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DOSSIER “ALITALIA”

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T ARTICOLI DEL  17-22 ottobre 2008      #TOP



Report "Alitalia 2"

·                     Indice delle sezioni

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Indice delle sezioni

Alitalia 2 (78)


Indice degli articoli

Sezione principale: Alitalia 2

Trasporti, venerdì di passione ( da "Secolo XIX, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale.

"rispunta la salva-manager" il pd all'attacco del governo - barbara ardu ( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: inserito con un emendamento al decreto di modifica della legge Marzano, quello per salvare Alitalia. Tra le righe c'era una norma che avrebbe messo al riparo manager come Cesare Geronzi, oggi presidente di Mediobanca, ma anche Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti (Parmalat e Cirio). Il principio era semplice: senza fallimento non c'è reato.

E i piloti dell'alitalia tornano sul piede di guerra ( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia tornano sul piede di guerra La cordata al lavoro in vista dell'assemblea del 28: smentite defezioni dei soci ROMA - La vicenda Alitalia sembrava avviata ad una conclusione, se non tranquilla, quanto meno a portata di mano. Ma il passaggio del vettore sotto l'ala privata di Cai è destinato ad attraversare ancora una volta,

La vuota petulanza dei signornò del Pd ( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quando ha salvato Alitalia, Veltroni se ne è attribuito il merito. Il Cav ha replicato: "Hai solo messo i bastoni tra le ruote". Walter, come un ripetente invidiosetto, ha cominciato a strepitare maneggiando cose più grandi di lui. Ha parlato, nell'ordine, di "bullismo al governo", "democrazia svuotata", di "Italia sul modello Putin".

Darwin Airlines, piccola ticinese a vocazione business ( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: considerando anche le opportunità create dal ridimensionamento di Alitalia, il presidente di Darwin, Sergio Ermotti (che è anche vice-ceo e numero uno dell'investment banking del gruppo Unicredit), immagina una base a Malpensa e, da qui, collegamenti point-to-point in Europa. Un progetto che potrebbe prendere corpo nell'ipotesi di integrazione con la low cost Myair,

Livingston vola verso Sebastiani ( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: con una cordata di cui è riferimento Gianni Sebastiani, ex direttore generale di Alitalia, ex ad di Meridiana e ora, dal 2007, presidente dell'Aeroporto di Parma. L'operazione consisterà nella cessione della proprietà ma nella contestuale firma di contratti che assicurino il trasporto dei passeggeri del Ventaglio per i prossimi 3 anni.

Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori ( da "Stampa, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: GIUDICE DI PACE Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori Il vicepresidente del Savona Calcio Federico Ruegg e altri due savonesi hanno avviato presso il giudice di Pace una causa contro Alitalia: il 7 gennaio scorso il volo Dubai-Milano era partito con 12 ore di ritardo provocando disguidi e disagi.

Soluzione "Al Italia na" per sistemare l'Ubs ( da "Opinione, L'" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: modo impressionante il tormentone Alitalia. Gli gnomi di Zurigo hanno copiato la procedura senza tanti complimenti inventandosi una bad company statale da riempire di debiti e una good company che continuerà prestigiosamente a fare la banca. E, a riprova di questa tesi vale quanto dichiarato ufficialmente da Ubs ovvero che seppure in previsione chiuderà il quarto trimestre in rosso,

<Contro il governo e per la democrazia sindacale> ( da "Manifesto, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Fabrizio Tomaselli, steward Alitalia, coordinatore nazionale dell'Sdl. "La piattaforma su cui abbiamo convocato questo sciopero, mesi fa, puntava sulla precarietà, il lavoro, i diritti dei migranti, la democrazia sindacale. Le motivazioni sono aumentate - purtroppo - negli ultimi mesi".

Contrordine compagni: vogliamo una poltrona ( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il leader Cgil raccoglie i frutti della linea dura su Alitalia. Anche l'Unità conferma: pronto un seggio a Bruxelles Questa poi, è l'ultima cosa che uno va a pensare. Proprio inimmaginabile. Una vera sorpresona. No perché per settimane abbiamo malignato su Epifani e Cofferati, che sarebbero pronti a candidarsi al Parlamento europeo in quota Pd.

Di Pietro a Cagliari contro il lodo Alfano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: salvataggio di Alitalia è stato fatto un favore agli amici che stanno già vendendo quote della nuova compagnia. I debiti, invece, sono stati scaricati sulle tasche di quegli italiani che il centrodestra dice a parole di voler aiutare". LE PROMESSE Non mancano le promesse che Di Pietro regala con uno sguardo a Roma e uno a Cagliari: "La presidenza della commissione Vigilanza Rai (

SI PREANNUNCIA COME UN GIORNO DI PASSIONE QUELLO DI OGGI PER LA MOBILITà. LO SCIOPERO GENERALE ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Air One non prevede disagi ma in Alitalia Sdl è forte), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. A Napoli i trasporti urbani dell'Anm sono assicurati dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le rivendicazioni alla base della protesta, maggiore salario, stop alla precarietà,

CAI AL LAVORO IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI CONVOCATA PER IL 28 OTTOBRE, APPUNTAMENTO CRUC ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia. E in vista di questa scadenza, riferiscono fonti vicine alla Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto per quel che riguarda l'assetto della cordata. Non c'è, infatti, sottolineano le stesse fonti, alcuna richiesta di uscita dalla compagine azionaria della società ma le uniche richieste formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi

Trasporti e scuola, venerdì nero ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore (dalle 8,30 alle 16,30), per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale.

Meridiana: ridurre il costo del lavoro ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Se Alitalia diventa più grande con Air One, non possiamo permetterci di non avere strumenti per combattere sul fronte dei costi. Se i sindacati nazionali hanno convenuto un accordo su questa base, per garantire una maggiore competitività ad Alitalia, chiediamo di applicarlo anche a noi".

Il Tar Lazio ritarda le fideiussioni per i collegamenti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia (che si è accodata alla prima) e sospende una parte del decreto sulla nuova continuità territoriale. Solo ieri in tarda serata si è appreso del responso e ancora non si conoscono i termini del provvedimento. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, non sarà necessario depositare le fideiussioni fino a quando non saranno assegnate le rotte tra la Sardegna e gli scali di

Macchè capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx? ( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -

Conti dormienti, attese deluse un tesoretto di soli 1,8 miliardi ( da "Stampa, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 3) deve risarcire i piccoli azionisti Alitalia. Meno di un miliardo è venuto dalle banche, 800-850 milioni dai depositi postali. Già da qualche tempo le grandi banche, più rapide nel fare i conti dopo la prima scadenza del 16 agosto, avevano fatto capire che non c'era da aspettarsi gran che.

Lufthansa vuoleil mercato tricolore, con o senza Alitalia ( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract:

Ma con i sindacatila trattativa èancora in salita ( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: sindacati e Cai per il nuovo contratto dei dipendenti di Alitalia. Le distanze restano forti, in un quadro che negli ultimi giorni si è ulteriormente complicato per la decisione dei piloti di Anpac ed Up di disertare gli appuntamenti che riguardano la loro categoria. I piloti, appoggiati anche da Federmanager, hanno chiesto a Roberto Colaninno e Rocco Sabelli una trattativa separata.

Fiumicino, il porto ecosostenibile Presentato ieri il progetto della struttura turistica: costerà 325 milioni di euro per 1445 posti barca ( da "Unita, L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia e alle ricadute occupazionali sulla cittadina. "Il Lazio è la frontiera della crisi economica, a partire dai settori della sanità e del distretto aereoportuale - ha detto il presidente della Regione, Piero Marrazzo-. Fiumicino non può essere accompagnata solo con ammortizzatori sociali ma anche con progetti di sviluppo che integrino sostenibilità economica e ambientale"

Walter neo-comunista e D'Alema furioso ( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

Scuola, chi ha paura della Gelmini ( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

Tonino rispedisce Veltroni sul bus contrordine compagni ( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

La manovra del governo accentua gli effetti negativi ( da "Unita, L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: lo Stato si è mosso solo per banche e amici imprenditori (vedi Alitalia). Intanto sulla crescita, quella famosa "economia reale", è stata innescata la marcia indietro: disseccati i fondi per le infrastrutture, taglieggiati quelli per il Sud, dimenticati i bisogni delle famiglie che hanno a che fare con banche sempre meno credibili.

Affari in piazza - ettore livini ( da "Repubblica, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ma dopo l'ammissione di Alitalia (con mille deroghe illegali, sostiene la compagnia) alla gare per le rotte della prossima stagione, avvia un programma di cassa integrazione. A scatenare l'offensiva della società dell'Aga Khan è stato il recente ammorbidimento delle norme per il bando delle tratte invernali da e per l'isola.

ROMA - Ancora fumata nera a Montecitorio per l'elezione del giudice costituzionale. Ier ( da "Messaggero, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il decreto Alitalia scade il 27 ottobre) e la Lega si sta spazientendo. Poi la patata bollente passerà al centrosinistra. La linea della separazione è stata decisa insieme da Pd e Idv. Ma la sintonia futura dipenderà molto dall'Abruzzo. Se, come pare, le strade di Pd e Idv si divideranno alle regionali, il conflitto potrebbe essere anticipato in Vigilanza,

La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari ( da "Stampa, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: allineamento tariffario con AirOne danneggia anche noi operatori" La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari ANGELO CONTI Alitalia e AirOne hanno allineato le loro tariffe per i voli da Torino. Il volo più gettonato, cioè il Roma Fiumicino, è passato da una tariffa minima di 82 euro ad una di 105 euro (tasse comprese) con un incremento del 28%.

Inseguendo un bus che si chiama desiderio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Accadeva su Alitalia e capita ancora oggi su altre grandi aziende, ad esempio Ferrovie dello Stato (per non parlare di quelle della Sardegna) o Tirrenia, nutrite dai contribuenti per consentirgli di viaggiare e muoversi liberamente. Diritto garantito dalla Costituzione.

È rottura con i sindacati ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ALITALIA Più esplicito Roberto Pesaresi, rappresentante Cgil degli assistenti di volo. "Il contratto di Cai è in fase di studio. Inoltre, lo si sta digerendo perché Alitalia viene da anni di deficit elevati. Meridiana, al contrario, ha chiuso soltanto il 2008 in rosso, ma dopo quarantacinque anni di risultati positivi".

Continuità, Meridiana ricorre al Tar ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia è in possesso solo "di licenza provvisoria e ha dichiarato di non poter proseguire l'attività operativa oltre il 1° novembre", mentre ai vettori viene chiesto di garantire le rotte almeno per un anno. Inoltre, Alitalia non avrebbe neanche i requisiti richiesti sul fronte della regolarità e puntualità dei voli,

VUOTO A SINISTRA ( da "Stampa, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: dal ridimensionamento dell'Alitalia al maestro unico nelle scuole, non sa proporre nulla di più concreto e più responsabile che possa dare al Paese il senso di una sua partecipazione costruttiva al contenimento dei tracolli. Sembrano più utili e tempestivi i fondi sovrani e ambigui di Gheddafi che le manifestazioni e le tirate di Rifondazione,

E' la rivoluzione: lo slow golf non piace più ( da "Giornale.it, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Commenti Invia questo articolo a un amico 24Sep 08 Alitalia, piloti imbucati o in buca? Giusto un post-telegramma riguardo al titolo con cui abbiamo aperto il nostro Giornale martedì 23 Settembre:"Intanto i piloti giocano a golf". Dunque i piloti, gli stessi che hanno fatto saltare l'accordo con Cai hanno deciso di ingannare l'attesa del loro destino organizzando un torneo di golf.

Inchiesta su Amt<Come l'Alitalia> ( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Inchiesta su Amt"Come l'Alitalia" GENOVA Alla Procura i documenti sulla vendita ai francesi GRAZIANO CETARA MATTEO INDICE Genova. Nel trasporto pubblico su scala genovese, ammettono gli inquirenti, "vi fu un'operazione analoga a quella che si è realizzata ora, su scala nazionale, per salvare Alitalia".

Amt-Ami, viaggiotra gli interrogativi ( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: accostato dal punto di vista tecnico a quello di Alitalia, e alle polemiche sulla cessione super-conveniente del ramo sano agli imprenditori radunati nella cordata di Cai. Il sostituto procuratore Francesco Pinto ha aperto un fascicolo per far luce sui meccanismi di smembramento Amt-Ami, ma non va dimenticato che la vita della seconda è stata (perlomeno) turbolenta e contraddittoria.

Ecco il piano salva-industrie - marco patucchi ( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: la normativa che ha consentito il salvataggio di gruppi come Parmalat e Alitalia: nel caso del Fondo di garanzia, infatti, l'aiuto verrà concesso se l'impresa non è in stato di insolvenza. Se poi il soccorso avrà avuto successo, sarà l'azienda a restituire i soldi alla banca, altrimenti toccherà allo Stato che diventerà così creditore nella procedura di fallimento.

Formigoni, moratti e penati "il governo ci dia più soldi" - andrea montanari ( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: quando Alitalia aveva annunciato l'abbandono di Malpensa. Il destinatario, allora, era il presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma in questo caso è apparso subito chiaro che avrebbe avuto il potenziale di una vera a propria "bomba". L'idea è partita dal Pirellone, che ha giocato di sponda con la Provincia e il sindaco Moratti,

No ai piloti-dirigenti, la Cisl raccoglie le firme ( da "Corriere della Sera" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: la società guidata da Roberto Colaninno che dovrebbe dar vita alla nuova Alitalia. La Cisl è convinta che l'opposizione al contratto dirigenziale (col quale, tra l'altro, si potrebbe essere licenziati facilmente) sia molto estesa e non solo tra i piloti rappresentati dai sindacati confederali, ma anche dal grosso della categoria che si riconosce nell'Anpac e nell'Up.

Fannulloni ( da "Unita, L'" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: si pensi al sovraffollamento di Alitalia, della Rai e di quasi tutti gli enti parastatali (o parassitari) e i ministeri. Si assumeva personale senza alcuna specializzazione il quale, magicamente, conquistava i primi posti in concorsi non necessari e indetti ad hoc. Così le scrivanie sono aumentate a dismisura.

La ricetta anti-crisi di Bonanni passa anche dall'unità sindacale ( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: industria e la riforma contrattuale, ma anche il futuro della scuola e la situazione di Alitalia. All'incontro hanno partecipato anche il senatore Franca Biondelli, il presidente della Provincia Paolo Ravaioli, i rappresentanti provinciali di Cgil e Uil e i segretari regionale e provinciale della Cisl Giovanna Ventura e Luca Caretti.

"Nel 2010 ci riprenderemo la Regione" ( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: alla vicenda Alitalia. Un altro esempio di efficienza è l'istituzione del ministero della Semplificazione. Prossimamente potranno essere tagliate ben 8000 delle 21000 leggi presenti oggi nel nostro Paese". Atteso l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il quale, sul partito,

Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Economia Pagina 215 Alitalia Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale Alitalia --> ROMA Lufthansa rafforza il suo pressing mentre la "nuova Alitalia" mantiene tre tavoli aperti per la scelta del partner internazionale e, per una trattativa finale, ha programmato di dedicare ad ogni candidato una delle prossime tre settimane.

Il gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia ( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Il gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia ALBENGA Non si ferma lo sviluppo del gruppo Orsero nel settore aeronautico. Dopo la compagnia di aerotaxi "Fox Air" e la proposta di acquisto, assieme all'imprenditore lombardo Bassani, dell'aeroporto "Panero" di Villanova d'Albenga questa volta il gruppo imprenditoriale sta facendo un ulteriore salto di qualità ed è ad un passo dall'

No, non si può dire solo no ( da "Manifesto, Il" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Sulla truffa Alitalia (i debiti a noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta.

La mela stregata per roma capitale - mario pirani ( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: manager infilato di soppiatto nel decreto Alitalia: si nasconde la "mela stregata" agli occhi del Quirinale per non incappare in una possibile obiezione ostativa del Presidente, quindi la si ripresenterà, come emendamento, nel corso della discussione parlamentare sul federalismo. Come dice Andreotti a pensar male si fa peccato, ma si indovina.

Lo stato aiuti anche il sud - umberto de gregorio ( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Una prova concreta di questa nuova filosofia l'abbiamo avuta con la questione Alitalia. Ed ora la crisi internazionale dei mercati finanziari ha sciolto ogni indugio: finalmente il premier Berlusconi può dichiarare che il suo liberismo ha cambiato pelle. Bisogna adeguarsi ai tempi. Lo Stato non è più un male ma una necessità;

Veltroni: riempiremo la piazza anche lì si fa l'opposizione ( da "Unita, L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: e nemmeno con la partita Alitalia che, se fosse stata chiusa con l'accordo con AirFrance, avrebbe "liberato" 1 miliardo e mezzo, oggi investito a ripianare i debiti, per sostenere i redditi più deboli. Altra ferita aperta, quella della scuola che il ministro Gelmini intende migliorare partendo con 8 miliardi di tagli ("non è possibile in un paese come l'

Mussi: È la strage dei ricercatori perderanno il posto a migliaia ( da "Unita, L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Università rischia la fine di Alitalia? Lo dice - sottolinea l'esponente di Sinistra democratica - per nascondere altri fatti ancor più gravi: la liquidazione di un'intera generazione di ricercatori. È in atto un olocausto di migliaia e migliaia di persone". I ricercatori in Italia sono circa 70mila tra pubblico e privato.

L'Olanda salva Il Conto Arancio ( da "Riformista, Il" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Quale sarà il partner estero della nuova Alitalia? Tra i nomi più accreditati Airfrance e Lufthansa ma da settimane nulla trapela dai vertici della Cai (Compagnia aerea italiana). Un piccolo segnale arriva però dal vertice previsto mercoledì tra i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i manager di Lufthansa.

"treni migliori o non paghiamo un euro" ( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: minaccia di finire come Alitalia - riconosce Conti - Ma il diktat è inaccettabile. Con i clienti si contratta. Noi siamo disponibili a pagare, ma solo in cambio di un aumento di servizio. Vogliamo sconti perché abbiamo già comprato treni nuovi con risorse regionali, non intendiamo pagare di più per i treni vecchi, pagheremo a catalogo solo i nuovi che arriveranno"

Alitalia, si stringe sul partner estero - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia, si stringe sul partner estero Domani sindacati da Lufthansa e Air France da Colaninno. Giallo sulla fiducia I francesi aprono su Malpensa: "Fiumicino non è più una priorità" LUCIO CILLIS ROMA - Cai stringe sul partner estero. Domani i sindacati vedranno Lufthansa mentre la compagnia guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli incontrerà a Roma i vertici di Air France-

"quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo" ( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ex pilota Alitalia "Quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo" Achille Zaghetti ha lasciato l'Alitalia e vuole godersi la pensione: non ha tanta voglia di rievocare il suo avvistamento di un Ufo sui cieli britannici. Comandante Zaghetti, ci racconta che cosa ha visto dal suo posto di pilotaggio?

"ho visto un ufo" il cielo di londra non ha più segreti - enrico franceschini londra ( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: alla guida di un volo Alitalia, sta per atterrare all'aeroporto londinese di Heathrow, quando nota qualche centinaio di metri più in alto un oggetto misterioso. Spaventato, temendo una collisione, grida al suo co-pilota: "Attenzione, attenzione!", comunica l'avvistamento alla torre di controllo, che nota a sua volta l'oggetto sui radar.

"i miei mi hanno trattato male così vince il partito delle toghe" - liana milella ( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ai decreti che scadono come Alitalia, ho dovuto cedere". Fino a pochi secondi prima, solo, e chiuso nella sua stanza da deputato che s'affaccia su piazza San Silvestro, Pecorella aveva continuato a sperare. Non tanto di potercela fare, quanto, almeno, in una "resistenza" serrata e onorevole del suo partito.

Anche gli avvocati mollano il Pd: basta con il giustizialismo ( da "Opinione, L'" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: ombrello offerto ad Alitalia non deve valere per tutti i casi analoghi? Questa dunque è la pancia della ex sezione Mazzini, quasi tutta composta da avvocati e giuristi di sinistra, che adesso si ritrova sballottata in inutili riunioni para condominiali con improbabili coordinatori scelti da Veltroni i quali, per dirla come un altro avvocato di quel giro,

Diecimila sardi gratis in nave: la protesta di Moby ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: è un caso Alitalia, non c'è per esempio un problema occupazionale perchè ci sono ampi margini - con una gestione corretta - per incrementarla l'occupazione. I traghetti Tirrenia, non a caso, hanno a bordo meno personale di noi". IL BILANCIO La Moby lines ha registrato quest'anno ottimi risultati in Sardegna (due milioni e mezzo di passeggeri,

Rischio caos sulla continuità ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Air One CityLiner e Alitalia) da parte di Enac per la firma delle convenzioni sulle nuove rotte a tariffe scontate che collegheranno la Sardegna con Roma-Fiumicino e Milano-Linate. Domani, invece, i vettori potrebbero essere convocati dalla Regione per tentare di trovare un accordo tra loro sui voli da effettuare a partire da domenica prossima,

Il "cobrador" in frac è un segno dei tempi ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: coinvolti nel crack morirà di fame o si suiciderà (vi ricordate Cimoli, il manager dell'Alitalia, "liquidato" prima del fallimento della sua azienda con 8, diconsi otto, milioni di euro?). L'assenza di riferimenti etici di fondo riveste un suo peso enorme, in questo marasma. Il Papa lo ricorda ad ogni piè sospinto, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Berlusconi: "Problemi non si risolvono in piazza" ( da "Giornale.it, Il" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Alitalia non è stata svenduta "Ricordate lo scherno con cui siamo stati accolti. Ora Alitalia è una realtà che ha scongiurato il pericolo di una svendita ad Air France. Quindici, 16 impreditori, tra i migliori in Italia, hanno accettato. Oggi la nostra compagnia di bandiera è una realtà che non è stata svenduta".

Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

Veltroni "grande elettore" degli immigrati e Fini apre ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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Walter fa qualcosa di riformista ma nel Pd è diarchia ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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La guerra (in)civile degli psico-comici della politica ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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Girotondo attorno a Walter ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.

Decreto alitalia, chiesta la fiducia - lucio cillis ( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)
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Abstract: quali chiede il ritiro del provvedimento che per salvare Alitalia va a pesare su tutte le compagnie, in un momento molto critico vissuto dal trasporto aereo. Il decreto, che venerdì approderà in Senato per l'ultimo via libera, prevede anche che il commissario straordinario di Alitalia possa cedere "singoli beni o contratti", e quindi non solamente rami d'azienda o l'intera società.

De benedetti: sbagliato aiutare le industrie mentre si tagliano i fondi alla scuola - ettore livini ( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)
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Abstract: Superando le contraddizioni di un paese che "prima respinge l'offerta europea di Air France per Alitalia, poi accoglie a braccia aperte i libici in Unicredit, quindi si presenta come capofila dei paesi più arretrati nella battaglia europea sulla CO2". "Dobbiamo recuperare lo spirito dei nostri padri nel dopoguerra ? ha detto De Benedetti ?

Pd Lazio, sulle primarie anche il sì di D'Alema Assemblea al Capranica in preparazione del 25 ottobre Zingaretti: Piero Marrazzo sarà il candidato alla Regione ( da "Unita, L'" del 22-10-2008)
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Abstract: delle università e della cultura e tra i tanti i dipendenti Alitalia". Ci sarà uno striscione dedicato al ricordo di Pio La Torre, "e uno striscione contro il razzismo". "Come gruppo consiliare del Pd romano saremo in piazza per l'Italia ma anche per Roma - dice il capogruppo del Pd Umberto Marroni - per salvare la nostra città dal nulla in cui la Giunta Alemanno la sta portando"

E Riva cede la quota Cai al figlio Fabio ( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
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Abstract: la società candidata a subentrare alla vecchia Alitalia. Venerdì 17 ottobre il notaio Teresa Palumbo di Milano ha annotato la cessione del 6,25% della Cai da parte della Riva Fire spa a favore della società Fire spa. Ma il trasferimento di proprietà, avvenuto al prezzo nominale della partecipazione (10 mila euro), non si configura certamente come una violazione dell'

Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto ( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
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Abstract: imbarco Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto ROMA - Più si avvicina il 28 ottobre, data in cui l'assemblea di Cai dovrebbe deliberare l'offerta per rilevare l'Alitalia, e più la situazione si complica. Tanto che ieri si è svolto un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza,

<Niente salva-manager? Vedo troppi tribuni> ( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: inserita nel decreto Alitalia, che secondo i critici avrebbe salvato anche i colpevoli dei crac Cirio e Parmalat, ha avuto ieri un autorevole difensore in Roberto Castelli. Per l'ex Guardasigilli, se è saltata una misura che "serve solo per far lavorare gli amministratori che rischiano" è tutta colpa di un clima per cui "ci sarà sempre un tribuno che dirà:

Marcia indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti ( da "Tempo, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: il governo ha posto alla Camera la fiducia sul decreto legge Alitalia che sarà votata oggi. Tra le misure previste l'aumento, a 3 euro dopo un ultimo ritocco al testo, dell'addizionale comunale sui biglietti aerei (per ogni passeggero ed ogni tratta) a favore del fondo per l'occupazione del settore. In pratica una tassa per finanziare la gestione degli esuberi di Alitalia.

La nuova stagione dei trasporti italiani ( da "Opinione, L'" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia

Abstract: Anche i vertici Alitalia e Tirrenia erano di "area". Il calendario dei lavori con il nuovo Governo Berlusconi ha subito un'accelerazione: tra problemi vecchi (inadeguatezza delle carrozze troppe vecchie, pulizia, ritardi, disagi per i pendolari, orari e coincidenze non rispettati) e nuovi, con dicembre dovrebbe essere completata l'ala velocità Milano-

Nasce l'asse Milano Firenze per l'Expo 2015 ( da "Opinione, L'" del 22-10-2008) + 1 altra fonte
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Abstract: passato in secondo piano rispetto a problemi considerati più urgenti quali i rifiuti campani e l'Alitalia. Nel frattempo, però, le istituzioni locali non sono state a guardare. Domenica scorsa il sindaco Letizia Moratti ha firmato un protocollo d'intesa con il collega di Firenze, Leonardo Domenici, per "l'integrazione di conoscenze e attività" in vista dell'esposizione universale.

Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste ( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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Abstract: 253 del 2008-10-22 pagina 28 Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste di Gian Maria De Francesco Vertice a Palazzo Chigi tra Letta e Colaninno. I comandanti rifiutano l'ipotesi di contratto RomaIl dossier Alitalia attraversa un altro dei suoi tanti momenti delicati.

Berlusconi: tavolo con banche e industriali ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-10-2008)
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Abstract: Alitalia ("abbiamo evitato una svendita ad Air France"); dal nucleare ("la prima centrale sarà aperta fra 7 anni"), alle infrastrutture ("ripartiamo con le grandi opere"). Ma è sulle richieste che la Marcegaglia ha appena esposto (aiuti alla capitalizzazione delle imprese e aliquota agevolata sugli utili) che il Cavaliere tenta di convincere definitivamente la platea.

Passa il decreto Alitalia. Bossi: 'Lega imbufalita' ( da "Voce d'Italia, La" del 22-10-2008)
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Abstract: Politica Articoli correlati: *Alitalia. Sindacati: "Futuro poco chiaro" *Cancellata la norma "salva-manager" *Venerdi' sciopero dei trasporti Guarda tutti i correlati.


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Trasporti, venerdì di passione (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 17-10-2008)

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Scioperi in tutti i settori Le Ferrovie garantiscono: "Nessun disagio". Ma i sindacati di base promettono battaglia. Città verso il caos 17/10/2008 roma. Si preannuncia come un venerdì di passione quello di oggi per la mobilità. Lo sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub, Cobas e SdL chiama all'adesione tutti i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria, scuola e trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti della mobilità: mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci e logistica. Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti capoluoghi, anche a causa dell' effetto-annuncio che spingerà molti lavoratori e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi. Roma è la città in cui muoversi sarà più difficile: oltre allo sciopero generale infatti, i sindacati hanno indetto una manifestazione nazionale che partirà dalle 10 da piazza Esedra per concludersi alle 14 a San Giovanni. Oltre 300 i pullman in arrivo, previsti decine di migliaia di partecipanti. L'astensione riguarda anche il trasporto ferroviario, anche se le Ferrovie hanno fatto sapere che "non ci sarà alcuna ripercussione sulla circolazione dei treni a media e lunga percorrenza", così come verranno salvaguardate le fasce orarie dei treni pendolari a più alta frequenza. Trasporto aereo e ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. Tra le rivendicazioni alla base della protesta, maggiore salario, stop alla precarietà, più sicurezza sul lavoro, rilancio della scuola, della previdenza e della sanità pubblica, forte impulso alla contrattazione nazionale e reintroduzione della scala mobile per lavoratori e pensionati. La protesta nel trasporto pubblico locale sarà articolata a livello territoriale col rispetto delle fasce protette, che variano da città a città. A Roma, mezzi a singhiozzo dalle 8,30 alle 16,30. I disagi tuttavia non riguarderanno solo la mobilità, a incrociare le braccia saranno infatti anche gli altri settori, tra cui sanità, pubblica amministrazione, scuola. E per scuola, università e ricerca parte da domani un mese di fuoco. Tra scioperi, occupazioni e manifestazioni l'intero mondo della formazione e della ricerca scientifica verrà attraversato proteste e mobilitazioni contro le riforme messe in campo dall'esecutivo. Oggi i Cobas della scuola scendono in piazza ripromettendosi di fermare la didattica in tutta Italia. La manifestazione nazionale si svolgerà a Roma. Nelle scuole superiori si preannuncia una tre-giorni, dal 21 al 23 ottobre, di occupazioni e autogestioni. Il clou della protesta è previsto per fine mese: il 30 ottobre incroceranno le braccia gli aderenti alla Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti. 17/10/2008.

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"rispunta la salva-manager" il pd all'attacco del governo - barbara ardu (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)

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Economia Il ministro ombra della Giustizia, Tenaglia: vogliono depenalizzare la bancarotta "Rispunta la salva-manager" il Pd all'attacco del governo BARBARA ARDU BARBARA ARDù ROMA - Messi sotto accusa negli Usa per i guadagni da favola che si riservano nonostante siano alla guida di società sull'orlo del baratro o fallite, i manager italiani potrebbero riuscire a conquistarsi una corsia preferenziale. L'accusa arriva da Lanfranco Tenaglia, ministro ombra del Pd. E arriva in piena crisi finanziaria, con la fiducia dei risparmiatori al minimo storico. "La salva-manager - spiega Tenaglia - è contenuta nel disegno di legge delega che riforma il reato di bancarotta e che il governo si appresta a presentare a breve in Parlamento". E Tenaglia è a dir poco indignato. "è vergognoso - spiega - come il governo tenti nuovamente di sottrarre alla giustizia coloro che hanno derubato i risparmiatori". E sì perché l'ultimo tentativo è roba di non più di una settimana fa, inserito con un emendamento al decreto di modifica della legge Marzano, quello per salvare Alitalia. Tra le righe c'era una norma che avrebbe messo al riparo manager come Cesare Geronzi, oggi presidente di Mediobanca, ma anche Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti (Parmalat e Cirio). Il principio era semplice: senza fallimento non c'è reato. Dunque basta un bravo commissario per "liberare tutti". Ma il ministro dell'Economia Tremonti parlando in Aula fu chiaro. "O va via l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". E l'emendamento è sparito. Ora però sembra riapparire sotto altre spoglie. E questa volta il risultato sarebbe leggermente diverso: la prescrizione completa di grandi processi, come i crac Parmalat e Cirio. "Il disegno di legge - spiega Tenaglia - prevedere infatti una riduzione della pena per bancarotta fraudolenta dagli attuali 15 a 10 anni. Il processo Parmalat è appena iniziato, non ce la farebbe a chiudersi entro il 2011 e lo stesso accadrebbe per la Cirio. Ma c'è di più. "è prevista una modifica della fattispecie del reato, con una distinzione tra distrazione e insolvenza. In pratica ci sarebbe il reato solo quando la distrazione (di soldi) coincida con l'insolvenza". Dunque se prima compro case per mia moglie e poi fallisco, non ci sarebbe bancarotta. "La conseguenza è che le fattispecie di reato si restringerebbero e ci sarebbe meno tutela sia per i risparmiatori che per i creditori", aggiunge Tenaglia, che chiede di impedire "questo scempio", perché "siamo all'assurdo: quando i contribuenti di tutto il mondo sono costretti a pagare a caro prezzo i reati finanziari compiuti da veri e propri criminali, il governo Berlusconi pensa solo a salvare chi ha truffato centinaia di miglia di risparmiatori nel nostro Paese". Duro con il governo, ma anche con il ministro dell'Economia. "Ci vengano risparmiati i trucchi alla Tremonti - dichiara - perché non è certo grazie a lui che, per ora, la norma salva manager dovrebbe saltare".

