HOME    PRIVILEGIA NE IRROGANTO    di Mauro Novelli    

 

ARCHIVIO   DI   DOSSIER “I COSTI DELLA POLITICA”  

 

Dal 6 al 10 ottobre 2007

 

Vai al Dossier

 

Vai all’Archivio Generale del Dossier

 


 

Documenti correlati

*            Il PuntO n° 116.  Cassazione: con due sentenze la Suprema Corte indica la via  del tribunale fallimentare a questa classe dirigente.

*            Cavallotti   -   Lettera agli onesti di tutti i partiti (1895)

*            Il Memoriale di Lady ASL

*            5-2-2007  La politica e il suo prezzo. Di F. Novelli

*            Il PuntO n° 112  Incapaci? Resta solo la delegittimazione.

*            Il PuntO n° 110  Abusivismo politico: “Dimezziamo il numero dei saccheggiodipendenti, ma non toccate i metodi di gestione del potere! ”

*            Il PuntO n° 109 “Mela o pera?”

*            Il PuntO n° 89. I costi della politica: il premio di reinserimento

*            Il PuntO n° 88. Contro l’assolutismo della politica occorre rivisitare John Locke! (2-12- 2006)

*            Il PuntO n° 86. Class action: inizia il fuoco di sbarramento. (25-11-2006)

*            Il PuntO n° 85. La domanda di qualità si va essiccando: è il segno della decadenza. (11-11-2006)


 

 

 

 

 

INDICE DAL 6 AL 10 OTTOBRE 2007

 

ARTICOLI DEL 10-10-2007

 

ARTICOLI DEL 9-10-2007

 

ARTICOLI DELL’ 8-10-2007

 

ARTICOLI DEL 7-10-2007

 

ARTICOLI DEL 6-10-2007

 

DOCUMENTAZIONE PRECEDENTE [dal Dicembre 2006]  IN  ARCHIVIO DEL DOSSIER

 

 

 

 

 

 

 


 


 

Indice degli articoli del 10-10-2007

 

  1. Rizzo: <Sindaci, troppe disuguaglianze> ( da "Corriere Alto Adige" del 10-10-2007)

  2. Tangentopoli non è mai finita ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 10-10-2007)

  3. LA CASTA DI SCORTA L'Italia in rosso spreca soldi in consulenze ( da "Libero" del 10-10-2007)

  4. Politica, ecco dove tagliare ( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)

  5. Costi della politica, il senato inizia dal personale ( da "Wall Street Italia" del 10-10-2007)

  6. Accreditamento, dagli enti appello alla Regione ( da "Denaro, Il" del 10-10-2007)

  7. L'opposizione: tagliare anche a ronchi i costi della politica ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)

  8. Compensi: 2500 euro lordi al mese al presidente dell'interporto di cervignano ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)

  9. LE SCELTE DOLOROSE ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 10-10-2007)

  10. (ACR) DI LORENZO (AN) INTERVIENE SUI COSTI DELLA POLITICA DELLA REGIONE BASILICATA ( da "Basilicanet.it" del 10-10-2007)

 

  1. La montagna: sprecona o capro espiatorio? ( da "Eco del Chisone" del 10-10-2007)

  2. Le 'forbici' di Balboni Basta finanziamenti ai giornali di partito ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 10-10-2007)

  3. L'ISTITUTO Beata Lucia si difende. L'inserimento da parte del governo n ( da "Nazione, La (Umbria)" del 10-10-2007)

  4. FABRIANO - LO STIPENDIO del sindaco è d ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 10-10-2007)

  5. Consigli appassionati, non ci tagliate ( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)

  6. Manager Asl, più meritocrazia ( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)

  7. Rizzo bacchetta polonioli ( da "Alto Adige Trento" del 10-10-2007)

  8. Stop all'ici sugli alloggi popolari - sisto capra ( da "Provincia Pavese, La" del 10-10-2007)

  9. Società pubbliche nel mirino Da novembre meno poltrone Il sindaco: Tagli ai consiglieri dell'opposizione ( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 10-10-2007)

  10. Spa pubbliche, un'ondata di stipendi ( da "Secolo XIX, Il" del 10-10-2007)

  11. Infermieri, per i concorsi non ci sono soldi ( da "Centro, Il" del 10-10-2007)

  12. [FIRMA]GIOVANNA FAVRO Tanto tuonò che piovve. E' calata la scure sui consulenti del tea ( da "Stampa, La" del 10-10-2007)

  13. Il costo della politica ( da "Trentino" del 10-10-2007)

  14. Infermieri la asl ricorre alle graduatorie ( da "Centro, Il" del 10-10-2007)

  15. Riduzione dei deputati Dina (Udc) boccia il disegno di legge ( da "Gazzetta del Sud" del 10-10-2007)

  16. L'indennità è già stata ridotta ( da "Trentino" del 10-10-2007)

  17. Iniziamo a tagliarli questi costi della politica ( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)

  18. La regione aumenta le comunità montane scontro nel centro-sinistra, insorge la cdl ( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-10-2007)

  19. Burlando e la casta dei <belinun> pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 10-10-2007)
  20.  

30) La Stampa 10-10-2007 Corte dei conti: perplessi su manovra. Dopo le critiche del commissario Ue,i dubbi della magistratura contabile. Draghi: giusti interventi su Irap e Ires

 

31.  La Stampa 10-10-2007 L’antipolitica e la nevrosi del taglio CARLO BASTASIN

 


Rizzo: <Sindaci, troppe disuguaglianze> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 10-10-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO Rizzo: "Sindaci, troppe disuguaglianze" L'autore de "La Casta" sulle indennità: a Bolzano il triplo di Venezia BOLZANO - Il libro di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella "La casta" ha lasciato il segno anche nel capoluogo altoatesino. Lo testimonia il successo dell'incontro con uno degli autori, Sergio Rizzo, svoltosi ieri nella sala di rappresentanza del Comune. Sala piena e gente anche sulle scale per ascoltare l'autore di uno dei libri più venduti dell'anno. Forse un po' ha contribuito anche il fatto che si sia nella settimana delle primarie per la scelta dei leader nazionali e locali del partito democratico, ma certo è che la città ha risposto positivamente all'appello della politica. Nel primo pomeriggio Sergio Rizzo ha incontrato i giornalisti locali al circolo della stampa, raccontando alcuni aneddoti riguardo al libro. "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe politica - ha raccontato il giornalista del Corriere della sera -Dopodieci giorni è andato all'estero e, cenando con alcuni imprenditori, ha affermato che i costi della politica sono un'invenzione di due giornalisti sfaccendati". Già nell'incontro con la stampa sono arrivate le prime domande sul cosa fare, sul come soddisfare la voglia di cambiamento che emerge dalla lettura del libro. "Se nel prossimo governo, non mi interessa se di destra o sinistra, si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave come Interni, Giustizia, Università, già si porterebbe una ventata nuova nella politica nazionale". Rizzo ha anche spiegato che lui e Stella non hanno ricevuto alcuna querela per "La casta ". Solo qualche minaccia, per ora senza seguito. L'appuntamento con la città di Bolzano era alle 18. La sala era piena già alcuni minuti prima che Rizzo, il direttore del Corriere dell'Alto Adige Enrico Franco e Giovanni Polonioli (candidato alla segreteria provinciale del Partito democratico) iniziassero a parlare. Platea variegata, più teste bianche che giovani, un buon numero di donne. Polonioli ha iniziato spiegando che la presenza di Sergio Rizzo non significava una sua adesione al Partito democratico. Lo stesso giornalista aveva spiegato prima alla stampa che ha parlato del proprio libro davanti a platee di tutti i partiti "perché è importante che in questo momento si discuta di politica". Rizzo ha dimostrato subito di essersi documentato sulla realtà locale e di non aver paura di dire cose scomode. "Non capisco perché il sindaco di Bolzano debba guadagnare quanto un senatore e il triplo del sindaco di Venezia - ha detto - Forse ha delle incombenze maggiori del sindaco di Frascati, ma tali da giustificare tanta differenza? Oppure non capisco perché il sindaco di Laives (Giovanni Polonioli, che era seduto accanto a lui, ndr) guadagni quanto quello di Roma. Non so, ma si può rinunciare a questa indennità se si vuole?". Appena la parola è stata data al pubblico, le domande non si sono fatte attendere. C'è chi ha chiesto delle "molte caste" italiane, non solo quella dei politici. Non sono mancati i riferimenti a Beppe Grillo, citato anche come simbolo dell'antipolitica e del qualunquismo. Rizzo ha spiegato più volte che "la politica deve dare risposta ai problemi della gente. è quando si fa solo i propri interessi che diventa una casta". Il giornalista ha anche difeso i giornali locali, ricordando che molte delle cose contenute ne "La casta" erano state scritte prima sui quotidiani regionali. "Ma questo non è un brontolio fine a se stesso. Le lamentele arrivano anche ai piani alti e qualcuno inizia a preoccuparsi ". Damiano Vezzosi LO SCENARIO "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima simile a quello del 1992 rischia di travolgere la classe dirigente" LA PROPOSTA "Se nel prossimo governo si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave si porterebbe una ventata nuova" PROTAGONISTI Da sinistra, Sergio Rizzo, Enrico Franco e Giovanni Polonioli, candidato alla segreteria provinciale del Pd (Foto Ferrari).


Tangentopoli non è mai finita (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 10-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-10 - pag: 14 autore: INTERVISTA Furio Pasqualucci Pg della Corte dei conti "Tangentopoli non è mai finita" Roberto Turno Tangentopoli vive e lotta con noi. Non è finita, anzi, e la guardia va tenuta alta. Furio Pasqualucci, 72 anni, da fine agosto Procuratore generale presso la Corte dei conti, lancia l'allarme corruzione nella pubblica amministrazione. Ma anche quello delle consulenze, su cui il Governo in Finanziaria ha negato un giudizio preventivo ai magistrati contabili. E sui costi della politica chiede di ridurre i ministeri secondo la "legge Bassanini". Ma la Corte ha in serbo altre novità: una circolare che rafforza l'obbligo di denuncia per danno erariale dei dipendenti, esteso a enti pubblici economici, società partecipate e danno ambientale. Furio Pasqualucci, dall'alto dei suoi 42 anni in Corte dei conti, non soffre il fatto che le vostre denunce restino spesso inattese? C'è qualche problema, naturalmente. Ma siamo pur sempre in Italia. Le segnalazioni frutto dei nostri controlli richiedono di essere raccolte dagli organi competenti affinché siano messi in atto i correttivi necessari. Così avviene in Inghilterra, in Germania, nella stessa Comunità europea. Da noi invece non c'è una risposta immediata. Sarà casuale, ma lei si insedia e trova l'eredità del suo predecessore con una nota interpretativa sull'obbligo di denuncia di danno erariale a tutte le amministrazioni. Come mai adesso? è una stretta, c'è forse troppo lassismo? Può essere che la nuova circolare sia nata da una rilevazione di non adempimento delle denunce da parte delle amministrazioni. Ma c'è sicuramente una giustificazione tecnica. perché dopo la circolare del 1998 ci sono state diverse novità. La Cassazione ha riconosciuto la giurisdizione della Corte sugli enti pubblici economici e sulle società partecipate. Così, adesso le nuove note interpretative lo prevedono. La stessa cosa accade per la giurisdizione in materia di danno ambientale. Anche se, va detto, è bene tornare su questi argomenti: una circolare di dieci anni fa potrebbe essere caduta nel dimenticatoio. Quali sono le patologie di danno erariale che la preoccupano di più? A me preoccupa di più il fenomeno delle tangenti e della corruzione negli apparati dello Stato, che bisogna assolutamente stroncare. Nel 2006 per tangenti, corruzione e concussione abbiamo registrato 170 sentenze di condanna su 638 in totale. è un numero significativo e un fenomeno costante. Dopo quello che si considerava il momento pu-rificatore di tangentopoli, i casi non sono diminuiti. Probabilmente hanno assunto solo forme più sofisticate. Tangentopoli non è finita, la guardia va tenuta alta... Senz'altro. Dai concorsi universitari alla vendita degli immobili, dalla sanità agli appalti. Non c'è quella austerità di costumi che sarebbe necessaria e doverosa. Oggi nessuno più crede che un concorso sia serio... Anche le consulenze rientrano in questa categoria? Certo, spesso possono essere una forma di erogazione illecita di denaro pubblico. Le consulenze non sempre si giustificano né per il tipo dei problemi da esaminare, né per le professionalità alle quali ci si rivolge. Al Governo avevate chiesto di inserire in Finanziaria una norma per poter esprimere un parere preventivo sugli incarichi di consulenza. Il Governo non vi ha ascoltato. L'obiettivo era di bloccare a priori una spesa non giustificata, e non, come adesso, di intervenire a cose fatte. Diciamo che la nostra collaborazione non è stata recepita. Faremo comunque la nostra parte. Le consulenze sono uno degli aspetti dei costi della politica oggi nel mirino. Con quali aspetti dei costi della politica avete oggi di più a che fare? La nostra attività giurisdizionale ha risvolti concreti riportabili in senso lato ai costi della politica. Uno degli aspetti principali è senz'altro quello delle società partecipate, che stanno proliferando in maniera spaventosa. Poi c'è l'uso di poteri discrezionali, che potenzialmente produce danno erariale. Ma attenzione, sparare nel mucchio è sbagliato, si genera solo sfiducia. Certo molti costi possono essere limitati. Da cosa comincerebbe? Dal riaccorpamento dei ministeri come previsto dalla "Bassanini". Meno apparati, meno spese. Sarebbe una cosa utile. "Nel 2006 per tangenti, concussione e corruzione abbiamo registrato 170 condanne su 638 totali" "Presto una circolare che rafforza l'obbligo di denuncia per danno erariale dei dipendenti" FOTOGRAMMA Furio Pasqualucci.


LA CASTA DI SCORTA L'Italia in rosso spreca soldi in consulenze (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 10-10-2007)

 

Anzitutto 10-10-2007 LA CASTA DI SCORTA L'Italia in rosso spreca soldi in consulenze di DAMIANO SALVATORI ROMA L'Europa invita l'Italia a tirare la cinghia. A ridurre il debito pubblico. Il governo però non ne vuole sapere. Romano Prodi risponde picche alla commissione di Bruxelles: "Siamo in regola, non affosso il Paese. E non intendiamo deviare dalla linea dello sviluppo". Sarà. Ma l'unica cosa che oggi sembra svilupparsi, tumultuosamente, a Palazzo Chigi è il numero delle consulenze. Sono un migliaio circa. E rappresentano un'umanità variegata e multiforme. Si va dall'ex deputato rimasto senza seggio che si ricicla nel sottobosco istituzionale per 30mila euro l'anno, fino all'esperto vero che mette le sue conoscenze a disposizione della politica in cambio di un semplice rimborso spese. Sono tutti coloro che a vario titolo percepiscono un compenso, piccolo, medio o grande, dai ministri del governo di Romano Prodi. A scoperchiare il pentolone ci ha pensato Repubblica rendendo noti i dati dei consulenti ingaggiati. Cosa ne viene fuori? Che il record di consulenze tocca alla Presidenza del Consiglio. Ne ha all'attivo un centinaio. Il ministero dell'Interno, invece, soltanto uno. Mentre Giustizia e Infrastrutture nessuno. I contributi erogati sono vari. Quelli più appetibili vengono distribuiti dal ministero dello Sviluppo Economico. Il piatto piange, invece, al ministero dell'Economia. Dove si intercetta la "maglia nera": il signor Edmund Jennings che, a dispetto della retorica sui costi della politica, per i suoi servigi (non specificati) porta a casa la "miseria" di 350 euro annui. Lordi, oltretutto. LA CARICA DEGLI EX Scorriamo ancora i nominativi dei consulenti del governo Prodi. Adesso vengono fuori alcune vecchie conoscenze del Palazzo. Deputati e senatori che, alle ultime elezioni, non hanno trovato posto in lista. E che sono stati risarciti con un incarico di sottogoverno. E il caso di Giovanni Kessler, per esempio. Deputato dei Ds nella scorsa legislatura, è rimasto fuori dal listone unico dell'Ulivo. Come premio di consolazione, Bersani l'ha nominato Alto commissario per la lotta alla contraffazione. Stipendio: 143.500 euro all'anno fino alla fine del 2009. C'è poi Ida Maria Dentamaro, avvocato barese e senatrice dell'Udeur fino al 2001. E ora? Fa l'esperta di procedure di infrazione per il ministro delle Politiche comunitarie Emma Bonino. E ha una consulenza di 36mila euro. Per non parlare di Renzo Innocenti, ex onorevole diessino oggi promosso a consulente giuridico del ministro Giovanna Melandri (44.661 euro il suo onorario). Proprio lui che, secondo l'annuario di Montecitorio, ha un diploma da perito meccanico. Giovanna Grignaffini invece era stata eletta deputata della Quercia nel '96. Poi non ha più trovato spazio in Parlamento. Il partito però non si è dimenticato di lei. E si è ritrovata esperta di comunicazione al ministero delle Politiche giovanili. La sua consulenza vale 18.500 euro. Quella di Jury Chechi, ex ginnastica candidato alle primarie del Pd, costa allo stesso ministero 19mila euro, invece. Quasi come Ugo Boghetta, ex deputato-ferroviere di Rifondazione comunista che percepisce dal governo un emolumento di 20mila euro. Come esperto del ministero dei Trasporti, ovviamente. Foto: SQUADRA DI GOVERNO L'esecutivo Prodi durante una seduta in Parlamento nel febbraio 2007, quando scivolò in Senato BOTTA E RISPOSTA Il commissario Ue Almunia: promesse non mantenute. Padoa-Schioppa e il Professore replicano: "Siamo in regola, ma non si può ridurre il debito in appena un anno" GRANDI NUMERI Una tale pletora di collaboratori si spiega solo con la necessità di "nutrire" l'appetito di vari partiti interessati a crearsi una corte di affezionati signorsì CIFRE DA CAPOGIRO A tirare le somme c'è da impazzire. E provate ad aggiungere le spese della cancellazione della riforma di Maroni che il governo si appresta a varare Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Politica, ecco dove tagliare (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)

 

Un decalogo del capogruppo dell'Ulivo, Gianluca Vitarelli, per abbattere i costi Politica, ecco dove tagliare Sforbiciate a commissioni, circoscrizioni e cda FERRARA. Gianluca Vitarelli, capogruppo dell'Ulivo, invita il centro sinistra a non indugiare per abbattere i costi della politica e dare segnali chiari ai cittadini. Propone di ridurre i membri delle commissioni consiliari, di cambiare il regolamento del Comune per penalizzare la frammentazione politica, di ridurre il numero delle circoscrizioni, di azzerare i cda delle aziende controllate dalla Holdind Ferrara Servizi mettendo un amministratore unico scelto per competenze e non per il colore politico. E aggiunge che bisogna fare presto. A PAGINA 10.


COSTI DELLA POLITICA, IL SENATO INIZIA DAL PERSONALE (sezione: Costi dei politici)

( da "Wall Street Italia" del 10-10-2007)

 

Stampa Invia Costi della politica, il Senato inizia dal personale Un obiettivo su tutti: piegare verso il basso la curva della spesa per il personale che galoppa al ritmo del 6% all'anno. Con questo intento il collegio dei questori del Senato (in... >> leggi la news (link esterno) tutte le news " 09:20 Alitalia svela i soci di Baldassarre 09:19 Doris: Mediolanum è pronta a crescere in Mediobanca 09:10 Ecco il pacchetto sicurezza del Governo 09:08 Scarse garanzie per i depositanti: così si è scatenata la crisi di Northern Rock.


Accreditamento, dagli enti appello alla Regione (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 10-10-2007)

 

Campania formazione Accreditamento, dagli enti appello alla Regione Oltre 2 mila posti di lavoro a rischio, in Campania, nel settore della formazione professionale. Lo denuncia Federform, Federazione nazionale degli enti di formazione, istruzione e orientamento, guidata da Paolo Mottola. Nel mirino dell'associazione le procedure per l'accreditamento dei centri di formazione fissate dalla Regione, partite con la precedente Giunta e poi modificate dall'attuale Esecutivo di Palazzo Santa Lucia. Un cambio in corsa che ha spiazzato molte strutture che erogano corsi autofinanziati (cioè pagati dall'utenza) per i quali, spiega la Federform, le regole sono ora molto più blande delle originali. Il problema è che molte scuole di formazione avevano già investito per adeguare le proprie strutture ai parametri fissati in origine dalla Regione; altre, che hanno cessato l'attività perché impossibilitate a sostenere i costi dell' adeguamento, ora sarebbero in regola. I legali rappresentanti degli enti chiedono dunque magigore attenzione, coerenza e congruenza dei provvedimenti, "altrimenti presto sarà impossibile mantenere i dipendenti al proprio posto di lavoro". La Federform lancia l'allarme: in Campania sono a rischio oltre 2 mila posti di lavoro nel settore della formazione professionale. La colpa, secondo l'associazione, sarebbe della Regione che "nell'intento di adeguare le attività di formazione alle indicazioni europee e alle decisioni della Conferenza Stato Regioni ? spiega Federform in una nota - ha ideato un sistema di accreditamento complesso e farraginoso senza tener conto neanche delle leggi nazionali vigenti e di quelle che essa stessa aveva emanato fin dal 1987". Il rischio, secondo Federform, è che la formazione professionale diventi "un'attività per pochi intimi". "Le scuole di formazione affermate da anni sul territorio e comunque annualmente autorizzate dalla Regione ? sottolinea la Federform - hanno presentato diversi ricorsi al Tar sottolineando l'inadeguatezza e l'irragionevolezza dei provvedimenti e la palese inosservanza delle leggi vigenti. Nella precedente legislatura la Federform era riuscita, in collaborazione con le altre associazioni di categoria, ad aprire un tavolo di concertazione con i rappresentanti dell'assessorato alla Formazione professionale e sembrava raggiunto un accordo che consentisse agli operatori del settore un progressivo adeguamento delle strutture nella logistica e nell'amministrazione". Gli adeguamenti più urgenti si riferivano alla parte strutturale, così molte scuole hanno modificato la propria sede, altre hanno dovuto trasferirsi in immobili più idonei, altre ancora hanno rinunciato all'attività. Poi si è insediata la nuova Giunta regionale, e le regole, spiega la Federform, sono cambiate. "Il nuovo assessore regionale, Corrado Gabriele ? spiega l'associazione - non ha inteso continuare la concertazione e pur di non incorrere in nuovi ricorsi ha preferito dividere le procedure di accreditamento formulandone una per gli enti finanziati e un'altra, da ritenere blanda e poco rigorosa, per quelli autofinanziati, vanificando gli adeguamenti strutturali che avevano iniziato a fare le scuole, ma soprattutto portando all'esasperazione coloro che, rinunciando all'attività, si troverebbero ora comunque in regola, prestando inoltre il fianco agli avventurieri che con pochi investimenti hanno potuto aprire nuove scuole". Gli enti di formazione operanti sul territorio regionale sono circa 1.500. "Rappresentano un vero e proprio volano per l'economia locale - sottolinea la Federform - creano opportunità di lavoro per un numero considerevole di consulenti e di docenti incaricati a progetto, senza contare coloro che sono regolarmente inquadrati, in considerazione dell'obbligatorietà del sistema di accreditamento a dichiarare dai 2 ai 4 collaboratori. Le scuole, nello specifico dei corsi autofinanziati, sono circa 300, e "seppure considerate private - prosegue l'associazione - forniscono un servizio di pubblica utilità, qualificando o certificando le abilità di circa 20.000 allievi l'anno, specializzati nelle più svariate branche dell'artigianato del commercio del sociale e della sicurezza. Scuole che garantiscono lavoro (mediante l'obbligo dell'accreditamento) a più di 2.000 impiegati inquadrati a tempo indeterminato e almeno il triplo tra collaboratori e docenti formalmente incaricati a progetto, muovendo così un'economia di circa 60.000 euro mensili, solo per i gettoni di presenza dovuti alle Commissioni d'esame nominate dallo stesso assessorato". I legali rappresentanti degli enti chiedono dunque maggiore attenzione, coerenza e congruenza dei provvedimenti, "altrimenti presto sarà impossibile mantenere i dipendenti al proprio posto di lavoro". re.de. 10-10-2007.


L'opposizione: tagliare anche a ronchi i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)

 

Davide Rega stuzzica l'amministrazione: rivedere il compenso previsto per la carica di presidente del Consiglio comunale L'opposizione: "Tagliare anche a Ronchi i costi della politica" POLITICA RONCHI Strascichi polemici a Ronchi al grido d'allarme lanciato dal sindaco Roberto Fontanot sulla prospettiva che l'abbassamento dell'aliquota Ici sulla prima casa, in previsione con la prossima finanziaria dello Stato, possa far venir meno un introito di oltre 400mila euro alle casse comunali. "Quest'amministrazione ci stupisce sempre di più. Prima - sono le parole del capogruppo di Ronchi borgata di sole, Davide Rega - afferma che arriveranno milioni di euro pontificando in lungo e largo la sua opera e poi piange miseria. Gli sforzi fatti per il ripristino di due stradine e quattro rattoppi lusingano di certo l'intera comunità ronchese, ma non pongono fine alla miriade di problemi che attagliano la città, derivati da anni di immobilismo tra cui i 5 della precedente legislatura. Invece di guardare ai soldi che mancherebbero in caso degli sperati, per noi, tagli all'Ici, la maggioranza farebbe bene a razionalizzare le sue spese tagliando i costi della politica come quelle per l'inndennità da corrispondere al presidente del Consiglio comunale". Secondo Rega sarebbe già un buon inizio. Il punto, secondo la lista civica all'opposizione, è che manca una visione della politica fiscale a livello delle autonomie locali che possa essere strumento di incentivazione di insediamenti produttivi o commerciali oltre che mirati all'evoluzione della curva dei consumi e perché no, anche degli investimenti. "Liberare risorse per sfruttarne la capacità moltiplicativa nel sistema - aggiunge Rega - è uno dei passi che la municipalità ronchese dovrebbe compiere specialmente di concerto ad uno studio dei punti di forza e di debolezza del territorio mandamentale e dei i fattori di sviluppo del reddito come le economie interne e esterne, l'innovazione e il progresso tecnologico, la variabile demografica e l'accumulazione di capitale". Bisogna capire, secondo Ronchi borgata di sole, quale sia il luogo dove concretizzare queste istanze e allora viene proposto all'attuale amministrazione di portare avanti il tema in città mandamento unico luogo dove gettare le basi per una vera azione riformatrice in tema di tributi locali. l. p.


Compensi: 2500 euro lordi al mese al presidente dell'interporto di cervignano (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)

 

Gorizia Compensi: 2500 euro lordi al mese al presidente dell'Interporto di Cervignano CERVIGNANO Seduta del Consiglio comunale che aveva all'odg le interrogazioni del consigliere Andrea Balducci sulle retribuzioni, gettoni di presenza e ogni altro emolumento riservato ai rappresentanti del Comune presso Società, Enti e Consorzi dei quali il Comune stesso è partecipe. Dalla risposta del sindaco si è appreso che sono quattro i rappresentanti di nomina comunale mentre le altre nomine competono all'assemblea dei soci. Rientrano nella competenza del sindaco le nomine relative agli amministratori unici di Ausa Multiservizi e di Ausa Servizi Salute, entrambe società comunali. Al primo competono 16mila euro lordi all'anno, al secondo 12mila. Ancora nella competenza del sindaco i rappresentanti del Comune in seno alla società Bluenergy , che provvede alla distribuzione del gas metano, e nel Cda dell'interporto. Riguardo alla Bluenergy, la società ha comunicato che il compenso complessivo lordo annuo, per il presidente, il vice presidente e nove consiglieri, ammonta a 258mila euro e il sindaco Paviotti ha quantificato in 9mila mila euro netti all'anno, il compenso per il rappresentante del Comune. Il presidente dell'Interporto percepisce 2.500 euro lordi al mese, il vice 600, gli otto consiglieri un gettone di presenza pari a 150 euro. Ammonta a 2.625 euro lordi mensili, il compenso per il Presidente del Csr, a 1.550 quello per il vice, a 755 quello per i sette consiglieri. Riguardo al Tubone, il presidente si attesta a 2.570 euro lordi mensili, il vice a 1.400, ognuno dei sei consiglieri a 800. Più alta la retribuzione, pari a 70mila euro annui, del presidente dell'Amga, azienda multiservizi, con il vice a quota 16.500 ed i 5 consiglieri a quota 10.300. Il presidente di Ajernet percepisce 18 mila euro lordi all'anno, il suo vice non ha retribuzione, l'unico consigliere 2mila. Alberto Landi.


LE SCELTE DOLOROSE (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 10-10-2007)

 

IL COMMENTO Le scelte dolorose Paolo Savona Ancora una volta la Commissione di Bruxelles ha manifestato la sua insoddisfazione per quanto l'Italia va facendo per stabilizzare la finanza pubblica, ma non in che modo essa intenda operare per agevolarci nel perseguimento del compito di risanarla definitivamente. Quando ciò avverrà i cittadini si sentiranno più vicini all'Europa e non solamente da essa giudicati e rimproverati, ma non aiutati. Ben sappiamo che il compito attribuito alla Commissione dai trattati europei non è quello qui auspicato, ma il problema incontrato dal processo di unificazione europea è proprio questo e, almeno per ora, non si avverte il senso di una presa di coscienza della necessità di rimuoverlo. L'esistenza di questa lacuna europea non attenua le nostra responsabilità ad agire nella direzione del risanamento, ma la condizione necessaria è raggiungere una maggioranza di consensi politici sulla via da seguire alternativa a quella di aumentare le tasse "per rientrare nei parametri di Maastricht"; questa è la soluzione finora seguita che ha però come controindicazione un freno allo sviluppo oltre quelli che ci pongono l'arretratezza tecnologica e istituzionale interna e la competizione globale. Sono due le possibili soluzioni: ridurre le spese o abbattere il debito pubblico. La prima, oltre a essere tecnicamente difficile da perseguire e politicamente costosa, ha quasi le stesse controindicazioni sullo sviluppo di una maggiore imposizione fiscale. Appare un pessimo sostituto impegnare la pubblica opinione sui "costi della politica" che, pur essendo obiettivo doveroso da perseguire, ha poco a che fare con il risanamento e allontana ancor più l'elettore dall'acquisire coscienza che esso riguarda in qualche modo anche lui. SEGUE A PAGINA 10.


(ACR) DI LORENZO (AN) INTERVIENE SUI COSTI DELLA POLITICA DELLA REGIONE BASILICATA (sezione: Costi dei politici)

( da "Basilicanet.it" del 10-10-2007)

 

11.49.17 [Basilicata] Il vicepresidente della commissione consiliare alle Attività produttive, Pasquale Di Lorenzo, in un'interrogazione urgente a risposta scritta presentata al Presidente della Giunta Regionale ha chiesto di conoscere quanti e quali siano le consulenze concesse a vario titolo dall'inizio della legislatura ad oggi dalla Regione Basilicata, nonché dall'ATER, dall'ALSIA, dall'ARBEA e dalle ASL.,dalle Comunità Montane e dall'ASI. Il consigliere chiede di sapere anche per quali importi e funzioni siano state concesse le consulenze. "La campagna di moralizzazione che riguarda i costi della politica - dichiara Di Lorenzo - non può che essere condivisa appieno anche da chi amministra una Regione come la nostra, laddove si pone il problema politico di come un'ingente quantità di denaro pubblico, passato dalla gestione diretta ed indiretta, non abbia prodotto negli anni la soluzione concreta ai grandi problemi economici e del lavoro. "Oggi più che mai - conclude Di Lorenzo è necessario indirizzare tutte le risorse disponibili, senza alcuno spreco, verso interventi ritenuti essenziali e direttamente riconducibili alla soluzione dei principali problemi della Basilicata, quali la disoccupazione, lo sviluppo produttivo, le infrastrutture e i servizi sociali".

 

La montagna: sprecona o capro espiatorio? (sezione: Costi dei politici)

( da "Eco del Chisone" del 10-10-2007)

 

La Finanziaria, in nome dei tagli ai costi della politica, vorrebbe snellire le Comunità montane La montagna: sprecona o capro espiatorio? A rischio molte realtà, tra cui Bricherasio, Cumiana e Barge - Ma i criteri univoci di altitudine e dislivello non convincono La crociata contro i costi della politica rischia di trovare un capro espiatorio. Se ne parla da tempo, ma potrebbe essere la volta buona: nel mirino le Comunità montane, che da Roma sono viste come la quintessenza dello spreco (o, più probabilmente, come il rametto più facile da potare). Paladina della lotta, il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, che s'ispira a un principio: "In tutta Europa la montagna è tale solo da un certo punto in su". Quale sia la soglia, lo si vorrebbe stabilire nella Finanziaria 2007, attualmente in discussione al Senato. Nelle Alpi, sarebbero montani (con licenza di "fare" Comunità) i Comuni con l'80 per cento del territorio sopra i 600 metri, oppure il 50 per cento ma con un dislivello interno di almeno 600 metri. "E assurdo che il Parlamento definisca una quota - dice il presidente della Cm Val Pellice Claudio Bertalot, che perderebbe Bricherasio e Bibiana -. Piuttosto, indichi quanto vuole risparmiare. Come riuscirci, lo si può decidere a livello regionale. Ma quale risparmio si vuole perseguire? Sul gettone dei consiglieri di Comunità? Prendono 30 euro a seduta! Si punta dunque a "tagliare" i trasferimenti? Ma se i Comuni non possono delegare certi servizi alla Comunità, dovranno garantirli in proprio. E i costi aumenteranno". La Cm Valli Chisone e Germanasca non correrebbe rischi: il dislivello minimo salverebbe anche Porte. Clara Bounous, vice-presidente facente funzioni, contesta comunque la tesi che le Comunità siano centri di costo: "Da noi l'indennità degli assessori non arriva a 400 euro e la percepiscono solo in quattro, perché tre di noi sono già sindaci. Questi parlamentari non hanno il contatto con le realtà dei piccoli Comuni. Perché non iniziano a sfoltire i sottosegretari?". Chi rischia davvero l'esclusione di molti Comuni e addirittura lo scioglimento è la Cm Pinerolese pedemontano: "Si salverebbero solo Prarostino e forse S. Pietro - commenta Mario Mauro -. Sarebbe la morte di una Comunità che ha gestito compiti importanti. Parteciperemo ad ogni iniziativa tesa a salvaguardare le nostre esigenze, come la manifestazione a Roma del 24 ottobre organizzata dall'Uncem. E pensare che proprio sabato, con Casa Canada, abbiamo lanciato un'iniziativa per valorizzare il nostro territorio". Nel vicino Cuneese solo Crissolo, Oncino, Ostana, Bagnolo e Paesana potrebbero continuare a far parte della Cm Valli Po, Bronda e Infernotto (più, forse, Sanfront, "graziata" dal dislivello). Le critiche piovono anche dai parlamentari locali di entrambi gli schieramenti. Per Giorgio Merlo (deputato, Ulivo) "il ministro Lanzillotta, in virtù della sua visione tecnocratica della politica, ci stupisce per le sue singolari proposte. I costi della politica non si riducono oscurando la democrazia rappresentativa e indebolendo alcuni territori. La vera scommessa è recuperare capacità decisionale alla politica, dando una sforbiciata a quel groviglio di società e consorzi che sono nati in questi ultimi anni senza alcun costrutto". Lucio Malan (senatore, Forza Italia): "Affermare che gli sprechi alla spesa pubblica derivino dagli emolumenti ai consiglieri delle Comunità montane è sbagliato e ingeneroso nei confronti di chi svolge una forma di volontariato retribuita pochissimo. Eliminare un consigliere che prende la cazzuola in mano per riparare gratis un muro (cosa frequente nelle realtà montane) significa pagare una giornata di lavoro a un manovale: costa di più e l'elettore non può decidere col voto se ha lavorato bene oppure no".


Le 'forbici' di Balboni Basta finanziamenti ai giornali di partito (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 10-10-2007)

 

LEGGE FINANZIARIA Le 'forbici' di Balboni "Basta finanziamenti ai giornali di partito" ANCHE i finanziamenti ai giornali di partito sono un costo 'improprio' della politica. E c'è chi si propone di assestare un robusto taglio, addirittura annunciando un apposito emendamento alla prossima Finanziaria. Si tratta di Alberto Balboni, senatore di An che andando persino in controtendenza con il proprio partito si dice convinto "che sia ora spazzare via un fenomeno che davvero non regge più. I partiti godono già di un consistente finanziamento pubblico, tra l'altro cresciuto negli ultimi anni. A questo punto le testate direttamente riferibili alle singole forze politiche ? incalza Balboni ? devono essere mantenute proprio dai partiti, con i soldi che ricevono dai cittadini. Senza ulteriori stanziamenti". MA FRA LE TESTATE giornalistiche ce n'è una, il 'Secolo d'Italia', che è lo storico quotidiano prima del Msi ed ora di Alleanza Nazionale: "Verissimo, ma chi come An ha fatto della moralità e dell'etica il cardine della propria iniziativa politica, ha il dovere di non defilarsi ? afferma il parlamentare ferrarese ?. Se ci sono da fare sacrifici, dobbiamo farli anche noi. O magari noi per primi". Non significherebbe, per Balboni, minare le fondamenta del 'Secolo': "Credo che per i giornali di partito, ancora di più che per i normali quotidiani italiani, il futuro sia nella 'rete'. Con la diffusione di Internet, si potrebbe trasformare il quotidiano da cartaceo a online, senza sacrificare l'informaziona ma anzi potenziandone l'immediatezza. E sfruttando ? incalza il senatore ? anche le opportunità pubblicitarie sul web. Lo ha capito il New York Times, che ha appena reso gratuita la propria edizione online, lo fanno molti giornali italiani e europei. Per i giornali di partito il taglio ai finanziamenti pubblici potrebbe essere facilmente compensato". L'IDEA, ABBOZZATA nei giorni scorsi durante un incontro pubblico, è destinata come detto a diventare una vera e propria iniziativa parlamentare: "Presenterò un emendamento alla Finanziaria ? ribadisce Balboni ?, sono convinto di trovare molti altri colleghi pronti a sottoscriverlo...". Anche in Alleanza Nazionale? "Diciamo che nel nostro partito c'è un dibattito interno, perchè il 'Secolo d'Italia' rappresenta comunque un patrimonio ? prosegue il senatore ferrarese ?; io comunque non intendo farlo chiudere, nè tanto meno penso di imbavagliare l'informazione politica". Già l'anno scorso comunque un altro parlamentare (Paolo Galletti dell'Udc) aveva avanzato, timidamente, una proposta analoga senza però trovare particolare sostegni. Ma da quel giorno, la roccaforte della 'casta' ha iniziato a vacillare sotto i colpi dei... grilli: "Non c'entra, l'esigenza di ridurre i costi della politica dal mio punto di vista non è nuova ? conclude Balboni ?. Ma è sbagliato volerla basare su questioni come il taglio degli stipendi dei sindaci. Non è certo quello il vero spreco...". s. l. - -->.


L'ISTITUTO Beata Lucia si difende. L'inserimento da parte del governo n (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 10-10-2007)

 

Egli enti inutili da tagliare ha fatto sobbalzare presidente e Cda. "L'elenco ministeriale ? spiega Carlo Capotosti, presidente del Beata Lucia ? parla di enti pubblici statali che si sostengono con fondi pubblici. Noi non siamo un ente statale e le nostre risorse provengono dalla gestione del patrimonio, quindi nell'elenco non andavamo inseriti. Il ministero è rimasto al 1978, quando chiuse la prima gestione del Beata Lucia, senza considerare che l'ente ha riaperto dal 1996 e fa attività, occupandosi di settori sociali e sostegno. Al Governo abbiamo scritto una lettera ufficiale per fare presente la situazione, se non verremo tolti dall'elenco faremo ricorso. Ci autofinanziamo con affitti e vendite del patrimonio e non abbiamo sovvenzioni pubbliche". Il Beata Lucia è ora in una bufera che rischia di creare danni d'immagine e forse anche economici. Capotosti sa che l'ondata di protesta verso gli enti inutili s'inserisce in tale contesto. "I cinque membri del Cda. me compreso ? dichiara ? costano all'ente 900 euro l'anno, con un gettone di presenza di 21 euro lordi e poco più di dieci sedute in 12 mesi". Massimiliano Cinque - -->.


