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ARCHIVIO DOSSIER – I COSTI DELLA POLITICA dal 13 novembre al 2 dicembre 2007


 

 

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TUTTI I DOSSIER


INDICE DAL13  NOVEMBRE  AL 2 DICEMBRE 2007

 

 

ARTICOLI DAL 30 NOVEMBRE AL 2 DICEMBRE 2007

ARTICOLI DEL 27 E 29 NOVEMBRE 2007

ARTICOLI DAL 26 AL 27 NOVEMBRE 2007

ARTICOLI DAL 20 AL 25 NOVEMBRE 2007

 

 

DOCUMENTAZIONE PRECEDENTE [dal Dicembre 2006]  IN  ARCHIVIO DEL DOSSIER

 

 

 

 

 

 

 


 

 

ARTICOLI DAL 30 NOVEMBRE AL 2 DICEMBRE 2007

 

I consiglieri donano il gettone di presenza per sostenere i senzatetto del Bangladesh ( da "Cittadino, Il" del 30-11-2007)

Tursi, l'indennità dribbla il gettone - zunino a pagina v ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

Tursi, il ballo del gettone un blitz e scatta l'indennità - ava zunino ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

Università, cda dimezzato ( da "Adige, L'" del 30-11-2007)

Tagli ai consiglieri, risparmi per 4,5 milioni ( da "Italia Oggi" del 30-11-2007)

La Sala rossa s'incendia sul gettone ( da "Giornale.it, Il" del 30-11-2007)

Il suo vero compito era combattere la corruzione ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

La giunta si autoriduce i compensi ( da "Messaggero Veneto, Il" del 30-11-2007)

VIAREGGIO - A SPETTANDO la trasferta (inedita) di Rovigo, il Viare ( da "Nazione, La (Lucca)" del 30-11-2007) + 1 altra fonte

Burocrazia, una macchina bidone per la Moratti Lo spoils system operato dal sindaco ha innescato la stagione dei veleni sfociata in cinque avvisi di garanzia ( da "Giorno, Il (Varese)" del 30-11-2007)

India, il biglietto del sindaco e i fondi pubblici ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 30-11-2007)

Chiacchiere tante soluzioni zero ( da "Libero" del 30-11-2007)

I novanta incarichi sotto accusa della giunta Moratti ( da "Libero" del 30-11-2007)

Il presidente pachistano Parvez Musharraf ha annunciato che intende revocare lo s ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 30-11-2007)

Comune,bocciatol'aumento ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

Se si fa il rimpasto ne restano solo dodici Sul numero dei ministri si applicherà la Bassanini. In uscita Gentiloni in pista a Roma ( da "Unita, L'" del 30-11-2007)

Gettone, bocciato l'aumentoa Tursi scoppia la bagarre ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

Nella hit dei tagli ai costi Amiu è in testaseguita da Aster, Ducale, ami e porto antico ( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

Consulenze d'oro Moratti indagata per abuso d'ufficio 93 nomine sospette al posto dei dirigenti Per il sindaco di Milano anche concussione ( da "Unita, L'" del 30-11-2007)

Fassa-renon 4-2 ( da "Trentino" del 30-11-2007)

Debiti e bilancio all'esame della massima assise civica ( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

No ai carrozzoni pubblici ( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

Deficit, Confapi-Biologi: patto contro il Piano ( da "Denaro, Il" del 30-11-2007)

Sforbiciata ai costi della politica Ottaviani si schiera con Boldrini ( da "Corriere Adriatico" del 30-11-2007)

Brescia-Padova, scoppia il caso Penati: mai preso un soldo ( da "Gazzettino, Il" del 30-11-2007)

Assegno di sviluppoinnovazione e lavoro ( da "Sicilia, La" del 30-11-2007)

Guido Lo Forte* ( da "Liberazione" del 30-11-2007)

Sanità del Lazio, preoccupazione per il debito ( da "Italia Sera" del 30-11-2007)

Indennità, dov'è la coerenza? ( da "Alto Adige" del 01-12-2007)

Più spese nel settore cultura si pensa anche a capodanno ( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)

Più dei consulenti servono gli impiegati ( da "Repubblica, La" del 01-12-2007)

Violenza sessuale, don mosa patteggia - maria fiore ( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)

I conti svizzeri incastrano De Petro e i Catanese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-12-2007)

Seren vuole dimezzare i costi della politica ( da "Corriere delle Alpi" del 01-12-2007)

Gli enti locali provocano la Regione: <Stop al centralismo> ( da "Corriere del Veneto" del 01-12-2007)

Minori spese e maggiori entrate. L'assestamento di bilancio ottiene il via libera del Consiglio ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2007)

OSIMO Assestamento di bilancio 2007: secondo i consiglieri del Pd, Paola Andreoni e Mauro Pellegrin ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 01-12-2007)

Il consigliere comunale d'opposizione Marietta Tidei non condivide la proposta di assegnare un& ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 01-12-2007)

Un cda da 709mila euro l'anno con ventidue consiglieri ( da "Tirreno, Il" del 01-12-2007)

Un'Italia che ha perso il treno ( da "Unita, L'" del 01-12-2007)

<Se la politica è questa, me ne vado> ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

Indennità, sbagliati i calcolisui risparmi: mancano 278 milioni ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

Per Gava nono gettone stagionale ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 01-12-2007)

Sostituto a gettone al posto di Modica? ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 01-12-2007)

Il divertimento finisce anche sulla rete ( da "Centro, Il" del 01-12-2007)

La discarica la torre simbolo della chiusura dei politici ( da "Centro, Il" del 01-12-2007)

Anziani all'ex acli, decisione sospesa ( da "Trentino" del 01-12-2007)

Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> ( da "Libero" del 01-12-2007)

Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> ( da "Libero" del 01-12-2007)

Scuola, autonomia e scelte... a prescindere ( da "Trentino" del 01-12-2007)

Enti locali, da Roma un altra rapina ( da "Padania, La" del 01-12-2007)

COMUNE PARLANO I CONSIGLIERI DI AN BENEDETTI E PORZANO 0 Commissioni azzerate: si passi da dieci a otto senza inciuci tra maggioranza e opposizione ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 01-12-2007)

POLITICI MENO CARI, BOCCIATA LA MOZIONE ( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 01-12-2007)

<Doniamo il gettone di presenza per aiutare Satonevri> Tutti d'accordo, ma solo metà dei consiglieri lo fa ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-12-2007)

A rischio gli stipendi e i gettoni ( da "Sicilia, La" del 01-12-2007)

BILANCIO PREVENTIVO, RIUNIONE IN PROVINCIA DI RIMINI ( da "Sestopotere.com" del 01-12-2007)

Codice etico per assumere i portaborse in Regione ( da "Stampa, La" del 02-12-2007)

COSI' VITTORINI SPENDEVA I SUOI GETTONI ( da "Giornale di Brescia" del 02-12-2007)

Regione, scatola vuota a peso d'oro - ubaldo cordellini ( da "Trentino" del 02-12-2007)

Il Comune taglia posti nelle società Ma resta in piedi con cinque consiglieri la Sermas ( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)

COME è possibile che un'azienda con quatro dipendenti abbia cinqu ( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)

"cda sempre a vuoto ecco perché lascio" ( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)

Consiglio comunale in tivù a partire dal gennaio 2008 ( da "Nuova Sardegna, La" del 02-12-2007)

L'aumento del gettone non sarebbe un privilegio - alberto gagliardi ( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)

Rabbuffo: la discarica non c'entra con la casta ( da "Centro, Il" del 02-12-2007)

No, non voglio il commissariamento della Regione perché sarebbe una sconfitta per il Lazi ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 02-12-2007)

Zanin, ritorno al passato jesolo in campo a s. vito ( da "Nuova Venezia, La" del 02-12-2007)

I consiglieri rinunciano al gettone ( da "Tempo, Il" del 02-12-2007)

QUASI 300MILA euro di finanziamento per generi alimentari e pozzi i ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-12-2007)

Di MARIA GLORIA FRATTAGLI - ANCONA - DALLO STIPENDIO al gettone ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 02-12-2007)

Arriva il gettone , consiglieri agitati Dal primo gennaio via le indennità e qualcuno pensa già ai ritocchi ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 02-12-2007)

Le riflessioni del sindaco di un piccolo comune ( da "Corriere delle Alpi" del 02-12-2007)

Le istituzioni e i costi della politica, un convegno ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)

Gioco di squadra per la Finanziaria da cambiare ( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)

I costi della politica ( da "Gazzetta di Parma, La" del 02-12-2007)

IL LIBRO ( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2007)

Il giro più "gettonato" a Grandi Molini. Delusione all'Alcoa: <Non ci dicono quale è la lega per le pentole> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2007)

<Sanità nissena, quante carenze> ( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)

Il Consiglio tagliai servizi sociali ( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)


Articoli

I consiglieri donano il gettone di presenza per sostenere i senzatetto del Bangladesh (sezione: Costi dei politici)

( da "Cittadino, Il" del 30-11-2007)

 

N A seguito della catastrofe provocata dal ciclone Sidr, che la sera del 15 novembre ha colpito il Bangladesh, il consiglio comunale di Paullo potrebbe decidere di devolvere il gettone di presenza dei conglieri per aiutare più di quattro milioni di persone rimaste senza tetto. Lo proporranno questa sera (giovedì) in assemblea Giancarlo Broglia (Rifondazione comunista) e Alberto Pacchioni (Sinistra democratica) in un loro ordine del giorno. Spiragli positivi li ha lasciati intravedere la maggiornaza. Ma bisognerà attendere fino a stasera per vedere se i rappresentanti del parlamentino locale rinunceranno ai loro 25 euro. I consiglieri, sindaco compreso, sono 21: ammonta quindi a 525 euro la somma da racimolare. All'assegno staccato potrebbero essere aggiunti altri fondi, fissati dalla giunta. "Speriamo che possa essere una decisione unanime, che non s'inserisca la politica anche su questo argomento", commenta Broglia. L'iniziativa è nata proprio da lui, che in Bangladesh, a Khulna, ha vissuto per mesi come infermiere volontario in un ospedale. Uno dei paesi più poveri del mondo, lo staterello indiano ha 144 milioni di abitanti: il 40 per cento vive con un reddito giornaliero inferiore a un dollaro. A migliaia di persone sono stati già prestati i primi soccorsi. Ma sono ben più ampi i bisogni: il ciclone ha colpito scuole, edifici, strade. Devastato l'ambiente: i raccolti di riso sono stati cancellati; distrutto il parco delle Sunderbans, la più grande foresta di mangrovie del mondo, patrimonio dell'umanità, oltre a una riserva eccezionale di animali rari.


Tursi, l'indennità dribbla il gettone - zunino a pagina v (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

 

Pagina I - Genova Da gennaio possibile lo stipendio fisso Tursi, l'indennità dribbla il gettone ZUNINO A PAGINA V SEGUE A PAGINA V.


Tursi, il ballo del gettone un blitz e scatta l'indennità - ava zunino (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

 

Pagina V - Genova IN PRIMO PIANO Nicolò Scialfa Remo Viazzi Alberto Gagliardi Gianni Bernabò Brea Giorgio Guerello Mariangela Danzì Bocciata la delibera che prevedeva un aumento a tutti i consiglieri, ma a gennaio... Tursi, il ballo del gettone un blitz e scatta l'indennità Sul voto gli unici a mantenere il parere positivo sono stati i consiglieri azzurri Scialfa: "Questa è una battaglia giusta e di dignità e dico no al massacro mediatico" AVA ZUNINO L'orologio segnava le 19 e 49 minuti, ieri, quando il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello ha messo in votazione la delibera per l'aumento dei gettoni di presenza dei consiglieri. La delibera è stata bocciata: gli unici a mantenere il parere favorevole sono stati i consiglieri di Fi. Ma la vicenda dei compensi ai consiglieri non finisce qui. Subito dopo infatti il consiglio ha approvato all'unanimità un'altra delibera, che trasforma i compensi dei consiglieri: dal primo gennaio potranno scegliere se continuare ad essere pagati a gettone (un gettone ogni presenza alle sedute di consiglio e commissione) o avere una vera e propria indennità di funzione, come quelle della Regione e del Parlamento. Economicamente al momento non cambia nulla. La cifra mensile che riceverà chi sceglierà l'indennità è stata calcolata sulla media dei gettoni pagati mensilmente nello scorso ciclo amministrativo. E la cifra resterà fissa per il 2008. Dunque, può essere che qualcuno tra i più presenzialisti economicamente perda anche qualcosa. Ma di certo è il primo passo verso quella "dignità" di funzione tanto invocata in questi giorni: l'assegno non sarà legato alle presenze o alle assenze. Sarà una indennità fissa. Così ieri sera è calato il sipario su una seduta al fulmicotone. L'aumento del gettone è affondato tra polemiche, accuse, retromarce e un clima di tensione che è esploso ieri pomeriggio in consiglio comunale e ne ha provocato una temporanea sospensione. Una sospensione decisa da Guerello per sbollire gli animini. E' successo di tutto, ieri pomeriggio a palazzo Tursi, anche che il direttore generale del Comune, Mariangela Danzì, è intervenuta nella discussione per stigmatizzare l'atteggiamento di uno dei consiglieri comunali, Remo Viazzi di Fi il quale ha chiuso il suo intervento con una frase in dialetto siciliano. Era riferito al fatto che i consiglieri del centrosinistra pur convinti di volere l'aumento e pur avendo sottoscritto la delibera, poi hanno ritirato le firme: "che cosa è successo, ci sono state minacce?", ha chiesto Viazzi cercando di imitare l'accento siciliano. Il direttore generale si è sentita colpita, in quanto siciliana, e ha voluto ricordare di essere onorata di appartenere alla terra di Falcone e Borsellino. "Non ci sono state minacce, c'è stata una assunzione di responsabilità", ha replicato Umberto Lo Grasso dell'Ulivo. Fi Italia è rimasto l'unico partito a sostenere l'aumento del gettone di presenza dei consiglieri. Ma non l'unico a sostenere di volere un aumento che invece anche ieri Niccolò Scialfa di Rifondazione Comunista, gruppo sinistra Arcobaleno ha difeso a gran voce. Non votando però poi la delibera che, quasi alla fine della seduta, il direttore generale ha dichiarato "illegittima". "Questa è una battaglia giusta e di dignità - ha detto Scialfa - E dico vergogna al massacro mediatico al quale siamo stati sottoposti, da che pulpito! Accuso la stampa. E' venuta allo scoperto la più vera antipolitica becera. La malapolitica della nomenklatura ipocrita che fa le bucce a noi, ma che al Senato non ha bloccato gli aumenti". Il riferimento è a Graziano Mazzarello, il senatore del Pd, che aveva tacciato di inopportunità la richiesta dei consiglieri comunali. Raffaella Della Bianca, capogruppo di Fi, ha difeso fino all'ultimo la delibera ed ha iniziato il suo intervento sottolineando l'assenza del sindaco Marta Vincenzi. Sindaco contro cui si è scagliato anche Alberto Gagliardi: "invece di schierarsi contro l'aumento del gettone poteva tagliare qualche consulenza". E nel tutti contro tutti, Giannì Bernabò Brea di An ha attaccato Fi: "arroganti - ha detto - e non condivido neanche l'atteggiamento dei consiglieri dell'Ulivo che hanno tolto la firma". Tra le tante cose successe, una assonanza tra Giuseppe Murolo di An e Arcadio Nacini di Rifondazione Comunista. "Quando ci siamo presentati alle elezioni tutti sapevamo quanto fosse il gettone di presenza e nessuno si è indignato - ha detto Murolo - Tra noi e Rifondazione c'è un abisso ma ci accomuna il fatto di vedere la politica come un'alta forma di volontariato".


Università, cda dimezzato (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 30-11-2007)

 

Migliarini: "Da tre a un seggio, ma noi dipendenti siamo seicento" Università, cda dimezzato Protestano i rappresentanti del personale "Ci vuole un consiglio di amministrazione più snello. Oggi siamo in 44: ho dovuto fare allargare le scrivanie. Ormai non abbiamo più posto, neanche per gli appendiabiti, neanche per i cappotti. Quello che abbiamo non è un cda, è un'assemblea". Il rettore dell'Università Davide Bassi si prepara ad una nuova discussione: il 5 dicembre si terrà un'altra seduta del consiglio integrato; si lavora alla modifica dello statuto. Il numero dei membri è destinato a diminuire. Tre le ipotesi sul tavolo: 27, 25 o 23 componenti. Il consigliere Bruno Firmani ha proposto una composizione a 15. Lui ritiene condivisibile la proposta della collega Castellani: ridurre a 6 i docenti e propone di non prevedere i due rappresentanti dei Comuni. "In tal modo la composizione si attesterebbe su 21 membri". Ipotesi. Se ne discuterà nei prossimi giorni. Di sicuro la linea è quella della razionalizzazione: in proporzione ci saranno meno rappresentanti dei docenti, dei ricercatori, degli studenti, degli esterni e dei dipendenti. Questi ultimi fanno sentire la propria voce tramite Maurizio Migliarini, membro del cda integrato. Considera pericoloso il passaggio da 44 a 25 o 23: "Ci sarebbe un solo rappresentante del personale tecnico-amministrativo. Già oggi la situazione, con soli tre rappresentanti, non è delle migliori. Un ulteriore taglio diventa offensivo, visto che noi dipendenti dell'ateneo siamo seicento". Migliarini sostiene che l'alto numero di consiglieri "è un falso problema perché l'esperienza evidenzia il contrario". "Anche in termini di costo il numero dei consiglieri non rappresenta un problema data l'entità dei gettoni di presenza (100 euro a seduta, Ndr). Si può pensare ad una riduzione della composizione del consiglio non disgiunta però dal ripristino della giunta esecutiva". Secondo lui la scarsa rappresentatività dei dipendenti può essere compensata solo con l'inserimento di rappresentanti del personale negli altri organi di governo". A.Tom. 30/11/2007.


Tagli ai consiglieri, risparmi per 4,5 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 30-11-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi Numero 284, pag. 19 del 30/11/2007 Autore: Visualizza la pagina in PDF     Tagli ai consiglieri, risparmi per 4,5 milioni Altro che 283 milioni di euro. I tagli alle indennità dei consiglieri previsti dalla Finanziaria 2008 potrebbero produrre risparmi per 4,5 milioni di euro al massimo. Con conseguenze disastrose sui bilanci locali. Il calcolo e l'allarme arrivano dall'Anci che assieme all'Ifel ha condotto un'indagine su 860 comuni (di cui 38 capoluoghi di provincia) per valutare l'impatto dei tagli ai costi della politica previsti dalla manovra. "La stima del risparmio derivante dai tagli ai costi della politica dà origine a una riduzione dei trasferimenti erariali che non trova copertura adeguata, in quanto l'effettivo risparmio, è molto inferiore", denuncia Fabio Sturani, sindaco di Ancona e vicepresidente dell'Associazione dei comuni, in una lettera inviata alla commissione bilancio della camera. L'Anci teme che l'art. 26 comma 8 della legge finanziaria 2008 finisca per produrre "un nuovo e indiscriminato taglio ai trasferimenti erariali" e non condivide che "fondi derivanti dal risparmio di spesa del comparto comuni vengano utilizzati per coprire le necessità di altri settori". Ragion per cui i comuni hanno chiesto "di valutare attentamente la portata della norma" intervenendo in commissione per emendarla in modo da trovare altra copertura finanziaria al ticket sanitario. La norma dispone una riduzione del numero di assessori e del tetto massimo dell'indennità di funzione dei consiglieri, che viene portata da un terzo a un quarto del compenso spettante ai sindaci. Dalla lettura della relazione tecnica, tale risparmio sarebbe pari a 283 milioni di euro che corrisponderebbe alla riduzione da un terzo a un quarto dell'indennità di funzione massima percepibile da un consigliere comunale e provinciale, cui vanno aggiunti i tagli alle comunità montane per un importo complessivo di 313 milioni di euro che vengono sottratti al fondo ordinario dei trasferimenti erariali. Un calcolo, secondo l'Anci, "totalmente sovrastimato", in quanto presupporrebbe che tutti i consiglieri comunali e provinciali abbiano optato per l'indennità di funzione. Cosa che in realtà non accade. Dall'indagine Anci-Ifel emerge infatti che la quasi totalità dei consiglieri interpellati (844) percepisce il gettone di presenza a fronte di un 1,86% che riscuote invece l'indennità di funzione. A ciò si aggiunge che in 60 comuni, i consiglieri comunali hanno rinunciato a qualunque compenso (soprattutto nei piccoli comuni). Inoltre, nei municipi non capoluogo di provincia, vengono indette in media due sedute mensili, che salgono invece a quattro nei comuni capoluogo. Moltiplicando i gettoni di presenza per il numero di sedute annuali di ciascun consigliere si ottiene una stima dei costi annuali pari a circa 56,6 milioni di euro. "In base ai dati raccolti", prosegue l'indagine, "il costo effettivo dei consiglieri comunali risulta pari, per il 98,14% dei casi, al costo dei gettoni moltiplicato per il numero di sedute e solo per l'1,86% al costo dell'indennità di funzione". Si ottiene così una cifra di 73,6 milioni di euro (55,6 milioni, per i costi di gettone + 18 milioni per quelli di indennità) che ridotta di un quarto, come previsto dalla Finanziaria, ammonta a 69,1 milioni di euro. "Pertanto", ha concluso Sturani, "il risparmio ottenuto è di soli 4,5 milioni di euro, molto lontano dai 283 supposti".


La Sala rossa s'incendia sul gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 30-11-2007)

 

Di Riccardo Re - venerdì 30 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Alla fine nessun aumento di gettone, ma i consiglieri comunali alzano la testa. Vola alta anche la politica, per una volta, a palazzo Tursi per precipitare a intermittenza tra cadute di stile e faide di partito o pseudo coalizioni. Il tutto perché da destra e da sinistra non ci stanno a passare come avidi mercenari quando percepiscono un gettone di 87 euro a seduta e chiedevano di alzarlo a 116, per uno stipendio che al massimo non avrebbe mai potuto superare i 2.500 euro lordi al mese (sempre un terzo di quanto percepisce il sindaco, che a sua volta percepisce meno di altri sindaci d'Italia). Assai meno rispetto ad altri Comuni e ancor meno rispetto ad altri incarichi istituzionali che richiedono un impegno non troppo differente. Non mancano però neppure i distinguo, come An e la biasottiana Lilli Lauro che accusano anche gli alleati (durissimi Bernabò Brea e Murolo contro Forza Italia) e precisano di non voler alcun emolumento aggiuntivo. Nel frattempo parere di illegittimità rispetto alla delibera sull'aumento dei gettoni di presenza viene espresso in aula dal direttore generale del Comune Mariangela Danzì. Neppure tra le file di centrosinistra però mancano i j'accuse all'antipolitica. Arcadio Nacini, Rifondazione comuinista, uno che "il gettone non l'ho mai ritirato per ragioni di principio" dice che sì, è giusto per la dignità dei consiglieri che chi guadagna troppo prenda meno e viceversa. Così, alla fine, la patata bollente verrà rigirata all'Anci, l'associazione dei comuni italiani, che dovrà farsi portavoce di un malessere più o meno trasversale. Forza Italia, invece, accusa chi ha fatto un passo indietro rispetto alla delibera iniziale (firmata anche da Ulivo e An) e ha ritirato la firma per cavalcare l'onda mediatica. Il pomeriggio, non a caso, parte con l'applauso bipartisan a Nicolò Scialfa (Unione a Sinistra), per la dura requisitoria contro la demagogia di certa stampa, certi politici, e certa antipolitica. Sullo stesso tono Remo Viazzi (Forza Italia) che fa anche nomi di lettori e editorialisti, e risponde citando il proprio indirizzo di casa per ribadire che è fiero della sua posizione. Scivola poi nell'attaccare la sicilianità di Scialfa e Lo Grasso (il consigliere dell'Ulivo, promotore dell'aumento) che sono stati "intimoriti dalle minacce" di Marta Vincenti. Ma Lo Grasso risponde: "Non ho fatto alcun passo indietro, sono i capigruppo che hanno ritirato la mia delibera, e non mi pento". Nel mezzo c'è anche Musso, a ribadire che per i cittadini costano più certe scelte politiche e l'inutilità strutturale che spesso blocca i consiglieri che non l'aumento di gettone. Tanto che, "se continua così - dice -potrei pure dimettermi".


Il suo vero compito era combattere la corruzione (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

 

Cultura Intervista a Paolo Simoncelli Il suo vero compito era combattere la corruzione Paolo Simoncelli insegna Storia moderna, e ha seguito il lavoro di archivio che Margherita Martelli e Maria Procino hanno svolto sul carteggio tra Enrico Cuccia e Alberto D'Agostino. "Un lavoro egregio", commenta Simocelli, "che ci consente di avere un materiale di prima mano utile sia per approfondire la storia del fascismo e quella di Cuccia". C'è una relazione fra le due storie? "Fino a un certo punto sì. Nel senso che il fascismo si fida dell'operato di Cuccia delle sue competenze e lo invia in Africa orientale a svolgere le ispezioni sul grado di corruzione esistente. Il suo compito, formalmente, è di impiantare nelle cinque province dell'impero delegazioni direttamente connesse al Sottosegretariato di scambi e valute". Con che risultati? "Tutto sommato non trascurabili. Deve ristabilire un certo ordine monetario e valutario, soprattutto alla luce dell'uso persistente che la popolazione locale fa del tallero d'argento". Cosa vuol dire? "Sul piano economico il regime si era accorto che c'era un cambio diverso tra la lira e il tallero, rispetto a quello stabilito dalla Banca d'Italia. Il che presupponeva l'esistenza di una vera e propria borsa nera. Ad aggravare la situazione c'era anche l'esportazione illegale di valuta, agevolata da finte o inutili importazioni. Infine, altro elemento di crisi, l'impiego e l'acquisto di merci straniere a tutto svantaggio dei prodotti nazionali". Un Cuccia autarchico? "Si vede anche da certe lettere quanto egli tenesse alla difesa delle merci italiane. C'è insomma una marcata vena protezionistica". Perché Graziani lo avversa? "Le ragioni sono evidenti. Cuccia e il suo partner Giuseppe Ferlesch, spezzano quei traffici che in qualche modo si ricongiungono molto in alto. Graziani farà di tutto per allontanarlo". E ci riuscirà? "No. Cuccia potrà portare a termine la sua missione, direi con successo. Perfino Mussolini lo riceverà a Roma, a metà dell'opera, elogiandone l'operato". Quando Cuccia diventerà antifascista? "è una questione aperta. La mia impressione, ma non solo mia, è che egli lo diventi completamente nel 1943". A. Gn.


La giunta si autoriduce i compensi (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 30-11-2007)

 

Premariacco. Ieracitano: sia di buon esempio a chi prende molto di più e diserta il Parlamento La giunta si autoriduce i compensi Sindaco e assessori prenderanno il 10% in meno, risparmio di 7 mila euro PREMARIACCO. Risparmiare tagliando sullo stipendio di sindaco e assessori. É l'insolita e provocatoria scelta effettuata dalla Giunta comunale di Premariacco, in questi giorni al lavoro per la preparazione del bilancio preventivo 2008, per far capire ai cittadini "che i costi della politica - spiega il sindaco Ieracitano - non vanno cercati in periferia, ossia nei piccoli comuni, bensì negli enti più grandi e in tutte le aziende pubbliche le cui nomine dipendono dai politici". Il compenso del sindaco passerà da 1.030 a 927 euro al mese, mentre gli assessori riceveranno circa 50 euro di meno, con compensi che passeranno a 300-450 euro al mese. La singolare iniziativa dell'auto-riduzione sarà ora presentata in Consiglio; "intendiamo dimostrare - afferma il sindaco - che per tagliare i costi della politica non serve una legge, ma basta la volontà delle persone. Nel nostro caso il taglio stabilito dalla Giunta porterà al Comune un risparmio annuo di circa 7.000 euro; somma che seppur minima sarà però assai utile per realizzare una piccola opera pubblica, affinché resti un segno tangibile della decisione degli amministratori, e non si dica poi che sono finiti in spese inutili o nel calderone del bilancio comunale". Anche i consiglieri di maggioranza avrebbero voluto rinunciare al loro gettone di presenza - circa 23 euro per ogni consiglio -, ma la Giunta ha deciso che, visto il lavoro svolto già senza alcun compenso e vista l'impossibilità tecnica della rinuncia, si penserà ad altre soluzioni. "I nostri compensi di amministratori - sottolinea Ieracitano - sono minimi se consideriamo che, in Comuni come il nostro, l'impegno di lavoro va ben oltre le 40 ore settimanali, alle quali devono essere aggiunte quelle del nostro lavoro "normale", visto che noi di politica non viviamo. Dispiace dover rinunciare a un diritto - aggiunge il sindaco, - ma se serve a dare un segnale e un esempio a chi per 15 mila euro al mese si presenta tre giorni alla settimana in Parlamento a Roma allora forse ne sarà valsa la pena". "La decisione - conclude il Sindaco - è maturata per esprimere il nostro disagio rispetto ai privilegi di molti politici e para-politici in cui non ci riconosciamo, e per raccogliere e rendere visibile anche il disagio dei nostri cittadini nei confronti di quello che è definito il "mondo della politica" del quale anche noi amministratori locali, in qualche modo, facciamo parte. Ci auguriamo che gli enti intermedi quali le province e le regioni, con tutte le loro società controllate, si rendano conto che i privilegi dei loro rappresentanti diminuiscono la loro credibilità e autorevolezza".


VIAREGGIO - A SPETTANDO la trasferta (inedita) di Rovigo, il Viare (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 30-11-2007)
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(Nazione, La (Viareggio))

 

? VIAREGGIO ? A SPETTANDO la trasferta (inedita) di Rovigo, il Viareggio si gode la soddisfazione della doppiamente storica qualificazione agli ottavi di Coppa Italia dopo il blitz di Lucca. Una trasferta, quella di Rovigo, che nasce con il dubbio della nebbia e con il rischio che la squadra di Aglietti possa essere un po' stanca dopo la faticaccia del Porta Elisa ma il primo a dire di essere pronto alla nuova sfida di campionato è uno dei giocatori più in forma del momento, il ventenne svizzero ma di origini kosovare Migjen Basha. "La squadra ? afferma il centrocampista ? sta comportandosi molto bene: il gruppo è molto motivato, siamo giovani e vogliamo crescere anche se come ci ricorda sempre il nostro allenatore Aglietti, il primo obiettivo è la salvezza". Migjen Basha è arrivato in Italia dal Losanna, destinazione Lucchese, due anni fa. "Nella prima parte della stagione con Gigi Simoni in panchina ? ricorda il giovane ? ha giocato in prima squadra, poi quando è subentrato Pea sono rimasto un po' ai bordi. Ha collezionato alcune presenze ma mi aspettavo qualcosa di più". Nato in Svizzera nel 1987 ? anche se i suoi genitori sono originari del Kosovo ? Basha ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile del Losanna, conquistando anche la maglia delle nazionali giovanili della Svizzera. "Ho collezionato 52 gettoni di presenza nelle file delle Nazionali Under 16, 17, 18 e 19: sono stato anche compagno di squadra du Kuzmanovic che ora gioca nella Serbia e della Fiorentina". MA IL presente del giovane attaccante è a Viareggio. "Mi trovo bene, ho trovato un ambiente ideale per un giovane che vuole crescere senza molta pressione". La soddisfazione di avere giocato bene e vinto a Lucca, in un derby atteso da tutta la tifoseria, non l'ha travolto più di tanto. "L'importante è semore la partita del turno successivo ? afferma ?: dobbiamo guardare al campionato con grande decisione". Basha spera di avere un futuro "vero" nel mondo del calcio: "Ci ho puntato e ci sto puntando tutte le mie forze: spero di poter arrivare". L'intesa con Reccolani la ritiene fondamentale per poter crescere e dare un contributo sempre migliore al Viareggio. "Ora concentRiamoci sul Rovigo ? conclude Basha ?. Troveremo una squadra molto decisa visto che da un mese non vince". IL VIAREGGIO è atteso ad finale di 2007 molto impegnativo, sovraccarico di partite, con il "peso" di due infortuni importanti come quelli di Ceciarini (potrebbe rientrare fra una decina di giorni) e di Bonuccelli (sarà in campo l'antivigilia di Natale'). Domenica prossima, il Viareggio va a Rovigo, quindi il 90 è prevista l'ultima, ma non ultima, giornata del girone di andata in casa contro il Portogruaro, formazione d'alta classifica; il mercoledì successivo, 12 dicembre, recupero della quattordicesima giornata a San Marino, mentre domenica 16 è in calendario la difficile trasferta di Giulianova, uno dei campi più difficili del campionato; infine domenica 23 ai "Pini" arriverà la capolista Bassano. - -->.


Burocrazia, una macchina bidone per la Moratti Lo spoils system operato dal sindaco ha innescato la stagione dei veleni sfociata in cinque avvisi di garanzia (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Varese)" del 30-11-2007)

 

IL SILURAMENTO DI QUASI TUTTI I DIRIGENTI FINISCE DAI BANCHI DEL CONSIGLIO A PALAZZO DI GIUSTIZIA Burocrazia, una macchina bidone per la Moratti Lo "spoils system" operato dal sindaco ha innescato la stagione dei veleni sfociata in cinque avvisi di garanzia di CORRADO DRAGOTTO ? MILANO ? LA MALEDIZIONE biblica generata dalla rottamazione di una macchina comunale resa quantomai efficiente da Gabriele Albertini (non bisogna mai dimenticare, tanto per fare un esempio, che la ristrutturazione della Scala firmata da Mario Botta venne pianificata da ingegneri di Palazzo Marino) ha colpito ancora Letizia Moratti. Come se non fosse bastata la mancata archiviazione da parte della Corte dei conti degli esposti sugli "incarichi d'oro" inoltrati da Basilio Rizzo (Lista Fo) e da altri consiglieri dell'opposizione, ieri Palazzo Marino è risultato scosso sin dalle fondamenta dal terremoto causato dagli avvisi di garanzia notificati al sindaco (abuso d'ufficio), al city-manager Piero Borghini (abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata), al vicedirettore generale Rita Amabile (concussione), al capo di gabinetto Alberto Bonetti Baroggi (truffa aggravata) e al direttore del Decentramento Federico Bordogna (concussione). E, sebbene l'iscrizione del sindaco e degli altri indagati nell'apposito registro appaia un atto dovuto, è indubbio che l'avvicendamento in massa dei manager selezionati da Albertini (dalla purga si salvarono, tra i pochissimi altri, Bordogna, peraltro trasferito dalle Risorse umane al Decentramento, Bonetti Baroggi, come Borghini consigliere regionale di Forza Italia, Andrea Vento, Antongiulio Bua e Antonio Acerbo) sia stato portato a termine sotto una cattiva stella. TUTTO INCOMINCIÒ, comunque, ancora prima di quella specie di riproposizione nel settembre 2006 di quel Termidoro in cui, nel 1794, gli antigiacobini fecero volare dalla gigliottina le teste di Robespierre e dei suoi fedelissimi. Nell'agosto del 2006, infatti, il sindaco indusse a pensare con tre clamorosi defenestramenti che avrebbe radicalmente trasformato i ponti di comando del Comune. Perché, sulla base di un articolo del Decreto Bersani sulle liberalizzazioni che vietava di mantenere in servizio i dirigenti titolari di rapporti di consulenza con più di 67 anni, una norma con scarsissima applicazione nelle Amministrazioni del Bel Paese, la Moratti pensionò d'ufficio quattro colonne portanti della dirigenza. Ovvero: gli esperti e capaci Giuseppe Cozza (Mobilità), Giuseppe Albanese (Internal auditing), Alessandra Mottola Molfina (Cultura) e Massimo Mauri (Pianificazione). Solo per Cozza, uno che conosce persino buche e tombini delle strade meneghine, Borghini trovò una poltrona (direttore generale) in Metropolitana Milanese. Gli altri "magnifici tre", invece, furono tolti di mezzo insieme con i loro assessori di riferimento. Al posto di Mauri ma con poteri centuplicati il sindaco, curiosamente, assunse tale Luca Concone. Curriculum e stipendio da far paura ma attitudine limitata alla pubblica Amministrazione. Morale: nel giro di un annetto, Concone viene spedito in Sea con un vago incarico inerente le relazioni internazionali della spa aeroportuale (86% Comune). MA TORNIAMO ai mesi precedenti a Termidoro. E, cioè, a quando il sindaco decide di affiancare l'ex collega Borghini con l'Amabile, ex quadro cigiellino come, del resto, Bordogna. I vecchi lupi stanziali a Palazzo Marino ululuraron subito alla luna: "Ma quella torna in Comune per vendicarsi". Il riferimento correva alla decotta vicenda (l'appalto calore) che pare fosse costata il posto in Comune al consorte dell'Amabile, poi scomparso. Sempre i soliti beninformati mandarono alla Moratti un altro messaggio mica tanto subliminabile. Riassumibile in un: "Stai attenta, perché Borghini e Bonetti Baroggi dovrebbero dimettersi da consiglieri regionali per evitare che qualcuno sollevi l'eccezione di conflitto di interessi e di doppio stipendio". Ma la Moratti non ascoltò alcun suggerimento e, il 5 settembre 2006, si materializzò in Sala commissioni con Borghini e l'Amabile a fianco per annunciare urbi et orbi la lieta novella della macchina comunale "più snella ed efficiente" rispetto a quella guidata da Albertini. "Il più anziano dei miei dirigenti ha 66 anni, il più giovane 33 - si infervorò Donna Letizia in quell'occasione -. Dei 22 "centrali", inoltre, nove hanno meno di 45 anni". Largo ai giovani, quindi, ma anche a una raffica di assunzioni che proseguì sino al maggio scorso. Per non parlare della lievitazione a cifre stellari dei compensi percepiti dai manager. Oggi come oggi, del resto, la casta dei dirigenti costa 11 milioni l'anno ai pubblici contribuenti. Il gap di esperienza tra gli attuali titolari e i predecessori, intanto, si sta pagando con una minore reattività della macchina comunale. - -->.


India, il biglietto del sindaco e i fondi pubblici (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 30-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-11-30 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE POLITICA India, il biglietto del sindaco e i fondi pubblici di ORAZIO CILIBERTI * N on più tardi di qualche giorno fa, il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo a firma di Michelangelo Borrillo sul progetto "Le vie della seta", con il quale il Comune di Foggia va promuovendo rapporti socio-culturali e istituzionali con città di Paesi orientali, come Turchia, Israele, Iran, India e Cina. è un progetto co-finanziato dalla Regione Puglia, sul quale il giornalista del Corriere ha espresso perplessità e dubbi, non fosse altro per il fatto che alcuni amministratori comunali accompagnano un gruppo di musicisti foggiani in viaggi orientali. Sulla bontà del progetto si può discutere e mi risulta che l'assessore comunale Tito Salatto e l'assessore regionale Silvia Godelli non hanno mancato di illustrarne i contenuti promozionali, soffermandosi sulla validità di una idea, che è quella di stabilire reti di relazioni tra Puglia e Paesi orientali, sviluppando rapporti non solo culturali, ma anche socio-economici tra territori lontani. Ma, fa specie registrare la parzialità della notizia, nella parte in cui non si dice che il sottoscritto sindaco di Foggia, sia nel viaggio in Israele del novembre 2006, sia nel viaggio in India del prossimo dicembre, ha pagato di tasca sua le spese della missione. Personalmente, sto soffrendo un danno di immagine, che è un prezzo altissimo per la continua denigrazione che nasce da questo genere di notizie di stampa. Io sarei l'amministratore poco oculato che regala telefonini ai collaboratori, viaggia a spese dell'Amministrazione, paga a peso d'oro i suoi consulenti. Ma, ciò non è vero. Il Comune di Foggia è quello che ha il minor numero di consulenti tra i capoluoghi pugliesi, ha ridotto le indennità di carica agli ammini-stratori al livello più basso, ha ridotto le spese telefoniche, ha imposto drastiche riduzioni alle retribuzioni dei dirigenti. E il sindaco ha pagato e paga di tasca sua i consumi dei suoi telefoni di servizio, nonché le poche missioni che ha svolto nel corso del mandato. Una maggiore sobrietà nell'amministrare la cosa pubblica credo non si possa chiedere alla mia persona. E gettare fango su questa Amministrazione sarà anche facile, ma non ritengo sia consentito. *sindaco di Foggia Egregio signor sindaco, il problema sollevato dal "Corriere del Mezzogiorno " non riguarda il singolo biglietto aereo. Ma l'opportunità di utilizzare 65mila euro di risorse pubbliche (45mila del Comune, 20 mila della Regione; e ne erano previste 130mila) per promuovere le opere liriche di Umberto Giordano lungo le vie della seta, seguendo gli itinerari di Marco Polo, pur non avendo né la seta, né Marco Polo, alcun legame storico con Foggia e con la Puglia. Un'operazione definita "culturale " per la quale però si attinge forse per maggior competenza - a fondi messi a disposizione dall'assessorato regionale al Turismo. Se a spendere tali risorse pubbliche è poi il Comune pugliese che, nonostante "il minor numero di consulenti tra i capoluoghi, con indennità di carica agli amministratori ridotte al livello più basso, spese telefoniche ridotte, così come le retribuzioni dei dirigenti " risulta essere il più indebitato di Puglia con l'Acquedotto Pugliese (per 2,3 milioni di euro, per citare solo una voce dell'esposizione debitoria del municipio foggiano che prevede anche debiti per 850mila euro con l'Enel), i dubbi sull'opportunità del viaggio con soldi pubblici - comprensivi o meno del biglietto aereo del sindaco - aumentano. E il problema sollevato dal "Corriere del Mezzogiorno " resta ancora irrisolto. Buon viaggio. (m. bor.).


Chiacchiere tante soluzioni zero (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 30-11-2007)

 

Attualità 30-11-2007 Chiacchiere tante soluzioni zero Gli argomenti preferiti nelle discussioni tra i politici sono sempre gli stessi. Un giorno parlano di debito pubblico, ed ecco pronte le trasmissioni con esperti ed economisti in studio. Chiacchiere tante, soluzioni zero, gettone di presenza incassato. Poi torna attuale parlare di pensioni ed ecco di nuovo dibattiti, esperti, sociologi. Chiacchiere ancora tante, soluzioni sempre zero, e l'obolo di partecipazione sicuro. Ora tiene banco la questione salariale. Tutti sembra si siano accorti che le paghe più basse d'Europa sono quelle degli italiani, per non parlare del potere di acquisto, ormai diventato ridicolo. I sindacati, che qualche colpa c'è l'hanno, sollecitano i rinnovi contrattuali per milioni di lavoratori, di varie categorie, che non riescono più a fare quadrare i propri bilanci familiari. Ed ecco allora lo sciopero della sanità, seguito da quello dei trasporti e poi ne arriveranno altri ancora, portando sulle strade centinaia di migliaia di lavoratori, con notevoli danni al sistema Italia. Ed il governo che fa? Niente. Claudio Gera Lido di Venezia Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


I novanta incarichi sotto accusa della giunta Moratti (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 30-11-2007)

 

Attualità 30-11-2007 I novanta incarichi sotto accusa della giunta Moratti di LORENZO MOTTOLA In tutto sono novantuno le assunzioni effettuate dalla giunta Moratti e contestate prima dalla Corte dei Conti e oggi dalla magistratura. Per i loro compensi, l'erario versa ogni anno circa cinquanta milioni di euro. In primo piano, le nuove nomine tra i direttori centrali, passati dai tredici dell'era Albertini a ventitré. Tutte nomine che, secondo gli inquirenti, sembrano esser state "illegittimamente attribuite". Tutte, ad eccezione di una, quella di Pier Donato Vercellone, guru della comunicazione assunto - dopo una ricerca effettuata da una società specializzata - in vista della corsa all'Expo 2015: 217 mila euro all'anno lordi il suo stipendio. Tra gli altri, uno dei più pagati - rimasto nello staff della Moratti per soli otto mesi - era l'ingegner Luca Concone. Per lui il Comune spendeva 244.270 euro all'anno. Ruolo: direttore dell'"Area pianificazione e controlli". Dopo l'ad dio, è passato alla Sea, partecipata comunale. DIRIGENTI A PALAZZO Stipendio un po' più alto per il direttore generale del Comune Giampiero Borghini, attualmente tra gli indagati e remunerato dal Comune con 279.540 euro l'anno. A questi bisogna assommare lo stipendio di consigliere regionale (circa 11mila euro). La sua vice, Rita Amabile - anch'essa inquisita - guadagna 264.680 euro all'anno. Paga piuttosto buona anche per la responsabile del settore servizi sociali Carmela Madaffari: 217 mila euro all'anno. La sua assunzione è una di quelle che l'opposizione fino a oggi ha contestato con maggior forza. La dirigente ha, infatti, in corso alcuni contenziosi di fronte al Tar e al giudice del lavoro dopo essere stata dichiarata decaduta "per gravi inadempienze" dalla carica di direttore generale dell'Asl di Lamezia Terme, mentre un analogo procedimento era stato disposto durante la sua dirigenza dell'Asl di Locri. ALTRE ASSUNZIONI Dirigenti a parte, Letizia Moratti in questi anni ha cercato di ricostruire a Milano buona parte della sua vecchia squadra al ministero della Pubblica Istruzione. A partire da Luciana, la segretaria personale che la segue da anni. C'è, poi, Paolo Glisenti: non assunto a tempo pieno ma collaboratore personale del sindaco per "im plementare le attività istituzionali del Comune nei rapporti di natura politica-amministrativa". Viene pagato con 900 euro lordi per ogni giorno in cui lavora almeno cinque ore. In tutto, però, il suo stipendio non può superare i 165mila euro. Altra novità, la Moratti ha creato a Palazzo Marino un comitato strategico: dodici esperti che, vista la loro profonda conoscenza della città, sono stati chiamati in qualità di consiglieri della giunta. I dodici si riuniscono almeno sei volte in un anno e ogni volta ricevono un gettone di presenza di 2500 euro a riunione. Tutti trannte tre di loro - don Virginio Colmegna, Sergio Dompè e Bruno Ermolli - che hanno fatto mettere a verbale la propria partecipazione titolo gratuito. UFFICIO STAMPA Capitolo a parte riguarda l'ufficio stampa di Palazzo Marino, riformato dall'attuale giunta. In precedenza ogni assessorato aveva un suo staff. Con l'arrivo della Moratti si è proceduto a un accorpamento di tutti i settori. Nonostante ciò, l'organico è passato da diciannove a ventuno impiegati (tutti a tempo determinato). Esperimento abortito dopo un anno e mezzo: oggi ogni membro della giunta ha di nuovo un suo piccolo ufficio decentrato. Alcune delle persone assunte, secondo gli inquirenti, non avrebbero i titoli per esser lì. In particolare, otto di loro non sarebbero laureati né iscritti all'albo dei giornalisti. Il caso più eclatante riguarda il fotografo ufficiale della Lista Moratti in campagna elettorale, nominato "vice-caposervizio" subito dopo l'insediamento del sindaco nel 2006. Il suo stipendio è oggi di 79mila euro lordi all'anno. Foto: TERREMOTO A PALAZZO Il cortile interno di Palazzo Marino. Molti consiglieri di centrosinistra hanno chiesto ieri al sindaco di dimettersi. L'inchie sta è partita dall'esposto di uno di loro Fotogramma LE ACCUSE LETIZIA MORATTI Il sindaco di Milano è accusato di abuso d'ufficio. In particolare, non avrebbe rispettato le procedure previste dalle legge nell'individuare le persone da assumere come dirigenti del Comune. GIAMPIERO BORGHINI Più pesanti le accuse nei confronti di Giampiero Borghini, ex dirigente del Pci, che fu sindaco di Milano negli anni '80. L'attuale direttore generale del Comune è, infatti, indagato per concussione. L'accusa prende le mosse da una serie di testimonianze rese in procura da dirigenti che sarebbero stati costretti a dimettersi. RITA AMABILE Concussione è anche l'accusa mossa a Rita Amabile, vice di Borghini a Palazzo Marino, e Federico Bordogna, ex responsabile delle risorse umane. Per Alberto Bonetti Baroggi l'accusa è invece di truffa aggravata. Come Borghini, non avrebbe dichiarato di essere consigliere regionale incassando più di quanto dovuto come indennità per il suo ruolo istituzionale. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Il presidente pachistano Parvez Musharraf ha annunciato che intende revocare lo s (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 30-11-2007)

 

Chiudi di FRANCESCA MARINO Il presidente pachistano Parvez Musharraf ha annunciato che intende revocare lo stato di emergenza il 16 dicembre. Aggiungendo che l'emergenza, dichiarata lo scorso 3 novembre, ha "salvato il paese" e che le elezioni politiche del prossimo 8 gennaio "a Dio piacendo" si svolgeranno in modo democratico e in un clima disteso. Poche ore prima, Musharraf aveva prestato giuramento per il suo secondo mandato come presidente, con una cerimonia in grande stile andata in onda in diretta anche su molte televisioni internazionali, mentre nelle strade di Lahore gli avvocati, che protestavano per la presunta illegalità del mandato presidenziale, si scontravano violentemente con la polizia. Mercoledì scorso il presidente, con le lacrime agli occhi, aveva definitivamente abbandonato quella che considerava "la sua seconda pelle": la divisa da generale. Non prima, però, di avere "aggiustato" ulteriormente le leggi del Paese: il potere di revocare lo stato di emergenza è passato, con un decreto d'urgenza, dalle mani del capo delle forze armate a quello del presidente. Certamente, se l'ultimo mese di legge marziale o quasi non ha salvato il Paese, ha salvato la poltrona del presidente. Musharraf è stato in grado di andare avanti con la sua personalissima "road map", difatti, soltanto grazie alla sostituzione in toto dei giudici della Corte Suprema, che avevano il compito di esaminare i ricorsi contro l'ammissibilità della sua candidatura alle presidenziali. La situazione, adesso, dovrebbe essere pienamente sotto controllo, almeno secondo il generale. A capo delle Forze Armate siede ora il generale Kiyani, ex-capo dell'Inter-Service Intelligence (Isi), nominato il mese scorso da Musharraf di cui è considerato uno dei fedelissimi. E' rientrato nel Paese Nawaz Sharif, l'ex-premier esiliato e accusato di corruzione, peculato e dirottamento aereo, ma non si sa se, viste le accuse ancora pendenti (Sharif è stato escluso dal decreto di riconciliazione nazionale che di fatto cancellava i reati imputati alla Bhutto), potrà presentare la sua candidatura alle elezioni politiche. E Benazir Bhutto, che fino all'altro ieri si dichiarava disponibile a un'alleanza senza condizioni o quasi contro Musharraf, comincia a fare marcia indietro dichiarando di non essersi impegnata in nessuna alleanza, elettorale o di protesta contro Musharraf, con Sharif e il suo PML-N e di non aver ancora preso nessuna decisione definitiva riguardo al boicottaggio delle elezioni politiche. Secondo gli analisti, la signora riprenderà prima o poi le sue trattative con il presidente. O sarà Sharif, alla fine, a trattare e vincere.


Comune,bocciatol'aumento (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

 

Gettoni Insulti e minacce di dimissioni: a Tursi la proposta di adeguamento del gettone di presenza non passa 30/11/2007.


Se si fa il rimpasto ne restano solo dodici Sul numero dei ministri si applicherà la Bassanini. In uscita Gentiloni in pista a Roma (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 30-11-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Se si fa il rimpasto ne restano solo dodici Sul numero dei ministri si applicherà la Bassanini. In uscita Gentiloni in pista a Roma di Federica Fantozzi / Roma RIMPASTO? No grazie. Ufficialmente gli alleati considerano l'ipotesi di un cambio della squadra di Palazzo Chigi "secondaria" rispetto alla verifica complessiva sul programma. Ma già si ragiona su nomi e scenari possibili. Nel caso Prodi, passato il giro di boa del suo secondo panettone, ricorresse all'extrema ratio di "sforbiciare" la compagine nell'ambito della "riflessione approfondita" che tanti gli sollecitano. Si vocifera di un addio di Paolo Gentiloni alla bollente poltrona delle Comunicazioni in virtù della nuova geografia post Pd: troppi, ora, i ministri ex Dl e Ds per un solo partito. Gentiloni, fedelissimo di Rutelli, potrebbe correre per la fu potrona dell'attuale vicepremier: il Campidoglio, lasciato libero da Veltroni entro la fine del 2008 per portare a termine il sospirato trittico di riforme condivise con l'opposizione. Se poi Massimo D'Alema succedesse davvero a Javier Solana come "Mister Pesc", il suo trasloco europeo libererebbe la casella della Farnesina per Piero Fassino. Fantapolitica per un governo con il fiato corto? Bastone e carota di Prodi per tenere unita la riottosa coalizione? Si vedrà. A parole Rc, l'alleato con cui il rapporto mostra più la corda, si sfila dall'operazione: "Il cambio di squadra è secondario rispetto al cambio di passo - ripetono da Viale del Policlinico - Il confronto va fatto sul programma non sulle persone". Il "punto" sarà sugli aspetti di programma cari al Prc: temi sociali, welfare, lavoro, precariato, pensioni. È chiaro del resto che il partito di Giordano non sarebbe tra i beneficiari dell'eventuale rimpasto. Perché si tratterebbe di applicare la legge Bassanini che riduce i ministri a 12, e perché del riequilibrio di forze tra Pd e sinistra radicale andrebbero a giovarsi le formazioni più piccole, non la "corazzata" della Cosa Rossa. Certo, ridurre la pletora di poltrone e auto blu non nuocerebbe all'immagine. Su questo Bertinotti ha ribadito più volte che "i vertici parlamentari hanno fatto tutto quello che potevano, se il governo volesse tagliare la sua parte di costi della politica gli basterebbero 24 ore". Accoglienza tiepida anche in casa Udeur: "Il rimpasto è una questione che non considero oggettivamente decisiva per il futuro - ragiona Mauro Fabris, senatore e uomo di fiducia di Mastella - Il taglio dei costi può avere un impatto esterno, ma il recupero dei consensi si fa sul programma". Il partito del Campanile rivendica il merito di aver "parlato per primi di verifica a gennaio" contribuendo a "disinnescare" per ora Lamberto Dini. Quest'ultimo, dopo aver alzato la tensione esultando per la "sconfitta" della sinistra sul welfare, insiste nel rifiutare qualsiasi offerta di un posto nell'esecutivo: "Non vogliamo niente". Quantomeno, l'ex governatore di Bankitalia rifiuta un posto nell'esecutivo Prodi. A invocare con fermezza un Prodi Bis - nel senso di un nuovo governo che abbia sempre il Professore alla guida, ma sia formato da una maggioranza diversa con il passaggio della fiducia parlamentare - è Cesare Salvi di Sinistra Democratica. Non soltanto a causa della sua battaglia personale contro gli sprechi di palazzo: "Il punto di ripartenza deve essere l'applicazione della Bassanini con un esecutivo di 12 ministri. Se poi sono 14, pazienza..." Ma anche per "riequilibrare il rapporto tra il Pd e la sinistra. Non è possibile un monocolore del partito di Veltroni".


Gettone, bocciato l'aumentoa Tursi scoppia la bagarre (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

 

La polemica Musso minaccia le dimissioni: senza senso operare così in quest'aula ATTACCHI AL SINDACO, alla stampa, a una certa "nomenclatura ipocrita". Minacce di dimissioni da parte di Enrico Musso: "Ci sto seriamente pensando, fare il consigliere così non ha senso, mi pare una perdita di tempo". Remo Viazzi (Forza Italia) che imita pubblicamente la parlata siciliana per stigmatizzare un comportamento, a suo dire, "omertoso" dei consiglieri (siciliani) Scialfa e Lo Grasso. La minoranza? Sfaldata: An contro Forza Italia e divisa al suo interno. Offese, più o meno personali, e scuse tardive. Contrapposizione, a tratti feroce, tra i due schieramenti politici che si fronteggiano in aula a Tursi. Seduta due volte sospesa. È andata anche peggio del previsto, ieri, in consiglio comunale dove la delibera sull'aumento del gettone è stata bocciata a larga maggioranza. Contrario il centro sinistra più An, Lista Biasotti e Italia dei Valori. Forza Italia ha votato compatta a favore. Non prima, però, di aver riversato critiche a raffica contro i consiglieri che, in seguito all'intervento del sindaco, Marta Vincenzi, contraria all'aumento, hanno ritirato in extremis le proprie firme dalla proposta di ritocco. Sotto accusa, in particolare, i due esponenti della maggioranza: Simone Farello, capogruppo del Pd, e Nicolò Scialfa, di Rifondazione. Ma anche Valter Centanaro (Lista Biasotti), Andrea Proto (Idv), Aldo Praticò (An). Solo Nicola Della Bianca, capogruppo degli azzurri, ha mantenuto salda la propria firma nel documento. Che la seduta di ieri sarebbe stata tesa era prevedibile, viste le polemiche che, dentro e fuori i partiti, hanno preceduto l'iniziativa. Ma, in alcuni momenti, gli animi si sono surriscaldati oltre misura. Soprattutto quelli di Remo Viazzi (Forza Italia) e Nicolò Scialfa (Rifondazione). Quest'ultimo se l'è presa con la stampa: "Siamo stati vittime di un massacro mediatico - ha detto Scialfa - per aver condotto una battaglia in difesa della dignità e del ruolo del consigliere comunale". Poi ha puntato il dito contro "una certa nomenclatura ipocrita che in Senato non ha bloccato gli aumenti e adesso fa le bucce a noi". Il riferimento è al senatore Graziano Mazzarello che, sul Secolo XIX, si era espresso contro l'aumento del gettone ("Ai miei tempi il consigliere comunale e di circoscrizione si faceva gratis"). "I consiglieri - ha urlato Scialfa - non fanno parte di nessuna casta, guadagnano in media 2-300 euro al mese e la Finanziaria decurterà ulteriormente i compensi. Se non vogliono i consigli comunali, lo dicano così ci dimettiamo in massa!". "Ho pensato alle dimissioni - ha concluso Scialfa - ma poi ho deciso di portare avanti questa giusta battaglia perché noi consiglieri non siamo proni, puri esecutori di ordini o pianisti". Applausi. Alle dimissioni sta ancora pensando, invece, l'ex candidato sindaco Enrico Musso che, per la prima volta, ha attaccato a testa bassa l'ex rivale Vincenzi: "Il capo della giunta non avrebbe dovuto esprimere giudizi su quanto dovrebbero o non dovrebbero essere pagati i suoi controllori, o forse quelli che considera suoi maggiordomi". Le dimissioni? "Convocherò i miei elettori per decidere. Di sicuro, non ha senso lavorare in un consiglio privato delle sue prerogative". "Un verminaio", sbotta Musso: "L'istituzione dell'Authority di controllo dei servizi sarà l'ultimo atto di un progressivo svuotamento di funzioni dell'assemblea che ormai sembra una specie di Rotary". La linea passata ieri, con l'approvazione di alcuni ordini del giorno, è più o meno quella indicata dal sindaco: niente aumenti in questa fase di crisi e portare il problema all'attenzione dell'Anci. Tanto più visto il parere negativo degli uffici sulla delibera di Tursi. Ma Forza Italia non ci sta. Viazzi è il più contrariato: "Me ne infischio del parere degli uffici. Il gettone lo avrei anche triplicato: era la risposta estrema che la politica doveva dare contro chi getta fango su un organo democraticamente eletto". Quindi punta il dito contro Scialfa e Lo Grasso che, secondo lui, avrebbero rinunciato a portare sino in fondo la crociata per l'aumento: "Qualcuno vi ha minacciati, ah?", dice imitando una parlata siciliana. Lo Grasso incassa con stile: "Sono pronto a darle lezione di siciliano". E il direttore generale, Maria Angela Danzì, fa notare: "Anch'io sono siciliana". In seguito,Viazzi si scuserà. Ma il clima, ormai, è denso di veleni. Bernabò Brea rifiuta "l'atteggiamento arrogante di Forza Italia con chi non è d'accordo". "Nello scorso ciclo amministrativo - affonda il consigliere di An - Forza Italia è stata quasi sempre assente nelle sedute di commissione e consiglio". Si infuria pure Arcadio Nacini (Rifondazione): "Mi sento offeso perché, io, per ragioni di moralità, non ho mai intascato un gettone". Vincenzo Galiano 30/11/2007 ' 30/11/2007 l'AFFONDO DEL professoreStare su questi banchi senza essere messi in condizione di lavorare è una perdita di tempo enrico mussoex candidato sindaco 30/11/2007.


Nella hit dei tagli ai costi Amiu è in testaseguita da Aster, Ducale, ami e porto antico (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-11-2007)

 

I conti IL TAGLIO ai costi più sostanzioso lo fa registrare Amiu, con un taglio di 5 uomini e di 134 mila euro, ai quali vanno aggiunti i dieci consiglieri in meno nelle società controllate dall'azienda dell'igiene ambientale, pari ad altri 114.908 euro di stipendi in meno (il totale del gruppo Amiu è pari a 248.908 euro). Via dai conti anche 51 mila euro da Aster spa e 30.987 da Palazzo Ducale trasformato da società a fondazione. I due membri del cda di Ami "tagliati" faranno spendere 15 mila euro in meno, quelli di Genova Parcheggi, controllata della stessa Ami, 10 mila. Spim spa ha eliminato un consigliere solo, dal momento che Paolo Veardo non percepiva alcun emolumento. Il risparmio, per la società che gestisce il patrimonio comunale degli immobili, è pari a 15 mila euro. Niente stipendio per i consiglieri di Themis, e quindi qui il risparmio non esiste, mentre togliendo un membro del cda da SportInGenova - la società dove è confluito parte del patrimonio di impianti sportivi pubblici - nelle casse comunali rimarranno seimila euro in più. E poi Porto Antico spa farà risparmiare 15.600 euro, mentre l'azienda dei servizi funebri Asef 4.131, Sviluppo Genova 2.400. In totale, come scritto anche nell'articolo sopra, si parla di un risparmio annuo di 400 mila euro, tre volte tanto se si considera la durata dei singoli consigli. I risultati dei conteggi andranno comunque aggiornati con i nuovi importi dei gettoni di presenza che una specifica delibera di giunta proporrà. L'idea è comunque quella di tentare, se possibile, un ulteriore risparmio. E ancora in sospeso è la questione relativa all'Authority delle società partecipate, organo superpartes che dovrà vigilare sull'operato delle partecipate comunali. Anche la Provincia di Genova ha completato i "giochi". Il conto finale dice che si è passati da 32 a 19 consiglieri. La riduzione più consistente riguarda l'Azienda Trasporti della Provincia, ridotta da 15 a 4 membri). Pare certa la trasformazione a fondazione, inoltre, per l'Accademia della Marina Mercantile. In molti casi, in realtà, i consiglieri di competenza della Provincia non costano nulla all'ente. Il risparmio calcolato per le riduzioni, dunque, si aggira intorno ai 100 mila euro annui. d. gri. 30/11/2007.


Consulenze d'oro Moratti indagata per abuso d'ufficio 93 nomine sospette al posto dei dirigenti Per il sindaco di Milano anche concussione (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 30-11-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Consulenze d'oro Moratti indagata per abuso d'ufficio 93 nomine "sospette" al posto dei dirigenti Per il sindaco di Milano anche concussione di Giuseppe Caruso/ Milano RESPONSABILITÀ Abuso d'ufficio. È questo il reato contestato dalla procura di Milano al sindaco Letizia Moratti, all'interno di un'inchiesta, quella sugli incarichi d'oro, che potrebbe portare a conseguenze impreviste anche dal punto di vista politico, acuen- do i già forti contrasti tra il sindaco e la maggioranza che la sostiene. Oltre alla Moratti sono finiti sotto indagine tre suoi stretti collaboratori, tra cui spicca Giampiero Borghini, direttore generale del Comune, ex dirigente del Pci e vicedirettore de l'Unità, prima di essere folgorato prima sulla via di Craxi e poi su quella di Arcore. Le accuse contro di lui, attualmente consigliere regionale, sono di concussione, abuso d'ufficio e truffa aggravata. Indagati anche la vice di Borghini, Rita Amabile, con l'accusa di concussione fino al 6 settembre del 2006 e Federico Bordogna, all'epoca dei fatti direttore centrale responsabile risorse umane, nei cui confronti il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Alfredo Robledo, ha avanzato un'ipotesi di concussione. Nell'inchiesta è finito pure Alberto Bonetti Baroggi, capo di gabinetto di Letizia Moratti, con l'ipotesi di truffa aggravata. Anche lui, come Borghini, è consigliere regionale di Forza Italia. Ieri alcuni uomini del nucleo di polizia tributaria della gdf e i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della procura hanno visitato Palazzo Marino, perquisendo e acquisendo documenti negli uffici, compre la segreteria del sindaco. Al centro dell'inchiesta ci sono le consulenze d'oro e le assunzioni volute dal sindaco Moratti e messe in atto dai suoi collaboratori e denunciate più volte dal nostro quotidiano. Secondo il pm Robledo, la Moratti avrebbe assunto in totale 93 persone senza rispettare i criteri di trasparenza imposti dalla legge. Per lasciare spazio ai nuovi colleghi scelti dal sindaco e assunti con stipendi a volte triplicati, una decina di dirigenti di alto livello sarebbero stati messi davanti ad un bivio: andare in pensione decidendo nel giro di tre giorni o essere "indirizzati" verso altre mansioni con un taglio dello stipendio che poteva arrivare al 25%. Da qui nascono le accuse di concussione. In procura, nelle ultime settimane, sono stati ascoltati proprio i dirigenti sottoposti a questa sorta di "estorsione" e grazie a loro è stato possibile scoprire il meccanismo che ha portato a una vera e propria triplicazione degli incarichi e a stipendi annuali che hanno superato i 200mila euro, per alcuni dei neo assunti. I media, a riguardo, avevano parlato molto del caso di Carmela Madaffari, ex dirigente di una asl calabrese, poi approdata a Milano a Palazzo Marino come dirigente responsabile di famiglia, scuola e politiche sociali e a interim responsabile del settore servizi per fasce deboli. Stipendio annuo di oltre 217mila euro. L'indagato Giampiero Borghini a riguardo, durante una trasmissione televisiva, aveva detto: "È bravissima, evidentemente l'aria di Milano le fa bene". Come se non bastasse dall'inchiesta è emerso anche che il fotografo della campagna elettorale di Letizia Moratti è diventato addetto stampa del Comune e che tra i dirigenti assunti recentemente c'è un signora nel cui curriculum vitae spicca esclusivamente il fatto di essere stata impegnato nella comunità di San Patrignano, da sempre frequentata e sostenuta dall'attuale sindaco di Milano. Secondo gli investigatori in questo modo "è stata azzerata la memoria storica del comune di Milano". La Moratti, nel commentare l'inchiesta della procura, ha detto di essere "orgogliosa dell' organizzazione che ho fatto e che rifarei, per questo sono serena e tranquilla. Lasciamo che la magistratura possa compiere, come è giusto, le sue indagini. Per quanto ci riguarda abbiamo intenzione di collaborare in tutti i modi possibili. Sono comunque certa che la vicenda si concluderà positivamente". Il sindaco riferirà entro pochi giorni in Consiglio comunale. Per il deputato milanese del Pd, Emanuele Fiano, la Moratti deve invece "molte spiegazioni ai milanesi per l'abnorme numero di consulenze ed assunzioni dall'inizio del suo mandato".


Fassa-renon 4-2 (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 30-11-2007)

 

Sport FASSA-RENON 4-2 PARZIALI: 1-1; 1-0; 2-1 FASSA: Favre (Rizzi); Bourassa, Ceresa, D. Ganz, Marchetti, Manfroi, Ovington; Watson, Barber, Schaafsma, Iori, Piffer, Locatin, Planchensteiner, Felicetti, Sparber, Mascarin, Harrison. Coach: Stefan Mair RENON: Cloutier (NiederstÄtter); Vodrazka, F. Ploner, Egger, Gruber, Astashenko, Bregenzer; Rasom, Dorigatti, Tudin, Unterfrauner, Rottensteiner, Scelfo, Bustreo, Olson, Daccordo, Smith, Mather. Coach: Paul Adey ARBITRI: Cassol (Rebeschin, M. Stella) MARCATORI: 1º tempo 5.59 Watson (Fas), 13.40 Olson (Ren); 2º tempo 19.57 Barber (Fas); 3º tempo 6.16 Smith (Ren), 19.00 Harrison (Fas), 19.22 Barber (Fas) NOTE: Padroni di casa senza lo squalificato York e l'infortunato Dantone. Nel corso del match brutto infortunio per Piffer (sospetta lussazione della spalla destra). Il Renon ha dovuto fare a meno degli acciaccati Tuzzolino e Hafner.


Debiti e bilancio all'esame della massima assise civica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

 

Giuseppe Casciano FONTANA LIRI Consiglio comunale, in sessione straordinaria, convocato dal presidente Guido Casciano per oggi alle ore 14. L'insolito orario è stato richiesto dai consiglieri che non gradivano le sedute fissate alle ore 21. Dopo la consueta approvazione dei verbali seduta precedente, in discussione la variazione di assestamento generale del Bilancio di previsione anno 2007, importante adempimento in scadenza appunto il 30 novembre. Home Frosinone prec succ Contenuti correlati Anteprima: Calendario Pirelli 2008 La Casta al volante Seborga e il segreto occultato dal Vaticano Seconda notte di violenze in Francia, 60 agenti feriti Il futuro di An Il Tempo presenta Braille News, il primo periodico italiano per non vedenti Nel dibattito non mancherà l'intervento dell'ex assessore al Bilancio, Vincenzo Reali, da tempo schierato in posizione critica nei confronti del sindaco Giuseppe Pistilli e dell'intera maggioranza di centrosinistra. L'assemblea di seguito dovrà apportare una rettifica di calcolo alla delibera riguardante il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Poi il consiglio sarà chiamato ad approvare la richiesta di conversione della cabina, situata in località San Paolo, per consentire l'estensione del servizio Adsl all'intero territorio comunale. Identica votazione per aggiornare il regolamento comunale, secondo la nuova legge, per i lavori, le forniture e i servizi in economia. A chiusura del consiglio l'iniziativa di devolvere all'associazione Telethon la quota di indennità di funzione del presidente del consiglio e il gettone di presenza dei consiglieri. 30/11/2007.


No ai carrozzoni pubblici (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

 

No ai "carrozzoni pubblici" L'iniziativa In particolare sotto accusa finiscono le comunità montane Valentino Mingarelli Da tempo si parla del futuro delle comunità montane. Due le correnti di pensiero, quelli che ritengono la presenza di questi enti ancora necessaria per l'interesse del territorio, e quelli invece che ritengono che dovrebbero essere invece eliminati. Home Frosinone prec succ Contenuti correlati Bagni pubblici chiusi dal Comune Brutte notizie dall'Europa sui conti pubblici nel nostro ... Lavori pubblici, la città è un grande cantiere aperto Taxi, Roma nel caos. Salta l'incontro in Prefettura, il Garante chiede la precettazione Fiumicino, 4 ore dall'aeroporto a Roma Jesus Christ Superstar L'opera rock convince il pubblico anche in italiano Tra questi il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Alfredo Pallone, che esprime un secco no, considerando le comunità montane soltanto uno spreco di denaro pubblico. "Non si possono recitare due parti in commedia. Lo dico senza spirito polemico. Ma mi pare francamente assurdo che qualcuno si erga a difensore delle comunità montane, quando il partito a cui appartiene scrive lettere al presidente Marrazzo in cui si chiede la revisione del loro numero e una verifica della loro efficienza e utilità amministrativa". Una presa di posizione decisa quella di Pallone che intende così rispondere a chi invece ritiene la presenza delle comunità montane importante per il territorio. "Una posizione che condivido e non da oggi. Anzi - prosegue l'azzurro - non voglio rivendicare un copyright sulla "Casta" di Stella e Rizzo che, parlando dei costi della politica, cominciano proprio dalle comunità montane. Ma rivendico, questo sì, la posizione assunta qualche mese fa quando avanzai, con una proposta di legge, l'abolizione delle comunità montane, alle quali appartengono anche Comuni marittimi. Oggi questi enti utilizzano i fondi, in buona parte, solo per la spesa corrente e per il personale. E alla luce dello stallo in cui si è impantanata la politica, rilancio partendo dall'assunto che la gente è stufa non solo delle comunità montane, ma anche di tutti gli enti che si sovrappongono tra loro, creando sperperi e burocrazia. Gli enti parco, i consorzi e le unioni dei Comuni, i Gal, i consorzi industriali, si sono trasformati in carrozzoni nei quali "parcheggiare" politici silurati e le clientele della partitocrazia. Basta leggere la composizione del CdA di ogni organismo e si avranno lumi sui curricula di ciascun commissario che spesso ripropone in piccolo le beghe politiche nazionali. Sono convinto che per evitare che il "venticello" dell'antipolitica si trasformi in uno tsunami si debba rifondare lo Stato partendo proprio dal territorio. Spetta alla classe politica dare il buon esempio e interpretare al meglio questo bisogno di cambiamento. Partire da qui o anche più semplicemente da noi. Perché i migliori principi camminano sulle gambe degli uomini e anche i migliori propositi falliscono se coloro che li applicano sono in affanno". Una "guerra", quella dichiarata da Pallone, non soltanto alle comunità montane, ma a tutti quei "carrozzoni", che secondo l'esponente politico forzista, sono soltanto utili per "parcheggiare" certi politici e per sperperare danaro pubblico. Una battaglia quindi contro qualcosa che non funziona, e che finisce soltanto per arrecare danno ai cittadini. 30/11/2007.


Deficit, Confapi-Biologi: patto contro il Piano (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 30-11-2007)

 

Campania sanita' Deficit, Confapi-Biologi: patto contro il Piano Confapi Sanità e Federbiologi Campania stringono un patto federativo contro il Piano di rientro dal deficit. Obiettivo: tutelare i propri iscritti, 150 imprese del settore, dagli effetti "devastanti" di alcune misure di contenimento della spesa adottate da Palazzo Santa Lucia per rispettare il Patto di affiancamento col Governo nazionale. Nel mirino, in particolare, l'abbattimento del 20 per cento delle tariffe delle prestazioni di laboratorio e del 2 per cento delle altre prestazioni specialistiche. "Questo provvedimento, applicato indiscriminatamente da molte Asl campane ? spiega Silvana Papa, presidente del gruppo Sanità Confapi Campania - è fortemente lesivo dei diritti e delle prerogative dei nostri associati". Confapi e Federbiologi, guidata da Ernesto Landi, non chiedono l'annullamento della misura, ma solo una moratoria, in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sui ricordi rimessi dal Tar Puglia e, a breve dal Tar del Lazio. di Antonella Autero Patto di ferro a tutela di 150 imprese operanti nel settore sanitario: Confapi Campania e Federbiologi scendono in campo contro il piano di rientro dal deficit. E in una lunga lettera indirizzata al presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, all'assessoere al ramo Angelo Montemarano e ai direttori generali delle Asl campane, mettono nero su bianco i motivi della loro insofferenza. Nel mirino una delle misure di contenimento della spesa contenute nel piano di rientro: l'abbattimento del 20 per cento delle tariffe delle prestazioni di laboratorio e del 2per cento delle altre prestazioni specialistiche. "Un provvedimento ? spiega Silvana Papa, presidente del gruppo Sanità Confapi Campania ? che applicato indiscriminatamente da molte Asl campane ? risulta fortemente lesivo dei diritti e delle prerogative dei nostri associati, perché riduce le possibilità imprenditoriali di coloro che operano in regime di temporaneo accreditamento con il Sistema sanitario nazionale e perché, attraverso una semplice operazione unilaterale di natura ragionieristica, incide drasticamente ed arbitrariamente sulle riduzioni tariffarie delle prestazioni erogate in regime di accreditamento". Una misura che, per la Papa, inoltre, avrebbe anche degli evidenti profili di ioncostituzionalità, violando gli articoli 41 (libera iniziativa economica) e 97 (correttezza e imparzialità della pubblica amministrazione) della Carte costituzionale. Contro queste misure, tra l'altro, è stato già presentato ricorso dall'Ordine nazionale dei Biologi dinanzia al Tar Puglia e al Tar del Lazio. "La palese illegittimità del provvedimento è stata evidenziata anche nel ricorso straordinario al Capo dello Stato che Confapi Sanità e Federbiologi hanno già da tempo promosso ? spiega la Papa ?. In particolare, l'illegittimità dell'articolo 1 comma 796 ? che introduce i precitati tagli - è stata già censurata da alcune strutture sanitarie pubbliche che afferiscono all'Asl di Taranto, innanzi al Tar Puglia, sezione staccata di Lecce". Ebbene, in questa circostanza, i giudici amministrativi della seconda sezione del Tribunale di Lecce, con l'ordinanza 3631/07 del 27.9 ? 19.10.2007, hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale dell'articolo in questione, ritenendola rilevante "e non manifestamente infondata" e hanno trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale, sospendendo il giudizio. Confapi e Federbiologi, guidata da Ernesto Landi, non chiedono l'annullamento della misura, ma solo una moratoria, in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sui ricorsi. "L'accoglimento della nostra richiesta ? conclude Papa ? non soltanto produrrà un effetto benefico per gli associati e per tutti gli operatori ed imprenditori della sanità campana, ma consentirà anche alla Regione Campania e alle Asl di non esporsi ulteriormente alla richiesta di rimborso ? gravato di interessi ? per le percentuali di illegittimo abbattimento delle tariffe, che molto probabilmente seguirà alla pronuncia di annullamento della disposizione legislativa da parte della Consulta". 30-11-2007.


Sforbiciata ai costi della politica Ottaviani si schiera con Boldrini (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 30-11-2007)

 

L'idea dell'assessore raccoglie consensi nella minoranza Sforbiciata ai costi della politica Ottaviani si schiera con Boldrini FABRIANO - "Facciamola finita una volta per tutte con questa ipocrisia". Marco Ottaviani si rivolge così ai colleghi che in consiglio hanno storto il naso di fronte al grido d'allarme lanciato dall'assessore Marco Boldrini in merito ai 360.000 che si rischia di arrivare a spendere per sedute consiliari e di commissione. "Incredibilmente - spiega Ottaviani - i consiglieri hanno replicato che 90 euro sono poca cosa e che la democrazia costa. Poi, dulcis in fundo, il sindaco propone una mensilità fissa per i consiglieri. Al sindaco ricordo che ciò che lui propone è normato da molti anni. Qualche altro consigliere dovrebbe studiare di più sia il Tuel (art. 82, comma 4) sia lo statuto comunale (art. 13, comma 2). Gli altri dovrebbero spiegarmi perché la democrazia a Jesi, Fano, Senigallia e così via costa molto meno che a Fabriano, visto che il gettone di presenza in questi Comuni è molto più basso del nostro. E non direi che gli altri sono più somari di noi, visto che in ogni seduta riescono a concludere tutti gli ordini del giorno. Intanto - conclude il consigliere di minoranza - per risparmiare sulla bolletta telefonica, la giunta non ha avvisato l'assessore Ranaldi dell'ulteriore riduzione del suo budget".


Brescia-Padova, scoppia il caso Penati: mai preso un soldo (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 30-11-2007)

 

Il presidente della Provincia di Milano vuole sapere dalla società autostradale perchè il suo nome figura nel dossier Brescia-Padova, scoppia il caso Penati: mai preso un soldo VeneziaQuando ha visto, sul Gazzettino di ieri, la tabella con i compensi pagati agli amministratori della società autostradale Brescia-Padova, ha pensato a un errore. Perché non era possibile che al presidente della Provincia di Milano Filippo Penati venisse attribuita un'indennità di 40mila euro l'anno, più i gettoni di presenza di 275 euro, la diaria di 198 euro e il rimborso di 58 centesimi a chilometro, visto che, da gennaio, dalla Brescia-Padova Filippo Penati non ha preso un soldo e dalla stessa società si è pure dimesso. Dunque: com'è che il suo nome, con accanto il compenso, compare nel dossier stilato dalla commissione tecnico-amministrativa istituita dal ministro Antonio Di Pietro?"Posso immaginare - dice Penati - che alla commissione ministeriale sia stato fornito l'emolumento teorico, quanto cioè era stato stabilito per i componenti del consiglio di amministrazione. Ma io, con la Finanziaria 2007, non ho mai preso un euro. Ribadisco: non ho mai richiesto né ricevuto compensi. A questo punto, visto che i dati alla commissione di Di Pietro sono stati forniti dalla società Brescia-Padova, esigo che faccia chiarezza su questo aspetto". Penati ha pronta la lettera da inviare alla presidente della Serenissima, Manuela Dal Lago. Il presidente della Provincia di Milano, oltre a rinunciare all'indennità senza aspettare le circolari e i decreti che chiarivano che le nuove norme interessavano anche le spa autostradali ("Ho trovato capziose certe interpretazioni che tendevano a escludere le autostrade"), lo scorso 19 settembre, prima dei tagli alle poltrone imposte dalla stessa Finanziaria, si è dimesso dal Cda della Serenissima. E ora, con il dossier della commissione di inchiesta privo dei dati relativi alle società controllate e collegate, dice "qualsiasi concessionaria dovrebbe garantire la massima trasparenza, è curiosa questa inadempienza".Ieri, intanto, a Roma, la commissione Ambiente e Territorio della Camera dei deputati ha rinviato il parere riguardante le convenzioni uniche e la proroga delle concessioni autostradali, tra cui quella della Serenissima. I parlamentari hanno sollevato tre questioni: sulle convenzioni uniche ancora si attendono i criteri guida chiesti dal Cipe, sulla proroga delle concessioni c'è il parere contrario della comunità europea che impone le gare, infine, per la Brescia-Padova, c'è poca chiarezza sul "prolungamento dei termini" dal 2013 al 2026 visto che della Valdastico Nord - l'opera da realizzare che giustifica la proroga - non solo manca qualsiasi progetto, ma non c'è nemmeno l'unanime volontà politica di realizzarla. La commissione parlamentare tornerà a discutere la prossima settimana.Nel frattempo, a Villabona, il neoinsediato consiglio di amministrazione della Venezia-Padova ha assegnato gli incarichi: riconfermati Vittorio Casarin presidente e Lino Brentan amministratore delegato, vicepresidente Giovanni Cervesi; del comitato esecutivo fanno parte anche Gianfranco Chiesa, Armando Bettiol, Boris Sartori.Alda Vanzan.


Assegno di sviluppoinnovazione e lavoro (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 30-11-2007)

 

Assegno di sviluppo innovazione e lavoro Natale 2007 a Caltagirone. E la città del presepe rimase senza 200 figuranti, mentre la carovana dei re magi lascerà nelle stalle cavalli e cammelli. Insorgono gli operatori turistici del consorzio "Girone" e i soci dell'associazione Amici del Favo. Un coro di proteste si è pure alzato in Consiglio comunale: il gruppo Mpa chiede "le dimissioni di sindaco e Giunta". L'Unione replica: "Il Consiglio ha scadenze di legge da rispettare entro il 30 novembre". Insomma, di tutto e di più. Il consorzio Girone, che aggrega le forze di circa 15 operatori turistici, denuncia già un forte calo di presenze. Sul fronte Amministrazione giunge la premessa del vicesindaco, Alessandra Foti: "La città, che è già meta di tanti pullman, avrà un aspetto natalizio, sia pure senza gli eccessi che rischierebbero di gravare sui cittadini. Quanto all'illuminazione la realizzeremo in alcune strade in collaborazione con i commercianti e, nella zona nuova, anche con l'apporto di Confesercenti". Di parere opposto è il presidente del consorzio Girone, Michele Li Rosi: "La città è rimasta isolata dal circuito turistico siciliano. Nessuna attività promozionale. Il fallimento è evidente. La prova è che non si organizzano più manifestazioni. Le presenze, rispetto lo scorso anno, sono più che dimezzate". Il riferimento ricade, oltre al presepe vivente e alla carovana dei magi, anche per Kalat expo, Truvatura e Ceramiche fiori e moda. I soci dell'associazione Amici del Favo non si rassegnano dall'idea di trascorrere il Natale alla finestra. "I nostri 200 figuranti del presepe vivente sono amareggiati - ha detto Michele Perniciaro, presidente Amici del Favo. - Già a luglio inoltrai una richiesta all'Amministrazione per riproporre l'evento. La risposta è giunta senza contenuti il 27 settembre. Dopo di che è calato il silenzio". Sul fronte politico i risvolti sono altri. "Il sindaco dovrebbe dimettersi - ha detto Francesco Li Rosi, Mpa. - In sede di assestamento di bilancio proporremo un emendamento per individuare fondi per il Natale". Il consigliere di Fi, Giovanni Modica annuncia: "Sono pronto a devolvere il mio gettone di presenza a sostegno del Natale". In casa Unione ribatte il consigliere, Giacomo Pulvirenti: "In sede di assestamento di bilancio si individueranno risorse economiche da destinare al Natale". Conclude il vicesindaco Foti: "Risponderemo con i fatti e allestiremo un calendario di rispetto. Il presepe vivente si farà a S. Pietro. Una ditta locale illuminerà il pino di via Burgio. Ci saranno pure: festival internazionale della poesia, Biennale della ceramica e altre opere che arricchiranno il Museo internazionale del presepe". GIANFRANCO POLIZZI.


Guido Lo Forte* (sezione: Costi dei politici)

( da "Liberazione" del 30-11-2007)

 

Illegalità, corruzione, "legalità debole" Al convegno su "I costi dell'illegalità" organizzato a Palermo dalla Fondazione Rocco Chinnici, Università e Sicindustria, un'équipe di docenti universitari, economisti e magistrati ha presentato un progetto di ricerca. Ne riportiamo un intervento Guido Lo Forte* Quando si parla di illegalità nel contesto del Mezzogiorno si fa spesso senz'altro (ed esclusivamente) riferimento alle attività criminali delle organizzazioni mafiose, ed in particolare al fenomeno del riciclaggio. Questo fenomeno rappresenta senza dubbio il più allarmante meccanismo di inquinamento dell'economia legale, in quanto tende ad instaurare stabili relazioni di scambio fra quest'ultima e quel complesso di soggetti, beni e servizi che danno vita alla cosiddetta "economia criminale". Ma vi sono altri costi e benefici dell'illegalità che non sono riconducibili alla criminalità organizzata di tipo mafioso. Vi sono infatti anche altre due forme di illegalità particolarmente rilevanti: lo scambio occulto (connesso ai reati di corruzione, concussione), e la cosiddetta "legalità debole", vale a dire l'inefficacia e/o la distorsione di norme diverse da quelle di diritto penali rilevanti per l'attività economica. La prima forma di illegalità - che peraltro si manifesta a livello globale - registra negli ultimi anni una nuova tendenza: quella dell'espansione dei comportamenti di corruzione al di là dei confini tradizionali (dell'illecito scambio tra settori della pubblica amministrazione, della politica e dell'economia); e i fenomeni più moderni di "criminalità dei potenti" hanno reso quasi evanescenti i confini tra "corruzione pubblica" e "corruzione privata". E ciò per effetto di una serie di sviluppi, quali l'assunzione da parte di imprese private di funzioni tradizionalmente riservate al settore pubblico, la costituzione di joint ventures tra enti statali e locali e società commerciali, i finanziamenti privati di opere pubbliche e, soprattutto, le privatizzazioni, che hanno visto imprese private sostituirsi alle aziende nazionalizzate nella erogazione di servizi pubblici. Per quanto riguarda poi le situazioni ambientali di "legalità debole" (molto diffuse in Sicilia e nelle altre regioni meridionali d'Italia), è appena il caso di rilevare che esse determinano una alterazione delle regole del mercato tra le imprese "regolari" che rispettano le norme regolatrici dell'attività economica (lavoristiche, previdenziali, ambientali, di sicurezza sul posto di lavoro, eccetera) e altre che non le rispettano; e in quanto le "irregolarità" di fatto non vengono sanzionate, le seconde godono evidentemente di un vantaggio competitivo sulle prime, dal momento che pagheranno salari più bassi, non subiranno costi derivanti dal rispetto degli standard ambientali, e così via. Diversi sono dunque i parametri (generali e particolari) del fenomeno; e assai diversi possono essere, per varie ragioni, i comportamenti delle imprese esposte al condizionamento. Vero è, infatti, che la crescente consapevolezza, sempre più condivisa dagli operatori, dei costi economici in termini di inefficienza e di mancato sviluppo creati dall'economia criminale, può costituire uno stimolo virtuoso per le imprese, inducendole a fornire un contributo più attivo, più dinamico, all'espulsione dal mercato delle ingerenze dell'economia illegale; ma può essere anche vero, all'inverso, che in determinate realtà territoriali e politiche (e non soltanto in quelle dominate dalla criminalità organizzata) alcuni settori economici reputino più conveniente svolgere le proprie attività in forma parassitaria e "protetta", preferendo una sorta di "convivenza" con la criminalità organizzata, e profittando dei vantaggi derivanti da una situazione ambientale di diffusa "illegalità debole". In questa analisi, infatti, una cosa deve essere sempre ben tenuta presente: la specificità di determinati territori. Valga un solo esempio: quello della manipolazione delle gare d'appalto, realizzata nelle più diverse realtà attraverso le cosiddette "combines", finalizzate alla predeterminazione del vincitore della gara, e realizzate normalmente (ma non necessariamente) con la partecipazione di esponenti della pubblica amministrazione. Ebbene, proprio in questo settore si evidenzia la "specificità" delle realtà territoriali soggette al controllo di Cosa Nostra o di altre similari organizzazioni di tipo mafioso. Mentre in altri paesi o regioni italiane la "combine" è soltanto un accordo tra imprenditori basato sulla convenienza - e quindi è qualcosa che si può espellere dal sistema grazie a una reazione e all'iniziativa dello stesso mondo imprenditoriale - in Sicilia la "combine" si basa non soltanto su un calcolo di convenienza, ma anche sulla forza di intimidazione della criminalità organizzata, con la possibilità di "sanzioni" che possono giungere (e talvolta in passato sono realmente giunte) all'uccisione dell'imprenditore non disposto a sottomettersi. Quindi c'è questo quid pluris , del quale si deve tener conto quando si concepiscono possibili rimedi e soluzioni, che qui in Sicilia esigono ulteriori specificazioni e approfondimenti. La realtà esplorata (spesso con esiti contraddittori e insoddisfacenti) dalle indagini giudiziarie mostra in modo evidente che i vari tipi di illegalità (criminalità di tipo mafioso, legalità debole, criminalità comune e corruzione) possono intrecciarsi e rafforzarsi vicendevolmente. Alcune "attività produttive" sono diventate possibili e altamente remunerative perché in un certo contesto territoriale e sociale le violazioni delle normative commerciali, ambientali, urbanistiche, o sul lavoro nero sono state sostanzialmente e sistematicamente tollerate dalle autorità pubbliche, il che ha a propria volta consentito alle associazioni mafiose di prosperare e incrementare la loro pericolosità. L'analisi mostra altresì che, anche volendo coprire il solo Mezzogiorno, è necessario diversificare fortemente l'analisi dell'impatto economico dell'illegalità: per tipi di organizzazioni di stampo mafioso; per territori; per tipi di attività produttiva; per tipi di mercati; per tipi di imprese. Ciò che si riscontra, poniamo, in Campania non ha luogo esattamente allo stesso modo in Sicilia, o in Calabria. La città di Napoli è un caso a parte. Vi sono aree in cui la criminalità organizzata genera per lo più costi predatori e parassitari a carico della attività produttive; e ve ne sono altre in cui essa genera significativi benefici per certe imprese e certi gruppi di individui, sul presupposto di un'illegalità pervasiva e sistematica in ambiti diversi da quello penale, che a sua volta produce enormi costi diffusi e differiti. In questo contesto, certamente vi sono alcune rilevanti (anche se non esclusive) responsabilità della legislazione, che in definitiva ha delegato alla giurisdizione la selezione del penalmente rilevante, senza mai affrontare il cuore politico-criminale della questione: fino a che punto siamo disposti a spingere il magistero punitivo sul terreno della repressione della contiguità alla mafia? Tuttavia, di fronte a questa realtà, non c'è rimedio salvifico che il legislatore possa escogitare; ma occorre essenzialmente una forte e coordinata azione della politica, dell'imprenditoria e della magistratura, capace di superare ogni forma residua di "cinismo etico" del mondo bancario e imprenditoriale, attraverso la individuazione dapprima di comportamenti deontologici accettati dalle imprese, e poi di norme dell'ordinamento generale che tengano conto della varietà dei fenomeni e dei caratteri generali e/o specifici del problema. Di questa iniziativa si possono già scorgere alcuni segni importanti negli ultimi comportamenti di alcuni imprenditori siciliani, che si sono ribellati al racket facendo condannare a gravi pene detentive i mafiosi autori delle estorsioni, e nelle prese di posizione di Sicindustria. Qui si può concludere sottolineando che vi è un forte bisogno di conoscenza di fenomeni in costante e rapida evoluzione, e in particolare di conoscenza costruita in modo per quanto possibile rigoroso, ma anche perché tale conoscenza appare indispensabile se si intende contrastare seriamente una delle determinanti di maggior peso del ritardo di sviluppo del Meridione. Procuratore della Repubblica aggiunto a Palermo. Presidente della Sezione distrettuale di Palermo dell'Associazione Nazionale Magistrati 30/11/2007.


Sanità del Lazio, preoccupazione per il debito (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Sera" del 30-11-2007)

 

Cronaca Roma Il presidente della Regione Piero Marrazzo ostenta sicurezza: "Entro dicembre provvedimenti radicali" Sanità del Lazio, preoccupazione per il debito di Paola Redealli "In merito alla verifica del tavolo tecnico congiunto tra ministero dell'Economia, Salute e Regione Lazio, in corso in queste ore, in ordine all'esame delle proposte formulate al Governo dal presidente Marrazzo Il 31 ottobre scorso esprimo profonda preoccupazione per il contenuto delle proposte formulate e soprattutto per i riflessi che queste provocheranno sul sistema impositivo della Regione Lazio". Lo dichiara, in una nota, Cesare Cursi, vice presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato. "Assodata ormai l'incapacità dell'esecutivo regionale di porre in essere delle misure strutturali, che ridefiniscano in modo sostanziale l'organizzazione dell'intero sistema sanitario regionale e dei costi ad esso correlati, che come noto, al di là del colore del governo regionale in carica, registrano un disavanzo consolidato di circa1,5 miliardi di euro l'anno, al fine di evitare il commissariamento voluto dal Governo Prodi - prosegue - si sta ricorrendo all'ennesimo compromesso tale da non ridurre affatto i conti della sanità ma solo di procrastinare nel tempo l'unica soluzione che il Governo non ha la forza di attuare. La gestione Marrazzo ha peggiorato i conti di una gestione di per sé già critica adottando nel 2005, primo anno di governo regionale di centro-sinistra, misure a di poco bizzarre, cancellando i programmi di alienazione in favore dell'Inail di alcuni ospedali romani, oltre alla cessione all'università del Santa Maria della Pietà, annullando così circa 600 milioni di entrate. Allo stesso modo venne abolito il ticket, con altri 50 milioni di entrate annuali svaniti nel nulla. Per aggravante furono anche elevate (sempre nel 2005) le tariffe per le cliniche private e finalizzati a nuove spese tutti gli importi derivanti dall'aumento del fondo sanitario nazionale". "Il Governo Prodi, a ragione, chiede da circa due anni - continua Cursi - l'adozione di misure di contenimento dei costi e, nonostante continui proclami e annunci dell'ultimo minuto, i tecnici del ministero bocciano inequivocabilmente le soluzioni proposte Non vi è certezza del diritto perché il ricorso al commissariamento voluto dal decreto legge Prodi-Turco è ad oggi disatteso. Sarebbe stato uguale il comportamento verso la Lombardia, il Veneto o la Sicilia? Le soluzioni proposte riguardano obiettivi generici quali la fissazione di nuovi tetti di spesa per le ASL, per gli accreditamenti e per il personale quando sappiamo tutti, già in partenza che i tetti, per loro natura, sono destinati a non essere rispettati. Sono necessarie decisioni chiare, possibili e strutturali: questo è il compito della politica. La regione deve indicare come intenderà riorganizzare la sanità pubblica, che ruolo dare ai policlinici universitari, ai privati, alle strutture religiose, se reintrodurre o meno il ticket, se chiudere o meno i reparti ritenuti non strategici all'attività aziendale, formare il personale in eccesso verso qualifiche ad elevata richiesta.. Invece di tutto ciò, apprendo quasi con incredulità, che in queste ore che i conti della sanità verranno in parte ripianati con 'fondi propri del bilancio regionale' (come se esistessero davvero!) e con la valorizzazione del patrimonio che è di per se esiguo e del tutto fuori controllo. La verità è che siamo di fronte all'ennesimo 'inciucio' che permetterà di tirare a campare a un Governo regionale allo sbando per poi aumentare d nuovo la pressione fiscale ai cittadini del Lazio alla prossima verifica dei conti". "Stiamo approntando per questo mese di dicembre un piano che prevede alcuni provvedimenti delicati a mia firma per l'uscita dal debito e dall'ipotesi di commisariamento. Abbiamo quasi vinto la partita e stiamo per ottenere lo sblocco dei fondi". Lo ha affermato ai microfoni di RadioRadio il presidente della regione, Piero marrazzo. "Per quanto riguarda i pagamenti dei fornitori, puntiamo a una nuova forma transattiva che consentirà di far pagare il 31 dicembre i debiti del 2007 - ha proseguito marrazzo - Questa iniziativa permetterebbe ai direttori sanitari di avviare nel 2008 un provvedimento che consenta di lavorare con un'altra distribuzione del fondo sanitario e un'altra tipologia di pagamento". Edizione n. 1480 del 30/11/2007.


Indennità, dov'è la coerenza? (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 01-12-2007)

 

Perplessità del consigliere comunale sui compensi ai membri dei cda pubblici "Indennità, dov'è la coerenza?" Gennaccaro: adesso i sindaci diano il buon esempio BOLZANO. Consigli d'amministrazione ridotti, indennità tagliate, gettoni di presenza "congelati" a chi è già assessore o consigliere comunale. Finora il Comune di Bolzano sta adottando le misure previste dalla Finanziaria, anche se soltanto per quanto riguarda l'azienda di trasporto pubblico Sasa. Ai dubbi sollevati da opposizione e parte della maggioranza per questa operazione "a metà" ("sarebbe incoerente non applicarle anche ad altre società a partecipazione comunale come Seab e Ae", commenta ad esempio Guido Margheri di Sinistra Democratica) si aggiungono ora le perplessità di Francesco Gennaccaro, capogruppo dell'ex Margherita. "Ben venga la riduzione dei compensi dei consiglieri di amministrazione, meglio ancora se valgono per tutte le società pubbliche. Però i sindaci che hanno preso questa decisione dovrebbero dare il buon esempio riducendosi anche le loro indennità in egual misura. Del resto, proprio pochi giorni fa il settimanale l'Espresso pubblicava proprio gli stipendi di Spagnolli e Polonioli per evidenziare quanto i primi cittadini guadagnano in Alto Adige...". Per quanto riguarda la questione Sasa, Gennaccaro se la prende in particolare con Polonioli: "Il sindaco di Laives ha fatto una battaglia per dare il posto da consulente a Michielli. Quel posto alla Sasa costa 50 mila euro all'anno, possibile che per ragioni di partito in quel caso il risparmio diventava solo secondario?". Infine un discorso più generale: "Ricordiamoci - sottolinea Gennaccaro - che i membri dei cda hanno delle responsabilità precise ed è giusto che chi si assume delle responsabilità venga retribuito. Eliminare le indennità è una decisione che si può anche prendere, ma allora si tolgano anche le responsabilità ai consiglieri di amministrazione: dovranno prendersela il presidente, l'eventuale amministratore delegato e i sindaci in quanto proprietari". E ai sindaci arriva un'ultima tirata di orecchie: "Spagnolli e Januth, primi cittadini di Bolzano e Merano, hanno deciso di aumentare le indennità in Ae. Perché per la Sasa si è scelta la strada opposta?", è l'interrogativo di Gennaccaro.


Più spese nel settore cultura si pensa anche a capodanno (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)

 

BILANCIO Più spese nel settore Cultura Si pensa anche a Capodanno VIGEVANO. Variazioni sul conto economico anche per il settore cultura del Comune, approvate nel Consiglio comunale, ma con la minoranza che si è astenuta. L'attenzione si è posta sulle iniziative, non previste, ma già realizzate o che sono in programma, come Capodanno e "Tacchi a spillo". La variazione è di circa 97mila euro, a coprire i maggiori oneri dell'assessorato alla cultura: 37mila per spese fisse e costi del personale. Il resto diviso tra alcune iniziative. La mostra "Il volto della città - Il paesaggio di Vigevano e del suo territorio" tra il maggio-luglio di quest'anno (27mila euro), cataloghi della mostra "Da Pelizza a Carrà" (circa 11mila euro), il convegno sulle vittime della mafia e del terrorismo (6mila euro), l'inventario dell'archivio storico (3mila euro), servizi teatrali (15mila euro) e gettoni presenza di consiglieri, commissioni e spese di rappresentanza (3mila euro). Sui gettoni presenza ma anche su tutta la sezione cultura ha chiesto spiegazioni la minoranza. (ma.br).


Più dei consulenti servono gli impiegati (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 01-12-2007)

 

Pagina III - Milano L'intervento Più dei consulenti servono gli impiegati L'imbarazzante indagine sul sindaco di Milano, Letizia Moratti, è grave non tanto perché sono stati attribuiti incarichi di consulenza in numero eccessivo e non chiaramente giustificati, quanto perché alcuni settori vitali dell'apparato comunale sono ancora carenti e malfunzionanti in modo preoccupante. Che siano stati ingaggiati professionisti esterni all'organico del Comune, per risolvere problemi che dovrebbero essere di ordine eccezionale, non deve destare reazioni scandalizzate: può accadere che in particolari momenti della vita di un Comune siano richiesti personale e tecnici specializzati. SEGUE A PAGINA X.


Violenza sessuale, don mosa patteggia - maria fiore (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 01-12-2007)

 

Cronaca Violenza sessuale, don Mosa patteggia Dieci mesi per l'ex parroco di Certosa Ma la comunità continua a difenderlo Ieri il sacerdote si è chiuso nella preghiera MARIA FIORE PAVIA. Don Michele Mosa, l'ex parroco di Certosa accusato di violenza sessuale, ha patteggiato davanti al giudice Erminio Rizzi una pena di dieci mesi. Il verdetto, raggiunto ieri mattina, arriva proprio mentre a Certosa fa il suo ingresso (oggi alle 17) il nuovo parroco, don Marco Gatti. Con questa sentenza si chiude una vicenda pesante, che a settembre, quando don Michele era stato arrestato, aveva gettato nell'incredulità un'intera comunità. La stessa comunità che ancora oggi difende il suo "don". Chiudere la vicenda il prima possibile. Questo era l'obiettivo di don Michele Mosa. E questa è la ragione della scelta di un rito alternativo come il patteggiamento. Un rito che consente di evitare un processo pubblico e gli sguardi della gente. Ieri mattina, in tribunale, il riserbo sull'esito di questa scelta era strettissimo. Bocche cucite, con l'unica e precisa volontà di fare dimenticare in fretta una pagina così delicata per la vita e la missione di un prete. Lo stesso don Michele Mosa, assistito dall'avvocato Orietta Stella, ieri ha scelto di chiudersi nella preghiera. Fino a sera non ha sentito il suo legale. Alle 17 ha detto messa nella chiesa di San Giovanni Domnarum, davanti ai fedeli che hanno ascoltato con attenzione la predica dal vangelo di Andrea. "Ci sono nella vita momenti di fatica, che non riusciamo a capire - sono state le sue parole - Momenti in cui ci sentiamo abbandonati. Ma ci sono anche momenti in cui sperimentiamo la misericordia di Dio". Con la sentenza il caso del parroco di don Mosa viene archiviato definitivamente. E anche se il processo si chiude con un patteggiamento (dieci mesi con la sospensione) e non con un'assoluzione, l'intera comunità di Certosa continua, come ha sempre fatto, a difendere il suo parroco. "Ha cercato di uscirne come poteva - dice una parrocchiana - Ma qui nessuno crede che possa avere commesso quel reato". Violenza sessuale. A settembre era stato arrestato con quest'accusa. A pronunciarla era stata una parrocchiana. La donna aveva raccontato che il parroco l'aveva vista scendere dall'auto, proprio davanti alla casa parrocchiale, e l'aveva seguita fino a casa. Don Michele, per lei, non era un estraneo. Si conoscevano. Lui l'aveva aiutata, dandole consigli sui figli e su come affrontare la vita dopo la separazione dal marito. Quella sera, secondo il racconto fatto dalla donna ai carabinieri, don Mosa aveva avuto un comportamento diverso dal solito. Dopo averla seguita era entrato in casa. Quello che era accaduto finì dritto nel verbale dei carabinieri. Sulla vicenda era intervenuto anche il vescovo, monsignor Giovanni Giudici. "Non cerchiamo colpevoli", aveva esortato i fedeli. Parole che i parrocchiani non hanno avuto difficoltà a seguire. Anche ora che la vicenda si è chiusa, e mentre aspettano l'arrivo del nuovo parroco, continuano a difendere chi, per due anni, è "stato la nostra guida".


I conti svizzeri incastrano De Petro e i Catanese (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 01-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2007-12-01 - pag: 21 autore: Oil for food. Per il Pm c'è corruzione I conti svizzeri incastrano De Petro e i Catanese Claudio Gatti Nel procedimento giudiziario sullo scandalo Oil for food sono arrivati due duri colpi per la difesa di Marco Mazarino De Petro e della famiglia Catanese, proprietaria della società di combustibili milanese Cogep. Com'è noto, la Cogep aveva beneficiato di assegnazioni di petrolio a prezzi di favore per un totale di circa 24 milioni di barili. Queste assegnazioni erano state fatte dal regime di Saddam Hussein in un periodo in cui Baghdad aveva deciso di ricompensare uomini politici, diplomatici e giornalisti di tutto il mondo per il sostegno nella battaglia contro le sanzioni dell'Onu. Le assegnazioni fatte alla Cogep attraverso De Petro erano state registrate dalla società petrolifera di stato irachena Somo sotto il nome di Roberto Fomigoni. Nella contabilità irachena scoperta dalla Commissione d'inchiesta diretta dall'ex chairman della Federal Reserve Paul Volcker, Formigoni è cosìrisultato il politico occidentale a cui erano stati assegnati più barili di greggio iracheno. Non c'è alcuna evidenza che il governatore della Lombardia abbia però mai beneficiato dei profitti fatti da Cogep e De Petro sulle vendite di quel petrolio. E Roberto Formigoni non è mai stato neppure iscritto al registro degli indagati. Marco Mazarino De Petro, che all'epoca in questione era stato inviato in Iraq dallo stesso Formigoni in rappresentanza della regione Lombardia, è stato invece rinviato a giudizio assieme alla famiglia Catanese per aver pagato quella che gli addetti ai lavori dell'epoca chiamavano eufemisticamente " sovrattassa" sul petrolio iracheno ma che per il sostituto procuratore Alfredo Robledo era in realtà un pagamento illegale in trasgressione delle sanzioni Onue della legge italiana. Per la precisione, asvrebbe violato l'articolo 322 bis del codice penale che punisce la corruzione di funzionari di Stati esteri. Ieri il tribunale di Milano ha rigettato tutte le richieste di nullità con cui le difese hanno tentato di impedire l'introduzione nel procedimento milanese della documentazione arrivata dalla Commissione Volcker. Il 7 novembre scorso sono invece arrivati dalla Procura di Losanna i dati bancari relativi a conti di De Petro e dei Catanese che la Procura di Milano aveva chiesto alle autorità svizzere e la difesa aveva tentato di bloccare. Il tribunale di Milano ha così acquisito le prove documentali di cinque bonifici fatti su conti aperti clandestinamente dalla Somo per incassare la "sovrattassa". Dalle carte bancarie risulta che tra il 14 dicembre 2000 e il 16 maggio 2002 sui conti della Somo sono arrivati 212.985 dollari provenienti da conti esteri gestiti da De Petro e altri 729.852 dollari da conti gestiti dai Catanese. cgatti@ilsole24ore.us.


Seren vuole dimezzare i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 01-12-2007)

 

Di Cristian Arboit Seren vuole dimezzare i costi della politica Approvato l'ordine del giorno che prende di mira le indennità di sindaci e assessori SEREN DEL GRAPPA. Più che da consiglieri si sono comportati da autentici quanto impavidi kamikaze. Il consiglio comunale di Seren ha chiesto ieri sera, con una delibera appositamente confezionata dal primo cittadino Loris Scopel e dalla sua giunta, di dimezzare i costi della politica sia nazionale che locale. Nel documento sono comprese le indennità di carica di sindaci, assessori comunali e presidenti di comunità montana. Non si risparmiano nemmeno i gettoni di presenza destinati ai "poveri" consiglieri comunali. L'ondata moralizzatrice non risparmia nessuno. Loris Scopel come Beppe Grillo? L'analogia è pericolosa, ma dà la dimensione del provvedimento - davvero coraggioso - che l'assemblea serenese ha approvato senza tanto rimuginare ieri sera nel corso di una seduta piena di spunti e riflessioni. Stop alla speculazione. La delibera della svolta nasce da un incontro fra minoranza e maggioranza. Se infatti la trattazione in consiglio della problematica è stata richiesta dal capogruppo comunista Diego Pauletti, i contenuti sono stati predisposti dall'esecutivo. Più che una limatura votata al "politically correct" quella di Scopel è stata una potatura senza precedenti, almeno a livello bellunese. Il testo del documento, che non mancherà di infastidire molti colleghi, parte dal periodo nero della politica italiana, Tangentopoli. L'elenco di agevolazioni, indennità, benefit è sterminato e comprende oltre allo Stato e alle Regioni anche le Province e i Comuni, senza dimenticare i consorzi e le aziende in mano pubblica. Troppe e troppo costose. Almeno per l'esecutivo Scopel. "E' un tema che mi rode il fegato e finora, quando l'ho sollevato, mi hanno sempre risposto a pesci in faccia", ha ammesso in consiglio il primo cittadino, "chi fa l'amministratore deve farlo quasi a titolo volontaristico. Per me è sempre stata una missione". Taglio netto. Sono cinque le richieste della delibera. Primo, il dimezzamento del numero di ministri, senatori, deputati, assessori provinciali e regionali e di quello massimo ammesso per quelli comunali, di comunità montana e unione di comuni. In secondo luogo la delibera chiede il dimezzamento delle indennità o dei gettoni di presenza corrisposti a qualunque carica istituzionale, dalla più elevata (presidenti di Camera e Senato) alla più bassa (sindaci, assessori e consiglieri comunali). Ma il documento targato Scopel va oltre, suggerendo la soppressione di tutte le agevolazioni previste dalla legge per chi ha una carica pubblica. La ricetta Scopel cerca infine di porre un argine all'ipertrofizzazione della pubblica amministrazione. Da un lato la delibera chiede infatti "una distribuzione certa delle competenze e delle funzioni di uffici ed enti e una reale semplificazione delle procedure", dall'altro il divieto di creare nuovi enti pubblici. "Non è antipolitica, ma un segnale che deve partire pure da noi piccoli amministratori", conclude Scopel. Il primo cittadino trova il tempo e lo spazio per dire la sua anche sulla legge elettorale: "Il cittadino deve poter scegliere il suo candidato, cosa che attualmente è attribuita ai partiti".


Gli enti locali provocano la Regione: <Stop al centralismo> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 01-12-2007)

 

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-01 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE L'alleanza Province, Comuni e Comunità montane presentano un ddl per la costituzione dell'Assemblea consultiva Gli enti locali provocano la Regione: "Stop al centralismo" VERONA – Chiodo scaccia chiodo. Devono aver pensato così Province, Comuni e comunità montane, dal 2001 in vana attesa che la Regione Veneto approvi il Cal (Comitato autonomie locali), organo per distribuire competenze e risorse previsto dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione. Il ragionamento degli enti locali è semplice: se Venezia non riesce o non vuole creare l'organismo che dovrebbe garantire autonomia e federalismo verso il basso, ci pensiamo noi, con una proposta di legge regionale, obbligando palazzo Ferro Fini a esprimersi. Di qui la presentazione, ieri a Verona, del progetto di legge per l'istituzione dell'Apel (assemblea permanente degli enti locali), acronimo diverso ma competenze del tutto analoghe a quelle del Cal. Un organismo permanente, composto da 44 membri per lo più elettivi tra sindaci e Presidenti di province, che dovrà però sciogliersi, come ha spiegato il presidente di Anciveneto Vanni Mengotto, se e quando la Regione deciderà di creare il Cal. Il progetto ha ricevuto aperture dal presidente del consiglio regionale Marino Finozzi e dall'assessore al Patrimonio Flavio Silvestrin; anche se il messaggio pareva rivolto in verità soprattutto al governatore Giancarlo Galan, viste le sue note posizioni sulla (scarsa) utilità delle Province. "La nostra è una provocazione – ha detto Mengotto – cerchiamo condivisione bipartisan in consiglio regionale, vogliamo arrivare a trasferimenti dallo Stato alle Province, da ripartire poi ai Comuni tramite il nuovo organismo ". A rincarare il concetto il presidente della Provincia scaligera Elio Mosele: "Non è federalismo vero quello che sia solo regionale, serve anche il federalismo degli enti locali". Ma i colpi più duri al governatore li ha tirati il presidente leghista di Treviso, Leonardo Muraro: "La politica di Galan osteggia le Province, mentre la Regione continua a istituire agenzie accentrando i poteri e togliendo ruolo agli altri enti pubblici ". Finozzi ha provato a mediare, offrendo appoggio "a patto che i rispettivi ruoli siano chiari: è nostro desiderio iniziare un dialogo con gli enti locali". Quando Galan, che in luglio definì i presidenti di Provincia una casta, vedrà il progetto di legge, c'è da scommettere che l'articolo su cui si appunterà la sua attenzione sarà il numero 10, che fissa l'indennità per il futuro presidente dell'Apel (il 20 per cento del presidente del consiglio regionale) e un gettone di presenza ai consiglieri per ogni riunione. Giovanni Salvatori Presidenti Al centro del tavolo, Marino Finozzi (consiglio regionale) con Elio Mosele (Provincia di Verona).


Minori spese e maggiori entrate. L'assestamento di bilancio ottiene il via libera del Consiglio (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 01-12-2007)

 

Provinciale. Una manovra da 1 milione e 500.000 euro complessivi, dei quali 1 milione destinati alla rivisitazione dei capitoli per maggiori entrate e 500.000 ad una rimodulazione delle spese. La prima novità è la riduzione, anche se ancora modesta, dei costi della politica, con un abbattimento di spesa di 150.000 euro per il "funzionamento del Consiglio provinciale", insieme alla riduzione di altri 350.000 euro per le assicurazioni di responsabilità civile sulle strade provinciali. Ad illustrare le voci del documento l'assessore al Bilancio Giuseppe Tatarelli, che commenta positivamente un'inversione di tendenza che "si verifica per la prima volta nella storia della Provincia". Altre novità arriveranno inoltre dal Bilancio 2008, ancora in fase di elaborazione, attraverso il quale verranno stanziati 45 milioni di euro per il miglioramento della viabilità provinciale, la manutenzione delle strade esistenti e la realizzazione di nuove infrastrutture. "L'obiettivo - commenta Tatarelli - è garantire i massimi livelli di sicurezza necessari ai cittadini". Tempi brevi anche per la discussione del bilancio di previsione, sottoposto al vaglio dell'assise prima della scadenza dell'anno finanziario ed entro il mese di dicembre. "E' il segnale di un'economia che funziona - ha commentato il presidente di via Costa Armando Cusani - La Provincia è capace di far risparmiare i cittadini, risparmiare sui costi della politica ed avere maggiori entrate, rispettando il patto di stabilità". La.Pe.


OSIMO Assestamento di bilancio 2007: secondo i consiglieri del Pd, Paola Andreoni e Mauro Pellegrin (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 01-12-2007)

 

I, "il documento segna a livello di capacità di investimento dell'amministrazione un passo indietro e uno sconvolgimento di non poco conto rispetto alla previsionale iniziale. Rispetto alla programmazione iniziale sono state annullate opere per l'anno 2007 per un valore di 9.700.000 euro". Non solo. Secondo i due consiglieri lievita il costo dei servizi delle società partecipate. "I servizi rivolti ai cittadini sono finanziati con l'aumento della tassazione voluto per il 2007 dal Comune e relativo all'aumento di Ici e Irpef, e non invece da economie di spese relative ad esempio ai costi della politica tanto sbandierati - scrivono - Sono aumentate le tariffe dei servizi a domanda individuale che costituiscono una tassazione indiretta". Infine il piano di riordino delle partecipate che vede nel giro di qualche anno l'accorpamento delle società, "dà ragione a quanto sostenuto da noi in questi anni e cioè che i costi relativi al mantenimento delle numerose partecipate si sono dimostrati sproporzionati rispetto alla capacità dei servizi resi nell'ottica del rapporto costi-benefici e dei criteri dell'efficacia e dell'efficienza". Intanto il sindaco Dino Latini torna sul tema caldo dell'ospedale di rete, rimarcando che la sua battaglia personale è iniziata nel 1983. "Resta comunque il fatto che la Regione - scrive sul suo blog - ha garantito che l'ospedale si farà in Osimo. E quindi, da cittadino e da uomo delle istituzioni, non posso che ritenere fondata tale affermazione". Quanto alle denunce annunciate da Forza Italia alla procura e alla Corte dei Conti, Latini sostiene che qualora sia ritenuta illegittima la procedura di project financing esperita per S.Sabino "si possono e si debbono denunciare - ma veramente - in tutti gli ambiti, errori e omissioni". Sullo stesso tema dice la sua anche Giuseppe Misiti, sindaco di Sirolo: "E' ora di passare ai fatti. Bisogna fare scelte chiare e serie a vantaggio dei cittadini. È in gioco la salute dei residenti della zona sud di Ancona e questo è quello che conta". Di più: Per Misiti "non è accettabile assistere ogni giorno alla presa di posizione di questo e di quello che individuano aree diverse in cui realizzare l'ospedale. Si era detto San Sabino e San Sabino deve restare. All'inizio erano tutti d'accordo, poi lo spirito di protagonismo è prevalso a scapito della concretezza e della rapidità".