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E i piloti dell'alitalia tornano sul piede di guerra (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)

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Economia Lettera a Colaninno e Letta: così create situazioni di conflitto E i piloti dell'Alitalia tornano sul piede di guerra La cordata al lavoro in vista dell'assemblea del 28: smentite defezioni dei soci ROMA - La vicenda Alitalia sembrava avviata ad una conclusione, se non tranquilla, quanto meno a portata di mano. Ma il passaggio del vettore sotto l'ala privata di Cai è destinato ad attraversare ancora una volta, un percorso molto accidentato. I piloti, sono nuovamente al centro di uno scontro molto duro con la compagnia aerea di Roberto Colaninno e i sindacati confederali. La sofferta trattativa a Palazzo Chigi si era conclusa poche settimane fa con una spaccatura profonda tra le varie sigle sindacali. Uno scenario che si ripresenta in queste ore: al centro della contesa quella "unicità" più volte rivendicata dai piloti; un ruolo primario nelle trattative che ha portato Anpac e Up a chiedere, di fatto, l'allontanamento degli altri sindacati dal tavolo con Cai sul contratto della categoria. Le due associazioni professionali ieri hanno inviato una lettera al presidente di Compagnia aerea italiana, Roberto Colaninno, e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Secondo i comandanti lo spirito del contratto che li trasforma in dirigenti, sarebbe infatti "snaturato". "è incomprensibile - si legge nella missiva - che Cai non voglia stabilire un rapporto corretto con le associazioni professionali dei piloti e continui a generare condizioni di conflitto, verosimilmente accentuate da Cisl e Uil. Già in queste ore - proseguono Anpac e Up - dobbiamo tollerare la presenza, al tavolo dei contratto dei piloti, di rappresentanti sindacali non qualificati e non in grado di gestire una materia così altamente specifica, dove sono richieste notevoli competenze e relative capacità professionali. La realizzazione di un sogno per loro ed una ingiusta mortificazione per noi". Anpac e Up rivolgendosi a Colaninno chiedono quindi "un autorevole intervento" che nella sostanza lasci nelle mani delle sole due sigle la trattativa. Parole molto dure che i due sindacati nel mirino respingono con forza. Per il segretario generale della Fit Cisl Claudio Claudiani la richiesta di Anpac e Up per un tavolo separato con Cai "è inammissibile. Il tentativo di delimitare il rinnovo contrattuale dei comandanti solo ad alcuni interlocutori viola apertamente lo spirito e il dettato dell'accordo quadro, sembra essere un ulteriore tentativo strumentale per mantenere posizioni di potere all'interno della nuova compagnia". Giuseppe Caronia leader della Uil Trasporti risponde così: "Non credo che esistano aggettivi adeguati per descrivere la spocchiosa presunzione di Anpac-Up. Questo disperato tentativo di rivendicare l'esclusività della trattativa è l'ultima illusoria speranza di poter imporre una politica corporativa". E anche se da Cai non trapelano ufficialmente delle repliche, la sensazione è che l'ennesimo strappo dei piloti sia vissuto come l'avvio di una nuova fase di contrasti. Questo mentre i vertici della nuova compagnia stanno lavorando per preparare l'assemblea degli azionisti prevista il 28 ottobre, appuntamento cruciale per il decollo della nuova Alitalia. In vista di questa scadenza, riferiscono fonti vicine a Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto per quel che riguarda l'assetto della cordata. Non ci sarebbero, infatti, defezioni o uscite dalla compagine azionaria della società. Le uniche richieste formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi soci che andranno a rafforzare la capitalizzazione di Cai. (lu.ci.).

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La vuota petulanza dei signornò del Pd (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)

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N. 249 del 2008-10-17 pagina 16 La vuota petulanza dei signornò del Pd di Redazione Sconcerta il crescente abbrutimento di Veltroni e dei suoi. Incapaci di proposte, nascondono la piattezza dei cervelli con la vuota petulanza delle Santippe: pitipì, pitipì, qualsiasi cosa accada. Appena Berlusconi ha sbarazzato Napoli dai rifiuti, l'Unità gli ha rinfacciato che c'era ancora la camorra! Quando ha salvato Alitalia, Veltroni se ne è attribuito il merito. Il Cav ha replicato: "Hai solo messo i bastoni tra le ruote". Walter, come un ripetente invidiosetto, ha cominciato a strepitare maneggiando cose più grandi di lui. Ha parlato, nell'ordine, di "bullismo al governo", "democrazia svuotata", di "Italia sul modello Putin". Scoppiata la bufera delle borse in tutto il mondo - ripeto: in tutto il mondo - Veltroni si è guadagnato l'Oscar del nulla dicendo: "Sono preoccupato per l'Italia. La crisi è l'anticamera del totalitarismo". Ma che c'entra l'Italia, il crac è universale, gli hanno fatto notare. E lui: "La situazione italiana è particolare perché ha una destra populista". Quando il Cav, come tutti i leader dell'Occidente, ha cercato di rassicurare dicendo che la crisi finanziaria non si sarebbe estesa all'economia reale, il santippone del Pd è saltato su: "Berlusconi non dica balle sulla recessione che non c'è. Vada a chiederlo alle famiglie e ai commercianti, se è così". Facendo il paladino, faccia di bronzo, di quelle stesse categorie che i balzelli di Prodi hanno già ridotto sul lastrico da due anni. Tre giorni fa, Bankitalia ha fatto sapere che in agosto sono entrati tre miliardi di tasse in meno che nell'agosto 2007. Bersani e Letta (Enrico) hanno subito squittito: "Con la destra l'evasione è ripartita". Eppure i due, che erano allora al governo, avrebbero dovuto sapere che nell'agosto 2007 erano state conteggiate anche entrate di luglio per proroghe nei pagamenti decise da loro stessi. Depurato il dato, nell'agosto di quest'anno è affluito un miliardo di tasse in più. Che sia scempiaggine o malafede, sono comunque penosi. Sulla scuola, è stata decisa la creazione di classi preparatorie per stranieri prima di immetterli nei corsi regolari. Una norma di buon senso. Il lugubre Fassino ha reagito: "Proposta abietta e razzista". Ricordo personale: a otto anni ho frequentato la scuola francese. Ignorando la lingua sono stato messo in una classe speciale, Petits étrangers, Piccoli stranieri. Con me, tedeschi, spagnoli, canadesi, figli di ambasciatori, di autisti d'ambasciata, ricchi e poveri. L'anno dopo ero perfettamente inserito senza sentirmi discriminato. Ma all'epoca non c'era Fassino e sono cresciuto in grazia di Dio. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Darwin Airlines, piccola ticinese a vocazione business (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)

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N. 249 del 2008-10-17 pagina 28 Darwin Airlines, piccola ticinese a vocazione business di Redazione nostro inviato a Lugano Due tratte di linea a forte vocazione "business" caratterizzano l'attività della piccola compagnia svizzera Darwin Airline: sono la Lugano-Roma e la Lugano-Ginevra. Darwin è l'unica compagnia basata, appunto, a Lugano e dal 2003, anno della sua nascita, si è data il ruolo di strumento al servizio della comunità ticinese e dell'alta Lombardia. Il collegamento con Roma, in particolare, sta dando ottimi risultati di riempimento e avrà maggiore impulso quando - a breve - l'ingresso della Svizzera nell'area Schengen permetterà un più rapido raggiungimento dall'Italia del minuscolo aeroporto di Lugano, dove tutte le procedure d'imbarco sono rapidissime. Dalle autorità municipali, gli azionisti della compagnia si aspettano, però, a breve, l'allungamento della pista, che oggi permette decollo e atterraggio soltanto di piccoli "regional": occorrono solo 150 metri in più per dare un serio sviluppo all'aviazione commerciale, ma la presenza di una strada provinciale rende spinosa la soluzione. Intanto, con i suoi quattro Saab 2000 da 50 posti, Darwin è attiva anche nel mercato charter; durante i campionati europei di calcio è stata il vettore prescelto da varie squadre nazionali. In prospettiva, considerando anche le opportunità create dal ridimensionamento di Alitalia, il presidente di Darwin, Sergio Ermotti (che è anche vice-ceo e numero uno dell'investment banking del gruppo Unicredit), immagina una base a Malpensa e, da qui, collegamenti point-to-point in Europa. Un progetto che potrebbe prendere corpo nell'ipotesi di integrazione con la low cost Myair, che possiede il 20% del capitale di Darwin (e che proprio ieri ha annunciato un accordo con SkyEurope, come riferito qui a lato); l'80% appartiene a imprenditori locali. Già oggi Darwin svolge, con i propri aerei, attività per Myair, così come effettua voli per Swiss. Quanto ai conti, i bilanci stanno ancora scontando lo start-up: ma il fatturato crescente e le perdite calanti porteranno, nel 2009, a un risultato in pareggio su circa 30 milioni di franchi svizzeri di ricavi (circa 21 milioni di euro). I passeggeri trasportati sono 265mila. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Livingston vola verso Sebastiani (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)

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N. 249 del 2008-10-17 pagina 28 Livingston vola verso Sebastiani di Redazione La compagnia charter Livingston cambierà azionista. Il gruppo Viaggi del Ventaglio ha sottoscritto una lettera d'intenti, valida fino al 15 dicembre, con una cordata di cui è riferimento Gianni Sebastiani, ex direttore generale di Alitalia, ex ad di Meridiana e ora, dal 2007, presidente dell'Aeroporto di Parma. L'operazione consisterà nella cessione della proprietà ma nella contestuale firma di contratti che assicurino il trasporto dei passeggeri del Ventaglio per i prossimi 3 anni. Da tempo il tour operator, quotato in Borsa, progettava di cedere la compagnia; in passato, il candidato più vicino era stato Eurofly. Livingston fattura 300 milioni e trasporta 1,2 milioni di passeggeri con sei aerei (tre di lungo e tre di corto raggio). Le ultime valutazioni la stimavano circa 50 milioni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 17-10-2008)

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GIUDICE DI PACE Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori Il vicepresidente del Savona Calcio Federico Ruegg e altri due savonesi hanno avviato presso il giudice di Pace una causa contro Alitalia: il 7 gennaio scorso il volo Dubai-Milano era partito con 12 ore di ritardo provocando disguidi e disagi. E la richiesta di rimborso non era stata accolta. Spiega Ruegg: "Non è tanto per il rimborso, peraltro previsto dal codice dei diritti del viaggiatore, ma per una questione di principio: quel ritardo ci fece perdere la coincidenza Milano-Genova e fummo portati a Genova in pullmino, scaricati in aeroporto alle 4 del mattino invece che alle 11 del giorno prima e costretti a cercarci un taxi. Siamo arrivati a Savona all'alba".

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Soluzione "Al Italia na" per sistemare l'Ubs (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 17-10-2008)

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Oggi è Ven, 17 Ott 2008 Edizione 221 del 17-10-2008 LA BANCA NAZIONALE SVIZZERA CREA UNA BAD COMPANY DA 60 MILIARDI Soluzione "Al Italia na" per sistemare l'Ubs di Alessandra Mieli I furbetti del cioccolatino. Ovvero come anche gli gnomi abbiano fatto tesoro delle recenti vicende italiane. Ci sarà un aumento di capitale per le prime due banche svizzere, Ubs e Credit Suisse. In particolare, veniva spiegato elegantemente in un comunicato ufficiale, Ubs otterrà l'aiuto del Governo elvetico e aumenterà il capitale di 6 miliardi di franchi svizzeri tramite un'emissione interamente collocata presso la Confederazione svizzera: inoltre trasferirà fino a un massimo di 60 miliardi di dollari di titoli attualmente illiquidi in un fondo separato sostenuto e controllato dalla Banca centrale. Nel dettaglio inoltre la Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha creato la possibilità di trasferire gli "illiquidi" a una società veicolo per garantire una liquidazione regolare. Lo Stato elvetico avrà così in portafoglio il 9% circa del capitale della banca dopo la conversione al prezzo unitario di 20 franchi. La Banca centrale svizzera gestirà gli attivi di Ubs che saranno trasferiti in una nuova entità. E' certamente molto ben formulato ma ricorda in modo impressionante il tormentone Alitalia. Gli gnomi di Zurigo hanno copiato la procedura senza tanti complimenti inventandosi una bad company statale da riempire di debiti e una good company che continuerà prestigiosamente a fare la banca. E, a riprova di questa tesi vale quanto dichiarato ufficialmente da Ubs ovvero che seppure in previsione chiuderà il quarto trimestre in rosso, ciò non di meno si prepara a pagare ugualmente un dividendo nel 2009. La crisi dei mutui ha già costretto Ubs a svalutare attivi legati a prodotti del credito strutturato per 42 miliardi di dollari a causa della crisi creditizia. E voci ben informate parlano di almeno 50 miliardi di riscatti a cui la banca ha dovuto far fronte nell'ultimo periodo. Ora l'istituto di credito ha lasciato trapelare di essere riuscito a raccogliere 30 miliardi di capitali freschi, non di meno con la mossa strategica di ieri il Governo confederale ha di fatto concesso una sorta di "stipendio pagato con i soldi dei contribuenti" ai bancari svizzeri che altrimenti avrebbero rischiato il licenziamento dalle due più famose banche. Mossa non priva di logica ma irrituale per il comportamento severamente protestante di cui vanno fieri gli elvetici quasi quanto degli orologi a cucù. Per quanto riguarda Credit Suisse invece, l'aumento di capitale avverrà attraverso l'emissione di azioni e obbligazioni fino a un massimo di 10 miliardi di franchi, per portare l'indice di patrimonializzazione Tier1 al 13,7%. Tra gli investitori coinvolti nell'operazione c'è anche una sussidiaria del Qatar Investment Authority. Credit Suisse ha anche annunciato una perdita di 1,3 miliardi di franchi nel trimestre concluso a settembre. Il governo svizzero, infine, ha deciso alcune misure di protezione dei depositi bancari. Ma c'è di più e di meglio: il Consiglio federale, la Banca nazionale svizzera (Bns) e la Commissione federale delle banche (Cfb) hanno adottato un pacchetto di misure "per stabilizzare ulteriormente il sistema finanziario svizzero e rafforzare in modo durevole la fiducia nel mercato". Nel comunicato diffuso dal Dipartimento federale delle finanze (Dff) si legge anche che il Consiglio federale ha incaricato di sottoporre alle Camere federali un messaggio durante la sessione invernale che abbia lo scopo di "rafforzare immediatamente la protezione dei depositanti". Attualmente in Svizzera i depositi bancari sono garantiti con 30.000 franchi per persona, somma decisamente inferiore ad altri Paesi. E con l'aria che tira evidentemente gli svizzeri temono che i loro forzieri si svuotino e i depositi prendano la via di conti "più garantiti".

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<Contro il governo e per la democrazia sindacale> (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 17-10-2008)

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INTERVISTA Parla Fabrizio Tomaselli (Sdl): le ragioni della mobilitazione sono aumentate negli ultimi mesi "Contro il governo e per la democrazia sindacale" fr. pi. Sta ancora in trincea tutti i giorni per la vertenza che ha aperto l'"autunno italiano". Fabrizio Tomaselli, steward Alitalia, coordinatore nazionale dell'Sdl. "La piattaforma su cui abbiamo convocato questo sciopero, mesi fa, puntava sulla precarietà, il lavoro, i diritti dei migranti, la democrazia sindacale. Le motivazioni sono aumentate - purtroppo - negli ultimi mesi". Perché? Alcuni provvedimenti legislativi del governo, come la "prefinanziaria", hanno colpito il lavoro e i precari. Altri hanno diminuito la sicurezza. Poi è arrivato Brunetta, la Gelmini, infine i decreti contro il diritto del lavoro e persino contro il diritto di sciopero. Ha accresciuto insomma il suo valore politico. E' cominciata anche una crisi che si sta mangiando l'economia reale... I meccanismi si stanno incrinando. Nei prossimi mesi ci troveremo di fronte a situazioni molto difficili. Anche nel nostro paese, si vuole scaricare sui lavoratori il costo di una crisi provocata dal pessimo funzionamento della finanza globale. Le masse enormi di capitale destinate a salvare le banche andranno a scapito dello stato sociale; avremo contratti che danno meno reddito, e così via. Questo indebolisce il "fattore lavoro"? Se dovesse passare il modello di contrattazione già sottoscritto da Cisl, Uil e Ugl, oltre alla riduzione del salario, è evidente che ci sarebbero anche misure di riduzione dell'agibilità sindacale. Si va tirando la cinghia, può aumentare la conflittualità. Non a caso uno degli obiettivi dello sciopero è la necessità di una riforma delle norme sulla rappresentanza sindacale, in senso più democratico. Ci sarà anche l'intero mondo della scuola... E' una "commistione naturale". Parole d'ordine e obiettivi dello sciopero sono tutti interni a una logica di opposizione che vale nella scuola come in altri settori. I problemi - reddito, licenziamenti, precarietà - sono trasversali a tutte le categorie. Anche gli studenti si rendono conto che li aspetta un futuro non brillante... La condizione precaria, prima, veniva letta come una condizione transitoria, una "naturale" fase d'attesa per entrare nel mondo del lavoro. Oggi si vede la realtà: la precarietà è a vita. Chi prima non riusciva a comprendere certi meccanismi, ora li vive. E reagisce. Alitalia è stata chiusa perché erano vietati gli "aiuti di stato". Come vedi i 3.000 miliardi di euro di aiuti alle banche? Erano visti come il male assoluto. Ora che servono per salvare il sistema finanziario, i loro soldi, torna "normale". Anzi, dovuto. Questa politica folle dovrebbe essere rivista per Alitalia e le altre aziende in crisi. Per i servizi pubblici essenziali - scuola, trasporti, sanità, ecc - rimane intoccabile il principio della proprietà o del controllo pubblico. Ma anche sul terreno dell'economia reale, non si capisce perché si devono privatizzare aziende pubbliche che vanno benissimo, mentre si possono aiutare aziende private che vanno male.

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Contrordine compagni: vogliamo una poltrona (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

N. 249 del 2008-10-17 pagina 15 Contrordine compagni: vogliamo una poltrona di Federico Novella Altro che bimbi e smentite indignate: Cofferati ed Epifani vanno in Europa. Il sindaco che lascia Bologna "per stare col figlio" viaggerà il doppio, il leader Cgil raccoglie i frutti della linea dura su Alitalia. Anche l'Unità conferma: pronto un seggio a Bruxelles Questa poi, è l'ultima cosa che uno va a pensare. Proprio inimmaginabile. Una vera sorpresona. No perché per settimane abbiamo malignato su Epifani e Cofferati, che sarebbero pronti a candidarsi al Parlamento europeo in quota Pd. Figurati, dicevano loro. E invece? E invece oggi scopri che Epifani e Cofferati sono effettivamente pronti a candidarsi nel Parlamento europeo in quota Pd. Ma guarda i casi della vita. Epifani candidato? E chi se lo immaginava, a parte quei settanta milioni e passa di italiani, neonati e animali domestici compresi. La vera novità è che adesso, alla buon'ora, a darcene conferma ufficiale ci ha pensato l'Unità, che a pagina 8 scopre l'acqua calda: edizione straordinaria, "c'è un biglietto per Strasburgo per Epifani e Cofferati". Loro se ne accorgono oggi, dell'avventura europea dei due signor no. Ma se ben conosciamo il nostro lettore, possiamo immaginare quel che tribola nel suo stomaco: me lo sentivo, oh come me lo sentivo. Sarà il sesto senso, sarà quel doloretto alla clavicola che si faceva vivo tutte le sere dopo ogni dichiarazione del Guglielmo ai tg nazionali, specie ai tempi del caos Alitalia. Oscuri presagi che ti spingevano ad uscire di casa di corsa, raggiungere la prima ricevitoria della Sisal e giocare a colpo sicuro: scommetto tutto su Epifani che entra in politica. E infatti. Scrive l'Unità: "Da Epifani è arrivato un chiaro segnale di disponibilità". Dalla Cgil dicono che "Guglielmo vuole candidarsi, i treni bisogna prenderli quando passano". Una frase, questa del treno del successo, che starebbe bene in bocca a un aspirante del Grande Fratello, o magari a un tronista di Maria De Filippi, ma che riferita al più potente sindacalista italiano lascia quantomeno perplessi. Non foss'altro che quel sindacalista, negli ultimi tempi, ha sfruttato il suo ruolo per incasinare il tavolo, e imporre veti, e piantare paletti come un vivaista pianta gerani, e battere i pugni nel nome dei lavoratori, quando nel pugno, probabilmente, altro non aveva che il biglietto di prima classe per Strasburgo. Forse quel tagliandino lo stringeva in mano da tempo. Forse già lo sventolava seduto sulla poltrona di casa Veltroni, nei giorni roventi di Alitalia. Anzi, forse quel biglietto gliel'ha dato proprio Veltroni, chi lo sa. Tra tanti forse, ribadiamo una piccola certezza: candidarsi non è mica vietato. Anzi, è un sacrosanto diritto. Nel caso dei sindacalisti, purtroppo, è anche una sgradevole abitudine. Ma quel che dà fastidio è il vizio di lor signori di nascondercelo fino all'ultimo, di atteggiarsi ad anime belle, di storcere il naso alla sola idea: io in politica? Ma che siete matti? Balle, calunnie, siete dei mistificatori, dei nemici dei lavoratori. E giù salti mortali da fare invidia al Circo Orfei. Prendiamo Cofferati: sempre l'Unità ci dice che "ai piani alti del Pd" stanno per spedire anche lui all'Europarlamento. Lui, che ha appena rifiutato il secondo mandato da sindaco di Bologna perché, dice, "voglio fare il papà". Siccome la famiglia vive a Genova, "facevo il pendolare, ma avevo i sensi di colpa quando mio figlio restava a casa lontano 300 chilometri", dice il Cinese. Ora: considerando che la distanza tra Genova e Bologna è precisamente di 301 chilometri, mentre la tratta Genova-Strasburgo ammonta a 611 chilometri, chi vogliamo prendere in giro? Delle due l'una: o Cofferati è così una pippa in geografia da violentare l'Atlante piazzando l'Alsazia al posto dell'Emilia, oppure da eurodeputato, e da papà, viaggerà il doppio di prima. C'è poi una terza ipotesi, quella più realistica: Cofferati prenderà il suo bell'aereo per una decina di giorni al mese (all'Europarlamento hanno orari da impiegati dell'anagrafe) e si godrà le auree prebende europee con Epifani. Il quale, poco prima di imbarcarsi, avrebbe già abdicato manco fosse Vittorio Emanuele terzo, cedendo il trono Cgil alla fedelissima Susanna Camusso. Insomma, dopo tante battaglie per la pensione, finalmente per Epifani e Cofferati una grande vittoria: la loro, di pensione, sarà certamente prestigiosissima. Poi per carità, ripeto, facciano pure. Tanto lo sanno tutti che in Italia il sindacalista sogna di fare il politico, e poi finisce per fare tutte e due le cose insieme. Lo sanno tutti che per i generali del sindacato la politica è una grande occasione per chiudere in bellezza la carriera, perché, come diceva il grande segretario Cgil Giuseppe Di Vittorio, "i treni bisogna prenderli quando passano". Ma almeno, in futuro, evitino di scandalizzarsi quando tutte queste cose gliele facciamo notare. Piesse: scusate, la frase citata non è di Di Vittorio, ma di Pietro Taricone. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Di Pietro a Cagliari contro il lodo Alfano (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Politica Italiana Pagina 109 Il leader dell'Italia dei valori polemizza con gli alleati: nel Pd devono dormire di meno e lavorare di più Di Pietro a Cagliari contro il lodo Alfano Il leader dell'Italia dei valori polemizza con gli alleati: nel Pd devono dormire di meno e lavorare di più --> "Firma e fermali". Antonio Di Pietro sbarca a Cagliari per ripetere il suo ultimo refrain: il leader nazionale dell'Italia dei valori vuole il referendum abrogativo contro il lodo Alfano, l'immunità per le quattro più alte cariche dello Stato voluta dal governo Berlusconi. "Una volta - attacca - tutti i cittadini erano uguali davanti alla legge, ma oggi in Italia non è più così. Adesso la legge è uguale per tutti meno quattro". Centrare l'obiettivo del referendum significa raccogliere 500mila firme, che l'ex pm di Mani pulite è pronto a trasformare in sfiducia all'esecutivo nazionale: "Usa la tecnica del doppio forno: da una parte dice una cosa, dall'altra fa l'esatto contrario". Arriva pure la picconata contro gli alleati del Partito democratico: "Solo mercoledì hanno preso posizione sulla nomina di Gaetano Pecorella alla Consulta. Noi abbiamo contestato la scelta già il giorno prima. Credo che nel Pd debbano dormire meno e lavorare di più". IL REFERENDUM Di Pietro chiama a raccolta i colonnelli sardi del partito per lanciare la Giornata della legalità e la corsa referendaria, con 500 studenti nel parterre. Al tavolo, c'è pure Giommaria Uggias, ex Dl, mai entrato nel Pd e da ieri dipietrista. Il presidente dell'Idv snocciola casi e numeri: "Il lodo Alfano non solo è illegittimo e ingiusto, ma anche potenzialmente pericoloso. Violare il principio dell'uguaglianza, potrebbe spingere i criminali ad aspirare a una delle quattro cariche istituzionali protette dalla legge". C'è poi l'elenco delle "denunce che non ci stancheremo di fare". A sentire Di Pietro "il Governo continua a drenare risorse ai servizi pubblici essenziali: promette sicurezza, ma toglie al settore 10 miliardi; alla scuola saranno destinati 8 miliardi in meno rispetto all'anno scorso; col salvataggio di Alitalia è stato fatto un favore agli amici che stanno già vendendo quote della nuova compagnia. I debiti, invece, sono stati scaricati sulle tasche di quegli italiani che il centrodestra dice a parole di voler aiutare". LE PROMESSE Non mancano le promesse che Di Pietro regala con uno sguardo a Roma e uno a Cagliari: "La presidenza della commissione Vigilanza Rai (l'opposizione ha candidato l'Idv Leoluca Orlando) non la barattiamo con niente: ci spetta e devono darcela. Non possiamo accettare che nella Corte Costituzionale sieda l'ex avvocato di Berlusconi, seppure Pecorella sia un insigne giurista". Sulle regionali in Sardegna 2009, l'ex pm non firmerà cambiali in bianco agli alleati: "Col centrosinistra non stiamo a priori: daremo l'appoggio sulla base dei nomi e dei programmi, rispondendo solo agli elettori. Chiederemo di tutti i candidati certificato elettorale e penale, non accetteremo chi ha procedimenti in corso. L'esperienza col governo Prodi mi ha insegnato che serve condivisione sui progetti, non una coalizione che vince ma non riesce a governare". LA REPLICA A Di Pietro replica a stretto giro di posta Roberto Sorcinelli, il portavoce del Movimento per l'Autonomia: "Chi punta all'abrogazione del lodo Alfano, punta a bloccare le riforme di cui il nostro Paese oggi ha estrema ed urgente necessità. Non stupisce che l'iniziativa referendaria venga da parte di chi sembra avere come unico obiettivo quello della delegittimazione di una sola persona; e ciò anche a scapito degli interessi dei cittadini e delle famiglie". Chiude Sorcinelli: "Il lodo Alfano non comporta alcun impedimento delle indagini in corso. La sospensione dei processi non significa affatto impunità e non punibilità". ALESSANDRA CARTA.

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SI PREANNUNCIA COME UN GIORNO DI PASSIONE QUELLO DI OGGI PER LA MOBILITà. LO SCIOPERO GENERALE (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Si preannuncia come un giorno di passione quello di oggi per la mobilità. Lo sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub, Cobas e Sdl chiama all'adesione i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria, scuola e trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti della mobilità: mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci e logistica. Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti capoluoghi forse più che è per lo sciopero in sé per l'effetto-annuncio, che spingerà molti lavoratori e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi. L'astensione riguarda anche il trasporto ferroviario, anche se le Ferrovie hanno fatto sapere che "non ci sarà alcuna ripercussione sulla circolazione dei treni a media e lunga percorrenza", così come verranno salvaguardate le fasce orarie dei treni pendolari a più alta frequenza. Trasporto aereo e ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (Air One non prevede disagi ma in Alitalia Sdl è forte), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. A Napoli i trasporti urbani dell'Anm sono assicurati dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le rivendicazioni alla base della protesta, maggiore salario, stop alla precarietà, più sicurezza sul lavoro, rilancio della scuola, della previdenza e della sanità pubblica, forte impulso alla contrattazione nazionale e reintroduzione della scala mobile per lavoratori e pensionati. Per il trasporto ferroviario gli addetti agli impianti fissi e uffici si fermano per l'intera giornata; mentre il restante personale si ferma dalle 9.01 alle 17.00. Il trasporto aereo prevede uno stop di otto ore, dalle 10 alle 180 (tranne il personale di terra non soggetto alla 146/90). Il trasporto marittimo dalle 8.00 alle 16. Il trasporto pubblico locale è come al solito articolato. I disagi tuttavia non riguarderanno solo la mobilità, a incrociare le braccia saranno infatti anche gli altri settori, tra cui sanità, pubblica amministrazione, scuola. E per scuola, università e ricerca parte un mese di fuoco. I Cobas della scuola scendono in piazza ripromettendosi di fermare la didattica in tutta Italia. La manifestazione nazionale si svolgerà a Roma. Nelle scuole superiori si preannuncia una tre-giorni, dal 21 al 23 ottobre, di occupazioni e autogestioni. Il clou della protesta è previsto per fine mese: il 30 ottobre incroceranno le braccia gli aderenti alla Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals Confsal e Gilda degli insegnanti.

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CAI AL LAVORO IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI CONVOCATA PER IL 28 OTTOBRE, APPUNTAMENTO CRUC (sezione: Alitalia 2)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Cai al lavoro in vista dell'assemblea degli azionisti convocata per il 28 ottobre, appuntamento cruciale per il decollo della nuova Alitalia. E in vista di questa scadenza, riferiscono fonti vicine alla Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto per quel che riguarda l'assetto della cordata. Non c'è, infatti, sottolineano le stesse fonti, alcuna richiesta di uscita dalla compagine azionaria della società ma le uniche richieste formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi soci. Smentisce in particolare un disimpegno l'armatore Gianluigi Aponte. Tra le new entry figurano, invece, Francesco Micheli e Alessandri.

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Trasporti e scuola, venerdì nero (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Cronaca Italiana Pagina 110 Si fermano a singhiozzo treni, aerei, bus e traghetti. A Roma sfila il corteo di protesta anti Gelmini Trasporti e scuola, venerdì nero Si fermano a singhiozzo treni, aerei, bus e traghetti. A Roma sfila il corteo di protesta anti Gelmini Raffica di scioperi, oggi disagi per chi viaggia --> Raffica di scioperi, oggi disagi per chi viaggia Per il contratto degli statali Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato tre giorni di sciopero a novembre, uno per ciascuna macroarea : il 3 nelle regioni del centro, il 7 al nord e il 14 al Sud e in Sardegna. ROMA Si preannuncia come un venerdì di passione quello di oggi per la mobilità. Lo sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub, Cobas e SdL chiama all'adesione tutti i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria, scuola e trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti della mobilità: mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci e logistica. Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti capoluoghi, anche a causa dell' effetto-annuncio che spingerà molti lavoratori e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi. Roma è la città in cui muoversi sarà più difficile: oltre allo sciopero generale infatti, i sindacati hanno indetto una manifestazione nazionale che partirà dalle 10 da piazza Esedra per concludersi alle 14 a San Giovanni. Oltre 300 i pullman in arrivo, previsti decine di migliaia di partecipanti. L'astensione riguarda anche il trasporto ferroviario, anche se le Ferrovie hanno fatto sapere che "non ci sarà alcuna ripercussione sulla circolazione dei treni a media e lunga percorrenza", così come verranno salvaguardate le fasce orarie dei treni pendolari a più alta frequenza. Trasporto aereo e ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore (dalle 8,30 alle 16,30), per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. Ecco le varie modalità dell'astensione dal lavoro settore per settore. TRASPORTO FERROVIARIO Addetti agli impianti fissi e uffici: intera giornata; restante personale: dalle 9.01 alle 17. TRASPORTO AEREO 8 ore, dalle ore 10 alle 18 (tranne personale di terra non soggetto alla 146/90). TRASPORTO MARITTIMO Dalle ore 8.00 alle 16.00. TRASPORTO PUBBLICO Articolato a livello territoriale col rispetto delle fasce protette, che variano da città a città. Oggi sarà giornata calda anche sul fronte scuola dove occupazioni e autogestioni contro la riforma dell'istruzione voluta dal ministro Mariastella Gelmini continuano in tutta Italia. Questa mattina, con lo sciopero dei Cobas, la scuola scenderà in piazza a Roma con una manifestazione nazionale: nel mirino l'adozione del maestro unico e la revoca del tempo pieno, il taglio agli organici e agli orari di lezione, il blocco del turnover, la chiusura dei plessi scolastici nei piccoli centri.