FABRIANO - LO STIPENDIO del sindaco è d (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 10-10-2007)

 

? FABRIANO ? LO STIPENDIO del sindaco è di 1070 euro, quello dell'assessore Paglialunga di 970. Un'operazione trasparenza che il primo cittadino ed uno degli assessori della Giunta hanno scelto di effettuare attraverso il Carlino a cui hanno voluto consegnare una copia del bonifico ricevuto dal Comune per i compensi maturati nel mese di settembre. "Ho piacere - spiega il sindaco Roberto Sorci - che queste cifre vengano pubblicate in modo tale che la gente sappia quali sono i reali guadagni. Peraltro a questa cifra ci sarebbe da aggiungere un'ulteriore sottrazione, quella dell'aggravio della tassazione che incide sulla mia occupazione come dipendente di un'azienda privata (la Indesit, ndr). In generale mi sembra che siamo di fronte a numeri eloquenti. Basti pensare che i consiglieri regionali intascano stipendi cinque o più volte superiori al sottoscritto, ma le responsabilità del sindaco personalmente credo che siano maggiore. Non vi dico quante volte nel cuore della notte sono stato allertato dalle forze dell'ordine in qualità di responsabile della Protezione civile per ogni tipo di emergenza". Stessa scelta del neo assessore all'ambiente che, in tempi in cui tanto si parla di costi della politica, non fa fatica a rendere pubblico il suo compenso. "Ormai - spiega Paglialunga - mi dedico al ruolo di amministratore a tempo pieno: in Comune mi fermo anche dieci ore al giorno. Su quanto si guadagna lascio giudicare i cittadini, ma di sicuro in questo caso tutto si può parlare fuorchè di sprechi dell'ente pubblico". Insomma, tutto si può dire fuorchè i politici di casa nostra intaschino compensi da nababbi, ma in arrivo potrebbero esserci ulteriori tagli. La linea dell'austerity, infatti, sembrano volerla sponsorizzare anche dall'opposizione. E' il consigliere comunale della "Lista Carmenati", Marco Ottaviani a presentare una mozione che verrà discussa nelle prossime sedute dell'assise civica e prevede la riduzione dei costi della politica. In particolare Ottaviani chiede un ulteriore ribasso che punta a tagliare del 25% i compensi degli amministratori e del 33% il gettone di presenza dei consiglieri comunali che passerebbe dagli attuali 90 a 60 euro. Alessandro Di Marco - -->.


Consigli appassionati, non ci tagliate (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 240, pag. 6 del 10/10/2007 Autore: di Alessandra Ricciardi Visualizza la pagina in PDF       Pressing sulla Finanziaria: in arrivo emendamenti sui costi della politica, l'editoria e i contratti. Consigli appassionati, non ci tagliate Con meno poltrone nei comuni si rischierebbe la democrazia Meno consiglieri, meno democrazia. è lo slogan che ieri tambureggiava al senato, tra un vertice di maggioranza,una riunione di gruppo e un abboccamento con il governo. Il tema è sempre quello della Finanziaria all'esame delle commissioni permanenti di palazzo Madama. L'ufficio di presidenza della Bilancio ha, tra l'altro, fissato i termini per la presentazione degli emendamenti ai testi della manovra 2008: per le proposte di modifica al decreto legge, si avrà tempo fino alle 17 del prossimo lunedì. Il termine per la Finanziaria e la Bilancio, invece, è stato fissato alle 19 di giovedì 18. Insomma manca poco meno di una settimana all'ora x. E i lavori fervono. Sotto l'ascia emendativa è finito anche l'articolo 14 del disegno di legge della manovra 2008, che riduce i componenti degli organi di vertice degli enti locali, in base al numero di abitanti. Tagli che interessano i consiglieri circoscrizionali, comunali e provinciali, oltre che gli assessori. Un taglio che già il disegno di legge sui costi della politica, messo a punto dal ministro dell'attuazione del programma di governo, Giulio Santagata, prevedeva. E che in questa sede era stato contestato, sotto vari profili, dall'associazione nazionale dei comuni guidata da Leonardo Domenici. Ora la norma è stata riformulata nella Finanziaria, all'articolo 14, ma pare destinata ad avere vita breve. In stesura ci sono infatti alcuni emendamenti, anche di maggioranza, che attenuano i rigori dei tagli o addirittura li sopprimono. Perché avere meno consiglieri comunali, è il ragionamento, non è detto che si traduca necessariamente in un taglio dei costi della politica, giacché gli eventuali risparmi, non ancora quantificati, non possono essere a priori portati a miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Possono infatti, precisa la relazione tecnica, essere spesi da parte degli stessi enti per altre voci di bilancio, purché sia rispettato il tetto del patto di stabilità. "è una norma neutrale sotto il profilo finanziario, mentre certamente riduce lo spazio per esercitare il diritto alla rappresentatività", spiega Martino Albonetti (Rc), dalla commissione bilancio. Insomma, in gioco ci sarebbe addirittura il pieno esercizio della democrazia. Ma sugli sprechi della politica è solo l'inizio. Il duo Sd Cesare Salvi, presidente della commissione giustizia, e Massimo Villone, ha ricevuto una sorta di delega in materia dai partiti della sinistra radicale. Gli emendamenti riguarderanno probabilmente anche il numero dei ministri. Un incontro informale proprio su questo punto c'è stato ieri con Santagata. Nel mirino anche le consulenze degli enti pubblici e delle amministrazioni statali, ritenuta insufficiente sia la norma della Finanziaria sia la direttiva del premier Romano Prodi, inviata nei giorni scorsi alla presidenza del consiglio e ai ministri senza portafoglio che vi gravitano, che impone di ridurre del 30% le spese per tutti gli incarichi esterni. Sono invece a firma del relatore della Finanziaria in commissione lavori pubblici, Esterino Montino, gli emendamenti correttivi al settore editoriale, alcuni soppressivi del taglio del 7% all'editoria assistita e dell'altro 7% per gli sconti sugli abbonamenti postali. Rispuntano poi le proposte di reintroduzione del credito di imposta al Sud per l'assunzione di giovani e la tassazione delle rendite finanziarie. Tra gli emendamenti governativi, il ministro della funzione pubblica, Luigi Nicolais, sta lavorando con il collega dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, all'inserimento di nuove risorse per rinnovare i contratti dei dipendenti pubblici anche per il 2008/2010. Si tratterebbe di 700 milioni di euro per il 2008 e di 1,2 miliardi per il biennio successivo. Bisognerà vedere se basteranno a Cgil, Cisl e Uil per revocare lo sciopero in calendario per il prossimo 26 ottobre.


Manager Asl, più meritocrazia (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi Numero 240, pag. 27 del 10/10/2007 Autore: di Marco Gasparini Visualizza la pagina in PDF       Al pre-consiglio dei ministri ddl in materia di sanità e registro dei lobbisti e pacchetto sicurezza Manager Asl, più meritocrazia Commissioni d'esame a sorte. Spazio ai pareri dei sindaci Meno discrezionalità politica e più spazio alla meritocrazia nella scelta dei manager delle Asl da parte delle regioni. Il limite massimo di età pensionabile per dirigenti ospedalieri e medici universitari viene inoltre abbassato da 70 a 67 anni. Il ddl di riforma del servizio sanitario nazionale, presentato ieri in pre-consiglio dal ministro della salute, Livia Turco, sottrae spazio ai poteri di nomina delle regioni, dà una sforbiciata alle spese previdenziali nella sanità e spiana la strada all'offerta di nuovi servizi per i cittadini. Gli ospedali dovranno infatti aprire al pubblico gli ambulatori di pediatria e di medicina generale. Le due nuove unità faranno capo al dipartimento cure primarie della struttura sanitaria e dovranno assicurare turni giornalieri di assistenza di 12 ore garantendo visite domiciliari anche di notte. Queste le principali novità della bozza di provvedimento che modifica il dlgs 29/99 accentuando i criteri di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie pubbliche e convenzionate presenti sul territorio. Il provvedimento istituisce, infatti, un sistema nazionale di valutazione per misurare i risultati ottenuti dalle aziende sottoposte ai poteri di verifica e controllo delle amministrazioni regionali dando inoltre più voce in capitolo anche ai comuni che potranno, tra l'altro, chiedere al direttore generale della Asl di dar conto dell'impatto delle strategie sanitarie programmate. I direttori generali e i dirigenti delle unità mediche dovranno pertanto essere selezionati sulla base di criteri di merito mentre l'autonomia decisionale dei governatori verrà ridimensionata in modo drastico anche attraverso l'introduzione dei meccanismi di sorteggio per le commissioni d'esame. L'obbligo di rendicontazione che grava sulla dirigenza sanitaria sarà poi reso ancora più restrittivo. I manager dovranno sottoporre le proprie decisioni sugli aspetti amministrativi di maggiore rilievo, come la regolamentazione generale dell'esercizio della libera professione intramoenia o l'autorizzazione a effettuare programmi di ricerca e di formazione, al parere preventivo del collegio di direzione. Se l'opzione prescelta disattende le indicazioni dell'organo di supervisione, il direttore generale sarà tenuto a motivarla. L'insieme di queste disposizioni adegua le norme che disciplinano l'intero comparto del ssn ai principi di responsabilità e trasparenza imposti da una sentenza della Corte costituzionale (104/97) in base a cui i direttori delle Asl devono essere scelti tra persone in possesso di specifici requisiti culturali e professionali e sono soggetti a periodiche verifiche degli obiettivi e dei risultati conseguiti. Una stretta, quest'ultima, che riguarderà anche i criteri per il rilascio delle autorizzazioni regionali all'esercizio dell'attività sanitaria da parte degli ospedali pubblici e privati. L'atto di indirizzo e coordinamento necessario a perfezionarne l'iter viene infatti sostituito da una vera e propria intesa tra lo stato e le regioni subordinata a una serie di requisiti più stringenti, come l'obbligo per la struttura che chiede l'abilitazione a operare di dotarsi di adeguate forme di assicurazione per la copertura dei danni derivanti dall'esercizio delle professioni sanitarie. Sicurezza. Lo schema di ddl annunciato dal ministro guardasigilli Clemente Mastella, e da quello dell'interno, Giuliano Amato, approderà al consiglio dei ministri del 12 con una serie di rilevanti novità anche per quel che concerne i poteri di intervento da attribuire ai sindaci in materia di gestione dell'ordine pubblico. Il tema è stato sollevato dall'ordinanza con cui il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ha vietato fino alla fine del mese l'attività dei lavavetri ai semafori in città. Il ddl modifica, infatti, tra l'altro, il dlgs n. 267 del 2000 al fine di estendere la facoltà del primo cittadino di emanare provvedimenti contingibili e urgenti di divieto anche all'ipotesi in cui i comportamenti da mettere a bando minaccino "la sicurezza urbana dei cittadini" o procurino "grave pregiudizio al decoro urbano". Ciò a condizione che le misure adottate vengano tempestivamente comunicate al prefetto. Quest'ultimo, se l'ordinanza comunale ha effetto anche sulle popolazioni delle località circostanti, convoca un'apposita conferenza cui prendono parte i sindaci interessati e il presidente della provincia oltre ad altri eventuali organismi rappresentativi delle istituzioni e della società civile. Lobby. Sul modello del congresso americano anche chi svolge attività di rappresentazione degli interessi sarà sottoposto all'obbligo di iscriversi in un apposito registro. Lo prevede il ddl (si veda ItaliaOggi del 3/10) predisposto dal ministro per l'attuazione del programma di governo, Giulio Santagata. Il provvedimento, esaminato ieri in pre-consiglio, impone inoltre ai politici e ai pubblici amministratori il dovere di dare massima trasparenza all'attività di pressione svolta dai lobbisti.


Rizzo bacchetta polonioli (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige Trento" del 10-10-2007)

 

Costi della politica: "Perché Spagnolli guadagna il triplo del sindaco di Venezia?" Rizzo "bacchetta" Polonioli L'autore de La Casta: perché non rinuncia all'indennità? BOLZANO. "Chiedo al sindaco Polonioli, che guadagna 10mila euro al mese: è possibile rinunciare all'indennità di carica?". Ha esordito così, ieri sera, il giornalista Sergio Rizzo, intervenuto alla sala di rappresentanza del Comune per presentare il suo celebre libro "La Casta", scritto insieme a Gianantonio Stella per denunciare i costi stratosferici della politica. Un volume che, nel giro di pochi mesi, ha già superato il milione di copie vendute. Invitato proprio dal candidato alla segreteria provinciale del Pd Giovani Polonioli, Rizzo non ha posto al centro dell'attenzione soltanto il sindaco di Laives, ma pure quello di Bolzano. "Com'è possibile - si è chiesto l'autore - che il sindaco di Bolzano guadagni quanto un senatore, ovverossia il triplo del sindaco di Venezia? Credo che il sindaco di Frascati abbia più o meno gli stessi carichi di lavoro, però è pagato molto di meno. Cosa farà mai, in più, il sindaco di Bolzano?". Il pubblico, ovviamente, ha applaudito, ripetutamente. Grande attenzione l'autore ha suscitato non sul tema dei costi della politica, ritenuti necessari se commisurati a dovere, quanto piuttosto delle disparità fra regioni. "Il Friuli Venezia Giulia - ha esemplificato Rizzo - 50 anni fa ebbe la sua autonomia per via della vicinanza alla Jugoslavia comunista. Oggi come oggi la Guerra fredda non c'è più, ma l'autonomia rimane. Sarebbe dunque da rivedere, per non generare disparità con le altre regioni. Idem per quanto riguarda l'Alto Adige. Ormai siamo in Europa, italiani, tedeschi o francesi. Dobbiamo chiederci se questa autonomia, nata per tutelare la minoranza germanofona sudtirolese, ha ancora un senso, oggi. Se non ce l'ha, bisognerebbe apportare dei cambiamenti". (da.pa).


Stop all'ici sugli alloggi popolari - sisto capra (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-10-2007)

 

Cronaca "Stop all'Ici sugli alloggi popolari" Rossetti presidente dell'Aler: nessun beneficio dal governo Pronto il bando per 45 alloggi a Fossarmato e all'ex-Macello SISTO CAPRA PAVIA. L'Aler, l'Azienda lombarda di edilizia residenziale, ha prorogato il bando a fine novembre per l'assegnazione di alloggi a canone moderato. Ne dà notizia il presidente Giuseppe Rossetti: "Si tratta di trenta appartamenti a Fossarmato, in un quartiere in cui l'Azienda ha già costruito 8 alloggi venduti a prezzo convenzionato, e quindici sempre a canone moderato nell'ex-Macello". Ad essi si affiancano 42 alloggi nella stessa area a canone sociale, destinati ad anziani e dotati di attrezzature di domotica (le tecnologie della "casa intelligente") che creano la sicurezza nell'uso (interruttori salvavita, prevenzione degli incendi e così via). Ogni edificio è dotato di palestra e studio medico". Per quanto riguarda le previste riduzioni dell'Ici annuciate dal governo, "benefici per l'edilizia popolare non ne ho letti - osserva il presidente dell'Aler - Sarebbe opportuno che il sistema politico tenesse conto del fatto che si tratta di case popolari e non di appartamenti di lusso, per cui l'Ici dovrebbe essere esclusa". A fronte del notevole interesse manifestato dal pubblico, continua Rossetti, si è deciso di prororogare di due mesi i termini per concorrere ai bandi per i 45 alloggi. Per canone moderato si intendono circa 400 euro di affitto al mese. Le tre operazioni sono state finanziate in parte dalla Regione in parte dall'Aler. Nel caso degli alloggi a canone moderato di Fossarmato, si tratta di un intervento di 4 milioni 167 mila euro, dei quali un milione 343 di finanziamento regionale e 2 milioni 824 di finanziamento Aler. Mentre per i 15 alloggi a canone moderato nell'area dell'ex-Macello, su un intervento di un milione 896 mila, il finanziamento regionale è di 571 mila e il fondo Aler è di un milione 323 mila. Per i 42 alloggi a canone sociale, l'opera costa 5 milioni 409 mila euro, finanziati per 2 milioni 824 mila dalla Regione e 2.584 mila dall'Aler. Il finanziamento Aler è stato fatto interamente con ricorso a mutui bancari. Gli otto appartamenti venduti a Fossarmato sono costati un milione 238 mila euro, interamente finanziati dall'Aler. Vediamo ora altri alloggi che sono in fase di consegna: 24 a Siziano, di cui 12 venduti e 12 affittati a canone moderato in base alla legge 431, che saranno pronti a fine mese. L'intervento in questo caso è stato interamente finanziato dall'Aler con l'accensione di un mutuo bancario costato 3 milioni 63 mila euro.


Società pubbliche nel mirino Da novembre meno poltrone Il sindaco: Tagli ai consiglieri dell'opposizione (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 10-10-2007)

 

Società pubbliche nel mirino Da novembre meno poltrone Il sindaco: "Tagli ai consiglieri dell'opposizione" di LAURA DE BENEDETTI ? LODI ? ENTRO IL 7 novembre Provincia, Comune ed altri enti pubblici del Lodigiano dovranno ridurre il numero dei componenti dei Consigli di amministrazione delle proprie aziende partecipate, nel rispetto della circolare diffusa dal Consiglio dei ministri nel luglio scorso, che mira a contenere i costi della politica. Ci saranno meno poltrone da spartire: la circolare stabilisce infatti un massimo di tre consiglieri per le società di diritto privato (come spa o srl) con capitale sociale sotto 2 milioni di euro, cinque consiglieri nel caso in cui il capitale sia superiore. Il Governo si aspetta dal provvedimento un taglio netto ai costi per mantenere i consiglieri, che variano dall'indennizzo annuale al gettone di presenza. IL COMUNE di Lodi dovrà ridurre i Cda di tre società, sulle quattro controllate. La Provincia ha una quota in otto società, ma solo di due detiene la maggioranza: in entrambi i casi dovrà ridurre i consiglieri. Ad eccezione per la "Giona Srl", di cui il Comune detiene l'80% (gli altri soci sono Memosis Società Cooperativa al 10% e Microdisegno 10%), già composta da 3 membri, dovranno scendere da 7 a 3 i consiglieri della Gis, Gestione Impianti Sportivi, srl dal capitale sociale di 70mila euro, che fa capo per il 100% a Palazzo Broletto. Dovranno passare da 5 a 3 i membri del cda dell'Azienda farmacie, spa da 200mila euro di cui il Comune detiene il 99%. Infine, Astem (una spa con il 98,78% al Comune di Lodi e l'1,22% diviso fra 34 Comuni) scenderà da 6 a 5 membri del cda, avendo capitale sociale di oltre 3,57 milioni di euro. Ma Astem è una holding con più società: il quadro potrebbe risultare più complesso. Il sindaco Lorenzo Guerini ha scritto ai presidenti di Gis, Farmacie e Astem, invitandoli a convocare le assemblee per l'adeguamento degli statuti. Quindi, bandirà gli avvisi per la presentazione delle candidature nei vari cda. In occasione del dibattito in consiglio comunale, Guerini ha affermato di essere disponibile a un confronto con le opposizioni: la riduzione dei posti nel Cda, infatti, secondo lui "renderà più complesso garantire la presenza di esponenti delle minoranze". Per quanto riguarda la Provincia, si dovrà intervenire sulla Sisa spa (controllata al 100%). DATO CHE il capitale sociale è di 1,5 milioni, il cda dovrà scendere da 5 a 3 membri. La Sisa detiene però il 33,5 % della Line, altra società su cui si dovrà intervenire. Anche Eal, spa da oltre un milione di euro controllata al 60% dalla Provincia, si passerà da 5 a 3 componenti. Ci sono società pubbliche miste a 9 consiglieri, come Lodiprogress, Parco Adda Sud, oppure a 7 consiglieri come il Consorzio servizi alla persona. Per queste ultime, si sta valutando se rientrino negli obblighi previsti dal decreto (anche se i Consorzi dovrebbero esserne esclusi). La costituenda Sal (Società acque lodigiana) nascerà con un cda a 3. Cap e Basso Lambro sono altre due che dovranno ridimensionarsi. "Il problema, con la riduzione dei cda ? dice Mauro Rossi della Lega ? non sarà garantire le minoranze, a cui volendo potrebbe essere dato un posto su tre, ma accontentare tutti i membri della maggioranza. Senza di noi mancherà il controllo e non ci sarà la rappresentanza di tutta la popolazione. Più che ridurre i cda, si dovrebbero eliminare enti inutili come Eal compost e Lodicom". - -->.


Spa pubbliche, un'ondata di stipendi (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 10-10-2007)

 

Imperia, Sanremo e provincia: ecco i costi delle poltrone I presidenti più pagati? Primo "Area 24", poi Casinò, Riviera Trasporti, Amaie e EcoImperia Sanremo. Il più pagato è il presidente di "Area 24 Spa" (la società per il riuso dell'ex ferrovia), l'ingegnere Tullio Russo, che percepisce oltre 63 mila euro lordi annui, molti di più del presidente della Casinò Spa, Donato Di Ponziano. Ma si parla di società importanti, impegnate su fronti strategici. Fatte le debite proporzioni, forse colpiscono di più i 24.180 euro riconosciuti dalla Provincia a Ettore "Puni" Rainieri (Forza Italia, ex presidente del Consiglio sanremese e provinciale), chiamato a guidare la "Villa Magnolie Spa", società creata ad hoc per gestire un'unica operazione: la ristrutturazione dell'omonima villa sanremese da trasformare in seconda sede del Liceo Cassini. Per non parlare della Spei (Società per la promozione dello sviluppo economico imperiese), ente che aveva il compito di reperire gli ex finanziamenti legati ai "patti territoriali", ora in via di smobilitazione, affidato a un altro ex consigliere provinciale forzista, il sanremese Vittorio Rovere, che come amministratore unico riceve un compenso di 12.394 euro. Sono alcuni esempi, per quanto riguarda Sanremo e la provincia di Imperia, dei famosi costi della politica e della pubblica amministrazione (comunque targata, di centrodestra o di centrosinistra), a volte giustificati altre assai meno, e più che mai al centro di discussioni e polemiche, soprattutto sull'onda delle campagne lanciate da Beppe Grillo. Nomi ed emolumenti delle società partecipate da Provincia, Comuni di Sanremo e di Imperia, peraltro, sono pubblicati sui siti Internet dei rispettivi enti, in applicazione delle leggi sulla trasparenza. Nessun segreto, insomma, anche se poi le informazioni difficilmente vanno oltre gli addetti ai lavori. Tra l'altro, confrontando gli stipendi dei componenti dei vari Consigli di amministrazione, si notano singolari differenze, ad esempio, tra Imperia e Sanremo, o tra società che appiono analoghe per ruolo e dimensione, anche se i paragoni non sono mai semplici. Tra gli enti partecipati dalla Provincia, ci sono il Centro di formazione "Pastore", con 18.600 euro lordi annui al presidente Massimiliano Iacobucci (An); e l'Autostrada dei Fiori, con i 5.000 euro per i consiglieri Gianni Solinas (An) e Maurizio Zoccarato (coordinatore sanremese di Forza Italia) Sugli emolumenti dei presidenti c'è comunque un tetto massimo fissato dalla legge Finanziaria: non deve superare l'80 per cento dell'indennità del sindaco o del presidente della Provincia. Una limitazione che non tocca però il presidente di "Area 24" Tullio Russo - scelto in virtù di un accordo tra il presidente della Regione Claudio Burlando (Ds) e il sindaco di Sanremo Claudo Borea -, considerato che il Comune ha solo il 43 per cento di partecipazione nella società, e che il 43 per cento della Regione in realtà fa capo alla sua finanziaria Filse. In altre parole, la Spa non ha un capitale maggioritario direttamente espresso da enti pubblici. E' stato invece rigorosamente ricondotto nei limiti della Finanziaria lo stipendio di Donato Di Ponziano, collocato da Borea alla presidenza della Casinò Spa: i suoi 47.120 euro lordi annui corrispondono all'80 per cento dell'indennità (58.900 euro lordi all'anno) riconosciuta al sindaco. Al vicepresidente Gianni Donetti (Forza Italia), nominato dalla Provincia, vanno 35.340 euro; ai consiglieri Silvio Maiga (Uniti per Sanremo), Roberto Del Beccaro (lista Borea) e Dario Biamonti (Ds), 20.615 euro a testa."Ma già con il precedente Cda della Casinò Spa - precisa Borea - noi avevamo provveduto a dimezzare gli stipendi rispetto al passato. Così come all'Amaie li abbiamo ridotti del 50 per cento". Nelle due aziende, è semmai estremamente rilevante il costo del management (che ovviamente lavora a tempo pieno): al Casinò gli stipendi del direttore generale Cristian Lefebvre e del direttore dei giochi Annibale Rigotti si avvicinano ai 200 mila euro lordi annui a testa (ma ci sono anche le variabili legate ai premi di risultato); un po' più basso quello del direttore del personale Salvatore Caronìa. All'Amaie, il direttore generale Giancarlo Bellosta percepisce 180 mila euro lordi all'anno, il vicedirettore Angela Ferrari 130 mila. Claudio Donzella 10/10/2007 Imperia. Quanto costano le poltrone che contano nelle diverse società partecipate del Comune di Imperia? Basta un clic sul computer dell'ufficio o di casa per scoprirlo. Sul sito www.comune.imperia.it c'è tutto, anche un documento che per la trasparenza dell'attività amministrativa è finito on line. Sul foglio elettronico spuntano tutti i nomi delle società che contano: dall'Ecoimperia alla Spui, dall'Amat alla Porto d'Imperia spa. Sono riportate le quote o azioni che il Comune ha versato nelle srl e nelle Spa e soprattutto quanto guadagnano presidenti e consiglieri di queste società. Si scopre così che il gettone percepito da Umberto Cuoghi, tutt'ora presidente del Consorzio deleghe in agricoltura per il quale il Comune versa ogni anno 30 mila euro, è di 7.776 euro l'anno. Dello stesso consiglio fanno parte anche Enzo Ranise e Igino Gelone. Per loro i gettoni sono di 3.240 euro ciascuno, lordi annui s'intende. Ben più ricco quello di Massimo Faraldi, che è però presidente dell'EcoImperia Spa. Ogni anno percepisce qualcosa come 25.560 euro. Come consiglieri della Spa fanno parte dell'azienda e sono pagati dalle stesse casse anche Sergio Castellini 1.040, Francesco Giribaldi 910 euro, mentre guadagna qualcosa in più Stefano Pugi: il suo gettone ogni anno è pari a 5.558 euro. Scorrendo la lista delle società figura naturalmente anche l'Amat, l'azienda che si occupa della gestione e della manutenzione degli impianti dell'acquedotto cittadini. A capo della Spa figura Franco Amoretti. Il suo gettone è meno sostanzioso rispetto a quello di Massimo Faraldi, ma ugualmente consistente: 22.310,94 euro. Come consiglieri della Spa fanno parte anche Emilio Broccoletti che ogni anno guadagna 16.733 euro, mentre i gettoni percepiti da Fabrizio Gramondo, Luca Volpe, Antonio Di Marco e Angelo Limarelli sono pari a 9.180 euro. Nello stesso elenco c'è ovviamente il capitolo che riguarda la neonata Porto d'Imperia Spa. Anche in questo caso sono riportati i nomi dei consiglieri e i compensi percepiti durante il 2007. Per Teodoro Amabile il gettone è pari a soli 1.800 euro, 1000 euro per Marino Arimondi, mentre Marco Tedeschi e Luciano Garibaldi guadagnano 800 euro a testa all'anno. Ben più importante il compenso destinato a Franca Rambaldi, consigliere della Spui, la società di promozione per l'Università Imperiese, pure quella è una società per azioni. Almeno per il 2007 il compenso che le viene garantito è pari a 10.845 euro. Il Comune poi vanta anche quote e azioni all'interno di importanti società che operano sul territorio. La quota nell'Autostrada dei Fiori è pari all'1,42 %; nell'Autostrada Albenga-Garessio è del 3,50%, nell'Ava, l'Aeroporto Villanova d'Albenga è del 6 %. Decisamente irrisorie invece le quote di partecipazione alla Filse 0,052 %, alla Riviera Trasporti Spa con lo 0,024 %. Per l'Amat Spa le azioni sono invece superano il 59 %. Giò Barbera 10/10/2007.


Infermieri, per i concorsi non ci sono soldi (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 10-10-2007)

 

Cronaca Infermieri, per i concorsi non ci sono soldi La Asl annuncia che per reperire personale si scorrerà la graduatoria di mobilità CHIETI. Non ci sono riserse nel bilancio aziendale che possano sostenere l'assunzione di altri infermieri. Per questo la Asl va avanti con il progetto degli accorpamenti dei reparti, che si traducono nella condivisione di spazi e risorse umane da parte di diverse realtà assistenziali. Sul matrimonio tra geriatria e neurologia però scatta il no secco dei medici. I sindacati di categoria rifiutano l'accorpamento dei reparti al policlinico. Il dissenso è espresso in un documento unitario che sta vedendo la luce in queste ore. L'azienda ribadisce di essere blindata nella spesa per il personale e di non avere altra scelta. Più volte lo hanno ribadito il manager Mario Maresca e la direttrice sanitaria Raffaella Lepore. Un concorso bandito l'anno scorso per gli infermieri, che attrasse ben 1500 domande, verrà probabilmente ancora rimandato proprio perché troppo oneroso. A sottolinearlo è Lepore, che aggiunge: "E' molto più conveniente far scorrere la graduatoria di mobilità. Sono 400 le domande di chi vuole venire a lavorare qui da altre aziende del sistema sanitario nazionale e noi siamo arrivati a scorrere per il momento soltanto fino alla duecentesima posizione". Per questo niente concorso ma solo graduatoria di mobilità per navigare a vista in attesa che arrivino nuovi fondi dalla Regione. Questa la posizione della Asl, che replica così anche alla sindacalista della Cgil, Angela Scottu, che sollecita un incontro urgente con azienda e assessorato regionale alla sanità per scattare una fotografia di quanti oggi lavorano a tempo determinato e possono entrare in pianta stabile nelle more dell'ultima finanziaria. "Siamo disposti all'incontro", riprende Lepore, "il problema è che risorse utili ad applicare i dettami della finanziaria non ci sono. Tuttavia, nella prossima riunione con i sindacati non ci tireremo indietro a discuterne ampiamente". Sulla pianta degli accorpamenti, Lepore glissa in attesa di conoscere i dettagli del documento sindacale dei medici. Una presa di posizione dura verso gli accorpamenti da cui si discosta Scottu. "Sono solo temporanei", dice la sindacalista, "entro fine dicembre al massimo finiranno, come per stessa ammissione dei vertici aziendali. Del resto proprio per la neurologia è nel progetto della Asl la costituzione di una unità per l'ictus, stroke unit, centro di terapia per le malattie cerebrovascolari acute, con sei posti letto, per il quale già sono stati fatti investimenti di alcune decine di migliaia di euro. Indice che la Asl punta su unità specialistiche di qualità che non appiattiscano il livello di professionalità delle diverse figure impiegate nei servizi di assistenza". Sipo Beverelli.


[FIRMA]GIOVANNA FAVRO Tanto tuonò che piovve. E' calata la scure sui consulenti del tea (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 10-10-2007)

 

Tro Stabile, che in un consiglio d'amministrazione di pochi giorni fa ha deciso un'autentica mannaia sui contratti di consulenza già giunti a scadenza o prossimi alla conclusione. Al 31 dicembre, l'elenco dei cosulenti non rinnovati totalizzerà una decina di nomi, con un risparmio per le casse del teatro di circa un milione. La testa più illustre che cadrà sarà quella di Bruno Borghi, 65 anni e suppergiù quaranta di lavoro in diversi teatri italiani. E' il braccio destro del direttore artistico Walter Le Moli: chiamato a Torino da Le Moli stesso, ha ricoperto in via Rossini il ruolo di direttore organizzativo, e tuttora è il braccio organizzativo del direttore nella programmazione e produzione degli spettacoli. Se ne andrà anche Tiziano Santi, scenografo di punta durante il "Progetto Domani" affidato in occasione delle Olimpiadi a Luca Ronconi. Lascerà lo Stabile anche il segretario generale Marina Bertiglia. L'ex provveditore agli studi aveva a suo tempo abbandonato l'amministrazione scolastica, divenendo dirigente per il Comune: è questo ente, e non lo Stabile, che paga il suo stipendio. Era stata richiesta dallo Stabile al Comune - in particolare da Borghi e Le Moli - in vista dello sforzo del teatro per il palinsesto olimpico. "Ora quel progetto - dice la stessa Bertiglia - è ampiamente concluso, e il mio distacco dal Comune è terminato. Non c'è ancora nulla di ufficiale, ma è probabile che andrò ad occuparmi del Comitato per Torino 2011". A ragionare di quanto è accaduto negli uffici di via Rossini è il vicepresidente dello Stabile, Filippo Fonsatti, che ha la delega per l'organizzazione e il personale. Respinge con forza l'idea del terremoto: "E' fisiologico, nei teatri, che alcuni contratti non vengano rinnovati. L'uscita di Borghi avviene comunque in modo consensuale, sereno, indolore. Lo stesso Le Moli non ha in alcun modo eccepito né su questa decisione, né sulle altre consulenze cui rinunciamo". Motivo della decisione? "Vogliamo valorizzare le risorse interne. Abbiamo da poco regolarizzato 7 precari, vogliamo investire sui giovani". In più, le Rsu avevano protestato per il costo dei consulenti, "ed è noto a tutti il quadro di contrazione dei finanziamenti. Con questa operazione risparmiamo circa un milione, pari al 15% del costo totale del personale. Ci piacerebbe investire queste risorse nella produzione e nell'aumento in qualità e quantità dell'offerta per il pubblico". Per quanto smentiti dai vertici del teatro, la scure sui consulenti ha immediatamente alimentato gossip, dietrologie e pettegolezzi dietro le quinte. Si tratta indubbiamente della rinuncia a uno dei principali, se non al principale, collaboratore di Le Moli, oltre che ad un team scelto da lui. Un taglio che arriva dopo la riduzione del compenso del direttore stesso e dopo un periodo di dice-dice addirittura sulla sua permanenza in teatro. Se il taglio degli emolumenti non aveva impensierito Le Moli, interessato più che altro al ruolo che lo Stabile giocherà in futuro in Italia e nei teatri europei, qualcuno era convinto che questa volta avrebbe perso la pazienza. Così non è stato: non ha eccepito con i consiglieri d'amministrazione, e Borghi ha del resto scritto una garbata lettera in cui annuncia la sua volontà, quasi a prescindere dalle decisioni dell'ente, di lasciare Torino: "Ho informato il direttore Le Moli della mia intenzione di non continuare la mia collaborazione in coincidenza con la scadenza del contratto. Dopo oltre 5 anni è arrivato per me il tempo di concludere questa esperienza e di dedicarmi ad aspetti professionali che mi offrono nuovi stimoli. Sono molto felice d'aver operato in un teatro che più di ogni altro ho considerato vicino ai miei convincimenti culturali, professionali e politici. Mi auguro di lasciare tra colleghi e amici un buon ricordo, come quello che conserverò di loro". C'è chi dice che andrà in pensione, e chi che volerà nella capitale, città verso cui un gossip - smentitissimo pure questo - darebbe in partenza anche Le Moli: è ottimo amico di Veltroni, che gli avrebbe chiesto di succedere a Giorgio Albertazzi al Teatro di Roma.


Il costo della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 10-10-2007)

 

Attualità Il costo della politica Il costo della politica e i nostri "carrozzoni" La politica è una macchina infernale che si autoalimenta. Se qualcuno ha dei dubbi lo invito a leggere il libro di Rizzo e Stella "La Casta". Leggendo il libro ti rendi conto di quanto spreco di denaro pubblico ci sia stato e ci sia tuttora nelle sedi parlamentari. E poi quasi tutte le sere ti spiegano che siamo in un momento difficile e che tutti gli italiani devono tirare la cinghia, pagare più tasse in attesa che la barca si raddrizzi, ci sia più lavoro, gli stipendi aumentino per tutti e si riesca finalmente a fare il giro del mese con lo stipendio che ti daranno. I nostri politici invece, una volta raggiunta la poltrona stabiliscono quanto stipendio spetta a loro, ogni quanto è previsto l'aumento e l'entità di questo ultimo, quante indennità gli spetta, le esenzioni, i servizi gratuiti ecc. In questi ultimi giorni, dopo il V-day di Grillo, qualche politico è uscito dicendo che bisogna contenere i costi della politica. Ma se ce n'è uno che la pensa così, ce ne sono almeno 500 che pensano invece di alimentare ulteriormente il costo della politica e i loro privilegi; questo vale sia per la politica nazionale che locale, (legge Amistadi con raddoppio delle indennità degli amministratori locali; Comunità di valle che sostituiscono i Comprensori ma con un aumento da 11 a 16; vitalizio ai sindaci). Uno schifo. Se si tiene conto di quanto percepiscono i parlamentari italiani rispetto ad altre realtà europee nonché al numero di parlamentari in rapporto alla popolazione, per ridurre drasticamente il costo complessivo del "carrozzone" avrei una proposta: dimezzare i parlamentari; ridurre a due terzi lo stipendio di ciascuno ed eliminare la quasi totalità delle indennità e rimborsi vari. Sarebbe poi opportuno modificare le leggi che regolamentano i vitalizi, dato che vengono percepiti in seguito a pochissimi anni di attività parlamentare. Quando vieni a conoscenza di certe realtà ti viene da dire: "sarebbe meglio non sapere niente, almeno non mi viene il mal di stomaco", e aggiungi: "non vado più a votare perché non c'è nessuno degno di fiducia" poi alla fine decidi di andare a votare per il meno peggio. Fulvio Marcolla MONTEVACCINO Stragi del sabato sera? Chiudiamo prima i locali Caro direttore, finché il governo non si deciderà, sfidando le pressioni dei gestori, a regolamentare gli orari di apertura e chiusura dei locali notturni il problema delle stragi del sabato sera non sarà risolto. Ma perché dobbiamo aspettare mezzanotte per andare in discoteca? Chi ha avuto la buona idea di aprire il locale alle 10 con chiusura alle 2, si è visto aumentare anche gli incassi. Allora perché non cambiare? Alex Innocenti TRENTO Accordo sul welfare ecco perché ho votato "sì" Ho partecipato come lavoratore dipendente di un'azienda privata alla consultazione promossa dal sindacato sull'accordo sul welfare, e ho votato "si". A molti di noi riformisti non piace lo scontro che si è aperto sull'accordo. Da una parte c'è la sinistra massimalista (e non solo la Fiom, schierata esplicitamente per il no), sempre alla rincorsa del "più 1", anche sulle pensioni d'anzianità, per le quali il governo ha addirittura accettato di pagare l'abbassamento dell'età pensionabile con l'aumento dei contributi previdenziali a carico dei giovani precari: non è certo questo un grande esempio di equità intergenerazionale. Dall'altra parte vediamo la posizione di chi difende a oltranza ogni aspetto di quell'accordo quasi fosse un tabù. Crediamo, invece, che sulle pensioni di anzianità si sia dato anche troppo, ma che sui contratti a termine e sui co.co.co. si possa fare di più. Occorre avviare con un vero sistema di ammortizzatori sociali, secondo il modello europeo della flex-security, spostando risorse finanziarie dalle pensioni alle politiche attive del lavoro. E occorre una politica di riforme del mercato del lavoro che ne riduca il dualismo d'ingresso, secondo quella che era anche l'ispirazione iniziale di Marco Biagi. L'idea di un contratto unico d'ingresso nel lavoro dipendente con tutele flessibili e progressive nel tempo dovrebbe essere la parola d'ordine dei veri riformisti, superando alcune delle rigidità attuali dello statuto dei lavoratori e riducendo il ricorso abusivo ai contratti a termine e a quelli di collaborazione coordinata e continuativa cui sono condannati troppi giovani e troppe donne nel nostro paese. Nicola Zoller ROVERETO Viva la Galleria Civica e la sua visione globale Qualche giorno fa ero a Milano e parlando con Vittorio Sgarbi, curatore di una bella mostra a Palazzo Reale, mi sono sempre più reso conto di come a Trento ci sia bisogno di uno spazio di arte contemporanea come la Galleria Civica. Il mondo al di là dei confini regionali corre e cerca nuove idee anche per l'arte. E quello che può proporre uno spazio espositivo d'avanguardia lo capisce solo chi ha la possibilità di viaggiare e visitare nuove realtà, nuove forme d'arte, nuovi linguaggi. Non è un caso che Maurizio Cattelan abbia già dichiarato il suo apprezzamento per l'iniziativa trentina. Basta vedere l'arte fotografica di David La Chapelle, un genio che trova spazio a Palazzo Reale proprio in questi giorni. Ecco mostre così, potrebbero avere un enorme rilievo anche in una realtà come quella trentina, se davvero c'è questa ambizione di primeggiare in campo internazionale. Flavio Bertolini TRENTO Bordello e Calcio Trento Berasi da cartellino rosso Sulla vicenda del "Bordello austriaco sponsor del Calcio Trento" mi sento di stigmatizzare il provocatorio atteggiamento dell'assessore Berasi che si sentirebbe "offesa, come la maggioranza delle donne trentine". Ritengo che ben più offesi possono ritenersi quei trentini, donne o uomini che siano, che devono sopportare l'esercizio quotidiano della prostituzione "italiana" sotto le finestre di casa, e devono subire che i propri figli ritornino da scuola attraversando il "mercato pubblico del sesso"; tutto ciò per il falso perbenismo di chi sposta invece sul suolo pubblico la prostituzione ed il relativo degrado. Offesi, cara assessore, sono pure quei trentini che vedono gli sprechi di denaro pubblico per il finanziamento, magari a trattativa privata, di strutture sportive (stadio di Mezzocorona o Mezzolombardo) che poi risultano persino inadeguate all'utilizzo del calcio di IV serie, non certo della Champions League. Sarebbe anche ora che si degnasse di spiegare come mai solo nella nostra provincia si finanziano i campi sintetici senza gare di appalto ma con trattative private; se mi sbaglio sarò pronto a chiederle scusa, sennò mi riterrò certamente offeso quale cittadino titolare di un'etica morale un po' diversa. Offesi sono quindi gli sportivi trentini e di Trento, che vedono sistematicamente ignorato il Calcio Trento a dispetto di squadre che rappresentano poco più di un piccolo quartiere della città capoluogo; sarebbe così interessante sapere quali contributi sono riservati per il campionato in corso alle principali società sportive dal "sistema Provincia" e quindi anche dalle società pubbliche. Le ricordo infine che risulta alquanto strumentale, proprio alla vigilia dell'esordio "casalingo" in trasferta a Trento del Mezzocorona, che si rilevi una sponsorizzazione datata di oltre un anno e peraltro esposta su tutti i taxi di Bolzano e su svariate realtà regionali. Fare del moralismo mi sembra alquanto fuori luogo; forse avrebbe fatto meglio a garantire alla squadra del capoluogo quelle sponsorizzazioni "ad personam" che invece ha dispensato in ogni dove in una stagione sportiva a ridosso delle prossime elezioni. Ritengo ad ogni buon conto che i Dirigenti del Calcio Trento debbano sentirsi orgogliosi di una squadra ai vertici del proprio campionato, e soprattutto di un fiorente settore giovanile, laddove hanno previsto alte funzioni sociali con la presenza di un "tutor" addetto ad oltre 200 ragazzi impegnati nello sport. Meglio comunque utilizzare per lo sport soldi esteri e legali, sia pure provenienti dal mondo del "divertimento", piuttosto che sprecare i fondi pubblici elargiti dalla Provincia per discutibili esibizioni di procaci signorine che ben poco hanno a che spartire con le educande o le missionarie del terzo mondo. Andrea de Bertoldi TRENTO Quella gita in ciclabile con tantissimi "angeli" Martedì scorso tre classi del liceo scientifico di Primiero hanno vissuto una giornata particolare con i loro insegnanti. Un nutrito gruppo di 50 persone - tra studenti e accompagnatori - ha percorso in bicicletta i 50 km di pista ciclabile, che uniscono Trento a Riva. Il cielo era terso, l'aria frizzante e la voglia di pedalare ha coinvolto tutti. L'esperienza era stata ideata per favorire la conoscenza tra i ragazzi del corso e consentire loro di apprezzare alcune tra le più importanti cittadine della provincia. Stava andando tutto per il meglio, quando - pochi chilometri prima di Rovereto - la grattata sinistra di una catena ha decretato uno stop improvviso: il cambio di una bicicletta si era sfasciato. Per fortuna di lì a qualche chilometro c'era il bicigrill di Nomi. Il gestore della struttura ha subito capito la gravità del guasto ed ha offerto la propria bici allo studente che ne era rimasto privo, perché proseguisse il percorso con il gruppo, senza voler alcun compenso. Dopo il pranzo a Rovereto il gruppo si è rimesso in viaggio verso Mori, ma alla prima salita... Una foratura era immediatamente seguita dalla rottura della catena di un'altra bici! Grazie al cielo un solerte riparatore di biciclette di Mori ha aperto con un'ora di anticipo il suo laboratorio e in breve ha riparato le due biciclette e ne ha revisionato una terza. Alle 16 il gruppo era a Riva, per ammirare un panorama mozzafiato sul lago e trovare, dopo il giusto riposo, il bus che avrebbe riportato tutti a casa. Ma questo non sarebbe potuto accadere senza la grande disponibilità e la professionalità trovate lungo il viaggio. Un grazie sincero da studenti e insegnanti a coloro che hanno risolto i nostri guai tecnici. Luca Brunet PRIMIERO.