Il consigliere comunale d'opposizione Marietta Tidei non condivide la proposta di assegnare un& (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 01-12-2007)

 

Il consigliere comunale d'opposizione Marietta Tidei non condivide la proposta di assegnare un'indennità mensile di 800 euro ai consiglieri. "La disapprovo perché la considero contraria a tutti gli orientamenti nazionali volti a ridurre i costi della politica in un momento di difficoltà generale del Paese e in particolare della nostra città" è la base del pensiero dell'esponente del Pd. "Ci sono tanti lavoratori che a fine mese ricevono poco più di 800 euro e centinaia di migliaia di pensionati che hanno pensioni che non superano i 600 euro mensili. Probabilmente in Italia saremmo l'unico consiglio comunale che, in questo moment, osa attribuirsi un'indennità difficilmente comprensibile - continua -. Fosse almeno il nostro un Consiglio che in questi mesi abbia dimostrato una produttività e un impegno operativo assumendo deliberazioni su questioni urgenti". "La verità è che a parte qualche variazione di bilancio, l'assestamento e la delibera sul riassetto dei servizi pubblici questo Consiglio non ha prodotto nulla. Inoltre, i cittadini che partecipano alle sedute non hanno ancora avuto il piacere di sentire la voce di molti consiglieri, consiglieri che, indipendentemente dal lavoro svolto, usufruirebbero di questa inaspettata manna..- aggiunge la Tidei -. Sia ben chiaro, con la mia posizione non voglio dar manforte ai fautori dell'antipolitica. Apprezzo infatti il lavoro svolto dalla Commissione Attività Istituzionali che mira a migliorare l'efficienza complessiva del nostro consiglio, a rendere più operativa la nostra attività e a dare un più alto e prestigioso ruolo all'assise cittadina che deve potersi meritare la stima e il sostegno della comunità. C'è da ricordare, inoltre, che è vero che il gettone percepito dai consiglieri comunali di Civitavecchia è più basso rispetto a quello percepito in altri comuni ma ritengo assolutamente inopportuno concludere questa positiva revisione del regolamento con l'assegnazione di un'indennità di così consistente valore o con l'aumento del gettone di presenza". "Pensiamo prima, come ci chiedono i cittadini, a risolvere i tanti problemi della città" è la conclusione.


Un cda da 709mila euro l'anno con ventidue consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 01-12-2007)

 

Lucca Un Cda da 709mila euro l'anno Con ventidue consiglieri Due amministratori delegati, un presidente e 5 sindaci revisori VIAREGGIO. Un consiglio di amministrazione da 709mila euro l'anno, revisori compresi. Abbiamo chiesto a Salt di fornirci i singoli compensi. In attesa della risposta pubblichiamo la composizione del Cda. Di cui fanno parte il presidente Roberto Bertola (Forza Italia, ex sindaco di Forte dei Marmi), il suo vice e amministratore delegato Enrico Arona, l'amministratore delegato Paolo Pierantoni. A seguire i 22 consiglieri: Piero Luigi Baccelli, Osvaldo Bertuccelli, Bruno Binasco, Riccardo Brocchini (Ulivo Massarosa in rappresentanza della Provincia), Gian Luigi Burrafato, Massimo Caleo, Andrea Carrara (in rappresentanza della Provincia), Beniamino Ciotti, Giorgio D'Alessandro, Nanni Fabris, Daniela Gavio, Renzo Guccinelli, Francesco Lococciolo (ex commissario prefettizio a Lucca), Giorgio Patroncini, Franco Ravenni (An, in rappresentanza del Comune di Lucca), Giuseppe Ricciardi, Alberto Sacchi, Luigi Salvati, Michele Scandroglio, Emer Scirè. I consiglieri di Salt percepiscono un compenso annuo lordo di 6mila euro, oltre a un gettone di presenza di 300 € (escluse le spese di trasferta) per ogni riunione. Bertola, Arona, Pierantoni, Binasco, Fabris, Gavio, Guccinelli, Sacchi fanno parte anche del Comitato esecutivo. Del quale è segretaria (come del Cda) Maria Nannizzi. C'è poi un Collegio sindacale che, da solo, prende 165mila euro l'anno degli oltre 700mila complessivi. I componenti: Silvana Amadori (presidente), Paola Felice, Alfredo Cavanenghi, Alberto Costa, Enrico Fazzini. Supplenti: Enrico Dolcini e Angelo Ghio.


Un'Italia che ha perso il treno (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 01-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Un'Italia che ha perso il treno Vittorio Emiliani Segue dalla Prima Le autostrade del mare non decollano nel Paese più marittimo del vecchio continente, e una marea di auto popola le aree metropolitane (siamo ormai a 34 milioni di vetture, una ogni 1,7 italiani, infanti e centenari inclusi) concorrendo ad avvolgerle in una nuvola stagnante di smog. La fermata generale di ieri è soltanto il sintomo più clamoroso di un disagio nazionale le cui cause rimontano a decenni fa quando l'allora direttore generale delle FS si sentì dire dal suo ministro: "E allora, quando le chiudiamo queste ferrovie?". Il mito autostradale, pompato dalla lobby auto-gomme-benzina, imperversava. Soprattutto in Italia, perché proprio in quegli anni in Germania, in Francia o in Giappone si investiva moltissimo nella rete e nella tecnologia ferroviaria. Negli anni del governo Berlusconi - che ha macinato più vuote parole che non decisioni operative - si è puntato, con la legge-obiettivo e con le tanto declamate Grandi Opere, assai più sulla strada, ancora una volta, che sulla ferrovia e sui porti. Cinque anni praticamente perduti a rincorrere progetti di pura immagine come il Ponte sullo Stretto che i tecnici dei trasporti avevano bocciato anni fa. Col governo Prodi si sono ripensate quelle politiche sballate, ma fino ad un certo punto. Tant'è che un gruppo di qualificati trasportisti (Boitani, Ponti e Spinedi) ha pesantemente ironizzato giorni fa sull'autorevole sito lavoce.info parlando di Grandi Operette succedute, con Antonio Di Pietro, alle Grandi Opere del Cavaliere. Anch'esse però fondate su conti spesso irrealistici. Per esempio, l'autostrada Livorno - Civitavecchia, la quale "attraverserebbe una delle aree meno abitate del paese e più pregiate dal punto di vista ambientale e si affiancherebbe a una strada statale quasi interamente a quattro corsie (la SS1, Aurelia). Facendo i conti, anche sulla base di ipotesi molto favorevoli al progetto, le speranze di dimostrare una qualche utilità dell'opera sono molto scarse. È così che lo studio ufficiale (ovviamente affidato a un soggetto non neutrale, la stessa Società per l'Autostrada Tirrenica) postula che alla Aurelia attuale vengano posti limiti di velocità pari a 30-40 km-ora, cioè, di fatto, che si chiuda. ANAS approva". Una serie di paradossi. Costosi, visto che questa inutile autostrada impegnerebbe miliardi di euro. Nel contempo la linea ferroviaria Roma-Livorno-Genova - che pure collega numerosi porti strategici (lo è diventata anche Civitavecchia per i passeggeri) - è servita assai male. Per i passeggeri con due soli Eurostar al giorno. Si continua cioè in una politica tagliata su misura per mandare merci e passeggeri, ancora e sempre, sulla strada anziché su altri mezzi come treni e navi. È comprensibile l'affanno in cui si dibatte il management di Trenitalia che da un lato deve servire meglio le linee "che rendono" e dall'altro non può trascurare quelle ancora affollate di pendolari i quali pagano abbonamenti ben al di sotto della media europea. Ma essi viaggiano in condizioni spesso avvilenti. Ho fatto il pendolare ferroviario, per anni e anni, in Emilia e in Lombardia, su Milano. I convogli erano più vecchi, le carrozze magari quelle di legno. Però i ritardi erano minori e il comfort medio tutto sommato migliore. Il dramma di Trenitalia è che il traffico a lunga percorrenza, e quindi "ricco", si prende il 15% del totale dei passeggeri (insidiato dai voli low cost) e quello regionale, e quindi "povero", rappresenta tuttora il grosso della domanda. Per garantire a quest'ultimo servizi puntuali e decorosi è indispensabile l'intervento finanziario pubblico, delle Regioni in particolare (che spesso si baloccano anch'esse con Grandi Opere, stradali naturalmente). Intervento per ora relativo. Il che spinge altri pendolari a servirsi dell'auto privata. Una catena infernale. Il recentissimo rapporto approntato dal Censis per il Ministero dei Trasporti ci dice infatti che il pendolarismo è cresciuto in modo impressionante negli ultimi sei anni: del 35,8% col coinvolgimento nel fenomeno di 13 milioni di italiani al giorno. Dunque, un italiano ogni 4-5 si sposta quotidianamente nelle aree metropolitane, fra paesi e città. E cosa utilizza? Non il treno o l'autobus bensì l'auto privata: 70 pendolari su cento viaggiano così. Con costi elevatissimi: il Censis calcola infatti che ognuno di questi forzati dell'auto spenda annualmente 2.265 euro, cioè il 10% del proprio reddito. Quattro volte di più di quanto spende il pendolare che viaggia in treno. Per percorsi abbastanza ridotti e che però il caro-benzina sta rendendo onerosissimi. Oltretutto con le ripercussioni che questa marea di autovetture in lenta marcia nelle cinture metropolitane produce sull'ambiente, sull'aria che si respira. Del resto, le ferrovie locali offrono servizi lenti e scadenti, le metropolitane sono una rarità, le autolinee non risultano nemmeno esse granché competitive. In treno vanno poco gli operai e gli impiegati, molto di più gli studenti. Le cause, infatti, dell'aumento del popolo dei pendolari sono essenzialmente la crescita degli occupati (anche se molti con contratti a termine o precari) da 21,6 a quasi 23 milioni; l'incremento degli studenti delle superiori e delle Università; l'espulsione di giovani e di giovani coppie dalle città maggiori verso paesi e cittadine dell'hinterland per la mancanza di alloggi a fitti o a costi sopportabili. Sono anni ormai che i capoluoghi di provincia e quindi le città maggiori perdono costantemente popolazione creando movimenti di pendolarismo da distanze sempre maggiori. Un fenomeno che Milano, Torino o Bologna hanno, si può dire, sempre conosciuto, da che esistono fabbriche e trasporti di massa, ma che la stessa Roma oggi deve affrontare con una rete decisamente debole di infrastrutture. Il progressivo abbandono - divenuto totale nel quinquennio berlusconiano - della politica di finanziamento dell'edilizia sociale o comunque popolare (precipitata all'1%), la rarefazione dell'affitto anche nelle città del Nord dov'era diffuso, la lontananza quindi dai modelli di Germania, Olanda o Svezia (dove edilizia sociale e affitto sono ben presenti e in modo qualificato) hanno sospinto e continuano a sospingere giovani e immigrati sempre più all'esterno delle aree metropolitane: nella seconda corona urbana, secondo il Censis, i residenti sono aumentati addirittura del 13,8 per cento nel periodo 1991-2006. Per contro, i centri storici, le città tradizionali, anche i loro quartieri novecenteschi tendono a svuotarsi, a divenire residenza temporanea a carissimo prezzo, vanificando così gli enormi investimenti pubblici in servizi di ogni genere, spesso molto qualificati (quelli culturali, per esempio) effettuati in passato. Spreco si aggiunge a spreco. Paradosso a paradosso. Come laddove si lascia mano libera a mega-centri commerciali - i quali esigono che la clientela si sposti soltanto in auto, anche nel week-end - e nel contempo si investe in metropolitane e trasporti locali su ferro... Una sorta di impazzimento urbanistico e trasportistico, del quale non sarà facile riprendere un qualche controllo. Come però la situazione del Paese drammaticamente esige.


<Se la politica è questa, me ne vado> (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

 

"Se la politica è questa, me ne vado" ENRICO MUSSO conferma: POTREI DIMETTERMI L'ex candidato sindaco: il consiglio sembra una riunione del Rotary. Meglio l'Università "L'OPERATIVITÀ E IL RUOLO del consiglio comunale sono ridotti ai minimi termini. L'attività in aula è diventata un vuoto esercizio retorico. Uno spreco di energia, tempo e denaro. Il famoso gettone di presenza, che si voleva aumentare, in queste condizioni è letteralmente buttato via". La parola dimissioni continua a ronzare nella testa di Enrico Musso, l'ex rivale del sindaco Marta Vincenzi per il centro destra e consigliere di Tursi nel gruppo misto. A gennaio, dopo le vacanze di Natale, l'ex candidato sindaco scioglierà le riserve. Professor Musso, pensa davvero di lasciare l'incarico dopo neanche sette mesi? "Ci sto pensando seriamente. Ma la decisione va ponderata con attenzione. Significa riflettere sull'utilità generale del mio impegno in politica. Se lascio è perché ho deciso che sono molto più utile alla collettività come professore universitario che come politico". Ora come ora che pensa? "Che fare il consigliere così ha davvero poco senso. Mi pare di partecipare a un Rotary, con tutto il rispetto per i rotariani". Be', lei conosceva il ruolo e le funzioni del consiglio comunale quando ha accettato di candidarsi. "Sì, ma il problema è che l'attuale normativa, che già comprime moltissimo il peso del consiglio a vantaggio della giunta, è stata utilizzata sinora come una clava dal sindaco e dal suo staff". In che senso? "La legge privilegia moltissimo la governabilità dei Comuni a scapito della democraticità del sistema attribuendo un potere quasi assoluto alla giunta comunale i cui membri, a parte qualche eccezione, sono tutti nominati dal sindaco. Quindi, è penalizzata moltissimo la logica della rappresentatività che invece sarebbe utile mantenere anche per la scelta degli assessori. Come non bastasse, la giunta Vincenzi, almeno in questa fase, tende ad avere minori rapporti possibili col consiglio, che è l'organo dove si concretizza la rappresentanza democratica dei cittadino. Insomma, siamo poco considerati. O, forse, considerati solo come fossimo maggiordomi". E' la prima volta che usa toni così taglienti nei confronti della sua ex antagonista. "Non c'è astio nelle mie affermazioni. Stimo molto la Vincenzi, con cui condivido spesso obiettivi generali anche se non sempre il modo per realizzarli. Però, nella mia esperienza da consigliere, mi attengo ai fatti". E i fatti quali sono? "Il consiglio oggi è svilito nelle sue prerogative. I segnali, in questo senso, sono moltissimi. Per cominciare, nelle sedute mancano spesso il sindaco e molti assessori. È capitato, ad esempio, che mie interpellanze siano state rinviate per mancanza in aula degli assessori competenti. E, talvolta, sono risultati assenti anche sindaco e vicesindaco contemporaneamente. Ma non è solo questo...". Cos'altro non va? "Le richieste di documenti sono evase tardivamente, i verbali delle sedute arrivano dopo quattro mesi per mancanza di personale, le interpellanze slittano. Un altro segno di scarsa considerazione è questa abituale "triangolazione" con la stampa. Nel senso che la giunta comunica ai media le decisioni importanti senza preventivo confronto con il consiglio". Il suo malessere è esploso, giovedì scorso, nella seduta dedicata alla proposta di aumento del gettone, poi accantonata dalla maggioranza? "Quella è stata solo l'ultima goccia. Sono d'accordo con Scialfa (consigliere di Rifondazione, ndr) che la battaglia non era affatto economica ma di principio, dato che riguardava essenzialmente l'autonomia e la dignità del consiglio. Ma quello che era nato come un accordo largamente bipartisan alla fine è sfumato di fronte alla presa di posizione del sindaco sull'inopportunità, in questo momento, degli aumenti". La questione aumenti ha fatto traboccare una misura già colma? "Esatto. Ripeto: per me e molti altri consiglieri, di maggioranza e opposizione, l'aspetto economico era importante esclusivamente come segnale politico. E' stata un'altra occasione mancata. Fondamentale è soprattutto la vicenda della futura Authority dei servizi, che sottrarrà al consiglio anche l'ultimo spicchio di competenze: quelle relative al controllo, dopo la perdita della funzione di indirizzo". Non sarà che i partiti di minoranza non le hanno mai veramente riconosciuto la leadership cui aspirava? "È un falso problema. Forse non avrò il ruolo vero di capo dell'opposizione, ma non mi sento affatto con le spalle scoperte. I colleghi dell'opposizione non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio nelle iniziative importanti". I maligni dicono che si voglia tenere libero per concorrere alla presidenza dell'Autorità portuale. "Il fatto che, come esperto in materia, possa essere interessato all'incarico non c'entra assolutamente niente con la riflessione sulla centralità perduta del consiglio comunale e sulle mie eventuali dimissioni. Semmai, bisogna dire che la discussione sui possibili candidati alla guida dell'Authority avrebbe potuto essere condotta in maniera più trasparente da parte del sindaco, coinvolgendo di più il consiglio comunale". Quando scioglierà il nodo dimissioni? "Mi confronterò con miei elettori, a cominciare dagli aderenti all'associazione da me fondata "We the people". Mediterò durante le vacanze natalizie e, a gennaio, comunicherò la mia decisione. Comunque, se lascio il consiglio non accetterò altre candidature. Gli elettori non capirebbero...". Ma i consiglieri non hanno proprio nessuna colpa? "Sì, quella di essere troppo identificati in un certo copione: la maggioranza allineata con la giunta, l'opposizione talvolta contraria per partito preso". Nessun margine per ripensarci? "Spero di sì. Mi auguro che la giunta cambi il proprio atteggiamento e anche il consiglio faccia la sua parte portando avanti un lavoro costruttivo, al di là delle divisioni politiche. A quel punto sarei ben felice di restare". Vincenzo Galiano 01/12/2007 DELUSOSette mesi dopo la sfida con Marta Vincenzi per la carica di sindaco, il professore medita di lasciare la Sala Rossa 01/12/2007 ' 01/12/2007 noi comemaggiordomiLa legge assegna un grande potere alla giunta che ha ben pochi rapporti con l'aula consiliare ENRICO MUSSOconsigliere gruppo misto 01/12/2007.


Indennità, sbagliati i calcolisui risparmi: mancano 278 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

 

Buco nella manovra UN BUCO di 278,5 milioni di euro nella Finanziaria per il 2008 (così come è stata emendata in Senato), dovuto a un errore nel calcolare i presunti risparmi derivanti dai tagli alle indennità dei consiglieri comunali e provinciali. A lanciare l'allarme è l'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni Italiani: secondo un'indagine svolta dalla stessa Anci insieme all'Ifel (l'Istituto per la Finanza e l'economia locale con sede a Roma), infatti, i risparmi previsti nella relazione tecnica del Governo, e individuati in 283 milioni di euro, sarebbero sovrastimati perché calcolati su un presupposto sbagliato, ovvero che tutti "i consiglieri comunali e provinciali italiani abbiano optato per l'indennità di funzione (possibilità peraltro ora abrogata dalla stessa manovra finanziaria) e non per il gettone di presenza". Secondo l'indagine Anci-Ifel, su 860 Comuni (di cui 38 capoluoghi di Provincia) con popolazione pari a 15.285.485 abitanti si è potuto constatare l'esatto contrario: "Che la quasi totalità dei consiglieri dei comuni interpellati (844) percepisce il gettone di presenza (il 98,14%) a fronte di una minima parte che riscuote invece l'indennità di funzione (l'1,86%)". Il che significa che i tagli alle indennità, previsti in Finanziaria, dei consiglieri degli enti locali finiranno con l'interessare 1,86 amministratori locali su cento. Un colpo di scena non previsto dall'articolo 26, comma 8, che dei gettoni di presenza non si occupa affatto. Per questi motivi il vicepresidente dell'Anci, Fabio Sturani, sindaco di Ancona, ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere una lettera ai componenti della Commissione Bilancio della Camera dei deputati per metterli in guardia dal buco in arrivo: "La stima del risparmio derivante dai tagli ai cosiddetti costi della politica degli Enti locali, contenuta nella manovra Finanziaria, dà origine ad una riduzione dei trasferimenti erariali che non trova copertura adeguata, in quanto l'effettivo risparmio, stimato in base a un'indagine effettuata da Anci e Ifel, è molto inferiore: la riduzione risulta addirittura 54 volte più alta". Stando ai calcoli fatti nell'indagine Anci-Ifel, infatti, anziché a 283 milioni di euro i soldi risparmiati con i tagli alle indennità dei consiglieri arriverebbero a circa 4,5milioni di euro. Un po' poco, anche in considerazione del fatto che il Governo avrebbe previsto di destinare i 283 milioni di euro risparmiati sui comuni per coprire le necessità di costo di altri settori. "La norma - ricorda Sturani - prevede una serie di disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi della politica di Comuni e Province". Massimiliano Lenzi 01/12/2007.


Per Gava nono gettone stagionale (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 01-12-2007)

 

L'ARBITRO DEL DERBY Per Gava nono gettone stagionale NONA DIREZIONE stagionale oggi al "Benelli" per Gabriele Gava di Conegliano. Nelle precedenti 8 gare sono arrivate 4 vittorie casalinghe, 2 pareggi e altrettante vittorie esterne. Sarà la 33ª presenza in B per il 33enne fischietto veneto, che vanta anche 18 gettoni in serie A. In questa stagione Gava ha arbitrato fra l'altro Parma-Juventus 2-2, Fiorentina-Napoli 1-0 e Juventus-Livorno 5-1. Due i precedenti del Ravenna con lui, un ko (Ravenna-Rosetana 0-1, febbraio '04), ma soprattutto la vittoria nella finale di ritorno dei playoff di C2 che valse la promozione, ovvero Ravenna-Cisco Lodigiani 2-0 (giugno '05). Per il Rimini 8 le partite con Gava e senza sconfitte. Quattro le vittorie, fra cui la lo straordinario 1-3 a Bologna nel settembre del 2006. Ultima gara Triestina-Rimini 1-1 lo scorso giugno. Antonio Montefusco - -->.


Sostituto a gettone al posto di Modica? (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 01-12-2007)

 

Modica è fermo per problemi muscolari. Se lo stop dovesse prolungarsi oltre i 20 giorni, la società tornerebbe sul mercato prendendo un sostituto a gettone. - -->.


Il divertimento finisce anche sulla rete (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 01-12-2007)

 

L'Aquila Il divertimento finisce anche sulla rete Sul web le feste di laurea ma anche i party privati. Tanti i video inseriti L'AQUILA. La città si rivede sul web. Aumentano di giorno in giorno i click aquilani sui vari siti internet. Le più gettonate, in piena era Web 2.0 sono le piattaforme di condivisione di interscambio audio e video. Il sito di Youtube permette spesso ai più giovani di raccontarsi. Inserire "L'Aquila" nella barra di ricerca vuol dire tuffarsi nella realtà cittadina vista con gli di ragazzi e studenti. Così il portale diventa un contenitore speciale per feste di laurea, party privati negli appartamenti (nella foto a sinistra), scherzi e performance artistiche. L'idea del video home made è piaciuta così tanto che la redazione di L'Aquila tv, la prima web-tv cittadina ha deciso di dedicare un'intera sezione ai lavori dei lettori. Il titolo? "Ju tubbo", naturalmente. Altra piattaforma particolarmente gettonata è quella di Myspace dove chiunque può creare uno spazio personale con tanto di foto, commenti e colonna sonora. Un portale che è particolarmente gradito ai musicisti. Intrecciando i loro contatti e "linkandosi" a vicenda, gli aquilani hanno creato una rete. Non tutti inseriscono delle immagini personali, qualcuno, come Pam (foto al centro), preferisce trasformare la propria immagine in un "avatar", una sorta di ricostruzione animata in perfetto stile Second Life. Talvolta sono i locali cittadini stessi a curare uno spazio Myspace. è il caso del Boss (foto a destra) che ha dedicato una ricca sezione ai propri clienti. MUSICA E POESIA. Domani, alle 20, il palazzetto dei Nobili ospiterà l'iniziativa "Note e poesia", un incontro di musica e poesia coordinato da Giuseppe Calì che vedrà ospiti vari poeti cittadini che reciteranno i loro pezzi accompagnati dalle note di chitarre e violini. Fabio Iuliano.


La discarica la torre simbolo della chiusura dei politici (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 01-12-2007)

 

Se n'è parlato alla presentazione de "La Casta" "La discarica La Torre simbolo della chiusura dei politici" TERAMO. Il liquido nero prodotto dai rifiuti che si mescola all'acqua destinata al fiume Vomano. La montagna di spazzatura crollata a valle. Le lettere dei cittadini che annunciavano il disastro con largo anticipo e alle quali nessuno ha risposto. Sono le immagini, proiettate nella sala polifunzionale della Provincia, che raccontano la frana nella discarica La Torre del febbraio 2006. A mostrarle è stato l'avvocato Tommaso Navarra durante la presentazione de "La Casta", il libro che denuncia sprechi e privilegi della politica. Sul palco, affiancato a Sergio Rizzo, giornalista del Corriere della Sera e coautore del testo con Gian Antonio Stella, il legale ha ripercorso le tappe della vicenda da cui è nata un'inchiesta giudiziaria che coinvolge politici e tecnici. "Nonostante le segnalazioni dei cittadini", spiega Navarra, "che denunciavano i rischi esistenti nella discarica già due anni prima del crollo, la casta si è chiusa in se stessa e non ha fatto alcun passo indietro". Nel corso dell'incontro, voluto da "Società civile", il giornalista ha sottolineato alcuni dei casi di cattiva politica citati nel libro. (g.d.m.).


Anziani all'ex acli, decisione sospesa (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 01-12-2007)

 

Ziano. Il sindaco ha illustrato il progetto rivendicando bontà e correttezza di un'operazione dal forte valore sociale Anziani all'Ex Acli, decisione sospesa Animato confronto sulla ristrutturazione dell'edificio di via Roma ZIANO. Demolizione dei muri portanti oppure risanamento conservativo? Attorno a questo interrogativo si è consumata un'accesa polemica l'altra sera in consiglio comunale di Ziano di Fiemme che all'ultimo punto doveva decidere su una deroga per il recupero dell'immobile in via Roma (ex Acli) da cui ricavare 4 alloggi per gli anziani. La discussione c'è stata, eccome, ma la decisione no: rinviata. In apertura del consiglio il sindaco ha letto infatti una lettera del consigliere Piero Gualdi che affermava non aver avuto la possibilità di visionare gli atti. Il sindaco Fabio Vanzetta ha ammesso che mancava il testo della delibera, concordato il giorno prima con la Provincia, anche se la documentazione era completa. "Se volete ritiriamo il punto, ma dovremmo riconvocare il consiglio a breve spendendo 500 Euro di gettoni" ha dichiarato. Cinque minuti di sospensione per consentire ai consiglieri di minoranza di consultarsi e poi la decisione: parliamone, illustriamo l'argomento, ma senza decidere. Il consiglio è stato così riconvocato mentre Piero Gualdi e Fabrizio Vanzetta hanno chiesto di rinunciare alla gettone di presenza. Dopo l'approvazione degli altri punti all'odg, tra cui una deroga per una legnaia a Zanolin che ancora una volta ha fatto discutere il consiglio, il sindaco ha illustrato la questione della casa dove le Acli dovrebbero realizzare 4 appartamenti per anziani. Essendo previsto per quell'edificio il risanamento conservativo si trattava di approvare una deroga che consentisse di abbattere i muri portanti interni e recuperare spazio per realizzare gli alloggi. Una deroga possibile per l'amministrazione pubblica, ma che tornerà a vantaggio anche del privato (la società Bellavista) con cui era stato trovato un faticoso accordo che ha consentito al comune di acquisire parte dell'edificio per 80.000 euro. La cosa non è stata digerita dalla minoranza che ha distribuito ai consiglieri un'ipotesi alternativa per ottenere 4 appartamenti da 39 a 53 mq. senza abbattere i muri portanti. Due punti di vista differenti? Non solo. "Stanno girando e-mail che mi accusano di aver favorito un privato. Noi non abbiamo fatto piaceri a nessuno, abbiamo portato a casa 4 alloggi per anziani", ha sbottato il sindaco rivolto al consigliere Pierluigi Polo, mentre Pina Zorzi ribadiva che così si trattano diversamente i soggetti privati. Come dire: si favoriscono alcuni mentre gli altri devono attenersi alle regole. Perplessità da parte delle minoranze anche sulla soluzione progettuale. Meglio sarebbe stata una divisione verticale - ha dichiarato Polo - che avrebbe consentito di avere appartamenti più luminosi di quelli al pianoterra che sono al buio, mentre l'ex sindaco Fabrizio Vanzetta aveva in precedenza proposto al sindaco di acquisire tutto l'edifico. La soluzione ha spiegato Fabio Vanzetta è stata trovata dopo i numerosi dinieghi della Provincia. "Potevamo cambiare la scheda dell'edificio - ha detto - come c'è stato proposto, ma i tempi sarebbero stati troppo lunghi. Così miglioriamo la qualità".


Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 01-12-2007)

 

Prima pagina 01-12-2007 Moratti: "Niente sprechi, ma l'efficienza costa" di GIANLUIGI PARAGONE Serena? "Assolutamente serena". Letizia Moratti accetta di parlare con Libero al termine di una giunta diversa dal solito. La prima giunta da persona indagata. "Non mi era mai successo prima. Mi attengo scrupolosamente a quanto mi dicono di fare i miei avvocati". "Com'è andata la giunta? Bene, è stata una giunta come le altre. C'è tanto lavoro da compiere: andiamo avanti con la serietà e l'im pegno di sempre. Mi ha fatto molto piacere ricevere la solidarietà e la stima degli assessori e dei dirigenti. Chiariremo ogni aspetto coi magistrati". La Procura di Milano la accusa di abuso d'ufficio: consulenze d'oro, le hanno già definite. Errori? Leggerezze? Abusi? Nessuna autocritica, sindaco? "Sono convinta di aver agito bene. Sono orgogliosa di come abbiamo riorganizzato la macchina comunale. Non sono frasi di circostanza, mi creda: i numeri confermano la correttezza delle scelte. Scelte che hanno provocato un risparmio per la collettività". Chi la critica racconta ben altra storia. Stipendi esosi, prepensionamenti forzati per far posto a qualcun altro evidentemente più gradito. Come fa a parlare di risparmi? "Lei capirà che, essendo aperta un'indagine, non posso spingermi oltre con le risposte. Però voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a disposizione della collettività 94 milioni (spalmati in due bilanci) in più di spesa corrente, a favore delle politiche sociali - dalla casa alla famiglia - e della sicurezza". L'idea che esce dai giornali è invece una cattiva gestione del denaro pubblico. "Facciamo parlare ancora le cifre. L'anno scorso abbiamo azzerato l'Ici per 100 mila famiglie e l'abbiamo ridotta per tutti dal 5 per cento al 4,7 sulla prima casa. Quest'anno la abbasseremo ulteriormente portandola a 4,4 per cento. Vado avanti. Il Comune di Milano ha abbassato la pressione fiscale riducendola del 4,5 per cento, mentre la media nazionale è +8,6 per cento. Continuo?". No perché la magistratura non le contesta questo. Le contesta abusi sulle consulenze. Le contesta incarichi eccessivi e onerosi. "Vediamo cosa capita nelle altre città e cosa a Milano. Nel 2006 a Roma il rapporto tra dirigenti e dipendenti era 1,20 per cento, a Napoli dell'1,62 per cento, a Torino dell'1,65 per cento. A Milano era dello 0,95 per cento. Nel 2007 abbiamo ulteriormente abbassato questo rapporto portandolo allo 0,91 per cento. Dov'è lo spreco? Dov'è l'abuso?". Allora è vero quello che scrive Vittorio Feltri: certe indagini sono sospette... "Sono sinceramente fiduciosa nel lavoro della magistratura e darò, daremo, piena disponibilità affinché la correttezza della nostra amministrazione sia riconosciuta anche dai giudici. Ciò detto, rivendico la correttezza delle scelte operate". Lei vuole dire che il buon gover- no della Moratti passa anche attraverso un severo spoil system? "Non ne faccio una questione di spoil system ma di professionalità dimostrata sul campo. Le persone si valutano serenamente sulla base delle attitudini e delle capacità. Poi certo, ci vuole anche la fiducia, ma è la fiducia di poter contare su persone valide". Lei crede che questa inchiesta possa offuscare l'immagine di Milano nella corsa all'Expo 2015? "E perché dovrebbe? Sul piano tecnico c'è un dossier molto solido, definito eccellente dalla Commissione d'inchiesta. Abbiamo un piano finanziario certificato dalla Banca europea degli investimenti per ciò che riguarda la parte pubblica; per la parte privata invece la certificazione arriva da banche internazionali. Il comitato di verifica ha apprezzato questa nostra scelta di affidarci a soggetti internazionali tanto da giudicarla un precedente da tener presente negli anni futuri. Poi certo, c'è una competizione e il risultato non dipende solo dal nostro lavoro. Ci sono anche gli altri...". Il sistema Italia crede nella candidatura di Milano oppure ci siamo divisi in guelfi e ghibellini anche stavolta? "No, debbo riconoscere che il sistema gioca compatto. Politica, economia, sindacato, cultura: c'è grande unità rispetto alla candidatura di Milano". Di divisioni invece ce ne sono rispetto al destino di Malpensa e il sistema aeroportuale lombardo. Tra qualche settimana il governo dovrà decidere i futuri azionisti di Alitalia: Air France e Lufthansa com'è noto non hanno le stesse idee rispetto a Malpensa. "Stiamo lavorando assieme a Sea in tutte le sedi per valorizzare in termini di politica nazionale il ruolo di Malpensa. Le cordate interessate alla trattativa conoscono l'importanza del nostro hub rispetto alle aspettative e alle esigenze del business. Nella scelta finale chiunque dovrà tener conto che il mercato passa da qui e che il 75 per cento dei biglietti si stacca al Nord. Indebolire Malpensa vorrebbe dire aumentare il deficit infrastrutturale e quindi arrecare un danno alle imprese: non ce lo possiamo permettere". Quindi? "Quindi mi aspetto che prevalgano logiche di mercato e non di tipo politico". Lei fa il tifo per quale cordata? "Io faccio il tifo per il mercato, per le imprese e per lo sviluppo". E per il Partito della libertà o del Popolo della libertà anche lei fa il tifo come Berlusconi? "Sinceramente? Io spero ancora in una Casa delle libertà forte e compatta". Se la sentisse Berlusconi... "Berlusconi è un uomo intelligente e con questa mossa si è riappropriato della leadership politica, in modo forte". Ma lei aderirà al nuovo partito? Andrà a firmare ai gazebo? "Non ho mai preso una tessera di partito in vita mia. Non credo che andrò". Non mi sembra molto entusiasta dell'idea o sbaglio? "La guardo con interesse, mostrando più attenzione ai contenuti che al nome. Considero questo passaggio di Berlusconi come un arricchimento del centrodestra, quindi lo considero positivo". Finora il Ppl ha provocato attriti. Anche la sua giunta ha subìto dei contraccolpi con il caso De Albertis... "Ma no, stiamo lavorando con lo stesso impegno e la stessa com- LE IPOTESI DEI GIUDICI LE ASSUNZIONI Il sindaco Letizia Moratti è stata accusata di abuso d'ufficio per novanta assunzioni a tempo determinato relative a incarichi dirigenziali o di alta specializzazione IL COSTO A causa dell'assunzione di questi novanta collaboratori la Corte dei Conti lombarda ha ipotizzato un danno per l'erario di circa 11 milioni di euro I PENSIONATI I giudici hanno sentito dodici ex dipendenti del Comune di Milano andati in pensione dopo l'insediamento a palazzo Marino di Letizia Moratti. Due di loro hanno detto ai magistrati di aver lasciato il posto di lavoro spontaneamente, gli altri dieci hanno invece raccontato di aver subito pressioni per spingerli ad andarsene Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 01-12-2007)

 

Prima pagina 01-12-2007 Moratti: "Niente sprechi, ma l'efficienza costa" di GIANLUIGI PARAGONE Serena? "Assolutamente serena". Letizia Moratti accetta di parlare con Libero al termine di una giunta diversa dal solito. La prima giunta da persona indagata. "Non mi era mai successo prima. Mi attengo scrupolosamente a quanto mi dicono di fare i miei avvocati". "Com'è andata la giunta? Bene, è stata una giunta come le altre. C'è tanto lavoro da compiere: andiamo avanti con la serietà e l'im pegno di sempre. Mi ha fatto molto piacere ricevere la solidarietà e la stima degli assessori e dei dirigenti. Chiariremo ogni aspetto coi magistrati". La Procura di Milano la accusa di abuso d'ufficio: consulenze d'oro, le hanno già definite. Errori? Leggerezze? Abusi? Nessuna autocritica, sindaco? "Sono convinta di aver agito bene. Sono orgogliosa di come abbiamo riorganizzato la macchina comunale. Non sono frasi di circostanza, mi creda: i numeri confermano la correttezza delle scelte. Scelte che hanno provocato un risparmio per la collettività". Chi la critica racconta ben altra storia. Stipendi esosi, prepensionamenti forzati per far posto a qualcun altro evidentemente più gradito. Come fa a parlare di risparmi? "Lei capirà che, essendo aperta un'indagine, non posso spingermi oltre con le risposte. Però voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a disposizione della collettività 94 milioni (spalmati in due bilanci) in più di spesa corrente, a favore delle politiche sociali - dalla casa alla famiglia - e della sicurezza". L'idea che esce dai giornali è invece una cattiva gestione del denaro pubblico. "Facciamo parlare ancora le cifre. L'anno scorso abbiamo azzerato l'Ici per 100 mila famiglie e l'abbiamo ridotta per tutti dal 5 per cento al 4,7 sulla prima casa. Quest'anno la abbasseremo ulteriormente portandola a 4,4 per cento. Vado avanti. Il Comune di Milano ha abbassato la pressione fiscale riducendola del 4,5 per cento, mentre la media nazionale è +8,6 per cento. Continuo?". No perché la magistratura non le contesta questo. Le contesta abusi sulle consulenze. Le contesta incarichi eccessivi e onerosi. "Vediamo cosa capita nelle altre città e cosa a Milano. Nel 2006 a Roma il rapporto tra dirigenti e dipendenti era 1,20 per cento, a Napoli dell'1,62 per cento, a Torino dell'1,65 per cento. A Milano era dello 0,95 per cento. Nel 2007 abbiamo ulteriormente abbassato questo rapporto portandolo allo 0,91 per cento. Dov'è lo spreco? Dov'è l'abuso?". Allora è vero quello che scrive Vittorio Feltri: certe indagini sono sospette... "Sono sinceramente fiduciosa nel lavoro della magistratura e darò, daremo, piena disponibilità affinché la correttezza della nostra amministrazione sia riconosciuta anche dai giudici. Ciò detto, rivendico la correttezza delle scelte operate". Lei vuole dire che il buon gover- no della Moratti passa anche attraverso un severo spoil system? "Non ne faccio una questione di spoil system ma di professionalità dimostrata sul campo. Le persone si valutano serenamente sulla base delle attitudini e delle capacità. Poi certo, ci vuole anche la fiducia, ma è la fiducia di poter contare su persone valide". Lei crede che questa inchiesta possa offuscare l'immagine di Milano nella corsa all'Expo 2015? "E perché dovrebbe? Sul piano tecnico c'è un dossier molto solido, definito eccellente dalla Commissione d'inchiesta. Abbiamo un piano finanziario certificato dalla Banca europea degli investimenti per ciò che riguarda la parte pubblica; per la parte privata invece la certificazione arriva da banche internazionali. Il comitato di verifica ha apprezzato questa nostra scelta di affidarci a soggetti internazionali tanto da giudicarla un precedente da tener presente negli anni futuri. Poi certo, c'è una competizione e il risultato non dipende solo dal nostro lavoro. Ci sono anche gli altri...". Il sistema Italia crede nella candidatura di Milano oppure ci siamo divisi in guelfi e ghibellini anche stavolta? "No, debbo riconoscere che il sistema gioca compatto. Politica, economia, sindacato, cultura: c'è grande unità rispetto alla candidatura di Milano". Di divisioni invece ce ne sono rispetto al destino di Malpensa e il sistema aeroportuale lombardo. Tra qualche settimana il governo dovrà decidere i futuri azionisti di Alitalia: Air France e Lufthansa com'è noto non hanno le stesse idee rispetto a Malpensa. "Stiamo lavorando assieme a Sea in tutte le sedi per valorizzare in termini di politica nazionale il ruolo di Malpensa. Le cordate interessate alla trattativa conoscono l'importanza del nostro hub rispetto alle aspettative e alle esigenze del business. Nella scelta finale chiunque dovrà tener conto che il mercato passa da qui e che il 75 per cento dei biglietti si stacca al Nord. Indebolire Malpensa vorrebbe dire aumentare il deficit infrastrutturale e quindi arrecare un danno alle imprese: non ce lo possiamo permettere". Quindi? "Quindi mi aspetto che prevalgano logiche di mercato e non di tipo politico". Lei fa il tifo per quale cordata? "Io faccio il tifo per il mercato, per le imprese e per lo sviluppo". E per il Partito della libertà o del Popolo della libertà anche lei fa il tifo come Berlusconi? "Sinceramente? Io spero ancora in una Casa delle libertà forte e compatta". Se la sentisse Berlusconi... "Berlusconi è un uomo intelligente e con questa mossa si è riappropriato della leadership politica, in modo forte". Ma lei aderirà al nuovo partito? Andrà a firmare ai gazebo? "Non ho mai preso una tessera di partito in vita mia. Non credo che andrò". Non mi sembra molto entusiasta dell'idea o sbaglio? "La guardo con interesse, mostrando più attenzione ai contenuti che al nome. Considero questo passaggio di Berlusconi come un arricchimento del centrodestra, quindi lo considero positivo". Finora il Ppl ha provocato attriti. Anche la sua giunta ha subìto dei contraccolpi con il caso De Albertis... "Ma no, stiamo lavorando con lo stesso impegno e la stessa com-pattezza. Le uniche turbolenze arrivano da Sgarbi (ride) ma Milano è talmente forte che si può permettere anche l'eccentricità di Vittorio". Sindaco, in queste settimane sono state raccolte parecchie firme per un maggiore impegno del governo sul fronte della sicurezza. È un credito politico che intende spendere in che modo? "Intanto ringrazio Libero per l'attenzione con cui ha seguito questa campagna comune. Solo noi abbiamo raccolto 10 mila firme e ora conteremo anche quelle di Forza Italia, An, Lega e Udc per una verifica politica complessiva. Va da sé che quanto finora fatto dal governo sul tema sicurezza è assolutamente insufficiente". Veltroni l'ha delusa? "Sì, molto. Lui dovrebbe conoscere i problemi e le aspettative vere della popolazione; non è certo il pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte. Le amministrazioni locali sono la prima frontiera dei problemi sociali: la sicurezza, l'immigrazio ne, le nuove povertà, il lavoro sono tematiche cui tocca ai Comuni dare la prima risposta. Ma ciò ha dei costi; costi di cui non si dà cura questo governo". A proposito di Veltroni: si può fare il sindaco di una grande città e contemporaneamente il leader di un grande partito? "No, non si può proprio fare". Parola di sindaco o di leader? Piero Borghini ( ¬ 279.540) direttore generale del Comune Dr. Andrea Vento ( ¬ 176.420) direttore sett. relazioni internaz. Ing. Alessandro Musumeci ( ¬ 217.130) dirigente dir. specialistica. sistemi informativi Arch. Lides Canaia ( ¬ 203.560) dirigente d.c. Casa Dr. Christian Marangone ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. facility management Sig. Riccardo Alberini ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. politiche del lavoro e dell'occupazione e ad interim resp. sett. politiche del lavoro Dr. Vincenzo Lo Jacono ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. mobilità, trasp., amb. Dr. Marino Pron ( ¬ 203.560) resp. direzione centrale salute e ad interim resp. settore politiche per la salute Dr. Maria Teresa Broggini Moretto ( ¬ 217.130) dirigente resp. d.c. attività produttive Dr.ssa Maria Chieppa ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. turismo e identità Dr.ssa Carmela Madaffari ( ¬ 217.130) dir. resp. d.c. famiglia e scuola Sig. Antonio Cecconi ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. sport e tempo lib. Dr. Antongiulio Bua ( ¬ 203.560 ) dir. resp. d.c. qualità Avv. Alessandra Lucchini Montessori ( ¬ 129.310) dir. ufficio del difensore civico Sig. Alberto Bonetti Baroggi ( ¬ 140.490) capo Gabinetto del Sindaco Dr.ssa Maria Sorbi ( ¬ 30.630) dir. resp. comunicazione ufficio del difensore civico Dr. Marco Lobina ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. ricerca e innovazione Dr. Lorenzo Enrico Lamperti ( ¬ 101.790) dirigente resp. serv. programmazione e gestione contratti del sett. servizi generali della d.c. facility management Arch. Giancarlo Bianchi Jannetti (162.860 ¬ ) dir. resp. sett. sport. unico per l'edilizia della d.c. sviluppo del territorio Dr. Alessandro Palumbo ( ¬ 149.280 ) dir. resp. sett. qualità e semplificazione d.c. qualità, servizi al cittadino e semplificazione servizi civici Dr.ssa Annalisa Gussoni ( ¬ 108.570) dir. resp. servizio piani di Bonifica d.c. sviluppo del territorio Dr. Pierangelo Berlinguer ( ¬ 101.790) dir. staff dir. centrale mobilità Sig. Carlo Borselli ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. demanio d.c. casa Ing. Francesco Sganga ( ¬ 217.130) dir. resp. direzione specialistica politiche comunitarie Ing. Piero Bonapace ( ¬ 135.720 ) dirigente resp. servizio Informativo territoriale dir. specialistica sistemi informativi Dr. Stefano Sommadossi ( ¬ 189.990 ) dir. resp. sett. pianificazione e controlli strategici d.c. area pianificazione controlli Arch. Massimo Cella ( ¬ 149.280) dir. resp. settore marketing territoriale d.c. turismo e marketing territoriale Sig. Paolo Giovanni Del Nero ( ¬ 95.000) dir. resp. serv. gest. relazioni territoriali sett. politiche per la famiglia d.c. famiglia, scuola e politiche sociali Dr. Marco Sordelli ( ¬ 49.590 ) staff direzione centrale finanza, bilancio e partecipate Ing. Antonio Acerbo ( ¬ 230.710) dirigente responsabile area tecnica Ing. Enrico Boccardo ( ¬ 162.860) dir. resp. settore tecnico cultura e beni comunali diversi area tecnica Sig. Ferruccio Vanotti ( ¬ 142.500) dir. resp. serv. edilizia scolastica sett. tecnico scuole e strutt. soc. area tecnica Ing. Mario Grillone ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. tecnico scuole e strutture sociali area tecnica Ing. Mauro Giacomini ( ¬ 176.450) dirigente resp. settore tecnico casa e demanio area tecnica Dr.ssa Francesca Feraboli ( ¬ 149.280) dir. resp. sett. imprese, moda design e libere professioni d.c. attività produttive Dr.ssa Laura Opalio ( ¬ 79.470) vice capo servizio ufficio stampa Dr. Antonio Ciprandi ( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa Sig. Gianni Congiu ( ¬ 79.470) vice capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Franca Protti ( ¬ 82.119) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Cinzia Messori ( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Roberta Biasi ( ¬ 44.539) redattore ufficio stampa Sig.ra Emanuela Rossi ( ¬ 112.583) vice capo redattore ufficio stampa Sig. Enrico De Marchi ( ¬ 79.470) vice capo redattore ufficio stampa Dr. Paolo Andrea Caporosso ( ¬ 176.420) dir. resp. sett. attuazione politiche ambient. d.c. trasporti, ambiente Arch. Flora Vallone ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. arredo, verde e qualità urbana direzione centrale arredo, decoro urbano e verde Dr. Angelo Menegatti ( ¬ 142.280) dir. resp. settore artigiano e agricoltura d.c. attività produttive Dr.ssa Monica Muci ( ¬ 95.000) dirigente resp. unità operativa gestione risorse ufficio difensore civico Avv. Alessandra Tarulli ( ¬ 64.630) inc. alta specializz. d.c. avvocatura Dr.ssa Stefania Pagano ( ¬ 64.630) nc. alta specializz. d.c. avvocatura Sig.ri Colasanti Fabio, Martucci Natale e Matano Sara ( ¬ 26.990) istruttori servizi amm.vi contabili per assessorato alla Cultura LE IPOTESI DEI GIUDICI LE ASSUNZIONI Il sindaco Letizia Moratti è stata accusata di abuso d'ufficio per novanta assunzioni a tempo determinato relative a incarichi dirigenziali o di alta specializzazione IL COSTO A causa dell'assunzione di questi novanta collaboratori la Corte dei Conti lombarda ha ipotizzato un danno per l'erario di circa 11 milioni di euro I PENSIONATI I giudici hanno sentito dodici ex dipendenti del Comune di Milano andati in pensione dopo l'insediamento a palazzo Marino di Letizia Moratti. Due di loro hanno detto ai magistrati di aver lasciato il posto di lavoro spontaneamente, gli altri dieci hanno invece raccontato di aver subito pressioni per spingerli ad andarsene LE TASSE p Voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a disposizione della collettività 94 milioni in più a favore delle politiche sociali e della sicurezza VELTRONI .p Veltroni mi ha deluso. Lui dovrebbe conoscere i problemi e le aspettative vere della popolazione. Non è certo il pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Scuola, autonomia e scelte... a prescindere (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 01-12-2007)

 

Attualità Scuola, autonomia e scelte... a prescindere Tra le tante novità introdotte dalla legge provinciale 07/08/06 n.5 (legge Salvaterra) vi è quella del "Consiglio delle Autonomie scolastiche e formative" (art.38) nuovo organo collegiale con funzioni propositive e consultive, composto dai presidenti dei Consigli delle istituzioni (attualmente genitori) e dai dirigenti scolastici. Il dirigente generale del dipartimento istruzione può partecipare alle sedute. Il Consiglio formula proposte, esprime pareri e fornisce supporto alla Provincia su ogni tematica che gli è sottoposta dalla PAT. Risulta però difficile capire la reale utilità dei pareri e proposte richiesti e il senso del lavoro svolto dai componenti il Consiglio, che non percepiscono gettoni di presenza, quando si verificano le circostanze descritte nei due significativi esempi di seguito riportati. Primo esempio. Il Consiglio delle Autonomie, nella seduta del 3 maggio 2007 in relazione al "Regolamento per l'esercizio del diritto allo studio da parte degli studenti del primo e del secondo ciclo di istruzione e formazione" (artt.71,72,73 L.P.5/07) ha dato, per quanto riguarda il comodato d'uso dei libri di testo, il seguente parere: "Eliminare l'istituto del comodato nelle scuole del secondo ciclo, prevedendo, in alternativa, la possibilità di interventi contributivi su soglie di reddito definite dalla Provincia". Vi è un preciso segnale che denota quale considerazione l'assessore Salvaterra intendesse dedicare al parere espresso dalle scuole, mediante i genitori presidenti dei consigli di istituto e i dirigenti scolastici, in merito all'istituto del comodato per i libri di testo nelle scuole superiori. Infatti con la nota prot. 3575/01 del 6 aprile 2007 l'assessore Salvaterra comunicava alle scuole superiori e agli istituti di formazione professionale: "In continuità rispetto a quanto stabilito per l'anno scolastico 2006/2007, è nelle intenzioni della Giunta provinciale estendere, nel prossimo anno scolastico e secondo il principio della gradualità, il comodato d'uso dei libri di testo anche al secondo anno di corso degli istituti superiori e della formazione professionale, confermando la gratuità dell'intervento per un ulteriore anno". Alla comunicazione dell'assessore era allegata una "Nota tecnica sul comodato dei libri di testo nel secondo ciclo di istruzione e formazione" del 4 aprile 2007,firmata dal dirigente R.Ceccato, che già dava le indicazioni operative per il comodato d'uso nelle scuole superiori (Raccolta di testi, Cessione dei testi, Mancata restituzione e deterioramento). Tutto ciò avveniva ben un mese prima che il Consiglio delle autonomie, su richiesta della PAT, discutesse e desse in merito parere negativo. Ricordo anche che nella seduta del 3 maggio tutti i dirigenti scolastici delle superiori del Trentino, con la sola eccezione di un liceo di Trento,confermarono,argomentandolo ampiamente anche in base a quanto espresso dai docenti, il parere negativo espresso anticipatamente via e-mail da alcuni. Per completare il quadro si rende noto che la Deliberazione della Giunta Provinciale avente per oggetto: "Approvazione Regolamento per l'esercizio del diritto allo studio da parte degli studenti del primo e del secondo ciclo di istruzione e formazione" è la delibera 2306 del 26 ottobre 2007. Secondo esempio. Nella seduta del Consiglio delle Autonomie scolastiche e formative convocata per venerdi 30 novembre 2007 al punto 4b dell'o.d.g. è previsto formalizzazione del parere sul "Regolamento per il reclutamento dei dirigenti delle istituzioni scolastiche e formative provinciali (art.100 L.P.7/8/06)" ". La cosa interessante è che il relativo "Schema di regolamento" è già stato approvato con deliberazione G.P. n.1212 del 08/06/07 e che il Regolamento è stato formalizzato con Decreto Presidente della PAT n.20 del 24/8/07(b.u.4 settembre 2007 n.36). In base a tale regolamento è già stata fatta e pubblicata la preselezione, in base ai titoli, dei partecipanti. Nella valutazione dei titoli, con spirito veramente di respiro europeo e ispirato alla selezione dei migliori, il servizio annuale prestato come docente in Trentino è valutato 2,5 volte quello prestato nel resto della Repubblica Italiana, mentre viene valutato alla stessa stregua del servizio prestato come collaboratore del dirigente scolastico quello prestato come docente distaccato presso l'Iprase o il Dipartimento Istruzione della PAT. Al termine di questa nota desidero ringraziare vivamente il Presidente e la Vicepresidente del Consiglio delle autonomie scolastiche e formative per il notevole impegno e lavoro profusi. Personalmente non ritengo che il Consiglio con i propri pareri abbia reale capacità di incidere su questioni importanti e decisive per la scuola trentina. Esse sono già decise altrove, a priori e a prescindere. Maria Rosa Perghem Gelmi "A priori e a prescindere". C'è ben poco da aggiungere. "A priori e a prescindere", vengono prese anche le decisioni sui Comuni e sulla viabilità. Autonomia? Le decisioni di una persona, condite con un po' di scontata demagogia. Il resto è fumo per gli ingenui. Con lo scandalo dei punteggi, per cui il Trentino sarà costretto a un'altra figuraccia a livello nazionale. Speriamo solo che qualcuno dell'Università - per la quale si sta preparando un'adeguata "provincializzazione" - legga questa lettera. E ne tragga qualche conseguenza.


Enti locali, da Roma un altra rapina (sezione: Costi dei politici)

( da "Padania, La" del 01-12-2007)

 

Il sindaco di Domodossola denuncia i tagli della Finanziaria Enti locali, da Roma un altra rapina "È un altra rapina& Se continua così non potrò far altro che restituire la fascia tricolore!". Così il sindaco di Domodossola Michele Marinello ha commentato l articolo 14, comma 8, della Finanziaria 2008 che riduce il fondo ordinario di 313 milioni di euro in relazione alla riduzione dei costi della politica . "In questo disastroso scenario costruito dal governo centrale per gli enti locali, possiamo soltanto auspicare che tale riduzione non venga effettuata in modo forfettario, così come per il conguaglio trasfermenti Ici , perché per il comune di Domodossola rappresenterebbe un taglio del contributo ordinario di circa 83.000,00 euro, ma venga effettuata sulla base degli effettivi risparmi dei costi della politica di ciascun ente territoriale", ha aggiunto il Sindaco Marinello. "Insieme agli uffici finanziari del Comune di Domodossola abbiamo vagliato la formulazione della norma - continua il primo cittadino di Domodossola - e questa parla di rideterminazione del fondo ordinario sulla base di certificazioni prodotte dagli enti interessati: per l ennesima volta prima si procede a tagliare e poi eventualmente a restituire". "Sottolineo l eventualmente, perché c è il timore che la difficile certificazione dei minori costi della politica porti ad un taglio del fondo ordinario fatto in modo forfettario con la conseguenza di punire gli enti virtuosi che già hanno fortemente contenuto tali costi", denuncia ancora il Sindaco che conclude censurando "un altra norma di difficile applicazione che mette a dura prova i Sindaci nella programmazione delle politiche economico finanziarie, considerata la scarsa attendibilità e certezza delle risorse su cui possono contare nella redazione dei bilanci di previsione". Marinello: meno soldi per il taglio dei costi della politica . Ma se continua così restituirò la fascia tricolore [Data pubblicazione: 01/12/2007].


COMUNE PARLANO I CONSIGLIERI DI AN BENEDETTI E PORZANO 0 Commissioni azzerate: si passi da dieci a otto senza inciuci tra maggioranza e opposizione (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 01-12-2007)

 

COMUNE PARLANO I CONSIGLIERI DI AN BENEDETTI E PORZANO "Commissioni azzerate: si passi da dieci a otto senza inciuci tra maggioranza e opposizione" ? MASSA ? AZZERAMENTO delle dieci commissioni consiliari: a seguito delle recenti spaccature nei partiti di maggioranza giovedì si è resa necessaria una convocazione dei capigruppo consiliari per rivalutare i rispettivi ruoli all'interno delle commissioni. Stefano Benedetti, capogruppo An, ha abbandonato l'aula: "E' un inciucio politico a cui An non può stare ? ha spiegato ?. Non possiamo favorire le logiche interne della maggioranza quando le minoranze non sono interessate da questo scombussolamento politico. L'inciucio tra consiglieri di maggioranza, il rimpasto per spartirsi le poltrone delle varie commissioni prima di passare al voto in consiglio comunale non c'interessa. Sono cose che deve risolvere la maggioranza. Siamo di fronte ad un fatto gravissimo ed inaccettabile .? sottolinea ? per questo ho abbandonato l'aula. Le commissioni sono state azzerate e deve essere il consiglio comunale a votare eventuali nuove nomine ed assegnare incarichi all'interno delle stesse. Invece mi sono trovato di fronte consiglieri intenti a riempire le caselle vuote delle commissioni, con un prospetto di nomi già pronti da far votare in consiglio comunale. Insomma un gioco fatto a tavolino. Non vorrei che accadesse come negli anni passati e cioè che affidassero ad An spazi rimasti vuoti senza aver chiesto ed ottenuto il nostro consenso. A questo punto siamo pronti a mettere in difficoltà il consiglio comunale dimettendoci dai nostri incarichi. An manterrà le deleghe ottenute da mandato elettorale all'interno delle commissioni. Non possiamo prendere in giro i cittadini e abbiamo deciso di non far parte di questo vergognoso inciucio politico della destra e della sinistra". E con il consigliere Stefano Porzano aggiunge: "Ci teniamo a sottolineare che dal momento che le dieci commissioni sono state azzerate e saranno riportate in consiglio, era doveroso costituirne otto e non dieci, vista la riduzione dei due assessori. Resteranno in piedi due commissioni in più senza assessore: due commissioni che non servono a nulla se non a prendere il gettone di presenza equivalente a 100 euro a testa che moltiplicato per sette membri fa 700 euro: una spesa politica che era possibile evitare". Angela M. Fruzzetti - -->.


POLITICI MENO CARI, BOCCIATA LA MOZIONE (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Circondario Nord)" del 01-12-2007)

 

Politici meno cari, bocciata la mozione Pomigliano. Riduzione dei costi della politica: il consiglio comunale boccia la proposta dell'Udeur. Con una maggioranza schiacciante di 12 voti da parte del centrosinistra contro i 6 delle opposizioni di centrosinistra e centrodestra, non passa la mozione presentata dal consigliere d'opposizione Alfredo Monda (Udeur), puntata al drastico ridimensionamento delle spese comunali. L'altra sera la discussione sul delicato argomento non ha comunque fatto registrare particolari tensioni nell'assemblea cittadina. A giudicare dai toni usati e dalle argomentazioni a sostegno dei sì e dei no il dibattito è stato di quelli costruttivi. Alla fine hanno prevalso i no ma c'è da precisare che per motivi di equidistanza istituzionale il sindaco, Antonio Della Ratta, e il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Esposito, si sono astenuti. Comunque la proposta del consigliere Monda, poi cestinata dal consiglio, si muoveva su alcune direttrici principali: riduzione dei compensi destinati a sindaco e giunta, del numero degli assessori, delle spese destinate a convegni, feste e associazioni, delle consulenze esterne e razionalizzazione degli straordinari effettuati dai dipendenti comunali che operano al servizio degli organi politici. Misure da estendere anche agli enti e alle aziende partecipate. "Se avessero accettato questo piano - sostiene Monda - avremmo potuto risparmiare oltre un milione di euro all'anno". "Apprezziamo lo spirito della mozione - hanno sostanzialmente spiegato durante il consiglio comunale i vari esponenti della maggioranza che si sono espressi per la bocciatura della proposta - di cui peraltro non ne condividiamo tutto il contenuto, sia perché tra i presunti sprechi il consigliere Monda ne indica alcuni che non sono tali, come gli irrisori gettoni di presenza ai consiglieri, sia per questioni di metodo: bisognava discutere prima del consiglio questa proposta, in conferenza dei capigruppo". pi.no.


<Doniamo il gettone di presenza per aiutare Satonevri> Tutti d'accordo, ma solo metà dei consiglieri lo fa (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 01-12-2007)

 

IL CASO "Doniamo il gettone di presenza per aiutare Satonevri" Tutti d'accordo, ma solo metà dei consiglieri lo fa Alluvioni sconvolgono il Burkina Faso in settembre e colpiscono pesantemente anche Satonevri, il villaggio gemellato da anni con Rovigo e Viernheim (a propria volta la città tedesca è gemellata con il capoluogo polesano). I danni sono ingenti, arrivano epidemie, torna a colpire la malaria... Un quadro pesantissimo per l'area africana sulla quale da tempo lavorano le associazioni a rodigina Acsa e la tedesca Focus con programmi che hanno portato alla costruzione di un invaso per la raccolta dell'acqua piovana da usare nella stagione secca per sostenere l'agricoltura, e di scuole e portano aiuti snaitari. Giusto la scorsa settimana l'Acsa, l'assessore Francesco Ennio e anche il presidente della Provincia Federico Saccardin sono stati lì. Di fronte a tutto ciò ci si immaginerebbe un quadro di solidarietà di Rovigo nei confronti di Satonevri. Non per il consiglio comunale, però. Perché il 27 settembre, saputo di quanto accaduto in Burkina Faso, viene proposto di devolvere un gettone di presenza quale aiuto alla popolazione di Ssatonevri colpita. Come non rispondere "presente" all'appello, si sono detti in aula. A parole, però, non nei fatti. Perché in due mesi solo 21 consiglieri su 39 hanno firmato la devoluzione (di tutto o di una parte) di un gettone di presenza a favore della gemellata africana in difficoltà (il presidente Vito Piccininno e il sindaco hanno un'indennità e quindi possono "offrire" quanto vogliono da questa). Alla fine sono stati raccolti appena duemila euro e ormai la partita tra presidenza del consiglio comunale e ragioneria è chiusa, anche perché ai consiglieri i moduli sono stati dati più volte per firmare la donazione del compenso a Satonevri, ma solo metà l'ha fatto.L.G.


A rischio gli stipendi e i gettoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 01-12-2007)

 

Comune. "Più tributi o meno servizi", la relazione finanziaria del ragioniere capo Lorefice davanti al Consiglio A rischio gli stipendi e i gettoni Ieri pomeriggio si è riunita nei locali della Curia vescovile la commissione speciale degli "esperti" per scegliere i bozzetti per la decorazione dell'abside della Cattedrale. Erano presenti il presidente, ingegnere Luciano Marchetti, il professore Vittorio Sgarbi, il vescovo di Civitavecchia, monsignor Carlo Chenies, segretario della Pontificia commissione, la soprindenete Mariella Muti, il vescovo della dioecsi netina, monsignor Mariano Crociata, il parroco della cattedrale, don Salvatore Bellomia e il sindaco Corrado Valvo. Si è parlato sia degli arredi che dei dipinti che saranno effettuati nella volta, nel tamburo, nell'altare centrale e nel battistero. Per quanto riguarda gli affreschi che saranno eseguiti nell'altare maggiore sopra l'abside sono stati presentati alla commissione i bozzetti realizzati dall'artista Russo. Si tratta di tre stesure raffiguranti la prima il Cristo Risorto che guarda in alto verso il cielo, mentre alla sua destra l'immagine della Madonna e nel lato sinistro la figura di Giovanni Battista. Negli altri due bozzetti sono rappresentati i quattro evangelisti: Marco, Matteo, Luca e Giovanni. I bozzetti si trovano nei locali del seminario vescovile e possono essere ammirati. La commissione degli esperti, oltre ad aver dato parere favorevole ai bozzetti, ha dato il via alla gara d'appalto per i lavori sia per gli affreschi che per i dipinti. La cattedrale, inoltre, rimarrà di colore bianco e nelle varie colonne saranno incastonate le narrazioni. Entro il 2008 il duomo, dedicato a San Nicolò, dovrebbe ritornare al suo completo splendore. Intanto, per completare l'arredo interno (sedie, banchi, lampadari e suppellettili) è stata lanciata dall'associazione Amici della Cattedrale una raccolta di fondi. In occasione delle feste natalizie saranno tenuti all'interno del Duomo tre concerti dall'associazione musicale quartetto di sassofoni "Arcadia" con la collaborazione sia dell'Istituto degli Artisti, Interpreti, Esecutori, che del conservatorio statale Arcangelo Corelli di Messina. I tre concerti che si terranno nei giorni 16, 22 e 30 dicembre alle 19,30 saranno eseguiti dagli artisti-musicisti gratuitamente e le somme raccolte serviranno per il completamento dell'arredo della cattedrale. Benito Tagliaferro.


BILANCIO PREVENTIVO, RIUNIONE IN PROVINCIA DI RIMINI (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 01-12-2007)

 

(23:39) (1/12/2007 20:40) | BILANCIO PREVENTIVO, RIUNIONE IN PROVINCIA DI RIMINI (Sesto Potere) - Rimini - 1 dicembre 2007 - L'ha convocata l'assessore al bilancio della Provincia di Rimini, Riziero Santi e mministratori e sindacalisti hanno dato il loro contributo alla discussione. Una riunione sui bilanci s'è tenuta stamane nella sede di corso d'Augusto per ? come dice Santi ? "mettere a disposizione la Provincia per fungere da coordinamento nell'azione di concertazone proirio con le organizzazione sindacali". Presenti molti assessori al bilancio dei Comuni e qualche sindaco, presenti i sindacalisti delle tre organizzazioni, la conferenza convocata oggi va appunto nella direzione del coordinamento, "perché pur mantenendo ? come dice ancora Santi ? le specificità locali, è più semplice ed efficace trattare insieme temi strategici". Quali sono questi temi: i costi della politica, i costi della burocrazia, i costi di gestione, la finalizzazione degli investimenti su scala provinciale, il contributo locale per alleviare i problemi delle famiglie e delle classi disagiate. Un accordo sul metodo viene dal segretario della Cgil, Meris Soldati. Che chiede "aumenti contenuti nei tassi di inflazione, progressiva riduzione dell'addizionale Irpef, la costituzione di un fondo per ulteriori esenzioni dell'addizionale, politiche per il contenimento dei prezzi, lotta all'evasione, maggiore controlli sugli appalti e sulla sicurezza del lavoro, attenzione al problema dei nidi, un fondo a sostegno dell'affitto per le categorie più deboli e potenziamento e qualificazione del trasporto pubblico locale" (punti, questi, contenuti nella piattaforma presentata alla Provincia di Rimini). L'assessore Antonella Beltrami, per il Comune di Rimini, ha ribadito la necessità di razionalizzare le funzioni. Un po' come dire la Provincia faccia la Provincia e i Comuni facciano ciò che devono fare i Comuni; esemplificando: "La Provincia di Rimini gestisca interamente la protezione civile e il Comune di Rimini i nidi d'infanzia". Molto apprezzato questo sforzo di evitare doppioni di funzioni, ma anche il punto fermo espresso dall'assessore Santi: welfare, politiche per la famiglia e politiche per lo sviluppo. Subito dopo l'incontro con le organizzazioni sindacali è stata la volta dell'incontro con i paralamentari a cui sono stati ribaditi gli stessi concetti e consegnati gli emendamenti alla Finanziaria 2008 che riguardano i tagli ai trasferimenti, lo sconto Ici sulla prima casa e i costi della politica. Il confronto proseguirà sino all'approvazione dei bilanci.


Codice etico per assumere i portaborse in Regione (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 02-12-2007)

 

Domande a Davide Gariglio "Codice etico per assumere i portaborse in Regione" 5 Presidente Gariglio, perché in Consiglio regionale un consigliere può assumere come collaboratore a tempo determinato un parente più o meno stretto? "Non c'è una legge che impedisce l'assunzione di familiari. Credo anche che non sia possibile imporlo per legge. Detto questo è evidente che esiste un problema etico e deontologico che deve essere risolto". Dunque il consigliere Lupi può assumere i suoi tre fratelli senza problemi? "Dal punto di vista legale sì. C'è un problema di opportunità e io voglio intervenire su questo aspetto. Visto che non si può regolare tutto per legge, allora è giusto stabilire un codice di comportamento etico e deontologico. Delle raccomandazioni di comportamento generale che il Consiglio regionale dà e che poi tocca al singolo consigliere applicare". Non è un comportamento da Ponzio Pilato? "No. Come presidente del Consiglio ho il dovere di difendere l'Istituzione e dunque devo fare di tutto perché un cittadino sia in grado di capire la differenza tra l'Istituzione e il singolo consigliere. Non si può fare di tutta l'erba un fascio. Non si può confondere l'Istituzione Regione con la Casta". Belle parole. Servono fatti. Che cosa farà Gariglio? "Proporrò all'ufficio di presidenza di elaborare un testo unico che raccolga lo status e le prerogative dei consiglieri e dei gruppi consiliari. Un testo unico con i diritti e i doveri. E poi di intervenire sul sistema delle autocertificazioni che danno diritto ai gettoni di presenza". Difficile convincere i cittadini che non esiste la Casta... "Le ripeto: in questi mesi abbiamo assistito a comportamenti legittimi ma che hanno urtato la sensibilità dei cittadini. Noi interverremo sull'aspetto legislativo e su quello del codice etico. L'Ufficio di presidenza del Consiglio può elaborare una linea di condotta condivisa per quanto riguarda i contratti dei collaboratori, l'utilizzo delle sedi, la gestione dei fondi. Una linea che rispetti l'autonomia dei gruppi consiliari ma che assicuri anche la massima trasparenza. Una linea di condotta che dovrebbe essere preferibilmente obbligatoria. Si può non rispettare ma chi lo fa e vuole assumere i suoi fratelli deve anche sapere che quei contratti diventeranno pubblici, magari su Internet".\.


COSI' VITTORINI SPENDEVA I SUOI GETTONI (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 02-12-2007)

 

Edizione: 02/12/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CULTURA Retroscena di una celebre collana COSI' VITTORINI SPENDEVA I SUOI GETTONI Vittorini scrittore e organizzatore di cultura Curzia Ferrrari Questa pubblicazione, che si compone di tre volumi per complessive 1.670 pagine, l'aveva ideata Raffaele Crovi, quale omaggio al suo maestro e mentore. Il destino non gli ha concesso di vederla realizzata. Edita da Aragno e curata da Vito Camerano, Giuseppe Grasso, Augusta Tosone, Giuseppe Lupo e dallo stesso Crovi (a lui, naturalmente, la dedica sul frontespizio), raccoglie i testi della famosa collana, "I Gettoni" appunto, diretta da Elio Vittorini per Einaudi tra gli anni 1951-'58. Una lettera di Nino Aragno segnala - e mi par giusto - trattarsi di un vasto manuale per l'editoria, una bottega del libro al cui centro stanno le persone, gli scrittori, gli artigiani che pensano e costruiscono il libro e - fuori, ma importantissimi - i lettori. Una lunga introduzione di Lupo, ricercatore eccellente, discrimina le qualità dei diversi filoni: dalla letteratura di fabbrica a quella onirico-visionaria, dai libri morali all'area dalla cifra religiosa. Vittorini, con questa collana, ha dato impulso a una ventata di novità d'ordine etico e formale: è stata insomma "una scelta di campo"; ma questo era nella sua natura, da quando, ancora ragazzino, fondò in quel di Messina - insieme agli amici poi perduti Quasimodo e La Pira - un foglio tipo-parrocchia dal titolo pretenzioso: "Il nuovo giornale letterario" che non passò inosservato. Che cosa troviamo in questi Gettoni? Lettere, tante, tantissime lettere - il cardine sul quale gira la storia di molti titoli, alcuni perduti, altri diventati famosi e continuamente ristampati. Lettere di Elio ai "suoi" autori e degli autori ai curatori, con piccole curiosità che ne rivelano il carattere, le inclinazioni, le ubbìe - per Lalla Romano togliere, in risvolto di copertina, quanto si riferisce all'età. E Seminara, dove metterlo? Ne "I Gettoni" o nei "Coralli"? E perché non cambiare il titolo del suo libro? In quanto al pagamento, Calvino annota che "tirar fuori dei soldi dalla Casa Editrice non è un'impresa facile". Tobino invoca una collana di poesia, ma "di destreggiarsi nel ginepraio delle polemiche tra poeti nessuno se la sente, tutti se ne lavano le mani". Eravamo nel '54, e questa frase allude chiaramente all'inimicizia allora divampante all'interno del celeberrimo trio Ungaretti-Montale-Quasimodo. Ogni libro rappresenta di per sé una vicenda, ed è questo il fascino della pubblicazione di Aragno. Precisa Giuseppe Lupo che restano escluse le documentazioni editoriali riguardanti gli otto Gettoni stranieri, Margherite Duras, Wright Morris, Pierre Gascar, Charles Rhomer, Luis Borges, Dylan Thomas, Robert Antelme e Nelson Algren. Ma il materiale fornito è più che bastevole per soddisfare la libidine dei curiosi di un certo periodo non sicuramente arido di talenti; domande, suppliche, intercessioni, e qualche battibecco stimolano alla conoscenza del libro anche come oggetto: che cosa c'è dietro la facciata di una copertina, di un gruppo di pagine, di un titolo? Lo sapeva bene Crovi, che aveva appreso la lezione da Vittorini lavorando per oltre otto anni lungo la direttrice Torino-Milano (sede della Einaudi, Torino; succursale dove si intrecciavano freneticamente i fili delle edizioni - Milano): sapeva che l'ingranaggio, complesso, doveva girare alla perfezione affinché il pubblico usufruisse la chance del riscatto da una condizione subalterna. Non a caso il catalogo de "I Gettoni" (50) ricalca il programma del vecchio "Politecnico", e forse le sperimentazioni dell'adolescenziale "Nuovo giornale letterario": date all'uomo un germoglio (questo significava "gettone"), per avvicinarlo alla lettura, per coinvolgerlo, farlo pensare, divertire, catturarlo. I vari mondi degli autori, senza formulare giudizi di valore che, magari, si tratta di nomi ideologicamente contradditori, tendono a far risalire il servilismo provinciale della letteratura italiana: la divisione è un dolore di forza, ma non ci tocca. Qui, a contare, è la passione di coloro che hanno lavorato a un'opera tanto "plastica", reale, pesante e utile. L'acuto operistico è dato dal nome di Raffaele nell'incipit. Ma non cadiamo nella retorica. Va bene così.


Regione, scatola vuota a peso d'oro - ubaldo cordellini (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 02-12-2007)

 

Bilancio da 447 milioni di euro, oltre 66 se ne vanno per pagare l'attività del consiglio Regione, scatola vuota a peso d'oro Il presidente Dellai in aula: "E' un ente in crisi senza idee chiare sul suo futuro" Vitalizi carissimi: 13 milioni all'anno in continuo aumento UBALDO CORDELLINI TRENTO. Il presidente Dellai lo ha ammesso a chiare lettere: la Regione è poco più di una scatola vuota, senza competenze e senza un'idea per il futuro. Una scatola vuota che costa cara. Il bilancio approvato solo dai consiglieri trentini riporta una somma impressionante: 447 milioni e 106 mila euro. Gran parte di questi soldi vengono girati alle due province, ma molti servono anche per il mantenimento della scatola vuota. Ad esempio, la spesa per il Consiglio regionale è di 66 milioni e 378 mila 245 euro. Gran parte di questa somma è destinata alle indennità dei consiglieri in carica e ai vitalizi degli ex consiglieri. Da ricordare che il consiglio regionale paga lo stipendio ai consiglieri dei due consigli provinciali, che sono anche consiglieri regionali. Per le indennità, la diaria degli eletti dal popolo il consiglio spende 12 milioni e 700 mila euro. I consiglieri si trattano bene e non rinunciano ai viaggi che costano 258 mila 250 euro. Anche i gruppi consiliari costano cari: un milione e 136 mila euro. Tanto, considerato che quasi non hanno personale. L'altro grande capitolo di spesa del consiglio è quello dei vitalizi: 13 milioni e 500 mila euro che diventeranno 14 milioni e 50 mila euro nel 2008. Ma non finisce qui. Ci sono i versamenti al fondo di solidarietà e ai fondi per la gestione dei contributi dei consiglieri e degli assessori delle due province. Un costo totale che supera i 4 milioni e 200 mila euro. Il presidente del Consiglio, poi, ha a disposizione 35 mila euro per le spese riservate e 90 mila euro per le spese di rappresentanza. Ma non finisce qui. Tutta l'attività della scatola vuota andrà pur pubblicizzata, così vengono spesi 210 mila euro per iniziative tese a pubblicizzare l'immagine e l'attività del Consiglio regionale. Già che c'è l'assemblea legislativa regionale organizza anche convegni e incontri per la modica cifra di 250 mila euro. Infine vengono dati incarichi esterni per 180 mila euro. Mandare avanti la scatola vuota costa e anche tanto. Il bilancio della Regione prevede un grosso aumento delle spese di amministrazione generale, che passano da 7 a 17 milioni di euro. Addirittura è prevista una spesa di 260 mila euro per studiare come migliorare il servizio. Una delle voci più consistenti del bilancio della Regione è quella della Previdenza e delle assicurazioni sociali. La spesa prevista per il 2008 è di 80 milioni 650 mila euro. La spesa più consistente si riferisce al progetto del welfare introdotto dalla legge sul "Pacchetto famiglia". Negli anni precedenti l'assegno regionale veniva erogato ai nuclei familiari con più di un figlio e a chi aveva un lavoro discontinuo. Ma è prevista la modifica della legge con l'erogazione dell'assegno anche alle famiglie con un solo figlio. In materia di welfare e assistenza si devono comprendere anche i 60 milioni di euro che la Regione passa alle Province per gli interventi a favore delle persone non autosufficienti. Come ogni ente pubblico che si rispetti, anche la Regione ha le sue società controllate. Non sono molte, ma, in compenso, elargiscono emolumenti e gettoni di presenza niente male. Ad esempio, il presidente del Pensplan Centrusm spa, controllato al 99,01 per cento dalla Regione, Gottfried Tappeiner percepisce un compenso di 100 mila euro, più un gettone di 150 euro a seduta. Lungo è l'elenco dei consiglieri d'amministrazione dell'A22, controllata al 32,28 per cento dalla Regione. I consiglieri che fanno anche parte del direttivo, come Sandro Schmid hanno percepito per otto mesi di incarico nel 2007 9 mila e 128 euro, più 310 euro per ogni seduta del Cda. I consiglieri semplici si sono fermati a 6 mila e 60 euro.


Il Comune taglia posti nelle società Ma resta in piedi con cinque consiglieri la Sermas (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)

 

I COSTI DELLA POLITICA Il Comune taglia posti nelle società Ma resta in piedi con cinque consiglieri la Sermas - -->.


COME è possibile che un'azienda con quatro dipendenti abbia cinqu (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Viareggio)" del 02-12-2007)

 

"COME è possibile che un'azienda con quatro dipendenti abbia cinque componenti del consiglio di amministrazione. E' un controsenso. E' vero che il sindaco Fabrizio Larini ha deciso per il taglio dei compensi ma è innegabile che ci troviamo di fronte ad un non senso". Non solo i rappresentanti del Partito Democratico hanno detto no alla conservazione del consiglio di amministrazione a cinque, ma anche i consiglieri comunali dei Comunisti Italiani (Stefano Natali) e di Rifondazione Comunista (Daniele Lombardi) si sono schierati contro la soluzione prospettata dalla giunta. Il consiglio comunale ha comunque votato il via libera per la modifica degli statuti di Vea, Ersu e Gaia, riducendo i componenti del consiglio di amministrazione in ossequio all'abbattimento dei costi della politica deciso dal governo Prodi. Il Partito democratico si è astenuto sullo statuto di Gaia, soprattutto per le modifiche apportate alle norme sulla privatizzazione di quote di minoranza: Rc e il Pdci hanno chiesto "che la gestione del servizio idrico sia completamente pubblica a tutela degli utenti". INSOMMA un consiglio comunale ? l'ultimo (?) del 2007 ? che è ruotato sui temi della finanza locale, alla luce del fatto che si preannunciano ancora tagli e soprattutto un aumento dell'addizionale Irpef nel 2008. La variazione di bilancio ? intorno al mezzo milione di euro ? è stata approvata con il voto favorevole della maggioranza, che attraverso l'assessore alla finanze Franco Simonini ha difesa a spada tratta tutte le scelte fatte fino ad oggi dalla giunta comunale in tema di manovra economica. "Non siamo d'accordo ? ha sostenuto il capogruppo del Partito democratico Adolfo Del Soldato ? visto che nel futuro i cittadini massarosesi potranno trovarsi di fronte a sgradire sorprese". ULTIMA stoccata in consiglio comunale, con un botta e risposta sull'ordine del giorno presentato dal partito Democratico sulle pretese degli eredi di Casa Savoia. - -->.


"cda sempre a vuoto ecco perché lascio" (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)

 

Pagina V - Palermo LA POLEMICA Le dimissioni di Acierno dalla fondazione Federico II "Cda sempre a vuoto ecco perché lascio" "La Fondazione Federico II non interessa ai deputati del consiglio di presidenza che hanno sempre disertato il consiglio d'amministrazione". Così il direttore della Fondazione, Alberto Acierno, che dopo l'ennesimo rinvio del consiglio d'amministrazione convocato lo scorso 29 novembre ha rassegnato le dimissioni. "Da quando mi sono insediato, nel settembre del 2006, il presidente dell'Assemblea regionale, Gianfranco Micciché, ha convocato almeno cinque volte il consiglio d'amministrazione della Fondazione - dice Acierno - Ma è quasi sempre mancato il numero legale, così ancora non è stato approvato il bilancio del 2006". Del cda della Fondazione fanno parte di diritto i deputati componenti del consiglio di Presidenza. Si tratta, oltre al presidente dell'Ars, degli onorevoli Raffaele Stancanelli, Calogero Speziale, Giuseppe Nicotra, Giusy Savarino, Salvatore Fleres, Francesco Rinaldi, Salvatore Zago, Giovanni Ardizzone e Giovanni Manzullo. "Molti di questi non si sono presentati nemmeno una volta ai consigli d'amministrazione, forse perché non è previsto alcun gettone di presenza - attacca Acierno - In queste condizioni è impossibile mandare avanti la gestione economica della Fondazione". In particolare la mancata approvazione del bilancio 2006 ha reso impossibile un'anticipazione di cassa sul finanziamento da 500 mila erogato alla Federico II dalla Regione. "Soldi necessari per far quadrare i conti di un bilancio da 3 milioni di euro che si regge in gran parte sulle attività della Fondazione", aggiunge Acierno. Il deputato del Partito democratico Calogero Speziale rimanda al mittente le accuse di assenteismo: "Il bilancio del 2006 non è stato approvato perché fino a ottobre non erano ancora stai nominati i revisori dei conti - dice Speziale - Inoltre non mi risulta che i cda convocati da un anno a questa parte siano saltati per mancanza di numero legale. Proprio l'ultimo, a esempio, è stato rinviato per libera scelta del presidente Miccichè". Acierno comunque si dice "contento per l'operato fin qui svolto". E aggiunge: "Abbiamo realizzato nei primi cinque mesi del 2007 ben 180 mila euro di incassi da biglietti per mostre organizzate a Palazzo dei Normanni dalla mia Fondazione - dice Acierno - Spero che chi mi succederà continui a portare avanti i progetti da me avviati. Cosa farò io adesso? Ricordo a tutti che sono un imprenditore nel settore dell'eolico". a.fras.


Consiglio comunale in tivù a partire dal gennaio 2008 (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 02-12-2007)

 

Nuoro Consiglio comunale in tivù a partire dal gennaio 2008 NUORO. Le riprese televisive del lavori del consiglio comunale, come richiesto dal consigliere di Sardegna e Libertà Francesco Guccini(foto), potranno essere effettuate regolarmente. La richiesta preliminare relativa all'approvazione di uno specifico regolamento in materia c'è stata, giusto perché l'assise municipale ha dato parere favorevole. Tenendo conto che il decreto legislativo 267 attribuisce agli enti locali l'autonomia di regolamentare la propria attività, nel rispetto dei principi fissati dalla legge e dallo statuto di ciascun ente. "D'ora in poi i cittadini - ha detto il consigliere Francesco Guccini - potranno assistere ai lavori dell'assemblea municipale standosene a casa in poltrona, presumibilmente a partire dal mese di gennaio del 2008. Le riprese dovranno essere effettuate senza che si registrino interruzioni, come recita la norma del regolamento approvato. è un passaggio fondamentale, per il quale mi sono battuto - ha sottolineato il consigliere di "Sardegna e Libertà" -, fino a proporre da parte mia il versamento dei proventi dei miei stessi gettoni di presenza. Ora mi auguro che le riprese televisive possano riavvicinare, unitamente ai servizi giornalistici che propongono i quotidiani, la gente, e i nuoresi in modo particolare, alla politica. In attesa che anche in Internet vengano resi pubblici gli emolumenti di coloro che sono stati nominati dall'amministrazione comunale negli enti, quali suoi rappresentanti". A questo proposito, lo stesso consigliere aveva scritto una lettera al prefetto Antonio Pitea, denunciando il fatto che non viene rispettata la norma che vuole che gli importi relativi ai gettoni vengano obbligatoriamente resi noti. La trasmissione dei lavori del consiglio comunale, pertanto, è per Guccini un primo significativo passo verso la trasparenza degli atti. Quanto al regolamento che disciplina le riprese televisive, c'è da sottolineare che il testo è stato approvato a maggioranza, insieme alla liberatoria sulla privacy: sette gli astenuti, con il solo voto contrario del sindaco.(a.b).


L'aumento del gettone non sarebbe un privilegio - alberto gagliardi (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 02-12-2007)

 

Pagina XIX - Genova L'aumento del gettone non sarebbe un privilegio Quello di consigliere comunali è un mestiere che se fatto seriamente è assai impegnativo Se non rimunerato a dovere, sarà svolto solo da pensionati o da nullafacenti ALBERTO GAGLIARDI Non credevo che compiere fino in fondo il proprio dovere di consigliere comunale di una grande città dai banchi dell'opposizione comportasse un impegno di lavoro a tempo pieno. Un impegno che ricevendo un riconoscimento economico risibile, consente oggi in concreto di rispettare il mandato affidato dagli elettori soltanto a determinate categorie di persone. Peraltro sapevo bene che è stata la nuova Costituzione "federalista", votata nel 2001, a ribaltare la gerarchia dei poteri e dei doveri fra Stato ed enti locali e a collocare i Comuni alla base del castello politico-amministrativo che governa la nostra Repubblica: con ciò a certificare la marea di funzioni che i grandi Comuni sono chiamati ad esercitare verso i cittadini. Di qui discende l'importanza fondamentale delle funzioni di proposta e di controllo che riveste il consiglio comunale di una città complessa come Genova. Ma, chi può oggi partecipare appieno ai lavori di Palazzo Tursi, stante la situazione di cenerentola politica del consigliere comunale di una grande città? Sarà sempre più un'assemblea composta da pensionati, funzionari di partito, dipendenti pubblici, nullafacenti, dilettanti allo sbaraglio e chi ha interessi da tutelare. Tutte le categorie del lavoro autonomo con stipendio non garantito non potranno permettersi il lusso di dedicare ore di consiglio, di commissione, di approfondimento e studio delle pratiche, di contatti con i cittadini che vedono sempre più nel Comune il primo livello "pubblico" a cui rivolgersi per il soddisfacimento dei loro bisogni primari. Saranno inoltre assenti anche i giovani, sui quali abbonda la retorica. Quella sull'aumento del gettone è stata una polemica desolante, riduttiva ed offensiva. E spiace che a ciò si sia prestata demagogicamente il sindaco Vincenzi. E' chiaro che un consiglio comunale squalificato nella rappresentanza e demotivato può far comodo ad una giunta che vorrebbe governare con un'opposizione distratta, rinunciataria, assente perché non può dedicarsi a tempo pieno al suo ruolo sacrosanto in democrazia. Quello stesso sindaco molto più tenero nel voler sopportare i costi per consulenze milionarie. Quello stesso sindaco favorevole alla costituzione di un'"authority" che avrebbe anche il malcelato obbiettivo di un'ulteriore delegittimazione del consiglio comunale, che deve invece rappresentare il vero organo di controllo dell'attività della giunta e delle aziende partecipate dal Comune. Certo quello di istituire una vera e propria indennità mensile è un problema che va risolto in sede nazionale nell'ambito di una revisione complessiva dei costi della politica. Ma l'aumento del gettone di presenza avrebbe rappresentato un segnale di serietà, anche se "impopolare". Perché in questo Paese dal punto di vista economico i "momenti" saranno sempre più difficili, ma la politica non credo possa abdicare. E' ovvio che in un quadro futuro di maggiore consapevolezza i consiglieri comunali dovranno lavorare tutti sul serio. E bisognerà impedire, come accade adesso, che molti furbastri, anche fra i moralisti di professione, segnino nelle sedute comunali di Genova presenze formali per lucrare miserevolmente un gettone. *vicepresidente del consiglio comunale.


Rabbuffo: la discarica non c'entra con la casta (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 02-12-2007)

 

Teramo Rabbuffo: "La discarica non c'entra con la casta" TERAMO. "Non siamo la casta, lavoriamo per i cittadini". Il vicesindaco Berardo Rabbuffo non accetta l'accostamento tra la vicenda della discarica La Torre e gli esempi di cattiva politica denunciati nel libro "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. A paragonare il crollo dei rifiuti nell'impianto agli sprechi e ai privilegi denunciati dai due giornalisti del Corriere della Sera è stato Tommaso Navarra, avvocato che si sta occupando di quel disastro, nel corso della presentazione in città del testo diventato ormai famoso. "La vera casta è quella che ci ha impedito di ampliare la discarica", sottolinea Rabbuffo, "cambiando in corsa le norme per tutelare l'interesse di pochi contro le esigenze della collettività". Il vicesindaco definisce vergognoso il tentativo di assimilare il problema della discarica La Torre ai casi trattati nel libro di Stella e Rizzo. "E' una vicenda molto complessa", sottolinea, "nella quale non c'entrano nulla i privilegi o soldi intascati indebitamente da qualcuno". Anzi, la battaglia avviata dall'amministrazione comunale per l'ampliamento della struttura di contrada La Torre dimostrerebbe il contrario. "Abbiamo bisogno di una discarica a Teramo per far pagare di meno i cittadini", insiste Rabbuffo, "questo è un fatto di responsabilità". Il vicesindaco ricorda che l'impianto ha continuato a funzionare perché era dotato delle autorizzazioni necessarie rilasciate dalla Provincia e dalla Regione. "Se c'è una lobby", conclude Rabbuffo, "è quella che ha bloccato il nostro progetto. Noi ci battiamo nell'interesse di tutti i cittadini, Navarra difende solo una piccola parte". (g.d.m.).


No, non voglio il commissariamento della Regione perché sarebbe una sconfitta per il Lazi (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 02-12-2007)

 

Chiudi di MARCO GIOVANNELLI "No, non voglio il commissariamento della Regione perché sarebbe una sconfitta per il Lazio e per tutto il sistema sanitario nazionale". Il ministro della Sanità Livia Turco ieri pomeriggio ha in pratica chiuso il discorso commissariamento alla vigilia dell'incontro (forse decisivo) tra i tecnici del ministero del Tesoro, della Sanità e della Regione che domani dovrebbero sciogliere tutti i nodi sul Piano di rientro dal deficit sanitario. Il ministro ha poi spiegato meglio il suo pensiero dopo aver pensato di aver mostrato forse troppo tifo per la giunta Marrazzo: "L'arrivo di un commissario interromperebbe un processo di risanamento che ha dato buoni risultati. Anzi, ora bisogna accelerare in quella direzione ma verificando con attenzione i severi provvedimenti che ha adottato e adotterà la Regione". Chiuso nella sostanza il discorso commissariamento. Su questo tema sia il presidente Marrazzo che l'assessore alla sanità Augusto Battaglia avevano portato il ministro Livia Turco intervenuta all'ospedale Spallanzani all'inaugurazione del reparto di rianimazione e dell'hospice per malati di Aids. "Dicembre sarà un mese fondamentale per la sanità del Lazio - ha detto il presidente della Regione - perché progetteremo il futuro della sanità con provvedimenti importanti. Le tariffe e i tetti alle prestazioni sanitarie per il 2008 saranno decisi in anticipo, verrà riorganizzata la rete ospedaliera ma anche la rete dei laboratori pubblici e privati, con le università cercheremo il dialogo per arrivare a nuovi protocolli d'intesa. Stiamo lavorando per evitare il commissariamento non per protagonismo istituzionale ma perché dimostreremo insieme alla politica, gli operatori, i sindacati e i cittadini che si possono colpire gli sprechi, risanare le finanze e migliorare l'offerta di assistenza". "Stiamo riequilibrando il sistema regionale - ha aggiunto l'assessore -, stiamo inoltre rafforzando il territorio e l'assistenza domiciliare valorizzando i centri d'eccellenza. Tutto questo mentre cerchiamo di risanare i conti". Di fronte a queste parole mancava solo il sigillo del ministro. "Non posso essere indifferente davanti ai 9,6 miliardi di debito del Lazio - ha detto - pensando che fosse solo un problema della Regione Lazio. Sarebbe stato irresponsabile rispetto alla Costituzione e ai cittadini. Quella che è in atto è una sfida quotidiana che dovrà coinvolgere tutti anche i cittadini". La sfida vera ci sarà domani quando al tavolo del confronto i tecnici regionali dovranno dimostrare la bontà delle iniziative intraprese per ripianare il deficit della sanità Per ora sono stati messi da parte 788 milioni di euro ma sono spuntati altri 310 milioni per i quali servono manovre aggiuntive. Per l'extradeficit, secondo le ultime indiscrezioni, ci sarebbe una sostanziale convergenza sui conti ma soprattutto da parte del ministero del Tesoro c'è qualche perplessità sulle modalità di rientro. La strada che vorrebbero prendere gli uomini del ministro Padoa-Schioppa è verso il congelamento del commissariamento, cioè una via di mezzo tra la bocciatura della Regione e la promozione, ma anche uno strumento per tenere sempre sotto tiro le spese regionali.


Zanin, ritorno al passato jesolo in campo a s. vito (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 02-12-2007)

 

Il tecnico nerazzurro sogna tre punti e una rivincita Zanin, ritorno al passato Jesolo in campo a S. Vito JESOLO. Sulla panchina della Sanvitese, Diego Zanin ha compiuto i suoi primi passi da allenatore, due stagioni fa. All'esordio Zanin aveva ottenuto risultati sorprendenti portando la Sanvitese in finale playoff, poi persa contro la Sambonifacese negli ultimi minuti. Non solo. In riva al Tagliamento, Zanin ha chiuso la carriera dopo 22 anni di calcio e 450 gettoni di presenza tra i professionisti. Oggi al comunale di via Prodolone (ore 14,30) Zanin ritorna da avversario, magari anche con la voglia di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, visto che l'anno scorso era stato esonerato a dieci giornate alla fine del campionato. "Eravamo a tre punti dai playoff - racconta Zanin - quando dopo la sconfitta in casa con il Pordenone, il presidente Nosella ha deciso di esonerarmi. Non scendo nei particolari, tanto le motivazioni sono sempre quelle, so solo che, dati alla mano, la Sanvitese da quel momento ha perso tutte le partite, tranne una, per salvarsi poi ai playout contro il Bolzano". Che Sanvitese troverà oggi? "Sicuramente diversa da quella che ho allenato - continua il tecnico - sono andati via praticamente tutti e sono rimasti i giovani, Fantin, Nadarevic, Beacco ed il portiere Piccolo. Fonti sta facendo un ottimo lavoro". Lo Jesolo dovrà rinunciare quasi sicuramente al difensore centrale Porcaro, infortunatosi in allenamento. Scontata quindi la conferma di Perenzin al fianco di Giacomazzi. Al centro, per via dei fuori quota, Baiana dovrebbe lasciare spazio a Bric. Sanvitese senza Pablo Garbini, squalificato. Probabili formazioni. Sanvitese: Piccolo, Pavan, Bertoia, Formentin, Wecouri, Giordano, Cester, Dalla Bona, Fantin, Maiero, Nadarevic. A disposizione: Zanier, Visalli, Grujic, Cecco, Deacco, Mattiuzzo, Rossi. Allenatore: Fonti. Città di Jesolo: Borghetto, Sapone, Bertoncini, Segato, Giacomazzi, Perenzin, Bardellotto, Bric, Gambino, Lavagnoli, Tandurella. A disposizione: Visentin, Franceschinis, Cuneo, Trevisiol, Baiana, Aretuso, Alberti. Allenatore: Zanin. Arbitro: Fanton di Lodi. (Thomas Maschietto).


I consiglieri rinunciano al gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 02-12-2007)

 

Già sindaco e assessori si erano ridotti gli "stipendi". Un gesto significativo Mario Del Boccio TRASACCO In tempo di crisi economica generalizzata, anche le piccole rinunce sono utili, anzi bisognerebbe trovare proprio il modo di farle, a tutti i livelli e ovunque. è il caso, davvero emblematico, del Comune di Trasacco, centro di appena 6. Home Abruzzo prec succ Contenuti correlati Lo stipendio ai consiglieri andrà in porto CAMPOBASSO Saranno ventisei i Consiglieri studenti a ... Sicurezza, consiglieri fantasma Daniele Piccini Club capitolini ... Tredici circoli romani si sfidano in un torneo Dopo il trapianto un medico nel cuore 130 abitanti e, come tutti i Comuni dello Stivale, specie quelli meno grandi, costretto ad amministrare con gli scarsissimi fondi disponibili. Di fronte a tale situazione, i consiglieri comunali sia di maggioranza che di minoranza, all'unanimità hanno deciso di rinunciare al proprio gettone di presenza. Così l'altra sera, nel corso della seduta ordinaria dell'assise comunale, con la relativa delibera è stata formalizzata tale significativa decisione. Va ricordato anche che, all'inizio dell'insediamento dell'attuale amministrazione municipale, il sindaco e i componenti della Giunta si sono ridotti lo stipendio della metà. Non sappiamo se in Italia altri Comuni abbiano adottato lo stesso metodo, ma, se così fosse, certamente essi si conterebbero sulle dita di una mano. A tale proposito il sindaco Gino Fosca si è così espresso: "Con questo gesto non verranno certamente a recuperarsi somme tali da potersi permettere grandi cose, ma prima di tutto è stato un gesto di sensibilità e responsabilità amministrativa e politica da parte di tutti i consiglieri comunali, ai quali va tutta la mia stima e il mio caloroso ringraziamento. Questi recuperi - ha aggiunto il primo cittadino di Trasacco - ci permetteranno, comunque, di impegnare maggiori somme per opere assistenziali e sociali. Anche, ad esempio, per sostenere l'Avis locale, per quanto riguarda fondi per il carburante dell'ambulanza o per l'assicurazione della stessa". Un merito va, dunque, riconosciuto a questi sensibili amministratori comunali per la decisione intrapresa all'unanimità. Decisione che rappresenta sicuramente un segnale importante, specialmente se si considera il momento storico che sta vivendo l'intera nazione. 02/12/2007.


QUASI 300MILA euro di finanziamento per generi alimentari e pozzi i (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 02-12-2007)

 

N aiuto dei fratelli in Africa. L'alta Valmarecchia e il Montefeltro si sono rimboccati le maniche per aiutare il contenente nero e i risultati cominciano a vedersi. Grazie all'intraprendenza delle onlus, dei volontari e alla cooperazione del Comune di Novafeltria e delle due Comunità Montane Alta Valmarecchia e Montefeltro con i religiosi in missione, sono stati attivati 3 progetti in Etiopia, Mozambico e Uganda. Promossi dal Centro Missionario Diocesano, i finanziamenti sono arrivati dall'8 per mille, ma non solo. Ben 15mila euro offerti per il Mozambico dalla Diocesi e dai gettoni di presenza dirottati dai consiglieri comunali locali. "E per Natale vorremmo devolvere ancora il gettone" rilancia il vice sindaco Maria Letizia Valli. L'occasione per far luce sui progetti di aiuto è data dall'incontro "Africa chiama Montefeltro", in programma oggi dalle 17 al Teatro Sociale di Novafeltria, con testimonianze e videoproiezioni. La giornata si conclude questa sera con una cena missionaria nella parrocchia San Pietro in Culto. m.c. - -->.


Di MARIA GLORIA FRATTAGLI - ANCONA - DALLO STIPENDIO al gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 02-12-2007)

 

Di MARIA GLORIA FRATTAGLI ? ANCONA ? DALLO STIPENDIO al gettone di presenza. E sarà corsa alle commissioni. Dopo le multe, nonostante il permesso di sosta straordinario concesso dall'amministrazione comunale, questione di cui si discuterà nella commissione viabilità di lunedì, ancora acque agitate per i consiglieri di Palazzo del Popolo. La nuova polemica si apre su un passaggio voluto dalla legge Finanziaria che impone ai Comuni e dunque alle circoscrizioni, di passare dalla attuale indennità riconosciuta ai consiglieri al solo gettone di presenza. Sul provvedimento nessuno discuterebbe se non fosse per il fatto che alcuni esponenti politici potrebbero risultare di gran lunga più avvantaggiati di altri. La questione sta nel fatto che attualmente, e da tre anni, i consiglieri comunali, e non quelli circoscrizionali già a gettone di presenza, sono indennizzati per la loro presenza in Consiglio. Circa 700 euro lordi per tutti i lavori consiliari. Una penalizzazione di circa 100 euro è prevista se non si partecipa a una seduta del consiglio comunale e una sottrazione di 52 euro se si è assenti a una riunione di commissione. Fino a oggi si dava possibilità di scelta tra indennità e gettone, tanto che i gruppi politici più piccoli si erano avvalsi del gettone in modo tale da introitare un maggiore guadagno. Poi, per qualcuno, il cambio in corsa con l'avvento del Pd e quindi il ritorno all'indennizzo. Dal primo gennaio le regole cambieranno nuovamente: tutti a gettone con il rischio che, così come avvenne negli anni addietro, le riunioni di commissione si moltiplichino a dismisura in barba ai costi della politica e ai tagli dei consigli di amministrazione delle partecipate. DELLA NOVITA' dietro le quinte' del Consiglio si sta già discutendo animatamente, tanto che alcuni politici stanno valutando la possibilità di chiedere il raddoppio del gettone di presenza per il servizio prestato. Scelta non condivisa da tutti, ma in coscienza pensata da molti. Se il calendario delle commissione dovesse rimanere quello attuale molti consiglieri comunali andrebbero ad introitare compensi mensili notevolmente inferiori a quelli attuali. Si prospetta così un'intensa attività amministrativa. Ma da gennaio in poi. - -->.


Arriva il gettone , consiglieri agitati Dal primo gennaio via le indennità e qualcuno pensa già ai ritocchi (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 02-12-2007)

 

Arriva il "gettone", consiglieri agitati Dal primo gennaio via le indennità e qualcuno pensa già ai ritocchi - -->.


Le riflessioni del sindaco di un piccolo comune (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 02-12-2007)

 

I COSTI DELLA POLITICA Le riflessioni del sindaco di un piccolo Comune Quello dei costi della politica è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che mi rode il fegato. Da sempre, aprile 1975, il mio modo di operare nella pubblica amministrazione, ma anche in altri impegni di lavoro, è sempre stato quello di dare un contributo e servizio come volontario. Per me questa attività è una missione. Sento la necessità di dare questo contributo (dove ho la possibilità di esprimermi), alla società civile, perché ho un altro lavoro da insegnante e ora pensionato, e per me è importante avere i soldi per vivere e non per fare cassa. Forse ho anche esagerato, perché ho una famiglia che ho anche trascurato, per tener fede a questi ideali. Questi principi, erano abbastanza generalizzati in molti amministratori fino al periodo di Tangentopoli. Poi è cambiato il corso della politica, tutti dovevano essere pagati (lo Stato centrale ci ha guadagnato) perché bisognava essere "manager" e si dovevano raggiungere precisi obiettivi. L'amministratore e soprattutto il politico, le miriadi di Enti e Società che gestiscono servizi e attività sono diventate appetibili per le indennità di carica consistenti, perdendo via via quello spirito di servizio che in molti erano ideali di un tempo. Il commento veritiero di questo periodo sarà comunque compito della storia. Dal mio modesto e piccolo punto di osservazione ho comunque sempre cercato di tenere fede a questo impegno, ho preso parecchie volte "pesci in faccia" più o meno educati quando ho proposto questo messaggio. Personalmente, o in forma diretta con riduzione di queste indennità, o indiretta oblazione al sociale, ho agito e agisco come gli ideali del 1975, che per me sono rimasti immutati. Siccome tutti guardano agli sprechi degli altri (anche se in sede centrale ce ne sono di maggiori) e non a casa propria, propongo che a tutti gli eletti o nominati della politica e delle amministrazioni in pubbliche amministrazioni (Comuni, Comunità Montane, Provincie, Regioni, Stato, Europa) o Enti - Società venga proposta una riduzione della loro indennità pari al 50% rispetto a quella fissata attualmente e vengano tolte tutte le agevolazioni che non hanno ragione di essere, anche perché, in un momento di difficoltà come questo, è giusto che sia la politica a dare esempi come questo. Forse, dopo, si potranno chiedere sacrifici agli altri. Loris Scopel Sindaco di Seren del Grappa.


Le istituzioni e i costi della politica, un convegno (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)

 

SENIGALLIA - La presidenza del Consiglio comunale di Senigallia, in collaborazione con il Coordinamento nazionale Consigli Comunali dell'ANCI, ha organizzato un nuovo appuntamento per domani. in municipio verrà ospitato infatti dalle ore 17,30 un convegno su un tema particolarmente di attualità, "Le Istituzioni e i costi della politica", destinato a dibattere la situazione delle assemblee elettive degli enti locali tra annunci di tagli e qualità delle risposte da dare ai problemi dei cittadini. "Anche quest'anno ha spiegato Silvano Paradisi, presidente del Consiglio comunale di Senigallia abbiamo confermato l'organizzazione di un piccolo seminario di studi destinato ai consiglieri comunali e a tutti i cittadini che intendono approfondire la conoscenza del funzionamento delle Istituzioni locali. Per questa occasione abbiamo scelto di prendere in esame il tema dei costi della politica con riferimento agli enti locali, in maniera da cercare di esaminarne in maniera serena e senza facili demogogie i reali contenuti, anche alla luce del disegno di legge finanziaria". Il seminario di studi vuole offrire un piccolo contributo per approfondire il tema dei costi della politica, senza enfasi né demagogie, analizzando il quadro normativo e le prospettive di riforma. Dopo un breve saluto del sindaco di Senigallia, Luana Angeloni e l'introduzione del presidente del Consiglio comunale, Silvano Paradisi, si registreranno interventi da parte del dottor Maurizio Cesarini, vicecoordinatore nazionale e coordinatore regionale Consigli comunali; dell'onorevole Carlo Ciccioli, componente della Commissione Ambiente-Territorio-Infrastrutture e dell'onorevole Renato Galeazzi, componente della Commissione Trasporti-Poste-Telecomunicazioni.


Gioco di squadra per la Finanziaria da cambiare (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 02-12-2007)

 

Conferma delle cifre per le infrastrutture delle Marche. Sull'Eurostar Galeazzi rassicura Ici, Tarsu e costi della politica: Sturani convoca i parlamentari a Palazzo. Seimila gli emendamenti presentati, superlavoro in Commissione Gioco di squadra per la Finanziaria da cambiare ANCONA - Comuni in trincea contro la Finanziaria. A guidare la controffensiva è il sindaco di Ancona e vicepresidente dell'Anci con delega alla Finanza locale Fabio Sturani. Nel mirino, l'articolo 26 comma 8 riguardante disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi della politica di Comuni e Province. Che, secondo Sturani rischia di introdurre un "nuovo e indiscriminato taglio ai trasferimenti erariali". Anci e Comuni - come si legge in una lettera inviata il 26 novembre da Sturani a tutti i membri della Commissione bilancio della Camera dei deputati - esprimono "forte preoccupazione" e chiedono ai parlamentari di "intervenire in Commissione" per emendare la norma. Ieri Sturani ha chiamato a raccolta deputati e amministratori locali. Presenti, gli onorevoli Renato Galeazzi, Oriano Giovanelli, Alessandro Forlani, Renzo Lusetti insieme al sindaco di Filottrano Ivana Ballante, di Cerreto d'Esi David Alessandroni e, fra gli altri, il vicesindaco di Senigallia Michelangelo Guzzonato. Sul tavolo, anche Ici, Tarsu e rifiuti. Il punto critico della manovra riguarda i costi della politica che dispone una riduzione del numero di assessori e del tetto massimo dell'indennità di funzione dei consiglieri. Una norma di carattere ordinamentale il cui inserimento in un documento di carattere prettamente finanziario viene giudicato "improprio". Sovrastimato il calcolo del risparmio che si aggirerebbe intorno ai 242 milioni di euro quando invece, conti alla mano, il risparmio reale sarebbe "di soli 4,5 milioni di euro". La questione centrale per i Comuni resta comunque il taglio dell'Ici che "trasferisce - è stato osservato - una risorsa fondamentale per le autonomie locali senza tenere conto delle esigenze reali di bilancio". La detrazione statale fino a 200 euro, secondo le stime ufficiali trasmesse dal governo al Senato, dovrebbe abbattere il gettito del 31%, facendo mancare all'appello 823 milioni sui 2,7 miliardi prodotti dalle prime case. Gli amministratori parlano, come Oriano Giovanelli presidente di Legautonomie, di "lesione profonda dell'autonomia". Di "tributo iniquo", perché non parametrato al reddito (Alessandro Forlani). A non andar giù è la decisione unilaterale del governo di intervenire sul pilastro dell'autonomia dei bilanci locali (l'imposta produce più della metà delle entrate tributarie comunali), mettendo in campo un meccanismo di compensazioni che apre la porta a più di un dubbio. Chiaro è, dice Galeazzi, che "c'è un problema di far tornare i conti" ma "i Comuni hanno fatto la loro parte e chiedono pari dignità". In Commissione bilancio, assicura Giovanelli , "c'è forte sensibilità". Domani la presidenza della Camera dirà quali sono gli emendamenti ammissibili. "Ci impegniamo - dice Lusetti - a fare lavoro di squadra coinvolgendo anche l'opposizione". Gli emendamenti presentati sono 6.000, 2.800 della maggioranza e 3.700 dell'opposizione, 65 del Governo. Riguardo alle problematiche locali, Galeazzi ha illustrato gli emendamenti sul terremoto e sui danni causati dall'alluvione. C'è stata anche una conferma delle cifre per le infrastrutture delle Marche, per la Quadrilatero, per l'uscita ovest dal porto di Ancona e per la trasversale appenninica Fano-Grosseto. Sulla soppressione della fermata di Ancona dell'Eurostar, "ho incontrato Moretti e mi ha assicurato - ha riferito Galeazzi - che la commissione bilancio rifinanzierà le Ferrovie, fatto che dovrebbe risolvere il problema della fermata di Ancona". P.B.,.


I costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Parma, La" del 02-12-2007)

 

Signor direttore, sulla "Gazzetta" odierna il signor Bruno Vittori ci informa sulla misura stipendi dei dipendenti del Senato che prende ad esempio per addebitare al Governo Prodi il mancato taglio dei costi della politica. Concordo con lui sugli ingiustificati ed iniqui trattamenti loro riservati ma ricordo, nel contempo, che tali sproporzionate retribuzioni esistono purtroppo da sempre e che il precedente Governo Berlusconi non le ha ridotte di un solo centesimo. L'attuale Governo ha, invece, iniziato un primo percorso di stabilizzazione, se non di riduzione, dei costi della politica e della spesa pubblica. continua... Per leggere il testo completo dell'articolo, registrati al nuovo "sfogliatore" online.


IL LIBRO (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 02-12-2007)

 

(Segue dalla prima pagina)Soprattutto capiscono sin da giovani come l'inutilità di un ente non sia un buon motivo per sopprimerlo. Il costo dei 9 consigli di zona milanesi è superiore al flusso di erogazioni che essi gestiscono. Secondo i dati del 2005 costano (stipendi e bollette) 4,3 milioni di euro. Le spese per i servizi erogati dagli stessi minimunicipi non hanno superato i 4,1 milioni. Incredibile? Non proprio conoscendo i nostri enti locali. Nelle zone milanesi è più evidente che altrove il ribaltamento delle priorità.Si costruiscono degli organismi politici, eletti in nome e per conto del popolo sovrano il cui ruolo è semplicemente quello di alimentare e sostenere una classe politica. L'ipocrisia di fondo è che la spesa pubblica sia sempre e comunque rivolta al bene della collettività. In questo caso è clamoroso come la spesa erogata alla cittadinanza sia addirittura inferiore a quella destinata ai politici.Il personale politico va invece pazzo per le elezioni di quartiere. Alle ultime Amministrative per ottenere uno dei 300 strapuntini disponibili nei municipi di Reggio Calabria si sono candidati 3400 ministatisti. A Palermo per le 8 zone erano disponibili 120 seggi, ma i candidati superavano i 1500. D'altronde Palermo è piuttosto generosa con i suoi consiglieri circoscrizionali: gettone di presenza di 120 euro e per il presidente un'indennità di 4800 euro e persino auto blu (ha denunciato Enzo Bianco, presidente della Commissione affari istituzionali del Senato). Il doppio rispetto a Milano, Roma e Torino e il quadruplo rispetto a Bologna (anche se i 9 presidenti di zona bolognesi si portano a casa 3700 euro ciascuno). Ma, come si sa, la politica al Sud costa di più.I comuni, dicevamo, hanno però anche una gran voglia di accorparsi, di proiettarsi fuori dalle mura cittadine. Nascono così le comunità montane. Ci sono due fattori che hanno agevolato questa attitudine: l'alto numero dei comuni, in specie piccoli e piccolissimi, che sorgono sulle montagne e una legge del 1971. Ma andiamo per ordine: da un punto di vista geografico circa un terzo dei nostri comuni è in zone montagnose, ma i criteri legali e burocratici portano questo valore al 54 per cento. Per un bizzarro sistema la legge rende montagna quello che la geografia al massimo considera collina. Un comune su due, per l'esattezza 4201 municipi, non ha quindi perso l'occasione di consorziarsi con il proprio vicino: facoltà concessa appunto da una legge del 1971 che istituisce le famigerate comunità montane con un'originaria previsione di spesa pari a 316 miliardi di vecchie lire, circa 150 milioni di euro di oggi. La legge prevede dunque: "In ciascuna zona omogenea, in base a legge regionale, si costituisce tra i comuni che in essa ricadono, la comunità montana, ente di diritto pubblico". Le funzioni sono le più vaste immaginabili, il loro compito infatti è "eliminare gli squilibri di natura sociale ed economica tra le zone montane e il resto del territorio nazionale, difendere il suolo e proteggere la natura". Non si scherza mica. Con questo fardello di responsabilità sono così nati 361 enti di diritto pubblico, di cui, anche in questo caso, proprio non si sentiva il bisogno. E con essi ovviamente altrettanti presidenti, 13 mila consiglieri politici, 4200 assessori e 72 milioni l'anno di stipendi. Per tenerli in vita si calcola però che lo Stato metta mano al portafoglio con 800 milioni di euro l'anno. Oltre al personale politico (3 consiglieri per ogni comune consorziato) bisogna pagare uffici, dipendenti, utenze e tutta la compagnia di giro che si porta appresso un'istituzione politico-rappresentativa.Mario CerviNicola Porro(*autori del libro "Sprecopoli").


Il giro più "gettonato" a Grandi Molini. Delusione all'Alcoa: <Non ci dicono quale è la lega per le pentole> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 02-12-2007)

 

NELLE FABBRICHE Il giro più "gettonato" a Grandi Molini. Delusione all'Alcoa: "Non ci dicono quale è la lega per le pentole" Gli itinerari guidati Alla scoperta di Porto Marghera sono iniziati il 27 ottobre scorso con la Fincantieri e si concludono il 19 dicembre 2007 con le visite allo stabilimento dell'Alcoa. Gli iscritti sono 1071, per la maggior parte privati (81\%), l'8\% sono Associazioni o Enti, l'11\% scuole. I privati provengono soprattutto da Mestre, Marghera e dalla Riviera del Brenta, ma anche dall'entroterra (S. Donà di Piave, Treviso). Le associazioni o Enti sono: Anziani via Pertini; anziani via Mariutto; Poste Italiane; CNA Veneto. Le scuole: Media Salvo d'Acquisto; Zuccante; International School of Venice; Itis Primo Levi di Mirano; Iuav di Venezia. Gli itinerari più gettonati finora sono: la Grandi Molini Italiani (189 iscritti), l'Autorità Portuale di Venezia con l'itinerario in vaporetto lungo i canali industriali di Porto Marghera (187), lo stabilimento dell'Alcoa Trasformazioni (169) e il Vega (117). L'itinerario del Petrolchimico, riservato esclusivamente alle scuole, è stato visitato da 2 classi dello Zuccante e da studenti di Architettura. Per la grande richiesta degli Istituti scolastici, sono state aggiunte nuove date nel 2008 che sono: il 9 gennaio, il 6 febbraio, il 5 marzo e il 2 aprile. Per informazioni e prenotazioni: tel. 041/509.3005 oppure www.vegapark.ve.it. Grandi Molini Italiani, per l'itinerario di giovedì 6 dicembre ha organizzato una speciale dimostrazione del processo di lavorazione del pane. Sono graditi i bambini. La Mostra Mestre 900 al VEGA prosegue con la Mostra Porto Marghera: la storia, il presente, i progetti e le trasformazioni, il confronto con altre realtà europee, fino al 19 dicembre nell'Edificio Antares di Vega. L'ingresso è libero.