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Meridiana: ridurre il costo del lavoro (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 212 Oggi riprende la trattativa sul piano industriale: al tavolo Miorelli e i sindacati. Alleanze internazionali in vista per la società Meridiana: ridurre il costo del lavoro Oggi riprende la trattativa sul piano industriale: al tavolo Miorelli e i sindacati. Alleanze internazionali in vista per la società "Cai ora è avvantaggiata, si deve puntare sulla qualità" --> "Cai ora è avvantaggiata, si deve puntare sulla qualità" Meridiana si appresta a chiudere la trattativa sul piano industriale e chiede un taglio del costo del lavoro. Una giornata importante, quella di ieri, per Meridiana. Proprio mentre il consiglio di amministrazione si riuniva a Roma, in via Barberini, per valutare lo stato di salute dell'azienda e prendere misure anti-crisi, dall'altra parte della capitale il Tar del Lazio decideva le sorti della continuità territoriale per la Sardegna dopo il ricorso presentato da Air One sul decreto e sul deposito della fideiussione per le rotte (il termine è stato posticipato dal ministero dei Trasporti). "È un cambiamento delle regole in corso d'opera", denuncia Claudio Miorelli, consigliere d'amministrazione (delegato ai rapporti industriali e istituzionali) di Meridiana, che oggi si prepara a una battaglia con i sindacati sul piano industriale della società, da approvare entro fine mese. "Abbiamo chiesto spiegazioni al ministero sulla fideiussione, ma se poi si cambiano le regole, per favorire qualcuno... Abbiamo messo le mani avanti con una diffida: vogliamo difendere l'azienda, ma anche i diritti dei lavoratori e della Sardegna". La società ha sempre affermato che la continuità è una questione vitale per Meridiana. "La compagnia è nata per la Sardegna, anche se il futuro, per dare continuità aziendale a Meridiana, non può essere solo nell'isola. E guardiamo alla vicenda Alitalia con interesse, perché dovrebbero crescere le opportunità di spaziare altrove, garantendo un trasporto aereo adeguato sia sul fronte dei costi che della qualità del servizio". E anche i lavoratori dovranno fare sacrifici. "Nessuno pensa in Meridiana di togliere un euro dalla tasca dei lavoratori, però va detto che la società opera in un regime di forte concorrenza. Se Alitalia diventa più grande con Air One, non possiamo permetterci di non avere strumenti per combattere sul fronte dei costi. Se i sindacati nazionali hanno convenuto un accordo su questa base, per garantire una maggiore competitività ad Alitalia, chiediamo di applicarlo anche a noi". Potreste applicare il contratto della controllata Eurofly? "Non deve sorprendere che Eurofly abbia un contratto diverso, perché è una compagnia più giovane. Noi potremmo scegliere di crescere con Eurofly e depotenziare Meridiana, ma non è la nostra logica. Vogliamo operare come gruppo, quindi dobbiamo coinvolgere il sindacato per convincerlo che le due società unite hanno maggiore possibilità di successo". I sindacati diranno che Meridiana ha già ceduto quote di mercato a Eurofly. "Eurofly ha aerei che consumano meno dei nostri e quindi abbiamo trasferito alla compagnia, che fa parte del gruppo, le rotte più lunghe in un momento in cui il costo del carburante era alto. In ogni caso, la nostra logica è quella delle sinergie con Eurofly, ma bisogna avere una struttura con costi più bassi e puntare a operare insieme sul mercato nazionale e internazionale, perché così diventiamo più forti sul mercato e più appetibili nell'ambito di un processo, ormai chiaro, di consolidamento del mercato del trasporto aereo in Europa. Questo credo che sia l'intendimento dell'azionista". A proposito di azionista, l'Aga Khan sosterrà finanziariamente il piano industriale? "L'azionista non ha mai fatto venire meno il suo apporto. L'Aga Khan non è certo uno che viene meno a un impegno preso, a meno che non si renda conto, come accaduto in Costa Smeralda, che il suo progetto non si possa realizzare. La questione non è quanto investirà, ma cosa farà per garantire il sostegno alla società. Se il piano industriale sta in piedi, l'ultimo problema è quello dei finanziamenti. Peraltro, l'azienda ha detto tre cose: vuole restare in Sardegna, garantire la continuità aziendale e consolidarla, crescere con anche l'apporto di Eurofly. E le sinergie con Eurofly possono essere una buona opportunità per i piloti". Quantifichiamo il taglio. "Non vogliamo solo ridurre i costi. Il capitale umano dei lavoratori è importante e vogliamo lavorare insieme per far crescere la qualità, con un confronto senza scontro. Meridiana non sarà mai una low cost e quindi deve garantire un servizio di qualità. Ecco perché ci interessa trovare un punto d'incontro per fissare le condizioni necessarie per la concorrenza. È una sfida non facile ma non possiamo rischiare di restare fuori dal mercato. E con un buon contratto, il recupero di un buon livello qualitativo dei servizi e una buona rete di collegamenti internazionali è senza dubbio più facile entrare a far parte di un'alleanza". Le voci da tagliare? "In questo quadro, visto che non sappiamo come saranno i flussi turistici, il contratto di lavoro è un punto nodale. Al tavolo con i sindacati, però, bisogna valutare tutte le componenti: non ci interessa proporre un dato fotocopia, ma che il risultato finale del costo del lavoro non sia maggiore dei concorrenti per migliorare la qualità del servizio". Dovete chiudere necessariamente entro fine mese? "L'accordo lo considero già acquisito, visto che è stata già firmata l'intesa del 22 luglio. Era stato detto poi che avremo chiuso entro settembre, ma con la vicenda di Alitalia in corso, la scadenza per il piano industriale è stata spostata a fine ottobre". Chi sarà il partner internazionale di Meridiana: Air France, British o Lufthansa? "Dipende da quello che noi sapremo fare e da chi concluderà le trattative con Cai". GIUSEPPE DEIANA.

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Il Tar Lazio ritarda le fideiussioni per i collegamenti (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 212 continuità La società sarda protesta Il Tar Lazio ritarda le fideiussioni per i collegamenti Continuità. La società sarda protesta --> Il Tar del Lazio dà ragione ad Air One e Alitalia (che si è accodata alla prima) e sospende una parte del decreto sulla nuova continuità territoriale. Solo ieri in tarda serata si è appreso del responso e ancora non si conoscono i termini del provvedimento. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, non sarà necessario depositare le fideiussioni fino a quando non saranno assegnate le rotte tra la Sardegna e gli scali di Roma e Milano. Una boccata d'ossigeno per Air One e Alitalia che in questo momento, per via della fusione, hanno difficoltà a depositare una garanzia bancaria per ogni rotta, così come chiede il decreto che istituisce il nuovo regime di continuità territoriale. E oggi, dunque, l'Enac potrebbe procedere ad assegnare i collegamenti alle compagnie in gara: Air One, Air One CityLiner, Alitalia, Eurofly e Meridiana. Solo queste ultime hanno già depositato la cauzione: Meridiana (che ha anche diffidato il ministero dei Trasporti dopo la modifica del decreto) per tutte le rotte, mentre Eurofly solo per la Cagliari-Roma. Resta poi il nodo della licenza provvisoria di Alitalia: l'Enac dovrà decidere se è sufficiente un'autorizzazione di volo per sei mesi. LA VICENDA Nei giorni precedenti il deposito delle offerte per le rotte, il ministero ha deciso di modificare la norma sulla consegna della fideiussione, prorogando il termine e fissandolo non più al momento della presentazione della domanda, ma dell'accettazione delle rotte. In precedenza, Air One aveva anche presentato un ricorso contro il decreto sulla continuità territoriale. Ieri mattina, Air One e Alitalia hanno deciso di rinunciare alla richiesta di sospensiva sul decreto ma di chiederla invece solo sul termine di deposito della fideiussione. Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere la richiesta di sospensiva: non si sa però se il nuovo termine sarà quello di avvio delle rotte, il 26 ottobre, oppure quello di assegnazione da parte di Enac. È certo, invece, che Meridiana non si fermerà: dopo aver annunciato una diffida al ministero, ora potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato e darà battaglia legale, visto che è l'unica società ad aver versato per intero le fideiussioni, così come previsto dal ministero. ( g. d. ).

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Macchè capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx? (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)

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L'altro giorno sul metro ho sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da sè". Oggi il radiogiornale di Radio 24 ha annunciato che in Germania le vendite de il Capitale di Marx sono triplicate nelle ultime settimane, proprio in coincidenza con la crisi dei subprime.. E forse siamo solo all'inizio. Intendiamoci: la casta finanziaria ha sbagliato generando la bomba dei derivati, gli imprenditori delle grandi multinazionali e delle banche hanno creato un sistema che consentiva loro di accumulare ricchezze immense e immeritate, senza mai pagare il prezzo degli errori che loro stesso commettevano, la classe politica non ha esercitato il proprio dovere di vigilanza e di controllo; anzi si è fatta coinvolgere e corrompere. Tutto questo va denunciato con chiarezza, ma Marx continua ad avere torto. Il libero mercato non è fallito, continua ad essere il miglior sistema possibile. Il problema è che il capitalismo è stato snaturato: il suo scopo è, da sempre, quello di favorire l'accumulo di capitale da parte dell'individuo, mentre le degenerazioni finanziarie degli ultimi vent'anni lo hanno trasformato in una cosa diversa: nel "debitalismo" ovvero nell'accumulo di debiti anziché di capitale. Per sopravvivere, per sostenere consumi al di sopra delle proprie disponibilità e dunque per drogare la crescita, creando non vero, solido benessere, basato sul risparmio e sul reddito reale, ma una ricchezza illusoria . Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il debitalismo ha raggiunto proporzioni enormi, come ho ricordato in un post recente, noi europei continentali eravamo sulla stessa strada. Ora la bolla è scoppiata. Soffriremo, ma questa crisi può essere salutare e può permetterci di ripartire su basi più solide. I sistemi liberali riescono a correggere i propri errori, quelli comunisti no e per questo i "rossi" hanno perso la sfida con la storia. Di un revival di Marx non si sente proprio il bisogno. Scritto in economia, globalizzazione, democrazia Commenti ( 4 ) " (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 15Oct 08 Classi per stranieri, perché tanto scandalo? Non riesco a capire le proteste indignate della sinistra contro l'emendamento della Lega che regolamenta l'accesso degli stranieri nelle scuole. In altri Paesi è una pratica normale e dettata dal buon senso. Alla radio ho sentito Fassino dire che istituendo classe separate si discriminano gli immigrati. A me sembra invece che sia vero il contrario: che senso ha mandare allo sbaraglio un bambino in una classe in cui non capisce una parola? Si sentirà subito diverso, verrà deriso dai compagni. Se invece per un anno segue un corso di italiano, quando verrà introdotto nei corsi regolari potrà facilmente integrarsi. E la qualità complessiva dell'insegnamento migliorerà. Questo è un altro punto dolente: quando ci sono tanti bambini stranieri il livello dei corsi si abbassa drasticamente. Lo so per esperienza personale: non lontano da casa mia alle elementari la percentuale di bimbi stranieri è superiore al 50%, i programmi non vengano rispettati perché gli insegnanti devono procedere molto lentamente, adeguano il ritmo a quello degli ultimi. Risultato: i genitori italiani tendono a togliere i propri figli dalla scuola pubblica e a metterli nella scuola privata. Perché un italiano deve essere privato di fatto del diritto di frequentare una scuola statale? Questa è un'ingiustizia. Il razzismo si diffonde anche così. Scritto in globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 43 ) " (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Oct 08 Ma Sarko è succube di Carlà? Ieri stavo pensando di scrivere un post di elogio di Sarkozy, per la reattività dimostrata durante la crisi finanziaria: è stato dinamico, propositivo, flessibile. E' stato uno dei pochi leader europei (con Berlusconi e il premier britannico Gordon Brown) ad aver capito subito la gravità della situazione e nel ritenere che solo un'azione congiunta a livello europeo sarebbe stata efficace, contrariamente alla Merkel, che è stata costretta a rivedere le sue posizioni, dopo le disgraziate decisioni di una settimana fa, che hanno contribuito non poco a diffondere il panico. Bravo Sarko, dunque. Ma simultaneamente alla riunione europea a Parigi, il presidente francese ha annunciato che non avrebbe estradato la terrorista rossa Marina Petrella. " Per ragioni umanitarie" è la spiegazione ufficiale. A mio modo di vedere inaccettabile: la signora Petrella, sebbene gravemente malata, resta una brigatista condannata all'ergastolo. Spetta all'Italia decidere in merito alla grazia o alla sospensione della pena e dunque Parigi doveva estradarla, a meno che Sarko non si fidi dell'Italia e dunque lo consideri un Paese del Terzo Mondo. Prendendo in considerazione la variabile Carlà, però, tutto diventa chiaro: la Petrella è protetta da Valeria Bruni Tedeschi e da alcuni intellettuali di sinistra. Valeria ha sensibilizzato la sorella Carla, la quale, mentre il mondo era sull'oro del collasso si è rivolta al marito. A modo suo ovvero in pressing asfissiante, perché la signora Bruni ottiene sempre quel che vuole. E Sarko, verosimilmente esasperato, alla fine ha ceduto, contraddicendo la decisione presa due anni fa dal suo stesso governo che si era espresso a favore dell'estradizione. Insomma, ha preferito irritare l'Italia piuttosto che dire no a sua moglie e, tramite lei, alla sinistra radical-chic parigina, la stessa che difendeva l'altro terrorista Battisti. Che delusione. Qual è il vero Sarko, con o senza Carlà? Scritto in democrazia, Italia, francia Commenti ( 61 ) " (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Oct 08 Il vero debito americano è (forse) incolmabile George Bush tenta di rassicurare i mercati: "Siamo una nazione prospera e ci risolleveremo dalla crisi", ha dichiarato. Me lo auguro di cuore, ma non tutti sono ottimisti. Non lo è l'economista Martin Feldstein, come spiego in un articolo uscito oggi sul Giornale. Negli ultimi giorni l'Economist ha citato un dato spaventoso: il debito aggregato americano (ovvero famiglie, banche, imprese e pubblica amministrazione) è pari al 358% del Pil ovvero 51miliardi di debiti rispetto a un Pil di 14 miliardi. Massimo Mucchetti ha analizzato i sette errori del capitalismo americano, citando, oltre a queste, anche altre cifre inquietanti: l'esposizione della finanza è passata dal 21% del Pil nel 1980 al 116% nel 2007. Non sono un economista, ma un po' me ne intendo e la situazione mi sembra la seguente: l'economia americana è sommersa dai debiti, ma per un meccanismo assurdo che nessuno ha contrastato per oltre un decennio la crescita economia è dipesa e continua a dipendere dai consumi (che contano per il 70% del Pil), che a loro volta sono alimentati dalla finanza e dunque in ultima analisi dal debito. Ora la finanza è a corto di ossigeno, come fa l'America a rialzarsi in tempi brevi? Ho il sospetto che il fossato sia incolmabile: il peggio deve ancora venire? Scritto in economia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 41 ) " (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Oct 08 Banche, Veltroni sbaglia. Anche la sinistra ha le sue colpe Ieri sera Ballarò, Walter Veltroni ha dichiarato che "l'attuale crisi finanziaria è colpa della destra". Davvero? A me sembra che, in Italia, solo un politico ha visto per tempo arrivare la crisi e si chiama Giulio Tremonti, mentre a sinistra solo certi pensatori no global oggi possono affermare di aver sempre criticato lo strapotere del sistema finanziario. Invece la cosiddetta sinistra moderata mi è sempre parsa piuttosto compiacente, anzi ricettiva, nei confronti delle banche sia a livello nazionale sia internazionale. Vogliamo ricordare la vicenda Unipol? Profumo non è considerato un banchiere prodiano? In genere per anni i leader della sinistra sembravano non avere altro desiderio che farsi accreditare in quel mondo, con modalità tipicamente provinciali in Italia; più elaborate all'estero. Blair ha contribuito in modo decisivo alla gigantesca "finanziarizzazione" della Gran Bretagna con relativa esplosione del debito privato; le leggi americane che hanno consentito la diffusione del virus dei subprime e la deregolamentazione dei prodotti derivati più a rischio risalgono al 1999 e al 2000: sono state approvate in piena era Clinton. Sia chiaro: anche i partiti della destra moderata hanno le loro colpe. soprattutto nel mondo anglosassone. Quelle due leggi furono proposte, tra gli altri, dall'attuale consigliere di McCain, mentre l'Amministrazione Bush ha gravi responsabilità nel non aver nemmeno tentato di contrastare le pratiche immorali di banche mai sazie e onnipotenti. Tornando all'Italia, Prodi ha forse adottato misure per regolamentare e frenare le banche? Niente affatto, il cuneo fiscale ha finito per agevolare soprattutto gli istituti di credito, che hanno visto esplodere gli utili, ma la cui aliquota è scesa. La sinistra moderata (Pd e discendenti) è sempre stata molto amica del mondo finanziario. Veltroni lo ha già dimenticato? Scritto in economia, globalizzazione, democrazia, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) " (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 06Oct 08 L'egoismo della Germania può mettere a rischio anche l'euro Riepiloghiamo: dopo il crollo del muro di Berlino la Germania (cancelliere era Kohl) optò per una riunificazione monetaria con l'ex Ddr che sfidava il buon senso e che infatti si dimostrò largamente deficitaria, visto che ancora oggi i leander dell'est sono in difficoltà. Risultato: l'economia europea si fermò e rimase stagnante per tutti gli anni Novanta. La Germania impose al resto d'Europa i cinque criteri di Maastricht come condizione per dare il via libera all'euro; miravano a rendere la struttura finanziaria dei paesi membri della Ue simile a quella tedesca. Quei cinque criteri erano arbitrari in quanto non includevano altri indicatori economici fondamentali, ma i partner europei risposero presente e accettarono le pretese tedesche. Ora però è l'Europa che invoca solidarietà o perlomeno un coerente coordinamento tra i Paesi principali per gestire la crisi bancaria. Ma Berlino fa di testa sua: non solo boccia le richieste di Sarkozy e Berlusconi sulla creazione di un fondo comune, ma annuncia a sorpresa la tutela statale di tutti i depositi bancari privati in Germania. Una mossa volta a tutelare i risparmiatori tedeschi dal rischio crash, che può essere legittima e anche giusta ma che va presa di conune accordo con gli altri partner, altrimenti il rischio è che milioni di cittadini europei decidano di trasferire in Germania i propri conti, il che renderebbe ancora più instabile il sistema bancario europeo. Il ministero delle finanze afferma di "non volere un piano europeo perché vuole tenersi le mani libere e agire in modo indipendente". Ma allora perché varare l'unione economica e monetaria se non si è disposti a rispettarne lo spirito fino in fondo e soprattutto in momenti difficili come questi? Intanto il Financial Times avverte: se l'Unione europea non elabora una risposta corale la crisi potrebbe diffondersi rapidamente con dinamiche imprevedibili e a quel punto persino l'euro potrebbe essere a rischio. A che cosa mira la Germania? Scritto in europa, germania, Italia Commenti ( 89 ) " (7 voti, il voto medio è: 3.29 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Oct 08 La crisi dei giornali si risolve su Internet Leggo sul Sole 24Ore che gli editori si oppongono al progetto del governo di pubblicare atti provvedimenti solo su Internt, con la conseguente cancellazione dell'obbligo di pubblicare delle sentenze di condanna sui giornali. Li capisco: sono una fonte di introito che, nell'attuale clima di recessione, anche pubblicitaria, è sempre più importante. Leggo delle traversie dei piccoli giornali, di qualunque orientamento politico (dal Manifesto alla Padania), che con la riduzione dei contributi pubblici rischiano di scomparire. Li capisco: la chiusura di testate è sempre dolorosa. Leggo gli ultimi dati di sulla diffusione dei quotidiani che dimostrano una calo generalizzato delle vendite. Non bastano più libri, Cd, allegati vari a sostenere le edicole, che infatti tendono a diminuire di numero, perlomeno nelle grandi città. Gli editori sono preoccupati e li capisco. Non capisco però l'ostinazione con cui il mondo dei giornali si ostina a negare la realtà, che è molto semplice: il processo di trasferimento dei lettori dalla carta stampata a Internet è più rapido del previsto. I giornali di partito non devono necessariamente essere stampati su carta: un bel sito internet permetterebbe loro, anzi, di avere più lettori. E costerebbe meno. Gli editori non possono pensare di sorreggere i propri bilanci con gli annunci dei tribunali, nè con strumenti secondari come gli allegati. Lo penso da tempo e lo ribadisco: i quotidiani si salveranno solo se smetteranno di guardare al futuro usando i parametri del passato e se inizieranno a elaborare strategie per rendere sempre più sinergici il giornale tradizionale e il sito Web nonché a elaborare nuove strategie di raccolta pubblicitaria on-line. Il processo non è semplice, ma non ha alternative. Chi lo fa bene salva sia l'edizione cartacea che quella on line, vedi i successi del Guardian. Chi si ferma è destinato a soffrire sempre di più. Il mondo può andare avanti senza giornali, ma non può più fare a meno del Web. O sbaglio? Scritto in Italia, giornalismo Commenti ( 26 ) " (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Sep 08 Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato Gli americani hanno detto no al piano da 700 miliardi e la ragione, come spiego in un editoriale, in fondo è semplice: si sono ribellati a un'élite politica e finanziaria che da tempo tradisce il rapporto fiduciario con il popolo. Un tradimento gigantesco, infido, sproprozionato. La casta dei supermanager ha preso il controllo delle principali aziende del Paese e ha trovato la controparte in una classe politica attivamente complice o messa a tacere a colpi di finanziamenti elettorali ed efficacissime (spesso laute) pressioni lobbistiche. Il tutto condito da dosi massicci di spin ovvero di manipolazione dell'opinione pubblica. In questi anni troppo spesso la Casa Bianca ha abusato della buona fede del popolo americano, strumentalizzando le paure dell'11 settembre, agitando lo spettro di una catastrofe nucleare per giustificare la guerra in Irak, sottovalutando l'uragano Katrina e poi reagendo in modo sproporzionato a Gustav. Un'Amministrazione, quella di Bush, che, sebbene formalmente liberista, in nome della lotta al terrorismo ha devoluto miliardi di dollari alle aziende della Difesa e non ha fatto nulla per impedire la bolla debitoria creata sui mutui subprime (ma non solo), da un mondo finanziario straordinariamente senza scrupoli. Il popolo americano ha impiegato tanti anni a rendersene conto, ma una volta preso coscienza del grande raggiro della casta ha reagito con veemenza. Sono stati gli elettori a costringere i deputati (per la maggior parte repubblicani ma con una forte minoranza democratica) a respingere il piano da 700 miliardi, per una ragione in fondo semplice: non si fidano più della parola di chi governa. Di Bush ovviamente, ma quando il segretario del Tesoro Paulson evoca scenari catastrofici pensano che menta e vedono in lui soprattutto l'ex presidente di Goldman Sachs che tenta di salvare i suoi sodali di Wall Street. Non so come andrà finire questa crisi. Le implicazioni sono davvero colossali e il prezzo della ribellione del popolo americano rischia di essere tragico per tutto il mondo, ma la lezione è chiara: la credibilità è un valore sacro in democrazia. Le tecniche spin consentono di abusarne, ma alla lunga si ritorcono contro chi le promuove. Vale per gli Stati Uniti, ma anche per i governi europei di destra e di sinistra: in un mondo in crisi la gente pretende dalla classe politica autorevolezza, solidità e almeno un pizzico di sincerità. Chissà se Berlusconi e Veltroni se ne rendono conto. Scritto in democrazia, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 56 ) " (8 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 29Sep 08 Sale la disoccupazione. E ora attenti alla questione immigrati. La disoccupazione aumenta in Italia: in un anno è salita dal 5,7 al 6,7%. Quella degli stranieri residenti nel nostro Paese ancor di più dal 7,6% all'8,8%. Fino ad oggi valeva il principio secondo cui l'immigrazione aveva un'utilità sociale: esistono molti mestieri che gli italiani non vogliono più fare o per i quali non sono più formati vista l'inefficacia di molte scuole professionali. Ora però il quadro potrebbe cambiare. Gli immigrati continuano ad arrivare, nonostante le misure adottate recentemente dal governo Berlusconi. La domanda che mi pongo è la seguente: con l'economia ferma (e la crisi purtroppo è destinata a durare a lungo, visti gli effetti devastanti sul sistema bancario) fino a che punto l'Italia può permettersi di assorbire altri extracomunitari? Non si tratta di essere buonisti o intransigenti, bensì realisti: già adesso per molti immigrati la scoperta dell'Europa è traumatica. Arrivano qui pensando che sia l'Eldorado e si trovano marginalizzati o sfruttati prima di ritagliarsi una situazione stabile. L'impatto sociale è notevole, come ben sappiamo. basta vedere la situazione in certe scuole pubbliche, dove gli allievi italiani sono in minoranza. Esistono irrisolti problemi di integrazione e di adattamento ai nostri costumi sociali. Quando l'economia tira i problemi sociali tendono a trovare più facilmente soluzione, ma quando si ferma tendono a inasprirsi. Nei prossimi mesi la situazione rischia di diventare ancor più pesante. Molti extracomunitari perderanno il lavoro, ancor più degli italiani, e quelli che arrivano non troveranno sbocchi, finendo facilmente preda della criminalità o vivendo in condizioni disumane. Il che significa nuove tensioni, nuovi disagi, sempre più diffidenza (e anche razzismo) verso gli stranieri extra-Ue, visto che l'Italia non è ancora pronta ad essere autenticamente multiculturale. A chi conviene tutto questo? E' vera solidarietà umana? Il limite è già stato superato? Scritto in Italia, immigrazione Commenti ( 28 ) " (7 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Sep 08 Attenti, Londra tollera la Shaaria. Qualche mese fa, l'arcivescovo di Canterbury si era detto favorevole all'introduzione della legge islamica, la Shaaria, in Gran Bretagna. Ora quel progetto prende sostanza. A passettini, ovviamente, e tra mille distinguo, ma la tendenza è chiara. Se n'è accorta Enrica Garzilli nel suo bel blog Orientalia4all . Trattasi di questo: il governo britannico ha di fatto deciso di tollerare le Corti islamiche sul proprio territorio, che non sono autorizzate ad emettere sentenze, ma possono svolgere un ruolo di arbitrato in casi di diritto civile. Ovvero: se due musulmani litigano, ci si può rivolgere a un giudice islamico che tenterà di dirimere la questione prima di adire le vie legali. Il governo assicura: la legge britannica resta sovrana. Ma come osserva il Times di fatto si legalizza un sistema parallelo che tende ad espandere la propria influenza. Qualche esempio: in un caso di eredità senza testamento, a ognuno dei due figli maschi è stata accordata una quota doppia rispetto a quelle attribuite alle tre sorelle femmine (il diritto inglese prevede quote identiche e vieta la discriminazione per sesso). Secondo fonti di stampa le cinque corti avrebbero esaminato anche sei casi di violenza domestica. Il risultato? Le sei moglie picchiate hanno ritirato la denuncia presentata in polizia. Mi sembra una deriva molto pericolosa, che infrange il buon senso, i principi di uguaglianza e scoraggia l'integrazione degli immigrati. Domanda: c'è ancora qualcuno che intende sostenere il modello comunitario inglese? Io dico: alla larga da certi esempi. Scritto in democrazia, immigrazione, islam Commenti ( 118 ) " (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Conti dormienti, attese deluse un tesoretto di soli 1,8 miliardi (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 17-10-2008)

Argomenti: Alitalia

IL CONTEGGIO DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA SU BANCHE E POSTE Conti dormienti, attese deluse un tesoretto di soli 1,8 miliardi [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA E' poca cosa rispetto alle attese, il tesoro nascosto dei "conti dormienti". Come ampiamente previsto da chi sa di cose bancarie, parecchi dei "dormienti" si sono svegliati: avvertiti del rischio di perdere i soldi, molti titolari di conti non toccati da dieci anni li hanno rivendicati. Il conteggio provvisorio che trapela dal ministero dell'Economia è di meno di 2 miliardi di euro, circa 1,8. Per giunta fino al 16 dicembre sarà ancora possibile "svegliarsi" in extremis. In sé non si tratta di una somma piccola; ma dovrà essere spartita tra molti usi. Ovvero: 1) deve finanziare nel 2009 la "carta acquisti" o Social card, 80 euro ogni due mesi per aiutare anziani e famiglie bisognose, circa 1,3 milioni di persone in tutto; 2) deve indennizzare i risparmiatori colpiti dai crac finanziari del 2001-2005, tipo Cirio, Parmalat, Argentina; 3) deve risarcire i piccoli azionisti Alitalia. Meno di un miliardo è venuto dalle banche, 800-850 milioni dai depositi postali. Già da qualche tempo le grandi banche, più rapide nel fare i conti dopo la prima scadenza del 16 agosto, avevano fatto capire che non c'era da aspettarsi gran che. Erano state alcune associazioni di consumatori a far salire le aspettative, sparando cifre fino a 10 miliardi. In entrambe le passate legislature, differenti maggioranze avevano usato i "conti dormienti" per finanziare spese che non sapevano in quale altro modo coprire. La Social card nella forma attuale costa circa 625 miliardi all'anno, e dal 2009 i fondi in bilancio mancano ma potrà contare anche sul gettito delle multe comminate dall'Antitrust. Per i 40.000 azionisti dell'Alitalia servono almeno 300 milioni di euro. Le cifre sui crack finanziari precedenti sono incerte; ma un miliardo almeno pare ci voglia. Per giunta i tempi saranno lunghi. Appena qualche giorno fa il Consiglio di Stato ha chiesto una "riscrittura integrale" del regolamento approntato dal ministero dell'Economia. La ragione principale sta nella necessità di meglio coordinare la spartizione del fondo tra i diversi usi stabiliti da tre o quattro leggi successive. Il rimborso non è garantito. Ricorda Domenico Bacci del Siti, sindacato italiano per la tutela dell'investimento: per mettersi al sicuro "i risparmiatori vittime dei crack devono agire in giudizio nella speranza di ottenere una sentenza definitiva che attesti il danno economico".

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Lufthansa vuoleil mercato tricolore, con o senza Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Le indiscrezioni sulla stampa tedesca Testa a testa con Air France per entrare nella cordataMa c'è un piano B per rafforzarsi nel nostro Paese AZIONARIO 18/10/2008 leadership europeaLa sfida con i francesi per la supremazia passa anche attraversoAustrian Airlines 18/10/2008.

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Ma con i sindacatila trattativa èancora in salita (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Il contratto ROMA. Ancora in alto mare la trattativa tra sindacati e Cai per il nuovo contratto dei dipendenti di Alitalia. Le distanze restano forti, in un quadro che negli ultimi giorni si è ulteriormente complicato per la decisione dei piloti di Anpac ed Up di disertare gli appuntamenti che riguardano la loro categoria. I piloti, appoggiati anche da Federmanager, hanno chiesto a Roberto Colaninno e Rocco Sabelli una trattativa separata. Gli incontri con i sindacati andranno avanti probabilmente anche dopo il 22 ottobre, ultima data, per il momento, in calendario. Per Alitalia, Cai vuole un contratto aziendale, mentre l'obiettivo dei dipendenti è di andare verso un nuovo contratto del trasporto aereo. Intanto per lunedì prossimo è fissato anche un nuovo appuntamento tra i sindacati e il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, per un aggiornamento sulla situazione aziendale. Il commissario sta valutando gli asset e i rami aziendali che non saranno rilevati da Cai per essere assegnati alle aziende scelte tra quelle che hanno presentato manifestazioni di interesse. Intanto, il personale di Meridiana rischia la cassa integrazione. Ad affermarlo, la stessa compagnia dell'Aga Khan. Motivo: l'esame deciso dall'Enac su tutte le proposte presentate per il bando sulla continuità territoriale aerea. Contro questa decisione, Meridiana pensa di ricorrere al Tribunale amministrativo del Lazio. 18/10/2008.

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Fiumicino, il porto ecosostenibile Presentato ieri il progetto della struttura turistica: costerà 325 milioni di euro per 1445 posti barca (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Luciana Cimino CI SONO voluti quasi 30 anni, ma ora il nuovo porto turistico di Fiumicino si farà e sarà il più grande d'Italia. 1445 posti per imbarcazioni e una struttura che, una vol- ta a regime, dovrebbe fornire lavoro a 2200 persone. Un dettaglio questo non di poco conto se si pensa alla crisi dell'Alitalia e alle ricadute occupazionali sulla cittadina. "Il Lazio è la frontiera della crisi economica, a partire dai settori della sanità e del distretto aereoportuale - ha detto il presidente della Regione, Piero Marrazzo-. Fiumicino non può essere accompagnata solo con ammortizzatori sociali ma anche con progetti di sviluppo che integrino sostenibilità economica e ambientale". I lavori cominceranno nel 2009 e dureranno 6 anni per una spesa complessiva di 325 milioni di euro. Il risultato sarà il primo porto turistico ecosostenibile del Paese, costruito secondo tecniche di bioedilizia e con materiali a basso impatto ambientale. Nel cantiere navale sarà inoltre sperimentato l'utilizzo del rifornimento ad idrogeno per l'alimentazione dei motori. E la costruzione del nuovo porto "trascinerà anche un sistema d'infrastrutturale, di viabilità e collegamenti che verranno rafforzati", ha sottolineato Esterino Montino, assessore regionale all'urbanistica. Saranno quindi ristrutturati e adeguati al volume di traffico il lungomare della Salute (che diventerà un unicum da Porto Canale al Faro), via Lorenzo Bezzi e via Monte Cadria, per il collegamento secondario con Ostia. Il porto diventa, per Montino, "un'occasione per valorizzare un territorio, quello della foce nord del Tevere, fortemente inquinato e degradato". Torna dunque alla ribalta la questione della riqualificazione degli argini del Tevere e della sua foce. Giovedì l'annuncio dell'assessore regionale al turismo, Claudio Mancini, di un accordo tra Regione, Comune e le Provincie di Roma e Rieti per la realizzazione di 14 approdi lungo i cento chilometri navigabili del fiume e la ristrutturazione di quelli di Ostia Antica e Ponte Marconi. La giunta Alemanno, che finora si è occupata di Tevere solo in relazione alle baracche sulle sponde di rom e migranti, attraverso l'assessore all'ambiente Fabio De Lillo, parla di interventi di bonifica del fiume, dell'istituzione di reparti appositi dei vigili urbani e dell'Ama, e di ascensori in sostituzione di alcune scale non a norma. Alcuni di questi progetti erano già in cantiere della precedente amministrazione. "Sembra che si cominci a capire che non bastano reticolati e militari, la sicurezza si ottiene facendo "vivere" il fiume", ha commentato Athos De Luca, consigliere comunale del Pd e presidente dell'associazione "Ripartiamo dal Tevere". "La situazione viene affrontata ora ma la verità - dice Mauro Pica Villa, amministratore delegato della Battelli di Roma - è che più volte sono stati finanziati soldi per la riqualificazione degli argini e per la bonifica delle acque e mai sono stati utilizzati". "Per tornare a passeggiare sulle rive in sicurezza - continua Pica Villa - c'è bisogno di un coordinamento delle politiche sul Tevere, serve un ufficio apposito che si occupi della sua praticabilità".

