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T ARTICOLI DEL 17-22 ottobre
2008 #TOP
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Articoli
Alitalia 2 (78)
Trasporti, venerdì di passione
( da "Secolo
XIX, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale.
"rispunta
la salva-manager" il pd all'attacco del governo - barbara ardu
( da "Repubblica,
La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: inserito con un emendamento al decreto di modifica della legge Marzano, quello per salvare Alitalia. Tra le righe c'era una norma che avrebbe messo al riparo manager come Cesare Geronzi, oggi presidente di Mediobanca, ma anche Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti (Parmalat e Cirio). Il principio era semplice: senza fallimento non c'è reato.
E
i piloti dell'alitalia tornano sul piede di guerra
( da "Repubblica,
La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia tornano sul piede di guerra La cordata al lavoro in vista dell'assemblea del 28: smentite defezioni dei soci ROMA - La vicenda Alitalia sembrava avviata ad una conclusione, se non tranquilla, quanto meno a portata di mano. Ma il passaggio del vettore sotto l'ala privata di Cai è destinato ad attraversare ancora una volta,
La
vuota petulanza dei signornò del Pd
( da "Giornale.it,
Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Quando ha salvato Alitalia, Veltroni se ne è attribuito il merito. Il Cav ha replicato: "Hai solo messo i bastoni tra le ruote". Walter, come un ripetente invidiosetto, ha cominciato a strepitare maneggiando cose più grandi di lui. Ha parlato, nell'ordine, di "bullismo al governo", "democrazia svuotata", di "Italia sul modello Putin".
Darwin
Airlines, piccola ticinese a vocazione business
( da "Giornale.it,
Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: considerando anche le opportunità create dal ridimensionamento di Alitalia, il presidente di Darwin, Sergio Ermotti (che è anche vice-ceo e numero uno dell'investment banking del gruppo Unicredit), immagina una base a Malpensa e, da qui, collegamenti point-to-point in Europa. Un progetto che potrebbe prendere corpo nell'ipotesi di integrazione con la low cost Myair,
Livingston
vola verso Sebastiani ( da "Giornale.it, Il"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: con una cordata di cui è riferimento Gianni Sebastiani, ex direttore generale di Alitalia, ex ad di Meridiana e ora, dal 2007, presidente dell'Aeroporto di Parma. L'operazione consisterà nella cessione della proprietà ma nella contestuale firma di contratti che assicurino il trasporto dei passeggeri del Ventaglio per i prossimi 3 anni.
Ruegg:
Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori
( da "Stampa,
La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: GIUDICE DI PACE Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori Il vicepresidente del Savona Calcio Federico Ruegg e altri due savonesi hanno avviato presso il giudice di Pace una causa contro Alitalia: il 7 gennaio scorso il volo Dubai-Milano era partito con 12 ore di ritardo provocando disguidi e disagi.
Soluzione
"Al Italia na" per sistemare l'Ubs
( da "Opinione,
L'" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: modo impressionante il tormentone Alitalia. Gli gnomi di Zurigo hanno copiato la procedura senza tanti complimenti inventandosi una bad company statale da riempire di debiti e una good company che continuerà prestigiosamente a fare la banca. E, a riprova di questa tesi vale quanto dichiarato ufficialmente da Ubs ovvero che seppure in previsione chiuderà il quarto trimestre in rosso,
<Contro
il governo e per la democrazia sindacale>
( da "Manifesto,
Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Fabrizio Tomaselli, steward Alitalia, coordinatore nazionale dell'Sdl. "La piattaforma su cui abbiamo convocato questo sciopero, mesi fa, puntava sulla precarietà, il lavoro, i diritti dei migranti, la democrazia sindacale. Le motivazioni sono aumentate - purtroppo - negli ultimi mesi".
Contrordine
compagni: vogliamo una poltrona ( da "Giornale.it, Il"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: il leader Cgil raccoglie i frutti della linea dura su Alitalia. Anche l'Unità conferma: pronto un seggio a Bruxelles Questa poi, è l'ultima cosa che uno va a pensare. Proprio inimmaginabile. Una vera sorpresona. No perché per settimane abbiamo malignato su Epifani e Cofferati, che sarebbero pronti a candidarsi al Parlamento europeo in quota Pd.
Di
Pietro a Cagliari contro il lodo Alfano
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: salvataggio di Alitalia è stato fatto un favore agli amici che stanno già vendendo quote della nuova compagnia. I debiti, invece, sono stati scaricati sulle tasche di quegli italiani che il centrodestra dice a parole di voler aiutare". LE PROMESSE Non mancano le promesse che Di Pietro regala con uno sguardo a Roma e uno a Cagliari: "La presidenza della commissione Vigilanza Rai (
SI
PREANNUNCIA COME UN GIORNO DI PASSIONE QUELLO DI OGGI PER LA MOBILITà. LO
SCIOPERO GENERALE ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Air One non prevede disagi ma in Alitalia Sdl è forte), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. A Napoli i trasporti urbani dell'Anm sono assicurati dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le rivendicazioni alla base della protesta, maggiore salario, stop alla precarietà,
CAI
AL LAVORO IN VISTA DELL'ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI CONVOCATA PER IL 28 OTTOBRE,
APPUNTAMENTO CRUC ( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia. E in vista di questa scadenza, riferiscono fonti vicine alla Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto per quel che riguarda l'assetto della cordata. Non c'è, infatti, sottolineano le stesse fonti, alcuna richiesta di uscita dalla compagine azionaria della società ma le uniche richieste formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi
Trasporti
e scuola, venerdì nero ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: anche se in Alitalia Sdl è molto presente), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto locale. Solo nella Capitale, lo sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale sarà di 8 ore (dalle 8,30 alle 16,30), per favorire gli spostamenti; nel resto d'Italia l'astensione sarà di 24 ore, con articolazioni diverse a livello territoriale.
Meridiana:
ridurre il costo del lavoro ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Se Alitalia diventa più grande con Air One, non possiamo permetterci di non avere strumenti per combattere sul fronte dei costi. Se i sindacati nazionali hanno convenuto un accordo su questa base, per garantire una maggiore competitività ad Alitalia, chiediamo di applicarlo anche a noi".
Il
Tar Lazio ritarda le fideiussioni per i collegamenti
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia (che si è accodata alla prima) e sospende una parte del decreto sulla nuova continuità territoriale. Solo ieri in tarda serata si è appreso del responso e ancora non si conoscono i termini del provvedimento. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, non sarà necessario depositare le fideiussioni fino a quando non saranno assegnate le rotte tra la Sardegna e gli scali di
Macchè
capitalismo questo è "debitalismo". E ora torna Marx?
( da "Giornale.it,
Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi -
Conti
dormienti, attese deluse un tesoretto di soli 1,8 miliardi
( da "Stampa,
La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 3) deve risarcire i piccoli azionisti Alitalia. Meno di un miliardo è venuto dalle banche, 800-850 milioni dai depositi postali. Già da qualche tempo le grandi banche, più rapide nel fare i conti dopo la prima scadenza del 16 agosto, avevano fatto capire che non c'era da aspettarsi gran che.
Lufthansa
vuoleil mercato tricolore, con o senza Alitalia
( da "Secolo
XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
Ma
con i sindacatila trattativa èancora in salita
( da "Secolo
XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: sindacati e Cai per il nuovo contratto dei dipendenti di Alitalia. Le distanze restano forti, in un quadro che negli ultimi giorni si è ulteriormente complicato per la decisione dei piloti di Anpac ed Up di disertare gli appuntamenti che riguardano la loro categoria. I piloti, appoggiati anche da Federmanager, hanno chiesto a Roberto Colaninno e Rocco Sabelli una trattativa separata.
Fiumicino,
il porto ecosostenibile Presentato ieri il progetto della struttura turistica:
costerà 325 milioni di euro per 1445 posti barca
( da "Unita,
L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia e alle ricadute occupazionali sulla cittadina. "Il Lazio è la frontiera della crisi economica, a partire dai settori della sanità e del distretto aereoportuale - ha detto il presidente della Regione, Piero Marrazzo-. Fiumicino non può essere accompagnata solo con ammortizzatori sociali ma anche con progetti di sviluppo che integrino sostenibilità economica e ambientale"
Walter
neo-comunista e D'Alema furioso ( da "Giornale.it, Il"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.
Scuola,
chi ha paura della Gelmini ( da "Giornale.it, Il"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.
Tonino
rispedisce Veltroni sul bus contrordine compagni
( da "Giornale.it,
Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.
La
manovra del governo accentua gli effetti negativi
( da "Unita,
L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: lo Stato si è mosso solo per banche e amici imprenditori (vedi Alitalia). Intanto sulla crescita, quella famosa "economia reale", è stata innescata la marcia indietro: disseccati i fondi per le infrastrutture, taglieggiati quelli per il Sud, dimenticati i bisogni delle famiglie che hanno a che fare con banche sempre meno credibili.
Affari
in piazza - ettore livini ( da "Repubblica, La"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ma dopo l'ammissione di Alitalia (con mille deroghe illegali, sostiene la compagnia) alla gare per le rotte della prossima stagione, avvia un programma di cassa integrazione. A scatenare l'offensiva della società dell'Aga Khan è stato il recente ammorbidimento delle norme per il bando delle tratte invernali da e per l'isola.
ROMA
- Ancora fumata nera a Montecitorio per l'elezione del giudice costituzionale.
Ier ( da "Messaggero, Il"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: il decreto Alitalia scade il 27 ottobre) e la Lega si sta spazientendo. Poi la patata bollente passerà al centrosinistra. La linea della separazione è stata decisa insieme da Pd e Idv. Ma la sintonia futura dipenderà molto dall'Abruzzo. Se, come pare, le strade di Pd e Idv si divideranno alle regionali, il conflitto potrebbe essere anticipato in Vigilanza,
La
beffa dell'Alitalia anche i voli più cari
( da "Stampa,
La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: allineamento tariffario con AirOne danneggia anche noi operatori" La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari ANGELO CONTI Alitalia e AirOne hanno allineato le loro tariffe per i voli da Torino. Il volo più gettonato, cioè il Roma Fiumicino, è passato da una tariffa minima di 82 euro ad una di 105 euro (tasse comprese) con un incremento del 28%.
Inseguendo
un bus che si chiama desiderio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Accadeva su Alitalia e capita ancora oggi su altre grandi aziende, ad esempio Ferrovie dello Stato (per non parlare di quelle della Sardegna) o Tirrenia, nutrite dai contribuenti per consentirgli di viaggiare e muoversi liberamente. Diritto garantito dalla Costituzione.
È
rottura con i sindacati ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract:
ALITALIA Più
esplicito Roberto Pesaresi, rappresentante Cgil degli assistenti di volo.
"Il contratto di Cai è in fase di studio. Inoltre, lo si sta digerendo
perché Alitalia viene da anni di deficit elevati. Meridiana, al contrario, ha
chiuso soltanto il
Continuità,
Meridiana ricorre al Tar ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia è in possesso solo "di licenza provvisoria e ha dichiarato di non poter proseguire l'attività operativa oltre il 1° novembre", mentre ai vettori viene chiesto di garantire le rotte almeno per un anno. Inoltre, Alitalia non avrebbe neanche i requisiti richiesti sul fronte della regolarità e puntualità dei voli,
VUOTO
A SINISTRA ( da "Stampa, La"
del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: dal ridimensionamento dell'Alitalia al maestro unico nelle scuole, non sa proporre nulla di più concreto e più responsabile che possa dare al Paese il senso di una sua partecipazione costruttiva al contenimento dei tracolli. Sembrano più utili e tempestivi i fondi sovrani e ambigui di Gheddafi che le manifestazioni e le tirate di Rifondazione,
E'
la rivoluzione: lo slow golf non piace più
( da "Giornale.it,
Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Commenti Invia questo articolo a un amico 24Sep 08 Alitalia, piloti imbucati o in buca? Giusto un post-telegramma riguardo al titolo con cui abbiamo aperto il nostro Giornale martedì 23 Settembre:"Intanto i piloti giocano a golf". Dunque i piloti, gli stessi che hanno fatto saltare l'accordo con Cai hanno deciso di ingannare l'attesa del loro destino organizzando un torneo di golf.
Inchiesta
su Amt<Come l'Alitalia> ( da "Secolo XIX, Il"
del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Inchiesta su Amt"Come l'Alitalia" GENOVA Alla Procura i documenti sulla vendita ai francesi GRAZIANO CETARA MATTEO INDICE Genova. Nel trasporto pubblico su scala genovese, ammettono gli inquirenti, "vi fu un'operazione analoga a quella che si è realizzata ora, su scala nazionale, per salvare Alitalia".
Amt-Ami,
viaggiotra gli interrogativi ( da "Secolo XIX, Il"
del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: accostato dal punto di vista tecnico a quello di Alitalia, e alle polemiche sulla cessione super-conveniente del ramo sano agli imprenditori radunati nella cordata di Cai. Il sostituto procuratore Francesco Pinto ha aperto un fascicolo per far luce sui meccanismi di smembramento Amt-Ami, ma non va dimenticato che la vita della seconda è stata (perlomeno) turbolenta e contraddittoria.
Ecco
il piano salva-industrie - marco patucchi
( da "Repubblica,
La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: la normativa che ha consentito il salvataggio di gruppi come Parmalat e Alitalia: nel caso del Fondo di garanzia, infatti, l'aiuto verrà concesso se l'impresa non è in stato di insolvenza. Se poi il soccorso avrà avuto successo, sarà l'azienda a restituire i soldi alla banca, altrimenti toccherà allo Stato che diventerà così creditore nella procedura di fallimento.
Formigoni,
moratti e penati "il governo ci dia più soldi" - andrea montanari
( da "Repubblica,
La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: quando Alitalia aveva annunciato l'abbandono di Malpensa. Il destinatario, allora, era il presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma in questo caso è apparso subito chiaro che avrebbe avuto il potenziale di una vera a propria "bomba". L'idea è partita dal Pirellone, che ha giocato di sponda con la Provincia e il sindaco Moratti,
No
ai piloti-dirigenti, la Cisl raccoglie le firme
( da "Corriere
della Sera" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: la società guidata da Roberto Colaninno che dovrebbe dar vita alla nuova Alitalia. La Cisl è convinta che l'opposizione al contratto dirigenziale (col quale, tra l'altro, si potrebbe essere licenziati facilmente) sia molto estesa e non solo tra i piloti rappresentati dai sindacati confederali, ma anche dal grosso della categoria che si riconosce nell'Anpac e nell'Up.
Fannulloni
( da "Unita,
L'" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: si pensi al sovraffollamento di Alitalia, della Rai e di quasi tutti gli enti parastatali (o parassitari) e i ministeri. Si assumeva personale senza alcuna specializzazione il quale, magicamente, conquistava i primi posti in concorsi non necessari e indetti ad hoc. Così le scrivanie sono aumentate a dismisura.
La
ricetta anti-crisi di Bonanni passa anche dall'unità sindacale
( da "Stampa,
La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: industria e la riforma contrattuale, ma anche il futuro della scuola e la situazione di Alitalia. All'incontro hanno partecipato anche il senatore Franca Biondelli, il presidente della Provincia Paolo Ravaioli, i rappresentanti provinciali di Cgil e Uil e i segretari regionale e provinciale della Cisl Giovanna Ventura e Luca Caretti.
"Nel
2010 ci riprenderemo la Regione"
( da "Stampa,
La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: alla vicenda Alitalia. Un altro esempio di efficienza è l'istituzione del ministero della Semplificazione. Prossimamente potranno essere tagliate ben 8000 delle 21000 leggi presenti oggi nel nostro Paese". Atteso l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il quale, sul partito,
Lufthansa
insiste Fra 3 settimane il gong finale
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Economia Pagina 215 Alitalia Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale Alitalia --> ROMA Lufthansa rafforza il suo pressing mentre la "nuova Alitalia" mantiene tre tavoli aperti per la scelta del partner internazionale e, per una trattativa finale, ha programmato di dedicare ad ogni candidato una delle prossime tre settimane.
Il
gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia
( da "Stampa,
La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Il gruppo Orsero entra nella Cai di Alitalia ALBENGA Non si ferma lo sviluppo del gruppo Orsero nel settore aeronautico. Dopo la compagnia di aerotaxi "Fox Air" e la proposta di acquisto, assieme all'imprenditore lombardo Bassani, dell'aeroporto "Panero" di Villanova d'Albenga questa volta il gruppo imprenditoriale sta facendo un ulteriore salto di qualità ed è ad un passo dall'
No,
non si può dire solo no ( da "Manifesto, Il"
del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Sulla truffa Alitalia (i debiti a noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta.
La
mela stregata per roma capitale - mario pirani
( da "Repubblica,
La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: manager infilato di soppiatto nel decreto Alitalia: si nasconde la "mela stregata" agli occhi del Quirinale per non incappare in una possibile obiezione ostativa del Presidente, quindi la si ripresenterà, come emendamento, nel corso della discussione parlamentare sul federalismo. Come dice Andreotti a pensar male si fa peccato, ma si indovina.
Lo
stato aiuti anche il sud - umberto de gregorio
( da "Repubblica,
La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Una prova concreta di questa nuova filosofia l'abbiamo avuta con la questione Alitalia. Ed ora la crisi internazionale dei mercati finanziari ha sciolto ogni indugio: finalmente il premier Berlusconi può dichiarare che il suo liberismo ha cambiato pelle. Bisogna adeguarsi ai tempi. Lo Stato non è più un male ma una necessità;
Veltroni:
riempiremo la piazza anche lì si fa l'opposizione
( da "Unita,
L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: e nemmeno con la partita Alitalia che, se fosse stata chiusa con l'accordo con AirFrance, avrebbe "liberato" 1 miliardo e mezzo, oggi investito a ripianare i debiti, per sostenere i redditi più deboli. Altra ferita aperta, quella della scuola che il ministro Gelmini intende migliorare partendo con 8 miliardi di tagli ("non è possibile in un paese come l'
Mussi:
È la strage dei ricercatori perderanno il posto a migliaia
( da "Unita,
L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Università rischia la fine di Alitalia? Lo dice - sottolinea l'esponente di Sinistra democratica - per nascondere altri fatti ancor più gravi: la liquidazione di un'intera generazione di ricercatori. È in atto un olocausto di migliaia e migliaia di persone". I ricercatori in Italia sono circa 70mila tra pubblico e privato.
L'Olanda
salva Il Conto Arancio ( da "Riformista, Il"
del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Quale sarà il partner estero della nuova Alitalia? Tra i nomi più accreditati Airfrance e Lufthansa ma da settimane nulla trapela dai vertici della Cai (Compagnia aerea italiana). Un piccolo segnale arriva però dal vertice previsto mercoledì tra i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i manager di Lufthansa.
"treni
migliori o non paghiamo un euro"
( da "Repubblica,
La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: minaccia di finire come Alitalia - riconosce Conti - Ma il diktat è inaccettabile. Con i clienti si contratta. Noi siamo disponibili a pagare, ma solo in cambio di un aumento di servizio. Vogliamo sconti perché abbiamo già comprato treni nuovi con risorse regionali, non intendiamo pagare di più per i treni vecchi, pagheremo a catalogo solo i nuovi che arriveranno"
Alitalia,
si stringe sul partner estero - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia, si stringe sul partner estero Domani sindacati da Lufthansa e Air France da Colaninno. Giallo sulla fiducia I francesi aprono su Malpensa: "Fiumicino non è più una priorità" LUCIO CILLIS ROMA - Cai stringe sul partner estero. Domani i sindacati vedranno Lufthansa mentre la compagnia guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli incontrerà a Roma i vertici di Air France-
"quella
volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo"
( da "Repubblica,
La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ex pilota Alitalia "Quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo" Achille Zaghetti ha lasciato l'Alitalia e vuole godersi la pensione: non ha tanta voglia di rievocare il suo avvistamento di un Ufo sui cieli britannici. Comandante Zaghetti, ci racconta che cosa ha visto dal suo posto di pilotaggio?
"ho
visto un ufo" il cielo di londra non ha più segreti - enrico franceschini
londra ( da "Repubblica, La"
del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: alla guida di un volo Alitalia, sta per atterrare all'aeroporto londinese di Heathrow, quando nota qualche centinaio di metri più in alto un oggetto misterioso. Spaventato, temendo una collisione, grida al suo co-pilota: "Attenzione, attenzione!", comunica l'avvistamento alla torre di controllo, che nota a sua volta l'oggetto sui radar.
"i
miei mi hanno trattato male così vince il partito delle toghe" - liana
milella ( da "Repubblica, La"
del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ai decreti che scadono come Alitalia, ho dovuto cedere". Fino a pochi secondi prima, solo, e chiuso nella sua stanza da deputato che s'affaccia su piazza San Silvestro, Pecorella aveva continuato a sperare. Non tanto di potercela fare, quanto, almeno, in una "resistenza" serrata e onorevole del suo partito.
Anche
gli avvocati mollano il Pd: basta con il giustizialismo
( da "Opinione,
L'" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: ombrello offerto ad Alitalia non deve valere per tutti i casi analoghi? Questa dunque è la pancia della ex sezione Mazzini, quasi tutta composta da avvocati e giuristi di sinistra, che adesso si ritrova sballottata in inutili riunioni para condominiali con improbabili coordinatori scelti da Veltroni i quali, per dirla come un altro avvocato di quel giro,
Diecimila
sardi gratis in nave: la protesta di Moby
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: è un caso Alitalia, non c'è per esempio un problema occupazionale perchè ci sono ampi margini - con una gestione corretta - per incrementarla l'occupazione. I traghetti Tirrenia, non a caso, hanno a bordo meno personale di noi". IL BILANCIO La Moby lines ha registrato quest'anno ottimi risultati in Sardegna (due milioni e mezzo di passeggeri,
Rischio
caos sulla continuità ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Air One CityLiner e Alitalia) da parte di Enac per la firma delle convenzioni sulle nuove rotte a tariffe scontate che collegheranno la Sardegna con Roma-Fiumicino e Milano-Linate. Domani, invece, i vettori potrebbero essere convocati dalla Regione per tentare di trovare un accordo tra loro sui voli da effettuare a partire da domenica prossima,
Il
"cobrador" in frac è un segno dei tempi
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: coinvolti nel crack morirà di fame o si suiciderà (vi ricordate Cimoli, il manager dell'Alitalia, "liquidato" prima del fallimento della sua azienda con 8, diconsi otto, milioni di euro?). L'assenza di riferimenti etici di fondo riveste un suo peso enorme, in questo marasma. Il Papa lo ricorda ad ogni piè sospinto, ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Berlusconi:
"Problemi non si risolvono in piazza"
( da "Giornale.it,
Il" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia non è stata svenduta "Ricordate lo scherno con cui siamo stati accolti. Ora Alitalia è una realtà che ha scongiurato il pericolo di una svendita ad Air France. Quindici, 16 impreditori, tra i migliori in Italia, hanno accettato. Oggi la nostra compagnia di bandiera è una realtà che non è stata svenduta".
Il
rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro.
Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
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Veltroni
"grande elettore" degli immigrati e Fini apre
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
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Avviso
ai bloggers, finalmente in vacanza
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
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Walter
fa qualcosa di riformista ma nel Pd è diarchia
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
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La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
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Girotondo
attorno a Walter ( da "Giornale.it, Il"
del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
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Decreto
alitalia, chiesta la fiducia - lucio cillis
( da "Repubblica,
La" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: quali chiede il ritiro del provvedimento che per salvare Alitalia va a pesare su tutte le compagnie, in un momento molto critico vissuto dal trasporto aereo. Il decreto, che venerdì approderà in Senato per l'ultimo via libera, prevede anche che il commissario straordinario di Alitalia possa cedere "singoli beni o contratti", e quindi non solamente rami d'azienda o l'intera società.
De
benedetti: sbagliato aiutare le industrie mentre si tagliano i fondi alla
scuola - ettore livini ( da "Repubblica, La"
del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Superando le contraddizioni di un paese che "prima respinge l'offerta europea di Air France per Alitalia, poi accoglie a braccia aperte i libici in Unicredit, quindi si presenta come capofila dei paesi più arretrati nella battaglia europea sulla CO2". "Dobbiamo recuperare lo spirito dei nostri padri nel dopoguerra ? ha detto De Benedetti ?
Pd
Lazio, sulle primarie anche il sì di D'Alema Assemblea al Capranica in
preparazione del 25 ottobre Zingaretti: Piero Marrazzo sarà il candidato alla
Regione ( da "Unita, L'"
del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: delle università e della cultura e tra i tanti i dipendenti Alitalia". Ci sarà uno striscione dedicato al ricordo di Pio La Torre, "e uno striscione contro il razzismo". "Come gruppo consiliare del Pd romano saremo in piazza per l'Italia ma anche per Roma - dice il capogruppo del Pd Umberto Marroni - per salvare la nostra città dal nulla in cui la Giunta Alemanno la sta portando"
E
Riva cede la quota Cai al figlio Fabio
( da "Corriere
della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: la società candidata a subentrare alla vecchia Alitalia. Venerdì 17 ottobre il notaio Teresa Palumbo di Milano ha annotato la cessione del 6,25% della Cai da parte della Riva Fire spa a favore della società Fire spa. Ma il trasferimento di proprietà, avvenuto al prezzo nominale della partecipazione (10 mila euro), non si configura certamente come una violazione dell'
Alitalia,
consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto
( da "Corriere
della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: imbarco Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio contratto ROMA - Più si avvicina il 28 ottobre, data in cui l'assemblea di Cai dovrebbe deliberare l'offerta per rilevare l'Alitalia, e più la situazione si complica. Tanto che ieri si è svolto un vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza,
<Niente
salva-manager? Vedo troppi tribuni>
( da "Corriere
della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: inserita nel decreto Alitalia, che secondo i critici avrebbe salvato anche i colpevoli dei crac Cirio e Parmalat, ha avuto ieri un autorevole difensore in Roberto Castelli. Per l'ex Guardasigilli, se è saltata una misura che "serve solo per far lavorare gli amministratori che rischiano" è tutta colpa di un clima per cui "ci sarà sempre un tribuno che dirà:
Marcia
indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti
( da "Tempo,
Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: il governo ha posto alla Camera la fiducia sul decreto legge Alitalia che sarà votata oggi. Tra le misure previste l'aumento, a 3 euro dopo un ultimo ritocco al testo, dell'addizionale comunale sui biglietti aerei (per ogni passeggero ed ogni tratta) a favore del fondo per l'occupazione del settore. In pratica una tassa per finanziare la gestione degli esuberi di Alitalia.
La
nuova stagione dei trasporti italiani
( da "Opinione,
L'" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Anche i vertici Alitalia e Tirrenia erano di "area". Il calendario dei lavori con il nuovo Governo Berlusconi ha subito un'accelerazione: tra problemi vecchi (inadeguatezza delle carrozze troppe vecchie, pulizia, ritardi, disagi per i pendolari, orari e coincidenze non rispettati) e nuovi, con dicembre dovrebbe essere completata l'ala velocità Milano-
Nasce
l'asse Milano Firenze per l'Expo 2015
( da "Opinione,
L'" del 22-10-2008) + 1 altra fonte
Argomenti: Alitalia
Abstract: passato in secondo piano rispetto a problemi considerati più urgenti quali i rifiuti campani e l'Alitalia. Nel frattempo, però, le istituzioni locali non sono state a guardare. Domenica scorsa il sindaco Letizia Moratti ha firmato un protocollo d'intesa con il collega di Firenze, Leonardo Domenici, per "l'integrazione di conoscenze e attività" in vista dell'esposizione universale.
Alitalia,
il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste
( da "Giornale.it,
Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: 253 del 2008-10-22 pagina 28 Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste di Gian Maria De Francesco Vertice a Palazzo Chigi tra Letta e Colaninno. I comandanti rifiutano l'ipotesi di contratto RomaIl dossier Alitalia attraversa un altro dei suoi tanti momenti delicati.
Berlusconi:
tavolo con banche e industriali ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Alitalia ("abbiamo evitato una svendita ad Air France"); dal nucleare ("la prima centrale sarà aperta fra 7 anni"), alle infrastrutture ("ripartiamo con le grandi opere"). Ma è sulle richieste che la Marcegaglia ha appena esposto (aiuti alla capitalizzazione delle imprese e aliquota agevolata sugli utili) che il Cavaliere tenta di convincere definitivamente la platea.
Passa
il decreto Alitalia. Bossi: 'Lega imbufalita'
( da "Voce
d'Italia, La" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Abstract: Politica Articoli correlati: *Alitalia. Sindacati: "Futuro poco chiaro" *Cancellata la norma "salva-manager" *Venerdi' sciopero dei trasporti Guarda tutti i correlati.
( da "Secolo XIX, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Scioperi in tutti i
settori Le Ferrovie garantiscono: "Nessun disagio". Ma i sindacati di
base promettono battaglia. Città verso il caos 17/10/2008 roma. Si preannuncia
come un venerdì di passione quello di oggi per la mobilità. Lo sciopero
generale nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub, Cobas e SdL
chiama all'adesione tutti i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria,
scuola e trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti della
mobilità: mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci e
logistica. Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti
capoluoghi, anche a causa dell' effetto-annuncio che spingerà molti lavoratori
e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi. Roma è la città in cui
muoversi sarà più difficile: oltre allo sciopero generale infatti, i sindacati
hanno indetto una manifestazione nazionale che partirà dalle 10 da piazza
Esedra per concludersi alle
( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Il ministro
ombra della Giustizia, Tenaglia: vogliono depenalizzare la bancarotta
"Rispunta la salva-manager" il Pd all'attacco del governo BARBARA
ARDU BARBARA ARDù ROMA - Messi sotto accusa negli Usa per i guadagni da favola
che si riservano nonostante siano alla guida di società sull'orlo del baratro o
fallite, i manager italiani potrebbero riuscire a conquistarsi una corsia
preferenziale. L'accusa arriva da Lanfranco Tenaglia, ministro ombra del Pd. E
arriva in piena crisi finanziaria, con la fiducia dei risparmiatori al minimo storico.
"La salva-manager - spiega Tenaglia - è contenuta nel disegno di legge
delega che riforma il reato di bancarotta e che il governo si appresta a
presentare a breve in Parlamento". E Tenaglia è a dir poco indignato.
"è vergognoso - spiega - come il governo tenti nuovamente di sottrarre
alla giustizia coloro che hanno derubato i risparmiatori". E sì perché
l'ultimo tentativo è roba di non più di una settimana fa, inserito
con un emendamento al decreto di modifica della legge Marzano, quello per
salvare Alitalia. Tra le
righe c'era una norma che avrebbe messo al riparo manager come Cesare Geronzi,
oggi presidente di Mediobanca, ma anche Calisto Tanzi e Sergio Cragnotti
(Parmalat e Cirio). Il principio era semplice: senza fallimento non c'è reato.
Dunque basta un bravo commissario per "liberare tutti". Ma il
ministro dell'Economia Tremonti parlando in Aula fu chiaro. "O va via
l'emendamento o va via il ministro dell'Economia". E l'emendamento è
sparito. Ora però sembra riapparire sotto altre spoglie. E questa volta il
risultato sarebbe leggermente diverso: la prescrizione completa di grandi
processi, come i crac Parmalat e Cirio. "Il disegno di legge - spiega
Tenaglia - prevedere infatti una riduzione della pena per bancarotta
fraudolenta dagli attuali
( da "Repubblica, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Lettera a
Colaninno e Letta: così create situazioni di conflitto E i piloti dell'Alitalia tornano sul piede di guerra La cordata
al lavoro in vista dell'assemblea del 28: smentite defezioni dei soci ROMA - La
vicenda Alitalia sembrava
avviata ad una conclusione, se non tranquilla, quanto meno a portata di mano.
Ma il passaggio del vettore sotto l'ala privata di Cai è destinato ad
attraversare ancora una volta, un percorso molto accidentato. I piloti,
sono nuovamente al centro di uno scontro molto duro con la compagnia aerea di
Roberto Colaninno e i sindacati confederali. La sofferta trattativa a Palazzo
Chigi si era conclusa poche settimane fa con una spaccatura profonda tra le
varie sigle sindacali. Uno scenario che si ripresenta in queste ore: al centro
della contesa quella "unicità" più volte rivendicata dai piloti; un
ruolo primario nelle trattative che ha portato Anpac e Up a chiedere, di fatto,
l'allontanamento degli altri sindacati dal tavolo con Cai sul contratto della
categoria. Le due associazioni professionali ieri hanno inviato una lettera al
presidente di Compagnia aerea italiana, Roberto Colaninno, e al sottosegretario
alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Secondo i comandanti lo spirito
del contratto che li trasforma in dirigenti, sarebbe infatti
"snaturato". "è incomprensibile - si legge nella missiva - che
Cai non voglia stabilire un rapporto corretto con le associazioni professionali
dei piloti e continui a generare condizioni di conflitto, verosimilmente
accentuate da Cisl e Uil. Già in queste ore - proseguono Anpac e Up - dobbiamo
tollerare la presenza, al tavolo dei contratto dei piloti, di rappresentanti
sindacali non qualificati e non in grado di gestire una materia così altamente
specifica, dove sono richieste notevoli competenze e relative capacità
professionali. La realizzazione di un sogno per loro ed una ingiusta
mortificazione per noi". Anpac e Up rivolgendosi a Colaninno chiedono
quindi "un autorevole intervento" che nella sostanza lasci nelle mani
delle sole due sigle la trattativa. Parole molto dure che i due sindacati nel
mirino respingono con forza. Per il segretario generale della Fit Cisl Claudio
Claudiani la richiesta di Anpac e Up per un tavolo separato con Cai "è
inammissibile. Il tentativo di delimitare il rinnovo contrattuale dei
comandanti solo ad alcuni interlocutori viola apertamente lo spirito e il
dettato dell'accordo quadro, sembra essere un ulteriore tentativo strumentale
per mantenere posizioni di potere all'interno della nuova compagnia".
Giuseppe Caronia leader della Uil Trasporti risponde così: "Non credo che
esistano aggettivi adeguati per descrivere la spocchiosa presunzione di
Anpac-Up. Questo disperato tentativo di rivendicare l'esclusività della
trattativa è l'ultima illusoria speranza di poter imporre una politica
corporativa". E anche se da Cai non trapelano ufficialmente delle
repliche, la sensazione è che l'ennesimo strappo dei piloti sia vissuto come
l'avvio di una nuova fase di contrasti. Questo mentre i vertici della nuova
compagnia stanno lavorando per preparare l'assemblea degli azionisti prevista
il 28 ottobre, appuntamento cruciale per il decollo della nuova Alitalia. In vista di questa scadenza, riferiscono fonti
vicine a Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto
per quel che riguarda l'assetto della cordata. Non ci sarebbero, infatti,
defezioni o uscite dalla compagine azionaria della società. Le uniche richieste
formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi soci che andranno a
rafforzare la capitalizzazione di Cai. (lu.ci.).
( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
N. 249 del
2008-10-17 pagina 16 La vuota petulanza dei signornò del Pd di Redazione
Sconcerta il crescente abbrutimento di Veltroni e dei suoi. Incapaci di proposte,
nascondono la piattezza dei cervelli con la vuota petulanza delle Santippe:
pitipì, pitipì, qualsiasi cosa accada. Appena Berlusconi ha sbarazzato Napoli
dai rifiuti, l'Unità gli ha rinfacciato che c'era ancora la camorra! Quando ha salvato Alitalia, Veltroni se ne è attribuito il merito. Il Cav ha replicato:
"Hai solo messo i bastoni tra le ruote". Walter, come un ripetente
invidiosetto, ha cominciato a strepitare maneggiando cose più grandi di lui. Ha
parlato, nell'ordine, di "bullismo al governo", "democrazia
svuotata", di "Italia sul modello Putin". Scoppiata la
bufera delle borse in tutto il mondo - ripeto: in tutto il mondo - Veltroni si
è guadagnato l'Oscar del nulla dicendo: "Sono preoccupato per l'Italia. La
crisi è l'anticamera del totalitarismo". Ma che c'entra l'Italia, il crac
è universale, gli hanno fatto notare. E lui: "La situazione italiana è
particolare perché ha una destra populista". Quando il Cav, come tutti i
leader dell'Occidente, ha cercato di rassicurare dicendo che la crisi finanziaria
non si sarebbe estesa all'economia reale, il santippone del Pd è saltato su:
"Berlusconi non dica balle sulla recessione che non c'è. Vada a chiederlo
alle famiglie e ai commercianti, se è così". Facendo il paladino, faccia
di bronzo, di quelle stesse categorie che i balzelli di Prodi hanno già ridotto
sul lastrico da due anni. Tre giorni fa, Bankitalia ha fatto sapere che in
agosto sono entrati tre miliardi di tasse in meno che nell'agosto 2007. Bersani
e Letta (Enrico) hanno subito squittito: "Con la destra l'evasione è
ripartita". Eppure i due, che erano allora al governo, avrebbero dovuto
sapere che nell'agosto 2007 erano state conteggiate anche entrate di luglio per
proroghe nei pagamenti decise da loro stessi. Depurato il dato, nell'agosto di
quest'anno è affluito un miliardo di tasse in più. Che sia scempiaggine o
malafede, sono comunque penosi. Sulla scuola, è stata decisa la creazione di
classi preparatorie per stranieri prima di immetterli nei corsi regolari. Una
norma di buon senso. Il lugubre Fassino ha reagito: "Proposta abietta e
razzista". Ricordo personale: a otto anni ho frequentato la scuola
francese. Ignorando la lingua sono stato messo in una classe speciale, Petits
étrangers, Piccoli stranieri. Con me, tedeschi, spagnoli, canadesi, figli di
ambasciatori, di autisti d'ambasciata, ricchi e poveri. L'anno dopo ero
perfettamente inserito senza sentirmi discriminato. Ma all'epoca non c'era
Fassino e sono cresciuto in grazia di Dio. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
N. 249 del 2008-10-17
pagina 28 Darwin Airlines, piccola ticinese a vocazione business di Redazione
nostro inviato a Lugano Due tratte di linea a forte vocazione
"business" caratterizzano l'attività della piccola compagnia svizzera
Darwin Airline: sono la Lugano-Roma e la Lugano-Ginevra. Darwin è l'unica
compagnia basata, appunto, a Lugano e dal 2003, anno della sua nascita, si è
data il ruolo di strumento al servizio della comunità ticinese e dell'alta
Lombardia. Il collegamento con Roma, in particolare, sta dando ottimi risultati
di riempimento e avrà maggiore impulso quando - a breve - l'ingresso della
Svizzera nell'area Schengen permetterà un più rapido raggiungimento dall'Italia
del minuscolo aeroporto di Lugano, dove tutte le procedure d'imbarco sono
rapidissime. Dalle autorità municipali, gli azionisti della compagnia si
aspettano, però, a breve, l'allungamento della pista, che oggi permette decollo
e atterraggio soltanto di piccoli "regional": occorrono solo
( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
N. 249 del
2008-10-17 pagina 28 Livingston vola verso Sebastiani di Redazione La compagnia
charter Livingston cambierà azionista. Il gruppo Viaggi del Ventaglio ha
sottoscritto una lettera d'intenti, valida fino al 15 dicembre, con una cordata di cui è riferimento Gianni Sebastiani, ex
direttore generale di Alitalia, ex ad di Meridiana e ora, dal 2007, presidente dell'Aeroporto
di Parma. L'operazione consisterà nella cessione della proprietà ma nella
contestuale firma di contratti che assicurino il trasporto dei passeggeri del
Ventaglio per i prossimi 3 anni. Da tempo il tour operator, quotato in
Borsa, progettava di cedere la compagnia; in passato, il candidato più vicino
era stato Eurofly. Livingston fattura 300 milioni e trasporta 1,2 milioni di
passeggeri con sei aerei (tre di lungo e tre di corto raggio). Le ultime
valutazioni la stimavano circa 50 milioni. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Stampa, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
GIUDICE
DI PACE Ruegg: Alitalia rispetti i diritti dei viaggiatori
Il vicepresidente del Savona Calcio Federico Ruegg e altri due savonesi hanno
avviato presso il giudice di Pace una causa contro Alitalia: il 7 gennaio
scorso il volo Dubai-Milano era partito con 12 ore di ritardo provocando
disguidi e disagi.