Infermieri la asl ricorre alle graduatorie (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 10-10-2007)

 

PERSONALE Infermieri la Asl ricorre alle graduatorie CHIETI. Non ci sono soldi per fare concorsi ed assumere infermieri. Per reperire il personale i vertici della Asl dicono che è molto meno oneroso far scorrere le graduatorie di mobilità. Sono 400 le domande di chi vuole venire a lavorare negli ospedali teatini da altre aziende del sistema sanitario nazionale. Per garantire l'assistenza la Asl ha accorpato anche i reparti ma i sindacati dei medici dicono no. La Cgil funzione pubblica invece si discosta assicurando che il provvedimento è temporaneo. (In Chieti).


Riduzione dei deputati Dina (Udc) boccia il disegno di legge (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 10-10-2007)

 

Ars La proposta di Speziale e Barbagallo Riduzione dei deputati Dina (Udc) boccia il disegno di legge PALERMO Il vicepresidente dell'Ars, Lillo Speziale (Ds) e il capogruppo della Margherita Giovanni Barbagallo, hanno presentato in conferenza stampa il disegno di legge che prevede la riduzione del numero dei deputati dell'Assemblea regionale da 90 a 70. "Presenteremo in aula questo ddl con lo scopo di contrastare il fenomeno di disaffezione nei confronti dei partiti, delle istituzioni e delle politica ha detto Speziale D'altra parte bisogna considerare che un'Assemblea composta da un numero minore di rappresentanti è in grado di legiferare in modo più spedito e accelerare i processi decisionali". "Il ddl è un passo concreto verso l'abbattimento dei costi della politica ha aggiunto Barbagallo Le istituzioni devono dare l'esempio. Partendo dall'Ars, che è il consiglio regionale con il maggior numero di componenti, potremo presto ridurre anche i consiglieri comunali e provinciali e i componenti delle giunte". Dopo l'eventuale approvazione in aula del ddl, il provvedimento dovrà essere votato dal Parlamento in quanto andrebbe a modificare il comma 1 dell'articolo 3 dello Statuto speciale della Regione. "Trovo che l'equazione meno deputati regionali uguale meno costi della politica sia profondamente errata. Inoltre ritengo che una riduzione impropria dei costi per le Istituzioni riduca nei fatti la democrazia", afferma Nino Dina, capogruppo Udc all'Ars, commentando il Ddl.. "Il numero dei deputati non può essere commisurato all'entità delle competenze del parlamento, che appaiono ridimensionate in seguito all'elezione diretta del presidente della Regione. La rappresentanza politica in seno all'Assemblea regionale siciliana continua Dina deve essere legata alla storica strutturazione della istituzione parlamentare e alla necessità di rappresentanza dei territori e dell'elettorato" (mercoledì 10 ottobre 2007).


L'indennità è già stata ridotta (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 10-10-2007)

 

Provincia "L'indennità è già stata ridotta" Non passano i tagli alla busta paga degli amministratori ARCO. Niente tagli allo stipendio di sindaco ed assessori. Il consiglio comunale di Arco, nella riunione dell'altra sera, ha respinto la mozione (la maggioranza si è astenuta) presentata dalla coalizione Caproni in cui si proponeva la riduzione del 20% delle indennità di giunta comunale e presidente del consiglio e dei gettoni di presenza dei consiglieri. Il sindaco Veronesi ha colto l'occasione per ricordare la scelta, da lui intrapresa lo scorso anno, di decurtare la propria "paga" del 20 per cento (5600 euro lordi anziché i 6969 euro fissati dalla legge Amistadi) e di conseguenza quelle dei suoi colleghi di giunta. Un'iniziativa che lo aveva proiettato sulle prime pagine di tutti i giornali e che la mozione, come sottolineato con rammarico dallo stesso sindaco, non cita in alcun modo. "Con questa iniziativa - ha commentato Maurizio Zambarda - abbiamo voluto proporre un ulteriore segnale da dare alla gente in un momento particolare". "La legge Amistadi non è un dogma - ha sottolineato il primo firmatario della mozione Sergio Prandi - e pertanto la giunta poteva anche mantenere inalterate le proprie indennità, senza aggiornarle ai nuovi parametri per poi ridurle del 20 per cento. E incassando gli arretrati che per qualcuno della giunta ha significato ricevere 20 mila euro in un colpo solo. Ma quello che sconcerta di più è il raddoppio, rispetto alla legislatura precedente, che hanno subìto le indennità degli assessori. Bisogna partire dal basso per dare l'esempio ed è questo ciò che chiediamo all'amministrazione". A quel punto Veronesi ha lanciato una frecciatina al suo ex vice sindaco: "Non so se nel gruppo Caproni tu sei il più adatto a parlare - ha sbottato il primo cittadino - e vorrei ricordarti che a conti fatti abbiamo risparmiato più soldi noi con le nostre riduzioni rispetto a chi ha rinunciato agli arretrati". A dar man forte al sindaco ci hanno pensato Nilla Bertamini, Bruna Todeschi e Max Amistadi. (gl.m.).


Iniziamo a tagliarli questi costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)

 

Il capogruppo dell'Ulivo propone anche di ridurre i membri delle commissioni "Iniziamo a tagliarli questi costi della politica" La sfida di Vitarelli: amministratori unici al posto dei cda e meno circoscrizioni "Sul tema dei costi della politica sarebbe importante se ciascun amministratore, ciascun politico, nei limiti delle proprie responsabilità e competenze, cominciasse a fare un passo in avanti. Spesso capita di sentire dichiarazioni dalle quali sembra che tutto dipenda da altri, siano essi sindaci o governatori o presidenti del consiglio". Inizia così la riflessione del capogruppo comunale dell'Ulivo Gianluca Vitarelli, che sollecita la politica ferrarese e il centrosinistra a uno sforzo di coerenza. "C'è qualcosa che possiamo e dovremmo fare, possibilmente in tempi rapidi". Tra le cose da fare vi sono quelle previste dalla Finanziaria 2007 e meglio specificate dal decreto (dpcm) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 7 agosto che stabilisce di portare a 3 o a 5 i consigli di amministrazione delle aziende pubbliche. E' un adempimento che, almeno sulla carta, andrebbe assolto entro il 7 novembre. In questa direzione sono già state prese delle decisioni, il cda dell'Amsefc ad esempio è stato recentemente ridimensionato a tre. Vitarelli dice di procedere con passo spedito su questa strada e di non limitarsi a fare bene questo compito dettato da altri. "Ridurre i cda della aziende pubbliche è indubbiamente un passaggio importante, ma a mio modo di vedere non può essere il solo e soprattutto deve essere accompagnato anche da un salto culturale significativo". Il salto è anche vedere dove si possono tagliare dei costi e avere il coraggio di farlo senza tanti tentennamenti. Esiste una commissione consiliare che ha questi compiti e Vitarelli le fornisce materia per lavorare. "Sono convinto che tutti i cittadini paghino un costo molto elevato alla frammentazione politica. Vi sono esigenze di rappresentanza che rispondono a delle semplici regole di democrazia, ma comportano delle conseguenze che sarebbe opportuno verificare alla luce del crescente distacco tra politica e cittadini". Vitarelli propone intanto di mettere mano ai regolamenti comunali per ridimensionare le commissioni e mettere un freno alla proliferazioni dei gruppi: appena nasce un nuovo gruppo, anche se minuscolo, in nome della rappresentanza cresce automaticamente il numero dei commissari e quindi dei gettoni. "Ridurre oggi il numero dei commissari comporterebbe per il gruppo dell'Ulivo una rinuncia a diverse rappresentanze, ma questo è coerente con il disegno di semplificazione del quadro politico che ci siamo dati come obiettivo. Servono poi regole che penalizzino la frammentazione, mentre quelle attuali la incentivano e fanno lievitare i costi". La seconda proposta di Vitarelli è decisamente più chirurgica: "Le società della Holding del Comune dovrebbero essere gestite da amministratori unici e non da consigli di amministrazione". La Holding Ferrara Servizi, nata pochi mesi fa, controlla cinque aziende: Ferrara Tua (cda di 6 membri), Amsefc (3) Agea Reti (5), Acosea impianti (9) e Ferrara Arte (amministratori unico). Vitarelli si spinge oltre: "Oltre all'immediato, benefico riflesso sui conti del Comune, si creerebbero le condizioni per operare una vera riforma della governance puntando su responsabilizzazione, trasparenza e controllo, rilanciando il ruolo della Holding. Ma c'è anche un rischio. Per dare seguito a questi obiettivi è necessario puntare sulla competenze e la professionalità degli amministratori e non sulla ricerca di equilibri e visibilità tra le forze politiche". Vitarelli rilancia la proposta di Sateriale di ridurre le circoscrizioni: "E' assolutamente necessario mettere mano al regolamento del decentramento per riformarlo e diminuire il numero delle Circoscrizioni". Vitarelli motiva la fretta: "Dobbiamo fare chiarezza su quello che si vuole fare e metterci al lavoro subito per consentire ai cittadini di avere un quadro chiaro in vista del voto del 2009".


La regione aumenta le comunità montane scontro nel centro-sinistra, insorge la cdl (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-10-2007)

 

Il voto in commissione ripristina l'ente del Carso, che era stato abolito: si passa da 9 a 10. L'opposizione: moltiplicati gli enti Il relatore Petris: demagogico definire la montagna un costo della politica Ma i Cittadini scelgono l'astensione dal voto La Regione aumenta le Comunità montane Scontro nel centro-sinistra, insorge la Cdl TRIESTE. Rinasce la comunità montana del Carso. Sepolta in passato - insieme alle altre nove - dal precedente governo regionale di centrodestra, è stata resuscitata ieri per volere della giunta Illy. In un clima di accese polemiche: mentre il Governo Prodi si prepara ad abbattere la scure su questi enti con l'intento di razionalizzare e risparmiare, il centrosinistra - accusa la Cdl - "burocratizza ancor più il sistema. Inopportuno - dicono - creare una Comunità montana che rappresenta solo un costo istituzionale in più per i cittadini". Perplessità serpeggiano nella stessa maggioranza: i Cittadini per il Presidente si astengono dal voto in commissione: "Aspettiamo la legge dello Stato", suggeriscono. Un'idea che piace anche ad alcuni diessini. Tranquillo l'assessore regionale alla Montagna, Enzo Marsilio: "Il ddl ha l'obiettivo di incanalare la programmazione montana a livello integrato evitando doppioni, coinvolgendo oltre alla politica anche i portatori di interesse, per responsabilizzare e far prendere coscienza al territorio delle possibilità e promuovere scelte, obbligando la gente a confrontarsi". Ma la tesi non convince Fi, An, Lega e Udc. Il ddl. Si chiama "Norme per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio montano", è di iniziativa giuntale e ieri ha ricevuto il via libera in II Commissione consiliare, presieduta da Mirio Bolzan (Ds-Pd). A favore si sono espressi Ds, Margherita, Prc e Pdci. Contrari Udc, Lega e Fi. Astenuti, come detto, i Cittadini. In aula saranno relatori Renzo Petris (Ds-Pd) per la maggioranza e Maurizio Salvador (Udc) e Daniele Galasso (Fi) per le opposizioni. I finanziamenti. Sono stati indicati 13.364.096 di euro, suddivisi in 6.682.048 euro per il 2008 e il 2009. ma si tratta, spiega Marsilio, di risorse afferenti la "vecchia" legge sulla Montagna. "Auspico maggiori risorse assegnate con la prossima Finanziaria, ricordando che grazie alla programmazione integrata potremo usufruire di fondi comunitari". I favorevoli. "Demagogico definire la montagna un costo della politica da eliminare". Petris replica così alle critiche dell'opposizione. Auspicando che il provvedimento "possa diventare legge entro gennaio", il diessino ha sottolineato le difficoltà politico-procedurali incontrate per la presenza di due schemi concettuali diversi: ridisegnare l'apporto finanziario che la Regione destina alla montagna friulana, giuliana e isontina e istituire una Comunità montana, argomento che tocca il tema dei costi della politica. Convinta assertrice della necessità dell'ente Bruna Zorzini (Pdci). Che aggiunge: "Come Regione speciale con competenza primaria non dobbiamo temere nulla; il problema delle Comunità montane in genere e del ripristino di quella del Carso è politico. E un preciso impegno di programma lo prevedeva". I Cittadini. Pur favorevole allo sviluppo e agli investimenti in montagna, Uberto Fortuna Drossi (Cittadini) ha motivato l'astensione ricordando la discussione in corso al Governo sulla riorganizzazione delle Comunità montane. Non solo. Preoccupazioni vengono anche "per la sovrapposizione di ruoli fra Enti locali, che provoca solo costi". La Cdl. "Non sarà questa legge a rilanciare la montagna o a portare rimedio ai suoi problemi cronici: il provvedimento aumenterà la burocrazia", afferma convinto Salvador. Di più, aggiunge Galasso. Si tratta di "un testo buono solo nel titolo: ci troviamo di fronte a una legge di spesa, le cui finalità sono buone in potenza, ma in pratica la legge non raggiunge gli obbiettivi. Non serve a nulla se non a dirottare soldi verso l'area montana senza una strategia e denota incertezze per gli emendamenti della giunta dell'ultimo momento. Burocratizza ancor di più il sistema e trascura l'Agemont". Posizione condivisa da An con Ciriani e Ciani. Inoltre, per l'azzurro, "la Comunità del Carso era materia da affrontare in sede di legge 1 del 2006: c'erano altre strade per dare rappresentanza ai cittadini, non certo con un nuovo ente di cui non si sentiva il bisogno". Gli fa eco Maurizio Franz (Lega Nord): "Al di là dell'obiettivo di dare sostegno alle aree montane - spiega - l'idea di mettere in campo nuovi modelli non trova realizzazione". Sonia Sicco.


Burlando e la casta dei <belinun> pag.1 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 10-10-2007)

 

Burlando e la casta dei "belinun" di Paolo Granzotto - mercoledì 10 ottobre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato E poi parlano di deriva dell'antipolitica, di populismo. Ma come si può dar ancora credito ad una classe politica che sforna macchiette come Burlando o come il rifondarolo rintronato dai cori dell'Armata Rossa? Come è possibile seguitare a portar rispetto a istituzioni teatro di sceneggiate (sempre con gettone di presenza, mi raccomando) indecorose? Altro che momento do belinun, qui si ha l'impressione che il belinun sia la condizione permanente degli appartenenti alla Casta. Belinun che l'emergente Walter Veltroni, tra poche ore incoronato segretario del Piddì, chiama "la bella politica" e lo sprofondato Burlando "vento nuovo" (del quale si dichiara "in sintonia". Come no). << Pagina precedente.

 

 

 

La Stampa 10-10-2007 Corte dei conti: perplessi su manovra. Dopo le critiche del commissario Ue,i dubbi della magistratura contabile. Draghi: giusti interventi su Irap e Ires

 

ROMA
«Il quadro alla base della manovra di bilancio per il 2008 ci prospetta una situazione dei conti pubblici e scelte di copertura dei maggiori oneri che non possono non destare perplessità e preoccupazione». Ad affermarlo il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, nel corso di un’audizione sulla Finanziaria 2008 al Senato.
La Corte dei conti, poi, evidenzia le difficoltà nell’ottenere risparmi con la riduzione della spesa corrente per la copertura della Finanziaria. «Alla copertura delle legge finanziaria - ha affermato il presidente della Corte Tullio Lazzaro nel corso di un’audizione sulla Finanziaria davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato - concorre per poco più del 15% (1,757 miliardi) la riduzione delle spese correnti.

Per circa 1,332 miliardi le risorse di parte corrente sono assicurate dalla razionalizzazione della pubblica amministrazione e riqualificazione della spesa in gran parte legata (525 milioni) al contenimento dei consumi intermedi, connesso all’attivazione di ulteriori misure per ottimizzare il sistema degli acquisti di beni e servizi. L’acquisizione di tale risparmio - ha concluso - presenta qualche profilo di problematicità».

Draghi: progressi modesti nella riduzione degli squilibri
«I progressi nella riduzione degli squilibri di bilancio sono modesti». Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel corso dell’audizione sulla Finanziaria davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il governatore si riferisce alle scelte fatte sia nel 2007 che in Finanziaria 2008 sull’utilizzo di «entrate inattese». «Nel corso del 2007 - ha sottolineato Draghi - le entrate inattese sono state in larga parte utilizzate per finanziare aumenti di spesa. Scelte analoghe caratterizzano la manovra di bilancio per il 2008, che accresce il disavanzo rispetto al suo valore tendenziale. Gli interventi necessari per raggiungere il pareggio sono rinviati al triennio 2009-2011».

 

 

La Stampa 10-10-2007 L’antipolitica e la nevrosi del taglio CARLO BASTASIN

 

Le «tasse bellissime» di Tommaso Padoa-Schioppa, subito entrate nella centrifuga delle televisioni e poi stirate e appiattite dai giornali, hanno accentuato nell’opinione pubblica l’immagine «non politica» del ministro dell’Economia. Si tratta di un paradosso perché a ben vedere solo chi ha molta fiducia nella politica può difendere oggi appassionatamente la mediazione economica e sociale dello Stato. Perché sono parse parole marziane? Lo sappiamo tutti: il disprezzo per gli attori della politica e per la loro irresponsabilità decisionale è così diffuso, che anche una sollecitazione morale a comportamenti solidali appare provocatoria. Le critiche convergenti da destra e da sinistra all’opportunità del richiamo morale del ministro sono un primo segno delle conseguenze negative dei processi che si mettono in atto quando l’indignazione di massa è così forte da prevalere sul giudizio. A ben vedere, infatti, anche il dibattito sul nuovo partito della sinistra, così come quello interno all’opposizione, risentono già dell’influenza dell’antipolitica.

Il clima provocato dagli abusi della casta gioca a sfavore soprattutto degli argomenti tradizionali della sinistra, ma deteriora anche quelli di destra. Elogiare i doveri fiscali non è solo, da sinistra, la riaffermazione di un’etica collettiva, ma rivela la concezione dello Stato come attore benevolente, incaricato di massimizzare il benessere sociale, la cui capacità di offrire un livello ottimale di beni pubblici dipende dalla solidità del prelievo fiscale. Opposta è la logica dell’antipolitica che osserva l’intera sfera politica come un ambito di opportunisti dediti a massimizzare i propri interessi e i propri redditi. Il disprezzo per la politica della casta usa quindi la stessa legittima insofferenza della destra nei confronti del Leviatano affamato, che impone un prelievo eccessivo, umilia l’iniziativa e inibisce le aspirazioni degli individui, ma al tempo stesso ne sminuisce il messaggio a un unico imperativo: Tagliare! Tagliare la politica!

La nevrosi del taglio si è già trasferita ai programmi politici: tagliare le tasse o tagliare la spesa come unica premessa alla disciplina della politica anch’essa oggetto di tagli. Veltroni propone di tagliare il debito vendendo gli immobili pubblici, ipotesi non nuova e illusoria, e nel governo si parla di restituzione fiscale come finalizzazione del programma. Il taglio dell’Ici inserito in Finanziaria è un esempio di un’operazione propagandistica priva anche di finalità equitative. A destra si riafferma la logica dei tetti al prelievo fiscale e del programma centrato sul generico taglio delle tasse, nonostante il fallimento dell'ultima legislatura. Le ricette sono indiscriminate, non è tempo di sottigliezze sulla qualità della spesa, né di ragionamenti sulle generazioni future, né di visioni del paese nel contesto globale. Non c'è più tempo per realizzare ampie riforme strutturali necessarie a rendere dinamica la società e l'economia: amputare è più urgente di crescere.

Ma la realtà non è questa. Tagli e riforme sono gli uni legati alle altre: servono a sostituire la cattiva politica con quella buona. Le ultime due finanziarie dimostrano che troppa comprensione per i vincoli politici contribuisce ad aumentare la spesa pubblica senza creare il consenso per le riforme. Al contrario, in assenza di riforme ambiziose, bisogna essere implacabili con una spesa pubblica che continua a crescere. Ma se invece non si ha alcuna fiducia nella politica e quindi non si pretendono comportamenti morali, allora i tagli alla spesa o alle tasse sono inutili, perché invece di privilegiare le risorse necessarie alla crescita, le sacrificano: se i politici sono tutti opportunisti, salveranno dai tagli solo i propri interessi. In fondo perfino i meritori limiti quantitativi di Maastricht hanno sacrificato la spesa per investimenti più di quella corrente. Come si vede, se non si mette al centro del programma politico la crescita del Paese, allora qualunque sia la preferenza ideologica si finirà sempre in un paradosso.

 

 

 

Indice degli articoli del 9-10-2007

1.      Assise civica, si spende troppo per i gruppi ( da "Centro, Il" del 09-10-2007)

2.      Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)

3.      Gli oltre 400 ex dipendenti temono il ridimensionamento o l'addio ai finanziamenti per il consorzio campania nord ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 09-10-2007)

4.      Basta chiacchiere, adesso aboliamo il Cnel ( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)

5.      POLEMICA SUI FINANZIAMENTI IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI ( da "superEva notizie" del 09-10-2007)

6.      SPAZIO: ZAPPA, FINANZIAMENTI PUBBLICI NECESSARI PER OTTENERE RISULTATI ( da "Asca" del 09-10-2007)

7.      Roma L'Unione delle Province ( da "Gazzettino, Il" del 09-10-2007)

8.      Con internet le sedute consiliari sul computer di casa ( da "Tirreno, Il" del 09-10-2007)

1.      IL CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la convocazione "Non sono ... ( da "Brescia Oggi" del 09-10-2007)

  1. Iniziativa per tagliare i costi della politica ( da "Centro, Il" del 09-10-2007)

  2. I presidenti di circoscrizione: aumentateci lo stipendio ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

  3. Poli Bortone ha disposto i primi tagli ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

  4. Circoscrizioni, è scontro sulle indennità ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

  5. Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano oltre 120mila euro l'anno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

  6. Tagli di assessori, protestano i Comuni ( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)

  7. I palazzi della politica, i doppi incarichi e le cinque poltrone di Antonio Pastorello ( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)

  8. Un membro effettivo dei sindaci del collegio sindacale Etm è socio al 50% della s ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 09-10-2007)

  9. L'ex consigliere di amministrazione della Sif (Società Interporto di Frosinone), Angelo Ru ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-10-2007)

  10. Meno di un'ora di confronto e tutti a casa. Con in tasca un gettone da cento euro. Il dibattito ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 09-10-2007)

  11. Asam nella bufera, affossato il Cda ( da "Giornale di Vimercate" del 09-10-2007)

  12. Meno costi dei politici per Robbiate, <svendita> dei terreni per Lomagna e accertamenti per Airuno ( da "Giornale di Merate" del 09-10-2007)

  13. Consiglieri e assessori, la scure della Finanziaria ( da "Corriere Adriatico" del 09-10-2007)

  14. Troppi assessori, tagliamone due Costi della politica, proposta dell'Ulivo ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 09-10-2007)

  15. La Loggia approva i nuovi confini delle Circoscrizioni ( da "Giornale di Brescia" del 09-10-2007)

  16. Sconti Ici, i comuni insistono sulle detrazioni Irpef ( da "Italia Oggi" del 09-10-2007)

  17. Approvata all'unanimità la nascita delle consulte cittadine ( da "Corriere delle Alpi" del 09-10-2007)

  18. Noi siamo sul ponte del titanic ( da "Provincia Pavese, La" del 09-10-2007)

  19. Scapini esagerato , 3 gol in 14' ( da "Arena, L'" del 09-10-2007)

  20. Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)

  21. Sala rossa, tutti per lo stipendio fisso - diego longhin ( da "Repubblica, La" del 09-10-2007)

  22. Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 09-10-2007)

  23. Tagli ai cda, si parte da friulia holding ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 09-10-2007)

  24. Piano sanitario, c'è l'intesa Chiudono dieci Asl Risparmi per 60 milioni ( da "Stampa, La" del 09-10-2007)

  25. Prelati adesso fa sul serio <Abolire i consigli di quartiere> ( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)

  26. Costi della politica, l'opposizione va all'attacco ( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)

  27. "Se tagliassimo gli stipendi in Regione?" ( da "Stampa, La" del 09-10-2007)

  28. Imprevisti ddl lanzillotta e finanziaria ( da "Riformista, Il" del 09-10-2007)

  29. Benvenuta l'antipolitica ( da "Tribuna di Treviso, La" del 09-10-2007)

  30. Basta chiacchiere, adesso aboliamo il Cnel ( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)

32.  AL PRIMO POSTO c'è il taglio dei costi della politica. Po ( da "Nazione, La (Livorno)" del 09-10-2007)


Assise civica, si spende troppo per i gruppi (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 09-10-2007)

 

L'Aquila Assise civica, si spende troppo per i gruppi Sono diventati venti, dieci sono "mono". è la metà dell'intero consiglio comunale Il presidente Benedetti "Abbiamo ridotto il numero delle sedute" Ma c'è chi chiede modifiche allo statuto L'AQUILA. Quattordici gruppi consiliari, cinque dei quali costituiti da un solo consigliere. Era questo il quadro emerso all'indomani delle elezioni amministrative. Ma quel numero è via via lievitato fino a raggiungere ora, dopo appena quattro mesi, quota venti. E raddoppiati sono i cosiddetti monogruppo. Una situazione che espone Palazzo Margherita al rischio di dover allargare i cordoni della borsa per sostenere i costi delle più "affollate" riunioni, sia delle commissioni che dei capigruppo. Nell'ultimo scorcio dell'amministrazione Tempesta, secondo i dati forniti dagli uffici comunali, si era registrata un'impennata della spesa relativa al lavoro svolto dai consiglieri (in particolare quelli presenti in alcune commissioni), che percepiscono un gettone di presenza (80 euro lordi) cumulabile fino a un massimo di 1.470 euro lorde al mese. Allora i gruppi erano tredici. Oggi siamo a venti. A quelli costituiti nella prima seduta consiliare, (14 ai quali si era aggiunto subito il gruppo misto) sono andati, infatti, ad aggiungersi la Dc per le autonomie, La destra, la Democrazia cristiana, i Liberaldemocratici (tutti monogruppo), e la Sinistra democratica. Così il rapporto gruppi-consiglieri è diventato di uno a due. E la metà dei venti è costituita da un solo consigliere che svolge anche la funzione di capogruppo. Una situazione che rischia di vanificare il lavoro fin qui svolto dall'amministrazione per ridurre al massimo le spese. E in tal senso, la stessa presidenza del consiglio ha avvertito al necessità di fissare un minor numero di sedute in cui concentrare il maggior numero possibile di provvedimenti. "Stiamo lavorando per non sprecare le risorse" afferma il presidente Carlo Benedetti. "E' vero, il numero dei gruppi è aumentato enormemente, ma non c'è confronto con quanto accadeva prima. Non ci sono più sedute convocate per esaminare solo uno o due punti all'ordine del giorno e finora tutti i consiglieri hanno mostrato grande senso di responsabilità". Ma il problema resta e c'è chi è già pronto a sollevare il "caso" dei monogruppi e a chiedere la modifica dello statuto. (m.m.).


Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)

 

CONTRO LA FINANZIARIA STATALE. Intanto però c'è da adeguarsi alla norma in breve tempo Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso La giunta Galan: "Abbiamo già impugnato davanti alla Corte costituzionale la parte di legge sulle Regioni"   La Finanziaria statale - massimo di cinque componenti nelle aziende partecipate e queste devono modificare il loro assetto statutario - fa cadere i veli su incarichi e gettone di presenza. Le commissioni speciali finiscono in restauro e urge distribuire qualche presidenza. La Finanziaria statale del 2007 ha infatti chiesto bruscamente un adeguamento che la Regione provvede ad attuare stabilendo alcuni paletti: massimo di consiglieri tra tre e cinque per i consigli di amministrazione delle aziende a totale partecipazione regionale, mentre nei cda (consigli di amministrazione) delle società miste il numero dei consiglieri di nomina pubblica dovrà essere in totale non superiore a cinque. La notizia è dell'8 agosto. Prima della pausa estiva la giunta si è riunita per l'ultima seduta che ha fruttato appunto la delibera del ridimensionamento obbligato della presenza di amministratori di aziende con incarico pubblico: taglio di poltrone, questa è la decisione, ma con un codicillo nero su bianco che spiega con grandissima chiarezza il metodo. La giunta esprime infatti la promessa esplicita di una "resistenza in giudizio" che presuppone un disaccordo abbastanza netto sugli obblighi creati dalla legge Finanziaria. Intanto ci adeguiamo perché non possiamo farne a meno, dice insomma la giunta Galan, però all'obbligo si risponderà con un ricorso che rappresenta appunto la resistenza in giudizio, cioè l'opposizione alla legge dello Stato e quindi la convinzione che un preciso diritto di autonomia subisca una aggressione lesiva e mal digerita. La stessa vampata restauratoria pare allargarsi peraltro su altre realtà della filosofia regionale. Un ottimo modello che funziona addirittura da paradigma è quello delle commissioni speciali. Erano cinque, si occupavano di: legge per Venezia, devoluzione, prezzi, rapporti comunitari, rapporti con i paesi in via di sviluppo. L'assetto a cui obbedivano era quello di un presidente, un vicepresidente ed un segretario consigliere, gratificati di emolumento suppletivo rispetto a quello di consigliere regionale, e di componenti senza gettone supplementare perché già retribuiti in quanto consiglieri regionali. Nei primi mesi dell'anno le commissioni speciali sono state abolite con una motivazione ben comprensibile: erano un costo sfrondabile anche perché il risultato del loro lavoro poteva essere ricavato per altra via, cominciando da quella della normale attività di consiglio. Ora sta girando la voce - e gira tanto insistentemente da non poter essere snobbata in alcun modo - che si sia sul punto di ripristinare, di restaurare, di tornare al punto di partenza. Se è vero - e la voce circolante giura che si arriverà proprio a questo - la spiegazione più realisticamente ammissibile è probabilmente una sola: mancano sfoghi ed obbiettivi "ragionevoli" per vari personaggi di vario livello a cui bisogna assicurare almeno una presidenza. Una presidenza non si nega a nessuno, specie se negare equivale a spalancare le porte ad un contenzioso particolarmente insidioso perché gli scontenti che bussano ora insistentemente alla porta fanno parte normalmente dell'area che gestisce il potere. Ma, per ritornare al quadro di assieme su cui si va ad abbattere la scure taglia/posti della delibera di agosto così malvolentieri votata dal Veneto, accade che varie società di primo piano come Veneto Sviluppo, Veneto Strade, Veneto Innovazione, Rocca di Monselice srl, Ferrovie venete, Rovigo fiere, Veneto Acque, Veneto Nanotech, eccetera, sono in testa alla lista. Palazzo Balbi sottolinea che questa sua delibera di agosto è uscita in realtà da una iniziativa autonoma e di aver già intrapreso un cammino di razionalizzazione delle proprie partecipazioni societarie avviate fin da marzo allo scopo "di perseguire politiche di efficienza degli apparati amministrativi". Fermo restando l'opporsi in giudizio dichiarato sul principio nel ricorso alla Corte Costituzionale. Riferendosi al tetto massimo dei consiglieri di amministrazione ripreso pari pari dalla Finanziaria la giunta inserisce nel suo provvedimento un memento non secondario: "La Regione ha già impugnato davanti alla Corte costituzionale la parte di Finanziaria che impone l'adeguamento degli ordinamenti regionali perchè la ritiene lesiva delle potestà costituzionalmente garantite all'ente regionale". Da qualsiasi prospettiva si consideri la questione, comunque, siamo di fronte ad una rivoluzione vera e propria; basta guardare come esempio il consiglio di amministrazione di Veneto Strade, costituita nel 2001 e partecipata al 30 per cento dalla Regione: vi siedono in tutto 14 membri di cui ben 11 sono di nomina pubblica con quattro provenienti dalla stessa Regione (Welponer, Maraia, Pietrobon e Vernizzi), uno a testa per ciascuna amministrazione provinciale veneta, compreso il presidente. Tagli pesanti anche in Veneto Innovazione, costituita per curare iniziative nel campo della ricerca e dei servizi alle imprese, dove i consiglieri di nomina regionale sono 9 compreso il presidente Simonetto, o in Veneto Sviluppo che oltre alla presidente, la vicentina Irene Gemmo, vede la partecipazione di altre 6 persone di nomina regionale tra comitato esecutivo e consiglio di amministrazione. Assieme a tutto questo, un'altra notizia interessante almeno quanto la prima e cioè: Palazzo Balbi ha deciso con diversa delibera di rendere pubblici con diffusione sul bollettino ufficiale e sul sito internet anche i gettoni di presenza e gli emolumenti annuali di tutti gli amministratori di nomina regionale nelle società partecipate e negli enti strumentali della stessa amministrazione. E vero, si tratta anche in questo caso di un adeguamento alle disposizioni della Finanziaria, ma la eco non cala facilmente di intensità. Perché è un'altra rivoluzione in piena regola. E così ci si rende conto che tutti questi protagonisti della politica di seconda fase, prontissimi ed addestrati del resto alla prima buona occasione al passaggio al piano superiore, non è che si muovano di casa per niente, non occupano insomma quelle poltrone per la miseria di pochi soldi a fine mese. Vediamo qualche nome e qualche cifra. Il gettone di presenza da consigliere di Edilvenezia vale 300 euro, Gianalberto Medori, vicepresidente e consigliere delegato di Finest spa riceve un lordo annuo di 43.000 euro (gettone 258,23), Alessandro Giolai e Pietro Giuseppe Fasolo, da consiglieri, un annuo di 8.000 euro e identico gettone; la società Veneziana Edilizia Canalgrande ha un amministratore unico, Domenico Antonio Gusso, retribuito con 45.000 euro; Francesco Casa, presidente di Recoaro Terme spa, ha una indennità lorda annua di 15.000 euro + 7.000 mentre i consiglieri Todaro, Piccoli e Targhetta ricevono 5.164 Euro + 7.000. La bellezza di 160.000 euro sono pagati da Veneto Strade spa a Silvano Vernizzi, amministratore delegato, mentre i consiglieri Maraia, Pietrobon e Welponer hanno un emolumento, pure lordo, di 16.500 euro. Poi c'è Irene Gemmo che come presidente del cda di Veneto Sviluppo ha una indennità annua lorda di 30.212,73 + 3.222,69, con gettone per seduta di 227,24; i membri del comitato esecutivo Marchiotto e Stella hanno un compenso di 3.222,69 con identico gettone, mentre ai consiglieri Bissoli, Calvinato, Gerolimetto e Ziglio tocca il semplice gettone. Una più che discreta indennità annua lorda (100 mila euro) è assicurata poi a Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali spa, mentre Obiettivo Nordest sicav sta un po' più basso e paga il presidente Tiziano Zigiotto 51.500 euro. Ci siamo tenuti legati alle esigenze di sintesi per riferire di questo bosco che in realtà è una foresta vera e propria con sigle, presidenti, amministratori delegati, comitati esecutivi e di gestione, consiglieri, componenti di direttivi, eccetera. Pare di partecipare a quelle feste di Natale, quando la famiglia è come un reggimento. Gente che non vedi dall'anno prima, qualcuno di cui non ricordi più nemmeno la faccia. Però la tentazione di portarsi un fischietto e usarlo all'improvviso è irresistibile; solo per chiedere: chi di voi ha letto un libro in tutto questo tempo? Nella giungla inestricabile delle partecipate la confusione è anche peggio e la domanda assai più intrusiva: ma cosa fate di utile per tutti questi soldi?G.AR.  .


