentemente di una cordata italiana del Nord... "È un'ipotesi molto plausibile. Personalmente so che una cordata in embrione esiste. So che ci sono degli imprenditori del Nord disponibili a investire sulla compagnia aerea, anche se è evidente che serve un forte partner industriale straniero alle spalle". Sarebbe una buona soluzione o... "Mi auguro solo che la cordata non voglia porre vincoli sulle tratte, come ha fatto Air France, o sugli slot di Malpensa. O che decida di penalizzare qualche altro aeroporto, fosse anche Fiumicino. Chi vuole compri e rispetti le regole di mercato". felice.manti@ilgiornale.it © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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In Italia 40 milioni di <turisti religiosi> (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 15 In Italia 40 milioni di "turisti religiosi" di Redazione Ogni anno sono oltre 300 milioni i pellegrini che compiono viaggi legati alla fede: nel mondo il turismo religioso è un business da 18 miliardi di dollari. In Italia - dice una ricerca di Trademark Italia - sono più di 40 milioni le persone che hanno compiuto un viaggio di interesse spirituale, con circa 20 milioni di pernottamenti. Nell'ultimo anno il settore è cresciuto del 20 per cento, per un giro d'affari intorno ai 4 miliardi di euro. Del boom del turismo religioso si occupa anche il mensile Espansione, che sarà in edicola dopodomani in allegato (gratis) con il Giornale. Un lungo articolo che racconta il fenomeno e il suo futuro. Le previsioni infatti sono rosee anche per il 2008, soprattutto per quanto riguarda la Puglia, meta tradizionale per i fedeli di Padre Pio che, da domani, saranno attirati anche dalla possibilità di vedere esposto il corpo del santo di Pietrelcina. I numeri sono già da record: un milione di devoti ha già prenotato la sua visita a San Giovanni Rotondo. Ma le mete dei viaggiatori religiosi sono molte, dalla costa atlantica europea fino alle calde terre del Nord Africa. Prossima new entry sarà l'Australia, grazie alle Giornate mondiali della gioventù di Sydney, programmate per il mese di luglio. Il giro d'affari è tale che i tour operator specializzati sono convinti che il turismo religioso diventerà una delle forme di viaggio più importanti. Cresce la richiesta di turismo "missionario" nel mondo, spesso abbinato alla visita di siti di interesse storico e archeologico, così come lievita la domanda per i "trekking spirituali" basati su marce collettive e occasioni di contatto con le popolazioni locali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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LA SICUREZZA E LE REGOLE (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - MILANO - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2008-04-23 num: - pag: 1 autore: di GIANGIACOMO SCHIAVI categoria: REDAZIONALE I CLANDESTINI E LE ESPULSIONI LA SICUREZZA E LE REGOLE Un clandestino fermato in piazza Duomo perché non ha rispettato il decreto di espulsione ha un "giustificato motivo" per non andarsene da Milano: lo consente la legge che rende inutili i controlli dei poliziotti che fanno il loro dovere. Il "giustificato motivo " (per fame, per soldi) è uno dei tanti buchi neri nelle maglie della sicurezza che dal 13 aprile è diventata la prima emergenza del Nord. Ma non è l'unico. Qualche tempo fa un pullman che doveva riportare nel paese d'origine alcuni rom sgomberati da un campo abusivo ha fatto tappa a Rogoredo. Per le spese di viaggio e il loro sostentamento, la prefettura di Pavia aveva assegnato mille euro a ogni persona. La cronaca di Andrea Galli sul Corriere di un mese fa racconta come è andata a finire: "I rom prendevano i soldi, ne consegnavano una parte agli autisti (romeni non rom) e questi, concluso l' accordo, dopo qualche chilometro li facevano scendere". Particolare non trascurabile: la tratta stradale Milano-Bucarest è coperta soltanto da compagnie romene. A queste, appunto, ci si era affidati. L'incertezza della pena e il confuso sistema delle espulsioni alimentano un rancore che tracima in una motivata rabbia civile quando si aggiungono stupri, violenze, furti sui treni, borseggi alla Stazione, scippi, anziani truffati, rapine in villa. Dopo anni di allarmi inascoltati,(ricordate i fatti del 1999, i nove morti in nove giorni a Milano?) non vale più la sottile distinzione tra reale e percepito: è un alibi. Non servono le statistiche a rassicurare la gente che ha paura. I reati a Milano sono in diminuzione perché molti cittadini non li denunciano più. Nove anni fa il procuratore Nicola Cerrato chiese di abolire la parola microcriminalità e D'Alema, allora presidente del Consiglio, sottoscrisse: chiamiamola criminalità diffusa. Questa criminalità si è diffusa troppo, si è espansa nel lassismo e nella quasi certezza dell'impunità. I flussi incontrollati dall'Est hanno dato la botta finale: è aumentata l'inquietudine. In alcuni quartieri cittadini la gente è spaventata. Non saranno le ronde padane o i braccialetti da galeotto a risolvere un'emergenza incancrenita, diventata benzina per demagogie e propagande elettorali. Ma un po' di rigore e di legalità, sì: di questo c'è bisogno. Come di un rafforzato controllo del territorio, senza divisioni e gelosie tra le forze dell'ordine. Meglio le caserme nelle aree di sofferenza o più volanti che battono i quartieri e segnalano ai cittadini onesti una presenza amica? Il Comune rilancia il suo progetto, legalità e accoglienza, aiuti agli immigrati che lavorano e mandano i figli a scuola. Per chi non accetta le regole non c'è posto. Su questa base si può costruire il dialogo con Lega e Partito democratico. E dire, senza vergognarsi, basta impunità.

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Salvini: bisogna tornare alle <gabbie> salariali (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-04-23 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Deputato della Lega Salvini: bisogna tornare alle "gabbie" salariali Onorevole Salvini, Milano è carissima. Nel suo partito si parla delle gabbie salariali come della soluzione. "Non siamo mica alla zoo... Ma l'idea di base è quella giusta". In soldoni? "Gli stipendi al Nord devono essere più alti". Quelli del privato lo sono già. "Quelli del pubblico no. Visto il costo della vita, infermieri, tranvieri, vigili urbani e insegnanti a Milano dovrebbero guadagnare il doppio". Lo ha fatto presente al sindaco Moratti? "A oggi non è una strada praticabile. Ma con il federalismo fiscale tutto cambierebbe. L'importante è che Roma ci lasci i nostri soldi". I tranvieri oggi hanno il licenziamento facile. "Esatto. Colpa degli stipendi da fame. Con mille euro al mese se va bene si affitta un monolocale". Matteo Salvini neodeputato della Lega Nord Ri. Que.

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Formigoni <stoppato> da Berlusconi. <Resta a Milano> (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-04-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Formigoni "stoppato" da Berlusconi. "Resta a Milano" Oggi ultimo incontro con il Cavaliere. Pdl: ancora tutto aperto. Pd: il governatore non conta Per il presidente si profilano altri due anni al Pirellone. Con un ruolo politico importante nel Pdl Ci si prepara al Formigoni bis. Grande nervosismo ai piani alti del Pirellone. E tutti con il fiato sospeso. Oggi l'ultimo incontro tra il governatore e il Cavaliere, ma il destino di Formigoni sembra ormai tracciato. Altri due anni al Pirellone. Con un ruolo politico importante dentro il Pdl. E con un gruppo di assessori da rimpastare: Gian Carlo Abelli, Massimo Corsaro e Viviana Beccalossi. Loro a Roma ci andranno. Il clima è teso. Tesissimo. Formigoni, dopo aver incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore si è limitato a due commenti. Il primo di smarcamento: "Tutto bene, tutto bene". Il secondo di riposta all'uscita di Gianfranco Fini che aveva annunciato urbe et orbi che Formigoni sarebbe rimasto al suo posto in Lombardia: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia. Per quanto riguarda me e Berlusconi, abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera (questa sera, ndr)". Per il resto, silenzio e "preparazione " dell'ultima contromossa, quando questa sera incontrerà il leader del Pdl. Ma dall'entourage del governatore trapela una "forte perplessità " sulle scelte del Cavaliere. La Regione attende. Centrodestra e centrosinistra preferiscono non premere il piede sull'acceleratore. "La questione è ancora aperta - attacca Giulio Boscagli, capogruppo di FI al Pirellone - Io sto alle dichiarazioni e non faccio fantapolitica. Aspettiamo domani (oggi, ndr). Mi sembra evidente che alcuni esponenti dell'alleanza facciano delle forti pressioni perchè Formigoni resti al governo della Lombardia, ma l'ultima parola toccherà a Formigoni e Berlusconi. Confido che individueranno la scelta migliore per tutti". "Aspettiamo - attacca Ignazio La Russa di An Ma è fuori luogo che Formigoni si risenta. Fini non ha dato giudizio di gradimento o di sgradimento, ma soltanto di probabilità". Pochi minuti dopo arriva la rettifica di Fini: "Formigoni mi ha equivocato ". E la Lega? Che fino a pochi giorni prima era il più grande sponsor della discesa romana di Formigoni in modo da aprire la strada a una presidenza del Carroccio?: "Una premessa - attacca il consigliere regionale Fabrizio Cecchetti - Totale fiducia nell'operato di Umberto Bossi. Per noi della Lega cambia poco. L'idea di avere un presidente della Lega ci alletta come possibilità. Ma che sia fra sei mesi o che sia fra due anni, per noi cambia poco. L'obbiettivo della Lega rimane sempre quello: chiudere il cerchio per arrivare al federalismo fiscale". Anche il centrosinistra aspetta l'ufficializzazione della rinuncia. Ma non lesina critiche al balletto delle ultime settimane: "Credo che sia doveroso per la dignità della Regione - attacca Franco Mirabelli, Pd - che il presidente decida cosa fare, se resta o no, se gli interessa o non gli interessa guidare una delle istituzioni più importanti d'Italia. Credo che sia doveroso, lo deve a chi lo ha eletto e all'istituzione Lombardia. Sicuramente non è un bello spettacolo. Ci faccia sapere se vuole continuare a governare la Regione o no". Tocca ad Alessandro Alfieri, dell'esecutivo Pd, tirare le prime considerazioni politiche: "Per la seconda volta consecutiva le ambizioni di Roberto Formigoni sembrano destinate a rimanere frustrate. Sembra ormai chiaro che Formigoni sia stato isolato dall'asse Bossi-Berlusconi, che decide ancora una volta i Malumori destini della Lombardia". Parla di ritorno alla normalità, il verde Carlo Monguzzi: "Grazie al cielo siamo tornati alla normalità. Ma qual è il Paese per cui in presidente di Regione per sua ambizione personale costringe sei milioni e mezzo di lombardi ad andare a votare con una spesa di 50 milioni di euro? Invece che alle Idi di Marzo assisteremo alle vendette formigoniane". Sulla stessa linea, Marco Cipriano, vicepresidente del Consiglio regionale della Sinistra democratica: "Finalmente è finita una farsa indegna. Formigoni ha dimostrato scarsa sensibilità per le Istituzioni. è legittimo che ognuno abbia delle aspirazioni, ma giocarle in questo modo significa avere in spregio la Regione. Siamo in una situazione di paralisi per i capricci di Formigoni. Speriamo adesso che nel 2009 non si candidi per le Europee o per la Presidenza della Provincia ". L'esponente della Sd si lancia anche in una valutazione politica: "Lo dico con dispiacere e rammarico: Forza Italia ha fatto i suoi interessi. Cedere la Lombardia a Bossi significava fargli fare il suo gioco preferito: stare al governo a Roma e all'opposizione in Lombardia". Dall'entourage del governatore trapelano "perplessità" sulle scelte del Cavaliere Delusione Formigoni, dopo l'incontro con Berlusconi, ha accettato di restare alla guida della Regione Maurizio Giannattasio.

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<Vado con Eliot al music hall> (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

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Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2008-04-23 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE Carcano Debutta a Milano "La terra desolata" della compagnia Pacta di Annig Raimondi "Vado con Eliot al music hall" L'attrice e protagonista: "Sulla scena vuota apre e chiude il vocalist" D opo tredici anni passati sui palcoscenici del Nord Italia, "La terra desolata" di T.S. Eliot approda, per la prima volta, al Carcano. Un testo che parla del percorso di metamorfosi e conoscenza dell'uomo, fino al sacro Graal; uno spettacolo cult per Annig Raimondi, unica protagonista della scena, ma anche per Pacta, la sua nuova compagnia formata da Maria Eugenia d'Aquino, Fulvio Michelazzi e Riccardo Magherini, nata dal recente "divorzio" con Marina Spreafico del Teatro Arsenale. "Può sembrare strano che dopo più di vent'anni si arrivi a una rottura", spiega Annig Raimondi, "ma quando i punti di vista sulla funzione del teatro sono diversi, è giusto che ognuno vada per la propria strada. Noi siamo per un palcoscenico che affronti temi legati alle necessità del nostro tempo ". Senza una sede però non è facile.... "è un rischio certo, ma anche uno stimolo per non venire risucchiati dalla stabilità ", taglia corto l'attrice. "Con il nostro progetto "Palcoscenici per un teatro nomade" (sostenuto dalla Provincia, ndr) possiamo rinnovarci avviando nuove collaborazioni con altre sale della città". Come un moderno "Carro dei comici" gli spettacoli di repertorio vengono riallestiti in funzione del palcoscenico che li ospita. "Al Carcano la scena è stata svuotata per dar corpo agli elementi desolatamente posizionati di questo poemetto ", spiega la Raimondi. Ma per "La terra desolata" (1922), proposto nella traduzione di Roberto Sanesi, non è certo il primo cambiamento. La sua struttura frammentaria, cinque sezioni che procedono per analogie, si presta al gioco teatrale. Per parlare della perduta centralità dell'uomo e delle mille maschere che è costretto a indossare, il linguaggio passa dal teatro elisabettiano al music-hall, dalla poesia metafisica al nonsense. Da tre anni inoltre Annig Raimondi ha inserito nello spettacolo note dell'autore e frammenti tratti dai "Quattro Quartetti". Tra le novità il vocalist Bernardo Lanzetti cui è affidata l'ouverture e il finale. Novità Lo spettacolo, da 13 anni in giro per l'Italia, è riallestito in funzione del teatro che l'accoglie Metamorfosi Annig Raimondi in "La Terra desolata" Livia Grossi LA TERRA DESOLATA oggi al Teatro Carcano, corso di Porta Romana 63. Ore 15 e 21, 9/5 euro. Tel. 02. 55.181.377.

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Brunetta: sui lavori usuranti necessario un giro di vite (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2008-04-23 - pag: 15 autore: LA GIORNATA PREVIDENZA E FISCO Brunetta: sui lavori usuranti necessario un giro di vite Prudenza sull'abolizione dell'Ici: modi e tempi dell'operazione ancora da vedere La partita sulle pensioni rischia di riaprirsi. Il Governo Berlusconi si prepara a rendere più restrittivo, o ad affossare del tutto, il decreto legislativo (varato dal Governo Prodi) sull'elenco dei lavori usuranti da esentare dalla nuove regole previdenziali. A lasciarlo intendere è il responsabile del programma del Pdl, Renato Brunetta. Che conferma che il nuovo Esecutivo non è intenzionato a tornare allo scalone- Maroni. Ma aggiunge anche che sarà necessario prevedere "un ulteriore giro di vite" per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, anche evitando di applicare "la famigerata norma sui lavori usuranti". Anche se Brunetta non lo dice, l'obiettivo è chiaro: risparmiare almeno una fetta consistente dei circa 2,5 miliardi che dovrebbero essere utilizzati nei prossimi dieci anni per esentare annualmente non meno di 5mila lavoratori impiegati in attività usuranti. Il responsabile del programma del Pdl si sofferma, in un'intervista al settimanale "Famiglia cristiana", anche sui provvedimenti "impopolari " che il Governo Berlusconi adotterà già all'inizio del suo mandato affermando che i primi saranno la lotta all'evasione fiscale e il federalismo fiscale. Brunetta si mostra poi prudente sulla cancellazione dell'Icisulla prima casa: l'aboliremo "secondo modi e tempi che vedremo. Per coprire il buco di entrate che si crea servono un miliardo e novecento milioni di euro, un costo che va valutato e spalmato nel tempo per non creare squilibri. Stesso procedimento- aggiunge Brunetta – sarà seguito per il bonus bebè e la detassazione degli straordinari". Tutti interventi che dovrebbero essere varati, almeno in versione parziale, nei primi Consigli dei ministri. Diverso il discorso per la detassazione della tredicesima, che scatterà "nel medio-lungo periodo". Quanto alla diminuzione della pressione fiscale e all'introduzione del quoziente familiare e agli investimenti pubblici", i tempi, dice Brunetta, saranno indicati nel Dpef che sarà varato a luglio. Brunetta annuncia anche saranno eliminati i trasferimenti alla stampa periodica e quotidiana. M.Rog.

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<Formigoni resta in Lombardia> E' scontro con Bossi e Fini (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2008-04-23 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Il nuovo esecutivo "Formigoni resta in Lombardia" E' scontro con Bossi e Fini ROMA - Risolto il nodo Lombardia dopo il faccia a faccia tra Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni, il presidente della Regione resterà al Pirellone per ultimare il mandato che scade nel 2010. Il colloquio avrebbe avuto momenti di forte tensione dovuti all'insistenza con cui il governatore ha sostenuto le sue ragioni, ritenute "politicamente irragionevoli". L'obiezione che gli hanno mosso è che con la sua discesa a Roma Forza Italia sarebbe stata costretta a cedere il Pirellone alla Lega Nord, squilibrando la coalizione. Per lui, in ogni caso, si prospetta un incarico di prestigio nel Popolo della Libertà quando il processo unitario sarà concluso. Formigoni è stato anche protagonista di un botta e risposta polemico con Gianfranco Fini e Umberto Bossi. A PAGINA 5 Fuccaro e Schirinzi.

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Lavoratori senza politica (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Sinistra/3 Lavoratori senza politica Mario Sai Dio acceca chi vuol perdere e la Sinistra è stata cieca a fronte dei cambiamenti nella condizione del lavoro. E ha perso cocentemente le elezioni. Se c'è una causa che spiega la separazione tra lavoro e politica - evidente anche nel risultato elettorale - essa va individuata nell'aver abbandonato la politica (delle istituzioni, dei partiti e dei sindacati), il compito di progettazione, promozione, regolazione dello sviluppo economico e sociale. SEGUE A PAGINA 11 Dal '92 a oggi in Italia gli accordi di concertazione si sono limitati a moderare la dinamica salariale con il paradosso che quanto più si dava centralità al conflitto redistributivo tanto più il sindacato perdeva capacità di difendere i salari, che oggi sono, infatti, tra i più bassi d'Europa. Tutto ciò è avvenuto nell'epoca della diffusione globale delle nuove tecnologie dell'informazione. In Italia i lavoratori utilizzatori di informazioni e operatori di tecnologia sono oltre 12 milioni. Di essi circa un milione sono nuove figure professionali che posseggono saperi e sanno creare o gestire flussi di informazione e conoscenza talora molto al di là del potere di controllo dell'impresa. A questa nuova centralità del sapere e della creatività dei lavoratori, le aziende hanno risposto non con un confronto sui nuovi modelli organizzativi, ma offrendo una "partecipazione" organizzata, secondo gli insegnamenti del modello Toyota, "in via gerarchica", come dimostra anche la recente ristrutturazione della Fiat a Pomigliano. Questo contraddittorio processo di innovazione ha creato una separazione tra aree di lavoro in cui è cresciuta dipendenza e dequalificazione e aree in cui i lavoratori hanno avuto spazi di autonomia e di responsabilità. Tra di loro si è molto diffusa la trattativa individuale per inquadramento, mansioni, retribuzioni, orario. In questo quadro si è ampliato anche tra gli operai il consenso a comportamenti "collaborativi". Nel 1980 il Cespe indicava che la condivisione della necessità di "collaborare" con l'impresa era tra i lavoratori al 42,4%, mentre aveva comportamenti autonomi e antagonisti il 26,5%. Nel 2006 l'Ires-Cgil segnalava una percentuale di comportamenti collaborativi al 50,35% e di quelli conflittuali solo all'11%. Si tratta però di una collaborazione subalterna che non regge in contesti organizzativi gerarchici e a condizioni salariali e lavorative cattive. Una recente ricerca sul campo promossa dalla Fim-Cisl alla Fiat di Melfi, successiva al conflitto sindacale del 2004, ha segnalato una caduta verticale della condivisione del modello partecipativo contestato attraverso il "rallentamento intenzionale del lavoro" (10,4% dei lavoratori rispondenti); la non partecipazione alle attività di miglioramento della produzione (22,3%); l'assenteismo (49,8%) oltre che la partecipazione agli scioperi (39,6%). Questo tumultuoso e contraddittorio processo di innovazione, che ha polarizzato le condizioni professionali e disperso il lavoro nel territorio, ha subito il condizionamento della nuova dimensione globale della produzione. Paradossalmente la sinistra non ha saputo offrire ai movimenti new global e ai loro teorici proposte per quanto riguarda la produzione e l'odl come se, in loro assenza, si potesse por mano a un progetto di ristrutturazione ecologica e solidale dell'economia. Hanno avuto più ascolto tra gli operai in Italia le sirene dei Tremonti o dei Maroni sulla tutela della propria condizione dentro alleanze territoriali tra lavoro e capitale. Basta guardare i risultati elettorali nei distretti industriali, dove operano piccole e medie imprese, della Lombardia e del Veneto, ma anche in molte aree del Centro Italia. Il sindacato in questi sistemi territoriali (con un milione e duecentomila lavoratori, quattro volte quelli della grande impresa) svolge un ruolo di tutela delle condizioni di lavoro, ma ha forti difficoltà a intervenire sul processo produttivo e a orientare socialmente e culturalmente i lavoratori. Non è più un paradosso votare Lega nord e essere iscritto o delegato della Fiom. Il vero problema del sindacato confederale è uscire da quest'ottica di tutela e riprendere l'iniziativa per governare e orientare il cambiamento. Per i partiti il problema non è l'inseguimento di questo modello di localismo (come ha fatto il Pd), né il compianto sul peggioramento delle condizioni sociali del lavoro (come fanno tanta parte della sinistra e del sindacato). Occorre voltar pagina. Lo si può fare con una discussione interna agli attuali partiti della sinistra con un limitato radicamento territoriale, con una presenza nei luoghi di lavoro ridotta a qualche struttura con pochi iscritti? Non lo si può fare e sarebbe bene rendersene conto subito, coinvolgendo in modo unitario tutte le forze disponibili.

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Crisi Alitalia, arriva il maxi-prestito ponte (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Crisi Alitalia, arriva il maxi-prestito ponte Via libera a 300 milioni. Berlusconi: ora ci sono le condizioni per la cordata. La Bonino: dubbi Ue Prodi: abbiamo aderito alla richiesta del Cavaliere. Castelli e Maroni: la priorità è Malpensa ROMA - Un prestito da 300 milioni a Alitalia per mantenerla in vita e trovarle un compratore. Magari per l'estate. è quanto ha ottenuto ieri il premier "in pectore " Silvio Berlusconi dal governo Prodi che ha approvato un apposito decreto da notificare ora all'Ue. Tramontata per ora l'ipotesi del commissariamento, si cercherebbe già un nuovo manager di successo, alla Guido Rossi o alla Enrico Bondi, che gestisca l'operazione con pieni poteri. "Silvio Berlusconi - ha spiegato Romano Prodi - mi ha chiesto un prestito più sostanzioso di quello che avevamo previsto per avere più tempo per risolvere la vicenda Alitalia. Il nostro è stato un atto di responsabilità ". Sarebbe stato Gianni Letta, consigliere del Cavaliere, a fare la richiesta, avvisando che se l'importo fosse stato inferiore il governo Berlusconi non avrebbe convertito il decreto. In Consiglio dei ministri era stata portata la cifra di 150-200 milioni ma il vicepremier Massimo D'Alema avrebbe insistito per accordare l'aumento, a patto che si rendesse pubblica l'insistenza del Cavaliere. Tra i ministri, Emma Bonino avrebbe avanzato dubbi sulla possibilità di passare l'esame dell'Ue. Ma di nuovo D'Alema avrebbe osservato che il passaggio a un commissario italiano delle deleghe sui Trasporti dell'Ue avrebbe favorito Berlusconi. Il prestito "con caratteristiche di mercato, a brevissimo termine", a valere sui fondi della legge 46/92, dovrà essere rimborsato, "maggiorato di un tasso d'interesse" nella misura prevista dall'Ue, entro il 31 dicembre 2008. Un termine che consente di trasferire l'onere del rimborso all'eventuale compratore. Il finanziamento, concesso "al fine di evitare l'interruzione della continuità territoriale e problemi di ordine pubblico ", consentirà di "mantenere la continuità operativa della compagnia per il tempo strettamente necessario all'assunzione dei pieni poteri da parte del nuovo governo". Per Prodi l'ipotesi francese è tramontata per "le eccessive interferenze" della campagna elettorale e per "le numerose difficoltà frapposte dai sindacati ". Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha aggiunto forse con ironia che è stata "la fiducia nell'impegno di chi governerà" e la "bontà della proposta alternativa" di Berlusconi a convincere il governo. Il quale a tarda sera ha annunciato: "Adesso esistono le condizioni affinché chi vuole partecipare alla compagine si faccia avanti e chieda di poter verificare i conti per presentare al più presto un'offerta impegnativa". E poi il cavaliere ha aggiunto: "il tutto coadiuvato da banche e istituti a latere e sicuramente con la partecipazione di aziende del settore e enti importanti". Non sarebbero mancate alcune valutazioni politiche, come il timore che decisioni, come il commissariamento, si abbattessero sul ballottaggio per il sindaco di Roma. Per questo Walter Veltroni avrebbe incontrato nel pomeriggio Prodi. Sull'altro fronte va registrata la preferenza per il commissariamento espressa dal leghista Roberto Castelli. Un'idea che avrebbe sfiorato anche il futuro ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Questi, insieme con Gianni Letta, non avrebbe ancora abbandonato l'ipotesi francese, mentre Bruno Ermolli lavorerebbe alla cordata italiana, magari allargata a società pubbliche, come Eni e Finmeccanica. Soddisfatti per il prestito tutti i sindacati: per la Cisl di Raffaele Bonanni ora bisogna puntare su Lufthansa. "L'azienda si guardi attorno e si doti di una guida definita " auspica Fabrizio Solari (Filt-Cgil). Il riferimento è al presidente Aristide Police che ha convocato per domani il cda (ma anche i sindacati) e che potrebbe lasciare l'incarico con l'ingresso del nuovo governo. Antonella Baccaro.

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ANTICIPAZIONI (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Questione capitale Rumeni e rifiuti, campagna elettorale da paura. E i candidati si scontrano in tv. Intervento di Paolo Berdini P. 4 L'Emilia leghista Chi ha votato il Carroccio nella regione più rossa. E chi ha scelto il Pd, ma culturalmente è già con Bossi Povera Israele L'economia cresce, ma un terzo degli israeliani vive in povertà. Ramallah, bolla edilizia sotto occupazione P. 9 Sicurezza Fini: sì alle ronde e rivedere Schengen A PAGINA 4 Intervista Giordano (Prc): ci darà ragione il congresso A PAGINA 6 Crisi globale È record gemello per euro e petrolio A PAGINA 10.

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Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Destra estrema Claudio Lazzaro, regista di Nazirock, il film diffidato da Forza Nuova: "Xenofobi come la Lega, in Veneto iniziative comuni" "Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti" Il candidato del Pdl ha dichiarato di non volersi apparentare, ma accetta i voti del Movimento Idea Sociale di Pino Rauti, che alle politiche ha presentato una lista con Fiore Giacomo Russo Spena Ieri a Bari, oggi all'università di Napoli, domani nei centri sociali di Roma. Il giornalista Claudio Lazzaro sta girando l'Italia per diffondere il suo documentario sull'estrema destra, Nazirock (già recensito dal manifesto). La visione nei cinema è stata vietata per una diffida di Forza Nuova, e allora lui ha deciso di muoversi per i canali ufficiosi. "E' un tentativo di imbavagliare l'informazione critica - dice - così si creano le premesse di un nuovo fascismo". Nel film lei racconta quanto la galassia neofascista sia contigua con il centrodestra politico. Nazirock, oltre a raccontare l'estrema destra e le sue subculture giovanili, mostra proprio lo sdoganamento politico di questi gruppi da parte del centrodestra. Nella manifestazione contro Prodi del 2 dicembre 2006, ad esempio, sul palco di San Giovanni con Berlusconi e Fini c'erano Luca Romagnoli della Fiamma, uno che non è sicuro dell'esistenza delle camere a gas, Alessandra Mussolini e Adriano Tilgher. Anche Roberto Fiore di Forza Nuova ha dichiarato d'essere disponibile a appoggiare Berlusconi. Queste sigle una volta erano escluse dal sistema istituzionale. Anche a Roma Alemanno sembra ricompattare tutta la destra. Ha dichiarato di non volersi apparentare, ma poi accetta i voti del Movimento Idea Sociale di Pino Rauti, che alle ultime politiche ha presentato una liste comune con Forza Nuova. La celtica che Alemanno porta al collo non è solo un simbolo mitico, rappresenta anche la divisione Charlemagne delle SS. E' una simbologia illegale in base alla legge Mancino, che si accompagna sempre alla svastica. Alemanno viene da questi ambienti. Che abbia fatto un passo avanti per distaccarsi dal suo passato è apprezzabile, ma rimane collegato ai gruppi d'estrema destra. Arriviamo a un altro punto d'attualità: la proposta della Lega sulle ronde. Esponenti come Borghezio o Calderoli nei loro comizi espongono idee xenofobe e razziste. Parlano di caccia agli immigrati, visti tutti come stupratori. Ci sono collegamenti tra la Lega e l'estrema destra. Ho fatto un documentario sul Carroccio, "Camicie verdi", in cui racconto questi fatti. Borghezio, quando viene aggredito dagli autonomi, dichiara di aver ricevuto la solidarietà solo di Fiore e Mussolini. Poi c'è il legame col Veneto Fronte Skinheads, un movimento d'estrema destra che si ispira al filosofo Ian Stuart Donaldson, fondatore del White Power Rock, uno che attribuisce a Hitler la sola colpa di aver perso. Il leader del Fronte era Piero Puschiavo, ora del direttivo di Fiamma Tricolore. Sta dicendo che Lega e Fronte Veneto Skinhead fanno iniziative comuni? Hanno un terreno comune nella caccia all'immigrato e nell'atteggiamento razzista. Condividono anche le battaglia sui temi etici in difesa della cristianità. Poi certo, la Lega è un'altra cosa rispetto a questi gruppi. Ora lei gira l'Italia per far conoscere un film a cui è stato impedito di andare nelle sale. Il documentario si trova nelle librerie ma non al cinema. Forza Nuova ha minacciato azioni legali nei miei confronti e ai gestori che avessero deciso di proiettare il film. La verità è che ci sono esercenti che temono anche ritorsioni squadristiche. Non sono mancati altri attacchi: alcuni hacker hanno oscurato per tre giorni il sito del documentario e a Perugia hanno assaltato il centro sociale che lo aveva proiettato. Però è più inquietante l'atteggiamento censorio generale che queste singole azioni. In generale, ho l'impressione che non si voglia che il film venga diffuso. Sarebbe favorevole a una campagna per l'incostituzionalità di Forza Nuova? Sono per la libertà d'opinione totale e assoluta nel rispetto delle leggi. Quindi se c'è una norma che vieta determinati comportamenti va applicata. Chiaro? Perché a suo parere l'avanzata dell'estrema destra, soprattutto tra i giovani? Sia la Lega che questi gruppi neofascisti agiscono sull'industria della paura, strumentalizzano le angosce prodotte dalla globalizzazione. Poi c'è un problema più generale di una società che non sa fornire gli strumenti culturali ai giovani per farsi strada in questa fase di veloce cambiamento. Quelli impreparati si ritirano nell'odio. C'è anche il dato della fascinazione estetica: il modello del duro, del ribelle, dell'eroe perdente attrae. In questo quadro la sinistra ha colpe? La sinistra ha perso quel radicamento nel territorio che dovrebbe essere una sua caratteristica. Ha preferito i salotti, la tv e non ha saputo trovare il linguaggio giusto per parlare con le fasce popolari. Lasciandole alla destra. Non si è battuta neanche per quel minimo di conoscenza storica nelle scuole che darebbe ai giovani gli anticorpi per difendersi da trappole ideologiche. Così tra loro il nazifascismo riemerge. Anche per ignoranza.

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Trento tra mercato e democrazia (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2008-04-23 - pag: 19 autore: Eventi. Presentata a Milano l'edizione 2008 del Festival dell'economia che comincerà il 29 maggio Trento tra mercato e democrazia Cipolletta: aprirsi al mondo- Boeri: si parlerà anche di racket Cristina Jucker MILANO Mai come quest'anno il Festival dell'economia di Trento sarà davvero internazionale: più del 50% degli incontri avranno come protagonisti relatori stranieri. "Una scelta voluta, perchè "Mercato e democrazia", il tema al centro del dibattito, ha una dimensione che trascende le singole nazioni, impone scelte che richiedono un coordinamento supernazionale. E poi perchè vogliamo sprovincializzare il dibattito pubblico nel nostro Paese" ha spiegato ieri il responsabile scientifico del Festival, l'economista Tito Boeri. Ci sarà una fitta schiera di studiosi e ricercatori delle migliori università del mondo, imprenditori, sociologi e giuristi. E arriveranno anche i politici: Fini, D'Alema,Maroni,Tabacci,Lanzillotta, forse Tremonti (ha preso tempo prima di dare una conferma). Berlusconi è stato invitato, ma non si sa ancora se verrà. Giunto quest'anno alla terza edizione, il Festival dell'economia di Trento " occuperà" l'intero centro storico della città dal 29 maggio al 2 giugno prossimi. L'iniziativa,che conta su un budget di un milione di euro, è promossa dalla Provincia autonoma, dal Comune e dall'Università degli studi, mentre il comitato organizzatore è composto da Il Sole-24 Ore ed Editori Laterza. Intesa Sanpaolo è partner; Fiat, Gioco del Lotto e Vodafone sono gli sponsor principali. "L'Università di Trento ha fatto una grande scommessa su questo evento – ha detto il suo presidente Innocenzo Cipolletta – con l'obiettivo di aprirsi alla popolazione e al mondo, per uscire dalle aule e farsi partecipe di un processo che coinvolge tutti. Il compito dell'Università non è chiudersi nel territorio ma far venire la gente dal mondo e mandare all'estero studenti e professori". Già la scelta del tema di quest'anno entra nel cuore dei problemi del mondo. Ed è sempre più al centro degli studi degli economisti. Il fatto è, ha detto Boeri presentando il programma del Festival, che "ci eravamo abituati a credere che non ci potesse essere mercato senza democrazia, ma ci siamo dovuti ricredere. Ci possono essere regimi totalitari che tollerano la presenza di mercati". è avvenuto nel piccolo Cile di Pinochet, sta avvenendo nella grande Cina. "Non si poteva e non si può ignorarlo" ha aggiunto Boeri. Molti i filoni di discussione: su quanto le ideologie possono condizionare il funzionamento dei mercati parlerà Paul Krugman, docente all'Università di Princeton e alla London School of Economics di Londra; Paul Collier, dell'Università di Oxford spiegherà perchè i Paesi africani a basso reddito non riescono a imboccare la via dello sviluppo; Egor Gaidar, primo ministro russo nel 1992, analizzerà il difficile passaggio dal sistema sovietico a quello capitalistico. E ancora, Alan KrÜger (Princeton) si occuperà di terrorismo, condizioni economiche e ideologia; Rohini Pande (Harvard) risponderà alla domanda: c'è un controllo sull'attività degli eletti nei Paesi democratici? "I terreni di riflessione, densi anche sul piano pratico –aggiunge Boeri – ci porteranno anche sul fronte italiano. A partire dal recente fenomeno della ribellione contro il pizzo. Anche qui c'è il tentativo di creare una realtà di mercato e democrazia". Sarà un programma di grande pluralismo. Lo sottolinea Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma, che aggiunge: "ma anche un modo per respirare a pieni polmoni ciò che accade intorno a noi". Il Festival, ricorda il sindaco di Trento, Alberto Pacher, "è anche uno stato d'animo della città, che coinvolge tutti". E dove c'è spazio per l'umorismo:un angolo dove disegnatori e vignettisti di fama interpreteranno il Festival a modo loro. www.festivaleconomia.it GLI INCONTRI Tra i filoni di discussione il rapporto tra ideologie e capitale, la transizione russa e il difficile sviluppo dei Paesi africani Gli organizzatori. Da destra a sinistra, Tito Boeri, Alberto Pacher, Lorenzo Dellai, Innocenzo Cipolletta e Roberto Ippolito.

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L'aeroporto e i tre moschettieri (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Malpensa L'aeroporto e i tre moschettieri Sindaca & co. Moratti, Maroni e Formigoni attenti allo scalo, ma su Alitalia è un "chissenefrega" Guglielmo Ragozzino Finalmente si è fatta chiarezza. Sono almeno tre gli esponenti di punta della maggioranza berlusconiana che si mostrano pochissimo sconvolti e anzi affrontano con flemmatica impassibilità il disastro (come appare dall'altra parte della barricata) per la rottura del contratto di matrimonio di Air Spinetta con Alitalia. Quello che sta a cuore ai politici locali di destra è con tutta evidenza il futuro di Malpensa: non altro. Se badate a Roberto Maroni, portavoce del popolo leghista, "Malpensa comunque se la caverà, qualunque sia la sorte di Alitalia". E la spiega così: "Malpensa ha un grande futuro perché si trova al centro di una zona di grande traffico, e perché si sviluppi basta completare le infrastrutture e lasciarla senza limiti e ostacoli: aprendo quelle rotte che Alitalia non usa ma tiene bloccate". E conclude di "non sapere" se esista una cordata italiana per l'acquisto di Alitalia; ma il suo "non sono informato" vuol dire chissenefrega, detto da un futuro ministro, attento alle forme. Anche Letizia Moratti, attualmente sindaco di Milano, esprime un concetto simile: "l'auspicio non era e non è il fallimento della trattativa", ma Alitalia e Malpensa sono questioni diverse... Qualsiasi soluzione positiva per Alitalia va bene...". Se non è il chissenefrega, poco ci manca. "Diverso il tema di Malpensa che va inquadrato nuovamente in una politica che non attiene ad Alitalia, ma al governo italiano" che deve stabilire una propria politica di trasporto passeggeri e merci "lasciando che Malpensa possa continuare il suo sviluppo". Il meno diplomatico dei tre è il presidente della Giunta regionale lombarda Roberto Formigoni: "Spiace doversi citare, ma ho sempre detto che l'obiettivo di Air France era quello di distruggere Malpensa". poi si corregge un po': "Non proprio distruggere, ma (causare) un forte ridimensionamento e ora, ovviamente, scaricano l'Alitalia". E non perde l'occasione di dare addosso a Tps (Tommaso Padoa Schioppa) che sarebbe responsabile di un errore completo di strategia; "un risultato disastroso: da una parte Malpensa fortemente penalizzata, dall'altra Alitalia sull'orlo della scomparsa. E' qualcosa di davvero molto malinconico. Il nuovo governo ha davanti a sé un compito molto impegnativo". Formigoni, forse, diceva di sé. Ed era sulla strada di Arcore: il Capo avrebbe lodato il buon lavoro fatto su Malpensa?.

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Pdl in difficoltà E Berlusconi tace (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corde e cordate Pdl in difficoltà E Berlusconi tace "Stallo pericoloso" Piero Fassino (Pd): "La crisi porterà esuberi e le prossime offerte saranno peggiori di quella francese". Fini (Pdl): "Tagli necessari" Roma Si chiama "prestito ponte" ma il puntello a cui appendere i 300 milioni di euro che Prodi e Padoa Schioppa hanno appena affidato ad Alitalia non c'è. C'è solo la decisione di dare alla compagnia di bandiera italiana un altro po' di ossigeno, così come Gianni ed Enrico Letta avevano concordato giorni fa, quando la trattativa con Airfrance non era ancora definitivamente saltata, ma i soldi in cassa erano comunque finiti. Passato questo momento, alla nuova maggioranza toccherà trovare rapidamente una soluzione, oppure decidere di affidare tutta la faccenda ad un commissario che abbia le carte in regola per risanare i conti del gruppo e provare a ripartire con nuove trattative. Per ora, però, gli unici ad aver espresso una posizione chiara sono i dirigenti della Lega Nord, felici della sconfitta dei francesi e apparentemente convinti che questo possa cambiare il destino già segnato dell'aeroporto di Malpensa. "Sono soddisfatto che Air France si ritiri. Non credo che altre compagnie interverranno, se non per questioni prettamente politiche, ma se si lascia fare al mercato credo che la via sia il commissariamento e attendere che Alitalia torni sul mercato, ha spiegato a nome dei padani Roberto Castelli, durante la trasmissione Omnibus de La7: "La volontà di Air France è uccidere Malpensa perché infastidisce l'aeroporto Charles de Gaulle. E per noi padani è inaccettabile togliere lo scalo internazionale del Nord". E' la linea che la Lega ha sempre sostenuto, al punto di indurre il leghista presidente della Sea Giuseppe Bonomi a far causa ad Alitalia quando ridusse i voli su Malpensa e di convincersi (qualche anno fa) che la compagnia potesse essere acquistata dalla padana Volare, fallita in breve tempo. Il vero problema riguarda il Pdl, che sulla presunta cordata italiana lanciata da Silvio Berlusconi ha costruito un pezzo della campagna elettorale e che, ora, deve tirar fuori rapidamente il coniglio dal cappello. Difficile a farsi, se ieri gli unici che proponevano qualche nome erano Francesco Giro, il futuribile vice sindaco di Roma che ha invitato la compagnia elettrica Acea a partecipare alla ricapitalizzazione di Alitalia e il neoeletto deputato del Pdl nel collegio europeo, Aldo Di Biagio che si è unito "all'onorevole Mirko Tremaglia" nell'appello " agli italiani residenti all'estero affinché scendano in campo per dare il loro contributo all'iniziativa promossa dal presidente Berlusconi per la salvaguardia dell'Alitalia". Più preoccupato sembra il quasi presidente della camera Gianfranco Fini che mette le mani avanti: "E' inevitabile che, se si trova un compratore, ci sarà un ridimensionamento del personale perché l'alternativa non è dei avere tre-quattromila esuberi, ma 18 mila persone in mezzo alla strada. Il fallimento sarebbe in ogni caso un disastro", anche se a suo dire l'acquirente si troverà "perché Alitalia non è una palla al piede ma un business". Il problema, però, spiega Pier Luigi Bersani (Pd) è che "ogni scalino che si fa verso l'emergenza possono aumentare gli interessati, ma peggiorare le proposte. La nuova fase avrà problemi maggiori di quelli vissuti finora, soprattutto per i lavoratori". Analisi che combacia con quel che dice Piero Fassino: "Il rischio adesso è davvero grande. Tutte le altre possibili soluzioni rischiano di essere peggiori della proposta Air France. Il fallimento chiude l'azienda, il commissariamento transitorio impone, per vincoli di legge, tagli e riduzioni fino al 50 per cento dell'operatività e del personale". L'unico che dovrebbe a questo punto raccontar qualcosa dei coraggiosi italiani che lo seguiranno nella salvifica cordata è Silvio Berlusconi. Che, invece, al momento tace.

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Berlusconi gela Formigoni: resti in Lombardia (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Berlusconi gela Formigoni: resti in Lombardia Il governatore contro Bossi e Fini. Il leader di An: per la Camera lascio il partito. Il Cavaliere da Napolitano Il premier in pectore forse già oggi al Quirinale con Letta per informare sullo "stato dei lavori" per il governo ROMA - Risolto il nodo Lombardia dopo il faccia a faccia ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni, il presidente della Regione resterà al Pirellone per ultimare il mandato che scade nel 2010. Anche se Formigoni, uscendo, dice che "tutto è andato bene", la realtà sarebbe diversa. Il colloquio avrebbe avuto momenti di forte tensione dovuti all'insistenza con cui il governatore ha sostenuto le sue ragioni, ritenute "politicamente irragionevoli ". L'obiezione che gli hanno mosso è che con la sua discesa a Roma Forza Italia sarebbe stata costretta a cedere il Pirellone alla Lega Nord, squilibrando la coalizione e prestando il fianco alle critiche di chi dice che è un centrodestra a trazione nordista. Per lui, in ogni caso, si prospetta un incarico di prestigio nel Popolo della libertà quando il processo unitario sarà concluso. Formigoni è stato anche protagonista di un botta e risposta polemico con Gianfranco Fini e Umberto Bossi. Il primo, nel salotto televisivo di Bruno Vespa, annuncia che l'esponente azzurro resterà in Lombardia, una previsione fatta anche dal leader leghista. Al Senatùr obietta: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Bossi". E poi ripete la stessa cosa rivolgendosi a Fini. "Per quanto riguarda me e Berlusconi - rimarca - abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera (stasera, ndr) ". Immediata replica di Fini: "Formigoni ha frainteso ciò che ho detto, e cioè che credo rimarrà alla guida della Lombardia. Rispondevo a una domanda, comunque ora lo chiamerò". Via libera, quindi, alla nomina di Renato Schifani alla presidenza del Senato. Alla terza carica dello Stato, la Camera, andrà Gianfranco Fini che lascerà la guida di An a un "reggente". Fini annuncia sicuro che "la lista dei ministri sarà pronta qualche ora dopo il conferimento dell'incarico ". A otto giorni dal voto comincia a delinearsi la mappa del potere della nuova maggioranza, anche per quanto riguarda l'assetto di governo. Oggi Berlusconi torna a Roma e potrebbe salire subito al Quirinale, assieme a Gianni Letta, per informare il presidente Giorgio Napolitano sull'avanzamento dei lavori relativi alla formazione del suo ministero. "Ho già appuntamento - ha spiegato nella notte - per cominciare a parlare, lo vedrò domani o dopodomani (oggi o domani, ndr) ". Al momento la squadra guidata da Berlusconi annovera come vice premier Letta e il leghista Roberto Calderoli. Agli Esteri è designato Franco Frattini e Giulio Tremonti all'Economia, mentre Ignazio La Russa andrebbe alla Difesa. Elio Vito finirebbe alla Giustizia mentre Altero Matteoli si occuperebbe di Infrastrutture. A Claudio Scajola spetterebbero le Attività produttive. Mariastella Gelmini potrebbe diventare il ministro dell'Istruzione. Una riflessione a parte merita il dicastero della Salute, che potrebbe essere spacchettato e questa potrebbe essere una delle sorprese citate da Berlusconi. Ogni decisione, però, dovrà essere presa con l'accordo degli alleati. Tra i nomi dei possibili ministri, tutti tecnici di livello internazionale, circolano quelli di Ferruccio Fazio del San Raffaele di Milano, responsabile della Medicina nucleare, dell'oncologo ex Regina Elena di Roma Francesco Cognetti e dell'immunologo della Sapienza di Roma Fernando Aiuti. Il governatore Formigoni non ritiene ancora chiusa la trattativa sulla sua presenza al governo: oggi ne riparlerà ancora con Berlusconi Lorenzo Fuccaro.

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Silvio pensa al <risarcimento>: ruolo nel Pdl, governo nel 2010 (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Retroscena Il Cav: fammi una proposta. No a Esteri, Interno e Senato Silvio pensa al "risarcimento": ruolo nel Pdl, governo nel 2010 MILANO - A Formigoni Berlusconi avrebbe detto: "Non voglio dare la Lombardia alla Lega. Resta lì fino alla scadenza naturale del tuo mandato e fra due anni ti porto al governo ". C'è però un'altra tesi che da giorni veniva sussurrata nei corridoi e che ieri mattina un leghista della prima ora, l'europarlamentare Francesco Speroni, ha raccontato papale papale: "Non è che Formigoni non va al ministero dell'Interno perché lì c'è gia Maroni. Sembra piuttosto che Berlusconi non lo voglia al governo. E questo è un altro discorso". Quale che sia la verità, il risultato non cambia: Formigoni dovrebbe restare alla guida della Lombardia. Ma lui non si rassegna. Uscendo dalla villa di Arcore al termine dell'incontro con il futuro presidente del Consiglio si era limitato a salutare i giornalisti in attesa fuori dal cancello con un laconico "tutto bene, tutto bene". Non una parola di più. I suoi più stretti collaboratori lo descrivono "sereno" e l'unica indiscrezione che sono autorizzati a far circolare è che "il presidente ha manifestato forte perplessità di fronte alla richiesta di Berlusconi". Perplessità… In altre occasioni si è infuriato per molto meno. Di certo non è contento. Qualche segno di nervosismo era già trapelato in mattinata dopo che le agenzie avevano battuto una dichiarazione di Bossi ("Penso che Formigoni resterà al Pirellone"). Secca la replica del presidente: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi. Non da Bossi". Stesso copione in serata quando viene diffusa un'anticipazione della registrazione di Fini a Porta a porta: "Formigoni resterà al suo posto dove onorerà fino alla fine il mandato ricevuto dagli elettori ". Immediata la risposta: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia: per quanto riguarda me e Berlusconi abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera (oggi per chi legge)". I due ceneranno insieme a Roma. Significa che la partita è ancora aperta? Non per il governo. Il leader del Popolo della libertà avrebbe offerto a Formigoni come riconoscimento (e risarcimento) un incarico di vertice nel partito. Forse addirittura il ruolo di coordinatore nazionale del Pdl in tandem con un esponente di An. Di più. Gli avrebbe detto: "Fammi tu una proposta, ma per ora non puoi lasciare la Lombardia". Lui di proposte ne aveva fatte tre: la presidenza del Senato, il ministero degli Esteri o quello dell'Interno. Contava sull'appoggio della Lega perché era convinto che Bossi avrebbe fatto di tutto pur di conquistare il Pirellone. In realtà il Carroccio non ha mai neppure chiesto la presidenza della Lombardia e tutti i suoi dirigenti si sono limitati a definire ragionevole l'ipotesi che il successore di Formigoni sarà un leghista, ma hanno sempre liquidato la faccenda con un "ne parleremo quando quella poltrona sarà libera". Insomma dopo 13 anni alla guida della Lombardia, dopo essere stato eletto per la seconda volta senatore, Formigoni è "condannato" a restare presidente di Regione fino al 2010 quando avrà 63 anni. Ai tempi in cui era considerato un enfant prodige della politica, i notabili democristiani gli dicevano di portare pazienza perché era troppo giovane; ora che ha i capelli bianchi teme che quando verrà il suo turno gli diranno che è troppo vecchio. Claudio Schirinzi.