E la richiesta di rimborso non era stata accolta. Spiega Ruegg: "Non è
tanto per il rimborso, peraltro previsto dal codice dei diritti del viaggiatore,
ma per una questione di principio: quel ritardo ci fece perdere la coincidenza
Milano-Genova e fummo portati a Genova in pullmino, scaricati in aeroporto alle
4 del mattino invece che alle 11 del giorno prima e costretti a cercarci un
taxi. Siamo arrivati a Savona all'alba".
( da "Opinione, L'" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Ven, 17 Ott
2008 Edizione 221 del 17-10-2008 LA BANCA NAZIONALE SVIZZERA CREA UNA BAD
COMPANY DA 60 MILIARDI Soluzione "Al Italia na" per sistemare l'Ubs
di Alessandra Mieli I furbetti del cioccolatino. Ovvero come anche gli gnomi
abbiano fatto tesoro delle recenti vicende italiane. Ci sarà un aumento di
capitale per le prime due banche svizzere, Ubs e Credit Suisse. In particolare,
veniva spiegato elegantemente in un comunicato ufficiale, Ubs otterrà l'aiuto
del Governo elvetico e aumenterà il capitale di 6 miliardi di franchi svizzeri
tramite un'emissione interamente collocata presso la Confederazione svizzera:
inoltre trasferirà fino a un massimo di 60 miliardi di dollari di titoli
attualmente illiquidi in un fondo separato sostenuto e controllato dalla Banca
centrale. Nel dettaglio inoltre la Banca Nazionale Svizzera (Bns) ha creato la
possibilità di trasferire gli "illiquidi" a una società veicolo per
garantire una liquidazione regolare. Lo Stato elvetico avrà così in portafoglio
il 9% circa del capitale della banca dopo la conversione al prezzo unitario di
20 franchi. La Banca centrale svizzera gestirà gli attivi di Ubs che saranno
trasferiti in una nuova entità. E' certamente molto ben formulato ma ricorda in
modo impressionante il tormentone Alitalia. Gli gnomi di Zurigo hanno copiato la procedura senza tanti
complimenti inventandosi una bad company statale da riempire di debiti e una
good company che continuerà prestigiosamente a fare la banca. E, a riprova di
questa tesi vale quanto dichiarato ufficialmente da Ubs ovvero che seppure in
previsione chiuderà il quarto trimestre in rosso, ciò non di meno si
prepara a pagare ugualmente un dividendo nel 2009. La crisi dei mutui ha già
costretto Ubs a svalutare attivi legati a prodotti del credito strutturato per
42 miliardi di dollari a causa della crisi creditizia. E voci ben informate
parlano di almeno 50 miliardi di riscatti a cui la banca ha dovuto far fronte
nell'ultimo periodo. Ora l'istituto di credito ha lasciato trapelare di essere
riuscito a raccogliere 30 miliardi di capitali freschi, non di meno con la
mossa strategica di ieri il Governo confederale ha di fatto concesso una sorta
di "stipendio pagato con i soldi dei contribuenti" ai bancari
svizzeri che altrimenti avrebbero rischiato il licenziamento dalle due più famose
banche. Mossa non priva di logica ma irrituale per il comportamento severamente
protestante di cui vanno fieri gli elvetici quasi quanto degli orologi a cucù.
Per quanto riguarda Credit Suisse invece, l'aumento di capitale avverrà
attraverso l'emissione di azioni e obbligazioni fino a un massimo di 10
miliardi di franchi, per portare l'indice di patrimonializzazione Tier1 al
13,7%. Tra gli investitori coinvolti nell'operazione c'è anche una sussidiaria
del Qatar Investment Authority. Credit Suisse ha anche annunciato una perdita
di 1,3 miliardi di franchi nel trimestre concluso a settembre. Il governo
svizzero, infine, ha deciso alcune misure di protezione dei depositi bancari.
Ma c'è di più e di meglio: il Consiglio federale, la Banca nazionale svizzera
(Bns) e la Commissione federale delle banche (Cfb) hanno adottato un pacchetto
di misure "per stabilizzare ulteriormente il sistema finanziario svizzero
e rafforzare in modo durevole la fiducia nel mercato". Nel comunicato
diffuso dal Dipartimento federale delle finanze (Dff) si legge anche che il
Consiglio federale ha incaricato di sottoporre alle Camere federali un
messaggio durante la sessione invernale che abbia lo scopo di "rafforzare
immediatamente la protezione dei depositanti". Attualmente in Svizzera i
depositi bancari sono garantiti con 30.000 franchi per persona, somma
decisamente inferiore ad altri Paesi. E con l'aria che tira evidentemente gli
svizzeri temono che i loro forzieri si svuotino e i depositi prendano la via di
conti "più garantiti".
( da "Manifesto, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
INTERVISTA Parla
Fabrizio Tomaselli (Sdl): le ragioni della mobilitazione sono aumentate negli
ultimi mesi "Contro il governo e per la democrazia sindacale" fr. pi.
Sta ancora in trincea tutti i giorni per la vertenza che ha aperto
l'"autunno italiano". Fabrizio Tomaselli, steward
Alitalia, coordinatore
nazionale dell'Sdl. "La piattaforma su cui abbiamo convocato questo
sciopero, mesi fa, puntava sulla precarietà, il lavoro, i diritti dei migranti,
la democrazia sindacale. Le motivazioni sono aumentate - purtroppo - negli
ultimi mesi". Perché? Alcuni provvedimenti legislativi del governo,
come la "prefinanziaria", hanno colpito il lavoro e i precari. Altri
hanno diminuito la sicurezza. Poi è arrivato Brunetta, la Gelmini, infine i
decreti contro il diritto del lavoro e persino contro il diritto di sciopero.
Ha accresciuto insomma il suo valore politico. E' cominciata anche una crisi
che si sta mangiando l'economia reale... I meccanismi si stanno incrinando. Nei
prossimi mesi ci troveremo di fronte a situazioni molto difficili. Anche nel
nostro paese, si vuole scaricare sui lavoratori il costo di una crisi provocata
dal pessimo funzionamento della finanza globale. Le masse enormi di capitale
destinate a salvare le banche andranno a scapito dello stato sociale; avremo
contratti che danno meno reddito, e così via. Questo indebolisce il
"fattore lavoro"? Se dovesse passare il modello di contrattazione già
sottoscritto da Cisl, Uil e Ugl, oltre alla riduzione del salario, è evidente
che ci sarebbero anche misure di riduzione dell'agibilità sindacale. Si va
tirando la cinghia, può aumentare la conflittualità. Non a caso uno degli
obiettivi dello sciopero è la necessità di una riforma delle norme sulla
rappresentanza sindacale, in senso più democratico. Ci sarà anche l'intero
mondo della scuola... E' una "commistione naturale". Parole d'ordine
e obiettivi dello sciopero sono tutti interni a una logica di opposizione che
vale nella scuola come in altri settori. I problemi - reddito, licenziamenti,
precarietà - sono trasversali a tutte le categorie. Anche gli studenti si
rendono conto che li aspetta un futuro non brillante... La condizione precaria,
prima, veniva letta come una condizione transitoria, una "naturale"
fase d'attesa per entrare nel mondo del lavoro. Oggi si vede la realtà: la
precarietà è a vita. Chi prima non riusciva a comprendere certi meccanismi, ora
li vive. E reagisce. Alitalia è stata chiusa perché
erano vietati gli "aiuti di stato". Come vedi i 3.000 miliardi di
euro di aiuti alle banche? Erano visti come il male assoluto. Ora che servono
per salvare il sistema finanziario, i loro soldi, torna "normale".
Anzi, dovuto. Questa politica folle dovrebbe essere rivista per Alitalia e le altre aziende in crisi. Per i servizi pubblici
essenziali - scuola, trasporti, sanità, ecc - rimane intoccabile il principio
della proprietà o del controllo pubblico. Ma anche sul terreno dell'economia
reale, non si capisce perché si devono privatizzare aziende pubbliche che vanno
benissimo, mentre si possono aiutare aziende private che vanno male.
( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
N. 249 del
2008-10-17 pagina 15 Contrordine compagni: vogliamo una poltrona di Federico
Novella Altro che bimbi e smentite indignate: Cofferati ed Epifani vanno in
Europa. Il sindaco che lascia Bologna "per stare col figlio" viaggerà
il doppio, il leader Cgil raccoglie i frutti della linea
dura su Alitalia. Anche
l'Unità conferma: pronto un seggio a Bruxelles Questa poi, è l'ultima cosa che
uno va a pensare. Proprio inimmaginabile. Una vera sorpresona. No perché per
settimane abbiamo malignato su Epifani e Cofferati, che sarebbero pronti a
candidarsi al Parlamento europeo in quota Pd. Figurati, dicevano loro. E
invece? E invece oggi scopri che Epifani e Cofferati sono effettivamente pronti
a candidarsi nel Parlamento europeo in quota Pd. Ma guarda i casi della vita.
Epifani candidato? E chi se lo immaginava, a parte quei settanta milioni e
passa di italiani, neonati e animali domestici compresi. La vera novità è che
adesso, alla buon'ora, a darcene conferma ufficiale ci ha pensato l'Unità, che
a pagina 8 scopre l'acqua calda: edizione straordinaria, "c'è un biglietto
per Strasburgo per Epifani e Cofferati". Loro se ne accorgono oggi,
dell'avventura europea dei due signor no. Ma se ben conosciamo il nostro
lettore, possiamo immaginare quel che tribola nel suo stomaco: me lo sentivo,
oh come me lo sentivo. Sarà il sesto senso, sarà quel doloretto alla clavicola
che si faceva vivo tutte le sere dopo ogni dichiarazione del Guglielmo ai tg
nazionali, specie ai tempi del caos Alitalia. Oscuri
presagi che ti spingevano ad uscire di casa di corsa, raggiungere la prima
ricevitoria della Sisal e giocare a colpo sicuro: scommetto tutto su Epifani
che entra in politica. E infatti. Scrive l'Unità: "Da Epifani è arrivato
un chiaro segnale di disponibilità". Dalla Cgil dicono che "Guglielmo
vuole candidarsi, i treni bisogna prenderli quando passano". Una frase,
questa del treno del successo, che starebbe bene in bocca a un aspirante del
Grande Fratello, o magari a un tronista di Maria De Filippi, ma che riferita al
più potente sindacalista italiano lascia quantomeno perplessi. Non foss'altro
che quel sindacalista, negli ultimi tempi, ha sfruttato il suo ruolo per
incasinare il tavolo, e imporre veti, e piantare paletti come un vivaista
pianta gerani, e battere i pugni nel nome dei lavoratori, quando nel pugno,
probabilmente, altro non aveva che il biglietto di prima classe per Strasburgo.
Forse quel tagliandino lo stringeva in mano da tempo. Forse già lo sventolava
seduto sulla poltrona di casa Veltroni, nei giorni roventi di Alitalia. Anzi, forse quel biglietto gliel'ha dato proprio
Veltroni, chi lo sa. Tra tanti forse, ribadiamo una piccola certezza:
candidarsi non è mica vietato. Anzi, è un sacrosanto diritto. Nel caso dei
sindacalisti, purtroppo, è anche una sgradevole abitudine. Ma quel che dà
fastidio è il vizio di lor signori di nascondercelo fino all'ultimo, di atteggiarsi
ad anime belle, di storcere il naso alla sola idea: io in politica? Ma che
siete matti? Balle, calunnie, siete dei mistificatori, dei nemici dei
lavoratori. E giù salti mortali da fare invidia al Circo Orfei. Prendiamo
Cofferati: sempre l'Unità ci dice che "ai piani alti del Pd" stanno
per spedire anche lui all'Europarlamento. Lui, che ha appena rifiutato il
secondo mandato da sindaco di Bologna perché, dice, "voglio fare il
papà". Siccome la famiglia vive a Genova, "facevo il pendolare, ma
avevo i sensi di colpa quando mio figlio restava a casa lontano
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Politica Italiana
Pagina 109 Il leader dell'Italia dei valori polemizza con gli alleati: nel Pd
devono dormire di meno e lavorare di più Di Pietro a Cagliari contro il lodo Alfano
Il leader dell'Italia dei valori polemizza con gli alleati: nel Pd devono
dormire di meno e lavorare di più --> "Firma e fermali". Antonio
Di Pietro sbarca a Cagliari per ripetere il suo ultimo refrain: il leader
nazionale dell'Italia dei valori vuole il referendum abrogativo contro il lodo
Alfano, l'immunità per le quattro più alte cariche dello Stato voluta dal
governo Berlusconi. "Una volta - attacca - tutti i cittadini erano uguali
davanti alla legge, ma oggi in Italia non è più così. Adesso la legge è uguale
per tutti meno quattro". Centrare l'obiettivo del referendum significa
raccogliere 500mila firme, che l'ex pm di Mani pulite è pronto a trasformare in
sfiducia all'esecutivo nazionale: "Usa la tecnica del doppio forno: da una
parte dice una cosa, dall'altra fa l'esatto contrario". Arriva pure la
picconata contro gli alleati del Partito democratico: "Solo mercoledì
hanno preso posizione sulla nomina di Gaetano Pecorella alla Consulta. Noi
abbiamo contestato la scelta già il giorno prima. Credo che nel Pd debbano
dormire meno e lavorare di più". IL REFERENDUM Di Pietro chiama a raccolta
i colonnelli sardi del partito per lanciare la Giornata della legalità e la
corsa referendaria, con 500 studenti nel parterre. Al tavolo, c'è pure Giommaria
Uggias, ex Dl, mai entrato nel Pd e da ieri dipietrista. Il presidente dell'Idv
snocciola casi e numeri: "Il lodo Alfano non solo è illegittimo e
ingiusto, ma anche potenzialmente pericoloso. Violare il principio
dell'uguaglianza, potrebbe spingere i criminali ad aspirare a una delle quattro
cariche istituzionali protette dalla legge". C'è poi l'elenco delle
"denunce che non ci stancheremo di fare". A sentire Di Pietro
"il Governo continua a drenare risorse ai servizi pubblici essenziali: promette
sicurezza, ma toglie al settore 10 miliardi; alla scuola saranno destinati 8
miliardi in meno rispetto all'anno scorso; col salvataggio
di Alitalia è stato fatto
un favore agli amici che stanno già vendendo quote della nuova compagnia. I
debiti, invece, sono stati scaricati sulle tasche di quegli italiani che il
centrodestra dice a parole di voler aiutare". LE PROMESSE Non mancano le
promesse che Di Pietro regala con uno sguardo a Roma e uno a Cagliari: "La
presidenza della commissione Vigilanza Rai (l'opposizione ha candidato
l'Idv Leoluca Orlando) non la barattiamo con niente: ci spetta e devono
darcela. Non possiamo accettare che nella Corte Costituzionale sieda l'ex
avvocato di Berlusconi, seppure Pecorella sia un insigne giurista". Sulle
regionali in Sardegna
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Si preannuncia come
un giorno di passione quello di oggi per la mobilità. Lo sciopero generale
nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub, Cobas e Sdl chiama
all'adesione i lavoratori pubblici e privati di ogni categoria, scuola e
trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti della mobilità:
mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci e logistica.
Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti capoluoghi forse
più che è per lo sciopero in sé per l'effetto-annuncio, che spingerà molti
lavoratori e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi.
L'astensione riguarda anche il trasporto ferroviario, anche se le Ferrovie hanno
fatto sapere che "non ci sarà alcuna ripercussione sulla circolazione dei
treni a media e lunga percorrenza", così come verranno salvaguardate le
fasce orarie dei treni pendolari a più alta frequenza. Trasporto aereo e
ferroviario dovrebbero essere i comparti meno coinvolti dalla protesta (Air One non prevede disagi ma in Alitalia Sdl è forte), le maggiori ripercussioni saranno sul trasporto
locale. Le fasce di garanzia saranno comunque rispettate. A Napoli i trasporti
urbani dell'Anm sono assicurati dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20. Tra le
rivendicazioni alla base della protesta, maggiore salario, stop alla
precarietà, più sicurezza sul lavoro, rilancio della scuola, della
previdenza e della sanità pubblica, forte impulso alla contrattazione nazionale
e reintroduzione della scala mobile per lavoratori e pensionati. Per il
trasporto ferroviario gli addetti agli impianti fissi e uffici si fermano per
l'intera giornata; mentre il restante personale si ferma dalle 9.01 alle 17.00.
Il trasporto aereo prevede uno stop di otto ore, dalle 10 alle 180 (tranne il
personale di terra non soggetto alla 146/90). Il trasporto marittimo dalle 8.00
alle 16. Il trasporto pubblico locale è come al solito articolato. I disagi
tuttavia non riguarderanno solo la mobilità, a incrociare le braccia saranno
infatti anche gli altri settori, tra cui sanità, pubblica amministrazione,
scuola. E per scuola, università e ricerca parte un mese di fuoco. I Cobas
della scuola scendono in piazza ripromettendosi di fermare la didattica in tutta
Italia. La manifestazione nazionale si svolgerà a Roma. Nelle scuole superiori
si preannuncia una tre-giorni, dal 21 al 23 ottobre, di occupazioni e
autogestioni. Il clou della protesta è previsto per fine mese: il 30 ottobre
incroceranno le braccia gli aderenti alla Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals
Confsal e Gilda degli insegnanti.
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cai al lavoro in
vista dell'assemblea degli azionisti convocata per il 28 ottobre, appuntamento
cruciale per il decollo della nuova Alitalia. E in vista di questa scadenza, riferiscono fonti vicine alla
Compagnia aerea italiana, tutto procede come da programma, soprattutto per quel
che riguarda l'assetto della cordata. Non c'è, infatti, sottolineano le stesse
fonti, alcuna richiesta di uscita dalla compagine azionaria della società ma le
uniche richieste formalizzate sono quelle di ingresso da parte di nuovi
soci. Smentisce in particolare un disimpegno l'armatore Gianluigi Aponte. Tra
le new entry figurano, invece, Francesco Micheli e Alessandri.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cronaca Italiana
Pagina 110 Si fermano a singhiozzo treni, aerei, bus e traghetti. A Roma sfila
il corteo di protesta anti Gelmini Trasporti e scuola, venerdì nero Si fermano
a singhiozzo treni, aerei, bus e traghetti. A Roma sfila il corteo di protesta
anti Gelmini Raffica di scioperi, oggi disagi per chi viaggia --> Raffica di
scioperi, oggi disagi per chi viaggia Per il contratto degli statali Cgil, Cisl
e Uil hanno proclamato tre giorni di sciopero a novembre, uno per ciascuna
macroarea : il 3 nelle regioni del centro, il 7 al nord e il 14 al Sud e in Sardegna.
ROMA Si preannuncia come un venerdì di passione quello di oggi per la mobilità.
Lo sciopero generale nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base, Cub,
Cobas e SdL chiama all'adesione tutti i lavoratori pubblici e privati di ogni
categoria, scuola e trasporti compresi e la protesta riguarda tutti i comparti
della mobilità: mezzi pubblici urbani, treni, aerei, traghetti, trasporto merci
e logistica. Autobus e tram a singhiozzo quindi e traffico in tilt in molti
capoluoghi, anche a causa dell' effetto-annuncio che spingerà molti lavoratori
e cittadini a far uso di un mezzo proprio per spostarsi. Roma è la città in cui
muoversi sarà più difficile: oltre allo sciopero generale infatti, i sindacati
hanno indetto una manifestazione nazionale che partirà dalle 10 da piazza
Esedra per concludersi alle
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 212
Oggi riprende la trattativa sul piano industriale: al tavolo Miorelli e i
sindacati. Alleanze internazionali in vista per la società Meridiana: ridurre
il costo del lavoro Oggi riprende la trattativa sul piano industriale: al
tavolo Miorelli e i sindacati. Alleanze internazionali in vista per la società
"Cai ora è avvantaggiata, si deve puntare sulla qualità" -->
"Cai ora è avvantaggiata, si deve puntare sulla qualità" Meridiana si
appresta a chiudere la trattativa sul piano industriale e chiede un taglio del
costo del lavoro. Una giornata importante, quella di ieri, per Meridiana.
Proprio mentre il consiglio di amministrazione si riuniva a Roma, in via
Barberini, per valutare lo stato di salute dell'azienda e prendere misure
anti-crisi, dall'altra parte della capitale il Tar del Lazio decideva le sorti
della continuità territoriale per la Sardegna dopo il ricorso presentato da Air
One sul decreto e sul deposito della fideiussione per le rotte (il termine è
stato posticipato dal ministero dei Trasporti). "È un cambiamento delle
regole in corso d'opera", denuncia Claudio Miorelli, consigliere
d'amministrazione (delegato ai rapporti industriali e istituzionali) di
Meridiana, che oggi si prepara a una battaglia con i sindacati sul piano
industriale della società, da approvare entro fine mese. "Abbiamo chiesto
spiegazioni al ministero sulla fideiussione, ma se poi si cambiano le regole,
per favorire qualcuno... Abbiamo messo le mani avanti con una diffida: vogliamo
difendere l'azienda, ma anche i diritti dei lavoratori e della Sardegna".
La società ha sempre affermato che la continuità è una questione vitale per
Meridiana. "La compagnia è nata per la Sardegna, anche se il futuro, per
dare continuità aziendale a Meridiana, non può essere solo nell'isola. E
guardiamo alla vicenda Alitalia con interesse, perché
dovrebbero crescere le opportunità di spaziare altrove, garantendo un trasporto
aereo adeguato sia sul fronte dei costi che della qualità del servizio". E
anche i lavoratori dovranno fare sacrifici. "Nessuno pensa in Meridiana di
togliere un euro dalla tasca dei lavoratori, però va detto che la società opera
in un regime di forte concorrenza. Se Alitalia diventa più grande con Air One,
non possiamo permetterci di non avere strumenti per combattere sul fronte dei
costi. Se i sindacati nazionali hanno convenuto un accordo su questa base, per
garantire una maggiore competitività ad Alitalia, chiediamo di applicarlo anche a noi". Potreste
applicare il contratto della controllata Eurofly? "Non deve sorprendere
che Eurofly abbia un contratto diverso, perché è una compagnia più giovane. Noi
potremmo scegliere di crescere con Eurofly e depotenziare Meridiana, ma non è
la nostra logica. Vogliamo operare come gruppo, quindi dobbiamo coinvolgere il
sindacato per convincerlo che le due società unite hanno maggiore possibilità
di successo". I sindacati diranno che Meridiana ha già ceduto quote di
mercato a Eurofly. "Eurofly ha aerei che consumano meno dei nostri e
quindi abbiamo trasferito alla compagnia, che fa parte del gruppo, le rotte più
lunghe in un momento in cui il costo del carburante era alto. In ogni caso, la
nostra logica è quella delle sinergie con Eurofly, ma bisogna avere una
struttura con costi più bassi e puntare a operare insieme sul mercato nazionale
e internazionale, perché così diventiamo più forti sul mercato e più appetibili
nell'ambito di un processo, ormai chiaro, di consolidamento del mercato del
trasporto aereo in Europa. Questo credo che sia l'intendimento
dell'azionista". A proposito di azionista, l'Aga Khan sosterrà
finanziariamente il piano industriale? "L'azionista non ha mai fatto
venire meno il suo apporto. L'Aga Khan non è certo uno che viene meno a un
impegno preso, a meno che non si renda conto, come accaduto in Costa Smeralda,
che il suo progetto non si possa realizzare. La questione non è quanto
investirà, ma cosa farà per garantire il sostegno alla società. Se il piano
industriale sta in piedi, l'ultimo problema è quello dei finanziamenti.
Peraltro, l'azienda ha detto tre cose: vuole restare in Sardegna, garantire la
continuità aziendale e consolidarla, crescere con anche l'apporto di Eurofly. E
le sinergie con Eurofly possono essere una buona opportunità per i
piloti". Quantifichiamo il taglio. "Non vogliamo solo ridurre i
costi. Il capitale umano dei lavoratori è importante e vogliamo lavorare
insieme per far crescere la qualità, con un confronto senza scontro. Meridiana
non sarà mai una low cost e quindi deve garantire un servizio di qualità. Ecco
perché ci interessa trovare un punto d'incontro per fissare le condizioni
necessarie per la concorrenza. È una sfida non facile ma non possiamo rischiare
di restare fuori dal mercato. E con un buon contratto, il recupero di un buon
livello qualitativo dei servizi e una buona rete di collegamenti internazionali
è senza dubbio più facile entrare a far parte di un'alleanza". Le voci da
tagliare? "In questo quadro, visto che non sappiamo come saranno i flussi
turistici, il contratto di lavoro è un punto nodale. Al tavolo con i sindacati,
però, bisogna valutare tutte le componenti: non ci interessa proporre un dato
fotocopia, ma che il risultato finale del costo del lavoro non sia maggiore dei
concorrenti per migliorare la qualità del servizio". Dovete chiudere
necessariamente entro fine mese? "L'accordo lo considero già acquisito,
visto che è stata già firmata l'intesa del 22 luglio. Era stato detto poi che
avremo chiuso entro settembre, ma con la vicenda di Alitalia
in corso, la scadenza per il piano industriale è stata spostata a fine
ottobre". Chi sarà il partner internazionale di Meridiana: Air France,
British o Lufthansa? "Dipende da quello che noi sapremo fare e da chi
concluderà le trattative con Cai". GIUSEPPE DEIANA.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 212
continuità La società sarda protesta Il Tar Lazio ritarda le fideiussioni per i
collegamenti Continuità. La società sarda protesta --> Il Tar del Lazio dà
ragione ad Air One e Alitalia (che
si è accodata alla prima) e sospende una parte del decreto sulla nuova
continuità territoriale. Solo ieri in tarda serata si è appreso del responso e
ancora non si conoscono i termini del provvedimento. Secondo le prime
indiscrezioni, tuttavia, non sarà necessario depositare le fideiussioni fino a
quando non saranno assegnate le rotte tra la Sardegna e gli scali di
Roma e Milano. Una boccata d'ossigeno per Air One e Alitalia
che in questo momento, per via della fusione, hanno difficoltà a depositare una
garanzia bancaria per ogni rotta, così come chiede il decreto che istituisce il
nuovo regime di continuità territoriale. E oggi, dunque, l'Enac potrebbe
procedere ad assegnare i collegamenti alle compagnie in gara: Air One, Air One
CityLiner, Alitalia, Eurofly e Meridiana. Solo queste
ultime hanno già depositato la cauzione: Meridiana (che ha anche diffidato il ministero
dei Trasporti dopo la modifica del decreto) per tutte le rotte, mentre Eurofly
solo per la Cagliari-Roma. Resta poi il nodo della licenza provvisoria di Alitalia: l'Enac dovrà decidere se è sufficiente
un'autorizzazione di volo per sei mesi. LA VICENDA Nei giorni precedenti il
deposito delle offerte per le rotte, il ministero ha deciso di modificare la
norma sulla consegna della fideiussione, prorogando il termine e fissandolo non
più al momento della presentazione della domanda, ma dell'accettazione delle
rotte. In precedenza, Air One aveva anche presentato un ricorso contro il
decreto sulla continuità territoriale. Ieri mattina, Air One e Alitalia hanno deciso di rinunciare alla richiesta di
sospensiva sul decreto ma di chiederla invece solo sul termine di deposito
della fideiussione. Il Tar del Lazio ha deciso di accogliere la richiesta di
sospensiva: non si sa però se il nuovo termine sarà quello di avvio delle
rotte, il 26 ottobre, oppure quello di assegnazione da parte di Enac. È certo,
invece, che Meridiana non si fermerà: dopo aver annunciato una diffida al
ministero, ora potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato e darà battaglia
legale, visto che è l'unica società ad aver versato per intero le fideiussioni,
così come previsto dal ministero. ( g. d. ).
( da "Giornale.it, Il" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
L'altro giorno sul metro
ho sentito un uomo sulla sessantina esclamare con aria soddisfatta: "Aveva
ragione Marx, quando affermava che il capitalismo si sarebbe impiccato da
sè". Oggi il radiogiornale di Radio
( da "Stampa, La" del 17-10-2008)
Argomenti: Alitalia
IL CONTEGGIO DEL
MINISTERO DELL'ECONOMIA SU BANCHE E POSTE Conti dormienti, attese deluse un
tesoretto di soli 1,8 miliardi [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA E' poca cosa rispetto
alle attese, il tesoro nascosto dei "conti dormienti". Come
ampiamente previsto da chi sa di cose bancarie, parecchi dei
"dormienti" si sono svegliati: avvertiti del rischio di perdere i
soldi, molti titolari di conti non toccati da dieci anni li hanno rivendicati.
Il conteggio provvisorio che trapela dal ministero dell'Economia è di meno di 2
miliardi di euro, circa 1,8. Per giunta fino al 16 dicembre sarà ancora
possibile "svegliarsi" in extremis. In sé non si tratta di una somma
piccola; ma dovrà essere spartita tra molti usi. Ovvero: 1) deve finanziare nel
2009 la "carta acquisti" o Social card, 80 euro ogni due mesi per
aiutare anziani e famiglie bisognose, circa 1,3 milioni di persone in tutto; 2)
deve indennizzare i risparmiatori colpiti dai crac finanziari del 2001-2005,
tipo Cirio, Parmalat, Argentina; 3) deve risarcire i
piccoli azionisti Alitalia.
Meno di un miliardo è venuto dalle banche, 800-850 milioni dai depositi
postali. Già da qualche tempo le grandi banche, più rapide nel fare i conti
dopo la prima scadenza del 16 agosto, avevano fatto capire che non c'era da
aspettarsi gran che. Erano state alcune associazioni di consumatori a
far salire le aspettative, sparando cifre fino a 10 miliardi. In entrambe le
passate legislature, differenti maggioranze avevano usato i "conti
dormienti" per finanziare spese che non sapevano in quale altro modo
coprire. La Social card nella forma attuale costa circa 625 miliardi all'anno,
e dal 2009 i fondi in bilancio mancano ma potrà contare anche sul gettito delle
multe comminate dall'Antitrust. Per i 40.000 azionisti dell'Alitalia
servono almeno 300 milioni di euro. Le cifre sui crack finanziari precedenti
sono incerte; ma un miliardo almeno pare ci voglia. Per giunta i tempi saranno
lunghi. Appena qualche giorno fa il Consiglio di Stato ha chiesto una
"riscrittura integrale" del regolamento approntato dal ministero
dell'Economia. La ragione principale sta nella necessità di meglio coordinare
la spartizione del fondo tra i diversi usi stabiliti da tre o quattro leggi
successive. Il rimborso non è garantito. Ricorda Domenico Bacci del Siti,
sindacato italiano per la tutela dell'investimento: per mettersi al sicuro
"i risparmiatori vittime dei crack devono agire in giudizio nella speranza
di ottenere una sentenza definitiva che attesti il danno economico".
( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Le indiscrezioni
sulla stampa tedesca Testa a testa con Air France per entrare nella cordataMa
c'è un piano B per rafforzarsi nel nostro Paese AZIONARIO 18/10/2008 leadership
europeaLa sfida con i francesi per la supremazia passa anche attraversoAustrian
Airlines 18/10/2008.
( da "Secolo XIX, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Il contratto ROMA.
Ancora in alto mare la trattativa tra sindacati e Cai per
il nuovo contratto dei dipendenti di Alitalia. Le distanze restano forti, in un quadro che negli ultimi giorni
si è ulteriormente complicato per la decisione dei piloti di Anpac ed Up di
disertare gli appuntamenti che riguardano la loro categoria. I piloti,
appoggiati anche da Federmanager, hanno chiesto a Roberto Colaninno e Rocco
Sabelli una trattativa separata. Gli incontri con i sindacati andranno
avanti probabilmente anche dopo il 22 ottobre, ultima data, per il momento, in
calendario. Per Alitalia, Cai vuole un contratto
aziendale, mentre l'obiettivo dei dipendenti è di andare verso un nuovo
contratto del trasporto aereo. Intanto per lunedì prossimo è fissato anche un
nuovo appuntamento tra i sindacati e il commissario straordinario, Augusto
Fantozzi, per un aggiornamento sulla situazione aziendale. Il commissario sta
valutando gli asset e i rami aziendali che non saranno rilevati da Cai per
essere assegnati alle aziende scelte tra quelle che hanno presentato
manifestazioni di interesse. Intanto, il personale di Meridiana rischia la
cassa integrazione. Ad affermarlo, la stessa compagnia dell'Aga Khan. Motivo:
l'esame deciso dall'Enac su tutte le proposte presentate per il bando sulla
continuità territoriale aerea. Contro questa decisione, Meridiana pensa di
ricorrere al Tribunale amministrativo del Lazio. 18/10/2008.
( da "Unita, L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Luciana Cimino CI SONO
voluti quasi 30 anni, ma ora il nuovo porto turistico di Fiumicino si farà e
sarà il più grande d'Italia. 1445 posti per imbarcazioni e una struttura che,
una vol- ta a regime, dovrebbe fornire lavoro a 2200 persone. Un dettaglio
questo non di poco conto se si pensa alla crisi dell'Alitalia e alle ricadute occupazionali sulla cittadina. "Il Lazio è
la frontiera della crisi economica, a partire dai settori della sanità e del
distretto aereoportuale - ha detto il presidente della Regione, Piero Marrazzo-.
Fiumicino non può essere accompagnata solo con ammortizzatori sociali ma anche
con progetti di sviluppo che integrino sostenibilità economica e
ambientale". I lavori cominceranno nel 2009 e dureranno 6 anni per
una spesa complessiva di 325 milioni di euro. Il risultato sarà il primo porto
turistico ecosostenibile del Paese, costruito secondo tecniche di bioedilizia e
con materiali a basso impatto ambientale. Nel cantiere navale sarà inoltre
sperimentato l'utilizzo del rifornimento ad idrogeno per l'alimentazione dei
motori. E la costruzione del nuovo porto "trascinerà anche un sistema
d'infrastrutturale, di viabilità e collegamenti che verranno rafforzati",
ha sottolineato Esterino Montino, assessore regionale all'urbanistica. Saranno
quindi ristrutturati e adeguati al volume di traffico il lungomare della Salute
(che diventerà un unicum da Porto Canale al Faro), via Lorenzo Bezzi e via
Monte Cadria, per il collegamento secondario con Ostia. Il porto diventa, per
Montino, "un'occasione per valorizzare un territorio, quello della foce
nord del Tevere, fortemente inquinato e degradato". Torna dunque alla
ribalta la questione della riqualificazione degli argini del Tevere e della sua
foce. Giovedì l'annuncio dell'assessore regionale al turismo, Claudio Mancini,
di un accordo tra Regione, Comune e le Provincie di Roma e Rieti per la
realizzazione di 14 approdi lungo i cento chilometri navigabili del fiume e la
ristrutturazione di quelli di Ostia Antica e Ponte Marconi. La giunta Alemanno,
che finora si è occupata di Tevere solo in relazione alle baracche sulle sponde
di rom e migranti, attraverso l'assessore all'ambiente Fabio De Lillo, parla di
interventi di bonifica del fiume, dell'istituzione di reparti appositi dei
vigili urbani e dell'Ama, e di ascensori in sostituzione di alcune scale non a
norma. Alcuni di questi progetti erano già in cantiere della precedente
amministrazione. "Sembra che si cominci a capire che non bastano
reticolati e militari, la sicurezza si ottiene facendo "vivere" il fiume",
ha commentato Athos De Luca, consigliere comunale del Pd e presidente
dell'associazione "Ripartiamo dal Tevere". "La situazione viene
affrontata ora ma la verità - dice Mauro Pica Villa, amministratore delegato
della Battelli di Roma - è che più volte sono stati finanziati soldi per la
riqualificazione degli argini e per la bonifica delle acque e mai sono stati
utilizzati". "Per tornare a passeggiare sulle rive in sicurezza -
continua Pica Villa - c'è bisogno di un coordinamento delle politiche sul
Tevere, serve un ufficio apposito che si occupi della sua praticabilità".
( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone
di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro
Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo,
avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma
della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte
alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere
i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist
difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per
promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché,
nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti
delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni
caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del
Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al
momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito
politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la
qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta
facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità.
Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos)
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Commenti Invia questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema
furioso Il primo applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è
arriva dal dipietrista Donadi: "Finalmente la pensa come noi.".
Applauso interessato e interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana
pronto a denunciare che l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che
rischia una deriva autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un
linguaggio e con temi fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake
della politica della sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui,
in campagna elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al
Veltrepifani, o se si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il
Riformista. Già perché Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro,
parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela
perché siamo alla contiguità politica): scalda la piazza di sinistra, insomma,
invista dell'anti Berlusconi Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la
piazza serve e farà e sta facendo di tutto perché non sia un flop. Nella piazza
il segretario si gioca la leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti
popolo, il nemico è lì, quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo
addio. Non importa se alle elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e
Veltroni e rivendica il diritto-dovere di governare. La prova generale
dell'accoppiata inedita ma non troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto con diligenza dai due. Ma la
svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando sembrava che tra Veltroni e
Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua. Invece D'Alema, se da un lato
ha critica il governo, dall'altro apre platealmente proprio sul terreno del
dialogo con Berlusconi e su un tema non di poco contro: il presidenzialismo.
"Se si arrivasse a un sistema presidenziale, Berlusconi potrebbe
concorrere alla massima carica dello Stato perchè ci sarebbero quei pesi e quei
contrappesi che consentirebbero anche a lui di governare meglio il paese",
dice D'Alema, in un colloquio con Bruno Vespa per il suo nuovo libro. "Ci
sono due modi per ricostruire il nostro sistema democratico - spiega l'ex
ministro degli Esteri - intorno alle persone o intorno ai partiti. Nel primo
caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e contrappesi per garantire gli
equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano certo le persone, ma i
partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e struttura. Noi restiamo
appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza regole e la logica delle
coalizioni, con una erenne conflittualità interna che non porta a niente. Nessuno
dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce buoni governi". E il
dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil che va avanti da sola e
non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano
della deriva autoritaria: "La democrazia italiana è solida, non è la
Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo
con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti
sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in
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Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i
risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi
dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese.
Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per
poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava
diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un
sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare
dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata,
hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8%
dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale
di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in
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post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post,
dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al
Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la
Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare
il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro
della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In
fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di
funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi
di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1
milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul
08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di
vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere
il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò
il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà
aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home
page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per
ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08
Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri
terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni
(definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto)
finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta
con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni
populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra.
Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a
chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi:
da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la
piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante
il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta
stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i
Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà
più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed
è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista,
finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno
di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è
cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia
D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla
Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza.
Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con
D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di
autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente
più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di
più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il
rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2,
sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti,
sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito
da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è
trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa
c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il
"Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd.
Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte
da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in
fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la
sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è
andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e
trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella
riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di
Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che
invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista,
giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per
Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul
"Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza
(nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive
Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora,
addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole
"impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta
della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza
dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in
piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non
resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo
Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di
"dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12
milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte
perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in
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post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a
sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello
ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i
girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in
scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati
da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno
messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee
da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti (
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08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro
parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre
dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la
linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo"
con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per
cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia
"Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd
che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro
sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su
due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a
Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti
dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome
della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella
convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol,
banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con
Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo.
io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter
è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a
riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere
il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità .
"Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da
settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare
in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare".
Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal
"popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato
fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella
speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri
problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la
"manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che
l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole
mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione
all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un
clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando
Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla
vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non
c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose
c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie
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di Alberto Taliani © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post
a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un
toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50)
Ultime discussioni canarino: Sullo sfascio della sinistra io ho una mia teoria,
che potrebbe anche essere sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE:
"SALVATORE" Ho letto che dici castronerie ed è vero, ma dici anche
bugie ed... Stephan: Vorrei fare un commento sulla qualita' della nostra
scuola. Vorrei evidenziare come la nostra scuola... Paola: A proposito della
riforma Gelmini, voglio dire la mia: sono un'insegnante elementare, amo il mo
lavoro e... Mulas: PER WOLF Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel
colle sorge l'edificio del CIS progettato da... I più inviati Sayed, primo
risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha ritirato la
conferma della condanna a morte - 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3
Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 3
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a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2
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governo "ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i
nemici del dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1
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vuole sostituirsi a Dio"Obama è ancora avanti di 5 puntiI messaggi in
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( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone
di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro
Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo,
avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma
della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte
alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere
i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende
la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere
a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in
Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole
secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole
del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai
livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale
- ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano
certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e
struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza
regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che
non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce
buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil
che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi
affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia
italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è
scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi
l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al
contrario" Scritto in Varie Commenti ( 118 ) " (45 votes, average:
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il
sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del
fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del
Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro
il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo
miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia
a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai
e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato
anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche
stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati
(tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa
a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi
lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento?
Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati.
sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a
tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve,
le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la
colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it
oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in
carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia
attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti
raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel
salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro,
visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per
non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella
sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e
per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO
leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA
ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out
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Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della
Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico
ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano
promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico,
ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come
fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi
qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati
e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi
di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1
milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è
tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per
mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di
collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio
ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità
maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra
partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie
Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio
post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma
che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha
taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che
in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con
travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni
populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra.
Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a
chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi:
da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la
piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante
il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta
stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i
Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà
più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed
è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista,
finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno
di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è
cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia
D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla
Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza.
Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con
D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di
autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente
più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di
più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il
rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2,
sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti,
sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato
arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav
Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la
Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già
annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna,
Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in
fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra
(in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per
abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza
Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro
violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella
riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di
Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che
invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista,
giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per
Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul
"Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza
(nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo
Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora, addio
opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole
"impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta
della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza
dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in
piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non
resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo
Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di
"dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12
milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte
perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in
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post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a
sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello
ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i
girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in
scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati
da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno
messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee
da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti (
166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di
Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli
corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero
detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito
che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni
Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5)
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni canarino: Sullo
sfascio della sinistra io ho una mia teoria, che potrebbe anche essere
sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE: "SALVATORE" Ho letto
che dici castronerie ed è vero, ma dici anche bugie ed... Stephan: Vorrei fare
un commento sulla qualita' della nostra scuola. Vorrei evidenziare come la
nostra scuola... Paola: A proposito della riforma Gelmini, voglio dire la mia:
sono un'insegnante elementare, amo il mo lavoro e... Mulas: PER WOLF
Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel colle sorge l'edificio del
CIS progettato da... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Il rito delle
"okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 3 Emails E Walter diventa
il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails
La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e
il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo
"ombra". Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del
dialogo - 1 Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per
Walter avviso di sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Borse
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Prestigiacomo replica: "I costi sono giusti"Camorra, blitz a Scampia
Manette al boss PrestieriBenedetto XVI: "La scienza guarda al profitto e
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( da "Giornale.it, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola.
Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e male?
Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare". Se
poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le
okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le
masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la
scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni
universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a
cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e
insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la
"livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle
vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di
Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini,
contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o
ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola?
Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su
cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi
(che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO
COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale
inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il
problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati
insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro
Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di
insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi
cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene
spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti
di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e
in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio
rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella
media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e
della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato
l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al
settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita.
L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando
contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che
sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti
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29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per Walter
Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani in
una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica): scalda
la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La
contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo?
Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di
Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 118 )
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questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i
risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare
dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella
sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e
per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO
leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA
ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out
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Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della
Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico
ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano
promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico,
ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come
fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi
qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati
e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 158 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) "
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08
Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di
vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere
il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò
il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà
aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home
page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per
ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08
Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri
terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni
(definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto)
finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta
con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente
antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta
"a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo
qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a
logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che
al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai
Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei
prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza
Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci
sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano
affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra?
Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo
come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo,
parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione
normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd,
almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni,
confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo
Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che
segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte
dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto
di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro.
Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il
congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out
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Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure.
A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il
regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro.
Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e
volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio
Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era
tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e
Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli
psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della
politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i
soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la
notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo
(e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le
sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per
l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel
chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì
benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post
sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi
(leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono
loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei
cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su
"Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio
civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare"
Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo
tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a
Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i
sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare.
Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su
questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire",
"faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li
ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna
guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208
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04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi
all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale)
in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini
saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la
(solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da
Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo
un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da
imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166
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30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di
Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli
corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero
detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante
Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni canarino: Sullo
sfascio della sinistra io ho una mia teoria, che potrebbe anche essere
sbagliata (meglio scriverlo... UMBERTO TORDONE: "SALVATORE" Ho letto
che dici castronerie ed è vero, ma dici anche bugie ed... Stephan: Vorrei fare
un commento sulla qualita' della nostra scuola. Vorrei evidenziare come la
nostra scuola... Paola: A proposito della riforma Gelmini, voglio dire la mia:
sono un'insegnante elementare, amo il mo lavoro e... Mulas: PER WOLF
Dimenticavo: a qualche centinaio di metri da quel colle sorge l'edificio del
CIS progettato da... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails Il rito delle
"okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 3 Emails E Walter diventa
il "premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails
La guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e
il governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1
Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di
sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Borse europee in rialzo,
Milano +4,16% L'allarme di Bush: la situazione è graveLa Gelmini: "Così la
sinistra usa la scuola"Riforma, Napolitano: "Sulla scuola non bisogna
dire solo no"Scioperi: obbligatorio referendum preventivoClima, Bruxelles
attacca l'Italia: "Stime false" Prestigiacomo replica: "I costi
sono giusti"Camorra, blitz a Scampia Manette al boss PrestieriBenedetto
XVI: "La scienza guarda al profitto e vuole sostituirsi a Dio"Obama è
ancora avanti di 5 puntiI messaggi in codice di Al Qaeda dietro a foto di abusi
su bimbiFratta, alle terme benessere d'autunno Blog amici Il blog di Andrea
Tornielli Il blog di Christian Rocca Il blog di Marcello Foa Il blog di Nicola
Porro Il blog di Paolo Guzzanti Siti Utili Centro Pannunzio Comitati per le
Libertà Fondazione Einaudi Fondazione Liberal Free Foundation il Foglio
Informazione corretta Istituto Bruno Leoni Magna Charta Società Libera Storia
Libera TocqueVille October
( da "Unita, L'" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Di Bianca Di
Giovanni Il governo annuncia a parole una nuova stagione Keynesiana: più Stato
per aiutare l'economia. Finora, però, lo Stato si è mosso
solo per banche e amici imprenditori (vedi Alitalia). Intanto sulla crescita, quella famosa "economia
reale", è stata innescata la marcia indietro: disseccati i fondi per le
infrastrutture, taglieggiati quelli per il Sud, dimenticati i bisogni delle
famiglie che hanno a che fare con banche sempre meno credibili. Insomma,
il governo fa l'esatto contrario di quello che dice. Fa arretrare lo Stato dove
servirebeb, e lo fa procedere in territori impropri. Il risultato è sotto gli
occhi di tutti: economia in ristagno. Infrastrutture Con la finanziaria del
2009 il tagli a infrastrutture e trasporti superano i 4 miliardi di euro (vedi
scheda). Lo hanno denunciato ieri i deputati del Pd Andrea Martella (ministro
"ombra" del partito) e Raffaella Mariani (capogruppo in commissione
Ambiente), producendo un elenco dettagliato dei tagli. "La realtà è
esattamente il contrariod elgi annunci che il nostro premier fa", denuncia
Mariani. "Finora si è parlato di fabbisogno finanziario, ma non si è
indicata la copertura", aggiunge Martella. Insomma, si declamano grandi
cifre sui giornali, ma sulle carte (quelle vere) le risorse si tagliano. Il
Dpef di luglio indicava lo stanziamento di 14 miliardi per le opere pubbliche,
ma nelle tabelle della Finanziaria quei soldi non ci sono. Il taglio si somma
al miliardo e mezzo circa sottratto alle infrastrutture di Sicilia e Calabria
per finanziare l'azzeramento dell'Ici. A questo si aggiungono gli ulteriori
tagli per le Ferrovie (un miliardo e 200 milioni circa) che si abbattono su un
bilancio a rischio crack. La situazione del trasporto locale è talmente
compromessa, che i consiglieri regionali hanno minacciato di restituire le
deleghe allo Stato. "La domanda è in aumento vertiginoso - spiega Martella
- e non si è più in grado di soddisfarla". Anche qui: lo Stato arretra. E
magari finisce proprio come con l'Alitalia. Quel che
resta sono solo annunci a mezzo stampa. Si è parlato di 30 miliardi da capitali
privati per le opere pubbliche, ma non c'è ancora nulla. Si è profilata la
possibilità di un fondo presso la Cassa depositi e prestiti, che per l'appunto
sarebbe un prestito. Anche qui: solo dichiarazioni. Si ripete che la Bei
erogherà risorse: ma per quel progetto i tempi sono molto lunghi. Nel frattempo
il Paese si ferma. Mezzogiorno Per il Sud la propaganda keynesiana ha il sapore
della beffa. Calabria e Sicilia hanno pagato l'Ici dei ricchi. Poi, con la
manovra triennale è arrivato un taglio alla voce sviluppo e riequilibrio
economico di quasi 8 miliardi nel triennio (1,8 nel 2009; poi 2,2 e 3,9). Altra
girandola di tagli si è avuta sui Fas, i fondi strutturali europei che Prodi
aveva voluto stabilizzare con un finanziamento di 120 miliardid i qui al 2013,
di cui 105 al mezzogiorno, in modo da facilitare il contributo europeo (che
arriva solo se c'è quello nazionale). Ma da quella "borsa" si
continua ad attingere per finanziare spese correnti, invece che gli
investimenti previsti. Da lì sono arrivati i "soccorsi" a Roma e
Catania. Gli ultimi boatos dicono che vogliono utilizzarli per finanziare la
Tav. In ultimo, si è eliminato in corsa il credito d'imposta per gli
investimenti. "Dicono che non è coperto - spiega Sergio D'Antoni - Ma
bastava verificare le domande e accogliere quelle coperte. Invece si è bloccato
tutto, tanto per danneggiare ancora di più l'economia". Famiglie Nessuno
sgravio sui nuclei più poveri, nessun aiuto diretto, tagli ai servizi come
scuola, Università e asili. Non sembra proprio un new deal del Terzo millennio.
Anche sul fronte dei mutui, vera emergenza in tempi di crisi finanziaria, il
governo potrebbe fare più di quanto annunciato. Il Pd ha preparato un
emendamento al dl salva-banche che "prevede l'abolizione dell'euribor e il
collegamento del mutuo direttamente al tasso di sconto della Bce", spiega
Francesco Boccia. Questa proposta consentirebbe una riduzione immediata per un
mutuo medio sulla casa pari a 150 euro al mese. Ma il governo la accetterà?.
( da "Repubblica, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia AFFARI IN
PIAZZA CONTRAEREA SARDA ETTORE LIVINI Meridiana si affida alle carte bollate
per difendere il mercato dei voli per la Sardegna, ma dopo
l'ammissione di Alitalia
(con mille deroghe illegali, sostiene la compagnia) alla gare per le rotte
della prossima stagione, avvia un programma di cassa integrazione. A scatenare
l'offensiva della società dell'Aga Khan è stato il recente ammorbidimento delle
norme per il bando delle tratte invernali da e per l'isola. Il Governo ?
per Meridiana ? avrebbe abbassato all'improvviso l'asticella affinché la
Magliana partecipi all'asta non avendone i requisiti. Ciò influenzerà i conti
del gruppo, al punto che l'aerolinea di Olbia è corsa ai ripari mettendo a
punto un piano di taglio costi che in breve porterà alla cassa integrazione. Il
braccio di ferro con la nuova Alitalia è solo
all'inizio. Meridiana, infatti, sarebbe pronta a offrire una partnership
strategica a chi tra Air France e Lufthansa verrà "scartato" dalla
Cai.
( da "Messaggero, Il" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Di CLAUDIO SARDO
ROMA - Ancora fumata nera a Montecitorio per l'elezione del giudice
costituzionale. Ieri hanno votato soltanto 87 parlamentari su 952. E tutto fa
pensare che il numero legale mancherà anche nei due scrutini già fissati per lunedì.
In scena c'è lo stallo. Ma dietro le quinte qualcosa si muove. Dopo
l'ambasciata dei capigruppo del Pd, con la richiesta di separare l'elezione del
giudice da quella del presidente della commissione di Vigilanza Rai, ieri
Berlusconi ha delineato con Gasparri, Cicchitto e Bocchino a Palazzo Chigi la
strategia delle prossime giornate. Fino a lunedì varrà l'offerta al Pd: se farà
marcia indietro e voterà Gaetano Pecorella, allora anche Leoluca Orlando verrà
eletto alla presidenza della Vigilanza. Se invece il Pd insisterà nel rifiuto,
allora Orlando non farà il presidente. Berlusconi ha delegato ai capigruppo la
scelta se separare o tenere unite le due trattative. Ma per il premier un
collegamento è ineliminabile: "Se ci impongono di cambiare candidato,
Orlando non sarà mai eletto". La realtà comunque è che la candidatura di
Pecorella è ormai tramontata. Nei primi due scrutini di giovedì a Pecorella
sono mancati anche un centinaio di voti del suo schieramento, oltre a quelli di
Pd e Idv. E vista la natura dell'obiezione di Finocchiaro e Soro (una
interpretazione della legge istitutiva della Corte, in base alla quale
l'inchiesta giudiziaria ancora in corso su Pecorella imporrebbe alla Consulta
di votare per la prima volta nella sua storia l'autorizzazione a procedere) non
sembra possibile un ripensamento. Nell'ultimo faccia a faccia con Soro,
Gasparri ha detto: "Vi conviene votare Pecorella, perché la bocciatura di
Orlando comporterà molti più problemi nel vostro schieramento". Ma Soro ha
confermato la nuova linea della separazione: "Siamo pronti a votare un
nuovo candidato da voi designato. Senza scambi. Di Vigilanza parleremo
dopo". Il Pdl ha anche pronti i nomi alternativi: Giorgio Spangher, ex
componente del Csm, e Donato Bruno, presidente della prima commissione alla
Camera. Spangher sembra preferito. Ma la decisione finale è solo di Berlusconi.
Che la renderà nota all'ultimo momento. Il nodo si scioglierà con ogni
probabilità martedì. Anche perché il governo non può permettersi ulteriori
rinvii (il decreto Alitalia scade il 27 ottobre) e la Lega si sta spazientendo. Poi la
patata bollente passerà al centrosinistra. La linea della separazione è stata
decisa insieme da Pd e Idv. Ma la sintonia futura dipenderà molto dall'Abruzzo.
Se, come pare, le strade di Pd e Idv si divideranno alle regionali, il
conflitto potrebbe essere anticipato in Vigilanza, dove il Pd chiederà
all'Idv di "farsi carico dello stallo" e di impedire che "la
prepotenza del Pdl su Orlando" si trasformi in un colpo all'intera
opposizione. In altre parole, il Pd potrebbe chiedere all'Idv di presentare un
nome alternativo per evitare che il Pdl scelga un suo uomo o elegga a dispetto
il radicale Marco Beltrandi. E il rifiuto di Di Pietro significherebbe rottura.
Ieri intanto i radicali hanno organizzato una protesta plateale nell'aula
semideserta, aprendo uno striscione con la scritta: "Fino a quando?".
Poi Pannella e Bonino hanno scritto al Capo dello Stato, parlando di
"violenza contro la legalità istituzionale" e chiedendo un incontro.
Intanto un'altra radicale, Rita Bernardini, ha annunciato il suo no preventivo
a Spangher "che in passato ha dimostrato più assiduità di lavoro
all'università che al Csm". Appelli a fare presto sono stati invece
nuovamente lanciati da Schifani e Fini. "Mi auguro che il fine settimana
porti consiglio - ha detto il presidente del Senato - e che lunedì o martedì il
Parlamento dia un segno di vitalità". "I nodi sono politici - ha
aggiunto Fini - ma confido nella responsabilità dei dirigenti".
( da "Stampa, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
LE AGENZIE DI VIAGGIO
il caso Effetto Cai prezzi salati da Caselle Sui biglietti per Napoli e Roma
+22-28% "L'allineamento tariffario con AirOne
danneggia anche noi operatori" La beffa dell'Alitalia anche i voli più cari ANGELO CONTI Alitalia e AirOne hanno allineato le loro tariffe per i voli da Torino.
Il volo più gettonato, cioè il Roma Fiumicino, è passato da una tariffa minima
di 82 euro ad una di 105 euro (tasse comprese) con un incremento del 28%.
Il volo su Napoli Capodichino ha invece ora una tariffa minima di 82 euro (si
partiva da 67-72 euro), e cresce quindi di circa il 22%. E' la prima evidente
conferma dell'effetto Cai che, eliminando la concorrenza fra le due più
importanti compagnie, finisce col danneggiare (come previsto) l'utente finale.
Sono intanto state effettuate alcune correzioni di orario e di frequenza, per
adesso minime ma probabilmente molto più incisive in un prossimo futuro. Sulla
rotta per Roma si prevede una diminuzione di circa 10 frequenze giornaliere,
fra Alitalia ed AirOne, mentre su Napoli potrebbero
passare da
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Cagliari e Provincia
Pagina 1019 Incontro mancato tra un autista e un'adolescente che voleva
diventare passeggera Inseguendo un bus che si chiama desiderio Incontro mancato
tra un autista e un'adolescente che voleva diventare passeggera --> La
borsetta scaraventata a terra e un grido strozzato in gola: poteva fermarsi
(segue parolaccia). Chissà cosa ha perso di tanto importante quella ragazza in
via Manno per colpa di un'autista del Ctm che aveva più fretta di lei di
arrivare a destinazione. Un appuntamento di lavoro (magari di quelli che
potrebbero cambiarti la vita) oppure più semplicemente col fidanzato o ancora
più banalmente col Poetto per un tuffo fuori stagione. In ogni caso quel palo
con la fermata a richiesta del Ctm dovrebbe rimanere piantato oltre che sulla
cima della strada anche in un programma di rieducazione del personale che
gestisce il trasporto pubblico. "Urbano", come si dice nelle
trattative per il rinnovo del contratto, anche se non tutti ricordano il
significato di quella parola. Perché lo scatto da centometrista e la preghiera
al conducente di premere sui freni e aprire quelle dannate porte del bus si
sono rivelate per quella ragazza un desiderio da film d'epoca. Diciamo che
l'autista non si è accorto della preghiera urlata e inascoltata di
un'adolescente, che, recuperata la borsetta, ha proseguito in lacrime verso la
fermata successiva. Insomma, al volante è capitato un tizio duro d'orecchie.
Hanno sentito tutti in via Manno, meno lui, nonostante i finestrini spalancati.
La faccenda si potrebbe risolvere in pochi minuti con una visita accurata alla
Asl per il rinnovo della patente. Ma i suoi colleghi magari potrebbero
chiedersi se quello della ragazza lasciata a fine corsa (la corsa di lei) sia
un caso isolato. Oppure se la tendenza di alcuni dipendenti a disbrigare
sbuffando anche una semplice richiesta d'informazione non determini quel clima
di ostilità dei passeggeri che mette sotto accusa il sistema del trasporto
pubblico. Accadeva su Alitalia e capita ancora oggi su altre grandi aziende, ad esempio
Ferrovie dello Stato (per non parlare di quelle della Sardegna) o Tirrenia,
nutrite dai contribuenti per consentirgli di viaggiare e muoversi liberamente.
Diritto garantito dalla Costituzione. Che purtroppo non approfondisce il
tema della cortesia del personale verso chi sale su un mezzo pubblico. E chi
stacca i biglietti chiaramente ne approfitta. GIAMMARIO GIGLIO.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 215
la trattativa È rottura con i sindacati La trattativa --> "Non
accettiamo tagli ai costi del personale". I sindacati rompono la
trattativa con Meridiana e non escludono uno sciopero a stretto giro di posta.
E alla società olbiese - che vorrebbe equiparare i contratti dei lavoratori a
quelli dei futuri dipendenti di Cai (ex Alitalia) -
rispondono in tono duro: "La competizione sui mercati non si vince a colpi
di sforbiciate, ma con progetti industriali validi". Per Marco Bardini,
esponente della Uil Trasporti, l'ipotesi di una revisione salariale parte da un
presupposto sbagliato. "Meridiana è un'azienda sana: perché, allora, è
necessario chiedere sacrifici ai dipendenti? Siamo comunque favorevoli ad
aumentare la produttività della forza lavoro". ALITALIA
Più esplicito Roberto Pesaresi, rappresentante Cgil degli assistenti di volo.
"Il contratto di Cai è in fase di studio. Inoltre, lo si sta digerendo
perché Alitalia viene da
anni di deficit elevati. Meridiana, al contrario, ha chiuso soltanto il
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 215
Aerei. L'Enac convoca le compagnie la prossima settimana per firmare le
convenzioni Continuità, Meridiana ricorre al Tar Aerei.. L'Enac convoca le
compagnie la prossima settimana per firmare le convenzioni E minaccia anche la
Cassa integrazione per i dipendenti --> E minaccia anche la Cassa
integrazione per i dipendenti L'Enac ammette cinque compagnie a firmare le
convenzioni per la continuità territoriale. Ma Meridiana annuncia un ricorso al
Tar. Cinque compagnie ammesse a partecipare al bando, ma slitta alla prossima
settimana l'assegnazione delle rotte in regime di continuità territoriale tra la
Sardegna e gli aeroporti di Roma e Milano. E Meridiana annuncia un ricorso al
Tar contro l'ammissione di Alitalia e Air One
CityLiner, due dei cinque vettori che hanno presentato proposta di accettazione
degli oneri di servizio (gli obblighi della continuità). Non solo. La compagnia
di Olbia minaccia anche di mettere in cassa integrazione il personale della
compagnia. IL RICORSO Meridiana, già nei giorni scorsi, aveva mostrato non
poche perplessità sulla gestione del bando di gara per la continuità territoriale.
Ieri, dopo aver appreso che sono stati ammessi tutti e cinque i vettori che
hanno presentato la domanda (oltre a Meridiana anche Eurofly, Air One, Air One
CityLiner e Alitalia), la compagnia sarda ha
annunciato un ricorso al Tar non solo per la questione legata alla mancata
presentazione delle fideiussioni (questione superata dall'ordinanza del Tar che
sposta i termini di deposito delle garanzie al momento dell'accettazione delle
rotte). La compagnia sarda sostiene che alcune compagnie non abbiano i requisiti
richiesti dal ministero dei Trasporti: per esempio, Alitalia è in possesso solo "di licenza provvisoria e ha dichiarato
di non poter proseguire l'attività operativa oltre il 1° novembre", mentre
ai vettori viene chiesto di garantire le rotte almeno per un anno. Inoltre, Alitalia non avrebbe neanche i requisiti
richiesti sul fronte della regolarità e puntualità dei voli, mentre Air
One CityLiner dispone di aerei da 90 posti, nonostante il decreto del ministero
parli di mezzi da 140 passeggeri. L'ENAC Intanto, l'Enac ha convocato le
compagnie per giovedì prossimo: i vettori, che dovranno mettersi d'accordo
sulle frequenze dei voli, saranno chiamati a firmare le convenzioni per
garantire la continuità territoriale a partire dal 26 ottobre. La fideiussione
dovrà essere presentata entro il 23. Il bando sugli oneri di servizio per i
collegamenti tra gli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia con Fiumicino e
Linate prevedeva il deposito della fideiussione all'atto della manifestazione
di interesse alla gara, poi il ministero ha fissato la scadenza al 17 ottobre.
Il Tar invece ha stabilito giovedì un termine differente e che va incontro ad
Air One e Alitalia, impegnate nella fusione prevista
dal progetto Cai. Air One, peraltro, aveva chiesto al Tar che, come gli anni
scorsi, il deposito avvenisse al momento dell'avvio dei collegamenti. GIUSEPPE
DEIANA.
( da "Stampa, La" del 18-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Enzo Bettiza VUOTO A
SINISTRA Uno dei riflessi politici più interessanti, non solo sul piano
pragmatico in questo momento di crisi, è la reviviscenza delle idee e dei
metodi socialdemocratici in Germania, in Gran Bretagna e, parzialmente, anche
nella Francia di Sarkozy che nella sua équipe di governo contiene diversi
socialisti di stampo liberale. Più che mai invece, in Italia, si avverte
l'assenza a sinistra di una grande formazione socialdemocratica, proprio nelle
ore in cui le capitali del mondo avanzato stanno passando dalla teoria del
libero mercato alla pratica dell'intervento pubblico. La situazione italiana
esibisce il paradosso che vede un ministro economico del centrodestra, il quasi
colbertiano Giulio Tremonti, riempire quel vuoto appropriandosi di proposte e
ricette che furono tipiche della socialdemocrazia classica e del keynesiano New
Deal di Roosevelt. Sarà infatti Tremonti ad appoggiare in novembre, al vertice
allargato del G8, una seconda Bretton Woods, quella che dal 1944 al 1971 stabilizzò
un nuovo ordine monetario mondiale e accompagnò i "miracoli"
dell'Europa distrutta dopo la fine della guerra; ed è sempre Tremonti il
difensore impegnato da tempo nella difesa di un capitalismo etico. Un
capitalismo più vicino alla società e al mondo del lavoro, depurato delle
giocate d'azzardo speculative e rovinose per le banche e per le Borse. Al tempo
stesso, nel pieno della crisi che sconvolge l'Europa dopo l'America, vediamo
salire quasi al 70% l'indice di gradimento del governo Berlusconi. Ma tutto
questo non va attribuito unicamente ai meriti, alcuni autentici e altri
esagerati, di una maggioranza che sarebbe più capace dell'opposizione
nell'affrontare la bufera in corso. Va attribuito soprattutto al vuoto dietro
le affastellate barricate dell'opposizione. In altre parole, alla paralisi,
alla non credibilità di una sinistra monomaniaca la quale, oltre a polemizzare
contro ogni misura dell'esecutivo, dal ridimensionamento
dell'Alitalia al maestro
unico nelle scuole, non sa proporre nulla di più concreto e più responsabile
che possa dare al Paese il senso di una sua partecipazione costruttiva al
contenimento dei tracolli. Sembrano più utili e tempestivi i fondi sovrani e
ambigui di Gheddafi che le manifestazioni e le tirate di Rifondazione,
di Italia dei valori e dei ministri ombra del Pd. L'assenza, direi storica dopo
le metamorfosi del 1989, di un vero e unico partito socialdemocratico italiano,
collegato ai socialismi democratici europei, è stato il regalo più gratuito che
la sinistra frastagliata, divisa, anacronistica, così spesso arrabbiata con se
stessa, abbia potuto fare alla coalizione di destra. Mi collego qui agli ottimi
articoli che sull'argomento hanno già scritto su queste colonne Emanuele
Macaluso e Lucia Annunziata. Se ci fosse un'opposizione credibile, dice
Macaluso, la destra potrebbe essere meglio ridimensionata dai fatti anziché
dalle chiacchiere televisive. E, criticando i rifondatori con falce e martello,
giudicando lo stesso partito di Veltroni anomalo rispetto alla sinistra europea,
conclude: "Fuori dai partiti socialisti europei non c'è altro, a sinistra,
che possa dare voce ai lavoratori e al tempo stesso guardare l'interesse
generale della collettività nazionale e internazionale". A Macaluso fa da
sponda Annunziata: "Un corteo contro il governo (quello del 25 ottobre
prossimo) è stato convocato proprio mentre la situazione di disastro è divenuta
così grave da obbligare tutti a collaborare per fronteggiarla. Da dentro il Pd
si chiede ora di cancellare il corteo o almeno di cambiarne le parole d'ordine.
Se non la debolezza, la crisi ha certo accentuato la confusione del
centrosinistra". Corollario: "Una sinistra, così presa dal dipanare
torti e ragioni del proprio recente passato, avrà mai la capacità di divenire, come
la nuova fase richiede, una parte delle istituzioni?". La domanda
implicita è secondo me: la sinistra italiana sarà mai capace di divenire, fra
le macerie e le minacce di tracolli bancari e imprenditoriali, una parte
responsabile e attiva della socialdemocrazia europea? Si potrebbe raccomandare
alle sinistre massimaliste e in particolare all'équipe di Veltroni di osservare
con attenzione le manovre d'urto anticrisi del leader laburista Gordon Brown
che, intervenendo con energia nel caos finanziario londinese, ha saputo
togliersi di dosso l'immagine sbiadita dello sconfitto. Si potrebbe inoltre
invitarle a leggere un'intervista appena rilasciata allo Spiegel dal ministro
degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Il numero due del governo Merkel,
candidato del partito socialdemocratico alle elezioni del prossimo anno,
addirittura vede nel crollo dei mercati finanziari il più traumatico evento
politico dopo la caduta del Muro berlinese. Dall'autunno nero 2008, dice, il
mondo non sarà più quello di prima. Il dominio di Wall Street sui mercati e del
dollaro come valuta di riferimento verrà relativizzato mentre diverranno sempre
più importanti i centri finanziari di Dubai, Singapore, Shanghai, Pechino.
Assistiamo alla fine di un'epoca, quella del thatcherismo e della reaganomics,
in cui la rapidità e l'accumulo delle rendite avevano la massima priorità, e da
allora l'economia finanziaria ha dispiegato arbitrî e saccheggi rispetto
all'economia reale. Non s'era mai vista dal 1990, incalza Steinmeier, affiorare
"tanta socialdemocrazia" dai dibattiti al Bundestag. Perfino i
liberali e i conservatori si sono messi a suonare la stessa musica di Lasalle,
sostenitore fin dall'800 dell'intervento statale in economia. I tempi, così
critici per i mercati, lo sono assai meno per i socialdemocratici che vedono
rinascere le loro idee in Germania e si preparano a farle trionfare nelle
elezioni del 2009. Essi si sono sempre battuti per assicurare alla Germania
un'industria forte, una mano d'opera professionale, un ceto medio garantito. Devono
al tempo stesso riconoscere che mai, come ora, si rendono conto di fare
finalmente parte di una Grande Coalizione, che apre, nell'emergenza, tanti
spazi di manovra per soluzioni rapide ed efficienti. Si dirà che per Steinmeier
è facile parlare così poiché è il deuteragonista dell'esecutivo di coalizione
guidato con cautela da Angela Merkel. Ma non si potrà evitare di riconoscere
che, a prescindere dall'alto incarico governativo, non trapeli dalle sue parole
la tradizione culturale della socialdemocrazia tedesca che già nel
( da "Giornale.it, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Vogliamo sveltirlo
questo gioco del golf?I nuovi arrivati nel mondo dello sport verde per
eccellenza sono partiti lancia in resta con la loro rivoluzione. Vogliono che
si fraseggi meno sul green, abbandonando il rituale del marcamento di palla e
quella danza di passetti e passettini che somigliano a inchini e spezzano
ulteriormente il ritmo di uno sport che, per i suoi detrattori, ritmo già non
ne ha. E poi vogliono il loro handicap casalingo. Una sorta di lasciapassare
che consenta di giocare subito. Almeno sul campo di casa senza bisogno di particolari
svezzamenti da parte di commissioni sportive o maestri vari. Hanno ragione da
vendere o hanno torto marcio? Vuoi vedere che la rivoluzione nel golf è già
cominciata e io non ho niente da mettermi? Scritto in Varie Non commentato
" (2 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Oct 08 O la
Borsa o le quote. Di golf Borsa a picco, titoli tossici, obbligazioni, conti
corrente a rischio e banche che falliscono:vi stiamo regalando da giorni
tonnellate di notizie sul nostro quotidiano (anch'io nel mio piccolo ho
contribuito a turbarvi ulteriormente i sonni con un servizio al giorno) Mi è
venuto in mente che non abbiamo ancora affrontato l'argomento delle quote
azionarie per appartenere a certi club più o meno storici. Pensate che siano
ancora un buon investimento (sempre che lo sia mai stato)? O pensate che sia
soltanto una gabella in più da versare?O che, in questi tempi di recessione,
possano come dire, rappresentare addirittura un bene rifugio? Scritto in Varie
Commenti ( 2 ) " (3 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico
02Oct 08 Chimenti for president Rieletto per la terza volta al vertice della
Federgolf e candidato alla presidenza del Coni. Però. Considerato che la sua
Lazio è pure balzata in testa al Campionato si può ben dire che per Franco
Chimenti è davvero un gran bel momento. Forte di un plebisicito che ha
significato la conferma del suo imprinting nella conduzione federale e nella
popolarizzazione del golf ora il professore gioca la sua carta più importante:
la conquista della massima poltrona nel governo dello sport italiano. Ha
davanti sette mesi visto che le elezioni si terranno nel Maggio 2009 per
contare amici e nemici ma soprattutto per far pesare una piccola federazione e
trascinarla per la prima volta così in alto da sorprendere tutti. Com'è che
direbbero Greggio e Iacchetti? Ce la fa o non ce la fa? Lui, alle sfide ci ha
preso gusto. Voi che ne pensate? Scritto in Varie Commenti ( 5 ) " (5
votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli
Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Sep 08
Alitalia, piloti imbucati o
in buca? Giusto un post-telegramma riguardo al titolo con cui abbiamo aperto il
nostro Giornale martedì 23 Settembre:"Intanto i piloti giocano a
golf". Dunque i piloti, gli stessi che hanno fatto saltare l'accordo con
Cai hanno deciso di ingannare l'attesa del loro destino organizzando un torneo
di golf. Ne vogliamo parlare? Certo, obietterà qualcuno, e io stesso
l'ho scritto più volte, il golf aiuta a rilassarsi e a favorire il flusso di
idee nuove e di progetti futuri.E chi gioca a golf non fa peccato tant'è che il
nostro quotidiano da oltre vent'anni ospita una pagina dedicata al golf e ai
golfisti. Ma da golfista posso anche aggiungere che ciò che sorprende è il
tempismo con cui i protagonisti-chiave della trattativa Alitalia
hanno deciso di decollare con il loro challenge sui faiways anzichè sulle piste
. Magari avrebbero potuto rinviare la sfida . Visto che ne hanno già un'altra
,magari più pressante . Tutto qui. Che dite ? Scritto in Varie Commenti ( 9 )
" (5 votes, average: 5 out of 5) Loading ... Ai Ferri Corti © 2008 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Sep 08 Nella
testa delle svedesi.E degli svedesi Poi non rinfacciatemi che trovo ogni
pretesto per parlare dell'altra metà del golf, quella in rosa. Ma questa ve la
devo proprio raccontare perchè magari vi è sfuggita. Sapete che cosa ha
recentemente affermato la proette finlandese Minea Blomqvist a proposito della
sorprendente eccellenza nel golf dei giocatori e delle giocatrici svedesi? Ve
la giro testualmente."Gli svedesi sono così bravi nel golf perchè in
questo sport bisogna avere la mente libera e nella loro testa non c'è
niente" . Guarda un po', e io che da anni vado scrivendo che è invece è
merito della loro professionalità, del loro impegno, della loro serietà. E della
serietà e del rigore che impongono loro gli sponsors e la federazione. Scritto
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Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 07Sep 08 Il giochino di Chiamparino Ricevo dall'onorevole Agostino
Ghiglia presidente di An-Pdl per la provincia di Torino la seguente nota che
pari pari metto a disposizione dei lettori perchè magari ci aiutino a trovare
una risposta: " Caro Villa vorrei porre due domande semplici, semplici
agli ineffabili amministratori del Comune di Torino: Chi si dimette? Chi paga i
danni per un progetto da buttare nello Stura ? Apprendiamo, infatti, dalle
dichiarazioni del Presidente dell'Ente Parco, Bevione, che per ottenere il via
libera ad un campo da golf a Parco Stura, ben che vada, ci vorrebbero tre anni
in quanto occorrerebbe un nuovo Piano d'Area o una legge regionale, senza
contare i tempi per la bonifica del terreno e la realizzazione! Dalle suddette
dichiarazioni, si evince che per oltre un anno Chiamparino e Borgogno han preso
in giro i torinesi con un immaginifico progetto per "bonificare"
Parco Stura attraverso la realizzazione di un fantasmagorico campo da golf..
Visto che è impossibile che l'Assessore Borgogno e il Sindaco Chiamparino
ignorassero i vincoli imposti dalla legge è evidente che o il Presidente
dell'Ente Parco è un cacciaballe è, quindi, va immediatamente commissariato o
uno a scelta tra il Sindaco "rampicante"e l'Assessore alla Polizia,
devono rassegnare le dimissioni per aver portato, al posto di un incantevole
green, solo qualche piadina romagnola peraltro indigesta a causa degli enormi
contributi pubblici serviti per farcirla..questa è l'ennesima, truffa ai danni
di Torino e dei suoi cittadini." Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (4
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 29Aug 08 Ma guarda che
ignoranti queste proettes Con una decisione che è destinata a suscitare mille e
una polemica e che potrebbe finire nelle aule di tribunale innescando mille e
una causa di discriminazione, Libba Galloway deputy commissioner della Lpga la
massima organizzazione del golf professionistico femminile Usa ha allegramente
annunciato che," entro il 2009, potranno venir escluse dal circuito le
proettes che non sapranno esprimersi in un inglese corretto". Il
provvedimento che, a quanto mi risulta non alcun precedente in alcuno sport è
accompagnato dalla sua brava motivazione che citata testualmente suona così:
"Per un atleta avere successo significa essere bravi in campo e fuori.