<Sanità nissena, quante carenze> (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)

 

"Sanità nissena, quante carenze" "Il servizio "emergenza-urgenza" inadeguato, ospedali sganciati dalla medicina del territorio" Prendendo spunto dalla morte avvenuta nel parcheggio dell'ospedale Sant'Elia" del settantaquattrenne Luigi Scaduto (caso portato alla ribalta dei network nazionali), i Circoli della Società civile di Caltanissetta, San Cataldo e Santa Caterina (rappresentati da Salvatore Giunta, Leandro Janni, Sergio Saporito, Enza Vullo, Michele Mangione, Giuseppina Cantone, Anna Stella, Romana D'Aquila ed Ersilia Sciandra) fanno uno screening molto critico della sanità nissena. "Non è nostra intenzione entrare nel merito del caso specifico e delle responsabilità di sanitari di provata esperienza e di acclarata professionalità - affermano - ma non possiamo sottacere la mancanza di organizzazione del sistema sanitario in generale, e del sistema "emergenza-urgenza" in particolare, inadeguati ad affrontare, gestire e quindi rispondere alle esigenze dell'utenza". "Un'azienda ospedaliera di III livello per l'emergenza - affermano - può e deve avere un pronto soccorso di avanguardia, che si distingue per qualità ed efficienza della risposta sanitaria. Il sistema "emergenza-urgenza" comunque, è solo la punta dell'iceberg di una sanità regionale malata ed agonizzante: primari "licenziati" per risparmiare gli stipendi; sperpero di milioni di euro per finanziare una sanità privata legata ad interessi politico-affaristici; carenza cronica di personale e blocco delle assunzioni anche nei settori primari delle branche anestesiologica e rianimatoria: contrazione del sistema di pronto intervento 118 e guardie mediche a rischio. Da anni si annuncia la realizzazione di una unità di Emodinamica che non arriva mai, e che potrebbe salvare tante vite umane. E poi, sterili discussioni politiche e inutili, fastidiose beghe ritardano l'istituzione del Dipartimento oncologico di III livello, mentre il malato di cancro attende invano una risposta ed è costretto ad affidarsi a costosi quanto estenuanti "viaggi della speranza". Non ultime le "liste d'attesa": l'attuale organizzazione sanitaria non è capace di offrire in tempi ragionevoli una prestazione radiologica o una visita specialistica. Sono sempre più numerose le denunce di pazienti che per ottenere un ecodoppler o un'ecografia sono costretti ad aspettare mesi e mesi: sono gli stessi pazienti che si rivolgono, poi, al pronto soccorso per ovviare ad un sistema che funziona assai male". In conclusione, gli esponenti de Circoli si chiedono: "Dov'è la famosa "medicina del territorio" che deve farsi carico delle richieste del paziente in sintonia con le Aziende ospedaliere, in modo da offrire in tempi rapidi un servizio adeguato? Perché tutto questo non avviene? Quali interessi si celano dietro una mancata collaborazione tra medicina del territorio e Azienda ospedaliera?". Poi affermano: "La politica regionale sulla sanità ha fallito. La Regione siciliana non è altro che un "carrozzone mangiasoldi" capace soltanto di indebitarsi pur di pagare stipendi favolosi a manager, dirigenti e ai ventitré capi redattori dell'ufficio stampa del presidente Cuffaro, ma incapace di affrontare e risolvere i problemi di una società che avanza e che ha bisogno di risposte. Incapace di programmare il futuro della nostra terra e di garantire livelli si risposta sanitaria efficaci, efficienti, moderni".


Il Consiglio tagliai servizi sociali (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 02-12-2007)

 

Comune senza fondi Il Consiglio taglia i servizi sociali Il Comune non dispone delle somme necessarie per l'assistenza domiciliare ad anziani, diversamente abili e malati terminali, nonchè per coprire le maggiori spese del servizio di nettezza urbana dovute al conferimento dei rifiuti ad Augusta, il mutuo della scuola D'Amico e i gettoni di presenza spettanti ai consiglieri. Il Consiglio ha infatti approvato una variazione di bilancio di 171 mila euro da destinare al pagamento della ditta che sta effettuando i lavori dei due collettori a valle della statale 115, ed un emendamento proposto da Vignigni dell'Udc di 32.500 euro che saranno impiegati per le tredicesime dei dipendenti comunali e per un debito fuori bilancio. A parte questo, non ci sono risorse per finanziare le altre voci. C'è un rimbalzo di responsabilità tra l'opposizione, che contesta all'amministrazione di avere sperperato, e il centrosinistra che rimprovera al centrodestra di aver stravolto le proposte di delibera della Giunta. Cicciarella di Idv ha presentato un emendamento di 51 mila euro (parte del contributo regionale per il ricovero di malati psichici) da destinare al servizio di assistenza domiciliare, ma la proposta è stata bocciata in quanto i 10 consiglieri d'opposizione si sono astenuti, Cicciarella e Schifitto hanno votato a favore, mentre i loro colleghi di centrosinistra hanno abbandonato l'aula. L'emendamento di Assenza di Ad, di 162 mila euro, non è stato neanche discusso in quanto lo stesso consigliere si è allontanato dagli scranni. Stigmatizzata dall'opposizione l'assenza del sindaco, che a detta di Calvo dell'Mpa, "ha lasciato la città abbandonata a se stessa, in un baratro". "Il centrosinistra è scappato di fronte alle responsabilità". "Io e Schifitto - ribatte Tina Cicciarella - con la nostra presenza abbiamo garantito il numero legale, consentendo che si approvassero la variazioni di bilancio e l'emendamento di Vignigni per pagare gli stipendi ai dipendenti comunali". Cecilia Galizia.

 

 

 

ARTICOLI 27-29 NOVEMBRE 2007

 

I costi della politica Liberal a convegno ( da "Giornale di Brescia" del 27-11-2007)

La commissione Affari istituzionali ha completato il suo lavoro, approvando all'unanimità ( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 27-11-2007)

Doppia rissa verbale dopo il raccoglimento per Paladini: vergogna ( da "Corriere Adriatico" del 27-11-2007)

La pressione fiscale va ridotta ( da "Italia Oggi" del 28-11-2007)

I fungoni sono ormai al capolinea Il Ds Merighi: E' uno stile di vita finito. Anche per questo è nato il Pd ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 28-11-2007) + 1 altra fonte

Niente tagli ai costi della politica ( da "Centro, Il" del 28-11-2007)

Bilancio di mandato positivo e trasparente ( da "Provincia di Cremona, La" del 28-11-2007)

Provincia, pagamenti in stand by ( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-11-2007)

FINANZIARIA 2008, I COMUNI VENETI SCRIVONO A PRODI, MARINI E BERTINOTTI UN DOCUMENTO ELABORATO DAL CONSIGLIO DI ANCIVENETO FOTOGRAFA LA (GRAVE) SITUAZIONE: TAGLI DEL 10% COLPISCONO ( da "marketpress.info" del 28-11-2007)

Colpita l'autonomia dei comuni ( da "Nuova Venezia, La" del 28-11-2007)

Denuncia e insegnamento ne "la casta" di stella ( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-11-2007)

Tursi, la linea del cilicio: "gettoni congelati" ( da "Repubblica, La" del 28-11-2007)

Nasce l'assemblea regionale dei Comuni ( da "Adige, L'" del 28-11-2007)

Nascerà presto un nuovo organismo istituzionale che si aggiunge ai due consigli provinciali e a quello regionale e ai due Consigli della autonomie ( da "Adige, L'" del 28-11-2007)

Laforgia lancia la sfida <Rinuncio all'indennità I miei soldi all'Ateneo> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-11-2007)

CANTIERE LEGISLATIVO ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 28-11-2007)

Gettone: niente aumento ( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)

<Nessun ritocco al gettone>E il sindaco gela i consiglieri ( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)

Come era prevedibile la proposta, varata dalla commissione Affari istituzionali, di assegnare un
 ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 28-11-2007)

FABRIANO Passa a maggioranza l'assestamento di bilancio del Comune. Ma non mancano le polemiche. A ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-11-2007)

Il Consiglio ritocca il bilancio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-11-2007)

<Più trasparenza>, sfida degli avvocati antiabusi ( da "Corriere della Sera" del 28-11-2007)

Tagli ai bilanci Sport dimezzato Ranaldi furioso ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 28-11-2007)

Di GIULIO PANZANI FUCECCHIO L'ONDA lunga dell'inchiesta avviata a Pisa sul ( da "Nazione, La (Empoli)" del 28-11-2007)

CALABRIA/SANITA': LOIERO, ALLA REGIONE BADGET SUPERIORE AL 2007 ( da "Asca" del 28-11-2007)

Gettoni ai consiglieri, la sforbiciata di Boldrini ( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)

"E' arrivato il momento della pace" ( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)

Mestre I ricorsi al Tar sono ( da "Gazzettino, Il" del 28-11-2007)

A.S.SO.FARM.: Titolarità e multititolarità delle farmacie, punto centrale per un servizio farmaceutico moderno ( da "SaluteEuropa.it" del 28-11-2007)

E.ROMAGNA: APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA ( da "Asca" del 28-11-2007)

APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA ( da "Sestopotere.com" del 28-11-2007)

Ellecosta: asili, troppi italiani ma avanza il melting pot ( da "Alto Adige" del 29-11-2007)

Certificazione di qualità ( da "Provincia di Cremona, La" del 29-11-2007)

"metà aziende e meno burocrati" il piano del pd per salvare la sanità - antonio fraschilla ( da "Repubblica, La" del 29-11-2007)

La strana sorte dei patrimoni di Ds e Margherita ( da "Corriere della Sera" del 29-11-2007)

La seduta va oltre la mezzanotte pochi rinunciano a due gettoni ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)

ANCONA - Appena sei mesi fa Emilio Docente decise il derby da grande ex, seppellendo la sua vecchia ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 29-11-2007)

Numero dei consiglieri, occasione persa in regione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)

Pace in Provincia, aumenta il gettone ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-11-2007)

FABRIANO - Ci metteremo subito al lavoro per studiare questa eventualità . E' questo ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 29-11-2007)

Il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro, rispetto ai 788 ric ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 29-11-2007)

AL VIA UNA NUOVA giornata di dibattiti e tavole rotonde sul rischio in corsia. Oggi al Centro Affari ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 29-11-2007)

UN PICCOLO aumento nelle tariffe per garantire il livello attua ( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 29-11-2007)

I COSTI DELLA POLITICA ( da "Libero" del 29-11-2007)

Giunta e commissioni, l'ora dei tagli ( da "Tempo, Il" del 29-11-2007)

Scontro a Genova <Il gettone d'aula salga a 126 euro> ( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)

Gettoneè semprepolemica ( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)

<Vergogna, vogliono garantire l'aumentocon rimborsi spese> ( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)

Niente kursaal per "la casta" ( da "Centro, Il" del 29-11-2007)

ORVIETO - TIRARE la cinghia è diventata la parola d'ordi ( da "Nazione, La (Umbria)" del 29-11-2007)

Di FABIO ROSSICommissariamento più lontano, anche se non ancora scongiurato, ma resta l ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 29-11-2007)

Di giorno il governo chiede di risparmiare sui costi della politica, di notte la Regione va controco ( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 29-11-2007) + 1 altra fonte

Il documento ( da "Salute (La Repubblica)" del 29-11-2007)

Bond per i vaccini: come sono stati spesi i fondi ( da "Vita non profit online" del 29-11-2007)

La mafia e la svolta di Confindustria ( da "Corriere.it" del 29-11-2007)

Quale scuola? ( da "AprileOnline.info" del 29-11-2007)

Medici pronti allo sciopero sulle quote degli extracomunitari ( da "Corriere Di Como, Il" del 29-11-2007)

Consulenze d'oro, indagata la Moratti pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)

FINANZIARIA: ANCI, TAGLI A COMUNI PER ERRORE CALCOLI COSTI POLITICA ( da "Asca" del 29-11-2007)


Articoli

I costi della politica Liberal a convegno (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 27-11-2007)

 

Edizione: 27/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA Giovedì dibattito con Costa e Capezzone I costi della politica Liberal a convegno Daniele Capezzone giovedì a Brescia I rappresentanti dell'"arcipelago liberale" si interrogano su di una delle sfide politiche che maggiormente stanno facendo discutere il "palazzo" e l'opinione pubblica. Il taglio dei costi della politica non è semplicemente uno slogan, ma è il tema principale della riflessione che sarà promossa nel corso del convegno che si terrà giovedì 29 novembre all'Hotel Master di via Apollonio, dal titolo "Prepariamoci alla Rivoluzione liberale: ceto produttivo contro ceto parassitario". All'incontro interverranno Raffaele Costa, già ministro dei Trasporti (e attuale presidente della provincia di Cuneo), l'onorevole Daniele Capezzone (fino a due settimane fa è stato presidente della Commissione attività produttive della Camera), e Giancarlo Pagliarini consigliere comunale a Milano. Il convegno organizzato da quattro sigle liberali presenti sul territorio bresciano, (Riformatori liberali, Decidere.net, l'associazione "25cento" e il circolo "Luigi Einaudi") punta a fare sintesi in un momento in cui il dibattito politico spazia dai problemi dell'esecutivo sulla politica economica per arrivare fino al tema della governance e della governabilità di un sistema politico troppo litigioso e lontano dagli elettori e che necessita di riforme strutturali quali un nuovo sistema di voto e alcuni ritocchi alla Costituzione. A moderare i lavori di giovedì, che saranno introdotti dal politologo Luigi De Marchi, ci sarà Riccardo Rubessa, presidente dei Riformatori liberali bresciani, che ha introdotto i punti nevralgici del dibattito. "Mi rendo conto che il titolo del convegno è volutamente d'impatto - ha detto -. Il tema degli sprechi della Pubblica amministrazione è comunque in questo momento di grande attualità e non solo per le dichiarazioni fatte dal Governo su eventuali intenzioni di tagli, quanto piuttosto perché sono i cittadini i primi a rendersi conto di inefficenze e sprechi". I liberali bresciani danno seguito anche alle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi anche da Luca Cordero di Montezemolo che si è detto molto preoccupato per i tassi di assenteismo nella burocrazia italiana. "Il dato è molto preoccupante visto che si attesta al 30% - ha precisato Nicola Perrotti presidente bresciano dell'associazione Decidere.net fondata da Capezzone -. Inoltre secondo gli ultimi dati Istat l'organico della Pa è cresciuto di 100mila unità negli ultimi 6 anni, in controtendenza rispetto al resto d'Europa e agli Stati Uniti". Ed è proprio a queste esperienze politico-ammministrative che i liberali ammiccano. Carlo Muzzi.


La commissione Affari istituzionali ha completato il suo lavoro, approvando all'unanimità (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 27-11-2007)

 

Le modifiche da apportare al regolamento comunale, così come le era stato richiesto dalla massima assice citadina. E la bozza di modifiche, votata venerdì scorso sia da tutti i consiglieri della commissione (sia di maggioranza che di apposizione), ieri ha incassato la "ammissibilità" del segretario generale e quindi si appresta ad essere licenziata dalla conferenza dei capigruppo prima di tornare in Cosiglio per essere definitivamente ratificata. Tre le principali novità che verrebbero introdotte, se passasse senza emendamenti, la linea scelta dalla commissione. Innanzitutto gli organi consiliari acquisterebbero (contrariamente a quanto avviene oggi) funzioni "istruttorie, referenti, redigenti e di controllo" quindi potrebbero proporre degli atti e non riunirsi solo in presenza di atti già licenziati dal consiglio. Svolta decisiva anche per quanto riguarda l'articolo 11 del regolamento "l'elezione del presidente del consiglio". Sulla scorta di precedenti impegni, assunti durante la passata legislatura dalla massima assise, è stata prevista una sostanziale modifica che prevede la possibilità "di sfiducia per il presidente al pari di quanto avviene per sindaco e consiglio". Infine tra le modifiche approtate c'è la tanto discussa "indennità per i consiglieri". Si tratta di un compenso mensile di 800 euro lordi, peraltro già adottato in svariati altri comunim, che ridarebbe "la giusta dignità, attribuita dalla legge al ruolo del consigliere". Il fisso mensile, sempre secondo la proposta deliberata dalla commissione Affari istituzionali, verrebbe però decurato di un gettone di presenza (pari a 30 euro) per ogni assenza ingiustificata dai lavori di commissione o dal consiglio. Una proposta, che nonostante sia stata approvata in maniera assolutamente bipartisan dagli Affari istituzionali, continuerà a far discutere. Se infatti è indubbio che in questo modo si supererebbe il problema delle eccessive convocazione delle commissioni e si equiparerebbero tutti i consiglieri, dall'altro canto non mancheranno i cori contrari, soprattutto tra chi ritiene ancora la politica come un "ideale". Cri.Ga.


Doppia rissa verbale dopo il raccoglimento per Paladini: vergogna (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 27-11-2007)

 

Sturani durissimo con il Consiglio: "Di fronte alla morte di un militare non devono esserci divisioni. Serve più rispetto" Doppia rissa verbale dopo il raccoglimento per Paladini: vergogna VA DETTO e sottolineato, ma non è un titolo di merito. Seguire la vita politica di Ancona è un viaggio straordinario: non ci si annoia mai. Sentite qua, quello che è successo ieri. Il presidente del consiglio comunale Frisoli apre i lavori ricordando Daniele Paladini, il militare morto in Afghanistan nel tentativo di sventare un attentato kamikaze. Ma c'è un fuoriprogramma, perché mentre tutti si alzano in piedi e tacciono il consigliere del Pdci Bruno Brandoni (non c'era in quel momento l'assessore Filippini) estrae uno striscione: "Via l'Italia dall'Afghanistan". Nessuno dagli scranni della giunta sembra accorgersene, non sfugge invece ai consiglieri di An, che a Brandoni stanno proprio di rimpetto. "E' una grave mancanza di rispetto, soprattutto perché viene durante il minuto di silenzio in onore di una persona caduta", dice animatamente Elena Petri. Interviene allora Frisoli: "Non mi sono accorto non si doveva fare". E non fanno in tempo a placarsi gli animi, che a bagarre si aggiunge bagarre, in contemporanea, in sovrapposizione. A proposito della catastrofe in Bangladesh, Frisoli chiede sostegno ai consiglieri perché cedano alla causa il gettone di presenza e all'amministrazione perché devolva i soldi che avrebbe speso in auguri di Natale. Si allinea Mohammed Sheikh, consigliere straniero aggiunto bengalese, che invita il sindaco, tramite l'Anci, a scrivere ai Comuni perché diano una mano. Ed è il finimondo. Sono ancora vivi gli echi dello striscione di Brandoni, che s'alza la voce di Ruggero Cinti (Prc), che chiede la parola, ma non riceve udienza. "Sulle comunicazioni non sono previsti interventi", dice Frisoli. Ma Cinti vuol dire la sua e sapere anche a quanto ammontano le spese di Natale cui il Comune può rinunciare. La confusione è tale e le voci così forti che la sensazioni è di stordimento. Tanto da far intervenire il sindaco, durissimo. "Di fronte alla morte di un militare non devono esserci divisioni, è politicamente sbagliato - dice uno Sturani attonito, quasi incredulo per quanto accaduto -. Ognuno si qualifica per quello che è. I gesti che ho visto oggi qui dentro non qualificano il consiglio comunale. Quello che abbiamo visto qui è sgradevole. Ci vuole più rispetto per tutti. E sensibilità per le catastrofi ambientali". Quindi il sindaco rilancia sull'impegno dell'amministrazione: "Sul Bangladesh, scriverò una lettera ai sindaci. Come giunta avevamo già deciso di rinunciare ai biglietti di auguri in tempi non sospetti, ci sono riti di cui si può fare a meno. A Cinti dico che, se servirà, si farà un intervento più forte".


La pressione fiscale va ridotta (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 28-11-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Economia e Impresa Numero 282, pag. 12 del 28/11/2007 Autore: Visualizza la pagina in PDF       La richiesta del presidente Cna Malavasi che ha aperto ieri i lavori dell'assemblea nazionale La pressione fiscale va ridotta Da troppi anni manca una politica industriale per il rilancio Abbassare al più presto la pressione fiscale di quelle quattro milioni di aziende che poi sono il cuore dell'economia italiana, cioè imprese individuali, società di persone, piccole società di capitali a conduzione familiare. Lo ha chiesto il presidente della Cna Ivan Malavasi aprendo ieri a Roma i lavori dell'assemblea nazionale dell'associazione dell'artigianato e della piccola e media impresa. Di seguito pubblichiamo i punti salienti del suo intervento. Crescita economica Abbiamo attraversato gli ultimi cinque anni asfissiati dalla mitologia del declino, anche quando le oscillazioni della crescita erano parte dell'andamento normale dello sviluppo capitalistico. Alla quasi scomparsa della grande industria non è seguito, come molti predicevano, un declino inarrestabile ma una nuova organizzazione produttiva a dimostrazione della capacità di reazione di un protagonismo e di un'intelligenza diffusa che è andata controcorrente rispetto alle analisi dei più accreditati opinionisti. Si consolidano collaborazioni stabili tra imprese, in particolare piccole e medie, creando un'alternativa, attraverso l'integrazione, alla crescita dimensionale e operando su mercati molto più larghi e competitivi. è avvenuto in presenza di politiche sia centrali che regionali incapaci di cogliere la complessità, spesso ispirate da concezioni darwiniste, che enfatizzavano sulla dimensione e relegavano l'artigianato e la piccola impresa in un ruolo marginale. In tal modo si è optato nelle politiche, ma anche nelle culture, sulla crescita quantitativa piuttosto che su quella qualitativa. Si è invertito il rapporto con i territori che vengono considerati non per il valore che esprimono (come identità, socialità, cultura famiglia, istituzioni) ma come bene d'uso da sfruttare e risorse da catturare e trasferire in una logica di pragmatismo economicista lontano dall'idea di territorio come bene comune. Errori gravi di analisi economica e di visione politica da cui sono derivate rappresentazioni surreali della realtà, quali quella cui abbiamo assistito in anni recenti ad esempio sulla flessibilità del lavoro, tendenti a esorcizzare i cambiamenti piuttosto che a gestirne gli effetti e a comprenderne le prospettive. Finanziaria Sul fronte fiscale la richiesta non può che essere una soltanto: abbassare al più presto la pressione fiscale, cresciuta negli ultimi due anni dal 40,6% del 2005 al 43% nel 2007. Occorre che la riduzione della pressione fiscale interessi prevalentemente quelle quattro milioni di aziende che poi sono il cuore dell'economia italiana, cioè imprese individuali, società di persone, piccole società di capitali a conduzione familiare. Nella Finanziaria 2008 si è operato con l'evidente intenzione di modulare la pressione fiscale delle società di capitale tramite la riduzione della pressione e il contestuale aumento della base imponibile. Bene! Così come bene si è operato nella direzione delle micro dimensioni semplificando, e di molto, gli obblighi contabili. Bene! Male, invece, che nulla sia stato previsto rispetto al cuore pulsante della produzione italiana, cioè quei milioni di imprese che stanno tra i due estremi. è infatti solo teorica la possibilità, per i soggetti con redditi superiori ai 28 mila euro, di scegliere l'imposizione delle società di capitali. Inoltre l'eliminazione della possibilità di fare ammortamenti anticipati ci fa stimare in almeno 350 milioni di euro le maggiori imposte per le imprese personali. Riteniamo quindi sia necessario operare sulla franchigia dell'imposizione Irap. Politiche industriali Da troppi anni manca una politica industriale che si proponga sul serio il rilancio e la competitività. è necessario puntare sui progetti di innovazione industriale, sulle reti di imprese, sulla finanza innovativa per favorire lo sviluppo di nuove produzioni nei settori ad alto contenuto tecnologico assieme alla riqualificazione e rafforzamento dei sistemi di piccola e media impresa. è necessario accelerare gli investimenti in ricerca e sviluppo, alimentare una capillare diffusione delle tecnologie digitali, in particolare nelle pmi, rilanciare la formazione delle risorse umane per invertire la rotta e sostenere lo sforzo già in essere nelle filiere e nei distretti produttivi. Costi della politica è giusto porre l'attenzione sui costi della politica e gli sprechi ma crediamo sia arrivato il momento di affrontare la questione di una seria riforma dello stato. Ci chiediamo se tra Europa, stato centrale e ministeri, regioni, enti vari, province, comunità montane, comuni non ci sia qualche ente di troppo, qualche improduttiva ridondanza. Non è forse il caso di rivedere il ruolo ad esempio delle province? Magari iniziando con l'impedirne la nascita di nuove, sempre più frammentate, sempre più costose? Apprendistato Con gli indirizzi politici assunti si elimina di fatto lo strumento primario di ingresso nel mondo del lavoro. Si superino queste esasperazioni già dall'approvazione del disegno di legge sul welfare, si riconsegni alla contrattazione collettiva la prerogativa di determinare le retribuzioni secondo il criterio della gradualità, peraltro riconosciuto già nei rinnovi, in questo periodo, dei contratti che interessano oltre il 50% dei lavoratori nel nostro mondo. Da diversi anni la gestione artigiani dell'Inail fa registrare avanzi abnormi di oltre un miliardo di euro. è il risultato dell'impegno a rispettare le regole sulla sicurezza e della costante e positiva flessione degli infortuni. Protocollo sul welfare è evidente come almeno la metà delle risorse necessarie per il superamento dello scalone e per le agevolazioni a favore dei lavoratori che svolgono attività usuranti, sarà reperita attraverso l'aggravio della pressione contributiva. Siamo ben lontani dall'obiettivo di riduzione della spesa pubblica, indicato anche nell'ultimo Dpef. Con il protocollo si conferma, inoltre, l'inaccettabile disparità, anche sul piano costituzionale, di trattamento fra lavoratori dipendenti e autonomi. Tale disparità non ha giustificazione sul piano previdenziale, ma trae spunto da una impostazione datata che mira a penalizzare il lavoro autonomo e indipendente. Inoltre, il disegno di legge in esame esclude espressamente dai benefici pensionistici, previsti per i lavori usuranti, i lavoratori autonomi. Apprezziamo l'intento dichiarato di varare un assetto concertato di ammortizzatori sociali che non estenda la cassa integrazione guadagni alle piccole imprese attualmente escluse e non si traduca in aumenti del costo del lavoro. Vi sono rischi di peggioramento che vanno evitati.


I fungoni sono ormai al capolinea Il Ds Merighi: E' uno stile di vita finito. Anche per questo è nato il Pd (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 28-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Resto del Carlino, Il (Bologna))

 

"I fungoni sono ormai al capolinea" Il Ds Merighi: "E' uno stile di vita finito. Anche per questo è nato il Pd" di FEDERICA GIERI "I 'FUNGHI' sono il simbolo di uno stile di vita arrivato al capolinea. La politica deve saper proporre cambiamenti culturali, anche radicali e senza ipocrisie. Anche per questo è nato il Partito democratico". Pensieri e parole sono di Claudio Merighi, il capogruppo Ds in Comune finito sotto il fuoco amico e nemico per aver lanciato la campagna anti 'funghi' (i riscaldamenti nei dehors dei locali pubblici). E che, nonostante il diluvio di critiche, di fare retromarcia non ci pensa proprio. Anche se si dice "dispiaciuto per la banalizzazione di un tema molto serio". Premesso che non aveva intenzione di dichiarare "nessuna guerra" ai 'funghi', Merighi ribadisce di "aver proposto un tema di profilo culturale" che può rientrare "tra le strategie del Piano energetico comunale pensate per ridurre del 7% le emissioni di climalteranti e rispondere così al protocollo di Kyoto". Ma è la dimensione etico-sociale della crociata anti fungo, il tasto su cui il Ds batte di più. "E' necessario per la politica produrre un radicale cambiamento negli stili di vita della società ? avverte ?: lo sperpero, l'esaltazione dei particolarismi, del consumismo sono un modello da superare. Anche con coraggio. Credo che anche per questo sia nato il Partito democratico, per non lasciare le cose inalterate. Se la politica si ritira dal descrivere e dall'ipotizzare le trasformazioni sociali allora che dovrebbe fare?". Il primo gradino del cambiamento della collettività poggia, dunque, sull'abolizione dei 'funghi'. In modo soft, però. "Non ho mai parlato di divieti ? precisa il capogruppo Ds ? di guerra né di messa al bando. Ho proposto di dare mandato agli assessori competenti di concordare, con le associazioni di categoria, le modalità per una riduzione dell'uso e degli sprechi. Se non si inizia ? avverte Merighi ? tutto resterà sempre uguale. Altrimenti smettiamola di gridare all'allarme per i mutamenti del clima". Cambiare la scala dei valori a partire dalle piccole, per Merighi, è il punto di partenza della sua proposta-provocazione. Che persino Luigi Rambelli, presidente regionale di Legambiente, liquida con un "rischiamo di curare l'acne e lasciare lì il cancro". MERIGHI, tuttavia, non molla. "Mi è ben chiaro che con i 'funghi' non si ferma lo scioglimento dei ghiacciai. Credo però che tutti dovrebbero porsi il tema di come lavorare per cambiare la cultura dei consumi e degli sprechi. Non farlo o riderci sopra è irresponsabile". Il suo è un invito alla comunità "a riflettere sul tema degli sprechi e non farlo oltre che insostenibile è eticamente discutibile". Alle ire dei locali pubblici, Merighi replica, ricordando il suo passato. "Mi è capitato di fare il commerciante. Gli aperitivi e i bar sono sempre esistiti prima dei dehors. Credo che esisteranno anche dopo. Personalmente non ho operato nessun attacco alla categoria". Conclude poi con un auspicio: "Vorrei si riflettesse sull'ipocrisia di chi lancia l'allarme e poi va a prendere l'aperitivo. A Berlino i termoconvertitori non ci sono più: i gestori danno pesanti coperte e gli affari vanno benissimo. Sarà un'impostazione antica, ma l'idea è che attraverso la sobrietà e l'austerità si possa davvero produrre un cambiamento". L'USCITA del capogruppo Ds non è andata giù neppure alla diretta interessata ("è ovvio che mi secca perché il Piano ha contenuti importanti"): l'assessore all'Ambiente, Anna Patullo che ha firmato il Piano energetico, casus belli della crociata anti 'funghi'. "Non sono per abolirli ? spiega ?, ma per lavorare sui margini che ci consentano di risparmiare". E comunque "i tavoli con i commercianti li farò io". Scende in campo a difesa di Merighi (incassato il sì dell'assessore al Commercio Santandrea), l'ecodem Davide Celli. Innegabile l'esigenza di "incominciare a razionalizzare l'energia. A quanto ne so, i fungoni sarebbero perfino illegali perché nel regolamento dei dehor non se ne parla". PERPLESSO di fronte all'idea di Merighi è anche il compagno di maggioranza, l'ex diellino ora nel Pd, Paolo Natali. "Interessante nella misura in cui porta l'attenzione sugli sprechi". Certo è che "la discussione sul piano energetico non può limitarsi ai 'funghi'". Anzi concentrasi solo su questo "è un'umilazione rispetto al Piano energetico". Oltretutto il risparmio ottenibile con l'abolizione, sottolinea Natali, "è oggettivamente modesto, credo che anche chi ha fatto la proposta ne sia consapevole". Trasversale il fronte dei no. Per Marco Minella, segretario generale Camst, "ogni iniziativa volta a ridurre l'inquinamento e i consumi energetici è meritoria, anche se evocare lo scioglimento dei ghiacciai, i balli sul Titanic e quant'altro mi pare difficilmente accostabile ai funghi riscaldanti". Le priorità sono altre e, prosegue Minella, "mettere ancora una volta le attività produttive nell'elenco dei cattivi mi pare francamente controproducente per un centro storico sempre più svuotato". Bruno Filetti, presidente Ascom, invita il Comune "a farsi un esame di coscienza per quello che la riguarda". E aggiunge che "una percentuale alta degli strumenti che si trovano nei luoghi dell'amministrazione sarebbero da chiudere, proprio perché sono inquinanti", come ad esempio il parco auto e il riscaldamento negli uffici. Parla di "un'allucinante improvvisazione: è come voler svuotare il mare con un secchiello" il coordinatore de La Tua Bologna, Carlo Monaco. Enzo Raisi, capogruppo di An, accusa il Comune di "accanimento terapeutico nei confronti dei commercianti". - -->.


Niente tagli ai costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 28-11-2007)

 

Pescara Niente tagli ai costi della politica Nuovo vice-presidente e numero degli assessori bloccato PENNE. Il consiglio comunale di Penne ha modificato il proprio statuto municipale. L'ultimo aggiornamento risale al 2000. Ciò ha consentito di recepire alcune modifiche sostanziali introdotte dal legislatore nazionale. Prevista, tra l'altro, la figura del secondo ufficio di vicepresidente del consiglio comunale che, secondo accordi politici, sarà riservato a un componente della minoranza: svolgerà le funzioni di segretario dell'ufficio del consiglio comunale. Le novità però non si fermano qui. Le altre modifiche hanno riguardato il difensore civico, il consiglio comunale-baby e la nomina del commissario, nel caso in cui non venga approvato il bilancio di previsione nei termini di legge. Non sono previsti, invece, tagli ai costi della politica, come per esempio la diminuzione del numero degli assessori comunali. "Abbiamo apportato modifiche sostanziali interessanti al nostro statuto comunale", commenta l'avvocato Matteo Tresca (Sd), presidente del consiglio comunale nonché presidente della commissione statuto. In attesa della nomina del difensore civico (c'è un bando del 1999 con tanto di candidati), l'amministrazione comunale ha deciso di associarsi ad altri enti sovracomunali per usufruire di questo servizio; è scontato che il Comune farà ricorso alla Comunità Montana Vestina. La scelta è stata motivata dal fatto che al momento l'ente pennese non può retribuire un professionista che percepirebbe quanto un assessore comunale: mille e 500 euro lorde. Prevista, inoltre, una norma statutaria per la regolamentazione del sindaco, giunta e consiglio comunale baby. Introdotta anche la figura del Commissario per la predisposizione dello schema e per l'approvazione del bilancio di previsione: questo ufficio è stato introdotto dalla legge n. 75/2002, che ha dato attuazione al Decreto legge n. 13/2002, in base al quale i comuni hanno la facoltà di individuare un Commissario, nell'ipotesi di mancata approvazione del bilancio di previsione nei termini di legge, per il compimento degli adempimenti necessari onde evitare il commissariamento dell'ente. La scelta di questa figura spetta alla giunta. Gilberto Petrucci.


Bilancio di mandato positivo e trasparente (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 28-11-2007)

 

Edizione di Mercoledì 28 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Bilancio di mandato positivo e trasparente al 22 al 24 novembre si è svolta la Conferenza dei Servizi dell'Azienda Ospedaliera di Crema. Le tre giornate di lavoro hanno costituito una prima tappa conclusiva del percorso che ha visto impegnati dirigenti, professionisti e operatori della nostra azienda nella riflessione e nella elaborazione del documento Bilancio di mandato 2003 - 2007: una forma di rendicontazione sociale, un vero e proprio Bilancio Sociale dell'Azienda Ospedaliera di Crema, non solo un bilancio economico. Con esso si è voluto rendere conto ai cittadini delle scelte fatte, delle azioni realizzate e dei risultati conseguiti, vale a dire che si sono volute rendere esplicite tutte le informazioni traducendole in documenti comprensibili anche all'esterno dell'organizzazione. Per questo il documento -che innanzitutto contiene una analisi, monitorizza e comunica quanto è stato fatto per la gestione dal 2003 al 2007- è stato redatto con i criteri della trasparenza, della chiarezza, selezionando e riportando le azioni compiute in base alla loro significatività e rilevanza per la popolazione. La scelta della Direzione quest'anno è stata quella di intraprendere, con grande determinazione, il percorso di rendicontazione che fosse basato anche su un metodo fortemente partecipativo. Proprio per questo il programma dei lavori delle giornate ha previsto, oltre alla presenza di tanti nostri professionisti, l'intervento attivo e propositivo di varie autorità locali e degli stakeholders, cioè i soggetti 'portatori di interessi' nei confronti della nostra azienda e dei suoi progetti, come ad esempio le associazioni di volontariato. Nel tentativo di essere il più possibile completi, si è cercato di elaborare uno scritto che risultasse di facile consultazione per chi vuole sapere cosa è stato fatto in questi anni e con quali risorse. E sfogliando le pagine si possono trovare le tracce del costante tentativo volto a caratterizzare l'Azienda Ospedaliera di Crema -nel totale rispetto delle direttive e delle linee strategiche indicate dal Sistema Sanitario Regionale e dalle normative nazionali- seguendo due principali azioni e obiettivi: la partecipazione degli operatori e il radicamento sul territorio. Questo documento, infine, rappresenta anche uno strumento che può essere un punto fermo per il presente (ciò che già è stato fatto) e un punto di avvio per il futuro (ciò che è programmato o previsto). A questo punto il mio ringraziamento e quello di tutta la direzione va a tutti i professionisti e collaboratori della nostra Azienda, anche per quanto fanno ogni giorno per rendere possibili i risultati attesi e previsti dal 'contratto' coi cittadini del territorio cremasco.


Provincia, pagamenti in stand by (sezione: Costi dei politici)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-11-2007)

 

Già bloccati i trasferimenti ai Comuni. L'assessore al Bilancio: quelli ai fornitori solo se necessario Rinviare il pagamento di alcuni fornitori e confermare la sospensione dei trasferimenti ai Comuni almeno fino a gennaio. Sono le misure a cui la Provincia potrebbe ricorrere per rispettare il Patto di stabilità di cassa (ovvero il saldo entrate-spese). L'annuncio è stato fatto dall'assessore al Bilancio Bruno Rizzi ieri in Consiglio, in sede di approvazione dell'ultima variazione di assestamento al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2007, con contestuale modifica del Programma delle opere pubbliche 2007-2009. "Forse si posticiperanno i pagamenti" Se per il tetto di spesa di competenza non ci sono problemi, qualche difficoltà potrebbe sorgere per il patto di stabilità di cassa (si parla di circa 3 milioni di euro che ballano). "Al 90% lo rispetteremo - spiega Rizzi - ma si saprà con certezza solo a metà dicembre. Cercheremo di gestire al meglio i mandati di pagamento del prossimo mese, per chiudere il consuntivo con un doppio pareggio. Altrimenti o ci saranno più entrate tramite i trasferimenti regionali, oppure saremo costretti a rimandare alcuni pagamenti. Per il momento, inoltre, abbiamo sospeso i trasferimenti ai Comuni". Che, è stato ricordato, "sono fermi dal gennaio scorso, con grande pazienza delle Amministrazioni comunali". Molte delle quali, peraltro, si trovano nella stessa situazione di dover far quadrare i conti. L'assessore ha prospettato anche un altro scenario, cioè che qualche creditore si possa far avanti chiedendo gli interessi moratori, e in tal caso la responsabilità sarebbe del dirigente che ha ritardato il pagamento. Rizzi ha quindi accennato all'eventualità "di una delibera con cui il Consiglio potrebbe assumersi questa responsabilità". Ipotesi, però, subito accantonata: il Consiglio non è sembrato tanto del parere, nemmeno prendendo in considerazione lo slittamento del pagamento del gettone di presenza (a proposito, quello di ieri è stato devoluto a un progetto di solidarietà in Ecuador dell'associazione onlus Pietrevive, per la costruzione di un ambulatorio). Le principali variazioni di bilancio Tornando alle principali modifiche del bilancio di previsione 2007, buone notizie per le politiche del lavoro. Ci sono 300 mila euro in più dallo Stato per il potenziamento dei Servizi per l'impiego e 4,8 milioni di trasferimenti regionali per le politiche attive del lavoro. Cui si aggiungono 482 mila euro di contributi dell'Asl (fondo nazionale politiche sociali) per progetti compartecipati. Passando invece alle riduzioni più significative delle previsioni, si segnalano un milione di euro in meno per l'imposta sui premi di responsabilità civile auto e 2.625.000 in meno per alienazioni di beni patrimoniali (di cui 2.615.000 relativi a reliquati stradali). Ulteriori risorse sono poi state assegnate a diversi settori: alla Presidenza e direzione generale (12 mila euro per arredi e attrezzature), agli Affari generali (2.500 euro per spese di custodia del Palazzo provinciale e 50 mila euro per il server informatico) e alla Viabilità (36.200 euro per rimborso franchigie assicurative). Le modifiche del pop 2007-2009 Si è dovuto mettere mano anche al Pop 2007. È stato stralciato l'intervento sulla provinciale 98 - tronco da Mornico al Serio a Cividate al Piano e collegamento con la provinciale 100 di Palosco - per 2 milioni di euro, sostituito da: primo lotto della nuova provinciale 98 da Mornico a provinciale 100 (un milione di euro), manutenzione straordinaria delle pavimentazioni dell'Asse interurbano (un milione di euro), anticipazione dell'intervento previsto nel Pop 2008 per il nuovo edificio e sistemazione delle aree esterne dell'istituto Caniana di Bergamo (425 mila euro). La variazione di bilancio e Pop è passata con l'astensione della Lega ("Senza le entrate tributarie i conti traballano"), e la contrarietà del centrosinistra ("Le colpe non sono tutte della Finanziaria. Nel 2007 erano previste grandi opere per 37 milioni di euro, ma la variante Ovest di Treviglio, che da sola vale 10 milioni di euro, non si è fatta, dimostrando un immobilismo", ha fatto notare il capogruppo della Margherita Vittorio Milesi). La replica al presidente Valerio Bettoni: "Da 15 anni non c'è nessuno scricchiolio nel bilancio di questo ente. La viabilità di Treviglio sta andando avanti, come dimostra il fatto che la sindachessa Ariella Borghi (che è anche consigliere provinciale, ndr) non è sobbalzata sulla sedia". Alberto Carrara (Forza Italia) ha messo invece in evidenza come "l'Amministrazione provinciale virtuosa venga penalizzata, non potendo utilizzare i 5,9 milioni di euro di avanzo per rispettare il Patto di stabilità". Rispondendo a un'interrogazione della Margherita, poi, l'assessore Rizzi ha precisato che la Provincia non ha contratto prestiti derivati. Piano Cave ancora in primo piano Non è voluto entrare nel merito della querelle politica - i Verdi che hanno attaccato l'assessore regionale all'Ambiente, nonché consigliere provinciale di Forza Italia, Marco Pagnoncelli - ma la sua sul Piano cave l'ha detta. "Non faccio l'esperto - è intervenuto Bettoni su un'interrogazione della Margherita, che chiedeva un'audizione con l'assessore Pagnoncelli e quali iniziative la Provincia intende attuare per accelerare l'iter di approvazione del Piano - ma posso dire che il Piano approvato nel 2004 da questo Consiglio era realistico e fatto con tutte le valutazioni tecniche del caso. L'avevamo mandato in Regione con la speranza che camminasse velocemente". L'assessore provinciale all'Ambiente Alessandra Salvi ha precisato: "I nostri uffici stanno ancora valutando le variazioni apportate dalla Commissione regionale". Benedetta Ravizza.


FINANZIARIA 2008, I COMUNI VENETI SCRIVONO A PRODI, MARINI E BERTINOTTI UN DOCUMENTO ELABORATO DAL CONSIGLIO DI ANCIVENETO FOTOGRAFA LA (GRAVE) SITUAZIONE: TAGLI DEL 10% COLPISCONO (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 28-11-2007)

 

I MUNICIPI, BLOCCATI GLI AVANZI DI BILANCIO Adria, 28 novembre 2007 - Stavolta è davvero troppo. La Finanziaria 2008 taglia di netto i trasferimenti ai comuni (-10%), i gettoni di presenza dei consiglieri comunali (in un piccolo-medio comune sfiorano una cifra "esorbitante": 20 euro lordi a seduta) e cambia ancora una volta le regole riguardanti il Patto di Stabilità. Con il risultato che un comune sopra i 5mila abitanti non può, per legge, investire gli avanzi di amministrazione; difficile poi spiegare ai propri cittadini una situazione del genere. C'è poi la questione dell'esenzione Ici per la prima casa; il provvedimento, previsto proprio dalla Manovra, è di dubbia costituzionalità e non garantisce più entrate certe ai municipi (come d'altronde viene richiesto dalla stessa Finanziaria). Il consiglio regionale di Anciveneto ha quindi predisposto un documento che esprime "profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei comuni". E per la prima volta nella sua storia lo ha inviato al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Presidente del Senato Franco Marini, al Presidente della Camera Fausto Bertinotti e ai parlamentari veneti. "La situazione è grave - commenta Roberto Andriolo, vicepresidente Anciveneto; siamo di fronte all'ennesima Finanziaria che lede l'autonomia dei comuni e, di conseguenza, colpisce la qualità dei servizi a favore dei cittadini. Ci viene quindi chiesto di contenere i costi della politica: un principio di per sé virtuoso. Tuttavia, è inaccettabile che la Manovra preveda la riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, che "guadagnano" una cifra davvero irrisoria, invece di tagliare i privilegi dei nostri parlamentari". A questo proposito il documento recita testualmente: "Una proposta peregrina perché l'entità del risparmio è tutta da dimostrare e inciderebbe su importi di pochi euro pro-capite". Lo stesso documento prosegue quindi con una critica a tutto campo: "La Finanziaria 2008 è un'ulteriore prova della distanza del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze degli enti locali; la legge elettorale ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari". Così conclude la disamina Vanni Mengotto, presidente Anciveneto: "Invitiamo Governo e Parlamento a porre mano all'attuale testo della Finanziaria prima della sua definitiva approvazione. Lancio un appello a tutti i sindaci della Regione: mobilitatevi per salvaguardare l'autonomia". Documento Del Consiglio Regionale Anci Veneto Sulla Finanziaria 2008 Adria, 16 novembre 2007 - Il Consiglio Regionale di Anci Veneto in attesa di esaminare dettagliatamente le modifiche apportate dal Senato al testo della L. Finanziaria 2008 e nelle more della sua definitiva approvazione nei due rami del Parlamento, esprime profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei Comuni. Questa è un'ulteriore prova della distanza del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze degli Ee. Ll. , figlia anche della Legge Elettorale che ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari. Innanzitutto si ribadisce che per il 2007, come è stato più volte richiesto, si pone la necessità di fissare norme chiare per quanto riguarda i minori trasferimenti derivanti dal pagamento dell'Ici per i fabbricati rurali, che stanno creando seri problemi per l'assestamento del bilancio corrente. Per quanto attiene la L. F. 2008 si evidenziano i principali nodi da sciogliere con opportune modifiche: 1) Ici L'anci ha sempre posto la necessità di porre mano al principio della tassazione degli immobili, sostituendola con una tassazione di altro tipo, ma l'esenzione per la 1^ casa prevista nella L. F. 2008, oltre che essere di dubbia costituzionalità, rappresenta un problema per le entrate dei comuni, poiché i corrispondenti trasferimenti saranno fatti con due acconti (16/6 e 16/12), senza certezze sul loro reale ammontare, a fronte dell'obbligo, previsto dalla stessa L. F. , di iscrivere nel bilancio di previsione entrate certe. Perciò l'Anci Veneto sta valutando di fare ricorso al Tar, in analogia con la decisione dell'Anci Nazionale. 2) Utilizzo Oo. Uu La L. F. 2008 prevede il vincolo che gli Oo. Uu. Siano totalmente utilizzati per gli investimenti, mentre nel 2007 era consentito di destinarne il 50% alla spesa corrente. Questa norma, aggiunta al recente "blocco" all'utilizzo degli avanzi di amministrazione riferiti al 2006, comporterebbe un serio problema per garantire l'equilibrio del bilancio per la parte corrente. 3) Spese per investimenti Il testo attuale della L. F. 2008 stabilisce che si possano effettuare i pagamenti delle spese in conto capitale solo per le opere realizzate nell'anno di competenza! Non si riesce a comprendere il senso di questo provvedimento assurdo, dopo le ripetute restrizioni degli ultimi anni che hanno costretto i Comuni a rinviare i pagamenti agli anni successivi, per rispettare il "Patto di stabilità". Questa norma, se attuata, produrrebbe molteplici e gravi complicazioni: l'impossibilità di pagare i debiti arretrati con ripercussioni da parte dei creditori sui Comuni, che si troverebbero cospicue somme in cassa senza poterle spendere! Un'ulteriore dimostrazione che il testo della L. F. È scritto senza la necessaria competenza, e successivamente approvato con colpevole leggerezza, per cui verrebbero ad essere colpiti nuovamente i Comuni virtuosi, che hanno rispettato il "Patto di stabilità"! 4) Costi della politica In questo senso è assolutamente inaccettabile che la manovra tendente al contenimento dei cosiddetti "costi della politica", anziché colpire i veri privilegi, si scarichi ancora una volta sui Comuni - dopo il taglio del 10% alle indennità attuato con la L. F. 2006! ? prevedendo la riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Una proposta peregrina perché l'entità del risparmio è tutta da dimostrare, in quanto inciderebbe su importi di pochi euro pro-capite, e vessatoria perché prevede la corrispettiva decurtazione dei trasferimenti ai Comuni anziché, semmai, che rimangano nelle disponibilità degli stessi Ee. Ll. 5) Comuni montani Il Veneto è una Regione con un alto numero di Comuni montani che, con questa L. F. , sarebbero vittime di un'ulteriore sperequazione e quindi colpiti nella loro capacità di gestire le specifiche tematiche locali. Per tutto ciò, l'Anci Veneto invita il Governo ed il Parlamento a porre mano urgentemente all'attuale testo della L. F. Prima della sua definitiva approvazione e propone la mobilitazione di tutti i Sindaci del Veneto a sostegno delle modifiche delle norme citate ed in particolare dei Comuni montani. . . <<BACK.


Colpita l'autonomia dei comuni (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 28-11-2007)

 

L'ANCI SULLA FINANZIARIA "Colpita l'autonomia dei comuni" VENEZIA. "Profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono per colpire l'autonomia finanziaria e gestionale dei comuni" sono stati espressi dall'Anci del Veneto in una lettera inviata al presidente del Consiglio Romano Prodi, al presidente del Senato Franco Marini, al presidente della Camera Fausto Bertinotti e ai parlamentari veneti. Anciveneto rileva che la Finanziaria 2008 "taglia del 10% i trasferimenti ai comuni, i gettoni di presenza dei consiglieri comunali (in un piccolo-medio comune sfiorano i 20 euro lordi a seduta) e cambia ancora una volta le regole riguardanti il Patto di Stabilità. Con il risultato che un comune sopra i 5mila abitanti non può, per legge, investire gli avanzi di amministrazione. C'è poi la questione dell'esenzione Ici per la prima casa: il provvedimento, previsto proprio dalla manovra, è di dubbia costituzionalità e non garantisce più entrate certe". "La situazione è grave - commenta Roberto Andriolo, vicepresidente Anciveneto; siamo di fronte all'ennesima Finanziaria che lede l'autonomia dei comuni e, di conseguenza, colpisce la qualità dei servizi a favore dei cittadini". "La Finanziaria 2008 - prosegue - è un'ulteriore prova della distanza del Governo dalle reali esigenze degli enti locali; la legge elettorale ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari".


Denuncia e insegnamento ne "la casta" di stella (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 28-11-2007)

 

Presenterà il suo libro domani pomeriggio nella sala principale di palazzo Torriani Denuncia e insegnamento ne "La Casta" di Stella Un'approfondita analisi impietosa ma non preconcetta dei privilegi di cui gode la classe politica in Italia di TARCISIO MIZZAU La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, edito da Rizzoli, è un libro dallo straordinario successo editoriale: ne sono state vendute, da maggio ad oggi, oltre un milione e centomila copie. Il suo titolo completo è: La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili. Letto per intero, il titolo è un po' forte: in India, da dove ci arriva il concetto di casta come classe di individui con speciali funzioni sociali ed eventuali paralleli diritti, la casta degli intoccabili è la più bassa, quella dei poveracci, privi di ogni avere, diritto e protezione. C'è del sarcasmo non privo di cattiveria nel definire "intoccabili" i politici italiani d'oggi, in questo contesto di riferimenti. Anche se in italiano la parola significa inattaccabili. Ma a questa stoccata, non fa seguito nel libro alcuna espressa volontà di offesa. La Casta è un libro che racconta le peggiori pratiche messe in atto dai politici a proprio favore, senza badare a spese, e la stupefacente, quasi ingenua reazione degli interessati davanti a chi glielo fa notare. Chi lo legge s'imbatte in continuazione nella descrizione di misure che tendono a rendere "cittadini speciali", diversi da quelli comuni, gli uomini politici; e nella constatazione che gli interessati trovano tutto perfettamente normale. Abituati a proclamare "hoc non iustum est, illud male, rectius illud" (questo non è giusto, quello è male, quest'altro è meglio; Persio, IV satira), a indicare come deve camminare il mondo, si direbbe che trovano petulante che qualcuno giudichi le scelte da loro operate a proprio favore. Le reazioni di chi ha letto La Casta si possono raggruppare in due filoni. I politici lo catalogano fra i libri qualunquisti, uno scritto che fomenta l'antipolitica, fa crescere la sfiducia e l'allontanamento della gente dalle istituzioni. Per noi, gli altri, è un testo conturbante, che fa nascere dentro una rabbia amara, un senso di impotenza di fronte allo spreco e interrogativi penosi sulla capacità del sistema democratico di autoregolarsi. Si parte dai palazzi della politica, entità simboliche del potere dai tempi preistorici, e si parla dell'esuberanza senza limiti di queste strutture a Roma: i palazzi romani della politica sono quarantasei, acquistati, o presi in affitto a canoni d'oro, gestiti con sontuosità; e sono in costante crescita. Si racconta in particolare del Quirinale, il più vasto e costoso fra quelli dei capi di stato europei. Si passa poi ai classici, perenni temi degli aerei di stato e delle auto blu. La fantasia faticherebbe ad anticipare altre aree di costoso privilegio che i politici si sono assicurati: dai seggi parlamentari o regionali lasciati agli eredi, agli sconti fiscali più elevati per le donazioni ai partiti politici che per la ricerca sul cancro; dalle poltrone assicurate ai trombati alle elezioni, alla schiera dei consulenti senza titolo; dalla supercasta dei grand commis di stato, una casta nella casta, alle scorte di rappresentanza, ai ristoranti, alle assicurazioni. Temi particolarmente indisponenti, in questo momento critico per il sistema pensionistico italiano, sono le baby pensioni sopravissute grasse per i politici, e il finanziamento pubblico dei voti ottenuti da ciascuna frazione politica, più largo di quello precedentemente chiamato finanziamento dei partiti, condannato con un referendum. Prima di chiudere, il libro affronta qualche tema locale: gli sprechi delle Regioni, fra le quali un posto speciale merita la Sicilia, e dentro le quali attenzione particolare richiedono i governatori dalle propensioni regali; le provincie che aumentano di numero; i comuni che spendono fino al fallimento. Su tutte le aree ricordate, il libro di Stella e Rizzo non si perde in chiacchiere. Racconta numeri (comprovati in appendice da tabelle con dati ufficiali), fatti, personaggi. È di una concretezza brutale, non risparmiando nè le cariche pubbliche più prestigiose, nè alcun'area politica. La fortuna del libro è dovuta da una parte ai suoi contenuti, e dall'altra a una scrittura scorrevole e ricca, al tono leggero, scherzoso, canzonatorio, ironico, all'uso di azzeccati confronti, specie sulle cifre - fa effetto sapere che il Quirinale costa all'anno quattro volte Buckingham Palace - o con i tempi andati. Nessuna rappresentazione astratta dei vizi della politica, e dunque nessun moralismo; ma uomini concreti, in carne e ossa, fatti reali che stanno sotto gli occhi di tutti, e la loro rappresentazione pungente. Insomma, una satira civile, specifica, in presa diretta. Abbiamo fatto l'abitudine alle critiche, aspre fino all'insulto, di una parte politica verso l'altra: le accuse di inefficienza, di incapacità, di volontà di trarre profitto sono scambiate in modo continuo e generico su tutti i media, per lo più con riferimento alle intenzioni più che ai fatti. La Casta non pratica questo genere di attacco, funzionale a scopi di polemica spicciola. Perchè, allora, un lavoro così documentato, con un'angolatura che tende a mettere in luce lo spreco e il privilegio? Vale la pena di cominciare a dire quali non sono di certo gli scopi del lavoro di Stella e Rizzo, come risulta con chiarezza dal testo. Il libro non mira a proporre un'alternativa politica nuova; nemmeno propone l'eliminazione delle varie categorie di spese sregolate e dei privilegi (semmai una loro più ragionevole e moderata rimodulazione); né punta a creare un clima di condanna generalizzata della politica nostrana, spingendo la gente verso soluzioni straordinarie (mai sfiorate); né critica una parte per lodare l'altra, facendo distinzioni fra posizioni di sinistra, centro o destra. D'altra parte, questa dei privilegi e degli sprechi è l'unica area, si direbbe, su cui il massimo accordo fra i vari partiti sembra raggiunto. Lo scopo dichiarato dagli autori è che, davanti a tanti privilegi e a tanto spreco documentati nel libro, gli stessi politici dicano: basta! Un obbiettivo ingenuo? L'auspicio di un miracolo? Un'illusione, un sogno impossibile? Da dirigente industriale esperto di ristrutturazioni aziendali, vorrei tentare una risposta, mettendomi il cappello del responsabile di marketing. Quando si entra in un'azienda con i conti fuori controllo, si considera dapprima la gravità della situazione scorrendo qualche cifra, ma subito dopo si volge lo sguardo al mercato: è lì che occorre scorgere, al di là degli ostacoli che appaiono talvolta giganteschi, le opportunità che anche le situazioni a prima vista disperate quasi sempre presentano. Se ce n'è una, la soluzione dei problemi si può trovare solo sul mercato. Le misure interne saranno individuate di conseguenza. Con La Casta in mano, proviamo allora a guardare all'azienda della politica, con l'obbiettivo di individuare e mettere in luce alcuni gravi punti di criticità. E da lì partire per una più completa analisi del quadro, dentro il quale tentare la scoperta di aree di opprtunità da cui far partire il rilancio. Ecco: a chi vuol fare "marketing politico" serio, il libro segnala un'area scoperta, libera, trascurata da molto tempo dalla generalità dei partiti, che sembrano avere la vista così offuscata che non riescono a individuare la domanda di misura ed efficienza che sale dagli elettori. La gente ha bisogno di vedere i propri soldi, prelevati dallo Stato sotto forma di imposte, tasse e contributi obbligatori, spesi con criterio e senza eccessi e improvvisazioni, a favore della comunità. Il partito che saprà costruire una proposta seria e credibile di drastica riduzione degli sprechi e dei privilegi troverà con sè la gente. Il successo del libro potrà ripetersi davanti a proposte credibili al momento del voto. E rispondere con proposte credibili all'interesse dimostrato per questi temi dai cittadini è riprendere contatto con la gente, che oggi sente i politici lontani, molto lontani. Torniamo al vecchio Persio: "Rem publicam tractas? Quo fretus?" (ti interessi di politica? E su che cosa fai affidamento?) È ora che i politici tornino a fare affidamento sulla gente, abbandonando pratiche che dicono chiaramente che per lungo tempo hanno fatto troppo affidamento su se stessi. Dice ancora Persio: "Tacenda dicendave calles" (Sei smaliziato su cosa è da tacere e cosa è da dire), conosci i trucchi del mestiere. I quali trucchi però, di fronte alla crescente informazione che arriva alla gente, finiranno con il non funzionare più. E la situazione che risulterà, se non si pone rimedio, sentiamo tutti che potrà essere pericolosa. La Casta è un libro che segnala il pericolo in tempo utile.


Tursi, la linea del cilicio: "gettoni congelati" (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 28-11-2007)

 

Pagina VIII - Genova IL COMUNE Il Pd boccia la richiesta di aumento per i consiglieri: "Siamo contrari, non ci sono soldi" Tursi, la linea del cilicio: "Gettoni congelati" Bagnasco cardinale: disappunto bipartisan per i consiglieri rimasti fuori da San Pietro Proposta di riequilibrio dei compensi per chi lavora in Comune, Regione o Parlamento PER l'AUMENTO, cari consiglieri comunali, siete pregati di ripassare l'anno prossimo, che vada bene. "La linea è chiara: cilicio per tutti. E visto che si comincia dai consiglieri, controlleremo che il cilicio se lo mettano veramente tutti quanti, in Comune" ammonisce Simone Farello, capogruppo dell'Ulivo, anzi Pd. E invece dell'aumento del gettone di presenza (dagli attuali 97 a 126 euro lordi a seduta) la maggioranza di centrosinistra propone di dare mandato alla sindaco di prevedere un capitolo sul funzionamento del consiglio comunale nel prossimo bilancio, in maniera da avere strutture e risorse sufficienti al lavoro politico dei gruppi; toccherà alla Vincenzi, insieme ai colleghi delle altre grandi città, farsi portavoce presso Anci e governo della richiesta di un riequilibrio fra i compensi dei politici nei diversi enti. "Bisogna rivedere la ripartizione dei gettoni di chi lavora in consiglio o in giunta comunale, in regione o nel parlamento - aggiunge Farello - ma non con l'aumento dei gettoni. Restiamo contrari, anche perché soldi non ce ne sono". Concorda Arcadio Nacini, Prc: "In un momento in cui si chiedono sacrifici a tutti, i consiglieri non possono aumentarsi lo stipendio". Dell'argomento se ne discuterà stamani in commissione e domani in consiglio comunale, se però l'opposizione di centro destra deciderà di mantenere la richiesta di aumento del gettone - tra i primi a sostenerla Beppe Costa e Alberto Gagliardi di Forza Italia - non aderirà alla proposta della maggioranza di affidare al sindaco la soluzione della vicenda. Sospira Raffaella Della Bianca, capogruppo forzista (in attesa di nuovo nome): "La maggioranza si è tirata indietro. Quella dei gettoni è però una questione aperta: fare politica ha infatti un costo diverso per un dipendente che continua a percepire lo stipendio anche se è impegnato in consiglio e un libero professionista che paga il suo impegno con minori ricavi dalla propria attività". Disappunto bipartisan in consiglio, invece, per la trasferta romana di sabato scorso in occasione del concistoro nel quale l'arcivescovo Angelo Bagnasco è stato nominato cardinale. Dopo i bisticci della scorsa settimana nel centrodestra per definire il nome del consigliere da inviare a Roma, sia Maria Rosa Biggi (pd), che Emanuele Basso (Fi) sono rimasti fuori da san Pietro: questioni di pass. Quello consegnato ai due consiglieri, di colore bianco, non ha infatti permesso loro di accedere alla basilica, dove invece, con pass arancione, sono entrati la sindaco Marta Vincenzi, il presidente del consiglio Giorgio Guerello e l'assessore Paolo Veardo. "Il problema è politico: quale ruolo svolgono i consiglieri? Rappresentano i cittadini, perché trattarli diversamente dai vertici del Comune?" lamenta Maria Rosa Biggi, cattolica molto impegnata sulle tematiche religiose. "Ne va del ruolo di rappresentanza, non è certo un problema personale: se avessi voluto, a Roma ci andavo per conto mio. Questo è un problema di democrazia". Un giallo: ma chi avrò deciso che ai consiglieri andava il pass bianco? (d.al.).


Nasce l'assemblea regionale dei Comuni (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 28-11-2007)

 

Dovrà esprimere pareri sulle leggi della Regione. Gettone di presenza ai componenti Nasce l'assemblea regionale dei Comuni Spunta il terzo Consiglio delle autonomie: ha 17 membri.


Nascerà presto un nuovo organismo istituzionale che si aggiunge ai due consigli provinciali e a quello regionale e ai due Consigli della autonomie (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 28-11-2007)

 

Nascerà presto un nuovo organismo istituzionale che si aggiunge ai due consigli provinciali e a quello regionale e ai due Consigli della autonomie. Si chiamerà "Assemblea regionale delle autonomie locali". Lo ha deciso ieri la giunta regionale presieduta da Lorenzo Dellai approvando un disegno di legge dal titolo "Partecipazione delle autonomie locali all'attività legislativa e amministrativa della Regione", che serve per dare attuazione, si spiega, alle modifiche al titolo V della Costituzione nel 2001, che hanno dato più voce in capitolo ai Comuni. In sostanza, si tratta di creare un Consiglio delle autonomie, sulla falsa riga di quello istituito di recente a livello provinciale, dove sono rappresentati Comuni e Comprensori, per esprimere pareri su leggi e regolamenti regionali. Il nuovo organismo sarà composto da 8 sindaci eletti all'interno del Consiglio delle autonomie trentine e altri 8 eletti da quello altoatesino più il presidente che, in analogia con la "staffetta" che già avviene per il consiglio e la giunta regionale, sarà per due anni e mezzo un trentino e per l'altra metà della legislatura un altoatesino. È vero che l'assemblea regionale delle autonomie locali è prevista dalla Costituzione, peccato che si riferisce per l'appunto alle Regioni e non considera che in Trentino Alto Adige ci sono anche le due Provincie che legiferano e anzi "pesano" più della Regione. Morale, da noi invece di avere un solo Consiglio delle autonomie se ne hanno addirittura tre - due provinciali e uno regionale - che si riunirà, anche se raramente visto l'attività modesta della Regione, per esprimere pareri sui provvedimenti che possono toccare i Comuni. Per ogni riunione i membri avranno comunque diritto a un gettone di presenza. Per partecipare al Consiglio delle autonomie di Trento, ad esempio, il gettone di presenza è di 120 euro lordi più il rimborso di benzina e parcheggio. È presumibile che il trattamento sarà analogo per l'organismo regionale. Non si è previsto che l'assemblea delle autonomie locali fosse formata dalla somma dei due Consigli delle autonomie perché la loro composizione è diversa: a Trento ci sono 35 membri mentre a Bolzano sono solo 11. Così si è deciso di sceglierne 8 per provincia. L.P. 28/11/2007.


Laforgia lancia la sfida <Rinuncio all'indennità I miei soldi all'Ateneo> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-11-28 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Senato Accademico Passano le linee di bilancio 2008 Laforgia lancia la sfida "Rinuncio all'indennità I miei soldi all'Ateneo" Il rettore conferma, lo segue il vice Nella riunione di ieri approvati anche i criteri guida dell'offerta formativa Venti esami alla triennale LECCE - Lo aveva annunciato in campagna elettorale. "Se dovessi diventare Rettore, rinuncerò all'indennità". Il professor Domenico Laforgia, preside della Facoltà di Ingegneria e neo-rettore dell'Università del Salento, ha mantenuto la promessa e ieri, durante la seduta del Senato Accademico, ha annunciato la decisione di rinunciare all'indennità. La stessa decisione è stata presa anche dal prorettore, il professor Carmelo Pasimeni. Laforgia avrebbe dovuto percepire 28mila euro lordi l'anno, Pasimeni 14mila lordi. I fondi saranno a disposizione dell'Università. Il bilancio - Ieri il Senato Accademico ha approvato le linee programmatiche di bilancio 2008 con il solo no degli studenti dell'Udu e dei rappresentanti del Personale. Tra i vari tagli previsti spiccano quelli che riguardano le indennità di carica per presidi e direttori di dipartimento. Saranno ridotte del 50 per cento. I presidi percepiranno solo 8mila euro lordi, i direttori 4mila. Tagli del 50 per cento anche per i gettoni di presenza nel Senato e negli altri organi che saranno solo di 60 euro netti. Ieri Laforgia ha anche nominato una commissione per mettere a punto, entro 60 giorni, le linee genegali di indirizzo per il triennio 2007-2009. Vi fanno parte tra gli altri Lorenzo Vasanelli (delegato alla ricerca), Vincenzo Zara (delegato alla didattica) e Luigi Melica (delegato all'internazionalizzazione). L'offerta formativa - Ieri il Senato ha discusso e approvato le linee guida dell'offerta formativa 2008-2009, una vera e propria "rivoluzione" dovuta alla perdita dei finanziamenti del Miur (circa 9 milioni di euro) per il mancato rispetto dei parametri ministeriali legati ai troppi corsi di laurea e ai pochi laureati. In primo luogo il piano prevede, dunque, la razionalizzazione complessiva del numero dei corsi di studio con l'obiettivo di bilanciare il rapporto tra numeri di corso di studio e iscritti. L'Ateneo intende, quindi, bloccare il proliferare dei corsi con pochi iscritti sostituendoli con corsi interfacoltà (o interateneo). La razionalizzazione dell'offerta formativa punta anche a scongiurare "la disseminazione territoriale di sedi didattiche e la collaborazione effettiva con il mondo del lavoro e delle professioni nella progettazione e revisione dei corsi di studio". L'occupazione - Per l'Ateneo la qualificazione del-l'offerta formativa deve ottenere un rapido inserimento lavorativo dei laureati. Il piano tra l'altro prevede "l'attivazione ed il rafforzamento dei corsi scientifici e di ricerca, come i corsi di laurea magistrale, l'istituzione di un presidio di Ateneo per l'assicurazione della qualità dei corsi e la riduzione complessiva degli esami per corso di studio (venti per le triennali e 12 per le specialistiche-magistrali) ". Ciò sarà ottenuto con l'eliminazione o la rimodulazione degli insegnamenti "non coerenti con gli obiettivi formativi specifici del corso di studio". Nei corsi di studio di primo livelli i crediti formativi erogati sotto forma di insegnamento saranno 240, in quelli di secondo livello non più di 180. I tutor -Ilpiano dell'Ateneo prevede una serie di interventi per gli studenti, come - tra gli altri - un maggiore orientamento in ingresso, in itinere ed uscita; specifici programmi di interazione con le scuole secondarie superiori; test per la valutazione della preparazione iniziale; corsi di recupero per gli obblighi formativi aggiuntivi (debiti formativi); realizzazione di servizi via web e di e-learning; incremento e selezione dei tutor; apprendimento delle lingue straniere e monitoraggio costante e rapido delle carriere universitarie. Salvatore Avitabile.


CANTIERE LEGISLATIVO (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 28-11-2007)

 

Centro-Nord sezione: ISTITUZIONI (appuntamenti) data: 2007-11-28 - pag: 15 autore: CANTIERE LEGISLATIVO A CURA DI Mattia Lungarella, Elisa Di Lupo, Claudia Pasquini, Vita Lo Russo EMILIA-ROMAGNA Porte aperte ai marchigiani L'Emilia-Romagna apre le porte ai Comuni marchigiani che vogliono cambiare regione. Dopo il sì popolare dei cittadini dei Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novalfetria, Pennabili, Sant'Agata Feltria, San Leoe Talamello, tutti nell'alta Valmarecchia, ai confini con la provincia di Rimini, è arrivato anche il via libera dell'Assemblea legislativa. Ma la parola definitiva spetta ora al Parlamento, che deve modificare i confini tra le due regioni. Alla base del parere positivo dell'Assemblea legislativa vi è la constatazione del forte legamee della interconnessione economica tra il gruppo di Paesi interessati e la Romagna. Secondo i legislatori regionali l'annessione di quei comuni marchigiani è giustificata anche dalla possibilità di razionalizzazione degli apparati amministrativi e da ragioni di carattere sociale connesse ai forti flussi migratori degli anni 70 verso i territori romagnoli. Fondi per i Lidi ferraresi In arrivo nuovi fondi per il programma speciale d'area "Basso Ferrarese". La Commissione bilancio ha approvato la delibera della Giunta che destina 2,5 milioni di euro per la realizzazione di interventi di riqualificazione turistica dei lidi di Pomposae Scacchi nel Comune di Comacchio. Della cifra totale, 950mila euro verranno impiegati per la ristrutturazione e l'adeguamento della rete viaria che collega i lidi e per la realizzazione delle opere a essa connessa. I restanti fondi saranno utilizzati per gli interventi finalizzati al recupero del Rione di San Pietro (750mila euro) e alla pavimentazione stradale di piazza XX settembre (726mila euro). Il costo di ogni intervento sarà diviso in parti uguali tra la Regione e il Comune. Risparmi di spesa pubblica Nella stessa seduta la Commissione affari e bilancio ha approvato il progetto di legge di iniziativa della Giunta, in materia di "Disposizioni per l'acquisizione di beni e servizi". Per contenere la spesa pubblica è previsto che le amministrazioni aggiudicatrici debbano formulare un proprio programma di acquisizione dei beni e servizi di cui necessitano. Il programma deve indicare le risorse con cui finanziare gli acquistie specificare le priorità, i criterie gli indirizzi da seguire e anche le strutture organizzative beneficiarie degli beni. TOSCANA Azienda per il diritto allo studio universitario Dovrebbe essere discussa entro la fine dell'anno in Consiglio regionale la prima delle proposte di legge per la semplificazionee lo snellimento della "macchina" regionale. La Pdl, che prevede l'accorpamento dele tre aziende per il diritto allo studio universitario della Toscana (Pisa, Siena, Firenze), è già stata licenziata dalla Giunta e prevede un primo recupero di risorse pari a circa 400mila euro che serviranno ad ampliare i servizi per gli studenti. La spesa annuale per gli organi dell'azienda passerà infatti dagli attuali 584mila euro (riferiti a tre aziende) a 170mila. La Pdl fa parte di un pacchetto di proposte che dovrebbero, nell'intenzione del presidente Claudio Marini, ridurre consistentemente i costi della politica: una prima stima prevede un taglio di 65 milioni. Rifiuti, gli Ato scendono da 10 a3 Da 10 a 3. Una netta riduzione per gli Ato dei rifiuti della Toscana. Lo ha deciso il Consiglio regionale approvando, nell'ultima seduta, un'apposita modifica alla legge regionale sui rifiuti. La legge è passata coni voti della maggioranza e di An, l'astensione dell'Udc e il voto contrario di Fi e Alleanza federalista. Adesso si creeranno tre grandi bacini coincidenti con le aree vaste di Toscana Centro, Costa e Sud.L'Ato Toscana Centro sarà costituito dai Comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia; Toscana Costa con Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno; e Toscana Sud comprenderà Arezzo, Sienae Grosseto. Entro quattro mesi dovrà essere pronto lo schema tipo del contratto per gli affidamenti del servizio. Entro 18 mesi dovranno essere poi approvati i piani interprovinciali dei rifiuti mentre i Comuni hanno sei mesi di tempo per costituire le nuove Comunità di ambito in forma di Consorzio. MARCHE Piano rurale La III Commissione attività produttive ha svolto un'audizione con i rappresentanti regionali delle associazioni di categoria, industria e artigianato, e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori in merito alla proposta di atto amministrativo n. 69/07, presentata dalla Giunta, riguardante il Piano regionale delle attività artigiane ed industriali 2007-2009. Nello specifico il Piano individua, come obiettivi strategici dell'azione regionale, la competitività del sistema produttivo, lo sviluppo compatibile, la crescita del Pil delle Marche e il lavoro stabilee di qualità, da conseguire attraverso assi e misure operative finalizzate al miglioramento della qualità,all'innovazione,alla ricerca,all'eco-innovazione,allo sviluppo delle fonti rinnovabilie al risparmio energetico, alla promozione, internazionalizzazione ed attrazione degli investimenti, all'equilibrio della gestione finanziaria delle imprese, alla finanza innovativa, nonché al miglioramento dei rapporti tra pubblica amministrazionee imprese, con la semplificazione delle procedure e l'attivazione di sportelli unici. Bilancio è iniziato in questi giorni l'iter d'esame della proposta di legge n. 200 sulle “Disposizioni per la formazione del bilancio annualee pluriennale della Regione (legge finanziaria 2008) e della Proposta di legge n. 200 relativa al “Bilancio di previsione per l'anno 2008 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2008/2010”.Relatori sono i consiglieri Giuliano Brandoni (Rc) per la maggioranza e Fabio Pistarelli (An) per l'opposizione.Le entrate previste ammontano a 3.481 milioni di euro più un presunto avanzo di amministrazione di 1.261 milioni di euro. Le spese sono fissate in 4.352 milioni e divise in cinque aree di intervento: assetto istituzionale (61 milioni), programmazione e bilancio (509 milioni), sviluppo economico (46 milioni), territorio e ambiente (113 milioni), servizi alla persona e alla comunità (3.621 milioni). UMBRIA Edilizia scolastica Il 20 novembre scorso l'Assemblea di Palazzo Cesaroni ha approvato a maggioranza il Piano triennale per l'edilizia scolastica.L'atto proposto dalla Giunta prevede l'impiego nel triennio di 12 milioni di euro che andranno a finanziare 73 interventi su strutture scolastiche presenti in 62 Comuni. Le finanze in realtà rispondono comunquea poco più di un quarto del fabbisogno regionale cheè stimato sui 46 milioni. Saranno ritenuti prioritari gli interventi di messa in sicurezza degli edifici, l'eliminazione delle barriere architettoniche e il completamento di opere già avviate, inoltre verrà data la precedenza alle scuole con un numero di studenti più elevatoe alle strutture più facilmente "cantierabili". Difensore civico Anche l'Umbria avrà il suo difensore civico regionale dopo che la scorsa settimana il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la legge che lo istituisce e che detta con precisione i suoi compiti. Questo organo dovrà assicurare la tutela non giurisdizionale dei diritti soggettivi, degli interessi legittimi e degli interessi collettivi e diffusi dei singolie degli enti. Droga Il Consiglio regionale ha respinto a maggioranza la proposta della Cdl di creare una Commissione speciale sullo studio delle tossicodipendenze e della loro diffusione in Umbria.


Gettone: niente aumento (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)

 

Tursi Il sindaco, Marta Vincenzi, stoppa il ritocco delle indennità dei consiglieri: "Inopportuno in questa fase di crisi finaziaria" 28/11/2007.


<Nessun ritocco al gettone>E il sindaco gela i consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-11-2007)

 

"Nessun ritocco al gettone"E il sindaco gela i consiglieri dopo la proposta di aumento Non ci sarà neppure l'adeguamento Istat da 97 a 127 euro lordi a seduta STOP ALL'AUMENTO del gettone dei consiglieri comunali. Nessun ritocco. Neppure l'adeguamento Istat - da 97 a 127 euro lordi a seduta - che, alla fine, sembrava la soluzione condivisa anche da alcuni membri del consiglio ancora recalcitranti. Lunedì il sindaco Marta Vincenzi ha convinto i componenti della maggioranza a soprassedere. "Inopportuno avanzare rivendicazioni economiche, sebbene comprensibili, in questa fase di ristrettezze economiche", ha affermato sostanzialmente il sindaco nella riunione dell'altro giorno. Inopportuna e, soprattutto, anti popolare la richiesta di aumento a fronte di 50 milioni di euro in meno disponibili nel bilancio 2008 per i servizi sociali. Ma, questo, i consiglieri lo sapevano anche prima di concordare la proposta di adeguamento che, depurata della parte economica, sarà discussa stamane in commissione Bilancio e, domani, in consiglio comunale. Infatti, la marcia indietro sul gettone, oltre al pressing del sindaco, è dovuta anche al parere di illegittimità dato dai tecnici di Tursi sulla delibera di aumento. "Come sospettavo, la Finanziaria non consente nessuna modifica verso l'alto dei compensi", sottolinea il capogruppo del Pd, Simone Farello. Anzi, la stessa Finanziaria potrebbe ridurre di un ulteriore dieci per cento l'indennità dei consiglieri che, inoltre, non potrebbero incassare più di un gettone al giorno. Sarebbe una beffa, anche se i sostenitori della proposta (bipartisan) hanno sempre rimarcato la valenza politica, e non venale, dell'iniziativa. Iniziativa di cui è capofila Nicolò Scialfa, consigliere comunale di Rifondazione e preside del "Vittorio Emanuele": "La posta in gioco non sono gli eventuali 30 euro in più ma il ruolo importante e dignitoso che il buon consigliere comunale deve avere, puntando a non essere il mero esecutore di ordini superiori". Una questione di dignità e autonomia politica, insomma: "L'impegno, se svolto seriamente, è notevole e deve essere adeguatamente retribuito". A maggior ragione, in vista dell'istituzione delle città metropolitane - tra le quali Genova - che comporterà maggiori responsabilità per i consiglieri di Tursi con la trasformazione di Provincia e Comune. È questo il ragionamento, unanimamente condiviso, che Scialfa metterà nero su bianco in un ordine del giorno da sottoporre, giovedì, all'approvazione del consiglio. Il documento non conterrà alcun riferimento di tipo economico. Di questa parte si farà carico politicamente il sindaco portando ancora una volta all'attenzione dell'Anci (Associazione comuni italiani) la necessità di un riequilibrio dei compensi di consiglieri e assessori comunali rispetto ai colleghi di altre città e ad alcuni manager di enti pubblici. L'esigenza è sentita dalla maggior parte degli eletti di Tursi e anche da qualche assessore esterno. "Genova è tra i Comuni economicamente più virtuosi e, nello stesso tempo, quello in cui gli amministratori guadagnano meno a parità di incombenze", ricorda l'assessore al Commercio, Gianfranco Tiezzi (Pd). Dunque, "la questione aumenti deve essere affrontata serenamente, senza fare demagogia". "Sarebbe equo - afferma Tiezzi - fissare parametri oggettivi, validi per tutti. Altrimenti assistiamo al paradosso che proprio gli amministratori più attenti vengono penalizzati rispetto a colleghi finanziariamente meno accorti". Opposta la posizione del collega Bruno Pastorino (Rifondazione): "Pensiamo piuttosto ai duemila euro all'anno persi da molte famiglie per effetto del carovita". Contrario all'aumento è anche Bruno Delpino, capogruppo dei Comunisti italiani: "Però su questo argomento - premette - non bisogna fare demagogia. È vero che i consiglieri comunali sono sempre più sotto pressione, le loro responsabilità aumentano e i compensi sono francamente bassi. Personalmente, da pensionato, non ho grandi assilli economici. Tant'è vero che devolvo al partito il 50 per cento del mio stipendio da consigliere comunale. Sul resto pago un ulteriore venti per cento di tasse. A conti fatti non mi restano più di 300 euro al mese. Ma va bene così". Farello accetta di buon grado la linea attendista proposta dal sindaco, ma avverte: "Consapevole delle difficoltà di bilancio, i consiglieri hanno fatto la loro parte. Ora mi aspetto che, anche la giunta, sopporti la sua dose di sacrifici e di impegno per contenere le spese". Vincenzo Galiano 28/11/2007 la mANOVRA Finanziaria non permette l'aumento dei compensi Simone Farellocapogruppo PD 28/11/2007 " 28/11/2007.


Come era prevedibile la proposta, varata dalla commissione Affari istituzionali, di assegnare un
 (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 28-11-2007)

 

Come era prevedibile la proposta, varata dalla commissione Affari istituzionali, di assegnare un'indennità fissa mansile da 800 euro ai consiglieri comunali, fa discutere e divide la politica. "L'articolo 82 della legge 627, al punto 4 - fa notare Alvaro Balloni del Polo Civico - recita che la trasformazione dei gettoni di presenza in indennità fissa può avvenire, purché comporti minori o pari entità al costo complessivo dei gettoni". In sostanza allo stato attuale 800 euro sarebbero una cifra più alta di quanto viene rimborsato in media ai consiglieri sottoforma di gettoni. "L'indennità fissa è un sistema poco usato nel resto d'Italia ed un motivo ci sarà. Evidentemente è antieconomico per la casse comunali. Sopratuttto quallo che non mi trova d'accordo è stabilire la cifra prima di aver valutato "costi e benefici". Per questo invito a riflettere - conclude Balloni - i colleghi sia di maggioranza che di opposizione su una proposta che potrebbe essere letta come un segnale negativo dalla cittadinanza". Contrari allo stipendio anche i consiglieri del Prc Gino De Paolis e Daniele Perello per i quali "votare in consiglio, a favore dell'istituzione di una indennità fisso, se pur minimo, nell'immaginario collettivo, ci accomunerebbe a personaggi e a centri di potere, che, da anni, nonostante l'indigenza nella quale versa il Comune di Civitavecchia,continua ad approfittare di questa situazione".


FABRIANO Passa a maggioranza l'assestamento di bilancio del Comune. Ma non mancano le polemiche. A (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-11-2007)

 

Di CLAUDIO CURTI FABRIANO Passa a maggioranza l'assestamento di bilancio del Comune. Ma non mancano le polemiche. A quelle di rito piovute dal centrodestra, e in buona parte sposate dalla maggioranza circa l'illegibilità e la poca chiarezza del documento sottoposto alla votazione dell'assise civica nella seduta di ieri, si aggiungono - un po' inaspettate - quelle dello stesso assessore al Bilancio, Marco Boldrini, che ha proposto ai consiglieri una "previsione" dei costi della macchina politica che saranno iscritti nella manovra di bilancio del prossimo anno. "Se dovessimo continuare ad indire Consigli comunali con questa frequenza e se lo stesso avverrà per le riunioni delle sette commissioni consiliari e della conferenza dei capogruppo, la somma che si raggiungerebbe sarebbe pari a 360mila euro. Il passaggio a 30 consiglieri, l'aumento delle commissioni consiliari da 5 a 7 e l'aumento dei componenti della giunta comunale da 6 a 8 mi sembrano un po' ridondanti. Se convocassimo un Consiglio comunale al mese - magari due in sessione di bilancio - e una sola riunione al mese per ciascuna commissione, riusciremmo ad abbattere di circa 100mila euro questi costi discrezionali politici". Una bacchettata inaspettata che ha fatto storcere il naso al centrosinistra che, forse anche per queste dichiarazioni, ci ha tenuto a far sapere all'assessore Boldrini "che il documento prodotto in Consiglio comunale è effettivamente poco leggibile ai più". Una risposta alle bacchettate di Boldrini è giunta anche dal primo cittadino. "All'articolo 13, comma 2, dello Statuto comunale si legge che i consiglieri comunali possono decidere di trasformare il gettone di presenza per ciascuna convocazione in una indennità mensile. Questo comporterebbe una spesa fissa a prescindere da consigli comunali e dalle commissioni. Spetta, però, al consiglio stesso optare per questa scelta. Comunque sia, posso affermare che la lievitazione dei costi della politica sono dovuti essenzialmente al passaggio da 20 a 30 consiglieri con tutto quello che ne consegue. Si tratta, comunque, di costi di democrazia e non di spese tout court". Diatriba interna alla maggioranza a parte, sull'assestamento di bilancio il centrodestra ha alzato le barricate. "Non è possibile presentare un documento, seppur consono dal punto di vista formale, con i soli codici contabili, senza cioè estrinsecare la vera natura dei codici stessi. Per questo abbiamo deciso di presentare una mozione d'ordine per riaggiornare il punto". Pur condividendone il merito, ha però replicato il capogruppo di Rc Emanuele Rossi, "vista la scadenza perentoria del 30 novembre per approvare l'assestamento voteremo contro questa mozione". Risultato: proposta bocciata. "Un fatto gravissimo - è insorta l'opposizione -: la stessa maggioranza non sa per che cosa voterà. Se accettano di essere presi in giro, problemi loro". Alla fine comunque l'assestamento di bilancio è passato a maggioranza ma i capigruppo della coalizione hanno chiesto formalmente ai dirigenti del Comune rendere più comprensibili gli atti di bilancio.


Il Consiglio ritocca il bilancio (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 28-11-2007)

 

Prov Ogliastra Pagina 6025 Provincia Il Consiglio ritocca il bilancio Provincia --> Oggi alle 10 nella sala consiliare di via Mameli si riunisce il Consiglio provinciale. All'ordine del giorno l'esame dell'interpellanza presentata dal consigliere Enzo Russo sul funzionamento dei gruppi in Consiglio provinciale. "Nello statuto è previsto che tutti i gruppi abbiano degli spazi e del personale a disposizione d'ausilio allo svolgimento del loro compito - lamenta l'esponente di Fortza Paris - al punto che il presidente si è dotato di uno staff, ma la minoranza non ha ne spazi ne personale. Per questo dico: se non si sono soldi non ci sono per nessuno. Continuo inoltre a chiedere la diretta radio per garantire massima trasparenza. Perché gli elettori sappiano quello che succede in Consiglio". Tra gli altri l'assestamento del bilancio 2007, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, la novazione dei mutui dell'ex Provincia di Nuoro e della Comunità montana, l'approvazione del regolamento sulla protezione Civile e la rettifica della delibera consiliare numero 43, (protocollo d'intesa tra Asl, Laore e Provincia) e infine l'aumento del gettone di presenza per i consiglieri.


<Più trasparenza>, sfida degli avvocati antiabusi (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 28-11-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-11-28 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE L'iniziativa Nasce lo sportello per i cittadini. "Vogliamo aiutare i milanesi a vivere meglio nella loro città" "Più trasparenza", sfida degli avvocati antiabusi Patti chiari, amicizia lunga. E "azzeccagarbugli " al bando. è un po' questa la nuova filosofia che gli avvocati di Milano vogliono inaugurare per cancellare una volta per tutte la diffidenza che ancora caratterizza i rapporti tra i cittadini, disorientati e spaventati dalle peripezie giudiziarie, e i legali. Trasparenza, fiducia, sicurezza e rigore professionale, ecco i cardini del nuovo progetto che vede impegnato, primo in tutta Italia, l'Ordine degli avvocati di Milano che il prossimo 15 gennaio inaugurerà lo "Sportello per il cittadino". "Un progetto - come ha spiegato ieri Paolo Giuggioli, presidente degli avvocati milanesi - nato dall'esigenza di soddisfare la sempre più forte richiesta di informazione e di aiuto che proviene dai cittadini costretti a rivolgersi al complicato sistema giustizia". C'è chi dice che sarà un nuovo modo di fare l'avvocato, chi dice che è una tappa obbligata dopo il decreto Bersani sulle liberalizzazioni, ma c'è anche chi dice, più concretamente, che è soprattutto una difesa della categoria messa alla frusta dall'agguerrita concorrenza e dalle continue invasioni di campo di notai, consulenti del lavoro e commercialisti. "Oramai - hanno fatto notare gli avvocati ieri riuniti in assemblea - persino i supermercati offrono servizi legali...". E allora l'Ordine forense meneghino inaugura la campagna pubblicitaria "Piacere avvocato" e apre lo "Sportello del cittadino". L'ufficio, situato in via San Barnaba 29, all'interno del palazzo ex Anmig, proprio accanto al palazzo di giustizia, verrà in soccorso di chi, alle prese con una problematica giudiziaria, vorrà capire come muoversi e a chi rivolgersi. Costo della consulenza una vera banalità, dieci euro. In cambio, il cittadino otterrà il nominativo di un legale esperto nella materia che di volta in volta occorrerà e che sarà obbligato a sottoscrivere con il cliente un patto chiaro sia dal punto di vista strategico-legale sia dal punto di vista economico. "Insomma - ha ribadito il presidente Giuggioli - vogliamo essere avvocati seri al servizio dei cittadini". Sarà l'Ordine a vigilare sugli elenchi dei legali esperti e sulle parcelle. Biagio Marsiglia.


Tagli ai bilanci Sport dimezzato Ranaldi furioso (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 28-11-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE Tagli ai bilanci Sport dimezzato Ranaldi furioso ? FABRIANO ? L'ASSESTAMENTO di bilancio passa in consiglio comunale con i soli voti della magioranza ma registra lo sfogo dell'assessore allo sport Gaetano Ranaldi che alza la voce per i tagli subiti dal suo settore. "Ne faccio una questione di forma e non solo di sostanza", ha detto ieri in aula rivolgendosi all'assessore alle finanze Boldrini. "Prima mi sono stati tagliati 10 mila euro, poi, senza comunicarmelo altri 37 mila. Non è un bel modo di agire. Ora i fondi a mia disposizione sono soltanto 33 mila euro contro gli 80 del 2006 e 126 del 2005 del mio predecessore". Tagli in arrivo in un po' in tutti i settori: troppi, secondo Boldrini, i 360 mila euro di spesa annuale per consigli comunali e commissioni. Il sindaco Sorci propone una mensilità fissa per le commissioni in sostituzione del gettone di presenza da 90 euro a seduta. - -->.


Di GIULIO PANZANI FUCECCHIO L'ONDA lunga dell'inchiesta avviata a Pisa sul (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Empoli)" del 28-11-2007)

 

Di GIULIO PANZANI FUCECCHIO L'ONDA lunga dell'inchiesta avviata a Pisa sul Consorzio di bonifica fiumi e fossi per quei tributi che potrebbero essere considerati illegittimi, arriva a Fucecchio e coinvolgere anche il Consorzio di bonifica del Padule le cui bollette vengono contestate da tempo dai proprietari d'immobili e di terreni. Costretti comunque a pagare ? pena il rischio di un atto esecutivo ? malgrado il beneficio dei lavori consortili possa non riguardarli o essere irrisorio rispetto all'importo della tassa. Qualcuno si sta già muovendo per raccogliere firme per un esposto all'autorità giudiziaria, riproponendo le ragioni della protesta che a Pisa sta scatenando un vero terremoto. SULL'OPERATO dei Consorzi di bonifica che a Fucecchio sono addirittura due (uno per il territorio di qua d'Arno e un altro per l'area di S.Pierino), le contestazioni sono storia antica specie considerando che questi organismi che dovrebbero provvedere alla regimazione idraulica sovrappongono spesso le proprie competenze, e dunque le tasse, a quelle di altri enti. Quel che è certo è che dev'esserci un congruo rapporto fra l'imposizione fiscale e il beneficio ricevuto dal contribuente. Ora, nonostante che il contributo minimo sia stato portato, nella nostra zona, a 13 euro con un ribasso del 13,30% rispetto al 2004, sono in moltissimi che possedendo magari solo un garage o un orto e avendo, per questi, una ricaduta dall'attività consortile che può essere valutata in un euro o due. E tutti questi proprietari ritengono dunque, non senza qualche ragione, doi pagare in maniera eccessiva. Considerando, poi, il numero enorme degli iscritti a ruolo di questa tassa, si può anche desumere quale cifra da capogiro arrivi nelle casse del Consorzio, che peraltro non provvede direttamente all'esecuzione delle opere idrauliche ma ha solo un ruolo di struttura appaltante e un organigramma fra dirigenti, dipendenti e consiglieri estremamente costoso. "SE LE BOLLETTE minime sono state diminuite nel 2007 ? osserva uno dei promotori della raccolta di firme ? cosa è cambiato rispetto alle spese di gestione degli anni precedenti quando evidentemente gli introiti erano ancora superiori?". Se poi i benefici delle opere idrauliche costano un decimo di quanto viene attribuito a moltissimi proprietari, a cosa servono tanti introiti? Una critica riguarda anche il numero di consiglieri, eletti ogni 5 anni con un'affluenza al voto di circa il 10% degli aventi diritto, i cui gettoni di presenza superano spesso quelli dei colleghi dei consigli comunali. Il che, in tempi nei quali il costo della vita è in continua crescita, non entusiasma troppo i destinatari delle bollette. NEL FRATTEMPO il presidente del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio, Gino Biondi, fa sapere dalla sede di Ponte Buggianese che "Il Consorzio non ha commesso nessuna irregolarità, non si possono confondere la quota minima con il beneficio minimo". Il beneficio minimo comprende tutte quei servizi di carattere generale come il monitoraggio meteo 24 ore su 24, il servizio di vigilanza idraulica e reperibilità, il servizio di concertazione con le prefetture e la protezione civile in caso di esondazione, il servizio di pronto intervento garantito da 5 ditte suddivise nelle varie zone del nostro comprensorio che garantiscono uomini e mezzi sempre a disposizione del Consorzio in qualsiasi momento in caso di emergenza. Tutti questi servizi, necessari a garantire l'incolumità delle persone, hanno ovviamente un costo che per un principio di sussidiarietà vengono spalmati su tutti i 73mila contribuenti del Consorzio. - -->.


CALABRIA/SANITA': LOIERO, ALLA REGIONE BADGET SUPERIORE AL 2007 (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 28-11-2007)

 

(ASCA) - Catanzaro, 28 nov - Dal confronto tra le Regioni e il Governo arrivano almeno tre importanti risultati per la Calabria: la revisione delle regole per il ''Patto di stabilita'', imposto da Bruxelles, che avrebbe potuto penalizzare la spesa relativa alle risorse comunitarie; l'accordo per il riparto del Fondo per la Sanita' 2008 con un incremento del budget alla Calabria rispetto al 2007; la possibilita' di giungere presto alla programmazione triennale delle risorse per il trasporto pubblico locale anch'esso incrementato. ''Abbiamo fatto le nostre proposte. Per lunghi mesi - ha affermato il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero - in sede di Conferenza delle Regioni, l'assessore regionale al bilancio e finanze, Vincenzo Spaziante, le ha difese correttamente spiegandone le ragioni. Oggi abbiamo raccolto i risultati e gettato le basi anche per miglioramenti futuri''. E' soddisfatto il presidente Loiero ed e' soddisfatto l'assessore Spaziante anche per tutta una serie di aiuti al Mezzogiorno, inseriti nella legge finanziaria. Al termine della seduta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che oggi ha espresso i pareri favorevoli sulla legge finanziaria e dato il via libera al riparto del finanziamento per il 2008 del Servizio Sanitario Nazionale, l'assessore Spaziante - come informa una nota dell'Ufficio stampa della Regione - ha riepilogato alcuni dei punti fondamentali su cui si basera' l'accordo Stato-Regioni. ''Nella Sanita' - ha detto - l'ostacolo che si era presentato e che ne rendeva difficile l'approvazione da parte delle Regioni riguardava i maggiori costi derivanti dall'incremento di circa 400.000 unita' della popolazione residente al primo gennaio 2007. L'ostacolo e' stato superato grazie all'accordo ra ggiunto con il Governo che si e' impegnato a concordare una parte della copertura della spesa a partire dai prossimi mesi''. Comunque, il riparto assegnera' alla Regione Calabria, un importo superiore a quello stanziato nel 2007 sia pure di poco inferiore, al momento, rispetto all'incremento programmato. La Conferenza dei Presidenti ha espresso il proprio parere favorevole anche sulla legge finanziaria. La riunione e' stata il punto di arrivo di un confronto con il Governo durato oltre due mesi che alla fine ha consentito alle Regioni di ottenere importanti risultati. Tra questi assume un particolare rilievo, anche per la Regione Calabria, che si e' battuta con grande determinazione in tal senso, la revisione delle regole per il rispetto del ''Patto di stabilita'' europeo, che si concretizzera' attraverso un accordo con il Governo, da perfezionare all'inizio del 2008. Infatti, occorre una ''manutenzione' dei criteri per evitare di oltrepassare la soglia di spesa nell'utilizzo dei contributi legati proprio ai fondi comunitari. red/cam/sr (Asca).


Gettoni ai consiglieri, la sforbiciata di Boldrini (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)

 

Con la diminuzionedelle sedute previstoun risparmio notevolePassa l'assestamentoScontro sugli atti Gettoni ai consiglieri, la sforbiciata di Boldrini L'assessore propone un giro di vite sulle riunioni: "Così tagliamo i costi della politica" FABRIANO - Passa l'assestamento generale di bilancio, ma le difficoltà economiche restano. E non è assurdo ipotizzare, per il futuro, la diminuzione delle sedute consiliari e delle riunioni delle commissioni o a un qualche altro rimedio inerente all'attività degli organismi comunali. Ieri sera, il consiglio comunale ha approvato il documento a maggioranza (contrario il centrodestra), ma il calo continuo delle entrate potrebbe portare a decisioni di non poco conto inerenti all'attività istituzionale. "Il bilancio soffre - ha sottolineato l'assessore Marco Boldrini - e soffrirà ancora. In questo caso, nessun ambito ha ricevuto meno di quanto stanziato inizialmente, però è chiaro che, nonostante maggiori entrare (fra queste, gli oneri del centro commerciale, il recupero delle entrate, e quant'altro), non siamo riusciti a soddisfare richieste ulteriori. In una situazione del genere, abbiamo dato la priorità alle esigenze oggettive, alle necessità più impellenti, mettendo in secondo piano le attività discrezionali. E le variazioni sono state abbastanza esigue, non abbiamo effettuato aggiustamenti di grosso rilievo. Quel che mi preme rimarcare è che mantenendo questo livello di consigli e di riunioni delle commissioni, arriveremo a una spesa di oltre 360.000 euro all'anno. Per questo mi chiedo se non sia il caso di ridurre le sedute a una al mese (due solo quando si tratta il bilancio) e le riunioni delle commissioni a sette al mese (ossia una soltanto per ogni commissione)". L'idea, che sarà sviluppata e che verosimilmente incontrerà non poche resistenze all'interno del civico consesso, vede possibilista il sindaco Roberto Sorci: "Sono favorevole all'indennità onnicomprensiva, attivata già in altri Comuni, ma sarà comunque il consiglio comunale stesso a doversi esprimere sulla questione, qualora naturalmente venisse formalizzata una proposta in tal senso". Ieri, lo scontro in consiglio ha riguardato il documento di bilancio "in toto", a partire da alcuni aspetti formali, ma non per questo meno importanti. "Non ci è stata data una documentazione chiara, precisa, leggibile - ha detto Guido Latini - tanto è vero che i capitoli sono suddivisi per codici, che naturalmente non spiegano di che cosa si parla. Per questo motivo, non parteciperò alla votazione". Critiche sotto questo aspetto sono giunte pure dal resto dell'opposizione, nonché dai banchi della maggioranza. Urbano Urbani (Forza Italia) ha presentato una mozione d'ordine sospensiva ("i consiglieri non sono messi nelle condizioni di esaminare attentamente il documento", ha osservato l'esponente azzurro), che però è stata bocciata (17 a 7 l'esito del voto). Nel pomeriggio, tuttavia, i capigruppo del centrosinistra hanno presentato un ordine del giorno, in cui "esprimono perplessità circa il metodo adottato nella presentazione degli atti. La partecipazione, la trasparenza e la chiarezza sono i presupposti fondamentali l'azione di governo. Chiediamo che i dirigenti si attivino per rendere comprensibili tutti gli atti presentati al consiglio, secondo le indicazioni dei consiglieri e degli assessori, e che questo documento sia allegato al Dpr 194/96. Infine, per i prossimi atti chiediamo il codice meccanografico e la descrizione dello stesso". AMINTO CAMILLI,.


"E' arrivato il momento della pace" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 28-11-2007)

 

Il presidente americano sta puntando tuttosulla situazione in Medio Oriente Partono i confronti tra i palestinesi di Abu Mazen e gli israeliani di Olmert "E' arrivato il momento della pace" ANNAPOLIS - Il presidente americano George W. Bush ha puntato sulla pace in Medio Oriente sul tavolo verde delle grandi ambizioni storiche. Svanito il sogno di concludere con un successo indiscusso la sanguinosa guerra in Iraq, Bush ha deciso di spendere i gettoni rimasti del suo capitale politico internazionale sulla causa più difficile della grande scacchiera internazionale: il conflitto tra israeliani e palestinesi. La poderosa macchina diplomatica americana è riuscita a far convergere ieri su Annapolis, con lusinghe di vario tipo, una impressionante platea di 50 tra paesi e organismi internazionali, compresi i siriani (che Bush considera sponsor del terrorismo e che Israele ha bombardato solo pochi mesi fa) e l'Arabia Saudita (che ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di stringere la mano agli israeliani). Davanti ad una platea dove non mancavano gli scettici ed i pessimisti, il presidente Bush ha proclamato che "è giunto il momento della pace" ed ha fatto scattare il conto alla rovescia strappando ad israeliani e palestinesi l'impegno a fare tutto il possibile per risolvere il contenzioso "entro il 2008". Un impegno, tecnicamente una "dichiarazione comune di intenti", raggiunto in extremis, poco prima della conferenza di Annapolis, grazie alla pressione continua degli americani e in particolare del segretario di stato Condoleezza Rice, che si è già recata otto volte quest'anno in Medio Oriente e che ha intravisto, nel corso dei suoi colloqui nella regione, una "opportunità". Che il presidente Bush, dopo sette anni di scarso interesse per il contenzioso israelo-palestinese, ha deciso di cogliere al volo, facendo della questione una delle "massime priorità" del suo ultimo anno alla Casa Bianca. Il presidente Bush - che durante la sua presidenza non si è mai recato in Israele e che ha sempre rifiutato di incontrare il leader palestinese Yasser Arafat - ha deciso così di spendere sulla questione israelo-palestinese i gettoni residui del suo capitale politico internazionale. Ha così organizzato ad Annapolis una stretta di mano tra il premier israeliano Ehud Olmert e il presidente palestinese Abu Mazen che potrebbe entrare nei libri di storia. O potrebbe restare un bel ricordo nell'album personale di Bush. Bush, un presidente debole perchè giunto alla fine del suo mandato, ha visto nelle debolezze dei suoi due interlocutori, un Olmert dalla popolarità molto bassa e un Abu Mazen che controlla solo una parte dei palestinesi, una opportunità comune, una occasione storica. La conferenza di Annapolis ha offerto ai tre protagonisti una ciambella di salvataggio. Tutti hanno professato ad Annapolis un disperato ottimismo. "Il tempo della pace è adesso". CRISTIANO DEL RICCIO,.


Mestre I ricorsi al Tar sono (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 28-11-2007)

 

MestreI ricorsi al Tar sono già pronti. A presentarli potrebbero essere i singoli sindaci o, più verosimilmente, l'Associazione dei Comuni del Veneto. Oggetto, la Finanziaria 2008 che, nella formulazione attuale, rischia di mettere ulteriormente in difficoltà il sistema delle autonomie locali. Questa volta non sono soltanto i tagli ai trasferimenti statali (meno 10 per cento) a preoccupare i sindaci alle prese con la stesura del bilancio di previsione per il 2008. La mazzata ai conti dei 581 comuni veneti potrebbe darla l'esenzione dall'Ici per la prima casa. Una norma perorata dalla maggioranza di governo per sgravare i bilanci familiari che avrebbe l'effetto di scaricarne il costo sui municipi, con effetti che nessuno, al momento attuale, è in grado di prevedere. Se infatti sono già indicate le date entro le quali si dovrà pagare l'imposta (il 16 giugno e il 16 dicembre 2008), non è possibile allo stato attuale quantificare l'ammontare di questa. Ma i comuni, nei bilanci di previsione, sono obbligati a indicare entrate certe. Per questo Anci Veneto, in analogia con l'Associazione nazionale dei comuni italiani, si sta preparando a fare ricorso al Tar contro la Finanziaria.Ai dubbi di costituzionalità riguardanti il taglio dell'Ici sulle prime case, si aggiungono altri vincoli. Il primo riguarda i limiti per l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione da parte dei comuni, che dal prossimo anno dovranno essere utilizzati esclusivamente per gli investimenti senza potere più alimentare la spesa corrente. La Finanziaria 2008 prevede inoltre che i pagamenti delle spese in conto capitale possano essere effettuati soltanto per le opere realizzate nell'anno di competenza. In parole povere, i Comuni non potranno usare i soldi che arrivano da Roma per pagare debiti pregressi, con un prevedibile aumento del contenzioso con i creditori degli enti pubblici. "È una cosa inaccettabile - sbotta il presidente di Anci Veneto, Vanni Mengotto - che causerà danni enormi alle amministrazioni. Non si possono modificare i criteri strada facendo".Anche sul tagli dei gettoni di presenza i sindaci hanno da ridire: "È assolutamente inaccettabile - è scritto in un documento approvato dal Consiglio dell'associazione - che la manovra tendente al contenimento dei cosiddetti costi della politica, anziché colpire i veri privilegi, si scarichi ancora una volta sui Comuni", che già nel 2006 avevano dovuto tagliare il 10 per cento delle indennità. E i tagli, com'è noto, andranno a incidere anche sui comuni che fanno parte delle comunità montane, per le quali è in arrivo una robusta cura dimagrante. "La situazione è grave - aggiunge il vice presidente di Anci Veneto, Roberto Andriolo - siamo di fronte all'ennesima Finanziaria che lede l'autonomia dei Comuni". Per questo, prima di mettere mano alle carte bollate, i sindaci si appellano ai parlamentari veneti perché inducano il Governo e il Parlamento a modificare il testo della Finanziaria.A.Fr.


A.S.SO.FARM.: Titolarità e multititolarità delle farmacie, punto centrale per un servizio farmaceutico moderno (sezione: Costi dei politici)

( da "SaluteEuropa.it" del 28-11-2007)

 

A.S.SO.FARM. che rappresenta le 1.400 Farmacie Comunali che operano nel Paese ritiene ormai necessaria una legge di riordino nazionale che ammoderni tutto il sistema Farmacia cosicché possano essere superate le insidie che provengono dall'art. 2 del terzo disegno di legge sulle liberalizzazioni, in calendario al Senato, che consentirebbe la vendita dei farmaci di fascia C al di fuori del canale delle Farmacie. Il lavoro portato avanti dal Tavolo del Ministero della Salute e le relative proposte, di cui A.S.SO.FARM. si è resa parte attiva, riguardanti le modifiche appunto all'art. 2 del A.S. 1644 devono essere integrate da ulteriori norme che in un solo tempo rendano organica la revisione del sistema Farmacia in Italia. Difatti, oltre alle proposte di A.S.SO.FARM. per l'apertura di nuove Farmacie (circa 2.200) e lo snellimento dei concorsi per l'assegnazione fermo restando il diritto di prelazioni da parte di Comuni si assicurerà l'apertura di nuove Farmacie anche nei grandi centri commerciali, in aeroporti, stazioni e comunque in punti strategici dove è necessario garantire il miglior servizio possibile oltre ad una flessibilità degli orari di apertura. A.S.SO.FARM. ritiene necessario che la remunerazione del farmacista vada rivista basandosi non più solo sui prezzi dei farmaci venduti ma anche sulla qualificazione delle prestazioni farmaceutiche avviando un processo di rinnovo della Convenzione Farmaceutica di alto profilo con il Servizio Sanitario Nazionale e quindi propone che si individuino le Farmacie che si contraddistinguono per i livelli qualitativi dei servizi che saranno erogati al loro interno. Per ultimo, come elemento fondamentale, vi è la necessità di rispondere in maniera concreta alle richieste della Commissione europea in Corte di Giustizia, prevedendo che la titolarità delle Farmacie non sia riservata ai soli farmacisti. Proprio l'esperienza gestionale delle Farmacie Comunali, unitamente a quella di altre società private che in questi ultimi anni gestiscono gruppi di queste ultime, dimostra la validità della multititolarietà nello sviluppo di servizi sempre più qualificati per la salute dei cittadini.


E.ROMAGNA: APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 28-11-2007)

 

(ASCA) - Bologna, 28 nov - Voto favorevole (astenuti AN e Andrea Leoni di FI) al progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza (Zanca, Villani, Richetti, Aimi, Rivi e Corradi) ''Costituzione e funzionamento della Consulta di garanzia statutaria''. La Consulta introduce nel quadro istituzionale della Regione uno strumento che richiama, pur con funzioni e attribuzioni diverse, la Corte Costituzionale, di cui pero' non ha i poteri. La Consulta e' un organo ''terzo'', autonomo e indipendente, chiamato a valutare la piena conformita' allo Statuto dei provvedimenti legislativi e regolamentari adottati dall'Assemblea, secondo le previsioni dell'art. 69 dello Statuto regionale. Dopo la riforma del titolo V della Costituzione, ha spiegato il relatore Paolo Zanca (sdi), gli Statuti regionali sono diventati quasi ''Costituzioni'', ecco perche' ci e' parso necessario avere una sede nella quale, pur senza effetti giuridici, si verificasse la coerenza dei provvedimenti con lo Statuto. Zanca ha anche ricordato che nel corso della discussione del progetto di legge in Commissione, un punto particolarmente delicato e' stata la scelta del momento in cui puo' intervenire la Consulta e quella dei suoi interlocutori (originariamente si prevedeva infatti che potessero accedere alla Consulta, oltre ai consiglieri regionali, anche i singoli cittadini). Si e' deciso di porre in capo esclusivamente ai consiglieri il ricorso all'organismo e di consentirlo nel periodo che intercorre tra l'approvazione finale della legge e la sua promulgazione. In questo lasso di tempo i singoli gruppi, o un quinto dei consiglieri, possono ricorrere alla Consulta e il ricorso sospende i tempi della promulga. Dopo aver sottolineato anche gli altri compiti importanti affidati a questo organismo, Zanca ha aggiunto che l'approvazione del testo, cosi' come uscito dalla Commissione, potrebbe comportare una modifica statutaria, soprattutto nella parte relativa al numero dei componenti dell'organismo. Lo Statuto indica infatti 5 componenti, di cui 3 nominati dall'Assemblea e 2 dal Consiglio delle autonomie Locali. Con l'approvazione di questa legge, ha comunque precisato il relatore, la Consulta puo' essere operativa da subito con i tre componenti eletti dall'Assemblea. Il PdL si compone di 17 articoli. Nel primo si definisce la composizione della Consulta: possono essere nominati magistrati in quiescenza o fuori ruolo, docenti universitari in materie giuridico-amministrative, avvocati iscritti all'albo da almeno dieci anni, figure professionali che abbiano maturato significativa esperienza nel settore. Eletti a voto segreto, i componenti della Consulta resteranno in carica per un solo mandato; la durata del mandato e' di cinque anni, volutamente non coincidenti con la legislatura: l'art. 3 stabilisce che la nomina avvenga non prima di dodici mesi e non dopo diciotto mesi dalla data d'insediamento dell'Assemblea legislativa. L'art. 7 disciplina l'autonomia organizzativa e finanziaria della Consulta: ogni anno, prima della predisposizione del bilancio dell'Assemblea, la Consulta definisce con l'Ufficio di Presidenza il fabbisogno finanziario e le risorse umane necessarie per il proprio funzionamento. Il gettone di presenza dei componenti sara' stabilito con deliberazione dell'Assemblea, su proposta dell'Ufficio di Presidenza. Il parere di conformita' allo Statuto dei progetti di Legge e dei Regolamenti potra' essere chiesto alla Consulta dai singoli gruppi consiliari o da un quinto dei consiglieri regionali. La richiesta di parere puo' essere presentata solo dopo l'approvazione del provvedimento in Aula ed entro 24 ore, prima della sua promulgazione da parte del Presidente della Regione. Tale istanza sospendera' la procedura legislativa e dovra' essere formulata in modo da indicare le disposizioni del PdL (o Regolamento) che si ritengono contrarie alle norme statutarie e le disposizioni dello Statuto che si ritengono violate. La Consulta dovra' esprimersi entro 15 giorni. Se il parere accogliesse in tutto o in parte i rilievi formulati, la Presidenza dell'Assemblea disporra' che l'oggetto venga iscritto al primo punto dell'ordine del giorno della prima seduta utile; in caso contrario, il provvedimento passera' direttamente alla promulgazione. I pareri della Consulta non saranno esecutivi e vincolanti come quelli della Corte Costituzionale, ma di evidente rilevanza politica. Al nuovo organismo, inoltre, questo PdL assegna tutte le procedure referendarie regionali, i conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta, e la gestione provvisoria in caso di scioglimento anticipato dell'Assemblea. res-muz/sam/ss (Asca).


APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 28-11-2007)

 

(20:38) (28/11/2007 18:58) | APPROVATA CONSULTA DI GARANZIA STATUTARIA (Sesto Potere) - Bologna - 28 novembre 2007 - Voto favorevole (astenuti an e Andrea Leoni di fi) al progetto di legge d'iniziativa dei consiglieri componenti dell'Ufficio di Presidenza (Zanca, Villani, Richetti, Aimi, Rivi e Corradi) "Costituzione e funzionamento della Consulta di garanzia statutaria". La Consulta introduce nel quadro istituzionale della Regione uno strumento che richiama, pur con funzioni e attribuzioni diverse, la Corte Costituzionale, di cui però non ha i poteri. La Consulta è un organo "terzo", autonomo e indipendente, chiamato a valutare la piena conformità allo Statuto dei provvedimenti legislativi e regolamentari adottati dall'Assemblea, secondo le previsioni dell'art. 69 dello Statuto regionale. Dopo la riforma del titolo V della Costituzione, ha spiegato il relatore Paolo Zanca (sdi), gli Statuti regionali sono diventati quasi "Costituzioni", ecco perché ci è parso necessario avere una sede nella quale, pur senza effetti giuridici, si verificasse la coerenza dei provvedimenti con lo Statuto. Zanca ha anche ricordato che nel corso della discussione del progetto di legge in Commissione, un punto particolarmente delicato è stata la scelta del momento in cui può intervenire la Consulta e quella dei suoi interlocutori (originariamente si prevedeva infatti che potessero accedere alla Consulta, oltre ai consiglieri regionali, anche i singoli cittadini). Si è deciso di porre in capo esclusivamente ai consiglieri il ricorso all'organismo e di consentirlo nel periodo che intercorre tra l'approvazione finale della legge e la sua promulgazione. In questo lasso di tempo i singoli gruppi, o un quinto dei consiglieri, possono ricorrere alla Consulta e il ricorso sospende i tempi della promulga. Dopo aver sottolineato anche gli altri compiti importanti affidati a questo organismo, Zanca ha aggiunto che l'approvazione del testo, così come uscito dalla Commissione, potrebbe comportare una modifica statutaria, soprattutto nella parte relativa al numero dei componenti dell'organismo. Lo Statuto indica infatti 5 componenti, di cui 3 nominati dall'Assemblea e 2 dal Consiglio delle autonomie Locali. Con l'approvazione di questa legge, ha comunque precisato il relatore, la Consulta può essere operativa da subito con i tre componenti eletti dall'Assemblea. Il PdL si compone di 17 articoli. Nel primo si definisce la composizione della Consulta: possono essere nominati magistrati in quiescenza o fuori ruolo, docenti universitari in materie giuridico-amministrative, avvocati iscritti all'albo da almeno dieci anni, figure professionali che abbiano maturato significativa esperienza nel settore. Eletti a voto segreto, i componenti della Consulta resteranno in carica per un solo mandato; la durata del mandato è di cinque anni, volutamente non coincidenti con la legislatura: l'art. 3 stabilisce che la nomina avvenga non prima di dodici mesi e non dopo diciotto mesi dalla data d'insediamento dell'Assemblea legislativa. L'art. 7 disciplina l'autonomia organizzativa e finanziaria della Consulta: ogni anno, prima della predisposizione del bilancio dell'Assemblea, la Consulta definisce con l'Ufficio di Presidenza il fabbisogno finanziario e le risorse umane necessarie per il proprio funzionamento. Il gettone di presenza dei componenti sarà stabilito con deliberazione dell'Assemblea, su proposta dell'Ufficio di Presidenza. Il parere di conformità allo Statuto dei progetti di Legge e dei Regolamenti potrà essere chiesto alla Consulta dai singoli gruppi consiliari o da un quinto dei consiglieri regionali. La richiesta di parere può essere presentata solo dopo l'approvazione del provvedimento in Aula ed entro 24 ore, prima della sua promulgazione da parte del Presidente della Regione. Tale istanza sospenderà la procedura legislativa e dovrà essere formulata in modo da indicare le disposizioni del PdL (o Regolamento) che si ritengono contrarie alle norme statutarie e le disposizioni dello Statuto che si ritengono violate. La Consulta dovrà esprimersi entro 15 giorni. Se il parere accogliesse in tutto o in parte i rilievi formulati, la Presidenza dell'Assemblea disporrà che l'oggetto venga iscritto al primo punto dell'ordine del giorno della prima seduta utile; in caso contrario, il provvedimento passerà direttamente alla promulgazione. I pareri della Consulta non saranno esecutivi e vincolanti come quelli della Corte Costituzionale, ma di evidente rilevanza politica. Al nuovo organismo, inoltre, questo PdL assegna tutte le procedure referendarie regionali, i conflitti di competenza fra Assemblea e Giunta, e la gestione provvisoria in caso di scioglimento anticipato dell'Assemblea.