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Fini si coverte alla Lega e dice sì alle ronde (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

La questione capitale La battaglia culturale sulla sicurezza della destra invade la campagna elettorale romana e non solo. An chiede la revisione del trattato di Schengen per fermare l'"invasione" rumena. E il Pd insegue Il presidente di An: "Reintroduciamo i visti di ingresso per i rumeni". E il ministro degli Interni Amato si sfoga: "Sulla sicurezza deluso dal parlamento" c.l. Roma Almeno su un punto, la sicurezza, di certo An e Lega non litigheranno. Dopo aver lasciato per giorni la ribalta a Gianni Alemanno, il candidato sindaco di Roma che si sta giocando tutta la campagna elettorale sulla sensazione di paura dei romani, ieri Gianfranco Fini ha preso la parola per sposare, punto su punto, le proposte della Lega, anche quelle che perfino Alemanno non se l'è sentita di condividere. Come le ronde, rifiutate dal candidato al Campidoglio ("Non decide la Lega"), ma sposate quasi senza discutere dal presidente dimissionario di An. "Non sono contrario", ha detto ieri sera Fini sul solito palcoscenico di Porta a Porta, ponendo un'unica condizione: "Non dobbiamo parlare di ronde in sostituzione di un compito che deve essere delle Forze dell'ordine, ma di cittadini che girano nel proprio quartiere per vigilare. Questo - ha concluso Fini - sarebbe già un ottimo deterrente". Come la Lega, però, anche Fini vuole di più al punto da non escludere la possibilità di una reintroduzione dei visti di ingresso per i rumeni e la revisione delle norme sulla libera circolazione in Europa. A questo punto uno si aspetterebbe che dal centrosinistra si levasse almeno qualche protesta. Invece niente. Anzi, l'unica replica arriva da Walter Veltroni, preoccupato però solo di rincorrere Fini sul suo terreno. "Ricordo - dice infatti il leader del Pd - che noi abbiamo sgomberato i campi rom, mentre l'ingresso di clandestini è dovuto alla legge Bossi-Fini e al fatto che il governo Berlusconi ha permesso l'ingresso dei comunitari, in particolare dei rumeni". Mentre i due schieramenti si rimpallano le responsabilità, al Viminale è tempo di bilanci. E quello fatto ieri da Giuliano Amato non è certo dei migliori. "Se dovessi esprimere soddisfazione per come questo parlamento ha affrontato i temi della sicurezza, - ha detto - esprimerei un sentimento che non provo: non ho alcuna soddisfazione da esprimere". La delusione di Amato non è generica. Il titolare del Viminale pensa in particolare a una serie di provvedimenti che non hanno mai visto la luce come, ad esempio, ai cinque disegni di legge che componevano il famoso pacchetto sicurezza o il decreto sulle espulsioni, messo a punto dopo l'omicidio della signora Giovanna Reggiani a Roma, e decaduto per le polemiche sull'omofobia, poi sostituito con un nuovo decreto a sua volta decaduto. Ma anche la riforma della Bossi-Fini, la legge sull'immigrazione a cui lo stesso ministro degli interni aveva messo mano insieme al collega della Solidarietà Paolo Ferrero e naufragata in qualche cassetto parlamentare. Di certo la sicurezza è un tema che terrà banco anche nella prossima legislatura che comincerà il 29 aprile e alla quale non mancheranno i materiali sui quali riflettere. Uno, importante, è la bozza di relazione presentata ieri in commissione Affari costituzionali dal suo presidente Luciano Violante, 36 pagine con i risultati di un'indagine sulla sicurezza condotta dalla commissione e in cui sono elencati una serie di problemi scottanti. Come la carenza di organico che affligge le cinque forze di polizia o le difficoltà del processo penale, che l'indagine definisce "confuso e impotente" e per questo responsabile di troppe scarcerazioni. Al futuro parlamento la commissione indica "cinque priorità irrinunciabili": dalla lotta alla criminalità organizzata (che fino oggi per lo Stato non è stata "una priorità permanente") al contrasto della microcriminalità, termine ritenuto inadeguato a descrivere un fenomeno che - spiega la relazione - colpisce le persone più deboli. Ma anche la conferma della responsabilità personale, la dignità degli operatori di sicurezza e "l'autorevolezza dell'intervento dello Stato".

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Fini: io alla Camera Scontro con Formigoni (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Totogoverno Fini: io alla Camera Scontro con Formigoni La Lega ne vuole tre In alto mare, il puzzle di governo. La Lega ieri ha continuato a intignare sulle sue richieste: vuole tre ministri, (Interno, Infrastruture e Risorse agricole) la vicepresidenza del consiglio e il viceministro delle Infrastrutture. Calderoli si candida a svolgere un ruolo da 'pontiere' con le opposizioni. "Se mi eleggono non dico no" Intanto Gianfranco Fini a Porta a Porta ha ribadito la disponibilità a presidere Montecitorio. "Se i deputati mi eleggono sarò presidente, sarebbe una dimostrazione di presunzione rifiutare di ricoprire la terza carica dello Stato". Nel caso, assai probabile in realtà, lascerà il partito, "come hanno fatto Bertinotti e Casini", ha detto, sfidando la jella. An sarà probabilmente consegnata nelle mani di Ignazio La Russa, che dovrebbe gestire la delicata transizione verso il partito del popolo. Scoppia il caso Lombardia Ma la vera spina nel fianco del Cavaliere è Roberto Formigoni. Ieri il presidente della Lombardia, dopo aver sentito Bossi e Fini ribadire la sua permanenza al Pirellone, si è imbufalito: "Il mio futuro politico dipende da me, non da Bossi o Fini". Per metterlo tranquillo Berlusconi assumerebbe due ministri in quota compagnia delle Opere. Ma il governatore non cede.

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Torna la <guardia padana>: tra noi anche immigrati (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 6 categoria: BREVI Torna la "guardia padana": tra noi anche immigrati MILANO - Né milizie paramilitari, né ronde armate. Per dire, l'ultima impresa nota del gruppo è la distribuzione di brodini caldi agli anziani di una casa di riposo di Treviso. Se poi ci scappa qualche pattugliamento delle zone a rischio, le Guardie nazionali padane non si tirano indietro. Ma, come spiega il neo comandante Renzo Oropesa, subentrato all'anziano generale Alfredo Pollini, la Gnp è soprattutto "una onlus che si occupa di protezione civile". Con la nuova gestione sembra destinata a trovare nuovo slancio, anche grazie al coordinamento con Alpini padani e Volontari verdi, al quale sta lavorando Mario Borghezio. Al comizio milanese finale di Umberto Bossi in via Dante, Oropesa era in prima fila nel servizio d'ordine, con la sua stazza imponente, i capelli lunghi, il viso da uomo vissuto e un'aria tra il finto truce e il divertito. Raccontava di essersi stancato della vita da sub, mesi passati a fare immersioni nei Caraibi, e di essere pronto a tornare a servire la Lega. Adesso Oropesa, triestino di 59 anni, già dirigente di concessionaria Fiat e fondatore dell'Associazione Padana Attività Subacquee, vuole rilanciare le attività dei suoi 150 uomini: "Le camicie verdi scendono in campo quando si verificano inondazioni, frane, smottamenti. Se Maroni ce lo chiede siamo pronti anche ad andare in Campania a raccogliere i rifiuti ". Il reclutamento è aperto, nessuna preclusione ai non padani: "Abbiamo tanti meridionali, gente che non è della Lega, e anche qualche ragazzo senegalese che ci aiuta: immigrati regolari, ovviamente". Oropesa si definisce "uomo di mondo" e dice di "detestare" i partiti: "Non sto a guardare dove sei nato o il colore della pelle. La mentalità chiusa non ci appartiene, se c'è un immigrato ferito, io lo aiuto: non ho nessun problema con nessuno". Sul versante ronde, Borghezio ribadisce "l'importanza" di aiutare le forze dell'ordine. E si spinge più in là: "Spero che la Lega faccia passare una legge che consenta a poliziotti e carabinieri in pensione, ma anche a quelli in servizio fuori orario, di guidare i nostri volontari ". Per mesi Borghezio ha scorrazzato per Torino con un "poliziotto verde": "Se lo beccavano, come minimo, finiva in Sardegna". "Per ora - spiega - è bene che le ronde non siano armate, ma più avanti se ci saranno le forze dell'ordine, potranno essere provviste di armi". Alessandro Trocino TUTTIFRUTTI di Gian Antonio Stella nelle Opinioni.

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Alemanno-Rutelli, lite sulla sicurezza (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Alemanno-Rutelli, lite sulla sicurezza "Il bracciale burka elettronico". "Sciocchezze, uniamoci contro i delinquenti" Duello a Ballarò. L'ex sindaco blocca il candidato pdl: "Tesoro. Ora parlo io". E lui: "Tesoro mai, per favore" ROMA - Sicurezza. Alitalia. Lega di Bossi. Emergenza casa. Corruzione. Il faccia a faccia tv fra Rutelli e Alemanno, a Ballarò, è stato uno scontro a tutto campo dai toni duri. Con qualche divertente siparietto, però. Quando Rutelli, per esempio, ha interrotto Alemanno: "Tesoro, ora parlo io". "Tesoro? no, mai". O quando Alemanno ha apostrofato - in modo brusco il conduttore Giovanni Floris: "Si tolga, mi copre la telecamera ". "Serve un cambiamento perché Roma è avvolta nel degrado, senza sicurezza ed è colpa di chi ha governato la città per 15 anni. Il bracciale antiviolenza? è un burka elettronico", ha esordito Alemanno. "Sciocchezze. E poi le stesse cose capitano a Milano, ma noi non ci siamo mai sognati di criticare il sindaco perché è un problema del paese. Risolviamolo insieme", ha replicato Rutelli. Ritmo incalzante. Alemanno ha accusato gli avversari di "buonismo" con gli immigrati. Rutelli: "Alemanno era nel governo che ha fatto la maxi-sanatoria ". Alemanno: "Noi vogliamo allontanare i 20 mila immigrati che hanno infranto la legge ". Rutelli: "Voi avete affossato le norme che avrebbero permesso le espulsioni". Poi il caso Lega. Rutelli: "I vostri alleati non perdono occasione per attaccare Roma". Alemanno: "Noi abbiamo sempre censurato certi atteggiamenti di Bossi, ma il governo Berlusconi ha finanziato il cantiere più importante aperto da Veltroni: la metro C". Capitolo Alitalia. Rutelli: "Avete fatto fuggire Air France per dare la compagnia a Aeroflot, l'avete portata al fallimento con Malpensa". Alemanno: "L'hub di Malpensa è stato voluto da Prodi. Noi vogliamo una compagnia nazionale". Rutelli: "E la cordata italiana dov'è?". Alemanno ha lanciato una frecciata al leader degli industriali capitolini Luigi Abete pur senza nominarlo: "Ha fornito qualche assist di troppo a Veltroni ". Rutelli ha promesso un assessore "per gli anziani". Alemanno ha criticato l'alleanza di Rutelli con il teorico delle occupazioni, "Tarzan" Andrea Alzetta. E ha accusato il centrosinistra di aver penalizzato l'edilizia popolare per "favorire pochi grandi costruttori". Rutelli invece ha ricordato i guai giudiziari della giunta regionale di Storace, "mentre a Roma la corruzione è sparita. Alemanno: "Ho dei dubbi". Poi il colpo a effetto del candidato del Pdl: ha elencato, citando lanci di agenzia, le promesse non mantenute da Rutelli quando era sindaco. Il candidato del Pd ha avuto invece il vantaggio, per sorteggio, di chiudere il duello: un appello al voto fissando le telecamere. E infine, a luci spente, Rutelli: "Sono andato bene". Alemanno: "Ho vinto io". Paolo Foschi Ernesto Menicucci.

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Turco: Calderoli? Sì all'armistizio, aspettiamo proposte (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE L'intervista L'esponente pd: provino a governare, il primo passo è riconoscere il serio lavoro di Prodi Turco: Calderoli? Sì all'armistizio, aspettiamo proposte ROMA - Roberto Calderoli chiede all'opposizione "tre anni di armistizio ". Lei è pronta, ministro Livia Turco? "Ma come, non hanno fatto che seminare tempesta e alzare muri e ora parlano di armistizio?". "Per rimettere in moto l'Italia", ha detto al Corriere il coordinatore della segreteria leghista. "Visto che per tutto il governo Prodi hanno lanciato bordate ed evocato spallate, le parole di Calderoli sono una virata a 360 gradi. Se è sincera e ponderata non può che essere apprezzata, perché il nostro Paese ha bisogno di normalità, serenità e dialogo. Quello che fino ad ora ci hanno sempre negato". La Lega è cambiata, dicono. "Se di fronte alle responsabilità di governo e alla durezza dei problemi intendono davvero mantenere le tante promesse fatte, la richiesta di un armistizio non può che vederci disponibili ". Calderoli vorrebbe coinvolgervi a tutto campo, dal lavoro alla pubblica amministrazione, dalle infrastrutture all'ordine pubblico. "Io apprezzo le parole di Calderoli, però devono passare dalle minacce alle proposte. Quali riforme? Quale legge elettorale? Sulla sicurezza la smettono di fare i goliardi? Si decidono a governare? Mica penseranno di farlo con le ronde... Il nostro federalismo fiscale prevede che il diritto alla salute sia uguale per tutti. E il loro?". La Lega farà pressioni perché la Cgil accetti le gabbie salariali, lei come la pensa? "è un dibattito arretrato. Nel programma del Pd c'era la proposta di detassare la contrattazione di secondo livello, noi siamo più avanti". è disposta ad accettare che il Carroccio faccia da "pontiere" tra Pdl e Pd sulle riforme? "Questo non lo so, si mettano d'accordo tra di loro. Capisco che i leghisti vogliano sentirsi vincitori di queste elezioni..." Perché, non lo sono? "Sì, è un dato che va riconosciuto. Sono loro i veri vincitori. Questo voto dimostra che la Lega è un fenomeno complesso, non esito a riconoscere che il partito di Bossi ha un radicamento popolare, una rete di ammini-stratori locali. Dobbiamo dar loro atto che hanno un grande rapporto con la gente, a dimostrazione che in politica conta avere un rapporto vero con le persone e non con i media e le tv". Non è la prima a prendere a modello la Lega, dentro il Pd. "Io non prendo esempio dalla Lega perché vengo da una tradizione solida, in cui la politica si è sempre fatta andando casa per casa. Non prendiamo lezioni da nessuno, noi. Semmai la Lega ha imparato dalle nostre Feste dell'Unità". E voi, avete disimparato? "Noi non abbiamo disimparato niente. Il Pd è un grande partito popolare, fortissimamente radicato. Il più grande che ci sia". Però avete perso le elezioni e ora la Lega in Parlamento è determinante. Davvero non spera che prima o poi metta in difficoltà il governo? "No, mi auguro che il consenso della Lega la faccia essere responsabile. Una democrazia matura è nell'interesse del Paese. Hanno vinto, provino a governare. E il primo passo è riconoscere l'eredità del governo Prodi e il serio lavoro fatto per il risanamento". Veltroni è l'unico interlocutore oppure ogni aspirante leader del Pd coltiverà i suoi rapporti col governo? "Non c'è dubbio che il punto di riferimento per il dialogo sia il segretario del Pd, nessuno lo mette in discussione. Però il nostro è un partito che ha delle personalità. L'importante è mettersi d'accordo sulla linea politica ". Calderoli sospetta che D'Alema e altri, nel Pd, vogliamo mettere Veltroni in difficoltà, è così? "Lo escludo nel modo più categorico, queste dietrologie sono reperti archeologici. Il Pd ha dato prova di grande solidarietà e coesione e così sarà in futuro". Anche se perderete Roma? "Roma non si perderà. Nonostante il centrodestra abbia strumentalizzato la violenza alle donne, che è tema di grande lavoro quotidiano e non di campagna elettorale, il Pd ha messo in campo una grande mobilitazione, forte, compatta, coesa". Farà il ministro ombra della Salute? "Andrò in commissione Affari sociali e continuerò a occuparmi di queste cose, che mi stanno molto a cuore ". \\ Il rapporto con la gente Dobbiamo dare atto alla Lega: hanno un grande rapporto con la gente e sono radicati nel territorio Monica Guerzoni.

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Via ai <cittadini vigilanti> Bologna e Firenze in campo (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2008-04-23 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Via ai "cittadini vigilanti" Bologna e Firenze in campo In Emilia e Toscana si "arruolano" giovani e pensionati Nella città di Cofferati i volontari dovranno superare un concorso Per i vigili urbani arrivano i "bastoni distanziatori" MILANO - Rotto il tabù della sicurezza, tema sdoganato ormai anche a sinistra, specie in campagna elettorale, ora tocca alle "scandalose" ronde padane, nuova frontiera bipartisan dei Comuni (rossi compresi) alle prese con il problema del degrado. Anche in questo caso a fare da apripista - come in altre battaglie scomode (due esempi: sgomberi e accattonaggio) - sono Bologna e Firenze. Certo, il nome è cambiato e non c'è la divisa, ma se ne parla. E si comincia pure a discutere di dotare i vigili urbani di spray urticante al peperoncino e bastoni distanziatori (definizione di sinistra) o manganelli (definizione di destra). A Bologna preferiscono chiamarli "assistenti civici": "Una ventina di studenti avrà il compito di vigilare sulla zona universitaria - spiega l'assessore alla Sicurezza Libero Mancuso -. Per diventare assistenti civici dovranno vincere un concorso. Saranno poi educati a garantire la loro sicurezza personale e dotati di telefonino per le emergenze". Guai, però, a ricordare le "sorelle" padane. "Non sono delle ronde e non vanno definite come tali - puntualizza Mancuso -. Non hanno un orientamento repressivo, dovranno con il dialogo coinvolgere e sensibilizzare gli altri giovani al rispetto della città". Intanto a Bologna, da meno di un mese sono in azione squadre di pensionati che controllano il Villaggio Ina, nel quartiere Borgo Panigale. Anche in questo caso il Gruppo Primavera preferisce definirsi "cittadinanza attiva". Il nome ronda lo usano ancora quelli della Lega, che vogliono arruolare volontari "per partecipare all'attività di controllo della città". Comunque, qualcosa sta cambiando a Bologna. Proprio ieri il Partito democratico ha annunciato l'ordine del giorno per la modifica del regolamento comunale per dotare i vigili di spray e bastoni distanziatori, "non manganelli " come tiene a sottolineare il capogruppo del Pd in Comune Claudio Merighi: "Il primo fa pensare alla difesa personale - argomenta -, la parola manganello al bastone fascista. Oggi abbiamo incontrato il comandante dei Vigili di Modena, dove sono già in uso, e ci ha raccontato la sua esperienza. "è ora di togliere dall'oggetto la velleità ideologica: spray e bastone sono strumenti che aiutano i vigili a difendersi ". è probabile che i consiglieri di An e FI voteranno a favore. Del resto anche ieri il leader di An Gianfranco Fini, pur prendendo le distanze dalle ronde di Maroni, ha dato la sua benedizione "ai cittadini che si organizzano per difendere il proprio quartiere, a patto che non sostituiscano le forze dell'ordine". Un po' quello che accade a Firenze dal 2002, cioè da tempi non sospetti: i vigili urbani con il Comune hanno lanciato il progetto di "Marketing della sicurezza ", che coinvolge circa seicento cittadini, selezionati, impegnati a segnalare alla polizia locale situazioni di degrado nei quartieri e a seguire progetti di rilancio, come spiega oggi il Corriere fiorentino. "La politica delle ronde non mi convince - risponde al telefono l'assessore alla Sicurezza, Graziano Cioni -. La percezione di insicurezza dipende spesso da elementi di degrado, come scritte sui muri, lampade rotte, atti vandalici. La polizia municipale ha nei quartieri dei "partner": possono essere il barista, il parroco, il barbiere o il pensionato, che fanno rapporto e segnalano quello che non va". L'informatore dei telefilm americani? "Non sono un gruppo di spie sul territorio - mette le mani avanti Cioni -. Si tratta di una collaborazione civile". La conferma arriva da Patrizia Verrusio, vicecomandante vicario della Polizia locale di Firenze: "Dei 21 progetti avviati, come il rifacimento di piazze o il recupero di alcune aree, il 90% è stato portato a termine. La logica di invertire il meccanismo, sentendo i cittadini prima di agire ha funzionato". Bologna, Borgo Panigale Alcuni dei 22 volontari tra i 55 e i 65 anni "in servizio" nel Gruppo Primavera Francesca Basso.

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L'impietosa geografia dei prezzi (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Come varia il costo della vita da Palermo a Bolzano. Secondo l'Istat L'impietosa geografia dei prezzi Ernesto Geppi Fare la spesa a Napoli o a Palermo e più in generale nelle città del sud, o farla a Bolzano o a Milano, non è proprio la stessa cosa. A parità di prodotti al nord spesso si spende di più, anche se non sempre: dipende dal tipo di prodotti. I dati sulle differenze nei livelli dei prezzi nei capoluoghi di regione, diffusi ieri dall'Istat e riferiti al 2006, riguardano i prodotti alimentari, dell'abbigliamento e dell'arredamento, circa un terzo del paniere usato per misurare le variazioni dei prezzi. La metodologia prevede un confronto fra prodotti assolutamente identici rilevati nelle singole città: si tratta di confronti binari, dove ogni città viene confrontata con un'altra, prendendo come riferimento un sottoinsieme comune di prodotti. Secondo l'Istat, 88 euro di spesa in prodotti alimentari effettuata a Napoli equivalgono a 93,2 euro a Palermo, 96,7 a Roma, 107 a Bologna, 111,2 a Milano e 113,3 a Bolzano. Sui prodotti alimentari il divario nord/sud è in realtà molto più ampio se si considerano i prodotti non lavorati: in questo caso, 80-85 euro di spesa effettuati al sud corrispondono a 110-120 euro al nord. Le differenze sono invece alquanto risicate se si considerano i prodotti trasformati (conserve, pasta, ecc.), dove si riducono a pochi euro. Nel caso dell'abbigliamento, diversamente da quanto avviene per i prodotti alimentari, il contrasto nord/sud non aiuta più di tanto a spiegare le differenze. Sia nel caso dei capi di marca che per quelli generici, ci sono alcune regioni del nord (come il Piemonte e, per i prodotti non di marca, la Lombardia) dove il livello dei prezzi è simile, se non inferiore, a quello riscontrabile in molte città del meridione. Reggio Calabria risulta ad esempio essere la città dove i prodotti non griffati costano di più. Come era da attendersi, le differenze territoriali risultano molto più contenute nel caso dei prodotti griffati, a causa probabilmente di una catena distributiva più standardizzata. Per gli altri prodotti si registra invece un effetto legato alla rete distributiva, in alcune città più legata al piccolo dettaglio tradizionale. Nel complesso, a una spesa di 95,1 euro effettuata a Napoli ne corrisponde una di 98,6 euro a Roma, 99,3 a Milano, poco più di 100 a Bologna e Firenze e 106,5 euro a Reggio Calabria, il capoluogo dove vestirsi costa di più. Succede questo anche per i prodotti dell'arredamento, dove alle differenze anche cospicue che si registrano per i prodotti non di marca corrispondono invece divari molto più contenuti per i prodotti firmati. In questo caso, 88,6 euro spesi a Napoli equivalgono a 91,3 a Palermo, a 107 a Firenze, a 112,8 a Roma, a 125,8 a Milano, e a 94,3 a Venezia. Che il livello dei prezzi non sia necessariamente collegato a quello del reddito o dei salari, è peraltro evidente anche dai dati Eurostat sul confronto fra i paesi Ue. Nel comparto alimentare, una spesa di 99,4 euro in Germania corrisponde a una di 108,5 euro in Italia e di 83,6 euro in Olanda. Di certo, qualche nostalgico delle gabbie salariali tenterà di strumentalizzare questi dati per concludere che un operaio di Bari non può guadagnare come il suo collega trentino. Senza però dire che il reddito familiare del primo è, mediamente, molto inferiore a quello del secondo.

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Sacconi: <Le nuove regole? Da ripensare. E senza divisioni> (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-04-23 num: - pag: 21 categoria: REDAZIONALE Controlli Il senatore: usare il tesoretto Inail per la prevenzione Sacconi: "Le nuove regole? Da ripensare. E senza divisioni" ROMA - "La prima cosa da fare è riconvocare sindacati e datori di lavoro che si sono divisi sul testo unico per la sicurezza varato in piena campagna elettorale, con una forzatura, dal governo Prodi ". Sottosegretario ai tempi di Bobo Maroni, il senatore del Popolo della libertà Maurizio Sacconi è in corsa per la poltrona di ministro del Welfare. Sarebbe sua, quindi, la competenza sulla sicurezza sul lavoro. Pensa che le norme del testo unico siano troppo rigide? "Non entro nel merito. Ma osservo che sono state mosse critiche da tutte e quindici le associazioni dei datori di lavoro: gli artigiani, i coltivatori, anche le cooperative che pure sono storicamente vicine alla sinistra. E questo ha creato una lacerazione tra le parti sociali che, in sé, è un problema. Convocare le parti sociali servirà a ricreare quel clima di collaborazione che non c'è più e che è necessario anche per superare un approccio burocratico ". Approccio burocratico: questa è un'accusa al governo Prodi? "No, è un problema che viene da lontano: a volte la forma distoglie dalla sostanza. Non basta che tutte le carte siano in regola: la sicurezza si costruisce anche con l'impiego di nuove tecnologie, con la diffusione di quelle che si chiamano buone pratiche. Bisogna passare da una gestione per regole ad una gestione per obiettivi. Il che, ovvio, non vuol dire che le regole non servano ". A proposito di regole, non crede che la flessibilità possa diminuire la sicurezza? "No. Ricordo che è stata proprio la legge Biagi ad estendere le tutele a tutte le persone presenti a qualsiasi titolo sul posto di lavoro: tirocinanti, interinali, dipendenti a tempo determinato o indeterminato. Il testo unico del governo Prodi non ha fatto altro che recepire questa novità". Quindi le norme vanno bene così come sono? "Le parti vanno convocate proprio per discutere di questo, favorendo il dialogo. Ma certo qualche aggiustamento va fatto". Quali aggiustamenti? "Penso, ad esempio, all'avanzo di un miliardo che l'Inail accumula ogni anno. Almeno d'ora in poi quei soldi potrebbero essere utilizzati per attività di formazione e prevenzione. E poi va favorito il reinserimento nel mondo del lavoro delle vittime degli incidenti. Oggi sono colpiti due volte: dall'incidente che hanno avuto e dall'esclusione sociale". è necessario avere più ispettori? "Quello che serve di sicuro è una maggiore omogeneità delle attività di controllo su tutto il territorio nazionale. Oggi non è così ". Ma la sicurezza sul lavoro è una competenza regionale. "Non è detto che la competenza debba passare per forza allo Stato. Ma più omogeneità serve". Maurizio Sacconi Lorenzo Salvia.

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Spinta bipartisan a buste paga locali (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2008-04-23 - pag: 8 autore: Sacconi (Pdl) e Letta (Pd) favorevoli a legare retribuzioni a produttività e costi reali Spinta bipartisan a buste paga "locali" Nicoletta Picchio ROMA Un motivo in più per confermare la decisione che Silvio Berlusconi ha annunciato nel primo Consiglio dei ministri: detassare gli straordinari e i premi di produttività. Le analisi dell'Istat sulle differenze del livello dei prezzi nelle città italiane arrivano come la conferma della necessità di cambiare le regole del gioco, in questo caso della contrattazione e dei meccanismi retributivi, per rendere salari e stipendi più legati al territorio e alla produttività. Maurizio Sacconi, ex sottosegretario al Welfare, anche stavolta candidato ad un ruolo di primo piano nel Governo, già nella passata legislatura aveva presentato un disegno di legge per ridurre la tassazione su straordinari e salario di produttività. In piena campagna elettorale era stato Enrico Letta, Pd, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a sollevare l'argomento di legare gli stipendi al costo della vita e alla produttività, facendo scalpore nella sua area politica, visto che la Cgil finora ha sempre frenato su una riforma dei contratti che desse più spazio al territorio e alla contrattazione aziendale. Sono le parti sociali, imprenditori e sindacati, che dovranno essere protagonisti della riforma. "La politica può avere un ruolo di spinta: favorire il cambiamento utilizzando la leva fiscale ", dice il senatore, ex Forza Italia, oggi Pdl. Il prossimo Governo non ha alcuna intenzione di invadere campi altrui. "I dati Istat- continua Sacconi - sono però la conferma che un salario giusto ed efficiente deve riflettere le diverse condizioni del costo della vita e della produttività del lavoro ". Serve una riforma della contrattazione, che secondo il senatore dovrebbe spostare il baricentro a livello territoriale e aziendale. Anzi, secondo Sacconi le regole potrebbero essere individuate addirittura categoria per categoria, snellendo il numero dei contratti. Nessun intervento amministrativo, nè rincorse dell'inflazione: "La tassazione però può riconoscere il merito. Le misure del Governo potranno favorire la dipresa del dialogo", continua il senatore del Pdl. La Lega, teoricamente, si spingerebbe ancora oltre: "A Costituzione vigente si potrebbero anche definire minimi contrattuali diversi a livello territoriale. Ma sarebbe un lavoro lungo e complesso", dice Massimo Garavaglia, deputato del Carroccio. Ben vengano, intanto, le decisioni del Consiglio dei ministri: "La Lega condivide l'impostazione di retribuzioni più legate al territorio e di una contrattazione decentrata che tenga conto della produttività e del potere d'acquisto", continua Garavaglia. Che aggiunge un altro ingrediente: il federalismo fiscale. Nei giorni scorsi Roberto Calderoli aveva annunciato un intervento del Governo entro le metà di giugno. "Se ci fosse il federalismo fiscale le Regioni in base alla proprie disponibilità finanziarie potrebbero decidere una serie di interventi a favore delle imprese, dall'addizionale Irpef all'Irap". Misure, aggiunge Garavaglia, che aiuterebbero i conti delle aziende e di conseguenza renderebbero migliori anche le condizioni dei lavoratori: "Sono convinto che le aziende sarebbero felici di farlo". DAL CARROCCIO Garavaglia (Lega): a Costituzione vigente si potrebbero fissare minimi diversi per differenti zone del Paese.

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Testa di cavallo come nel Padrino (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cronache - data: 2008-04-23 num: - pag: 27 categoria: REDAZIONALE Minacce a Ostuni Testa di cavallo come nel Padrino ROMA - Una testa di cavallo è stata recapitata davanti alla casa del vicesindaco di Ostuni (Brindisi). Un'azione in stile Il Padrino, il film, ispirato dal romanzo di Mario Puzo, di Francis Ford Coppola sulla dinastia mafiosa della famiglia Corleone. Il cinema, dunque, continua ad ispirare i criminali. Come nel caso, raccontato da Roberto Saviano, della villa del boss della camorra Francesco Schiavone: una copia perfetta della reggia di Scarface-Al Pacino. Nell'episodio di Ostuni, l'unica differenza è che nel fim di Coppola la testa (vera) di cavallo viene fatta trovare nel letto del manager Jack Woltz, proprietario dell'animale. Lo scenografo scelse uno dei cavalli che sarebbero andati al mattatoio e disse al proprietario della ditta di mandargli la testa in una scatola con del ghiaccio. Ostuni L'intimidazione al vicesindaco, sotto la scena de "Il Padrino".

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Sicurezza e razzismo: il confine esiste (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2008-04-23 num: - pag: 42 categoria: REDAZIONALE Tuttifrutti di Gian Antonio Stella Sicurezza e razzismo: il confine esiste "M i davano del razzista e adesso mi copiano anche i sindaci del Pd", ha detto il "vero sindaco " di Treviso, Giancarlo Gentilini (vice-sindaco, d'accordo, ma lui nel cuore si sente il titolare), in un'intervista a Stefano Filippi del Giornale. Il tema della sicurezza per le strade? Copiano da lui. Quello dei venditori ambulanti abusivi? Copiano da lui. Quello dei campi nomadi? Copiano da lui. E chiede, parlando in terza persona come Giulio Cesare: "è Gentilini un grande amministratore o sono i giornali falsi?". Forse è lui che, ormai vegliardo, non ha ancora afferrato un punto: un conto è la polemica politica, un altro il razzismo. Gli piace ammiccare agli anni di "Giovinezza!" al punto di dire che "questa amministrazione va verso il ventennio leghista, e voi capite che il ventennio è una cosa che mi ricorda il passato, la maschia gioventù che lavorava, faceva il suo dovere e obbediva alle leggi"? Gioca a fare il balilla come se fosse stata abolita la legge Scelba che vieta l'apologia del fascismo, ma non è razzista. Bolla La Tribuna di Treviso come la Pravda? Fa ridere, ma non è razzismo. Chiama Furio Colombo e i suoi compagni "leninisti, stalinisti, bolscevichi, trinariciuti"? è come dare del nazista a lui (che giustamente pretese le scuse da chi lo aveva dipinto coi baffetti e la scritta "Genthitler") ma fa parte della politica volgare di questi anni: non è razzismo. Come non è razzismo avere posizioni durissime sui clandestini, decidere lo sgombero di case occupate, pretendere che chi viene in Italia rispetti le leggi o chiedere pene severe per chi le viola. E infatti nessuno si è mai sognato di dare del razzista a tanti amministratori locali, leghisti compresi, che abbiano espresse solide, convinte, granitiche posizioni ispirate alla "tolleranza zero" ma esenti da quell'inconfondibile fetore che è la xenofobia. I più scalmanati no-global si sono spinti a dire il peggio del peggio di Sergio Cofferati. Ma razzista no, neanche loro gliel'hanno detto. Come mai? "SuperG", come ama essere chiamato il "vero sindaco" trevisano, doveva capirlo almeno il giorno in cui, dopo aver detto "darò subito disposizioni alla mia comandante dei vigili urbani affinché faccia pulizia etnica dei culattoni", fu scaricato da Giancarlo Galan e perfino da Roberto Calderoli ("Ben vengano le pulizie delle zone degli scambisti e della prostituzione, ma parlare di "pulizia etnica dei culattoni" proprio no") e dal sindaco di Verona Flavio Tosi: "Pulizia etnica è un'espressione che, per le tragiche vicende che richiama, non dovrebbe essere usata, nemmeno metaforicamente ". Un conto è chiedere l'espulsione degli immigrati clandestini e un altro è invocare, come lui, i "vagoni piombati". Un conto è difendere la propria identità e un altro sparare contro chi "inquina la razza Piave". Un conto è essere fieri della propria terra e un altro marchiare gli africani come "gente che a casa sua era inseguita dalle gazzelle e dai leoni" e sostenere che "la nostra civiltà è superiore a quella della savana". Crede di essere solo un po' spiritoso? Si rilegga i diari degli emigranti veneti in Australia, in Svizzera, in Belgio. Anche loro avevano a che fare con dei Gentilini locali. Ma non li trovavano spiritosi per niente. \\ Gentilini lo dimentica: certe cose non si dicono neppure ai criminali.

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L'occhio della tv su Francesco e Gianni (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2008-04-23 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'occhio della tv su Francesco e Gianni Stretta di mano ma poi salta il fair play. "Avete detto solo no", "Siete un gruppo di potere" Era cominciata con una stretta di mano fra i due candidati a sindaco di Roma, Francesco Rutelli per il centrosinistra e Gianni Alemanno per il Pdl, fuori dalla sala trucco dello studio 2 di via Teulada, prima di partecipare al faccia a faccia nel corso della trasmissione Ballarò. Un confronto tv, il primo, in vista del ballottaggio di domenica e lunedì. Ma sono bastate le prime domande per far alzare il tono ai due contendenti. La sicurezza, la vicenda Alitalia, la Lega nord, le tasse, l'emergenza casa, i principali temi trattati. Alemanno è partito dall'aggressione e dalla violenza subita dalla studentessa del Lesotho avvenuta giovedì scorso sostenendo che a Roma "ci vuole il cambiamento" perchè "queste cose non devono più accadere. A Roma c'è bisogno di una svolta" perchè "da 15 anni c'è lo stesso gruppo di potere" alla guida della città, riferendosi agli anni di governo del centrosinistra. Ma Rutelli ha replicato: "Il primo ad aver sollevato questo tema è stato l'allora sindaco Veltroni. Non è un problema del sindaco, ma del Paese. Dobbiamo essere uniti". "Quando accade un fatto grave di cronaca a Milano - ha ricordato Rutelli - nessuno si sogna di attaccare il sindaco". Poi a dominare è stato il tema dell'Alitalia. "Oggi - ha esordito Rutelli - La Padania scrive: "La lega vince, Air France vola via". A chi la volete dare Alitalia? Ai russi? Quando eravate al governo, avete fatto non una politica industriale ma una divisione tra Malpensa e Fiumicino che ha portato la compagnia di bandiera vicina al fallimento". "Noi riteniamo che si può costruire una cordata italiana " ha replicato Alemanno che, incalzato da Rutelli, ha aggiunto alzando il tono della voce: "Non si può svendere Alitalia ". I momenti di maggiore tensione si sono avuti proprio sul ruolo della Lega Nord, alleata del Pdl e sui progetti urbanistici mostrati da Rutelli che ha accusato il centrodestra: "Avete detto sempre e solo no". Botta e risposta anche sulla casa. "Ho preso l'impegno, di costruire 26mila appartamenti. Mai potrà avere un diritto in più chi occupa una casa" ha detto Rutelli. "Sulla casa a Roma c'è un ritardo storico" ha replicato Alemanno aggiungendo che proporrà la costruzione di "25mila nuovi alloggi". è finita, senza sorrisi, ma con una nuova stretta di mano. Secondo Alemanno "Rutelli è uscito perdente perché la gente valuta in base alla realtà dei fatti". Rutelli, uscendo, ai giornalisti ha detto solo: "Sono molto contento, i commenti fateli voi". Ernesto Menicucci.

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Vince la Lega, sì alle nozze tra Varese e A2A (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2008-04-23 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il risiko Nella guerra per le municipalizzate il Carroccio piega FI all'accordo con Milano e Brescia Vince la Lega, sì alle nozze tra Varese e A2A VARESE - La vittoria elettorale frutta al Carroccio quattro ministri a Roma e anche una momentanea vittoria nella "guerra delle municipalizzate " al Comune di Varese. Il sindaco Attilio Fontana ha ottenuto il via libera per approvare una delibera di indirizzo che indica in A2A, la multitutility di Milano e Brescia, il partner ideale per la varesina Aspem. è stato decisivo l'intervento di Umberto Bossi che ieri, in mattinata, prima di andare a vedere "il sacrificio di Isacco" di Caravaggio in mostra ai musei, è entrato nell'ufficio del sindaco e gli ha detto di andare avanti per la sua strada. La Lega premeva perché la proposta milanese venisse subito accettata, mentre Forza Italia voleva prendere tempo: una parte dei berlusconiani, infatti, è contro il sindaco e chiede che Aspem si fonda con le altre aziende del Varesotto, Busto Arsizio e Gallarate. Proprio per questo, nelle scorse settimane, erano saltate le teste del vicesindaco e di un assessore, forzisti, ma leali al sindaco. L'epilogo favorevole per la Lega non era affatto scontato e ancora lunedì sera c'era il rischio concreto che la riunione decisiva finisse con gli alleati che non votavano e uscivano sbattendo la porta. Il Carroccio ha però spinto sull'acceleratore: Fontana ha messo alle strette gli alleati, annunciando in gran segreto che avrebbe nominato due nuovi assessori leghisti e Forza Italia non se l'è sentita di affrontare una spaccatura della coalizione. Lo sprint leghista ha prodotto anche la fine della crisi di giunta. Forza Italia ha indicato tre nuovi assessori distribuiti in maniera ecumenica tra le correnti e il sindaco li ha nominati nel pomeriggio, giusto in tempo per votare l'aggregazione con A2A. Si tratta di Giorgio De Wolf (63 anni, vicesindaco), Fabio D'Aula 29 anni, Enrico Angelini, 51 anni. L'indirizzo preso della giunta apre nuovi scenari nel risiko delle multiutility lombarde. A2A riconoscerà ad Aspem un valore di 55 milioni di euro e 2 milioni di euro subito come partecipazione agli utili; saranno aggregati i servizi di gas e rifiuti, in tutto il 90 per cento di Aspem spa. Roberto Rotondo.

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Agende di città (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2008-04-23 num: - pag: 9 categoria: BREVI Agende di città NUMERI UTILI Carabinieri...................................................... 112 o centralino 02.62.761 Polizia di Stato .............................................. 113 o centralino 02.62.261 Vigili del Fuoco............................................... 115 o centralino 02.31.901 Guardia di Finanza............................................................................... 117 Polizia Municipale................................................. 02.77.271 o 02.77.031 Polizia Stradale....................................................................... 02.32.67.81 Questura - Centralino................................................................ 02.62.261 Emergenza Anziani............................................................... 800.07.14.71 Ambulanze........................................................................................... 118 Guardia Medica.......................................................................... 02.34.567 Croce Rossa - Centralino............................................................. 02.38.83 FARMACIE CENTRO: (Centro storico: all'interno degli ex Bastioni): via Bassano Porrone, 4; p.zza Lega Lombarda, 5 ang. via Bramante; l.go Augusto, 8; c.so Porta Ticinese, 24. NORD: (Bovisa, Affori, Niguarda, Greco, Quarto Oggiaro, Certosa, Farini, Zara, Fulvio Testi, Melchiorre Gioia): via Cogne, 9; via Varesina, 121; p.zza Bausan, 3; p.le Archinto, 1; via Murat, 85 ang. p.za Nizza. SUD: (Ticinese, Vigentina, Rogoredo, Barona, Gratosoglio, Romana, Ripamonti): via Bellezza, 2, ang. via Ripamonti; via Rogoredo, 113; via Magliocco 3, ang. via Pezzotti; via Mazzolari Primo, 35. EST: (Venezia, Vittoria, Loreto, Città Studi, Lambrate, Ortica, Forlanini, Mecenate, Gorla, Precotto, Turro): via Panfilo Castaldi, 29; v.le Brianza, 23; via Ponte Nuovo, 40; via Plinio ang. via Eustachi (via Stradella, 1); v.le Rimembranze di Lambrate, 18; p.zza Tricolore, 2; c.so XXII Marzo, 37 (p.zza Emilia); v.le Ungheria, 4; via Venosa, 4 (p.za Salgari). OVEST: (Lorenteggio, Baggio, Sempione, S. Siro, Gallaratese, Solari, Giambellino, Forze Armate, Vercelli, Novara, Paolo Sarpi): viale Coni Zugna, 56; via Caterina da Forlì, 7 ang. via Fezzan; p.le Velasquez, 7; via delle Betulle, 10; via Mascheroni, 16; p.le Zavattari, 4; via Ugo Betti, 159 b; p.za Caneva, 3. NOTTURNE: P.zza Duomo, 21 (ang. via S. Pellico); via Boccaccio, 26; p.za Cinque Giornate, 6; v.le Zara, 38; v.le Fulvio Testi, 74; c.so San Gottardo, 1; p.za Principessa Clotilde, 1; p.zza Wagner, ang. via Marghera; via Cassiodoro 12; c.so Magenta, 96 (ang. p.le Baracca); c.so Buenos Aires, 4; p.za Argentina (ang. via Stradivari, 1); v.le Lucania, 10; via Ranzoni, 2; via Canonica, 32; p.za Firenze (ang. via R. di Lauria, 22); p.le Stazione Porta Genova 5/3; via Lorenteggio, 208 (ang. via Inganni); v.le Corsica, 42; via Boifava, 31/B; Ripa di Porta Ticinese, 33. SEMPRE APERTE: Stazione Centrale, Atrio della Biglietteria Est, lato p.zza Luigi di Savoia; Stazione Garibaldi, p.zza S. Freud. PRONTO FARMACIA: Numero Verde 800-801185.

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Mauro Covacich: prima di dire che l'amore è finito (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Libri - data: 2008-04-23 num: - pag: 46 categoria: REDAZIONALE Narrativa Vicenda autobiografica per lo scrittore, che va oltre la forma del romanzo per cercare la realtà del vissuto Mauro Covacich: prima di dire che l'amore è finito di FRANCO BREVINI C osa accade a una persona prima di sparire per sempre dalla vita di un'altra? L'ultimo libro di Mauro Covacich racconta la fatica di dire "mai più", di strapparsi da un'esistenza in cui ci si credeva radicati per sempre: un'esperienza straziante eppure assurdamente normale per chi oggi abbia tra i trenta e i cinquant'anni, per di più avendo alle spalle famiglie che di solito hanno saputo tenere e che contribuiscono a far sentire la fine del matrimonio come un fallimento personale. Il protagonista di Prima di sparire è uno scrittore mediamente affermato, sposato a Anna, restauratrice, insieme alla quale abita in una piccola città del Nord-est. Nella sua vita irrompe improvvisamente Susanna, giornalista romana, da cui Mauro cerca di prendere le distanze quanto più inesorabilmente si sente soggiogato dalla passione, in una deriva che non riesce ad arrestare. Tra colpa e innocenza, nostalgia e voglia di fuga, il libro inscena il dramma dell'abbandono della moglie, della riconciliazione e di un nuovo abbandono, alternando il racconto con la vicenda speculare di un'altra coppia in crisi, quella di Rensich, un maratoneta convertito alle performance artistiche, e di sua moglie Maura, che coltiva una relazione adulterina con Sandro, regista televisivo milanese. Al lettore di Covacich bastano questi nomi per riandare subito ai due precedenti romanzi dello scrittore triestino, A perdifiato del 2003 e Fiona del 2005. Nel nuovo libro i personaggi di ieri agiscono accanto allo scrittore che, mentre si tematizza a sua volta in quanto personaggio, nel contempo vorrebbe spezzare la crosta dell'illusione romanzesca per riversare sulla pagina tutti i suoi vissuti nella loro urticante, rovente cogenza. Covacich non racconta infatti la storia del fallimento di un matrimonio qualsiasi, ma del suo. Rinuncia alle tradizionali mediazioni romanzesche a favore di un doloroso diarismo, si mette in gioco in prima persona, parlando di sé e dei suoi amici e chiamandoli per nome. Compie insomma una scelta di sincerità totale, fino al limite dell'imbarazzo, perché è un gesto etico quello che gli importa, di là dalla reticenza, dalla disinvoltura, dal cinismo, insomma dalla "modernità" che la società sembra auspicare di fronte all'esperienza della separazione della coppia. Certo non sfugge che i personaggi recuperati dai due precedenti romanzi inscenano in qualche caso situazioni su cui Covacich scivola con discrezione, con un procedimento di rinvio e proiezione. E così a Maura spetta di interpretare la componente legata alla fascinazione e alla sessualità, che fa spesso scoccare la rottura del legame matrimoniale, ma che viene discretamente elusa nel racconto della coppia autore-Susanna. Ma c'è qualcosa di più profondo riguardante la natura stessa di questi personaggi, che sono vere e proprie chiavi della vita dello scrittore. Quello che essi sceneggiano è il mondo interiore dell'autore-personaggio, in una specie di sacra rappresentazione psicologica. Al punto che possiamo perfino ipotizzare che con Prima di sparire Covacich abbia completato una trilogia, ruotante intorno al tema della vita dell'artista nella realtà contemporanea. Ma perché Covacich recupera i protagonisti dei romanzi precedenti all'interno di questa nuova struttura narrativa, che si fatica ad assegnare alla classe dei romanzi? Ovvero perché non gli è bastato creare un terzo personaggio, che non necessariamente doveva coincidere in modo tanto fedele con il suo io biografico? Da cosa nasce insomma il bisogno di questa interferenza fra la finzione e la realtà? Una risposta forse va ricercata nell'universo dell'arte contemporanea, cui il narratore fa spesso riferimento. I nomi che ricorrono sono quelli di Marina Abramovic, di Sophie Calle, di Joseph Beuys. Tutti e tre hanno cercato di prendere un frammento di vita vera e trasformarlo in un'opera d'arte. A ben riflettere è la stessa operazione che anche Covacich compie: isola un pezzo di esperienza pressantemente sua e ne fa un "romanzo". Ma ciò che conta è che così facendo la verità della vita rompe l'orizzonte della letteratura. Se, come ci ricordava Sandro-Top Banana, il protagonista di Fiona, siamo assediati e addirittura soffocati dalla finzione, che tende incessantemente a riassorbire ogni dato di realtà, allora l'unico modo per sfuggirvi è gettare in faccia al lettore la lacerante brutalità del vissuto. E infatti, pur consapevole di compiere comunque un'operazione artistica, Covacich rinuncia alla compiutezza e alla rotondità del romanzo. Alla fine nulla torna, tutto resta penosamente asimmetrico e incompiuto, nella sua come nelle nostre vite, che non saranno redente da alcun finale. La scelta L'autore rimette in gioco i personaggi dei due libri precedenti: quasi una trilogia "Malinconia" (particolare), dipinto da Edvard Munch nel 1891.

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Sud, la nuova emigrazione (sezione: Focus Lega)

( da "Corriere della Sera" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Focus Vuota - data: 2008-04-23 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Passato e presente Nei primi anni Sessanta erano 295 mila i lavoratori che lasciavano i loro paesi del Meridione per cercare fortuna e un'occupazione nelle regioni settentrionali. Comuni vuoti Le città a più alto tasso migratorio (l'8 per mille annuo) sono in Calabria. Nella zona di Cirò, in provincia di Crotone, tra il '91 e il 2006 la popolazione è calata del 34% Sud, la nuova emigrazione Ogni anno 270 mila persone vanno al Nord Lavorano, ma le famiglie devono aiutarli N on c'è stato partito che in campagna elettorale non abbia promesso il rilancio del Mezzogiorno e adesso perfino la Lega, con Roberto Calderoli, dice che "la questione settentrionale non può essere risolta se non si affronta la questione meridionale". è successo anche che Confindustria, Cgil, Cisl e Uil hanno firmato un nuovo documento comune per il Sud. E, ovviamente, non sono mancati gli appelli degli economisti ad affrontare l'annoso problema delle "due Italie". Ma adesso, dopo il voto, chi si ricorderà di tutto questo? Le persone in carne e ossa, intanto, cercano in prima persona una soluzione. Che spesso è la nuova migrazione da Sud a Nord. Che, ovvio, non è più quella degli anni Cinquanta e Sessanta, dei contadini poveri e ignoranti che con la valigia di cartone si trasferivano nel triangolo industriale per lavorare in fabbrica. Ma che, se è molto diversa qualitativamente, tocca però le stesse vette numeriche di allora. Ogni anno, infatti, si spostano dalle regioni meridionali verso quelle del Centro-Nord circa 270 mila persone: 120 mila in maniera permanente, 150 mila per uno o più mesi, dice l'istituto di ricerca Svimez. Un dato vicino a quello dei primi anni Sessanta, quando a trasferirsi al Nord erano 295 mila persone l'anno. Una città intera che si sposta Parlare di 270 mila uomini e donne che ogni anno vanno da Sud a Nord per lavorare o per studiare significa immaginare una città come Caltanissetta che si sposta tutta intera per trovare un futuro. Anche i contorni economici del fenomeno sono profondamente diversi da quelli del dopoguerra. Allora le rimesse degli emigranti generavano un flusso di risorse discendente, dalle regioni settentrionali a quelle del Mezzogiorno: servivano a mantenere le mogli o i genitori anziani rimasti al paese e magari a mandare avanti i lavori per costruire o ampliare la casa. Oggi, al contrario, i soldi risalgono la Penisola, per sostenere gli studenti meridionali nelle Università del Nord o i lavoratori precari che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, ma che tirano avanti con l'aiuto delle famiglie d'origine (comprese le pensioni dei nonni) con l'obiettivo di raggiungere poi il contratto a tempo indeterminato. Il trend consolidato Al ministero dello Sviluppo Economico, il viceministro Sergio D'Antoni ha stimato con i suoi tecnici che si arriva a circa 10 miliardi di euro che per tutti questi motivi (compreso il mancato sviluppo nel Sud) "emigrano" ogni anno dal Mezzogiorno al Nord. Il che non è esattamente il massimo per un Paese che dovrebbe ridurre le distanze tra le due Italie. Spiega Delio Miotti (Svimez) che da tempo studia la nuova migrazione: "Negli ultimi anni si sta consolidando un trend: più di 120 mila persone all'anno si spostano dal Sud nelle regioni del Centro-Nord cambiando residenza. Sono in gran parte giovani, tra i 20 e i 45 anni, diplomati, ma uno su cinque è laureato. A questi bisogna aggiungere altri 150 mila che si trasferiscono al Nord come pendolari di lungo periodo, cioè per almeno un mese. Sono studenti o lavoratori temporanei che non si possono trasferire stabilmente perché non hanno un reddito sufficiente per mantenersi e per portare la loro famiglia nelle regioni settentrionali, dove la vita è più cara ". Ma se è così, perché questa emigrazione non fa più notizia? "Perché chi emigra - risponde D'Antoni - non ha problemi d'integrazione con la realtà del Nord: spesso è un giovane che usa Internet e parla inglese come i suoi coetanei settentrionali. Non diventa quindi un caso sociale, come negli anni Cinquanta. Laurea e contratto Nel 2007 i neo laureati del Sud sono stati 67 mila. Le imprese meridionali hanno per loro solo 12.390 posti Giovani e diplomati I meridionali che cambiano residenza sono in gran parte giovani (tra i 20 e i 45 anni), diplomati. Uno su 5 è laureato.