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Walter neo-comunista e D'Alema furioso (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 78 ) " (32 votes, average: 3.78 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 118 ) " (45 votes, average: 3.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni canarino: Sullo sfascio della sinistra io ho una mia teoria, che potrebbe anche essere sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE: "SALVATORE" Ho letto che dici castronerie ed è vero, ma dici anche bugie ed... Stephan: Vorrei fare un commento sulla qualita' della nostra scuola. Vorrei evidenziare come la nostra scuola... Paola: A proposito della riforma Gelmini, voglio dire la mia: sono un'insegnante elementare, amo il mo lavoro e... Mulas: PER WOLF Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel colle sorge l'edificio del CIS progettato da... 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Scuola, chi ha paura della Gelmini (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 78 ) " (32 votes, average: 3.78 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 118 ) " (45 votes, average: 3.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni canarino: Sullo sfascio della sinistra io ho una mia teoria, che potrebbe anche essere sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE: "SALVATORE" Ho letto che dici castronerie ed è vero, ma dici anche bugie ed... Stephan: Vorrei fare un commento sulla qualita' della nostra scuola. Vorrei evidenziare come la nostra scuola... Paola: A proposito della riforma Gelmini, voglio dire la mia: sono un'insegnante elementare, amo il mo lavoro e... Mulas: PER WOLF Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel colle sorge l'edificio del CIS progettato da... 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Tonino rispedisce Veltroni sul bus contrordine compagni (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 78 ) " (32 votes, average: 3.78 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 118 ) " (45 votes, average: 3.22 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni canarino: Sullo sfascio della sinistra io ho una mia teoria, che potrebbe anche essere sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE: "SALVATORE" Ho letto che dici castronerie ed è vero, ma dici anche bugie ed... Stephan: Vorrei fare un commento sulla qualita' della nostra scuola. Vorrei evidenziare come la nostra scuola... Paola: A proposito della riforma Gelmini, voglio dire la mia: sono un'insegnante elementare, amo il mo lavoro e... Mulas: PER WOLF Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel colle sorge l'edificio del CIS progettato da... 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Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli psico-comici della politica Girotondo attorno a Walter Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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La manovra del governo accentua gli effetti negativi (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Di Bianca Di Giovanni Il governo annuncia a parole una nuova stagione Keynesiana: più Stato per aiutare l'economia. Finora, però, lo Stato si è mosso solo per banche e amici imprenditori (vedi Alitalia). Intanto sulla crescita, quella famosa "economia reale", è stata innescata la marcia indietro: disseccati i fondi per le infrastrutture, taglieggiati quelli per il Sud, dimenticati i bisogni delle famiglie che hanno a che fare con banche sempre meno credibili. Insomma, il governo fa l'esatto contrario di quello che dice. Fa arretrare lo Stato dove servirebeb, e lo fa procedere in territori impropri. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: economia in ristagno. Infrastrutture Con la finanziaria del 2009 il tagli a infrastrutture e trasporti superano i 4 miliardi di euro (vedi scheda). Lo hanno denunciato ieri i deputati del Pd Andrea Martella (ministro "ombra" del partito) e Raffaella Mariani (capogruppo in commissione Ambiente), producendo un elenco dettagliato dei tagli. "La realtà è esattamente il contrariod elgi annunci che il nostro premier fa", denuncia Mariani. "Finora si è parlato di fabbisogno finanziario, ma non si è indicata la copertura", aggiunge Martella. Insomma, si declamano grandi cifre sui giornali, ma sulle carte (quelle vere) le risorse si tagliano. Il Dpef di luglio indicava lo stanziamento di 14 miliardi per le opere pubbliche, ma nelle tabelle della Finanziaria quei soldi non ci sono. Il taglio si somma al miliardo e mezzo circa sottratto alle infrastrutture di Sicilia e Calabria per finanziare l'azzeramento dell'Ici. A questo si aggiungono gli ulteriori tagli per le Ferrovie (un miliardo e 200 milioni circa) che si abbattono su un bilancio a rischio crack. La situazione del trasporto locale è talmente compromessa, che i consiglieri regionali hanno minacciato di restituire le deleghe allo Stato. "La domanda è in aumento vertiginoso - spiega Martella - e non si è più in grado di soddisfarla". Anche qui: lo Stato arretra. E magari finisce proprio come con l'Alitalia. Quel che resta sono solo annunci a mezzo stampa. Si è parlato di 30 miliardi da capitali privati per le opere pubbliche, ma non c'è ancora nulla. Si è profilata la possibilità di un fondo presso la Cassa depositi e prestiti, che per l'appunto sarebbe un prestito. Anche qui: solo dichiarazioni. Si ripete che la Bei erogherà risorse: ma per quel progetto i tempi sono molto lunghi. Nel frattempo il Paese si ferma. Mezzogiorno Per il Sud la propaganda keynesiana ha il sapore della beffa. Calabria e Sicilia hanno pagato l'Ici dei ricchi. Poi, con la manovra triennale è arrivato un taglio alla voce sviluppo e riequilibrio economico di quasi 8 miliardi nel triennio (1,8 nel 2009; poi 2,2 e 3,9). Altra girandola di tagli si è avuta sui Fas, i fondi strutturali europei che Prodi aveva voluto stabilizzare con un finanziamento di 120 miliardid i qui al 2013, di cui 105 al mezzogiorno, in modo da facilitare il contributo europeo (che arriva solo se c'è quello nazionale). Ma da quella "borsa" si continua ad attingere per finanziare spese correnti, invece che gli investimenti previsti. Da lì sono arrivati i "soccorsi" a Roma e Catania. Gli ultimi boatos dicono che vogliono utilizzarli per finanziare la Tav. In ultimo, si è eliminato in corsa il credito d'imposta per gli investimenti. "Dicono che non è coperto - spiega Sergio D'Antoni - Ma bastava verificare le domande e accogliere quelle coperte. Invece si è bloccato tutto, tanto per danneggiare ancora di più l'economia". Famiglie Nessuno sgravio sui nuclei più poveri, nessun aiuto diretto, tagli ai servizi come scuola, Università e asili. Non sembra proprio un new deal del Terzo millennio. Anche sul fronte dei mutui, vera emergenza in tempi di crisi finanziaria, il governo potrebbe fare più di quanto annunciato. Il Pd ha preparato un emendamento al dl salva-banche che "prevede l'abolizione dell'euribor e il collegamento del mutuo direttamente al tasso di sconto della Bce", spiega Francesco Boccia. Questa proposta consentirebbe una riduzione immediata per un mutuo medio sulla casa pari a 150 euro al mese. Ma il governo la accetterà?.

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Affari in piazza - ettore livini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia AFFARI IN PIAZZA CONTRAEREA SARDA ETTORE LIVINI Meridiana si affida alle carte bollate per difendere il mercato dei voli per la Sardegna, ma dopo l'ammissione di Alitalia (con mille deroghe illegali, sostiene la compagnia) alla gare per le rotte della prossima stagione, avvia un programma di cassa integrazione. A scatenare l'offensiva della società dell'Aga Khan è stato il recente ammorbidimento delle norme per il bando delle tratte invernali da e per l'isola. Il Governo ? per Meridiana ? avrebbe abbassato all'improvviso l'asticella affinché la Magliana partecipi all'asta non avendone i requisiti. Ciò influenzerà i conti del gruppo, al punto che l'aerolinea di Olbia è corsa ai ripari mettendo a punto un piano di taglio costi che in breve porterà alla cassa integrazione. Il braccio di ferro con la nuova Alitalia è solo all'inizio. Meridiana, infatti, sarebbe pronta a offrire una partnership strategica a chi tra Air France e Lufthansa verrà "scartato" dalla Cai.

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ROMA - Ancora fumata nera a Montecitorio per l'elezione del giudice costituzionale. Ier (sezione: Alitalia 2)

( da "Messaggero, Il" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Di CLAUDIO SARDO ROMA - Ancora fumata nera a Montecitorio per l'elezione del giudice costituzionale. Ieri hanno votato soltanto 87 parlamentari su 952. E tutto fa pensare che il numero legale mancherà anche nei due scrutini già fissati per lunedì. In scena c'è lo stallo. Ma dietro le quinte qualcosa si muove. Dopo l'ambasciata dei capigruppo del Pd, con la richiesta di separare l'elezione del giudice da quella del presidente della commissione di Vigilanza Rai, ieri Berlusconi ha delineato con Gasparri, Cicchitto e Bocchino a Palazzo Chigi la strategia delle prossime giornate. Fino a lunedì varrà l'offerta al Pd: se farà marcia indietro e voterà Gaetano Pecorella, allora anche Leoluca Orlando verrà eletto alla presidenza della Vigilanza. Se invece il Pd insisterà nel rifiuto, allora Orlando non farà il presidente. Berlusconi ha delegato ai capigruppo la scelta se separare o tenere unite le due trattative. Ma per il premier un collegamento è ineliminabile: "Se ci impongono di cambiare candidato, Orlando non sarà mai eletto". La realtà comunque è che la candidatura di Pecorella è ormai tramontata. Nei primi due scrutini di giovedì a Pecorella sono mancati anche un centinaio di voti del suo schieramento, oltre a quelli di Pd e Idv. E vista la natura dell'obiezione di Finocchiaro e Soro (una interpretazione della legge istitutiva della Corte, in base alla quale l'inchiesta giudiziaria ancora in corso su Pecorella imporrebbe alla Consulta di votare per la prima volta nella sua storia l'autorizzazione a procedere) non sembra possibile un ripensamento. Nell'ultimo faccia a faccia con Soro, Gasparri ha detto: "Vi conviene votare Pecorella, perché la bocciatura di Orlando comporterà molti più problemi nel vostro schieramento". Ma Soro ha confermato la nuova linea della separazione: "Siamo pronti a votare un nuovo candidato da voi designato. Senza scambi. Di Vigilanza parleremo dopo". Il Pdl ha anche pronti i nomi alternativi: Giorgio Spangher, ex componente del Csm, e Donato Bruno, presidente della prima commissione alla Camera. Spangher sembra preferito. Ma la decisione finale è solo di Berlusconi. Che la renderà nota all'ultimo momento. Il nodo si scioglierà con ogni probabilità martedì. Anche perché il governo non può permettersi ulteriori rinvii (il decreto Alitalia scade il 27 ottobre) e la Lega si sta spazientendo. Poi la patata bollente passerà al centrosinistra. La linea della separazione è stata decisa insieme da Pd e Idv. Ma la sintonia futura dipenderà molto dall'Abruzzo. Se, come pare, le strade di Pd e Idv si divideranno alle regionali, il conflitto potrebbe essere anticipato in Vigilanza, dove il Pd chiederà all'Idv di "farsi carico dello stallo" e di impedire che "la prepotenza del Pdl su Orlando" si trasformi in un colpo all'intera opposizione. In altre parole, il Pd potrebbe chiedere all'Idv di presentare un nome alternativo per evitare che il Pdl scelga un suo uomo o elegga a dispetto il radicale Marco Beltrandi. E il rifiuto di Di Pietro significherebbe rottura. Ieri intanto i radicali hanno organizzato una protesta plateale nell'aula semideserta, aprendo uno striscione con la scritta: "Fino a quando?". Poi Pannella e Bonino hanno scritto al Capo dello Stato, parlando di "violenza contro la legalità istituzionale" e chiedendo un incontro. Intanto un'altra radicale, Rita Bernardini, ha annunciato il suo no preventivo a Spangher "che in passato ha dimostrato più assiduità di lavoro all'università che al Csm". Appelli a fare presto sono stati invece nuovamente lanciati da Schifani e Fini. "Mi auguro che il fine settimana porti consiglio - ha detto il presidente del Senato - e che lunedì o martedì il Parlamento dia un segno di vitalità". "I nodi sono politici - ha aggiunto Fini - ma confido nella responsabilità dei dirigenti".

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La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

LE AGENZIE DI VIAGGIO il caso Effetto Cai prezzi salati da Caselle Sui biglietti per Napoli e Roma +22-28% "L'allineamento tariffario con AirOne danneggia anche noi operatori" La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari ANGELO CONTI Alitalia e AirOne hanno allineato le loro tariffe per i voli da Torino. Il volo più gettonato, cioè il Roma Fiumicino, è passato da una tariffa minima di 82 euro ad una di 105 euro (tasse comprese) con un incremento del 28%. Il volo su Napoli Capodichino ha invece ora una tariffa minima di 82 euro (si partiva da 67-72 euro), e cresce quindi di circa il 22%. E' la prima evidente conferma dell'effetto Cai che, eliminando la concorrenza fra le due più importanti compagnie, finisce col danneggiare (come previsto) l'utente finale. Sono intanto state effettuate alcune correzioni di orario e di frequenza, per adesso minime ma probabilmente molto più incisive in un prossimo futuro. Sulla rotta per Roma si prevede una diminuzione di circa 10 frequenze giornaliere, fra Alitalia ed AirOne, mentre su Napoli potrebbero passare da 6 a 2. Da segnalare, in questo contesto, che la compagnia low-cost Blu Express ha terminato le sue promozioni ed ora vende il volo su Roma a partire da 44 euro. Sempre Blu Express ha pronto un piano per raddoppiare i suoi voli verso la Capitale (passeranno da 3 a 6). Dovrebbe essere inoltre imminente l'annuncio ufficiale dei collegamenti EasyJet sempre per Roma, probabilmente operativi dal prossimo gennaio ad una tariffa minima di 22 euro. Questa situazione ha colpito anche la Fiavet, l'associazione fra le agenzie di viaggio di Piemonte e Valle d'Aosta: "Prendiamo posizione - ha dichiarato il presidente Fiavet Carlo Bortott - contro l'allineamento tariffario praticato da Alitalia ed AirOne che, favorite dall'eliminazione della reciproca concorrenza sullo scalo piemontese, hanno alzato del 28% le tariffe minime su Roma e del 22% quelle su Napoli. Questo comportamento danneggia non solo il passeggero ma soprattutto gli operatori del settore, attraverso la lievitazione dei prezzi proprio in un momento in cui il mercato è in fibrillazione per le ricadute della situazione economica negativa. Ci aspettiamo che venga chiarito il comportamento delle Compagnie per tali decisioni che avvengono con sospetta contemporaneità alla vicenda Cai. Ci auguriamo che in tale situazione intervenga l'Antitrust che peraltro intende dettare misure volte a rendere neutro l'effetto dell'operazione Cai sui consumatori intervenendo sulle tariffe e sulla tutela dei diritti dei viaggiatori. La Fiavet Piemonte-Valle d'Aosta ha già inoltrato una segnalazione all'Autorità Garante del Mercato". Il presidente dell'Associazione Fly Torino ha dal canto suo mostrato preoccupazione per i possibili disagi all'utenza: "Al momento la prospettiva è quella di biglietti sempre più cari con un'offerta sempre più ridotta. E' indispensabile che Blu Express possa aumentare le frequenze su Roma, sempre in attesa di un possibile ingresso sulla rotta anche di EasyJet, che ha comunque anticipato orari non del tutto soddisfacenti".

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Inseguendo un bus che si chiama desiderio (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Cagliari e Provincia Pagina 1019 Incontro mancato tra un autista e un'adolescente che voleva diventare passeggera Inseguendo un bus che si chiama desiderio Incontro mancato tra un autista e un'adolescente che voleva diventare passeggera --> La borsetta scaraventata a terra e un grido strozzato in gola: poteva fermarsi (segue parolaccia). Chissà cosa ha perso di tanto importante quella ragazza in via Manno per colpa di un'autista del Ctm che aveva più fretta di lei di arrivare a destinazione. Un appuntamento di lavoro (magari di quelli che potrebbero cambiarti la vita) oppure più semplicemente col fidanzato o ancora più banalmente col Poetto per un tuffo fuori stagione. In ogni caso quel palo con la fermata a richiesta del Ctm dovrebbe rimanere piantato oltre che sulla cima della strada anche in un programma di rieducazione del personale che gestisce il trasporto pubblico. "Urbano", come si dice nelle trattative per il rinnovo del contratto, anche se non tutti ricordano il significato di quella parola. Perché lo scatto da centometrista e la preghiera al conducente di premere sui freni e aprire quelle dannate porte del bus si sono rivelate per quella ragazza un desiderio da film d'epoca. Diciamo che l'autista non si è accorto della preghiera urlata e inascoltata di un'adolescente, che, recuperata la borsetta, ha proseguito in lacrime verso la fermata successiva. Insomma, al volante è capitato un tizio duro d'orecchie. Hanno sentito tutti in via Manno, meno lui, nonostante i finestrini spalancati. La faccenda si potrebbe risolvere in pochi minuti con una visita accurata alla Asl per il rinnovo della patente. Ma i suoi colleghi magari potrebbero chiedersi se quello della ragazza lasciata a fine corsa (la corsa di lei) sia un caso isolato. Oppure se la tendenza di alcuni dipendenti a disbrigare sbuffando anche una semplice richiesta d'informazione non determini quel clima di ostilità dei passeggeri che mette sotto accusa il sistema del trasporto pubblico. Accadeva su Alitalia e capita ancora oggi su altre grandi aziende, ad esempio Ferrovie dello Stato (per non parlare di quelle della Sardegna) o Tirrenia, nutrite dai contribuenti per consentirgli di viaggiare e muoversi liberamente. Diritto garantito dalla Costituzione. Che purtroppo non approfondisce il tema della cortesia del personale verso chi sale su un mezzo pubblico. E chi stacca i biglietti chiaramente ne approfitta. GIAMMARIO GIGLIO.

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È rottura con i sindacati (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 215 la trattativa È rottura con i sindacati La trattativa --> "Non accettiamo tagli ai costi del personale". I sindacati rompono la trattativa con Meridiana e non escludono uno sciopero a stretto giro di posta. E alla società olbiese - che vorrebbe equiparare i contratti dei lavoratori a quelli dei futuri dipendenti di Cai (ex Alitalia) - rispondono in tono duro: "La competizione sui mercati non si vince a colpi di sforbiciate, ma con progetti industriali validi". Per Marco Bardini, esponente della Uil Trasporti, l'ipotesi di una revisione salariale parte da un presupposto sbagliato. "Meridiana è un'azienda sana: perché, allora, è necessario chiedere sacrifici ai dipendenti? Siamo comunque favorevoli ad aumentare la produttività della forza lavoro". ALITALIA Più esplicito Roberto Pesaresi, rappresentante Cgil degli assistenti di volo. "Il contratto di Cai è in fase di studio. Inoltre, lo si sta digerendo perché Alitalia viene da anni di deficit elevati. Meridiana, al contrario, ha chiuso soltanto il 2008 in rosso, ma dopo quarantacinque anni di risultati positivi". Insomma, per i sindacati il confronto con Cai è improponibile e le soluzioni per rendere più efficiente Meridiana non possono limitarsi a uno snellimento delle spese. L'INCONTRO La tensione, però, rimane altissima. E secondo Marco Bardini continuerà fino a quando l'azienda non abbandonerà il modello contrattuale della Cai. "Una scelta", tuona il leader sindacale, "che non considera le aspettative dei dipendenti". Anche i piloti dell'Anpac rifiutano l'impostazione del management di Meridiana. E ribadiscono i loro dubbi rispetto alle strategie della compagnia, basate in larga parte "sul trasferimento dei voli più remunerativi alla controllata Eurofly". LO SCIOPERO Con questo brusco stop delle trattative aumentano le possibilità di una mobilitazione. "Nei prossimi giorni, chiederemo il rinnovo del contratto", conclude il rappresentante della Uil Trasporti. "Probabilmente la società si rifiuterà e a quel punto saremo costretti a uno nuovo sciopero". MERIDIANA Polemico il commento della compagnia. "Parlare di costo del lavoro in riferimento a Cai è una strumentalizzazione del sindacato, che offende l'intelligenza dei lavoratori. Questo argomento", osserva Claudio Miorelli, consigliere d'amministrazione di Meridiana, "non era all'ordine del giorno. L'obiettivo resta uno solo: rendere più competitiva l'azienda. E su questo c'è convergenza con i sindacati". LANFRANCO OLIVIERI.

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Continuità, Meridiana ricorre al Tar (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 215 Aerei. L'Enac convoca le compagnie la prossima settimana per firmare le convenzioni Continuità, Meridiana ricorre al Tar Aerei.. L'Enac convoca le compagnie la prossima settimana per firmare le convenzioni E minaccia anche la Cassa integrazione per i dipendenti --> E minaccia anche la Cassa integrazione per i dipendenti L'Enac ammette cinque compagnie a firmare le convenzioni per la continuità territoriale. Ma Meridiana annuncia un ricorso al Tar. Cinque compagnie ammesse a partecipare al bando, ma slitta alla prossima settimana l'assegnazione delle rotte in regime di continuità territoriale tra la Sardegna e gli aeroporti di Roma e Milano. E Meridiana annuncia un ricorso al Tar contro l'ammissione di Alitalia e Air One CityLiner, due dei cinque vettori che hanno presentato proposta di accettazione degli oneri di servizio (gli obblighi della continuità). Non solo. La compagnia di Olbia minaccia anche di mettere in cassa integrazione il personale della compagnia. IL RICORSO Meridiana, già nei giorni scorsi, aveva mostrato non poche perplessità sulla gestione del bando di gara per la continuità territoriale. Ieri, dopo aver appreso che sono stati ammessi tutti e cinque i vettori che hanno presentato la domanda (oltre a Meridiana anche Eurofly, Air One, Air One CityLiner e Alitalia), la compagnia sarda ha annunciato un ricorso al Tar non solo per la questione legata alla mancata presentazione delle fideiussioni (questione superata dall'ordinanza del Tar che sposta i termini di deposito delle garanzie al momento dell'accettazione delle rotte). La compagnia sarda sostiene che alcune compagnie non abbiano i requisiti richiesti dal ministero dei Trasporti: per esempio, Alitalia è in possesso solo "di licenza provvisoria e ha dichiarato di non poter proseguire l'attività operativa oltre il 1° novembre", mentre ai vettori viene chiesto di garantire le rotte almeno per un anno. Inoltre, Alitalia non avrebbe neanche i requisiti richiesti sul fronte della regolarità e puntualità dei voli, mentre Air One CityLiner dispone di aerei da 90 posti, nonostante il decreto del ministero parli di mezzi da 140 passeggeri. L'ENAC Intanto, l'Enac ha convocato le compagnie per giovedì prossimo: i vettori, che dovranno mettersi d'accordo sulle frequenze dei voli, saranno chiamati a firmare le convenzioni per garantire la continuità territoriale a partire dal 26 ottobre. La fideiussione dovrà essere presentata entro il 23. Il bando sugli oneri di servizio per i collegamenti tra gli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia con Fiumicino e Linate prevedeva il deposito della fideiussione all'atto della manifestazione di interesse alla gara, poi il ministero ha fissato la scadenza al 17 ottobre. Il Tar invece ha stabilito giovedì un termine differente e che va incontro ad Air One e Alitalia, impegnate nella fusione prevista dal progetto Cai. Air One, peraltro, aveva chiesto al Tar che, come gli anni scorsi, il deposito avvenisse al momento dell'avvio dei collegamenti. GIUSEPPE DEIANA.

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VUOTO A SINISTRA (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 18-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Enzo Bettiza VUOTO A SINISTRA Uno dei riflessi politici più interessanti, non solo sul piano pragmatico in questo momento di crisi, è la reviviscenza delle idee e dei metodi socialdemocratici in Germania, in Gran Bretagna e, parzialmente, anche nella Francia di Sarkozy che nella sua équipe di governo contiene diversi socialisti di stampo liberale. Più che mai invece, in Italia, si avverte l'assenza a sinistra di una grande formazione socialdemocratica, proprio nelle ore in cui le capitali del mondo avanzato stanno passando dalla teoria del libero mercato alla pratica dell'intervento pubblico. La situazione italiana esibisce il paradosso che vede un ministro economico del centrodestra, il quasi colbertiano Giulio Tremonti, riempire quel vuoto appropriandosi di proposte e ricette che furono tipiche della socialdemocrazia classica e del keynesiano New Deal di Roosevelt. Sarà infatti Tremonti ad appoggiare in novembre, al vertice allargato del G8, una seconda Bretton Woods, quella che dal 1944 al 1971 stabilizzò un nuovo ordine monetario mondiale e accompagnò i "miracoli" dell'Europa distrutta dopo la fine della guerra; ed è sempre Tremonti il difensore impegnato da tempo nella difesa di un capitalismo etico. Un capitalismo più vicino alla società e al mondo del lavoro, depurato delle giocate d'azzardo speculative e rovinose per le banche e per le Borse. Al tempo stesso, nel pieno della crisi che sconvolge l'Europa dopo l'America, vediamo salire quasi al 70% l'indice di gradimento del governo Berlusconi. Ma tutto questo non va attribuito unicamente ai meriti, alcuni autentici e altri esagerati, di una maggioranza che sarebbe più capace dell'opposizione nell'affrontare la bufera in corso. Va attribuito soprattutto al vuoto dietro le affastellate barricate dell'opposizione. In altre parole, alla paralisi, alla non credibilità di una sinistra monomaniaca la quale, oltre a polemizzare contro ogni misura dell'esecutivo, dal ridimensionamento dell'Alitalia al maestro unico nelle scuole, non sa proporre nulla di più concreto e più responsabile che possa dare al Paese il senso di una sua partecipazione costruttiva al contenimento dei tracolli. Sembrano più utili e tempestivi i fondi sovrani e ambigui di Gheddafi che le manifestazioni e le tirate di Rifondazione, di Italia dei valori e dei ministri ombra del Pd. L'assenza, direi storica dopo le metamorfosi del 1989, di un vero e unico partito socialdemocratico italiano, collegato ai socialismi democratici europei, è stato il regalo più gratuito che la sinistra frastagliata, divisa, anacronistica, così spesso arrabbiata con se stessa, abbia potuto fare alla coalizione di destra. Mi collego qui agli ottimi articoli che sull'argomento hanno già scritto su queste colonne Emanuele Macaluso e Lucia Annunziata. Se ci fosse un'opposizione credibile, dice Macaluso, la destra potrebbe essere meglio ridimensionata dai fatti anziché dalle chiacchiere televisive. E, criticando i rifondatori con falce e martello, giudicando lo stesso partito di Veltroni anomalo rispetto alla sinistra europea, conclude: "Fuori dai partiti socialisti europei non c'è altro, a sinistra, che possa dare voce ai lavoratori e al tempo stesso guardare l'interesse generale della collettività nazionale e internazionale". A Macaluso fa da sponda Annunziata: "Un corteo contro il governo (quello del 25 ottobre prossimo) è stato convocato proprio mentre la situazione di disastro è divenuta così grave da obbligare tutti a collaborare per fronteggiarla. Da dentro il Pd si chiede ora di cancellare il corteo o almeno di cambiarne le parole d'ordine. Se non la debolezza, la crisi ha certo accentuato la confusione del centrosinistra". Corollario: "Una sinistra, così presa dal dipanare torti e ragioni del proprio recente passato, avrà mai la capacità di divenire, come la nuova fase richiede, una parte delle istituzioni?". La domanda implicita è secondo me: la sinistra italiana sarà mai capace di divenire, fra le macerie e le minacce di tracolli bancari e imprenditoriali, una parte responsabile e attiva della socialdemocrazia europea? Si potrebbe raccomandare alle sinistre massimaliste e in particolare all'équipe di Veltroni di osservare con attenzione le manovre d'urto anticrisi del leader laburista Gordon Brown che, intervenendo con energia nel caos finanziario londinese, ha saputo togliersi di dosso l'immagine sbiadita dello sconfitto. Si potrebbe inoltre invitarle a leggere un'intervista appena rilasciata allo Spiegel dal ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Il numero due del governo Merkel, candidato del partito socialdemocratico alle elezioni del prossimo anno, addirittura vede nel crollo dei mercati finanziari il più traumatico evento politico dopo la caduta del Muro berlinese. Dall'autunno nero 2008, dice, il mondo non sarà più quello di prima. Il dominio di Wall Street sui mercati e del dollaro come valuta di riferimento verrà relativizzato mentre diverranno sempre più importanti i centri finanziari di Dubai, Singapore, Shanghai, Pechino. Assistiamo alla fine di un'epoca, quella del thatcherismo e della reaganomics, in cui la rapidità e l'accumulo delle rendite avevano la massima priorità, e da allora l'economia finanziaria ha dispiegato arbitrî e saccheggi rispetto all'economia reale. Non s'era mai vista dal 1990, incalza Steinmeier, affiorare "tanta socialdemocrazia" dai dibattiti al Bundestag. Perfino i liberali e i conservatori si sono messi a suonare la stessa musica di Lasalle, sostenitore fin dall'800 dell'intervento statale in economia. I tempi, così critici per i mercati, lo sono assai meno per i socialdemocratici che vedono rinascere le loro idee in Germania e si preparano a farle trionfare nelle elezioni del 2009. Essi si sono sempre battuti per assicurare alla Germania un'industria forte, una mano d'opera professionale, un ceto medio garantito. Devono al tempo stesso riconoscere che mai, come ora, si rendono conto di fare finalmente parte di una Grande Coalizione, che apre, nell'emergenza, tanti spazi di manovra per soluzioni rapide ed efficienti. Si dirà che per Steinmeier è facile parlare così poiché è il deuteragonista dell'esecutivo di coalizione guidato con cautela da Angela Merkel. Ma non si potrà evitare di riconoscere che, a prescindere dall'alto incarico governativo, non trapeli dalle sue parole la tradizione culturale della socialdemocrazia tedesca che già nel 1959, a Bad Godesberg, "mise in soffitta" Karl Marx. È proprio quello che in fondo non hanno mai fatto con chiarezza in Italia i comunisti di Togliatti e nemmeno i postcomunisti da Occhetto in poi, confluiti nell'odierno partito democratico di cui la metà postdemocristiana detesta apertamente di essere confusa con i socialisti o la socialdemocrazia. L'altra metà, postcomunista, non lo dice ma lo pensa. Tutti i movimenti politici e le culture della sinistra italiana, a parte il minore e non decisivo partito di Saragat, hanno sempre ostentato la loro ostilità nei confronti dei socialdemocratici che un tempo venivano bollati come "socialtraditori". Lo stesso Giorgio Amendola che, criticato dai suoi compagni, auspicava l'avvento di un "partito unico" della sinistra, non ha mai osato varcare con passo fermo la scissione di Livorno per dire che quel "partito unico" poteva essere soltanto un partito socialdemocratico. Ancora nel 1989, come ricorda Ugo Finetti nel recente libro Togliatti & Amendola (ed. Ares), il veterocomunista Tortorella lo ricordava così: "Appena eletto Luigi Longo segretario, Amendola gli mise davanti, in un articolo che fece scalpore, la proposta del superamento dell'esperienza socialdemocratica e di quella comunista in una formazione politica unificata". Si badi: superare i socialdemocratici, non raggiungerli, in una formazione unitaria. Era già il progetto del futuro partito democratico, soltanto democratico, ed erano parole che lo stesso Veltroni continua forse a pensare ancora oggi.