Ellecosta: asili, troppi italiani ma avanza il melting pot (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 29-11-2007)

 

Di Davide Pasquali Ellecosta: asili, troppi italiani Ma avanza il "melting pot" BOLZANO. "La proposta Rottensteiner sugli asili "di vicinanza" non è nata per questo scopo. Ma, secondo me, si dovrebbe impedire agli italiani di iscrivere i figli alle materne tedesche". Lo dice il capogruppo Svp Ellecosta. Ma intanto, negli asili tedeschi, il melting pot è realtà consolidata: tanti italiani, mistilingui e immigrati. La proposta avanzata nei giorni scorsi in commissione consiliare dall'assessore comunale alla scuola Greti Rottensteiner ha fatto montare le polemiche, da più parti. Non solo l'opposizione, ma pure una fetta della maggioranza ha storto il naso. Critici esponenti di Verdi, Sd, ex Margherita. Si rischia di penalizzare alcuni quartieri a scapito di altri, si dice. A farne le spese sarebbero i rioni che oggi non sono dotati di asili, come Firmian, Casanova o Mignone. Attualmente, alcuni genitori sono costretti a spostarsi, anche di molto, per raggiungere una materna con posti liberi. C'è chi deve andare da via Resia fino ai Piani o a Rencio. In più, visto che la proposta è nata in casa Svp, sorge spontaneo un dubbio: non è che si tratti magari di una manovra per contenere o addirittura contrastare l'immissione di alunni italiani ed extracomunitari negli asili tedeschi? Specie nelle materne del Centro? Quegli asili tanto gettonati e ambiti, perché le strutture sono ultramoderne, il livello didattico ottimale e la possibilità di imparare il tedesco garantita? Il capogruppo Svp Oswald Ellecosta inizialmente respinge l'accusa: "No, la proposta è semplicemente una razionalizzazione: oggi, non trovando posto, c'è chi iscrive i bimbi a quattro asili, non sapendo in quale riuscirà ad entrare. Sono avvantaggiati i residenti di ciascuna zona, ma al secondo posto subentra il criterio dell'età: i più vecchi hanno precedenza su chi abita vicino. Ciò non è giusto e genera confusione. Ci vogliono regole certe e razionali: non è possibile che un bimbo di via Resia finisca all'asilo a Rencio. Vada piuttosto in via Milano". Inoltre, secondo Ellecosta, la misura Rottensteiner, "che la Svp cittadina condive in toto", avrebbe soprattutto il vantaggio di diminuire il traffico automobilistico. Della serie: se vai all'asilo più vicino a casa, inquini di meno. Ma, tolte queste premesse, il discorso della supposta necessità di limitare la presenza degli italiani negli asili tedeschi torna alla ribalta, di prepotenza. "Anche se gli asili di vicinanza non hanno questo scopo - sottolinea il capogruppo - non significa che non ci sia qualcosa da cambiare. Fosse per me, non dovrebbe essere permesso agli italiani di frequentare l'asilo tedesco, o ai tedeschi di frequentare l'italiano. I figli con un genitore tedesco o gli italiani con figli che conoscono il tedesco, passino. Gli altri si iscrivano altrove. Continuiamo a ricevere lamentele: chi non conosce il tedesco crea problemi a se stesso, alle insegnanti, agli altri bimbi. La Provincia dovrebbe far rispettare lo statuto di autonomia che tutela la minoranza linguistica e culturale germanofona. E invece non lo fa". Ellecosta tiene a precisare che "non si tratta di cattiveria, ma di rispetto delle regole": accordo De Gasperi-Gruber e via discorrendo. La posizione di Ellecosta è criticata dall'opposizione. Roberto Cemin (Lista Benussi), è laconico ma caustico: "Meno male che sono in pochi a pensarla come lui. Non si può ragionare così, al giorno d'oggi: è cambiato tutto". E si ha proprio questa impressione, visitando uno degli asili tedeschi del Centro, dove italiani, mistilingui e immigrati abbondano: il nuovissimo e bellissimo Sankt Johann, nell'omonimo vicolo. All'uscita, fra i genitori che attendono i figli, ci sono una coppia di immigrati dell'Est che non parlano né italiano né tedesco. Poi un nonno italiano, Giovanni Zago, che ammette: "Sì, è un problema: molti genitori devono spostarsi di molto per trovare un posto. Anche per quanto riguarda gli asili nido: un dramma". Poco oltre Shpetim Bishgeni, albanese: "Qui ci sono insegnanti molto buoni. E anche se un figlio conosce solo l'italiano, impara in fretta anche il tedesco". Poco oltre, Laura Paloschi da Cremona, sposata con un bavarese: "Va a ondate: l'anno scorso si sono iscritti molti italiani; peccato che non tutti si rendano conto che, qui, ci si deve immergere in un'altra cultura: non si tratta solo di lingua. Bisogna essere convinti e avere delle basi linguistiche decenti". D'accordo la signora Wieser, una delle poche sudtirolesi doc incontrate: "A volte ho l'impressione che qui ci siano troppi che parlano solo in italiano, specie i genitori". Angela Kneid è quasi l'unica a essere interessata alla proposta Rottensteiner: "Abito dirimpetto a un asilo, ma mi hanno "fregato" il posto per via dell'età. Bene i 350 metri". Comunque vada a finire, una cosa è certa: qui il rein deutsch è scomparso e domina il melting pot. Anche se Ellecosta vorrebbe altrimenti.


Certificazione di qualità (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 29-11-2007)

 

Edizione di Giovedì 29 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Ascom. Presto un traguardo importante per i suoi servizi Certificazione di qualità di Ivan Ghigi Il 60° anno di attività dell'Ascom Cremona è stato particolarmente attivo. L'associazione, come illustra il direttore Antonio Pisacane, è stata impegnata sul fronte sindacale da una parte e su quello dei servizi dall'altra. "Sul fronte sindacale ? dice Pisacane ? abbiamo promosso moltissime manifestazioni a sostegno delle nostre categorie come ad esempio 'Pane in piazza', il Bontà, i giovedì d'estate e le consuete luminarie nelle vie centrali della città in concomitanza con la festa del torrone. Una promozione direi di grande impatto, che spiega l'installazione delle luminarie con largo anticipo rispetto al solito, senza dimenticare che i negozi sono rimasti aperti". "Sul fronte dei servizi invece ci eravamo lasciati sostanzialmente sulla via di un traguardo importante. La nostra associazione è una delle prime, penso anche a livello nazionale, che sta per ottenere la certificazione di qualità. Una certificazione che in pochi frangenti è stata applicata, ma è una strada che abbiamo deciso di intraprendere da tempo. Il fatto è che tutti continuano a riempirsi la bocca con il termine qualità, noi invece abbiamo parlato meno e siamo passati ai fatti seguendo un percorso complicato che ci porterà ad ottenere la certificazione. Attraverso un monitoraggio costante da parte di numerosi consulenti l'Ascom sta riorganizzando la struttura con la speranza di essere pronta per il primo semestre del 2008. Credo che la certificazione sia un fatto di prestigio, ma anche un'ulteriore garanzia per i nostri associati, perché presso l'associazione trovano servizi certificati, professionali forniti a condizioni economiche agevoli. E' un atto di grande trasparenza". Il numero degli associati si mantiene stabile? "Sì, non ci sono variazioni di notevole rilievo. Però è giusto sottolineare che si aderisce all'Ascom volontariamente e che altrettanto con un atto di volontà si può uscire. Tante sono le nuove iscrizioni, ma chi esce dall'Ascom lo fa sempre perché cessa l'attività. Quindi il numero di iscritti resta sempre attorno ai 2000 è c'è un certo equilibrio tra le nuove attività che nascono e quelle che cessano". I progetti che l'Ascom porta avanti ormai quasi come una tradizione stanno diventando un punto di riferimento per altre realtà del territorio. "Sicuramente l'attività promozionale delle categorie fa gola anche ai territori vicini a Cremona. Noi siamo partiti con il Natale ma lo stiamo esportando anche a Castelleone e Soresina. Come ho detto a Cremona quest'anno il Natale è partito in anticipo ma è stata una scelta mirata per agganciarsi alla festa del torrone: chi è venuto a Cremona ha potuto trovare la città addobbata e i negozi aperti. Migliore promozione di questa...". Per il futuro vi state preparando a quali novità? Si parla della liberalizzazione per i pubblici esercizi ad esempio. "Sono otto anni che sento parlare di questa liberalizzazione e l'unico settore contingentato è quello dei pubblici esercizi. Non si sa quando arriveremo alla liberalizzazione ma fa specie sentire certe cose, magari riguardo ai tassisti, ai parrucchieri ed altre attività. Se proprio vogliamo fare un'analisi notiamo che l'unico settore veramente liberalizzato è il commercio. Forse sarebbe giusto che toccasse anche agli altri adesso". Ascom attende la certificazione di qualità e non rinuncia ai servizi storici. "Copriamo a 360 gradi la platea e le sue esigenze, direi che la nostra gamma di servizi, per ampiezza, non ha eguali. Certamente i problemi sono tanti e diversificati perché il commercio comprende anche turismo e servizi: noi stiamo attenti alla specificità di ogni attività fin dove è possibile chiaramente. Se da una parte si migliorano i servizi base, dall'altra abbiamo l'orecchio aperto, pronto a recepire ogni nuova esigenza". Tra i fiori all'occhiello dell'Ascom c'è l'abbattimento dei costi dell'energia. "E' sempre valido ? conclude Pisacane ? il discorso dell'energia che qualche anno fa ha visto l'ingresso di Ascom in una società lombarda. Oggi quella società a livello nazionale applica le migliori condizioni per l'acquisto dell'energia. Tanto è vero che molte realtà esterne all'associazione si stanno avvicinando e le richieste stanno crescendo in maniera considerevole. Ma non solo, mi piacerebbe che tanti nostri associati capissero la convenzienza di certe offerte anche se si tratta di attività di dimensioni relative, mentre invece accade che facciamo gola ad aziende che avrebbero un risparmio in percentuale cospicuo. Il tutto comunque testimonia quanto il nostro prodotto sia allettante".


"metà aziende e meno burocrati" il piano del pd per salvare la sanità - antonio fraschilla (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 29-11-2007)

 

Pagina VII - Palermo L'INIZIATIVA Il pacchetto di proposte sarà presentato domani al ministro Livia Turco. Lagalla: "Valuteremo" "Metà aziende e meno burocrati" Il piano del Pd per salvare la sanità cracolici In assenza di una complessiva riorganizzazione del sistema il rientro dalla spesa sarà un fallimento barbagallo Se non saranno rispettati i tagli alla spesa la Sicilia rischia perdere oltre tre miliardi di fondi statali ANTONIO FRASCHILLA "La sanità siciliana è sull'orlo del baratro, c'è il rischio che aumentino ancora le tasse per i cittadini e si perdano risorse statali per oltre 3 miliardi di euro": da Palazzo dei Normanni il Partito democratico punta il dito contro il governo Cuffaro, reo "di affossare la sanità dell'Isola aumentando le tasse ai siciliani, con ticket, Irpef e Irap che servono a coprire il buco della sanità, senza però aver varato un piano organico di riforma del sistema". Ieri i vertici di Pd all'Assemblea regionale hanno presentato un pacchetto di proposte per riformare il sistema sanitario siciliano e hanno attaccato la giunta Cuffaro, che a oggi non ha ancora predisposto il piano sanitario regionale, lo strumento di programmazione che doveva essere varato entro il 31 dicembre 2007, come prevede la Finanziaria dello scorso anno. L'ultimo piano risale al triennio 2000 - 2002. Ma secondo Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all'Ars, c'è di più: "Stiamo mettendo in atto un piano di rientro da un 1,3 miliardi di euro - spiega - senza aver ancora predisposto l'accreditamento delle strutture private che doveva essere fatto entro il 31 ottobre scorso, a testimonianza che non si vuole riformare davvero il sistema". Anche se Saverio Ciriminna, a capo dell'Ispettorato sanitario, assicura: "A giorni sarà pubblicato il decreto con l'elenco delle strutture accreditate". Domani sarà a Palermo il ministro della Salute Livia Turco, che presenzierà al convegno organizzato dal Pd per presentare un pacchetto di riforma della sanità siciliana, a partire dal taglio delle 30 aziende sanitarie e ospedaliere dell'Isola: "Ne bastano la metà - spiega Roberto De Benedictis, della commissione Sanità all'Ars che ha elaborato il pacchetto di riforme - Chiediamo inoltre la riorganizzazione dell'assessorato alla Sanità con l'istituzione di un unico direttore al posto degli attuali cinque che hanno funzioni che si sovrappongono. Proporremo anche l'istituzione di un'agenzia regionale che monitori il reale fabbisogno di salute dei cittadini". Tra le altre proposte, che confluiranno in un atto d'indirizzo all'Ars, c'è anche la ristrutturazione del 118: "La realizzazione di una nuova società mista non riduce lo spreco del 118, che ha visto triplicare i costi nel giro di due anni, (arrivando a 170 milioni all'anno, ndr) - continua Giovanni Barbagallo, vicecapogruppo del Pd all'Ars - Sono stati assunti 3.200 soccorritori, ma alcuni di questi non hanno nemmeno la patente. Occorre collegare le centrali operative e metterle sotto il controllo di un'unica struttura". Il piano di rientro presenta inoltre contraddizioni e non corregge le inefficienze. Un esempio? "I dipendenti della sanità regionale sono 47.993, con una media di 9,75 ogni mille abitanti - continua De Benedictis - Peccato che vi siano province dove, rispetto alla media, vi siano 800 impiegati amministrativi in più, come Enna o Ragusa". Per il Pd il rischio è che un deficit così elevato, passato dai 340 milioni del Duemila al miliardo del 2006, ricadrà tutto sulle spalle dei siciliani: "Senza il piano di riorganizzazione del sistema anche il rientro della spesa sanitaria sarà un fallimento, e aumenteranno le tasse - conclude Cracolici - Già adesso paghiamo il massimo dell'Irap e dell'Irpef previsto dalla legge, ma se la Sicilia non copre il deficit sanitario si potrà derogare ai tetti di legge e aumenterà ancora la tassazione". Inoltre se la Regione non rispetterà gli accordi con il governo nazionale sul rientro della spesa sanitaria, l'Isola potrebbe perdere finanziamenti dallo Stato per 740 milioni (a integrazione del fondo sanitario) e il prestito da 2,8 miliardi di euro da restituire in 30 anni: "Senza i tagli queste somme, che arrivano a oltre 3 miliardi, non possono essere utilizzate", conclude Barbagallo. L'assessore alla Sanità, Roberto Lagalla, assicura però che "il piano regionale sarà presentato all'Ars entro dicembre": "Prenderemo comunque in considerazione le proposte del Pd", dice l'assessore.


La strana sorte dei patrimoni di Ds e Margherita (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 29-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2007-11-29 num: - pag: 46 autore: di MASSIMO MUCCHETTI categoria: REDAZIONALE PARTITO DEMOCRATICO La strana sorte dei patrimoni di Ds e Margherita I dirigenti della Quercia criticano spesso, e non senza ragione, l'opacità della finanza italiana. Ma quando si tratta delle finanze del partito il rigore metodologico, che non va confuso con la riconosciuta onestà personale dei tesorieri, cala un po'. Specialmente ora che gli eredi del Pci, assieme agli aderenti alla Margherita, stanno per sciogliersi nel nuovo Partito democratico. Quanto si profila non è una fusione, e nemmeno la somma di due storie con le loro attività e passività economiche, ma il conferimento di due storie, non è chiaro con quali bilanci materiali, a un terzo soggetto che si propone come nuovo quanto a idee e cassa. Per questo motivo la questione dei bilanci non è irrilevante né per la sostanza né per il metodo. Il Pd vuole essere una formazione leggera, che archivia la forma partito novecentesca. Dunque, meno sedi, meno funzionari, meno organi di stampa tradizionali e costosi: meno spese fisse, in una parola. La Margherita è già un partito sottile, come direbbero in Borsa. Anche perché gli immobili rimasti al Partito Popolare, e dati in comodato gratuito alla Margherita, sono e restano intestati all'Associazione i Popolari. La Quercia è molto dimagrita rispetto al suo storico progenitore, e tuttavia ha conservato assetti più consistenti. Con la conseguenza di avere più patrimonio ma anche più dipendenti e più debiti. Il Pd deve ancora stabilire come organizzerà la propria attività di raccolta dei fondi e con quali modalità di rendicontazione agli iscritti e ai cittadini. Sarebbe augurabile uno sforzo in più rispetto agli obblighi di legge che non prevedono, per esempio, un reale bilancio consolidato. Ma sarebbe già molto decidere in modo chiaro e verificabile quali attività e passività debbano passare dai vecchi partiti in liquidazione al nuovo e quali no. E tuttavia già adesso è chiaro che il Pd "distruggerà" posti di lavoro, specialmente fra i Ds, sia al Botteghino che nelle regioni rosse dove più consistente è la struttura. Fosse un'azienda, la Quercia penserebbe a una bad company con cui far fronte ai costi sociali derivanti dal passato e al rimborso del debito residuo. Non lo è, e farà diversamente. Di questa materia - che in passato ebbe il suo rilievo nei rapporti dell'ex Pci con il sistema finanziario - i congressi non si sono occupati. I leader pensano che i tesorieri, allo stesso modo dell'intendenza di Napoleone, seguiranno comunque. Ma a quale prezzo sul piano della trasparenza? I Ds, che hanno due storiche fondazioni nazionali (l'Istituto Gramsci e il Cespe), promuovono ora una rete di fondazioni provinciali alle quali vengono attribuiti, saldati entro l'anno i debiti della periferia, i resti non trascurabili di quello che fu un piccolo impero immobiliare. è una decisione di qualità diversa da quelle passate. Assegnare il Bottegone o una Casa del Popolo a una srl o a dei fiduciari poteva ben restare competenza delle direzioni nazionale e locali. Far sopravvivere un patrimonio al partito - e questo vale anche per la Margherita - è invece una decisione che avrebbe meritato un mandato di origine congressuale. Nelle società ben governate, le decisioni ordinarie le prende il consiglio di amministrazione e quelle straordinarie l'assemblea degli azionisti. I partiti non avrebbero dovuto essere da meno. Anche perché, in un congresso, sarebbe stato più difficile evitare di chiarire a chi in futuro risponderanno le fondazioni e l'Associazione i Popolari e se, e in quale bilancio, questi conduits della politica verranno consolidati. \\ Far sopravvivere un capitale alla formazione politica avrebbe meritato un mandato congressuale.


La seduta va oltre la mezzanotte pochi rinunciano a due gettoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)

 

Udine La seduta va oltre la mezzanotte pochi rinunciano a due gettoni Per riuscire a votare tutti i punti all'ordine del giorno la seduta del consiglio comunale di martedì è proseguita fino all'una e trenta del mattino facendo così scattare il doppio gettone. Se l'assemblea prosegue oltre la mezzanotte i consiglieri hanno infatti diritto a ricevere due gettoni di presenza, ciascuno di circa cento euro lordi, 82 netti. A meno che non decidano, come spesso accade, di rinunciare alla doppio compenso. Martedì però sono stati in pochi i consiglieri che hanno fatto questa scelta. Tra questi anche Alberto Bertossi dei Cittadini, Diego Volpe Pasini di Sos Italia, Adriano Lualdi di Impegno per la città e Claudio Freschi di Udine democratica. "Quando sforiamo la mezzanotte di pochi minuti - spiega il presidente del consiglio, Elvio Ruffino - invito sempre tutti a rinunciare al doppio gettone ma martedì siamo andati molto oltre per cui la scelta è stata individuale". Alla fine della seduta, dopo aver respinto la proposta di Michele Florit (La Colomba) di sciogliere le circoscrizioni, il consiglio ha anche approvato due mozioni di sentimenti: la prima di solidarietà alle forze di polizia proposta da Roberto Bardini di Fi e la seconda per ricordare la vittima sul lavoro Paolo Di Giusto, proposta dalla Sinistra democratica. (c.r.).


ANCONA - Appena sei mesi fa Emilio Docente decise il derby da grande ex, seppellendo la sua vecchia (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 29-11-2007)

 

Di FERDINANDO VICINI ANCONA - Appena sei mesi fa Emilio Docente decise il derby da grande ex, seppellendo la sua vecchia Samb sotto il peso della sua tripletta. Allora protagonista assoluto sul terreno del Del Conero, domenica prossima invece Ancona - Samb la guarderà dalla tribuna. Il centravanti arriverà appositamente da Rimini per assistere all'incontro fra le due sue vecchie squadre. Ad entrambe ha regalato una salvezza ai play out: nel 2006 segnando per la Samb una doppietta decisiva nel ritorno dei play out contro il Lumezzane; a giugno scorso mettendo ko il Teramo con due reti altrettanto determinati, una all'andata e una a ritorno, a vantaggio dell'Ancona. Emilio come vivrai la partita di domenica prossima? "Verrò a vederla perché la sento ancora un po' mia, come se ancora dovessi giocarla". Per chi farai il tifo al Del Conero? "Sono ancora molto legato all'Ancona, sia per i rapporti con la famiglia Schiavoni che con i miei ex compagni. Le mie simpatie saranno per i biancorossi". Da addetto ai lavori chi vedi favorito? "Senza dubbio l'Ancona, che è sicuramente più forte della Samb. Monaco ha un gruppo compatto e un centrocampo stellare per la C1: Caremi, Miglietta e Anderson garantiscono qualità per la fase offensiva e forza ed efficacia nella fase di contenimento. Lì in mezzo potrebbe decidersi la gara". L'anno scorso all'andata la Samb vi giocò un brutto scherzo. Quest'anno come la vedi? "Probabilmente in questa stagione ai rossoblu non è ancora riuscito di sostituire adeguatamente alcuni elementi come Morante e Consigli, che lo scorso anno si erano messi in grande evidenza. La società deve correre ai ripari a gennaio". A proposito del mercato di gennaio, la voce di un ritorno di Docente all'Ancona non si è mai spenta. Che cosa ne pensi? "Ho già parlato con il Rimini tramite il mio procuratore Dattolo: se dovessi tornare in C1 per me esiste solo l'Ancona e non ne faccio una questione di classifica. Non andrei nemmeno alla Salernitana. Il Rimini mi ha fatto sapere di voler puntare sul sottoscritto, però al momento non ho avuto molto spazio. Aspettiamo e vedremo". Pensi che l'Ancona possa farcela nella corsa alla promozione in B già quest'anno? "Credo che abbia i mezzi per giocarsela sino in fondo, nonostante le ultime due sconfitte consecutive. Il derby arriva al momento giusto per un rilancio immediato, però i biancorossi devono fare attenzione perché sono partite sempre molte insidiose e la Samb non sarà un avversario rassegnato". NOTIZIARIO - Solo un po' di palestra e corsa per Salvatore Mastronunzio: il dolore al piede destro che tormenta il bomber continua a tenere in apprensione l'Ancona, Squalificati Fanucci e De Sousa Monaco potrebbe inserire Lacrimini come esterno sinistro in difesa spostando Rizzato in avanti al posto di De Sousa.


Numero dei consiglieri, occasione persa in regione (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-11-2007)

 

La proposta di ridurre i posti da 60 a 40 era sicuramente esagerata, tuttavia avrebbe meritato un dibattito serio Numero dei consiglieri, occasione persa in Regione DIBATTITO di ROBERTA DEGANO* Sul tema dei costi della politica e dei privilegi della politica e, più in generale sulla questione morale, abbiamo già scritto, abbiamo sempre avuto una nostra chiara e netta posizione e abbiamo anche fatto iniziative in passato. L'aspetto positivo di questa situazione che ha scatenato parecchia attenzione in tutti i cittadini, è che sempre più spesso i cittadini dimostrano insofferenze a questo stato di cose. Sicuramente la crisi della politica non è determinata solamente e unicamente dai suoi costi e dai privilegi che produce. Il male è più profondo. Finalmente è giunto il tempo delle proposte. Con la costruzione del Partito democratico, Walter Veltroni ha avanzato una sua articolata proposta. Al centro di tale proposta c'è una vecchia e mai discussa richiesta di ridurre il numero dei parlamentari. A livello della nostra regione registriamo con amarezza quanto di negativo è accaduto mercoledì 21 novembre in consiglio regionale. I Cittadini per il presidente (Malattia) e la Lega Nord (Guerra) avevano presentato un ordine del giorno comune, bocciato dall'aula, che prevedeva la riduzione dai 60 attuali a 40 consiglieri in ambito regionale. A nostro parere la proposta dei due capigruppo sicuramente è esagerata, ma è una proposta che può far nascere un dibattito all'interno del consiglio, è una proposta che può far discutere seriamente. Differentemente, invece, è stata data solamente una risposta provocatoria (almeno da quanto si capisce dalla stampa), una risposta provocatoria che definiremmo anche irresponsabile da parte dell'Udc che chiedeva la riduzione del consiglio regionale a un "unico consigliere". A nostro modesto parere, la maggioranza regionale ha perso un'occasione politica per aprire un dibattito serio e vero. Questo problema non è più rinviabile. Una regione come il Friuli Venezia Giulia con poco più di 1.200.000 abitanti non può, anzi non dovrebbe, avere un consiglio regionale con 60 eletti più gli assessori esterni. Noi da parecchio tempo ci eravamo impegnati, all'interno dei Democratici di sinistra allora, su questo fronte. Ora, come movimento di Sinistra democratica, siamo impegnati a costruire una nuova e rinnovata sinistra che non vuole la sua verità, ma pone al centro di questo progetto la questione morale di antica e sempre valida memoria berlingueriana. Alle tante donne e uomini di sinistra che aspettano con fiducia la nascita di una forza di sinistra plurale chiediamo di essere protagonisti. Una forza di sinistra di governo che non può né oggi né domani essere avversaria del Partito democratico. Per noi il nodo fondamentale critico e strategico dell'innovazione sul terreno della politica non passa attraverso nuovi inizi. La politica per noi è una lotta culturale sociale del presente col passato, che non deve essere cancellato, ma trasformato. Il mondo del lavoro, il mondo dei lavori, i giovani in cerca di un lavoro qualificato, il mondo del sapere per noi sono il principale motore per dare alla politica dignità, trasparenza e fiducia. Il passato è l'unica realtà. Il presente è qualcosa che si tocca con la mano. Il futuro di questo nostro Friuli, della Regione, del nostro amato paese non dobbiamo cercarlo nella nostra immaginazione. Da cittadini responsabili e non da consumatori non confondendo mai i diritti con i desideri. Il percorso è tracciato. Salite, curve, spine, trabocchetti non mancheranno. Noi, con la passione, il cuore e la ragione ce la metteremo tutta per farcela. Siamo convinti che ora i tempi stanno maturando, percepiamo che c'è la volontà di cercare di dare risposte concrete sull'unità a sinistra, da parte di tutte le forze politiche che sono attente a questo difficile percorso, ma che percepiscono che il grande vuoto lasciato a sinistra con la nascita del nuovo Partito democratico non può essere lasciato senza risposte e tutti insieme, noi speriamo, ci spenderemo per dare queste risposte. Da qui anche un appello, in precedenza appena accennato, a tutte le donne e gli uomini di sinistra che ci vogliono scrivere, dare il loro suggerimento, farci capire cosa pensano di questo percorso, per iniziare anche attraverso la stampa un dibattito che possa fungere da catena trainante, anche per capire che forse non siamo pochi, noi uomini e donne di sinistra. Noi uomini e donne che riteniamo di aprire un processo di rinnovamento e di unità della sinistra italiana che veda coinvolti e protagonisti le tante e i tanti che non vogliono la scomparsa della sinistra nel nostro paese e che vogliono spendersi e partecipare a una riforma della democrazia italiana che deve assumere il dato che ci fa annotare la crisi politica di questo paese. L'alternativa all'antipolitica è basata sulla partecipazione e sul recupero dell'etica pubblica: un impegno in primis contro i costi impropri e gli sprechi fanno parte del nostro ampio scenario di uomini e donne di sinistra! *Coordinatrice provinciale Sinistra democratica.


Pace in Provincia, aumenta il gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 29-11-2007)

 

Prov Ogliastra Pagina 6028 Tortolì. Votato all'unanimità dal Consiglio l'adeguamento di indennità per i consiglieri Pace in Provincia, aumenta il gettone Tortolì.. Votato all'unanimità dal Consiglio l'adeguamento di indennità per i consiglieri Superati i contrasti nella maggioranza di centro-sinistra --> Superati i contrasti nella maggioranza di centro-sinistra Pace fatta in maggioranza. In attesa della verifica sull'attuazione del programma, il centro-sinistra che sostiene Piero Carta sembra avere superato le fibrillazioni emerse nelle ultime settimane. Tutto come da copione, o quasi. In Consiglio provinciale i dissidenti della maggioranza rientrano nei ranghi mentre i consiglieri d'opposizione del centrodestra contestano ogni singolo argomento. In chiusura tutti mano nella mano sull'ultimo punto all'ordine del giorno: quello che aumenta il gettone di presenza dei consiglieri fino a 67 euro lordi. PACE FATTA Chi attendeva fulmini e saette da quella parte di maggioranza che qualche tempo fa aveva lamentato il mancato coinvolgimento sui punti all'ordine del giorno abbandonando l'aula consiliare, si è dovuto ricredere. La maggioranza di centrosinistra più i sardisti che sostiene Piero Carta, passate le fibrillazioni degli scorsi giorni che avevano fatto gridare alla crisi, ha votato compatta sia sull'assestamento di bilancio che sui debiti fuori bilancio parte dei quali riferibili al pagamento di parcelle legali per alcune vecchie vicende giudiziarie in capo all'ex Comunità montana Ogliastra. Via libera anche al regolamento provinciale di Protezione civile proposto dall'assessore all'Ambiente Luigi Lai e a suo tempo rinviato su richiesta del capogruppo Ds Franco Cugusi. Nessuna polemica, infine, per l'adeguamento delle indennità dei consiglieri, provvedimento votato all'unanimità. VERSO LA VERIFICA Clima disteso quindi in seno alla maggioranza che in attesa della scadenza del prossimo 30 novembre, data in cui i partiti che compongono lo schieramento si incontreranno per la verifica sullo stato di attuazione dei programmi. La maggioranza ha avuto ieri il suo bel daffare per rintuzzare gli attacchi dell'opposizione che, complice l'interrogazione del consigliere di Forza Paris Enzo Russo sul regolamento provinciale, il quale garantisce locali adeguati e personale anche per i gruppi di minoranza. Ribadendo la mancata applicazione di queste direttive, Russo ha dato la stura ad una serie di lamentele e rivendicazioni. Prime tra tutte quella che riguarda la sede tortoliese, poiché non è stata ancora individuata, almeno a giudizio del centrodestra, un locale adeguato e rappresentativo delle funzioni del Consiglio provinciale ogliastrino. Un'altra richiesta del centro destra, sempre per voce di Enzo Russo, riguardante la trasmissione in diretta radiofonica delle sedute di consiglio ha rappresentato l'occasione per un ulteriore acceso scambio di opinioni. GIUSY FERRELI.


FABRIANO - Ci metteremo subito al lavoro per studiare questa eventualità . E' questo (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 29-11-2007)

 

FABRIANO - "Ci metteremo subito al lavoro per studiare questa eventualità". E' questo il commento del presidente della prima commissione consiliare "Affari istituzionali" dell'assemblea civica di Fabriano, Claudio Alianello, in merito all'idea lanciata dal sindaco, Roberto Sorci, circa la possibilità di trasformare il gettone di presenza in indennità mensile per contenere i costi della politica cittadina. Un percorso, comunque, non facile che potrà incontrare resistenze che potranno travalicare i due attuali schieramenti politici. Le dichiarazioni dell'assessore al Bilancio, Marco Boldrini, sulla "previsione" di spesa politica per il prossimo anno "pari a circa 360mila euro con questa frequenza di convocazione dei consigli comunali e di riunioni delle 7 commissioni consiliari" stanno determinando una serie di reazioni. "Abbiamo iniziato a mettere mano agli attuali 83 regolamenti comunali. Veramente troppi. Il primo che la commissione sta per prendere in esame - racconta il presidente Alianello - è quello proprio relativo al funzionamento del consiglio comunale della città della carta. Ci atterremo al vigente regolamento proposto dall'Anci. L'idea lanciata dal sindaco Sorci sulla trasformazione del gettone di presenza in indennità mensile per contenere i costi della politica cittadina è da studiare e valutare. Lo Statuto comunale, del resto, ci consente una soluzione del genere grazie al comma 2 dell'articolo 13. Durante la prossima riunione della prima commissione esporrò questa possibilità per verificare il grado di accoglimento. Sicuramente - conclude Claudio Alianello - cercheremo di rendere più snelli i lavori consiliari guardando alla produttività dell'assise e tenendo d'occhio anche i relativi costi di "gestione" che possono, alla fine, pesare sulla manovra di bilancio della città della carta".Cl. Cu.


Il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro, rispetto ai 788 ric (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 29-11-2007)

 

Chiudi Il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro, rispetto ai 788 richiesti dal programma. Il deficit per quest'anno è, quindi di 310 milioni. Meno delle previsioni più pessimistiche, ma comunque ancora lontano dagli obiettivi che erano stati fissati nelle previsioni. Rossi all'interno.


AL VIA UNA NUOVA giornata di dibattiti e tavole rotonde sul rischio in corsia. Oggi al Centro Affari (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 29-11-2007)

 

Il tema da affrontare sarà quello delle esperienze regionali, nazionali ed internazionali di gestione del rischio. Tra gli illustri relatori che si alterneranno nel corso della giornata interverrà anche il Ministro della Salute Livia Turco. Domani invece l'appuntamento del II Forum Risk Management in sanità è con Luigi Nicolais, Ministro per le Riforme e le Innovazioni, con cui sarà affrontato il tema dello sviluppo tecnologico e dell'evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale. - -->.


UN PICCOLO aumento nelle tariffe per garantire il livello attua (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rimini)" del 29-11-2007)

 

UN "PICCOLO aumento" nelle tariffe "per garantire il livello attuale di copertura dei servizi". I prezzi per i cittadini (tranne gli esentati) di asili, scuole, sport, mense subiranno un ritocco sul 4-5%. Anche se l'assessore Antonella Beltrami si sforza di sorridere, parlando di "bilancio 2008 ambizioso, col +5,4% di spesa per il welfare, 39,3 milioni di euro, un terzo della spesa corrente", è chiaro che continua l'epoca delle vacche magre. Gli indirizzi di bilancio sono stati presentati (non ancora discussi) l'altra sera dal sindaco Alberto Ravioli ai consiglieri di maggioranza. La "Finanziaria" del Comune prevede 56 milioni di euro per gli investimenti: opere viarie (36,2% del totale), scuola (17%), edilizia residenziale pubblica (11%). "Salgono a 154 milioni con i project financing pubblico-privati: un livello altissimo, molto sopra la media regionale", dice la Beltrami. L'assessore spiega come le spese non comprimibili pesino per 88,4 milioni, il 72,8% della spesa corrente di bilancio (121 milioni). Si tratta di personale (46,7 milioni), mutui (17,9 milioni), consumi (22,5). Poi ci sono scuola e sociale, con 16,3 milioni (13,4%), "altre politiche" (eventi, incarichi professionali ecc.) con 16,6 milioni, "costi della politica" (assessori, gettoni ai consiglieri, quartieri) con 600mila euro: lo 0,5%. "Meno che i manager di qualsiasi azienda privata", dice la Beltrani. La quale rileva che per il personale ci sono aumenti automatici sul 6% annuo. E che gli edifici pubblici nuovi o riscoperti - da asili e scuole alla... Domus - sono costi aggiuntivi. "Difficile comprimere queste spese". Confermato il rinforzo della task force anti-evasione. Sin qui sono una trentina i finti poveri scovati dalla Finanza. La tassa - anzi imposta - di scopo, confermata, vedrà partire a giugno i lavori in via Di Mezzo e alla scuola di Viserba. Le aliquote Ici restano uguali. Così l'addizionale Irpef. Per il Piano strutturale stanziati 200mila euro; per il Piano strategico 182mila (compresa la campagna informativa). Per sostenere famiglie e fasce deboli, il Comune "rinuncia" - fa sconti e agevolazioni - a 7,6 milioni di euro. Si invoca riforma delle autonomie locali e chiarimento di funzioni (oggi la Protezione civile è Statale, regionale, provinciale e comunale) e compartecipazione Irpef e Iva. - -->.


I COSTI DELLA POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 29-11-2007)

 

Attualità 29-11-2007 I COSTI DELLA POLITICA C'è un collante per ogni sedere Se il debito pubblico è fra i più alti in Europa e con esso i costi legati alla politica e se abbiamo il più alto numero di politici e loro affiliati un qualche legame tra le varie cose ci deve essere, no? Viene quindi spontaneo pensare di ridurre i secondi per diminuire i primi. Anche se il collante dei bei sederi alle poltrone è difficile da sciogliere. Corrado Cacace e.mail Viene spontaneo a lei e a tutti noi, persino a chi crede che tra le varie cose non ci sia un legame. Poi ci sono il collante, le poltrone, i sederi e pure le facce dei politici, anche queste spesso coperte di collante. Per omologia. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Giunta e commissioni, l'ora dei tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 29-11-2007)

 

Marco Battistini L'imput arriva da Roma: occorre tagliare i costi della politica. Un messaggio rivolto sia agli organi centrali che agli enti locali. A Latina il tema verrà affrontato nell'odierno consiglio comunale, previsto per le ore 15. Una mozione è stata presentata dal capogruppo del Partito Democratico, Maurizio Mansutti. Home Latina prec succ Contenuti correlati La Casta al volante Scritte sui muri di Roma dopo la morte di Gabriele Sandri Seborga e il segreto occultato dal Vaticano 15 anni, violentata in cella da 20 uomini per 1 mese Vota per il nome del nuovo partito di SIlvio Berlusconi I cittadini vogliono concretezza Lo schema prevederebbe un ridimensionamento del numero degli assessori e delle commissioni. Nelle intenzioni, i membri di giunta verrebbero ridotti a 10 unità, così come pure gli organismi consiliari. La proposta sembra aver trovato consensi in entrambi i fronti. In tempi non sospetti il sindaco Zaccheo si era detto favorevole a ridurre soprattutto il numero delle commissioni. In molti le ritengono eccessive nel numero oltrechè dispersive. I gruppi di lavoro consiliari rischiano di "burocratizzare" ulteriormente la macchina amministrativa, ostacolando il lavoro dell'Esecutivo. Quanto agli assessori potrebbe verificarsi ciò che è stato disposto per i ministri. Come è noto la Finanziaria 2008 ha previsto che "dalle prime elezioni per il rinnovo di ciascun consiglio comunale e provinciale viene ridotto il numero dei consiglieri e diminuite le indennità e i gettoni di presenza. Il numero degli assessori si riduce da 16 a 12". Latina stando alle indicazioni del legislatore, non andrebbe incontro ad alcuna scure, ma non sono in pochi (sia dentro la maggioranza che nell'opposizione) a ritenere necessario un ulteriore ridimensionamento della squadra del sindaco. Per tutta l'estate era stata paventata l'idea di una giunta "allargata" a 14 assessori. Una proposta che ha però trovato nella stessa Cdl fortissime resistenze. Con buona pace degli alleati minori (Dc per le Autonomie e Azione Sociale) rimaste fuori dai giochi. 29/11/2007.


Scontro a Genova <Il gettone d'aula salga a 126 euro> (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)

 

Scontro a Genova "Il gettone d'aula salga a 126 euro" di Redazione - giovedì 29 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Polemica a Genova sull'aumento del gettone di presenza per i consiglieri comunali da 97 a 126 euro. Nei giorni scorsi, la proposta era stata avanzata da un vasto schieramento bipartisan. Poi gran parte dei firmatari ha fatto un passo indietro. Il centrosinistra, però, non ha rinunciato del tutto, ma ha solo cambiato strategia: vuole dare mandato al sindaco Marta Vincenzi di farsi portavoce presso l'Anci e il governo della richiesta di un riequilibrio fra i compensi dei politici. "È un fatto di dignità" hanno sottolineato Simone Farello (Partito democratico) e Nicolò Scialfa (Rifondazione comunista), quest'ultimo fra i firmatari poi "pentiti" della delibera. "Occorre riequilibrare i compensi fra i politici dei vari enti - hanno aggiunto Scialfa e Farello - perché gli unici penalizzati sono Comuni e Province". Alla fine, in calce alla proposta è rimasta solo la firma del capogruppo di Forza Italia Raffaella Della Bianca: "La maggioranza si è tirata indietro ma quella dei gettoni è però una questione aperta". Oggi la questione sarà dibattuta in Consiglio comunale.


Gettoneè semprepolemica (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)

 

IN COMUNE Della Bianca (Fi): "Di fronte all'impopolarità di un aumento dei gettoni di presenza, c'è chi vuole gonfiare i rimborsi" 29/11/2007.


<Vergogna, vogliono garantire l'aumentocon rimborsi spese> (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 29-11-2007)

 

"Vergogna, vogliono garantire l'aumentocon rimborsi spese" Forza Italia attacca Della Bianca punta il dito contro la maggioranza dopo il no all'aumento dei gettoni ai consiglieri È UN'ACCUSA PESANTE quella che lancia Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: "La maggioranza propone di decuplicare il fondo spese a disposizione dei gruppi consiliari, per aggirare lo stop all'aumento delle indennità. È una vergogna, noi non ci stiamo". Raffaella Della Bianca non vuole fare nomi. Ma attacca: "È scandaloso il comportamento dei consiglieri di maggioranza. Prima firmano per l'aumento dei gettoni di presenza e poi ritirano la firma, forse perché impopolare nel momento in cui la gente parla dei costi della politica. Però nei corridoi alcuni di loro hanno spiegato che ci potrebbe essere una scappatoia, attraverso una delibera di giunta. Oggi, ogni consigliere riceve dal fondo che il Comune destina ai gruppi circa 400 euro l'anno come rimborso spese. Secondo quanto ho sentito nei corridoi, questo rimborso spese, attraverso benefits non tassabili (buoni pasto, rimborsi per benzina e spese di cancelleria) sarebbe decuplicato, per il rimborso complessivo salirebbe a 4 mila euro per ogni consigliere. Ma noi non ci stiamo. Chiediamo l'aumento del gettone di presenza, punto e basta. Oggi tireremo fuori questo argomento in aula". Accuse, quelle di Della Bianca, completamente respinte dai colleghi della maggioranza. Il battibecco a distanza anticipa il clima arroventato del consiglio comunale odierno, una seduta straordinaria in cui si parlerà esclusivamente della richiesta dell'aumento del gettone di presenza dei consiglieri, dagli attuali 97 euro lordi a 128 euro. A chiedere il ritocco sono rimasti solo i consiglieri azzurri. Tutti gli altri firmatari, consiglieri sia di maggioranza sia di opposizione, hanno infatti ritirato il proprio appoggio (dato in un primo momento) al documento. Le posizioni sono emerse ieri nella riunione della commissione consiliare bilancio, riunitasi sotto la presidenza di Enrico Musso. Ma secondo Della Bianca alcuni consiglieri confiderebbero in una delibera della giunta, con aumenti sui rimborsi spese, voci neppure tassabili. "Nessuno di noi si è mai sognato una cosa del genere - è la replica sdegnata di Stefano Anzalone dell'Ulivo-Pd - e non la vedo neppure realizzabile in concreto. Chiederemo alla giunta di farsi carico del problema dell'aumento del gettone di presenza a livello nazionale in sede Anci (l'associazione dei comuni). Il rapporto tra tempo speso per l'impegno politico di un consigliere e il suo compenso è da ridiscutere. Ma da questo a pensare che qualcuno di noi possa avere pensato ad un escamotage come quello di cui ci accusa il capogruppo di Forza Italia, ce ne passa". Identica la reazione di Antonio Bruno di Rifondazione Comunista. "È la prima volta che sento parlare di questa ipotesi - dice - e non mi sembra percorribile". E non cambia la risposta del capogruppo dell'Ulivo, Simone Farello. "Abbiamo sempre parlato - osserva sorridendo - della richiesta di un aumento del gettone di presenza, per una questione di dignità. Mai di altre voci come quella del rimborso spese. Quest'ipotesi è pura fantasia". Anche An respinge un'ipotesi del genere. "Avevo firmato anch'io - dice il capogruppo Aldo Praticò - per la richiesta di un aumento del gettone, perché la considero legittima. Ho ritirato la firma perché la richiesta è improponibile in quanto si scontra con la Finanziaria. Non è la giunta a poterci negare questo aumento: è la legge. Sull'altra ipotesi, l'aumento dei rimborsi, io non ho sentito mai nulla. Mi sembra comunque difficile da realizzare, perché ogni singola spesa rimborsata va documentata". Ma Della Bianca insiste. "Non ero sola quando sono state fatte queste affermazioni". E promette: "Oggi in consiglio parleremo di questo". GIULIANO MACCIò elisa mangini 29/11/2007 sul webI lettori criticano le richieste dei consiglieri di adeguare i gettoni 29/11/2007 "NON È vero che il Comune e quindi i cittadini genovesi non abbiano sostenuto alcun costo organizzativo per la Notte Bianca del 15 settembre scorso, perché 130 mila euro destinati alla campagna per la comunicazione, rappresentano di questi tempi una bella sommetta". Il giudizio è di Alberto Gagliardi di Forza Italia, oggi vicepresidente del consiglio comunale ed ex sottosegretario, ma sempre e da sempre anima critica per il centrosinistra. Sotto la sua lente di ingradimento, stavolta, è finita la Notte Bianca di sabato 15 settembre che Gagliardi definisce "solo una piacevole festa paesana" ma che, l'esponente azzurro giudica insufficiente "per riposizionare la visibilità e l'immagine di Genova in ambito europeo e mediterraneo ...obbiettivo,purtroppo, che non è stato raggiunto né con il G8 né, soprattutto, con il 2004 capitale europea della cultura". Per sapere quanto è costata l'iniziativa, l'ex sottosegretario ha presentato al sindaco Marta Vincenzi un'interrogazione. Ma la risposta non lo ha soddisfatto, e non solo perchè la notte bianca ha avuto un costo di 130 mila euro per la comunicazione. "Bisogna contare anche le spese indirette- prosegue Gagliardi - legate alla pulizia, all'ordine pubblico, ai trasporti, all'illuminazione (in una Genova di solito scarsamente illuminata). all'elenco degli sponsor, si evince poi, come avevo anticipato nella mia interrogazione, che si tratta in larga parte di società municipali o comunque pubbliche e che le aziende "private" sono quasi tutte tese a coltivare buoni rapporti con l'amministrazione comunale di centro-sinistra (Coop e affini)". g. m. 29/11/2007.


Niente kursaal per "la casta" (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 29-11-2007)

 

La presentazione del libro, con il co-autore Sergio Rizzo, ci sarà domani a Teramo Niente Kursaal per "La casta" Il Comune di Giulianova nega il patrocinio all'incontro TERAMO. Domani pomeriggio alle 17.30, nella sala polifunzionale della Provincia, presentazione del libro "La casta" con la partecipazione del giornalista Sergio Rizzo, co-autore del libro insieme a Gian Antonio Stella. L'incontro è organizzato da Società civile, che inizialmente aveva previsto anche una presentazione, in serata, a Giulianova nel palazzo Kursaal. Questo secondo appuntamento è stato però annullato a causa, si legge in una nota dell'associazione, "della non concessione gratuita della sala Kursaal per mancato patrocinio dell'iniziativa". Il motivo del diniego, fa sapere Leonardo Nodari di Società civile, "non ce lo hanno spiegato, una motivazione ufficiale non ci è stata data. Certo, se il Comune ha deciso di nomn dare ai cittadini la presentazione di un libro così importante ci dovrà essre una motivazione molto forte. Di sicuro Rizzo ci è rimasto male". "Abbiamo chiesto la solidarietà all'ordine nazionale dei giornalisti", aggiunge Nodari, "e la chiederemo domani sera (oggi ndr) alla trasmissione "Anno zero" alla quale parteciperò con alcuni cittadini giuliesi".


ORVIETO - TIRARE la cinghia è diventata la parola d'ordi (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 29-11-2007)

 

? ORVIETO ? TIRARE la cinghia è diventata la parola d'ordine. Il vento dell'austerità soffia forte sugli enti pubblici orvietani. Anche quelli che, come il Centro studi, stanno dimostrando una notevole vitalità a dispetto della grave crisi finanziaria che si è abbattuta sul Comune, gravato da 50 milioni di euro di debiti e da oltre 3 milioni e settecentomila euro all'anno di interessi sui mutui bancari. Il Centro studi il cui budget annuale è di 660 mila euro l'anno, riceve dal Comune 160 mila euro, ma fino allo scorso anno erano 90 mila in più. Adesso i sei membri del consiglio d'amministrazione hanno deciso di lavorare gratis. Al posto dei 150 euro che ricevevano ad ogni riunione, percepiranno un gettone di presenza simbolico pari ad un solo euro. LA PRESIDENTE della fondazione Centro studi, assessore Pirkko Peltonen, aveva già rinunciato ad ogni indennità fin dalla sua nomina, nel giugno scorso. "Sarebbe sciocco pensare che l'eliminazione del gettone di presenza dei consiglieri incida in maniera significativa sul bilancio annuale ed è corretto, in linea di principio, che i consiglieri ricevano un'indennità per il lavoro e la responsabilità che assumono. E' tuttavia parso opportuno segnalare anche in questo modo l'impegno davvero disinteressato che i consiglieri mettono nell'amministrare il Centro". FREQUENTATO ogni anno da circa 600 studenti, il piccolo ateneo di piazza Duomo è entrato recentemente a far parte del polo didattico provinciale perdendo, di fatto, la sua autonomia, ma i dieci anni di proficuo lavoro portato a termine del direttore Stefano Talamoni e le numerose collaborazioni internazionali attivate nel corso del tempo, ne hanno fatto un "patrimonio" importante per Orvieto. ATTUALMENTE, il budget di spesa del Corso è coperto, oltre che dal Comune, anche da 150 mila euro l'anno della fondazione Cassa di risparmio, da 50 mila euro della Camera di Commercio e da altri 300 mila euro che derivano dalle attività gestite direttamente come quelle che interessano la Scuola di Etruscologia, la Scuola Librai italiani, l'Istituto superiore di sanità, la Luiss e dalle quote dei vari atenei americani. C.L. - -->.


Di FABIO ROSSICommissariamento più lontano, anche se non ancora scongiurato, ma resta l (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 29-11-2007)

 

Chiudi di FABIO ROSSI Commissariamento più lontano, anche se non ancora scongiurato, ma resta l'incognita dell'incremento delle addizionali regionali sulle tasse. L'incontro di ieri, sul piano di rientro dal debito della sanità del Lazio, ha portato a un riavvicinamento tra le posizioni dei tecnici della regione e quelle dei ministeri dell'Economia e della Salute, dopo il tormentato vertice di martedì scorso. Pietra del contendere sono i mancati risparmi conseguiti dalla Pisana nel 2007, rispetto alle previsioni inserite nel piano concordato tra Regione e Governo. Le cifre, dopo una lunga e difficile analisi della situazione, sono queste: il sistema sanitario laziale ha portato a casa risparmi per 478 milioni di euro, rispetto ai 788 richiesti dal programma. Il deficit per quest'anno è, quindi di 310 milioni. Meno delle previsioni più pessimistiche, ma comunque ancora lontano dagli obiettivi fissati. Il piano, peraltro, prevede un risparmio complessivo, entro fine 2008, di 1.090 milioni. In tredici mesi, quindi, andrebbero aggiunti altri 612 milioni di minori spese: un obiettivo non impossibile da raggiungere, ma obiettivamente difficile. Altrimenti, anche in mancanza di un commissariamento che sarebbe frutto di una scelta politica, dovrebbero scattare le addizionali su Irpef e Irap. Dovrebbero, perché la Regione vuole cercare un accordo che, riconoscendo la "buona volontà" della Pisana, porti il Governo a presentare un emendamento che rinvii di dodici mesi la decisione definitiva. A questo proposito, negli ultimi giorni, il governatore Piero Marrazzo ha telefonato al premier Romano Prodi e al ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa. Secondo le stime regionali, comunque, il debito totale del sistema sanitario laziale sarebbe sceso a 949 milioni di euro, contro i circa 1,8 miliardi del 2005. Ieri, in particolare, i rappresentanti della Pisana hanno illustrato i cinque provvedimenti individuati per accelerare il rientro dal "buco" e rispondere alla diffida inviata nelle scorse settimane dal ministero, che conteneva la minaccia di commissariamento della sanità laziale. I 310 milioni di deficit di quest'anno dovrebbero essere coperti provvisoriamente con fondi del bilancio regionale 2008. In attesa di raggiungere, tra tredici mesi, l'intero obiettivo di risanamento. Lunedì prossimo se ne riparlerà nel nuovo incontro tecnico in programma in via XX Settembre, mentre i canali "diplomatici" della politica continuano a essere intasati dai contatti tra le due parti. Gli sforzi della Pisana, intanto, sono stati premiati ieri dalla Conferenza delle Regioni, con il cadeau di 500 milioni nella ripartizione del Fondo sanitario nazionale. Le intenzioni sono quelle di affiancare ai provvedimenti che intervengono per ridurre il debito sanitario nella parte strutturale già in fase attuativa - dalla revisione degli accreditamenti al riordino degli ospedali piccoli e medi - altre operazioni che consentano di fare "cassa", attingendo dalle proprietà regionale. Su queste ultimi movimenti c'è l'impegno in prima persona di Marrazzo e dell'assessore al Patrimonio Marco Di Stefano: gli obiettivi sono la riduzione del debito già fissata per la fine del 2008, ma anche la linea del "deficit zero" per la sanità nel 2009. La Regione, già nella Finanziaria 2007, aveva messo in bilancio 20 milioni di euro, nel triennio, sul capitolo valorizzazione del patrimonio. Un ramo che ancora non è stato del tutto censito, ma che le stime non nascondono essere di dimensioni notevoli. La scelta viene riproposta, anche se in termini ancora non del tutto definiti, con la Finanziaria 2008, che oggi sarà discussa per la seconda volta dalla Giunta regionale.


Di giorno il governo chiede di risparmiare sui costi della politica, di notte la Regione va controco (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Metropolitana)" del 29-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Messaggero, Il (Ostia))

 

Chiudi Di giorno il governo chiede di risparmiare sui costi della politica, di notte la Regione va controcorrente. E' successo in particolare con Bic Lazio (Business innovation centre, la società partecipata dalla Regione per favorire la nascita di nuove imprese) che ha appena modificato gli assetti societari aumentando il numero dei consiglieri di amministrazione da sette a nove. Una mossa decisiva per il futuro delle poltrone di Bic perché il Senato ha approvato con la legge finanziaria dello Stato una norma che prevede la riduzione dei consiglieri fissando due paletti: il numero è ridotto a tre se sono più di cinque ed è ridotto a cinque se i membri sono più di sette. Per evitare discussioni, Bic ha tagliato la testa al toro passando a nove consiglieri di amministrazione e quindi anche se la Camera dei deputati approverà la legge finanziaria i tagli delle poltrone saranno meno pesanti. "Una manovrina sospetta - commenta Andrea Augello, senatore di An ed ex assessore regionale al Bilancio - avvenuta a cavallo della discussione della finanziaria tra i due rami del Parlamento. La riduzione dei costi della politica annunciata da Marrazzo si sta rilevando solo propaganda. Le società Litorale, Filas e Risorse - aggiunge Augello - sono passate dall'amministratore unico a un consiglio di amministrazione con tre membri provocando un aumento delle spese". Alla Regione, invece, la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di Bic e le variazioni nelle altre società, non vengono considerate uno scandalo. "Litorale, Filas e Risorse di fatto costano come prima - spiegano - perché i nuovi consiglieri di amministrazione sono altrettanti tecnici interni e lo statuto di Sviluppo Lazio prevede il cumulo di cariche ma anche il divieto di accumulare gettoni di presenza". Secondo la Pisana, "su Bic la scelta è stata obbligata per garantire la rappresentanza a tutti i soci, anche privati, della società". C.R.


Il documento (sezione: Costi dei politici)

( da "Salute (La Repubblica)" del 29-11-2007)

 

SUPPLEMENTO SALUTE ultimo aggiornamento 29 Novembre 2007 Stampa pag. 5 Il documento La mini scossa alla sanità in 23 articoli Il disegno di legge del ministro Turco: qualità, sicurezza, riorganizzazione Sono 23 gli articoli del disegno di legge concernente "Interventi per la qualità e la sicurezza del Servizio sanitario nazionale", collegato alla manovra di finanza per il 2008. Nel primo articolo si ribadiscono i principi ispiratori: tutela della salute, "dignità della persona e qualità della vita in tutte le fasi, compresa quella terminale"; integrità della persona; diritto alla informazione; universalità delle prestazioni, equità nell'acccesso ai servizi, partecipazione dei cittadini "anche mediante la misura della soddisfazione per il servizio erogato" , centralità del territorio. Si ribadisce inoltre la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, l'attuazione del principio del governo clinico. "I livelli essenziali di assistenza comprendono: l'assistenza sanitaria collettiva e la promozione della salute in ambiente di vita e di lavoro; l'assistenza primaria e sociosanitaria; l'assistenza ospedaliera". Piano quinquennale "Il Piano sanitario ha durata quinquennale...Le Regioni coordinano la tempistica degli strumenti della programmazione sanitaria regionale con quella nazionale e trasmettono al ministro una relazione triennale sullo stato di attuazione....il ministro relaziona al Parlamento sullo stato sanitario del Paese, attraverso la presentazione di una relazione triennale". "Con cadenza biennale, il Consiglio dei ministri... delibera gli obiettivi di salute...il ministro elabora un atto programmatico denominato "Guadagnare salute" per orientare politiche e interventi non sanitari nonché il monitoraggio e la verifica di risultati". Valutazione Previsti due sistemi di valutazione nazionale (Linee guida e valutazione delle tecnologie sanitarie e Sistema di valutazione del Ssn). Nel caso di in ottemperanza delle Regioni si prevede anche la nomina di commissari "ad acta". Si promuove l'integrazione socio sanitaria: "prevalentemente alle aree materno-infantile, anziani, handicap, patologie psichiatriche e dipendenze da droga, alcool e farmaci, patologie per infezioni da HIV e patologie in fase terminale, inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronicodegenerative". "Le Regioni definiscono soluzioni organizzative adeguate per assicurare la presa in carico integrata del bisogno socio-sanitario...". Partecipazione Partecipazione in forma singola e associata: si predispone un Patto per la partecipazione alla tutela del diritto alla salute "con adeguate modalità di informazione sui risultati dell'operato dei direttori generali delle Asl" Organizzazione Il governo clinico si traduce in un meccanismo di gestione dell'azienda. Si prevede l'emanazione di decreti sulla riorganizzazione con la istituzione dell'Area omogenea di medicina generale, le Unità di medicina generale e Unità di pediatria in collegamento e raccordo con ospedali e Asl. Le Unità di medicina generale sono formate da "almeno 15 medici per un numero di assistiti uguale o superiore ai 15mila".Si assicura assistenza ambulatoriale "tutti i giorni 12 ore diurne e assistenza domiciliare continua diurna e notturna". Stessi orari per le Unità di pediatria. Le farmacie collaborano e supportano anche con "analisi di laboratorio di prima istanza (esclusa l'attività di prelievo di sangue o plasma mediante siringhe)". Prevista l'articolazione in distretti delle Asl e il modello dipartimentale. Le scelte Trasparenza (curriculum anche su internet) e professionalità nella scelta dei direttori generali e dei primari. Si delineano requisiti più rigidi, con pareri e scelta su una terna di aspiranti. Procedure alla luce del sole anche per i primari. Ribadita l'esclusività del rapporto per i dirigenti (anche strutture semplici dipartimentali) per la durata dell'incarico. Si può transitare dal rapporto esclusivo a quello non esclusivo e viceversa. Per tutti possibile la libera professione intramuraria. Formazione La formazione dei medici di medicina generale è "coordinata dal ministero della Salute". L'articolo 15 affronta il tema dei crediti formativi e dei medici specializzandi. Sicurezza ed errori L'articolo 18 affronta il tema della sicurezza delle cure, con sistemi per la gestione del rischio clinico e il servizio di ingegneria clinica per l'uso sicuro ed economico dei dispositivi medici. Si estende la responsabilità civile per la condotta del personale medico e non medico alla struttura sanitaria di appartenenza con la definizione stragiudiziale delle vertenze. Anche sulle strutture accreditate peserà il rischio di sospensione o decadenza dell'accreditamento in caso di condanne per truffa di direttori o titolari della struttura. Si riorganizzano infine vari enti (Istituto Superiore Sanità, Croce Rossa, Agenzia Italiana del Farmaco, Istituti zooprofilattici, Lega Tumori) in chiave di efficienza, trasparenza ed economicità.


Bond per i vaccini: come sono stati spesi i fondi (sezione: Costi dei politici)

( da "Vita non profit online" del 29-11-2007)

 

Di Emanuela Citterio (e.citterio@vita.it) 28/11/2007 --> Gavi, l'allenaza mondiale per i vaccini, ha reso noto oggi come sono stati spesi i fondi raccolti grazie ai bond dell'International Finance Facility for Immunisation (IFFIm), emessi un anno fa. Il primo a comprare un'obbligazione IffIm era stato Papa Benedetto XVI. Gavi Alliance, l'allenaza mondiale per i vaccini, ha reso noto oggi come sono stati spesi i fondi raccolti grazie ai bond dell'International Finance Facility for Immunisation (IFFIm), emessi un anno fa e il cui ricavato è stato destinato ai paesi più poveri per finanziare programmi di cooperazione allo sviluppo. "Del miliardo di dollari raccolto grazie alla prima emissione obbligazionaria a partire dal novembre 2006, fino ad oggi ne sono stati spesi già 912 milioni distribuiti in 43 tra i paesi più poveri del mondo" si legge nel comunicato di Gavi. 181 milioni sono stati spesi per assicurare la fornitura del vaccino pentavalente combinato 5-in-1. Questo vaccino pentavalente rende immuni i bambini da cinque malattie: difterite, pertosse, tetano, epatite B ed Haemophilus influenzae tipo b (Hib), responsabile di infezioni gravi quali meningite e polmonite. L'aumento della disponibilità di questo vaccino ha consentito l'aumento del numero di paesi che richiedono il sostegno della GAVI per la vaccinazione Hib, tale numero è quasi raddoppiato in un anno, passando a 44; 114,6 milioni sono stati destinati a programmi per il potenziamento dei sistemi sanitari, per aiutare i PVS ad elaborare e mettere in atto strategie sanitarie nazionali stabili e di lungo periodo. Il sostegno a questi programmi prevede una serie di attività che vanno dalla formazione del personale, alle tecniche di refrigerazione, alla logistica; 191 milioni sono stati destinati a programmi richiesti espressamente dai PVS volti a favorire l'introduzione di nuovi vaccini e la sicurezza delle vaccinazioni; 139 milioni sono stati utilizzati per le campagne contro il morbillo. I fondi IFFIm rappresentano circa l'80% del totale dei finanziamenti esteri per il morbillo a disposizione dei paesi più colpiti dalla malattia nel 2007, tali fondi hanno permesso di vaccinare 194 milioni di bambini in 32 paesi; 191,3 milioni dei fondi sono stati rapidamente destinati sia alla lotta alla poliomielite, sia al rafforzamento delle scorte di vaccino contro questa malattia. Nel giugno 2007 l'IFFIm ha devoluto 105 milioni di dollari per il rafforzamento di attività volte alla lotta alla poliomielite. In questo modo ha permesso di vaccinare oltre 100 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni, evitando di vanificare gli sforzi compiuti negli ultimi 20 anni per debellare la malattia; 44 milioni sono stati destinati ad altri investimenti tattici, come l'aumento delle scorte di vaccino contro la febbre gialla. I fondi investiti dall'IFFIm nelle attività di valutazione del rischio per la febbre gialla hanno portato alla scoperta di popolazioni a rischio mai identificate prima. La domanda di vaccini è quasi raddoppiata, passando da 12 milioni di dosi nel 2005 a 23 milioni nel 2007. I fondi messi a disposizione dall'IFFIm per una scorta di vaccino contro la febbre gialla hanno permesso di reagire prontamente a un'epidemia di questa malattia terribilmente contagiosa e letale, scoppiata in Camerun nel 2007; 51,4 milioni sono stati destinati alle campagne contro il tetano materno e neonatale. L'obiettivo è raddoppiare, tra il 2007 e l'inizio del 2008, il numero di donne ? fino a 26 milioni ? che beneficiano del vaccino contro il tetano. L'IFFIm fornisce il 90% delle risorse destinate alla campagna globale 2007 per l'eliminazione del tetano materno e neonatale. L'International Finance Facility for Immunisation Company (IFFIm) è un'istituzione multilaterale per lo sviluppo, destinata ad accelerare la disponibilità di fondi da destinarsi a programmi sanitari e di vaccinazione, attraverso la GAVI Alliance, in 70 dei paesi più poveri del mondo. Gavi ha stimato che un investimento complessivo da parte dell'IFFim di 4 miliardi di dollari contribuirà a prevenire la morte di cinque milioni di bambini tra il 2006 e il 2015 e quella di oltre cinque milioni di adulti attraverso la vaccinazione di più di 500 milioni di bambini nell'ambito di campagne contro il morbillo, il tetano e la febbre gialla.


La mafia e la svolta di Confindustria (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere.it" del 29-11-2007)

 

La lettera di Scarpinato La mafia e la svolta di Confindustria "Tra gli imprenditori qualcosa è cambiato" Roberto Scarpinato (Ansa) Caro direttore, mentre il mondo politico, tranne poche eccezioni, continua troppo spesso a predicare bene e a razzolare male, persistendo nel selezionare in postazioni strategiche delle istituzioni e dei centri di spesa pubblica personaggi condannati per corruzione e inquisiti per mafia, la Confindustria lancia tramite suoi autorevoli vertici importanti segnali in controtendenza, chiarendo che la sanguisuga mafiosa non è solo quella delle coppole storte che impongono il pizzo di qualche migliaio di euro. La sanguisuga è anche quella di tanti colletti bianchi che in questi anni hanno impedito il libero mercato e una reale democrazia economica, utilizzando a proprio vantaggio metodi e capitali mafiosi per conquistare posizioni di indebita supremazia in danno di imprenditori onesti. Si tratta di un elenco di centinaia e centinaia di imprenditori, alcuni dei quali hanno pure ricoperto in passato ruoli di vertice in diverse articolazioni dell'associazione degli industriali, che, sebbene condannati per mafia o per altri gravi reati, sino ad oggi non sono mai stati emarginati, continuando a svolgere spesso ruoli di inquinante protagonismo e vanificando così nel tempo lo sforzo della magistratura e delle Forze di Polizia. L'impegno del presidente della Confindustria nazionale a espellere non solo gli imprenditori che si rassegnano a pagare il pizzo, ma anche i tanti imprenditori a vario titolo collusi con la mafia, nonché la denuncia con la quale il presidente della Confindustria di Caltanissetta ha esternato alla pubblica opinione come alcuni recenti episodi di intimidazioni siano riconducibili non agli uomini del racket ma a "menti raffinate", punta avanzata di un mondo impegnato a sabotare dall'interno processi di rinnovamento che potrebbero compromettere gli interessi di chi "... ha saputo solo arraffare i finanziamenti pubblici e... non ha voluto che servissero per dare effettivo sviluppo economico ", dimostrano come si stiano rompendo equilibri consolidati che, in passato, avevano condannato all'immobilismo il mondo imprenditoriale e ad una solitudine perdente i pochissimi che avevano osato rompere le righe di una trasversale omertà culturale. Comprendere che ciò che combattiamo fuori di noi è anche tra noi, e che se non si inizia a fare pulizia in casa propria l'economia legale sarà sempre perdente dinanzi a quella illegale, è il primo ineludibile passo per liberare il Sud dalla zavorra mafiosa e per garantire che le risorse destinate allo sviluppo non finiscano, oggi come ieri, nelle tasche dei soliti noti. Non resta da sperare che l'importante esempio offerto da alcune autorevoli componenti del mondo dei produttori diventi sforzo corale e serva da stimolo per innescare finalmente anche nel mondo politico un'analoga imprescindibile operazione di pulizia interna, che non può essere surrogata da meri esorcismi verbali non seguiti da comportamenti coerenti, né supplita dall'impegno di tanti nelle istituzioni e nella società civile. stampa |.


Quale scuola? (sezione: Costi dei politici)

( da "AprileOnline.info" del 29-11-2007)

 

Mario Liso, 28 novembre 2007 Sintesi del Forum Da alcune settimane aprileonline ha inaugurato uno spazio di dibattito dedicato alla "Sinistra che vogliamo". Uno spazio aperto a tutti, gestito autonomamente "dal basso". I partecipanti del forum, in vista della convocazione degli Stati generali, hanno delegato Mario Liso alla stesura di una sintesi della discussione che si è svolta sul tema della scuola La scuola italiana, di ogni ordine e grado è la fucina per la formazione dei cittadini del domani. E' indubbio che attualmente versa in gravi condizioni, a causa degli attacchi condotti verso tutta la pubblica amministrazione e la scuola in particolare. Le funzioni della scuola sono riscontrabili essenzialmente in: la formazione della persona e del cittadino; la trasmissione delle conoscenze storiche che hanno caratterizzato la formazione dello stato in cui viviamo; l'accrescimento delle conoscenze culturali e tecniche, in modo che gli alunni possano inserirsi agevolmente nella società, una volta divenuti adulti; l'incentivazione delle capacità di partecipazione civica ai meccanismi democratici, in modo che a tutti possa essere data la possibilità di partecipazione alla vita dello stato. C'è stato un gran dibattito nell'ultimo ventennio su quali dovessero essere le conoscenze che la scuola deve trasmettere. Alcuni tentativi maldestri di modifica dei programmi sono stati portati avanti in quelle regioni ove le formazioni politiche a grande espressione localistica sono diffuse. Altri tentativi hanno cercato di mettere in discussione la storia tout court, in modo da avallare le tesi della propria parte politica. Non è un argomento di poco conto. Se la stessa storia di un popolo viene messa in contraddizione dalle parti politiche contrenti, non è la conoscenza degli stessi scolari che viene ad essere messa in discussione, ma la stessa essenza e cultura del popolo che in quello stato vive. Le conoscenze culturali e tecniche sono attualmente fondate su programmi poco rivisitati ed ancora fondati su quanto si conosceva in passato. Affermare che la scuola non riesce a rispecchiare la società ed i suoi bisogni è diventato così lapalissiano che nessuno ne dubita. Lo scollamento è intervenuto con la continua riduzione dei fondi, che non ha permesso alla scuola di utilizzare appieno le tecnologie, ormai ampiamente diffuse nella società, e costringendola a vivere in uno status di separazione da una società che a grandi passi si evolve e progredisce. Lo stesso obiettivo di inserimento degli studenti nella società in modo produttivo una volta diventati adulti, è diventato irrealizzabile in quanto non è più riscontrabile quella funzione di "ponte" per le ragioni espresse sopra. La libertà dell'insegnamento (art 33 della Costituzione) oltre ad affermare la libertà della scienza e dell'arte e la libertà del loro insegnamento (cosa messa pesantemente in discussione dalle ingerenze dello Stato del Vaticano), al comma 3 prevede anche che si possono istituire scuole gestite da enti privati. Ma la stessa Costituzione stabilisce che queste possano istituirsi senza oneri per lo stato. E' indubbio che il finanziamento da parte dello stato di tali scuole sottolinea un riconoscimento statale della funzione che esse svolgono che però non può essere condivisibile. Se infatti è lo stato che deve "programmare" la formazione dei propri cittadini futuri, non può darsi che siano altri a costruire percorsi educativi particolari, spesso distaccati dalla società generale, ma solo espressione di interessi economici ed ideologici di parte. Questo è un grave rischio per la stessa democrazia e per lo stesso Stato in quanto se si porta tale opportunità alle estreme conseguenze, non è impensabile che tale possibilità sottenda il rischio che chiunque possa costruire percorsi formativi, causando una parcellizzazione conflittuale dei saperi, della condivisione dei valori e delle stesse conoscenze. La possibilità di partecipazione civica ai meccanismi democratici della società, importante funzione della scuola statale, è messa in discussione dall'affievolimento dei decreti delegati che permisero, già dal '74, la possibilità di sperimentazione della partecipazione. Oggi, gli istituti previsti dai decreti delegati sono impastati nei gangli di una burocrazia che, giorno dopo giorno, si intrica sempre più, svuotando di significato tutto lo spirito per il quale erano nati. Si permette agli studenti, sempre più spesso, di utilizzare le ore delle assemblee per fare altro, i consigli dei docenti sono, il più delle volte, relegati a mero atto formale di rispetto ossessivo delle procedure, i consigli di istituto, in cui vi sono rappresentati tutti gli attori interessati (genitori, insegnanti, capi di istituto, lavoratori della scuola) non hanno una reale autonomia decisionale, ma servono esclusivamente da supporto alle scelte dei Dirigenti Scolastici. Sorge spontanea una domanda: come mai gli attori interessati, gli insegnanti, i lavoratori della scuola, non colgono tali difficoltà e non ne chiedono un intervento che modifichi radicalmente lo status quo? Quale è lo stato di soddisfazione dei "formatori" per il loro lavoro svolto? Si sentono tali lavoratori pienamente utili alla società (come avveniva fino a trenta anni fa), oppure sentono la difficoltà del rapporto con le esigenze della società? E se lo sentono (cosa indubbia, vista la fine che fanno gli studenti una volta finito il corso di studio), perché non richiedono a gran voce un intervento in tal senso? La realtà è che gli stessi "formatori" sono ormai messi in condizione di impotenza tanto che non possono agire per contribuire a modificare le cose. Un laureato, con in più altri due anni di formazione all'insegnamento, che al momento dell'ingresso nella scuola prende uno stipendio di soli 1300 euro circa, che diventano massimo 1600 euro dopo trenta anni di servizio, fatica ad amministrare le sue esigenze familiari. Non può dedicarsi all'aggiornamento, non può essere propositivo, è spesso costretto al doppio lavoro per mantenersi, non ha accesso all'uso delle nuove tecnologie, resta relegato ai margini della società, in uno stato di quasi sopravvivenza. Figurarsi se può incentivare e farsi promotore di innovazioni. Non è azzardato affermare che il ruolo degli insegnanti e dei lavoratori della scuola è stato a mano a mano svuotato del suo valore sociale e relegato, nell'immaginario generale, da una propaganda becera, in una condizione di quasi marginalità ed inutilità. Ci sono, è vero, molti insegnanti che sono modelli di impegno e dedizione, ma lo stato non può affidare un compito così importante alla iniziativa ed alla buona volontà dei singoli. Deve creare le condizioni perché tutti possano svolgerlo al meglio possibile. Il ruolo degli insegnanti era un ruolo di gran rispetto fino a venti o trenta anni fa nella società. Il mio maestro di scuola elementare era una persona socialmente rispettata e con il suo stipendio riusciva a mantenere una famiglia composta da una moglie casalinga e tre figlie che riuscirono a frequentare l'università, ed a laurearsi a spese del padre. Oggi sfido qualunque insegnante a fare altrettanto. L'insegnante è l'esecutore materiale dei programmi ministeriali e l'attuatore di fatto delle politiche e della legislazione dello stato in tema di istruzione. Non è azzardato considerarlo il rappresentante dello stato al cospetto dei cittadini in formazione. Come lo stato tratta questi lavoratori? Li mette in condizione di assolvere nel migliore dei modi alla loro funzione? È indubbio che per come conosciamo la scuola oggi lo stato non riesce a creare le migliori condizioni perché questo avvenga. Come possono gli alunni identificarsi e sviluppare un senso di rispetto verso tali lavoratori, se in definitiva questi sono percepiti dagli stessi come dei perdenti, degli emarginati? Come possono svilupparsi i processi di identificazione, strada maestra sia per l'acquisizione delle conoscenze, sia per il rispetto del vivere civile? Altro grave dilemma è stata tutta la discussione sul diritto allo studio. Spesso si è confuso il diritto allo studio con la necessità della promozione e della riuscita scolastica. Se da un lato è giusto che gli alunni in condizioni di bisogno abbiano le stesse possibilità di accesso allo studio, così come garantito dalla Costituzione, non altrettanto condivisibile è la tesi che tutti debbano potersi diplomare o laureare al di là dei propri meriti, confondendo questo principio con la possibilità che tutti possano poi inserirsi nella società con pari possibilità. La scuola deve proporre modelli meritocratici che giustamente mettano in risalto le capacità dei singoli individui, ma allo stesso tempo indirizzi tutti verso il giusto utilizzo delle proprie capacità. La società non può permettersi, oggi, di poggiarsi su individui con scarse capacità, ma deve promuovere la formazione e la specializzazione avanzata a chi dimostra di avere capacità. Serve quindi un impegno profondo dello stato nel finanziare chi merita e metterlo in condizione di poter rendersi utile alla società. Gli attuali presalari (non so se si chiamano ancora così) o le attuali borse di studio sono irrisorie (negli anni '60 con una borsa di studio si poteva comprare un'utilitaria) e non permettono agli studenti bisognosi di poter proseguire gli studi che, in questi casi, dovrebbero essere a totale carico dello stato. Attualmente, invece, la scuola è piena di figli di chi ha la possibilità di permetterselo, e molti cervelli che potrebbero fare la differenza restano fuori dai percorsi formativi. Molti altri, invece, proseguono gli studi anche senza averne la capacità, ma affidandosi esclusivamente alle risorse economiche e "politiche" della propia famiglia di origine. In sostanza serve un ripensamento generale dell'attuale sistema scolastico, ma le direttive principali che si possono individuare sono riassumibili in questo modo: I programmi scolastici siano realmente condivisi secondo le reali esigenze della società, sia in termini culturali, sia in termini di conoscenze tecnico-scientifiche. Siano previsti percorsi di formazione civica con l'allargamento delle possibilità di partecipazione democratica che a distanza di più di trenta anni, andrebbero profondamente rivisti, alla luce delle attuali esigenze e delle attuali evoluzioni dei meccanismi democratici. In sostanza si dia reale potere a studenti, famiglie, insegnanti, lavoratori della scuola di decidere le politiche di gestione della scuola. Si modifichi l'inquadramento occupazionale degli insegnanti. Si richiedano le 36 ore settimanali di impegno (suddivise in 18 ore di insegnamento e in 18 ore per programmazioni, verifiche, collegi ed altro), così come avviene per tutti gli altri lavoratori della pubblica amministrazione, ma in cambio si dia dignità al loro salario, raddoppiandolo per le posizioni di partenza e costruendo percorsi di avanzamento, mutuandoli dai modelli introdotti in sanità (customer care, aggiornamenti, specializzazioni, professionalizzazioni). Si realizzi un reale collegamento fra scuola e mondo produttivo e sociale (sanità, servizi, ...ecc,), prevedendo la possibilità di ingresso nelle realtà scolastiche delle stesse realtà produttive, in modo da offrire la possibilità di promozione delle esigenze formative. Tale ingresso potrebbe essere realizzato con l'offrire al mondo produttivo e sociale alcune ore di insegnamento da attuarsi con tecnici designati da tali realtà, con costi a carico dello stato. I discenti potrebbero frequentarli a seconda degli interessi e delle motivazioni. Si istituiscano fondi di sostegno per gli alunni bisognosi e meritevoli. Si assuma a carico dello stato la spesa per la frequenza della scuola dell'obbligo. Si investa in tecnologie che mettano la scuola al passo con i tempi (informatica, laboratori, attrezzature.....). Si istituisca la possibilità di un progetto simile all'Erasmus anche per gli studenti liceali. Si lasci agli enti privati la possibilità di istituire scuole, ma lo stato eviti, finanziandole, di dargli riconoscimento giuridico statale. Si richieda alla scuola proposte di innovazione per la stessa società. In definitiva, l'attuazione attenta e completa dell'art 33, 34, 35, 36 e 46 della Costituzione sembra essere la soluzione migliore per la risoluzione dei mali che affliggono la scuola italiana. Tali articoli, è utile ricordarlo recitano: Art. 33 L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. art 34 La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Art 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Art 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. Art 46 Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Una scuola che funzioni bene, è l'unica sicurezza che la stessa SOCIETÀ e lo stesso STATO funzionino altrettanto bene.


Medici pronti allo sciopero sulle quote degli extracomunitari (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Di Como, Il" del 29-11-2007)

 

Protestano contro la Regione L'assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari accende una forte polemica tra la Regione e i medici di medicina generale, pronti a scioperare. La protesta nasce da motivi economici. In sostanza, il Pirellone ha cancellato dall'elenco dei pazienti tutti gli stranieri il cui permesso di soggiorno risulta scaduto o non più in regola. I dottori dunque non sono più pagati per curare questi pazienti, anche se, a detta dei professionisti, nella maggior parte dei casi continuano comunque ad occuparsi di questi cittadini. I medici di medicina generale ricevono dall'Asl una quota annuale per ciascun paziente che hanno in carico. Ogni extracomunitario in possesso di regolare permesso di soggiorno ha naturalmente diritto ad avere un medico curante. Nei giorni scorsi, l'assessorato regionale alla Sanità ha deciso di detrarre dallo stipendio dei dottori di famiglia tutte le quote relative agli stranieri il cui permesso di soggiorno risulti scaduto al mese di settembre del 2006. Il provvedimento riguarda la quasi totalità dei medici di base che, a seconda del numero di assistiti, sono chiamati a restituire una somma media di un migliaio di euro, con alcuni casi estremi che arrivano addirittura a 5mila euro. Immediata la protesta della categoria, di cui si sono fatti portavoce i responsabili della Fimmg - Federazione Medici di Medicina Generale - rappresentata a Como da Gabriele Moltrasio. Secondo i camici bianchi infatti, nella maggior parte dei casi questi pazienti continuano ad essere assistiti perché hanno regolarizzato la propria posizione, anche se magari in ritardo rispetto alla scadenza del permesso di soggiorno. "Il problema riguarda gran parte dei medici comaschi - conferma Moltrasio - anche se le quote sottratte dal compenso sono molto variabili ed è difficile fare una media. La Fimmg ha ritenuto dunque di aprire lo stato di agitazione per protestare contro le trattenute illegittime riferite a questi pazienti con permessi di soggiorno scaduti e in attesa di rinnovo. Al momento comunque la questione è in sospeso perché i rappresentanti sindacali sono già stati convocati dalla Regione per cercare di trovare un accordo". In attesa della trattativa a livello regionale l'Asl di Como ha inviato una lettera ai circa 400 medici di medicina generale che operano sul territorio per chiarire i termini del problema. "A nostro avviso la questione non si pone neppure - dice il direttore sanitario di via Pessina, Camillo Rossi - Abbiamo infatti chiarito a tutti i professionisti che possono ottenere un rimborso di queste quote per tutti gli extracomunitari che effettivamente hanno continuato ad assistere". "Nel momento in cui scade il permesso di soggiorno il paziente viene automaticamente cancellato dal registro degli iscritti al sistema sanitario nazionale - spiega Rossi - questo comporta subito anche il blocco della quota per l'assistenza che spetta al medico di medicina generale. In questo caso però abbiamo già provveduto ad inviare ai professionisti della nostra provincia un modulo apposito nel quale possono indicare, ovviamente con i dovuti riscontri, i nomi di tutti gli extracomunitari che continuano ad essere regolarmente curati". Le persone indicate in questi elenchi sono poi chiamate a presentarsi all'Asl per chiarire la propria posizione. "Abbiamo assicurato ai medici - prosegue Rossi - che dal momento in cui consegnano questa tabella la verifica delle singole situazioni sarà completata in un mese e che subito dopo potranno ottenere la restituzione delle competenze economiche. Il concetto mi sembra semplice e lineare, se hanno garantito un servizio è giusto che siano pagati. Altrimenti no". Una procedura che non sembra convincere i camici bianchi, pronti a scioperare. "Attendiamo l'avvio della trattativa con la Regione - conclude Moltrasio - per poi decidere se e come attuare la protesta sul territorio". Anna Campaniello Nella foto: Una visita in ambulatorio. Il provvedimento riguarda la quasi totalità dei medici di base Home Il Sant'Anna non investe più in via Napoleona Salgono a trenta le concorrenti.


Consulenze d'oro, indagata la Moratti pag.1 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 29-11-2007)

 

Consulenze d'oro, indagata la Moratti di Redazione - giovedì 29 novembre 2007, 17:32 Stampa Dimensioni Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato "Se lo chiede riferirò al Consiglio comunale" Il sindaco si è detta pronta a riferirie in consiglio comunale in merito all'inchiesta. "Se il consiglio lo riterrà, naturalmente sì", ha risposto Moratti ai giornalisti che le chiedevano se aveva in programma di riferire l'accaduto. Tutta l'indagine è, tra l'altro, partita proprio da due esposti fatti dal consiglio, uno alla Corte dei conti e uno che porta la firma del consigliere Basilio Rizzo, alla procura. L'azzurro Lupi: "Totale solidarietà a Letizia" "Esprimo la mia totale solidarietà a Letizia Moratti che interpreta il ruolo di sindaco di Milano come gli è stato chiesto dai cittadini e con la giusta assunzione di responsabilità. Mi auguro che ancora una volta l'azione della magistratura non venga strumentalizzata ai fini del confronto politico". Così Maurizio Lupi, parlamentare di Forza Italia, commenta gli ultimi sviluppi dell'inchiesta. Fiano (Ds): "Deve una risposta alla città" "La notizia dell'apertura di un'indagine per abuso d'ufficio sull'operato del sindaco Moratti non può lasciare indifferenti", afferma invece Emanuele Fiano, deputato milanese del Pd e segretario del Copaco. E aggiunge: "Da garantista quale sono, attenderò ovviamente l'esito delle indagini della magistratura milanese per quanto riguarda l'aspetto giudiziario della vicenda. Ma non c'è dubbio che da un punto di vista politico il sindaco debba innanzitutto alla città, una spiegazione plausibile del suo comportamento in relazione all'abnorme numero di consulenze attivate sin dall'inizio del proprio mandato, che da tempo sono state criticate e denunciate dall'opposizione. Non bisogna dimenticare infatti che poco più di un mese fa vi erano già stati dei rilievi da parte della Corte dei conti". L'ex Guardasigilli Castelli: "Ma quale reato..." "La notizia sarebbe se qualche amministratore, ministro o sindaco di grandi città, non fosse mai indagato per abuso d'ufficio". Così l'ex ministro della Giustizia, il leghista Roberto Castelli commenta a Sky Tg24 la vicenda. "Faccio l'esempio del ministero di Giustiza - ha aggiunto il presidente dei senatori della Lega Nord - Diliberto, Fassino, Castelli e Mastella: quattro persone completamente diverse per origine, studi, cultura ed esperienza politica, tutti e quattro accomunati da un'unica cosa: sono stati indagati per abuso d'ufficio". "Secondo me - ha concluso Castelli - il sindaco di Milano reagirà con grande misura ed equilibrio anche se dentro di sè ribollirà perchè si sentirà colpita da una grande ingiustizia. Conosco Letizia Moratti e credo che sia una persona adamantina". << Pagina precedente | Pagina successiva >>.


FINANZIARIA: ANCI, TAGLI A COMUNI PER ERRORE CALCOLI COSTI POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 29-11-2007)

 

(ASCA) - Roma, 29 nov - ''La stima del risparmio derivante dai tagli ai cosiddetti costi della politica degli Enti locali, contenuta nella manovra Finanziaria, da' origine ad una riduzione dei trasferimenti erariali che non trova copertura adeguata, in quanto l'effettivo risparmio, stimato in base ad un indagine effettuata da ANCI e IFEL, e' molto inferiore: rispetto agli Enti indagati, la riduzione risulta addirittura 54 volte piu' alta''. E' quanto sostiene Fabio Sturani, Sindaco di Ancona e Vicepresidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), in una lettera inviata ai componenti della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. L'intenzione primaria di Sturani e' quella di manifestare ''la forte preoccupazione dell'ANCI e dei Comuni per la disposizione contenuta nell'art. 26 comma 8 della Legge finanziaria 2008, che rischia di introdurre un nuovo e indiscriminato taglio ai trasferimenti erariali'' e di chiarire che ''non appare condivisibile l'utilizzo di fondi derivanti dal risparmio di spesa del comparto Comuni per coprire le necessita' di altri settori''; ed e' per questo motivo che Sturani chiede ai componenti della Commissione ''di valutare attentamente la portata della norma e di intervenire in Commissione per emendarla in modo da trovare altra copertura finanziaria al ticket sanitario''. ''La norma - ricorda Sturani - prevede una serie di disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi della politica di Comuni e Province. In particolare, per quanto riguarda i Comuni, dispone una riduzione del numero di assessori e del tetto massimo dell'indennita' di funzione dei Consiglieri, che viene portata da un terzo ad un quarto del compenso spettante ai Sindaci. Dalla lettura della relazione tecnica, tale risparmio sarebbe pari a 283 milioni di euro che corrisponderebbe alla riduzione da un terzo ad un quarto dell'indennita' di funzione massima percepibile da un Consigliere Comunale e Provinciale, cui vanno aggiunti i tagli alle Comunita' montane per un importo complessivo di 313 milioni di euro che vengono tagliati al fondo ordinario dei trasferimenti erariali''. res-gc/mcc/sr.


 

 

 

 

ARTICOLI DAL 26 AL 27 NOVEMBRE 2007

 

Poveri per colpa dei politici ( da "Mattino di Padova, Il" del 26-11-2007)

Il gettone spacca il consiglio ( da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)

Tursi, l'aumentodel gettone spaccadestra e sinistra ( da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)

Riaffermato l'impegno di battersi a sostegno di giustizia e legalità ( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-11-2007)

Ex legale Samsung denuncia fondi neri per 216 milioni di dollari ( da "MyTech" del 26-11-2007)

Cofinanziamento, l'uovo di colombo ( da "Panorama" del 26-11-2007)

Negli enti locali del Mezzogiorno amministrazioni tutte al maschile ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 26-11-2007)

SANITÀ IN LOMBARDIA Si rischia di fare la fine degli Usa ( da "Brescia Oggi" del 26-11-2007)

Tosini: <Troppi i tagli, a rischio l'assistenza essenziale> ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-11-2007)

SANITA': IORIO, SU FONDI GOVERNO RISPETTI I TEMPI ( da "Asca" del 26-11-2007)

Province, costi della politica: in Romagna consiglieri meno pagati ( da "RomagnaOggi.it" del 26-11-2007)

La buona politica non ama ipocrisie ( da "Italia Oggi" del 27-11-2007)

Consulenze e auto blu Il Broletto si interroga ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-11-2007)

Un capogruppo che raccolga l'unanimità ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-11-2007)

Pari opportunità in sanità: strada ancora in salita ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-11-2007)

Cda da 709mila euro, compresi i revisori ( da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)

La politica di berlusconi e le molte insidie del programma economico ( da "Nuova Sardegna, La" del 27-11-2007)

Cgil: più controlli sulle tariffe ( da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)

Dini: basta col <tassa e spendi> ( da "Corriere della Sera" del 27-11-2007)

La commissione Affari istituzionali ha completato il suo lavoro, approvando all'unanimità ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 27-11-2007)

Trentino e mafioso La storia di Pozza ( da "Corriere Alto Adige" del 27-11-2007)

Sasa, niente gettoni ai politici ( da "Alto Adige" del 27-11-2007)

La Giunta si aumenta lo stipendio ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-11-2007)

CONSIGLIO PROVINCIALE. I costi della politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e ... ( da "Brescia Oggi" del 27-11-2007)

Sala rossa : "lo stipendio non si tocca" ( da "Repubblica, La" del 27-11-2007)

Paolo Bianchi replica sul parco del San Genesio: <Si può tutelare il territorio con altri mezzi> ( da "Giornale di Merate" del 27-11-2007)

Antipolitica o "altra politica"? ( da "Varesenews" del 27-11-2007)

Autostrade, una muraglia di omissioni ( da "Gazzettino, Il" del 27-11-2007)

Destra cristiana e Nra, Giuliani rischia in casa ( da "Avanti!" del 27-11-2007)

Il Ministro Chiti ad Ascoli Piceno ( da "Quotidiano.it, Il" del 27-11-2007)

CONSIGLIO PROVINCIA PZ APPROVA ASSESTAMENTO BILANCIO ( da "Basilicanet.it" del 27-11-2007)

"Alla Calabria un budget superiore" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 27-11-2007)


Articoli

Poveri per colpa dei politici (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 26-11-2007)

 

Clima elettrico per un evento atteso da molti anni "Poveri per colpa dei politici" Gli elettori si sfogano: siamo rovinati dalla corruzione Si fa avanti, a palazzo Moroni, la signora Iuliana, venuta votare con la famiglia al seguito: "Sono orgogliosa di essere rumena, anche se in Italia sto bene". Poi continua suo figlio: "Noi e i rom abbiamo in comune solo la lingua. Nient'altro". Anche questa però è una famiglia spezzata: "Ho lasciato mio figlio maggiore in Romania. Ha preferito restare". La certezza di un futuro migliore per il figlio più giovane li ha convinti a dividersi: "Non ce l'avremmo mai fatta a vivere in Romania con i nostri stipendi: la benzina costa come qui in Italia, ma i salari non superano i 100 euro al mese". Caratterizzata da estrema franchezza l'opinione di Aurora, in Italia da otto anni: "Noi rumeni veniamo in Italia per uno standard di vita più alto e per permettere ai nostri figli di studiare". Raccontando della sua avventura per venire in Italia, sottolinea il coraggio delle rumene: "Le donne che emigrano per prime. Per noi è più facile trovare un lavoro rispetto ai nostri mariti, se hanno superato la quarantina". Orgogliosa, afferma che con i soldi che guadagna è riuscita a far laureare la figlia in Economia: "Finita la nostra "missione" potremmo tornarcene a casa nostra, magari da pensionate". Storie raccontate davanti ai seggi. Il voto di ieri accompagna la speranza che anche nel loro Paese, ad un anno dall'ingresso in Europa, la situazione possa cambiare. Occhi discreti controllano che tutto proceda in modo regolare: "Ringrazio il sindaco Zanonato che ci ha messo a disposizione la sala Anziani e ci ha dato un aiuto consistente", afferma l'ingegner Die, organizzatore della diaspora rumena a Padova, che conta più di diecimila persone. Dimitru Ilinca, rappresentante della comunità rumena nel partito immigrati, spera in un'alta affluenza: "Il voto uninominale in Romania rappresenterebbe un passo decisivo per frenare la corruzione del Paese. E' la classe politica corrotta che genera la povertà della nostra gente". (Fabiana Pesci).


Il gettone spacca il consiglio (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)

 

L'aumento Sulla prospettiva di ritoccare verso l'alto gli stipendi di assessori e consiglieri non c'è accordo né a destra né a sinistra 26/11/2007.


Tursi, l'aumentodel gettone spaccadestra e sinistra (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-11-2007)

 

I costi della politica Pastorino (Rifondazione): pensiamo a chi sta peggioGagliardi (Fi): giusto per chi lavora a tempo pieno IL CONSIGLIO comunale discuterà questa settimana sull'aumento del gettone di presenza per i consiglieri e dell'emolumento degli assessori. Un dibattito che si annuncia particolarmente velenoso. Gli ingredienti ci sono tutti: la proposta è nata trasversalmente (Unione e Cdl) e trasversalmente ha avuto critiche. Ieri, dopo l'outing dell'assessore Pd Gianfranco Tiezzi ("Sì all'aumento"), si è fatto sentire il collega di giunta Bruno Pastorino (Rifondazione): "Da poco abbiamo scoperto che il reddito degli italiani ha perso duemila euro all'anno come capacità d'acquisto: non mi pare proprio il momento. Semmai sarebbe meglio che i politici dei livelli più alti pensassero a una diminuzione dei loro stipendi. La politica tocca oggi il punto più basso nella sua credibilità presso i cittadini. Deve pensare piuttosto a uscire dalla sua crisi". Parere e tesi diversi, ma uguale conclusione dall'ex assessore e oggi consigliere Luca Borzani (Pd): "Innanzitutto credo sia opportuno eliminare ogni forma di inutile demagogia: i consiglieri che hanno richiesto l'aumento lo hanno fatto a partire dalle effettive responsabilità che svolgono. Non condivido quindi questa forma di indignazione astratta. Al tempo stesso, credo sia opportuno non aumentare il gettone: non tanto per il richiamo all'antipolitica, ma perché il bilancio del Comune è davvero in forte difficoltà e da questo punto di vista, credo che sia da fare innanzitutto la scelta dei servizi". Dall'altra parte della barricata, Alberto Gagliardi, consigliere per Forza Italia: "Confesso, io non sapevo che il mestiere di un consigliere comunale di una grande città richiedesse un impegno a tempo pieno. Alla lunga, rischiamo di delegare questo ruolo solo a pensionati, funzionari di partito, nullafacenti o a chi ha interessi da tutelare. Certo, i consiglieri devono lavorare sul serio, altro che segnarsi presente e poi sparire: io mi sono trovato spesso a lavorare dalle nove del mattino alle nove di sera. O facciamo tutto gratis, ma poi i genovesi non vengano a bussare alla porta; oppure parliamo di un riconoscimento dignitoso". Non la pensa così Gianni Bernabò Brea, di An: "Sono contrario da sempre. In questo caso, però, questa questione è una farsa: gli aumenti non sono legittimi e l'adeguamento Istat deve essere deciso dal ministero. Una presa in giro ai cittadini sotto ogni punto di vista, quindi". giovanni mari 26/11/2007 Elenco delle farmacie aperte in turno nella settimana da sabato 24 novembre a venerdì 30 novembre 2007 aperte sabato 24, domenica 25 e sino a venerdì 30 novembre 2007 in turno continuato: GENOVA CENTRO ? orario 8,30 - 20: Briata, via S.Vincenzo 88 (t. 010562993) - Bonanni, via Corsica 17 (t. 010565166) - DEL Porto, via Gramsci 131 (t. 0102465497) - N.S.Del Rimedio, via Montevideo 25 (t. 0103628078) - S. Nicolo', corso Firenze 57 (t. 010 2725353) N.B.: IMPORTANTE!: Nelle sotto elencate zone, dopo le 21,30, il rifornimento dei medicinali urgenti, redatti su ricetta medica, è a cura della Vigilanza "Valbisagno" ? tel. 010 3695200/01 (servizio gratuito): S. Fruttuoso - Marassi ? orario 8,30 - 20: Imperiale, via Donghi 2b (t. 010505992) - inoltre, con orario 8,30-13/15-19,30: Ormea, via Bonifacio 13 (t. 0108393773) S. MARTINO - BORGORATTI - STURLA - QUARTO ? orario 8,30 - 20: Ribaldone, corso Europa 1140(t. 0103761250) - inoltre, con orario 8,30-12,30/15,30-19,30: Comunale, via Isonzo 48 (t. 010391425) QUINTO - NERVI ? orario 8,30 - 20: Moderna, largo Bassanite 1 (t. 0103726166) VAL BISAGNO ? orario 8,30 - 20: turno 3: Comunale, via Gherzi 44 (t. 0108362465) SAMPIERDARENA ? orario 8,30 - 20: Croce D'oro, via Fillak 7 (t. 0106459242) - Buranello, via Buranello 160 (t. 0106459958) CORNIGLIANO - SESTRI ? orario 8,30 - 21,30: Venzano, piazza Massena 11 (t. 0106518077); Moderna, via Biancheri 77 (t. 0106531390) VAL POLCEVERA ? orario 8,30 - 21: Bottino, via Canepari 79 (t. 0106442978) - inoltre, con orario 8,30/12,30 ?15,30/20,00: Moderna C, via Pastorino 32 (t. 0107455070) ? Molina, via Poli 56 (t. 010712014) = domenica 25 novembre sino 12,30 PEGLI - PRÀ - VOLTRI ? orario 8,30 ? 21,30: Tixi, via don G.Verità 22 (t. 0106136414) - inoltre con orario 8,30/12,30-15,30/21,30: Negrotto, via Lungomare 183 (t.0106980897) FARMACIE APERTE IN TURNO NOTTURNO (orario 19,30 ? 8,30) Ghersi, corso B. Aires 18 (t. 010541661) (Corte Lambruschini) - Pescetto, via Balbi 185 (t. 0102462697) - Europa, corso Europa 676 (t. 010380239) (dal lunedì al venerdì/sabato queste farmacie svolgono il servizio diurno con orario esposto al pubblico) 26/11/2007.


Riaffermato l'impegno di battersi a sostegno di giustizia e legalità (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-11-2007)

 

Gorizia Lotta alla mafia, il fratello di Borsellino al battesimo dell'associazione "Astrea" MONFALCONE Riaffermato l'impegno di battersi a sostegno di giustizia e legalità MONFALCONE. Non è facile parlare di giustizia e ancor meno di cultura della giustizia, ma c'è chi senza tirarsi indietro dinanzi a niente vuol cercare di lavorare per diffondere questa cultura. Come Gioacchino Basile, siciliano d'origine, monfalconese d'adozione, che, pur avendo dovuto abbattere ostacoli e difficoltà (creati paradossalmente dallo Stato nel momento in cui Basile denunciò la collusione a Palermo di Fincantieri con una famiglia mafiosa), continua a credere che tutti possano e debbano fare qualcosa. Magari convergendo nel comitato scientifico che prenderà vita dall'associazione Astrea, presentata alla presenza del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore. Si è parlato di giustizia, legalità, legittimità in riferimento a fatti, mafia infiltrata a tutti i livelli, politica marcia, Stato presente in forza solo dopo grandi attentati e stragi, quali quelle di Capaci o di via D'Amelio, corruzione quale anticamera della mafia, barricata che vede da una parte i cittadini e dall'altra le istituzioni, mentre dovrebbero essere assieme, e dall'altra parte chi sostiene ingiustizia, illegalità e illegittimità. Dure le parole di Borsellino. "Basile mi ha risvegliato dal silenzio in cui mi ero rinchiuso da anni. Dopo le stragi del '92 avevo parlato in tutta Italia di speranza, lotta, di alba che sembrava di vedere dopo la lunga notte delle stragi senza colpevoli. Ma quell'alba era stata soltanto un miraggio: la coscienza civile che si era risvegliata si era subito assopita sotto il peso dell'indifferenza e la volontà di riscatto dello Stato s'era rivelata un'illusione. Il cancro della mafia s'era esteso al paese". Lo stesso Salvatore Borsellino ha ricordato che, un mese prima di essere ucciso, il fratello Paolo aveva continuato ad affermare che "la lotta alla mafia è il primo problema morale da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata. Dev'essere un movimento che coinvolge tutti, perché tutti possano sentire il profumo della libertà e non il puzzo del compromesso morale e dell'indifferenza". Salvatore Borsellino è uscito dall'isolamento per denunciare ancora con rabbia inerzia dello Stato e collusione politici-mafia, ricordando le parole che un giovane studente aveva scritto al giudice Caponnetto dopo la strage dei Georgofili: "Àlzati giudice, non è finito nulla. Tu sei rimasto, io sono qui, Falcone e Borsellino sono qui. Cresciamo insieme nella giustizia e nella libertà. Se abbiamo un attimo di cedimenti indicateci la strada. Hanno distrutto tutto, ma non hanno inventato una bomba che distrugga l'amore". Cristina Visintini.


Ex legale Samsung denuncia fondi neri per 216 milioni di dollari (sezione: Costi dei politici)

( da "MyTech" del 26-11-2007)

 

URL: http://www.mytech.it/news/articolo?ix=A006013064786.art SEOUL (Reuters) - Un ex dirigente del settore legale di Samsung ha fatto nuove accuse alla prima società coreana, dicendo che ha usato sue aziende per contribuire a creare fondi neri per 200 miliardi di won (215,8 milioni di dollari). Dirigenti Samsung non sono stati disponibili per un commento immediato ma la società aveva in precedenza respinto le accuse formulate da Kim Yong-cheol, che gestiva la principale divisione legale della società, ma che ora ha detto di voler lanciare un allarme sulla corruzione. "Samsung ha creato fondi neri su grande scala", ha detto Kim nel corso di una conferenza stampa trasmessa dalla tv, la seconda questo mese nel corso della quale ha accusato di illeciti la sua ex azienda. Come consigliere legale di Samsung aveva accesso a documenti riservati che stabilivano complicati accordi tra le affiliate per convogliare soldi in un fondo illegale, ha detto. Una parte dei soldi sarebbe stata usata per acquistare opere d'arte , mentre in altri casi non è precisato a cosa il denaro fosse destinato. Nelle settimane scorse, Kim aveva accusato Samsung di pagare regolarmente tangenti a inquirenti e politici per insabbiare inchieste su comportamenti illeciti del suo management. La settimana scorsa, il parlamento sudcoreano ha approvato la costituzione di una commissione indipendente per indagare su Samsung e un'inchiesta su eventuali pagamenti illeciti effettuati da Samsung durante la campagna elettorale 2002, vinta dal presidente Roh Moo-hyun, che sta considerando se porre il veto su tale legge, come riferito dal suo ufficio.


Cofinanziamento, l'uovo di colombo (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 26-11-2007)

 

L'OSPITE Cofinanziamento, l'uovo di colombo LUCA RICOLFI La ricetta è nota: banchieri, economisti liberal, riformisti di entrambi gli schieramenti ci ammoniscono che la spesa pubblica va ridotta. Lo dicono oggi, lo dicevano ieri, lo dicevano trent'anni fa, ai tempi di Ugo la Malfa (se ricordo bene il suo grido di dolore, consegnato nel libro La Caporetto economica, è del 1974). Non c'è governo, della Prima o della Seconda repubblica, che non faccia della "lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione" uno dei cardini del proprio programma. Poi però, una volta raggiunta la tolda di comando, i buoni propositi svaniscono e la spesa pubblica continua indisturbata a lievitare, creando debito e sottraendo risorse all'economia. Sappiamo perché ciò avviene: i politici tengono al consenso e pensano che distribuire risorse (posti, favori, quattrini) sia la via maestra per conservare o incrementare il consenso. Fin qui sembra che banchieri e riformisti abbiano ragione, e il ceto politico abbia torto. Però non è così semplice. Spesso, giudicati in sé e per sé, gli interventi che accrescono la spesa pubblica sono sacrosanti. E lo sono perché il nostro stato sociale è incompleto. La spesa pubblica corrente dell'Italia è tuttora inferiore (di poco) a quella dell'Eurozona, e molti tasselli dello stato sociale sono tuttora mancanti: asili nido, ammortizzatori sociali, campus universitari, politiche familiari. Da questo punto di vista gli argomenti della sinistra estrema (e della destra sociale) sono tutt'altro che peregrini. Come si fa a parlare di tagli quando il nostro welfare è un edificio lasciato a metà? Posto il problema in questi termini, abbiamo un'alternativa: se vogliamo ridare ossigeno all'economia (e alle generazioni future) dobbiamo tagliare la spesa e ridurre il debito; se vogliamo usufruire di un welfare decente dobbiamo accrescere la spesa, soffocare l'economia, scaricare il debito sulle generazioni future. Altre strade non sembrano esserci. Ma il problema sta solo in questi termini? Non esattamente. Nella spesa pubblica corrente, e anzitutto nella cosiddetta spesa sociale, ci sono sprechi per almeno 45 miliardi di euro, circa 10 volte i costi diretti della "casta". In concreto questo vuol dire che si potrebbero produrre gli stessi servizi spendendo 45 miliardi in meno (tre punti di pil). Dunque la spesa pubblica si può ridurre senza smantellare lo stato sociale. Perché, allora, nessuno ci riesce? Una ragione, lo abbiamo visto, è la spasmodica ricerca del consenso. Un'altra è che le ricette dei tecnocrati e degli estremisti hanno entrambe un punto debole fatale, e finiscono quindi per neutralizzarsi a vicenda. I tecnocrati, preoccupati della corsa della spesa, non vedono che il nostro stato sociale va rafforzato; gli estremisti, preoccupati delle lacune del nostro welfare, sono ciechi di fronte agli immensi sprechi dello stato assistenziale. Eppure, una via d'uscita ci sarebbe. Si chiama cofinanziamento e da anni viene sperimentata da imprese, università e fondazioni. Essa si basa sul principio che il "mecenate" non paga mai il 100 per cento del costo di un progetto (altrimenti le richieste esploderebbero) ma si limita a "moltiplicare" un gruzzolo iniziale raccolto dal soggetto che richiede il finanziamento. Nel caso del welfare funzionerebbe così: il ministro dell'Istruzione, che vuole 100 milioni per costruire nuovi asili nido, prima elimina 50 milioni di sprechi in altri ambiti (senza ridurre i corrispondenti servizi) e poi, ma solo poi, ottiene una cifra doppia (50 + 50) per realizzare il suo nuovo progetto. Troppo semplice? Può darsi, ma se non dovesse funzionare almeno una cosa l'avremmo ottenuta: nessun politico potrebbe più venirci a raccontare la favoletta della "lotta agli sprechi".


Negli enti locali del Mezzogiorno amministrazioni tutte al maschile (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 26-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-11-26 - pag: 54 autore: ANCI RISPONDE Negli enti locali del Mezzogiorno amministrazioni tutte al maschile Camilla Orlandi * In Italia le donne sindaco sono 774, l'8,4% del totale. Una percentuale che è rimasta pressoché invariata anche dopo le elezioni amministrative di quest'anno. Come sempre accade in Italia, il dato complessivo non può essere adeguatamente letto senza una specifica su base territoriale. Da questo approfondimento emerge come la presenza di donne sindaco sia superiore alla media nazionale nel Nord-est (11,6%), Nord-ovest (12%) e Centro (9,8%). Sono tutti in queste aree i territori più in linea con il resto d'Europa, cioè le province di Torino, Treviso, Bergamo, Brescia, Milano, Como, tutte sopra al 10% di Comuni amministrati da sindaci donna. Mentre la rappresentanza femminile nelle le isole maggiori si attesta sotto la media nazionale (7%), i dati sono sconfortanti al Sud, dove le donne sindaco sono appena il 4,3% e dove ci sono intere province che non hanno eletto neanche una donna sindaco: Bari, Siracusa, Caltanissetta, Matera e Ragusa. Unica eccezione " territoriale" Massa Carrara: anche qui, neanche una donna sindaco. Migliore, ma di poco, la situazione delle Giunte. Le assessore donne in Italia sono 3544 e rappresentano il 18% del numero complessivo; stessa percentuale è riferibile alle consigliere comunali. Anche qui, la lettura territoriale è indispensabile, basti pensare che sono ben 40, su 103, i Comuni capoluogo di provincia che non hanno assessore donne in giunta. Questi dati sono in linea con le bassissime posizioni dell'Italia nelle graduatorie internazionali per parità di genere, ultima quella stilata dal World EconomicForum, checivedeal54Úposto nell'ambito di una graduatoria che ordina 84 Paesi. * Referente Pari opportunità Anci Il comitato è stata nominata una commissione per le Pari opportunità, prevista sia dallo Statuto sia dal Regolamento. Quest'ultimo stabilisce che ai componenti spetti un gettone per la partecipazione, comprensivo del rimborso delle spese di accesso alla sede. La presidente della Commissione ha chiesto il rimborso delle spese di una propria missione. è possibile accoglierla considerando che nulla è previsto in proposito? I componenti degli organismi di pari opportunità, previsti dagli statuti e dai regolamenti degli enti locali, sono equiparati agli amministratori locali, sorto in relazione alla possibilità di ottenere il permesso di assentarsi dal servizio per partecipare alle riunioni degli organi di cui fanno parte per la loro effettiva durata, ai sensi del comma 3 articolo 79 Dlgs 267/00.L'indennità di missione, pur estesa dalla stessa legge,all'articolo 84, agli amministratori locali, non è stata estesa ai componenti degli organismi di pari opportunità. Si ritiene dunque che ai componenti della commissione di che trattasi, in assenza di specifica disciplina normativa, non possano liquidarsi spese di missione; potrebbe essere possibile, se inserita nella normativa regolamentare, previa indicazione dei casi e motivi che possono determinarli, l'attribuzione di rimborsi spese per attività espressamente autorizzate dagli organi competenti dell'ente.Nell'attuale quadro normativo generale, alla commissione pari opportunità non possono attribuirsi indennità o rimborsi spese di missione. L'assegno di maternità Può essere corrisposto l'assegno di maternità ad una ragazza che sta effettuando il servizio civile presso terzi enti e che attualmente si trova in maternità? Per effetto dell'articolo 9 del Dlgs 77/02, di disciplina del servizio civile nazionale,l'attività svolta nell'ambito dei progetti di servizio civile non determina l'instaurazione di un rapporto di lavoro ed al soggetto sospeso dal servizio per gravidanzaè concesso l'assegno ridotto di un terzo. Secondo le citate disposizioni il soggetto non ha quindi diritto all'indennità di maternità di cui all'articolo 22 del Dlgs n. 151/2001. Tuttavia, la legge prevede forme di tutela anche per le madri, cittadine italiane, comunitarie ed extracomunitarie in possesso della carta di soggiorno, che non lavorino al momento del partoo dell'ingresso in famiglia del bambino. Infatti è previsto dallo stesso Dlgs n. 151: un assegno di maternità di base (articolo 74) nella misura intera di euro 294,51 per cinque mesi (importo rivalutato a termini del comunicato del 27 marzo 2007) spettante alle madri che non hanno i requisiti richiesti per ottenere gli assegni di maternità dello Stato e che non hanno alcuna copertura previdenziale. L'assegno è subordinato a limiti di reddito ed alla numerosità della famiglia; un assegno di maternità a carico dello Stato (articoli 75 e 81 del Dlgs n. 151), erogato dall'Inps se sussiste almeno una delle condizioni indicate nello stesso articolo 75. L'importo dell'assegno per il 2007 è pari ad euro 1.813,08. Le assunzioni L'amministrazione intende procedere a nuove assunzioni e sta valutando la sussistenza di tuttii presupposti richiesti dalla legge. In particolare, il comma 1, articolo 48, del Dlgs 198/2006 richiede che le Amministrazioni predispongano piani di azioni positive per la pari opportunità tra uomini e donne (di durata triennale), prevedendo l'applicazione,in caso di mancato adempimento,dell'articolo 6, comma 6, del Dlgs 165/2001, con conseguente impossibilità di procedere a nuove assunzioni di personale. Questo Ente sta predisponendo per l'anno 2007 il piano di azioni positive. Nelle more dell'approvazione del piano si può ugualmente procedere a nuove assunzioni? A parere di chi scrive, nelle more della predisposizionee approvazione del piano delle azioni positive non si potrà procedere a nuove assunzioni, che non potranno essere così immediate. "Il Sole-24 Ore del lunedì" pubblica in questa rubrica una selezione delle risposte fornite dall'Anci ai quesiti (che qui appaiono in forma anonima) degli amministratori locali. I Comuni possono accedere al servizio "Anci-risponde" - solo se sono abbonati - per consultare la banca dati, porre domandee ricevere la risposta, all'indirizzo Internet Web www.ancitel.it. I quesiti non devono, però, essere inviati al Sole-24 Ore. Per informazioni, le amministrazioni possono utilizzare il numero di telefono 06762911 o l'e-mail "ancirisponde@ancitel.it".


SANITÀ IN LOMBARDIA Si rischia di fare la fine degli Usa (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 26-11-2007)

 

Egregio direttore, colgo l'occasione della lettera del dott. Francesco Falsetti (UMI) su Bresciaoggi del 20 novembre per portare un contributo informativo sull'attuale situazione del Sistema Sanitario Nazionale in Lombardia. E' verissimo che occorre garantire una attenzione all'oculato uso delle risorse finanziarie disponibili per erogare i servizi alla cura della salute. E' un banale principio di sana ammnistrazione aziendale. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni in cui si è sviluppata l'applicazione dei criteri privatistici della gestione delle aziende pubbliche (tra cui Aziende Ospedaliere e le Asl) abbiamo assistito, anche il Lombardia, a quella che secondo noi è un aberrazione dei principi suddetti: infatti metodi e obiettivi messi in campo per raggiungere sono e sono stati mirati più a raggiungere una sorta di equilibrio finanziario contabile (di cui giustamente la Regione Lombardia fa vanto) pur se talvolta (e noi riteniamo che non sia corrretto ed equo) separato da un'altrettanto efficace intervento nel campo della gestione operativa delle attività di erogazione diretta di cura della salute (secondo la legge istitutiva del SSN, la lg n° 883/78). In questo ambito gestionale rientra tutto ciò che attiene alla reale cura delle persone malate ed alla promozione del benessere sanitario: la medicina offerta dai medici di famiglia, le cure fornite dai medici negli ospedali, la prevenzione delle malattie, ecc., attraverso la loro opera quotidiana diretta. In questo campo è giusta la critica del dott. Francesco Falsetti ed anzi pare opportuno sottolineare che anche i medici (qualcuno obtorto collo) si sono prestati ad attività di tipo più "ragionieristico" che tecnico sanitario (ad esempio anteponendo le cosidette ragioni del "budget" cioè delle risorse economiche, a quelle dell'offerta sanitaria, agendo su scelte di intervento basate sulla maggiore convenienza economica legata al minor costo). In questo ambito, inoltre, è altrettanto vero che i fabbisogni di personale vengono costantemente ridimensionati, anche a costo di interpretazioni contrattuali e normative assai di parte, al fine di raggiungere l' obiettivo più importante che interessa i direttori generali (anche ai fini del conseguimento del loro stipendio): l'equilibrio economico dell'azienda sanitaria o dell'ospedale. La responsabilità non è solo politica, tuttavia, ma anche tecnica e culturale, legata a come i medici intendono la loro professione come accettabile eticamente quando svolta effettivamente: per qualcuno (forse per tanti) il rispetto obbligatorio di norme e regolamenti che condizionano i comportamenti professionali all'interno dell'azienda non lascia molta scelta e nè da parte delle strutture ordinistiche arriva una forte voce di sostegno all'etica medica svincolata dal mandato finanziario. Crediamo, che di questo passo ci si stia avvicinando, con le dovute distinzioni, all'esperienza americana, dove dopo anni di gestione assicurativa e ragioniersitica della Sanità pubblica si è arrivati a lasciare senza copertura finanziaria chi non ha i soldi per permetterselo, come bambini, bisognosi ecc. e ciò sta producendo effetti nefasti sulla salute pubblica e sulla tranquillità sociale: basta veder l'ultimo film di Michel Moore "Sicko". Ovviamente non stiamo a tal punto, ma la lungimiranza di chi ci amministra politicamente non può non vedere che questa e la strada che si è intrapresa, più o meno consapevolmente. Ultima annotazione: i medici hanno enormi responsabilità nella cura della salute (anche di quella dei politici) questo richiede che il loro lavoro sia remunerato correttamente: in Italia i loro stipendi sono tra i più bassi in Europa (anche grazie al precariato che "cottimizza" la professione, introducendo una sorta di "sleale" concorrenza con i colleghi di ruolo, oltre che rendendoli insicuri sul loro futuro) ed a paragone con quelle Usa sono anche 7 od 8 volte più bassi: è giusto questo? É giusto valorizzare i medici per come sono bravi a risprmiare le risorse economiche per il loro lavoro? Proprio per oggi, 26 novembre, la nostra categoria ha indetto uno sciopero nazionale per l'avvio di un contratto scaduto da due anni (il precedente è stato in pratica una partita di giro a vantaggio del Fisco, non certo dei medici) dove gli argomenti suddetti sono al centro della questione. Facciamo appello al senso di responsabilità ed alla coerenza dei nostri colleghi invitandoli ad una partecipazione allo sciopero massiccia, al fine di dare un segnale forte ed assai chiaro a tutte le forze politiche, perchè è necessario cambiare rotta e riportare il rapporto medico-paziente di nuovo al centro della programmazione economica del Paese, in tema di cura della salute delle persone. Dott. Maurizio A. Andreoli SINDACATO DEI MEDICI ITALIANI LOMBARDIA.