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La zootecnia prospera riducendo la filiera (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Centro-Nord sezione: CENTRO NORD data: 2008-04-23 - pag: 1 autore: Marche. Oltre 40mila gli allevatori La zootecnia prospera riducendo la filiera L'aumento dei costi di mais e cereali degli ultimi mesi pesa anche sul settore delle carni. A fronte di aumento dei costi dei mangimi del 70%, che poi si traduce nell'innalzamento dei prezzi del prodotto finale ai consumatori, il valore della carne bovina venduta dagli allevatori ai trasformatori è aumentato solo dell' 1,8 per cento. E il settore – incluso l'avicolo le imprese attive sono circa 40mila – regge grazie alla drastica riduzione della filiera riducendo i passaggi intermedi e contenendo così gli aumenti di prezzo. La zootecnia marchigiana conta circa 25 milioni di polli, 170mila suini e 60mila bovini, per un fatturato totale che nel 2007 ha superato i 112 milioni di euro (in crescita rispetto al 2006) solo considerando i risultati conseguiti dagli allevatori associati alle tre grandi sigle della regione: AviMarche, SuinMarche e BovinMarche che da tempo hanno scelto di costituire delle cooperative e di assumere il controllo dell'intera filiera della carne. Pesanti segnali di crisi, invece, arrivano dal settore cunicolo che è il più colpito dall'aumento di prezzo dei mangimi. Maroni u pagina 5 l'articolo prosegue in altra pagina.

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Taglio ai costi con la filiera corta (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Centro-Nord sezione: ECO-IMP (Umbria) data: 2008-04-23 - pag: 5 autore: Zootecnia. I 40mila allevatori hanno accorpato le fasi di macello e commercio smorzando il caro-mangimi e alzando la qualità Taglio ai costi con la filiera corta Per il 2008 business stabile sui 112 milioni di euro - In crisi il comparto cunicolo Francesca Maroni ANCONA L'aumento dei costidi maise cereali degli ultimi mesi pesa anche sul settore delle carni. A fronte di aumento dei costi dei mangimi del 70%, che poi si traduce nell'innalzamento dei prezzi del prodotto finale ai consumatori, il valore della carne bovina venduta dagli allevatori ai trasformatori è aumentato solo dell'1,8 per cento. Come sottolinea Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, l'incidenza è ancora superiore sui suini "per i quali oggi gli allevatori registrano perdite di 100-110 euro per ogni capo di bestiame". Per far fronte a questa situazione gli allevatori marchigiani – circa 40mila complessivamente, secondo le ultime stime fornite dalle organizzazioni – hanno deciso di puntare sul controllo totale della filiera, dall'allevamento alla commercializzazione, riducendo i passaggi intermedi e di contenere così gli aumenti di prezzo. La zootecnia marchigiana conta circa 25 milioni di polli, 170mila suini e 60mila bovini, per un fatturato totale che nel 2007 ha superato i 112 milioni di euro (in crescita rispetto al 2006) solo considerando i risultati conseguiti dagli allevatori associati alle tre grandi sigle della regione: AviMarche, SuinMarche e BovinMarche che da tempo hanno scelto di costituire delle cooperative e di assumere il controllo dell'intera filiera della carne. SuinMarche, ad esempio, come spiega il coordinatore regionale Sergio Zambelli, "ha unito allevatori e trasformatori: gli iscritti sono tutti agricoltori che, tramite l'associazione, controllano anche i macelli dove viene trasformata la carne". Una soluzione "anche per controllare la provenienza del prodotto, a tutto vantaggio della qualità", aggiunge Daniele Marzi, responsabile Tracciabilità di BovinMarche. Capi nati e cresciuti nelle Marche, allevati con mangimi controllati, rappresentano il punto di forza del settore. Per garantire i consumatori le associazioni hanno deciso di attenersi a precisi disciplinari sui metodi di allevamento e di macellazione e, in collaborazione con la Regione Marche, si sta svolgendo una campagna per la certificazione dei mangimi senza Ogm. "La Regione – spiega l'assessore all'Agricoltura, Paolo Petrini – ha assunto una posizione netta sulla questione già da alcuni anni e con la legge regionale 5 del 2004 non consente sull'intero territorio, in agricoltura e in zootecnia, l'impiego di Ogm. Inoltre, il marchio regionale di qualità Qm, Qualità garantita dalle Marche, cui aderiscono attualmente anche Bovinmarche e Suinmarche, impedisce anche ai soggetti extraregionali inseriti in filiere certificate l'utilizzo di coadiuvanti tecnologici, additivi e ingredienti contenenti Ogm". Questa linea finora sembra aver dato buoni risultati, come dimostrano i dati di fatturato dei tre settori, nel 2007 tutti in crescita rispetto all'anno precedente: +10% AviMarche, +20% SuinMarche, +25% BovinMarche. Il primo trimestre di quest'anno ha confermato questo trend, anche se già con i primi caldi ci si attende un calo dei consumi legato alla stagionalità. Per il settore avicolo, come spiega Avitalia Marche, il 2008 si prevede sui livelli di produzione e fatturato del 2007, che è stato un anno di ripresa dopo il calo dei consumi causato dall'allarme aviaria. La strategia è riposizionare la filiera su standard di eccellenza e qualità sicura e italiana e tra i progetti c'è anche quello di costituire un marchio comune di garanzia di qualità con il Conav (Consorzio nazionale avicunicolo). Lo stesso andamento è registrato dal settore bovino. "I consumi per i primi tre mesi del 2008 sono andati bene – conclude Giovanni Cherubini, responsabile commerciale BovinMarche – e per il 2008 contiamo di raggiungere i volumi dell'anno scorso. Proprio in questo periodo nascono i vitelli, che poi sono venduti tra giugno e luglio. A quel punto potremo fare stime più precise ". Intanto, nelle scorse settimane, la Regione ha chiesto lo stato di crisi per il settore cunicolo (conigli), il più colpito in questo momento dall'aumento dei prezzi dei mangimi. "Nelle Marche ci sono circa 50 allevamenti per 1,5 milioni di capi l'anno –precisa Sergio Manuelli, direttore Clam, cooperativa di allevatori di Falconara, terza a livello nazionale – che per un settore di nicchia come il nostro sono volumi importanti. All'aumento dei prezzi di cereali e erba medica, e con prospettiva di ulteriori aumenti, non è corrisposto un aumento del prezzo pagato agli allevatori. Questa situazione è riscontrabile a livello nazionale – continua Manuelli – infatti già Veneto e Marche hanno chiesto allo Stato di farsi portavoce, a livello europeo, della necessità di misure a sostegno del mercato, ad esempio adottando provvedimenti a favore del settore come era successo per quello avicolo durante la psicosi aviaria, per allentare la pressione fiscale. Anche Puglia, Lombardia, Friuli ed Emilia- Romagna hanno già avviato l'iter". MARGINI IN CALO L'impennata dei cereali ha elevato le spese del 70% mentre i prezzi praticati ai trasformatori sono saliti solo dell'1,8%.

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Conferenza dei presidi per la rinascita universitaria - claudio quintano (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina XI - Napoli CONFERENZA DEI PRESIDI PER LA RINASCITA UNIVERSITARIA CLAUDIO QUINTANO A dir vero, un tempo si avvertiva necessità di industrie e qualcuno promosse, con alquanto impegno Alfa Sud, Italsider, Montefibre e quant'altro. Proprio il venire alla mente quest'ultimo ricordo, a mio avviso, deve renderci guardinghi; non nel senso di spingere verso atteggiamenti di negatività, quanto nel senso di mettere a frutto quell'esperienza fallimentare, per lavorare all'ipotesi avanzata con metodo nuovo e - ci si augura, questa volta - proficuo. Dopo i recenti risultati elettorali si ha il preciso dovere di non fallire ulteriormente: usando ironia, "la Lega non ce lo perdonerebbe"!... Il metodo, perciò, non può essere ancora una volta quello di inventarci nuove e fantastiche istituzioni di eccellenza, almeno come punto di partenza, quanto, piuttosto, di sedere intorno a un tavolo per valutare, fino in fondo, ipotesi di lavoro avendo, dalla propria, esperienze di impegno giornaliero e intenso all'interno delle istituzioni universitarie e sapendo di dover trovare sinergie con le istituzioni in essere e con tutti quei soggetti che sul concreto hanno finora operato e continuano a operare. Sarà forse la mia formazione professionale, abituata a valutare i problemi partendo dai numeri e dalle quantità che li rappresentano, a indurmi ad affrontare un compito tanto impegnativo ben sapendo che serve sì la spinta di alcune idee portanti, ma poi occorre un impegno certosino di un lavoro capace di costruire giorno per giorno, con la finalità di creare quella osmosi che altri territori hanno potuto da tempo realizzare e che dalle nostre parti è più difficile raggiungere perché la società che ci circonda ha fatto terra bruciata dell'ambito sociale in cui ricerca e formazione devono trovare il loro sbocco reale. Vediamo quindi su che cosa lavorare e con chi farlo. Sulla base del metodo cui ho fatto riferimento, è ovvio ch'io guardi, innanzitutto, alla mia esperienza di preside di una tra le maggiori Facoltà di Economia che la regione Campania annovera nel suo seno e che serba questa posizione anche nell'intero Mezzogiorno. Questa Facoltà che già in precedenza aveva sperimentato formule di docenza e di impegno di ricerca aperte verso il mercato internazionale con corsi di laurea orientati in tal senso e, pioneristicamente aperti a collaborazioni proprio con docenti della Bocconi, a regime orientò la sua offerta didattica, anche verso una lettura concreta dei fatti economici che, senza estrema differenziazione con i prodotti didattici delle altre Facoltà della Campania, avesse a riferimento il mondo delle piccole e medie imprese meglio capaci di rappresentare la realtà meridionale del Paese, non dimenticando l'impegno europeo e mediterraneo al quale guardare con favore e attenzione. Urge ora la messa in moto di un processo che per essere realmente efficace, non può che essere di tipo bottom-up, in base al quale le grandi aree scientifico-disciplinari degli atenei e degli enti di ricerca della regione si incontrino e operino delle sperimentazioni di ricerca comune e di didattica coordinata. Il recente dibattito ha dato lo spunto di precisare anche taluni aspetti della questione, tutti condivisibili, soprattutto che l'approccio semplicistico che l'università di qualità possa essere il prius e, quindi, stimolo per mettere in moto uno sviluppo economico-territoriale attualmente inesistente o debole e non sia, invece, una causa essa stessa di emigrazione di capitale umano istruito e ancora una volta a spese della comunità pubblica e privata del Sud. Il procedimento bottom-up più realistico deve partire da un lavoro dei presidi delle Facoltà di tutti gli atenei quali soggetti da chiamare in causa come interlocutori idonei per contribuire innanzitutto a tale ruolo. Da questo punto di vista, non può esservi dubbio che i luoghi adatti di esperienza e di riflessione, i luoghi di frontiera sono quelli delle facoltà, innanzitutto, nonché dei dipartimenti. In queste sedi convergono, da un lato, il disagio di masse studentesche non correttamente orientate, e dall'altro il disagio obiettivo del personale docente e tecnico-aministrativo; ed è in questa sede, in particolare, che ha modo di esprimersi il contesto sociale di appartenenza al nostro territorio. Convinto di tanto, è da proporre che fosse appunto una Conferenza permanente dei presidi, coadiuvata da Conferenze dei direttori di dipartimento e da dibattiti da intrecciare con il mondo studentesco e i più giovani ricercatori, ad animare il lavoro concreto di riorganizzazione prospettata e da ulteriormente approfondire. Dopo soltanto, e la cosa dovrebbe essere agevole, si potrà pensare a nuovi modelli istituzionali che sono certamente necessari, ma che se proposti e definiti ex ante rischiano di rivelarsi, come già è successo per l'apparato produttivo, mere "cattedrali nel deserto" ripetendo così un canovaccio che altri oggi, a giudicare dal risultato elettorale del Nord, non sono più disposti ad approvare. L'autore è segretario della Conferenza nazionale dei presidi delle Facoltà di Economia e Scienze statistiche.

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L'anima smarrita dei partiti nel sud - andrea geremicca (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina X - Napoli L'anima smarrita dei partiti nel sud ANDREA GEREMICCA on esprimo giudizi di qualità. Cerco solo di dire che non si può semplificare sino alla banalizzazione il "modello Carroccio". E lo stesso federalismo. Che rischia, certo, di spezzare l'unità nazionale e cancellare il Mezzogiorno. Ma non è detto. Può anche costituire un terreno di competizione tra le varie parti del paese per l'uso produttivo delle risorse di ciascun territorio. Anche nella cultura del miglior meridionalismo è stata sempre presente la questione dell'autonomia e dell'autogoverno delle popolazioni meridionali. E della lotta a ogni forma di assistenzialismo e subalternità. Il federalismo di Bossi non va in questa direzione. E non va in questa direzione l'ipotesi azzardata di "un Pd del Nord". Ma non vedo perché non si debba lavorare per affrontare in modo distinto e unitario al tempo stesso la crisi settentrionale e la questione meridionale. Il risanamento e lo sviluppo dell'economia e dello Stato nazionale. La Bresso, Chiamparino, Cacciari, Cofferati, Fassino e tanti altri invitano il Partito democratico a non prendere sottogamba il problema della Lega, a rileggere anche da sinistra in chiave federale le questioni del Nord, del Centro e dell'intero paese. Non vedo perché il Mezzogiorno debba rifiutare questo terreno di riflessione, isolandosi e alzando barriere. Mi sbaglio o non è stato Bassolino, qualche tempo fa, a lanciare l'idea di una macro-regione meridionale, con l'iniziale coordinamento permanente e strutturato, non solo programmatico, delle varie Regioni del Sud? Perché non ripartire da qui, invece di aprire con la retorica delle "primarie" il braccio di ferro tutto interno alla coalizione sulle prossime (o meno prossime) elezioni regionali? O di imbarcarsi nel rilancio di un improbabile "laboratorio politico"? Cioè di una trattativa confusa e di vertice per tentare di rimettere assieme in qualche modo i cocci della sinistra radicale, del demitismo e del mastellismo? Dove stanno, in tutto questo, il radicamento sociale e il progetto politico? Secondo alcuni stanno proprio nei risultati elettorali: rosei, al di sopra di ogni aspettativa, perché in Campania il Pd non ha perso rispetto al 2006, anzi i suoi voti sono incrementati di quasi 3 punti. Che poi il centrodestra superi il Pd di quasi 20 punti e avanzi di circa 9 punti rispetto alla sua media nazionale. Che a Napoli e in Campania il fenomeno dell'astensionismo, che testimonia il distacco degli elettori dalla politica, da questa politica, sia stato il più alto di tutta Italia. Che nelle elezioni amministrative, che costituiscono il principale test del radicamento dei partiti sul territorio, su 12 Comuni con più di 50 mila abitanti amministrati dal centrosinistra e 4 dal centrodestra, la scorsa settimana 7 siano passati al centrodestra al primo turno e uno solo sia rimasto al centrosinistra. Che sia accaduto tutto questo senza ragionarci sopra è inquietante. Ed è inquietante il silenzio sui caratteri per molti versi particolari, anomali, del voto al centrosinistra in Campania: un voto sempre meno esigente rispetto ai contenuti delle politiche e alla soluzione dei problemi, compreso quello dei rifiuti, che sembra aver pesato più in altre parti del paese che da noi. Solo nella primissima fase della giunta di centrosinistra, negli anni della riscoperta di piazza Plebiscito e dei fasti del G8, la città sembrò identificarsi con orgoglio nel nuovo corso della politica e parve voler prendere in mano il proprio destino. Ma si trattò di una fiamma troppo breve, spenta dall'acritico appiattimento dei partiti sulle istituzioni. Dalla rinuncia del sistema politico a selezionare nuove classi dirigenti, a proporre valori, a indicare programmi, a costruire partecipazione. Attento essenzialmente a logiche interne. E al controllo della spesa pubblica: comunque, maledetta e subito. Così Napoli è diventata una città triste, senza più fiducia in se stessa e nel proprio futuro. Sotto schiaffo nell'immaginario collettivo a livello nazionale e mondiale. Spesso ingiustamente. E non c'è nulla di peggio, per lo spirito e l'identità di un luogo, rispecchiarsi in una immagine deformata della sua dignità, del suo ruolo, della sua storia. Sempre più spesso, nel dibattito di questi giorni, capita di ricordare la storia lunga della città. In particolare gli anni del 41 per cento dei voti al Pci. E delle giunte Valenzi. Capisco, figuriamoci se capisco! Ma non avrebbe senso assumerli meccanicamente a confronto per discutere del radicamento sociale dei partiti oggi. Non avrebbe senso parlare oggi delle sezioni di allora. Del tesseramento casa per casa. Della diffusione domenicale dell'Unità. Dei corsi di formazione politica in tutte le sezioni. Non avrebbe senso perché è cambiato il mondo. Forse, dico forse, varrebbe la pena di rivisitare sotto il profilo storico le radici antiche di un partito democratico e di sinistra a Napoli. Le ragioni politiche, ideali, culturali dei legami profondi costruiti negli anni. Con gli operai di fabbrica, gli strati popolari più deboli, le donne, i giovani, gli intellettuali. Di un partito sempre "dalla parte" dei cittadini. Criticamente anche, ma dalla parte loro. Per difendere l'onore della città. In uno spirito grande di solidarietà sociale e unità nazionale. Perché Napoli per la sinistra è sempre stata la capitale del Mezzogiorno e una grande città europea. Insieme con la volontà non di chiedere, ma di agire e lottare per il lavoro, la casa, la salute. Insieme su obiettivi semplici, ma incarnati nella coscienza e nei sentimenti delle persone. E vissuti in prima persona dai cittadini. Dai treni della speranza, con migliaia di bambini della Napoli disastrata dalla guerra ospitati nelle regioni rosse dell'Emilia e della Toscana. Ai Consigli di gestione per la ricostruzione e il rilancio delle fabbriche distrutte. Ai comitati per la rinascita del Mezzogiorno, con i "quaderni" di rivendicazione, quartiere per quartiere, colmi dei problemi da risolvere, dalla fontanella pubblica, all'asilo, al posto di pronto soccorso. Ai doposcuola e ai corsi per il conseguimento delle licenze medie organizzati dalle sezioni di partito nelle zone più popolari. Alle visite mediche, innanzitutto pediatriche, per i senzatetto accampati nelle baracche di via Marina e nei casermoni dei Granili. Assistenza? Volontariato civile? Diritti di cittadinanza? Impegno politico? Forse tutto questo e altro ancora. Oggi fortunatamente è tutta un'altra storia. Ma non è detto che non debba far riflettere.

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Spazzatura nel parco del vesuvio - patrizia capua (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina IX - Napoli Spazzatura nel Parco del Vesuvio Il castello di Ottaviano, nuova sede dell'ente, circondato dal degrado Inaugurazione nel giorno dedicato alla terra nel territorio segnato dagli abusi PATRIZIA CAPUA DAL NOSTRO INVIATO OTTAVIANO - La strada che porta alla principesca sede del Parco nazionale del Vesuvio, il Castello mediceo di Ottaviano, è invasa dalla spazzatura su entrambi i lati. Che bel castello, con gli affreschi di Angelo Mozzillo, bene confiscato alla camorra governata dal boss Raffaele Cutolo, "luogo simbolo" dato in consegna nel 1995 al Comune. Un'idea dell'assessore Mimmo Beneventano, ucciso dagli uomini del clan, e infine realizzata. Montagne di sacchetti non raccolti alle undici del mattino lungo il viale che porta al maniero sulla collina, che fu delle famiglie Orsini, Gonzaga e poi dei Medici: lo scempio dei rifiuti salta agli occhi nell'area protetta per eccellenza, nel giorno in cui si inaugura la nuova sede del Parco, dove opera l'Osservatorio per la legalità di Legambiente, nell'anniversario mondiale dell'Earth Day. La "montagna", come i veri vesuviani chiamano il Vulcano, domina il territorio metropolitano di 13 Comuni, sfregiato dall'abusivismo e dall'emergenza rifiuti che qui non è mai finita. Anzi. Problemi ambientali e sociali concentrati in un'area popolata da due milioni di abitanti. Ugo Leone (nella foto sotto), presidente del Parco nazionale e il direttore Matteo Rinaldi, sono convinti che "per risolvere la crisi della spazzatura, basta il nostro atteggiamento responsabile. Un terzo della Regione è protetta, in questo 30 per cento c'è il 30 per cento dei comuni della regione e il 30 per cento dei suoi abitanti. Persone che vivono e producono rifiuti e non possono pretendere che vengano smaltiti altrove. Ma non possono smaltirli, perché questa area protetta è off limits per discariche e inceneritori. Allora bisogna dare l'esempio con una raccolta differenziata fatta al meglio, creando qui impianti di compostaggio utili all'agricoltura". Sulla discarica della discordia, a Terzigno, per ora tutto tace. Per ora il territorio si avvale di una piattaforma temporanea di smistamento dei rifiuti che da Ercolano partono regolarmente per Catania. "Non sappiamo quali sono i progetti di De Gennaro - dice Leone - ma poiché le nostre aree sono gravate da vincoli ambientali europei, le istituzioni vanno con i piedi di piombo per non incorrere in ordinanze di infrazioni comunitarie". E neanche la paura del Vesuvio ferma i costruttori abusivi. L'Ente parco fino a giugno 2007 ha abbattuto oltre 28 mila metri cubi di villette, case, capannoni, ristoranti non autorizzati e nei prossimi mesi altri 10 mila metri saranno spazzati via. Nei comuni del Parco nazionale, Legambiente stima la presenza negli anni di ben 45 mila vani abusivi. E l'abusivismo regna - secondo Michele Buonomo e Peppe Ruggero di Legambiente - laddove c'è l'effetto condono. Quasi 50 mila le richieste di sanatoria. La semplice ipotesi di condono edilizio, all'epoca del governo Berlusconi, ha determinato dei picchi di abusivismo edilizio in Italia e in Campania. Nel 1994 spuntarono 83 mila abitazioni fuorilegge, oltre 16 mila in Campania. Altro diluvio cementizio nel 2003: 7.690 le costruzioni illegali per un milione di metri quadrati e un valore immobiliare stimato da Legambiente in oltre 576 milioni di euro. "Valanga" di cemento non con ragioni di "necessità" ma speculazioni e, spesso, riciclaggio di denaro sporco. L'assessore regionale all'Ambiente, Gabriella Cundari dice: "Adesso tocca a Ischia e Procida". Alcune amministrazioni dei 13 Comuni del Parco non hanno mollato la presa. è andato avanti con il suo piano di demolizioni, Ercolano, per esempio, con il sindaco Nino Daniele, nonostante le sospensive del Tar: su 15 immobili fuorilegge da abbattere, ne sono andati giù finora otto, la metà a cura degli stessi proprietari. "Non dico che abbiamo sconfitto gli abusi, ma la situazione è abbastanza sotto controllo" dice Daniele. L'amministrazione ha sequestrato due capannoni in via Mare per farne isole ecologiche. Nelle celebrazioni dell'Earth Day a Napoli, il console Usa, Patrick Truhn, in maniche di camicia ha scavato per piantare i lecci in Villa comunale assieme a trenta dipendenti del consolato, all'American women's club e ai ragazzi dell'Istituto Pagano. Hanno distribuito materiale informativo e l'assessore comunale Nasti, i kit per il risparmio energetico. A Gricignano hanno fatto dimostrazione sul riciclaggio dei rifiuti, con stand di Legambiente e è stato presentato il corso di studi in Scienza dell'ambiente dell'università del Maryland per i militari.

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Formigoni, 24 ore per accettare la proposta di Silvio (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 2 Formigoni, 24 ore per accettare la proposta di Silvio di Sabrina Cottone da Milano "Tutto bene, tutto bene" dice Roberto Formigoni appena uscito da Arcore. Ma è nervosissimo, non scende dalla macchina e fila via. L'incontro con Silvio Berlusconi è durato trenta minuti e il leader del Pdl ha chiesto al presidente della Lombardia di rimanere al suo posto fino al 2010. "La gente non capirebbe" elezioni anticipate di due anni. Formigoni torna al Pirellone con la speranza che in futuro potrà contare su un "prestigioso incarico nel partito". Ma i suoi fanno trapelare una "forte perplessità" del governatore: l'ipotesi non lo soddisfa. Lui ha riproposto il desiderio di andare a Roma in un ruolo di governo, come aveva previsto candidandosi come capolista del Pdl al Senato. Berlusconi e Formigoni si sono lasciati con l'intesa di rivedersi questa sera a Roma per una conclusione definitiva. I toni sono stati calmi ma le posizioni sono distanti. Gli spiragli non sono molti, per evidenti ragioni di opportunità politica: votare adesso in Lombardia rischia di causare un grave danno d'immagine per il Pdl. Ma anche se Formigoni lo sa, ha insistito per un'ulteriore riflessione. E ha attaccato sia Umberto Bossi sia Gianfranco Fini, colpevoli di aver previsto una sua permanenza al Pirellone: "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Bossi né da Fini". Segnali di evidente insofferenza alla situazione. Berlusconi ha parlato con il governatore della Lombardia dell'opportunità di portare a termine il mandato regionale che scade nel 2010. Mancano ancora due anni e il timore è che andare a elezioni anticipate possa essere ritenuto un atto di scarsa responsabilità da parte dei cittadini che sono stati appena chiamati al voto, dando ampia fiducia al Pdl di cui è Formigoni era capolista lombardo al Senato. Se Formigoni decidesse di optare per Palazzo Madama, inoltre, la Lega rivendicherebbe immediatamente la presidenza della Lombardia per un suo uomo. Già da mesi si fa il nome di Roberto Castelli (anche se non sono mai tramontate ipotesi alternative come Roberto Maroni e Giancarlo Giorgetti). Ed è forte il timore che la Lega, arrivata al 21 per cento dei voti nella Regione, possa guadagnare ancora terreno sfruttando sia l'onda delle politiche sia il volano del candidato alla guida della Regione. Le parole di Berlusconi non sono state una sorpresa per Formigoni, che era stato già avvisato dell'orientamento del presidente del Pdl. Ma durante il colloquio ha rilanciato un suo ruolo di governo, senza escludere l'ipotesi di una staffetta nel 2010, quando potrebbe subentrare a un ministro leghista. L'ambizione del governatore sarebbero le Attività produttive, ministero al quale farebbero capo le deleghe dell'Expo 2015 appena assegnata a Milano. Le caselle però, a meno di clamorosi ribaltoni di scenario, sono ormai definite in altro modo. Le decisioni sembrano prese, anche se da Arcore non è stato diramato alcun comunicato ufficiale, a differenza di quanto avvenuto per il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, che lunedì scorso ha formalmente escluso qualunque suo possibile incarico di governo, attraverso una nota congiunta con il leader del Pdl. "Penso che Formigoni resterà in Lombardia" aveva detto Bossi già ore prima dell'incontro tra Berlusconi e Formigoni, parlando da Varese. E il Senatùr ha spiegato di condividere la decisione del futuro premier: "Berlusconi ha paura della reazione della gente se si torna a votare così in fretta. C'è il rischio di creare una contrapposizione tra alleati che - forse Berlusconi ha ragione - non è necessaria". La previsione che Formigoni resterà in Lombardia è stata riproposta anche da Gianfranco Fini a Porta a Porta. "Credo che Formigoni onori il mandato ricevuto dagli elettori e rimanga governatore della Lombardia" ha detto l'aspirante presidente della Camera. Parole che hanno scatenato la stizzita reazione di Formigoni, anche se poi Fini ha precisato di essere stato equivocato e che avrebbe chiamato Formigoni per chiarirsi: "Ho solo detto che credo rimarrà alla guida della Lombardia". Al momento è quel che pensano tutti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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La svolta di Fini: "Guiderò la Camera ma lascio An" (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 0 La svolta di Fini: "Guiderò la Camera ma lascio An" di Redazione Sarà la Russa a traghettare il partito nel Pdl. La Giustizia andrà a un azzurro, ma Bossi ribadisce i tre posti alla Lega. Ancora da sciogliere il nodo Formigoni Roma - Non si scioglie il nodo Formigoni. Mezz'ora di incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi e il governatore della Lombardia non chiarisce quale sarà il suo futuro ed un nuovo faccia a faccia con il Cavaliere è in programma domani sera a Roma. Questo nonostante prima e dopo il colloquio di Villa San Martino Umberto Bossi e Gianfranco Fini abbiano garantito la permanenza al Pirellone dell'attuale presidente. Fini a Montecitorio Sia che venga eletto sindaco sia che ottenga un incarico ministeriale, probabilmente Lavoro e Welfare, è chiaro che il ruolo di Gianni Alemanno avrà conseguenze sul peso e la consistenza numerica della delegazione di Alleanza nazionale all'interno del governo. Per questo, con Altero Matteoli destinato alle Infrastrutture, ha iniziato a prendere quota l'ipotesi che Ignazio La Russa alla fine possa rimanere a via della Scrofa per traghettare il partito verso il Popolo della libertà. Anche se il diretto interessato risponde con un "cado dalle nuvole" a chi gli prospetta l'ipotesi che possa svolgere l'incarico di reggente mentre Fini salirà al vertice di Montecitorio rimanendo il leader di Alleanza Nazionale. Fini ha ribadito la sua candidatura per la presidenza della Camera, aggiungendo che se verrà eletto lascerà la guida di An. Spetterà così all'ufficio politico di Alleanza nazionale, formato da Altero Matteoli, Gianni Alemanno, Adolfo La Russa, Andrea Ronchi, Maurizio Gasparri e Donato La Morte, esprimere al proprio interno un primus inter pares per la gestione ordinaria e la preparazione in vista dell'ultimo congresso del partito, quello che in contemporanea con l'assise di Fi nel giro di 6-8 mesi dovrebbe approvare uno Statuto per fissare tempi e modi per la fondazione del nuovo soggetto unitario. Il nodo Formigoni "Il mio futuro politico dipende da me e da Berlusconi, non da Umberto Bossi", replica stizzito al primo. Stessi toni nei confronti del secondo: "Non sapevo che fosse l'onorevole Fini a dover decidere del futuro mio e della Lombardia. Per quanto riguarda me e Berlusconi, abbiamo aggiornato il nostro colloquio a domani sera". Insomma, dietro quel laconico "tutto bene" affermato da Formigoni lasciando Arcore, restano aperti gli interrogativi circa la possibilità che ottenga un incarico di prestigio a Roma o accetti di restare, più o meno volentieri, a Milano. Di sicuro, in ambienti vicini al presidente della Lombardia si registrano "forti perplessità" rispetto all'ipotesi che sarebbe stata prospettata da Berlusconi di assegnargli un ruolo di rilievo nella fase costituente del Popolo della Libertà e comunque un incarico di prestigio dopo il 2010. Il Cavaliere avrebbe messo sul tavolo anche una soluzione che comunque accontenti la componente ciellina all'interno di Forza Italia, con la possibilità di assegnazione di ministeri per Mariastella Gelmini e Maurizio Lupi, entrambi ricevuti ad Arcore. La prima potrebbe andare agli Affari regionali, mentre per il secondo si parla dell'Istruzione. In questo caso Sandro Bondi resterebbe al partito. Le pressioni del Carroccio Con il nodo Formigoni ancora da sciogliere, le caselle all'interno del governo attendono di essere distribuite e riempite, nonostante Bossi abbia ribadito con toni perentori che alla Lega andranno i ministeri dell'Interno, delle Riforme e delle Risorse Agricole, la vicepresidenza del Consiglio e il viceministro delle Infrastrutture. Roberto Maroni rimane comunque sempre in prima fila per il dicastero del Viminale, ma Berlusconi non abbandona l'idea di assegnare questo incarico ad un uomo di Forza Italia, soprattutto se alla fine si decidesse di non affidare ad un esponente azzurro il ministero della Giustizia. Così per via Arenula, accanto a quella di Marcello Pera, resta la candidatura di Alfredo Mantovano, di An, e l'ipotesi di un ritorno di Roberto Castelli. Molto dipenderà, oltre che da quello che sarà il futuro di Formigoni, anche dall'esito delle elezioni a Roma. La vicepresidenza del Consiglio Per la Difesa potrebbe allora tornare d'attualità il nome di Antonio Martino. In ogni caso, garantisce il leader di An, "una volta che il presidente della Repubblica avrà nominato il presidente del Consiglio la lista dei ministri non sarà questione di giorni ma di qualche ora". Da definire il ruolo di Roberto Calderoli, che in un'intervista si è candidato a svolgere un ruolo di "pontiere nei confronti dell'opposizione. Toni distensivi che possono essere letti come un'assicurazione in vista di una possibile nomina a vicepresidente del Consiglio o anche a ministro delle Riforme. In questo caso a palazzo Chigi, accanto all'altro vicepremier Gianni Letta, potrebbe sedere Umberto Bossi. E nella sede del governo potrebbe arrivare Antonio Catricalà, attualmente alla guida dell'Authority per le Comunicazioni, chiamato a svolgere il ruolo nevralgico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Paolo Bonaiuti resta invece favorito per il ministero dei Beni culturali. Quanto al resto della compagine governativa, Claudio Scajola continua ad essere indicato come ministro per le Attività produttive se il Viminale dovesse andare alla Lega. Qui potrebbe arrivare con un ruolo da sottosegretario, o perfino da viceministro, l'ex capo della Polizia e attuale commissario straordinario per la gestione dell'emergenza rifiuti in Campania Gianni De Gennaro, che potrebbe continuare l'opera dal ministero dell'Interno. Maurizio Sacconi è favorito invece per Lavoro e Welfare se Alemanno vincesse il ballottaggio a Roma. Per gli Affari regionali in corsa anche Enrico La Loggia e Giovanni Pistorio dell'Mpa, mentre Rotondi annuncia l'appoggio esterno al governo se non dovesse ottenere un ministero. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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I tempi che corrono secondo 30 vip - giuseppe balestrino (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina XIII - Napoli Una serie di interviste di Annella Prisco a personaggi della politica, della moda, dello sport e altro I tempi che corrono secondo 30 vip La presentazione oggi a Palazzo Alabardieri: un viaggio nella città "nascosta" GIUSEPPE BALESTRINO Ciro Cacciola, Tjuna Notarbartolo e Piero Antonio Toma presentano, alle 18.30, nella suggestiva cornice di Palazzo Alabardieri (via Alabardieri, 38), il libro di Annella Prisco "Trenincorsa. 30 interviste sui tempi che corrono" (Edizioni KaÍrÓs, pagg. 176, 12), con letture di Mariarosaria Riccio. Personaggi e volti noti della politica, della moda, della letteratura, dell'arte, della storia, dell'economia, dell'imprenditoria, della musica, della filosofia, del teatro, del cinema: Renzo Arbore, Rocco Barocco, Antonio Bassolino, Edoardo Bennato, Alberto Bevilacqua, Giulio Bosetti, Peppino di Capri, Ciro Discepolo, Giuseppe Galasso, Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Claudio Magris, Dacia Maraini, Maurizio Marinella, Eddy Monetti, Enrico Montesano, Dino Risi, Jacqueline Bisset, Gianna Schelotto, Vittorio Sgarbi, Uto Ughi, Lina Wertmuller, Renato Brunetta, Aldo Masullo, Tullio De Mauro, Corrado Ferlaino, Roberto Maroni, Mario Pagliari, Josè Rives, Franco Roberti. Sono questi i compagni, napoletani e non, di un "viaggio immaginario verso nuove e più rassicuranti mete", l'occasione per un "recupero di tutte le cose migliori che ci appartengono. Credo che questa città meriterebbe più amore da parte degli stessi suoi cittadini perché è una città che ha tutti i presupposti per essere la capitale d'Europa", sostiene il leader leghista Roberto Maroni mentre, nelle riflessioni di Giuseppe Galasso, sono soprattutto antichi problemi quelli che più fanno sentire il loro peso: "Come studioso ho sempre pensato che Napoli continui a scontare i danni provocati dalla sua abnorme crescita metropolitana nel corso del Cinquecento". E ancora: la musica napoletana vista da Renzo Arbore ? "trovo grave accanirsi contro la cartolina" ? e quella di Edoardo Bennato ("le mie canzoni sono sicuramente provocazioni"), il "piacere di scoprire le cose" di Claudio Magris, l'"affetto e la simpatia" di Dacia Maraini, il fascino sinistro che uno scippo esercita su Dino Risi, "particolarmente colpito per la maestria con cui un giovane teppista è riuscito a sottrarre la borsa ad una signora milanese". Per maggiori informazioni: www.edizionikairos.com; kairosedizionivirgilio.it.

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Rutelli-Alemanno: lite su rom e Alitalia (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 0 Rutelli-Alemanno: lite su rom e Alitalia di Luca Telese Botta e risposta a Ballarò: "Serve il bracciale antistupro". "No, è un burqa elettronico". E sulla compagnia di bandiera: "'Ndo sta la cordata italiana?". "Non si può svendere ai francesi" Roma - Si incontrano nei camerini alle 19.40, e la cordialità fra loro dura solo un attimo: stretta di mano, sorriso, "come stai?", chiede Francesco Rutelli, "Uh, bene", risponde Gianni Alemanno. Solo un'ora dopo, nella diretta di Ballarò, in uno studio arroventato dalle luci e dalla tensione, il fair play cede il posto allo scambio dei colpi: "No, tesoro? Ora parlo io!", grida Rutelli. "Tesoro mai...!", replica Alemanno. Già alla prima domanda, si precipita nel tema più dolente e tragico della campagna elettorale, Rutelli vince a testa o croce il diritto di scegliere se parlare per ultimo o per primo, sceglie di concludere, e allora è Alemanno che sfodera una copia del Messaggero: "Roma ferita e stuprata". Attacca subito il candidato del centrodestra: "Se vinciamo noi, cose così non devono più accadere" e poi, presentando la sua tesi: "Questa amministrazione, non dà garanzie rispetto alla sicurezza in questa città". Rutelli cerca di tenere botta, in un primo momento, non risponde sul tema, dice che vorrebbe una politica bipartisan, ripete "da ministro sono stato due volte a Milano a sostenere la candidatura di quella città all'Expo". Poi, nella chiusura del primo intervento: "... ovviamente c'è il problema della sicurezza dei cittadini". Ma Alemanno incalza: "Per anni avete detto che Roma era sicura, e che erano i romani a percepire l'insicurezza". In camerino Rutelli era arrivato con una caterva di documenti: "Le cartuccelle mi servono...". Alemanno, dal suo dossier, a un certo punto, sfodera persino le agenzie con le dichiarazioni del sindaco nel '94 sui campi nomadi. Il politicamente scorretto irrompe in scena alle 20, sotto forma di una battuta sarcastica di Rutelli: "... non vorrei tralasciare il fatto che con un significativo lapsus, Alemanno ha parlato delle colonnine Ss invece delle colonnine Sos!". Allora Alemanno sbotta: "Io non devo fare lapsus ma tu non devi fare battute cretine". Passano due minuti, e gli animi surriscaldati divampano ancora sul tema della sicurezza. Qui è Rutelli, che prova a sorpassare a destra Alemanno, con la sua proposta choc: "Mi avrebbe fatto piacere, che di fronte a un'idea come quella di mettere un braccialetto, o un altro dispositivo di sicurezza, o un servizio attraverso il telefonino, alle donne della città per permettergli di segnalare delle eventuali aggressioni, il centrodestra avesse risposto in modo costruttivo, e non con un no pregiudiziale". è il candidato del centrodestra qui che parte in contropiede: "Lo dico chiaramente, questa idea non mi piace. Mi pare assurda l'idea di mettere alle nostre donne un burqa elettronico. Così come non mi piace per nulla l'idea delle ronde...". Rutelli scalpita: "Non ti piace?". Alemanno alza la voce: "No, non mi piace l'idea della sicurezza Fai-da-te. è sbagliato. è una cattiva idea!". Floris chiede perché. Alemanno spiega: "Le donne e i soggetti deboli, i bambini, gli anziani, non possono essere tutelati in questo modo. La sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico, è un problema sociale. Infatti, colpisce soprattutto i più deboli. Quelli che non possono permettersi - conclude il candidato del Pdl - l'allarme, o la porta blindata". L'ultimo blocco sulla sicurezza si fa infuocato, si parla di espulsioni. Rutelli: "Noi abbiamo espulso 280 extracomunitari, voi, con il governo precedente, ne avete sanati 700mila!". Poi, cerca di uscire dall'angolo del ring rivolgendosi a Floris: "Poi, magari, smettiamo di parlare solo di questo?". Alemanno esclama: "No, senza sicurezza non si può fare altro". Allora Rutelli si arrabbia: "L'altra volta avete vinto, non avete combinato nulla". Lo studio si infiamma, la platea di figuranti sommerge di applausi, alternativamente entrambi i contendenti. Alemanno attacca ancora: "Ma come fate a vantarvi di 280 espulsioni. è ridicolo. Io dall'inizio della campagna elettorale, ho chiesto 20mila allontanamenti". Rutelli con un sorriso: "Allontanamenti o espulsioni?". Alemanno: "Allontanamenti, mi sono autocorretto". Anche Rutelli, ha una "cartuccella", un ritaglio della Padania: "Guarda che roba, nella pagina delle lettere, c'è il Colosseo trafitto da una spada? Subite la Lega, il vostro primo obiettivo è togliere qualcosa a Roma". Il candidato del Pdl quasi grida: "Tu hai un problema più grosso del mio, ti aggrappi a Bossi per nascondere un fallimento storico. La metro C è stata finanziata dal governo del centrodestra all'82 per cento. Il vero problema è che il vostro gruppo di potere, prometteva di risolvere i problemi di questa città e non lo ha fatto". Sempre sul Carroccio c'è l'affondo di Rutelli sul tema Alitalia: "Oggi la Padania scrive: “La lega vince, Air France vola via”. A chi la volete dare Alitalia? Ai russi? Oggi Alitalia vale meno perché voi, quando eravate al governo, avete fatto non una politica industriale ma una divisione tra Malpensa e Fiumicino che ha portato la compagnia di bandiera vicina al fallimento. Ma dove sta la cordata italiana di cui parlavate?". S'infervora Alemanno: "Noi riteniamo che si può costruire una cordata italiana". E poi, alzando il tono di voce: "Non si può svendere Alitalia. Alitalia, Rutelli, capito? Italia, Italia, Italia". Saltano tutti gli schemi, le cartelline si chiudono, finisce con i due candidati che si azzannano in un corpo a corpo dialettico. Molto politicamente scorretto. Ma la democrazia è questa. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Forze dell'ordine ventimila in meno E' sos criminalità (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Sui romeni è duello tra Fini e Veltroni "Sì al visto", "Li avete fatti entrare voi" [FIRMA]FULVIO MILONE ROMA Assediata dall'emergenza immigrati e dalle violenze sulle donne, dalla microcriminalità e dalle mafie, l'Italia ha paura e si sente insicura e indifesa. Insicura perché gli organici di polizia, carabinieri e Guardia di finanza, che pure indagano bene, sono insufficienti. Indifesa perché la giustizia è lenta, rimette in libertà troppi delinquenti e vanifica così il lavoro degli investigatori. E' un Paese in nero quello raccontato nelle 85 pagine dell'Indagine sulla sicurezza in Italia presentata ieri a Montecitorio dalla commissione Affari Costituzionali presieduta da Luciano Violante: un "promemoria" per il nuovo Parlamento che si insedia martedì prossimo e che dovrà sciogliere il nodo degli immigrati comunitari. A cominciare dai romeni, nei confronti dei quali il leader di An e probabile presidente della Camera Gianfranco Fini annuncia il pugno di ferro: "Non escludo la possibilità che per loro venga reintrodotto il visto d'ingresso e che le regole sulla libera circolazione delle persone possano essere ridiscusse in sede comunitaria". Una sortita, quella dell'esponente del centrodestra, non condivisa da Bruxelles: in ambienti della Commissione si fa notare come in materia di visti sia competente l'Unione Europea, e non i singoli Paesi. Ad alimentare la polemica ci pensa anche il leader del Pd Walter Veltroni, che ricorda come siano stati "proprio il governo Berlusconi e la legge Bossi-Fini a consentire l'ingresso dei romeni e l'arrivo di tanti clandestini". Su come è stato gestito il problema della sicurezza legato all'immigrazione, il ministro dell'Interno del governo Prodi, Giuliano Amato, non nasconde la sua amarezza verso la vecchia maggioranza: "Ribadisco la mia insoddisfazione per come è stato trattato il decreto sulle espulsioni e per quello che non è stato fatto sul pacchetto sicurezza". Sono esigue le forze messe in campo dallo Stato per garantire la sicurezza e arginare l'offensiva continua della criminalità organizzata. I numeri inseriti nel dossier parlano chiaro: gli uomini in servizio nella Polizia di Stato e nell'Arma dei carabinieri sono 220 mila (solo 214 mila hanno compiti operativi), mentre dovrebbero essere 232.483. Sotto organico anche gli altri tre corpi: Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria e Forestale. Complessivamente l'organico è "sotto" di poco più di 20 mila unità. "Sono necessarie risorse aggiuntive da assicurare sia con misure "una tantum" per ripianare i debiti accumulati, sia con finanziamenti pluriennali", spiegano gli esperti. Nonostante ciò il lavoro delle forze dell'ordine è ottimo: negli ultimi cinque anni si è passati da 125.689 a 153.936 arresti, con un più 22,4 per cento. Ma le indagini spesso sono vanificate dalla lentezza dei processi e dalle maglie larghe della giustizia: troppi benefici e dibattimenti dai tempi infiniti consentono a chi compie un reato di tornare in libertà. Per evitare che nella gente crescano lo sconcerto e il senso di insicurezza, sostengono gli esperti, "occorre superare un processo penale flebile, confuso e impotente". Qualche spiraglio di luce, per la verità, la commissione Affari Costituzionali lo intravede. I risultati migliori nel settore della sicurezza, è scritto nel dossier, li hanno ottenuti il poliziotto di quartiere e l'istituto dei patti per la sicurezza. Ma il problema più grave rimane senza dubbio quello costituito dalla presenza assillante della criminalità organizzata. Mafia, camorra e 'ndrangheta sono le vere emergenze dell'Italia in nero, perché "sono fonte di corruzione e violenza, si alimentano con traffici criminali e hanno risorse finanziarie illimitate". La denuncia è pesante: "In nessun Paese avanzato operano tre potenti, radicate e ramificate organizzazioni criminali che condizionano la vita pubblica e l'economia di tre regioni (Campania, Calabria e Sicilia, ndr) che per numero di abitanti, 12 milioni, potrebbero costituire l'undicesimo Stato europeo".

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Pdl e lega: formigoni resta qui (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina V - Milano Il presidente: "Non decidono loro il mio destino". Ma ormai è tramontato il suo trasferimento a Roma Pdl e Lega: Formigoni resta qui Oggi nuovo vertice a Arcore. Il Pd: è un governatore dimezzato Popolo della Libertà e Lega gelano Formigoni: "Deve restare al Pirellone". Nulla di fatto ieri nel faccia a faccia ad Arcore con Silvio Berlusconi per decidere l'eventuale ingresso del presidente della Regione nel governo. Ad anticipare l'esito dell'incontro Umberto Bossi e Gianfranco Fini: "Resterà al Pirellone". Lui replica piccato: "Non decidono loro il mio destino". Il Cavaliere in cambio della rinuncia gli ha offerto il posto di coordinatore del nuovo partito. Ma Formigoni non nasconde la sue perplessità. Oggi e nei prossimi giorni forse un nuovo incontro. ANDREA MONTANARI E RODOLFO SALA ALLE PAGINE IV E V.

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Trafitto dagli alleati - carlo annovazzi (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina V - Milano Trafitto dagli alleati CARLO ANNOVAZZI Il fuoco amico lo ha trafitto anche stavolta. Manca ancora l'annuncio ufficiale e sappiamo tutti che solo Silvio Berlusconi ha, nel Pdl, il potere di decidere e, poi, di comunicare. Ma le parole di Umberto Bossi e Gianfranco Fini sono chiarissime: "Roberto Formigoni resterà alla guida della Regione Lombardia". SEGUE A PAGINA V.

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Alla festa sgarbi imita bossi "a milano bisogna adeguarsi" (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina VIII - Milano La curiosità Alla festa Sgarbi imita Bossi "A Milano bisogna adeguarsi" La sera c'erano i big della finanza all'inaugurazione della mostra, che racconta il secolo di Gianni Agnelli: foto, filmati, aneddoti e ricordi. Ma è al mattino, nelle sale del Palazzo della Ragione in penombra, che Vittorio Sgarbi si è trasformato da padrone di casa in imitatore. La conferenza stampa deve iniziare, ma i giornalisti si attardano a raccogliersi attorno a lui. Così l'assessore, microfono in mano, modella la voce e il richiamo è quello, inconfondibile, di Umberto Bossi: "Andiamo...Padania...". Qualche parola, niente di più. Poi un sorriso e la spiegazione ironica all'ex direttore della Stampa Marcello Sorgi, il curatore della mostra in piedi vicino a lui: "Ormai a Milano bisogna adeguarsi".

