ARTICOLI DAL 30 NOVEMBRE AL 2
DICEMBRE 2007
I
consiglieri donano il gettone di presenza per sostenere i senzatetto del
Bangladesh ( da "Cittadino, Il" del 30-11-2007)
Tursi,
l'indennità dribbla il gettone - zunino a pagina v ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
Tursi, il
ballo del gettone un blitz e scatta l'indennità - ava zunino ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
Università,
cda dimezzato ( da "Adige, L'" del 30-11-2007)
Tagli ai
consiglieri, risparmi per 4,5 milioni ( da "Italia Oggi" del 30-11-2007)
La Sala
rossa s'incendia sul gettone ( da "Giornale.it, Il" del 30-11-2007)
Il suo
vero compito era combattere la corruzione ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
La giunta
si autoriduce i compensi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 30-11-2007)
VIAREGGIO
- A SPETTANDO la trasferta (inedita) di Rovigo, il Viare ( da "Nazione, La (Lucca)" del 30-11-2007) + 1 altra
fonte
Burocrazia,
una macchina bidone per la Moratti Lo spoils system operato dal sindaco ha
innescato la stagione dei veleni sfociata in cinque avvisi di garanzia ( da "Giorno, Il (Varese)" del 30-11-2007)
India, il
biglietto del sindaco e i fondi pubblici ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 30-11-2007)
Chiacchiere
tante soluzioni zero ( da "Libero" del 30-11-2007)
I novanta
incarichi sotto accusa della giunta Moratti ( da "Libero" del 30-11-2007)
Il
presidente pachistano Parvez Musharraf ha annunciato che intende revocare lo
s ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
30-11-2007)
Comune,bocciatol'aumento ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
Se si fa
il rimpasto ne restano solo dodici Sul numero dei ministri si
applicherà la Bassanini. In uscita Gentiloni in pista a Roma ( da "Unita, L'" del 30-11-2007)
Gettone,
bocciato l'aumentoa Tursi scoppia la bagarre ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
Nella hit
dei tagli ai costi Amiu è in testaseguita da Aster, Ducale, ami e
porto antico ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
Consulenze
d'oro Moratti indagata per abuso d'ufficio 93 nomine sospette al posto dei
dirigenti Per il sindaco di Milano anche concussione ( da "Unita, L'" del 30-11-2007)
Fassa-renon
4-2 ( da "Trentino" del 30-11-2007)
Debiti e
bilancio all'esame della massima assise civica ( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)
No ai
carrozzoni pubblici ( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)
Deficit,
Confapi-Biologi: patto contro il Piano ( da "Denaro, Il" del 30-11-2007)
Sforbiciata
ai costi della politica Ottaviani si schiera con Boldrini ( da "Corriere Adriatico" del 30-11-2007)
Brescia-Padova,
scoppia il caso Penati: mai preso un soldo ( da "Gazzettino, Il" del 30-11-2007)
Assegno
di sviluppoinnovazione e lavoro ( da "Sicilia, La" del 30-11-2007)
Guido Lo
Forte* ( da "Liberazione" del 30-11-2007)
Sanità
del Lazio, preoccupazione per il debito ( da "Italia Sera" del 30-11-2007)
Indennità,
dov'è la coerenza? ( da "Alto Adige" del 01-12-2007)
Più
spese nel settore cultura si pensa anche a capodanno ( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)
Più
dei consulenti servono gli impiegati ( da "Repubblica, La" del 01-12-2007)
Violenza
sessuale, don mosa patteggia - maria fiore ( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)
I conti
svizzeri incastrano De Petro e i Catanese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-12-2007)
Seren
vuole dimezzare i costi della politica ( da "Corriere delle Alpi" del 01-12-2007)
Gli enti
locali provocano la Regione: <Stop al centralismo> ( da "Corriere del Veneto" del 01-12-2007)
Minori
spese e maggiori entrate. L'assestamento di bilancio ottiene il via libera
del Consiglio ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2007)
OSIMO
Assestamento di bilancio 2007: secondo i consiglieri del Pd, Paola Andreoni e
Mauro Pellegrin ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 01-12-2007)
Il consigliere
comunale d'opposizione Marietta Tidei non condivide la proposta di assegnare
un& ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
01-12-2007)
Un cda da
709mila euro l'anno con ventidue consiglieri ( da "Tirreno, Il" del 01-12-2007)
Un'Italia
che ha perso il treno ( da "Unita, L'" del 01-12-2007)
<Se la
politica è questa, me ne vado> ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)
Indennità,
sbagliati i calcolisui risparmi: mancano 278 milioni ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)
Per Gava
nono gettone stagionale ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
01-12-2007)
Sostituto
a gettone al posto di Modica? ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 01-12-2007)
Il
divertimento finisce anche sulla rete ( da "Centro, Il" del 01-12-2007)
La
discarica la torre simbolo della chiusura dei politici ( da "Centro, Il" del 01-12-2007)
Anziani
all'ex acli, decisione sospesa ( da "Trentino" del 01-12-2007)
Moratti:
<Niente sprechi, ma l'efficienza costa> ( da "Libero" del 01-12-2007)
Moratti:
<Niente sprechi, ma l'efficienza costa> ( da "Libero" del 01-12-2007)
Scuola,
autonomia e scelte... a prescindere ( da "Trentino" del 01-12-2007)
Enti
locali, da Roma un altra rapina ( da "Padania, La" del 01-12-2007)
COMUNE
PARLANO I CONSIGLIERI DI AN BENEDETTI E PORZANO 0 Commissioni azzerate: si
passi da dieci a otto senza inciuci tra maggioranza e opposizione ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
01-12-2007)
POLITICI
MENO CARI, BOCCIATA LA MOZIONE ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 01-12-2007)
<Doniamo
il gettone di presenza per aiutare Satonevri> Tutti d'accordo, ma solo
metà dei consiglieri lo fa ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-12-2007)
A rischio
gli stipendi e i gettoni ( da "Sicilia, La" del 01-12-2007)
BILANCIO
PREVENTIVO, RIUNIONE IN PROVINCIA DI RIMINI ( da "Sestopotere.com" del 01-12-2007)
Codice
etico per assumere i portaborse in Regione ( da "Stampa, La" del 02-12-2007)
COSI'
VITTORINI SPENDEVA I SUOI GETTONI ( da "Giornale di Brescia" del 02-12-2007)
Regione,
scatola vuota a peso d'oro - ubaldo cordellini ( da "Trentino" del 02-12-2007)
Il Comune
taglia posti nelle società Ma resta in piedi con cinque consiglieri la
Sermas ( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)
COME
è possibile che un'azienda con quatro dipendenti abbia cinqu ( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)
"cda
sempre a vuoto ecco perché lascio" ( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)
Consiglio
comunale in tivù a partire dal gennaio 2008 ( da "Nuova Sardegna, La" del 02-12-2007)
L'aumento
del gettone non sarebbe un privilegio - alberto gagliardi ( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)
Rabbuffo:
la discarica non c'entra con la casta ( da "Centro, Il" del 02-12-2007)
No, non
voglio il commissariamento della Regione perché sarebbe una sconfitta per il
Lazi ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 02-12-2007)
Zanin,
ritorno al passato jesolo in campo a s. vito ( da "Nuova Venezia, La" del 02-12-2007)
I
consiglieri rinunciano al gettone ( da "Tempo, Il" del 02-12-2007)
QUASI
300MILA euro di finanziamento per generi alimentari e pozzi i ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
02-12-2007)
Di MARIA
GLORIA FRATTAGLI - ANCONA - DALLO STIPENDIO al gettone ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
02-12-2007)
Arriva il
gettone , consiglieri agitati Dal primo gennaio via le indennità e
qualcuno pensa già ai ritocchi ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
02-12-2007)
Le
riflessioni del sindaco di un piccolo comune ( da "Corriere delle Alpi" del 02-12-2007)
Le
istituzioni e i costi della politica, un convegno ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)
Gioco di
squadra per la Finanziaria da cambiare ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)
I costi
della politica ( da "Gazzetta di Parma, La" del 02-12-2007)
IL LIBRO ( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2007)
Il giro
più "gettonato" a Grandi Molini. Delusione all'Alcoa: <Non
ci dicono quale è la lega per le pentole> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2007)
<Sanità
nissena, quante carenze> ( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)
Il
Consiglio tagliai servizi sociali ( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)
Articoli
(
da "Cittadino, Il" del 30-11-2007)
N A seguito della
catastrofe provocata dal ciclone Sidr, che la sera del 15 novembre ha colpito
il Bangladesh, il consiglio comunale di Paullo potrebbe
decidere di devolvere il gettone di presenza dei
conglieri per aiutare più di quattro milioni di persone rimaste senza
tetto. Lo proporranno questa sera (giovedì) in assemblea Giancarlo
Broglia (Rifondazione comunista) e Alberto Pacchioni (Sinistra democratica)
in un loro ordine del giorno. Spiragli positivi li ha lasciati
intravedere la maggiornaza. Ma bisognerà attendere fino a stasera per
vedere se i rappresentanti del parlamentino locale rinunceranno ai loro 25
euro. I consiglieri, sindaco compreso, sono 21: ammonta quindi a 525 euro la
somma da racimolare. All'assegno staccato potrebbero essere aggiunti altri
fondi, fissati dalla giunta. "Speriamo che possa essere una decisione
unanime, che non s'inserisca la politica anche su questo argomento",
commenta Broglia. L'iniziativa è nata proprio da lui, che in
Bangladesh, a Khulna, ha vissuto per mesi come infermiere volontario in un
ospedale. Uno dei paesi più poveri del mondo, lo staterello indiano ha
144 milioni di abitanti: il 40 per cento vive con un reddito giornaliero
inferiore a un dollaro. A migliaia di persone sono stati già prestati
i primi soccorsi. Ma sono ben più ampi i bisogni: il ciclone ha
colpito scuole, edifici, strade. Devastato l'ambiente: i raccolti di riso
sono stati cancellati; distrutto il parco delle Sunderbans, la più
grande foresta di mangrovie del mondo, patrimonio dell'umanità, oltre
a una riserva eccezionale di animali rari.
(
da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
Pagina
I - Genova Da gennaio possibile lo stipendio fisso Tursi, l'indennità
dribbla il gettone ZUNINO A PAGINA V SEGUE A PAGINA V.
(
da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
Pagina V - Genova
IN PRIMO PIANO Nicolò Scialfa Remo Viazzi Alberto Gagliardi Gianni
Bernabò Brea Giorgio Guerello Mariangela Danzì Bocciata la
delibera che prevedeva un aumento a tutti i consiglieri, ma a gennaio...
Tursi, il ballo del gettone un blitz e scatta l'indennità Sul voto gli
unici a mantenere il parere positivo sono stati i consiglieri azzurri
Scialfa: "Questa è una battaglia giusta e di dignità e
dico no al massacro mediatico" AVA ZUNINO L'orologio segnava le 19 e 49
minuti, ieri, quando il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello ha
messo in votazione la delibera per l'aumento dei gettoni
di presenza dei consiglieri. La delibera è
stata bocciata: gli unici a mantenere il parere favorevole sono stati i
consiglieri di Fi. Ma la vicenda dei compensi ai consiglieri non finisce qui.
Subito dopo infatti il consiglio ha approvato all'unanimità un'altra
delibera, che trasforma i compensi dei consiglieri: dal primo gennaio potranno
scegliere se continuare ad essere pagati a gettone (un
gettone ogni presenza alle sedute di consiglio e commissione) o avere una vera e
propria indennità di funzione, come quelle della Regione e del
Parlamento. Economicamente al momento non cambia nulla. La cifra mensile che
riceverà chi sceglierà l'indennità è stata
calcolata sulla media dei gettoni pagati mensilmente nello
scorso ciclo amministrativo. E la cifra resterà fissa per il
2008. Dunque, può essere che qualcuno tra i più presenzialisti
economicamente perda anche qualcosa. Ma di certo è il primo passo
verso quella "dignità" di funzione tanto invocata in questi
giorni: l'assegno non sarà legato alle presenze o alle assenze.
Sarà una indennità fissa. Così ieri sera è calato
il sipario su una seduta al fulmicotone. L'aumento del gettone è
affondato tra polemiche, accuse, retromarce e un clima di tensione che
è esploso ieri pomeriggio in consiglio comunale e ne ha provocato una
temporanea sospensione. Una sospensione decisa da Guerello per sbollire gli
animini. E' successo di tutto, ieri pomeriggio a palazzo Tursi, anche che il
direttore generale del Comune, Mariangela Danzì, è intervenuta
nella discussione per stigmatizzare l'atteggiamento di uno dei consiglieri
comunali, Remo Viazzi di Fi il quale ha chiuso il suo intervento con una
frase in dialetto siciliano. Era riferito al fatto che i consiglieri del
centrosinistra pur convinti di volere l'aumento e pur avendo sottoscritto la
delibera, poi hanno ritirato le firme: "che cosa è successo, ci
sono state minacce?", ha chiesto Viazzi cercando di imitare l'accento
siciliano. Il direttore generale si è sentita colpita, in quanto
siciliana, e ha voluto ricordare di essere onorata di appartenere alla terra
di Falcone e Borsellino. "Non ci sono state minacce, c'è stata
una assunzione di responsabilità", ha replicato Umberto Lo Grasso
dell'Ulivo. Fi Italia è rimasto l'unico partito a sostenere l'aumento
del gettone di presenza dei consiglieri. Ma non
l'unico a sostenere di volere un aumento che invece anche ieri Niccolò
Scialfa di Rifondazione Comunista, gruppo sinistra Arcobaleno ha difeso a
gran voce. Non votando però poi la delibera che, quasi alla fine della
seduta, il direttore generale ha dichiarato "illegittima".
"Questa è una battaglia giusta e di dignità - ha detto
Scialfa - E dico vergogna al massacro mediatico al quale siamo stati
sottoposti, da che pulpito! Accuso la stampa. E' venuta allo scoperto la
più vera antipolitica becera. La malapolitica della nomenklatura
ipocrita che fa le bucce a noi, ma che al Senato non ha bloccato gli
aumenti". Il riferimento è a Graziano Mazzarello, il senatore del
Pd, che aveva tacciato di inopportunità la richiesta dei consiglieri
comunali. Raffaella Della Bianca, capogruppo di Fi, ha difeso fino all'ultimo
la delibera ed ha iniziato il suo intervento sottolineando l'assenza del
sindaco Marta Vincenzi. Sindaco contro cui si è scagliato anche
Alberto Gagliardi: "invece di schierarsi contro l'aumento del gettone
poteva tagliare qualche consulenza". E nel tutti contro tutti, Giannì
Bernabò Brea di An ha attaccato Fi: "arroganti - ha detto - e non
condivido neanche l'atteggiamento dei consiglieri dell'Ulivo che hanno tolto
la firma". Tra le tante cose successe, una assonanza tra Giuseppe Murolo
di An e Arcadio Nacini di Rifondazione Comunista. "Quando ci siamo
presentati alle elezioni tutti sapevamo quanto fosse il gettone di presenza e nessuno si è indignato - ha detto Murolo
- Tra noi e Rifondazione c'è un abisso ma ci accomuna il fatto di
vedere la politica come un'alta forma di volontariato".
(
da "Adige, L'" del 30-11-2007)
Migliarini:
"Da tre a un seggio, ma noi dipendenti siamo seicento"
Università, cda dimezzato Protestano i rappresentanti del personale
"Ci vuole un consiglio di amministrazione più snello. Oggi siamo
in 44: ho dovuto fare allargare le scrivanie. Ormai non abbiamo più
posto, neanche per gli appendiabiti, neanche per i cappotti. Quello che
abbiamo non è un cda, è un'assemblea". Il rettore
dell'Università Davide Bassi si prepara ad una nuova discussione: il 5
dicembre si terrà un'altra seduta del consiglio integrato; si lavora
alla modifica dello statuto. Il numero dei membri è destinato a
diminuire. Tre le ipotesi sul tavolo: 27, 25 o 23 componenti. Il consigliere
Bruno Firmani ha proposto una composizione a 15. Lui ritiene condivisibile la
proposta della collega Castellani: ridurre a 6 i docenti e propone di non
prevedere i due rappresentanti dei Comuni. "In tal modo la composizione
si attesterebbe su 21 membri". Ipotesi. Se ne discuterà nei
prossimi giorni. Di sicuro la linea è quella della razionalizzazione:
in proporzione ci saranno meno rappresentanti dei docenti, dei ricercatori, degli
studenti, degli esterni e dei dipendenti. Questi ultimi fanno sentire la
propria voce tramite Maurizio Migliarini, membro del cda integrato. Considera
pericoloso il passaggio da 44
a 25 o 23: "Ci sarebbe un solo rappresentante del
personale tecnico-amministrativo. Già oggi la situazione, con soli tre
rappresentanti, non è delle migliori. Un ulteriore taglio diventa
offensivo, visto che noi dipendenti dell'ateneo siamo seicento".
Migliarini sostiene che l'alto numero di consiglieri
"è un falso problema perché l'esperienza evidenzia il
contrario". "Anche in termini di costo il numero dei consiglieri
non rappresenta un problema data l'entità dei gettoni di presenza (100 euro a seduta, Ndr). Si può pensare ad una
riduzione della composizione del consiglio non disgiunta però dal
ripristino della giunta esecutiva". Secondo lui la scarsa
rappresentatività dei dipendenti può essere compensata solo con
l'inserimento di rappresentanti del personale negli altri organi di
governo". A.Tom. 30/11/2007.
(
da "Italia Oggi" del 30-11-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 284, pag. 19 del 30/11/2007 Autore: Visualizza la
pagina in PDF Tagli ai consiglieri, risparmi per 4,5 milioni
Altro che 283 milioni di euro. I tagli alle indennità dei consiglieri
previsti dalla Finanziaria 2008 potrebbero produrre risparmi per 4,5 milioni
di euro al massimo. Con conseguenze disastrose sui bilanci locali. Il calcolo
e l'allarme arrivano dall'Anci che assieme all'Ifel ha condotto un'indagine
su 860 comuni (di cui 38 capoluoghi di provincia) per valutare l'impatto dei
tagli ai costi della politica previsti dalla manovra. "La stima del
risparmio derivante dai tagli ai costi della politica dà origine a una
riduzione dei trasferimenti erariali che non trova copertura adeguata, in
quanto l'effettivo risparmio, è molto inferiore", denuncia Fabio
Sturani, sindaco di Ancona e vicepresidente dell'Associazione dei comuni, in
una lettera inviata alla commissione bilancio della camera. L'Anci teme che
l'art. 26 comma 8 della legge finanziaria 2008 finisca per produrre "un
nuovo e indiscriminato taglio ai trasferimenti erariali" e non condivide
che "fondi derivanti dal risparmio di spesa del comparto comuni vengano
utilizzati per coprire le necessità di altri settori". Ragion per
cui i comuni hanno chiesto "di valutare attentamente la portata della
norma" intervenendo in commissione per emendarla in modo da trovare altra
copertura finanziaria al ticket sanitario. La norma dispone una riduzione del
numero di assessori e del tetto massimo dell'indennità di funzione dei
consiglieri, che viene portata da un terzo a un quarto del compenso spettante
ai sindaci. Dalla lettura della relazione tecnica, tale risparmio sarebbe
pari a 283 milioni di euro che corrisponderebbe alla riduzione da un terzo a
un quarto dell'indennità di funzione massima percepibile da un
consigliere comunale e provinciale, cui vanno aggiunti i tagli alle
comunità montane per un importo complessivo di 313 milioni di euro che
vengono sottratti al fondo ordinario dei trasferimenti erariali. Un calcolo,
secondo l'Anci, "totalmente sovrastimato", in quanto presupporrebbe
che tutti i consiglieri comunali e provinciali abbiano optato per l'indennità di funzione. Cosa che in realtà non
accade. Dall'indagine Anci-Ifel emerge infatti che la quasi totalità
dei consiglieri interpellati (844) percepisce il gettone di presenza a fronte di un 1,86% che riscuote invece l'indennità di
funzione. A ciò si aggiunge che in 60 comuni, i consiglieri comunali
hanno rinunciato a qualunque compenso (soprattutto nei piccoli
comuni). Inoltre, nei municipi non capoluogo di provincia, vengono indette in
media due sedute mensili, che salgono invece a quattro nei comuni capoluogo.
Moltiplicando i gettoni di presenza
per il numero di sedute annuali di ciascun consigliere si ottiene una stima
dei costi annuali pari a circa 56,6 milioni di euro. "In base ai dati
raccolti", prosegue l'indagine, "il costo effettivo dei consiglieri
comunali risulta pari, per il 98,14% dei casi, al costo dei gettoni moltiplicato per il numero di sedute e solo per
l'1,86% al costo dell'indennità di funzione". Si ottiene
così una cifra di 73,6 milioni di euro (55,6 milioni, per i costi di
gettone + 18 milioni per quelli di indennità) che ridotta di un
quarto, come previsto dalla Finanziaria, ammonta a 69,1 milioni di euro.
"Pertanto", ha concluso Sturani, "il risparmio ottenuto
è di soli 4,5 milioni di euro, molto lontano dai 283 supposti".
(
da "Giornale.it, Il" del
30-11-2007)
Di Riccardo Re -
venerdì 30 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia
ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Alla fine nessun aumento di gettone, ma
i consiglieri comunali alzano la testa. Vola alta anche la politica, per una
volta, a palazzo Tursi per precipitare a intermittenza tra cadute di stile e
faide di partito o pseudo coalizioni. Il tutto perché da destra e da sinistra
non ci stanno a passare come avidi mercenari quando percepiscono un gettone
di 87 euro a seduta e chiedevano di alzarlo a 116, per uno stipendio che al
massimo non avrebbe mai potuto superare i 2.500 euro lordi al mese (sempre un
terzo di quanto percepisce il sindaco, che a sua volta percepisce meno di
altri sindaci d'Italia). Assai meno rispetto ad altri Comuni e ancor meno
rispetto ad altri incarichi istituzionali che richiedono un impegno non
troppo differente. Non mancano però neppure i distinguo, come An e la
biasottiana Lilli Lauro che accusano anche gli alleati (durissimi
Bernabò Brea e Murolo contro Forza Italia) e precisano di non voler
alcun emolumento aggiuntivo. Nel frattempo parere di illegittimità
rispetto alla delibera sull'aumento dei gettoni di presenza viene espresso in aula dal direttore generale del Comune
Mariangela Danzì. Neppure tra le file di centrosinistra però
mancano i j'accuse all'antipolitica. Arcadio Nacini, Rifondazione
comuinista, uno che "il gettone non l'ho mai ritirato per ragioni di
principio" dice che sì, è giusto per la dignità dei
consiglieri che chi guadagna troppo prenda meno e viceversa. Così,
alla fine, la patata bollente verrà rigirata all'Anci, l'associazione
dei comuni italiani, che dovrà farsi portavoce di un malessere
più o meno trasversale. Forza Italia, invece, accusa chi ha fatto un
passo indietro rispetto alla delibera iniziale (firmata anche da Ulivo e An)
e ha ritirato la firma per cavalcare l'onda mediatica. Il pomeriggio, non a
caso, parte con l'applauso bipartisan a Nicolò Scialfa (Unione a
Sinistra), per la dura requisitoria contro la demagogia di certa stampa,
certi politici, e certa antipolitica. Sullo stesso tono Remo Viazzi (Forza
Italia) che fa anche nomi di lettori e editorialisti, e risponde citando il
proprio indirizzo di casa per ribadire che è fiero della sua
posizione. Scivola poi nell'attaccare la sicilianità di Scialfa e Lo
Grasso (il consigliere dell'Ulivo, promotore dell'aumento) che sono stati
"intimoriti dalle minacce" di Marta Vincenti. Ma Lo Grasso
risponde: "Non ho fatto alcun passo indietro, sono i capigruppo che
hanno ritirato la mia delibera, e non mi pento". Nel mezzo c'è
anche Musso, a ribadire che per i cittadini costano più certe scelte
politiche e l'inutilità strutturale che spesso blocca i consiglieri
che non l'aumento di gettone. Tanto che, "se continua così - dice
-potrei pure dimettermi".
(
da "Repubblica, La" del 30-11-2007)
Cultura Intervista
a Paolo Simoncelli Il suo vero compito era combattere la corruzione
Paolo Simoncelli insegna Storia moderna, e ha seguito il lavoro di archivio
che Margherita Martelli e Maria Procino hanno svolto sul carteggio tra Enrico
Cuccia e Alberto D'Agostino. "Un lavoro egregio", commenta
Simocelli, "che ci consente di avere un materiale di prima mano utile
sia per approfondire la storia del fascismo e quella di Cuccia".
C'è una relazione fra le due storie? "Fino a un certo punto
sì. Nel senso che il fascismo si fida dell'operato
di Cuccia delle sue competenze e lo invia in Africa orientale a svolgere le
ispezioni sul grado di corruzione esistente. Il suo compito, formalmente, è di impiantare
nelle cinque province dell'impero delegazioni direttamente connesse al
Sottosegretariato di scambi e valute". Con che risultati?
"Tutto sommato non trascurabili. Deve ristabilire un certo ordine
monetario e valutario, soprattutto alla luce dell'uso persistente che la
popolazione locale fa del tallero d'argento". Cosa vuol dire? "Sul
piano economico il regime si era accorto che c'era un cambio diverso tra la
lira e il tallero, rispetto a quello stabilito dalla Banca d'Italia. Il che
presupponeva l'esistenza di una vera e propria borsa nera. Ad aggravare la
situazione c'era anche l'esportazione illegale di valuta, agevolata da finte
o inutili importazioni. Infine, altro elemento di crisi, l'impiego e
l'acquisto di merci straniere a tutto svantaggio dei prodotti
nazionali". Un Cuccia autarchico? "Si vede anche da certe lettere
quanto egli tenesse alla difesa delle merci italiane. C'è insomma una
marcata vena protezionistica". Perché Graziani lo avversa? "Le
ragioni sono evidenti. Cuccia e il suo partner Giuseppe Ferlesch, spezzano
quei traffici che in qualche modo si ricongiungono molto in alto. Graziani
farà di tutto per allontanarlo". E ci riuscirà? "No.
Cuccia potrà portare a termine la sua missione, direi con successo.
Perfino Mussolini lo riceverà a Roma, a metà dell'opera,
elogiandone l'operato". Quando Cuccia diventerà antifascista?
"è una questione aperta. La mia impressione, ma non solo mia,
è che egli lo diventi completamente nel 1943". A. Gn.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
30-11-2007)
Premariacco.
Ieracitano: sia di buon esempio a chi prende molto di più e diserta il
Parlamento La giunta si autoriduce i compensi Sindaco e assessori prenderanno
il 10% in meno, risparmio di 7 mila euro PREMARIACCO. Risparmiare tagliando
sullo stipendio di sindaco e assessori. É l'insolita e provocatoria scelta
effettuata dalla Giunta comunale di Premariacco, in questi giorni al lavoro
per la preparazione del bilancio preventivo 2008, per far capire ai cittadini
"che i costi della politica - spiega il sindaco Ieracitano - non vanno
cercati in periferia, ossia nei piccoli comuni, bensì negli enti
più grandi e in tutte le aziende pubbliche le cui nomine dipendono dai
politici". Il compenso del sindaco passerà da 1.030 a 927 euro al mese,
mentre gli assessori riceveranno circa 50 euro di meno, con compensi che
passeranno a 300-450 euro al mese. La singolare iniziativa
dell'auto-riduzione sarà ora presentata in Consiglio; "intendiamo
dimostrare - afferma il sindaco - che per tagliare i costi della politica non
serve una legge, ma basta la volontà delle persone. Nel nostro caso il
taglio stabilito dalla Giunta porterà al Comune un risparmio annuo di
circa 7.000 euro; somma che seppur minima sarà però assai utile
per realizzare una piccola opera pubblica, affinché resti un segno tangibile
della decisione degli amministratori, e non si dica poi che sono finiti in
spese inutili o nel calderone del bilancio comunale". Anche i consiglieri di maggioranza avrebbero voluto rinunciare
al loro gettone di presenza - circa 23 euro per ogni consiglio -, ma la Giunta ha deciso
che, visto il lavoro svolto già senza alcun compenso e vista
l'impossibilità tecnica della rinuncia, si penserà ad altre
soluzioni. "I nostri compensi di amministratori - sottolinea
Ieracitano - sono minimi se consideriamo che, in Comuni come il nostro,
l'impegno di lavoro va ben oltre le 40 ore settimanali, alle quali devono
essere aggiunte quelle del nostro lavoro "normale", visto che noi
di politica non viviamo. Dispiace dover rinunciare a un diritto - aggiunge il
sindaco, - ma se serve a dare un segnale e un esempio a chi per 15 mila euro
al mese si presenta tre giorni alla settimana in Parlamento a Roma allora
forse ne sarà valsa la pena". "La decisione - conclude il
Sindaco - è maturata per esprimere il nostro disagio rispetto ai
privilegi di molti politici e para-politici in cui non ci riconosciamo, e per
raccogliere e rendere visibile anche il disagio dei nostri cittadini nei
confronti di quello che è definito il "mondo della politica"
del quale anche noi amministratori locali, in qualche modo, facciamo parte.
Ci auguriamo che gli enti intermedi quali le province e le regioni, con tutte
le loro società controllate, si rendano conto che i privilegi dei loro
rappresentanti diminuiscono la loro credibilità e autorevolezza".
(
da "Nazione, La (Lucca)" del
30-11-2007)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Viareggio))
? VIAREGGIO ? A
SPETTANDO la trasferta (inedita) di Rovigo, il Viareggio si gode la
soddisfazione della doppiamente storica qualificazione agli ottavi di Coppa
Italia dopo il blitz di Lucca. Una trasferta, quella di Rovigo, che nasce con
il dubbio della nebbia e con il rischio che la squadra di Aglietti possa
essere un po' stanca dopo la faticaccia del Porta Elisa ma il primo a dire di
essere pronto alla nuova sfida di campionato è uno dei giocatori
più in forma del momento, il ventenne svizzero ma di origini kosovare
Migjen Basha. "La squadra ? afferma il centrocampista ? sta
comportandosi molto bene: il gruppo è molto motivato, siamo giovani e
vogliamo crescere anche se come ci ricorda sempre il nostro allenatore
Aglietti, il primo obiettivo è la salvezza". Migjen Basha
è arrivato in Italia dal Losanna, destinazione Lucchese, due anni fa.
"Nella prima parte della stagione con Gigi Simoni in panchina ? ricorda
il giovane ? ha giocato in prima squadra, poi quando è subentrato Pea
sono rimasto un po' ai bordi. Ha collezionato alcune presenze ma mi aspettavo
qualcosa di più". Nato in Svizzera nel 1987 ? anche se i suoi
genitori sono originari del Kosovo ? Basha ha fatto tutta la trafila nel
settore giovanile del Losanna, conquistando anche la maglia delle nazionali
giovanili della Svizzera. "Ho collezionato 52 gettoni di presenza nelle file delle Nazionali Under 16, 17, 18 e 19: sono stato
anche compagno di squadra du Kuzmanovic che ora gioca nella Serbia e della
Fiorentina". MA IL presente del giovane attaccante è a Viareggio.
"Mi trovo bene, ho trovato un ambiente ideale per un giovane che vuole
crescere senza molta pressione". La soddisfazione di avere
giocato bene e vinto a Lucca, in un derby atteso da tutta la tifoseria, non
l'ha travolto più di tanto. "L'importante è semore la
partita del turno successivo ? afferma ?: dobbiamo guardare al campionato con
grande decisione". Basha spera di avere un futuro "vero" nel
mondo del calcio: "Ci ho puntato e ci sto puntando tutte le mie forze:
spero di poter arrivare". L'intesa con Reccolani la ritiene fondamentale
per poter crescere e dare un contributo sempre migliore al Viareggio.
"Ora concentRiamoci sul Rovigo ? conclude Basha ?. Troveremo una squadra
molto decisa visto che da un mese non vince". IL VIAREGGIO è
atteso ad finale di 2007 molto impegnativo, sovraccarico di partite, con il
"peso" di due infortuni importanti come quelli di Ceciarini
(potrebbe rientrare fra una decina di giorni) e di Bonuccelli (sarà in
campo l'antivigilia di Natale'). Domenica prossima, il Viareggio va a Rovigo,
quindi il 90 è prevista l'ultima, ma non ultima, giornata del girone
di andata in casa contro il Portogruaro, formazione d'alta classifica; il
mercoledì successivo, 12 dicembre, recupero della quattordicesima
giornata a San Marino, mentre domenica 16 è in calendario la difficile
trasferta di Giulianova, uno dei campi più difficili del campionato;
infine domenica 23 ai "Pini" arriverà la capolista Bassano.
- -->.
(
da "Giorno, Il (Varese)" del
30-11-2007)
IL SILURAMENTO DI
QUASI TUTTI I DIRIGENTI FINISCE DAI BANCHI DEL CONSIGLIO A PALAZZO DI
GIUSTIZIA Burocrazia, una macchina bidone per la Moratti Lo "spoils
system" operato dal sindaco ha innescato la stagione dei veleni sfociata
in cinque avvisi di garanzia di CORRADO DRAGOTTO ? MILANO ? LA MALEDIZIONE
biblica generata dalla rottamazione di una macchina comunale resa quantomai
efficiente da Gabriele Albertini (non bisogna mai dimenticare, tanto per fare
un esempio, che la ristrutturazione della Scala firmata da Mario Botta venne
pianificata da ingegneri di Palazzo Marino) ha colpito ancora Letizia
Moratti. Come se non fosse bastata la mancata archiviazione da parte della
Corte dei conti degli esposti sugli "incarichi d'oro" inoltrati da Basilio Rizzo (Lista Fo)
e da altri consiglieri dell'opposizione, ieri Palazzo Marino è
risultato scosso sin dalle fondamenta dal terremoto causato dagli avvisi di
garanzia notificati al sindaco (abuso d'ufficio), al city-manager Piero
Borghini (abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata), al vicedirettore
generale Rita Amabile (concussione), al capo di gabinetto Alberto
Bonetti Baroggi (truffa aggravata) e al direttore del Decentramento Federico
Bordogna (concussione). E, sebbene l'iscrizione del sindaco e degli altri
indagati nell'apposito registro appaia un atto dovuto, è indubbio che
l'avvicendamento in massa dei manager selezionati da Albertini (dalla purga
si salvarono, tra i pochissimi altri, Bordogna, peraltro trasferito dalle
Risorse umane al Decentramento, Bonetti Baroggi, come Borghini consigliere
regionale di Forza Italia, Andrea Vento, Antongiulio Bua e Antonio Acerbo)
sia stato portato a termine sotto una cattiva stella. TUTTO
INCOMINCIÒ, comunque, ancora prima di quella specie di riproposizione
nel settembre 2006 di quel Termidoro in cui, nel 1794, gli antigiacobini
fecero volare dalla gigliottina le teste di Robespierre e dei suoi
fedelissimi. Nell'agosto del 2006, infatti, il sindaco indusse a pensare con
tre clamorosi defenestramenti che avrebbe radicalmente trasformato i ponti di
comando del Comune. Perché, sulla base di un articolo del Decreto Bersani
sulle liberalizzazioni che vietava di mantenere in servizio i dirigenti
titolari di rapporti di consulenza con più di 67 anni, una norma con
scarsissima applicazione nelle Amministrazioni del Bel Paese, la Moratti
pensionò d'ufficio quattro colonne portanti della dirigenza. Ovvero:
gli esperti e capaci Giuseppe Cozza (Mobilità), Giuseppe Albanese
(Internal auditing), Alessandra Mottola Molfina (Cultura) e Massimo Mauri
(Pianificazione). Solo per Cozza, uno che conosce persino buche e tombini
delle strade meneghine, Borghini trovò una poltrona (direttore
generale) in Metropolitana Milanese. Gli altri "magnifici tre",
invece, furono tolti di mezzo insieme con i loro assessori di riferimento. Al
posto di Mauri ma con poteri centuplicati il sindaco, curiosamente, assunse
tale Luca Concone. Curriculum e stipendio da far paura ma attitudine limitata
alla pubblica Amministrazione. Morale: nel giro di un annetto, Concone viene
spedito in Sea con un vago incarico inerente le relazioni internazionali
della spa aeroportuale (86% Comune). MA TORNIAMO ai mesi precedenti a
Termidoro. E, cioè, a quando il sindaco decide di affiancare l'ex
collega Borghini con l'Amabile, ex quadro cigiellino come, del resto, Bordogna.
I vecchi lupi stanziali a Palazzo Marino ululuraron subito alla luna:
"Ma quella torna in Comune per vendicarsi". Il riferimento correva
alla decotta vicenda (l'appalto calore) che pare fosse costata il posto in
Comune al consorte dell'Amabile, poi scomparso. Sempre i soliti beninformati
mandarono alla Moratti un altro messaggio mica tanto subliminabile.
Riassumibile in un: "Stai attenta, perché Borghini e Bonetti Baroggi
dovrebbero dimettersi da consiglieri regionali per evitare che qualcuno
sollevi l'eccezione di conflitto di interessi e di doppio stipendio". Ma
la Moratti non ascoltò alcun suggerimento e, il 5 settembre 2006, si
materializzò in Sala commissioni con Borghini e l'Amabile a fianco per
annunciare urbi et orbi la lieta novella della macchina comunale
"più snella ed efficiente" rispetto a quella guidata da
Albertini. "Il più anziano dei miei dirigenti ha 66 anni, il
più giovane 33 - si infervorò Donna Letizia in quell'occasione
-. Dei 22 "centrali", inoltre, nove hanno meno di 45 anni".
Largo ai giovani, quindi, ma anche a una raffica di assunzioni che
proseguì sino al maggio scorso. Per non parlare della lievitazione a
cifre stellari dei compensi percepiti dai manager. Oggi come oggi, del resto,
la casta dei dirigenti costa 11 milioni l'anno ai pubblici contribuenti. Il
gap di esperienza tra gli attuali titolari e i predecessori, intanto, si sta
pagando con una minore reattività della macchina comunale. - -->.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
30-11-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-11-30 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE POLITICA India, il biglietto del sindaco e i fondi
pubblici di ORAZIO CILIBERTI * N on più tardi di qualche giorno fa, il
Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo a firma di Michelangelo
Borrillo sul progetto "Le vie della seta", con il quale il Comune
di Foggia va promuovendo rapporti socio-culturali e istituzionali con
città di Paesi orientali, come Turchia, Israele, Iran, India e Cina.
è un progetto co-finanziato dalla Regione Puglia, sul quale il
giornalista del Corriere ha espresso perplessità e dubbi, non fosse
altro per il fatto che alcuni amministratori comunali accompagnano un gruppo
di musicisti foggiani in viaggi orientali. Sulla bontà del progetto si
può discutere e mi risulta che l'assessore comunale Tito Salatto e
l'assessore regionale Silvia Godelli non hanno mancato di illustrarne i
contenuti promozionali, soffermandosi sulla validità di una idea, che
è quella di stabilire reti di relazioni tra Puglia e Paesi orientali,
sviluppando rapporti non solo culturali, ma anche socio-economici tra
territori lontani. Ma, fa specie registrare la parzialità della
notizia, nella parte in cui non si dice che il sottoscritto sindaco di
Foggia, sia nel viaggio in Israele del novembre 2006, sia nel viaggio in
India del prossimo dicembre, ha pagato di tasca sua le spese della missione.
Personalmente, sto soffrendo un danno di immagine, che è un prezzo
altissimo per la continua denigrazione che nasce da questo genere di notizie
di stampa. Io sarei l'amministratore poco oculato che regala telefonini ai
collaboratori, viaggia a spese dell'Amministrazione, paga a peso d'oro i suoi
consulenti. Ma, ciò non è vero. Il
Comune di Foggia è quello che ha il minor numero di consulenti
tra i capoluoghi pugliesi, ha ridotto le indennità di carica agli
ammini-stratori al livello più basso, ha ridotto le spese telefoniche,
ha imposto drastiche riduzioni alle retribuzioni dei dirigenti. E il sindaco
ha pagato e paga di tasca sua i consumi dei suoi telefoni di servizio, nonché
le poche missioni che ha svolto nel corso del mandato. Una maggiore
sobrietà nell'amministrare la cosa pubblica credo non si possa
chiedere alla mia persona. E gettare fango su questa Amministrazione
sarà anche facile, ma non ritengo sia consentito. *sindaco di Foggia
Egregio signor sindaco, il problema sollevato dal "Corriere del Mezzogiorno
" non riguarda il singolo biglietto aereo. Ma l'opportunità di
utilizzare 65mila euro di risorse pubbliche (45mila del Comune, 20 mila della
Regione; e ne erano previste 130mila) per promuovere le opere liriche di
Umberto Giordano lungo le vie della seta, seguendo gli itinerari di Marco
Polo, pur non avendo né la seta, né Marco Polo, alcun legame storico con
Foggia e con la Puglia. Un'operazione definita "culturale " per la
quale però si attinge forse per maggior competenza - a fondi messi a
disposizione dall'assessorato regionale al Turismo. Se a spendere tali
risorse pubbliche è poi il Comune pugliese che, nonostante "il
minor numero di consulenti tra i
capoluoghi, con indennità di carica agli amministratori ridotte al
livello più basso, spese telefoniche ridotte, così come le
retribuzioni dei dirigenti " risulta essere il più indebitato di
Puglia con l'Acquedotto Pugliese (per 2,3 milioni di euro, per citare solo
una voce dell'esposizione debitoria del municipio foggiano che prevede anche
debiti per 850mila euro con l'Enel), i dubbi sull'opportunità
del viaggio con soldi pubblici - comprensivi o meno del biglietto aereo del
sindaco - aumentano. E il problema sollevato dal "Corriere del
Mezzogiorno " resta ancora irrisolto. Buon viaggio. (m. bor.).
(
da "Libero" del 30-11-2007)
Attualità
30-11-2007 Chiacchiere tante soluzioni zero Gli argomenti preferiti nelle
discussioni tra i politici sono sempre gli stessi. Un
giorno parlano di debito pubblico, ed ecco pronte le trasmissioni con esperti
ed economisti in studio. Chiacchiere tante, soluzioni zero, gettone di presenza incassato. Poi torna attuale parlare di pensioni ed ecco di
nuovo dibattiti, esperti, sociologi. Chiacchiere ancora tante, soluzioni
sempre zero, e l'obolo di partecipazione sicuro. Ora tiene banco la
questione salariale. Tutti sembra si siano accorti che le paghe più
basse d'Europa sono quelle degli italiani, per non parlare del potere di
acquisto, ormai diventato ridicolo. I sindacati, che qualche colpa c'è
l'hanno, sollecitano i rinnovi contrattuali per milioni di lavoratori, di
varie categorie, che non riescono più a fare quadrare i propri bilanci
familiari. Ed ecco allora lo sciopero della sanità, seguito da quello
dei trasporti e poi ne arriveranno altri ancora, portando sulle strade
centinaia di migliaia di lavoratori, con notevoli danni al sistema Italia. Ed
il governo che fa? Niente. Claudio Gera Lido di Venezia Salvo per uso
personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza
autorizzazione.
(
da "Libero" del 30-11-2007)
Attualità
30-11-2007 I novanta incarichi sotto accusa della giunta Moratti di LORENZO
MOTTOLA In tutto sono novantuno le assunzioni effettuate dalla giunta Moratti
e contestate prima dalla Corte dei Conti e oggi dalla magistratura. Per i
loro compensi, l'erario versa ogni anno circa cinquanta milioni di euro. In
primo piano, le nuove nomine tra i direttori centrali, passati dai tredici
dell'era Albertini a ventitré. Tutte nomine che, secondo gli inquirenti,
sembrano esser state "illegittimamente attribuite". Tutte, ad
eccezione di una, quella di Pier Donato Vercellone, guru della comunicazione
assunto - dopo una ricerca effettuata da una società specializzata -
in vista della corsa all'Expo 2015: 217 mila euro all'anno lordi il suo
stipendio. Tra gli altri, uno dei più pagati - rimasto nello staff
della Moratti per soli otto mesi - era l'ingegner Luca Concone. Per lui il
Comune spendeva 244.270 euro all'anno. Ruolo: direttore dell'"Area
pianificazione e controlli". Dopo l'ad dio, è passato alla Sea,
partecipata comunale. DIRIGENTI A PALAZZO Stipendio un po' più alto
per il direttore generale del Comune Giampiero Borghini, attualmente tra gli
indagati e remunerato dal Comune con 279.540 euro l'anno. A questi bisogna
assommare lo stipendio di consigliere regionale (circa 11mila euro). La sua
vice, Rita Amabile - anch'essa inquisita - guadagna 264.680 euro all'anno.
Paga piuttosto buona anche per la responsabile del settore servizi sociali
Carmela Madaffari: 217 mila euro all'anno. La sua assunzione è una di
quelle che l'opposizione fino a oggi ha contestato con maggior forza. La
dirigente ha, infatti, in corso alcuni contenziosi di fronte al Tar e al
giudice del lavoro dopo essere stata dichiarata decaduta "per gravi
inadempienze" dalla carica di direttore generale dell'Asl di Lamezia
Terme, mentre un analogo procedimento era stato disposto durante la sua
dirigenza dell'Asl di Locri. ALTRE ASSUNZIONI Dirigenti a parte, Letizia
Moratti in questi anni ha cercato di ricostruire a Milano buona parte della
sua vecchia squadra al ministero della Pubblica Istruzione. A partire da
Luciana, la segretaria personale che la segue da anni. C'è, poi, Paolo
Glisenti: non assunto a tempo pieno ma collaboratore personale del sindaco
per "im plementare le attività istituzionali del Comune nei
rapporti di natura politica-amministrativa". Viene pagato con 900 euro
lordi per ogni giorno in cui lavora almeno cinque ore. In tutto, però,
il suo stipendio non può superare i 165mila euro. Altra novità,
la Moratti ha creato a Palazzo Marino un comitato strategico: dodici esperti
che, vista la loro profonda conoscenza della città, sono stati chiamati in qualità di consiglieri della
giunta. I dodici si riuniscono almeno sei volte in un anno e ogni volta
ricevono un gettone di presenza di 2500 euro a riunione. Tutti trannte tre di loro - don
Virginio Colmegna, Sergio Dompè e Bruno Ermolli - che hanno fatto
mettere a verbale la propria partecipazione titolo gratuito. UFFICIO
STAMPA Capitolo a parte riguarda l'ufficio stampa di Palazzo Marino,
riformato dall'attuale giunta. In precedenza ogni assessorato aveva un suo
staff. Con l'arrivo della Moratti si è proceduto a un accorpamento di
tutti i settori. Nonostante ciò, l'organico è passato da
diciannove a ventuno impiegati (tutti a tempo determinato). Esperimento
abortito dopo un anno e mezzo: oggi ogni membro della giunta ha di nuovo un
suo piccolo ufficio decentrato. Alcune delle persone assunte, secondo gli
inquirenti, non avrebbero i titoli per esser lì. In particolare, otto
di loro non sarebbero laureati né iscritti all'albo dei giornalisti. Il caso
più eclatante riguarda il fotografo ufficiale della Lista Moratti in
campagna elettorale, nominato "vice-caposervizio" subito dopo
l'insediamento del sindaco nel 2006. Il suo stipendio è oggi di 79mila
euro lordi all'anno. Foto: TERREMOTO A PALAZZO Il cortile interno di Palazzo
Marino. Molti consiglieri di centrosinistra hanno chiesto ieri al sindaco di
dimettersi. L'inchie sta è partita dall'esposto di uno di loro
Fotogramma LE ACCUSE LETIZIA MORATTI Il sindaco di Milano è accusato
di abuso d'ufficio. In particolare, non avrebbe rispettato le procedure
previste dalle legge nell'individuare le persone da assumere come dirigenti
del Comune. GIAMPIERO BORGHINI Più pesanti le accuse nei confronti di
Giampiero Borghini, ex dirigente del Pci, che fu sindaco di Milano negli anni
'80. L'attuale
direttore generale del Comune è, infatti, indagato per concussione.
L'accusa prende le mosse da una serie di testimonianze rese in procura da
dirigenti che sarebbero stati costretti a dimettersi. RITA AMABILE
Concussione è anche l'accusa mossa a Rita Amabile, vice di Borghini a
Palazzo Marino, e Federico Bordogna, ex responsabile delle risorse umane. Per
Alberto Bonetti Baroggi l'accusa è invece di truffa aggravata. Come
Borghini, non avrebbe dichiarato di essere consigliere regionale incassando
più di quanto dovuto come indennità per il suo ruolo
istituzionale. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
(
da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
30-11-2007)
Chiudi di FRANCESCA
MARINO Il presidente pachistano Parvez Musharraf ha annunciato che intende
revocare lo stato di emergenza il 16 dicembre. Aggiungendo che l'emergenza,
dichiarata lo scorso 3 novembre, ha "salvato il paese" e che le
elezioni politiche del prossimo 8 gennaio "a Dio piacendo" si
svolgeranno in modo democratico e in un clima disteso. Poche ore prima,
Musharraf aveva prestato giuramento per il suo secondo mandato come
presidente, con una cerimonia in grande stile andata in onda in diretta anche
su molte televisioni internazionali, mentre nelle strade di Lahore gli
avvocati, che protestavano per la presunta illegalità del mandato
presidenziale, si scontravano violentemente con la polizia. Mercoledì
scorso il presidente, con le lacrime agli occhi, aveva definitivamente
abbandonato quella che considerava "la sua seconda pelle": la
divisa da generale. Non prima, però, di avere "aggiustato"
ulteriormente le leggi del Paese: il potere di revocare lo stato di emergenza
è passato, con un decreto d'urgenza, dalle mani del capo delle forze
armate a quello del presidente. Certamente, se l'ultimo mese di legge
marziale o quasi non ha salvato il Paese, ha salvato la poltrona del
presidente. Musharraf è stato in grado di andare avanti con la sua
personalissima "road map", difatti, soltanto grazie alla
sostituzione in toto dei giudici della Corte Suprema, che avevano il compito
di esaminare i ricorsi contro l'ammissibilità della sua candidatura alle
presidenziali. La situazione, adesso, dovrebbe essere pienamente sotto
controllo, almeno secondo il generale. A capo delle Forze Armate siede ora il
generale Kiyani, ex-capo dell'Inter-Service Intelligence (Isi), nominato il
mese scorso da Musharraf di cui è considerato uno dei fedelissimi. E'
rientrato nel Paese Nawaz Sharif, l'ex-premier esiliato e accusato di corruzione, peculato e dirottamento aereo, ma non si sa
se, viste le accuse ancora pendenti (Sharif è stato escluso dal
decreto di riconciliazione nazionale che di fatto cancellava i reati imputati
alla Bhutto), potrà presentare la sua candidatura alle elezioni
politiche. E Benazir Bhutto, che fino all'altro ieri si dichiarava
disponibile a un'alleanza senza condizioni o quasi contro Musharraf, comincia
a fare marcia indietro dichiarando di non essersi impegnata in nessuna
alleanza, elettorale o di protesta contro Musharraf, con Sharif e il suo
PML-N e di non aver ancora preso nessuna decisione definitiva riguardo al
boicottaggio delle elezioni politiche. Secondo gli analisti, la signora
riprenderà prima o poi le sue trattative con il presidente. O
sarà Sharif, alla fine, a trattare e vincere.
(
da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
Gettoni
Insulti e minacce di dimissioni: a Tursi la proposta di adeguamento del
gettone di presenza non passa 30/11/2007.
(
da "Unita, L'" del 30-11-2007)
Stai consultando
l'edizione del Se si fa il rimpasto ne restano solo dodici Sul numero dei
ministri si applicherà la Bassanini. In uscita Gentiloni in pista a
Roma di Federica Fantozzi / Roma RIMPASTO? No grazie. Ufficialmente gli
alleati considerano l'ipotesi di un cambio della squadra di Palazzo Chigi
"secondaria" rispetto alla verifica complessiva sul programma. Ma
già si ragiona su nomi e scenari possibili. Nel caso Prodi, passato il
giro di boa del suo secondo panettone, ricorresse all'extrema ratio di
"sforbiciare" la compagine nell'ambito della "riflessione
approfondita" che tanti gli sollecitano. Si vocifera di un addio di
Paolo Gentiloni alla bollente poltrona delle Comunicazioni in virtù
della nuova geografia post Pd: troppi, ora, i ministri ex Dl e Ds per un solo
partito. Gentiloni, fedelissimo di Rutelli, potrebbe correre per la fu
potrona dell'attuale vicepremier: il Campidoglio, lasciato libero da Veltroni
entro la fine del 2008 per portare a termine il sospirato trittico di riforme
condivise con l'opposizione. Se poi Massimo D'Alema succedesse davvero a
Javier Solana come "Mister Pesc", il suo trasloco europeo
libererebbe la casella della Farnesina per Piero Fassino. Fantapolitica per un governo con il fiato corto? Bastone e
carota di Prodi per tenere unita la riottosa coalizione? Si vedrà. A
parole Rc, l'alleato con cui il rapporto mostra più la corda, si sfila
dall'operazione: "Il cambio di squadra è secondario rispetto al
cambio di passo - ripetono da Viale del Policlinico - Il confronto va fatto
sul programma non sulle persone". Il "punto" sarà sugli
aspetti di programma cari al Prc: temi sociali, welfare, lavoro, precariato,
pensioni. È chiaro del resto che il partito di Giordano non sarebbe
tra i beneficiari dell'eventuale rimpasto. Perché si tratterebbe di applicare
la legge Bassanini che riduce i ministri a 12, e perché del riequilibrio di
forze tra Pd e sinistra radicale andrebbero a giovarsi le formazioni
più piccole, non la "corazzata" della Cosa Rossa. Certo,
ridurre la pletora di poltrone e auto blu non nuocerebbe all'immagine. Su
questo Bertinotti ha ribadito più volte che "i vertici
parlamentari hanno fatto tutto quello che potevano, se il
governo volesse tagliare la sua parte di costi della politica gli basterebbero 24 ore". Accoglienza tiepida anche in
casa Udeur: "Il rimpasto è una questione che non considero
oggettivamente decisiva per il futuro - ragiona Mauro Fabris, senatore e uomo
di fiducia di Mastella - Il taglio dei costi può avere un impatto
esterno, ma il recupero dei consensi si fa sul programma". Il
partito del Campanile rivendica il merito di aver "parlato per primi di
verifica a gennaio" contribuendo a "disinnescare" per ora
Lamberto Dini. Quest'ultimo, dopo aver alzato la tensione esultando per la
"sconfitta" della sinistra sul welfare, insiste nel rifiutare qualsiasi
offerta di un posto nell'esecutivo: "Non vogliamo niente".
Quantomeno, l'ex governatore di Bankitalia rifiuta un posto nell'esecutivo
Prodi. A invocare con fermezza un Prodi Bis - nel senso di un nuovo governo
che abbia sempre il Professore alla guida, ma sia formato da una maggioranza
diversa con il passaggio della fiducia parlamentare - è Cesare Salvi
di Sinistra Democratica. Non soltanto a causa della sua battaglia personale
contro gli sprechi di palazzo: "Il punto di
ripartenza deve essere l'applicazione della Bassanini con un esecutivo di 12
ministri. Se poi sono 14, pazienza..." Ma anche per "riequilibrare
il rapporto tra il Pd e la sinistra. Non è possibile un monocolore del
partito di Veltroni".
(
da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
La polemica Musso
minaccia le dimissioni: senza senso operare così in quest'aula
ATTACCHI AL SINDACO, alla stampa, a una certa "nomenclatura
ipocrita". Minacce di dimissioni da parte di Enrico Musso: "Ci sto
seriamente pensando, fare il consigliere così non ha senso, mi pare
una perdita di tempo". Remo Viazzi (Forza Italia) che imita
pubblicamente la parlata siciliana per stigmatizzare un comportamento, a suo
dire, "omertoso" dei consiglieri (siciliani) Scialfa e Lo Grasso.
La minoranza? Sfaldata: An contro Forza Italia e divisa al suo interno.
Offese, più o meno personali, e scuse tardive. Contrapposizione, a
tratti feroce, tra i due schieramenti politici che si fronteggiano in aula a
Tursi. Seduta due volte sospesa. È andata anche peggio del previsto,
ieri, in consiglio comunale dove la delibera sull'aumento del gettone
è stata bocciata a larga maggioranza. Contrario il centro sinistra più
An, Lista Biasotti e Italia dei Valori. Forza Italia ha votato compatta a
favore. Non prima, però, di aver riversato critiche a raffica contro i
consiglieri che, in seguito all'intervento del sindaco, Marta Vincenzi,
contraria all'aumento, hanno ritirato in extremis le proprie firme dalla
proposta di ritocco. Sotto accusa, in particolare, i due esponenti della
maggioranza: Simone Farello, capogruppo del Pd, e Nicolò Scialfa, di
Rifondazione. Ma anche Valter Centanaro (Lista Biasotti), Andrea Proto (Idv),
Aldo Praticò (An). Solo Nicola Della Bianca, capogruppo degli azzurri,
ha mantenuto salda la propria firma nel documento. Che la seduta di ieri
sarebbe stata tesa era prevedibile, viste le polemiche che, dentro e fuori i
partiti, hanno preceduto l'iniziativa. Ma, in alcuni momenti, gli animi si
sono surriscaldati oltre misura. Soprattutto quelli di Remo Viazzi (Forza
Italia) e Nicolò Scialfa (Rifondazione). Quest'ultimo se l'è
presa con la stampa: "Siamo stati vittime di un massacro mediatico - ha
detto Scialfa - per aver condotto una battaglia in difesa della
dignità e del ruolo del consigliere comunale". Poi ha puntato il
dito contro "una certa nomenclatura ipocrita che in Senato non ha
bloccato gli aumenti e adesso fa le bucce a noi". Il riferimento è
al senatore Graziano Mazzarello che, sul Secolo XIX, si era espresso contro
l'aumento del gettone ("Ai miei tempi il consigliere comunale e di
circoscrizione si faceva gratis"). "I consiglieri - ha urlato
Scialfa - non fanno parte di nessuna casta, guadagnano in media 2-300 euro al
mese e la Finanziaria decurterà ulteriormente i compensi. Se non
vogliono i consigli comunali, lo dicano così ci dimettiamo in
massa!". "Ho pensato alle dimissioni - ha concluso Scialfa - ma poi
ho deciso di portare avanti questa giusta battaglia perché noi consiglieri
non siamo proni, puri esecutori di ordini o pianisti". Applausi. Alle
dimissioni sta ancora pensando, invece, l'ex candidato sindaco Enrico Musso
che, per la prima volta, ha attaccato a testa bassa l'ex rivale Vincenzi:
"Il capo della giunta non avrebbe dovuto esprimere giudizi su quanto
dovrebbero o non dovrebbero essere pagati i suoi controllori, o forse quelli
che considera suoi maggiordomi". Le dimissioni? "Convocherò
i miei elettori per decidere. Di sicuro, non ha senso lavorare in un consiglio
privato delle sue prerogative". "Un verminaio", sbotta Musso:
"L'istituzione dell'Authority di controllo dei servizi sarà
l'ultimo atto di un progressivo svuotamento di funzioni dell'assemblea che
ormai sembra una specie di Rotary". La linea passata ieri, con
l'approvazione di alcuni ordini del giorno, è più o meno quella
indicata dal sindaco: niente aumenti in questa fase di crisi e portare il
problema all'attenzione dell'Anci. Tanto più visto il parere negativo
degli uffici sulla delibera di Tursi. Ma Forza Italia non ci sta. Viazzi
è il più contrariato: "Me ne infischio del parere degli
uffici. Il gettone lo avrei anche triplicato: era la risposta estrema che la
politica doveva dare contro chi getta fango su un organo democraticamente
eletto". Quindi punta il dito contro Scialfa e Lo Grasso che, secondo
lui, avrebbero rinunciato a portare sino in fondo la crociata per l'aumento:
"Qualcuno vi ha minacciati, ah?", dice imitando una parlata
siciliana. Lo Grasso incassa con stile: "Sono pronto a darle lezione di
siciliano". E il direttore generale, Maria Angela Danzì, fa
notare: "Anch'io sono siciliana". In seguito,Viazzi si
scuserà. Ma il clima, ormai, è denso di veleni. Bernabò
Brea rifiuta "l'atteggiamento arrogante di Forza Italia con chi non
è d'accordo". "Nello scorso ciclo amministrativo - affonda
il consigliere di An - Forza Italia è stata quasi
sempre assente nelle sedute di commissione e consiglio". Si infuria pure
Arcadio Nacini (Rifondazione): "Mi sento offeso perché, io, per ragioni
di moralità, non ho mai intascato un gettone". Vincenzo Galiano
30/11/2007 ' 30/11/2007 l'AFFONDO DEL professoreStare su questi banchi senza
essere messi in condizione di lavorare è una perdita di tempo
enrico mussoex candidato sindaco 30/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)
I conti IL TAGLIO
ai costi più sostanzioso lo fa registrare Amiu, con un taglio di 5
uomini e di 134 mila euro, ai quali vanno aggiunti i dieci consiglieri in
meno nelle società controllate dall'azienda dell'igiene ambientale,
pari ad altri 114.908 euro di stipendi in meno (il totale del gruppo Amiu
è pari a 248.908 euro). Via dai conti anche 51 mila euro da Aster spa
e 30.987 da Palazzo Ducale trasformato da società a fondazione. I due
membri del cda di Ami "tagliati" faranno spendere 15 mila euro in
meno, quelli di Genova Parcheggi, controllata della stessa Ami, 10 mila. Spim
spa ha eliminato un consigliere solo, dal momento che Paolo Veardo non
percepiva alcun emolumento. Il risparmio, per la società che gestisce
il patrimonio comunale degli immobili, è pari a 15 mila euro. Niente
stipendio per i consiglieri di Themis, e quindi qui il risparmio non esiste,
mentre togliendo un membro del cda da SportInGenova - la società dove
è confluito parte del patrimonio di impianti sportivi pubblici - nelle
casse comunali rimarranno seimila euro in più. E poi Porto Antico spa
farà risparmiare 15.600 euro, mentre l'azienda dei servizi funebri
Asef 4.131, Sviluppo Genova 2.400. In totale, come
scritto anche nell'articolo sopra, si parla di un risparmio annuo di 400 mila
euro, tre volte tanto se si considera la durata dei singoli consigli. I
risultati dei conteggi andranno comunque aggiornati con i nuovi importi dei gettoni di presenza che una specifica delibera di giunta proporrà.
L'idea è comunque quella di tentare, se possibile, un ulteriore
risparmio. E ancora in sospeso è la questione relativa all'Authority
delle società partecipate, organo superpartes che dovrà
vigilare sull'operato delle partecipate comunali. Anche la Provincia di
Genova ha completato i "giochi". Il conto finale dice che si
è passati da 32 a
19 consiglieri. La riduzione più consistente riguarda l'Azienda
Trasporti della Provincia, ridotta da 15 a 4 membri). Pare certa la trasformazione
a fondazione, inoltre, per l'Accademia della Marina Mercantile. In molti
casi, in realtà, i consiglieri di competenza della Provincia non
costano nulla all'ente. Il risparmio calcolato per le riduzioni, dunque, si
aggira intorno ai 100 mila euro annui. d. gri. 30/11/2007.
(
da "Unita, L'" del 30-11-2007)
Stai consultando
l'edizione del Consulenze d'oro Moratti indagata per abuso d'ufficio 93 nomine
"sospette" al posto dei dirigenti Per il sindaco di Milano anche
concussione di Giuseppe Caruso/ Milano RESPONSABILITÀ Abuso d'ufficio.
È questo il reato contestato dalla procura di Milano al sindaco
Letizia Moratti, all'interno di un'inchiesta, quella sugli incarichi d'oro,
che potrebbe portare a conseguenze impreviste anche dal punto di vista
politico, acuen- do i già forti contrasti tra il sindaco e la
maggioranza che la sostiene. Oltre alla Moratti sono finiti sotto indagine
tre suoi stretti collaboratori, tra cui spicca Giampiero Borghini, direttore
generale del Comune, ex dirigente del Pci e vicedirettore de l'Unità,
prima di essere folgorato prima sulla via di Craxi e poi su quella di Arcore.
Le accuse contro di lui, attualmente consigliere regionale, sono di
concussione, abuso d'ufficio e truffa aggravata. Indagati anche la vice di
Borghini, Rita Amabile, con l'accusa di concussione fino al 6 settembre del
2006 e Federico Bordogna, all'epoca dei fatti direttore
centrale responsabile risorse umane, nei cui confronti il pubblico ministero
titolare dell'inchiesta, Alfredo Robledo, ha avanzato un'ipotesi di
concussione. Nell'inchiesta è finito pure Alberto Bonetti Baroggi,
capo di gabinetto di Letizia Moratti, con l'ipotesi di truffa aggravata.
Anche lui, come Borghini, è consigliere regionale di Forza Italia.
Ieri alcuni uomini del nucleo di polizia tributaria della gdf e i carabinieri
della sezione di polizia giudiziaria della procura hanno visitato Palazzo
Marino, perquisendo e acquisendo documenti negli uffici, compre la segreteria
del sindaco. Al centro dell'inchiesta ci sono le consulenze d'oro e le
assunzioni volute dal sindaco Moratti e messe in atto dai suoi collaboratori
e denunciate più volte dal nostro quotidiano. Secondo il pm Robledo,
la Moratti avrebbe assunto in totale 93 persone senza rispettare i criteri di
trasparenza imposti dalla legge. Per lasciare spazio ai nuovi colleghi scelti
dal sindaco e assunti con stipendi a volte triplicati, una decina di
dirigenti di alto livello sarebbero stati messi davanti ad un bivio: andare
in pensione decidendo nel giro di tre giorni o essere "indirizzati"
verso altre mansioni con un taglio dello stipendio che poteva arrivare al
25%. Da qui nascono le accuse di concussione. In procura, nelle ultime settimane,
sono stati ascoltati proprio i dirigenti sottoposti a questa sorta di
"estorsione" e grazie a loro è stato possibile scoprire il
meccanismo che ha portato a una vera e propria triplicazione degli incarichi
e a stipendi annuali che hanno superato i 200mila euro, per alcuni dei neo
assunti. I media, a riguardo, avevano parlato molto del caso di Carmela
Madaffari, ex dirigente di una asl calabrese, poi approdata a Milano a
Palazzo Marino come dirigente responsabile di famiglia, scuola e politiche
sociali e a interim responsabile del settore servizi per fasce deboli.
Stipendio annuo di oltre 217mila euro. L'indagato Giampiero Borghini a
riguardo, durante una trasmissione televisiva, aveva detto: "È
bravissima, evidentemente l'aria di Milano le fa bene". Come se non
bastasse dall'inchiesta è emerso anche che il fotografo della campagna
elettorale di Letizia Moratti è diventato addetto stampa del Comune e
che tra i dirigenti assunti recentemente c'è un signora nel cui
curriculum vitae spicca esclusivamente il fatto di essere stata impegnato
nella comunità di San Patrignano, da sempre frequentata e sostenuta
dall'attuale sindaco di Milano. Secondo gli investigatori in questo modo
"è stata azzerata la memoria storica del comune di Milano".
La Moratti, nel commentare l'inchiesta della procura, ha detto di essere
"orgogliosa dell' organizzazione che ho fatto e che rifarei, per questo
sono serena e tranquilla. Lasciamo che la magistratura possa compiere, come
è giusto, le sue indagini. Per quanto ci riguarda abbiamo intenzione
di collaborare in tutti i modi possibili. Sono comunque certa che la vicenda
si concluderà positivamente". Il sindaco riferirà entro
pochi giorni in Consiglio comunale. Per il deputato milanese del Pd, Emanuele
Fiano, la Moratti deve invece "molte spiegazioni ai milanesi per
l'abnorme numero di consulenze ed assunzioni dall'inizio del suo
mandato".
(
da "Trentino" del 30-11-2007)
Sport FASSA-RENON
4-2 PARZIALI: 1-1; 1-0; 2-1 FASSA: Favre (Rizzi);
Bourassa, Ceresa, D. Ganz, Marchetti, Manfroi, Ovington; Watson, Barber,
Schaafsma, Iori, Piffer, Locatin, Planchensteiner, Felicetti, Sparber,
Mascarin, Harrison. Coach: Stefan Mair RENON: Cloutier (NiederstÄtter);
Vodrazka, F. Ploner, Egger, Gruber, Astashenko, Bregenzer; Rasom,
Dorigatti, Tudin, Unterfrauner, Rottensteiner, Scelfo, Bustreo, Olson,
Daccordo, Smith, Mather. Coach: Paul Adey ARBITRI: Cassol (Rebeschin, M. Stella) MARCATORI: 1º tempo 5.59 Watson (Fas), 13.40
Olson (Ren); 2º tempo 19.57 Barber (Fas); 3º tempo 6.16 Smith
(Ren), 19.00 Harrison (Fas), 19.22 Barber (Fas) NOTE: Padroni di casa senza
lo squalificato York e l'infortunato Dantone. Nel corso del match brutto
infortunio per Piffer (sospetta lussazione della spalla destra). Il Renon ha
dovuto fare a meno degli acciaccati Tuzzolino e Hafner.
(
da "Tempo, Il" del 30-11-2007)
Giuseppe Casciano
FONTANA LIRI Consiglio comunale, in sessione straordinaria, convocato dal
presidente Guido Casciano per oggi alle ore 14. L'insolito orario
è stato richiesto dai consiglieri che non gradivano le sedute fissate
alle ore 21. Dopo la consueta approvazione dei verbali seduta precedente, in
discussione la variazione di assestamento generale del Bilancio di previsione
anno 2007, importante adempimento in scadenza appunto il 30 novembre. Home
Frosinone prec succ Contenuti correlati Anteprima: Calendario Pirelli 2008 La
Casta al volante Seborga e il segreto occultato dal Vaticano Seconda notte di
violenze in Francia, 60 agenti feriti Il futuro di An Il Tempo presenta
Braille News, il primo periodico italiano per non vedenti Nel dibattito non
mancherà l'intervento dell'ex assessore al Bilancio, Vincenzo Reali,
da tempo schierato in posizione critica nei confronti del sindaco Giuseppe
Pistilli e dell'intera maggioranza di centrosinistra. L'assemblea di seguito
dovrà apportare una rettifica di calcolo alla delibera riguardante il
riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Poi il consiglio sarà
chiamato ad approvare la richiesta di conversione della cabina, situata in
località San Paolo, per consentire l'estensione del servizio Adsl
all'intero territorio comunale. Identica votazione per
aggiornare il regolamento comunale, secondo la nuova legge, per i lavori, le
forniture e i servizi in economia. A chiusura del consiglio l'iniziativa di
devolvere all'associazione Telethon la quota di indennità di funzione
del presidente del consiglio e il gettone di presenza dei
consiglieri. 30/11/2007.
(
da "Tempo, Il" del 30-11-2007)
No ai
"carrozzoni pubblici" L'iniziativa In particolare sotto accusa
finiscono le comunità montane Valentino Mingarelli Da tempo si parla
del futuro delle comunità montane. Due le correnti di pensiero, quelli
che ritengono la presenza di questi enti ancora necessaria per l'interesse
del territorio, e quelli invece che ritengono che dovrebbero essere invece
eliminati. Home Frosinone prec succ Contenuti correlati Bagni pubblici chiusi
dal Comune Brutte notizie dall'Europa sui conti pubblici nel nostro ...
Lavori pubblici, la città è un grande cantiere aperto Taxi,
Roma nel caos. Salta l'incontro in Prefettura, il Garante chiede la
precettazione Fiumicino, 4 ore dall'aeroporto a Roma Jesus Christ Superstar
L'opera rock convince il pubblico anche in italiano Tra questi il presidente
del gruppo regionale di Forza Italia, Alfredo Pallone, che esprime un secco
no, considerando le comunità montane soltanto uno spreco di denaro
pubblico. "Non si possono recitare due parti in commedia. Lo dico senza
spirito polemico. Ma mi pare francamente assurdo che qualcuno si erga a
difensore delle comunità montane, quando il partito a cui appartiene
scrive lettere al presidente Marrazzo in cui si chiede la revisione del loro
numero e una verifica della loro efficienza e utilità
amministrativa". Una presa di posizione decisa quella di Pallone che
intende così rispondere a chi invece ritiene la presenza delle
comunità montane importante per il territorio. "Una posizione che
condivido e non da oggi. Anzi - prosegue l'azzurro - non
voglio rivendicare un copyright sulla "Casta" di Stella e Rizzo che, parlando dei costi della politica,
cominciano proprio dalle comunità montane. Ma rivendico, questo
sì, la posizione assunta qualche mese fa quando avanzai, con una
proposta di legge, l'abolizione delle comunità montane, alle quali
appartengono anche Comuni marittimi. Oggi questi enti utilizzano i
fondi, in buona parte, solo per la spesa corrente e per il personale. E alla
luce dello stallo in cui si è impantanata la politica,
rilancio partendo dall'assunto che la gente è stufa non solo delle
comunità montane, ma anche di tutti gli enti che si sovrappongono tra
loro, creando sperperi e burocrazia. Gli enti parco, i consorzi e le unioni
dei Comuni, i Gal, i consorzi industriali, si sono trasformati in carrozzoni
nei quali "parcheggiare" politici silurati e le clientele della
partitocrazia. Basta leggere la composizione del CdA di ogni organismo e si
avranno lumi sui curricula di ciascun commissario che spesso ripropone in
piccolo le beghe politiche nazionali. Sono convinto che per evitare che il
"venticello" dell'antipolitica si
trasformi in uno tsunami si debba rifondare lo Stato partendo proprio dal
territorio. Spetta alla classe politica dare il buon
esempio e interpretare al meglio questo bisogno di cambiamento. Partire da
qui o anche più semplicemente da noi. Perché i migliori principi
camminano sulle gambe degli uomini e anche i migliori propositi falliscono se
coloro che li applicano sono in affanno". Una "guerra", quella
dichiarata da Pallone, non soltanto alle comunità montane, ma a tutti
quei "carrozzoni", che secondo l'esponente politico forzista, sono
soltanto utili per "parcheggiare" certi politici e per sperperare
danaro pubblico. Una battaglia quindi contro qualcosa che non funziona, e che
finisce soltanto per arrecare danno ai cittadini. 30/11/2007.
(
da "Denaro, Il" del 30-11-2007)
Campania sanita'
Deficit, Confapi-Biologi: patto contro il Piano Confapi Sanità e
Federbiologi Campania stringono un patto federativo contro il Piano di
rientro dal deficit. Obiettivo: tutelare i propri iscritti, 150 imprese del
settore, dagli effetti "devastanti" di alcune misure di
contenimento della spesa adottate da Palazzo Santa Lucia per rispettare il
Patto di affiancamento col Governo nazionale. Nel
mirino, in particolare, l'abbattimento del 20 per cento delle tariffe delle
prestazioni di laboratorio e del 2 per cento delle altre prestazioni
specialistiche. "Questo provvedimento, applicato indiscriminatamente da
molte Asl campane ? spiega Silvana Papa, presidente del gruppo Sanità
Confapi Campania - è fortemente lesivo dei diritti e delle prerogative
dei nostri associati". Confapi e Federbiologi, guidata da Ernesto Landi,
non chiedono l'annullamento della misura, ma solo una moratoria, in attesa
che la Corte costituzionale si pronunci sui ricordi rimessi dal Tar Puglia e,
a breve dal Tar del Lazio. di Antonella Autero Patto di ferro a tutela di 150
imprese operanti nel settore sanitario: Confapi
Campania e Federbiologi scendono in campo contro il piano di rientro dal
deficit. E in una lunga lettera indirizzata al presidente della Regione
Campania, Antonio Bassolino, all'assessoere al ramo Angelo Montemarano e ai
direttori generali delle Asl campane, mettono nero su bianco i motivi della
loro insofferenza. Nel mirino una delle misure di contenimento della spesa
contenute nel piano di rientro: l'abbattimento del 20 per cento delle tariffe
delle prestazioni di laboratorio e del 2per cento delle altre prestazioni
specialistiche. "Un provvedimento ? spiega Silvana Papa, presidente del
gruppo Sanità Confapi Campania ? che applicato indiscriminatamente da
molte Asl campane ? risulta fortemente lesivo dei diritti e delle prerogative
dei nostri associati, perché riduce le possibilità imprenditoriali di
coloro che operano in regime di temporaneo accreditamento
con il Sistema
sanitario nazionale e
perché, attraverso una semplice operazione unilaterale di natura
ragionieristica, incide drasticamente ed arbitrariamente sulle riduzioni
tariffarie delle prestazioni erogate in regime di accreditamento". Una
misura che, per la Papa, inoltre, avrebbe anche degli evidenti profili di
ioncostituzionalità, violando gli articoli 41 (libera
iniziativa economica) e 97 (correttezza e imparzialità della pubblica
amministrazione) della Carte costituzionale. Contro queste misure, tra
l'altro, è stato già presentato ricorso dall'Ordine nazionale dei Biologi dinanzia al Tar Puglia e al Tar del
Lazio. "La palese illegittimità del provvedimento è stata
evidenziata anche nel ricorso straordinario al Capo dello Stato che Confapi
Sanità e Federbiologi hanno già da tempo promosso ? spiega la
Papa ?. In particolare, l'illegittimità dell'articolo 1 comma 796 ?
che introduce i precitati tagli - è stata già censurata da
alcune strutture sanitarie pubbliche che afferiscono all'Asl di Taranto,
innanzi al Tar Puglia, sezione staccata di Lecce". Ebbene, in questa
circostanza, i giudici amministrativi della seconda sezione del Tribunale di
Lecce, con l'ordinanza 3631/07 del 27.9 ? 19.10.2007, hanno sollevato la
questione di legittimità costituzionale dell'articolo in questione,
ritenendola rilevante "e non manifestamente infondata" e hanno
trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale,
sospendendo il giudizio. Confapi e Federbiologi, guidata da Ernesto Landi,
non chiedono l'annullamento della misura, ma solo una moratoria, in attesa
che la Corte costituzionale si pronunci sui ricorsi. "L'accoglimento
della nostra richiesta ? conclude Papa ? non soltanto produrrà un
effetto benefico per gli associati e per tutti gli operatori ed imprenditori
della sanità campana, ma consentirà anche alla Regione Campania
e alle Asl di non esporsi ulteriormente alla richiesta di rimborso ? gravato
di interessi ? per le percentuali di illegittimo abbattimento delle tariffe,
che molto probabilmente seguirà alla pronuncia di annullamento della
disposizione legislativa da parte della Consulta". 30-11-2007.
(
da "Corriere Adriatico" del
30-11-2007)
L'idea dell'assessore raccoglie consensi nella minoranza
Sforbiciata ai costi della politica Ottaviani si schiera con
Boldrini FABRIANO - "Facciamola finita una volta per tutte con questa
ipocrisia". Marco Ottaviani si rivolge così ai colleghi che in
consiglio hanno storto il naso di fronte al grido d'allarme lanciato
dall'assessore Marco Boldrini in merito ai 360.000 che si rischia di
arrivare a spendere per sedute consiliari e di commissione.
"Incredibilmente - spiega Ottaviani - i consiglieri hanno replicato che
90 euro sono poca cosa e che la democrazia costa. Poi, dulcis in fundo, il
sindaco propone una mensilità fissa per i consiglieri. Al sindaco
ricordo che ciò che lui propone è normato da molti anni.
Qualche altro consigliere dovrebbe studiare di più sia il Tuel (art.
82, comma 4) sia lo statuto comunale (art. 13, comma 2). Gli altri dovrebbero
spiegarmi perché la democrazia a Jesi, Fano, Senigallia e così via
costa molto meno che a Fabriano, visto che il gettone di presenza
in questi Comuni è molto più basso del nostro. E non direi che
gli altri sono più somari di noi, visto che in ogni seduta riescono a
concludere tutti gli ordini del giorno. Intanto - conclude il consigliere di
minoranza - per risparmiare sulla bolletta telefonica, la giunta non ha
avvisato l'assessore Ranaldi dell'ulteriore riduzione del suo budget".
(
da "Gazzettino, Il" del 30-11-2007)
Il presidente della
Provincia di Milano vuole sapere dalla società autostradale
perchè il suo nome figura nel dossier Brescia-Padova, scoppia il caso
Penati: mai preso un soldo VeneziaQuando ha visto, sul Gazzettino di ieri, la
tabella con i compensi pagati agli amministratori della società
autostradale Brescia-Padova, ha pensato a un errore. Perché
non era possibile che al presidente della Provincia di Milano Filippo Penati
venisse attribuita un'indennità di 40mila euro l'anno, più i gettoni di presenza di 275 euro, la diaria di 198 euro e il rimborso di 58
centesimi a chilometro, visto che, da gennaio, dalla Brescia-Padova Filippo
Penati non ha preso un soldo e dalla stessa società si è pure
dimesso. Dunque: com'è che il suo nome, con accanto il compenso,
compare nel dossier stilato dalla commissione tecnico-amministrativa
istituita dal ministro Antonio Di Pietro?"Posso immaginare - dice Penati
- che alla commissione ministeriale sia stato fornito l'emolumento teorico,
quanto cioè era stato stabilito per i componenti del consiglio di
amministrazione. Ma io, con la Finanziaria 2007, non ho mai preso un euro.
Ribadisco: non ho mai richiesto né ricevuto compensi. A questo punto, visto
che i dati alla commissione di Di Pietro sono stati forniti dalla società
Brescia-Padova, esigo che faccia chiarezza su questo aspetto". Penati ha
pronta la lettera da inviare alla presidente della Serenissima, Manuela Dal
Lago. Il presidente della Provincia di Milano, oltre a rinunciare
all'indennità senza aspettare le circolari e i decreti che chiarivano
che le nuove norme interessavano anche le spa autostradali ("Ho trovato
capziose certe interpretazioni che tendevano a escludere le
autostrade"), lo scorso 19 settembre, prima dei tagli alle poltrone
imposte dalla stessa Finanziaria, si è dimesso dal Cda della
Serenissima. E ora, con il dossier della commissione di inchiesta privo dei
dati relativi alle società controllate e collegate, dice
"qualsiasi concessionaria dovrebbe garantire la massima trasparenza, è
curiosa questa inadempienza".Ieri, intanto, a Roma, la commissione
Ambiente e Territorio della Camera dei deputati ha rinviato il parere
riguardante le convenzioni uniche e la proroga delle concessioni
autostradali, tra cui quella della Serenissima. I parlamentari hanno sollevato
tre questioni: sulle convenzioni uniche ancora si attendono i criteri guida
chiesti dal Cipe, sulla proroga delle concessioni c'è il parere
contrario della comunità europea che impone le gare, infine, per la
Brescia-Padova, c'è poca chiarezza sul "prolungamento dei
termini" dal 2013 al 2026 visto che della Valdastico Nord - l'opera da
realizzare che giustifica la proroga - non solo manca qualsiasi progetto, ma
non c'è nemmeno l'unanime volontà politica di realizzarla. La
commissione parlamentare tornerà a discutere la prossima settimana.Nel
frattempo, a Villabona, il neoinsediato consiglio di amministrazione della
Venezia-Padova ha assegnato gli incarichi: riconfermati Vittorio Casarin
presidente e Lino Brentan amministratore delegato, vicepresidente Giovanni
Cervesi; del comitato esecutivo fanno parte anche Gianfranco Chiesa, Armando
Bettiol, Boris Sartori.Alda Vanzan.
(
da "Sicilia, La" del 30-11-2007)
Assegno di sviluppo
innovazione e lavoro Natale 2007
a Caltagirone. E la città del presepe rimase
senza 200 figuranti, mentre la carovana dei re magi lascerà nelle
stalle cavalli e cammelli. Insorgono gli operatori turistici del consorzio
"Girone" e i soci dell'associazione Amici del Favo. Un coro di
proteste si è pure alzato in Consiglio comunale: il gruppo Mpa chiede
"le dimissioni di sindaco e Giunta". L'Unione replica: "Il
Consiglio ha scadenze di legge da rispettare entro il 30 novembre".
Insomma, di tutto e di più. Il consorzio Girone, che aggrega le forze
di circa 15 operatori turistici, denuncia già un forte calo di
presenze. Sul fronte Amministrazione giunge la premessa del vicesindaco,
Alessandra Foti: "La città, che è già meta di tanti
pullman, avrà un aspetto natalizio, sia pure senza gli eccessi che
rischierebbero di gravare sui cittadini. Quanto all'illuminazione la
realizzeremo in alcune strade in collaborazione con i commercianti e, nella
zona nuova, anche con l'apporto di Confesercenti". Di parere opposto
è il presidente del consorzio Girone, Michele Li Rosi: "La
città è rimasta isolata dal circuito turistico siciliano.
Nessuna attività promozionale. Il fallimento è evidente. La
prova è che non si organizzano più manifestazioni. Le presenze,
rispetto lo scorso anno, sono più che dimezzate". Il riferimento
ricade, oltre al presepe vivente e alla carovana dei magi, anche per Kalat
expo, Truvatura e Ceramiche fiori e moda. I soci dell'associazione Amici del
Favo non si rassegnano dall'idea di trascorrere il Natale alla finestra.
"I nostri 200 figuranti del presepe vivente sono amareggiati - ha detto
Michele Perniciaro, presidente Amici del Favo. - Già a luglio inoltrai
una richiesta all'Amministrazione per riproporre l'evento. La risposta
è giunta senza contenuti il 27 settembre. Dopo di che è calato
il silenzio". Sul fronte politico i risvolti sono altri. "Il
sindaco dovrebbe dimettersi - ha detto Francesco Li Rosi, Mpa. - In sede di
assestamento di bilancio proporremo un emendamento per individuare fondi per
il Natale". Il consigliere di Fi, Giovanni Modica
annuncia: "Sono pronto a devolvere il mio gettone di presenza a sostegno del Natale". In casa Unione ribatte il
consigliere, Giacomo Pulvirenti: "In sede di assestamento di bilancio si
individueranno risorse economiche da destinare al Natale".
Conclude il vicesindaco Foti: "Risponderemo con i fatti e allestiremo un
calendario di rispetto. Il presepe vivente si farà a S. Pietro. Una
ditta locale illuminerà il pino di via Burgio. Ci saranno pure:
festival internazionale della poesia, Biennale della ceramica e altre opere
che arricchiranno il Museo internazionale del presepe". GIANFRANCO
POLIZZI.
(
da "Liberazione" del 30-11-2007)
Illegalità,
corruzione, "legalità debole" Al convegno su "I
costi dell'illegalità" organizzato a Palermo dalla Fondazione
Rocco Chinnici, Università e Sicindustria, un'équipe di docenti
universitari, economisti e magistrati ha presentato un progetto di ricerca.
Ne riportiamo un intervento Guido Lo Forte* Quando si parla di
illegalità nel contesto del Mezzogiorno si fa spesso senz'altro (ed
esclusivamente) riferimento alle attività criminali delle
organizzazioni mafiose, ed in particolare al fenomeno del riciclaggio. Questo
fenomeno rappresenta senza dubbio il più allarmante meccanismo di
inquinamento dell'economia legale, in quanto tende ad instaurare stabili
relazioni di scambio fra quest'ultima e quel complesso di soggetti, beni e
servizi che danno vita alla cosiddetta "economia criminale". Ma vi
sono altri costi e benefici dell'illegalità che non sono riconducibili
alla criminalità organizzata di tipo mafioso. Vi sono infatti anche
altre due forme di illegalità particolarmente rilevanti: lo scambio
occulto (connesso ai reati di corruzione,
concussione), e la cosiddetta "legalità debole", vale a dire
l'inefficacia e/o la distorsione di norme diverse da quelle di diritto penali
rilevanti per l'attività economica. La prima forma di
illegalità - che peraltro si manifesta a livello globale - registra
negli ultimi anni una nuova tendenza: quella dell'espansione dei
comportamenti di corruzione al di là dei confini
tradizionali (dell'illecito scambio tra settori della pubblica
amministrazione, della politica e dell'economia); e
i fenomeni più moderni di "criminalità dei potenti"
hanno reso quasi evanescenti i confini tra "corruzione
pubblica" e "corruzione privata". E
ciò per effetto di una serie di sviluppi, quali l'assunzione da parte
di imprese private di funzioni tradizionalmente riservate al settore
pubblico, la costituzione di joint ventures tra enti statali e locali e
società commerciali, i finanziamenti privati di opere pubbliche e,
soprattutto, le privatizzazioni, che hanno visto imprese private sostituirsi
alle aziende nazionalizzate nella erogazione di servizi pubblici. Per quanto
riguarda poi le situazioni ambientali di "legalità debole"
(molto diffuse in Sicilia e nelle altre regioni meridionali d'Italia),
è appena il caso di rilevare che esse determinano una alterazione
delle regole del mercato tra le imprese "regolari" che rispettano
le norme regolatrici dell'attività economica (lavoristiche, previdenziali,
ambientali, di sicurezza sul posto di lavoro, eccetera) e altre che non le
rispettano; e in quanto le "irregolarità" di fatto non
vengono sanzionate, le seconde godono evidentemente di un vantaggio
competitivo sulle prime, dal momento che pagheranno salari più bassi,
non subiranno costi derivanti dal rispetto degli standard ambientali, e
così via. Diversi sono dunque i parametri (generali e particolari) del
fenomeno; e assai diversi possono essere, per varie ragioni, i comportamenti delle
imprese esposte al condizionamento. Vero è, infatti, che la crescente
consapevolezza, sempre più condivisa dagli operatori, dei costi
economici in termini di inefficienza e di mancato sviluppo creati
dall'economia criminale, può costituire uno stimolo virtuoso per le
imprese, inducendole a fornire un contributo più attivo, più
dinamico, all'espulsione dal mercato delle ingerenze dell'economia illegale;
ma può essere anche vero, all'inverso, che in determinate
realtà territoriali e politiche (e non soltanto in quelle dominate
dalla criminalità organizzata) alcuni settori economici reputino
più conveniente svolgere le proprie attività in forma
parassitaria e "protetta", preferendo una sorta di
"convivenza" con la criminalità organizzata, e profittando
dei vantaggi derivanti da una situazione ambientale di diffusa
"illegalità debole". In questa analisi, infatti, una cosa
deve essere sempre ben tenuta presente: la specificità di determinati
territori. Valga un solo esempio: quello della manipolazione delle gare
d'appalto, realizzata nelle più diverse realtà attraverso le
cosiddette "combines", finalizzate alla predeterminazione del
vincitore della gara, e realizzate normalmente (ma non necessariamente) con
la partecipazione di esponenti della pubblica amministrazione. Ebbene,
proprio in questo settore si evidenzia la "specificità"
delle realtà territoriali soggette al controllo di Cosa Nostra o di
altre similari organizzazioni di tipo mafioso. Mentre in altri paesi o
regioni italiane la "combine" è soltanto un accordo tra imprenditori
basato sulla convenienza - e quindi è qualcosa che si può
espellere dal sistema grazie a una reazione e all'iniziativa dello stesso
mondo imprenditoriale - in Sicilia la "combine" si basa non
soltanto su un calcolo di convenienza, ma anche sulla forza di intimidazione
della criminalità organizzata, con la possibilità di
"sanzioni" che possono giungere (e talvolta in passato sono
realmente giunte) all'uccisione dell'imprenditore non disposto a
sottomettersi. Quindi c'è questo quid pluris , del quale si deve tener
conto quando si concepiscono possibili rimedi e soluzioni, che qui in Sicilia
esigono ulteriori specificazioni e approfondimenti. La realtà
esplorata (spesso con esiti contraddittori e insoddisfacenti) dalle indagini
giudiziarie mostra in modo evidente che i vari tipi di illegalità
(criminalità di tipo mafioso, legalità debole,
criminalità comune e corruzione) possono
intrecciarsi e rafforzarsi vicendevolmente. Alcune "attività
produttive" sono diventate possibili e altamente remunerative perché in
un certo contesto territoriale e sociale le violazioni delle normative
commerciali, ambientali, urbanistiche, o sul lavoro nero sono state
sostanzialmente e sistematicamente tollerate dalle autorità pubbliche,
il che ha a propria volta consentito alle associazioni mafiose di prosperare
e incrementare la loro pericolosità. L'analisi mostra altresì
che, anche volendo coprire il solo Mezzogiorno, è necessario
diversificare fortemente l'analisi dell'impatto economico dell'illegalità:
per tipi di organizzazioni di stampo mafioso; per territori; per tipi di
attività produttiva; per tipi di mercati; per tipi di imprese.
Ciò che si riscontra, poniamo, in Campania non ha luogo esattamente
allo stesso modo in Sicilia, o in Calabria. La città di Napoli
è un caso a parte. Vi sono aree in cui la criminalità
organizzata genera per lo più costi predatori e parassitari a carico
della attività produttive; e ve ne sono altre in cui essa genera
significativi benefici per certe imprese e certi gruppi di individui, sul presupposto
di un'illegalità pervasiva e sistematica in ambiti diversi da quello
penale, che a sua volta produce enormi costi diffusi e differiti. In questo
contesto, certamente vi sono alcune rilevanti (anche se non esclusive)
responsabilità della legislazione, che in definitiva ha delegato alla
giurisdizione la selezione del penalmente rilevante, senza mai affrontare il
cuore politico-criminale della questione: fino a che punto siamo disposti a
spingere il magistero punitivo sul terreno della repressione della
contiguità alla mafia? Tuttavia, di fronte a questa realtà, non
c'è rimedio salvifico che il legislatore possa escogitare; ma occorre
essenzialmente una forte e coordinata azione della politica,
dell'imprenditoria e della magistratura, capace di superare ogni forma
residua di "cinismo etico" del mondo bancario e imprenditoriale,
attraverso la individuazione dapprima di comportamenti deontologici accettati
dalle imprese, e poi di norme dell'ordinamento generale che tengano conto
della varietà dei fenomeni e dei caratteri generali e/o specifici del
problema. Di questa iniziativa si possono già scorgere alcuni segni
importanti negli ultimi comportamenti di alcuni imprenditori siciliani, che
si sono ribellati al racket facendo condannare a gravi pene detentive i
mafiosi autori delle estorsioni, e nelle prese di posizione di Sicindustria.
Qui si può concludere sottolineando che vi è un forte bisogno
di conoscenza di fenomeni in costante e rapida evoluzione, e in particolare
di conoscenza costruita in modo per quanto possibile rigoroso, ma anche
perché tale conoscenza appare indispensabile se si intende contrastare
seriamente una delle determinanti di maggior peso del ritardo di sviluppo del
Meridione. Procuratore della Repubblica aggiunto a Palermo. Presidente della
Sezione distrettuale di Palermo dell'Associazione Nazionale Magistrati
30/11/2007.
(
da "Italia Sera" del 30-11-2007)
Cronaca Roma Il
presidente della Regione Piero Marrazzo ostenta sicurezza: "Entro
dicembre provvedimenti radicali" Sanità del Lazio, preoccupazione
per il debito di Paola Redealli "In merito alla verifica del tavolo
tecnico congiunto tra ministero dell'Economia, Salute e Regione Lazio, in
corso in queste ore, in ordine all'esame delle proposte formulate al Governo
dal presidente Marrazzo Il 31 ottobre scorso esprimo profonda preoccupazione
per il contenuto delle proposte formulate e soprattutto per i riflessi che
queste provocheranno sul sistema impositivo della Regione Lazio". Lo
dichiara, in una nota, Cesare Cursi, vice presidente della commissione Igiene
e Sanità del Senato. "Assodata ormai l'incapacità
dell'esecutivo regionale di porre in essere delle misure strutturali, che
ridefiniscano in modo sostanziale l'organizzazione dell'intero sistema sanitario regionale e dei costi ad esso correlati, che
come noto, al di là del colore del governo regionale in carica,
registrano un disavanzo consolidato di circa1,5 miliardi di euro l'anno, al
fine di evitare il commissariamento voluto dal Governo Prodi - prosegue - si
sta ricorrendo all'ennesimo compromesso tale da non ridurre affatto i conti
della sanità ma solo di procrastinare nel tempo l'unica soluzione che
il Governo non ha la forza di attuare. La gestione Marrazzo ha peggiorato i
conti di una gestione di per sé già critica adottando nel 2005, primo
anno di governo regionale di centro-sinistra, misure a di poco bizzarre,
cancellando i programmi di alienazione in favore dell'Inail di alcuni
ospedali romani, oltre alla cessione all'università del Santa Maria
della Pietà, annullando così circa 600 milioni di entrate. Allo
stesso modo venne abolito il ticket, con altri 50 milioni di entrate annuali
svaniti nel nulla. Per aggravante furono anche elevate (sempre nel 2005) le
tariffe per le cliniche private e finalizzati a nuove spese tutti gli importi
derivanti dall'aumento del fondo sanitario nazionale". "Il Governo Prodi, a ragione, chiede da circa due
anni - continua Cursi - l'adozione di misure di contenimento dei costi e,
nonostante continui proclami e annunci dell'ultimo minuto, i tecnici del
ministero bocciano inequivocabilmente le soluzioni proposte Non vi è
certezza del diritto perché il ricorso al commissariamento voluto dal decreto
legge Prodi-Turco è ad oggi disatteso. Sarebbe stato uguale il
comportamento verso la Lombardia, il Veneto o la Sicilia? Le soluzioni
proposte riguardano obiettivi generici quali la fissazione di nuovi tetti di
spesa per le ASL, per gli accreditamenti e per il personale quando sappiamo
tutti, già in partenza che i tetti, per loro natura, sono destinati a
non essere rispettati. Sono necessarie decisioni chiare, possibili e
strutturali: questo è il compito della politica.
La regione deve indicare come intenderà riorganizzare la sanità
pubblica, che ruolo dare ai policlinici universitari, ai privati, alle
strutture religiose, se reintrodurre o meno il ticket, se chiudere o meno i
reparti ritenuti non strategici all'attività aziendale, formare il
personale in eccesso verso qualifiche ad elevata richiesta.. Invece di tutto
ciò, apprendo quasi con incredulità, che in queste ore che i
conti della sanità verranno in parte ripianati con 'fondi propri del
bilancio regionale' (come se esistessero davvero!) e con la valorizzazione
del patrimonio che è di per se esiguo e del tutto fuori controllo. La
verità è che siamo di fronte all'ennesimo 'inciucio' che
permetterà di tirare a campare a un Governo regionale allo sbando per
poi aumentare d nuovo la pressione fiscale ai cittadini del Lazio alla
prossima verifica dei conti". "Stiamo approntando per questo mese
di dicembre un piano che prevede alcuni provvedimenti delicati a mia firma
per l'uscita dal debito e dall'ipotesi di commisariamento. Abbiamo quasi
vinto la partita e stiamo per ottenere lo sblocco dei fondi". Lo ha
affermato ai microfoni di RadioRadio il presidente della regione, Piero
marrazzo. "Per quanto riguarda i pagamenti dei fornitori, puntiamo a una
nuova forma transattiva che consentirà di far pagare il 31 dicembre i
debiti del 2007 - ha proseguito marrazzo - Questa iniziativa permetterebbe ai
direttori sanitari di avviare nel 2008 un provvedimento che consenta di
lavorare con un'altra distribuzione del fondo sanitario
e un'altra tipologia di pagamento". Edizione n. 1480 del 30/11/2007.
(
da "Alto Adige" del 01-12-2007)
Perplessità
del consigliere comunale sui compensi ai membri dei cda pubblici
"Indennità, dov'è la coerenza?" Gennaccaro: adesso i
sindaci diano il buon esempio BOLZANO. Consigli d'amministrazione ridotti,
indennità tagliate, gettoni di presenza "congelati" a chi è già assessore o
consigliere comunale. Finora il Comune di Bolzano sta adottando le misure
previste dalla Finanziaria, anche se soltanto per quanto riguarda l'azienda
di trasporto pubblico Sasa. Ai dubbi sollevati da opposizione e parte della
maggioranza per questa operazione "a metà" ("sarebbe
incoerente non applicarle anche ad altre società a partecipazione
comunale come Seab e Ae", commenta ad esempio Guido Margheri di Sinistra
Democratica) si aggiungono ora le perplessità di Francesco Gennaccaro,
capogruppo dell'ex Margherita. "Ben venga la riduzione dei compensi dei
consiglieri di amministrazione, meglio ancora se valgono per tutte le
società pubbliche. Però i sindaci che hanno preso questa
decisione dovrebbero dare il buon esempio riducendosi anche le loro indennità
in egual misura. Del resto, proprio pochi giorni fa il settimanale l'Espresso
pubblicava proprio gli stipendi di Spagnolli e Polonioli per evidenziare
quanto i primi cittadini guadagnano in Alto Adige...". Per quanto
riguarda la questione Sasa, Gennaccaro se la prende in particolare con
Polonioli: "Il sindaco di Laives ha fatto una battaglia per dare il
posto da consulente a Michielli. Quel posto alla Sasa costa 50 mila euro
all'anno, possibile che per ragioni di partito in quel caso il risparmio
diventava solo secondario?". Infine un discorso più generale:
"Ricordiamoci - sottolinea Gennaccaro - che i membri dei cda hanno delle
responsabilità precise ed è giusto che chi si assume delle
responsabilità venga retribuito. Eliminare le indennità
è una decisione che si può anche prendere, ma allora si tolgano
anche le responsabilità ai consiglieri di amministrazione: dovranno
prendersela il presidente, l'eventuale amministratore delegato e i sindaci in
quanto proprietari". E ai sindaci arriva un'ultima tirata di orecchie:
"Spagnolli e Januth, primi cittadini di Bolzano e Merano, hanno deciso
di aumentare le indennità in Ae. Perché per la Sasa si è scelta
la strada opposta?", è l'interrogativo di Gennaccaro.
(
da "Provincia Pavese, La" del
01-12-2007)
BILANCIO Più
spese nel settore Cultura Si pensa anche a Capodanno VIGEVANO. Variazioni sul
conto economico anche per il settore cultura del Comune, approvate nel
Consiglio comunale, ma con la minoranza che si è astenuta.
L'attenzione si è posta sulle iniziative, non previste, ma già
realizzate o che sono in programma, come Capodanno e "Tacchi a
spillo". La variazione è di circa 97mila euro, a coprire i
maggiori oneri dell'assessorato alla cultura: 37mila per spese fisse e costi
del personale. Il resto diviso tra alcune iniziative. La mostra "Il
volto della città - Il paesaggio di Vigevano e del suo territorio"
tra il maggio-luglio di quest'anno (27mila euro), cataloghi della mostra
"Da Pelizza a Carrà" (circa 11mila euro), il convegno sulle vittime della mafia e del terrorismo (6mila
euro), l'inventario dell'archivio storico (3mila euro), servizi teatrali
(15mila euro) e gettoni presenza di consiglieri, commissioni e spese di rappresentanza (3mila
euro). Sui gettoni presenza ma anche su tutta la sezione cultura ha chiesto spiegazioni la
minoranza. (ma.br).
(
da "Repubblica, La" del 01-12-2007)
Pagina III - Milano
L'intervento Più dei consulenti
servono gli impiegati L'imbarazzante indagine sul sindaco di Milano, Letizia
Moratti, è grave non tanto perché sono stati attribuiti incarichi di
consulenza in numero eccessivo e non chiaramente giustificati, quanto perché
alcuni settori vitali dell'apparato comunale sono ancora carenti e
malfunzionanti in modo preoccupante. Che siano stati ingaggiati
professionisti esterni all'organico del Comune, per risolvere problemi che
dovrebbero essere di ordine eccezionale, non deve destare reazioni
scandalizzate: può accadere che in particolari momenti della vita di
un Comune siano richiesti personale e tecnici specializzati. SEGUE A PAGINA
X.
(
da "Provincia Pavese, La" del
01-12-2007)
Cronaca Violenza
sessuale, don Mosa patteggia Dieci mesi per l'ex parroco di Certosa Ma la
comunità continua a difenderlo Ieri il sacerdote si è chiuso
nella preghiera MARIA FIORE PAVIA. Don Michele Mosa, l'ex parroco di Certosa
accusato di violenza sessuale, ha patteggiato davanti al
giudice Erminio Rizzi una pena di dieci mesi. Il verdetto, raggiunto ieri
mattina, arriva proprio mentre a Certosa fa il suo ingresso (oggi alle 17) il
nuovo parroco, don Marco Gatti. Con questa sentenza si chiude una vicenda pesante,
che a settembre, quando don Michele era stato arrestato, aveva gettato
nell'incredulità un'intera comunità. La stessa
comunità che ancora oggi difende il suo "don". Chiudere la
vicenda il prima possibile. Questo era l'obiettivo di don Michele Mosa. E
questa è la ragione della scelta di un rito alternativo come il
patteggiamento. Un rito che consente di evitare un processo pubblico e gli
sguardi della gente. Ieri mattina, in tribunale, il riserbo sull'esito di
questa scelta era strettissimo. Bocche cucite, con l'unica e precisa
volontà di fare dimenticare in fretta una pagina così delicata
per la vita e la missione di un prete. Lo stesso don Michele Mosa, assistito
dall'avvocato Orietta Stella, ieri ha scelto di
chiudersi nella preghiera. Fino a sera non ha sentito il suo legale. Alle 17 ha detto messa nella
chiesa di San Giovanni Domnarum, davanti ai fedeli che hanno ascoltato con
attenzione la predica dal vangelo di Andrea. "Ci sono nella vita momenti
di fatica, che non riusciamo a capire - sono state le sue parole - Momenti in
cui ci sentiamo abbandonati. Ma ci sono anche momenti in cui sperimentiamo la
misericordia di Dio". Con la sentenza il caso del parroco di don Mosa
viene archiviato definitivamente. E anche se il processo si chiude con un
patteggiamento (dieci mesi con la sospensione) e non con un'assoluzione,
l'intera comunità di Certosa continua, come ha sempre fatto, a
difendere il suo parroco. "Ha cercato di uscirne come poteva - dice una
parrocchiana - Ma qui nessuno crede che possa avere commesso quel
reato". Violenza sessuale. A settembre era stato arrestato con
quest'accusa. A pronunciarla era stata una parrocchiana. La donna aveva
raccontato che il parroco l'aveva vista scendere dall'auto, proprio davanti
alla casa parrocchiale, e l'aveva seguita fino a casa. Don Michele, per lei,
non era un estraneo. Si conoscevano. Lui l'aveva aiutata, dandole consigli
sui figli e su come affrontare la vita dopo la separazione dal marito. Quella
sera, secondo il racconto fatto dalla donna ai carabinieri, don Mosa aveva
avuto un comportamento diverso dal solito. Dopo averla seguita era entrato in
casa. Quello che era accaduto finì dritto nel verbale dei carabinieri.
Sulla vicenda era intervenuto anche il vescovo, monsignor Giovanni Giudici. "Non
cerchiamo colpevoli", aveva esortato i fedeli. Parole che i parrocchiani
non hanno avuto difficoltà a seguire. Anche ora che la vicenda si
è chiusa, e mentre aspettano l'arrivo del nuovo parroco, continuano a
difendere chi, per due anni, è "stato la nostra guida".
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
01-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2007-12-01 - pag: 21 autore: Oil for food.
Per il Pm c'è corruzione I conti svizzeri
incastrano De Petro e i Catanese Claudio Gatti Nel procedimento giudiziario
sullo scandalo Oil for food sono arrivati due duri colpi per la difesa di
Marco Mazarino De Petro e della famiglia Catanese, proprietaria della
società di combustibili milanese Cogep. Com'è noto, la Cogep
aveva beneficiato di assegnazioni di petrolio a prezzi di favore per un
totale di circa 24 milioni di barili. Queste assegnazioni erano state fatte
dal regime di Saddam Hussein in un periodo in cui Baghdad aveva deciso di
ricompensare uomini politici, diplomatici e giornalisti di tutto il mondo per
il sostegno nella battaglia contro le sanzioni dell'Onu. Le assegnazioni
fatte alla Cogep attraverso De Petro erano state registrate dalla
società petrolifera di stato irachena Somo sotto il nome di Roberto
Fomigoni. Nella contabilità irachena scoperta dalla Commissione
d'inchiesta diretta dall'ex chairman della Federal Reserve Paul Volcker,
Formigoni è cosìrisultato il politico occidentale a cui erano
stati assegnati più barili di greggio iracheno. Non c'è alcuna
evidenza che il governatore della Lombardia abbia però mai beneficiato
dei profitti fatti da Cogep e De Petro sulle vendite di quel petrolio. E Roberto
Formigoni non è mai stato neppure iscritto al registro degli indagati.
Marco Mazarino De Petro, che all'epoca in questione era stato inviato in Iraq
dallo stesso Formigoni in rappresentanza della regione Lombardia, è
stato invece rinviato a giudizio assieme alla famiglia Catanese per aver
pagato quella che gli addetti ai lavori dell'epoca chiamavano
eufemisticamente " sovrattassa" sul petrolio iracheno ma che per il
sostituto procuratore Alfredo Robledo era in realtà un pagamento illegale in trasgressione delle sanzioni Onue della legge
italiana. Per la precisione, asvrebbe violato l'articolo 322 bis del codice
penale che punisce la corruzione di funzionari di Stati esteri. Ieri il tribunale di Milano ha
rigettato tutte le richieste di nullità con cui le difese hanno
tentato di impedire l'introduzione nel procedimento milanese della
documentazione arrivata dalla Commissione Volcker. Il 7 novembre
scorso sono invece arrivati dalla Procura di Losanna i dati bancari relativi
a conti di De Petro e dei Catanese che la Procura di Milano aveva chiesto
alle autorità svizzere e la difesa aveva tentato di bloccare. Il
tribunale di Milano ha così acquisito le prove documentali di cinque
bonifici fatti su conti aperti clandestinamente dalla Somo per incassare la
"sovrattassa". Dalle carte bancarie risulta che tra il 14 dicembre
2000 e il 16 maggio 2002 sui conti della Somo sono arrivati 212.985 dollari
provenienti da conti esteri gestiti da De Petro e altri 729.852 dollari da
conti gestiti dai Catanese. cgatti@ilsole24ore.us.
(
da "Corriere delle Alpi" del
01-12-2007)
Di Cristian Arboit Seren vuole dimezzare i costi della politica Approvato l'ordine del giorno che prende di mira le
indennità di sindaci e assessori SEREN DEL GRAPPA. Più che da
consiglieri si sono comportati da autentici quanto impavidi kamikaze. Il
consiglio comunale di Seren ha chiesto ieri sera, con una delibera appositamente
confezionata dal primo cittadino Loris Scopel e dalla sua giunta, di
dimezzare i costi della politica sia nazionale che
locale. Nel documento sono comprese le indennità di carica di sindaci,
assessori comunali e presidenti di comunità montana. Non si
risparmiano nemmeno i gettoni di presenza
destinati ai "poveri" consiglieri comunali. L'ondata moralizzatrice
non risparmia nessuno. Loris Scopel come Beppe Grillo? L'analogia è
pericolosa, ma dà la dimensione del provvedimento - davvero coraggioso
- che l'assemblea serenese ha approvato senza tanto rimuginare ieri sera nel
corso di una seduta piena di spunti e riflessioni. Stop alla speculazione. La
delibera della svolta nasce da un incontro fra minoranza e maggioranza. Se
infatti la trattazione in consiglio della problematica è stata
richiesta dal capogruppo comunista Diego Pauletti, i contenuti sono stati
predisposti dall'esecutivo. Più che una limatura votata al "politically correct" quella di Scopel è stata
una potatura senza precedenti, almeno a livello bellunese. Il testo del
documento, che non mancherà di infastidire molti colleghi, parte dal
periodo nero della politica italiana, Tangentopoli.
L'elenco di agevolazioni, indennità, benefit è sterminato e
comprende oltre allo Stato e alle Regioni anche le Province e i Comuni, senza
dimenticare i consorzi e le aziende in mano pubblica. Troppe e troppo
costose. Almeno per l'esecutivo Scopel. "E' un tema che mi rode il
fegato e finora, quando l'ho sollevato, mi hanno sempre risposto a pesci in faccia",
ha ammesso in consiglio il primo cittadino, "chi fa l'amministratore
deve farlo quasi a titolo volontaristico. Per me è sempre stata una
missione". Taglio netto. Sono cinque le richieste della delibera. Primo,
il dimezzamento del numero di ministri, senatori, deputati, assessori
provinciali e regionali e di quello massimo ammesso per quelli comunali, di
comunità montana e unione di comuni. In secondo luogo la delibera
chiede il dimezzamento delle indennità o dei gettoni
di presenza corrisposti a qualunque carica
istituzionale, dalla più elevata (presidenti di Camera e Senato) alla
più bassa (sindaci, assessori e consiglieri comunali). Ma il documento
targato Scopel va oltre, suggerendo la soppressione di tutte le agevolazioni
previste dalla legge per chi ha una carica pubblica. La ricetta Scopel cerca
infine di porre un argine all'ipertrofizzazione della pubblica
amministrazione. Da un lato la delibera chiede infatti "una
distribuzione certa delle competenze e delle funzioni di uffici ed enti e una
reale semplificazione delle procedure", dall'altro il divieto di creare
nuovi enti pubblici. "Non è antipolitica,
ma un segnale che deve partire pure da noi piccoli amministratori",
conclude Scopel. Il primo cittadino trova il tempo e lo spazio per dire la
sua anche sulla legge elettorale: "Il cittadino deve poter scegliere il
suo candidato, cosa che attualmente è attribuita ai partiti".
(
da "Corriere del Veneto" del
01-12-2007)
Corriere del Veneto
- PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-01 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE L'alleanza Province, Comuni e Comunità montane presentano
un ddl per la costituzione dell'Assemblea consultiva Gli enti locali
provocano la Regione: "Stop al centralismo" VERONA – Chiodo scaccia
chiodo. Devono aver pensato così Province, Comuni e comunità
montane, dal 2001 in
vana attesa che la Regione Veneto approvi il Cal (Comitato autonomie locali),
organo per distribuire competenze e risorse previsto dalla riforma del Titolo
quinto della Costituzione. Il ragionamento degli enti locali è
semplice: se Venezia non riesce o non vuole creare l'organismo che dovrebbe
garantire autonomia e federalismo verso il basso, ci pensiamo noi, con una
proposta di legge regionale, obbligando palazzo Ferro Fini a esprimersi. Di
qui la presentazione, ieri a Verona, del progetto di legge per l'istituzione
dell'Apel (assemblea permanente degli enti locali), acronimo diverso ma
competenze del tutto analoghe a quelle del Cal. Un organismo permanente,
composto da 44 membri per lo più elettivi tra sindaci e Presidenti di
province, che dovrà però sciogliersi, come ha spiegato il
presidente di Anciveneto Vanni Mengotto, se e quando la Regione
deciderà di creare il Cal. Il progetto ha ricevuto aperture dal
presidente del consiglio regionale Marino Finozzi e dall'assessore al
Patrimonio Flavio Silvestrin; anche se il messaggio pareva rivolto in
verità soprattutto al governatore Giancarlo Galan, viste le sue note
posizioni sulla (scarsa) utilità delle Province. "La nostra
è una provocazione – ha detto Mengotto – cerchiamo condivisione
bipartisan in consiglio regionale, vogliamo arrivare a trasferimenti dallo
Stato alle Province, da ripartire poi ai Comuni tramite il nuovo organismo
". A rincarare il concetto il presidente della Provincia scaligera Elio
Mosele: "Non è federalismo vero quello che sia solo regionale,
serve anche il federalismo degli enti locali". Ma i colpi più
duri al governatore li ha tirati il presidente leghista di Treviso, Leonardo
Muraro: "La politica di Galan osteggia le Province, mentre la Regione
continua a istituire agenzie accentrando i poteri e togliendo ruolo agli
altri enti pubblici ". Finozzi ha provato a mediare, offrendo appoggio
"a patto che i rispettivi ruoli siano chiari: è nostro desiderio
iniziare un dialogo con gli enti locali". Quando Galan, che in luglio
definì i presidenti di Provincia una casta, vedrà il progetto
di legge, c'è da scommettere che l'articolo su cui si appunterà
la sua attenzione sarà il numero 10, che fissa
l'indennità per il futuro presidente dell'Apel (il 20 per cento del
presidente del consiglio regionale) e un gettone di presenza ai consiglieri
per ogni riunione. Giovanni Salvatori Presidenti Al centro del tavolo, Marino
Finozzi (consiglio regionale) con Elio Mosele (Provincia di Verona).
(
da "Messaggero, Il (Latina)" del
01-12-2007)
Provinciale. Una
manovra da 1 milione e 500.000 euro complessivi, dei
quali 1 milione destinati alla rivisitazione dei capitoli per maggiori
entrate e 500.000 ad una rimodulazione delle spese. La prima novità
è la riduzione, anche se ancora modesta, dei costi della politica, con un abbattimento di spesa di 150.000 euro per il
"funzionamento del Consiglio provinciale", insieme alla riduzione
di altri 350.000 euro per le assicurazioni di responsabilità civile
sulle strade provinciali. Ad illustrare le voci del documento l'assessore al
Bilancio Giuseppe Tatarelli, che commenta positivamente un'inversione di
tendenza che "si verifica per la prima volta nella storia della
Provincia". Altre novità arriveranno inoltre dal Bilancio 2008,
ancora in fase di elaborazione, attraverso il quale verranno stanziati 45
milioni di euro per il miglioramento della viabilità provinciale, la
manutenzione delle strade esistenti e la realizzazione di nuove
infrastrutture. "L'obiettivo - commenta Tatarelli - è garantire i
massimi livelli di sicurezza necessari ai cittadini". Tempi brevi anche
per la discussione del bilancio di previsione, sottoposto al vaglio
dell'assise prima della scadenza dell'anno finanziario ed entro il mese di
dicembre. "E' il segnale di un'economia che funziona - ha commentato il
presidente di via Costa Armando Cusani - La Provincia è capace di far
risparmiare i cittadini, risparmiare sui costi della politica
ed avere maggiori entrate, rispettando il patto di stabilità".
La.Pe.
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
01-12-2007)
I, "il
documento segna a livello di capacità di investimento
dell'amministrazione un passo indietro e uno sconvolgimento di non poco conto
rispetto alla previsionale iniziale. Rispetto alla programmazione iniziale
sono state annullate opere per l'anno 2007 per un valore di 9.700.000
euro". Non solo. Secondo i due consiglieri lievita il costo dei servizi delle società partecipate. "I
servizi rivolti ai cittadini sono finanziati con l'aumento della tassazione
voluto per il 2007 dal Comune e relativo all'aumento di Ici e Irpef, e non
invece da economie di spese relative ad esempio ai costi della politica tanto sbandierati - scrivono - Sono aumentate le tariffe dei
servizi a domanda individuale che costituiscono una tassazione
indiretta". Infine il piano di riordino delle partecipate che vede nel
giro di qualche anno l'accorpamento delle società, "dà
ragione a quanto sostenuto da noi in questi anni e cioè che i costi
relativi al mantenimento delle numerose partecipate si sono dimostrati
sproporzionati rispetto alla capacità dei servizi resi nell'ottica del
rapporto costi-benefici e dei criteri dell'efficacia e dell'efficienza".
Intanto il sindaco Dino Latini torna sul tema caldo dell'ospedale di rete,
rimarcando che la sua battaglia personale è iniziata nel 1983.
"Resta comunque il fatto che la Regione - scrive sul suo blog - ha
garantito che l'ospedale si farà in Osimo. E quindi, da cittadino e da
uomo delle istituzioni, non posso che ritenere fondata tale
affermazione". Quanto alle denunce annunciate da Forza Italia alla
procura e alla Corte dei Conti, Latini sostiene che qualora sia ritenuta
illegittima la procedura di project financing esperita per S.Sabino "si
possono e si debbono denunciare - ma veramente - in tutti gli ambiti, errori
e omissioni". Sullo stesso tema dice la sua anche Giuseppe Misiti,
sindaco di Sirolo: "E' ora di passare ai fatti. Bisogna fare scelte
chiare e serie a vantaggio dei cittadini. È in gioco la salute dei
residenti della zona sud di Ancona e questo è quello che conta".
Di più: Per Misiti "non è accettabile assistere ogni
giorno alla presa di posizione di questo e di quello che individuano aree
diverse in cui realizzare l'ospedale. Si era detto San Sabino e San Sabino
deve restare. All'inizio erano tutti d'accordo, poi lo spirito di
protagonismo è prevalso a scapito della concretezza e della
rapidità".
(
da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
01-12-2007)
Il consigliere
comunale d'opposizione Marietta Tidei non condivide la proposta di assegnare
un'indennità mensile di 800 euro ai consiglieri. "La disapprovo
perché la considero contraria a tutti gli orientamenti nazionali volti a
ridurre i costi della politica in un momento di difficoltà generale
del Paese e in particolare della nostra città" è la base
del pensiero dell'esponente del Pd. "Ci sono tanti lavoratori che a fine
mese ricevono poco più di 800 euro e centinaia di migliaia di
pensionati che hanno pensioni che non superano i 600 euro mensili.
Probabilmente in Italia saremmo l'unico consiglio comunale che, in questo moment,
osa attribuirsi un'indennità difficilmente comprensibile - continua -.
Fosse almeno il nostro un Consiglio che in questi mesi abbia dimostrato una
produttività e un impegno operativo assumendo deliberazioni su
questioni urgenti". "La verità è che a parte qualche
variazione di bilancio, l'assestamento e la delibera sul riassetto dei
servizi pubblici questo Consiglio non ha prodotto nulla. Inoltre, i cittadini
che partecipano alle sedute non hanno ancora avuto il piacere di sentire la
voce di molti consiglieri, consiglieri che, indipendentemente dal lavoro
svolto, usufruirebbero di questa inaspettata manna..- aggiunge la Tidei -.