Tosini: <Troppi i tagli, a rischio l'assistenza essenziale> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-11-2007)

 

Tosini: "Troppi i tagli, a rischio l'assistenza essenziale" Continuano i tagli ai trasferimenti ai comuni e l'aumento delle spese negli enti minori."Attualmente i comuni contribuiscono a pagare la retta ai ragazzi disabili che frequentano i centri semiresidenziali chiamati Ceod - è la voce di Oscar Tosini (foto), presidente della Conferenza dei Sindaci dell'Ulss 18 di Rovigo -; i costi sono suddivisi per il 32,50\% a carico dei comuni, il 67,50\% a carico del servizio sanitario nazionale. Allo studio dei parlamentari, però, l'intenzione di ripartire al 50\% allo Stato e 50\% ai comuni tali oneri, con un aumento per i piccoli enti del 17,50\%". Tosini ricorda che i "Livelli Essenziali di assistenza sanitaria (Lea) sono prestazioni che il servizio sanitario Nazionale deve garantire a tutti cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse raccolte attraverso il sistema fiscale."Genera preoccupazione il progetto che la commissione Lea sta predisponendo sulla revisione dei livelli essenziali di assistenza, che a breve presenterà al ministero della Salute per l'approvazione definitiva in quanto causerebbe una ricaduta considerevole sui costi del bilancio sociale dei comuni - aggiunge Tosini, facendosi portavoce di un crescente malumore -. Se questa volontà diventa norma, il bilancio sociale a carico dei comuni aumenterà per gli anni successivi di circa il 18\%, mettendo in grossa difficoltà la tenuta della spesa sociale dei comuni".Il presidente della conferenza dei sindaci avverte come "ancora una volta il ministero della Salute tende a scaricare agli enti locali un problema più sanitario che sociale.Inoltre, ricorda che sono già a carico dei comuni il trasporto dei disabili dalle loro abitazione ai centri semiresidenziali e il servizio di mensa giornaliero. "Ritengo utile un intervento di approfondimento sulle tematiche Lea e il ruolo delle municipalità da parte della rappresentanza dei Sindaci - conclude Tosini - sul progetto di revisione dei livelli essenziali di assistenza socio-sanitari nei confronti delle persone ospitate nei centri semiresidenziali, coinvolgendo le associazioni dei comuni, e il ministro delle Politiche Sanitarie Livia Turco attraverso con i nostri parlamentari".Elisabetta Zanchetta.


SANITA': IORIO, SU FONDI GOVERNO RISPETTI I TEMPI (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 26-11-2007)

 

(ASCA) - Roma, 26 nov - Il Presidente della Regione Molise e vice presidente della Conferenza Regioni, Michele Iorio, ha partecipato in mattinata ad un incontro dei Presidenti delle Regioni con i vertici del Ministero dell'Economia per discutere della finanziaria 2008 e delle procedure attuative dei Piani di Rientro del Deficit Sanitario. Iorio, da parte sua, tra le altre cose, ha chiesto il rispetto delle tempistiche del trasferimento dei flussi finanziari in correlazione agli impegni assunti in sede di Piano di Rientro. ''Il Molise - ha detto infatti il Presidente Iorio - si e' attenuto scrupolosamente alle richieste dei Ministeri competenti percorrendo una strada virtuosa che ha visto il suo Sistema Sanitario ridurre i costi e innovare e migliorare parallelamente i servizi al cittadino. Ci aspettiamo ora la stessa puntuale solerzia da parte del Governo''. rus/cam/rob (Asca).


Province, costi della politica: in Romagna consiglieri meno pagati (sezione: Costi dei politici)

( da "RomagnaOggi.it" del 26-11-2007)

 

Sei in news/Prima pagina, data 26.11.2007, orario 01:15. Province, costi della politica: in Romagna consiglieri meno pagati Fare il consigliere provinciale in Romagna conviene meno che a Bologna. Questo pare osservando stipendi e indennità percepite dagli amministratori provinciali in regione. A Ravenna i più 'sfortunati': qui, infatti, un consigliere provinciale percepisce solo 3482 euro l'anno. Se la passano meglio i colleghi della provincia di Forlì-Cesena, con 8.164 euro, ancora meglio quelli di Rimini: 12.782 euro l'anno di compenso. A Bologna l'eldorado con 22mila euro l'anno ciascuno. I dati emergono da un'inchiesta pubblicata dal 'Resto del Carlino', che evidenzia la grande disparità di trattamento per ciascuna Provincia. Su tutti, però, emerge lo straordinario costo per la collettività rappresentato dal consiglio provinciale di Bologna, che da solo spende in compensi ai consiglieri e a presidente del consiglio 831.178 euro l'anno. A seguire a ruota c'è il consiglio provinciale di Rimini, con 338.799 euro l'anno, poi Ferrara (309.022), Forlì-Cesena (285.522), Modena (211.848), Parma (182.136), Reggio Emilia (150.492) e infine Ravenna (132.660). Concentrandosi sugli stipendi dei presidenti dei vari consigli provinciali, Ravenna ancora una volta si conferma la provincia più virtuosa: la presidente Elena Rambelli, infatti, percepisce il compenso più basso con 'soli' 2.640 euro lordi al mese. Bruna Baravelli, presidente del consiglio provinciale di Forlì-Cesena, percepisce 3.383 euro mensili, mentre il collega riminese Fabio Zavatta arriva a 3.722 euro. Riguardo al numero di sedute dei vari consigli, Forlì-Cesena si contraddistingue come quello con meno sedute (19); più operativa l'assise di Rimini (26) e ancora di più quella di Ravenna (29). In Romagna Forlì-Cesena resta ultima anche per numero di sedute di commissioni consiliari, 'solo' 131. A Ravenna se ne fanno 138 in un anno, a Rimini 164.


La buona politica non ama ipocrisie (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 27-11-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 281, pag. 8 del 27/11/2007 Autore: L. Franco Bussinello, Verona Visualizza la pagina in PDF       Uno lettore di IO ci bacchetta per l'uso del sarcasmo sul caso Rai. Ma il punto è questo? La buona politica non ama ipocrisie Basta con le false indignazioni su quello che tutti sanno Egregio dottor Bechis, l'ironia e il sarcasmo sono figure retoriche che ben concorrono a rendere qualitativamente pregiata e gradevole la penna di chi scrive. Ma possono anche divenire (per esempio, per un giornalista) strumenti di buon ausilio per "banalizzare" o ridicolizzare una notizia che non si compone bene nel mosaico che s'è costruito il giornale cui appartiene. ItaliaOggi del 23/11/2007: "Rai, scoperta una lottizzazione". Sottotitolo: "Il clamoroso caso della Bergamini, raccomandata da Berlusconi". è curioso che quando certe cose accadono si dica che "tutti lo sapevano" e che quando si sapevano nessuno abbia mai detto: "Ecco, io le so e le denuncio". In ogni caso, Lei è così sicuro che l'"emergere di intercettazioni telefoniche - che rivelano inquietanti accordi collusivi facenti capo, non tanto alla Bergamini, quanto a eminenti personaggi del giornalismo delle due testate televisive, e proprio per favorire l'allora presidente del consiglio Berlusconi" - sia roba da affidare a qualche bontempone in vena di barzellette? Staremo a vedere gli sviluppi della vicenda, ma le preoccupazioni sono legittime e dovrebbero essere anche le Sue. Perché, allora, giocare con l'ironia in una notizia seria ("scoperta una lottizzata")? Uso io stavolta l'ironia: lasci che sia Berlusconi - personaggio che è rimasto, da quando è sceso in politica, notoriamente neutro e fuori da ogni interesse televisivo e politico, a minimizzare o a parlare di sciacallaggio. Lo ha sempre fatto, anche quando le sue vicende giudiziarie sono risultate tutt'altro che l'invenzione di qualche "magistrato comunista", e lo fa tuttora, quando, ahimè!, qualche volta, fanno timidamente capolino "falsi problemi o sciocchi diversivi" come la riforma del sistema televisivo e il conflitto di interessi. Ecco, dott. Bechis, non ho mai avuto difficoltà a riconoscerLe il coraggio, la capacità di graffiare, di dissacrare, di essere fuori dal coro, in un tempo in cui il conformismo, anche nel Suo mestiere, dilaga. Non so se Lei si picchi di non avere appartenenze politiche o se il suo cuore batta proprio e interamente da una parte sola. Non importa. Si può essere obiettivi e buoni giornalisti anche se si è politicamente schierati. In ogni caso, non di rado, si ha l'impressione che non traspaia dal Suo giornale la genuina e preoccupata ricerca della verità. Le forzature evidenti o lo scoop non aiutano questa ricerca. Né tutto ciò può essere dissimulato dagli sforzi, spesso malamente riusciti, di dosaggio e di equilibrismo degli attacchi fra i due blocchi contrapposti. Le ho detto ancora che la testata del Suo giornale (quotidiano economico, giuridico e politico), dovrebbe essere rovesciata, giacché ItaliaOggi resta e si qualifica come un quotidiano "politico" prima che economico e giuridico. Forse le intenzioni editoriali all'atto della sua fondazione erano diverse. Niente di male. Ma chiamiamo le cose con il loro nome, e se vogliamo proprio attestarci sull'onda di Libero e consimili quotidiani, padroni di farlo. A me pare che la Sua penna e la Sua intelligenza, come quella di tanti altri valenti Suoi colleghi, potrebbero servire un giornalismo meno vociante, meno teso a vellicare la pancia della gente. E qualche esempio positivo lo abbiamo anche nel giornalismo di casa nostra. Umilmente, un consiglio: si tiri fuori, tiri fuori il Suo giornale dallo Tsunami dell'antipolitica, uno sport che durerà poco, come la storia dimostra. Denunciare, denunciare, denunciare. Documenti alla mano. Contro tutte le caste, certo. è servito e serve per moralizzare questo paese. Ma la denuncia impietosa è apprezzata quando è costruttiva, quando non mostra di essere fine a se stessa, o quando non nasconde altri obiettivi, o quando approfondisce (dura fatica) e non si lascia trascinare dallo scoop. Ne abbiamo bisogno in un paese dove tutto è gridato, dove tutto è marcio, dove tutte le vacche sono grigie, dove imperano populismo e demagogia, dove pochi s'accontentano di come le cose possono apparire e vogliono vedere come realmente stanno. Abbiamo bisogno di capire. Per fortuna, la gente è, forse, meno disposta di quanto si creda a farsi lavare il cervello. Risponde Franco Bechis. Caro Bussinello, finalmente! Le avevo chiesto di continuare a tirarmi le orecchie dopo le amichevoli e sagge correzioni che sempre mi ha imposto, ma era un po' di tempo che non lo faceva più. Con questa sua però si riprende il dovuto con gli interessi e garbatamente mi mette all'angolo. Comprendo, ma sono convinto delle mie ragioni. Lei ha citato due argomenti- forse non a caso- che hanno un tratto comune: la recente vicenda Rai (come le dimostreremo nella pagina qui a fianco la realtà è assai diversa da quel che appare spiando le telefonate) e le inchieste sull'antipolitica. D'accordo con lei che alla fine quel che preme a tutti noi cittadini è avere una buona politica, non la cacciata in massa di una intera classe dirigente per quanto questa non abbia brillato. Ma negli articoli che lei prende di mira- l'ironico commento sulla scoperta della lottizzazione in Rai e i numerosi interventi sui costi della politica- l'intenzione era quella di portare alla luce del sole la grande ipocrisia che circonda gli uni e gli altri fatti. Ipocriti quelli che si indignano per la lottizzazione Rai solo perché riguarda un loro nemico politico. Quando invece i partiti hanno dato uno stipendio alto e garantito a giornalisti amici o anche semplicemente a giornalisti con stipendi che pesavano come macigni sui conti delle loro aziende editoriali (felici di liberarsene), ecco grandi giugulatorie sulla professionalità premiata, etc_ etc_ Stesso copione per l'antipolitica: un bravo politico, un ministro con i fiocchi dovrebbe non solo essere pagato, ma ricevere uno stipendio da supermanager. Il fatto è che riempiamo di soldi degli incapaci, e allora va un po' meno bene. Sui costi della politica poi siamo sommersi di bugie. Nel 2005 la finanziaria di Giulio Tremonti tagliò del 10% l'indennità parlamentare. Si dimenticarono però di dire che la riduzione sarebbe scattata lo stesso giorno in quell'indennità sarebbe aumentata del 10 per cento. Dissero a tutti che tagliavano esponendo in tv volti contriti ed emaciati, e non tagliarono un bel fico secco. Stessa cosa i successori: in questa finanziaria hanno annunciato una riduzione dei costi della politica di 1,2 miliardi di euro. Poi zitti zitti hanno stralciato, emendato, modificato. Alla fine resta una riduzione di qualche migliaio di euro per l'anno prossimo, poi si vedrà. Altra meraviglia: lo sa che 100 parlamentari con auto blu (per cariche varie, governative o parlamentari) percepiscono un rimborso taxi di 1.300 euro per taxi che non prendono mai? E perché quello si chiama rimborso e non stipendio? Poi prendono 4.500 euro netti al mese per pagarsi fino a tre collaboratori (i portaborse). La cifra intera non viene mai spesa, e mai restituita l'eccedenza. Ma almeno la metà di loro non assume nessun collaboratore e intasca l'intera somma. Quello è stipendio. E agli italiani comuni non è consentito. Basterebbe chiamare le cose con il loro nome e introdurre un po' di meritocrazia nella classe politica. Si licenzino i fannulloni, ad esempio: i cittadini non possono più farlo perché è stato sottratto loro il voto di preferenza con cui rimandarli a casa. Con un po' di chiarezza su questi punti e la rinuncia alla grande ipocrisia, potremmo tutti discutere più serenamente delle cose da fare. Che al momento non si fanno, perché meno si fa, meno si rischia la fine anticipata della legislatura_.


Consulenze e auto blu Il Broletto si interroga (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-11-2007)

 

CONSIGLIO PROVINCIALE. I costi della politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e auto blu Il Broletto si interroga di Pietro Gorlani Il dibattito nazionale sugli altissimi costi della "casta" della politica tocca anche l'ente Provincia. La mozione per adottare una "cura dimagrante" delle spese riservate alle auto blu e relativi autisti presentata ieri dalla Lega Nord, verrà approfondita nella competente commissione Bilancio. È stato il capogruppo del Carroccio, Roberto Vanaria, a chiedere l'impegno del presidente Cavalli perchè si consideri la sostituzione delle autovetture con autista in dotazione agli assessori (otto in tutto) con un servizio di autonoleggio, che permetterebbe "un risparmio alle casse del Broletto di circa il 30 per cento", equivalenti a diverse migliaia di euro. Lo stesso Vanaria ha chiesto anche che tutti i consiglieri provinciali firmino all'inizio e alla fine di ogni consiglio provinciale "condizionando il pagamento del gettone di presenza all'effettiva partecipazione" ed evitando le classiche furberie - diventate prassi in tutta Italia - di incassare il lauto compenso (180 euro lorde) anche a fronti di pochi minuti di presenza in aula (i gettoni presenza nel 2006 sono costati al Broletto 260 mila euro). IN AFFINITÀ con la mozione di Vanaria anche l'interrogazione dei capigruppo del centrosinistra Gianna Rosa Baresi (Prc), Pierluigi Mottinelli (Margherita) e Carlo Fogliata (Ds) al presidente Cavalli sulla maxiconsulenza da 4 milioni di euro pagati dalla società autostrade Serenissima (nel cui consiglio di amministrazione siedono Cavalli e Corsini, con compensi da 90mila euro l'anno) per seguire la pratica delle autostrade davanti alla commissionie Ue e al ministero delle infrastrutture. I capigruppo d'opposizione la definiscono "sconcertante". Innanzitutto perchè "i soldi in ballo non appartengono ad un privato cittadino ma sono soldi pubblici amministrati da una società -partecipata tra l'altro da Comune e Provincia di Brescia- il cui capitale è al 60 per cento pubblico" E. in secondo luogo, perchè "mentre tutti si stracciano le vesti per i costi della politica e per i compensi ai componenti dei vari consigli d'amministrazione, tra cui quelli della Brescia-Padova che ammontano a 1,2 milioni di euro per 13 membri (oggi ridotti a 9 per effetto della Finanziaria) per una consulenza si spendono cifre da capogiro". Il presidente Cavalli risponde di aver girato, in data 2 novembre, il quesito al presidnete dell'Autostrada Brescia-Padova. Risposta che non soddisfa per nulla Baresi: "L'interrogazione è stata presentata un mese fa e ci sarebbe stato il tempo di avere una risposta; inoltre lei presidente siede in quel consiglio d'amministrazione che ha deciso la consulenza, e dovrebbe essere in grado di dirci qualcosa in più". Discussa anche l'interrogazione del centrosinistra in merito all'impegno della Provincia sul caso del Residence Prealpino e quella del capogruppo di An Fabio Mandelli sul blocco della circolazione per i ciclomotori Euro 0 e Euro 1. SE LA MOZIONE di Vanaria verrà approfondita nella relativa commissione Bilancio, ieri è passata l'altra mozione della Lega riguardante un sollecito -da parte del presidente- per l'attuazione del federalismo fiscal. Passa anche la mozione sostenuta da tutto il centrodestra per difendere la legge regionale 19/07 sulla formazione professionale (contro la quale il Governo Prodi ha fatto ricorso alla corte costituzionale) dopo un lungo duello dialettico tra le parti. Rinviate al prossimo consiglio le due mozioni in solidarietà al popolo birmano (una di Baresi e Botticini del Prc, l'altra di Peli, Mandelli e Elena di An) dopo l'accorpamento in una sola, così come quella del centrodestra per chiedere la sanatoria alla richiesta da parte dell'Inps, di restituzione di 72milioni di euro pagati in eccesso dal 1994 ad oggi a 36mila pensionati. DELLE TRE DELIBERE in agenda sono state approvate le prime due: l'assestamento generale del bilancio dell'esercizio 2007 (da 337, 8 milioni passa a 342,4) e l'approvazione del regolamento dei servizi di supporto per l'integrazione scolastica degli audiolesi. Rinviata per decisione della presidente del consiglio Paola Vilardi la rettifica del piano traffico extraurbano (contenente un errore materiale) per l'assenza dell'assessore Parolini.


Un capogruppo che raccolga l'unanimità (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-11-2007)

 

Di Augusto Ditel "Un capogruppo che raccolga l'unanimità" Roberto Deriu: lavoro per l'unità. Non sono l'anti-Soru, gli contesto le incompiute SASSARI. Nuorese, studi classici, niente laurea. Passione smodata per la politica che lui chiama amabilmente "vocazione". Un modo tutto democristiano per spiegare a chi non lo conosce che Roberto Deriu, 38 anni, sulla piazza da 22, è uno che mangia pane e politica. Un politico full time che assomma nella sua persona tre presidenze: quella della provincia di Nuoro, quella dell'Ups e, da sabato scorso, quella del Partito Democratico, ottenuta con una percentuale bulgara. - Tre presidenze, Roberto Deriu: non le pare di esagerare? "Quella dell'Unione delle province sarde ha una connotazione sindacale. L'ultima, quella del Partito Democratico sardo, l'ho ottenuta senza meriti particolari". - Su, non faccia il modesto: non ci crede nessuno. "Ma io, modesto, lo sono per davvero. Nel nuovo partito militano persone più affidabili e capaci di me". - La politica anche questo: chi entra papa, esce cardinale e viceversa". "E' vero. - Si sta peggio in miniera. "E' stravero". - Che presidente del Pd sarà? "Uno che cercherà di favorire al massimo la coesione del partito. La mia elezione, con una percentuale così alta, mi ha fatto molto piacere. Sarei un ipocrita se lo negassi. Cercherò di onorarla proprio con un'azione che unisca e non divida in questo Partito Democratico sardo che io giudico anomalo". - Anomalo? "Certo, mica è normale". - C'entra qualcosa Renato Soru? "Certo". - Tutta colpa sua. "Non colpa: direi che l'anomalia è stata causata dall'avvento di Renato Soru". - Uno che lei adorava, all'inizio, nel 2004. Salvo poi voltargli le spalle e schierarsi con Cabras. "La Sardegna aveva bisogno della rivoluzione di Renato Soru: se non ci fosse stata, saremmo ancora al Medioevo della politica. Soru ha dato una spallata alla vecchia politica che, evidentemente, aveva stufato i sardi. Tutto questo ha generato l'anomalia di cui parlavo prima, che si è poi riflessa nelle elezioni del Pd". - Clamoroso: Deriu fa il panegirico di Soru. "Io, del governatore, salvo e difendo le scelte fondamentali che hanno caratterizzato la prima parte della legislatura. Il coraggio del presidente e una legislazione coerente hanno rappresentato una svolta importante, ma a me non piacciono gli approcci talebani, da una parte e dell'altra e dunque ho anche qualcosa da obiettare su Soru". - Prego. "Non amo le incompiute: è sbagliato lasciare le opere, o le riforme annunciate, a metà. Si volevano demolire le Comunità montane? Bene. E invece sono ancora lì: non esistono tempi certi per la loro soppressione. Nel frattempo, quegli enti territoriali hanno il personale a spasso, i mutui da pagare e i contratti da onorare". - Beh, se è per questo, Soru vorrebbe cassare anche le province che lei rappresenta. "Ho letto, ma tutte le volte che si è trattato assieme questo argomento lui non me l'ha confermato. Anzi, la sua idea è quella di trasformarle, di farle diventare più forti del passato". - A parte Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo che ne hanno scritto "ad abundantiam" sulla "Casta", sono in molti a dubitare della loro utilità. "E' un errore. Il trend istituzionale impone l'aumento delle funzioni di governo e l'ampliamento dei servizi a favore del cittadino". - Nobile intento, ma nel frattempo le nuove province arrancano per non dire che boccheggiano. "Càpita che le cosiddette "nuove" province (ma sono tutte nuove) hanno qualche soldo e mancano di personale, mentre le "vecchie" non hanno più un quattrino e dispongono delle strutture. Insomma, navighiamo ancora nel mare delle incompiute". - Ce n'è abbastanza per rilasciarle la patente di anti-Soru. "Anti-Soru? Non lo sono mai stato. Con lui ho avuto solo rapporti istituzionali e gli riconosco una certa intelligenza. D'ora in poi, visto che militiamo nello stesso partito, intratterrò anche rapporti politici". - La mettiamo subito alla prova: bella grana, quella del capogruppo. "Una soluzione per uscirne, c'è". - E qual è? "Basta proporre un candidato che possa essere eletto all'unanimità". - Margherita o Ds? Soru ha appoggiato lei perché in cambio vuole che il capogruppo sia uno dei suoi. "Non so se sia così. Io parto dalla mia elezione, giunta con una consenso molto vasto. Partiamo da qui, ricordando che molti esponenti vicini al presidente Soru hanno sempre convenuto sulla divisione netta tra partito e gruppo". - E' palese che lei boccia Siro Marrocu, ma non è facilissimo individuare un elemento che raccolga l'unanimità. "Non sono d'accordo: io lavorerò in questa direzione, nel nome dell'unità". - Senta tripresidente, cosa vuol fare da grande uno come lei che inneggia alla politica come professione? "Ho trentott'anni e a quest'età si è bamboccioni oppure si è già grandi". - Lei si considera un grande, allora? "M'ispiro a una massima: più vado avanti, e più penso che la politica sia fare quello che vogliono gli altri". - Il famoso spirito di servizio tanto caro alla Dc. "Lo chiami come vuole. Io faccio politica da quando avevo sedici e non mi sono mai posto obiettivi, né ho coltivato specifiche ambizioni. La politica, per me, è una vocazione". - Vocazione? In senso laico, è sperabile. "Sì, una vocazione laica: mi piace questa definizione". - Antonello Soro capogruppo Pd alla Camera, lei presidente in Sardegna: due feste in una? "E' il caso di dirlo. Sono felice per Antonello intanto per ragioni affettive: lui era il politico preferito di mio padre, morto prorio dieci anni fa di questi tempi. Sono felice perché gli sono molto vicino politicamente". - Molto più vicino a Soro che a Tore Ladu. "Sono vicino a Tore Ladu e a Antonello Soro. Io sono un soriano non un soroteo". - Rieccolo, il democristiano d'antan. Torniamo a Soru: dovrà ripresentarsi nel 2009, come ha sempre preconizzato Soro? "E' naturale che l'uscente sia il candidato naturale per la riconferma, anche se poi si potrà decidere diversamente. Non lo so, c'è ancora tempo". - Un pregio di Soru. "La determinazione". - Un difetto. "L'esasperazione del pregio: cioè l'ostinazione". - Il centrosinistra vincerà ancora nel 2009? "Ne sono certissimo". - Le sue quotazioni e l'indice di gradimento dei sardi sono in netto ribasso. "Le faremo risalire". - Grazie a lei? "Le faremo risalire". - E' vero che lei darebbe chissà cosa per diventare giornalista? "Ma io sono giornalista (Deriu dirige il trimestrale "Chimera"), un giornalista in aspettativa. Ma la mia vera passione segreta è la radio". - L'ha mai fatta? "Mah, così...". - Quale programma le piacerebbe condurre? "Un programma di informazione". - Un'ultima curiosità: è vero che lei ha l'abitudine di inviare sms a raffica, molti dei quali spiritosi, anche quando è impegnato in riunioni di partito o in provincia? "Non so se sono spiritosi, però è vero che li mando". - A chi? "I miei destinatari preferiti sono Soru e Paolo Fadda". - E loro, rispondono? "Sì, sempre". - Come? "Paolo Fadda risponde con parolacce irriferibili". - E Renato Soru? "No, niente parolacce: lui è molto più poetico".


Pari opportunità in sanità: strada ancora in salita (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-11-2007)

 

IL CONVEGNO. Le presenze negli ospedali Pari opportunità in sanità: strada ancora in salita Rappresentano oltre il 70 per cento degli operatori dell'ospedale Civile, ma solo dieci sono arrivate al "top" come primari. È ancora lungo il cammino delle donne che lavorano in sanità, moltissime alla base, troppo poche ai vertici. Negli ospedali italiani solo il 6 per cento dei direttori generali è donna, percentuale tanto più rilevante se rapportata con la presenza femminile nel mondo sanitario, che sfiora il 61 per cento fra donne medico e infermiere. Qualche timida apertura si registra per i direttori sanitari, donne nel 16,4% dei casi, dato che probabilmente deriva dall'aumento di donne nel corpo medico e tra gli studenti di Medicina. Se ne è parlato nell'incontro "Lavorare in Sanità: pari opportunità, nuove opportunità", organizzato dal Comitato Pari Opportunità degli Spedali Civili, con un ospite d'eccezione, la sottosegretaria al ministero del Lavoro, onorevole Rosa Rinaldi. E' STATA l'occasione per presentare a Brescia il progetto "Bollino rosa S.O.N.O. Stesse Opportunità Nuove Opportunità", messo a punto dalla stessa Rinaldi con lo staff del ministero. "Si tratta di un marchio di qualità per una certificazione volontaria che un'azienda privata o pubblica può ottenere se è in grado di dimostrare che adotta strategie e pratiche aziendali non discriminanti - ha spiegato - ed è un sistema basato sulla verifica della parità delle retribuzioni (i differenziali retributivi fra uomini e donne ostacolano l'aumento dell'occupazione femminile, incidendo negativamente sulla propensione delle donne ad accedere a posizioni di maggiore responsabilità) e sull'adozione di politiche non discriminatorie e di valorizzazione delle competenze femminili". Il progetto è partito in questi mesi con la sperimentazione in un numero mirato di aziende, e dall'anno prossimo verrà diffuso ad ampio raggio, con l'avvio delle certificazioni: "Nella sanità - ha aggiunto Rosa Rinaldi - la situazione esige cambiamenti di rotta, meno precariato ed esternalizzazioni massicce, più stabilizzazioni lavorative che sono una necessità perché il sistema sanitario nazionale torni ad avere il ruolo storico che ha avuto". NEL PERCORSO di conciliazione fra lavoro e impegni familiari, per garantire pari opportunità nella crescita professionale, il Civile ha messo in campo diversi progetti, come "Effe elle esse", sistema di flessibilità oraria, asilo nido aziendale, forme di part time; è stato emanato un regolamento contro le molestie sessuali, e il Comitato pari opportunità ha consolidato la propria attività nel contesto aziendale. Dai dati emersi dal convegno risulta che i congedi parentali e quelli per malattia del figlio sono stati richiesti da 942 donne contro soli 45 uomini (dati 2006), e che il part time è particolarmente diffuso fra le dipendenti del comparto (infermieri, tecnici, ausiliari). Una curiosità, poi, si trova scorrendo la distribuzione degli specializzandi (279 maschi e 434 femmine). Non è fuori luogo parlare di una differenziazione di genere: i ragazzi prediligono ancora specialità interventistiche come chirurgia, ortopedia e traumatologia, e settori connotati al maschile come l'urologia. Le neo-dottoresse, al contrario, rimangono legate al ruolo atavico di cura, affollando medicina interna, geriatria e pediatria, ginecologia e, a sorpresa, la Biochimica clinica.LI.CE.


Cda da 709mila euro, compresi i revisori (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)

 

Lucca Cda da 709mila euro, compresi i revisori Salt, la società autostrada ligure-toscana, è partecipata, fra gli altri, anche dal Comune di Lucca (socio al 3,075%) e dalla Provincia (socio al 3%). Presidente del consiglio di amministrazione è il versiliese Roberto Bertola, ex sindaco di Fi a Forte dei Marmi. Il Comune di Lucca è rappresentato nel cda, al momento, dall'ex commissario prefettizio Francesco Lococciolo e da Franco Ravenni, coordinatore provinciale di An. La Provincia, invece, è rappresentata nel cda da Andrea Carrara e da Riccardo Brocchini (Ulivo di Massarosa): entrambi percepiscono in compenso lordo annuo di 6mila euro oltre a un gettone di presenza di 300 euro lordi (escluse spese di trasferta) per ogni riunione del consiglio. Nel suo complesso, però, il cda costa molto di più: 709mila euro l'anno, compresi i sindaci revisori (165mila euro l'anno).


La politica di berlusconi e le molte insidie del programma economico (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 27-11-2007)

 

IL CARICO FISCALE La politica di Berlusconi e le molte insidie del programma economico Riduzione delle tasse e piccole imprese temi cari al Cavaliere ma di difficile attuazione senza ledere il suo elettorato Nell'annunciare il sostanziale mutamento politico Berlusconi ha parlato di tutto, ma è stato particolarmente avaro sui temi economici. Solo qualche vago accenno a riduzione delle tasse e sostegno della piccola impresa. Premesso che il personaggio è capace di mutamenti imprevedibili, non sembra dubbio che tesi di tale tipo avrebbero un notevole fascino per i suoi potenziali elettori ed è, di conseguenza, molto probabile che formino la sostanza del suo programma. La prima questione al riguardo concerne l'ipotesi che una riduzione del carico fiscale incentivi gli imprenditori a maggiori investimenti ed iniziative. L'on. Sacconi, qualificato berlusconiano, arriva a dire "oggi, oltre una certa soglia, alle aziende non conviene più guadagnare". Se guardiamo i dati di Mediobanca usciti nei giorni scorsi, constatiamo che nel 2006 le imprese che nell'ultimo decennio sono state sempre in utile o pareggio hanno pagato al fisco lievemente meno del 30% dei loro utili ed hanno versato in dividendi quasi il doppio di quanto hanno dato allo Stato. Non è riducendo di qualche punto percentuale il carico fiscale che si modificano gli incentivi, dato che o gli operatori economici sono razionali e allora già ora possono constatare che la maggior parte di quanto guadagnano va a loro beneficio, o non lo sono ed in tal caso rispondono non a modifiche marginali, ma solo a quelle tanto sostanziose da essere impraticabili. Quelle censite da Mediobanca, potrebbe obiettare un berlusconiano, sono imprese grandi e medie: la situazione è diversa per quelle minori. Ma chiunque abbia un minimo di esperienza sa che è lì che si concentrano ampi fenomeni di vera e propria evasione fiscale per evitare i quali senza un'attenta opera di repressione occorrerebbe ridurre a zero o quasi le aliquote. Il vero problema delle medio-piccole imprese italiane non sono le tasse, ma per molte di loro la ridotta dimensione e l'essersi attardate su produzioni tradizionali non qualificate sulle quali grava la concorrenza dei Paesi a basso costo di mano d'opera. I problemi di quel terzo delle imprese industriali italiane che perde o è in pareggio non si risolvono con tasse minori, perché già non le pagano. Restano le tasse personali e qui l'iniziativa l'hanno già presa Epifani suggerendo una riduzione di quelle sul lavoro dipendente e Rutelli con l'Ici sulla prima casa, per cui a Berlusconi, per differenziarsi, non resta che puntare ad una minor progressività. Prescindendo dall'ingiustizia di una formula del genere, da noi il problema è quello della copertura. Con un debito pubblico che supera il reddito nazionale, l'unica strada percorribile è quella della riduzione delle spese. Ma quali? Non quelle per lavori pubblici se non vuol rinnegare il suo patto con gli italiani. Certo Berlusconi senza Fini potrebbe tagliare la burocrazia statale, ma è lecito dubitare abbia il coraggio di mettersi contro milioni di dipendenti pubblici. Non resta che la spesa sociale. Anche qui prescindendo dall'ingiustizia e dal fatto che l'invecchiamento della popolazione tende a far crescere spesa sociale e sanitaria, si colpirebbero milioni di persone e si influirebbe negativamente sui consumi indebolendo ulteriormente il sistema economico. I costi della politica potrebbero essere abbassati riducendo il numero dei parlamentari in misura più massiccia di quanto proposto dal centro-sinistra, ma Berlusconi ha già promesso ai suoi di ricandidarli tutti e non può fare tagli troppo drastici. Tutto questo non significa che non ci siano molte inefficienze e molti sprechi, ma per ridurli occorre un'opera di cesello che non fa parte de suo stile. Di conseguenza o Berlusconi mette in programma cose che non potrà realizzare nella speranza che molti gonzi ci credano, o - se tenterà di realizzarle - porterà il bilancio ad uno sfacelo maggiore di quello avviato dal suo ultimo governo. Speriamo solo che molti italiani se ne rendano conto, perché in caso contrario, se il deficit riprendesse a crescere, è molto difficile pensare che l'Europa che si è rimessa in piedi chiuda benevolmente un occhio.


Cgil: più controlli sulle tariffe (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 27-11-2007)

 

Montecatini Cgil: più controlli sulle tariffe Le proposte del sindacato ai Comuni per i bilanci 2008 I NOSTRI SOLDI Una lettera di Quiriconi PISTOIA. Iniziano oggi a Palazzo di Giano gli incontri tra i sindacati provinciali e i Comuni alle prese con la definizione dei bilanci preventivi per il 2008. La Cgil si presenta all'appuntamento con alcune richieste sintetizzate in un documento firmato dal segretario Daniele Quiriconi. Tra le richieste, c'è la sollecitazione a verificare la possibilità di una restituzione di parte degli aumenti di imposte varati lo scorso anno, ma anche un più stretto controllo sul tema delle tariffe e un maggior coordinamento tra comuni vicini. "Quest'anno - scrive Quiriconi - pur in un sempre difficile contesto per la finanza pubblica locale, non siamo in presenza dei tagli operati dalle passate leggi di bilancio; nello stesso tempo ci troviamo a gestire e la condividiamo, la razionalizzazione e il riordino della cosa pubblica indicata dalla Regione e dal governo con la finanziaria (a partire dalla riduzione degli enti, delle società partecipate, dei consigli di amministrazione, degli Ato e così via). Non si tratta solo di contenere i cosiddetti "costi della politica", ma di restituire funzionalità, competenze e operare quei risparmi di spesa, che possono consentire maggior efficienza, più servizi e riduzione della tassazione locale per i cittadini. Ma tutto ciò non basta in quanto ci sono scelte che dipendono dagli amministratori locali". Secondo la Cgil siamo di fronte alla "improcrastinabile necessità di accorpare i servizi, specie nei comuni piccoli, "eliminando" una serie di figure dirigenziali anacronistiche e centri di costo che possono essere tagliati" ma anche alla necessità "di riflettere sul prosieguo di una serie ulteriore di esternalizzazioni di funzioni e servizi dove non sono chiari i risparmi se non ottenuti attraverso la compressione dei diritti dei lavoratori ed un peggioramento dei servizi stessi". "E si tratta - continua la nota della Cgil - di compiere scelte politiche chiare a partire dal Comune capoluogo dove lo scorso anno, con fatica, prendemmo atto di un aumento della pressione fiscale locale in un momento di grave sofferenza per la condizione salariale dei lavoratori e dei pensionati; penso soprattutto all'impegno di valutare "la restituzione" eventuale di parte del maggior gettito ottenuto, nel corso del 2008 e sul quale ci aspettiamo coerenza". Un'altra proposta è quella di istituire nuovamente a livello provinciale, le commissioni per l'aumento del costo della vita aperte anche alle associazioni dei consumatori. "Non solo - scrive il segretario Cgil - in funzione di monitoraggio, ma come luogo nel quale discutere del costo di una serie di servizi di pubblica utilità gestiti da aziende a controllo pubblico, che si distinguono per una discutibile qualità del servizio reso ai cittadini, coniugato con un aumento delle tariffe. Parlo di acqua, elettricità, gas, farmacie etc, che hanno goduto, a giudizio del sindacato in qualche caso impropriamente, dei benefici del cuneo fiscale senza nessuna restituzione di benefici in termini tariffari e di efficienza ai cittadini". Infine il coordinamento tra gli enti. "Ogni anno - rileva Quiriconi - buoni propositi, ma poi il sindacato si trova davanti la politica dei "centofiori" con decine di incontri e scelte talvolta le più diverse anche in Comuni limitrofi e con identica composizione sociale della popolazione. Ma le conferenze dei Sindaci non dovrebbero coordinarsi anche su questo? Tra il dirigismo e "l'ognun per sé" forse c'è una via di mezzo".


Dini: basta col <tassa e spendi> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 27-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-11-27 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE La lettera Dini: basta col "tassa e spendi" Il partito occulto "Nelle Regioni e negli enti locali c'è un partito della spesa" SEGUE DALLA PRIMA Se poi teniamo conto del fatto che non esistono strumenti parlamentari preposti a esaminare con obiettività la quantificazione delle spese, a questo si aggiungono flussi non marginali di spese occulte, che lasciano sul campo tanti cocci che pesano sulle tasche del cittadino. A fronte di ciò ho lanciato ripetuti segnali di allarme, come sto facendo in questi giorni in relazione alle spese aggiuntive palesi e occulte che comporta il testo del disegno di legge sul welfare così come presentato dalla Commissione Bilancio della Camera (quanto ad esempio ai lavori usuranti). Ma mi sembra giunto il momento a questo punto di un'analisi più strutturale del profondo radicamento del nostro Paese, nel centrosinistra con maggior forza (specie nelle sue frange estreme) ma anche nelle altre parti politiche, di un vero e proprio "partito unitario della spesa pubblica ", annidato specie nelle Regioni e negli enti locali. La seconda Repubblica in teoria doveva basarsi sui principi del sistema maggioritario, ma mi sembra che il "proporzionalismo all'italiana" non sia mai venuto meno. E "proporzionalismo all'italiana " significa partitocrazia invadente. Il suo giornale da tempo è molto attento alla questione del "costo della politica" e non si può cogliere alle radici il fenomeno del costo della politica senza tenere conto degli effetti della partitocrazia. Il meccanismo operativo della partitocrazia è infatti quello della lottizzazione, e da esso trae origine il fenomeno - solo italiano - dell'esercito fatto di decine di migliaia di persone, di consiglieri di amministrazione, consulenti e quant'altro annidati in quelle migliaia di cellule del "socialismo reale all'italiana" che sono le migliaia di enti, aziende pubbliche e municipalizzate. è lì che operano quelli che si possono definire "i funzionari della partitocrazia", tutti soggetti che giustificano, motivano e consolidano la propria ragion d'essere nel chiedere e generare flussi di spesa pubblica aggiuntiva. I deficit di molte aziende sanitarie locali, enti pubblici e municipalizzate sono lì a dimostrarlo. D'altronde, come si spiegherebbe il fatto che ad esempio il disegno di legge sulla privatizzazione e liberalizzazione dei servizi pubblici locali è stato sostanzialmente snaturato in Parlamento e ancora giace al Senato? Siamo quindi in presenza di una rete capillare diffusa nel territorio che attinge il proprio sangue ai mille rivoli della spesa pubblica, sacrificando l'interesse dei cittadini ad una minore pressione fiscale all'interesse loro e dei propri partiti alla moltiplicazione della spesa. Mi pare che si tratti della questione delle questioni che attraversa il nostro sistema economico e il nostro sistema politico. Eppure nessuno ne discute e nessuno, tra le classi politiche, mostra intenzioni serie di affrontarla. Né possono bastare i timidi segnali volti a ridurre la dimensione dei consigli di amministrazione di qualche tipo di enti pubblici. Qualche osservatore nei giorni scorsi ha evidenziato che in presenza di due grossi partiti a sinistra e a destra, che sembra vogliano andare nuovamente verso una legge elettorale proporzionale, si aprirebbero le porte verso una terza Repubblica. Prima di questo eventuale passaggio, non è il caso di porsi il problema di aggredire dalle fondamenta le questioni connesse e intrecciate del modello del "tassa e spendi " e del modello della partitocrazia? Personalmente, e con i miei amici liberaldemocratici, non abbiamo alcuna intenzione di prescindere da tali cruciali questioni. Lamberto Dini leader Liberaldemocratici.


La commissione Affari istituzionali ha completato il suo lavoro, approvando all'unanimità (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 27-11-2007)

 

Le modifiche da apportare al regolamento comunale, così come le era stato richiesto dalla massima assice citadina. E la bozza di modifiche, votata venerdì scorso sia da tutti i consiglieri della commissione (sia di maggioranza che di apposizione), ieri ha incassato la "ammissibilità" del segretario generale e quindi si appresta ad essere licenziata dalla conferenza dei capigruppo prima di tornare in Cosiglio per essere definitivamente ratificata. Tre le principali novità che verrebbero introdotte, se passasse senza emendamenti, la linea scelta dalla commissione. Innanzitutto gli organi consiliari acquisterebbero (contrariamente a quanto avviene oggi) funzioni "istruttorie, referenti, redigenti e di controllo" quindi potrebbero proporre degli atti e non riunirsi solo in presenza di atti già licenziati dal consiglio. Svolta decisiva anche per quanto riguarda l'articolo 11 del regolamento "l'elezione del presidente del consiglio". Sulla scorta di precedenti impegni, assunti durante la passata legislatura dalla massima assise, è stata prevista una sostanziale modifica che prevede la possibilità "di sfiducia per il presidente al pari di quanto avviene per sindaco e consiglio". Infine tra le modifiche approtate c'è la tanto discussa "indennità per i consiglieri". Si tratta di un compenso mensile di 800 euro lordi, peraltro già adottato in svariati altri comunim, che ridarebbe "la giusta dignità, attribuita dalla legge al ruolo del consigliere". Il fisso mensile, sempre secondo la proposta deliberata dalla commissione Affari istituzionali, verrebbe però decurato di un gettone di presenza (pari a 30 euro) per ogni assenza ingiustificata dai lavori di commissione o dal consiglio. Una proposta, che nonostante sia stata approvata in maniera assolutamente bipartisan dagli Affari istituzionali, continuerà a far discutere. Se infatti è indubbio che in questo modo si supererebbe il problema delle eccessive convocazione delle commissioni e si equiparerebbero tutti i consiglieri, dall'altro canto non mancheranno i cori contrari, soprattutto tra chi ritiene ancora la politica come un "ideale". Cri.Ga.


Trentino e mafioso La storia di Pozza (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 27-11-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: 1ACULTURA - data: 2007-11-27 num: - pag: 12 categoria: REDAZIONALE Trentino e mafioso La storia di Pozza Da morto fece incastrare Ciancimino TRENTO - è trentino uno dei pezzi chiave dell'intricato puzzle che gli investigatori di Palermo hanno messo insieme per poter accusare il sindaco di Palermo degli anni Settanta, Vito Ciancimino, di essere il "burattinaio di Cosa Nostra". Cognome e nome: Pozza Corrado Michael, italo- canadese nato a Trento. Professione: consulente finanziario dell'"onorata società" a Montreal. Quando nella notte del 28 settembre del 1982 Pozza viene freddato da un killer assoldato dalle cosche calabresi, nella sua valigetta spuntano documenti scottanti: li userà il giudice Giovanni Falcone prima per ricostruire le mosse di Ciancimino in Canada e, dopo, grazie soprattutto alle confessioni del pentito Tommaso Buscetta, per arrestarlo verso la fine del-l'' 84. è questo uno dei tanti fatti di mafia rievocati nel libro L'isola del tesoro, pubblicato a settembre dalla Bur-Rizzoli. Ne è autore l'inviato dell'Espresso Leo Sisti, sulla base di 40mila pagine di documenti processuali degli ultimi trent'anni. L'isola del tesoro parla di mafia, di clan corleonesi, di riciclaggio di denaro illecito. Lo fa con il racconto di due vite parallele, che hanno fatto la storia della Sicilia: Bernardo Provenzano e Vito Ciancimino, il boss e il sindaco. Il gran capo di Corleone, ammanettato tra cicoria e pizzini nell'aprile del 2006, a due passi da casa sua. E il primo cittadino di Palermo degli anni Settanta. Pozza fu un elemento chiave per incastrare Ciancimino. Come sono andate le cose? "Pozza non era un italiano del Sud, era di Trento, aveva studiato economia all'università, ma, emigrato in Canada, si era scelto come clienti alcuni pezzi da novanta calabresi: i componenti della famiglia Cotroni, guidata da Frank e Vincent, capi di Cosa Nostra a Montreal. Gente spietata, ras del narcotraffico tra Messico, Canada e Stati uniti, ma anche d'altro, roba sofisticata: frodi finanziarie, titoli rubati. Pozza lavorava per loro, con un compito ben preciso: "sbiancare" i dollari sporchi. Fin dal 1976 la polizia canadese lo aveva etichettato come financial advisor, consulente finanziario, proprio dei Cotroni: era il loro uomo di copertura, addetto alle pubbliche relazioni, in pratica doveva curare i contatti con gli uomini politici locali. Poi, però, Pozza fa un passo falso. Si lega ai siciliani, a Joe Bonanno - amico di Buscetta e leader dell'omonima famiglia tra le cinque che si spartivano New York - e, tramite Bonanno, al suo rappresentante italiano, Giuseppe Bono. Ovvero il boss della famiglia palermitana della Bolognetta, alleato dei corleonesi, trait d'union tra Palermo e New York e, secondo Buscetta, il principale fornitore di eroina negli Stati Uniti. Pozza si sente arrivato, sognava la grande scalata. Specialmente quando verrà invitato da Giuseppe Bono alle sue nozze, quelle celebrate nel prestigioso Hotel Pierre. Era il 1980". Un voltafaccia che non avrà fatto piacere ai Cotroni. "Ovvio. Frank non apprezza. E incarica un killer di ucciderlo: alcuni colpi in testa, sparati con una calibro 22. Ora, tutto sarebbe stato archiviato come "morte violenta di un contabile" se alcune carte compromettenti non fossero state trovate nella valigetta di Pozza dagli uomini della Suretè di Quebec". Di che cosa si trattava? "Alcuni fogli. Vi erano annotati nomi e numeri di telefono: di Sergio e Giovanni Ciancimino, due dei cinque figli di Vito, di Francesco Zummo e di Francesco Civello. Di questi, chi conta di più è Zummo. Vito Ciancimino aveva puntato su di lui per trasferire le sue ricchezze dall'Italia verso lidi più discreti, lontano da Palermo e dalla Sicilia, cioè in Canada. Dove, come dichiarerà durante il suo processo, voleva investire lontano dal suo paese "perché aveva paura che i comunisti arrivassero al potere" ". Un'eredità scomoda. "Sicuramente. E tutto scoperto per caso, grazie ai Cotroni e al loro sicario. Il giudice Falcone ne approfitterà per cominciare una vera e propria caccia al tesoro di don Vito, interrotta nel 1992 con le bombe di Capaci ". Questo episodio, ricco di dettagli nel suo libro, è solo uno dei tanti che aiutano a capire i legami tra Ciancimino e Provenzano. Ma che cosa li rende diversi, rispetto ad altri boss? "Il salto di qualità della mafia nella scelta degli investimenti. Vito Ciancimino è stato il kingmaker di Provenzano, che a sua volta lo ha posto sotto la sua ala protettiva assicurandogli una velocissima e duratura carriera politica. Un bel binomio, tutti e due di Corleone. Ciancimino aveva studiato all'università, alternando Ingegneria a Legge, senza mai però laurearsi. Il "capo dei capi", semianalfabeta, andava a lezione di matematica proprio da lui: se è riuscito a inventare nuovi sbocchi per le attività della mafia, è stato grazie all'ex sindaco di Palermo. Era come se una nuova parola d'ordine fosse stata coniata: basta con il traffico di droga, troppo rischioso in senso "carcerario". Meglio, molto meglio, puntare sull'edilizia, sugli appalti. Il che significava puntare sulla politica. Dove chi dettava legge era proprio don Vito, l'uomo giusto con i canali giusti. Ciancimino guardava avanti, aveva l'occhio lungo per gli affari. E li realizzerà grazie all'aiuto di tre professionisti, conosciuti per più di vent'anni, due avvocati e un ingegnere". Il successo del suo libro e di altri del genere, come La casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, significa che oggi più di un tempo la gente ha voglia di sapere? "Credo di sì. Un'esigenza che nasce dal fatto che sia per la politica che per la mafia, in televisione, la comunicazione è insufficiente, quando non è negata. Ritengo che oggi ci sia più curiosità verso fenomeni che devono essere conosciuti nella loro interezza. Per colpa anche della televisione, che non informa, nasconde la realtà". Cosa la spinge a occuparsi di argomenti così delicati e, forse, anche pericolosi? "Anzitutto, una grande curiosità. E, poi lavorando per L'espresso da più di trent'anni, mi sono occupato di tante vicende: crimini dei colletti bianchi, terrorismo, corruzione politica, mafia. In certi casi i giornalisti devono condurre le loro battaglie: è un modo perché il pubblico venga a conoscenza di ciò che sta dietro le quinte. Così tutti possono rendersi conto della realtà italiana". Ha mai ricevuto minacce? "Solo una volta, però non c'entrava la mafia. Si trattava di articoli sulla corruzione". Ha già in mente un nuovo lavoro letterario? "Per ora no. Sono dell'idea che i libri non si annunciano, ma si fanno.... Comunque gli spunti sono tanti, la cronaca è così ricca. Specialmente in Italia". C'è un'indagine che spera di poter fare in futuro? "Approfondire meglio i rapporti tra Islam e terrorismo. è un grande tema, attualissimo, come gli avvenimenti degli ultimi anni insegnano. Una cosa è certa. Non posso dedicarmi a temi che non mi coinvolgono, non posso scrivere senza entrare nei personaggi: così, per capire come si muovono e come pensano". L'omicidio L'italo-canadese fu fatto assassinare dai Cotroni che aveva tradito. Nella sua borsa un "tesoro" di documenti L'autore A destra Leo Sisti con il cognato di Abu Moussa Al Zarqawi, il defunto vice di Bin Laden in Iraq. Lo scrittore medita un libro su islam e terrorismo. In alto, "don" Vito Ciancimino di FRANCESCA NEGRI.


Sasa, niente gettoni ai politici (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 27-11-2007)

 

A gennaio sarà dimezzato il cda. La richiesta dei partiti: tagli anche per le altre società pubbliche Sasa, niente gettoni ai "politici" Sospesa l'indennità a consiglieri e assessori comunali: è polemica BOLZANO. Sasa, si taglia. La decisione ufficiale sulla riduzione del cda da 10 a 5 membri sarà presa a gennaio, ma intanto ieri i sindaci di Bolzano, Laives e Merano hanno deciso di sospendere le indennità ai consiglieri di amministrazione che ricoprono già incarichi istituzionali. La decisione ufficiale sarà presa a gennaio nel corso di un'assemblea straordinaria, ma ieri Luigi Spagnolli (Bolzano), GÜnther Januth (Merano) e Giovanni Polonioli (Laives) hanno trovato un primo accordo: "Il mandato - afferma Polonioli, - è quello di ridurre il cda da dieci a cinque membri. Con ogni probabilità però il dimezzamento sarà applicato solo una volta scaduto il cda attuale, ovvero nella primavera del 2010". In attesa che questa decisione venga formalizzata davanti al notaio (per ridurre il consiglio di amministrazione bisogna modificare lo statuto), i tre sindaci hanno deciso che fin da subito saranno sospese le indennità dei membri del cda che ricoprono cariche istituzionali (assessori o consiglieri comunali). "è la finanziaria nazionale che lo prescrive - spiega ancora Polonioli - e in attesa che la Provincia recepisca questa norma ci portiamo avanti". All'interno della Sasa i consiglieri di amministrazione che allo stesso tempo sono consiglieri comunali sono i bolzanini Franco Murano e Mariateresa Tomada, i meranesi Romano Cavini ed Enrico Pierotti, oltre a Marco Delli Zotti di Laives, per il quale però la cancellazione dell'indennità è già prevista dallo statuto comunale. A Bolzano la decisione presa di comune accordo dai tre sindaci viene commentata con sentimenti contrastanti. "Se il taglio verrà applicato a tutti i cda pubblici sono d'accordissimo, ma sembra che in questo momento ci sia un particolare accanimento contro la Sasa", si lamenta Mariateresa Tomada di Alleanza Nazionale. Usa le stesse parole anche Franco Murano di Forza Italia: "Ben venga questa decisione, a patto però che si faccia lo stesso anche in tutte le società". A pensarla così non è solo l'opposizione. Dice infatti Guido Margheri (Sinistra Democratica): "Quello deciso per la Sasa è un primo passo, ma non fare lo stesso per altre aziende come Seab o Azienda Energetica sarebbe incoerente. Personalmente andrei poi anche oltre, visto che la finanziaria parla di incompatibilità tra incarichi politici e amministrativi". Mauro De Pascalis, capogruppo del Pd, frena sul taglio dei cda ("il collegamento tra società comunali e consiglieri è importante"), ma si dice d'accordo sulla riduzione dei costi attraverso la sospensione dei gettoni e delle indennità: "La volontà della popolazione su questi temi è ormai chiara". Reazioni arrivano anche dal consiglio provinciale. Alberto Sigismondi di An ritiene che dietro alla decisione di ridurre (per ora) soltanto il cda di Sasa ci sia una manovra politica: "La verità - dice - è che si vuole indebolire la Sasa per poi provincializzare il trasporto pubblico creando una società unica in cui far confluire Sasa e Sad". (mi.m.).


La Giunta si aumenta lo stipendio (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-11-2007)

 

Prov Ogliastra Pagina 6027 Provincia. A tre assessori 3600 euro lordi, al presidente (senza aspettativa) 2800 La Giunta si aumenta lo stipendio Provincia.. A tre assessori 3600 euro lordi, al presidente (senza aspettativa) 2800 --> La Provincia va controvento. Con "voto palese ed unanime" il 14 novembre la Giunta provinciale Ogliastra ha deliberato l'aumento del 30 per cento delle indennità mensili per presidente, vicepresidente ed assessori. Gli aumenti vanno dai 845,96 lordi per gli assessori Giampietro Melis (Pd), Giorgio Murino (Psd'az) e Gigi Mereu (Udeur) ai 650,74 euro lordi per il presidente Carta (Pd). 488 euro in più percepirà il vicepresidente Franco Murgia (Pd) e infine 422,98 gli assessori Enrico Lai (Pd), Luigi Lai (Pd) e Ignazio Marci (Rc). In virtù di questo le indennità percepite dai componenti della Giunta varieranno in modo significativo: il presidente Piero Carta (Pd), che continua a svolgere la sua professione, percepiva un assegno mensile di 2169,12 euro. A novembre la sua busta paga lieviterà fino a 2819,86 euro con un aumento del 30 per cento. Si dedicasse solo alla causa della giovine Ogliastra la busta paga sarebbe di 5639,71. Cosa che non accade perché riscuoterà un compenso "dimezzato in quanto lavoratore dipendente non in aspettativa". Aumenterà meno, si fa per dire, l'indennità degli assessori in aspettativa. Giorgio Murino, Gigi Mereu e Giampietro Melis percepiranno a novembre 3665,82 euro (il 65 per cento dell'indennità prevista per il presidente). Un bel balzo in avanti rispetto ai 2819, 86 del mese di ottobre. Come delibera recita è stato rispettato alla lettera il decreto ministeriale 119 del 2000 che fissa al 30 per cento il limite massimo di aumento delle spese per indennità di funzione e gettoni di presenza. L'aumento è stato esattamente del 30 per cento per lo stipendio presidenziale e a scalare per gli altri secondo i parametri. Nel documento (facilmente consultabile su internet all'indirizzo www.provincia.ogliastra.it/atti giunta) si prende inoltre atto che "l'attività dell'Ente ha assunto negli anni una crescente intensità, anche in conseguenze delle nuove funzioni trasferite dalla Regione...richiedendo studio, partecipazione e presenza sempre più pressanti rispetto al passato, sia in termini qualitativi che quantitativi". Nella delibera si legge inoltre che la Giunta ha preso atto "che fino a questo momento (da quando la giovane Provincia è una realtà, cioè maggio 2005 ndr) non era stato disposto nessun adeguamento". Una rettifica che giunge in tempi di tagli di ogni benefit o privilegio che possa far solo sospettare che i politici siano dei privilegiati. La nuova tabella per le indennità da corrispendere alla Giunta sarà valida già dal primo novembre, leggermente retroattiva quindi. Intanto la tensione in maggioranza continua ad essere alta e la verifica in corso. Mala tempora currunt . S. L.


CONSIGLIO PROVINCIALE. I costi della politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e ... (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 27-11-2007)

 

CONSIGLIO PROVINCIALE. I costi della politica nella seduta presieduta da Paola Vilardi Consulenze e auto blu Il Broletto si interroga Vanaria: "Vetture a noleggio al posto di quelle con autista"  .


Sala rossa : "lo stipendio non si tocca" (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 27-11-2007)

 

Pagina VI - Torino Tutti d'accordo a Palazzo civico su un ordine del giorno che chiede di eliminare dalla Finanziaria la riduzione delle indennità Sala Rossa : "Lo stipendio non si tocca" La rivolta della Sala Rossa contro i tagli allo stipendio previsti in Finanziaria. Una ribellione trasversale, senza differenze di schieramento. Alla fine l'ordine del giorno che chiede lo stralcio dell'articolo 26 del testo approvato al Senato è stato firmato da tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione ed è stato votato all'unanimità dal Consiglio comunale. Nel documento si chiede, in base anche della protesta dell'Anci, di eliminare i tagli previsti dalla Finanziaria, approfittando dell'iter alla Camera e di aprire una discussione complessiva sul costo della politica e su come ridurre gli sprechi. Un confronto che tocchi tutti i livelli, a partire da quelli romani, come parlamento e manager pubblici, fino ad arrivare ai consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Se l'articolo 26 non verrà abolito i consiglieri più diligenti, quelli che partecipano a 26 sedute tra Sala Rossa e commissioni in un mese, dovranno sopportare un taglio di poco più di 700 euro, passando da un massimo di 3.041 a 2.280 euro lordi. In pratica da un terzo ad un quarto di quanto guadagna il sindaco Sergio Chiamparino, a quota 9.123 euro lordi. Il punto è che la Finanziaria non ritocca gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali. Questione che ha fatto saltare sulla sedia tutti gli eletti ed unito centrodestra e centrosinistra nella richiesta di fermare tutto ed aprire una discussione più ampia perché "non si possono penalizzare solo i consiglieri che, tra l'altro, sono anche quelli che fanno politica sul territorio e sono più vicini alla gente". L'ordine del giorno votato dal Consiglio è solo l'ultimo atto. Negli scorsi giorni sono partite decine di lettere indirizzate agli onorevoli per chiedere di rivedere l'articolo approvato al Senato. Missive firmate anche dai consiglieri circoscrizionali, l'ultimo anello della catena. I loro stipendi rischiano di scendere sotto i mille euro lordi, a patto che siano presenti a 19 sedute. Un taglio che oscilla intorno ai 300 euro e che sotto la Mole riguarda 250 eletti, divisi fra dieci circoscrizioni. E c'è anche il rischio, se la norma della Finanziaria verrà interpretata in maniera più ampia, che agli eletti nei quartieri non venga riconosciuto più un emolumento. Nell'articolo 26, infatti, si afferma che al consigliere circoscrizionale non deve essere riconosciuta nessuna indennità. A Torino, però, vige il sistema del gettone che sarà tagliato ma non eliminato. (d. lon.).


Paolo Bianchi replica sul parco del San Genesio: <Si può tutelare il territorio con altri mezzi> (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Merate" del 27-11-2007)

 

CONTINUA LA DISCUSSIONE SULL'ISTITUZIONE DELL'AREA PROTETTA PAOLO BIANCHI REPLICA SUL PARCO DEL SAN GENESIO: 'SI PUÒ TUTELARE IL TERRITORIO CON ALTRI MEZZI' Gentile Direttore, vorrei rispondere al signor Sala di Casatenovo che sul Giornale di Merate del 20 Novembre u.s., è intervenuto in risposta alla presa di posizione che la Lega Nord e un gruppo di cittadini, hanno portato avanti, per impedire la nascita di un ulteriore carrozzone politico. Sì, proprio un carrozzone che avrebbe solo la funzione di creare posti di lavoro per gli amici degli amici. Mi chiede il signor Sala, quali strumenti propongo io per tutelare il territorio: ebbene è dal 2004 che continuo a sostenere, cche già con le leggi attuali, un sindaco può tutelare il proprio territorio: si tratta di vincoli idrogeologici, di azzonamento in zona agricola E3, di interventi specifici attuati dalle singole amministrazioni, in collaborazione con i proprietari dei fondi per manutenere gli stessi. Il sindaco di Colle Brianza che non vuole adottare il plis, ha tutelato comunque il monte ! Mi fa piacere che il signor Sala abbia molto tempo libero da dedicare alle escursioni! Quando parla di altri metodi di tutela, si riferisce forse alla cementificazione attuata dalle amministrazioni dell'Ulivo, in via Cesare Cantù, ad Olgiate? Raccolgo volentieri l'invito, per un'escursione sul Monte Barro : ma la Sua visione mi sembra un po' distorta. Quando parla di "sviluppo ordinato degli agglomerati urbani", di "progresso civile", a cosa si riferisce? Non si è reso conto che sono proprio i sindaci che più hanno edificato, solo su alcune zone dei rispettivi territori, a perorare la causa del plis? Perché non va a visionare i piani regolatori? Come mai alcuni proprietari di fondi, sono diventati milionari, dalla sera alla mattina, con la trasformazione di terreni agricoli in edificabili, mentre altri si sono visti calare dall'alto, solo vincoli su vincoli? Se ha voglia, perché non va a vedere come è stato perimetrato "il corridoio naturale" che dovrebbe collegare il parco del Curone, con il plis? Si renderebbe conto che non si tratta di un corridoio, proprio perché è interrotto in una zona specifica; come mai? Perché non va a chiedere i nomi dei proprietari dei fondi che sono stati lasciati fuori da questo perimetro? Perché, perché, perché? Mi auguro che la Magistratura metta gli occhi su questo "strumento urbanistico"! Signor Sala, quando parla di "Qualcosa di concreto", a cosa si riferisce? Forse ai gettoni di presenza che percepiscono i consiglieri dei vari parchi? Mi auguro che il signor Sala segua i miei consigli e apra gli occhi sui piani regolatori: buona visione.... Paolo Bianchi Articolo pubblicato il 27/11/07.


Antipolitica o "altra politica"? (sezione: Costi dei politici)

( da "Varesenews" del 27-11-2007)

 

Canegrate - Incontro pubblico con Olivero Beha ed Elio Veltri presso l'Auditorium della scuola media di Canegrate Antipolitica o "altra politica"? L'associazione 'Il Faro' invita tutti Venerdì 30 Novembre, alle ore 20.30, presso l'auditorium della scuola media di Canegrate (Via XXV aprile, un'assemblea pubblica sul tema 'Antipolitica o altra politica', una discussione a partire dall'ultimo libro di Oliviero Beha, 'Come resistere nella palude di Italiopoli'. Beha sarà presente insieme ad Elio Veltri, parlamentare, giornalista e medico, da anni coscienza critica della sinistra e sostenitore del ripristino della legalità, al senatore Luca Marcora (Ulivo), ad Alessandro Litta Modignani della Direzione Nazionale dei Radicali Italiani, e all'assessore provinciale Paolo Matteucci. Moderatore sarà Andrea Rapetti, Presidente dell'Associazione 'Il Faro' . Durante la serata saranno proiettati alcuni video tratti dal v-day dell'8 settembre; inoltre parteciperanno alcuni esponenti del Meet-Up Altomilanese di BEPPE GRILLO (in particolare il loro portavoce Celso Costantini) e l'associazione 'LIBERI DI PENSARE' costituita da giovani di Busto Arsizio e della Vale Olona, che ha già organizzato alcuni importanti incontri pubblici sul tema della legalità, oltre a costituire una branca locale del movimento antimafia "Ammazzateci tutti". "Il clamoroso successo del V-DAY di Beppe Grillo ha reso evidente a tutti il fatto che la maggioranza degli italiani è stanca della degenerazione del nostro sistema politico, e vuole voltare pagina " scrivono gli organizzatori della manifestazione. "La corruzione generalizzata, l'affermarsi della criminalità organizzata come prima forza economica del nostro paese, il consolidarsi dei privilegi della 'casta' dei politici, l'aumento incontrollato e irrazionale dei costi della politica, il fiorire indisturbato dei conflitti di interesse, lo stato deplorevole dei mezzi di informazione di massa e la crisi del sistema dei partiti hanno generato una profonda disaffezione e sfiducia dei cittadini nei confronti della 'cosa pubblica'. Questa disaffezione può pericolosamente condurre al qualunquismo e all'individualismo esasperato, oltre ad aprire la strada a possibili derive populiste e autoritarie; ma sta anche spingendo molti cittadini intelligenti ed onesti a rivolgere alle forze politiche una pacifica ma ferma richiesta di legalità e di cambiamento". La nostra associazione, 'Il faro', da anni propone un modo diverso di far politica, basata sui valori e sulla concretezza piuttosto che sull'appartenenza a questo o quel partito o peggio ancora sull'interesse personale. Per questo abbiamo visto con piacere l'esplosiva affermazione di tali questioni come oggetto di pubblico dibattito, e abbiamo deciso di organizzare una tavola rotonda sull'argomento. L'associazione 'Il faro', che organizza la serata, riunisce un gruppo di cittadini del legnanese che, pur provenendo da tradizioni culturali ed esperienze differenti, condividono gli stessi ideali e si ispirano ai medesimi principi: la pace, il rispetto dei diritti umani, la tutela dell'ambiente, la solidarietà sociale, l'integrazione e il multiculturalismo, la libertà dei mezzi di comunicazione, una giustizia uguale per tutti. L'associazione costituisce uno spazio libero ed aperto a tutti coloro che intendano farne parte, totalmente autonomo da partiti, sindacati o altre organizzazioni, in cui chiunque abbia a cuore i valori di cui sopra può far sentire la propria voce e contribuire alla crescita di un movimento pacifico ma determinato. Un movimento capace di mobilitarsi per grandi battaglie ideali e di chiedere conto ai politici del loro operato. "Siamo convinti che la non violenza sia il più potente metodo di lotta, come ci hanno insegnato tutti i grandi maestri da Gesù a Gandhi. E questi stessi maestri ci hanno insegnato a lottare per ciò in cui crediamo: per un mondo diverso, più giusto, più umano; e contro la guerra, il terrorismo, i regimi totalitari, le ingiustizie sociali, il degrado ambientale, il razzismo e le discriminazioni". Lunedi 26 Novembre 2007.


Autostrade, una muraglia di omissioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 27-11-2007)

 

Nessuna risposta precisa sugli stipendi e soprattutto sull'intreccio di società controllate e collegate, alcune "nascoste" dalle stesse concessionarie Autostrade, una muraglia di omissioni In tre mesi la commissione d'indagine istituita da Di Pietro non è riuscita a conoscere i compensi di tutti gli amministratori VeneziaTre agosto 2007 - 7 novembre 2007. Novantacinque giorni di lavoro per fare luce sulle autostrade del Nordest e infine non approdare a niente. I compensi? Quasi tutti ignoti. Gli intrecci societari? Omessi. Le designazioni? Non pervenute. La commissione di indagine istituita dal ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro in tre mesi ha prodotto un bel pacco di carte (75 cartelle), ha messo in fila nomi e cognomi, ha elaborato decine di tabelle, ma non ha detto molto di più di quanto già non si sapesse. Semmai, la commissione ha appurato che le società autostradali, dalla Serenissima all'Autobrennero, dalla Venezia-Padova ad Autovie, di fronte a precise richieste omettono di rispondere, tant'è che buona parte del dossier presenta desolanti spazi bianchi. Così, dopo 95 giorni di lavoro, la commissione ha "riportato" solo i dati (e neanche tutti completi) relativi ai Cda delle autostrade, riservandosi di comunicare i compensi - "in quanto non ancora in possesso" - degli amministratori delle società controllate e collegate. Cioè delle "galassie" autostradali.LA COMMISSIONE - Il 3 agosto 2007 Antonio Di Pietro nominauna "commissione tecnico-amministrativa" per far luce sulle autostrade del Nordest. Il decreto cita l'interrogazione dei deputati di Rifondazione, Paolo Cacciari e Gino Sperandio, cui il ministro deve rispondere, e "l'inchiesta giornalistica sugli organi di amministrazione della società di gestione delle reti autostradali del Veneto pubblicata su "Il Gazzettino"". È l'inchiesta sul numero di amministratori delle spa autostradali del Nordest - una poltrona ogni 10 chilometri di asfalto - sugli intrecci societari, sulle "galassie" delle autostrade, sui compensi. Dalla stessa inchiesta del "Gazzettino" è partita l'interrogazione di Cacciari e poi altre "bipartisan". Di Pietro chiede di sapere tutto: nomi, incarichi, azionisti, compensi. I commissari sono Walter Lupi, direttore generale Strade e autostrade; Salvatore Scaletta, direttore Servizio per l'alta sorveglianza delle grandi opere; Mauro Coletta, direttore centrale Ispettorato di vigilanza concessioni autostradali Anas spa; Giuseppe Chinè, consigliere giuridico Struttura tecnica di missione. Ai quattro - presidente Lupi - viene dato un termine: 30 settembre. Il rapporto viene consegnato il 7 novembre.A DOMANDA, OMETTO -Cosa hanno fatto i commissari? Semplice: recepite le domande di Di Pietro, hanno girato le stesse domande all'Autobrennero, ad Autovie, alla "Serenissima" Brescia-Padova e alla Venezia-Padova. Scrive il presidente Lupi nella relazione conclusiva: "Le citate concessionarie, quindi, hanno fornito alla Commissione una serie di dati, concernenti, rispettivamente, la loro composizione azionaria, i componenti dei consigli direttivi, nonché l'importo dei compensi percepiti dai componenti i citati organi (consiglio di amministrazione e collegio sindacale)". Esattamente quello che aveva chiesto Di Pietro. Solo che il ministroalle Infrastrutture aveva chiesto anche un dettagliato rapporto sulle società controllate e collegate. Testuale dal decreto del 3 agosto: "Analoghe notizie si richiedono per le società controllate e collegate (articolo 2359 codice civile) dai concessionari autostradali per gli altri organismi societari del Gruppo". E qui la commissione non ha tirato su un solo dato. Gli unici dati resi noti (ma neanche tutti) sono dunque quelli dei presidenti, degli amministratori delegati, dei consiglieri e dei sindaci dei quattro Cda. Ad esempio: Manuela Dal Lago, presidente della "Serenissima", ha un compenso annuo di 80mila euro, più il gettone di presenza di 275 euro, più la diaria da 98 a 198 euro, più il rimborso spese di 0,58 euro per chilometro. Il suo vice vicario Paolo Corsini 70mila euro all'anno, oltre a gettoni, diaria, rimborso. Un semplice consigliere della "Serenissima", come Enrico Hullweck, 40mila euro annui. Tanto? Poco? La Commissione non dà giudizi, mette solo in fila i dati. Da cui emerge, ad esempio, che all'Autobrennero chi fa "solo" il consigliere ha un fisso annuo di 9.091 euro e per ogni riunione deve scegliere tra il gettone di presenza di 310 euro oppure la diaria di 104 euro, con altri 104 euro in caso di pernottamento. E i sindaci? Dipende: Autobrennero, Autovie, Venezia-Padova hanno reso noto i compensi, la Brescia-Padova no.SOCIETÀ "SCOMPARSE" -La commissione di indagine scopre, poi, che le società autostradali del Nordest peccano di omissione non solo nella comunicazione dei compensi di chi amministra le spa controllate e collegate, ma anche nell'elencare le stesse spa controllate e collegate. Scrive la commissione: "Preme evidenziare che da un documento fornito da Anas ... sono rilevabili altri dati, afferenti altre partecipazioni, che le società autostradali venete hanno omesso di comunicare". Sarà per queste "omissioni" - riguardanti le partecipate e controllate, dirette e indirette - che Massimo Monzani non ha più il record delle poltrone? Stando alla risposta che il ministro Di Pietro aveva dato a una interrogazione del deputato veronese Borghesi, Monzani figurava in 9 società della galassia "Serenissima"; ora, secondo i dati forniti dalla "Serenissima" alla commissione di indagine - e a detta della stessa commissione incompleti - Monzani sta in appena 3 società e deve cedere il record ad Aleardo Merlin. L'ex presidente della Brescia-Padova risulta avere 6 poltrone: vicepresidente Autobrennero, consigliere Venezia-Padova (ma la scorsa settimana non è stato riconfermato), presidente Globalcar Service, presidente Infragruppo, presidente Real Estate Serenissima, consigliere Sus.Alda Vanzan.


Destra cristiana e Nra, Giuliani rischia in casa (sezione: Costi dei politici)

( da "Avanti!" del 27-11-2007)

 

VERSO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI USA Destra cristiana e Nra, Giuliani rischia in casa 27/11/2007 La campagna elettorale di Rudolph Giuliani per conquistare la nomina repubblicana per le Presidenziali americane del 2008 stenta a spiccare il volo. L'ex-sindaco di New York sembra aver esaurito i meriti guadagnati attraverso la brillante prestazione esibita alla guida della Grande Mela nelle ore e nei giorni che hanno seguito l'infame attacco terrorista dell'11 settembre 2001. Il più recente sondaggio, condotto per la Reuters/Zogby durante il periodo dal 14 al 17 Novembre, pone Giuliani al 29 per cento fra gli elettori repubblicani, contro il quindici dell'attore ed ex senatore del Tennessee, Fred Thompson, l'undici per cento per l'ex governatore dell'Arkansas, Mike Huckabee, e il nove per cento per il senatore del Nevada, John McCain, e per l'ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney. Altri recenti sondaggi, attestano Giuliani fra il 25 e il 33 per cento. I sondaggi sono sfavorevoli a Giuliani anche nel confronto diretto con i più accreditati candidati democratici. Nel sondaggio condotto a inizio novembre per la NBC News/Wall Street Journal, Giuliani è perdente contro la senatrice di New York, Hillary Clinton, con 45 contro 46 per cento, contro il senatore dell'Illinois, Barack Obama, con 42 contro 44, e anche contro il terzo fra i democratici, l'ex senatore del Nord Carolina, John Edwards, con 44 contro 45 per cento. In casa repubblicana, Giuliani ha difficoltà a conquistare consensi fra alcuni gruppi collocati alla destra del partito. In particolare, la destra religiosa non perdona Giuliani per le sue posizioni aperte sui diritti degli omosessuali e sull'aborto. Circa un mese fa, il 20 ottobre 2007, a Washington, durante un convegno indetto dalla "Family Research Council" - un'organizzazione dei conservatori cristiani - intitolato "Values Voter Summit" (summit degli elettori per i valori), Giuliani ha provato più volte a trovare qualche punto d'accordo con la platea, dichiarando che "le persone di buona fede arrivano a differenti conclusioni sulla necessità di considerare l'aborto legale per alcune circostanze, ma voi ed io, e penso quasi tutti gli americani, condividiamo lo stesso obiettivo: una nazione senza l'aborto; questo è un obiettivo che si può raggiungere attraverso una trasformazione delle menti e dei cuori delle persone". Il pubblico non ha gradito molto il messaggio di Giuliani, preferendo invece chiari appelli per la totale messa al bando dell'aborto. Forse, però, per Giuliani non è ancora troppo tardi per tentare di guadagnare appoggi all'interno della destra religiosa. Mentre la "Council for National Policy", un'organizzazione "ombra" di potenti conservatori cristiani, avrebbe decretato a fine settembre, alla presenza del vice presidente Dick Cheney, durante una riunione chiusa al pubblico, a Salt Lake City, che se il Partito repubblicano nominerà un candidato pro-aborto, alludendo a Rudi Giuliani, si prenderà in considerazione la creazione di un terzo partito per le presidenziali del novembre 2008, Giuliani ha ottenuto il 18 novembre il sostegno ufficiale da parte del fondatore della "Christian Coalition" (una potente organizzazione cristiana), Pat Robertson. Robertson è un famoso predicatore televisivo, affiliato al Partito repubblicano, che ha anche gareggiato per la nomina a candidato del partito per le Presidenziali del 1988. Giuliani trova grosse opposizioni anche fra gli oltre quattro milioni di americani che aderiscono alla National Rifle Association (Nra), l'associazione dei possessori d'armi. La Nra difende il diritto dei cittadini di possedere armi, come garantito dal secondo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, e ha più volte rinfacciato a Giuliani che, quando era sindaco di New York aveva proposto la limitazione di tale diritto. Durante una visita ad un negozio d'armi nel New Hampshire il 24 novembre, Fred Thompson ha ricordato che Giuliani "ha sempre appoggiato tutte le iniziative legislative miranti al controllo della vendita delle armi e ha anche partecipato alle cerimonie per la firma di tali leggi assieme al presidente Bill Clinton". Gli associati della Nra stanno facendo girare in Internet le dichiarazioni di Giuliani, fatte il 6 marzo 1997, qualche giorno dopo una sparatoria all'Empire State Building, in cui aveva affermato che, "come cittadino privato, come procuratore distrettuale, come candidato a sindaco, e come sindaco, ho sempre sostenuto la necessità di emettere regolamenti più uniformi e più rigidi nella concessione di permessi per il porto d'armi, simili a quelli per ottenere la patente di guida". Oggi, contrariamente a quanto dichiarato nel 1997, Giuliani si dichiara a favore della piena attuazione del secondo emendamento, a favore del diritto di possedere armi. Le difficoltà incontrate da Giuliani nel tentare di ottenere l'appoggio della destra religiosa e della potente lobby dei possessori d'armi, sono state in parte mitigate dalla sua reputazione d'uomo forte e di grande leader, capace di rendere l'America più sicura. Fra gli elettori moderati di entrambi i partiti, Giuliani avrebbe potuto rappresentare l'unione ideale della necessità di difendere i diritti civili e quella di difendere il Paese dall'aggressione dei terroristi islamici. Tuttavia, negli ultimi giorni, la sua reputazione di politico integerrimo ed efficiente ha cominciato a vacillare. Il "New York Times" del 23 novembre ha pubblicato un articolo intitolato "Il vero Rudi", in cui si ricorda che quando Giuliani era sindaco di New York, la sua politica nei confronti dei lavoratori "senza documenti", come vengono chiamati gli immigrati clandestini, era guidata da alti principi morali, mentre oggi, per motivi di puro calcolo politico, l'ex sindaco ha abbracciato tesi più restrittive nei confronti degli immigrati. Il giornale ricorda un appassionato discorso di Giuliani, tenuto il 10 ottobre 1996, presso la Kennedy School of Government, in cui dichiarò che "il movimento contro gli immigrati mette in pericolo il motivo primario che ha reso grande l'America, vale a dire, il rinnovo, la riformazione e il risveglio che sono creati dal continuo flusso d'immigrati". Il 19 settembre 1995, alle Nazioni unite, Giuliani affermava che, "alle volte, leadership significa assumere posizioni non molto popolari, rigettando delle pericolose mode politiche". Il giornale ricorda anche un discorso dell'ex sindaco, in cui, appellandosi ai clandestini che vivevano e lavoravano a New York, disse, "se venite qua e lavorate in modo duro e per caso siete dei clandestini, siete proprio una di quelle persone che vogliamo nella nostra città". Il comportamento da voltagabbana di Giuliani sui temi sociali dell'aborto, i diritti dei gay, il controllo delle armi, e, infine, sui diritti degli immigrati clandestini, sono rilevati da parte degli osservatori democratici per mettere in risalto l'opportunismo politico di Rudi, e, da parte degli osservatori della destra repubblicana, per dimostrare la sua inaffidabilità sui temi cari ai conservatori. Gli attacchi contro Giuliani si sono intensificati proprio nelle ultime settimane anche contro le sue decantate capacità di manager. Il "Washington Post" del 24 novembre ha pubblicato un dettagliato articolo del giornalista Alec MacGillis in cui si analizza come Giuliani abbia scelto i suoi collaboratori quando era sindaco di New York. Nell'articolo, MacGillis nota che mentre nel libro scritto da Giuliani, "Leadership", c'è un capitolo intitolato "Circondarsi con grandi persone", nella pratica, i maggiori assistenti di Giuliani non erano stati scelti in base alle loro qualifiche, bensì in base alla loro fedeltà nei suoi confronti. Alcuni degli assistenti di Giuliani sono oggi incriminati per attività illegali, come nel caso dell'ex capo della polizia, Bernard B. Kerik, indiziato per corruzione, frode postale, ostruzione della giustizia e altro ancora. Kerik era stato nominato capo della polizia anche se non aveva i minimi requisiti per quella posizione in quanto non era laureato. Inoltre, la normale procedura investigativa per rilasciargli il nulla osta di sicurezza fu disatteso. Giuliani lo scelse, secondo il giornalista, solo perché gli era molto fedele. Giuliani aveva anche proposto al presidente George W. Bush di nominare Kerik per la posizione di ministro per la sicurezza nazionale, ma, Kerik, dopo essere stato ufficialmente nominato da Bush, ritirò la sua candidatura perché i media vennero a sapere che lo stesso Kerik aveva assunto un'immigrata clandestina per un lavoro domestico. Secondo Jerome Hauer, un noto esperto di terrorismo biologico in America, che ha lavorato per Giuliani dal 1996 al 2000, "le persone competenti nell'amministrazione scappavano via perché si stancavano di lavorare con quelle ai limiti dell'incompetenza" che Giuliani imponeva. Hauer nota che "Giuliani faceva fuggire via i professionisti perché trovava difficile collaborare con loro. Se non facevano tutto come voleva lui, o se l'interesse si focalizzava più su di loro che su di lui, diventava furioso". A poche settimane dalle primarie dell'Iowa e del New Hampshire, Giuliani dovrà tentare di neutralizzare le critiche che oggi mettono in dubbio la principale risorsa su cui ha costruito la sua immagine presidenziale, vale a dire, la leadership. I conservatori lo osteggiano sui temi sociali, la stampa mette in risalto il suo trasformismo politico, e i critici puntualizzano la sua condotta poco attenta nella scelta dei collaboratori. Se Giuliani vorrà avere ancora qualche chance per la nomina repubblicana e per vincere contro i democratici, non sarà sufficiente continuare a trasformarsi a secondo della preferenza politica della platea. Serve "il vero Rudi" come scrive il "New York Times", prima che sia troppo tardi.


Il Ministro Chiti ad Ascoli Piceno (sezione: Costi dei politici)

( da "Quotidiano.it, Il" del 27-11-2007)

 

Ascoli Piceno | Un'occasione importante per parlare di riforme istituzionali e di progetti di rilancio per il nostro territorio di Davide Mazzocchi Si è discusso oggi, nella sala Consiliare di Palazzo San Filippo, ad Ascoli Piceno, di riforme istituzionali ed interventi mirati a risolvere il problema economico che sta vivendo oggigiorno la Provincia di Ascoli Piceno. All'evento, oltre ai rappresentanti istituzionali, sindacali e sociali dei vari organi del territorio, era presente anche il Ministro per le Riforme Istituzionali e Rapporti con il Parlamento, On. Vannino Chiti. Alla presenza del ministro, di fronte ad un'aula piena d'intervenuti, è stata dapprima esposta la grave situazione occupazionale che affligge oggi il territorio piceno. "Il nostro territorio - ha sottolineato Paolo Angelini, segretario provinciale CISL - paga oggi gli errori di passate politiche occupazionali: la chiusura della Ahlstrom, la crisi del distretto agro-alimentare, la perdita di 10.000 posti di lavoro in cinque anni, fanno si che il tasso di disoccupazione nella nostra provincia sia di due punti superiori alla media regionale. Per far fronte a questi problemi, è stata attivata una sorta di "task-force" che punta a coinvolgere tutte le parti sociali presenti nel territorio, sia pubbliche che private. Per riuscire ad essere concreti però, abbiamo bisogno di misure di sviluppo concrete e ben mirate, non di inutili interventi di finanziamento "a pioggia" ". Paolo Zappasodi, di Confindustria, ha invece sottolineato la necessità, per il nostro territorio, di riuscire a sfruttare le opportunità create dalla delibera regionale 186 del 13 Marzo 2007 che pone il nostro territorio tra quelle "aree depresse" del centro-nord in cui sono derogati i vincoli agli aiuti di stato. Altra risorsa possibile, riuscire ad ottenere , attraverso un emendamento alla Finanziaria, quei crediti d'imposta che faciliterebbero la nascita di nuove imprese e che attualmente sono previsti per le aree del Mezzogiorno d'Italia. Rispondere a queste sfide, e più in generale rispondere alle sfide che la globalizzazione pone ogni giorno al nostro paese, rappresenta sicuramente una sfida per la nostra politica. Da qui nasce, quindi, l'esigenza di nuove riforme istituzionali. Secondo Palazzi, Presidente dell'Assemblea costituente regionale del nuovo PD: "I costi della politica non si misurano tanto nello stipendio del consigliere comunale o provinciale di turno quanto nella capacità o meno della politica di dare risposte efficaci alle esigenze della società. Le riforme non devo portare ad una semplificazione degli organismi, ma ad una loro razionalizzazione." "Le riforme - ha detto nel corso del suo intervento l'onorevole Chiti - punteranno ad avvicinare le istituzioni ai cittadini. I temi principali saranno due: nuova legge elettorale e riforme costituzionali. La prima è necessaria per superare la situazione attuale, con il problema delle liste bloccate e dell'eccessivo numero di partiti presenti in parlamento. Le seconde punteranno a superare dei limiti presenti nel nostro ordinamento, che contribuiscono a rendere i tempi di governo così lunghi: mi riferisco alla riforma delle funzioni di Camera e Senato, alla riduzione del numero di parlamentari, alla riforma dei regolamenti parlamentari ed al rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio come capo di un governo parlamentare. In tutti gli altri paesi europei queste cose ci sono già ed i risultati, positivi in termini di efficacia e conseguente stabilità, sono noti a tutti noi." Il ministro ha speso due parole anche sull'attuale situazione economica locale, sottolineando la necessità di una linea comune, ben programmata, che deve venire fuori da un lavoro di squadra fra tutte le parti sociali. 26/11/2007.


CONSIGLIO PROVINCIA PZ APPROVA ASSESTAMENTO BILANCIO (sezione: Costi dei politici)

( da "Basilicanet.it" del 27-11-2007)

 

19.20.04 [Basilicata] È stato approvato a maggioranza dei presenti - con i voti contrari dei consiglieri Romano Cupparo (Fi), Vincenzo Giuliano (Udc) e Gianni Rosa (An) l'assestamento del bilancio di previsione e Peg esercizio finanziario 2007, nel corso della seduta di Consiglio provinciale che si è svolta oggi. Una manovra da 1 milione e 113 mila euro di avanzo per rimpinguare alcuni capitoli di spesa, come il fondo di riserva (133 mila euro), l'intervento sulla bonifica ambientale dell'istituto scolastico di Acerenza (40 mila euro) e la risoluzione di vertenze e transazioni dell'ente (180 mila). "Sempre nella manovra di assestamento spiega l'assessore al Bilancio Vito Summa sono stati potenziati interventi relativi al piano-neve 2007-2008 (340 mila euro), patrimonio (70 mila) ed edilizia scolastica (130 mila). Inoltre, sono stati effettuati degli storni di fondi per oltre 700 mila euro, nell'ambito dei quali si sono finanziati stipendi, assunzione di personale a tempo determinato, formazione, gruppi consiliari, viabilità, politiche sociali, contributi e patrocini". E ancora. Sono state accertate maggiori entrate per 674 mila euro - di cui 300 derivanti da addizionali dell'energia elettrica, 200 dal recupero di assicurazioni e 100 da interessi attivi su giacenze di cassa interamente destinate al finanziamento di capitoli di spesa corrente insufficienti. Per quanto riguarda le maggiori entrate a specifica destinazione, pari a 4 milioni e 625 mila euro, si segnalano più trasferimenti al trasporto pubblico locale (1 milione e 418 mila euro) e alle attività di formazione (2 milioni e 600 mila euro). Infine, con una variazione al programma delle opere pubbliche, la Provincia ha finanziato per un importo di 1 milione e 600 mila euro, interventi che mirano al risparmio energetico da realizzarsi attraverso l'installazione di impianti fotovoltaici su tutti gli edifici scolastici di proprietà dell'ente. Sulla manovra Rosa ha espresso perplessità "perché la maggior parte dell'avanzo viene inghiottito dalla spesa corrente, mentre solo una minima parte è destinata agli investimenti". Appunto politico da parte di Giuliano che ha chiesto se effettivamente "vi sia una riduzione del costo della politica e come mai le società dell'ente o le partecipazioni tanto decantate in passato, oggi vengano considerate fallimentari". Summa ha spiegato che delle dieci società partecipate della Provincia, 6 sono in corso di liquidazione. Inoltre, è prevista una riduzione dei membri dei consigli di amministrazione. "Così rincara la dose Vito Di Lascio (Pd) vengono abbattute le spese improduttive e mantenuta attiva una funzione strategica dell'ente". Ha accolto il consenso unanime di tutta l'assemblea il regolamento provinciale per la prevenzione, l'accertamento e il risarcimento dei danni causati alle opere e alle colture agricole e forestali dalla fauna selvatica. "Un documento afferma l'assessore alle Attività produttive Antonio Vitucci che punta sulla prevenzione e permette un maggior intreccio tra Ambiti territoriali di caccia e Provincia per la risoluzione in tempi rapidi dei problemi segnalati dai cittadini". Apprezzamento sul documento è stato espresso dal consigliere Tommaso Gammone (Pd), il quale ha sottolineato "come il coinvolgimento diretto degli Atc nella valutazione dei danni permette una maggiore partecipazione delle comunità e lo snellimento di un lavoro di verifica che altrimenti avrebbe gravato completamente sui dipendenti provinciali". Stesso plauso da parte del consigliere Michele De Stefano (Udeur), il quale ha chiesto "di rivedere entro un anno alcuni punti del regolamento che ora sono in fase sperimentale". È venuto a mancare il numero legale, al momento della votazione, sull'ordine del giorno presentato dai consiglieri provinciali Cupparo e Giuseppe Schettino (Fi), Rosa e Francesco Crocetto (An), Giuliano e Nicola Manfredelli (Lucania viva), sulla richiesta al Governo centrale di inserimento nella finanziaria dei provvedimenti riguardanti la riduzione del prezzo delle accise per l'acquisto della benzina e fondi per la ricostruzione post-sisma dell'80. "Abbiamo presentato questo ordine del giorno spiega Rosa su due problematiche che toccano tutta la gente lucana, alfine di stimolare il Governo nazionale, senza alcuna strumentalizzazione politica". Ma dai banchi della maggioranza sono state espresse perplessità. In primo luogo da Giuseppe Scelzo (Prc), "convinto che le due questioni siano da tenere distinte". Poi, dal consigliere Di Lascio, che ha ricordato "come nella finanziaria regionale siano stati previsti 26 milioni di euro per alleggerire la bolletta del gas. Un provvedimento di grandissima portata che pone la Basilicata all'avanguardia". Infine, da Raffaele Soave (Pdci) che ha chiesto all'opposizione di "ritirare l'ordine del giorno per arrivare a una presa di posizione comune". (BAS 05).


"Alla Calabria un budget superiore" (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 27-11-2007)

 

Il presidente Loiero soddisfatto del confronto Regioni-Governo per il riparto del fondo sulla sanità CATANZARO. "Dal confronto tra le Regioni e il Governo arrivano almeno tre importanti risultati per la Calabria: la revisione delle regole per il "Patto di stabilità" imposto da Bruxelles che avrebbe potuto penalizzare la spesa relativa alle risorse comunitarie; l'accordo per il riparto del Fondo per la Sanità 2008 con un incremento del budget alla Calabria rispetto al 2007; la possibilità di giungere presto alla programmazione triennale delle risorse per il trasporto pubblico locale anch'esso incrementato". Lo afferma in una nota il presidente della Regione, Agazio Loiero. "Abbiamo fatto le nostre proposte. Per lunghi mesi - ha affermato il presidente della Regione Calabria - in sede di Conferenza delle Regioni, l'assessore regionale al bilancio e finanze, Vincenzo Spaziante, le ha difese correttamente spiegandone le ragioni. Oggi, abbiamo raccolto i risultati e gettato le basi anche per miglioramenti futuri". Al termine della seduta della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, che oggi ha espresso i pareri favorevoli sulla legge finanziaria e dato il via libera al riparto del finanziamento per il 2008 del Servizio Sanitario Nazionale, l'assessore Spaziante - spiega una nota dell'Ufficio stampa della Regione - ha riepilogato alcuni dei punti fondamentali su cui si baserà l'accordo Stato-Regioni. "Nella Sanità - ha detto - l'ostacolo che si era presentato e che ne rendeva difficile l'approvazione da parte delle Regioni riguardava i maggiori costi derivanti dall'incremento di circa 400.000 unità della popolazione residente al primo gennaio 2007. L'ostacolo è stato superato grazie all'accordo raggiunto con il Governo che si è impegnato a concordare una parte della copertura della spesa a partire dai prossimi mesi". Comunque, il riparto assegnerà alla Regione Calabria, un importo superiore a quello stanziato nel 2007 sia pure di poco inferiore, al momento, rispetto all'incremento programmato. La Conferenza dei Presidenti ha espresso il proprio parere favorevole anche sulla legge finanziaria. La riunione è stata il punto di arrivo di un confronto con il Governo durato oltre due mesi che alla fine ha consentito alle Regioni di ottenere importanti risultati. Tra questi assume un particolare rilievo, anche per la Regione Calabria, che si è battuta con grande determinazione in tal senso, la revisione delle regole per il rispetto del "Patto di stabilità" europeo, che si concretizzerà attraverso un accordo con il Governo, da perfezionare all'inizio del 2008. Infatti, occorre una "manutenzione" dei criteri per evitare di oltrepassare la soglia di spesa nell'utilizzo dei contributi legati proprio ai fondi comunitari.


 

 

 

 

 


 

ARTICOLI DAL 20 AL 25 NOVEMBRE 2007

 

La seconda discesa in campo contro i politici <parrucconi> ( da "Corriere.it" del 20-11-2007)

"Riduciamo da 10 a tre le Comunità montane" ( da "Stampa, La" del 20-11-2007)

Aziende pubbliche più leggere - fabio calamati ( da "Tirreno, Il" del 20-11-2007)

Sindaci sotto inchiesta per doppia indennità - de matteis a pagina v ( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

Due stipendi, sindaci indagati - gabriella de matteis ( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

Dalla ue, in sette anni, più di 30 miliardi di euro nelle casse delle regioni. tra progetti realizzati, soldi chiesti e mai utilizzati e finanziamenti inghiottiti dalla burocrazia, ( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

Appello ai sindaci del parco: creiamo una consulta ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-11-2007)

La rivolta dei consiglieri: <Indennità troppo basse> ( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

MUNICIPI, Nessun aumento ALL'ORIZZONTEa meno di accordi-BLITZ dell'ulTiMa ORA ( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

La rivolta dei consiglieri: <Guadagniamo poco> ( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

Sd: cinque gettoni in un giorno, ora basta ( da "Corriere di Bologna" del 20-11-2007)

Inutili e costosi: aboliamo i sei consigli di quartiere ( da "Mattino di Padova, Il" del 20-11-2007)

I democratici del liberismo compassionevole ( da "Manifesto, Il" del 20-11-2007)

Fondi regionali per le sagre Consiglieri di nuovo all'attacco ( da "Corriere della Sera" del 20-11-2007)

Commissione parlamentare visita il San Raffaele ( da "Tempo, Il" del 20-11-2007)

COMUNE MATERA, GETTONI DI PRESENZA ALLA FAMIGLIA PERNIOLA ( da "Basilicanet.it" del 20-11-2007)

<Caro Napolitano, restituiamo le fasce tricolori> ( da "Gazzettino, Il" del 20-11-2007)

Il Cavaliere rilancia la Lega e deprime Fini Alessandro Casarin ( da "Provincia di Sondrio, La" del 20-11-2007)

Vogliamo una commissione d'inchiesta L'opposizione boccia la relazione del presidente Carioni sullo scandalo tangenti ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 21-11-2007)

La Corte dei Conti: corre troppo la spesa per gli statali ( da "Giornale di Brescia" del 21-11-2007)

Statali, corre la spesa ( da "Provincia di Cremona, La" del 21-11-2007)

VORREI dire la mia nella discussione sui gettoni di presenza dei consiglieri nelle commissioni co ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-11-2007)

Gettoni d'oro e società fantasma - emanuele lauria ( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

Dopo l'aggressione ai finanzieri il sindaco convoca la comunità cinese ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 21-11-2007)

Tursi, forza italia resta sola e la destra vota con rifondazione - donatella alfonso ( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

Stop ai finanziamenti privati per i posti di ricercatore - ilaria venturi ( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

Costi della politica problema sempre aperto ( da "Unita, L'" del 21-11-2007)

E la corte dei conti alza la voce: costi per gli statali fuori controllo ( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-11-2007)

Tagli ai costi della politica, per la Corte dei conti è un bluff ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 21-11-2007)

I costi della politica pesano solo per l'1% sulla spesa pubblica ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 21-11-2007)

Ato verso la chiusura in Veneto ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 21-11-2007)

Caste e costi ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 21-11-2007)

Tagli ai costi della politica, l'aquila è seconda ( da "Centro, Il" del 21-11-2007)

SODDISFAZIONE per i cantieri finanziati da Comunità Montana e Consorzio Reno ( da "Nazione, La (Prato)" del 21-11-2007)

<La spesa per i dipendenti statali è fuori controllo> ( da "Libertà" del 21-11-2007)

Appello pdci per la famiglia di romeni ( da "Nuova Ferrara, La" del 21-11-2007)

Dalla tua parte \ndi Gaia Giorgetti GETTONI E POLITICI FANNULLONI, IDEE (ANCHE) CONTRO IL DISFATTISMO ( da "Corriere di Bologna" del 21-11-2007)

Contro gli sprechi delle Comunità montane il Carroccio rilancia: sono istituzioni fondamentali, ma serve razionalizzarle ( da "Padania, La" del 21-11-2007)

Le Circoscrizioni sopravvivono ai tagli ( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2007)

Pochi tagli alla politica ( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2007)

Ars: contro i deputati fantasma Micciché mette l'obbligo di firma ( da "Panorama.it" del 21-11-2007)

Prodi: '''La lotta alla corruzione è una priorità internazionale'' ( da "Redattore sociale" del 21-11-2007)

Sono stati approvati i tagli ai cda delle "controllate" dal comune ( da "Opinione, L'" del 21-11-2007)

Parlamento Europeo/2 Luigi De Magistris ( da "Blog Beppe Grillo" del 21-11-2007)

Intanto la città del Grappa ha convocato oggi un consiglio straordinario ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 21-11-2007)

<La spesa degli statali sfugge al controllo: in 5 anni gli stipendi dei travet sono saliti del 4,5\% all'anno> ( da "Gazzettino, Il" del 21-11-2007)

EBAY: PER NATALE MATERIALI FAI DA TE E BRICOLAGE I REGALI PIU' GETTONATI ( da "MyTech" del 21-11-2007)

Costi della politica: Prodi taglia le ali ai giornalisti ( da "Panorama.it" del 21-11-2007)

Per porre fine alla "fuga dei cervelli" ( da "Giornale di Calabria, Il" del 21-11-2007)

Aerei di Stato I giornalisti pagheranno ( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

Tagli alle società pubbliche ( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

Tutto da rifare sui tagli ai costi della politica ( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

Taglio ai consiglieri delle società pubbliche, Eal scende da 13 a 3 ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 22-11-2007)

Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 22-11-2007)

"vergogna, non siamo noi la casta" - milena vercellino ( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

La rivolta dei peones della politica - diego longhin ( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

Aziende comunali, il giorno dei tagli - simona casalini ( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

È scontro aperto con la minoranza: sapete solo denigrare la giunta ( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2007)

Cannonate ( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

Mezzo flop della consulta stranieri e niente gettone per gli immigrati - silvia bignami ( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

Babbo natale porta un computer ai politici - luciano de majo ( da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)

Costi della politica, patto guerra-malattia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2007)

Gettone dei consiglieri atm, il forum boccia l'aumento ( da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)

Ridimensionato il cda della ops ( da "Centro, Il" del 22-11-2007)

Il Comune dimezzastipendi e poltronenelle "partecipate" ( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)

Gettoni e aumentiscoppia la polemica ( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)

Indennità, tagli all'Università ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 22-11-2007)

Ateneo, tagliate indennità ai prof ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 22-11-2007)

Soprip, Cardinali nuovo presidente Rimosso Capece ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 22-11-2007)

Sconfiggere la casta e abbattere i costi della politica è impresa ardua, ma la battagli ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 22-11-2007)

AVEVANO sbandierato ai quattro venti che i costi della politica sarebbero calati di 1,3 mili ( da "Resto del Carlino, Il (Faenza)" del 22-11-2007)

La Serenissima riduce le poltrone, non le divisioni ( da "Gazzettino, Il" del 22-11-2007)

FS: ROMANO(UDC), MEGLIO ELIMINARE SPRECHI CHE AUMENTARE COSTO BIGLIETTI ( da "Asca" del 22-11-2007)

<Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica> ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 22-11-2007)

SANITA' E REGIONI, LA SPESA E' EQUILIBRATA ( da "Lavoce.info" del 22-11-2007)

Al via ''Politicamente Scorretto 2007'' ( da "Emilianet" del 22-11-2007)

Parte la corsa a 453 milioni Ue Mille posti di lavoro in più ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 23-11-2007)

DUE NUOVE NOMINE 'in rosa' per il cda di Acft, mentre il consiglio scende da sette a cinqu ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 23-11-2007)

Sanità, il Nord-Est spende di più ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 23-11-2007)

Riforma dei gettoni Rinvio bis ( da "Corriere di Bologna" del 23-11-2007)

"Stipendi intoccabili" in Comune tutti uniti ( da "Stampa, La" del 23-11-2007)

Commissari ato? accettiamo curriculum ( da "Centro, Il" del 23-11-2007)

Lottiamo contro la politica corrotta ( da "Centro, Il" del 23-11-2007)

Darfo, la Secas riduce i consiglieri da sette a tre per diminuire i costi ( da "Giornale di Brescia" del 23-11-2007)

Circoscrizioni a rischio chiusura: "Una follia" ( da "Corriere Adriatico" del 23-11-2007)

Il taglio di poltrone fa decollare l'holding ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-11-2007)

Cda delle società partecipate in linea con la Finanziaria 2007 ( da "Denaro, Il" del 23-11-2007)

Il calerno fa poker e legittima il primato ( da "Gazzetta di Reggio" del 23-11-2007)

Cancellate le comunità ( da "Tirreno, Il" del 23-11-2007)

I dannati del bangladesh ( da "Espresso, L' (abbonati)" del 23-11-2007)

Dal 2002 ad oggi sono triplicati i contributi ai gruppi consiliari regionali ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

I giovani medici: <Calendario assurdo per abilitazione e specialità> ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

<Triplicati i rimborsi ai gruppi consiliari> ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

Venezia-Padova: 260mila euro di bonus ai consiglieri ( da "Gazzettino, Il" del 23-11-2007)

Gli ausili in Italia: un privilegio per pochi ( da "Redattore sociale" del 23-11-2007)

"Nell'Ossola c'è un amministratore ogni 106 cittadini: è giusto ridurre" ( da "Stampa, La" del 24-11-2007)

La scure di Roma si abbatte sui Consigli del Lodigiano Dal prossimo mandato i posti al Broletto passano da 40 a 32 ( da "Giorno, Il (Lodi)" del 24-11-2007) + 1 altra fonte

Comunità montana, è essenziale ( da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)

Tutti contro la provincia matrigna: in gallura non c'è soltanto olbia - tonio biosa ( da "Nuova Sardegna, La" del 24-11-2007)

Tursi aumenta il gettone è rivolta tra i militanti ( da "Repubblica, La" del 24-11-2007)

Non prevalgala politicadel "gettone" ( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

Tursi, i consiglierichiedono l'aumento ( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

E sugli "stipendi" anche la sinistra radicale si spacca ( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

Arrivano dieci milioni per la sicurezza ( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-11-2007)

Una pioggia di soldi per le feste e la cultura ( da "Nuova Venezia, La" del 24-11-2007)

Ma non potrà ridurre le tasse ( da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)

Il comune non aumenta le proprie tasse ( da "Alto Adige" del 24-11-2007)

E' un attacco al territorio ( da "Centro, Il" del 24-11-2007)

Rimborsi elettorali, Volkspartei nel mirino ( da "Corriere Alto Adige" del 24-11-2007)

Altro che "tagli", i costi della politica a Palazzo d'Achille continuano a co ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 24-11-2007)

I consiglieri del Lazio battono cassa da Prodi ( da "Libero" del 24-11-2007)

Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni ( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni. pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

Bassano Il riequilibrio politico-territoriale ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 24-11-2007)

Gli stakanovisti del gettone A Bologna 27 consiglieri per commissione. E ogni anno 480 sedute ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 25-11-2007)

A orosei si è riunita per la prima volta l'unione dei comuni della valle del cedrino - angelo fontanesi ( da "Nuova Sardegna, La" del 25-11-2007)

Pensioni d'oro, l'accusa di musso "fermarle è un atto di giustizia" - ava zunino ( da "Repubblica, La" del 25-11-2007)

Giannelli, dalla Casta alla Cesta ( da "Corriere della Sera" del 25-11-2007)

Statuto di Ascit , opposizione critica Così si aggira la Finanziaria ( da "Nazione, La (Lucca)" del 25-11-2007)

Politici divisisull'aumentodel gettonedi presenza ( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)

<aumenti legittimi>il sindaco in campo ( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)

Politici divisi sui gettoni più pesanti ( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)


Articoli

La seconda discesa in campo contro i politici <parrucconi> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere.it" del 20-11-2007)

 

La nuova sfida del Cavaliere La seconda discesa in campo contro i politici "parrucconi" Silvio "Pa-Peròn" Berlusconi, come lo battezzò Cossiga, ha estratto dal cilindro una nuova sorpresa: il Partito del Popolo Italiano delle Libertà. Diranno gli scettici che, dati ufficiali alla mano, è il 157Ú. In coda a creature lillipuziane quali il "Patto Cristiano Esteso" o il "Movimento Ultima Speranza". Ma lui ne è sicuro: diventerà il punto di riferimento di decine di milioni di italiani. Così grande che Forza Italia vi si "scioglierà dentro". Così ecumenico che spera "aderiscano tutti, nessuno escluso ". Così adatto ai tempi, spiega nella prefazione a un libro di "Magna Carta", da stare "nel solco dei valori del cristianesimo, del liberalismo, del socialismo democratico, della laicità". Un partito-tutto. Contro i partiti e i partitini. Ma soprattutto contro "i parrucconi della politica ". Certo, c'è chi avrà buon gioco a ridacchiare sulla eccentricità di un pelato che, sia pure sottoposto alla messa a dimora di folte chiome luccicanti, dichiara guerra ai parrucconi. Per non dire del brevilineo che muove battaglia ai nani. Ma nel lanciare la sua nuova sfida, indifferente a questi dettagli, il Cavaliere mostra una volta di più di avere una caratteristica forse unica nel panorama della politica italiana: il coraggio spericolato di giocarsela. Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e perfino Umberto Bossi, dopo l'ennesima spallata annunciata e poi fallita al Senato, sembravano avergli rubato finalmente la palla? Lui se l'è ripresa di forza, è uscito dall'area in cui pareva asserragliato e si è catapultato all'attacco con una di quelle "ripartenze" da lasciare a bocca aperta anche il "suo" Arrigo Sacchi. Se arriverà in porta è da vedere. Rispetto alla prima "discesa in campo", ha una zavorra finanziaria in meno, dato che i conti aziendali vanno bene e i manager non gli suggeriscono più come Franco Tatò di "portare i libri in tribunale " (parole di Marcello Dell'Utri), ma alcune zavorre politiche in più. Che almeno sulla carta potrebbe appesantire molto la sua corsa. Spiegava allora agli italiani di non "avere intenzione di mettere in piedi una forza politica di vecchio tipo", di volere "un partito liberale di massa" che coinvolgesse uomini "nuovi alla politica, campioni nelle proprie professioni, i migliori", di essere deciso a rimanere estraneo alla "vecchia politica degli agguati e dei trabocchetti, delle congiure e delle manovre di Palazzo". Offriva il ministero degli interni all'"eroe di Mani Pulite", Antonio Di Pietro. Chiedeva agli aspiranti candidati forzisti di sottoscrivere le seguenti parole: "Dichiaro 1) di non avere carichi pendenti 2) di non aver ricevuto avvisi di garanzia 3) di non essere stato e di non essere sottoposto a misure di prevenzione e di non essere a conoscenza dell'esistenza a mio carico di procedimenti in corso...". Sono passati, da allora, quasi quattordici anni. Tre più di quelli passati da Nikita Krusciov alla guida del Pcus, due più di quelli trascorsi da Helmut Kohl alla testa della Germania, due più di quelli vissuti da Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca. Per carità, nessun parallelo. Ma tre lustri sono un'era geologica, in politica. Lasciano il segno. E se Forza Italia è rimasto un partito legato al "centralismo carismatico ", come spiegò un giorno Cesare Previti, è difficile sostenere che non sia rimasto infettato da quelli che un tempo il Cavaliere considerava virus della "vecchia politica". Quella che gli faceva dire: "Torno a Roma. Torno nella cloaca". Basti ricordare come, dopo l'iniziale richiesta di immacolatezza, siano stati via via imbarcati uomini come Gianstefano Frigerio, vecchia volpe dicì milanese che, condannato a vari anni di carcere in diversi processi di Tangentopoli, fu eletto tra gli azzurri in Puglia dopo un lifting anagrafico con cui si era dato il nome d'arte di Carlo Frigerio. O Alfredo Vito, il famigerato "Mister Centomila Preferenze" cui Paolo Cirino Pomicino ricorda 22 condanne per corruzione. O ancora Gaspare Giudice, del quale i magistrati di Palermo chiesero invano l'arresto considerandolo "a disposizione" del presunto boss di Caccamo, Giuseppe Panzeca. Certo, lui si considera ancora, come disse un giorno, "Biancaneve in un mondo che non è una fiaba". E non ha perso occasione, in questi anni, di sfogarsi contro i riti della rappresentanza che, "tra convegni, congressi e funerali " lo facevano stare male perché gli pareva di "pestare l'acqua nel mortaio". Contro i "faniguttun ", gli sfaccendati (avversari, ma anche compagni di strada) che "non hannomai lavorato in vita loro" e che "non possono permettersi le barche e le case che esibiscono, dunque non c'è che una spiegazione: rubano". Contro i "politicanti " che arrivò ad attaccare 14 volte in un solo comizio nell'anniversario della "vittoria mutilata" del 1994. Ma come cavalcare, oggi, l'ondata di indignazione popolare contro i costi della politica se c'era la "sua" maggioranza al Senato quando i costi sono cresciuti del 39% oltre l'inflazione e c'era lui a Palazzo Chigi quando il governo spendeva 65 milioni di euro in un anno in voli di Stato, pari a 2.241 biglietti andata e ritorno al giorno Milano-Londra con RyanAir? Come chiamare la gente a imbarcarsi su una nuova "nave di sognatori" (così chiamò un giorno Forza Italia) per dare "nuovo futuro della politica italiana" se a 71 anni suonati è già stato alla guida del governo poco meno di De Gasperi o Andreotti ma già oltre un anno più di Amintore Fanfani, due più di Bettino Craxi, tre più di Mariano Rumor? Insomma: come rinnovare la sua nuova immagine di uomo "nuovo"? Questa è la grande scommessa. Qui deve venir fuori il "mago delle emozioni". Che va a giocarsela da solo, direttamente col "suo" popolo. Certo di conoscerlo come non lo conosce nessuno. E di poterlo convincere: se il cielo non sempre è stato blu, è stata solo colpa degli altri. stampa |.


"Riduciamo da 10 a tre le Comunità montane" (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 20-11-2007)

 

PROPOSTA.DELLA LEGA "Riduciamo da 10 a tre le Comunità montane" "Ridurre le Comunità montane del Vco da dieci a tre, una per ogni territorio che compone la nostra provincia, mantenendo all'interno di esse tutti i comuni che ad oggi aderiscono". E' la proposta della Lega Nord provinciale in alternativa alla razionalizzazione degli enti montani imposta dalla Finanziaria, che prevede una drastica riduzione dei comuni che possano fregiarsi dello status di "montano". "Le Comunità sono fondamentali per il nostro territorio - dice il vice segretario provinciale della Lega Alberto Preioni - che è montano per l'80%, così com'è riconosciuto dall'articolo 8 dello Statuto regionale. Questi tagli imposti dal Governo per colpire gli sprechi vanno, invece, a penalizzare un territorio già in difficoltà come il nostro". E aggiunge: "I veri sprechi sono i 20, 30 euro di gettone di presenza dei consiglieri o l'esistenza di enti montani al livello del mare?". La riduzione a tre Comunità montane è stata proposta anche dal segretario provinciale della Uil Giorgio Quaglia.


Aziende pubbliche più leggere - fabio calamati (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 20-11-2007)

 

Montecatini Aziende pubbliche più leggere 22 posti in meno, risparmiati 170.000 euro l'anno Lo snellimento voluto dalla Finanziaria 2007 All'appello manca soltanto la Spes che provvederà oggi FABIO CALAMATI PISTOIA. Scade giovedì il termine stabilito dalla Finanziaria 2007 per tagliare i consigli di amministrazione nelle società partecipate dai Comuni. L'obiettivo era quello di portare i consigli a 5 membri nelle società interamente pubbliche con capitale superiore ai 2 milioni di euro e nelle società miste pubblico-private, mentre il consiglio si doveva ridurre a 3 nelle società interamente pubbliche con capitale inferiore ai 2 milioni. Palazzo di Giano ha fatto quasi per intero il suo dovere. Dove quel "quasi" è spiegato dal fatto che manca ancora un tassello al dimagrimento dell'arcipelago delle "publi" (come nel gergo politico locale si chiamano, per semplicità, le aziende partecipate). E il tassello è la Spes, la società che si occupa della gestione del patrimonio immobiliare (l'ex Ater), che ha un capitale interamente pubblico di 750.000 euro e quindi ha diritto ad un consiglio di amministrazione di 3 soli membri, contro i 5 attuali. Ma si tratta di una situazione passeggera: probabilmente già oggi, infatti, si dovrebbero riunire i soci della Spes per provvedere alla modifica dello statuto e all'elezione del cda a tre. Per il resto - garantiscono dagli uffici di Palazzo di Giano - il dettato della Finanziaria 2007 è stato interamente rispettato. Tutti i consigli di amministrazione, cioè, sono ormai in linea con i dettami degli articoli taglia-spese. Ma quali frutti ha dato la mannaia della Finanziaria? Abbiamo provato a verificarlo con una elaborazione redazionale, suscettibile quindi di errori e omissioni, peraltro involontarie. Guardando comunque solo alle aziende di servizi, al Copit, alla Spes e alla Centrale del latte, è possibile affermare che complessivamente sono stati tagliati 22 posti nei consigli di amministrazione, per un risparmio di indennità (al netto dei gettoni di presenza) che si aggira sui 170.000 euro annui lordi. In questo quadro i consiglieri di amministrazione sacrificati che risultavano di nomina pistoiese sono stati 7, poco meno di un terzo del totale. Il taglio più vistoso (vedi tabella) è arrivato in casa Publiacqua, con il cda che è passato da 16 a 8 posti. Pistoia ha perso una poltrona di consigliere ma mantiene la vicepresidenza con Renzo Fagioli. Scendono da 9 a 5 i consigli di amministrazione di Publiservizi e della Centrale del latte e in entrambi i casi la delegazione pistoiese passa da 4 a 2 posti. Da 7 a 5 posti, infine, i consigli di amministrazione di Copit e Publiambiente. Ma nel primo caso il Comune di Pistoia mantiene tutti e 5 i suoi rappresentanti (d'altra parte è di gran lunga l'azionista di maggioranza della spa per il trasporto locale); non così a Publiambiente, dove il Comune di Pistoia è sì socio di maggioranza, ma anche in precedenza non esprimeva il presidente, ma solo il vice, in questo caso Pierluigi Bimbi.


Sindaci sotto inchiesta per doppia indennità - de matteis a pagina v (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

 

Pagina I - Bari IL CASO La procura e i gettoni di presenza dell'Ato Sindaci sotto inchiesta per doppia indennità Hanno attestato il falso per percepire per uno o più anni lo stipendio al quale avrebbero dovuto rinunciare DE MATTEIS A PAGINA V SEGUE A PAGINA V.