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E' la rivoluzione: lo slow golf non piace più (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Vogliamo sveltirlo questo gioco del golf?I nuovi arrivati nel mondo dello sport verde per eccellenza sono partiti lancia in resta con la loro rivoluzione. Vogliono che si fraseggi meno sul green, abbandonando il rituale del marcamento di palla e quella danza di passetti e passettini che somigliano a inchini e spezzano ulteriormente il ritmo di uno sport che, per i suoi detrattori, ritmo già non ne ha. E poi vogliono il loro handicap casalingo. Una sorta di lasciapassare che consenta di giocare subito. Almeno sul campo di casa senza bisogno di particolari svezzamenti da parte di commissioni sportive o maestri vari. Hanno ragione da vendere o hanno torto marcio? Vuoi vedere che la rivoluzione nel golf è già cominciata e io non ho niente da mettermi? Scritto in Varie Non commentato " (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Oct 08 O la Borsa o le quote. Di golf Borsa a picco, titoli tossici, obbligazioni, conti corrente a rischio e banche che falliscono:vi stiamo regalando da giorni tonnellate di notizie sul nostro quotidiano (anch'io nel mio piccolo ho contribuito a turbarvi ulteriormente i sonni con un servizio al giorno) Mi è venuto in mente che non abbiamo ancora affrontato l'argomento delle quote azionarie per appartenere a certi club più o meno storici. Pensate che siano ancora un buon investimento (sempre che lo sia mai stato)? O pensate che sia soltanto una gabella in più da versare?O che, in questi tempi di recessione, possano come dire, rappresentare addirittura un bene rifugio? Scritto in Varie Commenti ( 2 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Oct 08 Chimenti for president Rieletto per la terza volta al vertice della Federgolf e candidato alla presidenza del Coni. Però. Considerato che la sua Lazio è pure balzata in testa al Campionato si può ben dire che per Franco Chimenti è davvero un gran bel momento. Forte di un plebisicito che ha significato la conferma del suo imprinting nella conduzione federale e nella popolarizzazione del golf ora il professore gioca la sua carta più importante: la conquista della massima poltrona nel governo dello sport italiano. Ha davanti sette mesi visto che le elezioni si terranno nel Maggio 2009 per contare amici e nemici ma soprattutto per far pesare una piccola federazione e trascinarla per la prima volta così in alto da sorprendere tutti. Com'è che direbbero Greggio e Iacchetti? Ce la fa o non ce la fa? Lui, alle sfide ci ha preso gusto. Voi che ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Sep 08 Alitalia, piloti imbucati o in buca? Giusto un post-telegramma riguardo al titolo con cui abbiamo aperto il nostro Giornale martedì 23 Settembre:"Intanto i piloti giocano a golf". Dunque i piloti, gli stessi che hanno fatto saltare l'accordo con Cai hanno deciso di ingannare l'attesa del loro destino organizzando un torneo di golf. Ne vogliamo parlare? Certo, obietterà qualcuno, e io stesso l'ho scritto più volte, il golf aiuta a rilassarsi e a favorire il flusso di idee nuove e di progetti futuri.E chi gioca a golf non fa peccato tant'è che il nostro quotidiano da oltre vent'anni ospita una pagina dedicata al golf e ai golfisti. Ma da golfista posso anche aggiungere che ciò che sorprende è il tempismo con cui i protagonisti-chiave della trattativa Alitalia hanno deciso di decollare con il loro challenge sui faiways anzichè sulle piste . Magari avrebbero potuto rinviare la sfida . Visto che ne hanno già un'altra ,magari più pressante . Tutto qui. Che dite ? Scritto in Varie Commenti ( 9 ) " (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Sep 08 Nella testa delle svedesi.E degli svedesi Poi non rinfacciatemi che trovo ogni pretesto per parlare dell'altra metà del golf, quella in rosa. Ma questa ve la devo proprio raccontare perchè magari vi è sfuggita. Sapete che cosa ha recentemente affermato la proette finlandese Minea Blomqvist a proposito della sorprendente eccellenza nel golf dei giocatori e delle giocatrici svedesi? Ve la giro testualmente."Gli svedesi sono così bravi nel golf perchè in questo sport bisogna avere la mente libera e nella loro testa non c'è niente" . Guarda un po', e io che da anni vado scrivendo che è invece è merito della loro professionalità, del loro impegno, della loro serietà. E della serietà e del rigore che impongono loro gli sponsors e la federazione. Scritto in Varie Commenti ( 2 ) " (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Sep 08 Il giochino di Chiamparino Ricevo dall'onorevole Agostino Ghiglia presidente di An-Pdl per la provincia di Torino la seguente nota che pari pari metto a disposizione dei lettori perchè magari ci aiutino a trovare una risposta: " Caro Villa vorrei porre due domande semplici, semplici agli ineffabili amministratori del Comune di Torino: Chi si dimette? Chi paga i danni per un progetto da buttare nello Stura ? Apprendiamo, infatti, dalle dichiarazioni del Presidente dell'Ente Parco, Bevione, che per ottenere il via libera ad un campo da golf a Parco Stura, ben che vada, ci vorrebbero tre anni in quanto occorrerebbe un nuovo Piano d'Area o una legge regionale, senza contare i tempi per la bonifica del terreno e la realizzazione! Dalle suddette dichiarazioni, si evince che per oltre un anno Chiamparino e Borgogno han preso in giro i torinesi con un immaginifico progetto per "bonificare" Parco Stura attraverso la realizzazione di un fantasmagorico campo da golf.. Visto che è impossibile che l'Assessore Borgogno e il Sindaco Chiamparino ignorassero i vincoli imposti dalla legge è evidente che o il Presidente dell'Ente Parco è un cacciaballe è, quindi, va immediatamente commissariato o uno a scelta tra il Sindaco "rampicante"e l'Assessore alla Polizia, devono rassegnare le dimissioni per aver portato, al posto di un incantevole green, solo qualche piadina romagnola peraltro indigesta a causa degli enormi contributi pubblici serviti per farcirla..questa è l'ennesima, truffa ai danni di Torino e dei suoi cittadini." Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (4 votes, average: 4 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 29Aug 08 Ma guarda che ignoranti queste proettes Con una decisione che è destinata a suscitare mille e una polemica e che potrebbe finire nelle aule di tribunale innescando mille e una causa di discriminazione, Libba Galloway deputy commissioner della Lpga la massima organizzazione del golf professionistico femminile Usa ha allegramente annunciato che," entro il 2009, potranno venir escluse dal circuito le proettes che non sapranno esprimersi in un inglese corretto". Il provvedimento che, a quanto mi risulta non alcun precedente in alcuno sport è accompagnato dalla sua brava motivazione che citata testualmente suona così: "Per un atleta avere successo significa essere bravi in campo e fuori. Poter comunicare con i nostri sponsor e i nostri tifosi è altrettanto importante che saper giocare. Pensiamo che sia fondamentale, per le nostre ragazze sapersi esprimere in inglese". Ricordo, giusto per completezza d'informazione che, nella Lpga sono rappresentati 26 Paesi e che, solo la Corea del sud vanta 45 proettes molto delle quali occupano i primi posti in classifica ma in compenso faticano un po'con la lingua di Albione. Che si tratti di un provvedimento ad hoc per far fuori scomode avversarie? Com'è che si dice? A pensar male.. A proposito voi che cosa ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 8 ) " (6 votes, average: 4.33 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Aug 08 Ciao Olimpiadi,ma i cinesi sono simpatici o antipatici? A parte gli interventi che si sono susseguiti nel Blog, mi sono arrivate per tutta la durata dei Giochi parecchie e-mails riguardo la simpatia o meno dei cinesi. Posto che la simpatia che può ispirare una persona è una sensazione assolutamente soggettiva, ho aspettato la conclusione delle Olimpiadi per ricordarvi che i cinesi hanno scoperto il golf. Non alle Olimpiadi, ovviamente, ma fuori. Hanno approfittato infatti del momento per rilanciare e pubblicizzare i loro tracciati. In meno di sei anni nella sola Pechino sono stati aperti sei courses, mentre il campo più prestigioso della Cina si trova a Shenzen . Qui i giocatori trovano a loro a disposizione un servizio in guanti bianchi con decine e decine di caddies e di inservienti pronti persino a tergere loro il sudore dalla fronte . Mi corre anche l'obbligo di ricordare però che l'iscrizione in questi club costa circa 7 mila euro l'anno ,ovvero la cifra che un lavoratore medio guadagna in Cina in tre anni. E adesso che hanno scoperto il golf come la mettiamo?I cinesi vi sono diventati più simpatici? Scritto in Varie Commenti ( 11 ) " (5 votes, average: 4.2 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Aug 08 Olimpiadi, la farsa degli sport "minori" /2 Grazie a tutti i lettori e agli amici internettiani che stanno intervendo nel dibattito sugli sport minori.Grazie per la solidarietà, l'appoggio e l' amicizia che mi state dimostrando in questa sorta di mia personalissima campagna a favore di gente che suda e fatica tutti i giorni molto e più dei calciatori, ma viene ricordata e scoperta ogni quattro anni. Detto questo vi devo delle spiegazioni visto che, nel post precedente mi vantavo di "titoli" per introdurre il dibattito.Ebbene sì, confermo. Ho tirato di scherma, nella preistoria della mia vita. Spada. Dai tredici ai 24 anni. Primo maestro un cavaliere (del lavoro), piuttosto burbero, più Aramis che D'Artagnan, nella nicchia della palestra che ci aveva concesso la Società Ginnastica Gallaratese. Poi il salto agonistico nella gloriosa Pro Patria di Busto Arsizio. A lezione da Muzio, scuola vercellese, ottime credenziali. Due, tre gioni alla settimana ore di lezioni, avanti e indietro per la pedana. Finta di terza, di quarta, cavazione afondo. Fiatone, gambe dure e non elastiche, come dovrebbero essere. Me lo ripetevano anche a Serramazzoni, al Centro Estivo della Fis, nell'Appenino Modenese. Ritiro agonsitico durissimo di giorno, un po'meno spirituale di sera. Se avessi centrato qualche bersaglio in più, magari la mia vita sarebbe andata diversamente, chissà. Invece mi ritrovo qui ad infilzare aggettivi e avverbi. Tutto ciò premesso per dire che mi girano i cabasisi, per dirla con Montalbano quando sento straparlare(e so già che ne straparleranno fra quattro anni) di sport minori da taluni giornalisti. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (4 votes, average: 4.75 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Aug 08 Olimpiadi, la farsa degli sport "minori" Siamo alle solite. La scoperta degli sport minori, ovvero la scoperta dell'acqua calda .Nel senso che le Olimpiadi di Pechino ci hanno fatto puntualmente "riscoprire" gli sport minori: judo, scherma, tiro a segno, tiro con l'arco, canottaggio e via di seguito. Ogni quattro anni ecco che ci tocca leggere e ascoltare le frasi fatte di molti colleghi, più o meno autorevoli. Prendiamo la scherma, sulla quale, magari poi vi spiegherò in un prossimo post, ho qualche titolo per poter scrivere e parlare. Una scherma, peraltro bistrattata e penalizzata da certi decisioni arbitrali in queste Olimpiadi, ma che ha permesso comunque a certi "autorevoli colleghi" di esibirsi in frasi "raccapriccianti" e proprietà di linguaggio davvero ineccepibile. Così ho sentito parlare di "fintazione", uno strano ibrido tra finta e cavazione e persino di "cozza", che di solito rimane nel piatto e invece quando è "coccia" come nella scherma, sta lì davanti a proteggere l'impugnatura delle armi. Quisquilie, pinzillacchere direbbe Totò per sdrammatizzare. E invece quisquilie non sono se è vero come è vero che nessuno ricorda che, per avere le gambe elastiche prima di un afondo decisivo ci vogliono ore e ore di palestra e che, per fare avanti e indietro su quella pedana, devi aver macinato chilometri di jogging. E non mi pare nemmeno di aver ascoltato o letto da qualche parte che quando indossi la maschera, quella maschera di ferro, devi dosare ogni respiro se non vuoi andare in debito di ossigeno rapidamente .Ma anche le Olimpiadi per fortuna finiranno. E la categoria. Quella di certi colleghi giornalisti sportivi, non degli schermidori o dei tiratori o delle nuotatrici, potrà riprendere a raccontarci tutto, ma proprio tutto dell'alluce destro di Ronaldhino e del quattro-quattro- due e persino del tre per due. Con un bel chissenefrega degli sport minori. Meglio una maschia entrata che una toccata in punto di fioretto,no?. Scritto in Varie Commenti ( 7 ) " (5 votes, average: 4.8 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono Gabriele Villa, inviato speciale al Giornale dal Maggio 1977. Nel 1984 ho inventato e proposto al mio direttore di allora, tale Indro Montanelli, una pagina settimanale sul Giornale dedicata al golf. Mi presi del “bischero” per l'arditezza della impresa. Ma ne è valsa la pena . Tutti gli articoli di Gabriele Villa su ilGiornale.it contatti Categorie Agonismo (22) News (5) Personaggi (9) Varie (64) Ultime discussioni Gabriele Villa: Gentile signora Elettra, le sue due semplici domande sollevano un problema piuttosto composito nel... elettra: Egregio dottor Villa, soltanto un paio di domande per chi come me gioca soltanto in campo pratica e dunque... ernesto fugazzola: spero di no. non mi sembra all'altezza. Largo ai giovani! Andrea: Sono d'accordo con chi stima ed apprezza il lavoro del Sig.Chiementi,se altre federazioni avessero un... luigi paolo goretti.: Mah in democrazia sono i numeri che contano.Qualche dubbio nel settore dei giocatori Italiani... I più inviati Passo felino,approcci aggressivi - 5 Emails Il reality della sexy Sophie - 4 Emails Vergogna : ma perchè nel golf si litiga tanto? - 3 Emails Cercasi onestà sul green - 2 Emails Golf senza età, fidatevi! - 1 Emails A proposito di non più giovanissimi - 1 Emails Due milioni per l'Open, si accettano offerte - 1 Emails Quelli del Royal and Ancient - 1 Emails Figli d'arte/2 Anche bravi,per fortuna - 1 Emails Il golf in rosa? La lezione che arriva dalla Francia - 1 Emails Ultime news Clima, un anno per analizzare i costi Brunetta: "Folli le richieste dell'Ue"Un Giornale tutto nuovo: da lunedì ci rifacciamo la faccia. 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Inchiesta su Amt<Come l'Alitalia> (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Inchiesta su Amt"Come l'Alitalia" GENOVA Alla Procura i documenti sulla vendita ai francesi GRAZIANO CETARA MATTEO INDICE Genova. Nel trasporto pubblico su scala genovese, ammettono gli inquirenti, "vi fu un'operazione analoga a quella che si è realizzata ora, su scala nazionale, per salvare Alitalia". Dividere il buono dal cattivo, il produttivo dal perdente. E dare il meglio al privato per consentire il rilancio sul mercato, tenendo tutto il peggio in mano pubblica per contenere i danni. Sull'operazione che nel 2005 portò allo smembramento della genovese Amt e all'ingresso del socio francese Transdev, la procura del capoluogo ligure ha aperto un'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Francesco Pinto, ipotizzando "indebiti vantaggi" per l'acquirente privato. E il pm, nelle ultime settimane, ha ufficialmente acquisito tramite un gruppo di finanzieri specializzati nella tutela della spesa pubblica centinaia di documenti sull'operazione, ora raccolti in un corposo faldone. segue >> 3 ALTRI SERVIZI >> 17 19/10/2008.

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Amt-Ami, viaggiotra gli interrogativi (sezione: Alitalia 2)

( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

L'inchiesta Dalla scissione alle consulenze d'oro, i dubbi nel mirino della procura LA CREAZIONE della bad-company Ami, che ha pesantemente penalizzato i conti pubblici favorendo forse troppo gli acquirenti della "polpa" Amt. Le consulenze d'oro. Il riassorbimento della prima nella seconda, a due anni di distanza. Sono i fardelli con i quali la scissione Ami-Amt ha fatto i conti fino ad oggi, calamitando spesso le attenzioni della magistratura contabile - la Corte dei conti - e però mai quelle della Procura, come invece accade in questi giorni. Il punto di partenza dell'inchiesta di cui dà conto Il Secolo XIX (vedi articoli a pagina 3 nel fascicolo nazionale) è tanto semplice quanto dirompente: quando l'azienda di trasporto pubblico, gravata da un "buco" che rasentava i 25 milioni, fu smembrata in due parti (Amt, virtuosa, destinata a gestire la mobilità con un 41% di partecipazione privata, e Ami, totalmente pubblica, in perdita e delegata alle manutenzioni) è possibile che i nuovi acquirenti abbiano tratto "un indebito vantaggio" dalle condizioni eccessivamente favorevoli nelle quali fu presentata la parte da comprare. Ecco perché a palazzo di giustizia il caso genovese viene accostato dal punto di vista tecnico a quello di Alitalia, e alle polemiche sulla cessione super-conveniente del ramo sano agli imprenditori radunati nella cordata di Cai. Il sostituto procuratore Francesco Pinto ha aperto un fascicolo per far luce sui meccanismi di smembramento Amt-Ami, ma non va dimenticato che la vita della seconda è stata (perlomeno) turbolenta e contraddittoria. Basti pensare che proprio il nostro giornale rivelò come nel suo primo anno di vita, fra il 2005 e il 2006, Ami spese oltre 1,5 milioni di euro in consulenze, innescando la rabbia dei sindacati che ritenevano spropositate certe cifre a fronte d'un blocco nelle assunzioni e dei paventati esuberi di personale. La giustificazione fornita allora era sempre la stessa: pur essendo Ami la componente più ingombrante del binomio, gravata da debiti pesantissimi allo scopo di far decollare la sorella Amt, si era comunque deciso di darle valore incaricandola di svolgere servizi di qualità, come l'avvio del servizio di taxi collettivo. Ed era uscito dalle casse già asfittiche un fiume di denaro destinato ad architetti, ingegneri, 300 mila euro alla sola "T-Bridge" per una serie di collaborazioni professionali ed elaborazione dei piani strategici e industriali. Iniziative che, sulle prime, avevano fatto pensare alla nascita d'un gruppo duraturo. Quegli esborsi, come detto, erano finiti sotto la lente della Corte dei Conti, che aveva acquisito tutte le pratiche sulle "esternalizzazioni" del lavoro. E il polverone aveva fatto da preludio a una nuova rivelazione sui costi di Ami, stavolta in termini di stipendi ai dirigenti e di gettoni ai consiglieri di amministrazione: si era scoperto infatti che l'amministratore delegato Marco Vezzani svettava in testa alla classifica dei manager pubblici genovesi con un lordo annuo di 160 mila euro. "Azienda destinata a crescere nei servizi e nella sua autonomia", si diceva insomma di Ami per giustificarne la macchinosità. Ma con l'elezione di Marta Vincenzi a sindaco di Genova si è registrato un clamoroso cambio di direzione rispetto all'amministrazione Pericu. Nell'estate 2007 la giunta ha deciso di fare marcia indietro e riassorbire la bad-company in Amt, progetto che ha preso corpo all'inizio di quest'anno con l'avvio della liquidazione della stessa Ami: oltre due terzi dei 450 dipendenti tornano all'ovile, il resto finisce in altre partecipate del Comune. Nel frattempo sono stati concepiti - e abortiti - vari progetti faraonici, in un gioco di chiaroscuri costato evidentemente parecchio, mentre la componente sana decollava senza fardelli. E adesso i magistrati vogliono capire se il divario fra le due creature non fosse dolosamente eccessivo. GRAZIANO CETARA cetara@ilsecoloxix.it MATTEO INDICE indice@ilsecoloxix.it 19/10/2008 AMT è l'acronimo di Azienda Mobilità e Trasporti. Cura tutti gli aspetti della mobilità cittadina: il trasporto degli utenti appunto, la gestione delle linee-bus, della metropolitana, di ascensori e funicolari e della nave-bus in servizio fra Pegli e il porto antico. Per il 41 per cento è partecipata dai francesi di Transdev. L'amministratore delegato è Hubert Guyot. 19/10/2008 AMI sta per Azienda Mobilità e Infrastrutture e dall'inizio del 2008 è in liquidazione. Era delegata alle manutenzioni dei mezzi pubblici, alla gestione delle rimesse e delle cosiddette "Blu area". Durante il mandato di Giuseppe Pericu era considerata in potenziale sviluppo; con Marta Vincenzi è finita in liquidazione poiché ritenuta troppo onerosa. 19/10/2008 450 dipendenti (alla liquidazione) 320 rientrati in Amt 1,7 milioni spesi in consulenze nel primo anno e mezzo di vita - 20 milioni il passivo a inizio 2008 19/10/2008 l'inchiesta-madre vendita "di favore" 19/10/2008 le consulenze milioni contestati 19/10/2008 IL "RIASSORBIMENTO" AMI IN LIQUIDAZIONE 19/10/2008 Il punto su cui è centrata l'inchiesta del pm Francesco Pinto, nata da un'indagine della Corte dei Conti, è il possibile "vantaggio indebito" per i privati dalla vendita di Amt 19/10/2008 È uno degli aspetti più controversi nella vita di Ami (la parte pubblica, gravata dai debiti, creata dopo la scissione di Amt): 1,7 milioni spesi nel primo anno e mezzo 19/10/2008 Con l'elezione di Marta Vincenzi a sindaco di Genova si registra il clamoroso dietrofront: per il Comune Ami non ha più ragione di esistere e deve tornare in Amt 19/10/2008 I NUMERI DI AMI 19/10/2008.

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Ecco il piano salva-industrie - marco patucchi (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia L'esecutivo prepara le nuove misure contro l'emergenza: pronta una delibera del Cipe che attiverà un Fondo per gli aiuti alle aziende Ecco il piano salva-industrie Garanzia dello Stato sui debiti delle imprese in crisi Garanzia dello Stato sui debiti delle industrie ecco il piano del governo per le imprese in crisi MARCO PATUCCHI ROMA - La garanzia dello Stato sui prestiti alle imprese in difficoltà, quelle che non riescono ad ottenere i finanziamenti dalle banche per via del credit crunch che paralizza il sistema finanziario. Una garanzia pubblica capace di scongiurare fallimenti industriali che sono ormai il nuovo fronte aperto della crisi economica globale. Il governo prepara un ulteriore pacchetto di interventi d'emergenza dopo quelli varati nei giorni scorsi a sostegno di banche e risparmiatori: questa volta l'allarme da fronteggiare è sulla tenuta del sistema produttivo del Paese, per il quale è in arrivo l'onda lunga dello tsunami che ora sta sconvolgendo la finanza mondiale ma che presto raggiungerà anche l'economia reale. I primi segnali, in Italia, sono scattati con il balzo della cassa integrazione e, se fino a qualche giorno fa l'obiettivo prioritario del governo era quello di "non far perdere un euro ai risparmiatori italiani", oggi si tratta di evitare la chiusura di imprese di ogni dimensione. Seguendo, anche in questo caso, il nuovo spirito statalista che sembra pervadere l'economia globale. L'esecutivo in queste ore mette a punto il pacchetto di interventi che potrebbe essere pronto già la prossima settimana, e su tutti spicca l'attivazione di un fondo pubblico di garanzia sui prestiti chiesti dalle aziende in difficoltà: già è nero su bianco la bozza di delibera del Cipe da varare in una riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica, attivo a palazzo Chigi. Il "Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà" in realtà era un'idea del governo Prodi, realizzata con la Finanziaria 2007 ma arenatasi presto per la bocciatura da parte della Corte Costituzionale che contestava il mancato coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni. La delibera preparata dal ministero dello Sviluppo Economico scioglierà questo nodo e così il Fondo tornerà operativo. "Gli interventi - si legge nella bozza - possono riguardare sia aiuti per il salvataggio che per la ristrutturazione" di aziende che rientrino nella definizione di "media o grande impresa" e che "si trovino in difficoltà". Si tratta, in sostanza, delle industrie che pur non essendo in default, non riescono ad ottenere finanziamenti dal sistema bancario: una fattispecie destinata a diffondersi in misura esponenziale visto l'avvento della recessione e i problemi degli stessi istituti di credito. "Gli aiuti per il salvataggio a valere sul Fondo - si legge ancora nella bozza di delibera Cipe - sono concessi esclusivamente nella forma della garanzia statale sui finanziamenti bancari contratti dall'impresa", sono reversibili, temporanei e "con una durata massima di sei mesi" e, infine, sono subordinati alla notifica e all'approvazione della Commissione europea (Bruxelles, ricordiamolo, ha fissato da anni i paletti per ammettere aiuti di Stato alle aziende in difficoltà). Previsto anche l'obbligo, in capo all'impresa, di presentare un adeguato piano di ristrutturazione. Insomma, una sorta di "pre-Marzano", la normativa che ha consentito il salvataggio di gruppi come Parmalat e Alitalia: nel caso del Fondo di garanzia, infatti, l'aiuto verrà concesso se l'impresa non è in stato di insolvenza. Se poi il soccorso avrà avuto successo, sarà l'azienda a restituire i soldi alla banca, altrimenti toccherà allo Stato che diventerà così creditore nella procedura di fallimento. Il provvedimento sarà perfezionato in questi giorni e nel governo c'è chi sostiene l'opportunità di implementarne l'efficacia: rivolgendosi, infatti, solo alle imprese in difficoltà, lascerebbe tagliate fuori quelle che, pur non essendo in crisi, si trovano comunque alle prese con la restrizione del credito da parte del sistema bancario. Un'esigenza di allargare il perimetro d'azione del Fondo, che la dice lunga su come le attese siano per una tempesta che non risparmierà nessuno.

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Formigoni, moratti e penati "il governo ci dia più soldi" - andrea montanari (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina IV - Milano Formigoni, Moratti e Penati "Il governo ci dia più soldi" Appello a Berlusconi: "Non possiamo tacere" Contro i tagli e le risorse extra a Roma e Catania "Si favorisce chi ha gestito male" Lettera congiunta "Si getta un'ombra sulla credibilità di chi chiede sacrifici ai cittadini" ANDREA MONTANARI Formigoni, Moratti e Penati battono insieme i pugni sul tavolo del governo. Scrivono a Silvio Berlusconi per chiedere un incontro e chiedono di rispettare gli impegni presi sui finanziamenti per le infrastrutture, il trasporto pubblico locale, le imprese, la cultura e la ricerca. "Siamo molto preoccupati - spiegano - per la crescente carenza di risorse su temi essenziali per i cittadini". Soldi promessi al Nord da mesi, che invece stanno andando in altre direzioni. Perfino "a favore di chi deve sanare deficit prodotti da anni di cattiva gestione, gettando un'ombra sulla credibilità di chi ha spesso richiesto sforzi e sacrifici ai propri cittadini in nome dell'interesse comune". Nella lettera non c'è scritto, ma è evidente il riferimento ai 150 milioni del decreto sul federalismo fiscale stanziati a favore di Catania e ai 500 per Roma, che dal 2011 dovrebbero diventare strutturali. Come dire: la misura è colma. "Siamo consapevoli delle oggettive difficoltà legate alla drammatica situazione finanziaria internazionale - scrivono ancora il governatore, il sindaco e il presidente della Provincia - Siamo disponibili a fare la nostra parte, ma non possiamo però tacere la nostra forte preoccupazione". Il messaggio della lettera bipartisan è inequivocabile. C'è un solo precedente. Risale al 15 gennaio, quando Alitalia aveva annunciato l'abbandono di Malpensa. Il destinatario, allora, era il presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma in questo caso è apparso subito chiaro che avrebbe avuto il potenziale di una vera a propria "bomba". L'idea è partita dal Pirellone, che ha giocato di sponda con la Provincia e il sindaco Moratti, anch'essi sempre più preoccupati per la mancata firma del decreto della gestione dell'Expo 2015. Il contenuto, infatti, dice al governo che Regione, Provincia e Comune, anche se governate da schieramenti diversi, pur apprezzando i passi avanti fatti sul federalismo, non sono più disposti a mettere la faccia di fronte ai cittadini per giustificare le promesse non mantenute da altri. Usando toni quasi leghisti. Tanto che il leader del Carroccio Umberto Bossi si è sentito chiamato in causa. Non solo sul tema del federalismo. Dato che la delega sull'Expo è toccata proprio a un leghista, il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli. "La gente non sbaglia, sa bene cosa è la Lega, chi è Formigoni e chi sono gli altri - ha tagliato corto il Senatùr - Non sono preoccupato, se si preoccupano del Nord". Ma a chi gli chiede quando arriverà il decreto sull'Expo dice solo: "Chiedetelo a Berlusconi e a Tremonti, ma penso che i tempi saranno rapidi". Così come sui fondi per la Pedemontana, spariti dalla Finanziaria: "La Lega, a differenza della sinistra, è in grado di trovare i soldi, se il ministro del Tesoro ci dà mano libera". Pronta la replica della Provincia. "Come sa anche Bossi - spiega Filippo Penati - dalle nostre parti l'unica moneta che vale sono i soldi che possono essere contati e non raccontati come nelle favole. Le uniche risolse stanziate per realizzare la Pedemontana, sono quelle stanziate dal governo Prodi. Gli unici che invece possono contare i soldi del governo Berlusconi non stanno né a Milano né in Lombardia, ma a Catania e a Roma. Il governo si occupi finalmente di Milano". Anche il segretario regionale del Pd Maurizio Martina va giù duro: "In campagna elettorale il centrodestra diceva che avrebbe portato un po' di Lombardia a Roma. Finora hanno portato la Sicilia. Se penso all'Expo, mi chiedo: dove è finita la voce sottosegretario leghista Castelli?".

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No ai piloti-dirigenti, la Cisl raccoglie le firme (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-19 num: - pag: 25 categoria: REDAZIONALE Il caso No ai piloti-dirigenti, la Cisl raccoglie le firme ROMA (enr. ma.) - I piloti della Cisl di Raffaele Bonanni, guidati dal comandante Alessandro Cenci, hanno avviato una raccolta di firme nella categoria per dire di no al contratto da dirigenti che dovrebbe regolare i rapporti tra i comandanti e la Cai, la società guidata da Roberto Colaninno che dovrebbe dar vita alla nuova Alitalia. La Cisl è convinta che l'opposizione al contratto dirigenziale (col quale, tra l'altro, si potrebbe essere licenziati facilmente) sia molto estesa e non solo tra i piloti rappresentati dai sindacati confederali, ma anche dal grosso della categoria che si riconosce nell'Anpac e nell'Up. R. Bonanni.

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Fannulloni (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Vincenzo Cerami Segue dalla Prima Ci aspettiamo quindi un aumento di produttività, ma i dubbi di un esito controproducente sono tanti. Diamo una piccola occhiata al passato. In Italia, per molti decenni, si è impunemente praticato il sottogoverno, ha regnato il vezzo della raccomandazione. In quasi tutti i ministeri e negli enti statali e locali esistevano occulti uffici che raccoglievano domande di impiego fatte dai politici. Venivano addirittura stampati dei moduli da riempire da parte del raccomandante. Molti voti si raccoglievano così, nell'unanime complicità di tutto l'arco parlamentare. Tanto per fare qualche esempio, si pensi al sovraffollamento di Alitalia, della Rai e di quasi tutti gli enti parastatali (o parassitari) e i ministeri. Si assumeva personale senza alcuna specializzazione il quale, magicamente, conquistava i primi posti in concorsi non necessari e indetti ad hoc. Così le scrivanie sono aumentate a dismisura. È successo che nel meno peggiore dei casi si è avuta una poco efficiente parcellizzazione del lavoro (uno aveva il compito di tenere il chiodo e l'altro di dare martellate), e nella peggiore un'alta concentrazione di impiegati che non avevano obiettivamente niente da fare. Ai capuffici, quindi, faceva comodo che molti di loro restassero a casa, per non intasare le stanze e i corridoi, e per risparmiare sulle imponenti bollette telefoniche di chi, non avendo appunto nulla da fare, passava il tempo a conversare con i parenti, con gli amici e con le amanti. Adesso, grazie allo zelo del governo, quest'esercito di disoccupati con lo stipendio torna tra le scartoffie, davanti ai computer (Internet offre appetitosi viaggi nei videogiochi) e accanto alle tentazioni del telefono. Per non parlare dell'usura sedie, dello spreco di cancelleria e dei necessari corsi d'aggiornamento. I fannulloni, insomma, non sono i colpevoli ma le vittime, di ieri e di oggi. I dubbi che la frusta del ministro Brunetta non riesca ad addomesticare il problema sono reali. Fumo se n'è fatto tanto, aspettiamo l'arrosto. È vero, gli uffici si sono riempiti di tutti gli assenteisti e dei finti malati, ma questo non significa affatto che assisteremo a un aumento automatico della produttività. Non sempre l'unione fa la forza, qualche volta fa solo casino.

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La ricetta anti-crisi di Bonanni passa anche dall'unità sindacale (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

VERBANIA. BONANNI AL CONSIGLIO PROVINCIALE CISL La ricetta anti-crisi di Bonanni passa anche dall'unità sindacale [FIRMA]MARIA ELISA GUALANDRIS VERBANIA "La migliore medicina per superare la crisi economica è l'unità". Con queste parole il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni è intervenuto ieri all'hotel "Il chiostro" di Verbania nel corso del consiglio provinciale del sindacato. Bonanni ha affrontato i temi principali della scena attuale: non solo la crisi economica, le difficoltà dell'industria e la riforma contrattuale, ma anche il futuro della scuola e la situazione di Alitalia. All'incontro hanno partecipato anche il senatore Franca Biondelli, il presidente della Provincia Paolo Ravaioli, i rappresentanti provinciali di Cgil e Uil e i segretari regionale e provinciale della Cisl Giovanna Ventura e Luca Caretti. "Più che di un "autunno caldo" - ha detto Bonanni - abbiamo bisogno di un "autunno responsabile"". Il segretario generale ha sottolineato l'importanza di rinsaldare il concetto di "confederale": "Il problema non è avere visioni differenti, se poi si trova un punto di incontro. La convivenza si basa sulla sintesi delle varie opinioni, non sui "si fa come dico io", come accaduto per Alitalia". Alla preoccupazione per la riforma Gelmini, che colpirebbe duramente le scuole montane del Vco, Bonanni ha risposto con fermezza: "Ultimamente si parla di federalismo, ma poi si governa in modo dirigistico. Una riforma profonda della scuola è necessaria, ma deve essere concertata con i sindacati e gli enti locali". Sul tema è intervenuto anche Caretti: "Noto che i parlamentari locali di Pdl e Lega non stanno facendo nulla per contrastare i tagli". Ai lavoratori presenti in sala, tra cui numerosi ex dipendenti Tubor, il segretario provinciale ha detto: "Bisogna lavorare per attirare nuova imprenditoria sul territorio in questo momento pesante". Prossimo obiettivo è lo sciopero generale del 30, giorno in cui sarà organizzato anche un incontro pubblico.

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"Nel 2010 ci riprenderemo la Regione" (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

POLITICA. A BRA Pareri "Nel 2010 ci riprenderemo la Regione" Le "ricette" dei sottosegretari [FIRMA]MARISA QUAGLIA BRA "L'indice di gradimento del governo Berlusconi non è mai stato così alto". Così ha aperto l'incontro, ieri, il consigliere regionale Franco Guida. E sul panorama politico regionale: "La Bresso farebbe volentieri a meno del Consiglio regionale. Vorrebbe governare senza mai intoppi". In attesa del 2010 ha prospettato: "Obiettivo è quello di mandarla a casa". All'attenzione della numerosa platea un'analisi dei primi mesi del governo Berlusconi, prospettive per il futuro del Popolo della Libertà e qualche riflessione su tematiche locali. Grande attenzione al mondo della scuola e alle modifiche introdotte dal ministro Gelmini. "Ogni volta che si cerca di fare una riforma - ha detto Guida - si alzano gli scudi. Spesso non si analizzano neppure i contenuti. Quello che ha fatto la Gelmini è semplicemente prendere norme vecchie, datate Berlinguer, e imporre la loro applicazione". Sul timore che molti istituti scolastici vengano soppressi le parole di Enzo Ghigo: "In Piemonte secondo la Regione verranno chiuse 800 scuole. E' una grande bugia. Si tratta di una razionalizzazione delle risorse. Accorpare più direzioni didattiche non significa chiudere strutture scolastiche". Sul tempo pieno, Guida: "Nel 2004, davanti alla scuola a tempo pieno, una parte politica distribuiva volantini secondo i quali il tempo pieno era a rischio chiusura. Cosa che non è mai avvenuta. A Bra siamo fieri della scuola a tempo pieno e su questa sono stati fatti investimenti". Ultima battuta sulle proteste anti-Gelmini è arrivata dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto: "La scuola italiana, se confrontata con quella estera, è la più costosa. Per assurdo però, secondo dati Ocse per risultato siamo dopo un Paese come la Birmania". Sempre da Crosetto è arrivata anche un'analisi su altri temi, come la crisi finanziaria ed economica: "Il nostro Paese deve rendersi conto che sta vivendo in un tenore che non può più permettersi. Per troppi anni abbiamo fatto finta di non vedere. Siamo il terzo Paese al mondo per debito pubblico, quello che spende di più per le pensioni e ha la più alta tassazione sulle aziende". La situazione secondo il sottosegretario ha una radice lontana: "Abbiamo sempre considerato lo Stato una diligenza da assaltare, il denaro pubblico non ha mai avuto un valore morale per noi italiani. Ora vediamo che lo Stato è un grande contenitore vuoto". Sui tagli e razionalizzazione delle risorse è intervenuto il sindaco di Bra, Camillo Scimone, coordinatore cittadino del Pdl: "Si tratta di proposte concrete. E' necessario procedere a una razionalizzazione delle risorse e ad un taglio degli sprechi". Sulla scuola: "Siamo cresciuti con un maestro unico e siamo venuti sù bene". Note positive all'operato del governo Berlusconi sono arrivate anche dall'onorevole Enrico Costa: "Basti pensare alla soluzione del problema dei rifiuti a Napoli, alla vicenda Alitalia. Un altro esempio di efficienza è l'istituzione del ministero della Semplificazione. Prossimamente potranno essere tagliate ben 8000 delle 21000 leggi presenti oggi nel nostro Paese". Atteso l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il quale, sul partito, ha detto: "E' necessaria una guida, ma anche tutta la parte logistica per raggiungere degli obiettivi". Sull'immigrazione e le classi di preparazione: "Non si tratta di classi separate per motivi di razzismo. Sono corsi di preparazione per i bambini stranieri che così avranno la possibilità di comprendere meglio ciò che vien detto. Mettendoli nelle classi normali, li penalizziamo e non diamo loro la possibilità di avere ciò che i nostri bambini hanno". Quello di ieri è stato il primo di due incontri organizzati dal Pdl locale. Il 15 novembre si parlerà di infrastrutture, trasporti e attività produttive. Guido Crosetto Il sottosegretario alla Difesa ha dichiarato: "Il nostro Paese per troppo tempo ha voluto un medico che non dicesse quale fosse la malattia. Ma un medico pietoso porta alla morte del paziente".Carlo Giovanardi Il sottosegretario Carlo Giovanardi ieri pomeriggio ha, fra l'altro, dichiarato: "E' facile governare dicendo che ci vogliono più risorse, mentre difficile è saper governare con le sole risorse che si hanno".