Poter comunicare con i nostri sponsor e i nostri tifosi è altrettanto
importante che saper giocare. Pensiamo che sia fondamentale, per le nostre
ragazze sapersi esprimere in inglese". Ricordo, giusto per completezza
d'informazione che, nella Lpga sono rappresentati 26 Paesi e che, solo la Corea
del sud vanta 45 proettes molto delle quali occupano i primi posti in
classifica ma in compenso faticano un po'con la lingua di Albione. Che si
tratti di un provvedimento ad hoc per far fuori scomode avversarie? Com'è che
si dice? A pensar male.. A proposito voi che cosa ne pensate? Scritto in Varie
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amico 24Aug 08 Ciao Olimpiadi,ma i cinesi sono simpatici o antipatici? A parte
gli interventi che si sono susseguiti nel Blog, mi sono arrivate per tutta la
durata dei Giochi parecchie e-mails riguardo la simpatia o meno dei cinesi.
Posto che la simpatia che può ispirare una persona è una sensazione
assolutamente soggettiva, ho aspettato la conclusione delle Olimpiadi per
ricordarvi che i cinesi hanno scoperto il golf. Non alle Olimpiadi, ovviamente,
ma fuori. Hanno approfittato infatti del momento per rilanciare e pubblicizzare
i loro tracciati. In meno di sei anni nella sola Pechino sono stati aperti sei
courses, mentre il campo più prestigioso della Cina si trova a Shenzen . Qui i
giocatori trovano a loro a disposizione un servizio in guanti bianchi con
decine e decine di caddies e di inservienti pronti persino a tergere loro il
sudore dalla fronte . Mi corre anche l'obbligo di ricordare però che
l'iscrizione in questi club costa circa 7 mila euro l'anno ,ovvero la cifra che
un lavoratore medio guadagna in Cina in tre anni. E adesso che hanno scoperto
il golf come la mettiamo?I cinesi vi sono diventati più simpatici? Scritto in
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un amico 19Aug 08 Olimpiadi, la farsa degli sport "minori" /2 Grazie
a tutti i lettori e agli amici internettiani che stanno intervendo nel
dibattito sugli sport minori.Grazie per la solidarietà, l'appoggio e l'
amicizia che mi state dimostrando in questa sorta di mia personalissima
campagna a favore di gente che suda e fatica tutti i giorni molto e più dei
calciatori, ma viene ricordata e scoperta ogni quattro anni. Detto questo vi
devo delle spiegazioni visto che, nel post precedente mi vantavo di
"titoli" per introdurre il dibattito.Ebbene sì, confermo. Ho tirato
di scherma, nella preistoria della mia vita. Spada. Dai tredici ai 24 anni.
Primo maestro un cavaliere (del lavoro), piuttosto burbero, più Aramis che
D'Artagnan, nella nicchia della palestra che ci aveva concesso la Società
Ginnastica Gallaratese. Poi il salto agonistico nella gloriosa Pro Patria di
Busto Arsizio. A lezione da Muzio, scuola vercellese, ottime credenziali. Due,
tre gioni alla settimana ore di lezioni, avanti e indietro per la pedana. Finta
di terza, di quarta, cavazione afondo. Fiatone, gambe dure e non elastiche,
come dovrebbero essere. Me lo ripetevano anche a Serramazzoni, al Centro Estivo
della Fis, nell'Appenino Modenese. Ritiro agonsitico durissimo di giorno, un
po'meno spirituale di sera. Se avessi centrato qualche bersaglio in più, magari
la mia vita sarebbe andata diversamente, chissà. Invece mi ritrovo qui ad
infilzare aggettivi e avverbi. Tutto ciò premesso per dire che mi girano i
cabasisi, per dirla con Montalbano quando sento straparlare(e so già che ne
straparleranno fra quattro anni) di sport minori da taluni giornalisti. Scritto
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Ferri Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 17Aug 08 Olimpiadi, la farsa degli sport "minori" Siamo alle
solite. La scoperta degli sport minori, ovvero la scoperta dell'acqua calda .Nel
senso che le Olimpiadi di Pechino ci hanno fatto puntualmente
"riscoprire" gli sport minori: judo, scherma, tiro a segno, tiro con
l'arco, canottaggio e via di seguito. Ogni quattro anni ecco che ci tocca
leggere e ascoltare le frasi fatte di molti colleghi, più o meno autorevoli.
Prendiamo la scherma, sulla quale, magari poi vi spiegherò in un prossimo post,
ho qualche titolo per poter scrivere e parlare. Una scherma, peraltro
bistrattata e penalizzata da certi decisioni arbitrali in queste Olimpiadi, ma
che ha permesso comunque a certi "autorevoli colleghi" di esibirsi in
frasi "raccapriccianti" e proprietà di linguaggio davvero
ineccepibile. Così ho sentito parlare di "fintazione", uno strano
ibrido tra finta e cavazione e persino di "cozza", che di solito
rimane nel piatto e invece quando è "coccia" come nella scherma, sta
lì davanti a proteggere l'impugnatura delle armi. Quisquilie, pinzillacchere
direbbe Totò per sdrammatizzare. E invece quisquilie non sono se è vero come è
vero che nessuno ricorda che, per avere le gambe elastiche prima di un afondo
decisivo ci vogliono ore e ore di palestra e che, per fare avanti e indietro su
quella pedana, devi aver macinato chilometri di jogging. E non mi pare nemmeno
di aver ascoltato o letto da qualche parte che quando indossi la maschera,
quella maschera di ferro, devi dosare ogni respiro se non vuoi andare in debito
di ossigeno rapidamente .Ma anche le Olimpiadi per fortuna finiranno. E la
categoria. Quella di certi colleghi giornalisti sportivi, non degli schermidori
o dei tiratori o delle nuotatrici, potrà riprendere a raccontarci tutto, ma
proprio tutto dell'alluce destro di Ronaldhino e del quattro-quattro- due e
persino del tre per due. Con un bel chissenefrega degli sport minori. Meglio
una maschia entrata che una toccata in punto di fioretto,no?. Scritto in Varie
Commenti ( 7 ) " (5 votes, average: 4.8 out of 5) Loading ... Ai Ferri
Corti © 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un
amico Post precedenti Chi sono Sono Gabriele Villa, inviato speciale al
Giornale dal Maggio 1977. Nel 1984 ho inventato e proposto al mio direttore di
allora, tale Indro Montanelli, una pagina settimanale sul Giornale dedicata al
golf. Mi presi del “bischero” per l'arditezza della impresa. Ma ne è valsa la
pena . Tutti gli articoli di Gabriele Villa su ilGiornale.it contatti Categorie
Agonismo (22) News (5) Personaggi (9) Varie (64) Ultime discussioni Gabriele
Villa: Gentile signora Elettra, le sue due semplici domande sollevano un
problema piuttosto composito nel... elettra: Egregio dottor Villa, soltanto un
paio di domande per chi come me gioca soltanto in campo pratica e dunque...
ernesto fugazzola: spero di no. non mi sembra all'altezza. Largo ai giovani!
Andrea: Sono d'accordo con chi stima ed apprezza il lavoro del Sig.Chiementi,se
altre federazioni avessero un... luigi paolo goretti.: Mah in democrazia sono i
numeri che contano.Qualche dubbio nel settore dei giocatori Italiani... I più
inviati Passo felino,approcci aggressivi - 5 Emails Il reality della sexy Sophie
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onestà sul green - 2 Emails Golf senza età, fidatevi! - 1 Emails A proposito di
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faccia. Ma solo per piacervi di piùMeredith, il pm chiede l'ergastolo per
GuedeKabul, sei italiani feriti in un attacco suicidaFmi: Strauss-Khan travolto
da scandalo sessualeIn 30mila a Klagenfurt per ricordare Haider"Joe l'idraulico"
ha beffato il mondoCina, Gran Premio: Hamilton in pole davanti a Raikkonen e
MassaI terroristi di Al Qaida si nascondono nei siti internet dei
pedofiliFratta, alle terme benessere d'autunno Siti amici Il Mondo del Golf La
Federazione Lifeinthetrap World Golf Village Siti utili Alps Tour L'Open.Solo
l'Open Ladies European Tour Le proettes del Tour americano PGA European site
Pgatour Sunshine Tour The Royal and Ancient Golf Club Of St Andrews October
( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Inchiesta
su Amt"Come l'Alitalia" GENOVA Alla Procura i
documenti sulla vendita ai francesi GRAZIANO CETARA MATTEO INDICE Genova. Nel
trasporto pubblico su scala genovese, ammettono gli inquirenti, "vi fu
un'operazione analoga a quella che si è realizzata ora, su scala nazionale, per
salvare Alitalia". Dividere il buono dal cattivo, il
produttivo dal perdente. E dare il meglio al privato per consentire il rilancio
sul mercato, tenendo tutto il peggio in mano pubblica per contenere i danni.
Sull'operazione che nel 2005 portò allo smembramento della genovese Amt e
all'ingresso del socio francese Transdev, la procura del capoluogo ligure ha
aperto un'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Francesco Pinto,
ipotizzando "indebiti vantaggi" per l'acquirente privato. E il pm,
nelle ultime settimane, ha ufficialmente acquisito tramite un gruppo di
finanzieri specializzati nella tutela della spesa pubblica centinaia di
documenti sull'operazione, ora raccolti in un corposo faldone. segue >> 3
ALTRI SERVIZI >> 17 19/10/2008.
( da "Secolo XIX, Il" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
L'inchiesta Dalla
scissione alle consulenze d'oro, i dubbi nel mirino della procura LA CREAZIONE
della bad-company Ami, che ha pesantemente penalizzato i conti pubblici
favorendo forse troppo gli acquirenti della "polpa" Amt. Le
consulenze d'oro. Il riassorbimento della prima nella seconda, a due anni di
distanza. Sono i fardelli con i quali la scissione Ami-Amt ha fatto i conti
fino ad oggi, calamitando spesso le attenzioni della magistratura contabile -
la Corte dei conti - e però mai quelle della Procura, come invece accade in
questi giorni. Il punto di partenza dell'inchiesta di cui dà conto Il Secolo
XIX (vedi articoli a pagina 3 nel fascicolo nazionale) è tanto semplice quanto
dirompente: quando l'azienda di trasporto pubblico, gravata da un
"buco" che rasentava i 25 milioni, fu smembrata in due parti (Amt,
virtuosa, destinata a gestire la mobilità con un 41% di partecipazione privata,
e Ami, totalmente pubblica, in perdita e delegata alle manutenzioni) è
possibile che i nuovi acquirenti abbiano tratto "un indebito
vantaggio" dalle condizioni eccessivamente favorevoli nelle quali fu
presentata la parte da comprare. Ecco perché a palazzo di giustizia il caso
genovese viene accostato dal punto di vista tecnico a
quello di Alitalia, e alle
polemiche sulla cessione super-conveniente del ramo sano agli imprenditori
radunati nella cordata di Cai. Il sostituto procuratore Francesco Pinto ha
aperto un fascicolo per far luce sui meccanismi di smembramento Amt-Ami, ma non
va dimenticato che la vita della seconda è stata (perlomeno) turbolenta e
contraddittoria. Basti pensare che proprio il nostro giornale rivelò
come nel suo primo anno di vita, fra il 2005 e il 2006, Ami spese oltre 1,5
milioni di euro in consulenze, innescando la rabbia dei sindacati che
ritenevano spropositate certe cifre a fronte d'un blocco nelle assunzioni e dei
paventati esuberi di personale. La giustificazione fornita allora era sempre la
stessa: pur essendo Ami la componente più ingombrante del binomio, gravata da
debiti pesantissimi allo scopo di far decollare la sorella Amt, si era comunque
deciso di darle valore incaricandola di svolgere servizi di qualità, come
l'avvio del servizio di taxi collettivo. Ed era uscito dalle casse già
asfittiche un fiume di denaro destinato ad architetti, ingegneri, 300 mila euro
alla sola "T-Bridge" per una serie di collaborazioni professionali ed
elaborazione dei piani strategici e industriali. Iniziative che, sulle prime,
avevano fatto pensare alla nascita d'un gruppo duraturo. Quegli esborsi, come
detto, erano finiti sotto la lente della Corte dei Conti, che aveva acquisito
tutte le pratiche sulle "esternalizzazioni" del lavoro. E il
polverone aveva fatto da preludio a una nuova rivelazione sui costi di Ami,
stavolta in termini di stipendi ai dirigenti e di gettoni ai consiglieri di
amministrazione: si era scoperto infatti che l'amministratore delegato Marco
Vezzani svettava in testa alla classifica dei manager pubblici genovesi con un
lordo annuo di 160 mila euro. "Azienda destinata a crescere nei servizi e
nella sua autonomia", si diceva insomma di Ami per giustificarne la
macchinosità. Ma con l'elezione di Marta Vincenzi a sindaco di Genova si è
registrato un clamoroso cambio di direzione rispetto all'amministrazione
Pericu. Nell'estate 2007 la giunta ha deciso di fare marcia indietro e
riassorbire la bad-company in Amt, progetto che ha preso corpo all'inizio di
quest'anno con l'avvio della liquidazione della stessa Ami: oltre due terzi dei
450 dipendenti tornano all'ovile, il resto finisce in altre partecipate del
Comune. Nel frattempo sono stati concepiti - e abortiti - vari progetti
faraonici, in un gioco di chiaroscuri costato evidentemente parecchio, mentre
la componente sana decollava senza fardelli. E adesso i magistrati vogliono
capire se il divario fra le due creature non fosse dolosamente eccessivo.
GRAZIANO CETARA cetara@ilsecoloxix.it MATTEO INDICE indice@ilsecoloxix.it
19/10/2008 AMT è l'acronimo di Azienda Mobilità e Trasporti. Cura tutti gli
aspetti della mobilità cittadina: il trasporto degli utenti appunto, la
gestione delle linee-bus, della metropolitana, di ascensori e funicolari e
della nave-bus in servizio fra Pegli e il porto antico. Per il 41 per cento è
partecipata dai francesi di Transdev. L'amministratore delegato è Hubert Guyot.
19/10/2008 AMI sta per Azienda Mobilità e Infrastrutture e dall'inizio del 2008
è in liquidazione. Era delegata alle manutenzioni dei mezzi pubblici, alla
gestione delle rimesse e delle cosiddette "Blu area". Durante il
mandato di Giuseppe Pericu era considerata in potenziale sviluppo; con Marta
Vincenzi è finita in liquidazione poiché ritenuta troppo onerosa. 19/10/2008
450 dipendenti (alla liquidazione) 320 rientrati in Amt 1,7 milioni spesi in
consulenze nel primo anno e mezzo di vita - 20 milioni il passivo a inizio 2008
19/10/2008 l'inchiesta-madre vendita "di favore" 19/10/2008 le
consulenze milioni contestati 19/10/2008 IL "RIASSORBIMENTO" AMI IN LIQUIDAZIONE
19/10/2008 Il punto su cui è centrata l'inchiesta del pm Francesco Pinto, nata
da un'indagine della Corte dei Conti, è il possibile "vantaggio
indebito" per i privati dalla vendita di Amt 19/10/2008 È uno degli
aspetti più controversi nella vita di Ami (la parte pubblica, gravata dai
debiti, creata dopo la scissione di Amt): 1,7 milioni spesi nel primo anno e
mezzo 19/10/2008 Con l'elezione di Marta Vincenzi a sindaco di Genova si
registra il clamoroso dietrofront: per il Comune Ami non ha più ragione di
esistere e deve tornare in Amt 19/10/2008 I NUMERI DI AMI 19/10/2008.
( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia L'esecutivo
prepara le nuove misure contro l'emergenza: pronta una delibera del Cipe che
attiverà un Fondo per gli aiuti alle aziende Ecco il piano salva-industrie
Garanzia dello Stato sui debiti delle imprese in crisi Garanzia dello Stato sui
debiti delle industrie ecco il piano del governo per le imprese in crisi MARCO
PATUCCHI ROMA - La garanzia dello Stato sui prestiti alle imprese in
difficoltà, quelle che non riescono ad ottenere i finanziamenti dalle banche
per via del credit crunch che paralizza il sistema finanziario. Una garanzia
pubblica capace di scongiurare fallimenti industriali che sono ormai il nuovo
fronte aperto della crisi economica globale. Il governo prepara un ulteriore
pacchetto di interventi d'emergenza dopo quelli varati nei giorni scorsi a
sostegno di banche e risparmiatori: questa volta l'allarme da fronteggiare è
sulla tenuta del sistema produttivo del Paese, per il quale è in arrivo l'onda
lunga dello tsunami che ora sta sconvolgendo la finanza mondiale ma che presto
raggiungerà anche l'economia reale. I primi segnali, in Italia, sono scattati
con il balzo della cassa integrazione e, se fino a qualche giorno fa
l'obiettivo prioritario del governo era quello di "non far perdere un euro
ai risparmiatori italiani", oggi si tratta di evitare la chiusura di
imprese di ogni dimensione. Seguendo, anche in questo caso, il nuovo spirito
statalista che sembra pervadere l'economia globale. L'esecutivo in queste ore
mette a punto il pacchetto di interventi che potrebbe essere pronto già la
prossima settimana, e su tutti spicca l'attivazione di un fondo pubblico di
garanzia sui prestiti chiesti dalle aziende in difficoltà: già è nero su bianco
la bozza di delibera del Cipe da varare in una riunione del Comitato
interministeriale per la programmazione economica, attivo a palazzo Chigi. Il
"Fondo per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in
difficoltà" in realtà era un'idea del governo Prodi, realizzata con la
Finanziaria 2007 ma arenatasi presto per la bocciatura da parte della Corte
Costituzionale che contestava il mancato coinvolgimento della Conferenza
Stato-Regioni. La delibera preparata dal ministero dello Sviluppo Economico
scioglierà questo nodo e così il Fondo tornerà operativo. "Gli interventi
- si legge nella bozza - possono riguardare sia aiuti per il salvataggio che
per la ristrutturazione" di aziende che rientrino nella definizione di
"media o grande impresa" e che "si trovino in difficoltà".
Si tratta, in sostanza, delle industrie che pur non essendo in default, non
riescono ad ottenere finanziamenti dal sistema bancario: una fattispecie
destinata a diffondersi in misura esponenziale visto l'avvento della recessione
e i problemi degli stessi istituti di credito. "Gli aiuti per il
salvataggio a valere sul Fondo - si legge ancora nella bozza di delibera Cipe -
sono concessi esclusivamente nella forma della garanzia statale sui
finanziamenti bancari contratti dall'impresa", sono reversibili,
temporanei e "con una durata massima di sei mesi" e, infine, sono
subordinati alla notifica e all'approvazione della Commissione europea
(Bruxelles, ricordiamolo, ha fissato da anni i paletti per ammettere aiuti di
Stato alle aziende in difficoltà). Previsto anche l'obbligo, in capo
all'impresa, di presentare un adeguato piano di ristrutturazione. Insomma, una
sorta di "pre-Marzano", la normativa che ha
consentito il salvataggio di gruppi come Parmalat e Alitalia: nel caso del Fondo di garanzia, infatti, l'aiuto verrà concesso
se l'impresa non è in stato di insolvenza. Se poi il soccorso avrà avuto
successo, sarà l'azienda a restituire i soldi alla banca, altrimenti toccherà
allo Stato che diventerà così creditore nella procedura di fallimento.
Il provvedimento sarà perfezionato in questi giorni e nel governo c'è chi
sostiene l'opportunità di implementarne l'efficacia: rivolgendosi, infatti,
solo alle imprese in difficoltà, lascerebbe tagliate fuori quelle che, pur non
essendo in crisi, si trovano comunque alle prese con la restrizione del credito
da parte del sistema bancario. Un'esigenza di allargare il perimetro d'azione
del Fondo, che la dice lunga su come le attese siano per una tempesta che non
risparmierà nessuno.
( da "Repubblica, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina IV - Milano
Formigoni, Moratti e Penati "Il governo ci dia più soldi" Appello a
Berlusconi: "Non possiamo tacere" Contro i tagli e le risorse extra a
Roma e Catania "Si favorisce chi ha gestito male" Lettera congiunta
"Si getta un'ombra sulla credibilità di chi chiede sacrifici ai
cittadini" ANDREA MONTANARI Formigoni, Moratti e Penati battono insieme i
pugni sul tavolo del governo. Scrivono a Silvio Berlusconi per chiedere un
incontro e chiedono di rispettare gli impegni presi sui finanziamenti per le
infrastrutture, il trasporto pubblico locale, le imprese, la cultura e la
ricerca. "Siamo molto preoccupati - spiegano - per la crescente carenza di
risorse su temi essenziali per i cittadini". Soldi promessi al Nord da
mesi, che invece stanno andando in altre direzioni. Perfino "a favore di
chi deve sanare deficit prodotti da anni di cattiva gestione, gettando un'ombra
sulla credibilità di chi ha spesso richiesto sforzi e sacrifici ai propri
cittadini in nome dell'interesse comune". Nella lettera non c'è scritto,
ma è evidente il riferimento ai 150 milioni del decreto sul federalismo fiscale
stanziati a favore di Catania e ai 500 per Roma, che dal 2011 dovrebbero
diventare strutturali. Come dire: la misura è colma. "Siamo consapevoli
delle oggettive difficoltà legate alla drammatica situazione finanziaria
internazionale - scrivono ancora il governatore, il sindaco e il presidente
della Provincia - Siamo disponibili a fare la nostra parte, ma non possiamo
però tacere la nostra forte preoccupazione". Il messaggio della lettera
bipartisan è inequivocabile. C'è un solo precedente. Risale al 15 gennaio, quando Alitalia aveva annunciato l'abbandono di Malpensa. Il destinatario,
allora, era il presidente del Consiglio Romano Prodi. Ma in questo caso è
apparso subito chiaro che avrebbe avuto il potenziale di una vera a propria
"bomba". L'idea è partita dal Pirellone, che ha giocato di sponda con
la Provincia e il sindaco Moratti, anch'essi sempre più preoccupati per
la mancata firma del decreto della gestione dell'Expo 2015. Il contenuto,
infatti, dice al governo che Regione, Provincia e Comune, anche se governate da
schieramenti diversi, pur apprezzando i passi avanti fatti sul federalismo, non
sono più disposti a mettere la faccia di fronte ai cittadini per giustificare
le promesse non mantenute da altri. Usando toni quasi leghisti. Tanto che il
leader del Carroccio Umberto Bossi si è sentito chiamato in causa. Non solo sul
tema del federalismo. Dato che la delega sull'Expo è toccata proprio a un
leghista, il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli. "La
gente non sbaglia, sa bene cosa è la Lega, chi è Formigoni e chi sono gli altri
- ha tagliato corto il Senatùr - Non sono preoccupato, se si preoccupano del
Nord". Ma a chi gli chiede quando arriverà il decreto sull'Expo dice solo:
"Chiedetelo a Berlusconi e a Tremonti, ma penso che i tempi saranno
rapidi". Così come sui fondi per la Pedemontana, spariti dalla
Finanziaria: "La Lega, a differenza della sinistra, è in grado di trovare
i soldi, se il ministro del Tesoro ci dà mano libera". Pronta la replica
della Provincia. "Come sa anche Bossi - spiega Filippo Penati - dalle
nostre parti l'unica moneta che vale sono i soldi che possono essere contati e
non raccontati come nelle favole. Le uniche risolse stanziate per realizzare la
Pedemontana, sono quelle stanziate dal governo Prodi. Gli unici che invece
possono contare i soldi del governo Berlusconi non stanno né a Milano né in
Lombardia, ma a Catania e a Roma. Il governo si occupi finalmente di
Milano". Anche il segretario regionale del Pd Maurizio Martina va giù
duro: "In campagna elettorale il centrodestra diceva che avrebbe portato
un po' di Lombardia a Roma. Finora hanno portato la Sicilia. Se penso all'Expo,
mi chiedo: dove è finita la voce sottosegretario leghista Castelli?".
( da "Corriere della Sera" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-19 num: - pag: 25 categoria:
REDAZIONALE Il caso No ai piloti-dirigenti, la Cisl raccoglie le firme ROMA
(enr. ma.) - I piloti della Cisl di Raffaele Bonanni, guidati dal comandante
Alessandro Cenci, hanno avviato una raccolta di firme nella categoria per dire
di no al contratto da dirigenti che dovrebbe regolare i rapporti tra i comandanti
e la Cai, la società guidata da Roberto Colaninno che
dovrebbe dar vita alla nuova Alitalia. La Cisl è convinta che l'opposizione al contratto dirigenziale
(col quale, tra l'altro, si potrebbe essere licenziati facilmente) sia molto
estesa e non solo tra i piloti rappresentati dai sindacati confederali, ma
anche dal grosso della categoria che si riconosce nell'Anpac e nell'Up.
R. Bonanni.
( da "Unita, L'" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Vincenzo Cerami
Segue dalla Prima Ci aspettiamo quindi un aumento di produttività, ma i dubbi
di un esito controproducente sono tanti. Diamo una piccola occhiata al passato.
In Italia, per molti decenni, si è impunemente praticato il sottogoverno, ha
regnato il vezzo della raccomandazione. In quasi tutti i ministeri e negli enti
statali e locali esistevano occulti uffici che raccoglievano domande di impiego
fatte dai politici. Venivano addirittura stampati dei moduli da riempire da
parte del raccomandante. Molti voti si raccoglievano così, nell'unanime
complicità di tutto l'arco parlamentare. Tanto per fare qualche esempio, si pensi al sovraffollamento di Alitalia, della Rai e di quasi tutti gli enti parastatali (o parassitari)
e i ministeri. Si assumeva personale senza alcuna specializzazione il quale,
magicamente, conquistava i primi posti in concorsi non necessari e indetti ad
hoc. Così le scrivanie sono aumentate a dismisura. È successo che nel
meno peggiore dei casi si è avuta una poco efficiente parcellizzazione del
lavoro (uno aveva il compito di tenere il chiodo e l'altro di dare martellate),
e nella peggiore un'alta concentrazione di impiegati che non avevano
obiettivamente niente da fare. Ai capuffici, quindi, faceva comodo che molti di
loro restassero a casa, per non intasare le stanze e i corridoi, e per
risparmiare sulle imponenti bollette telefoniche di chi, non avendo appunto
nulla da fare, passava il tempo a conversare con i parenti, con gli amici e con
le amanti. Adesso, grazie allo zelo del governo, quest'esercito di disoccupati
con lo stipendio torna tra le scartoffie, davanti ai computer (Internet offre
appetitosi viaggi nei videogiochi) e accanto alle tentazioni del telefono. Per
non parlare dell'usura sedie, dello spreco di cancelleria e dei necessari corsi
d'aggiornamento. I fannulloni, insomma, non sono i colpevoli ma le vittime, di
ieri e di oggi. I dubbi che la frusta del ministro Brunetta non riesca ad
addomesticare il problema sono reali. Fumo se n'è fatto tanto, aspettiamo
l'arrosto. È vero, gli uffici si sono riempiti di tutti gli assenteisti e dei
finti malati, ma questo non significa affatto che assisteremo a un aumento
automatico della produttività. Non sempre l'unione fa la forza, qualche volta
fa solo casino.
( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
VERBANIA. BONANNI AL
CONSIGLIO PROVINCIALE CISL La ricetta anti-crisi di Bonanni passa anche
dall'unità sindacale [FIRMA]MARIA ELISA GUALANDRIS VERBANIA "La migliore
medicina per superare la crisi economica è l'unità". Con queste parole il
segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni è intervenuto ieri all'hotel
"Il chiostro" di Verbania nel corso del consiglio provinciale del
sindacato. Bonanni ha affrontato i temi principali della scena attuale: non
solo la crisi economica, le difficoltà dell'industria e la
riforma contrattuale, ma anche il futuro della scuola e la situazione di Alitalia. All'incontro hanno partecipato
anche il senatore Franca Biondelli, il presidente della Provincia Paolo
Ravaioli, i rappresentanti provinciali di Cgil e Uil e i segretari regionale e
provinciale della Cisl Giovanna Ventura e Luca Caretti. "Più che di
un "autunno caldo" - ha detto Bonanni - abbiamo bisogno di un
"autunno responsabile"". Il segretario generale ha sottolineato
l'importanza di rinsaldare il concetto di "confederale": "Il
problema non è avere visioni differenti, se poi si trova un punto di incontro.
La convivenza si basa sulla sintesi delle varie opinioni, non sui "si fa
come dico io", come accaduto per Alitalia".
Alla preoccupazione per la riforma Gelmini, che colpirebbe duramente le scuole
montane del Vco, Bonanni ha risposto con fermezza: "Ultimamente si parla
di federalismo, ma poi si governa in modo dirigistico. Una riforma profonda
della scuola è necessaria, ma deve essere concertata con i sindacati e gli enti
locali". Sul tema è intervenuto anche Caretti: "Noto che i
parlamentari locali di Pdl e Lega non stanno facendo nulla per contrastare i
tagli". Ai lavoratori presenti in sala, tra cui numerosi ex dipendenti
Tubor, il segretario provinciale ha detto: "Bisogna lavorare per attirare
nuova imprenditoria sul territorio in questo momento pesante". Prossimo
obiettivo è lo sciopero generale del 30, giorno in cui sarà organizzato anche
un incontro pubblico.
( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
POLITICA. A BRA
Pareri "Nel 2010 ci riprenderemo la Regione" Le "ricette"
dei sottosegretari [FIRMA]MARISA QUAGLIA BRA "L'indice di gradimento del
governo Berlusconi non è mai stato così alto". Così ha aperto l'incontro,
ieri, il consigliere regionale Franco Guida. E sul panorama politico regionale:
"La Bresso farebbe volentieri a meno del Consiglio regionale. Vorrebbe
governare senza mai intoppi". In attesa del 2010 ha prospettato:
"Obiettivo è quello di mandarla a casa". All'attenzione della
numerosa platea un'analisi dei primi mesi del governo Berlusconi, prospettive
per il futuro del Popolo della Libertà e qualche riflessione su tematiche
locali. Grande attenzione al mondo della scuola e alle modifiche introdotte dal
ministro Gelmini. "Ogni volta che si cerca di fare una riforma - ha detto
Guida - si alzano gli scudi. Spesso non si analizzano neppure i contenuti. Quello
che ha fatto la Gelmini è semplicemente prendere norme vecchie, datate
Berlinguer, e imporre la loro applicazione". Sul timore che molti istituti
scolastici vengano soppressi le parole di Enzo Ghigo: "In Piemonte secondo
la Regione verranno chiuse 800 scuole. E' una grande bugia. Si tratta di una
razionalizzazione delle risorse. Accorpare più direzioni didattiche non
significa chiudere strutture scolastiche". Sul tempo pieno, Guida:
"Nel 2004, davanti alla scuola a tempo pieno, una parte politica distribuiva
volantini secondo i quali il tempo pieno era a rischio chiusura. Cosa che non è
mai avvenuta. A Bra siamo fieri della scuola a tempo pieno e su questa sono
stati fatti investimenti". Ultima battuta sulle proteste anti-Gelmini è
arrivata dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto: "La scuola
italiana, se confrontata con quella estera, è la più costosa. Per assurdo però,
secondo dati Ocse per risultato siamo dopo un Paese come la Birmania".
Sempre da Crosetto è arrivata anche un'analisi su altri temi, come la crisi
finanziaria ed economica: "Il nostro Paese deve rendersi conto che sta
vivendo in un tenore che non può più permettersi. Per troppi anni abbiamo fatto
finta di non vedere. Siamo il terzo Paese al mondo per debito pubblico, quello
che spende di più per le pensioni e ha la più alta tassazione sulle
aziende". La situazione secondo il sottosegretario ha una radice lontana:
"Abbiamo sempre considerato lo Stato una diligenza da assaltare, il denaro
pubblico non ha mai avuto un valore morale per noi italiani. Ora vediamo che lo
Stato è un grande contenitore vuoto". Sui tagli e razionalizzazione delle
risorse è intervenuto il sindaco di Bra, Camillo Scimone, coordinatore
cittadino del Pdl: "Si tratta di proposte concrete. E' necessario procedere
a una razionalizzazione delle risorse e ad un taglio degli sprechi". Sulla
scuola: "Siamo cresciuti con un maestro unico e siamo venuti sù
bene". Note positive all'operato del governo Berlusconi sono arrivate
anche dall'onorevole Enrico Costa: "Basti pensare alla soluzione del
problema dei rifiuti a Napoli, alla vicenda Alitalia. Un altro esempio di efficienza
è l'istituzione del ministero della Semplificazione. Prossimamente potranno
essere tagliate ben 8000 delle 21000 leggi presenti oggi nel nostro
Paese". Atteso l'intervento del sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio, Carlo Giovanardi, il quale, sul partito, ha detto: "E'
necessaria una guida, ma anche tutta la parte logistica per raggiungere degli
obiettivi". Sull'immigrazione e le classi di preparazione: "Non si
tratta di classi separate per motivi di razzismo. Sono corsi di preparazione
per i bambini stranieri che così avranno la possibilità di comprendere meglio
ciò che vien detto. Mettendoli nelle classi normali, li penalizziamo e non
diamo loro la possibilità di avere ciò che i nostri bambini hanno". Quello
di ieri è stato il primo di due incontri organizzati dal Pdl locale. Il 15
novembre si parlerà di infrastrutture, trasporti e attività produttive. Guido
Crosetto Il sottosegretario alla Difesa ha dichiarato: "Il nostro Paese
per troppo tempo ha voluto un medico che non dicesse quale fosse la malattia.
Ma un medico pietoso porta alla morte del paziente".Carlo Giovanardi Il
sottosegretario Carlo Giovanardi ieri pomeriggio ha, fra l'altro, dichiarato:
"E' facile governare dicendo che ci vogliono più risorse, mentre difficile
è saper governare con le sole risorse che si hanno".
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 215 Alitalia Lufthansa insiste Fra 3 settimane il gong finale Alitalia --> ROMA Lufthansa rafforza il suo pressing
mentre la "nuova Alitalia" mantiene tre
tavoli aperti per la scelta del partner internazionale e, per una trattativa
finale, ha programmato di dedicare ad ogni candidato una delle prossime tre
settimane. La prima per chiudere il confronto con Air France, la seconda per un
tavolo con i tedeschi, la terza per valutare le intenzioni di British Airways.
Poi farà la scelta definitiva. Al tavolo con la Cai, la nuova società creata
dalla cordata di imprenditori italiani per far rinascere Alitalia
in una nuova compagnia, i tedeschi hanno dettato condizioni che non sarebbero
disposti a trattare ma, parallelamente, accelerano il confronto per incassare
un sì dai sindacati. Il dialogo con i manager di Lufthansa, confermano fonti
sindacali, nelle ultime ore è sempre più stretto. Trova conferme anche la possibilità
di un un nuovo faccia a faccia tra i segretari generali dei sindacati e il
numero uno di Lufthansa Wolfgang Mayrhuber: un ultimo giro di tavolo, mercoledì
prossimo a Roma, per tentare la chiusura di una intesa. La circostanza,
anticipata da Repubblica, è stata però negata dal segretario generale della
Cisl, Raffaele Bonanni: "È un incontro talmente segreto che non ne so
niente", dice, "tanto che mercoledì mattina sarò a Milano ad una
assemblea dei quadri della Cisl". Lufthansa, a quanto si apprende, ad un
passo dall'accordo resta ferma su una posizione netta: se c'è spazio solo per
una quota di minoranza, per la volontà del governo di difendere l'italianità
della compagnia di bandiera, per i tedeschi non può essere una quota solo
simbolica. Pretendono un potere che sia almeno di "co-decisione"
sulle scelte strategiche e sul piano di ristrutturazione, un ruolo di regia.
( da "Stampa, La" del 19-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Il caso Dopo Fox Air
e aeroporto di Villanova STEFANO PEZZINI Il gruppo Orsero
entra nella Cai di Alitalia
ALBENGA Non si ferma lo sviluppo del gruppo Orsero nel settore aeronautico.
Dopo la compagnia di aerotaxi "Fox Air" e la proposta di acquisto,
assieme all'imprenditore lombardo Bassani, dell'aeroporto "Panero" di
Villanova d'Albenga questa volta il gruppo imprenditoriale sta facendo un
ulteriore salto di qualità ed è ad un passo dall'entrare nell'Alitalia. La Cai, la cordata di imprenditori presieduta da
Roberto Colannino e organizzata da Intesa-San Paolo, ha infatti aperto le porte
ad almeno quatto nuovi soci e, uno di questi, è proprio il gruppo che fa capo
ad Antonio e Raffaella Orsero. "Ci è stata offerta l'opportunità di
entrare in Cai e stiamo valutando se aderire o meno. Non c'è ancora nulla di
ufficiale ma diciamo che siamo interessati", conferma Antonio Orsero. Tra
i soci, oltre a Colannino, ci sono Mercegaglia, Moretti Polegato (Geox),
Benetton e i più bei nomi dell'industria e della finanza italiana. Il fatto
che, al momento, non ci siano decisioni definitive, lascia l'intera operazione
sul vago. Difficile dire se la probabile entrata nella Cai possa essere
sinergica alle altre attivita aeronautiche del gruppo che ha il suo
core-business nell'import e nella distribuzione di frutta fresca attraverso la
Fruttital e la portualità attraverso la Refeer Terminal che controlla le
banchine del porto di Vado e altre società impegnate nella gestione di porti
anche in Spagna. "Al momento non sappiamo esattamente come sarà la nostra
partecipazione. Diciamo che è una opportunità che si è aperta e stiamo
studiando le modalità di intervento. Se entreremo lo faremo come investitori
non per un progetto di sinergie anche se, ovviamente, questo aspetto non andrà
sottovalutato", spiega ancora Antonio Orsero. Impossibile, al momento,
sapere se l'entrata in Cai del gruppo sarà attraverso la Gf Group, la capofila
di famiglia, o se invece sarà proprio la Fox Air ad avere il ruolo di socio. La
società di aerotaxi, acquisita ai primi di agosto, ha tra i dirigenti anche il
comandante Leopoldo Pollastri, a lungo pilota del primo jet privato acquistato
negli Anni '70 della famiglia Orsero, e profondo conoscitore della realtà
aeronautica italiana. Se sarà Fox Air ad entrare in Cai uno sfruttamento delle
sinergie tra Alitalia e l'aeroporto di Villanova
d'Albenga (sempre ammesso che alla fine lo scalo venga privatizzato e affidato
alla cordata Orsero-Bassani) non sarà solo una ipotesi ma una realtà che
potrebbe servire all'intera economia della provincia.