Due stipendi, sindaci indagati - gabriella de matteis (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

 

Pagina V - Bari La procura della Repubblica sta verificando le posizioni di alcuni amministratori che percepivano le somme Due stipendi, sindaci indagati Il pm: "In cinque prendevano anche l'indennità dell'Ato" La truffa scoperta sarebbe durata per un anno GABRIELLA DE MATTEIS Accettando di percepire l'indennità di componente del comitato esecutivo dell'Ato, avrebbero dovuto rifiutare quella di primo cittadino. E, invece, avrebbero incassato l'una e l'altra. Sul caso ora il sostituto procuratore Renato Nitti ha aperto un'inchiesta. Al centro delle indagini ci sono cinque sindaci pugliesi che ora rischiano l'accusa di peculato e falso. La storia comincia nel 2003 quando per la prima volta viene istituito il comitato esecutivo dell'Ato (l'Ambito territoriale ottimale) per la gestione del sistema idrico. I componenti sono venti sindaci della regione. Lo statuto concede agli amministratori un'indennità mensile che varia a seconda di alcuni parametri, come la grandezza dei comuni ma che, generalmente, è la stessa degli assessori dei capoluoghi di provincia (poco più di 5000 euro). Scegliendo di percepire la somma, concessa per la partecipazione al comitato consultivo dell'Ato, gli amministratori devono però rinunciare all'indennità per la funzione di sindaco. Questo accade per dodici mesi. Nel 2003, il primo anno di vita degli Ato, i primi cittadini hanno l'obbligo di optare tra l'una e l'altra possibilità. La norma è comunque confusa, per una sua corretta applicazione vengono richiesti anche numerosi pareri legali. Non tutti però, tra i componenti del comitato, danno esecuzione alla regola, questa, almeno, è la tesi della procura. Il magistrato Renato Nitti, dopo aver ricevuto un esposto, apre un'inchiesta. Negli uffici delle segreterie generali dei Comuni, i cui sindaci fanno parte del comitato consultivo, viene acquisita la documentazione contabile, necessaria per accertare se il primo cittadino abbia optato per l'una o per l'altra indennità. Ed esaminando la documentazione, il pubblico ministero scopre che non tutto è regolare, accerta che cinque sindaci (uno della provincia di Bari e uno ciascuno delle province di Lecce, Brindisi e Taranto) hanno truffato. Non hanno scelto, ma avrebbero percepito i due stipendi, partecipando come componenti alle riunioni del comitato consultivo dell'Ato hanno incassato anche la somma di poco più di 5000 euro e nel frattempo portavano a casa anche quella per la funzione di sindaco. La loro posizione, ora, è molto delicata, nei confronti dei cinque amministratori potrebbero essere, infatti, ipotizzati i reati di peculato e falso. La truffa sarebbe durata per dodici mesi perché, dopo il primo anno di vita del comitato esecutivo, non è stata più prevista l'indennità per i sindaci. E questo per un motivo molto semplice: la mancata definizione della natura giuridica (né consorzio, né semplice convenzione tra comuni) dell'Ato per la gestione del sistema idrico. Una questione che, alcuni mesi fa, la Regione ha cercato di superare, approvando una delibera di giunta che ridefinisce l'Ambito territoriale ottimale. Il provvedimento, adesso, dovrà essere esaminato dai consigli comunali della Puglia e poi dall'assemblea dei sindaci. La legge, alla quale il governo regionale ha dato il via libera, fa dell'Ato un consorzio, ma ai componenti del comitato consultivo (che ora conta 16 componenti, sindaci di tutta la Regione), al momento, non viene concessa alcuna indennità, gettone di presenza o rimborso spese. Gli amministratori, fanno sapere dall'Ato, partecipano alle riunioni a titolo gratuito.


Dalla ue, in sette anni, più di 30 miliardi di euro nelle casse delle regioni. tra progetti realizzati, soldi chiesti e mai utilizzati e finanziamenti inghiottiti dalla burocrazia, (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 20-11-2007)

 

Dalla Ue, in sette anni, più di 30 miliardi di euro nelle casse delle regioni. Tra progetti realizzati, soldi chiesti e mai utilizzati e finanziamenti inghiottiti dalla burocrazia, luci e ombre della grande spartizione. Per capire come, il viaggio inizia da Napoli In Campania non solo emergenza rifiuti, ma anche un imponente piano di trasporti Un buco nero per l'oro di Bruxelles: i consulenti. Milioni in fumo tra fiere, viaggi e siti web (SEGUE DALLA COPERTINA) ANTONELLO CAPORALE A Napoli si dice munnezza. Non era possibile ammirare ad occhi chiusi e naso tappato il recupero del Rione Terra ai Campi Flegrei (percorso archeologico suburbano più grande d'Europa), l'imponenza maestosa della Reggia di Caserta (riqualificazione di tutta l'area circostante), la nuova illuminazione degli scavi di Pompei e dei templi di Paestum; le grandi mostre alla Certosa di Padula. E i musei aperti o rilanciati: l'inaugurazione del Madre, grande e prestigioso contenitore di arte contemporanea. Opere realizzate in un recinto di inqualificabile abbandono. Sud dell'Italia: da Napoli a Catania, da Bari a Cagliari un fiume è corso: acqua, tanta acqua. Dire che non è accaduto niente non è vero, dire poco non basta. Le percentuali illustrate dai valutatori indipendenti di Vision&Value (London School of Economics) documentano un tasso di crescita enormemente più modesto del risultato atteso (siamo all'1,2 per cento a fronte di una media Ue ben più robusta); l'occupazione è a cifre assai inferiori alla media comunitaria; il tasso di illegalità (percentuale per crimini violenti ogni diecimila abitanti) ancora più elevato rispetto al tetto dal quale si era partiti (solo la Basilicata migliora, diciamo così, la performance). Un quadro nero, nel quale le colpe sono limpide, definite, certe. Napoli, per esempio. L'emergenza rifiuti è di nuovo riesplosa in queste ultime settimane. Adesso a guidare l'emergenza c'è il prefetto Alessandro Pansa, un altro uomo di Stato, integro, capace. Ma nemmeno lui ce la fa. Discariche bloccate, la munnezza come postcard. In questo contesto deprimente il primo accusato è Antonio Bassolino, il governatore nato rosso e trasfigurato, a sentire i detrattori che nel tempo sono divenuti numerosi, in un signore che accentra il dominio grazie a una fitta rete di relazioni, a una ragnatela stesa per governare, alla guida di una sapiente cabina di regia, ogni singolo centro di potere e di spesa. Questo contesto, e il clima plumbeo che ne fa da cornice, nascondono naturalmente anche alcune belle prove date. E dunque chi sa che la Campania ha speso, prima di tutti e meglio di tutte le altre regioni italiane, soldi per alleggerire le strade dalle auto? Ha infatti realizzato la più imponente cura del ferro che l'Italia contemporanea abbia messo in campo. Napoli sta scavando il suo ventre per far posto alla nuova metropolitana in città, allungandola ancora perché ha straziante necessità di trovare vie di fuga, corsie supplementari, strade veloci e di massa. Il sistema di collegamenti ferroviari tra il capoluogo e la provincia è stato potenziato. 868 milioni di euro sono serviti a realizzare 43 nuovi chilometri di strada ferrata della metropolitana regionale, vagoni nuovi, stazioni nuove (32) corse raddoppiate: per i pendolari una piccola boccata d'ossigeno. Una nuove rete, il trasporto marittimo, lega le città di mare ai centri turistici della costa. Si deve ad Ennio Cascetta, un tecnico, assessore ai Trasporti, la qualità e anche la trasparenza degli interventi finanziari. Come si deve a Luigi Nicolais, ora ministro della Funzione pubblica, una riuscita e vasta opera di finanziamento dei centri di ricerca, di sostegno all'università e all'impresa al tempo in cui guidava gli investimenti per la ricerca e l'università della regione. Eccellenze in un territorio a mano armata, fiori che sono nati, non morti, in un terreno di fango. E la tutela dei beni culturali, la riscoperta e il loro recupero, non è stata proprio occasionale: concentrata in sei aree definite "grandi attrattori culturali", sviluppata attraverso un'opera importante di restauro e conservazione, segnata in generale da buoni risultati. Qui finiscono i meriti. Che se ci sono, e ci sono, vanno registrati anche sotto il nome di Antonio Bassolino. Però le colpe paiono più gravi, enormemente più accentuate, più visibili, più dolorose. In Campania non esiste più un gruppo dirigente ma fazioni, famiglie, clan che si combattono e si dividono, si azzuffano nel senso letterale del termine, e si accusano, anche qui letteralmente. Dal partito democratico, allargato alla corte di Clemente Mastella, proviene la classe politica che ha governato la Campania in quasi ogni centro del suo territorio. Oramai divenuta impresentabile al punto che i dirigenti nazionali, da Veltroni in giù, neanche vogliono sapere, guardare, indagare. A Napoli l'oro di Bruxelles è riassumibile, se si è costretti alla sintesi, in una sola parola: consulenti. Consulenti e viaggi, eventi, fiere, mostre, gite, sagre, opuscoli, pubblicità su carta e su video. E siti web: decine, centinaia di siti che partono dal nulla e giungono nel nulla. Milioni di euro in fumo così. Ad agosto, per esempio, l'assessore alle Attività produttive produce un bando nel quale sono previsti diciassette milioni di euro utili ad ingaggiare consulenti, i più vari, i più diversi, che dovrebbero approntare un mega piano di sviluppo, il Paser, uno di quei frutti noti nella Unione sovietica dell'età brezneviana: carte e illustrazioni sterminate, dettagli inutili, cifre accomodate e irraggiungibili. I consulenti avrebbero dovuto dire all'assessore come fare, cosa fare di quei 750 milioni di euro, tanti sono infatti i soldi preventivati, per l'industria e il commercio della Campania. Il bando ha intanto prodotto polemiche feroci ed altre accuse. L'imponenza della rete clientelare della quale vive tutto l'arco delle forze politiche in campo non smette di generare mostri. Una sanità colabrodo ingoia tessere più che ammalati. E sugli altri fronti ogni giorno piccole semine di spreco. Decreto dirigenziale n. 386, "Progetto ponte tra l'Eccellenza Campana e le Potenzialità russe". 500mila euro di spese suddivise così: 50mila a consulenze specialistiche, 40mila a studi e indagini di mercato, 25mila a interpretariato e traduzioni, 215mila spese per fiere e workshop, 50mila per il classico sito web. Poi viaggi, comunicazione, eccetera. In sintesi: il nulla. E così, sfogliando e scorrendo, decine di migliaia di euro volano via spesi a pacchetti da 500mila. Decreto dirigenziale n. 456: "DolCina, progetto per il lancio di prodotti liquoristici della provincia di Benevento nel mercato cinese". Utile, si potrebbe anche sostenere, ma lievemente spropositata la spesa di rappresentanza dell'impresa possibile. I soliti 45mila euro per il sito web; 54mila euro per supporti multimediali; 55mila per le consulenze specialistiche, e il resto lo immaginerete. Miliardi che hanno preso il volo per una quantità non documentabile di progetti cosiddetti "immateriali" e qui l'aggettivo sta più per fumo, solo fumo senza nemmeno una punta di arrosto. Decine e decine di programmi e di tavoli programmati, gli acronimi fantasiosi (Paser, Pit, Fesr), rappresentanti degli enti locali affamati di soldi ma non di idee. Sono nati i Gal, altro acronimo che sta per Gruppo di Azione locale. Devono, dovrebbero, animare l'economia di un territorio circoscritto a qualche comune. Sette Gal (Alto Casertano, Titerno, Verde Irpinia, Partenio, Colline Salernitane, Casacastra, Adat). Altrettanti organigrammi amministrativi: assemblea dei soci, funzionari. E, come sempre, consulenti. "Il Corriere del Mezzogiorno" ne ha contati, solo nel ristrettissimo ambito di questa nuova piccola ma affamata burocrazia almeno una cinquantina. Ogni Gal ha un sito Internet; ogni sito un tecnico; ogni tecnico uno stipendio (sui duemila euro). Poi i responsabili degli ecosportelli, altra figliolanza prodotta dall'Europa, poi gli amministrativi (1800 euro mensili). Ogni Gal costa quasi 250mila euro l'anno. E cosa fa? Attività non memorabili. Il Gal Verde Irpinia ha elaborato un'analisi degli "elementi di memoria storica della Castagna di Montella". Settantamila euro è costato lo studio della castagna. Il Gal Casacastra ha speso in quattro anni 100mila euro per trasmissioni tv che devono pubblicizzare i microprogetti. Sembra che l'obiettivo, più che fare, sia comunicare? Infatti il Gal del Vallo di Diano (si chiama Adat) ha speso 85mila euro per pubblicazioni, brochure, sito web (e ti pareva!), presentazioni in power point, organizzazione di tour. Quello delle Colline salernitane ha speso quasi 250mila euro per un volume (e dvd, certo) dedicato all'intellettuale lucano Giustino Fortunato e al sentiero storico a lui intitolato. Tutto si può fare per raggiungere l'obiettivo dello sviluppo rurale, azione dichiaratamente ritenuta dall'Europa meritevole di sostegno. Persino l'operazione culturale intorno a Fortunato che, nel computo totale, sfiora il milione di euro. Ragionevole e giusto? Progetti fotocopia e finanziamenti al buio. I soldi sono stati tanti da aver dopato il mercato. L'impresa è divenuta parte integrante della famiglia dei clientes: solo richieste (a volto solo richieste di elemosina) e quasi mai l'assunzione di un rischio. Gli albergatori, per esempio, non hanno nemmeno sfruttato per intero le provvidenze messe a loro disposizione per riqualificare e ammodernare camere e servizi. Dovevano co-finanziare. Grazie, no. Troppi e troppo in fretta. Indigestione da soldi. La mano di Bruxelles è arrivata, ma (quasi) nessuno se n'è accorto.


Appello ai sindaci del parco: creiamo una consulta (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 20-11-2007)

 

L'ASSEMBLEA Appello ai sindaci del Parco: creiamo una consulta La richiesta avanzata ieri dal presidente In arrivo soldi per risanare il fiume e per le sponde dei laghi Una consulta permamente di confronto tra consiglio di amministrazione e soci del consorzio. E' l'appello scaturito ieri pomeriggio in occasione dell'assemblea consortile del Parco del Mincio, riunitasi nella sede di piazza Porta Giulia per discutere anche di assestamento generale del Bilancio di previsione dell'esercizio finanziario 2007, per approvare lo schema di bilancio di previsione 2008, lo schema di bilancio pluriennale 2008/2010 e per la relazione revisionale e programmatica. Un bilancio, insomma, che non si limiti ad assicurare la sopravvivenza ma che sia in grado dare respiro alle linee strategiche che l'ente sta delineando: questa la richiesta che il presidente Alessandro Benatti ha formulato ai soci, che ieri hanno approvato all'unanimità l'assestamento di bilancio e che hanno preso atto della presentazione dello schema di bilancio 2008 e pluriennale che verrà sottoposto al voto entro fine dicembre. L'appello a un maggiore futuro impegno riguarda da un lato la Regione - alla quale il Parco ha richiesto di aumentare i contributi in parte corrente oggi attestati su 312mila euro - ma anche agli enti consorziati ai quali Benatti ha chiesto di attivare una consulta permanente di confronto con il cda sui grandi temi. I problemi sul tappeto sono: la riforma dello statuto, che includa non solo la riduzione dei consiglieri ma anche una definizione dei loro ruoli; l'analisi sul personale, oggi funzionante a pieno regime ma con un organico al minimo; gettone di presenza al presidente che il cda chiede venga rivisto in termini migliorativi; progetti per aumentare l'autonomia finanziaria per la quale ci sono idee di rafforzamento (sul centro parco di Rivalta ci sono progetti di potenziamento ed è necessario avviare invece una riflessione profonda sui destini del Centro Parco Bertone). Il primo incontro della consulta dei sindaci avverrà entro metà dicembre. Nell'assestamento di bilancio sono presenti somme significative per la riqualificazione del fiume e dei laghi: 205mila euro di contributo dalla Fondazione Cariplo per proseguire il progetto di Azione 21 per il Mincio e 119mila euro del Comune di Mantova da destinare alla manutenzione della sponda sinistra del lago Superiore.


La rivolta dei consiglieri: <Indennità troppo basse> (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

 

La rivolta dei consiglieri: "Indennità troppo basse" i "gettoni" Rivolta bipartisan dei consiglieri di palazzo Tursi. Chiedono il raddoppio dei gettoni di presenza o un mensile da 2.500 euro 20/11/2007.


MUNICIPI, Nessun aumento ALL'ORIZZONTEa meno di accordi-BLITZ dell'ulTiMa ORA (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

 

L'INCONTRO NESSUN AUMENTO in vista - almeno per il momento - per i consiglieri municipali. Il gettone di presenza degli eletti nei nove parlamentini decentrati sul territorio, ammonta a 48 euro lordi, circa la metà di quello percepito dai consiglieri comunali. Ma mentre questi ultimi discutono (con poche speranze) della possibilità di aumentare il proprio compenso, nessun ritocco dovrebbe essere deciso oggi per le indennità dei consiglieri municipali. Cifra - quei 48 euro - che dovrebbe essere ratificata oggi dal consiglio comunale dopo essere passata, intatta, al vaglio della competente commissione consiliare. A meno che, dalla riunione dei capigruppo prevista un'ora prima dell'inizio del consiglio, non venga fuori un'accordo diverso. Anche perché il compenso dei consiglieri municipali è agganciato a quelli dei consiglieri comunali. E qualcuno sussurra che la delibera che riguarda prima sia una sorta di "esca" per portare allo scoperto favorevoli e contrari agli aumenti. Duemilaquattrocento euro circa è, invece, lo stipendio mensile del mini-sindaco che, da presidente di circoscrizione, prima dell'istituzione dei municipi, guadagnava circa duemila euro. Quattrocento euro in più netti. Lo stipendio dei mini-assori è di 850 euro ma quasi percepiscono 380 euro per un impegno part-time. 20/11/2007.


La rivolta dei consiglieri: <Guadagniamo poco> (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-11-2007)

 

La rivolta dei consiglieri: "Guadagniamo poco" palazzo tursi Un gruppo di amministratori chiede l'aumento del gettone di presenza oppure uno stipendio da 2.500 euro 20/11/2007 "PERSONALMENTE posso farlo anche gratis, ma non si capisce proprio perché il consigliere comunale sia pagato così poco. E' una questione di principio. In questo caso, i costi della politica non c'entrano nulla". Nicolò Scialfa, vicepresidente del consiglio comunale, eletto nelle file di Rifondazione, fa parte della schiera bipartisan di consiglieri che, nella sala rossa di Tursi, invocano un robusto aumento del gettone di presenza. Qualcuno parla addirittura di raddoppio: dai 97 euro attuali a circa 180 euro. O, in alternativa, un'indennità mensile di circa 2.500 euro lordi al mese. "Ma la finanziaria e altre norme, purtroppo, non consentono che un aumento di pochi euro del gettone (l'indennità sarebbe calcolata in proporzione)", informa Scialfa al termine di una riunione svolta ieri col presidente del consiglio comunale, Giorgio Guerello (Pd), e con l'altro vice, Alberto Gagliardi (Forza Italia). Oggi l'argomento, al centro ieri sera anche di una riunione in pizzeria di tutti i consiglieri dell'Ulivo, sarà ripreso nella riunione dei capigruppo. Non solo la maggioranza di centro sinistra, ma anche An e Lista Biasotti, sono spaccati al proprio interno sulla possibilità di incrementare i compensi dei consiglieri. Alcuni temono, ovviamente, l'impatto negativo di una simile iniziativa sull'opinione pubblica. In altri prevale la consapevolezza e l'orgoglio di svolgere un servizio importante, che dovrebbe essere adeguatamente retribuito. "Non è certo per avidità o arroganza politica che chiediamo un adeguamento del nostro compenso - dice Luciano Grillo, titolare di un'agenzia immobiliare e consigliere dell'Ulivo - ma per una questione di dignità del nostro lavoro. Anche se è stata una mia libera scelta, mi sono trovato di fronte a un impegno enorme, se svolto seriamente. Tutto tempo che sottraggo al lavoro, e siccome sono in proprio non usufruisco di permessi. In cambio cosa ricevo? A ottobre ho preso 488 euro, di cui l'80 per cento, io come altri ex Ds, lo diamo al partito". Identico il ragionamento di Scialfa: "Finirà che faranno politica in Comune solo i pensionati e quelli con tanto tempo libero. Per quanto mi riguarda - insiste Scialfa - non ne faccio una questione economica. Come preside, guadagno abbastanza per poter svolgere l'incarico di consigliere anche gratuitamente. E pazienza se lavoro 16 ore al giorno per conciliare le due attività". "Resta il fatto - conclude Scialfa - che il ruolo di consigliere comunale è davvero poco considerato. Mi chiedo cosa ci stiamo a fare. Non è certo per le nostre paghe che il Comune è in crisi finanziaria". "A Perugia, che è molto più piccola di Genova, i consiglieri guadagnano 1.360 euro al mese", fa sapere Stefano Anzalone (Ulivo). V. G. 20/11/2007.


Sd: cinque gettoni in un giorno, ora basta (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 20-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-20 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Costi della politica Sd: cinque gettoni in un giorno, ora basta Tre commissioni, una seduta di consiglio comunale e una conferenza metropolitana dei sindaci. Totale, cinque riunioni: tutte in un giorno (e remunerate con gettoni da 72 euro lordi l'una per le riunioni di Palazzo D'Accursio). E la cosa piace pochissimo a Gianguido Naldi, coordinatore di Sinistra democratica, che ieri nell'aula di Palazzo D'Accursio ha detto: "Sono le 15.30 e stamattina si sono già svolte tre commissioni e una conferenza metropolitana, adesso c'è il consiglio. Vorrei chiedervi (ha detto rivolgendosi ai colleghi) se prima che fosse eliminato il tetto dei due gettoni al giorno si sono mai fatte 4-5 sedute nella stessa giornata?". Mentre la riforma del presidente del consiglio, Gianni Sofri è ferma per le divisioni dei capigruppo, Sinistra democratica spinge sull'acceleratore della riforma. Dunque, propone, "subito un sistema per impedire il 'firma e fuggi' dalle commissioni, una cosa che nessuno di noi può seriamente difendere", dice Naldi. L'ex consigliere della Quercia spiega poi che "ho visto personalità di rilievo di solito prudenti correre il rischio di cadere nella demagogia". A chi si riferisce? "Il nome lo faccio io: è Vasco Errani", ha chiosato dopo di lui Alberto Vannini, capogruppo de La tua Bologna, schierato su posizioni opposte. Per i guazzalochiani, Errani è impegnato "nello sport dello scaricabarile" sui costi della politica. Vannini paragona i compensi da lui ricevuti (il massimo l'ha toccato nel 2005 con oltre 23 mila euro) con quelli degli amministratori della Regione. In particolare, i 6.500 euro mensili del vicepresidente Flavio Delbono. "Sembra che gli unici a dovere sopportare il peso dei costi della politica - rileva il guazzalochiano - siamo noi consiglieri comunali, speriamo che ora i parlamentari bolognesi portino alla Camera una ventata di saggezza". Ma per Lorenzo Tomassini (Forza Italia) tra i costi della politica da tagliare vanno considerate anche consulenze come quella da 280 mila euro per il Pratello. "Ho sentito cose balorde, come il suggerimento ai residenti di mettersi i doppi vetri in casa e di installare sistemi di insonorizzazione nelle loro abitazioni". Ma la palma del commento più spiritoso della giornata va all'ecologista per il Partito democratico, Davide Celli: "Il governatore dell'Emilia-Romagna, Vasco Errani non faccia il brillante con i soldi degli altri". Naldi Il consigliere di Sinistra Democratica a Palazzo d'Accursio.


Inutili e costosi: aboliamo i sei consigli di quartiere (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 20-11-2007)

 

Cronaca "Inutili e costosi: aboliamo i sei consigli di quartiere" VOLTABAROZZO. "Per il peso che hanno nelle decisioni, sarebbe meglio che i sei consigli circoscrizionali padovani venissero aboliti. Almeno si stornerebbe una voce di spesa importante". A parlare in questi termini è il capogruppo di Forza Italia del Quartiere 4 Sud-Est, Filippo Marchioro. Il disegno di legge per la riduzione dei costi della politica, presentato dai ministri Santagata e Lanzillotta, prevedeva la facoltà di abolire i consigli di quartiere nelle città, come Padova, con meno di 250.000 abitanti. La proposta è stata successivamente revisionata ed emendata, per cui ora non è più prevista l'abolizione dei consigli circoscrizionali in città che hanno un numero di abitanti compreso tra i 30.000 e i 100.000. Ma solo la previsione di abolire l'indennità e il gettone di presenza per le circoscrizioni che rientrano in questa fascia. "I poteri reali delle circoscrizioni sono limitati", prosegue l'azzurro. "Siamo tenuti ad esprimere pareri obbligatori, ma non vincolanti. E talvolta questi pareri ci vengono chiesti come mera formalità, dato che il Comune procede nel suo iter senza attendere il parere di rito". Nel periodo compreso tra luglio 2005 e giugno 2006 per tenere in piedi i consigli di quartiere sono stati spesi quasi 260.000 euro. Le indennità riconosciute ai presidenti ammontano a 164.000 euro, cui si sommano altri 14.000 euro d'Irap e 8.300 euro di contributi previdenziali. Per i gettoni di presenza riconosciuti ai consiglieri circoscrizionali sono stati spesi 66.600 euro e 5.700 euro di Irap. Senza contare gli stipendi degli impiegati, gli affitti e le spese amministrative delle circoscrizioni. "Eccezion fatta per la novità del milione di euro - conclude Marchioro - a ciascun quartiere vengono riconosciuti solo contributi minimi per le manutenzioni. Non possiamo incidere nelle decisioni importanti. Se poi consideriamo che il Comune spende fior di quattrini per pagare i mediatori che conducono i laboratori partecipati con i cittadini, c'è davvero da chiedersi a che servano i consiglieri e il presidente di quartiere. Tanto più che le circoscrizioni vengono spesso saltate a piè pari e ignorate da associazioni e comitati che preferiscono relazionarsi direttamente con palazzo Moroni". Alle cifre sopra esposte, sono da aggiungere le buste paga e i costi per il mantenimento del settore Decentramento, con il caposettore e i suoi impiegati comunali. Dal bilancio sociale comunale relativo al 2004 risulta che i costi per la funzionalità dei quartieri ammontano a 95.000 euro annuali". (Cristiana Boggian).


I democratici del liberismo compassionevole (sezione: Costi dei politici)

( da "Manifesto, Il" del 20-11-2007)

 

I democratici del "liberismo compassionevole" Il lato oscuro della società "low cost". Un pamphlet di Massimo Gaggi e Edoardo Narduzzi per Einuadi sulla "Piena disoccupazione" BenOld La società low cost sarà pure il regno delle opportunità, ma le le diseguaglianze hanno raggiunto un punto di non ritorno per la democrazia liberale. È il nuovo mantra degli agit prop del "meno stato più mercato" che, fulminati sulla via di Damasco, invocano ora la mano visibile dell'intervento pubblico per rendere meno esplosive diseguaglienza tra ricchi e poveri. Ed è quanto auspicano anche Massimo Gaggi e Edoardo Narduzzi in un pamphlet da poco pubblicato da Einuadi che ha l'invitante titolo Piena disoccupazione (pp. 165, euro 14,50), che inizia là dove era terminato il precedente La fine del ceto medio e la nascita della low cost. I due autori - Gaggi è inviato del Corriere della sera, Narduzzi un docente universitario che oltre a salire in cattedra fa anche l'imprenditore - non sono ovviamente dei convertiti al keynesismo. Semmai sono interessati a quel "liberismo compassionevole" che ha molti seguaci nel neonato partito democratico di Walter Veltroni, ma anche autorevoli rappresentanti in quello statunitense. Tutti siamo potenzialmente dei disoccupati, sostengono a ragione gli autori, ma sopratutto siamo dei precari che passano da un lavoro all'altro spesso con salari poco al di sopra della soglia della povertà. Come non concordare con queste premesse. Il problema da risolvere è quel salario che rimane al palo e che negli Stati Uniti ha fatto parlare di working poor e di underclass. Cosa fare?, si domandono i due autori. La strada da loro indicata è appunto quella del "liberismo compassionevole", espressione che non usano perché connotata politicamente a destra, ma che costituisce la loro bussola. Da qui la proposta di una riqualificazione della scuola di base e dell'università, perché la conoscenza sarà l'arma vincente del futuro. I due autori non si sbilanciano, ma tra elogio dell'eccellenza, critica della casta dei docenti e invito ad applicare criteri imprenditoriali alla gestione delle università si deduce che un sistema misto tra pubblico e privato sia la soluzione migliore. Per quanto riguarda un altro caposaldo del welfare state, cioè il servizio sanitario nazionale, Gaggi e Narduzzi considerano immorale che una parte della popolazione non abbia la possibilità di curarsi. Per questo lo stato deve garantire tale possibilità. Come farlo? Anche qui le proposte sono vaghe, ma c'è da scommettere che una sana competizione tra pubblico e privato sarebbe ben vista. Idem per la pensione. E infine il quesito più spinoso: cosa fare con l'esercito sempre più numeroso di chi percepisce un salario poco al di sopra della soglia di povertà e spesso percepito saltuariamente? Gaggi e Narduzzi guardano con simpatia alla proposta del guru neoliberista Milton Friedman, in particolare modo quando l'economista di Chicago proponeva una sorta di voucher erogato dallo stato per i woking poor con il quale acquistare servizi e beni. Non è la nuova la tendenza di molti opinion makers a invitare la sinistra a diventare neoliberista. Lo ha fatto di recente Francesco Giavazzi ne Il liberismo è di sinistra (Saggiatore), ma questo libro registra l'erosione del consenso del neoliberismo, consenso che può recupare solo se si dota di una politica sociale, come suggeriscono le teste d'uovo del neonato partito democratico. Uno degli elemeni meno discussi del recente protocollo sul welfare state riguarda, ad esempio, i cosiddetti ammortizzatori sociali che dovrebbero mitigare la condizione di subalternità dei precari "permanenti ed effettivi". I diritti sociali di cittadinanza e l'erogazione di un reddito di esistenza costituiscono dunque un terreno di conflitto che rimane spesso deserto o occupato dai tecnocrati di Bruselles o o di quelli "indigeni" per promuovere il "liberismo compassionevole". È tempo di occupare quel terreno e sottrarlo ai democratici.


Fondi regionali per le sagre Consiglieri di nuovo all'attacco (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 20-11-2007)

 

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2007-11-20 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE Le tabelle Cancellate dall'assessore regionale Luigi Nieri Fondi regionali per le sagre Consiglieri di nuovo all'attacco I malumori tra i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione non si sono mai placati da quanto in estate Luigi Nieri (Prc), assessore al Bilancio, annunciò che nel Documento di programmazione economica e finanziaria della Regione (Dpefr) 2008-2010 sarebbero stati cancellati i fondi per feste, sagre e commemorazioni (350 mila euro a disposizione di ogni eletto alla Pisana). I finanziamenti, conosciuti anche come "tabelle A e B" rivolte a "iniziative sportive, culturali e sociali" sono stati cancellati dalla giunta Marrazzo che ha così voluto eliminare ogni privilegio nell'ambito del dibattito sui costi della politica. Un segnale forte, chiaro, di indubbia discontinuità con il passato, per dire una volta per tutte che i contributi a pioggia non si sarebbero ripetuti. Oggi però comincia nella Commissione Bilancio della Pisana l'esame del Dpefr, che è sempre un documento di indirizzo. In altre parole la giunta regionale teme che possa crearsi un'intesa trasversale tra consiglieri della Cdl, del Pd e della sinistra radicale capace di ripristinare le tabelle sotto mentite spoglie. Ad esempio potrebbe esserci lo spazio, magari con qualche emendamento in aula, per tutelare e sostenere opere di interesse pubblico che riguardano amministrazioni comunali e provinciali, spiega con cautela un consigliere di maggioranza che preferisce rimanere anonimo. E questi provvedimenti potrebbero essere approvati nella Finanziaria regionale "perchè altrimenti si svuola il Consiglio di ogni spazio di manovra...", aggiunge. Oppure alcuni progetti potrebbero essere inclusi tra quelli promossi da qualche assessorato per rispettare le realtà territoriali. "Ci sono alcune piccole amministrazioni comunali - fanno notare dall'opposizione - che senza questi fondi non avrebbero risorse da investire per promuovere il turismo e l'economia locale ed aiutare i giovani a trovare un lavoro". Su questo argomento, però, Marrazzo, Nieri e il resto del governo locale si giocano la faccia: "Le sagre del pane e dell'uva, lo stage di karate, la festa dei camperisti oltre alle commemorazioni garibaldine saranno pure eventi degni di rispetto - disse in estate Nieri - ma se si chiedono sacrifici ai cittadini e si aumenta l'Irpef e l'Irap ci si deve rendere conto che anche il mondo della politica non può e non deve essere immune da sacrifici". Anche pensando a questo il presidente del Consiglio regionale, Guido Milana, appoggiato da Marrazzo, ha promosso nei mesi scorsi una moratoria sugli stipendi di eletti e assessori alla Pisana. \\ Luigi Nieri Se si chiedono sacrifici ai cittadini deve farli anche il mondo della politica F. D. F.


Commissione parlamentare visita il San Raffaele (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 20-11-2007)

 

Commissione parlamentare visita il "San Raffaele" Questa mattina dalle 10 alle ore 13.30 la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla qualità e l'efficienza del Servizio Sanitario Nazionale effettuerà un sopralluogo nella provincia di Frosinone per visitare il Reparto R.A.I. (Riabilitazione ad Alta Intensità) del San Raffaele Cassino (via G. Home Frosinone prec Contenuti correlati Incuriosito dalle confidenze di un giornalista parlamentare, ... Raffaele Pepe e l'arte di fare agricoltura Il lavoro parlamentare di Zaccheo determinante per il "risarcimento" Ieri mattina, presso il Palazzo comunale, visita da parte ... VITERBO Visita del Presidente della Repubblica per ... In casa e nell'auto di Raffaele la polizia col luminol Di Biasio n 1). L'Unità Operativa della struttura, accreditata con il servizio sanitario nazionale e diretta dal dottor Marco Sarà, è deputata alla presa in carico di pazienti affetti da compromissione severa del sistema nervoso centrale ed ha recentemente richiamato l'attenzione della stampa nazionale grazie ad alcune ricerche che hanno consentito di risvegliare degenti in stato vegetativo. Al centro dell'indagine della Commissione parlamentare l'approfondimento di questioni quali eutanasia e testamento biologico. Attesi il senatore Antonio Tomassini, medico e Presidente della Commissione, il senatore Daniele Bosone medico e Relatore indagine comi vegetativi, la senatrice Sandra Monacelli, Relatore indagine comi vegetativi, il senatore Paolo Bodini ed il senatore Cesare Cursi. 20/11/2007.


COMUNE MATERA, GETTONI DI PRESENZA ALLA FAMIGLIA PERNIOLA (sezione: Costi dei politici)

( da "Basilicanet.it" del 20-11-2007)

 

11.16.22 [Basilicata] Il Consiglio Comunale di Matera, nella riunione di lunedì 19 novembre scorso, ha destinato il gettone di presenza al sostegno e all'assistenza delle famiglie di Picciano B danneggiate dal crollo a seguito del crollo di una palazzina rurale, approvando così all'unanimità la mozione presentata dai gruppi consiliari di An, Forza Italia e Udc. "Il Comune ha detto il Sindaco Emilio Nicola Buccico -, che si stringe attorno al dolore e alla sofferenza che ha colpito la famiglia Perniola, intende intervenire sotto due profili: in primo luogo garantendo assistenza e conforto alle famiglie danneggiate, per cui sono state già avviate diverse campagne di solidarietà, ed in secondo luogo avviando una riflessione su queste aree marginali della città e di discutere su quali azioni attivare per il recupero e la riqualificazione del borgo". A questo proposito, verrà istituita una commissione ad hoc che verificherà la situazione e valuterà gli aspetti sui quali intervenire. Il Consiglio, invertendo l'ordine dei lavori, ha quindi approvato gli atti di indirizzo sull'alienazione di circa 200 alloggi demaniali di proprietà comunale che potranno essere acquistati dagli occupanti. (bas - 04).


<Caro Napolitano, restituiamo le fasce tricolori> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 20-11-2007)

 

All'iniziativa aderiscono 174 sindaci, trentacinque in Veneto ma il numero è destinato a crescere. E il 1° dicembre manifestazione a Roma "Caro Napolitano, restituiamo le fasce tricolori" Clamorosa azione di protesta dei Comuni che confinano con Regioni "speciali", Svizzera e Austria: "Per noi nessuna attenzione" Venezia"Caro presidente Napolitano, la invitiamo a venire a gestire i nostri Comuni, a dare le risposte ai nostri cittadini. Saprà lei trovare le ennesime parole per rispondere a chi domani non avrà più dove mandare i figli, case vuote e abbandonate, intere vallate spopolate. Queste 174 fasce tricolori attendono una dignitosa risposta, così come dignitoso e devastante è quanto può significare il fatto che oltre 100 sindaci le consegnano i propri municipi". Comincia così la lettera che accompagnerà le 174 fasce tricolori di altrettanti sindaci di Comuni di confine (già 35 le adesioni pervenute dal Veneto) che saranno recapitate in segno di protesta al Quirinale per finire sulla scrivania del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiedere il mantenimento degli accordi che il Governo aveva preso con Asscomiconf, l'Associazione dei Comuni di confine, per arginare i disagi socio-economici che gravano sui comuni che confinano con le Regioni autonome e gli Stati di Svizzera e Austria. La spedizione avverrà lunedì prossimo da Milano al termine di una conferenza stampa prevista in piazza Duomo e per il 1. dicembre è annunciata una manifestazione a Roma dove arriveranno oltre cento pullman dal Nord Italia."Abbiamo una lettera della ministra Lanzillotta che si impegnava a nome del Governo a provvedere urgentemente con politiche d'attenzione per le nostre problematiche - ricorda gli impegni del Governo Marco Scalvini, sindaco di Bagolino, in provincia di Brescia, e presidente di Asscomiconf - Mi sono recato a Roma per un incontro al ministero e dopo aver fatto anticamera il capo di gabinetto mi annunciava che l'incontro veniva rimandato per questioni di protocollo. Stiamo aspettando da due settimane e nessuno si è fatto vivo". "Abbiamo presentato quindici emendamenti alla Camera sul decreto fiscale tramite i gruppi parlamentari trasversali di Forza Italia, Verdi, Alleanza nazionale, Lega e Udeur e sono stati tutti bocciati - ricorda ancora Scalvini - L'emigrazione, il pendolarismo, gli asili, le scuole e i servizi sociali hanno un colore? Se di colore si parla è solo il grigiore di uno Stato spesso padrone e quasi mai padre. Basta con questa politica di schieramenti e di contrasti che non porta mai soluzioni".E il Veneto, che conta una cinquantina di Comuni interessati, sarà sicuramente in prima fila in questa battaglia. "Il malcontento è molto grande e abbiamo avuto modo di verificarlo ad Adria venerdì scorso durante il nostro consiglio regionale - spiega Vanni Mengotto, presidente dell'Anci veneta - Esiste una situazione di grande sofferenza e non solo tra i Comuni di confine in quanto il dato aggiuntivo che è emerso coinvolge tutta una fascia di Comuni di "retroguardia". Ed è in relazione, ma non solo, alle dimensioni demografiche che si trovano in estrema difficoltà. I Comuni più piccoli hanno enormi problemi per quanto riguarda i trasferimenti, quelli un pochino più grandi, sopra i cinquemila abitanti e che rientrano nel patto di stabilità, hanno ulteriori difficoltà sui vincoli di bilancio e del patto stesso, che paradossalmente creano più difficoltà ai Comuni virtuosi che agli altri". L'Anci del Veneto quindi sposa in pieno l'iniziativa di Asscomiconf. "In questo momento purtroppo - aggiunge Mengotto - c'è in atto una politica denigratoria nei confronti degli enti locali: pare che gli sprechi avvengano nella Comunità montana o nel Comune e probabilmente a Roma non sanno quanto guadagna un consigliere comunale o l'assessore di un Comune di mille abitanti dove il consigliere, con il gettone di presenza, si prende il caffè. Non credo quindi che si risolva il problema italiano della finanza pubblica con azioni sugli enti locali, i baratri della finanza pubblica sono da tutt'altra parte"."L'insofferenza nasce anche da questo - sottolinea ancora il presidente dell'Anci veneto - non solo dal dato economico. Le indicazioni che ci sono venute dalla riunione di Adria sono quelle di far sentire la nostra voce e questo è venuto in maniera trasversale da enti gestiti dal centrodestra come dal centrosinistra: in Veneto su questo aspetto non c'è alcuna differenza".Ma l'Anci veneto non pensa solo alle proteste. "Vorremmo assieme al Friuli Venezia Giulia e al Trentino Alto Adige creare un forte coordinamento delle municipalità del Nordest - conclude Vanni Mengotto - E se su questa linea si muoverà anche la Lombardia, saremo ben lieti di fare sentire la voce del Nord perchè ci sono disagi che a livello nazionale non sono compresi, ma che sono evidentissimi nelle nostre realtà, e che si rischia di sottovalutare. Si tratta di indicatori che vengono dagli enti locali e sottovalutarli significa non considerare ciò che pensa il cittadino di cui il sindaco è il portavoce. Il malessere dei sindaci non è di chi amministra, ma è il malessere della comunità che rappresenta".Giuseppe Tedesco.


Il Cavaliere rilancia la Lega e deprime Fini Alessandro Casarin (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 20-11-2007)

 

Da domenica si respira aria di un nuovo "27 marzo 1994" fra la gente di centro destra. "Via i parrucconi della politica", è la stessa frase, o meglio lo stesso significato di un altro slogan sempre ripetuto nelle prime interviste dell'allora imprenditore di Arcore, quando alla vigilia di quel "27 marzo" diceva di scendere in campo per mandare a casa "i mestieranti della politica". E' questo il linguaggio che piace alla gente, non per la parte di populismo che contiene, ma per quella voglia di "novità" che prospetta. Ed è anche il risultato di una lunga campagna che ha preso il nome di Antipolitica. Si dirà: ora come nel '94, Berlusconi - con questa seconda intuizione rivoluzionaria - raccoglie i frutti seminati da altri. Allora da Mariotto Segni, oggi dal libro di Stella e Rizzo, da Montezemolo e Grillo, da un po' di magistratura televisiva e da quella Michela Vittoria Brambilla che, guarda la fortuna, domenica era al fianco del Cav. in piazza San Babila. Abbiamo parlato di "aria di 27 marzo" perché il Partito del Popolo della Libertà è un segnale di freschezza nella palude di un Governo che si regge sulle stampelle di ultraottuagenari senatori a vita. Anzitutto perchè, come nel '94, il progetto di Berlusconi ha già centrato due obiettivi invocati come il pane dalla gente: semplificazione del quadro politico e nuova legge elettorale. Riduzione delle forze politiche. Il partito del Popolo riunirà dentro di sé Forza Italia, la Destra di Storace, la Fiamma della Mussolini, la Dc di Rotondi, l'edera di La Malfa. Cinque partiti in uno. E se guardiamo dentro agli ultimi quattro, possiamo notare che sono il frutto di scissioni: da An, dall'Udc e dal Pri. Tutto ciò è anche il risultato di un lavorìo che viene da lontano dello stesso Cav.; ora si spiegano i nervi a fior di pelle di Gianfranco Fini. Non voliamo con la fantasia se ipotizziamo un'altra "fuga" dall'Udc, questa volta del più berluscones dei centristi, il ruspante Carlo Giovanardi: per lui è pronto il simbolo che vale oro della Dc di Giuseppe Pizza, lo storico scudocrociato di degasperiana memoria. Magari con presidente Lamberto Dini da cui dipende il futuro di questa legislatura. Il secondo obiettivo che ha già centrato il partito del Popolo è l'indicazione del sistema tedesco per la nuova legge elettorale. Ciò avvia il dialogo, fermo da diciotto mesi, tra centro-destra e centro-sinistra. Ma non solo: la Lega nord contraria da sempre al Partito Unico, vede nel tedesco l'elisir di lunga vita politica. Lo immaginate Bossi che grazie al "tedesco" può far correre in piena autonomia il suo Caroccio su e giù per le valli del nord? Magari al grido di "Roma ladrona, Padania Libera". Altro che soglia al 4 o 5 per cento! Dopo il voto, conoscendo l'intesa affettiva tra il Cav. e il Senatùr, l'accordo di governo sarà più che probabile. Anche perché, come ha già rilevato Nicola Piepoli, da solo il partito del Popolo vale un 27 per cento, con i partitini scissionisti sfiora il 35: totale, con la Lega, oltre il 40 per cento. Tirate le somme, chi sta peggio è Fini: dove va se il bipolarismo è finito? Invece Casini, alleato con Mastella, supererà la soglia di sbarramento. E a due democristiani non si deve insegnare a quale porta bussare.


Vogliamo una commissione d'inchiesta L'opposizione boccia la relazione del presidente Carioni sullo scandalo tangenti (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 21-11-2007)

 

"Vogliamo una commissione d'inchiesta" L'opposizione boccia la relazione del presidente Carioni sullo scandalo tangenti di CORRADO CATTANEO ? COMO ? "DARE MANDATO alla conferenza dei capigruppo e all'ufficio di presidenza di formulare una proposta di delibera, ai sensi e con i contenuti previsti dall'articolo 43 del regolamento del Consiglio provinciale, per l'istituzione di una Commissione di indagine entro il 3 dicembre 2007". E inoltre l'impegno da parte del presidente della Provincia, Leonardo Carioni, a non riattribuire la delega relativa al Turismo - avocata a sé nei giorni scorsi - sino al termine dei lavori della costituenda Commissione. Sono queste le richieste delle opposizione in Consiglio provinciale - Ulivo, Rifondazione comunista e Lista civica Territoriale - formulate durante la seduta di ieri in una mozione consegnata al presidente del Consiglio, Ferdinando Mazara, dal capogruppo dell'Ulivo Mauro Guerra. UNA SEDUTA che si è aperta con una lunga relazione da parte del presidente Carioni che ha voluto rispondere all'interpellanza presentata dalle stesse opposizioni che gli chiedevano una valutazione riguardo all'operato della Giunta attuale e di quella precedente in relazione alle vicende oggetto dell'indagine su truffa e corruzione per il lido di Menaggio, e le sue intenzioni sul futuro del settore Turismo "secondo nuove linee di indirizzo che non lascino spazi a finanziamenti a pioggia e politiche di sottogoverno", come si legge sull'interpellanza. A QUESTO Carioni ha risposto ammettendo che "qualche modifica va fatta, possiamo correggere e andare verso altre forme di finanziamento visto che la mia opinione personale è quella che il sistema attuale abbia evidenziato nervi scoperti nel controllo delle spese e nell'assegnazione degli appalti. Forse la commissione Turismo, opportunamente investita dell'onere, può essere la strada giusta". La sua relazione è però stata improntata soprattutto a smorzare i toni della bufera che sta soffiando sulla politica comasca: "Ritengo che l'operato della Giunta precedente e di quella attuale sia stato e sia corretto avendo come suo fine esclusivo la promozione e il miglioramento del turismo quale motore per il sostegno dell'economia e dell'occupazione", ha detto, aggiungendo di ritenere che "pertanto la Giunta nel suo complesso ha operato bene quando ha proceduto alla costituzione del Sistema Turistico del Lago di Como". Carioni ha quindi ribadito come "non ci sia bisogno di cambiare le linee programmatiche, ma che si debba provvedere all'erogazione di contributi significativi con l'emissione di bandi che garantiscano, sulla scorta di criteri predefiniti e trasparenti, la partecipazione di tutti i soggetti interessati e l'erogazione dei contributi secondo regole di piena concorsualità e premiando la qualità dei progetti", pur dicendosi "comunque disponibile ad un confronto con tutti, per modifiche, miglioramenti, aggiustamenti del sistema turistico e anche alla sua eliminazione, se ciò corrispondesse all'interesse pubblico e in particolare alle esigenze di promozione del turismo". RELAZIONE bocciata sonoramente dalle opposizioni. Definita "pilatesca, fragile e debole" da Fabio Moltrasio, della neonata Costituente socialista, ma criticata anche da Renato Tettamanti di Rifondazione, per cui "si deve ancora fare chiarezza sui tanti punti ancora oscuri della vicenda", e dallo stesso Guerra: "Comunque la si pensi questa vicenda segnala una responsabilità politica grande come una casa da parte della Provincia che non ha saputo governare la politica dei finanziamenti. Con la commissione non vogliamo riproporre la Santa inquisizione, ma vogliamo parlare con voi di politica". Negli interventi della maggioranza, invece, la commissione di indagine è stata bocciata a favore dell'investimento della questione alla sola commissione Turismo. Bocciatura confermata dalla votazione finale, 16 no contro 8 sì. - -->.


La Corte dei Conti: corre troppo la spesa per gli statali (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 21-11-2007)

 

Edizione: 21/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO STIPENDI CRESCIUTI DEL 4,5% IN UN ANNO La Corte dei Conti: corre troppo la spesa per gli statali ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei conti convocata in audizione alla Commissione affari costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei conti parla più volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso "in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%".


Statali, corre la spesa (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 21-11-2007)

 

Edizione di Mercoledì 21 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl La Corte dei conti. Monito dei magistrati, meno preoccupanti gli oneri della casta Statali, corre la spesa 'Retribuzioni aumentate del 4,5% all'anno' di Manuela Tulli ROMA ? Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero bubbone della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei Conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta 'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il 'cahier de doleances'. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso "in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%". Lazzaro ha rilevato che è il risultato degli "insuccessi della politica nel controllo" delle dinamiche retributive. Altro problema è legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle "continue deroghe" per il personale. Infine la Finanziaria 2008. Sui costi della politica alcune misure sono "di rilievo" ancorchè "non esaustive".


VORREI dire la mia nella discussione sui gettoni di presenza dei consiglieri nelle commissioni co (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-11-2007)

 

Munali e provinciali. Cari consiglieri, non affannatevi a cercare argomenti a difesa dell'attuale sistema, o meglio, del vergognoso andazzo che si è creato. Sotto il profilo legale, chi firma la presenza per incassare il gettone e poi se ne va senza partecipare ai lavori rasenta la denuncia. Risolvete il problema, e fatelo in fretta. L'antipolitica e il qualunquismo rischiano di sommergerci. Marco Sandoni - -->.


Gettoni d'oro e società fantasma - emanuele lauria (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

 

Pagina III - Palermo IL CASO L'amministrazione fa i conti del costo dei consiglieri. E annuncia la riduzione delle strutture Gettoni d'oro e società fantasma i protagonisti Tre milioni l'anno per le spa regionali. Una non ha neanche la sede EMANUELE LAURIA Tre milioni di euro. è la spesa annua sostenuta dalla Regione per i compensi dei consiglieri d'amministrazione delle sue società: ventidue quelle sorte negli ultimi anni. L'amministrazione si è ora decisa a dare un taglio a questi enti, che a volte - è il caso della Risem, una società che si occupa di ricerca e innovazione - non hanno neppure una sede dove riunirsi. Quella cifra, tre milioni, erogata per le indennità di una pletora di parlamentari trombati e burocrati di chiara fama, non tiene ancora conto delle due spa in fase di decollo - chiamate a occuparsi di turismo e di cinema - ed è stata appena intaccata dal taglio alle retribuzioni deciso dal governo regionale il primo ottobre. La gran parte delle retribuzioni è rimasta infatti al di sotto del tetto posto dalla giunta. Al dipartimento Bilancio risulta che solo i presidenti della Sicilia Patrimonio Immobiliare e dell'Azienda siciliana trasporti, Carlo Sorci e Vincenzo Giambrone, hanno ridotto i propri compensi, che ammontavano rispettivamente a 120 mila euro e a 96.700 euro annui. Ma ora c'è l'esigenza di mettere ordine nella costellazione delle società per azioni partecipate dalla Regione. La misura è colma, insomma. E se ne è resa conto la stessa amministrazione, che ha messo su carta un piano per ridurre, attraverso operazioni di accorpamento e fusione, il numero delle società. Da qui a tre mesi dovrebbero chiudere o essere dismesse le partecipazioni della Regione in almeno tre enti. Dell'iniziativa ha parlato ieri mattina il ragioniere generale della Regione, Enzo Emanuele, con il governatore Salvatore Cuffaro. Il presidente, pur esprimendo perplessità sul risparmio complessivo derivante da questa manovra, ha comunque dato il suo via libera. "Dobbiamo razionalizzare questo settore", si limita a dire Emanuele. Fra i presidenti delle società molti ex parlamentari, alcuni ricompensati per le recenti delusioni elettorali. Dall'ex presidente della Regione Mario D'Acquisto (Italia Lavoro Sicilia) allo stesso Giambrone, già deputato forzista, passando da Silvio Liotta (Serit Sicilia) e dall'ex segretario regionale dell'Udc Domenico Sudano (Riscossione Sicilia). Emanuele, il 14 settembre scorso, ha firmato una circolare con cui ha chiesto a tutti gli assessorati di far conoscere attività, bilanci e numero di componenti delle società di loro competenza. Le risposte, sinora, sono state parziali. Sotto la lente d'ingrandimento ci sono soprattutto le società nell'orbita dell'assessorato alla Cooperazione. A cominciare dalla Risem, che stando alle ultime comunicazioni fornite dalla Regione sul proprio sito conta ben 11 consiglieri d'amministrazione (il presidente è l'ex assessore provinciale messinese Giacomo Fusco dell'Udc, che guadagna 36 mila euro l'anno) ma sulla cui attività lo stesso ragioniere generale confessa di sapere ben poco. L'assessore Nino Beninati ammette: "Ho ereditato questa struttura dal mio predecessore e mi sono reso conto abbastanza presto che c'era qualche difficoltà operativa: è una società di cui fanno parte quattro assessorati che non ha neppure una sede. Dal momento della sua fondazione, nel 2006, ha realizzato solo un paio di progetti commissionati dal dipartimento Pesca. Ho segnalato la situazione al presidente Cuffaro - dice Beninati - e mi risulta che da qualche mese siano state congelate le indennità. In ogni caso, proprio qualche giorno fa ho disposto la riduzione del numero dei consiglieri, da 11 a 5. Cosa farne? Secondo me la Risem può essere utile, se utilizzata come struttura di consulenza della Regione nella prossima fase di avvio dei distretti produttivi. Ma ne discuteremo in giunta". Ma nel novero delle società regionali entrerà presto Sviluppo Italia Sicilia, della quale la Regione acquisirà il 100 per cento delle azioni dopo la trasformazione della capofila Sviluppo Italia in agenzia. E non saranno toccate le società direttamente collegate al dipartimento Bilancio, Sicilia Innovazione e Sicilia Servizi, che Emanuele considera i più preziosi fra i gioielli di famiglia. E che. per l'informatizzazione degli uffici e lo sviluppo delle nuove tecnologie, gestiscono qualcosa come 300 milioni di euro fra fondi statali ed europei.


Dopo l'aggressione ai finanzieri il sindaco convoca la comunità cinese (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 21-11-2007)

 

MIRANDOLA CHIESTO L'INTERVENTO DEL PREFETTO: VENERDI' UN VERTICE Dopo l'aggressione ai finanzieri il sindaco convoca la comunità cinese ?MIRANDOLA? AGGREDITI, presi a calci e pugni da una decina di cinesi. E' successo domenica scorsa a tre finanzieri del comando di Mirandola impegnati a controllare i tanti ambulanti presenti alla fiera mercato di Franciacorta. Uno di questi, di nazionalità cinese, è stato ripreso perché non rilasciava lo scontrino fiscale. A quel punto, l'ambulante ha cominciato a urlare richiamando altri connazionali e in pochi secondi i militari sono stati accerchiati da una decina di cinesi, e picchiati. SOLTANTO GRAZIE all'interno dei carabinieri di Medolla, richiamati sul posto da alcuni visitatori di Franciacorta, allarmati per quanto stava accadendo, i finanzieri sono stati salvati e trasportati al pronto soccorso dell'ospedale di Mirandola. Due di loro hanno riportato la frattura del polso e la prognosi è rispettivamente di un mese e di sei giorni. A carico degli immigrati responsabili dell'aggressione è scattata la denuncia per resistenza, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale. Intanto, mentre molti notano che i controlli delle Fiamme gialle sono meno frequenti di quanto sarebbe necessario e i commercianti mirandolesi invocano "maggiori e più interventi della Guardia di Finanza ai tanti cinesi e ambulanti abusivi, che da anni la fanno da padroni", il sindaco Luigi Costi ha inoltrato ai finanzieri aggrediti la solidarietà dell'amministrazione e della città, e ha convocato d'urgenza i responsabili della comunità cinese, "dai quali ? dice ? ci aspettiamo una reazione chiara e ferma contro i loro connazionali". LO SPETTRO dei recenti fatti di Milano, con gli ambulanti cinesi abusivi in rivolta spinge l'amministrazione comunale a prendere subito misure controffensive: "E' gravissimo quanto accaduto ? dichiara il sindaco ? e i responsabili vanno puniti con la massima severità. I mirandolesi sono culturalmente civili, accoglienti e rispettosi e chi decide di vivere o lavorare qui deve sapere come deve comportarsi. Nessuno deve pensare che le leggi, comprese quelle economiche e fiscali, possano essere violate senza conseguenze. Ineccepibile appare in questo senso il comportamento della Guardia di Finanza". Il colonnello Alberto Giordano, comandante provinciale della Guardia di Finanza da parte sua avverte: "Sono rimasto spiacevolmente colpito, mi auguro che rimanga un episodio isolato. Non permetteremo a nesssuno, stranieri o italiani, di creare una zona franca, e ci comporteremo con la dovuta fermezza". L'Amministrazione locale fa sapere che "la coppia di ambulanti alla quale era stata contestata, tramite verbale, la mancata emissione dello scontrino era già stata colpita da una sospensione dell'attività a seguito di episodi analoghi. "Da parte nostra ? conclude Costi ? aumenteremo i controlli dei vigili".. Nella giornata di ieri, Costi ha telefonato al viceprefetto vicario, Mario Ventura, il quale aveva già convocato per venerdì un incontro interforze per prendere le necessarie contromisure. Viviana Bruschi - -->.


Tursi, forza italia resta sola e la destra vota con rifondazione - donatella alfonso (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

 

Pagina VIII - Genova Primi effetti dello strappo di Berlusconi: chi mandare a Roma per Bagnasco cardinale? Tursi, Forza Italia resta sola e la Destra vota con Rifondazione il caso lo strappo Scelta la biasottiana Lilli Lauro e non il forzista Emanuele Basso con i voti di Lega, An e dei comunisti il gettone Slitta ancora l'aumento del gettone di presenza alle sedute consiliari fermo a 92 euro lordi tra i più bassi DONATELLA ALFONSO L'OCCASIONE è elevata (la nomina di uno dei due rappresentanti del Comune al concistoro in cui l'arcivescovo Angelo Bagnasco riceverà la porpora cardinalizia) ma la lite sfiora la farsa e fa pensare che anche Genova, tradizionale città-laboratorio della politica, confermi, attraverso episodi di scontri locali, la fine della Casa delle Libertà. Sarà colpa delle ondivaghe posizioni del cavalier Berlusconi e dell'incerto destino di Forza Italia, già oggi partito del Popolo delle Libertà, ma il centrodestra a Tursi si spacca sul nome del suo rappresentante a Roma; e, aiutata dai voti della sinistra, viene inviata in Vaticano, insieme all'ulivista Maria Rosa Biggi, unitariamente scelta dalla maggioranza, la biasottiana Lilli Lauro (candidata anche da An e Lega) invece che il forzista Emanuele Basso, indicato dai suoi. Fra le due proposte, messe ai voti in conferenza dei capigruppo, esce la Lauro con un voto bipartisan e trasversale tra laici e cattolici, che ottiene anche i sì di Prc, Pdci e Italia dei Valori mentre si è astenuto il capogruppo dell'Ulivo, Simone Farello. Ed Enrico Musso? L'ex sfidante della Vincenzi, ora sciolto dai partiti della coalizione cui ancora appartiene, ha votato Lauro, ma ha poi spiegato di non essere stato informato dell'esistenza di due candidati "altrimenti mi sarei astenuto". "Questo episodio segna la fine della Casa delle Libertà" ha commentato decisa il capogruppo di Fi, Raffaella Della Bianca. "Se Forza Italia continuerà a voler prendere decisioni unilaterali, come la nomina di Pizio all'Aicre, il dialogo sarà impossibile. Se invece sono disponibili a cambiare atteggiamento da parte nostra c'è massima apertura a ricucire lo strappo" è la risposta del capogruppo Praticò di An. Musso cerca, invece, la mediazione, con un tavolo di discussione "per evitare altri malintesi". Ma la lite si allarga oltre la minoranza. Forza Italia attacca il presidente del Consiglio, Giorgio Guerello: Della Bianca firma una lettera aperta sostenendo l'inammissibilità del voto su questa materia in Conferenza dei capigruppo, contestando la partecipazione al voto dei capigruppo di maggioranza. Guerello si infuria: "Non abbiamo fatto altro che applicare il regolamento, articolo 45 comma 2, dopo aver chiesto il parere tecnico del segretario generale Danzì. E' imbarazzante definire scorretta l'applicazione della norma che regola i lavori del Consiglio". I capigruppo, peraltro, non raggiungono l'intesa nemmeno per i propri interessi, cioè l'adeguamento del gettone di presenza in consiglio, cui sta lavorando una commissione ristretta, di cui fanno parte tra gli altri i due vicepresidenti Gagliardi (Fi) e Scialfa (Prc). Si discuterà in aula la prossima settimana, perché il problema è reale, concordano tutti: dopo il taglio del 10% nel 2006, i consiglieri genovesi sono i meno pagati d'Italia tra le grandi città, e se si vuol lavorare bene, tempo se ne impegna molto. Ma siccome l'aumento sarebbe una spesa, come si fa? Bisogna decidere entro il 30 novembre: se non si raggiunge l'intesa, anche per il 2008 il gettone resta a 92 euro. Lordi.


Stop ai finanziamenti privati per i posti di ricercatore - ilaria venturi (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 21-11-2007)

 

Pagina IX - Bologna Bloccati da sei mesi per il rischio di conflitti di interesse. Il rettore: "Occorre assicurare massima trasparenza, il Senato lavora alle regole" Stop ai finanziamenti privati per i posti di ricercatore Il sindacato: i problemi maggiori con i soldi che arrivano dalle case farmaceutiche ILARIA VENTURI I finanziamenti esterni per posti da ricercatore e nuove cattedre? Bloccati. Da almeno sei mesi. "Occorre assicurare la massima trasparenza, il senato accademico ci sta lavorando, tra le ipotesi c'è quella di costruire figure di ricercatori a tempo", annuncia il rettore. Nella corsa dei privati sulla ricerca l'Alma Mater cerca regole. E il dibattito interno, per ora a livello di commissione d'Ateneo, è acceso. Sotto accusa il sistema attuale. Gli atenei possono ricevere da enti, imprese o fondazioni esterne fondi per bandire i posti; a Bologna è stata fissata una donazione minima pari al pagamento dello stipendio per sei anni, poi il ricercatore è automaticamente assunto dall'Università. I più agguerriti a dare battaglia contro questo meccanismo sono gli studenti del Sindacato indipendente. "Il problema legato a questi finanziamenti esterni è duplice" spiega Paolo Bailo, voce del gruppo. "Potrebbe succedere che una grande industria medico - farmaceutica che produce valvole cardiache decida di finanziare un posto da ricercatore a Medicina con lo scopo di avere in seguito risultati di laboratorio targati dall'Università e favorevoli alle sue valvole; oppure che una fondazione esterna tenti così di far entrare nel mondo universitario persone vicine alle colorazioni politiche dei finanziatori. Sono solo esempi". Il Sindacato studenti sta mettendo a punto una proposta: contratti a tempo, su progetti di ricerca definiti, la valutazione al termine, ma nessun obbligo da parte dell'Ateneo di tenere il ricercatore. "Riguarderà solo i casi di finanziamenti esterni, non vogliamo certo incentivare il precariato nella ricerca", precisa Bailo. Nella sesta commissione il preside Alberto Destro ha proposto di portare la durata minima del finanziamento a undici anni, il prorettore alla Romagna Guido Gambetta ha avanzato l'idea di un albo speciale degli enti e delle fondazioni "sicure" dal punto di vista etico e una commissione di vigilanza per chi non è nella lista. "Proposte deboli", insistono gli studenti. Il preside Capano rispolvera invece la figura del ricercatore a contratto così come introdotto dalla Moratti. All'origine del dibattito, anche le difficoltà di alcune facoltà, come Scienze motorie, che più hanno assunto ricercatori esterni e che dopo sei anni se li trovano a carico. "Se l'Ateneo non interviene, dovremmo bloccare le assunzioni per i prossimi 15 anni, un assurdo", conferma il preside Carlo Bottari. "D'ora in vanti ci vogliono regole chiare". SEGUE A PAGINA V.


Costi della politica problema sempre aperto (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 21-11-2007)

 

Stai consultando l'edizione del CORTE DEI CONTI Costi della politica problema sempre aperto I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano solo per l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria 2008 fa qualche progresso ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero bubbone della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La valutazione arriva dalla Corte dei Conti convocata ieri alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta casta, il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora iniziano i guai. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa trasparenza". Nel mirino c'è però la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%". Altro problema è legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle "continue deroghe" per il personale. La Corte dei Conti punta l'attenzione poi sulla dirigenza: "È necessario rivedere le norme contrattuali che prevedono per i dirigenti la salvaguardia dell'intera retribuzione di posizione, anche nell'ipotesi di successiva attribuzione di un incarico di minor importanza".


E la corte dei conti alza la voce: costi per gli statali fuori controllo (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 21-11-2007)

 

Attualità E la Corte dei conti alza la voce: costi per gli statali fuori controllo ROMA. Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti, ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei conti ieri convocata in audizione alla commissione affari costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de doleances".


Tagli ai costi della politica, per la Corte dei conti è un bluff (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 21-11-2007)

 

"IL GOVERNO NON HA FATTO ABBASTANZA" Tagli ai costi della politica, per la Corte dei conti è un bluff ? ROMA ? POCHI TAGLI alla politica previsti dalla Finanziaria 2008. E' duro il giudizio della Corte dei Conti, riunita ieri in Commissione affari costituzionali della Camera per parlare proprio dei costi della politica. Ma la famigerata 'casta' peserebbe neanche l'1% sulla spesa pubblica. Il vero problema sarebbero le retribuzioni degli statali del pubblico impiego, che hanno subito un vertiginoso aumento del 4,5% all'anno, dal 2000 al 2005: si tratta "di quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di numeri ? spiega il presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro ? ben al di sopra della crescita del Pil nominale, al 3,7%". Il ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro ammette che i costi della 'casta' sono una goccia nel mare, ma "una goccia inquinante, di liquame che dobbiamo eliminare". Ma non è solo 'colpa' "degli insuccessi della politica". La Corte dei conti ritiene anche che i ritardi per i rinnovi dei contratti e le continue deroghe per il personale rappresentino "un grande nodo da sciogliere": secondo il presidente Lazzaro, a causa dell'immediata conseguenza di questi ritardi "rischia di perdere di significato anche l'eventuale durata triennale degli accordi". Neanche la dirigenza viene risparmiata dalla scure della magistratura contabile: "E' necessario rivedere le norme contrattuali che prevedono per i dirigenti la salvaguardia dell'intera retribuzione di posizione, anche nell'ipotesi di successiva attribuzione di un incarico di minor importanza". NELL'ESAME dei costi di gestione della macchina pubblica la Corte dei Conti ha incontrato anche una serie di enti inutili e di gestioni commissariali d'emergenza, come quella per i rifiuti. Queste gestioni diventano "durature organizzazioni extra ordinem", amministrate da quelli che poi sono gli stessi governatori delle Regioni. - -->.


I costi della politica pesano solo per l'1% sulla spesa pubblica (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 21-11-2007)

 

Fuori controllo gli stipendi statali I costi della politica pesano solo per l'1% sulla spesa pubblica CORTE DEI CONTI ROMA Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem".


Ato verso la chiusura in Veneto (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 21-11-2007)

 

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 12 autore: Enti locali. Probabile la soppressione, prevista dalla Finanziaria 2008, delle autorità che gestiscono servizi idrici e igiene urbana Ato verso la chiusura in Veneto Per il Friuli-Venezia Giulia la decisione di recepire la norma spetta alla Regione PAGINA A CURA DI Francesco Cavallaro Gli Ato, Ambiti territoriali ottimali, hanno i giorni contati. Come previsto dall'emendamento all'articolo 15 della nuova Finanziaria, entro il 1 luglio 2008 "le Regioni procedono alla rideterminazione degli stessi secondo i principi dell'efficienza e della riduzione della spesa". In altri termini, le Autorità d'ambito – istituzioni pubbliche che gestiscono il servizio idrico integrato e i rifiuti – rischiano di sparire, "inglobate" all'interno delle Province. In alternativa, prevede il medesimo emendamento, la gestione dei rifiuti e dei servizi idrici potrebbe passare "alle Regioni o a forma associative tra Comuni composte da sindaci o loro delegati che vi partecipano senza percepire alcun compenso". Ufficialmente la riforma rientra nella logica della riduzione dei costi della politica; negli uffici degli Ato gli addetti ai lavori la pensano in maniera diversa: si trasferiscono nuove competenze alle Province solo per dar loro nuovo lustro. A maggior ragione adesso che è in atto una campagna per la loro abolizione. In ogni caso si tratta di una vera e propria rivoluzione, da mettere in pratica in pochissimo tempo, che nel Nord-Est interessa dodici Ato: gli otto veneti e i quattro, costituiti appena un anno fa, presenti in Friuli Venezia Giulia. Fa eccezione la Regione Trentino Alto Adige, dove il servizio idrico integrato e la gestione integrata dei rifiuti sono già in mano alle Province autonome di Trento e Bolzano. Tuttavia, anche il Friuli, essendo una Regione a statuto speciale, è coinvolta "di striscio" dalla riorganizzazione prevista in Finanziaria. Una volta che la manovra sarà passata, la stessa Regione Friuli-Venezia Giulia potrà recepire o meno l'emendamento: data la giovane età degli Ato friulani (Occidentale, Centrale, Orientale Goriziano e Orientale Triestino) è facile pronosticare che tutto rimanga invariato. Chi non si può proprio chiamare fuori è il Veneto. Qui tutto è rimesso in discussione. Gli Ato Alto Veneto, Veneto Orientale, Laguna di Venezia, Brenta, Bacchiglione, Veronese, Polesine e Valle del Chiampo (i quali organizzano solo il servizio idrico integrato) potrebbero davvero scomparire. Con il risultato che le risorse liberate a seguito della razionalizzazione, verrebbero destinate agli interventi di manutenzione delle reti e delle infrastrutture, nonché al contenimento delle tariffe per i cittadini. Le intenzioni buone ci sono tutte; anche se ne aveva pure la legge Galli del 1994, "Disposizioni in materia di risorse idriche", quando disponeva che "i Comuni e le Province di ciascun Ambito territoriale ottimale organizzano il servizio idrico integrato al fine di garantirne la gestione secondo criteri di efficienza, efficacia e economicità ". L'art.15 della Finanziaria fa però un passo in più; pur non prevedendolo espli-citamente, sottolinea fra le righe la necessità di rivedere tutti quegli organi dell'Autorità, ad esempio il presidente e componenti del Cda, che a tutt'oggi percepiscono un compenso mensile o un gettone di presenza. La nuova norma infatti si chiude così: "La destinazione delle economie a carattere permanente verranno destinate al potenziamento degli interventi di miglioria e manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti e delle infrastrutture di supporto, nonché al contenimento delle tariffe per gli utenti domestici finali". Non che dica a chiare lettere di tagliare gli stipendi; tuttavia, il messaggio di fondo è proprio quello. IMAGOECONOMICA Rifiuti. Con il decreto Ronchi furono istituti gli Ambiti per la gestione dei rifiuti e con la legge Galli quelli per i servizi idrici.


Caste e costi (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 21-11-2007)

 

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 12 autore: Caste e costi. Per l'incarico più alto stipendi di oltre 7mila euro - Ai membri dei Cda solo gettoni Ai presidenti compensi elevati Una casta in piena regola. Gli alti vertici degli Ato, in particolare il presidente, percepiscono compensi d'oro.Basta dare un'occhiata alle indennità di funzione e ai gettoni di presenza previsti dal decreto ministeriale 119 del 4 aprile 2000 (lo stesso che regola gli "stipendi" dei sindaci e dei presidenti delle Province) per rendersi conto della portata del fenomeno. Il presidente di un Ato che afferisce ad un territorio con più di 500mila abitanti (quattro in Veneto: Orientale, Laguna di Venezia, Veronese, Bacchiglione) può contare su uno fisso mensile pari a 7.798 euro; non se la cava male nemmeno un presidente di un Ato con un territorio tra 250mila e 500mila abitanti (Polesine);in questo caso la mensilità corrisponde a 5.784 euro. Si "guadagna" decisamente meno a fare il consigliere. I componenti del Cda di un Ato con più di 500mila abitanti percepisce "solo" 103 euro a seduta; quelli che appartengono ad un Ato tra 250mila e 500mila abitanti ancora meno: circa 60 euro. Da tener presente che, secondo quanto stabilito dal Testo unico degli enti locali, "le indennità di funzione previste non sono tra loro cumulabili. L'interessato opta per la percezione di una delle due indennità ovvero per la percezione del 50% di ciascuna". Cioè, se il presidente di un Ato è anche sindaco o presidente della Provincia non può sommare le due indennità di carica. Può però scegliere tra l'una o l'altra o la metà di entrambe. Vero che gli stipendi sono elevati. Tuttavia, ogni Ato ha facoltà di limitare i compensi dei vari organi con apposita delibera. Per quanto riguarda la trasparenza, le otto Autorità d'ambito venete sono un cattivo esempio da seguire.L'Ato Brenta ha inserito on line la delibera che descrive tutte le indennità di funzione degli amministratori; peccato sia datata 2001 (all'epoca il presidente Leonildo Bettio percepiva 2milioni e ottocentomila lire, mentre un gettone di presenza era pari a 115mila lire, 35 le riunioni cda annue previste). Da parte sua l'Ato Bacchiglione presenta nel sito un'"utilissima" tabella relativa al costo del personale 2004. Ma di quanto costino i vertici alle tasche degli utenti non c'è traccia. Bisogna allora affidarsi alle dichiarazioni degli interessati. "Con 150mila euro all'anno,tutto compreso, riusciamo a far tornare i conti – commenta Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia e dell'Ato Orientale Goriziano – personalmente non percepisco un euro di compenso. E non dispongo nemmeno un cda. Eppure riusciamo a fornire ai nostri utenti l'acqua più buona ad un prezzo bassissimo: meno di un euro al metro cubo, Iva compresa ". Infine Paolo Rocca, direttore dell'Ato Bacchiglione: "Ogni Autorità è libera di autoridursi i compensi; noi lo abbiamo già fatto, e di un bel po'. Il nostro presidente Lorenzo Bosetti (ex sindaco di Valdagno) guadagna circa 1500 euro al mese, mentre un gettone di presenza vale 90 euro ". SCARSA TRASPARENZA Nei siti degli Ambiti territoriali ottimali veneti poche informazioni sulle retribuzioni dei vertici degli enti.


Tagli ai costi della politica, l'aquila è seconda (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 21-11-2007)

 

L'Aquila Tagli ai costi della politica, L'Aquila è seconda Ridotti i componenti dei cda e meno assessori. Cialente: meglio di noi solo Torino Il primo cittadino "Già risparmiati 300 mila euro con la nomina di otto assessori" L'AQUILA. "La nostra è la seconda città in Italia, nella graduatoria dei capoluoghi di regione, ad aver operato i maggiori tagli ai consigli di amministrazione delle società partecipate, allo scopo di ridurre le spese". E' quanto afferma il sindaco Massimo Cialente commentando l'inchiesta, pubblicata lunedì da "Il Sole 24 Ore", che ha messo a confronto le 20 "capitali" regionali italiane. "Dopo Torino, che ha diminuito il numero degli amministratori delle aziende di proprietà del 45%" spiega Cialente "nella graduatoria compare per l'appunto L'Aquila, che in questo specifico settore ha operato una riduzione del 39%. Il che vuol dire che la Municipalità è stata una delle più virtuose nell'ampia operazione del Governo Prodi mirata a contrarre i costi della politica. A ciò va aggiunto che l'amministrazione aquilana è stata tra le prime a ridurre da 5 a 3 i componenti dei cda delle partecipate (sei spa e una istituzione) che - una volta completate tutte le nomine già avviate con l'Asm - passeranno da 28 a 17. Il consiglio comunale ha, infatti, deliberato la riduzione del numero degli amministratori - e dei loro compensi - già lo scorso 13 settembre, due mesi prima della scadenza imposta dal Governo. Un'operazione, messa in piedi dalla nostra amministrazione, che completa quella già avviata dal sottoscritto con la riduzione degli assessori a otto. Cosa questa che ha comportato un risparmio per le casse pubbliche di quasi 300mila euro l'anno rispetto ai periodi in cui i componenti della giunta (il riferimento è all'ex amministrazione Tempesta) erano 14". "Queste azioni, se sommate" aggiunge Cialente "portano L'Aquila a essere la città capoluogo che ha attuato i maggiori tagli a tali spese. Con i fatti, e non con le parole, abbiamo dimostrato di voler dare un netto colpo di forbice ai costi della politica, che, fino alla scorsa primavera, si erano tradotti in un carico fiscale per i cittadini assolutamente insostenibile". "Da questa linea" continua il sindaco "non mi sposterò; al contrario andrò avanti nella direzione di effettuare ulteriori contrazioni della spesa per gli incarichi, attraverso riduzione del numero delle partecipate". Nel programma di Cialente c'è infatti l'accorpamento, entro un anno, delle aziende il cui numero dovrebbe scendere a 2. "Con lo stesso spirito" conclude Cialente, che ha tagliato anche gli staff, "ci prepariamo, con il nuovo cda dell'Asm, a ridurre i costi per i rifiuti e, di conseguenza, ad alleggerire la tarsu a carico degli aquilani. La pressione tributaria va diminuita: ciò rimane uno degli obiettivi primari del nostro programma. Possiamo tagliare le tasse e, con la cencellazione di spese supurflue (come stiamo facendo), aumentare la qualità dei servizi". (m.m.).


SODDISFAZIONE per i cantieri finanziati da Comunità Montana e Consorzio Reno (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Prato)" del 21-11-2007)

 

Palata, delusione per il rischio di veder sparire l'ente montano presieduto da Ciani: è a due volti la settimana di Ilaria Bugetti, sindaco di Cantagallo e (come è ovvio) particolarmente interessata ai tagli contenuti dalla legge Finanziaria che è stata approvata dal Senato e che ora è all'esame della Camera. L'ARRIVO dei finanziamenti, 56 mila euro in totale, per avviare la sistemazione dei nove chilometri della strada comunale Cantagallo -La Rasa è stato accolto con soddisfazione: "Da tempo avevano sollecitato questi interventi ? commenta il sindaco ? e siamo contenti che sia la Comunità Montana che il Consorzio Reno Palata abbiano mantenuto le promesse. Abbiamo inserito i lavori di ripristino della strada nel progetto che stiamo mettendo a punto per il 2008 per il miglioramento di tutta la nostra rete stradale comunale che sarà finanziato con 450mila euro dalla Provincia, 200mila dalla Regione e 85 mila dal Consiag. Dove non arriveremo con questi fondi attiveremo un mutuo come amministrazione comunale", spiega Bugetti. NEL FRATTEMPO il Consorzio Reno Palata ha ultimato la progettazione per la sistemazione dei due ponti sul Limentra, quello di Fossato e quello dell'Acqua: le due infrastrutture con questi interventi saranno messe in sicurezza e consolidate. Tanta delusione invece traspare con evidenza nell'amministrazione comunale di Cantagallo per il probabile taglio della Comunità Montana, che non rientra nei parametri minimi previsti dalla Finanziaria: "Siamo convinti ? spiega Ilaria Bugetti ? che la Comunità Montana non sia inutile e la mia impressione è che questi enti siano entrati nella polemica sui costi della politica e saranno tra i pochi soppressi anche se il risparmio per lo Stato sarà minimo rispetto ad altri più_ampi sprechi". L'IMPORTANTE secondo il sindaco di Cantagallo è fare un passo alla volta. "Intanto ? dice Bugetti ? vogliamo arrivare a giugno e centrare gli obiettivi, come il progetto sulla castagna e quelli per lo sviluppo della montagna. Poi capiremo come la Regione può aiutarci a gestire i punti cardine che rappresentano l'attività dell'ente ma, che si chiami Comunità Montana o Agenzia per la Montagna non cambia la sostanza, ovvero che noi piccoli comuni montani hanno necessità di coordinamento, raccordo e rappresentatività delle nostre istanze". m. g. - -->.


<La spesa per i dipendenti statali è fuori controllo> (sezione: Costi dei politici)

( da "Libertà" del 21-11-2007)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di mercoledì 21 novembre 2007 > In Primo Piano "La spesa per i dipendenti statali è fuori controllo" Allarme della Corte dei conti: retribuzioni aumentate il doppio dell'inflazione ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1 per cento sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero "bubbone" della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto "sfugge dal controllo": le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei conti ieri convocata in audizione alla Commissione affari costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta "casta", il peso sulla spesa è inferiore all'1 per cento e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il "cahier de doleances". Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei conti parla più volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso "in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e debito. Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7%". Lazzaro ha rilevato che è il risultato degli "insuccessi della politica nel controllo delle dinamiche retributive". Altro problema è legato ai ritardi nei rinnovi dei contratti e alle "continue deroghe" per il personale. "Il principale nodo da sciogliere - ha spiegato - è quello del riallineamento temporale dei contratti che di fatto impedisce di impostare qualunque credibile correlazione tra dinamica retributiva e misurabili incrementi di produttività". Per Lazzaro "anche l'eventuale durata triennale degli accordi rischia di perdere significato". La Corte dei conti punta l'attenzione poi sulla dirigenza: "È necessario rivedere le norme contrattuali che prevedono per i dirigenti la salvaguardia dell'intera retribuzione di posizione, anche nell'ipotesi di successiva attribuzione di un incarico di minor importanza". Sugli enti inutili, Lazzaro ha ricordato che la legge che ha dato il via alla liquidazione è del 1956, quando erano state censite 6.630 "altre istituzioni pubbliche". "Da allora sono state avviate procedure liquidatorie per 827 enti e ne sono state chiuse 732", ha evidenziato la Corte. Infine la Finanziaria 2008. Sui costi della politica alcune misure sono "di rilievo" ancorchè "non esaustive" (il ridimensionamento delle strutture di governo, il ricorso a meccanismi di contenimento della spesa peri compensi degli amministratori, l'eliminazione di alcune Comunità montane). Sulla riorganizzazione delle strutture amministrative tra centro e periferia, infine, "la Finanziaria all'esame del Parlamento prefigura progressi ulteriori ma segna anche incoerenti regressi". Manuela Tulli [.


Appello pdci per la famiglia di romeni (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 21-11-2007)

 

Dopo la morte del bimbo Appello Pdci per la famiglia di romeni CENTO. "Di fronte alla morte di Florin Draghici, bambino romeno di 4 anni, e alle gravi ustioni dei suoi fratelli - scrive Nalin (Pdci) - vittime di un rogo avvenuto la notte del 18 novembre nella precaria abitazione di Bologna, considerato il fatto che i genitori sono arrivati in Italia da Sibiu (Romania) nel 2006 e che a Bologna la famiglia si sta integrando e i figli più grandi vanno a scuola; che il padre lavora da mesi come muratore a Cento; che il consiglio comunale di Cento dà la propria solidarietà alla famiglia e come prima azione devolve un gettone di presenza a Cristinel Daghici, il Pdci auspica che venga regolarizzato il rapporto di lavoro con la ditta nella quale Cristinel lavora".


Dalla tua parte \ndi Gaia Giorgetti GETTONI E POLITICI FANNULLONI, IDEE (ANCHE) CONTRO IL DISFATTISMO (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 21-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: VUOTA - data: 2007-11-21 num: - pag: 15 categoria: BREVI Dalla tua parte di Gaia Giorgetti GETTONI E POLITICI FANNULLONI, IDEE (ANCHE) CONTRO IL DISFATTISMO M i sembra che molti politici bolognesi stiano prendendo da tempo un po' sottogamba il problema della correttezza nello svolgimento del loro mandato. Immagino che alcuni di loro si offenderebbero se qualcuno li paragonasse ad amministratori di condominio che si prendono dalla cassa i rimborsi spese per riunioni a cui poi spesso non partecipano. E allora mi domando, voi, cari politici bolognesi, alla prossima assemblea di condominio quell'amministratore lo confermereste o no? Andrea Turchi Caro signor Andrea, non vorrei buttare altra benzina sul falò che alimenta un pericolo serio: quello dell'antipolitica, che va tanto di moda fra i "grilli" parlanti. Come sa, il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri ha presentato la sua ricetta per tentare di risolvere il problema della produttività delle commissioni, proprio quelle "firma e fuggi " (ovvero "intasco il gettone e mi squaglio") che hanno innescato la polemica mesi orsono. In quello scritto è saltata agli occhi la proposta di cacciare i giornalisti dalle commissioni, idea che si è attirata giustamente una valanga di critiche. Oggi, vorrei rileggere con lei, pur sommariamente, la parte restante di quel documento, perché può aiutare a conoscere meglio la figura e il lavoro dei nostri politici. Premette Sofri: la medaglia ha due facce. Le regole, da una parte, la coscienza etico-civica dei consiglieri dall'altra. Le regole, da sole - come quella della doppia firma - forse non bastano a riequilibrare il rapporto costi-benefici della politica. Cito a braccio dal documento. Un consigliere comunale ha i seguenti compiti: partecipare a consiglio e commissioni, studiare i problemi, partecipare a convegni e affini, presenziare a cerimonie, avere contatti con la stampa. Solo nel primo caso egli percepisce un compenso. Veniamo ad alcune proposte: ridurre il numero delle sedute delle commissioni, favorire la specializzazione dei consiglieri, introdurre la doppia firma, ma con un tempo di presenza minimo, stilare con anticipo il calendario dei lavori, diminuire il numero di consiglieri da 46 a 30-32, introdurre un sistema di retribuzione misto. Non so se siano i migliori suggerimenti possibili. Ma forse qualche buona idea c'è, e le idee tradotte in pratica sono l'unico antidoto serio contro il disfattismo.


Contro gli sprechi delle Comunità montane il Carroccio rilancia: sono istituzioni fondamentali, ma serve razionalizzarle (sezione: Costi dei politici)

( da "Padania, La" del 21-11-2007)

 

Alberto Preioni A nome della Lega Nord VCO sono ad esprimere la nostra profonda contrarietà in merito all articolo della legge finanziaria che prevede tagli insensati alle nostre Comunità Montane, togliendo ad esempio Domodossola (centro politico delle Valli dell Ossola, con addirittura all interno del proprio territorio comunale una Stazione Sciistica) e Bognanco (altro Comune decisamente Montano). Le Comunità sono istituzioni fondamentali per il nostro territorio (montano all 80%, riconosciuto anche dall art. 8 dello statuto Regionale), investono ogni anno milioni di euro in tutta la Provincia Azzurra per questo riteniamo sbagliata la proposta del Governo. Questi tagli messi in atto a loro avviso per colpire gli sprechi e la Casta vanno unicamente a penalizzare un territorio già in difficoltà come il nostro. A tal proposito ci domandiamo ma i veri sprechi del nostro paese sono i 20-30 euro del gettone di presenza dei consiglieri delle nostre Comunità? O l esistenza di numerosi Enti Montani a livello del mare? La Lega propone in un ottica di razionalizzazione dei servizi (unificazioni di sedi, ed uffici), una riorganizzazione delle nostre Comunità Montane che porti dalle 10 attuali a 3 suddivise nei rispettivi territori che compongono la nostra Provincia: Ossola, Cusio e Verbano mantenendo all interno di esse tutti i Comuni ad oggi aderenti, senza le inutili estromissioni della proposta dell attuale maggioranza di Sinistra. Preioni: necessario unificare sedi e uffici, portando da 10 a 3 gli enti nel VCO. Senza però estromettere alcun Comune, come invece vorrebbe la sinistra [Data pubblicazione: 21/11/2007].


Le Circoscrizioni sopravvivono ai tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2007)

 

I risparmi si potranno avere solo con la diminuzione del numero di assessori e consiglieri comunali I provvedimenti previsti dalla Finanziaria per la riduzione dei costi della politica Le Circoscrizioni sopravvivono ai tagli SENIGALLIA Sforbiciata o no la Spiaggia di velluto non contribuirebbe al risparmio eliminando le Circoscrizioni. È la situazione paradossale che a breve, e comunque nel 2010, verrà a crearsi a Senigallia in base a quanto disposto dalla Finanziaria 2008, che prevede la cancellazione delle Circoscrizioni per i Comuni medio piccoli. In sostanza nella legge economica del governo Prodi che entrerà in vigore il primo gennaio 2008 viene proposta l'eliminazione dei consigli circoscrizionali nei Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Iniziativa, se i numeri saranno confermati, che piace ai contribuenti ma Senigallia difficilmente potrà dire la sua in quel capitale. Le Circoscrizioni incidono nel bilancio comunale per pochi euro. A Senigallia i consiglieri di circoscrizione non percepiscono alcuna retribuzione e tanto meno gettoni di presenza. Stesso discorso per i Presidenti dei "consigli di quartiere" che da appena due anni ricevono un contributo per spese telefoniche di circa 200 euro annui. Nel Bilancio 2007 l'assessore al decentramento Patrizia Giacomelli si è vista assegnare 4.000 euro per i contributi alle circoscrizioni mentre per l'impiego delle entrate dei centri sociali 50.000 euro e infine per i contributi ai centri sociali 29.000 euro. Nello Statuto comunale viene specificato che i Consigli di Circoscrizione formulano all'Amministrazione comunale "proposte per la soluzione di problemi interessanti il territorio della Circoscrizione. Esprimono pareri obbligatori su Statuto e modifiche al Regolamento delle Circoscrizioni nonché su bilanci annuali e pluriennali del Comune, sul Piano Regolatore generale e relativi strumenti di attuazione se concernenti l'ambito territoriale di competenza Decidono sulla gestione dei servizi di base assegnati alla Circoscrizione e sulla gestione dei fondi, delle strutture e delle risorse per il proprio funzionamento". Nella manovra economica comunale è stata prevista anche una "gestione" di circa 40 mila euro per interventi nelle varie zone della città. Ma anche in questo caso non sarebbe corretto parlare di soldi a bilancio per le Circoscrizioni, dato che i consigli indicano i lavori necessari in una relazione da inviare all'assessorato ai Lavori Pubblici che poi dirà l'ultima parola sull'intervento in questione. A conti fatti viene da pensare allora che l'unico vero costo presente nelle casse pubbliche è quello delle schede elettorali utilizzate al momento del voto per le Comunali. Senigallia potrà ridurre i costi della politica con la diminuzione dei consiglieri comunali; nella Finanziaria viene infatti sottolineato che "il risparmio di spesa conseguente all'adozione della norma relativa ai consiglieri comunali, a regime, è quantificabile in 195 milioni di euro". Per la riduzione degli assessori comunali si parla invece di 16,7 milioni di euro. MARCELLO PAGLIARI,.


Pochi tagli alla politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 21-11-2007)

 

La Corte dei Conti: corre la spesa degli statali Pochi tagli alla politica ROMA - Tanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero 'bubbone' della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata arriva dalla Corte dei Conti oggi convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica. La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta 'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il 'cahier de doleances'. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa trasparenza".


Ars: contro i deputati fantasma Micciché mette l'obbligo di firma (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama.it" del 21-11-2007)

 

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Ars: contro i deputati fantasma Micciché mette l'obbligo di firma Posted By filippomaria_battaglia On 21/11/2007 @ 9:42 In Apertura#4, NotiziaHome | No Comments Firme false [1] all'Assemblea regionale siciliana, deputati fantasma che incassano gettoni senza presenziare le riunioni. È questo ciò che emerge da un'indagine voluta dal presidente dell'Assemblea isolana, [2] Gianfranco Miccichè, che ha deciso di dire basta alla proliferazione di firme false da parte degli onorevoli siciliani. Una legge regionale del 2000 prevede infatti l'obbligo di firma (e di presenza) per ottenere il gettone da 125 euro previsto per la partecipazione di ogni singolo deputato. Fatta la norma, trovato l'inganno: i deputati, che non ne volevano sapere di restare troppo tempo in aula, si sono improvvisati abili falsificatori di firme per contraffare il registro presenze, come dei novelli studenti universitari fuori corso. L'apice è stato raggiunto nella seduta del 5 dicembre 2006. Si votava una norma in favore del personale degli enti fieristici: i rappresentanti regionali in aula erano 47, il registro delle presenze superava quota settanta (per la cronaca, [3] i deputati dell'Ars sicula sono 90). E la lista avrebbe potuto essere ancora più lunga, se non fosse che un decreto firmato il 29 novembre 2006 prevede che la presenza di capigruppo, assessori e membri del consiglio di presidenza non sia conteggiata nel quorum, e quindi non sia riscontrabile statisticamente. Per evitare l'assenteismo, Miccichè ha detto (tramite [4] comunicato stampa e un intervento sul suo [5] blog) di voler cambiare metodo: da ora in avanti le presenze "dovranno essere attestate dalla partecipazione ad almeno due terzi delle votazioni elettroniche". Resta da capire cosa faranno i deputati: se non convinceranno la presidenza, l'amarcord universitario, con tanto di firme false, rischierebbe persino di infrangersi. E con esso, anche una lauta parte del proprio stipendio.


Prodi: '''La lotta alla corruzione è una priorità internazionale'' (sezione: Costi dei politici)

( da "Redattore sociale" del 21-11-2007)

 

COOPERAZIONE 12.1421/11/2007 Prodi: '''La lotta alla corruzione è una priorità internazionale'' Roma - "Il messaggio che deve emergere oggi e' che la comunita' internazionale non solo non e' piu' disposta a tollerare condotte illegali e non etiche, ma si organizza perche' queste vengano sempre meno tollerate. E mi auguro che questo messaggio venga udito da tutti in modo forte e chiaro". Lo sottolinea il presidente del Consiglio Romano Prodi, nel suo intervento al 10° anniversario della convenzione Ocse contro la corruzione, organizzato alla Scuola superiore di polizia. "Sono stati fatti - continua- molto progressi nella cooperazione internazionale perche' la lotta alla corruzione se la fanno i singoli paesi separati non arriva a niente". Per il presidente del Consiglio la Convenzione Ocse sulla lotta alla corruzione rappresenta uno strumento fondamentale per la lotta al crimine e alla corruzione. Prodi, nel corso del suo intervento, ricorda gli strumenti legislativi introdotti dal governo per prevenire fenomeni criminali: dal disegno di legge che riforma il reato di corruzione alla reintroduzione delle pene detentive del falso in bilancio sino alla regolamentazione della prescrizione. Dopo aver rivolto "un plauso" al lavoro dell'Alto commissario per la lotta alla corruzione Achille Serra, Prodi definisce la convenzione Ocse uno strumento "imprescindibile per la lotta alla criminalita'" e conclude con un triplice auspicio. Bisogna "aumentare il sostegno pubblico di cui gode la convenzione; acquisire piena consapevolezza dei progressi fatti e stimolare il legislatore perche' facendo tesoro dei risultati raggiunti dagli altri migliori la legislazione". (DIRE).


Sono stati approvati i tagli ai cda delle "controllate" dal comune (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 21-11-2007)

 

Oggi è Mer, 21 Nov 2007 Edizione 254 del 21-11-2007 Un comma della finanziaria dello scorso anno era diventato un incubo per molti membri della casta Sono stati approvati i tagli ai cda delle "controllate" dal comune Per gli specialisti della "caccia alla poltrona" il comma 729 stabiliva in un numero non superiore a tre "i componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate totalmente anche in via indiretta da enti locali". Al ministro Lanzillotta devono essere fischiate le orecchie... di Giancarlo Pagliarini Nella legge finanziaria dell'anno scorso, quella approvata nel Dicembre 2006, c'era un comma, il numero 729, che era diventato un incubo per molti membri della casta e per i loro amici più intimi, in particolare per gli specialisti della sport della "caccia alla poltrona". Era diventato anche una scocciatura per molti sindaci. Ed era comunque una novità sgradevole per alcuni segretari di partiti politici e per alcuni consiglieri comunali specializzati in "neostatalismo comunale". Al ministro Lanzillotta devono essere fischiate le orecchie. Cosa diceva di così terribile il comma 729? Eccolo: "Il numero complessivo di componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate totalmente anche in via indiretta da enti locali, non può essere superiore a tre, ovvero a cinque per le società con capitale, interamente versato, pari o superiore all'importo che sarà determinato con decreto del presidente del consiglio dei ministri su proposta ecc ecc". A Roma le cose non si fanno mai in fretta. Comunque qualche mese dopo questo "importo" misterioso è saltata fuori e bisogna dire che è risultato irragionevolmente basso: solo 2 milioni di Euro. Il che ha generato moltissimi sospiri di sollievo perché cinque poltrone sono meglio di tre. Su quel famoso comma 729 voglio dire due cose. La prima è che se fossimo un paese normale una legge del genere sarebbe assolutamente inaccettabile. In un paese normale lo Stato centrale non può e non deve permettersi di determinare con una sua legge il numero dei membri dei consigli di amministrazione delle società di proprietà degli enti locali. Che lo Stato centrale pensi alle sue di società e non rompa le scatole ai Comuni. Diamine: gli enti locali non sono né interdetti né incapaci di intendere e di volere e dovrebbero poter gestire le loro società come meglio credono. Ma il nostro non è per niente un paese normale. C'è ancora troppa finanza derivata. Gli enti locali non hanno sufficiente responsabilità fiscale. E c'è ancora troppa lottizzazione e troppa presenza della casta dei politici nell'economia. I politici dovrebbero amministrare, non gestire! Ricordo che sul Corriere Economia del 19 Giugno 2006 si leggeva: "Intorno alle società pubbliche c'è una vera e propria rete di potere e di interessi. Gli incarichi spesso vengono conferiti o per piazzare chi è tagliato fuori dalle elezioni, o chi deve essere ripagato di altri lavori o servizi resi qua e là nel tempo. Elargire cariche è anche un modo per creare consenso e per pagare indirettamente la macchina della politica". Il libro "La casta" di Stella e Rizzo (più di un milione di copie vendute in pochi mesi. Bellissimo) ha dedicato un intero capitolo a questa prassi, ormai consolidata nel nostro paese e caratterizzata da, chiamiamole così, "radici culturali" molto profonde. Frasi di questo genere "..ci sono tante nomine da fare", "XX in quota al partito tale, YY in quota al partito talaltro ecc ecc " fanno parte dell'attività politica quotidiana e quando se ne discute i cittadini sospirano, scuotono la testa, ma dicono "è sempre stato così", oppure "non è giusto ma non riuscirete mai a cambiare ". Pensate che il Corriere della Sera del 27 febbraio 07 addirittura riportava in un articolo di Elisabetta Soglio questa dichiarazione di un onorevole "Abbiamo convenuto sul fatto che sia giusto arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri, quelli che hanno già fatto una legislatura e che sono impegnati a tempo pieno, affidando loro alcuni incarichi in enti esterni. Questo anche per garantire qualche soddisfazione ad alcuni di loro, che potevano legittimamente aspirare a un posto di assessore e non l'hanno avuto". Tra gli obiettivi degli enti in questione, se pubblici, non mi risulta ci sia quello di arrotondare lo stipendio di alcuni consiglieri comunali. Per questi motivi il comma 729 della finanziaria dell'anno scorso non ha suscito le mie ire di "federalista disperato". Incidentalmente: più disperato che mai dopo aver letto la debolissima proposta di legge sul cd federalismo fiscale approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 3 di Agosto. La seconda considerazione riguarda, chiamiamola così, la "faccio tosta" dello Stato centrale. Perché se era facile capire che è giusto ridurre gli appetiti dei partiti politici, non era per niente agevole capire perché lo Stato centrale aveva imposto una cura dimagrante alle società partecipate dagli enti locali e non l'aveva imposta anche (e soprattutto) alle sue società. Incredibile, vero? Che faccia di tolla, diciamo a Milano. Adesso lo Stato centrale è corso ai ripari e, con un anno di ritardo, ha rimediato alla sua gaffe. Infatti l'articolo 85 della legge finanziaria di quest'anno è intitolato "Riduzione dei componenti degli organi societari delle società in mano pubblica ecc ecc". E' un articolo piuttosto lungo, non è scritto in modo particolarmente chiaro e tocca ben sette argomenti, uno dei quali prevede , per le società controllate da amministrazioni pubbliche statali, la riduzione "dei componenti degli organi societari a tre, se composti attualmente da più di cinque membri, e a cinque , se composti attualmente da più di sette membri". Bene. La settimana scorsa questo testo è stato approvato dal Senato, ma vi confesso che non sono per niente sicuro che a Montecitorio la casta non proverà con un colpo di coda a cambiarlo oppure almeno a guadagnare qualche anno. Adesso vediamo cosa è successo Giovedì scorso, il 15 di Novembre, a Milano nell'aula di Palazzo Marino. Per rispettare la vecchia legge finanziaria quattro società partecipate dal Comune di Milano dovevano ridurre i membri dei consigli di amministrazione. La ATM da 7 a 5 , la MM da 11 a 5, la SEA da 9 a 5 e la SO.GE.MI da 7 a 5. AEM è esclusa perché è quotata in borsa. I consiglieri del comune hanno votato una delibera, presentata dal Vice direttore generale Rita Amabile e dal Sindaco Moratti che modifica gli statuti di queste società riducendo a cinque i membri dei loro Consigli di Amministrazione. La delibera presentata dal sindaco si riferiva alle società partecipate totalmente dal Comune. Ma la legge si riferiva alle "società partecipate totalmente anche in via indiretta da enti locali". "Anche in via indiretta" significa che la regola vale anche per le controllate, e a questo i consiglieri del Comune di Milano hanno rimediato approvando un mio emendamento che inserisce nella delibera anche questo testo: "In presenza di statuti che prevedono per i Consigli di Amministrazione un numero superiore a tre o a cinque, anche le Assemblee di tutte le società controllate da società partecipate totalmente dal Comune di Milano dovranno essere convocate prima del 22 Novembre per approvare le necessarie modifiche ai rispettivi statuti". Questo emendamento è stato approvato mentre purtroppo è stata bocciata l'altra proposta, quella di ridurre i membri dei Consigli di Amministrazione a tre. Le poltrone rimangono a quota cinque e se teniamo presente che stiamo parlando di società partecipate totalmente la cosa non è logica. Peccato. Sarà per la prossima volta. In extremis invece è stata approvato un altro emendamento che anticipa il contenuto della finanziaria di quest'anno. Il testo della delibera approvata a palazzo Marino prevede che "i componenti del consiglio di amministrazione non possono assumere la carica di amministratore di eventuali società controllate se non per casi motivati e comunque a titolo gratuito". Il testo della legge finanziaria in discussione a Roma (ancora l'articolo 85, comma 3) è diverso, più lungo, barocco e meno chiaro. In ogni caso la scommessa che mi sento di fare purtroppo è questa: qualche amministratore della società A non farà più l'amministratore a titolo gratuito della società B controllata da A?ma magari sarà nominato amministratore della società Z, controllata da W. E verrà regolarmente retribuito. E magari qualche amministratore della società W invece di amministrare gratuitamente la controllata Z riuscirà a farsi nominare nel Consiglio di Amministrazione della società B, venendo regolarmente retribuito. Perché nel nostro paese la regola è sempre stata questa: "fatta la legge trovato l'inganno". Chi vivrà vedrà. *decidere.net.


Parlamento Europeo/2 Luigi De Magistris (sezione: Costi dei politici)

( da "Blog Beppe Grillo" del 21-11-2007)

 

Firme per il WiMax firme per "Ammastellati" 20 Novembre 2007 Parlamento Europeo/2 Luigi De Magistris Danuta Huebner, polacca, commissario Ue alle Politiche regionali, ha tenuto una conferenza stampa sul mio intervento al Parlamento Europeo in cui ho chiesto chiarezza sui fondi europei che arrivano in Italia. Danuta ha dichiarato: "Non bisogna dare un'immagine negativa dell'utilizzo dei fondi europei in Italia, visto che nella maggior parte delle regioni del sud c'è comunque un notevole progresso nella riduzione delle disparità. Abbiamo un sistema di controllo davvero molto evoluto a livello di fondo regionale, Stati membri, Commissione europea e Corte dei Conti. Quando queste irregolarità sono effettivamente individuate c'è un sistema molto ben collaudato che implica anche l'interruzione di questa erogazione. Non direi che l'Italia fa parte degli Stati membri che si scosta dalla situazione media". Danuta è certa di quello che dice. Le garanzie sui fondi europei le ha ricevute direttamente da Totò Cuffaro. Belin, non scherzo. Dopo averlo incontrato ha detto entusiasta: "Potrei dirle che l'impegno di tutti coloro che lavorano per garantire che non ci siano infrazioni e frodi è senz'altro evidente." Consiglio a "Danuta la sprovveduta" di ascoltare il discorso del magistrato Luigi De Magistris a Strasburgo e di farsi tradurre il primo articolo dell'inchiesta di Repubblica di oggi. Voglio anche ricordarle che nel 2006 l'Italia ha ottenuto fondi illeciti dalla Ue per 318 milioni e 104 mila euro con 1.221 casi denunciati, quasi cinque volte la media europea. Leggi l'articolo sui fondi europei. "Vi ringrazio. Questo mi ricorda il giorno dell'audizione al CSM quando arrivai in ritardo, digiuno, e mi sottoposi a quattro ore di audizione. Adesso ho preso un tè, sperando che stavolta l'incontro duri di meno. Ho accettato con piacere questo invito per fare una riflessione sulla mia esperienza di magistrato che si occupa delle truffe e dei reati di corruzione ed altro che ruotano intorno alla gestione della spesa pubblica, quindi dei finanziamenti pubblici. Ovviamente, pur non potendo parlare delle indagini che ho svolto nel corso degli anni, soprattutto quelle che mi sono state illegalmente sottratte, non posso non rilevare un dato inquietante: nonostante lo strumento che ha come obiettivo quello di consentire lo sviluppo economico di regioni che ne hanno bisogno ? io lavoro in Calabria, una regione ad "obiettivo 1" dove arrivano moltissimi finanziamenti europei e per la quale nel periodo 2007-2013 sono stati stanziati fondi per 9 miliardi di euro ? lo sviluppo economico non c'è stato. In taluni casi, com'è stato riscontrato da indagini molto accurate della Corte dei Conti sia dalla procura regionale che dalle sezioni giurisdizionali che esercitano anche funzione di controllo, e ancora da parte della magistratura ordinaria, si è potuto verificare danno erariale per somme non spese per ragioni di negligenza grave quindi di colpa; in tanti altri casi, anche altre procure della Repubblica calabresi hanno potuto riscontrare che si realizzavano vere e proprie truffe ai danni dell'Unione Europea. Tante altre volte ci sono state ipotesi di corruzione. Ciò fa apparire sistemica la gestione dei finanziamenti pubblici: non si tratta di episodi, e questo è il dato a mio avviso più importante, occasionali o saltuari, truffe di singole persone, ma c'è sempre qualcosa che governa a monte la gestione complessiva della spesa pubblica. Questo lo si ricava innanzitutto se si guardano i filoni per i quali vengono realizzati i progetti di spesa dei fondi dell'Unione Europea: non abbiamo settori particolari ma si tratta di tutti i rami per cui si dovrebbe realizzare lo sviluppo, come l'ambiente, l'informatica, la sanità, le opere pubbliche. Come si realizza la possibilità di captare queste somme di denaro? Attraverso la costituzione di un reticolo di società organizzate secondo vere e proprie scatole cinesi, il più delle volte miste pubblico-privato. Questo delle società miste pubblico-privato è un passaggio importante. E' una riflessione da fare a livello istituzionale. Io la feci anche innanzi alla commissione bicamerale del Parlamento italiano sul ciclo dei rifiuti quando si affrontò proprio la problematica delle società che si occupano della gestione dei rifiuti e alla depurazione delle acque. E' qui che si comprende come, a monte, il sistema di gestione della spesa pubblica viene spesso governato da gruppi di persone che hanno organizzato veri e propri sodalizi criminali, composti da professionisti, imprenditori, uomini del mondo dell'economia e della politica, per realizzare più a valle un vero e proprio controllo di altri settori importanti della vita pubblica. Quando abbiamo esaminato, nel corso di una serie di investigazioni, come venivano realizzate le compagini sociali, come venivano inseriti i soci nelle società, come si componevano i consigli di amministrazione, come si componevano i collegi dei sindaci e dei revisori dei conti, abbiamo capito che i gruppi di professionisti erano sempre gli stessi, spesso si trovavano persone legate anche in modo stretto con magistrati, con uomini appartenenti alle forze dell'ordine, con uomini delle istituzioni. E' chiaro che l'aspetto più inquietante è che si viene a creare anche una commistione deleteria tra controllore e controllato. Il problema centrale è come si possa porre rimedio a tutto questo: noi abbiamo verificato in diversi casi che le persone che avrebbero dovuto controllare, perché si trovavano in ruoli vitali della regione o di altre istituzioni, a loro volta partecipavano direttamente o indirettamente nelle società che dovevano essere controllate. E' chiaro che per poter garantire una corretta erogazione delle somme stanziate e far sì che queste realizzino dei progetti che portino allo sviluppo economico, dovrebbe funzionare il sistema dei controlli. Non solo quelli comunitari, attraverso le strutture preposte ? io ho collaborato molto e in modo proficuo, fin quando non mi hanno sottratto le indagini, con l'OLAF cioè l'ufficio antifrode ? ma anche i controlli delle regioni. Ciò è spesso impossibile o molto difficile perché in tutti i procedimenti penali che abbiamo trattato le persone responsabili di alcuni reati in questa materia erano proprio persone preposte agli organi di controllo delle regioni. Il problema diventa rilevante soprattutto se si considera che lo sviluppo economico non c'è e addirittura c'è una ricaduta di costi sulla comunità, visto che l'Italia viene condannata in sede europea a risarcire i danni. Ciò che è ancora più inquietante è il passaggio successivo: ho spiegato cosa avviene a monte e a valle, come sono inserite le persone nelle società. Ancora più a valle, come avviene l'assunzione delle persone all'interno delle società che si aggiudicano progetti finanziati, corsi di formazione ecc? è qui che c'è un altro passaggio delicatissimo: spesso vi è un vero e proprio sistema di indicazione delle persone da assumere. Coloro che a monte governano e stabiliscono le condizioni per ottenere il finanziamento sono le stesse che indicano alle società di assumere questa o quella persona, con un'ulteriore ricaduta, e qui mi fermo, sul voto: al momento del voto accade, e in alcuni procedimenti abbiamo contestato anche il reato di voto di scambio, che viene chiesto il voto perché si è stati determinanti non solo nel far ottenere il finanziamento ma anche nell'imporre le persone da assumere. Un'ultima considerazione sulle società miste pubblico-privato. In taluni casi abbiamo rilevato che nella parte pubblica si verifica una vera e propria lottizzazione degli incarichi, con persone che fanno parte di tutti gli schieramenti politici: in alcune società abbiamo verificato che si trovavano persone appartenenti a tutte le forze ad eccezione, forse, dell'estrema destra e dell'estrema sinistra. Ciò che preoccupa di più non è questo, perché potrei ricevere l'obiezione, da parte di illustri persone che vedo presenti, che è un modo per rappresentare tutte le culture. E' un vecchio discorso già fatto. Molto opinabile, ma si può fare. Ciò che preoccupa è la parte privata, perché in alcuni casi abbiamo notato che si trovano imprenditori direttamente collegati a chi si trova nella parte pubblica, settori rilevanti di organizzazioni vicine al mondo della Chiesa, personaggi politici di sinistra e di destra e si chiude il cerchio con società riconducibili alla criminalità organizzata. Se questo è il quadro, si può comprendere che all'interno di alcune società che percepiscono ingenti finanziamenti europei, troviamo gran parte del mondo politico, una parte rilevante di professionisti che in un territorio come la Calabria non sono tantissimi, la criminalità organizzata, il controllo del mercato del lavoro e il controllo del voto. Se questo è il quadro si devono fare delle riflessioni al di là delle indagini e pensare all'aiuto che può venire da parte delle strutture comunitarie. Sicuramente, per la mia esperienza, posso dire che l'ufficio antifrode, quando c'è stata la necessità, ha sempre collaborato in modo significativo con l'autorità giudiziaria italiana sia nell'aspetto della cooperazione, sia attraverso Eurojust per il buon fine di determinate rogatorie." Luigi De Magistris.


Intanto la città del Grappa ha convocato oggi un consiglio straordinario (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 21-11-2007)

 

BassanoLe perplessità di Bassano non scalfiscono le certezze dell'Altopiano. "Il sistema dualistico è più snello, più efficace, più economico dell'attuale", si dice convinto il sindaco di Asiago Andrea Gios (nella foto), preannunciando il suo voto favorevole al nuovo statuto di Etra che verrà presentato domani in assemblea dei soci. Del resto, è il mandato che gli ha assegnato all'unanimità il suo consiglio comunale.Quale indicazione darà invece l'assise bassanese a Gianpaolo Bizzotto, lo scopriremo stasera: il consiglio comunale della città del Grappa è stato convocato d'urgenza per questo pomeriggio, alle 18.30, per dettare l'indirizzo rinviato la settimana scorsa. Ieri, intanto, sono stati i sindaci dell'Altopiano a riunirsi, per concordare una linea unitaria in vista dell'appuntamento di domani a Cittadella. Sarà la stessa che gli amministratori montani hanno già espresso in sede di assemblea Ato, dove hanno votato compatti a sostegno del sistema dualistico."È un assetto che dà più possibilità di sviluppo a Etra e che ben si adatta a una società moderna, chiamata a erogare servizi importanti in un mondo dinamico", assicura Gios: "Un po' tutta Europa, ormai, fa riferimento a questo modello di matrice tedesca. Basta guardare ai paesi emergenti dell'Est: lì molte grandi società vivono di un azionariato diffuso e rischierebbero la paralisi in assemblea dei soci. Questo sistema garantirà un management più snello. E produrrà meno costi a carico degli utenti: sparisce il collegio sindacale, il consiglio di gestione viene limitato a cinque componenti e nasce un consiglio di sorveglianza retribuito non con compensi fissi, ma con semplici gettoni di presenza. Tagliare le spese, oggi, è un obbligo morale oltre che legislativo".Gios reputa infondati i timori bassanesi sulla perdita di poteri dei sindaci: "L'assemblea dei soci manterrà le sue prerogative delegandole al consiglio di sorveglianza: piuttosto che trovarsi sempre a discutere in più di 70 sindaci, diversi dei quali non preparatissimi sugli argomenti da trattare, meglio che siano 9 o 10 persone a riunirsi, competenti e rappresentative delle varie aree territoriali". Gios è anche fiducioso in una ricomposizione della spaccatura: "Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho avuto dei contatti con alcuni colleghi del Bassanese: il loro "no" non è definitivo. Ho pieno rispetto della loro posizione e capisco benissimo la legittima pretesa di contare di più: è una battaglia che noi dell'Altopiano, all'interno di Etra, abbiamo già combattuto".Emanuele Borsatto.


<La spesa degli statali sfugge al controllo: in 5 anni gli stipendi dei travet sono saliti del 4,5\% all'anno> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 21-11-2007)

 

"La spesa degli statali sfugge al controllo: in 5 anni gli stipendi dei travet sono saliti del 4,5\% all'anno" RomaTanto rumore per nulla. O quasi. I costi della politica, quelli strettamente destinati all'indirizzo strategico, pesano neanche l'1\% sulla spesa pubblica. La Finanziaria per il 2008 fa qualche passo in avanti ma i tagli "non esauriscono le azioni da porre in campo per consentire un riassorbimento delle distorsioni". Ma il vero 'bubbone' della spesa, la "criticità", l'"insuccesso della politica" è il peso degli oneri del personale. La spesa degli statali corre e di fatto sfugge dal controllo: le retribuzioni dei travet dal 2000 al 2005 sono aumentate del 4,5\% per ciascun anno, il doppio dell'inflazione e molto più del Pil. La sferzata è della Corte dei Conti convocata in audizione alla Commissione Affari Costituzionali della Camera per parlare dei costi della politica.La magistratura contabile squarcia il velo: se si intende parlare solo dell'apparato che fissa l'indirizzo politico strategico, la cosiddetta 'casta', il peso sulla spesa è inferiore all'1\% e "non si riscontra un andamento rilevante e in crescita della spesa", fa notare il presidente Tullio Lazzaro. Ma se si allarga lo sguardo ai costi più complessivi della gestione della macchina pubblica, a partire dalle spese per il personale, allora inizia il 'cahier de doleances'. Dagli stipendi dei travet si passa agli enti inutili e alle gestioni commissariali come quelle per le emergenze rifiuti che da tali sono diventate "durature organizzazioni extra ordinem" con commissari che alla fine sono gli stessi governatori delle Regioni. Un passaggio poi per le cartolarizzazioni e la Corte dei Conti parla più volte di "scarsa trasparenza". Non solo: alla fine hanno inciso "in misura molto limitata" sulla riduzione di indebitamento e debito.Nel mirino c'è però innanzitutto la spesa per il personale. Lazzaro ha riferito come dal 2000 al 2005 la spesa per le retribuzioni del personale del pubblico impiego sia aumentata del 4,5\% all'anno, "quasi il doppio dell'inflazione, al 2,4\%, e di gran lunga superiore alla crescita del Pil nominale, al 3,7\%". Lazzaro ha rilevato che è il risultato degli "insuccessi della politica nel controllo" delle dinamiche retributive. Sugli enti inutili, Lazzaro ha ricordato che la legge che ha dato il via alla liquidazione è del 1956, quando erano state censite 6.630 'altre istituzioni pubbliche'. "Da allora sono state avviate procedure liquidatorie per 827 enti e ne sono state chiuse 732", ha evidenziato la Corte.