Sia ben chiaro, con la mia posizione non voglio dar manforte ai fautori
dell'antipolitica. Apprezzo infatti il lavoro svolto dalla Commissione
Attività Istituzionali che mira a migliorare l'efficienza complessiva
del nostro consiglio, a rendere più operativa la nostra
attività e a dare un più alto e prestigioso ruolo all'assise
cittadina che deve potersi meritare la stima e il sostegno della
comunità. C'è da ricordare, inoltre, che è vero che il
gettone percepito dai consiglieri comunali di
Civitavecchia è più basso rispetto a quello percepito in altri
comuni ma ritengo assolutamente inopportuno concludere questa positiva
revisione del regolamento con l'assegnazione di un'indennità di
così consistente valore o con l'aumento del gettone di presenza". "Pensiamo prima, come ci chiedono i cittadini, a
risolvere i tanti problemi della città" è la conclusione.
(
da "Tirreno, Il" del 01-12-2007)
Lucca Un Cda da
709mila euro l'anno Con ventidue consiglieri Due amministratori delegati, un
presidente e 5 sindaci revisori VIAREGGIO. Un consiglio di amministrazione da
709mila euro l'anno, revisori compresi. Abbiamo chiesto a Salt di fornirci i
singoli compensi. In attesa della risposta pubblichiamo la composizione del
Cda. Di cui fanno parte il presidente Roberto Bertola (Forza Italia, ex
sindaco di Forte dei Marmi), il suo vice e amministratore delegato Enrico
Arona, l'amministratore delegato Paolo Pierantoni. A seguire i 22
consiglieri: Piero Luigi Baccelli, Osvaldo Bertuccelli, Bruno Binasco,
Riccardo Brocchini (Ulivo Massarosa in rappresentanza della Provincia), Gian
Luigi Burrafato, Massimo Caleo, Andrea Carrara (in rappresentanza della
Provincia), Beniamino Ciotti, Giorgio D'Alessandro, Nanni Fabris, Daniela
Gavio, Renzo Guccinelli, Francesco Lococciolo (ex commissario prefettizio a
Lucca), Giorgio Patroncini, Franco Ravenni (An, in
rappresentanza del Comune di Lucca), Giuseppe Ricciardi, Alberto Sacchi,
Luigi Salvati, Michele Scandroglio, Emer Scirè. I consiglieri di Salt
percepiscono un compenso annuo lordo di 6mila euro, oltre a un gettone di presenza di 300 € (escluse le spese di trasferta) per ogni riunione.
Bertola, Arona, Pierantoni, Binasco, Fabris, Gavio, Guccinelli, Sacchi fanno
parte anche del Comitato esecutivo. Del quale è segretaria (come del
Cda) Maria Nannizzi. C'è poi un Collegio sindacale che, da solo,
prende 165mila euro l'anno degli oltre 700mila complessivi. I componenti:
Silvana Amadori (presidente), Paola Felice, Alfredo Cavanenghi, Alberto
Costa, Enrico Fazzini. Supplenti: Enrico Dolcini e Angelo Ghio.
(
da "Unita, L'" del 01-12-2007)
Stai consultando
l'edizione del Un'Italia che ha perso il treno Vittorio Emiliani Segue dalla
Prima Le autostrade del mare non decollano nel Paese più marittimo del
vecchio continente, e una marea di auto popola le aree metropolitane (siamo
ormai a 34 milioni di vetture, una ogni 1,7 italiani, infanti e centenari
inclusi) concorrendo ad avvolgerle in una nuvola stagnante di smog. La
fermata generale di ieri è soltanto il sintomo più clamoroso di
un disagio nazionale le cui cause rimontano a decenni fa quando l'allora
direttore generale delle FS si sentì dire dal suo ministro: "E
allora, quando le chiudiamo queste ferrovie?". Il mito autostradale,
pompato dalla lobby auto-gomme-benzina, imperversava. Soprattutto in Italia,
perché proprio in quegli anni in Germania, in Francia o in Giappone si
investiva moltissimo nella rete e nella tecnologia ferroviaria. Negli anni
del governo Berlusconi - che ha macinato più vuote parole che non
decisioni operative - si è puntato, con la legge-obiettivo e con le
tanto declamate Grandi Opere, assai più sulla strada, ancora una
volta, che sulla ferrovia e sui porti. Cinque anni praticamente perduti a
rincorrere progetti di pura immagine come il Ponte sullo Stretto che i
tecnici dei trasporti avevano bocciato anni fa. Col governo Prodi si sono
ripensate quelle politiche sballate, ma fino ad un certo punto. Tant'è
che un gruppo di qualificati trasportisti (Boitani, Ponti e Spinedi) ha
pesantemente ironizzato giorni fa sull'autorevole sito lavoce.info parlando
di Grandi Operette succedute, con Antonio Di Pietro, alle Grandi Opere del
Cavaliere. Anch'esse però fondate su conti spesso irrealistici. Per
esempio, l'autostrada Livorno - Civitavecchia, la quale "attraverserebbe
una delle aree meno abitate del paese e più pregiate dal punto di
vista ambientale e si affiancherebbe a una strada statale quasi interamente a
quattro corsie (la SS1, Aurelia). Facendo i conti, anche sulla base di
ipotesi molto favorevoli al progetto, le speranze di dimostrare una qualche
utilità dell'opera sono molto scarse. È così che lo
studio ufficiale (ovviamente affidato a un soggetto non neutrale, la stessa
Società per l'Autostrada Tirrenica) postula che alla Aurelia attuale
vengano posti limiti di velocità pari a 30-40 km-ora, cioè, di
fatto, che si chiuda. ANAS approva". Una serie di paradossi. Costosi,
visto che questa inutile autostrada impegnerebbe miliardi di euro. Nel
contempo la linea ferroviaria Roma-Livorno-Genova - che pure collega numerosi
porti strategici (lo è diventata anche Civitavecchia per i passeggeri)
- è servita assai male. Per i passeggeri con due soli Eurostar al
giorno. Si continua cioè in una politica
tagliata su misura per mandare merci e passeggeri, ancora e sempre, sulla
strada anziché su altri mezzi come treni e navi. È comprensibile
l'affanno in cui si dibatte il management di Trenitalia che da un lato deve
servire meglio le linee "che rendono" e dall'altro non può
trascurare quelle ancora affollate di pendolari i quali pagano abbonamenti
ben al di sotto della media europea. Ma essi viaggiano in condizioni spesso
avvilenti. Ho fatto il pendolare ferroviario, per anni e anni, in Emilia e in
Lombardia, su Milano. I convogli erano più vecchi, le carrozze magari
quelle di legno. Però i ritardi erano minori e il comfort medio tutto
sommato migliore. Il dramma di Trenitalia è che il traffico a lunga
percorrenza, e quindi "ricco", si prende il 15% del totale dei passeggeri (insidiato dai voli low cost) e
quello regionale, e quindi "povero", rappresenta tuttora il grosso
della domanda. Per garantire a quest'ultimo servizi puntuali e decorosi
è indispensabile l'intervento finanziario pubblico, delle Regioni in
particolare (che spesso si baloccano anch'esse con Grandi Opere,
stradali naturalmente). Intervento per ora relativo. Il che spinge altri
pendolari a servirsi dell'auto privata. Una catena infernale. Il recentissimo
rapporto approntato dal Censis per il Ministero dei Trasporti ci dice infatti
che il pendolarismo è cresciuto in modo impressionante negli ultimi
sei anni: del 35,8% col coinvolgimento nel fenomeno di 13 milioni di italiani
al giorno. Dunque, un italiano ogni 4-5 si sposta quotidianamente nelle aree
metropolitane, fra paesi e città. E cosa utilizza? Non il treno o
l'autobus bensì l'auto privata: 70 pendolari su cento viaggiano così.
Con costi elevatissimi: il Censis calcola infatti che ognuno di questi
forzati dell'auto spenda annualmente 2.265 euro, cioè il 10% del
proprio reddito. Quattro volte di più di quanto spende il pendolare
che viaggia in treno. Per percorsi abbastanza ridotti e che però il
caro-benzina sta rendendo onerosissimi. Oltretutto con le ripercussioni che
questa marea di autovetture in lenta marcia nelle cinture metropolitane
produce sull'ambiente, sull'aria che si respira. Del resto, le ferrovie
locali offrono servizi lenti e scadenti, le metropolitane sono una
rarità, le autolinee non risultano nemmeno esse granché competitive.
In treno vanno poco gli operai e gli impiegati, molto di più gli
studenti. Le cause, infatti, dell'aumento del popolo dei pendolari sono
essenzialmente la crescita degli occupati (anche se molti con contratti a
termine o precari) da 21,6
a quasi 23 milioni; l'incremento degli studenti delle
superiori e delle Università; l'espulsione di giovani e di giovani
coppie dalle città maggiori verso paesi e cittadine dell'hinterland
per la mancanza di alloggi a fitti o a costi sopportabili. Sono anni ormai
che i capoluoghi di provincia e quindi le città maggiori perdono
costantemente popolazione creando movimenti di pendolarismo da distanze
sempre maggiori. Un fenomeno che Milano, Torino o Bologna hanno, si
può dire, sempre conosciuto, da che esistono fabbriche e trasporti di
massa, ma che la stessa Roma oggi deve affrontare con una rete decisamente
debole di infrastrutture. Il progressivo abbandono - divenuto totale nel quinquennio
berlusconiano - della politica di finanziamento
dell'edilizia sociale o comunque popolare (precipitata all'1%), la
rarefazione dell'affitto anche nelle città del Nord dov'era diffuso,
la lontananza quindi dai modelli di Germania, Olanda o Svezia (dove edilizia
sociale e affitto sono ben presenti e in modo qualificato) hanno sospinto e
continuano a sospingere giovani e immigrati sempre più all'esterno
delle aree metropolitane: nella seconda corona urbana, secondo il Censis, i
residenti sono aumentati addirittura del 13,8 per cento nel periodo
1991-2006. Per contro, i centri storici, le città tradizionali, anche
i loro quartieri novecenteschi tendono a svuotarsi, a divenire residenza
temporanea a carissimo prezzo, vanificando così gli enormi investimenti
pubblici in servizi di ogni genere, spesso molto qualificati (quelli
culturali, per esempio) effettuati in passato. Spreco si aggiunge a spreco.
Paradosso a paradosso. Come laddove si lascia mano libera a mega-centri
commerciali - i quali esigono che la clientela si sposti soltanto in auto,
anche nel week-end - e nel contempo si investe in metropolitane e trasporti
locali su ferro... Una sorta di impazzimento urbanistico e trasportistico,
del quale non sarà facile riprendere un qualche controllo. Come però
la situazione del Paese drammaticamente esige.
(
da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)
"Se la
politica è questa, me ne vado" ENRICO MUSSO conferma: POTREI
DIMETTERMI L'ex candidato sindaco: il consiglio sembra una riunione del
Rotary. Meglio l'Università "L'OPERATIVITÀ E IL RUOLO del
consiglio comunale sono ridotti ai minimi termini. L'attività in aula
è diventata un vuoto esercizio retorico. Uno
spreco di energia, tempo e denaro. Il famoso gettone di presenza, che si voleva aumentare, in queste condizioni è
letteralmente buttato via". La parola dimissioni continua a ronzare
nella testa di Enrico Musso, l'ex rivale del sindaco Marta Vincenzi per il
centro destra e consigliere di Tursi nel gruppo misto. A gennaio, dopo
le vacanze di Natale, l'ex candidato sindaco scioglierà le riserve.
Professor Musso, pensa davvero di lasciare l'incarico dopo neanche sette
mesi? "Ci sto pensando seriamente. Ma la decisione va ponderata con
attenzione. Significa riflettere sull'utilità generale del mio impegno
in politica. Se lascio è perché ho deciso che sono molto più
utile alla collettività come professore universitario che come
politico". Ora come ora che pensa? "Che fare il consigliere
così ha davvero poco senso. Mi pare di partecipare a un Rotary, con
tutto il rispetto per i rotariani". Be', lei conosceva il ruolo e le
funzioni del consiglio comunale quando ha accettato di candidarsi.
"Sì, ma il problema è che l'attuale normativa, che
già comprime moltissimo il peso del consiglio a vantaggio della
giunta, è stata utilizzata sinora come una clava dal sindaco e dal suo
staff". In che senso? "La legge privilegia moltissimo la
governabilità dei Comuni a scapito della democraticità del
sistema attribuendo un potere quasi assoluto alla giunta comunale i cui
membri, a parte qualche eccezione, sono tutti nominati dal sindaco. Quindi,
è penalizzata moltissimo la logica della rappresentatività che
invece sarebbe utile mantenere anche per la scelta degli assessori. Come non
bastasse, la giunta Vincenzi, almeno in questa fase, tende ad avere minori
rapporti possibili col consiglio, che è l'organo dove si concretizza
la rappresentanza democratica dei cittadino. Insomma, siamo poco considerati.
O, forse, considerati solo come fossimo maggiordomi". E' la prima volta
che usa toni così taglienti nei confronti della sua ex antagonista.
"Non c'è astio nelle mie affermazioni. Stimo molto la Vincenzi,
con cui condivido spesso obiettivi generali anche se non sempre il modo per
realizzarli. Però, nella mia esperienza da consigliere, mi attengo ai
fatti". E i fatti quali sono? "Il consiglio oggi è svilito
nelle sue prerogative. I segnali, in questo senso, sono moltissimi. Per
cominciare, nelle sedute mancano spesso il sindaco e molti assessori.
È capitato, ad esempio, che mie interpellanze siano state rinviate per
mancanza in aula degli assessori competenti. E, talvolta, sono risultati
assenti anche sindaco e vicesindaco contemporaneamente. Ma non è solo
questo...". Cos'altro non va? "Le richieste di documenti sono evase
tardivamente, i verbali delle sedute arrivano dopo quattro mesi per mancanza
di personale, le interpellanze slittano. Un altro segno di scarsa
considerazione è questa abituale "triangolazione" con la
stampa. Nel senso che la giunta comunica ai media le decisioni importanti
senza preventivo confronto con il consiglio". Il suo malessere è
esploso, giovedì scorso, nella seduta dedicata alla proposta di
aumento del gettone, poi accantonata dalla maggioranza? "Quella è
stata solo l'ultima goccia. Sono d'accordo con Scialfa (consigliere di
Rifondazione, ndr) che la battaglia non era affatto economica ma di
principio, dato che riguardava essenzialmente l'autonomia e la dignità
del consiglio. Ma quello che era nato come un accordo largamente bipartisan
alla fine è sfumato di fronte alla presa di posizione del sindaco
sull'inopportunità, in questo momento, degli aumenti". La
questione aumenti ha fatto traboccare una misura già colma?
"Esatto. Ripeto: per me e molti altri consiglieri, di maggioranza e
opposizione, l'aspetto economico era importante esclusivamente come segnale
politico. E' stata un'altra occasione mancata. Fondamentale è
soprattutto la vicenda della futura Authority dei servizi, che
sottrarrà al consiglio anche l'ultimo spicchio di competenze: quelle
relative al controllo, dopo la perdita della funzione di indirizzo". Non
sarà che i partiti di minoranza non le hanno mai veramente riconosciuto
la leadership cui aspirava? "È un falso problema. Forse non
avrò il ruolo vero di capo dell'opposizione, ma non mi sento affatto
con le spalle scoperte. I colleghi dell'opposizione non mi hanno mai fatto
mancare il loro appoggio nelle iniziative importanti". I maligni dicono
che si voglia tenere libero per concorrere alla presidenza
dell'Autorità portuale. "Il fatto che, come esperto in materia,
possa essere interessato all'incarico non c'entra assolutamente niente con la
riflessione sulla centralità perduta del consiglio comunale e sulle
mie eventuali dimissioni. Semmai, bisogna dire che la discussione sui
possibili candidati alla guida dell'Authority avrebbe potuto essere condotta
in maniera più trasparente da parte del sindaco, coinvolgendo di
più il consiglio comunale". Quando scioglierà il nodo
dimissioni? "Mi confronterò con miei elettori, a cominciare dagli
aderenti all'associazione da me fondata "We the people".
Mediterò durante le vacanze natalizie e, a gennaio, comunicherò
la mia decisione. Comunque, se lascio il consiglio non accetterò altre
candidature. Gli elettori non capirebbero...". Ma i consiglieri non
hanno proprio nessuna colpa? "Sì, quella di essere troppo
identificati in un certo copione: la maggioranza allineata con la giunta,
l'opposizione talvolta contraria per partito preso". Nessun margine per
ripensarci? "Spero di sì. Mi auguro che la giunta cambi il
proprio atteggiamento e anche il consiglio faccia la sua parte portando
avanti un lavoro costruttivo, al di là delle divisioni politiche. A
quel punto sarei ben felice di restare". Vincenzo Galiano 01/12/2007
DELUSOSette mesi dopo la sfida con Marta Vincenzi per la carica di sindaco,
il professore medita di lasciare la Sala Rossa 01/12/2007 ' 01/12/2007 noi
comemaggiordomiLa legge assegna un grande potere alla giunta che ha ben pochi
rapporti con l'aula consiliare ENRICO MUSSOconsigliere gruppo misto
01/12/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)
Buco nella manovra
UN BUCO di 278,5 milioni di euro nella Finanziaria per il 2008 (così
come è stata emendata in Senato), dovuto a un errore nel calcolare i
presunti risparmi derivanti dai tagli alle indennità dei consiglieri
comunali e provinciali. A lanciare l'allarme è l'Anci, l'Associazione
nazionale dei Comuni Italiani: secondo un'indagine svolta dalla stessa Anci
insieme all'Ifel (l'Istituto per la Finanza e l'economia locale con sede a
Roma), infatti, i risparmi previsti nella relazione tecnica del Governo, e
individuati in 283 milioni di euro, sarebbero sovrastimati perché calcolati
su un presupposto sbagliato, ovvero che tutti "i consiglieri comunali e
provinciali italiani abbiano optato per l'indennità di funzione
(possibilità peraltro ora abrogata dalla stessa manovra finanziaria) e
non per il gettone di presenza". Secondo
l'indagine Anci-Ifel, su 860 Comuni (di cui 38 capoluoghi di Provincia) con
popolazione pari a 15.285.485 abitanti si è potuto constatare l'esatto
contrario: "Che la quasi totalità dei consiglieri dei comuni
interpellati (844) percepisce il gettone di presenza
(il 98,14%) a fronte di una minima parte che riscuote invece
l'indennità di funzione (l'1,86%)". Il che significa che i tagli
alle indennità, previsti in Finanziaria, dei consiglieri degli enti
locali finiranno con l'interessare 1,86 amministratori locali su cento. Un
colpo di scena non previsto dall'articolo 26, comma 8, che dei gettoni di presenza non si occupa
affatto. Per questi motivi il vicepresidente dell'Anci, Fabio Sturani,
sindaco di Ancona, ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere una lettera
ai componenti della Commissione Bilancio della Camera dei deputati per
metterli in guardia dal buco in arrivo: "La stima
del risparmio derivante dai tagli ai cosiddetti costi della politica degli Enti locali, contenuta nella manovra Finanziaria,
dà origine ad una riduzione dei trasferimenti erariali che non trova
copertura adeguata, in quanto l'effettivo risparmio, stimato in base a
un'indagine effettuata da Anci e Ifel, è molto inferiore: la riduzione
risulta addirittura 54 volte più alta". Stando ai calcoli
fatti nell'indagine Anci-Ifel, infatti, anziché a 283 milioni di euro i soldi
risparmiati con i tagli alle indennità dei consiglieri arriverebbero a
circa 4,5milioni di euro. Un po' poco, anche in considerazione del fatto che
il Governo avrebbe previsto di destinare i 283 milioni di euro risparmiati
sui comuni per coprire le necessità di costo di altri settori.
"La norma - ricorda Sturani - prevede una serie di disposizioni
finalizzate alla riduzione dei costi della politica
di Comuni e Province". Massimiliano Lenzi 01/12/2007.
(
da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del
01-12-2007)
L'ARBITRO DEL DERBY Per Gava nono gettone stagionale NONA
DIREZIONE stagionale oggi al "Benelli" per Gabriele Gava di
Conegliano. Nelle precedenti 8 gare sono arrivate 4 vittorie casalinghe, 2
pareggi e altrettante vittorie esterne. Sarà la 33ª presenza in B per il 33enne fischietto veneto, che vanta anche 18 gettoni in serie A. In questa stagione Gava ha arbitrato fra l'altro
Parma-Juventus 2-2, Fiorentina-Napoli 1-0 e Juventus-Livorno 5-1. Due i
precedenti del Ravenna con lui, un ko (Ravenna-Rosetana 0-1, febbraio '04),
ma soprattutto la vittoria nella finale di ritorno dei playoff di C2 che
valse la promozione, ovvero Ravenna-Cisco Lodigiani 2-0 (giugno '05). Per il
Rimini 8 le partite con Gava e senza sconfitte. Quattro le vittorie, fra cui
la lo straordinario 1-3 a
Bologna nel settembre del 2006. Ultima gara Triestina-Rimini 1-1 lo scorso
giugno. Antonio Montefusco - -->.
(
da "Nazione, La (Pistoia)" del
01-12-2007)
Modica è
fermo per problemi muscolari. Se lo stop dovesse prolungarsi oltre i 20
giorni, la società tornerebbe sul mercato prendendo un sostituto a
gettone. - -->.
(
da "Centro, Il" del 01-12-2007)
L'Aquila Il divertimento finisce anche sulla rete Sul web le
feste di laurea ma anche i party privati. Tanti i video inseriti L'AQUILA. La
città si rivede sul web. Aumentano di giorno in giorno i click
aquilani sui vari siti internet. Le più gettonate, in piena era Web
2.0 sono le piattaforme di condivisione di interscambio audio e video.
Il sito di Youtube permette spesso ai più giovani di raccontarsi.
Inserire "L'Aquila" nella barra di ricerca vuol dire tuffarsi nella
realtà cittadina vista con gli di ragazzi e studenti. Così il
portale diventa un contenitore speciale per feste di laurea, party privati
negli appartamenti (nella foto a sinistra), scherzi e performance artistiche.
L'idea del video home made è piaciuta così tanto che la redazione
di L'Aquila tv, la prima web-tv cittadina ha deciso di dedicare un'intera
sezione ai lavori dei lettori. Il titolo? "Ju tubbo", naturalmente.
Altra piattaforma particolarmente gettonata è quella di Myspace dove
chiunque può creare uno spazio personale con tanto di foto, commenti e
colonna sonora. Un portale che è particolarmente gradito ai musicisti.
Intrecciando i loro contatti e "linkandosi" a vicenda, gli aquilani
hanno creato una rete. Non tutti inseriscono delle immagini personali,
qualcuno, come Pam (foto al centro), preferisce trasformare la propria
immagine in un "avatar", una sorta di ricostruzione animata in
perfetto stile Second Life. Talvolta sono i locali cittadini stessi a curare
uno spazio Myspace. è il caso del Boss (foto a destra) che ha dedicato
una ricca sezione ai propri clienti. MUSICA E POESIA. Domani, alle 20, il
palazzetto dei Nobili ospiterà l'iniziativa "Note e poesia",
un incontro di musica e poesia coordinato da Giuseppe Calì che
vedrà ospiti vari poeti cittadini che reciteranno i loro pezzi accompagnati
dalle note di chitarre e violini. Fabio Iuliano.
(
da "Centro, Il" del 01-12-2007)
Se n'è parlato
alla presentazione de "La Casta" "La discarica La Torre
simbolo della chiusura dei politici" TERAMO. Il liquido nero prodotto
dai rifiuti che si mescola all'acqua destinata al fiume Vomano. La montagna
di spazzatura crollata a valle. Le lettere dei cittadini che annunciavano il
disastro con largo anticipo e alle quali nessuno ha risposto. Sono le
immagini, proiettate nella sala polifunzionale della Provincia, che
raccontano la frana nella discarica La Torre del febbraio 2006. A mostrarle
è stato l'avvocato Tommaso Navarra durante la presentazione de
"La Casta", il libro che denuncia sprechi e privilegi della
politica. Sul palco, affiancato a Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera e coautore del testo con
Gian Antonio Stella, il legale ha ripercorso le tappe della vicenda da cui
è nata un'inchiesta giudiziaria che coinvolge politici e tecnici.
"Nonostante le segnalazioni dei cittadini", spiega Navarra,
"che denunciavano i rischi esistenti nella discarica già due anni
prima del crollo, la casta si è chiusa in se stessa e non ha
fatto alcun passo indietro". Nel corso dell'incontro, voluto da
"Società civile", il giornalista ha sottolineato alcuni dei
casi di cattiva politica citati nel libro. (g.d.m.).
(
da "Trentino" del 01-12-2007)
Ziano. Il sindaco
ha illustrato il progetto rivendicando bontà e correttezza di
un'operazione dal forte valore sociale Anziani all'Ex Acli, decisione sospesa
Animato confronto sulla ristrutturazione dell'edificio di via Roma ZIANO.
Demolizione dei muri portanti oppure risanamento conservativo? Attorno a
questo interrogativo si è consumata un'accesa polemica l'altra sera in
consiglio comunale di Ziano di Fiemme che all'ultimo punto doveva decidere su
una deroga per il recupero dell'immobile in via Roma (ex Acli) da cui
ricavare 4 alloggi per gli anziani. La discussione c'è stata, eccome,
ma la decisione no: rinviata. In apertura del consiglio il sindaco ha letto
infatti una lettera del consigliere Piero Gualdi che affermava non aver avuto
la possibilità di visionare gli atti. Il sindaco Fabio Vanzetta ha
ammesso che mancava il testo della delibera, concordato il giorno prima con
la Provincia, anche se la documentazione era completa. "Se volete
ritiriamo il punto, ma dovremmo riconvocare il consiglio a breve spendendo
500 Euro di gettoni" ha dichiarato. Cinque
minuti di sospensione per consentire ai consiglieri di minoranza di
consultarsi e poi la decisione: parliamone, illustriamo l'argomento, ma senza
decidere. Il consiglio è stato così
riconvocato mentre Piero Gualdi e Fabrizio Vanzetta hanno chiesto di
rinunciare alla gettone di presenza. Dopo l'approvazione
degli altri punti all'odg, tra cui una deroga per una legnaia a Zanolin che
ancora una volta ha fatto discutere il consiglio, il sindaco ha illustrato la
questione della casa dove le Acli dovrebbero realizzare 4 appartamenti per
anziani. Essendo previsto per quell'edificio il risanamento conservativo
si trattava di approvare una deroga che consentisse di abbattere i muri
portanti interni e recuperare spazio per realizzare gli alloggi. Una deroga
possibile per l'amministrazione pubblica, ma che tornerà a vantaggio
anche del privato (la società Bellavista) con cui era stato trovato un
faticoso accordo che ha consentito al comune di acquisire parte dell'edificio
per 80.000 euro. La cosa non è stata digerita dalla minoranza che ha
distribuito ai consiglieri un'ipotesi alternativa per ottenere 4 appartamenti
da 39 a
53 mq. senza abbattere i muri portanti. Due punti di vista differenti? Non
solo. "Stanno girando e-mail che mi accusano di aver favorito un
privato. Noi non abbiamo fatto piaceri a nessuno, abbiamo portato a casa 4
alloggi per anziani", ha sbottato il sindaco rivolto al consigliere
Pierluigi Polo, mentre Pina Zorzi ribadiva che così si trattano
diversamente i soggetti privati. Come dire: si favoriscono alcuni mentre gli
altri devono attenersi alle regole. Perplessità da parte delle minoranze
anche sulla soluzione progettuale. Meglio sarebbe stata una divisione
verticale - ha dichiarato Polo - che avrebbe consentito di avere appartamenti
più luminosi di quelli al pianoterra che sono al buio, mentre l'ex
sindaco Fabrizio Vanzetta aveva in precedenza proposto al sindaco di
acquisire tutto l'edifico. La soluzione ha spiegato Fabio Vanzetta è
stata trovata dopo i numerosi dinieghi della Provincia. "Potevamo
cambiare la scheda dell'edificio - ha detto - come c'è stato proposto,
ma i tempi sarebbero stati troppo lunghi. Così miglioriamo la
qualità".
(
da "Libero" del 01-12-2007)
Prima pagina
01-12-2007 Moratti: "Niente sprechi, ma
l'efficienza costa" di GIANLUIGI PARAGONE Serena? "Assolutamente
serena". Letizia Moratti accetta di parlare con Libero al termine di una
giunta diversa dal solito. La prima giunta da persona indagata. "Non mi
era mai successo prima. Mi attengo scrupolosamente a quanto mi dicono di fare
i miei avvocati". "Com'è andata la giunta? Bene, è
stata una giunta come le altre. C'è tanto lavoro da compiere: andiamo
avanti con la serietà e l'im pegno di sempre. Mi ha fatto molto
piacere ricevere la solidarietà e la stima degli assessori e dei
dirigenti. Chiariremo ogni aspetto coi magistrati". La Procura di Milano
la accusa di abuso d'ufficio: consulenze d'oro, le hanno già definite.
Errori? Leggerezze? Abusi? Nessuna autocritica, sindaco? "Sono convinta
di aver agito bene. Sono orgogliosa di come abbiamo riorganizzato la macchina
comunale. Non sono frasi di circostanza, mi creda: i numeri confermano la
correttezza delle scelte. Scelte che hanno provocato un risparmio per la
collettività". Chi la critica racconta ben altra storia. Stipendi
esosi, prepensionamenti forzati per far posto a qualcun altro evidentemente
più gradito. Come fa a parlare di risparmi? "Lei capirà
che, essendo aperta un'indagine, non posso spingermi oltre con le risposte.
Però voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata.
Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a
disposizione della collettività 94 milioni (spalmati in due bilanci)
in più di spesa corrente, a favore delle politiche sociali - dalla
casa alla famiglia - e della sicurezza". L'idea che esce dai giornali
è invece una cattiva gestione del denaro pubblico. "Facciamo
parlare ancora le cifre. L'anno scorso abbiamo azzerato l'Ici per 100 mila
famiglie e l'abbiamo ridotta per tutti dal 5 per cento al 4,7 sulla prima
casa. Quest'anno la abbasseremo ulteriormente portandola a 4,4 per cento.
Vado avanti. Il Comune di Milano ha abbassato la pressione fiscale
riducendola del 4,5 per cento, mentre la media nazionale è +8,6 per
cento. Continuo?". No perché la magistratura non le contesta questo. Le
contesta abusi sulle consulenze. Le contesta incarichi eccessivi e onerosi.
"Vediamo cosa capita nelle altre città e cosa a Milano. Nel 2006 a Roma il rapporto
tra dirigenti e dipendenti era 1,20 per cento, a Napoli
dell'1,62 per cento, a Torino dell'1,65 per cento. A Milano era dello 0,95
per cento. Nel 2007 abbiamo ulteriormente abbassato questo rapporto
portandolo allo 0,91 per cento. Dov'è lo spreco? Dov'è
l'abuso?". Allora è vero quello che scrive Vittorio Feltri: certe
indagini sono sospette... "Sono sinceramente fiduciosa nel lavoro
della magistratura e darò, daremo, piena disponibilità affinché
la correttezza della nostra amministrazione sia riconosciuta anche dai giudici.
Ciò detto, rivendico la correttezza delle scelte operate". Lei
vuole dire che il buon gover- no della Moratti passa anche attraverso un
severo spoil system? "Non ne faccio una questione di spoil system ma di
professionalità dimostrata sul campo. Le persone si valutano
serenamente sulla base delle attitudini e delle capacità. Poi certo,
ci vuole anche la fiducia, ma è la fiducia di poter contare su persone
valide". Lei crede che questa inchiesta possa offuscare l'immagine di
Milano nella corsa all'Expo 2015? "E perché dovrebbe? Sul piano tecnico
c'è un dossier molto solido, definito eccellente dalla Commissione
d'inchiesta. Abbiamo un piano finanziario certificato dalla Banca europea
degli investimenti per ciò che riguarda la parte pubblica; per la
parte privata invece la certificazione arriva da banche internazionali. Il
comitato di verifica ha apprezzato questa nostra scelta di affidarci a
soggetti internazionali tanto da giudicarla un precedente da tener presente
negli anni futuri. Poi certo, c'è una competizione e il risultato non
dipende solo dal nostro lavoro. Ci sono anche gli altri...". Il sistema
Italia crede nella candidatura di Milano oppure ci siamo divisi in guelfi e
ghibellini anche stavolta? "No, debbo riconoscere che il sistema gioca
compatto. Politica, economia, sindacato, cultura: c'è grande
unità rispetto alla candidatura di Milano". Di divisioni invece
ce ne sono rispetto al destino di Malpensa e il sistema aeroportuale
lombardo. Tra qualche settimana il governo dovrà decidere i futuri azionisti
di Alitalia: Air France e Lufthansa com'è noto non hanno le stesse
idee rispetto a Malpensa. "Stiamo lavorando assieme a Sea in tutte le
sedi per valorizzare in termini di politica
nazionale il ruolo di Malpensa. Le cordate interessate alla trattativa
conoscono l'importanza del nostro hub rispetto alle aspettative e alle
esigenze del business. Nella scelta finale chiunque dovrà tener conto
che il mercato passa da qui e che il 75 per cento dei biglietti si stacca al
Nord. Indebolire Malpensa vorrebbe dire aumentare il deficit infrastrutturale
e quindi arrecare un danno alle imprese: non ce lo possiamo permettere".
Quindi? "Quindi mi aspetto che prevalgano logiche di mercato e non di
tipo politico". Lei fa il tifo per quale cordata? "Io faccio il
tifo per il mercato, per le imprese e per lo sviluppo". E per il Partito
della libertà o del Popolo della libertà anche lei fa il tifo
come Berlusconi? "Sinceramente? Io spero ancora in una Casa delle
libertà forte e compatta". Se la sentisse Berlusconi...
"Berlusconi è un uomo intelligente e con questa mossa si è
riappropriato della leadership politica, in modo
forte". Ma lei aderirà al nuovo partito? Andrà a firmare
ai gazebo? "Non ho mai preso una tessera di partito in vita mia. Non
credo che andrò". Non mi sembra molto entusiasta dell'idea o
sbaglio? "La guardo con interesse, mostrando più attenzione ai
contenuti che al nome. Considero questo passaggio di Berlusconi come un
arricchimento del centrodestra, quindi lo considero positivo". Finora il
Ppl ha provocato attriti. Anche la sua giunta ha subìto dei
contraccolpi con il caso De Albertis... "Ma no, stiamo lavorando con lo
stesso impegno e la stessa com- LE IPOTESI DEI GIUDICI LE ASSUNZIONI Il
sindaco Letizia Moratti è stata accusata di abuso d'ufficio per novanta
assunzioni a tempo determinato relative a incarichi dirigenziali o di alta
specializzazione IL COSTO A causa dell'assunzione di questi novanta
collaboratori la Corte dei Conti lombarda ha ipotizzato un danno per l'erario
di circa 11 milioni di euro I PENSIONATI I giudici hanno sentito dodici ex
dipendenti del Comune di Milano andati in pensione dopo l'insediamento a
palazzo Marino di Letizia Moratti. Due di loro hanno detto ai magistrati di
aver lasciato il posto di lavoro spontaneamente, gli altri dieci hanno invece
raccontato di aver subito pressioni per spingerli ad andarsene Salvo per uso
personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza
autorizzazione.
(
da "Libero" del 01-12-2007)
Prima pagina
01-12-2007 Moratti: "Niente sprechi, ma
l'efficienza costa" di GIANLUIGI PARAGONE Serena? "Assolutamente
serena". Letizia Moratti accetta di parlare con Libero al termine di una
giunta diversa dal solito. La prima giunta da persona indagata. "Non mi
era mai successo prima. Mi attengo scrupolosamente a quanto mi dicono di fare
i miei avvocati". "Com'è andata la giunta? Bene, è
stata una giunta come le altre. C'è tanto lavoro da compiere: andiamo
avanti con la serietà e l'im pegno di sempre. Mi ha fatto molto
piacere ricevere la solidarietà e la stima degli assessori e dei
dirigenti. Chiariremo ogni aspetto coi magistrati". La Procura di Milano
la accusa di abuso d'ufficio: consulenze d'oro, le hanno già definite.
Errori? Leggerezze? Abusi? Nessuna autocritica, sindaco? "Sono convinta
di aver agito bene. Sono orgogliosa di come abbiamo riorganizzato la macchina
comunale. Non sono frasi di circostanza, mi creda: i numeri confermano la
correttezza delle scelte. Scelte che hanno provocato un risparmio per la
collettività". Chi la critica racconta ben altra storia. Stipendi
esosi, prepensionamenti forzati per far posto a qualcun altro evidentemente
più gradito. Come fa a parlare di risparmi? "Lei capirà
che, essendo aperta un'indagine, non posso spingermi oltre con le risposte.
Però voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata.
Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a
disposizione della collettività 94 milioni (spalmati in due bilanci)
in più di spesa corrente, a favore delle politiche sociali - dalla
casa alla famiglia - e della sicurezza". L'idea che esce dai giornali
è invece una cattiva gestione del denaro pubblico. "Facciamo
parlare ancora le cifre. L'anno scorso abbiamo azzerato l'Ici per 100 mila
famiglie e l'abbiamo ridotta per tutti dal 5 per cento al 4,7 sulla prima
casa. Quest'anno la abbasseremo ulteriormente portandola a 4,4 per cento.
Vado avanti. Il Comune di Milano ha abbassato la pressione fiscale
riducendola del 4,5 per cento, mentre la media nazionale è +8,6 per
cento. Continuo?". No perché la magistratura non le contesta questo. Le
contesta abusi sulle consulenze. Le contesta incarichi eccessivi e onerosi.
"Vediamo cosa capita nelle altre città e cosa a Milano. Nel 2006 a Roma il rapporto
tra dirigenti e dipendenti era 1,20 per cento, a Napoli
dell'1,62 per cento, a Torino dell'1,65 per cento. A Milano era dello 0,95
per cento. Nel 2007 abbiamo ulteriormente abbassato questo rapporto
portandolo allo 0,91 per cento. Dov'è lo spreco? Dov'è
l'abuso?". Allora è vero quello che scrive Vittorio Feltri: certe
indagini sono sospette... "Sono sinceramente fiduciosa nel lavoro
della magistratura e darò, daremo, piena disponibilità affinché
la correttezza della nostra amministrazione sia riconosciuta anche dai
giudici. Ciò detto, rivendico la correttezza delle scelte
operate". Lei vuole dire che il buon gover- no della Moratti passa anche
attraverso un severo spoil system? "Non ne faccio una questione di spoil
system ma di professionalità dimostrata sul campo. Le persone si
valutano serenamente sulla base delle attitudini e delle capacità. Poi
certo, ci vuole anche la fiducia, ma è la fiducia di poter contare su
persone valide". Lei crede che questa inchiesta possa offuscare
l'immagine di Milano nella corsa all'Expo 2015? "E perché dovrebbe? Sul
piano tecnico c'è un dossier molto solido, definito eccellente dalla
Commissione d'inchiesta. Abbiamo un piano finanziario certificato dalla Banca
europea degli investimenti per ciò che riguarda la parte pubblica; per
la parte privata invece la certificazione arriva da banche internazionali. Il
comitato di verifica ha apprezzato questa nostra scelta di affidarci a
soggetti internazionali tanto da giudicarla un precedente da tener presente
negli anni futuri. Poi certo, c'è una competizione e il risultato non
dipende solo dal nostro lavoro. Ci sono anche gli altri...". Il sistema
Italia crede nella candidatura di Milano oppure ci siamo divisi in guelfi e
ghibellini anche stavolta? "No, debbo riconoscere che il sistema gioca
compatto. Politica, economia, sindacato, cultura: c'è grande
unità rispetto alla candidatura di Milano". Di divisioni invece
ce ne sono rispetto al destino di Malpensa e il sistema aeroportuale
lombardo. Tra qualche settimana il governo dovrà decidere i futuri
azionisti di Alitalia: Air France e Lufthansa com'è noto non hanno le
stesse idee rispetto a Malpensa. "Stiamo lavorando assieme a Sea in
tutte le sedi per valorizzare in termini di politica
nazionale il ruolo di Malpensa. Le cordate interessate alla trattativa
conoscono l'importanza del nostro hub rispetto alle aspettative e alle
esigenze del business. Nella scelta finale chiunque dovrà tener conto
che il mercato passa da qui e che il 75 per cento dei biglietti si stacca al
Nord. Indebolire Malpensa vorrebbe dire aumentare il deficit infrastrutturale
e quindi arrecare un danno alle imprese: non ce lo possiamo permettere".
Quindi? "Quindi mi aspetto che prevalgano logiche di mercato e non di
tipo politico". Lei fa il tifo per quale cordata? "Io faccio il
tifo per il mercato, per le imprese e per lo sviluppo". E per il Partito
della libertà o del Popolo della libertà anche lei fa il tifo
come Berlusconi? "Sinceramente? Io spero ancora in una Casa delle
libertà forte e compatta". Se la sentisse Berlusconi...
"Berlusconi è un uomo intelligente e con questa mossa si è
riappropriato della leadership politica, in modo
forte". Ma lei aderirà al nuovo partito? Andrà a firmare
ai gazebo? "Non ho mai preso una tessera di partito in vita mia. Non
credo che andrò". Non mi sembra molto entusiasta dell'idea o
sbaglio? "La guardo con interesse, mostrando più attenzione ai
contenuti che al nome. Considero questo passaggio di Berlusconi come un
arricchimento del centrodestra, quindi lo considero positivo". Finora il
Ppl ha provocato attriti. Anche la sua giunta ha subìto dei
contraccolpi con il caso De Albertis... "Ma no, stiamo lavorando con lo
stesso impegno e la stessa com-pattezza. Le uniche turbolenze arrivano da
Sgarbi (ride) ma Milano è talmente forte che si può permettere
anche l'eccentricità di Vittorio". Sindaco, in queste settimane
sono state raccolte parecchie firme per un maggiore impegno del governo sul
fronte della sicurezza. È un credito politico che intende spendere in
che modo? "Intanto ringrazio Libero per l'attenzione con cui ha seguito
questa campagna comune. Solo noi abbiamo raccolto 10 mila firme e ora
conteremo anche quelle di Forza Italia, An, Lega e Udc per una verifica politica complessiva. Va da sé che quanto finora fatto dal
governo sul tema sicurezza è assolutamente insufficiente".
Veltroni l'ha delusa? "Sì, molto. Lui dovrebbe conoscere i
problemi e le aspettative vere della popolazione; non è certo il
pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte. Le amministrazioni
locali sono la prima frontiera dei problemi sociali: la sicurezza,
l'immigrazio ne, le nuove povertà, il lavoro sono tematiche cui tocca
ai Comuni dare la prima risposta. Ma ciò ha dei costi; costi di cui
non si dà cura questo governo". A proposito di Veltroni: si
può fare il sindaco di una grande città e contemporaneamente il
leader di un grande partito? "No, non si può proprio fare".
Parola di sindaco o di leader? Piero Borghini ( ¬ 279.540) direttore generale
del Comune Dr. Andrea Vento ( ¬ 176.420) direttore sett. relazioni internaz.
Ing. Alessandro Musumeci ( ¬ 217.130) dirigente dir. specialistica. sistemi
informativi Arch. Lides Canaia ( ¬ 203.560) dirigente d.c. Casa Dr. Christian
Marangone ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. facility management Sig. Riccardo
Alberini ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. politiche del lavoro e
dell'occupazione e ad interim resp. sett. politiche del lavoro Dr. Vincenzo
Lo Jacono ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. mobilità, trasp., amb. Dr.
Marino Pron ( ¬ 203.560) resp. direzione centrale salute e ad interim resp.
settore politiche per la salute Dr. Maria Teresa Broggini Moretto ( ¬
217.130) dirigente resp. d.c. attività produttive Dr.ssa Maria Chieppa
( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. turismo e identità Dr.ssa Carmela
Madaffari ( ¬ 217.130) dir. resp. d.c. famiglia e scuola Sig. Antonio Cecconi
( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. sport e tempo lib. Dr. Antongiulio Bua ( ¬
203.560 ) dir. resp. d.c. qualità Avv. Alessandra Lucchini Montessori
( ¬ 129.310) dir. ufficio del difensore civico Sig. Alberto Bonetti Baroggi (
¬ 140.490) capo Gabinetto del Sindaco Dr.ssa Maria Sorbi ( ¬ 30.630) dir.
resp. comunicazione ufficio del difensore civico Dr. Marco Lobina ( ¬
203.560) dir. resp. d.c. ricerca e innovazione Dr. Lorenzo Enrico Lamperti (
¬ 101.790) dirigente resp. serv. programmazione e gestione contratti del
sett. servizi generali della d.c. facility management Arch. Giancarlo Bianchi
Jannetti (162.860 ¬ ) dir. resp. sett. sport. unico per l'edilizia della d.c.
sviluppo del territorio Dr. Alessandro Palumbo ( ¬ 149.280 ) dir. resp. sett.
qualità e semplificazione d.c. qualità, servizi al cittadino e
semplificazione servizi civici Dr.ssa Annalisa Gussoni ( ¬ 108.570) dir.
resp. servizio piani di Bonifica d.c. sviluppo del territorio Dr. Pierangelo
Berlinguer ( ¬ 101.790) dir. staff dir. centrale mobilità Sig. Carlo
Borselli ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. demanio d.c. casa Ing. Francesco
Sganga ( ¬ 217.130) dir. resp. direzione specialistica politiche comunitarie
Ing. Piero Bonapace ( ¬ 135.720 ) dirigente resp. servizio Informativo
territoriale dir. specialistica sistemi informativi Dr. Stefano Sommadossi (
¬ 189.990 ) dir. resp. sett. pianificazione e controlli strategici d.c. area
pianificazione controlli Arch. Massimo Cella ( ¬ 149.280) dir. resp. settore
marketing territoriale d.c. turismo e marketing territoriale Sig. Paolo
Giovanni Del Nero ( ¬ 95.000) dir. resp. serv. gest. relazioni territoriali sett.
politiche per la famiglia d.c. famiglia, scuola e politiche sociali Dr. Marco
Sordelli ( ¬ 49.590 ) staff direzione centrale finanza, bilancio e
partecipate Ing. Antonio Acerbo ( ¬ 230.710) dirigente responsabile area
tecnica Ing. Enrico Boccardo ( ¬ 162.860) dir. resp. settore tecnico cultura
e beni comunali diversi area tecnica Sig. Ferruccio Vanotti ( ¬ 142.500) dir.
resp. serv. edilizia scolastica sett. tecnico scuole e strutt. soc. area
tecnica Ing. Mario Grillone ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. tecnico scuole e
strutture sociali area tecnica Ing. Mauro Giacomini ( ¬ 176.450) dirigente
resp. settore tecnico casa e demanio area tecnica Dr.ssa Francesca Feraboli (
¬ 149.280) dir. resp. sett. imprese, moda design e libere professioni d.c.
attività produttive Dr.ssa Laura Opalio ( ¬ 79.470) vice capo servizio
ufficio stampa Dr. Antonio Ciprandi ( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa
Sig. Gianni Congiu ( ¬ 79.470) vice capo servizio ufficio stampa Dr.ssa
Franca Protti ( ¬ 82.119) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Cinzia Messori
( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Roberta Biasi ( ¬ 44.539)
redattore ufficio stampa Sig.ra Emanuela Rossi ( ¬ 112.583) vice capo
redattore ufficio stampa Sig. Enrico De Marchi ( ¬ 79.470) vice capo
redattore ufficio stampa Dr. Paolo Andrea Caporosso ( ¬ 176.420) dir. resp.
sett. attuazione politiche ambient. d.c. trasporti, ambiente Arch. Flora
Vallone ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. arredo, verde e qualità urbana
direzione centrale arredo, decoro urbano e verde Dr. Angelo Menegatti ( ¬
142.280) dir. resp. settore artigiano e agricoltura d.c. attività
produttive Dr.ssa Monica Muci ( ¬ 95.000) dirigente resp. unità
operativa gestione risorse ufficio difensore civico Avv. Alessandra Tarulli (
¬ 64.630) inc. alta specializz. d.c. avvocatura Dr.ssa Stefania Pagano ( ¬
64.630) nc. alta specializz. d.c. avvocatura Sig.ri Colasanti Fabio, Martucci
Natale e Matano Sara ( ¬ 26.990) istruttori servizi amm.vi contabili per
assessorato alla Cultura LE IPOTESI DEI GIUDICI LE ASSUNZIONI Il sindaco
Letizia Moratti è stata accusata di abuso d'ufficio per novanta
assunzioni a tempo determinato relative a incarichi dirigenziali o di alta
specializzazione IL COSTO A causa dell'assunzione di questi novanta
collaboratori la Corte dei Conti lombarda ha ipotizzato un danno per l'erario
di circa 11 milioni di euro I PENSIONATI I giudici hanno sentito dodici ex
dipendenti del Comune di Milano andati in pensione dopo l'insediamento a
palazzo Marino di Letizia Moratti. Due di loro hanno detto ai magistrati di
aver lasciato il posto di lavoro spontaneamente, gli altri dieci hanno invece
raccontato di aver subito pressioni per spingerli ad andarsene LE TASSE p
Voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa
amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a
disposizione della collettività 94 milioni in più a favore
delle politiche sociali e della sicurezza VELTRONI .p Veltroni mi ha deluso.
Lui dovrebbe conoscere i problemi e le aspettative vere della popolazione.
Non è certo il pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte
Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle
notizie senza autorizzazione.
(
da "Trentino" del 01-12-2007)
Attualità
Scuola, autonomia e scelte... a prescindere Tra le tante novità
introdotte dalla legge provinciale 07/08/06 n.5 (legge Salvaterra) vi
è quella del "Consiglio delle Autonomie scolastiche e
formative" (art.38) nuovo organo collegiale con funzioni propositive e
consultive, composto dai presidenti dei Consigli delle istituzioni
(attualmente genitori) e dai dirigenti scolastici. Il dirigente generale del
dipartimento istruzione può partecipare alle sedute. Il Consiglio
formula proposte, esprime pareri e fornisce supporto alla Provincia su ogni
tematica che gli è sottoposta dalla PAT. Risulta però difficile
capire la reale utilità dei pareri e proposte richiesti e il senso del
lavoro svolto dai componenti il Consiglio, che non
percepiscono gettoni di presenza, quando si verificano le circostanze descritte nei due
significativi esempi di seguito riportati. Primo esempio. Il Consiglio delle
Autonomie, nella seduta del 3 maggio 2007 in relazione al "Regolamento per
l'esercizio del diritto allo studio da parte degli studenti del primo e del
secondo ciclo di istruzione e formazione" (artt.71,72,73
L.P.5/07) ha dato, per quanto riguarda il comodato d'uso dei libri di testo,
il seguente parere: "Eliminare l'istituto del comodato nelle scuole del
secondo ciclo, prevedendo, in alternativa, la possibilità di
interventi contributivi su soglie di reddito definite dalla Provincia".
Vi è un preciso segnale che denota quale considerazione l'assessore
Salvaterra intendesse dedicare al parere espresso dalle scuole, mediante i
genitori presidenti dei consigli di istituto e i dirigenti scolastici, in
merito all'istituto del comodato per i libri di testo nelle scuole superiori.
Infatti con la nota prot. 3575/01 del 6 aprile 2007 l'assessore
Salvaterra comunicava alle scuole superiori e agli istituti di formazione
professionale: "In continuità rispetto a quanto stabilito per
l'anno scolastico 2006/2007, è nelle intenzioni della Giunta provinciale
estendere, nel prossimo anno scolastico e secondo il principio della
gradualità, il comodato d'uso dei libri di testo anche al secondo anno
di corso degli istituti superiori e della formazione professionale,
confermando la gratuità dell'intervento per un ulteriore anno".
Alla comunicazione dell'assessore era allegata una "Nota tecnica sul
comodato dei libri di testo nel secondo ciclo di istruzione e
formazione" del 4 aprile 2007,firmata dal dirigente R.Ceccato, che
già dava le indicazioni operative per il comodato d'uso nelle scuole
superiori (Raccolta di testi, Cessione dei testi, Mancata restituzione e
deterioramento). Tutto ciò avveniva ben un mese prima che il Consiglio
delle autonomie, su richiesta della PAT, discutesse e desse in merito parere
negativo. Ricordo anche che nella seduta del 3 maggio tutti i dirigenti
scolastici delle superiori del Trentino, con la sola eccezione di un liceo di
Trento,confermarono,argomentandolo ampiamente anche in base a quanto espresso
dai docenti, il parere negativo espresso anticipatamente via e-mail da
alcuni. Per completare il quadro si rende noto che la Deliberazione della
Giunta Provinciale avente per oggetto: "Approvazione Regolamento per
l'esercizio del diritto allo studio da parte degli studenti del primo e del
secondo ciclo di istruzione e formazione" è la delibera 2306 del
26 ottobre 2007. Secondo esempio. Nella seduta del Consiglio delle Autonomie
scolastiche e formative convocata per venerdi 30 novembre 2007 al punto 4b
dell'o.d.g. è previsto formalizzazione del parere sul
"Regolamento per il reclutamento dei dirigenti delle istituzioni
scolastiche e formative provinciali (art.100 L.P.7/8/06)" ". La
cosa interessante è che il relativo "Schema di regolamento"
è già stato approvato con deliberazione G.P. n.1212 del
08/06/07 e che il Regolamento è stato formalizzato con Decreto
Presidente della PAT n.20 del 24/8/07(b.u.4 settembre 2007 n.36). In base a
tale regolamento è già stata fatta e pubblicata la
preselezione, in base ai titoli, dei partecipanti. Nella valutazione dei
titoli, con spirito veramente di respiro europeo e ispirato alla selezione
dei migliori, il servizio annuale prestato come docente in Trentino è
valutato 2,5 volte quello prestato nel resto della Repubblica Italiana,
mentre viene valutato alla stessa stregua del servizio prestato come
collaboratore del dirigente scolastico quello prestato come docente
distaccato presso l'Iprase o il Dipartimento Istruzione della PAT. Al termine
di questa nota desidero ringraziare vivamente il Presidente e la
Vicepresidente del Consiglio delle autonomie scolastiche e formative per il
notevole impegno e lavoro profusi. Personalmente non ritengo che il Consiglio
con i propri pareri abbia reale capacità di incidere su questioni
importanti e decisive per la scuola trentina. Esse sono già decise
altrove, a priori e a prescindere. Maria Rosa Perghem Gelmi "A priori e
a prescindere". C'è ben poco da aggiungere. "A priori e a
prescindere", vengono prese anche le decisioni sui Comuni e sulla
viabilità. Autonomia? Le decisioni di una persona, condite con un po'
di scontata demagogia. Il resto è fumo per gli ingenui. Con lo
scandalo dei punteggi, per cui il Trentino sarà costretto a un'altra
figuraccia a livello nazionale. Speriamo solo che qualcuno dell'Università
- per la quale si sta preparando un'adeguata "provincializzazione"
- legga questa lettera. E ne tragga qualche conseguenza.
(
da "Padania, La" del 01-12-2007)
Il sindaco di
Domodossola denuncia i tagli della Finanziaria Enti locali, da Roma un altra
rapina "È un altra rapina& Se continua così non
potrò far altro che restituire la fascia tricolore!". Così
il sindaco di Domodossola Michele Marinello ha commentato l articolo 14,
comma 8, della Finanziaria 2008 che riduce il fondo ordinario di 313 milioni
di euro in relazione alla riduzione dei costi della politica
. "In questo disastroso scenario costruito dal governo centrale per gli enti
locali, possiamo soltanto auspicare che tale riduzione non venga effettuata
in modo forfettario, così come per il conguaglio trasfermenti Ici ,
perché per il comune di Domodossola rappresenterebbe un taglio del contributo
ordinario di circa 83.000,00 euro, ma venga effettuata sulla base degli
effettivi risparmi dei costi della politica di
ciascun ente territoriale", ha aggiunto il Sindaco Marinello.
"Insieme agli uffici finanziari del Comune di Domodossola abbiamo
vagliato la formulazione della norma - continua il primo cittadino di
Domodossola - e questa parla di rideterminazione del fondo ordinario sulla
base di certificazioni prodotte dagli enti interessati: per l ennesima volta
prima si procede a tagliare e poi eventualmente a restituire". "Sottolineo
l eventualmente, perché c è il timore che la difficile certificazione
dei minori costi della politica porti ad un taglio
del fondo ordinario fatto in modo forfettario con la conseguenza di punire
gli enti virtuosi che già hanno fortemente contenuto tali costi",
denuncia ancora il Sindaco che conclude censurando "un altra norma di
difficile applicazione che mette a dura prova i Sindaci
nella programmazione delle politiche economico finanziarie, considerata la
scarsa attendibilità e certezza delle risorse su cui possono contare
nella redazione dei bilanci di previsione". Marinello: meno soldi per il
taglio dei costi della politica . Ma se continua così restituirò la fascia
tricolore [Data pubblicazione: 01/12/2007].
(
da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del
01-12-2007)
COMUNE PARLANO I
CONSIGLIERI DI AN BENEDETTI E PORZANO "Commissioni azzerate: si passi da
dieci a otto senza inciuci tra maggioranza e opposizione" ? MASSA ?
AZZERAMENTO delle dieci commissioni consiliari: a seguito delle recenti
spaccature nei partiti di maggioranza giovedì si è resa
necessaria una convocazione dei capigruppo consiliari per rivalutare i
rispettivi ruoli all'interno delle commissioni. Stefano Benedetti, capogruppo
An, ha abbandonato l'aula: "E' un inciucio politico a cui An non
può stare ? ha spiegato ?. Non possiamo favorire le logiche interne
della maggioranza quando le minoranze non sono interessate da questo
scombussolamento politico. L'inciucio tra consiglieri di maggioranza, il
rimpasto per spartirsi le poltrone delle varie commissioni prima di passare
al voto in consiglio comunale non c'interessa. Sono cose che deve risolvere
la maggioranza. Siamo di fronte ad un fatto gravissimo ed inaccettabile .?
sottolinea ? per questo ho abbandonato l'aula. Le commissioni sono state
azzerate e deve essere il consiglio comunale a votare eventuali nuove nomine
ed assegnare incarichi all'interno delle stesse. Invece mi sono trovato di
fronte consiglieri intenti a riempire le caselle vuote delle commissioni, con
un prospetto di nomi già pronti da far votare in consiglio comunale.
Insomma un gioco fatto a tavolino. Non vorrei che accadesse come negli anni
passati e cioè che affidassero ad An spazi rimasti vuoti senza aver
chiesto ed ottenuto il nostro consenso. A questo punto siamo pronti a mettere
in difficoltà il consiglio comunale dimettendoci dai nostri incarichi.
An manterrà le deleghe ottenute da mandato elettorale all'interno
delle commissioni. Non possiamo prendere in giro i cittadini e abbiamo deciso
di non far parte di questo vergognoso inciucio politico della destra e della
sinistra". E con il consigliere Stefano Porzano aggiunge: "Ci
teniamo a sottolineare che dal momento che le dieci commissioni sono state
azzerate e saranno riportate in consiglio, era doveroso costituirne otto e
non dieci, vista la riduzione dei due assessori. Resteranno in piedi due
commissioni in più senza assessore: due commissioni che non servono a
nulla se non a prendere il gettone di presenza
equivalente a 100 euro a testa che moltiplicato per sette membri fa 700 euro:
una spesa politica che era possibile evitare". Angela M. Fruzzetti -
-->.
(
da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del
01-12-2007)
Politici
meno cari, bocciata la mozione Pomigliano. Riduzione dei costi della politica:
il consiglio comunale boccia la proposta dell'Udeur. Con una maggioranza
schiacciante di 12 voti da parte del centrosinistra contro i 6 delle
opposizioni di centrosinistra e centrodestra, non passa la mozione presentata
dal consigliere d'opposizione Alfredo Monda (Udeur),
puntata al drastico ridimensionamento delle spese comunali. L'altra sera la
discussione sul delicato argomento non ha comunque fatto registrare
particolari tensioni nell'assemblea cittadina. A giudicare dai toni usati e
dalle argomentazioni a sostegno dei sì e dei no il dibattito è
stato di quelli costruttivi. Alla fine hanno prevalso i no ma c'è da
precisare che per motivi di equidistanza istituzionale il sindaco, Antonio
Della Ratta, e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Esposito, si
sono astenuti. Comunque la proposta del consigliere Monda, poi cestinata dal
consiglio, si muoveva su alcune direttrici principali: riduzione dei compensi
destinati a sindaco e giunta, del numero degli assessori, delle spese
destinate a convegni, feste e associazioni, delle consulenze esterne e
razionalizzazione degli straordinari effettuati dai dipendenti comunali che
operano al servizio degli organi politici. Misure da estendere anche agli
enti e alle aziende partecipate. "Se avessero accettato questo piano -
sostiene Monda - avremmo potuto risparmiare oltre un milione di euro
all'anno". "Apprezziamo lo spirito della mozione - hanno
sostanzialmente spiegato durante il consiglio comunale i vari esponenti della
maggioranza che si sono espressi per la bocciatura della proposta - di cui
peraltro non ne condividiamo tutto il contenuto, sia perché tra i presunti sprechi il consigliere Monda ne indica alcuni che non sono
tali, come gli irrisori gettoni di presenza ai consiglieri, sia per questioni di metodo:
bisognava discutere prima del consiglio questa proposta, in conferenza dei
capigruppo". pi.no.
(
da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del
01-12-2007)
IL CASO
"Doniamo il gettone di presenza per aiutare
Satonevri" Tutti d'accordo, ma solo metà dei consiglieri lo fa
Alluvioni sconvolgono il Burkina Faso in settembre e colpiscono pesantemente
anche Satonevri, il villaggio gemellato da anni con Rovigo e Viernheim (a
propria volta la città tedesca è gemellata con il capoluogo
polesano). I danni sono ingenti, arrivano epidemie, torna a colpire la
malaria... Un quadro pesantissimo per l'area africana sulla quale da tempo
lavorano le associazioni a rodigina Acsa e la tedesca Focus con programmi che
hanno portato alla costruzione di un invaso per la raccolta dell'acqua
piovana da usare nella stagione secca per sostenere l'agricoltura, e di
scuole e portano aiuti snaitari. Giusto la scorsa settimana l'Acsa,
l'assessore Francesco Ennio e anche il presidente della Provincia Federico
Saccardin sono stati lì. Di fronte a tutto ciò ci si
immaginerebbe un quadro di solidarietà di Rovigo nei confronti di
Satonevri. Non per il consiglio comunale, però. Perché il 27 settembre,
saputo di quanto accaduto in Burkina Faso, viene proposto di devolvere un
gettone di presenza quale aiuto alla popolazione di
Ssatonevri colpita. Come non rispondere "presente" all'appello, si
sono detti in aula. A parole, però, non nei fatti. Perché in due mesi
solo 21 consiglieri su 39 hanno firmato la devoluzione (di
tutto o di una parte) di un gettone di presenza a
favore della gemellata africana in difficoltà (il presidente Vito
Piccininno e il sindaco hanno un'indennità e quindi possono
"offrire" quanto vogliono da questa). Alla fine sono stati raccolti
appena duemila euro e ormai la partita tra presidenza del consiglio comunale
e ragioneria è chiusa, anche perché ai consiglieri i moduli
sono stati dati più volte per firmare la donazione del compenso a
Satonevri, ma solo metà l'ha fatto.L.G.
(
da "Sicilia, La" del 01-12-2007)
Comune.
"Più tributi o meno servizi", la relazione finanziaria del ragioniere capo Lorefice davanti al Consiglio A
rischio gli stipendi e i gettoni Ieri pomeriggio si
è riunita nei locali della Curia vescovile la commissione speciale
degli "esperti" per scegliere i bozzetti per la decorazione
dell'abside della Cattedrale. Erano presenti il presidente, ingegnere Luciano
Marchetti, il professore Vittorio Sgarbi, il vescovo di Civitavecchia,
monsignor Carlo Chenies, segretario della Pontificia commissione, la
soprindenete Mariella Muti, il vescovo della dioecsi netina, monsignor
Mariano Crociata, il parroco della cattedrale, don Salvatore Bellomia e il
sindaco Corrado Valvo. Si è parlato sia degli arredi che dei dipinti
che saranno effettuati nella volta, nel tamburo, nell'altare centrale e nel
battistero. Per quanto riguarda gli affreschi che saranno eseguiti
nell'altare maggiore sopra l'abside sono stati presentati alla commissione i
bozzetti realizzati dall'artista Russo. Si tratta di tre stesure raffiguranti
la prima il Cristo Risorto che guarda in alto verso il cielo, mentre alla sua
destra l'immagine della Madonna e nel lato sinistro la figura di Giovanni
Battista. Negli altri due bozzetti sono rappresentati i quattro evangelisti:
Marco, Matteo, Luca e Giovanni. I bozzetti si trovano nei locali del
seminario vescovile e possono essere ammirati. La commissione degli esperti,
oltre ad aver dato parere favorevole ai bozzetti, ha dato il via alla gara
d'appalto per i lavori sia per gli affreschi che per i dipinti. La
cattedrale, inoltre, rimarrà di colore bianco e nelle varie colonne
saranno incastonate le narrazioni. Entro il 2008 il duomo, dedicato a San
Nicolò, dovrebbe ritornare al suo completo splendore. Intanto, per
completare l'arredo interno (sedie, banchi, lampadari e suppellettili)
è stata lanciata dall'associazione Amici della Cattedrale una raccolta
di fondi. In occasione delle feste natalizie saranno tenuti all'interno del
Duomo tre concerti dall'associazione musicale quartetto di sassofoni
"Arcadia" con la collaborazione sia dell'Istituto degli Artisti,
Interpreti, Esecutori, che del conservatorio statale Arcangelo Corelli di
Messina. I tre concerti che si terranno nei giorni 16, 22 e 30 dicembre alle
19,30 saranno eseguiti dagli artisti-musicisti gratuitamente e le somme raccolte
serviranno per il completamento dell'arredo della cattedrale. Benito
Tagliaferro.
(
da "Sestopotere.com" del 01-12-2007)
(23:39) (1/12/2007
20:40) | BILANCIO PREVENTIVO, RIUNIONE IN PROVINCIA DI RIMINI (Sesto Potere)
- Rimini - 1 dicembre 2007 - L'ha convocata l'assessore al bilancio della
Provincia di Rimini, Riziero Santi e mministratori e sindacalisti hanno dato
il loro contributo alla discussione. Una riunione sui bilanci s'è
tenuta stamane nella sede di corso d'Augusto per ? come dice Santi ?
"mettere a disposizione la Provincia per fungere da coordinamento
nell'azione di concertazone proirio con le organizzazione sindacali".
Presenti molti assessori al bilancio dei Comuni e qualche sindaco, presenti i
sindacalisti delle tre organizzazioni, la conferenza convocata oggi va
appunto nella direzione del coordinamento, "perché pur mantenendo ? come
dice ancora Santi ? le specificità locali, è più
semplice ed efficace trattare insieme temi strategici". Quali sono
questi temi: i costi della politica, i costi della
burocrazia, i costi di gestione, la finalizzazione degli investimenti su
scala provinciale, il contributo locale per alleviare i problemi delle
famiglie e delle classi disagiate. Un accordo sul metodo viene dal segretario
della Cgil, Meris Soldati. Che chiede "aumenti contenuti nei tassi di
inflazione, progressiva riduzione dell'addizionale Irpef, la costituzione di
un fondo per ulteriori esenzioni dell'addizionale, politiche per il
contenimento dei prezzi, lotta all'evasione, maggiore controlli sugli appalti
e sulla sicurezza del lavoro, attenzione al problema dei nidi, un fondo a
sostegno dell'affitto per le categorie più deboli e potenziamento e
qualificazione del trasporto pubblico locale" (punti, questi, contenuti
nella piattaforma presentata alla Provincia di Rimini). L'assessore Antonella
Beltrami, per il Comune di Rimini, ha ribadito la necessità di razionalizzare
le funzioni. Un po' come dire la Provincia faccia la Provincia e i Comuni
facciano ciò che devono fare i Comuni; esemplificando: "La
Provincia di Rimini gestisca interamente la protezione civile e il Comune di
Rimini i nidi d'infanzia". Molto apprezzato questo sforzo di evitare
doppioni di funzioni, ma anche il punto fermo espresso dall'assessore Santi:
welfare, politiche per la famiglia e politiche per lo sviluppo. Subito dopo
l'incontro con le organizzazioni sindacali è stata
la volta dell'incontro con i paralamentari a cui sono stati ribaditi gli
stessi concetti e consegnati gli emendamenti alla Finanziaria 2008 che
riguardano i tagli ai trasferimenti, lo sconto Ici sulla prima casa e i costi
della politica. Il confronto proseguirà sino all'approvazione dei
bilanci.
(
da "Stampa, La" del 02-12-2007)
Domande a Davide
Gariglio "Codice etico per assumere i portaborse in Regione" 5
Presidente Gariglio, perché in Consiglio regionale un consigliere può
assumere come collaboratore a tempo determinato un parente più o meno
stretto? "Non c'è una legge che impedisce l'assunzione di
familiari. Credo anche che non sia possibile imporlo per legge. Detto questo
è evidente che esiste un problema etico e deontologico che deve essere
risolto". Dunque il consigliere Lupi può assumere i suoi tre
fratelli senza problemi? "Dal punto di vista legale sì.
C'è un problema di opportunità e io voglio intervenire su
questo aspetto. Visto che non si può regolare tutto per legge, allora
è giusto stabilire un codice di comportamento etico e deontologico.
Delle raccomandazioni di comportamento generale che il Consiglio regionale
dà e che poi tocca al singolo consigliere applicare". Non
è un comportamento da Ponzio Pilato? "No. Come presidente del
Consiglio ho il dovere di difendere l'Istituzione e dunque devo fare di tutto
perché un cittadino sia in grado di capire la differenza tra l'Istituzione e
il singolo consigliere. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. Non
si può confondere l'Istituzione Regione con la Casta". Belle
parole. Servono fatti. Che cosa farà Gariglio? "Proporrò
all'ufficio di presidenza di elaborare un testo unico che raccolga lo status
e le prerogative dei consiglieri e dei gruppi consiliari. Un testo unico con
i diritti e i doveri. E poi di intervenire sul sistema
delle autocertificazioni che danno diritto ai gettoni di presenza". Difficile convincere i cittadini che non esiste la
Casta... "Le ripeto: in questi mesi abbiamo assistito a comportamenti
legittimi ma che hanno urtato la sensibilità dei cittadini. Noi
interverremo sull'aspetto legislativo e su quello del codice etico.
L'Ufficio di presidenza del Consiglio può elaborare una linea di
condotta condivisa per quanto riguarda i contratti dei collaboratori,
l'utilizzo delle sedi, la gestione dei fondi. Una linea che rispetti
l'autonomia dei gruppi consiliari ma che assicuri anche la massima trasparenza.
Una linea di condotta che dovrebbe essere preferibilmente obbligatoria. Si
può non rispettare ma chi lo fa e vuole assumere i suoi fratelli deve
anche sapere che quei contratti diventeranno pubblici, magari su
Internet".\.
(
da "Giornale di Brescia" del
02-12-2007)
Edizione:
02/12/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CULTURA Retroscena di una
celebre collana COSI' VITTORINI SPENDEVA I SUOI GETTONI Vittorini scrittore e
organizzatore di cultura Curzia Ferrrari Questa pubblicazione, che si compone
di tre volumi per complessive 1.670 pagine, l'aveva ideata Raffaele Crovi,
quale omaggio al suo maestro e mentore. Il destino non gli ha concesso di
vederla realizzata. Edita da Aragno e curata da Vito Camerano, Giuseppe
Grasso, Augusta Tosone, Giuseppe Lupo e dallo stesso Crovi (a lui,
naturalmente, la dedica sul frontespizio), raccoglie i testi della famosa
collana, "I Gettoni" appunto, diretta da Elio Vittorini per Einaudi
tra gli anni 1951-'58. Una lettera di Nino Aragno segnala - e mi par giusto -
trattarsi di un vasto manuale per l'editoria, una bottega del libro al cui
centro stanno le persone, gli scrittori, gli artigiani che pensano e
costruiscono il libro e - fuori, ma importantissimi - i lettori. Una lunga
introduzione di Lupo, ricercatore eccellente, discrimina le qualità
dei diversi filoni: dalla letteratura di fabbrica a quella
onirico-visionaria, dai libri morali all'area dalla cifra religiosa.
Vittorini, con questa collana, ha dato impulso a una ventata di novità
d'ordine etico e formale: è stata insomma "una scelta di
campo"; ma questo era nella sua natura, da quando, ancora ragazzino,
fondò in quel di Messina - insieme agli amici poi perduti Quasimodo e
La Pira - un foglio tipo-parrocchia dal titolo pretenzioso: "Il nuovo
giornale letterario" che non passò inosservato. Che cosa troviamo
in questi Gettoni? Lettere, tante, tantissime lettere - il cardine sul quale
gira la storia di molti titoli, alcuni perduti, altri diventati famosi e
continuamente ristampati. Lettere di Elio ai "suoi" autori e degli
autori ai curatori, con piccole curiosità che ne rivelano il
carattere, le inclinazioni, le ubbìe - per Lalla Romano togliere, in
risvolto di copertina, quanto si riferisce all'età. E Seminara, dove
metterlo? Ne "I Gettoni" o nei "Coralli"? E perché non
cambiare il titolo del suo libro? In quanto al pagamento, Calvino annota che
"tirar fuori dei soldi dalla Casa Editrice non è un'impresa
facile". Tobino invoca una collana di poesia, ma "di destreggiarsi
nel ginepraio delle polemiche tra poeti nessuno se la sente, tutti se ne
lavano le mani". Eravamo nel '54, e questa frase allude chiaramente
all'inimicizia allora divampante all'interno del celeberrimo trio
Ungaretti-Montale-Quasimodo. Ogni libro rappresenta di per sé una vicenda, ed
è questo il fascino della pubblicazione di Aragno. Precisa Giuseppe
Lupo che restano escluse le documentazioni editoriali riguardanti gli otto Gettoni
stranieri, Margherite Duras, Wright Morris, Pierre Gascar, Charles Rhomer,
Luis Borges, Dylan Thomas, Robert Antelme e Nelson Algren. Ma il materiale
fornito è più che bastevole per soddisfare la libidine dei
curiosi di un certo periodo non sicuramente arido di talenti; domande,
suppliche, intercessioni, e qualche battibecco stimolano alla conoscenza del
libro anche come oggetto: che cosa c'è dietro la facciata di una
copertina, di un gruppo di pagine, di un titolo? Lo sapeva bene Crovi, che
aveva appreso la lezione da Vittorini lavorando per oltre otto anni lungo la
direttrice Torino-Milano (sede della Einaudi, Torino; succursale dove si
intrecciavano freneticamente i fili delle edizioni - Milano): sapeva che
l'ingranaggio, complesso, doveva girare alla perfezione affinché il pubblico
usufruisse la chance del riscatto da una condizione subalterna. Non a caso il
catalogo de "I Gettoni" (50) ricalca il programma del vecchio
"Politecnico", e forse le sperimentazioni dell'adolescenziale "Nuovo
giornale letterario": date all'uomo un germoglio (questo significava
"gettone"), per avvicinarlo alla lettura, per coinvolgerlo, farlo
pensare, divertire, catturarlo. I vari mondi degli autori, senza formulare
giudizi di valore che, magari, si tratta di nomi ideologicamente contradditori,
tendono a far risalire il servilismo provinciale della letteratura italiana:
la divisione è un dolore di forza, ma non ci tocca. Qui, a contare,
è la passione di coloro che hanno lavorato a un'opera tanto
"plastica", reale, pesante e utile. L'acuto operistico è
dato dal nome di Raffaele nell'incipit. Ma non cadiamo nella retorica. Va
bene così.
(
da "Trentino" del 02-12-2007)
Bilancio da 447
milioni di euro, oltre 66 se ne vanno per pagare l'attività del
consiglio Regione, scatola vuota a peso d'oro Il presidente Dellai in aula:
"E' un ente in crisi senza idee chiare sul suo futuro" Vitalizi
carissimi: 13 milioni all'anno in continuo aumento UBALDO CORDELLINI TRENTO.
Il presidente Dellai lo ha ammesso a chiare lettere: la Regione è poco
più di una scatola vuota, senza competenze e senza un'idea per il
futuro. Una scatola vuota che costa cara. Il bilancio approvato solo dai
consiglieri trentini riporta una somma impressionante: 447 milioni e 106 mila
euro. Gran parte di questi soldi vengono girati alle due province, ma molti
servono anche per il mantenimento della scatola vuota. Ad esempio, la spesa per
il Consiglio regionale è di 66 milioni e 378 mila 245 euro. Gran parte
di questa somma è destinata alle indennità dei consiglieri in
carica e ai vitalizi degli ex consiglieri. Da ricordare che il consiglio
regionale paga lo stipendio ai consiglieri dei due consigli provinciali, che
sono anche consiglieri regionali. Per le indennità, la diaria degli
eletti dal popolo il consiglio spende 12 milioni e 700 mila euro. I
consiglieri si trattano bene e non rinunciano ai viaggi che costano 258 mila
250 euro. Anche i gruppi consiliari costano cari: un milione e 136 mila euro.
Tanto, considerato che quasi non hanno personale. L'altro grande capitolo di
spesa del consiglio è quello dei vitalizi: 13 milioni e 500 mila euro
che diventeranno 14 milioni e 50 mila euro nel 2008. Ma non finisce qui. Ci
sono i versamenti al fondo di solidarietà e ai fondi per la gestione
dei contributi dei consiglieri e degli assessori delle due province. Un costo
totale che supera i 4 milioni e 200 mila euro. Il presidente del Consiglio,
poi, ha a disposizione 35 mila euro per le spese riservate e 90 mila euro per
le spese di rappresentanza. Ma non finisce qui. Tutta l'attività della
scatola vuota andrà pur pubblicizzata, così vengono spesi 210
mila euro per iniziative tese a pubblicizzare l'immagine e l'attività
del Consiglio regionale. Già che c'è l'assemblea legislativa
regionale organizza anche convegni e incontri per la modica cifra di 250 mila
euro. Infine vengono dati incarichi esterni per 180 mila euro. Mandare avanti
la scatola vuota costa e anche tanto. Il bilancio della Regione prevede un
grosso aumento delle spese di amministrazione generale, che passano da 7 a 17 milioni di euro.
Addirittura è prevista una spesa di 260 mila euro per studiare come
migliorare il servizio. Una delle voci più consistenti del bilancio
della Regione è quella della Previdenza e delle assicurazioni sociali.
La spesa prevista per il 2008 è di 80 milioni 650 mila euro. La spesa
più consistente si riferisce al progetto del welfare introdotto dalla
legge sul "Pacchetto famiglia". Negli anni precedenti l'assegno
regionale veniva erogato ai nuclei familiari con più di un figlio e a
chi aveva un lavoro discontinuo. Ma è prevista la modifica della legge
con l'erogazione dell'assegno anche alle famiglie con un solo figlio. In
materia di welfare e assistenza si devono comprendere anche i 60 milioni di
euro che la Regione passa alle Province per gli interventi a favore delle
persone non autosufficienti. Come ogni ente pubblico che si rispetti, anche
la Regione ha le sue società controllate. Non sono molte, ma, in
compenso, elargiscono emolumenti e gettoni di presenza niente male. Ad esempio, il presidente del Pensplan Centrusm
spa, controllato al 99,01 per cento dalla Regione, Gottfried Tappeiner
percepisce un compenso di 100 mila euro, più un gettone di 150 euro a
seduta. Lungo è l'elenco dei consiglieri d'amministrazione dell'A22,
controllata al 32,28 per cento dalla Regione. I consiglieri che fanno
anche parte del direttivo, come Sandro Schmid hanno percepito per otto mesi
di incarico nel 2007 9 mila e 128 euro, più 310 euro per ogni seduta
del Cda. I consiglieri semplici si sono fermati a 6 mila e 60 euro.
(
da "Nazione, La (Viareggio)" del
02-12-2007)
I COSTI DELLA
POLITICA Il Comune taglia posti nelle società Ma resta in piedi con
cinque consiglieri la Sermas - -->.
(
da "Nazione, La (Viareggio)" del
02-12-2007)
"COME è
possibile che un'azienda con quatro dipendenti abbia cinque componenti del
consiglio di amministrazione. E' un controsenso. E' vero che il sindaco
Fabrizio Larini ha deciso per il taglio dei compensi ma è innegabile
che ci troviamo di fronte ad un non senso". Non solo i rappresentanti
del Partito Democratico hanno detto no alla conservazione del consiglio di
amministrazione a cinque, ma anche i consiglieri comunali dei Comunisti
Italiani (Stefano Natali) e di Rifondazione Comunista (Daniele Lombardi) si
sono schierati contro la soluzione prospettata dalla giunta. Il consiglio
comunale ha comunque votato il via libera per la modifica degli statuti di
Vea, Ersu e Gaia, riducendo i componenti del consiglio di amministrazione in
ossequio all'abbattimento dei costi della politica deciso dal governo Prodi. Il Partito democratico si è
astenuto sullo statuto di Gaia, soprattutto per le modifiche apportate alle
norme sulla privatizzazione di quote di minoranza: Rc e il Pdci hanno chiesto
"che la gestione del servizio idrico sia completamente pubblica a tutela
degli utenti". INSOMMA un consiglio comunale ? l'ultimo (?) del
2007 ? che è ruotato sui temi della finanza locale, alla luce del
fatto che si preannunciano ancora tagli e soprattutto un aumento
dell'addizionale Irpef nel 2008. La variazione di bilancio ? intorno al mezzo
milione di euro ? è stata approvata con il voto favorevole della
maggioranza, che attraverso l'assessore alla finanze Franco Simonini ha
difesa a spada tratta tutte le scelte fatte fino ad oggi dalla giunta
comunale in tema di manovra economica. "Non siamo d'accordo ? ha
sostenuto il capogruppo del Partito democratico Adolfo Del Soldato ? visto
che nel futuro i cittadini massarosesi potranno trovarsi di fronte a sgradire
sorprese". ULTIMA stoccata in consiglio comunale, con un botta e
risposta sull'ordine del giorno presentato dal partito Democratico sulle
pretese degli eredi di Casa Savoia. - -->.
(
da "Repubblica, La" del 02-12-2007)
Pagina V - Palermo
LA POLEMICA Le dimissioni di Acierno dalla fondazione Federico II "Cda
sempre a vuoto ecco perché lascio" "La Fondazione Federico II non
interessa ai deputati del consiglio di presidenza che hanno sempre disertato
il consiglio d'amministrazione". Così il direttore della
Fondazione, Alberto Acierno, che dopo l'ennesimo rinvio del consiglio
d'amministrazione convocato lo scorso 29 novembre ha rassegnato le
dimissioni. "Da quando mi sono insediato, nel settembre del 2006, il
presidente dell'Assemblea regionale, Gianfranco Micciché, ha convocato almeno
cinque volte il consiglio d'amministrazione della Fondazione - dice Acierno -
Ma è quasi sempre mancato il numero legale, così ancora non è
stato approvato il bilancio del 2006". Del cda della Fondazione fanno
parte di diritto i deputati componenti del consiglio di Presidenza. Si
tratta, oltre al presidente dell'Ars, degli onorevoli Raffaele Stancanelli,
Calogero Speziale, Giuseppe Nicotra, Giusy Savarino, Salvatore Fleres,
Francesco Rinaldi, Salvatore Zago, Giovanni Ardizzone e Giovanni Manzullo. "Molti di questi non si sono presentati nemmeno una volta
ai consigli d'amministrazione, forse perché non è previsto alcun
gettone di presenza - attacca Acierno - In queste condizioni è impossibile
mandare avanti la gestione economica della Fondazione". In
particolare la mancata approvazione del bilancio 2006 ha reso impossibile
un'anticipazione di cassa sul finanziamento da 500 mila erogato alla Federico
II dalla Regione. "Soldi necessari per far quadrare i conti di un
bilancio da 3 milioni di euro che si regge in gran parte sulle
attività della Fondazione", aggiunge Acierno. Il deputato del
Partito democratico Calogero Speziale rimanda al mittente le accuse di
assenteismo: "Il bilancio del 2006 non è stato approvato perché
fino a ottobre non erano ancora stai nominati i revisori dei conti - dice
Speziale - Inoltre non mi risulta che i cda convocati da un anno a questa
parte siano saltati per mancanza di numero legale. Proprio l'ultimo, a
esempio, è stato rinviato per libera scelta del presidente
Miccichè". Acierno comunque si dice "contento per l'operato
fin qui svolto". E aggiunge: "Abbiamo realizzato nei primi cinque
mesi del 2007 ben 180 mila euro di incassi da biglietti per mostre
organizzate a Palazzo dei Normanni dalla mia Fondazione - dice Acierno -
Spero che chi mi succederà continui a portare avanti i progetti da me
avviati. Cosa farò io adesso? Ricordo a tutti che sono un imprenditore
nel settore dell'eolico". a.fras.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
02-12-2007)
Nuoro Consiglio
comunale in tivù a partire dal gennaio 2008 NUORO. Le riprese
televisive del lavori del consiglio comunale, come richiesto dal consigliere
di Sardegna e Libertà Francesco Guccini(foto), potranno essere
effettuate regolarmente. La richiesta preliminare relativa all'approvazione di
uno specifico regolamento in materia c'è stata, giusto perché l'assise
municipale ha dato parere favorevole. Tenendo conto che il decreto
legislativo 267 attribuisce agli enti locali l'autonomia di regolamentare la
propria attività, nel rispetto dei principi fissati dalla legge e
dallo statuto di ciascun ente. "D'ora in poi i cittadini - ha detto il
consigliere Francesco Guccini - potranno assistere ai lavori dell'assemblea
municipale standosene a casa in poltrona, presumibilmente a partire dal mese
di gennaio del 2008. Le riprese dovranno essere effettuate senza che si
registrino interruzioni, come recita la norma del regolamento approvato.
è un passaggio fondamentale, per il quale mi sono battuto - ha
sottolineato il consigliere di "Sardegna e Libertà" -, fino
a proporre da parte mia il versamento dei proventi dei
miei stessi gettoni di presenza. Ora mi auguro che le riprese televisive possano riavvicinare,
unitamente ai servizi giornalistici che propongono i quotidiani, la gente, e
i nuoresi in modo particolare, alla politica. In attesa che anche in Internet
vengano resi pubblici gli emolumenti di coloro che sono stati nominati
dall'amministrazione comunale negli enti, quali suoi
rappresentanti". A questo proposito, lo stesso consigliere aveva scritto
una lettera al prefetto Antonio Pitea, denunciando il fatto che non viene
rispettata la norma che vuole che gli importi relativi ai gettoni
vengano obbligatoriamente resi noti. La trasmissione dei lavori del consiglio
comunale, pertanto, è per Guccini un primo significativo passo verso
la trasparenza degli atti. Quanto al regolamento che disciplina le riprese
televisive, c'è da sottolineare che il testo è stato approvato
a maggioranza, insieme alla liberatoria sulla privacy: sette gli astenuti,
con il solo voto contrario del sindaco.(a.b).
(
da "Repubblica, La" del 02-12-2007)
Pagina XIX - Genova
L'aumento del gettone non sarebbe un privilegio Quello di consigliere
comunali è un mestiere che se fatto seriamente è assai
impegnativo Se non rimunerato a dovere, sarà svolto solo da pensionati
o da nullafacenti ALBERTO GAGLIARDI Non credevo che compiere fino in fondo il
proprio dovere di consigliere comunale di una grande città dai banchi
dell'opposizione comportasse un impegno di lavoro a tempo pieno. Un impegno
che ricevendo un riconoscimento economico risibile, consente oggi in concreto
di rispettare il mandato affidato dagli elettori soltanto a determinate
categorie di persone. Peraltro sapevo bene che è stata la nuova
Costituzione "federalista", votata nel 2001, a ribaltare la
gerarchia dei poteri e dei doveri fra Stato ed enti locali e a collocare i
Comuni alla base del castello politico-amministrativo che governa la nostra
Repubblica: con ciò a certificare la marea di funzioni che i grandi
Comuni sono chiamati ad esercitare verso i cittadini. Di qui discende
l'importanza fondamentale delle funzioni di proposta e di controllo che
riveste il consiglio comunale di una città complessa come Genova. Ma,
chi può oggi partecipare appieno ai lavori di Palazzo Tursi, stante la
situazione di cenerentola politica del consigliere comunale di una grande
città? Sarà sempre più un'assemblea composta da
pensionati, funzionari di partito, dipendenti pubblici, nullafacenti,
dilettanti allo sbaraglio e chi ha interessi da tutelare. Tutte le categorie
del lavoro autonomo con stipendio non garantito non potranno permettersi il
lusso di dedicare ore di consiglio, di commissione, di approfondimento e
studio delle pratiche, di contatti con i cittadini che vedono sempre
più nel Comune il primo livello "pubblico" a cui rivolgersi
per il soddisfacimento dei loro bisogni primari. Saranno inoltre assenti
anche i giovani, sui quali abbonda la retorica. Quella sull'aumento del
gettone è stata una polemica desolante, riduttiva ed offensiva. E
spiace che a ciò si sia prestata demagogicamente il sindaco Vincenzi.
E' chiaro che un consiglio comunale squalificato nella rappresentanza e
demotivato può far comodo ad una giunta che vorrebbe governare con
un'opposizione distratta, rinunciataria, assente perché non può
dedicarsi a tempo pieno al suo ruolo sacrosanto in democrazia. Quello stesso
sindaco molto più tenero nel voler sopportare i costi per consulenze
milionarie. Quello stesso sindaco favorevole alla costituzione di
un'"authority" che avrebbe anche il malcelato obbiettivo di
un'ulteriore delegittimazione del consiglio comunale, che deve invece
rappresentare il vero organo di controllo dell'attività della giunta e
delle aziende partecipate dal Comune. Certo quello di
istituire una vera e propria indennità mensile è un problema
che va risolto in sede nazionale nell'ambito di una revisione complessiva dei
costi della politica. Ma l'aumento del gettone di presenza avrebbe
rappresentato un segnale di serietà, anche se "impopolare".
Perché in questo Paese dal punto di vista economico i "momenti"
saranno sempre più difficili, ma la politica non credo possa abdicare.
E' ovvio che in un quadro futuro di maggiore consapevolezza i consiglieri
comunali dovranno lavorare tutti sul serio. E bisognerà impedire, come
accade adesso, che molti furbastri, anche fra i moralisti di professione,
segnino nelle sedute comunali di Genova presenze formali per lucrare
miserevolmente un gettone. *vicepresidente del consiglio comunale.
(
da "Centro, Il" del 02-12-2007)
Teramo Rabbuffo:
"La discarica non c'entra con la casta" TERAMO. "Non siamo la
casta, lavoriamo per i cittadini". Il vicesindaco Berardo Rabbuffo non
accetta l'accostamento tra la vicenda della discarica La Torre e gli esempi
di cattiva politica denunciati nel libro "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. A paragonare il crollo dei rifiuti nell'impianto agli sprechi
e ai privilegi denunciati dai due giornalisti del Corriere della Sera
è stato Tommaso Navarra, avvocato che si sta occupando di quel
disastro, nel corso della presentazione in città del testo diventato
ormai famoso. "La vera casta è quella che ci ha impedito
di ampliare la discarica", sottolinea Rabbuffo, "cambiando in corsa
le norme per tutelare l'interesse di pochi contro le esigenze della
collettività". Il vicesindaco definisce vergognoso il tentativo
di assimilare il problema della discarica La Torre ai casi trattati nel libro
di Stella e Rizzo. "E'
una vicenda molto complessa", sottolinea, "nella quale non
c'entrano nulla i privilegi o soldi intascati indebitamente da
qualcuno". Anzi, la battaglia avviata dall'amministrazione comunale per
l'ampliamento della struttura di contrada La Torre dimostrerebbe il
contrario. "Abbiamo bisogno di una discarica a Teramo per far pagare di
meno i cittadini", insiste Rabbuffo, "questo è un fatto di
responsabilità". Il vicesindaco ricorda che l'impianto ha
continuato a funzionare perché era dotato delle autorizzazioni necessarie
rilasciate dalla Provincia e dalla Regione. "Se c'è una
lobby", conclude Rabbuffo, "è quella che ha bloccato il
nostro progetto. Noi ci battiamo nell'interesse di tutti i cittadini, Navarra
difende solo una piccola parte". (g.d.m.).
(
da "Messaggero, Il (Ostia)" del
02-12-2007)
Chiudi di MARCO
GIOVANNELLI "No, non voglio il commissariamento della
Regione perché sarebbe una sconfitta per il Lazio e per tutto il sistema sanitario nazionale". Il ministro della Sanità Livia Turco ieri
pomeriggio ha in pratica chiuso il discorso commissariamento alla vigilia
dell'incontro (forse decisivo) tra i tecnici del ministero del Tesoro, della
Sanità e della Regione che domani dovrebbero sciogliere tutti i nodi
sul Piano di rientro dal deficit sanitario.
Il ministro ha poi spiegato meglio il suo pensiero dopo aver pensato di aver
mostrato forse troppo tifo per la giunta Marrazzo: "L'arrivo di un
commissario interromperebbe un processo di risanamento che ha dato buoni
risultati. Anzi, ora bisogna accelerare in quella direzione ma verificando
con attenzione i severi provvedimenti che ha adottato e adotterà la Regione".
Chiuso nella sostanza il discorso commissariamento. Su questo tema sia il
presidente Marrazzo che l'assessore alla sanità Augusto Battaglia
avevano portato il ministro Livia Turco intervenuta all'ospedale Spallanzani
all'inaugurazione del reparto di rianimazione e dell'hospice per malati di
Aids. "Dicembre sarà un mese fondamentale per la sanità
del Lazio - ha detto il presidente della Regione - perché progetteremo il
futuro della sanità con provvedimenti importanti. Le tariffe e i tetti
alle prestazioni sanitarie per il 2008 saranno decisi in anticipo,
verrà riorganizzata la rete ospedaliera ma anche la rete dei
laboratori pubblici e privati, con le università cercheremo il dialogo
per arrivare a nuovi protocolli d'intesa. Stiamo lavorando per evitare il
commissariamento non per protagonismo istituzionale ma perché dimostreremo
insieme alla politica, gli operatori, i sindacati e
i cittadini che si possono colpire gli sprechi, risanare le finanze e
migliorare l'offerta di assistenza". "Stiamo riequilibrando il
sistema regionale - ha aggiunto l'assessore -, stiamo inoltre rafforzando il
territorio e l'assistenza domiciliare valorizzando i centri d'eccellenza.
Tutto questo mentre cerchiamo di risanare i conti". Di fronte a queste
parole mancava solo il sigillo del ministro. "Non posso essere
indifferente davanti ai 9,6 miliardi di debito del Lazio - ha detto -
pensando che fosse solo un problema della Regione Lazio. Sarebbe stato
irresponsabile rispetto alla Costituzione e ai
cittadini. Quella che è in atto è una sfida quotidiana che
dovrà coinvolgere tutti anche i cittadini". La sfida vera ci
sarà domani quando al tavolo del confronto i tecnici regionali
dovranno dimostrare la bontà delle iniziative intraprese per ripianare
il deficit della sanità Per ora sono stati messi da parte 788 milioni
di euro ma sono spuntati altri 310 milioni per i quali servono manovre
aggiuntive. Per l'extradeficit, secondo le ultime indiscrezioni, ci sarebbe
una sostanziale convergenza sui conti ma soprattutto da parte del ministero
del Tesoro c'è qualche perplessità sulle modalità di
rientro. La strada che vorrebbero prendere gli uomini del ministro
Padoa-Schioppa è verso il congelamento del commissariamento,
cioè una via di mezzo tra la bocciatura della Regione e la promozione,
ma anche uno strumento per tenere sempre sotto tiro le spese regionali.
(
da "Nuova Venezia, La" del
02-12-2007)
Il tecnico
nerazzurro sogna tre punti e una rivincita Zanin, ritorno al passato Jesolo
in campo a S. Vito JESOLO. Sulla panchina della Sanvitese, Diego Zanin ha
compiuto i suoi primi passi da allenatore, due stagioni fa. All'esordio Zanin
aveva ottenuto risultati sorprendenti portando la Sanvitese in finale
playoff, poi persa contro la Sambonifacese negli ultimi minuti. Non solo. In
riva al Tagliamento, Zanin ha chiuso la carriera dopo 22
anni di calcio e 450 gettoni di presenza tra i professionisti. Oggi al comunale di via Prodolone (ore
14,30) Zanin ritorna da avversario, magari anche con la voglia di togliersi
qualche sassolino dalle scarpe, visto che l'anno scorso era stato esonerato a
dieci giornate alla fine del campionato. "Eravamo a tre punti dai
playoff - racconta Zanin - quando dopo la sconfitta in casa con il Pordenone,
il presidente Nosella ha deciso di esonerarmi. Non scendo nei particolari,
tanto le motivazioni sono sempre quelle, so solo che, dati alla mano, la
Sanvitese da quel momento ha perso tutte le partite, tranne una, per salvarsi
poi ai playout contro il Bolzano". Che Sanvitese troverà oggi?
"Sicuramente diversa da quella che ho allenato - continua il tecnico -
sono andati via praticamente tutti e sono rimasti i giovani, Fantin, Nadarevic,
Beacco ed il portiere Piccolo. Fonti sta facendo un ottimo lavoro". Lo
Jesolo dovrà rinunciare quasi sicuramente al difensore centrale
Porcaro, infortunatosi in allenamento. Scontata quindi la conferma di
Perenzin al fianco di Giacomazzi. Al centro, per via dei fuori quota, Baiana
dovrebbe lasciare spazio a Bric. Sanvitese senza Pablo Garbini, squalificato.
Probabili formazioni. Sanvitese: Piccolo, Pavan, Bertoia, Formentin, Wecouri,
Giordano, Cester, Dalla Bona, Fantin, Maiero, Nadarevic. A disposizione:
Zanier, Visalli, Grujic, Cecco, Deacco, Mattiuzzo, Rossi. Allenatore: Fonti.
Città di Jesolo: Borghetto, Sapone, Bertoncini, Segato, Giacomazzi,
Perenzin, Bardellotto, Bric, Gambino, Lavagnoli, Tandurella. A disposizione:
Visentin, Franceschinis, Cuneo, Trevisiol, Baiana, Aretuso, Alberti.
Allenatore: Zanin. Arbitro: Fanton di Lodi. (Thomas Maschietto).
(
da "Tempo, Il" del 02-12-2007)
Già sindaco
e assessori si erano ridotti gli "stipendi". Un gesto significativo
Mario Del Boccio TRASACCO In tempo di crisi economica generalizzata, anche le
piccole rinunce sono utili, anzi bisognerebbe trovare proprio il modo di
farle, a tutti i livelli e ovunque. è il caso, davvero emblematico,
del Comune di Trasacco, centro di appena 6. Home Abruzzo prec succ Contenuti
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torneo Dopo il trapianto un medico nel cuore 130 abitanti e, come tutti i
Comuni dello Stivale, specie quelli meno grandi, costretto ad amministrare
con gli scarsissimi fondi disponibili. Di fronte a tale
situazione, i consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza,
all'unanimità hanno deciso di rinunciare al proprio gettone di presenza. Così l'altra sera, nel corso della seduta ordinaria
dell'assise comunale, con la relativa delibera è stata formalizzata
tale significativa decisione. Va ricordato anche che, all'inizio
dell'insediamento dell'attuale amministrazione municipale, il sindaco e i
componenti della Giunta si sono ridotti lo stipendio della metà. Non
sappiamo se in Italia altri Comuni abbiano adottato lo stesso metodo, ma, se
così fosse, certamente essi si conterebbero sulle dita di una mano. A
tale proposito il sindaco Gino Fosca si è così espresso:
"Con questo gesto non verranno certamente a recuperarsi somme tali da
potersi permettere grandi cose, ma prima di tutto è stato un gesto di
sensibilità e responsabilità amministrativa e politica da parte
di tutti i consiglieri comunali, ai quali va tutta la mia stima e il mio
caloroso ringraziamento. Questi recuperi - ha aggiunto il primo cittadino di
Trasacco - ci permetteranno, comunque, di impegnare maggiori somme per opere
assistenziali e sociali. Anche, ad esempio, per sostenere l'Avis locale, per
quanto riguarda fondi per il carburante dell'ambulanza o per l'assicurazione
della stessa". Un merito va, dunque, riconosciuto a questi sensibili
amministratori comunali per la decisione intrapresa all'unanimità.
Decisione che rappresenta sicuramente un segnale importante, specialmente se
si considera il momento storico che sta vivendo l'intera nazione. 02/12/2007.
(
da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
02-12-2007)
N aiuto dei
fratelli in Africa. L'alta Valmarecchia e il Montefeltro si sono rimboccati
le maniche per aiutare il contenente nero e i risultati cominciano a vedersi.
Grazie all'intraprendenza delle onlus, dei volontari e alla cooperazione del
Comune di Novafeltria e delle due Comunità Montane Alta Valmarecchia e
Montefeltro con i religiosi in missione, sono stati attivati 3 progetti in
Etiopia, Mozambico e Uganda. Promossi dal Centro Missionario Diocesano, i
finanziamenti sono arrivati dall'8 per mille, ma non solo. Ben 15mila euro offerti per il Mozambico dalla Diocesi e dai gettoni di presenza dirottati dai consiglieri comunali locali. "E per Natale
vorremmo devolvere ancora il gettone" rilancia il vice sindaco Maria
Letizia Valli. L'occasione per far luce sui progetti di aiuto è data
dall'incontro "Africa chiama Montefeltro", in programma oggi dalle
17 al Teatro Sociale di Novafeltria, con testimonianze e
videoproiezioni. La giornata si conclude questa sera con una cena missionaria
nella parrocchia San Pietro in Culto. m.c. - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
02-12-2007)
Di
MARIA GLORIA FRATTAGLI ? ANCONA ? DALLO STIPENDIO al gettone di presenza.
E sarà corsa alle commissioni. Dopo le multe, nonostante il permesso
di sosta straordinario concesso dall'amministrazione comunale, questione di
cui si discuterà nella commissione viabilità di lunedì,
ancora acque agitate per i consiglieri di Palazzo del Popolo.
La nuova polemica si apre su un passaggio voluto dalla legge Finanziaria che
impone ai Comuni e dunque alle circoscrizioni, di passare dalla attuale
indennità riconosciuta ai consiglieri al solo gettone di presenza. Sul provvedimento nessuno discuterebbe se non
fosse per il fatto che alcuni esponenti politici potrebbero risultare di gran
lunga più avvantaggiati di altri. La questione sta nel fatto che
attualmente, e da tre anni, i consiglieri comunali, e non quelli
circoscrizionali già a gettone di presenza,
sono indennizzati per la loro presenza in Consiglio.
Circa 700 euro lordi per tutti i lavori consiliari. Una penalizzazione di
circa 100 euro è prevista se non si partecipa a una seduta del
consiglio comunale e una sottrazione di 52 euro se si è assenti a una
riunione di commissione. Fino a oggi si dava possibilità di scelta tra
indennità e gettone, tanto che i gruppi politici più piccoli si
erano avvalsi del gettone in modo tale da introitare un maggiore guadagno.
Poi, per qualcuno, il cambio in corsa con l'avvento del Pd e quindi il
ritorno all'indennizzo. Dal primo gennaio le regole cambieranno nuovamente:
tutti a gettone con il rischio che, così come avvenne negli anni
addietro, le riunioni di commissione si moltiplichino a dismisura in barba ai
costi della politica e ai tagli dei consigli di amministrazione delle
partecipate. DELLA NOVITA' dietro le quinte' del Consiglio si sta già
discutendo animatamente, tanto che alcuni politici stanno valutando la
possibilità di chiedere il raddoppio del gettone di presenza
per il servizio prestato. Scelta non condivisa da tutti, ma in coscienza
pensata da molti. Se il calendario delle commissione dovesse rimanere quello attuale
molti consiglieri comunali andrebbero ad introitare compensi mensili
notevolmente inferiori a quelli attuali. Si prospetta così un'intensa
attività amministrativa. Ma da gennaio in poi. - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
02-12-2007)
Arriva il
"gettone", consiglieri agitati Dal primo gennaio via le
indennità e qualcuno pensa già ai ritocchi - -->.
(
da "Corriere delle Alpi" del
02-12-2007)
I
COSTI DELLA POLITICA Le riflessioni del sindaco di un piccolo Comune Quello
dei costi della politica è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che mi
rode il fegato. Da sempre, aprile 1975, il mio modo di operare nella pubblica
amministrazione, ma anche in altri impegni di lavoro, è sempre stato
quello di dare un contributo e servizio come volontario.
Per me questa attività è una missione. Sento la
necessità di dare questo contributo (dove ho la possibilità di
esprimermi), alla società civile, perché ho un altro lavoro da
insegnante e ora pensionato, e per me è importante avere i soldi per
vivere e non per fare cassa. Forse ho anche esagerato, perché ho una famiglia
che ho anche trascurato, per tener fede a questi ideali. Questi principi,
erano abbastanza generalizzati in molti amministratori fino al periodo di
Tangentopoli. Poi è cambiato il corso della politica,
tutti dovevano essere pagati (lo Stato centrale ci ha guadagnato) perché
bisognava essere "manager" e si dovevano raggiungere precisi
obiettivi. L'amministratore e soprattutto il politico, le miriadi di Enti e
Società che gestiscono servizi e attività sono diventate
appetibili per le indennità di carica consistenti, perdendo via via
quello spirito di servizio che in molti erano ideali di un tempo. Il commento
veritiero di questo periodo sarà comunque compito della storia. Dal
mio modesto e piccolo punto di osservazione ho comunque sempre cercato di
tenere fede a questo impegno, ho preso parecchie volte "pesci in
faccia" più o meno educati quando ho proposto questo messaggio.
Personalmente, o in forma diretta con riduzione di queste indennità, o
indiretta oblazione al sociale, ho agito e agisco come gli ideali del 1975,
che per me sono rimasti immutati. Siccome tutti guardano agli sprechi degli altri (anche se in sede centrale ce ne sono
di maggiori) e non a casa propria, propongo che a tutti gli eletti o nominati
della politica e delle amministrazioni in pubbliche
amministrazioni (Comuni, Comunità Montane, Provincie, Regioni, Stato,
Europa) o Enti - Società venga proposta una riduzione della loro
indennità pari al 50% rispetto a quella fissata attualmente e vengano
tolte tutte le agevolazioni che non hanno ragione di essere, anche perché, in
un momento di difficoltà come questo, è giusto che sia la politica a dare esempi come questo. Forse, dopo, si
potranno chiedere sacrifici agli altri. Loris Scopel Sindaco di Seren del
Grappa.
(
da "Corriere Adriatico" del
02-12-2007)
SENIGALLIA - La
presidenza del Consiglio comunale di Senigallia, in collaborazione con il
Coordinamento nazionale Consigli Comunali dell'ANCI, ha organizzato un nuovo
appuntamento per domani. in municipio verrà ospitato infatti dalle ore
17,30 un convegno su un tema particolarmente di attualità, "Le
Istituzioni e i costi della politica",
destinato a dibattere la situazione delle assemblee elettive degli enti
locali tra annunci di tagli e qualità delle risposte da dare ai
problemi dei cittadini. "Anche quest'anno ha spiegato Silvano Paradisi,
presidente del Consiglio comunale di Senigallia abbiamo confermato
l'organizzazione di un piccolo seminario di studi destinato ai consiglieri comunali e a tutti i cittadini che intendono approfondire la
conoscenza del funzionamento delle Istituzioni locali. Per questa occasione
abbiamo scelto di prendere in esame il tema dei costi della politica con riferimento agli enti locali, in maniera da cercare di
esaminarne in maniera serena e senza facili demogogie i reali contenuti,
anche alla luce del disegno di legge finanziaria". Il seminario
di studi vuole offrire un piccolo contributo per approfondire il tema dei
costi della politica, senza enfasi né demagogie,
analizzando il quadro normativo e le prospettive di riforma. Dopo un breve
saluto del sindaco di Senigallia, Luana Angeloni e l'introduzione del
presidente del Consiglio comunale, Silvano Paradisi, si registreranno
interventi da parte del dottor Maurizio Cesarini, vicecoordinatore nazionale
e coordinatore regionale Consigli comunali; dell'onorevole Carlo Ciccioli,
componente della Commissione Ambiente-Territorio-Infrastrutture e
dell'onorevole Renato Galeazzi, componente della Commissione
Trasporti-Poste-Telecomunicazioni.
(
da "Corriere Adriatico" del
02-12-2007)
Conferma delle
cifre per le infrastrutture delle Marche. Sull'Eurostar Galeazzi rassicura
Ici, Tarsu e costi della politica: Sturani convoca i
parlamentari a Palazzo. Seimila gli emendamenti presentati, superlavoro in
Commissione Gioco di squadra per la Finanziaria da cambiare ANCONA - Comuni
in trincea contro la Finanziaria. A guidare la
controffensiva è il sindaco di Ancona e vicepresidente dell'Anci con
delega alla Finanza locale Fabio Sturani. Nel mirino, l'articolo 26 comma 8
riguardante disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi della politica di Comuni e Province. Che, secondo Sturani rischia di
introdurre un "nuovo e indiscriminato taglio ai trasferimenti
erariali". Anci e Comuni - come si legge in una lettera inviata
il 26 novembre da Sturani a tutti i membri della Commissione bilancio della
Camera dei deputati - esprimono "forte preoccupazione" e chiedono
ai parlamentari di "intervenire in Commissione" per emendare la
norma. Ieri Sturani ha chiamato a raccolta deputati e amministratori locali.
Presenti, gli onorevoli Renato Galeazzi, Oriano Giovanelli, Alessandro
Forlani, Renzo Lusetti insieme al sindaco di Filottrano Ivana Ballante, di
Cerreto d'Esi David Alessandroni e, fra gli altri, il vicesindaco di
Senigallia Michelangelo Guzzonato. Sul tavolo, anche Ici, Tarsu e rifiuti. Il
punto critico della manovra riguarda i costi della politica
che dispone una riduzione del numero di assessori e del tetto massimo
dell'indennità di funzione dei consiglieri. Una norma di carattere
ordinamentale il cui inserimento in un documento di carattere prettamente
finanziario viene giudicato "improprio". Sovrastimato il calcolo
del risparmio che si aggirerebbe intorno ai 242 milioni di euro quando
invece, conti alla mano, il risparmio reale sarebbe "di soli 4,5 milioni
di euro". La questione centrale per i Comuni resta comunque il taglio
dell'Ici che "trasferisce - è stato osservato - una risorsa
fondamentale per le autonomie locali senza tenere conto delle esigenze reali
di bilancio". La detrazione statale fino a 200 euro, secondo le stime
ufficiali trasmesse dal governo al Senato, dovrebbe abbattere il gettito del
31%, facendo mancare all'appello 823 milioni sui 2,7 miliardi prodotti dalle
prime case. Gli amministratori parlano, come Oriano Giovanelli presidente di
Legautonomie, di "lesione profonda dell'autonomia". Di
"tributo iniquo", perché non parametrato al reddito (Alessandro
Forlani). A non andar giù è la decisione unilaterale del
governo di intervenire sul pilastro dell'autonomia dei bilanci locali (l'imposta
produce più della metà delle entrate tributarie comunali),
mettendo in campo un meccanismo di compensazioni che apre la porta a
più di un dubbio. Chiaro è, dice Galeazzi, che "c'è
un problema di far tornare i conti" ma "i Comuni hanno fatto la
loro parte e chiedono pari dignità". In Commissione bilancio,
assicura Giovanelli , "c'è forte sensibilità". Domani
la presidenza della Camera dirà quali sono gli emendamenti
ammissibili. "Ci impegniamo - dice Lusetti - a fare lavoro di squadra
coinvolgendo anche l'opposizione". Gli emendamenti presentati sono
6.000, 2.800 della maggioranza e 3.700 dell'opposizione, 65 del Governo.
Riguardo alle problematiche locali, Galeazzi ha illustrato gli emendamenti
sul terremoto e sui danni causati dall'alluvione. C'è stata anche una
conferma delle cifre per le infrastrutture delle Marche, per la Quadrilatero,
per l'uscita ovest dal porto di Ancona e per la trasversale appenninica
Fano-Grosseto. Sulla soppressione della fermata di Ancona dell'Eurostar,
"ho incontrato Moretti e mi ha assicurato - ha riferito Galeazzi - che
la commissione bilancio rifinanzierà le Ferrovie, fatto che dovrebbe
risolvere il problema della fermata di Ancona". P.B.,.
(
da "Gazzetta di Parma, La" del
02-12-2007)
Signor direttore,
sulla "Gazzetta" odierna il signor Bruno Vittori ci informa sulla
misura stipendi dei dipendenti del Senato che prende ad esempio per
addebitare al Governo Prodi il mancato taglio dei costi della politica. Concordo con lui sugli ingiustificati ed iniqui
trattamenti loro riservati ma ricordo, nel contempo, che tali sproporzionate
retribuzioni esistono purtroppo da sempre e che il precedente Governo
Berlusconi non le ha ridotte di un solo centesimo. L'attuale
Governo ha, invece, iniziato un primo percorso di stabilizzazione, se non di
riduzione, dei costi della politica e della spesa pubblica.
continua... Per leggere il testo completo dell'articolo, registrati al nuovo
"sfogliatore" online.
(
da "Gazzettino, Il" del 02-12-2007)
(Segue dalla prima
pagina)Soprattutto capiscono sin da giovani come l'inutilità di un
ente non sia un buon motivo per sopprimerlo. Il costo dei 9 consigli di zona
milanesi è superiore al flusso di erogazioni che essi gestiscono.
Secondo i dati del 2005 costano (stipendi e bollette) 4,3 milioni di euro. Le
spese per i servizi erogati dagli stessi minimunicipi non hanno superato i
4,1 milioni. Incredibile? Non proprio conoscendo i nostri enti locali. Nelle
zone milanesi è più evidente che altrove il ribaltamento delle
priorità.Si costruiscono degli organismi politici, eletti in nome e
per conto del popolo sovrano il cui ruolo è semplicemente quello di
alimentare e sostenere una classe politica. L'ipocrisia di fondo è che
la spesa pubblica sia sempre e comunque rivolta al bene della
collettività. In questo caso è clamoroso come la spesa erogata
alla cittadinanza sia addirittura inferiore a quella destinata ai politici.Il
personale politico va invece pazzo per le elezioni di quartiere. Alle ultime
Amministrative per ottenere uno dei 300 strapuntini disponibili nei municipi
di Reggio Calabria si sono candidati 3400 ministatisti. A Palermo per le 8
zone erano disponibili 120 seggi, ma i candidati superavano i 1500.
D'altronde Palermo è piuttosto generosa con i suoi consiglieri
circoscrizionali: gettone di presenza di 120
euro e per il presidente un'indennità di 4800 euro e persino auto blu
(ha denunciato Enzo Bianco, presidente della Commissione affari istituzionali
del Senato). Il doppio rispetto a Milano, Roma e Torino e il quadruplo
rispetto a Bologna (anche se i 9 presidenti di zona bolognesi si portano a
casa 3700 euro ciascuno). Ma, come si sa, la politica al Sud costa di
più.I comuni, dicevamo, hanno però anche una gran voglia di
accorparsi, di proiettarsi fuori dalle mura cittadine. Nascono così le
comunità montane. Ci sono due fattori che hanno agevolato questa
attitudine: l'alto numero dei comuni, in specie piccoli e piccolissimi, che
sorgono sulle montagne e una legge del 1971. Ma andiamo per ordine: da un
punto di vista geografico circa un terzo dei nostri comuni è in zone
montagnose, ma i criteri legali e burocratici portano questo valore al 54 per
cento. Per un bizzarro sistema la legge rende montagna quello che la
geografia al massimo considera collina. Un comune su due, per l'esattezza 4201
municipi, non ha quindi perso l'occasione di consorziarsi con il proprio
vicino: facoltà concessa appunto da una legge del 1971 che istituisce
le famigerate comunità montane con un'originaria previsione di spesa
pari a 316 miliardi di vecchie lire, circa 150 milioni di euro di oggi. La
legge prevede dunque: "In ciascuna zona omogenea, in base a legge
regionale, si costituisce tra i comuni che in essa ricadono, la
comunità montana, ente di diritto pubblico". Le funzioni sono le
più vaste immaginabili, il loro compito infatti è
"eliminare gli squilibri di natura sociale ed economica tra le zone
montane e il resto del territorio nazionale, difendere il suolo e proteggere
la natura". Non si scherza mica. Con questo fardello di responsabilità
sono così nati 361 enti di diritto pubblico, di cui, anche in questo
caso, proprio non si sentiva il bisogno. E con essi ovviamente altrettanti
presidenti, 13 mila consiglieri politici, 4200 assessori e 72 milioni l'anno
di stipendi. Per tenerli in vita si calcola però che lo Stato metta
mano al portafoglio con 800 milioni di euro l'anno. Oltre al personale
politico (3 consiglieri per ogni comune consorziato) bisogna pagare uffici,
dipendenti, utenze e tutta la compagnia di giro che si porta appresso
un'istituzione politico-rappresentativa.Mario CerviNicola Porro(*autori del
libro "Sprecopoli").
(
da "Gazzettino, Il (Venezia)" del
02-12-2007)
NELLE FABBRICHE Il
giro più "gettonato" a Grandi Molini. Delusione all'Alcoa:
"Non ci dicono quale è la lega per le pentole" Gli itinerari
guidati Alla scoperta di Porto Marghera sono iniziati il 27 ottobre scorso
con la Fincantieri e si concludono il 19 dicembre 2007 con le visite allo
stabilimento dell'Alcoa. Gli iscritti sono 1071, per la maggior parte privati
(81\%), l'8\% sono Associazioni o Enti, l'11\% scuole. I privati provengono
soprattutto da Mestre, Marghera e dalla Riviera del Brenta, ma anche
dall'entroterra (S. Donà di Piave, Treviso). Le associazioni o Enti
sono: Anziani via Pertini; anziani via Mariutto; Poste Italiane; CNA Veneto.
Le scuole: Media Salvo d'Acquisto; Zuccante; International School of Venice;
Itis Primo Levi di Mirano; Iuav di Venezia. Gli itinerari
più gettonati finora sono: la Grandi Molini Italiani (189 iscritti),
l'Autorità Portuale di Venezia con l'itinerario in vaporetto lungo i
canali industriali di Porto Marghera (187), lo stabilimento dell'Alcoa
Trasformazioni (169) e il Vega (117). L'itinerario del Petrolchimico,
riservato esclusivamente alle scuole, è stato visitato da 2 classi
dello Zuccante e da studenti di Architettura. Per la grande richiesta degli
Istituti scolastici, sono state aggiunte nuove date nel 2008 che sono: il 9
gennaio, il 6 febbraio, il 5 marzo e il 2 aprile. Per informazioni e
prenotazioni: tel. 041/509.3005 oppure www.vegapark.ve.it. Grandi Molini
Italiani, per l'itinerario di giovedì 6 dicembre ha organizzato una
speciale dimostrazione del processo di lavorazione del pane. Sono graditi i
bambini. La Mostra Mestre 900 al VEGA prosegue con la Mostra Porto Marghera:
la storia, il presente, i progetti e le trasformazioni, il confronto con
altre realtà europee, fino al 19 dicembre nell'Edificio Antares di
Vega. L'ingresso è libero.
(
da "Sicilia, La" del 02-12-2007)
"Sanità
nissena, quante carenze" "Il servizio "emergenza-urgenza"
inadeguato, ospedali sganciati dalla medicina del territorio" Prendendo
spunto dalla morte avvenuta nel parcheggio dell'ospedale Sant'Elia" del
settantaquattrenne Luigi Scaduto (caso portato alla ribalta dei network
nazionali), i Circoli della Società civile di Caltanissetta, San
Cataldo e Santa Caterina (rappresentati da Salvatore Giunta, Leandro Janni,
Sergio Saporito, Enza Vullo, Michele Mangione, Giuseppina Cantone, Anna
Stella, Romana D'Aquila ed Ersilia Sciandra) fanno uno screening molto
critico della sanità nissena. "Non è nostra intenzione
entrare nel merito del caso specifico e delle responsabilità di
sanitari di provata esperienza e di acclarata professionalità -
affermano - ma non possiamo sottacere la mancanza di
organizzazione del sistema sanitario in generale, e del
sistema "emergenza-urgenza" in particolare, inadeguati ad
affrontare, gestire e quindi rispondere alle esigenze dell'utenza".
"Un'azienda ospedaliera di III livello per l'emergenza - affermano -
può e deve avere un pronto soccorso di avanguardia, che si distingue
per qualità ed efficienza della risposta sanitaria. Il sistema
"emergenza-urgenza" comunque, è solo la punta dell'iceberg
di una sanità regionale malata ed agonizzante: primari
"licenziati" per risparmiare gli stipendi; sperpero di milioni di
euro per finanziare una sanità privata legata ad interessi
politico-affaristici; carenza cronica di personale e blocco delle assunzioni
anche nei settori primari delle branche anestesiologica e rianimatoria:
contrazione del sistema di pronto intervento 118 e guardie mediche a rischio.