Gli oltre 400 ex dipendenti temono il ridimensionamento o l'addio ai finanziamenti per il consorzio campania nord (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 09-10-2007)

 

Chiudi Gli oltre 400 ex dipendenti temono il ridimensionamento o l'addio ai finanziamenti per il consorzio Campania Nord ORESTE D'ONOFRIO Sessa Aurunca. Ridimensionamento o addio ai finanziamenti per il contratto di programma del consorzio Polo tecnologico Campania nord? "E questa ormai la nostra sensazione, anzi è ormai una certezza", denunciano con rabbia alcuni degli oltre 400 ex dipendenti Formenti Seleco, in cassa integrazione da circa cinque anni. "Ci era stato assicurato - continuano - per l'ennesima volta, dopo tante date annunciate e regolarmente slittate, che entro la primavera o al massimo l'inizio dell'autunno del 2007 si sarebbe finalmente concretizzata la firma del contratto di programma che avrebbe permesso un graduale riassorbimento dei dipendenti Formenti. Sembrava, insomma, che questa sarebbe stata la volta buona. E invece un'altra presa in giro". Si riteneva scontato che entro la fine di settembre la questione del Polo tecnologico avrebbe affrontato la fase pre-Cipe, per poi passare al Comitato interministeriale per il via al contratto di programma. E invece tutto tace. "Siamo ancora a un'altra promessa non mantenuta - denuncia Adolfo De Petra della Fim Cisl - dovevamo essere allo sprint finale ed invece siamo ancora ai nastri di partenza. Chi sono i responsabili di tutto? Chi ha interesse che il progetto del Polo tecnologico vada in fumo?". Va giù duro contro tutti Roberto Catalano della Fiom Cgil: "Si tratta di cinque anni di pseudo-interessamento da parte delle istituzioni, dai ministeri del Lavoro e Attività produttive fino alla Regione, alla Provincia e ai nostri passati e presenti amministratori comunali. Non c'è stata da parte di alcuno una volontà vera, seria di risolvere i nostri problemi. E assurdo - continua Catalano - che in presenza di 50 milioni di finanziamenti pubblici ed altrettanti dei privati non si riesca a pervenire alla firma del contratto di programma e al decollo del Polo tecnologico. Chi ha deciso di mettere il freno? Che cosa stanno facendo i nostri rappresentanti politici?". Va ricordato che il Cipe aveva già dato il via al contratto di programma del Polo l'11 febbraio del 2005. Sembrava, ormai, cosa fatta. Ci fu un sospiro di sollievo da parte degli operai. Nei mesi successivi si registravano, invece, problemi tecnici e inspiegabili tempi lunghi per la firma del contratto. Si registrava, poi, l'uscita dal Polo della DM Elektron, per cui era necessaria la rimodulazione del contratto di programma e il ricorso alla fase pre-Cipe e Cipe, che sarebbero dovute avvenire entro i primi sei mesi del 2007. Finora solo parole. Anzi sembra che la situazione si faccia sempre più ingarbugliata. C'è chi giura, infatti, (anche qualche amministratore comunale) che ormai i finanziamenti stiano per essere dirottati altrove. Che ci sia volontà politica di finanziare progetti in altre zone del casertano, a cominciare dal comune di Marcianise. Da qui la situazione di stallo per Sessa. Ma gli operai sono decisi a difendere fino all'ultimo il posto di lavoro: "Scenderemo in piazza e faremo sentire la nostra voce anche a quei politici che continuano a giocare sulla pelle di 400 famiglie".


Basta chiacchiere, adesso aboliamo il Cnel (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)

 

Lo sapete come andrà a finire? Che non cambierà nulla a proposito dei costi della politica. Oggi governo, presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel dare risposte, nel proporre tagli, ridimensionamenti e ipotizzare futuri tagli ed eliminazione degli sprechi. Home prec succ Contenuti correlati ''Le tasse sono una cosa bellissima..." Grave anziano caduto da un albero I cani abbandonati aspettano un padrone Si cercano soluzioni per "Colle Arpea" Blitz dell'Isa sul campo del Viadana Morolo, tre punti di platino La graduatoria respira Minturno, il "118" trasloca. Sede in via Cadorna Ottimismo ma anche perplessità sul nuovo ospedale cittadino Minturno, il "118" trasloca. Sede in via Cadorna Ma in concreto che cosa sta veramente avvenendo? Cominciamo dalla Finanziaria 2008. Si sono proposti: l'aumento automatico degli aumenti degli stipendi parlamentari attualmente agganciati a quelli dei presidenti di Corte di Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti; l'abolizione di 105 comunità montane,su 356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il taglio di 1260 comuni dalle comunità montane; nessun consiglio circoscrizionale per i comuni fra i 30 mila e 100 mila abitanti (il risparmio è di circa 79 milioni l'anno); i compensi dei consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti per complessivi 205 euro l'anno. In più si aggiungano gli impegni di spesa del Quirinale (aumentati di 17 milioni di euro, rispetto al bilancio di previsione 2007 e che dovrebbero rimanere fermi a 241 milioni di euro nel 2008). Questo significa che la nostra massima istituzione repubblicana continuerà a costare due o tre volte in più delle analoghe istituzioni della Francia, della Germania e delle monarchie inglese e spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione pubblica, che il grillismo, le inchieste sui quotidiani, i libri di successo e le trasmissioni radiofoniche hanno rappresentato. Ma tutti i capitoli di risparmio, analizzati con attenzione, scoprono facilmente punti deboli, insufficienze e varchi che possono far dilatare i tempi all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere approvati. E, in quanto ai risparmi veri, al di là della facciata, se saranno approvati si tradurranno in cifre molto marginali che sostanzialmente non faranno cambiare granchè, rispetto ai colossali sprechi della politica e delle istituzioni ormai sotto gli occhi di tutti. Non potendoci dilungare troppo ci limitiamo a qualche esempio. Gli stipendi dei parlamentari, attualmente, risultano agganciati automaticamente a quelli degli alti magistrati. Parliamo di "stipendi base" e non della pletora delle indennità che fanno aumentare moltissimo il "monte retributivo" mensile. Perché allora non proporre una legge che abolisca questa indicizzazione collegata alla magistratura? In questo modo si potrebbe verificare in concreto chi è favorevole o contrario ai costi di deputati e senatori. Poi i rimborsi per le spese elettorali. Potrebbero essere ancora consentiti, ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione: la registrazione dei partiti (e dei sindacati) e la pubblicizzazione dei loro bilanci, con un controllo da parte di una autorità pubblica. Per quanto riguarda le comunità montane, tranne pochissime eccezioni, dovrebbero essere cancellate. I risparmi ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità montane, Enrico Borghi (Dl): "Non si tratta di tagli. Se vengono chiuse delle comunità montane il personale viene trasferito nelle altre amministrazioni pubbliche, cioè da una parte si toglie e dall'altra parte si aggiunge. I 66 milioni di euro sbandierati non sono risparmi effettivi, ma una semplice operazione di cassa". Credo che ogni commento sia superfluo. Nessuno, inoltre, parla della eliminazione di un altro organo costituzionale assolutamente inutile, oltre che costosissimo: il Cnel. Un tempo veniva definito la "terza Camera", ma in realtà ogni tentativo di riformarlo è stato vano. Non si parla più della sua chiusura per interesse sia delle caste politiche che a di quelle sindacali: sono rappresentate entrambe. Ma se venisse chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. Ci guadagnerebbero solo le finanze dello Stato. La risposta più concreta alla forte domanda di moralizzazione della politica è venuta da una proposta trasversale,quella di Fini e Di Pietro (taglio radicale del numero di ministri e sottosegretari, riduzione del numero degli assessori comunali e provinciali,soppressione delle comunità montane e l'indicazione di altre misure per ridurre sensibilmente i costi della politica eliminando tutti gli sprechi). Non si parla di cancellazione delle Province, ma c'è una spiegazione: questo ente intermedio tra Comuni e Regioni sono previste dalla Costituzione e, per cancellarle, è necessaria una revisione della nostra Magna Carta. E fin'ora non c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e, in seguito, le proposte di abolizione di questo inutile e costoso ente sono state decine. Ma le Province, sono diventate grandi centri di potere, e ogni anno il loro numero è andato via via aumentando. Con la benedizione di tutti i partiti. Aldo Forbice.


POLEMICA SUI FINANZIAMENTI IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI (sezione: Costi dei politici)

( da "superEva notizie" del 09-10-2007)

 

News POLEMICA SUI FINANZIAMENTI IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI A cura di Angela Platania Pubblicato il 09/10/2007 " Invia tramite EMAIL " Versione per la STAMPA " Le vostre opinioni TRA I PROGETTI, QUASI 14.000 EURO A MINGHI, 50.000 A JIMMY FONTANA Nell'arco di tre mesi, da fine aprile a fine luglio, l'Imaie ha elargito finanziamenti a 1.457 soggetti per un importo totale di oltre 20 milioni. E' quanto emerge da un sarcastico elzeviro firmato "Penna rossa" e pubblicato sul settimanale online "M&D", l'autorevole rivista discografica. Il pezzo, intitolato "Bengodi esiste: è un istituto", dedicato ai finanziamenti dell'Imaie, si polemizza con la politica dei finanziamenti erogati dall'Istituto che tutela i diritti degli Artisti, interpreti ed esecutori. I finanziamenti nell'arco di tre mesi per un importo totale di 19.748.000 euro sono stati elargiti grazie "a dieci delibere motivate sulla base della promozione della musica e della cultura". Tra gli esempi citati da "Musica e dischi", 13.806 euro ad Amedeo Minghi, 9.314 euro a Mal, 20.000 euro a Rossana Casale, 50.000 euro a Jimmy Fontana, 30.000 ad Albano per non parlare di associazioni culturali come Le Rane Tibetane, 12.000 euro. "Lo sviluppo della cultura è assicurato, dunque ? osserva l'elzeviro del settimanale on line - solo un dubbio: se un finanziamento che viene dallo Stato viene definito 'statale' come potremmo definire un finanziamento che viene dall'Imaie?".


SPAZIO: ZAPPA, FINANZIAMENTI PUBBLICI NECESSARI PER OTTENERE RISULTATI (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 09-10-2007)

 

(ASCA) - Roma, 9 ott - ''Solo gli investimenti nel settore possono portare a risultati significativi''. Il Direttore Generale di Finmeccanica, Giorgio Zappa, ribadisce la necessita' di un maggiore impegno per il programma spaziale italiano ed europeo e, intervenendo ad un convegno, sottolinea che ''e' importante una disponibilita' certa e immediata dei finanziamenti pubblici sia dell'Unione europea, sia dell'Esa''. Per Zappa ''un'organizzazione efficace del programma potrebbe prevedere un ruolo politico dell'Unione europea, l'erogazione e la gestione dei finanziamenti da parte dell'Esa e un ruolo di prime contractor assegnato all'industria''. In merito a programmi futuri il direttore generale di Finmeccanica spiega che essi ''dovranno essere concentrati su filoni selettivi e di rapida realizzazione'', mentre guardando ai programmi in essere ed in particolare al programma Galileo sottolinea che ''e' un programma internazionale e un importante terreno di collaborazione, per questo non e' accettabile che subisca ritardi che potrebbero compromettere la sua realizzazione''. Secondo l'Amministratore Delegato di Thales Alenia Space, Pascal Sourisse, ''siamo oggi obbligati a constatare che l'Europa arranca in mezzo ai budget che stagnano e ai programmi, quali Galileo, che stentano a mettersi in marcia''. Per Sourisse ''questa Europa ha bisogno di costruirsi attraverso dei finanziamenti delle regole di governo di un'organizzazione e politica industriale determinante e volontaristica''. glr/som/ss.


Roma L'Unione delle Province (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 09-10-2007)

 

RomaL'Unione delle Province italiane vuole fare la sua parte per la riduzione dei costi della politica. Di qui la condivisione per la riduzione di consiglieri e assessori provinciali, contestualmente a quella degli altri organi istituzionali. Ma l'Upi critica con forza la previsione relativa alla limitazione degli importi dei gettoni attualmente corrisposti ai consiglieri, "che non porterebbe, comunque, a significativi risparmi di spesa". E quanto, tra l'altro, ha detto la delegazione dell'Upi, ricevuta in audizione ieri sera dalle commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, guidata dal presidente dell'Upi, Fabio Melilli.Melilli ha anche sostenuto la necessità di migliorare la disposizione riguardante gli avanzi di amministrazione e, relativamente al patto di stabilità, ha chiesto di superare i vincoli nella formulazione del bilancio di previsione previsti dalla Finanziaria del 2007. Ha chiesto poi maggiore coraggio sul fronte degli investimenti degli enti locali, premiando gli investimenti di Comuni e Province e il corretto utilizzo delle risorse disponibili in bilancio. Tornando infine sui costi della politica, il presidente dell'Upi ha fatto notare come la campagna per l'abolizione delle Province "confonde il problema dei costi della politica con quello del riordino delle istituzioni e contraddice l'evoluzione degli assetti istituzionali degli ultimi decenni". Upi chiede che in Parlamento sia ribadita la volontà di avviare un'opera di profondo riordino e razionalizzazione delle strutture pubbliche.Da parte loro le Comunità montane chiedono che sia stralciato l'articolo del disegno di legge contenente la Finanziaria 2008 che comporterebbe, da subito, la soppressione di oltre 100 comunità montane e l'espulsione di 1.978 comuni dalle stesse comunità. Secondo l'Uncem, la norma "non è coerente con il contenuto della Finanziaria" e sarebbe opportuno rimandare la riflessione a un confronto che veda coinvolta anche la Conferenza Unificata e le Regioni. Se non fosse possibile lo stralcio, l'Uncem chiede l'inserimento di una norma che preveda entro il termine di un anno l'individuazione, concertata e condivisa con le Regioni, di nuovi, appropriati ed esaustivi principi di montanità. Altro punto dell'articolo criticato dall'Uncem è la riduzione di oltre un terzo (66,8 milioni di) della dotazione del Fondo ordinario delle Comunità montane, pari a 190 milioni di euro nel 2007, a partire dal 2008. L'Uncem richiede al Parlamento di avviare senza indugi e senza ulteriori rinvii l'esame della riforma della legge sulla montagna.

 

Con internet le sedute consiliari sul computer di casa (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 09-10-2007)

 

TECNOLOGIE Con Internet le sedute consiliari sul computer di casa PIOMBINO. Il voto elettronico approda sui banchi del consiglio comunale e ogni seduta consiliare presto si potrà seguire comodamente da casa. La rivoluzione digitale avanza e dopo l'approvazione delle telecamere a guardia del traffico, adesso la giunta comunale ha approvato questo nuovo progetto. Il costo complessivo dell'operazione è di 40mila euro, che arriveranno dall'accensione di un mutuo. L'obiettivo è quello di "sviluppare la comunicazione tra i cittadini e l'amministrazione comunale per renderli sempre più partecipi ai processi decisionali". Basterà collegarsi al sito web del Comune per poter assistere, tra alcune settimane, alle sedute consiliari. Si potrà vedere in diretta quali mozioni vengono discusse e come si comportano in aula i rappresentanti dei partiti di maggioranza e minoranza. Da poco, infatti, è stato sistemato in sala consiliare un nuovo impianto capace di registrare gli interventi su supporti informatici, alleggerendo non poco il lavoro amministrativo di resoconto di ogni seduta (che avviene in media una volta al mese). Non resta che potenziare questo impianto e dotarlo di tutta la strumentazione necessaria per permettere ai cittadini di seguire via web i dibattiti del consiglio comunale, ascoltando gli interventi dei vari consiglieri, guardando chi sono i presenti e gli assenti, dare un'occhiata alle votazioni precedenti e via di questo passo. Presto ogni consigliere non esprimerà più il proprio voto con la vecchia alzata di mano, che ora rischia di andare definitivamente in pensione. L'avvento dei tempi moderni introduce il "voto elettronico". In pratica varie postazioni del consiglio comunale potranno essere abilitate attraverso un'apposita card che sarà consegnata a ogni consigliere. Il sistema elettronico che verrà adottato sarà poi in grado di fornire anche una serie di stampate (sulle presenze e le assenze, sul quorum e così via) che andranno a formare la documentazione ufficiale di ogni seduta. Il nuovo sistema potrà produrre anche tutta la documentazione periodica necessaria all'amministrazione comunale per pagare, ad esempio, il gettone di presenza a ogni consigliere. Piombino è il primo Comune della Val di Cornia a realizzare questo servizio che avvicina i cittadini alla vita istituzionale della città. Nel corso dei prossimi giorni, l'amministrazione comunale individuerà, attraverso le procedure di gara, la ditta che fornirà la strumentazione necessaria. Nel frattempo si procederà all'accensione del prestito. K.G.


IL CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la convocazione "Non sono ... (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 09-10-2007)

 

IL CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la convocazione "Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar" Petriccione: "Aboliamo il gettone di presenza" Contravvenzioni e parchi nelle interrogazioni   Con il clima di tensione che regna in Loggia, anche le modalità di notifica di una convocazione possono trasformarsi in un motivo di tensione. Si è aperta così ieri la seduta del consiglio comunale, iniziata peraltro con tre quarti d'ora abbondanti di ritardo: la minoranza ha atteso fuori dall'aula che la maggioranza, con il consigliere Manlio Vicini di Prc, raggiungesse da sola il numero legale. Il capogruppo di Forza Italia Fausto Di Mezza ha pregato Laura Castelletti di verificare se i consiglieri Giorgio Maione e Marco Salvo avessero ricevuto l'invito a partecipare al consiglio. La risposta affermativa della presidente, che ha pure illustrato le ultime modifiche al regolamento secondo cui la convocazione viene recapitata per e - mail se il consigliere non chiede di essere avvisato con una diversa modalità, non ha convinto Maione: "Il nostro regolamento prevede ancora che i consiglieri siano avvisati tramite messo comunale. Il messaggio in posta elettronica comunque non mi è mai arrivato, tant'è che - assicura, annunciando che resterà fuori dall'aula - ho saputo del consiglio perché passavo di qui per caso". E ha annunciato che il suo gruppo sta valutando l'ipotesi di ricorrere al Tar per invalidare la seduta e le relative delibere. LA "QUERELLE" tra maggioranza e opposizione non ha mai abbandonato l'aula. "Qualcuno ci accusa, chiedendo la convocazione di consigli straordinari, di mettere le mani nelle tasche dei bresciani - ha esordito Giovanni Petriccione (Liberaldemocratici) -. In risposta, propongo di votare per questo e per i prossimi consigli la rinuncia al gettone di presenza". Una proposta che, per regolamento, non è stato possibile mettere in votazione già ieri. "Quando si chiede di abbassare i toni, sarebbe meglio guardarsi in casa", ha risposto subito Andrea Bartoli (Civica), ricordando che l'opposizione ha definito la maggioranza una "sputacchiera". Multe e aree verdi sono stati tra i temi principali all'oggetto delle sei interrogazioni affrontate in aula. Merita un cenno la richiesta di Andrea Arcai, che ha voluto sapere dall'assessore Dionigi Guindani quante contravvenzioni fossero state comminate ad automobili, biciclette e pedoni nel 2004 (rispettivamente 137.138, 136.343, 54 e 741, compreso il rispetto del regolamento di polizia urbana), 2005 (146.992, 146.394, 35 e 563), e 2006 (144.633, 143.906, 61 e 666). Numeri che, secondo il capogruppo di An, dimostrano che le due ruote non vengono ancora tenute sufficientemente sotto osservazione. Lo stesso Arcai ha poi chiesto delucidazioni in merito ad una sentenza del giudice di pace, che annullava la contravvenzione elevata ad una cittadina dopo un accertamento con il Trafficphoto (un "apparecchio - ha precisato Guindani - sostituito nel 2004 con nuove apparecchiature che funzionano con tecnologia digitale"), per l'inesistenza di un atto formale della giunta che ne deliberasse l'impiego. L'assessore alla Sicurezza ha dovuto render conto poi dello stato del parco di via Bevilacqua. In "condizione di degrado", secondo i consiglieri di An. "Oggetto dal 2005 di una serie specifica e mirata di controlli", secondo Guindani,. In relazione al potenziamento della Brescia - Iseo - Edolo e alla realizzazione del collegamento tra le stazioni di Castegnato e San Zeno - di cui ha voluto sapere Federico Manzoni (Margherita) - l'assessore Mario Venturini ha spiegato che per ora tra Comune e Provincia ci sono stati soltantocontatti di "pura informazione" e che il progetto è ancora in embrione. NA.DA.


Iniziativa per tagliare i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 09-10-2007)

 

LA PROPOSTA Iniziativa per tagliare i costi della politica AVEZZANO. L'idea di "unire le forze" è stata lanciata dal sindaco di Celano, Filippo Piccone, e raccolta dal suo collega di Avezzano, Antonio Floris. La fusione tra i Comuni di Avezzano e di Celano è stata subito un'idea che ha convinto i due primi cittadini, che ora coinvolgeranno i consigli comunali e poi i cittadini. Lo scopo principale è quello di abbattere i costi della politica. La proposta è arrivata subito dopo quella relativa al piano strategico locale, già messo in cantiere per migliorare la dotazione infrastrutturale di Celano. Tutto è nato, insomma, nel giro di pochi giorni. I tempi di attuazione del progetto potrebbero essere di circa tre anni. Entro dicembre dovrà partire l'iter burocratico. Dal punto di vista legislativo il progetto si basa sulla legge numero 143 del 1997 riguardante le norme in materia di riordino territoriale dei Comuni, istituzione di nuovi Comuni, unioni e fusioni. Le delibere per la fusione dovranno essere consegnate alla Regione e dovranno contenere una la descrizione esatta dei nuovi confini proposti, la cartografia in scala 1:10.000 relativa ai suddetti confini, la relativa documentazione catastale, storica e descrittiva, necessaria a documentare precisamente la situazione, le indicazioni di natura demografica, socio-economica e culturale relative ai territori interessati e, soprattutto, le modalità per la gestione dei servizi che riguardao il territorio in questione. (p.g.).

 

I presidenti di circoscrizione: aumentateci lo stipendio (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: 1PAGINA - data: 2007-10-09 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE LECCE/ Proposta inoltrata al sindaco Perrone che blocca gli entusiasmi: la gente non capirebbe I presidenti di circoscrizione: aumentateci lo stipendio LECCE - A livello nazionale il dibattito sulla riduzione dei costi della politica è acceso ed il governo Prodi è pronto a cancellare i consigli circoscrizionali nelle città con popolazioni inferiore ai 250mila abitanti. A Lecce, dove i "parlamentini" sono cinque, c'è chi propone un aumento dei gettoni di presenza. L'idea è lanciata dal consigliere del quartiere Rudiae-Ferrovia, Leo Ciccardi, e avallata dal coordinatore dei presidenti, Fabio Campobasso (An). Ma il sindaco Paolo Perrone gela le loro aspettative. "La gente non capirebbe, è un'ipotesi non percorribile ", ha detto. - A pagina 7 Dinoi.


Poli Bortone ha disposto i primi tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7 categoria: BREVI Poli Bortone ha disposto i primi tagli S I COSTI Negli ultimi mesi, sia a livello locale che nazionale, è emersa la forte esigenza di ridurre i costi della politica. In modo particolare il governo Prodi ha intenzione, con la prossima legge Finanziaria, di ridurre il numero di assessori, consiglieri comunali, provinciali e regionali. Altro obiettivo è tagliare le circoscrizioni nelle città con popolazione inferiore ai 250mila abitanti. A livello regionale il governatore Nichi Vendola ha già avviato un piano di razionalizzazzione dei costi della politica che parte dall'eliminazione delle comunità montane. Il presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, da settembre rinuncia alla sua indennità. Pellegrino ha anche proposto l'eliminazione delle Circoscrizioni nelle città con popolazione inferiore ai 100mila abitanti. Il suo modello però non è stato seguito da assessori e consiglieri provinciali. Adriana Poli Bortone ( foto), da sindaca di Lecce, si è ridotta l'indennità del 10 per cento. Il suo esempio è stato poi seguito dagli assessori S LA PROPOSTA A Lecce esistono cinque circoscrizioni. Uno dei consiglieri del quartiere Rudiae-Ferrovia, Leo Ciccardi, ha chiesto l'aumento delle indennità. La proposta è appoggiata dal coordinatore dei presidenti, Fabio Campobasso.


Circoscrizioni, è scontro sulle indennità (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Circoscrizioni, è scontro sulle indennità Il presidente Campobasso: "Vanno aumentate". Il sindaco Perrone: "Non è possibile" LECCE - In un periodo di vacche magre non è mai consigliabile chiedere aumenti. Non sembrano averlo capito gli eletti nei governi di quartiere che sull'argomento sono disposti ad aprire una vertenza con il proprio datore di lavoro, il Comune di Lecce, che non è proprio disposto a sganciare un euro di più. Perciò è destinata all'insuccesso la rivendicazione dei presidenti e consiglieri circoscrizionali di Lecce che chiedono "compensi più dignitosi e comunque comparabili " con quelli degli assessori comunali e di chi occupa gli scranni di Palazzo Carafa, soprattutto perchè il Governo potrebbe anche cancellare le circoscrizioni nelle città con popolazione inferiore ai 250mila abitanti. E Lecce è tra di esse. LA RICHIESTA - L'esigenza, dapprima messa nero su bianco da un consigliere del quartiere Rudiae-Ferrovia, Leo Ciccardi, trova sponda nel coordinatore dei presidenti di circoscrizione, Fabio Campobasso (An), che per la sua categoria reclama lo stesso adeguamento economico con l'indennità di chi siede in giunta. Non lascia speranze, invece, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, che anticipando al "Corriere del Mezzogiorno" la risposta che darà al consigliere Ciccardi, definisce la richiesta "improponibile". Curante del dibattito che accende le piazze sui suoi costi eccessivi della politica, il primo cittadino di Lecce stronca così le aspettative dei richiedenti: "L'ipotesi non è in agenda - dice - e non credo lo sarà perché ritengo che la gente non capirebbe". Il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, ha fatto ancora di meglio proponendo la soppressione di tali organismi periferici. Il dibattito, comunque, è aperto. Incuranti delle decurtazioni della Finanziaria che prevedono tagli di cariche ed organismi istituzionali, i presidenti dei governi di quartiere alzano la voce. I DIRITTI - "Solo qui a Lecce dicono - si fanno calcoli strani che permettono il mancato adeguamento alle leggi che invece sulla materia prevedono l'equiparazione dei compensi tra cariche elettive negli enti pubblici". Ad esserne convinto è il portavoce dei presidenti circoscrizionali, Campobasso, che rifacendosi ad un articolo contenuto nel Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, chiede che "le indennità degli assessori e dei consiglieri comunali siano uguali per tutti. Che non si dica che vogliamo semplicemente guadagnare di più - precisa Campobasso - perché qui si tratta di rispettare le leggi molto chiare in materia". A non andare giù a chi rivendica maggioro entrate, è la forte sperequazione dei "salari" tra i vari livelli di governo. "Le indennità di un presidente di circoscrizione è di 1.518 euro lordi - spiega il coordinatore Campobasso - mentre gli assessori comunali prendono più del doppio. Ancora peggio i consiglieri a cui va riconosciuto un gettone di 18 euro, sempre lordi, per ogni presenza nei Consiglio o nelle commissioni. A conti fatti - conclude il leader dei presidenti di quartiere - un consigliere arriva ad incassare 36 euro al mese considerando una frequenza media di due appuntamenti". Non è così articolata con le cifre, ma è ancora più esplicita la richiesta che il consigliere Ciccardi ha già inoltrato al sindaco e ai presidenti di Consiglio e di Circoscrizione, ai capigruppo e assessori. LE SEDUTE - "Propongo - scrive - che il Consiglio comunale con apposita deliberazione consenta il regolare esercizio della funzione delle circoscrizioni ed inoltre riveda il compenso dei consiglieri circoscrizionali passando ad un aumento del gettone di presenza, magari fissando al massimo di sedute ogni sei mesi, in alternativa - conclude - ad un adeguato contributo mensile, come già fanno in altre città". Il sindaco Perrone, interpellato in proposito, non è disposto nemmeno ad affrontare il problema. "Capisco che qualche consigliere, più degli altri, sacrifica il proprio tempo per l'attività delle circoscrizioni, magari anche a scapito delle rispettive occupazioni personali - afferma Perrone - ma attualmente la proposta non è da prendere in considerazione perché proprio adesso - insiste il primo cittadino la gente non la capirebbero". Nazareno Dinoi.


Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano oltre 120mila euro l'anno (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE I numeri Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano oltre 120mila euro l'anno LECCE - I 61 consiglieri eletti nelle cinque circoscrizioni di Lecce con i loro 5 presidenti costano alla comunità circa diecimila euro al mese. Il calcolo è stato fatto sulla scorta dei dati forniti dal coordinatore dei presidenti delle assemblee di quartiere che prevedono il riconoscimento di due gettoni di presenza al mese per i consiglieri (18 euro per seduta) oltre alle indennità per i presidenti che è di 1.518 euro, sempre al netto. Ogni circoscrizione ha invece un badget annuo di 15 mila euro. Le circoscrizioni sono suddivise tra i quartieri Centro, Mazzini, parte di Santa Rosa e Leuca (I Circoscrizione), Santa Rosa, Stadio (II), Stadio, Leuca, parte Ferrovia (III), Ferrovia, Rudiae (IV) e Litorale (V). Il coordinatore dei presidenti di circoscrizione, Fabio Campobasso ( foto), ha chiesto al Comune maggiore considerazione sui "parlamentini". Una battaglia analoga era stata fatta negli anni scorsi da Mariangela De Carlo, anch'ella di Alleanza Nazionale.


Tagli di assessori, protestano i Comuni (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2007-10-09 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Tagli di assessori, protestano i Comuni Nel Veronese "salteranno"324 consiglieri e120 posti in giunta. Isindaci: non siamo noi il costo della politica VERONA - Taglio. Una parola che, in epoca di ondata antispreco, con la politica e i suoi costi sotto schiaffo dell'opinione pubblica, viene pronunciata sempre più spesso e riferita a consigli di amministrazione, società a partecipazione pubblica, e ora anche ai consigli comunali e provinciali. La nuova Finanziaria, di cui tra pochi giorni entrerà nel vivo la discussione in Parlamento, prevede infatti che anche le amministrazioni locali riducano sensibilmente i loro componenti. Sforbiciata in arrivo, dunque, anche per i piccoli comuni della provincia di Verona, che, via via che andranno al voto, dovranno rinnovare le proprie amministrazioni tenendo conto della riduzione di consiglieri e assessori imposta dall'articolo 14 della nuova legge. Sempre che esca, a dicembre, confermato dai due rami del Parlamento. I primi a sperimentare la novità saranno sette comuni della Provincia, di dimensioni diverse: dai nemmeno mille abitanti di San Mauro di Saline, ad Albaredo d'Adige e Lazise, sotto i 10mila, a Bussolengo,Sona e Castel d'Azzano, che non superano i trentamila, per finire con Villafranca, il secondo comune più popoloso della provincia, con i suoi poco più di 30mila abitanti. A San Mauro, stando alle tabelle della Finanziaria, non solo i consiglieri passeranno da 12 a 10, ma i due assessori in carica dovranno cedere il passo a un unico superassessore che avrà tutte le deleghe del pur piccolo centro della Lessinia. Albaredo o Lazise dovranno rinunciare a uno dei loro assessori, passando rispettivamente da 6 a 5 e da 5 a 4, e a quattro consiglieri ciascuno. Lo stesso taglio che subiranno i consigli di Bussolengo,Castel d'Azzano e Sona (da 20 a 16 consiglieri comuna-li), che però perderanno un assessore in più, scendendo dai sei attuali a quattro. Il "contributo" maggiore sarà di Villafranca, comune al voto perché commissariato, che dovrà cedere otto consiglieri e tre assessori. Una giunta dimezzata, visto che prima del commissariamento era composta da sei persone. Risparmi sui costi della politica? C'è da andarlo a spiegare ai sindaci, infuriati per un provvedimento che sa di beffa: "In paesi così piccoli togliere assessori è come tagliare i tralci di una vite - dice Franco Bertaso, sindaco di Castel d'Azzano sarei d'accordo solo se si tagliassero anche le poltrone del governo, ma non lo faranno mai". Per Alviano Mazzi, primo cittadino e leghista doc di Bussolengo, "è una legge figlia di un centralismo bieco e non porta alcun vantaggio, anzi si rischia di alimentare il ricorso alle tangenti". Flavio Bonometti, sindaco a Sona, è in linea con i colleghi: "Faccio fatica a rispettare il programma con sei assessori, figuriamoci con quattro; se siamo noi il costo della politica… Così avremo assessori con molte deleghe". Considerando che i consiglieri prendono un gettone di presenza che oscilla tra i 17 euro e i 30, a seconda della dimensione del paese, e che gli assessori a tempo pieno prendono poco più di mille euro netti al mese, il risparmio per i Comuni sotto i trentamila abitanti (e a Verona c'è solo Villafranca che è oltre) sarà tra 15 e 30mila euro all'anno. Ma anche la Provincia dovrà sottostare alla sforbiciata: poiché quella di Verona amministra circa 880mila abitanti, i consiglieri nel prossimo mandato (si andrà al voto nel 2009) passeranno dai 36 attuali a 28, mentre il taglio del 20 per cento degli assessori ne farà scendere il numero da 12 a 9. Considerando che oggi i componenti della giunta Mosele prendono 2900 euro netti al mese, e che il gettone per i consiglieri è di circa 90 euro per ogni partecipazione a consigli, commissioni o conferenze dei capigruppo, è ipotizzabile un risparmio per le casse della Provincia di 16mila euro al mese. Tornando ai Comuni, in totale sono 324 consiglieri e 120 assessori quelli che saluteremo quando tutti i 98 municipi della provincia di Verona si saranno adeguati alle nuove norme. Il comune capoluogo non dovrà perdere consiglieri, ma Palazzo Barbieri nel prossimo mandato avrà due assessori in meno. Problemi lontani, per ora. Giovanni Salvatori.


I palazzi della politica, i doppi incarichi e le cinque poltrone di Antonio Pastorello (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2007-10-09 num: - pag: 7 autore: Antonio Casu), Fausto Sachetto, Luciano Marcazzan Giuseppe Laiti Tiziano Zigiotto, Nadir Welponer, categoria: REDAZIONALE VIAGGIO NELLA CASTA I palazzi della politica, i doppi incarichi e le cinque poltrone di Antonio Pastorello VERONA – Restano ancora parecchi, anche tra i politici veronesi, gli incarichi multipli. Più cariche politiche si sommano allegramente sulle spalle degli stessi stakanovisti della presenza, e dell'impegno pubblico; più spesso sono le nomine all'interno di cda di società partecipate a caricare di lavoro i nostri rappresentanti, già presi come sono dalle sfide di giunta o di consiglio. Va fatto qualche distinguo, naturalmente: in vari casi è la stessa partecipazione societaria che prevede la presenza di esponenti del Comune o della Provincia in seno alle società. "Pluridecorato ", in questo senso, è ad esempio il presidente delle Provincia Elio Mosele, che è presente nei cda di Serenissima, Autobrennero, Aato, Brennero trasporti, Autocamionale della Cisa, Gardesana servizi e funivia Malcesine-Baldo, oltre a qualche altra manciata di enti a carattere vario. In vari casi il compenso non c'èo è stato sospeso proprio dalla scorsa finanziaria, come per le autostrade. Carico di onori è anche il vice di Mosele, Antonio Pastorello. Che oltre a essere il numero due dei Palazzi scaligeri, è anche primo cittadino di Roveredo di Guà, vicepresidente di Brennero trasporti rotaia, la spa che si occupa dell'asse ferroviario del Brennero: da gennaio 2006 è anche a capo di Acque veronesi, la nuova società che eroga l'acqua a moltissimi comuni della provincia, oltre ad essere il presidente del Cisiag, ovvero il consorzio di servizi idrici Adige- Guà, con sede a Legnago. La somma di cariche politiche è frequente in Provincia: ben tre assessori di Mosele sono anche sindaci; oltre a Pastorello, Alberto Martelletto, che governa a Colognola ai Colli, e Davide Bendinelli, primo cittadino di Garda, mentre Luca Sebastiano è il vice sindaco di Lazise. A cavallo tra Comune di Verona e Regione c'è Stefano Valdegamberi, consigliere a Palazzo Barbieri, assessore alle Politiche sociali a Palazzo Balbi, mentre addirittura parlamentare è il presidente del consiglio comunale veronese Pieralfonso Fratta Pasini. Niko Cordioli, per tornare alla Provincia, è consigliere azzurro ma anche presidente dell'Ater, l'ente per l'edilizia residenziale, carica che gli frutta oltre 53 mila euro all'anno (lordi) di guadagno. In Ater anche un altro consigliere provinciale, Gian Antonio Capuzzo. Anche il vice di Cordioli, peraltro, si deve dividere tra politica e incarico nell'ente: si tratta infatti di Massimo Mariotti, consigliere comunale di An, che dalla carica di vice percepisce 19.549 euro lordi all'anno. Un altro consigliere comunale aennino, Ciro Maschio, è consigliere di amministrazione dell'Aeroporto Catullo (dove siede anche il collega in Provincia con un compenso stanziato per il 2007 di 10mila euro più un gettone di 250 euro a presenza per ogni riunione del cda. anche lui consigliere provinciale, è presente nei cda di Autobrennero e di Brennero trasporti, siede nel cda del Parco della Lessinia, dell'Udc è consigliere anche di acque veronesi e consorzio di bonifica Adige Garda. consigliere regionale, è anche presidente di Obiettivo Nordest, carica da 51mila euro lordi all'anno. Per 16.500 euro annui siede nel cda di Veneto strade il consigliere comunale veronese di Sinistra democratica. Su molti di questi esponenti grava, comunque, la scure della scorsa finanziaria, che ha introdotto la sospensione degli emolumenti per gli amministratori di enti locali nelle società partecipate. G.S. IL VICE DI MOSELE Antonio Pastorello, numero due in Provincia, è anche sindaco di Roveredo di Guà e ha incarichi di primo piano in altri cda pubblici.


Un membro effettivo dei sindaci del collegio sindacale Etm è socio al 50% della s (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 09-10-2007)

 

Di FRANCESCA OGGIANO "Un membro effettivo dei sindaci del collegio sindacale Etm è socio al 50% della società "S.Rita logistica srl" con cui la municipalizzata ha stipulato a luglio 2007 un accordo commerciale". E tanto basta ad Rdb e Ambiente e Lavoro "per chiedere all'amministrazione comunale la rimozione dei sindaci e revisori, e l'allontanamento del presidente della spa comunale, Salvatore Andrea Renda, per aver sottoposto - precisa Gabriella Rossi in una conferenza stampa fiume tenutasi ieri nella sede della Rdb - al cda di Etm l'accordo con la S. Rita. Accordo che ha portato all'acquisto presso la Salaria carri di 4 camion-container Iveco per un costo di 331 mila 480 euro". "Motivo per il quale - aggiunge Flavio Zeppa - proprio il presidente Renda in compagnia di un membro del collegio dei revisori dei conti di Etm sono volati a Marsiglia per vedere la finale di rugby Italia-Nuova Zelanda a spese della Iveco". Alla base delle accuse lanciate contro i vertici di Etm, codice civile alla mano, è l'articolo 2.399 che, al comma c, precisa i termini di decadenza dei revisori dei conti. E fra le tante clausole spunta proprio "l'impossibilità da parte di chi amministra i conti di una società pubblica di possedere - spiega la Rossi - quote capitali di società private, perché, come nel caso di Etm, viene a mancare l'imparzialità nella gestione". Questo però riguarda il collegio sindacale e il membro nominato da comune ed Etm che possiede il 50% della S. Rosa srl. Ma il Presidente Renda che c'entra? "Renda - prosegue la Rossi - dovrebbe essere rimosso perché era a conoscenza di tutto ma a luglio ha sottoposto il contratto commerciale con la srl al cda di Etruria. Senza contare che recentemente nell'ufficio legale di Etm è stato assunto come avvocato un suo parente, fra l'altro ancora tirocinante e privo di titoli. Il tutto senza neanche un avviso pubblico per la selezione di personale, dato che Etm è comunque una società del Comune". Ma il j'accuse di Ambiente e Lavoro e della Rdb va ben oltre l'accordo con la srl S. Rosa Logistic. E abbraccia anche i costi dirigenziali della municipalizzata. "Esistono due bilanci della società per il 2006 - aggiunge Zeppa - uno di 36 mila euro in attivo, l'altro di 106 mila euro di perdite. Entrambi mai approvati e mai presentati a palazzo del Pincio, socio unico di Etm nonostante il termine per l'approvazione sia scaduto da tempo". Due bilanci? Un vero e proprio giallo che la Rdb scioglie così: "Deduciamo che il vero bilancio sia quello in perdita, perché risulta l'unico presentato alla Camera di Commercio dalla municipalizzata". E l'altro? "Il presidente Renda sui 36 mila euro di profitto aziendali ha chiesto, a partire dal 2007, un premio di produzione di 4.500 euro l'anno che si sommano - conclude Zeppa - ai gettoni presenza che lui e i 3 consiglieri di Etm percepiscono mensilmente a differenza di quanto da loro sostenuto pubblicamente, per un totale di 12 mila euro annui".