EBAY: PER NATALE MATERIALI FAI DA TE E BRICOLAGE I REGALI PIU' GETTONATI (sezione: Costi dei politici)

( da "MyTech" del 21-11-2007)

 

URL: http://www.mytech.it/news/articolo?ix=A006012014081.art (ASCA) - Roma, 21 nov - In previsione del Natale, gli oggetti piu' acquistati a livello nazionale saranno i materiali per il fai-da-te e il bricolage, ma cresce anche la tendenza a regalare specialita' gastronomiche. E' quanto sostiene eBay.it, che ha analizzato, regione per regione, gli orientamenti dei nostri connazionali sul web per quanto riguarda gli acquisti natalizi. Dalla ricerca - si legge in una nota - emerge che se in Abruzzo si scarteranno molti Dvd e Vhs di film e cartoni animati, in Toscana, piu' che in ogni altra parte dello stivale, sara' un Natale all'insegna del piccolo Antiquariato e, in particolar modo, si regaleranno molte acquasantiere d'epoca. Quest'anno, per quanto concerne i giocattoli, sembrano tornare in auge giochi ''vintage'' come il subbuteo (Liguria) e gli aquiloni, le biglie e gli yo-yo (Marche). Il Veneto si indirizza invece su giochi ''moderni'' come Action Figures e Dinky toys. In Trentino Alto Adige l'attenzione e' rivolta alle nuove famiglie e si acquistano soprattutto seggiolini e passeggini, mentre nel Lazio si pensa all'arte e si regalano violini. La Sardegna sembra essere piu' vanitosa e ha il primato per l'acquisto di brillantini per la decorazione delle unghie. Altra tendenza di questo Natale e' regalare cose fatte con le proprie mani; in Basilicata si comprano articoli per decoupage, in Umbria materiali per pittura e disegno, in Puglia e Val d'Aosta utensili per il fai-da-te. Donano specialita' gastronomiche soprattutto il Lazio, l'Emilia Romagna e la Sicilia, che acquistano vini toscani, mentre il Piemonte preferisce il vino di propria produzione. Piu' orientati sui dolci gli utenti di Sardegna e Friuli Venezia Giulia. Chiudono la lista dei regali regionali le statuine in ceramica in Molise, le penne da collezione in Campania e i gioielli d'oro in Lombardia. Infine, secondo una ricerca commissionata da eBay.it a Doxa risulta che, solo lo scorso anno, gli italiani hanno ricevuto ben 29 milioni di regali ''sbagliati''. Nel 54% dei casi i doni trovati sotto l'albero erano inadatti; addirittura inutili nel 22%. Regalo sbagliato e, per di piu', anche comprato con ansia. Questo il parere del 49% degli Italiani intervistati, che vivono come uno stress la scelta del regalo. Prima di tutto per la difficolta' di trovare la cosa giusta per la persona cui e' destinato il regalo (74%).


Costi della politica: Prodi taglia le ali ai giornalisti (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama.it" del 21-11-2007)

 

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Costi della politica: Prodi taglia le ali ai giornalisti Posted By redazione On 21/11/2007 @ 18:15 In Headlines, NotiziaHome | 2 Comments di Angela Bianchi Prodi in persona avrebbe firmato oggi una direttiva che riguarda i viaggi dei giornalisti al seguito del presidente del Consiglio, dei ministri e dei presidenti delle Camere. Secondo il tam tam che sta attraversando i Palazzi romani, d'ora in poi i giornalisti che usufruiranno dei voli di Stato, finora gratuiti, dovranno versare 300 euro se si tratta di un volo interno, 600 se in un paese europeo e 900 extra europeo. Giro di vite con l'obiettivo di ridurre i costi della politica. Resta da capire se la direttiva riguarderà anche i viaggi del Capo dello Stato.


Per porre fine alla "fuga dei cervelli" (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 21-11-2007)

 

Accordo Regione-Atenei calabresi per stage formativi. La soddisfazione di Bova ed Occhiuto REGGIO CALABRIA. I migliori giovani laureati calabresi che verranno ammessi agli stage biennali voluti dal Consiglio regionale per arginare il fenomeno della cosiddetta "fuga dei cervelli" saranno protagonisti di specifiche attività formative predisposte dalle Università di Cosenza, Catanzaro e Reggio: un protocollo d'intesa tra la Presidenza del Consiglio regionale e gli Atenei per avviare gli stagisti selezionati al loro inserimento biennale nelle Pubbliche Amministrazioni è stato firmato, a Palazzo Campanella. "Grazie all'accordo, sottoscritto dai rettori Giovanni Latorre (Università della Calabria), Francesco Saverio Costanzo (Magna Grecia), Massimo Giovannini (Mediterranea) e dal presidente Giuseppe Bova, - si legge in una nota dell'ufficio stampa del consiglio regionale - i migliori giovani laureati della regione verranno, così, seguiti con specifici percorsi didattici messi a punto dalle Università". All'incontro per la sottoscrizione del protocollo hanno partecipato anche i componenti dell'Ufficio di Presidenza: i vicepresidenti Antonio Borrello e Roberto Occhiuto ed i segretari-questori Giuseppe Guerriero e Gesuele Vilasi. Il protocollo prevede che prima che si cimentino con le nuove realtà professionali, ai giovani stagisti venga fornita un'adeguata e preventiva formazione rispondente ad una metodologia di gestione organizzativa innovativa ed avanzata, anche attraverso la sperimentazione e l'implementazione di nuovi approcci. L'accordo definisce le modalità della formazione avanzata che gli atenei erogheranno a beneficio dei soggetti selezionati per gli stage di 24 mesi. Un gruppo di lavoro costituito dai professori Antonio Viscomi per l'Università "Magna Grecia" di Catanzaro; Francesco Manganaro per l'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria, Enrico Caterini per l'Università della Calabria di Cosenza, dal Vice presidente del Consiglio regionale, Roberto Occhiuto e dal segretario generale dell'Assemblea, Giulio Carpentieri, ha già predisposto tutti gli atti necessari per dare concreta attuazione al bando relativo sia alle manifestazioni d'interesse degli Enti pubblici intenzionati sia alle istanze dei giovani che intendono accedere agli stage. Il bando sarà pertanto pubblicato nei prossimi giorni. Il progetto del programma formativo che verrà somministrato dagli Atenei prevede 450 ore di cui 240 per il percorso comune comprese informatica e lingua inglese, 120 per quello "professionalizzante" e 90 per le concrete attività di stage. Vengono individuate tre aree professionali: amministrativa, tecnico-scientifica e contabile. Alla fine dei corsi, l'intero materiale didattico prodotto nei percorsi formativi verrà condensato in un saggio finale, uno vero e proprio manuale per la formazione "in progress" dei dipendenti pubblici. "Siamo passati, insomma, - spiega il presidente Giuseppe Bova - alla fase operativa dopo la scelta del Consiglio regionale di tagliare i cosiddetti "costi della politica" finalizzando l'impiego di tre milioni di euro della somma così risparmiata per consentire ogni anno l'utilizzazione di circa 250 giovani laureati meritevoli. Ora seguiranno la pubblicazione del bando e le selezioni, con meccanismi trasparenti ed automatici esclusivamente per titoli, per gli stage biennali nella pubblica amministrazione". "Come avevamo affermato sottoscrivendo solennemente, il 13 marzo scorso, la convenzione "Istituzioni: doveri e diritti" - aggiunge Bova - si può cambiare il complesso del profilo e l'agire concreto dell'Ente Regione. La scelta compiuta, che ha riscosso anche l'interesse delle nostre Università, non è certo risolutiva ma può rappresentare un'alternativa per molti giovani calabresi che, spesso, dopo la laurea lasciano la regione per rendersi indipendenti altrove. Con questa legge miriamo a farli rimanere in Calabria per essere protagonisti del futuro di questa terra". "Oggi è stata scritta una bella pagina della politica regionale". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Occhiuto, nel corso della firma della Convenzione da parte del Consiglio regionale con il sistema universitario calabrese per consentire ai migliori giovani laureati calabresi di essere ammessi agli stage biennali in attività formative e di supporto agli enti locali. "E anche chi come me - ha sottolineato Roberto Occhiuto - che svolge funzioni di opposizione, ha il dovere di riconoscere che tutta la politica, al di là delle appartenenze, ha avuto oggi il merito di concludere un percorso iniziato con l'approvazione della legge già nella scorsa legislatura, purtroppo non attuata per mancanza di sufficienti finanziamenti". Gesuele Vilasi, componente l'Ufficio di Presidenza, ha affermato che "per i nostri giovani laureati si aprono concrete speranze di misurarsi sul campo, facendo leva sul proprio sapere e supportando quegli enti, soprattutto i più piccoli come entità territoriale ed organizzativa, nelle loro scelte strategiche. I 250 giovani calabresi laureati prescelti rigorosamente in base ai titoli, sono una prima pattuglia avviata ad aprire un percorso su innestare le potenzialità di sviluppo di quell'economia del sapere che trova coerenza con l'attuazione dei programmi comunitari del Por 2007/2013". I parenti e gli affini sino al terzo grado dei consiglieri regionali e dei dirigenti della Regione saranno esclusi dalla partecipazione al bando per gli stage rivolti ai giovani laureati, oggetto del protocollo d'intesa firmato oggi pomeriggio a palazzo Campanella. Lo ha reso noto, tramite il suo portavoce, il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova. "È una misura di grande severità ma abbiamo ritenuto giusto applicarla. Non può esistere neanche lontanamente - ha detto Bova - il sospetto che qualcuno, in ragione dei propri rapporti parentali, possa essere avvantaggiato".


Aerei di Stato I giornalisti pagheranno (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

 

Costi della politica Aerei di Stato I giornalisti pagheranno I tagli ai costi della politica colpiscono anche i giornalisti. Da oggi infatti i giornalisti e i foto-cineoperatori che viaggiano sui voli di Stato al seguito delle autorità istituzionali per servizio dovranno pagare un biglietto: è quanto prevede una circolare firmata da Romano Prodi. Agli operatori dell'informazione sarà richiesto il pagamento di un biglietto di 300 euro per i voli andata e ritorno nazionali, 600 euro per quelli verso l'Europa e i Paesi del Mediterraneo e 900 euro per tutti gli altri voli.


Tagli alle società pubbliche (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

 

CUNEO.APPLICATA LA LEGGE STATALE Compensi Tagli alle società pubbliche Annuali, mensili oppure a seduta Diminuito il numero di amministratori nei Consigli. Gettoni di presenza [FIRMA]PAOLA SCOLA CUNEO Da "snellire" 14 società per azioni e consorzi pubblici (di cui la Provincia è azionista). La Finanziaria imponeva di farlo entro oggi. "Tagliati" i componenti di nomina pubblica nei Consigli d'amministrazione delle partecipate. Stasera procederà il Calso (Comuni Acquedotto Langhe Sud Occidentali): assemblea alle 21, l'ipotesi è di passare da 9 a 5 consiglieri. Cinque è il numero massimo di rappresentanti che l'ente pubblico può designare. Così è avvenuto nei "cda". "La Provincia ha provveduto senza esitazioni - commenta il presidente Raffaele Costa -, nella convinzione che gli organi sociali ridotti possano costituire non tanto o non solo un'occasione di risparmio, perchè non c'erano particolari eccessi, quanto un'opportunità per far meglio funzionare le stesse società". La Provincia aveva già rinunciato a rappresentanti nei collegi sindacali di Sitraci, Geac (da 5 a 3) e Agengranda (da 3 a 1). In liquidazione 4 partecipate: Infotour, Solidargranda, Sofagra e Verdevivo. "Dal prossimo mese - anticipa Costa - incontreremo i principali soci, per andare ulteriormente nella direzione della semplificazione". Alla scadenza naturale o al bilancio molti "Cda" saranno rinnovati. Le partecipate Acquedotto Langhe e Alpi Cuneesi: società pubblica, da 9 a 5 componenti; presidente Alessandro Barbero, vice Carlo Borsalino e Roberto Boffa (vicario). Fingranda: società mista, già a 7 componenti (5 pubblici); presidente Antonio Viglione, vice Giorgio Groppo. Acque Granda: mista, da 15 a 9 (5 pubblici); presidente Giacomo Pellegrino, vice Alessandro Sandra. Società di gestione aeroporto di Cuneo Levaldigi: mista, già a 5; presidente Gian Pietro Pepino, vice Guido Bonino. Comuni dell'Acquedotto Langhe Sud Occidentali: pubblica, ipotesi da 9 a 5 (pubblici); presidente Giovanni Bottino. Agengranda: mista, già a 3 (2 pubblici, 1 privato); presidente Giacomo Pellegrino, vice Oreste Viada. Cresam: mista, da 5 a 3; presidente Gaetano Golinelli. Creso: mista, assemblea da svolgere, ipotesi da 11 a 9 (5 pubblici); presidente Celestino Costa. Sitraci: mista, da 18 a 13 (5 pubblici); presidente Roberto Mellano. Autostrada Albenga-Garessio-Ceva: mista, da 18 a 9 (5 pubblici); presidente Luigi Sappa. Miac: mista, da 13 a 7 (5 pubblici); presidente Giorgio Bergesio. Atl: mista, 10 componenti (5 pubblici); presidente Gianni Vercellotti. Ente Turismo Alba Bra: mista, 10 componenti (5 pubblici); presidente Fausto Perletto. Agenzia di Pollenzo: mista, 5, presidente Natale Farinetti.Gli emolumenti per gli amministratori delle varie società sono previsti in modo diverso: annuali, mensili o a seduta. Sono indicati (come trasmesso dalla Provincia) in euro lordi.Acquedotto Langhe e Alpi cuneesi: al presidente 14.400 euro lordi l'anno; al vice 10.800; ai consiglieri 252. Fingranda: al presidente 1.241 euro al mese; al vice 621; ai consiglieri 100 a seduta. Acque Granda: al presidente 1.166 euro al mese; al vice 559; ai consiglieri 100 a seduta. Geac: 150 euro a seduta. Calso: al presidente 500 euro, ai consiglieri 250. Agengranda: al presidente 1.166 euro al mese; al vice 559; ai consiglieri 100 a seduta. Consorzio ricerca sperimentazione: al presidente 6.500 euro l'anno (non percepibili); al vice 3.250 annui; ai consiglieri 65 a seduta. Sitraci: 200 euro lordi a seduta. Autostrada Albenga-Garessio-Ceva: 200 euro a seduta. Miac: al presidente 12.395 euro lordi l'anno (non percepibili); al vice 8.263; ai consiglieri 77 euro a seduta. Atl: 104 euro lordi a seduta. Ente Turismo Alba Bra: 50 euro lordi a seduta.


Tutto da rifare sui tagli ai costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 22-11-2007)

 

REGIONE. DISEGNO DI LEGGE Sceicco Tutto da rifare sui tagli ai costi della politica Già all'ordine del giorno del Consiglio il testo torna all'esame delle commissioni [FIRMA]ALESSANDRO CAMERA AOSTA Per mettere in pista un progetto che contribuisca a ridurre i costi della politica bisognerà aspettare una prossima riunione del Consiglio regionale. Il disegno di legge del governo regionale che detta disposizioni in materia di organi di amministrazione delle società partecipate dalla Regione, dagli enti locali e dai loro enti strumentali, inserito nell'ordine del giorno all'esame dell'Assemblea di piazza Deffeyes, tornerà al vaglio delle competenti commissioni consiliari. Nell'aula dell'assemblea legislativa ieri non si è fatto cenno al provvedimento, ma sul disegno di legge esistono difformità di giudizio da parte delle forze politiche. Di qui il rinvio in commissione per la ricerca di un testo condiviso. Il disegno di legge punta a diminuire sia i compensi per gli amministratori delle società partecipate da Regione e enti locali sia il numero degli amministratori delle società a partecipazione regionale, comunale e degli enti pubblici strumentali. Per i compensi i parametri di riferimento vengono stabiliti, per i componenti degli organi di amministrazione "in misura non superiore al 50% delle indennità di carica spettante ai consiglieri regionali" mentre per il presidente, amministratore delegato o amministratore unico "il compenso non può eccedere l'80% dell'indennità di carica dei consiglieri regionali". Per gli enti locali il riferimento della misura del 50 e dell'80% deve essere fatto, per i componenti e i presidenti degli organi di amministrazione, con l'indennità di funzione del sindaco. Per la composizione degli organi di amministrazione delle società partecipate da Regione, enti locali e loro enti strumentali, il numero dei componenti non deve superare le 5 unità e i componenti non dovranno restare in carica per più di tre esercizi. Condizioni particolari sono stabilite per Finaosta. Lo sceicco Abdul Falaknaz, presidente della Falak Holding di Dubai, ha visitato ieri la Valle. E' prima andato alla sede di Verrès del Politecnico di Torino, con il rettore Francesco Profumo, poi ha incontrato ad Aosta il presidente della Regione Luciano Caveri. "Lo sceicco - dice Caveri - si è mostrato interessato a una collaborazione con la nostra regione, in particolare con il Polo tecnologico di Verrès, per l'innovazione tecnologica e lo scambio di competenze universitarie". \.


Taglio ai consiglieri delle società pubbliche, Eal scende da 13 a 3 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 22-11-2007)

 

? LODI ? LA EAL spa, società di cui la Provincia detiene la maggioranza del pacchetto azionario, ha ridotto il numero dei componenti del Consiglio di amministrazione, come prevede la legge, da 13 a 3 componenti, aumentando e differenziando però i compensi destinati al gettone di presenza. I tre eletti in consiglio (il cda di Eal era tra l'altro scaduto nel maggio scorso ma prorogato in attesa delle procedure attuative della nuova normativa) sono Antonio Nava, riconfermato presidente con un compenso mensile lordo che però sale da 1.750 a 1.900 euro. Con lui ci sono anche Antonio Redondi e Gianfranco Pinciroli. I consiglieri, prima della modifica statutaria, percepivano un gettone di presenza di 250 euro lordi. ORA NON SARÀ più così. Nella prossima seduta uno dei due verrà nominato vicepresidente, con un compenso ancora da stabilire, che secondo le prime indicazioni dovrebbe aggirarsi sui 1.400 euro lordi. Il terzo consigliere invece riceverà eventuali compensi solo se gli verranno conferite delle deleghe relative a progetti specifici. Nel collegio sindacale sono stati infine eletti Bartolomeo Palumbo che ricopre la carica di presidente, Serena Bersani e Piero Misericordia, con la carica disindaci effettivi. Non muteranno invece i consigli di amministrazione delle società partecipate dalla Eal, che sono a capitale misto pubblico-privato. Eal service, Eal compost, Bellisolina, Lodicom e Ecoadda resteranno con i vertici immutati. Oggi invece verranno decisi i componenti dei consigli di amministrazione di Astem e Lineagroup. L.D.B. - -->.


Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 22-11-2007)

 

CONSIGLIO. Galliotto applaudito. Bizzotto indica Valsecchi a rappresentare il Bassanese "Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica" Chiamato a pronunciarsi sul nuovo statuto dell'Etra, il consiglio comunale convocato ieri sera in seduta straordinaria ha poi votato all'unanimità un emendamento nel quale delega il sindaco Bizzotto a partecipare oggi a Cittadella all'assemblea del suddetto organismo, ma ad "accettare esclusivamente la modifica statutaria di Etra, quella cioè che riduce il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 14 a 5". Il medesimo documento delega altresì il sindaco a sostenere la nomina di Luigi Valsecchi. Nessuna altra modifica statutaria è autorizzata dal consiglio. "Lo scopo - ha puntualizzato dai banchi della maggioranza il consigliere Luigi Galliotto - è quello di impedire che la nuova normativa sulla riduzione dei membri del cda venga aggirata con la nomina di un organo di sorveglianza che, seppure con un nome differente, fungerebbe da controllo e richiederebbe ulteriori cariche, eludendo così il provvedimento. In sostanza - ha proseguito Galliotto - dobbiamo batterci tutti perchè una struttura tecnica non diventi a tutti gli effetti un ente politico che bada soltanto alla distribuzione delle carèghe (testuale, ndr). In un momento come questo, in cui è necessario abbattere i costi anche della politica, occorre dare risposte e soprattutto servizi alla comunità, non conservare strenuamente certi privilegi". Un intervento che ha riscosso consensi pure dagli scanni della minoranza. Comprensibile, infine, le inquietudini del capogruppo di Forza Italia, Sergio Martinelli. "In questa maniera Bassano varrà di meno nel territorio". V.P.


"vergogna, non siamo noi la casta" - milena vercellino (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

 

Pagina XI - Torino La protesta unisce destra e sinistra: siamo l'ultima ruota del carro, così si soffoca l'impegno civico di tanti cittadini "Vergogna, non siamo noi la Casta" Nella peggiore delle interpretazioni gli emolumenti potrebbero addirittura essere azzerati Anche i componenti della Sala Rossa sono sul piede di guerra. La riduzione sarebbe per loro di circa 700 euro al mese MILENA VERCELLINO "Non sono questi i costi della politica", "Non siamo noi la "Casta"" o, senza giri di parole, "è una presa in giro": sono nette e concordi le reazioni dei consiglieri di circoscrizione allo sfrondamento dei riconoscimenti economici inserito nell'articolo 26 della finanziaria. "Ci aspettavamo tagli da altre parti, non a noi peones della politica", dice Nevio Nicola, consigliere di sinistra democratica alla sesta circoscrizione. "Noi siamo l'ultima ruota del carro, e pure cigolante. è assurdo che ci tolgano anche l'olio. In circoscrizione non c'è la "Casta", ma cittadini che fanno politica. Così si asseconda lo spirito dell'antipolitica", dice Paola Brigantini, capogruppo Ds della quinta circoscrizione. "Per noi fare politica vuol dire metterci del proprio: telefono, benzina, babysitter - sottolinea Nadia Conticelli, consigliere Ds della sesta circoscrizione - Il governo dà segnali contradditori. Così non si va verso il rinnovamento della politica che il Pd si prefigge, non si incentivano le donne ed i giovani a partecipare. Alla fine in politica ci saranno solo i Berlusconi, chi può permettersi il lusso di spendere. Questo sì che favorisce la "Casta"". Sfodera toni duri anche Omar Ricciardi, consigliere di Sinistra democratica dell'ottava circoscrizione, che martedì ha scritto ai compagni di partito in Parlamento per chiedere un emendamento dell'articolo 26, che, dice, colpisce "i poveracci della politica": "Non può essere questo il taglio dei costi. Vuol dire buttare fumo negli occhi dei cittadini". Le sforbiciate, insomma, sono un siparietto demagogico: "Questa cosa è partita con l'onda lunga di Grillo", sottolinea. Il prossimo passo, per Ricciardi, potrebbe essere drastico: basta con la politica. è uno dei pochi a dichiararsi pronto a smettere le vesti di consigliere: "Riconsidererò il mio ruolo. Mi fa arrabbiare che si tenti di vendere ai cittadini un taglio dei costi che non è tale, quando i parlamentari cominceranno a tagliare i loro stipendi nel 2011". Il contenuto dell'articolo 26, tra l'altro, è tutt'altro che nitido: "C'è un'ambiguità tra gettone e indennità", sottolinea Gianluca Caporale, consigliere di Rifondazione della terza circoscrizione. Di soldi, dice, se ne vedono pochi: " "Se prendiamo 500 euro al mese è già tanto, e noi e i Comunisti italiani diamo il 50 per cento al partito. La decurtazione danneggerebbe soprattutto le sezioni, la presenza democratica sul territorio. E chi ci rimetterebbe di più sarebbero i partiti di sinistra, che non hanno potentati alle spalle. Noi i circoli delle libertà non ce li possiamo permettere". Ma anche per chi i circoli li bazzica, la musica non cambia: "è un falso risparmio e una grande presa in giro. La politica non è business, sicuramente non a livello di circoscrizione", dice Cristiana Tommasi, capogruppo di Forza Italia dell'ottava circoscrizione. "Così vengono colpiti coloro che sono più vicini ai cittadini. C'è una volontà politica precisa di non dare valore alle circoscrizioni", rincara Manuela Savini, consigliere di An dell'ottava circoscrizione e promotrice di un'iniziativa in risposta al famigerato articolo 26: "Presenteremo un ordine del giorno in cui chiederemo ai nostri presidenti di attivarsi verso gli organi superiori perché il gettone sia mantenuto". SEGUE A PAGINA V.


La rivolta dei peones della politica - diego longhin (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

 

Pagina XI - Torino A Torino sono 250, molti hanno già protestato con i parlamentari: "Dovete risparmiare? Riducete le vostre indennità" La rivolta dei peones della politica Attacco alla Finanziaria: taglia i compensi ai consiglieri di circoscrizione DIEGO LONGHIN Con la nuova Finanziaria quelli che rischiano di rimanere a secco sono i consiglieri di Circoscrizione, l'ultimo anello della catena. L'articolo 26 del testo approvato dal Senato tartassa i già magri compensi degli eletti nei quartieri: a Torino un esercito composto da 250 persone, 25 per ogni Circoscrizione, che in tutto sono appunto dieci. Le possibilità sono due, dipende da come sarà interpretata la nuova norma. La peggiore, per le tasche dei consiglieri, è un assegno mensile pari a zero, paragonando l'attività politica al volontariato civile. La migliore? Un taglio che oscilla tra i 300 e i 400 euro. La Finanziaria, infatti, prevede che non debba essere riconosciuta nessuna indennità ai consiglieri circoscrizionali. Sotto la Mole non si è scelta la strada del fisso mensile, bensì quella del gettone di presenza per consigli e commissioni, ma molti dei 250 consiglieri temono che la nuova norma possa essere interpretata in maniera amplia, negando del tutto un riconoscimento economico. Se invece la legge verrà presa alla lettera, distinguendo tra gettone e indennità, gli eletti dal prossimo anno guadagneranno al massimo un quarto del presidente di Circoscrizione. In pratica circa mille euro lordi scarsi, mentre ora arrivano a 1.300 euro, a patto che siano presenti a 19 sedute in un mese tra consigli e commissioni. Da Torino sono già partite alla volta di Roma lettere ed e-mail degli eletti nei quartieri per chiedere ai parlamentati di ripensarci: "Se si vuole colpire qualcuno, si colpiscano gli stipendi dei pesci grossi, dei top manager pubblici, ad esempio. Oppure si riducano le indennità dei parlamentari, non di chi fa politica sul territorio e sta vicino alla gente". Una posizione trasversale, da sinistra a destra. Anzi, nell'Unione le fibrillazioni sono maggiori perché si discute sull'attenzione verso la gente e la politica dal basso e poi si penalizza che cerca di trasformare la teoria in pratica. La Finanziaria non tocca solo le Circoscrizioni. Anche gli emolumenti dei consiglieri comunali verranno toccati al ribasso. A Palazzo Civico, ad esempio, passano al massimo da un terzo di quanto guadagna il sindaco ad un terzo. Si passerà quindi da 3.041 euro lordi a 2.280 euro se si fanno 26 presenze in un mese. Un taglio di 760 euro. Della questione si è già discusso nell'ultima riunione della conferenza dei capigruppo e venerdì sarà discusso un ordine del giorno, firmato da tutti i partiti, escluso forse Pdci, per chiedere conto della manovra: "Perché insieme alle nostre indennità non tagliate anche le vostre?".


Aziende comunali, il giorno dei tagli - simona casalini (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

 

Pagina VII - Roma La delibera anti-sprechi della Finanziaria. Risparmiati milioni. In ballo Risorse per Roma, Atac, Ama, Assicurazioni, Zètema e Metro Aziende comunali, il giorno dei tagli Oggi scendono da 46 a 18 i componenti dei Cda di sei società Sui doppi incarichi sì a quelli nel mercato privato. E c'è chi ha anticipato SIMONA CASALINI Tagli di poltrone & risparmi, il Campidoglio si mette in regola. Entro oggi tutte le aziende capitoline devono "dimissionare" i loro consigli d'amministrazione, votare il nuovo Statuto e, contestualmente, rinominare i nuovi organi direttivi "dimagriti", secondo la norma sui minori costi della politica inserita dal governo in Finanziaria. Il bilancio di previsione 2007 del Comune aveva infatti recepito quel dispositivo taglia-costi che oggi diventa operativo. Sono sei le società comunali, escluse quelle quotate, che da oggi in poi non potranno avere consigli d'amministrazione con più di tre o cinque componenti, a seconda del fatturato raggiunto. Fino a ieri, invece, i CdA delle ex municipalizzate erano composti in media da sette membri, con il picco in Risorse per Roma e Assicurazioni di Roma, che ne annoveravano addirittura nove ciascuna. E sul ridimensionamento dei gettoni di presenza si risparmierà "qualche milione", 2 dei quali sono quelli che si recupereranno dalle aziende del comparto dei trasporti. In ballo, oltre a Risorse e Assicurazioni che dovranno tagliare 4 dei 9 consiglieri, ci sono anche l'Ama che deve passare da 7 a 5 consiglieri, l'Atac da 7 a 5, Zètema da 7 a 5 e Roma Metropolitane che passa da 7 a 3. In tutto, si passa da 46 a 18. E c'è chi ha giocato d'anticipo. Roma Metropolitane, ad esempio, ieri sera, ha reso noto che i tre rimasti nel CdA sono Vincenzo Gagliani Caputo, Chicco Testa (presidente) e Federico Bortoli (ad). Giri di poltrone, dunque, con molti che resteranno "a secco". Nelle scelte, vigerà ad esempio il principio che chi siede già in qualche CdA di azienda comunale non potrà cumulare lo stesso incarico in un'altra società comunale. E questo, ad esempio, sarebbe il caso di Fulvio Vento, presidente di Atac spa che, pur se non formalmente incompatibile, si prepara a lasciare il suo incarico a Zètema. Viceversa, nessuna incompatibilità per chi siede in un CdA comunale e, in contemporanea, ha ruoli importanti in aziende private che si occupano di altro. E' il caso di Tommaso Di Tonna, il fiscalista presidente di Assicurazioni o di Luigi Spaventa, consigliere d'amministratore di Acea e anche presidente della Sator Group di Matteo Arpe. Perplessità le aveva sollevate il centrodestra, spingendo però al posto di quei "tecnici" candidature provenienti dalla politica locale.


È scontro aperto con la minoranza: sapete solo denigrare la giunta (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 22-11-2007)

 

Oristano è scontro aperto con la minoranza: "Sapete solo denigrare la giunta" Il sindaco Gianni Pia passa al contrattacco dopo le critiche ai nuovi impianti d'illuminazione MOGORO. Botta e risposta a stretto giro di posta tra il sindaco Gianni Pia e il gruppo di minoranza consiliare a proposito del preannunciato impianto d'illuminazione pubblica nel Piano di zona di "Is Argiolas" e nella borgata agricola di "Morimenta". Infatti al documento della minoranza che nel plaudire l'intervento - da lei stessa sollecitata attraverso un'interrogazione - nel contempo esprimeva perplessità sul fatto che per quei lavori si sia dovuto contrarre un mutuo di un milione di euro. Di lì la "pepata" risposta del sindaco, dalla forte vis polemica, a dimostrazione di come all'interno del Consiglio le acque tra maggioranza e opposizione siano tutt'altro che placide e tranquille: "I consiglieri di minoranza pur di non riconoscere le cose positive che l'amministrazione da anni sta facendo, ancora una volta perdono l'occasione per tacere e fare bella figura.", esordisce Gianni Pia, "Paradossalmente da un lato asseriscono che è positivo l'appalto dell'illuminazione pubblica, mentre dall'altro pretendono addirittura di averne i meriti". Quindi un primo affondo: "Sorprende poi che il loro ultimo documento sia tardivamente sottoscritto anche da chi, neppure quando lo era, abbia mai saputo interpretare con spirito di servizio il ruolo di consigliere comunale, dimettendosi prontamente per approdare a "fonti da 58.900 euro annui", sicuramente più redditizie dei 20 del gettone di presenza offerto dal Comune; mentre non è stato sottoscritto dal nuovo consigliere subentrato". Segue quindi l'appunto dove il sindaco nella sua filippica centra l'attenzione sulle voci: "Molti cittadini, privi di colorazioni politiche dell'ultima ora, riferiscono che gli "ex di tutto e di più", non paghi del loro ruolo, da un po' di tempo, si siano gettati a capofitto nell'occupazione sistematica del variegato mondo dell'associazionismo e, nel tempo libero, nella creazione di altri compositi comitati di guerra santa, prospettando rivoluzioni culturali e universali, in un futuro pregno di soddisfazioni elettorali. Che però, nelle palle di cristallo, solo loro vedono". Quindi l'affondo finale: "La loro parola d'ordine, i mogoresi la conoscono bene perché da sette anni è sempre la stessa, è "denigrare" tutto ciò che fa l'amministrazione comunale in carica. E poiché questa le cose le fa, e continuerà a farle per tutti i cittadini, le occasioni, agli ex di cui sopra, sicuramente non mancheranno". Tigellio Sebis.


Cannonate (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

 

Pagina III - Bologna CANNONATE Ultime notizie dal fronte "costi della politica". Reazioni bipartisan, ieri a Palazzo Malvezzi, di fronte alla proposta di non prevedere gettoni di presenza per le componenti dell'appena istituita Conferenza provinciale delle amministratrici: "Perché, per tagliare i costi della politica, si comincia proprio dalle donne?" (Vania Zanotti, Sd); "A rimetterci non può essere proprio la nuova conferenza delle elette" (Claudia Rubini, An). Dalle Tragedie in due battute di Achille Campanile: "Scoppia la guerra. Il generale: (alla prima cannonata nemica) 'Beh, ma se cominciamo con le cannonate, è finita!'. (Sipario)".


Mezzo flop della consulta stranieri e niente gettone per gli immigrati - silvia bignami (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 22-11-2007)

 

Pagina V - Bologna IL CASO Pochi liste e pochi candidati, polemiche contro il Comune Mezzo flop della Consulta stranieri e niente gettone per gli immigrati SILVIA BIGNAMI Cinque quartieri su nove che non raggiungono il limite minimo di candidati. Un terzo di esclusi per colpa del "macchinoso" regolamento preparato dal Comune. E molti ritiri, perché chi verrà eletto non riceverà nessun "gettone" di stipendio. Palazzo D'Accursio non parla di flop, ma il giorno della presentazione dei candidati alle consulte di quartiere per i cittadini stranieri - L'Election Day è fissato per il 2 dicembre - è costretto ad ammettere "che qualcosa non ha funzionato" e che "si dovrà rimediare la prossima volta". Ma le polemiche scoppiano subito. Dopo la Cgil, anche il presidente del quartiere Santo Stefano Andrea Forlani, che ieri ha disertato la presentazione ufficiale dei candidati a Palazzo D'Accursio e ha fatto una "sua" conferenza stampa, parla di un "percorso elettorale complicato" dalle regole stabilite dall'amministrazione, che ha imposto che la sottoscrizione delle firme per sostenere i candidati stranieri fosse limitata ai residenti dei quartieri. Un "paletto assurdo" che ha tagliato fuori molti candidati. Mentre il presidente del San Vitale Carmelo Adagio fa di più, e incita gli esclusi a fare ricorso contro il Comune perché "nel regolamento per le consulte non c'è scritto che le firme per i candidati devono essere raccolte solo tra i residenti dei quartieri". Ieri intanto l'amministrazione ha messo sul tavolo i suoi risultati. In totale sono solo 51 i cittadini stranieri candidati ad essere eletti per le consulte di quartiere. Dei 75 che si erano presentati, 24 sono rimasti esclusi. La nazionalità più rappresentata è quella bengalese, con 19 candidati, seguita da Filippine, Marocco, Senegal, Albania e Pakistan. Spicca l'assenza della comunità cinese, che "si è autoesclusa" dalla competizione elettorale, rimarca la vicesindaco Adriana Scaramuzzino. "Un dato preoccupante e che desta allarme" ha sottolineato anche l'assessore agli Affari Istituzionali Libero Mancuso. Molto bassa invece la media di età dei candidati: 36 anni per gli uomini, 25 per le donne, che sono ben il 20% di tutti i candidati. Resta il fatto che molti quartieri non hanno superato il numero minimo di 5 candidati, necessario a che "le elezioni non siano un mero atto di testimonianza" sottolinea Forlani. Si ferma infatti a 5 il Porto, a 4 Borgo Panigale, San Vitale e San Donato, solo a 2 il Saragozza. La colpa, sottolinea Carmelo Adagio, "è del Comune, che ha cambiato le regole in corsa. All'inizio infatti l'assessore Mancuso ci aveva detto che non era necessario che chi firmava a sostegno di un candidato fosse residente in quartiere. Poi l'ufficio elettorale ha cambiato le carte in tavola ed è stato il caos". Ora gli esclusi hanno tre giorni per fare ricorso ed essere riammessi alla competizione elettorale.


Babbo natale porta un computer ai politici - luciano de majo (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)

 

Livorno Babbo Natale porta un computer ai politici Quaranta notebook in "comodato d'uso" ad assessori e consiglieri Dovranno essere restituiti a fine mandato, nel 2009 Ma i pc invecchiano molto presto... LUCIANO DE MAJO LIVORNO. A un certo punto, ieri mattina, in Provincia sembrava arrivato Babbo Natale. In anticipo ma mica troppo: che volete che sia qualche settimana, in fondo? Poco prima delle 13, molti fra consiglieri e assessori uscivano da palazzo Granducale con una scatola di cartone sotto il braccio. Tutte uguali, quelle scatole. E tutte uguali anche le borse di plastica nere che gli amministratori portavano nell'altra mano. Sì, perché mamma Provincia ha pensato a tutto. Non solo il personal computer nuovo (portatile, s'intende!), ma anche la borsa giusta per facilitarne, manco a dirlo, la... portabilità. "Calma, qui nessuno ha regalato niente a nessuno, questo è bene dirlo", chiarisce dalla Provincia il segretario generale dell'Ente, Gabriele Orsini. E in effetti è così: in virtù del progetto "Consiglio digitale", nato dalla collaborazione fra l'ufficio del presidente del Consiglio provinciale Franco Franchini e l'assessorato alla modernizzazione dell'ente guidato da Francesco Scelza, ogni consigliere e ogni assessore dell'amministrazione provinciale il computerino l'ha avuto non in dono, ma "in comodato d'uso". Potrà usarlo liberamente e senza pagare niente, cioè, solo fino a quando sarà in carica. Poi, alla fine del mandato, dunque con le elezioni amministrative del 2009, tutti e 40 i notebook saranno riconsegnati agli uffici di palazzo Granducale. Niente di più vero, anche perché consiglieri e assessori, al momento di ritirare lo strumento tecnologico messo a loro disposizione, hanno firmato un documento nel quale si impegnano a restituirlo quando non faranno più parte della pattuglia degli eletti e dei nominati. Ogni altra considerazione sul fatto che, mediamente, i computer portatili scollinano i tre anni di vita ormai con grande difficoltà, e che non è poi così difficile intuire la reazione di un consigliere che, non appena si sarà insediato, nell'estate del 2009 si vedrà recapitare un pc usato da altri e vecchio di un paio d'anni, passa in secondo piano. La consegna dei 40 notebook è avvenuta ieri mattina in Provincia, nella sala consiliare, in una iniziativa denominata, come detto "Consiglio digitale", alla quale hanno partecipato gran parte dei consiglieri, di maggioranza e di minoranza. Fra gli obiettivi del progetto (che in tutto, compresi gli interventi sulle reti interne all'edificio, è costato circa 150mila euro) c'è, innanzitutto, quello di tenere sempre collegati gli amministratori agli uffici e anche quello di risparmiare sui costi della struttura. Investendo nell'acquisto di questi pc portatili, insomma, la Provincia potrà innanzitutto notificare gli atti attraverso la posta elettronica. Il che significa risparmiare sulle spese postali (molte erano le raccomandate che partivano, dirette agli amministratori) e anche sull'utilizzo della carta, che spesso diventa spreco e fonte di produzione eccessiva di rifiuti. Qualche perplessità in più, semmai, la suscita la scelta di aver distribuito un nuovo computer portatile anche agli assessori, ciascuno dei quali ha già un ufficio nella sede della Provincia, completo anch'esso delle dotazioni tecnologiche necessarie a portare avanti il proprio mandato, nonché segreterie e strutture di servizio incaricate di ricevere e smistare la posta e le comunicazioni. Quaranta computer con relative borse non sono una spesa esorbitante: questi pc, marca Hp, modello Compaq mc 6400, sul mercato non costano più di 1000 euro l'uno. Non sono questi, insomma, i tanto decantati. costi della politica. Ai quali però vanno ad aggiungersi, lasciando irrisolto il solito amletico dubbio: sono realmente strumenti di lavoro per chi ci amministra o si tratta di benefit aggiuntivi?.


Costi della politica, patto guerra-malattia (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 22-11-2007)

 

Regione Costi della politica, patto Guerra-Malattia La lady del Carroccio si smarca e firma l'odg coi Cittadini. Udc e Pdci li contestano IL CASO TRIESTE. I Cittadini per il Presidente e la Lega Nord in Consiglio regionale hanno sottoscritto un ordine del giorno comune, bocciato ieri in Aula, per la riduzione del numero dei consiglieri regionali da 60 a 40. L'ordine del giorno, inserito nel disegno di legge sul procedimento elettorale - hanno spiegato i due capigruppo, Bruno Malattia (Cittadini) e Alessandra Guerra (Lega) - è frutto di "una convergenza tecnica". L'obiettivo - hanno aggiunto - era quello d'impegnare il Presidente della Regione e la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento affinché, nell'approvazione della proposta di legge costituzionale di modifica dello Statuto della Regione, venga ridotto il numero dei consiglieri regionali. Il Paese - hanno spiegato - manifesta "la necessità di snellire le istituzioni e ridurre i costi della politica, al fine di contribuire alla razionalizzazione della spesa pubblica avvertita sempre di più come un peso da parte del cittadino contribuente". Secondo Malattia, in caso di necessità bisogna superare "gli atteggiamenti conformi agli schieramenti. Mi auguro che in futuro - ha detto - possano realizzarsi anche altre convergenze, con la Lega o altri partiti". "Questa è una battaglia, come quella sulle lingue minoritarie - ha affermato Guerra - che fa parte del dna della Lega e per la quale andiamo oltre la visione di schieramento". Ma il patto Guerra-Malattia ha dato la stura a una proposta provocatoria, nel corso dei lavori del Consiglio regionale del Friuli Vg, presentata dai consiglieri regionali dell'Udc. Il provvedimento era volto a ridurre a un solo consigliere la composizione dell'Assemblea. La proposta - riferiscono, in una nota, Roberto Molinaro, Maurizio Salvador, Gina Fasan e Giorgio Venier-Romano - ha ottenuto più voti dell'ordine del giorno presentato dai Cittadini per il Presidente e dalla Lega Nord, "che prevedeva la riduzione da 60 a 40 consiglieri, solo - secondo l'Udc - per ottenere visibilità". Nel dirsi "soddisfatti" per l'esito della votazione, i consiglieri aggiungono che "se si vuole ridurre in maniera strumentale il numero dei consiglieri, tanto vale prendere atto che oggi il Consiglio regionale è succube della volontà e dei capricci di un unico consigliere, il presidente Illy, come emerso chiaramente in aula anche in questi giorni. Da parte nostra siamo convinti che tale argomento - osservano - avrebbe dovuto essere seriamente affrontato quando si è discusso in Consiglio il progetto di nuovo Statuto regionale da inviare al Parlamento". Laconica Bruna Zorzini del Pdci: "Il consigliere Malattia non perde occasione per esibire il suo moralismo politico di stampo "grillista" pur di apparire nelle cronache giornalistiche e televisive".


Gettone dei consiglieri atm, il forum boccia l'aumento (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 22-11-2007)

 

Piombino - Elba Gettone dei consiglieri Atm, il Forum boccia l'aumento SAN VINCENZO. Società partecipate: il Forum di Centrosinistra ha presentato un ordine del giorno per il prossimo consiglio comunale. E' cronaca di questi giorni che per le società partecipate è stata deliberata la riduzione dei consiglio di amministrazione. I consiglieri Nicola Bertini e Fausto Bersotti si aspettano il congelamento dei gettoni e delle indennità percepite affinché sia raggiunto lo scopo del contenimento della spesa. Rileva, invece, che all'Atm, si è proceduto alla riduzione dei membri del consiglio, triplicando, però, il gettone presenza da 100 a 300 euro e aumentando il compenso del presidente da 23 mila a 30 mila euro annui. Bertini e Bersotti, ritenendo inaccettabile una "misura che raggiri in modo così palese la norma della finanziaria finalizzata alla riduzione della spesa", chiedono che il consiglio comunale di San Vincenzo, quale azionista della società di trasporti, blocchi gli aumenti dei compensi e dei gettoni.


Ridimensionato il cda della ops (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 22-11-2007)

 

Avezzano Ridimensionato il Cda della Ops Costi della politica, il consiglio provinciale cambia lo statuto CHIETI. Costi della politica, la Provincia cambia lo statuto e riduce da cinque a tre i consiglieri di amministrazione della società Ops già al centro di una polemica vivace tra Fiom e giunta Coletti. Il consiglio provinciale (nella foto) si è riunito ieri per varare, a grande maggioranza, le modifiche più volte sollecitate dalla società civile e che, nel frattempo, sono diventate un preciso indirizzo dettato dalla Regione. L'ultima battaglia sui costi della politica è stata vinta infatti martedì sera, quando al termine di una lunga e tesa seduta del consiglio regionale è stata licenziata la prima parte della riforma del ciclo idrico integrato, ma anche un'indicazione netta nel processo di ridimensionamento dei Cda nelle società a totale controllo pubblico. A Chieti, il provvedimento regionale non ha toccato il Comune, che pure ha adottato di recente la soluzione delle società controllate - Chieti Solidale e Teate Servizi - per portare avanti importanti prestazioni come le manutenzioni di verde e strade o la più complessa assistenza sociale, temi molto sensibili tra la popolazione. Il Comune non è quindi interessato dal provvedimento regionale, avendo soltanto quote minoritarie in dodici società partecipate. Quanto a Teate Servizi, il numero dei componenti del Cda è già fissato in tre unità, quindi non subirà alcuna variazione. A cambiare lo statuto è stata costretta invece la Provincia, non solo per il numero dei componenti nel Cda della Ops ma anche per modificare la ragione sociale della società che, di fatto, è stata trasformata in una multiservizi provinciale sul modello della comunale Teate Servizi. L'amministrazione Coletti, oltre a ridurre i costi della politica, pone così le condizioni per realizzare una sinergia con la omologa società del Comune, per assorbire più manodopera interinale e precaria e colmare il vuoto di alcune figure come i cantonieri, sempre più difficili da reperire sul mercato del lavoro.


Il Comune dimezzastipendi e poltronenelle "partecipate" (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)

 

I conti della politica Erano 48 i consiglieri all'interno delle società controllate, dopo la "cura" sono 23. Tagli pari al 52% DA 76 CONSIGLIERI A 41, un taglio di stipendi e poltrone pari al 46% di quella che verrà ricordata come l'era "pre- Lanzillotta". Sono questi i risultati del lavoro, sostanzialmente concluso, che il Comune di Genova (e in particolare l'assessorato alle aziende partecipate di Alfonso Pittaluga) ha dovuto sbrigare sugli organici delle aziende nelle quali risulta azionista. Oggi scade infatti il termine ultimo per la revisione dei consigli di amministrazione, un lavoro che il Comune di Genova ha dovuto sbrigare su 32 realtà nelle quali è coinvolto come azionista unico, di controllo, "partecipante". Una razionalizzazione che consentirà di risparmiare non poco, dal punto di vista degli stipendi, dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese che dovranno essere pagati a ciascun componente dei nuovi cda. Prima della legge Finanziaria 2007, infatti, il Comune di Genova aveva 48 suoi consiglieri, all'interno delle società partecipate, dopo la "cura" ne ha invece 23 (un taglio del 52%). Volendo scendere ulteriormente nel dettaglio, tra le controllate al 100% da Palazzo Tursi, passano da 5 a 3 i consiglieri della società speciale dei servizi funebri Asef, dell'immobiliare Spim, della "costola di Amt" Ami (ma l'azienda verrà probabilmente liquidata di qui a pochi mesi), mentre per palazzo Ducale si prospetta il passaggio sotto la costituenda Fondazione Cultura. Passano da 5 a 3, poi, Sportingenova (2 gli uscenti del Comune), Aster (meno 2), Porto Antico (meno due i comunali). Rimane di 5 componenti il cda di Amt, come invariati rimarranno, a meno di cambiamenti dell'ultimo minuto, la società del Tunnel, Rigenova, Job Centre, Sistema turistico del genovesato, Multiservice. Filse, Stazioni marittime, Cooperfidi, Arred e Coarge, Sviluppo Italia, Finporto, Sofincoop, Banca Etica, Fidicom, rimarranno invariate, ma in esse il Comune di Genova ha un solo componente e ha già avviato una riflessione sull'opportunità di continuare a farne parte o meno (pare certa l'uscita, ad esempio dalla finanziaria regionale Filse, e poi da Coperfidi Scrl, Sofincoop Spa, Coarge e Fidicom Liguria). Ancora da definire il futuro di Sviluppo Genova, che però pare certo passerà da 12 componenti a 5, e probabilmente vedrà uscire la componente dei privati (la conferma, per quanto riguarda il Comune, riguarderà probilmente l'ex vicesindaco Alberto Ghio). Società per Cornigliano rimarrà così com'è, da cinque componenti era composta e di cinque componenti rimarrà. Le ultime di ieri: Themis (Scuola di formazione per la pubblica amministrazione, partecipata dal Comune di Genova al 52,93%) ha mantenuto il cda a 5 membri, presidente Carla Olivari, altri consiglieri Salvatore Cozzolino, Giuseppe Scarrone, Angelo Muzio (nominato dalla provincia di Alessandria), e oggi la Camera di Commercio indicherà il suo uomo (con ogni probabilità si tratterà di Palumbo); Marina di Genova deve ancora definire le proprie nomine, intanto il presidente Giorgio Guerello ha ieri rassegnato le proprie dimissioni giudicando la carica incompatibile con il ruolo di presidente del consiglio comunale (a sostituirlo, con ogni probabilità, verrà eletto Waldemaro Flick, ex consigliere della Porto Antico spa). La Marina Fiera di Genova, secondo indiscrezioni, confluirà all'interno della Fiera di Genova. E la stessa Fiera, oggi, rinnoverà il suo cda. Salvo sorprese, passerà da 9 a 5 componenti, e nei ruoli di presidente e amministratore delegato dovrebbero essere riconfermati Paolo Lombardi e Roberto Urbani, e tra le riconferme ci sarà anche quella di Gabriele Galateri (Camera di Commercio e Provincia completeranno oggi il quadro). Intanto sarà oggetto di una specifica delibera, in discussione in giunta domani, il costo delle singole poltrone. Dice, la Finanziaria, che l'indennità di un consigliere non potrà superare il 60% dello stipendio del sidnaco di Genova, mentre al presidente potrà essere elargito al massimo l'80%. Ma nelle prospettive c'è la possibilità di inserire una sorta di principio meritocratico nell'assegnare bonus ed eventuali surplus di stipendio. Ogni azienda, nella valutazione, verrà considerata nella sua singolarità: chi produce, chi fattura, potrà riservare quote di guadagno maggiori, chi non produce no. Appuntamento a venerdì, dunque, per capire a quanto ammonti, con esattezza, il "risparmio" del Comune di Genova. È certo, comunque, che non percepiranno alcun tipo di emolumento i consiglieri di Themis, Rigenova, Job Centre e Marina Fiera. Anche la Provincia di Genova ha completato i "giochi". Il conto finale dice che si è passati da 32 a 19 consiglieri. La riduzione più consistente riguarda l'Azienda Trasporti della Provincia, ridotta da 15 a 4 membri). Pare certa la trasformazione a fondazione, inoltre, per l'Accademia della Marina Mercantile. In molti casi, in realtà, i consiglieri di competenza della Provincia non costano nulla all'ente. Il risparmio calcolato per le riduzioni, dunque, si aggira intorno ai 100 mila euro. daniele grillo 22/11/2007.


Gettoni e aumentiscoppia la polemica (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 22-11-2007)

 

Sala rossa VERTICE di maggioranza, domani alle 19, a palazzo Tursi. A convocarlo, da Roma dove si era recata per incontrare Romano Prodi, è stata ieri il sindaco Marta Vincenzi, fortemente preoccupata dalla forte discordanza di opinioni interna alla sua stessa maggioranza in consiglio, sul tema dell'aumento dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali. Ieri, infatti, la situazione si è ulteriormente complicata all'interno della Commissione consigliare Bilancio, che tra i punti all'ordine del giorno aveva proprio la discussione relativa al raddoppio del gettone da 90 a 180 euro a seduta. Favorevole all'operazione è una parte consistente dell'Ulivo, capeggiata dal consigliere Lo Grasso, che ieri in commissione ha raccolto un po' di firme tra i colleghi per sostenere il raddoppio. Contrario il capogruppo Simone Farello e altri consiglieri del Partito democratico. Favorevoli anche Forza Italia al completo e Nicolò Scialfa di Unione a Sinistra, mentre non si sono espressi Arcadio Nacini di Rifondazione, il Gruppo Biasotti, contrari i consiglieri di Alleanza Nazionale e il leghista Alessio Piana. Situazione, dunque, in piena confusione, e così la Vincenzi tenta se non altro di ricompattare i suoi. Enrico Musso ha espresso un'idea diversa, invitando a una riflessione sui costi di giunta e consiglio comunale che aiuti a capire, nell'arco magari di un anno, su quali fronti sia possibile risparmiare per conquistare l'aumento senza attingere dal bilancio. Difficilmente, al di là dei vertici di maggioranza, che si possa arrivare a una qualche proposta per il prossimo consiglio comunale (in programma per martedì prossimo). La commissione Bilancio, intanto, si è data un nuovo appuntamento per lunedì. 22/11/2007.


Indennità, tagli all'Università (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 22-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-11-22 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Indennità, tagli all'Università Per ripianare il deficit niente agevolazioni a 35 docenti Il "buco" di 3 milioni costringerà l'Ateneo a ridurre i servizi telefonici ed i fondi per i dipartimenti LECCE - L'Università del Salento si garantisce la sopravvivenza, ma al momento non si intravedono prospettive di sviluppo. Questa la dura realtà che si è prospettata ieri pomeriggio, al momento della presentazione del bilancio di previsione per il 2008, al consiglio di amministrazione dell'Ateneo. Si registra un buco di tre milioni e mezzo di euro, determinato soprattutto dai costi per il personale. Il professore Mauro Biliotti, per il quale il neo rettore Domenico Laforgia ha confermato la delega al Bilancio, ha illustrato il piano per risanare questo deficit. "Un milione di euro lo abbiamo recuperato grazie ai risparmi del 2007 - sottolinea Mauro Biliotti - . Dunque resta un disavanzo di due milioni e mezzo di euro. Per buona parte questa somma sarà ricavata da una riduzione dei trasferimenti di risorse ai Dipartimenti, che passerà da 10 milioni di euro ad 8,5 milioni. Ci tengo a precisare, però, che questo sarà un provvedimento provvisorio, visto che quest'anno, a differenza degli anni precedenti, la Finanziaria ha previsto un aumento dei fondi da destinare all'Università. Questo ci permetterà di compiere dei riassestamenti di bilancio, per recuperare risorse da destinare a quei settori penalizzati da tagli drastici". Per riequilibrare i conti, dunque, resta da recuperare un altro milione di euro, che saranno ricavati soprattutto con ulteriori tagli ai consumi. In particolare, grazie alla riduzione del riconoscimento di indennità di vario tipo, si riuscirà a raschiare dal fondo del barile altri 230 mila euro. Tra presidi di facoltà e direttori di dipartimento, saranno 35 i docenti interessati dai tagli in questione. Per altre 55 unità, tra componenti del Cda e del Senato Accademico, si prospettano invece riduzioni ai gettoni di presenza. Sono previste altre limitazioni, come quella riguardante l'utilizzo degli apparecchi telefonici (risparmiati 100mila euro). Anche quest'anno, dunque, l'Ateneo si ritroverà a far fronte ad una serie di ristrettezze, che certo non agevoleranno il progetto di rilancio dell'Ateneo. "Diciamo che non si registrano cambiamenti radicali, rispetto agli anni scorsi spiega Biliotti - . Anzi, in considerazione del fatto che il Governo sembra disposto ad aumentare i fondi da destinare all'Università, le prospettive sono lievemente più incoraggianti, rispetto al passato". Un'inversione di tendenza che, in ogni caso, non sarà sufficiente a garantire un modello di sviluppo duraturo e costante. "Questa previsione di bilancio ci garantisce la gestione ordinaria, ma non permette una gestione di sviluppo - conclude -. Ormai è evidente che per poter crescere è determinante aumentare le entrate, piuttosto che cercare di ridurre le uscite. Sotto questo aspetto, sarebbe importante trovare dei canali di finanziamento alternativi, come la realizzazione di grandi progetti ed i servizi da offrire al territorio, sulla scia di quanto già accade in altri atenei italiani ". Marco Errico La sfida del rettore Laforgia Il numero uno dell'Ateneo mentre festeggia la sua elezioni ( a sinistra) e con alcuni dei delegati da lui scelti ( in alto).


Ateneo, tagliate indennità ai prof (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 22-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: 1PAGINA - data: 2007-11-22 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Lecce Prima misura per ripianare il deficit di oltre tre milioni di euro Ateneo, tagliate indennità ai prof LECCE - L'Università del Salento ha chiuso il bilancio con un "buco" di 3 milioni e mezzo di euro. E il passivo sarà ripianato con una politica di tagli che però frenerà lo sviluppo dell'Ateneo nel 2008. Il piano è stato discusso ieri nella riunione del consiglio di amministrazione. Verranno "tagliate " le indennità a 35 docenti e così saranno recuperati 230mila euro. Un milione è stato già recuperato con i risparmi del 2007. Gli altri 2 milioni e mezzo saranno coperti con la riduzione dei trasferimenti di risorse ai Dipartimenti, che passerà da 10 milioni di euro ad 8,5 milioni. Ridotti anche i gettoni di presenza per 55 unità nei cda e nel senato accademico. Previste limitazioni anche per l'utilizzo degli apparecchi telefonici. A PAGINA 5 Errico.


Soprip, Cardinali nuovo presidente Rimosso Capece (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 22-11-2007)

 

CRONACA 22-11-2007 SOCIETA' RINNOVATO TUTTO IL CDA Soprip, Cardinali nuovo presidente Rimosso Capece L'ex senatore Antonio Vicini nominato vicepresidente II Cambio della guardia al vertice della Soprip: Giovanni Capece cede il passo ad Alessandro Cardinali, sindaco di Tornolo. Ma tutto il cda è stato rinnovato. Pure il vicepresidente è stato sostituito: al posto di Giovanni Allegri arriva Antonio Vicini, presidente della Comunità montana Est, ex senatore diessino, ex sindaco di Langhirano. Il cambio era nell'aria da tempo: sin da quando, subito dopo le ultime elezioni amministrative di Parma, si vociferava di un possibile incarico nella Giunta Vignali per lo stesso Capece. In ogni caso, il secondo mandato del presidente uscente sarebbe scaduto nel prossimo aprile, e con tutto probabilità sarebbe stato sostituito. Il rinnovo del vertice della società (i soci principali sono la Provincia e la Comunità montana Ovest) è stato anticipato dall'approvazione del nuovo statuto: "Come previsto dalla Finanziaria - spiega il neo presidente Cardinali - è stato diminuito il numero dei membri del consiglio di amministrazione: da diciannove a nove componenti, di cui cinque espressi da enti pubblici e quattro da privati ". Questi i compensi: poco oltre 25 mila euro annui lordi vanno al presidente (Capece percepiva anche 13mila euro annui per deleghe come risulta dal sito della società), 16mila al vice. Ai membri del cda spetta un gettone di presenza pari a 65 euro. "Innanzitutto - commenta Cardinali - intendo valorizzare il turismo enogastronomico: ritengo che possa essere un elemento di rilancio del nostro territorio. Inoltre occorre ripensare alla valorizzazione e allo sviluppo delle aree produttive". Soprip, chi va e chi arriva Giovanni Capece e Alessandro Cardinali.


Sconfiggere la casta e abbattere i costi della politica è impresa ardua, ma la battagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 22-11-2007)

 

Di ADRIANO CICCARONE Sconfiggere la casta e abbattere i costi della politica è impresa ardua, ma la battaglia continua. E' quella intrapresa dal capogruppo della Dc per le autonomie Bruno Di Paolo contro l'assenteismo in consiglio regionale. Lotta che sta valutando di estendere anche al Comune attraverso i suoi rappresentanti a palazzo d'Achille. Un'azione sostenuta dalla raccolta di circa settemila firme di cittadini, soprattutto di Chieti, che liberamente hanno sottoscritto l'iniziativa "contro gli sprechi della politica", sintetizzata in due proposte per debellare "un gravissimo malcostume". L'altro ieri la prima commissione consiliare avrebbe dovuto discutere la petizione popolare che mira a tassare le assenze dalle sedute con sanzioni economiche di 300 euro per le commissioni e di 500 per l'assembea. Ma la riunione è stata rinviata perché i consiglieri a maggioranza hanno votato per lo spostamento della seduta. Da noi interpellato Di Paolo attacca: "Se alcuni colleghi pensano di potermi farmi recedere dall'intento di penalizzare pecuniariamente i consiglieri regionali assentesisti con il solito stratagemma del rinvio sine die, si sbagliano di grosso". Insomma, si continua a fare "orecchie da mercante", tradendo, peraltro, il mandato elettorale richiesto ai cittadini e ottenuto, e determinando con le assenze infiniti problemi di funzionalità degli organismi istituzionali. Le proposte avanzate dal capogruppo della democrazia cristiana per le autonomie tende a punire chi fa politica solo per la poltrona e per lo stipendio da 8 mila euro lordi ai quali si aggiungono svariate indennità di funzioni e partecipazione a diversi organismi. "Come immaginavo - denuncia Bruno Di Paolo - non si è voluta discutere una proposta scomoda che raccoglie una esigenza venuta con forza dai cittadini, ormai sempre più stufi di assistere all'inconcepibile lassismo che determina rinvi di attività istituzionali con frequenza non più accettabile". Non solo, "ma speravo - aggiunge - che la crescente disaffezione per la politica di cui si fa un gran parlare, avrebbe indotto ad una scelta di coraggio. Invece, si è preferito infilare la testa sotto la sabbia, rifugiandosi dietro un inspiegabile rinvio". La voce del popolo non viene ascolata; la protesta, l'irritazione della gente, l'impegno che i cittadini reclamano da coloro che hanno eletto, fino ad oggi non ha sortito alcun risultato. Si rinuncia alla lotta? Giammai, dice Di Paolo. L'esito di ieri l'altro "non solo non mi ha scoraggiato, ma, al contrario, rafforzato la convinzione che è necessario che tutti i consiglieri accettino l'esortazione della società civile". E per evitare ulteriori perdite di tempo e trappole tecniche, il capogruppo della Dc annuncia di voler portare la petizione popolare con le due proposte operative direttamente all'esame del consiglio regionale, appellandosi ad una specifica norma del regolamento. E per stanare chi si oppone ai tagli delle indennità per assenze, chiederà "che il voto in aula avvenga per appello nominale in modo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità davanti ai cittadini".


AVEVANO sbandierato ai quattro venti che i costi della politica sarebbero calati di 1,3 mili (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Faenza)" del 22-11-2007)

 

Ardi. Ma dalla relazione sulla Finanziaria (in cui si parla anche della soppressione degli enti acquedotti) siamo fermi a 419 milioni. Pare sia saltata la riduzione dei consiglieri comunali e provinciali ma non si parla di quelli regionali e di altri enti. Farebbero meglio a dire che vogliono lasciare tutto com'è. P. C., Ancona - -->.


La Serenissima riduce le poltrone, non le divisioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 22-11-2007)

 

Il consigliere regionale "azzurro" Bazzoni nominato rappresentante di Verona. Il commento di Galan: "Per me la concessione ormai è finita" La Serenissima riduce le poltrone, non le divisioni Il consiglio della società ratifica il decreto che taglia i posti in Cda ma si allarga la spaccatura fra soci pubblici e privati VeronaNOSTRO INVIATOAvanti adagio, ma non si sa verso dove: la società autostradale Brescia-Padova ieri ha mosso qualche piccolo passo trovando l'accordo per la riduzione del numero dei consiglieri di amministrazione, ma la spaccatura tra soci pubblici e soci privati se possibile si è allargata ulteriormente. I pubblici l'hanno spuntata ottenendo 5 poltrone contro 3 (una è rimasta al rappresentante delle Camere di Commercio), ma nemmeno i gesti che avrebbero dovuto essere di distensione, come la nomina del consigliere regionale di Forza Italia Raffaele Bazzoni, veronese vicino a Galan, sono riusciti a far scendere le tensioni. Basta ascoltare il lapidario commento del governatore veneto: "Mi sono occupato del Cda della Serenissima solo per una questione etica - sibila Galan - ma per quanto mi riguarda la concessione è finita". E allora, se dal 2013 la Brescia-Padova non avrà più i diritti sull'autostrada, di che si è discusso nell'assemblea dei soci di ieri mattina? E perché tanto agitarsi?Perché le cose, in politica, non sono mai definitive. E i soci (comuni e province di Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Bergamo più Camere di commercio e minoranza di privati) hanno ancora qualche conto in sospeso. Magari per regolare le competenze nelle società satellite (i maligni direbbero: per spartirsi) create come una galassia attorno alla Serenissima.Ieri sul tappeto c'erano due questioni importanti: l'approvazione del nuovo statuto che fa scendere a 9 il numero dei consiglieri in osservanza al decreto Lanzillotta che impone un massimo di 5 poltrone riservate ai rappresentanti pubblici negli enti partecipati, e la definizione dei compiti del nuovo management. È toccato al vicepresidente uscente, il padovano Vittorio Casarin, cercare una difficile mediazione tra pubblici e privati: tentativo in parte riuscito, anche grazie a uno stratagemma. Poichè i privati insistevano per mantenere quattro posti in Cda anziché tre, i soci pubblici hanno rilanciato proponendo di abbassare dal 3\% al 2,5\% la soglia minima azionaria per presentare una candidatura all'ingresso nel consiglio. Aprendo così la porta all'ingresso di soci privati più accondiscendenti nei confronti di quelli pubblici. Inevitabile quindi la marcia indietro dei soci privati principali. Risultato: in consiglio sono entrati come rappresentanti degli enti pubblici Vittorio Casarin (Provincia di Padova), Alberto Cavalli (Provincia di Brescia), Paolo Corsini (Comune di Brescia), Manuela Dal Lago (Provincia di Vicenza), Raffaele Bazzoni (per Verona). Per le Camere di commercio è stato designato Massimo Albonetti. Tre i consiglieri espressione dei soci privati: Rino Mario Gambari, Alberto Rigotti e Maurizio Pagani di Banca Intesa. Il presidente - al 99\% la Dal Lago - sarà eletto nella prima riunione del nuovo Cda.La questione veronese (il sindaco Tosi e il presidente della Provincia Mosele reclamavano entrambi l'unico posto disponibile per gli scaligeri) è stata risolta con la nomina di Raffaele Bazzoni. Veronese, ma consigliere regionale e considerato vicino a Giancarlo Galan. Nelle intenzioni, un segnale di disgelo verso il governatore. Nei fatti, un dispetto sia a Mosele che a Tosi. E Galan ha risposto come sopra.E anche per la seconda questione delicata, l'assegnazione delle deleghe e dei compiti, ci sono stati un passo in avanti e due indietro. I privati hanno ottenuto che nello statuto venisse inserita la mansione di consigliere delegato, per la quale hanno avanzato il nome di Rino Mario Gambari. Ma quando è stato il momento di definire nel dettaglio le mansioni e i poteri, è stato praticamente disegnato il ritratto di un amministratore unico: un plenipotenziario. Inaccettabile da parte dei soci pubblici. Così la mediazione del solito Casarin ha indotto a definire una bozza di accordo che indica la "volontà di collaborare e proseguire l'attività della società, affermandone la capacità imprenditoriale". Gli organi della società saranno quindi il presidente con la delega di coordinare il Cda e fare da punto di riferimento delle istanze dei rappresentati, e il consigliere delegato che dovrà "incentivare la proposta imprenditoriale dell'azienda". Definizioni evidentemente vaghe, in attesa di riunire il Cda che dovrà stabilire le competenze precise.Cala il sipario quindi sui 15 anni di direzione generale di Carlo Lepore, per il quale sarà riservato un ruolo in una delle tante società satellite che sempre più diventeranno il vero oggetto del contendere dei soci. È lì che si trasferiranno, finché sarà possibile, le risorse garantite dalla concessione autostradale. Ma come ha spiegato Galan ("La concessione è finita"), la pacchia ha gli anni contati: da oggi al 2013. Giusto il tempo di raccogliere un po' di gettoni di presenza, qualche stipendio, compensi per consulenze o parcelle legali (come quella, ormai mitica, dell'avvocato Ascione di Verona), e trovare una giustificazione all'impegno fin qui profuso sia dai soci pubblici che da quelli privati.Ario Gervasutti.


FS: ROMANO(UDC), MEGLIO ELIMINARE SPRECHI CHE AUMENTARE COSTO BIGLIETTI (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 22-11-2007)

 

(ASCA) - Palermo, 22 nov - Il segretario regionale dell'UDC siciliano, Saverio Romano, intervenendo sull'annunciato aumento pari al 15% delle tariffe ferroviarie che scattera' dal prossimo gennaio, segnala che ''non e' possibile che a fronte di un servizio a dir poco non in linea con i parametri qualitativi europei l'amministratore delegato Mauro Moretti annunci rincari dei biglietti. Sarebbe invece necessario eliminare gli sprechi e ottimizzare l'organizzazione e invece si sceglie di ridurre i servizi e di aumentare i prezzi''. Saverio Romano, citando i dati che riguardano gli investimenti del gruppo forniti dal Dipartimento nazionale delle Politiche di coesione, ricorda che ''le Ferrovie dello Stato investono appena il 14% al Sud e l'86% al Nord. Nel periodo compreso tra il 1996 ed il 2005 la spesa delle Ferrovie al Centro Nord e' cresciuta del 17,3%, mentre nel Mezzogiorno di appena il 5,7%. Ebbene, se, come viene riconosciuto da tutti gli analisti economici, lo sviluppo dell'isola non puo' prescindere dalla realizzazione di una moderna rete infrastrutturale, occorrera' fare delle scelte ben diverse e potenziare gli investimenti al Sud, ma ormai - conclude il segretario siciliano dell'Udc - e' evidente a tutti il sostanziale disinteresse di questo governo per la crescita del Mezzogiorno''. dod/sam/sr (Asca).


<Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica> (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 22-11-2007)

 

CONSIGLIO. Galliotto applaudito. Bizzotto indica Valsecchi a rappresentare il Bassanese "Etra, più servizi ai cittadini e minori costi della politica"   Chiamato a pronunciarsi sul nuovo statuto dell'Etra, il consiglio comunale convocato ieri sera in seduta straordinaria ha poi votato all'unanimità un emendamento nel quale delega il sindaco Bizzotto a partecipare oggi a Cittadella all'assemblea del suddetto organismo, ma ad "accettare esclusivamente la modifica statutaria di Etra, quella cioè che riduce il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione da 14 a 5". Il medesimo documento delega altresì il sindaco a sostenere la nomina di Luigi Valsecchi. Nessuna altra modifica statutaria è autorizzata dal consiglio. "Lo scopo - ha puntualizzato dai banchi della maggioranza il consigliere Luigi Galliotto - è quello di impedire che la nuova normativa sulla riduzione dei membri del cda venga aggirata con la nomina di un organo di sorveglianza che, seppure con un nome differente, fungerebbe da controllo e richiederebbe ulteriori cariche, eludendo così il provvedimento. In sostanza - ha proseguito Galliotto - dobbiamo batterci tutti perchè una struttura tecnica non diventi a tutti gli effetti un ente politico che bada soltanto alla distribuzione delle carèghe (testuale, ndr). In un momento come questo, in cui è necessario abbattere i costi anche della politica, occorre dare risposte e soprattutto servizi alla comunità, non conservare strenuamente certi privilegi". Un intervento che ha riscosso consensi pure dagli scanni della minoranza. Comprensibile, infine, le inquietudini del capogruppo di Forza Italia, Sergio Martinelli. "In questa maniera Bassano varrà di meno nel territorio". V.P.  .


SANITA' E REGIONI, LA SPESA E' EQUILIBRATA (sezione: Costi dei politici)

( da "Lavoce.info" del 22-11-2007)

 

Sanità SANITA' E REGIONI, LA SPESA E' EQUILIBRATA di Vittorio Mapelli 22.11.2007 Il Sistema sanitario nazionale ha appena compiuto trent' anni. Prima della sua istituzione esistevano forti squilibri tra le regioni nella dotazione di strutture sanitarie e nei livelli di spesa per abitante. Ora i differenziali si sono ridotti e l'obiettivo di eguale spesa pro capite per eguale età è sostanzialmente raggiunto. Rimane da valutare se a un identico ammontare di spesa media per abitante tra le varie regioni corrispondano anche eguali benefici per la popolazione, in termini di prestazioni sanitarie fruite e di condizioni di salute. Per molti giorni le città italiane sono state tappezzate di cartelloni pubblicitari che con lo slogan "Pane, amore e sanità" invitavano a festeggiare il trentennale dell'istituzione del Servizio sanitario nazionale, avvenuta nel 1978 con la legge 833. Prima e dopo il Ssn Uno dei maggiori successi del Ssn è indubbiamente il riequilibrio della spesa sanitaria tra le regioni italiane, che però non è stato accompagnato da un riequilibrio reale nella qualità dei servizi e nelle condizioni di salute. Prima del Ssn esistevano forti squilibri tra le regioni nella dotazione di strutture sanitarie e nei livelli di spesa per abitante. Sul finire degli anni Settanta, l'Italia era marcata da un profondo divario tra le regioni del Nord-Est e del Centro, posizionate su valori di spesa superiori alla media nazionale, e quelle del Sud con valori storicamente inferiori. Anche le regioni più industrializzate del Nord-Ovest presentavano una spesa sotto la media, ma era dovuta al maggiore ricorso ai servizi a pagamento e, in parte, ai più bassi costi ospedalieri. Tra la prima regione, il Lazio, e l'ultima, il Molise, vi era un differenziale di spesa per abitante del 103 per cento, come risultava da una rilevazione del ministero della Sanità del 1977 (figura 1). Uno dei primi obiettivi della riforma sanitaria fu quindi il riequilibrio delle situazioni regionali, con un forte richiamo al principio dell'eguaglianza territoriale (articoli 2, 3, 4, 51). Il principale strumento fu individuato nella politica finanziaria e, in particolare, nella creazione di un Fondo sanitario nazionale destinato, per la parte corrente, a finanziare i servizi secondo una quota pro-capite, correlata ai bisogni di salute e gradualmente disancorata dalla spesa storica, e per la parte in conto capitale all'investimento in strutture e apparecchiature sanitarie. Dal 1985 fu adottato il criterio della quota capitaria pesata secondo i consumi sanitari (farmaci, ricoveri, specialistica) per classi di età. I trasferimenti variavano quindi da regione a regione, creando tensioni finanziarie in quelle regioni con elevati livelli di spesa storica, e incentivava i consumi in quelle più povere di servizi. Negli stessi anni fu anche inaugurata una politica di sotto-finanziamento del Ssn, che continua tuttora, con la conseguente creazione di deficit, anche se di diversa ampiezza da regione a regione. Deficit che furono ripianati dallo Stato fino al 2001, dunque finirono per premiare le regioni meno virtuose e, di fatto, si trasformarono in un finanziamento "a piè di lista", molto simile alla spesa storica. Il riequilibrio della spesa sanitaria Dopo quasi trent'anni di politiche di riequilibrio è quindi il momento di verificare se il divario Nord-Sud sia stato azzerato o almeno ridotto. Si può farlo confrontando la spesa, comprensiva dei deficit ripianati ex-post, con le intenzioni di riequilibrio contenute ex antenel finanziamento. Il riequilibrio non dev'essere interpretato come eguale spesa pro-capite tra le regioni, come spesso erroneamente avviene, ma come concordanza tra spesa e finanziamento "oggettivamente necessario". La cifra assegnata per abitante varia, infatti, da regione a regione: nel 2007 è di 1.731 euro per la Liguria e di 1.592 per la Lombardia, ad esempio. Ciò crea qualche malcontento tra alcuni "governatori", ma la somma è considerata equa, data la diversità dei bisogni regionali. Tecnicamente si può misurare come la differenza tra lo scarto (dalla media nazionale) della spesa per abitante pesata e al netto della mobilità sanitaria e lo scarto (dalla media nazionale) del finanziamento pro-capite pesato (già netto). Vi è riequilibrio se i due scarti coincidono o differiscono di poco (±2 per cento, per ipotesi, pari a circa 30 euro), mentre persiste uno squilibrio se lo scarto è inferiore al -2 per cento. La media degli scarti del quadriennio 2002-2005 presenta questa situazione: Regioni al di sotto allineate al di sopra Lombardia Piemonte (+) Valle d'Aosta (*) Toscana Veneto (-) Bolzano Umbria Friuli-V.G. (-) Trento Puglia Liguria (-) Lazio (*) Basilicata Emilia-Romagna (-) Molise (*) Calabria Marche (-) Campania (*) Abruzzo (+) (*) Sicilia (-) (*) Sardegna (+) (*) Note: (*) Regioni con elevato deficit; i segni + e indicano valori superiori o inferiori entro la soglia del 2 per cento. Eguale spesa per eguale età Nove regioni sono allineate e sei si collocano sopra i valori-obiettivo stabiliti dal Fondo sanitario. La maggioranza delle regioni dispone quindi di un volume di risorse (più che) adeguato ai fabbisogni. Alcune superano di molto il riferimento nazionale: Bolzano (+37 per cento in media nel quadriennio), Valle d'Aosta (+21 per cento), Trento (+18 per cento), Lazio (+10 per cento), Molise (+6 per cento), Campania (+4 per cento) e sono squilibrate per eccesso. La Valle d'Aosta e le due province autonome di Trento e Bolzano possono contare su risorse fiscali proprie (sarà questo il federalismo?); il Molise ha superato il valore di riferimento solo negli ultimi tre anni, dopo essere sempre stato sotto la media nazionale (-20 per cento nei primi anni Ottanta), mentre la Campania lo ha fatto nell'ultimo decennio. Tra le regioni con bassi livelli di spesa ve ne sono tre del Sud (Puglia, Basilicata e Calabria) e l'Umbria, che storicamente si sono sempre collocate sotto la media nazionale, mentre la Toscana ha iniziato il contenimento solo a partire dai primi anni Novanta, come il Veneto e più tardi l'Emilia-Romagna. La Lombardia non ha quasi mai superato i valori di riferimento (salvo tra il 1995-99), anche perché i residenti ricorrono di più al mercato privato. Per queste ultime regioni il basso livello di spesa è frutto di una deliberata politica di contenimento, non di scarsità di risorse. Delle otto regioni del Sud che nel 1977 stavano sotto la spesa media nazionale solo Puglia, Basilicata e Calabria continuano a rimanere al di sotto anche nel 2002-05: sussiste quindi un problema di risorse per l'11 per cento della popolazione italiana.


Al via ''Politicamente Scorretto 2007'' (sezione: Costi dei politici)

( da "Emilianet" del 22-11-2007)

 

Bologna Al via "Politicamente Scorretto 2007" Si comincia con Carlo Lucarelli. Il tema centrale di questa terza edizione è "la sfida dei giovani alle mafie" CASALECCHIO DI RENO (BO, 22 nov. 2007) - Ritorna Politicamente Scorretto, la rassegna ideata e realizzata da Casalecchio delle Culture (Istituzione dei Servizi culturali del Comune di Casalecchio di Reno) in collaborazione con Carlo Lucarelli. Una sfida civile che esplora i troppi capitoli bui della storia della nostra Repubblica: scrittori, giornalisti, magistrati, testimoni a confronto per riflettere e "indagare" sui misteri d'Italia. Aprirà questa terza edizione (venerdì 23, ore 16.30) proprio Carlo Lucarelli che, insieme a Luigi Bernardi, Girolamo De Michele, Franco Limardi, Alberto Ibba, Massimo Siviero, Mauro Smocovich, Valerio Varesi, Marco Vichi e Simona Vinci, farà il punto della situazione sullo stato del genere noir italiano. A seguire (18.30), ci sarà la presentazione con visita guidata di "Capsula Petri, ovvero la scienza al servizio dell'indagine poliziesca", una mostra che prende spunto dalla vasta serie di telefilm e fiction che ci propone il piccolo schermo, dove protagonista è l'indagine poliziesca di taglio scientifico. L'obiettivo della mostra è raccontare il dietro le quinte del delitto e del mistero attraverso un percorso che vuole essere in primo luogo - didattico conoscitivo piuttosto che spettacolare, allo scopo di dare risalto all'enorme importanza che hanno gli strumenti e gli uomini della polizia scientifica nella risoluzione di crimini e delitti e, nel contempo, fornire un percorso multi-disciplinare sull'applicazione delle singole scienze. La giornata di domani si concluderà alle 19.30 con l'incontro con Cristina Zagaria, autrice di "L'osso di Dio. Rompe le regole e sfida la 'ndrangheta", romanzo che racconta la storia di Santo Panzarella, vittima della lupara bianca nel luglio del 2002, e soprattutto di sua madre, Angela Donato, che decide di rompere il muro di omertà che la circonda e reclamare giustizia per quel figlio inghiottito da nulla. Sabato 24 ancora spazio ai protagonisti della scena letteraria italiana che, insieme a Carlo Lucarelli, si interrogheranno su memoria, storia e mistero: tre elementi che nel nostro Paese marciano sovente uniti e i cui meccanismi sono spesso di potere e corruzione. Elementi  - tuttavia - che possono essere analizzati con il giallo, che in Italia sta rilanciando il romanzo d'indagine sociale. Mettere in scena questi meccanismi significa riflettere su come l'immaginazione e la fantasia riescano a metterli insieme. E questo consente di riflettere sulla storia. Laddove si esaurisce il compito dei magistrati infatti - tocca agli scrittori elaborare queste dinamiche. Nella giornata si sabato, inoltre, verrà dedicato un focus speciale alla Strage della Stazione di Bologna, per analizzare i troppi interrogativi rimasti ancora aperti a ventisette anni di distanza. In attesa che la verità giudiziaria e quella storica coincidano. In serata, infine, ci sarà la  presentazione della nuova versione di  "Scacco al Re", la docu-fiction sulla cattura di Bernardo Provenzano. Domenica 25, infine, Alta Civiltà. La sfida dei giovani alle mafie. Infiltrazioni mafiose al Nord Italia, Informazione e mass media, giovani e donne che sfidano le mafie. Questi i temi sui quali si confronteranno, tra gli altri, Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Gherardo Colombo, Pina Grassi, Lirio Abbate, Francesco Forgione e il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso.  Insieme a loro ci saranno anche tante ragazze e ragazzi (Libera, Addio Pizzo, Coordinamento anti-camorra, .) protagonisti di una lotta che non deve essere solo del Sud, ma di tutto il Paese. "Alta Civiltà" è un evento realizzato grazie alla collaborazione di "Libera" e "Avviso Pubblico". Le tre giornate di Politicamente Scorretto 2007 saranno trasmesse in diretta video sul sito www.politicamentescorretto.org grazie alla collaborazione del Consorzio Interuniversitario Cineca.  Sul sito, inoltre, sono già a disposizione anche gli archivi delle edizioni 2005 e 2006. Per tutta la durata della rassegna saranno aperte anche le mostre "Capsula petri, ovvero la scienza al servizio dell'indagine poliziesca", "La Mafia restituisce il maltolto", mostra sui beni confiscati alle mafie e "Il giornalismo che non muore", dedicata a 17 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro. PROGRAMMA EDIZIONE 2007 Venerdì 23 Novembre Ore 16:30 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture LO STATO DEL NOIR: SIAMO ANCORA POLITICAMENTE SCORRETTI? Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono gli autori: Luigi Bernardi, Girolamo De Michele, Franco Limardi, Alberto Ibba, Massimo Siviero, Mauro Smocovich, Valerio Varesi, Marco Vichi, Simona Vinci. Ore 18:30 Il Punto Spazio Espositivo CHE COS'E' CAPSULA PETRI? Visita guidata con voci, libri e scienza di Maurizio Matrone, Francesca Boella e Gianfranco Miglietta. Ore 19:30 Casa della Conoscenza - Spazio espositivo La Virgola Il Bookshop di Politicamente Scorretto presenta L'OSSO DI DIO - Rompe le regole e sfida la 'ndrangheta di Cristina Zagaria (Flaccovio editore). Aperitivo con l'autrice. - - - Ore 9:30 Teatro Comunale "A. Testoni" di Casalecchio di Reno TERRE DI LIBERTÀ Dai beni confiscati alle mafie un'occasione di lavoro per i giovani Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono:  Lucio Cavazzoni (Presidente CONAPI),  Simone Fabbri (Coordinatore Agenzia Cooperare con Libera Terra), Gianluca Faraone (Presidente cooperativa Placido Rizzotto), Claudio Gnudi (direttore canale ipermercati di Coop Adriatica). Appuntamento riservato alle scuole superiori Sabato 24 Novembre Ore 10:30 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture IL FOCUS: LA STRAGE DEL 2 AGOSTO ALLA STAZIONE DI BOLOGNA Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono: Aldo Balzanelli (La Repubblica), Walter Bielli (Presidente del Centro Studi Strategici Internazionali), Paolo Bolognesi (Presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980), Roberto Canditi (Il Resto del Carlino), Giuseppe Giampaolo (avvocato), Libero Mancuso (ex magistrato), Gigi Marcucci (L'Unità), Massimo Martelli (regista e sceneggiatore), Claudio Nunziata (ex magistrato), Olivio Romanini (Corriere di Bologna). Ore 15:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture BOLOGNA INCONTRA ROMA Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono gli autori: Marco Bettini, Grazia Verasani, Massimo Mongai, Massimo Pietroselli, Diego Zandel. A seguire: MISTERI ITALIANI: IL NOIR CHE RACCONTA LA NOSTRA STORIA RECENTE Coordina: Carlo Lucarelli. Intervengono gli autori: Andrea Santini, Alex Boschetti, Gianni Cipriani, Valerio Lucarelli, Vittorio Demetrio Mascherpa, Simone Sarasso. Ore 21:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture SCACCO AL RE Una nuova versione della docu-fiction sugli ultimi mesi di libertà del capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, arrestato l'11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza. Saranno presenti Piergiorgio di Cara (ideatore e co-sceneggiatore), Claudio Canepari (ideatore e co-regista), Eleonora de Lillis (produttore esecutivo). Domenica 25 novembre Ore 10:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture UNA COSA ANCHE NOSTRA Una conversazione sull'infiltrazione mafiosa nel nord Italia con Gianluca Di Feo (L'Espresso) e Piero Grasso (Procuratore Nazionale Antimafia). A seguire: ALTA CIVILTÀ. LA SFIDA DEI GIOVANI ALLE MAFIE Giovani provenienti da Sicilia, Campania, Calabria e Emilia Romagna dialogano con: Don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Gherardo Colombo (ex magistrato), Pina Grassi (vedova di Libero Grassi), Piero Grasso (Procuratore Nazionale Antimafia), Pierluigi Stefanini (Presidente di Unipol). Coordina: Carlo Lucarelli. Ore 15:00 Casa della Conoscenza - Piazza delle Culture VEDO, SENTO, PARLO. MAFIE E INFORMAZIONE Coordina: Roberto Morrione (direttore di Libera Radio). Intervengono Lirio Abbate (ANSA), Daniele Biacchessi (Radio 24), Francesco Forgione (Presidente della Commissione parlamentare Antimafia), Pierpaolo Romani (coordinatore nazionale Avviso Pubblico), Carlo Lucarelli. A seguire: SORELLE DI ANTIGONE Ragazze provenienti da Sicilia, Calabria, Campania e Emilia-Romagna dialogano con Margherita Asta (figlia e sorella delle vittime della strage di Pizzolungo), Alessandra Camassa (magistrato), Gabriella Ebano (giornalista e fotografa), Pina Grassi (vedova di Libero Grassi), Rita Borsellino (deputato all'Assemblea regionale siciliana). Coordinano: Giancarla Codrignani e Carlo Lucarelli. Durante l'incontro verranno proiettate le fotografie tratte dal libro Felicia e le sue sorelle di Gabriella Ebano.   MOSTRE 19 novembre - 1 dicembre Il Punto Spazio Espositivo, via Cavour 4 Casalecchio di Reno CAPSULA PETRI, OVVERO LA SCIENZA AL SERVIZIO DELL'INDAGINE POLIZIESCA Il dietro le quinte del delitto e del mistero attraverso un percorso ricco di materiali originali, foto e testi esplicativi. Un'occasione per raccontare l'enorme importanza che hanno gli strumenti e gli uomini della Polizia Scientifica nella risoluzione di crimini e delitti. Saranno esposti anche alcuni pezzi dell'eccezionale Collezione di Criminalistica della Polizia Scientifica di Trieste. La mostra è a cura di ComunicaMente in collaborazione con Il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica dell'Emilia Romagna - Bologna. Consulenza scientifica: Maurizio Matrone. Orari: 23 - 24 - 25 novembre dalle 10 alle 19. Gli altri giorni dalle 16 alle 19 (esclusi la domenica e i festivi). Aperture al mattino su prenotazione solo per gruppi e scolaresche. Informazioni e prenotazioni: Tel. 051.3391289 E-mail info@comunicamentesnc.it CAPSULA PETRI: GLI APPUNTAMENTI Lunedì 19 Novembre | ore 9:30 VERO O FALSO? Realtà e finzione nell'universo poliziesco con il simulatore di sopralluogo di Silio Bozzi. Anteprima riservata alle scuole superiori. Venerdì 23 novembre | ore 18:30 CHE COS'E' CAPSULA PETRI? Visita guidata con voci, libri e scienza di Maurizio Matrone, Francesca Boella e Gianfranco Miglietta. Venerdì 30 novembre | ore 18:00 IL CASO MURRI La prima volta della psichiatria forense Uno dei casi più celebri dell'inizio del secolo scorso, il primo caso di perizia psichiatrica della storia giudiziaria italiana. Intervengono: Valeria Babini e Carlo Barbieri. Coordina: Maurizio Matrone. Sabato 1 dicembre | ore 18:00 DENTE PER DENTE L'odontoiatria forense e la sua enorme importanza nella risoluzione di casi a volte "impossibili". Conversazione tra Giancarlo Pagani e Maurizio Matrone.   23-24-25 Novembre Casa della Conoscenza LA MAFIA RESTITUISCE IL MALTOLTO. MOSTRA SUI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE A cura di Libera Il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, si basa sulla Legge 109/96 di cui Libera è stata la promotrice. La Legge prevede l'assegnazione dei patrimoni illegali a quei soggetti - privato sociale, volontariato, cooperative, comuni - in grado di restituirli con la loro opera alla società. In 10 anni la legge ha permesso la destinazione a fini sociali di oltre 3000 beni immobili per un valore di oltre 300 milioni di beni. ogni anno sui terreni confiscati si svolgono i campi internazionali con giovani provenienti da tutto il mondo. Il lavoro sui terreni sottratti alle mafie ha portato alla produzione di olio, pasta, vino, legumi ed altri prodotti biologici realizzati dalle cooperative in Sicilia, Calabria, Campania, Lazio e Puglia contrassegnati dal marchio di qualità nella legalità Libera Terra. A maggio 2006 è nata l'associazione "Cooperare con Libera Terra", un'agenzia nazionale di promozione cooperativa e della legalità, costituita da diverse realtà del mondo della cooperazione, del biologico e dell'agricoltura di qualità per sostenere l'attività di Libera Terra. Il risultati di oltre 10 anni di riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie saranno raccontati nella mostra "La Mafia restituisce il maltolto". Inoltre, esposizione mercato dei prodotti di Libera Terra. Orari: Ven (16:00 - 20:00), Sab - Dom (10:00 - 20:00) - - - 23 - 24 - 25 Novembre Casa della Conoscenza - Spazio Espositivo La Virgola IL GIORNALISMO CHE NON MUORE Una mostra ideata dell'associazione Ilaria Alpi- Comunità Aperta di Riccione, che da tredici anni organizza il Premio di Giornalismo Televisivo dedicato alla giornalista Rai uccisa a Mogadiscio. La mostra è dedicata a 17 giornalisti che hanno perso la vita portando avanti il loro lavoro: Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, Giancarlo Siani, Walter Tobagi, Carlo Casalegno, Ilaria Alpi, Giuseppe Fava, Mario Francese, Guido Puletti, Giuseppe Alfano, Antonio Russo, Mauro de Mauro, Peppino Impastato, Giovanni Spampinato e Mauro Rostagno. Orari: Ven (16:00 - 20:00), Sab - Dom (10:00 - 20:00).


Parte la corsa a 453 milioni Ue Mille posti di lavoro in più (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 23-11-2007)

 

VENEZIA. Presentati a un affollato convegno le direttive secondo le quali l'Unione Europea assegnerà i finanziamenti Parte la corsa a 453 milioni Ue "Mille posti di lavoro in più" Antonio Di Lorenzo INVIATO A VENEZIA Difficile, in questi tempi televisivi, riempire con un convegno una sala, magari neanche grande. Eppure ieri alla "Marittima" erano almeno 700 i presenti al convegno "Investiamo nel nostro futuro". Erano rappresentanti di enti locali, imprese private, consorzi, Camere di commercio di tutta la regione. "Il Veneto ha capito l'importanza della partita, ed è disposto a giocarla, con la stessa efficienza con cui ha vinto quella precedente": era soddisfatto, Fabio Gava. La partita cui fa riferimento l'assessore all'Economia è quella dei contributi Ue, vale a dire 453 milioni, finanziamenti che l'Unione Europea mette a disposizione per il Veneto da qui al 2013. Si tratta del 50% dell'importo finanziabile per gli investimenti, i quali complessivamente nei prossimi 6 anni ammonteranno quindi di un miliardo. È il valore di mezza Pedemontana. E, come la nuova arteria, anche questi investimenti cambieranno il volto del Veneto. Il Veneto è stato, infatti, la prima regione d'Italia nell'utilizzo dei contributi dell'Unione, quella che ha speso meglio i 600 milioni che le sono arrivati in regalo da Bruxelles. Per questo motivo Patrick Amblard, alto dirigente della Commissione Europea, presente ieri alla "Marittima", ha avuto parole di elogio per il Veneto. E ha scommesso: gli investimenti Ue apriranno mille posti di lavoro. Le novità di questa edizione le ha elencate Adriano Rasi Caldogno, segretario generale della programmazione. Sono sostanzialmente tre. Primo. Le Ue s'è allargata a 25 Paesi, quindi rispetto al passato la "torta" dei finanziamenti dovrà avere "fette" più piccole. Il Veneto, proprio in virtù delle capacità dimostrate, avrà una riduzione del 10% contro la media del 20%. Secondo. Non ci saranno più delimitazioni geografiche per gli interventi: "I progetti potranno riguardare l'intero territorio regionale e non dovranno essere più concentrati sulle aree sottoutilizzate", ha spiega Rasi Caldogno. È la novità decisiva. In passato, infatti, questi finanziamenti erano spendibili soprattutto per il Bellunese e il Rodigino. Terzo. I progetti dovranno avere ampio respiro, con una valenza territoriale assai più ampia. I tecnici regionali sono già al lavoro per definire i bandi di concorso. Sono sei le aree (in termine tecnico gli "assi") che raggruppano i finanziamenti. 1. Innovazione tecnica ed economia della conoscenza (190 milioni e 129 mila). 2. Politiche energetiche (67 milioni e 903 mila euro). 3. ambiente e valorizzazione del territorio (69 milioni e 900 mila). 4. Trasporti e Tlc (94 milioni e 801 mila). 5. Cooperazione internazionale (20 milioni e 634 mila). 6. Assistenza tecnica.


DUE NUOVE NOMINE 'in rosa' per il cda di Acft, mentre il consiglio scende da sette a cinqu (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 23-11-2007)

 

E membri e con esso l'indennità del confermato presidente Gabriele Melchiorri. Quanto ai consiglieri, stop alle indennità: si passa al gettone di presenza. Le due nuove nomine effettuate ieri durante l'assemblea dei soci sono quelle di Maura Prati e Paola Pesci, mentre vengono riconfermatinel cda Leonardo Forlani e Fabrizio Santini. Nessun vicepresidente (la funzione è infatti sparita), cambia anche la retribuzione: i consiglieri che finora hanno ricevuto quasi 14 mila euro lordi all'anno percepiranno un gettone di presenza da 150 euro a seduta. E anche l'indennità di Melchiorri, agganciata a quella degli assessori provinciali e comunali, scende del 10% per approdare ai 51 mila euro lordi annuali: la decurtazione segue a quella decretata l'anno scorso dalla finanziaria per gli stipendi degli amministratori degli enti locali. La necessità di portare a un massimo di 5 i membri del cda di Acft arriva per effetto del decreto Lanzillotta. Proprio in applicazione del decreto, l'assemblea dei soci composta da Provincia e Comuni del ferrarese aveva già predisposto il cambio di Statuto dell'azienda. Sistemata la questione cda, per Acft restano in campo diverse sfide: si va dal piano di risanamento a "possibilità importanti di cui una è l'aggregazione con Atc", l'azienda dei trasporti bolognesi, come spiega l'assessore alla Mobilità della Provincia Andrea Ricci. - -->.


Sanità, il Nord-Est spende di più (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 23-11-2007)

 

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2007-11-21 - pag: 3 autore: Sanità, il Nord-Est spende di più A Trento e Bolzano costi pro capite sopra la media italiana ma in linea con la Ue PAGINA A CURA DI Silvia Sperandio I cittadini di Bolzano e di Trento hanno una spesa sanitaria pro capite decisamente più alta che nel resto d'Italia: pagano infatti rispettivamente 2.046 euro e 1.750 euro, contro una spesa pro capite nazionale di 1.648 euro. Ed è tutto nordestino anche il primato per la durata in carica dei direttori generali di Asl e ospedali: mentre la media nazionale è di 3,7 anni, a Bolzano le poltrone restano invariate per ben 8 anni e mezzo, 6 anni a Trento e 4,9 anni in Veneto (solo il Friuli Venezia Giulia si allinea col resto del Paese). Eccezion fatta per il Veneto, infine, a NordEst i tariffari regionali per le prestazioni ospedaliere (Drg) sono più alti di quelli ministeriali del 1997. E lo scostamento verso l'alto delle tariffe va a finanziare la produzione di strutture pubbliche, considerando la ristretta presenza di privati nell'area. è quanto emerge dalla fotografia dei sistemi sanitari regionali scattata dal Cergas Bocconi nel Rapporto Oasi 2007 (Osservatorio sulle aziende sanitarie italiane). L'indagine, che verrà resa pubblica domani 22 novembre e che "Il Sole 24 Ore" è in grado di anticipare, punta ad analizzare i cambiamenti in atto nella sanità italiana secondo un approccio economico-aziendale. Spesa virtuosa In primo luogo, senza eccezioni, tutte le regioni del Nord-Est sono arrivate nel 2006 a una situazione di equilibrio economico. "Osservando l'andamento del disavanzo nelle quattro regioni – commenta Elena Cantù, ricercatrice del Cergas Bocconi – spicca il caso del Veneto, partito nel 2001 con un forte deficit di 304 milioni di euro e arrivato, nel 2006, a un attivo di 16. Diverso è il caso di Regioni e Province a statuto speciale, che hanno più ampia libertà d'azione sull'utilizzo delle risorse a disposizione. Nel 2001 Friuli- V.G, Trento e Bolzano erano tutti in equilibrio (disavanzo uguale a 0) e nel corso del quinquennio hanno migliorato le loro rispettive performance, registrando rispettivamente un attivo di 12, 2 e 21 milioni". Inoltre, se i cittadini di Trento e Bolzano spendono di più per la sanità, in Veneto la spesa pro capite è di 1.584 euro (sotto la media italiana: 1.648 euro), mentre in Friuli-Venezia Giulia è quasi in linea. "Bisogna comunque considerare – tiene a sottolineare la ricercatrice del Cergas – che, in generale, la spesa italiana è sotto la media europea, ma in un contesto molto critico di finanza pubblica. E che una spesa alta non è di per sé un problema ed anzi può contribuire a far crescere la filiera della salute, finanziando ad esempio lo sviluppo tecnologico e la ricerca". Incidenza della sanità privata Il privato avanza nelle strutture residenziali e semiresidenziali, anche se nel complesso il peso del privato accreditato resta sotto la media italiana: la percentuale più bassa – anche a livello nazionale – si registra in Alto Adige, dove solo il 17% dei 186 ambulatori e laboratori è rappresentato da privati accreditati. La più alta sta invece in Veneto (56% su 481 laboratori, con una media nazionale del 57%), mentre il Friuli-Venezia Giulia è al 29% e Trento al 31 per cento. "è sempre più rilevante invece – sottolinea Cantù – la presenza di privati accreditati nelle strutture residenziali destinate soprattutto agli anziani e a portatori di handicap. Sopra la media italiana (72% di privati accreditati) il Trentino (con ben l'88% delle 56 strutture esistenti) e il Veneto (con il 77% delle 591 strutture residenziali). Mobilità interregionale Il Rapporto Oasi mette in luce che la bilancia della mobilità, ossia il rapporto tra fughe e arrivi di pazienti da altre regioni è negativa solo in Trentino: Trento ha infatti un tasso di fuga del 18% (diciotto residenti vanno a curarsi in altre regioni)e un tasso di attrazione dell' 8 per cento. La situazione si inverte a Bolzano (tasso di fuga del 4% e di attrazione del 7%, in Fvg (6% di fuga e 9% di attrazione) e infine in Veneto (5% di fuga, con un tasso di attrazione dell'8 per cento). www.cergas.unibocconi.it IL CASO DEL VENETO Partito nel 2001 con un deficit di 304 milioni, è arrivato nel 2006 a un attivo di 16; in equilibrio anche le altre regioni.


Riforma dei gettoni Rinvio bis (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 23-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-23 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE In consiglio Riforma dei gettoni Rinvio bis Quello presentato sui costi della politica "non rappresenta un piano, ma piuttosto un promemoria avente funzione di sfida e provocazione per i consiglieri comunali, chiamati ad affrontare il problema dei costi della politica e ad apportare soluzioni concrete, entro breve termine". Parola di Gianni Sofri, presidente del consiglio comunale, autore del documento di una decina di cartelle scritto per riformare all'insegna della produttività il lavoro dell'assemblea di Palazzo D'Accursio, scossa dai casi di "firma e fuggi" e sotto il tiro dei tagli previsti dalla Finanziaria. Dunque non un vero e proprio piano, quanto una "provocazione", ha avvertito lo stesso Sofri ancora prima di iniziare il dibattito, come risulta dal verbale di quell'incontro. La premessa non è però servita ad arrivare ad una soluzione. Ieri i consiglieri si sono riuniti ancora per discutere del tema, ma non si sono trovate soluzioni. Alcuni esponenti politici sono tornati a criticare le proposte del presidente: doppia firma, mix di gettone e indennità, riduzione delle commissioni e "specializzazione" dei consiglieri. Il centrodestra si dice invece disposto a ragionare di un gran giurì che controlli la "moralità" dei consiglieri. Così, alla fine anche stavolta si è deciso di non decidere: si è stabilito di affidare tutta la partita ad uno specifico gruppo di lavoro.


"Stipendi intoccabili" in Comune tutti uniti (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 23-11-2007)

 

Documento Lettera del Consiglio al governo I consiglieri: "Prima i tagli in Parlamento" "Stipendi intoccabili" in Comune tutti uniti EMANUELA MINUCCI Lo discuteranno oggi, ma sono già tutti d'accordo: quel documento otterrà la firma bipartisan del Consiglio comunale, maggioranza e opposizione uniti nella lotta. Sarà forse perché ci sono in ballo dei soldi? "No - rispondono loro, risentiti - è una questione di principio: ed è una cosa ben diversa, se permettete". Noi permettiamo. Ma al di là delle belle premesse del documento "pur condividendo la necessità di ridurre il costo della politica nel bilancio dello Stato...", alla fine, oggi i capigruppo della Sala Rossa, su iniziativa di Gaetano Porcino (Partecipazione democratica) spediranno a Roma un ordine del giorno che chiede al Governo di ritirare quella modifica al Tuel (testo unico sugli enti locali) che comincia a tagliare i costi della politica proprio dal gettone dei consiglieri comunali che è pari a 120 euro lordi che una volta erano 132: "Ci sembra giusto tagliare, per carità - spiega la capogruppo di Sinistra Democratica Monica Cerutti - però se cominciano dall'alto, parlamentari e senatori, non da noi che siamo l'ultima ruota del carro...". E se lo dice una donna di sinistra come lei - che dà già parecchi soldi al partito - puoi giurarci che il documento oggi otterrà il massimo dei consensi. C'è però una voce fuori dal coro. E' quella del capogruppo Domenico Gallo, che per ora è l'unico consigliere che ha annunciato di non voler formare quel documento: "Non me la sento, che volete che vi dica - ha commentato Gallo - è vero che per noi del Pdci e a quelli di Rifondazione comunista il gettone è già superleggero, ma c'è troppo bisogno di tagliare, con che faccia vai a dire alla gente che proprio tu non vuoi risparmiare?". Magari oggi qualcuno ci ripenserà. Ma intanto l'iniziativa c'è stata e farà discutere. Ma quanto costa ogni anno alla collettività il Consiglio comunale? Un milione e 960 mila euro. E la giunta? Un milione e 420 mila euro. Ma non basta. Altri 5 milioni se ne vanno soltanto per le consulenze, 10 mila euro per le auto blu. E poi ancora, 300 mila euro per telefonini, taxi e computer. Il tutto per un totale di 8 milioni e 880 mila euro, pari a oltre 16 miliardi delle vecchie lire, all'anno. Tanto ci costa la politica a Palazzo Civico. Per ora.


Commissari ato? accettiamo curriculum (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 23-11-2007)

 

Di Maurizio Piccinino "Commissari Ato? Accettiamo curriculum" Srour: "Vogliamo manager capaci" Il centrodestra: una legge imbroglio L'AQUILA. "Se la prima pietra viene messa male la costruzione cadrà". Eccolo che con un aforisma l'assessore Mimmo Srour mette in guardia i "signori delle acque" a non sabotare la riforma taglia sprechi e poltrone, voluta dalla giunta, dal consiglio e, soprattutto, dal presidente Ottaviano Del Turco. Srour come assessore ai lavori pubblici è il diretto interessato alla riforma delle Ato e delle società di gestione ma nel contempo è nel mirino di quanti non vogliono lasciare le poltrone. "Polemiche legittime per chi perde la sua poltrona", sospira Srour con una punta di cinismo. "Possono protestare è nelle cose", prosegue l'assessore, "il nostro obiettivo è dover pensare ai cittadini e non ai ruoli che si hanno". Sui nomi dei possibili Commissari candidati alle presidenze dei quattro Ato che rimarranno: Aquilano, Pescarese, Chietino e Teramano; Srour giura di non saperli, anzi assicura: "non ancora decidiamo nulla". "Saranno però nomi di alta professionalità e competenza nel settore del ciclo integrato delle acque. A noi servono manager capaci e attenti", promette Mimmo Srour. Alla domanda come avverrà la selezione osserva che "saranno i curriculum a decidere le scelte". Così attraverso il Centro lancia la proposta a dimostrazione che la scelta sarà trasparente. "Sui candidati Commissari stiamo preparando la delibera di indirizzo. Li nomineremo presto, penso la prossima settimana. Invito tutti quei professionisti che peensano di avere i requisiti giusti e la competenza nels ettore della gestione del ciclo delle acque, possono madare i currucilum all' "Assessorato ai lavori pubblici della Regione Abruzzo, via San Bernardino. L'Aquila"". Dal centrodestra però arrivano polemiche, critiche e accuse. "Una legge imbroglio che non riduce i costi della politica, e illegittima", commentano consiglieri di opposizione, Fabrizio Di Stefano (An) e Giorgio de Matteis (Italia di Centro), "sull'emendamento stralcio sul ciclo idrico integrato, approvato in Consiglio regionale, "poiché innescherà un contenzioso che costerà caro alla Regione Abruzzo. Oltretutto è conseguenza di uno scontro sulle nomine in atto del Partito Democratico". "L'escamotage di un articolo stralciato dal disegno di legge presentato dall'assessore Srour", spiega De Matteis, "è stato utile solo per placare temporaneamente la lotta intestina tra le due fazioni del Pd per le nomine nel settore". Secondo Di Stefano, "il provvedimento è un esercizio di ipocrisia in quanto mera resa dei conti tra le componenti Del Turco e D'Alfonso nel Pd, per bloccare le nomine nell'Aca". "La norma è illegittima", prosegue ancora Di Stefano, "perché va contro quanto dettato dalla finanziaria nazionale 2007 che impone la riduzione dei Cda da 5 a 3. Invece, rimangono i 12 posti (Ato e società di gestione) nei vari Cda legati al sistema idrico". A puntare i piedi è anche Forza Italia. "La prima tranche della riforma degli Ato passata in Consiglio non risolve i problemi di gestione del ciclo idrico integrato", fanno sapere Nazario Pagano, capogruppo regionale di Forza Italia e Giuseppe Tagliente, consigliere, "ma ha reso infungibili accordi trasversali e sotterranei che avrebbero rimesso in sella i soliti noti di tutti i partiti, viceversa, Forza Italia che ha depositato un progetto di legge in tal senso, è da sempre favorevole, contrariamente anche a parte dell'opposizione, all'ipotesi dell'Ato unico regionale, che si adatta perfettamente alle dimensioni della nostra regione, porterebbe risparmi ancor più consistenti e metterebbe a capo di tale delicato settore una cabina di regia unica".


Lottiamo contro la politica corrotta (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 23-11-2007)

 

Regione "Lottiamo contro la politica corrotta" Del Turco agli industriali "C'è una questione morale" MONTESILVANO. "Questione morale". Il presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, lo dice a chiare lettere e indica i settori dove c'è il rischio: l'acqua e la sanità, per censurare la "politica delle mance e della corruzione". Così ieri Del Turco ha monopolizzato in chiave politica la prima Convention delle imprese, promosso da Confindustria Abruzzo tenuta a Montesilvano con la vice presidente nazionale Emma Marcegaglia e i vertici degli industriali abruzzesi. Del Turco ha detto di non trovarsi in "campagna elettorale perché non si ricandiderà tra due anni", però ha esortato ad un patto di "mutua assistenza e previdenza" imprese e sindacati: "Non dovete lasciare il presidente solo a lottare contro coloro che non vogliono il cambiamento". Nel fare gli esempi dell'acqua e della sanità De Turco ha affermato: "Pensate, la regione che ha la migliore e la più alta quantità di acqua ha conosciuto una emergenza idrica perché abbiamo un sistema di gestione che presenta problemi di vario ordine e di varia natura. Ha perfino prodotto un potente partito". Per il presidente andrebbero contestualizzate in questo clima le "aspre critiche alla legge di riforma". Del Turco si è meravigliato, "perché la parola corruzione è scomparsa dal linguaggio in questa regione", ed ha osservato più di un parallelismo con un "contesto che ha spazzato via interi partiti". "Appalto, ergo sum", ha sostenuto, "non è il mio motto. Ho visto partiti morire di appalti". Il presidente della Regione ha quindi osservato di "confidare nella capacità delle imprese di capire il valore di una scelta politica che vuole combattere la politica delle mance e la corruzione". Anche lo "scandaloso debito sanitario" è stato ricordato da Del Turco come esempio di "cattiva amministrazione". "Gli abruzzesi", ha insistito, "lo hanno capito un mese e mezzo fa, quando abbiamo evitato il commissariamento, grazie alla nostra politica di rigore. Se viene sconfitto questo cambiamento invece che il partito dell'acqua è una perdita per tutti". Da parte loro gli industriali hanno dato la sveglia alla Regione dopo la scossa di Emma Marcegaglia: "E' tempo di fare delle scelte: non basta più dire cosa si vuole fare, ma bisogna dire come e in che tempi", ha detto la vice presidente nazionale di Confindustria al cconvegno dal titolo: "Per un nuovo modello di sviluppo: un progetto strategico per l'Abruzzo", ospitato al Grand Hotel Adriatico. Coraggio di scegliere, apertura alle tecnologie, ma anche lotta agli sprechi e tagli ai costi della politica, le linee guida tracciate alla platea di imprenditori abruzzesi di Confindustria capitanati da Riccardo Calogero Marrollo. Che alla Regione non le ha mandate a dire: "Non siamo più disposti a tollerare ritardi e inadempienze. La diminuzione della pressione fiscale sia un obiettivo a breve termine e la questione sanitaria non sia più una scusante", è stato l'ultimatum a Del Turco. Segnali distensivi sono arrivati poi dall'assessore regionale alle attività produttive, Valentina Bianchi: "Noi ci siamo", ha detto all'Abruzzo che fa impresa "L'innovazione deve passare forse nel cambiamento del metodo di dialogo tra le parti, ma senza crisi di nervi". Sulla questione sviluppo si è incentrato il dibattito moderato dal vicecaporedattore de il Centro, Pasquale Galante, che ha chiamato a declinarne le diverse accezioni Sergio Galbiati, presidente di Confindustria L'Aquila "l'ingrediente di fondo è lo sviluppo della classe dirigente", ha detto ai partiti. Roberto Campo, segretario regionale Uil, ha però rivendicato l'autonomia del fare impresa "per stare meno a ricasco della politica"; e l'economista Pino Mauro. "Lo sviluppo passa attraverso il paradigma mercato, efficienza economica, equità sociale", è stata la sua sintesi. A rappresentare il mondo delle banche c'erano Giuseppe Del Gesso, direttore amministrativo Locat Gruppo Banco Popolare e Massimo Minolfi, direttore generale Corporate Gruppo Banco Popolare. Entrambi hanno sottolineato la necessità, anche per la finanza, di investire sul capitale umano. Lo stesso monito è arrivato da Anna Morgante, preside della facoltà di Economia della D'Annunzio: "E' l'uomo che fa l'innovazione" ha detto agli imprenditori. Il convegno è stato sponsorizzato dalla società Euler Hermes Siac, dei fratelli Gallucci. La società è la prima Compagnia d'assicurazione crediti commerciali in Italia (m.d.p.).


Darfo, la Secas riduce i consiglieri da sette a tre per diminuire i costi (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 23-11-2007)

 

Edizione: 23/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:VALCAMONICA NOVITA' DALL'ASSEMBLEA DELL'ALTRA SERA Darfo, la Secas riduce i consiglieri da sette a tre per diminuire i costi Una veduta di Darfo Boario VALCAMONICA - L'assemblea di Secas ha riconfermato per la terza volta la fiducia al suo presidente Walter Sala. Ma la novità più rilevante scaturita dall'incontro dell'altra sera è la riduzione da sette a tre dei membri del consiglio di amministrazione. La società pubblica d'intervento per lo sviluppo della Vallecamonica e del Sebino, con questo atto, ha già quindi messo in pratica il principio governativo che prevede la riduzione dei costi della politica. Compagni di viaggio di Sala per i prossimi tre anni saranno Nino Martino, vicepresidente, e Santino Fanchini, consigliere. Il nuovo consiglio di amministrazione è stato votato da una solida maggioranza, composta da circa l'85 per cento del capitale azionario, anche se alcuni passaggi sono stati caratterizzati da un'accesa discussione. "Mi rendo conto - ha affermato Walter Sala - che una società che rappresenta un territorio così vasto, composto da oltre 100 Comuni, due Province e sei Comunità montane, dovrà necessariamente trovare un consenso più ampio, che vada oltre i tre membri del consiglio di amministrazione". "Per questo motivo - continua Sala - l'impegno nostro sarà di coinvolgere maggiormente l'assemblea dei soci, ora convocata una sola volta all'anno per l'approvazione del bilancio. La riduzione del consiglio risponde alle logiche di risparmio dei costi della politica, ma riduce la partecipazione importante del territorio e delle parti politiche. I dieci soci dell'assemblea diverranno quindi più operativi e saranno maggiormente interessati nell'attività ordinaria di Secas". Sono state anche confermate le linee d'indirizzo 2008- 2010 della società, che vanno nel segno della continuità. Tra le principali attività che impegneranno Secas nei prossimi tre anni ritroviamo il progetto "Leader" e il sistema turistico dell'acqua, la prosecuzione dell'accordo col Ministero del lavoro per il sostegno al settore tessile e il terzo programma sulla Legge 236, l'Informagiovani e l'Osservatorio sull'occupazione, il coordinamento degli eventi e il sostegno alle attività sportive, l'agenzia di certificazione energetica e i servizi più propriamente dedicati agli enti pubblici. Durante l'assemblea dei soci sono state prese anche alcune decisioni strategiche per il futuro. A iniziare dal fatto che la società è diventata a totale capitale pubblico, tramite l'acquisto delle quote residue dei privati, già peraltro limitate. Sono inoltre entrati a far parte dell'area di Secas anche due nuovi territori, la Val di Scalve e il Monte Bronzone, e si è deciso che la società potrà assumere il ruolo di agenzia di sviluppo. Da ultimo è stata ufficialmente inclusa nelle attività statutarie la gestione delle manifestazioni e delle strutture fieristiche. giu. mo.


Circoscrizioni a rischio chiusura: "Una follia" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 23-11-2007)

 

Budget da 6 mila euro e mini-gettoni: la riduzione del costo della politica non passa da qui Circoscrizioni a rischio chiusura: "Una follia" MACERATA - Vivono in tre frazioni diverse, sono di tre partiti diversi ma da qualsiasi parte la si giri su un punto sono tutti d'accordo: pensare di ridurre il costo della politica abolendo le circoscrizioni è un errore che si rischia di pagare caro. Molto più di quello che un momentaneo risparmio potrebbe far pensare. L'ipotesi, apparsa nel disegno di legge del Governo sulla riduzione dei costi della politica, è stata poi stralciata ed è ora sospesa ma rischia di diventare "Anche perché - sottolinea Marco Foglia - si perderebbe una voce importante per rappresentare le istanze dei cittadini nel palazzo". Intanto quanto costano le circoscrizioni di periferia: il budget è il medesimo per Sforzacosta, Pieridipa e Villa Potenza. Sei mila euro da spendere all'anno e la spesa per i consiglieri: 178 euro al mese per il presidente e una cifra fissa - circa 50 euro - da dividersi tra tutti i consiglieri per ogni seduta del consiglio. "Se svolto in maniera positiva - afferma Bernabei - e cioè con spirito amministrativo e non politico, il ruolo delle circoscrizioni è fondamentale". Cita l'esperienza della sua circoscrizione dove quasi ogni decisione - al 99% per cento ammette - è presa all'unanimità. "Perché noi non discutiamo di grandi questioni - aggiunge - ma di problemi che sono sotto gli occhi tutti e la cui risoluzione sta a cuore a chiunque". "Il consigliere e ancor più il presidente di circoscrizione - secondo Lorenzo Calvani - sono una figura di riferimento e di collegamento; togliere questa risposta alle esigenze dei cittadini contribuisce ad allontanare ancor di più la gente dalla politica. Sono ben altre le spese che debbono essere tagliate per risparmi effettivi". "Prendiamo Villa Potenza - aggiunge Foglia - che ha un solo consigliere comunale, che è dell'opposizione. Quali strade dovrebbe percorrere un cittadino per far sentire la propria voce?". Secondo Foglia, si può pensare a ridurre i consiglieri - che pure non sono molti - ma mai a cancellare la partecipazione e il decentramento. Tutti e tre i rappresentanti sono poi d'accordo nell'affermare che dietro la cancellazione delle circoscrizioni potrebbe esserci anche un ulteriore rischio: quello, cioè, di nomine di delegati da parte del sindaco in luogo di elezioni. Quello che, peraltro, già accade in alcuni comuni, per esempio a Civitanova. "Per risparmiare - conclude Bernabei - meglio togliere le sovrastrutture inutili dalle competenze ambigue e sovrapposte che creano solo figure da remunerare e non risolvono, anzi in alcuni casi aggravano, i problemi".


