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PRIVILEGIA NE IRROGANTO     di  Mauro Novelli        

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DOSSIER “COSTI DELLA POLITICA”

 

 

 

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La Repubblica - Palermo

Le società mangiasoldi sono aumentate

di Emanuele Lauria

 

Quelle otto pagine raccontano la storia di una rivoluzione mancata. Le società regionali non subiscono il più volte sbandierato taglio, ma anzi aumentano: sono trenta, all´ultima conta, le partecipazioni di Palazzo d´Orleans, contro le ventisette dell´anno scorso. Nel bollettino pubblicato dall´assessorato al Bilancio figurano, infatti, anche due consorzi di ricerca e un distretto sorti o entrati a regime nel corso dell´amministrazione Lombardo. I consorzi si occupano, rispettivamente, di trasporti e del sistema agro-alimentare: la Regione ne detiene quote fra il 7,2 e il 9 per cento e nel cda di ciascuno di essi ha nominato due funzionari, Pietro Valenti e Gioacchino Di Salvo. Il distretto è quello sui micro e nano sistemi, meglio noto come Etna Valley: la partecipazione regionale è pari all´11 per cento e come consigliere figura l´ex dirigente generale dell´Industria, Giuseppe Incardona, di recente rimpiazzato da Giuseppe Giudice, altro funzionario di via La Malfa.

E
sono ancora tutte lì le altre società, quelle spuntate come funghi in epoca cuffariana, riempite di trombati della politica e burocrati in pensione. Il governatore Raffaele Lombardo ne aveva annunciato la riduzione («alla fine saranno non più di una dozzina») già nell´estate del 2008 e il 2 ottobre il taglio - così fu annunciato in un comunicato ufficiale - venne persino deliberato dalla giunta. Ma il governo Lombardo ha avviato una sola liquidazione, quella del Ciem, che si aggiunge a quelle - partite in precedenza - dell´ex cartiera Siace e della Risem, una società di ricerca sull´euromediterraneo che nel 2007 arrivò a contare 11 consiglieri d´amministrazione prima che il ragioniere generale della Regione si accorse che non aveva neppure una sede.

Dalla delibera taglia società è passato quasi un anno. E le spa che non scompaiono sono diventate anzi un approdo dei burocrati di fede lombardiana. Le ultime nomine, in luglio, all´Italkali, leader nazionale nel settore del salgemma. Il presidente è il capo di gabinetto di Palazzo d´Orleans Antonino Scimemi, che assomma altri due incarichi: è vicepresidente di Siciliacque e Sicilia e-Servizi. Il vice di Scimemi, Gianluca Galati, è consigliere di Italkali e del Parco scientifico e tecnologico ma pure presidente di Siciliacque. E altri dirigenti e funzionari della Presidenza hanno ottenuto incarichi nei cda delle società regionali: in Italia Lavoro Sicilia, guidata dall´ex deputato dell´Mpa Pietro Rao, sono andati il segretario di giunta Roberto Barberi e Simona Castellucci, componente dello staff di Lombardo.

Alla guida di Biosphera un altro componente dello staff del governatore, Giovanni Riggio. Ignazio Basile, dirigente della Presidenza in pensione, siede in due cda: è amministratore delegato di Sicilia e-innovazione ma anche consigliere di Siciliacque. E nei board delle società pubbliche figurano diversi capi dipartimento della Regione, le figure di vertice della burocrazia siciliana: Emanuele ha una poltrona di consigliere alla società Stretto di Messina, Patrizia Monterosso in Cinesicilia, Pietro Tolomeo in Italkali.

La top five dei compensi vede al primo posto Fausto Desideri, consigliere di Riscossione Sicilia che ha un compenso annuo (lordo) di 110 mila euro. Poi Carlo Sorci, presidente di Sicilia patrimonio immobiliare, e Sebastiano Burgaretta, ex deputato regionale (passato di recente all´Mpa) che guida Multiservizi: entrambi guadagnano 105 mila euro annui. Segue Salvatore Gueli, vicepresidente di Multiservizi con un´indennità di 93 mila euro. Quindi Marianna Li Calzi, ex sottosegretario e candidata autonomista alle ultime Politiche, che per l´incarico di consigliere nel board di Unicredit percepisce un compenso da 81 mila euro. Sono in gran parte dirigenti «in parcheggio», ha più volte eccepito Lombardo, che ha detto di essere pronto a rivedere le nomine dei burocrati a lui più vicini in seguito a un chiarimento nei tormentati rapporti con gli alleati. E in attesa della riforma "fantasma". Ma a chi ironizza, a chi lo ha chiamato «Arraffaele», il governatore ha replicato con sdegno: «Dov´era, chi adesso critica e fa ironia, quando le società pubbliche regionali accumulavano debiti da far rabbrividire? Dov´era, quando si consumavano sperperi e sprechi? Io, ai dirigenti nominati, ho dato un unico mandato: ridurre le spese».

E rivendica, il presidente, di avere almeno diminuito il numero complessivo dei componenti dei consigli d´amministrazione: dai 125 dell´anno scorso ai 75 attuali. E di aver posto un limite al boom dei compensi: la Regione, nel 2008, era arrivata a spendere tre milioni 200 mila euro soltanto per i gettoni dei cda. Ma il piano di accorpamento delle società, che avrebbe dovuto chiudere un lungo capitolo di sprechi denunciato anche dalla Corte dei Conti, è rimasto una promessa.