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Pdl e lega gelano formigoni "deve restare al pirellone" - rodolfo sala (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina VIII - Milano Pdl e Lega gelano Formigoni "Deve restare al Pirellone" Pizzetti (Pd): ora la Lombardia ha un leader dimezzato La prospettiva di elezioni regionali a novembre sembra ormai tramontata Rifondazione "è stato stritolato dall'asse tra Cavaliere e Carroccio" RODOLFO SALA Quaranta minuti di faccia a faccia ad Arcore, e per Roberto Formigoni si chiudono le porte di un imminente trasloco in un palazzo romano. Niente ministero (neppure quello delle Attività produttive) e niente presidenza del Senato. Berlusconi non vuole le elezioni anticipate in Lombardia, quindi il governatore deve restare al suo posto. Almeno fino alla conclusione naturale del suo terzo mandato, che scadrà tra due anni. In cambio il Cavaliere fa balenare la possibilità di un incarico di prestigio ai vertici del suo nuovo partito, forse il posto di coordinatore unico. Ipotesi alla quale, però, neppure gli stessi esponenti lombardi del Pdl mostrano di credere fino in fondo. In ogni caso a Formigoni non può bastare, come si incaricano di sottolineare i suoi fedelissimi, in serata, facendo trapelare la forte "perplessità" del governatore. è un eufemismo: il Celeste mastica amarissimo perché vede passare l'ultimo treno per Roma senza riuscire a salirci. Tuttavia non si dà ancora per vinto: farà l'ultimo, disperato tentativo stasera, quando incontrerà di nuovo il premier in pectore. In una giornata per lui tutta da dimenticare, il colpo di grazia glielo danno prima Umberto Bossi e poi Gianfranco Fini, che si mostrano in perfetta sintonia. "Formigoni resta al Pirellone perché Berlusconi ha paura della reazione della gente nel caso in cui il presidente della Lombardia andasse direttamente a Roma", certifica all'ora di pranzo il Senatùr. E nel tardo pomeriggio le agenzie diffondono le dichiarazioni del leader di An, che sta registrando a Porta a Porta: "Formigoni onorerà fino alla fine il mandato ricevuto dagli elettori lombardi". La replica è piccata: "A decidere del mio futuro politico non sono né Bossi né Fini". L'opposizione tira un respiro di sollievo perché vede svanire l'ipotesi delle elezioni anticipate (in autunno) che riconsegnerebbero la Lombardia a un centrodestra con il vento in poppa. Ma non rinuncia a spargere sale sulle ferite del governatore. Nel Pd si scomoda Luciano Pizzetti, responsabile nazionale per il federalismo: "Se Formigoni resta presidente ci sarà un forte indebolimento della sua autorevolezza politica; rimarrà in un contesto di isolamento dorato che ridimensionerà la sua funzione istituzionale alla vigilia di scelte importanti in vista dell'Expo". Batte lo stesso chiodo Alessandro Alfieri, dell'esecutivo lombardo del Pd: "è ormai chiaro che Formigoni è stato isolato dall'asse Berlusconi-Bossi, asse che ancora una volta decide i destini della Lombardia". Il verde Carlo Monguzzi fa un po' il primo della classe: "L'ho sempre detto che il presidente della Regione non avrebbe traslocato a Roma, sarebbe stato aberrante costringere i lombardi a votare prima della scadenza naturale solo per le sue ambizioni personali, dal momento che la maggioranza non è in crisi". Segue un irrituale applauso a Berlusconi: "Ha riportato la Lombardia alla normalità". Più articolato il commento del capogruppo di Rifondazione al Pirellone, Mario Agostinelli: "Per noi, che abbiamo sempre guardato con timore alla possibile esportazione del suo modello lombardo, è sicuramente meglio che Formigoni resti qui, perché l'arrendevolezza dimostrata dal Pd in consiglio regionale si sarebbe trasformata in una più forte disponibilità in sede nazionale". Per fortuna, secondo Agostinelli, il governatore "è finito stritolato da Berlusconi e dalla Lega". Dal Carroccio si fa sentire il capogruppo in Regione Stefano Galli: "è una questione tutta interna al Pdl: come dicono a Roma, a noi non ce ne potrebbe fregare di meno. Certo, se a sostituire Formigoni fosse stato un presidente della Lega avremmo avuto qualcosa da dire".

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"non decidono loro il mio destino" - andrea montanari (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina IX - Milano Gli alleati lo avvisano via tv: "Niente trasloco". Lui lascia villa San Martino scuro in volto: "Tutto bene" "Non decidono loro il mio destino" La giornata nera del presidente che continua a sognare Roma Duro botta e risposta a distanza con Fini e Bossi che assicurano: "Resta dov'è". Poi il silenzio stampa L'incontro con Berlusconi dura poco più di mezz'ora. Il premier: "Roberto, la Lombardia ha bisogno di te" ANDREA MONTANARI Arriva all'ora di pranzo la prima doccia fredda per Roberto Formigoni. Quando Umberto Bossi da Varese scopre un'altra volta in anticipo le carte di Silvio Berlusconi: "Lo lascerà al Pirellone". Il governatore salta sulla poltrona del suo studio al trentesimo piano. Stanno per andare in onda i telegiornali e lui sta per presiedere una giunta straordinaria. Ci sono le ultime nomine degli enti regionali da fare. Non c'è tempo per avvertire le agenzie. Tanto che il suo portavoce detta direttamente al telegiornale regionale della Rai la sua piccata replica perché vada in onda nell'edizione delle 14: "Non è Bossi che decide il mio destino". La seconda doccia gelata arriva poco dopo le 16 ad Arcore. Quando il Cavaliere in persona gela le ultime aspettative di far parte del suo governo. "Roberto, cerca di capire - prova a blandirlo, ma senza successo - la Lombardia ha bisogno di te. Non possiamo votare un'altra volta solo dopo due mesi. I nostri elettori non lo capirebbero. Ho in mente di darti un incarico di prestigio nel nuovo partito". Parole già sentite in passato. I presenti all'incontro raccontano che la tensione si tagliava col coltello. Formigoni sulle prime è rimasto in silenzio. Poi ha offerto la sua controposta. Non più l'Interno o gli Esteri, ma pare le Attività Produttive anche dopo le elezioni del 2010. La reazione è stata un silenzio carico di ambiguità ancora tutte da verificare. La speranza, però, è durata poco. La terza doccia, infatti, è arrivata in serata dall'altro leader del Pdl Gianfranco Fini, che, ospite di "Porta a Porta" ha annunciato: "Formigoni resterà al suo posto". La misura è colma: "Non è Fini a decidere del mio futuro" - ribatte Formigoni a stretto giro in una nota - domani (oggi, ndr) vedrò ancora Berlusconi". Decisamente troppo. In due giorni, infatti, dalla trasmissione di Bruno Vespa, spesso megafono del Berlusconi pensiero, sono partite le frecciate più velenose per spezzare le sue ambizioni. Aveva cominciato lo stesso Cavaliere pochi giorni fa quando rispondendo al conduttore che gli chiedeva conferma sul trasloco a Roma del governatore aveva tagliato corto: "C'è una domanda successiva o di riserva"? Quella di ieri, comunque, è stata una giornata di tensione come al Pirellone non la ricordavano da anni. Che Formigoni ha cercato di dissimulare all'esterno in tutti i modi. Quando si è rivolto ai giornalisti sorridente al suo arrivo nel primo pomeriggio al centro congressi di via Romagnosi per un convegno sulla sanità: "Tutti appassionati della sanità lombarda"? Quando ha scherzato salutando sempre la stampa mentre partiva per Arcore: "Vado a fare una gita in Lombardia. Se qualcuno vuole venire come me c'è posto, ma sul tetto". Molto più rabbuiato quando ha lasciato villa San Martino dopo l'incontro con Berlusconi: "Tutto bene, tutto bene". Ma il volto tradiva la delusione. Per un'ora ha staccato le comunicazioni con il mondo esterno. Ha chiesto che facessero la stessa cosa i suoi più stretti collaboratori. Le tensioni degli ultimi tre giorni forse hanno cominciato a farsi sentire. E dire che in questi giorni aveva cercato di rassicurarlo Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia, fedelissima del Cavaliere e data in corsa, lei sì, per una poltrona di prestigio nel futuro governo. è stata lei a tentare di avvicinare due posizioni inesorabilmente troppo distanti. Che qualcosa avrebbe potuto andare storto Formigoni in fondo lo aveva sospettato già due giorni fa. Per studiare le possibili contromosse aveva convocato il suo sfaff e gli assessori in una riunione straordinaria lunedì sera. Il capodelegazione in giunta di Forza Italia, Giancarlo Abelli, aveva da poche ore incontrato Berlusconi ad Arcore. Per lui come per il deputato ciellino Maurizio Lupi è praticamente certo un posto da vice ministro o sottosegretario. Anche gli azzurri Fabrizio Cicchitto e Renato Schifani, tra i più agguerriti nel porre il veto sul trasloco a Roma di Formigoni, avevano ottenuto il via libera. Il primo alla guida del gruppo del Pdl alla Camera, il secondo alla presidenza del Senato. Solo il governatore era destinato per la seconda volta a rimanere a mani vuote. Formigoni, però, non voleva crederci. Il verdetto in una drammatica telefonata a tarda sera tra lo stesso Berlusconi e la Gelmini. Unica concessione, l'onore delle armi. Ovvero: nessun comunicato fino al nuovo incontro. Ma forse Berlusconi si è dimenticato di avvisare Fini che, nel frattempo, stava già registrando "Porta a Porta".

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Doppia truffa per il rampollo dell'armatore - vincenzo curia (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina XI - Genova Alessandro Corrado rischia oltre tre anni Doppia truffa per il rampollo dell'armatore VINCENZO CURIA RISCHIA una condanna severa Alessandro Corrado, rampollo di una nota a ricca famiglia di armatori genovesi. Sotto processo per due ipotesi di truffa, ieri il pm Sabrina Monteverde ha chiesto per lui una condanna a 3 anni e mezzo di carcere oltre al risarcimento dei danni alle parti civili, un chirurgo estetico molto conosciuto (Carlo Rava) e i coniugi Gustavo Mari e Ornella Mascioscia. La sentenza sarà emessa dal giudice Roberta Bossi lunedì prossimo. Di più. Corrado potrebbe subire un altro procedimento: lo stesso pm ha infatti chiesto il rinvio degli atti all'ufficio del pubblico ministero sollecitando l'incriminazione dell'accusato per una serie di minacce da lui lanciate in una precedente udienza: a un teste, diffidato dal deporre e a un maresciallo della G d F che si era occupato delle indagini. Sul capo dell'imputato pende anche una denuncia sporta da Rava: il sanitario sostiene di essere stato ingiuriato da Corrado fuori dall'aula. Le parti civili sono assistite dall'avvocato Enrico Scopesi, mentre l'imputato è difeso dall'avvocato Andrea Vernazza. Le imputazioni. Corrado si sarebbe fatto consegnare dal sanitario circa un milione di euro (tra il 1990 e il 2003) facendogli intravedere la possibilità di ottenere ingenti e facili guadagni con investimenti all'estero per mezzo di conoscenti di provata esperienza e fiducia. In realtà egli avrebbe utilizzato l'ingente somma per condurre una bella vita senza svolgere alcuna attività. Quanto ai Mari, ci avrebbero rimesso 565 milioni di vecchie lire (dal 1999 al 2000).

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Classe operaia cerca fiducia - ilaria ciuti (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina XI - Firenze "Deluso da Fausto" Classe operaia cerca fiducia Salario, sicurezza e precari: scricchiola la fede nella roccaforte rossa Viaggio nei distretti "Con questo governo è un guaio ma con Prodi non si arriva a fine mese" La sinistra regge ma un 1-2% in più a Lega e Pdl sono comunque un segno di disagio Nelle aziende tessili di Prato e dell'empolese e nelle concerie di Santa Croce ILARIA CIUTI "Mi ha impressionato - racconta il sindacalista Cgil, Daniele Cateni - un'assemblea fatta ieri in un'aziendina di 7 dipendenti. Nel 2001 si erano disperati. Adesso uno ha detto: Berlusconi è un guaio, ma tanto con Prodi non abbiamo avuto niente, non si arriva a fine mese. Se qui la Lega facesse le cose che fa al nord, mi domanderei se votarla". Probabilmente non la voterebbe, è solo deluso. Siamo in una fabbrichetta tessile del circondario empolese, 11 Comuni dove il Pd ha avuto il risultato "migliore d'Italia", come dice il sindaco di Empoli Luciana Cappelli, ma dove il crollo della Sinistra arcobaleno, simile al resto d'Italia, ha fatto più rumore: l'empolese era la sua roccaforte. Eppure anche nel successo del centro sinistra che affonda le sue radici nel concreto "buon governo" del circondario, un piccolo, quasi impercettibile scricchiolio, al di là del cataclisma Arcobaleno, c'è stato. Come negli altri distretti industriali alle porte di Firenze, a Prato, nel distretto del cuoio di Santa Croce sull'Arno dove tuttavia il Pd è largamente maggioritario. Un 1 per cento, un 2 in più per Lega, Destra, Pdl. Percentuali non più alte di quelle del '94 e per Lega e Destra comunque sotto la soglia del 4%. E un'astensione tra il 3 e il 4%, in genere di sinistra. Nessun terremoto politico, ma una situazione aperta. In cui operai e ceti popolari esprimono un reale disagio ma credono ancora, o perlomeno sperano sulla base dell'esperienza locale, che il centro sinistra li difenda meglio. E, spiega Giancarlo Spiga, operaio della Plasturopa, "se qualche raro operaio a Prato ha votato Lega, lo ha fatto per protesta non per adesione al programma". Salario, sicurezza anche economica, precarietà: ecco il disagio che chiede risposte concrete perché la crisi batte. E a Prato batte forte, dice Carlo Longo, presidente della Camera di commercio e per un mese ancora anche di Confindustria: "Con il dollaro a 160 la situazione di un distretto che esporta nell'area dollaro è gravissima". Dopodiché lo stesso Longo testimonia la peculiarità di un "blocco sociale di operai, artigiani, imprenditori orientato verso il centro sinistra. Deluso dal governo Prodi, ma convinto che un ricambio non sia all'orizzonte". Ricambio che invece sogna Paolo Giusti, impiegato trentenne che ha votato Pdl "come tutta la mia compagnia", e che incolpa i cinesi di avere ucciso la ricchezza locale con "prodotti da tre soldi" e che guida l'ambulanza di notte e "so per esperienza che in centro a Prato la notte non ci si va più tra maghrebini, pakistani, albanesi". Nella provincia di Prato, ci sono 35.000 stranieri (di cui 10.000 residenti) su 240.000 abitanti, 25.000 sono cinesi. Di 34.000 aziende, più di 3.000 sono straniere, 2.800 cinesi. Lo racconta il sindaco Pd Marco Romagnoli: "Chi è in crisi non sopporta i cinesi con la Mercedes che non pagano tasse, contributi, tariffe. Hanno imparato che la burocrazia italiana ci mette due anni a beccarli e prima dei due anni chiudono e si tengono i soldi in tasca. Poi ricominciano". I più polemici, i commercianti che non vendono più: "I cinesi ci fanno concorrenza vendendo a poco costo merce di bassissima qualità" spiega Giuseppe Nardini, presidente dell'Unione commercianti. "Il Pd qui è radicato, ma dobbiamo rilanciare un'idea di coesione e stare attenti anche ai piccoli segnali. C'è bisogno di regole: vanno a vantaggio dei più deboli, altrimenti c'è pericolo di una degenerazione razzista", dice il segretario della Cgil pratese, Emanuele Marigolli. Dice anche che "la situazione economica peggiora, le condizioni di vita sono pessime, la disaffezione alla politica nelle frazioni operaie cresce. Resiste la fiducia nei partiti che finora hanno assicurato la governabilità, ma qualcosa si è scalfito". Gli operai "sono arrabbiati con il governo Prodi da cui non hanno visto niente. Anche se Veltroni ha fatto la scelta giusta qualcuno non è andato a votare, qualcuno ha anche votato a destra. Forse Lega", dice Chiara Malinconi, segretaria dei tessili della Cisl e Giancarlo Spiga ha fatto fatica " a convincere i giovani in fabbrica a andare a votare". Dice anche che "Rifondazione ha pagato lo scotto di essersi occupata di problemi non reali. Dire di no è facile, costruire è difficile". Lui ha votato Pd: "Ma in questo governo mi sento rassicurato solo dalla Lega che ha anche difeso il sindacato contro Montezemolo". Nell'empolese la crisi si abbatte sulle aziende di abbigliamento e di calzature, due dipendenti in media, le più piccole della Toscana. Vanno meglio invece quelle alimentari. L'interrogativo per eccellenza è cosa è successo alla Sinistra, Rifondazione era fortissima, c'è perfino la Sammontana che aveva organizzato la manifestazione del 29 settembre scorso contro l'accordo sul welfare. "C'erano grandi aspettative dal governo Prodi - spiega Sandra Cappellini, responsabile Flai-Cgil - C'erano grandi aspettative anche nella sinistra radicale al governo. Tutte deluse. E' stato difficile convincere i lavoratori a votare" Qualcuno ipotizza perfino che "se ci fosse stata una Lega organizzata come al Nord gli operai delusi dalla sinistra radicale l'avrebbero votata". Non c'era. Hanno votato qualcuno Pd, qualcuno anche a destra, molti si sono astenuti. Dice il sindaco Pd di Empoli Luciana Cappelli. "Qui è andata bene. Il Pd ha tenuto anzi è aumentato. Certo che qualche segnale c'è stato. Nelle fabbriche c'è chi non è andato a votare. Molti giovani hanno votato a destra". Ma molti imprenditori si sono entusiasmati: "Il Pd è piaciuto. Veltroni ha fatto un buon progetto a medio e lungo termine. Lo capisce meglio chi non ha le tasche fredde. Chi guadagna mille euro al mese non può aspettare", dice Antonio Brotini, patron delle calzature Pakerson. Chi guadagna mille euro ha paura della propria precarietà, ha paura che gli stranieri gli piglino la casa popolare, il posto all'asilo nido, il lavoro che lui rifiuterebbe, che gli minaccino la sicurezza. "Eppure qui i rumeni lavorano e basta. Comunque noi sulla sicurezza dobbiamo impegnarci, valorizzare chi lavora e essere inflessibili con chi sgarra. Altrimenti ci si affiderà alla Lega - dice Cateni - Io sono contento che il Pd sia andato bene, mi dispiace che la sinistra nel complesso sia diminuita, ma l'Arcobaleno è sembrato più un gruppo raccogliticcio che un vero partito. E' cresciuta l'astensione e anche chi ha votato Pd non è entusiasta, pensa al governo Prodi: e il salario dov'è? si domanda". Anche nel distretto del cuoio il Pd ha tenuto, la destra è un poco è aumentata, la Sinistra è crollata mediamente dell'8%. "I voti sono andati all'astensionismo, qualcosa al Pd, qualcosa a destra, come dappertutto - dice Domenico Contino della Cgil - La pur modesta crescita di Lega e destra è un campanello d'allarme". Più relativamente a destra i paesi più industrializzati, dice il sindaco di Santa Croce Osvaldo Ciaponi: il suo Comune, il più ricco d'Italia ma dove comunque il Pd è maggioritario, Castelfranco e Santa Maria, più a sinistra quelli ancora misti agricoli, Montopoli e San Miniato. Il distretto fa pelli e cuoio di lusso, vende anche ai cinesi ricchi, non è in crisi, ma stagna. "Per noi la Cina è una risorsa non un concorrente, ma le aziende si preoccupano per le tasse, la burocrazia, i rapporti governo-imprese". E gli operai degli immigrati, spiega Contino, che "rubano" lavori in conceria che comunque gli italiani non farebbero.

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Merighi, sì ai vigili col manganello mancuso: o ronde o risposta militare - silvia bignami (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Pagina VI - Bologna Merighi, sì ai vigili col manganello Mancuso: o ronde o risposta militare Il Pd annuncia che presenterà un ordine del giorno lunedì in consiglio comunale SILVIA BIGNAMI Dopo aver sdoganato le ronde, purché siano "dolci" e civiche, il Pd ora dice sì anche a spray e manganelli ("bastoni telescopici") per la polizia municipale. Lo dichiara il capogruppo dei Democratici in Comune, Claudio Merighi, che dopo una melina di tre anni rompe gli indugi e annuncia un ordine del giorno da portare in consiglio lunedì per dare mandato alla giunta di "riaprire il dialogo con Prefettura e Procura". Frena l'assessore alla sicurezza Libero Mancuso, che intanto torna a difendere le sue pattuglie civiche di studenti in zona universitaria come ultimo baluardo "prima della risposta militare" al degrado. Dopo l'exploit elettorale della Lega Nord il Pd infrange un altro tabù in nome della sicurezza. "Nei prossimi giorni prepareremo un odg per modificare il regolamento comunale e inserire questi strumenti" nella dotazione dei vigili urbani, annuncia Merighi in commissione. Strumenti che, precisa il capogruppo del Pd, devono però essere utilizzati "solo a scopo difensivo" e con una "assicurazione per gli agenti: chi usa questi strumenti - conclude Merighi - deve essere tutelato". Resta tiepido l'assessore Mancuso: "Vedremo, prima bisogna rimuovere il divieto imposto dalla Procura del 2002, che per il peperoncino parlava di porto illecito di arma". Senza contare "che solo la legge regionale permette l'uso di spray e manganelli. La legge nazionale non ne parla". Contrarie le Rdb, che annunciano azioni di protesta. Critica anche la Cgil, che chiede la copertura assicurativa per vigili e cittadini: "Spray e manganelli sono armi di offesa vere e proprie". Esultano invece Cisl e Sulpm, il sindacato dei vigili, il primo a chiedere la "dotazione speciale". E applaude anche il Pdl, con il consigliere di An Galeazzo Bignami che grida "vittoria" e rivendica la paternità dell'idea. Ma a compiacersi è soprattutto il Carroccio bolognese, che tra 10 giorni sarà in piazza coi suoi gazebo per reclutare volontari per le ronde della Guardia Padana. "Mi pare che il Pd faccia svolte nel nome della Lega" dice il deputato Alessandro Alessandri. "Bravo il Comune. Si vede che bisognava che la gente votasse in massa la Lega per farli svegliare" rincara la dose il coordinatore bolognese Manes Bernardini. Intanto continuano a far discutere anche le pattuglie civiche per Piazza Verdi promosse dall'assessore Mancuso. Le approva il leader di An Granfranco Fini, ospite a Porta a Porta, che definisce Bologna un "esempio utile" di cittadini organizzati per la sicurezza. Mentre in giunta emergono le prime crepe. Resta ancora in silenzio il sindaco Sergio Cofferati, mentre la vicesindaco Adriana Scaramuzzino frena: "Le pattuglie di studenti? Corriamo il rischio di crescere una generazione invischiata nella paura".

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Gli islamici d'italia puntano all'8 per mille - vladimiro polchi (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Cronaca Allam, salta l'incontro Gli islamici d'Italia puntano all'8 per mille Federazione di moschee per l'intesa con lo Stato. La Lega: bloccheremo ogni accordo Gelo dell'Ucoii sull'iniziativa "Nessuno ci ha chiamato, vogliono isolarci" VLADIMIRO POLCHI ROMA - Rifiuto della poligamia, riconoscimento della laicità dello Stato. Uguaglianza tra uomo e donna. Corsi di italiano e di diritto per gli imam. Bilanci trasparenti per le moschee. La galassia musulmana in Italia si dà le prime regole e annuncia la nascita di una federazione unitaria. L'obiettivo? Unire l'islam, siglare l'Intesa con lo Stato e, infine, accedere all'otto per mille. La "road map" verrà illustrata oggi al Viminale, dal ministro Giuliano Amato e il professore Carlo Cardia. Ma l'Ucoii si chiama fuori e la Lega già avverte: "Bloccheremo ogni intesa con l'islam". La futura federazione è "figlia" della Consulta per l'islam italiano, istituita dal precedente ministro, Beppe Pisanu. A muovere i primi passi per costruire il soggetto unitario sono infatti sette esponenti della Consulta (Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis, Mario Scialoja della Lega musulmana mondiale, Soaud Sbai, Gulshan Antivalle, Mohamed Saady, Ejaz Ahmad e Younis Tawfik), con il coinvolgimento di Abdullah Redouane della Grande moschea di Roma e dell'Unione musulmani in Italia di Abdelaziz Khounati, che raccoglie circa 25 moschee nel Nord Italia. Dunque, una folta rappresentanza dell'islam moderato. Resta fuori l'Ucoii: l'organizzazione di Nour Dachan infatti non ha partecipato al lavoro preparatorio della federazione. Il portavoce Issediz Elzir chiede di "non isolare nessuno" e ricorda che le adesioni all'Ucoii "sono sempre in aumento e ora siamo arrivati a 134 tra moschee e centri islamici". Pallavicini risponde che "la piattaforma è aperta a tutti i musulmani", mentre l'Ucoii "dovrebbe fare una scelta tra essere un movimento politico o un movimento di preghiera e attualmente ha un'ideologia incompatibile coi paletti che vogliamo fissare". La futura federazione si presenterà probabilmente con due teste: da un lato la Coreis, dall'altro la Grande moschea di Roma. L'organismo unitario dei musulmani italiani si presenta all'appuntamento di oggi al Viminale con tre documenti diversi: lo statuto fondativo della federazione, lo statuto delle moschee e lo statuto degli imam. Con il primo si dà vita all'organizzazione e ai suoi organi direttivi. Sarà in tutto simile all'Ubi, l'Unione dei buddisti in Italia: una federazione tra organizzazioni che restano autonome, ma si riconoscono in alcuni valori fondativi. Quali? Rifiuto dei rapporti poligami, rilancio della parità di diritti tra uomo e donna, riconoscimento del principio della laicità dello Stato. E ancora: "Gli imam - spiega Pallavicini - dovranno conoscere bene la lingua, il diritto e la cultura italiana, oltre a dimostrare una vera competenza sulla religione islamica e le moschee, che vorranno aderire alla federazione, dovranno dimostrare una totale trasparenza amministrativa e finanziaria. Non accetteremo infatti fondi occulti e finanziatori sconosciuti". Certo, i tempi per la futura intesa con lo Stato non saranno brevi, come conferma Carlo Cardia, presidente del consiglio scientifico del Viminale, che ragiona sull'ordine dei 4 anni: bisognerà infatti informare il milione di musulmani in Italia e far aderire al progetto il maggior numero di moschee e comunità. Solo così si avrà un soggetto davvero rappresentativo, con cui lo Stato potrà interloquire, per arrivare alla stipula di un'Intesa, con conseguente concessione dei finanziamenti dell'otto per mille. Ma il primo passo è comunque fatto. Sempre che la nuova maggioranza politica non si metta di traverso, come annuncia già la Lega Nord "Il ministro Amato cerca di imbrigliare il futuro governo, ma non ci riuscirà - avverte Piergiorgio Stiffoni, senatore del Carroccio - i musulmani vedono l'Italia come terra di conquista e oltretutto non hanno e non possono avere una gerarchia consolidata. Per questo, bloccheremo l'accordo sul nascere".

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Prezzi, scarti fino al 25% tra le città del nord e del sud - luisa grion (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Economia Prezzi, scarti fino al 25% tra le città del Nord e del Sud Alimentari, Milano record. Napoli la meno cara LUISA GRION ROMA - La spesa è la stessa, ma il conto cambia. Un identico carrello di alimentari, o un uguale paio di scarpe, hanno prezzi diversi a seconda che siano stati acquistati in una città del Nord o del Sud. E generalmente è più caro nella prima: la differenza può arrivare anche al 20-25 per cento. Quella che era un'intuizione ora è una certezza: l'ha misurata l'Istat che, in collaborazione con l'istituto Tagliacarne-Unioncamere, sta lavorando ad un indice dei prezzi differenziato su base regionale. Le prime anticipazioni lasciano pochi dubbi: analizzando i listini del 2006 in 20 capoluoghi di provincia per tre categorie di spesa (alimentari, abbigliamento e arredamento: il 35 per cento del paniere) la differenza c'è e si vede. Enorme per alcune tipologie di spesa: fatto "100" il prezzo medio nazionale, il "fresco", ovvero carne, pesce, frutta e verdura, a Milano costa "126" a Napoli "78,8": quasi il 50 per cento in più. Ma al di là delle punte record quasi sempre la freccia del rincaro è volta verso Nord, quella del ribasso verso Sud. Per quanto riguarda gli alimentari Milano e Bolzano sono le città più care, Napoli e Bari le più economiche; i prezzi dell'abbigliamento s'impennano a Venezia e Reggio Calabria e scendono ad Aosta e Napoli; cambiare i mobili di casa è molto più conveniente a Napoli e Campobasso piuttosto che a Roma e Milano. Una ricerca dei dati di questo genere, che quando sarà completata fornirà un quadro completo dell'inflazione e dei diversi stili di vita a livello locale, presta il fianco al dibattito sulle "gabbie salariali" o alla ricerca di un meccanismo che possa livellare le differenze. Maurizio Sacconi, uno dei possibili ministri del nuovo governo, è convinto che la soluzione sia nella contrattazione decentrata: "I dati Istat-Unioncamere offrono un supporto ineludibile in questo senso" ha detto "ma per quanto riguarda il pubblico impiego potrebbe addirittura ipotizzarsi un'indennità collegata ai diversi indici del costo della vita". Il sindacato chiaramente rifiuta il concetto stesso di gabbia salariale. "Mi piacerebbe proprio capire chi e come definisce le linee geografiche" commenta Angeletti, leader della Uil. Altra cosa, dice, è la contrattazione di secondo livello, "che rivendichiamo dal '93 e che sono l'unico sistema per uscire dalla trappola della bassa produttività-bassi salari". Non è questione di gabbie salariali, concorda Pier Paolo Baretta, ex sindacalista Cisl eletto nel Pd, "ma di legare alla politica dei redditi della doppia contrattazione interventi sul fisco, sui prezzi e sulle tariffe". Marigia Maulucci della Cgil considera "evidente che non si possono differenziare i salari in base all'appartenenza geografica" e chiarisce che la "contrattazione di secondo livello va aumentata, perché riguarda oggi il 30-40 per cento delle aziende, come va aumentata la redistribuzione, ma - precisa - e vanno potenziati anche i controlli sugli aspetti speculativi dei rialzi nei prezzi".

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<Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti> (sezione: Focus Lega)

( da "Manifesto, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Destra estrema "Berlusconi e Alemanno sdoganano i neofascisti" Claudio Lazzaro, regista di Nazirock, il film diffidato da Forza Nuova: "Xenofobi come la Lega, in Veneto iniziative comuni" Il candidato del Pdl ha dichiarato di non volersi apparentare, ma accetta i voti del Movimento Idea Sociale di Pino Rauti, che alle politiche ha presentato una lista con Fiore Giacomo Russo Spena Ieri a Bari, oggi all'università di Napoli, domani nei centri sociali di Roma. Il giornalista Claudio Lazzaro sta girando l'Italia per diffondere il suo documentario sull'estrema destra, Nazirock (già recensito dal manifesto). La visione nei cinema è stata vietata per una diffida di Forza Nuova, e allora lui ha deciso di muoversi per i canali ufficiosi. "E' un tentativo di imbavagliare l'informazione critica - dice - così si creano le premesse di un nuovo fascismo". Nel film lei racconta quanto la galassia neofascista sia contigua con il centrodestra politico. Nazirock, oltre a raccontare l'estrema destra e le sue subculture giovanili, mostra proprio lo sdoganamento politico di questi gruppi da parte del centrodestra. Nella manifestazione contro Prodi del 2 dicembre 2006, ad esempio, sul palco di San Giovanni con Berlusconi e Fini c'erano Luca Romagnoli della Fiamma, uno che non è sicuro dell'esistenza delle camere a gas, Alessandra Mussolini e Adriano Tilgher. Anche Roberto Fiore di Forza Nuova ha dichiarato d'essere disponibile a appoggiare Berlusconi. Queste sigle una volta erano escluse dal sistema istituzionale. Anche a Roma Alemanno sembra ricompattare tutta la destra. Ha dichiarato di non volersi apparentare, ma poi accetta i voti del Movimento Idea Sociale di Pino Rauti, che alle ultime politiche ha presentato una liste comune con Forza Nuova. La celtica che Alemanno porta al collo non è solo un simbolo mitico, rappresenta anche la divisione Charlemagne delle SS. E' una simbologia illegale in base alla legge Mancino, che si accompagna sempre alla svastica. Alemanno viene da questi ambienti. Che abbia fatto un passo avanti per distaccarsi dal suo passato è apprezzabile, ma rimane collegato ai gruppi d'estrema destra. Arriviamo a un altro punto d'attualità: la proposta della Lega sulle ronde. Esponenti come Borghezio o Calderoli nei loro comizi espongono idee xenofobe e razziste. Parlano di caccia agli immigrati, visti tutti come stupratori. Ci sono collegamenti tra la Lega e l'estrema destra. Ho fatto un documentario sul Carroccio, "Camicie verdi", in cui racconto questi fatti. Borghezio, quando viene aggredito dagli autonomi, dichiara di aver ricevuto la solidarietà solo di Fiore e Mussolini. Poi c'è il legame col Veneto Fronte Skinheads, un movimento d'estrema destra che si ispira al filosofo Ian Stuart Donaldson, fondatore del White Power Rock, uno che attribuisce a Hitler la sola colpa di aver perso. Il leader del Fronte era Piero Puschiavo, ora del direttivo di Fiamma Tricolore. Sta dicendo che Lega e Fronte Veneto Skinhead fanno iniziative comuni? Hanno un terreno comune nella caccia all'immigrato e nell'atteggiamento razzista. Condividono anche le battaglia sui temi etici in difesa della cristianità. Poi certo, la Lega è un'altra cosa rispetto a questi gruppi. Ora lei gira l'Italia per far conoscere un film a cui è stato impedito di andare nelle sale. Il documentario si trova nelle librerie ma non al cinema. Forza Nuova ha minacciato azioni legali nei miei confronti e ai gestori che avessero deciso di proiettare il film. La verità è che ci sono esercenti che temono anche ritorsioni squadristiche. Non sono mancati altri attacchi: alcuni hacker hanno oscurato per tre giorni il sito del documentario e a Perugia hanno assaltato il centro sociale che lo aveva proiettato. Però è più inquietante l'atteggiamento censorio generale che queste singole azioni. In generale, ho l'impressione che non si voglia che il film venga diffuso. Sarebbe favorevole a una campagna per l'incostituzionalità di Forza Nuova? Sono per la libertà d'opinione totale e assoluta nel rispetto delle leggi. Quindi se c'è una norma che vieta determinati comportamenti va applicata. Chiaro? Perché a suo parere l'avanzata dell'estrema destra, soprattutto tra i giovani? Sia la Lega che questi gruppi neofascisti agiscono sull'industria della paura, strumentalizzano le angosce prodotte dalla globalizzazione. Poi c'è un problema più generale di una società che non sa fornire gli strumenti culturali ai giovani per farsi strada in questa fase di veloce cambiamento. Quelli impreparati si ritirano nell'odio. C'è anche il dato della fascinazione estetica: il modello del duro, del ribelle, dell'eroe perdente attrae. In questo quadro la sinistra ha colpe? La sinistra ha perso quel radicamento nel territorio che dovrebbe essere una sua caratteristica. Ha preferito i salotti, la tv e non ha saputo trovare il linguaggio giusto per parlare con le fasce popolari. Lasciandole alla destra. Non si è battuta neanche per quel minimo di conoscenza storica nelle scuole che darebbe ai giovani gli anticorpi per difendersi da trappole ideologiche. Così tra loro il nazifascismo riemerge. Anche per ignoranza.

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Orbassano, il Pd rischia il tonfo La sinistra nega l'appoggio (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

ELEZIONI DOMENICA IL BALLOTTAGGIO PER LE COMUNALI Orbassano, il Pd rischia il tonfo La sinistra nega l'appoggio [FIRMA]MASSIMILIANO PEGGIO ORBASSANO Sorpresa ballottaggio. Si preannuncia difficile la scalata al secondo turno del Pd. La sinistra radicale volta le spalle al sindaco uscente, Carlo Marroni, accusandolo di aver rifiutato alleanze ufficiali. Il centrodestra fa gli scongiuri, sognando una vittoria storica con Eugenio Gambetta. Colpo di scena: Enzo Stassi, candidato di Comunisti Italiani, Verdi e Italia dei Valori, invita i propri elettori a non votare Marroni, criticando l'apparentamento con Salvatore Gangi, dei Moderati. Dice: "Marroni ha rifiutato i nostri simboli preferendo un'alleanza stravagante con chi nel 2007 gli votò la sfiducia. Bella coerenza: il programma del Pd è l'esatto contrario di quello dei Moderati". Tutti schierati col Pdl? "Decidano gli elettori. Purché non si voti Marroni". Libertà di voto anche per Rifondazione e Sinistra Democratica, che al primo turno sostenevano Emanuela Poli. "Come Rifondazione - afferma Claudio Miotto - non posso dire per chi votare. Marroni ha rifiutato la nostro appoggio ufficiale: in caso di sconfitta, sarà sua la responsabilità". Anche il terzo Polo di Desirè Mensa andrà al ballottaggio senza indicazioni di voto. Impossibile, dunque, fare previsioni: Carlo Marroni si presenta col Pd apparentato con i Moderati; Eugenio Gambetta, oltre al Pdl, Lega Nord e Obiettivo Orbassano, si affida al simbolo dell'Udc. L'altra sera al Palatenda si è tenuto il confronto tra i due candidati. Botta e risposta. Fischi e applausi. Serata da stadio, con più di 600 spettatori. Domande a raffica: via Roma chiusa o aperta, le politiche per i giovani, ambiente, sicurezza, commercio e lavoro. "Cosa farete nei primi cento giorni di governo" chiede il moderatore, Pier Giovanni Trossero. Marroni parte condensando le parole. "Completerò gli impegni del primo mandato. Approvazione della variante di piano regolatore, progettazione del centro commerciale naturale, interventi sulla sicurezza, potenziamento della caserma dei carabinieri, soluzione definitiva dell'area Satti". Affronta il pubblico alzando la voce, per sovrastare la reazione dei militanti di centrodestra. Difende le sue scelte e contrattacca. Consigliere di opposizione uscente, Gambetta non rischia rimproveri. "Nei primi mesi cercherò di riflettere e analizzare la macchina comunale, parlerò con i dipendenti per capire i problemi del territorio. Orbassano è come un malato grave: prima di essere curato ha bisogno di essere messo in sicurezza". Il faccia a faccia dura due ore. I sostenitori escono soddisfatti. "Ha vinto Marroni" commentano quelli del Pd. "Gambetta è andato forte" ribattono quelli del centrodestra. Chi vincerà sarà il sindaco numero 17.

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Restano sull'Uspidalì gli striscioni sindacali (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

VALENZA. MAGGIORANZA IN TILT SULLA RIMOZIONE Restano sull'Uspidalì gli striscioni sindacali Sicurezza: i dati dell'assessore e le "percezioni" della Lega Nord [FIRMA]RODOLFO CASTELLARO VALENZA Maretta l'altra sera in Consiglio comunale per la mozione riguardante la rimozione di bandiere e striscioni sindacali esposti sulla casa di riposo Uspidalì, a seguito della vertenza che interessa i lavoratori precari (una delegazione era come sempre presente a Palazzo Pellizzari). La maggioranza si è spaccata ma la proposta è stata bocciata con i voti decisivi della minoranza. Giulio Zanotto e Franco Stanchi, i due consiglieri di maggioranza che avevano presentato l'interpellanza, erano stati invitati a ritirarla, ma sono rimasti fermi nel loro proposito. In particolare, hanno ribadito che occorreva una richiesta scritta per sostituire le bandiere comunali ed europee con quelle sindacali. Dopo un lungo e serrato confronto, si è giunti alla votazione: il sindaco Raselli e il consigliere Milano si sono allontanati; in tre si sono astenuti (il presidente del consiglio Tosetti, i consiglieri di maggioranza Re e Quagliotto) mentre hanno votato contro 4 consiglieri di maggioranza e sette di minoranza. Gli unici "sì" sono venuti da Stanchi e Zanotto. Subito dopo, è stato affrontato un altro argomento delicato, l'interrogazione del capogruppo della Lega Nord, Soban, sulle telecamere promesse dall'amministrazione comunale per aumentare la sicurezza. L'assessore Barbero - basandosi su una relazione del comandante della Polizia municipale relativa a furti, scippi e atti vandalici - ha spiegato: " Secondo questi dati non ci sono allarmi particolari per la sicurezza; il cittadino non si sente minacciato e non vive angosciato. Sia chiaro che ciò non significa abbassare la guardia, tant'è vero che abbiamo allo studio un piano per integrare le telecamere nel centro, vicine alle postazioni dei cassonetti dell'immondizia. Si tratta di allargare il progetto anche ai beni pubblici, che possono essere oggetto di atti vandalici". Soban insoddisfatto: "Noi della Lega e molti cittadini con cui abbiamo discusso l'argomento non siamo dello stesso parere, ci sono anziani che hanno paura di uscire e non si sentono sicuri. Ci auguriamo che non accada nulla che smentisca le previsioni ottimistiche dell'amministrazione". Se accade, la Lega di certo lo cavalcherà.

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Battute e accuse, la tv diventa un ring francesco: "adesso parlo io, tesoro" - alessandra longo (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Stretta di mano dietro le quinte, poi inizia il match. Due giri di cipra per il candidato del Pdl che suda molto Battute e accuse, la tv diventa un ring Francesco: "Adesso parlo io, tesoro" Mantovano: Rutelli ha portato un mazzo di fiori alla Montalcini? E dove l'ha piantato? ALESSANDRA LONGO ROMA - Eccolo finalmente un faccia a faccia. Ci voleva la corsa al Campidoglio per offrire agli italiani quel che negli altri Paesi è normale: un confronto politico fra due visioni del mondo diverse, opposte. Francesco Rutelli e Gianni Alemanno, pur essendosi scambiati randellate per tutto il giorno, prima di entrare nello studio di Ballarò perlomeno si stringono la mano in sala trucco, sia pur tiepidamente. Berlusconi con Veltroni a suo tempo non volle parlare, registrazione in due tempi, niente incontri ravvicinati. Questo primo match televisivo tra i candidati per Roma ha un sapore speciale. Rutelli vuol vincere per se stesso ma anche, come direbbe Crozza, per regalare un happy end al popolo della sinistra in lutto. Alemanno, oltre alla sua ambizione personale, ha la pressione di tutto il centrodestra che vagheggia la presa della capitale, sogna la bandiera del Pdl berlusconiano e della Lega padana su quel balconcino del sindaco che dà sui Fori imperiali. Abito scuro e cravatta, in assetto da cerimonia di investitura, tutti e due con valigie di fogli sottolineati con l'evidenziatore, quel che dice Bossi, quel che non ha fatto Veltroni, Air France sì, Air France no. Tutti e due cravatte autunnali: "La primavera non è mai cominciata", dice Rutelli e forse pensa a Veltroni. "Devi sorridere di più e ricordati di non alzare mai la voce", consigliano ad Alemanno quelli del suo staff a pochi minuti dalla diretta. Le estetiste si sbilanciano, con il pennello della cipria in mano: "Noi tifiamo Pd". Con Alemanno, un manipolo di fedelissimi. Ci sono l'inseparabile Simone, la moglie Isabella, figlia di Pino Rauti, fondatore di Ordine Nuovo, che conosce bene i difetti di comunicazione del marito, un timbro che negli acuti butta un po' sullo stridulo, il carattere fumino, da ex segretario del Fronte della Gioventù e attivista nelle piazze Anni Ottanta. Alemanno si prepara come un pugile, fino all'ultimo, assistito da Alfredo Mantovano, compitissimo, quasi british nei modi e nei toni se non fosse che per una battuta: "Oggi Rutelli ha portato un mazzo di fiori alla Montalcini? E dove li ha piantati?". C'è anche Vincenzo Piso, la faccia squadrata da vecchio camerata, tanto che gli dicono: "Non metterti dietro Gianni" (ma, alla fine, ci vanno Luca Malcotti e Marco Marsilio, e non va molto meglio). L'ex sindaco di Roma, vicepremier e ministro uscente, sa già dove l'avversario andrà a parare: sulla sicurezza e sui cosiddetti "braccialetti antistupro" da lui evocati in questi giorni, e sull'Alitalia ("Ndo' sta 'sta cordata italiana?".) Non occorrono gli appunti, i numeri, i paragoni con la Milano della Moratti altrettanto afflitta dalla violenza urbana, le vignette della Padania sul Colosseo trafitto, raccolte dal portavoce Michele Ansaldi, dai collaboratori Michele Civita e Luca Petrucci. Il già primo cittadino non ci sta a far passare "Roma per Mogadiscio", "per la città ferita e stuprata", di cui parla l'avversario. E non ci sta nemmeno ad ascoltare le ramanzine preparate a tavolino sulla sinistra colabrodo: "La sanatoria da centomila e rotti extracomunitari l'avete fatta voi, voi non avete posto nessuna limitazione all'ingresso dei rumeni, voi adesso strumentalizzate, invece di affrontare i problemi insieme!". Tutto previsto anche l'agitarsi di Alemanno sulla sedia. Rutelli va all'attacco sulla sicurezza, si riappropria della scena: "Ora parlo io, tesoro mio", rimprovera Alemanno di far confusione tra allontanamento ed espulsione degli irregolari. Lui incassa, il viso un po' sudato, lo incipriano due volte. La moglie Isabella segue dall'alto lo scontro nell'arena e sibila: "Il tasto debole di Rutelli? Rutelli medesimo". Al marito non ha suggerito nulla ("E chi l'ha visto!") però si sente la sua impronta quando si parla dei cosiddetti braccialetti antistupro: "Non c'è rispetto per l'identità di genere, per il corpo delle donne! Questa è una cultura discriminatoria", dice lei in perfetto femministese. Alemanno più o meno ripete le stesse cose al microfono: "Il braccialetto è un burka elettronico!" (gli hanno passato un articolo di Liberazione: "Attacca lo fanno pure loro, ma non esagerare, anche Fini non ha calcato fino in fondo. "). Barbara Palombelli, consorte di Rutelli, non c'è. L'aveva già preannunciato al telefono: "Preferisco non vedere il match, così il giorno dopo non posso commentarlo quando mi chiamano. Lo faccio da sempre, sin dai tempi dei faccia a faccia tra Francesco e Fini". Si arriva alla fine, Laziogate, gli scandali regionali della sanità, botta e risposta giudiziario. E Alemanno, costretto a difendere Storace, avrebbe bisogno del terzo giro di cipria.

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Tosi: con maroni ministro misure da far west per ripulire le strade - filippo tosatto (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Tosi: con Maroni ministro misure da Far West per ripulire le strade FILIPPO TOSATTO VERONA - "Appena sarà ministro dell'Interno, chiederò a Maroni di introdurre sanzioni che consentano di tutelare le nostre città da chi calpesta la legge, a cominciare da balordi e tossicodipendenti che infastidiscono e insultano la gente: per loro ci vuole una soluzione tipo vecchio West, una notte in cella, per rinfrescare le idee". Parole di Flavio Tosi, il sindaco leghista di Verona. "Altre priorità? I writers che imbrattano monumenti e palazzi producendo danni per centinaia di migliaia di euro. Non rischiano nulla. Vanno castigati sul serio. E poi le prostitute. Oggi chi si apparta in strada con una di loro rischia una multa che da 36 a 50 euro. E' ridicolo". In proposito, Tosi cita una controprova: "La legge prevede sanzioni minime di 1000 euro per chi acquista merce contraffatta dai vu' cumprà. Noi, dopo una vasta campagna informativa, l'abbiamo applicata sul serio. Risultato? Nessuno compra più dagli abusivi". Dopo la riunione bipartisan dei sindaci a Parma, Tosi scommette su una svolta nell'ordine pubblico: "Serve certezza della pena, tutela delle forze dell'ordine dai rischi di denunce e processi, controlli all'ingresso e all'uscita dalle frontiere. Maroni condivide questa strategia e sono certo che la metterà in pratica".

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Sicurezza, amato critica le camere - liana milella (sezione: Focus Lega)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Sicurezza, Amato critica le Camere "Lavoro insoddisfacente". Fini: visti per i romeni. Il Pd: una gaffe, decide la Ue Il ministro: sono rimasti al palo il decreto espulsioni e il pacchetto sicurezza LIANA MILELLA ROMA - Prima Maroni, ora Fini. Contro i delitti commessi da rom e rumeni la destra si rifugia in una battaglia dall'esito impossibile. Rivedere l'accordo Ue che fissa la libera circolazione tra i 27 paesi membri. Due giorni fa il ministro dell'Interno in pectore Roberto Maroni annunciava la richiesta di "porre dei limiti quando è in gioco la sicurezza nazionale". Ieri il leader di An Gianfranco Fini è andato molto più in là: "Non escludo di reintrodurre il visto d'ingresso per i rumeni". A chi gli obietta che la trattativa con la Ue sarà difficile ribatte: "Di impossibile non c'è nulla". Ma dopo la secca bocciatura della radicale Emma Bonino, il niet arriva dal Pd. Marina Sereni consiglia a Fini di parlarne con il forzista Franco Frattini, commissario uscente a Bruxelles per giustizia e immigrazione, perché la via di cambiare un trattato su richiesta di un solo paese è tutta in salita. La destra dovrebbe fare autocritica e ammettere i suoi errori visto che fu il governo Berlusconi a non "controllare e limitare l'ingresso in Italia dei nuovi cittadini europei". Ma se la sinistra avesse voluto avrebbe potuto cambiare rotta su rom e rumeni. E tocca a Giuliano Amato prendersela con il Parlamento che avrebbe potuto confermare il decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari anziché farlo cadere costringendo il governo Prodi a ben tre successive reiterazioni. Il ministro dell'Interno uscente non fa sconti alle Camere: "Per come questo Parlamento ha affrontato i temi della sicurezza non ho alcuna soddisfazione da esprimere". Sugli esempi non si tira indietro: "Sono insoddisfatto per come è stato trattato il dl espulsioni e per quello che è stato fatto, o meglio non fatto, sul pacchetto sicurezza". Entrambi i provvedimenti sono rimasti al palo e il secondo, con le norme su sicurezza urbana, certezza della pena, misure di prevenzione e banca dati del Dna, avrebbe potuto dare un'immediata risposta all'emergenza criminale. I contrasti con la sinistra radicale e l'opposizione della Cdl li hanno fermati come s'erano arenate le leggi sulla cittadinanza agli immigrati (da dieci a cinque gli anni per ottenerla) e la revisione della Bossi-Fini. Amato mastica amaro mentre si accende lo scontro sui dati della sicurezza. Da Milano il sindaco Letizia Moratti lamenta che non sia mai giunto in città il commissario straordinario per l'emergenza rom e l'assessore alla sicurezza Riccardo De Corato si dice certo che col governo Prodi siano aumentati i reati predatori. Ma dalla polizia arriva la smentita perché nel capoluogo lombardo nel secondo semestre del 2007 furti e rapine gravi sono calati da 160 a 142mila rispetto ai sei mesi precedenti. Sul calo dei reati Amato non ha dubbi e per questo apprezza l'indagine conoscitiva licenziata, dopo due anni di audizioni a tappeto, dal presidente della commissione Affari costituzionali Luciano Violante che motiva "la preoccupante crescita del sentimento di insicurezza" degli italiani dandone la responsabilità anche ai mezzi d'informazione che, per ragioni di share, "patologicamente", si scontrano seguendo "la regola delle tre "s", sesso, sangue, soldi".