Il taglio di poltrone fa decollare l'holding (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-11-2007)

 

Di Giusy Andreoli Il taglio di poltrone fa decollare l'holding Dopo mesi di polemiche, lo sfoltimento del cda mette d'accordo tutti i sindaci La multiutility ora gestirà in proprio l'Ambito del Brenta CITTADELLA. A sottolineare la soddisfazione di un risultato raggiunto dopo settimane di polemiche e di critiche, un caloroso applauso ha concluso ieri sera l'assemblea di Etra. Alla quale ha partecipato una maggioranza superqualificata: oltre l'82 per cento delle rappresentanze dei soci. Ma le decisioni da prendere erano di vitale importanza per il futuro della holding pubblica dei 72 comuni di 3 comprensori, soprattutto per quanto riguarda il servizio idrico integrato. Un servizio che, se non si fossero approvati il nuovo statuto e il nuovo regolamento, rischiava di dover essere messo a bando europeo. Così invece il nuovo statuto societario consente ad Ato Brenta l'affidamento diretto a Etra del servizio, garantendo alla stessa Etra la gestione dell'idrico integrato per 30 anni a partire dal 2003. Superato lo scoglio più spinoso, c'è stata la votazione di un documento propedeutico alle designazioni successive del CdA (alla cui presidenza si vocifera dovrebbe rimanere Stefano Svegliado) e del consiglio di sorveglianza. Quest'ultimo sarà formato da amministratori locali - cioè i soci di Etra - così da non far venir meno la linea di principio della riduzione dei costi della politica, come prevede la nuova legge. I nomi non sono ancora pronti, a riprova che la battaglia politica fra i vari schieramenti è ancora in atto. Intanto sono stati determinati i numeri, cioè la spartizione territoriale. Il CdA sarà composto da 5 persone (3 del Padovano, 1 del Bassanese, 1 dell'Asiaghese; la presidenza andrà a un padovano, la vice a un bassanese). Il comitato di sorveglianza avrà un massimo di 14 amministratori non esterni e 1 revisore contabile. Il Bassanese avrà la presidenza e 3 componenti, l'Asiaghese 1 componente, il Padovano 10. I 15 percepiranno solo un gettone di presenza, poiché di fatto già godono dell'indennità di amministratori. Nei prossimi incontri verranno determinati i nomi dei 15, che a loro volta designeranno i 5. In conseguenza a questi accordi è partita anche la corsa al rinnovo del CdA di Ato Brenta, il cui mandato scade nel 2009.


Cda delle società partecipate in linea con la Finanziaria 2007 (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 23-11-2007)

 

Campania regione Cda delle società partecipate in linea con la Finanziaria 2007 Nessuna corsa contro il tempo. Sulla questione del taglio dei componenti del cda delle partecipate - questione che ha suscitato a più riprese dure prese di posizione dell'opposizione di centro destra che denuncia presunti sprechi e clientele - Regione Campania, Provincia e Comune di Napoli dicono di essersi già adeguati ai provvedimenti sui costi della politica previsti dalla Finanziaria 2007 e in particolare la circolare del ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta. Ma ecco la situazione secondo il monitoraggio fornito dalle tre istituzioni.In Regione Campania con la legge regionale 24/2005 (finanziaria regionale 2006) ci si è mossi con anticipo - dicono da palazzo Santa Lucia - rispetto alle decisioni del governo, sul fronte della razionalizzazione delle società miste. Durante l'anno in corso, sono stati dunque ridotti secondo i termini di legge tutti i componenti dei cda delle società interamente controllate dalla Regione e si stanno concludendo le dovute modifiche statutarie nelle collegate e partecipate (dove l'iter è più lungo in quanto la Regione non ha la maggioranza). I consiglieri sono stati ridotti da 255 a 208, e lo stesso dicasi per i loro compensi, tutti quanti in linea - e in diversi casi al di sotto - rispetto a quanto previsto dalla finanziaria 2006. Ecco gli interventi più recenti. Controllate: società di trasporti Sepsa, si è passati da un cda di 7 membri a un amministratore unico. Soresa: entro oggi - si annuncia - il cda sarà ridotto da 5 a 3 membri. Talete: entro oggi il cda sarà ridotto da 5 a 3 membri. Per le partecipate, nella Sma il cda è stato ridotto da 5 a 3 membri. Trianon Viviani: cda ridotto da 5 a 3 membri.Sui numeri delle società, delle 37 operative 12 mesi fa, si è passati a 33, mentre altre 5 sono in corso di dismissione. Si tratta ovviamente, si sottolinea in Regione, "di operazioni che vanno fatte con grande attenzione, evitando svendite affrettate di quote azionarie che causerebbero un danno all'erario". ang. mil. 23-11-2007.


Il calerno fa poker e legittima il primato (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Reggio" del 23-11-2007)

 

Sport Il Calerno fa poker e legittima il primato Serie A: la Victor perde gara e primato, Fabercom raggiunta dal Taneto CALCIO CSI REGGIO. Risultati clamorosi nei campionati Csi. OPEN CSI FIGC. Troppo forte il Calerno nel girone A. Perentorio il suo 4-0 alla Cerredolese. Sei i punti di vantaggio sul Carpineti A, che regola il Pieve Cella. Tutto okay per il Daino Gavassa, che passa sul campo dell'Arsenal Team. Basta un gol al Cab Montecchio per battere il Novellara. In fuga anche il Campagnola, che supera il Massenzatico e s'invola al comando del gruppo B. Il Brescello vince il derby con la Castelnovese Sherekan; Boretto col minimo sforzo sul Ciano. In coda perdono ancora Boca Barco e Sant'Agostino, piegate in casa da Maer Boiardo e San Faustino. E nel girone C capeggiato dal Felina c'è un Nuovo Fellegara di slancio sulla Vianese. Reti bianche tra Bugnina e Baiso. SERIE A. Clamoroso sorpasso nel girone A. Perde la Victor Canali per mano del Bellarosa A. Passa davanti il Sassuolo Tas (2-0 sulla Vecchia). Le goleade di Casablanca e Ceramiche Gazzini su Al Ponte e Fratelli Bari. Il Casina mette sotto il Nuovo Metrò, il Circolo Eremita raggiunge allo scadere la Croce Verde. Tutto invariato nel B, con l'Atletico Rubiera 1º e l'Atlas 2ª, entrambe vittoriose su Regium 99 e Venezia. Bene la Carrozzeria Iotti sulla ZegoBand. In parità Cska Cavriago-Over 40, San Prospero-Roncolo e Rios-Praticello. Botto nel girone C: la Fabercom Poviglio le prende in casa dalla Stella Azzurra ed è raggiunta dal Taneto, di misura sull'Audax Poviglio. Aricar Cavriago senza pathos sull'Fc 70. Un punto a testa in Virtus Campegine-Arsenal. Nel D comandano i Rangers; in scia il San Valentino, vittorioso sul Lokomotiv Alibabar. Netto dominio di Apc Scandiano e Atletico Bilbagno su Real Pratissolo e Pegaso. SERIE B. Il girone A saluta il successo del San Giovanni Querciola sulla Pizzeria Giavelli. Il Montagna impone il pari alla Pietra. Nel gruppo B sorride il Brevini sulla Bcb Calcio e allunga sull'Invicta A, bloccata sull'1-1 dal Sesso. Poker della Mirandola sul San Prospero. l'Hellas Albinea viola il terreno del Columbia. Tutto okay per Rossi Timbri e Primavera su Virtus Campegine e Bochum 98. L'Arceto trionfa nel derby del girone C sul Dinazzano. Non molla la Gazzini B, che piega il Fogliano. Senza rivali il San Pellegrino, che nel gruppo D batte pure il Cervo Massenzatico. Il Ciccisbey supera il Cadè, le Terre Matildiche esultano sul Liptide. Niente gol in Barcaccia-Gazzata. Il Real Boys conquista la vetta del girone E grazie all'1-0 sul Castellarano e al pareggio della Nocetolese con il Re Football Club. Non ne approfitta il Bellarosa, incapace di battere la Correggese. Muovono la classifica Carpine e Praticello, il Play Sport fa bottino pieno sulla Borzanese. GIOVANILI. Nei giovanissimi a 7 Gattatico vittorioso sulla Venezia. Cinquina dell'Arcetana sul Fogliano. Tutto facile per il San Faustino sulla Vigor. Nei giovanissimi a 11 impatta il San Prospero Correggio col San Pellegrino Everton. Bene l'Oratorio Camara sulla Virtus Bagnolo. Il Cervo Collecchio piega il Real San Prospero Rizzo. Nei giovanissimi sperimentali, gra nde Invicta sul Campagnola. Tris di Castelnovese e Novellara in trasferta contro Coviolese e Fosdondo. Poker dell'Fc 70 sul Boca Barco. Nei ragazzi a 7, cinquina del Gattatico sul Progetto Intesa, ma anche l'Ambrosiana sorride con la Fides. Nei ragazzi a 11, Val d'Enza e San Pellegrino Everton comandano a braccetto grazie ai successi su Sesso e Terre Matildiche. La Virtus Bagnolo gioca a tennis col Primavera. Show nel 4-3 con cui il Sant'Agostino batte la Virtus Campegine. Il Primavera comanda il torneo juniores, col Sant'Agostino costretto ad inchinarsi. Tra le seconde, il Fosdondo ha la meglio sul San Pellegrino Everton. Sesso e Fosdondo di misura su San Maurizio e San Pellegrino Everton. Divertente e spettacolare il 3-3 tra Rubierese e Invicta. Infine gli allievi. Negli "a 7" dilagano San Pellegrino e Progetto Intesa contro Ambrosiana e San Faustino. Negli "a 11" rallenta l'Ambrosiana nel girone A, frenata dal Fosdondo. Invicta-Vigor finisce pari. Passeggiata invece per il San Maurizio con la Vianese. Nel gruppo B, dominato dall'Oratorio Camara, si contendono la piazza d'onore Fc 70 e Terre Matildiche, entrambe in hurrà su Boca Barco e Campeginese. Il Sant'Agostino espugna la tana del Progetto Intesa.


Cancellate le comunità (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 23-11-2007)

 

TAGLI CANCELLATE LE COMUNITà L'Italia è il paese del sole, ma ogni volta la luce si accompagna al navigar inquieto delle nuvole. Soprattutto in politica. I cittadini che abitano la montagna non sanno se il provvedimento dell'annunciato taglio del numero delle Comunità Montane, molte delle quali si giustificano unicamente per la gibbosità di qualche cavalcavia, porterà loro svantaggi o colpirà gli interessi costosi della politica, a cui mira di porre argine il provvedimento del ministro Linda Lanzillotta. Nessuno spiega ai cittadini della montagna se con il concetto della montanità si manteranno i vantaggi acquisiti, o se tutto va a ramengo con il taglio degli enti montani. Leggiamo che l'approvazione in sede di commissione del Senato dell'articolo 13 della Finanziaria mette in moto un meccanismo distruttivo di cui il Governo Prodi dovrà rispondere. In Italia la centralità degli interessi dei cittadini, che non c'è e che neppure il centrosinistra cerca di introdurre per non inimicarsi le potenti lobby economiche e politiche, è sempre affiancata impropriamente e inopportunatamente dalla centralità della questione politica. Ma perché, se si riducessero gli enti montani, i cittadini dovrebbero pagarne lo scotto e non giovarsi invece delle risorse, poche o tante che siano, che si libererebbero? Ma dove sta scritto che i cittadini, scalando dal costo della politica qualche stipendio di presidenti e di assessori comunitari, debbano per forza perdere i vantaggi finora conseguiti? Qualora comunità che non sono montane perdessero risorse che dovevano invece andare a sostegno delle popolazioni che abitano veramente la montagna, è giustificato tanto allarmismo? Se la coperta è corta, è bene che siano coperti i bisogni. Abitare in montagna obbliga a far fronte a costi aggiuntivi per l'economia famigliare, come per la frequentazione delle scuole superiori e dell'Università, per il riscaldamento domestico, per una situazione naturale di prezzi dei generi di prima necessità dai costi superiori a quanto si può scontare nei supermercati delle città e delle aree con densità abitativa maggiore di quelle montane. Il ministro Lanzillotta vuole togliere risorse a coloro che abitano ed operano in montagna o alla politica e a coloro che vivendo in zone più vantaggiate usufruiscono dei vantaggi che non dovrebbero avere? Gli amministratori locali sul piede di guerra dicano a quale dei due scenari il governo Prodi mirerebbe. I tagli al costo della politica partitica non possono essere anche la ghigliottina sotto la quale far cadere il sostegno doveroso agli abitanti della montagna. L'equazione abbattimento uguale benefici politici è un'emergenza nazionale da cui l'Italia deve uscire, poiché il buon esempio è fattore non eludibile per far ripartire lo sviluppo nazionale. Giuseppe Vezzosi.


I dannati del bangladesh (sezione: Costi dei politici)

( da "Espresso, L' (abbonati)" del 23-11-2007)

 

REPORTAGE I dannati del bangladesh di raimondo bultrini La violenza del ciclone Sidr ha lasciato dietro di sé migliaia di vittime e di senza tetto, ucciso animali e piegato un'economia già poverissima. è l'ennesima tragedia di un Paese dilaniato da miseria, faide sanguinose, corruzione e regimi dittatoriali da Dacca Il poliziotto in servizio a uno degli incroci del trafficato viale Kazi Nazrul Islam non usa né fischietto né libretto delle multe. Col suo manganello di legno colpisce alla testa il guidatore di risho senza troppi complimenti. Il ragazzo copre il capo con le mani e cerca di muovere in fretta il suo variopinto veicolo davanti agli sguardi nervosi di automobilisti e passeggeri degli autobus, incastrati da un tempo interminabile tra un ammasso di veicoli che sputano denso fumo nero. Nella caotica Dacca, la capitale del Bangladesh in perenne fibrillazione politica, sociale e religiosa, le piccole e grandi tensioni quotidiane che affiorano per l'ingombrante lentezza del traffico e dei suoi 400 mila risho, un record mondiale, sono un po' lo specchio di un Paese che porta con sé immutabili nel tempo i codici genetici della perenne guerra di sopravvivenza del suo popolo. Un popolo dal destino associato prima all'India, dopo la partizione del 1947 al Pakistan, e, infine, al solo Allah, che ogni anno spedisce dal cielo o dal mare il suo messaggio di instabilità. L'ultimo, il ciclone Sidr, che il 15 novembre ha spazzato alla velocità di 240 chilometri orari il raccolto di un anno, preso la vita di migliaia di uomini, donne e bambini, e di milioni d'animali, incluso un numero incalcolabile di preziose mucche e capre, di specie rare come le tigri reali del Bengala e le gazzelle delle isole Sundarban. Difficile stimare quando e come il Paese si rialzerà di nuovo. E del resto il passato dominato da divisioni, corruzione e atavica povertà continuerà di certo a pesare anche nell'immediato futuro, nella stessa suddivisione degli aiuti internazionali che stanno già arrivando copiosi, ma pronti a disperdersi prima di raggiungere l'oceano dei veri bisognosi, come i mille fiumi che sfociano attraverso innumerevoli canali laterali nel più grande sistema di estuari del mondo. Altro simbolo del caos che regna (e regnerà) è il porto di Sadar Ghat sulle acque melmose del fiume Buriganga, l'arteria fluviale dove migliaia di barchette, traghetti e chiatte si sfiorano, toccano, e spesso affondano, prima di imboccare i vasti affluenti e smistare milioni di passeggeri accalcati fino all'inverosimile nei villaggi dell'interno. Ma è nel cuore dell'antica metropoli islamica di 12 milioni di anime che si gioca oggi una delle più gravi e incerte fasi della sua disgraziata storia. A gennaio un governo transitorio appoggiato dall'esercito ha preso il potere, mettendo in galera oltre 170 politici e alti burocrati, comprese due storiche nemiche, la progressista Sheikh Hasina Wajed dell'Awami League, unica figlia sopravvissuta alla strage familiare dell'eroe Bangabandhu fondatore del Paese, e l'ultra-nazionalista Khaleda Zia del Bangladesh National Party, vedova di uno dei numerosi dittatori della storia, rilasciata in questi giorni su cauzione. Il declino politico di queste due donne sedute a turno sulla poltrona di primo ministro senza mai parlarsi tra il 1991 e il 2006 e delle loro aristocratiche famiglie di potenti affaristi e politici non è stato indolore. Il prezzo degli errori passati è costato molte vite e indicibili sofferenze a una popolazione di 150 milioni di persone (settimo luogo tra i più popolati del pianeta) costrette a spartirsi 134 dollari a testa di debito estero, pari al 95 per cento del bilancio statale, contro 400 miseri dollari di reddito pro capite. Dacca espone alcune lussuose e artificiali vetrine del benessere, come il centro commerciale di Bashundhara, definito il migliore dell'Asia, o s'inorgoglisce dell'eclettica architettura di Louis Khan per il Parlamento di Jatiyo Sangshad (chiuso a tempo indeterminato nell'ottobre del 2006), ma ben poche altre realizzazioni moderne sono comparabili ai progressi della vicina India e dello stesso Pakistan, dai quali si è staccato pagando altissimi prezzi di sangue. In 37 anni di indipendenza e relativa pace il Paese non ha costruito che rare oasi produttive al di fuori delle tradizionali coltivazioni agricole di riso e di juta, precipitando, secondo un recente rapporto della Banca mondiale, dall'88 al 107 posto tra i 178 paesi scelti dalle imprese straniere per i loro affari. L'unico successo d'immagine internazionale è giunto nel 2006, con il Nobel della Pace al banchiere dei poveri, Mohammad Yunus, docente di Chittagong. Ma l'euforia collettiva è durata ben poco. Sull'onda dell'acquisita popolarità con il riconoscimento mondiale ai progetti di micro credito della sua Grameen Bank, Yunus aveva promesso di mettersi subito all'opera per risollevare il Bangladesh e a marzo aveva annunciato la formazione di un partito chiamato Nagarik Shakti, 'Potere dei cittadini'. Ma ad agosto ha confessato che il suo sogno di rivoluzione politica dal basso si scontrava con l'atavica indifferenza della popolazione e la mancanza di figure adeguate al suo progetto di pulizia etica. Alcuni dicono che lo stesso sistema abbia creato in realtà anche molti danni, spingendo i poveri a indebitarsi col sogno di un piccolo business per poi vedersi togliere tutto se non ripagano il prestito entro un anno. In nome della politica della trasparenza dopo le sanguinose faide di strada tra i partiti di Zia e Hasina si è presentato quest'anno con il suo golpe bianco Fakhruddin Ahmed, un ex governatore della Banca centrale e consulente della Banca mondiale. Nonostante la promessa di libere elezioni entro il dicembre 2008, il suo esecutivo, spalleggiato dai militari, non ha migliorato l'immagine dittatoriale che ha caratterizzato le coalizioni 'democraticamente' elette del passato. Col pugno duro ha represso le proteste popolari seguite al vertiginoso aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, alla chiusura di numerose fabbriche e alla cacciata dei poverissimi abitanti da molte baraccopoli illegali. Sotto tende di plastica e capanne di legno e bambù, se non direttamente sui marciapiedi, vive uno sciame incalcolabile di cittadini che invade le stazioni ferroviarie come Kawran bazar, dove dopo il ciclone giungeranno di certo altre migliaia di profughi destinati a sopravvivere di avanzi di frutta e verdura marciti nei mercati, specialmente durante i monsoni, per l'insopportabile umidità tropicale accentuata dai cambiamenti climatici dell'effetto serra. "Il riscaldamento del pianeta è diventato una questione di vita e di morte" per paesi come il Bangladesh, ha detto recentemente Yunus durante un convegno a Seul, dove ha ricordato che il nome del suo Paese è immancabilmente associato ogni anno alle disastrose alluvioni con migliaia di vittime che hanno ridotto a 144 mila chilometri quadrati la superficie abitabile. Tutto considerato è difficile non considerare ormai fortunate le stesse operaie delle fabbriche tessili, dove si lavora 14 ore al giorno in ambienti insalubri per produrre magliette e vestiti destinati ai colossi multinazionali come i Wal-Mart americani o ai mercati europei, italiani compresi. L'alternativa può essere visibile nella costante crescita del traffico di minori e prostitute verso i bordelli dell'Asia, India in testa, o nell'aumento dei gruppi fondamentalisti che pescano nel malcontento anti-occidentale e anti-indiano, come l'Harkatul Jihad Al-Islami. Nessun segno dunque di un'inversione di tendenza nel disastroso trend bengalese? A leggere le statistiche gli unici dati controcorrente sono il diminuito tasso di fertilità femminile, passato dal 6,2 per cento di 30 anni fa all'attuale 3,1, e quello della mortalità infantile, più che dimezzato dal 1990 a oggi. Ma il Paese che troveranno questi bambini è purtroppo ancora una grande incognita. E una volta tanto, grazie alle previsioni di intensi cambiamenti climatici già manifestati con il ciclone Sidr, la colpa non sarà soltanto dei politici corrotti. Raimondo Bultrini.


Dal 2002 ad oggi sono triplicati i contributi ai gruppi consiliari regionali (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

 

I COSTI DELLA POLITICA Dal 2002 ad oggi sono triplicati i contributi ai gruppi consiliari regionali Dal milione di euroerogato nel 2002ai circa tre milionispesi nel 2006.Gli ex consiglieri regionaliArduini e Bortuzzodenunciano comei costi dell'assembleasiano aumentatisensibilmenteA pagina IX.


I giovani medici: <Calendario assurdo per abilitazione e specialità> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

 

\L'APPELLO I giovani medici: "Calendario assurdo per abilitazione e specialità" Non bastasse un percorso formativo tra i più lunghi ci si mette pure un calendario d'esami assurdo a ostacolare i neomedici.I giovani medici dell'Università di Udine che hanno ultimato nei tempi regolari il corso di studi della durata di sei anni, nelle sessioni di laurea di luglio e ottobre 2007, si trovano infatti in una situazione paradossale e si sono appellati anche ai parlamentari friulani per tentare di risolvere il problema. Qual è l'inghippo?Sono loro stessi a chiarirlo: "I laureati in Medicina, successivamente al conseguimento della laurea, devono sostenere l'esame di Stato che permetta loro di ottenere l'abilitazione professionale, requisito necessario per accedere all'esame di ammissione alle Scuole di Specializzazione. Il conseguimento del titolo di specialista è requisito giuridicamente indispensabile per poter accedere nel mondo del lavoro"."Recentemente il ministro Mussi ha ribadito il proposito di istituire un bando che preveda i prossimi esami di ammissione alle Scuole di Specialità per il mese di gennaio 2008 - proseguono - Tale data risulta anteriore a quella di sostenimento dell'esame di Stato con la conseguenza che i neolaureati nelle sessioni regolari di luglio ed ottobre, ottenendo l'abilitazione professionale il 15 febbraio 2008 (prima sessione disponibile), si vedono precludere la possibilità di partecipare all'esame di ammissione di gennaio e, di conseguenza, sono costretti ad una inattività forzata di un anno nel percorso formativo obbligatorio"."Questo viola gravemente il diritto alla continuità degli studi, garantito invece all'estero, in particolare tra gli Stati membri dell'Unione Europea" sottolineano."Ci chiediamo la legittimità di un concorso in cui non vi sia selezione, ma vengano banditi più posti di quanti non siano i potenziali partecipanti. Può essere chiara invece la reale finalità di un tale atto, volto a risparmiare di fatto il finanziamento di circa 5000 borse, che giocoforza non potranno essere utilizzate - ipotizzano i medici -. Poco importa se questo ricadrà pesantemente sul servizio erogato dal Sistema Sanitario Nazionale, e se questo andrà a discapito del valore che lo Stato dovrebbe attribuire alla persona in quanto tale e alla salute degli individui. Infatti tale incoerenza cronologica rischia di formare il prossimo anno un numero di specializzandi inferiore al fabbisogno nazionale; gli specializzandi risultano di fatto essenziali per un adeguato svolgimento dell'attività assistenziale negli ospedali universitari ed una riduzione del loro numero porterebbe ad un importante disservizio"I laureati in medicina, che possono contare sul sostegno anche dei vertici dell'Università di Udine, si augurano a questo punto che il Ministero ponga rimedio per fare in modo che gli esami di specialità si svolgano in una data successiva e quindi compatibile con il conseguimento dell'abilitazione professionale.E avvertono: "Un provvedimento sollecito eviterebbe che i laureati più meritevoli risultino costretti a ricercare al di fuori dell'Italia soluzioni di studio e professionali più efficenti e soddisfacienti".


<Triplicati i rimborsi ai gruppi consiliari> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 23-11-2007)

 

Arduini e Bortuzzo sui costi della politica "Triplicati i rimborsi ai gruppi consiliari" Dal milione del 2002 ai 3 del 2006 Udine(loma) In quattro anni sono aumentati di almeno 5 milioni i costi di funzionamento - spese per i dipendenti escluse - del Consiglio regionale. Un incremento di circa il 30\% che viene segnalato dagli ex consiglieri regionali Pietro Arduini e Matteo Bortuzzo, che evidenziano anche come all'interno delle diverse voci di spesa, ci siano anche i contributi ai gruppi consiliari, "aumentati del 210\% - sostengono Arduini e Bortuzzo - infatti si è passati da un milione di euro, quando la maggioranza era di centrodestra, a oltre tre milioni di euro nel 2006, senza che l'attuale maggioranza di centrosinistra abbia sentito il minimo bisogno di informare e fornire spiegazioni. La domanda che sorge è se per caso, in questo incremento, rientri anche la decisione presa nel 2003 di adeguare i compensi dei consiglieri alla tabella B dei parlamentari, che prevede la possibilità di ottenere rimborsi spese per ogni componenti dell'assemblea regionale per 3mila euro al mese"."Il presidente del Consiglio, Alessandro Tesini - osservano Arduini e Bortuzzo - sostiene che la nostra è la più virtuosa tra la regioni italiane. Se davvero questa regione è la più virtuosa, allora come sono conciati i bilanci delle altre assemblee regionali? Sia chiaro che con queste domande non si mira a gettare benzina sul fuoco dell'antipolitica, ma a sollecitare una maggiore attenzione per le riforme e una totale trasparenza riguardo ai costi della politica". Un'accusa respinta da Tesini. "I costi generali del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, in cinque anni - ha spiegato Tesini - sono aumentati del 30 e non del 50\%, con un bilancio consuntivo 2007 di 26 milioni di euro. Tesini ha spiegato che "gli stessi ex consiglieri ammettono di mettere a confronto un consuntivo 2002 di 20 milioni di euro con un preventivo 2007 di 29,5 milioni di euro, al quale corrisponderà, fra qualche giorno, un consuntivo di nemmeno 26 milioni di euro". L'aumento, secondo Tesini, è determinato sicuramente dall'aumento dei finanziamenti ai gruppi, "chiesto e votato da tutti i gruppi consigliari ad inizio legislatura - precisa - dal normale incremento dell' inflazione e delle indennità, bloccate ai valori del primo gennaio 2006 e lì ridotte del 10\%, e dagli investimenti in tecnologie, servizi e funzioni, indispensabili per il potenziamento delle nuove funzioni del Consiglio regionale per i compiti di rappresentanza, funzioni, indirizzo e controllo"."Ringrazio gli ex consiglieri Arduini e Bortuzzo - conclude Tesini - perché dichiarano in modo responsabile le loro intenzioni, respingendo qualsiasi riferimento alle forme più approssimative e violente dell'antipolitica e sostengono invece le ragioni della trasparenza. Le risposte agli interrogativi che pongono, sono pubblicate da luglio sul sito della Conferenza nazionale www.parlamentiregionali.it".


Venezia-Padova: 260mila euro di bonus ai consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 23-11-2007)

 

Autostrade: il nuovo consiglio cala da 15 a13 componenti, un vicepresidente al posto di tre e da gennaio sparirà l'amministratore delegato Venezia-Padova: 260mila euro di bonus ai consiglieri L'indennità sarà divisa tra tutti i membri del cda. Il presidente Casarin: "Ci è stato richiesto un particolare impegno" VeneziaHanno lavorato tanto e prodotto molto, ergo ai quindici amministratori uscenti della Società delle Autostrade di Venezia e Padova va riconosciuto un bonus: 260mila euro di indennità di risultato. Come saranno ripartiti questi soldi tra i quindici amministratori sarà deciso dal nuovo Consiglio di amministrazione, nominato ieri mattina a Villabona dall'assemblea dei soci della spa, che dopo aver modificato lo statuto secondo quanto stabilito dalla Finanziaria ha provveduto a tagliare le poltrone: da 15 a 13 (sono saltati un rappresentante di Autovie e uno della Brescia-Padova). Ridotti anche i componenti del comitato esecutivo: da 8 a 6, compreso il presidente. E ridotti i vicepresidenti: da 3 a 1. I costi del Cda caleranno da 550mila euro a 400mila. Ma, da gennaio, sparirà l'amministratore delegato.L'AVANZO DI BUDGET -È stato il presidente della Venezia-Padova, Vittorio Casarin, a proporre il bonus. Casarin ha ricordato che i compensi spettanti al Cda erano stati deliberati dall'assemblea dei soci dello scorso 7 maggio - 550mila euro complessivi - sottolineando che si trattava di un importo inferiore ai limiti stabiliti dalla legge. E sempre Casarin ha ricordato che la Finanziaria 2007, oltre alle prescrizioni sul numero dei consiglieri (quelli di nomina pubblica non possono essere più di cinque e la Venezia-Padova già era in regola), ha introdotto anche alcune "limitazioni sui compensi". Ad esempio: per gli amministratori pubblici, come lo stesso Casarin che è anche presidente della Provincia di Padova, c'è il divieto di cumulo delle indennità. Ma anche l'amministratore delegato non può più percepire un centesimo se già siede nel Cda e dunque prende l'indennità fissa e i gettoni di presenza e le diarie come consigliere. Il caso, appunto, di Lino Brentan. Dalla scorsa estate, dunque, alcuni compensi sono stati congelati. E parte dei 550mila euro stanziati a bilancio sono così rimasti in cassa. Quanti soldi? 260mila euro, cioè la cifra proposta come bonus visto che con questo premio resta fermo l'ammontare del budget "compreso l'amministratore delegato".IL PREMIO -Il presidente Casarin è stato convincente: "Occorre riconoscere che durante l'anno in corso agli amministratori è stato richiesto un particolare impegno per sviluppare l'azione della società. Hanno dovuto affrontare problematiche di varia natura legate alla conclusione, ormai prossima della concessione ma hanno anche dovuto lavorare per creare le premesse per il futuro sviluppo di questa società. Si sono dovuti perciò confrontare con enti e istituzioni statali e locali.... Nel loro lavoro non hanno trascurato la gestione ordinaria... e la semestrale preannuncia un bilancio 2007 senz'altro positivo". Ciò premesso, "appare doveroso riconoscere agli amministratori, nella forma di partecipazione agli utili, una ragionevole e proporzionata indennità di risultato". Occhio, è tutto in regola: l'erogazione di una indennità "è prevista dalla stessa Finanziaria 2007 nel caso di produzione di utili".ADDIO AD -I 260mila euro saranno ripartiti tra i componenti del consiglio di amministrazione che decideranno, tra loro, come spartirsi il premio. La media, con i vecchi 15 consiglieri compreso il presidente e all'amministratore delegato, è di oltre 17mila euro a testa. A proposito di amministratore delegato: questa figura, introdotta alla Venezia-Padova quattro anni fa quando Giustina Destro prese il posto di Lino Brentan alla presidenza della spa, da gennaio sparirà. "La macchina è oliata - ha detto Casarin - può camminare anche con una persona sola". Cioè con il solo direttore generale. Visto che l'attuale direttore, Loris Manente, a fine anno andrà in pensione, l'idea di Casarin è di conferire l'incarico a Brentan, che dovrà però dimettersi da membro del Cda e a quel punto la Provincia di Venezia - che ieri l'ha nuovamente indicato - dovrà scegliersi un altro rappresentante.I TAGLI -Senza i compensi per l'amministratore delegato (ruolo che appunto sparirà da gennaio) e con meno consiglieri (da 15 a 13) le spese per il consiglio di amministrazione caleranno. Ieri l'assemblea dei soci ha fissato il budget annuo complessivo: 400mila euro, cioè 150mila in meno rispetto a prima. 300mila saranno per le indennità fisse (e spetterà sempre al Cda stabilire la ripartizione tra i componenti), i rimanenti per gettoni di presenza, diarie, rimborsi spese.L'ASTENSIONE -Al voto si è astenuto il rappresentante di Archimede 3, la società detenuta da Save (aeroporto Marco Polo) che ha il 4,64\% della Venezia-Padova e che ha nuovamente indicato come amministratore dell'Autostrada Enrico Marchi. Astensione, pare, per contenere i costi. Il Comune di Venezia (3\%, ieri c'era il direttore generale Vincenzo Sabato) e la Provincia di Venezia (7,61\%, c'erano Davide Zoggia e l'assessore Paolo Gatto) hanno dato voto favorevole a patto, però, che si verifichi che i compensi sono in linea con quelli delle aziende partecipate dal Comune (parametro di riferimento Vesta/Veritas). Casarin ha rassicurato: la Venezia-Padova contiene i costi. E ha spiegato come: stando alla Finanziaria, il presidente della Venezia-Padova dovrebbe prendere il 96\% dell'indennità del presidente della Provincia capoluogo (cioè il 96\% di Zoggia, 98mila euro) e i consiglieri di amministrazione il 70\% dell'indennità del presidente dell'Autostrada (cioè 70mila euro). Fatti due conti, un milione 200mila euro contro il budget fissato in 400mila euro. Dunque Casarin sostiene di risparmiarne 800 mila.Alda Vanzan.


Gli ausili in Italia: un privilegio per pochi (sezione: Costi dei politici)

( da "Redattore sociale" del 23-11-2007)

 

DISABILITA' 17.1023/11/2007 Gli ausili in Italia: un privilegio per pochi Non più di 6.000 euro per una protesi, quando un e-leg ne costa 20.000. 250 euro per un piede di legno, mentre un piede in fibra e carbonio ne costa 2.000. Non è così nel resto d'Europa, dove gli ausili più moderni sono a carico dello Stato ROMA - Nell'assistenza alle persone disabili l'Italia investe poco e male: secondo i dati di Eurostat, tra 15 Paesi dell'Unione Europea l'Italia è al 12° posto nell'erogazione di fondi da destinare alle persone disabili, superata perfino dal Portogallo e seguita solo da Francia, Grecia e Irlanda. "E l'Italia spende molto più in pensioni che in protesi", ha denunciato Hanau, intervenendo al convegno promosso da Federsalute su "Disabilità in Italia: i servizi, gli ausili e il Fondo per la non autosufficienza". "Dal punto di vista imprenditoriale, questa è una follia", ha commentato Daniele Bonacini, atleta paralimpico e presidente dell'associazione "Disabili no limits". "La fornitura dell'ausilio restituisce l'autonomia e ricolloca il disabile come parte attiva e costruttiva della società. Lo Stato invece preferisce retribuire un disabile perché resti nel suo ghetto senza fare nulla". Per quanto riguarda il finanziamento statale di ausili e protesi, infatti, l'Italia è decisamente indietro rispetto al resto d'Europa e agli Stati Uniti. E' qui che si apre il capitolo dolente del Nomenclatore tariffario, che dal 1999 aspetta di essere aggiornato e a cui ora il governo ha messo mano. "In Europa il Sistema sanitario nazionale fornisce protesi e ausili all'avanguardia del tutto gratuitamente: arriva a spendere fino a 20.000 euro per un c-leg, il ginocchio elettronico". In Italia il nomenclatore non include gli ausili più recenti e lo Stato, di fatto, fornisce dispositivi ormai ampiamente superati. "Per una protesi, ad esempio, lo Stato italiano passa al massimo 6.000 euro. Di conseguenza, chi volesse un ginocchio di ultima generazione, che garantisce una camminata fluida, dovrebbe sborsare 14.000 euro. Lo stesso accade per la protesi del piede: un piede in fibra e carbonio costa almeno 2.000 euro, Il sistema sanitario italiano passa solo il piede di legno, che costa 250 euro. Ma un piede di legno dopo 50 metri fa sentire tutte le sollecitazioni sul moncone e non ha alcuna finzione ammortizzante". Questo è ciò che il nostro Paese fornisce ai disabili, da 30 anni in qua: costringendoli a camminare con piedi di legno e a muoversi su carrozzine che pesano 10 chili, mentre in tutta Europa tutti usano quelle ultraleggere in fibra e carbonio, che pesano al massimo 2 chili". A pesare sul "mercato" italiano degli ausili è l'assenza di produttori nel nostro Paese. "Ogni Paese europeo ha il suo grosso produttore, tranne l'Italia, che così è costretta a importare protesi e ausili, con un ricalco del 70% sul prezzo finale. Eppure in Italia ci sono eccellenze in termini di materiali compositi: perché nessuno si mette a produrre ausili per disabili? Il mercato certo non mancherebbe, visti i numeri dell'Istat". Proprio per colmare questa lacuna, Bonacini ha dato vita alla Roadrunnerfoot Engineering srl, che si propone di progettare e produrre ausili a costi inferiori, così da rendere la tecnologia accessibile all'utenza. Tra i progetti in cantiere, la realizzazione di un piede stampato a iniezione destinato al Centro Africa e al Medio ed Estremo Oriente: costerà meno di dieci euro. (cl).


"Nell'Ossola c'è un amministratore ogni 106 cittadini: è giusto ridurre" (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 24-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA.INTERVENTO DI "CITTA' DEI VALORI" "Nell'Ossola c'è un amministratore ogni 106 cittadini: è giusto ridurre" Se gli amministratori ed i politici non fanno nulla per ridurre i costi della politica, sia la presidente della Regione ad avviare il riordino di Comuni e delle Comunità montane in Piemonte. E' la proposta dell'associazione culturale e politica "Città dei valori" di Domodossola che entra a piedi uniti nella discussione sui tagli degli enti locali. Un intervento che Mario Militello, coordinatore dell'associazione, accompagna con dati statistici eloquenti. "Interveniamo visto il silenzio degli addetti ai lavori, di presidenti, di parlamentari, compreso chi anni fa faceva libri bianchi sugli sprechi" dice Militello. "In Italia ci sono 356 Comunità montane - dice - . Il Piemonte ne conta 48, più della vicina Lombardia che ne ha 30. L'Ossola, 67.287 abitanti, ne vanta cinque con 114 amministratori: uno ogni 129 persone; inoltre qui ci sono 38 Comuni con 521 amministratori, pari ad un rappresentante ogni 106 cittadini. Le nostre stime, per difetto, parlano di un'indennità di carica totale di oltre 750 mila euro per gli amministratori comunali e di un milione e 100 mila per le Comunità montane". L'associazione "Città dei Valori" sostiene che la razionalizzazione dei Comuni e delle Comunità possa già essere avviata dalla Regione grazie alle possibilità date dagli articoli 117 e 133 della Costituzione, da alcune leggi e decreti legislativi. "Ricordo - aggiunge Militello, che in passato è stato assessore a Domodossola e figura anche tra i rappresentanti dell'Unione Consumatori - che la legge vieta di istituire Comuni con popolazione inferiore ai 10 mila abitanti e che al fine di favorire la fusione tra i Comuni, oltre ai contributi regionali, lo Stato eroga per 10 anni consecutivi alla fusione altri contributi straordinari commisurati ad una quota dei trasferimenti spettanti ai singoli comuni che si fondono. Una necessità per l'Ossola che su un totale di 38 paesi ha 10.492 abitanti raggruppati in venti Comuni ed ha 34 Comuni con meno di tremila abitanti". Una proposta che, aggiunge Militello, "incontrerà resistenze e opposizioni per l'atavico ma obsoleto permanere di campanilistici attaccamenti alla plurisecolare forma di autogoverno, oltre che per probabili poco encomiabili interessi elettoralistici. Non a caso questi giorni si registrano lagnanze e proteste per la paventata riduzione dei trasferimenti dello Stato agli enti comunali".


La scure di Roma si abbatte sui Consigli del Lodigiano Dal prossimo mandato i posti al Broletto passano da 40 a 32 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Lodi)" del 24-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Giorno, Il (Bergamo - Brescia))

 

Di GUIDO BANDERA ? LODI ? I COSTI della politica fanno infuriare i cittadini e il parlamento pensa di cominciare a tagliare dagli enti locali. Così, seppure nell'ultima Finanziaria è entrato il blocco degli stipendi degli onorevoli, è stata varata anche una riduzione dei componenti dei Consigli provinciali e comunali, delle Giunte e del numero di assessori. Un colpo di forbici già deciso, votato con la legge finanziaria in Senato, e ora in attesa della ratifica della Camera. La riduzione è stabilita per fasce di abitanti e dovrebbe essere applicata dal prossimo rinnovo dei Consigli. Per Lodi il taglio è di circa un quarto dei posti a Palazzo Broletto. Oggi l'assemblea è costituita da 40 eletti, cui si aggiunge di diritto il sindaco. Dalla prossima legislatura dovrebbero passare a 32, con un taglio complessivo che rasenta il 25 per cento del totale. I tagli però non si fermano a questo, ma riguardano anche la "squadra di governo". LA FINANZIARIA, infatti, incide anche sul numero di assessori. Lodi, secondo la sua classe demografica, avrebbe il diritto di istituire una Giunta con la bellezza di 16 assessori. Una quantità che però non è mai stata raggiunta. Nessuno ha mai ritenuto necessario, per compensare gli equilibri politici di una coalizione di maggioranza, di arrivare a un numero così elevato di assessori, che sarebbero anche di difficile gestione. Una seduta di Giunta così affollata dilaterebbe inevitabilmente anche i tempi per le decisioni, che almeno in un Comune, devono essere celeri per rispondere alle esigenze dei cittadini. Lodi ha oggi solo otto assessori, la metà del limite. Il numero massimo, però, dalla prossima legislatura comunale sarà di 12. Questo è almeno un elemento che non dovrebbe sconvolgere la situazione di Palazzo Broletto. Tagli in vista anche nella rappresentanza dei quartieri. La legge, infatti, impone un taglio anche dei Consigli di zona, che oggi sono facoltativi per i Comuni della grandezza di Lodi. Dalla prossima legislatura, dunque, questi organi dovrebbero essere eliminati. Oggi sono peraltro quasi tutti appannaggio dell'opposizione. In città essi hanno solo potere consultivo e gli eletti non hanno gettone di presenza. I servizi che ora erogano passeranno in carico a Palazzo Broletto. Il risparmio, almeno per il Comune di Lodi, dovrebbe essere di 2mila euro a consigliere all'anno. Un risparmio che però si tradurrebbe in un inevitabile aumento di costi per i componenti delle commissioni consiliari, che sarebbero costretti a riunirsi più spesso, limando il teorico risparmio, a fronte di una riduzione della rappresentanza. - -->.


Comunità montana, è essenziale (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)

 

Grosseto "Comunità Montana, è essenziale" Il presidente Augusto Brozzi: "Gli sprechi da eliminare sono ben altri" PITIGLIANO. In attesa dell'ulteriore passaggio alla Camera dei Deputati della Finanziaria, il fatidico articolo 13, alla stessa connesso, tiene in sospeso le sorti di gran parte delle attuali Comunità Montane. Infatti in Toscana, se le cose dovessero rimanere come allo stato attuale, sarebbero cancellate ben quindici Comunità Montane su venti. "A fronte di questo rischio - afferma Augusto Brozzi, presidente della Comunità Montana Colline del Fiora - abbiamo adottato un ordine del giorno in cui si ribadisce l'importanza di questi enti ed il fatto che se si voleva colpire i costi della politica, occorreva andare più in alto e verificare dove ci sono effettivamente gli sprechi". L'ordine del giorno è stato spedito al governo e a tutti i parlamentari della Toscana. "La nostra Comunità Montana - prosegue -, nell'ambito delle risorse umane, impiega 27 dipendenti a tempo indeterminato, 3 a tempo determinato, 48 operai forestali, 21 consiglieri e 6 assessori: la spesa media annuale delle sedute di assemblea è di 2000 euro lordi". "Se aboliamo la Comunità Montana - si chiede Brozzi - il nostro territorio chi lo presidia? Magari - sottoliena -, facciamo una nuova e ponderata riconfigurazione, ma non affossiamo un ente vitale per il comprensorio e, per altro, braccio operativo dei Comuni". "La nostra zona di pertinenza - sottolinea - sta subendo un forte calo demografico e dei servizi: nelle campagne non c'è più quel rapporto uomo-territorio del passato e ciò rende la gestione e la manutenzione dello stesso molto complessa: figuriamoci se venissero a mancare proprio quelle forze deputate alla sua salvaguardia per altro in un contesto ad alta valenza archeologica". Ma quali funzioni svolge la Comunità Montana 'Colline del Fiora'? "Svolge - dice ancora - funzioni importantissime e nel migliore dei modi, basti pensare alla gestione del consorzio di bonifica n. 40, che comprende Comuni dell'Amiata grossetana e senese: ebbene, tale consorzio è gestito direttamente dagli organi elettivi della Comunità Montana, senza la nomina di un altro presidente e di un altro consiglio di amministrazione. Questo è un esempio che i nostri governanti dovrebbero prendere ad esempio e comportarsi di conseguenza". "Comunque sia - conclude Brozzi - sono ottimista: penso che l'articolo 13 subirà delle modifiche e poi c'è una mozione del centro-sinistra della regione Toscana che, qualora le cose non cambiassero, si appellerà direttamente alla Corte Costituzionale". Antonello Carrucoli.


Tutti contro la provincia matrigna: in gallura non c'è soltanto olbia - tonio biosa (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 24-11-2007)

 

Olbia Tutti contro la Provincia matrigna: "In Gallura non c'è soltanto Olbia" Tempio e Aggius contestano le scelte dell'amministrazione TONIO BIOSA TEMPIO. Provincia: sempre più Olbia e niente o quasi Tempio. A dispetto della solenne consacrazione del doppio capoluogo e delle decennali aspettative. Quello che un tempo inconsciamente si paventava, pare si stia di fatto avverando. Questa la percezione generale, che va dai cittadini comuni ai rappresentanti delle istituzioni. "Ci si chiede a questo punto se la nuova provincia abbia o meno a che fare con la nostra città e l'Alta Gallura", commenta il sindaco Antonello Pintus, interpretando i sentimenti della cittadinanza. Un sentimento difuso, e non soltanto a Tempio, con delusioni e speranze tradite che investono, trasversalemtente, tutte le fascie sociali. Il segno più lampante dell'assenza e dell'abbandono di questa parte di territorio non può che essere la prestigiosa sede all'interno dell'ex convento degli Scolopi. Utilizzata, nel corso di due anni e mezzo di esistenza dell'ente, una sola volta per una seduta consiliare, poi desolatamente e perennemente chiusa. "Ad Olbia - prosegue Pintuso - continuano ad aprire uffici provinciali in locali regolarmente presi in locazione, mentre a Tempio i locali, di grande pregio e capienza, si sprecano. Da tempo infatti i lavori di restauro del Palazzo Villamarina si sono conclusi e quella che sarà la nuova sede tempiese della provincia Olbia-Tempio attende solo il trasloco dal palazzo degli Scolopi. Ma è logico fare investimenti così ingenti se poi le sedi restano contenitori vuoti? Tutto questo a fronte degli sprechi per disporre altrove di altri locali e soprattutto della sfiducia che si ingenera fra i cittadini, sempre più alle prese con i temi dei costi della politica e attirati dalle campagne per l'abolizione di enti ritenuti superflui. Se non ci dovesse esser un'inversione di rotta, se la provincia non dovesse rimarcare la sua giusta presenza anche a Tempio, la città, assieme ai centri vicini che vivono lo stesso disagio, non potrebbe restare inerme per ulteriore tempo. Non ci si venga a dire che sono lamentele di tipo campanilistico. E' solo constatazione dei fatti". Ma i segni dell'abbandono e dell'assenza non sono solo quelli dati dalle sedi e dello svolgimento delle attività sproporzionatamente baricentrici su Olbia. Sono dati piuttosto dallo stato delle strade, prive della benché minima manutenzione a fronte di progetti predisposti da tempo e dei soldi necessari in cassa. "Pare impossibile - dice il sindaco di Aggius Francesco Muntoni - che la provincia non sia in grado di ritracciare le strisce bianche della carreggiata della Tempio- Olbia, impossibile da percorrere soprattutto nella brutta stagione". Sembrano lontani anni luce i bei discorsi sul riequilibrio territoriale pronunciati in campagna elettorale, meno di tre anni fa.


Tursi aumenta il gettone è rivolta tra i militanti (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 24-11-2007)

 

Pagina V - Genova IL CASO Petzioni in tre ex sezioni della Quercia: "Uno scandalo" Tursi aumenta il gettone è rivolta tra i militanti "Il governo taglia, qui accade il contrario, fare il consigliere non può diventare un mestiere" E' una doppia rivolta. Dei militanti contro gli amministratori e del consiglio comunale contro la giunta. Esplode a sorpresa, il venerdì mattina, una raccolta di firme contro la proposta di aumento del gettone dei consiglieri comunali che dovrebbe essere votata entro la fine del mese dal consiglio. Per ora arrivano segnalazioni da tre quartieri (Sampierdarena, Oregina, Rivarolo) e in particolare dalle (ex?) sezioni Ds. "E' assurdo - spiega, ad esempio, Vincenzo Pagliuolo, storica anima diessina di Oregina, costante protagonista delle Feste dell'Unità e oggi consigliere municipale d'opposizione, nel Centro Est - mentre il governo fatica a tagliare per contenere i costi, ci sono consiglieri comunali che vanno in direzione opposta. Il consigliere non può diventare un mestiere: lo sanno, lor signori, quanto ci mette un operaio a guadagnare cinquanta euro?". Se il mugugno diventerà rivolta, però, lo si capirà nei prossimi giorni. Acque agitate anche a Palazzo Tursi dove una delibera approvata all'inizio di agosto dalla giunta Vincenzi è stata "riscritta" dalla sesta commissione (quella che si occupa di lavoro e aziende partecipate), con il pieno accordo dell'assessore direttamente interessato, Alfonso Pittaluga. E' stato un dibattito acceso e molto partecipato; protagonista Gianni Vassallo, ma sono intervenuti numerosissimi consiglieri dell'opposizione (Gagliardi, Della Bianca, Grillo, Enrico Musso) e della maggioranza (Enrico Ivaldi, Grillo, il presidente della commissione Alessandro Arvigo). Tema del contendere: la delibera intitolata "Principi e criteri in materia di regolazione dei servizi di interesse generale e per la costituzione dell'Autorità dei servizi". Delibera molto contestata: tanto dalla maggioranza quanto dall'opposizione sono partite - nei confronti della giunta - accuse di "espropriazione delle funzioni del consiglio comunale". Sottolinea una vecchia volpe della politica come il votatissimo Gianni Vassallo: "Non ha senso confondere i ruoli tecnici con quelli politici. Siamo noi consiglieri comunali gli unici eletti (con il sindaco, naturalmente) dalla gente e quindi è al consiglio comunale che devono rispondere le varie istanze. Se vogliamo nominare "Autorità" distinguiamo benissimo le funzioni e i compiti". Si rischiava una vera e propria rivolta del consiglio contro la giunta e l'assessore alle società partecipate Alfonso Pittaluga ha condiviso la mediazione, proposta dal presidente della commissione: ridiscutere l'intero impianto della delibera prima di portarla all'attenzione della Sala Rossa. Facile prevedere che la doppia polemica sia solo all'inizio. (r. n.).


Non prevalgala politicadel "gettone" (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

 

Il commento nIl lamento dei consiglieri comunali genovesi si leva trasversalmente: "Guadagniamo poco". Allo stesso modo la pensa l'assessore Tiezzi, secondo il quale i 3.200 euro netti al mese che lui percepisce non lo ripagano della mole di lavoro svolta. Tant'è che già cominciano a circolare le cifre dei possibili ritocchi. Il primo "rilancio" dei consiglieri consiste in una richiesta di aumento del gettone di presenza da 97 euro (lordi) a 127, mentre l'assessore stima in un 20% la giusta crescita delle sue prebende. Diciamolo: non stiamo parlando di stipendi da capogiro ma di cifre modeste rispetto agli emolumenti e ai benefit percepiti da parlamentari, assessori e consiglieri regionali. Va però detto che per sedere su una delle poltrone della sala rossa di Tursi bastano magari un centinaio di voti, per varcare la soglia del parlamento o del palazzo di De Ferrari in genere ne occorrono migliaia. Ma, al di là di cifre e preferenze, visto che ciò che dovrebbe contare è la passione per la politica e il desiderio di fare qualcosa per i propri "amministrati", a stupire sono i tempi: sono passati da poco i cento giorni dall'inizio del nuovo corso a Tursi, e non ci sarebbe da stupirsi se i genovesi pensassero "non sono neppure arrivati e già battono cassa". Lecito in una congiuntura non certo favorevole per le famiglie costrette a nuovi buchi nella cinghia e nella quale gli stipendi certo non corrono di pari passo con l'innalzarsi del costo della vita, vedi alla voce tariffe e prezzi, per fare alcuni esempi. E senza contare che fare l'assessore non lo ordina il medico. 24/11/2007.


Tursi, i consiglierichiedono l'aumento (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

 

Tiezzi si associa: "Guadagniamo poco rispetto al lavoro svolto" "GLI STIPENDI degli assessori comunali di Genova sono tra i più bassi d'Italia. Credo che di aumento si possa parlare senza, con questo, suscitare alcuno scandalo. Il ritocco potrebbe essere contenuto, non superiore al venti per cento. In questo modo i compensi sarebbero adeguati a quelli corrisposti agli amministratori di altre città, anche più piccole e meno problematiche della nostra". Gianfranco Tiezzi, già segretario provinciale del Psi alla fine degli anni '80 e attuale assessore al Commercio della giunta Vincenzi, "fa outing". E sì, corrisponde a una pubblica e un po' scomoda "confessione" la presa di posizione a favore di possibili aumenti delle indennità degli amministratori pubblici. Questo Tiezzi lo sa benissimo. Ma non si sottrarre alla riflessione, snocciolando dati e motivazioni. Riflessione avviata ieri mattina anche in giunta, presente il sindaco, Marta Vincenzi, che in serata avrebbe dovuto incontrare i capigruppo della maggioranza sull'ipotesi di ritocco del gettone dei consiglieri comunali. L'incontro è poi slittato per l'indisponibilità del capogruppo del Pd, Simone Farello (vittima di un incidente in autostrada da cui il consigliere è uscito miracolosamente illeso) ma il percorso è tracciato: giovedì prossimo, in consiglio comunale, approderà la proposta bipartisan di aumento, da 97 a 127 euro, del gettone di presenza. "Si tratta di un adeguamento Istat in linea con la posizione dell'Anci ma che difficilmente sarà consentito dall'attuale normativa", spiega lo stesso Farello. Sulla scia dei consiglieri, anche i componenti della giunta hanno fatto il punto sulle proprie retribuzioni. Nessuna ipotesi di aumento - va detto - è al momento prevista per assessori, sindaco e vicesindaco. Ma parlarne non è più un tabù. Almeno non per Tiezzi: "Non mi pare uno scandalo che si discuta dell'argomento in maniera molto laica, senza pregiudizi né demagogia, ma con grande senso di responsabilità". E allora via infingimenti e falsi pudori. "Le retribuzioni degli assessori comunali di Genova sono collocate su livelli bassi, anzi bassissimi rispetto ad altre città ed enti pubblici", dice chiaro e tondo Tiezzi. Non solo: "Guadagniamo molto meno dei dirigenti del Comune di fascia medio-alta che agli assessori devono rispondere politicamente". "Bisogna ragionare serenamente - continua l'assessore - per capire se un adeguamento è lecito oppure no". Con una premessa fondamentale: "Non sono questi i costi della politica. Al Comune di Genova va dato atto di aver fatto ogni sforzo per contenere le spese. E non ci stiamo proprio a fare la figura di chi sperpera il denaro pubblico, perché non è assolutamente vero. Al contrario, centelliniamo gli spiccioli. Abbiamo avviato una rigorosa politica di risparmio, di cui abbiamo dato tangibile dimostrazione riducendo oltre le prescrizioni di legge i membri dei cda pubblici e sopprimendo enti inutili. Inoltre bisogna ricordare che la stessa Vincenzi ha rinunciato a un ricco stipendio da europarlamentare per fare il sindaco e guadagnare quattro volte meno". E dunque? "Per quanto ci riguarda e vista la situazione di altre città, tipo Bologna e Firenze, ritengo che ci possa essere un margine di adeguamento tollerabilissimo dei nostri stipendi: nella misura di circa il 20 per cento". Tiezzi non dimentica, tuttavia, che "in confronto a un disoccupato o una famiglia numerosa che stenta ad arrivare a fine mese, siamo dei privilegiati". "Ma il confronto va fatto su parametri oggettivi, guardando alle retribuzioni di altri comuni con problematiche e dimensioni analoghe alle nostre". Tiezzi non si ferma: "Il giudizio morale sui nostri stipendi non può essere basato sulla cifra nuda e cruda. Ma sul rapporto tra il compenso e l'impegno che viene profuso. Gli assessori del Comune sono impegnati 24 ore su 24. Se uno svolge il compito in maniera seria, non ha orari, non può programmare le proprie ferie, deve essere sempre disponibile, spende intere serate a studiare le delibere e magari, come il sottoscritto, spegne il telefonino solo dopo mezzanotte". "Personalmente - conclude Tiezzi - comincio alle 7 e finisco di lavorare a tarda sera. Quanto lavorano i consiglieri regionali o alcuni dirigenti di società pubbliche". Vincenzo Galiano 24/11/2007.


E sugli "stipendi" anche la sinistra radicale si spacca (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 24-11-2007)

 

In sala rossa Arcadio Nacini (Prc) è contrario, il suo collega di partito Nicolò Scialfa è a favore, Antonio Bruno: "Sì all'adeguamento Istat" 24/11/2007 "SULL'AUMENTO non sono assolutamente d'accordo. Non in questo momento così delicato. Con un ammanco di 50 milioni in meno da destinare in bilancio ai servizi sociali". Arcadio Nacini, consigliere comunale di Rifondazione ed ex portavoce dei comitati del Ponente, è la voce fuori dal coro della maggioranza di Tursi, viceversa compatta nel sostenere la richiesta di un aumento del proprio "gettone". La proposta, che sarà discussa giovedì prossimo in consiglio comunale, è di far crescere il compenso dei singoli consiglieri da 97 euro a 127 euro lordi per ogni seduta. L'aumento coincide con l'adeguamento Istat dal '97 ad oggi. "E' vero - continua Nacini - che i consiglieri del Comune di Genova (ma anche assessori e sindaco) sono pagati molto meno dei colleghi di altre città anche più piccole. Io, ad esempio, che sono presente a tutte le sedute consiliari e a tutte le commissioni, arrivo al massimo a 1.100 euro al mese. Di questa cifra, ovviamente, non vedo un centesimo: perché va tutto al partito. Ma ogni ipotesi di aumento mi pare assolutamente inopportuna in questo momento". Il collega di partito, Nicolò Scialfa, al contrario è uno dei più convinti sostenitori del "ritocco": "Non per una ragione economica ma di principio". Mentre il capogruppo di Rifondazione, Antonio Bruno, non ha preclusioni a riguardo: "Francamente la discussione non mi appassiona più di tanto. Come voterò, dipenderà molto dal documento che sarà presentato in aula giovedì, accompagnato dal parere di legittimità degli uffici". Resta il fatto, condiviso dalla maggior dei consiglieri, che "il nostro lavoro va maggiormente valorizzato, tanto più alla luce della riforma costituzionale che ha messo il Comune al centro del sistema politico-amministrativo". "L'impegno dei consiglieri è notevole - conclude Bruno - quindi non mi scandalizzo se il gettone viene adeguato all'incremento Istat". Più o meno la stessa opinione espressa, sul fronte opposto, dal capogruppo della Lega, Alessio Piana: "Condivido il segnale politico, che è di totale sostegno all'azione dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani, contraria al fatto che sia lo Stato a fissare la retribuzione degli amministratori degli enti locali. Se i Comuni sono importanti bisogna dare la possibilità ai consiglieri di fare il loro lavoro senza assilli economici". Simone Farello, capogruppo del Pd a Tursi: "L'aumento Istat è lo stesso che chiede l'Anci. Purtroppo credo non ci siano i presupposti di legge per far passare la richiesta, ma almeno si fissa un punto politico. Il raddoppio del gettone, proposto all'inizio da alcuni, sarebbe stato invece un vero scandalo. Mentre il puro adeguamento Istat porterebbe semplicemente Genova al livello delle altre grandi città. Gli sprechi della politica non si annidano nei Comuni ma sono in Parlamento e nelle Regioni". V. G. 24/11/2007.


Arrivano dieci milioni per la sicurezza (sezione: Costi dei politici)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 24-11-2007)

 

Ieri a Gorgo il tavolo provinciale delle autorità. Partirà proprio dall'Opitergino-Mottense la sperimentazione di un progetto per tutta la Regione Arrivano dieci milioni per la sicurezza Centrale operativa, rilevatori di targhe e telecamere per combattere la criminalità GORGO AL MONTICANO. Entro il 2008 telecamere per controllare l'intero Opitergino-Mottense. Sono positivi i commenti dei sindaci che ieri mattina hanno partecipato in municipio a Gorgo alla presentazione dell'iniziativa che vede la partecipazione della Regione Veneto, pronta a stanziare 10 milioni di euro per progetti destinati ai nuovi distretti di sicurezza. Un tavolo provinciale sulla sicurezza allargato, dunque, che ha visto la presenza di importanti autorità politiche, ma soprattutto di Angelo Pellegrini, generale dei carabinieri attivo nell'antimafia in Sicilia e Calabria, che dopo il pensionamento è divenuto presidente del Consorzio per la sicurezza della Piana di Gioia Tauro. Sulla base dell'esperienza maturata, il generale è stato incaricato di effettuare uno studio sul territorio Opitergino-Mottense per l'istallazione di un sistema di videosorveglianza mirata da estendere poi all'intera provincia di Treviso. "Il progetto che ha portato frutto in Calabria ha previsto l'istallazione di 175 telecamere e 40 controllatori di targhe in un territorio da 120 mila abitanti - spiega l'ufficiale in pensione - il costo è stato di circa 2 milioni di euro e per la realizzazione sono stati necessari 10 mesi. In base a quanto visto qui i tempi potrebbero essere intorno ai 7 mesi dal momento che c'è già un cablaggio per la fibra ottica". Il piano prevede l'individuazione di punti sensibili in tutti i Comuni di riferimento e l'istallazione di telecamere di ultima generazione e quindi ad altissima definizione, comprese alcune dedicate al controllo di targhe in aree determinate. Sarà realizzata una centrale operativa dove vagliare e convogliare i dati, utilizzabili subito dalle forze dell'ordine e consultabili per un tempo limitato in base alla legge in materia. Il tutto partirà in via sperimentale dall'Opitergino-Mottense, e più precisamente da Gorgo al Monticano, con l'obiettivo di estenderlo all'intera Provincia. Leonardo Muraro ha dato la disponibilità dell'ente provinciale a coordinare il tavolo tecnico che sarà convocato nel giro di qualche giorno e coinvolgerà tutte le autorità competenti in materia insieme ai sindaci dei Comuni capoluogo mandamentale. La Regione ha deciso di investire 10 milioni di euro in tutto il territorio regionale proprio per finanziare progetti mirati a tutela della sicurezza. Ogni progetto prevede una quota di co-finanziamento da parte dei singoli Comuni. "La prossima settimana la giunta licenzierà un provvedimento per la definizione a livello regionale dei cosiddetti distretti della sicurezza - spiega l'assessore regionale di riferimento Massimo Giorgetti - dopo di che verranno stanziati 10 milioni di euro da distribuire in base alla presentazione di progetti specifici e relativi ai distretti". La definizione dei distretti si baserà sugli attuali territori di riferimento per i comandi di compagnia dei carabinieri. Ogni area verrà suddivisa in due parti. Il tavolo tecnico definirà i distretti a livello provinciale. La proposta, nata da un'idea del consigliere regionale Franco Manzato, ha trovato il favore dei sindaci presenti che si sono detti disponibili a collaborare. Il tutto per rispondere in maniera pronta all'emergenza che si vive nel territorio da tempo, segnata in particolare dall'efferato delitto dei coniugi Pelliciardi del 21 agosto, ma proseguita con aggressioni e furti da non sottovalutare. Soddisfatto è apparso anche il Prefetto Vittorio Capocelli. "Ora non resta che studiare la formula più adeguata - sottolinea - l'ideale sarebbe creare una centrale operativa a Treviso con alcune sottocentrali. Il tutto sarà al vaglio del tavolo tecnico che ha l'obiettivo di definire le azioni concrete". Positivo anche il commento del procuratore Antonio Fojadelli che ha messo in evidenza in particolare l'importanza della cooperazione e messa in rete su un problema dominante come la sicurezza. (Barbara Battistella).


Una pioggia di soldi per le feste e la cultura (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-11-2007)

 

Dalle pieghe del bilancio spuntano 28.000 euro Una pioggia di soldi per le feste e la cultura CHIRIGNAGO. E' tempo di dare i numeri per la Municipalità di Chirignago-Zelarino, che giovedì sera nel corso della riunione di consiglio ha avuto modo di trattare da una parte il bilancio di assestamento, dall'altra il finanziamento di una serie di attività culturali. E per quanto riguarda il primo capitolo non sono mancate le sorprese. Se, come già anticipato, è comparso un avanzo di cassa di 15.000 euro relativo al minor numero di gettoni di presenza erogati, va anche aggiunto che Chirignago-Zelarino è riuscita a recuperare fondi anche nel settore pulizie straordinarie di scuole e immobili a gestione municipale. A conti fatti la Municipalità ha "guadagnato" 9.600 euro, tutti relativi al capitolo delle mancate manutenzioni straordinarie: spiegato meglio, il fatto che in alcune scuole non sono stati attuati interventi eccezionali non ha richiesto pulizie straordinarie, con un risparmio più che tangibile per le casse municipali. A fronte di queste risorse in più, però, ci sarà da fare fronte a una serie di impegni, a cominciare dall'acquisto di apparecchiature per i centri culturali presenti all'interno della Municipalità. Detto dei risparmi evidenziati nell'esame del bilancio, l'altra sera sono stati approvati finanziamenti per una serie di attività culturali. Una partita non da poco, se si considera che la Municipalità ha erogato in tutto poco meno di 28.000 euro per iniziative in programma da qui a inizio gennaio. In questo caso l'intero capitolo va diviso in tre parti, ovvero i finanziamenti approvati per una serie di attività (totale 14.220 euro), tra le quali la festa parrocchiale di Santa Barbara (concesso un contributo di 1.950 euro), quelli per il progetto "Letture Leggere", invito alla lettura rivolto a tutte le fasce di età che prevede un impegno per le casse municipali di 4.932 euro (2.880 dei quali per il laboratorio di lettura destinato agli adulti "L'insostenibile leggerezza dell'essere"), e infine il finanziamento per due specifici appuntamenti legati alle festività natalizie. In questo caso si tratta di "Una fiaba per Zelarino" del prossimo 1' dicembre e il "Pan e Vin" della Gazzera del 5 gennaio 2008, manifestazioni per le quali è previsto un contributo complessivo di 8.500 euro. (m. t.).


Ma non potrà ridurre le tasse (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 24-11-2007)

 

BERLUSCONI MA NON POTRà RIDURRE LE TASSE Nell'improvviso e sostanziale mutamento politico avviato, Berlusconi ha parlato di tutto, ma è stato particolarmente avaro sui temi economici. Solo qualche vago accenno a riduzione delle tasse (e della loro progressività) a sostegno della piccola impresa. Un tale programma avrebbe notevole fascino sui suoi potenziali elettori, e vale quindi, la pena di chiedersi se politiche economiche del genere sarebbero in grado di accelerare il passo dell'Italia, più lento dei grandi Stati europei anche in periodi di ripresa. La prima questione concerne l'ipotesi, cara alla destra non solo italiana, che una riduzione del carico fiscale incentivi gli imprenditori a maggiori investimenti ed iniziative. Maurizio Sacconi, qualificato parlamentare berlusconiano, arriva a dire "oggi, oltre una certa soglia, alle aziende non conviene più guadagnare". Se guardiamo gli ultimi dati Mediobanca, constatiamo che nel 2006 le imprese medie e grandi che nell'ultimo decennio sono state in utile o pareggio hanno pagato al fisco lievemente meno del 30 per cento dei loro utili e versato in dividendi quasi il doppio. Non è riducendo il carico fiscale che si modificano gli incentivi: se gli operatori economici sono razionali, già ora possono constatare che la maggior parte di quanto guadagnano va a loro beneficio; se non lo sono, allora rispondono solo a modifiche tanto sostanziose da essere impraticabili. è vero, la situazione è diversa per le imprese minori. Ma è lì che si concentrano ampi fenomeni di evasione fiscale, per evitare i quali occorrerebbe o un'attenta repressione, o la riduzione a zero delle aliquote. Il vero problema di queste imprese - un terzo del totale - non si risolvono con tasse minori: già non le pagano. Restano le tasse personali e qui l'iniziativa l'hanno già presa Epifani - suggerendo una riduzione di quelle sul lavoro dipendente - e Rutelli con l'Ici sulla prima casa, per cui a Berlusconi, se vuole essere innovativo non resta che puntare a una minore progressività. Prescindendo dall'ingiustizia di una formula del genere (in Usa miliardari come Buffett criticano quanto ha fatto Bush in tale direzione), da noi il problema è quello della copertura. Con un debito pubblico che supera il reddito nazionale, l'unica strada percorribile è quella della riduzione delle spese. Ma quali? Non quelle per lavori pubblici se non vuol rinnegare il suo patto con gli italiani. Certo Berlusconi senza Fini potrebbe tagliare la burocrazia statale, ma è lecito dubitare abbia il coraggio, lui che ama la popolarità, di mettersi contro milioni di dipendenti pubblici. Non resta che la spesa sociale. Anche qui prescindendo dall'ingiustizia e dal fatto che l'invecchiamento della popolazione tende a far crescere spesa sociale e sanitaria, si colpirebbero milioni di persone. I costi della politica potrebbero essere abbassati riducendo il numero dei parlamentari in misura massiccia, ma Berlusconi ha già promesso ai suoi di ricandidarli tutti e non può fare tagli troppo drastici. Questo non significa che non ci siano inefficienze e sprechi, ma per ridurli occorre un'opera di cesello che non fa parte dello stile del nostro. Di conseguenza, o Berlusconi mette in programma cose che non potrà realizzare nella speranza che molti gonzi ci credano, o tentando di realizzarle porterà il bilancio a uno sfacelo maggiore di quello avviato dal suo ultimo governo. Speriamo solo che gli italiani se ne rendano conto!.


Il comune non aumenta le proprie tasse (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 24-11-2007)

 

Di Giuseppe Rossi Il Comune non aumenta le proprie tasse Costerà centomila euro l'agevolazione sull'Ici concessa dalla Finanziaria alle coop agricole MERANO. Merano paga una tariffa rifiuti fra le più care in d'Italia perchè ogni famiglia produce più immondizie che altrove, ma soprattutto perchè incenerire quanto raccolto all'impianto di Bolzano costa quasi il doppio che altrove. Questi sono due degli aspetti principali emersi dall'incontro di ieri mattina fra l'assessore ai tributi Roberto Ragazzi e i rappresentanti sindacali. L'occasione era la presentazione alle parti sociali della politica tariffaria del Comune per il prossimo anno: Ici, addizionale Irpef, tariffe acqua potabile e reflue e rifiuti rimarranno invariate. Di agevolazioni a favore delle categorie socialmente più deboli, richieste a gran voce dai sindacati, neppure l'ombra. I 400 mila euro di maggiori incassi Ici del 2007 rimarranno tutti nelle casse del Comune. Uniche novità la detrazione sulla prima casa concessa a entrambe i genitori separati per la casa coniugale. L'assessore Roberto Ragazzi si è presentato all'appuntamento con i rappresentanti dei sindacati lavoratori e pensionati assieme al responsabile servizi ambiente di Asm, Pietro Norcia e ad Angela Musillo, capoufficio Ici del Comune. Al suo fianco anche i colleghi assessori al sociale Alois Gurschler e all'ambiente Daniela Rossi. Chi sperava di portare a casa riduzioni tariffarie o agevolazioni per le categorie più deboli ha dovuto ben presto arrendersi. La decisione della giunta, riguardo la politica tariffaria del 2008, è quella di non cambiare nulla. Un bicchiere mezzo pieno per chi temeva ulteriori aumenti, mezzo vuoto per chi sperava in qualche concessione. Anche dell'incremento dell'Ici (400 mila euro in più di gettito), derivante dai controlli dello scorso anno e dal sistema dei bollettini precompilati che arrivano a casa, ai cittadini non tornerà nulla indietro. Troppo poco, hanno tuonato i sindacati, che attenderanno comunque la presentazione del bilancio 2008 del Comune priva di avviare delle forme di protesta e mobilitazione. "Dobbiamo fare i conti - ha spiegato l'assessore Roberto Ragazzi - con il rischio molto concreto di perdere i 100 mila euro di gettito d'imposta garantito in passato dalle cooperative di frutticoltori. In più devo dire che ogni centomila euro di entrate correnti che riusciamo a trovare ci consentono di aprire mutui per investimenti di due milioni di euro". Ici. Le aliquote rimarranno quattro: 4? per la prima casa con detrazione di 232 euro, 5,5? per seconde case affittate a residenti e negozi; 7? per case affittate a non residenti o sfitte da 6 mesi e 9? per case sfitte da più di due anni. Il genitore separato o divorziato che mette a disposizione la casa coniugale all'altro coniuge potrà godere dell'aliquota al 4? e della detrazione sulla prima casa. Addizionale Irpef. Nonostante la finanziaria consenta di elevarla fino allo 0,8% il Comune di Merano manterrà l'aliquota ferma allo 0,1% anche per il prossimo anno. Rifiuti. Questo è il capitolo più interessante dell'intero incontro avuto in Comune con i rappresentanti sindacali. La tariffa per il prossimo anno, e questo è da premettere, rimarrà invariata. Dopo lo sconto di 3,96 euro a persona dello scorso anno non ci sarà un'altra riduzione. I soldi serviranno ad estendere il sistema dei press container nel tessuto urbano. Laddove funziona le famiglie quest'anno hanno risparmiato 25 euro. Nel 2008 sono previsti 6 nuovi impianti. Tariffe care. "Il servizio raccolta e smaltimento rifiuti di Merano - ha detto Pietro Norcia - con le riduzioni dello scorso anno è meno caro di Bressanone e costa quanto Bolzano. Costiamo più che in altre realtà in Italia, ma questo è dovuto al fatto che produciamo più rifiuti (ad esempio +100 chili a testa all'anno rispetto a Bressanone) e soprattutto l'inceneritore di Bolzano costa molto più di altri". Ogni tonnellata incenerita a Bolzano, dove Asm deve per legge portare i rifiuti, costa 95 euro. In altre regioni d'Italia la stessa tonnellata costa 50/55 euro. Svuoti minimi. A chi chiedeva di ridurre gli svuoti minimi contenuti in tariffa per premiare chi effettua la raccolta differenziata, Pietro Norcia ha risposto che il rischio conseguente è l'incremento dello smaltimento illegale e dei sacchetti abbandonati. "Solo il 10% degli utenti - ha detto Norcia - riesce a stare sotto gli svuotamenti minimi, la maggior parte dei cittadini ne produce di più. Per questo è inutile scendere per raggiungere il minimo consentito dalla legge". Illegale. Le quantità smaltite illegalmente quest'anno, anche grazie ai controlli, sono scese di 280 tonnellate. Proposte. Tra le indicazioni lo scorporo dalla tariffa del servizio spazzamento, la riduzione dei membri e dei costi del cda, agevolazioni agli over 70 anni e ai titolari di pensione minima.


E' un attacco al territorio (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 24-11-2007)

 

Sulmona "E' un attacco al territorio" I sindaci in rivolta per la cancellazione dell'Ato 28 Comuni su 37 si schierano contro la Regione SULMONA. "E' un imbroglio che noi non condividiamo: ci opporremo alla manovra con tutti i mezzi leciti, politici e giuridici". Hanno scelto di riunirsi in assemblea disertando il "Parlamento" dei sindaci aquilani, convocato per la giornata di ieri dalla Provincia: un segnale forte e deciso contro la nuova legge regionale di riordino degli Ato. Che cancella anche quello peligno. "E' un'ulteriore spoliazione del territorio, una cancellazione della sua autonomia, l'arresto della crescita e della valorizzazione delle professionalità tecniche e dell'imprenditoria locale", hanno urlato alcuni ammimnistratori. Erano davvero molto "arrabbiati" i sindaci della Valle Peligna, dell'Alto Sangro e della Valle Subequana ieri pomeriggio nell'aula conferenze della Comunità montana peligna. Arrabbiati e decisi a contrastare con ogni mezzo una legge che definiscono "estremamente lesiva per l'Abruzzo interno". Intanto in un ordine del giorno hanno annunciato la convocazione dei consigli comunali di tutti i paesi del Centro Abruzzo per deliberare un apposito documento contrario alla legge regionale di riordino degli Ato. "La Regione dei commissari", ha detto nel suo intervento in cui ha anche annunciato le proprie dimissioni dalla presidenza dell'Ato, il sindaco di Goriano Sicoli, Sandro Ciacchi, "deve fornirci indirizzi, effettuare controlli ma non sostituirsi a chi ha responsabilità del proprio territorio e tantomeno affidarlo a fantomatici manager. Mettere davanti alle motivazioni la riduzione del costo della politica significa solo prodursi un alibi di cartapesta visto che con la nuova regolamentazione i costi aumenteranno sensibilmente". I sindaci, hanno firmato l'ordine del giorno in 28 su 37 che fanno parte dell'Ato Peligno, si sono detti contrari al riordino sia per il metodo seguito che per il merito del provvedimento. "Non riteniamo plausibile e condivisibile che leggi di settore, come quelle sulle risorse idriche", ha sottolineato il sindaco di Raiano Enio Mastrangioli, "si modifichino a colpi di emendamenti a livello sia nazionale che regionale, di dubbia costituzionalità e legittimità prendendo a pretesto e come alibi, la lotta agli sprechi e ai cosiddetti costi della politica. E tutto questo per sopprimere i soli Ato Peligno e Marsicano accorpandoli a quello Aquilano. Così come è inaccettabile il ricorso al commissariamento degli enti d'Ambito espropriando la titolarità e l'autonomia dei Comuni, proprietari delle reti e del ruolo di programmazione degli interventi del territorio di competenza". I sindaci hanno, infine, espresso forti preoccupazioni per il futuro delle società di gestione locale, che sarebbero sciolte, con gravi ripercussioni a livello occupazionale in virtù dell'obbligo indicato dalla legge di riordino, di affidare il servizio idrico integrato a un gestore unico per ognuno dei 4 ambiti regionali. Saca e Undis (73 lavoratori sul libro paga), dovranno sciogliersi (ovvero dirigenti cancellati) per accorparsi con gli altri gestori della provincia: una soluzione che si presenta semplice solo ed esclusivamente sulla carta. Claudio Lattanzio.


Rimborsi elettorali, Volkspartei nel mirino (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 24-11-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-24 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE L'attacco I Freiheitlichen citano "La Casta" e protestano: "Pensate ai soldi, traditi i valori della minoranza" Rimborsi elettorali, Volkspartei nel mirino Leitner: termini differiti per interesse. L'Obmann: atto del gruppo misto BOLZANO - Mentre si polemizza sulla presenza nelle liste elettorali provinciali di candidati appartenenti al gruppo linguistico italiano, la Volkspartei finisce anche nel mirino delle opposizioni della destra tedesca per i rimborsi della campagna elettorale del 2005. Lo spunto Pius Leitner, capogruppo in consiglio provinciale dei Freiheitlichen, lo prende dal libro "La Casta" di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo nel quale si porta alla luce l'iniziativa del partito di maggioranza di lingua tedesca che nel 2006 assieme agli altri componenti del gruppo Misto a Montecitorio ha chiesto il differimento dei termini per l'ottenimento dei rimborsi elettorali. "Si tratta dell'ennesima dimostrazione del legame esistente tra la Svp ed i partiti della sinistra che appoggiano il governo Prodi - sbotta Leitner - a dimostrazione che più che gli interessi della popolazione altoatesina la Stella Alpina persegue solamente i propri interessi. A tal proposito sono esplicative le dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Helga Thaler Ausserhofer che da una parte critica l'esecutivo mentre dall'altra lo sostiene ". Un comportamento censurato dai Freiheitlichen che non lesinano critiche alla Stella alpina promettendo battaglia nella prossima campagna elettorale: "Altro che difesa dell'autonomia - tuona ancora il leader dei liberalnazionali - perché anche l'ingresso degli italiani nel partito di raccolta dimostra come siano stati traditi i valori della minoranza ". La replica dell'Obmann della Volkspartei, Elmar Pichler Rolle, non si fa attendere. La Svp - viene detto - è del tutto estranea al disegno di legge al quale si fa riferimento perché i contributi erano stati chiesti entro i termini. La richiesta di differimento della scadenza si era necessaria perché uno dei componenti del gruppo Misto, il rappresentante della minoranza francofona della Val d'Aosta per una svista non era riuscito a presentare in tempo la domanda di rimborso delle spese elettorali. "Siegfried Brugger è intervenuto nella sua qualità di presidente del gruppo Misto - sottolinea quindi l'Obmann - come del resto gli altri parlamentari a sostegno della richiesta. In questa vicenda, dunque, il nostro ruolo è stato del tutto marginale e del resto anche in Parlamento questo disegno di legge non è stato ancora trattato". A Montecitorio La svista era stata della Val d'Aosta Brugger si attivò "per rimediare" E. B.


Altro che "tagli", i costi della politica a Palazzo d'Achille continuano a co (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 24-11-2007)

 

Di ADRIANO CICCARONE Altro che "tagli", i costi della politica a Palazzo d'Achille continuano a correre. L'impegno di ridurre le commissioni consiliari e le relative sedute, più volte e da più parti sollecitate in Giunta e in consiglio comunale, è rimasto totalmente disatteso. Ma ci sono altri esempi di "immobilismo". Prendiamo le spese telefoniche per i 180 cellulari di servizio in dotazione ai dipendenti e agli amministratori; la sola tassa erariale costa alle casse comunali 27 mila euro. Se si giustificano quelli ai dipendenti, ritenuti necessari per l'attività svolta, qualche dubbio o più d'uno sorge per i cellulari in dote agli assessori (non tutti, in verità, ne fruiscono: ad esempio Giampietro adopererebbe il suo non quello aziendale). Dubbi che nascono dall'uso, dall'abuso (o dal ...non uso) che ne fanno. Il non uso sta nel fatto che i "proprietari" si negano all'apparecchio, sono "irrangiungibili". Tanta è la "consolidata abitudine a non rispondere al telefono" che il sindaco Francesco Ricci, dopo averli invano richiamati verbalmente all'ordine, è stato costretto a mandare un ultimatum ad assessori e dirigenti, chiedendo "una maggiore disponibilità a rispondere sempre dalle ore 8 alle 20". "Resta inteso - avverte Ricci - che qualora la mia richiesta non venisse rispettata, mi vedrò costretto a ritirare tutti gli apparecchi di servizio in vostro possesso". Il sindaco così conclude la lettera: "Nel caso non potete rispondere, siete invitati a spegnere il telefonino e a comunicarne prontamente le ragioni alla mia segreteria". E cresce l'assentesimo - che ha un alto costo per i contribuenti - dei consiglieri comunali (non tutti, ovviamente, sono peccatori) nelle sedute (il gettone vale 109 euro lordi). Si risponde presente all'appello (oppure durante il dibattito) e poi si va via per tornare dopo qualche ora o per niente, oppure uscendo in continuazione dall'aula. Il presidente Raimondi li ha già catechizzati, ma è un virus... "Chi è stato eletto - dice - quantomeno deve assicurare la costante presenza ai lavori che da quando ho assunto l'incarico vengono organizzati in tempo e in pieno accordo con i capigruppo". Assenze che spesso determinano la mancanza del numero legale e il rinvio di argomenti importanti. E così che si rispetta il mandato elettorale, chiesto ed ottenuto? Ma perchè i partiti di riferimento non intervengono?.


I consiglieri del Lazio battono cassa da Prodi (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 24-11-2007)

 

Roma 24-11-2007 I consiglieri del Lazio battono cassa da Prodi di NATALIA ALBENSI L'unione fa la forza. E i consiglieri della maggioranza si stringono intorno a Piero Marrazzo e all'asses sore alla Sanità Augusto Battaglia per scongiurare il rischio del commissariamento. Ieri infatti tutti i capigruppo del centrosinistra, dopo una lunga riunione, hanno deciso di appellarsi direttamente al presidente del Consiglio, Romano Prodi, con una lettera aperta nella quale ribadire la ferma volontà della coalizione al governo di impegnarsi nel risanamento del deficit della sanità. "È la politica che deve governare un sistema complesso come quello sanitario", hanno dichiarato dopo l'incontro i consiglieri di maggioranza, e questo è in sintesi il "manifesto" della rinnovata unione, in quanto l'arrivo di un commissario esterno potrebbe vanificare quanto fatto fino ad oggi per uscire dall'emergenza. L'obiettivo resta quello di ottenere i 4,5 miliardi di euro destinati dal governo alla nostra regione ma nella cosiddetta cabina di regia da oggi entrerà anche il Consiglio regionale. Infatti saranno ammessi nella stanza dei bottoni, fino a ieri appannaggio della giunta, anche il presidente della commissione Sanità, Luigi Canali, e quello della commissione bilancio, Umberto Ponzo. La sinergia tra Giunta e Consiglio sembra aver chiarito le idee a tutti: il Governo deve sbloccare i fondi dovuti alla Regione. E le cifre sono di tutto rispetto. Secondo quanto emerso al Lazio spetterebbero innanzitutto 2,8 miliardi di euro come contributo ai debiti accumulati fino al 2005; circa 1 miliardo e mezzo derivati dall'aumento dell'aliquota Irpef e 1 miliardo dei fondi integrativi per il triennio 2004-2006. "Siamo costretti a denunciare la grave lentezza nel rimettere a disposizione della Regione Lazio le ingenti risorse dovute", hanno dichiarato congiuntamente gli esponenti della maggioranza. "Una lentezza che sta mettendo la nostra amministrazione in una situazione di estrema difficoltà finanziaria con tutti i soggetti, a partire dagli enti locali, rispetto ai quali la Regione garantisce e effettua trasferimenti di risorse". Ottimista Canali, che ha commentato in serata: "C'è una consapevolezza della criticità della situazione ma tutti insieme siamo convinti di riuscire a evitare il commissariamento. Io personalmente sono convinto le decisioni da prendere saranno concertate con le parti sociali, imprenditoriali e le università per raggiungere una maggiore efficacia". Canali ha sottolineato i risultati raggiunti fino a oggi nella riorganizzazione della rete ospedaliera: il 70% delle misure in programma sono state realizzate. MARTEDÌ L'INCONTRO Nel frattempo è partito il conto alla rovescia: è stato fissato per martedì prossimo l'incontro decisivo a via XX settembre per decidere le sorti della regione dopo quasi un mese dalla lettera di diffida recapitata a Marrazzo dal premier. Ma la situazione si è complicata nelle ultime ore, relativamente alla questione del riparto del Fondo Sanitario nazionale per il 2008. Infatti l'ultimo incontro alla Conferenza delle Regioni è finito con un nulla di fatto per Marrazzo che dovrà aspettare martedì prossimo, data della prossima riunione, per sapere se potrà portare a casa i 297 milioni di euro in più legati all'aumento della popolazione recentemente certificato dall'Istat. L'accordo tra tutti i presidenti e gli assessori alla sanità, infatti, è saltato in quanto anche altre regioni hanno rivendicato lo stesso problema e sarebbero circa 400mila in tutta Italia gli abitanti sfuggiti ai censimenti. E dall'opposizione sono arrivate le critiche. "Il Fondo Sanitario Nazionale" ha dichiarato Stefano de Lillo, vicepresidente della Commissione Sanità, "è un contenitore finanziario unico ed i suoi fondi vengono ripartiti in maniera proporzionale agli assistiti dalle Regioni: quando gli assistiti in più a carico delle altre Regioni verranno riconosciuti, il Lazio si troverà quindi a ricevere finanziamenti pari se non inferiori a quelli di oggi". Per il socialista riformista Donato Robilotta, invece, al di là del commissariamento, "Il problema resta il buco del 2006 per cui il disavanzo non sarebbe di 1,7 miliardi ma supererebbe i 2 e la previsione del 2007 che fanno al tesoro non è dissimile da quella del 2006". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

 

Di Diego Pistacchi - sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Le coincidenze devono essere considerate tali, ma segnalarle non fa mai male. In questi giorni il Comune, come gli altri enti locali, è costretto dal governo a tagliare le poltrone, a ridurre le nomine di propri rappresentanti nei consigli di amministrazione delle società partecipate. Addirittura le cantine sociali (e nel Basso Piemonte sono sul piede di guerra per questo) sono costrette a ridurre i loro amministratori scelti dai Comuni, perché di fatto si tratta di società a partecipazione pubblica. E proprio ieri la giunta Vincenzi presenta in commissione la delibera, già approvata, che istituisce un'Authority. Una nuova, s'intende. Un carrozzone, si traduce. Per cosa? Per garantire i cittadini dalle società partecipate dal Comune e dal Comune stesso. Come dire, le multe sulle strisce gialle volute fortissimamente dall'Amt sono illegittime e l'authority interviene? Ai genovesi arrivano cartelle pazze e finalmente c'è chi annulla tutto d'ufficio? Il sindaco firma un'ordinanza che vìola diritti sacrosanti e c'è un Gabibbo istituzionale che la svergogna e la sanziona? Macché, nulla di tutto ciò. Non c'è una sola riga che riconosca finora all'Authority un qualche potere concreto. E allora cosa dice la delibera? Dice che bisogna istituire il carrozzone entro il 30 novembre 2007. Che questo serve da consulente del consiglio comunale, che "valuta e valida la carta dei servizi" del cittadino, che "promuove occasioni di dibattito pubblico in ordine agli interventi di trasformazione del territorio" e via parolando. C'è subito da dire, a onor del vero e di molti consiglieri comunali di centro sinistra, che ieri in commissione a difendere l'indifendibile delibera non ci ha provato troppo convintamente neppure l'assessore Alfonso Pittaluga che l'ha presentata, dicendosi disponibile a recepire le obiezioni. Inevitabili piuttosto l'amara ironia dei commissari dell'opposizione, Alberto Gagliardi in testa, al quale non è sfuggita l'inutilità della delibera. "Magari solo l'inutilità - corregge subito -. È dannosa. Dà vita a un nuovo organismo inutile ma sicuramente costoso. E poi è un vero esproprio di democrazia". La frase è a effetto, ma ha anche un significato concreto. "La giunta, che dovrebbe essere controllata dall'Authority, è quella che la crea. Il controllato si sceglie il controllore - spiega meglio il vicepresidente del consiglio comunale. Senza contare che ogni ente locale ha già un difensore civico, una persona incaricata di fare questa attività. Se l'Authority avesse qualche valenza in più, magari proprio sanzionatoria, potremmo anche essere d'accordo, ma così è assurdo". Pagina successiva >>.


Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni pag.1 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

 

Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni di Diego Pistacchi - sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Dato per scontato che il 30 novembre, data fissata per delibera, non accadrà nulla, cioè il nuovo carrozzone non vedrà la luce, resta il fatto che ormai la giunta ha formalmente deciso di andare avanti con questo progetto, che non necessiterebbe neppure dell'approvazione della commissione. E qualcuno ha arricciato un po' il naso a leggere un'altra data. Sì, perché l'Authority è stata inventata e approvata il 9 agosto scorso, in piene ferie estive. Quasi a voler fare in tutta fretta qualcosa che, come dimostrato ieri, avrebbe trovato non poche contrarietà. E non solo nell'opposizione. C'è poi la questione dei costi. Nelle premesse, la delibera sembrerebbe virtuosa, visto che sottolinea come la stessa "non comporti alcuna assunzione di spesa, o introito, o riduzione di entrata a carico del bilancio comunale". Sarà anche un carrozzone, ma almeno è a costo zero? La logica dice di no, l'esperienza su queste cose conferma la regola, ma stavolta c'è anche un'ammissione scritta della giunta a dar ragione ai "malpensanti". L'ultimo articolo della delibera, prima decide "di rinviare a un successivo provvedimento l'adozione di modifiche di carattere organizzativo volte alla costituzione di un'apposita unità organizzativa". Poi di "avviare l'iter amministrativo dando mandato ai competenti uffici per la predisposizione dei necessari atti, comprensivi dei relativi impegni di spesa conseguenti alla presente delibera e in particolare alla costituzione dell'Autorità". Insomma, la delibera non "comporta assunzione di spesa" solo perché di soldi ne parlerà un altro atto. Ma i genovesi questo nuovo carrozzone lo pagheranno comunque. << Pagina precedente.


Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni. pag.1 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 24-11-2007)

 

Tursi moltiplica i difensori civici. E i gettoni di Diego Pistacchi - sabato 24 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Dato per scontato che il 30 novembre, data fissata per delibera, non accadrà nulla, cioè il nuovo carrozzone non vedrà la luce, resta il fatto che ormai la giunta ha formalmente deciso di andare avanti con questo progetto, che non necessiterebbe neppure dell'approvazione della commissione. E qualcuno ha arricciato un po' il naso a leggere un'altra data. Sì, perché l'Authority è stata inventata e approvata il 9 agosto scorso, in piene ferie estive. Quasi a voler fare in tutta fretta qualcosa che, come dimostrato ieri, avrebbe trovato non poche contrarietà. E non solo nell'opposizione. C'è poi la questione dei costi. Nelle premesse, la delibera sembrerebbe virtuosa, visto che sottolinea come la stessa "non comporti alcuna assunzione di spesa, o introito, o riduzione di entrata a carico del bilancio comunale". Sarà anche un carrozzone, ma almeno è a costo zero? La logica dice di no, l'esperienza su queste cose conferma la regola, ma stavolta c'è anche un'ammissione scritta della giunta a dar ragione ai "malpensanti". L'ultimo articolo della delibera, prima decide "di rinviare a un successivo provvedimento l'adozione di modifiche di carattere organizzativo volte alla costituzione di un'apposita unità organizzativa". Poi di "avviare l'iter amministrativo dando mandato ai competenti uffici per la predisposizione dei necessari atti, comprensivi dei relativi impegni di spesa conseguenti alla presente delibera e in particolare alla costituzione dell'Autorità". Insomma, la delibera non "comporta assunzione di spesa" solo perché di soldi ne parlerà un altro atto. Ma i genovesi questo nuovo carrozzone lo pagheranno comunque. << Pagina precedente.


Bassano Il riequilibrio politico-territoriale (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 24-11-2007)

 

BassanoIl riequilibrio politico-territoriale ai vertici di Etra, dunque, è stato faticosamente raggiunto. Con il risultato che l'altra sera, a Cittadella, il nuovo statuto della società è stato approvato all'unanimità dai soci presenti (mancava Bassano: il sindaco Bizzotto non aveva il mandato del consiglio comunale per accettare le modifiche). Per la multiutility può scattare così la "fase due", come la definisce il presidente uscente Stefano Svegliado, destinato con tutta probabilità a succedere a se stesso. La fase in cui, cioè, Etra "diventerà davvero figlia del territorio". Adesso "si dà per assunto che le varie realtà messe assieme dalla fusione siano finalmente amalgamate: la società potrà consolidare la sua azione e dare risposte sempre più concrete". Con un coinvolgimento crescente dei sindaci, dall'interno della cabina di regia del consiglio di sorveglianza chiamato a dettare gli indirizzi che il consiglio di gestione dovrà tradurre in termini operativi. Senza costi significativi in più: i membri dell'organismo di controllo percepiranno solo dei gettoni di presenza.Il Bassanese ha accantonato le sue perplessità sull'inedito sistema dualistico di fronte alle conquiste ottenute sul piano della visibilità: come anticipato ieri, saranno espressione del comprensorio del Grappa il presidente del consiglio di sorveglianza e il vicepresidente del consiglio di gestione, oltre al prossimo direttore generale di Ato Brenta. Il tutto, in base al protocollo d'intesa approvato prima di mettere ai voti lo statuto. Altri obblighi inseriti nel documento: una verifica sulla bontà del sistema duale entro il settembre del 2008 e una sulla nuova governance della società fissata per aprile, data entro la quale dovrà essere individuato tramite concorso il direttore generale. "Alcuni compromessi sono stati necessari per assicurare a Etra una gestione più snella", annota il sindaco di Marostica Alcide Bertazzo: "L'obiettivo di fondo è garantire più investimenti al territorio, specie là dove sono più urgenti: penso ad esempio alle zone sprovviste di fognature, o ai depuratori che devono essere messi a norma".Prima di passare dal dire al fare, c'è di mezzo però il completamente dell'iter avviato con il sì allo statuto. Il sindaco di Bassano, il Comune più popoloso dell'area di riferimento, convocherà entro il 30 novembre la Conferenza dei servizi nella quale i sindaci indicheranno i 15 componenti del consiglio di sorveglianza e i criteri con cui questi dovranno nominare i cinque membri del consiglio di gestione. A eleggere formalmente l'organo di sorveglianza, nella prima metà di dicembre, sarà poi l'assemblea dei soci. Va da sé che, fino a quando i nuovi vertici non saranno in sella, verrà prorogato per le funzioni ordinarie il vecchio cda. Entro metà dicembre il consiglio di amministrazione di Ato approverà il Piano d'Ambito contenente gli investimenti previsti per i prossimi 27 anni e procederà all'affidamento "in house" a Etra del servizio idrico integrato. Dopodiché, entro fine gennaio, verrà rinnovato anche il cda di Ato.Sull'accordo raggiunto, l'unica voce dissonante è stata quella del sindaco di Tezze Luciano Lago. Per i suoi gusti, le poltrone sono ancora troppe. "Io ne avrei volute ancor meno e le avrei riservate a gente più esperta", spiega: "Che senso ha fare un consiglio di sorveglianza non retribuito? A quel punto, visto che non ha particolari costi, tanto valeva estenderlo ai rappresentanti di tutti i 75 Comuni. Per certi incarichi, servono figure competenti che siano pagate per svolgerli. Gente come lo stesso Svegliado: ha grande equilibrio, sarei contento se rimanesse lui alla guida della società. Ma quella che ho visto messa in atto è una semplice spartizione politica". Dopo aver votato contro il documento preliminare, Lago si è espresso però a favore dello statuto: "L'ho fatto per senso di responsabilità. In fin dei conti, sono stato io uno dei promotori di Etra".Emanuele Borsatto.


Gli stakanovisti del gettone A Bologna 27 consiglieri per commissione. E ogni anno 480 sedute (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 25-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA: LE PROVINCE IN EMILIA-ROMAGNA Gli stakanovisti del gettone A Bologna 27 consiglieri per commissione. E ogni anno 480 sedute di GIORGIO GAZZOTTI ? BOLOGNA ? OGNI TANTO qualcuno dice che vuole abolirle. A molti invece piacciono, infatti negli ultimi anni si sono moltiplicate. Parliamo delle Province. La Finanziaria intanto ha deciso di abbassare, da un terzo a un quarto dell'indennità del presidente, il tetto ai compensi dei consiglieri. Ma quanto guadagnano i consiglieri provinciali? Tutto sommato poco, qualche centinaio di euro, coi quali non diventano ricchi e neppure ci campano, infatti tutti hanno anche un lavoro. Nulla a confronto degli stipendi d'oro dei cugini della Regione. Ma se mettiamo a confronto costi e indennità delle Province dell'Emilia Romagna, si scoprono cose curiose ed anche clamorose. Ad esempio che il Consiglio provinciale di Bologna costa sette volte quello di Reggio o di Ravenna, anche se ha solo 6 consiglieri in più, cioè il 20%. Ma andiamo con ordine. Partiamo dai presidenti del Consiglio: l'indennità, per legge, è pari a quella dell'assessore, che prende il 65% del presidente di giunta, che è equiparato al sindaco del capoluogo. Ne deriva che prendono quasi tutti attorno ai 3.500 euro lordi al mese. Tranne Bologna che, per le sue dimensioni, ha un indennità più alta: 4.925 euro. "In base alla legge ? spiega il presidente Maurizio Cevenini ? potrebbe essere il 30% più alta, ma abbiamo deciso di lasciarla così". Il presidente di Ravenna si distingue invece per la sua frugalità, visto che prende solo 2640 euro. I consiglieri vengono invece retribuiti con un gettone di presenza. E qui comincia una piccola giungla di inspiegabili disparità. Bologna, Modena, Forlì e Parma sono sui 90 euro. A Ravenna e Ferrara si accontentano di una settantina, a Reggio ancora meno, 65. A Rimini invece sono generosi, 120 euro, anche se hanno posto un tetto di sedute pagate, che però sono quasi tutte. A Ferrara hanno previsto la possibilità di optare per un'indennità fissa di 441 euro mensili. Anche a Rimini, ma qui sono sempre generosi, visto che è più del doppio: 960 euro. LA RETRIBUZIONE del consigliere dipende dunque dal numero di sedute di Consiglio e di commissione alle quali partecipa. E qui c'è il primo trucchetto, diciamo così: la moltiplicazione dei posti in commissione. Siccome tutti i gruppi politici debbono esservi rappresentati, il numero minimo sarebbe 8/9 membri, quanti sono in genere i gruppi. E infatti a Ravenna nelle sette commissioni ci sono 9 consiglieri. Anche a Reggio, Rimini e Parma hanno fatto le cose con misura: 12 membri. A Modena viaggiano sui 15, ma hanno solo sei commissioni. A Ferrara e a Rimini piace la compagnia, perchè si sale a 18 e a 20 componenti. Ma chi batte tutti è Bologna, con 27 consiglieri in media per 8 commissioni. Una piccola folla, quasi un consiglio provinciale in ogni commissione. C'è chi dice che c'è necessità di un'equa rappresentanza territoriale. Ma anche a Ravenna, Parma e Reggio hanno un territorio da rappresentare. Il risultato è che a Bologna i posti in commissione sono 196, a Ravenna 63. Retribuzioni e costi dipendono anche da quante volte ci si riunisce. E qui ci sono altre sorprese. Le sedute di Consiglio, nel 2006, vanno dalle 19 di Forlì, alle 29 di Ravenna, alle 35 di Reggio, fino alle 54 di Bologna. Possibile tanta differenza? E dire che le delibere prodotte sono più o meno le stesse: circa un centinaio, tranne che a Modena e Reggio, che ne hanno fatte solo 54 e 35. Bologna si distingue però per ben 251 question time, sicuramente interessanti, ma non decisivi per le sorti della provincia. MA LE DIFFERENZE crescono nelle commissioni. A Reggio, Modena e Parma si sono riunite un centinaio di volte. A Ravenna, Ferrara e Forlì sono più assidui, circa 130 volte, a Rimini ancora di più: 164. E Bologna? D'accordo che è più grande e importante, ma ancora una volta si dilaga: 479 sedute. A Modena, Reggio e Parma sono scansafatiche e a Bologna lavorano tantissimo? Chissà, certo non risulta che le prime siano amministrate così male. Il risultato finale è che i consiglieri provinciali di Bologna, nel 2006, sono costati 772 mila euro (in realtà 811 mila, ma siccome la cifra supera il tetto fissato dalla precedente Finanziaria, l'hanno tagliata), mentre a Ravenna, la Provincia più parsimoniosa della regione, solo 101 mila. A Reggio 107 mila. Decisamente più dispendiose Ferrara e Forlì, attorno ai 250 mila euro, ma soprattutto Rimini con 294 mila euro, considerato che lì i consiglieri sono solo 23, contro i 29 delle altre Province e i 35 di Bologna. - -->.


A orosei si è riunita per la prima volta l'unione dei comuni della valle del cedrino - angelo fontanesi (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 25-11-2007)

 

Si è discusso di viabilità e sicurezza A Orosei si è riunita per la prima volta l'Unione dei Comuni della valle del Cedrino ANGELO FONTANESI OROSEI. Avantieri mattina nel municipio di Orosei si è svolta la prima seduta ufficiale dell'Unione dei Comuni Valle del Cedrino composta da Orosei, Galtellì, Irgoli, Loculi e Onifai. All'ordine del giorno la formalizzazione degli organismi istituzionali del nuovo soggetto amministrativo intercomunale e la nomina del presidente dell'assemblea. L'assemblea generale dell'organo è composta dai cinque sindaci della neonata Unione di Comuni e cioè Gino Derosas di Orosei, Renzo Soro di Galtellì, Michele Battacone di Irgoli, Vincenzo Secci di Loculi e Giovanni Branchitta di Onifai. Oltre all'assemblea sono stati nominati anche i componenti del consiglio di amministrazione. Membri del cda sono stati nominati i tre sindaci di Orosei, Irgoli e Loculi mentre per Galtellì e per Onifai sono stati nominati i due vice sindaci rispettivamente nelle persone di Giuseppe Disi e Salvatore Succu. Presidente dell'assemblea infine è stato nominato all'unanimità il primo cittadino di Orosei Gino Derosas. Durante la riunione è stato deciso che temporaneamente l'Unione dei Comuni Valle del Cerino avrà come sede di riferimento il Municipio di Orosei dove si riunirà operativamente ogni venerdì mattina alle ore 9. Tutti i componenti dell'assemblea e del cda hanno inoltre deciso di non percepire nessun rimborso spese o gettone di presenza sino a che dalla Regione non saranno decisi eventuali specifici trasferimenti finanziari. Nell'incontro si è parlato di servizi intercomunali, di viabilità e, capitolo prioritario ed inderogabile, della preoccupante escalation di episodi criminali. A tal proposito è stata preparata la bozza di un comunicato congiunto che a breve sarà reso pubblico affinché vengano prese sinergiche misure di controllo e prevenzione atte a debellare un fenomeno che assume sempre più i connotati di vera emergenza sociale.


Pensioni d'oro, l'accusa di musso "fermarle è un atto di giustizia" - ava zunino (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 25-11-2007)

 

Pagina XIII - Genova Il convegno dell'associazione dell'ex candidato del centrodestra a Tursi "We the people" Pensioni d'oro, l'accusa di Musso "Fermarle è un atto di giustizia" "Che qualcuno ci marci è un fatto e forse non accade soltanto in consiglio" AVA ZUNINO La Liguria è la Regione italiana che ha il "buco" pensionistico pro-capite più alto d'Italia: parte da qui Enrico Musso, professore di economia all'Università di Genova e candidato sindaco del centrodestra alle ultime amministrative, per aprire il convegno organizzato dalla sua associazione, "We the people". Il tema sono le pensioni, la riforma che è all'attenzione del Parlamento, vista dal punto di vista dei giovani: "perché ovunque, tenendo conto delle tendenze demografiche l'età pensionabile sale e qui al contrario si sceglie di abbassarla, facendola gravare per la gran parte del costo sulle spalle dei lavoratori flessibili". Il convegno, che si sé svolto ieri mattina a palazzo Tursi alla presenza anche dell'ex ministro leghista, Giancarlo Pagliarini, cala su una città che proprio in questi giorni affronta due temi. Uno, sollevato da la Repubblica, sono le pensioni dei consiglieri regionali: 2 milioni al mese per il resto della vita, dopo aver trascorso almeno 5 anni da consigliere e poi su, anno dopo anno, fino a 4 mila euro. L'altro tema è in Comune dove si discute l'aumento dei gettoni mensili per gli eletti. Enrico Musso cosa pensa delle pensioni dei consiglieri regionali, in un paese dove i giovani rischiano di non poterne prendere dopo una vita di lavoro e con gli istituti che rischiano il collasso? "Che qualcuno ci marci è un fatto e forse non accade solo in consiglio regionale. Però scinderei le due cose. Se mettiamo a posto queste strutture facciamo un atto di giustizia, che è per moralità, ma non mettiamo a posto il problema delle pensioni. Anche se azzeriamo le pensioni dei consigli regionali e del parlamento, non risolviamo il problema. E' giusto farlo ma per motivi di giustizia e moralità. Niente a che vedere con le pensioni dei lavoratori". Intanto, tra il pubblico che nonostante l'allerta meteo ieri ha partecipato al convegno, i segretari provinciali di An e della Lega annunciano il loro "no" all'aumento dei gettoni dei consiglieri comunali. Gianfranco Gadolla, An, sottolinea: "sono solo i nostri due partiti ad essere contrari: quando in consiglio comunale si voteranno questi aumenti voteremo "no"". Edoardo Rixi, della Lega, spiega: "In un paese che chiede sacrifici ai cittadini, in un momento di difficoltà, la classe politica deve dare il buon esempio. Se è vero che esistono sproporzioni, ad esempio tra i consiglieri regionali e quelli comunali, non è il momento di affrontare questi temi". Gadolla ricorda anche altre sproporzioni: "come quella tra gli assessori nominati nei municipi e i consiglieri eletti dai cittadini: i primi prendono il doppio". Ma anche per lui, se la strada potrebbe essere quella di "armonizzare" gli emolumenti degli eletti, magari abbassando le indennità dei consiglieri regionali e alzando quelle dei consiglieri comunali e provinciali, il momento non è quello giusto. La Lega però non è così tranchant. Ha riunito la segreteria provinciale per decidere l'atteggiamento da tenere in consiglio comunale e ha deciso una "apertura", nel senso che potrebbe lasciare solo An a dire "no". In quale caso? Lo spiega il capogruppo a Tursi, Alessio Piana: "se si tratta solo di far scattare un aumento pari all'adeguamento Istat, da 97 a 127 euro lordi, possiamo ragionare. Di raddoppi di gettone non se ne parla". Dunque, la lega a Tursi voterà si all'aumento del gettone? "Non parliamo di voto favorevole, diciamo che se si tratta dell'adeguamento Istat se ne può parlare. Poi per il voto vedremo", risponde Rixi.


Giannelli, dalla Casta alla Cesta (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 25-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2007-11-25 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE Satira Le vignette sul "Corriere" raccolte in un'antologia Giannelli, dalla Casta alla Cesta D alla Casta alla Cesta. E prima c'erano stati anche il "Giocondo ", "Il re sola", il "Bushetto", il "Cacciapalle " e il "Bombetta". Puntuale, come accade ormai da sedici anni, arriva la raccolta delle vignette che Emilio Giannelli ha disegnato fino a settembre di quest'anno per la prima pagina del "Corriere della Sera". Prodi e Berlusconi, Padoa-Schioppa e Vladimir Luxuria, Fassino e Bossi, Rosy Bindi e Rita Levi-Montalcini: tutti (persino il presidente Napolitano, persino Papa Ratzinger e persino leader stranieri come Zapatero e Angela Merkel) trasformati in altrettante maschere di un carnevale delirante e irresistibile. Ognuno mutato, di volta in volta, in una maschera di Halloween, in un cane ringhiante (ma pur sempre alla catena), in un'Italia discinta (ricoperta solo dei resti del famigerato "Tesoretto"), in una Libertà assai sovrappeso (il suo nome? Clementina), in un Pinocchio impaurito da un minaccioso Grillo, in una Crudelia Demon inseguita dai "cento e uno". Ognuno sbalzato dalla Casta di Rizzo-Stella "dritto dritto" nella Cesta dell'avvocato-vignettista. Il senese Emilio Giannelli (classe 1936, Contrada del Drago) ancora una volta torna a bacchettare la politica italiana, i suoi simboli e i suoi "eroi". E come ogni volta lo fa senza doppi sensi nè volgarità, con vignette efficaci come editoriali (a volte anche di più), immediatamente riconoscibili, capaci di stuzzicare la fantasia del lettore ma anche di cogliere con un semplice tratto il carattere fondamentale del personaggio. Ma in questo diario di bordo ritroviamo anche l'antico sapore della presa in giro usata come antidoto alla esasperazione. E c'è di più: c'è la capacità di Giannelli di raccontare nelle sue vignette la gente comune: davanti alla televisione, seduta su una panchina, al tavolo per la cena, nel bel mezzo di un pediluvio, sotto la tenda. Tutti, all'apparenza, sempre più lontani dalla politica della Casta e della Cesta. Il libro: Emilio Giannelli, "La cesta", Marsilio, pp.224, e12. Giannelli disegna da sedici anni la vignetta per la prima pagina del "Corriere della Sera" Stefano Bucci.


Statuto di Ascit , opposizione critica Così si aggira la Finanziaria (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 25-11-2007)

 

PORCARI COSTI DELLA POLITICA Statuto di "Ascit", opposizione critica "Così si aggira la Finanziaria" - -->.


Politici divisisull'aumentodel gettonedi presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)

 

Il dibattito Discussione sull'aumento da 97 a 127 euro del gettone dei consiglieri. E c'è chi fa notare che ora non è il momento adatto 25/11/2007.


<aumenti legittimi>il sindaco in campo (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)

 

"aumenti legittimi"il sindaco in campo a torino TORINO come Genova. Anche i consiglieri comunali del capoluogo piemontese rivendicano retribuzioni più eque in rapporto alle indennità percepite da altri politici di livello istituzionale superiore. Così hanno prodotto un documento praticamente bipartisan che difende il valore del gettone dalla minaccia di ulteriori decurtazioni contenuta nella Finanziaria. Domenico Gallo, capogruppo del Pdci, ha provato a prendere le distanze dall'iniziativa attirandosi le ire di tutti i colleghi in consiglio ma ottenendo il rinvio della discussione a lunedì prossimo. In compenso ha appoggiato apertamente le rivendicazioni della stragrande maggioranza dei consiglieri, il sindaco Sergio Chiamparino (Pd): "Hanno fatto bene. E' ora che qualcuno ponga il problema al governo. Stanno tagliando l'indennità a chi già guadagna meno e nel frattempo lavorano per aumentare ancora un po' i già cospicui stipendi dei dipendenti della Regione o del Parlamento". Chiamparino propone la costituzione di un gran giurì che fissi parametri oggettivi su cui calcolare le retribuzioni dei politici, a tutti i livelli. L'obiettivo di ridurre le sperequazioni economiche all'interno della classe politica dovrebbe essere affidata a una commissione composta da "tecnici, esperti di economica, dei media". Tra loro, anche Gian Antonio Stella, autore, con Sergio Rizzo del libro-inchiesta "La casta" sui benefici della classe politica. 25/11/2007.


Politici divisi sui gettoni più pesanti (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 25-11-2007)

 

GIOVEDì IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE Benvenuto: inopportuno parlarne ora. Orsi: l'indennità del sindaco mi pare troppo bassa TREMILADUECENTO euro sono uno stipendio troppo basso per gli assessori del Comune di Genova? E' giusto aumentare da 97 a 127 euro il gettone di presenza dei consiglieri comunali di Palazzo Tursi che, per la verità, sono pagati molto meno dei colleghi di altre città analoghe per dimensioni e complessità di gestione? Il dibattito, aperto da tempo, esploderà giovedì nella sala rossa di Tursi, dove sarà discussa la delibera relativa all'incremento di 30 euro del gettone. A lanciare il sasso nello stagno, sfidando i sentimenti diffusi dell'anti-politica, è stato - ieri dalle colonne del Secolo XIX - anche l'assessore comunale Gianfranco Tiezzi, ex Margherita. Tiezzi ha invitato tutti a "mettere da parte la demagogia" e aprire una riflessione serena sul possibile aumento - venti per cento al massimo - pure dei compensi dei membri della giunta. Le ragioni di Tiezzi, e di molti consiglieri comunali favorevoli (quasi tutti) all'adeguamento Istat del gettone, fanno perno sull'enorme divario tra le retribuzioni degli amministratori comunali e quelle di consiglieri regionali e parlamentari. "Non lavoriamo certo di meno, perché siamo pagati così poco?", è la domanda ricorrente. Vediamo che ne pensano gli eletti in Regione e parlamento. "Mi pare che questo sia il momento meno opportuno per decidere l'aumento del gettone", dice Romolo Benvenuto, deputato ex Margherita: "L'iniziativa, anche se comprensibile, non fa altro che aumentare il distacco, già molto forte, tra i cittadini e la politica". Benvenuto ritiene che "semmai si tratterebbe di abbassare gli stipendi troppo alti, compreso il mio". "La linea generale - fa eco Graziano Mazzarello, senatore del Pd - è quella di abbassare e non di alzare i compensi dei politici. Io sono tra quelli che si è battuto, con qualche successo, per bloccare gli stipendi dei parlamentari e cancellare alcuni benefit". Infatti Mazzarello definisce "un errore l'iniziativa dei consiglieri comunali". "Perché - dice - occorrono segnali di segno opposto per recuperare la credibilità della politica". "Del resto - conclude l'ex assessore regionale Ds - io vengo da un'esperienza molto diversa: dall'85 al '90 il consigliere comunale e di circoscrizione si faceva quasi come forma di volontariato, per passione politica, senza percepire una lira". Aleandro Longhi, deputato del Pdci, riconosce che "l'attività dell'assessore comunale è molto impegnativa". "Anche se - ammonisce - i paragoni con i consiglieri regionali e i parlamentari sono fuori luogo. Ci sono gerarchie amministrative, basate anche sulla porzione di territorio amministrato e il tipo di attività, che si riflettono sul piano economico". Ciò non significa che tutto vada bene così: "La richiesta di aumento delle indennità dei consiglieri è legittima, soprattutto in vista della creazione della città metropolitana. A patto che gli stessi consiglieri siano vincolati a restare in aula per tutta o gran parte della seduta di consiglio e di commissione. Non va più consentite, come fanno alcuni, fughe dopo l'appello". In Regione non vogliono sentire parlare di confronti. Nessun commento, anzitutto, dal presidente del consiglio regionale, Mino Ronzitti: "Non parlo di questioni che interessano altri organi istituzionali". Parlano, invece, i due vicepresidenti. "Il sindaco di Genova prende uno stipendio troppo basso rispetto all'incarico svolto, è assurdo che guadagni meno del direttore generale del Comune", dice Franco Orsi (Forza Italia). E i consiglieri comunali? "Ragioniamo pure sull'equiparazione delle indennità ma non dimentichiamo che gli eletti in Comune, al contrario dei consiglieri regionali, possono tranquillamente continuare a svolgere il proprio lavoro. Tanto più che i permessi per l'attività istituzionale sono a carico dell'amministrazione comunale". L'altro vice, Rosario Monteleone (ex Margherita), non si nasconde: "Pagare adeguatamente il politico significa tenerlo lontano dalle tentazioni che spesso si insinuano in maniera subdola e permette di attrarre alla politica le teste più capaci". "Inoltre - conclude Monteleone - non sono gli stipendi degli amministratori i costi della politica. Ma purtroppo, attualmente, non ci sono le condizioni per discutere in maniera serena dell'adeguamento delle retribuzioni". Vincenzo Galiano 25/11/2007 È giusto aumentare da 97 a 127 euro il compenso degli eletti in Comune? Ecco i pareri dei parlamentari e dei consiglieri regionali 25/11/2007.