L'ex consigliere di amministrazione della Sif (Società Interporto di Frosinone), Angelo Ru (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-10-2007)

 

Ggero, chiede lumi all'attuale presidente Maurizio Ferrante sugli emolumenti destinati agli attuali membri del C.d.A.. E lo fa con una lettera che prende spunto dalla notizia, riportata dal Messaggero, "che un membro del Consiglio di Amministrazione della società (già Presidente) con decreto ingiuntivo ha chiesto al suo Ente 360.000,00 euro per il periodo di attività svolto presso la SIF SpA". Il riferimento è all'atto notificato dall'ex presidente Giuseppe Zeppieri, assistito dall'avvocato Vincenzo Pizzutelli. "Tra l'altro si legge - scrive Ruggero - che la società ha iscritto nel bilancio di esercizio la somma richiesta. Quindi le chiedo: i membri del Consiglio di Amministrazione della SIF SpA percepiscono degli emolumenti? (indennità, gettoni di presenza, rimborsi ecc.)". La richiesta nasce da una dichiarazione dell'ex presidente che fa riferimento al fatto che l'attuale Consiglio di Amministrazione li percepirebbe. "Le notizie corrispondono alla realtà? - chiede Ruggero - Lei può confermare o smentire? Gradirei saperlo con una comunicazione scritta. I bilanci della Società dal 1998 al 2005 e le relative relazioni del Consiglio di Amministrazione sulla gestione ai sensi dell'art. 2428 del codice civile insieme alla "nota integrativa" ai sensi dell'art. 2427 del codice civile, hanno sempre segnalato le seguenti dichiarazioni "Non sono stati corrisposti compensi agli amministratori", tutte sottoscritte dal Presidente pro-tempore della SIF SpA. Per quanto su esposto si evince che a chi Le scrive non è mai stato corrisposto NESSUN COMPENSO, a qualsiasi titolo, per l'attività svolta, pro-tempore, presso la società , per 7 anni di presenza nel consiglio (periodo durante il quale si sono appaltati e avviati i lavori per la realizzazione della struttura interportuale e anche acquisiti importanti finanziamenti pubblici e privati per l'opera)". Ruggero vuole sapere se sia "legittima la richiesta che è stata avanzata per richiedere i compensi eventualmente dovuti, tempo per tempo, al Consiglio di Amministrazione? Nel bilancio in corso sono state previste poste contabili per questa evenienza? Se la " corresponsione" di emolumenti al Consiglio di Amministrazione è legittima, (quindi dovuta), allora è giusto prevedere in bilancio l'eventuale voce, poi la sua"eventuale" destinazione è altra questione. Infine, prima del bilancio di esercizio 1998 c'è stata una delibera che escludeva i compensi al Consiglio di Amministrazione? Se così è stato quando è stata revocata?". V.B.


Meno di un'ora di confronto e tutti a casa. Con in tasca un gettone da cento euro. Il dibattito (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 09-10-2007)

 

Sul Piano spiaggia in Consiglio comunale s'è arenato nel momento in cui ci si è resi conto che si stava combinando un pasticcio. A colpire e affondare la seduta è stato Marcello Antonelli di An il quale ha rilevato che non era possibile presentare emendamenti al Piano spiaggia, ma semmai alle osservazioni. "Si rischiava di discutere più volte vari aspetti di una stessa osservazione". E' finita con il rinvio a lunedì: si procederà raggruppando emendamenti e osservazioni per tipologia, per affrontare e risolvere con uniformità di giudizio ogni aspetto controverso del Piano. A fare il punto è stato Enzo Dogali, presidente della commissione urbanistica: "Sono 98 le osservazioni rimaste: 48 non accoglibili, 22 parzialmente accoglibili e 28 accoglibili - ha spiegato -. Le osservazioni valide a loro volta contengono 354 richieste, di cui 210 non accoglibili, 16 parzialmente accoglibili e 128 accoglibili". Ben 34 gli emendamenti al Piano, dichiarati irricevibili.In aula i balneatori sono tornati alla carica per chiedere regole certe e chiare, "basta con i rinvii, non sappiamo se è regolare o meno ciò che abbiamo realizzato per necessità" hanno protestato. "A Pescara ci sono tre stabilimenti che rischiano la demolizione" ha aggiunto Dogali. Il comitato Marelibero.org, in prima linea per la riconquista della vista mare, ha annunciato d'aver ricevuto querela per diffamazione da Filippo Antonio De Cecco (Le Paillote) per un articolo sul sito web dell'associazione. Maurizio Acerbo, Prc, non ci sta e contrattacca: "Per l'ennesima volta ci tocca constatare che De Cecco lede la propria immagine pubblica con un comportamento all'insegna della prepotenza. Esprimo la mia solidarietà a Mare Libero".


Asam nella bufera, affossato il Cda (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vimercate" del 09-10-2007)

 

IL CASO "Sconfessato" il piano industriale proposto dal Consiglio d'amministrazione, dimissionari quattro componenti su sette ASAM NELLA BUFERA, AFFOSSATO IL CDA Ai ferri corti Penati e il presidente della holding Sapelli, "silurato" alla vigilia di una riunione straordinaria del Consiglio richiedi la foto Il presidente Filippo Penati Milano - Asam nella bufera e il suo Consiglio d'amministrazione fuori dai giochi. Si è chiusa così la settimana più lunga della holding delle infrastrutture provinciali, costituita tre anni fa. Una settimana iniziata con l'approvazione, da parte della Giunta Penati, delle linee d'indirizzo per il piano industriale della società (un piano diverso da quello proposto dal Cda) e conclusasi con le dimissioni di quattro su sette dei consiglieri d'amministrazione. In pratica un "siluro" per l'intero Cda. Appena lunedì scorso Palazzo Isimbardi aveva annunciato con una breve nota gli indirizzi dati (che questa settimana saranno sottoposti al voto del Consiglio provinciale): garantire la realizzazione delle infrastrutture viabilistiche e il potenziamento del trasporto pubblico locale; ridurre i debiti della società, che dal luglio 2005 ha maturato quasi venti milioni di oneri; conferire in Serravalle le quote possedute di Sea e Tem per poi quotare in borsa parte delle azioni; infine cedere fino a un massimo del 30% del capitale sociale di Asam a uno o più investitori qualificati. Una mossa che ha lasciato a dir poco sconcertati il Cda e il suo presidente, il professor Giulio Sapelli, autori di una proposta differente: far confluire le azioni di Serravalle e Sea in una nuova società di scopo (una "newco"), reperire un socio privato e incamerare quindi risorse sufficienti per finanziare il trasporto pubblico e dimezzare il debito entro marzo 2008. Fatto sta che è stata convocata in fretta e furia una seduta straordinaria del Cda fissata per sabato scorso. Durante la settimana però la situazione è precipitata. Già giovedì, mentre in Consiglio provinciale il centrodestra dava battaglia sull'ultima mossa della Giunta, nei corridoi si spargeva la voce che il presidente, Filippo Penati, avesse in mano le dimissioni di quattro consiglieri e fosse intenzionato a ottenere la testa del presidente. Ma ad Asam, a quella data, erano arrivate solo le dimissioni di Marcello Taiani (indicato dalla Margherita). Intanto l'ufficio stampa di Penati si affannava a smentire da un lato di aver già indetto una gara per la cessione del 30% delle quote e dall'altro di aver "bocciato" il piano industriale del Cda. La svolta venerdì nel tardo pomeriggio, con una nota della Provincia tesa a motivare le dimissioni di quattro consiglieri: oltre a Taiani, Giordano Vimercati (capo di Gabinetto di Penati), Giancarlo Saporito, direttore generale dell'ente, e il rappresentante voluto dalla Lega Nord, Franco Almerigo. Dimissioni - precisava Palazzo Isimbardi - finalizzate ad attuare "le disposizioni previste dal comma 729 della Legge finanziaria 2007 e specificate nel decreto Lanzillotta": quelle, insomma, che riducono fino a un massimo di cinque i componenti dei Cda di società a partecipazione pubblica. Risultato, il decadimento del Cda in carica. Una scelta dettata - a leggere il comunicato - dalla volontà di tagliare i costi della politica. Ma fonti vicine a Sapelli fanno sapere che il Cda si era già ridotto gli stipendi in settembre e che, ad oggi, il compenso totale per sette consiglieri sarebbe inferiore a quanto previsto dalla Finanziaria per cinque componenti. "Per fare le prediche bisognerebbe essere in pace con se stessi, e nel bilancio di Serravalle ci sono responsabilità precise riguardo ai costi della politica - ha commentato l'unico consigliere brianzolo, l'ex sindaco di Seregno Gigi Perego - Ad ogni modo io, Sapelli e Daniele Cassamagnago (l'altro consigliere, ndr) non abbiamo intenzione di dimetterci, almeno fino alla prossima assemblea dei soci. Questi saranno giorni tesi a capire quanto c'è di merito e quanto di strumentale in queste dimissioni. Intanto vogliamo rendere pubblico il nostro operato in questi due anni". Articolo pubblicato il 09/10/07.


Meno costi dei politici per Robbiate, <svendita> dei terreni per Lomagna e accertamenti per Airuno (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Merate" del 09-10-2007)

 

ALIQUOTE PIU BASSE? ECCO PERCHE MENO COSTI DEI POLITICI PER ROBBIATE, 'SVENDITA' DEI TERRENI PER LOMAGNA E ACCERTAMENTI PER AIRUNO richiedi la foto richiedi la foto richiedi la foto Se alcuni comuni saltano all'occhio per le aliquote più alte, altri invece possono essere segnalati per aver scelto di applicare aliquote Ici più basse. Come per i Comuni più "esosi" vediamo anche in questo caso di confrontare solo le voci relativi all'aliquota della prima casa. "Siamo il Comune con le aliquote più basse - afferma con convinzione il sindaco di Robbiate, Alessandro Salvioni - Per quanto riguarda l'addizionale Irpef siamo nella media, per la Tarsu abbiamo tariffe inferiori alla media così come per l'Ici prima casa (4 per mille) e ordinaria (4,25 per mille). Per quanto riguarda queste ultime posso dire che sono basse perchè il minor introito dovuto all'aliquota più bassa è compensato dall'aumento del numero delle abitazioni. Inoltre per l'ordinaria, siccome a Robbiate sono poche le seconde case, mentre non mancano esercizi commerciali e industrie, pensiamo che non sia il caso di chiedere maggiori imposte su attività che creano reddito. Infine abbiamo tre voci relative ai costi che sono più basse rispetto alla media nazionale: i costi di gestione e del personale (il nostro Comune ha pochi dipendenti) e il costo dei politici. Per sindaco e assessori spendiamo circa 30mila euro l'anno, mentre in altre realtà simili alla nostra la spesa lievita a 80mila euro". "A Lomagna si applica un'aliquota Ici bassa - ha esordito provocatorio il sindaco, Gianfranco Castelli - perchè abbiamo svenduto il nostro territorio recuperando un sacco di oneri di urbanizzazione". I lomagnesi sono infatti tassati per la prima casa all'aliquota del 4 per mille, decisamente bassa, rispetto agli altri Comuni, anche se in contropartita l'addizionale Irpef è dello 0,40. "Naturalmente mi riferisco ad una situazione che abbiamo già trovato e alla quale ora cerchiamo di porre rimedio. Stiamo rivedendo il Piano di governo del territorio e abbiamo già tolto alcune situazioni dissennate come il bonus del 20% sul volume edificabile. Il nostro programma è quello di dare al Pgt una connotazione diversa. L'ottica comunque è sempre quella di evitare di toccare le tasche dei cittadini. Credo che siamo un Comune che sa misurare oculatamente le sue risorse, senza svendere i gioielli di famiglia. Dobbiamo però anche considerare cosa verrà stabilito dalla prossima Finanziaria". Tariffa bassa per la prima casa per agevolare le famiglie e accertamenti sono le linee che sta seguendo invece il Comune di Airuno. "Tutta la nostra politica di fiscalità locale - ha spiegato l'assessore al bilancio Marco Fiala - gira sul presupposto di favorire il più possibile le famiglie. Quindi 4,3 per mille sulla prima casa e tariffe medio alte per gli altri immobili. Lo stesso principio viene applicato anche per la Tarsu per la quale abbiamo individuato 13 categorie con lo scopo di far pagare di più a chi produce maggiori scarti. Inoltre per la Tarsu è dal 2000 che stiamo facendo accertamenti, mentre per l'Ici abbiamo iniziato nel 2002. Eliminando le evasioni si riesce così a tenere basse le aliquote". Articolo pubblicato il 09/10/07.

 

Consiglieri e assessori, la scure della Finanziaria (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 09-10-2007)

 

Il "taglio" maggiore naturalmente riguarda SenigalliaI trattamenti differenti sul piano economico Consiglieri e assessori, la scure della Finanziaria L'applicazione delle norme sulla riduzione dei costi della politica partirà dai Comuni SENIGALLIA - Con la legge finanziaria che il Governo intende approvare, forse arriverà la riduzione de posti nei consigli comunali e nelle giunte municipali. Forse, perchè anche per questa "voce" non mancheranno le prevedibili resistenze, gli immancabili rinvii, magari nella segreta speranza che un giorno qualcuno si dimentichi della cosa e tutto resti com'è sempre stato. Al di là di questo, dando per scontato che la previsione della "finanziaria" verrà mantenuta, per Senigallia e gli altri Comuni della valle del Misa-Nevola si preparano sensibili modifiche del numero di consiglieri e assessori comunali. Naturalmente il taglio più consistente riguarderà proprio Senigallia. Attualmente il suo Consiglio comunale è di 32 componenti, cui vanno aggiunti i due consiglieri stranieri aggiunti. Se oggi venisse applicato quello che è il "disegno di legge Santagata", cioè il provvedimento che il Ministro per l'attuazione del programma ha messo a punto nei mesi scorsi, il Consiglio comunale senigalliese dovrà essere composto da 22 persone, dieci in meno, esclusi gli "aggiunti". Di conseguenza diminuiranno anche gli assessori in Giunta, che dagli attuali otto scenderanno a sei. Le riduzioni naturalmente riguardano anche gli altri Comuni. Allo stato attuale, i Consigli comunali di Ostra Vetere, Ostra, Corinaldo, Ripe, Serra de' Conti e Arcevia sono composti da 16 consiglieri. Per tutti questi la nuova quota scenderà a 12. Diventeranno invece 10 i componenti dei Consigli comunali di Monterado, Castel Colonna, Castelleone di Suasa, Barbara, dove attualmente gli stessi organismi contano 12 consiglieri. Più articolata invece è la prospettiva per quanto riguarda le Giunte municipali, dove le disposizioni del d.d.l. Santagata toglieranno qualsiasi spazio alla possibilità di allargare gli esecutivi oltre determinati confini. In questo caso infatti il numero degli assessori viene fissato in maniera uguale per tutti, sulla base del numero degli abitanti del Comune: saranno 3 per quelli da 3.000 a 10.000 abitanti, saranno 2 per quelli sotto i 3.000 abitanti. Andando ad esaminare la situazione odierna, soltanto il Comune di Castelleone di Suasa può dire oggi di avere una giunta municipale in linea con quanto prevederebbe la "finanziaria", visto che il sindaco Biagetti conta su due assessori. Per tutte le altre località le riduzioni anche in questo caso saranno inevitabili. La più pesante toccherà a Ostra Vetere, dove attualmente gli assessori sono sei; seguono Ostra e Serra de' Conti dove da 5 assessori si passerebbe a tre; due posti in meno anche nelle Giunte di Monterado, Castel Colonna, Ripe e Barbara; un componente in meno invece per Arcevia e Corinaldo. Secondo le intenzioni nel complesso si tratterebbe di "tagli" finalizzati a far scendere le spese dei Comuni o, meglio, i cosidetti costi della politica. In realtà le cose non sono così automatiche. Infatti se i consiglieri comunali godono da sempre solo del gettone di presenza per ogni seduta del Consiglio, per gli assessori in molti casi di parla solo di un rimborso spese o di indennità minime o addirittura di nessun compenso. Il Comune di Ostra Vetere è tra quelli che rientrano in quest'ultimo caso: ai suoi assessori non spetta nè una indennità fissa, nè rimborso spese. A Ostra invece viene attribuito un gettone di presenza, come per i consiglieri. A Serra de' Conti situazione ancora diversa, perchè agli assessori è corrisposta una indennità che è di misura diversa in vase alle deleghe che gli sono state attribuite. Cosa ne pensano gli amministratori di queste misure? "Non ho difficoltà di fronte a queste scelte - osserva Livio Scattolini, sindaco di Corinaldo - Peccato per la diminuzione die posti nella Giunta, visto che era mia intenzione aumentare di un assessore il nostro esecutivo, rispetto ai quattro odierni". "Credo che questo tipo di riforma vada estesa a tutto il sistema - afferma a sua volta Massimo Bello, sindaco di Ostra Vetere - Ci sono enti intermedi che francamente non hanno una funzione operativa, diretta, ma che assorbono risorse che al contrario potrebbero essere gestite più efficacemente dai Comuni". V.OL.,.


Troppi assessori, tagliamone due Costi della politica, proposta dell'Ulivo (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 09-10-2007)

 

"Troppi assessori, tagliamone due" Costi della politica, proposta dell'Ulivo DIETA DIMAGRANTE in giunta. Lo propone Simone Lodi, consigliere dell'Ulivo e ideatore di uno dei blog più gettonati di Bondeno. In questi giorni, mentre si fa un gran parlare dei costi della politica e dei tagli al numero dei ministri, Lodi prende carta e penna e fa un paio di conti sugli stipendi degli assessori. Non si scaglia contro la politica ma dice: "Sette assessori in un comune picccolo come Bondeno sono decisamente troppi. Cinque bastano e avanzano". Poi l'invito: "Il primo cittadino di Bondeno dovrebbe fare un grande regalo ai bondenesi: ridurre di uno, se non addirittura di 2, il numero degli assessori. Oltre al risparmio ? dice ? si offrirebbe alla popolazione un segnale forte, come sta cercando di dare il Governo Prodi a Roma". Di fatto, sedendo sulle poltrone del Municipio nessuno si arricchisce. I più poveri in assoluto sono i consiglieri comunali, tutti quanti, che percepiscono ad ogni seduta comunale (circa una al mese) un gettone di presenza pari a 20,58 euro. Una cifra irrisoria. Anche gli assessori comunali non percepiscono lauti stipendi. Prendono infatti 1.292,64 euro mensili al mese. Non tutti però. Alan Fabbri, assessore alle politiche giovanili e allo sport, che ha un lavoro dipendente e quindi non ha partita iva, è il meno retribuito in assoluto: percepisce solo 650 euro. Il vicesindaco Arnaldo Aletti invece, è tra gli assessori quello che guadagna di più con 1.579,90 euro al mese. Non tutti lo sanno, ma come è previsto per legge, anche il presidente del Consiglio Marco Vincenzi percepisce uno stipendio, do 646,32 euro. "Sarebbe utile che, in tempi come questi ? dice Lodi ? l'amministrazione di Bondeno, ed in primis il sindaco Verri, desse un segnale alla popolazione e riducesse il numero di assessori. Sette assessori sono troppi. Tra l'altro ? aggiunge il consigliere dell'Ulivo ? nonostante siano così tanti, i risultati che la giunta consegue sono esigui, quindi a fronte dei costi la produttività è veramente bassa. Troppo per giustificare una spesa del genere che, ripeto, non è neppure elevatissima". Dalla questione locale alle considerazioni nazionali: " Il governo di centrosinistra, all'interno della prossima legge Finanziaria, ha proposto una serie di articoli che contribuiscano a ridurre i costi della politica - sottolinea Simone Lodi ? Alcune idee sono più che apprezzabili, altre discutibili. Ridurre il numero di parlamentari ed i loro assurdi privilegi è doveroso. Non serviva Beppe Grillo perché azioni di contenimento delle spese venissero proposte". Claudia Fortini - -->.


La Loggia approva i nuovi confini delle Circoscrizioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 09-10-2007)

 

Edizione: 09/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA DECENTRAMENTO / 1 A tarda notte il voto del Consiglio comunale che riduce da nove a cinque le sedi territoriali La Loggia approva i nuovi confini delle Circoscrizioni La maggioranza compatta incassa il sì del Prc. La Cdl non partecipa al voto "Si apre una nuova fase per la partecipazione alla vita democratica della città. Non sarà un passaggio indolore, bensì un processo complicato, fatto di confronti e tensioni. Ma la capacità della politica sta nell'assumersi l'onere della sfida, guardando al futuro". E in sintesi il pensiero espresso dall'assessore alla Partecipazione e al Decentramento Claudio Bragaglio, nell'approvare a maggioranza più Rifondazione la delibera (con la Cdl fuori d'aula) con la quale a tarda notte è andato al voto sull'accorpamento delle nove Circoscrizioni cittadine in cinque maxi realtà. "Abbiamo fiducia di aver compiuto la giusta scelta - spiega Bragaglio - con il preciso impegno di rafforzare il peso e le competenze delle future cinque Circoscrizioni, attuando il principio del federalismo intercomunale". Bragaglio attacca poi la minoranza accusandola di incoerenza, perchè dopo aver approvato all'unanimità una dichiarazione d'intenti, ora attacca "pretestuosamente" il progetto. Ma un provvedimento così importante per la vita democratica della città non poteva non suscitare le prese di posizione delle forze politiche presenti in Loggia. "Il cittadino non è al centro di questa riforma - dice Simona Bordonali della Lega Nord - del tutto inutile approvare una riforma senza aumentare le competenze delle Circoscrizioni. Senza poteri reali le Circoscrizioni sono inutili. Si vuole ridurre i costi della politica, ma tagliare 80 consiglieri circoscrizionali porterà ad un risparmio di soli 200mila euro. Preoccupa invece il taglio annunciato sui servizi, che si ripercuotono sui cittadini. Senza contare gli effetti sul personale dipendente". Nicola Orto dell'Udc avrebbe preferito un dialogo più approfondito sul tema della "frettolosa" delibera carica di "luci ed ombre. Si parla di riduzione dei costi? Non si è sottolineato a sufficienza quanto ci costeranno le nuove sedi circoscrizionali". Per Fausto Di Mezza, capogruppo di Forza Italia "la riforma è una scatola vuota perchè priva di contenuti, fatta unicamente in chiave elettorale con il tentativo da parte del Centrosinistra di conquistare qualche Circoscrizione. Ma la cosa più grave, dal punto di vista istituzionale, è l'aver creato con questa riforma un precedente per il quale si stravolgono le regole a colpi di maggioranza". Andrea Arcai, capogruppo di An, parla di riforma "in totale malafede politica e con una grande confusione. Si parla di riduzione dei costi e poi resta aperto il tema delle sedi, alcune da costruire ex novo". Arcai non esclude il ricorso, da parte del Centrodestra ad un referendum per "sentire veramente cosa ne pensano i cittadini di questa riforma". Toni più pacati per Giovanni Petriccione dei liberaldemocratici loda il lavoro svolto dall'assessore Bragaglio ma lo giudica "incompleto". Nella maggioranza Federico Manzoni della Margherita elogia il lavoro svolto dall'assessore Bragaglio e dagli uffici competenti e sottolinea che "le Circoscrizioni non sono un costo ma, per Brescia un'esperienza positiva che va salvaguardata". Poi critica la minoranza che ha eretto barricate senza "presentare proposte di accorpamento delle Circoscrizioni alternative a quelle proposte dalla Giunta". La Civica per Brescia con Angelo Abrami punta il dito sui costi della politica proponendo in questo ambito la possibilità di fondere tutte le società controllate e partecipate dal Comune con scopi sociali simili. Il capogruppo dei Ds, Claudio Buizza, nel condividere la proposta avanzata dalla Giunta comunale, sottolinea che "la delibera, frutto di un percorso per molti aspetti condiviso da tutti, non giustifica il clima di scontro frontale che l'opposizione sta portando avanti in questi frangenti con pervicacia". Paolo Venturini.


Sconti Ici, i comuni insistono sulle detrazioni Irpef (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 09-10-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Diritto e Fisco Numero 239, pag. 39 del 9/10/2007 Autore: Cristina Bartelli Francesco Cerisano Visualizza la pagina in PDF       Le audizioni sulla manovra. Le imprese: incentivi alle aziende congrue con gli studi Sconti Ici, i comuni insistono sulle detrazioni Irpef Una Finanziaria che ha il merito di essere stata concertata con le autonomie, ma che è comunque ancora migliorabile. Soprattutto in materia di fiscalità locale e patto di stabilità. In audizione dinanzi alle commissioni bilancio riunite di camera e senato Anci, Upi, Uncem e Conferenza delle regioni hanno presentato le osservazioni alla manovra 2008 e al decreto legge collegato (n. 159/2007). L'Associazione dei comuni, pur condividendo la necessità di ridurre la pressione fiscale sugli immobili, critica la scelta fatta dal governo in materia di Ici. Secondo l'Anci, infatti, gli sconti devono avvenire dando ai contribuenti la possibilità di detrarre l'imposta direttamente dall'Irpef. Ricco inoltre l'elenco di proposte modificative delle regole sul patto di stabilità. L'Anci propone: di ridurre la base di calcolo del patto di stabilità relativa al saldo 2003-2005; di sperimentare un abbandono del criterio della spesa storica, "individuando un saldo obiettivo predeterminato per un numero di enti scelti su base statistica"; di permettere ai comuni con saldo positivo la possibilità di scegliere, a parità di obiettivo, tra le nuove regole contabili e quelle del 2007. E anche le norme ordinamentali non fanno saltare di gioia i comuni che avrebbero preferito "affrontare tali temi nell'ambito del Codice delle autonomie". Le province promuovono la soluzione data al problema dell'utilizzo degli avanzi di amministrazione (che serviranno a estinguere anticipatamente i mutui) e l'introduzione del criterio della competenza ibrida per il calcolo del patto di stabilità. Non mancano però alcuni punti critici. L'Upi ha chiesto di modificare il dl 159 in modo da consentire il riutilizzo degli avanzi di amministrazione non sfruttati negli ultimi due mesi del 2007. Sul patto di stabilità le province puntano a una modifica del comma 684 della Finanziaria 2007 (quello che impone il rispetto del patto di stabilità sin dall'approvazione dei preventivi) giudicato "incongruente" rispetto alla nuova ottica introdotta dalla competenza ibrida. Infine, a giudizio dell'associazione guidata da Fabio Melilli, la manovra 2008 dovrebbe incentivare maggiormente gli investimenti degli enti locali, soprattutto nelle infrastrutture viarie e scolastiche. Sui tagli ai costi della politica, l'Upi critica il taglio dei gettoni di presenza dei consiglieri in quanto "non porterebbe a significativi risparmi di spesa". Imprese. Incentivi per le imprese che risultano congrue agli studi di settore, ritocchi alle regole di accesso al regime dei minimi e cambio della sua natura in opzionale, tassazione agevolata e neutralità fiscale anche per i conferimenti di società di persone e non soltanto per le società di capitali. Queste le richieste di modifiche all'impianto della Finanziaria 2008 presentate in audizione dalle associazioni di imprese (Cna, Casartigiani, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio). Secondo le associazioni la manovra è strutturata con "significativi introiti di carattere fiscale aumentando, nei fatti, la pressione fiscale per 2007 dal 42,3% al 43% e non diminuendola nel 2008". Il mondo delle imprese presenta inoltre una lista di interventi migliorativi delle novità per il loro settore. Proprio a partire dal taglio Ires/Irap. Il documento evidenzia infatti che una parte del taglio sarà ottenuta andando a intervenire anche sulla base imponibile delle pmi e quindi si chiedono opportune misure compensative in relazione ai soggetti Irpef che non avranno convenienza economica a optare per la nuova tassazione Ires. Andando poi più nel dettaglio delle misure, le imprese chiedono correzioni per l'impianto del regime semplificato dei minimi. In particolare evidenziano come il limite di ricavi comune per tutti di 30 mila euro potrebbe portare a una penalizzazione di un settore rispetto a un altro. Inoltre, le imprese chiedono di prevedere per questi soggetti un sistema di verifiche e rilevazioni periodiche. Dall'altro lato poi chiedono semplificazioni proprio per quella restante fetta di imprese soggette agli studi di settore. Negativo il giudizio di Confedilizia secondo cui la manovra non ha posto "la necessaria attenzione all'affitto, attraverso l'adozione di misure strutturali come la cedolare secca". riproduzione riservata.


Approvata all'unanimità la nascita delle consulte cittadine (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 09-10-2007)

 

CORTINA Approvata all'unanimità la nascita delle consulte cittadine CORTINA."Una ulteriore dimostrazione di democrazia". Con queste parole l'assessore all'Edilizia e all'Urbanistica di Cortina, Stefano Verocai, ha definito le consulte cittadine. La novità è stata votata all'unanimità nell'ultimo consiglio comunale. In sostanza si tratta di commissioni aperte nelle quali la maggioranza e la minoranza verranno rappresentate equamente. "Il nostro obiettivo", dice Verocai, "era quello di favorire la partecipazione della comunità alla formazione delle decisioni, di promuovere un qualificato approfondimento dei problemi di Cortina, e di sviluppare la collaborazione all'organizzazione dei servizi per il miglioramento della qualità della vita. Con questo nuovo strumento gli assessori competenti potranno avere direttamente il parere della cittadinanza sulle decisioni da prendere". A seconda delle necessità di volta in volta individuate dal consiglio comunale verranno costituite le consulte. I rappresentanti dei cittadini si riuniranno e discuteranno di un preciso tema. Poi verrà redatto un verbale che conterrà i vari pareri, le raccomandazioni, i suggerimenti che sarà analizzato dal sindaco e dalla giunta e che verrà pubblicato all'albo comunale. Le sedute delle consulte non sono pubbliche, a meno che il presidente non disponga altrimenti. Gli eventuali spettatori, quindi, non sono ammessi alla discussione. Il numero dei componenti può variare da un minimo di quattro ad un massimo di sei diviso in parità tra i componenti di maggioranza e quelli di minoranza. Ad essi si aggiunge il presidente della consulta che sarà l'assessore competente o un suo delegato. Per i rappresentanti delle consulte non sarà previsto il gettone di presenza: ossia non verranno pagati per presenziare agli incontri. Per casi specifici, potranno invece ricevere dei rimborsi spese. (a.s.).


Noi siamo sul ponte del titanic (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 09-10-2007)

 

I PERSONAGGI TRA ITALIA E USA Noi siamo sul ponte del Titanic E' divertente, anche se un po' deprimente, trovarsi all'estero e leggere contemporaneamente la stampa italiana e, nel mio caso, quella americana. Viene da confrontare non soltanto la qualità della stampa stessa ma, indirettamente, quella (presunta) dei lettori, dei fatti, dei personaggi che vengono raccontati, delle notizie che i giornali sembrano ritenere che i lettori vogliano leggere, oltre che del modo come vogliano sentirsele raccontare. Dal "Corriere della Sera" del 30 settembre. La seconda e la terza pagina e buona parte della prima sono dedicate al compleanno del capo dell'opposizione e ai festeggiamenti tributatigli da un partito della sua coalizione e dal suo capo. Risaltano quattro fotografie a prevalenza di color verde. Fra i regali fotografati una maglietta (verde) con la scritta "Grazie a Dio in famiglia non abbiamo comunisti". Un altro regalo (pure su fondo verde) reca la dicitura "Circoli della libertina" sotto la foto della presidente dei Circoli della libertà. Quest'ultima a sua volta, nella colonna a fianco, si dichiara anticipatrice del "grillismo" avendo, dice lei, colto prima di tutti il disagio dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. Il leader ospite evoca poi la resistenza anticipando una sorta di jihad padana, riferendosi a "uomini pronti a lanciarsi nel sacrificio". Segue inevitabile la raffica delle giustificazioni imbarazzate (da una parte) e delle deprecazioni allarmate (dall'altra). Dal canto suo, il festeggiato si sente in obbligo di versare una sorta di fidejussione politica a favore dell'ospite ("per lui garantisco io") fra "un brindisi di amarone e una fetta di polenta, un prosecchino e un tagliolino al tartufo", non senza vaticinare sul referendum e prevedere che "il 14 ottobre prossimo il governo muore", e non senza aver raccontato la (dicono nota) barzelletta del "bumba bumba" (che il quotidiano qualifica "irriferibile"). Quasi che l'impaginatore ritenesse eccessivamente impegnative tutte queste notizie, la colonna a fianco riferisce di un volumetto dal titolo "SMS diVersi" di prossima uscita per i tipi di "Ars gratia artis". Si tratta di versi del tipo "sei tu l'amore imprevisto e fatale", oppure "aspetto una tua frase, un segnale azzurro", oppure ancora "nel fruscio di un bacio infinito catturerai la stella che dimora presso la mia carne". Il leader chiosa e loda. Non escluderei d'altra parte che scatti in lui qualche meccanismo di autoidentificazione. D'altra parte, sullo stesso quotidiano, il medesimo era stato di recente dannunzianamente definito da uno dei suoi più coraggiosi laudatori "leader gigantesco e immaginifico". Nella prima pagina, solitari, un serissimo fondo di Mario Monti sulle determinanti della nostra paralisi decisionale e la (piccola) foto di un monaco birmano ci provano a rompere l'incantesimo. Nella prima pagina del "Washington Post" del 1 ottobre campeggia la foto a colori di un medico militare che si china su due soldati feriti da un'esplosione in Iraq. La colonna laterale di sinistra parla del protagonista di una nomina della Casa Bianca, quella di destra delle posizioni politiche che si confrontano sul tema del finanziamento pubblico della sanità. Nella seconda pagina una grande foto di gruppo dei giudici della Corte Suprema. Tornando al "Corriere", nel sottotitolo della prima pagina il leader ospite è "il Senatur". Tornando ancora al "Washingon Post", la consorte dell'ex presidente degli Stati Uniti è "sen. Hillary Rodham Clinton (D. N.Y.)", vale a dire la senatrice Hillary Rodham Clinton, democratica dello Stato di New York. E mai che il suo avversario di partito sia "Barack"; è sempre il "sen. Barack Obama (Ill.)" in quanto eletto, appunto, nello Stato dell'Illinois. Come si fa a meravigliarsi del fatto che ci si diverta molto più qui da noi, sul ponte del Titanic? Silvio Beretta Pavia, può rivivere così la Torre civica Per merito dell'associazione Pavia Monumentale, finalmente l'idea di una parziale ricostruzione del moncone della Torre Civica sta prendendo corpo. Questo progetto è preso in seria considerazione dal sindaco e dall'assessorato della cultura che l'hanno posto tra le "priorità". Moltissimi concittadini interpellati in proposito si sono dichiarati favorevoli firmando un documento esortativo. Considerata la scandalosa indifferenza delle nostre precedenti amministrazioni, il risultato oggi fa gridare al miracolo. Gli anni, purtroppo, volano e se ci soffermiamo a pensare che sono trascorsi diciotto anni dal tragico crollo senza aver fatto alcunche, si rimane sconcertati. E' uno spettacolo che disonora la città il vedere il "moncone" lasciato in balìa degli eventi atmosferici e umani: asportazione per "souvenir" dei mattoni o ricettacolo di immondizie. Non riportiamo gli amari commenti che si sentono fare dai turisti e visitatori. Per scongiurare l'irreparabile deterioramento, la proposta (non potendo avere il finanziamento per l'integrale ricostruzione) è di fare, per ora, una parziale ricostruzione che avrebbe lo scopo di risanare e dare un 'immagine di quella che era a chi non l'ha conosciuta o ha dimenticato, il retaggio della più antica Torre civica d'Europa. Per quasi un millennio è stato un simbolo di democrazia per i cittadini e osservatorio per la difesa della città dall'attacco dei nemici; è stata anche per diversi secoli il campanile della cattedrale sin dai tempi delle due chiese abbinate. Sarà la volta buona per qualcosa di concreto? Sì! Se vogliamo che la nostra amata città abbia uno spunto per una maggiore consapevolezza del valore civico e morale che possiamo trarre dalle memorie storiche. L'obbligo di conservare e tutelare ci deriva dall'essere la capitale riconosciuta dell'arte romanica con le splendide basiliche che possediamo. Carlo Mogliati Pavia La vecchia Politica che blocca sempre Pavia Finalmente il sindaco Capitelli si accorge che le legislature targate Albergati le hanno lasciato una eredità difficile. Era ora. Le critiche rivolte dalla Capitelli al senatore Bosone della Margherita per la sua gestione fallimentare della Asm arrivano fin troppo in ritardo. Sono in buona parte le medesime motivazioni che "Il Cantiere" di Elio Veltri e anche noi avevamo già sollevato parecchio tempo fa nei confronti dell'ex sindaco Albergati. In quella occasione avevamo pure messo in discussione l'operato infelice dell'ex sindaco di Pavia che, nominato presidente della Asm, aveva difeso le responsabilità del suo compagno di partito. Noi che non siamo mai stati teneri nei confronti della Capitelli, dobbiamo riconoscerle che in merito alla "questione rom" ha giustamente seguito più le lamentele e le pressioni dei cittadini che non l'atteggiamento della sua maggioranza molto ondivaga e titubante su questo importante e scottante problema. Anche questa storia dei rom altro non è che un'ulteriore spinosa eredità avuta in regalo dalle legislature Albergati. La responsabilità politica dell'ex sindaco Albergati in tutta questa vicenda è evidente: aver consentito, senza intervenire, che sull'area Snia si insediasse nel tempo un numero consistente di rom, con tutte le conseguenza del caso, che la città ha dovuto subire sulla propria pelle. L'attuale sindaco ha dovuto così rimediare al problema rischiando una difficile crisi politica che ha visto Rifondazione uscire dalla giunta. Anche a Pavia nell'ambito istituzionale si assiste al trasformismo politico. Vista la defezione di Rifondazione, pare che l'Udeur si sia resa subito disponibile a sostenere la Capitelli. Ora, coloro che fanno parte del partito di Mastella avrebbero deciso di abbracciare il programma politico del sindaco Ds. Eppure, in campagna elettorale, questi stessi avevano sostenuto con un proprio candidato sindaco posizioni diametralmente opposte. Ma gli elettori di tale partito... accettano in silenzio? E Grillo cosa direbbe? Questi passaggi di vecchia politica non producono proprio nulla ed in più portano disgusto nell'elettore. Non sono l'alba di un nuovo progetto. La città non cresce e continua invece a perdere in competitività. Occorrerebbe una politica di alto spessore che attualmente a Pavia nessuno è però in grado di offrire. Non si fa altro che aggiungere confusione a confusione. Anche a Pavia, per il costituendo Pd le parti storiche dei partiti si sono invertite. Bosone della Margherita sostiene Veltroni (Ds) e il diessino Porcari sostiene Letta della Margherita. Tutto chiaro, no? Sono forse strategie per poi contare di più nel futuro partito? E Filippi? Davvero alla finestra? Per chi tiferà? Forse, tra i due litiganti... Giancarlo Carelli Moderati-Riformisti Pavia Parcheggio selvaggio sul Lungoticino di sera Ancora nelle serate di mercoledì, venerdì, sabato e domenica la situazione riguardante la sosta su Lungoticino a Pavia era ancora caotica (almeno 50 vetture in divieto di sosta e... non una multa), non alla 1 di notte ma alle 22 di sera. Inoltre, per evitare le telecamere in via Rezia, la gente entra da Porta Calcinara (le telecamere non ci sono e i controlli?) e percorre e sosta indisturbata la Ztl (via Maestri Comacini, via Ballerini, via Rezia, via Cavagna Sangiuliani, anche passando in contromano); molte vetture entrano in Strada Nuova da Lungoticino e sostano regolarmente in divieto. Non ho altro da aggiungere poichè il tutto si commenta da sé. Roberto Bottiroli Pavia Costi della politica? Prodi dia il buon esempio Con lo scopo di mitigare il malumore che oggi serpeggia fra i cittadini per i costi eccessivi della politica, il governo Prodi ha proposto di eliminare con la prossima finanziaria circa 30 mila eletti che attualmente godono di un'indennità pubblica. Il governo ha perciò pensato di ridurre le comunità montane, di abolire i consigli di quartiere nelle città con popolazione inferiore ai centomila abitanti, di ridurre il numero dei parlamentari e altre iniziative che ora non rammento. Non so dare giudizi critici in merito alle comunità montane e al numero eccessivo dei parlamentari; ma per quanto attiene i quartieri, sia per la mia passata esperienza di presidente che per l'attuale di consigliere, reputo che i costi di queste istituzioni periferiche siano spropositati rispetto ai benefici che i quartieri forniscono all'amministrazione del Comune. Se di massima il mio giudizio sull'operazione "riduzione degli eletti" è positiva, dubbi mi assalgono invece per i tempi di attuazione dell'operazione, certamente più di un decennio. Peraltro gli eletti nelle istituzioni sono antecedenti alla formazione dell'attuale governo che è il più affollato nei 61 anni della Repubblica Italiana. Non mi spiego perché il prof. Prodi, anziché iniziare dagli altri a ridurre i costi della politica, non cominci dal suo governo: sarebbe immediata e non necessiterebbe di lungaggini per l'operazione; a me pare che il primo ministro si comporti come quel predicatore che concludendo i suoi sermoni ammoniva: "Fate quel che dico, non fate quel che faccio". Fausto Bazzani consigliere Lega del Quartiere Pavia Nord Sapore di sale, sapore di mare per Alessandro Per il secondo anno, aderendo al "Progetto Cernobyl", Stefano e Marina, mio figlio e mia nuora, come tante altre famiglie, hanno ospitato un bambino. E mentre l'anno scorso Andreis era molto educato ma anche molto riservato, quest'anno Alessandro era molto vivace e si faceva capire molto chiaramente. Ogni tanto mi veniva a trovare e mi diceva: "Gnam-gnam", oppure "Soco" quando voleva il succo di frutta. Per lui io ero Babusca (la nonna). Aveva poi espresso il desiderio di vedere il mare (erano stati in gruppo all'acquario ma senza poter fare il bagno). Così domenica 30 settembre ultimo giorno di permanenza in Italia e precisamente a Binasco, siamo andati ad Arenzano e, nonostante il tempo non fosse dei migliori, Stefano si è tuffato per primo e subito dopo anche Alessandro che ha subito gridato: "E' salata, l'acqua è salata" (nella sua lingua). Dopo una visita al parco e una bella mangiata di pesce alla "Grotta", abbiamo finito la giornata visitando la "Vecchia Genova" dove splendeva un sole estivo. Ricorderò sempre la gioia di questo ragazzino venuto dal freddo e dove qui ha trovato tanto sole e canti amici. Ciao "Cama", questo il suo nome in russo. Babusca e tutti quelli che ti hanno conosciuto ti ricorderanno sempre. Luciana Pezzoni Beoni Binasco.