Da anni si annuncia la realizzazione di una unità di Emodinamica che
non arriva mai, e che potrebbe salvare tante vite umane. E poi, sterili discussioni
politiche e inutili, fastidiose beghe ritardano l'istituzione del
Dipartimento oncologico di III livello, mentre il malato di cancro attende
invano una risposta ed è costretto ad affidarsi a costosi quanto
estenuanti "viaggi della speranza". Non ultime le "liste
d'attesa": l'attuale organizzazione sanitaria non è capace di
offrire in tempi ragionevoli una prestazione radiologica o una visita
specialistica. Sono sempre più numerose le denunce di pazienti che per
ottenere un ecodoppler o un'ecografia sono costretti ad aspettare mesi e
mesi: sono gli stessi pazienti che si rivolgono, poi, al pronto soccorso per
ovviare ad un sistema che funziona assai male". In conclusione, gli
esponenti de Circoli si chiedono: "Dov'è la famosa "medicina
del territorio" che deve farsi carico delle richieste del paziente in
sintonia con le Aziende ospedaliere, in modo da offrire in tempi rapidi un
servizio adeguato? Perché tutto questo non avviene? Quali interessi si celano
dietro una mancata collaborazione tra medicina del territorio e Azienda
ospedaliera?". Poi affermano: "La politica
regionale sulla sanità ha fallito. La Regione siciliana non è
altro che un "carrozzone mangiasoldi" capace soltanto di
indebitarsi pur di pagare stipendi favolosi a manager, dirigenti e ai
ventitré capi redattori dell'ufficio stampa del presidente Cuffaro, ma
incapace di affrontare e risolvere i problemi di una società che
avanza e che ha bisogno di risposte. Incapace di programmare il futuro della
nostra terra e di garantire livelli si risposta sanitaria efficaci,
efficienti, moderni".
(
da "Sicilia, La" del 02-12-2007)
Comune senza fondi
Il Consiglio taglia i servizi sociali Il Comune non dispone delle somme
necessarie per l'assistenza domiciliare ad anziani, diversamente abili e
malati terminali, nonchè per coprire le maggiori
spese del servizio di nettezza urbana dovute al conferimento dei rifiuti ad
Augusta, il mutuo della scuola D'Amico e i gettoni di presenza spettanti ai consiglieri. Il Consiglio ha infatti approvato
una variazione di bilancio di 171 mila euro da destinare al pagamento della
ditta che sta effettuando i lavori dei due collettori a valle della statale
115, ed un emendamento proposto da Vignigni dell'Udc di 32.500 euro
che saranno impiegati per le tredicesime dei dipendenti comunali e per un
debito fuori bilancio. A parte questo, non ci sono risorse per finanziare le
altre voci. C'è un rimbalzo di responsabilità tra
l'opposizione, che contesta all'amministrazione di avere sperperato, e il
centrosinistra che rimprovera al centrodestra di aver stravolto le proposte
di delibera della Giunta. Cicciarella di Idv ha presentato un emendamento di
51 mila euro (parte del contributo regionale per il ricovero di malati
psichici) da destinare al servizio di assistenza domiciliare, ma la proposta
è stata bocciata in quanto i 10 consiglieri d'opposizione si sono
astenuti, Cicciarella e Schifitto hanno votato a favore, mentre i loro
colleghi di centrosinistra hanno abbandonato l'aula. L'emendamento di Assenza
di Ad, di 162 mila euro, non è stato neanche discusso in quanto lo
stesso consigliere si è allontanato dagli scranni. Stigmatizzata
dall'opposizione l'assenza del sindaco, che a detta di Calvo dell'Mpa,
"ha lasciato la città abbandonata a se stessa, in un
baratro". "Il centrosinistra è scappato di fronte alle
responsabilità". "Io e Schifitto - ribatte Tina Cicciarella
- con la nostra presenza abbiamo garantito il numero
legale, consentendo che si approvassero la variazioni di bilancio e
l'emendamento di Vignigni per pagare gli stipendi ai dipendenti
comunali". Cecilia Galizia.
ARTICOLI 27-29 NOVEMBRE
2007
I costi
della politica Liberal a convegno ( da "Giornale di Brescia" del 27-11-2007)
La
commissione Affari istituzionali ha completato il suo lavoro, approvando
all'unanimità ( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 27-11-2007)
Doppia
rissa verbale dopo il raccoglimento per Paladini: vergogna ( da "Corriere Adriatico" del 27-11-2007)
La
pressione fiscale va ridotta ( da "Italia Oggi" del 28-11-2007)
I fungoni
sono ormai al capolinea Il Ds Merighi: E' uno stile di vita finito. Anche per
questo è nato il Pd ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
28-11-2007) + 1 altra fonte
Niente
tagli ai costi della politica ( da "Centro, Il" del 28-11-2007)
Bilancio
di mandato positivo e trasparente ( da "Provincia di Cremona, La" del 28-11-2007)
Provincia,
pagamenti in stand by ( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-11-2007)
FINANZIARIA
2008, I COMUNI VENETI SCRIVONO A PRODI, MARINI E BERTINOTTI UN DOCUMENTO
ELABORATO DAL CONSIGLIO DI ANCIVENETO FOTOGRAFA LA (GRAVE) SITUAZIONE: TAGLI
DEL 10% COLPISCONO ( da "marketpress.info" del 28-11-2007)
Colpita
l'autonomia dei comuni ( da "Nuova Venezia, La" del 28-11-2007)
Denuncia
e insegnamento ne "la casta" di stella ( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-11-2007)
Tursi, la
linea del cilicio: "gettoni congelati" ( da "Repubblica, La" del 28-11-2007)
Nasce
l'assemblea regionale dei Comuni ( da "Adige, L'" del 28-11-2007)
Nascerà
presto un nuovo organismo istituzionale che si aggiunge ai due consigli provinciali
e a quello regionale e ai due Consigli della autonomie ( da "Adige, L'" del 28-11-2007)
Laforgia
lancia la sfida <Rinuncio all'indennità I miei soldi all'Ateneo> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-11-2007)
CANTIERE
LEGISLATIVO ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
28-11-2007)
Gettone:
niente aumento ( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)
<Nessun
ritocco al gettone>E il sindaco gela i consiglieri ( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)
Come era
prevedibile la proposta, varata dalla commissione Affari istituzionali, di
assegnare un
( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
28-11-2007)
FABRIANO
Passa a maggioranza l'assestamento di bilancio del Comune. Ma non mancano le
polemiche. A ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-11-2007)
Il
Consiglio ritocca il bilancio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-11-2007)
<Più
trasparenza>, sfida degli avvocati antiabusi ( da "Corriere della Sera" del 28-11-2007)
Tagli ai
bilanci Sport dimezzato Ranaldi furioso ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
28-11-2007)
Di GIULIO
PANZANI FUCECCHIO L'ONDA lunga dell'inchiesta avviata a Pisa sul ( da "Nazione, La (Empoli)" del 28-11-2007)
CALABRIA/SANITA':
LOIERO, ALLA REGIONE BADGET SUPERIORE AL 2007 ( da "Asca" del 28-11-2007)
Gettoni
ai consiglieri, la sforbiciata di Boldrini ( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)
"E'
arrivato il momento della pace" ( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)
Mestre I
ricorsi al Tar sono ( da "Gazzettino, Il" del 28-11-2007)
A.S.SO.FARM.:
Titolarità e multititolarità delle farmacie, punto centrale per
un servizio farmaceutico moderno ( da "SaluteEuropa.it" del 28-11-2007)
E.ROMAGNA:
APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA ( da "Asca" del 28-11-2007)
APPROVATA
CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA ( da "Sestopotere.com" del 28-11-2007)
Ellecosta:
asili, troppi italiani ma avanza il melting pot ( da "Alto Adige" del 29-11-2007)
Certificazione
di qualità ( da "Provincia di Cremona, La" del 29-11-2007)
"metà
aziende e meno burocrati" il piano del pd per salvare la sanità -
antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 29-11-2007)
La strana
sorte dei patrimoni di Ds e Margherita ( da "Corriere della Sera" del 29-11-2007)
La seduta
va oltre la mezzanotte pochi rinunciano a due gettoni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)
ANCONA -
Appena sei mesi fa Emilio Docente decise il derby da grande ex, seppellendo
la sua vecchia ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 29-11-2007)
Numero
dei consiglieri, occasione persa in regione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)
Pace in
Provincia, aumenta il gettone ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
29-11-2007)
FABRIANO
- Ci metteremo subito al lavoro per studiare questa eventualità . E'
questo ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 29-11-2007)
Il
sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro,
rispetto ai 788 ric ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 29-11-2007)
AL VIA
UNA NUOVA giornata di dibattiti e tavole rotonde sul rischio in corsia. Oggi
al Centro Affari ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 29-11-2007)
UN
PICCOLO aumento nelle tariffe per garantire il livello attua ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
29-11-2007)
I COSTI
DELLA POLITICA ( da "Libero" del 29-11-2007)
Giunta e
commissioni, l'ora dei tagli ( da "Tempo, Il" del 29-11-2007)
Scontro a
Genova <Il gettone d'aula salga a 126 euro> ( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)
Gettoneè
semprepolemica ( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)
<Vergogna,
vogliono garantire l'aumentocon rimborsi spese> ( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)
Niente
kursaal per "la casta" ( da "Centro, Il" del 29-11-2007)
ORVIETO -
TIRARE la cinghia è diventata la parola d'ordi ( da "Nazione, La (Umbria)" del 29-11-2007)
Di FABIO
ROSSICommissariamento più lontano, anche se non ancora scongiurato, ma
resta l ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
29-11-2007)
Di giorno
il governo chiede di risparmiare sui costi della politica, di notte la
Regione va controco ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
29-11-2007) + 1 altra fonte
Il
documento ( da "Salute (La Repubblica)" del 29-11-2007)
Bond per
i vaccini: come sono stati spesi i fondi ( da "Vita non profit online" del 29-11-2007)
La mafia
e la svolta di Confindustria ( da "Corriere.it" del 29-11-2007)
Quale
scuola? ( da "AprileOnline.info" del 29-11-2007)
Medici
pronti allo sciopero sulle quote degli extracomunitari ( da "Corriere Di Como, Il" del 29-11-2007)
Consulenze
d'oro, indagata la Moratti pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)
FINANZIARIA:
ANCI, TAGLI A COMUNI PER ERRORE CALCOLI COSTI POLITICA ( da "Asca" del 29-11-2007)
Articoli
(
da "Giornale di Brescia" del
27-11-2007)
Edizione:
27/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA Giovedì dibattito
con Costa e Capezzone I costi della politica Liberal
a convegno Daniele Capezzone giovedì a Brescia I rappresentanti
dell'"arcipelago liberale" si interrogano su di una delle sfide
politiche che maggiormente stanno facendo discutere il "palazzo" e
l'opinione pubblica. Il taglio dei costi della politica non è semplicemente uno slogan, ma è il tema
principale della riflessione che sarà promossa nel corso del convegno
che si terrà giovedì 29 novembre all'Hotel Master di via
Apollonio, dal titolo "Prepariamoci alla Rivoluzione liberale: ceto
produttivo contro ceto parassitario". All'incontro interverranno
Raffaele Costa, già ministro dei Trasporti (e attuale presidente della
provincia di Cuneo), l'onorevole Daniele Capezzone (fino a due settimane fa
è stato presidente della Commissione attività produttive della
Camera), e Giancarlo Pagliarini consigliere comunale a Milano. Il convegno
organizzato da quattro sigle liberali presenti sul territorio bresciano,
(Riformatori liberali, Decidere.net, l'associazione "25cento" e il
circolo "Luigi Einaudi") punta a fare sintesi in un momento in cui
il dibattito politico spazia dai problemi dell'esecutivo sulla politica economica per arrivare fino al tema della
governance e della governabilità di un sistema politico troppo
litigioso e lontano dagli elettori e che necessita di riforme strutturali
quali un nuovo sistema di voto e alcuni ritocchi alla Costituzione.
A moderare i lavori di giovedì, che saranno introdotti dal politologo
Luigi De Marchi, ci sarà Riccardo Rubessa, presidente dei Riformatori
liberali bresciani, che ha introdotto i punti nevralgici del dibattito.
"Mi rendo conto che il titolo del convegno è volutamente
d'impatto - ha detto -. Il tema degli sprechi della
Pubblica amministrazione è comunque in questo momento di grande
attualità e non solo per le dichiarazioni fatte dal Governo su
eventuali intenzioni di tagli, quanto piuttosto perché sono i cittadini i
primi a rendersi conto di inefficenze e sprechi".
I liberali bresciani danno seguito anche alle preoccupazioni espresse nei
giorni scorsi anche da Luca Cordero di Montezemolo che si è detto
molto preoccupato per i tassi di assenteismo nella burocrazia italiana.
"Il dato è molto preoccupante visto che si attesta al 30% - ha
precisato Nicola Perrotti presidente bresciano dell'associazione Decidere.net
fondata da Capezzone -. Inoltre secondo gli ultimi dati Istat l'organico
della Pa è cresciuto di 100mila unità negli ultimi 6 anni, in
controtendenza rispetto al resto d'Europa e agli Stati Uniti". Ed
è proprio a queste esperienze politico-ammministrative che i liberali
ammiccano. Carlo Muzzi.
(
da "Messaggero, Il (Viterbo)" del
27-11-2007)
Le modifiche da
apportare al regolamento comunale, così come le era stato richiesto
dalla massima assice citadina. E la bozza di modifiche, votata venerdì
scorso sia da tutti i consiglieri della commissione (sia di maggioranza che
di apposizione), ieri ha incassato la "ammissibilità" del
segretario generale e quindi si appresta ad essere licenziata dalla
conferenza dei capigruppo prima di tornare in Cosiglio per essere definitivamente
ratificata. Tre le principali novità che verrebbero introdotte, se
passasse senza emendamenti, la linea scelta dalla commissione. Innanzitutto
gli organi consiliari acquisterebbero (contrariamente a quanto avviene oggi)
funzioni "istruttorie, referenti, redigenti e di controllo" quindi
potrebbero proporre degli atti e non riunirsi solo in presenza
di atti già licenziati dal consiglio. Svolta decisiva anche per quanto
riguarda l'articolo 11 del regolamento "l'elezione del presidente del
consiglio". Sulla scorta di precedenti impegni, assunti durante la
passata legislatura dalla massima assise, è stata prevista una
sostanziale modifica che prevede la possibilità "di sfiducia per
il presidente al pari di quanto avviene per sindaco e consiglio". Infine
tra le modifiche approtate c'è la tanto discussa
"indennità per i consiglieri". Si tratta di un compenso
mensile di 800 euro lordi, peraltro già adottato in svariati altri
comunim, che ridarebbe "la giusta dignità, attribuita dalla legge
al ruolo del consigliere". Il fisso mensile, sempre
secondo la proposta deliberata dalla commissione Affari istituzionali,
verrebbe però decurato di un gettone di presenza (pari a
30 euro) per ogni assenza ingiustificata dai lavori di commissione o dal consiglio.
Una proposta, che nonostante sia stata approvata in maniera assolutamente
bipartisan dagli Affari istituzionali, continuerà a far discutere.
Se infatti è indubbio che in questo modo si supererebbe il problema
delle eccessive convocazione delle commissioni e si equiparerebbero tutti i
consiglieri, dall'altro canto non mancheranno i cori contrari, soprattutto
tra chi ritiene ancora la politica come un "ideale". Cri.Ga.
(
da "Corriere Adriatico" del
27-11-2007)
Sturani durissimo
con il Consiglio: "Di fronte alla morte di un militare non devono
esserci divisioni. Serve più rispetto" Doppia rissa verbale dopo
il raccoglimento per Paladini: vergogna VA DETTO e sottolineato, ma non
è un titolo di merito. Seguire la vita politica di Ancona è un
viaggio straordinario: non ci si annoia mai. Sentite qua, quello che è
successo ieri. Il presidente del consiglio comunale Frisoli apre i lavori
ricordando Daniele Paladini, il militare morto in Afghanistan nel tentativo
di sventare un attentato kamikaze. Ma c'è un fuoriprogramma, perché
mentre tutti si alzano in piedi e tacciono il consigliere del Pdci Bruno
Brandoni (non c'era in quel momento l'assessore Filippini) estrae uno
striscione: "Via l'Italia dall'Afghanistan". Nessuno dagli scranni
della giunta sembra accorgersene, non sfugge invece ai consiglieri di An, che
a Brandoni stanno proprio di rimpetto. "E' una grave mancanza di
rispetto, soprattutto perché viene durante il minuto di silenzio in onore di
una persona caduta", dice animatamente Elena Petri. Interviene allora
Frisoli: "Non mi sono accorto non si doveva fare". E non fanno in
tempo a placarsi gli animi, che a bagarre si aggiunge bagarre, in
contemporanea, in sovrapposizione. A proposito della catastrofe in
Bangladesh, Frisoli chiede sostegno ai consiglieri perché
cedano alla causa il gettone di presenza e
all'amministrazione perché devolva i soldi che avrebbe speso in auguri di
Natale. Si allinea Mohammed Sheikh, consigliere straniero aggiunto bengalese,
che invita il sindaco, tramite l'Anci, a scrivere ai Comuni perché diano una
mano. Ed è il finimondo. Sono ancora vivi gli echi dello
striscione di Brandoni, che s'alza la voce di Ruggero Cinti (Prc), che chiede
la parola, ma non riceve udienza. "Sulle comunicazioni non sono previsti
interventi", dice Frisoli. Ma Cinti vuol dire la sua e sapere anche a
quanto ammontano le spese di Natale cui il Comune può rinunciare. La
confusione è tale e le voci così forti che la sensazioni
è di stordimento. Tanto da far intervenire il sindaco, durissimo.
"Di fronte alla morte di un militare non devono esserci divisioni,
è politicamente sbagliato - dice uno Sturani attonito, quasi incredulo
per quanto accaduto -. Ognuno si qualifica per quello che è. I gesti
che ho visto oggi qui dentro non qualificano il consiglio comunale. Quello
che abbiamo visto qui è sgradevole. Ci vuole più rispetto per
tutti. E sensibilità per le catastrofi ambientali". Quindi il
sindaco rilancia sull'impegno dell'amministrazione: "Sul Bangladesh,
scriverò una lettera ai sindaci. Come giunta avevamo già deciso
di rinunciare ai biglietti di auguri in tempi non sospetti, ci sono riti di
cui si può fare a meno. A Cinti dico che, se servirà, si
farà un intervento più forte".
(
da "Italia Oggi" del 28-11-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Economia e Impresa Numero 282, pag. 12 del
28/11/2007 Autore: Visualizza la pagina in PDF La
richiesta del presidente Cna Malavasi che ha aperto ieri i lavori
dell'assemblea nazionale La pressione fiscale va ridotta Da troppi anni manca
una politica industriale per il rilancio Abbassare
al più presto la pressione fiscale di quelle quattro milioni di
aziende che poi sono il cuore dell'economia italiana, cioè imprese
individuali, società di persone, piccole società di capitali a
conduzione familiare. Lo ha chiesto il presidente della Cna Ivan Malavasi
aprendo ieri a Roma i lavori dell'assemblea nazionale dell'associazione
dell'artigianato e della piccola e media impresa. Di seguito pubblichiamo i
punti salienti del suo intervento. Crescita economica Abbiamo attraversato
gli ultimi cinque anni asfissiati dalla mitologia del declino, anche quando
le oscillazioni della crescita erano parte dell'andamento normale dello
sviluppo capitalistico. Alla quasi scomparsa della grande industria non
è seguito, come molti predicevano, un declino inarrestabile ma una
nuova organizzazione produttiva a dimostrazione della capacità di
reazione di un protagonismo e di un'intelligenza diffusa che è andata
controcorrente rispetto alle analisi dei più accreditati opinionisti.
Si consolidano collaborazioni stabili tra imprese, in particolare piccole e
medie, creando un'alternativa, attraverso l'integrazione, alla crescita
dimensionale e operando su mercati molto più larghi e competitivi.
è avvenuto in presenza di politiche sia centrali che regionali
incapaci di cogliere la complessità, spesso ispirate da concezioni
darwiniste, che enfatizzavano sulla dimensione e relegavano l'artigianato e
la piccola impresa in un ruolo marginale. In tal modo si è optato nelle
politiche, ma anche nelle culture, sulla crescita quantitativa piuttosto che
su quella qualitativa. Si è invertito il rapporto con i territori che
vengono considerati non per il valore che esprimono (come identità,
socialità, cultura famiglia, istituzioni) ma come bene d'uso da
sfruttare e risorse da catturare e trasferire in una logica di pragmatismo
economicista lontano dall'idea di territorio come bene comune. Errori gravi
di analisi economica e di visione politica da cui
sono derivate rappresentazioni surreali della realtà, quali quella cui
abbiamo assistito in anni recenti ad esempio sulla flessibilità del
lavoro, tendenti a esorcizzare i cambiamenti piuttosto che a gestirne gli
effetti e a comprenderne le prospettive. Finanziaria Sul fronte fiscale la
richiesta non può che essere una soltanto: abbassare al più
presto la pressione fiscale, cresciuta negli ultimi due anni dal 40,6% del
2005 al 43% nel 2007. Occorre che la riduzione della pressione fiscale
interessi prevalentemente quelle quattro milioni di aziende che poi sono il
cuore dell'economia italiana, cioè imprese individuali, società
di persone, piccole società di capitali a conduzione familiare. Nella
Finanziaria 2008 si è operato con l'evidente intenzione di modulare la
pressione fiscale delle società di capitale tramite la riduzione della
pressione e il contestuale aumento della base imponibile. Bene! Così
come bene si è operato nella direzione delle micro dimensioni
semplificando, e di molto, gli obblighi contabili. Bene! Male, invece, che nulla
sia stato previsto rispetto al cuore pulsante della produzione italiana,
cioè quei milioni di imprese che stanno tra i due estremi. è
infatti solo teorica la possibilità, per i soggetti con redditi
superiori ai 28 mila euro, di scegliere l'imposizione delle società di
capitali. Inoltre l'eliminazione della possibilità di fare
ammortamenti anticipati ci fa stimare in almeno 350 milioni di euro le
maggiori imposte per le imprese personali. Riteniamo quindi sia necessario
operare sulla franchigia dell'imposizione Irap. Politiche industriali Da
troppi anni manca una politica industriale che si
proponga sul serio il rilancio e la competitività. è necessario
puntare sui progetti di innovazione industriale, sulle reti di imprese, sulla
finanza innovativa per favorire lo sviluppo di nuove produzioni nei settori
ad alto contenuto tecnologico assieme alla riqualificazione e rafforzamento
dei sistemi di piccola e media impresa. è necessario accelerare gli
investimenti in ricerca e sviluppo, alimentare una capillare diffusione delle
tecnologie digitali, in particolare nelle pmi, rilanciare la formazione delle
risorse umane per invertire la rotta e sostenere lo sforzo già in
essere nelle filiere e nei distretti produttivi. Costi della politica è giusto porre l'attenzione sui costi della politica e gli sprechi ma crediamo sia arrivato il momento di affrontare la questione
di una seria riforma dello stato. Ci chiediamo se tra Europa, stato centrale
e ministeri, regioni, enti vari, province, comunità montane, comuni
non ci sia qualche ente di troppo, qualche improduttiva ridondanza.
Non è forse il caso di rivedere il ruolo ad esempio delle province?
Magari iniziando con l'impedirne la nascita di nuove, sempre più
frammentate, sempre più costose? Apprendistato Con gli indirizzi politici
assunti si elimina di fatto lo strumento primario di ingresso nel mondo del
lavoro. Si superino queste esasperazioni già dall'approvazione del
disegno di legge sul welfare, si riconsegni alla contrattazione collettiva la
prerogativa di determinare le retribuzioni secondo il criterio della
gradualità, peraltro riconosciuto già nei rinnovi, in questo
periodo, dei contratti che interessano oltre il 50% dei lavoratori nel nostro
mondo. Da diversi anni la gestione artigiani dell'Inail fa registrare avanzi
abnormi di oltre un miliardo di euro. è il risultato dell'impegno a
rispettare le regole sulla sicurezza e della costante e positiva flessione
degli infortuni. Protocollo sul welfare è evidente come almeno la
metà delle risorse necessarie per il superamento dello scalone e per
le agevolazioni a favore dei lavoratori che svolgono attività
usuranti, sarà reperita attraverso l'aggravio della pressione
contributiva. Siamo ben lontani dall'obiettivo di riduzione della spesa
pubblica, indicato anche nell'ultimo Dpef. Con il protocollo si conferma,
inoltre, l'inaccettabile disparità, anche sul piano costituzionale, di
trattamento fra lavoratori dipendenti e autonomi. Tale disparità non
ha giustificazione sul piano previdenziale, ma trae spunto da una impostazione
datata che mira a penalizzare il lavoro autonomo e indipendente. Inoltre, il
disegno di legge in esame esclude espressamente dai benefici pensionistici,
previsti per i lavori usuranti, i lavoratori autonomi. Apprezziamo l'intento
dichiarato di varare un assetto concertato di ammortizzatori sociali che non
estenda la cassa integrazione guadagni alle piccole imprese attualmente
escluse e non si traduca in aumenti del costo del lavoro. Vi sono rischi di
peggioramento che vanno evitati.
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
28-11-2007)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna))
"I fungoni
sono ormai al capolinea" Il Ds Merighi: "E' uno stile di vita
finito. Anche per questo è nato il Pd" di FEDERICA GIERI "I
'FUNGHI' sono il simbolo di uno stile di vita arrivato al capolinea. La politica deve saper proporre cambiamenti culturali, anche
radicali e senza ipocrisie. Anche per questo è nato il Partito
democratico". Pensieri e parole sono di Claudio Merighi, il capogruppo
Ds in Comune finito sotto il fuoco amico e nemico per aver lanciato la
campagna anti 'funghi' (i riscaldamenti nei dehors dei locali pubblici). E
che, nonostante il diluvio di critiche, di fare retromarcia non ci pensa
proprio. Anche se si dice "dispiaciuto per la banalizzazione di un tema
molto serio". Premesso che non aveva intenzione di dichiarare
"nessuna guerra" ai 'funghi', Merighi ribadisce di "aver
proposto un tema di profilo culturale" che può rientrare
"tra le strategie del Piano energetico comunale pensate per ridurre del
7% le emissioni di climalteranti e rispondere così al protocollo di Kyoto".
Ma è la dimensione etico-sociale della crociata anti fungo, il tasto
su cui il Ds batte di più. "E' necessario per la politica produrre un radicale cambiamento negli stili di
vita della società ? avverte ?: lo sperpero, l'esaltazione dei
particolarismi, del consumismo sono un modello da superare. Anche con
coraggio. Credo che anche per questo sia nato il Partito democratico, per non
lasciare le cose inalterate. Se la politica si
ritira dal descrivere e dall'ipotizzare le trasformazioni sociali allora che
dovrebbe fare?". Il primo gradino del cambiamento della
collettività poggia, dunque, sull'abolizione dei 'funghi'. In modo
soft, però. "Non ho mai parlato di divieti ? precisa il
capogruppo Ds ? di guerra né di messa al bando. Ho proposto di dare mandato
agli assessori competenti di concordare, con le associazioni di categoria, le modalità per una riduzione dell'uso e degli sprechi. Se non si inizia ? avverte Merighi ? tutto resterà
sempre uguale. Altrimenti smettiamola di gridare all'allarme per i mutamenti
del clima". Cambiare la scala dei valori a partire dalle piccole, per
Merighi, è il punto di partenza della sua proposta-provocazione.
Che persino Luigi Rambelli, presidente regionale di Legambiente, liquida con
un "rischiamo di curare l'acne e lasciare lì il cancro".
MERIGHI, tuttavia, non molla. "Mi è ben chiaro che con i 'funghi'
non si ferma lo scioglimento dei ghiacciai. Credo però che tutti
dovrebbero porsi il tema di come lavorare per cambiare la cultura dei consumi
e degli sprechi. Non farlo o riderci sopra è
irresponsabile". Il suo è un invito alla comunità "a
riflettere sul tema degli sprechi e non farlo oltre
che insostenibile è eticamente discutibile". Alle ire dei locali
pubblici, Merighi replica, ricordando il suo passato. "Mi è
capitato di fare il commerciante. Gli aperitivi e i bar sono sempre esistiti
prima dei dehors. Credo che esisteranno anche dopo. Personalmente non ho
operato nessun attacco alla categoria". Conclude poi con un auspicio:
"Vorrei si riflettesse sull'ipocrisia di chi lancia l'allarme e poi va a
prendere l'aperitivo. A Berlino i termoconvertitori non ci sono più: i
gestori danno pesanti coperte e gli affari vanno benissimo. Sarà
un'impostazione antica, ma l'idea è che attraverso la sobrietà
e l'austerità si possa davvero produrre un cambiamento". L'USCITA
del capogruppo Ds non è andata giù neppure alla diretta
interessata ("è ovvio che mi secca perché il Piano ha contenuti
importanti"): l'assessore all'Ambiente, Anna Patullo che ha firmato il
Piano energetico, casus belli della crociata anti 'funghi'. "Non sono
per abolirli ? spiega ?, ma per lavorare sui margini che ci consentano di
risparmiare". E comunque "i tavoli con i commercianti li
farò io". Scende in campo a difesa di Merighi (incassato il
sì dell'assessore al Commercio Santandrea), l'ecodem Davide Celli.
Innegabile l'esigenza di "incominciare a razionalizzare l'energia. A
quanto ne so, i fungoni sarebbero perfino illegali perché nel regolamento dei
dehor non se ne parla". PERPLESSO di fronte all'idea di Merighi è
anche il compagno di maggioranza, l'ex diellino ora nel Pd, Paolo Natali.
"Interessante nella misura in cui porta l'attenzione sugli sprechi". Certo è che "la discussione sul
piano energetico non può limitarsi ai 'funghi'". Anzi concentrasi
solo su questo "è un'umilazione rispetto al Piano
energetico". Oltretutto il risparmio ottenibile con l'abolizione,
sottolinea Natali, "è oggettivamente modesto, credo che anche chi
ha fatto la proposta ne sia consapevole". Trasversale il fronte dei no.
Per Marco Minella, segretario generale Camst, "ogni iniziativa volta a
ridurre l'inquinamento e i consumi energetici è meritoria, anche se
evocare lo scioglimento dei ghiacciai, i balli sul Titanic e quant'altro mi
pare difficilmente accostabile ai funghi riscaldanti". Le
priorità sono altre e, prosegue Minella, "mettere ancora una
volta le attività produttive nell'elenco dei cattivi mi pare
francamente controproducente per un centro storico sempre più
svuotato". Bruno Filetti, presidente Ascom, invita il Comune "a
farsi un esame di coscienza per quello che la riguarda". E aggiunge che
"una percentuale alta degli strumenti che si trovano nei luoghi
dell'amministrazione sarebbero da chiudere, proprio perché sono inquinanti",
come ad esempio il parco auto e il riscaldamento negli uffici. Parla di
"un'allucinante improvvisazione: è come voler svuotare il mare
con un secchiello" il coordinatore de La Tua Bologna, Carlo Monaco. Enzo
Raisi, capogruppo di An, accusa il Comune di "accanimento terapeutico
nei confronti dei commercianti". - -->.
(
da "Centro, Il" del 28-11-2007)
Pescara
Niente tagli ai costi della politica
Nuovo vice-presidente e numero degli assessori bloccato PENNE. Il consiglio
comunale di Penne ha modificato il proprio statuto municipale. L'ultimo
aggiornamento risale al 2000. Ciò ha consentito di recepire alcune
modifiche sostanziali introdotte dal legislatore nazionale.
Prevista, tra l'altro, la figura del secondo ufficio di vicepresidente del
consiglio comunale che, secondo accordi politici, sarà riservato a un
componente della minoranza: svolgerà le funzioni di segretario
dell'ufficio del consiglio comunale. Le novità però non si
fermano qui. Le altre modifiche hanno riguardato il difensore civico, il
consiglio comunale-baby e la nomina del commissario, nel caso in cui non
venga approvato il bilancio di previsione nei termini di legge. Non sono
previsti, invece, tagli ai costi della politica,
come per esempio la diminuzione del numero degli assessori comunali.
"Abbiamo apportato modifiche sostanziali interessanti al nostro statuto
comunale", commenta l'avvocato Matteo Tresca (Sd), presidente del
consiglio comunale nonché presidente della commissione statuto. In attesa
della nomina del difensore civico (c'è un bando del 1999 con tanto di
candidati), l'amministrazione comunale ha deciso di associarsi ad altri enti
sovracomunali per usufruire di questo servizio; è scontato che il
Comune farà ricorso alla Comunità Montana Vestina. La scelta
è stata motivata dal fatto che al momento l'ente pennese non
può retribuire un professionista che percepirebbe quanto un assessore
comunale: mille e 500 euro lorde. Prevista, inoltre, una norma statutaria per
la regolamentazione del sindaco, giunta e consiglio comunale baby. Introdotta
anche la figura del Commissario per la predisposizione dello schema e per
l'approvazione del bilancio di previsione: questo ufficio è stato
introdotto dalla legge n. 75/2002, che ha dato attuazione al Decreto legge n.
13/2002, in base al quale i comuni hanno la facoltà di individuare un
Commissario, nell'ipotesi di mancata approvazione del bilancio di previsione
nei termini di legge, per il compimento degli adempimenti necessari onde
evitare il commissariamento dell'ente. La scelta di questa figura spetta alla
giunta. Gilberto Petrucci.
(
da "Provincia di Cremona, La" del
28-11-2007)
Edizione di
Mercoledì 28 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Bilancio di mandato
positivo e trasparente al 22 al 24 novembre si è svolta la Conferenza
dei Servizi dell'Azienda Ospedaliera di Crema. Le tre giornate di lavoro
hanno costituito una prima tappa conclusiva del percorso che ha visto
impegnati dirigenti, professionisti e operatori della nostra azienda nella
riflessione e nella elaborazione del documento Bilancio di mandato 2003 -
2007: una forma di rendicontazione sociale, un vero e proprio Bilancio
Sociale dell'Azienda Ospedaliera di Crema, non solo un bilancio economico.
Con esso si è voluto rendere conto ai cittadini delle scelte fatte,
delle azioni realizzate e dei risultati conseguiti, vale a dire che si sono
volute rendere esplicite tutte le informazioni traducendole in documenti
comprensibili anche all'esterno dell'organizzazione. Per questo il documento
-che innanzitutto contiene una analisi, monitorizza e comunica quanto
è stato fatto per la gestione dal 2003 al 2007- è stato redatto
con i criteri della trasparenza, della chiarezza, selezionando e riportando
le azioni compiute in base alla loro significatività e rilevanza per
la popolazione. La scelta della Direzione quest'anno è stata quella di
intraprendere, con grande determinazione, il percorso di rendicontazione che
fosse basato anche su un metodo fortemente partecipativo. Proprio per questo
il programma dei lavori delle giornate ha previsto, oltre alla presenza di
tanti nostri professionisti, l'intervento attivo e propositivo di varie
autorità locali e degli stakeholders, cioè i soggetti
'portatori di interessi' nei confronti della nostra azienda e dei suoi
progetti, come ad esempio le associazioni di volontariato. Nel tentativo di
essere il più possibile completi, si è cercato di elaborare uno
scritto che risultasse di facile consultazione per chi vuole sapere cosa
è stato fatto in questi anni e con quali risorse. E sfogliando le
pagine si possono trovare le tracce del costante tentativo volto a
caratterizzare l'Azienda Ospedaliera di Crema -nel totale
rispetto delle direttive e delle linee strategiche indicate dal Sistema Sanitario Regionale e dalle normative nazionali- seguendo due
principali azioni e obiettivi: la partecipazione degli operatori e il
radicamento sul territorio. Questo documento, infine, rappresenta anche uno
strumento che può essere un punto fermo per il presente (ciò
che già è stato fatto) e un punto di avvio per il futuro (ciò
che è programmato o previsto). A questo punto il mio ringraziamento e
quello di tutta la direzione va a tutti i professionisti e collaboratori
della nostra Azienda, anche per quanto fanno ogni giorno per rendere
possibili i risultati attesi e previsti dal 'contratto' coi cittadini del
territorio cremasco.
(
da "Eco di Bergamo, L'" del
28-11-2007)
Già bloccati
i trasferimenti ai Comuni. L'assessore al Bilancio: quelli ai fornitori solo
se necessario Rinviare il pagamento di alcuni fornitori e confermare la
sospensione dei trasferimenti ai Comuni almeno fino a gennaio. Sono le misure
a cui la Provincia potrebbe ricorrere per rispettare il Patto di
stabilità di cassa (ovvero il saldo entrate-spese). L'annuncio
è stato fatto dall'assessore al Bilancio Bruno Rizzi ieri in
Consiglio, in sede di approvazione dell'ultima variazione di assestamento al
bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007, con contestuale
modifica del Programma delle opere pubbliche 2007-2009. "Forse si
posticiperanno i pagamenti" Se per il tetto di spesa di competenza non
ci sono problemi, qualche difficoltà potrebbe sorgere per il patto di
stabilità di cassa (si parla di circa 3 milioni di euro che ballano).
"Al 90% lo rispetteremo - spiega Rizzi - ma si saprà con certezza
solo a metà dicembre. Cercheremo di gestire al meglio i mandati di
pagamento del prossimo mese, per chiudere il consuntivo con un doppio
pareggio. Altrimenti o ci saranno più entrate tramite i trasferimenti
regionali, oppure saremo costretti a rimandare alcuni pagamenti. Per il
momento, inoltre, abbiamo sospeso i trasferimenti ai Comuni". Che, è
stato ricordato, "sono fermi dal gennaio scorso, con grande pazienza
delle Amministrazioni comunali". Molte delle quali, peraltro, si trovano
nella stessa situazione di dover far quadrare i conti. L'assessore ha
prospettato anche un altro scenario, cioè che qualche creditore si
possa far avanti chiedendo gli interessi moratori, e in tal caso la
responsabilità sarebbe del dirigente che ha ritardato il pagamento.
Rizzi ha quindi accennato all'eventualità "di
una delibera con cui il Consiglio potrebbe assumersi questa responsabilità".
Ipotesi, però, subito accantonata: il Consiglio non è sembrato
tanto del parere, nemmeno prendendo in considerazione lo slittamento del
pagamento del gettone di presenza (a proposito, quello di
ieri è stato devoluto a un progetto di solidarietà in Ecuador
dell'associazione onlus Pietrevive, per la costruzione di un
ambulatorio). Le principali variazioni di bilancio Tornando alle principali
modifiche del bilancio di previsione 2007, buone notizie per le politiche del
lavoro. Ci sono 300 mila euro in più dallo Stato per il potenziamento
dei Servizi per l'impiego e 4,8 milioni di trasferimenti regionali per le
politiche attive del lavoro. Cui si aggiungono 482 mila euro di contributi
dell'Asl (fondo nazionale politiche sociali) per progetti compartecipati.
Passando invece alle riduzioni più significative delle previsioni, si
segnalano un milione di euro in meno per l'imposta sui premi di
responsabilità civile auto e 2.625.000 in meno
per alienazioni di beni patrimoniali (di cui 2.615.000 relativi a reliquati
stradali). Ulteriori risorse sono poi state assegnate a diversi settori: alla
Presidenza e direzione generale (12 mila euro per arredi e attrezzature),
agli Affari generali (2.500 euro per spese di custodia del Palazzo
provinciale e 50 mila euro per il server informatico) e alla Viabilità
(36.200 euro per rimborso franchigie assicurative). Le modifiche del pop
2007-2009 Si è dovuto mettere mano anche al Pop 2007. È stato
stralciato l'intervento sulla provinciale 98 - tronco da Mornico al Serio a
Cividate al Piano e collegamento con la provinciale 100 di Palosco - per 2
milioni di euro, sostituito da: primo lotto della nuova provinciale 98 da
Mornico a provinciale 100 (un milione di euro), manutenzione straordinaria
delle pavimentazioni dell'Asse interurbano (un milione di euro),
anticipazione dell'intervento previsto nel Pop 2008 per il nuovo edificio e
sistemazione delle aree esterne dell'istituto Caniana di Bergamo (425 mila euro).
La variazione di bilancio e Pop è passata con l'astensione della Lega
("Senza le entrate tributarie i conti traballano"), e la
contrarietà del centrosinistra ("Le colpe non sono tutte della
Finanziaria. Nel 2007 erano previste grandi opere per 37 milioni di euro, ma
la variante Ovest di Treviglio, che da sola vale 10 milioni di euro, non si
è fatta, dimostrando un immobilismo", ha fatto notare il
capogruppo della Margherita Vittorio Milesi). La replica al presidente
Valerio Bettoni: "Da 15 anni non c'è nessuno scricchiolio nel
bilancio di questo ente. La viabilità di Treviglio sta andando avanti,
come dimostra il fatto che la sindachessa Ariella Borghi (che è anche
consigliere provinciale, ndr) non è sobbalzata sulla sedia". Alberto
Carrara (Forza Italia) ha messo invece in evidenza come
"l'Amministrazione provinciale virtuosa venga penalizzata, non potendo
utilizzare i 5,9 milioni di euro di avanzo per rispettare il Patto di
stabilità". Rispondendo a un'interrogazione della Margherita, poi,
l'assessore Rizzi ha precisato che la Provincia non ha contratto prestiti
derivati. Piano Cave ancora in primo piano Non è voluto entrare nel
merito della querelle politica - i Verdi che hanno attaccato l'assessore
regionale all'Ambiente, nonché consigliere provinciale di Forza Italia, Marco
Pagnoncelli - ma la sua sul Piano cave l'ha detta. "Non faccio l'esperto
- è intervenuto Bettoni su un'interrogazione della Margherita, che
chiedeva un'audizione con l'assessore Pagnoncelli e quali iniziative la
Provincia intende attuare per accelerare l'iter di approvazione del Piano -
ma posso dire che il Piano approvato nel 2004 da questo Consiglio era
realistico e fatto con tutte le valutazioni tecniche del caso. L'avevamo
mandato in Regione con la speranza che camminasse velocemente".
L'assessore provinciale all'Ambiente Alessandra Salvi ha precisato: "I
nostri uffici stanno ancora valutando le variazioni apportate dalla
Commissione regionale". Benedetta Ravizza.
(
da "marketpress.info" del
28-11-2007)
I MUNICIPI, BLOCCATI
GLI AVANZI DI BILANCIO Adria, 28 novembre 2007 - Stavolta è davvero
troppo. La Finanziaria 2008 taglia di netto i trasferimenti ai comuni (-10%),
i gettoni di presenza dei
consiglieri comunali (in un piccolo-medio comune sfiorano una cifra
"esorbitante": 20 euro lordi a seduta) e cambia ancora una volta le
regole riguardanti il Patto di Stabilità. Con il risultato che un
comune sopra i 5mila abitanti non può, per legge, investire gli avanzi
di amministrazione; difficile poi spiegare ai propri cittadini una situazione
del genere. C'è poi la questione dell'esenzione Ici per la prima casa;
il provvedimento, previsto proprio dalla Manovra, è di dubbia
costituzionalità e non garantisce più entrate certe ai municipi
(come d'altronde viene richiesto dalla stessa Finanziaria). Il consiglio
regionale di Anciveneto ha quindi predisposto un documento che esprime
"profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una
volta finiscono per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei comuni".
E per la prima volta nella sua storia lo ha inviato al Presidente del
Consiglio Romano Prodi, al Presidente del Senato Franco Marini, al Presidente
della Camera Fausto Bertinotti e ai parlamentari veneti. "La situazione
è grave - commenta Roberto Andriolo, vicepresidente Anciveneto; siamo
di fronte all'ennesima Finanziaria che lede l'autonomia dei comuni e, di
conseguenza, colpisce la qualità dei servizi a favore dei cittadini.
Ci viene quindi chiesto di contenere i costi della politica:
un principio di per sé virtuoso. Tuttavia, è inaccettabile che la
Manovra preveda la riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, che
"guadagnano" una cifra davvero irrisoria, invece di tagliare i
privilegi dei nostri parlamentari". A questo proposito il documento
recita testualmente: "Una proposta peregrina perché l'entità del
risparmio è tutta da dimostrare e inciderebbe su importi di pochi euro
pro-capite". Lo stesso documento prosegue quindi con una critica a tutto
campo: "La Finanziaria 2008 è un'ulteriore prova della distanza
del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze degli enti locali; la legge
elettorale ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri
parlamentari". Così conclude la disamina Vanni Mengotto,
presidente Anciveneto: "Invitiamo Governo e Parlamento a porre mano
all'attuale testo della Finanziaria prima della sua definitiva approvazione.
Lancio un appello a tutti i sindaci della Regione: mobilitatevi per
salvaguardare l'autonomia". Documento Del Consiglio Regionale Anci Veneto
Sulla Finanziaria 2008 Adria, 16 novembre 2007 - Il Consiglio Regionale di
Anci Veneto in attesa di esaminare dettagliatamente le modifiche apportate
dal Senato al testo della L. Finanziaria 2008 e nelle more della sua
definitiva approvazione nei due rami del Parlamento, esprime profonda
preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono
per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei Comuni. Questa è
un'ulteriore prova della distanza del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze
degli Ee. Ll. , figlia anche della Legge Elettorale che ha privato i
territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari. Innanzitutto si
ribadisce che per il 2007, come è stato più volte richiesto, si
pone la necessità di fissare norme chiare per quanto riguarda i minori
trasferimenti derivanti dal pagamento dell'Ici per i fabbricati rurali, che
stanno creando seri problemi per l'assestamento del bilancio corrente. Per
quanto attiene la L. F. 2008 si evidenziano i principali nodi da sciogliere
con opportune modifiche: 1) Ici L'anci ha sempre posto la necessità di
porre mano al principio della tassazione degli immobili, sostituendola con
una tassazione di altro tipo, ma l'esenzione per la 1^ casa prevista nella L.
F. 2008, oltre che essere di dubbia costituzionalità, rappresenta un
problema per le entrate dei comuni, poiché i corrispondenti trasferimenti
saranno fatti con due acconti (16/6 e 16/12), senza certezze sul loro reale
ammontare, a fronte dell'obbligo, previsto dalla stessa L. F. , di iscrivere
nel bilancio di previsione entrate certe. Perciò l'Anci Veneto sta
valutando di fare ricorso al Tar, in analogia con la decisione dell'Anci
Nazionale. 2) Utilizzo Oo. Uu La L. F. 2008 prevede il vincolo che gli Oo.
Uu. Siano totalmente utilizzati per gli investimenti, mentre nel 2007 era
consentito di destinarne il 50% alla spesa corrente. Questa norma, aggiunta
al recente "blocco" all'utilizzo degli avanzi di amministrazione
riferiti al 2006, comporterebbe un serio problema per garantire l'equilibrio
del bilancio per la parte corrente. 3) Spese per investimenti Il testo
attuale della L. F. 2008 stabilisce che si possano effettuare i pagamenti
delle spese in conto capitale solo per le opere realizzate nell'anno di
competenza! Non si riesce a comprendere il senso di questo provvedimento
assurdo, dopo le ripetute restrizioni degli ultimi anni che hanno costretto i
Comuni a rinviare i pagamenti agli anni successivi, per rispettare il
"Patto di stabilità". Questa norma, se attuata, produrrebbe
molteplici e gravi complicazioni: l'impossibilità di pagare i debiti
arretrati con ripercussioni da parte dei creditori sui Comuni, che si
troverebbero cospicue somme in cassa senza poterle spendere! Un'ulteriore
dimostrazione che il testo della L. F. È scritto senza la necessaria
competenza, e successivamente approvato con colpevole leggerezza, per cui
verrebbero ad essere colpiti nuovamente i Comuni virtuosi, che hanno
rispettato il "Patto di stabilità"! 4) Costi della politica In questo senso è assolutamente inaccettabile che la
manovra tendente al contenimento dei cosiddetti "costi della politica", anziché colpire i veri privilegi, si scarichi ancora
una volta sui Comuni - dopo il taglio del 10% alle indennità attuato
con la L. F. 2006! ? prevedendo la riduzione dei gettoni
di presenza dei consiglieri comunali. Una proposta
peregrina perché l'entità del risparmio è tutta da dimostrare,
in quanto inciderebbe su importi di pochi euro pro-capite, e vessatoria perché
prevede la corrispettiva decurtazione dei trasferimenti ai Comuni anziché,
semmai, che rimangano nelle disponibilità degli stessi Ee. Ll. 5)
Comuni montani Il Veneto è una Regione con un alto numero di Comuni
montani che, con questa L. F. , sarebbero vittime di un'ulteriore
sperequazione e quindi colpiti nella loro capacità di gestire le
specifiche tematiche locali. Per tutto ciò, l'Anci Veneto invita il
Governo ed il Parlamento a porre mano urgentemente all'attuale testo della L.
F. Prima della sua definitiva approvazione e propone la mobilitazione di
tutti i Sindaci del Veneto a sostegno delle modifiche delle norme citate ed
in particolare dei Comuni montani. . . <<BACK.
(
da "Nuova Venezia, La" del
28-11-2007)
L'ANCI SULLA
FINANZIARIA "Colpita l'autonomia dei comuni" VENEZIA.
"Profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una
volta finiscono per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei
comuni" sono stati espressi dall'Anci del Veneto in una lettera inviata
al presidente del Consiglio Romano Prodi, al presidente del Senato Franco
Marini, al presidente della Camera Fausto Bertinotti e ai parlamentari veneti.
Anciveneto rileva che la Finanziaria 2008 "taglia del 10% i trasferimenti ai comuni, i gettoni di presenza dei consiglieri comunali (in un piccolo-medio comune sfiorano
i 20 euro lordi a seduta) e cambia ancora una volta le regole riguardanti il
Patto di Stabilità. Con il risultato che un comune sopra i 5mila
abitanti non può, per legge, investire gli avanzi di amministrazione.
C'è poi la questione dell'esenzione Ici per la prima casa: il
provvedimento, previsto proprio dalla manovra, è di dubbia costituzionalità
e non garantisce più entrate certe". "La situazione è
grave - commenta Roberto Andriolo, vicepresidente Anciveneto; siamo di fronte
all'ennesima Finanziaria che lede l'autonomia dei comuni e, di conseguenza,
colpisce la qualità dei servizi a favore dei cittadini". "La
Finanziaria 2008 - prosegue - è un'ulteriore prova della distanza del
Governo dalle reali esigenze degli enti locali; la legge elettorale ha
privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari".
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
28-11-2007)
Presenterà
il suo libro domani pomeriggio nella sala principale di palazzo Torriani
Denuncia e insegnamento ne "La Casta" di Stella Un'approfondita analisi impietosa ma non
preconcetta dei privilegi di cui gode la classe politica
in Italia di TARCISIO MIZZAU La Casta di Gian
Antonio Stella e Sergio Rizzo,
edito da Rizzoli, è un libro dallo
straordinario successo editoriale: ne sono state vendute, da maggio ad oggi,
oltre un milione e centomila copie. Il suo titolo completo è: La Casta. Così i politici italiani sono diventati
intoccabili. Letto per intero, il titolo è un po' forte: in India, da
dove ci arriva il concetto di casta come classe di individui con speciali
funzioni sociali ed eventuali paralleli diritti, la casta degli intoccabili
è la più bassa, quella dei poveracci, privi di ogni avere,
diritto e protezione. C'è del sarcasmo non privo di cattiveria nel
definire "intoccabili" i politici italiani d'oggi, in questo
contesto di riferimenti. Anche se in italiano la parola significa
inattaccabili. Ma a questa stoccata, non fa seguito nel libro alcuna espressa
volontà di offesa. La Casta è un libro
che racconta le peggiori pratiche messe in atto dai politici a proprio
favore, senza badare a spese, e la stupefacente, quasi ingenua reazione degli
interessati davanti a chi glielo fa notare. Chi lo legge s'imbatte in
continuazione nella descrizione di misure che tendono a rendere
"cittadini speciali", diversi da quelli comuni, gli uomini
politici; e nella constatazione che gli interessati trovano tutto
perfettamente normale. Abituati a proclamare "hoc non iustum est, illud
male, rectius illud" (questo non è giusto, quello è male,
quest'altro è meglio; Persio, IV satira), a indicare come deve
camminare il mondo, si direbbe che trovano petulante che qualcuno giudichi le
scelte da loro operate a proprio favore. Le reazioni di chi ha letto La Casta si possono raggruppare in due filoni. I politici lo
catalogano fra i libri qualunquisti, uno scritto che fomenta l'antipolitica, fa crescere la sfiducia e l'allontanamento della
gente dalle istituzioni. Per noi, gli altri, è un testo conturbante,
che fa nascere dentro una rabbia amara, un senso di impotenza di fronte allo
spreco e interrogativi penosi sulla capacità del sistema democratico
di autoregolarsi. Si parte dai palazzi della politica,
entità simboliche del potere dai tempi preistorici, e si parla
dell'esuberanza senza limiti di queste strutture a Roma: i palazzi romani
della politica sono quarantasei, acquistati, o presi
in affitto a canoni d'oro, gestiti con sontuosità; e sono in costante
crescita. Si racconta in particolare del Quirinale, il più vasto e
costoso fra quelli dei capi di stato europei. Si passa poi ai classici,
perenni temi degli aerei di stato e delle auto blu. La fantasia faticherebbe
ad anticipare altre aree di costoso privilegio che i politici si sono
assicurati: dai seggi parlamentari o regionali lasciati agli eredi, agli
sconti fiscali più elevati per le donazioni ai partiti
politici che per la ricerca sul cancro; dalle poltrone assicurate ai trombati
alle elezioni, alla schiera dei consulenti senza titolo; dalla supercasta dei
grand commis di stato, una casta nella casta, alle scorte di rappresentanza,
ai ristoranti, alle assicurazioni. Temi particolarmente indisponenti, in
questo momento critico per il sistema pensionistico italiano, sono le baby
pensioni sopravissute grasse per i politici, e il finanziamento pubblico dei
voti ottenuti da ciascuna frazione politica,
più largo di quello precedentemente chiamato finanziamento dei partiti, condannato con un referendum. Prima di chiudere,
il libro affronta qualche tema locale: gli sprechi delle Regioni, fra le
quali un posto speciale merita la Sicilia, e dentro le quali attenzione
particolare richiedono i governatori dalle propensioni regali; le provincie
che aumentano di numero; i comuni che spendono fino al fallimento. Su tutte
le aree ricordate, il libro di Stella e Rizzo non si perde in chiacchiere. Racconta numeri
(comprovati in appendice da tabelle con dati ufficiali), fatti, personaggi.
È di una concretezza brutale, non risparmiando nè le cariche
pubbliche più prestigiose, nè alcun'area politica.
La fortuna del libro è dovuta da una parte ai suoi contenuti, e
dall'altra a una scrittura scorrevole e ricca, al tono leggero, scherzoso,
canzonatorio, ironico, all'uso di azzeccati confronti, specie
sulle cifre - fa effetto sapere che il Quirinale costa all'anno quattro volte
Buckingham Palace - o con i tempi andati. Nessuna rappresentazione astratta
dei vizi della politica, e dunque nessun moralismo; ma uomini concreti, in carne e ossa,
fatti reali che stanno sotto gli occhi di tutti, e la loro rappresentazione
pungente. Insomma, una satira civile, specifica, in presa diretta.
Abbiamo fatto l'abitudine alle critiche, aspre fino all'insulto, di una parte
politica verso l'altra: le accuse di inefficienza,
di incapacità, di volontà di trarre profitto sono scambiate in
modo continuo e generico su tutti i media, per lo più con riferimento
alle intenzioni più che ai fatti. La Casta
non pratica questo genere di attacco, funzionale a scopi di polemica
spicciola. Perchè, allora, un lavoro così documentato, con
un'angolatura che tende a mettere in luce lo spreco e il privilegio? Vale la
pena di cominciare a dire quali non sono di certo gli scopi del lavoro di Stella e Rizzo, come risulta con
chiarezza dal testo. Il libro non mira a proporre un'alternativa politica nuova; nemmeno propone l'eliminazione delle varie
categorie di spese sregolate e dei privilegi (semmai una loro più
ragionevole e moderata rimodulazione); né punta a creare un clima di condanna
generalizzata della politica nostrana, spingendo la
gente verso soluzioni straordinarie (mai sfiorate); né critica una parte per
lodare l'altra, facendo distinzioni fra posizioni di sinistra, centro o
destra. D'altra parte, questa dei privilegi e degli sprechi è l'unica
area, si direbbe, su cui il massimo accordo fra i vari partiti
sembra raggiunto. Lo scopo dichiarato dagli autori è che, davanti a
tanti privilegi e a tanto spreco documentati nel libro, gli stessi politici
dicano: basta! Un obbiettivo ingenuo? L'auspicio di un miracolo?
Un'illusione, un sogno impossibile? Da dirigente industriale esperto di
ristrutturazioni aziendali, vorrei tentare una risposta, mettendomi il
cappello del responsabile di marketing. Quando si entra in un'azienda con i
conti fuori controllo, si considera dapprima la gravità della
situazione scorrendo qualche cifra, ma subito dopo si volge lo sguardo al
mercato: è lì che occorre scorgere, al di là degli
ostacoli che appaiono talvolta giganteschi, le opportunità che anche
le situazioni a prima vista disperate quasi sempre presentano. Se ce
n'è una, la soluzione dei problemi si può trovare solo sul
mercato. Le misure interne saranno individuate di conseguenza. Con La Casta in mano, proviamo allora a guardare all'azienda della
politica, con l'obbiettivo di individuare e mettere
in luce alcuni gravi punti di criticità. E da lì partire per
una più completa analisi del quadro, dentro il quale tentare la
scoperta di aree di opprtunità da cui far partire il rilancio. Ecco: a
chi vuol fare "marketing politico" serio, il libro segnala un'area
scoperta, libera, trascurata da molto tempo dalla generalità dei partiti, che sembrano avere la vista così offuscata
che non riescono a individuare la domanda di misura ed efficienza che sale
dagli elettori. La gente ha bisogno di vedere i propri soldi, prelevati dallo
Stato sotto forma di imposte, tasse e contributi obbligatori, spesi con
criterio e senza eccessi e improvvisazioni, a favore della comunità.
Il partito che saprà costruire una proposta seria e credibile di
drastica riduzione degli sprechi e dei privilegi troverà con sè
la gente. Il successo del libro potrà ripetersi davanti a proposte
credibili al momento del voto. E rispondere con proposte credibili all'interesse
dimostrato per questi temi dai cittadini è riprendere contatto con la
gente, che oggi sente i politici lontani, molto lontani. Torniamo al vecchio
Persio: "Rem publicam tractas? Quo fretus?" (ti interessi di politica? E su che cosa fai affidamento?) È ora che
i politici tornino a fare affidamento sulla gente, abbandonando pratiche che
dicono chiaramente che per lungo tempo hanno fatto troppo affidamento su se
stessi. Dice ancora Persio: "Tacenda dicendave calles" (Sei
smaliziato su cosa è da tacere e cosa è da dire), conosci i
trucchi del mestiere. I quali trucchi però, di fronte alla crescente
informazione che arriva alla gente, finiranno con il non funzionare
più. E la situazione che risulterà, se non si pone rimedio,
sentiamo tutti che potrà essere pericolosa. La Casta
è un libro che segnala il pericolo in tempo utile.
(
da "Repubblica, La" del 28-11-2007)
Pagina VIII -
Genova IL COMUNE Il Pd boccia la richiesta di aumento per i consiglieri:
"Siamo contrari, non ci sono soldi" Tursi, la linea del cilicio:
"Gettoni congelati" Bagnasco cardinale: disappunto bipartisan per i
consiglieri rimasti fuori da San Pietro Proposta di riequilibrio dei compensi
per chi lavora in Comune, Regione o Parlamento PER l'AUMENTO, cari
consiglieri comunali, siete pregati di ripassare l'anno prossimo, che vada
bene. "La linea è chiara: cilicio per tutti. E visto che si
comincia dai consiglieri, controlleremo che il cilicio se lo mettano
veramente tutti quanti, in Comune" ammonisce Simone Farello, capogruppo
dell'Ulivo, anzi Pd. E invece dell'aumento del gettone di
presenza (dagli attuali 97
a 126 euro lordi a seduta) la maggioranza di
centrosinistra propone di dare mandato alla sindaco di prevedere un capitolo
sul funzionamento del consiglio comunale nel prossimo bilancio, in maniera da
avere strutture e risorse sufficienti al lavoro politico dei gruppi;
toccherà alla Vincenzi, insieme ai colleghi delle altre grandi
città, farsi portavoce presso Anci e governo della richiesta di un
riequilibrio fra i compensi dei politici nei diversi enti. "Bisogna
rivedere la ripartizione dei gettoni di chi lavora
in consiglio o in giunta comunale, in regione o nel parlamento - aggiunge
Farello - ma non con l'aumento dei gettoni. Restiamo
contrari, anche perché soldi non ce ne sono". Concorda Arcadio Nacini,
Prc: "In un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti, i consiglieri
non possono aumentarsi lo stipendio". Dell'argomento se ne
discuterà stamani in commissione e domani in consiglio comunale, se
però l'opposizione di centro destra deciderà di mantenere la
richiesta di aumento del gettone - tra i primi a sostenerla Beppe Costa e
Alberto Gagliardi di Forza Italia - non aderirà alla proposta della
maggioranza di affidare al sindaco la soluzione della vicenda. Sospira
Raffaella Della Bianca, capogruppo forzista (in attesa di nuovo nome):
"La maggioranza si è tirata indietro. Quella dei gettoni è però una questione aperta: fare
politica ha infatti un costo diverso per un dipendente che continua a
percepire lo stipendio anche se è impegnato in consiglio e un libero
professionista che paga il suo impegno con minori ricavi dalla propria attività".
Disappunto bipartisan in consiglio, invece, per la trasferta romana di sabato
scorso in occasione del concistoro nel quale l'arcivescovo Angelo Bagnasco
è stato nominato cardinale. Dopo i bisticci della scorsa settimana nel
centrodestra per definire il nome del consigliere da inviare a Roma, sia
Maria Rosa Biggi (pd), che Emanuele Basso (Fi) sono rimasti fuori da san
Pietro: questioni di pass. Quello consegnato ai due consiglieri, di colore
bianco, non ha infatti permesso loro di accedere alla basilica, dove invece,
con pass arancione, sono entrati la sindaco Marta Vincenzi, il presidente del
consiglio Giorgio Guerello e l'assessore Paolo Veardo. "Il problema
è politico: quale ruolo svolgono i consiglieri? Rappresentano i
cittadini, perché trattarli diversamente dai vertici del Comune?"
lamenta Maria Rosa Biggi, cattolica molto impegnata sulle tematiche
religiose. "Ne va del ruolo di rappresentanza, non è certo un
problema personale: se avessi voluto, a Roma ci andavo per conto mio. Questo è
un problema di democrazia". Un giallo: ma chi avrò deciso che ai
consiglieri andava il pass bianco? (d.al.).
(
da "Adige, L'" del 28-11-2007)
Dovrà
esprimere pareri sulle leggi della Regione. Gettone di presenza
ai componenti Nasce l'assemblea regionale dei Comuni Spunta il terzo
Consiglio delle autonomie: ha 17 membri.
(
da "Adige, L'" del 28-11-2007)
Nascerà
presto un nuovo organismo istituzionale che si aggiunge ai due consigli
provinciali e a quello regionale e ai due Consigli della autonomie. Si
chiamerà "Assemblea regionale delle autonomie locali". Lo ha
deciso ieri la giunta regionale presieduta da Lorenzo Dellai approvando un
disegno di legge dal titolo "Partecipazione delle autonomie locali
all'attività legislativa e amministrativa della Regione", che
serve per dare attuazione, si spiega, alle modifiche al titolo V della
Costituzione nel 2001, che hanno dato più voce in capitolo ai Comuni.
In sostanza, si tratta di creare un Consiglio delle autonomie, sulla falsa
riga di quello istituito di recente a livello provinciale, dove sono
rappresentati Comuni e Comprensori, per esprimere pareri su leggi e
regolamenti regionali. Il nuovo organismo sarà composto da 8 sindaci
eletti all'interno del Consiglio delle autonomie trentine e altri 8 eletti da
quello altoatesino più il presidente che, in analogia con la
"staffetta" che già avviene per il consiglio e la giunta
regionale, sarà per due anni e mezzo un trentino e per l'altra
metà della legislatura un altoatesino. È vero che l'assemblea
regionale delle autonomie locali è prevista dalla Costituzione,
peccato che si riferisce per l'appunto alle Regioni e non considera che in
Trentino Alto Adige ci sono anche le due Provincie che legiferano e anzi
"pesano" più della Regione. Morale, da noi invece di avere
un solo Consiglio delle autonomie se ne hanno addirittura tre - due
provinciali e uno regionale - che si riunirà, anche se raramente visto
l'attività modesta della Regione, per esprimere pareri sui
provvedimenti che possono toccare i Comuni. Per ogni
riunione i membri avranno comunque diritto a un gettone di presenza. Per partecipare al Consiglio delle autonomie di Trento, ad
esempio, il gettone di presenza è di 120 euro lordi più il rimborso di benzina e
parcheggio. È presumibile che il trattamento sarà analogo per
l'organismo regionale. Non si è previsto che l'assemblea delle
autonomie locali fosse formata dalla somma dei due Consigli delle autonomie
perché la loro composizione è diversa: a Trento ci sono 35 membri
mentre a Bolzano sono solo 11. Così si è deciso di sceglierne 8
per provincia. L.P. 28/11/2007.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
28-11-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-11-28 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE Senato Accademico Passano le linee di bilancio 2008
Laforgia lancia la sfida "Rinuncio all'indennità I miei soldi
all'Ateneo" Il rettore conferma, lo segue il vice Nella riunione di ieri
approvati anche i criteri guida dell'offerta formativa Venti esami alla
triennale LECCE - Lo aveva annunciato in campagna elettorale. "Se
dovessi diventare Rettore, rinuncerò all'indennità". Il
professor Domenico Laforgia, preside della Facoltà di Ingegneria e
neo-rettore dell'Università del Salento, ha mantenuto la promessa e
ieri, durante la seduta del Senato Accademico, ha annunciato la decisione di
rinunciare all'indennità. La stessa decisione è stata presa
anche dal prorettore, il professor Carmelo Pasimeni. Laforgia avrebbe dovuto
percepire 28mila euro lordi l'anno, Pasimeni 14mila lordi. I fondi saranno a
disposizione dell'Università. Il bilancio - Ieri il Senato Accademico
ha approvato le linee programmatiche di bilancio 2008 con il solo no degli
studenti dell'Udu e dei rappresentanti del Personale. Tra i vari tagli
previsti spiccano quelli che riguardano le indennità di carica per
presidi e direttori di dipartimento. Saranno ridotte del 50 per cento. I
presidi percepiranno solo 8mila euro lordi, i direttori 4mila. Tagli del 50 per cento anche per i gettoni di presenza nel Senato e negli altri organi che saranno solo di 60 euro
netti. Ieri Laforgia ha anche nominato una commissione per mettere a punto,
entro 60 giorni, le linee genegali di indirizzo per il triennio 2007-2009. Vi
fanno parte tra gli altri Lorenzo Vasanelli (delegato alla ricerca),
Vincenzo Zara (delegato alla didattica) e Luigi Melica (delegato
all'internazionalizzazione). L'offerta formativa - Ieri il Senato ha discusso
e approvato le linee guida dell'offerta formativa 2008-2009, una vera e
propria "rivoluzione" dovuta alla perdita dei finanziamenti del
Miur (circa 9 milioni di euro) per il mancato rispetto dei parametri
ministeriali legati ai troppi corsi di laurea e ai pochi laureati. In primo
luogo il piano prevede, dunque, la razionalizzazione complessiva del numero
dei corsi di studio con l'obiettivo di bilanciare il rapporto tra numeri di
corso di studio e iscritti. L'Ateneo intende, quindi, bloccare il proliferare
dei corsi con pochi iscritti sostituendoli con corsi interfacoltà (o
interateneo). La razionalizzazione dell'offerta formativa punta anche a
scongiurare "la disseminazione territoriale di sedi didattiche e la
collaborazione effettiva con il mondo del lavoro e delle professioni nella
progettazione e revisione dei corsi di studio". L'occupazione - Per
l'Ateneo la qualificazione del-l'offerta formativa deve ottenere un rapido
inserimento lavorativo dei laureati. Il piano tra l'altro prevede
"l'attivazione ed il rafforzamento dei corsi scientifici e di ricerca,
come i corsi di laurea magistrale, l'istituzione di un presidio di Ateneo per
l'assicurazione della qualità dei corsi e la riduzione complessiva
degli esami per corso di studio (venti per le triennali e 12 per le
specialistiche-magistrali) ". Ciò sarà ottenuto con l'eliminazione
o la rimodulazione degli insegnamenti "non coerenti con gli obiettivi
formativi specifici del corso di studio". Nei corsi di studio di primo
livelli i crediti formativi erogati sotto forma di insegnamento saranno 240, in quelli di secondo
livello non più di 180. I tutor -Ilpiano dell'Ateneo prevede una serie
di interventi per gli studenti, come - tra gli altri - un maggiore
orientamento in ingresso, in itinere ed uscita; specifici programmi di
interazione con le scuole secondarie superiori; test per la valutazione della
preparazione iniziale; corsi di recupero per gli obblighi formativi
aggiuntivi (debiti formativi); realizzazione di servizi via web e di
e-learning; incremento e selezione dei tutor; apprendimento delle lingue
straniere e monitoraggio costante e rapido delle carriere universitarie.
Salvatore Avitabile.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
28-11-2007)
Centro-Nord
sezione: ISTITUZIONI (appuntamenti) data: 2007-11-28 - pag: 15 autore:
CANTIERE LEGISLATIVO A CURA DI Mattia Lungarella, Elisa Di Lupo, Claudia
Pasquini, Vita Lo Russo EMILIA-ROMAGNA Porte aperte ai marchigiani
L'Emilia-Romagna apre le porte ai Comuni marchigiani che vogliono cambiare
regione. Dopo il sì popolare dei cittadini dei Comuni di Casteldelci,
Maiolo, Novalfetria, Pennabili, Sant'Agata Feltria, San Leoe Talamello, tutti
nell'alta Valmarecchia, ai confini con la provincia di Rimini, è arrivato
anche il via libera dell'Assemblea legislativa. Ma la parola definitiva
spetta ora al Parlamento, che deve modificare i confini tra le due regioni.
Alla base del parere positivo dell'Assemblea legislativa vi è la
constatazione del forte legamee della interconnessione economica tra il
gruppo di Paesi interessati e la Romagna. Secondo i legislatori regionali
l'annessione di quei comuni marchigiani è giustificata anche dalla
possibilità di razionalizzazione degli apparati amministrativi e da
ragioni di carattere sociale connesse ai forti flussi migratori degli anni 70
verso i territori romagnoli. Fondi per i Lidi ferraresi In arrivo nuovi fondi
per il programma speciale d'area "Basso Ferrarese". La Commissione
bilancio ha approvato la delibera della Giunta che destina 2,5 milioni di
euro per la realizzazione di interventi di riqualificazione turistica dei
lidi di Pomposae Scacchi nel Comune di Comacchio. Della cifra totale, 950mila
euro verranno impiegati per la ristrutturazione e l'adeguamento della rete
viaria che collega i lidi e per la realizzazione delle opere a essa connessa.
I restanti fondi saranno utilizzati per gli interventi finalizzati al
recupero del Rione di San Pietro (750mila euro) e alla pavimentazione
stradale di piazza XX settembre (726mila euro). Il costo di ogni intervento
sarà diviso in parti uguali tra la Regione e il Comune. Risparmi di
spesa pubblica Nella stessa seduta la Commissione affari e bilancio ha
approvato il progetto di legge di iniziativa della Giunta, in materia di
"Disposizioni per l'acquisizione di beni e servizi". Per contenere
la spesa pubblica è previsto che le amministrazioni aggiudicatrici
debbano formulare un proprio programma di acquisizione dei beni e servizi di
cui necessitano. Il programma deve indicare le risorse con cui finanziare gli
acquistie specificare le priorità, i criterie gli indirizzi da seguire
e anche le strutture organizzative beneficiarie degli beni. TOSCANA Azienda
per il diritto allo studio universitario Dovrebbe essere discussa entro la
fine dell'anno in Consiglio regionale la prima delle proposte di legge per la
semplificazionee lo snellimento della "macchina" regionale. La Pdl,
che prevede l'accorpamento dele tre aziende per il diritto allo studio
universitario della Toscana (Pisa, Siena, Firenze), è già stata
licenziata dalla Giunta e prevede un primo recupero di risorse pari a circa
400mila euro che serviranno ad ampliare i servizi per gli studenti. La spesa
annuale per gli organi dell'azienda passerà infatti dagli attuali
584mila euro (riferiti a tre aziende) a 170mila. La Pdl fa parte di un
pacchetto di proposte che dovrebbero, nell'intenzione del presidente Claudio
Marini, ridurre consistentemente i costi della politica:
una prima stima prevede un taglio di 65 milioni. Rifiuti, gli Ato scendono da
10 a3 Da 10 a
3. Una netta riduzione per gli Ato dei rifiuti della Toscana. Lo ha deciso il
Consiglio regionale approvando, nell'ultima seduta, un'apposita modifica alla
legge regionale sui rifiuti. La legge è passata coni voti della
maggioranza e di An, l'astensione dell'Udc e il voto contrario di Fi e
Alleanza federalista. Adesso si creeranno tre grandi bacini coincidenti con
le aree vaste di Toscana Centro, Costa e Sud.L'Ato Toscana Centro sarà
costituito dai Comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia; Toscana
Costa con Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno; e Toscana Sud
comprenderà Arezzo, Sienae Grosseto. Entro quattro mesi dovrà
essere pronto lo schema tipo del contratto per gli affidamenti del servizio.
Entro 18 mesi dovranno essere poi approvati i piani interprovinciali dei
rifiuti mentre i Comuni hanno sei mesi di tempo per costituire le nuove
Comunità di ambito in forma di Consorzio. MARCHE Piano rurale La III
Commissione attività produttive ha svolto un'audizione con i
rappresentanti regionali delle associazioni di categoria, industria e
artigianato, e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori in merito alla
proposta di atto amministrativo n. 69/07, presentata dalla Giunta,
riguardante il Piano regionale delle attività artigiane ed industriali
2007-2009. Nello specifico il Piano individua, come obiettivi strategici
dell'azione regionale, la competitività del sistema produttivo, lo
sviluppo compatibile, la crescita del Pil delle Marche e il lavoro stabilee
di qualità, da conseguire attraverso assi e misure operative
finalizzate al miglioramento della qualità,all'innovazione,alla
ricerca,all'eco-innovazione,allo sviluppo delle fonti
rinnovabilie al risparmio energetico, alla promozione, internazionalizzazione
ed attrazione degli investimenti, all'equilibrio della gestione finanziaria
delle imprese, alla finanza innovativa, nonché al miglioramento dei rapporti
tra pubblica amministrazionee imprese, con la semplificazione delle procedure
e l'attivazione di sportelli unici. Bilancio è iniziato in
questi giorni l'iter d'esame della proposta di legge n. 200 sulle
“Disposizioni per la formazione del bilancio annualee pluriennale della
Regione (legge finanziaria 2008) e della Proposta di legge n. 200 relativa al
“Bilancio di previsione per l'anno 2008 ed adozione del bilancio pluriennale
per il triennio 2008/2010”.Relatori sono i consiglieri Giuliano Brandoni (Rc)
per la maggioranza e Fabio Pistarelli (An) per l'opposizione.Le entrate
previste ammontano a 3.481 milioni di euro più un presunto avanzo di
amministrazione di 1.261 milioni di euro. Le spese sono fissate in 4.352
milioni e divise in cinque aree di intervento: assetto istituzionale (61
milioni), programmazione e bilancio (509 milioni), sviluppo economico (46
milioni), territorio e ambiente (113 milioni), servizi alla persona e alla
comunità (3.621 milioni). UMBRIA Edilizia scolastica Il 20 novembre
scorso l'Assemblea di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza il Piano
triennale per l'edilizia scolastica.L'atto proposto dalla Giunta prevede
l'impiego nel triennio di 12 milioni di euro che andranno a finanziare 73
interventi su strutture scolastiche presenti in 62 Comuni. Le finanze in
realtà rispondono comunquea poco più di un quarto del
fabbisogno regionale cheè stimato sui 46 milioni. Saranno ritenuti
prioritari gli interventi di messa in sicurezza degli edifici, l'eliminazione
delle barriere architettoniche e il completamento di opere già
avviate, inoltre verrà data la precedenza alle scuole con un numero di
studenti più elevatoe alle strutture più facilmente
"cantierabili". Difensore civico Anche l'Umbria avrà il suo
difensore civico regionale dopo che la scorsa settimana il Consiglio
regionale ha approvato all'unanimità la legge che lo istituisce e che
detta con precisione i suoi compiti. Questo organo dovrà assicurare la
tutela non giurisdizionale dei diritti soggettivi, degli interessi legittimi
e degli interessi collettivi e diffusi dei singolie degli enti. Droga Il
Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la proposta della Cdl di creare
una Commissione speciale sullo studio delle tossicodipendenze e della loro
diffusione in Umbria.
(
da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)
Tursi
Il sindaco, Marta Vincenzi, stoppa il ritocco delle indennità dei
consiglieri: "Inopportuno in questa fase di crisi finaziaria"
28/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)
"Nessun
ritocco al gettone"E il sindaco gela i consiglieri
dopo la proposta di aumento Non ci sarà neppure l'adeguamento Istat da
97 a
127 euro lordi a seduta STOP ALL'AUMENTO del gettone dei consiglieri
comunali. Nessun ritocco. Neppure l'adeguamento Istat - da 97 a 127 euro lordi a seduta
- che, alla fine, sembrava la soluzione condivisa anche da alcuni membri del
consiglio ancora recalcitranti. Lunedì il sindaco Marta
Vincenzi ha convinto i componenti della maggioranza a soprassedere.
"Inopportuno avanzare rivendicazioni economiche, sebbene comprensibili,
in questa fase di ristrettezze economiche", ha affermato sostanzialmente
il sindaco nella riunione dell'altro giorno. Inopportuna e, soprattutto, anti
popolare la richiesta di aumento a fronte di 50 milioni di euro in meno
disponibili nel bilancio 2008 per i servizi sociali. Ma, questo, i
consiglieri lo sapevano anche prima di concordare la proposta di adeguamento
che, depurata della parte economica, sarà discussa stamane in
commissione Bilancio e, domani, in consiglio comunale. Infatti, la marcia
indietro sul gettone, oltre al pressing del sindaco, è dovuta anche al
parere di illegittimità dato dai tecnici di Tursi sulla delibera di
aumento. "Come sospettavo, la Finanziaria non consente nessuna modifica
verso l'alto dei compensi", sottolinea il capogruppo del Pd, Simone
Farello. Anzi, la stessa Finanziaria potrebbe ridurre di un ulteriore dieci
per cento l'indennità dei consiglieri che, inoltre, non potrebbero
incassare più di un gettone al giorno. Sarebbe una beffa, anche se i
sostenitori della proposta (bipartisan) hanno sempre rimarcato la valenza
politica, e non venale, dell'iniziativa. Iniziativa di cui è capofila
Nicolò Scialfa, consigliere comunale di Rifondazione e preside del
"Vittorio Emanuele": "La posta in gioco non sono gli eventuali
30 euro in più ma il ruolo importante e dignitoso che il buon
consigliere comunale deve avere, puntando a non essere il mero esecutore di
ordini superiori". Una questione di dignità e autonomia politica,
insomma: "L'impegno, se svolto seriamente, è notevole e deve
essere adeguatamente retribuito". A maggior ragione, in vista
dell'istituzione delle città metropolitane - tra le quali Genova - che
comporterà maggiori responsabilità per i consiglieri di Tursi
con la trasformazione di Provincia e Comune. È questo il ragionamento,
unanimamente condiviso, che Scialfa metterà nero su bianco in un
ordine del giorno da sottoporre, giovedì, all'approvazione del
consiglio. Il documento non conterrà alcun riferimento di tipo
economico. Di questa parte si farà carico politicamente il sindaco
portando ancora una volta all'attenzione dell'Anci (Associazione comuni
italiani) la necessità di un riequilibrio dei compensi di consiglieri
e assessori comunali rispetto ai colleghi di altre città e ad alcuni
manager di enti pubblici. L'esigenza è sentita dalla maggior parte
degli eletti di Tursi e anche da qualche assessore esterno. "Genova
è tra i Comuni economicamente più virtuosi e, nello stesso
tempo, quello in cui gli amministratori guadagnano meno a parità di
incombenze", ricorda l'assessore al Commercio, Gianfranco Tiezzi (Pd).
Dunque, "la questione aumenti deve essere affrontata serenamente, senza
fare demagogia". "Sarebbe equo - afferma Tiezzi - fissare parametri
oggettivi, validi per tutti. Altrimenti assistiamo al paradosso che proprio
gli amministratori più attenti vengono penalizzati rispetto a colleghi
finanziariamente meno accorti". Opposta la posizione del collega Bruno
Pastorino (Rifondazione): "Pensiamo piuttosto ai duemila euro all'anno
persi da molte famiglie per effetto del carovita". Contrario all'aumento
è anche Bruno Delpino, capogruppo dei Comunisti italiani: "Però
su questo argomento - premette - non bisogna fare demagogia. È vero
che i consiglieri comunali sono sempre più sotto pressione, le loro
responsabilità aumentano e i compensi sono francamente bassi.
Personalmente, da pensionato, non ho grandi assilli economici. Tant'è
vero che devolvo al partito il 50 per cento del mio stipendio da consigliere
comunale. Sul resto pago un ulteriore venti per cento di tasse. A conti fatti
non mi restano più di 300 euro al mese. Ma va bene così".
Farello accetta di buon grado la linea attendista proposta dal sindaco, ma
avverte: "Consapevole delle difficoltà di bilancio, i consiglieri
hanno fatto la loro parte. Ora mi aspetto che, anche la giunta, sopporti la
sua dose di sacrifici e di impegno per contenere le spese". Vincenzo Galiano
28/11/2007 la mANOVRA Finanziaria non permette l'aumento dei compensi Simone
Farellocapogruppo PD 28/11/2007 " 28/11/2007.
(
da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
28-11-2007)
Come era
prevedibile la proposta, varata dalla commissione Affari istituzionali, di
assegnare un'indennità fissa mansile da 800 euro ai consiglieri
comunali, fa discutere e divide la politica. "L'articolo 82 della legge
627, al punto 4 - fa notare Alvaro Balloni del Polo
Civico - recita che la trasformazione dei gettoni di presenza in indennità fissa può avvenire, purché comporti
minori o pari entità al costo complessivo dei gettoni". In sostanza allo stato attuale 800 euro sarebbero una
cifra più alta di quanto viene rimborsato in media ai consiglieri
sottoforma di gettoni. "L'indennità fissa è un sistema
poco usato nel resto d'Italia ed un motivo ci sarà. Evidentemente
è antieconomico per la casse comunali. Sopratuttto quallo che non mi
trova d'accordo è stabilire la cifra prima di aver valutato
"costi e benefici". Per questo invito a riflettere - conclude
Balloni - i colleghi sia di maggioranza che di opposizione su una proposta
che potrebbe essere letta come un segnale negativo dalla cittadinanza".
Contrari allo stipendio anche i consiglieri del Prc Gino De Paolis e Daniele
Perello per i quali "votare in consiglio, a favore dell'istituzione di
una indennità fisso, se pur minimo, nell'immaginario collettivo, ci
accomunerebbe a personaggi e a centri di potere, che, da anni, nonostante
l'indigenza nella quale versa il Comune di Civitavecchia,continua ad approfittare
di questa situazione".
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
28-11-2007)
Di CLAUDIO CURTI
FABRIANO Passa a maggioranza l'assestamento di bilancio del Comune. Ma non
mancano le polemiche. A quelle di rito piovute dal centrodestra, e in buona
parte sposate dalla maggioranza circa l'illegibilità e la poca
chiarezza del documento sottoposto alla votazione dell'assise civica nella
seduta di ieri, si aggiungono - un po' inaspettate - quelle dello stesso
assessore al Bilancio, Marco Boldrini, che ha proposto ai consiglieri una
"previsione" dei costi della macchina politica che saranno iscritti
nella manovra di bilancio del prossimo anno. "Se dovessimo continuare ad
indire Consigli comunali con questa frequenza e se lo stesso avverrà
per le riunioni delle sette commissioni consiliari e della conferenza dei
capogruppo, la somma che si raggiungerebbe sarebbe pari a 360mila euro. Il
passaggio a 30 consiglieri, l'aumento delle commissioni consiliari da 5 a 7 e l'aumento dei
componenti della giunta comunale da 6 a 8 mi sembrano un po' ridondanti. Se
convocassimo un Consiglio comunale al mese - magari due in sessione di
bilancio - e una sola riunione al mese per ciascuna commissione, riusciremmo
ad abbattere di circa 100mila euro questi costi discrezionali politici".
Una bacchettata inaspettata che ha fatto storcere il naso al centrosinistra
che, forse anche per queste dichiarazioni, ci ha tenuto a far sapere
all'assessore Boldrini "che il documento prodotto in Consiglio comunale
è effettivamente poco leggibile ai più". Una risposta alle bacchettate di Boldrini è giunta anche
dal primo cittadino. "All'articolo 13, comma 2, dello Statuto comunale
si legge che i consiglieri comunali possono decidere di trasformare il
gettone di presenza per ciascuna convocazione in una indennità mensile.
Questo comporterebbe una spesa fissa a prescindere da consigli comunali e
dalle commissioni. Spetta, però, al consiglio stesso optare per
questa scelta. Comunque sia, posso affermare che la lievitazione dei costi
della politica sono dovuti essenzialmente al passaggio da 20 a 30 consiglieri con
tutto quello che ne consegue. Si tratta, comunque, di costi di democrazia e
non di spese tout court". Diatriba interna alla maggioranza a parte,
sull'assestamento di bilancio il centrodestra ha alzato le barricate.
"Non è possibile presentare un documento, seppur consono dal punto
di vista formale, con i soli codici contabili, senza cioè estrinsecare
la vera natura dei codici stessi. Per questo abbiamo deciso di presentare una
mozione d'ordine per riaggiornare il punto". Pur condividendone il
merito, ha però replicato il capogruppo di Rc Emanuele Rossi,
"vista la scadenza perentoria del 30 novembre per approvare
l'assestamento voteremo contro questa mozione". Risultato: proposta
bocciata. "Un fatto gravissimo - è insorta l'opposizione -: la
stessa maggioranza non sa per che cosa voterà. Se accettano di essere
presi in giro, problemi loro". Alla fine comunque l'assestamento di
bilancio è passato a maggioranza ma i capigruppo della coalizione
hanno chiesto formalmente ai dirigenti del Comune rendere più comprensibili
gli atti di bilancio.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
28-11-2007)
Prov Ogliastra
Pagina 6025 Provincia Il Consiglio ritocca il bilancio Provincia --> Oggi
alle 10 nella sala consiliare di via Mameli si riunisce il Consiglio
provinciale. All'ordine del giorno l'esame dell'interpellanza presentata dal
consigliere Enzo Russo sul funzionamento dei gruppi in Consiglio provinciale.
"Nello statuto è previsto che tutti i gruppi abbiano degli spazi
e del personale a disposizione d'ausilio allo svolgimento del loro compito -
lamenta l'esponente di Fortza Paris - al punto che il presidente si è
dotato di uno staff, ma la minoranza non ha ne spazi ne personale. Per questo
dico: se non si sono soldi non ci sono per nessuno. Continuo inoltre a
chiedere la diretta radio per garantire massima trasparenza. Perché gli
elettori sappiano quello che succede in Consiglio". Tra gli altri
l'assestamento del bilancio 2007, il riconoscimento dei
debiti fuori bilancio, la novazione dei mutui dell'ex Provincia di Nuoro e
della Comunità montana, l'approvazione del regolamento sulla
protezione Civile e la rettifica della delibera consiliare numero 43,
(protocollo d'intesa tra Asl, Laore e Provincia) e infine l'aumento del
gettone di presenza per i consiglieri.
(
da "Corriere della Sera" del
28-11-2007)
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-11-28 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE L'iniziativa Nasce lo sportello per i cittadini.
"Vogliamo aiutare i milanesi a vivere meglio nella loro
città" "Più trasparenza", sfida degli avvocati
antiabusi Patti chiari, amicizia lunga. E "azzeccagarbugli " al
bando. è un po' questa la nuova filosofia che gli avvocati di Milano
vogliono inaugurare per cancellare una volta per tutte la diffidenza che
ancora caratterizza i rapporti tra i cittadini, disorientati e spaventati
dalle peripezie giudiziarie, e i legali. Trasparenza, fiducia, sicurezza e
rigore professionale, ecco i cardini del nuovo progetto che vede impegnato,
primo in tutta Italia, l'Ordine degli avvocati di Milano che il prossimo 15
gennaio inaugurerà lo "Sportello per il cittadino". "Un
progetto - come ha spiegato ieri Paolo Giuggioli, presidente degli avvocati
milanesi - nato dall'esigenza di soddisfare la sempre più forte richiesta
di informazione e di aiuto che proviene dai cittadini costretti a rivolgersi
al complicato sistema giustizia". C'è chi dice che sarà un
nuovo modo di fare l'avvocato, chi dice che è una tappa obbligata dopo
il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, ma c'è anche chi dice, più concretamente, che è soprattutto una difesa
della categoria messa alla frusta dall'agguerrita concorrenza e dalle
continue invasioni di campo di notai, consulenti del
lavoro e commercialisti. "Oramai - hanno fatto notare gli avvocati ieri
riuniti in assemblea - persino i supermercati offrono servizi legali...".
E allora l'Ordine forense meneghino inaugura la campagna pubblicitaria
"Piacere avvocato" e apre lo "Sportello del cittadino".
L'ufficio, situato in via San Barnaba 29, all'interno del palazzo ex Anmig,
proprio accanto al palazzo di giustizia, verrà in soccorso di chi,
alle prese con una problematica giudiziaria, vorrà capire come
muoversi e a chi rivolgersi. Costo della consulenza
una vera banalità, dieci euro. In cambio, il cittadino otterrà
il nominativo di un legale esperto nella materia che di volta in volta
occorrerà e che sarà obbligato a sottoscrivere con il cliente
un patto chiaro sia dal punto di vista strategico-legale sia dal punto di
vista economico. "Insomma - ha ribadito il presidente Giuggioli -
vogliamo essere avvocati seri al servizio dei cittadini". Sarà
l'Ordine a vigilare sugli elenchi dei legali esperti e sulle parcelle. Biagio
Marsiglia.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
28-11-2007)
CONSIGLIO COMUNALE
Tagli ai bilanci Sport dimezzato Ranaldi furioso ? FABRIANO ? L'ASSESTAMENTO
di bilancio passa in consiglio comunale con i soli voti della magioranza ma
registra lo sfogo dell'assessore allo sport Gaetano Ranaldi che alza la voce
per i tagli subiti dal suo settore. "Ne faccio una questione di forma e
non solo di sostanza", ha detto ieri in aula rivolgendosi all'assessore
alle finanze Boldrini. "Prima mi sono stati tagliati 10 mila euro, poi,
senza comunicarmelo altri 37 mila. Non è un bel modo di agire. Ora i
fondi a mia disposizione sono soltanto 33 mila euro contro gli 80 del 2006 e
126 del 2005 del mio predecessore". Tagli in arrivo in un po' in tutti i
settori: troppi, secondo Boldrini, i 360 mila euro di spesa annuale per
consigli comunali e commissioni. Il sindaco Sorci propone una
mensilità fissa per le commissioni in sostituzione del gettone di presenza da 90 euro a seduta. - -->.
(
da "Nazione, La (Empoli)" del
28-11-2007)
Di GIULIO PANZANI
FUCECCHIO L'ONDA lunga dell'inchiesta avviata a Pisa sul Consorzio di
bonifica fiumi e fossi per quei tributi che potrebbero essere considerati
illegittimi, arriva a Fucecchio e coinvolgere anche il Consorzio di bonifica
del Padule le cui bollette vengono contestate da tempo dai proprietari
d'immobili e di terreni. Costretti comunque a pagare ? pena il rischio di un
atto esecutivo ? malgrado il beneficio dei lavori consortili possa non
riguardarli o essere irrisorio rispetto all'importo della tassa. Qualcuno si sta
già muovendo per raccogliere firme per un esposto all'autorità
giudiziaria, riproponendo le ragioni della protesta che a Pisa sta scatenando
un vero terremoto. SULL'OPERATO dei Consorzi di bonifica che a Fucecchio sono
addirittura due (uno per il territorio di qua d'Arno e un altro per l'area di
S.Pierino), le contestazioni sono storia antica specie considerando che
questi organismi che dovrebbero provvedere alla regimazione idraulica
sovrappongono spesso le proprie competenze, e dunque le tasse, a quelle di
altri enti. Quel che è certo è che dev'esserci un congruo
rapporto fra l'imposizione fiscale e il beneficio ricevuto dal contribuente.
Ora, nonostante che il contributo minimo sia stato portato, nella nostra
zona, a 13 euro con un ribasso del 13,30% rispetto al 2004, sono in
moltissimi che possedendo magari solo un garage o un orto e avendo, per
questi, una ricaduta dall'attività consortile che può essere
valutata in un euro o due. E tutti questi proprietari ritengono dunque, non
senza qualche ragione, doi pagare in maniera eccessiva. Considerando, poi, il
numero enorme degli iscritti a ruolo di questa tassa, si può anche
desumere quale cifra da capogiro arrivi nelle casse del Consorzio, che
peraltro non provvede direttamente all'esecuzione delle opere idrauliche ma
ha solo un ruolo di struttura appaltante e un organigramma fra dirigenti,
dipendenti e consiglieri estremamente costoso. "SE LE BOLLETTE minime
sono state diminuite nel 2007 ? osserva uno dei promotori della raccolta di
firme ? cosa è cambiato rispetto alle spese di gestione degli anni
precedenti quando evidentemente gli introiti erano ancora superiori?".
Se poi i benefici delle opere idrauliche costano un decimo di quanto viene
attribuito a moltissimi proprietari, a cosa servono tanti introiti? Una critica riguarda anche il numero di consiglieri, eletti
ogni 5 anni con un'affluenza al voto di circa il 10% degli aventi diritto, i
cui gettoni di presenza superano spesso quelli dei colleghi dei consigli comunali. Il
che, in tempi nei quali il costo della vita è in continua crescita,
non entusiasma troppo i destinatari delle bollette. NEL FRATTEMPO il
presidente del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, Gino Biondi, fa
sapere dalla sede di Ponte Buggianese che "Il Consorzio non ha commesso
nessuna irregolarità, non si possono confondere la quota minima con il
beneficio minimo". Il beneficio minimo comprende tutte quei servizi di
carattere generale come il monitoraggio meteo 24 ore su 24, il servizio di
vigilanza idraulica e reperibilità, il servizio di concertazione con
le prefetture e la protezione civile in caso di esondazione, il servizio di
pronto intervento garantito da 5 ditte suddivise nelle varie zone del nostro
comprensorio che garantiscono uomini e mezzi sempre a disposizione del Consorzio
in qualsiasi momento in caso di emergenza. Tutti questi servizi, necessari a
garantire l'incolumità delle persone, hanno ovviamente un costo che
per un principio di sussidiarietà vengono spalmati su tutti i 73mila
contribuenti del Consorzio. - -->.
(
da "Asca" del 28-11-2007)
(ASCA) - Catanzaro,
28 nov - Dal confronto tra le Regioni e il Governo arrivano almeno tre
importanti risultati per la Calabria: la revisione delle regole per il
''Patto di stabilita'', imposto da Bruxelles, che avrebbe potuto penalizzare
la spesa relativa alle risorse comunitarie; l'accordo per il riparto del
Fondo per la Sanita' 2008 con un incremento del budget alla Calabria rispetto
al 2007; la possibilita' di giungere presto alla programmazione triennale
delle risorse per il trasporto pubblico locale anch'esso incrementato.
''Abbiamo fatto le nostre proposte. Per lunghi mesi - ha affermato il
presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero - in sede di Conferenza
delle Regioni, l'assessore regionale al bilancio e finanze, Vincenzo
Spaziante, le ha difese correttamente spiegandone le ragioni. Oggi abbiamo
raccolto i risultati e gettato le basi anche per miglioramenti futuri''. E'
soddisfatto il presidente Loiero ed e' soddisfatto l'assessore Spaziante
anche per tutta una serie di aiuti al Mezzogiorno, inseriti nella legge
finanziaria. Al termine della seduta della Conferenza dei
Presidenti delle Regioni, che oggi ha espresso i pareri favorevoli sulla
legge finanziaria e dato il via libera al riparto del finanziamento per il
2008 del Servizio Sanitario Nazionale, l'assessore Spaziante - come informa
una nota dell'Ufficio stampa della Regione - ha riepilogato alcuni dei punti
fondamentali su cui si basera' l'accordo Stato-Regioni. ''Nella
Sanita' - ha detto - l'ostacolo che si era presentato e che ne rendeva
difficile l'approvazione da parte delle Regioni riguardava i maggiori costi
derivanti dall'incremento di circa 400.000 unita' della popolazione residente
al primo gennaio 2007. L'ostacolo
e' stato superato grazie all'accordo ra ggiunto con il Governo che si e'
impegnato a concordare una parte della copertura della spesa a partire dai
prossimi mesi''. Comunque, il riparto assegnera' alla Regione Calabria, un
importo superiore a quello stanziato nel 2007 sia pure di poco inferiore, al
momento, rispetto all'incremento programmato. La Conferenza dei Presidenti ha
espresso il proprio parere favorevole anche sulla legge finanziaria. La
riunione e' stata il punto di arrivo di un confronto con il Governo durato
oltre due mesi che alla fine ha consentito alle Regioni di ottenere
importanti risultati. Tra questi assume un particolare rilievo, anche per la
Regione Calabria, che si e' battuta con grande determinazione in tal senso,
la revisione delle regole per il rispetto del ''Patto di stabilita'' europeo,
che si concretizzera' attraverso un accordo con il Governo, da perfezionare
all'inizio del 2008. Infatti, occorre una ''manutenzione' dei criteri per
evitare di oltrepassare la soglia di spesa nell'utilizzo dei contributi
legati proprio ai fondi comunitari. red/cam/sr (Asca).
(
da "Corriere Adriatico" del
28-11-2007)
Con la
diminuzionedelle sedute previstoun risparmio notevolePassa
l'assestamentoScontro sugli atti Gettoni ai consiglieri,
la sforbiciata di Boldrini L'assessore propone un giro di vite sulle
riunioni: "Così tagliamo i costi della politica" FABRIANO -
Passa l'assestamento generale di bilancio, ma le difficoltà economiche
restano. E non è assurdo ipotizzare, per il futuro, la diminuzione
delle sedute consiliari e delle riunioni delle commissioni o a un qualche
altro rimedio inerente all'attività degli organismi comunali.
Ieri sera, il consiglio comunale ha approvato il documento a maggioranza
(contrario il centrodestra), ma il calo continuo delle entrate potrebbe
portare a decisioni di non poco conto inerenti all'attività
istituzionale. "Il bilancio soffre - ha sottolineato l'assessore Marco
Boldrini - e soffrirà ancora. In questo caso, nessun ambito ha
ricevuto meno di quanto stanziato inizialmente, però è chiaro
che, nonostante maggiori entrare (fra queste, gli oneri del centro
commerciale, il recupero delle entrate, e quant'altro), non siamo riusciti a
soddisfare richieste ulteriori. In una situazione del genere, abbiamo dato la
priorità alle esigenze oggettive, alle necessità più
impellenti, mettendo in secondo piano le attività discrezionali. E le
variazioni sono state abbastanza esigue, non abbiamo effettuato aggiustamenti
di grosso rilievo. Quel che mi preme rimarcare è che mantenendo questo
livello di consigli e di riunioni delle commissioni, arriveremo a una spesa
di oltre 360.000 euro all'anno. Per questo mi chiedo se non sia il caso di
ridurre le sedute a una al mese (due solo quando si tratta il bilancio) e le
riunioni delle commissioni a sette al mese (ossia una soltanto per ogni
commissione)". L'idea, che sarà sviluppata e che verosimilmente
incontrerà non poche resistenze all'interno del civico consesso, vede
possibilista il sindaco Roberto Sorci: "Sono favorevole
all'indennità onnicomprensiva, attivata già in altri Comuni, ma
sarà comunque il consiglio comunale stesso a doversi esprimere sulla
questione, qualora naturalmente venisse formalizzata una proposta in tal
senso". Ieri, lo scontro in consiglio ha riguardato il documento di
bilancio "in toto", a partire da alcuni aspetti formali, ma non per
questo meno importanti. "Non ci è stata data una documentazione
chiara, precisa, leggibile - ha detto Guido Latini - tanto è vero che
i capitoli sono suddivisi per codici, che naturalmente non spiegano di che
cosa si parla. Per questo motivo, non parteciperò alla
votazione". Critiche sotto questo aspetto sono giunte pure dal resto
dell'opposizione, nonché dai banchi della maggioranza. Urbano Urbani (Forza
Italia) ha presentato una mozione d'ordine sospensiva ("i consiglieri
non sono messi nelle condizioni di esaminare attentamente il documento",
ha osservato l'esponente azzurro), che però è stata bocciata (17 a 7 l'esito del voto). Nel
pomeriggio, tuttavia, i capigruppo del centrosinistra hanno presentato un
ordine del giorno, in cui "esprimono perplessità circa il metodo
adottato nella presentazione degli atti. La partecipazione, la trasparenza e
la chiarezza sono i presupposti fondamentali l'azione di governo. Chiediamo
che i dirigenti si attivino per rendere comprensibili tutti gli atti
presentati al consiglio, secondo le indicazioni dei consiglieri e degli
assessori, e che questo documento sia allegato al Dpr 194/96. Infine, per i
prossimi atti chiediamo il codice meccanografico e la descrizione dello
stesso". AMINTO CAMILLI,.
(
da "Corriere Adriatico" del
28-11-2007)
Il presidente
americano sta puntando tuttosulla situazione in Medio Oriente Partono i
confronti tra i palestinesi di Abu Mazen e gli israeliani di Olmert "E'
arrivato il momento della pace" ANNAPOLIS - Il presidente americano
George W. Bush ha puntato sulla pace in Medio Oriente sul tavolo verde delle
grandi ambizioni storiche. Svanito il sogno di concludere con un successo
indiscusso la sanguinosa guerra in Iraq, Bush ha deciso di spendere i gettoni rimasti del suo capitale politico internazionale
sulla causa più difficile della grande scacchiera internazionale: il
conflitto tra israeliani e palestinesi. La poderosa macchina diplomatica
americana è riuscita a far convergere ieri su Annapolis, con lusinghe
di vario tipo, una impressionante platea di 50 tra paesi e organismi
internazionali, compresi i siriani (che Bush considera sponsor del terrorismo
e che Israele ha bombardato solo pochi mesi fa) e l'Arabia Saudita (che ha
fatto sapere di non avere nessuna intenzione di stringere la mano agli
israeliani). Davanti ad una platea dove non mancavano gli scettici ed i
pessimisti, il presidente Bush ha proclamato che "è giunto il
momento della pace" ed ha fatto scattare il conto alla rovescia
strappando ad israeliani e palestinesi l'impegno a fare tutto il possibile
per risolvere il contenzioso "entro il 2008". Un impegno,
tecnicamente una "dichiarazione comune di intenti", raggiunto in
extremis, poco prima della conferenza di Annapolis, grazie alla pressione continua
degli americani e in particolare del segretario di stato Condoleezza Rice,
che si è già recata otto volte quest'anno in Medio Oriente e
che ha intravisto, nel corso dei suoi colloqui nella regione, una
"opportunità". Che il presidente Bush, dopo sette anni di
scarso interesse per il contenzioso israelo-palestinese, ha deciso di
cogliere al volo, facendo della questione una delle "massime
priorità" del suo ultimo anno alla Casa Bianca. Il presidente
Bush - che durante la sua presidenza non si è mai recato in Israele e che ha sempre rifiutato di incontrare il leader
palestinese Yasser Arafat - ha deciso così di spendere sulla questione
israelo-palestinese i gettoni residui del suo capitale politico internazionale. Ha
così organizzato ad Annapolis una stretta di mano tra il premier
israeliano Ehud Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen che potrebbe
entrare nei libri di storia. O potrebbe restare un bel ricordo
nell'album personale di Bush. Bush, un presidente debole perchè giunto
alla fine del suo mandato, ha visto nelle debolezze dei suoi due
interlocutori, un Olmert dalla popolarità molto bassa e un Abu Mazen
che controlla solo una parte dei palestinesi, una opportunità comune,
una occasione storica. La conferenza di Annapolis ha offerto ai tre protagonisti
una ciambella di salvataggio. Tutti hanno professato ad Annapolis un
disperato ottimismo. "Il tempo della pace è adesso".
CRISTIANO DEL RICCIO,.
(
da "Gazzettino, Il" del 28-11-2007)
MestreI ricorsi al
Tar sono già pronti. A presentarli potrebbero essere i singoli sindaci
o, più verosimilmente, l'Associazione dei Comuni del Veneto. Oggetto,
la Finanziaria 2008 che, nella formulazione attuale, rischia di mettere
ulteriormente in difficoltà il sistema delle autonomie locali. Questa
volta non sono soltanto i tagli ai trasferimenti statali (meno 10 per cento)
a preoccupare i sindaci alle prese con la stesura del bilancio di previsione per
il 2008. La mazzata ai conti dei 581 comuni veneti potrebbe darla l'esenzione
dall'Ici per la prima casa. Una norma perorata dalla maggioranza di governo
per sgravare i bilanci familiari che avrebbe l'effetto di scaricarne il costo
sui municipi, con effetti che nessuno, al momento attuale, è in grado
di prevedere. Se infatti sono già indicate le date entro le quali si
dovrà pagare l'imposta (il 16 giugno e il 16 dicembre 2008), non
è possibile allo stato attuale quantificare l'ammontare di questa. Ma
i comuni, nei bilanci di previsione, sono obbligati a indicare entrate certe.
Per questo Anci Veneto, in analogia con l'Associazione nazionale dei comuni
italiani, si sta preparando a fare ricorso al Tar contro la Finanziaria.Ai
dubbi di costituzionalità riguardanti il taglio dell'Ici sulle prime
case, si aggiungono altri vincoli. Il primo riguarda i limiti per l'utilizzo
degli oneri di urbanizzazione da parte dei comuni, che dal prossimo anno
dovranno essere utilizzati esclusivamente per gli investimenti senza potere
più alimentare la spesa corrente. La Finanziaria 2008 prevede inoltre
che i pagamenti delle spese in conto capitale possano essere effettuati
soltanto per le opere realizzate nell'anno di competenza. In parole povere, i
Comuni non potranno usare i soldi che arrivano da Roma per pagare debiti
pregressi, con un prevedibile aumento del contenzioso con i creditori degli
enti pubblici. "È una cosa inaccettabile - sbotta il presidente di Anci Veneto, Vanni Mengotto - che causerà
danni enormi alle amministrazioni. Non si possono modificare i criteri strada
facendo".Anche sul tagli dei gettoni di presenza i sindaci hanno da ridire: "È assolutamente
inaccettabile - è scritto in un documento approvato dal Consiglio
dell'associazione - che la manovra tendente al contenimento dei cosiddetti
costi della politica, anziché colpire i veri privilegi, si scarichi
ancora una volta sui Comuni", che già nel 2006 avevano dovuto
tagliare il 10 per cento delle indennità. E i tagli, com'è
noto, andranno a incidere anche sui comuni che fanno parte delle
comunità montane, per le quali è in arrivo una robusta cura
dimagrante. "La situazione è grave - aggiunge il vice presidente
di Anci Veneto, Roberto Andriolo - siamo di fronte all'ennesima Finanziaria
che lede l'autonomia dei Comuni". Per questo, prima di mettere mano alle
carte bollate, i sindaci si appellano ai parlamentari veneti perché inducano
il Governo e il Parlamento a modificare il testo della Finanziaria.A.Fr.
(
da "SaluteEuropa.it" del
28-11-2007)
A.S.SO.FARM. che
rappresenta le 1.400 Farmacie Comunali che operano nel Paese ritiene ormai
necessaria una legge di riordino nazionale che
ammoderni tutto il sistema Farmacia cosicché possano essere superate le
insidie che provengono dall'art. 2 del terzo disegno di legge sulle
liberalizzazioni, in calendario al Senato, che consentirebbe la vendita dei
farmaci di fascia C al di fuori del canale delle Farmacie. Il lavoro portato
avanti dal Tavolo del Ministero della Salute e le relative proposte, di cui
A.S.SO.FARM. si è resa parte attiva, riguardanti le modifiche appunto
all'art. 2 del A.S. 1644 devono essere integrate da ulteriori norme che in un
solo tempo rendano organica la revisione del sistema Farmacia in Italia.
Difatti, oltre alle proposte di A.S.SO.FARM. per l'apertura di nuove Farmacie
(circa 2.200) e lo snellimento dei concorsi per l'assegnazione fermo restando
il diritto di prelazioni da parte di Comuni si assicurerà l'apertura
di nuove Farmacie anche nei grandi centri commerciali, in aeroporti, stazioni
e comunque in punti strategici dove è necessario garantire il miglior
servizio possibile oltre ad una flessibilità degli orari di apertura.
A.S.SO.FARM. ritiene necessario che la remunerazione del farmacista vada rivista basandosi non più solo sui prezzi dei farmaci
venduti ma anche sulla qualificazione delle prestazioni farmaceutiche
avviando un processo di rinnovo della Convenzione Farmaceutica di alto
profilo con il Servizio Sanitario Nazionale e quindi propone che si
individuino le Farmacie che si contraddistinguono per i livelli qualitativi
dei servizi che saranno erogati al loro interno. Per ultimo, come
elemento fondamentale, vi è la necessità di rispondere in
maniera concreta alle richieste della Commissione europea in Corte di
Giustizia, prevedendo che la titolarità delle Farmacie non sia
riservata ai soli farmacisti. Proprio l'esperienza gestionale delle Farmacie
Comunali, unitamente a quella di altre società private che in questi
ultimi anni gestiscono gruppi di queste ultime, dimostra la validità
della multititolarietà nello sviluppo di servizi sempre più
qualificati per la salute dei cittadini.
(
da "Asca" del 28-11-2007)
(ASCA) - Bologna,
28 nov - Voto favorevole (astenuti AN e Andrea Leoni di FI) al progetto di
legge d'iniziativa dei consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza
(Zanca, Villani, Richetti, Aimi, Rivi e Corradi) ''Costituzione e
funzionamento della Consulta di garanzia statutaria''. La Consulta introduce
nel quadro istituzionale della Regione uno strumento che richiama, pur con
funzioni e attribuzioni diverse, la Corte Costituzionale, di cui pero' non ha
i poteri. La Consulta e' un organo ''terzo'', autonomo e indipendente,
chiamato a valutare la piena conformita' allo Statuto dei provvedimenti
legislativi e regolamentari adottati dall'Assemblea, secondo le previsioni
dell'art. 69 dello Statuto regionale. Dopo la riforma del titolo V della
Costituzione, ha spiegato il relatore Paolo Zanca (sdi), gli Statuti
regionali sono diventati quasi ''Costituzioni'', ecco perche' ci e' parso
necessario avere una sede nella quale, pur senza effetti giuridici, si
verificasse la coerenza dei provvedimenti con lo Statuto. Zanca ha anche
ricordato che nel corso della discussione del progetto di legge in
Commissione, un punto particolarmente delicato e' stata la scelta del momento
in cui puo' intervenire la Consulta e quella dei suoi interlocutori
(originariamente si prevedeva infatti che potessero accedere alla Consulta,
oltre ai consiglieri regionali, anche i singoli cittadini). Si e' deciso di
porre in capo esclusivamente ai consiglieri il ricorso all'organismo e di
consentirlo nel periodo che intercorre tra l'approvazione finale della legge
e la sua promulgazione. In questo lasso di tempo i singoli gruppi, o un
quinto dei consiglieri, possono ricorrere alla Consulta e il ricorso sospende
i tempi della promulga. Dopo aver sottolineato anche gli altri compiti
importanti affidati a questo organismo, Zanca ha aggiunto che l'approvazione
del testo, cosi' come uscito dalla Commissione, potrebbe comportare una
modifica statutaria, soprattutto nella parte relativa al numero dei
componenti dell'organismo. Lo Statuto indica infatti 5 componenti, di cui 3
nominati dall'Assemblea e 2 dal Consiglio delle autonomie Locali. Con
l'approvazione di questa legge, ha comunque precisato il relatore, la
Consulta puo' essere operativa da subito con i tre componenti eletti
dall'Assemblea. Il PdL si compone di 17 articoli. Nel primo si definisce la
composizione della Consulta: possono essere nominati magistrati in quiescenza
o fuori ruolo, docenti universitari in materie giuridico-amministrative,
avvocati iscritti all'albo da almeno dieci anni, figure professionali che
abbiano maturato significativa esperienza nel settore. Eletti a voto segreto,
i componenti della Consulta resteranno in carica per un solo mandato; la
durata del mandato e' di cinque anni, volutamente non coincidenti con la
legislatura: l'art. 3 stabilisce che la nomina avvenga non prima di dodici
mesi e non dopo diciotto mesi dalla data d'insediamento dell'Assemblea
legislativa. L'art. 7 disciplina l'autonomia organizzativa e finanziaria
della Consulta: ogni anno, prima della predisposizione del bilancio
dell'Assemblea, la Consulta definisce con l'Ufficio di Presidenza il
fabbisogno finanziario e le risorse umane necessarie per il proprio
funzionamento. Il gettone di presenza dei componenti
sara' stabilito con deliberazione dell'Assemblea, su proposta dell'Ufficio di
Presidenza. Il parere di conformita' allo Statuto dei progetti di Legge e dei
Regolamenti potra' essere chiesto alla Consulta dai singoli gruppi consiliari
o da un quinto dei consiglieri regionali. La richiesta di parere puo' essere
presentata solo dopo l'approvazione del provvedimento in Aula ed entro 24
ore, prima della sua promulgazione da parte del Presidente della Regione.
Tale istanza sospendera' la procedura legislativa e dovra' essere formulata
in modo da indicare le disposizioni del PdL (o Regolamento) che si ritengono
contrarie alle norme statutarie e le disposizioni dello Statuto che si
ritengono violate. La Consulta dovra' esprimersi entro 15 giorni. Se il
parere accogliesse in tutto o in parte i rilievi formulati, la Presidenza
dell'Assemblea disporra' che l'oggetto venga iscritto al primo punto
dell'ordine del giorno della prima seduta utile; in caso contrario, il
provvedimento passera' direttamente alla promulgazione. I pareri della
Consulta non saranno esecutivi e vincolanti come quelli della Corte
Costituzionale, ma di evidente rilevanza politica. Al nuovo organismo,
inoltre, questo PdL assegna tutte le procedure referendarie regionali, i
conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta, e la gestione provvisoria in
caso di scioglimento anticipato dell'Assemblea. res-muz/sam/ss (Asca).
(
da "Sestopotere.com" del
28-11-2007)
(20:38) (28/11/2007
18:58) | APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA (Sesto Potere) - Bologna -
28 novembre 2007 - Voto favorevole (astenuti an e Andrea Leoni di fi) al
progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri componenti dell'Ufficio di
Presidenza (Zanca, Villani, Richetti, Aimi, Rivi e Corradi)
"Costituzione e funzionamento della Consulta di garanzia
statutaria". La Consulta introduce nel quadro istituzionale della
Regione uno strumento che richiama, pur con funzioni e attribuzioni diverse,
la Corte Costituzionale, di cui però non ha i poteri. La Consulta
è un organo "terzo", autonomo e indipendente, chiamato a
valutare la piena conformità allo Statuto dei provvedimenti
legislativi e regolamentari adottati dall'Assemblea, secondo le previsioni
dell'art. 69 dello Statuto regionale. Dopo la riforma del titolo V della
Costituzione, ha spiegato il relatore Paolo Zanca (sdi), gli Statuti
regionali sono diventati quasi "Costituzioni", ecco perché ci
è parso necessario avere una sede nella quale, pur senza effetti
giuridici, si verificasse la coerenza dei provvedimenti con lo Statuto. Zanca
ha anche ricordato che nel corso della discussione del progetto di legge in
Commissione, un punto particolarmente delicato è stata la scelta del
momento in cui può intervenire la Consulta e quella dei suoi
interlocutori (originariamente si prevedeva infatti che potessero accedere
alla Consulta, oltre ai consiglieri regionali, anche i singoli cittadini). Si
è deciso di porre in capo esclusivamente ai consiglieri il ricorso all'organismo
e di consentirlo nel periodo che intercorre tra l'approvazione finale della
legge e la sua promulgazione. In questo lasso di tempo i singoli gruppi, o un
quinto dei consiglieri, possono ricorrere alla Consulta e il ricorso sospende
i tempi della promulga. Dopo aver sottolineato anche gli altri compiti
importanti affidati a questo organismo, Zanca ha aggiunto che l'approvazione
del testo, così come uscito dalla Commissione, potrebbe comportare una
modifica statutaria, soprattutto nella parte relativa al numero dei
componenti dell'organismo. Lo Statuto indica infatti 5 componenti, di cui 3
nominati dall'Assemblea e 2 dal Consiglio delle autonomie Locali. Con
l'approvazione di questa legge, ha comunque precisato il relatore, la
Consulta può essere operativa da subito con i tre componenti eletti
dall'Assemblea. Il PdL si compone di 17 articoli. Nel primo si definisce la
composizione della Consulta: possono essere nominati magistrati in quiescenza
o fuori ruolo, docenti universitari in materie giuridico-amministrative,
avvocati iscritti all'albo da almeno dieci anni, figure professionali che
abbiano maturato significativa esperienza nel settore. Eletti a voto segreto,
i componenti della Consulta resteranno in carica per un solo mandato; la
durata del mandato è di cinque anni, volutamente non coincidenti con
la legislatura: l'art. 3 stabilisce che la nomina avvenga non prima di dodici
mesi e non dopo diciotto mesi dalla data d'insediamento dell'Assemblea
legislativa. L'art. 7 disciplina l'autonomia organizzativa e finanziaria
della Consulta: ogni anno, prima della predisposizione del bilancio
dell'Assemblea, la Consulta definisce con l'Ufficio di
Presidenza il fabbisogno finanziario e le risorse umane necessarie per il
proprio funzionamento. Il gettone di presenza dei
componenti sarà stabilito con deliberazione dell'Assemblea, su
proposta dell'Ufficio di Presidenza. Il parere di conformità allo
Statuto dei progetti di Legge e dei Regolamenti potrà essere chiesto
alla Consulta dai singoli gruppi consiliari o da un quinto dei
consiglieri regionali. La richiesta di parere può essere presentata
solo dopo l'approvazione del provvedimento in Aula ed entro 24 ore, prima
della sua promulgazione da parte del Presidente della Regione. Tale istanza
sospenderà la procedura legislativa e dovrà essere formulata in
modo da indicare le disposizioni del PdL (o Regolamento) che si ritengono
contrarie alle norme statutarie e le disposizioni dello Statuto che si
ritengono violate. La Consulta dovrà esprimersi entro 15 giorni. Se il
parere accogliesse in tutto o in parte i rilievi formulati, la Presidenza
dell'Assemblea disporrà che l'oggetto venga iscritto al primo punto
dell'ordine del giorno della prima seduta utile; in caso contrario, il
provvedimento passerà direttamente alla promulgazione. I pareri della
Consulta non saranno esecutivi e vincolanti come quelli della Corte
Costituzionale, ma di evidente rilevanza politica. Al nuovo organismo,
inoltre, questo PdL assegna tutte le procedure referendarie regionali, i
conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta, e la gestione provvisoria in
caso di scioglimento anticipato dell'Assemblea.
(
da "Alto Adige" del 29-11-2007)
Di Davide Pasquali
Ellecosta: asili, troppi italiani Ma avanza il "melting pot"
BOLZANO. "La proposta Rottensteiner sugli asili "di vicinanza"
non è nata per questo scopo. Ma, secondo me, si dovrebbe impedire agli
italiani di iscrivere i figli alle materne tedesche". Lo dice il
capogruppo Svp Ellecosta. Ma intanto, negli asili tedeschi, il melting pot
è realtà consolidata: tanti italiani, mistilingui e immigrati.
La proposta avanzata nei giorni scorsi in commissione consiliare
dall'assessore comunale alla scuola Greti Rottensteiner ha fatto montare le
polemiche, da più parti. Non solo l'opposizione, ma pure una fetta
della maggioranza ha storto il naso. Critici esponenti di Verdi, Sd, ex
Margherita. Si rischia di penalizzare alcuni quartieri a scapito di altri, si
dice. A farne le spese sarebbero i rioni che oggi non sono dotati di asili,
come Firmian, Casanova o Mignone. Attualmente, alcuni genitori sono costretti
a spostarsi, anche di molto, per raggiungere una materna con posti liberi.
C'è chi deve andare da via Resia fino ai Piani o a Rencio. In
più, visto che la proposta è nata in casa Svp, sorge spontaneo
un dubbio: non è che si tratti magari di una
manovra per contenere o addirittura contrastare l'immissione di alunni
italiani ed extracomunitari negli asili tedeschi? Specie nelle materne del
Centro? Quegli asili tanto gettonati e ambiti, perché le strutture sono
ultramoderne, il livello didattico ottimale e la possibilità di
imparare il tedesco garantita? Il capogruppo Svp Oswald Ellecosta
inizialmente respinge l'accusa: "No, la proposta è semplicemente
una razionalizzazione: oggi, non trovando posto, c'è chi iscrive i
bimbi a quattro asili, non sapendo in quale riuscirà ad entrare. Sono
avvantaggiati i residenti di ciascuna zona, ma al secondo posto subentra il
criterio dell'età: i più vecchi hanno precedenza su chi abita
vicino. Ciò non è giusto e genera confusione. Ci vogliono
regole certe e razionali: non è possibile che un bimbo di via Resia
finisca all'asilo a Rencio. Vada piuttosto in via Milano". Inoltre,
secondo Ellecosta, la misura Rottensteiner, "che la Svp cittadina
condive in toto", avrebbe soprattutto il vantaggio di diminuire il
traffico automobilistico. Della serie: se vai all'asilo più vicino a
casa, inquini di meno. Ma, tolte queste premesse, il discorso della supposta
necessità di limitare la presenza degli
italiani negli asili tedeschi torna alla ribalta, di prepotenza. "Anche
se gli asili di vicinanza non hanno questo scopo - sottolinea il capogruppo -
non significa che non ci sia qualcosa da cambiare. Fosse per me, non dovrebbe
essere permesso agli italiani di frequentare l'asilo tedesco, o ai tedeschi
di frequentare l'italiano. I figli con un genitore tedesco o gli italiani con
figli che conoscono il tedesco, passino. Gli altri si iscrivano altrove.