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Rinegoziare a Bruxelles la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini, come propone Mar (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

"Rinegoziare a Bruxelles la direttiva sulla libera circolazione dei cittadini, come propone Maroni? Ragionevole. Ma sapendo che occorreranno almeno due anni per vedere la nuova direttiva". Franco Frattini, ministro degli Esteri in pectore, è la persona che più si è spesa per l'applicazione corretta della direttiva che permette il libero soggiorno nei Paesi Ue dei cittadini comunitari. Ne ha parlato così spesso che ormai quella direttiva la chiamano con il suo nome, "la Frattini", anche se in verità porta la firma di Romano Prodi. "E' ragionevole rimettervi mano - dice - perché è superata. Fu pensata quando nuovi Paesi stavano per entrare in Europa. Nel frattempo è accaduto un altro fatto epocale: con l'applicazione integrale degli accordi di Schengen, non ci sono più controlli alle frontiere per attraversare i Paesi europei". Frattini, ma quella direttiva fa davvero acqua da tutte le parti e ne serve una nuova? "La risposta è duplice: sì e no. Sì, serve una nuova direttiva come dice Maroni, perché quella del 2004 è invecchiata. No, perché in verità quella direttiva in Italia non è stata mai applicata dal governo Prodi. La prova è che il decreto per attuarla è stato proposto soltanto dopo la morte della signora Reggiani, quando i sindaci, anche quelli di sinistra, anche Veltroni, si accorsero che le città erano piene di sbandati. E guardi che Giuliano Amato aveva ben presente la necessità di dare pratica attuazione alla direttiva. Ma poi, come si sa, quel decreto Sicurezza non ha mai visto la luce...". E non fu semplice disattenzione del centrosinistra. "Al contrario, fu una scelta politica della loro maggioranza. Tutta l'ala di sinistra, da Rifondazione ai Verdi, ad altri, non vollero fissare per decreto ciò che la direttiva demandava ai governi nazionali, e cioè fissare le soglie di reddito e l'obbligo di dimostrarne le fonti legali. Il problema che si pone oggi, al governo Berlusconi, è di far applicare intanto le leggi che ci sono". Maroni e altri vogliono bussare alle porte dell'Unione europea. "E non sbagliano. Quella direttiva Prodi di cui parliamo, risale al 2004 ed è entrata in vigore nel marzo 2006. Da allora l'allargamento è cosa fatta. Una verifica si può fare per vedere se non sia il caso di rafforzare alcuni principi sugli aspetti della sicurezza. C'è un consenso abbastanza ampio tra i governi europei che la libera circolazione dei cittadini, sacrosanta, non può trasformarsi in libera circolazione dei criminali". Ma i Paesi neocomunitari come la Romania o la Polonia accetteranno di modificare le norme che ora favoriscono soprattutto i loro cittadini? "Sanno bene che far parte dell'Europa comporta diritti ma anche doveri. Devono farsi carico dei loro compatrioti e riprenderseli se non rispettano le leggi. Ho parlato spesso con il premier romeno. Del dibattito italiano, e di certe uscite antirumene di Veltroni, l'aveva spaventato la prospettiva di un allontanamento di massa e indiscriminato. Ma non sarà mai così. Gli allontanamenti devono essere individuali e motivati. Poi, certo, vedere che sono stati appena trenta gli allontanati in questi sei mesi, beh, mi sembra un po' poco".

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Dodici giorni dopo la figlia muore l'ex vice sindaco Cattin (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

IL DRAMMA. OGGI I FUNERALI Dodici giorni dopo la figlia muore l'ex vice sindaco Cattin [FIRMA]FRANCO COTTINI VERCELLI La morte della figlia Paola gli aveva tolto la voglia di lottare e dodici giorni dopo è spirato. Gino Cattin, 72 anni, per sedici mesi vice sindaco della Lega Nord tra il giugno 1993 e l'ottobre '94, si è spento in ospedale dove era stato appena ricoverato. Alcuni mesi fa gli era stato diagnosticato un male incurabile che aveva affrontato con coraggio proprio perché la figlia, insegnante di francese e mamma di due gemelli di quattro anni, a sua volta aveva gravissimi problemi di salute. Da quando le condizioni di Paola si erano ulteriormente aggravate, il papà non aveva lesinato affetto, presenze al cappezzale e sacrifici. Il 9 aprile la giovane professoressa si è arresa. Il padre ha tenuto duro fino al funerale poi è andato spegnendosi lentamente fino all'ultima crisi di lunedì pomeriggio. Gino Cattin lascia la moglie Caterina Moscatelli, il genero Mario Negro e i nipotini Enrico e Sofia. I funerali saranno celebrati oggi alle 10,15 nella cappella di San Salvatore in via Parini. Sconvolta dalla duplice tragedia è Mietta Baracchi Bavagnoli che con Gino Cattin condivise la breve e intensa stagione della Lega Nord alla guida della città. "La passione politica, la carica umana e la competenza specifica - ricorda l'ex sindaco - lo facevano il candidato ideale per l'assessorato al Personale, in più stimandolo personalmente lo avevo scelto come mio vice". Cattin era soprannominato l'"assessore con l'elmetto" perché si era presentato con uno slogan da leghista della prima ora: mano di ferro in guanto di velluto. "Parole ad effetto - spiega Mietta Baracchi -. Gino era esattamente all'opposto: era buonissimo, un gran lavoratore che passava serate intere in municipio" E per dimostrare chi sia stato Gino Cattin, l'ex sindaco rivela: "Gli avevo delegato la celebrazione dei matrimoni, ci teneva e sapeva farlo alla perfezione. Sapeva con il suo calore umano trasformare un freddo atto burocratico in una vera cerimonia, gli sposi era entusiasti e in città si sparse subito la voce della partecipazione che Gino sapeva mettere in quelle occasioni. Ora ha raggiunto la sua Paola, credo che fosse quello che desiderasse maggiormente".

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Alessi lascia anche l'Udc Bricco e Romagnoli alla Lega (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

POLITICA NOVARA NOVARA Alessi lascia anche l'Udc Bricco e Romagnoli alla Lega Donna soccorsa in strada Era svenuta dopo un malore Cuochi in divisa La sfida a giugno davanti ai fornelli A un anno dal rinnovo del Consiglio Provinciale si registrano ancora movimenti fra i diversi partiti. Giovanni Alessi eletto con la Margherita è passato subito al gruppo misto per aderire poi all'Udc che adesso lascia. Nei prossimi giorni farà sapere dove si colloca. Andrà con il Pdl. Silvia Romagnoli e Mauro Bricco eletti con Fi hanno costituito il gruppo di "Prospettive novaresi" da lunedì hanno aderito ufficialmente alla Lega Nord che adesso può contare su quattro consiglieri.\ Una donna a terra incastrata tra un'auto ed il marciapiede: è la scena che si è presentata ieri mattina alle 9,30 ai passanti che transitavano in via Piave 9 a Novara. Sembrava che l'anziana fosse rimasta vittima di un pirata della strada. Invece quando i soccorritori del 118 l'hanno rianimata, è stato chiarito che si era trattato di un improvviso malore che ha colto la donna mentre camminava. La donna è stata comunque trasferita al pronto soccorso del Maggiore per controlli clinici. \In divisa davanti ai fornelli: la gara riservata a forze dell'ordine, e soprattutto a chi si diletta con ricette di cucina nel tempolibero, si terrà alla fine di giugno. La sta organizzando il Centro servizi per il volontariato di Novara.

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STIL NOVO (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Andrea Romano STIL NOVO Improvvisa e sorprendente, la mitezza trionfa su tutti i fronti della politica italiana. Silvio Berlusconi ha assunto un atteggiamento presidenziale mentre Giulio Tremonti annuncia l'intenzione di procedere ovunque "con il consenso delle parti sociali". Guglielmo Epifani coglie i segni di "una lunga fase di maggioranza stabile" a cui "non si risponde con il conflitto preventivo". E persino l'insospettabile Roberto Calderoli prevede "una stagione costituente", assegnando alla Lega un ruolo da pontiere tra governo e opposizione. Per paradosso il cerino del contrasto sembra essere rimasto proprio nelle mani del principe del buonismo, di Veltroni, che reagisce alla sconfitta proclamando "una battaglia senza quartiere sui valori e sulle politiche, perché la nostra idea di società resta radicalmente diversa dalla loro". È tutto molto bello, indiscutibilmente suggestivo per un Paese assuefatto a quindici anni di rumorosi conflitti post-ideologici che ben poco hanno portato all'innovazione reale dell'Italia. Se non fosse che il prossimo governo da qualche parte dovrà pur andare, soprattutto con una maggioranza parlamentare tanto generosa. E che già in una recente occasione (la legislatura 2001- 2006) Silvio Berlusconi non si mostrò particolarmente capace di utilizzare l'ampio mandato elettorale che aveva ricevuto per introdurre riforme di qualche sostanza. È certamente positivo che una personalità come Tremonti si dica contrario a riesumare battaglie come quella sull'articolo 18, che il centrodestra di allora promosse per puro spirito ideologico e che ebbero solo l'effetto di spingere la Cgil a rinchiudersi nella trincea della resistenza. Così come è indispensabile che in tema di riforme costituzionali si proceda con il consenso più vasto. Ma di qui a sottovalutare l'urgenza di atteggiamenti politicamente molto chiari sulla direzione da imprimere all'azione dell'esecutivo corre uno spazio enorme, lo stesso nel quale il quarto governo Berlusconi rischia di impantanarsi alla maniera dell'ultimo governo Prodi. D'altra parte queste elezioni sono state salutate con sollievo, anche da chi non ha votato per nessuno dei partiti vincitori, in ragione della chiarezza che sembrano aver finalmente introdotto in Parlamento. Esiste una maggioranza che sulla carta ha tutti i numeri per governare. Che dunque governi, assumendosi la responsabilità delle scelte che riterrà di compiere e incassando l'eventuale bonus di consenso che potrà ricavarne nel Paese. Sembra una banalità, ma nella politica italiana delle ultime tre legislature anche la banale responsabilità delle scelte trasparenti è stata sacrificata alle esigenze del quieto vivere o della navigazione a vista. Con conseguenze pesanti sulla credibilità degli attori politici e sulle stesse istituzioni democratiche. In questo senso appare particolarmente ambigua la funzione di garanti della pace sindacale che Calderoli sembra annunciare per la Lega, forse interpretando alla lettera il nuovo status di "partito operaio" che alcune analisi le hanno attribuito. Giova ricordare che il dogma della concertazione è stato in questi anni l'autentica palla al piede del centrosinistra e che il problema di un adeguamento del ruolo e della rappresentatività del sindacato è da tempo nelle cose, come ci è stato confermato da ultimo dalla vicenda Alitalia. Alla fine dei conti l'alternativa non è tra protervia della maggioranza e dialogo con l'opposizione e le parti sociali, ma tra immobilismo e responsabilità politica. Quella stessa responsabilità che nelle democrazie liberali viene serenamente esercitata dalle forze che ricevono dagli elettori il mandato a governare. E che appare tanto più urgente in un Paese immobile com'è l'Italia. www.lastampa.it/romano CONTINUA A PAGINA 37.

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Lecco, spunta l'ombra del serial killer (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 0 Lecco, spunta l'ombra del serial killer di Redazione Identificato il cadavere della donna ritrovata in un sacco. Si tratta di una prostituta moldava, Silvia Demciuc, 25 anni. Gli investigatori pensano a un omicida seriale dopo i corpi delle due prostitute romene trovati ad agosto. La ragazza, secondo indiscrezioni, era un'informatrice della polizia Lecco - è stata identificata la donna trovata uccisa dentro un sacco nelle boscaglie del Lecchese, a Perledo. Si tratta di Silvia Demciuc, una moldava di 25 anni, una prostituta conosciuta come Natasha. Lo hanno reso noto i carabinieri del Comando provinciale di Lecco. L'identità, secondo indiscrezioni già ipotizzata ieri, è stata confermata dalla comparazione delle impronte della ragazza, schedate dalle forze dell'ordine per via della sua attività. "L'autopsia - si legge in una nota dell'Arma - particolarmente complessa per lo stato del cadavere non ha fornito elementi riguardo alle cause e al tempo del decesso". L'autopsia Ieri all'ospedale "Manzoni" di Lecco era stata eseguita l'autopsia, affidata dal sostituto procuratore Luca Fuzio all'anatomopatologo Paolo Tricomi e a un esperto tossicologo dell'università di Pavia. Contrariamente a Ionela Dragan e Luminita Dan, le due rumene trovate la scorsa estate a Monterone, Silvia Demciuc non è stata seviziata e torturata. Qualche ferita e una coltellata sotto al seno sono gli unici segni di violenza fisica individuati e comunque non letali. Il decesso potrebbe essere avvenuto per asfissia. Segni sul collo lasciano ipotizzare il soffocamento. L'esame autoptico si è concluso nella tarda serata e solo fra un paio di mesi sarà depositata in procura una relazione dettagliata. Serial killer Spunta l'ombra del serial killer di prostitute. Gli investigato rimettono in relazione la morte della giovane Moldava con altri due corpi recuperati sulle montagne del Lecchese: prostitute dell'Est uccise e nascoste in un sacco. Le due donne trovate morte nell'agosto dell'anno scorso si chiamavano Ionela Dragan, 19 anni e Luminita Dan, 17 anni, madre di un bambino di pochi mesi, che il suo compagno costringeva a prostituirsi tra Milano e il Comasco. Entrambe presentavano ferite derivanti da colpi d'arma da taglio. La banda Il Roni (il Reparto operativo nucleo investigativo dei carabinieri) di Lecco, dopo il ritrovamento delle ragazze romene a Morterone, ha setacciato l'ambiente della prostituzione arrivando un paio di settimane fa a sgominare una feroce banda italo-albanese che gestiva un giro di lucciole: tre gli arrestati, due albanesi e un italiano. Non avrebbero nulla a che fare con il duplice delitto di Morterone, ma da alcune intercettazioni telefoniche sarebbero emerse elementi di particolare interesse: due albanesi (che non sono gli arrestati) sarebbero stati uditi fare precisi riferimenti su quelle due morti. I componenti di questa banda parlavano di punizioni, di un temibile boss che girava tra le vie lecchesi con una Bmw per controllare che le ragazze facessero il loro 'mestierè. Per chi sgarrava, punizioni particolarmente violente. Altri precedenti Secondo voci raccolte in ambienti investigativi, non confermate in via ufficiale, vi sarebbero parecchie analogie tra il caso di Perledo e quello della Valboazzo, a partire dalle modalità di occultamento dei cadaveri. Il timore è quello della presenza di un serial killer delle prostitute che, magari dopo anni di inattività, sia tornato ad agire tra le provincie di Como e di Lecco. Da ricordare, infatti, che partendo dal 1996 solo nel Comasco vi sono altri tre casi di prostitute uccise e occultate in sacchi del pattume poi gettati nei boschi. L'ultimo circa tre anni fa a Valbrona. Informatrice Tra le indiscrezioni di queste ore quella secondo la quale Silvia Demciuc, la 25enne trovata a Perledo, fosse una "confidente" degli investigatori in grado di portarli ad individuare gli assassini delle altre due. Per questo sarebbe stata eliminata. Il decesso di Natasha risale a un periodo compreso fra i venti e i 30 giorni fa, sempre che le basse temperature e la neve non abbiamo falsato la decomposizione del corpo. L'arresto dei tre sfruttatori, invece, è stato fatto in tempi più recenti. Quasi certo un legame fra le tre vittime (la zona di prosituzione) come pure che i delitti siano avvenuto da altre parti e chi ha portato i cadaveri in quei due boschi dovrebbe essere un buon conoscitore delle zone. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... 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I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... 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La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Racconta anche tu la partita della tua vita (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse ma anche no (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Dal nanetto al "piccolo Ciarra" (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Pensioni, a chi gli aumenti (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Nelle pagine dello sport del "Giornale", otto firme del nostro quotidiano (direttore Mario Giordano incluso) raccontano la loro partita della vita, l'incontro di calcio, quell'attimo fuggente fatto di emozione e di stupore, che ha segnato i loro ricordi legati allo sport più bello e più popolare del mondo (leggi gli articoli). E voi? Qual è la partita della vostra vita? Provate a raccontarla diventando per un momento giornalisti sportivi. Non scrivete troppe righe e buon divertimento. In fondo il mio blog ha, come sottotitolo, "Cronache di ordinaria quotidianità (ma non troppo)". Così possiamo per una volta divagare. A proposito, sapete qua è la mia partita della vita? Inter-Pisa, campionato 1983. Lavoravo a "il Tirreno" di Livorno e fui inviato a Milano, con il collega Marco Barabotti a seguire la partita. Rientro in redazione col primo aereo, scrittura di articoli per lo sport e per l'edizione di Pisa fino a mezzanotte. Poi, all 5 del mattino presi un treno per Milano e alle 11 firmai il contratto per lavorare al "Giornale". Grande partita. A proposito, sono interista, ma quel giorno vinse il Pisa. Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (101 votes, average: 1.05 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 21Apr 08 Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Ieri sera su La7 Maurizio Crozza a "Crozza Italia Live", ha fatto la parodia del leader del Pd, Walter Veltroni, parlando in una sorta di slang "padano": "Amici, democratici, el risult de i elesiun merita un'attenta analisi, diciamo pure una riflesiun". "Io penso, pacatament, serenament, che noi non abbiamo capito il Nord. Vedete, oggi i più attenti analisti politici ci dicono nei loro editoriali che noi, noi democratici, em capì un casu, ma propi nient. Ora, vedete, io lo dico con umilt , ma anche con un pizzico di franchezza, bisogner tenere conto del risultato, lavorare sul territorio, costruire sempre di più e sempre meglio. el parti demucratic. se pò fa. grazie a tucc.". Veltroni "padano"? Rincorsa alla Lega con il Pd del Nord? Chissà. Tra il dire e il fare. Sul da farsi in realtà è già scontro tra Prodi e Cofferati, ad esempio. Cofferati il realista che a Bologna ha scelto da tempo una linea dura sulla legalità ed è andato allo scontro frontale con la sinistra in Comune. Certo che sul tema Veltroni dovrà applicarsi e molto: partendo dal terreno della legalità, dei clandestini, dei campi rom, della sicurezza. Perché come ha sottolineato Letizia Moratti, sindaco di Milano, proprio al "Giornale", quando lei sollevò in tempi non sospetti il tema della sicurezza, Walter al Viminale davanti agli altri sindaci le disse che non si poteva agitare il tema della sicurezza come come una bandiera politica. Salvo poi - nota la Moratti - pochi giorni dopo dire che siamo seduti su una polveriera. Come ha fatto in tv Crozza, il leader del Pd, non può scegliere per convenienza il panettone, assaggiarlo e poi dire che sono meglio i bucatini all'amatriciana. O viceversa. Qual è il Veltroni vero? Gli elettori l'hanno già detto. Su temi come sicurezza e legalità non si scherza. Lo ha scritto anche il "Riformista" toccando il tema del ballottaggio a Roma: se il Pd e Rutelli perdono e diventa sindaco della Capitale Alemanno, Veltroni sarà un leader dimezzato. "Con che faccia - scrive il giornale - andrà a spiegare, a Milano come a Venezia, come si vince?". Lo farà parlando "padano" o "romano"? GUARDA IL VIDEO DI CROZZA-VELTRONI Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (39 votes, average: 1.38 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 15Apr 08 Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica E' troppo facile parlare della larghissima vittoria di Silvio Berlusconi, del Pdl e della Lega. Del terzo ritorno del Cavaliere al governo (a proposito se n'è accorta anche la stampa estera.). E' troppo facile usare i (sacrosanti) toni trionfalistici. Come ho più scritto nel blog, questa vittoria era già stata scritta. E aveva una firma autografa: quella di Romano Prodi e della sua scombiccherata (e dannosa per il Paese) compagnia di saltimbanchi della politica. Diciamo la verità, anche Walter Veltroni lo sapeva fin dall'inizio ed è corso con coraggio ai ripari dando vita al Pd, a un partito riformista che (almeno nelle intenzioni) dovrebbe essere costruito a modello e somiglianza di quella sinistra europea moderna e "affluente" che trova ampia legittimazione in altri Paesi. La traversata nel deserto dell'opposizione gli servirà proprio a questo. Ma la vera rivoluzione è il crollo della sinistra (anzi, delle sinistre) radicali. Rifondazione, Comunisti, Verdi e compagnia cantante e urlante sono stati spazzati via. Proprio così. Niente parlamento, per loro. Per volontò popolare. E' questo il vero segno del cambiamento. Gli italiani hanno individuato bene il bersaglio da colpire, altro che legge elettorale. Hanno capito che i cespugli rossi garantivano una cosa sola: l'ingovernabilità. E lo stesso rischio hanno deciso di non correrlo neanche con Casini e con La Destra, su altri fronti politici. Questo è l'altro elemento che colpisce: votando Pdl-Lega, gli italiani hanno detto chiaro e tondo che vogliono un goveno che governi e che faccia le scelte necessarie al Paese. E hanno scelto Berlusconi. Un altro dato da non sottovalutare, che giustamente sul "Giornale" è stato definito "voto utile di protesta" è il voto a Lega e Italia dei Valori, un consenso permeato anche da una vena di antipolitica, dalla voglia di dire "no" alla casta che appare trasversale e certamente non ideologico. Grillo grida nelle piazze e sul web ma poi? Bossi e Di Pietro, pensano in molti, in parlamento possono incidere eccome. ecco il "voto utile di protesta". Che ha contribuito, assieme alla nascita del Pd, a far ammainare le bandiere della sinistra radicale rosso-verde che da anni non parla più il linguaggio della gente (e Veltroni ha capito bene anche questo) che si è trasformata in "casta di sinistra" esaurendo la sua "spinta propulsiva", quasi fosse un residuo archeologico di altre epoche politiche. Dimenticare Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto e quant'altri, dunque. Ecco la vera risposta al famoso "lasciateci lavorare" di Silvio Berlusconi: bipartitismo, poche formazioni in Parlamento realmente legittimate dall'elettorato. Avvio di riforme serie e necessarie all'Italia anche (si spera, a cominciare da Silvio) con il concorso costruttivo dell'opposizione. Quella che aspetta il il Paese è una sfida difficile, che nessun politico dotato di senso di responsabilità e senso dello Stato si nasconde. Che sia davvero questa la Terza repubblica? Scritto in Varie Commenti ( 28 ) " (43 votes, average: 1.63 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 07Apr 08 Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua Domenica Corso Buenos Aires a Milano, sembrava la New York durante una parata celebrativa. Duecentomila, ma c'è chi dice di più, hanno festaggiato Milano città dell'Expo 2015 e il sindaco Letizia Moratti: pullman rosso, piano rialzato aperto, Letizia con il presidente della Lombardia Formigoni, il vicesindaco De Corato a salutare la folla milanese. Strisce di carta colorate che volteggiano, palloncini, musica e festa grande. Milano se la merita. Il suo sindaco pure. Portare a casa un risultato del genere non è cosa da poco. Anche alla festa, però, sono riecheggiati i temi del dibattito sulla Milano che verrà, sulla capacità dell'occasione Expo, per dare un volto nuovo, moderno, più internazionale alla capitale morale ed economica dell'Italia. Dibattito non da poco, ne ho parlato anche nel post precedente ed avete scritto in tantissimi e vi ringrazio ancora. Andrò avanti, con voi, su questo terreno così cruciale. E torno sul tema "grattacieli" e cemento. Letizia Moratti ha detto: "Non sarà l'Expo del cemento, migliorerà la qualità di vita dei milanesi". Poi ha aggiunto: "punteremo su verde e solidarietà, Milano sarà più accogliente e multiculturale". Poi il sindaco ha ribadito che intende collaborare con l'opposizione. Risposta indiretta sulla questione grattacieli (Berlusconi torna alla carica, CityLife proprio non gli piace, cos'ì com'è) : niente colate di cemento. Anche perché, a onor del vero, le tre Torri al posto della vecchia Fiera portano la firma di un altro sindaco, Gabriele Albertini. Il dibattito sulla città che verrà dunque si allarga alla qualità della vita, al verde, alla riduzione di traffico e inquinamento, alla riqualificazione delle periferie, alla valorizazzione di cultura ed eccellenze. Ma il fronte del no si allarga, Sgarbi e la Lega si schierano con Berlusconi e criticano Libeskind, proponendo un un referendum civico. Quali sono le vostre priorità? Quale città vorreste per il 2015? Grattacieli sì o no? Scritto in Varie Commenti ( 55 ) " (86 votes, average: 1.12 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 01Apr 08 L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Milano ce l'ha fatta, a conquistare l'Expo Universale del 2015. Dicono - ed è vero - che è stata dura, durissima. Ma ha vinto il gioco di squadra, l'intesa fra le istituzioni. Nell'interesse di Milano, della Lombardia, dell'Italia. Arriveranno maxi investimenti, Milano potrà ridisegnare il suo futuro ed esaltare la sua vocazione europea e internazionale. Ma la squadra che ha vinto ha avuto un leader. Che si chiama Letizia Moratti: il sindaco di Milano. La Lady di ferro che si è trasformata in globetrotter della diplomazia e ha girato il mondo instancabilmente per la sua Milano. Una superdonna? Ma no. Una donna che crede in quello che fa e lo fa. Semplicemente. Il vicesindaco Riccardo De Corato è sceso in piazza davanti a Palazzo Marino a festeggiare la vittoria con le "bollicine" assieme agli assessori e a molti dipendenti comunali. Una bellissima idea, spontanea e non programmata (bravo chi l'ha avuta) e ha detto: "Letizia sarà un sindaco che resterà (e segnerà, aggiungo) nella storia di Milano". Ha ragione. Donna Letizia, "il signor sindaco" può farlo. Ha la capacità del leader e una visione del mondo adeguata alla sfida di ridisegnare la metropoli perché entri nel nuovo millennio da protagonista. Molti hanno scritto che è stato vinto il primo round e adesso viene il difficile. Vero: investimenti miliardari, mega progetti urbanistici, infrastrutture decisive per lo sviluppo, nuovi posti di lavoro. E si riaccende il dibattito sui grattacieli, sui simboli della modernità internazionale. A Silvio Berlusconi non piacciono, sono "storti e sbilenchi, in totale contrasto con il contesto milanese e la sua tradizione urbanistica". L'architetto Fuksas per una volta è d'accordo col Cavaliere. "Meglio il modello Central Park". L'ex sindaco Albertini difende le sue "creature" e dice: "No, saranno un simbolo". Il dibattito si riaccende con Letia Moratti che vuol fare non della Torre ma del Centro per lo sviluppo sostenibile il simbolo dell'Expo 2015. Ma c'è anche un altro terreno che Letizia Moratti dovrà dissodare (e non sarà facile) per garantire davvero il successo dell'Expo nell'interesse della città e dell'Italia (parafraso Susanna Agnelli: quello che va bene per Milano va bene per l'Italia): fatta l'Expo deve "rifare" i milanesi. Ridare cioè ai milanesi l'orgoglio della milanesità che oggi è sottotraccia ma che non è mai scomparso. Quel modo di vedere le cose in positivo, concreto con la capacità di saper guardare avanti, al futuro. Orgoglio della milanesità, ovvero "fare squadra con i cittadini" nell'interesse di una metropoli che è sempre stata aperta, internazionale, innovativa, capace di valorizzare ingegno ed eccellenze. Come giustamente dice Escobar "Una città provinciale? Ma no, smettiamola." E io la pensa come Escobar, e come il "signor sindaco". L'orgoglio della milanesità è sempre stato la forza di Milano. E' l'arma in più per il successo dell'Expo 2015. Che cosa ne pensate della milanesità perduta? Esiste ancora? E cos'è per voi? E che cosa chiedete dalla Milano dell'Expo? Grattacieli sì o no? Il dibattito è aperto Milano 2015. Ecco come sarà la città del futuro (leggi l'articolo) Scritto in Varie Commenti ( 116 ) " (214 votes, average: 1.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 26Mar 08 Pensioni, a chi gli aumenti. Inevitabile che le pensioni e il loro adeguamento fossero uno snodo centrale cella campagna elettorale. Il duello sulla previdenza fa discutere. Veltroni promette 400 euro in più all'anno per i pensionati con più di 65 anni e un tetto pensionistico massimo di 25 mila euro e fra 100 e 250 euro fra 25 e 50mila euro. Spiega Tiziano Treu: "Creremo un indice legato alla spesa reale degli anziani". E la copertura finanziaria? E' legata al miglioramento delle entrate fiscali e quindi a eventuali "tesoretti" futuri. Se ci saranno. Ma Berlusconi (che aveva già aumentato le pensioni all'inizio del suo governo) rilancia: quando sarà al governo il Pdl farà partire un programma di incrementi (come ha detto anche l'economista Roberto Brunetta alla "Stampa"), semeastrali con una specie di scala mobile agganciata non solo ai prezzi ma anche all'andamento degli aumenti dei salari. E la copertura? Dice Brunetta: sarà solidaristica e certa, con un aumento dei contributi ai pensionati che lavorano. Questo in uno scenario generale in cui il Pdl si è impegnato a portare la pressione fiscale generale al di sotto del 40% nell' arco di cinque anni di legislatura. Cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 44 ) " (21 votes, average: 2.29 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Mar 08 Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Ormai la parola "emergenza" è all'ordine del giorno, si usa quasi per tutto, a torto o a ragione ma quelle delle tasse, in Italia è la vera "emergenza": vogliamo parlare, così, di "caro tasse"? Vanno su - come petrolio, gasolio, benzina - e non conoscono ribassi. Tasse su tutto, palesi e nascoste, e colpiscono tutti: dipendenti, imprese, pensionati. Tasse nazionali e locali, balzelli e balzelletti, iva di qua iva di là e sigle (di tasse) una via l'altra. Per qusto voglio segnalare sul blog la bella inchiesta realizzata dal nostro inviato Stefano Filippi (leggi l'articolo): racconta cosa sta accadendo nel Nord (Marca trevigiana), dove il fisco uccite le imprese. Già, perché Roma taglia il trasferimento dei fondi statali e gli enti locali si "rifanno" aumentando le imposte per tappare i buschi e far cassa. Così metà dei sindaci del Veneto ha presentato un ricordo al Quirinale. Ecco l'altra notizia: la pressione fiscale quest'anno non scenderà sotto la soglia del 43%. E anche per il 2009 il dato resta confermato. Non ci sarà, quindi, a breve un alleggerimento del fisco (a meno che il nuovo governo, dopo le elezioni. ndr). La previsione è contenuta nel rapporto dell'Isae sulle previsioni per l'economia italiana. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (19 votes, average: 2.42 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 14Mar 08 Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Oggi mi è lieve lo scrivere sul blog, quasi un piccolo divertimento. Leggere i post di alcuni "anti-berlusconiani" che ho pubblicato (di altri ve ne ho fatto grazia per pudore e rispetto, non pubblicandoli ) mi ha dato la misura di come sia ardua la strada per Veltroni che tenta l'impresa di rifondare il centrosinistra su basi sicuramente più civili e aperte. Più che con Berlusconi deve e dovrà scontrarsi con gli "anti-berlusconiani preistorici" molti dei quali formano il suo elettorato. Appartengono a quella sinistra becera che spesso ha generato e genera anche reazioni becere dall'altra parte. Lo definirei l'elettorato dell'insulto per parte presa. A prescindere. C'è chi definisce il cavalietre un "nanetto" e chi mi ha definito "piccolo Ciarra". Piccolo sì, l'ho scritto anche: sono un "nanetto" anch'io. Ciarra proprio no: in famiglia ho qualcuno che ha fatto il partigiano in Piemonte (Brigata Garibaldi - comunista - "Romano della Torre", arruolato dal prete di un paesino e partigiano vero, con tanto di riconoscimento delle Forze armate e del governo Usa). Insomma, una storia diversa da quella del Ciarra. Ma la questione è un'altra: l'insulto gratuito e anonimo. quel "piccolo Ciarra" a mo' di sfida. Non vale una risposta e un post, direte. E' vero. Ma certi vizi privati sarebbe bene si trasformassero in pubbliche virtù. o è roba da uomini? Quanto al Ciarrapico, quello vero, candidato nel Pdl posso solo dire che certe sortite me lo rendono quasi simpatico. Chissenefrega. verrebbe voglia di dire, forse è un Ciarra che detta la linea a un partito? In realtà penso che sia proprio verò che tutte le polemiche portano acqua al mulino del Cavaliere, alla fine. Il metodo è sempre lo stesso: i meno giovani ricorderanno i vecchi tempi dei governi Fanfani. non c'era corteo, occupazione, manifestazione in cui si desse la colpa di qualcosa al povero Fanfani ("nanetto" anche lui) se pioveva era colpa di Fanfani e della Cia. ma anche se faceva troppo caldo. accidenti a Fanfani. Il tiro al Cavaliere è il gioco del momento, davanti al baraccone da luna park del Pd e della sinistra. E guai a parlar bene di Berlusconi. cari "piccoli Ciarra". Il Cav ha sempre torto. Per definizione, di parte. Scritto in Varie Commenti ( 26 ) " (23 votes, average: 3.04 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Mar 08 Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra Il gesto di Silvio Berlusconi al Palalido di Milano, quei fogli strappati. quei programmi inutili che la sinistra. ma anche il centro-sinistra non rispettano, piaccia o non piaccia ha un forte valore simbolico. Richiama soprattutto Prodi, quelle 281 pagine del "librone dei sogni" presentate nella passata campagna elettorale. Chi le ha lette? Si chiesero subito tutti, sorridendo me scuotendo la testa. Devo dire che io lo lessi pensando subito: "Questi sono matti. ma chi ci crede? Nemmeno loro, ci credono". Alla fine è stato proprio così, Prodi nella polvere (dopo una crisi di governo) e tutti si uoi alleati (veri e presunti, ogni volta impegnati a invocare la pagina numero tale, la riga talaltra, il paragrafo del capitolo. per dire che insomma nel programma c'era tutto (ciò che poi non si faceva). A seconda delle conveniente del momento. Risultato? Avanti a colpi di fiducia altrimenti il governo durava tre mesi (forse). "Stracciare" il programma del Pd non è un insulto a Veltroni (che di sicuro il Cavaliere non sottovaluta) ma un richiamo generale a stare con i piedi per terra: bene i sogni e gli slanci, ma testa sulle cose da fare che si possono fare e che vanno fatte. Una volta un navigatissimo politico d'antan disse: "Impossibile governare gli italiani.". Ma è davvero così? Di sicuro con programmi di 281 pagine non è possibile. Ma se cambi rotta e dalla politica degli annunci (generalizzata) si passa ai fatti: pochi, concreti e subito, l'impresa è meno impossibile. E se il partito che vince le elezioni è coeso e condivide gli obbiettivi (il Pdl. ma anche il Pd ci prova anche se la coesione pare minore) forse è meno difficile governare gli italiani. Si darà: ma in cinque anni Berlusconi ha governato e. E sono state rose e spine, rispondo: tanto che alla fine si è visto chi remava contro nella Cdl. Il Cavaliere l'ha detto a chiare lettere. Casini corre da solo e Fini ha fatto un salutare "ravvedimento operoso". Ora dipende tutto dalle urne: se il voto si concentrerà sui grandi partiti e al Senato non ci sarà pareggio. Veltroni invece dice che lui non straccia i programmi degli altri, ma li rispetta. Giusto che lo dica, Walter infatti ha imboccato una strada "berlusconiana" perché ha capito che quella vecchia faceva solo danni all'ex Ulivo ma soprattutto al Paese. Anche questo, Fini non se ne abbia a mnale, è un "ravvedimento operoso" sia pure tardivo. Di "nuovo" nel Pd c'è soprattutto la rincorsa, il tappare i buchi, il mettere le pezze a due anni di Prodi-Bertinotti-Mastella-Di Pietro-Verdi. Diciotto ministri ds su venticinque. L'abbinata Padoa Schioppa-Visco. Mah! Veltroni ha un bel dire che al Nordest il centro-sinistra ha commesso errori. e che ora cambia tutto. Ricordo la vecchia campagna elettorale: il duo Bersani-Letta a fare il giro delle realtà economico produttive del nord. Spiegarono a Prodi e ai capi dell'Unione quel che si doveva dire e soprattutto fare. Rimasero inascoltati, scrissero i giornali, e la sinistra li sbertucciò, aggiungo. Veltroni ha davvero capito? E i tanti ds del Pd? La concretezza di Berlusconi stride con l'Italia degli Anni Sessanta sognata da Walter. A volte i lustrini non bastano. Scritto in Varie Commenti ( 46 ) " (22 votes, average: 2.86 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Mar 08 I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Tanto tuonò che piovve, in casa del Pd. Veltroni dice: primi a chiudere le liste elettorali. Poi si scopre che forse no. non sono chiuse. Ed Emma Bonino, pasionaria pannelliana tuona: in quelle liste i 9 eletti radicali non ci sono.". O meglio: "Non c'è la certezza che siano eletti tutti.". Walter replica: "Ci sono. ci sono". Poi annuncia un approfondimento. Ma Emma incalza: "Non intendo candidarmi capolista in Piemonte perché non sono un soprammobile, da loro sbrecciato, che si può prendere e spostare dove vogliono. Non sono un oggetto che può essere usato o spostato.". Come prevedibile i radicali anche nel Pd non rinunciano a fare i radicali. Pannella l'aveva detto a chiare lettere. Non sarà una convivenza facile. Ad esmpio a Roma non è detto che appoggino Rutelli nella corsa a sindaco. trattative in corso. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (21 votes, average: 1.76 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (29) Ultime discussioni Francesco Speroni: Italia-Germania 2-0 Ho seguito - a fatica - quel memorabile match seduto in un ristorante di Gaza... Malcom: Nel mio cuore ci sono tante partite della Juve. ma chi mi assicura non siano state... Federico VR: Luglio 1982, avevo solo 6 anni, ma il ricordo di quella indimenticabile partita è ancora limpido nella... federico ruffern: Tutte le partite dell'Italia rimangono nel cuore! Paolo Marchetti: Non sono un tifoso di calcio ma di pallacanestro ed ho anche io la mia partita. Non ricordo la data... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Ultime News Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestraStorace: "La Destra appoggerà Alemanno"La prof e la gara choc all'alunno più "dotato"Da Vieri a Lapo: i 33 testimoni di VallettopoliCordata Alitalia, Ligresti: "Io ci sto"Pennsylvania, Hillary batte Obama Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille April 2008 M T W T F S S " Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2008 (5) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Racconta anche tu la partita della tua vita Veltroni, Crozza e il "padano" all'amatriciana. Dì la tua Le bandiere rosse ammainate e la Terza Repubblica Milano, l'Expo, i grattacieli e il cemento. Sì o no? Sgarbi non li vuole e chiede un referendum: dì la tua L'Expo, la Moratti e l'orgoglio della milanesità da ritrovare. Come vorreste la Milano che verrà? Grattacieli sì o no? Pensioni, a chi gli aumenti. Imposte locali: +111% in 10 anni. Se Roma taglia. Dal nanetto al "piccolo Ciarra" Quel programma "stracciato" ma dalla sinistra I dolori di Walter, Emma e le liste chiuse. ma anche no Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Il Pdl punta al sistema tripolare "Basta con i puntelli dell'Union" (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il caso Verso il voto con schieramenti più aggregati ENRICO MARTINET Il Pdl punta al sistema tripolare "Basta con i puntelli dell'Union" AOSTA Valle anomala in politica? Non è una sorpresa. In realtà che il centrosinistra e il centrodestra abbiano caratteristiche diverse rispetto alle altre regioni e che esista un grande centro autonomista su cui ruotano interessi e voti non è un'anomalia. La sorpresa è forse la ricerca del contrario, cioè di un modello che più si avvicini a quello da Pont-Saint-Martin in giù, la semplificazione del quadro politico. Due grandi blocchi ci sono già, quelli che si sono spartiti la posta alle Politiche, da un lato la lista Vallée d'Aoste dall'altro il Galletto. Due punti di riferimento diversi: uno locale, l'Union valdôtaine, l'altro nazionale, il Pd. Poi il terzo blocco, quello del Popolo della Libertà. Un po' diverso, ovvio: niente Lega Nord, niente As di Alessandra Borluzzi, ma dentro la Destra di Storace. Formule superate da personalismi, da non gradimenti, da scontri di comportamenti più che di appartenenze. Ora c'è una grana in più, quel Giovanni Zani che si professa leghista ma che la Lega sconfessa perché il segretario ha fatto accordi con l'Uv. I vertici del Carroccio: "Smentiamo nel modo più assoluto che siano in corso trattative tali da giustificare una soluzione del genere. Qualora dovesse accadere, trattasi di iniziativa personale...". Segue l'annuncio di "provvedimenti". Ma Giorgio Bongiorno, coordinatore di Forza Italia, tira via dritto: "Hanno pensato di andare con l'Uv. Noi eravamo pronti, Zani è con noi, il resto è affar loro". Strategia azzurra per le Regionali: "L'esempio nazionale è importante. Passa per l'eliminazione dei piccoli partiti. E' un vantaggio per tutti ed è una questione fisiologica. E' nelle cose voglio dire, prima o poi doveva accadere. In Valle esistono tra blocchi, il Pd, il Pdl e l'Uv. Punto. Il resto sparirà, questione di tempo. C'è chi ritornerà con l'Uv e chi starà con il Pd. La polarizzazione facilita la realizzazione dei progetti. Basta con la politica dei ricatti, bisogna raggiungere questo livello di civiltà. Questa nostra strategia dovrebbe essere seguita da tutti coloro che vogliono bene a questa Valle". Il leader di An, Alberto Zucchi, è sicuro: "La Lega è con noi. Il segretario minaccia espulsione, ma è rimasto da solo. Bisogna voltar pagina e rientrare nella logica nazionale. Le Regionali? Non è vero che il tema sarà sull'autonomia, cioè su chi è più autonomo. Fesserie. Qui si deve parlare di politica fallimentare fatta finora. L'area autonomista non ha brillato sul piano della gestione amministrativa. Come fare peggio? Vogliamo ricordare il trenino di Cogne, il Casinò il ponte sul Buthier, così tanto per citare qualche fallimento. Noi al governo non siamo mai stati, forse è il caso di provarci. L'autonomia non è in discussione, ma dobbiamo cambiare politica e modo di gestire la Regione". Bongiorno insiste: "Puntare sui tre poli significa impedire intrecci di natura più affaristica che politica. Sistema tripolare, questa è la speranza e la nostra politica. Basta con i leccatori della greppia, con i puntelli dell'Uv. Prima i Ds, adesso la Stella e Fédération. Così non si va da nessuna parte".

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Tavagnasco Rock (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

QUATTRO MAXI-CONCERTI E UNA GIORNATA DI FESTA POPOLARE Tavagnasco Rock Al via sabato 19 la scintillante rassegna organizzata da un gruppo di volontari IL CALENDARIO: SI PARTE CON GIULIANO PALMA IL 24 C'E' ROY PACI, IL 26 FABRI FIBRA, IL 27 ELIO il miracolo canavesano PAOLO FERRARI E' primavera: e al confine tra Canavese e Valle d'Aosta sboccia la musica dal vivo con l'edizione numero diciannove di Tavagnasco Rock. Il piccolo grande miracolo di provincia si rinnova, il paesino di Tavagnasco (ottocento abitanti) si trasforma nell'epicentro live della nostra regione, e i decani della kermesse si incolonnano con i giovani neofiti ala ricerca non solo di qualità sonora, ma anche di una dimensione differente da quella che possono offrire le manifestazioni di città. Lo start è sabato 19, quando la marcia di avvicinamento finora consumata tra concorso per emergenti e piccoli locali della zona confluisce sul palco principale. Dove l'attende una fetta di Giamaica parcheggiata sulla Dora Baltea: primi boss del cartellone sono infatti Giuliano Palma & The Blue Beaters, ma occhio ai Toska e alla dance hall ammannita da Morelove, sound system di scena in apertura e poi nella notte al mitico T-Club, dove suonano anche i Bottle Rocket. Consumata la festa d'inaugurazione tra reggae e rock steady, ci si concede il solito break; poi ecco il secondo ciclone, Roy Paci & Aretuska, sul palco del Pala Tavagnasco, struttura di concezione europea, giovedì 24. In questo caso il riscaldamento della sala è affidato a Vinagro e Naif, mentre l'after show al T-Club compete ai Boom Boom Babylon e al dj Armando. Il main stage tornerà a tuonare ritmi urbani sabato 26, sotto i colpi verbali di Fabri Fibra, scortato dai Reparto N° 6, dai più che promettenti Dari e dagli Egonudo, con altro hip hop proposto nell'epilogo by night da Altroquando & On Air Crew. Chiusura in grande stile domenica 27, quando Elio e le Storie Tese prenderanno possesso del palco con il loro show non solo musicale innescato dal disco "Studentessi"; li precederà da una band con forte accento locale, Madama Pautasso. Fanalino di coda cronologico del programma saranno quella notte al T-Club i rocker elettrici Mother Goose. Gli spettacoli sono presentati da Alessandro Mensa, Simone Nigrisoli e dai comici Emilio Gatto e Alessandro Cantarella. Di mezzo e intorno ai grandi eventi succede come sempre di tutto. Venerdì 25 aprile sarà giorno di festa popolare, con la Fanfara di Tavagnasco e La Paranza del Geco scatenati nel pomeriggio di fronte ala chiesa e lungo le vie del paese, invaso dal tradizionale mercatino e raccolto intorno alle specialità gastronomiche della zona. In caso di pioggia tutto si trasferisce nel tendone. In programma anche un incontro calcistico di beneficenza, che vedrà la rappresentativa di "Tava Rock" opposta ai temibili aranceri "Tuchini del Borghetto". La sera al T - Club sarà rock'n'roll per maggiolini tutti matti, con i concerti di Billy - Bob, Doshin, Graffito e della squadra ragga rap Dj Reydo & Friends. Sabato 26 sarà inoltre possibile incontrare Fabri Fibra alle 17,30 all'Auditorium Dante Conrero di Quincinetto. Organizzato come sempre dalla combattiva Associazione Spazio Futuro, Tavagnasco Rock è sostenuto dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione, dalla Comunità Montana Dora Baltea Canavesana e da NovaFerr. Il paese si raggiunge da Torino lasciando l'autostrada per Aosta al casello di Quincinetto. Sono a disposizione ampi parcheggi; il T-Club propone servizio ristorante dalle 19,30 alle 21. Sabato 19 Arena Palatenda, ore 21,30: Morelove; Toska; Giuliano Palma & The Blue Beaters. T - Club, ore 1: Morelove; Bottle Rock. Giovedì 24 Arena Palatenda, ore 21,30: Vinagro, Naif, Roy Paci & Aretuska. T - Club, ore 1: Boom Boom Babylon, Dj Armando. Venerdì 25 Piazza della Chiesa, ore 15: Fanfara di Tavagnasco; La Paranza del Geco; mercatino tradizionale. Campo sportivo, ore 15,30: incontro di calcio a sostegno della lotta contro la malaria. T - Club, ore 21,30: festa di presentazione del raduno maggiolini e furgoni Volkswagen, con Graffito, Billy - Bob, Doshin e Dj Reydo in concerto. Sabato 26 Quincinetto, Auditorium Dante Conrero, ore 17,30: Fabri Fibra incontra il pubblico. Arena Palatenda, ore 21,30: Reparto N° 6; Dari; Egonudo; Fabri Fibra. T - Club, ore 1: Altroquando & On Air Crew. Domenica 27. Arena Palatenda, ore 21,30: Madama Pautasso; Elio e le Storie Tese. T - Club, ore 24: Mother Goose. Prezzi Si paga solo per i concerti all'Arena Palatenda, tutti gli altri appuntamenti sono gratuiti. Sabato 19 e giovedì 24 il biglietto costa 15 euro, sabato 26 si entra con 13 euro, domenica 27 occorrono 20 euro. Sono previste riduzioni per gli under 18. L'abbonamento per l'intera manifestazione costa 40 euro, 35 euro per i minorenni. Informazioni Per ile nformazioni è a disposizione il numero telefonico dell'associazione Spazio Futuro, 0125/658450. Dettagli e altre notizie sull'evento e sulle opportunità turistiche offerte dalla zona si trovano al sito www.tavagnascorock.net. \.

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Formigoni resta in Lombardia Vito alla Giustizia (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

TRATTATIVA PER IL GOVERNO: BERLUSCONI CHIAMA UN FEDELISSIMO Gianfranco Formigoni resta in Lombardia Vito alla Giustizia Berlusconi annuncia "Oggi o domani vedrò Napolitano per parlare della squadra" Da vent'anni alla guida del partito [FIRMA]UGO MAGRI ROMA Fini sceglie la presidenza della Camera e lascia quella di An. Questione "di galateo istituzionale", spiega da Vespa. Confessando di provare "una certa emozione". In pratica cambia poco, segnala Ronchi, "perché lui resta il leader e la guida del partito". Ma l'impatto simbolico è forte, una stagione si chiude per la destra italiana. Il futuro più prossimo si chiama "guida collegiale", Alleanza nazionale verrà retta da "un primus inter pares" che già tutti additano in La Russa, sebbene l'interessato giuri di "cadere dalle nuvole" (avrà un doppio incarico, di reggente e di ministro della Difesa). Il futuro più incerto, invece, è legato al Popolo delle libertà. An e Forza Italia dovranno fondersi nel nuovo soggetto politico. Entro sei mesi, massimo un anno i due partiti andranno a congresso, anticipa Fini, per approvare lo statuto del Pdl. Nascerà una nuova classe dirigente. E chi si affanna oggi per montare sul convoglio governativo rischia domani di perdere l'altro treno, quello del partito. Può perfino accadere che, negando un ministero a Formigoni, il Cavaliere gli stia facendo involontariamente un regalo. In cambio della rinuncia al governo, Berlusconi offre al Governatore lombardo un incarico nel nuovo partito. Non la presidenza, come qualcuno esagera, perché quella se la tiene lui; comunque un ruolo, sulla carta, operativo e di prestigio. Una scommessa sul divenire. I due ne parleranno stasera a cena. Si sono già visti ieri, ma il colloquio è stato antipatico seppur il Cavaliere abbia lasciato uno spiraglio: "Non voglio accelerare decisioni che devono venire fuori con buon senso", ha detto. Formigoni si è sentito dire che da Milano non deve muoversi per due ragioni. La prima (pubblica): non si possono chiamare 6 milioni di lombardi alle urne solo perché il Governatore vuol fare il ministro. La seconda ragione (privata): se si rivota, tocca dare la regione alla Lega, che già sta diventando prepotentella. Forza Italia non se lo può permettere. Il risultato è quello annunciato prima da Bossi e poi da Fini con grande scorno del Governatore. Formigoni resterà dov'è fino al 2010, quando scadrà il mandato. Al governo (Sanità) nel frattempo andrà Lupi, stessa famiglia ciellina. Altre certezze sono, per dirla con Bossi, "io e Maroni", nel senso che "le Riforme e l'Interno vanno alla Lega". In più "Castelli lo mettiamo lì alle Infrastrutture, per le strade del Nord...". Il Senatùr non cita l'incarico sulla carta più rilevante, la vicepresidenza del Consiglio per Calderoli. L'ipotesi era stata affacciata durante il vertice domenicale ad Arcore, ma gira voce che ci siano dei problemi. Il leghista Speroni chiama in causa il Quirinale, "non vorrei che di lì venisse qualche intoppo, del resto il Colle è abituato a porre veti". Invece pare che Napolitano non c'entri affatto. Fonti vicine al Carroccio giurano che Bossi ha chiamato giovedì scorso il Presidente per sapere se su Calderoli (o su altri esponenti della Lega) ci sarebbero obiezioni, ricevendo risposta negativa. Inoltre, al Quirinale non risulta alcuna lista di nomi, né il Cavaliere s'è ancora fatto vivo per parlarne, sia pure in via riservata. Berlusconi ha annunciato che vedrà il Presidente oggi o domani per parlarne, ma al momento i veti non possono esistere. E allora, da dove partono le chiacchiere su Calderoli? Non dal Colle, bensì dall'entourage di Berlusconi. Per via della famosa t-shirt anti-islamica esibita due anni fa in tivù: troppa visibilità nel governo sarebbe poco gradita specie nei paesi arabi. E il Cavaliere, si sa, ambisce al ruolo di mosca cocchiera della politica mondiale. Ieri sera è andato a cena da Cossiga per farsi dare qualche consiglio. L'ex Presidente gli suggerisce speciale prudenza nella scelta di tre dicasteri in particolare: Interni, Difesa e Giustizia. Che vogliono dire Polizia, Carabinieri, Forze armate e Magistratura. Se il Viminale va alla Lega, e la Difesa ad An, perlomeno la Giustizia deve toccare al partito del premier, il quale viceversa non controllerebbe nessuno degli apparati statali. Berlusconi è talmente d'accordo, che a via Arenula vuol piazzare il fedelissimo Elio Vito. Sfuma invece la poltrona a Gianni De Gennaro, ex capo degli sbirri, oggi in prima linea nella guerra alla "munnezza".1987 Segretario Dal 1987 è segretario Msi, poi An. 2001 Al governo Dal 2001 al 2005 è stato vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri dal novembre 2004. 2002 Convenzione europea Nel febbraio del 2002 è stato nominato rappresentante del governo italiano alla Convenzione europea.