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Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Pagina 215 Alitalia Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale Alitalia --> ROMA Lufthansa rafforza il suo pressing mentre la "nuova Alitalia" mantiene tre tavoli aperti per la scelta del partner internazionale e, per una trattativa finale, ha programmato di dedicare ad ogni candidato una delle prossime tre settimane. La prima per chiudere il confronto con Air France, la seconda per un tavolo con i tedeschi, la terza per valutare le intenzioni di British Airways. Poi farà la scelta definitiva. Al tavolo con la Cai, la nuova società creata dalla cordata di imprenditori italiani per far rinascere Alitalia in una nuova compagnia, i tedeschi hanno dettato condizioni che non sarebbero disposti a trattare ma, parallelamente, accelerano il confronto per incassare un sì dai sindacati. Il dialogo con i manager di Lufthansa, confermano fonti sindacali, nelle ultime ore è sempre più stretto. Trova conferme anche la possibilità di un un nuovo faccia a faccia tra i segretari generali dei sindacati e il numero uno di Lufthansa Wolfgang Mayrhuber: un ultimo giro di tavolo, mercoledì prossimo a Roma, per tentare la chiusura di una intesa. La circostanza, anticipata da Repubblica, è stata però negata dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "È un incontro talmente segreto che non ne so niente", dice, "tanto che mercoledì mattina sarò a Milano ad una assemblea dei quadri della Cisl". Lufthansa, a quanto si apprende, ad un passo dall'accordo resta ferma su una posizione netta: se c'è spazio solo per una quota di minoranza, per la volontà del governo di difendere l'italianità della compagnia di bandiera, per i tedeschi non può essere una quota solo simbolica. Pretendono un potere che sia almeno di "co-decisione" sulle scelte strategiche e sul piano di ristrutturazione, un ruolo di regia.

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Il gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia (sezione: Alitalia 2)

( da "Stampa, La" del 19-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Il caso Dopo Fox Air e aeroporto di Villanova STEFANO PEZZINI Il gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia ALBENGA Non si ferma lo sviluppo del gruppo Orsero nel settore aeronautico. Dopo la compagnia di aerotaxi "Fox Air" e la proposta di acquisto, assieme all'imprenditore lombardo Bassani, dell'aeroporto "Panero" di Villanova d'Albenga questa volta il gruppo imprenditoriale sta facendo un ulteriore salto di qualità ed è ad un passo dall'entrare nell'Alitalia. La Cai, la cordata di imprenditori presieduta da Roberto Colannino e organizzata da Intesa-San Paolo, ha infatti aperto le porte ad almeno quatto nuovi soci e, uno di questi, è proprio il gruppo che fa capo ad Antonio e Raffaella Orsero. "Ci è stata offerta l'opportunità di entrare in Cai e stiamo valutando se aderire o meno. Non c'è ancora nulla di ufficiale ma diciamo che siamo interessati", conferma Antonio Orsero. Tra i soci, oltre a Colannino, ci sono Mercegaglia, Moretti Polegato (Geox), Benetton e i più bei nomi dell'industria e della finanza italiana. Il fatto che, al momento, non ci siano decisioni definitive, lascia l'intera operazione sul vago. Difficile dire se la probabile entrata nella Cai possa essere sinergica alle altre attivita aeronautiche del gruppo che ha il suo core-business nell'import e nella distribuzione di frutta fresca attraverso la Fruttital e la portualità attraverso la Refeer Terminal che controlla le banchine del porto di Vado e altre società impegnate nella gestione di porti anche in Spagna. "Al momento non sappiamo esattamente come sarà la nostra partecipazione. Diciamo che è una opportunità che si è aperta e stiamo studiando le modalità di intervento. Se entreremo lo faremo come investitori non per un progetto di sinergie anche se, ovviamente, questo aspetto non andrà sottovalutato", spiega ancora Antonio Orsero. Impossibile, al momento, sapere se l'entrata in Cai del gruppo sarà attraverso la Gf Group, la capofila di famiglia, o se invece sarà proprio la Fox Air ad avere il ruolo di socio. La società di aerotaxi, acquisita ai primi di agosto, ha tra i dirigenti anche il comandante Leopoldo Pollastri, a lungo pilota del primo jet privato acquistato negli Anni '70 della famiglia Orsero, e profondo conoscitore della realtà aeronautica italiana. Se sarà Fox Air ad entrare in Cai uno sfruttamento delle sinergie tra Alitalia e l'aeroporto di Villanova d'Albenga (sempre ammesso che alla fine lo scalo venga privatizzato e affidato alla cordata Orsero-Bassani) non sarà solo una ipotesi ma una realtà che potrebbe servire all'intera economia della provincia.

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No, non si può dire solo no (sezione: Alitalia 2)

( da "Manifesto, Il" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

VOI SIETE QUI No, non si può dire solo no Alessandro Robecchi Le solenni parole presidenziali a proposito della riforma della scuola del ministro Tremonti (mandante) e della ministra Gelmini (esecutrice materiale) suonano in questo modo: "Non si può dire solo no". Ha ragione. Davanti alla proposta che per migliorare l'unica scuola che funziona degnamente (le elementari) bisogna cacciare 87 mila maestre e ridurre le ore di insegnamento, non si può dire solo no. Si può anche dire: "No, siete dei banditi!". Concordo che dire solo no non basta. Conosco precari che nella scuola non entreranno mai, i quali dicono addirittura: "No, manco morti!". E so di persone moderate e responsabili che di fronte alla proposta delle classi di concentramento per bambini stranieri hanno addirittura sbottato: "No, vaffanculo!". Ma poi, preso da un brivido, sono andato a controllare tutte le volte che si è detto sempre no, o solo no, insomma che si è detto di no. Il lodo Alfano, per esempio. Il no è suonato talmente alto e vigoroso che il lodo Alfano è legge, e tanti saluti al processo per corruzione del solito noto. Sulla truffa Alitalia (i debiti a noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta. CONTINUA | PAGINA 6 Ci penso da due giorni, sta diventando un'ossessione: cazzo, abbiamo detto no? M"a quando? Su cosa? Sulla base di Vicenza? Sull'esercito nelle strade? Sulle cretine ordinanze in materia di sicurezza? Sull'espulsione e sulla galera per i clandestini ha detto no l'Europa, sempre sia lodata se ha fatto girare i maroni a Maroni. Ma altri no alle porcate di questi sei mesi non ne ho sentiti. Ieri l'altro erano in piazza in mezzo milione. Non dicevano solo no. Dicevano: "No, e mo' basta!". Un brivido antico, che è bene riprovare.

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La mela stregata per roma capitale - mario pirani (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Commenti LINEA DI CONFINE La mela stregata per Roma Capitale MARIO PIRANI Che il federalismo d'impianto leghista si prestasse ad aggravare i guasti apportati dalla modifica del titolo V della Costituzione ad opera delle sinistre, era stato denunciato più volte su queste colonne. La rubrica scorsa, appunto, lamentava come i post comunisti, nell'ansia di cancellare le proprie radici, avessero finito per gettare via, oltre a Marx e Stalin, anche Garibaldi e Cavour. Ed ora se ne vedono i frutti velenosi. Il "Comitato per la bellezza", un organismo dedito alla difesa artistica e paesaggistica, presieduto da Vittorio Emiliani, mi ha inviato in proposito una mappa delle fasi di fioritura di una di queste "mele stregate", destinata non certo ad avvelenare Biancaneve. L'11 settembre il governo presenta il disegno di legge sul federalismo fiscale che, sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni, passa quasi indenne. Il 3 ottobre il medesimo testo arriva al Consiglio dei ministri. A fine seduta viene inserito un copioso articolo aggiuntivo di cui non si era parlato fino a quel momento, neppure con le Regioni, col quale viene, tra le altre cose, trasferita all'Ente Roma Capitale "la tutela e la valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali", sin qui di competenza statale o demaniale, nonché le funzioni di urbanistica e pianificazione finora devolute alla Regione. Appena venuto a conoscenza dell'inserimento dell'"articolo aggiuntivo" su Roma Capitale nella legge sul federalismo fiscale il sindaco Alemanno se ne rallegra pubblicamente: "E' un risultato storico. La città avrà uno statuto europeo. I più importanti processi decisionali ? inclusa la tutela dei beni culturali e ambientali ? invece di passare per tre diversi livelli Comune-Provincia-Regione (e Stato) sono concentrati nell'assemblea capitolina. Così si potranno prendere con più rapidità le decisioni". Contemporaneamente il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, dice di non saperne nulla. La cosa, però, non finisce qui. Prima di proseguire vorrei, però, premettere che la legge su Roma Capitale è un obbiettivo da lungo tempo giustamente atteso. Non è possibile, infatti, governare con gli stessi strumenti regolamentari di un qualsiasi capoluogo, una metropoli dove, oltre alla amministrazione comunale, sono installate tutte le istituzioni di governo e di rappresentanza della Repubblica, nonché quelle vaticane. Ciò non significa, però, che Roma debba essere sottratta ad ogni vincolo di controllo, soprattutto in tema di salvaguardia ambientale e culturale. E qui l'articolo approvato dal Consiglio dei ministri entra in conflitto con la stessa Costituzione, laddove, all'art. 9, proclama che "La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Non si tratta, si badi bene, di una proclamazione retorica ma di una direttiva pratica: se questa tutela fosse stata delegata ad enti, altri dallo Stato, e in special modo a quelli locali, ne sarebbero derivati continui conflitti d'interesse per la presenza sul territorio di forze potenti, capaci di influire direttamente e indirettamente sulle rappresentanze, per loro natura più permeabili ad operazioni clientelari. Lo scandalo esploso a Roma, allorquando venne permessa la costruzione dell'Hilton sui crinali di Monte Mario, si sarebbe ripetuto ovunque e su più larga scala. Gli scempi ci sono stati egualmente ma senza il potere vincolante autonomo delle Sovrintendenze, ripreso anche dal Codice attuale dei Beni culturali sulla scia di tutti quelli precedenti, dalla legge giolittiana del 1908, a quella di Croce del '22, dalle due leggi Bottai del '39 al Testo unico del 1999, ebbene l'intera Penisola sarebbe uscita devastata. Ricordato tutto questo, torniamo alla vicenda del famigerato articolo aggiuntivo di cui sopra. Ebbene, uscito da Palazzo Chigi il 3 settembre, si perde per strada e non arriva al Quirinale. Al presidente della Repubblica, che deve firmare il testo prima di avviarlo all'iter parlamentare, viene sottoposta la stesura precedente, quella sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, che non contiene la corposa aggiunta su Roma Capitale, malgrado, nel frattempo, i ministri Calderoli e Matteoli dichiarino di averla approvata. Cosa c'è dietro? Probabilmente la stessa tattica seguita con l'emendamento salva-manager infilato di soppiatto nel decreto Alitalia: si nasconde la "mela stregata" agli occhi del Quirinale per non incappare in una possibile obiezione ostativa del Presidente, quindi la si ripresenterà, come emendamento, nel corso della discussione parlamentare sul federalismo. Come dice Andreotti a pensar male si fa peccato, ma si indovina. Del resto gli interessi in gioco sono enormi.

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Lo stato aiuti anche il sud - umberto de gregorio (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Pagina VI - Napoli LO STATO AIUTI ANCHE IL SUD UMBERTO DE GREGORIO I l funerale dei contributi a fondo perduto e della fiscalità di vantaggio, sotto l'ombra austera di un'Europa inflessibile a condannare ogni forma d'inquinamento delle limpide regole del libero mercato. Ebbene, proprio ora, ecco il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi solennemente dichiarare: "Gli aiuti di Stato che sino ad ieri erano peccato ora sono un imperativo categorico". A ben guardare, non è una novità in senso assoluto. C'era stato difatti un precedente. Il ministro Giulio Tremonti, in verità, aveva già profetizzato (nel suo libro "La paura e la speranza", pubblicato marzo scorso) che era necessario superare il paradosso del "mercatismo" europeo, dove le imprese in difficoltà non possono essere sostenute dagli aiuti di Stato, e dove si "predica ed estremizza il mercato, ma solo in Europa". Una prova concreta di questa nuova filosofia l'abbiamo avuta con la questione Alitalia. Ed ora la crisi internazionale dei mercati finanziari ha sciolto ogni indugio: finalmente il premier Berlusconi può dichiarare che il suo liberismo ha cambiato pelle. Bisogna adeguarsi ai tempi. Lo Stato non è più un male ma una necessità; magari addirittura un bene. D'altronde (o forse proprio per questo) lo Stato oggi è lui, ed il mercato è ancora lui, e quindi tutto coincide. Tutto quadra, tutto è perfetto ed una grave crisi economica si trasforma in un'opportunità politica di portata storica. D'accordo, va anche bene cosi. Ma ora qualcuno ci dovrà pur spiegare perché le regole del libero mercato possono essere sospese per agevolare la risoluzione della crisi Alitalia, si possono violare per arginare la crisi delle banche, si potranno domani ignorare per dare sostegni all'industria automobilistica e poi magari ad imprese d'altri settori; gli aiuti di Stato non sono più un'eccezione ma la regola, ove necessario per superare crisi e difficoltà è giusto e sacrosanto sforare i tetti della spesa pubblica e ignorare le regole europee (che, è opinione non di ieri di Tremonti, vanno assolutamente riviste, cosi come vanno cambiate le regole di Basilea due appena introdotte). Ebbene in questo nuovo contesto generale di rivoluzione culturale, dove il mercato non è più libero e sovrano ma assistito e diretto, perché solo nel Mezzogiorno il nuovo principio non vale? Perché per arginare il gap crescente (ed al suo apice storico) tra regioni settentrionali e meridionali non si può ricorrere ad interventi straordinari, con nuove forme d'aiuti in termini di contributi a fondo perduto e/o di fiscalità di vantaggio? Perché solo qui, nel Mezzogiorno, vanno assolutamente rispettate le norme europee che impediscono ogni sia pur minima turbativa delle regole teoriche del libero mercato? C'è qualcuno che, alla luce di quanto sta accadendo, vuole dare risposta a queste domande? Non siamo assolutamente tra quelli convinti che occorre ritornare al passato, con forme d'assistenzialismo corpose, né siamo tra quelli convinti che sia ineccepibile il nuovo corso governativo di dirigismo statalista. E tuttavia siamo però dell'opinione netta che, individuato un "modus operandi", occorre poi agire secondo equità, e quindi quello che vale nel mercato delle auto e nel mercato finanziario non può non valere nel mercato della concorrenza tra i diversi territori geografici. Se la nuova filosofia è che l'intervento dello Stato è necessario quando si tratta di evitare crisi drammatiche per l'impatto sul tessuto sociale ed economico, allora questa filosofia va applicata anche per risolvere la crisi del Mezzogiorno. Magari inventando nuove forme d'intervento; di certo senza ritornare all'assistenzialismo vecchio stampo. Qualcosa però va fatto anche qui e subito. Se lo Stato interviene per salvare l'Alitalia, le banche e le industrie automobilistiche, con interessi prevalentemente settentrionali, intervenga allora anche per salvare quel che resta dell'apparato produttivo del Mezzogiorno. Se dev'essere punto e a capo, se devono cadere i tabù, cada allora anche il tabù che il Mezzogiorno non può più essere aiutato.

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Veltroni: riempiremo la piazza anche lì si fa l'opposizione (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Di Laura Matteucci / Milano "Ma lei lo sa quant'è grande il Circo Massimo? Lo deve sapere per forza, è stato anche sindaco di Roma...". Veltroni sa bene di aver scelto un posto "gigantesco", e anzi lo rivendica come "una bella sfida" perchè "l'opposizione si fa nelle piazze e non in televisione". La tv - ieri Walter Veltroni era ospite di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", Rai 3 - resta un bel veicolo per ricordarlo: Circo Massimo, 25 ottobre, sabato prossimo, per la manifestazione del Pd contro il governo arrogante" delle destre. Opposizione in piazza, fermo restando che l'alleanza istituzionale con Di Pietro e l'Italia dei Valori è finita, e non da oggi. E che "chi dei due è venuto meno all'impegno non siamo noi". Un punto sul quale il leader del Pd è secco e categorico come mai prima: "L'alleanza c'è stata - dice - perchè Di Pietro ha sottoscritto un programma con prospettive di convergenza, ma quando si è reso conto che aveva il seguito necessario per andare da solo è venuto da noi e ha stracciato l'impegno. Noi abbiamo una capacità d'integrazione culturale come centrosinistra dalla quale Di Pietro è molto lontano". È da quando Idv ha formato il suo gruppo parlamentare, insomma, che il patto si è rotto. Non si fa mancare l'immediata replica di Di Pietro: "Il buon Veltroni si attacca agli specchi per cercare di giustificare una opposizione che in questi mesi c'è stata poco o per niente". Poi: "Contrariamente a quanto ha affermato avventatamente Veltroni - continua il leader di IdV - noi non abbiamo rotto alcun patto, tanto è vero che stiamo per affrontare, insieme al Pd, le imminenti elezioni in Trentino e speriamo anche in Abruzzo". Questo, in effetti, era stato ricordato anche da Veltroni, ma forse a Di Pietro non è stato riferito."Altra cosa è far parte dello stesso gruppo parlamentare - dice ancora Di Pietro - un percorso improponibile". La spiegazione è lunga, il cahiér des dolèances è noto: dal Pd "collaborazionista" al fatto che sia "fuori luogo" la sua "pretesa di inglobare l'Italia dei Valori" come pure "la richiesta di procedere a una fusione". Dalla poltrona degli studi Rai di Milano per la puntata domenicale di "Che tempo che fa", Veltroni intervistato da Fazio è chiaro anche su un altro punto: "La laicità dello Stato non è in discussione". La domanda era semplice ed enorme: partendo dal caso di Eluana Englaro, la donna in coma da 16 anni, se e come fosse possibile far convivere l'anima laica e quella cattolica del Pd. "Devono riuscire a coesistere - risponde Veltroni - Una cosa è la coscienza, un'altra le istituzioni. Noi stiamo arrivando ad una proposta sul testamento biologico, che rappresenta un punto di sintesi. Tutto però deve partire dalla laicità dello Stato". E dalla massima libertà di coscienza: "Sarebbe un sistema autoritario quello che dicesse a una persona di mettere la coscienza nel cassetto. Sulle grandi questioni come la vita e la morte anch'io vado alla ricerca di risposte. È lo Stato però che deve decidere le proprie leggi senza interferenze esterne". L'impressione è quella che Veltroni abbia molta voglia di togliersi parecchi sassolini dalla scarpa e poca di "collaborare", per riprendere Di Pietro: "È particolare l'accanimento nei confronti del Pd. Ma qualcuno si chiede mai come vengano scelti i sindaci del centrodestra, perchè alcuni dei loro partiti non facciano un congresso da anni?". Le stoccate finali sono tutte per il centrodestra e per un governo che, nonostante l'Italia fosse entrata in una seria crisi - di produzione industriale, di lavoro, di reddito disponibile e quindi di consumi - ben prima dell'ultima bufera finanziaria, "si è occupato di giustizia, ma non di questi temi". Nè con la manovra economica, dice Veltroni, e nemmeno con la partita Alitalia che, se fosse stata chiusa con l'accordo con AirFrance, avrebbe "liberato" 1 miliardo e mezzo, oggi investito a ripianare i debiti, per sostenere i redditi più deboli. Altra ferita aperta, quella della scuola che il ministro Gelmini intende migliorare partendo con 8 miliardi di tagli ("non è possibile in un paese come l'Italia") e con l'introduzione delle classi differenziate per i bambini immigrati. Il pericolo non è solo specifico, riguarda l'intero sistema democratico: "Sono tutti slittamenti della democrazia che alla fine, sommati, ci faranno ritrovare in un altro sistema, un sistema autoritario". Perchè da parte della maggioranza "c'è un fastidio per tutto ciò che non rappresenta il consenso, per l'opposizione, per i sindacati, per i giornalisti e per l'Europa. Chiunque non è in questa bolla del pensiero unico è malvisto". E se il governo, almeno nei sondaggi, sembra godere di un consenso di ferro, è per la sua "gigantesca capacità di fare i fuochi d'artificio", di "esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione", di alimentare una diffusa, generica paura. È anche per un "clima internazionale finora favorevole alle destre". Ma, almeno questo è ormai questione di giorni, potrebbe cambiare radicalmente con la vittoria negli Stati Uniti di Obama.

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Mussi: È la strage dei ricercatori perderanno il posto a migliaia (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Mussi: "È la strage dei ricercatori perderanno il posto a migliaia" di Maristella Iervasi / Roma Anche Fabio Mussi come ministro dell'Università è stato contestato dagli studenti. Ma è con la Gelmini che la Pantera è tornata in libertà, a "ruggire" rabbiosamente in tutti gli Atenei italiani. La ministra di Forza Italia in compagnia del duo Tremonti-Brunetta ha messo letteralmente la ricerca "in mutande" - come recita lo slogan del movimento anti-Gelmini. E Mussi ne svela i retroscena. "Il ministro ha detto che l'Università rischia la fine di Alitalia? Lo dice - sottolinea l'esponente di Sinistra democratica - per nascondere altri fatti ancor più gravi: la liquidazione di un'intera generazione di ricercatori. È in atto un olocausto di migliaia e migliaia di persone". I ricercatori in Italia sono circa 70mila tra pubblico e privato. E oltre la metà di questi è precario. In tutti i campi: dalla ricerca medica e farmacologica all'Aids; dal campo sociologio a quello chimico e matematico. Il decreto 133 non solo ha ridotto il turn over del 20% e ha tagliato con l'accetta il finanziamento pubblico di un miliardo e mezzo ma ha anche "chiuso" il rubinetto già risicato delle stabilizzazioni e ha scritto la parola fine sui contratti flessibili. Risultato: "Stiamo perdendo la meglio gioventù - sottolinea Mussi -. E francamente non so proprio come potrà continuare a reggersi la nostra ricerca scientifica in queste condizioni. Nonostante i bassi investimenti finora si erano mantenuti livelli d'eccellenza, ma adesso... Addirittura i finanziamenti specifici per enti di ricerca sono stati trasferiti pari pari sull'operazione Ici. Che disastro!". Andiamo con ordine e leggiamo per benino il contestatissimo 133. L'articolo 49 del decreto norma il lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni. Di fatto è stato scritto ex novo per sostituire l'art.36 del decreto 165 del 2001, quello che introduceva il lavoro atipico ed estendeva quello flessibile in tutte le amministrazioni pubbliche. La "correzione" di questo norma stabilisce che le pubbliche amministrazioni "non possono ricorrere all'utilizzo del medesimo lavoratore" nell'arco di un quinquennio. "Il che vuol dire - precisa Mussi - che i precari di tutti gli ambiti lavorativi restano a spasso. Non possono più essere impiegati come lavoratori flessibili e non verranno neppure stabilizzati". L'ultima Finanziaria Prodi conteneva una regola analoga ma consentiva per l'Università e la ricerca delle eccezioni. Ad esempio: se i contratti attingevano da fondi europei o per aree sottosviluppate si potevano rinnovare. La legge di bilancio 2007, all'articolo 519, consentiva inoltre la stabilizzazione di un certo numero di precari nelle pubbliche amministrazioni o il finanziamento per un piano straordinario di assunzione di ricercatori nelle Università ed enti di ricerca. Ed infine era stato istituito un fondo di 20-40 e 80 milioni di euro in 3 anni per l'Università e la ricerca. Le Università potevano quindi indire bandi di concorso per nuove assunzioni, circa 4mila. In pratica, Stato e gli Atenei co-finanziavano i posti. "Un regolamento innovativo - sottolinea l'esponente di Sinistra democratica -, ma la bocciatura della Corte dei Conti arrivò a crisi di governo aperta...". Il governo Prodi aumentò lievemente anche i fondi ordinari. "Da ministro mi battei in maniera furibonda, - ricorda Mussi, tuttavia un aumento ci fu.". Tutto questo oggi con trio Tremonti-Gelmini-Brunetta è letteralmente sparito. Niente più norme per le stabilizzazioni dei precari, i contratti flessibili non si possono rinnovare per legge, la scure Tremonti si è abbattuta oltre che sulla scuola anche sugli Atenei, tagliando un miliardo e mezzo nei prossimi 3 anni. "Per migliaia e migliaia di giovani ricercatori precari - precisa Mussi - non c'è alcuna aspettativa di un futuro: è stato messo uno stop al rinnovo dei contratti a tempo determinato o flessibile. E per queste persone non c'è alcuna possibilità di concorso". Tanti i quesiti aperti. "Che fine hanno fatto i soldi del fondo per i ricercatori che sono ancora a bilancio? si domanda Mussi -. Perchè si è scelto di buttare fuori un'intera generazione di giovani"?. E ancora: "Chi farà ricerca in Italia? I vecchi prof e i neo laureati a gratis?". Per l'Università e la ricerca, pubblica e privata, l'Italia spende meno del 2% del Pil. Lo Stato spende il 20-30% in meno dei paesi europei, del Nord America e anche dell'Asia. Le imprese italiane in ricerca e innovazione spendono mediamente meno della metà delle loro consorelle europee. Nonostante tutto i nostri ricercatori a livello internazionale sono valutati terzi al mondo per produttività procapite. Insomma, fino ad oggi l'Italia spende una miseria (è 32esima nella classifica mondiale per formazione superiore e ricerca) e tuttavia ottiene risultati brillanti. La politica del centrodestra sembra voler chiudere le porte del futuro.

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L'Olanda salva Il Conto Arancio (sezione: Alitalia 2)

( da "Riformista, Il" del 20-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Intervento pubblico per sostenere Ing. Il governo olandese salverà l'istituto bancario famoso in Italia per il Conto arancio, la rete di sportelli telematici che offre alti rendimenti.Il titolo è crollato in Borsa venerdì dopo l'annuncio di una probabile perdita da 500 milioni di euro nel terzo trimestre. Fino a poche settimane fa sembrava una delle istituzioni più solide, di quelle con qualche possibilità di sopravvivere alla crisi, rientra ancora tra le prime 20 istituzioni finanziarie del mondo e di recente aveva acquistato la gestione di 180 mila conti correnti da una banca islandese fallita. Invece ieri sera la direzione dell'istituto ha raggiunto un accordo con il ministero dell'Economia e con la Banca centrale olanderse. L'Olanda ha a disposizione 20 miliardi di euro per salvare le banche in difficoltà, secondo le stime degli analisti a Ing ne servirebbero almeno 12. Il governo sarebbe pronto a immeterne soltanto 9. La divisione italiana del gruppo Ing Direct doveva presentare domani un nuovo servizio, il Conto corrente arancio, da affiancare a quello di risparmio, ma la pubblicità è subito sparita dal sito Internet della compagnia, dove però si può ancora vedere un articolo del Corriere della Sera, del primo ottobre, che rassicura sull'affidabilità di Ing. Frattini, fondi stranieri solo se sicuri. Da Abu Dhabi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, lancia la nuova linea del governo in tema di fondi sovrani: sì agli investimenti esteri, ma solo se sicuri. Il comitato strategico Tesoro-Farnesina, avrà il compito di verificare l'affidabilità e la trasparenza. Una risposta, dunque, all'allarme lanciato qualche giorno fa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Petrolio, opec e tagli. No comment dell'Arabia Saudita sull'ipotesi di un taglio della produzione del petrolio che dovrebbe essere deciso dall'Opec (il cartello dei paesi produttori) nel vertice straordinario di Vienna in programma per venerdì prossimo. Considerato il fatto che il prezzo del greggio è crollato di oltre il 50% in tre mesi, c'è interesse sul pronunciamento del cartello, alla luce del fatto che la crisi finanziaria mondiale potrebbe erodere ulteriormente la domanda globale di petrolio. E se l'Arabia Saudita, leader del cartello, non si pronuncia, la possibilità di un taglio alla produzione è stata invece ben accolta dal Ministro iraniano del Petrolio, Gholam Hossein Nozari, secondo cui è l'unico modo per non far crollare ulteriormente il prezzo. Per il presidente venezuelano Chavez il prezzo a 80-90 dollari è accettabile. Benzina meno cara.Il costo del carburante, da oggi, dovrebbe scendere e toccare il minimo del 2008. L'annuncio è arrivato dal garante dei prezzi, Antonio Lirosi, che ha comunque fatto notare come questo non voglia dire che il prezzo sia basso. C'è spazio, secondo Lirosi, per altre riduzioni. Cgia, più soldi alle imprese.La crisi dei mercati come opportunità per le imprese. Un paradosso? Per la Cgia di Mestre non lo è affatto. "Grazie alla grande massa di liquidità introdotta in queste ultime settimane - spiegano dall'associazione - le banche italiane non hanno più nessun alibi. Devono assolutamente agevolare l'accesso al credito e quindi sono nelle condizioni ottimali per venire incontro alle esigenze di molte imprese in difficoltà". Difficoltà dovute "non tanto agli effetti disastrosi della tecno-finanza statunitense, ma alla crisi della domanda interna e al forte aumento delle tasse negli ultimi anni". Cai, Lufthansa vede i confederali. Quale sarà il partner estero della nuova Alitalia? Tra i nomi più accreditati Airfrance e Lufthansa ma da settimane nulla trapela dai vertici della Cai (Compagnia aerea italiana). Un piccolo segnale arriva però dal vertice previsto mercoledì tra i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i manager di Lufthansa. L'appuntamento è in mattinata, a Roma, nella sede dell'ambasciata tedesca. La compagnia tedesca illustrerà ai sindacati il piano d'alleanza con Cai. Lunedì invece riprendono le trattative per la stesura dei nuovi contratti di assunzione. Spesa troppo cara. In tempi di vacche magre, tutto è utile se fa risparmiare. Una soluzione la propone la Coldiretti insieme alle associazioni dei consumatori: sono i farmers markets, vale a dire i mercati di campagna dove è possibile comprare direttamente dagli agricoltori, accorciando la filiera e dunque risparmiando. "Almeno il 30 per cento sul prezzo medio di vendita indicato dal ministero delle politiche agricole e forestali" spiegano dalla Coldiretti. I mercati sono per ora un centinaio, distribuiti in diverse zone di Italia. 20/10/2008.

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"treni migliori o non paghiamo un euro" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)

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Pagina VII - Firenze "Treni migliori o non paghiamo un euro" Conti contro governo e ferrovie: accordo o sarà il disastro Preoccupano gli aumenti che Trenitalia ha chiesto alle Regioni L'assessore teme per l'impatto dell'alta velocità sui pendolari "IL tavolo della discussione a tre è aperto: governo, Regioni, ferrovie. Se non troveremo un accordo sarà un disastro. L'incrocio tra l' impatto sui treni pendolari dell'alta velocità e la richiesta di aumento dei costi per i servizi regionali da parte delle ferrovie potrebbe essere esiziale. La Toscana è pronta anche a pagare, solo però per un servizio migliore. Non darà un euro di più se le cose restano uguali. Le ferrovie devono contrattare. Ma la chiave sta nel governo che deve investire sul trasporto pubblico locale e dare a questo scopo risorse alle Regioni". L'assessore ai trasporti regionali Riccardo Conti spera nel tavolo. Altrimenti anche in Toscana, "dove pure abbiamo conquistato servizi come memorario", il trasporto pendolare rischia di andare a gambe all'aria. "Nel momento in cui prende il via l'alta velocità il passo avanti non deve trasformarsi in un passo indietro", dichiara l'assessore. Conti apre la battaglia mentre sta distribuendo i volantini del Pd che rivendicano maggiore attenzione del governo al trasporto pubblico locale ai pendolari della stazione di Santa Maria Novella. E' lì, ieri mattina dalle sette, insieme al ministro ombra all'ambiente del Pd, Ermete Realacci, il presidente della commissione ambiente in Regione Erasmo D'Angelis, il presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi e altri dirigenti e militanti Pd. "Conti ha un bel coraggio - commenta il consigliere regionale di Fi Dinelli - Dal 2000 i treni toscani sono di competenza regionale, i disservizi non sono cero colpa del governo". L'allarme alta velocità, quando dal 14 dicembre partirà la Roma-Milano, è già stato lanciato: treni regionali e Intercity tagliati, treni pendolari sulla linea Firenze-Valdarno-Arezzo-Chiusi-Roma trasferiti sulla linea lenta perché la direttissima sarà ingombrata, nuovi Eurostar che salteranno Firenze. Queste le fosche previsioni che Conti cerca di mitigare: "Discuteremo al tavolo una soluzione che attenui l'impatto dei treni super veloci". Eppure non nega che "un qualche terremoto inevitabilmente ci sarà", tranne, sostiene, quello di alcuni Eurostar che non fermeranno a Firenze: "Ne avremo comunque abbastanza, non siamo così provinciali da negare che possano esserci anche dei treni diretti Roma-Milano". Quello che però lo preoccupa i più sono le richieste di aumenti fatte da Trenitalia per i "servizi universali", ovvero non "di mercato" e redditizi come l'alta velocità, ma sovvenzionati dallo Stato come necessari ai cittadini: treni regionali, pendolari, Intercity. "Trenitalia chiede alle Regioni, per questi servizi che chiama a catalogo, aumenti dal 30 al 50%", dice Conti che esibisce le cifre. Le spese di previsione della Regione sono di 205 milioni per i treni regionali nel 2009, 212 milioni nel 2010 e altri 212 nel 2011. Trenitalia vuole 271 milioni il primo anno, 293 il secondo e 298 il terzo. La Toscana pagherebbe 66 milioni in più nel 2009, 81 nel 2010, 86 nel 2011 che diventerebbero, se la Finanzairia metterà le stesse risorse del 2008, 30, 45 e 50 milioni in più. Potrebbe essere un problema che mette a repentaglio servizi che i pendolari lamentano ancora insufficienti. "Trenitalia, sottocapitalizzata com'è, minaccia di finire come Alitalia - riconosce Conti - Ma il diktat è inaccettabile. Con i clienti si contratta. Noi siamo disponibili a pagare, ma solo in cambio di un aumento di servizio. Vogliamo sconti perché abbiamo già comprato treni nuovi con risorse regionali, non intendiamo pagare di più per i treni vecchi, pagheremo a catalogo solo i nuovi che arriveranno". Dopodichè si apre il contenzioso con il governo. "La Toscana può anticipare le risorse, ma poi il governo deve aumentare gli investimenti per il trasporto pubblico locale e trasferire queste risorse direttamente alle Regioni, non più a Trenitalia. Se Matteoli, che è sempre stato sensibile ai problemi toscani, vuole aiuto con Tremonti ce lo chieda, glielo daremo". (i.c.).