( da "Manifesto, Il" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
VOI SIETE QUI No,
non si può dire solo no Alessandro Robecchi Le solenni parole presidenziali a
proposito della riforma della scuola del ministro Tremonti (mandante) e della
ministra Gelmini (esecutrice materiale) suonano in questo modo: "Non si può
dire solo no". Ha ragione. Davanti alla proposta che per migliorare
l'unica scuola che funziona degnamente (le elementari) bisogna cacciare 87 mila
maestre e ridurre le ore di insegnamento, non si può dire solo no. Si può anche
dire: "No, siete dei banditi!". Concordo che dire solo no non basta.
Conosco precari che nella scuola non entreranno mai, i quali dicono
addirittura: "No, manco morti!". E so di persone moderate e
responsabili che di fronte alla proposta delle classi di concentramento per
bambini stranieri hanno addirittura sbottato: "No, vaffanculo!". Ma
poi, preso da un brivido, sono andato a controllare tutte le volte che si è
detto sempre no, o solo no, insomma che si è detto di no. Il lodo Alfano, per
esempio. Il no è suonato talmente alto e vigoroso che il lodo Alfano è legge, e
tanti saluti al processo per corruzione del solito noto. Sulla
truffa Alitalia (i debiti a
noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo
dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a
farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta.
CONTINUA | PAGINA 6 Ci penso da due giorni, sta diventando un'ossessione:
cazzo, abbiamo detto no? M"a quando? Su cosa? Sulla base di Vicenza?
Sull'esercito nelle strade? Sulle cretine ordinanze in materia di sicurezza?
Sull'espulsione e sulla galera per i clandestini ha detto no l'Europa, sempre
sia lodata se ha fatto girare i maroni a Maroni. Ma altri no alle porcate di
questi sei mesi non ne ho sentiti. Ieri l'altro erano in piazza in mezzo
milione. Non dicevano solo no. Dicevano: "No, e mo' basta!". Un
brivido antico, che è bene riprovare.
( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Commenti LINEA DI
CONFINE La mela stregata per Roma Capitale MARIO PIRANI Che il federalismo
d'impianto leghista si prestasse ad aggravare i guasti apportati dalla modifica
del titolo V della Costituzione ad opera delle sinistre, era stato denunciato
più volte su queste colonne. La rubrica scorsa, appunto, lamentava come i post
comunisti, nell'ansia di cancellare le proprie radici, avessero finito per
gettare via, oltre a Marx e Stalin, anche Garibaldi e Cavour. Ed ora se ne
vedono i frutti velenosi. Il "Comitato per la bellezza", un organismo
dedito alla difesa artistica e paesaggistica, presieduto da Vittorio Emiliani,
mi ha inviato in proposito una mappa delle fasi di fioritura di una di queste
"mele stregate", destinata non certo ad avvelenare Biancaneve. L'11
settembre il governo presenta il disegno di legge sul federalismo fiscale che,
sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni, passa quasi indenne. Il 3 ottobre il
medesimo testo arriva al Consiglio dei ministri. A fine seduta viene inserito
un copioso articolo aggiuntivo di cui non si era parlato fino a quel momento,
neppure con le Regioni, col quale viene, tra le altre cose, trasferita all'Ente
Roma Capitale "la tutela e la valorizzazione dei beni storici, artistici,
ambientali e fluviali", sin qui di competenza statale o demaniale, nonché
le funzioni di urbanistica e pianificazione finora devolute alla Regione.
Appena venuto a conoscenza dell'inserimento dell'"articolo aggiuntivo"
su Roma Capitale nella legge sul federalismo fiscale il sindaco Alemanno se ne
rallegra pubblicamente: "E' un risultato storico. La città avrà uno
statuto europeo. I più importanti processi decisionali ? inclusa la tutela dei
beni culturali e ambientali ? invece di passare per tre diversi livelli
Comune-Provincia-Regione (e Stato) sono concentrati nell'assemblea capitolina.
Così si potranno prendere con più rapidità le decisioni".
Contemporaneamente il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi, dice di non
saperne nulla. La cosa, però, non finisce qui. Prima di proseguire vorrei,
però, premettere che la legge su Roma Capitale è un obbiettivo da lungo tempo
giustamente atteso. Non è possibile, infatti, governare con gli stessi
strumenti regolamentari di un qualsiasi capoluogo, una metropoli dove, oltre
alla amministrazione comunale, sono installate tutte le istituzioni di governo
e di rappresentanza della Repubblica, nonché quelle vaticane. Ciò non
significa, però, che Roma debba essere sottratta ad ogni vincolo di controllo,
soprattutto in tema di salvaguardia ambientale e culturale. E qui l'articolo
approvato dal Consiglio dei ministri entra in conflitto con la stessa
Costituzione, laddove, all'art. 9, proclama che "La Repubblica tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Non si
tratta, si badi bene, di una proclamazione retorica ma di una direttiva
pratica: se questa tutela fosse stata delegata ad enti, altri dallo Stato, e in
special modo a quelli locali, ne sarebbero derivati continui conflitti
d'interesse per la presenza sul territorio di forze potenti, capaci di influire
direttamente e indirettamente sulle rappresentanze, per loro natura più
permeabili ad operazioni clientelari. Lo scandalo esploso a Roma, allorquando
venne permessa la costruzione dell'Hilton sui crinali di Monte Mario, si
sarebbe ripetuto ovunque e su più larga scala. Gli scempi ci sono stati
egualmente ma senza il potere vincolante autonomo delle Sovrintendenze, ripreso
anche dal Codice attuale dei Beni culturali sulla scia di tutti quelli
precedenti, dalla legge giolittiana del 1908, a quella di Croce del '22, dalle
due leggi Bottai del '39 al Testo unico del 1999, ebbene l'intera Penisola
sarebbe uscita devastata. Ricordato tutto questo, torniamo alla vicenda del
famigerato articolo aggiuntivo di cui sopra. Ebbene, uscito da Palazzo Chigi il
3 settembre, si perde per strada e non arriva al Quirinale. Al presidente della
Repubblica, che deve firmare il testo prima di avviarlo all'iter parlamentare,
viene sottoposta la stesura precedente, quella sancita dalla Conferenza
Stato-Regioni, che non contiene la corposa aggiunta su Roma Capitale, malgrado,
nel frattempo, i ministri Calderoli e Matteoli dichiarino di averla approvata.
Cosa c'è dietro? Probabilmente la stessa tattica seguita con l'emendamento
salva-manager infilato di soppiatto nel decreto Alitalia: si nasconde la "mela
stregata" agli occhi del Quirinale per non incappare in una possibile
obiezione ostativa del Presidente, quindi la si ripresenterà, come emendamento,
nel corso della discussione parlamentare sul federalismo. Come dice Andreotti a
pensar male si fa peccato, ma si indovina. Del resto gli interessi in
gioco sono enormi.
( da "Repubblica, La" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VI - Napoli
LO STATO AIUTI ANCHE IL SUD UMBERTO DE GREGORIO I l funerale dei contributi a fondo
perduto e della fiscalità di vantaggio, sotto l'ombra austera di un'Europa
inflessibile a condannare ogni forma d'inquinamento delle limpide regole del
libero mercato. Ebbene, proprio ora, ecco il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi solennemente dichiarare: "Gli aiuti di Stato che sino ad ieri
erano peccato ora sono un imperativo categorico". A ben guardare, non è
una novità in senso assoluto. C'era stato difatti un precedente. Il ministro
Giulio Tremonti, in verità, aveva già profetizzato (nel suo libro "La
paura e la speranza", pubblicato marzo scorso) che era necessario superare
il paradosso del "mercatismo" europeo, dove le imprese in difficoltà
non possono essere sostenute dagli aiuti di Stato, e dove si "predica ed
estremizza il mercato, ma solo in Europa". Una prova
concreta di questa nuova filosofia l'abbiamo avuta con la questione Alitalia. Ed ora la crisi internazionale
dei mercati finanziari ha sciolto ogni indugio: finalmente il premier
Berlusconi può dichiarare che il suo liberismo ha cambiato pelle. Bisogna
adeguarsi ai tempi. Lo Stato non è più un male ma una necessità; magari
addirittura un bene. D'altronde (o forse proprio per questo) lo Stato oggi è
lui, ed il mercato è ancora lui, e quindi tutto coincide. Tutto quadra, tutto è
perfetto ed una grave crisi economica si trasforma in un'opportunità politica
di portata storica. D'accordo, va anche bene cosi. Ma ora qualcuno ci dovrà pur
spiegare perché le regole del libero mercato possono essere sospese per
agevolare la risoluzione della crisi Alitalia, si
possono violare per arginare la crisi delle banche, si potranno domani ignorare
per dare sostegni all'industria automobilistica e poi magari ad imprese d'altri
settori; gli aiuti di Stato non sono più un'eccezione ma la regola, ove necessario
per superare crisi e difficoltà è giusto e sacrosanto sforare i tetti della
spesa pubblica e ignorare le regole europee (che, è opinione non di ieri di
Tremonti, vanno assolutamente riviste, cosi come vanno cambiate le regole di
Basilea due appena introdotte). Ebbene in questo nuovo contesto generale di
rivoluzione culturale, dove il mercato non è più libero e sovrano ma assistito
e diretto, perché solo nel Mezzogiorno il nuovo principio non vale? Perché per
arginare il gap crescente (ed al suo apice storico) tra regioni settentrionali
e meridionali non si può ricorrere ad interventi straordinari, con nuove forme
d'aiuti in termini di contributi a fondo perduto e/o di fiscalità di vantaggio?
Perché solo qui, nel Mezzogiorno, vanno assolutamente rispettate le norme
europee che impediscono ogni sia pur minima turbativa delle regole teoriche del
libero mercato? C'è qualcuno che, alla luce di quanto sta accadendo, vuole dare
risposta a queste domande? Non siamo assolutamente tra quelli convinti che occorre
ritornare al passato, con forme d'assistenzialismo corpose, né siamo tra quelli
convinti che sia ineccepibile il nuovo corso governativo di dirigismo
statalista. E tuttavia siamo però dell'opinione netta che, individuato un
"modus operandi", occorre poi agire secondo equità, e quindi quello
che vale nel mercato delle auto e nel mercato finanziario non può non valere
nel mercato della concorrenza tra i diversi territori geografici. Se la nuova
filosofia è che l'intervento dello Stato è necessario quando si tratta di
evitare crisi drammatiche per l'impatto sul tessuto sociale ed economico,
allora questa filosofia va applicata anche per risolvere la crisi del
Mezzogiorno. Magari inventando nuove forme d'intervento; di certo senza
ritornare all'assistenzialismo vecchio stampo. Qualcosa però va fatto anche qui
e subito. Se lo Stato interviene per salvare l'Alitalia,
le banche e le industrie automobilistiche, con interessi prevalentemente
settentrionali, intervenga allora anche per salvare quel che resta dell'apparato
produttivo del Mezzogiorno. Se dev'essere punto e a capo, se devono cadere i
tabù, cada allora anche il tabù che il Mezzogiorno non può più essere aiutato.
( da "Unita, L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Di Laura Matteucci /
Milano "Ma lei lo sa quant'è grande il Circo Massimo? Lo deve sapere per
forza, è stato anche sindaco di Roma...". Veltroni sa bene di aver scelto
un posto "gigantesco", e anzi lo rivendica come "una bella
sfida" perchè "l'opposizione si fa nelle piazze e non in
televisione". La tv - ieri Walter Veltroni era ospite di Fabio Fazio a
"Che tempo che fa", Rai 3 - resta un bel veicolo per ricordarlo:
Circo Massimo, 25 ottobre, sabato prossimo, per la manifestazione del Pd contro
il governo arrogante" delle destre. Opposizione in piazza, fermo restando
che l'alleanza istituzionale con Di Pietro e l'Italia dei Valori è finita, e non
da oggi. E che "chi dei due è venuto meno all'impegno non siamo noi".
Un punto sul quale il leader del Pd è secco e categorico come mai prima:
"L'alleanza c'è stata - dice - perchè Di Pietro ha sottoscritto un
programma con prospettive di convergenza, ma quando si è reso conto che aveva
il seguito necessario per andare da solo è venuto da noi e ha stracciato
l'impegno. Noi abbiamo una capacità d'integrazione culturale come
centrosinistra dalla quale Di Pietro è molto lontano". È da quando Idv ha
formato il suo gruppo parlamentare, insomma, che il patto si è rotto. Non si fa
mancare l'immediata replica di Di Pietro: "Il buon Veltroni si attacca
agli specchi per cercare di giustificare una opposizione che in questi mesi c'è
stata poco o per niente". Poi: "Contrariamente a quanto ha affermato
avventatamente Veltroni - continua il leader di IdV - noi non abbiamo rotto
alcun patto, tanto è vero che stiamo per affrontare, insieme al Pd, le
imminenti elezioni in Trentino e speriamo anche in Abruzzo". Questo, in effetti,
era stato ricordato anche da Veltroni, ma forse a Di Pietro non è stato
riferito."Altra cosa è far parte dello stesso gruppo parlamentare - dice
ancora Di Pietro - un percorso improponibile". La spiegazione è lunga, il
cahiér des dolèances è noto: dal Pd "collaborazionista" al fatto che
sia "fuori luogo" la sua "pretesa di inglobare l'Italia dei
Valori" come pure "la richiesta di procedere a una fusione".
Dalla poltrona degli studi Rai di Milano per la puntata domenicale di "Che
tempo che fa", Veltroni intervistato da Fazio è chiaro anche su un altro
punto: "La laicità dello Stato non è in discussione". La domanda era
semplice ed enorme: partendo dal caso di Eluana Englaro, la donna in coma da 16
anni, se e come fosse possibile far convivere l'anima laica e quella cattolica
del Pd. "Devono riuscire a coesistere - risponde Veltroni - Una cosa è la
coscienza, un'altra le istituzioni. Noi stiamo arrivando ad una proposta sul
testamento biologico, che rappresenta un punto di sintesi. Tutto però deve
partire dalla laicità dello Stato". E dalla massima libertà di coscienza:
"Sarebbe un sistema autoritario quello che dicesse a una persona di
mettere la coscienza nel cassetto. Sulle grandi questioni come la vita e la
morte anch'io vado alla ricerca di risposte. È lo Stato però che deve decidere
le proprie leggi senza interferenze esterne". L'impressione è quella che
Veltroni abbia molta voglia di togliersi parecchi sassolini dalla scarpa e poca
di "collaborare", per riprendere Di Pietro: "È particolare
l'accanimento nei confronti del Pd. Ma qualcuno si chiede mai come vengano
scelti i sindaci del centrodestra, perchè alcuni dei loro partiti non facciano
un congresso da anni?". Le stoccate finali sono tutte per il centrodestra
e per un governo che, nonostante l'Italia fosse entrata in una seria crisi - di
produzione industriale, di lavoro, di reddito disponibile e quindi di consumi -
ben prima dell'ultima bufera finanziaria, "si è occupato di giustizia, ma
non di questi temi". Nè con la manovra economica, dice Veltroni, e nemmeno con la partita Alitalia che, se fosse stata chiusa con l'accordo con AirFrance, avrebbe
"liberato" 1 miliardo e mezzo, oggi investito a ripianare i debiti,
per sostenere i redditi più deboli. Altra ferita aperta, quella della scuola
che il ministro Gelmini intende migliorare partendo con 8 miliardi di tagli
("non è possibile in un paese come l'Italia") e con
l'introduzione delle classi differenziate per i bambini immigrati. Il pericolo
non è solo specifico, riguarda l'intero sistema democratico: "Sono tutti
slittamenti della democrazia che alla fine, sommati, ci faranno ritrovare in un
altro sistema, un sistema autoritario". Perchè da parte della maggioranza
"c'è un fastidio per tutto ciò che non rappresenta il consenso, per
l'opposizione, per i sindacati, per i giornalisti e per l'Europa. Chiunque non
è in questa bolla del pensiero unico è malvisto". E se il governo, almeno
nei sondaggi, sembra godere di un consenso di ferro, è per la sua
"gigantesca capacità di fare i fuochi d'artificio", di
"esercitare il controllo sui mezzi di comunicazione", di alimentare
una diffusa, generica paura. È anche per un "clima internazionale finora
favorevole alle destre". Ma, almeno questo è ormai questione di giorni,
potrebbe cambiare radicalmente con la vittoria negli Stati Uniti di Obama.
( da "Unita, L'" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Mussi: "È la
strage dei ricercatori perderanno il posto a migliaia" di Maristella
Iervasi / Roma Anche Fabio Mussi come ministro dell'Università è stato
contestato dagli studenti. Ma è con la Gelmini che la Pantera è tornata in
libertà, a "ruggire" rabbiosamente in tutti gli Atenei italiani. La
ministra di Forza Italia in compagnia del duo Tremonti-Brunetta ha messo
letteralmente la ricerca "in mutande" - come recita lo slogan del
movimento anti-Gelmini. E Mussi ne svela i retroscena. "Il ministro ha
detto che l'Università rischia la fine di Alitalia? Lo dice - sottolinea
l'esponente di Sinistra democratica - per nascondere altri fatti ancor più
gravi: la liquidazione di un'intera generazione di ricercatori. È in atto un
olocausto di migliaia e migliaia di persone". I ricercatori in Italia sono
circa 70mila tra pubblico e privato. E oltre la metà di questi è
precario. In tutti i campi: dalla ricerca medica e farmacologica all'Aids; dal
campo sociologio a quello chimico e matematico. Il decreto 133 non solo ha
ridotto il turn over del 20% e ha tagliato con l'accetta il finanziamento
pubblico di un miliardo e mezzo ma ha anche "chiuso" il rubinetto già
risicato delle stabilizzazioni e ha scritto la parola fine sui contratti
flessibili. Risultato: "Stiamo perdendo la meglio gioventù - sottolinea
Mussi -. E francamente non so proprio come potrà continuare a reggersi la
nostra ricerca scientifica in queste condizioni. Nonostante i bassi
investimenti finora si erano mantenuti livelli d'eccellenza, ma adesso...
Addirittura i finanziamenti specifici per enti di ricerca sono stati trasferiti
pari pari sull'operazione Ici. Che disastro!". Andiamo con ordine e
leggiamo per benino il contestatissimo 133. L'articolo 49 del decreto norma il
lavoro flessibile nelle pubbliche amministrazioni. Di fatto è stato scritto ex
novo per sostituire l'art.36 del decreto 165 del 2001, quello che introduceva
il lavoro atipico ed estendeva quello flessibile in tutte le amministrazioni
pubbliche. La "correzione" di questo norma stabilisce che le pubbliche
amministrazioni "non possono ricorrere all'utilizzo del medesimo
lavoratore" nell'arco di un quinquennio. "Il che vuol dire - precisa
Mussi - che i precari di tutti gli ambiti lavorativi restano a spasso. Non
possono più essere impiegati come lavoratori flessibili e non verranno neppure
stabilizzati". L'ultima Finanziaria Prodi conteneva una regola analoga ma
consentiva per l'Università e la ricerca delle eccezioni. Ad esempio: se i
contratti attingevano da fondi europei o per aree sottosviluppate si potevano
rinnovare. La legge di bilancio 2007, all'articolo 519, consentiva inoltre la
stabilizzazione di un certo numero di precari nelle pubbliche amministrazioni o
il finanziamento per un piano straordinario di assunzione di ricercatori nelle
Università ed enti di ricerca. Ed infine era stato istituito un fondo di 20-40
e 80 milioni di euro in 3 anni per l'Università e la ricerca. Le Università
potevano quindi indire bandi di concorso per nuove assunzioni, circa 4mila. In
pratica, Stato e gli Atenei co-finanziavano i posti. "Un regolamento
innovativo - sottolinea l'esponente di Sinistra democratica -, ma la bocciatura
della Corte dei Conti arrivò a crisi di governo aperta...". Il governo
Prodi aumentò lievemente anche i fondi ordinari. "Da ministro mi battei in
maniera furibonda, - ricorda Mussi, tuttavia un aumento ci fu.". Tutto
questo oggi con trio Tremonti-Gelmini-Brunetta è letteralmente sparito. Niente
più norme per le stabilizzazioni dei precari, i contratti flessibili non si
possono rinnovare per legge, la scure Tremonti si è abbattuta oltre che sulla
scuola anche sugli Atenei, tagliando un miliardo e mezzo nei prossimi 3 anni.
"Per migliaia e migliaia di giovani ricercatori precari - precisa Mussi -
non c'è alcuna aspettativa di un futuro: è stato messo uno stop al rinnovo dei
contratti a tempo determinato o flessibile. E per queste persone non c'è alcuna
possibilità di concorso". Tanti i quesiti aperti. "Che fine hanno
fatto i soldi del fondo per i ricercatori che sono ancora a bilancio? si
domanda Mussi -. Perchè si è scelto di buttare fuori un'intera generazione di
giovani"?. E ancora: "Chi farà ricerca in Italia? I vecchi prof e i
neo laureati a gratis?". Per l'Università e la ricerca, pubblica e
privata, l'Italia spende meno del 2% del Pil. Lo Stato spende il 20-30% in meno
dei paesi europei, del Nord America e anche dell'Asia. Le imprese italiane in
ricerca e innovazione spendono mediamente meno della metà delle loro consorelle
europee. Nonostante tutto i nostri ricercatori a livello internazionale sono
valutati terzi al mondo per produttività procapite. Insomma, fino ad oggi
l'Italia spende una miseria (è 32esima nella classifica mondiale per formazione
superiore e ricerca) e tuttavia ottiene risultati brillanti. La politica del
centrodestra sembra voler chiudere le porte del futuro.
( da "Riformista, Il" del 20-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Intervento pubblico per
sostenere Ing. Il governo olandese salverà l'istituto bancario famoso in Italia
per il Conto arancio, la rete di sportelli telematici che offre alti
rendimenti.Il titolo è crollato in Borsa venerdì dopo l'annuncio di una
probabile perdita da 500 milioni di euro nel terzo trimestre. Fino a poche
settimane fa sembrava una delle istituzioni più solide, di quelle con qualche
possibilità di sopravvivere alla crisi, rientra ancora tra le prime 20
istituzioni finanziarie del mondo e di recente aveva acquistato la gestione di
180 mila conti correnti da una banca islandese fallita. Invece ieri sera la
direzione dell'istituto ha raggiunto un accordo con il ministero dell'Economia
e con la Banca centrale olanderse. L'Olanda ha a disposizione 20 miliardi di
euro per salvare le banche in difficoltà, secondo le stime degli analisti a Ing
ne servirebbero almeno 12. Il governo sarebbe pronto a immeterne soltanto 9. La
divisione italiana del gruppo Ing Direct doveva presentare domani un nuovo
servizio, il Conto corrente arancio, da affiancare a quello di risparmio, ma la
pubblicità è subito sparita dal sito Internet della compagnia, dove però si può
ancora vedere un articolo del Corriere della Sera, del primo ottobre, che
rassicura sull'affidabilità di Ing. Frattini, fondi stranieri solo se sicuri.
Da Abu Dhabi il ministro degli Esteri, Franco Frattini, lancia la nuova linea
del governo in tema di fondi sovrani: sì agli investimenti esteri, ma solo se
sicuri. Il comitato strategico Tesoro-Farnesina, avrà il compito di verificare
l'affidabilità e la trasparenza. Una risposta, dunque, all'allarme lanciato
qualche giorno fa dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Petrolio,
opec e tagli. No comment dell'Arabia Saudita sull'ipotesi di un taglio della
produzione del petrolio che dovrebbe essere deciso dall'Opec (il cartello dei
paesi produttori) nel vertice straordinario di Vienna in programma per venerdì
prossimo. Considerato il fatto che il prezzo del greggio è crollato di oltre il
50% in tre mesi, c'è interesse sul pronunciamento del cartello, alla luce del
fatto che la crisi finanziaria mondiale potrebbe erodere ulteriormente la
domanda globale di petrolio. E se l'Arabia Saudita, leader del cartello, non si
pronuncia, la possibilità di un taglio alla produzione è stata invece ben
accolta dal Ministro iraniano del Petrolio, Gholam Hossein Nozari, secondo cui
è l'unico modo per non far crollare ulteriormente il prezzo. Per il presidente
venezuelano Chavez il prezzo a 80-90 dollari è accettabile. Benzina meno
cara.Il costo del carburante, da oggi, dovrebbe scendere e toccare il minimo
del 2008. L'annuncio è arrivato dal garante dei prezzi, Antonio Lirosi, che ha
comunque fatto notare come questo non voglia dire che il prezzo sia basso. C'è
spazio, secondo Lirosi, per altre riduzioni. Cgia, più soldi alle imprese.La
crisi dei mercati come opportunità per le imprese. Un paradosso? Per la Cgia di
Mestre non lo è affatto. "Grazie alla grande massa di liquidità introdotta
in queste ultime settimane - spiegano dall'associazione - le banche italiane
non hanno più nessun alibi. Devono assolutamente agevolare l'accesso al credito
e quindi sono nelle condizioni ottimali per venire incontro alle esigenze di
molte imprese in difficoltà". Difficoltà dovute "non tanto agli effetti
disastrosi della tecno-finanza statunitense, ma alla crisi della domanda
interna e al forte aumento delle tasse negli ultimi anni". Cai, Lufthansa
vede i confederali. Quale sarà il partner estero della
nuova Alitalia? Tra i nomi
più accreditati Airfrance e Lufthansa ma da settimane nulla trapela dai vertici
della Cai (Compagnia aerea italiana). Un piccolo segnale arriva però dal
vertice previsto mercoledì tra i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e i manager di
Lufthansa. L'appuntamento è in mattinata, a Roma, nella sede
dell'ambasciata tedesca. La compagnia tedesca illustrerà ai sindacati il piano
d'alleanza con Cai. Lunedì invece riprendono le trattative per la stesura dei
nuovi contratti di assunzione. Spesa troppo cara. In tempi di vacche magre,
tutto è utile se fa risparmiare. Una soluzione la propone la Coldiretti insieme
alle associazioni dei consumatori: sono i farmers markets, vale a dire i
mercati di campagna dove è possibile comprare direttamente dagli agricoltori,
accorciando la filiera e dunque risparmiando. "Almeno il 30 per cento sul
prezzo medio di vendita indicato dal ministero delle politiche agricole e
forestali" spiegano dalla Coldiretti. I mercati sono per ora un centinaio,
distribuiti in diverse zone di Italia. 20/10/2008.
( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Pagina VII - Firenze
"Treni migliori o non paghiamo un euro" Conti contro governo e ferrovie:
accordo o sarà il disastro Preoccupano gli aumenti che Trenitalia ha chiesto
alle Regioni L'assessore teme per l'impatto dell'alta velocità sui pendolari
"IL tavolo della discussione a tre è aperto: governo, Regioni, ferrovie.
Se non troveremo un accordo sarà un disastro. L'incrocio tra l' impatto sui
treni pendolari dell'alta velocità e la richiesta di aumento dei costi per i
servizi regionali da parte delle ferrovie potrebbe essere esiziale. La Toscana
è pronta anche a pagare, solo però per un servizio migliore. Non darà un euro
di più se le cose restano uguali. Le ferrovie devono contrattare. Ma la chiave
sta nel governo che deve investire sul trasporto pubblico locale e dare a
questo scopo risorse alle Regioni". L'assessore ai trasporti regionali Riccardo
Conti spera nel tavolo. Altrimenti anche in Toscana, "dove pure abbiamo
conquistato servizi come memorario", il trasporto pendolare rischia di
andare a gambe all'aria. "Nel momento in cui prende il via l'alta velocità
il passo avanti non deve trasformarsi in un passo indietro", dichiara
l'assessore. Conti apre la battaglia mentre sta distribuendo i volantini del Pd
che rivendicano maggiore attenzione del governo al trasporto pubblico locale ai
pendolari della stazione di Santa Maria Novella. E' lì, ieri mattina dalle
sette, insieme al ministro ombra all'ambiente del Pd, Ermete Realacci, il
presidente della commissione ambiente in Regione Erasmo D'Angelis, il
presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi e altri dirigenti e militanti Pd.
"Conti ha un bel coraggio - commenta il consigliere regionale di Fi
Dinelli - Dal 2000 i treni toscani sono di competenza regionale, i disservizi
non sono cero colpa del governo". L'allarme alta velocità, quando dal 14
dicembre partirà la Roma-Milano, è già stato lanciato: treni regionali e
Intercity tagliati, treni pendolari sulla linea
Firenze-Valdarno-Arezzo-Chiusi-Roma trasferiti sulla linea lenta perché la
direttissima sarà ingombrata, nuovi Eurostar che salteranno Firenze. Queste le
fosche previsioni che Conti cerca di mitigare: "Discuteremo al tavolo una
soluzione che attenui l'impatto dei treni super veloci". Eppure non nega
che "un qualche terremoto inevitabilmente ci sarà", tranne, sostiene,
quello di alcuni Eurostar che non fermeranno a Firenze: "Ne avremo comunque
abbastanza, non siamo così provinciali da negare che possano esserci anche dei
treni diretti Roma-Milano". Quello che però lo preoccupa i più sono le
richieste di aumenti fatte da Trenitalia per i "servizi universali",
ovvero non "di mercato" e redditizi come l'alta velocità, ma
sovvenzionati dallo Stato come necessari ai cittadini: treni regionali,
pendolari, Intercity. "Trenitalia chiede alle Regioni, per questi servizi
che chiama a catalogo, aumenti dal 30 al 50%", dice Conti che esibisce le
cifre. Le spese di previsione della Regione sono di 205 milioni per i treni
regionali nel 2009, 212 milioni nel 2010 e altri 212 nel 2011. Trenitalia vuole
271 milioni il primo anno, 293 il secondo e 298 il terzo. La Toscana pagherebbe
66 milioni in più nel 2009, 81 nel 2010, 86 nel 2011 che diventerebbero, se la
Finanzairia metterà le stesse risorse del 2008, 30, 45 e 50 milioni in più.
Potrebbe essere un problema che mette a repentaglio servizi che i pendolari
lamentano ancora insufficienti. "Trenitalia, sottocapitalizzata com'è, minaccia di finire come Alitalia - riconosce Conti - Ma il diktat è inaccettabile. Con i clienti
si contratta. Noi siamo disponibili a pagare, ma solo in cambio di un aumento
di servizio. Vogliamo sconti perché abbiamo già comprato treni nuovi con
risorse regionali, non intendiamo pagare di più per i treni vecchi, pagheremo a
catalogo solo i nuovi che arriveranno". Dopodichè si apre il
contenzioso con il governo. "La Toscana può anticipare le risorse, ma poi
il governo deve aumentare gli investimenti per il trasporto pubblico locale e
trasferire queste risorse direttamente alle Regioni, non più a Trenitalia. Se
Matteoli, che è sempre stato sensibile ai problemi toscani, vuole aiuto con
Tremonti ce lo chieda, glielo daremo". (i.c.).
( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Alitalia, si stringe sul partner estero
Domani sindacati da Lufthansa e Air France da Colaninno. Giallo sulla fiducia I
francesi aprono su Malpensa: "Fiumicino non è più una priorità" LUCIO
CILLIS ROMA - Cai stringe sul partner estero. Domani i sindacati vedranno
Lufthansa mentre la compagnia guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli
incontrerà a Roma i vertici di Air France-Klm. L'agenda di Cai è quindi
fitta di appuntamenti: tra il 28 e il 31 ottobre i soci daranno il via libera
all'operazione ed entro il 15 novembre salterà fuori il nome del partner.
Domani a Roma, ci sarà un incontro tecnico con i manager di Air France-Klm, nel
corso del quale i vertici di Compagnia aerea italiana illustreranno ai francesi
i possibili vantaggi finanziari ed industriali dell'operazione. Lo stesso menu
verrà proposto la prossima settimana a Lufthansa e British. Al termine di
questo ultimo giro di incontri Colaninno e Sabelli chiuderanno sul partner
straniero con cui sarà portata avanti la trattativa finale. Il nome sarà
svelato a metà novembre. A Parigi, però, il dossier Alitalia
è sempre in cima alla lista delle operazioni da chiudere a breve. Il gruppo
franco-olandese, sta soffrendo il pressing "duro" di Lufthansa e i
messaggi che partono da Parigi tendono a rassicurare il mondo politico:
"L'idea di un hub forte a Fiumicino non è più centrale - spiegano a
Repubblica fonti vicine ad Air France - e la scelta sul dove posizionare i voli
di lungo raggio spetta unicamente a Cai. L'ingresso nel nuovo gruppo avverrà
senza spallate e senza alcuna forzatura sulle quote di ingresso nella nuova
compagnia", aggiungono le stesse fonti, cercando di mettere in luce il
differente approccio dei francesi - che si dicono più morbidi e rispettosi
dell'italianità del vettore - rispetto alla proposta di Lufthansa. Anche un
eventuale incontro con i sindacati non è escluso "se richiesto da
Cai". Resta però da sciogliere il nodo dei contratti di naviganti e
personale di terra. Un ostacolo che sta innervosendo Cai e che sta spaccando
per l'ennesima volta il fronte sindacale. Da una parte i piloti non intendono
condividere la discussione sul contratto dei comandanti con le altre sigle.
Dall'altra ci sono invece i confederali e l'Ugl che, sia pur con qualche
strappo, portano avanti il dialogo con Colaninno. I leader confederali, ieri
sera, hanno ribadito l'intenzione di chiudere la discussione "entro
ottobre". Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni spiega che la
discussione "è a buon punto". Sul nodo dei piloti, che chiedono di
avere incontri separati dai confederali, Bonanni aggiunge che "il problema
è risolto: tutti hanno il dovere e il diritto di far continuare il tavolo. I
comandanti devono imparare anche loro a stare insieme agli altri. Non c'è
l'esclusiva". L'accelerazione arriva nel giorno di un faccia a faccia tra
sindacati e commissario straordinario di Alitalia:
Augusto Fantozzi ha spiegato che la compagnia ha liquidità sufficiente fino al
1 dicembre mentre in cassa a fine agosto, secondo quanto comunicato in serata
dalla Magliana, c'erano 229 milioni di euro. E riprende oggi alla Camera, la
discussione sul decreto Alitalia che deve essere
convertito in legge entro lunedì. Un passaggio, prima del via libera conclusivo
in Senato, che si tinge di giallo: i capigruppo dell'opposizione hanno infatti
specificato che il governo non ha mai parlato del (ventilato) ricorso al voto
di fiducia. Oggi, quindi, si vota.
( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
L'intervista Achille
Zaghetti, ex pilota Alitalia "Quella volta che un super sigaro sfiorò il mio aereo"
Achille Zaghetti ha lasciato l'Alitalia e vuole godersi la pensione: non ha tanta voglia di rievocare il
suo avvistamento di un Ufo sui cieli britannici. Comandante Zaghetti, ci
racconta che cosa ha visto dal suo posto di pilotaggio? "è una cosa
vecchia, non credo che interessi nessuno... comunque, ho visto una specie di
sigaro, è passato poco lontano dal mio aereo. Con il mio copilota ne abbiamo
stimato la lunghezza in tre metri. Era color marrone militare. Era sera tardi,
forse le 8 o le 9, a quell'ora c'è ancora luce in quota ma a terra è già
buio". Poteva essere un pallone aerostatico? "No, tutt'al più poteva
essere il serbatoio supplementare di un aereo di quelli che restano in volo 24
ore su 24 per motivi di sicurezza". Ma allora stava cadendo? "Magari
si è realizzato lo stesso effetto di chi guarda del treno: un oggetto in caduta
sembra fermo, visto da un aereo che scende più veloce". I controllori di
volo l'hanno visto? "Sì, stavano seguendo un volo della British che
scendeva davanti a me. Hanno parlato di un non-target sconosciuto. Poi però
hanno fatto come le tre scimmiette, non vedo-non sento-non parlo". Era un
tratto particolare? "Ero nel tratto Abbeville-Biggin, dove si può volare
solo sopra i 7000 piedi, perché a terra c'è una fabbrica di missili". Il
suo avvistamento ha avuto altri seguiti? "Mi ha contattato un alto
ufficiale del centro antiterrorismo, per vedere che tipo ero". Volevano
chiederle silenzio o verificare se lei era un mitomane? "Mitomane no, per
fortuna c'era anche l'altro pilota. E facevamo visite mediche ogni 6 mesi. Alla
fine hanno considerato quella cosa come Ufo in senso stretto, cioè "Oggetto
volante non identificato"". Ma lei, dentro di sé , come si spiega
quello che ha visto? "è come chiedere a Schumacher di rivivere l'urto
contro un guard-rail. è successo nel '91, oggi l'ho rimosso. Certo, poteva
essere un terribile incidente. Se si vola a 700 chilometri orari, urtare un
oggetto di un chilo è come urtarne uno di 700. Invece, grazie a Dio, ho finito
la carriera in piedi". (g.cad.).
( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
La Difesa inglese
rende pubblici gli archivi E spunta anche la denuncia di un pilota italiano
"Ho visto un Ufo" il cielo di Londra non ha più segreti Ce n'è per
tutti: dall'alieno nel giardino di casa all'oggetto incontrato in volo ENRICO
FRANCESCHINI LONDRA dal nostro corrispondente Un pilota militare americano
pronto a sparare una raffica di razzi contro un disco volante. Un pilota civile
italiano che evita di poco una collisione con un "oggetto volante non
identificato". Un uomo che afferma di avere visto scendere due
extraterrestri da un'astronave atterrata nel giardino di casa sua, uno dei quali
dice all'altro, in inglese: "Catturiamo quel terrestre". Una donna
che sostiene di essere una extraterrestre proveniente dal pianeta Sirio. E così
via. Incontri ravvicinati di tipo intermedio, riportati in documenti top secret
negli archivi del ministero della Difesa britannico, e resi pubblici per la
prima volta ora a Londra. Sono una ventina di casi, coprono il periodo fino al
1992, riguardano solo il Regno Unito. Esiste una qualche forma di vita su un
altro pianeta nell'universo? Gli scienziati non lo possono garantire con
certezza, ma ritengono che sia altamente probabile. Sono già venuti a farci
visita, gli abitanti di quel pianeta, ammesso che siano a uno stadio di
evoluzione e di tecnologia molto più avanzati del nostro, e possano dunque
attraversare il cosmo a piacimento alla velocità (più o meno) della luce? A
questo quesito il ministero della Difesa britannico non dà risposta,
limitandosi a registrare le segnalazioni di Ufo, acronimo, in inglese, di
"unidentified flying objects". Due caccia americani, di base in Gran
Bretagna, vengono inviati in cielo per incontrare e abbattere appunto un
oggetto volante non meglio identificato. E' il 1958. Il pilota inquadra nel suo
radar una figura che si muove in modo mai visto: un attimo è immobile, il
momento dopo si sposta a una velocità incredibile, stimata in 12 mila
chilometri orari. Riferisce alla base. Riceve l'ordine di sparare. Ha il dito
sul grilletto che scaricherebbe 24 razzi sull'oggetto. Sta per premere, quando
l'oggetto scompare. Tornato alla base, i superiori gli ordinano di non parlare
mai a nessuno dell'incidente. "Non lo dimenticherò mai", dice il
pilota, Milton Torres, oggi in pensione, 77enne, da Miami. Questo invece è
successo nel 1991. Il comandante Achille Zaghetti, alla
guida di un volo Alitalia,
sta per atterrare all'aeroporto londinese di Heathrow, quando nota qualche
centinaio di metri più in alto un oggetto misterioso. Spaventato, temendo una
collisione, grida al suo co-pilota: "Attenzione, attenzione!",
comunica l'avvistamento alla torre di controllo, che nota a sua volta l'oggetto
sui radar. Si pensa ad un missile, ma l'indagine dell'aeronautica
militare nega che vi fossero esercitazioni nell'area. Dunque non resta che
ringraziare per il mancato scontro e classificarlo come un Ufo. A proposito di
piloti: ieri a Heathrow ne è stato arrestato uno. Stava per decollare con un
volo per San Francisco, quando l'equipaggio s'è accorto che puzzava di alcol.