Continuiamo a ricevere lamentele: chi non conosce il tedesco crea problemi a
se stesso, alle insegnanti, agli altri bimbi. La Provincia dovrebbe far
rispettare lo statuto di autonomia che tutela la minoranza linguistica e
culturale germanofona. E invece non lo fa". Ellecosta tiene a precisare
che "non si tratta di cattiveria, ma di rispetto delle regole":
accordo De Gasperi-Gruber e via discorrendo. La posizione di Ellecosta
è criticata dall'opposizione. Roberto Cemin (Lista Benussi), è
laconico ma caustico: "Meno male che sono in pochi a pensarla come lui.
Non si può ragionare così, al giorno d'oggi: è cambiato
tutto". E si ha proprio questa impressione, visitando uno degli asili
tedeschi del Centro, dove italiani, mistilingui e immigrati abbondano: il
nuovissimo e bellissimo Sankt Johann, nell'omonimo vicolo. All'uscita, fra i
genitori che attendono i figli, ci sono una coppia di immigrati dell'Est che
non parlano né italiano né tedesco. Poi un nonno italiano, Giovanni Zago, che
ammette: "Sì, è un problema: molti genitori devono
spostarsi di molto per trovare un posto. Anche per quanto riguarda gli asili
nido: un dramma". Poco oltre Shpetim Bishgeni, albanese: "Qui ci
sono insegnanti molto buoni. E anche se un figlio conosce solo l'italiano,
impara in fretta anche il tedesco". Poco oltre, Laura Paloschi da
Cremona, sposata con un bavarese: "Va a ondate: l'anno scorso si sono
iscritti molti italiani; peccato che non tutti si rendano conto che, qui, ci
si deve immergere in un'altra cultura: non si tratta solo di lingua. Bisogna
essere convinti e avere delle basi linguistiche decenti". D'accordo la
signora Wieser, una delle poche sudtirolesi doc incontrate: "A volte ho
l'impressione che qui ci siano troppi che parlano solo in italiano, specie i
genitori". Angela Kneid è quasi l'unica a essere interessata alla
proposta Rottensteiner: "Abito dirimpetto a un asilo, ma mi hanno
"fregato" il posto per via dell'età. Bene i 350 metri".
Comunque vada a finire, una cosa è certa: qui il rein deutsch è
scomparso e domina il melting pot. Anche se Ellecosta vorrebbe altrimenti.
(
da "Provincia di Cremona, La" del
29-11-2007)
Edizione di
Giovedì 29 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Ascom. Presto un
traguardo importante per i suoi servizi Certificazione di qualità di
Ivan Ghigi Il 60° anno di attività dell'Ascom Cremona è stato
particolarmente attivo. L'associazione, come illustra il direttore Antonio
Pisacane, è stata impegnata sul fronte sindacale da una parte e su
quello dei servizi dall'altra. "Sul fronte sindacale ? dice Pisacane ?
abbiamo promosso moltissime manifestazioni a sostegno delle nostre categorie
come ad esempio 'Pane in piazza', il Bontà, i giovedì d'estate
e le consuete luminarie nelle vie centrali della città in concomitanza
con la festa del torrone. Una promozione direi di grande impatto, che spiega
l'installazione delle luminarie con largo anticipo rispetto al solito, senza
dimenticare che i negozi sono rimasti aperti". "Sul fronte dei
servizi invece ci eravamo lasciati sostanzialmente sulla via di un traguardo
importante. La nostra associazione è una delle prime, penso anche a
livello nazionale, che sta per ottenere la certificazione di qualità.
Una certificazione che in pochi frangenti è stata applicata, ma
è una strada che abbiamo deciso di intraprendere da tempo. Il fatto
è che tutti continuano a riempirsi la bocca con il termine
qualità, noi invece abbiamo parlato meno e siamo passati ai fatti
seguendo un percorso complicato che ci porterà ad ottenere la
certificazione. Attraverso un monitoraggio costante da parte di numerosi consulenti l'Ascom sta riorganizzando la struttura con la
speranza di essere pronta per il primo semestre del 2008. Credo che la
certificazione sia un fatto di prestigio, ma anche un'ulteriore garanzia per
i nostri associati, perché presso l'associazione trovano servizi certificati,
professionali forniti a condizioni economiche agevoli. E' un atto di grande
trasparenza". Il numero degli associati si mantiene stabile?
"Sì, non ci sono variazioni di notevole rilievo. Però
è giusto sottolineare che si aderisce all'Ascom volontariamente e che
altrettanto con un atto di volontà si può uscire. Tante sono le
nuove iscrizioni, ma chi esce dall'Ascom lo fa sempre perché cessa
l'attività. Quindi il numero di iscritti resta sempre attorno ai 2000
è c'è un certo equilibrio tra le nuove attività che
nascono e quelle che cessano". I progetti che l'Ascom porta avanti ormai
quasi come una tradizione stanno diventando un punto di riferimento per altre
realtà del territorio. "Sicuramente l'attività
promozionale delle categorie fa gola anche ai territori vicini a Cremona. Noi
siamo partiti con il Natale ma lo stiamo esportando anche a Castelleone e
Soresina. Come ho detto a Cremona quest'anno il Natale è partito in
anticipo ma è stata una scelta mirata per agganciarsi alla festa del
torrone: chi è venuto a Cremona ha potuto trovare la città
addobbata e i negozi aperti. Migliore promozione di questa...". Per il
futuro vi state preparando a quali novità? Si parla della
liberalizzazione per i pubblici esercizi ad esempio. "Sono otto anni che
sento parlare di questa liberalizzazione e l'unico settore contingentato
è quello dei pubblici esercizi. Non si sa quando arriveremo alla
liberalizzazione ma fa specie sentire certe cose, magari riguardo ai
tassisti, ai parrucchieri ed altre attività. Se proprio vogliamo fare
un'analisi notiamo che l'unico settore veramente liberalizzato è il
commercio. Forse sarebbe giusto che toccasse anche agli altri adesso".
Ascom attende la certificazione di qualità e non rinuncia ai servizi
storici. "Copriamo a 360 gradi la platea e le sue esigenze, direi che la
nostra gamma di servizi, per ampiezza, non ha eguali. Certamente i problemi
sono tanti e diversificati perché il commercio comprende anche turismo e
servizi: noi stiamo attenti alla specificità di ogni attività
fin dove è possibile chiaramente. Se da una parte si migliorano i
servizi base, dall'altra abbiamo l'orecchio aperto, pronto a recepire ogni
nuova esigenza". Tra i fiori all'occhiello dell'Ascom c'è
l'abbattimento dei costi dell'energia. "E' sempre valido ? conclude
Pisacane ? il discorso dell'energia che qualche anno fa ha visto l'ingresso
di Ascom in una società lombarda. Oggi quella società a livello
nazionale applica le migliori condizioni per l'acquisto dell'energia. Tanto
è vero che molte realtà esterne all'associazione si stanno
avvicinando e le richieste stanno crescendo in maniera considerevole. Ma non
solo, mi piacerebbe che tanti nostri associati capissero la convenzienza di
certe offerte anche se si tratta di attività di dimensioni relative,
mentre invece accade che facciamo gola ad aziende che avrebbero un risparmio
in percentuale cospicuo. Il tutto comunque testimonia quanto il nostro
prodotto sia allettante".
(
da "Repubblica, La" del 29-11-2007)
Pagina VII -
Palermo L'INIZIATIVA Il pacchetto di proposte sarà presentato domani
al ministro Livia Turco. Lagalla: "Valuteremo" "Metà
aziende e meno burocrati" Il piano del Pd per salvare la sanità
cracolici In assenza di una complessiva riorganizzazione del sistema il
rientro dalla spesa sarà un fallimento barbagallo Se non saranno
rispettati i tagli alla spesa la Sicilia rischia perdere oltre tre miliardi
di fondi statali ANTONIO FRASCHILLA "La sanità siciliana è
sull'orlo del baratro, c'è il rischio che aumentino ancora le tasse
per i cittadini e si perdano risorse statali per oltre 3 miliardi di
euro": da Palazzo dei Normanni il Partito democratico punta il dito contro
il governo Cuffaro, reo "di affossare la sanità dell'Isola
aumentando le tasse ai siciliani, con ticket, Irpef e Irap che servono a
coprire il buco della sanità, senza però aver varato un piano
organico di riforma del sistema". Ieri i vertici di Pd all'Assemblea
regionale hanno presentato un pacchetto di proposte per riformare il sistema sanitario siciliano e hanno attaccato la giunta Cuffaro,
che a oggi non ha ancora predisposto il piano sanitario
regionale, lo strumento di programmazione che doveva essere varato entro il
31 dicembre 2007, come prevede la Finanziaria dello scorso anno. L'ultimo
piano risale al triennio 2000 - 2002. Ma secondo Antonello Cracolici,
capogruppo del Pd all'Ars, c'è di più: "Stiamo mettendo in
atto un piano di rientro da un 1,3 miliardi di euro - spiega - senza aver
ancora predisposto l'accreditamento delle strutture private che doveva essere
fatto entro il 31 ottobre scorso, a testimonianza che non si vuole riformare
davvero il sistema". Anche se Saverio Ciriminna, a capo dell'Ispettorato
sanitario, assicura: "A giorni sarà
pubblicato il decreto con l'elenco delle strutture accreditate". Domani
sarà a Palermo il ministro della Salute Livia Turco, che
presenzierà al convegno organizzato dal Pd per presentare un pacchetto
di riforma della sanità siciliana, a partire dal taglio delle 30
aziende sanitarie e ospedaliere dell'Isola: "Ne bastano la metà -
spiega Roberto De Benedictis, della commissione Sanità all'Ars che ha
elaborato il pacchetto di riforme - Chiediamo inoltre la riorganizzazione
dell'assessorato alla Sanità con l'istituzione di un unico direttore
al posto degli attuali cinque che hanno funzioni che si sovrappongono.
Proporremo anche l'istituzione di un'agenzia regionale che monitori il reale
fabbisogno di salute dei cittadini". Tra le altre proposte, che
confluiranno in un atto d'indirizzo all'Ars, c'è anche la
ristrutturazione del 118: "La realizzazione di una nuova società
mista non riduce lo spreco del 118, che ha visto triplicare i costi nel giro
di due anni, (arrivando a 170 milioni all'anno, ndr) - continua Giovanni
Barbagallo, vicecapogruppo del Pd all'Ars - Sono stati assunti 3.200
soccorritori, ma alcuni di questi non hanno nemmeno la patente. Occorre
collegare le centrali operative e metterle sotto il controllo di un'unica
struttura". Il piano di rientro presenta inoltre contraddizioni e non
corregge le inefficienze. Un esempio? "I dipendenti della sanità
regionale sono 47.993, con una media di 9,75 ogni mille abitanti - continua
De Benedictis - Peccato che vi siano province dove, rispetto alla media, vi
siano 800 impiegati amministrativi in più, come Enna o Ragusa".
Per il Pd il rischio è che un deficit così elevato, passato dai
340 milioni del Duemila al miliardo del 2006, ricadrà tutto sulle
spalle dei siciliani: "Senza il piano di
riorganizzazione del sistema anche il rientro della spesa sanitaria
sarà un fallimento, e aumenteranno le tasse - conclude Cracolici -
Già adesso paghiamo il massimo dell'Irap e dell'Irpef previsto dalla
legge, ma se la Sicilia non copre il deficit sanitario si
potrà derogare ai tetti di legge e aumenterà ancora la
tassazione". Inoltre se la Regione non rispetterà gli
accordi con il governo nazionale sul rientro della
spesa sanitaria, l'Isola potrebbe perdere finanziamenti dallo Stato per 740
milioni (a integrazione del fondo sanitario) e il
prestito da 2,8 miliardi di euro da restituire in 30 anni: "Senza i
tagli queste somme, che arrivano a oltre 3 miliardi, non possono essere
utilizzate", conclude Barbagallo. L'assessore alla Sanità,
Roberto Lagalla, assicura però che "il piano regionale
sarà presentato all'Ars entro dicembre": "Prenderemo
comunque in considerazione le proposte del Pd", dice l'assessore.
(
da "Corriere della Sera" del
29-11-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2007-11-29 num: - pag: 46 autore: di
MASSIMO MUCCHETTI categoria: REDAZIONALE PARTITO DEMOCRATICO La strana sorte
dei patrimoni di Ds e Margherita I dirigenti della Quercia criticano spesso,
e non senza ragione, l'opacità della finanza italiana. Ma quando si
tratta delle finanze del partito il rigore metodologico, che non va confuso
con la riconosciuta onestà personale dei tesorieri, cala un po'.
Specialmente ora che gli eredi del Pci, assieme agli aderenti alla
Margherita, stanno per sciogliersi nel nuovo Partito democratico. Quanto si
profila non è una fusione, e nemmeno la somma di due storie con le
loro attività e passività economiche, ma il conferimento di due
storie, non è chiaro con quali bilanci materiali, a un terzo soggetto
che si propone come nuovo quanto a idee e cassa. Per questo motivo la
questione dei bilanci non è irrilevante né per la sostanza né per il
metodo. Il Pd vuole essere una formazione leggera, che archivia la forma
partito novecentesca. Dunque, meno sedi, meno funzionari, meno organi di
stampa tradizionali e costosi: meno spese fisse, in una parola. La Margherita
è già un partito sottile, come direbbero in Borsa. Anche perché
gli immobili rimasti al Partito Popolare, e dati in comodato gratuito alla
Margherita, sono e restano intestati all'Associazione i Popolari. La Quercia
è molto dimagrita rispetto al suo storico progenitore, e tuttavia ha
conservato assetti più consistenti. Con la conseguenza di avere
più patrimonio ma anche più dipendenti e più debiti. Il
Pd deve ancora stabilire come organizzerà la propria attività
di raccolta dei fondi e con quali modalità di rendicontazione agli
iscritti e ai cittadini. Sarebbe augurabile uno sforzo in più rispetto
agli obblighi di legge che non prevedono, per esempio, un reale bilancio
consolidato. Ma sarebbe già molto decidere in modo chiaro e
verificabile quali attività e passività debbano passare dai
vecchi partiti in liquidazione al nuovo e quali no.
E tuttavia già adesso è chiaro che il Pd
"distruggerà" posti di lavoro, specialmente fra i Ds, sia al
Botteghino che nelle regioni rosse dove più consistente è la
struttura. Fosse un'azienda, la Quercia penserebbe a una bad company con cui
far fronte ai costi sociali derivanti dal passato e al rimborso del debito
residuo. Non lo è, e farà diversamente. Di questa materia - che
in passato ebbe il suo rilievo nei rapporti dell'ex Pci con il sistema
finanziario - i congressi non si sono occupati. I leader pensano che i
tesorieri, allo stesso modo dell'intendenza di Napoleone, seguiranno
comunque. Ma a quale prezzo sul piano della trasparenza? I Ds, che hanno due
storiche fondazioni nazionali (l'Istituto Gramsci e il Cespe), promuovono ora
una rete di fondazioni provinciali alle quali vengono attribuiti, saldati
entro l'anno i debiti della periferia, i resti non trascurabili di quello che
fu un piccolo impero immobiliare. è una decisione di qualità
diversa da quelle passate. Assegnare il Bottegone o una Casa del Popolo a una
srl o a dei fiduciari poteva ben restare competenza delle direzioni nazionale
e locali. Far sopravvivere un patrimonio al partito - e questo vale anche per
la Margherita - è invece una decisione che avrebbe meritato un mandato
di origine congressuale. Nelle società ben governate, le decisioni
ordinarie le prende il consiglio di amministrazione e quelle straordinarie
l'assemblea degli azionisti. I partiti non avrebbero
dovuto essere da meno. Anche perché, in un congresso, sarebbe stato
più difficile evitare di chiarire a chi in futuro risponderanno le
fondazioni e l'Associazione i Popolari e se, e in quale bilancio, questi
conduits della politica verranno consolidati. \\ Far
sopravvivere un capitale alla formazione politica
avrebbe meritato un mandato congressuale.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
29-11-2007)
Udine La seduta va
oltre la mezzanotte pochi rinunciano a due gettoni
Per riuscire a votare tutti i punti all'ordine del giorno la seduta del
consiglio comunale di martedì è proseguita fino all'una e
trenta del mattino facendo così scattare il doppio gettone. Se
l'assemblea prosegue oltre la mezzanotte i consiglieri
hanno infatti diritto a ricevere due gettoni di presenza, ciascuno di circa cento euro lordi, 82 netti. A meno che non
decidano, come spesso accade, di rinunciare alla doppio compenso.
Martedì però sono stati in pochi i consiglieri che hanno fatto
questa scelta. Tra questi anche Alberto Bertossi dei Cittadini, Diego Volpe
Pasini di Sos Italia, Adriano Lualdi di Impegno per la città e
Claudio Freschi di Udine democratica. "Quando sforiamo la mezzanotte di
pochi minuti - spiega il presidente del consiglio, Elvio Ruffino - invito
sempre tutti a rinunciare al doppio gettone ma martedì siamo andati
molto oltre per cui la scelta è stata individuale". Alla fine della
seduta, dopo aver respinto la proposta di Michele Florit (La Colomba) di
sciogliere le circoscrizioni, il consiglio ha anche approvato due mozioni di
sentimenti: la prima di solidarietà alle forze di polizia proposta da
Roberto Bardini di Fi e la seconda per ricordare la vittima sul lavoro Paolo
Di Giusto, proposta dalla Sinistra democratica. (c.r.).
(
da "Messaggero, Il (Marche)" del
29-11-2007)
Di FERDINANDO
VICINI ANCONA - Appena sei mesi fa Emilio Docente decise il derby da grande
ex, seppellendo la sua vecchia Samb sotto il peso della sua tripletta. Allora
protagonista assoluto sul terreno del Del Conero, domenica prossima invece
Ancona - Samb la guarderà dalla tribuna. Il centravanti
arriverà appositamente da Rimini per assistere all'incontro fra le due
sue vecchie squadre. Ad entrambe ha regalato una salvezza ai play out: nel
2006 segnando per la Samb una doppietta decisiva nel ritorno dei play out
contro il Lumezzane; a giugno scorso mettendo ko il Teramo con due reti
altrettanto determinati, una all'andata e una a ritorno, a vantaggio
dell'Ancona. Emilio come vivrai la partita di domenica prossima?
"Verrò a vederla perché la sento ancora un po' mia, come se
ancora dovessi giocarla". Per chi farai il tifo al Del Conero?
"Sono ancora molto legato all'Ancona, sia per i rapporti con la famiglia
Schiavoni che con i miei ex compagni. Le mie simpatie saranno per i
biancorossi". Da addetto ai lavori chi vedi favorito? "Senza dubbio
l'Ancona, che è sicuramente più forte della Samb. Monaco ha un
gruppo compatto e un centrocampo stellare per la C1: Caremi, Miglietta e
Anderson garantiscono qualità per la fase offensiva e forza ed
efficacia nella fase di contenimento. Lì in mezzo potrebbe decidersi
la gara". L'anno scorso all'andata la Samb vi giocò un brutto
scherzo. Quest'anno come la vedi? "Probabilmente in questa stagione ai
rossoblu non è ancora riuscito di sostituire adeguatamente alcuni
elementi come Morante e Consigli, che lo scorso anno si erano messi in grande
evidenza. La società deve correre ai ripari a gennaio". A proposito
del mercato di gennaio, la voce di un ritorno di Docente all'Ancona non si
è mai spenta. Che cosa ne pensi? "Ho già parlato con il
Rimini tramite il mio procuratore Dattolo: se dovessi tornare in C1 per me
esiste solo l'Ancona e non ne faccio una questione di classifica. Non andrei
nemmeno alla Salernitana. Il Rimini mi ha fatto sapere di voler puntare sul
sottoscritto, però al momento non ho avuto molto spazio. Aspettiamo e
vedremo". Pensi che l'Ancona possa farcela nella corsa alla promozione
in B già quest'anno? "Credo che abbia i mezzi per giocarsela sino
in fondo, nonostante le ultime due sconfitte consecutive. Il derby arriva al
momento giusto per un rilancio immediato, però i biancorossi devono
fare attenzione perché sono partite sempre molte insidiose e la Samb non
sarà un avversario rassegnato". NOTIZIARIO - Solo un po' di
palestra e corsa per Salvatore Mastronunzio: il dolore al piede destro che
tormenta il bomber continua a tenere in apprensione l'Ancona, Squalificati
Fanucci e De Sousa Monaco potrebbe inserire Lacrimini come esterno sinistro
in difesa spostando Rizzato in avanti al posto di De Sousa.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
29-11-2007)
La proposta di
ridurre i posti da 60 a
40 era sicuramente esagerata, tuttavia avrebbe meritato un dibattito serio
Numero dei consiglieri, occasione persa in Regione DIBATTITO di ROBERTA
DEGANO* Sul tema dei costi della politica e dei
privilegi della politica e, più in generale
sulla questione morale, abbiamo già scritto, abbiamo sempre avuto una
nostra chiara e netta posizione e abbiamo anche fatto iniziative in passato.
L'aspetto positivo di questa situazione che ha scatenato parecchia attenzione
in tutti i cittadini, è che sempre più spesso i cittadini
dimostrano insofferenze a questo stato di cose. Sicuramente la crisi della politica non è determinata solamente e unicamente
dai suoi costi e dai privilegi che produce. Il male è più
profondo. Finalmente è giunto il tempo delle proposte. Con la
costruzione del Partito democratico, Walter Veltroni ha avanzato una sua
articolata proposta. Al centro di tale proposta c'è una vecchia e mai
discussa richiesta di ridurre il numero dei parlamentari. A livello della
nostra regione registriamo con amarezza quanto di negativo è accaduto
mercoledì 21 novembre in consiglio regionale. I Cittadini per il
presidente (Malattia) e la Lega Nord (Guerra) avevano presentato un ordine
del giorno comune, bocciato dall'aula, che prevedeva la riduzione dai 60
attuali a 40 consiglieri in ambito regionale. A nostro parere la proposta dei
due capigruppo sicuramente è esagerata, ma è una proposta che
può far nascere un dibattito all'interno del consiglio, è una
proposta che può far discutere seriamente. Differentemente, invece,
è stata data solamente una risposta provocatoria (almeno da quanto si
capisce dalla stampa), una risposta provocatoria che definiremmo anche
irresponsabile da parte dell'Udc che chiedeva la riduzione del consiglio
regionale a un "unico consigliere". A nostro modesto parere, la
maggioranza regionale ha perso un'occasione politica
per aprire un dibattito serio e vero. Questo problema non è più
rinviabile. Una regione come il Friuli Venezia Giulia con poco più di
1.200.000 abitanti non può, anzi non dovrebbe, avere un consiglio
regionale con 60 eletti più gli assessori esterni. Noi da parecchio
tempo ci eravamo impegnati, all'interno dei Democratici di sinistra allora,
su questo fronte. Ora, come movimento di Sinistra democratica, siamo
impegnati a costruire una nuova e rinnovata sinistra che non vuole la sua
verità, ma pone al centro di questo progetto la questione morale di
antica e sempre valida memoria berlingueriana. Alle tante donne e uomini di
sinistra che aspettano con fiducia la nascita di una forza di sinistra
plurale chiediamo di essere protagonisti. Una forza di sinistra di governo
che non può né oggi né domani essere avversaria del Partito
democratico. Per noi il nodo fondamentale critico e strategico
dell'innovazione sul terreno della politica non
passa attraverso nuovi inizi. La politica per noi
è una lotta culturale sociale del presente col passato, che non deve
essere cancellato, ma trasformato. Il mondo del lavoro, il mondo dei lavori,
i giovani in cerca di un lavoro qualificato, il mondo del sapere per noi sono
il principale motore per dare alla politica
dignità, trasparenza e fiducia. Il passato è l'unica
realtà. Il presente è qualcosa che si tocca con la mano. Il futuro
di questo nostro Friuli, della Regione, del nostro amato paese non dobbiamo
cercarlo nella nostra immaginazione. Da cittadini responsabili e non da
consumatori non confondendo mai i diritti con i desideri. Il percorso
è tracciato. Salite, curve, spine, trabocchetti non mancheranno. Noi,
con la passione, il cuore e la ragione ce la metteremo tutta per farcela.
Siamo convinti che ora i tempi stanno maturando, percepiamo che c'è la
volontà di cercare di dare risposte concrete sull'unità a
sinistra, da parte di tutte le forze politiche che sono attente a questo
difficile percorso, ma che percepiscono che il grande vuoto lasciato a
sinistra con la nascita del nuovo Partito democratico non può essere
lasciato senza risposte e tutti insieme, noi speriamo, ci spenderemo per dare
queste risposte. Da qui anche un appello, in precedenza appena accennato, a
tutte le donne e gli uomini di sinistra che ci vogliono scrivere, dare il
loro suggerimento, farci capire cosa pensano di questo percorso, per iniziare
anche attraverso la stampa un dibattito che possa fungere da catena
trainante, anche per capire che forse non siamo pochi, noi uomini e donne di
sinistra. Noi uomini e donne che riteniamo di aprire un processo di
rinnovamento e di unità della sinistra italiana che veda coinvolti e
protagonisti le tante e i tanti che non vogliono la scomparsa della sinistra
nel nostro paese e che vogliono spendersi e partecipare a
una riforma della democrazia italiana che deve assumere il dato che ci fa
annotare la crisi politica di questo paese. L'alternativa all'antipolitica è basata sulla partecipazione e sul recupero dell'etica
pubblica: un impegno in primis contro i costi impropri e gli sprechi fanno parte del nostro ampio scenario di uomini e donne di
sinistra! *Coordinatrice provinciale Sinistra democratica.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
29-11-2007)
Prov Ogliastra
Pagina 6028 Tortolì. Votato all'unanimità dal Consiglio
l'adeguamento di indennità per i consiglieri Pace in Provincia,
aumenta il gettone Tortolì.. Votato all'unanimità dal Consiglio
l'adeguamento di indennità per i consiglieri Superati i contrasti
nella maggioranza di centro-sinistra --> Superati i contrasti nella
maggioranza di centro-sinistra Pace fatta in maggioranza. In attesa della
verifica sull'attuazione del programma, il centro-sinistra che sostiene Piero
Carta sembra avere superato le fibrillazioni emerse nelle ultime settimane.
Tutto come da copione, o quasi. In Consiglio provinciale i dissidenti della
maggioranza rientrano nei ranghi mentre i consiglieri d'opposizione del
centrodestra contestano ogni singolo argomento. In chiusura tutti mano nella
mano sull'ultimo punto all'ordine del giorno: quello che
aumenta il gettone di presenza dei consiglieri fino a 67 euro lordi. PACE FATTA Chi attendeva
fulmini e saette da quella parte di maggioranza che qualche tempo fa aveva
lamentato il mancato coinvolgimento sui punti all'ordine del giorno
abbandonando l'aula consiliare, si è dovuto ricredere. La
maggioranza di centrosinistra più i sardisti che sostiene Piero Carta,
passate le fibrillazioni degli scorsi giorni che avevano fatto gridare alla
crisi, ha votato compatta sia sull'assestamento di bilancio che sui debiti
fuori bilancio parte dei quali riferibili al pagamento di parcelle legali per
alcune vecchie vicende giudiziarie in capo all'ex Comunità montana
Ogliastra. Via libera anche al regolamento provinciale di Protezione civile
proposto dall'assessore all'Ambiente Luigi Lai e a suo tempo rinviato su
richiesta del capogruppo Ds Franco Cugusi. Nessuna polemica, infine, per
l'adeguamento delle indennità dei consiglieri, provvedimento votato
all'unanimità. VERSO LA VERIFICA Clima disteso quindi in seno alla
maggioranza che in attesa della scadenza del prossimo 30 novembre, data in
cui i partiti che compongono lo schieramento si incontreranno per la verifica
sullo stato di attuazione dei programmi. La maggioranza ha avuto ieri il suo
bel daffare per rintuzzare gli attacchi dell'opposizione che, complice
l'interrogazione del consigliere di Forza Paris Enzo Russo sul regolamento
provinciale, il quale garantisce locali adeguati e personale anche per i
gruppi di minoranza. Ribadendo la mancata applicazione di queste direttive,
Russo ha dato la stura ad una serie di lamentele e rivendicazioni. Prime tra
tutte quella che riguarda la sede tortoliese, poiché non è stata
ancora individuata, almeno a giudizio del centrodestra, un locale adeguato e
rappresentativo delle funzioni del Consiglio provinciale ogliastrino.
Un'altra richiesta del centro destra, sempre per voce di Enzo Russo,
riguardante la trasmissione in diretta radiofonica delle sedute di consiglio
ha rappresentato l'occasione per un ulteriore acceso scambio di opinioni.
GIUSY FERRELI.
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
29-11-2007)
FABRIANO - "Ci
metteremo subito al lavoro per studiare questa eventualità". E'
questo il commento del presidente della prima commissione consiliare
"Affari istituzionali" dell'assemblea civica di Fabriano, Claudio
Alianello, in merito all'idea lanciata dal sindaco, Roberto Sorci, circa la
possibilità di trasformare il gettone di presenza
in indennità mensile per contenere i costi della politica
cittadina. Un percorso, comunque, non facile che potrà incontrare resistenze
che potranno travalicare i due attuali schieramenti politici. Le
dichiarazioni dell'assessore al Bilancio, Marco Boldrini, sulla "previsione" di spesa politica per il
prossimo anno "pari a circa 360mila euro con questa frequenza di
convocazione dei consigli comunali e di riunioni delle 7 commissioni
consiliari" stanno determinando una serie di reazioni. "Abbiamo
iniziato a mettere mano agli attuali 83 regolamenti comunali.
Veramente troppi. Il primo che la commissione sta per prendere in esame - racconta
il presidente Alianello - è quello proprio relativo al funzionamento
del consiglio comunale della città della carta. Ci atterremo al
vigente regolamento proposto dall'Anci. L'idea lanciata dal sindaco Sorci
sulla trasformazione del gettone di presenza in
indennità mensile per contenere i costi della politica
cittadina è da studiare e valutare. Lo Statuto comunale, del resto, ci
consente una soluzione del genere grazie al comma 2 dell'articolo 13. Durante
la prossima riunione della prima commissione esporrò questa
possibilità per verificare il grado di accoglimento. Sicuramente -
conclude Claudio Alianello - cercheremo di rendere più snelli i lavori
consiliari guardando alla produttività dell'assise e tenendo d'occhio
anche i relativi costi di "gestione" che possono, alla fine, pesare
sulla manovra di bilancio della città della carta".Cl. Cu.
(
da "Messaggero, Il (Ostia)" del
29-11-2007)
Chiudi
Il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro,
rispetto ai 788 richiesti dal programma. Il deficit per quest'anno è,
quindi di 310 milioni. Meno delle previsioni più pessimistiche, ma
comunque ancora lontano dagli obiettivi che erano stati fissati nelle
previsioni. Rossi all'interno.
(
da "Nazione, La (Arezzo)" del
29-11-2007)
Il tema da
affrontare sarà quello delle esperienze regionali, nazionali ed
internazionali di gestione del rischio. Tra gli illustri relatori che si
alterneranno nel corso della giornata interverrà anche il Ministro
della Salute Livia Turco. Domani invece l'appuntamento del II Forum Risk
Management in sanità è con Luigi Nicolais, Ministro per le
Riforme e le Innovazioni, con cui sarà affrontato il tema dello
sviluppo tecnologico e dell'evoluzione del Sistema
Sanitario Nazionale. - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del
29-11-2007)
UN "PICCOLO
aumento" nelle tariffe "per garantire il livello attuale di
copertura dei servizi". I prezzi per i cittadini (tranne gli esentati)
di asili, scuole, sport, mense subiranno un ritocco sul 4-5%. Anche se
l'assessore Antonella Beltrami si sforza di sorridere, parlando di
"bilancio 2008 ambizioso, col +5,4% di spesa per il welfare, 39,3
milioni di euro, un terzo della spesa corrente", è chiaro che
continua l'epoca delle vacche magre. Gli indirizzi di bilancio sono stati
presentati (non ancora discussi) l'altra sera dal sindaco Alberto Ravioli ai
consiglieri di maggioranza. La "Finanziaria" del Comune prevede 56
milioni di euro per gli investimenti: opere viarie (36,2% del totale), scuola
(17%), edilizia residenziale pubblica (11%). "Salgono a 154 milioni con
i project financing pubblico-privati: un livello altissimo, molto sopra la
media regionale", dice la Beltrami. L'assessore spiega come le spese non
comprimibili pesino per 88,4 milioni, il 72,8% della spesa corrente di
bilancio (121 milioni). Si tratta di personale (46,7 milioni), mutui (17,9
milioni), consumi (22,5). Poi ci sono scuola e sociale, con 16,3 milioni (13,4%),
"altre politiche" (eventi, incarichi professionali ecc.) con 16,6
milioni, "costi della politica"
(assessori, gettoni ai consiglieri, quartieri) con 600mila euro: lo 0,5%.
"Meno che i manager di qualsiasi azienda privata", dice la
Beltrani. La quale rileva che per il personale ci sono aumenti automatici sul
6% annuo. E che gli edifici pubblici nuovi o riscoperti - da asili e scuole
alla... Domus - sono costi aggiuntivi. "Difficile
comprimere queste spese". Confermato il rinforzo della task force
anti-evasione. Sin qui sono una trentina i finti poveri scovati dalla
Finanza. La tassa - anzi imposta - di scopo, confermata, vedrà partire
a giugno i lavori in via Di Mezzo e alla scuola di Viserba. Le
aliquote Ici restano uguali. Così l'addizionale Irpef. Per il Piano
strutturale stanziati 200mila euro; per il Piano strategico 182mila (compresa
la campagna informativa). Per sostenere famiglie e fasce deboli, il Comune
"rinuncia" - fa sconti e agevolazioni - a 7,6 milioni di euro. Si
invoca riforma delle autonomie locali e chiarimento di funzioni (oggi la
Protezione civile è Statale, regionale, provinciale e comunale) e
compartecipazione Irpef e Iva. - -->.
(
da "Libero" del 29-11-2007)
Attualità
29-11-2007 I COSTI DELLA POLITICA C'è un collante per ogni sedere Se
il debito pubblico è fra i più alti in Europa e con esso i
costi legati alla politica e se abbiamo il
più alto numero di politici e loro affiliati un qualche legame tra le
varie cose ci deve essere, no? Viene quindi spontaneo pensare di ridurre i
secondi per diminuire i primi. Anche se il collante dei bei sederi alle
poltrone è difficile da sciogliere. Corrado Cacace e.mail Viene spontaneo a lei e a tutti noi, persino a chi crede
che tra le varie cose non ci sia un legame. Poi ci sono il collante, le
poltrone, i sederi e pure le facce dei politici, anche queste spesso coperte
di collante. Per omologia. Salvo per uso personale è vietato qualunque
tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
(
da "Tempo, Il" del 29-11-2007)
Marco Battistini
L'imput arriva da Roma: occorre tagliare i costi della politica. Un messaggio
rivolto sia agli organi centrali che agli enti locali. A Latina il tema
verrà affrontato nell'odierno consiglio comunale, previsto per le ore
15. Una mozione è stata presentata dal capogruppo del Partito
Democratico, Maurizio Mansutti. Home Latina prec succ Contenuti correlati La
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20 uomini per 1 mese Vota per il nome del nuovo partito di SIlvio Berlusconi
I cittadini vogliono concretezza Lo schema prevederebbe un ridimensionamento
del numero degli assessori e delle commissioni. Nelle intenzioni, i membri di
giunta verrebbero ridotti a 10 unità, così come pure gli
organismi consiliari. La proposta sembra aver trovato consensi in entrambi i
fronti. In tempi non sospetti il sindaco Zaccheo si era detto favorevole a
ridurre soprattutto il numero delle commissioni. In molti le ritengono
eccessive nel numero oltrechè dispersive. I gruppi di lavoro
consiliari rischiano di "burocratizzare" ulteriormente la macchina
amministrativa, ostacolando il lavoro dell'Esecutivo. Quanto agli assessori
potrebbe verificarsi ciò che è stato disposto per i ministri.
Come è noto la Finanziaria 2008 ha previsto che "dalle prime elezioni per il rinnovo di ciascun consiglio
comunale e provinciale viene ridotto il numero dei consiglieri e diminuite le
indennità e i gettoni di presenza. Il numero degli assessori si riduce da 16 a 12". Latina stando
alle indicazioni del legislatore, non andrebbe incontro ad alcuna scure, ma
non sono in pochi (sia dentro la maggioranza che nell'opposizione) a ritenere
necessario un ulteriore ridimensionamento della squadra del sindaco. Per
tutta l'estate era stata paventata l'idea di una giunta "allargata"
a 14 assessori. Una proposta che ha però trovato nella stessa Cdl
fortissime resistenze. Con buona pace degli alleati minori (Dc per le
Autonomie e Azione Sociale) rimaste fuori dai giochi. 29/11/2007.
(
da "Giornale.it, Il" del
29-11-2007)
Scontro
a Genova "Il gettone d'aula salga a 126 euro" di Redazione -
giovedì 29 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia
ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Polemica a Genova sull'aumento del
gettone di presenza per i consiglieri comunali da 97 a 126 euro.
Nei giorni scorsi, la proposta era stata avanzata da un vasto schieramento
bipartisan. Poi gran parte dei firmatari ha fatto un passo indietro. Il
centrosinistra, però, non ha rinunciato del tutto, ma ha solo cambiato
strategia: vuole dare mandato al sindaco Marta Vincenzi di farsi portavoce
presso l'Anci e il governo della richiesta di un riequilibrio fra i compensi
dei politici. "È un fatto di dignità" hanno
sottolineato Simone Farello (Partito democratico) e Nicolò Scialfa
(Rifondazione comunista), quest'ultimo fra i firmatari poi
"pentiti" della delibera. "Occorre riequilibrare i compensi
fra i politici dei vari enti - hanno aggiunto Scialfa e Farello - perché gli
unici penalizzati sono Comuni e Province". Alla fine, in calce alla
proposta è rimasta solo la firma del capogruppo di Forza Italia
Raffaella Della Bianca: "La maggioranza si è tirata indietro ma
quella dei gettoni è però una
questione aperta". Oggi la questione sarà dibattuta in Consiglio
comunale.
(
da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)
IN
COMUNE Della Bianca (Fi): "Di fronte all'impopolarità di un
aumento dei gettoni di presenza, c'è chi vuole gonfiare i rimborsi" 29/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)
"Vergogna,
vogliono garantire l'aumentocon rimborsi spese" Forza Italia attacca
Della Bianca punta il dito contro la maggioranza dopo il no all'aumento dei gettoni ai consiglieri È UN'ACCUSA PESANTE quella
che lancia Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia in consiglio
comunale: "La maggioranza propone di decuplicare il fondo spese a
disposizione dei gruppi consiliari, per aggirare lo stop all'aumento delle
indennità. È una vergogna, noi non ci stiamo". Raffaella
Della Bianca non vuole fare nomi. Ma attacca: "È scandaloso il
comportamento dei consiglieri di maggioranza. Prima firmano per l'aumento dei
gettoni di presenza e poi
ritirano la firma, forse perché impopolare nel momento in cui la gente parla
dei costi della politica. Però nei corridoi alcuni di loro hanno
spiegato che ci potrebbe essere una scappatoia, attraverso una delibera di
giunta. Oggi, ogni consigliere riceve dal fondo che il Comune destina ai
gruppi circa 400 euro l'anno come rimborso spese. Secondo quanto ho sentito
nei corridoi, questo rimborso spese, attraverso benefits non tassabili (buoni
pasto, rimborsi per benzina e spese di cancelleria) sarebbe decuplicato, per
il rimborso complessivo salirebbe a 4 mila euro per ogni consigliere. Ma noi
non ci stiamo. Chiediamo l'aumento del gettone di presenza,
punto e basta. Oggi tireremo fuori questo argomento in aula". Accuse,
quelle di Della Bianca, completamente respinte dai colleghi della
maggioranza. Il battibecco a distanza anticipa il clima arroventato del
consiglio comunale odierno, una seduta straordinaria in cui si parlerà
esclusivamente della richiesta dell'aumento del gettone di presenza
dei consiglieri, dagli attuali 97 euro lordi a 128 euro. A chiedere il
ritocco sono rimasti solo i consiglieri azzurri. Tutti gli altri firmatari, consiglieri
sia di maggioranza sia di opposizione, hanno infatti ritirato il proprio
appoggio (dato in un primo momento) al documento. Le posizioni sono emerse
ieri nella riunione della commissione consiliare bilancio, riunitasi sotto la
presidenza di Enrico Musso. Ma secondo Della Bianca alcuni consiglieri
confiderebbero in una delibera della giunta, con aumenti sui rimborsi spese,
voci neppure tassabili. "Nessuno di noi si è mai sognato una cosa
del genere - è la replica sdegnata di Stefano Anzalone dell'Ulivo-Pd -
e non la vedo neppure realizzabile in concreto. Chiederemo alla giunta di
farsi carico del problema dell'aumento del gettone di presenza
a livello nazionale in sede Anci (l'associazione dei comuni). Il rapporto tra
tempo speso per l'impegno politico di un consigliere e il suo compenso
è da ridiscutere. Ma da questo a pensare che qualcuno di noi possa
avere pensato ad un escamotage come quello di cui ci accusa il capogruppo di
Forza Italia, ce ne passa". Identica la reazione di Antonio Bruno di Rifondazione
Comunista. "È la prima volta che sento parlare di questa ipotesi
- dice - e non mi sembra percorribile". E non cambia la risposta del
capogruppo dell'Ulivo, Simone Farello. "Abbiamo sempre parlato - osserva
sorridendo - della richiesta di un aumento del gettone di
presenza, per una questione di dignità. Mai di altre voci come
quella del rimborso spese. Quest'ipotesi è pura fantasia". Anche
An respinge un'ipotesi del genere. "Avevo firmato anch'io - dice il
capogruppo Aldo Praticò - per la richiesta di un aumento del gettone,
perché la considero legittima. Ho ritirato la firma perché la
richiesta è improponibile in quanto si scontra con la Finanziaria. Non
è la giunta a poterci negare questo aumento: è la legge.
Sull'altra ipotesi, l'aumento dei rimborsi, io non ho sentito mai nulla. Mi
sembra comunque difficile da realizzare, perché ogni singola spesa rimborsata
va documentata". Ma Della Bianca insiste. "Non ero sola quando sono
state fatte queste affermazioni". E promette: "Oggi in consiglio
parleremo di questo". GIULIANO MACCIò elisa mangini 29/11/2007
sul webI lettori criticano le richieste dei consiglieri di adeguare i gettoni 29/11/2007 "NON È vero che il Comune e
quindi i cittadini genovesi non abbiano sostenuto alcun costo organizzativo
per la Notte Bianca del 15 settembre scorso, perché 130 mila euro destinati
alla campagna per la comunicazione, rappresentano di questi tempi una bella
sommetta". Il giudizio è di Alberto Gagliardi di Forza Italia,
oggi vicepresidente del consiglio comunale ed ex sottosegretario, ma sempre e
da sempre anima critica per il centrosinistra. Sotto la sua lente di
ingradimento, stavolta, è finita la Notte Bianca di sabato 15
settembre che Gagliardi definisce "solo una piacevole festa
paesana" ma che, l'esponente azzurro giudica insufficiente "per
riposizionare la visibilità e l'immagine di Genova in ambito europeo e
mediterraneo ...obbiettivo,purtroppo, che non è stato raggiunto né con
il G8 né, soprattutto, con il 2004 capitale europea della cultura". Per
sapere quanto è costata l'iniziativa, l'ex sottosegretario ha
presentato al sindaco Marta Vincenzi un'interrogazione. Ma la risposta non lo
ha soddisfatto, e non solo perchè la notte bianca ha avuto un costo di
130 mila euro per la comunicazione. "Bisogna contare anche le spese
indirette- prosegue Gagliardi - legate alla pulizia, all'ordine pubblico, ai
trasporti, all'illuminazione (in una Genova di solito scarsamente
illuminata). all'elenco degli sponsor, si evince poi, come avevo anticipato
nella mia interrogazione, che si tratta in larga parte di società
municipali o comunque pubbliche e che le aziende "private" sono
quasi tutte tese a coltivare buoni rapporti con l'amministrazione comunale di
centro-sinistra (Coop e affini)". g. m. 29/11/2007.
(
da "Centro, Il" del 29-11-2007)
La presentazione
del libro, con il co-autore Sergio Rizzo, ci
sarà domani a Teramo Niente Kursaal per "La casta" Il Comune
di Giulianova nega il patrocinio all'incontro TERAMO. Domani pomeriggio alle
17.30, nella sala polifunzionale della Provincia, presentazione del libro
"La casta" con la partecipazione del
giornalista Sergio Rizzo, co-autore del libro insieme a Gian Antonio Stella. L'incontro è organizzato da Società civile, che
inizialmente aveva previsto anche una presentazione, in serata, a Giulianova
nel palazzo Kursaal. Questo secondo appuntamento è stato però
annullato a causa, si legge in una nota dell'associazione, "della
non concessione gratuita della sala Kursaal per mancato patrocinio
dell'iniziativa". Il motivo del diniego, fa sapere Leonardo Nodari di
Società civile, "non ce lo hanno spiegato, una motivazione
ufficiale non ci è stata data. Certo, se il Comune ha deciso di nomn
dare ai cittadini la presentazione di un libro così importante ci
dovrà essre una motivazione molto forte. Di sicuro Rizzo
ci è rimasto male". "Abbiamo chiesto la solidarietà
all'ordine nazionale dei giornalisti", aggiunge Nodari, "e la
chiederemo domani sera (oggi ndr) alla trasmissione "Anno zero"
alla quale parteciperò con alcuni cittadini giuliesi".
(
da "Nazione, La (Umbria)" del
29-11-2007)
? ORVIETO ? TIRARE
la cinghia è diventata la parola d'ordine. Il vento
dell'austerità soffia forte sugli enti pubblici orvietani. Anche
quelli che, come il Centro studi, stanno dimostrando una notevole
vitalità a dispetto della grave crisi finanziaria che si è
abbattuta sul Comune, gravato da 50 milioni di euro di debiti e da oltre 3
milioni e settecentomila euro all'anno di interessi sui mutui bancari. Il
Centro studi il cui budget annuale è di 660 mila euro l'anno, riceve
dal Comune 160 mila euro, ma fino allo scorso anno erano 90 mila in
più. Adesso i sei membri del consiglio d'amministrazione
hanno deciso di lavorare gratis. Al posto dei 150 euro che ricevevano ad ogni
riunione, percepiranno un gettone di presenza
simbolico pari ad un solo euro. LA PRESIDENTE della fondazione Centro studi,
assessore Pirkko Peltonen, aveva già rinunciato ad ogni
indennità fin dalla sua nomina, nel giugno scorso.
"Sarebbe sciocco pensare che l'eliminazione del gettone di presenza dei consiglieri incida in maniera significativa
sul bilancio annuale ed è corretto, in linea di principio, che i
consiglieri ricevano un'indennità per il lavoro e la
responsabilità che assumono. E' tuttavia parso opportuno segnalare
anche in questo modo l'impegno davvero disinteressato che i consiglieri
mettono nell'amministrare il Centro". FREQUENTATO ogni anno da circa 600
studenti, il piccolo ateneo di piazza Duomo è entrato recentemente a
far parte del polo didattico provinciale perdendo, di fatto, la sua
autonomia, ma i dieci anni di proficuo lavoro portato a termine del direttore
Stefano Talamoni e le numerose collaborazioni internazionali attivate nel
corso del tempo, ne hanno fatto un "patrimonio" importante per
Orvieto. ATTUALMENTE, il budget di spesa del Corso è coperto, oltre
che dal Comune, anche da 150 mila euro l'anno della fondazione Cassa di
risparmio, da 50 mila euro della Camera di Commercio e da altri 300 mila euro
che derivano dalle attività gestite direttamente come quelle che
interessano la Scuola di Etruscologia, la Scuola Librai italiani, l'Istituto
superiore di sanità, la Luiss e dalle quote dei vari atenei americani.
C.L. - -->.
(
da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
29-11-2007)
Chiudi di FABIO
ROSSI Commissariamento più lontano, anche se non ancora scongiurato,
ma resta l'incognita dell'incremento delle addizionali regionali sulle tasse.
L'incontro di ieri, sul piano di rientro dal debito della sanità del
Lazio, ha portato a un riavvicinamento tra le posizioni dei tecnici della
regione e quelle dei ministeri dell'Economia e della Salute, dopo il
tormentato vertice di martedì scorso. Pietra del contendere sono i
mancati risparmi conseguiti dalla Pisana nel 2007, rispetto alle previsioni
inserite nel piano concordato tra Regione e Governo. Le cifre, dopo una lunga
e difficile analisi della situazione, sono queste: il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478
milioni di euro, rispetto ai 788 richiesti dal programma. Il deficit per
quest'anno è, quindi di 310 milioni. Meno delle previsioni più
pessimistiche, ma comunque ancora lontano dagli obiettivi fissati. Il piano,
peraltro, prevede un risparmio complessivo, entro fine 2008, di 1.090
milioni. In tredici mesi, quindi, andrebbero aggiunti altri 612 milioni di
minori spese: un obiettivo non impossibile da raggiungere, ma obiettivamente
difficile. Altrimenti, anche in mancanza di un commissariamento che sarebbe
frutto di una scelta politica, dovrebbero scattare
le addizionali su Irpef e Irap. Dovrebbero, perché la Regione vuole cercare
un accordo che, riconoscendo la "buona volontà" della
Pisana, porti il Governo a presentare un emendamento che rinvii di dodici
mesi la decisione definitiva. A questo proposito, negli ultimi giorni, il
governatore Piero Marrazzo ha telefonato al premier Romano Prodi e al ministro
dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. Secondo le stime regionali, comunque,
il debito totale del sistema sanitario laziale
sarebbe sceso a 949 milioni di euro, contro i circa 1,8 miliardi del 2005.
Ieri, in particolare, i rappresentanti della Pisana hanno illustrato i cinque
provvedimenti individuati per accelerare il rientro dal "buco" e
rispondere alla diffida inviata nelle scorse settimane dal ministero, che
conteneva la minaccia di commissariamento della sanità laziale. I 310
milioni di deficit di quest'anno dovrebbero essere coperti provvisoriamente
con fondi del bilancio regionale 2008. In attesa di raggiungere, tra tredici
mesi, l'intero obiettivo di risanamento. Lunedì
prossimo se ne riparlerà nel nuovo incontro tecnico in programma in
via XX Settembre, mentre i canali "diplomatici" della politica continuano a essere intasati dai contatti tra le due parti.
Gli sforzi della Pisana, intanto, sono stati premiati ieri dalla Conferenza
delle Regioni, con il cadeau di 500 milioni nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale. Le intenzioni sono quelle di affiancare ai
provvedimenti che intervengono per ridurre il debito sanitario
nella parte strutturale già in fase attuativa - dalla revisione degli
accreditamenti al riordino degli ospedali piccoli e medi - altre operazioni
che consentano di fare "cassa", attingendo dalle proprietà
regionale. Su queste ultimi movimenti c'è l'impegno in prima persona
di Marrazzo e dell'assessore al Patrimonio Marco Di Stefano: gli obiettivi
sono la riduzione del debito già fissata per la fine del 2008, ma
anche la linea del "deficit zero" per la sanità nel 2009. La
Regione, già nella Finanziaria 2007, aveva messo in bilancio 20
milioni di euro, nel triennio, sul capitolo valorizzazione del patrimonio. Un
ramo che ancora non è stato del tutto censito, ma che le stime non
nascondono essere di dimensioni notevoli. La scelta viene riproposta, anche
se in termini ancora non del tutto definiti, con la Finanziaria 2008, che
oggi sarà discussa per la seconda volta dalla Giunta regionale.
(
da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del
29-11-2007)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Ostia))
Chiudi Di giorno il
governo chiede di risparmiare sui costi della politica,
di notte la Regione va controcorrente. E' successo in particolare con Bic
Lazio (Business innovation centre, la società partecipata dalla
Regione per favorire la nascita di nuove imprese) che ha appena modificato
gli assetti societari aumentando il numero dei consiglieri di amministrazione
da sette a nove. Una mossa decisiva per il futuro delle poltrone di Bic
perché il Senato ha approvato con la legge finanziaria dello Stato una norma
che prevede la riduzione dei consiglieri fissando due paletti: il numero
è ridotto a tre se sono più di cinque ed è ridotto a
cinque se i membri sono più di sette. Per evitare discussioni, Bic ha
tagliato la testa al toro passando a nove consiglieri di amministrazione e
quindi anche se la Camera dei deputati approverà la legge finanziaria
i tagli delle poltrone saranno meno pesanti. "Una manovrina sospetta -
commenta Andrea Augello, senatore di An ed ex assessore regionale al Bilancio
- avvenuta a cavallo della discussione della finanziaria tra i due rami del
Parlamento. La riduzione dei costi della politica annunciata da Marrazzo si sta rilevando solo propaganda. Le
società Litorale, Filas e Risorse - aggiunge Augello - sono passate
dall'amministratore unico a un consiglio di amministrazione con tre membri
provocando un aumento delle spese". Alla Regione, invece, la
nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Bic e le variazioni nelle
altre società, non vengono considerate uno scandalo. "Litorale,
Filas e Risorse di fatto costano come prima - spiegano - perché i nuovi
consiglieri di amministrazione sono altrettanti tecnici interni e lo statuto
di Sviluppo Lazio prevede il cumulo di cariche ma anche il divieto di
accumulare gettoni di presenza".
Secondo la Pisana, "su Bic la scelta è stata obbligata per
garantire la rappresentanza a tutti i soci, anche privati, della
società". C.R.
(
da "Salute (La Repubblica)" del
29-11-2007)
SUPPLEMENTO SALUTE
ultimo aggiornamento 29 Novembre 2007 Stampa pag. 5 Il documento La mini
scossa alla sanità in 23 articoli Il disegno di legge del ministro
Turco: qualità, sicurezza, riorganizzazione Sono 23 gli articoli del
disegno di legge concernente "Interventi per la qualità e la
sicurezza del Servizio sanitario nazionale",
collegato alla manovra di finanza per il 2008. Nel primo articolo si
ribadiscono i principi ispiratori: tutela della salute, "dignità
della persona e qualità della vita in tutte le fasi, compresa quella
terminale"; integrità della persona; diritto alla informazione;
universalità delle prestazioni, equità nell'acccesso ai
servizi, partecipazione dei cittadini "anche mediante la misura della
soddisfazione per il servizio erogato" , centralità del
territorio. Si ribadisce inoltre la garanzia dei livelli essenziali di
assistenza, l'attuazione del principio del governo clinico. "I livelli
essenziali di assistenza comprendono: l'assistenza sanitaria collettiva e la
promozione della salute in ambiente di vita e di lavoro; l'assistenza
primaria e sociosanitaria; l'assistenza ospedaliera". Piano quinquennale
"Il Piano sanitario ha durata quinquennale...Le
Regioni coordinano la tempistica degli strumenti della programmazione
sanitaria regionale con quella nazionale e
trasmettono al ministro una relazione triennale sullo stato di
attuazione....il ministro relaziona al Parlamento sullo stato sanitario del Paese, attraverso la presentazione di una
relazione triennale". "Con cadenza biennale, il Consiglio dei
ministri... delibera gli obiettivi di salute...il ministro elabora un atto
programmatico denominato "Guadagnare salute" per
orientare politiche e interventi non sanitari nonché il monitoraggio e la
verifica di risultati". Valutazione Previsti due sistemi di valutazione nazionale (Linee guida e valutazione delle tecnologie sanitarie e Sistema di valutazione del Ssn). Nel caso di in ottemperanza delle Regioni
si prevede anche la nomina di commissari "ad acta". Si
promuove l'integrazione socio sanitaria: "prevalentemente alle aree
materno-infantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche e dipendenze da
droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie in fase
terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie
cronicodegenerative". "Le Regioni definiscono soluzioni
organizzative adeguate per assicurare la presa in carico integrata del
bisogno socio-sanitario...". Partecipazione
Partecipazione in forma singola e associata: si predispone un Patto per la
partecipazione alla tutela del diritto alla salute "con adeguate
modalità di informazione sui risultati dell'operato dei direttori
generali delle Asl" Organizzazione Il governo clinico si traduce in un
meccanismo di gestione dell'azienda. Si prevede l'emanazione di decreti sulla
riorganizzazione con la istituzione dell'Area omogenea di medicina generale,
le Unità di medicina generale e Unità di pediatria in collegamento
e raccordo con ospedali e Asl. Le Unità di medicina generale sono
formate da "almeno 15 medici per un numero di assistiti uguale o
superiore ai 15mila".Si assicura assistenza ambulatoriale "tutti i
giorni 12 ore diurne e assistenza domiciliare continua diurna e notturna".
Stessi orari per le Unità di pediatria. Le farmacie collaborano e
supportano anche con "analisi di laboratorio di prima istanza (esclusa
l'attività di prelievo di sangue o plasma mediante siringhe)".
Prevista l'articolazione in distretti delle Asl e il modello dipartimentale.
Le scelte Trasparenza (curriculum anche su internet) e professionalità
nella scelta dei direttori generali e dei primari. Si delineano requisiti
più rigidi, con pareri e scelta su una terna di aspiranti. Procedure alla
luce del sole anche per i primari. Ribadita l'esclusività del rapporto
per i dirigenti (anche strutture semplici dipartimentali) per la durata
dell'incarico. Si può transitare dal rapporto esclusivo a quello non
esclusivo e viceversa. Per tutti possibile la libera professione
intramuraria. Formazione La formazione dei medici di medicina generale
è "coordinata dal ministero della Salute". L'articolo 15
affronta il tema dei crediti formativi e dei medici specializzandi. Sicurezza
ed errori L'articolo 18 affronta il tema della sicurezza delle cure, con
sistemi per la gestione del rischio clinico e il servizio di ingegneria
clinica per l'uso sicuro ed economico dei dispositivi medici. Si estende la
responsabilità civile per la condotta del personale medico e non medico
alla struttura sanitaria di appartenenza con la definizione stragiudiziale
delle vertenze. Anche sulle strutture accreditate peserà il rischio di
sospensione o decadenza dell'accreditamento in caso di condanne per truffa di
direttori o titolari della struttura. Si riorganizzano infine vari enti
(Istituto Superiore Sanità, Croce Rossa, Agenzia Italiana del Farmaco,
Istituti zooprofilattici, Lega Tumori) in chiave di efficienza, trasparenza
ed economicità.
(
da "Vita non profit online" del
29-11-2007)
Di Emanuela
Citterio (e.citterio@vita.it) 28/11/2007 --> Gavi, l'allenaza mondiale per
i vaccini, ha reso noto oggi come sono stati spesi i fondi raccolti grazie ai
bond dell'International Finance Facility for Immunisation (IFFIm), emessi un
anno fa. Il primo a comprare un'obbligazione IffIm era stato Papa Benedetto
XVI. Gavi Alliance, l'allenaza mondiale per i vaccini, ha reso noto oggi come
sono stati spesi i fondi raccolti grazie ai bond dell'International Finance
Facility for Immunisation (IFFIm), emessi un anno fa e il cui ricavato
è stato destinato ai paesi più poveri per finanziare programmi
di cooperazione allo sviluppo. "Del miliardo di dollari raccolto grazie
alla prima emissione obbligazionaria a partire dal novembre 2006, fino ad
oggi ne sono stati spesi già 912 milioni distribuiti in 43 tra i paesi
più poveri del mondo" si legge nel comunicato di Gavi. 181
milioni sono stati spesi per assicurare la fornitura del vaccino pentavalente
combinato 5-in-1. Questo vaccino pentavalente rende immuni i bambini da
cinque malattie: difterite, pertosse, tetano, epatite B ed Haemophilus
influenzae tipo b (Hib), responsabile di infezioni gravi quali meningite e
polmonite. L'aumento della disponibilità di questo vaccino ha
consentito l'aumento del numero di paesi che richiedono il sostegno della
GAVI per la vaccinazione Hib, tale numero è quasi raddoppiato in un
anno, passando a 44; 114,6 milioni sono stati destinati a
programmi per il potenziamento dei sistemi sanitari, per aiutare i PVS ad
elaborare e mettere in atto strategie sanitarie nazionali stabili e di lungo
periodo. Il sostegno a questi programmi prevede una serie di attività
che vanno dalla formazione del personale, alle tecniche di refrigerazione,
alla logistica; 191 milioni sono stati destinati a programmi richiesti
espressamente dai PVS volti a favorire l'introduzione di nuovi vaccini e la
sicurezza delle vaccinazioni; 139 milioni sono stati utilizzati per le
campagne contro il morbillo. I fondi IFFIm rappresentano circa l'80% del
totale dei finanziamenti esteri per il morbillo a disposizione dei paesi
più colpiti dalla malattia nel 2007, tali fondi hanno permesso di vaccinare
194 milioni di bambini in 32 paesi; 191,3 milioni dei fondi sono stati
rapidamente destinati sia alla lotta alla poliomielite, sia al rafforzamento
delle scorte di vaccino contro questa malattia. Nel giugno 2007 l'IFFIm ha devoluto
105 milioni di dollari per il rafforzamento di attività volte alla
lotta alla poliomielite. In questo modo ha permesso di vaccinare oltre 100
milioni di bambini al di sotto dei cinque anni, evitando di vanificare gli
sforzi compiuti negli ultimi 20 anni per debellare la malattia; 44 milioni
sono stati destinati ad altri investimenti tattici, come l'aumento delle
scorte di vaccino contro la febbre gialla. I fondi investiti dall'IFFIm nelle
attività di valutazione del rischio per la febbre gialla hanno portato
alla scoperta di popolazioni a rischio mai identificate prima. La domanda di
vaccini è quasi raddoppiata, passando da 12 milioni di dosi nel 2005 a 23 milioni nel
2007. I fondi messi a disposizione dall'IFFIm per una scorta di vaccino
contro la febbre gialla hanno permesso di reagire prontamente a un'epidemia
di questa malattia terribilmente contagiosa e letale, scoppiata in Camerun
nel 2007; 51,4 milioni sono stati destinati alle campagne contro il tetano
materno e neonatale. L'obiettivo è raddoppiare, tra il 2007 e l'inizio
del 2008, il numero di donne ? fino a 26 milioni ? che beneficiano del
vaccino contro il tetano. L'IFFIm fornisce il 90% delle risorse destinate
alla campagna globale 2007 per l'eliminazione del tetano materno e neonatale.
L'International Finance Facility for Immunisation Company (IFFIm) è
un'istituzione multilaterale per lo sviluppo, destinata ad accelerare la
disponibilità di fondi da destinarsi a programmi sanitari e di
vaccinazione, attraverso la GAVI Alliance, in 70 dei paesi più poveri
del mondo. Gavi ha stimato che un investimento complessivo da parte
dell'IFFim di 4 miliardi di dollari contribuirà a prevenire la morte
di cinque milioni di bambini tra il 2006 e il 2015 e quella di oltre cinque
milioni di adulti attraverso la vaccinazione di più di 500 milioni di
bambini nell'ambito di campagne contro il morbillo, il tetano e la febbre
gialla.
(
da "Corriere.it" del 29-11-2007)
La lettera di
Scarpinato La mafia e la svolta di Confindustria "Tra gli imprenditori
qualcosa è cambiato" Roberto Scarpinato (Ansa) Caro direttore, mentre il mondo politico, tranne poche eccezioni, continua
troppo spesso a predicare bene e a razzolare male, persistendo nel
selezionare in postazioni strategiche delle istituzioni e dei centri di spesa
pubblica personaggi condannati per corruzione e
inquisiti per mafia, la Confindustria lancia tramite suoi autorevoli vertici
importanti segnali in controtendenza, chiarendo che la sanguisuga
mafiosa non è solo quella delle coppole storte che impongono il pizzo
di qualche migliaio di euro. La sanguisuga è anche quella di tanti
colletti bianchi che in questi anni hanno impedito il libero mercato e una
reale democrazia economica, utilizzando a proprio vantaggio metodi e capitali
mafiosi per conquistare posizioni di indebita supremazia in danno di
imprenditori onesti. Si tratta di un elenco di centinaia e centinaia di
imprenditori, alcuni dei quali hanno pure ricoperto in passato ruoli di
vertice in diverse articolazioni dell'associazione degli industriali, che,
sebbene condannati per mafia o per altri gravi reati, sino ad oggi non sono
mai stati emarginati, continuando a svolgere spesso ruoli di inquinante
protagonismo e vanificando così nel tempo lo sforzo della magistratura
e delle Forze di Polizia. L'impegno del presidente della Confindustria
nazionale a espellere non solo gli imprenditori che si rassegnano a pagare il
pizzo, ma anche i tanti imprenditori a vario titolo collusi con la mafia,
nonché la denuncia con la quale il presidente della Confindustria di
Caltanissetta ha esternato alla pubblica opinione come alcuni recenti episodi
di intimidazioni siano riconducibili non agli uomini del racket ma a
"menti raffinate", punta avanzata di un mondo impegnato a sabotare
dall'interno processi di rinnovamento che potrebbero compromettere gli
interessi di chi "... ha saputo solo arraffare i finanziamenti pubblici
e... non ha voluto che servissero per dare effettivo sviluppo economico
", dimostrano come si stiano rompendo equilibri consolidati che, in
passato, avevano condannato all'immobilismo il mondo imprenditoriale e ad una
solitudine perdente i pochissimi che avevano osato rompere le righe di una
trasversale omertà culturale. Comprendere che ciò che
combattiamo fuori di noi è anche tra noi, e che se non si inizia a
fare pulizia in casa propria l'economia legale sarà sempre perdente
dinanzi a quella illegale, è il primo ineludibile passo per liberare
il Sud dalla zavorra mafiosa e per garantire che le risorse destinate allo
sviluppo non finiscano, oggi come ieri, nelle tasche dei soliti noti. Non
resta da sperare che l'importante esempio offerto da alcune autorevoli
componenti del mondo dei produttori diventi sforzo corale e serva da stimolo
per innescare finalmente anche nel mondo politico un'analoga imprescindibile
operazione di pulizia interna, che non può essere surrogata da meri
esorcismi verbali non seguiti da comportamenti coerenti, né supplita
dall'impegno di tanti nelle istituzioni e nella società civile. stampa
|.
(
da "AprileOnline.info" del
29-11-2007)
Mario Liso, 28
novembre 2007 Sintesi del Forum Da alcune settimane aprileonline ha
inaugurato uno spazio di dibattito dedicato alla "Sinistra che
vogliamo". Uno spazio aperto a tutti, gestito autonomamente "dal
basso". I partecipanti del forum, in vista della convocazione degli
Stati generali, hanno delegato Mario Liso alla stesura di una sintesi della
discussione che si è svolta sul tema della scuola La scuola italiana,
di ogni ordine e grado è la fucina per la formazione dei cittadini del
domani. E' indubbio che attualmente versa in gravi condizioni, a causa degli
attacchi condotti verso tutta la pubblica amministrazione e la scuola in
particolare. Le funzioni della scuola sono riscontrabili essenzialmente in:
la formazione della persona e del cittadino; la trasmissione delle conoscenze
storiche che hanno caratterizzato la formazione dello stato in cui viviamo;
l'accrescimento delle conoscenze culturali e tecniche, in modo che gli alunni
possano inserirsi agevolmente nella società, una volta divenuti
adulti; l'incentivazione delle capacità di partecipazione civica ai
meccanismi democratici, in modo che a tutti possa essere data la
possibilità di partecipazione alla vita dello stato. C'è stato
un gran dibattito nell'ultimo ventennio su quali dovessero essere le
conoscenze che la scuola deve trasmettere. Alcuni tentativi maldestri di
modifica dei programmi sono stati portati avanti in quelle regioni ove le
formazioni politiche a grande espressione localistica sono diffuse. Altri
tentativi hanno cercato di mettere in discussione la storia tout court, in
modo da avallare le tesi della propria parte politica.
Non è un argomento di poco conto. Se la stessa storia di un popolo
viene messa in contraddizione dalle parti politiche contrenti, non è
la conoscenza degli stessi scolari che viene ad essere messa in discussione,
ma la stessa essenza e cultura del popolo che in quello stato vive. Le
conoscenze culturali e tecniche sono attualmente fondate su programmi poco
rivisitati ed ancora fondati su quanto si conosceva in passato. Affermare che
la scuola non riesce a rispecchiare la società ed i suoi bisogni
è diventato così lapalissiano che nessuno ne dubita. Lo
scollamento è intervenuto con la continua riduzione dei fondi, che non
ha permesso alla scuola di utilizzare appieno le tecnologie, ormai ampiamente
diffuse nella società, e costringendola a vivere in uno status di
separazione da una società che a grandi passi si evolve e progredisce.
Lo stesso obiettivo di inserimento degli studenti nella società in
modo produttivo una volta diventati adulti, è diventato irrealizzabile
in quanto non è più riscontrabile quella funzione di
"ponte" per le ragioni espresse sopra. La libertà
dell'insegnamento (art 33 della Costituzione) oltre
ad affermare la libertà della scienza e dell'arte e la libertà del
loro insegnamento (cosa messa pesantemente in discussione dalle ingerenze
dello Stato del Vaticano), al comma 3 prevede anche che si possono istituire
scuole gestite da enti privati. Ma la stessa Costituzione
stabilisce che queste possano istituirsi senza oneri per lo stato. E' indubbio che il finanziamento da parte dello stato di tali
scuole sottolinea un riconoscimento statale della funzione che esse svolgono
che però non può essere condivisibile. Se infatti è lo
stato che deve "programmare" la formazione dei propri cittadini
futuri, non può darsi che siano altri a costruire percorsi educativi
particolari, spesso distaccati dalla società generale, ma solo
espressione di interessi economici ed ideologici di parte. Questo è un
grave rischio per la stessa democrazia e per lo stesso Stato in quanto se si
porta tale opportunità alle estreme conseguenze, non è
impensabile che tale possibilità sottenda il rischio che chiunque
possa costruire percorsi formativi, causando una parcellizzazione
conflittuale dei saperi, della condivisione dei valori e delle stesse
conoscenze. La possibilità di partecipazione civica ai meccanismi
democratici della società, importante funzione della scuola statale,
è messa in discussione dall'affievolimento dei decreti delegati che permisero,
già dal '74, la possibilità di sperimentazione della
partecipazione. Oggi, gli istituti previsti dai decreti delegati sono
impastati nei gangli di una burocrazia che, giorno dopo giorno, si intrica
sempre più, svuotando di significato tutto lo spirito per il quale
erano nati. Si permette agli studenti, sempre più spesso, di
utilizzare le ore delle assemblee per fare altro, i consigli dei docenti
sono, il più delle volte, relegati a mero atto formale di rispetto
ossessivo delle procedure, i consigli di istituto, in cui vi sono
rappresentati tutti gli attori interessati (genitori, insegnanti, capi di
istituto, lavoratori della scuola) non hanno una reale autonomia decisionale,
ma servono esclusivamente da supporto alle scelte dei Dirigenti Scolastici.
Sorge spontanea una domanda: come mai gli attori interessati, gli insegnanti,
i lavoratori della scuola, non colgono tali difficoltà e non ne
chiedono un intervento che modifichi radicalmente lo status quo? Quale
è lo stato di soddisfazione dei "formatori" per il loro
lavoro svolto? Si sentono tali lavoratori pienamente utili alla
società (come avveniva fino a trenta anni fa), oppure sentono la
difficoltà del rapporto con le esigenze della società? E se lo
sentono (cosa indubbia, vista la fine che fanno gli studenti una volta finito
il corso di studio), perché non richiedono a gran voce un intervento in tal
senso? La realtà è che gli stessi "formatori" sono
ormai messi in condizione di impotenza tanto che non possono agire per contribuire
a modificare le cose. Un laureato, con in più altri due anni di
formazione all'insegnamento, che al momento dell'ingresso nella scuola prende
uno stipendio di soli 1300 euro circa, che diventano massimo 1600 euro dopo
trenta anni di servizio, fatica ad amministrare le sue esigenze familiari.
Non può dedicarsi all'aggiornamento, non può essere
propositivo, è spesso costretto al doppio lavoro per mantenersi, non
ha accesso all'uso delle nuove tecnologie, resta relegato ai margini della
società, in uno stato di quasi sopravvivenza. Figurarsi se può
incentivare e farsi promotore di innovazioni. Non è azzardato
affermare che il ruolo degli insegnanti e dei lavoratori della scuola
è stato a mano a mano svuotato del suo valore sociale e relegato,
nell'immaginario generale, da una propaganda becera, in una condizione di
quasi marginalità ed inutilità. Ci sono, è vero, molti
insegnanti che sono modelli di impegno e dedizione, ma lo stato non
può affidare un compito così importante alla iniziativa ed alla
buona volontà dei singoli. Deve creare le condizioni perché tutti
possano svolgerlo al meglio possibile. Il ruolo degli insegnanti era un ruolo
di gran rispetto fino a venti o trenta anni fa nella società. Il mio
maestro di scuola elementare era una persona socialmente rispettata e con il
suo stipendio riusciva a mantenere una famiglia composta da una moglie
casalinga e tre figlie che riuscirono a frequentare l'università, ed a
laurearsi a spese del padre. Oggi sfido qualunque insegnante a fare
altrettanto. L'insegnante è l'esecutore materiale dei programmi
ministeriali e l'attuatore di fatto delle politiche e della legislazione
dello stato in tema di istruzione. Non è azzardato considerarlo il
rappresentante dello stato al cospetto dei cittadini in formazione. Come lo
stato tratta questi lavoratori? Li mette in condizione di assolvere nel
migliore dei modi alla loro funzione? È indubbio che per come
conosciamo la scuola oggi lo stato non riesce a creare le migliori condizioni
perché questo avvenga. Come possono gli alunni identificarsi e sviluppare un
senso di rispetto verso tali lavoratori, se in definitiva questi sono
percepiti dagli stessi come dei perdenti, degli emarginati? Come possono
svilupparsi i processi di identificazione, strada maestra sia per
l'acquisizione delle conoscenze, sia per il rispetto del vivere civile? Altro
grave dilemma è stata tutta la discussione sul diritto allo studio.
Spesso si è confuso il diritto allo studio con la necessità
della promozione e della riuscita scolastica. Se da un lato è giusto
che gli alunni in condizioni di bisogno abbiano le stesse possibilità
di accesso allo studio, così come garantito dalla Costituzione,
non altrettanto condivisibile è la tesi che tutti debbano potersi
diplomare o laureare al di là dei propri meriti, confondendo questo principio
con la possibilità che tutti possano poi inserirsi nella
società con pari possibilità. La scuola deve proporre modelli
meritocratici che giustamente mettano in risalto le capacità dei
singoli individui, ma allo stesso tempo indirizzi tutti verso il giusto
utilizzo delle proprie capacità. La società non può
permettersi, oggi, di poggiarsi su individui con scarse capacità, ma
deve promuovere la formazione e la specializzazione avanzata a chi dimostra
di avere capacità. Serve quindi un impegno profondo dello stato nel
finanziare chi merita e metterlo in condizione di poter rendersi utile alla
società. Gli attuali presalari (non so se si chiamano ancora
così) o le attuali borse di studio sono irrisorie (negli anni '60 con
una borsa di studio si poteva comprare un'utilitaria) e non permettono agli
studenti bisognosi di poter proseguire gli studi che, in questi casi,
dovrebbero essere a totale carico dello stato. Attualmente, invece, la scuola
è piena di figli di chi ha la possibilità di permetterselo, e
molti cervelli che potrebbero fare la differenza restano fuori dai percorsi
formativi. Molti altri, invece, proseguono gli studi anche senza averne la
capacità, ma affidandosi esclusivamente alle risorse economiche e
"politiche" della propia famiglia di origine. In sostanza serve un
ripensamento generale dell'attuale sistema scolastico, ma le direttive
principali che si possono individuare sono riassumibili in questo modo: I
programmi scolastici siano realmente condivisi secondo le reali esigenze
della società, sia in termini culturali, sia in termini di conoscenze
tecnico-scientifiche. Siano previsti percorsi di formazione civica con
l'allargamento delle possibilità di partecipazione democratica che a
distanza di più di trenta anni, andrebbero profondamente rivisti, alla
luce delle attuali esigenze e delle attuali evoluzioni dei meccanismi
democratici. In sostanza si dia reale potere a studenti, famiglie,
insegnanti, lavoratori della scuola di decidere le politiche di gestione
della scuola. Si modifichi l'inquadramento occupazionale degli insegnanti. Si
richiedano le 36 ore settimanali di impegno (suddivise in 18 ore di
insegnamento e in 18 ore per programmazioni, verifiche, collegi ed altro),
così come avviene per tutti gli altri lavoratori della pubblica amministrazione,
ma in cambio si dia dignità al loro salario, raddoppiandolo per le
posizioni di partenza e costruendo percorsi di avanzamento, mutuandoli dai
modelli introdotti in sanità (customer care, aggiornamenti,
specializzazioni, professionalizzazioni). Si realizzi un reale collegamento
fra scuola e mondo produttivo e sociale (sanità, servizi, ...ecc,),
prevedendo la possibilità di ingresso nelle realtà scolastiche
delle stesse realtà produttive, in modo da offrire la possibilità
di promozione delle esigenze formative. Tale ingresso potrebbe essere
realizzato con l'offrire al mondo produttivo e sociale alcune ore di
insegnamento da attuarsi con tecnici designati da tali realtà, con
costi a carico dello stato. I discenti potrebbero frequentarli a seconda degli
interessi e delle motivazioni. Si istituiscano fondi di sostegno per gli
alunni bisognosi e meritevoli. Si assuma a carico dello stato la spesa per la
frequenza della scuola dell'obbligo. Si investa in tecnologie che mettano la
scuola al passo con i tempi (informatica, laboratori, attrezzature.....). Si
istituisca la possibilità di un progetto simile all'Erasmus anche per
gli studenti liceali. Si lasci agli enti privati la possibilità di
istituire scuole, ma lo stato eviti, finanziandole, di dargli riconoscimento
giuridico statale. Si richieda alla scuola proposte di innovazione per la
stessa società. In definitiva, l'attuazione attenta e completa
dell'art 33, 34, 35, 36 e 46 della Costituzione
sembra essere la soluzione migliore per la risoluzione dei mali che
affliggono la scuola italiana. Tali articoli, è utile ricordarlo
recitano: Art. 33 L'arte
e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica
detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per
tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole
ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i
diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la
parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni
un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole
statali. art 34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore,
impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e
meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi
più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con
borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono
essere attribuite per concorso. Art 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte
le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale
dei lavoratori. Art 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni
caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e
dignitosa. Art 46 Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in
armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto
dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi,
alla gestione delle aziende. Una scuola che funzioni bene, è l'unica
sicurezza che la stessa SOCIETÀ e lo stesso STATO funzionino
altrettanto bene.
(
da "Corriere Di Como, Il" del
29-11-2007)
Protestano contro
la Regione L'assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari accende una
forte polemica tra la Regione e i medici di medicina generale, pronti a scioperare.
La protesta nasce da motivi economici. In sostanza, il Pirellone ha
cancellato dall'elenco dei pazienti tutti gli stranieri il cui permesso di
soggiorno risulta scaduto o non più in regola. I dottori dunque non
sono più pagati per curare questi pazienti, anche se, a detta dei
professionisti, nella maggior parte dei casi continuano comunque ad occuparsi
di questi cittadini. I medici di medicina generale ricevono dall'Asl una
quota annuale per ciascun paziente che hanno in carico. Ogni extracomunitario
in possesso di regolare permesso di soggiorno ha naturalmente diritto ad
avere un medico curante. Nei giorni scorsi, l'assessorato regionale alla
Sanità ha deciso di detrarre dallo stipendio dei dottori di famiglia
tutte le quote relative agli stranieri il cui permesso di soggiorno risulti
scaduto al mese di settembre del 2006. Il provvedimento riguarda la quasi
totalità dei medici di base che, a seconda del numero di assistiti,
sono chiamati a restituire una somma media di un migliaio di euro, con alcuni
casi estremi che arrivano addirittura a 5mila euro. Immediata la protesta
della categoria, di cui si sono fatti portavoce i responsabili della Fimmg -
Federazione Medici di Medicina Generale - rappresentata a Como da Gabriele
Moltrasio. Secondo i camici bianchi infatti, nella maggior parte dei casi
questi pazienti continuano ad essere assistiti perché hanno regolarizzato la
propria posizione, anche se magari in ritardo rispetto alla scadenza del
permesso di soggiorno. "Il problema riguarda gran parte dei medici
comaschi - conferma Moltrasio - anche se le quote sottratte dal compenso sono
molto variabili ed è difficile fare una media. La Fimmg ha ritenuto
dunque di aprire lo stato di agitazione per protestare contro le trattenute
illegittime riferite a questi pazienti con permessi di soggiorno scaduti e in
attesa di rinnovo. Al momento comunque la questione è in sospeso
perché i rappresentanti sindacali sono già stati convocati dalla
Regione per cercare di trovare un accordo". In attesa della trattativa a
livello regionale l'Asl di Como ha inviato una lettera ai circa 400 medici di
medicina generale che operano sul territorio per chiarire i termini del
problema. "A nostro avviso la questione non si pone neppure - dice il
direttore sanitario di via Pessina, Camillo Rossi -
Abbiamo infatti chiarito a tutti i professionisti che possono ottenere un
rimborso di queste quote per tutti gli extracomunitari che effettivamente
hanno continuato ad assistere". "Nel momento in cui scade il
permesso di soggiorno il paziente viene automaticamente
cancellato dal registro degli iscritti al sistema sanitario nazionale - spiega Rossi - questo comporta subito anche il blocco della
quota per l'assistenza che spetta al medico di medicina generale. In questo
caso però abbiamo già provveduto ad inviare ai professionisti
della nostra provincia un modulo apposito nel quale possono indicare,
ovviamente con i dovuti riscontri, i nomi di tutti gli extracomunitari
che continuano ad essere regolarmente curati". Le persone indicate in
questi elenchi sono poi chiamate a presentarsi all'Asl per chiarire la
propria posizione. "Abbiamo assicurato ai medici - prosegue Rossi - che
dal momento in cui consegnano questa tabella la verifica delle singole
situazioni sarà completata in un mese e che subito dopo potranno
ottenere la restituzione delle competenze economiche. Il concetto mi sembra
semplice e lineare, se hanno garantito un servizio è giusto che siano
pagati. Altrimenti no". Una procedura che non sembra convincere i camici
bianchi, pronti a scioperare. "Attendiamo l'avvio della trattativa con
la Regione - conclude Moltrasio - per poi decidere se e come attuare la
protesta sul territorio". Anna Campaniello Nella foto: Una visita in
ambulatorio. Il provvedimento riguarda la quasi totalità dei medici di
base Home Il Sant'Anna non investe più in via Napoleona Salgono a
trenta le concorrenti.
(
da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)
Consulenze d'oro,
indagata la Moratti di Redazione - giovedì 29 novembre 2007, 17:32
Stampa Dimensioni Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato "Se lo
chiede riferirò al Consiglio comunale" Il sindaco si è
detta pronta a riferirie in consiglio comunale in merito all'inchiesta.
"Se il consiglio lo riterrà, naturalmente sì", ha
risposto Moratti ai giornalisti che le chiedevano se aveva in programma di
riferire l'accaduto. Tutta l'indagine è, tra l'altro, partita proprio
da due esposti fatti dal consiglio, uno alla Corte dei conti e uno che porta
la firma del consigliere Basilio Rizzo, alla procura. L'azzurro Lupi:
"Totale solidarietà a Letizia" "Esprimo la mia totale
solidarietà a Letizia Moratti che interpreta il ruolo di sindaco di
Milano come gli è stato chiesto dai cittadini e con la giusta
assunzione di responsabilità. Mi auguro che ancora una volta l'azione
della magistratura non venga strumentalizzata ai fini del confronto
politico". Così Maurizio Lupi, parlamentare di Forza Italia,
commenta gli ultimi sviluppi dell'inchiesta. Fiano (Ds): "Deve una
risposta alla città" "La notizia dell'apertura di
un'indagine per abuso d'ufficio sull'operato del sindaco Moratti non
può lasciare indifferenti", afferma invece Emanuele Fiano,
deputato milanese del Pd e segretario del Copaco. E aggiunge: "Da
garantista quale sono, attenderò ovviamente l'esito delle indagini
della magistratura milanese per quanto riguarda l'aspetto giudiziario della
vicenda. Ma non c'è dubbio che da un punto di vista politico il
sindaco debba innanzitutto alla città, una
spiegazione plausibile del suo comportamento in relazione all'abnorme numero
di consulenze attivate sin dall'inizio del proprio mandato, che da tempo sono
state criticate e denunciate dall'opposizione. Non bisogna dimenticare
infatti che poco più di un mese fa vi erano già stati dei
rilievi da parte della Corte dei conti". L'ex Guardasigilli
Castelli: "Ma quale reato..." "La notizia sarebbe se qualche
amministratore, ministro o sindaco di grandi città, non fosse mai
indagato per abuso d'ufficio". Così l'ex ministro della
Giustizia, il leghista Roberto Castelli commenta a Sky Tg24 la vicenda.
"Faccio l'esempio del ministero di Giustiza - ha aggiunto il presidente
dei senatori della Lega Nord - Diliberto, Fassino, Castelli e Mastella:
quattro persone completamente diverse per origine, studi, cultura ed
esperienza politica, tutti e quattro accomunati da un'unica cosa: sono stati
indagati per abuso d'ufficio". "Secondo me - ha concluso Castelli -
il sindaco di Milano reagirà con grande misura ed equilibrio anche se
dentro di sè ribollirà perchè si sentirà colpita
da una grande ingiustizia. Conosco Letizia Moratti e credo che sia una
persona adamantina". << Pagina precedente | Pagina successiva
>>.
(
da "Asca" del 29-11-2007)
(ASCA) - Roma, 29
nov - ''La stima del risparmio derivante dai tagli ai cosiddetti costi della politica degli Enti locali, contenuta nella manovra
Finanziaria, da' origine ad una riduzione dei trasferimenti erariali che non
trova copertura adeguata, in quanto l'effettivo risparmio, stimato in base ad
un indagine effettuata da ANCI e IFEL, e' molto inferiore: rispetto agli Enti
indagati, la riduzione risulta addirittura 54 volte piu' alta''. E' quanto
sostiene Fabio Sturani, Sindaco di Ancona e Vicepresidente dell'Associazione
nazionale dei Comuni italiani (ANCI), in una lettera inviata ai componenti della
Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. L'intenzione primaria di
Sturani e' quella di manifestare ''la forte preoccupazione dell'ANCI e dei
Comuni per la disposizione contenuta nell'art. 26 comma 8 della Legge
finanziaria 2008, che rischia di introdurre un nuovo e indiscriminato taglio
ai trasferimenti erariali'' e di chiarire che ''non appare condivisibile
l'utilizzo di fondi derivanti dal risparmio di spesa del comparto Comuni per
coprire le necessita' di altri settori''; ed e' per questo motivo che Sturani
chiede ai componenti della Commissione ''di valutare attentamente la portata
della norma e di intervenire in Commissione per emendarla in modo da trovare
altra copertura finanziaria al ticket sanitario''. ''La norma - ricorda
Sturani - prevede una serie di disposizioni finalizzate alla riduzione dei
costi della politica di Comuni e Province. In
particolare, per quanto riguarda i Comuni, dispone una riduzione del numero
di assessori e del tetto massimo dell'indennita' di funzione dei Consiglieri,
che viene portata da un terzo ad un quarto del compenso spettante ai Sindaci.
Dalla lettura della relazione tecnica, tale risparmio sarebbe pari a 283
milioni di euro che corrisponderebbe alla riduzione da un terzo ad un quarto
dell'indennita' di funzione massima percepibile da un Consigliere Comunale e
Provinciale, cui vanno aggiunti i tagli alle Comunita' montane per un importo
complessivo di 313 milioni di euro che vengono tagliati al fondo ordinario
dei trasferimenti erariali''. res-gc/mcc/sr.
ARTICOLI DAL 26 AL 27
NOVEMBRE 2007
Poveri per colpa dei politici
( da "Mattino di Padova, Il"
del 26-11-2007)
Il gettone spacca il consiglio
( da "Secolo XIX, Il"
del 26-11-2007)
Tursi, l'aumentodel gettone
spaccadestra e sinistra ( da "Secolo XIX, Il" del
26-11-2007)
Riaffermato l'impegno di battersi a
sostegno di giustizia e legalità
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 26-11-2007)
Ex legale Samsung denuncia fondi neri
per 216 milioni di dollari ( da "MyTech" del
26-11-2007)
Cofinanziamento, l'uovo di colombo
( da "Panorama"
del 26-11-2007)
Negli enti locali del Mezzogiorno
amministrazioni tutte al maschile ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
26-11-2007)
SANITÀ IN LOMBARDIA Si rischia di
fare la fine degli Usa ( da "Brescia Oggi" del
26-11-2007)
Tosini: <Troppi i tagli, a rischio
l'assistenza essenziale> ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del
26-11-2007)
SANITA': IORIO, SU FONDI GOVERNO
RISPETTI I TEMPI ( da "Asca" del 26-11-2007)
Province, costi della politica: in
Romagna consiglieri meno pagati ( da "RomagnaOggi.it" del
26-11-2007)
La buona politica non ama ipocrisie
( da "Italia Oggi"
del 27-11-2007)
Consulenze e auto blu Il Broletto si
interroga ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
27-11-2007)
Un capogruppo che raccolga
l'unanimità ( da "Nuova Sardegna, La" del
27-11-2007)
Pari opportunità in
sanità: strada ancora in salita
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 27-11-2007)
Cda da 709mila euro, compresi i
revisori ( da "Tirreno, Il" del
27-11-2007)
La politica di berlusconi e le molte
insidie del programma economico ( da "Nuova Sardegna, La" del
27-11-2007)
Cgil: più controlli sulle
tariffe ( da "Tirreno, Il" del
27-11-2007)
Dini: basta col <tassa e spendi>
( da "Corriere della Sera"
del 27-11-2007)
La commissione Affari istituzionali ha
completato il suo lavoro, approvando all'unanimità
( da "Messaggero, Il
(Civitavecchia)" del 27-11-2007)
Trentino e mafioso La storia di Pozza
( da "Corriere Alto Adige"
del 27-11-2007)
Sasa, niente gettoni ai politici
( da "Alto Adige"
del 27-11-2007)
La Giunta si aumenta lo stipendio
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-11-2007)
CONSIGLIO PROVINCIALE. I costi della
politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e ...
( da "Brescia Oggi"
del 27-11-2007)
Sala rossa : "lo stipendio non si
tocca" ( da "Repubblica, La" del
27-11-2007)
Paolo Bianchi replica sul parco del San
Genesio: <Si può tutelare il territorio con altri mezzi>
( da "Giornale di Merate"
del 27-11-2007)
Antipolitica o "altra
politica"? ( da "Varesenews" del
27-11-2007)
Autostrade, una muraglia di omissioni
( da "Gazzettino, Il"
del 27-11-2007)
Destra cristiana e Nra, Giuliani
rischia in casa ( da "Avanti!" del
27-11-2007)
Il Ministro Chiti ad Ascoli Piceno
( da "Quotidiano.it, Il"
del 27-11-2007)
CONSIGLIO PROVINCIA PZ APPROVA
ASSESTAMENTO BILANCIO ( da "Basilicanet.it" del
27-11-2007)
"Alla Calabria un budget
superiore" ( da "Giornale di Calabria, Il" del
27-11-2007)
Articoli
(
da "Mattino di Padova, Il" del
26-11-2007)
Clima elettrico per
un evento atteso da molti anni "Poveri per colpa dei politici" Gli
elettori si sfogano: siamo rovinati dalla corruzione
Si fa avanti, a palazzo Moroni, la signora Iuliana, venuta votare con la
famiglia al seguito: "Sono orgogliosa di essere rumena, anche se in
Italia sto bene". Poi continua suo figlio: "Noi e i rom abbiamo in
comune solo la lingua. Nient'altro". Anche questa però è
una famiglia spezzata: "Ho lasciato mio figlio maggiore in Romania. Ha
preferito restare". La certezza di un futuro migliore per il figlio
più giovane li ha convinti a dividersi: "Non ce l'avremmo mai
fatta a vivere in Romania con i nostri stipendi: la benzina costa come qui in
Italia, ma i salari non superano i 100 euro al mese". Caratterizzata da
estrema franchezza l'opinione di Aurora, in Italia da otto anni: "Noi
rumeni veniamo in Italia per uno standard di vita più alto e per
permettere ai nostri figli di studiare". Raccontando della sua avventura
per venire in Italia, sottolinea il coraggio delle rumene: "Le donne che
emigrano per prime. Per noi è più facile trovare un lavoro
rispetto ai nostri mariti, se hanno superato la quarantina". Orgogliosa,
afferma che con i soldi che guadagna è riuscita a far laureare la
figlia in Economia: "Finita la nostra "missione" potremmo
tornarcene a casa nostra, magari da pensionate". Storie raccontate
davanti ai seggi. Il voto di ieri accompagna la speranza che anche nel loro
Paese, ad un anno dall'ingresso in Europa, la situazione possa cambiare.
Occhi discreti controllano che tutto proceda in modo regolare:
"Ringrazio il sindaco Zanonato che ci ha messo a disposizione la sala
Anziani e ci ha dato un aiuto consistente", afferma l'ingegner Die,
organizzatore della diaspora rumena a Padova, che conta più di
diecimila persone. Dimitru Ilinca, rappresentante della comunità
rumena nel partito immigrati, spera in un'alta affluenza: "Il voto uninominale
in Romania rappresenterebbe un passo decisivo per frenare la corruzione del Paese. E' la classe politica
corrotta che genera la povertà della nostra gente". (Fabiana
Pesci).
(
da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)
L'aumento
Sulla prospettiva di ritoccare verso l'alto gli stipendi di assessori e
consiglieri non c'è accordo né a destra né a sinistra 26/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)
I costi della
politica Pastorino (Rifondazione): pensiamo a chi sta peggioGagliardi (Fi): giusto per chi lavora a tempo pieno IL CONSIGLIO comunale
discuterà questa settimana sull'aumento del gettone di presenza per i consiglieri e dell'emolumento degli assessori. Un
dibattito che si annuncia particolarmente velenoso. Gli ingredienti ci sono
tutti: la proposta è nata trasversalmente (Unione e Cdl) e
trasversalmente ha avuto critiche. Ieri, dopo l'outing dell'assessore
Pd Gianfranco Tiezzi ("Sì all'aumento"), si è fatto
sentire il collega di giunta Bruno Pastorino (Rifondazione): "Da poco
abbiamo scoperto che il reddito degli italiani ha perso duemila euro all'anno
come capacità d'acquisto: non mi pare proprio il momento. Semmai
sarebbe meglio che i politici dei livelli più alti pensassero a una
diminuzione dei loro stipendi. La politica tocca oggi il punto più
basso nella sua credibilità presso i cittadini. Deve pensare piuttosto
a uscire dalla sua crisi". Parere e tesi diversi, ma uguale conclusione
dall'ex assessore e oggi consigliere Luca Borzani (Pd): "Innanzitutto credo
sia opportuno eliminare ogni forma di inutile demagogia: i consiglieri che
hanno richiesto l'aumento lo hanno fatto a partire dalle effettive
responsabilità che svolgono. Non condivido quindi questa forma di
indignazione astratta. Al tempo stesso, credo sia opportuno non aumentare il
gettone: non tanto per il richiamo all'antipolitica, ma perché il bilancio
del Comune è davvero in forte difficoltà e da questo punto di
vista, credo che sia da fare innanzitutto la scelta dei servizi".
Dall'altra parte della barricata, Alberto Gagliardi, consigliere per Forza
Italia: "Confesso, io non sapevo che il mestiere di un consigliere
comunale di una grande città richiedesse un impegno a tempo pieno.
Alla lunga, rischiamo di delegare questo ruolo solo a pensionati, funzionari
di partito, nullafacenti o a chi ha interessi da tutelare. Certo, i
consiglieri devono lavorare sul serio, altro che segnarsi presente e poi
sparire: io mi sono trovato spesso a lavorare dalle nove del mattino alle
nove di sera. O facciamo tutto gratis, ma poi i genovesi non vengano a
bussare alla porta; oppure parliamo di un riconoscimento dignitoso". Non
la pensa così Gianni Bernabò Brea, di An: "Sono contrario
da sempre. In questo caso, però, questa questione è una farsa:
gli aumenti non sono legittimi e l'adeguamento Istat deve essere deciso dal
ministero. Una presa in giro ai cittadini sotto ogni punto di vista,
quindi". giovanni mari 26/11/2007 Elenco delle farmacie aperte in turno
nella settimana da sabato 24 novembre a venerdì 30 novembre 2007
aperte sabato 24, domenica 25 e sino a venerdì 30 novembre 2007 in turno continuato:
GENOVA CENTRO ? orario 8,30 - 20: Briata, via S.Vincenzo 88 (t. 010562993) -
Bonanni, via Corsica 17 (t. 010565166) - DEL Porto, via Gramsci 131 (t.
0102465497) - N.S.Del Rimedio, via Montevideo 25 (t. 0103628078) - S.
Nicolo', corso Firenze 57 (t. 010 2725353) N.B.: IMPORTANTE!: Nelle sotto
elencate zone, dopo le 21,30, il rifornimento dei medicinali urgenti, redatti
su ricetta medica, è a cura della Vigilanza "Valbisagno" ? tel.
010 3695200/01 (servizio gratuito): S. Fruttuoso - Marassi ? orario 8,30 -
20: Imperiale, via Donghi 2b (t. 010505992) - inoltre, con orario
8,30-13/15-19,30: Ormea, via Bonifacio 13 (t. 0108393773) S. MARTINO -
BORGORATTI - STURLA - QUARTO ? orario 8,30 - 20: Ribaldone, corso Europa
1140(t. 0103761250) - inoltre, con orario 8,30-12,30/15,30-19,30: Comunale,
via Isonzo 48 (t. 010391425) QUINTO - NERVI ? orario 8,30 - 20: Moderna,
largo Bassanite 1 (t. 0103726166) VAL BISAGNO ? orario 8,30 - 20: turno 3:
Comunale, via Gherzi 44 (t. 0108362465) SAMPIERDARENA ? orario 8,30 - 20:
Croce D'oro, via Fillak 7 (t. 0106459242) - Buranello, via Buranello 160 (t.
0106459958) CORNIGLIANO - SESTRI ? orario 8,30 - 21,30: Venzano, piazza
Massena 11 (t. 0106518077); Moderna, via Biancheri 77 (t. 0106531390) VAL
POLCEVERA ? orario 8,30 - 21: Bottino, via Canepari 79 (t. 0106442978) -
inoltre, con orario 8,30/12,30 ?15,30/20,00: Moderna C, via Pastorino 32 (t.
0107455070) ? Molina, via Poli 56 (t. 010712014) = domenica 25 novembre sino
12,30 PEGLI - PRÀ - VOLTRI ? orario 8,30 ? 21,30: Tixi, via don
G.Verità 22 (t. 0106136414) - inoltre con orario
8,30/12,30-15,30/21,30: Negrotto, via Lungomare 183 (t.0106980897) FARMACIE
APERTE IN TURNO NOTTURNO (orario 19,30 ? 8,30) Ghersi, corso B. Aires 18 (t.
010541661) (Corte Lambruschini) - Pescetto, via Balbi 185 (t. 0102462697) -
Europa, corso Europa 676 (t. 010380239) (dal lunedì al
venerdì/sabato queste farmacie svolgono il servizio diurno con orario
esposto al pubblico) 26/11/2007.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
26-11-2007)
Gorizia Lotta alla mafia,
il fratello di Borsellino al battesimo dell'associazione "Astrea"
MONFALCONE Riaffermato l'impegno di battersi a sostegno di giustizia e
legalità MONFALCONE. Non è facile parlare di giustizia e ancor
meno di cultura della giustizia, ma c'è chi senza tirarsi indietro
dinanzi a niente vuol cercare di lavorare per diffondere questa cultura. Come
Gioacchino Basile, siciliano d'origine, monfalconese d'adozione, che, pur
avendo dovuto abbattere ostacoli e difficoltà (creati paradossalmente
dallo Stato nel momento in cui Basile denunciò la collusione a Palermo
di Fincantieri con una famiglia mafiosa), continua a credere che tutti
possano e debbano fare qualcosa. Magari convergendo nel comitato scientifico
che prenderà vita dall'associazione Astrea, presentata alla presenza
del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore. Si è parlato di
giustizia, legalità, legittimità in riferimento a fatti, mafia
infiltrata a tutti i livelli, politica marcia, Stato presente in forza solo dopo grandi attentati e
stragi, quali quelle di Capaci o di via D'Amelio, corruzione quale
anticamera della mafia, barricata che vede da una parte i cittadini e
dall'altra le istituzioni, mentre dovrebbero essere assieme, e dall'altra
parte chi sostiene ingiustizia, illegalità e
illegittimità. Dure le parole di Borsellino. "Basile mi ha
risvegliato dal silenzio in cui mi ero rinchiuso da anni. Dopo le stragi del
'92 avevo parlato in tutta Italia di speranza, lotta, di alba che sembrava di
vedere dopo la lunga notte delle stragi senza colpevoli. Ma quell'alba era
stata soltanto un miraggio: la coscienza civile che si era risvegliata si era
subito assopita sotto il peso dell'indifferenza e la volontà di
riscatto dello Stato s'era rivelata un'illusione. Il cancro della mafia s'era
esteso al paese". Lo stesso Salvatore Borsellino ha ricordato che, un
mese prima di essere ucciso, il fratello Paolo aveva continuato ad affermare
che "la lotta alla mafia è il primo problema morale da risolvere
nella nostra terra bellissima e disgraziata. Dev'essere un movimento che
coinvolge tutti, perché tutti possano sentire il profumo della libertà
e non il puzzo del compromesso morale e dell'indifferenza". Salvatore
Borsellino è uscito dall'isolamento per denunciare ancora con rabbia
inerzia dello Stato e collusione politici-mafia, ricordando le parole che un
giovane studente aveva scritto al giudice Caponnetto dopo la strage dei
Georgofili: "Àlzati giudice, non è finito nulla. Tu sei
rimasto, io sono qui, Falcone e Borsellino sono qui. Cresciamo insieme nella
giustizia e nella libertà. Se abbiamo un attimo di cedimenti
indicateci la strada. Hanno distrutto tutto, ma non hanno inventato una bomba
che distrugga l'amore". Cristina Visintini.
(
da "MyTech" del 26-11-2007)
URL:
http://www.mytech.it/news/articolo?ix=A006013064786.art SEOUL (Reuters) - Un ex
dirigente del settore legale di Samsung ha fatto nuove accuse alla prima
società coreana, dicendo che ha usato sue aziende per contribuire a
creare fondi neri per 200 miliardi di won (215,8 milioni di dollari).
Dirigenti Samsung non sono stati disponibili per un commento immediato ma la
società aveva in precedenza respinto le accuse formulate da Kim
Yong-cheol, che gestiva la principale divisione legale
della società, ma che ora ha detto di voler lanciare un allarme sulla corruzione. "Samsung ha creato fondi neri su grande scala", ha
detto Kim nel corso di una conferenza stampa trasmessa dalla tv, la seconda
questo mese nel corso della quale ha accusato di illeciti la sua ex azienda.
Come consigliere legale di Samsung aveva accesso a documenti riservati che
stabilivano complicati accordi tra le affiliate per convogliare soldi in un
fondo illegale, ha detto. Una parte dei soldi sarebbe stata usata per
acquistare opere d'arte , mentre in altri casi non è precisato a cosa
il denaro fosse destinato. Nelle settimane scorse, Kim aveva accusato Samsung
di pagare regolarmente tangenti a inquirenti e politici per insabbiare
inchieste su comportamenti illeciti del suo management. La settimana scorsa,
il parlamento sudcoreano ha approvato la costituzione di una commissione
indipendente per indagare su Samsung e un'inchiesta su eventuali pagamenti
illeciti effettuati da Samsung durante la campagna elettorale 2002, vinta dal
presidente Roh Moo-hyun, che sta considerando se porre il veto su tale legge,
come riferito dal suo ufficio.
(
da "Panorama" del 26-11-2007)
L'OSPITE
Cofinanziamento, l'uovo di colombo LUCA RICOLFI La ricetta è nota:
banchieri, economisti liberal, riformisti di entrambi gli schieramenti ci
ammoniscono che la spesa pubblica va ridotta. Lo dicono oggi, lo dicevano
ieri, lo dicevano trent'anni fa, ai tempi di Ugo la Malfa (se ricordo bene il
suo grido di dolore, consegnato nel libro La Caporetto economica, è
del 1974). Non c'è governo, della Prima o della Seconda repubblica,
che non faccia della "lotta agli sprechi nella
pubblica amministrazione" uno dei cardini del proprio programma. Poi
però, una volta raggiunta la tolda di comando, i buoni propositi
svaniscono e la spesa pubblica continua indisturbata a lievitare, creando
debito e sottraendo risorse all'economia. Sappiamo perché ciò avviene:
i politici tengono al consenso e pensano che distribuire risorse (posti,
favori, quattrini) sia la via maestra per conservare o incrementare il
consenso. Fin qui sembra che banchieri e riformisti abbiano ragione, e il
ceto politico abbia torto. Però non è così semplice.
Spesso, giudicati in sé e per sé, gli interventi che accrescono la spesa
pubblica sono sacrosanti. E lo sono perché il nostro stato sociale è
incompleto. La spesa pubblica corrente dell'Italia è tuttora inferiore
(di poco) a quella dell'Eurozona, e molti tasselli dello stato sociale sono
tuttora mancanti: asili nido, ammortizzatori sociali, campus universitari,
politiche familiari. Da questo punto di vista gli argomenti della sinistra
estrema (e della destra sociale) sono tutt'altro che peregrini. Come si fa a
parlare di tagli quando il nostro welfare è un edificio lasciato a
metà? Posto il problema in questi termini, abbiamo un'alternativa: se
vogliamo ridare ossigeno all'economia (e alle generazioni future) dobbiamo
tagliare la spesa e ridurre il debito; se vogliamo usufruire di un welfare
decente dobbiamo accrescere la spesa, soffocare l'economia, scaricare il
debito sulle generazioni future. Altre strade non sembrano esserci. Ma il
problema sta solo in questi termini? Non esattamente. Nella spesa pubblica
corrente, e anzitutto nella cosiddetta spesa sociale, ci
sono sprechi per almeno 45 miliardi di euro, circa 10 volte i costi diretti
della "casta". In concreto questo vuol dire che si potrebbero
produrre gli stessi servizi spendendo 45 miliardi in meno (tre punti di pil).
Dunque la spesa pubblica si può ridurre senza smantellare lo stato
sociale. Perché, allora, nessuno ci riesce? Una ragione, lo abbiamo
visto, è la spasmodica ricerca del consenso. Un'altra è che le
ricette dei tecnocrati e degli estremisti hanno entrambe un punto debole
fatale, e finiscono quindi per neutralizzarsi a vicenda. I tecnocrati,
preoccupati della corsa della spesa, non vedono che il nostro stato sociale
va rafforzato; gli estremisti, preoccupati delle lacune del nostro welfare,
sono ciechi di fronte agli immensi sprechi dello
stato assistenziale. Eppure, una via d'uscita ci sarebbe. Si chiama
cofinanziamento e da anni viene sperimentata da imprese, università e
fondazioni. Essa si basa sul principio che il "mecenate" non paga
mai il 100 per cento del costo di un progetto (altrimenti le richieste
esploderebbero) ma si limita a "moltiplicare" un gruzzolo iniziale
raccolto dal soggetto che richiede il finanziamento. Nel caso del welfare
funzionerebbe così: il ministro dell'Istruzione, che vuole 100 milioni
per costruire nuovi asili nido, prima elimina 50 milioni di sprechi in altri ambiti (senza ridurre i corrispondenti
servizi) e poi, ma solo poi, ottiene una cifra doppia (50 + 50) per
realizzare il suo nuovo progetto. Troppo semplice? Può darsi, ma se non
dovesse funzionare almeno una cosa l'avremmo ottenuta: nessun politico
potrebbe più venirci a raccontare la favoletta della "lotta agli sprechi".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
26-11-2007)
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-11-26 - pag: 54 autore:
ANCI RISPONDE Negli enti locali del Mezzogiorno amministrazioni tutte al
maschile Camilla Orlandi * In Italia le donne sindaco sono 774, l'8,4% del totale.
Una percentuale che è rimasta pressoché invariata anche dopo le
elezioni amministrative di quest'anno. Come sempre accade in Italia, il dato
complessivo non può essere adeguatamente letto senza una specifica su
base territoriale. Da questo approfondimento emerge come la presenza di donne sindaco sia superiore alla media
nazionale nel Nord-est (11,6%), Nord-ovest (12%) e Centro (9,8%). Sono tutti
in queste aree i territori più in linea con il resto d'Europa,
cioè le province di Torino, Treviso, Bergamo, Brescia, Milano, Como,
tutte sopra al 10% di Comuni amministrati da sindaci donna. Mentre la rappresentanza
femminile nelle le isole maggiori si attesta sotto la media nazionale (7%), i
dati sono sconfortanti al Sud, dove le donne sindaco sono appena il 4,3% e
dove ci sono intere province che non hanno eletto neanche una donna sindaco:
Bari, Siracusa, Caltanissetta, Matera e Ragusa. Unica eccezione "
territoriale" Massa Carrara: anche qui, neanche una donna sindaco.
Migliore, ma di poco, la situazione delle Giunte. Le assessore donne in
Italia sono 3544 e rappresentano il 18% del numero complessivo; stessa
percentuale è riferibile alle consigliere comunali. Anche qui, la
lettura territoriale è indispensabile, basti pensare che sono ben 40,
su 103, i Comuni capoluogo di provincia che non hanno assessore donne in
giunta. Questi dati sono in linea con le bassissime posizioni dell'Italia
nelle graduatorie internazionali per parità di genere, ultima quella
stilata dal World EconomicForum, checivedeal54Úposto nell'ambito di una
graduatoria che ordina 84 Paesi. * Referente Pari opportunità Anci Il
comitato è stata nominata una commissione per le Pari
opportunità, prevista sia dallo Statuto sia dal Regolamento. Quest'ultimo stabilisce che ai componenti spetti un gettone per
la partecipazione, comprensivo del rimborso delle spese di accesso alla sede.
La presidente della Commissione ha chiesto il rimborso delle spese di una
propria missione. è possibile accoglierla considerando che nulla
è previsto in proposito? I componenti degli organismi di pari
opportunità, previsti dagli statuti e dai regolamenti degli enti locali,
sono equiparati agli amministratori locali, sorto in relazione alla
possibilità di ottenere il permesso di assentarsi dal servizio per
partecipare alle riunioni degli organi di cui fanno parte per la loro
effettiva durata, ai sensi del comma 3 articolo 79 Dlgs
267/00.L'indennità di missione, pur estesa dalla stessa
legge,all'articolo 84, agli amministratori locali, non è stata estesa
ai componenti degli organismi di pari opportunità. Si ritiene dunque
che ai componenti della commissione di che trattasi, in assenza di specifica
disciplina normativa, non possano liquidarsi spese di missione; potrebbe
essere possibile, se inserita nella normativa regolamentare, previa
indicazione dei casi e motivi che possono determinarli, l'attribuzione di
rimborsi spese per attività espressamente autorizzate dagli organi
competenti dell'ente.Nell'attuale quadro normativo generale, alla commissione
pari opportunità non possono attribuirsi indennità o rimborsi
spese di missione. L'assegno di maternità Può essere corrisposto
l'assegno di maternità ad una ragazza che sta effettuando il servizio
civile presso terzi enti e che attualmente si trova in maternità? Per
effetto dell'articolo 9 del Dlgs 77/02, di disciplina del servizio civile
nazionale,l'attività svolta nell'ambito dei progetti di servizio
civile non determina l'instaurazione di un rapporto di lavoro ed al soggetto
sospeso dal servizio per gravidanzaè concesso l'assegno ridotto di un
terzo. Secondo le citate disposizioni il soggetto non ha quindi diritto all'indennità
di maternità di cui all'articolo 22 del Dlgs n. 151/2001. Tuttavia, la
legge prevede forme di tutela anche per le madri, cittadine italiane,
comunitarie ed extracomunitarie in possesso della carta di soggiorno, che non
lavorino al momento del partoo dell'ingresso in famiglia del bambino. Infatti
è previsto dallo stesso Dlgs n. 151: un assegno di maternità di
base (articolo 74) nella misura intera di euro 294,51 per cinque mesi
(importo rivalutato a termini del comunicato del 27 marzo 2007) spettante
alle madri che non hanno i requisiti richiesti per ottenere gli assegni di
maternità dello Stato e che non hanno alcuna copertura previdenziale.
L'assegno è subordinato a limiti di reddito ed alla numerosità
della famiglia; un assegno di maternità a carico dello Stato (articoli
75 e 81 del Dlgs n. 151), erogato dall'Inps se sussiste almeno una delle
condizioni indicate nello stesso articolo 75. L'importo dell'assegno
per il 2007 è pari ad euro 1.813,08. Le assunzioni L'amministrazione
intende procedere a nuove assunzioni e sta valutando la sussistenza di tuttii
presupposti richiesti dalla legge. In particolare, il comma 1, articolo 48,
del Dlgs 198/2006 richiede che le Amministrazioni predispongano piani di
azioni positive per la pari opportunità tra uomini e donne (di durata
triennale), prevedendo l'applicazione,in caso di mancato
adempimento,dell'articolo 6, comma 6, del Dlgs 165/2001, con conseguente
impossibilità di procedere a nuove assunzioni di personale. Questo
Ente sta predisponendo per l'anno 2007 il piano di azioni positive. Nelle
more dell'approvazione del piano si può ugualmente procedere a nuove
assunzioni? A parere di chi scrive, nelle more della predisposizionee
approvazione del piano delle azioni positive non si potrà procedere a
nuove assunzioni, che non potranno essere così immediate. "Il
Sole-24 Ore del lunedì" pubblica in questa rubrica una selezione
delle risposte fornite dall'Anci ai quesiti (che qui appaiono in forma
anonima) degli amministratori locali. I Comuni possono accedere al servizio
"Anci-risponde" - solo se sono abbonati - per consultare la banca
dati, porre domandee ricevere la risposta, all'indirizzo Internet Web
www.ancitel.it. I quesiti non devono, però, essere inviati al Sole-24
Ore. Per informazioni, le amministrazioni possono utilizzare il numero di
telefono 06762911 o l'e-mail "ancirisponde@ancitel.it".
(
da "Brescia Oggi" del 26-11-2007)
Egregio direttore,
colgo l'occasione della lettera del dott. Francesco Falsetti (UMI) su
Bresciaoggi del 20 novembre per portare un contributo informativo
sull'attuale situazione del Sistema Sanitario
Nazionale in Lombardia. E' verissimo che occorre garantire una attenzione
all'oculato uso delle risorse finanziarie disponibili per erogare i servizi
alla cura della salute. E' un banale principio di sana ammnistrazione
aziendale. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni in cui si è
sviluppata l'applicazione dei criteri privatistici della gestione delle
aziende pubbliche (tra cui Aziende Ospedaliere e le Asl) abbiamo assistito,
anche il Lombardia, a quella che secondo noi è un aberrazione dei
principi suddetti: infatti metodi e obiettivi messi in campo per raggiungere
sono e sono stati mirati più a raggiungere una sorta di equilibrio
finanziario contabile (di cui giustamente la Regione Lombardia fa vanto) pur
se talvolta (e noi riteniamo che non sia corrretto ed equo) separato da
un'altrettanto efficace intervento nel campo della gestione operativa delle
attività di erogazione diretta di cura della salute (secondo la legge
istitutiva del SSN, la lg n° 883/78). In questo ambito gestionale rientra
tutto ciò che attiene alla reale cura delle persone malate ed alla
promozione del benessere sanitario: la medicina
offerta dai medici di famiglia, le cure fornite dai medici negli ospedali, la
prevenzione delle malattie, ecc., attraverso la loro opera quotidiana
diretta. In questo campo è giusta la critica del dott. Francesco
Falsetti ed anzi pare opportuno sottolineare che anche i medici (qualcuno
obtorto collo) si sono prestati ad attività di tipo più
"ragionieristico" che tecnico sanitario
(ad esempio anteponendo le cosidette ragioni del "budget"
cioè delle risorse economiche, a quelle dell'offerta sanitaria, agendo
su scelte di intervento basate sulla maggiore convenienza economica legata al
minor costo). In questo ambito, inoltre, è altrettanto vero che i
fabbisogni di personale vengono costantemente ridimensionati, anche a costo
di interpretazioni contrattuali e normative assai di parte, al fine di
raggiungere l' obiettivo più importante che interessa i direttori
generali (anche ai fini del conseguimento del loro stipendio): l'equilibrio
economico dell'azienda sanitaria o dell'ospedale. La responsabilità
non è solo politica, tuttavia, ma anche
tecnica e culturale, legata a come i medici intendono la loro professione
come accettabile eticamente quando svolta effettivamente: per qualcuno (forse
per tanti) il rispetto obbligatorio di norme e regolamenti che condizionano i
comportamenti professionali all'interno dell'azienda non lascia molta scelta
e nè da parte delle strutture ordinistiche arriva una forte voce di
sostegno all'etica medica svincolata dal mandato finanziario. Crediamo, che
di questo passo ci si stia avvicinando, con le dovute distinzioni,
all'esperienza americana, dove dopo anni di gestione assicurativa e
ragioniersitica della Sanità pubblica si è arrivati a lasciare
senza copertura finanziaria chi non ha i soldi per permetterselo, come
bambini, bisognosi ecc. e ciò sta producendo effetti nefasti sulla
salute pubblica e sulla tranquillità sociale: basta veder l'ultimo
film di Michel Moore "Sicko". Ovviamente non stiamo a tal punto, ma
la lungimiranza di chi ci amministra politicamente
non può non vedere che questa e la strada che si è intrapresa,
più o meno consapevolmente. Ultima annotazione: i medici hanno enormi
responsabilità nella cura della salute (anche di quella dei politici)
questo richiede che il loro lavoro sia remunerato correttamente: in Italia i
loro stipendi sono tra i più bassi in Europa (anche grazie al
precariato che "cottimizza" la professione, introducendo una sorta
di "sleale" concorrenza con i colleghi di ruolo, oltre che
rendendoli insicuri sul loro futuro) ed a paragone con quelle Usa sono anche
7 od 8 volte più bassi: è giusto questo? É giusto valorizzare i
medici per come sono bravi a risprmiare le risorse economiche per il loro
lavoro? Proprio per oggi, 26 novembre, la nostra categoria ha indetto uno
sciopero nazionale per l'avvio di un contratto
scaduto da due anni (il precedente è stato in pratica una partita di
giro a vantaggio del Fisco, non certo dei medici) dove gli argomenti suddetti
sono al centro della questione. Facciamo appello al senso di
responsabilità ed alla coerenza dei nostri colleghi invitandoli ad una
partecipazione allo sciopero massiccia, al fine di dare un segnale forte ed
assai chiaro a tutte le forze politiche, perchè è necessario cambiare
rotta e riportare il rapporto medico-paziente di nuovo al centro della
programmazione economica del Paese, in tema di cura della salute delle
persone. Dott. Maurizio A. Andreoli SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI LOMBARDIA.
(
da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del
26-11-2007)
Tosini:
"Troppi i tagli, a rischio l'assistenza essenziale" Continuano i
tagli ai trasferimenti ai comuni e l'aumento delle spese negli enti
minori."Attualmente i comuni contribuiscono a pagare la retta ai ragazzi
disabili che frequentano i centri semiresidenziali chiamati Ceod - è
la voce di Oscar Tosini (foto), presidente della Conferenza dei Sindaci
dell'Ulss 18 di Rovigo -; i costi sono suddivisi per il 32,50\% a carico dei
comuni, il 67,50\% a carico del servizio sanitario
nazionale. Allo studio dei parlamentari, però, l'intenzione di
ripartire al 50\% allo Stato e 50\% ai comuni tali oneri, con un aumento per
i piccoli enti del 17,50\%". Tosini ricorda che i "Livelli
Essenziali di assistenza sanitaria (Lea) sono prestazioni che il servizio sanitario Nazionale deve garantire a tutti cittadini,
gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte attraverso
il sistema fiscale."Genera preoccupazione il progetto che la commissione
Lea sta predisponendo sulla revisione dei livelli essenziali di assistenza,
che a breve presenterà al ministero della Salute per l'approvazione
definitiva in quanto causerebbe una ricaduta considerevole sui costi del
bilancio sociale dei comuni - aggiunge Tosini, facendosi portavoce di un
crescente malumore -. Se questa volontà diventa norma, il bilancio
sociale a carico dei comuni aumenterà per gli anni successivi di circa
il 18\%, mettendo in grossa difficoltà la tenuta della spesa sociale
dei comuni".Il presidente della conferenza dei sindaci avverte come
"ancora una volta il ministero della Salute tende a scaricare agli enti
locali un problema più sanitario che
sociale.Inoltre, ricorda che sono già a carico dei comuni il trasporto
dei disabili dalle loro abitazione ai centri semiresidenziali e il servizio
di mensa giornaliero. "Ritengo utile un intervento di approfondimento
sulle tematiche Lea e il ruolo delle municipalità
da parte della rappresentanza dei Sindaci - conclude Tosini - sul progetto di
revisione dei livelli essenziali di assistenza socio-sanitari nei confronti
delle persone ospitate nei centri semiresidenziali, coinvolgendo le associazioni
dei comuni, e il ministro delle Politiche Sanitarie Livia Turco attraverso
con i nostri parlamentari".Elisabetta Zanchetta.