Scapini esagerato , 3 gol in 14' (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 09-10-2007)

 

PROTAGONISTI. PRIMO PIANO SUL BOMBER DEL CUNEO, NATO A BOVOLONE, CHE DOMENICA HA FIRMATO LA STREPITOSA RIMONTA SUL TERRENO DELL'IVREA (C2) Scapini "esagerato", 3 gol in 14' CUNEO E l'idolo di Cuneo. Matteo Scapini, 24 anni, veronese di Bovolone. In 14 minuti ha spazzato via la resistenza dell'Ivrea, firmando una strepitosa tripletta e l'altrettanto incredibile rimonta: "Sono felicissimo per ciò che abbiamo raccolto- spiega Scapini- ci voleva proprio una domenica così. Siamo stati bravi a non abbatterci dopo una serie di risultati negativi e a rispondere sul campo con una prova da vera squadra". E soprattutto a non affondare quando l'Ivrea è scappato sul 2-0: "Molte altre formazioni avrebbero mollato, tenuto conto anche del momento poco felice. Noi invece ci siamo rialzati e con un pizzico di buona sorte siamo stati capaci di firmare una rimonta strepitosa". Un'impresa nel senso vero della parola, con la quale il Cuneo può ora guardare avanti con rinnovata fiducia ed entusiasmo. "Quando sono arrivato a Cuneo, la scorsa estate, non mi sarei immaginato di vivere una prima parte di stagione così difficile. Per fortuna, ad Ivrea si è vista in campo una squadra che ha voglia di reagire e che con grande caparbietà ha sovvertito un pronostico che sembrava già vederci battuti in partenza. Dobbiamo ripartire da qui e mettere tutte le nostre forze per cambiare il corso della nostra annata". Intanto per Scapini questa tripletta sa davvero di liberazione. Cuneo rappresenta per lui una sorta di snodo cruciale di una carriera che lo ha visto protagonista con 8 maglie diverse. Cresciuto nelle giovanili del Vicenza, nella stagione 2003/04 è stato ceduto alla Spal, quindi, a gennaio, al Belluno, in C2, dove in 13 gettoni ha collezionato un bottino più che soddisfacente di 5 reti. La stagione seguente si è accasato alla Valenzana, sempre in C2, collezionando 21 presenze e 6 realizzazioni personali. Scapini passa poi alla gloriosa Pro Vercelli, tappa intermedia dove in sei mesi di permanenza ha lasciato il segno appena due volte, a fronte di 15 gare disputate. Una situazione non troppo felice che gli suggerì di tornare alla Valenzana nel mercato invernale (8 presenze e 2 gol). Oggi è a Cuneo, dove gli son bastate poche partite per diventare un idolo. E questo, assicura chi lo conosce bene, è solo l'inizio.


Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)

 

CONTRO LA FINANZIARIA STATALE. Intanto però c'è da adeguarsi alla norma in breve tempo Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso La Finanziaria statale - massimo di cinque componenti nelle aziende partecipate e queste devono modificare il loro assetto statutario - fa cadere i veli su incarichi e gettone di presenza. Le commissioni speciali finiscono in restauro e urge distribuire qualche presidenza. La Finanziaria statale del 2007 ha infatti chiesto bruscamente un adeguamento che la Regione provvede ad attuare stabilendo alcuni paletti: massimo di consiglieri tra tre e cinque per i consigli di amministrazione delle aziende a totale partecipazione regionale, mentre nei cda (consigli di amministrazione) delle società miste il numero dei consiglieri di nomina pubblica dovrà essere in totale non superiore a cinque. La notizia è dell'8 agosto. Prima della pausa estiva la giunta si è riunita per l'ultima seduta che ha fruttato appunto la delibera del ridimensionamento obbligato della presenza di amministratori di aziende con incarico pubblico: taglio di poltrone, questa è la decisione, ma con un codicillo nero su bianco che spiega con grandissima chiarezza il metodo. La giunta esprime infatti la promessa esplicita di una "resistenza in giudizio" che presuppone un disaccordo abbastanza netto sugli obblighi creati dalla legge Finanziaria. Intanto ci adeguiamo perché non possiamo farne a meno, dice insomma la giunta Galan, però all'obbligo si risponderà con un ricorso che rappresenta appunto la resistenza in giudizio, cioè l'opposizione alla legge dello Stato e quindi la convinzione che un preciso diritto di autonomia subisca una aggressione lesiva e mal digerita. La stessa vampata restauratoria pare allargarsi peraltro su altre realtà della filosofia regionale. Un ottimo modello che funziona addirittura da paradigma è quello delle commissioni speciali. Erano cinque, si occupavano di: legge per Venezia, devoluzione, prezzi, rapporti comunitari, rapporti con i paesi in via di sviluppo. L'assetto a cui obbedivano era quello di un presidente, un vicepresidente ed un segretario consigliere, gratificati di emolumento suppletivo rispetto a quello di consigliere regionale, e di componenti senza gettone supplementare perché già retribuiti in quanto consiglieri regionali. Nei primi mesi dell'anno le commissioni speciali sono state abolite con una motivazione ben comprensibile: erano un costo sfrondabile anche perché il risultato del loro lavoro poteva essere ricavato per altra via, cominciando da quella della normale attività di consiglio. Ora sta girando la voce - e gira tanto insistentemente da non poter essere snobbata in alcun modo - che si sia sul punto di ripristinare, di restaurare, di tornare al punto di partenza. Se è vero - e la voce circolante giura che si arriverà proprio a questo - la spiegazione più realisticamente ammissibile è probabilmente una sola: mancano sfoghi ed obbiettivi "ragionevoli" per vari personaggi di vario livello a cui bisogna assicurare almeno una presidenza. Una presidenza non si nega a nessuno, specie se negare equivale a spalancare le porte ad un contenzioso particolarmente insidioso perché gli scontenti che bussano ora insistentemente alla porta fanno parte normalmente dell'area che gestisce il potere. Ma, per ritornare al quadro di assieme su cui si va ad abbattere la scure taglia/posti della delibera di agosto così malvolentieri votata dal Veneto, accade che varie società di primo piano come Veneto Sviluppo, Veneto Strade, Veneto Innovazione, Rocca di Monselice srl, Ferrovie venete, Rovigo fiere, Veneto Acque, Veneto Nanotech, eccetera, sono in testa alla lista. Palazzo Balbi sottolinea che questa sua delibera di agosto è uscita in realtà da una iniziativa autonoma e di aver già intrapreso un cammino di razionalizzazione delle proprie partecipazioni societarie avviate fin da marzo allo scopo "di perseguire politiche di efficienza degli apparati amministrativi". Fermo restando l'opporsi in giudizio dichiarato sul principio nel ricorso alla Corte Costituzionale. Riferendosi al tetto massimo dei consiglieri di amministrazione ripreso pari pari dalla Finanziaria la giunta inserisce nel suo provvedimento un memento non secondario: "La Regione ha già impugnato davanti alla Corte costituzionale la parte di Finanziaria che impone l'adeguamento degli ordinamenti regionali perchè la ritiene lesiva delle potestà costituzionalmente garantite all'ente regionale". Da qualsiasi prospettiva si consideri la questione, comunque, siamo di fronte ad una rivoluzione vera e propria; basta guardare come esempio il consiglio di amministrazione di Veneto Strade, costituita nel 2001 e partecipata al 30 per cento dalla Regione: vi siedono in tutto 14 membri di cui ben 11 sono di nomina pubblica con quattro provenienti dalla stessa Regione (Welponer, Maraia, Pietrobon e Vernizzi), uno a testa per ciascuna amministrazione provinciale veneta, compreso il presidente. Tagli pesanti anche in Veneto Innovazione, costituita per curare iniziative nel campo della ricerca e dei servizi alle imprese, dove i consiglieri di nomina regionale sono 9 compreso il presidente Simonetto, o in Veneto Sviluppo che oltre alla presidente, la vicentina Irene Gemmo, vede la partecipazione di altre 6 persone di nomina regionale tra comitato esecutivo e consiglio di amministrazione. Assieme a tutto questo, un'altra notizia interessante almeno quanto la prima e cioè: Palazzo Balbi ha deciso con diversa delibera di rendere pubblici con diffusione sul bollettino ufficiale e sul sito internet anche i gettoni di presenza e gli emolumenti annuali di tutti gli amministratori di nomina regionale nelle società partecipate e negli enti strumentali della stessa amministrazione. E vero, si tratta anche in questo caso di un adeguamento alle disposizioni della Finanziaria, ma la eco non cala facilmente di intensità. Perché è un'altra rivoluzione in piena regola. E così ci si rende conto che tutti questi protagonisti della politica di seconda fase, prontissimi ed addestrati del resto alla prima buona occasione al passaggio al piano superiore, non è che si muovano di casa per niente, non occupano insomma quelle poltrone per la miseria di pochi soldi a fine mese. Vediamo qualche nome e qualche cifra. Il gettone di presenza da consigliere di Edilvenezia vale 300 euro, Gianalberto Medori, vicepresidente e consigliere delegato di Finest spa riceve un lordo annuo di 43.000 euro (gettone 258,23), Alessandro Giolai e Pietro Giuseppe Fasolo, da consiglieri, un annuo di 8.000 euro e identico gettone; la società Veneziana Edilizia Canalgrande ha un amministratore unico, Domenico Antonio Gusso, retribuito con 45.000 euro; Francesco Casa, presidente di Recoaro Terme spa, ha una indennità lorda annua di 15.000 euro + 7.000 mentre i consiglieri Todaro, Piccoli e Targhetta ricevono 5.164 Euro + 7.000. La bellezza di 160.000 euro sono pagati da Veneto Strade spa a Silvano Vernizzi, amministratore delegato, mentre i consiglieri Maraia, Pietrobon e Welponer hanno un emolumento, pure lordo, di 16.500 euro. Poi c'è Irene Gemmo che come presidente del cda di Veneto Sviluppo ha una indennità annua lorda di 30.212,73 + 3.222,69, con gettone per seduta di 227,24; i membri del comitato esecutivo Marchiotto e Stella hanno un compenso di 3.222,69 con identico gettone, mentre ai consiglieri Bissoli, Calvinato, Gerolimetto e Ziglio tocca il semplice gettone. Una più che discreta indennità annua lorda (100 mila euro) è assicurata poi a Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali spa, mentre Obiettivo Nordest sicav sta un po' più basso e paga il presidente Tiziano Zigiotto 51.500 euro. Ci siamo tenuti legati alle esigenze di sintesi per riferire di questo bosco che in realtà è una foresta vera e propria con sigle, presidenti, amministratori delegati, comitati esecutivi e di gestione, consiglieri, componenti di direttivi, eccetera. Pare di partecipare a quelle feste di Natale, quando la famiglia è come un reggimento. Gente che non vedi dall'anno prima, qualcuno di cui non ricordi più nemmeno la faccia. Però la tentazione di portarsi un fischietto e usarlo all'improvviso è irresistibile; solo per chiedere: chi di voi ha letto un libro in tutto questo tempo? Nella giungla inestricabile delle partecipate la confusione è anche peggio e la domanda assai più intrusiva: ma cosa fate di utile per tutti questi soldi?G.AR.


Sala rossa, tutti per lo stipendio fisso - diego longhin (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-10-2007)

 

Pagina V - Torino Castronovo, presidente del Consiglio: "Il costo rimane invariato: affronteremo il tema nella riunione dei capigruppo" Sala Rossa, tutti per lo stipendio fisso Piace l'idea di Ghiglia di abbandonare il gettone, solo Rc contraria Giorgis, Ulivo: "Ben venga se migliora l'attività della macchina comunale" Cassano, Rifondazione: "Non è il momento" DIEGO LONGHIN Un coro di sì alla proposta di Agostino Ghiglia di abbandonare il gettone di presenza e di passare all'indennità. Gli unici a prendere le distanze sono i consiglieri di Rifondazione Comunista. Il capogruppo, Luca Cassano, è convinto che la questione non rientri nelle priorità della Sala Rossa: "Non è il momento per discutere di un provvedimento del genere - spiega - anche se non aumentassimo le spese per le casse del Comune tra la gente la percezione sarebbe negativa. Si parla tanto di costi della politica: non sarebbe corretto discutere di un fisso mensile". Più possibilista Domenico Gallo, capogruppo del Pdci: "Non mi emoziona, ma si può discutere. Non sono convinto, però, che il problema dell'assenteismo si risolva con il fisso. è necessaria una migliore gestione interna dei gruppi". Monica Cerutti, capogruppo della Sinistra Democratica, è favorevole ad un approfondimento della proposta: "Sono d'accordo sia con il numero minimo delle presenze sia con la doppia firma per combattere l'assenteismo. Poi questo meccanismo può servire per stemperare la discussione sul terzo gettone". L'Ulivo? Una nutrita fetta di consiglieri è favorevole alla proposta Ghiglia e anche il capogruppo, Andrea Giorgis, non la boccia: "Si può affrontare la questione - sottolinea - non c'è nessuna pregiudiziale, a patto che non ci siano esborsi maggiori per Palazzo Civico. Se poi la formula dell'indennità può servire a migliorare l'attività della macchina comunale ancora meglio". Tra le voci pro dell'Ulivo c'è anche quella di Luca Cassiani: "è una proposta intelligente - sottolinea - si decida di dare ai consiglieri il massimo previsto, decurtato però dalle assenze nelle commissioni e nei consigli comunali". Si schiera con Ghiglia anche il centrodestra. L'unico un po' tiepido è Mario Carossa della Lega, disponibile però a discutere, mentre Antonello Angeleri, leader dell'Udc, è favorevole. Sì convinto anche da Daniele Cantore, capogruppo di Forza Italia: "Soprattutto l'introduzione della doppia firma è un aspetto fondamentale per migliorare il lavoro del consiglio. Si trattava di una mia vecchia proposta che spero possa essere recuperata se si apre un serio confronto sull'indennità". Il presidente della Sala Rossa, Beppe Castronovo, esponente di Rifondazione, mantiene il suo ruolo superpartes e non si schiera né a favore né contro l'ipotesi avanzata da Ghiglia: "Secondo me non modifica la sostanza - spiega - l'esborso per il Comune rimarrebbe identico sia con il gettone sia con l'indennità. è una questione che andrà affrontata nella conferenza dei capigruppo".


Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 09-10-2007)

 

IL CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la convocazione "Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar" Con il clima di tensione che regna in Loggia, anche le modalità di notifica di una convocazione possono trasformarsi in un motivo di tensione. Si è aperta così ieri la seduta del consiglio comunale, iniziata peraltro con tre quarti d'ora abbondanti di ritardo: la minoranza ha atteso fuori dall'aula che la maggioranza, con il consigliere Manlio Vicini di Prc, raggiungesse da sola il numero legale. Il capogruppo di Forza Italia Fausto Di Mezza ha pregato Laura Castelletti di verificare se i consiglieri Giorgio Maione e Marco Salvo avessero ricevuto l'invito a partecipare al consiglio. La risposta affermativa della presidente, che ha pure illustrato le ultime modifiche al regolamento secondo cui la convocazione viene recapitata per e - mail se il consigliere non chiede di essere avvisato con una diversa modalità, non ha convinto Maione: "Il nostro regolamento prevede ancora che i consiglieri siano avvisati tramite messo comunale. Il messaggio in posta elettronica comunque non mi è mai arrivato, tant'è che - assicura, annunciando che resterà fuori dall'aula - ho saputo del consiglio perché passavo di qui per caso". E ha annunciato che il suo gruppo sta valutando l'ipotesi di ricorrere al Tar per invalidare la seduta e le relative delibere. LA "QUERELLE" tra maggioranza e opposizione non ha mai abbandonato l'aula. "Qualcuno ci accusa, chiedendo la convocazione di consigli straordinari, di mettere le mani nelle tasche dei bresciani - ha esordito Giovanni Petriccione (Liberaldemocratici) -. In risposta, propongo di votare per questo e per i prossimi consigli la rinuncia al gettone di presenza". Una proposta che, per regolamento, non è stato possibile mettere in votazione già ieri. "Quando si chiede di abbassare i toni, sarebbe meglio guardarsi in casa", ha risposto subito Andrea Bartoli (Civica), ricordando che l'opposizione ha definito la maggioranza una "sputacchiera". Multe e aree verdi sono stati tra i temi principali all'oggetto delle sei interrogazioni affrontate in aula. Merita un cenno la richiesta di Andrea Arcai, che ha voluto sapere dall'assessore Dionigi Guindani quante contravvenzioni fossero state comminate ad automobili, biciclette e pedoni nel 2004 (rispettivamente 137.138, 136.343, 54 e 741, compreso il rispetto del regolamento di polizia urbana), 2005 (146.992, 146.394, 35 e 563), e 2006 (144.633, 143.906, 61 e 666). Numeri che, secondo il capogruppo di An, dimostrano che le due ruote non vengono ancora tenute sufficientemente sotto osservazione. Lo stesso Arcai ha poi chiesto delucidazioni in merito ad una sentenza del giudice di pace, che annullava la contravvenzione elevata ad una cittadina dopo un accertamento con il Trafficphoto (un "apparecchio - ha precisato Guindani - sostituito nel 2004 con nuove apparecchiature che funzionano con tecnologia digitale"), per l'inesistenza di un atto formale della giunta che ne deliberasse l'impiego. L'assessore alla Sicurezza ha dovuto render conto poi dello stato del parco di via Bevilacqua. In "condizione di degrado", secondo i consiglieri di An. "Oggetto dal 2005 di una serie specifica e mirata di controlli", secondo Guindani,. In relazione al potenziamento della Brescia - Iseo - Edolo e alla realizzazione del collegamento tra le stazioni di Castegnato e San Zeno - di cui ha voluto sapere Federico Manzoni (Margherita) - l'assessore Mario Venturini ha spiegato che per ora tra Comune e Provincia ci sono stati soltantocontatti di "pura informazione" e che il progetto è ancora in embrione. NA.DA.


Tagli ai cda, si parte da friulia holding (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 09-10-2007)

 

Al via la cura dimagrante per le società partecipate. A dicembre scade anche Agemont. Seguiranno Finest, Mediocredito e Promotur Tagli ai cda, si parte da Friulia holding A fine anno il rinnovo delle cariche. Del Piero conferma: ridurremo i consiglieri TRIESTE Cura dimagrante per i consigli di amministrazione degli enti e delle partecipate regionali, a partire da Friulia holding. La Regione lo ha deciso con il disegno di legge sull'assestamento del bilancio 2007 e del bilancio pluriennale per gli anni 2007-2009, recependo le indicazioni nazionali, ma le misure specifiche saranno adottate man mano che saranno rinnovate le cariche. I tempi, però, sono maturi: tra i cda più significativi in scadenza, entro l'anno o comunque entro la fine legisaltura, ci sono quelli di Friulia, Agemont, Finest, e Mediocredito. A seguire quelli di Promotur e il polo tecnologico di Pordenone. "La volontà politica di ridurre i consigli di amministrazione è già stata espressa - conferma l'assessore Michela Del Piero -. Su tempi e modi però non abbiamo ancora deciso. Per ora è prematuro parlarne". Bocche cucite su quanti consiglieri potrebbero saltare, dunque, anche perché molto dipenderà dall'assetto societario delle società. Il ddl regionale approvato durante l'estate, d'altronde, recita che "l'amministrazione regionale è autorizzata a promuovere la ridefinizione del numero dei componenti dei cda delle società partecipate nell'ottica di un loro complessivo contenimento e in coerenza con l'oggetto sociale". Sono invece affidati a delibera di giunta "i criteri, i tempi e le modalità di adozione degli atti necessari" a raggiungere l'obiettivo. FRIULIA La società più importante della Regione, che va a rinnovo delle cariche a fine anno, è la holding regionale. Friulia spa attualmente ha un presidente, Augusto Antonucci, un vicepresidente nonché amministratore delegato, Federico Marescotti e un altro ad, Michele Degrassi. Per queste cariche, come riporta il libro bianco dei Cittadini per il presidente, ecco i compensi annui (lordi) previsti: 60 mila euro più 40 mila per il presidente; 30mila più 220 mila più altri 30 mila di rimborso forfetario per l'ad e vicepresidente; 12 mila euro annui, più 110 mila euro annui, più gettone di presenza di 380 euro a seduta, più spese vive sostenute per l'amministratore delegato. Poi ci sono i consiglieri "semplici", attualmente 9, che percepiscono 12 mila euro all'anno (sempre lordi) e 380 euro a seduta. Lo statuto prevede che il cda abbia da 11 a 13 componenti. AGEMONT Scade a dicembre anche il cda di Agemont, presieduto da Alberto Felice De Toni (24 mila euro annui più rimborso spese). Accanto a lui 8 consiglieri tra cui il vicepresidente (12 mila euro più rimborso spese). Il gettone di presenza a seduta è di 210 euro. FINEST La finanziaria per la promozione della cooperazione economica con i Paesi dell'Est europeo è presieduta da Maurizio Cini, ha come vicepresidente Gianalberto Medori e come amministratore delegato Emilio Terpin. Le cariche inizialmente prevedevano compensi pari a 60 mila più 25 mila (per deleghe specifiche) per il presidente e 80 mila (più dieci mila) per l'ad. Gli amministratori hanno rinunciato a parte dell'indennità per assumere un direttore generale. Il cda è formato da altri 8 consiglieri che percepiscono 10 mila euro lordi l'anno. MEDIOCREDITO Ha il cda più "nutrito": 15 persone. Accanto al presidente Flavio Pressacco (60 mila euro lordi annui) e al vicepresidente Massimo Paniccia (25 mila euro lordi annui) ci sono 12 consiglieri di amministrazione (10 mila euro annui lordi più gettone di presenza di 516,45 euro per la partecipazione alle riunioni del cda) e un segretario del consiglio. ALTRI In scadenza anche il polo tecnologico di Pordenone presieduto da Walter Taranzano, che ha rinunciato al compenso. Accanto a lui sei consiglieri di amministrazione che percepiscono 150 euro come gettone di presenza. Poi c'è Promotur: il presidente Luca Vidoni (circa 40 mila euro lordi se si considerano le deleghe), il vice Armando Angeli (11 mila 620 euro lordi) e sette consiglieri che ricevono 2.066 euro lordi più 155 euro a seduta. Martina Milia.


Piano sanitario, c'è l'intesa Chiudono dieci Asl Risparmi per 60 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 09-10-2007)

 

Documento Finita la maratona in Regione Piano sanitario, c'è l'intesa Chiudono dieci Asl Risparmi per 60 milioni MAURIZIO TROPEANO Fumata bianca. Maggioranza e opposizione dopo settimane di scontro frontale trovano un'intesa politica che permetterà di approvare entro il 24 di ottobre la riforma del piano sanitario e, soprattutto, la delibera che taglia le aziende sanitarie regionale permettendo alla regione di risparmiare a regime tra i 50 e i 60 milioni di euro. Senza quei risparmi e senza l'indicazione degli strumenti per attuarlo il sistema sanitario piemontese correva il rischio di essere commissariato dal Governo. L'accorpamento delle Asl permetterà secondo gli elaborati dell'assessore alla Sanità, Eleonora Artesio, di ottenere "nel corso di un periodo medio lungo risparmi legati alla riduzione del personale perseguibili con il blocco del turn over. Risultati più di breve periodo si potranno ottenere centralizzando l'acquisto di beni e servizi". Proviamo a fare i conti. La riduzione del numero delle aziende comporta una economia derivante dal minor costo degli organi direttivi e dei collegi sindacali di circa 7 milioni. Altri risparmi arriveranno dalla riduzione del personale amministrativo addetto alla direzione generale ed alle funzioni amministrative che gradualmente può ridursi di circa 500 unità con un risparmio stimabile in 25 milioni. Almeno 30 milioni, poi, arriveranno dalla centralizzazione degli acquisti. Dal punto di vista politico c'è da notare come tutti i protagonisti cantino vittoria. Lo fa la presidente della Regione, Mercedes Bresso, perché "sono stati dati tempi certi per l'approvazione delle nostre proposte". Lo fa l'opposizione di centrodestra "perché è stata data una risposta alle nostre proposte contenute nel nostro decalogo". Soprattutto è stato ristabilito il principio del confronto. La Cdl, però, ribadisce comunque il proprio voto negativo nei confronti di "un Piano di cui non condivide l'impostazione e la filosofia di base". Ma forse c'è una persona che più di altre si può dire soddisfatta. Il presidente del Consiglio regionale. Davide Gariglio fino all'ultimo ha cercato di tenere aperti i fili del dialogo con l'opposizione nonostante i severi richiami e le critiche della Bresso alla sua gestione dell'aula. Commenta: "Un grande risultato per il consiglio regionale, che si afferma come luogo in cui ci si confronta sulle idee e si trovano delle soluzioni". Per dirla con Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia, "il risultato è grande per tutti i castori di entrambi gli schieramenti: coloro che vogliono costruire hanno prevalso su quelli che vogliono distruggere". E per Burzi la Bresso non è certo un castoro.


Prelati adesso fa sul serio <Abolire i consigli di quartiere> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)

 

Vittoria Avviata una raccolta di firme con l'adesione di tutto lo Sdi Prelati adesso fa sul serio "Abolire i consigli di quartiere" Giuseppe La Lota VITTORIA Fabio Prelati, segretario dello Sdi, sull'abolizione dei quartieri fa sul serio. Incurante delle critiche che gli sono piovute da settori interessati, del tipo "li vuole abolire perché il suo partito non ha alcun consigliere di quartiere", lancia una petizione popolare per dare ancora più forza alla sua idea. "La raccolta di firme dichiara Prelati è partita. Tutto il consiglio direttivo dello Sdi è impegnato: Carmelo Di Quattro, Luca Genovese, Gaetano Spina, Rosalba Bennice, Michele Stracquadanio, Gaetano Cucuzzella, Gianfranco Di Trapani, Maria Pina Frasca, Irene Nicosia, Giuseppe Lauria, Valeria Sanzone e altri ancora. Chiediamo ai cittadini di sostenere la proposta e di esserci vicini". Qualche settimana fa Prelati ha lanciato la provocatoria idea tesa ad abbattere i costi della politica. Ha incassato il consenso di tanti, ma anche qualche diniego da forze politiche che esprimono consiglieri nei quattro quartieri di Vittoria. Ma lui insiste. "Occorre abbattere i costi della politica ed è innegabile che il rapporto costi-benefici per i consigli di quartiere è improduttivo. Le indennità di carica previste per i presidenti sono ingiustificate! La normativa non conferisce loro alcun potere e questa inadeguatezza è stata lamentata proprio dai presidenti. Lo stesso discorso vale per i consiglieri, i quali, addirittura, dovrebbero percepire non più il gettone di presenza, ma un'indennità di carica!". E a proposito di quartiere, da Palazzo Iacono proprio ieri è arrivata la notizia dell'iniziativa del sindaco Giuseppe Nicosia. Ha iniziato il giro dei quattro quartieri per ascoltare le esigenze della gente. "Contrariamente a quanto si dice ha dichiarato il primo cittadino quest'amministrazione incontra la gente anche fuori dal Palazzo. Una volta al mese sarò nei due quartieri periferici e a Scoglitti. Ritengo che, così facendo, si ottenga un avvicinamento ulteriore alla cittadinanza e alle periferie. Poi, sulla scorta delle segnalazioni che riceveremo, inizieremo i sopralluoghi assieme ai tecnici e al personale dell'Amiu nelle zone segnalate per porre rimedio ai disservizi segnalati". (martedì 9 ottobre 2007).


Costi della politica, l'opposizione va all'attacco (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)

 

Taormina Odg presentato in Consiglio Costi della politica, l'opposizione va all'attacco Taormina "Uniformiamo Taormina alle più recenti direttive nazionali tendenti alla complessiva riduzione dei "costi della politica"": è il monito lanciato in ambito locale da alcuni esponenti dell'opposizione. Un odg in Consiglio è stato presentato dal consigliere Carmelo La Face. ""Il 31 luglio scorso in Consiglio scrive La Face è stata discussa ed approvata una mozione contenente indirizzi dettati nei confronti dell'organo esecutivo cittadino, e tra questi quello relativo alle indennità di carica spettanti a presidente e componenti del consiglio d'amministrazione dell'Asm. Ricordiamo un parere legale dell'avv. Giovanni Randazzo su richiesta del Cda Asm, ed anche i reiterati appelli formulati dalla Giunta comunale in ordine alla necessità di arginare l'allarmante situazione debitoria di Taormina. Pertanto chiediamo di mantenere l'indennità di carica spettante alla presidenza del Cda Asm entro i limiti del 65% di quella prevista per il sindaco". E ancora: "Manteniamo l'indennità spettante ai componenti del Cda Asm entro il 40% di quella prevista per la presidenza e, altresì, aggiorniamo con effetto immediato le suddette indennità, provvedendo al recupero delle somme percepite". E un discorso che comunque potrebbe riguardare non solo l'Asm in un quadro più ampio di eventuale verifica in altri Enti e consorzi. Sull'argomento si è soffermato in una nota anche il responsabile locale del Prc, Sergio Cavallaro. "Bisogna aprire scrive Cavallaro - un serio confronto tra le forze politiche per arrivare ad un contenimento dei "costi della politica". Il tema è di grande attualità. La nomina di 3 nuovi "esperti" in Amministrazione alimenta ulteriori interrogativi. I vincoli di spesa posti dalla finanziaria ed una prassi interpretativa che non può restare inascoltata devono spingere a ridurre e razionalizzare i costi dell'apparato politico-amministrativo. Il taglio agli incarichi esterni potrebbe essere un primo passo nella giusta direzione. Va poi, appunto, valutata la fissazione di nuovi limiti massimi ai compensi Asm". (e.c.) (martedì 9 ottobre 2007).


"Se tagliassimo gli stipendi in Regione?" (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 09-10-2007)

 

FINANZIARIA.RIDUZIONE DEL NUMERO DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALI "Se tagliassimo gli stipendi in Regione?" [FIRMA]FIAMMETTA MUSSIO NIZZA MONFERRATO "Se mettiamo insieme i gettoni che percepiscono in un mese 600 consiglieri di piccoli Comuni, riusciamo appena a fare lo stipendio di un solo consigliere regionale. E allora perché non togliamo qualche "cadrega" in più in Regione, invece di tagliare laddove la politica è più vicina alle persone?". E la dura polemica sollevata da Mauro Oddone, presidente del Consiglio comunale di Nizza ed esponente dei ds astigiani, dopo la proposta di ridurre il numero di seggi nei Consigli comunali, prevista dalla Finanziaria. E non gli importa neppure se a prendere il provvedimento è stato il "suo" Governo, il centrosinistra. "E una misura che non solo non serve a ridurre gli sprechi della politica - rincara Oddone - ma è un'operazione di recupero pari a nulla". Calcolatrice alla mano, assomma, moltiplica, divide: "Mettiamo che in media - spiega - il gettone di un consigliere sia sui 25 euro lordi a seduta. Praticamente bisogna tagliare un esercito di seicento persone per recuperare il budget percepito mensilmente da un consigliere regionale". Una cifra che si aggira intorno ai 15 mila euro, mentre ad esempio, il sindaco di Nizza prende 2 mila euro al mese (600 euro è lo stipendio del vice, sotto i 500 quello degli assessori e ai consiglieri è riconosciuta un'idennità di 50 euro a seduta). "E ora - prosegue Oddone - che la politica, centrosinistra compreso, prenda dei provvedimenti seri se vuole riacquistare credibilità. Per ridurre gli sprechi, si potrebbe pensare di mettere un "tetto" agli stipendi d'oro dei politici: ad esempio, 5 mila euro al mese per un consigliere regionale mi sembrano più che dignitosi. O no?". Nell'Astigiano, la disposizione della Finanziaria comporterebbe una diminuzione di 266 consiglieri, di cui 218 nei paesi sotto i 3000 abitanti e quattro consiglieri provinciali. Già adesso molti amministratori, per scelta, non percepiscono o percepiscono solo in parte il gettone di presenza. Così a Frinco, dove le indennità del sindaco Carlo Conti e maggioranza finiscono nelle casse del municipio; a Cantarana, una percentuale degli stipendi è destinata a un fondo per le emergenze sociali del paese. E si potrebbe continuare. Senza contare il ruolo sociale svolto da un consigliere di paese: "Noi - conferma Franco Roggero Fossati, consigliere di maggioranza a Nizza - siamo la politica vicino alla gente, l'anello più basso che fa sì che i cittadini si sentano parte delle istituzioni". Non bisogna andar lontano per trovare un esempio: l'assessore nicese Gianni Cavarino è stato più volte visto lavorare gomito a gomito con gli operai o cambiar lampadine. Anche quando era consigliere di minoranza.


Imprevisti ddl lanzillotta e finanziaria (sezione: Costi dei politici)

( da "Riformista, Il" del 09-10-2007)

 

Imprevisti ddl lanzillotta e finanziaria Con la sforbiciata ai posti nei cda inizia la grande abbuffata dei privati Gavio e Gambari si rafforzano nelle autostrade settentrionali La scure della Lanzillotta è pronta ad abbattersi sui cda delle società a totale partecipazione pubblica. Le norme previste nella Finanziaria dello scorso anno devono trovare applicazione entro il 22 novembre, e il limite di cinque o sette consiglieri di amministrazione stabilito per i diversi casi sta imponendo drastici snellimenti. La norma contenuta al comma 729 della Finanziaria del 2007 si prestava tuttavia a qualche dubbio interpretativo. In particolare, non era chiara la sua applicabilità alle società che, pur controllate da uno o più enti pubblici, annoverassero nelle minoranze soci privati. All'avvicinarsi del 22 novembre, alcune tra queste "controllate" rivendicavano la propria esclusione dall'ambito di applicazione della traumatica riforma. E il caso, per fare un esempio eclatante, dell'Autobrennero con i suoi 24 consiglieri oltre al presidente e ai suoi 4 vice. Intanto, nel paese contagiato dalla rabbia per la casta, correva l'ondata della nuova antipolitica. Forse pensando di cogliere due obiettivi con un sola mossa, nella Finanziaria 2008 recentemente approvata, appare l'art. 112 che, in modo esplicito e tra i plausi di Lanzillotta e Di Pietro, estende con pochi correttivi anche alle "controllate" la dieta introdotta nella Finanziaria di una anno fa. In tutti i cda, quindi, troveranno posto solo i consiglieri di maggioranza e quelli della prima lista di minoranza, verosimilmente privata. Per provare a delineare le conseguenze pratiche delle modifiche è utile volgere lo sguardo agli assetti proprietari delle autostrade lombardo-venete. Assetti che, accanto a un azionista pubblico provvisto di una solida quota di controllo, vedono spesso schierati enti locali e territoriali, o soggetti privati di carattere finanziario, che detengono quote ridotte. Difficilmente troveranno interesse nel mantenere piccole partecipazioni che danno utili minuscoli vincolati al reinvestimento e non possono regalare più alcuna poltrona, con l'annesso potere d'influenza quando ci sono da fare le scelte che contano. La tendenza di un'immissione sul mercato di parte di queste quote sembra già tracciata dall'intervento normativo dell'anno scorso. Quello di quest'anno, chiarificatore e univoco, non potrà che rafforzarla. Al di là della tortuosa vicenda Asam, la holding di Palazzo Isimbardi nata tra i proclami e oggi moribonda nel silenzio generale, i mutamenti degli assetti azionari di Serravalle nell'ultimo anno sono significativi. Pezzo a pezzo, Gavio è arrivato al 13,6%, poco lontano da quel 15% che aveva ceduto a caro prezzo alla Provincia di Penati, acquirente a debito coi soldi di Banca Intesa. Gavio ha aggiunto una decina di giorni fa l'1% di Abm International, guidata dal finanziere Alberto Rigotti, che ritroveremo più sotto. I vertici della società hanno dichiarato apertamente di voler crescere ancora, e l'occasione potrebbe offrirla il Comune di Milano - a proposito di enti pubblici con quote di minoranza - che sta per mettere sul mercato il suo 18%. Tra l'altro, l'azionista di riferimento di Serravalle, cioè la Provincia, ha già esplicitato il progetto di portare la società in borsa, e alle società quotate non si applicano i lacci e i lacciuoli della Lanzillotta, anche se crescono gli obblighi di trasparenza. Non è tutto. La Pedemontana lombarda, finalmente pronta a passare dalla carta all'asfalto, cioè dai progetti agli appalti, è detenuta al 100% da Serravalle. La Provincia vuole cedere il 32,5%, e in pole position per l'acquisto c'è ancora la Sias del Gruppo Gavio. Che vorrebbe aver voce in capitolo quando si inizierà a parlare della costruzione della Brebemi (pure passata dalla carta all'asfalto grazie alla Finanziaria 2007), di cui il pacchetto di controllo è da qualche mese nelle mani della grande finanziatrice Intesa-Sanpaolo (il sito della Provincia lo attribuisce ancora ad Autostrade), forse colpita dai primi segni di preoccupazione per il rientro di un credito che tarda ad arrivare. In Brebemi Serravalle è ben presente, e la polverizzata compagine azionaria fa credere che si libereranno presto nuove quote di mercato. Non ha invece bisogno di crescere, Gavio, nell'azionariato di Tem. La tangenziale esterna è meno imminente di Brebemi e Pedemontana (sbloccate qualche giorno fa al Cipe, proprio assieme a quella Asti-Cuneo che gravita sempre nell'orbita d'investimenti di Gavio), e in ogni caso Serravalle è azionista di controllo, con la Satap di Gavio è ben piazzata. Del doman, insomma, v'è certezza. Spostando il satellite verso est, risulta particolarmente interessante il caso della Serenissima, che inizia dove finisce la Brebemi, a Brescia, e corre fino a Padova. Da anni al centro di polemiche per un reticolo di partecipazioni estere che arrivano fino al Lussembrugo, la concessionaria ha come azionista di maggioranza relativa Re Consult infrastrutture, che fa capo a Rino Mario Gambari. "Inventato" alcuni anni fa da Capitalia, poi rifinanziato da Abn e Mediobanca, e infine oggi in cordata nel nuovo fondo Hat con Mps, da molti considerata ormai alleata di Intesa-Sanpaolo, Gambari ha in Rigotti - lo stesso che ha da poco venduto l'1% di Serravalle a Gavio - uno dei suoi storici partner d'affari. Di Serenissima aveva già il 20%, poi a gennaio ha acquistato il 3,43% ceduto da Venezia - sempre a proposito di enti locali che vendono - e dice di marcare strette altre quote di enti pubblici che potrebbero decidere di cedere. Non ha voluto, perché costavano troppo, le quote di Serenissima messe in vendita da Palazzo Isimbardi a maggio, e così le ha comprate Serravalle, cioè la società controllata dalla Provincia stessa. Nel cda di Serenissima, su nomina dei soci privati guidati da Gambari, ha seduto Filippo Penati in persona, prima di dimettersi per anticipare la scure Lanzillotta meno di un mese fa. Intanto, mentre scemano le poltrone, corrono i miliardi: la Serenissima ha visto rinnovare la propria concessione fino al 2026, e la costruzione delle nuove tangenziali cittadine dovrebbero portare sul territorio circa tre miliardi in appalti. Peraltro, a ben guardare più a nord-est, nel polverizzato azionariato di quella macchina da soldi che si chiama Autobrennero, Gambari non è certo fuori dai giochi, visto che la "sua" Serenissima ha oltre il 4%, mentre Tecnofin e Obiettivo2 - presenti nell'azionariato dell'Autocamionale della Cisa di Gavio, sue stabili alleate - detengono insieme circa il 5%. E poi, chissà, c'è tutto l'azionariato fatto di enti pubblici e camere di commercio, che forse decideranno di vendere, dopo che le speranze di potere mantenere le poltrone sono state gelate dalla Finanziaria 2008. Che contribuirà certamente - e meritoriamente - ad abbattere i costi della politica. Speriamo non finisca, però, con l'aumentare quelli dell'antipolitica: che sono già salati, anche se assai meno visibili. 09/10/2007.