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Salari: spinta bipartisan a buste paga <locali> (sezione: Focus Lega)

( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Salari: spinta bipartisan a buste paga "locali" di Nicoletta Picchio commenti - | | Mercoledí 23 Aprile 2008 No dei sindacati a divisioni salariali ANALISI La vera gabbia è stipendio uguale con prezzi diversi di Fabrizio Galimberti Scopri la retribuzione media nazionale per la tua professione Un motivo in più per confermare la decisione che Silvio Berlusconi ha annunciato nel primo Consiglio dei ministri: detassare gli straordinari e i premi di produttività. Le analisi dell'Istat sulle differenze del livello dei prezzi nelle città italiane arrivano come la conferma della necessità di cambiare le regole del gioco, in questo caso della contrattazione e dei meccanismi retributivi, per rendere salari e stipendi più legati al territorio e alla produttività. Maurizio Sacconi, ex sottosegretario al Welfare, anche stavolta candidato ad un ruolo di primo piano nel Governo, già nella passata legislatura aveva presentato un disegno di legge per ridurre la tassazione su straordinari e salario di produttività. In piena campagna elettorale era stato Enrico Letta, Pd, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a sollevare l'argomento di legare gli stipendi al costo della vita e alla produttività, facendo scalpore nella sua area politica, visto che la Cgil finora ha sempre frenato su una riforma dei contratti che desse più spazio al territorio e alla contrattazione aziendale. Sono le parti sociali, imprenditori e sindacati, che dovranno essere protagonisti della riforma. "La politica può avere un ruolo di spinta: favorire il cambiamento utilizzando la leva fiscale", dice il senatore, ex Forza Italia, oggi Pdl. Il prossimo Governo non ha alcuna intenzione di invadere campi altrui. "I dati Istat - continua Sacconi - sono però la conferma che un salario giusto ed efficiente deve riflettere le diverse condizioni del costo della vita e della produttività del lavoro". Serve una riforma della contrattazione, che secondo il senatore dovrebbe spostare il baricentro a livello territoriale e aziendale. Anzi, secondo Sacconi le regole potrebbero essere individuate addirittura categoria per categoria, snellendo il numero dei contratti. Nessun intervento amministrativo, nè rincorse dell'inflazione: "La tassazione però può riconoscere il merito. Le misure del Governo potranno favorire la dipresa del dialogo", continua il senatore del Pdl. La Lega, teoricamente, si spingerebbe ancora oltre: "A Costituzione vigente si potrebbero anche definire minimi contrattuali diversi a livello territoriale. Ma sarebbe un lavoro lungo e complesso", dice Massimo Garavaglia, deputato del Carroccio. Ben vengano, intanto, le decisioni del Consiglio dei ministri: "La Lega condivide l'impostazione di retribuzioni più legate al territorio e di una contrattazione decentrata che tenga conto della produttività e del potere d'acquisto", continua Garavaglia. Che aggiunge un altro ingrediente: il federalismo fiscale. Nei giorni scorsi Roberto Calderoli aveva annunciato un intervento del Governo entro le metà di giugno. "Se ci fosse il federalismo fiscale le Regioni in base alla proprie disponibilità finanziarie potrebbero decidere una serie di interventi a favore delle imprese, dall'addizionale Irpef all'Irap". Misure, aggiunge Garavaglia, che aiuterebbero i conti delle aziende e di conseguenza renderebbero migliori anche le condizioni dei lavoratori: "Sono convinto che le aziende sarebbero felici di farlo".

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Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

I due stupri a Milano e a Roma hanno rilanciato la questione dell'immigrazione e della sicurezza. Tra tanti commenti degli ultimi giorni più o meno pertinenti, ne ritengo due. Uno di Cesare Salvi, che questa mattina a Radio Anch'io quando ha dichiarato che: "effettivamente gli elettori hanno avuto l'impressione che la sinistra arcobaleno non pensasse alla sicurezza". Mi permetto di correggere Salvi: non avevano l'impressione, ne avevano la certezza e per questo soprattutto l'hanno punita alle elezioni. Il secondo aspetto riguarda la richiesta di Roberto Maroni, probabile nuovo ministro degli Interni, di rinegoziare la direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini. L'idea ha suscitato reazioni contrariate e un certo sarcasmo, ma in interviste alla Rai e al quotidiano La Stampa il nostro commissario europeo Franco Frattini l'ha ritenuta plausibile, "perché ormai quella direttiva è superata dall'applicazione integrale degli accordi di Shengen". Il governo Prodi peraltro non ha mai applicato la norma che consente l'espulsione per chiunque non possa dimostrare di avere i mezzi di sussistenza per vivere in modo dignitoso. Secondo Frattini (che probabilmente diventerà il prossimo ministro degli Esteri italiano) "una verifica si può fare per vedere se non sia il caso di rafforzare alcuni principi sugli aspetti della sicurezza. C'è un consenso abbastanza ampio tra i governi europei che la libera circolazione dei cittadini, sacrosanta, non può trasformarsi in libera circolazione dei criminali". E il governo rumeno? "Deve farsi carico dei propri compatrioti e riprenderseli se non rispettano le leggi". Da qui alcune domande: aveva dunque ragione Maroni? Una correzione in sede comunitaria è doverosa considerato che proprio l'Unione europea sottovalutò gli effetti dell'allargamento (che secondo me era prematuro) a Paesi troppo arretrati come la Romania e la Bulgaria. Insomma, se oggi l'immigrazione dei rumeni è un problema in molti Stati, come l'Italia e la Spagna, la responsabilità all'origine è di Bruxelles. Ma, mi chiedo: basta una norma Ue per rimediare a una situazione che la maggior parte dei cittadini considera fuori controllo? E se la risposta è no, come rimediare? Scritto in Italia, immigrazione Commenti ( 3 ) " (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 08 La sinistra difende le élites anziché il popolo? Sul Giornale è uscita una mia intervista con Ferruccio Capelli, il direttore della Casa della cultura di Milano. Capelli, ex dirigente del Pci e dei diessini, è autore di un libro molto interessante Sinistra light - populismo mediatico e silenzio delle idee (Guerini editore), nel quale analizza l'attuale momento politico e sociale. Capelli non ama Berlusconi e ovviamente nemmeno il centrodestra, ma con grande onestà intellettuale riserva critiche pungenti alla sinistra nel suo insieme, sia al Pd sia aquella radicale. Nell'intervista ad esempio sostiene che la sinistra italiana "si è adeguata ai tempi privilegiando la seduzione e il marketing politico rispetto al messaggio politico e ai programmi. Dal crollo del Muro di Berlino ha progressivamente sradicato il proprio passato, le proprie tradizioni culturali, ma questo ha generato smarrimento negli elettori." Esiste "un problema d'identità" con un progressivo scollamento dal Paese reale e dalle esigenze delle classi meno abbienti. Secondo Capelli "la sinistra è diventata élitaria, si identifica con la grande finanza industriale ed è ossessionata dalla rappresentazione mediatica. Così oggi solo la destra pensa al popolo". La frase è molto forte ed è significativo che venga pronunciata da un intellettuale progressista. Ha ragione Capelli? La sinistra perde perché difende l'oligarchia economica anziché la gente comune ? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 21 ) " (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 08 Oops, il "porcellum" funziona. Ce lo teniamo? E ora come la mettiamo con il sistema elettorale? Per mesi tutti hanno ripetuto che era inadeguato e fonte di instabilità; invece, come osserva in un articolo un brillante collega ticinese, Ovidio Biffi, il metodo Calderoli "ha funzionato al suo secondo impiego: non solo ha causato gli sbarramenti tanto attesi, ma ha agito come una vera e propria purga! Di colpo, l'Italia si è liberata dei legacci con cui veniva ricattata ogni volta che in gioco c'era la sopravvivenza delle maggioranze". Ho l'impressione che fossero i partiti a impedire il corretto funzionamento del porcellum e c'è da chiedersi se la maggior parte dei politologi non abbia sbagliato analisi, confondendo causa ed effetto. Non appena Veltroni e a ruota Berlusconi hanno deciso di sottrarsi al ricatto dei piccoli, è accaduto il miracolo. A questo mi chiedo: le riforme elettorali sono ancora necessarie? C'è chi dice che basti qualche ritocco ovvero il ripristino del voto di preferenza e il divieto delle candidature multiple. Troppo bello per essere vero? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 32 ) " (5 voti, il voto medio è: 3.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Apr 08 In Italia il "mal di Palazzo" è inguaribile? Riflettando ancora sul risultato delle elezioni, trovo che sia stata confermata la regola secondo cui in Italia i politici che entrano nel Palazzo perdono il contatto con la realtà. Era accaduto in parte anche con il governo Berlusconi nel 2001-2006 quando il governo tardò a prendere piena coscienza di alcuni problemi che invece erano molto sentiti dalla gente (ed esempio il caro euro), ma con il governo Prodi questo fenomeno ha assunto dimensioni impressionanti. La sconfitta della Sinistra arcobaleno infatti nasce dall'incapacità di capire il Paese. Bertinotti si è evidentemente lasciato inebriare dalla presidenza della Camera e in campagna elettorale ha descritto un'Italia che non c'era. Non ha capito l'esperazione degli abitanti delle zone popolari per l'immigrazione incontrollata e l'aumento della criminalità e anziché proporre correttivi in tv diceva che bisognava allargare ulteriormente le maglie e mostrarsi ancor più accoglienti, senza distinguere tra italiani poveri e immigrati appena arrivati nella concessione delle case popolari (ne abbiamo parlato su questo blog). Nel commentare la sconfitta ha detto di aver commesso un grave errore: quello di non essere andato di fronte ai cancelli delle grandi fabbriche, dimostrando una volta di più il senso della propria estraneità dal tessuto produttivo: le grandi fabbriche erano una realtà degli anni Sessanta-Settanta non quella di oggi. E ancora: Pecoraro Scanio è riuscito in un'impresa senza precedenti. Mentre in tutto il mondo i verdi resistono e spesso guadagnano consensi in Italia sono spariti in appena due anni. E la ragione è la stessa: anziché preoccuparsi del problemi reali della gente (inquinamento e rifiuti di Napolil, ad esempio), Pecoraro ha fatto una campagna demagogica in cui scegliendo l'alleanza con i comunisti è passato il peggior messaggio possibile: verdi uguale rossi. Piccola divagazione: in questo contesto devo dire che anche la stampa si è mostrata troppo "palazzo dipendente" e infatti si è fatta sorprendere dai risultati. Quasi nessuno dei grandi mezzi di informazione aveva intuito il trionfo della Lega, né il tracollo della sinistra radicale, né il raddoppio di Di Pietro. Quanti articoli sono stati pubblicati per spiegare in campagna elettorale il disagio del nord, soprattutto nelle province venete e lombarde? Pochi, in compenso abbiamo letto paginate sulla lista di Ferrara, che poi ha ottenuto lo 0,4%. Direi che un'autocritica è doverosa se vogliamo raccontare davvero l'Italia dobbiamo staccarci un po' dalle logiche del Palazzo e della politica romana: noi giornalisti abbiamo imparato la lezione? Tornando al dopo elezioni, ora gli occhi sono puntati sul nuovo governo e mi chiedo: vista l'ampia maggioranza, Berlusconi Fini e Bossi riusciranno a gestire il Paese senza perdere il contatto con il Paese, come peraltro avviene in molti altri Paesi? Zapatero è appena stato rieletto, la Merkel è più che mai favorita, Blair ottenne tre mandati consecutivi, Chirac e Schroeder due. Perché all'estero è possibile e in Italia no? Il mal di Palazzo è guaribile? Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 29 ) " (5 voti, il voto medio è: 3.4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Apr 08 Vince il centrodestra, ma l'Italia è ancora unita? Ha vinto il centrodestra, ma in prospettiva il risultato più significativo mi sembra il travolgente successo della Lega in tutto il Nord, con punte in Veneto (dove ottiene gli stessi voti del PdL), in Lombardia (al 20%) e con risultati oltre le aspettative in tutte le regioni, inclusa l'Emilia Romagna (7%, quasi il doppio rispetto a due anni fa). Qual è il significato di questa affermazione che né giornali né radio né tv avevano pronosticato? E' solo un voto di protesta contro Prodi? Secondo me no: ho l'impressione che sia il primo segnale di una frattura dell'identità nazionale e che questo fine settimana sia cominciato un processo che, se non affrontato con saggezza e lungimiranza, potrebbe portare nel medio periodo alla divisione dell'Italia in due o tre blocchi autonomi o addirittura indipendenti. Due i fattori scatenanti. Primo, la crisi dei rifiuti di Napoli ha provocato in molti abitanti del nord il sentimento di una divisione civica ormai incolmabile. Quello spettacolo indecente li ha traumatizzati e indignati e per la prima volta non è scattata la solidarietà nazionale: nessuna delle grandi regioni del nord ha accettato di smaltire la spazzatura campana. per la prima volta un'istituzione ha sancito con un gesto formale la possibilità di una divisione. E la storia insegna che quando viene a mancare la solidarietà tra le regioni, l'unità nazionale è a rischio. Secondo, la rivolta dei comuni veneti partita da Cittadella. Anche in questo caso si è consumata una rottura istituzionale molto forte: per la prima volta un'autorità locale si è ribellata all'autorità centrale proponendo una soluzione autonoma a un problema quello dell'immigrazione e della sicurezza che è diventato centrale nel Nord. Oggi siamo in una situazione paradossale in cui l'Unione europea sottrae crescenti fette di sovranità agli Stati senza però creare un contesto istituzionale che permetta a uno Stato federale europeo di sostituirsi a quelli nazionali. Ne risulta un sistema ibrido che genera aspettative destinate a essere frustrate: la gente pretende che lo Stato risolva problemi concreti come quelli economici, sulla sicurezza e sull'immigrazione, ma i governi centrali non hanno più gli strumenti per gestirli. E siccome questa ambiguità è destinata a protrarsi nel tempo, i cittadini (in Italia, ma anche in altri Paesi come la Spagna) reagiranno rifugiandosi nelle uniche autorità che riconoscono con certezza, quelle locali. Gli effetti della globalizzazione e della crisi economica accentueranno questi meccanismi di autodifesa. Attenzione, sul lungo periodo lo sfaldamento dell'Italia non è più un'ipotesi inverosimile. Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 73 ) " (8 voti, il voto medio è: 3.63 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Apr 08 Quello stile di "Repubblica". La Repubblica ama dividere i giornalisti tra buoni e cattivi. I buoni naturalmente sono coloro che lavorano per il quotidiano fondato da Scalfari più certe firme della casta degli ex sessantottini. Tutti gli altri sono cattivi e dunque meritano disprezzo o al più indifferenza. Repubblica, quando si tratta di giornalismo, non è mai oggettiva, sale in cattedra, dà lezioni con piglio da maestrina. Io sono di scuola montanelliana e Repubblica è lontanissima dal mio mondo di riferimento, ma negli ultimi tempi ho avuto occasione di saggiare la sua arte. La prima volta in occasione dell'uscita del mio saggio Gli stregoni della notizia, che suscitò un certo interesse sulla stampa. Fu recensito trasversalmente: dal Corriere della Sera alla Padania, da Panorama al Manifesto. Anche Repubblica ne parlò, ma a modo suo. Pubblicò un inserto di quattro pagine sullo spin con diverse citazioni tratte chiaramente dal mio libro, senza però che venissi menzionato, fatta salva una minuscola segnalazione generica tra le opere librarie che trattano il tema. Eleganti, vero? L'altro ieri si sono ripetuti. Ho trascorso gli ultimi tre giorni al Festival internazionale di giornalismo di Perugia, splendida manifestazione a cui partecipano 150 grandi firme, davanti a un pubblico enorme, composto per lo più da giovani. Ho provato immenso piacere nel moderare una sessione in memoria di Montanelli, a cui hanno partecipato Mario Cervi, Ugo Tramballi e Marco Travaglio. Giovedì ho avuto il privilegio di dibattere di media e giornalismo con i due ospiti più importanti del festival, Alastair Campbell, lo spin doctor di Blair, e Carl Bernstein, il mitico cronista della Washington Post che firmò, con Bob Woodward, l'inchiesta del Watergate. Gli organizzatori avevano letto il mio saggio e hanno pensato che fossi l'interlocutore giusto per discutere con questi due colossi. Insomma, sono stati molto cortesi con me. Repubblica ieri ha dedicato all'evento un articolo di cronaca, a firma di Dario Pappalardo. Tutto bene, con una particolarità: né io nè il moderatore Angelo Mellone, editorialista del Messagero, siamo stati citati. E nello sforzo di eclissare la nostra presenza, il collega del quotidiano romano ha dovuto compiere qualche acrobazia, ad esempio scrivendo che Campbell e Bernstein si sono "scrutati con rispettoso sospetto" e che hanno deciso di "non interpretare ruoli antagonisti". Rispettoso sospetto? Non interpretare ruoli antagonisti? La sorpresa di questo incontro è che Campbell il comunicatore più brillante e spregiudicato d'Europa ovvero "il diavolo" - e Woodward il simbolo del giornalismo d'inchiesta - anziché duellare, come pareva logico, si sono trovati in piena sintonia, scambiandosi elogi e che pertanto la mia è risultata la voce fuori dal coro. Ne è risultata una discussione franca, accesa, appassionante, ben animata da Mellone che ha alimentato il confronto anziché adeguarsi al cinguettio di Campbell e Bernstein; il tutto di fronte a oltre 500 persone. Ma di questo i lettori di Repubblica sono stati tenuti all'oscuro. Pappalardo è riuscito persino a citare una mia frase virgolettandola, ma ancora una volta, senza menzionarmi. Scrive: "Guai a chi indica Bernstein come il "giornalista che ha fatto dimettere Richard Nixon"". Sono così diventato un'entità astratta, il signor Chi. E tutto questo, verosimilmente, per evitare di parlare di due giornali concorrenti, il Giornale e il Messaggero. Ma non me ne stupisco: è lo stile della casa, snob e prevaricatore. Scritto in giornalismo Commenti ( 28 ) " (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Apr 08 Vi è piaciuta la campagna elettorale? La campagna elettorale è agli sgoccioli e a quanto pare il numero degli indecisi resta molto alto. Personalmente non ne sono stupito. Se dovessi indicare il tema che ha caretterizzato la campagna non saprei indicarlo. Certo c'è stato il caso Alitalia, ma sebbene importante - e su questo blog ne abbiamo parlato spesso - non può essere considerato decisivo per orientare il voto di tutti gli italiani. Più che in passato ho l'impressione che alla fine i leader dei vari schieramenti abbiano preferito puntare su slogan tutto sommato prevedibili e duellare sull'ultima polemica del giorno anziché sviluppare proposte organiche. Sebbene Berlusconi e Veltroni avessero promesso una campagna diversa, alla fine siamo costretti ancora una volta a votare contro anziché votare per. Chi preferisce Popolo delle Libertà e Lega è motivato essenzialmente dal disgusto per il governo Prodi. Chi sceglie Partito democratico e Italia dei Valori alla fine invoca lo sbarramento contro il Cavaliere. Giro a voi la domanda: vi è piaciuta la campagna elettorale? Non chiedo per chi abbiate intenzione di votare (il voto è segreto), ma sarebbe interessante capire qual è la ragione o il tema che più vi motiva ad andare alle urne. E a chi fosse ancora incerto, suggerisco di fare due test, segnalati qualche tempo fa da Alessando Gilioli sul suo blog. Sono semplici e divertenti, permettono di confrontare le vostre idee con quelle dei principali partiti. Li trovate qui e qui In ogni caso buon voto a tutti. Scritto in democrazia, Italia Commenti ( 27 ) " (3 voti, il voto medio è: 3.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 08 Islam e Occidente, l'integrazione è un crimine? Sul Giornale di oggi è uscita una mia intervista all'intellettuale francese Alain Finkielkraut, in gran parte dedicata alla Cina e al Tibet, ma nel finale si parla di Islam e di integrazione. Finkielkraut ha ricordato la frase pronunciata recentemente dal premier turco Erdogan a Colonia, che ha suscitato enormi in Germania, ma che in Italia è passata quasi inosservata. Secondo Erdogan, leader del partito islamico Akp e considerato moderato da molti occidentali, "assimilare gli stranieri è un crimine contro l'umanità". Questa la risposta di Finkielkraut, che critica la tendenza a bollare come islamofobica qualunque critica un po' energica al mondo musulmano: "Io dico che non si tratta di imporre i nostri costumi, ma di esigere il rispetto delle norme sancite dalle democrazie europee: parità tra uomo e donna, no alla sottomissione, no ai matrimoni forzati. Questi sono principi non negoziabili. Non è islamofobia "sottomettere" le popolazioni musulmane al rispetto dei diritti dell'uomo e far valere le regole della civiltà europea". Ha ragione Finkielkraut, occorre obbligare gli islamici immigrati in Occidente? O bisogna rassegnarsi alle idee di Erdogan, che rivendica il diritto di vivere in un Paese senza adeguarsi alle sue regole civiche e dunque senza vera integrazione, come in fondo propone il comunitarismo? Scritto in notizie nascoste, immigrazione, islam, turchia Commenti ( 38 ) " (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 08 Ecco come si può davvero aiutare il Tibet Ieri ho avuto il privilegio di incontrare Matthieu Ricard, monaco buddista, amico e consigliere personale del Dalai Lama, che oggi e domani tiene ad Ascona un seminario sull'arte della felicità. Ne ho tratto un'intervista uscita oggi, in cui si affrontano molti temi esistenziali e spirituali e in cui inevitabilmente si esamina anche la questione Tibet. Ricard spiega come l'Occidente possa aiutare il Dalai Lama: "Deve dire chiaramente a Pechino che se non avvierà il dialogo con il Dalai Lama prima dei Giochi Olimpici, atleti e leader politici non parteciperanno alla cerimonia di apertura. Annunciare la propria assenza come semplice gesto di protesta, come ha fatto Angela Merkel, non basta; occorre che ci sia una volontà politica e sarebbe auspicabile una dichiarazione comune dei Paesi europei. Se tutti gli atleti della Ue rifiutassero di sfilare dietro le bandiere nazionali sarebbe uno smacco enorme per il governo cinese che, infatti, teme molto questa eventualità. Secondo Ricard questa è una misura ragionevole e costruttiva, mentre "il boicottaggio delle Olimpiadi sarebbe inutile". Sono d'accordo con lui e rilancio la sua proposta ai tanti italiani che in questi giorni si chiedono cosa si possa fare di concreto per aiutare i tibetani. Mi rivolgo soprattutto ai blogger invitandoli a riprendere e a diffondere la richiesta di Ricard. Il passaparola su Internet ha già fatto miracoli, perché non riprovarci? Scritto in cina Commenti ( 26 ) " (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 08 Perché l'adesione della Nato all'Albania? AGGIORNAMENTO Ho riflettuto sulle polemiche suscitate dal mio post e, scremati i vergognosi insulti ricevuti - che certo non fanno onore a chi li ha scritti - alcune critiche sono fondate. Iniziando questo blog avevo promesso onestà intellettuale e ho deciso pertanto di ritoccare il mio post, argomentando meglio la mia posizione sull'Albania. Anche il titolo è stato modificato. Ma la Nato quali interessi difende? Il dubbio è lecito, considerati gli ultimi avvenimenti. Il vertice dell'Alleanza e i principali governi dei paesi membri continuano a comportarsi come se le questioni militari fossero fossero totalmente disconnesse dal mondo reale. Mi spiego: nel valutare l'impiego di truppe e gli allargamenti bisognerebbe considerare anche le implicazioni in termini di lotta alla criminalità, al traffico di droga, impatto economico sia locale che per i Paesi della Nato. E invece questo non accade. Anzi: sembra quasi che la Nato prenda decisioni che finiscono per favorire i grandi gruppi criminali organizzati. Esempio: siamo in Afghanistan, ma la produzione di oppio anziché diminuire continua ad aumentare. Dunque: la presenza delle truppe alleate non ha risolto i problemi del paese, che resta instabile, ma ha fatto esplodere il commercio dei trafficanti di droga. Inoltre, nel Kosovo, di cui molti Paesi europei e gli Usa hanno riconosciuto l'indipendenza, viene raffinata gran parte della droga che poi viene immessa sul mercato europeo,;qui avvengono ingenti traffici di armi, di merci contraffatte, di uomini e donne (neoschiavismo). Il tutto, paradossalmente, sotto la protezione delle truppe Kfor, che per mandato non devono lottare contro la criminalità, ma solo prevenire nuove violenze tra serbi e albanesi. Ora l'Albania è stata di fatto ammessa nella Nato, unitamente alla Croazia. E sappiamo tutti che l'Albania è sorella del Kosovo. Negli ultimi anni il governo di Tirana ha compiuto seri sforzi per arginare le attività dei gruppi criminali, con qualche buon risultato. Le statistiche sulla criminalità dimostrano tuttavia che in molti Paesi la malavita albanese è più che mai attiva, a cominciare proprio dall'Italia e che ha ramificazioni internazionali. Inoltre sono ancora molto forti i suoi legami di malaffare con il Kosovo. Da qui una domanda: gli sforzi compiuti dal governo di Tirana sono da considerarsi sufficienti? Inoltre, secondo lo statuto Nato, ogni Paese è obbligato a prestare soccorso agli altri Stati membri. Il che presuppone un forte sentimento di fratellanza tra i paesi membri, la certezza di condividere un comune destino. La domanda è scomoda, ma va posta: siamo certi che questo sentimento sia condiviso in Europa nei confronti dell'Albania ovvero che gli italiani o i francesi siano pronti a morire per Tirana? Inoltre, dal punto di vista strategico l'ingresso dell'Albania è ininfluente, visto che quel tratto di mare è già presidiato da Grecia, Italia e, ora, Croazia. Da qui un'altra domanda: l'ingresso dell'Albania era necessario? Non è prematuro? Riepilogando: la Nato non previene in Afghanistan, nel Kosovo quelle attività criminose che incidono sulle nostre società e che poi le polizie dei Paesi membri della Nato faticosamente combattono. Non è un controsenso? Inoltre solleva perplessità l'allargamento all'Albania, che solo da pochi anni è impegnata nella lotta al crimine e la cui malavita è attiva da anni proprio nei Paesi della Nato. Scritto in Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 147 ) " (9 voti, il voto medio è: 4.11 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie cina (13) democrazia (18) francia (15) germania (2) giornalismo (31) gli usa e il mondo (23) globalizzazione (3) immigrazione (20) islam (12) Italia (83) medio oriente (8) notizie nascoste (27) presidenziali usa (6) russia (9) svizzera (3) turchia (12) Varie (12) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Rutger: Bè comunque Emanuel, nel suo offeso istinto, una cosa la dice. Offese razziste ad un POPOLO? Ho sentito... 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Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestra (sezione: Focus Lega)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

N. 97 del 2008-04-23 pagina 0 Studio del Censis: ecco perché ha vinto il centrodestra di Redazione La coalizione guidata dal Cavaliere è risultata più "attraente": il 12,6% degli elettori del Pdl prima aveva votato a sinistra. Nel Pd solo il 3% prima aveva scelto la Cdl Roma - L'analisi dei flussi nelle due elezioni politiche del 2006 e del 2008 mette in luce che, all'ultima tornata elettorale c'è stata una consistente fuoriuscita di elettori dal centro sinistra, intercettata dalla coalizione del centro destra e anche dall'Udc. è la prima fotografia di quanto avvenuto il 13 e 14 aprile scattata dal Censis. La capacità del Centro Sinistra di attirare ex-votanti della coalizione opposta, così come la sua capacità di mobilitare elettori che nel 2006 non avevano espresso un voto, si legge nella nota riassuntiva dell'indagine, non è riuscita a compensare la fuga di consenso verso gli avversari, sia quelli tradizionali del centro-destra che in misura maggiore verso l'Udc, il cui elettorato maggioritariamente proviene dall'Unione, con tutta probabilità dall'area di Centro del Centro-sinistra. In buona sostanza, secondo il Censis, "fatto 100 l'elettorato del 2008 di ciascuna coalizione, nel Centro sinistra oltre il 93% aveva già espresso il proprio consenso nel 2006, il 3% aveva votato per la Casa della libertà e lo 0,8% per l'Udc, mentre il 2,9% aveva votato scheda bianca o nulla o si era astenuto". La coalizione di Centro-destra ha invece l'83,9% di elettori che gli hanno rinnovato il consenso, il 12,6% che aveva votato per la coalizione opposta, il 2,2% per l'Udc e l'1,1% si era astenuto o aveva votato scheda bianca o nulla. Infine, nell'elettorato dell'Udc solo il 18,3% rappresenta elettori che avevano dato il proprio consenso all'Udc nel 2006, il 24,7% proviene dalla Casa delle Libertà e ben il 57% dall'ex Unione. I fatti più rilevanti, fa notare l'istituto di ricerca, riguardano il quasi raddoppio di consenso alla Lega Nord, l'aumento consistente dei consensi all'Italia dei Valori e la riduzione a meno di un terzo dell'elettorato della Sinistra Arcobaleno. L'attuale elettorato della Lega è composto per il 43,3% di persone che avevano votato per questo partito alle elezioni del 2006, mentre ben il 56,7% è fatto di elettori che avevano votato per altri soggetti. In particolare, il 27,5% aveva dato il suo consenso a due dei partiti componenti l'attuale Popolo delle Libertà (Forza Italia e Alleanza Nazionale), il 20,4% aveva dato il suo consenso a Ulivo + Rosa nel Pugno + i socialisti, mentre l'8,7% si era addirittura schierato con gli attuali componenti della Sinistra arcobaleno (Rifondazione Comunista, Comunisti italiani e Verdi) ed un residuale 0,1% è arrivato da altri soggetti. L'elettorato dell'Italia dei Valori è composto dal 29% di elettori che ha confermato il proprio consenso rispetto al 2006, del 37,3% che aveva votato per l'Ulivo, del 12,9% che aveva votato per uno dei partiti dell'attuale Sinistra Arcobaleno e da un residuale 4% che aveva votato per Forza Italia o Alleanza Nazionale. Riguardo a dove siano andati i voti della Sinistra Radicale, dai flussi emerge che, di coloro che nel 2006 avevano espresso il proprio consenso a Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi (e hanno espresso il voto nel 2008), oltre il 37% si sono accasati nel Partito Democratico, il 19,3% sono rimasti nella Sinistra Arcobaleno, ben il 16,2% si sono spostati verso il Popolo delle Libertà, il 5,6% ha scelto l'Italia dei Valori, il 3,9% la Lega Nord e poco meno del 18% hanno votato altri partiti, oppure scheda bianca/nulla. Una migrazione sparsa del consenso del 2006, con addirittura una quota superiore al 20% che è saltata nella coalizione di centro-destra. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Padova, il sindaco nega il referendum antimoschea (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, risponde con un diniego al referendum per chiedere ai cittadini se sono d accordo con la realizzazione della moschea in uno stabile comunale? Vorrà dire che alle prossime elezioni la vittoria della Lega Nord in particolare sarà ancora più sonora. Ne sono convinti i vertici del Carroccio. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Le ronde vanno bene, a patto di chiamarle con un altro nome (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

SOFISMI SINTATTICI Le ronde vanno bene, a patto di chiamarle con un altro nome... Vale più la pratica della grammatica , recita un vecchio detto. Un adagio popolare che si adatta perfettamente al dibattito sulle ronde . Se questa denominazione si sostituisce con sinonimo, la soluzione sta bene a (quasi) tutti. E il termine ronda , a suscitare dibattito. Basta chiamarli in altro modo, e i gruppi di volontari che prestano parte del loro tempo libero per presidiare il territorio, stanno bene a tutti. A partire dagli amministratori di centrosinistra, che sulle cose utili non si fanno troppi scrupoli a copiare il Carroccio. Così nella Bologna cofferatiana l assessore alla sicurezza, l ex magistrato Libero Mancuso, ha annunciato lo stanziamento di 20 mila euro da destinare ad associazioni giovanili che si diano da fare per pattugliare la zona universitaria. Nella centrista Parma, presto entreranno in azione gruppi di ex appartenenti alle forze dell ordine che su imput del Comune controlleranno strade e quartieri a rischio. A Milano sono attivi da anni i City Angels, che con i loro bomber rossi sono presenti in Stazione centrale e in diverse zone della città particolarmente toccate dal problema immigrazione. E l elenco delle città che in modo o nell altro sono ricorse a soluzioni che potessero aiutare le forze di Polizia di nel presidio del territorio, potrebbe continuare a lungo. Esperimenti , che hanno sempre dato risultati positivi e che sono sempre stati accolti con favore da cittadini e commercianti. Basta non chiamarle ronde. Altrimenti benpensanti di sinistra e di destra, si scandalizzano. Ancora ieri il presidente della Giunta piemontese, Mercedes Bresso, rimarcava il sofismo sintattico: "Le ronde, così come sono state organizzate in passato non sono utili nè a chi le fa, nè a chi si vorrebbe difendere - . Altra cosa è se si incentiva il controllo sociale del territorio con volontari che siano di supporto alle Forze dell ordine". Tradotto: ha ragione Roberto Maroni e la Lega nel rilanciare questo presidio di sicurezza per i cittadini, ma non lo posso dire. E quindi me la gioco sul termine". Parola che spaventa persino a destra. Gianni Alemanno, "non le trova una buona idea". Scommettiamo che l esponente di An, in queste ore evidentemente più alla caccia dei voti centristi, che di quelli della sua area che storaciani evidentemente dati ormai per acquisiti, dovesse spuntarla nella sfida con Rutelli per il campidoglio, sarà fra quelli che istituzionalizzerà le ronde? Paolo Bassi [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Respinto il piano affossa-Malpensa (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

LA DEBACLE DI PRODI E VELTRONI Respinto il piano affossa-Malpensa DAVIDE BONI Il pullman di Veltroni ha finalmente forato. Uno stop lungo e destinato a durare, con i passeggeri alle prese con l analisi di voto e con le schermaglie interne che non lasceranno indenni quelli che sono stati ritenuti responsabili di non avere dato un valore aggiunto alla sinistra italiana ormai agonizzante. Chi credeva che nelle campagne elettorali conta più demonizzare l avversario e puntare tutto sull immagine, è stato evidentemente sconfessato. Perché quando un movimento come la Lega Nord, fatto di cuore e di testa, vola così in alto, i motivi della vittoria sono ben più profondi. Certo che a una settimana dal voto, fa un certo effetto sentire la minoranza di sinistra fare marcia indietro sulle questioni del Nord. Nei giorni precedenti alla consultazione elettorale era facile vedere la Veltroni-mobile aggirarsi per le nostre città, con il delfino della sinistra italiana che veniva qui, sì proprio qui da noi, a parlare di Federalismo mentre ora i leader locali della sinistra dicono un secco no alla costituzione del partito del Nord. Forse hanno capito che non basta snocciolare pensieri giudicati da alcuni troppo leghisti-nordisti per incantare i cittadini. Perché il problema della sinistra italiana è stato anche quello di non riuscire a dare un velo di credibilità a quello che raccontavano per le strade. Da un lato parlavano di Federalismo e di sicurezza, di alleggerimento della pressione fiscale mentre dall altro la stessa maggioranza, smentendosi in tempo reale, approvava il provvedimento di indulto, chiudeva le porte alla richiesta di maggiori competenze per le regioni del Nord, non difendeva gli interessi dei lavoratori, consentendo peraltro all inflazione di dilagare. Detto in gergo prettamente politico: predicava bene e razzolava male . Non basta il linguaggio giusto se poi mancano le radici che permettono di conoscere a fondo quello di cui stai parlando, perché se non ci credi in prima persona, non riuscirai mai a convincere gli altri a seguirti. Così come il castello creatosi attorno al caso Alitalia si è sgretolato il giorno dopo la vittoria delle elezioni nazionali, con i francesi che battono in ritirata e che rischiano di rimanere solo con i cocci di una compagnia fallita, senza neppure ottenere il declassamento di chi potrebbe osteggiare il traffico aereo sull aeroporto parigino. E pensare che il governo Prodi ci stava quasi riuscendo a buttare via anni di fatiche e di investimenti. Fortunatamente la Regione Lombardia ha sempre combattuto in trincea per difendere le nostre infrastrutture, in attesa che il nuovo governo portasse la speranza di salvare un indotto prezioso e insostituibile. Una debacle che ha svelato il vero attaccamento della sinistra al Nord del Paese, con le truppe veltroniane che battono in ritirata mentre il sole tramonta su quell arcobaleno di sinistra così distante da una realtà che impone ai politici una riflessione su quello che vogliono e si aspettano i cittadini da coloro che sono chiamati ad amministrare il bene pubblico. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Lambrusco, parmigiano e... voglia di Lega (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Viaggio nella vittoria emiliana Lambrusco, parmigiano e... voglia di Lega Èun Emilia sorridente quella che traspare dagli occhi dei militanti che giorno dopo giorno portano avanti con impegno e tenacia le linee guida della Lega Nord sul territorio. Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto spiegano -. Sul nostro territorio abbiamo raddoppiato. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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La macchina deve partire subito (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Bossi prudente sulla regione lombardia: formigoni potrebbe rimanere al suo posto La macchina deve partire subito "Sicurezza e Federalismo fiscale, la gente vuole risposte immediate" matteo mauri Berlusconi non ha tutti i torti nel pensare che una possibile discesa di Formigoni a Roma possa creare qualche danno all alleanza. Alle sei della sera, Umberto Bossi, terminato il suo giro alla redazione della Padania , ragiona a voce alta e ribadisce quanto accennato ieri mattina durante una sua uscita pubblica a Varese. E cauto, rispetto al futuro della Regione Lombardia ("bisogna fare le cose con calma", afferma il Senatur) e si dice soddisfatto di come sia andata fino a questo punto la trattativa con il Cavaliere. "Sì, posso dire di essere soddisfatto. Ma adesso non dobbiamo perdere più tempo, la gente è contenta ma vuole risposte subito". Su due punti fondamentali, che sono altrettanti cavalli di battaglia del Carroccio: sicurezza e federalismo fiscale. Quindi, al di là del fatto che la presidenza della Regione Lombardia per la Lega continua ad essere un obiettivo strategico, è necessario agire al più presto per soddisfare i milioni di cittadini che hanno dato fiducia alla Lega. E per questo che ieri Bossi rispetto alla possibilità che Formigoni potesse rimanere al Pirellone diceva: "penso che resterà al suo posto, Berlusconi ha paura della reazione della gente, se il presidente della Regione Lombardia va direttamente a Roma. Se facciamo le elezioni a ottobre, rischiamo divisioni tra gli alleati". E in via Bellerio ribadiva il concetto: "non si può avere tutto e subito, la gente ora vuole sicurezza e federalismo fiscale, per il quale occorrono alcuni mesi di lavoro". E per il quale il leader leghista si impegnerà in prima persona. Tanto da ribadire che gli accordi presi qualche giorno fa su alcune caselle che riguardano il governo sono definitivi. "Le Riforme e l Interno vanno alla Lega. Ci siamo io e Maroni. D altra parte al Viminale facciamo un piacere a Berlusconi, perchè chi dei suoi è in grado di affrontare i problemi della sicurezza e dell'espulsione dei clandestini? Ci vuole uno con le palle e Maroni lo è". Nessuna parola per le altre due posizioni, anche se è scontata la presenza di Roberto Calderoli in qualità di vicepremier, come pure è scontato il fatto che il Carroccio avrà un ulteriore ministero, molto probabilmente l agricoltura, da assegnare ad un esponente veneto (in pole position il vicegovernatore Luca Zaia). Insomma, rispetto all incontro soddisfacente di domenica pomeriggio niente sembra cambiato. La novità, semmai, rigurada il ruolo da viceministro per le infrastrutture, che potrebbe essere ricoperto da Roberto Castelli, nel caso in cui l ex-Guardasigilli fosse destinato a rimanere momentaneamente a Roma. "Castelli - ha detto infatti il segretario leghista - lo mettiamo lì per le infrastrutture, per le strade del Nord. Abbiamo fatto un passo indietro, un ministero in meno, per un posto da viceministro. Così abbiamo dimostrato che non è questione di poltrone e che in realtà bisogna far partire la macchina subito". Insomma, per Bossi è proprio questo il chiodo fisso dopo il trionfo elettorale: partire subito e bene. Perchè le aspettative sono enormi e questa volta ci sono tutte le possibilità perchè la Lega possa ottenere ciò per cui combatte da anni. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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GIRO DI VITE SULL IMMIGRAZIONE (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Vince la Lega, sicurezza priorità assoluta. MARONI: la parola data agli elettori ha un peso Abbiamo promesso tolleranza zero , vogliamo lavorare per passare dalle parole ai fatti GIRO DI VITE SULL IMMIGRAZIONE PAOLO BASSI "Non accettiamo lezioni da nessuno. Men che meno da chi ha liberato migliaia di criminali che sono tornati a delinquere aumentando esponenzialmente il numero dei reati commessi nel nostro Paese". A Roberto Maroni, le polemiche montate ad arte dal centrosinistra sulle ronde, importano poco. Quello che gli sta davvero a cuore è la questione sicurezza, che per la Lega "è e rimane, insieme al federalismo fiscale, la priorità per il nuovo Esecutivo". Tanto che il Carroccio su questo fronte vuole giocare da protagonista. "Siamo stati gli unici a votare contro l indulto. E per questo siamo i soli a poter parlare di sicurezza e legalità, senza timore di essere smentiti. E per questo che Umberto Bossi ha rivendicato con forza il Viminale. La nostra storia, dimostra che abbiamo sempre operato con coerenza e senza sbandamenti su questioni complesse e delicate, come la lotta all immigrazione clandestina e la certezza della pena". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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<Solo la Lega può garantire davvero sicurezza e legalità> (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Maroni: il Paese ha bisogno di risposte concrete "Solo la Lega può garantire davvero sicurezza e legalità" paolo bassi "Non accettiamo lezioni da nessuno. Men che meno da chi ha liberato migliaia di criminali che sono tornati a delinquere aumentando esponenzialmente il numero dei reati commessi nel nostro Paese". A Roberto Maroni, le polemiche montate ad arte dal centrosinistra sulle ronde, importano poco. Quello che gli sta davvero a cuore è la questione sicurezza, che per la Lega "è e rimane, insieme al federalismo fiscale, la priorità per il nuovo Esecutivo". Tanto che il Carroccio su questo fronte vuole giocare da protagonista. "Siamo stati gli unici a votare contro l indulto. E per questo siamo i soli a poter parlare di sicurezza e legalità, senza timore di essere smentiti. E per questo che Umberto Bossi ha rivendicato con forza il Viminale. La nostra storia, dimostra che abbiamo sempre operato con coerenza e senza sbandamenti su questioni complesse e delicate, come la lotta all immigrazione clandestina e la certezza della pena". Le polemiche quindi non la sfiorano nemmeno... "No, perché non risolvono né contribuiscono ad affrontare il problema. Sono sterili. E un film già visto. E il vecchio gioco del dagli al leghista . Tutti pronti a contestare le nostre idee, salvo poi, quando i riflettori si sono spenti, copiarle. Ci criticano e poi, ipocritamente, ci copiano. Come hanno fatto con le famose ronde, che se vengono fatte a Treviso sono pericolose e razziste, ma quando vengono organizzate a Bologna, diventano subito democratiche e civili". A rivendicare per sè il ministero dell Interno, ci vuole un notevole coraggio. Vista la situazione, sarà un impegno decisamente pesante. "Da far tremare le vene ai polsi. Ma noi siamo gente serie, determinata, come dice Bossi: Con le palle . Abbiamo fatto la campagna elettorale battendo sul tema della sicurezza. Abbiamo vinto e ora non ci tiriamo indietro. La parola data agli elettori, ha un peso. Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità. Abbiamo promesso alla gente tolleranza zero e vogliamo lavorare per passare dalle parole ai fatti. Ovviamente, l ultima parola spetta a Berlusconi e al Capo dello Stato, ma noi abbiamo la preparazione, il coraggio e la voglia di giocare da protagonisti per rendere questo Paese più sicuro, migliorando la qualità della vita di tutti". Con i risultati incassati alle urne, avreste potuto anche chiedere di più... "E vero. Nel 2001 con la metà dei voti abbiamo avuto tre ministeri. Raddoppiando i consensi, se la matematica non è un opinione, avremmo potuto rivendicare maggiore spazio all interno della compagine di governo. Ma a noi non interessa avere più poltrone, ci sta a cuore avere quelle giuste. Pensiamo qunidi non sia una questione di quantità , ma di qualità . Bossi ha speso la sua parola e la sua faccia parlando di sicurezza e federalismo, vogliamo poter dare il nostro apporto su questi temi. E penso sia vantaggio di tutta la coalizione darci la possibilità di farlo". Umberto Bossi ha fatto il suo nome per il Viminale. Se dovesse tornare a fare il ministro dell Interno, qual è il primo provvedimento che vorrebbe portare sul tavolo di Palazzo Chigi? "In questa fase non penso sia il caso di entrare nei dettagli, non fosse altro per una questione di scaramanzia. Ho parlato di ronde, perché si tratta di una soluzione che non ha bisogno provvedimenti speciali o leggi ad hoc. E una cosa che si può già fare. E che da anni viene fatta da molti sindaci della Lega con ottimi risultati. Tanto, che ora anche i primi cittadini di sinistra si sono messi a copiarla. In materia di sicurezza, ci sono due priorità alle quali bisogna dare subito delle risposte concrete: combattere l immigrazione clandestina e migliorare il controllo del territorio. Nel primo caso si devono impedire nuovi ingressi si stranieri senza permesso e si deve provvedere all espulsione di quelli già presenti sul territorio nazionale. Mentre per il presidio del territorio, si deve lavorare utilizzando tutti i mezzi che possono essere messi a disposizione. Innanzi tutto attraverso l operato delle Forze dell ordine, ma anche attraverso l ausilio di volontari, che armati solo di telefonino e tanta buona volontà, possono essere davvero utili al lavoro di Polizia e Carabinieri. Chiunque sarà chiamato a ricoprire la carica di ministro dell Interno, dovrà garantire questi interventi immediati, altrimenti non si va da nessuna parte". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Il lapsus freudiano di Rutelli: Alitalia è cosa loro. <Se fallisce tragedia per Roma> (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il lapsus freudiano di Rutelli: Alitalia è cosa loro. "Se fallisce tragedia per Roma" ALESSANDRO MONTANARI Per far venire alla luce i sepolcri imbiancati della politica italiana occorre un terremoto. È stato così per Tangentopoli ed oggi succede lo stesso per Alitalia: tutti sanno le magagne che giacciono sottoterra, ma nessuno si preoccupa di smuovere le zolle finché una scossa non mette le cose sottosopra. Nel 92 l inchiesta milanese portò a galla la corruttela di cui tutti sapevano e ora, nel 2008, il fallimento della privatizzazione di Alitalia rivela la vera funzione istituzionale della compagnia di bandiera per come finora la si è gestita, ossia come un ammortizzatore sociale volante a beneficio dei romani. L outing, autorevolissimo, è di Francesco Rutelli. Dovendo contrattaccare l incalzare del rivale Gianni Alemanno sul tema della sicurezza, il candidato sindaco di Roma ha puntato tutto il suo gruzzolo sulla casella di Alitalia, presentando la dipartita di Air France come la prima vendetta leghista ai danni di Roma Ladrona. Peccato che nella sua orazione funebre strappalacrime il vicepremier, esasperato dalla lettura de La Padania (che ormai per gli esponenti del Pd è divenuta una sorta di bignami da consultare sotto il banco al momento dell interrogazione), si sia lasciato scappare un lapsus rivelatore: "Se Alitalia fallisce -ha detto - per Roma sarà una tragedia, un disastro, con decine di migliaia di persone che vanno per strada. Per noi è come la Fiat per Torino. Forse di più". Rutelli, in pratica, ha riconosciuto e rivendicato la cittadinanza romana di Alitalia, che guardacaso assume e mantiene la stragrande maggioranza dei propri dipendenti nella Capitale benché abbia operato per anni anche come vettore di riferimento di Malpensa, hub di Milano e di tutto il Nord industriale. Alitalia, insomma, è cosa loro, mica di tutto il Paese. Nella sua comprensibile ansia, tuttavia, Rutelli ha sbagliato bersaglio. Sì, insomma, s è sparato addosso da solo. Se la trattativa con Air France è saltata, infatti, è solo ed esclusivamente perché il Governo di cui egli è ministro e vicepremier ha fatto un po troppo il romano, accettando da Spinetta condizioni che volevano dire la pena Capitale (la maiuscola non è un errore di stampa) per Malpensa e il precipitare di un importante fattore di competitività per le imprese padane. Certo, la voce della Lega è stata la prima a udirsi, ma dopo sono intervenute a ruota tutte le associazioni di categoria del Nord, è scesa in campo la Confindustria ed il risultato delle elezioni politiche ha infine fornito un verdetto inequivocabile: sono stati i cittadini settentrionali a mettere i bastoni tra le ruote alla svendita ordita dal Governo. E vuole sapere, Rutelli, perché? Per due motivi fondamentali. Perché le imposizioni romane non sono più tollerate ed anche perché di posti a rischio ce sono parecchi anche quassù: tra i 7 e gli 8mila. Se Alitalia dovesse fallire, perciò, le cause vanno ricercate solo nella maldestra furbizia di chi, eletto per perseguire gli interessi di tutto il Paese, ha dato l impressione di voler perseguire solo gli interessi a sé geograficamente e politicamente più vicini, confidando sull inerzia consolidata del Nord. Ma il Nord si è svegliato, ha alzato la voce e ha sommerso di schede i vecchi inquilini di Palazzo Chigi. Dove a breve siederà un nuovo Governo che sarà costretto a ripartire proprio da quelle tombe portate alla luce da uno sconquasso che, alla lunga, sarà salutare per tutto il Paese. Nord, Centro e Sud. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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<Le diversità territoriali devono essere tenute in considerazione> (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