(
da "Asca" del 26-11-2007)
(ASCA) - Roma, 26
nov - Il Presidente della Regione Molise e vice presidente della Conferenza
Regioni, Michele Iorio, ha partecipato in mattinata ad un incontro dei Presidenti
delle Regioni con i vertici del Ministero dell'Economia per discutere della
finanziaria 2008 e delle procedure attuative dei Piani di Rientro del Deficit
Sanitario. Iorio, da parte sua, tra le altre cose, ha chiesto il rispetto
delle tempistiche del trasferimento dei flussi finanziari in correlazione
agli impegni assunti in sede di Piano di Rientro. ''Il Molise - ha detto
infatti il Presidente Iorio - si e' attenuto scrupolosamente alle richieste
dei Ministeri competenti percorrendo una strada virtuosa che ha visto il suo Sistema Sanitario ridurre i costi e innovare e migliorare
parallelamente i servizi al cittadino. Ci aspettiamo ora la stessa puntuale
solerzia da parte del Governo''. rus/cam/rob (Asca).
(
da "RomagnaOggi.it" del 26-11-2007)
Sei in news/Prima
pagina, data 26.11.2007, orario 01:15. Province, costi della politica: in Romagna consiglieri meno pagati Fare il
consigliere provinciale in Romagna conviene meno che a Bologna. Questo pare
osservando stipendi e indennità percepite dagli amministratori
provinciali in regione. A Ravenna i più 'sfortunati': qui, infatti, un
consigliere provinciale percepisce solo 3482 euro l'anno. Se la passano
meglio i colleghi della provincia di Forlì-Cesena, con 8.164 euro,
ancora meglio quelli di Rimini: 12.782 euro l'anno di compenso. A Bologna
l'eldorado con 22mila euro l'anno ciascuno. I dati emergono da un'inchiesta
pubblicata dal 'Resto del Carlino', che evidenzia la grande disparità
di trattamento per ciascuna Provincia. Su tutti, però, emerge lo
straordinario costo per la collettività rappresentato dal consiglio
provinciale di Bologna, che da solo spende in compensi ai consiglieri e a
presidente del consiglio 831.178 euro l'anno. A seguire a ruota c'è il
consiglio provinciale di Rimini, con 338.799 euro l'anno, poi Ferrara
(309.022), Forlì-Cesena (285.522), Modena (211.848), Parma (182.136),
Reggio Emilia (150.492) e infine Ravenna (132.660). Concentrandosi sugli
stipendi dei presidenti dei vari consigli provinciali, Ravenna ancora una
volta si conferma la provincia più virtuosa: la presidente Elena
Rambelli, infatti, percepisce il compenso più basso con 'soli' 2.640
euro lordi al mese. Bruna Baravelli, presidente del consiglio provinciale di
Forlì-Cesena, percepisce 3.383 euro mensili, mentre il collega
riminese Fabio Zavatta arriva a 3.722 euro. Riguardo al numero di sedute dei
vari consigli, Forlì-Cesena si contraddistingue come quello con meno
sedute (19); più operativa l'assise di Rimini (26) e ancora di
più quella di Ravenna (29). In Romagna Forlì-Cesena resta
ultima anche per numero di sedute di commissioni consiliari, 'solo' 131. A Ravenna se ne fanno
138 in
un anno, a Rimini 164.
(
da "Italia Oggi" del 27-11-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 281, pag. 8 del 27/11/2007
Autore: L. Franco Bussinello, Verona Visualizza la pagina in PDF
Uno lettore di IO ci bacchetta per l'uso del sarcasmo sul caso
Rai. Ma il punto è questo? La buona politica
non ama ipocrisie Basta con le false indignazioni su quello che tutti sanno
Egregio dottor Bechis, l'ironia e il sarcasmo sono figure retoriche che ben
concorrono a rendere qualitativamente pregiata e gradevole la penna di chi
scrive. Ma possono anche divenire (per esempio, per un giornalista) strumenti
di buon ausilio per "banalizzare" o ridicolizzare una notizia che
non si compone bene nel mosaico che s'è costruito il giornale cui
appartiene. ItaliaOggi del 23/11/2007: "Rai, scoperta una
lottizzazione". Sottotitolo: "Il clamoroso caso della Bergamini,
raccomandata da Berlusconi". è curioso che quando certe cose
accadono si dica che "tutti lo sapevano" e che quando si sapevano
nessuno abbia mai detto: "Ecco, io le so e le denuncio". In ogni
caso, Lei è così sicuro che l'"emergere di intercettazioni
telefoniche - che rivelano inquietanti accordi collusivi facenti capo, non
tanto alla Bergamini, quanto a eminenti personaggi del giornalismo delle due
testate televisive, e proprio per favorire l'allora presidente del consiglio
Berlusconi" - sia roba da affidare a qualche bontempone in vena di
barzellette? Staremo a vedere gli sviluppi della vicenda, ma le
preoccupazioni sono legittime e dovrebbero essere anche le Sue. Perché,
allora, giocare con l'ironia in una notizia seria ("scoperta una
lottizzata")? Uso io stavolta l'ironia: lasci che sia Berlusconi -
personaggio che è rimasto, da quando è sceso in politica, notoriamente neutro e fuori da ogni interesse
televisivo e politico, a minimizzare o a parlare di sciacallaggio. Lo ha
sempre fatto, anche quando le sue vicende giudiziarie sono risultate
tutt'altro che l'invenzione di qualche "magistrato comunista", e lo
fa tuttora, quando, ahimè!, qualche volta, fanno timidamente capolino
"falsi problemi o sciocchi diversivi" come la riforma del sistema
televisivo e il conflitto di interessi. Ecco, dott. Bechis, non ho mai avuto
difficoltà a riconoscerLe il coraggio, la capacità di
graffiare, di dissacrare, di essere fuori dal coro, in un tempo in cui il
conformismo, anche nel Suo mestiere, dilaga. Non so se Lei si picchi di non
avere appartenenze politiche o se il suo cuore batta proprio e interamente da
una parte sola. Non importa. Si può essere obiettivi e buoni
giornalisti anche se si è politicamente
schierati. In ogni caso, non di rado, si ha l'impressione che non traspaia
dal Suo giornale la genuina e preoccupata ricerca della verità. Le
forzature evidenti o lo scoop non aiutano questa ricerca. Né tutto ciò
può essere dissimulato dagli sforzi, spesso malamente riusciti, di
dosaggio e di equilibrismo degli attacchi fra i due blocchi contrapposti. Le
ho detto ancora che la testata del Suo giornale (quotidiano economico,
giuridico e politico), dovrebbe essere rovesciata, giacché ItaliaOggi resta e
si qualifica come un quotidiano "politico" prima che economico e
giuridico. Forse le intenzioni editoriali all'atto della sua fondazione erano
diverse. Niente di male. Ma chiamiamo le cose con il loro nome, e se vogliamo
proprio attestarci sull'onda di Libero e consimili quotidiani, padroni di
farlo. A me pare che la Sua penna e la Sua intelligenza, come quella di tanti
altri valenti Suoi colleghi, potrebbero servire un giornalismo meno vociante,
meno teso a vellicare la pancia della gente. E qualche esempio positivo lo
abbiamo anche nel giornalismo di casa nostra. Umilmente, un consiglio: si tiri
fuori, tiri fuori il Suo giornale dallo Tsunami dell'antipolitica,
uno sport che durerà poco, come la storia dimostra. Denunciare,
denunciare, denunciare. Documenti alla mano. Contro tutte le caste, certo.
è servito e serve per moralizzare questo paese. Ma la denuncia
impietosa è apprezzata quando è costruttiva, quando non mostra
di essere fine a se stessa, o quando non nasconde altri obiettivi, o quando
approfondisce (dura fatica) e non si lascia trascinare dallo scoop. Ne
abbiamo bisogno in un paese dove tutto è gridato, dove tutto è
marcio, dove tutte le vacche sono grigie, dove imperano populismo e
demagogia, dove pochi s'accontentano di come le cose possono apparire e
vogliono vedere come realmente stanno. Abbiamo bisogno di capire. Per
fortuna, la gente è, forse, meno disposta di quanto si creda a farsi
lavare il cervello. Risponde Franco Bechis. Caro Bussinello, finalmente! Le
avevo chiesto di continuare a tirarmi le orecchie dopo le amichevoli e sagge
correzioni che sempre mi ha imposto, ma era un po' di tempo che non lo faceva
più. Con questa sua però si riprende il dovuto con gli
interessi e garbatamente mi mette all'angolo. Comprendo, ma sono convinto
delle mie ragioni. Lei ha citato due argomenti- forse non a caso- che hanno
un tratto comune: la recente vicenda Rai (come le dimostreremo nella pagina
qui a fianco la realtà è assai diversa da quel che appare
spiando le telefonate) e le inchieste sull'antipolitica.
D'accordo con lei che alla fine quel che preme a tutti noi cittadini è
avere una buona politica, non la cacciata in massa
di una intera classe dirigente per quanto questa non abbia brillato. Ma negli
articoli che lei prende di mira- l'ironico commento sulla scoperta della
lottizzazione in Rai e i numerosi interventi sui costi della politica- l'intenzione era quella di portare alla luce del
sole la grande ipocrisia che circonda gli uni e gli altri fatti. Ipocriti
quelli che si indignano per la lottizzazione Rai solo perché riguarda un loro
nemico politico. Quando invece i partiti hanno dato
uno stipendio alto e garantito a giornalisti amici o anche semplicemente a
giornalisti con stipendi che pesavano come macigni sui conti delle loro
aziende editoriali (felici di liberarsene), ecco grandi giugulatorie sulla
professionalità premiata, etc_ etc_ Stesso copione per l'antipolitica: un bravo politico, un ministro con i fiocchi
dovrebbe non solo essere pagato, ma ricevere uno stipendio da supermanager.
Il fatto è che riempiamo di soldi degli incapaci, e allora va un po'
meno bene. Sui costi della politica poi siamo
sommersi di bugie. Nel 2005 la finanziaria di Giulio Tremonti tagliò
del 10% l'indennità parlamentare. Si dimenticarono però di dire
che la riduzione sarebbe scattata lo stesso giorno in quell'indennità
sarebbe aumentata del 10 per cento. Dissero a tutti che tagliavano esponendo
in tv volti contriti ed emaciati, e non tagliarono un bel fico secco. Stessa
cosa i successori: in questa finanziaria hanno annunciato
una riduzione dei costi della politica di 1,2
miliardi di euro. Poi zitti zitti hanno stralciato, emendato, modificato.
Alla fine resta una riduzione di qualche migliaio di euro per l'anno
prossimo, poi si vedrà. Altra meraviglia: lo sa che 100 parlamentari
con auto blu (per cariche varie, governative o parlamentari) percepiscono un
rimborso taxi di 1.300 euro per taxi che non prendono mai? E perché
quello si chiama rimborso e non stipendio? Poi prendono 4.500 euro netti al
mese per pagarsi fino a tre collaboratori (i portaborse). La cifra intera non
viene mai spesa, e mai restituita l'eccedenza. Ma almeno la metà di
loro non assume nessun collaboratore e intasca l'intera somma. Quello
è stipendio. E agli italiani comuni non è consentito.
Basterebbe chiamare le cose con il loro nome e introdurre un po' di
meritocrazia nella classe politica. Si licenzino i
fannulloni, ad esempio: i cittadini non possono più farlo perché
è stato sottratto loro il voto di preferenza con cui rimandarli a
casa. Con un po' di chiarezza su questi punti e la rinuncia alla grande
ipocrisia, potremmo tutti discutere più serenamente delle cose da
fare. Che al momento non si fanno, perché meno si fa, meno si rischia la fine
anticipata della legislatura_.
(
da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
27-11-2007)
CONSIGLIO
PROVINCIALE. I costi della politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze
e auto blu Il Broletto si interroga di Pietro Gorlani Il dibattito nazionale
sugli altissimi costi della "casta" della politica tocca anche
l'ente Provincia. La mozione per adottare una "cura dimagrante"
delle spese riservate alle auto blu e relativi autisti presentata ieri dalla
Lega Nord, verrà approfondita nella competente commissione Bilancio.
È stato il capogruppo del Carroccio, Roberto Vanaria, a chiedere
l'impegno del presidente Cavalli perchè si consideri la sostituzione
delle autovetture con autista in dotazione agli assessori (otto in tutto) con
un servizio di autonoleggio, che permetterebbe "un risparmio alle casse
del Broletto di circa il 30 per cento", equivalenti a diverse migliaia
di euro. Lo stesso Vanaria ha chiesto anche che tutti i consiglieri
provinciali firmino all'inizio e alla fine di ogni consiglio provinciale
"condizionando il pagamento del gettone di presenza
all'effettiva partecipazione" ed evitando le classiche furberie -
diventate prassi in tutta Italia - di incassare il lauto compenso (180 euro
lorde) anche a fronti di pochi minuti di presenza in aula (i gettoni presenza nel
2006 sono costati al Broletto 260 mila euro). IN AFFINITÀ con la
mozione di Vanaria anche l'interrogazione dei capigruppo del centrosinistra
Gianna Rosa Baresi (Prc), Pierluigi Mottinelli (Margherita) e Carlo Fogliata
(Ds) al presidente Cavalli sulla maxiconsulenza da 4 milioni di euro pagati
dalla società autostrade Serenissima (nel cui consiglio di
amministrazione siedono Cavalli e Corsini, con compensi da 90mila euro
l'anno) per seguire la pratica delle autostrade davanti alla commissionie Ue
e al ministero delle infrastrutture. I capigruppo d'opposizione la
definiscono "sconcertante". Innanzitutto perchè "i
soldi in ballo non appartengono ad un privato cittadino ma sono soldi
pubblici amministrati da una società -partecipata tra l'altro da
Comune e Provincia di Brescia- il cui capitale è al 60 per cento
pubblico" E. in secondo luogo, perchè "mentre tutti si
stracciano le vesti per i costi della politica e per i compensi ai componenti
dei vari consigli d'amministrazione, tra cui quelli della Brescia-Padova che
ammontano a 1,2 milioni di euro per 13 membri (oggi ridotti a 9 per effetto
della Finanziaria) per una consulenza si spendono cifre da capogiro". Il
presidente Cavalli risponde di aver girato, in data 2 novembre, il quesito al
presidnete dell'Autostrada Brescia-Padova. Risposta che non soddisfa per
nulla Baresi: "L'interrogazione è stata presentata un mese fa e
ci sarebbe stato il tempo di avere una risposta; inoltre lei presidente siede
in quel consiglio d'amministrazione che ha deciso la consulenza, e dovrebbe
essere in grado di dirci qualcosa in più". Discussa anche
l'interrogazione del centrosinistra in merito all'impegno della Provincia sul
caso del Residence Prealpino e quella del capogruppo di An Fabio Mandelli sul
blocco della circolazione per i ciclomotori Euro 0 e Euro 1. SE LA MOZIONE di
Vanaria verrà approfondita nella relativa commissione Bilancio, ieri
è passata l'altra mozione della Lega riguardante un sollecito -da
parte del presidente- per l'attuazione del federalismo fiscal. Passa anche la
mozione sostenuta da tutto il centrodestra per difendere la legge regionale
19/07 sulla formazione professionale (contro la quale il Governo Prodi ha
fatto ricorso alla corte costituzionale) dopo un lungo duello dialettico tra
le parti. Rinviate al prossimo consiglio le due mozioni in solidarietà
al popolo birmano (una di Baresi e Botticini del Prc, l'altra di Peli,
Mandelli e Elena di An) dopo l'accorpamento in una sola, così come
quella del centrodestra per chiedere la sanatoria alla richiesta da parte
dell'Inps, di restituzione di 72milioni di euro pagati in eccesso dal 1994 ad
oggi a 36mila pensionati. DELLE TRE DELIBERE in agenda sono state approvate
le prime due: l'assestamento generale del bilancio dell'esercizio 2007 (da
337, 8 milioni passa a 342,4) e l'approvazione del regolamento dei servizi di
supporto per l'integrazione scolastica degli audiolesi. Rinviata per
decisione della presidente del consiglio Paola Vilardi la rettifica del piano
traffico extraurbano (contenente un errore materiale) per l'assenza
dell'assessore Parolini.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
27-11-2007)
Di Augusto Ditel
"Un capogruppo che raccolga l'unanimità" Roberto Deriu:
lavoro per l'unità. Non sono l'anti-Soru, gli contesto le incompiute
SASSARI. Nuorese, studi classici, niente laurea. Passione smodata per la
politica che lui chiama amabilmente "vocazione". Un modo tutto
democristiano per spiegare a chi non lo conosce che Roberto Deriu, 38 anni,
sulla piazza da 22, è uno che mangia pane e politica. Un politico full
time che assomma nella sua persona tre presidenze: quella della provincia di
Nuoro, quella dell'Ups e, da sabato scorso, quella del Partito Democratico,
ottenuta con una percentuale bulgara. - Tre presidenze, Roberto Deriu: non le
pare di esagerare? "Quella dell'Unione delle province sarde ha una
connotazione sindacale. L'ultima, quella del Partito Democratico sardo, l'ho
ottenuta senza meriti particolari". - Su, non faccia il modesto: non ci
crede nessuno. "Ma io, modesto, lo sono per davvero. Nel nuovo partito
militano persone più affidabili e capaci di me". - La politica
anche questo: chi entra papa, esce cardinale e viceversa". "E'
vero. - Si sta peggio in miniera. "E' stravero". - Che presidente
del Pd sarà? "Uno che cercherà di favorire al massimo la
coesione del partito. La mia elezione, con una percentuale così alta,
mi ha fatto molto piacere. Sarei un ipocrita se lo negassi. Cercherò
di onorarla proprio con un'azione che unisca e non divida in questo Partito
Democratico sardo che io giudico anomalo". - Anomalo? "Certo, mica
è normale". - C'entra qualcosa Renato Soru? "Certo". -
Tutta colpa sua. "Non colpa: direi che l'anomalia è stata causata
dall'avvento di Renato Soru". - Uno che lei adorava, all'inizio, nel
2004. Salvo poi voltargli le spalle e schierarsi con Cabras. "La Sardegna
aveva bisogno della rivoluzione di Renato Soru: se non ci fosse stata,
saremmo ancora al Medioevo della politica. Soru ha dato una spallata alla
vecchia politica che, evidentemente, aveva stufato i sardi. Tutto questo ha
generato l'anomalia di cui parlavo prima, che si è poi riflessa nelle
elezioni del Pd". - Clamoroso: Deriu fa il panegirico di Soru. "Io,
del governatore, salvo e difendo le scelte fondamentali che hanno
caratterizzato la prima parte della legislatura. Il coraggio del presidente e
una legislazione coerente hanno rappresentato una svolta importante, ma a me
non piacciono gli approcci talebani, da una parte e dell'altra e dunque ho
anche qualcosa da obiettare su Soru". - Prego. "Non amo le
incompiute: è sbagliato lasciare le opere, o le riforme annunciate, a
metà. Si volevano demolire le Comunità montane? Bene. E invece
sono ancora lì: non esistono tempi certi per la loro soppressione. Nel
frattempo, quegli enti territoriali hanno il personale a spasso, i mutui da
pagare e i contratti da onorare". - Beh, se è per questo, Soru
vorrebbe cassare anche le province che lei rappresenta. "Ho letto, ma
tutte le volte che si è trattato assieme questo argomento lui non me
l'ha confermato. Anzi, la sua idea è quella di trasformarle, di farle
diventare più forti del passato". - A parte Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo che ne
hanno scritto "ad abundantiam" sulla "Casta", sono in
molti a dubitare della loro utilità. "E' un errore. Il trend
istituzionale impone l'aumento delle funzioni di governo e l'ampliamento dei
servizi a favore del cittadino". - Nobile intento, ma nel frattempo le
nuove province arrancano per non dire che boccheggiano. "Càpita
che le cosiddette "nuove" province (ma sono tutte nuove) hanno
qualche soldo e mancano di personale, mentre le "vecchie" non hanno
più un quattrino e dispongono delle strutture. Insomma, navighiamo
ancora nel mare delle incompiute". - Ce n'è abbastanza per
rilasciarle la patente di anti-Soru. "Anti-Soru? Non lo sono mai stato.
Con lui ho avuto solo rapporti istituzionali e gli riconosco una certa
intelligenza. D'ora in poi, visto che militiamo nello stesso partito,
intratterrò anche rapporti politici". - La mettiamo subito alla
prova: bella grana, quella del capogruppo. "Una soluzione per uscirne,
c'è". - E qual è? "Basta proporre un candidato che
possa essere eletto all'unanimità". - Margherita o Ds? Soru ha
appoggiato lei perché in cambio vuole che il capogruppo sia uno dei suoi.
"Non so se sia così. Io parto dalla mia elezione, giunta con una
consenso molto vasto. Partiamo da qui, ricordando che molti esponenti vicini
al presidente Soru hanno sempre convenuto sulla divisione netta tra partito e
gruppo". - E' palese che lei boccia Siro Marrocu, ma non è
facilissimo individuare un elemento che raccolga l'unanimità.
"Non sono d'accordo: io lavorerò in questa direzione, nel nome
dell'unità". - Senta tripresidente, cosa vuol fare da grande uno
come lei che inneggia alla politica come professione? "Ho trentott'anni
e a quest'età si è bamboccioni oppure si è già
grandi". - Lei si considera un grande, allora? "M'ispiro a una
massima: più vado avanti, e più penso che la politica sia fare
quello che vogliono gli altri". - Il famoso spirito di servizio tanto
caro alla Dc. "Lo chiami come vuole. Io faccio politica da quando avevo
sedici e non mi sono mai posto obiettivi, né ho coltivato specifiche
ambizioni. La politica, per me, è una vocazione". - Vocazione? In
senso laico, è sperabile. "Sì, una vocazione laica: mi
piace questa definizione". - Antonello Soro capogruppo Pd alla Camera,
lei presidente in Sardegna: due feste in una? "E' il caso di dirlo. Sono
felice per Antonello intanto per ragioni affettive: lui era il politico
preferito di mio padre, morto prorio dieci anni fa di questi tempi. Sono
felice perché gli sono molto vicino politicamente". - Molto più
vicino a Soro che a Tore Ladu. "Sono vicino a Tore Ladu e a Antonello
Soro. Io sono un soriano non un soroteo". - Rieccolo, il democristiano
d'antan. Torniamo a Soru: dovrà ripresentarsi nel 2009, come ha sempre
preconizzato Soro? "E' naturale che l'uscente sia il candidato naturale
per la riconferma, anche se poi si potrà decidere diversamente. Non lo
so, c'è ancora tempo". - Un pregio di Soru. "La
determinazione". - Un difetto. "L'esasperazione del pregio:
cioè l'ostinazione". - Il centrosinistra vincerà ancora
nel 2009? "Ne sono certissimo". - Le sue quotazioni e l'indice di
gradimento dei sardi sono in netto ribasso. "Le faremo risalire". -
Grazie a lei? "Le faremo risalire". - E' vero che lei darebbe
chissà cosa per diventare giornalista? "Ma io sono giornalista
(Deriu dirige il trimestrale "Chimera"), un giornalista in
aspettativa. Ma la mia vera passione segreta è la radio". - L'ha
mai fatta? "Mah, così...". - Quale programma le piacerebbe
condurre? "Un programma di informazione". - Un'ultima
curiosità: è vero che lei ha l'abitudine di inviare sms a
raffica, molti dei quali spiritosi, anche quando è impegnato in
riunioni di partito o in provincia? "Non so se sono spiritosi,
però è vero che li mando". - A chi? "I miei destinatari
preferiti sono Soru e Paolo Fadda". - E loro, rispondono?
"Sì, sempre". - Come? "Paolo Fadda risponde con
parolacce irriferibili". - E Renato Soru? "No, niente parolacce:
lui è molto più poetico".
(
da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
27-11-2007)
IL CONVEGNO. Le
presenze negli ospedali Pari opportunità in sanità: strada
ancora in salita Rappresentano oltre il 70 per cento degli operatori
dell'ospedale Civile, ma solo dieci sono arrivate al "top" come
primari. È ancora lungo il cammino delle donne che lavorano in
sanità, moltissime alla base, troppo poche ai vertici. Negli ospedali
italiani solo il 6 per cento dei direttori generali è donna,
percentuale tanto più rilevante se rapportata con la presenza
femminile nel mondo sanitario, che sfiora il 61 per
cento fra donne medico e infermiere. Qualche timida apertura si registra per
i direttori sanitari, donne nel 16,4% dei casi, dato che probabilmente deriva
dall'aumento di donne nel corpo medico e tra gli studenti di Medicina. Se ne
è parlato nell'incontro "Lavorare in Sanità: pari
opportunità, nuove opportunità", organizzato dal Comitato
Pari Opportunità degli Spedali Civili, con un ospite d'eccezione, la
sottosegretaria al ministero del Lavoro, onorevole Rosa Rinaldi. E' STATA
l'occasione per presentare a Brescia il progetto "Bollino rosa S.O.N.O.
Stesse Opportunità Nuove Opportunità", messo a punto dalla
stessa Rinaldi con lo staff del ministero. "Si tratta di un marchio di
qualità per una certificazione volontaria che un'azienda privata o
pubblica può ottenere se è in grado di dimostrare che adotta
strategie e pratiche aziendali non discriminanti - ha spiegato - ed è
un sistema basato sulla verifica della parità delle retribuzioni (i
differenziali retributivi fra uomini e donne ostacolano l'aumento
dell'occupazione femminile, incidendo negativamente sulla propensione delle
donne ad accedere a posizioni di maggiore responsabilità) e
sull'adozione di politiche non discriminatorie e di valorizzazione delle
competenze femminili". Il progetto è partito in questi mesi con
la sperimentazione in un numero mirato di aziende, e dall'anno prossimo verrà
diffuso ad ampio raggio, con l'avvio delle certificazioni: "Nella
sanità - ha aggiunto Rosa Rinaldi - la situazione esige cambiamenti di
rotta, meno precariato ed esternalizzazioni massicce, più
stabilizzazioni lavorative che sono una necessità perché il sistema sanitario nazionale torni ad avere il ruolo storico che ha avuto". NEL
PERCORSO di conciliazione fra lavoro e impegni familiari, per garantire pari
opportunità nella crescita professionale, il Civile ha messo in campo
diversi progetti, come "Effe elle esse", sistema di flessibilità
oraria, asilo nido aziendale, forme di part time; è stato
emanato un regolamento contro le molestie sessuali, e il Comitato pari
opportunità ha consolidato la propria attività nel contesto
aziendale. Dai dati emersi dal convegno risulta che i congedi parentali e
quelli per malattia del figlio sono stati richiesti da 942 donne contro soli
45 uomini (dati 2006), e che il part time è particolarmente diffuso
fra le dipendenti del comparto (infermieri, tecnici, ausiliari). Una
curiosità, poi, si trova scorrendo la distribuzione degli
specializzandi (279 maschi e 434 femmine). Non è fuori luogo parlare
di una differenziazione di genere: i ragazzi prediligono ancora
specialità interventistiche come chirurgia, ortopedia e traumatologia,
e settori connotati al maschile come l'urologia. Le neo-dottoresse, al
contrario, rimangono legate al ruolo atavico di cura, affollando medicina
interna, geriatria e pediatria, ginecologia e, a sorpresa, la Biochimica
clinica.LI.CE.
(
da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)
Lucca Cda da
709mila euro, compresi i revisori Salt, la società autostrada
ligure-toscana, è partecipata, fra gli altri, anche dal Comune di
Lucca (socio al 3,075%) e dalla Provincia (socio al 3%). Presidente del
consiglio di amministrazione è il versiliese Roberto Bertola, ex
sindaco di Fi a Forte dei Marmi. Il Comune di Lucca è rappresentato
nel cda, al momento, dall'ex commissario prefettizio Francesco Lococciolo e
da Franco Ravenni, coordinatore provinciale di An. La
Provincia, invece, è rappresentata nel cda da Andrea Carrara e da
Riccardo Brocchini (Ulivo di Massarosa): entrambi percepiscono in compenso
lordo annuo di 6mila euro oltre a un gettone di presenza di 300
euro lordi (escluse spese di trasferta) per ogni riunione del consiglio.
Nel suo complesso, però, il cda costa molto di più: 709mila
euro l'anno, compresi i sindaci revisori (165mila euro l'anno).
(
da "Nuova Sardegna, La" del
27-11-2007)
IL CARICO FISCALE
La politica di Berlusconi e le molte insidie del
programma economico Riduzione delle tasse e piccole imprese temi cari al
Cavaliere ma di difficile attuazione senza ledere il suo elettorato
Nell'annunciare il sostanziale mutamento politico Berlusconi ha parlato di
tutto, ma è stato particolarmente avaro sui temi economici. Solo
qualche vago accenno a riduzione delle tasse e sostegno della piccola
impresa. Premesso che il personaggio è capace di mutamenti
imprevedibili, non sembra dubbio che tesi di tale tipo avrebbero un notevole
fascino per i suoi potenziali elettori ed è, di conseguenza, molto
probabile che formino la sostanza del suo programma. La prima questione al
riguardo concerne l'ipotesi che una riduzione del carico fiscale incentivi
gli imprenditori a maggiori investimenti ed iniziative. L'on. Sacconi,
qualificato berlusconiano, arriva a dire "oggi, oltre una certa soglia,
alle aziende non conviene più guadagnare". Se guardiamo i dati di
Mediobanca usciti nei giorni scorsi, constatiamo che nel 2006 le imprese che
nell'ultimo decennio sono state sempre in utile o pareggio hanno pagato al
fisco lievemente meno del 30% dei loro utili ed hanno versato in dividendi
quasi il doppio di quanto hanno dato allo Stato. Non è riducendo di
qualche punto percentuale il carico fiscale che si modificano gli incentivi,
dato che o gli operatori economici sono razionali e allora già ora
possono constatare che la maggior parte di quanto guadagnano va a loro
beneficio, o non lo sono ed in tal caso rispondono non a modifiche marginali,
ma solo a quelle tanto sostanziose da essere impraticabili. Quelle censite da
Mediobanca, potrebbe obiettare un berlusconiano, sono imprese grandi e medie:
la situazione è diversa per quelle minori. Ma chiunque abbia un minimo
di esperienza sa che è lì che si concentrano ampi fenomeni di
vera e propria evasione fiscale per evitare i quali senza un'attenta opera di
repressione occorrerebbe ridurre a zero o quasi le aliquote. Il vero problema
delle medio-piccole imprese italiane non sono le tasse, ma per molte di loro
la ridotta dimensione e l'essersi attardate su produzioni tradizionali non
qualificate sulle quali grava la concorrenza dei Paesi a basso costo di mano
d'opera. I problemi di quel terzo delle imprese industriali italiane che
perde o è in pareggio non si risolvono con tasse minori, perché
già non le pagano. Restano le tasse personali e qui l'iniziativa
l'hanno già presa Epifani suggerendo una riduzione di quelle sul
lavoro dipendente e Rutelli con l'Ici sulla prima casa, per cui a Berlusconi,
per differenziarsi, non resta che puntare ad una minor progressività.
Prescindendo dall'ingiustizia di una formula del genere, da noi il problema
è quello della copertura. Con un debito pubblico che supera il reddito
nazionale, l'unica strada percorribile è quella della riduzione delle
spese. Ma quali? Non quelle per lavori pubblici se non vuol rinnegare il suo
patto con gli italiani. Certo Berlusconi senza Fini potrebbe tagliare la
burocrazia statale, ma è lecito dubitare abbia il coraggio di mettersi
contro milioni di dipendenti pubblici. Non resta che la spesa sociale. Anche
qui prescindendo dall'ingiustizia e dal fatto che l'invecchiamento
della popolazione tende a far crescere spesa sociale e sanitaria, si
colpirebbero milioni di persone e si influirebbe negativamente sui consumi
indebolendo ulteriormente il sistema economico. I costi della politica potrebbero essere abbassati riducendo il numero dei
parlamentari in misura più massiccia di quanto proposto dal centro-sinistra,
ma Berlusconi ha già promesso ai suoi di ricandidarli tutti e non
può fare tagli troppo drastici. Tutto questo non significa che non ci
siano molte inefficienze e molti sprechi, ma per
ridurli occorre un'opera di cesello che non fa parte de suo stile. Di
conseguenza o Berlusconi mette in programma cose che non potrà
realizzare nella speranza che molti gonzi ci credano, o - se tenterà
di realizzarle - porterà il bilancio ad uno sfacelo maggiore di quello
avviato dal suo ultimo governo. Speriamo solo che molti italiani se ne rendano
conto, perché in caso contrario, se il deficit riprendesse a crescere,
è molto difficile pensare che l'Europa che si è rimessa in
piedi chiuda benevolmente un occhio.
(
da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)
Montecatini Cgil:
più controlli sulle tariffe Le proposte del sindacato ai Comuni per i
bilanci 2008 I NOSTRI SOLDI Una lettera di Quiriconi PISTOIA. Iniziano oggi a
Palazzo di Giano gli incontri tra i sindacati provinciali e i Comuni alle
prese con la definizione dei bilanci preventivi per il 2008. La Cgil si
presenta all'appuntamento con alcune richieste sintetizzate in un documento
firmato dal segretario Daniele Quiriconi. Tra le richieste, c'è la
sollecitazione a verificare la possibilità di una restituzione di
parte degli aumenti di imposte varati lo scorso anno, ma anche un più
stretto controllo sul tema delle tariffe e un maggior coordinamento tra
comuni vicini. "Quest'anno - scrive Quiriconi - pur in un sempre
difficile contesto per la finanza pubblica locale, non siamo in presenza dei
tagli operati dalle passate leggi di bilancio; nello stesso tempo ci troviamo
a gestire e la condividiamo, la razionalizzazione e il riordino della cosa
pubblica indicata dalla Regione e dal governo con la finanziaria (a partire
dalla riduzione degli enti, delle società
partecipate, dei consigli di amministrazione, degli Ato e così via).
Non si tratta solo di contenere i cosiddetti "costi della politica", ma di restituire funzionalità, competenze e
operare quei risparmi di spesa, che possono consentire maggior efficienza,
più servizi e riduzione della tassazione locale per i cittadini.
Ma tutto ciò non basta in quanto ci sono scelte che dipendono dagli
amministratori locali". Secondo la Cgil siamo di fronte alla
"improcrastinabile necessità di accorpare i servizi, specie nei
comuni piccoli, "eliminando" una serie di figure dirigenziali
anacronistiche e centri di costo che possono essere tagliati" ma anche
alla necessità "di riflettere sul prosieguo di una serie
ulteriore di esternalizzazioni di funzioni e servizi dove non sono chiari i
risparmi se non ottenuti attraverso la compressione dei diritti dei
lavoratori ed un peggioramento dei servizi stessi". "E si tratta -
continua la nota della Cgil - di compiere scelte politiche chiare a partire
dal Comune capoluogo dove lo scorso anno, con fatica, prendemmo atto di un
aumento della pressione fiscale locale in un momento di grave sofferenza per
la condizione salariale dei lavoratori e dei pensionati; penso soprattutto
all'impegno di valutare "la restituzione" eventuale di parte del
maggior gettito ottenuto, nel corso del 2008 e sul quale ci aspettiamo
coerenza". Un'altra proposta è quella di istituire nuovamente a
livello provinciale, le commissioni per l'aumento del costo della vita aperte
anche alle associazioni dei consumatori. "Non solo - scrive il
segretario Cgil - in funzione di monitoraggio, ma come luogo nel quale
discutere del costo di una serie di servizi di pubblica utilità
gestiti da aziende a controllo pubblico, che si distinguono per una
discutibile qualità del servizio reso ai cittadini, coniugato con un
aumento delle tariffe. Parlo di acqua, elettricità, gas, farmacie etc,
che hanno goduto, a giudizio del sindacato in qualche caso impropriamente,
dei benefici del cuneo fiscale senza nessuna restituzione di benefici in
termini tariffari e di efficienza ai cittadini". Infine il coordinamento
tra gli enti. "Ogni anno - rileva Quiriconi - buoni propositi, ma poi il
sindacato si trova davanti la politica dei
"centofiori" con decine di incontri e scelte talvolta le più
diverse anche in Comuni limitrofi e con identica composizione sociale della
popolazione. Ma le conferenze dei Sindaci non dovrebbero coordinarsi anche su
questo? Tra il dirigismo e "l'ognun per sé" forse c'è una
via di mezzo".
(
da "Corriere della Sera" del
27-11-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-11-27 num: - pag: 6
categoria: REDAZIONALE La lettera Dini: basta col "tassa e spendi"
Il partito occulto "Nelle Regioni e negli enti locali c'è un
partito della spesa" SEGUE DALLA PRIMA Se poi teniamo conto del fatto
che non esistono strumenti parlamentari preposti a esaminare con
obiettività la quantificazione delle spese, a questo si aggiungono
flussi non marginali di spese occulte, che lasciano sul campo tanti cocci che
pesano sulle tasche del cittadino. A fronte di ciò ho lanciato
ripetuti segnali di allarme, come sto facendo in questi giorni in relazione
alle spese aggiuntive palesi e occulte che comporta il testo del disegno di
legge sul welfare così come presentato dalla Commissione Bilancio
della Camera (quanto ad esempio ai lavori usuranti). Ma mi sembra giunto il
momento a questo punto di un'analisi più strutturale del profondo
radicamento del nostro Paese, nel centrosinistra con maggior forza (specie nelle sue frange estreme) ma anche nelle altre parti
politiche, di un vero e proprio "partito unitario della spesa pubblica
", annidato specie nelle Regioni e negli enti locali. La seconda
Repubblica in teoria doveva basarsi sui principi del sistema maggioritario,
ma mi sembra che il "proporzionalismo all'italiana" non sia mai
venuto meno. E "proporzionalismo all'italiana " significa
partitocrazia invadente. Il suo giornale da tempo è molto attento alla
questione del "costo della politica" e non
si può cogliere alle radici il fenomeno del costo della politica senza tenere conto degli effetti della
partitocrazia. Il meccanismo operativo della partitocrazia è infatti
quello della lottizzazione, e da esso trae origine il fenomeno - solo
italiano - dell'esercito fatto di decine di migliaia di persone, di
consiglieri di amministrazione, consulenti e quant'altro annidati in quelle
migliaia di cellule del "socialismo reale all'italiana" che sono le
migliaia di enti, aziende pubbliche e municipalizzate. è lì che
operano quelli che si possono definire "i funzionari della
partitocrazia", tutti soggetti che giustificano, motivano e consolidano
la propria ragion d'essere nel chiedere e generare flussi di spesa pubblica
aggiuntiva. I deficit di molte aziende sanitarie locali, enti pubblici e
municipalizzate sono lì a dimostrarlo. D'altronde, come si
spiegherebbe il fatto che ad esempio il disegno di legge sulla
privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici locali è stato
sostanzialmente snaturato in Parlamento e ancora giace al Senato? Siamo
quindi in presenza di una rete capillare diffusa nel territorio che attinge
il proprio sangue ai mille rivoli della spesa pubblica, sacrificando
l'interesse dei cittadini ad una minore pressione fiscale all'interesse loro
e dei propri partiti alla moltiplicazione della spesa. Mi pare che si tratti
della questione delle questioni che attraversa il nostro sistema economico e
il nostro sistema politico. Eppure nessuno ne discute e nessuno, tra le
classi politiche, mostra intenzioni serie di affrontarla. Né possono bastare
i timidi segnali volti a ridurre la dimensione dei consigli di
amministrazione di qualche tipo di enti pubblici. Qualche osservatore nei
giorni scorsi ha evidenziato che in presenza di due grossi partiti a sinistra
e a destra, che sembra vogliano andare nuovamente verso una legge elettorale
proporzionale, si aprirebbero le porte verso una terza Repubblica. Prima di
questo eventuale passaggio, non è il caso di porsi il problema di
aggredire dalle fondamenta le questioni connesse e intrecciate del modello
del "tassa e spendi " e del modello della partitocrazia?
Personalmente, e con i miei amici liberaldemocratici, non abbiamo alcuna
intenzione di prescindere da tali cruciali questioni. Lamberto Dini leader
Liberaldemocratici.
(
da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
27-11-2007)
Le modifiche da
apportare al regolamento comunale, così come le era stato richiesto
dalla massima assice citadina. E la bozza di modifiche, votata venerdì
scorso sia da tutti i consiglieri della commissione (sia di maggioranza che
di apposizione), ieri ha incassato la "ammissibilità" del
segretario generale e quindi si appresta ad essere licenziata dalla
conferenza dei capigruppo prima di tornare in Cosiglio per essere
definitivamente ratificata. Tre le principali novità che verrebbero
introdotte, se passasse senza emendamenti, la linea scelta dalla commissione.
Innanzitutto gli organi consiliari acquisterebbero (contrariamente a quanto
avviene oggi) funzioni "istruttorie, referenti, redigenti e di
controllo" quindi potrebbero proporre degli atti e non riunirsi solo in presenza di atti già licenziati dal consiglio.
Svolta decisiva anche per quanto riguarda l'articolo 11 del regolamento
"l'elezione del presidente del consiglio". Sulla scorta di
precedenti impegni, assunti durante la passata legislatura dalla massima
assise, è stata prevista una sostanziale modifica che prevede la
possibilità "di sfiducia per il presidente al pari di quanto
avviene per sindaco e consiglio". Infine tra le modifiche approtate
c'è la tanto discussa "indennità per i consiglieri".
Si tratta di un compenso mensile di 800 euro lordi, peraltro già
adottato in svariati altri comunim, che ridarebbe "la giusta
dignità, attribuita dalla legge al ruolo del consigliere". Il
fisso mensile, sempre secondo la proposta deliberata
dalla commissione Affari istituzionali, verrebbe però decurato di un
gettone di presenza (pari a 30 euro) per ogni assenza ingiustificata dai lavori di
commissione o dal consiglio. Una proposta, che nonostante sia stata approvata
in maniera assolutamente bipartisan dagli Affari istituzionali,
continuerà a far discutere. Se infatti è indubbio che in
questo modo si supererebbe il problema delle eccessive convocazione delle
commissioni e si equiparerebbero tutti i consiglieri, dall'altro canto non
mancheranno i cori contrari, soprattutto tra chi ritiene ancora la politica
come un "ideale". Cri.Ga.
(
da "Corriere Alto Adige" del
27-11-2007)
Corriere dell'Alto Adige
- TRENTO - sezione: 1ACULTURA - data: 2007-11-27 num: - pag: 12 categoria:
REDAZIONALE Trentino e mafioso La storia di Pozza Da morto fece incastrare
Ciancimino TRENTO - è trentino uno dei pezzi chiave dell'intricato
puzzle che gli investigatori di Palermo hanno messo insieme per poter
accusare il sindaco di Palermo degli anni Settanta, Vito Ciancimino, di
essere il "burattinaio di Cosa Nostra". Cognome e nome: Pozza
Corrado Michael, italo- canadese nato a Trento. Professione: consulente finanziario
dell'"onorata società" a Montreal. Quando nella notte del 28
settembre del 1982 Pozza viene freddato da un killer assoldato dalle cosche
calabresi, nella sua valigetta spuntano documenti scottanti: li userà
il giudice Giovanni Falcone prima per ricostruire le mosse di Ciancimino in
Canada e, dopo, grazie soprattutto alle confessioni del pentito Tommaso
Buscetta, per arrestarlo verso la fine del-l'' 84. è questo uno dei
tanti fatti di mafia rievocati nel libro L'isola del tesoro, pubblicato a
settembre dalla Bur-Rizzoli. Ne è autore
l'inviato dell'Espresso Leo Sisti, sulla base di 40mila pagine di documenti
processuali degli ultimi trent'anni. L'isola del tesoro parla di mafia, di
clan corleonesi, di riciclaggio di denaro illecito. Lo fa con il racconto di
due vite parallele, che hanno fatto la storia della Sicilia: Bernardo
Provenzano e Vito Ciancimino, il boss e il sindaco. Il gran capo di Corleone,
ammanettato tra cicoria e pizzini nell'aprile del 2006, a due passi da casa
sua. E il primo cittadino di Palermo degli anni Settanta. Pozza fu un
elemento chiave per incastrare Ciancimino. Come sono andate le cose?
"Pozza non era un italiano del Sud, era di Trento, aveva studiato
economia all'università, ma, emigrato in Canada, si era scelto come
clienti alcuni pezzi da novanta calabresi: i componenti della famiglia
Cotroni, guidata da Frank e Vincent, capi di Cosa Nostra a Montreal. Gente
spietata, ras del narcotraffico tra Messico, Canada e Stati uniti, ma anche
d'altro, roba sofisticata: frodi finanziarie, titoli rubati. Pozza lavorava
per loro, con un compito ben preciso: "sbiancare" i dollari
sporchi. Fin dal 1976 la polizia canadese lo aveva etichettato come financial
advisor, consulente finanziario, proprio dei Cotroni: era il loro uomo di
copertura, addetto alle pubbliche relazioni, in pratica doveva curare i
contatti con gli uomini politici locali. Poi, però, Pozza fa un passo
falso. Si lega ai siciliani, a Joe Bonanno - amico di Buscetta e leader
dell'omonima famiglia tra le cinque che si spartivano New York - e, tramite
Bonanno, al suo rappresentante italiano, Giuseppe Bono. Ovvero il boss della
famiglia palermitana della Bolognetta, alleato dei corleonesi, trait d'union
tra Palermo e New York e, secondo Buscetta, il principale fornitore di eroina
negli Stati Uniti. Pozza si sente arrivato, sognava la grande scalata.
Specialmente quando verrà invitato da Giuseppe Bono alle sue nozze,
quelle celebrate nel prestigioso Hotel Pierre. Era il 1980". Un
voltafaccia che non avrà fatto piacere ai Cotroni. "Ovvio. Frank
non apprezza. E incarica un killer di ucciderlo: alcuni colpi in testa,
sparati con una calibro 22. Ora, tutto sarebbe stato archiviato come
"morte violenta di un contabile" se alcune carte compromettenti non
fossero state trovate nella valigetta di Pozza dagli uomini della
Suretè di Quebec". Di che cosa si trattava? "Alcuni fogli.
Vi erano annotati nomi e numeri di telefono: di Sergio e Giovanni Ciancimino,
due dei cinque figli di Vito, di Francesco Zummo e di Francesco Civello. Di
questi, chi conta di più è Zummo. Vito Ciancimino aveva puntato
su di lui per trasferire le sue ricchezze dall'Italia verso lidi più
discreti, lontano da Palermo e dalla Sicilia, cioè in Canada. Dove,
come dichiarerà durante il suo processo, voleva investire lontano dal
suo paese "perché aveva paura che i comunisti arrivassero al
potere" ". Un'eredità scomoda. "Sicuramente. E tutto
scoperto per caso, grazie ai Cotroni e al loro sicario. Il giudice Falcone ne
approfitterà per cominciare una vera e propria caccia al tesoro di don
Vito, interrotta nel 1992 con le bombe di Capaci ". Questo episodio,
ricco di dettagli nel suo libro, è solo uno dei tanti che aiutano a
capire i legami tra Ciancimino e Provenzano. Ma che cosa li rende diversi,
rispetto ad altri boss? "Il salto di qualità della mafia nella
scelta degli investimenti. Vito Ciancimino è stato il kingmaker di
Provenzano, che a sua volta lo ha posto sotto la sua ala protettiva
assicurandogli una velocissima e duratura carriera politica. Un bel binomio,
tutti e due di Corleone. Ciancimino aveva studiato all'università,
alternando Ingegneria a Legge, senza mai però laurearsi. Il "capo
dei capi", semianalfabeta, andava a lezione di matematica proprio da
lui: se è riuscito a inventare nuovi sbocchi per le attività
della mafia, è stato grazie all'ex sindaco di Palermo. Era come se una
nuova parola d'ordine fosse stata coniata: basta con il traffico di droga,
troppo rischioso in senso "carcerario". Meglio, molto meglio,
puntare sull'edilizia, sugli appalti. Il che significava puntare sulla
politica. Dove chi dettava legge era proprio don Vito, l'uomo giusto con i
canali giusti. Ciancimino guardava avanti, aveva l'occhio lungo per gli
affari. E li realizzerà grazie all'aiuto di tre professionisti,
conosciuti per più di vent'anni, due avvocati e un ingegnere". Il successo del suo libro e di altri del genere, come La casta
di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, significa che oggi
più di un tempo la gente ha voglia di sapere? "Credo di
sì. Un'esigenza che nasce dal fatto che sia per la politica che per la
mafia, in televisione, la comunicazione è insufficiente, quando non
è negata. Ritengo che oggi ci sia più curiosità
verso fenomeni che devono essere conosciuti nella loro interezza. Per colpa
anche della televisione, che non informa, nasconde la realtà".
Cosa la spinge a occuparsi di argomenti così delicati e, forse, anche
pericolosi? "Anzitutto, una grande curiosità. E, poi lavorando
per L'espresso da più di trent'anni, mi sono occupato di tante vicende:
crimini dei colletti bianchi, terrorismo, corruzione politica, mafia. In
certi casi i giornalisti devono condurre le loro battaglie: è un modo
perché il pubblico venga a conoscenza di ciò che sta dietro le quinte.
Così tutti possono rendersi conto della realtà italiana".
Ha mai ricevuto minacce? "Solo una volta, però non c'entrava la
mafia. Si trattava di articoli sulla corruzione". Ha già in mente
un nuovo lavoro letterario? "Per ora no. Sono dell'idea che i libri non
si annunciano, ma si fanno.... Comunque gli spunti sono tanti, la cronaca
è così ricca. Specialmente in Italia". C'è
un'indagine che spera di poter fare in futuro? "Approfondire meglio i
rapporti tra Islam e terrorismo. è un grande tema, attualissimo, come
gli avvenimenti degli ultimi anni insegnano. Una cosa è certa. Non
posso dedicarmi a temi che non mi coinvolgono, non posso scrivere senza
entrare nei personaggi: così, per capire come si muovono e come
pensano". L'omicidio L'italo-canadese fu fatto assassinare dai Cotroni
che aveva tradito. Nella sua borsa un "tesoro" di documenti
L'autore A destra Leo Sisti con il cognato di Abu Moussa Al Zarqawi, il
defunto vice di Bin Laden in Iraq. Lo scrittore medita un libro su islam e
terrorismo. In alto, "don" Vito Ciancimino di FRANCESCA NEGRI.
(
da "Alto Adige" del 27-11-2007)
A gennaio
sarà dimezzato il cda. La richiesta dei partiti: tagli anche per le
altre società pubbliche Sasa, niente gettoni
ai "politici" Sospesa l'indennità a consiglieri e assessori
comunali: è polemica BOLZANO. Sasa, si taglia. La decisione ufficiale
sulla riduzione del cda da 10
a 5 membri sarà presa a gennaio, ma intanto
ieri i sindaci di Bolzano, Laives e Merano hanno deciso di sospendere le
indennità ai consiglieri di amministrazione che ricoprono già
incarichi istituzionali. La decisione ufficiale sarà presa a gennaio
nel corso di un'assemblea straordinaria, ma ieri Luigi Spagnolli (Bolzano),
GÜnther Januth (Merano) e Giovanni Polonioli (Laives) hanno trovato un primo
accordo: "Il mandato - afferma Polonioli, - è quello di ridurre
il cda da dieci a cinque membri. Con ogni probabilità però il
dimezzamento sarà applicato solo una volta scaduto il cda attuale,
ovvero nella primavera del 2010". In attesa che questa decisione venga
formalizzata davanti al notaio (per ridurre il consiglio di amministrazione
bisogna modificare lo statuto), i tre sindaci hanno deciso che fin da subito
saranno sospese le indennità dei membri del cda che ricoprono cariche
istituzionali (assessori o consiglieri comunali). "è la
finanziaria nazionale che lo prescrive - spiega ancora Polonioli - e in
attesa che la Provincia recepisca questa norma ci portiamo avanti".
All'interno della Sasa i consiglieri di amministrazione che allo stesso tempo
sono consiglieri comunali sono i bolzanini Franco Murano e Mariateresa
Tomada, i meranesi Romano Cavini ed Enrico Pierotti, oltre a Marco Delli
Zotti di Laives, per il quale però la cancellazione
dell'indennità è già prevista dallo statuto comunale. A
Bolzano la decisione presa di comune accordo dai tre sindaci viene commentata
con sentimenti contrastanti. "Se il taglio verrà applicato a
tutti i cda pubblici sono d'accordissimo, ma sembra che in questo momento ci
sia un particolare accanimento contro la Sasa", si lamenta Mariateresa
Tomada di Alleanza Nazionale. Usa le stesse parole anche Franco Murano di
Forza Italia: "Ben venga questa decisione, a patto però che si
faccia lo stesso anche in tutte le società". A pensarla
così non è solo l'opposizione. Dice infatti Guido Margheri
(Sinistra Democratica): "Quello deciso per la Sasa è un primo
passo, ma non fare lo stesso per altre aziende come Seab o Azienda Energetica
sarebbe incoerente. Personalmente andrei poi anche oltre, visto che la
finanziaria parla di incompatibilità tra incarichi politici e
amministrativi". Mauro De Pascalis, capogruppo del Pd, frena sul taglio
dei cda ("il collegamento tra società comunali e consiglieri
è importante"), ma si dice d'accordo sulla riduzione dei costi
attraverso la sospensione dei gettoni e delle indennità: "La volontà della
popolazione su questi temi è ormai chiara". Reazioni arrivano
anche dal consiglio provinciale. Alberto Sigismondi di An ritiene che dietro
alla decisione di ridurre (per ora) soltanto il cda di Sasa ci sia una
manovra politica: "La verità - dice - è che si vuole
indebolire la Sasa per poi provincializzare il trasporto pubblico creando
una società unica in cui far confluire Sasa e Sad". (mi.m.).
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
27-11-2007)
Prov Ogliastra
Pagina 6027 Provincia. A tre assessori 3600 euro lordi, al presidente (senza
aspettativa) 2800 La Giunta si aumenta lo stipendio Provincia.. A tre
assessori 3600 euro lordi, al presidente (senza aspettativa) 2800 --> La
Provincia va controvento. Con "voto palese ed unanime" il 14
novembre la Giunta provinciale Ogliastra ha deliberato l'aumento del 30 per
cento delle indennità mensili per presidente, vicepresidente ed
assessori. Gli aumenti vanno dai 845,96 lordi per gli assessori Giampietro
Melis (Pd), Giorgio Murino (Psd'az) e Gigi Mereu (Udeur) ai 650,74 euro lordi
per il presidente Carta (Pd). 488 euro in più percepirà il
vicepresidente Franco Murgia (Pd) e infine 422,98 gli assessori Enrico Lai
(Pd), Luigi Lai (Pd) e Ignazio Marci (Rc). In virtù di questo le
indennità percepite dai componenti della Giunta varieranno in modo
significativo: il presidente Piero Carta (Pd), che continua a svolgere la sua
professione, percepiva un assegno mensile di 2169,12 euro. A novembre la sua
busta paga lieviterà fino a 2819,86 euro con un aumento del 30 per
cento. Si dedicasse solo alla causa della giovine Ogliastra la busta paga
sarebbe di 5639,71. Cosa che non accade perché riscuoterà un compenso
"dimezzato in quanto lavoratore dipendente non in aspettativa".
Aumenterà meno, si fa per dire, l'indennità degli assessori in
aspettativa. Giorgio Murino, Gigi Mereu e Giampietro Melis percepiranno a
novembre 3665,82 euro (il 65 per cento dell'indennità prevista per il
presidente). Un bel balzo in avanti rispetto ai 2819, 86
del mese di ottobre. Come delibera recita è stato rispettato alla
lettera il decreto ministeriale 119 del 2000 che fissa al 30 per cento il
limite massimo di aumento delle spese per indennità di funzione e gettoni di presenza. L'aumento è stato esattamente del 30 per cento per lo
stipendio presidenziale e a scalare per gli altri secondo i parametri.
Nel documento (facilmente consultabile su internet all'indirizzo
www.provincia.ogliastra.it/atti giunta) si prende inoltre atto che
"l'attività dell'Ente ha assunto negli anni una crescente
intensità, anche in conseguenze delle nuove funzioni trasferite dalla Regione...richiedendo
studio, partecipazione e presenza sempre più
pressanti rispetto al passato, sia in termini qualitativi che
quantitativi". Nella delibera si legge inoltre che la Giunta ha preso
atto "che fino a questo momento (da quando la giovane Provincia è
una realtà, cioè maggio 2005 ndr) non era stato disposto nessun
adeguamento". Una rettifica che giunge in tempi di tagli di ogni benefit
o privilegio che possa far solo sospettare che i politici siano dei
privilegiati. La nuova tabella per le indennità da corrispendere alla
Giunta sarà valida già dal primo novembre, leggermente
retroattiva quindi. Intanto la tensione in maggioranza continua ad essere
alta e la verifica in corso. Mala tempora currunt . S. L.
(
da "Brescia Oggi" del 27-11-2007)
CONSIGLIO
PROVINCIALE. I costi della politica nella
seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e auto blu Il Broletto si
interroga Vanaria: "Vetture a noleggio al posto di quelle con
autista" .
(
da "Repubblica, La" del 27-11-2007)
Pagina VI - Torino
Tutti d'accordo a Palazzo civico su un ordine del giorno che chiede di
eliminare dalla Finanziaria la riduzione delle indennità Sala Rossa :
"Lo stipendio non si tocca" La rivolta della Sala Rossa contro i
tagli allo stipendio previsti in Finanziaria. Una ribellione trasversale,
senza differenze di schieramento. Alla fine l'ordine del giorno che chiede lo
stralcio dell'articolo 26 del testo approvato al Senato è stato firmato
da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione ed è stato votato
all'unanimità dal Consiglio comunale. Nel documento si chiede, in base
anche della protesta dell'Anci, di eliminare i tagli previsti dalla
Finanziaria, approfittando dell'iter alla Camera e di
aprire una discussione complessiva sul costo della politica e su
come ridurre gli sprechi. Un confronto che tocchi tutti i livelli, a partire da quelli
romani, come parlamento e manager pubblici, fino ad arrivare ai consigli
regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Se l'articolo 26
non verrà abolito i consiglieri più diligenti, quelli che
partecipano a 26 sedute tra Sala Rossa e commissioni in un mese, dovranno
sopportare un taglio di poco più di 700 euro, passando da un massimo
di 3.041 a
2.280 euro lordi. In pratica da un terzo ad un quarto di quanto guadagna il
sindaco Sergio Chiamparino, a quota 9.123 euro lordi. Il punto è che
la Finanziaria non ritocca gli stipendi di parlamentari e consiglieri
regionali. Questione che ha fatto saltare sulla sedia tutti gli eletti ed
unito centrodestra e centrosinistra nella richiesta di fermare tutto ed
aprire una discussione più ampia perché "non si possono
penalizzare solo i consiglieri che, tra l'altro, sono anche quelli che fanno politica sul territorio e sono più vicini alla
gente". L'ordine del giorno votato dal Consiglio è solo l'ultimo
atto. Negli scorsi giorni sono partite decine di lettere indirizzate agli
onorevoli per chiedere di rivedere l'articolo approvato al Senato. Missive
firmate anche dai consiglieri circoscrizionali, l'ultimo anello della catena.
I loro stipendi rischiano di scendere sotto i mille euro lordi, a patto che
siano presenti a 19 sedute. Un taglio che oscilla intorno ai 300 euro e che
sotto la Mole riguarda 250 eletti, divisi fra dieci circoscrizioni. E
c'è anche il rischio, se la norma della Finanziaria verrà
interpretata in maniera più ampia, che agli eletti nei quartieri non
venga riconosciuto più un emolumento. Nell'articolo 26, infatti, si
afferma che al consigliere circoscrizionale non deve essere riconosciuta
nessuna indennità. A Torino, però, vige il sistema del gettone
che sarà tagliato ma non eliminato. (d. lon.).
(
da "Giornale di Merate" del
27-11-2007)
CONTINUA LA
DISCUSSIONE SULL'ISTITUZIONE DELL'AREA PROTETTA PAOLO BIANCHI REPLICA SUL
PARCO DEL SAN GENESIO: 'SI PUÒ TUTELARE IL TERRITORIO CON ALTRI MEZZI'
Gentile Direttore, vorrei rispondere al signor Sala di Casatenovo che sul
Giornale di Merate del 20 Novembre u.s., è intervenuto in risposta
alla presa di posizione che la Lega Nord e un gruppo di cittadini, hanno
portato avanti, per impedire la nascita di un ulteriore carrozzone politico.
Sì, proprio un carrozzone che avrebbe solo la funzione di creare posti
di lavoro per gli amici degli amici. Mi chiede il signor Sala, quali
strumenti propongo io per tutelare il territorio: ebbene è dal 2004
che continuo a sostenere, cche già con le leggi attuali, un sindaco
può tutelare il proprio territorio: si tratta di vincoli
idrogeologici, di azzonamento in zona agricola E3, di interventi specifici
attuati dalle singole amministrazioni, in collaborazione con i proprietari
dei fondi per manutenere gli stessi. Il sindaco di Colle Brianza che non
vuole adottare il plis, ha tutelato comunque il monte ! Mi fa piacere che il
signor Sala abbia molto tempo libero da dedicare alle escursioni! Quando
parla di altri metodi di tutela, si riferisce forse alla cementificazione
attuata dalle amministrazioni dell'Ulivo, in via Cesare Cantù, ad
Olgiate? Raccolgo volentieri l'invito, per un'escursione sul Monte Barro : ma
la Sua visione mi sembra un po' distorta. Quando parla di "sviluppo
ordinato degli agglomerati urbani", di "progresso civile", a
cosa si riferisce? Non si è reso conto che sono proprio i sindaci che
più hanno edificato, solo su alcune zone dei rispettivi territori, a
perorare la causa del plis? Perché non va a visionare i piani regolatori?
Come mai alcuni proprietari di fondi, sono diventati milionari, dalla sera
alla mattina, con la trasformazione di terreni agricoli in edificabili,
mentre altri si sono visti calare dall'alto, solo vincoli su vincoli? Se ha
voglia, perché non va a vedere come è stato perimetrato "il
corridoio naturale" che dovrebbe collegare il parco del Curone, con il
plis? Si renderebbe conto che non si tratta di un corridoio, proprio perché
è interrotto in una zona specifica; come mai? Perché non va a chiedere
i nomi dei proprietari dei fondi che sono stati lasciati fuori da questo
perimetro? Perché, perché, perché? Mi auguro che la Magistratura metta gli
occhi su questo "strumento urbanistico"! Signor
Sala, quando parla di "Qualcosa di concreto", a cosa si riferisce?
Forse ai gettoni di presenza che percepiscono i consiglieri dei vari parchi? Mi auguro che
il signor Sala segua i miei consigli e apra gli occhi sui piani regolatori:
buona visione.... Paolo Bianchi Articolo pubblicato il 27/11/07.
(
da "Varesenews" del 27-11-2007)
Canegrate - Incontro
pubblico con Olivero Beha ed Elio Veltri presso l'Auditorium della scuola
media di Canegrate Antipolitica o "altra politica"? L'associazione 'Il Faro' invita tutti
Venerdì 30 Novembre, alle ore 20.30, presso l'auditorium della scuola
media di Canegrate (Via XXV aprile, un'assemblea pubblica sul tema 'Antipolitica o altra politica', una
discussione a partire dall'ultimo libro di Oliviero Beha, 'Come resistere
nella palude di Italiopoli'. Beha sarà presente insieme ad Elio
Veltri, parlamentare, giornalista e medico, da anni coscienza critica della
sinistra e sostenitore del ripristino della legalità, al senatore Luca
Marcora (Ulivo), ad Alessandro Litta Modignani della Direzione Nazionale dei
Radicali Italiani, e all'assessore provinciale Paolo Matteucci. Moderatore
sarà Andrea Rapetti, Presidente dell'Associazione 'Il
Faro' . Durante la serata saranno proiettati alcuni video tratti
dal v-day dell'8 settembre; inoltre parteciperanno alcuni esponenti del
Meet-Up Altomilanese di BEPPE GRILLO (in particolare il loro portavoce Celso
Costantini) e l'associazione 'LIBERI DI PENSARE' costituita da giovani di
Busto Arsizio e della Vale Olona, che ha già organizzato alcuni
importanti incontri pubblici sul tema della legalità, oltre a costituire
una branca locale del movimento antimafia "Ammazzateci tutti".
"Il clamoroso successo del V-DAY di Beppe Grillo ha reso evidente a
tutti il fatto che la maggioranza degli italiani è stanca della
degenerazione del nostro sistema politico, e vuole voltare pagina "
scrivono gli organizzatori della manifestazione. "La corruzione
generalizzata, l'affermarsi della criminalità organizzata come prima
forza economica del nostro paese, il consolidarsi dei privilegi della 'casta'
dei politici, l'aumento incontrollato e irrazionale dei costi della politica, il fiorire indisturbato dei conflitti di
interesse, lo stato deplorevole dei mezzi di informazione di massa e la crisi
del sistema dei partiti hanno generato una profonda disaffezione e sfiducia
dei cittadini nei confronti della 'cosa pubblica'. Questa disaffezione
può pericolosamente condurre al qualunquismo e all'individualismo
esasperato, oltre ad aprire la strada a possibili derive populiste e
autoritarie; ma sta anche spingendo molti cittadini intelligenti ed onesti a
rivolgere alle forze politiche una pacifica ma ferma richiesta di
legalità e di cambiamento". La nostra associazione, 'Il faro', da
anni propone un modo diverso di far politica, basata
sui valori e sulla concretezza piuttosto che sull'appartenenza a questo o
quel partito o peggio ancora sull'interesse personale. Per questo abbiamo
visto con piacere l'esplosiva affermazione di tali questioni come oggetto di
pubblico dibattito, e abbiamo deciso di organizzare una tavola rotonda
sull'argomento. L'associazione 'Il faro', che organizza la
serata, riunisce un gruppo di cittadini del legnanese che, pur
provenendo da tradizioni culturali ed esperienze differenti, condividono gli
stessi ideali e si ispirano ai medesimi principi: la pace, il rispetto dei
diritti umani, la tutela dell'ambiente, la solidarietà sociale,
l'integrazione e il multiculturalismo, la libertà dei mezzi di
comunicazione, una giustizia uguale per tutti. L'associazione costituisce uno
spazio libero ed aperto a tutti coloro che intendano farne parte, totalmente
autonomo da partiti, sindacati o altre organizzazioni, in cui chiunque abbia
a cuore i valori di cui sopra può far sentire la propria voce e
contribuire alla crescita di un movimento pacifico ma determinato. Un
movimento capace di mobilitarsi per grandi battaglie ideali e di chiedere
conto ai politici del loro operato. "Siamo convinti che la non violenza
sia il più potente metodo di lotta, come ci hanno insegnato tutti i
grandi maestri da Gesù a Gandhi. E questi stessi maestri ci hanno
insegnato a lottare per ciò in cui crediamo: per un mondo diverso,
più giusto, più umano; e contro la guerra, il terrorismo, i
regimi totalitari, le ingiustizie sociali, il degrado ambientale, il razzismo
e le discriminazioni". Lunedi 26 Novembre 2007.
(
da "Gazzettino, Il" del 27-11-2007)
Nessuna risposta
precisa sugli stipendi e soprattutto sull'intreccio di società
controllate e collegate, alcune "nascoste" dalle stesse
concessionarie Autostrade, una muraglia di omissioni In tre mesi la
commissione d'indagine istituita da Di Pietro non è riuscita a
conoscere i compensi di tutti gli amministratori VeneziaTre agosto 2007 - 7
novembre 2007. Novantacinque giorni di lavoro per fare luce sulle autostrade
del Nordest e infine non approdare a niente. I compensi? Quasi tutti ignoti.
Gli intrecci societari? Omessi. Le designazioni? Non pervenute. La
commissione di indagine istituita dal ministro alle Infrastrutture Antonio Di
Pietro in tre mesi ha prodotto un bel pacco di carte (75 cartelle), ha messo
in fila nomi e cognomi, ha elaborato decine di tabelle, ma non ha detto molto
di più di quanto già non si sapesse. Semmai, la commissione ha
appurato che le società autostradali, dalla Serenissima
all'Autobrennero, dalla Venezia-Padova ad Autovie, di fronte a precise
richieste omettono di rispondere, tant'è che buona parte del dossier
presenta desolanti spazi bianchi. Così, dopo 95 giorni di lavoro, la
commissione ha "riportato" solo i dati (e neanche tutti completi)
relativi ai Cda delle autostrade, riservandosi di comunicare i compensi -
"in quanto non ancora in possesso" - degli amministratori delle
società controllate e collegate. Cioè delle
"galassie" autostradali.LA COMMISSIONE - Il 3 agosto 2007 Antonio
Di Pietro nominauna "commissione tecnico-amministrativa" per far
luce sulle autostrade del Nordest. Il decreto cita l'interrogazione dei
deputati di Rifondazione, Paolo Cacciari e Gino Sperandio, cui il ministro
deve rispondere, e "l'inchiesta giornalistica sugli organi di
amministrazione della società di gestione delle reti autostradali del
Veneto pubblicata su "Il Gazzettino"". È l'inchiesta
sul numero di amministratori delle spa autostradali del Nordest - una
poltrona ogni 10
chilometri di asfalto - sugli intrecci societari,
sulle "galassie" delle autostrade, sui compensi. Dalla stessa
inchiesta del "Gazzettino" è partita l'interrogazione di
Cacciari e poi altre "bipartisan". Di Pietro chiede di sapere
tutto: nomi, incarichi, azionisti, compensi. I commissari sono Walter Lupi,
direttore generale Strade e autostrade; Salvatore Scaletta, direttore
Servizio per l'alta sorveglianza delle grandi opere; Mauro Coletta, direttore
centrale Ispettorato di vigilanza concessioni autostradali Anas spa; Giuseppe
Chinè, consigliere giuridico Struttura tecnica di missione. Ai quattro
- presidente Lupi - viene dato un termine: 30 settembre. Il rapporto viene
consegnato il 7 novembre.A DOMANDA, OMETTO -Cosa hanno fatto i commissari?
Semplice: recepite le domande di Di Pietro, hanno girato le stesse domande
all'Autobrennero, ad Autovie, alla "Serenissima" Brescia-Padova e
alla Venezia-Padova. Scrive il presidente Lupi nella relazione conclusiva:
"Le citate concessionarie, quindi, hanno fornito alla Commissione una
serie di dati, concernenti, rispettivamente, la loro composizione azionaria,
i componenti dei consigli direttivi, nonché l'importo dei compensi percepiti
dai componenti i citati organi (consiglio di amministrazione e collegio
sindacale)". Esattamente quello che aveva chiesto Di Pietro. Solo che il
ministroalle Infrastrutture aveva chiesto anche un dettagliato rapporto sulle
società controllate e collegate. Testuale dal decreto del 3 agosto:
"Analoghe notizie si richiedono per le società controllate e
collegate (articolo 2359 codice civile) dai concessionari autostradali per
gli altri organismi societari del Gruppo". E qui la commissione non ha
tirato su un solo dato. Gli unici dati resi noti (ma neanche tutti) sono
dunque quelli dei presidenti, degli amministratori delegati, dei consiglieri
e dei sindaci dei quattro Cda. Ad esempio: Manuela Dal Lago, presidente della
"Serenissima", ha un compenso annuo di 80mila
euro, più il gettone di presenza di 275
euro, più la diaria da 98
a 198 euro, più il rimborso spese di 0,58 euro
per chilometro. Il suo vice vicario Paolo Corsini 70mila euro all'anno, oltre
a gettoni, diaria, rimborso. Un semplice consigliere della
"Serenissima", come Enrico Hullweck, 40mila euro annui.
Tanto? Poco? La Commissione non dà giudizi, mette solo in fila i dati.
Da cui emerge, ad esempio, che all'Autobrennero chi fa "solo" il
consigliere ha un fisso annuo di 9.091 euro e per ogni riunione deve
scegliere tra il gettone di presenza di 310 euro
oppure la diaria di 104 euro, con altri 104 euro in caso di pernottamento. E
i sindaci? Dipende: Autobrennero, Autovie, Venezia-Padova hanno reso noto i
compensi, la Brescia-Padova no.SOCIETÀ "SCOMPARSE" -La
commissione di indagine scopre, poi, che le società autostradali del
Nordest peccano di omissione non solo nella comunicazione dei compensi di chi
amministra le spa controllate e collegate, ma anche nell'elencare le stesse
spa controllate e collegate. Scrive la commissione: "Preme evidenziare
che da un documento fornito da Anas ... sono rilevabili altri dati, afferenti
altre partecipazioni, che le società autostradali venete hanno omesso
di comunicare". Sarà per queste "omissioni" -
riguardanti le partecipate e controllate, dirette e indirette - che Massimo
Monzani non ha più il record delle poltrone? Stando alla risposta che
il ministro Di Pietro aveva dato a una interrogazione del deputato veronese
Borghesi, Monzani figurava in 9 società della galassia
"Serenissima"; ora, secondo i dati forniti dalla
"Serenissima" alla commissione di indagine - e a detta della stessa
commissione incompleti - Monzani sta in appena 3 società e deve cedere
il record ad Aleardo Merlin. L'ex presidente della Brescia-Padova risulta
avere 6 poltrone: vicepresidente Autobrennero, consigliere Venezia-Padova (ma
la scorsa settimana non è stato riconfermato), presidente Globalcar
Service, presidente Infragruppo, presidente Real Estate Serenissima,
consigliere Sus.Alda Vanzan.
(
da "Avanti!" del 27-11-2007)
VERSO LE ELEZIONI
PRESIDENZIALI USA Destra cristiana e Nra, Giuliani rischia in casa 27/11/2007
La campagna elettorale di Rudolph Giuliani per conquistare la nomina
repubblicana per le Presidenziali americane del 2008 stenta a spiccare il
volo. L'ex-sindaco di New York sembra aver esaurito i meriti guadagnati
attraverso la brillante prestazione esibita alla guida della Grande Mela
nelle ore e nei giorni che hanno seguito l'infame attacco terrorista dell'11
settembre 2001. Il più recente sondaggio, condotto per la
Reuters/Zogby durante il periodo dal 14 al 17 Novembre, pone Giuliani al 29
per cento fra gli elettori repubblicani, contro il quindici dell'attore ed ex
senatore del Tennessee, Fred Thompson, l'undici per cento per l'ex
governatore dell'Arkansas, Mike Huckabee, e il nove per cento per il senatore
del Nevada, John McCain, e per l'ex governatore del Massachusetts, Mitt
Romney. Altri recenti sondaggi, attestano Giuliani fra il 25 e il 33 per
cento. I sondaggi sono sfavorevoli a Giuliani anche nel confronto diretto con
i più accreditati candidati democratici. Nel sondaggio condotto a
inizio novembre per la NBC News/Wall Street Journal, Giuliani è
perdente contro la senatrice di New York, Hillary Clinton, con 45 contro 46
per cento, contro il senatore dell'Illinois, Barack Obama, con 42 contro 44,
e anche contro il terzo fra i democratici, l'ex senatore del Nord Carolina,
John Edwards, con 44 contro 45 per cento. In casa repubblicana, Giuliani ha
difficoltà a conquistare consensi fra alcuni gruppi collocati alla
destra del partito. In particolare, la destra religiosa non perdona Giuliani
per le sue posizioni aperte sui diritti degli omosessuali e sull'aborto. Circa
un mese fa, il 20 ottobre 2007,
a Washington, durante un convegno indetto dalla
"Family Research Council" - un'organizzazione dei conservatori
cristiani - intitolato "Values Voter Summit" (summit degli elettori
per i valori), Giuliani ha provato più volte a trovare qualche punto
d'accordo con la platea, dichiarando che "le persone di buona fede
arrivano a differenti conclusioni sulla necessità di considerare
l'aborto legale per alcune circostanze, ma voi ed io, e penso quasi tutti gli
americani, condividiamo lo stesso obiettivo: una nazione senza l'aborto;
questo è un obiettivo che si può raggiungere attraverso una
trasformazione delle menti e dei cuori delle persone". Il pubblico non
ha gradito molto il messaggio di Giuliani, preferendo invece chiari appelli
per la totale messa al bando dell'aborto. Forse, però, per Giuliani
non è ancora troppo tardi per tentare di guadagnare appoggi
all'interno della destra religiosa. Mentre la "Council for National
Policy", un'organizzazione "ombra" di potenti conservatori
cristiani, avrebbe decretato a fine settembre, alla presenza del vice
presidente Dick Cheney, durante una riunione chiusa al pubblico, a Salt Lake
City, che se il Partito repubblicano nominerà un candidato pro-aborto,
alludendo a Rudi Giuliani, si prenderà in considerazione la creazione
di un terzo partito per le presidenziali del novembre 2008, Giuliani ha
ottenuto il 18 novembre il sostegno ufficiale da parte del fondatore della
"Christian Coalition" (una potente organizzazione cristiana), Pat
Robertson. Robertson è un famoso predicatore televisivo, affiliato al
Partito repubblicano, che ha anche gareggiato per la nomina a candidato del
partito per le Presidenziali del 1988. Giuliani trova grosse opposizioni
anche fra gli oltre quattro milioni di americani che aderiscono alla National
Rifle Association (Nra), l'associazione dei possessori d'armi. La Nra difende
il diritto dei cittadini di possedere armi, come garantito dal secondo
emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, e
ha più volte rinfacciato a Giuliani che, quando era sindaco di New
York aveva proposto la limitazione di tale diritto. Durante una visita ad un
negozio d'armi nel New Hampshire il 24 novembre, Fred Thompson ha ricordato
che Giuliani "ha sempre appoggiato tutte le iniziative legislative
miranti al controllo della vendita delle armi e ha anche partecipato alle
cerimonie per la firma di tali leggi assieme al presidente Bill
Clinton". Gli associati della Nra stanno facendo girare in Internet le
dichiarazioni di Giuliani, fatte il 6 marzo 1997, qualche giorno dopo una
sparatoria all'Empire State Building, in cui aveva affermato che, "come
cittadino privato, come procuratore distrettuale, come candidato a sindaco, e
come sindaco, ho sempre sostenuto la necessità di emettere regolamenti
più uniformi e più rigidi nella concessione di permessi per il
porto d'armi, simili a quelli per ottenere la patente di guida". Oggi,
contrariamente a quanto dichiarato nel 1997, Giuliani si dichiara a favore
della piena attuazione del secondo emendamento, a favore del diritto di
possedere armi. Le difficoltà incontrate da Giuliani nel tentare di
ottenere l'appoggio della destra religiosa e della potente lobby dei
possessori d'armi, sono state in parte mitigate dalla sua reputazione d'uomo
forte e di grande leader, capace di rendere l'America più sicura. Fra
gli elettori moderati di entrambi i partiti, Giuliani avrebbe potuto
rappresentare l'unione ideale della necessità di difendere i diritti
civili e quella di difendere il Paese dall'aggressione dei terroristi
islamici. Tuttavia, negli ultimi giorni, la sua reputazione di politico
integerrimo ed efficiente ha cominciato a vacillare. Il "New York
Times" del 23 novembre ha pubblicato un articolo intitolato "Il
vero Rudi", in cui si ricorda che quando Giuliani era sindaco di New
York, la sua politica nei confronti dei lavoratori
"senza documenti", come vengono chiamati gli immigrati clandestini,
era guidata da alti principi morali, mentre oggi, per motivi di puro calcolo
politico, l'ex sindaco ha abbracciato tesi più restrittive nei
confronti degli immigrati. Il giornale ricorda un appassionato discorso di
Giuliani, tenuto il 10 ottobre 1996, presso la Kennedy School of Government,
in cui dichiarò che "il movimento contro gli immigrati mette in
pericolo il motivo primario che ha reso grande l'America, vale a dire, il
rinnovo, la riformazione e il risveglio che sono creati dal continuo flusso
d'immigrati". Il 19 settembre 1995, alle Nazioni unite, Giuliani
affermava che, "alle volte, leadership significa assumere posizioni non
molto popolari, rigettando delle pericolose mode politiche". Il giornale
ricorda anche un discorso dell'ex sindaco, in cui, appellandosi ai
clandestini che vivevano e lavoravano a New York, disse, "se venite qua
e lavorate in modo duro e per caso siete dei clandestini, siete proprio una
di quelle persone che vogliamo nella nostra città". Il
comportamento da voltagabbana di Giuliani sui temi sociali dell'aborto, i
diritti dei gay, il controllo delle armi, e, infine, sui diritti degli
immigrati clandestini, sono rilevati da parte degli osservatori democratici
per mettere in risalto l'opportunismo politico di Rudi, e, da parte degli
osservatori della destra repubblicana, per dimostrare la sua
inaffidabilità sui temi cari ai conservatori. Gli attacchi contro
Giuliani si sono intensificati proprio nelle ultime settimane anche contro le
sue decantate capacità di manager. Il "Washington Post" del
24 novembre ha pubblicato un dettagliato articolo del giornalista Alec
MacGillis in cui si analizza come Giuliani abbia scelto i suoi collaboratori
quando era sindaco di New York. Nell'articolo, MacGillis nota che mentre nel
libro scritto da Giuliani, "Leadership", c'è un capitolo
intitolato "Circondarsi con grandi persone", nella pratica, i
maggiori assistenti di Giuliani non erano stati scelti in base alle loro
qualifiche, bensì in base alla loro fedeltà nei suoi confronti.
Alcuni degli assistenti di Giuliani sono oggi incriminati
per attività illegali, come nel caso dell'ex capo della polizia,
Bernard B. Kerik, indiziato per corruzione,
frode postale, ostruzione della giustizia e altro ancora. Kerik era stato
nominato capo della polizia anche se non aveva i minimi requisiti per quella
posizione in quanto non era laureato. Inoltre, la normale procedura
investigativa per rilasciargli il nulla osta di sicurezza fu disatteso.
Giuliani lo scelse, secondo il giornalista, solo perché gli era molto fedele.
Giuliani aveva anche proposto al presidente George W. Bush di nominare Kerik
per la posizione di ministro per la sicurezza nazionale, ma, Kerik, dopo
essere stato ufficialmente nominato da Bush, ritirò la sua candidatura
perché i media vennero a sapere che lo stesso Kerik aveva assunto
un'immigrata clandestina per un lavoro domestico. Secondo Jerome Hauer, un
noto esperto di terrorismo biologico in America, che ha lavorato per Giuliani
dal 1996 al 2000, "le persone competenti nell'amministrazione scappavano
via perché si stancavano di lavorare con quelle ai limiti
dell'incompetenza" che Giuliani imponeva. Hauer nota che "Giuliani
faceva fuggire via i professionisti perché trovava difficile collaborare con
loro. Se non facevano tutto come voleva lui, o se l'interesse si focalizzava
più su di loro che su di lui, diventava furioso". A poche
settimane dalle primarie dell'Iowa e del New Hampshire, Giuliani dovrà
tentare di neutralizzare le critiche che oggi mettono in dubbio la principale
risorsa su cui ha costruito la sua immagine presidenziale, vale a dire, la
leadership. I conservatori lo osteggiano sui temi sociali, la stampa mette in
risalto il suo trasformismo politico, e i critici puntualizzano la sua
condotta poco attenta nella scelta dei collaboratori. Se Giuliani
vorrà avere ancora qualche chance per la nomina repubblicana e per
vincere contro i democratici, non sarà sufficiente continuare a
trasformarsi a secondo della preferenza politica
della platea. Serve "il vero Rudi" come scrive il "New York
Times", prima che sia troppo tardi.
(
da "Quotidiano.it, Il" del
27-11-2007)
Ascoli Piceno |
Un'occasione importante per parlare di riforme istituzionali e di progetti di
rilancio per il nostro territorio di Davide Mazzocchi Si è discusso
oggi, nella sala Consiliare di Palazzo San Filippo, ad Ascoli Piceno, di
riforme istituzionali ed interventi mirati a risolvere il problema economico
che sta vivendo oggigiorno la Provincia di Ascoli Piceno. All'evento, oltre
ai rappresentanti istituzionali, sindacali e sociali dei vari organi del
territorio, era presente anche il Ministro per le Riforme Istituzionali e
Rapporti con il Parlamento, On. Vannino Chiti. Alla presenza del ministro, di
fronte ad un'aula piena d'intervenuti, è stata dapprima esposta la
grave situazione occupazionale che affligge oggi il territorio piceno.
"Il nostro territorio - ha sottolineato Paolo Angelini, segretario
provinciale CISL - paga oggi gli errori di passate politiche occupazionali:
la chiusura della Ahlstrom, la crisi del distretto agro-alimentare, la
perdita di 10.000 posti di lavoro in cinque anni, fanno si che il tasso di
disoccupazione nella nostra provincia sia di due punti superiori alla media
regionale. Per far fronte a questi problemi, è stata attivata una
sorta di "task-force" che punta a coinvolgere tutte le parti
sociali presenti nel territorio, sia pubbliche che private. Per riuscire ad
essere concreti però, abbiamo bisogno di misure di sviluppo concrete e
ben mirate, non di inutili interventi di finanziamento "a pioggia"
". Paolo Zappasodi, di Confindustria, ha invece sottolineato la
necessità, per il nostro territorio, di riuscire a sfruttare le
opportunità create dalla delibera regionale 186 del 13 Marzo 2007 che
pone il nostro territorio tra quelle "aree depresse" del
centro-nord in cui sono derogati i vincoli agli aiuti di stato. Altra risorsa
possibile, riuscire ad ottenere , attraverso un emendamento alla Finanziaria,
quei crediti d'imposta che faciliterebbero la nascita di nuove imprese e che
attualmente sono previsti per le aree del Mezzogiorno d'Italia. Rispondere a
queste sfide, e più in generale rispondere alle sfide che la
globalizzazione pone ogni giorno al nostro paese, rappresenta sicuramente una
sfida per la nostra politica. Da qui nasce, quindi, l'esigenza
di nuove riforme istituzionali. Secondo Palazzi, Presidente dell'Assemblea
costituente regionale del nuovo PD: "I costi della politica
non si misurano tanto nello stipendio del consigliere comunale o provinciale
di turno quanto nella capacità o meno della politica
di dare risposte efficaci alle esigenze della società. Le riforme non
devo portare ad una semplificazione degli organismi, ma ad una loro
razionalizzazione." "Le riforme - ha detto nel corso del suo
intervento l'onorevole Chiti - punteranno ad avvicinare le istituzioni ai
cittadini. I temi principali saranno due: nuova legge elettorale e riforme
costituzionali. La prima è necessaria per superare la situazione
attuale, con il problema delle liste bloccate e
dell'eccessivo numero di partiti presenti in parlamento. Le
seconde punteranno a superare dei limiti presenti nel nostro ordinamento, che
contribuiscono a rendere i tempi di governo così lunghi: mi riferisco
alla riforma delle funzioni di Camera e Senato, alla riduzione del numero di
parlamentari, alla riforma dei regolamenti parlamentari ed al
rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio come capo di un governo
parlamentare. In tutti gli altri paesi europei queste cose ci sono già
ed i risultati, positivi in termini di efficacia e conseguente
stabilità, sono noti a tutti noi." Il ministro ha speso due
parole anche sull'attuale situazione economica locale, sottolineando la
necessità di una linea comune, ben programmata, che deve venire fuori
da un lavoro di squadra fra tutte le parti sociali. 26/11/2007.
(
da "Basilicanet.it" del 27-11-2007)
19.20.04
[Basilicata] È stato approvato a maggioranza dei presenti - con i voti
contrari dei consiglieri Romano Cupparo (Fi), Vincenzo Giuliano (Udc) e
Gianni Rosa (An) l'assestamento del bilancio di previsione e Peg esercizio
finanziario 2007, nel corso della seduta di Consiglio provinciale che si
è svolta oggi. Una manovra da 1 milione e 113 mila euro di avanzo per
rimpinguare alcuni capitoli di spesa, come il fondo di riserva (133 mila
euro), l'intervento sulla bonifica ambientale dell'istituto scolastico di
Acerenza (40 mila euro) e la risoluzione di vertenze e transazioni dell'ente
(180 mila). "Sempre nella manovra di assestamento spiega l'assessore al
Bilancio Vito Summa sono stati potenziati interventi relativi al piano-neve
2007-2008 (340 mila euro), patrimonio (70 mila) ed edilizia scolastica (130
mila). Inoltre, sono stati effettuati degli storni di fondi per oltre 700
mila euro, nell'ambito dei quali si sono finanziati
stipendi, assunzione di personale a tempo determinato, formazione, gruppi
consiliari, viabilità, politiche sociali, contributi e
patrocini". E ancora. Sono state accertate maggiori entrate per 674 mila
euro - di cui 300 derivanti da addizionali dell'energia elettrica, 200 dal
recupero di assicurazioni e 100 da interessi attivi su giacenze di cassa interamente
destinate al finanziamento di capitoli di spesa corrente insufficienti. Per
quanto riguarda le maggiori entrate a specifica destinazione, pari a 4
milioni e 625 mila euro, si segnalano più trasferimenti al trasporto
pubblico locale (1 milione e 418 mila euro) e alle attività di
formazione (2 milioni e 600 mila euro). Infine, con una variazione al
programma delle opere pubbliche, la Provincia ha finanziato per un importo di
1 milione e 600 mila euro, interventi che mirano al risparmio energetico da
realizzarsi attraverso l'installazione di impianti fotovoltaici su tutti gli
edifici scolastici di proprietà dell'ente. Sulla manovra Rosa ha
espresso perplessità "perché la maggior parte dell'avanzo viene
inghiottito dalla spesa corrente, mentre solo una minima parte è
destinata agli investimenti". Appunto politico da parte di Giuliano che
ha chiesto se effettivamente "vi sia una riduzione del costo della politica e come mai le società dell'ente o le
partecipazioni tanto decantate in passato, oggi vengano considerate
fallimentari". Summa ha spiegato che delle dieci società
partecipate della Provincia, 6 sono in corso di liquidazione. Inoltre,
è prevista una riduzione dei membri dei consigli di amministrazione.
"Così rincara la dose Vito Di Lascio (Pd) vengono abbattute le
spese improduttive e mantenuta attiva una funzione strategica
dell'ente". Ha accolto il consenso unanime di tutta l'assemblea il
regolamento provinciale per la prevenzione, l'accertamento e il risarcimento
dei danni causati alle opere e alle colture agricole e forestali dalla fauna
selvatica. "Un documento afferma l'assessore alle Attività
produttive Antonio Vitucci che punta sulla prevenzione e permette un maggior
intreccio tra Ambiti territoriali di caccia e Provincia per la risoluzione in
tempi rapidi dei problemi segnalati dai cittadini". Apprezzamento sul
documento è stato espresso dal consigliere Tommaso Gammone (Pd), il
quale ha sottolineato "come il coinvolgimento diretto degli Atc nella
valutazione dei danni permette una maggiore partecipazione delle
comunità e lo snellimento di un lavoro di verifica che altrimenti
avrebbe gravato completamente sui dipendenti provinciali". Stesso plauso
da parte del consigliere Michele De Stefano (Udeur), il quale ha chiesto
"di rivedere entro un anno alcuni punti del regolamento che ora sono in
fase sperimentale". È venuto a mancare il numero legale, al
momento della votazione, sull'ordine del giorno presentato dai consiglieri
provinciali Cupparo e Giuseppe Schettino (Fi), Rosa e Francesco Crocetto
(An), Giuliano e Nicola Manfredelli (Lucania viva), sulla richiesta al
Governo centrale di inserimento nella finanziaria dei provvedimenti
riguardanti la riduzione del prezzo delle accise per l'acquisto della benzina
e fondi per la ricostruzione post-sisma dell'80. "Abbiamo presentato
questo ordine del giorno spiega Rosa su due problematiche che toccano tutta
la gente lucana, alfine di stimolare il Governo nazionale, senza alcuna
strumentalizzazione politica". Ma dai banchi
della maggioranza sono state espresse perplessità. In primo luogo da
Giuseppe Scelzo (Prc), "convinto che le due questioni siano da tenere
distinte". Poi, dal consigliere Di Lascio, che ha ricordato "come
nella finanziaria regionale siano stati previsti 26 milioni di euro per
alleggerire la bolletta del gas. Un provvedimento di grandissima portata che
pone la Basilicata all'avanguardia". Infine, da Raffaele Soave (Pdci)
che ha chiesto all'opposizione di "ritirare l'ordine del giorno per
arrivare a una presa di posizione comune". (BAS 05).
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
27-11-2007)
Il presidente
Loiero soddisfatto del confronto Regioni-Governo per il riparto del fondo
sulla sanità CATANZARO. "Dal confronto tra le Regioni e il
Governo arrivano almeno tre importanti risultati per la Calabria: la
revisione delle regole per il "Patto di stabilità" imposto
da Bruxelles che avrebbe potuto penalizzare la spesa relativa alle risorse
comunitarie; l'accordo per il riparto del Fondo per la Sanità 2008 con
un incremento del budget alla Calabria rispetto al 2007; la
possibilità di giungere presto alla programmazione triennale delle
risorse per il trasporto pubblico locale anch'esso incrementato". Lo
afferma in una nota il presidente della Regione, Agazio Loiero. "Abbiamo
fatto le nostre proposte. Per lunghi mesi - ha affermato il presidente della
Regione Calabria - in sede di Conferenza delle Regioni, l'assessore regionale
al bilancio e finanze, Vincenzo Spaziante, le ha difese correttamente
spiegandone le ragioni. Oggi, abbiamo raccolto i risultati e gettato le basi
anche per miglioramenti futuri". Al termine della
seduta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che oggi ha espresso i
pareri favorevoli sulla legge finanziaria e dato il via libera al riparto del
finanziamento per il 2008 del Servizio Sanitario Nazionale, l'assessore
Spaziante - spiega una nota dell'Ufficio stampa della Regione - ha
riepilogato alcuni dei punti fondamentali su cui si baserà l'accordo
Stato-Regioni. "Nella Sanità - ha detto - l'ostacolo che si era
presentato e che ne rendeva difficile l'approvazione da parte delle Regioni
riguardava i maggiori costi derivanti dall'incremento di circa 400.000
unità della popolazione residente al primo gennaio 2007. L'ostacolo è
stato superato grazie all'accordo raggiunto con il Governo che si è
impegnato a concordare una parte della copertura della spesa a partire dai
prossimi mesi". Comunque, il riparto assegnerà alla Regione
Calabria, un importo superiore a quello stanziato nel 2007 sia pure di poco
inferiore, al momento, rispetto all'incremento programmato. La Conferenza dei
Presidenti ha espresso il proprio parere favorevole anche sulla legge
finanziaria. La riunione è stata il punto di arrivo di un confronto
con il Governo durato oltre due mesi che alla fine ha consentito alle Regioni
di ottenere importanti risultati. Tra questi assume un particolare rilievo,
anche per la Regione Calabria, che si è battuta con grande determinazione
in tal senso, la revisione delle regole per il rispetto del "Patto di
stabilità" europeo, che si concretizzerà attraverso un
accordo con il Governo, da perfezionare all'inizio del 2008. Infatti, occorre
una "manutenzione" dei criteri per evitare di oltrepassare la
soglia di spesa nell'utilizzo dei contributi legati proprio ai fondi
comunitari.
ARTICOLI DAL 20 AL 25
NOVEMBRE 2007
La seconda discesa in campo contro i
politici <parrucconi> ( da "Corriere.it" del
20-11-2007)
"Riduciamo da 10 a tre le
Comunità montane" ( da "Stampa, La" del
20-11-2007)
Aziende pubbliche più leggere -
fabio calamati ( da "Tirreno, Il" del
20-11-2007)
Sindaci sotto inchiesta per doppia
indennità - de matteis a pagina v
( da "Repubblica, La"
del 20-11-2007)
Due stipendi, sindaci indagati -
gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del
20-11-2007)
Dalla ue, in sette anni, più di
30 miliardi di euro nelle casse delle regioni. tra progetti realizzati, soldi
chiesti e mai utilizzati e finanziamenti inghiottiti dalla burocrazia,
( da "Repubblica, La"
del 20-11-2007)
Appello ai sindaci del parco: creiamo
una consulta ( da "Gazzetta di Mantova, La" del
20-11-2007)
La rivolta dei consiglieri: <Indennità
troppo basse> ( da "Secolo XIX, Il" del
20-11-2007)
MUNICIPI, Nessun aumento ALL'ORIZZONTEa
meno di accordi-BLITZ dell'ulTiMa ORA ( da "Secolo XIX, Il" del
20-11-2007)
La rivolta dei consiglieri:
<Guadagniamo poco> ( da "Secolo XIX, Il" del
20-11-2007)
Sd: cinque gettoni in un giorno, ora
basta ( da "Corriere di Bologna" del
20-11-2007)
Inutili e costosi: aboliamo i sei
consigli di quartiere ( da "Mattino di Padova, Il" del
20-11-2007)
I democratici del liberismo
compassionevole ( da "Manifesto, Il" del
20-11-2007)
Fondi regionali per le sagre
Consiglieri di nuovo all'attacco ( da "Corriere della Sera" del
20-11-2007)
Commissione parlamentare visita il San
Raffaele ( da "Tempo, Il" del
20-11-2007)
COMUNE MATERA, GETTONI DI PRESENZA ALLA
FAMIGLIA PERNIOLA ( da "Basilicanet.it" del
20-11-2007)
<Caro Napolitano, restituiamo le
fasce tricolori> ( da "Gazzettino, Il" del
20-11-2007)
Il Cavaliere rilancia la Lega e deprime
Fini Alessandro Casarin ( da "Provincia di Sondrio, La" del
20-11-2007)
Vogliamo una commissione d'inchiesta
L'opposizione boccia la relazione del presidente Carioni sullo scandalo
tangenti ( da "Giorno, Il (Lecco)" del
21-11-2007)
La Corte dei Conti: corre troppo la
spesa per gli statali ( da "Giornale di Brescia" del
21-11-2007)
Statali, corre la spesa
( da "Provincia di Cremona, La"
del 21-11-2007)
VORREI dire la mia nella discussione
sui gettoni di presenza dei consiglieri nelle commissioni co
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 21-11-2007)
Gettoni d'oro e società fantasma
- emanuele lauria ( da "Repubblica, La" del
21-11-2007)
Dopo l'aggressione ai finanzieri il
sindaco convoca la comunità cinese
( da "Resto del Carlino, Il
(Modena)" del 21-11-2007)
Tursi, forza italia resta sola e la
destra vota con rifondazione - donatella alfonso
( da "Repubblica, La"
del 21-11-2007)
Stop ai finanziamenti privati per i
posti di ricercatore - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del
21-11-2007)
Costi della politica problema sempre
aperto ( da "Unita, L'" del
21-11-2007)
E la corte dei conti alza la voce:
costi per gli statali fuori controllo ( da "Messaggero Veneto, Il" del
21-11-2007)
Tagli ai costi della politica, per la
Corte dei conti è un bluff ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del
21-11-2007)
I costi della politica pesano solo per
l'1% sulla spesa pubblica ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
21-11-2007)
Ato verso la chiusura in Veneto
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 21-11-2007)
Caste e costi
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)"
del 21-11-2007)
Tagli ai costi della politica, l'aquila
è seconda ( da "Centro, Il" del
21-11-2007)
SODDISFAZIONE per i cantieri finanziati
da Comunità Montana e Consorzio Reno
( da "Nazione, La (Prato)"
del 21-11-2007)
<La spesa per i dipendenti statali
è fuori controllo> ( da "Libertà" del
21-11-2007)
Appello pdci per la famiglia di romeni
( da "Nuova Ferrara, La"
del 21-11-2007)
Dalla tua parte \ndi Gaia Giorgetti GETTONI
E POLITICI FANNULLONI, IDEE (ANCHE) CONTRO IL DISFATTISMO
( da "Corriere di Bologna"
del 21-11-2007)
Contro gli sprechi delle
Comunità montane il Carroccio rilancia: sono istituzioni fondamentali,
ma serve razionalizzarle ( da "Padania, La" del
21-11-2007)
Le Circoscrizioni sopravvivono ai tagli
( da "Corriere Adriatico"
del 21-11-2007)
Pochi tagli alla politica
( da "Corriere Adriatico"
del 21-11-2007)
Ars: contro i deputati fantasma
Micciché mette l'obbligo di firma ( da "Panorama.it" del
21-11-2007)
Prodi: '''La lotta alla corruzione
è una priorità internazionale''
( da "Redattore sociale"
del 21-11-2007)
Sono stati approvati i tagli ai cda
delle "controllate" dal comune
( da "Opinione, L'"
del 21-11-2007)
Parlamento Europeo/2 Luigi De Magistris
( da "Blog Beppe Grillo"
del 21-11-2007)
Intanto la città del Grappa ha
convocato oggi un consiglio straordinario
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 21-11-2007)
<La spesa degli statali sfugge al
controllo: in 5 anni gli stipendi dei travet sono saliti del 4,5\%
all'anno> ( da "Gazzettino, Il" del
21-11-2007)
EBAY: PER NATALE MATERIALI FAI DA TE E
BRICOLAGE I REGALI PIU' GETTONATI ( da "MyTech" del
21-11-2007)
Costi della politica: Prodi taglia le
ali ai giornalisti ( da "Panorama.it" del
21-11-2007)
Per porre fine alla "fuga dei cervelli"
( da "Giornale di Calabria, Il"
del 21-11-2007)
Aerei di Stato I giornalisti pagheranno
( da "Stampa, La"
del 22-11-2007)
Tagli alle società pubbliche
( da "Stampa, La"
del 22-11-2007)
Tutto da rifare sui tagli ai costi
della politica ( da "Stampa, La" del
22-11-2007)
Taglio ai consiglieri delle
società pubbliche, Eal scende da 13 a 3
( da "Giorno, Il (Lodi)"
del 22-11-2007)
Etra, più servizi ai cittadini e
minori costi della politica ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
22-11-2007)
"vergogna, non siamo noi la
casta" - milena vercellino ( da "Repubblica, La" del
22-11-2007)
La rivolta dei peones della politica -
diego longhin ( da "Repubblica, La" del
22-11-2007)
Aziende comunali, il giorno dei tagli -
simona casalini ( da "Repubblica, La" del
22-11-2007)
È scontro aperto con la
minoranza: sapete solo denigrare la giunta
( da "Nuova Sardegna, La"
del 22-11-2007)
Cannonate
( da "Repubblica, La"
del 22-11-2007)
Mezzo flop della consulta stranieri e
niente gettone per gli immigrati - silvia bignami
( da "Repubblica, La"
del 22-11-2007)
Babbo natale porta un computer ai
politici - luciano de majo ( da "Tirreno, Il" del
22-11-2007)
Costi della politica, patto
guerra-malattia ( da "Messaggero Veneto, Il" del
22-11-2007)
Gettone dei consiglieri atm, il forum
boccia l'aumento ( da "Tirreno, Il" del
22-11-2007)
Ridimensionato il cda della ops
( da "Centro, Il"
del 22-11-2007)
Il Comune dimezzastipendi e
poltronenelle "partecipate" ( da "Secolo XIX, Il" del
22-11-2007)
Gettoni e aumentiscoppia la polemica
( da "Secolo XIX, Il"
del 22-11-2007)
Indennità, tagli
all'Università ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
22-11-2007)
Ateneo, tagliate indennità ai
prof ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
22-11-2007)
Soprip, Cardinali nuovo presidente
Rimosso Capece ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
22-11-2007)
Sconfiggere la casta e abbattere i
costi della politica è impresa ardua, ma la battagli
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 22-11-2007)
AVEVANO sbandierato ai quattro venti
che i costi della politica sarebbero calati di 1,3 mili
( da "Resto del Carlino, Il
(Faenza)" del 22-11-2007)
La Serenissima riduce le poltrone, non
le divisioni ( da "Gazzettino, Il" del 22-11-2007)
FS: ROMANO(UDC), MEGLIO ELIMINARE
SPRECHI CHE AUMENTARE COSTO BIGLIETTI ( da "Asca" del 22-11-2007)
<Etra, più servizi ai
cittadini e minori costi della politica>
( da "Giornale di Vicenza.it, Il"
del 22-11-2007)
SANITA' E REGIONI, LA SPESA E'
EQUILIBRATA ( da "Lavoce.info" del
22-11-2007)
Al via ''Politicamente Scorretto 2007''
( da "Emilianet"
del 22-11-2007)
Parte la corsa a 453 milioni Ue Mille
posti di lavoro in più ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
23-11-2007)
DUE NUOVE NOMINE 'in rosa' per il cda di
Acft, mentre il consiglio scende da sette a cinqu
( da "Resto del Carlino, Il
(Ferrara)" del 23-11-2007)
Sanità, il Nord-Est spende di
più ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
23-11-2007)
Riforma dei gettoni Rinvio bis
( da "Corriere di Bologna"
del 23-11-2007)
"Stipendi intoccabili" in
Comune tutti uniti ( da "Stampa, La" del
23-11-2007)
Commissari ato? accettiamo curriculum
( da "Centro, Il"
del 23-11-2007)
Lottiamo contro la politica corrotta
( da "Centro, Il"
del 23-11-2007)
Darfo, la Secas riduce i consiglieri da
sette a tre per diminuire i costi ( da "Giornale di Brescia" del
23-11-2007)
Circoscrizioni a rischio chiusura:
"Una follia" ( da "Corriere Adriatico" del
23-11-2007)
Il taglio di poltrone fa decollare
l'holding ( da "Mattino di Padova, Il" del
23-11-2007)
Cda delle società partecipate in
linea con la Finanziaria 2007 ( da "Denaro, Il" del
23-11-2007)
Il calerno fa poker e legittima il
primato ( da "Gazzetta di Reggio" del
23-11-2007)
Cancellate le comunità
( da "Tirreno, Il"
del 23-11-2007)
I dannati del bangladesh
( da "Espresso, L' (abbonati)"
del 23-11-2007)
Dal 2002 ad oggi sono triplicati i
contributi ai gruppi consiliari regionali
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 23-11-2007)
I giovani medici: <Calendario
assurdo per abilitazione e specialità>
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 23-11-2007)
<Triplicati i rimborsi ai gruppi
consiliari> ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del
23-11-2007)
Venezia-Padova: 260mila euro di bonus
ai consiglieri ( da "Gazzettino, Il" del
23-11-2007)
Gli ausili in Italia: un privilegio per
pochi ( da "Redattore sociale" del
23-11-2007)
"Nell'Ossola c'è un
amministratore ogni 106 cittadini: è giusto ridurre"
( da "Stampa, La"
del 24-11-2007)
La scure di Roma si abbatte sui
Consigli del Lodigiano Dal prossimo mandato i posti al Broletto passano da 40
a 32 ( da "Giorno, Il (Lodi)" del
24-11-2007) + 1 altra fonte
Comunità montana, è
essenziale ( da "Tirreno, Il" del
24-11-2007)
Tutti contro la provincia matrigna: in
gallura non c'è soltanto olbia - tonio biosa
( da "Nuova Sardegna, La"
del 24-11-2007)
Tursi aumenta il gettone è
rivolta tra i militanti ( da "Repubblica, La" del
24-11-2007)
Non prevalgala politicadel
"gettone" ( da "Secolo XIX, Il" del
24-11-2007)
Tursi, i consiglierichiedono l'aumento
( da "Secolo XIX, Il"
del 24-11-2007)
E sugli "stipendi" anche la
sinistra radicale si spacca ( da "Secolo XIX, Il" del
24-11-2007)
Arrivano dieci milioni per la sicurezza
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 24-11-2007)
Una pioggia di soldi per le feste e la
cultura ( da "Nuova Venezia, La" del
24-11-2007)
Ma non potrà ridurre le tasse
( da "Tirreno, Il"
del 24-11-2007)
Il comune non aumenta le proprie tasse
( da "Alto Adige"
del 24-11-2007)
E' un attacco al territorio
( da "Centro, Il"
del 24-11-2007)
Rimborsi elettorali, Volkspartei nel
mirino ( da "Corriere Alto Adige" del
24-11-2007)
Altro che "tagli", i costi
della politica a Palazzo d'Achille continuano a co
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 24-11-2007)
I consiglieri del Lazio battono cassa
da Prodi ( da "Libero" del
24-11-2007)
Tursi moltiplica i difensori civici. E
i gettoni ( da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Tursi moltiplica i difensori civici. E
i gettoni pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Tursi moltiplica i difensori civici. E
i gettoni. pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Bassano Il riequilibrio
politico-territoriale ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
24-11-2007)
Gli stakanovisti del gettone A Bologna
27 consiglieri per commissione. E ogni anno 480 sedute
( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)"
del 25-11-2007)
A orosei si è riunita per la
prima volta l'unione dei comuni della valle del cedrino - angelo fontanesi
( da "Nuova Sardegna, La"
del 25-11-2007)
Pensioni d'oro, l'accusa di musso
"fermarle è un atto di giustizia" - ava zunino
( da "Repubblica, La"
del 25-11-2007)
Giannelli, dalla Casta alla Cesta
( da "Corriere della Sera"
del 25-11-2007)
Statuto di Ascit , opposizione critica
Così si aggira la Finanziaria ( da "Nazione, La (Lucca)" del
25-11-2007)
Politici divisisull'aumentodel
gettonedi presenza ( da "Secolo XIX, Il" del
25-11-2007)
<aumenti legittimi>il sindaco in
campo ( da "Secolo XIX, Il" del
25-11-2007)
Politici divisi sui gettoni più
pesanti ( da "Secolo XIX, Il" del
25-11-2007)
(
da "Corriere.it" del 20-11-2007)
La nuova sfida del
Cavaliere La seconda discesa in campo contro i politici
"parrucconi" Silvio "Pa-Peròn" Berlusconi, come lo
battezzò Cossiga, ha estratto dal cilindro una nuova sorpresa: il
Partito del Popolo Italiano delle Libertà. Diranno gli scettici che,
dati ufficiali alla mano, è il 157Ú. In coda a creature lillipuziane
quali il "Patto Cristiano Esteso" o il "Movimento Ultima
Speranza". Ma lui ne è sicuro: diventerà il punto di
riferimento di decine di milioni di italiani. Così grande che Forza
Italia vi si "scioglierà dentro". Così ecumenico che
spera "aderiscano tutti, nessuno escluso ". Così adatto ai
tempi, spiega nella prefazione a un libro di "Magna Carta", da
stare "nel solco dei valori del cristianesimo, del liberalismo, del
socialismo democratico, della laicità". Un partito-tutto. Contro
i partiti e i partitini. Ma soprattutto contro "i parrucconi della politica ". Certo, c'è chi avrà buon
gioco a ridacchiare sulla eccentricità di un pelato che, sia pure
sottoposto alla messa a dimora di folte chiome luccicanti, dichiara guerra ai
parrucconi. Per non dire del brevilineo che muove battaglia ai nani. Ma nel
lanciare la sua nuova sfida, indifferente a questi dettagli, il Cavaliere
mostra una volta di più di avere una caratteristica forse unica nel
panorama della politica italiana: il coraggio
spericolato di giocarsela. Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e perfino
Umberto Bossi, dopo l'ennesima spallata annunciata e poi fallita al Senato,
sembravano avergli rubato finalmente la palla? Lui se l'è ripresa di
forza, è uscito dall'area in cui pareva asserragliato e si è
catapultato all'attacco con una di quelle "ripartenze" da lasciare
a bocca aperta anche il "suo" Arrigo Sacchi. Se arriverà in
porta è da vedere. Rispetto alla prima "discesa in campo",
ha una zavorra finanziaria in meno, dato che i conti aziendali vanno bene e i
manager non gli suggeriscono più come Franco Tatò di
"portare i libri in tribunale " (parole di Marcello Dell'Utri), ma
alcune zavorre politiche in più. Che almeno sulla carta potrebbe
appesantire molto la sua corsa. Spiegava allora agli italiani di non
"avere intenzione di mettere in piedi una forza politica
di vecchio tipo", di volere "un partito liberale di massa" che
coinvolgesse uomini "nuovi alla politica,
campioni nelle proprie professioni, i migliori", di essere deciso a
rimanere estraneo alla "vecchia politica degli
agguati e dei trabocchetti, delle congiure e delle manovre di Palazzo".
Offriva il ministero degli interni all'"eroe di Mani Pulite",
Antonio Di Pietro. Chiedeva agli aspiranti candidati forzisti di
sottoscrivere le seguenti parole: "Dichiaro 1) di non avere carichi
pendenti 2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia 3) di non essere stato e
di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza
dell'esistenza a mio carico di procedimenti in corso...". Sono passati,
da allora, quasi quattordici anni. Tre più di quelli passati da Nikita
Krusciov alla guida del Pcus, due più di quelli trascorsi da Helmut
Kohl alla testa della Germania, due più di quelli vissuti da Franklin
Delano Roosevelt alla Casa Bianca. Per carità, nessun parallelo. Ma tre
lustri sono un'era geologica, in politica. Lasciano
il segno. E se Forza Italia è rimasto un partito legato al
"centralismo carismatico ", come spiegò un giorno Cesare
Previti, è difficile sostenere che non sia rimasto infettato da quelli
che un tempo il Cavaliere considerava virus della "vecchia politica". Quella che gli faceva dire: "Torno a
Roma. Torno nella cloaca". Basti ricordare come, dopo l'iniziale
richiesta di immacolatezza, siano stati via via imbarcati uomini come
Gianstefano Frigerio, vecchia volpe dicì milanese che, condannato a
vari anni di carcere in diversi processi di Tangentopoli, fu eletto tra gli
azzurri in Puglia dopo un lifting anagrafico con cui si era dato il nome
d'arte di Carlo Frigerio. O Alfredo Vito, il famigerato "Mister Centomila
Preferenze" cui Paolo Cirino Pomicino ricorda 22 condanne per corruzione. O ancora Gaspare Giudice, del quale i
magistrati di Palermo chiesero invano l'arresto considerandolo "a
disposizione" del presunto boss di Caccamo, Giuseppe Panzeca. Certo, lui
si considera ancora, come disse un giorno, "Biancaneve in un mondo che
non è una fiaba". E non ha perso occasione, in questi anni, di
sfogarsi contro i riti della rappresentanza che, "tra convegni,
congressi e funerali " lo facevano stare male perché gli pareva di
"pestare l'acqua nel mortaio". Contro i "faniguttun ",
gli sfaccendati (avversari, ma anche compagni di strada) che "non
hannomai lavorato in vita loro" e che "non possono permettersi le
barche e le case che esibiscono, dunque non c'è che una spiegazione:
rubano". Contro i "politicanti " che
arrivò ad attaccare 14 volte in un solo comizio nell'anniversario della "vittoria mutilata" del 1994. Ma
come cavalcare, oggi, l'ondata di indignazione popolare contro i costi della politica se c'era la "sua" maggioranza al Senato quando i
costi sono cresciuti del 39% oltre l'inflazione e c'era lui a Palazzo Chigi
quando il governo spendeva 65 milioni di euro in un anno in voli di Stato,
pari a 2.241 biglietti andata e ritorno al giorno Milano-Londra con RyanAir?
Come chiamare la gente a imbarcarsi su una nuova "nave di
sognatori" (così chiamò un giorno Forza Italia) per dare
"nuovo futuro della politica italiana" se
a 71 anni suonati è già stato alla guida del governo poco meno
di De Gasperi o Andreotti ma già oltre un anno più di Amintore
Fanfani, due più di Bettino Craxi, tre più di Mariano Rumor?
Insomma: come rinnovare la sua nuova immagine di uomo "nuovo"?
Questa è la grande scommessa. Qui deve venir fuori il "mago delle
emozioni". Che va a giocarsela da solo, direttamente col "suo"
popolo. Certo di conoscerlo come non lo conosce nessuno. E di poterlo
convincere: se il cielo non sempre è stato blu, è stata solo
colpa degli altri. stampa |.
(
da "Stampa, La" del 20-11-2007)
PROPOSTA.DELLA LEGA
"Riduciamo da 10 a
tre le Comunità montane" "Ridurre le Comunità montane
del Vco da dieci a tre, una per ogni territorio che compone la nostra
provincia, mantenendo all'interno di esse tutti i comuni che ad oggi
aderiscono". E' la proposta della Lega Nord provinciale in alternativa
alla razionalizzazione degli enti montani imposta dalla Finanziaria, che
prevede una drastica riduzione dei comuni che possano fregiarsi dello status
di "montano". "Le Comunità sono fondamentali per il
nostro territorio - dice il vice segretario provinciale della Lega Alberto Preioni
- che è montano per l'80%, così com'è riconosciuto
dall'articolo 8 dello Statuto regionale. Questi tagli imposti dal Governo per
colpire gli sprechi vanno, invece, a penalizzare un territorio già in
difficoltà come il nostro". E aggiunge:
"I veri sprechi sono i 20, 30 euro di gettone di presenza dei consiglieri o l'esistenza di enti montani al livello del
mare?". La riduzione a tre Comunità montane è stata
proposta anche dal segretario provinciale della Uil Giorgio Quaglia.
(
da "Tirreno, Il" del 20-11-2007)
Montecatini Aziende
pubbliche più leggere 22 posti in meno, risparmiati 170.000 euro
l'anno Lo snellimento voluto dalla Finanziaria 2007 All'appello manca
soltanto la Spes che provvederà oggi FABIO CALAMATI PISTOIA. Scade
giovedì il termine stabilito dalla Finanziaria 2007 per tagliare i
consigli di amministrazione nelle società partecipate dai Comuni.
L'obiettivo era quello di portare i consigli a 5 membri nelle società
interamente pubbliche con capitale superiore ai 2 milioni di euro e nelle
società miste pubblico-private, mentre il consiglio si doveva ridurre
a 3 nelle società interamente pubbliche con capitale inferiore ai 2
milioni. Palazzo di Giano ha fatto quasi per intero il suo dovere. Dove quel
"quasi" è spiegato dal fatto che manca ancora un tassello al
dimagrimento dell'arcipelago delle "publi" (come nel gergo politico
locale si chiamano, per semplicità, le aziende partecipate). E il
tassello è la Spes, la società che si occupa della gestione del
patrimonio immobiliare (l'ex Ater), che ha un capitale interamente pubblico
di 750.000 euro e quindi ha diritto ad un consiglio di amministrazione di 3
soli membri, contro i 5 attuali. Ma si tratta di una situazione passeggera:
probabilmente già oggi, infatti, si dovrebbero riunire i soci della
Spes per provvedere alla modifica dello statuto e all'elezione del cda a tre.
Per il resto - garantiscono dagli uffici di Palazzo di Giano - il dettato
della Finanziaria 2007 è stato interamente rispettato. Tutti i
consigli di amministrazione, cioè, sono ormai in linea con i dettami
degli articoli taglia-spese. Ma quali frutti ha dato la mannaia della
Finanziaria? Abbiamo provato a verificarlo con una elaborazione redazionale,
suscettibile quindi di errori e omissioni, peraltro involontarie. Guardando
comunque solo alle aziende di servizi, al Copit, alla Spes e alla Centrale
del latte, è possibile affermare che complessivamente sono stati tagliati
22 posti nei consigli di amministrazione, per un
risparmio di indennità (al netto dei gettoni di presenza) che si aggira sui 170.000 euro annui lordi. In questo quadro
i consiglieri di amministrazione sacrificati che risultavano di nomina
pistoiese sono stati 7, poco meno di un terzo del totale. Il taglio
più vistoso (vedi tabella) è arrivato in casa Publiacqua,
con il cda che è passato da 16 a 8 posti. Pistoia ha perso una poltrona
di consigliere ma mantiene la vicepresidenza con Renzo Fagioli. Scendono da 9 a 5 i consigli di
amministrazione di Publiservizi e della Centrale del latte e in entrambi i
casi la delegazione pistoiese passa da 4 a 2 posti. Da 7 a 5 posti, infine, i
consigli di amministrazione di Copit e Publiambiente. Ma nel primo caso il
Comune di Pistoia mantiene tutti e 5 i suoi rappresentanti (d'altra parte
è di gran lunga l'azionista di maggioranza della spa per il trasporto
locale); non così a Publiambiente, dove il Comune di Pistoia è
sì socio di maggioranza, ma anche in precedenza non esprimeva il
presidente, ma solo il vice, in questo caso Pierluigi Bimbi.
(
da "Repubblica, La" del 20-11-2007)
Pagina
I - Bari IL CASO La procura e i gettoni
di presenza dell'Ato Sindaci sotto inchiesta per doppia indennità
Hanno attestato il falso per percepire per uno o più anni lo stipendio
al quale avrebbero dovuto rinunciare DE MATTEIS A PAGINA V SEGUE A PAGINA V.
(
da "Repubblica, La" del 20-11-2007)
Pagina V - Bari La
procura della Repubblica sta verificando le posizioni di alcuni
amministratori che percepivano le somme Due stipendi, sindaci indagati Il pm:
"In cinque prendevano anche l'indennità dell'Ato" La truffa
scoperta sarebbe durata per un anno GABRIELLA DE MATTEIS Accettando di
percepire l'indennità di componente del comitato esecutivo dell'Ato,
avrebbero dovuto rifiutare quella di primo cittadino. E, invece, avrebbero
incassato l'una e l'altra. Sul caso ora il sostituto procuratore Renato Nitti
ha aperto un'inchiesta. Al centro delle indagini ci sono cinque sindaci
pugliesi che ora rischiano l'accusa di peculato e falso. La storia comincia
nel 2003 quando per la prima volta viene istituito il comitato esecutivo
dell'Ato (l'Ambito territoriale ottimale) per la gestione del sistema idrico.