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Alitalia, si stringe sul partner estero - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)

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Economia Alitalia, si stringe sul partner estero Domani sindacati da Lufthansa e Air France da Colaninno. Giallo sulla fiducia I francesi aprono su Malpensa: "Fiumicino non è più una priorità" LUCIO CILLIS ROMA - Cai stringe sul partner estero. Domani i sindacati vedranno Lufthansa mentre la compagnia guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli incontrerà a Roma i vertici di Air France-Klm. L'agenda di Cai è quindi fitta di appuntamenti: tra il 28 e il 31 ottobre i soci daranno il via libera all'operazione ed entro il 15 novembre salterà fuori il nome del partner. Domani a Roma, ci sarà un incontro tecnico con i manager di Air France-Klm, nel corso del quale i vertici di Compagnia aerea italiana illustreranno ai francesi i possibili vantaggi finanziari ed industriali dell'operazione. Lo stesso menu verrà proposto la prossima settimana a Lufthansa e British. Al termine di questo ultimo giro di incontri Colaninno e Sabelli chiuderanno sul partner straniero con cui sarà portata avanti la trattativa finale. Il nome sarà svelato a metà novembre. A Parigi, però, il dossier Alitalia è sempre in cima alla lista delle operazioni da chiudere a breve. Il gruppo franco-olandese, sta soffrendo il pressing "duro" di Lufthansa e i messaggi che partono da Parigi tendono a rassicurare il mondo politico: "L'idea di un hub forte a Fiumicino non è più centrale - spiegano a Repubblica fonti vicine ad Air France - e la scelta sul dove posizionare i voli di lungo raggio spetta unicamente a Cai. L'ingresso nel nuovo gruppo avverrà senza spallate e senza alcuna forzatura sulle quote di ingresso nella nuova compagnia", aggiungono le stesse fonti, cercando di mettere in luce il differente approccio dei francesi - che si dicono più morbidi e rispettosi dell'italianità del vettore - rispetto alla proposta di Lufthansa. Anche un eventuale incontro con i sindacati non è escluso "se richiesto da Cai". Resta però da sciogliere il nodo dei contratti di naviganti e personale di terra. Un ostacolo che sta innervosendo Cai e che sta spaccando per l'ennesima volta il fronte sindacale. Da una parte i piloti non intendono condividere la discussione sul contratto dei comandanti con le altre sigle. Dall'altra ci sono invece i confederali e l'Ugl che, sia pur con qualche strappo, portano avanti il dialogo con Colaninno. I leader confederali, ieri sera, hanno ribadito l'intenzione di chiudere la discussione "entro ottobre". Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni spiega che la discussione "è a buon punto". Sul nodo dei piloti, che chiedono di avere incontri separati dai confederali, Bonanni aggiunge che "il problema è risolto: tutti hanno il dovere e il diritto di far continuare il tavolo. I comandanti devono imparare anche loro a stare insieme agli altri. Non c'è l'esclusiva". L'accelerazione arriva nel giorno di un faccia a faccia tra sindacati e commissario straordinario di Alitalia: Augusto Fantozzi ha spiegato che la compagnia ha liquidità sufficiente fino al 1 dicembre mentre in cassa a fine agosto, secondo quanto comunicato in serata dalla Magliana, c'erano 229 milioni di euro. E riprende oggi alla Camera, la discussione sul decreto Alitalia che deve essere convertito in legge entro lunedì. Un passaggio, prima del via libera conclusivo in Senato, che si tinge di giallo: i capigruppo dell'opposizione hanno infatti specificato che il governo non ha mai parlato del (ventilato) ricorso al voto di fiducia. Oggi, quindi, si vota.

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"quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo" (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)

Argomenti: Alitalia

L'intervista Achille Zaghetti, ex pilota Alitalia "Quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo" Achille Zaghetti ha lasciato l'Alitalia e vuole godersi la pensione: non ha tanta voglia di rievocare il suo avvistamento di un Ufo sui cieli britannici. Comandante Zaghetti, ci racconta che cosa ha visto dal suo posto di pilotaggio? "è una cosa vecchia, non credo che interessi nessuno... comunque, ho visto una specie di sigaro, è passato poco lontano dal mio aereo. Con il mio copilota ne abbiamo stimato la lunghezza in tre metri. Era color marrone militare. Era sera tardi, forse le 8 o le 9, a quell'ora c'è ancora luce in quota ma a terra è già buio". Poteva essere un pallone aerostatico? "No, tutt'al più poteva essere il serbatoio supplementare di un aereo di quelli che restano in volo 24 ore su 24 per motivi di sicurezza". Ma allora stava cadendo? "Magari si è realizzato lo stesso effetto di chi guarda del treno: un oggetto in caduta sembra fermo, visto da un aereo che scende più veloce". I controllori di volo l'hanno visto? "Sì, stavano seguendo un volo della British che scendeva davanti a me. Hanno parlato di un non-target sconosciuto. Poi però hanno fatto come le tre scimmiette, non vedo-non sento-non parlo". Era un tratto particolare? "Ero nel tratto Abbeville-Biggin, dove si può volare solo sopra i 7000 piedi, perché a terra c'è una fabbrica di missili". Il suo avvistamento ha avuto altri seguiti? "Mi ha contattato un alto ufficiale del centro antiterrorismo, per vedere che tipo ero". Volevano chiederle silenzio o verificare se lei era un mitomane? "Mitomane no, per fortuna c'era anche l'altro pilota. E facevamo visite mediche ogni 6 mesi. Alla fine hanno considerato quella cosa come Ufo in senso stretto, cioè "Oggetto volante non identificato"". Ma lei, dentro di sé , come si spiega quello che ha visto? "è come chiedere a Schumacher di rivivere l'urto contro un guard-rail. è successo nel '91, oggi l'ho rimosso. Certo, poteva essere un terribile incidente. Se si vola a 700 chilometri orari, urtare un oggetto di un chilo è come urtarne uno di 700. Invece, grazie a Dio, ho finito la carriera in piedi". (g.cad.).

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"ho visto un ufo" il cielo di londra non ha più segreti - enrico franceschini londra (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)

Argomenti: Alitalia

La Difesa inglese rende pubblici gli archivi E spunta anche la denuncia di un pilota italiano "Ho visto un Ufo" il cielo di Londra non ha più segreti Ce n'è per tutti: dall'alieno nel giardino di casa all'oggetto incontrato in volo ENRICO FRANCESCHINI LONDRA dal nostro corrispondente Un pilota militare americano pronto a sparare una raffica di razzi contro un disco volante. Un pilota civile italiano che evita di poco una collisione con un "oggetto volante non identificato". Un uomo che afferma di avere visto scendere due extraterrestri da un'astronave atterrata nel giardino di casa sua, uno dei quali dice all'altro, in inglese: "Catturiamo quel terrestre". Una donna che sostiene di essere una extraterrestre proveniente dal pianeta Sirio. E così via. Incontri ravvicinati di tipo intermedio, riportati in documenti top secret negli archivi del ministero della Difesa britannico, e resi pubblici per la prima volta ora a Londra. Sono una ventina di casi, coprono il periodo fino al 1992, riguardano solo il Regno Unito. Esiste una qualche forma di vita su un altro pianeta nell'universo? Gli scienziati non lo possono garantire con certezza, ma ritengono che sia altamente probabile. Sono già venuti a farci visita, gli abitanti di quel pianeta, ammesso che siano a uno stadio di evoluzione e di tecnologia molto più avanzati del nostro, e possano dunque attraversare il cosmo a piacimento alla velocità (più o meno) della luce? A questo quesito il ministero della Difesa britannico non dà risposta, limitandosi a registrare le segnalazioni di Ufo, acronimo, in inglese, di "unidentified flying objects". Due caccia americani, di base in Gran Bretagna, vengono inviati in cielo per incontrare e abbattere appunto un oggetto volante non meglio identificato. E' il 1958. Il pilota inquadra nel suo radar una figura che si muove in modo mai visto: un attimo è immobile, il momento dopo si sposta a una velocità incredibile, stimata in 12 mila chilometri orari. Riferisce alla base. Riceve l'ordine di sparare. Ha il dito sul grilletto che scaricherebbe 24 razzi sull'oggetto. Sta per premere, quando l'oggetto scompare. Tornato alla base, i superiori gli ordinano di non parlare mai a nessuno dell'incidente. "Non lo dimenticherò mai", dice il pilota, Milton Torres, oggi in pensione, 77enne, da Miami. Questo invece è successo nel 1991. Il comandante Achille Zaghetti, alla guida di un volo Alitalia, sta per atterrare all'aeroporto londinese di Heathrow, quando nota qualche centinaio di metri più in alto un oggetto misterioso. Spaventato, temendo una collisione, grida al suo co-pilota: "Attenzione, attenzione!", comunica l'avvistamento alla torre di controllo, che nota a sua volta l'oggetto sui radar. Si pensa ad un missile, ma l'indagine dell'aeronautica militare nega che vi fossero esercitazioni nell'area. Dunque non resta che ringraziare per il mancato scontro e classificarlo come un Ufo. A proposito di piloti: ieri a Heathrow ne è stato arrestato uno. Stava per decollare con un volo per San Francisco, quando l'equipaggio s'è accorto che puzzava di alcol. Al test è risultato ubriaco. Ma di Ufo, perlomeno, non pare che ne abbia visti.

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"i miei mi hanno trattato male così vince il partito delle toghe" - liana milella (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)

Argomenti: Alitalia

L'ex avvocato del premier amareggiato con il Pdl. La telefonata con Berlusconi "I miei mi hanno trattato male così vince il partito delle toghe" Il Cavaliere si è giustificato: "Per me resti il candidato ideale, ma ho dovuto cedere" LIANA MILELLA ROMA - Berlusconi lo ha chiamato alle sei e ha cercato di indorargli la pillola: "Gaetano, la seconda persona più amareggiata dopo di te sono io". Adulatore, come al solito: "Per me eri e resti il candidato ideale, ma di fronte al Parlamento bloccato, ai decreti che scadono come Alitalia, ho dovuto cedere". Fino a pochi secondi prima, solo, e chiuso nella sua stanza da deputato che s'affaccia su piazza San Silvestro, Pecorella aveva continuato a sperare. Non tanto di potercela fare, quanto, almeno, in una "resistenza" serrata e onorevole del suo partito. Quella sì, adesso, gli scalderebbe il cuore. Invece niente, mollato dopo due votazioni, 441 e 411 voti ("Che non sono per niente da buttar via"). Delusione e rabbia profonde: "Sì, lo so che Berlusconi, fino all'ultimo, dice di aver cercato di sostenermi, però... via, prima di gettarmi sulla graticola qualcuno avrebbe anche potuto fare accordi più tassativi con l'opposizione. Invece niente, alla prima voce su un indagine farsa mi hanno scaricato". Veltroni meglio non parlargliene ("La sua? Un'operazione squallida"). Della Finocchiaro ha finalmente aperto la lettera, era lì da tre giorni, e l'ha pure chiamata al telefono. Ma il rapporto è compromesso. Dice, tanto per dire, "siamo sempre vecchi amici". Poi mostra un parere del Csm del 1994 da cui risulta chiaro che per gli alti giudici non serve alcuna autorizzazione. "M'hanno immolato solo per liberarsi di Orlando". Ma è soprattutto coi suoi che ce l'ha Pecorella. Con quei "traditori" del Pdl. Con chi non ha "resistito". "Vogliamo forse dimenticarci che per Filippo Mancuso si è andati avanti a votare per una dozzina di volte? Incaponendosi per mesi e mesi? Lui che pure aveva preso meno consensi di me nessuno voleva mollarlo. Si è andati allo scontro a testa bassa". Per lui, invece, solo un comunicato, garbato per carità ("Gliene do atto"), ma per chiedergli di mettersi da parte. Per questo, anche se è costretto al passo indietro, Gaetano parla espressamente di "manovre politiche", di "un'accelerazione innaturale". Lui, per quel posto da penalista alla Corte, si ritiene tuttora il migliore, e se la prende col "fuoco amico". Sulla scrivania ha i tabulati del doppio voto di giovedì scorso. Se li rigira in mano, li chiosa: "Basta leggerli, parlano chiaro. Soprattutto tra i nostri deputati c'è stato chi non ha votato. Un'inequivocabile fronda interna che non vedeva di buon occhio la mia cultura garantista". Non lo dice, ma Pecorella ce l'ha soprattutto con quelli di An. è convinto che dalla loro parte sia arrivato il "tradimento", perché gli ex fascisti non gli avrebbero mai perdonato gli anni vissuti da avvocato dalla parte del Movimento studentesco. "Traditori" da una parte, toghe "sciagurate" dall'altra. Il "garantista" si scatena contro i pm di Brescia, la vera causa della sua corsa stoppata. "Le scelte del Parlamento, per colpa del Pd, sono state condizionate da un pm (quello di Brescia, ndr.) che manda un avviso di garanzia, che tiene i processi appesi per anni, che distingue tra chi fa il politico e chi no nello stesso processo, e così condiziona le scelte del Parlamento". E qui Pecorella perde veramente le staffe: "Domani (oggi, ndr.) depositerò a Milano la mia richiesta di archiviazione. Ma sono rimasto otto mesi senza un giudice e per sei anni ho avuto la strada sbarrata anche se nel frattempo, sul piano giudiziario, non è successo nulla". La sua ira si chiude con un quesito: "Quando, tra pochissimo, tutto sarà finito chi mi ripagherà per non essere andato alla Corte?".

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Anche gli avvocati mollano il Pd: basta con il giustizialismo (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 21-10-2008)

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Oggi è Mar, 21 Ott 2008 Edizione 224 del 21-10-2008 Alessandro Galiena guida la rivolta contro le posizioni di Di Pietro Anche gli avvocati mollano il Pd: basta con il giustizialismo di Dimitri Buffa La notizia dell'annunciato divorzio politico tra Walter Veltroni e Tonino Di Pietro non commuove l'agguerrita pattuglia degli avvocati romani che fanno riferimento al Partito Democratico, orfani della sezione Mazzini dei Ds che era nota per la propria monotematicità sui problemi della giustizia. La fronda, che rischia di allargarsi a molte altre ex sezioni Ds, attualmente ribattezzate con poca fantasia dagli uomini immagine di Walter come "circoli" del Pd, è guidata dall'avvocato Alessandro Galiena, fratello della attrice Anna, che mercoledì scorso ha tenuto un discorso durissimo sulla "non politica" di Veltroni e sulla inconsistenza del Pd a Roma. "Non ci sono le sedi, non ci sono gli uomini, non ci sono le tessere e manca pure il programma, ci sono solo i consiglieri al look dell'ex sindaco di Roma che vivono nel loro mondo a parte e a noi che vogliamo essere garantisti non ci ascolta nessuno". E allora siccome di questi giorni fioccano "incomprensibili richieste di mobilitazione per l'incomprensibile manifestazione del 25 ottobre", che saranno precedute da un'altra manifestazione locale sulla sicurezza "altrettanto vaga", gli avvocati romani cominciano a mettere paletti e a dettare condizioni: "visto che non c'è il programma sulla giustizia e che quello del ministro ombra Tenaglia è semplicemente improponibile per l'essere appunto schiacciato sul forcaiolismo alla Di Pietro, vorrà dire che ce lo scriveremo da soli e poi Veltroni ci dirà che ne pensa". Non basta: "a novembre ci hanno chiesto una mobilitazione proprio per la giustizia... beh Veltroni non si illuda di fagocitarci sul dipietrismo, del lodo Alfano in Italia non frega niente a nessuno, ma della legge fallimentare ad esempio sì". Che vuol dire tutto ciò? Che molti non hanno visto di buon occhio quella sparata contro l'emendamento della maggioranza che voleva subordinare la dichiarazione dello stato di insolvenza di manager e amministratori di grandi aziende all'eventuale mancato accorso sulle procedure della amministrazione concordata ex legge Marzano-Prodi. Come proprio il trucco scoperto dalla Gabanelli. "E sai che scoperta ? spiegano gli avvocati in rivolta - ma perché mai un amministratore che sta trattando con lo stato il non fallimento della propria azienda deve invece essere dichiarato insolvente a prescindere e subire inutili conseguenze penali e civili personali che poi rischiano di coinvolgere anche l'azienda? O si fallisce o non si fallisce, la disciplina del concordato semplice, che è molto simile, guarda caso va proprio in quella direzione". Come a dire: perché quello che va bene per le piccole imprese e per le medi non può essere esteso anche a quelle grandi? Perché l'ombrello offerto ad Alitalia non deve valere per tutti i casi analoghi? Questa dunque è la pancia della ex sezione Mazzini, quasi tutta composta da avvocati e giuristi di sinistra, che adesso si ritrova sballottata in inutili riunioni para condominiali con improbabili coordinatori scelti da Veltroni i quali, per dirla come un altro avvocato di quel giro, "non capiscono un cavolo né di giustizia né di tutto il resto". Nei giorni scorsi si è molto parlato del futuro processo post elezioni europee che D'Alema, Marini e Fassino sono pronti a fare a Veltroni e allo stesso concetto di Pd, che sembra ormai di fatto non esistere quasi più. Gli avvocati romani non esitano a definirlo "un partito di plastica peggio di come era Forza Italia all'inizio: democrazia interna zero, organizzazione sotto zero, uomini che si prendono responsabilità ancora peggio". Il vero problema per Veltroni, quindi, è che in attesa del processo politico che seguirà la prevedibile futura disfatta elettorale ne potrebbe subire un altro tutto dall'interno che partirà proprio da Roma. La città dove lo scontento si taglia con il coltello. E il settore giustizia, dopo l'abbraccio mortale del Pd con Di Pietro e quello con il ministro ombra, nonché ennesimo ex magistrato transitato in politica con gli ex comunisti, Lanfranco Tenaglia, è sicuramente quello più in fermento.

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Diecimila sardi gratis in nave: la protesta di Moby (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)

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Economia Pagina 212 caso tirrenia Ieri primo viaggio da Olbia Diecimila sardi gratis in nave: la protesta di Moby Caso tirrenia. Ieri primo viaggio da Olbia --> I primi tremila sardi con biglietto di protesta offerto dalla Moby lines sono partiti ieri, altri settemila lo faranno tra oggi e domani mentre la raccolta di firme, prima ancora che la campagna partisse sul serio, ha già ottomila adesioni. L'armatore Vincenzo Onorato ieri a Olbia, a bordo della sua Moby Freedom, ha rilanciato la campagna contro i contributi di Stato alla Tirrenia e a favore della continuità territoriale sui mari della Sardegna. ONORATO "Noi chiediamo una gara internazionale, aperta a tutti i vettori europei, così come prevedono le normative Ue, - ha ribadito Onorato - una gara che si basi sul costo, sul numero di collegamenti e sulla qualità dei servizi. E che ovviamente deve riguardare i porti dove c'è la necessità di un sostegno pubblico". Ad Olbia dove il monopolio Tirrenia è ormai faccenda archiviata da molti anni, le rotte si regolano su una concorrenza libera e spietata. "La Tirrenia che prende i contributi per garantire le linee da Cagliari, per esempio, mette su Cagliari, dove opera quasi in regime di monopolio, navi vecchie che coprono la traversata in sedici ore e usa i mezzi migliori su Olbia dove è in concorrenza con noi". In discussione non la validità della compagnia ma della gestione. "Tirrenia è una realtà che ha bisogno di essere privatizzata e rilanciata", ha spiegato Onorato: "Qui non c'è un caso Alitalia, non c'è per esempio un problema occupazionale perchè ci sono ampi margini - con una gestione corretta - per incrementarla l'occupazione. I traghetti Tirrenia, non a caso, hanno a bordo meno personale di noi". IL BILANCIO La Moby lines ha registrato quest'anno ottimi risultati in Sardegna (due milioni e mezzo di passeggeri, +1%) con un incremento di 22mila unità, nonostante fosse stata messa in atto una razionalizzazione delle partenze. "Siamo davvero soddisfatti di questi risultati che ci permettono ancora una volta di confermare la nostra leadership verso questa destinazione", afferma Eliana Marino, direttore commerciale: "La concorrenza era molto agguerrita. Alcune compagnie, quest'anno, hanno infatti incrementato l'offerta per la Sardegna, con l'introduzione, in totale, di ben tre navi in più in servizio. Nonostante l'ingresso di questo nuovo naviglio concorrente, se escludiamo l'incremento prodotto da Moby, il mercato è in leggera flessione". C.D.R.

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Rischio caos sulla continuità (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)

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Economia Pagina 213 il caso Rischio caos sulla continuità Il caso --> Alta tensione sul fronte della continuità territoriale. Giovedì è prevista la convocazione delle compagnie (Meridiana, Eurofly, Air One, Air One CityLiner e Alitalia) da parte di Enac per la firma delle convenzioni sulle nuove rotte a tariffe scontate che collegheranno la Sardegna con Roma-Fiumicino e Milano-Linate. Domani, invece, i vettori potrebbero essere convocati dalla Regione per tentare di trovare un accordo tra loro sui voli da effettuare a partire da domenica prossima, data di avvio del nuovo regime di continuità. Altrimenti, sarà caos. Negli ultimi giorni, infatti, le compagnie hanno avviato una battaglia a colpi di nuovi voli, dopo aver saputo che tutte le proposte erano state accolte dall'Enac. Se le cose restassero così, da domenica prossima potrebbero esserci oltre 27 voli tra Cagliari e Roma (a cui vanno aggiunti quelli di ritorno) e almeno dodici collegamenti per Milano. Eurofly, Meridiana e Air One si stanno dando battaglia, incrementando l'offerta, ma in questo modo si rischia il caos e un eccesso di offerta (insostenibile dal punto di vista dei profitti). A meno che non si trovi un accordo oppure venga accolto il ricorso al Tar che Meridiana ha preparato e dovrebbe depositare entro giovedì. Il che tornerebbe comodo all'Enac e alla Regione, evitando loro una difficile mediazione. IL RICORSO La compagnia sarda chiede ai giudici del Tar del Lazio di non ammettere le proposte di Alitalia e Air One CityLiner, che secondo Meridiana non avrebbero i requisiti richiesti dal ministero dei Trasporti per garantire i voli da e per la Sardegna. L'intenzione di ricorrere alla giustizia amministrativa, confermata ieri, era stata annunciata venerdì scorso dalla compagnia dell'Aga Khan che ha annunciato, tra l'altro, anche "tutte le azioni necessarie per un eventuale avvio della richiesta della cassa integrazione per il personale della compagnia". Una decisione assunta "in considerazione della attuale situazione sul mercato della continuità territoriale in Sardegna, che rappresenta una quota di oltre il 40% dell'attività di Meridiana". Da Olbia, infatti, non si fa mistero del fatto che, mentre in Sardegna sbarcano le low cost grazie anche ad agevolazioni pubbliche, l'unica compagnia sarda (che garantisce una consistente occupazione nell'isola) sarebbe penalizzata dal cambiamento in corsa delle regole fissate per partecipare alla gara sulla continuità territoriale. In particolare, nel mirino di Meridiana c'è lo spostamento dei termini fissati inizialmente per la presentazione delle fideiussioni necessarie a garantire la copertura delle rotte. ( g. d. ).

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Il "cobrador" in frac è un segno dei tempi (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Prima Pagina Pagina 2 Il collasso della Finanza Il "cobrador" in frac è un segno dei tempi Il collasso della Finanza di Giampaolo Mele --> di Giampaolo Mele Un misterioso uomo in frac si aggira nelle strade di Madrid. Ma non è il personaggio di una celebre canzone: è un signore in carne e ossa, stipendiato dalle banche iberiche, per riscuotere i crediti dai clienti morosi. Altri suoi colleghi sono invece camuffati da torero, e persino da Zorro. Piombano a casa, in ufficio, in azienda, e mettono alla berlina, intimando pubblicamente: "Pagate!". Viaggiano con una macchina variopinta e una temutissima valigetta, dove campeggia la scritta: "riscossione morosi". Il sistema funziona nel 70 per cento dei casi. L'agenzia di riscossione (che in spagnolo si dice "cobro") più efficiente, ed antica, è appunto "Il cobrador del frac": venti anni di esazioni grazie a 500 dipendenti, con frac di ordinanza. Ma anche quella di Zorro non scherza. Se ne escogitano di tutti i colori, pur di raggranellare liquidità, mentre da Tokyo a New York masse di miliardi si bruciano come fuscelli. Chi è veramente in grado di prevedere cosa succederà domani? I guru - che dovrebbero spiegarci di che morte economica potremmo perire - sono divisi. Insieme alla Borsa, crolla la granitica certezza "scientifica" (non esente da presunzione culturale) di potere prevedere tutto e il contrario di tutto. In questa piccola aiuola chiamata Terra - tanto collegata globalmente quanto sempre più imprevedibile - episodi "locali" possono fare tremare il mondo. Oggi è successo grazie a un esercito di Mister Smith americani, tanto invisibili quanto insolvibili. Chissà. La prossima crisi potrà dipendere da multinazionali col turbante, o dalla finanza in salsa pechinese. Anche allora, una Efisia Tocco avrà difficoltà, quasi sempre insormontabili, per il fido, indispensabile per aprire il suo agognato negozio di scarpe. E nella "economia reale" (traduci: la vita di tutti i giorni) i più deboli soffriranno di più. Il tonfo dei colossi di Wall Street, richiama la condizione della sorte umana, dei singoli e delle società, evocata nei canti e negli affreschi medioevali: una giostra, dove tutto gira, senza un senso della vita e del futuro. Macro sistemi possono disciogliersi come ghiaccio. Ma stavolta, nessuno dei miliardari (in dollari) coinvolti nel crack morirà di fame o si suiciderà (vi ricordate Cimoli, il manager dell'Alitalia, "liquidato" prima del fallimento della sua azienda con 8, diconsi otto, milioni di euro?). L'assenza di riferimenti etici di fondo riveste un suo peso enorme, in questo marasma. Il Papa lo ricorda ad ogni piè sospinto, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. In ogni caso, non siamo di fronte all'Apocalisse. Anche questa crisi non sarà eterna. La ruota continuerà a girare. Certo, giganteggia, comprensibilmente, la paura di non disporre liquidità per comprare latte e biscotti a fine mese. Ma, forse, non guastano paragoni con drammi ben più colossali. Gli ebrei, ad esempio, hanno avuto la forza culturale, quasi sovrumana, di fare autoironia persino sull'Olocausto. Quello sì, anticamera dell'Apocalisse. Di fatto, la psicosi di disporre contante è reale. Nella terra di Don Chisciotte le banche (artefici in gran parte di tutto questo caos) si sono inventati esattori in frac. E in Italia? Funzionerebbe un personaggio "cobrador", per convincere i debitori a pagare? L'ideale sarebbe Totò. Lui, il grande principe De Curtis, superbamente indignato con chi abusa disinvoltamente del danaro altrui: "E io pago!". Ma il problema (dramma) è che oggi, in queste contingenze, non sempre si capisce chi paga per chi. Ma cos'è questa crisi?.

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Berlusconi: "Problemi non si risolvono in piazza" (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 21-10-2008)

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N. 252 del 2008-10-21 pagina 0 Berlusconi: "Problemi non si risolvono in piazza" di Redazione Parlando all'assemblea degli industriali riuniti a Napoli il presidente del Consiglio lancia un affondo contro il Pd e la manifestazione promossa da Veltroni per il 25 ottobre. Al presidente Lettieri: "Candidati con noi per la Campania o per Napoli" Napoli - "Non si risolvono i problemi andando in piazza contro non si sa che cosa o contro le riforme per ammodernare il Paese. I problemi - dice Silvio Berlusconi all'assemblea dall'Unione industriali di Napoli a Bagnoli - si risolvono solo in un modo, nel nostro modo, lavorando tutte le ore, tutti i giorni, tutte le settimane". Trovandosi a Napoli il premier non poteva evitare un accenno al tema spinoso dei rifiuti: "Serve una legge con regole rigide e severe contro chi deposita rifiuti per strada, contro chi imbratta i muri di Napoli e di tutte le città d'Italia". Sul fronte delle tasse Berlusconi ha detto che "chi paga imposte è aggredito da una pressione eccessiva che ci pone in vetta ai contribuenti europei". Per questa ragione serve una "azione decisissima di lotta" contro l'evasione fiscale e in questo senso "crediamo - osserva il presidente del Consiglio - che il federalismo fiscale sia un mezzo per poterlo fare". Evitare crisi economia reale "Ora dobbiamo evitare che la crisi dei mercati finanziari si trasformi in una crisi dell'economia reale. Dobbiamo evitare che gli effetti di quello che sta accadendo possono arrivare sull'economia reale. Ecco perché la precoccupazione maggiore del governo è quella di fare in modo che le banche continuino a fare il loro lavoro". Lotta all'evasione fiscale "Chi paga imposte è aggredito da una pressione eccessiva - ricorda il premier - che ci pone in vetta ai contribuenti europei", per questa ragione serve una "azione decisissima di lotta" contro l'evasione fiscale e in questo senso "crediamo che il federalismo fiscale sia un mezzo per poterlo fare". Quoziente familiare "Vogliamo andare avanti nella direzione di una diminuzione della pressione fiscale, appena i conti pubblici ce lo consentiranno" e come primo obiettivo, spiega il premier, c'è quello del "quoziente familiare, che è la prima misura a cui vorrei arrivare". Alitalia non è stata svenduta "Ricordate lo scherno con cui siamo stati accolti. Ora Alitalia è una realtà che ha scongiurato il pericolo di una svendita ad Air France. Quindici, 16 impreditori, tra i migliori in Italia, hanno accettato. Oggi la nostra compagnia di bandiera è una realtà che non è stata svenduta". "Lettieri, candidati con noi" "Il Pdl sarebbe fierissimo di avere Lettieri e i suoi giovani operosi come nostra proposta alla guida delle prossime elezioni della Regione Campania e, a vostra scelta, anche per la città di Napoli. Vi attendo alla prova. Promessa pubblica è promessa mantenuta". Così Berlusconi si è rivolto al presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, che ha tenuto la sua relazione in occasione dell'assemblea dell'associazione. G8 allargato "Ormai è ufficiale, ho parlato con Bush: insieme con noi al G8 ci sarà anche l'India, la Cina, l'Egitto, il Sud Africa, il Messico, il Brasile. Sarà un Super G8. Ad oggi - ha aggiunto - il G8 era rappresentato da paesi che fanno il 50% dell'economia mondiale, vogliamo arrivare all'80%". La replica di Veltroni Il leader del Pd, Walter Veltroni, replica al premier Silvio Berlusconi sulla manifestazione del 25 ottobre. "è strepitoso - osserva ironico l'ex sindaco di Roma ospite di Repubblica Tv - se non sbaglio è lo stesso essere umano che due anni fa parlava da un palco in Piazza San Giovanni nel corso di una manifestazione contro Prodi". "Se si manifesta contro Prodi va bene, se contro Berlusconi non va bene. Allora nessuno negò la legittimità della loro manifestazione perché la democrazia vuol dire anche fare opposizione in piazza. L'hanno potuta fare loro, la faremo anche noi, ma con altri toni e altre parole", ha sottolineato Veltroni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

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Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. 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Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. 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Veltroni "grande elettore" degli immigrati e Fini apre (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... 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Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... 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Walter fa qualcosa di riformista ma nel Pd è diarchia (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. 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La guerra (in)civile degli psico-comici della politica (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Blog amici Il blog di Andrea Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia Libera TocqueVille October 2008 M T W T F S S " Sep 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Archivio dei post October 2008 (1) September 2008 (4) July 2008 (4) June 2008 (4) May 2008 (6) April 2008 (7) March 2008 (5) February 2008 (19) Trackback recenti Recent Posts Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice Walter neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli psico-comici della politica Girotondo attorno a Walter Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Girotondo attorno a Walter (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Ci risiamo, a ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti ( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average: 3.87 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto. 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Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli psico-comici della politica Girotondo attorno a Walter Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Pagine About Disclaimer Filo diretto con il lettori del Giornale.it Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Alberto Taliani © 2008 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti.