Al test è risultato ubriaco. Ma di Ufo, perlomeno, non pare che ne abbia visti.
( da "Repubblica, La" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
L'ex avvocato del premier
amareggiato con il Pdl. La telefonata con Berlusconi "I miei mi hanno
trattato male così vince il partito delle toghe" Il Cavaliere si è
giustificato: "Per me resti il candidato ideale, ma ho dovuto cedere"
LIANA MILELLA ROMA - Berlusconi lo ha chiamato alle sei e ha cercato di
indorargli la pillola: "Gaetano, la seconda persona più amareggiata dopo
di te sono io". Adulatore, come al solito: "Per me eri e resti il
candidato ideale, ma di fronte al Parlamento bloccato, ai
decreti che scadono come Alitalia, ho dovuto cedere". Fino a pochi secondi prima, solo, e
chiuso nella sua stanza da deputato che s'affaccia su piazza San Silvestro,
Pecorella aveva continuato a sperare. Non tanto di potercela fare, quanto,
almeno, in una "resistenza" serrata e onorevole del suo partito.
Quella sì, adesso, gli scalderebbe il cuore. Invece niente, mollato dopo due
votazioni, 441 e 411 voti ("Che non sono per niente da buttar via").
Delusione e rabbia profonde: "Sì, lo so che Berlusconi, fino all'ultimo,
dice di aver cercato di sostenermi, però... via, prima di gettarmi sulla
graticola qualcuno avrebbe anche potuto fare accordi più tassativi con
l'opposizione. Invece niente, alla prima voce su un indagine farsa mi hanno
scaricato". Veltroni meglio non parlargliene ("La sua? Un'operazione
squallida"). Della Finocchiaro ha finalmente aperto la lettera, era lì da
tre giorni, e l'ha pure chiamata al telefono. Ma il rapporto è compromesso.
Dice, tanto per dire, "siamo sempre vecchi amici". Poi mostra un
parere del Csm del 1994 da cui risulta chiaro che per gli alti giudici non
serve alcuna autorizzazione. "M'hanno immolato solo per liberarsi di
Orlando". Ma è soprattutto coi suoi che ce l'ha Pecorella. Con quei
"traditori" del Pdl. Con chi non ha "resistito".
"Vogliamo forse dimenticarci che per Filippo Mancuso si è andati avanti a
votare per una dozzina di volte? Incaponendosi per mesi e mesi? Lui che pure
aveva preso meno consensi di me nessuno voleva mollarlo. Si è andati allo
scontro a testa bassa". Per lui, invece, solo un comunicato, garbato per
carità ("Gliene do atto"), ma per chiedergli di mettersi da parte.
Per questo, anche se è costretto al passo indietro, Gaetano parla espressamente
di "manovre politiche", di "un'accelerazione innaturale".
Lui, per quel posto da penalista alla Corte, si ritiene tuttora il migliore, e
se la prende col "fuoco amico". Sulla scrivania ha i tabulati del
doppio voto di giovedì scorso. Se li rigira in mano, li chiosa: "Basta
leggerli, parlano chiaro. Soprattutto tra i nostri deputati c'è stato chi non
ha votato. Un'inequivocabile fronda interna che non vedeva di buon occhio la
mia cultura garantista". Non lo dice, ma Pecorella ce l'ha soprattutto con
quelli di An. è convinto che dalla loro parte sia arrivato il
"tradimento", perché gli ex fascisti non gli avrebbero mai perdonato
gli anni vissuti da avvocato dalla parte del Movimento studentesco.
"Traditori" da una parte, toghe "sciagurate" dall'altra. Il
"garantista" si scatena contro i pm di Brescia, la vera causa della
sua corsa stoppata. "Le scelte del Parlamento, per colpa del Pd, sono
state condizionate da un pm (quello di Brescia, ndr.) che manda un avviso di
garanzia, che tiene i processi appesi per anni, che distingue tra chi fa il
politico e chi no nello stesso processo, e così condiziona le scelte del
Parlamento". E qui Pecorella perde veramente le staffe: "Domani
(oggi, ndr.) depositerò a Milano la mia richiesta di archiviazione. Ma sono
rimasto otto mesi senza un giudice e per sei anni ho avuto la strada sbarrata
anche se nel frattempo, sul piano giudiziario, non è successo nulla". La
sua ira si chiude con un quesito: "Quando, tra pochissimo, tutto sarà
finito chi mi ripagherà per non essere andato alla Corte?".
( da "Opinione, L'" del 21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Mar, 21 Ott
2008 Edizione 224 del 21-10-2008 Alessandro Galiena guida la rivolta contro le
posizioni di Di Pietro Anche gli avvocati mollano il Pd: basta con il
giustizialismo di Dimitri Buffa La notizia dell'annunciato divorzio politico
tra Walter Veltroni e Tonino Di Pietro non commuove l'agguerrita pattuglia
degli avvocati romani che fanno riferimento al Partito Democratico, orfani
della sezione Mazzini dei Ds che era nota per la propria monotematicità sui
problemi della giustizia. La fronda, che rischia di allargarsi a molte altre ex
sezioni Ds, attualmente ribattezzate con poca fantasia dagli uomini immagine di
Walter come "circoli" del Pd, è guidata dall'avvocato Alessandro
Galiena, fratello della attrice Anna, che mercoledì scorso ha tenuto un
discorso durissimo sulla "non politica" di Veltroni e sulla
inconsistenza del Pd a Roma. "Non ci sono le sedi, non ci sono gli uomini,
non ci sono le tessere e manca pure il programma, ci sono solo i consiglieri al
look dell'ex sindaco di Roma che vivono nel loro mondo a parte e a noi che
vogliamo essere garantisti non ci ascolta nessuno". E allora siccome di
questi giorni fioccano "incomprensibili richieste di mobilitazione per
l'incomprensibile manifestazione del 25 ottobre", che saranno precedute da
un'altra manifestazione locale sulla sicurezza "altrettanto vaga",
gli avvocati romani cominciano a mettere paletti e a dettare condizioni:
"visto che non c'è il programma sulla giustizia e che quello del ministro
ombra Tenaglia è semplicemente improponibile per l'essere appunto schiacciato
sul forcaiolismo alla Di Pietro, vorrà dire che ce lo scriveremo da soli e poi
Veltroni ci dirà che ne pensa". Non basta: "a novembre ci hanno
chiesto una mobilitazione proprio per la giustizia... beh Veltroni non si
illuda di fagocitarci sul dipietrismo, del lodo Alfano in Italia non frega
niente a nessuno, ma della legge fallimentare ad esempio sì". Che vuol
dire tutto ciò? Che molti non hanno visto di buon occhio quella sparata contro
l'emendamento della maggioranza che voleva subordinare la dichiarazione dello
stato di insolvenza di manager e amministratori di grandi aziende all'eventuale
mancato accorso sulle procedure della amministrazione concordata ex legge
Marzano-Prodi. Come proprio il trucco scoperto dalla Gabanelli. "E sai che
scoperta ? spiegano gli avvocati in rivolta - ma perché mai un amministratore
che sta trattando con lo stato il non fallimento della propria azienda deve
invece essere dichiarato insolvente a prescindere e subire inutili conseguenze
penali e civili personali che poi rischiano di coinvolgere anche l'azienda? O
si fallisce o non si fallisce, la disciplina del concordato semplice, che è
molto simile, guarda caso va proprio in quella direzione". Come a dire:
perché quello che va bene per le piccole imprese e per le medi non può essere
esteso anche a quelle grandi? Perché l'ombrello offerto ad Alitalia non deve valere per tutti i
casi analoghi? Questa dunque è la pancia della ex sezione Mazzini, quasi tutta
composta da avvocati e giuristi di sinistra, che adesso si ritrova sballottata
in inutili riunioni para condominiali con improbabili coordinatori scelti da Veltroni
i quali, per dirla come un altro avvocato di quel giro, "non
capiscono un cavolo né di giustizia né di tutto il resto". Nei giorni
scorsi si è molto parlato del futuro processo post elezioni europee che
D'Alema, Marini e Fassino sono pronti a fare a Veltroni e allo stesso concetto
di Pd, che sembra ormai di fatto non esistere quasi più. Gli avvocati romani
non esitano a definirlo "un partito di plastica peggio di come era Forza
Italia all'inizio: democrazia interna zero, organizzazione sotto zero, uomini
che si prendono responsabilità ancora peggio". Il vero problema per
Veltroni, quindi, è che in attesa del processo politico che seguirà la
prevedibile futura disfatta elettorale ne potrebbe subire un altro tutto
dall'interno che partirà proprio da Roma. La città dove lo scontento si taglia
con il coltello. E il settore giustizia, dopo l'abbraccio mortale del Pd con Di
Pietro e quello con il ministro ombra, nonché ennesimo ex magistrato transitato
in politica con gli ex comunisti, Lanfranco Tenaglia, è sicuramente quello più
in fermento.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 212
caso tirrenia Ieri primo viaggio da Olbia Diecimila sardi gratis in nave: la
protesta di Moby Caso tirrenia. Ieri primo viaggio da Olbia --> I primi
tremila sardi con biglietto di protesta offerto dalla Moby lines sono partiti
ieri, altri settemila lo faranno tra oggi e domani mentre la raccolta di firme,
prima ancora che la campagna partisse sul serio, ha già ottomila adesioni.
L'armatore Vincenzo Onorato ieri a Olbia, a bordo della sua Moby Freedom, ha
rilanciato la campagna contro i contributi di Stato alla Tirrenia e a favore
della continuità territoriale sui mari della Sardegna. ONORATO "Noi
chiediamo una gara internazionale, aperta a tutti i vettori europei, così come
prevedono le normative Ue, - ha ribadito Onorato - una gara che si basi sul
costo, sul numero di collegamenti e sulla qualità dei servizi. E che ovviamente
deve riguardare i porti dove c'è la necessità di un sostegno pubblico". Ad
Olbia dove il monopolio Tirrenia è ormai faccenda archiviata da molti anni, le
rotte si regolano su una concorrenza libera e spietata. "La Tirrenia che
prende i contributi per garantire le linee da Cagliari, per esempio, mette su
Cagliari, dove opera quasi in regime di monopolio, navi vecchie che coprono la
traversata in sedici ore e usa i mezzi migliori su Olbia dove è in concorrenza
con noi". In discussione non la validità della compagnia ma della
gestione. "Tirrenia è una realtà che ha bisogno di essere privatizzata e
rilanciata", ha spiegato Onorato: "Qui non c'è un
caso Alitalia, non c'è per
esempio un problema occupazionale perchè ci sono ampi margini - con una
gestione corretta - per incrementarla l'occupazione. I traghetti Tirrenia, non
a caso, hanno a bordo meno personale di noi". IL BILANCIO La Moby lines ha
registrato quest'anno ottimi risultati in Sardegna (due milioni e mezzo di
passeggeri, +1%) con un incremento di 22mila unità, nonostante fosse
stata messa in atto una razionalizzazione delle partenze. "Siamo davvero
soddisfatti di questi risultati che ci permettono ancora una volta di
confermare la nostra leadership verso questa destinazione", afferma Eliana
Marino, direttore commerciale: "La concorrenza era molto agguerrita.
Alcune compagnie, quest'anno, hanno infatti incrementato l'offerta per la
Sardegna, con l'introduzione, in totale, di ben tre navi in più in servizio.
Nonostante l'ingresso di questo nuovo naviglio concorrente, se escludiamo
l'incremento prodotto da Moby, il mercato è in leggera flessione". C.D.R.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Pagina 213
il caso Rischio caos sulla continuità Il caso --> Alta tensione sul fronte
della continuità territoriale. Giovedì è prevista la convocazione delle
compagnie (Meridiana, Eurofly, Air One, Air One CityLiner e
Alitalia) da parte di Enac
per la firma delle convenzioni sulle nuove rotte a tariffe scontate che
collegheranno la Sardegna con Roma-Fiumicino e Milano-Linate. Domani, invece, i
vettori potrebbero essere convocati dalla Regione per tentare di trovare un
accordo tra loro sui voli da effettuare a partire da domenica prossima,
data di avvio del nuovo regime di continuità. Altrimenti, sarà caos. Negli
ultimi giorni, infatti, le compagnie hanno avviato una battaglia a colpi di
nuovi voli, dopo aver saputo che tutte le proposte erano state accolte
dall'Enac. Se le cose restassero così, da domenica prossima potrebbero esserci
oltre 27 voli tra Cagliari e Roma (a cui vanno aggiunti quelli di ritorno) e
almeno dodici collegamenti per Milano. Eurofly, Meridiana e Air One si stanno
dando battaglia, incrementando l'offerta, ma in questo modo si rischia il caos
e un eccesso di offerta (insostenibile dal punto di vista dei profitti). A meno
che non si trovi un accordo oppure venga accolto il ricorso al Tar che
Meridiana ha preparato e dovrebbe depositare entro giovedì. Il che tornerebbe
comodo all'Enac e alla Regione, evitando loro una difficile mediazione. IL
RICORSO La compagnia sarda chiede ai giudici del Tar del Lazio di non ammettere
le proposte di Alitalia e Air One CityLiner, che
secondo Meridiana non avrebbero i requisiti richiesti dal ministero dei
Trasporti per garantire i voli da e per la Sardegna. L'intenzione di ricorrere
alla giustizia amministrativa, confermata ieri, era stata annunciata venerdì
scorso dalla compagnia dell'Aga Khan che ha annunciato, tra l'altro, anche
"tutte le azioni necessarie per un eventuale avvio della richiesta della
cassa integrazione per il personale della compagnia". Una decisione
assunta "in considerazione della attuale situazione sul mercato della
continuità territoriale in Sardegna, che rappresenta una quota di oltre il 40%
dell'attività di Meridiana". Da Olbia, infatti, non si fa mistero del
fatto che, mentre in Sardegna sbarcano le low cost grazie anche ad agevolazioni
pubbliche, l'unica compagnia sarda (che garantisce una consistente occupazione
nell'isola) sarebbe penalizzata dal cambiamento in corsa delle regole fissate
per partecipare alla gara sulla continuità territoriale. In particolare, nel
mirino di Meridiana c'è lo spostamento dei termini fissati inizialmente per la
presentazione delle fideiussioni necessarie a garantire la copertura delle
rotte. ( g. d. ).
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
21-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Prima Pagina Pagina 2
Il collasso della Finanza Il "cobrador" in frac è un segno dei tempi
Il collasso della Finanza di Giampaolo Mele --> di Giampaolo Mele Un
misterioso uomo in frac si aggira nelle strade di Madrid. Ma non è il
personaggio di una celebre canzone: è un signore in carne e ossa, stipendiato
dalle banche iberiche, per riscuotere i crediti dai clienti morosi. Altri suoi
colleghi sono invece camuffati da torero, e persino da Zorro. Piombano a casa,
in ufficio, in azienda, e mettono alla berlina, intimando pubblicamente:
"Pagate!". Viaggiano con una macchina variopinta e una temutissima
valigetta, dove campeggia la scritta: "riscossione morosi". Il
sistema funziona nel 70 per cento dei casi. L'agenzia di riscossione (che in
spagnolo si dice "cobro") più efficiente, ed antica, è appunto
"Il cobrador del frac": venti anni di esazioni grazie a 500
dipendenti, con frac di ordinanza. Ma anche quella di Zorro non scherza. Se ne
escogitano di tutti i colori, pur di raggranellare liquidità, mentre da Tokyo a
New York masse di miliardi si bruciano come fuscelli. Chi è veramente in grado
di prevedere cosa succederà domani? I guru - che dovrebbero spiegarci di che
morte economica potremmo perire - sono divisi. Insieme alla Borsa, crolla la
granitica certezza "scientifica" (non esente da presunzione
culturale) di potere prevedere tutto e il contrario di tutto. In questa piccola
aiuola chiamata Terra - tanto collegata globalmente quanto sempre più
imprevedibile - episodi "locali" possono fare tremare il mondo. Oggi
è successo grazie a un esercito di Mister Smith americani, tanto invisibili
quanto insolvibili. Chissà. La prossima crisi potrà dipendere da multinazionali
col turbante, o dalla finanza in salsa pechinese. Anche allora, una Efisia
Tocco avrà difficoltà, quasi sempre insormontabili, per il fido, indispensabile
per aprire il suo agognato negozio di scarpe. E nella "economia
reale" (traduci: la vita di tutti i giorni) i più deboli soffriranno di
più. Il tonfo dei colossi di Wall Street, richiama la condizione della sorte
umana, dei singoli e delle società, evocata nei canti e negli affreschi
medioevali: una giostra, dove tutto gira, senza un senso della vita e del
futuro. Macro sistemi possono disciogliersi come ghiaccio. Ma stavolta, nessuno
dei miliardari (in dollari) coinvolti nel crack morirà di
fame o si suiciderà (vi ricordate Cimoli, il manager dell'Alitalia, "liquidato" prima
del fallimento della sua azienda con 8, diconsi otto, milioni di euro?).
L'assenza di riferimenti etici di fondo riveste un suo peso enorme, in questo
marasma. Il Papa lo ricorda ad ogni piè sospinto, ma non c'è peggior sordo di
chi non vuol sentire. In ogni caso, non siamo di fronte all'Apocalisse.
Anche questa crisi non sarà eterna. La ruota continuerà a girare. Certo,
giganteggia, comprensibilmente, la paura di non disporre liquidità per comprare
latte e biscotti a fine mese. Ma, forse, non guastano paragoni con drammi ben
più colossali. Gli ebrei, ad esempio, hanno avuto la forza culturale, quasi
sovrumana, di fare autoironia persino sull'Olocausto. Quello sì, anticamera
dell'Apocalisse. Di fatto, la psicosi di disporre contante è reale. Nella terra
di Don Chisciotte le banche (artefici in gran parte di tutto questo caos) si
sono inventati esattori in frac. E in Italia? Funzionerebbe un personaggio
"cobrador", per convincere i debitori a pagare? L'ideale sarebbe
Totò. Lui, il grande principe De Curtis, superbamente indignato con chi abusa
disinvoltamente del danaro altrui: "E io pago!". Ma il problema
(dramma) è che oggi, in queste contingenze, non sempre si capisce chi paga per
chi. Ma cos'è questa crisi?.
( da "Giornale.it, Il" del 21-10-2008)
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N. 252 del
2008-10-21 pagina 0 Berlusconi: "Problemi non si risolvono in piazza"
di Redazione Parlando all'assemblea degli industriali riuniti a Napoli il
presidente del Consiglio lancia un affondo contro il Pd e la manifestazione
promossa da Veltroni per il 25 ottobre. Al presidente Lettieri: "Candidati
con noi per la Campania o per Napoli" Napoli - "Non si risolvono i
problemi andando in piazza contro non si sa che cosa o contro le riforme per
ammodernare il Paese. I problemi - dice Silvio Berlusconi all'assemblea
dall'Unione industriali di Napoli a Bagnoli - si risolvono solo in un modo, nel
nostro modo, lavorando tutte le ore, tutti i giorni, tutte le settimane".
Trovandosi a Napoli il premier non poteva evitare un accenno al tema spinoso
dei rifiuti: "Serve una legge con regole rigide e severe contro chi
deposita rifiuti per strada, contro chi imbratta i muri di Napoli e di tutte le
città d'Italia". Sul fronte delle tasse Berlusconi ha detto che "chi
paga imposte è aggredito da una pressione eccessiva che ci pone in vetta ai
contribuenti europei". Per questa ragione serve una "azione
decisissima di lotta" contro l'evasione fiscale e in questo senso
"crediamo - osserva il presidente del Consiglio - che il federalismo
fiscale sia un mezzo per poterlo fare". Evitare crisi economia reale
"Ora dobbiamo evitare che la crisi dei mercati finanziari si trasformi in
una crisi dell'economia reale. Dobbiamo evitare che gli effetti di quello che
sta accadendo possono arrivare sull'economia reale. Ecco perché la
precoccupazione maggiore del governo è quella di fare in modo che le banche
continuino a fare il loro lavoro". Lotta all'evasione fiscale "Chi
paga imposte è aggredito da una pressione eccessiva - ricorda il premier - che
ci pone in vetta ai contribuenti europei", per questa ragione serve una
"azione decisissima di lotta" contro l'evasione fiscale e in questo
senso "crediamo che il federalismo fiscale sia un mezzo per poterlo
fare". Quoziente familiare "Vogliamo andare avanti nella direzione di
una diminuzione della pressione fiscale, appena i conti pubblici ce lo
consentiranno" e come primo obiettivo, spiega il premier, c'è quello del
"quoziente familiare, che è la prima misura a cui vorrei arrivare". Alitalia non è stata svenduta
"Ricordate lo scherno con cui siamo stati accolti. Ora Alitalia è una realtà che ha scongiurato
il pericolo di una svendita ad Air France. Quindici, 16 impreditori, tra i
migliori in Italia, hanno accettato. Oggi la nostra compagnia di bandiera è una
realtà che non è stata svenduta". "Lettieri, candidati con
noi" "Il Pdl sarebbe fierissimo di avere Lettieri e i suoi giovani
operosi come nostra proposta alla guida delle prossime elezioni della Regione
Campania e, a vostra scelta, anche per la città di Napoli. Vi attendo alla
prova. Promessa pubblica è promessa mantenuta". Così Berlusconi si è
rivolto al presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, che
ha tenuto la sua relazione in occasione dell'assemblea dell'associazione. G8
allargato "Ormai è ufficiale, ho parlato con Bush: insieme con noi al G8
ci sarà anche l'India, la Cina, l'Egitto, il Sud Africa, il Messico, il
Brasile. Sarà un Super G8. Ad oggi - ha aggiunto - il G8 era rappresentato da
paesi che fanno il 50% dell'economia mondiale, vogliamo arrivare all'80%".
La replica di Veltroni Il leader del Pd, Walter Veltroni, replica al premier
Silvio Berlusconi sulla manifestazione del 25 ottobre. "è strepitoso -
osserva ironico l'ex sindaco di Roma ospite di Repubblica Tv - se non sbaglio è
lo stesso essere umano che due anni fa parlava da un palco in Piazza San
Giovanni nel corso di una manifestazione contro Prodi". "Se si
manifesta contro Prodi va bene, se contro Berlusconi non va bene. Allora
nessuno negò la legittimità della loro manifestazione perché la democrazia vuol
dire anche fare opposizione in piazza. L'hanno potuta fare loro, la faremo
anche noi, ma con altri toni e altre parole", ha sottolineato Veltroni. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il
partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il
ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma,
chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di
riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle
proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per
risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist
difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per
promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante
in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle
scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le
scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud
sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento
attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione,
nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è
aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter:
"Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) "
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amico 19Sep 08 Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La
drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a quella
Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente il
governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali (Cisl,
Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli applausi dei
lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano Paese. Se si
pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto no. per poi
dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la pensava
diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto un sondaggio:
a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo "copiato"
quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e confrontare, tenendo
conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si basa sul classico
campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti, mentre per il
54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo Berlusconi e per il 18%
è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il
circa il 20 % accusa il governo in carica (quello Prodi, su entrambi i siti è
"archiviato" e viaggia attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno?
Poche davvero, sui due siti raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci
mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di
guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare beneficenza). E i
lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?): colpe minori, per
molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei
lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del
Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario
Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie
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un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo
l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale.
Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca
la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro
dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità.
Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai
famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta
memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina
e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che
riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per
fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni
verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che
legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice
Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è
tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per
mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di
collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio
ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità
maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra
partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie
Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio
post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma
che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha
taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con
travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti
e neo qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a
logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che
al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai
Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei
prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza
Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci
sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano
affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra?
Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo
come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo,
parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione
normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd,
almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni,
confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo
Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che
segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte
dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto
di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro.
Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il
congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out
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Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure.
A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il
regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro.
Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e
volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio
Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era
tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e
Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli
psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della
politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i
soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la
notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo
(e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le
sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per
l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel
chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì
benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post
sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi
(leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono
loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione
dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su
"Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio
civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare"
Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo
tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a
Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i
sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare.
Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su
questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia",
qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio
per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile
finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08
Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio
mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza
Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì,
compagnia del teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a
soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato
improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio
grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo
per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina
da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e
Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro
Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso:
Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista
e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo
simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero:
sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi
Vendola no (entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti):
anche il governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice,
"è solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza
senza se e senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e
sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro
chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of
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Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul
bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e
Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura
Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la
Maginot elettorale del "dialogo" con il Pdl su cui si era attestato
il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano
il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red" (prototipo di partito. casomai
servisse, o correntone del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano,
almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle intercettazioni e della
giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma
con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si
allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo
dei girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a
prescindere. A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con
Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il
segretario del Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente
manifestazione con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che
mai. Intanto, passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a
caccia di voti di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia.
Insomma, risale sul bus per battere il Paese provincia per provincia. Come
annuncia in una lettera all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega
Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad
attraversare ogni provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare,
a capire e a spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani",
a cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante
Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
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daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro
protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non
sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.:
Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli,
come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le
notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti!
vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non
merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4
Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il
governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1
Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di
sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro
la riforma Tafferugli studenti-polizia a MilanoAosta, si schianta bus di tifosi
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Frigo eletto giudice Napolitano: posto fine a un grave ritardoLa difesa di
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il Pd non dice Walter neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati.
Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli
immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone
di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro
Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo,
avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma
della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte
alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere
i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende
la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere
a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in
Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole
secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole
del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai
livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale
- ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando)
e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La
democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel
Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto.
Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno
strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes,
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amico 19Sep 08 Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La
drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?):
colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno
colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei
lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di
Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in
Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post,
dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al
Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la
Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare
il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro
della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In
fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di
funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
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08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader
del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati.
Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini
per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per
concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non
italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede
dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare..
(basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per
come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia
collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto
nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la
sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco
arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce
l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al
Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova
occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra
riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente
"il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita
estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier
Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha
appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che
riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per
fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni
verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che
legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice
Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è
tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per
mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di
collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio
ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità
maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra
partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie
Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio
post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma
che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha
taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta
per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in
serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con
travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente
antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta
"a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo
qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a
logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che
al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai
Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei
prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza
Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci
sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano
affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra?
Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo
come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo,
parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione
normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd,
almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni,
confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo
Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che
segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte
dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto
di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro.
Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il
congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out
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Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure.
A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il
regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro.
Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e
volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio
Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto
già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e
Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli
psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della
politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i
soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la
notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo
(e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le sinistre",
quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per l'egemonia, che
sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel chiudere
definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì benissimo al
monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post sessantottina
rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi (leggi il commento
di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono loro ad essere
"processati" in piazza (nello stile della rivoluzione dei cento Fiori
maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su "Repubblica",
"addio politica allora, addio opposizione, addio civiltà e addio a
tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare" Berlusconi (dice).
ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro
che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici
hanno recitato con lui, in piazza, così come i sessantottini radical chic. se
questi sono valori. Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni
(definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto)
finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter
Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro.
Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il
Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della
politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani
conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm
leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni.
Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del
loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra
giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono
affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.).
E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà
con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E
Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo del
girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua
Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no
(entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il
governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è
solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e
senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav,
mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto
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questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine
compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni
si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino
da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi)
in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un
bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando
Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere
che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e
Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le
ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di
protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus
per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia,
ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare".
Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal
"popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato
fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella
speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri
problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la
"manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e rivendica che
l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un partito che vuole
mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata vocazione
all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come svolta: un
clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che Pierferdinando
Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una polizza sulla
vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi non
c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le cose
c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in Varie
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a un amico Post precedenti Chi sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un
toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
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Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA
mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto
leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive.
Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra.
L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore
questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si
possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la
riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati
Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle
"okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi
gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2
Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La
Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto.
Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro la
riforma Tafferugli studenti-polizia a MilanoAosta, si schianta bus di tifosi
della Juve: due morti, 26 feritiPalermo, uomo ucciso a sprangate in
stradaMilano, altro incidente fra tram: i feriti sono 15Corte Costituzionale,
Frigo eletto giudice Napolitano: posto fine a un grave ritardoLa difesa di Amanda:
"Uno solo il killer di Mez"Maroni: "Ritirare la patente ai
condannati per reati di droga"Palermo, arrestato nonno-boss: costringeva i
nipoti a spacciareIl governo: "Bevande alcoliche solo per chi ha compiuto
diciotto anni"Firenze: sette arresti per indagini illegali Blog amici Il
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dice Walter neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati.
Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli
immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa
qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni",
ormai diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al
venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro.
Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e
si "okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via
andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina,
assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un
docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di
nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi
clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come
sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra
meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve
della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco
degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa
loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o
presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono
insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare:
loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un
altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il
Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il
ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma,
chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di
riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle
proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per
risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist
difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello "di
avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel,
autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge:
"Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto
della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in particolare
nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a
creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in
Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole
secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole
del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai
livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale
- ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La
contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo?
Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di
Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 )
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questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i
risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare
dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella
sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e
per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO
leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA
ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out
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Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della
Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico
ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano
promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico,
ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come
fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi
qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati
e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al rispetto
di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli immigrati
regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per garantire,
come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le
ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai
bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze,
linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo
diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il
possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà
aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home
page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per
ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08
Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri
terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni
(definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto)
finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta
con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni
populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra.
Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a
chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi:
da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la
piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante
il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta
stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i
Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà
più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed
è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista,
finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno
di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è
cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia
D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla
Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza.
Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con
D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di
autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente
più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di
più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il
rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2,
sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti,
sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato
arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav
Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la
Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già
annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna,
Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in
fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra
(in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per
abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza
Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro
violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella
riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di
Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che
invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista,
giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per
Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul
"Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza
(nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive
Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora,
addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole
"impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta
della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza
dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in
piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non
resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo
Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di
"dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12
milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte
perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in
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post a un amico 04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a
sottrarsi all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello
ufficiale) in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i
girotondini saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in
scena la (solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati
da Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno
messo un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee
da imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti (
166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di
Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli
corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero
detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante
Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono
daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro
protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non
sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.:
Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli,
come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le
notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti!
vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non
merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4
Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il
governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1
Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di
sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro la
riforma Tafferugli studenti-polizia a MilanoAosta, si schianta bus di tifosi
della Juve: due morti, 26 feritiPalermo, uomo ucciso a sprangate in
stradaMilano, altro incidente fra tram: i feriti sono 15Corte Costituzionale,
Frigo eletto giudice Napolitano: posto fine a un grave ritardoLa difesa di
Amanda: "Uno solo il killer di Mez"Maroni: "Ritirare la patente
ai condannati per reati di droga"Palermo, arrestato nonno-boss:
costringeva i nipoti a spacciareIl governo: "Bevande alcoliche solo per
chi ha compiuto diciotto anni"Firenze: sette arresti per indagini illegali
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il Pd non dice Walter neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati.
Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli
immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa
qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica Girotondo attorno a Walter Tonino rispedisce
Veltroni sul bus. contrordine compagni Pagine About Disclaimer Filo diretto con
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è "okkupare".
Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più facile. E' durante le
okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra destinate a guidare le
masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non mancano i sindacati (la
scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella sfliza di baroni
universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai riuscita a
cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che continuano e
insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene che la
"livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto nelle
vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone di
Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro Gelmini,
contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo, avete letto o
ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma della scuola?
Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte alternative su
cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere i problemi
(che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le "okkupazioni". ECCO
COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende la riforma Il settimale
inglese dedica questa settimana un focus sulle modifiche in atto in Italia. Il
problema della scuola italiana è quello "di avere troppi e malpagati
insegnanti". È la valutazione di Roger Abravanel, autore di un libro
Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che aggiunge: "Il numero di
insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello più alto della media dei paesi
cse". Non solo. "L'educazione, in particolare nel Mezzogiorno, viene
spesso strumentalizzata dai politici per promuovere a creazione di nuovi posti
di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in Italia si studi più a lungo e
in classi più iccole, gli studenti delle scuole secondarie facciano peggio
rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole del Nord rientrano nella
media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai livelli dell'Uruguay e
della Thailandia". "Sebbene al momento attuale - ha affermato
l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia incentrato sui agli al
settore, il vero problema della scuola è la qualità che è ormai sparita.
L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli e puntando
contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una linea che
sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie Commenti
( 105 ) " (41 votes, average: 3.83 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso per
Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La
contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo?
Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di
Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 )
" (47 votes, average: 3.28 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i
risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono eloquenti,
mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del governo
Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62% dà la
colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare
dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella
sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e
per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO
leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA
ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out
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Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della
Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico
ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano
promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico,
ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come
fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi
qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati
e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così (è
giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute due
donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro
nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo
vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni
è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper
sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità
dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future
classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la
loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e
restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità sociale al
ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per
tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di
euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1
milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è
tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per
mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di
collegamento. Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio
ritorno il blog sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità
maggiore sulla home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra
partecipazione. Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie
Commenti ( 6 ) " (13 votes, average: 2.46 out of 5) Loading ... Il Blog di
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un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio
post di ieri terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma
che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha
taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta
con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni
populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra.
Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a
chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi:
da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la
piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante
il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta
stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i
Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà
più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed
è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista,
finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno
di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è
cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia
D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla
Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza.
Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con
D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di
autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente
più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di
più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il
rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2,
sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti,
sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato
arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav
Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la
Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già
annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna,
Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in
fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra
(in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per
abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza
Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro
violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella
riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di
Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che
invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista,
giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per
Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale").
Sono loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della
rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su
"Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio
civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare"
Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo
tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a
Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i
sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare.
Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su
questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire",
"faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li
ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna
guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208
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04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi
all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale)
in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini
saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la
(solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da
Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo
un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da
imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti (
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30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di
Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli
corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero
detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a Berlusconi
non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli. Stando così le
cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni Scritto in
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un toscano "adottato" da Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti
gli articoli di Alberto Taliani su ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50)
Ultime discussioni Antonio85: Sono daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA
mettere sul fronte della loro protesta i bambini con... killer: avrei voluto
leggere tutto ma io proprio non sopporto quelle "k" quando si scrive.
Ministro per... Stefano L.: Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra.
L'unica cosa è ignorarli, come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore
questo grande giornale da le notizie che meritano di essere diffuse, non si
possono... Damy: Salve tutti! vorrei sprecare solo 2e parole x la
riforma"Gelmini" più di tanto non merita ki ha... I più inviati
Sayed, primo risultato della mobilitazione internazionale: il senato afgano ha
ritirato la conferma della condanna a morte - 12 Emails Il rito delle
"okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4 Emails Pensioni, a chi
gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il "premier ombra" - 2
Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il governo del
"fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra". Dite la
vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails La
Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di sfratto.
Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro la
riforma Tafferugli studenti-polizia a MilanoAosta, si schianta bus di tifosi
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Frigo eletto giudice Napolitano: posto fine a un grave ritardoLa difesa di
Amanda: "Uno solo il killer di Mez"Maroni: "Ritirare la patente
ai condannati per reati di droga"Palermo, arrestato nonno-boss:
costringeva i nipoti a spacciareIl governo: "Bevande alcoliche solo per
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il Pd non dice Walter neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati.
Scuola, chi ha paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli
immigrati. e Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa
qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il
partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il
ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma,
chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di
riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle
proposte alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per
risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist
difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per
promuovere a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché,
nonostante in Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti
delle scuole secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni
caso le scuole del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del
Sud sono ai livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al
momento attuale - ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito
politico sia incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la
qualità che è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta
facendo tagli e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità.
Adesso è una linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos)
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questo post a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo
applauso per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista
Donadi: "Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e
interessante che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che
l'Italia di oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva
autoritaria. Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi
fondati sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della
sinistra (senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna
elettorale, aveva abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se
si preferisce siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché
Veltroni prepara il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la
Cgil di Epifani in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità
politica): scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi
Day del 25 ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo
di tutto perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la
leadership del Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì,
quello di sempre. Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle
elezioni Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non troppo
Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione svolto
con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio quando
sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una tregua.
Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La
contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo?
Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di
Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) "
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amico 19Sep 08 Alitalia,
abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La
drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della compagnia:
ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si tratta di fare
beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare dell'indotto?):
colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata, hanno
colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8% dei
lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di
Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in
Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes, average: 3.85 out of 5) Loading ... Il
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post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post,
dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale.
Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca
la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare il ministro
dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro della Sanità.
Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai
famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di funesta
memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
" (50 votes, average: 4.1 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto Taliani
© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep
08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli
immigrati. Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera,
Gianfranco Fini per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di
legge per concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini
"non italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non
richiede dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche
candidare.. (basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia,
insomma, per come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto
di voto sia collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana,
come è scritto nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta
(Cicchitto: la sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio
piacimento), un no secco arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più
ex del Pd, che introduce l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra,
dando un altro scossone al Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale
continua e coglie una nuova occasione per "picconare" la traballante
casa della sinistra riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce
impietosamente "il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista
applaude l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera
che il premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione
clandestina e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con
la Libia che riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno
libico per fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi
e dintorni verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più
che legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come
dice Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse
quello di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare
e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata
né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il
presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia
godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e
Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
" (32 votes, average: 3.16 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è
tempo di vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per
mantenere il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento.
Farò il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog
sarà aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla
home page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione.
Per ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) "
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2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08
Walter fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri
terminava così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni
(definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto)
finalmente invece di "dire", "faccia", qualcosa di
riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O
no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile finisca una
volta per tutte". Non amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto
che in serata Veltroni, dopo un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta
con travaglio e Grillo o con il Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e
rompere con Di Pietro dopo che il leader dell'Italia dei valori gli ha mandato
subito a dire: "Io non rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira
su il ponte levatoio del Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte
interno. Già, perché dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima
guerra civile (leggi l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure
su toni e contenuti diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e
in palio ci sono leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e
movimentisti, la "chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra
sparito dal parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per
ora, passi indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare
magno delle pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra
irriducibilmente antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel
voto di protesta "a prescindere" che ama i toni
populistico-giustizialisti e neo qualunquisti anche con venature di destra.