DANIELE MOLGORA "Le diversità territoriali devono essere tenute in considerazione" FRANCESCA MORANDI "Mille euro di stipendio a Milano hanno un valore diverso da mille euro di stipendio a Pescara o a Termoli. Non è sufficiente che l Istat comunichi le variazioni percentuali su quanto spende un milanese o un molisano, perché in termini di potere d acquisto il risultato è molto diverso ed è necessario tenere in considerazione che molteplici fattori rendono un territorio diverso da un altro nel calcolo del costo della vita". Così Daniele Molgora, parlamentare della Lega Nord, oltre che commercialista e revisore contabile, commenta i risultati dello studio condotto da Istat, Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne, dal quale emerge che i prezzi registrati nelle città settentrionali risultano superiori a quelli dei capoluoghi del centro e soprattutto del Sud del Paese. "Quando sento dire che gli stipendi devono essere adeguati al costo della vita , penso sempre che la frase sia incompleta e va corretta in questo modo: Gli stipendi devono essere adeguati al costo della vita territoriale . Lo stesso vale per la tassazione che deve essere modificata stabilendo una de-tassazione in base al costo della vita territoriale", spiega Molgora secondo il quale "la risposta al crescente costo della vita sono il Federalismo fiscale e le gabbie salariali". "Sono molteplici le variabili che contribuiscono a determinare il costo della vita - dice ancora il deputato della Lega - Si osserva, ad esempio, che il prezzo degli alimentari è molto più elevato al Nord rispetto al Sud. Oppure che il costo di una casa è molto più elevato in una città dove c è una forte richiesta di immobili, piuttosto che in Provincia. Si rilevano differenze anche tra chi abita in montagna e coloro che vivono in una località di mare o dove il clima è mite. Chi risiede in montagna ha dei costi superiori legati al riscaldamento. Tra l altro, oggi, con l aumento del petrolio e dunque un rincaro della bolletta energetica, vi è un ulteriore aggravamento per chi abita in una zona fredda. La logica non è quindi di contrapposizione tra Nord e Sud: possiamo infatti affermare che chi abita a L Aquila e a Potenza paga di più di chi abita a Foggia e Lecce. La questione è piuttosto legata al fatto che vi sono una serie di elementi, anche di natura territoriale, che vanno tenuti in considerazione nel valutare il costo della vita". "Anche quando c era un inflazione più controllata la differenza dei prezzi era evidente tra una zona e l altra - conclude Molgora - Oggi questa differenza si è dilatata ulteriormente. e ha determinato ingiustificate tassazioni in alcune aree rispetto ad altre. Il Federalismo e le gabbie salariali sono la strade da seguire". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Pensioni e stipendi legati al costo della vita (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Simone Boiocchi "Sono particolarmente felice che anche altri esponenti politici e altre sigle sindacali si rendano conto di come si è trasformato il mondo del lavoro e delle differenze che esistono tra regione e regione. A questo punto mi auguro che si ragioni tutti velocemente verso la contrattazione regionale e le gabbie salariali per adeguare i salari al costo della vita". Così Rosi Mauro, Segretario Generale del Sindacato Padano e presidente della commissione Bilancio in Regione Lombardia replica alle parole di Enrico Letta che dalle colonne del Corriere della Sera ha timidamente aperto alle gabbie salariali che il Sindacato Padano chiede da anni. "Quello che diciamo dal 1990 e cioè che la scala mobile tutelava il salario dall inflazione è un dato di fatto. Nessuno può dire che non è così. In più da allora non è stato fatto nulla. Si è preferito rimandare tutto ai contratti aziendali - continua Rosi Mauro - Ma sappiamo bene che non è così facendo che si può coprire il livello dell inflazione. Lo stipendio medio di un lavoratore è di 900, 1000 euro. Ma questi mille euro non sono i 2 milioni di lire di una volta. Un lavoratore con moglie e figlio a carico, con questi stipendi, fa la fame. Altro che acquistare casa. Stipendi del genere non solo non bastano per onorare le rate del mutuo, ma nemmeno per fare fronte a quelle dell affitto". "Ecco perché sottolinea Mauro sono convinta che sia giunto il momento di confrontarci partendo dalle reali esigenze della gente. Quello che purtroppo non è stato fatto negli ultimi anni quando non ci si è resi conto di che cosa stava accadendo ai nostri lavoratori e ai nostri pensionati". "Oggi tuona il numero uno della sigla di via del Mare -, è necessario adeguare i salari al reale costo della vita. Le famiglie non riescono più ad arrivare ala fine del mese. Se poi qualcuno pensa di risolvere il problema dicendo alle donne che magari non hanno un impiego di andare a lavorare , sbaglia di grosso. Ragionare in questo modo vuol dire non capire il problema del mercato del lavoro. Significa non vedere la crisi esistente, chiudersi gli occhi davanti alle difficoltà delle piccole e medie imprese e davanti alle migliaia di lavoratori che vedono il loro posto di lavoro a rischio. Non è un caso che il Paese abbia votato la Lega Nord - precisa il Segretario Generale del Sindacato Padano - Lavoratori e pensionati si sono accorti che da ormai 20 anni il Sindacato Padano dice queste cose all interno delle fabbriche. Quella delle gabbie salariali è una proposta che abbiamo portato anni fa sul tavolo di Palazzo Chigi ma che purtroppo è rimasta inascoltata. Ecco perché sono contenta di sentire che rappresentanti sindacali ed esponenti di altri partiti ora vengono in questa direzione. Mi auguro però che non ci si fermi solo alle parole. Dalle parole ai fatti, c è di mezzo l oceano e serve la volontà di varcarlo&". "Per questo - conclude - sono convinta che sia il momento di fare un analisi di quello che è successo in questo Paese senza illudere, sognare o prendere in giro la gente che lavora onestamente. Dobbiamo, invece, trovare soluzioni. C è bisogno di andare verso le riforme e dialogare. Un dialogo che deve passare obbligatoriamente attraverso il tavolo del sindacato. È necessario innescare un meccanismo di scala mobile regionale che riesca ed equilibrare il peso delle buste paga in rapporto all inflazione. Non dobbiamo promettere la luna ma compiere quei piccoli passi che permettano a lavoratori e pensionati di migliorare la loro condizione. Non dimentichiamoci che un lavoratore metalmeccanico, ad esempio, ha una busta paga che al lordo è più pesante di quelle dei sui colleghi Ue. Peccato però che alla fine il netto sia di gran lunga il più leggero di tutti". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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<E adesso aria nuova anche in Regione> (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

I consiglieri padani "E adesso aria nuova anche in Regione" nostro inviato A pochi giorni dal voto che ha di fatto cambiato lo scenario politico nazionale, è un aria particolare quella che si respira all interno dell aula del Consiglio regionale dell Emilia Romagna. "Tutti ci guardano con un volto diverso - spiega Roberto Corradi, consigliere regionale del Carroccio e segretario provinciale della Lega Nord a Parma - Il consenso raccolto ha di fatto cambiato le carte. Da parte nostra continuiamo la nostra battaglia. Siamo in trincea. Ogni giorno ci scontriamo con una realtà forte e radicata sul territorio. Non dimentichiamo che qui, grazie alla cooperazione, la sinistra ha una delle sue roccaforti storiche. Insomma stiamo facendo resistenza nei confronti di quelli che possiamo definire resistenti rossi ". Una battaglia che ha dato i suoi frutti. "Il risultato raccolto spiega Federica Boccaletti, collaboratrice del gruppo regionale premia il lavoro portato avanti in regione dove la Lega si è da subito schierata contro le inefficienze e gli sprechi. Le nostre famiglie faticano ad arrivare a fine mese, ecco perché diciamo che bisogna intervenire in fretta in loro favore adottando ad esempio il Federalismo fiscale". "Ci ha premiato aggiunge Maurizio Parma, capogruppo della Lega Nord in Regione e segretario piacentino la nostra vicinanza al territorio. Uno stretto legame con gli eletti negli enti locali che ci permette di dare risposte tempestive alla nostra gente. Un esempio è il bilancio di metà mandato. In questi due anni e mezzo abbiamo presentato 400 interrogazioni, redatto oltre 800 comunicati e depositato 20 progetti di legge e 100 risoluzioni". "La fiducia che i cittadini emiliani hanno voluto accordarci conclude Mauro Manfredini che oltre a ricoprire l incarico di consigliere regionale è anche capogruppo del Carroccio a Modena - è un risultato che premia la battaglia che abbiamo condotto negli ultimi anni in favore della nostra gente cercando risultati concreti soprattutto sul fronte della sicurezza. Un risultato, insomma, che premia la concretezza". S. B. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Anche l Emilia è salita sul Carroccio (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

SICUREZZA E FEDERALISMO LE PRIORITA Inizia dall Emilia il viaggio del nostro quotidiano all interno delle realtà territoriali dove la Lega ha trionfato alle ultime elezioni politiche. Nostro inviato Simone Boiocchi È un Emilia sorridente quella che traspare dagli occhi dei militanti che giorno dopo giorno portano avanti con impegno e tenacia le linee guida della Lega Nord sul territorio. "Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto - spiega Paolo Ponis - segretario provinciale di Reggio Emilia - Sul nostro territorio abbiamo raddoppiato il numero dei consensi sfondando in zone da sempre considerate rosse. Non dimentichiamo che qui la sinistra ha una forte presenza e un grande radicamento soprattutto grazie alla cooperazione. In un certo senso possiamo dire che qui il sistema economico è di tipo sovietico ". A ruota anche Alberto Magaroli, consigliere nazionale che ha puntato l accento sulle aree di montagna: "La Lega è cresciuta molto. A testimonianza della validità dei programmi e delle idee del movimento. La gente crede nel Carroccio, ora sta a noi non deludere le loro aspettative". Floriano Rambaldi sottolinea i temi del Federalismo e della sicurezza come quelli che hanno raccolto il plauso della gente e che hanno colpito nel segno: "La gente ha bisogno di sicurezza. Il nostro purtroppo è un Paese vecchio, che non può permettersi di ascoltare ancora una volta promesse che diventeranno fatti negli anni a venire. La gente vuole oggi risposte ai problemi che sta vivendo". E proprio la sicurezza è un argomento che sta particolarmente a cuore anche a Giorgio Barbieri, segretario provinciale di Modena: "Sul territorio abbiamo portato avanti la politica del Carroccio dettata da Umberto Bossi e dalla segreteria federale e abbiamo raccolto moltissimi favori. Ci siamo fermati a parlare con chi vive nelle nostre città. Abbiamo fatto il punto insieme a loro. Insomma, abbiamo tastato il polso della nostra gente. Ci siamo anche accorti che le nostre famiglie in difficoltà non chiedono aiuto al Comune, c è una sorta di senso di dignità che le frena. Al contrario moltissime sono le famiglie di extracomunitari che bussano alle porte degli enti locali e ottengono ben il 45% dei finanziamenti disponibili". Pienamente soddisfatta del risultato raggiunto anche Carla Rusticelli, di Bologna: "La gente si è avvicinata ai nostri banchetti, a testimonianza della validità delle nostre idee. Un riconoscimento per il lavoro svolto sul territorio che ci ha visti in prima fila contro la costruzione di quella che sarebbe diventata la moschea più grande d Italia. Risultati positivi si sono registrati anche a Imola, dove il movimento è cresciuto a dimostrazione del radicamento sul territorio". Una campagna elettorale che ha dato i suoi frutti è stata quella piacentina. La città padana, come spiega Medardo Zanetti, è una realtà particolare che risente molto della vicinanza della Lombardia. "Tra i temi che abbiamo messo in campo, un ruolo di primo piano spetta al Federalismo fiscale, che la nostra realtà ha particolarmente a cuore. Ecco perché mi sento di dire che il voto che ha premiato la Lega non è stato un voto di protesta, ma un voto alle idee. Un voto a chi ha proposto quelle soluzioni e quegli interventi che la gente chiede a gran voce". Insomma, il successo delle idee del Carroccio si consolida sempre più e trova proprio nei giovani i più decisi sostenitori. "Il mandato che gli elettori emiliani hanno dato alla Lega - è l analisi di Filippo Pozzi, coordinatore dei Giovani Padani dell Emilia - è chiarissimo. Molti sono i giovani che negli ultimi giorni si stanno avvicinando al movimento. L ampio consenso raccolto alla Camera testimonia poi come le nostre idee vengano accolte da chi si prepara ad essere il motore del nostro domani ". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Caro-cibo, il Nord è spremuto (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

UNO STUDIO CONFERMA QUELLO CHE LA LEGA DICE DA ANNI La sinistra lo ignora e così si è giocata buona parte dei suoi voti, il Pd ci è arrivato in ritardo e ora si dice disposto a ragionarci, la Lega lo sostiene da sempre e per questo si è conquistata sul campo il blasone di movimento della gente. Stiamo parlando del costo della vita, che rende il potere d acquisto degli euro che ognuno di noi ha nel borsellino, molto diverso a seconda della città dove li spendiamo. L ennesima conferma (ma davvero non ce n era bisogno) è arrivata ieri con la pubblicazione di uno studio sviluppato congiuntamente da Istat, Unioncamere e Istituto Guglielmo Tagliacarne, sulle differenze nel livello dei prezzi tra i capoluoghi di Regione italiane per alcune tipologie di beni e in particolare per tre capitoli di spesa: alimentari, abbigliamento e calzature e arredamento. Dall analisi, emerge l esistenza di differenze territoriali, spesso ampie, tra i diversi capoluoghi di Regione. Complessivamente i livelli di prezzi registrati nelle città settentrionali risultano superiori a quelli dei capoluoghi del centro e soprattutto del Mezzogiorno del Paese. Ciò vale, soprattutto per i prodotti alimentari e di arredamento. Si scopre dunque che per arredare casa, un milanese spende il 25,8% in più rispetto alla media nazionale, mentre un molisano 22,8% in meno. Lo stesso vale per il cibo. Fare la spesa a Bolzano costa oltre il 13 per cento in più rispetto alla media, mentre a Napoli e più conveniente del 12%. Più articolata la dinamica dei prezzi per quanto riguarda il settore dell abbigliamento che vedrebbe la capitale padana più a buon mercato rispetto al capoluogo calabrese. Nel complesso però, il dato non cambia: al Nord il costo della vita è più alto. Il gruppo di città Milano, Trieste, Genova e Bologna registra livelli dei prezzi più elevati rispetto alla media nazionale in tutti e tre i capitoli considerati. Sul fronte opposto, un secondo gruppo (Napoli, L Aquila, Campobasso e Palermo) evidenzia i livelli dei prezzi inferiori alla media italiana sia nel capitolo alimentari che in quello dell abbigliamento e calzature e dell arredamento. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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I magnifici cinque della Lega: <Il nostro impegno per il territorio> (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

I magnifici cinque della Lega: "Il nostro impegno per il territorio" "Quella che si è appena conclusa è una campagna elettorale che ci ha visti sempre in movimento. Non ci siamo rinchiusi in qualche stanza, ma abbiamo battuto il territorio palmo a palmo. Una scelta maturata dalla consapevolezza di non avere amministrazioni locali guidate da uomini della Lega che potessero essere prese ad esempio sul territorio. Per questo abbiamo deciso di incontrare i cittadini". Una scelta che ha pagato e Angelo Alessandri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia, non lo nasconde. La soddisfazione gliela si legge in volto: . "La gente chiedeva e noi rispondevamo. Ci siamo presi impegni laddove era possibile farlo e abbiamo comunque assicurato tutta la nostra determinazione a dare risposte. Una coerenza, la nostra, maturata sul campo e non inventata all ultimo minuto come ha invece fatto qualcun altro. Al contrario noi abbiamo portato avanti la battaglia sulla sicurezza che abbiamo iniziato a Roma votando unici contro il provvedimento dell indulto. Abbiamo sollevato il problema della tassazione e del Federalismo fiscale. Abbiamo spiegato alla nostra gente l idea di Paese che abbiamo in testa e che, evidentemente, è piaciuta. Il voto ci ha ora conferito la forza necessaria per cambiare davvero il sistema". Saranno cinque, infatti, i parlamentari emiliani che faranno sentire forte la loro voce a Roma (ai quali si aggiunge il romagnolo Gianluca Pini). Alessandri, mentre ci parla, è affiancato da Giovanni Torri, neo-eletto senatore. "Sono andato nei paesi delle zone montane e collinari spiega - Sono entrato nei bar e ho parlato con la gente. Ho discusso, a volte anche con toni accesi, con chi vive il nostro territorio e la nostra realtà. Ho ascoltato problemi e necessità mettendo da parte quella che viene definita alta politica . Mi sono soffermato sulle reali necessità della gente. Gente che purtroppo ha paura di essere aggredita nelle proprie abitazioni, di non potersi difendere e di non essere difesa". Poi un monito: "Se qualcuno pensa di rimettere sul tavolo il tema del voto agli immigrati sbaglia di grosso e troverà in me uno strenuo oppositore". Alla sinistra di Alessandri è Fabio Rainieri, leader dei Cobas del Latte e nuovo deputato: "Voglio innanzitutto ringraziare chi mi ha votato dandomi la propria fiducia e, in particolare, i giovani di Parma che mi sono sempre stati vicini. È grazie a chi ha lavorato senza tirarsi indietro che la Lega ha raccolto un risultato così importante". Poi, dopo avere sottolineato il successo raccolto dall allarme antiscippo regalato alle donne durante i banchetti a testimonianza di come anche a Parma il tema della sicurezza sia fortemente sentito, Rainieri punta l accento sull agricoltura. "Da allevatore spero di potermi occupare di questo settore che, non dimentichiamocelo,, è strategico per il nostro Paese così come è strategico e fondamentale avvicinare il più possibile l Authority alimentare nazionale a quella europea con sede a Parma, intervenire in tutela dei marchi e a difesa dei consumatori e liberalizzare la produzione agricola almeno fino alla soddisfazione del consumo interno". Accanto a loro, infine, lotteranno anche Angela Maraventano, vicesindaco di Lampedusa, e Massimo Polledri, pronti a portare avanti le battaglie della Lega Nord se i due capilista alla Camera e al Senato (Umberto Bossi e Roberto Castelli) opteranno per un altro collegio. S. B. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Lo sproloquio di Vendola (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

VINCENZO DE LEO Egregio direttore, per rendersi conto delle ragioni del "cappotto" subito dalla sinistra, oltre Bassolino, Iervolino, la periferia di Roma, i prezzi ecc.sarebbe bastato aver ascoltato lo "sproloquio" di Vendola su La7 che neanche la solidale Ritanna Armeni mostrava di apprezzare. Veltroni e Rutelli due disastri ROBERTO PEPE "Sono Walter Veltroni, voglio rivolgermi a lei con poche parole e con sincerità, come ho sempre fatto in questi sette anni, da Sindaco di Roma." Ma quando mai in questi sette anni si è rivolto a me, Walter, ed ora mi scrive per la seconda volta in quindici giorni, per raccomandarmi il suo protetto Rutelli, visto che la prima volta non è riuscito a convincermi a votare per lui stesso. Continua: "... Sono stati, per me, anni bellissimi ed intensi... Insieme abbiamo raggiunto tanti traguardi, insieme abbiamo superato momenti difficili..." Ma lo credo che sono stati anni bellissimi per Walter, ha trovato questo posticino dopo aver abbandonato il partito, ... ma non incominciamo, però, a scaricare le responsabilità: "Insieme" non abbiamo fatto assolutamente niente. Io mi sono sempre dissociato dalle malefatte che ha compiuto Veltroni al Comune. E che sia chiaro a tutti, mi rivolgo all'ex sindaco: "Walter, nun me mette in mezzo!" "Era il 1993 quando Rutelli prese in mano la città che veniva considerata ferma, senza futuro, destinata ad un inevitabile declino" continua Walter. E qui ha ragione, perché Francesco è riuscito a mandare avanti il tempo che si era fermato e far scattare il 2000, diventando "il sindaco del Giubileo" Da non crederci!... Roma ha avuto per miracolo un aumento indiscusso di turisti, il più alto afflusso di questi ultimi venticinque anni, tra tutte le altre città italiane. Mentre, ... come tutte le altre città, invece, Roma deve migliorare qualche cosuccia, come il traffico, l'emergenza casa, immigrati, sicurezza, decoro, pulizia..., ma su questo, siamo fiduciosi: Rutelli aspetta il prossimo giubileo, (sinistra arcobaleno comunisti rifondaroli, permettendo). Sì, perché a differenza di quanto detto nelle Politiche, Veltroni sta "anche" appoggiando a Roma quella stessa sinistra che è stata tacciata come causa del malgoverno prodiano! Ipse dixit Di Pietro che dietrofront PIER LORENZO Caro direttore, parlando di Di Pietro si possono adottare tanti modi di dire ma quello che (parafrasando l'ex PM ) c'azzecca di più è quello del predicare bene e razzolare male. Il grande paravento ha annunciato che, alla Camera ed al Senato, farà un suo gruppo parlamentare invece di confluire nel gruppo parlamentare unico del PD. Non è solo il problema che così facendo tirerà un bidone a Uolter Veltroni, ma creando un suo gruppo parlamentare si beccherà 5 milioni di euro in più, oltre al costo del personale necessario. Ma potevamo esser governati da sta' gente! Di Pietro, piantala! L. C. GUERRIERI Roseto degli Abruzzi (Teramo) Leggo di ronde, di incostituzionalità, di ministri che non hanno capito nulla e via dicendo. Voglio direi la mia: il PdL ha presentato un programma votato dal popolo, ha vinto le elezioni e deve governare cinque anni. E' normale che Di Pietro non sia d'accordo a quanto voglia fare il centrodestra, non a caso appartiene alla coalizione che ha perso. Ora vigili in Parlamento, legga e voti o meno le proposte di legge del futuro governo. Proposte populiste di aumento a questi ed a quelli, di certezza della pena e via discorrendo, ha avuto due anni per farle, sono nel nostro programma ed in quello di AN da sempre, per cui...proponga cose nuove e fattibili. Non vorrei che, alla fine, quanto di buono farà il futuro governo, diventasse merito di Di Pietro! In quanto alla giustizia, la maggioranza ha votato Berlusconi e non Veltroni: la separazione delle carriere ed i controlli psico-professionali sono in atto in molti altri settori pubblici e privati e nessuno si è mai scandalizzato fino ad oggi. Creiamo nuove carceri STEFANO Gentile direttore, mi permetto di scrivere per esternare una preoccupazione: se finalmente le strade verranno ripulite dai delinquenti, dove mai troveranno posto? Secondo me bisognerebbe creare delle carceri "light", a basso costo d'esercizio. Intendo dire che la struttura fornirà la possibilità di studiare e divertirsi, ma con televisore solo in sala Tv, non in cella. Che studino invece di incretinirsi.... E tutto costruito in economia, con vere gare d appalto, senza furbate. Possibilità di lavorare all'interno della struttura? Come no? Quel buonismo progressista N. VIRETTI Genova Ormai ogni giorno c'è uno stupro, una rapina, furti a non finire, nelle periferie delle città alla sera cala il coprifuoco, la gente si rintana in casa e anche lì non si sente più sicura. In Europa abbiamo il più alto numero di immigrati extracomunitari clandestini. Ci si interroga sul perché di tanta violenza. La risposta è semplice: la gran parte dei clandestini delinque, vive in baracche di fortuna senza servizi, figurarsi se hanno la TV o i giornali e in ogni caso parlano poco la nostra lingua. Quando sono partiti circolava voce che questa è la nazione "babba" del mondo, qui si può delinquere come si vuole: e, ammesso che ti prendano, dopo poco sei di nuovo libero di ricominciare. Intanto hai dormito e mangiato bene, meglio che a casa e gratis. Dalle loro parti, quando prendono chi delinque, lo riempono di botte e per un furtarello che qui puniamo con uno scappellotto, là si fanno tutti interi, anni e anni di una galera che sarebbe meglio l'inferno. Insomma il "buonismo" progressista ci ha regalato tutto questo, la gente se ne è resa conto e lo ha cacciato nella "rumenta", nella "monnezza". I progressisti possono fare tutti i congressi che voglio, tutte le tavole rotonde, quadrate, oblunghe, ovali ecc., hanno chiuso, sono una razza in via di estizione. Grazie a Dio. Coop rovina del mercato LORELLA Volevo fare i complimenti al sindaco Tosi che finalmente ha spiegato chi effettivamente rovina il mercato del lavoro! Le coop! Di qualunque colore esse siano, sfruttano i lavoratori pagandoli una miseria e rovinando il mercato perché le aziende normali non possono certo competere con loro che hanno agevolazioni su Irap, contributi ecc. Ho saputo inoltre che a questi poveri dipendenti "soci" non viene a volte pagato il Tfr. E queste persone, se si accorgono che per avere ciò che gli spetta devono ricorrere ad un avvocato che ovviamente devono pagare, spesso rinunciano a ciò di cui hanno diritto. Bravo Tosi! Forza Lega, Forza Bossi [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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La Rai come Alitalia (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

I nostri vessilli sui municipi LIVIO GIANNI MILANI Maderno (Bs) Caro direttore, non v è dubbio che abbiamo fatto comprendere chiaramente le nostre intenzioni: e adesso, qualcuno dovrà inevitabilmente prenderne atto. Ricordiamoci, però, che siamo solo agli inizi. Resta poi, da vedere chi avrà il fegato di togliere il nostro vessillo dai nostri municipi. Cosa che deve succedere mai più. La Rai come Alitalia LISETTA ALBERTI Agrate Brianza Voglio fare la cassandra, ma secondo me fra un anno o due, ci sarà un altro tormentone perché la Rai farà la fine dell Alitalia. Gli sprechi, le incongruenze, il numero esagerato di dipendenti porteranno a questa fine. Brava Moratti Annunziata ko LETTERA FIRMATA La trasmissione "Un'ora mezza" dell'Annunziata, sulla terza rete Rai, vedeva domenica scorsa come ospite la signora Moratti, sindaco di Milano, per la quale la conduttrice, aveva preparato, con il solito sadismo, qualche domanda trabocchetto. Purtroppo per lei la signora Moratti con il suo sorriso solare e la preparazione che si ritrova, smontava ad una ad una tutte le velleità dell'Annunziata. Per il bene del Nord PIETRO SANFILIPPO Sono quel politico di Bologna che durante il Governo rosso di Prodi si è offerto alla Lega Nord per venire a liberare il lombardo-veneto quando Bossi diceva di tirare fuori i fucili. Le sinistre hanno cercato di cavarci le braghe (personalmente mi hanno condannato ingiustamente a pagare 3.500 euro nel loro tentativo disperato di rastrellare soldi) e se non avessimo fatto cadere Prodi (sono andato a protestare in Svizzera, chiedendo anche asilo politico) ci avrebbero sbattuti tutti in carcere. Io penso che per il bene del Nord, essendo anche io un padano, sia necessario: 1) buttare fuori tutti i clandestini; 2) chiudere i centri sociali, luoghi di ritrovo e nascondiglio di terroristi rossi; 3) sbattere in carcere chi ha cercato di fare così con noi; 4) riformare la giustizia, perchè i giudici rossi, per esempio a Bologna, usano la giustizia contro, di comune accordo coi loro militanti, i soldi alla gente onesta; 5) vietare la costruzione di moschee dicendo basta alle amministrazioni, come Bologna, dove il sindaco Cofferrati impone di fatto dittature e si respira un'aria pesante ormai da molti anni. Immigrazione, ora basta! FRANCESCO ALBERTOSI Pontremoli (Ms) Egregio direttore, scrivo da Pontremoli, periferia emarginata della rossa Toscana; qua la situazione non va bene, ovvero abbiamo una giunta di pappamolli. I giovani se ne vanno e ora si riempie giorno dopo giorno di immigrati tanto che ormai hanno raggiunto più del 10% sulla popolazione locale. Il risultato è questo: spaccio e insicurezza. Ora basta! La gente si sta rompendo le palle ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e per cui ho deciso di scrivere alla vostra redazione è il racconto di una ragazza responsabile di un supermercato che è disperata in quanto tutti questi vigliacchi rubano senza remore, in più minacciano e vogliono anche la ragione! Spero che il Cavaliere si ricordi di aver vinto grazie alla Lega considerando il fatto per il quale la gente è stufa del buonismo ipocrita della sinistra. Gli immigrati vanno presi a calci e rimandati a casa loro. Sindacati? I più ricchi VALERIA SATURNINI Albairate Cara Padania, i sindacati erano nati per proteggere gli operai dalle angherie del padrone. Poi hanno capito dove stava la lira e hanno cambiato posizione. Loro al caldo e ben pasciuti, gli operai in piazza e mal pasciuti. Grazie agli elettori emiliano-romagnoli CLAUDIO FACCINI segretario della sez. di Rivergaro (Pc) e resp. organizzativo naz. Emilia Approfitto dello spazio gentilmente concessomi, per ringraziare tutti gli elettori, i militanti, i sostenitori, i simpatizzanti e tutti gli emiliano-romagnoli che hanno contribuito al successo di queste elezioni politiche. Grazie Bossi! Saluti padani. Serve togliere l Ici ERMINIO OTTONE C'è chi protesta contro l'abolizione dell'Ici, sostenendo che questa sarebbe una rovina per le casse di molti comuni. L'Ici è una imposta patrimoniale, tanto cara alle sinistre radicali, e come tale non è commisurata alla effettiva capacità contributiva. L'abitazione principale non dà alcun tipo di reddito, se si considera reddito una mancata spesa (non si paga l'affitto se si possiede un abitazione) questo è un altro paio di maniche, in tal caso si dimentica che un simil affitto è già stato pagato negli anni passati con le rate del mutuo. Invece di compatire i comuni io punterei il dito contro tutte quelle amministrazioni che pensano ancora di essere rimaste agli anni '80 quando i bilanci erano opinioni e anche se si chiudevano con il segno meno poco importava perché tanto c'era chi era pronto a ripianare tutto quanto prendendo dalla fiscalità generale. 8000 comuni che si comportano in questa maniera non sono per nulla tollerabili. Togliere l'Ici serve, non è solamente propaganda elettorale e non è neanche solamente una mano che viene data alle famiglie italiane. Togliere l'Ici serve a responsabilizzare le giunte spendaccione, sempre pronte a aumentare le rendite catastali o l'aliquota quando si trovano in cattive acque per coprire investimenti totalmente privi di ogni copertura finanziaria. Attenzione a Toscanistan! ENRICO INNOCENTI Dolcedo (Im) Sono un toscano che da quindici anni vive in Liguria, da qualche anno in provincia di Imperia. Voto Lega Nord dal 92, quando stavo ancora in Toscana, e sono molto deluso del fatto che nella mia regione la Lega abbia preso solo l 1,9%, superata persino dalle Marche. Penso che ci sia stato un problema di propaganda o comunicazione, forse non è stato gradito un candidato delle Marche. (Non so che problemi ci sono stati, dato che ormai vado in Toscana solo un paio di volte all anno, per qualche giorno di vacanza.) Ma le potenzialità della Toscana sono più alte, mi ricordo che nel 92 prendemmo un 4%, con due deputati, Fragassi e Mancini. Prego quindi i vertici della Lega di non demordere e impegnarsi ancora per la propaganda in questa estesa regione, o, grazie a sindaci idioti di sinistra e banche tipo Monte dei Paschi di Siena, rischia di diventare Toscanistan (quando andrò in pensione mi piacerebbe ritornarci). Voglia di autonomia MICHELE FABBRI Forlì Quando la Lega annacqua il suo messaggio ottiene risultati deludenti, quando invece si differenzia dagli altri partiti fa il pieno di voti. I dirigenti leghisti tengano conto di questa lezione: nell elettorato c è voglia di identità e di autonomia. Stupri, violenze senza fine MARIO PULIMANTI Lido di Ostia (Roma) Molte donne non denunciano le violenze subite per paura di subire rappresaglie da parte del violentatore. "Se mi denunci, te la faccio pagare!" Violenze e aggressioni possono finire con la morte della donna che ha osato denunciare, dopo mesi o anni di persecuzioni, come è successo anche in alcuni tragici casi recente. Infatti lo stupratore, anche se condannato, uscirà rapidamente di prigione: per un indulto, per buona condotta, perché l'avvocato ha fatto ricorso in appello e nel frattempo sono decorsi i termini di carcerazione preventiva. E sa che gliela farà pagare. Altro che denunciare. La donna violentata non denuncia anche per vergogna, perché lei stessa, dopo uno stupro, si sente sporca, umiliata, ferita, oltraggiata nel corpo e nell'anima. Come reagire? Siamo contro L infedele BRUNO C. Genova Carissimo direttore, ho assistito alla trasmissione su La7 L infedele , condotta faziosamente da Gad Lerner e al vergognoso e ignobile attacco politico al nostro Matteo Salvini. Consiglio agli esponenti leghisti di rifiutare eventuali nuovi inviti e quindi a non partecipare più a trasmissioni condotte con faziosità e con cattiveria nei confronti della Lega Nord dall ex sessantottino (e fascistone rosso) Gad Lerner! Se la canti e se la suoni da solo! [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Veltroni e Rutelli due disastri (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Lo sproloquio di Vendola VINCENZO DE LEO Egregio direttore, per rendersi conto delle ragioni del "cappotto" subito dalla sinistra, oltre Bassolino, Iervolino, la periferia di Roma, i prezzi ecc.sarebbe bastato aver ascoltato lo "sproloquio" di Vendola su La7 che neanche la solidale Ritanna Armeni mostrava di apprezzare. Veltroni e Rutelli due disastri ROBERTO PEPE "Sono Walter Veltroni, voglio rivolgermi a lei con poche parole e con sincerità, come ho sempre fatto in questi sette anni, da Sindaco di Roma." Ma quando mai in questi sette anni si è rivolto a me, Walter, ed ora mi scrive per la seconda volta in quindici giorni, per raccomandarmi il suo protetto Rutelli, visto che la prima volta non è riuscito a convincermi a votare per lui stesso. Continua: "... Sono stati, per me, anni bellissimi ed intensi... Insieme abbiamo raggiunto tanti traguardi, insieme abbiamo superato momenti difficili..." Ma lo credo che sono stati anni bellissimi per Walter, ha trovato questo posticino dopo aver abbandonato il partito, ... ma non incominciamo, però, a scaricare le responsabilità: "Insieme" non abbiamo fatto assolutamente niente. Io mi sono sempre dissociato dalle malefatte che ha compiuto Veltroni al Comune. E che sia chiaro a tutti, mi rivolgo all'ex sindaco: "Walter, nun me mette in mezzo!" "Era il 1993 quando Rutelli prese in mano la città che veniva considerata ferma, senza futuro, destinata ad un inevitabile declino" continua Walter. E qui ha ragione, perché Francesco è riuscito a mandare avanti il tempo che si era fermato e far scattare il 2000, diventando "il sindaco del Giubileo" Da non crederci!... Roma ha avuto per miracolo un aumento indiscusso di turisti, il più alto afflusso di questi ultimi venticinque anni, tra tutte le altre città italiane. Mentre, ... come tutte le altre città, invece, Roma deve migliorare qualche cosuccia, come il traffico, l'emergenza casa, immigrati, sicurezza, decoro, pulizia..., ma su questo, siamo fiduciosi: Rutelli aspetta il prossimo giubileo, (sinistra arcobaleno comunisti rifondaroli, permettendo). Sì, perché a differenza di quanto detto nelle Politiche, Veltroni sta "anche" appoggiando a Roma quella stessa sinistra che è stata tacciata come causa del malgoverno prodiano! Ipse dixit Di Pietro che dietrofront PIER LORENZO Caro direttore, parlando di Di Pietro si possono adottare tanti modi di dire ma quello che (parafrasando l'ex PM ) c'azzecca di più è quello del predicare bene e razzolare male. Il grande paravento ha annunciato che, alla Camera ed al Senato, farà un suo gruppo parlamentare invece di confluire nel gruppo parlamentare unico del PD. Non è solo il problema che così facendo tirerà un bidone a Uolter Veltroni, ma creando un suo gruppo parlamentare si beccherà 5 milioni di euro in più, oltre al costo del personale necessario. Ma potevamo esser governati da sta' gente! Di Pietro, piantala! L. C. GUERRIERI Roseto degli Abruzzi (Teramo) Leggo di ronde, di incostituzionalità, di ministri che non hanno capito nulla e via dicendo. Voglio direi la mia: il PdL ha presentato un programma votato dal popolo, ha vinto le elezioni e deve governare cinque anni. E' normale che Di Pietro non sia d'accordo a quanto voglia fare il centrodestra, non a caso appartiene alla coalizione che ha perso. Ora vigili in Parlamento, legga e voti o meno le proposte di legge del futuro governo. Proposte populiste di aumento a questi ed a quelli, di certezza della pena e via discorrendo, ha avuto due anni per farle, sono nel nostro programma ed in quello di AN da sempre, per cui...proponga cose nuove e fattibili. Non vorrei che, alla fine, quanto di buono farà il futuro governo, diventasse merito di Di Pietro! In quanto alla giustizia, la maggioranza ha votato Berlusconi e non Veltroni: la separazione delle carriere ed i controlli psico-professionali sono in atto in molti altri settori pubblici e privati e nessuno si è mai scandalizzato fino ad oggi. Creiamo nuove carceri STEFANO Gentile direttore, mi permetto di scrivere per esternare una preoccupazione: se finalmente le strade verranno ripulite dai delinquenti, dove mai troveranno posto? Secondo me bisognerebbe creare delle carceri "light", a basso costo d'esercizio. Intendo dire che la struttura fornirà la possibilità di studiare e divertirsi, ma con televisore solo in sala Tv, non in cella. Che studino invece di incretinirsi.... E tutto costruito in economia, con vere gare d appalto, senza furbate. Possibilità di lavorare all'interno della struttura? Come no? Quel buonismo progressista N. VIRETTI Genova Ormai ogni giorno c'è uno stupro, una rapina, furti a non finire, nelle periferie delle città alla sera cala il coprifuoco, la gente si rintana in casa e anche lì non si sente più sicura. In Europa abbiamo il più alto numero di immigrati extracomunitari clandestini. Ci si interroga sul perché di tanta violenza. La risposta è semplice: la gran parte dei clandestini delinque, vive in baracche di fortuna senza servizi, figurarsi se hanno la TV o i giornali e in ogni caso parlano poco la nostra lingua. Quando sono partiti circolava voce che questa è la nazione "babba" del mondo, qui si può delinquere come si vuole: e, ammesso che ti prendano, dopo poco sei di nuovo libero di ricominciare. Intanto hai dormito e mangiato bene, meglio che a casa e gratis. Dalle loro parti, quando prendono chi delinque, lo riempono di botte e per un furtarello che qui puniamo con uno scappellotto, là si fanno tutti interi, anni e anni di una galera che sarebbe meglio l'inferno. Insomma il "buonismo" progressista ci ha regalato tutto questo, la gente se ne è resa conto e lo ha cacciato nella "rumenta", nella "monnezza". I progressisti possono fare tutti i congressi che voglio, tutte le tavole rotonde, quadrate, oblunghe, ovali ecc., hanno chiuso, sono una razza in via di estizione. Grazie a Dio. Coop rovina del mercato LORELLA Volevo fare i complimenti al sindaco Tosi che finalmente ha spiegato chi effettivamente rovina il mercato del lavoro! Le coop! Di qualunque colore esse siano, sfruttano i lavoratori pagandoli una miseria e rovinando il mercato perché le aziende normali non possono certo competere con loro che hanno agevolazioni su Irap, contributi ecc. Ho saputo inoltre che a questi poveri dipendenti "soci" non viene a volte pagato il Tfr. E queste persone, se si accorgono che per avere ciò che gli spetta devono ricorrere ad un avvocato che ovviamente devono pagare, spesso rinunciano a ciò di cui hanno diritto. Bravo Tosi! Forza Lega, Forza Bossi [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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I nostri vessilli sui municipi (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

LIVIO GIANNI MILANI Maderno (Bs) Caro direttore, non v è dubbio che abbiamo fatto comprendere chiaramente le nostre intenzioni: e adesso, qualcuno dovrà inevitabilmente prenderne atto. Ricordiamoci, però, che siamo solo agli inizi. Resta poi, da vedere chi avrà il fegato di togliere il nostro vessillo dai nostri municipi. Cosa che deve succedere mai più. La Rai come Alitalia LISETTA ALBERTI Agrate Brianza Voglio fare la cassandra, ma secondo me fra un anno o due, ci sarà un altro tormentone perché la Rai farà la fine dell Alitalia. Gli sprechi, le incongruenze, il numero esagerato di dipendenti porteranno a questa fine. Brava Moratti Annunziata ko LETTERA FIRMATA La trasmissione "Un'ora mezza" dell'Annunziata, sulla terza rete Rai, vedeva domenica scorsa come ospite la signora Moratti, sindaco di Milano, per la quale la conduttrice, aveva preparato, con il solito sadismo, qualche domanda trabocchetto. Purtroppo per lei la signora Moratti con il suo sorriso solare e la preparazione che si ritrova, smontava ad una ad una tutte le velleità dell'Annunziata. Per il bene del Nord PIETRO SANFILIPPO Sono quel politico di Bologna che durante il Governo rosso di Prodi si è offerto alla Lega Nord per venire a liberare il lombardo-veneto quando Bossi diceva di tirare fuori i fucili. Le sinistre hanno cercato di cavarci le braghe (personalmente mi hanno condannato ingiustamente a pagare 3.500 euro nel loro tentativo disperato di rastrellare soldi) e se non avessimo fatto cadere Prodi (sono andato a protestare in Svizzera, chiedendo anche asilo politico) ci avrebbero sbattuti tutti in carcere. Io penso che per il bene del Nord, essendo anche io un padano, sia necessario: 1) buttare fuori tutti i clandestini; 2) chiudere i centri sociali, luoghi di ritrovo e nascondiglio di terroristi rossi; 3) sbattere in carcere chi ha cercato di fare così con noi; 4) riformare la giustizia, perchè i giudici rossi, per esempio a Bologna, usano la giustizia contro, di comune accordo coi loro militanti, i soldi alla gente onesta; 5) vietare la costruzione di moschee dicendo basta alle amministrazioni, come Bologna, dove il sindaco Cofferrati impone di fatto dittature e si respira un'aria pesante ormai da molti anni. Immigrazione, ora basta! FRANCESCO ALBERTOSI Pontremoli (Ms) Egregio direttore, scrivo da Pontremoli, periferia emarginata della rossa Toscana; qua la situazione non va bene, ovvero abbiamo una giunta di pappamolli. I giovani se ne vanno e ora si riempie giorno dopo giorno di immigrati tanto che ormai hanno raggiunto più del 10% sulla popolazione locale. Il risultato è questo: spaccio e insicurezza. Ora basta! La gente si sta rompendo le palle ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e per cui ho deciso di scrivere alla vostra redazione è il racconto di una ragazza responsabile di un supermercato che è disperata in quanto tutti questi vigliacchi rubano senza remore, in più minacciano e vogliono anche la ragione! Spero che il Cavaliere si ricordi di aver vinto grazie alla Lega considerando il fatto per il quale la gente è stufa del buonismo ipocrita della sinistra. Gli immigrati vanno presi a calci e rimandati a casa loro. Sindacati? I più ricchi VALERIA SATURNINI Albairate Cara Padania, i sindacati erano nati per proteggere gli operai dalle angherie del padrone. Poi hanno capito dove stava la lira e hanno cambiato posizione. Loro al caldo e ben pasciuti, gli operai in piazza e mal pasciuti. Grazie agli elettori emiliano-romagnoli CLAUDIO FACCINI segretario della sez. di Rivergaro (Pc) e resp. organizzativo naz. Emilia Approfitto dello spazio gentilmente concessomi, per ringraziare tutti gli elettori, i militanti, i sostenitori, i simpatizzanti e tutti gli emiliano-romagnoli che hanno contribuito al successo di queste elezioni politiche. Grazie Bossi! Saluti padani. Serve togliere l Ici ERMINIO OTTONE C'è chi protesta contro l'abolizione dell'Ici, sostenendo che questa sarebbe una rovina per le casse di molti comuni. L'Ici è una imposta patrimoniale, tanto cara alle sinistre radicali, e come tale non è commisurata alla effettiva capacità contributiva. L'abitazione principale non dà alcun tipo di reddito, se si considera reddito una mancata spesa (non si paga l'affitto se si possiede un abitazione) questo è un altro paio di maniche, in tal caso si dimentica che un simil affitto è già stato pagato negli anni passati con le rate del mutuo. Invece di compatire i comuni io punterei il dito contro tutte quelle amministrazioni che pensano ancora di essere rimaste agli anni '80 quando i bilanci erano opinioni e anche se si chiudevano con il segno meno poco importava perché tanto c'era chi era pronto a ripianare tutto quanto prendendo dalla fiscalità generale. 8000 comuni che si comportano in questa maniera non sono per nulla tollerabili. Togliere l'Ici serve, non è solamente propaganda elettorale e non è neanche solamente una mano che viene data alle famiglie italiane. Togliere l'Ici serve a responsabilizzare le giunte spendaccione, sempre pronte a aumentare le rendite catastali o l'aliquota quando si trovano in cattive acque per coprire investimenti totalmente privi di ogni copertura finanziaria. Attenzione a Toscanistan! ENRICO INNOCENTI Dolcedo (Im) Sono un toscano che da quindici anni vive in Liguria, da qualche anno in provincia di Imperia. Voto Lega Nord dal 92, quando stavo ancora in Toscana, e sono molto deluso del fatto che nella mia regione la Lega abbia preso solo l 1,9%, superata persino dalle Marche. Penso che ci sia stato un problema di propaganda o comunicazione, forse non è stato gradito un candidato delle Marche. (Non so che problemi ci sono stati, dato che ormai vado in Toscana solo un paio di volte all anno, per qualche giorno di vacanza.) Ma le potenzialità della Toscana sono più alte, mi ricordo che nel 92 prendemmo un 4%, con due deputati, Fragassi e Mancini. Prego quindi i vertici della Lega di non demordere e impegnarsi ancora per la propaganda in questa estesa regione, o, grazie a sindaci idioti di sinistra e banche tipo Monte dei Paschi di Siena, rischia di diventare Toscanistan (quando andrò in pensione mi piacerebbe ritornarci). Voglia di autonomia MICHELE FABBRI Forlì Quando la Lega annacqua il suo messaggio ottiene risultati deludenti, quando invece si differenzia dagli altri partiti fa il pieno di voti. I dirigenti leghisti tengano conto di questa lezione: nell elettorato c è voglia di identità e di autonomia. Stupri, violenze senza fine MARIO PULIMANTI Lido di Ostia (Roma) Molte donne non denunciano le violenze subite per paura di subire rappresaglie da parte del violentatore. "Se mi denunci, te la faccio pagare!" Violenze e aggressioni possono finire con la morte della donna che ha osato denunciare, dopo mesi o anni di persecuzioni, come è successo anche in alcuni tragici casi recente. Infatti lo stupratore, anche se condannato, uscirà rapidamente di prigione: per un indulto, per buona condotta, perché l'avvocato ha fatto ricorso in appello e nel frattempo sono decorsi i termini di carcerazione preventiva. E sa che gliela farà pagare. Altro che denunciare. La donna violentata non denuncia anche per vergogna, perché lei stessa, dopo uno stupro, si sente sporca, umiliata, ferita, oltraggiata nel corpo e nell'anima. Come reagire? Siamo contro L infedele BRUNO C. Genova Carissimo direttore, ho assistito alla trasmissione su La7 L infedele , condotta faziosamente da Gad Lerner e al vergognoso e ignobile attacco politico al nostro Matteo Salvini. Consiglio agli esponenti leghisti di rifiutare eventuali nuovi inviti e quindi a non partecipare più a trasmissioni condotte con faziosità e con cattiveria nei confronti della Lega Nord dall ex sessantottino (e fascistone rosso) Gad Lerner! Se la canti e se la suoni da solo! [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Mercantile attaccato dai pirati (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Golfo di Aden sempre più pericoloso Golfo di Aden - La Marina militare italiana ha sventato ieri un tentativo di pirateria nel Golfo di Aden. Il pattugliatore d altura Comandante Borsini, impegnato insieme al rifornitore di squadra Etna nella campagna di sorveglianza marittima Medal '08 nel Golfo di Aden, è intervenuto per prevenire un azione di avvicinamento a un mercantile italiano da parte di cinque piccole imbarcazioni veloci, presumibilmente condotte da pirati. La nave militare, impegnata nella scorta al mercantile italiano Neverland, diretto nel porto di Sikka (India), ha localizzato in acque internazionali una formazione di barchini in avvicinamento. Il Borsini, con l ausilio dell elicottero e con manovre di interposizione, ha costretto i natanti ad allontanarsi velocemente e desistere così dal tentativo di avvicinamento. Per la riuscita dell intervento ha influito anche il coordinamento stretto tra il pattugliatore Borsini ed il Neverland. Il pattugliatore Comandante Borsini e la Nave Etna erano partiti da Taranto lo scorso 28 gennaio per la Campagna Medal '08 nel Mar Arabico-Oceano Indiano e il loro rientro in Italia è previsto a giugno. La sorveglianza marittima svolta dal reparto navale in quell'area mira a tutelare gli interessi nazionali e garantire, in collaborazione con le altre marine operanti in zona, la sicurezza delle vie di comunicazione e il libero traffico marittimo. La pirateria, nel Golfo di Aden, in acque comprese fra il Mar Arabico, la Somalia e lo Yemen, è molto attiva. Nel corso di questi ultimi cinque giorni, si è avuto notizia di almeno due tentativi: il 21 marzo ai danni di un pescherecchio spagnolo, il cui equipaggio di 26 persone è stato sequestrato per chiedere il riscatto, e ai danni din una petroliera giapponese, tentativo sventato grazie alla marina yemenita. Quindici giorni prima è stata la volta di un equipaggio francese, poi liberato dalle forze militari di Parigi. Il capogruppo dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli, si è complimentato con l equipaggio del pattugliatore Comandante Borsini , che con "ardimento e una manovra impeccabile ha fatto desistere questa gentaglia di colpire il mercantile italiano. Esprimo la più viva gratitudine alla Marina Militare italiana - continua Castelli - che ha sventato l ennesimo attacco di pirateria marittima nel golfo di Aden verso un mercantile italiano. Dopo gli attacchi alla nave francese e a quella spagnola -conclude Castelli - è ora che l Unione Europea, si attivi con un coordinamento efficace per combattere questa nuova strategia terroristica". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Riappare il capriolo albino del federalismo (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il rarissimo animale avvistato nel trentennale dell autonomismo ossolano di cui è simbolo FABIO GROSSO Un capriolo albino messaggero di federalismo. Incredibile ma vero, proprio nei giorni del trentennale dell Uopa (22-23-24 aprile) sulle montagne ossolane è apparso un rarissimo giovane capriolo bianco che ha fatto subito correre i pensieri degli autonomisti del Vco allo storico stemma del Movimento autonomista col camoscio bianco. A immortalarlo, un filmato di 5 minuti girato sabato e certificato dalle guardie provinciali. "È davvero un ottimo presagio l apparizione rarissima di questo animale sulle nostre montagne - commenta lo storico e scrittore Uberto Gandolfi, incaricato dal Comune di Domodossola di organizzare le celebrazioni del trentennale dell Uopa -. Il camoscio bianco simbolo dell Uopa rappresenta un animale esistente in natura, ma quasi impossibile da vedere e da raggiungere. In altre parole, una chiara allegoria del federalismo e dell autonomismo". Proprio in questi giorni, trent anni fa, a Domodossola si tenne l assemblea costitutiva dell Uopa. "Il fermento autonomista della nostra valle - ricorda Gandolfi - ebbe il merito di far incrociare per la prima volta i due grandi padri del federalismo padano, Bruno Salvadori e Umberto Bossi. Con le elezioni così vicine non abbiamo potuto organizzare nulla per ricordare questa importante ricorrenza, ma ci siamo ripromessi di farlo nel corso dell anno". In prima fila per le celebrazioni dell Uopa il Comune di Domodossola, col borgomastro Michele Marinello, che organizzerà un convegno con rappresentati dei movimenti autonomisti europei. "A volte avvengono cose che lasciano di stucco - afferma Marinello -. Per chi come me crede da sempre nell autonomia e ha studiato il fenomeno Uopa, l avvistamento di un camoscio bianco proprio in questi giorni assume significati profondi e sembra voler dire che l ideale di allora è ancora vivo". Erede diretto della tradizione autonomista dell Ossola è iI Carroccio piemontese. "Come Lega - conferma il segretario nazionale, on. Roberto Cota - ci sentiamo oggi in dovere di farci carico dell importantissima eredità dell autonomismo ossolano. Siamo orgogliosi di questo nostro impegno e siamo felici di poter dire che le istanze dell Uopa non moriranno mai fintanto che ci sarà la Lega. Oggi più che mai queste zone, come anche il resto della Padania, necessitano di una rapida attuazione del federalismo fiscale per il rilancio dell economia e la realizzazione delle infrastrutture". Per Cota parlare di federalismo nel Vco "è più semplice che in altre realtà. L autonomismo da queste parti è sempre stato di casa, grazie ad un movimento come l Uopa". Il segretario ricorda poi come nella passata legislatura la Regione abbia approvato un nuovo Statuto, che ha previsto la possibilità per alcuni territori di ottenere forme particolari di autonomia. L articolo era stato pensato proprio per l Ossola e il Vco: oggi la Lega chiede che venga finalmente attuato. "La Lega Nord - aggiunge Cota -nella legislatura che si è appena chiusa ha presentato a Roma una proposta di legge per trasformare il Vco in provincia autonoma, con competenze vere, soprattutto dal punto di vista fiscale. Il seme piantato dell Uopa non è dunque morto, ma continua a germogliare". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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I piemontesi congedano la Bresso (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Striscione della Lega Nord in Regione: "Si dimetta" I piemontesi congedano la Bresso Dopo i risultati delle elezioni Politiche, la Lega chiede le dimissioni della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Il capogruppo Oreste Rossi con i colleghi Claudio Dutto e Gianfranco Novero ha innalzato uno striscione nell aula del Consiglio regionale con stampato l invito dei piemontesi alla presidente affinché si dimetta. "Chiediamo alla Bresso di compiere un atto di responsabilità e di risparmiare al Piemonte la lunga agonia di questi due anni che ci separano dalle elezioni - spiega Rossi -. Di fatto in questi ultimi mesi la Giunta è stata incapace di governare, ostaggio delle divisioni interne: basta pensare che il bilancio e i documenti di programmazione economico-finanziaria sono fermi in commissione e non sappiamo ancora quando verranno approvati". Rossi chiede alla presidente "che ci risparmi rimpasti elettorali che la sua stessa maggioranza sta invocando dai giornali. Si dimetta e permetta ai piemontesi di scegliere un nuovo governo regionale che lavori per una riforma federalista, a differenza di quanto ha fatto lei in questi due anni che ha bloccato in commissione la proposta della Lega". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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L era Zanonato si chiude nella moschea (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Conte: il rifiuto del sindaco di Padova al referendum ci porterà ancora più voti NICOLA LEONI Il sindaco di Padova, Flavio Zanonato, risponde con un diniego pretestuoso alla richiesta di un referendum per chiedere ai cittadini se sono o meno d accordo con la realizzazione della moschea in uno stabile comunale? Peggio per lui: vorrà dire che alle prossime elezioni la vittoria del centrodestra e della Lega Nord in particolare sarà ancora più sonora. Ne sono convinti i vertici del Carroccio padovano, i quali annunciano che la lotta per non far realizzare la moschea continuerà. I comitati locali, supportati dalla Lega, a partire da sabato raccoglieranno le firme necessarie per tentare di evitare che in via Longhin, in zona Stanga, venga costruito un grande luogo di culto musulmano. Secondo il coordinatore del comitato contrario alla moschea, Giuseppe Valmasoni, "sarebbe giusto che una decisione importante come installare una moschea di grandi dimensioni in città fosse presa dal Consiglio comunale e non attraverso una delibera della Giunta. Così abbiamo deciso di chiedere ai padovani, attraverso un referendum, se veramente vogliono questo luogo di culto islamico". Questo il quesito: Siete favorevoli alla costruzione di una moschea in via Longhin su un area e in un edificio di proprietà comunale come indicato dalla delibera della giunta comunale n° 2008/0083 del 12/ 02/2008?". Ma secondo il sindaco "non si può sottoporre a consultazione popolare una decisione presa, che di fatto esiste già. Senza contare che in materia di libertà di culto si esprime chiaramente anche la Costituzione, i cui articoli non possono assolutamente essere oggetto di referendum. La Lega ha ottenuto il 15 per cento dei consensi e quindi non comanda nulla, visto che noi abbiamo il 35% a cui va aggiunto il 6% dell Italia dei Valori". Proprio sulle cifre ribatte a Zanonato il consigliere regionale e segretaio provinciale del Carroccio, Maurizio Conte. "In due anni - fa osservare - i voti alla Lega a Padova città sono triplicati: per il prossimo anno possiamo prevedere che il Carroccio raddoppierà ulteriormente i consensi di una cittadinanza che ormai, è evidente, non vede nel sindaco attuale un tutore dell ordine, della sicurezza, ma soprattutto dei diritti dei padovani. Le sue attenzioni vanno soltanto a chi arriva qua non per integrarsi, ma magari anche per delinquere. La situazione di Padova, fra prostituzione, affidamento di case popolari a extracomunitari, addirittura la proposta di concedere loro il diritto di voto amministrativo, è insostenibile per la popolazione padovana, che ha voglia di cambiamento". "Zanonato - conclude Conte - continui pure così, andando contro la volontà dei cittadini che stavolta vogliono dire democraticamente la loro sulla questione moschea. Era successo già due amministrazioni fa con il referendum sul tram, e allora perse le elezioni. Anche stavolta andrà così, ma in questo caso la Lega sarà fortissima: noi continueremo la nostra battaglia, senza paura". Ma secondo il neoeletto deputato Massimo Bitonci, sindaco della vicina Cittadella, Zanonato rischia anche "di entrare nel mirino della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti. L iter per avere dalle casse comunali del denaro per finanziare culti religiosi - rileva Bitonci -è molto complesso: nel caso della moschea di via Longhin è stato immediato". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Vicenza, il Carroccio chiude la campagna elettorale (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Il ballottaggio, con la coalizione di centrodestra che parte in vantaggio Vicenza, il Carroccio chiude la campagna elettorale La Lega Nord chiude questa sera la campagna elettorale per il Comune di Vicenza, alle 18 presso il Gran Caffè Garibaldi in via Cavour 7. Sarà ospite il vicepresidente della Regione Veneto e futuro ministro alle Politiche agricole Luca Zaia. saranno presenti tutti i candidati, il candidato sindaco Amalia Sartori e gli esponenti politici della Lega Nord vicentini. La coalizione di centrodestra che sostiene la candidatura della Sartori (Popolo delle Libertà, Lega Nord e la lista civica Vicenza Viva) si presenta al ballottaggio forte del buon vantaggio ottenuto al primo turno (39,3 per cento alla candidata sindaco, ma ancor meglio con la somma dei voti di lista: 40,9 per cento di cui 15,12 della Lega Nord) rispetto al candidato del centrosinistra (sostenuto dal Partito Democratico e da due liste civiche) fermo al 31,34 per cento. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Anche Fido ha il suo regolamento (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