I componenti sono venti sindaci della regione. Lo statuto concede agli
amministratori un'indennità mensile che varia a seconda di alcuni
parametri, come la grandezza dei comuni ma che, generalmente, è la
stessa degli assessori dei capoluoghi di provincia (poco più di 5000
euro). Scegliendo di percepire la somma, concessa per la partecipazione al
comitato consultivo dell'Ato, gli amministratori devono però
rinunciare all'indennità per la funzione di sindaco. Questo accade per
dodici mesi. Nel 2003, il primo anno di vita degli Ato, i primi cittadini
hanno l'obbligo di optare tra l'una e l'altra possibilità. La norma
è comunque confusa, per una sua corretta applicazione vengono
richiesti anche numerosi pareri legali. Non tutti però, tra i
componenti del comitato, danno esecuzione alla regola, questa, almeno,
è la tesi della procura. Il magistrato Renato Nitti, dopo aver
ricevuto un esposto, apre un'inchiesta. Negli uffici delle segreterie
generali dei Comuni, i cui sindaci fanno parte del comitato consultivo, viene
acquisita la documentazione contabile, necessaria per accertare se il primo
cittadino abbia optato per l'una o per l'altra indennità. Ed
esaminando la documentazione, il pubblico ministero scopre che non tutto
è regolare, accerta che cinque sindaci (uno della provincia di Bari e
uno ciascuno delle province di Lecce, Brindisi e Taranto) hanno truffato. Non
hanno scelto, ma avrebbero percepito i due stipendi, partecipando come
componenti alle riunioni del comitato consultivo dell'Ato hanno incassato
anche la somma di poco più di 5000 euro e nel frattempo portavano a
casa anche quella per la funzione di sindaco. La loro posizione, ora,
è molto delicata, nei confronti dei cinque amministratori potrebbero
essere, infatti, ipotizzati i reati di peculato e falso. La truffa sarebbe
durata per dodici mesi perché, dopo il primo anno di vita del comitato
esecutivo, non è stata più prevista l'indennità per i
sindaci. E questo per un motivo molto semplice: la mancata definizione della
natura giuridica (né consorzio, né semplice convenzione tra comuni) dell'Ato
per la gestione del sistema idrico. Una questione che, alcuni mesi fa, la
Regione ha cercato di superare, approvando una delibera di giunta che
ridefinisce l'Ambito territoriale ottimale. Il provvedimento, adesso,
dovrà essere esaminato dai consigli comunali della Puglia e poi
dall'assemblea dei sindaci. La legge, alla quale il governo regionale ha dato
il via libera, fa dell'Ato un consorzio, ma ai componenti
del comitato consultivo (che ora conta 16 componenti, sindaci di tutta la
Regione), al momento, non viene concessa alcuna indennità, gettone di presenza o rimborso spese. Gli amministratori, fanno sapere dall'Ato,
partecipano alle riunioni a titolo gratuito.
(
da "Repubblica, La" del 20-11-2007)
Dalla Ue, in sette
anni, più di 30 miliardi di euro nelle casse delle regioni. Tra
progetti realizzati, soldi chiesti e mai utilizzati e finanziamenti
inghiottiti dalla burocrazia, luci e ombre della grande spartizione. Per
capire come, il viaggio inizia da Napoli In Campania non solo emergenza
rifiuti, ma anche un imponente piano di trasporti Un buco nero per l'oro di
Bruxelles: i consulenti. Milioni in fumo tra fiere, viaggi e siti web (SEGUE DALLA
COPERTINA) ANTONELLO CAPORALE A Napoli si dice munnezza. Non era possibile
ammirare ad occhi chiusi e naso tappato il recupero del Rione Terra ai Campi
Flegrei (percorso archeologico suburbano più grande d'Europa),
l'imponenza maestosa della Reggia di Caserta (riqualificazione di tutta
l'area circostante), la nuova illuminazione degli scavi di Pompei e dei
templi di Paestum; le grandi mostre alla Certosa di Padula. E i musei aperti
o rilanciati: l'inaugurazione del Madre, grande e prestigioso contenitore di
arte contemporanea. Opere realizzate in un recinto di inqualificabile
abbandono. Sud dell'Italia: da Napoli a Catania, da Bari a Cagliari un fiume
è corso: acqua, tanta acqua. Dire che non è accaduto niente non
è vero, dire poco non basta. Le percentuali illustrate dai valutatori
indipendenti di Vision&Value (London School of Economics) documentano un
tasso di crescita enormemente più modesto del risultato atteso (siamo
all'1,2 per cento a fronte di una media Ue ben più robusta); l'occupazione
è a cifre assai inferiori alla media comunitaria; il tasso di
illegalità (percentuale per crimini violenti ogni diecimila abitanti)
ancora più elevato rispetto al tetto dal quale si era partiti (solo la
Basilicata migliora, diciamo così, la performance). Un quadro nero,
nel quale le colpe sono limpide, definite, certe. Napoli, per esempio.
L'emergenza rifiuti è di nuovo riesplosa in queste ultime settimane.
Adesso a guidare l'emergenza c'è il prefetto Alessandro Pansa, un
altro uomo di Stato, integro, capace. Ma nemmeno lui ce la fa. Discariche
bloccate, la munnezza come postcard. In questo contesto deprimente il primo
accusato è Antonio Bassolino, il governatore nato rosso e
trasfigurato, a sentire i detrattori che nel tempo sono divenuti numerosi, in
un signore che accentra il dominio grazie a una fitta rete di relazioni, a
una ragnatela stesa per governare, alla guida di una sapiente cabina di
regia, ogni singolo centro di potere e di spesa. Questo contesto, e il clima
plumbeo che ne fa da cornice, nascondono naturalmente anche alcune belle
prove date. E dunque chi sa che la Campania ha speso, prima di tutti e meglio
di tutte le altre regioni italiane, soldi per alleggerire le strade dalle
auto? Ha infatti realizzato la più imponente cura del ferro che l'Italia
contemporanea abbia messo in campo. Napoli sta scavando il suo ventre per far
posto alla nuova metropolitana in città, allungandola ancora perché ha
straziante necessità di trovare vie di fuga, corsie supplementari,
strade veloci e di massa. Il sistema di collegamenti ferroviari tra il
capoluogo e la provincia è stato potenziato. 868 milioni di euro sono
serviti a realizzare 43 nuovi chilometri di strada ferrata della
metropolitana regionale, vagoni nuovi, stazioni nuove (32) corse raddoppiate:
per i pendolari una piccola boccata d'ossigeno. Una nuove rete, il trasporto
marittimo, lega le città di mare ai centri turistici della costa. Si
deve ad Ennio Cascetta, un tecnico, assessore ai Trasporti, la qualità
e anche la trasparenza degli interventi finanziari. Come si deve a Luigi
Nicolais, ora ministro della Funzione pubblica, una riuscita e vasta opera di
finanziamento dei centri di ricerca, di sostegno all'università e
all'impresa al tempo in cui guidava gli investimenti per la ricerca e
l'università della regione. Eccellenze in un territorio a mano armata,
fiori che sono nati, non morti, in un terreno di fango. E la tutela dei beni
culturali, la riscoperta e il loro recupero, non è stata proprio
occasionale: concentrata in sei aree definite "grandi attrattori culturali",
sviluppata attraverso un'opera importante di restauro e conservazione,
segnata in generale da buoni risultati. Qui finiscono i meriti. Che se ci
sono, e ci sono, vanno registrati anche sotto il nome di Antonio Bassolino.
Però le colpe paiono più gravi, enormemente più
accentuate, più visibili, più dolorose. In Campania non esiste
più un gruppo dirigente ma fazioni, famiglie, clan che si combattono e
si dividono, si azzuffano nel senso letterale del termine, e si accusano,
anche qui letteralmente. Dal partito democratico, allargato alla corte di
Clemente Mastella, proviene la classe politica che
ha governato la Campania in quasi ogni centro del suo territorio. Oramai
divenuta impresentabile al punto che i dirigenti nazionali, da Veltroni in
giù, neanche vogliono sapere, guardare, indagare. A Napoli l'oro di
Bruxelles è riassumibile, se si è costretti alla sintesi, in
una sola parola: consulenti. Consulenti e viaggi, eventi, fiere, mostre,
gite, sagre, opuscoli, pubblicità su carta e su video. E siti web:
decine, centinaia di siti che partono dal nulla e giungono nel nulla. Milioni
di euro in fumo così. Ad agosto, per esempio, l'assessore alle
Attività produttive produce un bando nel quale sono previsti
diciassette milioni di euro utili ad ingaggiare consulenti, i più
vari, i più diversi, che dovrebbero approntare un mega piano di
sviluppo, il Paser, uno di quei frutti noti nella Unione sovietica
dell'età brezneviana: carte e illustrazioni sterminate, dettagli
inutili, cifre accomodate e irraggiungibili. I consulenti avrebbero dovuto
dire all'assessore come fare, cosa fare di quei 750 milioni di euro, tanti
sono infatti i soldi preventivati, per l'industria e il commercio della
Campania. Il bando ha intanto prodotto polemiche feroci ed altre accuse. L'imponenza
della rete clientelare della quale vive tutto l'arco delle forze politiche in
campo non smette di generare mostri. Una sanità colabrodo ingoia
tessere più che ammalati. E sugli altri fronti ogni giorno piccole
semine di spreco. Decreto dirigenziale n. 386, "Progetto ponte tra
l'Eccellenza Campana e le Potenzialità russe". 500mila euro di
spese suddivise così: 50mila a consulenze specialistiche, 40mila a
studi e indagini di mercato, 25mila a interpretariato e traduzioni, 215mila
spese per fiere e workshop, 50mila per il classico sito web. Poi viaggi,
comunicazione, eccetera. In sintesi: il nulla. E così, sfogliando e
scorrendo, decine di migliaia di euro volano via spesi a pacchetti da
500mila. Decreto dirigenziale n. 456: "DolCina, progetto per il lancio
di prodotti liquoristici della provincia di Benevento nel mercato
cinese". Utile, si potrebbe anche sostenere, ma lievemente spropositata
la spesa di rappresentanza dell'impresa possibile. I soliti 45mila euro per
il sito web; 54mila euro per supporti multimediali; 55mila per le consulenze
specialistiche, e il resto lo immaginerete. Miliardi che hanno preso il volo
per una quantità non documentabile di progetti cosiddetti
"immateriali" e qui l'aggettivo sta più per fumo, solo fumo
senza nemmeno una punta di arrosto. Decine e decine di programmi e di tavoli
programmati, gli acronimi fantasiosi (Paser, Pit, Fesr), rappresentanti degli
enti locali affamati di soldi ma non di idee. Sono nati i Gal, altro acronimo
che sta per Gruppo di Azione locale. Devono, dovrebbero, animare l'economia
di un territorio circoscritto a qualche comune. Sette Gal (Alto Casertano,
Titerno, Verde Irpinia, Partenio, Colline Salernitane, Casacastra, Adat).
Altrettanti organigrammi amministrativi: assemblea dei soci, funzionari. E,
come sempre, consulenti. "Il Corriere del Mezzogiorno" ne ha
contati, solo nel ristrettissimo ambito di questa nuova piccola ma affamata
burocrazia almeno una cinquantina. Ogni Gal ha un sito Internet; ogni sito un
tecnico; ogni tecnico uno stipendio (sui duemila euro). Poi i responsabili
degli ecosportelli, altra figliolanza prodotta dall'Europa, poi gli
amministrativi (1800 euro mensili). Ogni Gal costa quasi
250mila euro l'anno. E cosa fa? Attività non memorabili. Il Gal Verde
Irpinia ha elaborato un'analisi degli "elementi di memoria storica della
Castagna di Montella". Settantamila euro è costato lo studio
della castagna. Il Gal Casacastra ha speso in quattro anni 100mila euro per
trasmissioni tv che devono pubblicizzare i microprogetti. Sembra che
l'obiettivo, più che fare, sia comunicare? Infatti il Gal del Vallo di
Diano (si chiama Adat) ha speso 85mila euro per pubblicazioni, brochure, sito
web (e ti pareva!), presentazioni in power point, organizzazione di tour.
Quello delle Colline salernitane ha speso quasi 250mila euro per un volume (e
dvd, certo) dedicato all'intellettuale lucano Giustino Fortunato e al
sentiero storico a lui intitolato. Tutto si può fare per raggiungere
l'obiettivo dello sviluppo rurale, azione dichiaratamente ritenuta dall'Europa
meritevole di sostegno. Persino l'operazione culturale intorno a Fortunato
che, nel computo totale, sfiora il milione di euro. Ragionevole e giusto?
Progetti fotocopia e finanziamenti al buio. I soldi sono stati tanti da aver
dopato il mercato. L'impresa è divenuta parte integrante della
famiglia dei clientes: solo richieste (a volto solo richieste di elemosina) e
quasi mai l'assunzione di un rischio. Gli albergatori, per esempio, non hanno
nemmeno sfruttato per intero le provvidenze messe a loro disposizione per
riqualificare e ammodernare camere e servizi. Dovevano co-finanziare. Grazie,
no. Troppi e troppo in fretta. Indigestione da soldi. La mano di Bruxelles
è arrivata, ma (quasi) nessuno se n'è accorto.
(
da "Gazzetta di Mantova, La" del
20-11-2007)
L'ASSEMBLEA Appello
ai sindaci del Parco: creiamo una consulta La richiesta avanzata ieri dal presidente
In arrivo soldi per risanare il fiume e per le sponde dei laghi Una consulta
permamente di confronto tra consiglio di amministrazione e soci del
consorzio. E' l'appello scaturito ieri pomeriggio in occasione dell'assemblea
consortile del Parco del Mincio, riunitasi nella sede di piazza Porta Giulia
per discutere anche di assestamento generale del Bilancio di previsione
dell'esercizio finanziario 2007, per approvare lo schema di bilancio di
previsione 2008, lo schema di bilancio pluriennale 2008/2010 e per la
relazione revisionale e programmatica. Un bilancio, insomma, che non si
limiti ad assicurare la sopravvivenza ma che sia in grado dare respiro alle
linee strategiche che l'ente sta delineando: questa la richiesta che il
presidente Alessandro Benatti ha formulato ai soci, che ieri hanno approvato
all'unanimità l'assestamento di bilancio e che hanno preso atto della
presentazione dello schema di bilancio 2008 e pluriennale che verrà
sottoposto al voto entro fine dicembre. L'appello a un maggiore futuro
impegno riguarda da un lato la Regione - alla quale il Parco ha richiesto di
aumentare i contributi in parte corrente oggi attestati su 312mila euro - ma
anche agli enti consorziati ai quali Benatti ha chiesto di attivare una
consulta permanente di confronto con il cda sui grandi temi. I problemi sul
tappeto sono: la riforma dello statuto, che includa non solo la riduzione dei
consiglieri ma anche una definizione dei loro ruoli; l'analisi sul personale,
oggi funzionante a pieno regime ma con un organico al minimo; gettone di presenza al presidente che il cda
chiede venga rivisto in termini migliorativi; progetti per aumentare
l'autonomia finanziaria per la quale ci sono idee di rafforzamento (sul
centro parco di Rivalta ci sono progetti di potenziamento ed è
necessario avviare invece una riflessione profonda sui destini del Centro
Parco Bertone). Il primo incontro della consulta dei sindaci
avverrà entro metà dicembre. Nell'assestamento di bilancio sono
presenti somme significative per la riqualificazione del fiume e dei laghi:
205mila euro di contributo dalla Fondazione Cariplo per proseguire il
progetto di Azione 21 per il Mincio e 119mila euro del Comune di Mantova da
destinare alla manutenzione della sponda sinistra del lago Superiore.
(
da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)
La
rivolta dei consiglieri: "Indennità troppo basse" i "gettoni"
Rivolta bipartisan dei consiglieri di palazzo Tursi. Chiedono il raddoppio
dei gettoni di presenza o un mensile da 2.500 euro 20/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)
L'INCONTRO NESSUN
AUMENTO in vista - almeno per il momento - per i consiglieri municipali. Il gettone di presenza degli eletti nei nove parlamentini
decentrati sul territorio, ammonta a 48 euro lordi, circa la metà di
quello percepito dai consiglieri comunali. Ma mentre questi ultimi discutono
(con poche speranze) della possibilità di aumentare il proprio
compenso, nessun ritocco dovrebbe essere deciso oggi per le indennità
dei consiglieri municipali. Cifra - quei 48 euro - che dovrebbe essere
ratificata oggi dal consiglio comunale dopo essere passata, intatta, al
vaglio della competente commissione consiliare. A meno che, dalla riunione dei
capigruppo prevista un'ora prima dell'inizio del consiglio, non venga fuori
un'accordo diverso. Anche perché il compenso dei consiglieri municipali
è agganciato a quelli dei consiglieri comunali. E qualcuno sussurra
che la delibera che riguarda prima sia una sorta di "esca" per
portare allo scoperto favorevoli e contrari agli aumenti. Duemilaquattrocento
euro circa è, invece, lo stipendio mensile del mini-sindaco che, da
presidente di circoscrizione, prima dell'istituzione dei municipi, guadagnava
circa duemila euro. Quattrocento euro in più netti. Lo stipendio dei
mini-assori è di 850 euro ma quasi percepiscono 380 euro per un
impegno part-time. 20/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)
La rivolta dei
consiglieri: "Guadagniamo poco" palazzo tursi Un gruppo di
amministratori chiede l'aumento del gettone di presenza
oppure uno stipendio da 2.500 euro 20/11/2007 "PERSONALMENTE posso farlo
anche gratis, ma non si capisce proprio perché il consigliere comunale sia
pagato così poco. E' una questione di principio. In questo caso, i
costi della politica non c'entrano nulla". Nicolò Scialfa,
vicepresidente del consiglio comunale, eletto nelle file di Rifondazione, fa
parte della schiera bipartisan di consiglieri che, nella sala rossa di Tursi,
invocano un robusto aumento del gettone di presenza. Qualcuno parla addirittura di raddoppio: dai 97 euro attuali
a circa 180 euro. O, in alternativa, un'indennità mensile di circa
2.500 euro lordi al mese. "Ma la finanziaria e altre norme, purtroppo,
non consentono che un aumento di pochi euro del gettone (l'indennità
sarebbe calcolata in proporzione)", informa Scialfa al termine di
una riunione svolta ieri col presidente del consiglio comunale, Giorgio
Guerello (Pd), e con l'altro vice, Alberto Gagliardi (Forza Italia). Oggi
l'argomento, al centro ieri sera anche di una riunione in pizzeria di tutti i
consiglieri dell'Ulivo, sarà ripreso nella riunione dei capigruppo.
Non solo la maggioranza di centro sinistra, ma anche An e Lista Biasotti,
sono spaccati al proprio interno sulla possibilità di incrementare i
compensi dei consiglieri. Alcuni temono, ovviamente, l'impatto negativo di una
simile iniziativa sull'opinione pubblica. In altri prevale la consapevolezza
e l'orgoglio di svolgere un servizio importante, che dovrebbe essere
adeguatamente retribuito. "Non è certo per avidità o
arroganza politica che chiediamo un adeguamento del nostro compenso - dice
Luciano Grillo, titolare di un'agenzia immobiliare e consigliere dell'Ulivo -
ma per una questione di dignità del nostro lavoro. Anche se è
stata una mia libera scelta, mi sono trovato di fronte a un impegno enorme,
se svolto seriamente. Tutto tempo che sottraggo al lavoro, e siccome sono in
proprio non usufruisco di permessi. In cambio cosa ricevo? A ottobre ho preso
488 euro, di cui l'80 per cento, io come altri ex Ds, lo diamo al
partito". Identico il ragionamento di Scialfa: "Finirà che
faranno politica in Comune solo i pensionati e quelli con tanto tempo libero.
Per quanto mi riguarda - insiste Scialfa - non ne faccio una questione
economica. Come preside, guadagno abbastanza per poter svolgere l'incarico di
consigliere anche gratuitamente. E pazienza se lavoro 16 ore al giorno per
conciliare le due attività". "Resta il fatto - conclude
Scialfa - che il ruolo di consigliere comunale è davvero poco
considerato. Mi chiedo cosa ci stiamo a fare. Non è certo per le
nostre paghe che il Comune è in crisi finanziaria". "A
Perugia, che è molto più piccola di Genova, i consiglieri
guadagnano 1.360 euro al mese", fa sapere Stefano Anzalone (Ulivo). V.
G. 20/11/2007.
(
da "Corriere di Bologna" del
20-11-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-20 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Costi della politica Sd: cinque gettoni in un giorno, ora basta Tre commissioni, una
seduta di consiglio comunale e una conferenza metropolitana dei sindaci.
Totale, cinque riunioni: tutte in un giorno (e remunerate con gettoni da 72 euro lordi l'una per le riunioni di Palazzo
D'Accursio). E la cosa piace pochissimo a Gianguido Naldi, coordinatore di
Sinistra democratica, che ieri nell'aula di Palazzo D'Accursio ha detto:
"Sono le 15.30 e stamattina si sono già svolte tre commissioni e
una conferenza metropolitana, adesso c'è il consiglio. Vorrei
chiedervi (ha detto rivolgendosi ai colleghi) se prima che fosse eliminato il
tetto dei due gettoni al giorno si sono mai fatte
4-5 sedute nella stessa giornata?". Mentre la riforma del presidente del
consiglio, Gianni Sofri è ferma per le divisioni dei capigruppo,
Sinistra democratica spinge sull'acceleratore della riforma. Dunque, propone,
"subito un sistema per impedire il 'firma e fuggi' dalle commissioni,
una cosa che nessuno di noi può seriamente difendere", dice
Naldi. L'ex consigliere della Quercia spiega poi che "ho visto
personalità di rilievo di solito prudenti correre il rischio di cadere
nella demagogia". A chi si riferisce? "Il nome lo faccio io:
è Vasco Errani", ha chiosato dopo di lui Alberto Vannini, capogruppo
de La tua Bologna, schierato su posizioni opposte. Per i guazzalochiani,
Errani è impegnato "nello sport dello scaricabarile" sui
costi della politica. Vannini paragona i compensi da
lui ricevuti (il massimo l'ha toccato nel 2005 con oltre 23 mila euro) con
quelli degli amministratori della Regione. In particolare, i 6.500 euro
mensili del vicepresidente Flavio Delbono. "Sembra
che gli unici a dovere sopportare il peso dei costi della politica - rileva il guazzalochiano - siamo noi consiglieri comunali,
speriamo che ora i parlamentari bolognesi portino alla Camera una ventata di
saggezza". Ma per Lorenzo Tomassini (Forza Italia) tra i costi della politica da tagliare vanno considerate anche consulenze come quella da
280 mila euro per il Pratello. "Ho sentito cose balorde, come il
suggerimento ai residenti di mettersi i doppi vetri in casa e di installare
sistemi di insonorizzazione nelle loro abitazioni". Ma la palma del
commento più spiritoso della giornata va all'ecologista per il Partito
democratico, Davide Celli: "Il governatore dell'Emilia-Romagna, Vasco
Errani non faccia il brillante con i soldi degli altri". Naldi Il
consigliere di Sinistra Democratica a Palazzo d'Accursio.
(
da "Mattino di Padova, Il" del
20-11-2007)
Cronaca
"Inutili e costosi: aboliamo i sei consigli di quartiere"
VOLTABAROZZO. "Per il peso che hanno nelle decisioni, sarebbe meglio che
i sei consigli circoscrizionali padovani venissero aboliti. Almeno si
stornerebbe una voce di spesa importante". A parlare in questi termini
è il capogruppo di Forza Italia del Quartiere 4 Sud-Est, Filippo
Marchioro. Il disegno di legge per la riduzione dei costi della politica,
presentato dai ministri Santagata e Lanzillotta, prevedeva la facoltà
di abolire i consigli di quartiere nelle città, come Padova, con meno
di 250.000 abitanti. La proposta è stata successivamente revisionata ed
emendata, per cui ora non è più prevista l'abolizione dei
consigli circoscrizionali in città che hanno un numero di abitanti
compreso tra i 30.000 e i 100.000. Ma solo la previsione di abolire
l'indennità e il gettone di presenza per le
circoscrizioni che rientrano in questa fascia. "I poteri reali delle
circoscrizioni sono limitati", prosegue l'azzurro. "Siamo tenuti ad
esprimere pareri obbligatori, ma non vincolanti. E talvolta questi pareri ci
vengono chiesti come mera formalità, dato che il Comune procede nel
suo iter senza attendere il parere di rito". Nel periodo compreso tra
luglio 2005 e giugno 2006 per tenere in piedi i consigli di quartiere sono
stati spesi quasi 260.000 euro. Le indennità riconosciute ai
presidenti ammontano a 164.000 euro, cui si sommano altri 14.000 euro d'Irap
e 8.300 euro di contributi previdenziali. Per i gettoni di presenza riconosciuti ai consiglieri circoscrizionali sono stati spesi
66.600 euro e 5.700 euro di Irap. Senza contare gli stipendi degli impiegati,
gli affitti e le spese amministrative delle circoscrizioni.
"Eccezion fatta per la novità del milione di euro - conclude
Marchioro - a ciascun quartiere vengono riconosciuti solo contributi minimi
per le manutenzioni. Non possiamo incidere nelle decisioni importanti. Se poi
consideriamo che il Comune spende fior di quattrini per pagare i mediatori
che conducono i laboratori partecipati con i cittadini, c'è davvero da
chiedersi a che servano i consiglieri e il presidente di quartiere. Tanto
più che le circoscrizioni vengono spesso saltate a piè pari e
ignorate da associazioni e comitati che preferiscono relazionarsi
direttamente con palazzo Moroni". Alle cifre sopra esposte, sono da
aggiungere le buste paga e i costi per il mantenimento del settore
Decentramento, con il caposettore e i suoi impiegati comunali. Dal bilancio
sociale comunale relativo al 2004 risulta che i costi per la
funzionalità dei quartieri ammontano a 95.000 euro annuali".
(Cristiana Boggian).
(
da "Manifesto, Il" del 20-11-2007)
I democratici del
"liberismo compassionevole" Il lato oscuro della società
"low cost". Un pamphlet di Massimo Gaggi e Edoardo Narduzzi per
Einuadi sulla "Piena disoccupazione" BenOld La società low
cost sarà pure il regno delle opportunità, ma le le
diseguaglianze hanno raggiunto un punto di non ritorno per la democrazia
liberale. È il nuovo mantra degli agit prop del "meno stato
più mercato" che, fulminati sulla via di Damasco, invocano ora la
mano visibile dell'intervento pubblico per rendere meno esplosive
diseguaglienza tra ricchi e poveri. Ed è quanto auspicano anche
Massimo Gaggi e Edoardo Narduzzi in un pamphlet da poco pubblicato da Einuadi
che ha l'invitante titolo Piena disoccupazione (pp. 165, euro 14,50), che
inizia là dove era terminato il precedente La fine del ceto medio e la
nascita della low cost. I due autori - Gaggi è inviato del Corriere
della sera, Narduzzi un docente universitario che oltre a salire in cattedra
fa anche l'imprenditore - non sono ovviamente dei convertiti al keynesismo.
Semmai sono interessati a quel "liberismo compassionevole" che ha
molti seguaci nel neonato partito democratico di Walter Veltroni, ma anche autorevoli
rappresentanti in quello statunitense. Tutti siamo potenzialmente dei
disoccupati, sostengono a ragione gli autori, ma sopratutto siamo dei precari
che passano da un lavoro all'altro spesso con salari poco al di sopra della
soglia della povertà. Come non concordare con queste premesse. Il
problema da risolvere è quel salario che rimane al palo e che negli
Stati Uniti ha fatto parlare di working poor e di underclass. Cosa fare?, si
domandono i due autori. La strada da loro indicata è appunto quella
del "liberismo compassionevole", espressione che non usano perché
connotata politicamente a destra, ma che costituisce
la loro bussola. Da qui la proposta di una riqualificazione della scuola di
base e dell'università, perché la conoscenza sarà l'arma
vincente del futuro. I due autori non si sbilanciano, ma tra elogio
dell'eccellenza, critica della casta dei docenti e invito ad applicare
criteri imprenditoriali alla gestione delle università si deduce che
un sistema misto tra pubblico e privato sia la soluzione migliore. Per quanto
riguarda un altro caposaldo del welfare state, cioè
il servizio sanitario
nazionale, Gaggi e Narduzzi considerano
immorale che una parte della popolazione non abbia la possibilità di
curarsi. Per questo lo stato deve garantire tale possibilità. Come
farlo? Anche qui le proposte sono vaghe, ma c'è da scommettere che una
sana competizione tra pubblico e privato sarebbe ben vista. Idem per
la pensione. E infine il quesito più spinoso: cosa fare con l'esercito
sempre più numeroso di chi percepisce un salario poco al di sopra
della soglia di povertà e spesso percepito saltuariamente? Gaggi e
Narduzzi guardano con simpatia alla proposta del guru neoliberista Milton
Friedman, in particolare modo quando l'economista di Chicago proponeva una sorta
di voucher erogato dallo stato per i woking poor con il quale acquistare
servizi e beni. Non è la nuova la tendenza di molti opinion makers a
invitare la sinistra a diventare neoliberista. Lo ha fatto di recente
Francesco Giavazzi ne Il liberismo è di sinistra (Saggiatore), ma
questo libro registra l'erosione del consenso del neoliberismo, consenso che
può recupare solo se si dota di una politica
sociale, come suggeriscono le teste d'uovo del neonato partito democratico.
Uno degli elemeni meno discussi del recente protocollo sul welfare state
riguarda, ad esempio, i cosiddetti ammortizzatori sociali che dovrebbero
mitigare la condizione di subalternità dei precari "permanenti ed
effettivi". I diritti sociali di cittadinanza e l'erogazione di un
reddito di esistenza costituiscono dunque un terreno di conflitto che rimane
spesso deserto o occupato dai tecnocrati di Bruselles o o di quelli
"indigeni" per promuovere il "liberismo compassionevole".
È tempo di occupare quel terreno e sottrarlo ai democratici.
(
da "Corriere della Sera" del
20-11-2007)
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2007-11-20 num: - pag: 4 categoria:
REDAZIONALE Le tabelle Cancellate dall'assessore regionale Luigi Nieri Fondi
regionali per le sagre Consiglieri di nuovo all'attacco I malumori tra i
consiglieri regionali di maggioranza e opposizione non si sono mai placati da
quanto in estate Luigi Nieri (Prc), assessore al Bilancio, annunciò
che nel Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione
(Dpefr) 2008-2010 sarebbero stati cancellati i fondi per feste, sagre e
commemorazioni (350 mila euro a disposizione di ogni eletto alla Pisana). I
finanziamenti, conosciuti anche come "tabelle A e B" rivolte a
"iniziative sportive, culturali e sociali" sono stati cancellati
dalla giunta Marrazzo che ha così voluto eliminare
ogni privilegio nell'ambito del dibattito sui costi della politica. Un segnale forte, chiaro, di indubbia discontinuità
con il passato, per dire una volta per tutte che i contributi a pioggia non
si sarebbero ripetuti. Oggi però comincia nella Commissione Bilancio
della Pisana l'esame del Dpefr, che è sempre un documento di
indirizzo. In altre parole la giunta regionale teme che possa crearsi
un'intesa trasversale tra consiglieri della Cdl, del Pd e della sinistra
radicale capace di ripristinare le tabelle sotto mentite spoglie. Ad esempio
potrebbe esserci lo spazio, magari con qualche emendamento in aula, per
tutelare e sostenere opere di interesse pubblico che riguardano
amministrazioni comunali e provinciali, spiega con cautela un consigliere di
maggioranza che preferisce rimanere anonimo. E questi provvedimenti
potrebbero essere approvati nella Finanziaria regionale "perchè
altrimenti si svuola il Consiglio di ogni spazio di manovra...",
aggiunge. Oppure alcuni progetti potrebbero essere inclusi tra quelli
promossi da qualche assessorato per rispettare le realtà territoriali.
"Ci sono alcune piccole amministrazioni comunali - fanno notare
dall'opposizione - che senza questi fondi non avrebbero risorse da investire
per promuovere il turismo e l'economia locale ed aiutare i giovani a trovare
un lavoro". Su questo argomento, però, Marrazzo, Nieri e il resto
del governo locale si giocano la faccia: "Le sagre del pane e dell'uva,
lo stage di karate, la festa dei camperisti oltre alle commemorazioni
garibaldine saranno pure eventi degni di rispetto - disse in estate Nieri -
ma se si chiedono sacrifici ai cittadini e si aumenta l'Irpef e l'Irap ci si
deve rendere conto che anche il mondo della politica
non può e non deve essere immune da sacrifici". Anche pensando a
questo il presidente del Consiglio regionale, Guido Milana, appoggiato da
Marrazzo, ha promosso nei mesi scorsi una moratoria sugli stipendi di eletti
e assessori alla Pisana. \\ Luigi Nieri Se si chiedono sacrifici ai cittadini
deve farli anche il mondo della politica F. D. F.
(
da "Tempo, Il" del 20-11-2007)
Commissione
parlamentare visita il "San Raffaele" Questa mattina dalle 10 alle ore
13.30 la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla qualità e
l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale effettuerà un
sopralluogo nella provincia di Frosinone per visitare il Reparto R.A.I.
(Riabilitazione ad Alta Intensità) del San Raffaele Cassino (via G.
Home Frosinone prec Contenuti correlati Incuriosito dalle confidenze di un
giornalista parlamentare, ... Raffaele Pepe e l'arte di fare agricoltura Il
lavoro parlamentare di Zaccheo determinante per il "risarcimento"
Ieri mattina, presso il Palazzo comunale, visita da parte ... VITERBO Visita del Presidente della Repubblica per ... In casa
e nell'auto di Raffaele la polizia col luminol Di Biasio n 1). L'Unità
Operativa della struttura, accreditata con il servizio sanitario nazionale e diretta dal dottor Marco Sarà, è deputata alla
presa in carico di pazienti affetti da compromissione severa del sistema
nervoso centrale ed ha recentemente richiamato l'attenzione della
stampa nazionale grazie ad alcune ricerche che hanno
consentito di risvegliare degenti in stato vegetativo. Al centro
dell'indagine della Commissione parlamentare l'approfondimento di questioni
quali eutanasia e testamento biologico. Attesi il senatore Antonio Tomassini,
medico e Presidente della Commissione, il senatore Daniele Bosone medico e
Relatore indagine comi vegetativi, la senatrice Sandra Monacelli, Relatore
indagine comi vegetativi, il senatore Paolo Bodini ed il senatore Cesare
Cursi. 20/11/2007.
(
da "Basilicanet.it" del 20-11-2007)
11.16.22
[Basilicata] Il Consiglio Comunale di Matera, nella
riunione di lunedì 19 novembre scorso, ha destinato il gettone di presenza al sostegno e all'assistenza delle famiglie di Picciano B
danneggiate dal crollo a seguito del crollo di una palazzina rurale,
approvando così all'unanimità la mozione presentata dai gruppi
consiliari di An, Forza Italia e Udc. "Il Comune ha detto il
Sindaco Emilio Nicola Buccico -, che si stringe attorno al dolore e alla
sofferenza che ha colpito la famiglia Perniola, intende intervenire sotto due
profili: in primo luogo garantendo assistenza e conforto alle famiglie
danneggiate, per cui sono state già avviate diverse campagne di
solidarietà, ed in secondo luogo avviando una riflessione su queste
aree marginali della città e di discutere su quali azioni attivare per
il recupero e la riqualificazione del borgo". A questo proposito, verrà
istituita una commissione ad hoc che verificherà la situazione e
valuterà gli aspetti sui quali intervenire. Il Consiglio, invertendo
l'ordine dei lavori, ha quindi approvato gli atti di indirizzo
sull'alienazione di circa 200 alloggi demaniali di proprietà comunale
che potranno essere acquistati dagli occupanti. (bas - 04).
(
da "Gazzettino, Il" del 20-11-2007)
All'iniziativa
aderiscono 174 sindaci, trentacinque in Veneto ma il numero è
destinato a crescere. E il 1° dicembre manifestazione a Roma "Caro
Napolitano, restituiamo le fasce tricolori" Clamorosa azione di protesta
dei Comuni che confinano con Regioni "speciali", Svizzera e
Austria: "Per noi nessuna attenzione" Venezia"Caro presidente
Napolitano, la invitiamo a venire a gestire i nostri Comuni, a dare le
risposte ai nostri cittadini. Saprà lei trovare le ennesime parole per
rispondere a chi domani non avrà più dove mandare i figli, case
vuote e abbandonate, intere vallate spopolate. Queste 174 fasce tricolori
attendono una dignitosa risposta, così come dignitoso e devastante
è quanto può significare il fatto che oltre 100 sindaci le
consegnano i propri municipi". Comincia così la lettera che
accompagnerà le 174 fasce tricolori di altrettanti sindaci di Comuni
di confine (già 35 le adesioni pervenute dal Veneto) che saranno
recapitate in segno di protesta al Quirinale per finire sulla scrivania del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiedere il mantenimento
degli accordi che il Governo aveva preso con Asscomiconf, l'Associazione dei
Comuni di confine, per arginare i disagi socio-economici che gravano sui
comuni che confinano con le Regioni autonome e gli Stati di Svizzera e
Austria. La spedizione avverrà lunedì prossimo da Milano al
termine di una conferenza stampa prevista in piazza Duomo e per il 1.
dicembre è annunciata una manifestazione a Roma dove arriveranno oltre
cento pullman dal Nord Italia."Abbiamo una lettera della ministra
Lanzillotta che si impegnava a nome del Governo a provvedere urgentemente con
politiche d'attenzione per le nostre problematiche - ricorda gli impegni del
Governo Marco Scalvini, sindaco di Bagolino, in provincia di Brescia, e
presidente di Asscomiconf - Mi sono recato a Roma per un incontro al
ministero e dopo aver fatto anticamera il capo di gabinetto mi annunciava che
l'incontro veniva rimandato per questioni di protocollo. Stiamo aspettando da
due settimane e nessuno si è fatto vivo". "Abbiamo
presentato quindici emendamenti alla Camera sul decreto fiscale tramite i
gruppi parlamentari trasversali di Forza Italia, Verdi, Alleanza nazionale,
Lega e Udeur e sono stati tutti bocciati - ricorda ancora Scalvini -
L'emigrazione, il pendolarismo, gli asili, le scuole e i servizi sociali
hanno un colore? Se di colore si parla è solo il grigiore di uno Stato
spesso padrone e quasi mai padre. Basta con questa politica di schieramenti e
di contrasti che non porta mai soluzioni".E il Veneto, che conta una
cinquantina di Comuni interessati, sarà sicuramente in prima fila in
questa battaglia. "Il malcontento è molto grande e abbiamo avuto
modo di verificarlo ad Adria venerdì scorso durante il nostro
consiglio regionale - spiega Vanni Mengotto, presidente dell'Anci veneta -
Esiste una situazione di grande sofferenza e non solo tra i Comuni di confine
in quanto il dato aggiuntivo che è emerso coinvolge tutta una fascia
di Comuni di "retroguardia". Ed è in relazione, ma non solo,
alle dimensioni demografiche che si trovano in estrema difficoltà. I
Comuni più piccoli hanno enormi problemi per quanto riguarda i
trasferimenti, quelli un pochino più grandi, sopra i cinquemila
abitanti e che rientrano nel patto di stabilità, hanno ulteriori
difficoltà sui vincoli di bilancio e del patto stesso, che
paradossalmente creano più difficoltà ai Comuni virtuosi che
agli altri". L'Anci del Veneto quindi sposa in pieno l'iniziativa di
Asscomiconf. "In questo momento purtroppo - aggiunge Mengotto - c'è
in atto una politica denigratoria nei confronti degli enti locali: pare che
gli sprechi avvengano nella Comunità montana o nel
Comune e probabilmente a Roma non sanno quanto guadagna un consigliere
comunale o l'assessore di un Comune di mille abitanti dove il consigliere,
con il gettone di presenza, si prende il caffè. Non credo quindi che si risolva il
problema italiano della finanza pubblica con azioni sugli enti locali, i
baratri della finanza pubblica sono da tutt'altra parte"."L'insofferenza
nasce anche da questo - sottolinea ancora il presidente dell'Anci veneto -
non solo dal dato economico. Le indicazioni che ci sono venute dalla riunione
di Adria sono quelle di far sentire la nostra voce e questo è venuto
in maniera trasversale da enti gestiti dal centrodestra come dal centrosinistra:
in Veneto su questo aspetto non c'è alcuna differenza".Ma l'Anci
veneto non pensa solo alle proteste. "Vorremmo assieme al Friuli Venezia
Giulia e al Trentino Alto Adige creare un forte coordinamento delle
municipalità del Nordest - conclude Vanni Mengotto - E se su questa
linea si muoverà anche la Lombardia, saremo ben lieti di fare sentire
la voce del Nord perchè ci sono disagi che a livello nazionale non
sono compresi, ma che sono evidentissimi nelle nostre realtà, e che si
rischia di sottovalutare. Si tratta di indicatori che vengono dagli enti
locali e sottovalutarli significa non considerare ciò che pensa il
cittadino di cui il sindaco è il portavoce. Il malessere dei sindaci
non è di chi amministra, ma è il malessere della
comunità che rappresenta".Giuseppe Tedesco.
(
da "Provincia di Sondrio, La" del
20-11-2007)
Da domenica si
respira aria di un nuovo "27 marzo 1994" fra la gente di centro
destra. "Via i parrucconi della politica", è la stessa
frase, o meglio lo stesso significato di un altro slogan sempre ripetuto
nelle prime interviste dell'allora imprenditore di Arcore, quando alla vigilia
di quel "27 marzo" diceva di scendere in campo per mandare a casa
"i mestieranti della politica". E' questo il linguaggio che piace
alla gente, non per la parte di populismo che contiene, ma per quella voglia
di "novità" che prospetta. Ed è anche il risultato di
una lunga campagna che ha preso il nome di Antipolitica. Si dirà: ora
come nel '94, Berlusconi - con questa seconda intuizione rivoluzionaria -
raccoglie i frutti seminati da altri. Allora da Mariotto Segni, oggi dal
libro di Stella e Rizzo, da
Montezemolo e Grillo, da un po' di magistratura televisiva e da quella
Michela Vittoria Brambilla che, guarda la fortuna, domenica era al fianco del
Cav. in piazza San Babila. Abbiamo parlato di "aria di 27 marzo"
perché il Partito del Popolo della Libertà è un segnale di
freschezza nella palude di un Governo che si regge sulle stampelle di
ultraottuagenari senatori a vita. Anzitutto perchè, come nel '94, il
progetto di Berlusconi ha già centrato due obiettivi invocati come il
pane dalla gente: semplificazione del quadro politico e nuova legge
elettorale. Riduzione delle forze politiche. Il partito del Popolo
riunirà dentro di sé Forza Italia, la Destra di Storace, la Fiamma
della Mussolini, la Dc di Rotondi, l'edera di La Malfa. Cinque partiti in
uno. E se guardiamo dentro agli ultimi quattro, possiamo notare che sono il
frutto di scissioni: da An, dall'Udc e dal Pri. Tutto ciò è
anche il risultato di un lavorìo che viene da lontano dello stesso
Cav.; ora si spiegano i nervi a fior di pelle di Gianfranco Fini. Non voliamo
con la fantasia se ipotizziamo un'altra "fuga" dall'Udc, questa
volta del più berluscones dei centristi, il ruspante Carlo Giovanardi:
per lui è pronto il simbolo che vale oro della Dc di Giuseppe Pizza,
lo storico scudocrociato di degasperiana memoria. Magari con presidente
Lamberto Dini da cui dipende il futuro di questa legislatura. Il secondo
obiettivo che ha già centrato il partito del Popolo è
l'indicazione del sistema tedesco per la nuova legge elettorale. Ciò
avvia il dialogo, fermo da diciotto mesi, tra centro-destra e
centro-sinistra. Ma non solo: la Lega nord contraria da sempre al Partito
Unico, vede nel tedesco l'elisir di lunga vita politica. Lo immaginate Bossi
che grazie al "tedesco" può far correre in piena autonomia
il suo Caroccio su e giù per le valli del nord? Magari al grido di
"Roma ladrona, Padania Libera". Altro che soglia al 4 o 5 per
cento! Dopo il voto, conoscendo l'intesa affettiva tra il Cav. e il
Senatùr, l'accordo di governo sarà più che probabile.
Anche perché, come ha già rilevato Nicola Piepoli, da solo il partito
del Popolo vale un 27 per cento, con i partitini scissionisti sfiora il 35:
totale, con la Lega, oltre il 40 per cento. Tirate le somme, chi sta peggio
è Fini: dove va se il bipolarismo è finito? Invece Casini,
alleato con Mastella, supererà la soglia di sbarramento. E a due
democristiani non si deve insegnare a quale porta bussare.
(
da "Giorno, Il (Lecco)" del
21-11-2007)
"Vogliamo una
commissione d'inchiesta" L'opposizione boccia la relazione del presidente
Carioni sullo scandalo tangenti di CORRADO CATTANEO ? COMO ? "DARE
MANDATO alla conferenza dei capigruppo e all'ufficio di presidenza di
formulare una proposta di delibera, ai sensi e con i contenuti previsti
dall'articolo 43 del regolamento del Consiglio provinciale, per l'istituzione
di una Commissione di indagine entro il 3 dicembre 2007". E inoltre
l'impegno da parte del presidente della Provincia, Leonardo Carioni, a non
riattribuire la delega relativa al Turismo - avocata a sé nei giorni scorsi -
sino al termine dei lavori della costituenda Commissione. Sono queste le
richieste delle opposizione in Consiglio provinciale - Ulivo, Rifondazione
comunista e Lista civica Territoriale - formulate durante la seduta di ieri
in una mozione consegnata al presidente del Consiglio, Ferdinando Mazara, dal
capogruppo dell'Ulivo Mauro Guerra. UNA SEDUTA che si è aperta con una
lunga relazione da parte del presidente Carioni che ha voluto rispondere
all'interpellanza presentata dalle stesse opposizioni che gli chiedevano una
valutazione riguardo all'operato della Giunta attuale e di quella precedente
in relazione alle vicende oggetto dell'indagine su truffa e corruzione per il
lido di Menaggio, e le sue intenzioni sul futuro del settore Turismo
"secondo nuove linee di indirizzo che non lascino spazi a finanziamenti
a pioggia e politiche di sottogoverno", come si legge
sull'interpellanza. A QUESTO Carioni ha risposto ammettendo che "qualche
modifica va fatta, possiamo correggere e andare verso altre forme di finanziamento
visto che la mia opinione personale è quella che il sistema attuale
abbia evidenziato nervi scoperti nel controllo delle spese e
nell'assegnazione degli appalti. Forse la commissione Turismo, opportunamente
investita dell'onere, può essere la strada giusta". La sua
relazione è però stata improntata soprattutto a smorzare i toni
della bufera che sta soffiando sulla politica
comasca: "Ritengo che l'operato della Giunta precedente e di quella
attuale sia stato e sia corretto avendo come suo fine esclusivo la promozione
e il miglioramento del turismo quale motore per il sostegno dell'economia e
dell'occupazione", ha detto, aggiungendo di ritenere che "pertanto
la Giunta nel suo complesso ha operato bene quando ha proceduto alla
costituzione del Sistema Turistico del Lago di Como". Carioni ha quindi
ribadito come "non ci sia bisogno di cambiare le linee programmatiche,
ma che si debba provvedere all'erogazione di contributi significativi con
l'emissione di bandi che garantiscano, sulla scorta di criteri predefiniti e
trasparenti, la partecipazione di tutti i soggetti interessati e l'erogazione
dei contributi secondo regole di piena concorsualità e premiando la
qualità dei progetti", pur dicendosi "comunque disponibile
ad un confronto con tutti, per modifiche, miglioramenti, aggiustamenti del
sistema turistico e anche alla sua eliminazione, se ciò corrispondesse
all'interesse pubblico e in particolare alle esigenze di promozione del
turismo". RELAZIONE bocciata sonoramente dalle opposizioni. Definita
"pilatesca, fragile e debole" da Fabio Moltrasio, della neonata Costituente socialista, ma criticata anche da Renato
Tettamanti di Rifondazione, per cui "si deve ancora fare chiarezza sui
tanti punti ancora oscuri della vicenda", e dallo stesso Guerra: "Comunque la si pensi questa vicenda segnala una
responsabilità politica grande come una casa da parte della Provincia che non ha
saputo governare la politica dei finanziamenti. Con la commissione non vogliamo riproporre
la Santa inquisizione, ma vogliamo parlare con voi di politica". Negli interventi della maggioranza, invece, la
commissione di indagine è stata bocciata a favore dell'investimento
della questione alla sola commissione Turismo. Bocciatura confermata dalla
votazione finale, 16 no contro 8 sì. - -->.
(
da "Giornale di Brescia" del
21-11-2007)
Edizione: 21/11/2007
testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO STIPENDI CRESCIUTI DEL
4,5% IN UN ANNO La Corte dei Conti: corre troppo la spesa per gli statali
ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica,
quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1%
sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti
ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire
un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone"
della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale.
La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni
dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La
sferzata arriva dalla Corte dei conti convocata in audizione alla Commissione
affari costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende
parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico,
la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore
all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della
spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo
sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina
pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il
"cahier de doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti
inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti
che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem"
con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un
passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei conti parla più
volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso
"in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e
debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il
personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le
retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5%
all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga
superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%".
(
da "Provincia di Cremona, La" del
21-11-2007)
Edizione di
Mercoledì 21 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl La Corte dei conti.
Monito dei magistrati, meno preoccupanti gli oneri della casta Statali, corre
la spesa 'Retribuzioni aumentate del 4,5% all'anno' di Manuela Tulli ROMA ?
Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica,
quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1%
sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti
ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire
un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero bubbone della spesa, la
"criticità", l'"insuccesso della politica"
è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di
fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono
aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio
dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte
dei Conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende
parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico,
la cosiddetta 'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1% e
"non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della
spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo
sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica,
a partire dalle spese per il personale, allora inizia il 'cahier de
doleances'. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle
gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono
diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari
che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per
le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di
"scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso "in
misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e debito. Nel
mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro
ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale
del pubblico impiego sia aumentata del 4,5% all'anno, "quasi il doppio
dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil
nominale, al 3,7%". Lazzaro ha rilevato che è il risultato degli
"insuccessi della politica nel controllo"
delle dinamiche retributive. Altro problema è legato ai ritardi nei
rinnovi dei contratti e alle "continue deroghe" per il personale.
Infine la Finanziaria 2008. Sui costi della politica
alcune misure sono "di rilievo" ancorchè "non
esaustive".
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
21-11-2007)
Munali e
provinciali. Cari consiglieri, non affannatevi a cercare argomenti a difesa dell'attuale
sistema, o meglio, del vergognoso andazzo che si è creato. Sotto il
profilo legale, chi firma la presenza per incassare
il gettone e poi se ne va senza partecipare ai lavori rasenta la denuncia.
Risolvete il problema, e fatelo in fretta. L'antipolitica e il qualunquismo
rischiano di sommergerci. Marco Sandoni - -->.
(
da "Repubblica, La" del 21-11-2007)
Pagina III -
Palermo IL CASO L'amministrazione fa i conti del costo dei consiglieri. E annuncia la riduzione delle strutture Gettoni d'oro e
società fantasma i protagonisti Tre milioni l'anno per le spa
regionali. Una non ha neanche la sede EMANUELE LAURIA Tre milioni di euro.
è la spesa annua sostenuta dalla Regione per i compensi dei
consiglieri d'amministrazione delle sue società: ventidue quelle sorte
negli ultimi anni. L'amministrazione si è ora decisa a dare un
taglio a questi enti, che a volte - è il caso della Risem, una
società che si occupa di ricerca e innovazione - non hanno neppure una
sede dove riunirsi. Quella cifra, tre milioni, erogata per le
indennità di una pletora di parlamentari trombati e burocrati di
chiara fama, non tiene ancora conto delle due spa in fase di decollo -
chiamate a occuparsi di turismo e di cinema - ed è stata appena
intaccata dal taglio alle retribuzioni deciso dal governo regionale il primo
ottobre. La gran parte delle retribuzioni è rimasta infatti al di
sotto del tetto posto dalla giunta. Al dipartimento Bilancio risulta che solo
i presidenti della Sicilia Patrimonio Immobiliare e dell'Azienda siciliana
trasporti, Carlo Sorci e Vincenzo Giambrone, hanno ridotto i propri compensi,
che ammontavano rispettivamente a 120 mila euro e a 96.700 euro annui. Ma ora
c'è l'esigenza di mettere ordine nella costellazione delle
società per azioni partecipate dalla Regione. La misura è
colma, insomma. E se ne è resa conto la stessa amministrazione, che ha
messo su carta un piano per ridurre, attraverso operazioni di accorpamento e
fusione, il numero delle società. Da qui a tre mesi dovrebbero
chiudere o essere dismesse le partecipazioni della Regione in almeno tre
enti. Dell'iniziativa ha parlato ieri mattina il ragioniere generale della
Regione, Enzo Emanuele, con il governatore Salvatore Cuffaro. Il presidente,
pur esprimendo perplessità sul risparmio complessivo derivante da
questa manovra, ha comunque dato il suo via libera. "Dobbiamo
razionalizzare questo settore", si limita a dire Emanuele. Fra i
presidenti delle società molti ex parlamentari, alcuni ricompensati
per le recenti delusioni elettorali. Dall'ex presidente della Regione Mario
D'Acquisto (Italia Lavoro Sicilia) allo stesso Giambrone, già deputato
forzista, passando da Silvio Liotta (Serit Sicilia) e dall'ex segretario
regionale dell'Udc Domenico Sudano (Riscossione Sicilia). Emanuele, il 14
settembre scorso, ha firmato una circolare con cui ha chiesto a tutti gli assessorati
di far conoscere attività, bilanci e numero di componenti delle
società di loro competenza. Le risposte, sinora, sono state parziali.
Sotto la lente d'ingrandimento ci sono soprattutto le società
nell'orbita dell'assessorato alla Cooperazione. A cominciare dalla Risem, che
stando alle ultime comunicazioni fornite dalla Regione sul proprio sito conta
ben 11 consiglieri d'amministrazione (il presidente è l'ex assessore
provinciale messinese Giacomo Fusco dell'Udc, che guadagna 36 mila euro
l'anno) ma sulla cui attività lo stesso ragioniere generale confessa
di sapere ben poco. L'assessore Nino Beninati ammette: "Ho ereditato
questa struttura dal mio predecessore e mi sono reso conto abbastanza presto
che c'era qualche difficoltà operativa: è una società di
cui fanno parte quattro assessorati che non ha neppure una sede. Dal momento
della sua fondazione, nel 2006,
ha realizzato solo un paio di progetti commissionati
dal dipartimento Pesca. Ho segnalato la situazione al presidente Cuffaro -
dice Beninati - e mi risulta che da qualche mese siano state congelate le
indennità. In ogni caso, proprio qualche giorno fa ho disposto la
riduzione del numero dei consiglieri, da 11 a 5. Cosa farne? Secondo me la Risem
può essere utile, se utilizzata come struttura di consulenza della
Regione nella prossima fase di avvio dei distretti produttivi. Ma ne
discuteremo in giunta". Ma nel novero delle società regionali
entrerà presto Sviluppo Italia Sicilia, della quale la Regione
acquisirà il 100 per cento delle azioni dopo la trasformazione della
capofila Sviluppo Italia in agenzia. E non saranno toccate le società
direttamente collegate al dipartimento Bilancio, Sicilia Innovazione e
Sicilia Servizi, che Emanuele considera i più preziosi fra i gioielli
di famiglia. E che. per l'informatizzazione degli uffici e lo sviluppo delle
nuove tecnologie, gestiscono qualcosa come 300 milioni di euro fra fondi
statali ed europei.
(
da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del
21-11-2007)
MIRANDOLA CHIESTO
L'INTERVENTO DEL PREFETTO: VENERDI' UN VERTICE Dopo l'aggressione ai
finanzieri il sindaco convoca la comunità cinese ?MIRANDOLA?
AGGREDITI, presi a calci e pugni da una decina di cinesi. E' successo
domenica scorsa a tre finanzieri del comando di Mirandola impegnati a
controllare i tanti ambulanti presenti alla fiera mercato di Franciacorta.
Uno di questi, di nazionalità cinese, è stato ripreso perché
non rilasciava lo scontrino fiscale. A quel punto, l'ambulante ha cominciato
a urlare richiamando altri connazionali e in pochi secondi i militari sono
stati accerchiati da una decina di cinesi, e picchiati. SOLTANTO GRAZIE
all'interno dei carabinieri di Medolla, richiamati sul posto da alcuni
visitatori di Franciacorta, allarmati per quanto stava accadendo, i
finanzieri sono stati salvati e trasportati al pronto soccorso dell'ospedale
di Mirandola. Due di loro hanno riportato la frattura del polso e la prognosi
è rispettivamente di un mese e di sei giorni. A carico degli immigrati
responsabili dell'aggressione è scattata la denuncia per resistenza,
oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Intanto, mentre molti notano che i
controlli delle Fiamme gialle sono meno frequenti di quanto sarebbe
necessario e i commercianti mirandolesi invocano "maggiori e più
interventi della Guardia di Finanza ai tanti cinesi e ambulanti abusivi, che
da anni la fanno da padroni", il sindaco Luigi Costi
ha inoltrato ai finanzieri aggrediti la solidarietà
dell'amministrazione e della città, e ha convocato d'urgenza i
responsabili della comunità cinese, "dai quali ? dice ? ci
aspettiamo una reazione chiara e ferma contro i loro connazionali". LO
SPETTRO dei recenti fatti di Milano, con gli ambulanti cinesi abusivi in
rivolta spinge l'amministrazione comunale a prendere subito misure
controffensive: "E' gravissimo quanto accaduto ? dichiara il sindaco ? e
i responsabili vanno puniti con la massima severità. I mirandolesi
sono culturalmente civili, accoglienti e rispettosi e chi decide di vivere o
lavorare qui deve sapere come deve comportarsi. Nessuno deve pensare che le
leggi, comprese quelle economiche e fiscali, possano essere violate senza
conseguenze. Ineccepibile appare in questo senso il comportamento della
Guardia di Finanza". Il colonnello Alberto Giordano, comandante
provinciale della Guardia di Finanza da parte sua avverte: "Sono rimasto
spiacevolmente colpito, mi auguro che rimanga un episodio isolato. Non
permetteremo a nesssuno, stranieri o italiani, di creare una zona franca, e
ci comporteremo con la dovuta fermezza". L'Amministrazione locale fa
sapere che "la coppia di ambulanti alla quale era stata contestata,
tramite verbale, la mancata emissione dello scontrino era
già stata colpita da una sospensione dell'attività a seguito di
episodi analoghi. "Da parte nostra ? conclude Costi ?
aumenteremo i controlli dei vigili".. Nella giornata di ieri, Costi ha telefonato al viceprefetto vicario, Mario Ventura, il quale
aveva già convocato per venerdì un incontro interforze per
prendere le necessarie contromisure. Viviana Bruschi - -->.
(
da "Repubblica, La" del 21-11-2007)
Pagina VIII -
Genova Primi effetti dello strappo di Berlusconi: chi mandare a Roma per Bagnasco
cardinale? Tursi, Forza Italia resta sola e la Destra vota con Rifondazione
il caso lo strappo Scelta la biasottiana Lilli Lauro e non il forzista
Emanuele Basso con i voti di Lega, An e dei comunisti il
gettone Slitta ancora l'aumento del gettone di presenza alle
sedute consiliari fermo a 92 euro lordi tra i più bassi DONATELLA
ALFONSO L'OCCASIONE è elevata (la nomina di uno dei due rappresentanti
del Comune al concistoro in cui l'arcivescovo Angelo Bagnasco riceverà
la porpora cardinalizia) ma la lite sfiora la farsa e fa pensare che anche
Genova, tradizionale città-laboratorio della politica,
confermi, attraverso episodi di scontri locali, la fine della Casa delle
Libertà. Sarà colpa delle ondivaghe posizioni del cavalier
Berlusconi e dell'incerto destino di Forza Italia, già oggi partito
del Popolo delle Libertà, ma il centrodestra a Tursi si spacca sul
nome del suo rappresentante a Roma; e, aiutata dai voti della sinistra, viene
inviata in Vaticano, insieme all'ulivista Maria Rosa Biggi, unitariamente
scelta dalla maggioranza, la biasottiana Lilli Lauro (candidata anche da An e
Lega) invece che il forzista Emanuele Basso, indicato dai suoi. Fra le due
proposte, messe ai voti in conferenza dei capigruppo, esce la Lauro con un
voto bipartisan e trasversale tra laici e cattolici, che ottiene anche i
sì di Prc, Pdci e Italia dei Valori mentre si è astenuto il
capogruppo dell'Ulivo, Simone Farello. Ed Enrico Musso? L'ex sfidante della
Vincenzi, ora sciolto dai partiti della coalizione cui ancora appartiene, ha
votato Lauro, ma ha poi spiegato di non essere stato informato dell'esistenza
di due candidati "altrimenti mi sarei astenuto". "Questo
episodio segna la fine della Casa delle Libertà" ha commentato
decisa il capogruppo di Fi, Raffaella Della Bianca. "Se Forza Italia
continuerà a voler prendere decisioni unilaterali, come la nomina di
Pizio all'Aicre, il dialogo sarà impossibile. Se invece sono
disponibili a cambiare atteggiamento da parte nostra c'è massima
apertura a ricucire lo strappo" è la risposta del capogruppo
Praticò di An. Musso cerca, invece, la mediazione, con un tavolo di
discussione "per evitare altri malintesi". Ma la lite si allarga
oltre la minoranza. Forza Italia attacca il presidente del Consiglio, Giorgio
Guerello: Della Bianca firma una lettera aperta sostenendo
l'inammissibilità del voto su questa materia in Conferenza dei
capigruppo, contestando la partecipazione al voto dei capigruppo di
maggioranza. Guerello si infuria: "Non abbiamo fatto altro che applicare
il regolamento, articolo 45 comma 2, dopo aver chiesto il parere tecnico del
segretario generale Danzì. E' imbarazzante definire scorretta
l'applicazione della norma che regola i lavori del Consiglio". I
capigruppo, peraltro, non raggiungono l'intesa nemmeno per i propri interessi,
cioè l'adeguamento del gettone di presenza in
consiglio, cui sta lavorando una commissione ristretta, di cui fanno parte
tra gli altri i due vicepresidenti Gagliardi (Fi) e Scialfa (Prc). Si
discuterà in aula la prossima settimana, perché il problema è
reale, concordano tutti: dopo il taglio del 10% nel 2006, i consiglieri
genovesi sono i meno pagati d'Italia tra le grandi città, e se si vuol
lavorare bene, tempo se ne impegna molto. Ma siccome l'aumento sarebbe una
spesa, come si fa? Bisogna decidere entro il 30 novembre: se non si raggiunge
l'intesa, anche per il 2008 il gettone resta a 92 euro. Lordi.
(
da "Repubblica, La" del 21-11-2007)
Pagina IX - Bologna
Bloccati da sei mesi per il rischio di conflitti di interesse. Il rettore:
"Occorre assicurare massima trasparenza, il Senato lavora alle
regole" Stop ai finanziamenti privati per i posti di ricercatore Il
sindacato: i problemi maggiori con i soldi che arrivano dalle case
farmaceutiche ILARIA VENTURI I finanziamenti esterni per posti da ricercatore
e nuove cattedre? Bloccati. Da almeno sei mesi. "Occorre assicurare la
massima trasparenza, il senato accademico ci sta lavorando, tra le ipotesi
c'è quella di costruire figure di ricercatori a tempo", annuncia
il rettore. Nella corsa dei privati sulla ricerca l'Alma Mater cerca regole.
E il dibattito interno, per ora a livello di commissione d'Ateneo, è
acceso. Sotto accusa il sistema attuale. Gli atenei possono ricevere da enti,
imprese o fondazioni esterne fondi per bandire i posti; a Bologna è
stata fissata una donazione minima pari al pagamento dello stipendio per sei
anni, poi il ricercatore è automaticamente assunto
dall'Università. I più agguerriti a dare battaglia contro
questo meccanismo sono gli studenti del Sindacato indipendente. "Il
problema legato a questi finanziamenti esterni è duplice" spiega
Paolo Bailo, voce del gruppo. "Potrebbe succedere che una grande
industria medico - farmaceutica che produce valvole cardiache decida di
finanziare un posto da ricercatore a Medicina con lo scopo di avere in
seguito risultati di laboratorio targati dall'Università e favorevoli
alle sue valvole; oppure che una fondazione esterna tenti
così di far entrare nel mondo universitario persone vicine alle
colorazioni politiche dei finanziatori. Sono solo esempi". Il Sindacato
studenti sta mettendo a punto una proposta: contratti a tempo, su progetti di
ricerca definiti, la valutazione al termine, ma nessun obbligo da parte
dell'Ateneo di tenere il ricercatore. "Riguarderà solo i
casi di finanziamenti esterni, non vogliamo certo incentivare il precariato
nella ricerca", precisa Bailo. Nella sesta commissione il preside
Alberto Destro ha proposto di portare la durata minima del finanziamento a
undici anni, il prorettore alla Romagna Guido Gambetta ha avanzato l'idea di
un albo speciale degli enti e delle fondazioni "sicure" dal punto
di vista etico e una commissione di vigilanza per chi non è nella
lista. "Proposte deboli", insistono gli studenti. Il preside Capano
rispolvera invece la figura del ricercatore a contratto così come
introdotto dalla Moratti. All'origine del dibattito, anche le difficoltà
di alcune facoltà, come Scienze motorie, che più hanno assunto
ricercatori esterni e che dopo sei anni se li trovano a carico. "Se
l'Ateneo non interviene, dovremmo bloccare le assunzioni per i prossimi 15
anni, un assurdo", conferma il preside Carlo Bottari. "D'ora in
vanti ci vogliono regole chiare". SEGUE A PAGINA V.
(
da "Unita, L'" del 21-11-2007)
Stai consultando l'edizione del CORTE DEI CONTI Costi della politica problema sempre aperto I costi della politica, quelli
strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano solo per l'1% sulla
spesa pubblica. La Finanziaria 2008 fa qualche progresso ma i tagli "non
esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento
delle distorsioni". Ma il vero bubbone della spesa, la
"criticità", l'"insuccesso della politica"
è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di
fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono
aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto
più del Pil. La valutazione arriva dalla Corte dei Conti convocata
ieri alla Commissione Affari Costituzionali della Camera
per parlare dei costi della politica. La
magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo
dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta casta,
il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento
rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio
Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della
gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale,
allora iniziano i guai. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili
e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da
tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con
commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio
poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di
"scarsa trasparenza". Nel mirino c'è però la spesa
per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le
retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5%
all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga
superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%". Altro problema
è legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle "continue
deroghe" per il personale. La Corte dei Conti punta l'attenzione poi
sulla dirigenza: "È necessario rivedere le norme contrattuali che
prevedono per i dirigenti la salvaguardia dell'intera retribuzione di
posizione, anche nell'ipotesi di successiva attribuzione di un incarico di
minor importanza".
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
21-11-2007)
Attualità E la
Corte dei conti alza la voce: costi per gli statali fuori controllo ROMA.
Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica,
quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1%
sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti,
ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire
un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone"
della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale.
La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni
dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La
sferzata arriva dalla Corte dei conti ieri convocata in audizione alla
commissione affari costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende
parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico,
la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore
all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della
spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo
sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica,
a partire dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de
doleances".
(
da "Giorno, Il (Nazionale)" del 21-11-2007)
"IL GOVERNO
NON HA FATTO ABBASTANZA" Tagli ai costi della politica,
per la Corte dei conti è un bluff ? ROMA ? POCHI TAGLI alla politica previsti dalla Finanziaria 2008. E' duro il
giudizio della Corte dei Conti, riunita ieri in Commissione affari
costituzionali della Camera per parlare proprio dei costi della politica. Ma la famigerata 'casta' peserebbe neanche l'1%
sulla spesa pubblica. Il vero problema sarebbero le retribuzioni degli
statali del pubblico impiego, che hanno subito un vertiginoso aumento del
4,5% all'anno, dal 2000 al 2005: si tratta "di quasi il doppio
dell'inflazione, al 2,4%, e di numeri ? spiega il presidente della Corte dei
Conti Tullio Lazzaro ? ben al di sopra della crescita del Pil nominale, al
3,7%". Il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro ammette che i
costi della 'casta' sono una goccia nel mare, ma "una goccia inquinante,
di liquame che dobbiamo eliminare". Ma non è solo 'colpa'
"degli insuccessi della politica". La
Corte dei conti ritiene anche che i ritardi per i rinnovi dei contratti e le
continue deroghe per il personale rappresentino "un grande nodo da
sciogliere": secondo il presidente Lazzaro, a causa dell'immediata
conseguenza di questi ritardi "rischia di perdere di significato anche
l'eventuale durata triennale degli accordi". Neanche la dirigenza viene
risparmiata dalla scure della magistratura contabile: "E' necessario
rivedere le norme contrattuali che prevedono per i dirigenti la salvaguardia
dell'intera retribuzione di posizione, anche nell'ipotesi di successiva
attribuzione di un incarico di minor importanza". NELL'ESAME dei costi
di gestione della macchina pubblica la Corte dei Conti ha incontrato anche
una serie di enti inutili e di gestioni commissariali d'emergenza, come
quella per i rifiuti. Queste gestioni diventano "durature organizzazioni
extra ordinem", amministrate da quelli che poi sono gli stessi
governatori delle Regioni. - -->.
(
da "Piccolo di Trieste, Il" del
21-11-2007)
Fuori controllo gli
stipendi statali I costi della politica pesano solo
per l'1% sulla spesa pubblica CORTE DEI CONTI ROMA Tanto rumore per nulla. O
quasi. I costi della politica, quelli strettamente
destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica.
La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non
esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento
delle distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la
"criticità", l'"insuccesso della politica"
è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di
fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono
aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio
dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte
dei conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende
parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico,
la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore
all'1% e "non si riscontra un andamento in crescita della spesa",
fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi
più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire
dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de
doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle
gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono
diventate "durature organizzazioni extra ordinem".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
21-11-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 12 autore: Enti locali. Probabile la
soppressione, prevista dalla Finanziaria 2008, delle autorità che gestiscono
servizi idrici e igiene urbana Ato verso la chiusura in Veneto Per il
Friuli-Venezia Giulia la decisione di recepire la norma spetta alla Regione
PAGINA A CURA DI Francesco Cavallaro Gli Ato, Ambiti territoriali ottimali,
hanno i giorni contati. Come previsto dall'emendamento all'articolo 15 della
nuova Finanziaria, entro il 1 luglio 2008 "le Regioni procedono alla
rideterminazione degli stessi secondo i principi dell'efficienza e della
riduzione della spesa". In altri termini, le Autorità d'ambito –
istituzioni pubbliche che gestiscono il servizio idrico integrato e i rifiuti
– rischiano di sparire, "inglobate" all'interno delle Province. In
alternativa, prevede il medesimo emendamento, la gestione dei rifiuti e dei
servizi idrici potrebbe passare "alle Regioni o a forma associative tra
Comuni composte da sindaci o loro delegati che vi partecipano senza percepire
alcun compenso". Ufficialmente la riforma rientra nella logica della
riduzione dei costi della politica; negli uffici degli Ato gli addetti ai
lavori la pensano in maniera diversa: si trasferiscono nuove competenze alle
Province solo per dar loro nuovo lustro. A maggior ragione adesso che
è in atto una campagna per la loro abolizione. In ogni caso si tratta
di una vera e propria rivoluzione, da mettere in pratica in pochissimo tempo,
che nel Nord-Est interessa dodici Ato: gli otto veneti e i quattro,
costituiti appena un anno fa, presenti in Friuli Venezia Giulia. Fa eccezione
la Regione Trentino Alto Adige, dove il servizio idrico integrato e la
gestione integrata dei rifiuti sono già in mano alle Province autonome
di Trento e Bolzano. Tuttavia, anche il Friuli, essendo una Regione a statuto
speciale, è coinvolta "di striscio" dalla riorganizzazione
prevista in Finanziaria. Una volta che la manovra sarà passata, la
stessa Regione Friuli-Venezia Giulia potrà recepire o meno
l'emendamento: data la giovane età degli Ato friulani (Occidentale,
Centrale, Orientale Goriziano e Orientale Triestino) è facile
pronosticare che tutto rimanga invariato. Chi non si può proprio
chiamare fuori è il Veneto. Qui tutto è rimesso in discussione.
Gli Ato Alto Veneto, Veneto Orientale, Laguna di Venezia, Brenta,
Bacchiglione, Veronese, Polesine e Valle del Chiampo (i quali organizzano
solo il servizio idrico integrato) potrebbero davvero scomparire. Con il
risultato che le risorse liberate a seguito della razionalizzazione,
verrebbero destinate agli interventi di manutenzione delle reti e delle
infrastrutture, nonché al contenimento delle tariffe per i cittadini. Le
intenzioni buone ci sono tutte; anche se ne aveva pure la legge Galli del
1994, "Disposizioni in materia di risorse idriche", quando
disponeva che "i Comuni e le Province di ciascun Ambito territoriale
ottimale organizzano il servizio idrico integrato al fine di garantirne la
gestione secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità
". L'art.15 della Finanziaria fa però un passo in più; pur
non prevedendolo espli-citamente, sottolinea fra le righe la necessità
di rivedere tutti quegli organi dell'Autorità, ad
esempio il presidente e componenti del Cda, che a tutt'oggi percepiscono un
compenso mensile o un gettone di presenza. La
nuova norma infatti si chiude così: "La destinazione delle
economie a carattere permanente verranno destinate al potenziamento degli
interventi di miglioria e manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti
e delle infrastrutture di supporto, nonché al contenimento delle tariffe per
gli utenti domestici finali". Non che dica a chiare lettere di tagliare
gli stipendi; tuttavia, il messaggio di fondo è proprio quello.
IMAGOECONOMICA Rifiuti. Con il decreto Ronchi furono istituti gli Ambiti per
la gestione dei rifiuti e con la legge Galli quelli per i servizi idrici.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
21-11-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 12 autore: Caste e costi. Per l'incarico
più alto stipendi di oltre 7mila euro - Ai membri dei Cda solo gettoni Ai presidenti compensi elevati Una casta in piena
regola. Gli alti vertici degli Ato, in particolare il presidente,
percepiscono compensi d'oro.Basta dare un'occhiata alle indennità di
funzione e ai gettoni di presenza
previsti dal decreto ministeriale 119 del 4 aprile 2000 (lo stesso che regola
gli "stipendi" dei sindaci e dei presidenti delle Province) per
rendersi conto della portata del fenomeno. Il presidente di un Ato che
afferisce ad un territorio con più di 500mila abitanti (quattro in
Veneto: Orientale, Laguna di Venezia, Veronese, Bacchiglione) può
contare su uno fisso mensile pari a 7.798 euro; non se la cava male nemmeno
un presidente di un Ato con un territorio tra 250mila e 500mila abitanti
(Polesine);in questo caso la mensilità corrisponde a 5.784 euro. Si
"guadagna" decisamente meno a fare il consigliere. I componenti del
Cda di un Ato con più di 500mila abitanti percepisce "solo"
103 euro a seduta; quelli che appartengono ad un Ato tra 250mila e 500mila
abitanti ancora meno: circa 60 euro. Da tener presente che, secondo quanto
stabilito dal Testo unico degli enti locali, "le indennità di
funzione previste non sono tra loro cumulabili. L'interessato opta per la
percezione di una delle due indennità ovvero per la percezione del 50%
di ciascuna". Cioè, se il presidente di un Ato è anche
sindaco o presidente della Provincia non può sommare le due
indennità di carica. Può però scegliere tra l'una o
l'altra o la metà di entrambe. Vero che gli stipendi sono elevati.
Tuttavia, ogni Ato ha facoltà di limitare i compensi dei vari organi
con apposita delibera. Per quanto riguarda la trasparenza, le otto
Autorità d'ambito venete sono un cattivo esempio da seguire.L'Ato
Brenta ha inserito on line la delibera che descrive tutte le indennità
di funzione degli amministratori; peccato sia datata 2001 (all'epoca il
presidente Leonildo Bettio percepiva 2milioni e ottocentomila lire, mentre un
gettone di presenza era pari a 115mila lire, 35 le
riunioni cda annue previste). Da parte sua l'Ato Bacchiglione presenta nel
sito un'"utilissima" tabella relativa al costo del personale 2004.
Ma di quanto costino i vertici alle tasche degli utenti non c'è
traccia. Bisogna allora affidarsi alle dichiarazioni degli interessati.
"Con 150mila euro all'anno,tutto compreso, riusciamo a far tornare i
conti – commenta Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia e
dell'Ato Orientale Goriziano – personalmente non percepisco un euro di
compenso. E non dispongo nemmeno un cda. Eppure riusciamo a fornire ai nostri
utenti l'acqua più buona ad un prezzo bassissimo: meno di un euro al
metro cubo, Iva compresa ". Infine Paolo Rocca, direttore dell'Ato
Bacchiglione: "Ogni Autorità è libera di autoridursi i
compensi; noi lo abbiamo già fatto, e di un bel po'. Il nostro
presidente Lorenzo Bosetti (ex sindaco di Valdagno) guadagna circa 1500 euro
al mese, mentre un gettone di presenza vale 90 euro
". SCARSA TRASPARENZA Nei siti degli Ambiti territoriali ottimali veneti
poche informazioni sulle retribuzioni dei vertici degli enti.
(
da "Centro, Il" del 21-11-2007)
L'Aquila Tagli ai
costi della politica, L'Aquila è seconda
Ridotti i componenti dei cda e meno assessori. Cialente: meglio di noi solo
Torino Il primo cittadino "Già risparmiati 300 mila euro con la
nomina di otto assessori" L'AQUILA. "La nostra è la seconda
città in Italia, nella graduatoria dei capoluoghi di regione, ad aver
operato i maggiori tagli ai consigli di amministrazione delle società
partecipate, allo scopo di ridurre le spese". E' quanto afferma il
sindaco Massimo Cialente commentando l'inchiesta, pubblicata lunedì da
"Il Sole 24 Ore", che ha messo a confronto le 20
"capitali" regionali italiane. "Dopo Torino, che ha diminuito
il numero degli amministratori delle aziende di proprietà del
45%" spiega Cialente "nella graduatoria compare per l'appunto
L'Aquila, che in questo specifico settore ha operato una riduzione del 39%.
Il che vuol dire che la Municipalità è stata una delle
più virtuose nell'ampia operazione del Governo
Prodi mirata a contrarre i costi della politica. A
ciò va aggiunto che l'amministrazione aquilana è stata tra le
prime a ridurre da 5 a
3 i componenti dei cda delle partecipate (sei spa e una istituzione) che -
una volta completate tutte le nomine già avviate con l'Asm -
passeranno da 28 a
17. Il consiglio comunale ha, infatti, deliberato la riduzione del
numero degli amministratori - e dei loro compensi - già lo scorso 13
settembre, due mesi prima della scadenza imposta dal Governo. Un'operazione,
messa in piedi dalla nostra amministrazione, che completa quella già
avviata dal sottoscritto con la riduzione degli assessori a otto. Cosa questa
che ha comportato un risparmio per le casse pubbliche di quasi 300mila euro
l'anno rispetto ai periodi in cui i componenti della giunta (il riferimento
è all'ex amministrazione Tempesta) erano 14". "Queste
azioni, se sommate" aggiunge Cialente "portano L'Aquila a essere la
città capoluogo che ha attuato i maggiori tagli a tali spese. Con i
fatti, e non con le parole, abbiamo dimostrato di voler dare un netto colpo
di forbice ai costi della politica, che, fino alla
scorsa primavera, si erano tradotti in un carico fiscale per i cittadini
assolutamente insostenibile". "Da questa linea" continua il
sindaco "non mi sposterò; al contrario andrò avanti nella
direzione di effettuare ulteriori contrazioni della spesa per gli incarichi,
attraverso riduzione del numero delle partecipate". Nel programma di
Cialente c'è infatti l'accorpamento, entro un anno, delle aziende il
cui numero dovrebbe scendere a 2. "Con lo stesso spirito" conclude
Cialente, che ha tagliato anche gli staff, "ci prepariamo, con il nuovo
cda dell'Asm, a ridurre i costi per i rifiuti e, di conseguenza, ad
alleggerire la tarsu a carico degli aquilani. La pressione tributaria va
diminuita: ciò rimane uno degli obiettivi primari del nostro
programma. Possiamo tagliare le tasse e, con la cencellazione di spese
supurflue (come stiamo facendo), aumentare la qualità dei
servizi". (m.m.).
(
da "Nazione, La (Prato)" del 21-11-2007)
Palata, delusione
per il rischio di veder sparire l'ente montano presieduto da Ciani: è
a due volti la settimana di Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo e (come
è ovvio) particolarmente interessata ai tagli contenuti
dalla legge Finanziaria che è stata approvata dal Senato e che ora
è all'esame della Camera. L'ARRIVO dei finanziamenti, 56 mila euro in
totale, per avviare la sistemazione dei nove chilometri della strada comunale
Cantagallo -La Rasa è stato accolto con soddisfazione: "Da tempo
avevano sollecitato questi interventi ? commenta il sindaco ? e siamo
contenti che sia la Comunità Montana che il Consorzio Reno Palata
abbiano mantenuto le promesse. Abbiamo inserito i lavori di ripristino della
strada nel progetto che stiamo mettendo a punto per il 2008 per il
miglioramento di tutta la nostra rete stradale comunale che sarà
finanziato con 450mila euro dalla Provincia, 200mila dalla Regione e 85 mila
dal Consiag. Dove non arriveremo con questi fondi attiveremo un mutuo come
amministrazione comunale", spiega Bugetti. NEL FRATTEMPO il Consorzio
Reno Palata ha ultimato la progettazione per la sistemazione dei due ponti
sul Limentra, quello di Fossato e quello dell'Acqua: le due infrastrutture
con questi interventi saranno messe in sicurezza e consolidate. Tanta
delusione invece traspare con evidenza nell'amministrazione comunale di
Cantagallo per il probabile taglio della Comunità Montana, che non
rientra nei parametri minimi previsti dalla Finanziaria: "Siamo convinti
? spiega Ilaria Bugetti ? che la Comunità Montana non sia inutile e la
mia impressione è che questi enti siano entrati nella polemica sui
costi della politica e saranno tra i pochi soppressi
anche se il risparmio per lo Stato sarà minimo rispetto ad altri
più_ampi sprechi". L'IMPORTANTE secondo
il sindaco di Cantagallo è fare un passo alla volta. "Intanto ?
dice Bugetti ? vogliamo arrivare a giugno e centrare gli obiettivi, come il
progetto sulla castagna e quelli per lo sviluppo della montagna. Poi capiremo
come la Regione può aiutarci a gestire i punti cardine che
rappresentano l'attività dell'ente ma, che si chiami Comunità
Montana o Agenzia per la Montagna non cambia la sostanza, ovvero che noi
piccoli comuni montani hanno necessità di coordinamento, raccordo e
rappresentatività delle nostre istanze". m. g. - -->.
(
da "Libertà" del 21-11-2007)
Quotidiano partner
di Gruppo Espresso LIBERTA' di mercoledì 21 novembre 2007 > In
Primo Piano "La spesa per i dipendenti statali è fuori
controllo" Allarme della Corte dei conti: retribuzioni aumentate il
doppio dell'inflazione ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo
strategico, pesano neanche l'1 per cento sulla spesa pubblica. La Finanziaria
per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le
azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle
distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la
"criticità", l'"insuccesso della politica"
è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di
fatto "sfugge dal controllo": le retribuzioni dei travet dal 2000 al
2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio
dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte
dei conti ieri convocata in audizione alla Commissione affari costituzionali
della Camera per parlare dei costi della politica. La
magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo
dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta
"casta", il peso sulla spesa è inferiore all'1 per cento e
"non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della
spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo
sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina
pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il
"cahier de doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti
inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti
che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem"
con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un
passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei conti parla più
volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso
"in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e
debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il
personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le
retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5%
all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga
superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%". Lazzaro ha rilevato
che è il risultato degli "insuccessi della politica
nel controllo delle dinamiche retributive". Altro problema è
legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle "continue
deroghe" per il personale. "Il principale nodo da sciogliere - ha
spiegato - è quello del riallineamento temporale dei contratti che di
fatto impedisce di impostare qualunque credibile correlazione tra dinamica
retributiva e misurabili incrementi di produttività". Per Lazzaro
"anche l'eventuale durata triennale degli accordi rischia di perdere
significato". La Corte dei conti punta l'attenzione poi sulla dirigenza:
"È necessario rivedere le norme contrattuali che prevedono per i
dirigenti la salvaguardia dell'intera retribuzione di posizione, anche
nell'ipotesi di successiva attribuzione di un incarico di minor
importanza". Sugli enti inutili, Lazzaro ha ricordato che la legge che
ha dato il via alla liquidazione è del 1956, quando erano state
censite 6.630 "altre istituzioni pubbliche". "Da allora sono
state avviate procedure liquidatorie per 827 enti e ne sono state chiuse
732", ha evidenziato la Corte. Infine la Finanziaria 2008. Sui costi
della politica alcune misure sono "di
rilievo" ancorchè "non esaustive" (il ridimensionamento
delle strutture di governo, il ricorso a meccanismi di contenimento della
spesa peri compensi degli amministratori, l'eliminazione di alcune
Comunità montane). Sulla riorganizzazione delle strutture
amministrative tra centro e periferia, infine, "la Finanziaria all'esame
del Parlamento prefigura progressi ulteriori ma segna anche incoerenti
regressi". Manuela Tulli [.
(
da "Nuova Ferrara, La" del
21-11-2007)
Dopo la morte del
bimbo Appello Pdci per la famiglia di romeni CENTO. "Di fronte alla
morte di Florin Draghici, bambino romeno di 4 anni, e alle gravi ustioni dei
suoi fratelli - scrive Nalin (Pdci) - vittime di un rogo avvenuto la notte
del 18 novembre nella precaria abitazione di Bologna, considerato il fatto
che i genitori sono arrivati in Italia da Sibiu (Romania) nel 2006 e che a
Bologna la famiglia si sta integrando e i figli più grandi vanno a
scuola; che il padre lavora da mesi come muratore a Cento; che il consiglio comunale di Cento dà la propria
solidarietà alla famiglia e come prima azione devolve un gettone di presenza a Cristinel Daghici, il Pdci auspica che venga regolarizzato
il rapporto di lavoro con la ditta nella quale Cristinel lavora".
(
da "Corriere di Bologna" del
21-11-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: VUOTA - data: 2007-11-21 num: - pag: 15 categoria: BREVI
Dalla tua parte di Gaia Giorgetti GETTONI E POLITICI FANNULLONI, IDEE (ANCHE)
CONTRO IL DISFATTISMO M i sembra che molti politici bolognesi stiano
prendendo da tempo un po' sottogamba il problema della correttezza nello
svolgimento del loro mandato. Immagino che alcuni di loro si offenderebbero
se qualcuno li paragonasse ad amministratori di condominio che si prendono
dalla cassa i rimborsi spese per riunioni a cui poi spesso non partecipano. E
allora mi domando, voi, cari politici bolognesi, alla prossima assemblea di
condominio quell'amministratore lo confermereste o no? Andrea Turchi Caro
signor Andrea, non vorrei buttare altra benzina sul falò che alimenta
un pericolo serio: quello dell'antipolitica, che va tanto di moda fra i
"grilli" parlanti. Come sa, il presidente del consiglio comunale
Gianni Sofri ha presentato la sua ricetta per tentare di risolvere il
problema della produttività delle commissioni, proprio quelle
"firma e fuggi " (ovvero "intasco il gettone e mi
squaglio") che hanno innescato la polemica mesi orsono. In quello
scritto è saltata agli occhi la proposta di cacciare i giornalisti
dalle commissioni, idea che si è attirata giustamente una valanga di
critiche. Oggi, vorrei rileggere con lei, pur sommariamente, la parte
restante di quel documento, perché può aiutare a conoscere meglio la
figura e il lavoro dei nostri politici. Premette Sofri: la medaglia ha due
facce. Le regole, da una parte, la coscienza etico-civica dei consiglieri
dall'altra. Le regole, da sole - come quella della doppia firma - forse non
bastano a riequilibrare il rapporto costi-benefici della politica. Cito a
braccio dal documento. Un consigliere comunale ha i seguenti compiti:
partecipare a consiglio e commissioni, studiare i problemi, partecipare a
convegni e affini, presenziare a cerimonie, avere contatti con la stampa.
Solo nel primo caso egli percepisce un compenso. Veniamo ad alcune proposte:
ridurre il numero delle sedute delle commissioni, favorire la
specializzazione dei consiglieri, introdurre la doppia firma, ma con un tempo
di presenza minimo, stilare con anticipo il
calendario dei lavori, diminuire il numero di consiglieri da 46 a 30-32, introdurre un
sistema di retribuzione misto. Non so se siano i migliori suggerimenti
possibili. Ma forse qualche buona idea c'è, e le idee tradotte in
pratica sono l'unico antidoto serio contro il disfattismo.
(
da "Padania, La" del 21-11-2007)
Alberto Preioni A
nome della Lega Nord VCO sono ad esprimere la nostra profonda
contrarietà in merito all articolo della legge finanziaria che prevede
tagli insensati alle nostre Comunità Montane, togliendo ad esempio
Domodossola (centro politico delle Valli dell Ossola, con addirittura all
interno del proprio territorio comunale una Stazione Sciistica) e Bognanco
(altro Comune decisamente Montano). Le Comunità sono istituzioni
fondamentali per il nostro territorio (montano all 80%, riconosciuto anche
dall art. 8 dello statuto Regionale), investono ogni anno milioni di euro in
tutta la Provincia Azzurra per questo riteniamo sbagliata la proposta del
Governo. Questi tagli messi in atto a loro avviso per colpire gli sprechi e
la Casta vanno unicamente a penalizzare un territorio già in
difficoltà come il nostro. A tal proposito ci domandiamo ma i veri
sprechi del nostro paese sono i 20-30 euro del gettone di
presenza dei consiglieri delle nostre Comunità? O l esistenza di
numerosi Enti Montani a livello del mare? La Lega propone in un ottica di
razionalizzazione dei servizi (unificazioni di sedi, ed uffici), una riorganizzazione
delle nostre Comunità Montane che porti dalle 10 attuali a 3 suddivise
nei rispettivi territori che compongono la nostra Provincia: Ossola,
Cusio e Verbano mantenendo all interno di esse tutti i Comuni ad oggi
aderenti, senza le inutili estromissioni della proposta dell attuale
maggioranza di Sinistra. Preioni: necessario unificare sedi e uffici,
portando da 10 a
3 gli enti nel VCO. Senza però estromettere alcun Comune, come invece
vorrebbe la sinistra [Data pubblicazione: 21/11/2007].
(
da "Corriere Adriatico" del
21-11-2007)
I risparmi si
potranno avere solo con la diminuzione del numero di assessori e consiglieri
comunali I provvedimenti previsti dalla Finanziaria per la riduzione dei
costi della politica Le Circoscrizioni sopravvivono ai tagli SENIGALLIA
Sforbiciata o no la Spiaggia di velluto non contribuirebbe al risparmio
eliminando le Circoscrizioni. È la situazione paradossale che a breve,
e comunque nel 2010, verrà a crearsi a Senigallia in base a quanto
disposto dalla Finanziaria 2008, che prevede la cancellazione delle
Circoscrizioni per i Comuni medio piccoli. In sostanza nella legge economica
del governo Prodi che entrerà in vigore il primo gennaio 2008 viene
proposta l'eliminazione dei consigli circoscrizionali nei Comuni con
popolazione superiore a 100.000 abitanti. Iniziativa, se i numeri saranno
confermati, che piace ai contribuenti ma Senigallia difficilmente
potrà dire la sua in quel capitale. Le Circoscrizioni incidono nel
bilancio comunale per pochi euro. A Senigallia i
consiglieri di circoscrizione non percepiscono alcuna retribuzione e tanto
meno gettoni di presenza. Stesso discorso per i Presidenti dei "consigli di
quartiere" che da appena due anni ricevono un contributo per spese
telefoniche di circa 200 euro annui. Nel Bilancio 2007 l'assessore al
decentramento Patrizia Giacomelli si è vista assegnare 4.000 euro per
i contributi alle circoscrizioni mentre per l'impiego delle entrate dei
centri sociali 50.000 euro e infine per i contributi ai centri sociali 29.000
euro. Nello Statuto comunale viene specificato che i Consigli di
Circoscrizione formulano all'Amministrazione comunale "proposte per la
soluzione di problemi interessanti il territorio della Circoscrizione.
Esprimono pareri obbligatori su Statuto e modifiche al Regolamento delle
Circoscrizioni nonché su bilanci annuali e pluriennali del Comune, sul Piano
Regolatore generale e relativi strumenti di attuazione se concernenti
l'ambito territoriale di competenza Decidono sulla gestione dei servizi di
base assegnati alla Circoscrizione e sulla gestione dei fondi, delle
strutture e delle risorse per il proprio funzionamento". Nella manovra
economica comunale è stata prevista anche una "gestione" di
circa 40 mila euro per interventi nelle varie zone della città. Ma
anche in questo caso non sarebbe corretto parlare di soldi a bilancio per le
Circoscrizioni, dato che i consigli indicano i lavori necessari in una
relazione da inviare all'assessorato ai Lavori Pubblici che poi dirà
l'ultima parola sull'intervento in questione. A conti fatti viene da pensare
allora che l'unico vero costo presente nelle casse pubbliche è quello
delle schede elettorali utilizzate al momento del voto per le Comunali.
Senigallia potrà ridurre i costi della politica con la diminuzione dei
consiglieri comunali; nella Finanziaria viene infatti sottolineato che
"il risparmio di spesa conseguente all'adozione della norma relativa ai
consiglieri comunali, a regime, è quantificabile in 195 milioni di
euro". Per la riduzione degli assessori comunali si parla invece di 16,7
milioni di euro. MARCELLO PAGLIARI,.
(
da "Corriere Adriatico" del
21-11-2007)
La Corte dei Conti:
corre la spesa degli statali Pochi tagli alla politica
ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica,
quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1%
sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti
ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire
un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero 'bubbone' della spesa,
la "criticità", l'"insuccesso della politica"
è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di
fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono
aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio
dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte
dei Conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende
parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico,
la cosiddetta 'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1% e
"non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della
spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo
sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina
pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il 'cahier de
doleances'. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni
commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate
"durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla
fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le
cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa
trasparenza".
(
da "Panorama.it" del 21-11-2007)
Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Ars: contro i deputati fantasma Micciché
mette l'obbligo di firma Posted By filippomaria_battaglia On 21/11/2007 @
9:42 In Apertura#4, NotiziaHome | No Comments Firme false [1] all'Assemblea
regionale siciliana, deputati fantasma che incassano gettoni
senza presenziare le riunioni. È questo ciò che emerge da un'indagine voluta dal presidente dell'Assemblea isolana, [2]
Gianfranco Miccichè, che ha deciso di dire basta alla proliferazione
di firme false da parte degli onorevoli siciliani. Una legge regionale del
2000 prevede infatti l'obbligo di firma (e di presenza) per
ottenere il gettone da 125 euro previsto per la partecipazione di ogni
singolo deputato. Fatta la norma, trovato l'inganno: i deputati, che
non ne volevano sapere di restare troppo tempo in aula, si sono improvvisati
abili falsificatori di firme per contraffare il registro presenze, come dei
novelli studenti universitari fuori corso. L'apice è stato raggiunto
nella seduta del 5 dicembre 2006. Si votava una norma in favore del personale
degli enti fieristici: i rappresentanti regionali in aula erano 47, il
registro delle presenze superava quota settanta (per la cronaca, [3] i
deputati dell'Ars sicula sono 90). E la lista avrebbe potuto essere ancora
più lunga, se non fosse che un decreto firmato il 29 novembre 2006
prevede che la presenza di capigruppo, assessori e
membri del consiglio di presidenza non sia conteggiata nel quorum, e quindi
non sia riscontrabile statisticamente. Per evitare l'assenteismo,
Miccichè ha detto (tramite [4] comunicato stampa e un intervento sul
suo [5] blog) di voler cambiare metodo: da ora in avanti le presenze
"dovranno essere attestate dalla partecipazione ad almeno due terzi
delle votazioni elettroniche". Resta da capire cosa faranno i deputati:
se non convinceranno la presidenza, l'amarcord universitario, con tanto di
firme false, rischierebbe persino di infrangersi. E con esso, anche una lauta
parte del proprio stipendio.
(
da "Redattore sociale" del
21-11-2007)
COOPERAZIONE
12.1421/11/2007 Prodi: '''La lotta alla corruzione
è una priorità internazionale'' Roma - "Il messaggio che deve
emergere oggi e' che la comunita' internazionale non solo non e' piu'
disposta a tollerare condotte illegali e non etiche, ma si organizza perche'
queste vengano sempre meno tollerate. E mi auguro che questo messaggio venga
udito da tutti in modo forte e chiaro". Lo sottolinea il presidente del
Consiglio Romano Prodi, nel suo intervento al 10° anniversario della
convenzione Ocse contro la corruzione, organizzato
alla Scuola superiore di polizia. "Sono stati fatti - continua- molto
progressi nella cooperazione internazionale perche' la lotta alla corruzione se la fanno i singoli paesi separati non arriva
a niente". Per il presidente del Consiglio la Convenzione Ocse sulla
lotta alla corruzione rappresenta uno strumento
fondamentale per la lotta al crimine e alla corruzione.
Prodi, nel corso del suo intervento, ricorda gli strumenti legislativi
introdotti dal governo per prevenire fenomeni criminali: dal
disegno di legge che riforma il reato di corruzione alla
reintroduzione delle pene detentive del falso in bilancio sino alla
regolamentazione della prescrizione. Dopo aver rivolto "un plauso"
al lavoro dell'Alto commissario per la lotta alla corruzione
Achille Serra, Prodi definisce la convenzione Ocse uno strumento
"imprescindibile per la lotta alla criminalita'" e conclude
con un triplice auspicio. Bisogna "aumentare il sostegno pubblico di cui
gode la convenzione; acquisire piena consapevolezza dei progressi fatti e
stimolare il legislatore perche' facendo tesoro dei risultati raggiunti dagli
altri migliori la legislazione". (DIRE).
(
da "Opinione, L'" del 21-11-2007)
Oggi è Mer, 21
Nov 2007 Edizione 254 del 21-11-2007 Un comma della finanziaria dello scorso
anno era diventato un incubo per molti membri della casta Sono stati
approvati i tagli ai cda delle "controllate" dal comune Per gli
specialisti della "caccia alla poltrona" il comma 729 stabiliva in
un numero non superiore a tre "i componenti del consiglio di
amministrazione delle società partecipate totalmente anche in via
indiretta da enti locali". Al ministro Lanzillotta devono essere
fischiate le orecchie... di Giancarlo Pagliarini Nella legge finanziaria
dell'anno scorso, quella approvata nel Dicembre 2006, c'era un comma, il
numero 729, che era diventato un incubo per molti membri della casta e per i
loro amici più intimi, in particolare per gli specialisti della sport
della "caccia alla poltrona". Era diventato anche una scocciatura
per molti sindaci. Ed era comunque una novità sgradevole per alcuni
segretari di partiti politici e per alcuni consiglieri comunali specializzati
in "neostatalismo comunale". Al ministro Lanzillotta devono essere
fischiate le orecchie. Cosa diceva di così terribile il comma 729?
Eccolo: "Il numero complessivo di componenti del consiglio di
amministrazione delle società partecipate totalmente anche in via
indiretta da enti locali, non può essere superiore a tre, ovvero a
cinque per le società con capitale, interamente versato, pari o
superiore all'importo che sarà determinato con decreto del presidente
del consiglio dei ministri su proposta ecc ecc". A Roma le cose non si
fanno mai in fretta. Comunque qualche mese dopo questo "importo"
misterioso è saltata fuori e bisogna dire che è risultato
irragionevolmente basso: solo 2 milioni di Euro. Il che ha generato
moltissimi sospiri di sollievo perché cinque poltrone sono meglio di tre. Su
quel famoso comma 729 voglio dire due cose. La prima è che se fossimo
un paese normale una legge del genere sarebbe assolutamente inaccettabile. In
un paese normale lo Stato centrale non può e non deve permettersi di
determinare con una sua legge il numero dei membri dei consigli di
amministrazione delle società di proprietà degli enti locali.
Che lo Stato centrale pensi alle sue di società e non rompa le scatole
ai Comuni. Diamine: gli enti locali non sono né interdetti né incapaci di
intendere e di volere e dovrebbero poter gestire le loro società come
meglio credono. Ma il nostro non è per niente un paese normale.
C'è ancora troppa finanza derivata. Gli enti locali non hanno
sufficiente responsabilità fiscale. E c'è ancora troppa lottizzazione
e troppa presenza della casta dei politici nell'economia. I politici
dovrebbero amministrare, non gestire! Ricordo che sul Corriere Economia del
19 Giugno 2006 si leggeva: "Intorno alle società pubbliche
c'è una vera e propria rete di potere e di interessi. Gli incarichi
spesso vengono conferiti o per piazzare chi è tagliato fuori dalle
elezioni, o chi deve essere ripagato di altri lavori o servizi resi qua e
là nel tempo. Elargire cariche è anche un modo per creare
consenso e per pagare indirettamente la macchina della politica". Il libro "La casta" di Stella e Rizzo (più di un milione di copie vendute in pochi mesi.
Bellissimo) ha dedicato un intero capitolo a questa prassi, ormai consolidata
nel nostro paese e caratterizzata da, chiamiamole così, "radici
culturali" molto profonde. Frasi di questo genere "..ci sono
tante nomine da fare", "XX in quota al partito tale, YY in quota al
partito talaltro ecc ecc " fanno parte dell'attività politica
quotidiana e quando se ne discute i cittadini sospirano, scuotono la testa,
ma dicono "è sempre stato così", oppure "non
è giusto ma non riuscirete mai a cambiare ". Pensate che il
Corriere della Sera del 27 febbraio 07 addirittura riportava in un articolo
di Elisabetta Soglio questa dichiarazione di un onorevole "Abbiamo
convenuto sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni
consiglieri, quelli che hanno già fatto una legislatura e che sono
impegnati a tempo pieno, affidando loro alcuni incarichi in enti esterni.
Questo anche per garantire qualche soddisfazione ad alcuni di loro, che
potevano legittimamente aspirare a un posto di assessore e non l'hanno
avuto". Tra gli obiettivi degli enti in questione, se pubblici, non mi
risulta ci sia quello di arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri
comunali. Per questi motivi il comma 729 della finanziaria dell'anno scorso
non ha suscito le mie ire di "federalista disperato".
Incidentalmente: più disperato che mai dopo aver letto la debolissima
proposta di legge sul cd federalismo fiscale approvato dal consiglio dei ministri
lo scorso 3 di Agosto. La seconda considerazione riguarda, chiamiamola
così, la "faccio tosta" dello Stato centrale. Perché se era
facile capire che è giusto ridurre gli appetiti dei partiti politici,
non era per niente agevole capire perché lo Stato centrale aveva imposto una
cura dimagrante alle società partecipate dagli enti locali e non
l'aveva imposta anche (e soprattutto) alle sue società. Incredibile,
vero? Che faccia di tolla, diciamo a Milano. Adesso lo Stato centrale
è corso ai ripari e, con un anno di ritardo, ha rimediato alla sua
gaffe. Infatti l'articolo 85 della legge finanziaria di quest'anno è
intitolato "Riduzione dei componenti degli organi societari delle
società in mano pubblica ecc ecc". E' un articolo piuttosto
lungo, non è scritto in modo particolarmente chiaro e tocca ben sette
argomenti, uno dei quali prevede , per le società controllate da
amministrazioni pubbliche statali, la riduzione "dei componenti degli
organi societari a tre, se composti attualmente da più di cinque
membri, e a cinque , se composti attualmente da più di sette
membri". Bene. La settimana scorsa questo testo è stato approvato
dal Senato, ma vi confesso che non sono per niente sicuro che a Montecitorio
la casta non proverà con un colpo di coda a cambiarlo oppure almeno a
guadagnare qualche anno. Adesso vediamo cosa è successo Giovedì
scorso, il 15 di Novembre, a Milano nell'aula di Palazzo Marino. Per
rispettare la vecchia legge finanziaria quattro società partecipate
dal Comune di Milano dovevano ridurre i membri dei consigli di
amministrazione. La ATM da 7 a
5 , la MM da 11 a
5, la SEA da 9 a
5 e la SO.GE.MI da 7 a
5. AEM è esclusa perché è quotata in borsa. I consiglieri del
comune hanno votato una delibera, presentata dal Vice direttore generale Rita
Amabile e dal Sindaco Moratti che modifica gli statuti di queste
società riducendo a cinque i membri dei loro Consigli di
Amministrazione. La delibera presentata dal sindaco si riferiva alle
società partecipate totalmente dal Comune. Ma la legge si riferiva alle
"società partecipate totalmente anche in via indiretta da enti
locali". "Anche in via indiretta" significa che la regola vale
anche per le controllate, e a questo i consiglieri del Comune di Milano hanno
rimediato approvando un mio emendamento che inserisce nella delibera anche
questo testo: "In presenza di statuti che prevedono per i Consigli di
Amministrazione un numero superiore a tre o a cinque, anche le Assemblee di
tutte le società controllate da società partecipate totalmente
dal Comune di Milano dovranno essere convocate prima del 22 Novembre per
approvare le necessarie modifiche ai rispettivi statuti". Questo
emendamento è stato approvato mentre purtroppo è stata bocciata
l'altra proposta, quella di ridurre i membri dei Consigli di Amministrazione
a tre. Le poltrone rimangono a quota cinque e se teniamo presente che stiamo
parlando di società partecipate totalmente la cosa non è
logica. Peccato. Sarà per la prossima volta. In extremis invece
è stata approvato un altro emendamento che anticipa il contenuto della
finanziaria di quest'anno. Il testo della delibera approvata a palazzo Marino
prevede che "i componenti del consiglio di amministrazione non possono
assumere la carica di amministratore di eventuali società controllate
se non per casi motivati e comunque a titolo gratuito". Il testo della
legge finanziaria in discussione a Roma (ancora l'articolo 85, comma 3)
è diverso, più lungo, barocco e meno chiaro. In ogni caso la
scommessa che mi sento di fare purtroppo è questa: qualche amministratore
della società A non farà più l'amministratore a titolo
gratuito della società B controllata da A?ma magari sarà
nominato amministratore della società Z, controllata da W. E
verrà regolarmente retribuito. E magari qualche amministratore della
società W invece di amministrare gratuitamente la controllata Z
riuscirà a farsi nominare nel Consiglio di Amministrazione della
società B, venendo regolarmente retribuito. Perché nel nostro paese la
regola è sempre stata questa: "fatta la legge trovato l'inganno".
Chi vivrà vedrà. *decidere.net.
(
da "Blog Beppe Grillo" del
21-11-2007)
Firme per il WiMax
firme per "Ammastellati" 20 Novembre 2007 Parlamento Europeo/2
Luigi De Magistris Danuta Huebner, polacca, commissario Ue alle Politiche
regionali, ha tenuto una conferenza stampa sul mio intervento al Parlamento
Europeo in cui ho chiesto chiarezza sui fondi europei che arrivano in Italia.
Danuta ha dichiarato: "Non bisogna dare un'immagine negativa
dell'utilizzo dei fondi europei in Italia, visto che nella maggior parte
delle regioni del sud c'è comunque un notevole progresso nella
riduzione delle disparità. Abbiamo un sistema di controllo davvero
molto evoluto a livello di fondo regionale, Stati membri, Commissione europea
e Corte dei Conti. Quando queste irregolarità sono effettivamente
individuate c'è un sistema molto ben collaudato che implica anche
l'interruzione di questa erogazione. Non direi che l'Italia fa parte degli
Stati membri che si scosta dalla situazione media". Danuta è
certa di quello che dice. Le garanzie sui fondi europei le ha ricevute
direttamente da Totò Cuffaro. Belin, non scherzo. Dopo averlo
incontrato ha detto entusiasta: "Potrei dirle che l'impegno di tutti
coloro che lavorano per garantire che non ci siano infrazioni e frodi
è senz'altro evidente." Consiglio a "Danuta la
sprovveduta" di ascoltare il discorso del magistrato Luigi De Magistris
a Strasburgo e di farsi tradurre il primo articolo dell'inchiesta di
Repubblica di oggi. Voglio anche ricordarle che nel 2006 l'Italia ha ottenuto
fondi illeciti dalla Ue per 318 milioni e 104 mila euro con 1.221 casi
denunciati, quasi cinque volte la media europea. Leggi l'articolo sui fondi
europei. "Vi ringrazio. Questo mi ricorda il giorno dell'audizione al
CSM quando arrivai in ritardo, digiuno, e mi sottoposi a quattro ore di
audizione. Adesso ho preso un tè, sperando che stavolta l'incontro
duri di meno. Ho accettato con piacere questo invito per fare una riflessione sulla mia esperienza di magistrato che si occupa
delle truffe e dei reati di corruzione ed altro che ruotano
intorno alla gestione della spesa pubblica, quindi dei finanziamenti
pubblici. Ovviamente, pur non potendo parlare delle indagini che ho svolto
nel corso degli anni, soprattutto quelle che mi sono state illegalmente
sottratte, non posso non rilevare un dato inquietante: nonostante lo
strumento che ha come obiettivo quello di consentire lo sviluppo economico di
regioni che ne hanno bisogno ? io lavoro in Calabria, una regione ad
"obiettivo 1" dove arrivano moltissimi finanziamenti europei e per
la quale nel periodo 2007-2013 sono stati stanziati fondi per 9 miliardi di
euro ? lo sviluppo economico non c'è stato. In taluni casi,
com'è stato riscontrato da indagini molto accurate della Corte dei
Conti sia dalla procura regionale che dalle sezioni giurisdizionali che
esercitano anche funzione di controllo, e ancora da parte della magistratura
ordinaria, si è potuto verificare danno erariale per somme non spese
per ragioni di negligenza grave quindi di colpa; in tanti altri casi, anche
altre procure della Repubblica calabresi hanno potuto riscontrare che si
realizzavano vere e proprie truffe ai danni dell'Unione Europea. Tante altre
volte ci sono state ipotesi di corruzione.
Ciò fa apparire sistemica la gestione dei finanziamenti pubblici: non
si tratta di episodi, e questo è il dato a mio avviso più
importante, occasionali o saltuari, truffe di singole persone, ma c'è sempre
qualcosa che governa a monte la gestione complessiva della spesa pubblica.
Questo lo si ricava innanzitutto se si guardano i filoni per i quali vengono
realizzati i progetti di spesa dei fondi dell'Unione Europea: non abbiamo
settori particolari ma si tratta di tutti i rami per cui si dovrebbe
realizzare lo sviluppo, come l'ambiente, l'informatica, la sanità, le
opere pubbliche. Come si realizza la possibilità di captare queste
somme di denaro? Attraverso la costituzione di un reticolo di società
organizzate secondo vere e proprie scatole cinesi, il più delle volte
miste pubblico-privato. Questo delle società miste pubblico-privato
è un passaggio importante. E' una riflessione da fare a livello
istituzionale. Io la feci anche innanzi alla commissione bicamerale del
Parlamento italiano sul ciclo dei rifiuti quando si affrontò proprio
la problematica delle società che si occupano della gestione dei
rifiuti e alla depurazione delle acque. E' qui che si comprende come, a
monte, il sistema di gestione della spesa pubblica viene spesso governato da
gruppi di persone che hanno organizzato veri e propri sodalizi criminali,
composti da professionisti, imprenditori, uomini del mondo dell'economia e
della politica, per realizzare più a valle un
vero e proprio controllo di altri settori importanti della vita pubblica.
Quando abbiamo esaminato, nel corso di una serie di investigazioni, come
venivano realizzate le compagini sociali, come venivano inseriti i soci nelle
società, come si componevano i consigli di amministrazione, come si
componevano i collegi dei sindaci e dei revisori dei conti, abbiamo capito
che i gruppi di professionisti erano sempre gli stessi, spesso si trovavano
persone legate anche in modo stretto con magistrati, con uomini appartenenti
alle forze dell'ordine, con uomini delle istituzioni. E' chiaro che l'aspetto
più inquietante è che si viene a creare anche una commistione
deleteria tra controllore e controllato. Il problema centrale è come
si possa porre rimedio a tutto questo: noi abbiamo verificato in diversi casi
che le persone che avrebbero dovuto controllare, perché si trovavano in ruoli
vitali della regione o di altre istituzioni, a loro volta partecipavano
direttamente o indirettamente nelle società che dovevano essere
controllate. E' chiaro che per poter garantire una corretta erogazione delle
somme stanziate e far sì che queste realizzino dei progetti che
portino allo sviluppo economico, dovrebbe funzionare il sistema dei
controlli. Non solo quelli comunitari, attraverso le strutture preposte ? io
ho collaborato molto e in modo proficuo, fin quando non mi hanno sottratto le
indagini, con l'OLAF cioè l'ufficio antifrode ? ma anche i controlli
delle regioni. Ciò è spesso impossibile o molto difficile
perché in tutti i procedimenti penali che abbiamo trattato le persone
responsabili di alcuni reati in questa materia erano proprio persone preposte
agli organi di controllo delle regioni. Il problema diventa rilevante
soprattutto se si considera che lo sviluppo economico non c'è e
addirittura c'è una ricaduta di costi sulla comunità, visto che
l'Italia viene condannata in sede europea a risarcire i danni. Ciò che
è ancora più inquietante è il passaggio successivo: ho
spiegato cosa avviene a monte e a valle, come sono inserite le persone nelle
società. Ancora più a valle, come avviene l'assunzione delle
persone all'interno delle società che si aggiudicano progetti
finanziati, corsi di formazione ecc? è qui che c'è un altro
passaggio delicatissimo: spesso vi è un vero e proprio sistema di
indicazione delle persone da assumere. Coloro che a monte governano e
stabiliscono le condizioni per ottenere il finanziamento sono le stesse che
indicano alle società di assumere questa o quella persona, con
un'ulteriore ricaduta, e qui mi fermo, sul voto: al momento del voto accade,
e in alcuni procedimenti abbiamo contestato anche il reato di voto di
scambio, che viene chiesto il voto perché si è stati determinanti non
solo nel far ottenere il finanziamento ma anche nell'imporre le persone da
assumere. Un'ultima considerazione sulle società miste
pubblico-privato. In taluni casi abbiamo rilevato che nella parte pubblica si
verifica una vera e propria lottizzazione degli incarichi, con persone che
fanno parte di tutti gli schieramenti politici: in alcune società
abbiamo verificato che si trovavano persone appartenenti a tutte le forze ad
eccezione, forse, dell'estrema destra e dell'estrema sinistra. Ciò che
preoccupa di più non è questo, perché potrei ricevere
l'obiezione, da parte di illustri persone che vedo presenti, che è un
modo per rappresentare tutte le culture. E' un vecchio discorso già
fatto. Molto opinabile, ma si può fare. Ciò che preoccupa
è la parte privata, perché in alcuni casi abbiamo notato che si
trovano imprenditori direttamente collegati a chi si trova nella parte
pubblica, settori rilevanti di organizzazioni vicine al mondo della Chiesa,
personaggi politici di sinistra e di destra e si chiude il cerchio con
società riconducibili alla criminalità organizzata. Se questo
è il quadro, si può comprendere che all'interno di alcune
società che percepiscono ingenti finanziamenti europei, troviamo gran
parte del mondo politico, una parte rilevante di professionisti che in un
territorio come la Calabria non sono tantissimi, la criminalità organizzata,
il controllo del mercato del lavoro e il controllo del voto. Se questo
è il quadro si devono fare delle riflessioni al di là delle
indagini e pensare all'aiuto che può venire da parte delle strutture
comunitarie. Sicuramente, per la mia esperienza, posso dire che l'ufficio
antifrode, quando c'è stata la necessità, ha sempre collaborato
in modo significativo con l'autorità giudiziaria italiana sia
nell'aspetto della cooperazione, sia attraverso Eurojust per il buon fine di
determinate rogatorie." Luigi De Magistris.
(
da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
21-11-2007)
BassanoLe
perplessità di Bassano non scalfiscono le certezze dell'Altopiano.
"Il sistema dualistico è più snello, più efficace,
più economico dell'attuale", si dice convinto il sindaco di
Asiago Andrea Gios (nella foto), preannunciando il suo voto favorevole al nuovo
statuto di Etra che verrà presentato domani in assemblea dei soci. Del
resto, è il mandato che gli ha assegnato all'unanimità il suo
consiglio comunale.Quale indicazione darà invece l'assise bassanese a
Gianpaolo Bizzotto, lo scopriremo stasera: il consiglio comunale della
città del Grappa è stato convocato d'urgenza per questo
pomeriggio, alle 18.30, per dettare l'indirizzo rinviato la settimana scorsa.
Ieri, intanto, sono stati i sindaci dell'Altopiano a riunirsi, per concordare
una linea unitaria in vista dell'appuntamento di domani a Cittadella.
Sarà la stessa che gli amministratori montani hanno già
espresso in sede di assemblea Ato, dove hanno votato compatti a sostegno del
sistema dualistico."È un assetto che dà più
possibilità di sviluppo a Etra e che ben si adatta a una
società moderna, chiamata a erogare servizi importanti in un mondo
dinamico", assicura Gios: "Un po' tutta Europa, ormai, fa
riferimento a questo modello di matrice tedesca. Basta guardare ai paesi
emergenti dell'Est: lì molte grandi società vivono di un
azionariato diffuso e rischierebbero la paralisi in assemblea dei soci.
Questo sistema garantirà un management più snello. E
produrrà meno costi a carico degli utenti: sparisce il collegio
sindacale, il consiglio di gestione viene limitato a
cinque componenti e nasce un consiglio di sorveglianza retribuito non con
compensi fissi, ma con semplici gettoni di presenza. Tagliare le spese, oggi, è un obbligo morale oltre che
legislativo".Gios reputa infondati i timori bassanesi sulla perdita di
poteri dei sindaci: "L'assemblea dei soci manterrà le sue
prerogative delegandole al consiglio di sorveglianza: piuttosto che
trovarsi sempre a discutere in più di 70 sindaci, diversi dei quali
non preparatissimi sugli argomenti da trattare, meglio che siano 9 o 10
persone a riunirsi, competenti e rappresentative delle varie aree
territoriali". Gios è anche fiducioso in una ricomposizione della
spaccatura: "Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho avuto dei contatti con
alcuni colleghi del Bassanese: il loro "no" non è
definitivo. Ho pieno rispetto della loro posizione e capisco benissimo la
legittima pretesa di contare di più: è una battaglia che noi
dell'Altopiano, all'interno di Etra, abbiamo già
combattuto".Emanuele Borsatto.
(
da "Gazzettino, Il" del 21-11-2007)
"La spesa
degli statali sfugge al controllo: in 5 anni gli stipendi dei travet sono saliti
del 4,5\% all'anno" RomaTanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo
strategico, pesano neanche l'1\% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il
2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da
porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma
il vero 'bubbone' della spesa, la "criticità",
l'"insuccesso della politica" è il
peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge
dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del
4,5\% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto
più del Pil. La sferzata è della Corte dei Conti convocata in
audizione alla Commissione Affari Costituzionali
della Camera per parlare dei costi della politica.La
magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo
dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta
'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1\% e "non si
riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare
il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più
complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per
il personale, allora inizia il 'cahier de doleances'. Dagli stipendi dei
travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle
per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature
organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli
stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e
la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa trasparenza".
Non solo: alla fine hanno inciso "in misura molto limitata" sulla
riduzione di indebitamento e debito.Nel mirino c'è però
innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al
2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia
aumentata del 4,5\% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al
2,4\%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al
3,7\%". Lazzaro ha rilevato che è il risultato degli
"insuccessi della politica nel controllo"
delle dinamiche retributive. Sugli enti inutili, Lazzaro ha ricordato che la
legge che ha dato il via alla liquidazione è del 1956, quando erano
state censite 6.630 'altre istituzioni pubbliche'. "Da allora sono state
avviate procedure liquidatorie per 827 enti e ne sono state chiuse 732",
ha evidenziato la Corte.
(
da "MyTech" del 21-11-2007)
URL:
http://www.mytech.it/news/articolo?ix=A006012014081.art (ASCA) - Roma, 21 nov
- In previsione del Natale, gli oggetti piu' acquistati a livello nazionale
saranno i materiali per il fai-da-te e il bricolage, ma cresce anche la
tendenza a regalare specialita' gastronomiche. E' quanto sostiene eBay.it,
che ha analizzato, regione per regione, gli orientamenti dei nostri
connazionali sul web per quanto riguarda gli acquisti natalizi. Dalla ricerca
- si legge in una nota - emerge che se in Abruzzo si scarteranno molti Dvd e
Vhs di film e cartoni animati, in Toscana, piu' che in ogni altra parte dello
stivale, sara' un Natale all'insegna del piccolo Antiquariato e, in
particolar modo, si regaleranno molte acquasantiere d'epoca. Quest'anno, per
quanto concerne i giocattoli, sembrano tornare in auge giochi ''vintage''
come il subbuteo (Liguria) e gli aquiloni, le biglie e gli yo-yo (Marche). Il
Veneto si indirizza invece su giochi ''moderni'' come Action Figures e Dinky
toys. In Trentino Alto Adige l'attenzione e' rivolta alle nuove famiglie e si
acquistano soprattutto seggiolini e passeggini, mentre nel Lazio si pensa
all'arte e si regalano violini. La Sardegna sembra essere piu' vanitosa e ha
il primato per l'acquisto di brillantini per la decorazione delle unghie.