Tonino-capopopolo è riuscito a logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a
chiudere in un angolo il Pd (che al suo interno è diviso fra correnti e gruppi:
da "Red" di D'Alema ai Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la
piazza - e alla pattuglia dei prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante
il silenzio di Prodi su piazza Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta
stretta: sul fronte moderato ci sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i
Radicali che non la pensano affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà
più centro e meno sinistra? Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed
è solo all'inizio. Vedremo come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista,
finalmente. In fondo, parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno
di un'opposizione normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è
cambiato nel Pd, almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia
D'Alema-Veltroni, confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla
Camera sul Lodo Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza.
Apertura che segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con
D'Alema che parte dettare la linea al partito in cerca d'identità, di
autorevolezza e soprattutto di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente
più affidabili di Di Pietro. Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di
più quando si terrà il congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica La piazza è la stessa, il
rituale e le facce pure. A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2,
sequel del Girotondo 1, ma il regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti,
sostituito da Antonio Di Pietro. Il copione è lo stesso, anche se è stato
arricchito da una carica di odio e volgarità mai vista prima: così il No Cav
Day si è trasformato nel Turpiloquio Day. Vabbè, direte, con Grillo e la
Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era tutto già detto prima, già scritto, già
annunciato: il "Caimano" e Napolitano, il Papa e la Carfagna,
Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli psico-comici hanno recitato fino in
fondo la loro parte da avanspettacolo della politica, combattono la loro guerra
(in) civile fino in fondo e con loro i soliti noti che attaccano Berlusconi per
abbattere la sinistra. Già, perché la notizia vera è proprio questa: in piazza
Navona è andato in scena un capitolo (e non sarà l'ultimo) dello scontro
violento e trash "fra le sinistre", quella della piazza contro quella
riformista. Uno scontro per l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di
Veltroni e del Pd nel chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che
invece riuscì benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista,
giustizialista, post sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per
Veltroni e i suoi (leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul
"Giornale"). Sono loro ad essere "processati" in piazza
(nello stile della rivoluzione dei cento Fiori maoista). Così, come scrive
Filippo Ceccarelli su "Repubblica", "addio politica allora,
addio opposizione, addio civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole
"impallinare" Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta
della volontà di dialogo tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza
dagli attacchi a Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in
piazza, così come i sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non
resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo
Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire",
"faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li
ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna
guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208
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04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi
all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale)
in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini
saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la
(solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da
Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo
un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da
imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere) non
ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il regista
del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente piazza,
a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le "sinistre"
si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci
saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti ( 166 ) " (47
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 30Jun 08
Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di Pietro parla
(anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli corre dietro
(leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero detta la linea
al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del "dialogo" con il
Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni. E' bastato poco per cambiare
tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema lancia "Red"
(prototipo di partito. casomai servisse, o correntone del Pd che invece serve
subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di Pietro sul terreno delle
intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni combatte su due fronti
interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi toccherà a Rifondazione e agli
altri residui comunisti e si allinea ai giustizialisti dell'Idv (nel partito
c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei girotondi) in nome della nuova stagione
dell'anti berlusconismo a prescindere. A quando un bella convention o una
manifestazione di piazza con Beppe Grillo dimenticando Unipol, banche e
scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del Pd fa sapere che con Di
Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione con Tonino e Grillo. io
e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto, passate le ferie, Walter è
costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti di protesta) a riprendere
il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul bus per battere il Paese
provincia per provincia. Come annuncia in una lettera all'Unità . "Ora
voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore Padellaro- che da settembre
riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni provincia, ad andare in ogni
città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a spiegare". Interlocutori
saranno "tutti gli italiani", a cominciare dal "popolo del Pd,
dodici milioni di donne e uomini che ci hanno dato fiducia" fino "a
quanti hanno votato per l'attuale maggioranza nella speranza, nell'illusione
stanno scoprendo ora, di vedere risolti i propri problemi". Ma il tour
servirà, scrive Veltroni, anche a lanciare la "manifestazione che abbiamo
annunciato per l'autunno" e rivendica che l'opposizione del Pd sarà
condotta "come deve fare un partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria,
che non è mai stata vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire".
Non c'è male, come svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia
memoria. Tanto che Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo
avverte: Di Pietro è una polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è
questa l'alternativa a Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche
D'Alema e Rutelli. Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia
il comandante Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes,
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sono Sono il caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da
Indro Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono
daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro
protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non
sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.:
Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli,
come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le
notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti!
vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non
merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4
Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il
governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1
Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di
sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro
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neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia, abbiamo
"copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. Scuola, chi ha
paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e
Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa qualcosa di
riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli psico-comici della
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a
ottobre come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti
scendono in piazza per protestare. E si ripete il rito delle
"okkupazioni", ormai diventato come le "partenze
intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì corteo e weekend lungo, al lunedì
lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno tocca al ministro Gelmini, che è
in buona compagnia, si scioperò e si "okkupò" contro altri ministri:
Fioroni, Berlinguer, Moratti e via andando indietro con la memoria. Tanti anni
fa anch'io okkupai per una mattina, assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma
era febbraio, e da mesi mancava un docente. Arrivò se non ricordo male, fra
marzo e maggio. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Guai a toccare la
scuola. Non funziona? Ci sono sprechi clamorosi? Si studia molto spesso poco e
male? Avanti così, senza juicio, come sempre. L'importante è
"okkupare". Se poi il ministro è di centrodestra meglio, è più
facile. E' durante le okkupazioni che si formano le nuove leve della sinistra
destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a fianco degli studenti non
mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto cosa loro) e una bella
sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma vera o presunta è mai
riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci sono insegnanti che
continuano e insegnare e studenti che continuano a studiare: loro sanno bene
che la "livella ideologica" non funziona. E c'é un altro aspetto
nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che stride: il Pd, il partitone
di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd attacca il ministro
Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol fare ma, chiedo,
avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue proposte di riforma
della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia? Ha delle proposte
alternative su cui aprire un confronto convincente? Evidentemente per risolvere
i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi bastano le
"okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E l'Economist difende
la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un focus sulle
modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è quello
"di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di Roger
Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti), che
aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è quello
più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione, in
particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere
a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in
Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole
secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole
del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai
livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale
- ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si eliminano
certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra leadership e
struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di fatto, senza
regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità interna che
non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei due produce
buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd) critica la Cgil
che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale (sbagliando) e poi
affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria: "La democrazia
italiana è solida, non è la Russia.". La contrapposizione, nel Pd, ormai è
scoperta. Scontro o dialogo con il governo? Il dibattito è aperto. Leggi
l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di Walter: "Uno strappo al
contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 ) " (47 votes, average:
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il
sondaggio di Repubblica.it e i risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del
fallimento, ha scatenato opinioni e commenti da parte dei lettori del
Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e contro. Ma soprattutto contro
il sindacato (Cgil, piloti e personale) che ha rotto il dialogo all'ultimo
miglio negando la possibilità dar vita a quella Nuova Alitalia
a cui hanno lavorato duramente il governo, gli imprenditori italiani della Cai
e i sindacati confederali (Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato
anche salutato dagli applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche
stavolta, uno strano Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati
(tutti) avevano detto no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa
a Berlusconi che la pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi
lettori abbiamo fatto un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento?
Insomma, abbiamo "copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati.
sono da leggere e confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a
tutti e quindi non si basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve,
le cifre sono eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la
colpa è del governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it
oltre il 62% dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in
carica (quello Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia
attorno al 2%). Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti
raggiungono circa l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel
salvataggio della compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro,
visto che non si tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per
non parlare dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è
quella sindacalizzata, hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di
Repubblica.it e per circa l'8% dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI
DELLO SFASCIO leggi l'editoriale di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA
SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in Varie Commenti ( 66 ) " (41 votes,
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha
paura della Gelmini Aggiorno il post, dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno
scolastico ieri 29 settembre, al Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola,
Napolitano promuove la Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso
politico, ovviamente. Fare il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio,
proprio come fare il ministro della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi
appena tocchi qualche boccia. In fondo, dai famigerati decreti delegati
(imposti da sindacati e sinistra) di funesta memoria in poi molti, troppi
ministri avevano scelto il "galleggiamento": bastava fare come il
ministro delle Poste di democristiana memoria. Creare posti di lavoro e
raccattare voti. Proprio così (è giusto dire basta alla scuola come
ammortizzatore sociale). Ci sono volute due donne, Letizia Moratti e
Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non entro nel merito delle singole
scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali credo vada fatta un riflessione.
Il dato di partenza è che la scuola italiana da anni è diventata un carrozzone
costoso, inefficiente, iper burocratizzato e iper sindacalizzato. Che costa
troppo e rende poco. Il rendimento si chiama qualità dell'insegnamento e
dell'apprendimento, formazione del cittadino e delle future classi dirigenti.
Risultato che si ottiene con la qualità degli insegnati e la loro motivazione,
che significa per inciso, anche dare stipendi adeguati e restituire (mi si
passi il termine che può non piacere) dignità sociale al ruolo dell'insegnate.
Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non è per tutti. e ha ragione, il
ministro, a denunciare come il 97% dei 43 miliardi di euro stanziati per
l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi) con ben 1 milione e 300mila
dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo reinvestiremo nella scuola,
piega il ministro. Altro che ritorno al passato, come accusano il sindacato e
la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente e critica a dimostrazione che
la scuola è un tema caldissimo anche nella maggioranza. Ma quello che vuol fare
la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha capito) è un salto verso il futuro che
servirà a far ripartire l'Italia attraverso la leva del buonsenso basata su
scelte precise: dal maestro unico al ritorno dei voti incluso quello in
condotta per combattere il bullismo, dalle divise, all'insegnamento
dell'educazione civica, per finire con il praticantato e il concorso per
insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si aggiungono quelli del
precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri, del tempo pieno. Una
rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia, che riguarda sia gli insegnanti
che gli studenti. Proprio quello che non piace alla sinistra più ideologica e
ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno caldo e vogliono, loro sì, il
ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi di tutti. Ecco chi ha davvero
paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è ancora arrivato, sono già
partite le proteste: i sindacati invitano gli insegnanti a presentarsi in aula
con il lutto al braccio per contestare la riforma, continuano le polemiche sul
maestro unico e contro l'abolizione del tempo pieno che però il ministro
smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi: "Maestri in lutto, poveri
bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 ) " (50 votes, average: 4.1
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RSS Commenti Invia questo post a un amico 02Sep 08 Veltroni "grande
elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente si rivede, Walter
Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il leader del Pd, di dire
qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati. Proprio così. E
per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini per sollecitare
l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per concedere il diritto di
voto alle amministrative ai cittadini "non italiani" che vivono e
lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede dunque la cittadinanza. E
ovviamente se si vota ci si può anche candidare.. (basterebbe cambiare la
Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per come la vede Walter.
Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia collegato al
requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto nella
Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la sinistra vuol
cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco arriva anche da
Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce l'ennesimo
elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al Pd. Di
Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova occasione per
"picconare" la traballante casa della sinistra riformista, quel Pd
che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente "il partito che non
c'è". Solo Rifondazione comunista applaude l'uscita estemporanea di
Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il premier Silvio Berlusconi è
impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina e ha appena chiuso con
successo la "vertenza" annosa con la Libia che riguarda non solo
petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per fermare le partenze
dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni verso l'Italia. Il
dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che legittimo, quello che
sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice Di Pietro) del leader
Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello di far votare gli
immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la cittadinanza. Fini apre a
Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente della Camera va alla Festa
del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto di voto amministrativo per
alcune categorie di stranieri residenti in modo regolare e da un certo numero
di anni in Italia non va visto né come ipotesi sciagurata né come garanzia
assoluta di integrazione". Anche perché, ha ricordato il presidente della
Camera, da anni i cittadini comunitari residenti in Italia godono di questo
diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da Romania e Bulgaria "non
hanno dimostrato una particolare volontà di integrazione". "Se si
riconosce il diritto di voto ad alcune categorie di stranieri residenti in
Italia - ha precisato - bisogna però essere estremamente equilibrati a chiedere
i doveri. Come non è criminale chiedere il diritto di voto agli immigrati, non
è criminale l'obbligo di identità per i minori". Poi arriva l'altolà di
Berlusconi: "Il voto agli immigrati non è nel programma di governo."
Cosa ne pensate della proposta di Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il
riconoscimento del voto al rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati?
E' giusto fa votare gli immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per
combattere la xenofobia e per garantire, come scrive Veltroni,
"l'inclusione sociale e la sicurezza"? O le ricette sono altre?
Scritto in Varie Commenti ( 110 ) " (32 votes, average: 3.16 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 31Jul 08 Avviso ai bloggers, finalmente
in vacanza Cari amici anche per me è tempo di vacanze, linee permettendo
cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere il filo diretto con voi ma
dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò il possibile. Intanto
auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà aggiornato con
maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home page, questo per
rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per ora un grazie di
cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13 votes, average:
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Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 10Jul 08 Walter fa qualcosa di
riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava così: "Ora
non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo:
"Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di
"dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12
milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte
perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non
amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo
un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il
Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il
leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non rinnego
nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del Loft e si
prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché dopo il
"No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi
l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti
diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono
leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la
"chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal
parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi
indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle
pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente
antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta
"a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo
qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a
logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che al
suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai
Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei
prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza
Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci
sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano
affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra?
Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo
come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo,
parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione
normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd,
almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni,
confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo
Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che
segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte
dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto
di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro.
Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il
congresso. Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out
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Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure.
A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il
regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro.
Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e
volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio
Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era
tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e
Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli
psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della
politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i
soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la
notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo
(e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le
sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per
l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel
chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì
benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post
sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi
(leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono
loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione
dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su
"Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio
civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare"
Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo
tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a
Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i
sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare.
Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su questo
Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire", "faccia",
qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li ha chiesti) proprio
per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna guerra (in)civile
finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208 ) " (61
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Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi all'abbraccio mortale
di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale) in piazza Navona per
manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini saranno lì, compagnia del
teatrino della politica che mette in scena la (solita) recita a soggetto che
gli italiani conoscono bene. Spiazzati da Napolitano, attaccato improvvidamente
dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo un altro bersaglio grosso nel mirino:
Veltroni. Pronti a scavare trincee da imbottire di esplosivo per far saltare le
mura del loft assediato. Tanto che l'intellighenzia vicina da sempre alla
sinistra giustizialista e movimentista (Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo)
si sono affrettati a dire che no, la manifestazione non è contro Walter. (ci
vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà lo farà turandosi il naso: Grillo (che
si collegherà con la piazza via etere) non ha progetto e diventa qualunquista e
pericoloso. E Nanni Moretti, il regista del "Caimano" e uomo simbolo
del girotondismo d'antan? Niente piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua
Vespa c'è posto per Veltroni. E Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no
(entrambi vogliono guidare il partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il
governatore della Puglia prenda le distanze da Tonino la sua, dice, "è
solo invettiva". D'Alema e Cofferati sono per il no alla piazza senza se e
senza ma. Insomma le "sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav,
mentre Parisi e altri (ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto
in Varie Commenti ( 166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ...
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questo post a un amico 30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine
compagni Tonino Di Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni
si adegua e gli corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino
da Montenero detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante Veltroni
Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out of 5)
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono
daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro protesta
i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non sopporto
quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.: Mamma mia
cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli, come sta
facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le notizie
che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti! vorrei
sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non merita
ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4
Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il
governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1
Emails La Sapienza e il rito dell'intolleranza - 1 Emails Per Walter avviso di
sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Blog amici Il blog di
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neo-comunista e D'Alema furioso Alitalia, abbiamo
"copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i risultati. Scuola, chi ha
paura della Gelmini Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e
Fini apre Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Walter fa qualcosa di
riformista. ma nel Pd è diarchia La guerra (in)civile degli psico-comici della
politica Girotondo attorno a Walter Tonino rispedisce Veltroni sul bus.
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( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Ci risiamo, a ottobre
come sempre cadono le foglie d'autunno e, come sempre gli studenti scendono in
piazza per protestare. E si ripete il rito delle "okkupazioni", ormai
diventato come le "partenze intelligenti" dei vacanzieri. Al venerdì
corteo e weekend lungo, al lunedì lezioni autogestite e quant'altro. Quest'anno
tocca al ministro Gelmini, che è in buona compagnia, si scioperò e si
"okkupò" contro altri ministri: Fioroni, Berlinguer, Moratti e via
andando indietro con la memoria. Tanti anni fa anch'io okkupai per una mattina,
assieme ad altri, un rettorato a Pisa: ma era febbraio, e da mesi mancava un
docente. Arrivò se non ricordo male, fra marzo e maggio. Insomma, nulla di
nuovo sotto il sole. Guai a toccare la scuola. Non funziona? Ci sono sprechi
clamorosi? Si studia molto spesso poco e male? Avanti così, senza juicio, come
sempre. L'importante è "okkupare". Se poi il ministro è di
centrodestra meglio, è più facile. E' durante le okkupazioni che si formano le
nuove leve della sinistra destinate a guidare le masse giovanili, si dice. E a
fianco degli studenti non mancano i sindacati (la scuola è anche e soprattutto
cosa loro) e una bella sfliza di baroni universitari. quelli nessuna riforma
vera o presunta è mai riuscita a cancellarli. Dimenticavo, poi per fortuna, ci
sono insegnanti che continuano e insegnare e studenti che continuano a
studiare: loro sanno bene che la "livella ideologica" non funziona. E
c'é un altro aspetto nelle vicende e nelle polemiche di questi giorni che
stride: il Pd, il partitone di Veltroni, quello dei sedicenti riformisti. Il Pd
attacca il ministro Gelmini, contesta tutto quello che sta facendo e che vuol
fare ma, chiedo, avete letto o ascoltato da qualche parte quali sono le sue
proposte di riforma della scuola? Qual è la riforma che vorrebbe per l'Italia?
Ha delle proposte alternative su cui aprire un confronto convincente?
Evidentemente per risolvere i problemi (che si sono), per Veltroni e i suoi
bastano le "okkupazioni". ECCO COSA PREVEDE LA RIFORMA: LEGGI E
l'Economist difende la riforma Il settimale inglese dedica questa settimana un
focus sulle modifiche in atto in Italia. Il problema della scuola italiana è
quello "di avere troppi e malpagati insegnanti". È la valutazione di
Roger Abravanel, autore di un libro Meritocrazia (edito in Italia da Garzanti),
che aggiunge: "Il numero di insegnanti ogni 100 studenti in Italia è
quello più alto della media dei paesi cse". Non solo. "L'educazione,
in particolare nel Mezzogiorno, viene spesso strumentalizzata dai politici per promuovere
a creazione di nuovi posti di lavoro. Questo si spiega perché, nonostante in
Italia si studi più a lungo e in classi più iccole, gli studenti delle scuole
secondarie facciano peggio rispetto a quelli stranieri. In ogni caso le scuole
del Nord rientrano nella media dei paesi Ocse, mentre quelle del Sud sono ai
livelli dell'Uruguay e della Thailandia". "Sebbene al momento attuale
- ha affermato l'economista Giacomo Vaciago - il dibattito politico sia
incentrato sui agli al settore, il vero problema della scuola è la qualità che
è ormai sparita. L'attuale governo - ha proseguito Vaciago - sta facendo tagli
e puntando contemporaneamte ad ottenere un risultatod i qualità. Adesso è una
linea che sembra non pagare ma in futuro si". (AdnKronos) Scritto in Varie
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a un amico 29Sep 08 Walter neo-comunista e D'Alema furioso Il primo applauso
per Walter Veltroni in versione neo-comunista è arriva dal dipietrista Donadi:
"Finalmente la pensa come noi.". Applauso interessato e interessante
che dice lunga sulla svolta veltroniana pronto a denunciare che l'Italia di
oggi assomiglia alla Russia di Putin e che rischia una deriva autoritaria.
Veltroni attacca a testa bassa con un linguaggio e con temi fondati
sull'anti-berlusconismo di sempre, una remake della politica della sinistra
(senza centro.) a cui siamo abituati e che lui, in campagna elettorale, aveva
abiurato. Altro che Veltrusconi. Siamo al Veltrepifani, o se si preferisce
siamo al cofferatismo, come scrive il Riformista. Già perché Veltroni prepara
il suo autunno caldo (all'altro, parallelo, ci sta pensando la Cgil di Epifani
in una convergenza poco parallela perché siamo alla contiguità politica):
scalda la piazza di sinistra, insomma, invista dell'anti Berlusconi Day del 25
ottobre. A Veltroni, del resto, la piazza serve e farà e sta facendo di tutto
perché non sia un flop. Nella piazza il segretario si gioca la leadership del
Pd. O vince o perde. E allora avanti popolo, il nemico è lì, quello di sempre.
Alle ortiche il buonismo. Dialogo addio. Non importa se alle elezioni
Berlusconi ha trionfato scacciando Prodi e Veltroni e rivendica il
diritto-dovere di governare. La prova generale dell'accoppiata inedita ma non
troppo Veltroni-Epifani è stata l'Alitalia. Un copione
svolto con diligenza dai due. Ma la svolta riaccende lo scontro nel Pd, proprio
quando sembrava che tra Veltroni e Massimo D'Alema fosse stata siglata una
tregua. Invece D'Alema, se da un lato ha critica il governo, dall'altro apre
platealmente proprio sul terreno del dialogo con Berlusconi e su un tema non di
poco contro: il presidenzialismo. "Se si arrivasse a un sistema
presidenziale, Berlusconi potrebbe concorrere alla massima carica dello Stato
perchè ci sarebbero quei pesi e quei contrappesi che consentirebbero anche a
lui di governare meglio il paese", dice D'Alema, in un colloquio con Bruno
Vespa per il suo nuovo libro. "Ci sono due modi per ricostruire il nostro
sistema democratico - spiega l'ex ministro degli Esteri - intorno alle persone
o intorno ai partiti. Nel primo caso c'è il presidenzialismo, con i suoi pesi e
contrappesi per garantire gli equilibri istituzionali. Nel secondo non si
eliminano certo le persone, ma i partiti moderni vivono dell'equilibrio tra
leadership e struttura. Noi restiamo appesi tra un sistema presidenziale di
fatto, senza regole e la logica delle coalizioni, con una erenne conflittualità
interna che non porta a niente. Nessuno dei due sistemi funziona. Nessuno dei
due produce buoni governi". E il dalemiano Latorre (presidente del Pd)
critica la Cgil che va avanti da sola e non ricerca l'unità sindacale
(sbagliando) e poi affonda sul nodo veltroniano della deriva autoritaria:
"La democrazia italiana è solida, non è la Russia.". La
contrapposizione, nel Pd, ormai è scoperta. Scontro o dialogo con il governo?
Il dibattito è aperto. Leggi l'editoriale di Paolo Guzzanti sull'involuzione di
Walter: "Uno strappo al contrario" Scritto in Varie Commenti ( 120 )
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questo post a un amico 19Sep 08 Alitalia, abbiamo "copiato" il sondaggio di Repubblica.it e i
risultati. La drammatica vicenda di Alitalia, ormai sul baratro del fallimento, ha scatenato opinioni e
commenti da parte dei lettori del Giornale.it: ne arrivano a centinaia pro e
contro. Ma soprattutto contro il sindacato (Cgil, piloti e personale)
che ha rotto il dialogo all'ultimo miglio negando la possibilità dar vita a
quella Nuova Alitalia a cui hanno lavorato duramente
il governo, gli imprenditori italiani della Cai e i sindacati confederali
(Cisl, Uil e Ugl). L'ultimo "niet" è stato anche salutato dagli
applausi dei lavoratori. L'Italia si rivela davvero, anche stavolta, uno strano
Paese. Se si pensa che anche ad Air France i sindacati (tutti) avevano detto
no. per poi dare la colpa del fallimento della trattativa a Berlusconi che la
pensava diversamente da Prodi. Così, visto l'umore di voi lettori abbiamo fatto
un sondaggio: a chi attribuite le colpe del fallimento? Insomma, abbiamo
"copiato" quello di Repubblica.it. E i risultati. sono da leggere e
confrontare, tenendo conto che il voto on line è aperto a tutti e quindi non si
basa sul classico campione dei sondaggi. Per farla breve, le cifre sono
eloquenti, mentre per il 54% dei lettori di Repubblica.it la colpa è del
governo Berlusconi e per il 18% è dei sindacati, sul Giornale.it oltre il 62%
dà la colpa ai sindacati e il circa il 20 % accusa il governo in carica (quello
Prodi, su entrambi i siti è "archiviato" e viaggia attorno al 2%).
Colpe della cordata Colaninno? Poche davvero, sui due siti raggiungono circa
l'1% (e meno male, in fondo ci mettono soldi e faccia, nel salvataggio della
compagnia: ovviamento sperando di guadagnarci in futuro, visto che non si
tratta di fare beneficenza). E i lavoratori? Quei 20mila (per non parlare
dell'indotto?): colpe minori, per molti la "casta" è quella sindacalizzata,
hanno colpe per il 5% dei lettori di lettori di Repubblica.it e per circa l'8%
dei lettori del Giornale.it. I PROFESSIONISTI DELLO SFASCIO leggi l'editoriale
di Mario Giordano VOTA ANCHE TU, E DI' LA TUA SULLA VICENDA ALITALIA Scritto in
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post a un amico 08Sep 08 Scuola, chi ha paura della Gelmini Aggiorno il post,
dopo l'inaugurazione ufficiale dell'anno scolastico ieri 29 settembre, al
Quirinale. Leggi l'articolo: "Scuola, Napolitano promuove la
Gelmini". Chi tocca la scuola muore. in senso politico, ovviamente. Fare
il ministro dell'Istruzione è un mestieraccio, proprio come fare il ministro
della Sanità. Sai le polemiche e gli attacchi appena tocchi qualche boccia. In
fondo, dai famigerati decreti delegati (imposti da sindacati e sinistra) di
funesta memoria in poi molti, troppi ministri avevano scelto il
"galleggiamento": bastava fare come il ministro delle Poste di
democristiana memoria. Creare posti di lavoro e raccattare voti. Proprio così
(è giusto dire basta alla scuola come ammortizzatore sociale). Ci sono volute
due donne, Letizia Moratti e Mariastella Gelmini, per smuovere le acque. Non
entro nel merito delle singole scelte, ma ci sono dei punti fermi sui quali
credo vada fatta un riflessione. Il dato di partenza è che la scuola italiana
da anni è diventata un carrozzone costoso, inefficiente, iper burocratizzato e
iper sindacalizzato. Che costa troppo e rende poco. Il rendimento si chiama
qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento, formazione del cittadino e
delle future classi dirigenti. Risultato che si ottiene con la qualità degli
insegnati e la loro motivazione, che significa per inciso, anche dare stipendi
adeguati e restituire (mi si passi il termine che può non piacere) dignità
sociale al ruolo dell'insegnate. Ha ragione la Gelmini a dire che insegnare non
è per tutti. e ha ragione, il ministro, a denunciare come il 97% dei 43
miliardi di euro stanziati per l'istruzione, se ne vadano in stipendi (bassi)
con ben 1 milione e 300mila dipendenti. Risparmieremo 7 miliardi e il 30% lo
reinvestiremo nella scuola, piega il ministro. Altro che ritorno al passato,
come accusano il sindacato e la sinistra. Certo, anche Bossi dissente dissente
e critica a dimostrazione che la scuola è un tema caldissimo anche nella
maggioranza. Ma quello che vuol fare la Gelmini (e l'opinione pubblica l'ha
capito) è un salto verso il futuro che servirà a far ripartire l'Italia
attraverso la leva del buonsenso basata su scelte precise: dal maestro unico al
ritorno dei voti incluso quello in condotta per combattere il bullismo, dalle
divise, all'insegnamento dell'educazione civica, per finire con il praticantato
e il concorso per insegnanti. Tanto per citare solo alcuni temi a cui si
aggiungono quelli del precariato, dell'integrazione degli studenti stranieri,
del tempo pieno. Una rivoluzione che ha un filo conduttore: la meritocrazia,
che riguarda sia gli insegnanti che gli studenti. Proprio quello che non piace
alla sinistra più ideologica e ai sindacati, insomma. Che promettono un autunno
caldo e vogliono, loro sì, il ritorno al passato. Che è quello sotto gli occhi
di tutti. Ecco chi ha davvero paura della Gelmini. E anche se l'autunno non è
ancora arrivato, sono già partite le proteste: i sindacati invitano gli
insegnanti a presentarsi in aula con il lutto al braccio per contestare la
riforma, continuano le polemiche sul maestro unico e contro l'abolizione del
tempo pieno che però il ministro smentisce. Leggi l'editoriale di Mario Cervi:
"Maestri in lutto, poveri bambini" Scritto in Varie Commenti ( 160 )
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08 Veltroni "grande elettore" degli immigrati. e Fini apre Finalmente
si rivede, Walter Veltroni, riemerso dagli ozi agostani. E si ricorda, il
leader del Pd, di dire qualcosa di sinistra: primo pensiero, il voto agli immigrati.
Proprio così. E per farlo scrive al presidente della Camera, Gianfranco Fini
per sollecitare l'iter parlamentare l'esame della proposta di legge per
concedere il diritto di voto alle amministrative ai cittadini "non
italiani" che vivono e lavorano nel nostro Paese, voto che non richiede
dunque la cittadinanza. E ovviamente se si vota ci si può anche candidare..
(basterebbe cambiare la Costituzione). Ricetta anti-xenofobia, insomma, per
come la vede Walter. Peccato che, come ricorda la Lega, il diritto di voto sia
collegato al requisito del possesso della cittadinanza italiana, come è scritto
nella Costituzione. E se Lega e Pdl bocciano la proposta (Cicchitto: la
sinistra vuol cambiare il corpo elettorale a proprio piacimento), un no secco
arriva anche da Antonio Di Pietro, alleato sempre più ex del Pd, che introduce
l'ennesimo elemento di scontro nel centrosinistra, dando un altro scossone al
Pd. Di Pietro ormai è in campagna elettorale continua e coglie una nuova
occasione per "picconare" la traballante casa della sinistra
riformista, quel Pd che anche Anna Finocchiaro definisce impietosamente
"il partito che non c'è". Solo Rifondazione comunista applaude
l'uscita estemporanea di Veltroni. Ed è tutto dire, se si considera che il
premier Silvio Berlusconi è impegnato sul fronte dell'immigrazione clandestina
e ha appena chiuso con successo la "vertenza" annosa con la Libia che
riguarda non solo petrolio e gas per l'Italia, ma anche impegno libico per
fermare le partenze dei clandestini dalle coste di Tripoli, Bengasi e dintorni
verso l'Italia. Il dubbio di Cicchitto sull'uscita veltroniana è più che
legittimo, quello che sorprende è l'uscita "intempestiva" (come dice
Di Pietro) del leader Pd. Come se il problema principale dell'Italia fosse quello
di far votare gli immigrati equiparandoli agli elettori che hanno la
cittadinanza. Fini apre a Veltroni Walter ha battuto un colpo e il presidente
della Camera va alla Festa del Pd a Firenze e apre all'idea: "Il diritto
di voto amministrativo per alcune categorie di stranieri residenti in modo
regolare e da un certo numero di anni in Italia non va visto né come ipotesi
sciagurata né come garanzia assoluta di integrazione". Anche perché, ha
ricordato il presidente della Camera, da anni i cittadini comunitari residenti
in Italia godono di questo diritto ma alcune gruppi etnici provenienti da
Romania e Bulgaria "non hanno dimostrato una particolare volontà di
integrazione". "Se si riconosce il diritto di voto ad alcune
categorie di stranieri residenti in Italia - ha precisato - bisogna però essere
estremamente equilibrati a chiedere i doveri. Come non è criminale chiedere il
diritto di voto agli immigrati, non è criminale l'obbligo di identità per i
minori". Poi arriva l'altolà di Berlusconi: "Il voto agli immigrati
non è nel programma di governo." Cosa ne pensate della proposta di
Veltroni e dell'apertura di Fini che lega il riconoscimento del voto al
rispetto di precisi doveri da parte degli immigrati? E' giusto fa votare gli
immigrati regolari (ma senza cittadinanza) per combattere la xenofobia e per
garantire, come scrive Veltroni, "l'inclusione sociale e la
sicurezza"? O le ricette sono altre? Scritto in Varie Commenti ( 110 )
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© 2008 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo post a un amico 31Jul
08 Avviso ai bloggers, finalmente in vacanza Cari amici anche per me è tempo di
vacanze, linee permettendo cercherò di fare qualche aggiornamento per mantenere
il filo diretto con voi ma dove mi trovo ci sono problemi di collegamento. Farò
il possibile. Intanto auguro a tutti buone vacanze. Al mio ritorno il blog sarà
aggiornato con maggiore frequenza ed avrà una visibilità maggiore sulla home
page, questo per rafforzare il dialogo con voi e la vostra partecipazione. Per
ora un grazie di cuore a tutti voi. Scritto in Varie Commenti ( 6 ) " (13
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fa qualcosa di riformista. ma nel Pd è diarchia Il mio post di ieri terminava
così: "Ora non resta che aspettare. Che cosa? Ma che Veltroni (definito da
Grillo: "Topo Gigio" e su questo Tonino ha taciuto) finalmente invece
di "dire", "faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12
milioni di voti (e li ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte
perché questa eterna guerra (in)civile finisca una volta per tutte". Non
amo le autocitazioni, ma stavolta c'azzecca, visto che in serata Veltroni, dopo
un'ultima chiamata-ultimatum ("Dica se sta con travaglio e Grillo o con il
Pd"), ha deciso di varcare il Rubicone e rompere con Di Pietro dopo che il
leader dell'Italia dei valori gli ha mandato subito a dire: "Io non
rinnego nulla di quella piazza". Veltroni tira su il ponte levatoio del
Loft e si prepara a difendersi dall'assalto del fronte interno. Già, perché
dopo il "No Cav Day" a sinsitra scoppia l'ultima guerra civile (leggi
l'articolo di Luca Telese). Si ripropone insomma, sia pure su toni e contenuti
diversi, l'ennesimo scontro tra riformisti e massimalisti e in palio ci sono
leadership e malloppo elettorale, i voti girotondini e movimentisti, la
"chimata alle armi" dell'elettorato della sinistra sparito dal
parlamento. le elezioni Europee a primavera. Di Pietro non fa, per ora, passi
indietro perché ha capito bene che gli conviene nuotare nel mare magno delle
pulsioni e delle tensioni di un elettorato di sinistra irriducibilmente
antiberlusconiano e spera, in più, di raccogliere anche quel voto di protesta
"a prescindere" che ama i toni populistico-giustizialisti e neo
qualunquisti anche con venature di destra. Tonino-capopopolo è riuscito a
logorare Veltroni, a intaccarne leadership, a chiudere in un angolo il Pd (che
al suo interno è diviso fra correnti e gruppi: da "Red" di D'Alema ai
Teodem, a Parisi - anche lui non rinnega la piazza - e alla pattuglia dei
prodiani-ulivisti. A proposito, com'è assordante il silenzio di Prodi su piazza
Navona.). Insomma, per Veltroni la strada resta stretta: sul fronte moderato ci
sono Casini e i socialisti, sulla giustizia i Radicali che non la pensano
affatto come Di Pietro. Ci sarà dialogo? Ci sarà più centro e meno sinistra?
Una cosa è certa. La guerra sarà lunga e aspra, ed è solo all'inizio. Vedremo
come finirà. Walter ha fatto qualcosa di riformista, finalmente. In fondo,
parafrasando Massimo D'Alema, un Paese normale ha bisogno di un'opposizione
normale. Ma reggerà all'assalto? Già, perché qualcos'altro è cambiato nel Pd,
almeno io la vedò in questo modo. Di fatto c'è una diarchia D'Alema-Veltroni,
confermato dall'apertura palese di Massimo nel dibattito alla Camera sul Lodo
Alfano: un sono sì alle riforme condivise con la maggioranza. Apertura che
segna l'inizio di una diarchia nel Partito democratico, con D'Alema che parte
dettare la linea al partito in cerca d'identità, di autorevolezza e soprattutto
di alleati - al centro e a sinistra - sicuramente più affidabili di Di Pietro.
Grandi manovre in corso, dunque, se ne saprà di più quando si terrà il congresso.
Scritto in Varie Commenti ( 77 ) " (19 votes, average: 3.16 out of 5)
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Commenti Invia questo post a un amico 09Jul 08 La guerra (in)civile degli
psico-comici della politica La piazza è la stessa, il rituale e le facce pure.
A piazza Navona è andato in scena il Girotondo 2, sequel del Girotondo 1, ma il
regista è diverso: non c'è più Nanni Moretti, sostituito da Antonio Di Pietro.
Il copione è lo stesso, anche se è stato arricchito da una carica di odio e
volgarità mai vista prima: così il No Cav Day si è trasformato nel Turpiloquio
Day. Vabbè, direte, con Grillo e la Guzzanti cosa c'era da aspettarsi? Era
tutto già detto prima, già scritto, già annunciato: il "Caimano" e
Napolitano, il Papa e la Carfagna, Veltroni e il Pd. Dov'è la notizia? Gli
psico-comici hanno recitato fino in fondo la loro parte da avanspettacolo della
politica, combattono la loro guerra (in) civile fino in fondo e con loro i
soliti noti che attaccano Berlusconi per abbattere la sinistra. Già, perché la
notizia vera è proprio questa: in piazza Navona è andato in scena un capitolo
(e non sarà l'ultimo) dello scontro violento e trash "fra le
sinistre", quella della piazza contro quella riformista. Uno scontro per
l'egemonia, che sfrutta la debolezza (oggettiva) di Veltroni e del Pd nel
chiudere definitivamente le porte alle estreme (cosa che invece riuscì
benissimo al monolitico Pci). La deriva neo qualunquista, giustizialista, post
sessantottina rischia così di diventare una Waterloo per Veltroni e i suoi
(leggi il commento di Pietrangelo Buttafuoco sul "Giornale"). Sono
loro ad essere "processati" in piazza (nello stile della rivoluzione
dei cento Fiori maoista). Così, come scrive Filippo Ceccarelli su
"Repubblica", "addio politica allora, addio opposizione, addio
civiltà e addio a tutti". E Di Pietro? Lui vuole "impallinare"
Berlusconi (dice). ma anche Veltroni e quel che resta della volontà di dialogo
tra Pd e Pdl, altro che distinguo e presa di distanza dagli attacchi a
Napolitano, gli psico-comici hanno recitato con lui, in piazza, così come i
sessantottini radical chic. se questi sono valori. Ora non resta che aspettare.