Benvenuta l'antipolitica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 09-10-2007)

 

Regione BENVENUTA L'ANTIPOLITICA SEGUE DALLA PRIMA E i maggiori quotidiani nazionali che rilanciano? Persino la Rai, il pachiderma pubblico super-lottizzato, sembra un tantino più coraggioso e più libero! C'è da chiedersi cosa sta succedendo, chi è e dove sta il grande vecchio? Confesso che, dalle retrovie della politica dove mi trovo (benissimo), l'"ambaradan" montante mi diverte e incuriosisce. Non mi ergo a giudice, tanto meno a dividere: di qua la politica (quella buona dei soliti), di là l'antipolitica (dei qualunquisti fracassoni). A me quest'aria che tira piace. Mi sembra che Grillo stia rappresentando nelle piazze delle città e in quelle cibernetiche una pièce che piace e diverte molta gente. Confesso che ne condivido poco (assolutamente non gli attacchi alla Biagi), ma ritengo abbia il sacrosanto diritto di sbraitare, denunciare, dileggiare. Graffia con ironia, picchia e denuncia con il sarcasmo; armi che fanno male, che disintegrano, granitiche e redditizie posizioni. Le prime raffiche di vento hanno soffiato mesi fa con il saggio di Stella & Rizzo (La casta), un saggio che continua a tirare e a vendere. Un milione di copie non s'erano mai viste in Italia (la media nazionale in questa editoria non supera le 25-30.000. In questo libro c'è un elenco di nomi, cognomi, parentele, affinità elettive ed elettorali. Ci sono denunce di spese, di costi enormi, di bilanci inesistenti, di enti inutili, eccetera. Praticamente tutte le indecenze e vergogne di una Casta enorme, protetta, costosissima che vive di politica. I benpensanti vorrebbero che le tante denunce passassero inosservate, che non provocassero una benefica sovversione, delle emulazioni, una reazione a catena! Va bene essere un popolo di rassegnati, ma non tutti "co...". Eppure dopo tante documentate denunce ai nostri due autori non è pervenuta neppure una querela per diffamazione o falso: scandaloso! Vergognosa questa indifferenza, questa nonchalance, questa superba superiorità, questo attendismo... "à da passà 'a nuttata"! Nell'elenco di Stella & Rizzo c'è gente che fa politica da generazioni, dal primo dopoguerra. Ci sono detentori di record mondiali di resistenza (non quella del 25 Aprile, quella del collante da chiappe). Una classe politica di reperti archeologici rimasti al di là del guado, sulla sponda della prima repubblica, del secolo breve (un eufemismo). Gente che ha fatto e votato leggi per mandare in pensione lavoratori di 35-40 anni; massacrando di debiti intere generazioni future. Politici che non si pensionano mai dalla politica, bravi nell'accumulare per sé per la famiglia e per gli amici. "...Ma cosa volete che parli di futuro a un giovane, una classe politica di matusalemmi?", grida Grillo nelle piazze. Come dargli torto? Il ristorante della politica negli altri Paesi europei offre piatti giovani, novità reali, menù originali. Noi invece abbiamo la prevalenza di politici allevati con le ideologie, che bene o male davano indicazioni e punti di riferimento. Un tempo dal confronto-scontro ideologico ne usciva un ricambio democratico (dove c'era) e tutti gli anticorpi che guarivano i virus e rinforzavano la democrazia. Oggi non ci sono più le ideologie e questo non accade più. E' finita un'epoca, un sistema, un modello ma lor signori rimangono in abbondanza e solo in Italia! Oggi che il pensiero unico è il Mercato, ci sono altri riferimenti e altri confronti: competizione esasperata, produzione, consumi, profitti. Serve gente giovane e preparata, i reperti archeologici vanno collocati nei musei. Settantenni go home! I vostri nipoti si meritano dei nonni presenti. Qualcuno si frega le mani e pensa che l'antipolitica sia regolamento di conti nella tribù di sinistra; fuoco amico tra di loro. Non sarei così convinto. Vedo crescere un grande blocco trasversale capace di intaccare anche altre caste: sindacati, magistratura, corporazioni. Chi vivrà, vedrà. Si notano anche nuovi segnali interessanti: qualche taglio di qua, una sforbiciatina di là, una spuntantina lassù; non siamo alle rasoiate e non si può pretendere di togliere su due piedi il privilegio del vitalizio dopo due anni sei mesi e un giorno. Questo è chiedere troppo! Giuseppe Covre P.s.: non ho pensioni, né vitalizi e non ammicco. Quello che ho fatto e dato, basta e avanza.


Basta chiacchiere, adesso aboliamo il Cnel (sezione: Costi dei politici)

( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)

 

Aldo Forbice Lo sapete come andrà a finire? Che non cambierà nulla a proposito dei costi della politica. Oggi governo, presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel dare risposte, nel proporre tagli, ridimensionamenti e ipotizzare futuri tagli ed eliminazione degli sprechi. Home Politica prec succ Contenuti correlati ''Le tasse sono una cosa bellissima..." Grave anziano caduto da un albero I cani abbandonati aspettano un padrone Si cercano soluzioni per "Colle Arpea" Blitz dell'Isa sul campo del Viadana Morolo, tre punti di platino La graduatoria respira Minturno, il "118" trasloca. Sede in via Cadorna Ottimismo ma anche perplessità sul nuovo ospedale cittadino Minturno, il "118" trasloca. Sede in via Cadorna Ma in concreto che cosa sta veramente avvenendo? Cominciamo dalla Finanziaria 2008. Si sono proposti: l'aumento automatico degli aumenti degli stipendi parlamentari attualmente agganciati a quelli dei presidenti di Corte di Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti; l'abolizione di 105 comunità montane,su 356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il taglio di 1260 comuni dalle comunità montane; nessun consiglio circoscrizionale per i comuni fra i 30 mila e 100 mila abitanti (il risparmio è di circa 79 milioni l'anno); i compensi dei consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti per complessivi 205 euro l'anno. In più si aggiungano gli impegni di spesa del Quirinale (aumentati di 17 milioni di euro, rispetto al bilancio di previsione 2007 e che dovrebbero rimanere fermi a 241 milioni di euro nel 2008). Questo significa che la nostra massima istituzione repubblicana continuerà a costare due o tre volte in più delle analoghe istituzioni della Francia, della Germania e delle monarchie inglese e spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione pubblica, che il grillismo, le inchieste sui quotidiani, i libri di successo e le trasmissioni radiofoniche hanno rappresentato. Ma tutti i capitoli di risparmio, analizzati con attenzione, scoprono facilmente punti deboli, insufficienze e varchi che possono far dilatare i tempi all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere approvati. E, in quanto ai risparmi veri, al di là della facciata, se saranno approvati si tradurranno in cifre molto marginali che sostanzialmente non faranno cambiare granchè, rispetto ai colossali sprechi della politica e delle istituzioni ormai sotto gli occhi di tutti. Non potendoci dilungare troppo ci limitiamo a qualche esempio. Gli stipendi dei parlamentari, attualmente, risultano agganciati automaticamente a quelli degli alti magistrati. Parliamo di "stipendi base" e non della pletora delle indennità che fanno aumentare moltissimo il "monte retributivo" mensile. Perché allora non proporre una legge che abolisca questa indicizzazione collegata alla magistratura? In questo modo si potrebbe verificare in concreto chi è favorevole o contrario ai costi di deputati e senatori. Poi i rimborsi per le spese elettorali. Potrebbero essere ancora consentiti, ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione: la registrazione dei partiti (e dei sindacati) e la pubblicizzazione dei loro bilanci, con un controllo da parte di una autorità pubblica. Per quanto riguarda le comunità montane, tranne pochissime eccezioni, dovrebbero essere cancellate. I risparmi ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità montane, Enrico Borghi (Dl): "Non si tratta di tagli. Se vengono chiuse delle comunità montane il personale viene trasferito nelle altre amministrazioni pubbliche, cioè da una parte si toglie e dall'altra parte si aggiunge. I 66 milioni di euro sbandierati non sono risparmi effettivi, ma una semplice operazione di cassa". Credo che ogni commento sia superfluo. Nessuno, inoltre, parla della eliminazione di un altro organo costituzionale assolutamente inutile, oltre che costosissimo: il Cnel. Un tempo veniva definito la "terza Camera", ma in realtà ogni tentativo di riformarlo è stato vano. Non si parla più della sua chiusura per interesse sia delle caste politiche che a di quelle sindacali: sono rappresentate entrambe. Ma se venisse chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. Ci guadagnerebbero solo le finanze dello Stato. La risposta più concreta alla forte domanda di moralizzazione della politica è venuta da una proposta trasversale,quella di Fini e Di Pietro (taglio radicale del numero di ministri e sottosegretari, riduzione del numero degli assessori comunali e provinciali,soppressione delle comunità montane e l'indicazione di altre misure per ridurre sensibilmente i costi della politica eliminando tutti gli sprechi). Non si parla di cancellazione delle Province, ma c'è una spiegazione: questo ente intermedio tra Comuni e Regioni sono previste dalla Costituzione e, per cancellarle, è necessaria una revisione della nostra Magna Carta. E fin'ora non c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e, in seguito, le proposte di abolizione di questo inutile e costoso ente sono state decine. Ma le Province, sono diventate grandi centri di potere, e ogni anno il loro numero è andato via via aumentando. Con la benedizione di tutti i partiti.


AL PRIMO POSTO c'è il taglio dei costi della politica. Po (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 09-10-2007)

 

I la necessità di avere servizi sanitari di qualità e più partecipezione nelle scelte di governo, sia locale che nazionale. Sono queste le priorità individuate dal questionario distribuito in giugno ai cittadini cecinesi, dal titolo "Costruiamo insieme il Partito democratico" da Ds e Margherita di Cecina. I promotori hanno poi ritirato i documenti grazie ai gazebo presenti nei punti strategici della città, attraverso il giornale distribuito la domenica e le mail. Per quanto riguarda il taglio ai costi della politica, il 35 per cento ha espresso opinione positiva, mentre il 25 si è detto favorevole all'importanza dei servizi sociali e sanitari, il 23 alla partecipazione della collettività alla politica e il 16 al rapporto tra reddito e costo della vita. PER QUANTO concerne i problemi dei giovani, il 26 per cento ha concordato sugli affitti troppo cari per le abitazioni e sul precariato, il 20 sulla scuola che non prepara e non sviluppa professionalità necessarie per il territorio, il 17 sui servizi sociali carenti (asili nido, scuole materne, tempo libero e trasporti), e l'11 sulle difficoltà a contattare le imprese di lavoro. Il risultato, sostengono i dirigenti dei Democratici di sinistra, è buono ed è servito per conoscere l'opinione trasversale dei residenti su molteplici argomenti. L'obiettivo era avere un quadro preciso della situazione in attesa delle primarie del 14 ottobre. - -->.

 

 

Articoli dell’8-10-2007

 

 

"Fondi Regione a oltre mille beneficiari". Scoperti dal promotore dei referendum Rapagna'  Da il capoluogo.it 8-10-2007

Il mito della spesa. Il Pd e la sua cultura economica Francesco Giavazzi  (Il Corriere della Sera 8-10-2007 )

 

Le finalità istituzionali vincolano le partecipate ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)

Interventi positivi ma a rischio di scarsa efficacia ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)

Fondo sociale, la giunta ligure stanzia otto milioni e mezzo di euro per realizzare strutture sociali residenziali e semiresidenziali ( da "marketpress.info" del 08-10-2007)


Costi della politica, ecco come ridurli ( da "Resto del Carlino, Il (Forli)" del 08-10-2007)

SICUREZZA e costi della politica sono tra i temi all'ordine del giorno per il con ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-10-2007)

Gli onorevoli e il gioco delle parti ( da "Gazzetta del Sud" del 08-10-2007)

Noi consiglieri comunali sacrificati per dare il vitalizio ai sindaci ( da "L'Adige" del 08-10-2007)

La comunità montana rischia di sparire ( da "Tirreno, Il" del 08-10-2007)

Comune in bolletta, il Consiglio chiude ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-10-2007)

L'italia al top nella sanità per i costi chiesti ai cittadini ( da "Gazzetta di Modena, La" del 08-10-2007)

Mozione di balducci: trasparenza sui guadagni degli amministratori nei consorzi a cervignano ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 08-10-2007)

TUTTI BRAVI NELLA MAGGIORANZA A TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) ( da "Nazione, La (Livorno)" del 08-10-2007)


Articoli

 

"Fondi Regione a oltre mille beneficiari". Scoperti dal promotore dei referendum Rapagna'  Da il www.capoluogo.it 8-10-2007


L'Aquila, 8 ott.- Oltre mille fondazioni, associazioni culturali, di assistenza e sportive abruzzesi beneficiano di una serie di contributi da parte della Regione, con somme che variano da 500 a 70 mila euro ("Associazione regionale per la promozione sociale" di Pescara).
Per le manifestazioni sportive, invece, si va da 5.000 a 100 mila euro (Coppa Interamnia di Teramo). Lo evidenzia il presidente del Comitato promotore dei quattro referendum regionali sui costi della politica, Pio Rapagna, il quale ha compiuto una ricerca - sul sito Internet della Regione - spulciando le leggi n.29, 47 e 48 del 2006 tutte collegate al bilancio 2007.
Dall'elenco emergono contributi da 500 euro (a undici associazioni), di mille, duemila, 15 mila, 20 mila, 30 mila, fino alla massima, di 70 mila. Rapagnà chiede se i fondi siano stati "erogati e rendicontati e se fanno parte ancora della Legge Omnibus". Il presidente del Comitato li considera "alcuni esempi, tra i tanti, dei costi e degli sprechi della politica", contro i quali sono stati proposti i 4 referendum abrogativi, "ai danni - sostiene Rapagnà - del metodo clientelare della nostra attuale casta governativa ed oppositiva alla Regione, negli Enti strumentali, nelle Province, nei Comuni e seguenti".

 

 

Il mito della spesa. Il Pd e la sua cultura economica Francesco Giavazzi

Il Corriere della Sera 8-10-2007

Il Partito democratico affronta oggi a Roma, a una settimana dalle primarie per la scelta del suo primo segretario, il tema della «cultura economica » del nuovo partito. Due a me sembrano le questioni centrali: le tasse e la concertazione come metodo di lavoro del governo. L'attuale maggioranza ha fatto dell'Elogio delle tasse il suo motto: «Le tasse sono una cosa bellissima », ha ripetuto ancora ieri il ministro dell'Econom ia Tommaso Padoa-Schioppa. Immagino lo pensi anche delle tasse che pagano le famiglie povere per consentire ai figli dei ricchi di frequentare gratis quell'università che ai loro figli spesso è preclusa. Anche l'aliquota del 30% che paga un lavoratore dipendente per consentire allo Stato di tassare solo al 12,5% i Bot detenuti da un ricco rentier. In due anni la maggioranza ha aumentato la pressione fiscale di due punti e mezzo, ma le spese delle amministrazioni pubbliche sono rimaste là dove Berlusconi le aveva lasciate: con questa legge finanziaria continueranno ad assorbire al netto di interessi e investimenti il 40% del reddito nazionale. Questa cifra non è né troppo alta né troppo bassa: in alcuni Paesi lo Stato spende di più, in altri di meno. Il problema è che la nostra spesa pubblica non aiuta i cittadini che più ne avrebbero bisogno. Non finanzia sussidi di disoccupazione generalizzati; non aiuta le famiglie con figli piccoli (certamente non tanto quanto esse sono aiutate in Paesi in cui lo Stato spende di meno, come in Gran Bretagna); non finanzia borse di studio; non fa quasi nulla per aiutare i poveri e le famiglie a rischio di povertà. Al 20% delle famiglie più povere va solo il 12% di tutto quello che spendiamo in welfare, contro il 34% in Gran Bretagna, il 25% in Svezia, il 20 in Germania e Francia. Un terzo dei fondi stanziati a luglio per aumentare le pensioni minime andranno a famiglie che appartengono alla metà più ricca del Paese: il 10% più povero riceverà le briciole, solo il 12%. Le imprese, pubbliche e private, ricevono, sotto forma di aiuti pubblici, 15 miliardi di euro l'anno: denaro che spesso non va agli imprenditori più meritevoli, ma a quelli più abili nel frequentare le cene romane e i corridoi ministeriali. Quando i nostri figli andranno in pensione, in Italia vi saranno sette anziani ogni dieci persone in età di lavoro. Cioè dieci persone in età di lavoro dovranno produrre abbastanza per sostenerne oltre 17 (oltre, perché ci saranno anche dei bambini e dei ragazzi in età scolare). Ciononostante per consentire ai cinquantottenni di oggi di andare in pensione a Natale (e con il metodo retributivo), il governo spende 10 miliardi, prelevandoli con un aumento dei contributi a carico dei giovani precari. Non si tratta quindi, come propone Walter Veltroni, di costruire «un fisco più giusto». Il problema è ridurre la spesa perché questa spesa aiuta soprattutto coloro che sono abbastanza furbi, o abbastanza potenti, ad avvantaggiarsene. Cancellare la concertazione come metodo di lavoro del governo è il primo passo, altrimenti la spesa continuerà a fluire verso chi è rappresentato al tavolo della concertazione, e non sono certo i poveri, i giovani, le donne sole con figli. E poi occorre il coraggio di abbandonare l'illusione illuminista che questa spesa possa essere «riqualificata », resa meno ingiusta, più efficiente. La spesa migliorerà solo quando il cittadino si accorgerà che talvolta i privati possono offrire gli stessi servizi che offre un'amministrazione pubblica, ma in modo più efficiente e a costi inferiori. Agli inizi del secolo scorso più spesa pubblica voleva dire più stato sociale, meno disuguaglianza. Oggi spesso vuol solo dire più privilegi. Ma questo è un guado che la sinistra fa ancora fatica ad attraversare

Le finalità istituzionali vincolano le partecipate (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-10-08 - pag: 47 autore: Manovra. Le Pa dovranno cedere le quote di aziende che operano in attività diverse Le finalità istituzionali vincolano le partecipate Confini rigidi fra il personale dell'ente e quello delle società Alberto Barbiero Le Pubbliche amministrazioni possono costituire o assumere partecipazioni (o mantenerle) solo in società che abbiano per oggetto attività "strettamente necessarie al perseguimento delle proprie finalità istituzionali". Il principio è individuato dall'articolo 87 (comma 1) del Ddl Finanziaria 2008, con alcune disposizioni che traducono in legge limiti già emersi dalla giurisprudenza amministrativa e contabile, in parte modulata con l'articolo 13 della legge 248/2006. La norma determina un quadro restrittivo, che si riferisce anche alle situazioni in cui l'amministrazione detenga direttamente o indirettamente (quindi mediante società collegate di terzo livello) partecipazioni, anche di minoranza, a organismi societari costituiti per produrre attività non riconducibili a finalità rientranti tra quelle istituzionali, a chiara finalizzazione pubblica. La previsione ammette invece la costituzione di società per la produzione di servizi di interesse generale, garantendo quindi i soggetti operanti nel sistema dei servizi pubblici. La disposizione prevede anche (comma 2) un procedimento obbligatorio di autorizzazione all'assunzione e al mantenimento delle partecipazioni attualmente detenute dalle amministrazioni. La corrispondenza fra le attività dell'organismo societario e quelle istituzionali dell'ente di riferimento, o la qualificazione delle attività prodotte come "servizi di interesse generale", devono essere dichiarate in una deliberazione motivata dell'organo competente (per gli enti locali questo è individuabile senza dubbio nel Consiglio). Se questi presupposti non sussistono, entro diciotto mesi dall'entrata in vigore della Finanziaria 2008 le amministrazioni devono cedere a terzi, con procedure a evidenza pubblica, le società e le partecipazioni vietate (comma 3). Nella seconda parte dell'articolo 87 si stabilisce poi che la scelta di costituire o assumere partecipazioni in una società o in un organismo con altra configurazione giuridica (consorzi, ma anche fondazioni, aziende speciali, eccetera) deve comportare il conferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie per lo sviluppo delle attività. In base a questa disposizione le amministrazioni devono sentire le organizzazioni sindacali, nell'ambito di un processo finalizzato al trasferimento definitivo del personale da impegnare nel nuovo soggetto gestore di attività istituzionali, comportante la rideterminazione della loro dotazione organica. In base a questa norma, quindi, non potranno più aversi situazioni spurie, come ad esempio quelle relative a dipendenti comandati dall'amministrazione presso la società ( peraltro criticate più volte dalla giurisprudenza contabile). La linea di attenzione particolare per il sistema delle società partecipate è peraltro focalizzata anche nell'articolo 85 del Ddl Finanziaria. La norma rafforza le logiche di riduzione dei costi per tali organismi tradotte in varie disposizioni della legge 296/2006, stabilendo che le Pa che detengono, direttamente o indirettamente, il controllo di società, ai sensi dell'articolo 2359, primo comma, n. 1) e 2) del Codice civile, promuovono entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge, anche attraverso atti di indirizzo, iniziative volte a: a) ridurre il numero dei componenti degli organi societari, introducendo limiti specifici rispetto alle attuali composizioni; b) prevedere che ai presidenti siano attribuite, senza compensi aggiuntivi, anche le funzioni di amministratore delegato; c) sopprimere la carica di vicepresidente o mantenerla per la sostituzione del presidente in caso di impedimento, ma senza compensi aggiuntivi; d) eliminare la previsione di gettoni di presenza per i componenti degli organi societari e limitare la costituzione di comitati di indirizzo o consultivi. Per le partecipate degli enti locali, la norma di riferimento rimane comunque il comma 729, della legge 296/2006, che continua ad applicarsi per espressa previsione del Ddl ( articolo 85, comma 6).


Interventi positivi ma a rischio di scarsa efficacia (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)

 

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-10-08 - pag: 47 autore: ANALISI Interventi positivi ma a rischio di scarsa efficacia di Stefano Pozzoli Fino a pochi anni fa l'esternalizzazione dei servizi pubblici locali era considerata dal legislatore una sorta di panacea dei problemi della nostra Pubblica amministrazione. Oggi non è più così. A partire dal decreto Bersani per arrivare alle Finanziarie 2007 e 2008, un crescente sfavore normativo si è rivolto verso le società a partecipazione di enti locali e pubbliche in genere, fino a classificarle come uno dei luoghi principali su cui intervenire per tagliare i "costi della politica". Così, ciò che non molto tempo fa era valutato un importante stimolo all'efficienza del settore pubblico è ora rivisto attraverso le lenti moralizzatrici del Ddl Santagata, che trova spazio, con qualche modifica e almeno per ora, nella Finanziaria 2008, agli articoli 85 ed 87. Sotto molti punti di vista l'aspetto più interessante è all'articolo 87, nato per ricondurre gli enti locali e gli altri enti pubblici nell'alveo delle loro finalità istituzionali. Finalità che vengono a rappresentare il discrimine per la possibilità o meno, da parte degli enti, di costituire o mantenere partecipazioni (anche di minoranza) nelle società. Il divieto è ancora troppo indeterminato per portare a una concreta riduzione delle aziende pubbliche, che spesso operano in settori in cui francamente non se ne avverte il bisogno (e nei quali anzi si apprezzerebbe la loro assenza). è altrettanto vero, però, che le modalità previste dalla norma sono corrette, perché riconducono la riflessione nell'ambito degli organi competenti e quindi, nel caso degli enti locali, in Consiglio. è il Consiglio, pertanto, che dovrà autorizzare, con delibera motivata, non solo l'assunzione di nuove partecipazioni, ma anche il mantenimento delle attuali. Un'ottima occasione quindi per ripensare le funzioni svolte dall'ente attraverso la sua costellazione di partecipate e valutare se ha senso, ad esempio, che un Comune sia presente nel capitale di una impresa di consulenza o che una provincia sia azionista di una società autostradale. L'articolo 85, invece, punta dritto alla riduzione dei costi, e prevede la riduzione dei consiglieri di amministrazione in tutte le società e gli organismi pubblici. Per gli enti locali resta invece in vigore il comma 729 della Finanziaria 2007, che prevedeva un numero massimo di amministratori in numero di 5 o 3 in ragione della entità del capitale sociale. Su questo aspetto,però,l'articolo 85 della nuova Finanziaria è meno restrittivo del vecchio comma 729. Sotto altri punti di vista, invece, le scelte sono perfino più forti. Si prevede la sostanziale soppressione della figura di vice-presidente, una forte limitazione alla partecipazione ai Cda delle controllate di secondo livello da parte degli amministratori della controllante (e comunque senza percezione del compenso), l'eliminazione dei gettoni di presenza e la previsione che, nei consigli a tre membri, il Presidente debba essere anche amministratore delegato. Diciamoci la verità. Alcuni di questi divieti possono avere un senso. è il caso della riduzione dei consiglieri di amministrazione. Altri però non lo hanno, è difficile comprendere la scelta di abbinare al ruolo di rappresentante legale anche funzioni prettamente gestionali, quali quelle proprie di un amministratore delegato, nelle società che abbiano un Cda di appena tre membri. Peraltro, avere pochi consiglieri non comporta automaticamente una bassa complessità organizzativa. In sostanza, si ha l'impressione di assistere a un'aggressione tutta ideologica all'autonomia organizzativa degli enti pubblici. Il rischio è di ottenere, a fronte di vantaggi economici minimi, un inutile irrigidimento di queste gestioni, senza incidere sulle vere aree di inefficienza di queste gestioni: il problema non sono i tre, cinque o sette consiglieri, ma la scarsa economicità di alcune società pubbliche, che non è riferibile solo ad acquisti o consulenze (sui quali intervengono, blandamente, i commi 4 e 7 dell'articolo 85), ma anche ai costi della mano d'opera e ai relativi contratti integrativi per il personale, spesso molto generosi, e soprattutto alla difficoltà, per quanto riguarda le società di servizi pubblici locali, di arrivare a dimensioni aziendali adeguate. AUTONOMIA è corretto assegnare ai Consigli il compito di decidere sulle conseguenze della previsione STRATEGIE Più che il numero degli amministratori occorre combattere le cause di inefficienza delle gestioni.


FONDO SOCIALE, LA GIUNTA LIGURE STANZIA OTTO MILIONI E MEZZO DI EURO PER REALIZZARE STRUTTURE SOCIALI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 08-10-2007)

 

Genova, 8 ottobre 2007 - Otto milioni 494mila e 938 euro per la realizzazione di strutture residenziali e semiresidenziali per anziani, disabili, minori e giovani gestite da enti pubblici o soggetti non profit. Sono stati stanziati il 5 ottobre dalla giunta regionale su proposta del vicepresidente e assessore regionale ai servizi sociali, Massimiliano Costa. Gli interventi, che potranno essere finanziati fino ad una percentuale del 70% del costo dell'opera, dovranno riguardare il completamento di strutture già in corso di realizzazione, opere per le quali esiste la capacità di co-finanziamento da parte dei beneficiari e strutture collocate in territori dove più urgente è la necessità di ampliare l'offerta di residenzialità. I progetti dovranno essere presentati alla Regione Liguria - Dipartimento salute e servizi sociali - settore assistenza distrettuale e servizi sociali e contestualmente al direttore sociale del distretto socio-sanitario competente per territorio, entro il 5 novembre, attraverso apposita scheda disponibile, a partire dall'inizio della prossima settimana, sul sito della Regione www. Regione. Liguria. It nella home page cliccando su ultimi aggiornamenti. Si provvederà quindi ad assegnare i contributi in conto capitale a favore dei Comuni capofila dei distretti sociosanitari. "L'obiettivo di questi nuovi finanziamenti - spiega il vicepresidente, Massimiliano Costa - è aumentare ulteriormente l'offerta di residenzialità e semiresidenzialità sociale, avvicinandoci il più possibile ai parametri europei, con un incremento che parte da una base del 2% registrata nel 2006 fino a giungere al 3% nel 2008". Sul fronte degli anziani l'obiettivo della Regione è quello di passare dagli attuali 5. 634 posti presenti in Liguria a 8. 295 nel prossimo triennio. Per quanto riguarda i disabili ammontano a 1. 646 i posti a disposizione in Liguria in strutture residenziali e semiresidenziali al 1 gennaio 2007 e l'obiettivo è quello di giungere entro il 2010 a 2. 073 posti. Sul fronte degli anziani l'obiettivo della Regione è quello di passare dagli attuali 5. 634 posti presenti in Liguria a 8. 295 nel prossimo triennio. Allo stesso modo i posti disponibili in strutture regionali per la salute mentale ammontano oggi a 1024 e l'obiettivo è quello di rendere uniforme su tutto il territorio regionale l'offerta residenziale raggiungendo il parametro dello 0,6 posti ogni mille abitanti. Per quanto riguarda le comunità per minori la Liguria dispone di 693 posti e 82 strutture e si propone la creazione entro il 2010 di tre nuove comunità e 13 nuovi centri di aggregazione. . <<BACK.

Costi della politica, ecco come ridurli (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 08-10-2007)

 

IL CONVEGNO Costi della politica, ecco come ridurli I PROFESSORI Roberto Balzani e Salvatore Vassallo e l'onorevole Antonio La Forgia stasera alle 20.45 partecipano alla sala Banca di Forlì di via Bruni 2 al convegno 'Riformare qualità e costi della politica'. - -->.


SICUREZZA e costi della politica sono tra i temi all'ordine del giorno per il con (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-10-2007)

 

Siglio comunale, in programma oggi dalle 16,30. La seduta sarà aperta dalla discussione di due ordini del giorno su cui i gruppi consiliari hanno chiesto l'urgenza: An chiede "maggiore severità nel contrasto alla criminalità e nell'applicazione delle pene". Un altro ordine del giorno (su cui la richiesta d'urgenza era stata rigettata nell'ultima seduta di consiglio) è targato Verdi e si occupa della questione birmana: oltre alla condanna della repressione attuata dal regime militare, si chiede di "porre un drappo rosso all'entrata del Comune per testimoniare la solidarietà della comunità ferrarese nei confronti dei monaci e della popolazione birmana". La seduta proseguirà poi con l'esame di due petizioni presentate dai Radicali: una di queste affronta il tema della riduzione dei costi della politica, e vi si chiede che "venga predisposta una commissione sui costi locali della politica nelle istituzioni, per analizzarli e per avviare indirizzi, proposte, soluzioni volte a una loro riduzione, con l'obiettivo di una diminuzione di almeno il 30%". La seconda affronta il tema della violenza domestica sulle donne, con la proposta di inviare a tutte le ferraresi dai 15 ai 70 anni un opuscolo informativo sulla materia "con l'indicazione di un numero verde sempre in funzione". - -->.


Gli onorevoli e il gioco delle parti (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 08-10-2007)

 

I costi della politica Gli onorevoli e il gioco delle parti Mario Caligiuri Lo zar Alessandro II fuori dalla Russia professava idee liberali. Questo nell'Ottocento. Ma la storia ha la testa dura: qualche volta si ripete. E il caso della polemica che si è scatenata tra Governo e Parlamento sul contenimento dei costi della politica. Infatti, sono in tanti quelli che parlano della riduzione dei costi degli altri, ma per quanto riguarda i propri non muovono un dito. E il caso del premier Prodi che chiede al Parlamento di ridurre i costi della politica mentre il presidente della Camera Bertinotti risponde accusando l'esecutivo addirittura di populismo, argomento che lui dovrebbe conoscere bene visti i suoi trascorsi sindacali. E un gioco delle parti? Probabilmente sì, perché si profilano sacrifici per tutti tranne che in modo sostanzioso per i nostri onorevoli "rappresentanti". In un comunicato congiunto, i presidenti dei due rami del Parlamento hanno solennemente dichiarato che si erano già mossi. In quale direzione è facilmente intuibile: riduzioni solo formali alle pingui pensioni (che continueranno a costare l'ira di Dio agli italiani), nessun provvedimento serio sui portaborse (le cui somme continuano ad esser regolarmente ed allegramente erogate), produttività messicana (una legge ogni diversi giorni), e taglio del numero dei deputati a cui è stato detto solo il primo sì. Il Governo invece resiste sul numero dei propri componenti che potrebbe ridurre anche domani: ma chi glielo va a dire ai magnifici 103 che alcuni di loro devono tornare a casa? Santagata ha annunciato che il taglio avverrà. Restiamo in fervida attesa. Si sta parlando da più di un anno del taglio dei costi della politica ma nella sostanza non si è mossa una virgola. Per cercare di resistere alla bufera montante, si cerca di allargare lo spettro: e si parla di regioni, province, comuni, consigli di amministrazione, ma coloro i quali devono muovere il primo passo, dando l'esempio, restano immobili come dei bonzi. Credono di procedere con questa melina e con gli annunci. Per adesso sono troppo impegnati con la costituzione del Partito Democratico. Poi si vedrà. Ma non ci vuole lo zingaro per prevedere il futuro. (lunedì 8 ottobre 2007).


Noi consiglieri comunali sacrificati per dare il vitalizio ai sindaci (sezione: Costi dei politici)

( da "L'Adige" del 08-10-2007)

 

(segue dalla prima pagina) ... riscontrata dal discusso "Vaffa-Day" di Beppe Grillo, potessero finalmente aprire gli occhi della nostra classe politica sulla distanza assoluta che ormai la separa dalla vita quotidiana e dai problemi della maggior parte dei cittadini. Ho creduto che stesse ormai maturando, a tutti i livelli, la consapevolezza della necessità di tagliare le ricche indennità e i vitalizi dei parlamentari, ridurre ministri, sottosegretari e portaborse, fissare regole chiare e trasparenti al fine di garantire un ricorso parsimonioso ad auto blu, aerei di stato e viaggi all'estero. Ho atteso con ansia la riunione del Consiglio dei Ministri, annunciata con tanto clamore da giornali e Tv, che avrebbe dovuto varare la risposta concreta delle istituzioni ai tribuni dell'antipolitica? Cosa ho scoperto? Molti slogan, molto fumo, e un provvedimento che, a partire dalle prossime amministrative, prevede la riduzione di circa il 20% delle rappresentanze consiliari, anche nei Comuni con meno di 3.000 residenti. Preso dallo sdegno, mi sono domandato: sono proprio io il problema? Sono i 25 euro lordi di gettone presenza da me percepiti ad ogni riunione del Consiglio comunale l'insostenibile privilegio che i cittadini italiani chiedevano a gran voce di tagliare? Mentalmente, faccio un rapido calcolo: in Trentino, i Comuni sotto i tremila abitanti sono 193. Calcolando un massimo di 10 sedute consiliari l'anno, il costo per la cittadinanza della nostra attività, esclusi Sindaco e Giunta, ammonta all'incirca a 482.500 euro. Sempre in un anno, solo per indennità e diaria, i Consiglieri provinciali ci costano più di dieci volte tanto (5.564.580 euro). Me compreso, i gruppi di minoranza del mio Comune (Terlago) sono formati da cinque consiglieri: pur con l'aiuto di un nutrito gruppo di sostenitori, siamo chiamati quasi ogni settimana a valutare il contenuto di un cinque-sei delibere di Giunta, ad acquisire ed esaminare la documentazione relativa ai futuri ordini del giorno del Consiglio e ad elaborare proposte di mozione, interrogazioni ed interpellanze. Si consideri che un Comune, per quanto piccolo, è chiamato a deliberare in materie molto differenti: di conseguenza, per svolgere degnamente il ruolo di controllo dell'operato della Giunta proprio delle forze di opposizione, è preferibile poter contare sul supporto di un gruppo di persone con competenze di diversa natura. Se la proposta del Governo fosse recepita tale e quale dalla Regione Trentino Alto Adige, il Consiglio comunale del mio paese sarebbe ridotto a dieci unità, di cui presumibilmente tre consiglieri di minoranza (augurandosi che la potente lobby dei Sindaci non proponga di eliminare direttamente solo le opposizioni). E chiaro in queste condizioni sarebbe pressochè impossibile garantire una qualità decente del nostro lavoro all'interno dell'amministrazione, nonché assicurare un contatto diretto ed un rapporto costante con la cittadinanza. In un territorio montuoso quale quello trentino, caratterizzato da forme di insediamento sparso, molti piccoli borghi e frazioni perderebbero l'unico rappresentante democraticamente eletto all'interno di un'istituzione dello stato. A questo punto, mi sarei aspettato una levata di scudi, o quanto meno un'accorata difesa dell'utilità e dignità del nostro operato, da parte del presidente del Consiglio delle Autonomie locali, Renzo Anderle. Apro i giornali e scopro invece che questi propone di sacrificarci, si badi bene "per ragioni di operatività", sull'altare dell'introduzione di un privilegio davvero inaccettabile, ovverossia di un vitalizio per i Sindaci uscenti, seppur mascherato da "fondo integrativo per la pensione". Sto maturando la convinzione che il cancro che attanaglia la vita politica italiana sia ormai giunto ad uno stadio inguaribile. Di fronte ad un problema concreto sollevato dai cittadini - i privilegi del ceto dirigente - la reazione della "Casta" è stata quella di attuare manovre molto propagandistiche e poco significative, che probabilmente nascondono il reale proposito di consolidare ancor più il proprio controllo sulle periferie, diminuendo la base della partecipazione politica soprattutto in quelle realtà dove, per l'esiguità dei numeri, i partiti non arrivano e sono sostituiti dalle liste civiche. Per questo motivo lancio un appello a tutti i miei colleghi - siamo circa 2.700 - consiglieri dei piccoli Comuni del Trentino. Considerato che il nostro impegno non è sicuramente motivato da ragioni economiche, ma è assimilabile ad una forma di volontariato, diamo una dimostrazione di coraggio. Rinunciamo al nostro "lauto" gettone presenza, ma difendiamo con i denti la nostra dignità e il nostro ruolo all'interno delle amministrazioni, la possibilità di rappresentare anche in futuro i nostri elettori, ed operare per un sano ed armonioso sviluppo delle piccole Comunità del Trentino. REMO ZANELLA, consigliere comunale di Terlago 08/10/2007.


La comunità montana rischia di sparire (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 08-10-2007)

 

Piombino - Elba La Comunità montana rischia di sparire Sull'isola solo Marciana ha i requisiti previsti dal decreto Santagata PORTOFERRAIO. La Comunità Montana rischia di sparire. Ma non solo rischiano di andare in fumo migliaia di euro di finanziamenti. Non esistono infatti i requisiti, quelli dell'altezza di 600 metri sul livello del mare del suo territorio, affinchè un comune possa essere dichiarato montano. All'Elba il parametro si riscontra solo per il territorio di Marciana. Gli altri sette comuni potrebbero perdere, tutti gli aiuti che oggi possono ottenere dall'Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione. Tutto è legato al disegno di legge proposto dai ministri Santagata e Lanzillotta sui costi della politica. Secondo il progetto 7 su otto comuni elbani non sarebbero più considerati montani ma zone parificate a quelle metropolitane o simili. Parlando con i numeri, su 157 comuni montani della Toscana, solo 55 rimarrebbero montagna e su 20 comunità montane attuali solo 5 continuerebbero ad esistere. Danilo Alessi, presidente della Comunità montana ha chiesto l'intervento dei sindaci e dei consigli comunali. Dice Alessi: "l'esclusione dei nostri comuni dalla qualifica di montanità, prevista dal "decreto Santagata" in base ad un criterio che non ha coinvolto le Regioni, anche se ha recuperato in extremis l'eliminazione dei numerosi benefici per i nostri cittadini e le nostre imprese, toglie comunque le risorse che gli enti montani investivano attraverso i Piani di Sviluppo e resta una grave ferita alla coesione dei territori disagiati". Per Alessi un provvedimento anche se alla luce di quella che viene indicata "come la pur auspicabile riduzione dei "costi della politica"" che crea in questo caso difficoltà. Problemi legati alla discontinuità istituzionale che, sottolinea Alessi: "si creerebbe e che porterebbe a nuove forme associative ed alla dispersione di competenze e capacità. Si priverebbe cioè questa parte del Paese, che con le loro imprese e famiglie produce oggi il 17% del prodotto interno lordo, di quegli strumenti agevolativi e normativi conquistati negli anni dagli amministratori locali". Secondo Alessi se "Il Decreto legislativo Santagata - Lanzillotta, non verrà modificato, finirà inoltre per sottrarre ad alcune migliaia di piccoli comuni, tra cui i nostri, l'unico soggetto sussidiario di coordinamento e programmazione, in grado di assicurare alcuni servizi essenziali alle loro popolazioni e interventi infrastrutturali strategici. La stessa esperienza elbana e dell'Arcipelago Toscano dimostra quanto sia fondamentale avere sul territorio un ente comprensoriale come la Comunità montana, che è Unione dei Comuni, con una visione unitaria dei problemi e delle loro soluzioni. Tutto ciò mentre continua a mancare, a livello governativo, un coordinamento delle politiche di sostegno e di sviluppo delle aree montane che sappia portare a sintesi le positive proposte messe in campo e sostenute dall'Uncem, dal piano nazionale della forestazione al Documento unico di Programmazione per le aree montane". Da questi presupposti una convinzione: "Sono certo - dice Alessi rivolto ai sindaci - che non mancherete, nei prossimi giorni, di far sentire ancora la vostra voce in difesa degli interessi dei nostri cittadini e della nostra economia, una battaglia ideale e politica che vedrà un importante momento nella manifestazione della Montagna Italiana del 24 ottobre organizzata a Roma da Uncem nazionale, per contrastare con la forza delle argomentazioni e dei fatti una politica demagogica e superficiale che rischia, sbagliando bersaglio, di sacrificare gli interessi dei più deboli alle pur legittime pressioni dell'opinione pubblica".