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Decreto alitalia, chiesta la fiducia - lucio cillis (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Decreto Alitalia, chiesta la fiducia I piloti: torniamo al vecchio contratto. Vertice Letta-Colaninno Lufthansa: società italiana "in cima all'agenda". E Air France rinuncia a Austrian LUCIO CILLIS ROMA - Il governo ha chiesto la fiducia per il decreto Alitalia, mentre i piloti chiedono di abbandonare l'idea dei comandanti-dirigenti e il ritorno al vecchio contratto. Oggi si vota il testo approvato dalle commissioni Trasporti e Attività produttive di Montecitorio, che ha tolto dal tavolo la norma salva-manager ma nel contempo incrementa da 1 a 3 euro la tassa d'imbarco per i passeggeri. Un "ritocco" da 100 milioni in più l'anno - da utilizzare per gli ammortizzatori sociali dei dipendenti della Magliana - che ha scatenato la reazione durissima della Iata. Il presidente Giovanni Bisignani, ha scritto due lettere di fuoco ai ministri Claudio Scajola (Sviluppo economico) e Maurizio Sacconi (Lavoro) nelle quali chiede il ritiro del provvedimento che per salvare Alitalia va a pesare su tutte le compagnie, in un momento molto critico vissuto dal trasporto aereo. Il decreto, che venerdì approderà in Senato per l'ultimo via libera, prevede anche che il commissario straordinario di Alitalia possa cedere "singoli beni o contratti", e quindi non solamente rami d'azienda o l'intera società. La decisione del governo di porre la fiducia (per la settima volta in questa legislatura) su un testo identico a quello uscito dalle commissioni mette però alla porta la norma che puntava ad assicurare le risorse necessarie per l'attivazione della social card, ed esclude le modifiche chieste dalla Lega, come la liberalizzazione degli slot di Malpensa. Il percorso che porta al definitivo salvataggio di Alitalia resta però in salita. In serata, nel corso di un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e i vertici di Cai (Roberto Colaninno, Rocco Sabelli e l'ad di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera) si è parlato dei nodi sui quali Bruxelles sta concentrando la propria attenzione, come il prestito ponte da 300 milioni di euro. Ore decisive, invece, per la scelta del partner estero di Cai-Alitalia. I manager di Air France sono già a Roma mentre la prossima settimana toccherà a quelli di Lufthansa e British. Salta, invece, l'atteso vertice tra leader confederali e Lufthansa previsto oggi. Tedeschi e franco-olandesi, comunque tengono i fari puntati su Alitalia: il vettore, infatti, secondo indiscrezioni provenienti dalla Germania, "si trova in cima all'agenda" del numero uno di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber. E anche se la compagnia ha le migliori chance per acquisire Austrian Airlines, "un ingresso in Alitalia è molto più importante". Allo stesso tempo Air France-Klm molla la presa sul vettore austriaco, fino a ieri nel mirino. "Il dossier è interessante", ribadisce la compagnia, ma "non è stata inviata alcuna offerta vincolante". Sul fronte dell'operatività della nuova Alitalia, Ryanair ha già chiesto di occupare gli slot lasciati liberi dalla Magliana. Infatti, già dal 1 novembre, Alitalia dovrebbe aprire nuove rotte e chiudere, nel contempo, altre con Zurigo, Berlino, Vienna e Stoccarda. Resta però da sciogliere il nodo dei contratti: i piloti di tutte le sigle hanno chiesto ieri un "ritorno" alla formula tradizionale riservata ai comandanti e ai piloti, abbandonando il previsto ruolo di dirigenti. A girare la proposta a Cai, "per superare l'attuale fase di stallo del confronto", sono state Anpac, Up e i responsabili nazionali dei piloti di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl.

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De benedetti: sbagliato aiutare le industrie mentre si tagliano i fondi alla scuola - ettore livini (sezione: Alitalia 2)

( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Economia Un atto dovuto Il presidente di Cir e Espresso alla presentazione del libro da lui scritto insieme a Rampini De Benedetti: sbagliato aiutare le industrie mentre si tagliano i fondi alla scuola Creare una rete di salvataggio per le banche è un atto giusto e dovuto. Ma deboli e tardive le risposte politiche alla crisi ETTORE LIVINI MILANO - Ok alla rete di salvataggio del governo per le banche, "un atto dovuto e giusto". Ma in un'Italia che "non ha ancora la percezione della crisi secolare verso cui è avviata", l'esecutivo manca di "prospettiva politica quando decide di dare soldi (che non ci sono) all'industria dell'auto e degli elettrodomestici mentre riduce i fondi per la scuola". Non bisogna tagliare le ali al futuro del paese. Lo ha ribadito ieri Carlo De Benedetti ? presidente della Cir ed editore de La Repubblica ? alla presentazione di Centomila punture di spillo, il libro scritto assieme a Federico Rampini e Francesco Daveri per la Mondadori. "Il nostro domani si gioca sulla formazione ? ha proseguito ? investendo in sapere e aiutando i consumatori, non sovvenzionando prodotti vecchi". E una nazione "che oggi non conta più nulla se non per il suo passato" e dove la politica ? come accade in tutto il mondo ? "ha dato risposte deboli e tardive alla crisi", la riforma può partire "solo dal basso". Provvedimenti come quello sulla rottamazione ? ha detto l'ingegnere ? "dimostrano una scarsa prospettiva politica. Da combattere o in Parlamento con l'opposizione, che al momento constatiamo che non c'è, o con la volontà dei singoli che devono tornare padroni del proprio destino". In un'Italia che si nutre di paure, "dove politica, imprese e persino i consumatori arrivano a interpretare l'arrivo della Cina, dell'India e di Internet come una cattiva notizia ? come ha detto Daveri, ordinario di politica economica all'università di Parma ? bisogna essere capaci di guardare oltre alla crisi". Ma come? La ricetta di De Benedetti, Rampini e Daveri sono, appunto, le centomila punture di spillo. Le scelte individuali che ognuno può attuare subito come "antidoto alla rassegnazione alla paura senza aspettare editti dall'alto", ha spiegato Rampini, editorialista e corrispondente da Pechino de la Repubblica. Superando le contraddizioni di un paese che "prima respinge l'offerta europea di Air France per Alitalia, poi accoglie a braccia aperte i libici in Unicredit, quindi si presenta come capofila dei paesi più arretrati nella battaglia europea sulla CO2". "Dobbiamo recuperare lo spirito dei nostri padri nel dopoguerra ? ha detto De Benedetti ?. Sono ripartiti dalle macerie dell'Italia e negli anni '50 e '60, senza paura, hanno recuperato 23 punti di Pil sulla Germania. Gli stessi punti che il nostro paese ha perso poi negli ultimi 15 anni". La rassegnazione ? secondo il presidente della Cir ? è un atteggiamento che arriva da lontano. "L'Italia è un paese senza missione e non per colpa di questo esecutivo ? ha detto ieri ? . Semplicemente non gliel'ha data nessun governo negli ultimi 50 anni". Oltre alla "ripresa democratica dal basso" ("quella di chi fa volontariato, di chi si occupa d'ecologia, di chi parla di valore dell'etica") bisogna recuperare anche un nuovo orizzonte di obiettivi strategici. "Certo questo secolo sarà quello dell'Asia ? ha continuato De Benedetti ?. Ma io sono convinto che noi abbiamo una Cina qui a due passi. Quella sponda sud del Mediterraneo con 720 milioni di abitanti e un Pil che cresce del 6% annuo. Un'area che ci è vicina anche culturalmente e su cui dobbiamo puntare". Una scommessa sul domani. Anche perché oggi ? indipendentemente dallo tsunami dei subprime ? "c'è una situazione economica in cui tutti accettano finalmente di riconoscere la parola recessione", ha detto De Benedetti. "Ci saranno momenti negativi e severi ? ha concluso ?. E c'è anche il rischio di una deriva antidemocratica, perché in passato da queste situazioni si è usciti con dittature e guerre. Ma spero il mondo abbia maturato gli anticorpi democratici per riuscire a uscirne in altro modo".

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Pd Lazio, sulle primarie anche il sì di D'Alema Assemblea al Capranica in preparazione del 25 ottobre Zingaretti: Piero Marrazzo sarà il candidato alla Regione (sezione: Alitalia 2)

( da "Unita, L'" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Di Michela Bevere PIERO MARRAZZO sarà il candidato del Pd alle prossime elezioni regionali del 2010. Ad annunciarlo è stato ieri il presidente della Provincia Nicola Zingaretti davanti all'affollatissima platea del Teatro Capranica, nel corso di un'iniziativa organizzata dal Pd Lazio, in vista della manifestazione nazionale di sabato "Salva l'Italia". "Con Piero Marrazzo - ha detto Zingaretti - dovremo fare di tutto per rivincere le elezioni regionali e impedire che la stessa maggioranza che governa il Campidoglio arrivi in Regione". A conferma delle parole di Zingaretti, il presidente della Regione Marrazzo ha risposto: "Faccio il presidente della Regione Lazio e darò il mio contributo al Pd come presidente", escludendo di fatto un suo incarico al vertice del Partito democratico del Lazio. Ipotesi che era stata prospettata nel pomeriggio dall'assessore regionale alle Risorse Umane, Marco Di Stefano. "A luglio l'assemblea regionale del Pd - aveva ribadito il segretario - ha scelto all'unanimità le primarie. In questi quattro mesi non è accaduto nulla che possa mettere in discussione questa scelta". Che l'ufficializzazione della candidatura di Marrazzo alle prossime elezioni regionali da parte di Zingaretti possa cambiare qualcosa? Marrazzo dal palco del Teatro Caprinica ha affermato la necessità di dare un segnale di unità del Pd: "Ci sono momenti nei quali bisogna unirsi. Non mi fa paura che dentro un partito ci si divida, ma almeno lo si faccia sulle idee". Il Pd, ha aggiunto Marrazzo, riferendosi alla manifestazione di sabato "è in marcia e si è messo in moto perché ancora pensiamo al primato della politica tra la gente per costruire il futuro di un grande partito". Quella del 25 ottobre sarà "una grande manifestazione popolare". E Massimo D'Alema: "Quando scende in piazza un grande fiume di popolo è sempre un contributo alla vita democratica. Trovo curioso che la destra con una faccia di tolla polemizzi sulla nostra manifestazione quando loro scesero in piazza e abbandonarono il Parlamento per protestare contro l'ingresso dell'euro". Proprio per questo, ha detto D'Alema, "anche se tutti noi siamo legati a un riflesso antico, per cui l'unità del partito è un richiamo irresistibile, ci può essere oggi un modo diverso di essere uniti". Dopo la manifestazione del 25 ottobre, "non possiamo oscillare - dice - tra la filosofia delle primarie, che sono una forma di competizione, e gli appelli all'unità. un grande partito deve essere unito sulle scelte essenziali e poi discutere al suo interno". Dunque l'ipotesi primarie è ancora in campo e ha ora il "placet" di un dirigente del calibro di D'Alema, con il corollario di un confronto che si allarga rispetto alla discussione locale. Eppure, nel corpo del partito, sono molte le perplessità: i tempi strettissimi, la necessità di fare liste a sostegno dei candidati, complesse e sulla base della regola delle quote rosa. Poi c'è il fatto che lo statuto prevede le primarie per il Regionale (e l'assemblea attuale andrebbe a casa per essere sostituita da quella che uscirà da nuove elezioni), mentre lo statuto non regola ancora le primarie per l'organismo romano. Meglio, allora, dicono alcuni, fissare la data di un congresso che finalmente discuta di ciò che è accaduto a Roma e discuta della politica da farsi. Il tema più urgente è quello delle elezioni regionali. Un documento votato dall'organo sovrano del Pd dovrebbe confermare la candidatura di Marrazzo. E poi, con quali alleanze andare al confronto? E con quale legge elettorale? Temi che saranno oggetto dell'Assemblea già convocata per il 26, il giorno dopo la manifestazione del Circo Massimo. A meno che non si decida di rinviarla, per lasciare ulteriori margini alla trattativa in corso. Intanto si lavora alla preparazione della manifestazione di sabato. "Abbiamo avuto tantissime adesioni - ha spiegato il consigliere comunale del Pd Paolo Masini - parteciperanno il mondo della scuola e delle università e della cultura e tra i tanti i dipendenti Alitalia". Ci sarà uno striscione dedicato al ricordo di Pio La Torre, "e uno striscione contro il razzismo". "Come gruppo consiliare del Pd romano saremo in piazza per l'Italia ma anche per Roma - dice il capogruppo del Pd Umberto Marroni - per salvare la nostra città dal nulla in cui la Giunta Alemanno la sta portando".

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E Riva cede la quota Cai al figlio Fabio (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE Indiscreto Il passaggio a una società controllata dall'Ilva E Riva cede la quota Cai al figlio Fabio ROMA (s. riz.) - L'industriale Emilio Riva: è stato lui il primo a vendere la propria quota della Compagnia aerea italiana, la società candidata a subentrare alla vecchia Alitalia. Venerdì 17 ottobre il notaio Teresa Palumbo di Milano ha annotato la cessione del 6,25% della Cai da parte della Riva Fire spa a favore della società Fire spa. Ma il trasferimento di proprietà, avvenuto al prezzo nominale della partecipazione (10 mila euro), non si configura certamente come una violazione dell'impegno, tuttavia non esplicitamente previsto nello statuto depositato in Camera di commercio, a mantenere la partecipazione nella Cai per almeno cinque anni. Né di altri obblighi, visto che l'articolo 8 dello stesso statuto, espressamente richiamato nel contratto, esclude qualsiasi diritto di prelazione da parte degli altri soci. La Fire spa fa infatti parte dello stesso gruppo che fa capo all'industriale dell'acciaio. Unica differenza oltre alle dimensioni del capitale (che per la Riva Fire è di 210,6 milioni mentre per la Fire è di 350 mila euro) è il timoniere: presidente della Riva Fire è infatti Emilio Riva, mentre l'amministratore unico della Fire è suo figlio Fabio Arturo. E poi l'azionista. Perché la Fire spa è controllata dall'Ilva, diretta discendente di quell'Ilva che l'industriale dell'acciaio comprò dall'Iri negli anni Novanta. L'ex acciaio di Stato e gli ex aeroplani di Stato. Di nuovo insieme. Emilio Riva.

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Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE Il negoziato Anpac e Up: no al rischio dirigenti. Iata contro la tassa d'imbarco Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto ROMA - Più si avvicina il 28 ottobre, data in cui l'assemblea di Cai dovrebbe deliberare l'offerta per rilevare l'Alitalia, e più la situazione si complica. Tanto che ieri si è svolto un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta, il presidente e l'amministratore delegato di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, e l'ad di BancaIntesa, Corrado Passera. Sul tavolo, lo stallo della trattativa per il rinnovo dei contratti di lavoro. La decisione di Anpac e Up, sindacati dei piloti, di chiedere il ritorno al contratto di categoria, rinunciando a quello da dirigenti proposto da Cai (che avrebbe spaccato i piloti tra comandanti e no e reso più facile il licenziamento), rimette in discussione uno dei punti fondamentali dell'accordo raggiunto tra la stessa cordata di Colaninno e i sindacati. Anche perché Anpac e Up hanno chiesto il superamento delle Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, per mantenere il vecchio sistema delle rappresentanze di categoria. E per far sapere quanto sia alto lo scontento fanno filtrare la notizia che già 300 piloti hanno avuto colloqui di lavoro con la Qatar Airlines. Mentre i sindacati dei piloti tentano di riappropriarsi del loro tradizionale potere in Alitalia, Cgil, Cisl e Uil faticano a tenere sotto controllo i loro sindacati di categoria. E, come se non bastasse, nelle sigle più a sinistra (Sdl) si rafforza, dopo il decreto salva-banche, la convinzione che, alle brutte, potrebbe intervenire lo Stato. Sempre ieri, il governo ha deciso di porre il voto di fiducia sul decreto Alitalia che modifica la legge Marzano. La votazione è prevista per oggi alla Camera. Saltano così alcuni emendamenti ai quali teneva la Lega, in particolare quello sulla liberalizzazione degli slot a Malpensa. Ma salta anche l'emendamento che lo stesso governo aveva pensato di infilare in questo decreto per assegnare un fondo di 479 milioni alla social card (dovrà essere recuperato in un altro provvedimento). Intanto il servizio bilancio della Camera osserva che la deroga alle norme antitrust concessa dal decreto alla nuova Alitalia potrebbe essere "in contrasto con la normativa europea" e solleva dubbi sulla disposizione che salva gli amministratori della compagnia dalla responsabilità patrimoniale. Ma la critica più forte al decreto arriva dal direttore della Iata (l'associazione internazionale delle compagnie), Giovanni Bisignani, che in una lettera al governo censura l'aumento della tassa d'imbarco (da uno a tre euro) per finanziare la cassa integrazione per i lavoratori Alitalia. è inaccettabile che la tassa sia a carico di compagnie diverse da Alitalia, dice la Iata. Infine, non è stato ancora fissato l'incontro tra Cai e il numero due di Air France, Pierre- Henri Gourgeon, previsto questa settimana mentre il quotidiano tedesco Handelsblatt scrive che Lufthansa punta sull' Alitalia, ancor più che sulla Austrian Airlines (Aua), per la quale è la sola ad aver presentato un'offerta. Enr. Ma.

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<Niente salva-manager? Vedo troppi tribuni> (sezione: Alitalia 2)

( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)

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Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE Castelli "Niente salva-manager? Vedo troppi tribuni" ROMA - (s. riz.) - Su quella norma Giulio Tremonti minacciò le dimissioni: "O salta lei o vado via io". Ma la "salvamanager" inserita nel decreto Alitalia, che secondo i critici avrebbe salvato anche i colpevoli dei crac Cirio e Parmalat, ha avuto ieri un autorevole difensore in Roberto Castelli. Per l'ex Guardasigilli, se è saltata una misura che "serve solo per far lavorare gli amministratori che rischiano" è tutta colpa di un clima per cui "ci sarà sempre un tribuno che dirà: tentano di far tornare Tangentopoli". L'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli.

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Marcia indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti (sezione: Alitalia 2)

( da "Tempo, Il" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Stampa Marcia indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti ... Marcia indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti per i comandanti e richiesta di tutte le sigle che rappresentano i piloti di tornare al contratto tradizionale unico per la categoria. Una mossa che dovrebbe consentire di superare lo stallo con una accelerazione nella stesura del documento da parte di tutte e sei le sigle che rappresentano i piloti. Intanto, il governo ha posto alla Camera la fiducia sul decreto legge Alitalia che sarà votata oggi. Tra le misure previste l'aumento, a 3 euro dopo un ultimo ritocco al testo, dell'addizionale comunale sui biglietti aerei (per ogni passeggero ed ogni tratta) a favore del fondo per l'occupazione del settore. In pratica una tassa per finanziare la gestione degli esuberi di Alitalia. Per l'associazione mondiale delle compagnie aeree, la Iata, è "inaccettabile", e potrebbe essere giudicata una violazione delle norme europee sul divieto di aiuti di Stato: l'ad e direttore generale, Giovanni Bisignani, lo ha scritto in una lettera inviata ai ministri del Lavoro, Maurizio Sacconi, e dello Sviluppo, Claudio Scajola, per "esortare fortemente il governo" a fare marcia indietro. I vertici di Compagnia aerea italiana assieme a quelli di Intesa SanPaolo anche ieri si sono riuniti per mettere a punto tutto il necessario per l'assemblea dei soci in programma il 28 ottobre per dare l'ok all'offerta vincolante per rilevare la parte volo di Alitalia. Precisando che "non c'è nessun problema fra i soci: la cordata è ricca" il consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera ha chiarito anche: "andremo avanti solo quando avremo tutte le autorizzazioni necessarie", facendo intendere che occorre aspettare il via libera di Bruxelles al prestito ponte da 300 milioni dato ad Alitalia dal precedente governo, come l'ok dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile) al certificato di operatore aereo. I vertici della Cai, il presidente Roberto Colaninno e l'ad Rocco Sabelli, con Gaetano Miccichè, responsabile corporate di IntesaSanpaolo in serata hanno incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Proseguono, intanto, gli incontri cominciati fra tecnici di Cai, Air France-Klm, Alitalia e AirOne per verificare le sinergie e i vantaggi da una alleanza. internazionale.

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La nuova stagione dei trasporti italiani (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Oggi è Mer, 22 Ott 2008 Edizione 225 del 22-10-2008 Palazzo Chigi rimette in moto le grandi opere La nuova stagione dei trasporti italiani di Sergio Menicucci Il bombardamento delle notizie sulla crisi economica internazionale e le accese polemiche tra maggioranza e minoranza su scuola, immigrazione, giustizia hanno fatto passare sotto silenzio un provvedimento di Palazzo Chigi che, invece, avrà importanti ricadute. E' stato dato il via libera al decreto legge contro il blocco della realizzazione delle infrastrutture strategiche. E così, scioperi permettendo, da dicembre dovrebbe iniziare una nuova era per i trasporti italiani. Era il 16 dicembre del 2007 quando l'allora premier Romano Prodi salì, con i vertici delle Fs, sul treno prova Bologna-Milano. Mancavano allora 365 giorni di lavori prima dell'entrata in esercizio per cambiare un sistema ferroviario immutato da 100 anni. Il raddoppio Bologna-Verona è stato progettato nel 1919, la stazione di Bologna è tale da un secolo e non ristrutturata completamente neppure dopo la strage del 2 agosto. Le uniche due stazioni che reggono il confronto europeo sono la Centrale di Milano e Termini a Roma. Molte, compresa la stazione Garibaldi di Napoli coinvolta dall'alta velocità e quella di Palermo, presentano strutture antiquate. Il tentativo No-tav, degli ambientalisti del no alla Pecoraro Scanio, stava per affossare il piano di grandi opere varato dal Governo Berlusconi del 2001. Prodi, bloccato dalla sinistra dei no, arrancava e si reggeva al Senato per qualche voto in più ottenuto dai senatori a vita, perdendo consensi tra i ricatti politici di Bertinotti e i complotti della Margherita, come evidenziano ora i nuovi libri scritti da autori di sinistra. L'ex portavoce Rodolfo Brancoli, già direttore del Tg1, ha svelato le manovre interne al governo dell'Unione a partire dal 1999 fino alla vigilia delle elezioni del 2006. L'altro libro di Riccardo Barenghi (già direttore del Manifesto ed ora alla Stampa) evidenzia una leadership debole e un'alleanza rissosa che neppure i vertici conventuali tenevano in piedi. Da queste pagine si evince che la crisi dell'Unione e del centrosinistra non è stata innescata dalle dimissioni di Clemente Mastella ma è scaturita dalle decisioni dei leader di Ds e Margherita. Gli elettori così erano sempre più frastornati e decisi a cambiare. Tra i punti deboli di Prodi il mancato ammodernamento delle infrastrutture e l'incapacità di trasformare un trasporto poggiato prevalentemente su gomma in un sistema moderno e collegato sinergicamente tra i vari settori. Eppure al vertice dell'azienda delle Fs c'erano un imprenditore-presidente in buoni rapporti con il centrosinistra come Innocenzo Cipolletta e un a.d. ex sindacalista della Cgil come Mauro Moretti. Anche i vertici Alitalia e Tirrenia erano di "area". Il calendario dei lavori con il nuovo Governo Berlusconi ha subito un'accelerazione: tra problemi vecchi (inadeguatezza delle carrozze troppe vecchie, pulizia, ritardi, disagi per i pendolari, orari e coincidenze non rispettati) e nuovi, con dicembre dovrebbe essere completata l'ala velocità Milano-Bologna (percorrenza di un'ora alla media di 210 km) con la nuova stazione in linea a Reggio Emilia. Nel primo anno tra Milano e Bologna le Fs prevedono che viaggeranno 64 treni in servizio no-stop. Con la nuova linea i collegamenti tra le due città si svilupperanno su 4 binari, aumentando nel 2011 la capacità complessiva dell'infrastruttura in grado di sostenere un traffico di circa 500 convogli, anche per accogliere i treni provenienti dall'Adriatico. Il programma prevede infine entro il dicembre 2009 la conclusione delle linee tra Bologna e Firenze e tra Torino e Milano. A quel punto si aprirà un capitolo nuovo per il trasporto italiano. Un'opera che costerà 7 miliardi d'euro e per la quale ci sono voluti 8 anni di lavori. Cambierà radicalmente la mobilità con questi tempi di percorrenza: Milano-Roma in 3 ore (prezzi da definire ma si parla di poco più di 100 euro); Torino-Milano in 60 minuti; Bologna-Firenze in 35 minuti e Milano-Napoli in 4 ore e 10 minuti. E nel 2011 debutterà sulle rotaie il primo operatore privato italiano, la società NTV targata Luca Cordero di Montezemolo, Diego della Valle, Banca Intesa San Paolo, con la partecipazione della francese Sncf (Societé nationale des chemins de fer). Il Nuovo Trasporto Viaggiatori mira a conquistare una quota di mercato del 20 per cento entro il 2015 e 10 milioni di passeggeri, con 25 nuovi treni Alstom Agv. Per questo utilizzo pagherà alla Rfi delle Ferrovie dello Stato un abbonamento annuo di 140 milioni. Si realizzerà il sogno degli italiani di avere treni moderni, eleganti, veloci, con servizi a bordo e a terra di qualità? I pessimisti sono la maggioranza. Sulla tratta Milano-Napoli si concentra oggi il 35 per cento dei reclami relativi alle pulizie dei treni (sarà rivista la gara d'appalto perché le Fs spendono ben 200 milioni l'anno per non avere un servizio adeguato) ed altre disfunzioni. Da quando Prodi, però, ha perso il treno dell'alta velocità per colpa della sinistra radicale sembra che per i trasporti italiani si sia imboccata la strada del cambiamento.

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Nasce l'asse Milano Firenze per l'Expo 2015 (sezione: Alitalia 2)

( da "Opinione, L'" del 22-10-2008)
Pubblicato anche in: (Opinione, L')

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Oggi è Mer, 22 Ott 2008 Edizione 225 del 22-10-2008 I primi cittadini dei due capoluoghi hanno firmato un protocollo d'intesa in vista dell'evento Nasce l'asse Milano Firenze per l'Expo 2015 di Massimiliano Melley I commissari del Bie, in attesa della visita di Moratti e Formigoni a Parigi, hanno in questi giorni "bacchettato" le istituzioni italiane e milanesi per il ritardo sulle decisioni riguardanti la governance dell'Expo. Come si sa, si attende ormai da mesi il decreto governativo sull'esposizione universale passato in secondo piano rispetto a problemi considerati più urgenti quali i rifiuti campani e l'Alitalia. Nel frattempo, però, le istituzioni locali non sono state a guardare. Domenica scorsa il sindaco Letizia Moratti ha firmato un protocollo d'intesa con il collega di Firenze, Leonardo Domenici, per "l'integrazione di conoscenze e attività" in vista dell'esposizione universale. Con l'Alta Velocità, infatti, le due città saranno ancora più "vicine", è quindi l'occasione migliore per mettere in atto sinergie positive. Firenze in particolare attende il nuovo collegamento ferroviario con trepidazione perché le consentirà di collocarsi realmente a metà strada tra Milano e Roma. Domenici ha ricordato che, secondo uno studio della Camera di Commercio di Monza, l'indotto turistico fiorentino dell'Expo ammonterà ad oltre 200 milioni di euro. Moda, cultura e turismo saranno gli assi delle attività comuni. Nel turismo culturale, in particolare, ci saranno le partnership più produttive. Gli eventi organizzati dal capoluogo toscano saranno integrati nel circuito delle manifestazioni legate all'Expo. Il maggio musicale fiorentino sembra essere la prima di queste manifestazioni. Ma per Firenze non è tutto: è in progetto una serie di pacchetti turistici per portare in Toscana i businessmen che si recano a Milano per ragioni di lavoro. Milano da parte sua beneficerà (anche prima del 2015) delle mostre d'arte organizzate in collaborazione con il circuito museale di Firenze che gestisce un patrimonio immenso ed unico al mondo. Ma l'accordo con Firenze non è l'unica novità. La scorsa settimana la giunta regionale e quella comunale hanno perfezionato l'accordo riguardante l'area espositiva di Rho-Pero, a cui una legge regionale dovrà attribuire una specifica disciplina urbanistica adatta alla realizzazione dell'Expo e alla successiva trasformazione in linea con lo sviluppo generale di Milano. La pianificazione territoriale è infatti un punto importantissimo per rendere operative le scelte che la Soge (quando verrà costituita) dovrà adottare, e per promuovere uno sviluppo a posteriori, nel lungo termine, di tutta l'area metropolitana milanese. Intanto la Moratti ha firmato anche un protocollo d'intesa con l'Anci per valorizzare durante l'Expo tutta la tradizione enogastronomica italiana con le sue specificità regionali.

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Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste (sezione: Alitalia 2)

( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)

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N. 253 del 2008-10-22 pagina 28 Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste di Gian Maria De Francesco Vertice a Palazzo Chigi tra Letta e Colaninno. I comandanti rifiutano l'ipotesi di contratto RomaIl dossier Alitalia attraversa un altro dei suoi tanti momenti delicati. Il confronto tra Cai e i sindacati sulla stesura dei contratti ieri ha registrato un altro intoppo. Anpac e Unione piloti, le associazioni che rappresentano i comandanti, hanno comunicato che intendono rinunciare all'ipotesi di contratto dirigenziale per tornare al vecchio modello. Una controproposta che squasserebbe il lavoro di ricucitura tra le parti portato avanti dal governo il mese scorso. E proprio a Palazzo Chigi ieri si è svolto un nuovo incontro tra il sottosegretario Gianni Letta e i vertici di Cai, Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, accompagnati dall'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera e dal responsabile Corporate Gaetano Micciché. "Un vertice di routine fissato da tempo", fanno sapere fonti vicine alla cordata smentendo le indiscrezioni secondo le quali la compattezza della compagine, presa tra l'incudine della crisi e il martello della revanche sindacale, si starebbe incrinando. Normale dialettica tra le parti, quindi. Ma c'è un "però". I sindacati, anche i confederali, hanno qualche problema nella gestione della vicenda. Anche al loro interno. La partita più importante che si sta giocando è quella delle assunzioni nella nuova compagnia ed è chiaro che ogni sigla cerchi di tirare la coperta dalla propria parte privilegiando i propri iscritti. Poi, come detto, c'è la questione dei piloti che sin dall'inizio erano contrari alla rappresentanza sindacale unitaria e, vista la stasi degli ultimi giorni, stanno giocando al rialzo per poter "pesare" ancora nella compagnia. Infine, c'è chi come Sdl pensa a ipotesi alternative che riportino una quota di Alitalia in capo allo Stato. Fantasie, congetture, ma anche questo continuo rilancio incide sul corso delle relazioni industriali. Naturale che la scelta del partner estero continui a slittare. Anche se per Cai, ufficialmente, continuano a non esserci problemi e la scadenza di fine mese per la trattativa con il commissario straordinario Fantozzi non è stata spostata. Però, Lufthansa ed Air France-Klm continuano a restare alla finestra. L'incontro con il numero due francese, Pierre-Henri Gourgeon, non è stato ancora fissato. Mentre, secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la compagnia della Magliana sarebbe ancora in cima all'agenda del presidente di Lufthansa Mayrhuber. Ieri, infine, il governo ha posto la fiducia sul decreto Alitalia alla Camera. Il servizio bilancio di Montecitorio ha stimato in 100 milioni le maggiori entrate per l'aumento della tassa d'imbarco a 3 euro, misura volta a finanziare gli ammortizzatori sociali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.

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Berlusconi: tavolo con banche e industriali (sezione: Alitalia 2)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 22-10-2008)

Argomenti: Alitalia

Primo Piano Pagina 103 l'annuncio Berlusconi: tavolo con banche e industriali L'annuncio --> NAPOLI Silvio Berlusconi indossa i panni del "presidente imprenditore" per rassicurare gli industriali e convincerli che il governo è al loro fianco nel fronteggiare la crisi; ma anche l'elmetto per attaccare duramente e a più riprese l'opposizione che invece di collaborare preferisce scendere in piazza. In oltre un'ora di intervento davanti all'assemblea dell'Unione industriali di Napoli, dove in prima fila siede Emma Marcegaglia, il presidente del Consiglio fin dal principio chiarisce da che parte sta. "Condivido tutto quello che ha detto la vostra bravissima presidente", esordisce. E la numero uno di Confindustria parla chiaramente di "agevolazioni fiscali per tutti i settori, non limitati dunque ad auto ed elettrodomestici". Gli aiuti sono da estendere, nella richiesta della Marcegaglia, anche alle imprese che operano nei settori dei rifiuti, dell'edilizia, delle auto e dei materiali elettrici, cogliendo così l'occasione di sviluppare un piano di risparmio energetico. Berlusconi annuncia la volontà di invitare a Palazzo Chigi gli industriali, insieme alla banche (con l'Abi) per discutere quali possano essere le misure da adottare da parte del Governo "per far fronte alla stretta creditizia dovuta alla crisi dei mercati". Poi il premier fa partire un attacco frontale a Walter Veltroni: "I problemi si risolvono solo nel nostro modo, lavorando e non certo andando in piazza per manifestare". Per far capire la differenza "fra noi e loro", elenca le cose fatte dal Governo: dall'emergenza rifiuti ("Napoli sarà la città più pulita del Paese") all'Alitalia ("abbiamo evitato una svendita ad Air France"); dal nucleare ("la prima centrale sarà aperta fra 7 anni"), alle infrastrutture ("ripartiamo con le grandi opere"). Ma è sulle richieste che la Marcegaglia ha appena esposto (aiuti alla capitalizzazione delle imprese e aliquota agevolata sugli utili) che il Cavaliere tenta di convincere definitivamente la platea. Da una parte accontenta la leader degli industriali, annunciando la convocazione di un tavolo fra banche e imprese a palazzo Chigi. Scopo: evitare una stretta del credito ai danni delle aziende. Dall'altra, assicura lo stanziamento di un "fondo" per misure in favore delle imprese.

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Passa il decreto Alitalia. Bossi: 'Lega imbufalita' (sezione: Alitalia 2)

( da "Voce d'Italia, La" del 22-10-2008)

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