APPROVATA LEGGE CHE ISTITUISCE L ANAGRAFE CANINA REGIONALE Anche Fido ha il suo regolamento Il Consiglio regionale ha approvato la legge che regolamenta la lotta al randagismo canino. Il regolamento prevede, tra l altro, che quando si smarrisce un cane il proprietario ne denunci la scomparsa entro 7 giorni al Comune o ai servizi veterinari delle Asl o ai veterinari accreditati. Inoltre il regolamento obbliga a denunciare all anagrafe canina il possesso di un cane entro 15 giorni se è prelevato da un canile o entro i 30 giorni dalla sua nascita. Il regolamento impone poi che un cane trovato e portato in un canile non possa essere adottato prima di 60 giorni e fissa le misure dei box per canili e pensioni, imponendo il numero massimo di 200 cani per struttura. "Si è completato un percorso iniziato nel maggio 2006 con l approvazione della legge regionale sulla lotta al randagismo - commenta la consigliera regionale della Lega Nord e relatrice del provvedimento Monica Rizzi -. Un risultato soddisfacente che è stato raggiunto grazie anche alla collaborazione delle associazioni di volontariato. Fra le novità l Anagrafe Canina Regionale, che prevede l identificazione, tramite un microchip, di tutti i cani sul territorio regionale. Auspico che parte delle risorse messe a disposizione possano essere utilizzate per la formazione, soprattutto in ambito scolastico, e per la diffusione di una cultura di rispetto per gli animali". [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Sciolto il nodo Aspem In Comune torna il sereno (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Tre nuovi assessori, fra cui il vicesindaco che succede a Gianpaolo Ermolli e via libera all aggregazione tra la varesina Aspem e la milanese A2A, frutto della fusione tra la multiutility meneghina Aem e la municipalizzata di Brescia Asm. Risolto il nodo della confluenza nella grande società pubblica dell energia che sta lentamente aggregando le aziende lombarde creando di fatto un polo padano energetico, il cielo si è rasserenato su Palazzo Estense dando termine anche al tagliando di Giunta. La visita di ieri mattina di Umberto Bossi è indubbiamente servita a sbloccare il nodo varesino degli avvicendamenti in Giunta e della scelta del partner per la municipalizzata. Eliminate le pressioni poco chiare intorno ad Aspem, le proposte del sindaco Attilio Fontana hanno avuto la meglio favorendo così lo sviluppo della municipalizzata. Ecco le novità in Giunta: l azzurro Fabio D Aula succede a Vincenzo Agrifoglio nella gestione della Polizia Locale; un altro forzista, Giorgio De Wolf, sarà il nuovo vice di Fontana con delega per le partecipazioni societarie. Ultima new entry nell esecutivo cittadino, Enrico Angelini della Dc per le autonomie, nominato assessore alla Promozione turistica e università al posto di Fabio Carella. [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Corrado CALLEGARI (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

(Segretario Provinciale Venezia) n24 aprile (giovedì): ore 19,00 Incontro Pubblico a LENDINARA (RO) in Piazza Risorgimento nore 20,30 Incontro Pubblico a MARTELLAGO (VE) in Via Giotto - Piazza Mercato - Località Maerne nore 21,30 Incontro Pubblico a MIRANO (VE) in Piazza Martiri Mauro FRANZINELLI (Segretario Provinciale Novara) n26 aprile (sabato): ore 09,00/12,00 Incontro con la cittadinanza a CASTELLETTO TICINO (NO) presso Piazzale PP.TT. n29 aprile (martedì): ore 10,00/12,00 Incontro con la cittadinanza a CAMERI (NO) presso area mercato Antonio GAMBETTA VIANNA (Segretario Provinciale Pistoia) n23 aprile (mercoledì): ore 10,00/13,00 Incontro con la cittadinanza a PISTOIA presso banchino in Via Cavour (area mercato) nore 21,00 Intervista TV su TVL "Risultati elettorali" n26 aprile (sabato): ore 10,00/13,00 Incontro con la cittadinanza a PISTOIA presso banchino in via roma (fronte Poste) n30 aprile (mercoledì): ore 10,00/13,00 Incontro con la cittadinanza a PISTOIA presso banchino in Via Cavour (area mercato) Francesco GIUSTI (Segretario Provinciale Siena) n24 aprile (giovedì): ore 10,00 Intervento all'Assemblea Azionisti Banca MPS a SIENA presso Auditorium in Viale Mazzini nore 22,30 Trasmissione TV su Canale 3 Toscana - Toscana Channel (843 Sky) "Ping Pong" Marco RONDINI (Segretario Provinciale Martesana) n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Incontro Pubblico a NOVA MILANESE (MI) presso Aula Consiliare, Via Giussani n24 aprile (giovedì) nore 21,00 Incontro Pubblico a BRESSO (MI) in Piazza Martiri della Libertà Matteo SALVINI (Segretario Provinciale Milano) n23 aprile (mercoledì): ore 06,45 Trasmissione TV su ITALIA 7 GOLD nore 09,30 Trasmissione Radio su RAI RADIO 1 Daniele STIVAL (Segretario Provinciale del Veneto Orientale) n23 aprile (mercoledì): ore 20,30 Incontro Pubblico a PRAMAGGIORE (VE) presso Palazzo Mostra Nazionale dei Vini n24 aprile (giovedì): ore 19,00 Incontro Pubblico ad ANNONE VENETO (VE) in Piazza Municipio Pier Franco VERRUA (Segretario Provinciale Asti) n24 aprile (giovedì): ore 21,00 Incontro Pubblico ad ASTI presso Centro Culturale S. Secondo, Via Carducci 24 Davide BONI (Assessore Regionale Lombardia) n24 aprile (giovedì): ore 20,45 Trasmissione TV su MILANO PIU' "L'equilibrista" Marino FINOZZI (Presidente Consiglio Regionale Veneto) n29 aprile (martedì): ore 10,00 Convegno a VENEZIA presso Gran Teatro "La Fenice" n30 aprile (mercoledì): ore 06,00/08,00 Diretta TV su CANALE ITALIA Gianfranco NOVERO (Consigliere Regionale Piemonte) n25 aprile (venerdì): ore 21,00 Trasmissione TV su PRIMANTENNA "Rosso di Sera" Luca ZAIA (Assessore Regionale Veneto) n23 aprile (mercoledì): ore 18,00 Incontro Pubblico a VICENZA presso Gran Caffè garibaldi, Via Cavour 7 (fronte Piazza dei Signori) Sen. Sergio DIVINA n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Festa Lega Nord per ringraziare la popolazione trentina a PERGINE VALSUGANA presso Discoteca Number One (seguirà rinfresco) On. Paolo GRIMOLDI n23 aprile (mercoledì): ore 20,30 Incontro Pubblico a VIMERCATE (MI) presso Via Croce n24 aprile (giovedì): ore 21,30 Incontro Pubblico a DESIO (MI) presso Via Tirano Sen. Massimo POLLEDRI n23 aprile (mercoledì): ore 22,10 Trasmissione TV su Sat 2000 (Canale 801 di Sky) "Mappero" On. Giacomo STUCCHI n24 aprile (giovedì): ore 21,20 Trasmissione TV su TELECLUSONE "Faccia a Faccia" n25 aprile (venerdì): ore 17,00 Incontro con la cittadinanza a BRIGNANO GERA D'ADDA (BG) presso Palazzo Visconti n26 aprile (sabato): ore 21,20 Trasmissione TV su TELECLUSONE "Faccia a Faccia" n27 aprile (domenica): ore 15,30 Incontro con la cittadinanza a MAPELLO (BG) presso Via Agazzi nore 21,00 Festa Lega Nord a ZANICA (BG) presso Via Cremasca (fronte vivai Pasini) [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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On. Angelo ALESSANDRI (sezione: Focus Lega)

( da "Padania, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

(Presidente Federale Lega Nord) n23 aprile (mercoledì): ore 18,00 Comizio a CASTELNUOVO MONTE (RE) presso Piazza di sopra On. Giancarlo GIORGETTI (Segretario Nazionale Lega Lombarda) n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Incontro Pubblico a NOVA MILANESE (MI) presso Aula Consiliare, Via Giussani n24 aprile (giovedì): ore 21,00 Incontro Pubblico a BRESSO (MI) in Piazza Martiri della Libertà On. Roberto COTA (Segretario Nazionale Lega Nord Piemont) n24 aprile (giovedì): ore 21,00 Incontro Pubblico ad ASTI presso Centro Culturale S. Secondo, Via Carducci 24 Francesco BRUZZONE (Segretario Nazionale Lega Nord Liguria) n25 aprile (venerdì): ore 20,50 Trasmissione TV su TELE NORD On. Gianluca PINI (Segretario Nazionale Lega Nord Romagna) n24 aprile (giovedì): ore 20,30 Incontro Pubblico a FORLIMPOPOLI (FC) presso Disco Dinner "Kobà" On. Maurizio FUGATTI (Segretario Nazionale Lega Nord Trentino) n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Festa Lega Nord per ringraziare la popolazione trentina a PERGINE VALSUGANA presso Discoteca Number One (seguirà rinfresco) Luca PAOLINI (Segretario Nazionale LN Marche e Commissario Nazionale LN Toscana) n23 aprile (mercoledì): ore 21,00 Incontro Pubblico a FORTE DEI MARMI (LU) presso Ristorante "Cervo Bianco", Via Risorgimento 9 [Data pubblicazione: 23/04/2008].

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Dal Cavaliere a Fogliato ecco i menù del politico (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

VILLANOVA.CURIOSITA' A TAVOLA Dal Cavaliere a Fogliato ecco i menù del politico Un piatto per il "Cavaliere", uno per il deputato, forse un altro in arrivo per il prossimo presidente della Provincia: è la filosofia del ristorante "Caffè del commercio" di Villanova, conosciuto per la torta di nocciole "Senzafarina", ma anche per una particolare tradizione elettorale, quella di realizzare ricette "ad hoc" dedicate ai politici del momento. Ora in tavola da una settimana si servono le "Tagliatelle del Cavaliere", pasta fresca preparata con carciofi, tipici romani, e zafferano, legato al Milanese. "C'è anche la pancetta - spiega Antonella Cavoto - ma è solo per dare sapore". Insieme al fratello Flavio, al papà Leonardo e alla mamma Filomena Turino, Antonella Cavoto gestisce l'ormai storico ristorante pasticceria, nato negli anni Cinquanta. Hanno un saldo principio: "La cucina non fa politica, ma in fondo si mangia sia a destra che a sinistra" specifica, senza voler cadere nei doppi sensi. Così è stato anche per le elezioni del 2006, quando in tavola si servirono "garganelli" con sugo alle olive, per richiamare il simbolo della coalizione guidata da Romano Prodi. E non si dimenticano neanche i politici locali: anche Sebastiano Fogliato, villanovese eletto deputato per la Lega Nord, avrà un piatto tutto per lui. "E' un agricoltore - spiega Antonella Cavoto - coltiva zucchine e il suo piatto non poteva che essere trofie con zucchine, pesto e parmigiano". Quanto a Roberto Peretti e Maria Teresa Armosino, dovranno aspettare. "Non vorremmo sconfinare nella campagna elettorale - conclude - il nostro voto rimarrà un mistero". \.

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Sicurezza, la Lega sfida Borea (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

SANREMODI MECO (FI): "DETASSARE I COMMERCIANTI PENALIZZATI DAI CANTIERI E DALLA FRANA DI VIA GALILEI" Sicurezza, la Lega sfida Borea [FIRMA]GIAN PIERO MORETTI SANREMO Una richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio comunale sulla sicurezza e un'interpellanza per sollecitare la giunta a sopprimere le tasse comunali alle categorie commerciali che hanno subito un decremento di incassi a causa del protrarsi dei lavori dello scolmatore in corso Mombello e della frana di via Galilei. E' la sintesi della nuova battaglia che l'opposizione consiliare di centrodestra, rinvigorita dalla vittoria alle recenti elezioni, ha intrapreso contro la giunta Borea, al contrario, sempre più divisa al suo interno. SicurezzaLa richiesta di un Consiglio comunale monotematico è stata avanzata da Marco Lupi, leader della Lega Nord, che si è rivolto agli alleati del Pdl perchè firmino il documento in modo da poter trattare in sede di governo cittadino la situazione di emergenza che si è venuta a creare e "fare il punto su tutto ciò che non è stato fatto dall'amministrazione comunale". Lupi, nel suo intervento, plaude alla recente operazione della polizia che ha portato all'espulsione dal territorio nazionale di 13 extracomunitari ritenuti "cervelli e braccia" dell'organizzazione che gestisce lo spaccio di droga in città. Poi però denuncia la totale indifferenza dimostrata, ancora una volta, dall'amministrazione Borea che, pur avendo approvato ben quattro ordini del giorno sulla sicurezza presentati dalla Lega Nord in Consiglio, li ha completamente disattesi, non avendo a distanza di cinque mesi fatto nulla di concreto per la sicurezza dei cittadini". Lupi va anche oltre e chiede che fine abbiano fatto i 300 mila euro che erano stati destinati nel bilancio a interventi per fronteggiare l'emergenza-criminalità. "Ancora una volta - scrive - abbiamo sentito l'amministrazione riempirsi la bocca con i soliti "faremo" e "vedremo" ma nella realtà nulla abbiamo visto fare e nulla vedremo". Fra gli interventi che il Comune avrebbe dovuto adottare, in base agli ordini del giorno approvati dal Consiglio, figurava la regolamentazione dei Phone center "luogo di ritrovo -scrive l'esponente della Lega - anche di clandestini e di delinquenza extracomunitaria". Ma la pratica è rimasta ferma in un cassetto di Palazzo Bellevue". Sul problema sicurezza ha annunciato un intervento in Consiglio comunale anche l'esponente di maggioranza Massimo Saviozzi (Dc). Il documento dovrebbe vedere l'adesione anche di altri consiglieri dell'amministrazione Borea. Tasse Ancora Marco Lupi, ma questa volta in compagnia del coordinatore sanremese di Forza Italia Giuseppe Di Meco, hanno presentato un'interpellanza al sindaco per chiedere che fine ha fatto l'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio comunale, nel quale si impegnavano sindaco e giunta a valutare la possibilità di esentare dal pagamento di tutte le tasse comunali (Tarsu, Tosap, pubblicità e Ici) i commercianti penalizzati dallo sbarramento del cantiere di corso Mombello e dalla frana che ha isolato un lungo tratto di via Galilei. "In gennaio - scrivono i due esponenti dell'opposizione - la dirigente del settore Servizi finanziari del Comune ha inviato una lettera al sindaco, alla giunta e al direttore generale per ottenere gli indirizzi necessari al fine di stabilire con precisione la natura dei beneficiari, la tipologia dei lavori "penalizzanti" che danno diritto all'esenzione e in quale forma erogare la detassazione. A quanto ci risulta, fino ad ora, l'ufficio non ha ricevuto alcuna disposizione". E concludono: "E' vero che il danno economico sopportato è di gran lunga superiore al piccolo beneficio che il Comune può elargire con lo sgravio delle imposte, tuttavia sarebbe un segnale di attenzione all'economia cittadina, già in difficoltà a causa della congiuntura negativa e dalla pesante eredità lasciata dal governo Prodi".

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ALLA RICERCA DELL'ISOLA... Fantasy. Regia di Mark Levin, Jennifer Flackett, con Abigail Bres (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Lin e Jodie Foster. La nota scrittrice di libti per infanzia Alexandra soccorre una piccola fan che le scrive un'accorata richiesta d'aiuto: il padre è scomparso. LA BANDA Commedia. Regia di Eran Kolirin, con Shlomi Avraham e Saleh Bakri. Diretta in una piccola città israeliana, la banda musicale della polizia di Alessandra d'Egitto sbaglia strada e finisce in mezzo al deserto. IL CACCIATORE DI AQUILONI Avventura. Regia di Marc Forster, con Khalid Abdalla e Atossa Leoni. La quarantennale amicizia tra Amir, figlio di un nobile di Kabul, e Hassan, figlio del suo servo. Dal best seller di Khaled Hosseini, dirige l'autore di "Monster's ball" e "Neverland". 10 COSE DI NOI Commedia drammatica. Regia di Brad Silberling, con Morgan Freeman e Paz Vega. L'autore di "Casper" e "City of angels" porta sullo schermo il rapporto di amicizia che s'instaura tra un attore in declino e una cassiera di supermercato. IN AMORE, NIENTE REGOLE Commedia. Regia di George Clooney, con Clooney e Renée Zellweger. Negli Stati Uniti del 1925 Dodge Connolly è un esuberante campione di football che arruola nella sua squadra un giocatore presunto eroe di guerra. La storia non convince un'intraprendente giornalista. JUNO Commedia. Regia di Jason Reitman, con Ellen Page e Michael Cera. Juno MacGuff è un'intraprendente sedicenne del Minnesota che riesce a mantenere il controllo sulla sua vita anche quando scopre di essere incinta e comincia a chiedersi, con il timido compagno di classe Paulie Bleeker, come agire. Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. IL MATRIMONIO E' UN .... Commedia. Regia di Cherie Nowlan, con Brenda Blethyn e Khan Chittenden. La cabarettista irriverente e in declino Jean Dwight teme che la fidanzata del figlio possa incrinare l'armonia della loro famiglia. NEXT Fantascienza. Regia di Lee Tamahori, con Nicolas Cage e Julianne Moore. Dal racconto "The Golden Man" di Philip Dick, la storia di un uomo che vanta la facoltà di prevedere il futuro prossimo: il governo lo bracca per utilizzare questa capacità. NON È UN PAESE PER VECCHI Drammatico. Regia di Ethan e Joel Coen, con Tommy Lee Jones e Javier Bardem. Un reduce dal Vietnam si appropria di una valigia con 2 milioni di dollari: verrà braccato da uno spietato killer e da uno sceriffo prossimo alla pensione. Pluripremiato agli Oscar, dirigono i registi di "Fargo".. NON PENSARCI Commedia. Regia di Gianni Zanasi, con Anita Caprioli e Giuseppe Battiston. Un musicista trentaseienne, un tempo piccola star punk rock, comincia a riflettere e sulla sua vita: comincia ad occuparsi di ciò che ha trascurato. ONORA IL PADRE E LA MADRE Drammatico. Regia di Sidney Lumet, con Philip Seymour Hoffman e Ethan Hawke. Due fratelli, il manager tossicomane Andy e il più giovane Hank, sono alla disperata ricerca di soldi: per garantirseli, decidono di rapinare la gioielleria dei genitori. In teoria, un "colpo" senza rischi. ORTONE E IL MONDO DEI CHI Cartoon. Regia di Jimmy Hayward e Steve Martino. Dai creatori de "L'era glaciale", la storia di un simpatico elefante che trova un mondo di pace, quello dei minuscoli Chi, in un fiore. OXFORD MURDERS Thriller. Regia di Alex de la Iglesia, con Elijah Wood e John Hurt. Nei dintorni di Oxford, un'anziana signora viene trovata morta nel soggiorno di casa: il cadavere viene rinvenuto da un professore e da uno studente, i quali cominciano a indagare su una misteriosa serie di omicidi. LA SECONDA VOLTA NON .... Commedia. Regia di Francesco Ranieri Martinotti, con Alessandro Siani e Elisabetta Canalis. Il cosiddetto "colpo di fulmine" tra il brillante agente immobiliate e Ilaria, in procinto di sposarsi. SHOT EM UP Azione. Regia di Michael Davis, con Clive Owen e Monica Bellucci. Un neonato si trova al centro di un complotto: il coraggioso Smith gli salva la vita e lo affida a una prostituta. STEP UP 2 Musicale. Andie e Chase s'incontrano all'interno di una scuola d'arte del Maryland: cominciano ad allenarsi insieme per partecipare a una difficile gara clandestina. THE EYE Horror. Regia di David Moreau e Xavier Palud, con Jessica Alba e Alessandro Nivola. Versione hollywoodiana dell'horror asiatico, vede Jessica Alba celebre violinista non vedente dall'età di cinque anni che, attraverso un trapianto di cornee, riacquista la vista: la attendono orrende visioni. TUTTA LA VITA DAVANTI Commedia. Regia di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli e Massimo Ghini. L'autore di "Ovosodo" e "Caterina va in città" ritrae la vita nei call center attraverso le vicissitudini della venticinquenne laureata Marta. TUTTI PAZZI PER L'ORO Azione. Regia di Andy Tennant, con Matthew McConaughey e Kate Hudson. Ben Finnegan è un cacciatore di tesori che sta per coronare il suo sogno: recuperare il carico d'oro di un galeone che giace da un paio di secoli in fondo al mare al largo della Florida. Al suo fianco, l'intraprendente consorte. UN BACIO ROMANTICO Commedia drammatica. Regia di Wong Kar-wai, con Norah Jones e Jude Law. Il cineasta di Hong Kong a cui si deve "In the mood for love" debutta a Hollywood e descrive il viaggio senza meta attraverso gli States di Elizabeth, ragazza reduce da una delusione amorosa. L'ULTIMA MISSIONE Poliziesco. Regia di Olivier Marchal, con Daniel Auteuil e Olivia Bonamy. L'autore di "36" narra la storia di Louis Schneider, incorruttibile poliziotto di Marsiglia in crisi esistenziale che cerca di proteggere una ragazza dall'uomo, tornato in libertà, che aveva ucciso i suoi genitori. 21 Commedia drammatica. Regia di Robert Luketic, con Jim Sturgess e Kevin Spacey. Il professor Mickey Rosa forma una squadra di giovani talenti in matematica per sbancare i casinò di Las Vegas: fra loro, l'intuitivo e bisognoso di soldi per pagarsi gli studi Ben. Il boss della zona cercherà di fermarli. Da una storia vera, dirige il cineasta del successo "La rivincita delle bionde". LA ZONA Drammatico. Regia di Rodrigo Plá, con Daniel Gimenez Cacho e Maribel Verdù. In un quartiere benestante di Città del Messico, protetto da guardie private e filo spinato, tre ragazzi delle favelas s'introducono in una casa: la rapina finisce in dramma, uno di loro riesce a nascondersi nella "zona". TRAME A CURA DI Daniele Cavalla.

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UN PAESE ALLA RINCORSA DEL PEGGIO (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

L'autore-interprete UN PAESE ALLA RINCORSA DEL PEGGIO DI MARCO TRAVAGLIO Quando gli amici di Promomusic mi hanno proposto di fare uno spettacolo, ho risposto: "Ma siete matti? Che c'entro io con lo spettacolo?". Mi hanno assicurato che c'entravo. Ma non ci ho creduto e non mi son fatto più trovare. Allora mi hanno spedito il dvd di Piergiorgio Odifreddi, che portava in giro uno spettacolo sulla matematica, e mi han parlato di quello di Margherita Hack, sull'astrofisica. Ho detto: ma quelle sono lezioni universitarie, non spettacoli. E poi io non sono né Odifreddi né la Hack. Loro raccontano cose che aprono la mente e il cuore, io cose che mettono la voglia di spararsi. Mi hanno risposto: tu racconta la storia di questi quindici anni, da Tangentopoli a oggi, vedrai che funziona. Ho provato. La prima è stata in una "corte" nella campagna reggiana, una sera dell'estate scorsa, all'aperto. Pensavo di recitare per un pubblico di sole zanzare. Le zanzare sono arrivate, ma insieme a loro anche un migliaio di persone, la metà delle quali non sono riuscite a entrare. Io raccontavo le storie terribili della politica, i musicisti tentavano di risollevare il morale alla truppa con le loro note contemporanee. Alla fine la gente ha applaudito sia me sia loro, sopportando persino le zanzare. Abbiamo replicato "Promemoria" in una dozzina di teatri. Sempre tutto esaurito, sempre gente fuori. Molti, moltissimi ragazzi. Però, mi son detto: la nostra storia interessa a qualcuno. Anzi, a più di qualcuno. Buon segno. O forse no: in quale paese la gente andrebbe a sentire la propria storia recentissima? In nessuno, perché uno la propria storia recentissima la conosce da sé a memoria. Ecco, noi non la conosciamo. L'abbiamo vissuta giorno per giorno, ora per ora, ma ce la siamo scordata. O addirittura ce la ricordiamo diversa da com'è andata. Perché la televisione ce l'ha raccontata così. Ci ha azzerato la memoria anche dei fatti accaduti ieri e l'altro ieri. Basta raccontarla tutta insieme, collegando i fatti, per sorprendere, scandalizzare, suscitare risate, rabbia, pensieri e indignazioni. "Promemoria" è semplicissimo, quasi banale. Parte da Tangentopoli, cioè da dove è cominciato tutto: la fine della Prima Repubblica, l'arrivo di Berlusconi. Un Berlusconi molto diverso, anzi opposto da quello di oggi. Un Berlusconi che i giovani di oggi non hanno mai visto e non riescono proprio a immaginare: basti pensare che parlava di questione morale, non candidava non dico condannati, ma nemmeno indagati, inneggiava a Mani Pulite e faceva carte false per avere Di Pietro nel suo primo governo. Ora dice e fa il contrario. E' cambiato lui? No, lui è sempre lo stesso. Siamo cambiati noi. Ci ha cambiati lui, a sua immagine e somiglianza. Ci ha preparati ad accettare il vero Berlusconi, che si è appalesato nel corso degli anni per quello che era, gettando progressivamente la maschera e facendoci digerire tutto, anche i sassi. Prima di poter dire che il mafioso Vittorio Mangano, suo ex "stalliere", era un eroe, ha impiegato 15 anni. Ora siamo pronti a perdonargli tutto. Anche la beatificazione di un boss sanguinario. Di Berlusconi, di Mangano, di Dell'Utri si parla in "Promemoria", ma anche dei fallimenti del centrosinistra, che ha governato 8 anni su 15 senza mai riuscire a proporre un modello alternativo, ma sempre inseguendo gli altri in un'inarrestabile rincorsa al peggio. Oggi non crediamo più in niente, dunque crediamo a tutto. "Promemoria" racconta come ci siamo ridotti così senza nemmeno accorgercene. Buon divertimento, si fa per dire.

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Truffa delle quote altri due a giudizio (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

A Saluzzo Processo Inchiesta "gemella" dei pm di Milano su Credieuronord L'udienza slitta ancora In aula funzionari Ue Truffa delle quote altri due a giudizio MASSIMO MATHIS SALUZZO Slitta dal 5 al 7 maggio, quando finalmente entrerà nel vivo il maxi-processo del latte a Saluzzo. In aula due funzionari europei, un'olandese e un francese Bridget Harrison Engwegen ed Emmanuel Petel, della Direzione generale agricoltura di Bruxelles convocati al dibattimento dal pm Maurizio Ascione. Alle udienze successive, sarà la volta dei testimoni della difesa: il professor Alberto Germanò e il generale della Finanza Natalino Lecca, già nella Commissione di indagine sulle quote. \Sarà un altro processo del latte, il secondo in Italia dopo quello di Saluzzo. Lunedì, si è chiusa con una assoluzione e due rinvii a giudizio l'inchiesta della Procura di Milano collegata a quella del pm saluzzese Maurizio Ascione che, da un anno, contesta a 56 allevatori aderenti ai Cobas la truffa sulle quote. Il gup milanese Enrico Manzi ha assolto dall'accusa di riciclaggio Gian Maria Galimberti, ex presidente onorario ed ex vicepresidente esecutivo della banca Credieuronord. La stessa imputazione per la quale sono stati invece rinviati a giudizio Pier Franco Filippi, ex direttore generale dell'istituto di credito un tempo vicino alla Lega Nord e poi acquisito da Bpi, e Roberto Iaboli, già referente crediti per il settore agricolo. Per loro il processo si aprirà il prossimo 2 ottobre davanti ai giudici della terza sezione penale del tribunale di Milano. Per Galimberti il pm Riccardo Targetti, titolare dell'inchiesta, aveva chiesto 3 anni e 4 mesi di reclusione e 2 mila euro di multa. Il reato di riciclaggio riguarda un milione e 324 mila euro, denaro che sarebbe stato sottratto alle sanzioni dell'Unione Europea relative allo splafonamento delle quote latte e che invece, secondo gli inquirenti, è stato al centro di una serie di operazioni di prelievo e di ordini di bonifico su un determinato conto intestato alla cooperativa "Latte Savoia 6" riferibile all'ex parlamentare leghista il cremonese Giovanni Robusti, da un anno sotto processo a Saluzzo. Le operazioni sarebbero avvenute tra novembre 2003 e marzo 2004 e riguardano 37 atti finanziari. Somme che sarebbero derivate dalla truffa ai danni dell'Unione Europea e dell'Erario. Stesse accuse - con l'aggravante dell'associazione a delinquere, e insieme all'esercizio abusivo del credito e falso in bilancio - che la Procura saluzzese contesta ai Cobas piemontesi, lombardi e veneti che, in futuro, potrebbero dover rispondere anche di bancarotta. Lo si è appreso all'ultima udienza del primo maxi-processo piemontese del latte che, dopo il forfait di due giudici su tre, ha un nuovo collegio di primo grado (ne fanno parte l'ex pretore di Saluzzo Sandro Cavallo, il presidente del tribunale Alberto De Alessandri e Fabio Franconiero). Alla decisione del ministero delle Attività produttive di decretare la "liquidazione coatta amministrativa" per le società Savoia 1, 2, 3 con sede a Saluzzo, e 4 e 6 di Carmagnola (Torino), potrebbe seguire un nuovo capo d'imputazione: la bancarotta fraudolenta. Stessa sorte potrebbe toccare a breve alla società "gemella" Savoia 5, per la quale la Procura di Pordenone ha già ottenuto il sequestro di conti e crediti (i legali degli indagati hanno presentato ricorso al tribunale del riesame). Sulla messa in liquidazione di questa società deciderà la Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia dove la cooperativa, che fa capo ai Cobas, è sotto inchiesta da parte della Finanza e del sostituto procuratore Federico Facchin, che avrebbe accertato una frode da oltre 21 milioni di euro ai danni dell'Unione europea, con un meccanismo che rendeva vano il sistema dei prelievi previsto dalla normativa comunitaria. La medesima accusa sollevata in tribunale a Saluzzo per un ammontare stimato in oltre 220 milioni di euro.

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Furti in casa Ad Asti va la maglia nera (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Le statistiche Furti in casa Ad Asti va la maglia nera L'accordo siglato fra i sindaci di alcune città di medie dimensioni del Nord Italia (fra cui Asti) è una risposta alle crescenti richieste dei cittadini, sui temi della sicurezza. Da un'indagine del "Sole 24 ore", fra il 2006 e il 2007 Asti ha perso sei posizioni (dal 63° al 69° posto) nella classifica delle province italiane: la causa, stando alle statistiche, sarebbe da ricercare nell'aumento di episodi legati alla microcriminalità. Il numero di rapine, in particolare, è ragguardevole: 33 denunce ogni 100 mila abitanti (53° posizione). Anche i "topi d'auto" sarebbero spesso in azione (73° posto), con 165 denunce; 63° posto per scippi e borseggi (154 denunce). La maglia nera arriva però dai furti in casa: Asti è al 101°posto, con 447 denunce per appartamenti svaligiati ogni 100 mila abitanti. \.

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Il divo in declino Morgan Freeman e la cassiera di supermercato Paz Vega (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

10 COSE DI NOI Il divo in declino Morgan Freeman e la cassiera di supermercato Paz Vega Molto americano, l'incontro casuale fra il divo nero settantenne Morgan Freeman e la giovane cassiera latina Paz Vega. Per una giornata parlano, si confidano, ridono, si rattristano con simpatia e casta complicità. Lui, marito e padre, racconta il proprio timore di essere finito, il telefono che squilla di rado, la paura della morte. Lei, ragazza sola, racconta della propria dura vita di lavoro come cassiera d'un supermercato, le ambizioni, l'isolamento di cui si sente prigioniera. A sera, lasciandosi, capiscono d'essersi reciprocamente fatti del bene, consolati. Morgan Freeman è il produttore di questo breve film (1 ora e 20 minuti) un po' melenso, forse autobiografico, diretto da Brad Silberling (45 anni, già regista di "Casper", di "Voglia di ricominciare") con appropriata delicatezza e umorismo. Lietta Tornabuoni ALLA RICERCA DELL'ISOLA... Fantasy. Regia di Mark Levin, Jennifer Flackett, con Abigail Breslin e Jodie Foster. La nota scrittrice di libri per infanzia Alexandra soccorre una piccola fan che le scrive un'accorata richiesta d'aiuto: il padre è scomparso. IL CACCIATORE DI AQUILONI Avventura. Regia di Marc Forster, con Khalid Abdalla e Atossa Leoni. La quarantennale amicizia tra Amir, figlio di un nobile di Kabul, e Hassan, figlio del suo servo. Dal best seller di Khaled Hosseini, dirige l'autore di "Monster's ball" e "Neverland". 10 COSE DI NOI Commedia drammatica. Regia di Brad Silberling, con Morgan Freeman e Paz Vega. L'autore di "Casper" e "City of angels" porta sullo schermo il rapporto di amicizia che s'instaura tra un attore in declino e una cassiera di supermercato. IN AMORE, NIENTE REGOLE Commedia. Regia di George Clooney, con Clooney e Renée Zellweger. Negli Stati Uniti del 1925 Dodge Connolly è un esuberante campione di football che arruola nella sua squadra un giocatore presunto eroe di guerra. La storia non convince un'intraprendente giornalista. JUNO Commedia. Regia di Jason Reitman, con Ellen Page e Michael Cera. Juno MacGuff è un'intraprendente sedicenne del Minnesota che riesce a mantenere il controllo sulla sua vita anche quando scopre di essere incinta e comincia a chiedersi, con il timido compagno di classe Paulie Bleeker, come agire. Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale. IL MATRIMONIO E' UN .... Commedia. Regia di Cherie Nowlan, con Brenda Blethyn e Khan Chittenden. La cabarettista irriverente e in declino Jean Dwight teme che la fidanzata del figlio possa incrinare l'armonia in famiglia. NEXT Fantascienza. Regia di Lee Tamahori, con Nicolas Cage e Julianne Moore. Dal racconto "The Golden Man" di Philip Dick, la storia di un uomo che vanta la facoltà di prevedere il futuro prossimo: il governo lo bracca per utilizzare questa capacità. NON PENSARCI Commedia. Regia di Gianni Zanasi, con Anita Caprioli e Giuseppe Battiston. Un musicista trentaseienne, un tempo piccola star punk rock, comincia a riflettere e sulla sua vita: comincia ad occuparsi di ciò che ha trascurato. ORTONE E IL MONDO DEI CHI Cartoon. Regia di Jimmy Hayward e Steve Martino. Dai creatori de "L'era glaciale", la storia di un simpatico elefante che trova un mondo di pace, quello dei minuscoli Chi, in un fiore. OXFORD MURDERS Thriller. Regia di Alex de la Iglesia, con Elijah Wood e John Hurt. Nei dintorni di Oxford, un'anziana signora viene trovata morta nel soggiorno di casa: il cadavere viene rinvenuto da un professore e da uno studente, i quali cominciano a indagare. LA SECONDA VOLTA NON ... Commedia. Regia di Francesco Ranieri Martinotti, con Alessandro Siani e Elisabetta Canalis. Il cosiddetto "colpo di fulmine" tra il brillante agente immobiliate e Ilaria, in procinto di sposarsi. SHOT EM UP Azione. Regia di Michael Davis, con Clive Owen e Monica Bellucci. Un neonato si trova al centro di un complotto: il coraggioso Smith gli salva la vita e lo affida a una prostituta. STEP UP 2 Musicale. Andie e Chase s'incontrano all'interno di una scuola d'arte del Maryland: cominciano ad allenarsi insieme per partecipare a una difficile gara clandestina. THE EYE Horror. Regia di David Moreau e Xavier Palud, con Jessica Alba e Alessandro Nivola. Versione hollywoodiana dell'horror asiatico, vede Jessica Alba celebre violinista non vedente dall'età di cinque anni che, attraverso un trapianto di cornee, riacquista la vista: la attendono orrende visioni. TUTTA LA VITA DAVANTI Commedia. Regia di Paolo Virzì con Sabrina Ferilli e Massimo Ghini. L'autore di "Ovosodo" ritrae la vita nei call center attraverso le vicissitudini della venticinquenne laureata Marta. TUTTI PAZZI PER L'ORO Azione. Regia di Andy Tennant, con Matthew McConaughey e Kate Hudson. Ben Finnegan è un cacciatore di tesori che sta per coronare il suo sogno: recuperare il carico d'oro di un galeone che giace da un paio di secoli in fondo al mare al largo della Florida. Al suo fianco, l'intraprendente consorte. L'ULTIMA MISSIONE Poliziesco. Regia di Olivier Marchal, con Daniel Auteuil e Olivia Bonamy. L'autore di "36" narra la storia di Louis Schneider, incorruttibile poliziotto di Marsiglia in crisi esistenziale che cerca di proteggere una ragazza dall'uomo, tornato in libertà, che aveva ucciso i suoi genitori. 21 Commedia drammatica. Regia di Robert Luketic, con Jim Sturgess e Kevin Spacey. Il professor Mickey Rosa forma una squadra di giovani talenti in matematica per sbancare i casinò di Las Vegas: fra loro, l'intuitivo e bisognoso di soldi per pagarsi gli studi Ben. Il boss della zona cercherà di fermarli. Da una storia vera. LA ZONA Drammatico. Regia di Rodrigo Plá, con Daniel Gimenez Cacho e Maribel Verdù. In un quartiere benestante di Città del Messico, protetto da guardie private e filo spinato, tre ragazzi delle favelas s'introducono in una casa: la rapina finisce in dramma, uno di loro riesce a nascondersi nella "zona". TRAME A CURA DI Daniele Cavalla.

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Un giro in Brianza per smaltire la rabbia (sezione: Focus Lega)

( da "Stampa, La" del 23-04-2008)

Argomenti: La Lega

Retroscena La delusione dopo il vertice di Arcore LA "MINIFUGA" IL FUTURO PREMIER Un giro in Brianza per smaltire la rabbia Al Governatore non basta un incarico nel partito FABIO POLETTI Dopo il faccia a faccia Roberto non ha voluto far subito rientro in ufficio "Ho già tanti guai guarda che parte mi tocca fare con lui" INVIATO AD ARCORE Trenta minuti di faccia a faccia con Silvio Berlusconi a Villa San Martino e dopo, la faccia di Roberto Formigoni è quella che è: "Tutto bene, tutto bene". E invece bene niente per il governatore della Lombardia che gira mezz'ora in auto per la Brianza prima di tornare in ufficio, telefonino spento, umore assai acceso. La sintesi di quei trenta inutili minuti ad Arcore, la trova Maria Stella Gelmini, coordinatrice di Forza Italia in Lombardia: "Lo sapevano tutti e due qual era la situazione". La situazione era che Roberto Formigoni al suo secondo mandato al Pirellone, si sentiva pronto per scendere in campo anche a Roma. Pronto a fare il presidente del Senato, il ministro degli Esteri, andava bene anche quello delle Attività produttive, ultima richiesta messa sul piatto. Richieste bocciate una ad una dal futuro presidente del Consiglio che non vuole rischiare nuove elezioni, con la Lega che corre e macina voti al Nord, ministeri pesanti e pure le mani sulla Lombardia: "Mi affido al tuo senso di responsabilità, la gente non capirebbe se si tornasse a votare tra pochi mesi". C'è tempo appena per un caffè. Amaro nonostante lo zuccherino di Silvio Berlusconi: per Formigoni un incarico importante nel Partito delle libertà, magari la vicepresidenza accompagnata da quella vaga promessa: "Tra due anni, alla fine del mandato in Lombardia, potresti entrare nella squadra di governo". Due anni sono una vita in politica. Due anni sono troppi per lo scalpitante Formigoni. Dal suo entourage arrivano gli umori del Governatore: "Il presidente è molto perplesso". Un eufemismo, si capisce. La ciliegina amara sulla torta di una giornata iniziata male e finita peggio. Berlusconi quasi lo liquida: "Pigliamoci qualche giorno di riflessione...". Per intanto Formigoni prende la porta di villa San Martino, diretto nel nulla della Brianza prima di tornare in ufficio. Si rivedranno questa sera a Roma, ma è difficile accorciare le distanze. Chi lo vede, racconta tutta l'amarezza di Silvio Berlusconi dopo il faccia a faccia: "Guarda che parte mi tocca fare, devo già accontentare tanta gente e mi tocca discutere con Formigoni". Chi lo vede e gli parla, racconta le multiple arrabbiature del Governatore della Lombardia, in questa giornata iniziata male e finita peggio. Iniziata con Umberto Bossi che da Varese gli sega le gambe: "Formigoni rimane al Pirellone. Berlusconi ha paura della reazione della gente se il Presidente della Lombardia va direttamente a Roma. Se facciamo le elezioni a ottobre rischiamo la divisione tra alleati". Roberto Formigoni incassa la dichiarazione via agenzia e replica: "Il mio futuro politico lo decidiamo io e Berlusconi, non Bossi". Il viaggio ad Arcore è un calvario. Berlusconi ha già deciso. Gianfranco Fini a Porta a Porta liquida l'argomento: "Formigoni rimane in Lombardia". Il Governatore replica a muso duro: "Non decide lui". Fini giura di essere stato frainteso. In un giorno solo Roberto Formigoni riesce a non portare a casa quello che avrebbe voluto e a fare irritare Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Gianfranco Fini. Ci sono ventiquattro ore di tempo prima del nuovo incontro con il Cavaliere di questa sera a Roma, per abbassare i toni, cercare una uscita onorevole senza che qualcuno perda la faccia. Da Forza Italia non arrivano commenti ufficiali. Solo gli umori neri di questa giornata nerissima: "Formigoni è in un cul de sac. Può solo incassare". Tra i due litiganti, come sempre c'è già chi gode. Roberto Castelli della Lega era dato come probabile successore di Formigoni. Sarà quasi sicuramente viceministro alle Infrastrutture. Comunque vada, con lui la Lega cade in piedi: "Non è che avendo vinto in tutto il Nord, si azzerano le cariche istituzionali. Per noi quello con la Regione Lombardia è solo un appuntamento mancato, se ne riparlerà tra due anni. Quanto a Formigoni, non mi sembrava che ci fosse spazio per le sue legittime aspirazioni. E comunque sono affari interni a Forza Italia".

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