Altra tendenza di questo Natale e' regalare cose fatte con le proprie mani;
in Basilicata si comprano articoli per decoupage, in Umbria materiali per pittura
e disegno, in Puglia e Val d'Aosta utensili per il fai-da-te. Donano
specialita' gastronomiche soprattutto il Lazio, l'Emilia Romagna e la
Sicilia, che acquistano vini toscani, mentre il Piemonte preferisce il vino
di propria produzione. Piu' orientati sui dolci gli utenti di Sardegna e
Friuli Venezia Giulia. Chiudono la lista dei regali regionali le statuine in
ceramica in Molise, le penne da collezione in Campania e i gioielli d'oro in
Lombardia. Infine, secondo una ricerca commissionata da eBay.it a Doxa
risulta che, solo lo scorso anno, gli italiani hanno ricevuto ben 29 milioni
di regali ''sbagliati''. Nel 54% dei casi i doni trovati sotto l'albero erano
inadatti; addirittura inutili nel 22%. Regalo sbagliato e, per di piu', anche
comprato con ansia. Questo il parere del 49% degli Italiani intervistati, che
vivono come uno stress la scelta del regalo. Prima di tutto per la
difficolta' di trovare la cosa giusta per la persona cui e' destinato il
regalo (74%).
(
da "Panorama.it" del 21-11-2007)
Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Costi della politica: Prodi taglia
le ali ai giornalisti Posted By redazione On 21/11/2007 @ 18:15 In Headlines,
NotiziaHome | 2 Comments di Angela Bianchi Prodi in persona avrebbe firmato
oggi una direttiva che riguarda i viaggi dei giornalisti al seguito del
presidente del Consiglio, dei ministri e dei presidenti delle Camere.
Secondo il tam tam che sta attraversando i Palazzi romani, d'ora in poi i
giornalisti che usufruiranno dei voli di Stato, finora gratuiti, dovranno
versare 300 euro se si tratta di un volo interno, 600 se in un paese europeo
e 900 extra europeo. Giro di vite con l'obiettivo di ridurre i costi della politica. Resta da capire se la direttiva
riguarderà anche i viaggi del Capo dello Stato.
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
21-11-2007)
Accordo
Regione-Atenei calabresi per stage formativi. La soddisfazione di Bova ed
Occhiuto REGGIO CALABRIA. I migliori giovani laureati calabresi che verranno ammessi
agli stage biennali voluti dal Consiglio regionale per arginare il fenomeno
della cosiddetta "fuga dei cervelli" saranno protagonisti di
specifiche attività formative predisposte dalle Università di
Cosenza, Catanzaro e Reggio: un protocollo d'intesa tra la Presidenza del
Consiglio regionale e gli Atenei per avviare gli stagisti selezionati al loro
inserimento biennale nelle Pubbliche Amministrazioni è stato firmato,
a Palazzo Campanella. "Grazie all'accordo, sottoscritto dai rettori Giovanni
Latorre (Università della Calabria), Francesco Saverio Costanzo (Magna
Grecia), Massimo Giovannini (Mediterranea) e dal presidente Giuseppe Bova, -
si legge in una nota dell'ufficio stampa del consiglio regionale - i migliori
giovani laureati della regione verranno, così, seguiti con specifici
percorsi didattici messi a punto dalle Università". All'incontro
per la sottoscrizione del protocollo hanno partecipato anche i componenti
dell'Ufficio di Presidenza: i vicepresidenti Antonio Borrello e Roberto
Occhiuto ed i segretari-questori Giuseppe Guerriero e Gesuele Vilasi. Il
protocollo prevede che prima che si cimentino con le nuove realtà
professionali, ai giovani stagisti venga fornita un'adeguata e preventiva
formazione rispondente ad una metodologia di gestione organizzativa
innovativa ed avanzata, anche attraverso la sperimentazione e
l'implementazione di nuovi approcci. L'accordo definisce le modalità
della formazione avanzata che gli atenei erogheranno a beneficio dei soggetti
selezionati per gli stage di 24 mesi. Un gruppo di lavoro costituito dai
professori Antonio Viscomi per l'Università "Magna Grecia"
di Catanzaro; Francesco Manganaro per l'Università
"Mediterranea" di Reggio Calabria, Enrico Caterini per l'Università
della Calabria di Cosenza, dal Vice presidente del Consiglio regionale,
Roberto Occhiuto e dal segretario generale dell'Assemblea, Giulio
Carpentieri, ha già predisposto tutti gli atti necessari per dare
concreta attuazione al bando relativo sia alle manifestazioni d'interesse
degli Enti pubblici intenzionati sia alle istanze dei giovani che intendono
accedere agli stage. Il bando sarà pertanto pubblicato nei prossimi
giorni. Il progetto del programma formativo che verrà somministrato
dagli Atenei prevede 450 ore di cui 240 per il percorso comune comprese
informatica e lingua inglese, 120 per quello "professionalizzante"
e 90 per le concrete attività di stage. Vengono individuate tre aree
professionali: amministrativa, tecnico-scientifica e contabile. Alla fine dei
corsi, l'intero materiale didattico prodotto nei percorsi formativi
verrà condensato in un saggio finale, uno vero e proprio manuale per
la formazione "in progress" dei dipendenti pubblici. "Siamo
passati, insomma, - spiega il presidente Giuseppe Bova - alla fase operativa
dopo la scelta del Consiglio regionale di tagliare i cosiddetti "costi
della politica" finalizzando l'impiego di tre
milioni di euro della somma così risparmiata per consentire ogni anno
l'utilizzazione di circa 250 giovani laureati meritevoli. Ora seguiranno la
pubblicazione del bando e le selezioni, con meccanismi trasparenti ed
automatici esclusivamente per titoli, per gli stage biennali nella pubblica
amministrazione". "Come avevamo affermato sottoscrivendo
solennemente, il 13 marzo scorso, la convenzione "Istituzioni: doveri e
diritti" - aggiunge Bova - si può cambiare il complesso del
profilo e l'agire concreto dell'Ente Regione. La scelta compiuta, che ha
riscosso anche l'interesse delle nostre Università, non è certo
risolutiva ma può rappresentare un'alternativa per molti giovani
calabresi che, spesso, dopo la laurea lasciano la regione per rendersi
indipendenti altrove. Con questa legge miriamo a farli rimanere in Calabria
per essere protagonisti del futuro di questa terra". "Oggi è
stata scritta una bella pagina della politica
regionale". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale,
Roberto Occhiuto, nel corso della firma della Convenzione da parte del
Consiglio regionale con il sistema universitario calabrese per consentire ai
migliori giovani laureati calabresi di essere ammessi agli stage biennali in
attività formative e di supporto agli enti locali. "E anche chi
come me - ha sottolineato Roberto Occhiuto - che svolge funzioni di
opposizione, ha il dovere di riconoscere che tutta la politica, al di là delle appartenenze, ha avuto oggi il merito
di concludere un percorso iniziato con l'approvazione della legge già
nella scorsa legislatura, purtroppo non attuata per mancanza di sufficienti
finanziamenti". Gesuele Vilasi, componente l'Ufficio di Presidenza, ha
affermato che "per i nostri giovani laureati si aprono concrete speranze
di misurarsi sul campo, facendo leva sul proprio sapere e supportando
quegli enti, soprattutto i più piccoli come entità territoriale
ed organizzativa, nelle loro scelte strategiche. I 250 giovani calabresi
laureati prescelti rigorosamente in base ai titoli, sono una prima pattuglia
avviata ad aprire un percorso su innestare le potenzialità di sviluppo
di quell'economia del sapere che trova coerenza con l'attuazione dei programmi
comunitari del Por 2007/2013". I parenti e gli affini sino al terzo
grado dei consiglieri regionali e dei dirigenti della Regione saranno esclusi
dalla partecipazione al bando per gli stage rivolti ai giovani laureati,
oggetto del protocollo d'intesa firmato oggi pomeriggio a palazzo Campanella.
Lo ha reso noto, tramite il suo portavoce, il presidente del Consiglio
regionale della Calabria, Giuseppe Bova. "È una misura di grande
severità ma abbiamo ritenuto giusto applicarla. Non può
esistere neanche lontanamente - ha detto Bova - il sospetto che qualcuno, in
ragione dei propri rapporti parentali, possa essere avvantaggiato".
(
da "Stampa, La" del 22-11-2007)
Costi della politica
Aerei di Stato I giornalisti pagheranno I tagli ai costi della politica
colpiscono anche i giornalisti. Da oggi infatti i giornalisti e i
foto-cineoperatori che viaggiano sui voli di Stato al seguito delle
autorità istituzionali per servizio dovranno pagare un biglietto:
è quanto prevede una circolare firmata da Romano Prodi.
Agli operatori dell'informazione sarà richiesto il pagamento di un
biglietto di 300 euro per i voli andata e ritorno nazionali, 600 euro per
quelli verso l'Europa e i Paesi del Mediterraneo e 900 euro per tutti gli
altri voli.
(
da "Stampa, La" del 22-11-2007)
CUNEO.APPLICATA LA
LEGGE STATALE Compensi Tagli alle società pubbliche Annuali, mensili oppure a seduta Diminuito il numero di amministratori
nei Consigli. Gettoni di presenza [FIRMA]PAOLA SCOLA CUNEO
Da "snellire" 14 società per azioni e consorzi pubblici (di
cui la Provincia è azionista). La Finanziaria imponeva di farlo entro
oggi. "Tagliati" i componenti di nomina pubblica nei Consigli
d'amministrazione delle partecipate. Stasera procederà il Calso
(Comuni Acquedotto Langhe Sud Occidentali): assemblea alle 21, l'ipotesi è di
passare da 9 a
5 consiglieri. Cinque è il numero massimo di rappresentanti che l'ente
pubblico può designare. Così è avvenuto nei
"cda". "La Provincia ha provveduto senza esitazioni - commenta
il presidente Raffaele Costa -, nella convinzione che gli organi sociali
ridotti possano costituire non tanto o non solo un'occasione di risparmio,
perchè non c'erano particolari eccessi, quanto un'opportunità
per far meglio funzionare le stesse società". La Provincia aveva
già rinunciato a rappresentanti nei collegi sindacali di Sitraci, Geac
(da 5 a
3) e Agengranda (da 3 a
1). In liquidazione 4 partecipate: Infotour, Solidargranda, Sofagra e
Verdevivo. "Dal prossimo mese - anticipa Costa - incontreremo i
principali soci, per andare ulteriormente nella direzione della
semplificazione". Alla scadenza naturale o al bilancio molti
"Cda" saranno rinnovati. Le partecipate Acquedotto Langhe e Alpi
Cuneesi: società pubblica, da 9 a 5 componenti; presidente Alessandro
Barbero, vice Carlo Borsalino e Roberto Boffa (vicario). Fingranda:
società mista, già a 7 componenti (5 pubblici); presidente
Antonio Viglione, vice Giorgio Groppo. Acque Granda: mista, da 15 a 9 (5 pubblici);
presidente Giacomo Pellegrino, vice Alessandro Sandra. Società di
gestione aeroporto di Cuneo Levaldigi: mista, già a 5; presidente Gian
Pietro Pepino, vice Guido Bonino. Comuni dell'Acquedotto Langhe Sud
Occidentali: pubblica, ipotesi da 9
a 5 (pubblici); presidente Giovanni Bottino.
Agengranda: mista, già a 3 (2 pubblici, 1 privato); presidente Giacomo
Pellegrino, vice Oreste Viada. Cresam: mista, da 5 a 3; presidente Gaetano
Golinelli. Creso: mista, assemblea da svolgere, ipotesi da 11 a 9 (5 pubblici);
presidente Celestino Costa. Sitraci: mista, da 18 a 13 (5 pubblici);
presidente Roberto Mellano. Autostrada Albenga-Garessio-Ceva: mista, da 18 a 9 (5 pubblici);
presidente Luigi Sappa. Miac: mista, da 13 a 7 (5 pubblici); presidente Giorgio
Bergesio. Atl: mista, 10 componenti (5 pubblici); presidente Gianni
Vercellotti. Ente Turismo Alba Bra: mista, 10 componenti (5 pubblici);
presidente Fausto Perletto. Agenzia di Pollenzo: mista, 5, presidente Natale
Farinetti.Gli emolumenti per gli amministratori delle varie società
sono previsti in modo diverso: annuali, mensili o a seduta. Sono indicati
(come trasmesso dalla Provincia) in euro lordi.Acquedotto Langhe e Alpi
cuneesi: al presidente 14.400 euro lordi l'anno; al vice 10.800; ai
consiglieri 252. Fingranda: al presidente 1.241 euro al mese; al vice 621; ai
consiglieri 100 a
seduta. Acque Granda: al presidente 1.166 euro al mese; al vice 559; ai
consiglieri 100 a
seduta. Geac: 150 euro a seduta. Calso: al presidente 500 euro, ai
consiglieri 250. Agengranda: al presidente 1.166 euro al mese; al vice 559;
ai consiglieri 100 a
seduta. Consorzio ricerca sperimentazione: al presidente 6.500 euro l'anno
(non percepibili); al vice 3.250 annui; ai consiglieri 65 a seduta. Sitraci: 200
euro lordi a seduta. Autostrada Albenga-Garessio-Ceva: 200 euro a seduta.
Miac: al presidente 12.395 euro lordi l'anno (non percepibili); al vice
8.263; ai consiglieri 77 euro a seduta. Atl: 104 euro lordi a seduta. Ente
Turismo Alba Bra: 50 euro lordi a seduta.
(
da "Stampa, La" del 22-11-2007)
REGIONE. DISEGNO DI LEGGE Sceicco Tutto da rifare sui tagli ai costi
della politica Già all'ordine del giorno del Consiglio il testo torna all'esame
delle commissioni [FIRMA]ALESSANDRO CAMERA AOSTA Per mettere in pista un
progetto che contribuisca a ridurre i costi della politica
bisognerà aspettare una prossima riunione del Consiglio regionale.
Il disegno di legge del governo regionale che detta disposizioni in materia
di organi di amministrazione delle società partecipate dalla Regione,
dagli enti locali e dai loro enti strumentali, inserito nell'ordine del
giorno all'esame dell'Assemblea di piazza Deffeyes, tornerà al vaglio
delle competenti commissioni consiliari. Nell'aula dell'assemblea legislativa
ieri non si è fatto cenno al provvedimento, ma sul disegno di legge
esistono difformità di giudizio da parte delle forze politiche. Di qui
il rinvio in commissione per la ricerca di un testo condiviso. Il disegno di
legge punta a diminuire sia i compensi per gli amministratori delle
società partecipate da Regione e enti locali sia il numero degli
amministratori delle società a partecipazione regionale, comunale e
degli enti pubblici strumentali. Per i compensi i parametri di riferimento
vengono stabiliti, per i componenti degli organi di amministrazione "in
misura non superiore al 50% delle indennità di carica spettante ai
consiglieri regionali" mentre per il presidente, amministratore delegato
o amministratore unico "il compenso non può eccedere l'80%
dell'indennità di carica dei consiglieri regionali". Per gli enti
locali il riferimento della misura del 50 e dell'80% deve essere fatto, per i
componenti e i presidenti degli organi di amministrazione, con
l'indennità di funzione del sindaco. Per la composizione degli organi
di amministrazione delle società partecipate da Regione, enti locali e
loro enti strumentali, il numero dei componenti non deve superare le 5
unità e i componenti non dovranno restare in carica per più di
tre esercizi. Condizioni particolari sono stabilite per Finaosta. Lo sceicco
Abdul Falaknaz, presidente della Falak Holding di Dubai, ha visitato ieri la
Valle. E' prima andato alla sede di Verrès del Politecnico di Torino,
con il rettore Francesco Profumo, poi ha incontrato ad Aosta il presidente
della Regione Luciano Caveri. "Lo sceicco - dice Caveri - si è
mostrato interessato a una collaborazione con la nostra regione, in particolare
con il Polo tecnologico di Verrès, per l'innovazione tecnologica e lo
scambio di competenze universitarie". \.
(
da "Giorno, Il (Lodi)" del
22-11-2007)
? LODI ? LA EAL
spa, società di cui la Provincia detiene la maggioranza del pacchetto
azionario, ha ridotto il numero dei componenti del Consiglio di
amministrazione, come prevede la legge, da 13 a 3 componenti, aumentando e differenziando però i compensi destinati al
gettone di presenza. I tre eletti in consiglio (il cda di Eal era tra l'altro
scaduto nel maggio scorso ma prorogato in attesa delle procedure attuative
della nuova normativa) sono Antonio Nava, riconfermato presidente con un
compenso mensile lordo che però sale da 1.750 a 1.900 euro. Con
lui ci sono anche Antonio Redondi e Gianfranco Pinciroli. I consiglieri,
prima della modifica statutaria, percepivano un gettone di presenza di 250 euro lordi. ORA NON SARÀ più
così. Nella prossima seduta uno dei due verrà nominato
vicepresidente, con un compenso ancora da stabilire, che secondo le prime
indicazioni dovrebbe aggirarsi sui 1.400 euro lordi. Il terzo consigliere
invece riceverà eventuali compensi solo se gli verranno conferite
delle deleghe relative a progetti specifici. Nel collegio sindacale sono
stati infine eletti Bartolomeo Palumbo che ricopre la carica di presidente,
Serena Bersani e Piero Misericordia, con la carica disindaci effettivi. Non
muteranno invece i consigli di amministrazione delle società
partecipate dalla Eal, che sono a capitale misto pubblico-privato. Eal
service, Eal compost, Bellisolina, Lodicom e Ecoadda resteranno con i vertici
immutati. Oggi invece verranno decisi i componenti dei consigli di
amministrazione di Astem e Lineagroup. L.D.B. - -->.
(
da "Giornale di Vicenza, Il" del
22-11-2007)
CONSIGLIO.
Galliotto applaudito. Bizzotto indica Valsecchi a rappresentare il Bassanese
"Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica" Chiamato a pronunciarsi sul nuovo statuto
dell'Etra, il consiglio comunale convocato ieri sera in seduta straordinaria
ha poi votato all'unanimità un emendamento nel quale delega il sindaco
Bizzotto a partecipare oggi a Cittadella all'assemblea del suddetto
organismo, ma ad "accettare esclusivamente la modifica statutaria di
Etra, quella cioè che riduce il numero dei componenti del Consiglio di
Amministrazione da 14 a
5". Il medesimo documento delega altresì il sindaco a sostenere
la nomina di Luigi Valsecchi. Nessuna altra modifica statutaria è
autorizzata dal consiglio. "Lo scopo - ha puntualizzato dai banchi della
maggioranza il consigliere Luigi Galliotto - è quello di impedire che
la nuova normativa sulla riduzione dei membri del cda venga aggirata con la
nomina di un organo di sorveglianza che, seppure con un nome differente,
fungerebbe da controllo e richiederebbe ulteriori cariche, eludendo
così il provvedimento. In sostanza - ha proseguito Galliotto - dobbiamo batterci tutti perchè una struttura tecnica non
diventi a tutti gli effetti un ente politico che bada soltanto alla
distribuzione delle carèghe (testuale, ndr). In un momento come
questo, in cui è necessario abbattere i costi anche della politica, occorre dare risposte e soprattutto servizi alla
comunità, non conservare strenuamente certi privilegi". Un
intervento che ha riscosso consensi pure dagli scanni della minoranza.
Comprensibile, infine, le inquietudini del capogruppo di Forza Italia, Sergio
Martinelli. "In questa maniera Bassano varrà di meno nel
territorio". V.P.
(
da "Repubblica, La" del 22-11-2007)
Pagina XI - Torino
La protesta unisce destra e sinistra: siamo l'ultima ruota del carro,
così si soffoca l'impegno civico di tanti cittadini "Vergogna,
non siamo noi la Casta" Nella peggiore delle interpretazioni gli
emolumenti potrebbero addirittura essere azzerati Anche i componenti della
Sala Rossa sono sul piede di guerra. La riduzione sarebbe per loro di circa
700 euro al mese MILENA VERCELLINO "Non sono questi i costi della
politica", "Non siamo noi la "Casta"" o, senza giri
di parole, "è una presa in giro": sono nette e concordi le
reazioni dei consiglieri di circoscrizione allo sfrondamento dei
riconoscimenti economici inserito nell'articolo 26 della finanziaria.
"Ci aspettavamo tagli da altre parti, non a noi peones della
politica", dice Nevio Nicola, consigliere di sinistra democratica alla
sesta circoscrizione. "Noi siamo l'ultima ruota del carro, e pure
cigolante. è assurdo che ci tolgano anche l'olio. In circoscrizione
non c'è la "Casta", ma cittadini che fanno politica.
Così si asseconda lo spirito dell'antipolitica", dice Paola
Brigantini, capogruppo Ds della quinta circoscrizione. "Per noi fare
politica vuol dire metterci del proprio: telefono, benzina, babysitter -
sottolinea Nadia Conticelli, consigliere Ds della sesta circoscrizione - Il
governo dà segnali contradditori. Così non si va verso il
rinnovamento della politica che il Pd si prefigge, non si incentivano le
donne ed i giovani a partecipare. Alla fine in politica ci saranno solo i
Berlusconi, chi può permettersi il lusso di spendere. Questo sì
che favorisce la "Casta"". Sfodera toni duri anche Omar
Ricciardi, consigliere di Sinistra democratica dell'ottava circoscrizione,
che martedì ha scritto ai compagni di partito in Parlamento per
chiedere un emendamento dell'articolo 26, che, dice, colpisce "i
poveracci della politica": "Non può essere questo il taglio
dei costi. Vuol dire buttare fumo negli occhi dei cittadini". Le
sforbiciate, insomma, sono un siparietto demagogico: "Questa cosa
è partita con l'onda lunga di Grillo", sottolinea. Il prossimo
passo, per Ricciardi, potrebbe essere drastico: basta con la politica.
è uno dei pochi a dichiararsi pronto a smettere le vesti di
consigliere: "Riconsidererò il mio ruolo. Mi fa arrabbiare che si
tenti di vendere ai cittadini un taglio dei costi che non è tale,
quando i parlamentari cominceranno a tagliare i loro stipendi nel 2011".
Il contenuto dell'articolo 26, tra l'altro, è tutt'altro che nitido:
"C'è un'ambiguità tra gettone e indennità",
sottolinea Gianluca Caporale, consigliere di Rifondazione della terza
circoscrizione. Di soldi, dice, se ne vedono pochi: " "Se prendiamo
500 euro al mese è già tanto, e noi e i Comunisti italiani
diamo il 50 per cento al partito. La decurtazione danneggerebbe soprattutto
le sezioni, la presenza democratica sul territorio.
E chi ci rimetterebbe di più sarebbero i partiti di sinistra, che non
hanno potentati alle spalle. Noi i circoli delle libertà non ce li
possiamo permettere". Ma anche per chi i circoli li bazzica, la musica
non cambia: "è un falso risparmio e una grande presa in giro. La
politica non è business, sicuramente non a livello di circoscrizione",
dice Cristiana Tommasi, capogruppo di Forza Italia dell'ottava
circoscrizione. "Così vengono colpiti coloro che sono più
vicini ai cittadini. C'è una volontà
politica precisa di non dare valore alle circoscrizioni", rincara
Manuela Savini, consigliere di An dell'ottava circoscrizione e promotrice di
un'iniziativa in risposta al famigerato articolo 26: "Presenteremo un
ordine del giorno in cui chiederemo ai nostri presidenti di attivarsi verso
gli organi superiori perché il gettone sia mantenuto". SEGUE A
PAGINA V.
(
da "Repubblica, La" del 22-11-2007)
Pagina XI - Torino
A Torino sono 250, molti hanno già protestato con i parlamentari:
"Dovete risparmiare? Riducete le vostre indennità" La
rivolta dei peones della politica Attacco alla Finanziaria: taglia i compensi
ai consiglieri di circoscrizione DIEGO LONGHIN Con la nuova Finanziaria quelli
che rischiano di rimanere a secco sono i consiglieri di Circoscrizione,
l'ultimo anello della catena. L'articolo 26 del testo approvato dal Senato
tartassa i già magri compensi degli eletti nei quartieri: a Torino un
esercito composto da 250 persone, 25 per ogni Circoscrizione, che in tutto
sono appunto dieci. Le possibilità sono due, dipende da come
sarà interpretata la nuova norma. La peggiore, per le tasche dei
consiglieri, è un assegno mensile pari a zero, paragonando
l'attività politica al volontariato civile. La migliore? Un taglio che
oscilla tra i 300 e i 400 euro. La Finanziaria, infatti, prevede che non
debba essere riconosciuta nessuna indennità ai consiglieri
circoscrizionali. Sotto la Mole non si è scelta la strada del fisso
mensile, bensì quella del gettone di presenza per consigli e commissioni, ma molti dei 250 consiglieri
temono che la nuova norma possa essere interpretata in maniera amplia,
negando del tutto un riconoscimento economico. Se invece la legge
verrà presa alla lettera, distinguendo tra gettone e indennità,
gli eletti dal prossimo anno guadagneranno al massimo un quarto del
presidente di Circoscrizione. In pratica circa mille euro lordi
scarsi, mentre ora arrivano a 1.300 euro, a patto che siano presenti a 19
sedute in un mese tra consigli e commissioni. Da Torino sono già
partite alla volta di Roma lettere ed e-mail degli eletti nei quartieri per
chiedere ai parlamentati di ripensarci: "Se si vuole colpire qualcuno,
si colpiscano gli stipendi dei pesci grossi, dei top manager pubblici, ad
esempio. Oppure si riducano le indennità dei parlamentari, non di chi
fa politica sul territorio e sta vicino alla gente". Una posizione
trasversale, da sinistra a destra. Anzi, nell'Unione le fibrillazioni sono
maggiori perché si discute sull'attenzione verso la gente e la politica dal
basso e poi si penalizza che cerca di trasformare la teoria in pratica. La
Finanziaria non tocca solo le Circoscrizioni. Anche gli emolumenti dei
consiglieri comunali verranno toccati al ribasso. A Palazzo Civico, ad
esempio, passano al massimo da un terzo di quanto guadagna il sindaco ad un
terzo. Si passerà quindi da 3.041 euro lordi a 2.280 euro se si fanno
26 presenze in un mese. Un taglio di 760 euro. Della questione si è
già discusso nell'ultima riunione della conferenza dei capigruppo e
venerdì sarà discusso un ordine del giorno, firmato da tutti i
partiti, escluso forse Pdci, per chiedere conto della manovra: "Perché
insieme alle nostre indennità non tagliate anche le vostre?".
(
da "Repubblica, La" del 22-11-2007)
Pagina VII - Roma
La delibera anti-sprechi della Finanziaria. Risparmiati
milioni. In ballo Risorse per Roma, Atac, Ama, Assicurazioni, Zètema e
Metro Aziende comunali, il giorno dei tagli Oggi scendono da 46 a 18 i componenti dei Cda
di sei società Sui doppi incarichi sì a quelli nel mercato
privato. E c'è chi ha anticipato SIMONA CASALINI Tagli di poltrone
& risparmi, il Campidoglio si mette in regola. Entro oggi tutte le
aziende capitoline devono "dimissionare" i loro consigli
d'amministrazione, votare il nuovo Statuto e, contestualmente, rinominare i
nuovi organi direttivi "dimagriti", secondo la
norma sui minori costi della politica inserita dal governo in
Finanziaria. Il bilancio di previsione 2007 del Comune aveva infatti recepito
quel dispositivo taglia-costi che oggi diventa operativo. Sono sei le
società comunali, escluse quelle quotate, che da oggi in poi non
potranno avere consigli d'amministrazione con più di tre o cinque
componenti, a seconda del fatturato raggiunto. Fino a ieri, invece, i
CdA delle ex municipalizzate erano composti in media da sette membri, con il
picco in Risorse per Roma e Assicurazioni di Roma, che ne annoveravano
addirittura nove ciascuna. E sul ridimensionamento dei gettoni
di presenza si risparmierà "qualche
milione", 2 dei quali sono quelli che si recupereranno dalle aziende del
comparto dei trasporti. In ballo, oltre a Risorse e Assicurazioni che
dovranno tagliare 4 dei 9 consiglieri, ci sono anche l'Ama che deve passare
da 7 a 5
consiglieri, l'Atac da 7 a
5, Zètema da 7 a
5 e Roma Metropolitane che passa da 7 a 3. In tutto, si passa da 46 a 18. E c'è chi ha
giocato d'anticipo. Roma Metropolitane, ad esempio, ieri sera, ha reso noto
che i tre rimasti nel CdA sono Vincenzo Gagliani Caputo, Chicco Testa
(presidente) e Federico Bortoli (ad). Giri di poltrone, dunque, con molti che
resteranno "a secco". Nelle scelte, vigerà ad esempio il
principio che chi siede già in qualche CdA di azienda comunale non
potrà cumulare lo stesso incarico in un'altra società comunale.
E questo, ad esempio, sarebbe il caso di Fulvio Vento, presidente di Atac spa
che, pur se non formalmente incompatibile, si prepara a lasciare il suo
incarico a Zètema. Viceversa, nessuna incompatibilità per chi
siede in un CdA comunale e, in contemporanea, ha ruoli importanti in aziende
private che si occupano di altro. E' il caso di Tommaso Di Tonna, il
fiscalista presidente di Assicurazioni o di Luigi Spaventa, consigliere
d'amministratore di Acea e anche presidente della Sator Group di Matteo Arpe.
Perplessità le aveva sollevate il centrodestra, spingendo però
al posto di quei "tecnici" candidature provenienti dalla politica locale.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
22-11-2007)
Oristano è
scontro aperto con la minoranza: "Sapete solo denigrare la giunta"
Il sindaco Gianni Pia passa al contrattacco dopo le critiche ai nuovi
impianti d'illuminazione MOGORO. Botta e risposta a stretto giro di posta tra
il sindaco Gianni Pia e il gruppo di minoranza consiliare a proposito del
preannunciato impianto d'illuminazione pubblica nel Piano di zona di "Is
Argiolas" e nella borgata agricola di "Morimenta". Infatti al
documento della minoranza che nel plaudire l'intervento - da lei stessa sollecitata
attraverso un'interrogazione - nel contempo esprimeva perplessità sul
fatto che per quei lavori si sia dovuto contrarre un mutuo di un milione di
euro. Di lì la "pepata" risposta del sindaco, dalla forte
vis polemica, a dimostrazione di come all'interno del Consiglio le acque tra
maggioranza e opposizione siano tutt'altro che placide e tranquille: "I
consiglieri di minoranza pur di non riconoscere le cose positive che
l'amministrazione da anni sta facendo, ancora una volta perdono l'occasione
per tacere e fare bella figura.", esordisce Gianni Pia,
"Paradossalmente da un lato asseriscono che è positivo l'appalto
dell'illuminazione pubblica, mentre dall'altro pretendono addirittura di
averne i meriti". Quindi un primo affondo: "Sorprende poi che il
loro ultimo documento sia tardivamente sottoscritto anche da chi, neppure
quando lo era, abbia mai saputo interpretare con spirito di servizio il ruolo
di consigliere comunale, dimettendosi prontamente per approdare a "fonti
da 58.900 euro annui", sicuramente più
redditizie dei 20 del gettone di presenza offerto
dal Comune; mentre non è stato sottoscritto dal nuovo consigliere
subentrato". Segue quindi l'appunto dove il sindaco nella sua filippica
centra l'attenzione sulle voci: "Molti cittadini, privi di colorazioni
politiche dell'ultima ora, riferiscono che gli "ex di tutto e di
più", non paghi del loro ruolo, da un po' di tempo, si
siano gettati a capofitto nell'occupazione sistematica del variegato mondo
dell'associazionismo e, nel tempo libero, nella creazione di altri compositi
comitati di guerra santa, prospettando rivoluzioni culturali e universali, in
un futuro pregno di soddisfazioni elettorali. Che però, nelle palle di
cristallo, solo loro vedono". Quindi l'affondo finale: "La loro parola
d'ordine, i mogoresi la conoscono bene perché da sette anni è sempre
la stessa, è "denigrare" tutto ciò che fa
l'amministrazione comunale in carica. E poiché questa le cose le fa, e
continuerà a farle per tutti i cittadini, le occasioni, agli ex di cui
sopra, sicuramente non mancheranno". Tigellio Sebis.
(
da "Repubblica, La" del 22-11-2007)
Pagina III -
Bologna CANNONATE Ultime notizie dal fronte "costi della politica".
Reazioni bipartisan, ieri a Palazzo Malvezzi, di fronte
alla proposta di non prevedere gettoni di presenza per le componenti dell'appena istituita Conferenza provinciale
delle amministratrici: "Perché, per tagliare i costi della politica, si
comincia proprio dalle donne?" (Vania Zanotti, Sd); "A
rimetterci non può essere proprio la nuova conferenza delle
elette" (Claudia Rubini, An). Dalle Tragedie in due battute di Achille
Campanile: "Scoppia la guerra. Il generale: (alla prima cannonata
nemica) 'Beh, ma se cominciamo con le cannonate, è finita!'.
(Sipario)".
(
da "Repubblica, La" del 22-11-2007)
Pagina V - Bologna
IL CASO Pochi liste e pochi candidati, polemiche contro il Comune Mezzo flop
della Consulta stranieri e niente gettone per gli immigrati SILVIA BIGNAMI
Cinque quartieri su nove che non raggiungono il limite minimo di candidati.
Un terzo di esclusi per colpa del "macchinoso" regolamento
preparato dal Comune. E molti ritiri, perché chi
verrà eletto non riceverà nessun "gettone" di
stipendio. Palazzo D'Accursio non parla di flop, ma il giorno della
presentazione dei candidati alle consulte di quartiere per i cittadini
stranieri - L'Election Day è fissato per il 2 dicembre - è
costretto ad ammettere "che qualcosa non ha funzionato" e che
"si dovrà rimediare la prossima volta". Ma le
polemiche scoppiano subito. Dopo la Cgil, anche il presidente del quartiere
Santo Stefano Andrea Forlani, che ieri ha disertato la presentazione
ufficiale dei candidati a Palazzo D'Accursio e ha fatto una "sua"
conferenza stampa, parla di un "percorso elettorale complicato"
dalle regole stabilite dall'amministrazione, che ha imposto che la
sottoscrizione delle firme per sostenere i candidati stranieri fosse limitata
ai residenti dei quartieri. Un "paletto assurdo" che ha tagliato
fuori molti candidati. Mentre il presidente del San Vitale Carmelo Adagio fa
di più, e incita gli esclusi a fare ricorso contro il Comune perché
"nel regolamento per le consulte non c'è scritto che le firme per
i candidati devono essere raccolte solo tra i residenti dei quartieri".
Ieri intanto l'amministrazione ha messo sul tavolo i suoi risultati. In
totale sono solo 51 i cittadini stranieri candidati ad essere eletti per le
consulte di quartiere. Dei 75 che si erano presentati, 24 sono rimasti
esclusi. La nazionalità più rappresentata è quella
bengalese, con 19 candidati, seguita da Filippine, Marocco, Senegal, Albania
e Pakistan. Spicca l'assenza della comunità cinese, che "si
è autoesclusa" dalla competizione elettorale, rimarca la
vicesindaco Adriana Scaramuzzino. "Un dato preoccupante e che desta
allarme" ha sottolineato anche l'assessore agli Affari Istituzionali
Libero Mancuso. Molto bassa invece la media di età dei candidati: 36
anni per gli uomini, 25 per le donne, che sono ben il 20% di tutti i
candidati. Resta il fatto che molti quartieri non hanno superato il numero minimo
di 5 candidati, necessario a che "le elezioni non siano un mero atto di
testimonianza" sottolinea Forlani. Si ferma infatti a 5 il Porto, a 4
Borgo Panigale, San Vitale e San Donato, solo a 2 il Saragozza. La colpa,
sottolinea Carmelo Adagio, "è del Comune, che ha cambiato le
regole in corsa. All'inizio infatti l'assessore Mancuso ci aveva detto che
non era necessario che chi firmava a sostegno di un candidato fosse residente
in quartiere. Poi l'ufficio elettorale ha cambiato le carte in tavola ed è
stato il caos". Ora gli esclusi hanno tre giorni per fare ricorso ed
essere riammessi alla competizione elettorale.
(
da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)
Livorno Babbo
Natale porta un computer ai politici Quaranta notebook in "comodato
d'uso" ad assessori e consiglieri Dovranno essere restituiti a fine mandato,
nel 2009 Ma i pc invecchiano molto presto... LUCIANO DE MAJO LIVORNO. A un
certo punto, ieri mattina, in Provincia sembrava arrivato Babbo Natale. In
anticipo ma mica troppo: che volete che sia qualche settimana, in fondo? Poco
prima delle 13, molti fra consiglieri e assessori uscivano da palazzo
Granducale con una scatola di cartone sotto il braccio. Tutte uguali, quelle
scatole. E tutte uguali anche le borse di plastica nere che gli
amministratori portavano nell'altra mano. Sì, perché mamma Provincia
ha pensato a tutto. Non solo il personal computer nuovo (portatile,
s'intende!), ma anche la borsa giusta per facilitarne, manco a dirlo, la...
portabilità. "Calma, qui nessuno ha regalato niente a nessuno,
questo è bene dirlo", chiarisce dalla Provincia il segretario
generale dell'Ente, Gabriele Orsini. E in effetti è così: in
virtù del progetto "Consiglio digitale", nato dalla
collaborazione fra l'ufficio del presidente del Consiglio provinciale Franco
Franchini e l'assessorato alla modernizzazione dell'ente guidato da Francesco
Scelza, ogni consigliere e ogni assessore dell'amministrazione provinciale il
computerino l'ha avuto non in dono, ma "in comodato d'uso".
Potrà usarlo liberamente e senza pagare niente, cioè, solo fino
a quando sarà in carica. Poi, alla fine del mandato, dunque con le
elezioni amministrative del 2009, tutti e 40 i notebook saranno riconsegnati
agli uffici di palazzo Granducale. Niente di più vero, anche perché
consiglieri e assessori, al momento di ritirare lo strumento tecnologico
messo a loro disposizione, hanno firmato un documento nel quale si impegnano
a restituirlo quando non faranno più parte della pattuglia degli
eletti e dei nominati. Ogni altra considerazione sul fatto che, mediamente, i
computer portatili scollinano i tre anni di vita ormai con grande
difficoltà, e che non è poi così difficile intuire la
reazione di un consigliere che, non appena si sarà insediato,
nell'estate del 2009 si vedrà recapitare un pc usato da altri e vecchio
di un paio d'anni, passa in secondo piano. La consegna dei 40 notebook
è avvenuta ieri mattina in Provincia, nella sala consiliare, in una
iniziativa denominata, come detto "Consiglio digitale", alla quale
hanno partecipato gran parte dei consiglieri, di maggioranza e di minoranza.
Fra gli obiettivi del progetto (che in tutto, compresi gli interventi sulle
reti interne all'edificio, è costato circa 150mila euro) c'è,
innanzitutto, quello di tenere sempre collegati gli amministratori agli
uffici e anche quello di risparmiare sui costi della struttura. Investendo
nell'acquisto di questi pc portatili, insomma, la Provincia potrà
innanzitutto notificare gli atti attraverso la posta elettronica. Il che
significa risparmiare sulle spese postali (molte erano le raccomandate che
partivano, dirette agli amministratori) e anche sull'utilizzo della carta,
che spesso diventa spreco e fonte di produzione eccessiva di rifiuti. Qualche
perplessità in più, semmai, la suscita la scelta di aver
distribuito un nuovo computer portatile anche agli assessori, ciascuno dei
quali ha già un ufficio nella sede della Provincia, completo anch'esso
delle dotazioni tecnologiche necessarie a portare avanti il proprio mandato,
nonché segreterie e strutture di servizio incaricate di ricevere e smistare
la posta e le comunicazioni. Quaranta computer con relative borse non sono
una spesa esorbitante: questi pc, marca Hp, modello
Compaq mc 6400, sul mercato non costano più di 1000 euro l'uno. Non
sono questi, insomma, i tanto decantati. costi della politica. Ai quali però vanno ad aggiungersi, lasciando
irrisolto il solito amletico dubbio: sono realmente strumenti di lavoro per
chi ci amministra o si tratta di benefit aggiuntivi?.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
22-11-2007)
Regione Costi della politica, patto Guerra-Malattia La lady del
Carroccio si smarca e firma l'odg coi Cittadini. Udc e Pdci li contestano IL CASO
TRIESTE. I Cittadini per il Presidente e la Lega Nord in Consiglio regionale
hanno sottoscritto un ordine del giorno comune, bocciato ieri in Aula, per la
riduzione del numero dei consiglieri regionali da 60 a 40. L'ordine del giorno,
inserito nel disegno di legge sul procedimento elettorale - hanno spiegato i
due capigruppo, Bruno Malattia (Cittadini) e Alessandra Guerra (Lega) -
è frutto di "una convergenza tecnica". L'obiettivo - hanno
aggiunto - era quello d'impegnare il Presidente della Regione e la Giunta ad
attivarsi presso il Parlamento affinché, nell'approvazione della proposta di
legge costituzionale di modifica dello Statuto della Regione, venga ridotto
il numero dei consiglieri regionali. Il Paese - hanno spiegato - manifesta "la necessità di snellire le istituzioni
e ridurre i costi della politica, al fine di contribuire
alla razionalizzazione della spesa pubblica avvertita sempre di più
come un peso da parte del cittadino contribuente". Secondo Malattia, in
caso di necessità bisogna superare "gli atteggiamenti conformi
agli schieramenti. Mi auguro che in futuro - ha detto - possano
realizzarsi anche altre convergenze, con la Lega o altri partiti".
"Questa è una battaglia, come quella sulle lingue minoritarie -
ha affermato Guerra - che fa parte del dna della Lega e per la quale andiamo
oltre la visione di schieramento". Ma il patto Guerra-Malattia ha dato
la stura a una proposta provocatoria, nel corso dei lavori del Consiglio
regionale del Friuli Vg, presentata dai consiglieri regionali dell'Udc. Il
provvedimento era volto a ridurre a un solo consigliere la composizione
dell'Assemblea. La proposta - riferiscono, in una nota, Roberto Molinaro,
Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier-Romano - ha ottenuto
più voti dell'ordine del giorno presentato dai Cittadini per il
Presidente e dalla Lega Nord, "che prevedeva la riduzione da 60 a 40 consiglieri, solo -
secondo l'Udc - per ottenere visibilità". Nel dirsi
"soddisfatti" per l'esito della votazione, i consiglieri aggiungono
che "se si vuole ridurre in maniera strumentale il numero dei
consiglieri, tanto vale prendere atto che oggi il Consiglio regionale
è succube della volontà e dei capricci di un unico consigliere,
il presidente Illy, come emerso chiaramente in aula anche in questi giorni. Da
parte nostra siamo convinti che tale argomento - osservano - avrebbe dovuto
essere seriamente affrontato quando si è discusso in Consiglio il
progetto di nuovo Statuto regionale da inviare al Parlamento". Laconica
Bruna Zorzini del Pdci: "Il consigliere Malattia non perde occasione per
esibire il suo moralismo politico di stampo "grillista" pur di
apparire nelle cronache giornalistiche e televisive".
(
da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)
Piombino - Elba
Gettone dei consiglieri Atm, il Forum boccia l'aumento SAN VINCENZO.
Società partecipate: il Forum di Centrosinistra ha presentato un
ordine del giorno per il prossimo consiglio comunale. E' cronaca di questi
giorni che per le società partecipate è stata deliberata la
riduzione dei consiglio di amministrazione. I consiglieri Nicola Bertini e
Fausto Bersotti si aspettano il congelamento dei gettoni
e delle indennità percepite affinché sia raggiunto lo scopo del
contenimento della spesa. Rileva, invece, che all'Atm, si è proceduto
alla riduzione dei membri del consiglio, triplicando, però, il gettone
presenza da 100 a 300 euro e aumentando il compenso del
presidente da 23 mila a 30 mila euro annui. Bertini e
Bersotti, ritenendo inaccettabile una "misura che raggiri in modo
così palese la norma della finanziaria finalizzata alla riduzione
della spesa", chiedono che il consiglio comunale di San Vincenzo, quale
azionista della società di trasporti, blocchi gli aumenti dei compensi
e dei gettoni.
(
da "Centro, Il" del 22-11-2007)
Avezzano Ridimensionato
il Cda della Ops Costi della politica, il consiglio
provinciale cambia lo statuto CHIETI. Costi della politica,
la Provincia cambia lo statuto e riduce da cinque a tre i consiglieri di
amministrazione della società Ops già al centro di una polemica
vivace tra Fiom e giunta Coletti. Il consiglio provinciale (nella foto) si
è riunito ieri per varare, a grande maggioranza, le modifiche
più volte sollecitate dalla società civile e che, nel
frattempo, sono diventate un preciso indirizzo dettato dalla Regione. L'ultima battaglia sui costi della politica
è stata vinta infatti martedì sera, quando al termine di una
lunga e tesa seduta del consiglio regionale è stata licenziata la
prima parte della riforma del ciclo idrico integrato, ma anche un'indicazione
netta nel processo di ridimensionamento dei Cda nelle società a totale
controllo pubblico. A Chieti, il provvedimento regionale non ha
toccato il Comune, che pure ha adottato di recente la soluzione delle
società controllate - Chieti Solidale e Teate Servizi - per portare
avanti importanti prestazioni come le manutenzioni di verde e strade o la
più complessa assistenza sociale, temi molto sensibili tra la
popolazione. Il Comune non è quindi interessato dal provvedimento
regionale, avendo soltanto quote minoritarie in dodici società
partecipate. Quanto a Teate Servizi, il numero dei componenti del Cda
è già fissato in tre unità, quindi non subirà
alcuna variazione. A cambiare lo statuto è stata costretta invece la
Provincia, non solo per il numero dei componenti nel Cda della Ops ma anche
per modificare la ragione sociale della società che, di fatto,
è stata trasformata in una multiservizi provinciale sul modello della
comunale Teate Servizi. L'amministrazione Coletti, oltre a ridurre i costi
della politica, pone così le condizioni per
realizzare una sinergia con la omologa società del Comune, per
assorbire più manodopera interinale e precaria e colmare il vuoto di
alcune figure come i cantonieri, sempre più difficili da reperire sul
mercato del lavoro.
(
da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)
I conti della
politica Erano 48 i consiglieri all'interno delle società controllate,
dopo la "cura" sono 23. Tagli pari al 52% DA 76 CONSIGLIERI A 41,
un taglio di stipendi e poltrone pari al 46% di quella che verrà
ricordata come l'era "pre- Lanzillotta". Sono questi i risultati
del lavoro, sostanzialmente concluso, che il Comune di Genova (e in
particolare l'assessorato alle aziende partecipate di Alfonso Pittaluga) ha
dovuto sbrigare sugli organici delle aziende nelle quali risulta azionista.
Oggi scade infatti il termine ultimo per la revisione dei consigli di
amministrazione, un lavoro che il Comune di Genova ha dovuto sbrigare su 32
realtà nelle quali è coinvolto come azionista unico, di
controllo, "partecipante". Una razionalizzazione che
consentirà di risparmiare non poco, dal punto di
vista degli stipendi, dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese che dovranno essere pagati a ciascun
componente dei nuovi cda. Prima della legge Finanziaria 2007, infatti, il
Comune di Genova aveva 48 suoi consiglieri, all'interno delle società
partecipate, dopo la "cura" ne ha invece 23 (un taglio del 52%).
Volendo scendere ulteriormente nel dettaglio, tra le controllate al 100% da
Palazzo Tursi, passano da 5 a
3 i consiglieri della società speciale dei servizi funebri Asef,
dell'immobiliare Spim, della "costola di Amt" Ami (ma l'azienda
verrà probabilmente liquidata di qui a pochi mesi), mentre per palazzo
Ducale si prospetta il passaggio sotto la costituenda Fondazione Cultura.
Passano da 5 a
3, poi, Sportingenova (2 gli uscenti del Comune), Aster (meno 2), Porto
Antico (meno due i comunali). Rimane di 5 componenti il cda di Amt, come
invariati rimarranno, a meno di cambiamenti dell'ultimo minuto, la
società del Tunnel, Rigenova, Job Centre, Sistema turistico del
genovesato, Multiservice. Filse, Stazioni marittime, Cooperfidi, Arred e Coarge,
Sviluppo Italia, Finporto, Sofincoop, Banca Etica, Fidicom, rimarranno
invariate, ma in esse il Comune di Genova ha un solo componente e ha
già avviato una riflessione sull'opportunità di continuare a
farne parte o meno (pare certa l'uscita, ad esempio dalla finanziaria
regionale Filse, e poi da Coperfidi Scrl, Sofincoop Spa, Coarge e Fidicom
Liguria). Ancora da definire il futuro di Sviluppo Genova, che però
pare certo passerà da 12 componenti a 5, e probabilmente vedrà
uscire la componente dei privati (la conferma, per quanto riguarda il Comune,
riguarderà probilmente l'ex vicesindaco Alberto Ghio). Società
per Cornigliano rimarrà così com'è, da cinque componenti
era composta e di cinque componenti rimarrà. Le ultime di ieri: Themis
(Scuola di formazione per la pubblica amministrazione, partecipata dal Comune
di Genova al 52,93%) ha mantenuto il cda a 5 membri, presidente Carla
Olivari, altri consiglieri Salvatore Cozzolino, Giuseppe Scarrone, Angelo
Muzio (nominato dalla provincia di Alessandria), e oggi la Camera di
Commercio indicherà il suo uomo (con ogni probabilità si
tratterà di Palumbo); Marina di Genova deve ancora definire le proprie
nomine, intanto il presidente Giorgio Guerello ha ieri rassegnato le proprie
dimissioni giudicando la carica incompatibile con il ruolo di presidente del
consiglio comunale (a sostituirlo, con ogni probabilità, verrà
eletto Waldemaro Flick, ex consigliere della Porto Antico spa). La Marina
Fiera di Genova, secondo indiscrezioni, confluirà all'interno della
Fiera di Genova. E la stessa Fiera, oggi, rinnoverà il suo cda. Salvo
sorprese, passerà da 9
a 5 componenti, e nei ruoli di presidente e
amministratore delegato dovrebbero essere riconfermati Paolo Lombardi e
Roberto Urbani, e tra le riconferme ci sarà anche quella di Gabriele
Galateri (Camera di Commercio e Provincia completeranno oggi il quadro).
Intanto sarà oggetto di una specifica delibera, in discussione in
giunta domani, il costo delle singole poltrone. Dice, la Finanziaria, che
l'indennità di un consigliere non potrà superare il 60% dello
stipendio del sidnaco di Genova, mentre al presidente potrà essere
elargito al massimo l'80%. Ma nelle prospettive c'è la
possibilità di inserire una sorta di principio meritocratico nell'assegnare
bonus ed eventuali surplus di stipendio. Ogni azienda, nella valutazione,
verrà considerata nella sua singolarità: chi produce, chi
fattura, potrà riservare quote di guadagno maggiori, chi non produce
no. Appuntamento a venerdì, dunque, per capire a quanto ammonti, con
esattezza, il "risparmio" del Comune di Genova. È certo,
comunque, che non percepiranno alcun tipo di emolumento i consiglieri di
Themis, Rigenova, Job Centre e Marina Fiera. Anche la Provincia di Genova ha
completato i "giochi". Il conto finale dice che si è passati
da 32 a
19 consiglieri. La riduzione più consistente riguarda l'Azienda
Trasporti della Provincia, ridotta da 15 a 4 membri). Pare certa la trasformazione
a fondazione, inoltre, per l'Accademia della Marina Mercantile. In molti
casi, in realtà, i consiglieri di competenza della Provincia non
costano nulla all'ente. Il risparmio calcolato per le riduzioni, dunque, si
aggira intorno ai 100 mila euro. daniele grillo 22/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)
Sala rossa VERTICE
di maggioranza, domani alle 19,
a palazzo Tursi. A convocarlo, da Roma dove si era
recata per incontrare Romano Prodi, è stata ieri il sindaco Marta
Vincenzi, fortemente preoccupata dalla forte discordanza di opinioni interna
alla sua stessa maggioranza in consiglio, sul tema
dell'aumento dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali. Ieri, infatti, la situazione si
è ulteriormente complicata all'interno della Commissione consigliare
Bilancio, che tra i punti all'ordine del giorno aveva proprio la discussione
relativa al raddoppio del gettone da 90 a 180 euro a seduta. Favorevole
all'operazione è una parte consistente dell'Ulivo, capeggiata dal
consigliere Lo Grasso, che ieri in commissione ha raccolto un po' di firme
tra i colleghi per sostenere il raddoppio. Contrario il capogruppo Simone
Farello e altri consiglieri del Partito democratico. Favorevoli anche Forza
Italia al completo e Nicolò Scialfa di Unione a Sinistra, mentre non
si sono espressi Arcadio Nacini di Rifondazione, il Gruppo Biasotti, contrari
i consiglieri di Alleanza Nazionale e il leghista Alessio Piana. Situazione,
dunque, in piena confusione, e così la Vincenzi tenta se non altro di
ricompattare i suoi. Enrico Musso ha espresso un'idea diversa, invitando a
una riflessione sui costi di giunta e consiglio comunale che aiuti a capire,
nell'arco magari di un anno, su quali fronti sia possibile risparmiare per
conquistare l'aumento senza attingere dal bilancio. Difficilmente, al di
là dei vertici di maggioranza, che si possa arrivare a una qualche
proposta per il prossimo consiglio comunale (in programma per martedì
prossimo). La commissione Bilancio, intanto, si è data un nuovo
appuntamento per lunedì. 22/11/2007.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
22-11-2007)
Corriere del Mezzogiorno
- LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-11-22 num: - pag: 5 categoria:
REDAZIONALE Indennità, tagli all'Università Per ripianare il
deficit niente agevolazioni a 35 docenti Il "buco" di 3 milioni
costringerà l'Ateneo a ridurre i servizi telefonici ed i fondi per i
dipartimenti LECCE - L'Università del Salento si garantisce la
sopravvivenza, ma al momento non si intravedono prospettive di sviluppo.
Questa la dura realtà che si è prospettata ieri pomeriggio, al
momento della presentazione del bilancio di previsione per il 2008, al
consiglio di amministrazione dell'Ateneo. Si registra un buco di tre milioni
e mezzo di euro, determinato soprattutto dai costi per il personale. Il
professore Mauro Biliotti, per il quale il neo rettore Domenico Laforgia ha
confermato la delega al Bilancio, ha illustrato il piano per risanare questo
deficit. "Un milione di euro lo abbiamo recuperato grazie ai risparmi
del 2007 - sottolinea Mauro Biliotti - . Dunque resta un disavanzo di due
milioni e mezzo di euro. Per buona parte questa somma sarà ricavata da
una riduzione dei trasferimenti di risorse ai Dipartimenti, che
passerà da 10 milioni di euro ad 8,5 milioni. Ci tengo a precisare,
però, che questo sarà un provvedimento provvisorio, visto che
quest'anno, a differenza degli anni precedenti, la Finanziaria ha previsto un
aumento dei fondi da destinare all'Università. Questo ci
permetterà di compiere dei riassestamenti di bilancio, per recuperare
risorse da destinare a quei settori penalizzati da tagli drastici". Per
riequilibrare i conti, dunque, resta da recuperare un altro milione di euro,
che saranno ricavati soprattutto con ulteriori tagli ai consumi. In
particolare, grazie alla riduzione del riconoscimento di indennità di
vario tipo, si riuscirà a raschiare dal fondo del barile altri 230
mila euro. Tra presidi di facoltà e direttori di dipartimento, saranno
35 i docenti interessati dai tagli in questione. Per altre 55 unità,
tra componenti del Cda e del Senato Accademico, si
prospettano invece riduzioni ai gettoni di presenza. Sono previste altre limitazioni, come quella riguardante
l'utilizzo degli apparecchi telefonici (risparmiati 100mila euro). Anche
quest'anno, dunque, l'Ateneo si ritroverà a far fronte ad una serie di
ristrettezze, che certo non agevoleranno il progetto di rilancio dell'Ateneo.
"Diciamo che non si registrano cambiamenti radicali, rispetto agli anni
scorsi spiega Biliotti - . Anzi, in considerazione del fatto che il Governo
sembra disposto ad aumentare i fondi da destinare all'Università, le
prospettive sono lievemente più incoraggianti, rispetto al
passato". Un'inversione di tendenza che, in ogni caso, non sarà
sufficiente a garantire un modello di sviluppo duraturo e costante.
"Questa previsione di bilancio ci garantisce la gestione ordinaria, ma
non permette una gestione di sviluppo - conclude -. Ormai è evidente
che per poter crescere è determinante aumentare le entrate, piuttosto
che cercare di ridurre le uscite. Sotto questo aspetto, sarebbe importante
trovare dei canali di finanziamento alternativi, come la realizzazione di
grandi progetti ed i servizi da offrire al territorio, sulla scia di quanto
già accade in altri atenei italiani ". Marco Errico La sfida del
rettore Laforgia Il numero uno dell'Ateneo mentre festeggia la sua elezioni (
a sinistra) e con alcuni dei delegati da lui scelti ( in alto).
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
22-11-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: 1PAGINA - data: 2007-11-22 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Lecce Prima misura per ripianare il deficit di oltre
tre milioni di euro Ateneo, tagliate indennità ai prof LECCE -
L'Università del Salento ha chiuso il bilancio con un "buco"
di 3 milioni e mezzo di euro. E il passivo sarà ripianato con una
politica di tagli che però frenerà lo sviluppo dell'Ateneo nel
2008. Il piano è stato discusso ieri nella riunione del consiglio di
amministrazione. Verranno "tagliate " le indennità a 35
docenti e così saranno recuperati 230mila euro. Un milione è
stato già recuperato con i risparmi del 2007. Gli
altri 2 milioni e mezzo saranno coperti con la riduzione dei trasferimenti di
risorse ai Dipartimenti, che passerà da 10 milioni di euro ad 8,5
milioni. Ridotti anche i gettoni di presenza per 55 unità nei cda e nel senato accademico. Previste
limitazioni anche per l'utilizzo degli apparecchi telefonici. A PAGINA 5
Errico.
(
da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
22-11-2007)
CRONACA 22-11-2007
SOCIETA' RINNOVATO TUTTO IL CDA Soprip, Cardinali nuovo presidente Rimosso
Capece L'ex senatore Antonio Vicini nominato vicepresidente II Cambio della
guardia al vertice della Soprip: Giovanni Capece cede il passo ad Alessandro
Cardinali, sindaco di Tornolo. Ma tutto il cda è stato rinnovato. Pure
il vicepresidente è stato sostituito: al posto di Giovanni Allegri
arriva Antonio Vicini, presidente della Comunità montana Est, ex
senatore diessino, ex sindaco di Langhirano. Il cambio era nell'aria da
tempo: sin da quando, subito dopo le ultime elezioni amministrative di Parma,
si vociferava di un possibile incarico nella Giunta Vignali per lo stesso
Capece. In ogni caso, il secondo mandato del presidente uscente sarebbe
scaduto nel prossimo aprile, e con tutto probabilità sarebbe stato
sostituito. Il rinnovo del vertice della società (i soci principali
sono la Provincia e la Comunità montana Ovest) è stato
anticipato dall'approvazione del nuovo statuto: "Come previsto dalla
Finanziaria - spiega il neo presidente Cardinali - è stato diminuito
il numero dei membri del consiglio di amministrazione: da diciannove a nove
componenti, di cui cinque espressi da enti pubblici e quattro da privati
". Questi i compensi: poco oltre 25 mila euro annui lordi vanno al
presidente (Capece percepiva anche 13mila euro annui per deleghe come risulta
dal sito della società), 16mila al vice. Ai membri
del cda spetta un gettone di presenza pari a 65 euro.
"Innanzitutto - commenta Cardinali - intendo valorizzare il turismo
enogastronomico: ritengo che possa essere un elemento di rilancio del nostro
territorio. Inoltre occorre ripensare alla valorizzazione e allo sviluppo
delle aree produttive". Soprip, chi va e chi arriva Giovanni
Capece e Alessandro Cardinali.
(
da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
22-11-2007)
Di ADRIANO
CICCARONE Sconfiggere la casta e abbattere i costi della politica
è impresa ardua, ma la battaglia continua. E' quella intrapresa dal capogruppo
della Dc per le autonomie Bruno Di Paolo contro l'assenteismo in consiglio
regionale. Lotta che sta valutando di estendere anche al Comune attraverso i
suoi rappresentanti a palazzo d'Achille. Un'azione sostenuta dalla raccolta
di circa settemila firme di cittadini, soprattutto di Chieti, che liberamente
hanno sottoscritto l'iniziativa "contro gli sprechi
della politica", sintetizzata in due proposte
per debellare "un gravissimo malcostume". L'altro ieri la prima
commissione consiliare avrebbe dovuto discutere la petizione popolare che
mira a tassare le assenze dalle sedute con sanzioni economiche di 300 euro
per le commissioni e di 500 per l'assembea. Ma la riunione è stata
rinviata perché i consiglieri a maggioranza hanno votato per lo spostamento
della seduta. Da noi interpellato Di Paolo attacca: "Se alcuni colleghi
pensano di potermi farmi recedere dall'intento di penalizzare pecuniariamente
i consiglieri regionali assentesisti con il solito stratagemma del rinvio
sine die, si sbagliano di grosso". Insomma, si continua a fare
"orecchie da mercante", tradendo, peraltro, il mandato elettorale
richiesto ai cittadini e ottenuto, e determinando con le assenze infiniti
problemi di funzionalità degli organismi istituzionali. Le proposte
avanzate dal capogruppo della democrazia cristiana per le autonomie tende a
punire chi fa politica solo per la poltrona e per lo
stipendio da 8 mila euro lordi ai quali si aggiungono svariate
indennità di funzioni e partecipazione a diversi organismi. "Come
immaginavo - denuncia Bruno Di Paolo - non si è voluta discutere una
proposta scomoda che raccoglie una esigenza venuta con forza dai cittadini,
ormai sempre più stufi di assistere all'inconcepibile lassismo che
determina rinvi di attività istituzionali con frequenza non più
accettabile". Non solo, "ma speravo - aggiunge - che la crescente
disaffezione per la politica di cui si fa un gran
parlare, avrebbe indotto ad una scelta di coraggio. Invece, si è
preferito infilare la testa sotto la sabbia, rifugiandosi dietro un
inspiegabile rinvio". La voce del popolo non viene ascolata; la
protesta, l'irritazione della gente, l'impegno che i cittadini reclamano da
coloro che hanno eletto, fino ad oggi non ha sortito alcun risultato. Si
rinuncia alla lotta? Giammai, dice Di Paolo. L'esito di ieri l'altro
"non solo non mi ha scoraggiato, ma, al contrario, rafforzato la
convinzione che è necessario che tutti i consiglieri accettino
l'esortazione della società civile". E per evitare ulteriori
perdite di tempo e trappole tecniche, il capogruppo della Dc annuncia di
voler portare la petizione popolare con le due proposte operative
direttamente all'esame del consiglio regionale, appellandosi ad una specifica
norma del regolamento. E per stanare chi si oppone ai tagli delle indennità
per assenze, chiederà "che il voto in aula avvenga per appello
nominale in modo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità
davanti ai cittadini".
(
da "Resto del Carlino, Il (Faenza)" del
22-11-2007)
Ardi. Ma dalla relazione sulla Finanziaria (in cui si parla anche
della soppressione degli enti acquedotti) siamo fermi a 419 milioni. Pare sia
saltata la riduzione dei consiglieri comunali e provinciali ma non si parla
di quelli regionali e di altri enti. Farebbero meglio a dire che vogliono
lasciare tutto com'è. P. C., Ancona - -->.
(
da "Gazzettino, Il" del 22-11-2007)
Il consigliere
regionale "azzurro" Bazzoni nominato rappresentante di Verona. Il
commento di Galan: "Per me la concessione ormai è finita" La
Serenissima riduce le poltrone, non le divisioni Il consiglio della
società ratifica il decreto che taglia i posti in Cda ma si allarga la
spaccatura fra soci pubblici e privati VeronaNOSTRO INVIATOAvanti adagio, ma
non si sa verso dove: la società autostradale Brescia-Padova ieri ha
mosso qualche piccolo passo trovando l'accordo per la riduzione del numero
dei consiglieri di amministrazione, ma la spaccatura tra soci pubblici e soci
privati se possibile si è allargata ulteriormente. I pubblici l'hanno
spuntata ottenendo 5 poltrone contro 3 (una è rimasta al
rappresentante delle Camere di Commercio), ma nemmeno i gesti che avrebbero
dovuto essere di distensione, come la nomina del consigliere regionale di
Forza Italia Raffaele Bazzoni, veronese vicino a Galan, sono riusciti a far
scendere le tensioni. Basta ascoltare il lapidario commento del governatore
veneto: "Mi sono occupato del Cda della Serenissima solo per una
questione etica - sibila Galan - ma per quanto mi riguarda la concessione
è finita". E allora, se dal 2013 la Brescia-Padova non
avrà più i diritti sull'autostrada, di che si è discusso
nell'assemblea dei soci di ieri mattina? E perché tanto agitarsi?Perché le
cose, in politica, non sono mai definitive. E i soci (comuni e province di
Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo più Camere di commercio e
minoranza di privati) hanno ancora qualche conto in sospeso. Magari per
regolare le competenze nelle società satellite (i maligni direbbero:
per spartirsi) create come una galassia attorno alla Serenissima.Ieri sul
tappeto c'erano due questioni importanti: l'approvazione del nuovo statuto
che fa scendere a 9 il numero dei consiglieri in osservanza al decreto
Lanzillotta che impone un massimo di 5 poltrone riservate ai rappresentanti pubblici
negli enti partecipati, e la definizione dei compiti del nuovo management.
È toccato al vicepresidente uscente, il padovano Vittorio Casarin,
cercare una difficile mediazione tra pubblici e privati: tentativo in parte
riuscito, anche grazie a uno stratagemma. Poichè i privati insistevano
per mantenere quattro posti in Cda anziché tre, i soci pubblici hanno
rilanciato proponendo di abbassare dal 3\% al 2,5\% la soglia minima
azionaria per presentare una candidatura all'ingresso nel consiglio. Aprendo così
la porta all'ingresso di soci privati più accondiscendenti nei
confronti di quelli pubblici. Inevitabile quindi la marcia indietro dei soci
privati principali. Risultato: in consiglio sono entrati come rappresentanti
degli enti pubblici Vittorio Casarin (Provincia di Padova), Alberto Cavalli
(Provincia di Brescia), Paolo Corsini (Comune di Brescia), Manuela Dal Lago
(Provincia di Vicenza), Raffaele Bazzoni (per Verona). Per le Camere di
commercio è stato designato Massimo Albonetti. Tre i consiglieri espressione
dei soci privati: Rino Mario Gambari, Alberto Rigotti e Maurizio Pagani di
Banca Intesa. Il presidente - al 99\% la Dal Lago - sarà eletto nella
prima riunione del nuovo Cda.La questione veronese (il sindaco Tosi e il
presidente della Provincia Mosele reclamavano entrambi l'unico posto
disponibile per gli scaligeri) è stata risolta con la nomina di
Raffaele Bazzoni. Veronese, ma consigliere regionale e considerato vicino a
Giancarlo Galan. Nelle intenzioni, un segnale di disgelo verso il governatore.
Nei fatti, un dispetto sia a Mosele che a Tosi. E Galan ha risposto come
sopra.E anche per la seconda questione delicata, l'assegnazione delle deleghe
e dei compiti, ci sono stati un passo in avanti e due indietro. I privati
hanno ottenuto che nello statuto venisse inserita la mansione di consigliere
delegato, per la quale hanno avanzato il nome di Rino Mario Gambari. Ma
quando è stato il momento di definire nel dettaglio le mansioni e i
poteri, è stato praticamente disegnato il ritratto di un amministratore
unico: un plenipotenziario. Inaccettabile da parte dei soci pubblici.
Così la mediazione del solito Casarin ha indotto a definire una bozza
di accordo che indica la "volontà di collaborare e proseguire
l'attività della società, affermandone la capacità
imprenditoriale". Gli organi della società saranno quindi il
presidente con la delega di coordinare il Cda e fare da punto di riferimento
delle istanze dei rappresentati, e il consigliere delegato che dovrà
"incentivare la proposta imprenditoriale dell'azienda". Definizioni
evidentemente vaghe, in attesa di riunire il Cda che dovrà stabilire
le competenze precise.Cala il sipario quindi sui 15 anni di direzione
generale di Carlo Lepore, per il quale sarà riservato un ruolo in una
delle tante società satellite che sempre più diventeranno il
vero oggetto del contendere dei soci. È lì che si
trasferiranno, finché sarà possibile, le risorse garantite dalla
concessione autostradale. Ma come ha spiegato Galan ("La concessione è
finita"), la pacchia ha gli anni contati: da oggi al 2013. Giusto il
tempo di raccogliere un po' di gettoni di presenza, qualche stipendio, compensi per consulenze o
parcelle legali (come quella, ormai mitica, dell'avvocato Ascione di Verona),
e trovare una giustificazione all'impegno fin qui profuso sia dai soci
pubblici che da quelli privati.Ario Gervasutti.
(
da "Asca" del 22-11-2007)
(ASCA) - Palermo,
22 nov - Il segretario regionale dell'UDC siciliano, Saverio Romano,
intervenendo sull'annunciato aumento pari al 15% delle tariffe ferroviarie che
scattera' dal prossimo gennaio, segnala che ''non e' possibile che a fronte
di un servizio a dir poco non in linea con i parametri qualitativi europei
l'amministratore delegato Mauro Moretti annunci rincari dei biglietti.
Sarebbe invece necessario eliminare gli sprechi e
ottimizzare l'organizzazione e invece si sceglie di ridurre i servizi e di
aumentare i prezzi''. Saverio Romano, citando i dati che riguardano gli
investimenti del gruppo forniti dal Dipartimento nazionale delle Politiche di
coesione, ricorda che ''le Ferrovie dello Stato investono appena il 14% al
Sud e l'86% al Nord. Nel periodo compreso tra il 1996 ed il 2005 la spesa
delle Ferrovie al Centro Nord e' cresciuta del 17,3%, mentre nel Mezzogiorno
di appena il 5,7%. Ebbene, se, come viene riconosciuto da tutti gli analisti
economici, lo sviluppo dell'isola non puo' prescindere dalla realizzazione di
una moderna rete infrastrutturale, occorrera' fare delle scelte ben diverse e
potenziare gli investimenti al Sud, ma ormai - conclude il segretario
siciliano dell'Udc - e' evidente a tutti il sostanziale disinteresse di
questo governo per la crescita del Mezzogiorno''. dod/sam/sr (Asca).
(
da "Giornale di Vicenza.it, Il" del
22-11-2007)
CONSIGLIO.
Galliotto applaudito. Bizzotto indica Valsecchi a rappresentare il Bassanese
"Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica" Chiamato a pronunciarsi sul nuovo
statuto dell'Etra, il consiglio comunale convocato ieri sera in seduta
straordinaria ha poi votato all'unanimità un emendamento nel quale
delega il sindaco Bizzotto a partecipare oggi a Cittadella all'assemblea del
suddetto organismo, ma ad "accettare esclusivamente la modifica
statutaria di Etra, quella cioè che riduce il numero dei componenti
del Consiglio di Amministrazione da 14 a 5". Il medesimo documento delega
altresì il sindaco a sostenere la nomina di Luigi Valsecchi. Nessuna
altra modifica statutaria è autorizzata dal consiglio. "Lo scopo
- ha puntualizzato dai banchi della maggioranza il consigliere Luigi
Galliotto - è quello di impedire che la nuova normativa sulla
riduzione dei membri del cda venga aggirata con la nomina di un organo di
sorveglianza che, seppure con un nome differente, fungerebbe da controllo e
richiederebbe ulteriori cariche, eludendo così il provvedimento. In
sostanza - ha proseguito Galliotto - dobbiamo batterci
tutti perchè una struttura tecnica non diventi a tutti gli effetti un
ente politico che bada soltanto alla distribuzione delle carèghe
(testuale, ndr). In un momento come questo, in cui è necessario
abbattere i costi anche della politica,
occorre dare risposte e soprattutto servizi alla comunità, non
conservare strenuamente certi privilegi". Un intervento che ha
riscosso consensi pure dagli scanni della minoranza. Comprensibile, infine,
le inquietudini del capogruppo di Forza Italia, Sergio Martinelli. "In
questa maniera Bassano varrà di meno nel territorio". V.P.
.
(
da "Lavoce.info" del 22-11-2007)
Sanità
SANITA' E REGIONI, LA SPESA E' EQUILIBRATA di Vittorio Mapelli 22.11.2007 Il Sistema sanitario nazionale ha
appena compiuto trent' anni. Prima della sua istituzione esistevano forti
squilibri tra le regioni nella dotazione di strutture sanitarie e nei livelli
di spesa per abitante. Ora i differenziali si sono ridotti e l'obiettivo di
eguale spesa pro capite per eguale età è sostanzialmente
raggiunto. Rimane da valutare se a un identico ammontare di spesa media per
abitante tra le varie regioni corrispondano anche eguali benefici per la
popolazione, in termini di prestazioni sanitarie fruite e di condizioni di
salute. Per molti giorni le città italiane sono state tappezzate di
cartelloni pubblicitari che con lo slogan "Pane, amore e
sanità" invitavano a festeggiare il trentennale dell'istituzione
del Servizio sanitario nazionale, avvenuta nel 1978
con la legge 833. Prima e dopo il Ssn Uno dei maggiori successi del Ssn
è indubbiamente il riequilibrio della spesa sanitaria tra le regioni
italiane, che però non è stato accompagnato da un riequilibrio
reale nella qualità dei servizi e nelle condizioni di salute. Prima
del Ssn esistevano forti squilibri tra le regioni nella dotazione di
strutture sanitarie e nei livelli di spesa per abitante. Sul finire degli
anni Settanta, l'Italia era marcata da un profondo divario tra le regioni del
Nord-Est e del Centro, posizionate su valori di spesa superiori alla media nazionale, e quelle del Sud con valori storicamente
inferiori. Anche le regioni più industrializzate del Nord-Ovest
presentavano una spesa sotto la media, ma era dovuta al maggiore ricorso ai
servizi a pagamento e, in parte, ai più bassi costi ospedalieri. Tra
la prima regione, il Lazio, e l'ultima, il Molise, vi era un differenziale di
spesa per abitante del 103 per cento, come risultava da una rilevazione del
ministero della Sanità del 1977 (figura 1). Uno dei primi obiettivi
della riforma sanitaria fu quindi il riequilibrio delle situazioni regionali,
con un forte richiamo al principio dell'eguaglianza territoriale (articoli 2,
3, 4, 51). Il principale strumento fu individuato nella politica
finanziaria e, in particolare, nella creazione di un Fondo sanitario
nazionale destinato, per la parte corrente, a finanziare i servizi
secondo una quota pro-capite, correlata ai bisogni di salute e gradualmente
disancorata dalla spesa storica, e per la parte in conto capitale
all'investimento in strutture e apparecchiature sanitarie. Dal 1985 fu
adottato il criterio della quota capitaria pesata secondo i consumi sanitari
(farmaci, ricoveri, specialistica) per classi di età. I trasferimenti
variavano quindi da regione a regione, creando tensioni finanziarie in quelle
regioni con elevati livelli di spesa storica, e incentivava i consumi in
quelle più povere di servizi. Negli stessi anni fu anche inaugurata
una politica di sotto-finanziamento del Ssn, che
continua tuttora, con la conseguente creazione di deficit, anche se di
diversa ampiezza da regione a regione. Deficit che furono ripianati dallo
Stato fino al 2001, dunque finirono per premiare le regioni meno virtuose e,
di fatto, si trasformarono in un finanziamento "a piè di
lista", molto simile alla spesa storica. Il riequilibrio della spesa
sanitaria Dopo quasi trent'anni di politiche di riequilibrio è quindi
il momento di verificare se il divario Nord-Sud sia stato azzerato o almeno ridotto.
Si può farlo confrontando la spesa, comprensiva dei deficit ripianati
ex-post, con le intenzioni di riequilibrio contenute ex antenel
finanziamento. Il riequilibrio non dev'essere interpretato come eguale spesa
pro-capite tra le regioni, come spesso erroneamente avviene, ma come
concordanza tra spesa e finanziamento "oggettivamente necessario".
La cifra assegnata per abitante varia, infatti, da regione a regione: nel
2007 è di 1.731 euro per la Liguria e di 1.592 per la Lombardia, ad
esempio. Ciò crea qualche malcontento tra alcuni
"governatori", ma la somma è considerata equa, data la
diversità dei bisogni regionali. Tecnicamente si può misurare
come la differenza tra lo scarto (dalla media nazionale)
della spesa per abitante pesata e al netto della mobilità sanitaria e
lo scarto (dalla media nazionale) del finanziamento
pro-capite pesato (già netto). Vi è riequilibrio se i due
scarti coincidono o differiscono di poco (±2 per cento, per ipotesi, pari a circa
30 euro), mentre persiste uno squilibrio se lo scarto è inferiore al
-2 per cento. La media degli scarti del quadriennio 2002-2005 presenta questa
situazione: Regioni al di sotto allineate al di sopra Lombardia Piemonte (+)
Valle d'Aosta (*) Toscana Veneto (-) Bolzano Umbria Friuli-V.G. (-) Trento
Puglia Liguria (-) Lazio (*) Basilicata Emilia-Romagna (-) Molise (*)
Calabria Marche (-) Campania (*) Abruzzo (+) (*) Sicilia (-) (*) Sardegna (+)
(*) Note: (*) Regioni con elevato deficit; i segni + e indicano valori
superiori o inferiori entro la soglia del 2 per cento. Eguale spesa per
eguale età Nove regioni sono allineate e sei si collocano sopra i
valori-obiettivo stabiliti dal Fondo sanitario. La
maggioranza delle regioni dispone quindi di un volume di risorse (più
che) adeguato ai fabbisogni. Alcune superano di molto il riferimento nazionale: Bolzano (+37 per cento in media nel
quadriennio), Valle d'Aosta (+21 per cento), Trento (+18 per cento), Lazio
(+10 per cento), Molise (+6 per cento), Campania (+4 per cento) e sono
squilibrate per eccesso. La Valle d'Aosta e le due province autonome di
Trento e Bolzano possono contare su risorse fiscali proprie (sarà
questo il federalismo?); il Molise ha superato il valore di riferimento solo
negli ultimi tre anni, dopo essere sempre stato sotto la media nazionale (-20 per cento nei primi anni Ottanta), mentre
la Campania lo ha fatto nell'ultimo decennio. Tra le regioni con bassi
livelli di spesa ve ne sono tre del Sud (Puglia, Basilicata e Calabria) e
l'Umbria, che storicamente si sono sempre collocate sotto la media nazionale, mentre la Toscana ha iniziato il contenimento
solo a partire dai primi anni Novanta, come il Veneto e più tardi
l'Emilia-Romagna. La Lombardia non ha quasi mai superato i valori di riferimento
(salvo tra il 1995-99), anche perché i residenti ricorrono di più al
mercato privato. Per queste ultime regioni il basso livello di spesa è
frutto di una deliberata politica di contenimento,
non di scarsità di risorse. Delle otto regioni del Sud che nel 1977
stavano sotto la spesa media nazionale solo Puglia,
Basilicata e Calabria continuano a rimanere al di sotto anche nel 2002-05:
sussiste quindi un problema di risorse per l'11 per cento della popolazione
italiana.
(
da "Emilianet" del 22-11-2007)
Bologna Al via
"Politicamente Scorretto 2007" Si comincia con Carlo Lucarelli. Il
tema centrale di questa terza edizione è "la sfida dei giovani
alle mafie" CASALECCHIO DI RENO (BO, 22 nov. 2007) - Ritorna
Politicamente Scorretto, la rassegna ideata e realizzata da Casalecchio delle
Culture (Istituzione dei Servizi culturali del Comune di Casalecchio di Reno)
in collaborazione con Carlo Lucarelli. Una sfida civile che esplora i troppi
capitoli bui della storia della nostra Repubblica: scrittori, giornalisti,
magistrati, testimoni a confronto per riflettere e "indagare" sui
misteri d'Italia. Aprirà questa terza edizione (venerdì 23, ore
16.30) proprio Carlo Lucarelli che, insieme a Luigi Bernardi, Girolamo De
Michele, Franco Limardi, Alberto Ibba, Massimo Siviero, Mauro Smocovich,
Valerio Varesi, Marco Vichi e Simona Vinci, farà il punto della
situazione sullo stato del genere noir italiano. A seguire (18.30), ci
sarà la presentazione con visita guidata di "Capsula Petri,
ovvero la scienza al servizio dell'indagine poliziesca", una mostra che
prende spunto dalla vasta serie di telefilm e fiction che ci propone il
piccolo schermo, dove protagonista è l'indagine poliziesca di taglio
scientifico. L'obiettivo della mostra è raccontare il dietro le quinte
del delitto e del mistero attraverso un percorso che vuole essere in primo
luogo - didattico conoscitivo piuttosto che spettacolare, allo scopo di dare
risalto all'enorme importanza che hanno gli strumenti e gli uomini della
polizia scientifica nella risoluzione di crimini e delitti e, nel contempo,
fornire un percorso multi-disciplinare sull'applicazione delle singole
scienze. La giornata di domani si concluderà alle 19.30 con l'incontro
con Cristina Zagaria, autrice di "L'osso di Dio. Rompe le regole e sfida
la 'ndrangheta", romanzo che racconta la storia di Santo Panzarella,
vittima della lupara bianca nel luglio del 2002, e soprattutto di sua madre,
Angela Donato, che decide di rompere il muro di omertà che la circonda
e reclamare giustizia per quel figlio inghiottito da nulla. Sabato 24 ancora
spazio ai protagonisti della scena letteraria italiana che, insieme a Carlo
Lucarelli, si interrogheranno su memoria, storia e mistero: tre elementi che
nel nostro Paese marciano sovente uniti e i cui meccanismi sono spesso di
potere e corruzione. Elementi - tuttavia - che
possono essere analizzati con il giallo, che in Italia sta rilanciando il
romanzo d'indagine sociale. Mettere in scena questi meccanismi significa
riflettere su come l'immaginazione e la fantasia riescano a metterli insieme.
E questo consente di riflettere sulla storia. Laddove si esaurisce il compito
dei magistrati infatti - tocca agli scrittori elaborare queste dinamiche.
Nella giornata si sabato, inoltre, verrà dedicato un focus speciale
alla Strage della Stazione di Bologna, per analizzare i troppi interrogativi
rimasti ancora aperti a ventisette anni di distanza. In attesa che la
verità giudiziaria e quella storica coincidano. In serata, infine, ci
sarà la presentazione della nuova versione di "Scacco
al Re", la docu-fiction sulla cattura di Bernardo Provenzano. Domenica
25, infine, Alta Civiltà. La sfida dei giovani alle mafie.
Infiltrazioni mafiose al Nord Italia, Informazione e mass media, giovani e
donne che sfidano le mafie. Questi i temi sui quali si confronteranno, tra
gli altri, Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Gherardo Colombo, Pina Grassi,
Lirio Abbate, Francesco Forgione e il Procuratore Nazionale Antimafia Piero
Grasso. Insieme a loro ci saranno anche tante ragazze e ragazzi
(Libera, Addio Pizzo, Coordinamento anti-camorra, .) protagonisti di una
lotta che non deve essere solo del Sud, ma di tutto il Paese. "Alta
Civiltà" è un evento realizzato grazie alla collaborazione
di "Libera" e "Avviso Pubblico". Le tre giornate di
Politicamente Scorretto 2007 saranno trasmesse in diretta video sul sito www.politicamentescorretto.org grazie alla collaborazione del
Consorzio Interuniversitario Cineca. Sul sito, inoltre, sono già
a disposizione anche gli archivi delle edizioni 2005 e 2006. Per tutta la
durata della rassegna saranno aperte anche le mostre "Capsula petri,
ovvero la scienza al servizio dell'indagine poliziesca", "La Mafia
restituisce il maltolto", mostra sui beni confiscati alle mafie e
"Il giornalismo che non muore", dedicata a 17 giornalisti che hanno
perso la vita portando avanti il loro lavoro. PROGRAMMA EDIZIONE 2007 Venerdì
23 Novembre Ore 16:30 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture LO STATO
DEL NOIR: SIAMO ANCORA POLITICAMENTE SCORRETTI? Coordina: Carlo Lucarelli.
Intervengono gli autori: Luigi Bernardi, Girolamo De Michele, Franco Limardi,
Alberto Ibba, Massimo Siviero, Mauro Smocovich, Valerio Varesi, Marco Vichi,
Simona Vinci. Ore 18:30 Il Punto Spazio Espositivo CHE COS'E' CAPSULA PETRI?
Visita guidata con voci, libri e scienza di Maurizio Matrone, Francesca
Boella e Gianfranco Miglietta. Ore 19:30 Casa della Conoscenza - Spazio
espositivo La Virgola Il Bookshop di Politicamente Scorretto presenta L'OSSO
DI DIO - Rompe le regole e sfida la 'ndrangheta di Cristina Zagaria
(Flaccovio editore). Aperitivo con l'autrice. - - - Ore 9:30 Teatro Comunale
"A. Testoni" di Casalecchio di Reno TERRE DI LIBERTÀ Dai
beni confiscati alle mafie un'occasione di lavoro per i giovani Coordina:
Carlo Lucarelli. Intervengono: Lucio Cavazzoni (Presidente
CONAPI), Simone Fabbri (Coordinatore Agenzia Cooperare con Libera
Terra), Gianluca Faraone (Presidente cooperativa Placido Rizzotto), Claudio
Gnudi (direttore canale ipermercati di Coop Adriatica). Appuntamento
riservato alle scuole superiori Sabato 24 Novembre Ore 10:30 Casa della
Conoscenza - Piazza delle Culture IL FOCUS: LA STRAGE DEL 2 AGOSTO ALLA
STAZIONE DI BOLOGNA Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono: Aldo Balzanelli
(La Repubblica), Walter Bielli (Presidente del Centro Studi Strategici
Internazionali), Paolo Bolognesi (Presidente dell'Associazione tra i
familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto
1980), Roberto Canditi (Il Resto del Carlino), Giuseppe Giampaolo (avvocato),
Libero Mancuso (ex magistrato), Gigi Marcucci (L'Unità), Massimo
Martelli (regista e sceneggiatore), Claudio Nunziata (ex magistrato), Olivio
Romanini (Corriere di Bologna). Ore 15:00 Casa della Conoscenza - Piazza
delle Culture BOLOGNA INCONTRA ROMA Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono
gli autori: Marco Bettini, Grazia Verasani, Massimo Mongai, Massimo
Pietroselli, Diego Zandel. A seguire: MISTERI ITALIANI: IL NOIR CHE RACCONTA
LA NOSTRA STORIA RECENTE Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono gli autori:
Andrea Santini, Alex Boschetti, Gianni Cipriani, Valerio Lucarelli, Vittorio
Demetrio Mascherpa, Simone Sarasso. Ore 21:00 Casa della Conoscenza - Piazza
delle Culture SCACCO AL RE Una nuova versione della docu-fiction sugli ultimi
mesi di libertà del capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano,
arrestato l'11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza. Saranno presenti
Piergiorgio di Cara (ideatore e co-sceneggiatore), Claudio Canepari (ideatore
e co-regista), Eleonora de Lillis (produttore esecutivo). Domenica 25
novembre Ore 10:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture UNA COSA
ANCHE NOSTRA Una conversazione sull'infiltrazione mafiosa nel nord Italia con
Gianluca Di Feo (L'Espresso) e Piero Grasso (Procuratore Nazionale
Antimafia). A seguire: ALTA CIVILTÀ. LA SFIDA DEI GIOVANI ALLE MAFIE
Giovani provenienti da Sicilia, Campania, Calabria e Emilia Romagna dialogano
con: Don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Gherardo Colombo (ex
magistrato), Pina Grassi (vedova di Libero Grassi), Piero Grasso (Procuratore
Nazionale Antimafia), Pierluigi Stefanini (Presidente di Unipol). Coordina:
Carlo Lucarelli. Ore 15:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture VEDO,
SENTO, PARLO. MAFIE E INFORMAZIONE Coordina: Roberto Morrione (direttore di
Libera Radio). Intervengono Lirio Abbate (ANSA), Daniele Biacchessi (Radio
24), Francesco Forgione (Presidente della Commissione parlamentare
Antimafia), Pierpaolo Romani (coordinatore nazionale Avviso Pubblico), Carlo
Lucarelli. A seguire: SORELLE DI ANTIGONE Ragazze provenienti da Sicilia,
Calabria, Campania e Emilia-Romagna dialogano con Margherita Asta (figlia e
sorella delle vittime della strage di Pizzolungo), Alessandra Camassa
(magistrato), Gabriella Ebano (giornalista e fotografa), Pina Grassi (vedova
di Libero Grassi), Rita Borsellino (deputato all'Assemblea regionale
siciliana). Coordinano: Giancarla Codrignani e Carlo Lucarelli. Durante
l'incontro verranno proiettate le fotografie tratte dal libro Felicia e le
sue sorelle di Gabriella Ebano. MOSTRE 19 novembre - 1 dicembre Il
Punto Spazio Espositivo, via Cavour 4 Casalecchio di Reno CAPSULA PETRI,
OVVERO LA SCIENZA AL SERVIZIO DELL'INDAGINE POLIZIESCA Il dietro le quinte del
delitto e del mistero attraverso un percorso ricco di materiali originali,
foto e testi esplicativi. Un'occasione per raccontare l'enorme importanza che
hanno gli strumenti e gli uomini della Polizia Scientifica nella risoluzione
di crimini e delitti. Saranno esposti anche alcuni pezzi dell'eccezionale
Collezione di Criminalistica della Polizia Scientifica di Trieste. La mostra
è a cura di ComunicaMente in collaborazione con Il Gabinetto Regionale
di Polizia Scientifica dell'Emilia Romagna - Bologna. Consulenza scientifica:
Maurizio Matrone. Orari: 23 - 24 - 25 novembre dalle 10 alle 19. Gli altri
giorni dalle 16 alle 19 (esclusi la domenica e i festivi). Aperture al
mattino su prenotazione solo per gruppi e scolaresche. Informazioni e
prenotazioni: Tel. 051.3391289 E-mail info@comunicamentesnc.it CAPSULA PETRI:
GLI APPUNTAMENTI Lunedì 19 Novembre | ore 9:30 VERO O FALSO?
Realtà e finzione nell'universo poliziesco con il simulatore di
sopralluogo di Silio Bozzi. Anteprima riservata alle scuole superiori. Venerdì
23 novembre | ore 18:30 CHE COS'E' CAPSULA PETRI? Visita guidata con voci,
libri e scienza di Maurizio Matrone, Francesca Boella e Gianfranco Miglietta.
Venerdì 30 novembre | ore 18:00 IL CASO MURRI La prima volta della
psichiatria forense Uno dei casi più celebri dell'inizio del secolo
scorso, il primo caso di perizia psichiatrica della storia giudiziaria
italiana. Intervengono: Valeria Babini e Carlo Barbieri. Coordina: Maurizio
Matrone. Sabato 1 dicembre | ore 18:00 DENTE PER DENTE L'odontoiatria forense
e la sua enorme importanza nella risoluzione di casi a volte
"impossibili". Conversazione tra Giancarlo Pagani e Maurizio
Matrone. 23-24-25 Novembre Casa della Conoscenza LA MAFIA RESTITUISCE
IL MALTOLTO. MOSTRA SUI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE A cura di Libera Il
riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, si basa sulla Legge 109/96
di cui Libera è stata la promotrice. La Legge prevede l'assegnazione
dei patrimoni illegali a quei soggetti - privato sociale, volontariato,
cooperative, comuni - in grado di restituirli con la loro opera alla
società. In 10 anni la legge ha permesso la destinazione a fini
sociali di oltre 3000 beni immobili per un valore di oltre 300 milioni di
beni. ogni anno sui terreni confiscati si svolgono i campi internazionali con
giovani provenienti da tutto il mondo. Il lavoro sui terreni sottratti alle
mafie ha portato alla produzione di olio, pasta, vino, legumi ed altri
prodotti biologici realizzati dalle cooperative in Sicilia, Calabria,
Campania, Lazio e Puglia contrassegnati dal marchio di qualità nella
legalità Libera Terra. A maggio 2006 è nata l'associazione
"Cooperare con Libera Terra", un'agenzia nazionale di promozione
cooperativa e della legalità, costituita da diverse realtà del
mondo della cooperazione, del biologico e dell'agricoltura di qualità
per sostenere l'attività di Libera Terra. Il risultati di oltre 10
anni di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie saranno raccontati
nella mostra "La Mafia restituisce il maltolto". Inoltre,
esposizione mercato dei prodotti di Libera Terra. Orari: Ven (16:00 - 20:00),
Sab - Dom (10:00 - 20:00) - - - 23 - 24 - 25 Novembre Casa della Conoscenza -
Spazio Espositivo La Virgola IL GIORNALISMO CHE NON MUORE Una mostra ideata
dell'associazione Ilaria Alpi- Comunità Aperta di Riccione, che da
tredici anni organizza il Premio di Giornalismo Televisivo dedicato alla
giornalista Rai uccisa a Mogadiscio. La mostra è dedicata a 17
giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro: Giovanni
Amendola, Piero Gobetti, Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, Giancarlo Siani,
Walter Tobagi, Carlo Casalegno, Ilaria Alpi, Giuseppe Fava, Mario Francese,
Guido Puletti, Giuseppe Alfano, Antonio Russo, Mauro de Mauro, Peppino
Impastato, Giovanni Spampinato e Mauro Rostagno. Orari: Ven (16:00 - 20:00),
Sab - Dom (10:00 - 20:00).
(
da "Giornale di Vicenza, Il" del
23-11-2007)
VENEZIA. Presentati
a un affollato convegno le direttive secondo le quali l'Unione Europea
assegnerà i finanziamenti Parte la corsa a 453 milioni Ue "Mille
posti di lavoro in più" Antonio Di Lorenzo INVIATO A VENEZIA
Difficile, in questi tempi televisivi, riempire con un convegno una sala,
magari neanche grande. Eppure ieri alla "Marittima" erano almeno
700 i presenti al convegno "Investiamo nel nostro futuro". Erano
rappresentanti di enti locali, imprese private, consorzi, Camere di commercio
di tutta la regione. "Il Veneto ha capito l'importanza della partita, ed
è disposto a giocarla, con la stessa efficienza con cui ha vinto
quella precedente": era soddisfatto, Fabio Gava. La partita cui fa
riferimento l'assessore all'Economia è quella dei contributi Ue, vale
a dire 453 milioni, finanziamenti che l'Unione Europea mette a disposizione
per il Veneto da qui al 2013. Si tratta del 50% dell'importo finanziabile per
gli investimenti, i quali complessivamente nei prossimi 6 anni ammonteranno
quindi di un miliardo. È il valore di mezza Pedemontana. E, come la
nuova arteria, anche questi investimenti cambieranno il volto del Veneto. Il
Veneto è stato, infatti, la prima regione d'Italia nell'utilizzo dei
contributi dell'Unione, quella che ha speso meglio i 600 milioni che le sono
arrivati in regalo da Bruxelles. Per questo motivo Patrick Amblard, alto
dirigente della Commissione Europea, presente ieri alla
"Marittima", ha avuto parole di elogio per il Veneto. E ha
scommesso: gli investimenti Ue apriranno mille posti di lavoro. Le
novità di questa edizione le ha elencate Adriano Rasi Caldogno, segretario generale della programmazione. Sono sostanzialmente
tre. Primo. Le Ue s'è allargata a 25 Paesi, quindi rispetto al passato
la "torta" dei finanziamenti dovrà avere "fette"
più piccole. Il Veneto, proprio in virtù delle capacità
dimostrate, avrà una riduzione del 10% contro la media del 20%.
Secondo. Non ci saranno più delimitazioni geografiche per gli
interventi: "I progetti potranno riguardare l'intero territorio regionale
e non dovranno essere più concentrati sulle aree
sottoutilizzate", ha spiega Rasi Caldogno. È la novità
decisiva. In passato, infatti, questi finanziamenti erano spendibili
soprattutto per il Bellunese e il Rodigino. Terzo. I progetti dovranno avere
ampio respiro, con una valenza territoriale assai più ampia. I tecnici
regionali sono già al lavoro per definire i bandi di concorso. Sono
sei le aree (in termine tecnico gli "assi") che raggruppano i
finanziamenti. 1. Innovazione tecnica ed economia della conoscenza (190
milioni e 129 mila). 2. Politiche energetiche (67 milioni e 903 mila euro).
3. ambiente e valorizzazione del territorio (69 milioni e 900 mila). 4.
Trasporti e Tlc (94 milioni e 801 mila). 5. Cooperazione internazionale (20
milioni e 634 mila). 6. Assistenza tecnica.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
23-11-2007)
E membri e con esso
l'indennità del confermato presidente Gabriele Melchiorri. Quanto ai
consiglieri, stop alle indennità: si passa al
gettone di presenza. Le due nuove nomine effettuate ieri durante l'assemblea dei
soci sono quelle di Maura Prati e Paola Pesci, mentre vengono riconfermatinel
cda Leonardo Forlani e Fabrizio Santini. Nessun vicepresidente (la funzione
è infatti sparita), cambia anche la retribuzione: i consiglieri che
finora hanno ricevuto quasi 14 mila euro lordi all'anno percepiranno
un gettone di presenza da 150 euro a seduta. E anche
l'indennità di Melchiorri, agganciata a quella degli assessori
provinciali e comunali, scende del 10% per approdare ai 51 mila euro lordi
annuali: la decurtazione segue a quella decretata l'anno scorso dalla
finanziaria per gli stipendi degli amministratori degli enti locali. La
necessità di portare a un massimo di 5 i membri del cda di Acft arriva
per effetto del decreto Lanzillotta. Proprio in applicazione del decreto,
l'assemblea dei soci composta da Provincia e Comuni del ferrarese aveva
già predisposto il cambio di Statuto dell'azienda. Sistemata la
questione cda, per Acft restano in campo diverse sfide: si va dal piano di
risanamento a "possibilità importanti di cui una è
l'aggregazione con Atc", l'azienda dei trasporti bolognesi, come spiega
l'assessore alla Mobilità della Provincia Andrea Ricci. - -->.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
23-11-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 3 autore: Sanità, il Nord-Est spende
di più A Trento e Bolzano costi pro capite sopra la media italiana ma in
linea con la Ue PAGINA A CURA DI Silvia Sperandio I cittadini di Bolzano e di
Trento hanno una spesa sanitaria pro capite decisamente più alta che
nel resto d'Italia: pagano infatti rispettivamente 2.046 euro e 1.750 euro,
contro una spesa pro capite nazionale di 1.648 euro.
Ed è tutto nordestino anche il primato per la durata in carica dei
direttori generali di Asl e ospedali: mentre la media nazionale
è di 3,7 anni, a Bolzano le poltrone restano invariate per ben 8 anni
e mezzo, 6 anni a Trento e 4,9 anni in Veneto (solo il Friuli Venezia Giulia
si allinea col resto del Paese). Eccezion fatta per il Veneto, infine, a
NordEst i tariffari regionali per le prestazioni ospedaliere (Drg) sono
più alti di quelli ministeriali del 1997. E lo
scostamento verso l'alto delle tariffe va a finanziare la produzione di
strutture pubbliche, considerando la ristretta presenza di privati nell'area.
è quanto emerge dalla fotografia dei sistemi sanitari regionali
scattata dal Cergas Bocconi nel Rapporto Oasi 2007 (Osservatorio sulle
aziende sanitarie italiane). L'indagine, che verrà resa
pubblica domani 22 novembre e che "Il Sole 24 Ore" è in
grado di anticipare, punta ad analizzare i cambiamenti in atto nella
sanità italiana secondo un approccio economico-aziendale. Spesa virtuosa
In primo luogo, senza eccezioni, tutte le regioni del Nord-Est sono arrivate
nel 2006 a
una situazione di equilibrio economico. "Osservando l'andamento del
disavanzo nelle quattro regioni – commenta Elena Cantù, ricercatrice
del Cergas Bocconi – spicca il caso del Veneto, partito nel 2001 con un forte
deficit di 304 milioni di euro e arrivato, nel 2006, a un attivo di 16.
Diverso è il caso di Regioni e Province a statuto speciale, che hanno
più ampia libertà d'azione sull'utilizzo delle risorse a disposizione.
Nel 2001 Friuli- V.G, Trento e Bolzano erano tutti in equilibrio (disavanzo
uguale a 0) e nel corso del quinquennio hanno migliorato le loro rispettive
performance, registrando rispettivamente un attivo di 12, 2 e 21
milioni". Inoltre, se i cittadini di Trento e Bolzano spendono di
più per la sanità, in Veneto la spesa pro capite è di
1.584 euro (sotto la media italiana: 1.648 euro), mentre in Friuli-Venezia
Giulia è quasi in linea. "Bisogna comunque considerare – tiene a
sottolineare la ricercatrice del Cergas – che, in generale, la spesa italiana
è sotto la media europea, ma in un contesto molto critico di finanza
pubblica. E che una spesa alta non è di per sé un problema ed anzi
può contribuire a far crescere la filiera della salute, finanziando ad
esempio lo sviluppo tecnologico e la ricerca". Incidenza della
sanità privata Il privato avanza nelle strutture residenziali e
semiresidenziali, anche se nel complesso il peso del privato accreditato
resta sotto la media italiana: la percentuale più bassa – anche a
livello nazionale – si registra in Alto Adige, dove
solo il 17% dei 186 ambulatori e laboratori è rappresentato da privati
accreditati. La più alta sta invece in Veneto (56% su 481 laboratori,
con una media nazionale del 57%), mentre il Friuli-Venezia
Giulia è al 29% e Trento al 31 per cento. "è sempre
più rilevante invece – sottolinea Cantù – la presenza di
privati accreditati nelle strutture residenziali destinate soprattutto agli
anziani e a portatori di handicap. Sopra la media italiana (72% di privati
accreditati) il Trentino (con ben l'88% delle 56 strutture esistenti) e il
Veneto (con il 77% delle 591 strutture residenziali). Mobilità
interregionale Il Rapporto Oasi mette in luce che la bilancia della
mobilità, ossia il rapporto tra fughe e arrivi di pazienti da altre
regioni è negativa solo in Trentino: Trento ha infatti un tasso di
fuga del 18% (diciotto residenti vanno a curarsi in altre regioni)e un tasso
di attrazione dell' 8 per cento. La situazione si inverte a Bolzano (tasso di
fuga del 4% e di attrazione del 7%, in Fvg (6% di fuga e 9% di attrazione) e
infine in Veneto (5% di fuga, con un tasso di attrazione dell'8 per cento).
www.cergas.unibocconi.it IL CASO DEL VENETO Partito nel 2001 con un deficit
di 304 milioni, è arrivato nel 2006 a un attivo di 16; in equilibrio anche
le altre regioni.
(
da "Corriere di Bologna" del
23-11-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-23 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE In consiglio Riforma dei gettoni Rinvio
bis Quello presentato sui costi della politica "non rappresenta un
piano, ma piuttosto un promemoria avente funzione di sfida e provocazione per
i consiglieri comunali, chiamati ad affrontare il problema dei costi della
politica e ad apportare soluzioni concrete, entro breve termine". Parola
di Gianni Sofri, presidente del consiglio comunale, autore del documento di
una decina di cartelle scritto per riformare all'insegna della
produttività il lavoro dell'assemblea di Palazzo D'Accursio, scossa
dai casi di "firma e fuggi" e sotto il tiro dei tagli previsti
dalla Finanziaria. Dunque non un vero e proprio piano, quanto una "provocazione",
ha avvertito lo stesso Sofri ancora prima di iniziare il dibattito, come
risulta dal verbale di quell'incontro. La premessa non è però
servita ad arrivare ad una soluzione. Ieri i consiglieri si sono riuniti
ancora per discutere del tema, ma non si sono trovate soluzioni. Alcuni
esponenti politici sono tornati a criticare le proposte del presidente:
doppia firma, mix di gettone e indennità,
riduzione delle commissioni e "specializzazione" dei consiglieri.
Il centrodestra si dice invece disposto a ragionare di un gran giurì
che controlli la "moralità" dei consiglieri. Così,
alla fine anche stavolta si è deciso di non decidere: si è
stabilito di affidare tutta la partita ad uno specifico gruppo di lavoro.
(
da "Stampa, La" del 23-11-2007)
Documento Lettera
del Consiglio al governo I consiglieri: "Prima i tagli in
Parlamento" "Stipendi intoccabili" in Comune tutti uniti EMANUELA
MINUCCI Lo discuteranno oggi, ma sono già tutti d'accordo: quel
documento otterrà la firma bipartisan del Consiglio comunale,
maggioranza e opposizione uniti nella lotta. Sarà forse perché ci sono
in ballo dei soldi? "No - rispondono loro, risentiti - è una
questione di principio: ed è una cosa ben diversa, se
permettete". Noi permettiamo. Ma al di là delle belle premesse
del documento "pur condividendo la necessità di ridurre il costo
della politica nel bilancio dello Stato...",
alla fine, oggi i capigruppo della Sala Rossa, su iniziativa di Gaetano
Porcino (Partecipazione democratica) spediranno a Roma un ordine del giorno
che chiede al Governo di ritirare quella modifica al Tuel (testo unico sugli
enti locali) che comincia a tagliare i costi della politica proprio dal gettone dei consiglieri comunali che è pari
a 120 euro lordi che una volta erano 132: "Ci sembra giusto tagliare,
per carità - spiega la capogruppo di Sinistra Democratica Monica
Cerutti - però se cominciano dall'alto, parlamentari e senatori, non
da noi che siamo l'ultima ruota del carro...". E se lo dice una
donna di sinistra come lei - che dà già parecchi soldi al
partito - puoi giurarci che il documento oggi otterrà il massimo dei
consensi. C'è però una voce fuori dal coro. E' quella del
capogruppo Domenico Gallo, che per ora è l'unico consigliere che ha
annunciato di non voler formare quel documento: "Non me la sento, che
volete che vi dica - ha commentato Gallo - è vero che per noi del Pdci
e a quelli di Rifondazione comunista il gettone è già
superleggero, ma c'è troppo bisogno di tagliare, con che faccia vai a
dire alla gente che proprio tu non vuoi risparmiare?". Magari oggi
qualcuno ci ripenserà. Ma intanto l'iniziativa c'è stata e farà
discutere. Ma quanto costa ogni anno alla collettività il Consiglio
comunale? Un milione e 960 mila euro. E la giunta? Un milione e 420 mila
euro. Ma non basta. Altri 5 milioni se ne vanno soltanto per le consulenze,
10 mila euro per le auto blu. E poi ancora, 300 mila euro per telefonini,
taxi e computer. Il tutto per un totale di 8 milioni e 880 mila euro, pari a
oltre 16 miliardi delle vecchie lire, all'anno. Tanto ci costa la politica a Palazzo Civico. Per ora.
(
da "Centro, Il" del 23-11-2007)
Di Maurizio
Piccinino "Commissari Ato? Accettiamo curriculum" Srour:
"Vogliamo manager capaci" Il centrodestra: una legge imbroglio
L'AQUILA. "Se la prima pietra viene messa male la costruzione
cadrà". Eccolo che con un aforisma l'assessore Mimmo Srour mette
in guardia i "signori delle acque" a non sabotare la riforma taglia
sprechi e poltrone, voluta dalla giunta, dal consiglio
e, soprattutto, dal presidente Ottaviano Del Turco. Srour come assessore ai
lavori pubblici è il diretto interessato alla riforma delle Ato e
delle società di gestione ma nel contempo è nel mirino di
quanti non vogliono lasciare le poltrone. "Polemiche legittime per chi
perde la sua poltrona", sospira Srour con una punta di cinismo.
"Possono protestare è nelle cose", prosegue l'assessore,
"il nostro obiettivo è dover pensare ai cittadini e non ai ruoli
che si hanno". Sui nomi dei possibili Commissari candidati alle
presidenze dei quattro Ato che rimarranno: Aquilano, Pescarese, Chietino e
Teramano; Srour giura di non saperli, anzi assicura: "non ancora
decidiamo nulla". "Saranno però nomi di alta
professionalità e competenza nel settore del ciclo integrato delle
acque. A noi servono manager capaci e attenti", promette Mimmo Srour.
Alla domanda come avverrà la selezione osserva che "saranno i
curriculum a decidere le scelte". Così attraverso il Centro
lancia la proposta a dimostrazione che la scelta sarà trasparente.
"Sui candidati Commissari stiamo preparando la delibera di indirizzo. Li
nomineremo presto, penso la prossima settimana. Invito tutti quei
professionisti che peensano di avere i requisiti giusti e la competenza nels
ettore della gestione del ciclo delle acque, possono madare i currucilum all'
"Assessorato ai lavori pubblici della Regione Abruzzo, via San
Bernardino. L'Aquila"". Dal centrodestra però arrivano
polemiche, critiche e accuse. "Una legge imbroglio
che non riduce i costi della politica, e illegittima",
commentano consiglieri di opposizione, Fabrizio Di Stefano (An) e Giorgio de
Matteis (Italia di Centro), "sull'emendamento stralcio sul ciclo idrico
integrato, approvato in Consiglio regionale, "poiché innescherà un
contenzioso che costerà caro alla Regione Abruzzo. Oltretutto
è conseguenza di uno scontro sulle nomine in atto del Partito
Democratico". "L'escamotage di un articolo stralciato dal disegno
di legge presentato dall'assessore Srour", spiega De Matteis,
"è stato utile solo per placare temporaneamente la lotta
intestina tra le due fazioni del Pd per le nomine nel settore". Secondo
Di Stefano, "il provvedimento è un esercizio di ipocrisia in
quanto mera resa dei conti tra le componenti Del Turco e D'Alfonso nel Pd,
per bloccare le nomine nell'Aca". "La norma è
illegittima", prosegue ancora Di Stefano, "perché va contro quanto
dettato dalla finanziaria nazionale 2007 che impone la riduzione dei Cda da 5 a 3. Invece, rimangono i 12
posti (Ato e società di gestione) nei vari Cda legati al sistema
idrico". A puntare i piedi è anche Forza Italia. "La prima
tranche della riforma degli Ato passata in Consiglio non risolve i problemi
di gestione del ciclo idrico integrato", fanno sapere Nazario Pagano,
capogruppo regionale di Forza Italia e Giuseppe Tagliente, consigliere,
"ma ha reso infungibili accordi trasversali e sotterranei che avrebbero
rimesso in sella i soliti noti di tutti i partiti, viceversa, Forza Italia
che ha depositato un progetto di legge in tal senso, è da sempre
favorevole, contrariamente anche a parte dell'opposizione, all'ipotesi
dell'Ato unico regionale, che si adatta perfettamente alle dimensioni della
nostra regione, porterebbe risparmi ancor più consistenti e metterebbe
a capo di tale delicato settore una cabina di regia unica".
(
da "Centro, Il" del 23-11-2007)
Regione
"Lottiamo contro la politica corrotta" Del
Turco agli industriali "C'è una questione morale"
MONTESILVANO. "Questione morale". Il presidente della Regione,
Ottaviano Del Turco, lo dice a chiare lettere e indica i settori dove
c'è il rischio: l'acqua e la sanità, per censurare la "politica delle mance e della corruzione".
Così ieri Del Turco ha monopolizzato in chiave politica
la prima Convention delle imprese, promosso da Confindustria Abruzzo tenuta a
Montesilvano con la vice presidente nazionale Emma Marcegaglia e i vertici
degli industriali abruzzesi. Del Turco ha detto di non trovarsi in
"campagna elettorale perché non si ricandiderà tra due
anni", però ha esortato ad un patto di "mutua assistenza e
previdenza" imprese e sindacati: "Non dovete lasciare il presidente
solo a lottare contro coloro che non vogliono il cambiamento". Nel fare
gli esempi dell'acqua e della sanità De Turco ha affermato:
"Pensate, la regione che ha la migliore e la più alta
quantità di acqua ha conosciuto una emergenza idrica perché abbiamo un
sistema di gestione che presenta problemi di vario ordine e di varia natura.
Ha perfino prodotto un potente partito". Per il presidente andrebbero
contestualizzate in questo clima le "aspre critiche alla legge di
riforma". Del Turco si è meravigliato, "perché la parola corruzione è scomparsa dal linguaggio in questa
regione", ed ha osservato più di un parallelismo con un
"contesto che ha spazzato via interi partiti".
"Appalto, ergo sum", ha sostenuto, "non è il mio motto.
Ho visto partiti morire di appalti". Il
presidente della Regione ha quindi osservato di "confidare nella
capacità delle imprese di capire il valore di una scelta politica che vuole combattere la politica
delle mance e la corruzione". Anche lo
"scandaloso debito sanitario" è stato ricordato da Del Turco
come esempio di "cattiva amministrazione". "Gli
abruzzesi", ha insistito, "lo hanno capito un mese e mezzo fa,
quando abbiamo evitato il commissariamento, grazie alla nostra politica di rigore. Se viene sconfitto questo cambiamento
invece che il partito dell'acqua è una perdita per tutti". Da parte
loro gli industriali hanno dato la sveglia alla Regione dopo la scossa di
Emma Marcegaglia: "E' tempo di fare delle scelte: non basta più
dire cosa si vuole fare, ma bisogna dire come e in che tempi", ha detto
la vice presidente nazionale di Confindustria al cconvegno dal titolo:
"Per un nuovo modello di sviluppo: un progetto strategico per
l'Abruzzo", ospitato al Grand Hotel Adriatico. Coraggio di scegliere, apertura alle tecnologie, ma anche lotta agli sprechi e tagli ai costi della politica, le
linee guida tracciate alla platea di imprenditori abruzzesi di Confindustria
capitanati da Riccardo Calogero Marrollo. Che alla Regione non le ha mandate
a dire: "Non siamo più disposti a tollerare ritardi e
inadempienze. La diminuzione della pressione fiscale sia un obiettivo
a breve termine e la questione sanitaria non sia più una
scusante", è stato l'ultimatum a Del Turco. Segnali distensivi
sono arrivati poi dall'assessore regionale alle attività produttive,
Valentina Bianchi: "Noi ci siamo", ha detto all'Abruzzo che fa
impresa "L'innovazione deve passare forse nel cambiamento del metodo di
dialogo tra le parti, ma senza crisi di nervi". Sulla questione sviluppo
si è incentrato il dibattito moderato dal vicecaporedattore de il
Centro, Pasquale Galante, che ha chiamato a declinarne le diverse accezioni
Sergio Galbiati, presidente di Confindustria L'Aquila "l'ingrediente di
fondo è lo sviluppo della classe dirigente", ha detto ai partiti. Roberto Campo, segretario regionale Uil, ha
però rivendicato l'autonomia del fare impresa "per stare meno a
ricasco della politica"; e l'economista Pino
Mauro. "Lo sviluppo passa attraverso il paradigma mercato, efficienza
economica, equità sociale", è stata la sua sintesi. A
rappresentare il mondo delle banche c'erano Giuseppe Del Gesso, direttore
amministrativo Locat Gruppo Banco Popolare e Massimo Minolfi, direttore
generale Corporate Gruppo Banco Popolare. Entrambi hanno sottolineato la
necessità, anche per la finanza, di investire sul capitale umano. Lo
stesso monito è arrivato da Anna Morgante, preside della
facoltà di Economia della D'Annunzio: "E' l'uomo che fa
l'innovazione" ha detto agli imprenditori. Il convegno è stato
sponsorizzato dalla società Euler Hermes Siac, dei fratelli Gallucci.
La società è la prima Compagnia d'assicurazione crediti
commerciali in Italia (m.d.p.).
(
da "Giornale di Brescia" del
23-11-2007)
Edizione:
23/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:VALCAMONICA NOVITA'
DALL'ASSEMBLEA DELL'ALTRA SERA Darfo, la Secas riduce i consiglieri da sette
a tre per diminuire i costi Una veduta di Darfo Boario VALCAMONICA - L'assemblea
di Secas ha riconfermato per la terza volta la fiducia al suo presidente
Walter Sala. Ma la novità più rilevante scaturita dall'incontro
dell'altra sera è la riduzione da sette a tre dei membri del consiglio
di amministrazione. La società pubblica d'intervento per lo sviluppo
della Vallecamonica e del Sebino, con questo atto, ha già quindi messo
in pratica il principio governativo che prevede la riduzione dei costi della politica. Compagni di viaggio di Sala per i prossimi tre
anni saranno Nino Martino, vicepresidente, e Santino Fanchini, consigliere.
Il nuovo consiglio di amministrazione è stato votato da una solida
maggioranza, composta da circa l'85 per cento del capitale azionario, anche
se alcuni passaggi sono stati caratterizzati da un'accesa discussione.
"Mi rendo conto - ha affermato Walter Sala - che una società che
rappresenta un territorio così vasto, composto da oltre 100 Comuni,
due Province e sei Comunità montane, dovrà necessariamente
trovare un consenso più ampio, che vada oltre i tre membri del
consiglio di amministrazione". "Per questo motivo - continua Sala - l'impegno nostro sarà di coinvolgere
maggiormente l'assemblea dei soci, ora convocata una sola volta all'anno per
l'approvazione del bilancio. La riduzione del consiglio risponde alle logiche
di risparmio dei costi della politica, ma riduce la
partecipazione importante del territorio e delle parti politiche. I
dieci soci dell'assemblea diverranno quindi più operativi e saranno
maggiormente interessati nell'attività ordinaria di Secas". Sono
state anche confermate le linee d'indirizzo 2008- 2010 della società,
che vanno nel segno della continuità. Tra le principali
attività che impegneranno Secas nei prossimi tre anni ritroviamo il
progetto "Leader" e il sistema turistico dell'acqua, la
prosecuzione dell'accordo col Ministero del lavoro per il sostegno al settore
tessile e il terzo programma sulla Legge 236, l'Informagiovani e
l'Osservatorio sull'occupazione, il coordinamento degli eventi e il sostegno
alle attività sportive, l'agenzia di certificazione energetica e i
servizi più propriamente dedicati agli enti pubblici. Durante
l'assemblea dei soci sono state prese anche alcune decisioni strategiche per
il futuro. A iniziare dal fatto che la società è diventata a
totale capitale pubblico, tramite l'acquisto delle quote residue dei privati,
già peraltro limitate. Sono inoltre entrati a far parte dell'area di
Secas anche due nuovi territori, la Val di Scalve e il Monte Bronzone, e si
è deciso che la società potrà assumere il ruolo di
agenzia di sviluppo. Da ultimo è stata ufficialmente inclusa nelle
attività statutarie la gestione delle manifestazioni e delle strutture
fieristiche. giu. mo.
(
da "Corriere Adriatico" del
23-11-2007)
Budget da 6 mila
euro e mini-gettoni: la riduzione del costo della politica
non passa da qui Circoscrizioni a rischio chiusura: "Una follia" MACERATA
- Vivono in tre frazioni diverse, sono di tre partiti
diversi ma da qualsiasi parte la si giri su un punto sono tutti d'accordo: pensare di ridurre il costo della politica
abolendo le circoscrizioni è un errore che si rischia di pagare caro.
Molto più di quello che un momentaneo risparmio potrebbe far pensare.
L'ipotesi, apparsa nel disegno di legge del Governo sulla riduzione dei costi
della politica, è stata poi stralciata ed è ora sospesa ma
rischia di diventare "Anche perché - sottolinea Marco Foglia - si
perderebbe una voce importante per rappresentare le istanze dei cittadini nel
palazzo". Intanto quanto costano le circoscrizioni di periferia: il
budget è il medesimo per Sforzacosta, Pieridipa e Villa Potenza. Sei
mila euro da spendere all'anno e la spesa per i consiglieri: 178 euro al mese
per il presidente e una cifra fissa - circa 50 euro - da dividersi tra tutti
i consiglieri per ogni seduta del consiglio. "Se svolto in maniera
positiva - afferma Bernabei - e cioè con spirito amministrativo e non
politico, il ruolo delle circoscrizioni è fondamentale". Cita
l'esperienza della sua circoscrizione dove quasi ogni decisione - al 99% per
cento ammette - è presa all'unanimità. "Perché noi non
discutiamo di grandi questioni - aggiunge - ma di problemi che sono sotto gli
occhi tutti e la cui risoluzione sta a cuore a chiunque". "Il
consigliere e ancor più il presidente di circoscrizione - secondo
Lorenzo Calvani - sono una figura di riferimento e di collegamento; togliere
questa risposta alle esigenze dei cittadini contribuisce ad allontanare ancor
di più la gente dalla politica. Sono ben
altre le spese che debbono essere tagliate per risparmi effettivi".
"Prendiamo Villa Potenza - aggiunge Foglia - che ha un solo consigliere
comunale, che è dell'opposizione. Quali strade dovrebbe percorrere un
cittadino per far sentire la propria voce?". Secondo Foglia, si
può pensare a ridurre i consiglieri - che pure non sono molti - ma mai
a cancellare la partecipazione e il decentramento. Tutti e tre i rappresentanti
sono poi d'accordo nell'affermare che dietro la cancellazione delle
circoscrizioni potrebbe esserci anche un ulteriore rischio: quello,
cioè, di nomine di delegati da parte del sindaco in luogo di elezioni.
Quello che, peraltro, già accade in alcuni comuni, per esempio a
Civitanova. "Per risparmiare - conclude Bernabei - meglio togliere le
sovrastrutture inutili dalle competenze ambigue e sovrapposte che creano solo
figure da remunerare e non risolvono, anzi in alcuni casi aggravano, i
problemi".