Che cosa? Ma che Veltroni (definito da Grillo: "Topo Gigio" e su
questo Tonino ha taciuto) finalmente invece di "dire",
"faccia", qualcosa di riformista: ha avuto 12 milioni di voti (e li
ha chiesti) proprio per questo. O no? Faccia la sua parte perché questa eterna
guerra (in)civile finisca una volta per tutte. Scritto in Varie Commenti ( 208
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04Jul 08 Girotondo attorno a Walter Così Veltroni prova a sottrarsi
all'abbraccio mortale di Tonino Di Pietro. Niente Pd (almeno quello ufficiale)
in piazza Navona per manifestare contro il Cav. Di Pietro e i girotondini
saranno lì, compagnia del teatrino della politica che mette in scena la
(solita) recita a soggetto che gli italiani conoscono bene. Spiazzati da
Napolitano, attaccato improvvidamente dall'ex pm leader dell'Idv, hanno messo
un altro bersaglio grosso nel mirino: Veltroni. Pronti a scavare trincee da
imbottire di esplosivo per far saltare le mura del loft assediato. Tanto che
l'intellighenzia vicina da sempre alla sinistra giustizialista e movimentista
(Paolo Flores d'Arcais e Furio Colombo) si sono affrettati a dire che no, la
manifestazione non è contro Walter. (ci vanno ma.). E se Rita Borsellino andrà
lo farà turandosi il naso: Grillo (che si collegherà con la piazza via etere)
non ha progetto e diventa qualunquista e pericoloso. E Nanni Moretti, il
regista del "Caimano" e uomo simbolo del girotondismo d'antan? Niente
piazza, a che serve? Retropensiero: sulla sua Vespa c'è posto per Veltroni. E
Rifondazione? Ferrero ci sarà, Nichi Vendola no (entrambi vogliono guidare il
partito dopo l'addio di Bertinotti): anche il governatore della Puglia prenda
le distanze da Tonino la sua, dice, "è solo invettiva". D'Alema e
Cofferati sono per il no alla piazza senza se e senza ma. Insomma le
"sinistre" si dividono su Tonino e sul Cav, mentre Parisi e altri
(ex?) prodiani ci saranno: indovinate contro chi? Scritto in Varie Commenti (
166 ) " (47 votes, average: 3.64 out of 5) Loading ... Il Blog di Alberto
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30Jun 08 Tonino rispedisce Veltroni sul bus. contrordine compagni Tonino Di
Pietro parla (anzi insulta e grilleggia.) e Walter Veltroni si adegua e gli
corre dietro (leggi l'articolo di Laura Cesaretti). Già, Tonino da Montenero
detta la linea al Pd dopo aver sfondato la Maginot elettorale del
"dialogo" con il Pdl su cui si era attestato il solitario Veltroni.
E' bastato poco per cambiare tutto. I sondaggi affondano il Pd, Massimo D'Alema
lancia "Red" (prototipo di partito. casomai servisse, o correntone
del Pd che invece serve subito) e i suoi si smarcano, almeno a parole, da Di
Pietro sul terreno delle intercettazioni e della giustizia. Così Veltroni
combatte su due fronti interni: il dialogo lo apre ma con i Verdi e poi
toccherà a Rifondazione e agli altri residui comunisti e si allinea ai
giustizialisti dell'Idv (nel partito c'è anche Pancho Pardi, l'uomo dei
girotondi) in nome della nuova stagione dell'anti berlusconismo a prescindere.
A quando un bella convention o una manifestazione di piazza con Beppe Grillo
dimenticando Unipol, banche e scalate, si è chiesto qualcuno? Il segretario del
Pd fa sapere che con Di Pietro ha fatto un mezzo strappo: niente manifestazione
con Tonino e Grillo. io e lui siamo lontani. Meglio tardi che mai. Intanto,
passate le ferie, Walter è costretto (dal Tonino senza freni e a caccia di voti
di protesta) a riprendere il pellegrinaggio per l'Italia. Insomma, risale sul
bus per battere il Paese provincia per provincia. Come annuncia in una lettera
all'Unità . "Ora voglio dire a te - spiega Veltroni al direttore
Padellaro- che da settembre riprenderò, riprenderemo, ad attraversare ogni
provincia, ad andare in ogni città, ad ascoltare e a parlare, a capire e a
spiegare". Interlocutori saranno "tutti gli italiani", a
cominciare dal "popolo del Pd, dodici milioni di donne e uomini che ci
hanno dato fiducia" fino "a quanti hanno votato per l'attuale
maggioranza nella speranza, nell'illusione stanno scoprendo ora, di vedere
risolti i propri problemi". Ma il tour servirà, scrive Veltroni, anche a
lanciare la "manifestazione che abbiamo annunciato per l'autunno" e
rivendica che l'opposizione del Pd sarà condotta "come deve fare un
partito che vuole mantenere la sua vocazione maggioritaria, che non è mai stata
vocazione all'autosufficienza: lavorando per unire". Non c'è male, come
svolta: un clamoroso contrordine compagni di vecchia memoria. Tanto che
Pierferdinando Casini in un'intervista al Corriere lo avverte: Di Pietro è una
polizza sulla vita per il premier, se l'opposizione è questa l'alternativa a
Berlusconi non c'è. Lo dice Casini, ma lo pensano anche D'Alema e Rutelli.
Stando così le cose c'è da chiedersi quante divisioni abbia il comandante
Veltroni Scritto in Varie Commenti ( 83 ) " (46 votes, average: 3.41 out
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caporedattore del Giornale.it, un toscano "adottato" da Indro
Montanelli e da Milano nel 1983. Tutti gli articoli di Alberto Taliani su
ilGiornale.it contatti Categorie Varie (50) Ultime discussioni Antonio85: Sono
daccordo con Demy su i maestri che..,BASTA mettere sul fronte della loro
protesta i bambini con... killer: avrei voluto leggere tutto ma io proprio non
sopporto quelle "k" quando si scrive. Ministro per... Stefano L.:
Mamma mia cosa non fanno pur di mettersi in mostra. L'unica cosa è ignorarli,
come sta facendo in... Stefano L.: Caro Salvatore questo grande giornale da le
notizie che meritano di essere diffuse, non si possono... Damy: Salve tutti!
vorrei sprecare solo 2e parole x la riforma"Gelmini" più di tanto non
merita ki ha... I più inviati Sayed, primo risultato della mobilitazione
internazionale: il senato afgano ha ritirato la conferma della condanna a morte
- 12 Emails Il rito delle "okkupazioni" e quel che il Pd non dice - 4
Emails Pensioni, a chi gli aumenti... - 3 Emails E Walter diventa il
"premier ombra" - 2 Emails Girotondo attorno a Walter - 2 Emails La
guerra (in)civile degli psico-comici della politica - 2 Emails Berlusconi e il
governo del "fare". Veltroni e le liti sul governo "ombra".
Dite la vostra - 1 Emails Berlusconi, Veltroni e i nemici del dialogo - 1 Emails
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sfratto. Resisterà all'assedio? - 1 Emails Ultime News Scuola: proteste contro
la riforma Tafferugli studenti-polizia a MilanoAosta, si schianta bus di tifosi
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( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Decreto Alitalia, chiesta la fiducia I piloti: torniamo al vecchio
contratto. Vertice Letta-Colaninno Lufthansa: società italiana "in cima
all'agenda". E Air France rinuncia a Austrian LUCIO CILLIS ROMA - Il
governo ha chiesto la fiducia per il decreto Alitalia,
mentre i piloti chiedono di abbandonare l'idea dei comandanti-dirigenti e il
ritorno al vecchio contratto. Oggi si vota il testo approvato dalle commissioni
Trasporti e Attività produttive di Montecitorio, che ha tolto dal tavolo la
norma salva-manager ma nel contempo incrementa da 1 a 3 euro la tassa d'imbarco
per i passeggeri. Un "ritocco" da 100 milioni in più l'anno - da
utilizzare per gli ammortizzatori sociali dei dipendenti della Magliana - che
ha scatenato la reazione durissima della Iata. Il presidente Giovanni
Bisignani, ha scritto due lettere di fuoco ai ministri Claudio Scajola
(Sviluppo economico) e Maurizio Sacconi (Lavoro) nelle quali
chiede il ritiro del provvedimento che per salvare Alitalia va a pesare su tutte le compagnie, in un momento molto critico
vissuto dal trasporto aereo. Il decreto, che venerdì approderà in Senato per
l'ultimo via libera, prevede anche che il commissario straordinario di Alitalia possa cedere "singoli beni
o contratti", e quindi non solamente rami d'azienda o l'intera società.
La decisione del governo di porre la fiducia (per la settima volta in questa
legislatura) su un testo identico a quello uscito dalle commissioni mette però
alla porta la norma che puntava ad assicurare le risorse necessarie per
l'attivazione della social card, ed esclude le modifiche chieste dalla Lega,
come la liberalizzazione degli slot di Malpensa. Il percorso che porta al
definitivo salvataggio di Alitalia resta però in
salita. In serata, nel corso di un vertice a Palazzo Chigi tra il
sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e i vertici di Cai (Roberto
Colaninno, Rocco Sabelli e l'ad di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera) si è
parlato dei nodi sui quali Bruxelles sta concentrando la propria attenzione,
come il prestito ponte da 300 milioni di euro. Ore decisive, invece, per la
scelta del partner estero di Cai-Alitalia. I manager
di Air France sono già a Roma mentre la prossima settimana toccherà a quelli di
Lufthansa e British. Salta, invece, l'atteso vertice tra leader confederali e
Lufthansa previsto oggi. Tedeschi e franco-olandesi, comunque tengono i fari
puntati su Alitalia: il vettore, infatti, secondo
indiscrezioni provenienti dalla Germania, "si trova in cima
all'agenda" del numero uno di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber. E anche se la
compagnia ha le migliori chance per acquisire Austrian Airlines, "un
ingresso in Alitalia è molto più importante".
Allo stesso tempo Air France-Klm molla la presa sul vettore austriaco, fino a
ieri nel mirino. "Il dossier è interessante", ribadisce la compagnia,
ma "non è stata inviata alcuna offerta vincolante". Sul fronte
dell'operatività della nuova Alitalia, Ryanair ha già
chiesto di occupare gli slot lasciati liberi dalla Magliana. Infatti, già dal 1
novembre, Alitalia dovrebbe aprire nuove rotte e
chiudere, nel contempo, altre con Zurigo, Berlino, Vienna e Stoccarda. Resta
però da sciogliere il nodo dei contratti: i piloti di tutte le sigle hanno
chiesto ieri un "ritorno" alla formula tradizionale riservata ai
comandanti e ai piloti, abbandonando il previsto ruolo di dirigenti. A girare
la proposta a Cai, "per superare l'attuale fase di stallo del
confronto", sono state Anpac, Up e i responsabili nazionali dei piloti di
Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl.
( da "Repubblica, La" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Economia Un atto
dovuto Il presidente di Cir e Espresso alla presentazione del libro da lui
scritto insieme a Rampini De Benedetti: sbagliato aiutare le industrie mentre
si tagliano i fondi alla scuola Creare una rete di salvataggio per le banche è
un atto giusto e dovuto. Ma deboli e tardive le risposte politiche alla crisi
ETTORE LIVINI MILANO - Ok alla rete di salvataggio del governo per le banche,
"un atto dovuto e giusto". Ma in un'Italia che "non ha ancora la
percezione della crisi secolare verso cui è avviata", l'esecutivo manca di
"prospettiva politica quando decide di dare soldi (che non ci sono)
all'industria dell'auto e degli elettrodomestici mentre riduce i fondi per la
scuola". Non bisogna tagliare le ali al futuro del paese. Lo ha ribadito
ieri Carlo De Benedetti ? presidente della Cir ed editore de La Repubblica ?
alla presentazione di Centomila punture di spillo, il libro scritto assieme a
Federico Rampini e Francesco Daveri per la Mondadori. "Il nostro domani si
gioca sulla formazione ? ha proseguito ? investendo in sapere e aiutando i
consumatori, non sovvenzionando prodotti vecchi". E una nazione "che
oggi non conta più nulla se non per il suo passato" e dove la politica ?
come accade in tutto il mondo ? "ha dato risposte deboli e tardive alla crisi",
la riforma può partire "solo dal basso". Provvedimenti come quello
sulla rottamazione ? ha detto l'ingegnere ? "dimostrano una scarsa
prospettiva politica. Da combattere o in Parlamento con l'opposizione, che al
momento constatiamo che non c'è, o con la volontà dei singoli che devono
tornare padroni del proprio destino". In un'Italia che si nutre di paure,
"dove politica, imprese e persino i consumatori arrivano a interpretare
l'arrivo della Cina, dell'India e di Internet come una cattiva notizia ? come
ha detto Daveri, ordinario di politica economica all'università di Parma ?
bisogna essere capaci di guardare oltre alla crisi". Ma come? La ricetta
di De Benedetti, Rampini e Daveri sono, appunto, le centomila punture di
spillo. Le scelte individuali che ognuno può attuare subito come "antidoto
alla rassegnazione alla paura senza aspettare editti dall'alto", ha
spiegato Rampini, editorialista e corrispondente da Pechino de la Repubblica. Superando le contraddizioni di un paese che "prima respinge
l'offerta europea di Air France per Alitalia, poi accoglie a braccia aperte i libici in Unicredit, quindi si
presenta come capofila dei paesi più arretrati nella battaglia europea sulla
CO2". "Dobbiamo recuperare lo spirito dei nostri padri nel dopoguerra
? ha detto De Benedetti ?. Sono ripartiti dalle macerie dell'Italia e
negli anni '50 e '60, senza paura, hanno recuperato 23 punti di Pil sulla
Germania. Gli stessi punti che il nostro paese ha perso poi negli ultimi 15
anni". La rassegnazione ? secondo il presidente della Cir ? è un
atteggiamento che arriva da lontano. "L'Italia è un paese senza missione e
non per colpa di questo esecutivo ? ha detto ieri ? . Semplicemente non
gliel'ha data nessun governo negli ultimi 50 anni". Oltre alla
"ripresa democratica dal basso" ("quella di chi fa volontariato,
di chi si occupa d'ecologia, di chi parla di valore dell'etica") bisogna
recuperare anche un nuovo orizzonte di obiettivi strategici. "Certo questo
secolo sarà quello dell'Asia ? ha continuato De Benedetti ?. Ma io sono
convinto che noi abbiamo una Cina qui a due passi. Quella sponda sud del
Mediterraneo con 720 milioni di abitanti e un Pil che cresce del 6% annuo.
Un'area che ci è vicina anche culturalmente e su cui dobbiamo puntare".
Una scommessa sul domani. Anche perché oggi ? indipendentemente dallo tsunami
dei subprime ? "c'è una situazione economica in cui tutti accettano
finalmente di riconoscere la parola recessione", ha detto De Benedetti.
"Ci saranno momenti negativi e severi ? ha concluso ?. E c'è anche il
rischio di una deriva antidemocratica, perché in passato da queste situazioni
si è usciti con dittature e guerre. Ma spero il mondo abbia maturato gli
anticorpi democratici per riuscire a uscirne in altro modo".
( da "Unita, L'" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Di Michela Bevere
PIERO MARRAZZO sarà il candidato del Pd alle prossime elezioni regionali del
2010. Ad annunciarlo è stato ieri il presidente della Provincia Nicola
Zingaretti davanti all'affollatissima platea del Teatro Capranica, nel corso di
un'iniziativa organizzata dal Pd Lazio, in vista della manifestazione nazionale
di sabato "Salva l'Italia". "Con Piero Marrazzo - ha detto
Zingaretti - dovremo fare di tutto per rivincere le elezioni regionali e
impedire che la stessa maggioranza che governa il Campidoglio arrivi in
Regione". A conferma delle parole di Zingaretti, il presidente della
Regione Marrazzo ha risposto: "Faccio il presidente della Regione Lazio e
darò il mio contributo al Pd come presidente", escludendo di fatto un suo
incarico al vertice del Partito democratico del Lazio. Ipotesi che era stata
prospettata nel pomeriggio dall'assessore regionale alle Risorse Umane, Marco
Di Stefano. "A luglio l'assemblea regionale del Pd - aveva ribadito il
segretario - ha scelto all'unanimità le primarie. In questi quattro mesi non è
accaduto nulla che possa mettere in discussione questa scelta". Che
l'ufficializzazione della candidatura di Marrazzo alle prossime elezioni
regionali da parte di Zingaretti possa cambiare qualcosa? Marrazzo dal palco del
Teatro Caprinica ha affermato la necessità di dare un segnale di unità del Pd:
"Ci sono momenti nei quali bisogna unirsi. Non mi fa paura che dentro un
partito ci si divida, ma almeno lo si faccia sulle idee". Il Pd, ha
aggiunto Marrazzo, riferendosi alla manifestazione di sabato "è in marcia
e si è messo in moto perché ancora pensiamo al primato della politica tra la
gente per costruire il futuro di un grande partito". Quella del 25 ottobre
sarà "una grande manifestazione popolare". E Massimo D'Alema: "Quando
scende in piazza un grande fiume di popolo è sempre un contributo alla vita
democratica. Trovo curioso che la destra con una faccia di tolla polemizzi
sulla nostra manifestazione quando loro scesero in piazza e abbandonarono il
Parlamento per protestare contro l'ingresso dell'euro". Proprio per
questo, ha detto D'Alema, "anche se tutti noi siamo legati a un riflesso
antico, per cui l'unità del partito è un richiamo irresistibile, ci può essere
oggi un modo diverso di essere uniti". Dopo la manifestazione del 25
ottobre, "non possiamo oscillare - dice - tra la filosofia delle primarie,
che sono una forma di competizione, e gli appelli all'unità. un grande partito
deve essere unito sulle scelte essenziali e poi discutere al suo interno".
Dunque l'ipotesi primarie è ancora in campo e ha ora il "placet" di
un dirigente del calibro di D'Alema, con il corollario di un confronto che si
allarga rispetto alla discussione locale. Eppure, nel corpo del partito, sono
molte le perplessità: i tempi strettissimi, la necessità di fare liste a
sostegno dei candidati, complesse e sulla base della regola delle quote rosa.
Poi c'è il fatto che lo statuto prevede le primarie per il Regionale (e
l'assemblea attuale andrebbe a casa per essere sostituita da quella che uscirà da
nuove elezioni), mentre lo statuto non regola ancora le primarie per
l'organismo romano. Meglio, allora, dicono alcuni, fissare la data di un
congresso che finalmente discuta di ciò che è accaduto a Roma e discuta della
politica da farsi. Il tema più urgente è quello delle elezioni regionali. Un
documento votato dall'organo sovrano del Pd dovrebbe confermare la candidatura
di Marrazzo. E poi, con quali alleanze andare al confronto? E con quale legge
elettorale? Temi che saranno oggetto dell'Assemblea già convocata per il 26, il
giorno dopo la manifestazione del Circo Massimo. A meno che non si decida di
rinviarla, per lasciare ulteriori margini alla trattativa in corso. Intanto si
lavora alla preparazione della manifestazione di sabato. "Abbiamo avuto
tantissime adesioni - ha spiegato il consigliere comunale del Pd Paolo Masini -
parteciperanno il mondo della scuola e delle università e
della cultura e tra i tanti i dipendenti Alitalia". Ci sarà uno striscione dedicato al ricordo di Pio La
Torre, "e uno striscione contro il razzismo". "Come gruppo
consiliare del Pd romano saremo in piazza per l'Italia ma anche per Roma - dice
il capogruppo del Pd Umberto Marroni - per salvare la nostra città dal nulla in
cui la Giunta Alemanno la sta portando".
( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria:
REDAZIONALE Indiscreto Il passaggio a una società controllata dall'Ilva E Riva
cede la quota Cai al figlio Fabio ROMA (s. riz.) - L'industriale Emilio Riva: è
stato lui il primo a vendere la propria quota della Compagnia aerea italiana, la società candidata a subentrare alla vecchia Alitalia. Venerdì 17 ottobre il notaio
Teresa Palumbo di Milano ha annotato la cessione del 6,25% della Cai da parte
della Riva Fire spa a favore della società Fire spa. Ma il trasferimento di
proprietà, avvenuto al prezzo nominale della partecipazione (10 mila euro), non
si configura certamente come una violazione dell'impegno, tuttavia non
esplicitamente previsto nello statuto depositato in Camera di commercio, a
mantenere la partecipazione nella Cai per almeno cinque anni. Né di altri
obblighi, visto che l'articolo 8 dello stesso statuto, espressamente richiamato
nel contratto, esclude qualsiasi diritto di prelazione da parte degli altri
soci. La Fire spa fa infatti parte dello stesso gruppo che fa capo
all'industriale dell'acciaio. Unica differenza oltre alle dimensioni del
capitale (che per la Riva Fire è di 210,6 milioni mentre per la Fire è di 350
mila euro) è il timoniere: presidente della Riva Fire è infatti Emilio Riva,
mentre l'amministratore unico della Fire è suo figlio Fabio Arturo. E poi
l'azionista. Perché la Fire spa è controllata dall'Ilva, diretta discendente di
quell'Ilva che l'industriale dell'acciaio comprò dall'Iri negli anni Novanta.
L'ex acciaio di Stato e gli ex aeroplani di Stato. Di nuovo insieme. Emilio
Riva.
( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria:
REDAZIONALE Il negoziato Anpac e Up: no al rischio dirigenti. Iata contro la
tassa d'imbarco Alitalia, consulto a Palazzo Chigi I piloti: vogliamo il vecchio
contratto ROMA - Più si avvicina il 28 ottobre, data in cui l'assemblea di Cai
dovrebbe deliberare l'offerta per rilevare l'Alitalia, e più la situazione si complica. Tanto che ieri si è svolto un
vertice a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza, Gianni
Letta, il presidente e l'amministratore delegato di Cai, Roberto Colaninno e
Rocco Sabelli, e l'ad di BancaIntesa, Corrado Passera. Sul tavolo, lo stallo
della trattativa per il rinnovo dei contratti di lavoro. La decisione di Anpac
e Up, sindacati dei piloti, di chiedere il ritorno al contratto di categoria,
rinunciando a quello da dirigenti proposto da Cai (che avrebbe spaccato i
piloti tra comandanti e no e reso più facile il licenziamento), rimette in
discussione uno dei punti fondamentali dell'accordo raggiunto tra la stessa
cordata di Colaninno e i sindacati. Anche perché Anpac e Up hanno chiesto il
superamento delle Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, per mantenere il
vecchio sistema delle rappresentanze di categoria. E per far sapere quanto sia
alto lo scontento fanno filtrare la notizia che già 300 piloti hanno avuto
colloqui di lavoro con la Qatar Airlines. Mentre i sindacati dei piloti tentano
di riappropriarsi del loro tradizionale potere in Alitalia,
Cgil, Cisl e Uil faticano a tenere sotto controllo i loro sindacati di
categoria. E, come se non bastasse, nelle sigle più a sinistra (Sdl) si
rafforza, dopo il decreto salva-banche, la convinzione che, alle brutte,
potrebbe intervenire lo Stato. Sempre ieri, il governo ha deciso di porre il
voto di fiducia sul decreto Alitalia che modifica la
legge Marzano. La votazione è prevista per oggi alla Camera. Saltano così
alcuni emendamenti ai quali teneva la Lega, in particolare quello sulla
liberalizzazione degli slot a Malpensa. Ma salta anche l'emendamento che lo
stesso governo aveva pensato di infilare in questo decreto per assegnare un
fondo di 479 milioni alla social card (dovrà essere recuperato in un altro
provvedimento). Intanto il servizio bilancio della Camera osserva che la deroga
alle norme antitrust concessa dal decreto alla nuova Alitalia
potrebbe essere "in contrasto con la normativa europea" e solleva
dubbi sulla disposizione che salva gli amministratori della compagnia dalla
responsabilità patrimoniale. Ma la critica più forte al decreto arriva dal
direttore della Iata (l'associazione internazionale delle compagnie), Giovanni
Bisignani, che in una lettera al governo censura l'aumento della tassa
d'imbarco (da uno a tre euro) per finanziare la cassa integrazione per i
lavoratori Alitalia. è inaccettabile che la tassa sia
a carico di compagnie diverse da Alitalia, dice la
Iata. Infine, non è stato ancora fissato l'incontro tra Cai e il numero due di
Air France, Pierre- Henri Gourgeon, previsto questa settimana mentre il
quotidiano tedesco Handelsblatt scrive che Lufthansa punta sull' Alitalia, ancor più che sulla Austrian Airlines (Aua), per
la quale è la sola ad aver presentato un'offerta. Enr. Ma.
( da "Corriere della Sera" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2008-10-22 num: - pag: 28 categoria:
REDAZIONALE Castelli "Niente salva-manager? Vedo troppi tribuni" ROMA
- (s. riz.) - Su quella norma Giulio Tremonti minacciò le dimissioni: "O
salta lei o vado via io". Ma la "salvamanager" inserita nel decreto Alitalia, che secondo i critici avrebbe salvato anche i colpevoli dei
crac Cirio e Parmalat, ha avuto ieri un autorevole difensore in Roberto
Castelli. Per l'ex Guardasigilli, se è saltata una misura che "serve solo
per far lavorare gli amministratori che rischiano" è tutta colpa di un
clima per cui "ci sarà sempre un tribuno che dirà: tentano di far
tornare Tangentopoli". L'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli.
( da "Tempo, Il" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Stampa Marcia
indietro di Anpac e Up sul contratto da dirigenti ... Marcia indietro di Anpac
e Up sul contratto da dirigenti per i comandanti e richiesta di tutte le sigle
che rappresentano i piloti di tornare al contratto tradizionale unico per la
categoria. Una mossa che dovrebbe consentire di superare lo stallo con una
accelerazione nella stesura del documento da parte di tutte e sei le sigle che rappresentano
i piloti. Intanto, il governo ha posto alla Camera la
fiducia sul decreto legge Alitalia che sarà votata oggi. Tra le misure previste l'aumento, a 3 euro
dopo un ultimo ritocco al testo, dell'addizionale comunale sui biglietti aerei
(per ogni passeggero ed ogni tratta) a favore del fondo per l'occupazione del
settore. In pratica una tassa per finanziare la gestione degli esuberi di Alitalia. Per l'associazione
mondiale delle compagnie aeree, la Iata, è "inaccettabile", e
potrebbe essere giudicata una violazione delle norme europee sul divieto di
aiuti di Stato: l'ad e direttore generale, Giovanni Bisignani, lo ha scritto in
una lettera inviata ai ministri del Lavoro, Maurizio Sacconi, e dello Sviluppo,
Claudio Scajola, per "esortare fortemente il governo" a fare marcia
indietro. I vertici di Compagnia aerea italiana assieme a quelli di Intesa
SanPaolo anche ieri si sono riuniti per mettere a punto tutto il necessario per
l'assemblea dei soci in programma il 28 ottobre per dare l'ok all'offerta vincolante
per rilevare la parte volo di Alitalia. Precisando che
"non c'è nessun problema fra i soci: la cordata è ricca" il
consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera ha chiarito anche:
"andremo avanti solo quando avremo tutte le autorizzazioni
necessarie", facendo intendere che occorre aspettare il via libera di
Bruxelles al prestito ponte da 300 milioni dato ad Alitalia
dal precedente governo, come l'ok dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile)
al certificato di operatore aereo. I vertici della Cai, il presidente Roberto
Colaninno e l'ad Rocco Sabelli, con Gaetano Miccichè, responsabile corporate di
IntesaSanpaolo in serata hanno incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario
alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Proseguono, intanto, gli incontri
cominciati fra tecnici di Cai, Air France-Klm, Alitalia
e AirOne per verificare le sinergie e i vantaggi da una alleanza.
internazionale.
( da "Opinione, L'" del 22-10-2008)
Argomenti: Alitalia
Oggi è Mer, 22 Ott
2008 Edizione 225 del 22-10-2008 Palazzo Chigi rimette in moto le grandi opere La
nuova stagione dei trasporti italiani di Sergio Menicucci Il bombardamento
delle notizie sulla crisi economica internazionale e le accese polemiche tra
maggioranza e minoranza su scuola, immigrazione, giustizia hanno fatto passare
sotto silenzio un provvedimento di Palazzo Chigi che, invece, avrà importanti
ricadute. E' stato dato il via libera al decreto legge contro il blocco della
realizzazione delle infrastrutture strategiche. E così, scioperi permettendo,
da dicembre dovrebbe iniziare una nuova era per i trasporti italiani. Era il 16
dicembre del 2007 quando l'allora premier Romano Prodi salì, con i vertici
delle Fs, sul treno prova Bologna-Milano. Mancavano allora 365 giorni di lavori
prima dell'entrata in esercizio per cambiare un sistema ferroviario immutato da
100 anni. Il raddoppio Bologna-Verona è stato progettato nel 1919, la stazione
di Bologna è tale da un secolo e non ristrutturata completamente neppure dopo
la strage del 2 agosto. Le uniche due stazioni che reggono il confronto europeo
sono la Centrale di Milano e Termini a Roma. Molte, compresa la stazione
Garibaldi di Napoli coinvolta dall'alta velocità e quella di Palermo,
presentano strutture antiquate. Il tentativo No-tav, degli ambientalisti del no
alla Pecoraro Scanio, stava per affossare il piano di grandi opere varato dal
Governo Berlusconi del 2001. Prodi, bloccato dalla sinistra dei no, arrancava e
si reggeva al Senato per qualche voto in più ottenuto dai senatori a vita,
perdendo consensi tra i ricatti politici di Bertinotti e i complotti della
Margherita, come evidenziano ora i nuovi libri scritti da autori di sinistra.
L'ex portavoce Rodolfo Brancoli, già direttore del Tg1, ha svelato le manovre
interne al governo dell'Unione a partire dal 1999 fino alla vigilia delle
elezioni del 2006. L'altro libro di Riccardo Barenghi (già direttore del
Manifesto ed ora alla Stampa) evidenzia una leadership debole e un'alleanza
rissosa che neppure i vertici conventuali tenevano in piedi. Da queste pagine
si evince che la crisi dell'Unione e del centrosinistra non è stata innescata
dalle dimissioni di Clemente Mastella ma è scaturita dalle decisioni dei leader
di Ds e Margherita. Gli elettori così erano sempre più frastornati e decisi a
cambiare. Tra i punti deboli di Prodi il mancato ammodernamento delle
infrastrutture e l'incapacità di trasformare un trasporto poggiato
prevalentemente su gomma in un sistema moderno e collegato sinergicamente tra i
vari settori. Eppure al vertice dell'azienda delle Fs c'erano un
imprenditore-presidente in buoni rapporti con il centrosinistra come Innocenzo
Cipolletta e un a.d. ex sindacalista della Cgil come Mauro Moretti. Anche i vertici Alitalia e Tirrenia erano di "area". Il calendario dei lavori
con il nuovo Governo Berlusconi ha subito un'accelerazione: tra problemi vecchi
(inadeguatezza delle carrozze troppe vecchie, pulizia, ritardi, disagi per i
pendolari, orari e coincidenze non rispettati) e nuovi, con dicembre dovrebbe
essere completata l'ala velocità Milano-Bologna (percorrenza di un'ora
alla media di 210 km) con la nuova stazione in linea a Reggio Emilia. Nel primo
anno tra Milano e Bologna le Fs prevedono che viaggeranno 64 treni in servizio
no-stop. Con la nuova linea i collegamenti tra le due città si svilupperanno su
4 binari, aumentando nel 2011 la capacità complessiva dell'infrastruttura in
grado di sostenere un traffico di circa 500 convogli, anche per accogliere i
treni provenienti dall'Adriatico. Il programma prevede infine entro il dicembre
2009 la conclusione delle linee tra Bologna e Firenze e tra Torino e Milano. A
quel punto si aprirà un capitolo nuovo per il trasporto italiano. Un'opera che
costerà 7 miliardi d'euro e per la quale ci sono voluti 8 anni di lavori.
Cambierà radicalmente la mobilità con questi tempi di percorrenza: Milano-Roma
in 3 ore (prezzi da definire ma si parla di poco più di 100 euro);
Torino-Milano in 60 minuti; Bologna-Firenze in 35 minuti e Milano-Napoli in 4
ore e 10 minuti. E nel 2011 debutterà sulle rotaie il primo operatore privato
italiano, la società NTV targata Luca Cordero di Montezemolo, Diego della
Valle, Banca Intesa San Paolo, con la partecipazione della francese Sncf
(Societé nationale des chemins de fer). Il Nuovo Trasporto Viaggiatori mira a
conquistare una quota di mercato del 20 per cento entro il 2015 e 10 milioni di
passeggeri, con 25 nuovi treni Alstom Agv. Per questo utilizzo pagherà alla Rfi
delle Ferrovie dello Stato un abbonamento annuo di 140 milioni. Si realizzerà
il sogno degli italiani di avere treni moderni, eleganti, veloci, con servizi a
bordo e a terra di qualità? I pessimisti sono la maggioranza. Sulla tratta
Milano-Napoli si concentra oggi il 35 per cento dei reclami relativi alle
pulizie dei treni (sarà rivista la gara d'appalto perché le Fs spendono ben 200
milioni l'anno per non avere un servizio adeguato) ed altre disfunzioni. Da
quando Prodi, però, ha perso il treno dell'alta velocità per colpa della
sinistra radicale sembra che per i trasporti italiani si sia imboccata la
strada del cambiamento.
( da "Opinione, L'" del 22-10-2008)
Pubblicato anche in: (Opinione, L')
Argomenti: Alitalia
Oggi è Mer, 22 Ott
2008 Edizione 225 del 22-10-2008 I primi cittadini dei due capoluoghi hanno
firmato un protocollo d'intesa in vista dell'evento Nasce l'asse Milano Firenze
per l'Expo 2015 di Massimiliano Melley I commissari del Bie, in attesa della
visita di Moratti e Formigoni a Parigi, hanno in questi giorni "bacchettato"
le istituzioni italiane e milanesi per il ritardo sulle decisioni riguardanti
la governance dell'Expo. Come si sa, si attende ormai da mesi il decreto
governativo sull'esposizione universale passato in secondo
piano rispetto a problemi considerati più urgenti quali i rifiuti campani e l'Alitalia. Nel frattempo, però, le
istituzioni locali non sono state a guardare. Domenica scorsa il sindaco
Letizia Moratti ha firmato un protocollo d'intesa con il collega di Firenze,
Leonardo Domenici, per "l'integrazione di conoscenze e attività" in
vista dell'esposizione universale. Con l'Alta Velocità, infatti, le due
città saranno ancora più "vicine", è quindi l'occasione migliore per
mettere in atto sinergie positive. Firenze in particolare attende il nuovo collegamento
ferroviario con trepidazione perché le consentirà di collocarsi realmente a
metà strada tra Milano e Roma. Domenici ha ricordato che, secondo uno studio
della Camera di Commercio di Monza, l'indotto turistico fiorentino dell'Expo
ammonterà ad oltre 200 milioni di euro. Moda, cultura e turismo saranno gli
assi delle attività comuni. Nel turismo culturale, in particolare, ci saranno
le partnership più produttive. Gli eventi organizzati dal capoluogo toscano
saranno integrati nel circuito delle manifestazioni legate all'Expo. Il maggio
musicale fiorentino sembra essere la prima di queste manifestazioni. Ma per
Firenze non è tutto: è in progetto una serie di pacchetti turistici per portare
in Toscana i businessmen che si recano a Milano per ragioni di lavoro. Milano
da parte sua beneficerà (anche prima del 2015) delle mostre d'arte organizzate
in collaborazione con il circuito museale di Firenze che gestisce un patrimonio
immenso ed unico al mondo. Ma l'accordo con Firenze non è l'unica novità. La scorsa
settimana la giunta regionale e quella comunale hanno perfezionato l'accordo
riguardante l'area espositiva di Rho-Pero, a cui una legge regionale dovrà
attribuire una specifica disciplina urbanistica adatta alla realizzazione
dell'Expo e alla successiva trasformazione in linea con lo sviluppo generale di
Milano. La pianificazione territoriale è infatti un punto importantissimo per
rendere operative le scelte che la Soge (quando verrà costituita) dovrà
adottare, e per promuovere uno sviluppo a posteriori, nel lungo termine, di
tutta l'area metropolitana milanese. Intanto la Moratti ha firmato anche un
protocollo d'intesa con l'Anci per valorizzare durante l'Expo tutta la
tradizione enogastronomica italiana con le sue specificità regionali.
( da "Giornale.it, Il" del 22-10-2008)
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N. 253 del 2008-10-22 pagina 28 Alitalia, il sindacato fa pressioni ma la Cai resiste di Gian Maria De
Francesco Vertice a Palazzo Chigi tra Letta e Colaninno. I comandanti rifiutano
l'ipotesi di contratto RomaIl dossier Alitalia attraversa un altro dei suoi tanti momenti delicati. Il
confronto tra Cai e i sindacati sulla stesura dei contratti ieri ha registrato
un altro intoppo. Anpac e Unione piloti, le associazioni che rappresentano i
comandanti, hanno comunicato che intendono rinunciare all'ipotesi di contratto
dirigenziale per tornare al vecchio modello. Una controproposta che
squasserebbe il lavoro di ricucitura tra le parti portato avanti dal governo il
mese scorso. E proprio a Palazzo Chigi ieri si è svolto un nuovo incontro tra
il sottosegretario Gianni Letta e i vertici di Cai, Roberto Colaninno e Rocco
Sabelli, accompagnati dall'ad di Intesa Sanpaolo Corrado Passera e dal
responsabile Corporate Gaetano Micciché. "Un vertice di routine fissato da
tempo", fanno sapere fonti vicine alla cordata smentendo le indiscrezioni
secondo le quali la compattezza della compagine, presa tra l'incudine della
crisi e il martello della revanche sindacale, si starebbe incrinando. Normale
dialettica tra le parti, quindi. Ma c'è un "però". I sindacati, anche
i confederali, hanno qualche problema nella gestione della vicenda. Anche al
loro interno. La partita più importante che si sta giocando è quella delle
assunzioni nella nuova compagnia ed è chiaro che ogni sigla cerchi di tirare la
coperta dalla propria parte privilegiando i propri iscritti. Poi, come detto,
c'è la questione dei piloti che sin dall'inizio erano contrari alla
rappresentanza sindacale unitaria e, vista la stasi degli ultimi giorni, stanno
giocando al rialzo per poter "pesare" ancora nella compagnia. Infine,
c'è chi come Sdl pensa a ipotesi alternative che riportino una quota di Alitalia in capo allo Stato. Fantasie, congetture, ma anche
questo continuo rilancio incide sul corso delle relazioni industriali. Naturale
che la scelta del partner estero continui a slittare. Anche se per Cai, ufficialmente,
continuano a non esserci problemi e la scadenza di fine mese per la trattativa
con il commissario straordinario Fantozzi non è stata spostata. Però, Lufthansa
ed Air France-Klm continuano a restare alla finestra. L'incontro con il numero
due francese, Pierre-Henri Gourgeon, non è stato ancora fissato. Mentre,
secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la compagnia della Magliana sarebbe
ancora in cima all'agenda del presidente di Lufthansa Mayrhuber. Ieri, infine,
il governo ha posto la fiducia sul decreto Alitalia
alla Camera. Il servizio bilancio di Montecitorio ha stimato in 100 milioni le
maggiori entrate per l'aumento della tassa d'imbarco a 3 euro, misura volta a
finanziare gli ammortizzatori sociali. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
22-10-2008)
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( da "Voce d'Italia, La" del 22-10-2008)
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