(
da "Mattino di Padova, Il" del
23-11-2007)
Di Giusy Andreoli Il
taglio di poltrone fa decollare l'holding Dopo mesi di polemiche, lo
sfoltimento del cda mette d'accordo tutti i sindaci La multiutility ora
gestirà in proprio l'Ambito del Brenta CITTADELLA. A sottolineare la
soddisfazione di un risultato raggiunto dopo settimane di polemiche e di
critiche, un caloroso applauso ha concluso ieri sera l'assemblea di Etra.
Alla quale ha partecipato una maggioranza superqualificata: oltre l'82 per
cento delle rappresentanze dei soci. Ma le decisioni da prendere erano di vitale
importanza per il futuro della holding pubblica dei 72 comuni di 3
comprensori, soprattutto per quanto riguarda il servizio idrico integrato. Un
servizio che, se non si fossero approvati il nuovo statuto e il nuovo
regolamento, rischiava di dover essere messo a bando europeo. Così
invece il nuovo statuto societario consente ad Ato Brenta l'affidamento
diretto a Etra del servizio, garantendo alla stessa Etra la gestione
dell'idrico integrato per 30 anni a partire dal 2003. Superato lo scoglio più
spinoso, c'è stata la votazione di un documento propedeutico alle
designazioni successive del CdA (alla cui presidenza si vocifera dovrebbe
rimanere Stefano Svegliado) e del consiglio di sorveglianza. Quest'ultimo
sarà formato da amministratori locali - cioè i soci di Etra -
così da non far venir meno la linea di principio della riduzione dei
costi della politica, come prevede la nuova legge. I nomi non sono ancora
pronti, a riprova che la battaglia politica fra i vari schieramenti è
ancora in atto. Intanto sono stati determinati i numeri, cioè la
spartizione territoriale. Il CdA sarà composto da 5 persone (3 del
Padovano, 1 del Bassanese, 1 dell'Asiaghese; la presidenza andrà a un
padovano, la vice a un bassanese). Il comitato di
sorveglianza avrà un massimo di 14 amministratori non esterni e 1
revisore contabile. Il Bassanese avrà la presidenza e 3 componenti,
l'Asiaghese 1 componente, il Padovano 10. I 15 percepiranno solo un gettone
di presenza, poiché di fatto già godono dell'indennità di
amministratori. Nei prossimi incontri verranno determinati i nomi dei
15, che a loro volta designeranno i 5. In conseguenza a questi accordi è
partita anche la corsa al rinnovo del CdA di Ato Brenta, il cui mandato scade
nel 2009.
(
da "Denaro, Il" del 23-11-2007)
Campania regione
Cda delle società partecipate in linea con la Finanziaria 2007 Nessuna
corsa contro il tempo. Sulla questione del taglio dei componenti del cda
delle partecipate - questione che ha suscitato a
più riprese dure prese di posizione dell'opposizione di centro destra
che denuncia presunti sprechi e clientele - Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli
dicono di essersi già adeguati ai provvedimenti sui costi della politica previsti dalla Finanziaria 2007 e in particolare la circolare
del ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta. Ma ecco la situazione
secondo il monitoraggio fornito dalle tre istituzioni.In Regione Campania con
la legge regionale 24/2005 (finanziaria regionale 2006) ci si è mossi
con anticipo - dicono da palazzo Santa Lucia - rispetto alle decisioni del
governo, sul fronte della razionalizzazione delle società miste.
Durante l'anno in corso, sono stati dunque ridotti secondo i termini di legge
tutti i componenti dei cda delle società interamente controllate dalla
Regione e si stanno concludendo le dovute modifiche statutarie nelle
collegate e partecipate (dove l'iter è più lungo in quanto la
Regione non ha la maggioranza). I consiglieri sono stati ridotti da 255 a 208, e lo stesso
dicasi per i loro compensi, tutti quanti in linea - e in diversi casi al di
sotto - rispetto a quanto previsto dalla finanziaria 2006. Ecco gli
interventi più recenti. Controllate: società di trasporti
Sepsa, si è passati da un cda di 7 membri a un amministratore unico.
Soresa: entro oggi - si annuncia - il cda sarà ridotto da 5 a 3 membri. Talete: entro
oggi il cda sarà ridotto da 5 a 3 membri. Per le partecipate, nella Sma
il cda è stato ridotto da 5
a 3 membri. Trianon Viviani: cda ridotto da 5 a 3 membri.Sui numeri delle
società, delle 37 operative 12 mesi fa, si è passati a 33,
mentre altre 5 sono in corso di dismissione. Si tratta ovviamente, si
sottolinea in Regione, "di operazioni che vanno fatte con grande
attenzione, evitando svendite affrettate di quote azionarie che causerebbero
un danno all'erario". ang. mil. 23-11-2007.
(
da "Gazzetta di Reggio" del
23-11-2007)
Sport Il Calerno fa
poker e legittima il primato Serie A: la Victor perde gara e primato, Fabercom
raggiunta dal Taneto CALCIO CSI REGGIO. Risultati clamorosi nei campionati
Csi. OPEN CSI FIGC. Troppo forte il Calerno nel girone A. Perentorio il suo
4-0 alla Cerredolese. Sei i punti di vantaggio sul Carpineti A, che regola il
Pieve Cella. Tutto okay per il Daino Gavassa, che passa sul campo
dell'Arsenal Team. Basta un gol al Cab Montecchio per battere il Novellara.
In fuga anche il Campagnola, che supera il Massenzatico e s'invola al comando
del gruppo B. Il Brescello vince il derby con la Castelnovese Sherekan;
Boretto col minimo sforzo sul Ciano. In coda perdono ancora Boca Barco e
Sant'Agostino, piegate in casa da Maer Boiardo e San Faustino. E nel girone C
capeggiato dal Felina c'è un Nuovo Fellegara di slancio sulla Vianese.
Reti bianche tra Bugnina e Baiso. SERIE A. Clamoroso sorpasso nel girone A.
Perde la Victor Canali per mano del Bellarosa A. Passa davanti il Sassuolo
Tas (2-0 sulla Vecchia). Le goleade di Casablanca e Ceramiche Gazzini su Al
Ponte e Fratelli Bari. Il Casina mette sotto il Nuovo Metrò, il
Circolo Eremita raggiunge allo scadere la Croce Verde. Tutto invariato nel B,
con l'Atletico Rubiera 1º e l'Atlas 2ª, entrambe vittoriose su
Regium 99 e Venezia. Bene la Carrozzeria Iotti sulla ZegoBand. In parità
Cska Cavriago-Over 40, San Prospero-Roncolo e Rios-Praticello. Botto nel
girone C: la Fabercom Poviglio le prende in casa dalla Stella
Azzurra ed è raggiunta dal Taneto, di misura sull'Audax Poviglio.
Aricar Cavriago senza pathos sull'Fc 70. Un punto a testa in Virtus
Campegine-Arsenal. Nel D comandano i Rangers; in scia il San Valentino,
vittorioso sul Lokomotiv Alibabar. Netto dominio di Apc Scandiano e Atletico
Bilbagno su Real Pratissolo e Pegaso. SERIE B. Il girone A saluta il successo
del San Giovanni Querciola sulla Pizzeria Giavelli. Il Montagna impone il
pari alla Pietra. Nel gruppo B sorride il Brevini sulla Bcb Calcio e allunga
sull'Invicta A, bloccata sull'1-1 dal Sesso. Poker della Mirandola sul San
Prospero. l'Hellas Albinea viola il terreno del Columbia. Tutto okay per
Rossi Timbri e Primavera su Virtus Campegine e Bochum 98. L'Arceto trionfa nel
derby del girone C sul Dinazzano. Non molla la Gazzini B, che piega il
Fogliano. Senza rivali il San Pellegrino, che nel gruppo D batte pure il
Cervo Massenzatico. Il Ciccisbey supera il Cadè, le Terre Matildiche
esultano sul Liptide. Niente gol in Barcaccia-Gazzata. Il Real Boys conquista
la vetta del girone E grazie all'1-0 sul Castellarano e al pareggio della
Nocetolese con il Re Football Club. Non ne approfitta il Bellarosa, incapace
di battere la Correggese. Muovono la classifica Carpine e Praticello, il Play
Sport fa bottino pieno sulla Borzanese. GIOVANILI. Nei giovanissimi a 7
Gattatico vittorioso sulla Venezia. Cinquina dell'Arcetana sul Fogliano.
Tutto facile per il San Faustino sulla Vigor. Nei giovanissimi a 11 impatta
il San Prospero Correggio col San Pellegrino Everton. Bene l'Oratorio Camara
sulla Virtus Bagnolo. Il Cervo Collecchio piega il Real
San Prospero Rizzo. Nei giovanissimi sperimentali, gra nde Invicta sul
Campagnola. Tris di Castelnovese e Novellara in trasferta contro Coviolese e
Fosdondo. Poker dell'Fc 70 sul Boca Barco. Nei ragazzi a 7, cinquina del
Gattatico sul Progetto Intesa, ma anche l'Ambrosiana sorride con la Fides.
Nei ragazzi a 11, Val d'Enza e San Pellegrino Everton comandano a braccetto
grazie ai successi su Sesso e Terre Matildiche. La Virtus Bagnolo gioca a
tennis col Primavera. Show nel 4-3 con cui il Sant'Agostino batte la Virtus
Campegine. Il Primavera comanda il torneo juniores, col Sant'Agostino
costretto ad inchinarsi. Tra le seconde, il Fosdondo ha la meglio sul San
Pellegrino Everton. Sesso e Fosdondo di misura su San Maurizio e San
Pellegrino Everton. Divertente e spettacolare il 3-3 tra Rubierese e Invicta.
Infine gli allievi. Negli "a 7" dilagano San Pellegrino e Progetto
Intesa contro Ambrosiana e San Faustino. Negli "a 11" rallenta
l'Ambrosiana nel girone A, frenata dal Fosdondo. Invicta-Vigor finisce pari.
Passeggiata invece per il San Maurizio con la Vianese. Nel gruppo B, dominato
dall'Oratorio Camara, si contendono la piazza d'onore Fc 70 e Terre
Matildiche, entrambe in hurrà su Boca Barco e Campeginese. Il
Sant'Agostino espugna la tana del Progetto Intesa.
(
da "Tirreno, Il" del 23-11-2007)
TAGLI CANCELLATE LE
COMUNITà L'Italia è il paese del sole, ma ogni volta la luce si
accompagna al navigar inquieto delle nuvole. Soprattutto in politica. I cittadini che abitano la montagna non sanno se
il provvedimento dell'annunciato taglio del numero delle Comunità
Montane, molte delle quali si giustificano unicamente per la gibbosità
di qualche cavalcavia, porterà loro svantaggi o colpirà gli
interessi costosi della politica, a cui mira di
porre argine il provvedimento del ministro Linda Lanzillotta. Nessuno spiega
ai cittadini della montagna se con il concetto della montanità si
manteranno i vantaggi acquisiti, o se tutto va a ramengo con il taglio degli
enti montani. Leggiamo che l'approvazione in sede di commissione del Senato
dell'articolo 13 della Finanziaria mette in moto un meccanismo distruttivo di
cui il Governo Prodi dovrà rispondere. In Italia la centralità
degli interessi dei cittadini, che non c'è e che neppure il
centrosinistra cerca di introdurre per non inimicarsi le potenti lobby
economiche e politiche, è sempre affiancata impropriamente e
inopportunatamente dalla centralità della questione politica.
Ma perché, se si riducessero gli enti montani, i cittadini dovrebbero pagarne
lo scotto e non giovarsi invece delle risorse, poche o tante che siano, che
si libererebbero? Ma dove sta scritto che i cittadini, scalando dal costo
della politica qualche stipendio di presidenti e di
assessori comunitari, debbano per forza perdere i vantaggi finora conseguiti?
Qualora comunità che non sono montane perdessero risorse che dovevano
invece andare a sostegno delle popolazioni che abitano veramente la montagna,
è giustificato tanto allarmismo? Se la coperta è corta,
è bene che siano coperti i bisogni. Abitare in montagna obbliga a far
fronte a costi aggiuntivi per l'economia famigliare, come per la
frequentazione delle scuole superiori e dell'Università, per il
riscaldamento domestico, per una situazione naturale di prezzi dei generi di
prima necessità dai costi superiori a quanto si può scontare
nei supermercati delle città e delle aree con densità abitativa
maggiore di quelle montane. Il ministro Lanzillotta vuole togliere risorse a
coloro che abitano ed operano in montagna o alla politica e a coloro che vivendo in zone più vantaggiate
usufruiscono dei vantaggi che non dovrebbero avere? Gli amministratori locali
sul piede di guerra dicano a quale dei due scenari il governo Prodi
mirerebbe. I tagli al costo della politica partitica non possono essere anche la ghigliottina sotto la quale far
cadere il sostegno doveroso agli abitanti della montagna. L'equazione
abbattimento uguale benefici politici è un'emergenza nazionale da cui
l'Italia deve uscire, poiché il buon esempio è fattore non eludibile
per far ripartire lo sviluppo nazionale. Giuseppe Vezzosi.
(
da "Espresso, L' (abbonati)" del
23-11-2007)
REPORTAGE I dannati
del bangladesh di raimondo bultrini La violenza del ciclone Sidr ha lasciato
dietro di sé migliaia di vittime e di senza tetto, ucciso animali e piegato
un'economia già poverissima. è l'ennesima
tragedia di un Paese dilaniato da miseria, faide sanguinose, corruzione e regimi dittatoriali da Dacca Il poliziotto in servizio a uno
degli incroci del trafficato viale Kazi Nazrul Islam non usa né fischietto né
libretto delle multe. Col suo manganello di legno colpisce alla testa il
guidatore di risho senza troppi complimenti. Il ragazzo copre il capo
con le mani e cerca di muovere in fretta il suo variopinto veicolo davanti
agli sguardi nervosi di automobilisti e passeggeri degli autobus, incastrati
da un tempo interminabile tra un ammasso di veicoli che sputano denso fumo
nero. Nella caotica Dacca, la capitale del Bangladesh in perenne
fibrillazione politica, sociale e religiosa, le
piccole e grandi tensioni quotidiane che affiorano per l'ingombrante lentezza
del traffico e dei suoi 400 mila risho, un record mondiale, sono un po' lo
specchio di un Paese che porta con sé immutabili nel tempo i codici genetici
della perenne guerra di sopravvivenza del suo popolo. Un popolo dal destino
associato prima all'India, dopo la partizione del 1947 al Pakistan, e,
infine, al solo Allah, che ogni anno spedisce dal cielo o dal mare il suo
messaggio di instabilità. L'ultimo, il ciclone Sidr, che il 15
novembre ha spazzato alla velocità di 240 chilometri
orari il raccolto di un anno, preso la vita di migliaia di uomini, donne e
bambini, e di milioni d'animali, incluso un numero incalcolabile di preziose
mucche e capre, di specie rare come le tigri reali del Bengala e le gazzelle
delle isole Sundarban. Difficile stimare quando e come il Paese si rialzerà
di nuovo. E del resto il passato dominato da divisioni, corruzione
e atavica povertà continuerà di certo a pesare anche
nell'immediato futuro, nella stessa suddivisione degli aiuti internazionali
che stanno già arrivando copiosi, ma pronti a disperdersi prima di
raggiungere l'oceano dei veri bisognosi, come i mille fiumi che sfociano
attraverso innumerevoli canali laterali nel più grande sistema di
estuari del mondo. Altro simbolo del caos che regna (e regnerà)
è il porto di Sadar Ghat sulle acque melmose del fiume Buriganga,
l'arteria fluviale dove migliaia di barchette, traghetti e chiatte si
sfiorano, toccano, e spesso affondano, prima di imboccare i vasti affluenti e
smistare milioni di passeggeri accalcati fino all'inverosimile nei villaggi
dell'interno. Ma è nel cuore dell'antica metropoli islamica di 12
milioni di anime che si gioca oggi una delle più gravi e incerte fasi
della sua disgraziata storia. A gennaio un governo transitorio appoggiato
dall'esercito ha preso il potere, mettendo in galera oltre 170 politici e
alti burocrati, comprese due storiche nemiche, la progressista Sheikh Hasina
Wajed dell'Awami League, unica figlia sopravvissuta alla strage familiare
dell'eroe Bangabandhu fondatore del Paese, e l'ultra-nazionalista Khaleda Zia
del Bangladesh National Party, vedova di uno dei numerosi dittatori della
storia, rilasciata in questi giorni su cauzione. Il declino politico di
queste due donne sedute a turno sulla poltrona di primo ministro senza mai
parlarsi tra il 1991 e il 2006 e delle loro aristocratiche famiglie di
potenti affaristi e politici non è stato indolore. Il prezzo degli
errori passati è costato molte vite e indicibili sofferenze a una
popolazione di 150 milioni di persone (settimo luogo tra i più
popolati del pianeta) costrette a spartirsi 134 dollari a testa di debito
estero, pari al 95 per cento del bilancio statale, contro 400 miseri dollari
di reddito pro capite. Dacca espone alcune lussuose e artificiali vetrine del
benessere, come il centro commerciale di Bashundhara, definito il migliore
dell'Asia, o s'inorgoglisce dell'eclettica architettura di Louis Khan per il
Parlamento di Jatiyo Sangshad (chiuso a tempo indeterminato nell'ottobre del
2006), ma ben poche altre realizzazioni moderne sono comparabili ai progressi
della vicina India e dello stesso Pakistan, dai quali si è staccato
pagando altissimi prezzi di sangue. In 37 anni di indipendenza e relativa
pace il Paese non ha costruito che rare oasi produttive al di fuori delle
tradizionali coltivazioni agricole di riso e di juta, precipitando, secondo
un recente rapporto della Banca mondiale, dall'88 al 107 posto tra i 178
paesi scelti dalle imprese straniere per i loro affari. L'unico successo
d'immagine internazionale è giunto nel 2006, con il Nobel della Pace
al banchiere dei poveri, Mohammad Yunus, docente di Chittagong. Ma l'euforia
collettiva è durata ben poco. Sull'onda dell'acquisita
popolarità con il riconoscimento mondiale ai progetti di micro credito
della sua Grameen Bank, Yunus aveva promesso di mettersi subito all'opera per
risollevare il Bangladesh e a marzo aveva annunciato la formazione di un
partito chiamato Nagarik Shakti, 'Potere dei cittadini'. Ma ad agosto ha
confessato che il suo sogno di rivoluzione politica
dal basso si scontrava con l'atavica indifferenza della popolazione e la
mancanza di figure adeguate al suo progetto di pulizia etica. Alcuni dicono
che lo stesso sistema abbia creato in realtà anche molti danni,
spingendo i poveri a indebitarsi col sogno di un piccolo business per poi
vedersi togliere tutto se non ripagano il prestito entro un anno. In nome
della politica della trasparenza dopo le sanguinose
faide di strada tra i partiti di Zia e Hasina si è presentato
quest'anno con il suo golpe bianco Fakhruddin Ahmed, un ex governatore della
Banca centrale e consulente della Banca mondiale. Nonostante la promessa di
libere elezioni entro il dicembre 2008, il suo esecutivo, spalleggiato dai
militari, non ha migliorato l'immagine dittatoriale che ha caratterizzato le
coalizioni 'democraticamente' elette del passato. Col pugno duro ha represso
le proteste popolari seguite al vertiginoso aumento dei prezzi dei generi di
prima necessità, alla chiusura di numerose fabbriche e alla cacciata
dei poverissimi abitanti da molte baraccopoli illegali. Sotto tende di plastica
e capanne di legno e bambù, se non direttamente sui marciapiedi, vive
uno sciame incalcolabile di cittadini che invade le stazioni ferroviarie come
Kawran bazar, dove dopo il ciclone giungeranno di certo altre migliaia di
profughi destinati a sopravvivere di avanzi di frutta e verdura marciti nei
mercati, specialmente durante i monsoni, per l'insopportabile umidità
tropicale accentuata dai cambiamenti climatici dell'effetto serra. "Il
riscaldamento del pianeta è diventato una questione di vita e di morte"
per paesi come il Bangladesh, ha detto recentemente Yunus durante un convegno
a Seul, dove ha ricordato che il nome del suo Paese è immancabilmente
associato ogni anno alle disastrose alluvioni con migliaia di vittime che
hanno ridotto a 144 mila chilometri quadrati la superficie abitabile. Tutto
considerato è difficile non considerare ormai fortunate le stesse
operaie delle fabbriche tessili, dove si lavora 14 ore al giorno in ambienti
insalubri per produrre magliette e vestiti destinati ai colossi multinazionali
come i Wal-Mart americani o ai mercati europei, italiani compresi.
L'alternativa può essere visibile nella costante crescita del traffico
di minori e prostitute verso i bordelli dell'Asia, India in testa, o
nell'aumento dei gruppi fondamentalisti che pescano nel malcontento
anti-occidentale e anti-indiano, come l'Harkatul Jihad Al-Islami. Nessun
segno dunque di un'inversione di tendenza nel disastroso trend bengalese? A
leggere le statistiche gli unici dati controcorrente sono il diminuito tasso di
fertilità femminile, passato dal 6,2 per cento di 30 anni fa
all'attuale 3,1, e quello della mortalità infantile, più che
dimezzato dal 1990 a
oggi. Ma il Paese che troveranno questi bambini è purtroppo ancora una
grande incognita. E una volta tanto, grazie alle previsioni di intensi
cambiamenti climatici già manifestati con il ciclone Sidr, la colpa
non sarà soltanto dei politici corrotti. Raimondo Bultrini.
(
da "Gazzettino, Il (Udine)" del
23-11-2007)
I
COSTI DELLA POLITICA Dal 2002 ad oggi sono triplicati i contributi ai gruppi consiliari
regionali Dal milione di euroerogato nel 2002ai circa tre milionispesi nel
2006.Gli ex consiglieri regionaliArduini e Bortuzzodenunciano comei costi
dell'assembleasiano aumentatisensibilmenteA pagina IX.
(
da "Gazzettino, Il (Udine)" del
23-11-2007)
\L'APPELLO I
giovani medici: "Calendario assurdo per abilitazione e
specialità" Non bastasse un percorso formativo tra i più
lunghi ci si mette pure un calendario d'esami assurdo a ostacolare i
neomedici.I giovani medici dell'Università di Udine che hanno ultimato
nei tempi regolari il corso di studi della durata di sei anni, nelle sessioni
di laurea di luglio e ottobre 2007, si trovano infatti in una situazione
paradossale e si sono appellati anche ai parlamentari friulani per tentare di
risolvere il problema. Qual è l'inghippo?Sono loro stessi a chiarirlo:
"I laureati in Medicina, successivamente al conseguimento della laurea,
devono sostenere l'esame di Stato che permetta loro di ottenere
l'abilitazione professionale, requisito necessario per accedere all'esame di
ammissione alle Scuole di Specializzazione. Il conseguimento del titolo di
specialista è requisito giuridicamente indispensabile per poter
accedere nel mondo del lavoro"."Recentemente il ministro Mussi ha
ribadito il proposito di istituire un bando che preveda i prossimi esami di
ammissione alle Scuole di Specialità per il mese di gennaio 2008 -
proseguono - Tale data risulta anteriore a quella di sostenimento dell'esame
di Stato con la conseguenza che i neolaureati nelle sessioni regolari di
luglio ed ottobre, ottenendo l'abilitazione professionale il 15 febbraio 2008
(prima sessione disponibile), si vedono precludere la possibilità di
partecipare all'esame di ammissione di gennaio e, di conseguenza, sono
costretti ad una inattività forzata di un anno nel percorso formativo
obbligatorio"."Questo viola gravemente il diritto alla continuità
degli studi, garantito invece all'estero, in particolare tra gli Stati membri
dell'Unione Europea" sottolineano."Ci chiediamo la
legittimità di un concorso in cui non vi sia selezione, ma vengano
banditi più posti di quanti non siano i potenziali partecipanti.
Può essere chiara invece la reale finalità di un tale atto,
volto a risparmiare di fatto il finanziamento di circa 5000 borse, che
giocoforza non potranno essere utilizzate - ipotizzano i medici -. Poco importa se questo ricadrà pesantemente sul servizio
erogato dal Sistema Sanitario Nazionale, e se questo andrà a discapito del
valore che lo Stato dovrebbe attribuire alla persona in quanto tale e alla
salute degli individui. Infatti tale incoerenza cronologica rischia di
formare il prossimo anno un numero di specializzandi inferiore al fabbisogno nazionale; gli specializzandi risultano di fatto essenziali per
un adeguato svolgimento dell'attività assistenziale negli ospedali
universitari ed una riduzione del loro numero porterebbe ad un importante
disservizio"I laureati in medicina, che possono contare sul sostegno
anche dei vertici dell'Università di Udine, si augurano a questo punto
che il Ministero ponga rimedio per fare in modo che gli esami di
specialità si svolgano in una data successiva e quindi compatibile con
il conseguimento dell'abilitazione professionale.E avvertono: "Un
provvedimento sollecito eviterebbe che i laureati più meritevoli
risultino costretti a ricercare al di fuori dell'Italia soluzioni di studio e
professionali più efficenti e soddisfacienti".
(
da "Gazzettino, Il (Udine)" del
23-11-2007)
Arduini e Bortuzzo
sui costi della politica "Triplicati i rimborsi
ai gruppi consiliari" Dal milione del 2002 ai 3 del 2006 Udine(loma) In
quattro anni sono aumentati di almeno 5 milioni i costi di funzionamento -
spese per i dipendenti escluse - del Consiglio regionale. Un incremento di
circa il 30\% che viene segnalato dagli ex consiglieri regionali Pietro
Arduini e Matteo Bortuzzo, che evidenziano anche come all'interno delle
diverse voci di spesa, ci siano anche i contributi ai gruppi consiliari,
"aumentati del 210\% - sostengono Arduini e Bortuzzo - infatti si
è passati da un milione di euro, quando la maggioranza era di
centrodestra, a oltre tre milioni di euro nel 2006, senza che l'attuale
maggioranza di centrosinistra abbia sentito il minimo bisogno di informare e
fornire spiegazioni. La domanda che sorge è se per caso, in questo
incremento, rientri anche la decisione presa nel 2003 di adeguare i compensi
dei consiglieri alla tabella B dei parlamentari, che prevede la
possibilità di ottenere rimborsi spese per ogni componenti dell'assemblea
regionale per 3mila euro al mese"."Il presidente del Consiglio,
Alessandro Tesini - osservano Arduini e Bortuzzo - sostiene che la nostra
è la più virtuosa tra la regioni italiane. Se davvero questa
regione è la più virtuosa, allora come sono conciati i bilanci
delle altre assemblee regionali? Sia chiaro che con queste domande non si
mira a gettare benzina sul fuoco dell'antipolitica,
ma a sollecitare una maggiore attenzione per le riforme e una totale
trasparenza riguardo ai costi della politica".
Un'accusa respinta da Tesini. "I costi generali del Consiglio regionale
del Friuli Venezia Giulia, in cinque anni - ha spiegato Tesini - sono
aumentati del 30 e non del 50\%, con un bilancio consuntivo 2007 di 26
milioni di euro. Tesini ha spiegato che "gli stessi ex consiglieri
ammettono di mettere a confronto un consuntivo 2002 di 20 milioni di euro con
un preventivo 2007 di 29,5 milioni di euro, al quale corrisponderà,
fra qualche giorno, un consuntivo di nemmeno 26 milioni di euro".
L'aumento, secondo Tesini, è determinato sicuramente dall'aumento dei
finanziamenti ai gruppi, "chiesto e votato da tutti i gruppi consigliari
ad inizio legislatura - precisa - dal normale incremento dell' inflazione e
delle indennità, bloccate ai valori del primo gennaio 2006 e lì
ridotte del 10\%, e dagli investimenti in tecnologie, servizi e funzioni,
indispensabili per il potenziamento delle nuove funzioni del Consiglio
regionale per i compiti di rappresentanza, funzioni, indirizzo e
controllo"."Ringrazio gli ex consiglieri Arduini e Bortuzzo -
conclude Tesini - perché dichiarano in modo responsabile le loro intenzioni,
respingendo qualsiasi riferimento alle forme più approssimative e
violente dell'antipolitica e sostengono invece le
ragioni della trasparenza. Le risposte agli interrogativi che pongono, sono
pubblicate da luglio sul sito della Conferenza nazionale
www.parlamentiregionali.it".
(
da "Gazzettino, Il" del 23-11-2007)
Autostrade: il
nuovo consiglio cala da 15 a13 componenti, un vicepresidente al posto di tre
e da gennaio sparirà l'amministratore delegato Venezia-Padova: 260mila
euro di bonus ai consiglieri L'indennità sarà divisa tra tutti
i membri del cda. Il presidente Casarin: "Ci è stato richiesto un
particolare impegno" VeneziaHanno lavorato tanto e prodotto molto, ergo
ai quindici amministratori uscenti della Società delle Autostrade di
Venezia e Padova va riconosciuto un bonus: 260mila euro di indennità
di risultato. Come saranno ripartiti questi soldi tra i quindici
amministratori sarà deciso dal nuovo Consiglio di amministrazione,
nominato ieri mattina a Villabona dall'assemblea dei soci della spa, che dopo
aver modificato lo statuto secondo quanto stabilito dalla Finanziaria ha
provveduto a tagliare le poltrone: da 15 a 13 (sono saltati un rappresentante di
Autovie e uno della Brescia-Padova). Ridotti anche i componenti del comitato
esecutivo: da 8 a
6, compreso il presidente. E ridotti i vicepresidenti: da 3 a 1. I costi del Cda
caleranno da 550mila euro a 400mila. Ma, da gennaio, sparirà
l'amministratore delegato.L'AVANZO DI BUDGET -È stato il presidente
della Venezia-Padova, Vittorio Casarin, a proporre il bonus. Casarin ha
ricordato che i compensi spettanti al Cda erano stati deliberati
dall'assemblea dei soci dello scorso 7 maggio - 550mila euro complessivi -
sottolineando che si trattava di un importo inferiore ai limiti stabiliti
dalla legge. E sempre Casarin ha ricordato che la Finanziaria 2007, oltre
alle prescrizioni sul numero dei consiglieri (quelli di nomina pubblica non
possono essere più di cinque e la Venezia-Padova già era in
regola), ha introdotto anche alcune "limitazioni sui compensi". Ad
esempio: per gli amministratori pubblici, come lo stesso
Casarin che è anche presidente della Provincia di Padova, c'è
il divieto di cumulo delle indennità. Ma anche l'amministratore
delegato non può più percepire un centesimo se già siede
nel Cda e dunque prende l'indennità fissa e i gettoni di presenza e le diarie come consigliere. Il caso, appunto, di Lino
Brentan. Dalla scorsa estate, dunque, alcuni compensi sono stati
congelati. E parte dei 550mila euro stanziati a bilancio sono così
rimasti in cassa. Quanti soldi? 260mila euro, cioè la cifra proposta
come bonus visto che con questo premio resta fermo l'ammontare del budget
"compreso l'amministratore delegato".IL PREMIO -Il presidente
Casarin è stato convincente: "Occorre riconoscere che durante
l'anno in corso agli amministratori è stato richiesto un particolare
impegno per sviluppare l'azione della società. Hanno dovuto affrontare
problematiche di varia natura legate alla conclusione, ormai prossima della
concessione ma hanno anche dovuto lavorare per creare le premesse per il
futuro sviluppo di questa società. Si sono dovuti perciò
confrontare con enti e istituzioni statali e locali.... Nel loro lavoro non
hanno trascurato la gestione ordinaria... e la semestrale preannuncia un
bilancio 2007 senz'altro positivo". Ciò premesso, "appare
doveroso riconoscere agli amministratori, nella forma di partecipazione agli
utili, una ragionevole e proporzionata indennità di risultato".
Occhio, è tutto in regola: l'erogazione di una indennità
"è prevista dalla stessa Finanziaria 2007 nel caso di produzione
di utili".ADDIO AD -I 260mila euro saranno ripartiti tra i componenti
del consiglio di amministrazione che decideranno, tra loro, come spartirsi il
premio. La media, con i vecchi 15 consiglieri compreso il presidente e all'amministratore
delegato, è di oltre 17mila euro a testa. A proposito di
amministratore delegato: questa figura, introdotta alla Venezia-Padova
quattro anni fa quando Giustina Destro prese il posto di Lino Brentan alla
presidenza della spa, da gennaio sparirà. "La macchina è
oliata - ha detto Casarin - può camminare anche con una persona
sola". Cioè con il solo direttore generale. Visto che l'attuale
direttore, Loris Manente, a fine anno andrà in pensione, l'idea di
Casarin è di conferire l'incarico a Brentan, che dovrà
però dimettersi da membro del Cda e a quel punto la Provincia di
Venezia - che ieri l'ha nuovamente indicato - dovrà scegliersi un
altro rappresentante.I TAGLI -Senza i compensi per l'amministratore delegato
(ruolo che appunto sparirà da gennaio) e con meno consiglieri (da 15 a 13) le spese per il
consiglio di amministrazione caleranno. Ieri l'assemblea dei soci ha fissato
il budget annuo complessivo: 400mila euro, cioè 150mila in meno
rispetto a prima. 300mila saranno per le indennità fisse (e spetterà
sempre al Cda stabilire la ripartizione tra i componenti), i rimanenti per gettoni di presenza, diarie,
rimborsi spese.L'ASTENSIONE -Al voto si è astenuto il rappresentante
di Archimede 3, la società detenuta da Save (aeroporto Marco Polo) che
ha il 4,64\% della Venezia-Padova e che ha nuovamente indicato come
amministratore dell'Autostrada Enrico Marchi. Astensione, pare, per contenere
i costi. Il Comune di Venezia (3\%, ieri c'era il direttore generale Vincenzo
Sabato) e la Provincia di Venezia (7,61\%, c'erano Davide Zoggia e
l'assessore Paolo Gatto) hanno dato voto favorevole a patto, però, che
si verifichi che i compensi sono in linea con quelli delle aziende
partecipate dal Comune (parametro di riferimento Vesta/Veritas). Casarin ha
rassicurato: la Venezia-Padova contiene i costi. E ha spiegato come: stando
alla Finanziaria, il presidente della Venezia-Padova dovrebbe prendere il
96\% dell'indennità del presidente della Provincia capoluogo
(cioè il 96\% di Zoggia, 98mila euro) e i consiglieri di amministrazione
il 70\% dell'indennità del presidente dell'Autostrada (cioè
70mila euro). Fatti due conti, un milione 200mila euro contro il budget
fissato in 400mila euro. Dunque Casarin sostiene di risparmiarne 800
mila.Alda Vanzan.
(
da "Redattore sociale" del
23-11-2007)
DISABILITA'
17.1023/11/2007 Gli ausili in Italia: un privilegio per pochi Non più di
6.000 euro per una protesi, quando un e-leg ne costa 20.000. 250 euro per un
piede di legno, mentre un piede in fibra e carbonio ne costa 2.000. Non
è così nel resto d'Europa, dove gli ausili più moderni
sono a carico dello Stato ROMA - Nell'assistenza alle persone disabili
l'Italia investe poco e male: secondo i dati di Eurostat, tra 15 Paesi
dell'Unione Europea l'Italia è al 12° posto nell'erogazione di fondi
da destinare alle persone disabili, superata perfino dal Portogallo e seguita
solo da Francia, Grecia e Irlanda. "E l'Italia spende molto più
in pensioni che in protesi", ha denunciato Hanau, intervenendo al
convegno promosso da Federsalute su "Disabilità in Italia: i
servizi, gli ausili e il Fondo per la non autosufficienza". "Dal
punto di vista imprenditoriale, questa è una follia", ha
commentato Daniele Bonacini, atleta paralimpico e presidente
dell'associazione "Disabili no limits". "La fornitura
dell'ausilio restituisce l'autonomia e ricolloca il disabile come parte
attiva e costruttiva della società. Lo Stato invece preferisce
retribuire un disabile perché resti nel suo ghetto senza fare nulla".
Per quanto riguarda il finanziamento statale di ausili e protesi, infatti,
l'Italia è decisamente indietro rispetto al resto d'Europa e agli
Stati Uniti. E' qui che si apre il capitolo dolente del Nomenclatore
tariffario, che dal 1999 aspetta di essere aggiornato e a cui ora il governo
ha messo mano. "In Europa il Sistema sanitario nazionale fornisce protesi e ausili all'avanguardia del
tutto gratuitamente: arriva a spendere fino a 20.000 euro per un c-leg, il
ginocchio elettronico". In Italia il nomenclatore non include gli ausili
più recenti e lo Stato, di fatto, fornisce dispositivi ormai
ampiamente superati. "Per una protesi, ad esempio, lo Stato italiano
passa al massimo 6.000 euro. Di conseguenza, chi volesse un ginocchio di
ultima generazione, che garantisce una camminata fluida, dovrebbe sborsare
14.000 euro. Lo stesso accade per la protesi del piede: un piede in fibra e
carbonio costa almeno 2.000 euro, Il sistema sanitario italiano passa solo il piede di legno, che costa 250 euro. Ma
un piede di legno dopo 50
metri fa sentire tutte le sollecitazioni sul moncone e
non ha alcuna finzione ammortizzante". Questo è ciò che il
nostro Paese fornisce ai disabili, da 30 anni in qua: costringendoli a
camminare con piedi di legno e a muoversi su carrozzine che pesano 10
chili, mentre in tutta Europa tutti usano quelle ultraleggere in fibra e
carbonio, che pesano al massimo 2 chili". A pesare sul
"mercato" italiano degli ausili è l'assenza di produttori
nel nostro Paese. "Ogni Paese europeo ha il suo grosso produttore,
tranne l'Italia, che così è costretta a importare protesi e
ausili, con un ricalco del 70% sul prezzo finale. Eppure in Italia ci sono
eccellenze in termini di materiali compositi: perché nessuno si mette a
produrre ausili per disabili? Il mercato certo non mancherebbe, visti i
numeri dell'Istat". Proprio per colmare questa lacuna, Bonacini ha dato
vita alla Roadrunnerfoot Engineering srl, che si propone di progettare e
produrre ausili a costi inferiori, così da rendere la tecnologia
accessibile all'utenza. Tra i progetti in cantiere, la realizzazione di un
piede stampato a iniezione destinato al Centro Africa e al Medio ed Estremo
Oriente: costerà meno di dieci euro. (cl).
(
da "Stampa, La" del 24-11-2007)
COSTI DELLA
POLITICA.INTERVENTO DI "CITTA' DEI VALORI" "Nell'Ossola
c'è un amministratore ogni 106 cittadini: è giusto
ridurre" Se gli amministratori ed i politici non fanno nulla per ridurre
i costi della politica, sia la presidente della
Regione ad avviare il riordino di Comuni e delle Comunità montane in
Piemonte. E' la proposta dell'associazione culturale e politica
"Città dei valori" di Domodossola che entra a piedi uniti
nella discussione sui tagli degli enti locali. Un intervento che Mario
Militello, coordinatore dell'associazione, accompagna con dati statistici
eloquenti. "Interveniamo visto il silenzio degli addetti ai lavori, di
presidenti, di parlamentari, compreso chi anni fa faceva libri bianchi sugli sprechi" dice Militello. "In Italia ci sono 356
Comunità montane - dice - . Il Piemonte ne conta 48, più della
vicina Lombardia che ne ha 30.
L'Ossola, 67.287 abitanti, ne vanta cinque con 114
amministratori: uno ogni 129 persone; inoltre qui ci sono 38 Comuni con 521
amministratori, pari ad un rappresentante ogni 106 cittadini. Le nostre
stime, per difetto, parlano di un'indennità di carica totale di oltre
750 mila euro per gli amministratori comunali e di un milione e 100 mila per
le Comunità montane". L'associazione "Città dei
Valori" sostiene che la razionalizzazione dei Comuni e delle
Comunità possa già essere avviata dalla Regione grazie alle
possibilità date dagli articoli 117 e 133 della Costituzione,
da alcune leggi e decreti legislativi. "Ricordo - aggiunge Militello,
che in passato è stato assessore a Domodossola e figura anche tra i
rappresentanti dell'Unione Consumatori - che la legge vieta di istituire
Comuni con popolazione inferiore ai 10 mila abitanti e che al fine di
favorire la fusione tra i Comuni, oltre ai contributi regionali, lo Stato
eroga per 10 anni consecutivi alla fusione altri contributi straordinari
commisurati ad una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si
fondono. Una necessità per l'Ossola che su un totale di 38 paesi ha
10.492 abitanti raggruppati in venti Comuni ed ha 34 Comuni con meno di
tremila abitanti". Una proposta che, aggiunge Militello,
"incontrerà resistenze e opposizioni per l'atavico ma obsoleto
permanere di campanilistici attaccamenti alla plurisecolare forma di
autogoverno, oltre che per probabili poco encomiabili interessi
elettoralistici. Non a caso questi giorni si registrano lagnanze e proteste
per la paventata riduzione dei trasferimenti dello Stato agli enti
comunali".
(
da "Giorno, Il (Lodi)" del
24-11-2007)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Bergamo - Brescia))
Di GUIDO BANDERA ? LODI
? I COSTI della politica fanno infuriare i cittadini e il parlamento pensa di
cominciare a tagliare dagli enti locali. Così, seppure nell'ultima
Finanziaria è entrato il blocco degli stipendi degli onorevoli,
è stata varata anche una riduzione dei componenti dei Consigli
provinciali e comunali, delle Giunte e del numero di assessori. Un colpo di
forbici già deciso, votato con la legge finanziaria in Senato, e ora
in attesa della ratifica della Camera. La riduzione è stabilita per
fasce di abitanti e dovrebbe essere applicata dal prossimo rinnovo dei
Consigli. Per Lodi il taglio è di circa un quarto dei posti a Palazzo
Broletto. Oggi l'assemblea è costituita da 40 eletti, cui si aggiunge
di diritto il sindaco. Dalla prossima legislatura dovrebbero passare a 32,
con un taglio complessivo che rasenta il 25 per cento del totale. I tagli
però non si fermano a questo, ma riguardano anche la "squadra di
governo". LA FINANZIARIA, infatti, incide anche sul numero di assessori.
Lodi, secondo la sua classe demografica, avrebbe il diritto di istituire una
Giunta con la bellezza di 16 assessori. Una quantità che però
non è mai stata raggiunta. Nessuno ha mai ritenuto necessario, per
compensare gli equilibri politici di una coalizione di maggioranza, di
arrivare a un numero così elevato di assessori, che sarebbero anche di
difficile gestione. Una seduta di Giunta così affollata dilaterebbe
inevitabilmente anche i tempi per le decisioni, che almeno in un Comune,
devono essere celeri per rispondere alle esigenze dei cittadini. Lodi ha oggi
solo otto assessori, la metà del limite. Il numero massimo,
però, dalla prossima legislatura comunale sarà di 12. Questo
è almeno un elemento che non dovrebbe sconvolgere la situazione di
Palazzo Broletto. Tagli in vista anche nella rappresentanza dei quartieri. La
legge, infatti, impone un taglio anche dei Consigli di zona, che oggi sono facoltativi per i Comuni della grandezza di Lodi.
Dalla prossima legislatura, dunque, questi organi dovrebbero essere
eliminati. Oggi sono peraltro quasi tutti appannaggio dell'opposizione. In
città essi hanno solo potere consultivo e gli eletti non hanno gettone
di presenza. I servizi che ora erogano passeranno in carico a Palazzo
Broletto. Il risparmio, almeno per il Comune di Lodi, dovrebbe essere
di 2mila euro a consigliere all'anno. Un risparmio che però si
tradurrebbe in un inevitabile aumento di costi per i componenti delle
commissioni consiliari, che sarebbero costretti a riunirsi più spesso,
limando il teorico risparmio, a fronte di una riduzione della rappresentanza.
- -->.
(
da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)
Grosseto
"Comunità Montana, è essenziale" Il presidente
Augusto Brozzi: "Gli sprechi da eliminare sono
ben altri" PITIGLIANO. In attesa dell'ulteriore passaggio alla Camera
dei Deputati della Finanziaria, il fatidico articolo 13, alla stessa
connesso, tiene in sospeso le sorti di gran parte delle attuali
Comunità Montane. Infatti in Toscana, se le cose dovessero rimanere
come allo stato attuale, sarebbero cancellate ben quindici Comunità
Montane su venti. "A fronte di questo rischio -
afferma Augusto Brozzi, presidente della Comunità Montana Colline del
Fiora - abbiamo adottato un ordine del giorno in cui si ribadisce
l'importanza di questi enti ed il fatto che se si voleva colpire i costi
della politica, occorreva andare più in alto e verificare dove ci sono
effettivamente gli sprechi". L'ordine del giorno è stato spedito al
governo e a tutti i parlamentari della Toscana. "La nostra
Comunità Montana - prosegue -, nell'ambito delle risorse umane,
impiega 27 dipendenti a tempo indeterminato, 3 a tempo determinato, 48
operai forestali, 21 consiglieri e 6 assessori: la spesa media annuale delle
sedute di assemblea è di 2000 euro lordi". "Se aboliamo la
Comunità Montana - si chiede Brozzi - il nostro territorio chi lo
presidia? Magari - sottoliena -, facciamo una nuova e ponderata
riconfigurazione, ma non affossiamo un ente vitale per il comprensorio e, per
altro, braccio operativo dei Comuni". "La nostra zona di pertinenza
- sottolinea - sta subendo un forte calo demografico e dei servizi: nelle
campagne non c'è più quel rapporto uomo-territorio del passato
e ciò rende la gestione e la manutenzione dello stesso molto
complessa: figuriamoci se venissero a mancare proprio quelle forze deputate
alla sua salvaguardia per altro in un contesto ad alta valenza
archeologica". Ma quali funzioni svolge la Comunità Montana
'Colline del Fiora'? "Svolge - dice ancora - funzioni importantissime e
nel migliore dei modi, basti pensare alla gestione del consorzio di bonifica
n. 40, che comprende Comuni dell'Amiata grossetana e senese: ebbene, tale
consorzio è gestito direttamente dagli organi elettivi della
Comunità Montana, senza la nomina di un altro presidente e di un altro
consiglio di amministrazione. Questo è un esempio che i nostri
governanti dovrebbero prendere ad esempio e comportarsi di conseguenza".
"Comunque sia - conclude Brozzi - sono ottimista: penso che l'articolo
13 subirà delle modifiche e poi c'è una mozione del
centro-sinistra della regione Toscana che, qualora le cose non cambiassero,
si appellerà direttamente alla Corte Costituzionale".
Antonello Carrucoli.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
24-11-2007)
Olbia Tutti contro
la Provincia matrigna: "In Gallura non c'è soltanto Olbia"
Tempio e Aggius contestano le scelte dell'amministrazione TONIO BIOSA TEMPIO.
Provincia: sempre più Olbia e niente o quasi Tempio. A dispetto della
solenne consacrazione del doppio capoluogo e delle decennali aspettative.
Quello che un tempo inconsciamente si paventava, pare si stia di fatto
avverando. Questa la percezione generale, che va dai cittadini comuni ai
rappresentanti delle istituzioni. "Ci si chiede a questo punto se la
nuova provincia abbia o meno a che fare con la nostra città e l'Alta
Gallura", commenta il sindaco Antonello Pintus, interpretando i
sentimenti della cittadinanza. Un sentimento difuso, e non soltanto a Tempio,
con delusioni e speranze tradite che investono, trasversalemtente, tutte le
fascie sociali. Il segno più lampante dell'assenza e dell'abbandono di
questa parte di territorio non può che essere la prestigiosa sede
all'interno dell'ex convento degli Scolopi. Utilizzata, nel corso di due anni
e mezzo di esistenza dell'ente, una sola volta per una seduta consiliare, poi
desolatamente e perennemente chiusa. "Ad Olbia - prosegue Pintuso -
continuano ad aprire uffici provinciali in locali regolarmente presi in
locazione, mentre a Tempio i locali, di grande pregio e capienza, si
sprecano. Da tempo infatti i lavori di restauro del Palazzo Villamarina si
sono conclusi e quella che sarà la nuova sede tempiese della provincia
Olbia-Tempio attende solo il trasloco dal palazzo degli Scolopi. Ma è
logico fare investimenti così ingenti se poi le sedi restano
contenitori vuoti? Tutto questo a fronte degli sprechi per disporre altrove di altri locali e soprattutto della
sfiducia che si ingenera fra i cittadini, sempre più alle prese con i
temi dei costi della politica e attirati dalle campagne per l'abolizione di enti ritenuti
superflui. Se non ci dovesse esser un'inversione di rotta, se la provincia
non dovesse rimarcare la sua giusta presenza anche a Tempio, la
città, assieme ai centri vicini che vivono lo stesso disagio, non
potrebbe restare inerme per ulteriore tempo. Non ci si venga a dire che sono
lamentele di tipo campanilistico. E' solo constatazione dei fatti". Ma i
segni dell'abbandono e dell'assenza non sono solo quelli dati dalle sedi e
dello svolgimento delle attività sproporzionatamente baricentrici su
Olbia. Sono dati piuttosto dallo stato delle strade, prive della benché
minima manutenzione a fronte di progetti predisposti da tempo e dei soldi
necessari in cassa. "Pare impossibile - dice il sindaco di Aggius
Francesco Muntoni - che la provincia non sia in grado di ritracciare le
strisce bianche della carreggiata della Tempio- Olbia, impossibile da
percorrere soprattutto nella brutta stagione". Sembrano lontani anni
luce i bei discorsi sul riequilibrio territoriale pronunciati in campagna
elettorale, meno di tre anni fa.
(
da "Repubblica, La" del 24-11-2007)
Pagina V - Genova
IL CASO Petzioni in tre ex sezioni della Quercia: "Uno scandalo"
Tursi aumenta il gettone è rivolta tra i militanti "Il governo
taglia, qui accade il contrario, fare il consigliere non può diventare
un mestiere" E' una doppia rivolta. Dei militanti contro gli
amministratori e del consiglio comunale contro la giunta. Esplode a sorpresa, il venerdì mattina, una raccolta di
firme contro la proposta di aumento del gettone dei consiglieri comunali che
dovrebbe essere votata entro la fine del mese dal consiglio. Per ora arrivano
segnalazioni da tre quartieri (Sampierdarena, Oregina, Rivarolo) e in
particolare dalle (ex?) sezioni Ds. "E' assurdo - spiega, ad
esempio, Vincenzo Pagliuolo, storica anima diessina di Oregina, costante
protagonista delle Feste dell'Unità e oggi consigliere municipale
d'opposizione, nel Centro Est - mentre il governo fatica a tagliare per
contenere i costi, ci sono consiglieri comunali che vanno in direzione
opposta. Il consigliere non può diventare un mestiere: lo sanno, lor
signori, quanto ci mette un operaio a guadagnare cinquanta euro?". Se il
mugugno diventerà rivolta, però, lo si capirà nei
prossimi giorni. Acque agitate anche a Palazzo Tursi dove una delibera
approvata all'inizio di agosto dalla giunta Vincenzi è stata
"riscritta" dalla sesta commissione (quella che si occupa di lavoro
e aziende partecipate), con il pieno accordo dell'assessore direttamente
interessato, Alfonso Pittaluga. E' stato un dibattito acceso e molto
partecipato; protagonista Gianni Vassallo, ma sono intervenuti numerosissimi
consiglieri dell'opposizione (Gagliardi, Della Bianca, Grillo, Enrico Musso)
e della maggioranza (Enrico Ivaldi, Grillo, il presidente della commissione
Alessandro Arvigo). Tema del contendere: la delibera intitolata
"Principi e criteri in materia di regolazione dei servizi di interesse
generale e per la costituzione dell'Autorità dei servizi".
Delibera molto contestata: tanto dalla maggioranza quanto dall'opposizione
sono partite - nei confronti della giunta - accuse di "espropriazione
delle funzioni del consiglio comunale". Sottolinea una vecchia volpe
della politica come il votatissimo Gianni Vassallo: "Non ha senso
confondere i ruoli tecnici con quelli politici. Siamo noi consiglieri
comunali gli unici eletti (con il sindaco, naturalmente) dalla gente e quindi
è al consiglio comunale che devono rispondere le varie istanze. Se
vogliamo nominare "Autorità" distinguiamo benissimo le
funzioni e i compiti". Si rischiava una vera e propria rivolta del
consiglio contro la giunta e l'assessore alle società partecipate
Alfonso Pittaluga ha condiviso la mediazione, proposta dal presidente della
commissione: ridiscutere l'intero impianto della delibera prima di portarla
all'attenzione della Sala Rossa. Facile prevedere che la doppia polemica sia
solo all'inizio. (r. n.).
(
da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)
Il commento nIl
lamento dei consiglieri comunali genovesi si leva trasversalmente:
"Guadagniamo poco". Allo stesso modo la pensa l'assessore Tiezzi,
secondo il quale i 3.200 euro netti al mese che lui
percepisce non lo ripagano della mole di lavoro svolta. Tant'è che
già cominciano a circolare le cifre dei possibili ritocchi. Il primo
"rilancio" dei consiglieri consiste in una richiesta di aumento del
gettone di presenza da 97 euro (lordi) a 127, mentre l'assessore stima in un 20%
la giusta crescita delle sue prebende. Diciamolo: non stiamo parlando
di stipendi da capogiro ma di cifre modeste rispetto agli emolumenti e ai
benefit percepiti da parlamentari, assessori e consiglieri regionali. Va
però detto che per sedere su una delle poltrone della sala rossa di
Tursi bastano magari un centinaio di voti, per varcare la soglia del
parlamento o del palazzo di De Ferrari in genere ne occorrono migliaia. Ma,
al di là di cifre e preferenze, visto che ciò che dovrebbe
contare è la passione per la politica e il desiderio di fare qualcosa
per i propri "amministrati", a stupire sono i tempi: sono passati
da poco i cento giorni dall'inizio del nuovo corso a Tursi, e non ci sarebbe
da stupirsi se i genovesi pensassero "non sono neppure arrivati e
già battono cassa". Lecito in una congiuntura non certo
favorevole per le famiglie costrette a nuovi buchi nella cinghia e nella
quale gli stipendi certo non corrono di pari passo con l'innalzarsi del costo
della vita, vedi alla voce tariffe e prezzi, per fare alcuni esempi. E senza
contare che fare l'assessore non lo ordina il medico. 24/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)
Tiezzi si associa:
"Guadagniamo poco rispetto al lavoro svolto" "GLI STIPENDI
degli assessori comunali di Genova sono tra i più bassi d'Italia.
Credo che di aumento si possa parlare senza, con questo, suscitare alcuno
scandalo. Il ritocco potrebbe essere contenuto, non superiore al venti per
cento. In questo modo i compensi sarebbero adeguati a quelli corrisposti agli
amministratori di altre città, anche più piccole e meno
problematiche della nostra". Gianfranco Tiezzi, già segretario
provinciale del Psi alla fine degli anni '80 e attuale assessore al Commercio
della giunta Vincenzi, "fa outing". E sì, corrisponde a una
pubblica e un po' scomoda "confessione" la presa di posizione a
favore di possibili aumenti delle indennità degli amministratori
pubblici. Questo Tiezzi lo sa benissimo. Ma non si sottrarre alla
riflessione, snocciolando dati e motivazioni. Riflessione avviata ieri
mattina anche in giunta, presente il sindaco, Marta Vincenzi, che in serata
avrebbe dovuto incontrare i capigruppo della maggioranza sull'ipotesi di
ritocco del gettone dei consiglieri comunali. L'incontro è poi
slittato per l'indisponibilità del capogruppo del Pd, Simone Farello
(vittima di un incidente in autostrada da cui il consigliere è uscito
miracolosamente illeso) ma il percorso è tracciato: giovedì
prossimo, in consiglio comunale, approderà la
proposta bipartisan di aumento, da 97 a 127 euro, del gettone di presenza. "Si tratta di un adeguamento Istat in linea con la
posizione dell'Anci ma che difficilmente sarà consentito dall'attuale
normativa", spiega lo stesso Farello. Sulla scia dei consiglieri, anche
i componenti della giunta hanno fatto il punto sulle proprie retribuzioni.
Nessuna ipotesi di aumento - va detto - è al momento prevista per
assessori, sindaco e vicesindaco. Ma parlarne non è più un
tabù. Almeno non per Tiezzi: "Non mi pare uno scandalo che si
discuta dell'argomento in maniera molto laica, senza pregiudizi né demagogia,
ma con grande senso di responsabilità". E allora via infingimenti
e falsi pudori. "Le retribuzioni degli assessori comunali di Genova sono
collocate su livelli bassi, anzi bassissimi rispetto ad altre città ed
enti pubblici", dice chiaro e tondo Tiezzi. Non solo: "Guadagniamo
molto meno dei dirigenti del Comune di fascia medio-alta che agli assessori
devono rispondere politicamente". "Bisogna ragionare serenamente -
continua l'assessore - per capire se un adeguamento è lecito oppure
no". Con una premessa fondamentale: "Non sono questi i costi della
politica. Al Comune di Genova va dato atto di aver fatto ogni sforzo per
contenere le spese. E non ci stiamo proprio a fare la figura di chi sperpera
il denaro pubblico, perché non è assolutamente vero. Al contrario,
centelliniamo gli spiccioli. Abbiamo avviato una rigorosa politica di
risparmio, di cui abbiamo dato tangibile dimostrazione riducendo oltre le
prescrizioni di legge i membri dei cda pubblici e sopprimendo enti inutili.
Inoltre bisogna ricordare che la stessa Vincenzi ha rinunciato a un ricco
stipendio da europarlamentare per fare il sindaco e guadagnare quattro volte
meno". E dunque? "Per quanto ci riguarda e vista la situazione di
altre città, tipo Bologna e Firenze, ritengo che ci possa essere un
margine di adeguamento tollerabilissimo dei nostri stipendi: nella misura di
circa il 20 per cento". Tiezzi non dimentica, tuttavia, che "in
confronto a un disoccupato o una famiglia numerosa che stenta ad arrivare a
fine mese, siamo dei privilegiati". "Ma il confronto va fatto su
parametri oggettivi, guardando alle retribuzioni di altri comuni con
problematiche e dimensioni analoghe alle nostre". Tiezzi non si ferma:
"Il giudizio morale sui nostri stipendi non può essere basato
sulla cifra nuda e cruda. Ma sul rapporto tra il compenso e l'impegno che
viene profuso. Gli assessori del Comune sono impegnati 24 ore su 24. Se uno
svolge il compito in maniera seria, non ha orari, non può programmare
le proprie ferie, deve essere sempre disponibile, spende intere serate a
studiare le delibere e magari, come il sottoscritto, spegne il telefonino
solo dopo mezzanotte". "Personalmente - conclude Tiezzi - comincio
alle 7 e finisco di lavorare a tarda sera. Quanto lavorano i consiglieri
regionali o alcuni dirigenti di società pubbliche". Vincenzo
Galiano 24/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)
In sala rossa
Arcadio Nacini (Prc) è contrario, il suo collega di partito
Nicolò Scialfa è a favore, Antonio Bruno: "Sì
all'adeguamento Istat" 24/11/2007 "SULL'AUMENTO non sono
assolutamente d'accordo. Non in questo momento così delicato. Con un
ammanco di 50 milioni in meno da destinare in bilancio ai servizi
sociali". Arcadio Nacini, consigliere comunale di
Rifondazione ed ex portavoce dei comitati del Ponente, è la voce fuori
dal coro della maggioranza di Tursi, viceversa compatta nel sostenere la
richiesta di un aumento del proprio "gettone". La proposta, che
sarà discussa giovedì prossimo in consiglio comunale, è
di far crescere il compenso dei singoli consiglieri da 97 euro a 127 euro
lordi per ogni seduta. L'aumento coincide con l'adeguamento Istat dal
'97 ad oggi. "E' vero - continua Nacini - che i consiglieri del Comune
di Genova (ma anche assessori e sindaco) sono pagati molto meno dei colleghi
di altre città anche più piccole. Io, ad esempio, che sono
presente a tutte le sedute consiliari e a tutte le commissioni, arrivo al
massimo a 1.100 euro al mese. Di questa cifra, ovviamente, non vedo un
centesimo: perché va tutto al partito. Ma ogni ipotesi di aumento mi pare
assolutamente inopportuna in questo momento". Il collega di partito,
Nicolò Scialfa, al contrario è uno dei più convinti
sostenitori del "ritocco": "Non per una ragione economica ma
di principio". Mentre il capogruppo di Rifondazione, Antonio Bruno, non
ha preclusioni a riguardo: "Francamente la discussione non mi appassiona
più di tanto. Come voterò, dipenderà molto dal documento
che sarà presentato in aula giovedì, accompagnato dal parere di
legittimità degli uffici". Resta il fatto, condiviso dalla
maggior dei consiglieri, che "il nostro lavoro va maggiormente
valorizzato, tanto più alla luce della riforma costituzionale che ha
messo il Comune al centro del sistema politico-amministrativo".
"L'impegno dei consiglieri è notevole - conclude Bruno - quindi
non mi scandalizzo se il gettone viene adeguato all'incremento Istat".
Più o meno la stessa opinione espressa, sul fronte opposto, dal
capogruppo della Lega, Alessio Piana: "Condivido il segnale politico,
che è di totale sostegno all'azione dell'Anci, l'associazione dei
comuni italiani, contraria al fatto che sia lo Stato a fissare la
retribuzione degli amministratori degli enti locali. Se i Comuni sono
importanti bisogna dare la possibilità ai consiglieri di fare il loro
lavoro senza assilli economici". Simone Farello, capogruppo del Pd a
Tursi: "L'aumento Istat è lo stesso che chiede l'Anci. Purtroppo
credo non ci siano i presupposti di legge per far passare la richiesta, ma
almeno si fissa un punto politico. Il raddoppio del gettone, proposto
all'inizio da alcuni, sarebbe stato invece un vero scandalo. Mentre il puro
adeguamento Istat porterebbe semplicemente Genova al livello delle altre
grandi città. Gli sprechi della politica non si annidano nei Comuni ma
sono in Parlamento e nelle Regioni". V. G. 24/11/2007.
(
da "Tribuna di Treviso, La" del
24-11-2007)
Ieri a Gorgo il
tavolo provinciale delle autorità. Partirà proprio
dall'Opitergino-Mottense la sperimentazione di un progetto per tutta la
Regione Arrivano dieci milioni per la sicurezza Centrale operativa,
rilevatori di targhe e telecamere per combattere la criminalità GORGO
AL MONTICANO. Entro il 2008 telecamere per controllare l'intero
Opitergino-Mottense. Sono positivi i commenti dei sindaci che ieri mattina
hanno partecipato in municipio a Gorgo alla presentazione dell'iniziativa che
vede la partecipazione della Regione Veneto, pronta a stanziare 10 milioni di
euro per progetti destinati ai nuovi distretti di sicurezza. Un tavolo provinciale
sulla sicurezza allargato, dunque, che ha visto la presenza di importanti
autorità politiche, ma soprattutto di Angelo Pellegrini, generale dei
carabinieri attivo nell'antimafia in Sicilia e Calabria, che dopo il
pensionamento è divenuto presidente del Consorzio per la sicurezza
della Piana di Gioia Tauro. Sulla base dell'esperienza maturata, il generale
è stato incaricato di effettuare uno studio sul territorio
Opitergino-Mottense per l'istallazione di un sistema di videosorveglianza mirata
da estendere poi all'intera provincia di Treviso. "Il progetto che ha
portato frutto in Calabria ha previsto l'istallazione di 175 telecamere e 40
controllatori di targhe in un territorio da 120 mila abitanti - spiega
l'ufficiale in pensione - il costo è stato di circa 2 milioni di euro
e per la realizzazione sono stati necessari 10 mesi. In base a quanto visto
qui i tempi potrebbero essere intorno ai 7 mesi dal momento che c'è
già un cablaggio per la fibra ottica". Il piano prevede l'individuazione
di punti sensibili in tutti i Comuni di riferimento e l'istallazione di
telecamere di ultima generazione e quindi ad altissima definizione, comprese
alcune dedicate al controllo di targhe in aree determinate. Sarà
realizzata una centrale operativa dove vagliare e convogliare i dati,
utilizzabili subito dalle forze dell'ordine e consultabili per un tempo
limitato in base alla legge in materia. Il tutto partirà in via
sperimentale dall'Opitergino-Mottense, e più precisamente da Gorgo al
Monticano, con l'obiettivo di estenderlo all'intera Provincia. Leonardo
Muraro ha dato la disponibilità dell'ente provinciale a coordinare il
tavolo tecnico che sarà convocato nel giro di qualche giorno e
coinvolgerà tutte le autorità competenti in materia insieme ai
sindaci dei Comuni capoluogo mandamentale. La Regione ha deciso di investire
10 milioni di euro in tutto il territorio regionale
proprio per finanziare progetti mirati a tutela della sicurezza. Ogni
progetto prevede una quota di co-finanziamento da parte dei singoli Comuni.
"La prossima settimana la giunta licenzierà un provvedimento per
la definizione a livello regionale dei cosiddetti distretti della sicurezza -
spiega l'assessore regionale di riferimento Massimo Giorgetti - dopo
di che verranno stanziati 10 milioni di euro da distribuire in base alla
presentazione di progetti specifici e relativi ai distretti". La
definizione dei distretti si baserà sugli attuali territori di
riferimento per i comandi di compagnia dei carabinieri. Ogni area
verrà suddivisa in due parti. Il tavolo tecnico definirà i
distretti a livello provinciale. La proposta, nata da un'idea del consigliere
regionale Franco Manzato, ha trovato il favore dei sindaci presenti che si
sono detti disponibili a collaborare. Il tutto per rispondere in maniera
pronta all'emergenza che si vive nel territorio da tempo, segnata in
particolare dall'efferato delitto dei coniugi Pelliciardi del 21 agosto, ma
proseguita con aggressioni e furti da non sottovalutare. Soddisfatto è
apparso anche il Prefetto Vittorio Capocelli. "Ora non resta che
studiare la formula più adeguata - sottolinea - l'ideale sarebbe
creare una centrale operativa a Treviso con alcune sottocentrali. Il tutto
sarà al vaglio del tavolo tecnico che ha l'obiettivo di definire le
azioni concrete". Positivo anche il commento del procuratore Antonio
Fojadelli che ha messo in evidenza in particolare l'importanza della
cooperazione e messa in rete su un problema dominante come la sicurezza.
(Barbara Battistella).
(
da "Nuova Venezia, La" del
24-11-2007)
Dalle pieghe del
bilancio spuntano 28.000 euro Una pioggia di soldi per le feste e la cultura
CHIRIGNAGO. E' tempo di dare i numeri per la Municipalità di
Chirignago-Zelarino, che giovedì sera nel corso della riunione di
consiglio ha avuto modo di trattare da una parte il bilancio di assestamento,
dall'altra il finanziamento di una serie di
attività culturali. E per quanto riguarda il primo capitolo non sono
mancate le sorprese. Se, come già anticipato, è comparso un
avanzo di cassa di 15.000 euro relativo al minor numero di gettoni di presenza erogati, va anche aggiunto che Chirignago-Zelarino è riuscita
a recuperare fondi anche nel settore pulizie straordinarie di scuole e
immobili a gestione municipale. A conti fatti la Municipalità
ha "guadagnato" 9.600 euro, tutti relativi al capitolo delle
mancate manutenzioni straordinarie: spiegato meglio, il fatto che in alcune
scuole non sono stati attuati interventi eccezionali non ha richiesto pulizie
straordinarie, con un risparmio più che tangibile per le casse
municipali. A fronte di queste risorse in più, però, ci
sarà da fare fronte a una serie di impegni, a cominciare dall'acquisto
di apparecchiature per i centri culturali presenti all'interno della
Municipalità. Detto dei risparmi evidenziati nell'esame del bilancio,
l'altra sera sono stati approvati finanziamenti per una serie di attività
culturali. Una partita non da poco, se si considera che la
Municipalità ha erogato in tutto poco meno di 28.000 euro per
iniziative in programma da qui a inizio gennaio. In questo caso l'intero
capitolo va diviso in tre parti, ovvero i finanziamenti approvati per una
serie di attività (totale 14.220 euro), tra le quali la festa
parrocchiale di Santa Barbara (concesso un contributo di 1.950 euro), quelli
per il progetto "Letture Leggere", invito alla lettura rivolto a
tutte le fasce di età che prevede un impegno per le casse municipali
di 4.932 euro (2.880 dei quali per il laboratorio di lettura destinato agli
adulti "L'insostenibile leggerezza dell'essere"), e infine il
finanziamento per due specifici appuntamenti legati alle festività
natalizie. In questo caso si tratta di "Una fiaba per Zelarino" del
prossimo 1' dicembre e il "Pan e Vin" della Gazzera del 5 gennaio
2008, manifestazioni per le quali è previsto un contributo complessivo
di 8.500 euro. (m. t.).
(
da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)
BERLUSCONI MA NON
POTRà RIDURRE LE TASSE Nell'improvviso e sostanziale mutamento
politico avviato, Berlusconi ha parlato di tutto, ma è stato particolarmente
avaro sui temi economici. Solo qualche vago accenno a riduzione delle tasse
(e della loro progressività) a sostegno della piccola impresa. Un tale
programma avrebbe notevole fascino sui suoi potenziali elettori, e vale
quindi, la pena di chiedersi se politiche economiche del genere sarebbero in
grado di accelerare il passo dell'Italia, più lento dei grandi Stati
europei anche in periodi di ripresa. La prima questione concerne l'ipotesi,
cara alla destra non solo italiana, che una riduzione del carico fiscale
incentivi gli imprenditori a maggiori investimenti ed iniziative. Maurizio
Sacconi, qualificato parlamentare berlusconiano, arriva a dire "oggi,
oltre una certa soglia, alle aziende non conviene più
guadagnare". Se guardiamo gli ultimi dati Mediobanca, constatiamo che
nel 2006 le imprese medie e grandi che nell'ultimo decennio sono state in
utile o pareggio hanno pagato al fisco lievemente meno del 30 per cento dei
loro utili e versato in dividendi quasi il doppio. Non è riducendo il
carico fiscale che si modificano gli incentivi: se gli operatori economici
sono razionali, già ora possono constatare che la maggior parte di
quanto guadagnano va a loro beneficio; se non lo sono, allora rispondono solo
a modifiche tanto sostanziose da essere impraticabili. è vero, la
situazione è diversa per le imprese minori. Ma è lì che
si concentrano ampi fenomeni di evasione fiscale, per evitare i quali
occorrerebbe o un'attenta repressione, o la riduzione a zero delle aliquote.
Il vero problema di queste imprese - un terzo del totale - non si risolvono
con tasse minori: già non le pagano. Restano le tasse personali e qui
l'iniziativa l'hanno già presa Epifani - suggerendo una riduzione di
quelle sul lavoro dipendente - e Rutelli con l'Ici sulla prima casa, per cui
a Berlusconi, se vuole essere innovativo non resta che puntare a una minore
progressività. Prescindendo dall'ingiustizia di una formula del genere
(in Usa miliardari come Buffett criticano quanto ha fatto Bush in tale
direzione), da noi il problema è quello della copertura. Con un debito
pubblico che supera il reddito nazionale, l'unica strada percorribile
è quella della riduzione delle spese. Ma quali? Non quelle per lavori
pubblici se non vuol rinnegare il suo patto con gli italiani. Certo Berlusconi
senza Fini potrebbe tagliare la burocrazia statale, ma è lecito
dubitare abbia il coraggio, lui che ama la popolarità, di mettersi
contro milioni di dipendenti pubblici. Non resta che la spesa sociale. Anche
qui prescindendo dall'ingiustizia e dal fatto che l'invecchiamento
della popolazione tende a far crescere spesa sociale e sanitaria, si
colpirebbero milioni di persone. I costi della politica
potrebbero essere abbassati riducendo il numero dei parlamentari in misura
massiccia, ma Berlusconi ha già promesso ai suoi di ricandidarli tutti
e non può fare tagli troppo drastici. Questo non significa che
non ci siano inefficienze e sprechi, ma per ridurli
occorre un'opera di cesello che non fa parte dello stile del nostro. Di
conseguenza, o Berlusconi mette in programma cose che non potrà
realizzare nella speranza che molti gonzi ci credano, o tentando di
realizzarle porterà il bilancio a uno sfacelo maggiore di quello
avviato dal suo ultimo governo. Speriamo solo che gli italiani se ne rendano
conto!.
(
da "Alto Adige" del 24-11-2007)
Di Giuseppe Rossi
Il Comune non aumenta le proprie tasse Costerà centomila euro l'agevolazione
sull'Ici concessa dalla Finanziaria alle coop agricole MERANO. Merano paga
una tariffa rifiuti fra le più care in d'Italia perchè ogni
famiglia produce più immondizie che altrove, ma soprattutto
perchè incenerire quanto raccolto all'impianto di Bolzano costa quasi
il doppio che altrove. Questi sono due degli aspetti principali emersi
dall'incontro di ieri mattina fra l'assessore ai tributi Roberto Ragazzi e i
rappresentanti sindacali. L'occasione era la presentazione alle parti sociali
della politica tariffaria del Comune per il prossimo
anno: Ici, addizionale Irpef, tariffe acqua potabile e reflue e rifiuti
rimarranno invariate. Di agevolazioni a favore delle categorie socialmente
più deboli, richieste a gran voce dai sindacati, neppure l'ombra. I
400 mila euro di maggiori incassi Ici del 2007 rimarranno tutti nelle casse
del Comune. Uniche novità la detrazione sulla prima casa concessa a
entrambe i genitori separati per la casa coniugale. L'assessore Roberto
Ragazzi si è presentato all'appuntamento con i rappresentanti dei
sindacati lavoratori e pensionati assieme al responsabile servizi ambiente di
Asm, Pietro Norcia e ad Angela Musillo, capoufficio Ici del Comune. Al suo
fianco anche i colleghi assessori al sociale Alois Gurschler e all'ambiente
Daniela Rossi. Chi sperava di portare a casa riduzioni tariffarie o
agevolazioni per le categorie più deboli ha dovuto ben presto
arrendersi. La decisione della giunta, riguardo la politica
tariffaria del 2008, è quella di non cambiare nulla. Un bicchiere
mezzo pieno per chi temeva ulteriori aumenti, mezzo vuoto per chi sperava in
qualche concessione. Anche dell'incremento dell'Ici (400 mila euro in
più di gettito), derivante dai controlli dello scorso anno e dal
sistema dei bollettini precompilati che arrivano a casa, ai cittadini non
tornerà nulla indietro. Troppo poco, hanno tuonato i sindacati, che
attenderanno comunque la presentazione del bilancio 2008 del Comune priva di
avviare delle forme di protesta e mobilitazione. "Dobbiamo fare i conti
- ha spiegato l'assessore Roberto Ragazzi - con il rischio molto concreto di
perdere i 100 mila euro di gettito d'imposta garantito in passato dalle
cooperative di frutticoltori. In più devo dire che ogni centomila euro
di entrate correnti che riusciamo a trovare ci consentono di aprire mutui per
investimenti di due milioni di euro". Ici. Le aliquote rimarranno
quattro: 4? per la prima casa con detrazione di 232 euro, 5,5? per seconde
case affittate a residenti e negozi; 7? per case affittate a non residenti o sfitte
da 6 mesi e 9? per case sfitte da più di due anni. Il genitore
separato o divorziato che mette a disposizione la casa coniugale all'altro
coniuge potrà godere dell'aliquota al 4? e della detrazione sulla
prima casa. Addizionale Irpef. Nonostante la finanziaria consenta di elevarla
fino allo 0,8% il Comune di Merano manterrà l'aliquota ferma allo 0,1%
anche per il prossimo anno. Rifiuti. Questo è il capitolo più
interessante dell'intero incontro avuto in Comune con i rappresentanti
sindacali. La tariffa per il prossimo anno, e questo è da premettere,
rimarrà invariata. Dopo lo sconto di 3,96 euro a persona dello scorso
anno non ci sarà un'altra riduzione. I soldi serviranno ad estendere
il sistema dei press container nel tessuto urbano. Laddove funziona le
famiglie quest'anno hanno risparmiato 25 euro. Nel 2008 sono previsti 6 nuovi
impianti. Tariffe care. "Il servizio raccolta e smaltimento rifiuti di
Merano - ha detto Pietro Norcia - con le riduzioni dello scorso anno è
meno caro di Bressanone e costa quanto Bolzano. Costiamo
più che in altre realtà in Italia, ma questo è dovuto al
fatto che produciamo più rifiuti (ad esempio +100 chili a testa
all'anno rispetto a Bressanone) e soprattutto l'inceneritore di Bolzano costa
molto più di altri". Ogni tonnellata incenerita a Bolzano, dove
Asm deve per legge portare i rifiuti, costa 95 euro. In altre regioni
d'Italia la stessa tonnellata costa 50/55 euro. Svuoti minimi. A chi chiedeva
di ridurre gli svuoti minimi contenuti in tariffa per premiare chi effettua
la raccolta differenziata, Pietro Norcia ha risposto che
il rischio conseguente è l'incremento dello smaltimento illegale e dei
sacchetti abbandonati. "Solo il 10% degli utenti - ha detto Norcia -
riesce a stare sotto gli svuotamenti minimi, la maggior parte dei cittadini
ne produce di più. Per questo è inutile scendere per
raggiungere il minimo consentito dalla legge". Illegale. Le
quantità smaltite illegalmente quest'anno, anche grazie ai controlli,
sono scese di 280 tonnellate. Proposte. Tra le indicazioni lo scorporo dalla
tariffa del servizio spazzamento, la riduzione dei membri e dei costi del
cda, agevolazioni agli over 70 anni e ai titolari di pensione minima.
(
da "Centro, Il" del 24-11-2007)
Sulmona "E' un
attacco al territorio" I sindaci in rivolta per la cancellazione
dell'Ato 28 Comuni su 37 si schierano contro la Regione SULMONA. "E' un
imbroglio che noi non condividiamo: ci opporremo alla manovra con tutti i
mezzi leciti, politici e giuridici". Hanno scelto di riunirsi in
assemblea disertando il "Parlamento" dei sindaci aquilani,
convocato per la giornata di ieri dalla Provincia: un segnale forte e deciso
contro la nuova legge regionale di riordino degli Ato. Che cancella anche
quello peligno. "E' un'ulteriore spoliazione del territorio, una
cancellazione della sua autonomia, l'arresto della crescita e della
valorizzazione delle professionalità tecniche e dell'imprenditoria
locale", hanno urlato alcuni ammimnistratori. Erano davvero molto
"arrabbiati" i sindaci della Valle Peligna, dell'Alto Sangro e
della Valle Subequana ieri pomeriggio nell'aula conferenze della
Comunità montana peligna. Arrabbiati e decisi a contrastare con ogni mezzo
una legge che definiscono "estremamente lesiva per l'Abruzzo
interno". Intanto in un ordine del giorno hanno annunciato la
convocazione dei consigli comunali di tutti i paesi del Centro Abruzzo per
deliberare un apposito documento contrario alla legge regionale di riordino
degli Ato. "La Regione dei commissari", ha detto nel suo intervento
in cui ha anche annunciato le proprie dimissioni dalla presidenza dell'Ato,
il sindaco di Goriano Sicoli, Sandro Ciacchi, "deve fornirci indirizzi,
effettuare controlli ma non sostituirsi a chi ha responsabilità del
proprio territorio e tantomeno affidarlo a fantomatici manager. Mettere
davanti alle motivazioni la riduzione del costo della politica
significa solo prodursi un alibi di cartapesta visto che con la nuova
regolamentazione i costi aumenteranno sensibilmente". I sindaci, hanno
firmato l'ordine del giorno in 28 su 37 che fanno parte dell'Ato Peligno, si
sono detti contrari al riordino sia per il metodo seguito che per il merito
del provvedimento. "Non riteniamo plausibile e condivisibile che leggi
di settore, come quelle sulle risorse idriche", ha sottolineato il
sindaco di Raiano Enio Mastrangioli, "si modifichino a colpi di
emendamenti a livello sia nazionale che regionale, di dubbia costituzionalità
e legittimità prendendo a pretesto e come alibi, la
lotta agli sprechi e ai cosiddetti costi della politica. E
tutto questo per sopprimere i soli Ato Peligno e Marsicano accorpandoli a
quello Aquilano. Così come è inaccettabile il ricorso al commissariamento
degli enti d'Ambito espropriando la titolarità e l'autonomia dei
Comuni, proprietari delle reti e del ruolo di programmazione degli interventi
del territorio di competenza". I sindaci hanno, infine, espresso
forti preoccupazioni per il futuro delle società di gestione locale,
che sarebbero sciolte, con gravi ripercussioni a livello occupazionale in
virtù dell'obbligo indicato dalla legge di riordino, di affidare il
servizio idrico integrato a un gestore unico per ognuno dei 4 ambiti regionali.
Saca e Undis (73 lavoratori sul libro paga), dovranno sciogliersi (ovvero
dirigenti cancellati) per accorparsi con gli altri gestori della provincia:
una soluzione che si presenta semplice solo ed esclusivamente sulla carta.
Claudio Lattanzio.
(
da "Corriere Alto Adige" del
24-11-2007)
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-24 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE L'attacco I Freiheitlichen citano "La Casta"
e protestano: "Pensate ai soldi, traditi i valori della minoranza"
Rimborsi elettorali, Volkspartei nel mirino Leitner: termini differiti per
interesse. L'Obmann: atto del gruppo misto BOLZANO - Mentre si polemizza
sulla presenza nelle liste elettorali provinciali di candidati appartenenti
al gruppo linguistico italiano, la Volkspartei finisce anche nel mirino delle
opposizioni della destra tedesca per i rimborsi della campagna elettorale del
2005. Lo spunto Pius Leitner, capogruppo in consiglio provinciale dei
Freiheitlichen, lo prende dal libro "La Casta"
di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel quale si porta alla luce
l'iniziativa del partito di maggioranza di lingua tedesca che nel 2006
assieme agli altri componenti del gruppo Misto a Montecitorio ha chiesto il
differimento dei termini per l'ottenimento dei rimborsi elettorali.
"Si tratta dell'ennesima dimostrazione del legame esistente tra la Svp
ed i partiti della sinistra che appoggiano il governo Prodi - sbotta Leitner
- a dimostrazione che più che gli interessi della popolazione
altoatesina la Stella Alpina persegue solamente i
propri interessi. A tal proposito sono esplicative le dichiarazioni
rilasciate dalla senatrice Helga Thaler Ausserhofer che da una parte critica
l'esecutivo mentre dall'altra lo sostiene ". Un comportamento censurato
dai Freiheitlichen che non lesinano critiche alla Stella
alpina promettendo battaglia nella prossima campagna elettorale: "Altro
che difesa dell'autonomia - tuona ancora il leader dei liberalnazionali -
perché anche l'ingresso degli italiani nel partito di raccolta dimostra come
siano stati traditi i valori della minoranza ". La replica dell'Obmann
della Volkspartei, Elmar Pichler Rolle, non si fa attendere. La Svp - viene
detto - è del tutto estranea al disegno di legge al quale si fa
riferimento perché i contributi erano stati chiesti entro i termini. La
richiesta di differimento della scadenza si era necessaria perché uno dei
componenti del gruppo Misto, il rappresentante della minoranza francofona
della Val d'Aosta per una svista non era riuscito a presentare in tempo la
domanda di rimborso delle spese elettorali. "Siegfried Brugger è
intervenuto nella sua qualità di presidente del gruppo Misto -
sottolinea quindi l'Obmann - come del resto gli altri parlamentari a sostegno
della richiesta. In questa vicenda, dunque, il nostro ruolo è stato
del tutto marginale e del resto anche in Parlamento questo disegno di legge
non è stato ancora trattato". A Montecitorio La svista era stata
della Val d'Aosta Brugger si attivò "per rimediare" E. B.
(
da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
24-11-2007)
Di
ADRIANO CICCARONE Altro che "tagli", i costi della politica a
Palazzo d'Achille continuano a correre. L'impegno di ridurre le commissioni
consiliari e le relative sedute, più volte e da più parti
sollecitate in Giunta e in consiglio comunale, è rimasto totalmente
disatteso. Ma ci sono altri esempi di "immobilismo".
Prendiamo le spese telefoniche per i 180 cellulari di servizio in dotazione
ai dipendenti e agli amministratori; la sola tassa erariale costa alle casse
comunali 27 mila euro. Se si giustificano quelli ai dipendenti, ritenuti
necessari per l'attività svolta, qualche dubbio o più d'uno
sorge per i cellulari in dote agli assessori (non tutti, in verità, ne
fruiscono: ad esempio Giampietro adopererebbe il suo non quello aziendale).
Dubbi che nascono dall'uso, dall'abuso (o dal ...non uso) che ne fanno. Il
non uso sta nel fatto che i "proprietari" si negano
all'apparecchio, sono "irrangiungibili". Tanta è la
"consolidata abitudine a non rispondere al telefono" che il sindaco
Francesco Ricci, dopo averli invano richiamati verbalmente all'ordine,
è stato costretto a mandare un ultimatum ad assessori e dirigenti,
chiedendo "una maggiore disponibilità a rispondere sempre dalle
ore 8 alle 20". "Resta inteso - avverte Ricci - che qualora la mia
richiesta non venisse rispettata, mi vedrò costretto a ritirare tutti
gli apparecchi di servizio in vostro possesso". Il sindaco così
conclude la lettera: "Nel caso non potete rispondere, siete invitati a
spegnere il telefonino e a comunicarne prontamente le ragioni alla mia
segreteria". E cresce l'assentesimo - che ha un alto costo per i
contribuenti - dei consiglieri comunali (non tutti, ovviamente, sono
peccatori) nelle sedute (il gettone vale 109 euro lordi). Si risponde
presente all'appello (oppure durante il dibattito) e poi si va via per
tornare dopo qualche ora o per niente, oppure uscendo in continuazione
dall'aula. Il presidente Raimondi li ha già catechizzati, ma è
un virus... "Chi è stato eletto - dice - quantomeno deve
assicurare la costante presenza ai lavori che da
quando ho assunto l'incarico vengono organizzati in tempo e in pieno accordo
con i capigruppo". Assenze che spesso determinano la mancanza del numero
legale e il rinvio di argomenti importanti. E così che si rispetta il
mandato elettorale, chiesto ed ottenuto? Ma perchè i partiti di riferimento non intervengono?.
(
da "Libero" del 24-11-2007)
Roma 24-11-2007 I
consiglieri del Lazio battono cassa da Prodi di NATALIA ALBENSI L'unione fa
la forza. E i consiglieri della maggioranza si stringono intorno a Piero
Marrazzo e all'asses sore alla Sanità Augusto Battaglia per scongiurare
il rischio del commissariamento. Ieri infatti tutti i capigruppo del
centrosinistra, dopo una lunga riunione, hanno deciso di appellarsi
direttamente al presidente del Consiglio, Romano Prodi, con una lettera
aperta nella quale ribadire la ferma volontà della
coalizione al governo di impegnarsi nel risanamento del deficit della
sanità. "È la politica che
deve governare un sistema complesso come quello sanitario",
hanno dichiarato dopo l'incontro i consiglieri di maggioranza, e questo
è in sintesi il "manifesto" della rinnovata unione, in
quanto l'arrivo di un commissario esterno potrebbe vanificare quanto fatto
fino ad oggi per uscire dall'emergenza. L'obiettivo resta quello di
ottenere i 4,5 miliardi di euro destinati dal governo alla nostra regione ma
nella cosiddetta cabina di regia da oggi entrerà anche il Consiglio
regionale. Infatti saranno ammessi nella stanza dei bottoni, fino a ieri
appannaggio della giunta, anche il presidente della commissione
Sanità, Luigi Canali, e quello della commissione bilancio, Umberto
Ponzo. La sinergia tra Giunta e Consiglio sembra aver chiarito le idee a
tutti: il Governo deve sbloccare i fondi dovuti alla Regione. E le cifre sono
di tutto rispetto. Secondo quanto emerso al Lazio spetterebbero innanzitutto
2,8 miliardi di euro come contributo ai debiti accumulati fino al 2005; circa
1 miliardo e mezzo derivati dall'aumento dell'aliquota Irpef e 1 miliardo dei
fondi integrativi per il triennio 2004-2006. "Siamo costretti a
denunciare la grave lentezza nel rimettere a disposizione della Regione Lazio
le ingenti risorse dovute", hanno dichiarato congiuntamente gli
esponenti della maggioranza. "Una lentezza che sta mettendo la nostra
amministrazione in una situazione di estrema difficoltà finanziaria
con tutti i soggetti, a partire dagli enti locali, rispetto ai quali la
Regione garantisce e effettua trasferimenti di risorse". Ottimista
Canali, che ha commentato in serata: "C'è una consapevolezza
della criticità della situazione ma tutti insieme siamo convinti di
riuscire a evitare il commissariamento. Io personalmente sono convinto le
decisioni da prendere saranno concertate con le parti sociali,
imprenditoriali e le università per raggiungere una maggiore
efficacia". Canali ha sottolineato i risultati raggiunti fino a oggi
nella riorganizzazione della rete ospedaliera: il 70% delle misure in
programma sono state realizzate. MARTEDÌ L'INCONTRO Nel frattempo
è partito il conto alla rovescia: è stato fissato per
martedì prossimo l'incontro decisivo a via XX settembre per decidere
le sorti della regione dopo quasi un mese dalla lettera di diffida recapitata
a Marrazzo dal premier. Ma la situazione si è complicata nelle ultime
ore, relativamente alla questione del riparto del Fondo Sanitario nazionale per il 2008. Infatti l'ultimo incontro alla
Conferenza delle Regioni è finito con un nulla di fatto per Marrazzo
che dovrà aspettare martedì prossimo, data della prossima
riunione, per sapere se potrà portare a casa i 297 milioni di euro in
più legati all'aumento della popolazione recentemente certificato
dall'Istat. L'accordo tra tutti i presidenti e gli assessori alla
sanità, infatti, è saltato in quanto anche altre regioni hanno
rivendicato lo stesso problema e sarebbero circa 400mila in tutta Italia gli
abitanti sfuggiti ai censimenti. E dall'opposizione sono arrivate le
critiche. "Il Fondo Sanitario Nazionale" ha dichiarato Stefano de
Lillo, vicepresidente della Commissione Sanità, "è un
contenitore finanziario unico ed i suoi fondi vengono ripartiti in maniera
proporzionale agli assistiti dalle Regioni: quando gli assistiti in
più a carico delle altre Regioni verranno riconosciuti, il Lazio si
troverà quindi a ricevere finanziamenti pari se non inferiori a quelli
di oggi". Per il socialista riformista Donato Robilotta, invece, al di
là del commissariamento, "Il problema resta il buco del 2006 per
cui il disavanzo non sarebbe di 1,7 miliardi ma supererebbe i 2 e la
previsione del 2007 che fanno al tesoro non è dissimile da quella del
2006". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
(
da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Di Diego Pistacchi
- sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un
amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Le coincidenze devono essere considerate tali,
ma segnalarle non fa mai male. In questi giorni il Comune, come gli altri
enti locali, è costretto dal governo a tagliare le poltrone, a ridurre
le nomine di propri rappresentanti nei consigli di amministrazione delle
società partecipate. Addirittura le cantine sociali (e nel Basso
Piemonte sono sul piede di guerra per questo) sono costrette a ridurre i loro
amministratori scelti dai Comuni, perché di fatto si tratta di società
a partecipazione pubblica. E proprio ieri la giunta Vincenzi presenta in
commissione la delibera, già approvata, che istituisce un'Authority.
Una nuova, s'intende. Un carrozzone, si traduce. Per cosa? Per garantire i
cittadini dalle società partecipate dal Comune e dal Comune stesso.
Come dire, le multe sulle strisce gialle volute fortissimamente dall'Amt sono
illegittime e l'authority interviene? Ai genovesi arrivano cartelle pazze e
finalmente c'è chi annulla tutto d'ufficio? Il sindaco firma
un'ordinanza che vìola diritti sacrosanti e c'è un Gabibbo
istituzionale che la svergogna e la sanziona? Macché, nulla di tutto
ciò. Non c'è una sola riga che riconosca finora all'Authority
un qualche potere concreto. E allora cosa dice la delibera? Dice che bisogna
istituire il carrozzone entro il 30 novembre 2007. Che questo serve da
consulente del consiglio comunale, che "valuta e valida la carta dei
servizi" del cittadino, che "promuove occasioni
di dibattito pubblico in ordine agli interventi di trasformazione del
territorio" e via parolando. C'è subito da dire, a onor del vero
e di molti consiglieri comunali di centro sinistra, che ieri in commissione a
difendere l'indifendibile delibera non ci ha provato troppo convintamente
neppure l'assessore Alfonso Pittaluga che l'ha presentata, dicendosi
disponibile a recepire le obiezioni. Inevitabili piuttosto l'amara ironia dei
commissari dell'opposizione, Alberto Gagliardi in testa, al quale non
è sfuggita l'inutilità della delibera. "Magari solo
l'inutilità - corregge subito -. È dannosa. Dà vita a un
nuovo organismo inutile ma sicuramente costoso. E poi è un vero
esproprio di democrazia". La frase è a effetto, ma ha anche un
significato concreto. "La giunta, che dovrebbe essere controllata
dall'Authority, è quella che la crea. Il controllato si sceglie il
controllore - spiega meglio il vicepresidente del consiglio comunale. Senza
contare che ogni ente locale ha già un difensore civico, una persona
incaricata di fare questa attività. Se l'Authority avesse qualche
valenza in più, magari proprio sanzionatoria, potremmo anche essere
d'accordo, ma così è assurdo". Pagina successiva >>.
(
da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Tursi moltiplica i
difensori civici. E i gettoni di Diego
Pistacchi - sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF
Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Dato per scontato che il 30
novembre, data fissata per delibera, non accadrà nulla, cioè il
nuovo carrozzone non vedrà la luce, resta il fatto che ormai la giunta
ha formalmente deciso di andare avanti con questo progetto, che non
necessiterebbe neppure dell'approvazione della commissione. E qualcuno ha
arricciato un po' il naso a leggere un'altra data. Sì, perché
l'Authority è stata inventata e approvata il 9 agosto scorso, in piene
ferie estive. Quasi a voler fare in tutta fretta qualcosa che, come
dimostrato ieri, avrebbe trovato non poche contrarietà. E non solo
nell'opposizione. C'è poi la questione dei costi. Nelle premesse, la
delibera sembrerebbe virtuosa, visto che sottolinea come la stessa "non
comporti alcuna assunzione di spesa, o introito, o riduzione di entrata a
carico del bilancio comunale". Sarà anche un carrozzone, ma
almeno è a costo zero? La logica dice di no, l'esperienza su queste
cose conferma la regola, ma stavolta c'è anche un'ammissione scritta
della giunta a dar ragione ai "malpensanti". L'ultimo articolo
della delibera, prima decide "di rinviare a un successivo provvedimento
l'adozione di modifiche di carattere organizzativo volte alla costituzione di
un'apposita unità organizzativa". Poi di "avviare l'iter
amministrativo dando mandato ai competenti uffici per la predisposizione dei
necessari atti, comprensivi dei relativi impegni di spesa conseguenti alla
presente delibera e in particolare alla costituzione
dell'Autorità". Insomma, la delibera non "comporta
assunzione di spesa" solo perché di soldi ne parlerà un altro
atto. Ma i genovesi questo nuovo carrozzone lo pagheranno comunque. <<
Pagina precedente.
(
da "Giornale.it, Il" del
24-11-2007)
Tursi moltiplica i
difensori civici. E i gettoni di Diego
Pistacchi - sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF
Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Dato per scontato che il 30
novembre, data fissata per delibera, non accadrà nulla, cioè il
nuovo carrozzone non vedrà la luce, resta il fatto che ormai la giunta
ha formalmente deciso di andare avanti con questo progetto, che non
necessiterebbe neppure dell'approvazione della commissione. E qualcuno ha
arricciato un po' il naso a leggere un'altra data. Sì, perché
l'Authority è stata inventata e approvata il 9 agosto scorso, in piene
ferie estive. Quasi a voler fare in tutta fretta qualcosa che, come
dimostrato ieri, avrebbe trovato non poche contrarietà. E non solo
nell'opposizione. C'è poi la questione dei costi. Nelle premesse, la
delibera sembrerebbe virtuosa, visto che sottolinea come la stessa "non
comporti alcuna assunzione di spesa, o introito, o riduzione di entrata a
carico del bilancio comunale". Sarà anche un carrozzone, ma
almeno è a costo zero? La logica dice di no, l'esperienza su queste
cose conferma la regola, ma stavolta c'è anche un'ammissione scritta
della giunta a dar ragione ai "malpensanti". L'ultimo articolo
della delibera, prima decide "di rinviare a un successivo provvedimento
l'adozione di modifiche di carattere organizzativo volte alla costituzione di
un'apposita unità organizzativa". Poi di "avviare l'iter
amministrativo dando mandato ai competenti uffici per la predisposizione dei
necessari atti, comprensivi dei relativi impegni di spesa conseguenti alla
presente delibera e in particolare alla costituzione
dell'Autorità". Insomma, la delibera non "comporta
assunzione di spesa" solo perché di soldi ne parlerà un altro
atto. Ma i genovesi questo nuovo carrozzone lo pagheranno comunque. <<
Pagina precedente.
(
da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del
24-11-2007)
BassanoIl
riequilibrio politico-territoriale ai vertici di Etra, dunque, è stato
faticosamente raggiunto. Con il risultato che l'altra sera, a Cittadella, il
nuovo statuto della società è stato approvato
all'unanimità dai soci presenti (mancava Bassano: il sindaco Bizzotto
non aveva il mandato del consiglio comunale per accettare le modifiche). Per
la multiutility può scattare così la "fase due", come
la definisce il presidente uscente Stefano Svegliado, destinato con tutta
probabilità a succedere a se stesso. La fase in cui, cioè, Etra
"diventerà davvero figlia del territorio". Adesso "si
dà per assunto che le varie realtà messe assieme dalla fusione
siano finalmente amalgamate: la società potrà consolidare la
sua azione e dare risposte sempre più concrete". Con un coinvolgimento crescente dei sindaci, dall'interno della
cabina di regia del consiglio di sorveglianza chiamato a dettare gli
indirizzi che il consiglio di gestione dovrà tradurre in termini
operativi. Senza costi significativi in più: i membri dell'organismo
di controllo percepiranno solo dei gettoni di presenza.Il Bassanese ha accantonato le sue perplessità
sull'inedito sistema dualistico di fronte alle conquiste ottenute sul piano
della visibilità: come anticipato ieri, saranno espressione del
comprensorio del Grappa il presidente del consiglio di sorveglianza e il
vicepresidente del consiglio di gestione, oltre al prossimo direttore
generale di Ato Brenta. Il tutto, in base al protocollo d'intesa approvato
prima di mettere ai voti lo statuto. Altri obblighi inseriti nel documento:
una verifica sulla bontà del sistema duale entro il settembre del 2008
e una sulla nuova governance della società fissata per aprile, data
entro la quale dovrà essere individuato tramite concorso il direttore
generale. "Alcuni compromessi sono stati necessari per assicurare a Etra
una gestione più snella", annota il sindaco di Marostica Alcide
Bertazzo: "L'obiettivo di fondo è garantire più
investimenti al territorio, specie là dove sono più urgenti:
penso ad esempio alle zone sprovviste di fognature, o ai depuratori che
devono essere messi a norma".Prima di passare dal dire al fare,
c'è di mezzo però il completamente dell'iter avviato con il
sì allo statuto. Il sindaco di Bassano, il Comune più popoloso
dell'area di riferimento, convocherà entro il 30 novembre la Conferenza
dei servizi nella quale i sindaci indicheranno i 15 componenti del consiglio
di sorveglianza e i criteri con cui questi dovranno nominare i cinque membri
del consiglio di gestione. A eleggere formalmente l'organo di sorveglianza,
nella prima metà di dicembre, sarà poi l'assemblea dei soci. Va
da sé che, fino a quando i nuovi vertici non saranno in sella, verrà
prorogato per le funzioni ordinarie il vecchio cda. Entro metà
dicembre il consiglio di amministrazione di Ato approverà il Piano
d'Ambito contenente gli investimenti previsti per i prossimi 27 anni e
procederà all'affidamento "in house" a Etra del servizio
idrico integrato. Dopodiché, entro fine gennaio, verrà rinnovato anche
il cda di Ato.Sull'accordo raggiunto, l'unica voce dissonante è stata
quella del sindaco di Tezze Luciano Lago. Per i suoi gusti, le poltrone sono
ancora troppe. "Io ne avrei volute ancor meno e le avrei riservate a
gente più esperta", spiega: "Che senso ha fare un consiglio
di sorveglianza non retribuito? A quel punto, visto che non ha particolari
costi, tanto valeva estenderlo ai rappresentanti di tutti i 75 Comuni. Per
certi incarichi, servono figure competenti che siano pagate per svolgerli.
Gente come lo stesso Svegliado: ha grande equilibrio, sarei contento se
rimanesse lui alla guida della società. Ma quella che ho visto messa
in atto è una semplice spartizione politica". Dopo aver votato
contro il documento preliminare, Lago si è espresso però a
favore dello statuto: "L'ho fatto per senso di responsabilità. In
fin dei conti, sono stato io uno dei promotori di Etra".Emanuele
Borsatto.
(
da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del
25-11-2007)
COSTI DELLA
POLITICA: LE PROVINCE IN EMILIA-ROMAGNA Gli stakanovisti del gettone A
Bologna 27 consiglieri per commissione. E ogni anno 480 sedute di GIORGIO
GAZZOTTI ? BOLOGNA ? OGNI TANTO qualcuno dice che vuole abolirle. A molti
invece piacciono, infatti negli ultimi anni si sono moltiplicate. Parliamo
delle Province. La Finanziaria intanto ha deciso di abbassare, da un terzo a
un quarto dell'indennità del presidente, il tetto ai compensi dei
consiglieri. Ma quanto guadagnano i consiglieri provinciali? Tutto sommato
poco, qualche centinaio di euro, coi quali non diventano ricchi e neppure ci
campano, infatti tutti hanno anche un lavoro. Nulla a
confronto degli stipendi d'oro dei cugini della Regione. Ma se mettiamo a
confronto costi e indennità delle Province dell'Emilia Romagna, si
scoprono cose curiose ed anche clamorose. Ad esempio che il Consiglio
provinciale di Bologna costa sette volte quello di Reggio o di Ravenna, anche
se ha solo 6 consiglieri in più, cioè il 20%. Ma andiamo
con ordine. Partiamo dai presidenti del Consiglio: l'indennità, per
legge, è pari a quella dell'assessore, che prende il 65% del
presidente di giunta, che è equiparato al sindaco del capoluogo. Ne
deriva che prendono quasi tutti attorno ai 3.500 euro lordi al mese. Tranne
Bologna che, per le sue dimensioni, ha un indennità più alta:
4.925 euro. "In base alla legge ? spiega il presidente Maurizio Cevenini
? potrebbe essere il 30% più alta, ma abbiamo deciso di lasciarla
così". Il presidente di Ravenna si distingue invece per la sua
frugalità, visto che prende solo 2640 euro. I consiglieri vengono
invece retribuiti con un gettone di presenza. E qui
comincia una piccola giungla di inspiegabili disparità. Bologna,
Modena, Forlì e Parma sono sui 90 euro. A Ravenna e Ferrara si
accontentano di una settantina, a Reggio ancora meno, 65. A Rimini invece sono
generosi, 120 euro, anche se hanno posto un tetto di sedute pagate, che
però sono quasi tutte. A Ferrara hanno previsto la possibilità
di optare per un'indennità fissa di 441 euro mensili. Anche a Rimini,
ma qui sono sempre generosi, visto che è più del doppio: 960
euro. LA RETRIBUZIONE del consigliere dipende dunque dal numero di sedute di
Consiglio e di commissione alle quali partecipa. E qui c'è il primo
trucchetto, diciamo così: la moltiplicazione dei posti in commissione.
Siccome tutti i gruppi politici debbono esservi rappresentati, il numero
minimo sarebbe 8/9 membri, quanti sono in genere i gruppi. E infatti a Ravenna
nelle sette commissioni ci sono 9 consiglieri. Anche a Reggio, Rimini e Parma
hanno fatto le cose con misura: 12 membri. A Modena viaggiano sui 15, ma
hanno solo sei commissioni. A Ferrara e a Rimini piace la compagnia,
perchè si sale a 18 e a 20 componenti. Ma chi batte tutti è
Bologna, con 27 consiglieri in media per 8 commissioni. Una piccola folla,
quasi un consiglio provinciale in ogni commissione. C'è chi dice che
c'è necessità di un'equa rappresentanza territoriale. Ma anche
a Ravenna, Parma e Reggio hanno un territorio da rappresentare. Il risultato
è che a Bologna i posti in commissione sono 196, a Ravenna 63.
Retribuzioni e costi dipendono anche da quante volte ci si riunisce. E qui ci
sono altre sorprese. Le sedute di Consiglio, nel 2006, vanno dalle 19 di
Forlì, alle 29 di Ravenna, alle 35 di Reggio, fino alle 54 di Bologna.
Possibile tanta differenza? E dire che le delibere prodotte sono più o
meno le stesse: circa un centinaio, tranne che a Modena e Reggio, che ne
hanno fatte solo 54 e 35. Bologna si distingue però per ben 251
question time, sicuramente interessanti, ma non decisivi per le sorti della
provincia. MA LE DIFFERENZE crescono nelle commissioni. A Reggio, Modena e
Parma si sono riunite un centinaio di volte. A Ravenna, Ferrara e Forlì
sono più assidui, circa 130 volte, a Rimini ancora di più: 164.
E Bologna? D'accordo che è più grande e importante, ma ancora
una volta si dilaga: 479 sedute. A Modena, Reggio e Parma sono scansafatiche
e a Bologna lavorano tantissimo? Chissà, certo non risulta che le
prime siano amministrate così male. Il risultato finale è che i
consiglieri provinciali di Bologna, nel 2006, sono costati 772 mila euro (in
realtà 811 mila, ma siccome la cifra supera il tetto fissato dalla
precedente Finanziaria, l'hanno tagliata), mentre a Ravenna, la Provincia
più parsimoniosa della regione, solo 101 mila. A Reggio 107 mila.
Decisamente più dispendiose Ferrara e Forlì, attorno ai 250
mila euro, ma soprattutto Rimini con 294 mila euro, considerato che lì
i consiglieri sono solo 23, contro i 29 delle altre Province e i 35 di
Bologna. - -->.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
25-11-2007)
Si è
discusso di viabilità e sicurezza A Orosei si è riunita per la
prima volta l'Unione dei Comuni della valle del Cedrino ANGELO FONTANESI
OROSEI. Avantieri mattina nel municipio di Orosei si è svolta la prima
seduta ufficiale dell'Unione dei Comuni Valle del Cedrino composta da Orosei,
Galtellì, Irgoli, Loculi e Onifai. All'ordine del giorno la
formalizzazione degli organismi istituzionali del nuovo soggetto
amministrativo intercomunale e la nomina del presidente dell'assemblea.
L'assemblea generale dell'organo è composta dai cinque sindaci della
neonata Unione di Comuni e cioè Gino Derosas di Orosei, Renzo Soro di
Galtellì, Michele Battacone di Irgoli, Vincenzo Secci di Loculi e
Giovanni Branchitta di Onifai. Oltre all'assemblea sono stati nominati anche
i componenti del consiglio di amministrazione. Membri del cda sono stati
nominati i tre sindaci di Orosei, Irgoli e Loculi mentre per Galtellì
e per Onifai sono stati nominati i due vice sindaci rispettivamente nelle persone
di Giuseppe Disi e Salvatore Succu. Presidente dell'assemblea infine è
stato nominato all'unanimità il primo cittadino di Orosei Gino
Derosas. Durante la riunione è stato deciso che temporaneamente
l'Unione dei Comuni Valle del Cerino avrà come sede di riferimento il
Municipio di Orosei dove si riunirà operativamente ogni venerdì
mattina alle ore 9. Tutti i componenti dell'assemblea e
del cda hanno inoltre deciso di non percepire nessun rimborso spese o gettone
di presenza sino a che dalla Regione non saranno decisi eventuali
specifici trasferimenti finanziari. Nell'incontro si è parlato di
servizi intercomunali, di viabilità e, capitolo prioritario ed
inderogabile, della preoccupante escalation di episodi criminali. A
tal proposito è stata preparata la bozza di un comunicato congiunto
che a breve sarà reso pubblico affinché vengano prese sinergiche
misure di controllo e prevenzione atte a debellare un fenomeno che assume
sempre più i connotati di vera emergenza sociale.
(
da "Repubblica, La" del 25-11-2007)
Pagina XIII - Genova
Il convegno dell'associazione dell'ex candidato del centrodestra a Tursi
"We the people" Pensioni d'oro, l'accusa di Musso "Fermarle
è un atto di giustizia" "Che qualcuno ci marci è un
fatto e forse non accade soltanto in consiglio" AVA ZUNINO La Liguria
è la Regione italiana che ha il "buco" pensionistico
pro-capite più alto d'Italia: parte da qui Enrico Musso, professore di
economia all'Università di Genova e candidato sindaco del centrodestra
alle ultime amministrative, per aprire il convegno organizzato dalla sua
associazione, "We the people". Il tema sono le pensioni, la riforma
che è all'attenzione del Parlamento, vista dal punto di vista dei
giovani: "perché ovunque, tenendo conto delle tendenze demografiche
l'età pensionabile sale e qui al contrario si sceglie di abbassarla,
facendola gravare per la gran parte del costo sulle spalle dei lavoratori
flessibili". Il convegno, che si sé svolto ieri mattina a palazzo Tursi
alla presenza anche dell'ex ministro leghista,
Giancarlo Pagliarini, cala su una città che proprio in questi giorni
affronta due temi. Uno, sollevato da la Repubblica, sono le pensioni dei
consiglieri regionali: 2 milioni al mese per il resto della vita, dopo aver
trascorso almeno 5 anni da consigliere e poi su, anno dopo anno, fino a 4
mila euro. L'altro tema è in Comune dove si discute l'aumento dei gettoni mensili per gli eletti. Enrico Musso cosa pensa
delle pensioni dei consiglieri regionali, in un paese dove i giovani
rischiano di non poterne prendere dopo una vita di lavoro e con gli istituti
che rischiano il collasso? "Che qualcuno ci marci è un fatto e
forse non accade solo in consiglio regionale. Però scinderei le due
cose. Se mettiamo a posto queste strutture facciamo un atto di giustizia, che
è per moralità, ma non mettiamo a posto il problema delle
pensioni. Anche se azzeriamo le pensioni dei consigli regionali e del
parlamento, non risolviamo il problema. E' giusto farlo ma per motivi di
giustizia e moralità. Niente a che vedere con le pensioni dei
lavoratori". Intanto, tra il pubblico che nonostante l'allerta meteo
ieri ha partecipato al convegno, i segretari provinciali di An e della Lega
annunciano il loro "no" all'aumento dei gettoni
dei consiglieri comunali. Gianfranco Gadolla, An, sottolinea: "sono solo
i nostri due partiti ad essere contrari: quando in consiglio comunale si
voteranno questi aumenti voteremo "no"". Edoardo Rixi, della
Lega, spiega: "In un paese che chiede sacrifici ai cittadini, in un
momento di difficoltà, la classe politica deve dare il buon esempio.
Se è vero che esistono sproporzioni, ad esempio tra i consiglieri
regionali e quelli comunali, non è il momento di affrontare questi
temi". Gadolla ricorda anche altre sproporzioni: "come quella tra
gli assessori nominati nei municipi e i consiglieri eletti dai cittadini: i
primi prendono il doppio". Ma anche per lui, se la strada potrebbe
essere quella di "armonizzare" gli emolumenti degli eletti, magari
abbassando le indennità dei consiglieri regionali e alzando quelle dei
consiglieri comunali e provinciali, il momento non è quello giusto. La
Lega però non è così tranchant. Ha riunito la segreteria
provinciale per decidere l'atteggiamento da tenere in consiglio comunale e ha
deciso una "apertura", nel senso che potrebbe lasciare solo An a
dire "no". In quale caso? Lo spiega il capogruppo a Tursi, Alessio Piana: "se si tratta solo di far scattare un
aumento pari all'adeguamento Istat, da 97 a 127 euro lordi, possiamo ragionare. Di
raddoppi di gettone non se ne parla". Dunque, la lega a Tursi
voterà si all'aumento del gettone? "Non parliamo di voto
favorevole, diciamo che se si tratta dell'adeguamento Istat se ne può
parlare. Poi per il voto vedremo", risponde Rixi.
(
da "Corriere della Sera" del
25-11-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2007-11-25 num: - pag: 35
categoria: REDAZIONALE Satira Le vignette sul "Corriere" raccolte
in un'antologia Giannelli, dalla Casta alla Cesta D
alla Casta alla Cesta. E prima c'erano stati anche
il "Giocondo ", "Il re sola", il "Bushetto", il
"Cacciapalle " e il "Bombetta". Puntuale, come accade
ormai da sedici anni, arriva la raccolta delle vignette che Emilio Giannelli
ha disegnato fino a settembre di quest'anno per la prima pagina del
"Corriere della Sera". Prodi e Berlusconi, Padoa-Schioppa e
Vladimir Luxuria, Fassino e Bossi, Rosy Bindi e Rita Levi-Montalcini: tutti
(persino il presidente Napolitano, persino Papa Ratzinger e persino leader
stranieri come Zapatero e Angela Merkel) trasformati in altrettante maschere
di un carnevale delirante e irresistibile. Ognuno mutato, di volta in volta,
in una maschera di Halloween, in un cane ringhiante (ma pur sempre alla
catena), in un'Italia discinta (ricoperta solo dei resti del famigerato
"Tesoretto"), in una Libertà assai sovrappeso (il suo nome?
Clementina), in un Pinocchio impaurito da un minaccioso Grillo, in una Crudelia Demon inseguita dai "cento e uno".
Ognuno sbalzato dalla Casta di Rizzo-Stella "dritto dritto" nella Cesta
dell'avvocato-vignettista. Il senese Emilio Giannelli (classe 1936, Contrada
del Drago) ancora una volta torna a bacchettare la politica italiana, i suoi
simboli e i suoi "eroi". E come ogni volta lo fa senza doppi
sensi nè volgarità, con vignette efficaci come editoriali (a
volte anche di più), immediatamente riconoscibili, capaci di
stuzzicare la fantasia del lettore ma anche di cogliere con un semplice tratto
il carattere fondamentale del personaggio. Ma in questo diario di bordo
ritroviamo anche l'antico sapore della presa in giro usata come antidoto alla
esasperazione. E c'è di più: c'è la capacità di
Giannelli di raccontare nelle sue vignette la gente comune: davanti alla televisione,
seduta su una panchina, al tavolo per la cena, nel bel mezzo di un pediluvio,
sotto la tenda. Tutti, all'apparenza, sempre più lontani dalla
politica della Casta e della Cesta. Il libro: Emilio
Giannelli, "La cesta", Marsilio, pp.224, e12. Giannelli disegna da
sedici anni la vignetta per la prima pagina del "Corriere della
Sera" Stefano Bucci.
(
da "Nazione, La (Lucca)" del
25-11-2007)
PORCARI COSTI DELLA
POLITICA Statuto di "Ascit", opposizione critica "Così
si aggira la Finanziaria" - -->.
(
da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)
Il
dibattito Discussione sull'aumento da 97 a 127 euro del gettone dei consiglieri. E
c'è chi fa notare che ora non è il momento adatto 25/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)
"aumenti
legittimi"il sindaco in campo a torino TORINO come Genova. Anche i
consiglieri comunali del capoluogo piemontese rivendicano retribuzioni
più eque in rapporto alle indennità percepite da altri politici
di livello istituzionale superiore. Così hanno prodotto un documento
praticamente bipartisan che difende il valore del gettone dalla minaccia di
ulteriori decurtazioni contenuta nella Finanziaria. Domenico Gallo,
capogruppo del Pdci, ha provato a prendere le distanze dall'iniziativa
attirandosi le ire di tutti i colleghi in consiglio ma ottenendo il rinvio
della discussione a lunedì prossimo. In compenso ha appoggiato apertamente
le rivendicazioni della stragrande maggioranza dei consiglieri, il sindaco
Sergio Chiamparino (Pd): "Hanno fatto bene. E' ora che qualcuno ponga il
problema al governo. Stanno tagliando l'indennità a chi già
guadagna meno e nel frattempo lavorano per aumentare ancora un po' i
già cospicui stipendi dei dipendenti della Regione o del
Parlamento". Chiamparino propone la costituzione di un gran giurì
che fissi parametri oggettivi su cui calcolare le retribuzioni dei politici,
a tutti i livelli. L'obiettivo di ridurre le
sperequazioni economiche all'interno della classe politica dovrebbe essere
affidata a una commissione composta da "tecnici, esperti di economica,
dei media". Tra loro, anche Gian Antonio Stella, autore,
con Sergio Rizzo del libro-inchiesta "La casta" sui benefici della
classe politica. 25/11/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)
GIOVEDì IL DIBATTITO
IN CONSIGLIO COMUNALE Benvenuto: inopportuno parlarne ora. Orsi:
l'indennità del sindaco mi pare troppo bassa TREMILADUECENTO euro sono
uno stipendio troppo basso per gli assessori del Comune di Genova? E' giusto
aumentare da 97 a
127 euro il gettone di presenza dei consiglieri
comunali di Palazzo Tursi che, per la verità, sono pagati molto meno
dei colleghi di altre città analoghe per dimensioni e
complessità di gestione? Il dibattito, aperto da tempo,
esploderà giovedì nella sala rossa di Tursi, dove sarà
discussa la delibera relativa all'incremento di 30 euro del gettone. A
lanciare il sasso nello stagno, sfidando i sentimenti diffusi
dell'anti-politica, è stato - ieri dalle colonne del Secolo XIX -
anche l'assessore comunale Gianfranco Tiezzi, ex Margherita. Tiezzi ha
invitato tutti a "mettere da parte la demagogia" e aprire una
riflessione serena sul possibile aumento - venti per cento al massimo - pure
dei compensi dei membri della giunta. Le ragioni di Tiezzi, e di molti
consiglieri comunali favorevoli (quasi tutti) all'adeguamento Istat del
gettone, fanno perno sull'enorme divario tra le retribuzioni degli
amministratori comunali e quelle di consiglieri regionali e parlamentari.
"Non lavoriamo certo di meno, perché siamo pagati così
poco?", è la domanda ricorrente. Vediamo che ne pensano gli
eletti in Regione e parlamento. "Mi pare che questo sia il momento meno
opportuno per decidere l'aumento del gettone", dice Romolo Benvenuto,
deputato ex Margherita: "L'iniziativa, anche se comprensibile, non fa
altro che aumentare il distacco, già molto forte, tra i cittadini e la
politica". Benvenuto ritiene che "semmai si tratterebbe di
abbassare gli stipendi troppo alti, compreso il mio". "La linea
generale - fa eco Graziano Mazzarello, senatore del Pd - è quella di
abbassare e non di alzare i compensi dei politici. Io sono tra quelli che si
è battuto, con qualche successo, per bloccare gli stipendi dei
parlamentari e cancellare alcuni benefit". Infatti Mazzarello definisce
"un errore l'iniziativa dei consiglieri comunali". "Perché -
dice - occorrono segnali di segno opposto per recuperare la
credibilità della politica". "Del resto - conclude l'ex
assessore regionale Ds - io vengo da un'esperienza molto diversa: dall'85 al
'90 il consigliere comunale e di circoscrizione si faceva quasi come forma di
volontariato, per passione politica, senza percepire una lira". Aleandro
Longhi, deputato del Pdci, riconosce che "l'attività
dell'assessore comunale è molto impegnativa". "Anche se -
ammonisce - i paragoni con i consiglieri regionali e i parlamentari sono
fuori luogo. Ci sono gerarchie amministrative, basate anche sulla porzione di
territorio amministrato e il tipo di attività, che si riflettono sul
piano economico". Ciò non significa che tutto vada bene
così: "La richiesta di aumento delle indennità dei
consiglieri è legittima, soprattutto in vista della creazione della
città metropolitana. A patto che gli stessi consiglieri siano
vincolati a restare in aula per tutta o gran parte della seduta di consiglio
e di commissione. Non va più consentite, come fanno alcuni, fughe dopo
l'appello". In Regione non vogliono sentire parlare di confronti. Nessun
commento, anzitutto, dal presidente del consiglio regionale, Mino Ronzitti:
"Non parlo di questioni che interessano altri organi
istituzionali". Parlano, invece, i due vicepresidenti. "Il sindaco
di Genova prende uno stipendio troppo basso rispetto all'incarico svolto,
è assurdo che guadagni meno del direttore generale del Comune",
dice Franco Orsi (Forza Italia). E i consiglieri comunali? "Ragioniamo
pure sull'equiparazione delle indennità ma non dimentichiamo che gli
eletti in Comune, al contrario dei consiglieri regionali, possono
tranquillamente continuare a svolgere il proprio lavoro. Tanto più che
i permessi per l'attività istituzionale sono a carico
dell'amministrazione comunale". L'altro vice, Rosario Monteleone (ex
Margherita), non si nasconde: "Pagare adeguatamente il politico
significa tenerlo lontano dalle tentazioni che spesso si insinuano in maniera
subdola e permette di attrarre alla politica le teste più
capaci". "Inoltre - conclude Monteleone - non sono gli stipendi
degli amministratori i costi della politica. Ma purtroppo, attualmente, non
ci sono le condizioni per discutere in maniera serena dell'adeguamento delle
retribuzioni". Vincenzo Galiano 25/11/2007 È giusto aumentare da 97 a 127 euro il compenso
degli eletti in Comune? Ecco i pareri dei parlamentari e dei consiglieri
regionali 25/11/2007.