Comune in bolletta, il Consiglio chiude (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 08-10-2007)

 

Provincia di Cagliari Pagina 1015 Assemini. Nelle casse ci sono i fondi per garantire soltanto le prossime due sedute Comune in bolletta, il Consiglio chiude Casula: non possiano pagare lo straordinario ai dipendenti --> Casula: non possiano pagare lo straordinario ai dipendenti Farci (Sdi): "Non per forza bisogna pagare lo straordinario ai dipendenti, c'è anche la possibilità di recuperare le ore effettuate in più". "Ancora uno o due Consigli comunali da svolgere entro l'anno e poi non potremo più farne perché non abbiamo i soldi sufficienti per pagare gli straordinari dei dipendenti comunali". A dare l'annuncio shock è il sindaco Luciano Casula nel corso di uno degli ultimi Consigli comunali davanti agli attoniti consiglieri. In aula si parla infatti delle spese sopportate dall'amministrazione comunale per pagare gli straordinari ai dipendenti comunali e i conseguenti limiti derivanti dalla scarsità dei fondi a disposizione. L'ANNUNCIO "Abbiamo un tetto di spesa per pagare lo straordinario effettuato dai dipendenti comunali", spiega il primo cittadino, "e arrivati a questo punto dell'anno, le risorse si stanno assottigliando". E tra quelle a disposizione ci sarebbero proprio quelle destinate ai dipendenti che fanno da supporto per i lavori consiliari. Da ora in avanti niente più soldi destinati a pagare le ore in più effettuate dall'usciere, dal funzionario, da qualche impiegato e dagli agenti della Polizia municipale chiamati ogni volta ad assistere ai lavori del Consiglio. Che molto spesso finiscono a tarda notte e, qualche volta, anche oltre la mezzanotte permettendo così ai consiglieri di raddoppiare il gettone di presenza. LO SDI "Affermare però che i soldi stanno finendo e non poter più convocare Consigli comunale vuol dire non conoscere il contratto di lavoro dei dipendenti del Comune", attacca indignato il consigliere dello Sdi, Fabio Francesco Farci, "perché non per forza bisogna pagare lo straordinario ai dipendenti in quanto esiste anche la possibilità di fargli recuperare le ore effettuate in più". La mancanza di fondi lamentato dal sindaco, secondo il consigliere Farci, avrebbe altre spiegazioni. E soluzioni. "Andrebbe certamente razionalizzato meglio l'utilizzo del personale perché ci sono dipendenti che utilizzano i mezzi comunali per accompagnare funzionari a casa oppure il sindaco e i consiglieri all'aeroporto quando devono partire e questi lavori li fanno sempre fuori dall'orario di lavoro regolare", denuncia il consigliere Farci, "e queste, cosa sarebbero allora, spese fuori contratto? Chi le paga? Forse bisognerebbe conoscere meglio il contratto di lavoro dei dipendenti comunali così da non dover rischiare di non tenere più Consigli comunali insieme alla maggiore responsabilità di chi impiega il personale". GIAN LUIGI PALA.


L'italia al top nella sanità per i costi chiesti ai cittadini (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Modena, La" del 08-10-2007)

 

INDAGINE EUROPEA L'Italia al top nella Sanità per i costi chiesti ai cittadini ROMA. Cure scarse o insistenti per i pazienti che non possono permettersi trattamenti necessari ma fuori budget per i servizi pubblici. Anche l'Europa ha la sua fetta di malati poveri, mette in evidenza uno studio pubblicato su Bmc Health Service Research che ha condotto un'indagine fra i medici di famiglia di quattro paesi: Italia, Gran Bretagna, Norvegia e Svizzera. Lo studio, riportato dal sito Epicentro dell'Istituto Superiore di Sanità, ha valutato la percezione dei medici riguardo la disponibilità delle risorse e l'efficienza dei sistemi sanitari. Dallo studio l'Italia esce fra le posizione migliori per economicita della richiesta di contributo ai cittadini e velocità di risposta da parte degli stessi medici. I Paesi hanno quattro sistemi sanitari molto diversi tra loro ma nonostante Gran Bretagna, Italia, Norvegia e Svizzera offrano tutte un sistema sanitario a copertura universale, molti interventi sono coperti solo parzialmente e richiedono un contributo spese da parte del cittadino dai 200 dollari della Gran Bretagna ai 1085 dollari della Svizzera (440 dollari in Italia). Il 45,6% dei medici riporta esempi di pazienti che non hanno potuto accedere alle cure perché non in grado di sostenerne i costi con gravi effetti: invalidità permanente (riportata dal 7,2% dei medici) e la morte (16,5%). Il 50,5% degli intervistati ritiene che l'accesso ai servizi sanitari non è uguale per tutti. Il 78% individua almeno una categoria di pazienti che, per ragioni economiche, rischia di più: malati mentali, gli immigrati, gli anziani e i malati cronici. L'Italia è all'ultimo posto per finanziamenti pubblici pro-capite, ma è anche al penultimo posto per richieste di contributo al cittadino. L'Italia è il secondo Paese in quanto a efficienza e velocità: i pazienti vengono visitati entro una settimana, contro le 4 settimane dell'Inghilterra e le 24 ore della Svizzera. La percezione della scarsità da parte dei medici italiani è seconda solo a quella della Gran Bretagna.


Mozione di balducci: trasparenza sui guadagni degli amministratori nei consorzi a cervignano (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 08-10-2007)

 

Gorizia Mozione di Balducci: trasparenza sui guadagni degli amministratori nei consorzi a Cervignano CERVIGNANO Sarà una interrogazione presentata dal consigliere di minoranza Andrea Balducci a far conoscere a quanto ammontino su base annua e per ogni singola seduta, le retribuzioni, i compensi, i gettoni di presenza ed ogni altro emolumento riservato ai rappresentanti del Comune, presso Enti, Consorzi, Società "tutti i compensi riconosciuti e liquidati ad amministratori, sindaci ed altri". Ce n'è quanto basta per incuriosire i cervignanesi in quanto di tale argomento non si è mai parlato. E prevedibile che il pubblico, già abbastanza presente nelle ultime due sedute risulti ancor più numeroso. Con una seconda interrogazione il consigliere Balducci chiede di conoscere le retribuzioni di sindaco, vicesindaco, assessori e consiglieri comunali. In questo caso le cifra dovrebbero essere note in quanto fissate per legge. Interessante anche la mozione presentata dalla consigliera azzurra Luisa Dal Bello in merito alla conoscenza delle manifestazioni organizzate dalle singole associazioni, iniziative spesso neglette. "Grazie ad una semplice bacheca - fa presente la Dal Bello - da collocarsi sotto i portici del municipio o in piazza Indipendenza, si può favorire la partecipazione dei cittadini, evitare accavallamenti premiando nel contempo i promotori delle varie manifestazioni". Tenuto conto che sono altre 80 le associazioni cervignanesi. Di particolare importanza un ulteriore punto all'ordine del giorno relativo alla modifica della statuto comunale per la cui deliberazione è prevista, in prima seduta, la maggioranza dei due terzi, cosa che, nella precedente assise comunale, venne a mancare per l'uscita dall'aula dei consiglieri di opposizione. Alberto Landi.


TUTTI BRAVI NELLA MAGGIORANZA A TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 08-10-2007)

 

IL COMMENTO TUTTI BRAVI NELLA MAGGIORANZA A TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) L O ZAR ALESSANDRO II fuori dalla Russia professava idee liberali. Questo nell'Ottocento. Ma la storia ha la testa dura: qualche volta si ripete. E' il caso della polemica che si è scatenata tra Governo e Parlamento sul contenimento dei costi della politica. Infatti, sono in tanti quelli che parlano della riduzione dei costi degli altri, ma per quanto riguarda i propri non muovono un dito. E' il caso del premier Prodi, che chiede al Parlamento di ridurre i costi della politica mentre il presidente della Camera Bertinotti risponde accusando l'esecutivo addirittura di populismo, argomento che lui dovrebbe conoscere bene visti i suoi trascorsi sindacali. E' un gioco delle parti? Probabilmente sì, perché si profilano sacrifici per tutti tranne che in modo sostanzioso per i nostri onorevoli "rappresentanti". IN UN COMUNICATO congiunto, i presidenti dei due rami del Parlamento hanno solennemente dichiarato che si erano già mossi. In quale direzione è facilmente intuibile: riduzioni solo formali alle pingui pensioni (che continueranno a costare l'ira di Dio agli italiani), nessun provvedimento serio sui portaborse (le cui somme continuano ad esser regolarmente ed allegramente erogate), produttività messicana e taglio del numero dei deputati a cui è stato detto solo il primo sì. Il Governo, invece, resiste sul numero dei propri componenti, che potrebbe ridurre anche domani: ma chi glielo va a dire ai magnifici 103 che alcuni di loro devono tornare a casa? Santagata ha annunciato che il taglio avverrà. Restiamo in fervida attesa. Si sta parlando da più di un anno del taglio dei costi della politica (per la verità sul nostro giornale da molto prima) ma nella sostanza non si è mossa una virgola. Per cercare di resistere alla bufera montante, si cerca di allargare lo spettro: e si parla di regioni, province, comuni, consigli di amministrazione, ma coloro i quali devono muovere il primo passo, dando l'esempio, restano immobili come dei bonzi. CREDONO DI PROCEDERE con questa melina e con gli annunci. Per adesso sono troppo impegnati con la costituzione del Partito Democratico. Poi si vedrà. Ma non ci vuole lo zingaro per prevedere il futuro. www.blogquotidiani.net/caligiuri - -->.

 

 

Indice degli articoli del 7-10-2007

 

  1. Tra 'Casta' e 'V-Day' politici sempre più nel mirino Politica, Italia sotto elettroshock.  ADNKronos.com 7-10-2007

 

2.      SI, E' VERO. Noi deputati siamo una casta ma i veri costi della p ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

3.      BASTA leggere la Finanziaria per comprendere che anche il governo ha scaricato il Circondario& ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

4.      Costi della politica, con la finanziaria 2008 la giunta rischia di perdere due assessori ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 07-10-2007)

5.      Meno discorsi e più equità sociale ( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)

6.      Correttivi sì, scioglimento no il presidente difende il consorzio ( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)

7.      Costi della politica, il pd ora invoca i tagli ( da "Gazzetta di Reggio" del 07-10-2007)

8.       Un 'risparmio' di 8-10 mila euro al mese. E' q Di STEFANO LOLLI ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 07-10-2007)

9.      Non e stata superata la prassi politica tesa a non includere la comunità nella costr ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 07-10-2007)

10.   Ci costano 120mila euro l'anno ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

11.   Quartieri da cancellare? Faremo di tutto per mantenere questa forma di democrazia Il sindaco e il progetto della Finanziaria di eliminare le circoscrizioni ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

12.   Comuni, Bressanini propone la riforma ( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)

13.         I costi della politica e il patto con gli elettori ( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)

 

Tra 'Casta' e 'V-Day' politici sempre più nel mirino Politica, Italia sotto elettroshock

ADNKronos.com 7-10-2007


L'ADNKRONOS ha chiesto a storici, scrittori, filosofi e sociologi come finirà. Villari: ''Non vedo il pericolo di una svolta autoritaria''. Ferrarotti: ''Fase di transizione''. Caccavale: ''E' un match di wrestling tra poteri che contano, ma l'uomo forte non arriverà. Siamo un paese di gomma''. Maraini: ''La politica va criticata ma per farla meglio''. Bevilacqua: ''Scricchioli di Europa in decadenza''. ''Dì la tua sul Forum
oma, 7 ott. (Adnkronos) - La 'casta' deve imparare a dare le risposte alle domande che provengono dalla società civile. La politica deve fare a meno dei privilegi e degli sprechi, rigenerando se stessa. Ma la società civile deve comprendere che la politica è il sale della democrazia. Senza politica si rischiano degenerazioni e derive avventuristiche. Queste le indicazioni che emergono da una serie di interviste ad alcuni noti intellettuali italiani condotte dall'ADNKRONOS. Le domande poste a scrittori, storici, filosofi e sociologi partono dalla constatazione che in questi ultimi mesi il corpo politico sta subendo un vero e proprio elettroshock. Chi potrebbero essere domani i nuovi protagonisti della vita politica italiana? Chi può avere interesse a infliggere una cura così drastica? E quale potrebbe esserne lo sbocco?
"Lo sbocco temuto in una tale situazione potrebbe essere quello di una svolta autoritaria, ma io non vedo questo pericolo", assicura il professor Lucio Villari, ordinario di Storia moderna e contemporanea all'università di Roma. "O la classe politica è capace di rigenerarsi, recuperando ideali e ruolo programmatico, oppure la 'casta' - secondo Villari - rischierà di degradarsi sempre di più. Il rischio, a mio parere, è quello che la politica si riduca semplicemente a spettacolo, a pettegolezzo e critiche personali".
"Le classi politiche - afferma il professor Villari - devono sempre ricordare che sono controllate dagli elettori e accettare le critiche al loro operato. Ma le critiche non devono mai arrivare a un punto in cui si può fare a meno della politica, che è un elemento fondamentale per la vita democratica". Villari non vede protagonisti nuovi all'orizzonte immediato: ''I politici maturano nel corso degli anni, non ci si improvvisa statisti. Per quanto riguarda il fenomeno Grillo, mi sembra che siamo di fronte ad un cittadino dotato soltanto di una buona forza espositiva".
Il professor Francesco Perfetti, ordinario di storia contemporanea alla Luiss di Roma e direttore della rivista 'Nuova storia contemporanea', ricorda come il fenomeno dell'antipolitica non è nuovo in Italia, anzi, affonda le sue radici nella fase post-unitaria, arrivando fino ai primi decenni del XX secolo con Giuseppe Prezzolini e poi fino al qualunquismo di Guglielmo Giannini. "Quindi c'è una lunga tradizione di antipolitica - sottolinea Perfetti - che nell'attuale momento ha finito per esplodere in modo automatico. E questo perchè il sistema politico è in una fase di crisi sostanziale: la frattura tra il Paese reale e il Paese legale, cioè tra classe politica e società civile, è andata sempre più rafforzandosi".
La classe politica, di destra e di sinistra che sia, spiega Perfetti, "viene percepita oggi come una 'casta', per usare un'espressione di moda. Non c'è quindi da meravigliarsi che nascano fenomeni come quello di Beppe Grillo". Il problema, ricorda il direttore del periodico 'Nuova storia contemporanea', è di come riuscire a canalizzare l'antipolitica verso soluzioni di tipo politico. "Uno dei possibili esiti della fase attuale - azzarda Perfetti - potrebbe essere la grande astensione elettorale. La situazione oggi è tale che il partito dell'astensione potrebbe avere una visibilità piena". Ma Perfetti non esclude la possibilità che i politici facciano tesoro della protesta di questi mesi e "cerchino di nuovo e davvero un contatto con la società civile, accogliendone istanze e richieste".
Quanto ai nuovi leader, per lo storico "paradossalmente si staglia all'orizzonte solo Silvio Berlusconi, il quale è sceso in campo all'insegna dall'antipolitica proprio per dare vita ad una forma nuova di politica".
Per il professor Franco Ferrarotti, docente emerito di sociologia all'Università di Roma 'La Sapienza', non deve stupire il rigurgito attuale di antipolitica: "Siamo in una fase di transizione nella quale, necessariamente e naturalmente, emergono i disagi e le aspettative. Quello che non si deve apprezzare è il turpiloquio e l'insulto, che niente hanno a che fare con la politica e nemmeno con la piu' elementare convivenza civile". Uno sbocco a questa situazione, osserva il noto sociologo, ''ovviamente ci sarà, perché storicamente nessun problema resta mai in sospeso per lungo tempo. Lo sbocco ci sarà con le elezioni, non so se anticipate o regolari. Le elezioni saranno una catarsi, un rinnovamento, una purificazione delle scorie e dei disagi". Riguardo ai nuovi protagonisti, Franco Ferrarotti ammette di non vederne. Sul fronte del centrodestra "certamente continuerà ad avere un ruolo Berlusconi", mentre nello schieramento di centrosinistra "emergerà il Partito democratico probabilmente con la guida di Walter Veltroni". E proprio nella nascita del Partito democratico, Ferrarotti vede una nota positiva, perché "di fatto contribuirà alla riduzione della segmentazione della vita politica italiana".
Più pessimistico lo sguardo del filosofo Tullio Gregory, autore di uno dei più diffusi manuali di storia della filosofia per i licei e direttore dell'Istituto per il lessico Intelletturale Europeo. "La verifica è essenziale in una democrazia. Eppure oggi in Italia - avverte Gregory - si assiste non tanto al trionfo dell'antipolitica quanto alla carenza nei partiti di idee politiche e programmi, salvo rarissime eccezioni. La sensazione è che il Paese non sia governato, che l'Italia non abbia una prospettiva. Per accorgersene - afferma il filosofo - basta vedere il disastro delle nostre università e dei nostri istituti di ricerca. Di fronte a questa situazione emergono reazioni qualunquistiche che non sono però uno sbocco positivo. E se il dibattito politico è solo quello che si registra negli studi televisivi, allora si capiscono anche certe reazioni dell'opinione pubblica".
Dall'osservatorio del professor Tullio Gregory il panorama è disarmante: "La politica è sempre più intesa come un piccolo cabotaggio, dove si vive giorno per giorno e senza grandi prospettive. Un vuoto quindi che giustifica la nascita di movimenti di protesta. Ciò che mi preoccupa non è l'apparizione di personaggi come Grillo, ma la mancanza di idee dei nostri politici".

 

 

Si, e' vero. Noi deputati siamo una casta ma i veri costi della p (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

"SI, E' VERO. Noi deputati siamo una casta ma i veri costi della politica sono altri". Antonio La Forgia ieri era in città per presentare la sua candidatura a segretario regionale del Partito democratico: cittadini attivi, la politica che cambia, la trasversalità. Ma era inevitabile che si finisse per parlare di altro: i costi della politica, per esempio. "Deputati, senatori, consiglieri regionali ? esordisce La Forgia ? hanno troppi privilegi ma i veri costi per la collettività sono nell'influenza che la politica esercità sull'economia e sulla società". Se La Forgia parla volentieri di casta e di sprechi, non ha invece molta voglia di polemizzare con i Ds che in tutta la regione si sono compattati per sostenere la candidatura 'di partito' di Salvatore Caronna. Anche utilizzando inviti al voto che a molti non sono piaciuti, come la lettera partita da viale Zappi a sostegno di Caronna e Veltroni. Alcuni degli attacchi più duri a quella lettera arrivarono proprio da Justin Frosini, capolista per La Forgia nel circondario e da Daniela Vannini, nelle liste bolognesi. Il candidato invece glissa: "Sono le regole a essere sbagliate e favoriscono chi ha alle spalle la macchina organizzativa di un partito. Noi abbiamo fatto una scelta precisa coinvolgendo quella che chiamiamo cittadinanza attiva. Tutti i candidati nelle mie liste sono stati scelti in assemblee pubbliche. Quelle sono state le vere primarie". E invece molte liste sono piene di candidature paracadutate dalle segreterie. "Comportandosi così, facendo una semplice fusione fra gruppi dirigenti ? attacca La Forgia ?, il partito nasce già vecchio. Noi invece vogliamo costruire un partito nuovo". Nella lista per La Forgia c'è un mix di sostenitori di Walter Veltroni e di Rosy Bindi, rispettivamente di circa due terzi e un terzo. "Io rifiuto l'apparentamento fra liste regionali e nazionali ? dice il candidato ?. Personalmente sostengo Rosy Bindi ma le mie liste sono trasversali". Ma La Forgia a cosa può puntare in una zona come il circondario, dove l'elettorato è molto disciplinato? Il candidato sorride e scherza: "Punto al 51 per cento". Ma gli inviti al voto delle segreterie saranno decisivi? "Sì, in una certa misura conteranno anche quelli". Patrick Colgan - -->.


Basta leggere la Finanziaria per comprendere che anche il governo ha scaricato il Circondario (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

"BASTA leggere la Finanziaria per comprendere che anche il governo ha scaricato il Circondario". Giuseppe Rago, presidente del circolo territoriale di Destra sociale (An), torna nuovamente all'attacco dell'ente di via Boccaccio e interviene a tutto campo sul tema 'caldo' dei costi della politica. Il ragionamento di Rago sul Circondario è semplice e provocatorio: "La Finanziaria fra i numerosi tagli ai costi della politica, introduce l'obbligo di istituire le circoscrizioni solo nei Comuni con meno di 250mila abitanti e le abolisce del tutto nei Comuni con meno di 100mila. Visto che il Circondario conta circa 125mila abitanti è facile fare un parallelo con un Comune. Il Governo ha implicitamente dichiarato che un ente come quello di via Boccaccio è del tutto inutile e che potrebbe essere abolito". Rago è invece di tutt'altro avviso per quanto riguarda la Comunità montana, a fortissimo rischio di soppressione, stando a quanto è scritto nella Finanziaria: "E' demagogica la richiesta di ridurre i consigli comunali dei piccoli Comuni, che sono il centro della vita politica dei paesi, o di eliminare le Comunità montane, perché i risparmi sono molto bassi". E lancia una proposta provocatoria: "Io ho già rinunciato da tempo al mio gettone di presenza ? dice ? e invito gli altri consiglieri a fare altrettanto. Siamo già tutti retribuiti come consiglieri comunali e credo che la politica debba ritrovare quello spirito di servizio per la collettività che forse ora manca. Se tutti rinunciassimo al gettone di presenza sarebbe più difficile chiudere la Comunità montana. Con che motivazioni il governo potrebbe sopprimere un ente che ha costo zero?". p.c. - -->.


Costi della politica, con la finanziaria 2008 la giunta rischia di perdere due assessori (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 07-10-2007)

Monfalcone Costi della politica, con la Finanziaria 2008 la giunta rischia di perdere due assessori COMUNE Quattro consiglieri comunali in meno ma soprattutto un taglio di due assessori sugli otto attualmente in servizio a Monfalcone. Sono questi gli effetti che le disposizioni della Finanziaria nazionale per abbattere i costi della politica potrebbero portare a Monfalcone qualora la stessa legge passi in Parlamento e la Regione, probabilmente già a gennaio o febbraio del prossimo anno, recepisca le norme in questione. Il primo ostacolo alle nuove disposizioni potrebbe venire in effetti proprio dalla Regione Friuli Venezia Giulia che, essendo a statuto speciale, ha una competenza primaria in questo settore. Ma è probabile che un segnale in tal senso anche la Regione voglia darlo, e in tempi abbastanza stretti, funzionali cioè al prossimo appuntamento con le elezioni amministrative del 2008. Ecco quindi che, qualora la Finanziaria sia approvata e pubblicata, come si ritiene, prima della vigilia di Natale, la Regione potrebbe andare al recepimento delle disposizioni taglia-spese della politica già a fine gennaio. E in tal caso a farne le spese potrebbero essere proprio gli assessori monfalconesi, attualmente 8, due dei quali potrebbero essere costretti a lasciare il loro posto. Più improbabile, invece, che si possa andare a una riduzione dei consiglieri comunali - attualmente 24, oltre al sindaco - per una semplice ragione di opportunità: Monfalcone - quinta città per numero di abitanti del Friuli Venezia Giulia - potrebbe essere in corsa per ottenere una deroga dalla Regione in quanto polo industriale e per la sua valenza in ambito regionale. Due assessori in meno, dunque. Un problema non da poco per il sindaco Gianfranco Pizzolitto che, nel corso del suo secondo mandato, ha ampliato il numero dei partiti a sostegno della sua maggioranza e quindi si è trovato nella condizione di dover garantire rappresentatività a tutti. Ma forse anche un'occasione preziosa per il primo cittadino per andare a un rimpasto dell'esecutivo che, soprattutto negli ultimi mesi, gli avrebbe creato qualche problema. Ma quali sarebbero gli assessori a rischiare di più? Considerando "intoccabili" alcuni assessori ritenuti fondamentali da Pizzolitto (Massimo Schiavo dei Ds, Andrea Montagnani dei Cittadini e Cristiana Morsolin di Rifondazione comunista), oltre a Michele Luise della Margherita, entrato per ultimo in giunta, Bou Konate, titolare del delicato settore dei Lavori pubblici, e il vice Silvia Altran della Margherita, in una posizione più delicata si trovano attualmente Paolo Frittitta della Margherita, al quale è stata affidata la grana-rifiuti, e Stefano Piredda, al centro della polemica di recente per la concessione della biblioteca a una manifestazione di estrema destra (con conseguenti disordini) e per la questione della targa alle vittime delle foibe. Il malumore del sindaco nei confronti di alcuni degli esponenti della sua giunta-bis finora è rimasto chiuso nelle stanze del Palazzo: certo è che nessuno dei partiti rappresentati in giunta rinuncerebbe di buon grado a un uomo nell'esecutivo. Come appare scontato che a rischiare il posto non siano Montagnani e la Morsolin, rappresentanti unici dei loro partiti. Più probabile, quindi, che il "sacrificio" sia richiesto proprio a Ds e Margherita. E questo potrebbe aprire a breve un confronto serrato in seno alla maggioranza. f. m.


Meno discorsi e più equità sociale (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)

Verso il Pd. I risultati del questionario distributo da Ds e Margherita Meno discorsi e più equità sociale CECINA. Ds e Margherita a giugno hanno distribuito un questionario ai cecinesi, dal titolo "Costruiamo insieme il Partito democratico". Il risultato, spiegano i dirigenti dei Ds, è buono ed è servito per conoscere l'opinione trasversale dei cittadini su molteplici argomenti. Per il taglio ai costi della politica, il 35% ha espresso opinione positiva, mentre il 25 si è detto favorevole all'importanza dei servizi sociali e sanitari, il 23 alla partecipazione della collettività alla politica e il 16 al rapporto tra reddito e costo della vita. Per i problemi dei giovani, il 26% ha concordato sugli affitti troppo cari e sul precariato, il 20 sulla scuola che non prepara e non sviluppa professionalità necessarie per il territorio, il 17 sui servizi sociali carenti (in primis asili nido, materne, tempo libero e trasporti), e l'11 sulle difficoltà a contattare le imprese di lavoro. Al terzo punto, la domanda su cosa chiedere al Pd. Il 32% vuole maggiore equità sociale, il 18 l'abbattimento dei costi della politica, il 16 un futuro per i giovani sia nel lavoro che nella politica, il 10 un impegno maggiore verso l'ambiente, il 9 più giustizia e sicurezza, il 6 progetti per gli immigrati. E infine, le proposte per il nuovo Pd. Il 24% chiede meno discorsi, interessi personali e più fatti, il 13 più rapporti con la gente, il 14 più partecipazione, il 9 l'aumento delle pensioni e lavoro per tutti, il 7 meno partiti.


“Correttivi sì, scioglimento no” il presidente difende il consorzio (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)

Lucca "Correttivi sì, scioglimento no" Il presidente difende il consorzio Biondi boccia l'idea di girare alla Provincia la tutela del territorio PONTE BUGGIANESE. "Si fa presto a dire eliminiamo i consorzi, di questi tempi si prendono sicuramente degli applausi. Ma forse vale la pena ragionarci almeno un po', visto che in ballo che c'è la sicurezza di un territorio, fra l'altro fragile come quello del nostro comprensorio": il presidente del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio Gino Biondi, interviene sul dibattito relativo ai costi della politica. Bocciata anche la proposta di passare le competenze alle Province: "Intanto è curioso che quelle forze politiche che, a livello locale, chiedono lo scioglimento e il passaggio alle province, a Roma poi si dichiarano anche per l'abolizione delle Province stesse. Mi pare quindi che molti dovrebbero mettersi d'accordo con loro stessi prima di rilasciare dichiarazioni. Ma il punto non è questo. Passando le competenze della manutenzione dei corsi d'acqua alle Province in pratica si farebbe un passo indietro rispetto alla legge regionale 34. Un corso d'acqua, in caso di esondazione, non guarda ai confini, la competenza non può essere suddivisa fra più enti. Per effettuare degli interventi efficaci occorre uno sguardo d'insieme. Non ha senso fare un'opera a valle se a monte poi non c'è nessun intervento, o viceversa. In passato nel comprensorio attuale del nostro consorzio operavano una decina di piccoli consorzi. Il risultato era che in una frammentazione del genere c'era un continuo rimpallarsi di responsabilità. Sciogliendo i dei consorzi si tornerebbe alla situazione degli anni '70, quando i cittadini che chiedevano interventi per la sicurezza venivano sballottati da un ente ad un altro". "Tra l'altro - continua Biondi - è interessante constatare che nessuno dei consorziati si lamenta dei lavori fatti male o di interventi eseguiti solo per gettare via denaro pubblico ma, al contrario, sono contenti, specialmente chi ha conosciuto la brutta esperienza "dell'acqua in casa", e sovente riceviamo attestati di stima. Forse quei politici che vogliono sciogliere i consorzi, non hanno mai provato quest'esperienza, e gli auguro di non provarla mai, sennò avrebbero di che ricredersi". Biondi analizza poi la questione della cosiddetta tassa della bonifica: "Chi dice aboliamo i consorzi si ferma lì, facendo forse credere ai cittadini che, una volta eliminato il Consorzio, sparisca anche il contributo. Ma in qualche modo le risorse occorrono e quindi per il cittadino non cambierà molto, forse si passerà da contributo a tassa di scopo, ma nella sostanza resterà uguale. Anzi, forse con un peggioramento: potrebbero dover pagare tutti, mentre oggi lo sono soltanto i proprietari di immobili e terreni". Biondi è comunque anche convinto che nei consorzi ci sia qualcosa da rivedere: "Sostengo da tempo che le elezioni devono essere in qualche modo riformate perché così come le prevede la normativa attuale prevedono costi eccessivi. E su questo come unione dei consorzi toscani stiamo lavorando a ipotesi alternative, in modo da poter ottenere risparmi effettivi per i cittadini. Non penso che il problema sia il gettone di presenza ai consiglieri che partecipano a 5-6 consigli l'anno, ma piuttosto credo che occorra uniformare gli statuti, i criteri di calcolo del contributo, il numero dei consiglieri e le loro indennità, così che in Toscana si parli tutti la stessa lingua. Questa è la missione che mi sono imposto come membro del comitato esecutivo dei consorzi toscani". Biondi conclude invitando "politici, giornalisti e amministratori nel proprio Consorzio per conoscerne i compiti, le funzioni e l'utilità, affinché possano farsi un'opinione oggettiva e avviare un sereno confronto sulle possibilità di miglioramento o superamento dei consorzi".


Costi della politica, il pd ora invoca i tagli Di Michela Scacchioli (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Reggio" del 07-10-2007)

Costi della politica, il Pd ora invoca i tagli Il comitato promotore bacchetta i governi locali Duro attacco dei lettiani alla federazione Ds Le liste bloccate? Basta, bisogna abolirle. I politicanti di mestiere? Idem, se non di più. Per non parlare, poi, delle cariche elettive, a cui tocca darci un taglio quanto a limiti di durata. Il comitato promotore del Partito democratico a parole ne ha davvero per tutti, governi locali compresi. Sono stati presentati ieri pomeriggio, infatti, al centro Loris Malaguzzi i contenuti dei cosiddetti "forum tematici": vale a dire gruppi di lavoro - trasversali a tutte e tre le liste in corsa - che sono nati con l'intenzione di trasformarsi in luogo di incontro tra i partiti fondatori e la società civile. Un appuntamento, quello di ieri, a cui sono stati chiamati a partecipare tutti i 270 candidati reggiani alla "costituente" nazionale e regionale del Pd, anche se - quanto a partecipazione - il risultato forse non è stato quello sperato. E' emerso, tuttavia, che uno dei cinque forum in campo ha voluto affrontare il nodo dei costi della politica, degli sprechi, della trasparenza, e del numero dei parlamentari: "Basta parlare, li si riduca una buona volta", è risultata la sentenza. Ma è stato il forum dedicato ad ambiente, economia e mobilità quello che ha decretato il pollice verso nei confronti delle amministrazioni locali: "Il gruppo di lavoro ha riscontrato - ha detto Marzio Iotti, peraltro sindaco di Correggio - una lacerazione grave tra la società civile e i governi locali. I cittadini non si sentono più tutelati". Inevitabile il riferimento al proliferare dei comitati, anche se, a tal proposito, sono state sottolineate "rivendicazioni personali pericolose". Nel mirino, tuttavia, pure urbanistica ("profonde contraddizioni") e trasporti pubblici ("arretratezza di mezzi inaccettabile"). Sempre ieri, però, all'interno del nascente Pd è venuta a galla una spaccatura profondissima: un affondo decisamente duro messo a segno dai lettiani reggiani Ds: "La federazione provinciale Ds - è stato l'attacco - si è mobilitata in massa per le primarie. Ma solo per garantire il sostegno alle liste Veltroni e Caronna". La "denuncia", val la pena notarlo, ha trovato consensi pure nell'area Bindi, con la firma - posta in calce al comunicato diramato ieri - di Massimiliano Maestri (sindaco di Gualtieri, che corre però nella Bassa reggiana a sostegno del ministro della Famiglia). E giurano: non permetteremo che "il tradimento in atto dello spirito delle primarie" abbia "successo". Evidentemente, scrivono, "la vicenda di Imola (lettere di propaganda inviate a casa dei diessini per promuovere la coppia Veltroni-Caronna) ha fatto scuola" anche "a Reggio". Dove "una quantità impressionante di uomini e mezzi è stata utilizzata per raggiungere in forme varie (giornalini, volantini) gli elettori delle prossime primarie". Con un solo messaggio: "Votare Veltroni/Caronna". Sta di fatto, attaccano Vincenzo Bertolini, Fabio Bezzi, Paolo Gandolfi, Gilberto Gasparini, Massimiliano Maestri, Nilde Montemerli e Giuseppe Vezzani, che si rispolverano vecchie pratiche "sconfortanti". Perché si "tradisce lo spirito delle primarie e del partito nuovo". Dunque, proseguono i firmatari, "dibattiti e proclami sul rinnovamento della politica che si tengono qua e là si rivelano a questo punto pura scenografia". E, dicono lettiani e bindiani, "nessuno vuole vietare ai singoli dirigenti della federazione di appoggiare Veltroni-Caronna", ma la federazione "è proprietà di tutti". Forse in via Gandhi "si è constatato che un numero crescente di iscritti e cittadini intende pensare con la propria testa". E "ciò deve aver seminato il terrore".


UN 'RISPARMIO' di 8-10 mila euro al mese. E' questa la stima…. Di Stefano Lolli (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 07-10-2007)

UN 'RISPARMIO' di 8-10 mila euro al mese. E' questa la stima ? assolutamente prudenziale ? della riduzione dei costi della politica, che deriverebbe dall'applicazione del decreto legge che impone, entro metà novembre, la riduzione (sia delle poltrone che delle indennità) nei CdA di varie società controllate da Comune e Provincia. Giovedì i Verdi hanno protocollato un'interpellanza in cui sollecitano l'immediata l'applicazione del dispositivo approvato dal governo il 13 luglio scorso: un'operazione che non può essere differita nè aggirata, secondo quanto ha affermato la capogruppo dei Verdi Barbara Diolaiti. Sotto la scure, neppure metaforica, i consigli d'amministrazione di Hera Sot (ben 9 componenti, dovrebbero ridursi a 3), di Agea Reti e Acosea Impianti, dell'Acft (sette componenti), di Amsefc e forse anche Acer ed Afm. "Tutto dipende se è stata già avviata o meno la revisione dei singoli statuti", afferma la Diolaiti. Perchè proprio in questa operazione, ossia nella tempestività ad adeguarsi alla nuova norma (ma anche all'attenzione di Comune e Provincia nel farla rispettare) risiede il possibile escamotage. COME A DIRE, tutti d'accordo sul taglio ma intanto si tentenna nell'affilare le forbici. Non mancano comunque le polemiche: "I Verdi si svegliano solo ora, su sollecitazione del governo?" chiedono i consiglieri 'civici' Neda Barbieri (capogruppo di Alleanza per Ferrara in Provincia) e Alex De Anna e Liliano Cavallari (consiglieri di Io Amo Ferrara in Comune). "Comunque prevale il nostro pragmatismo e pensiamo: meglio tardi che mai... La battaglia delle liste civiche ed in particolare di ApF sin dal 1993 sul numero, l'entità dei compensi ed i requisiti professionali ha finalmente trovato alleati anche in chi prima ha sistemato i suoi ed ora chiede il ridimensionamento degli altri". TORNANDO all'applicazione del decreto, in questa sola prima fase ? relativa appunto alle società citate all'inizio ? si potrebbero ridurre una quindicina di 'poltrone': "Ma la legge stabilisce un massimo di 3 componenti nei CdA, nulla vieterebbe di passare alla formula dell'amministratore unico così come è avvenuto per la Holding comunale", riprende la Diolaiti. Sommando gettoni di presenza e indennità mensili (che variano da società a società, ma che in qualche caso sfiorano i 700-900 euro al mese), si arriverebbe tranquillamente ad una cifra prossima ai 10 mila euro mensili. E non sarebbe, come detto, che il primo passo visto che la Finanziaria 2008 prevede già ulteriori possibili interventi sui costi della politica. TORNANDO AI 'CIVICI', dai rappresentanti dell'opposizione arriva "un plauso all'iniziativa dei Verdi, che ci troverà concordi in tutti i consessi in cui se ne discuterà. Le liste civiche voteranno per la riduzione ? affermano la Barbieri, De Anna e Cavallari ? percè in passato avevano votato contro quegli aumenti che altri avevano proposto e avallato in nome della rappresentanza territoriale, della visibilità del partito, della spartizione politica e della valorizzazione delle esperienze amministrative". Così sono state 'gonfiate' le giunte e moltiplicati i CdA nelle aziende e nelle società: "Intanto non guasterebbe però un buon esempio ? chiudono i consiglieri di ApF e Io Amo Ferrara ?: 'dimissionare' i propri rappresentanti per accelerare e rendere più agevole l'operazione di rinnovo e riduzione degli organismi di nomina politica". - -->.


Non e stata superata la prassi politica tesa a non includere la comunità nella costruzione … (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 07-10-2007)

"NON E STATA SUPERATA la prassi politica tesa a non includere la comunità nella costruzione delle scelte più importanti". Così alla vigilia delle amministrative 2004 i Verdi ? pur senza riferirsi più chiaramente ai 'costi delle politiche' ? facevano... autocritica. Rilanciando l'esigenza di nomine più 'trasparenti', meno legate agli equilibri politici e più ancorate alle reali competenze. Qualche accelerazione c'è stata, ma le successive frenate sono state brusche. Ad esempio la "mappa" invocata a più ripresa negli ultimi due anni (e di fatto proposta in varie occasioni soprattutto dal Carlino) non è mai stata messa a punto dalle istituzioni: anzi c'è chi rivela come siano state cambiate delibere, regole interne delle società, organigrammi in modo tale da rendere sempre più complicata la ricostruzione delle cariche, delle indennità ma anche delle consulenze che sono riferibili a scelte politiche e di partito. E domani comunque il Consiglio torna a occuparsi del tema: in discussione la petizione dei Radicali di ridurre almeno del 30% i costi della politica. - -->.


Ci costano 120mila euro l'anno (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

LE CIRCOSCRIZIONI faentine sono cinque: Centro Nord, Centro Sud, Borgo, Reda e Granarolo. Costano alle casse di Palazzo Manfredi circa 120mila euro l'anno. Tra i 25 e i 30mila vengono erogati per coprire le indennità e i gettoni di presenza dei consiglieri, i restanti per tre dipendenti comunali che svolgono soprattutto i servizi di segreteria delle circoscrizioni. Eliminando i quartieri e i loro rappresentanti, democraticamente eletti, verrebbero risparmiati quegli euro destinati a presidenti e consiglieri, mentre le spese destinati alle tre figure di segreteria, riconvertite, resterebbero immutate. Il risparmio dunque ci sarebbe, ma sarebbe minimo. Ora tocca alla politica decidere se vale la pena sacrificare organi di rappresentanza a fronte di una manciata di euro. - -->.


Quartieri da cancellare? Faremo di tutto per mantenere questa forma di democrazia Il sindaco e il progetto della Finanziaria di eliminare le circoscrizioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)

"Quartieri da cancellare? Faremo di tutto per mantenere questa forma di democrazia" Il sindaco e il progetto della Finanziaria di eliminare le circoscrizioni "C ERTO, SI perde il senso delle proporzioni quando si fanno le cose con l'accetta". Non usa mezzi termini il sindaco Claudio Casadio nel commentare quanto ipotizzato dalla Finanziaria 2008, che prevede il taglio dei quartieri e delle circoscrizioni nelle città con meno di 300mila abitanti per eliminare alcuni dei costi della politica. Un'idea ? forse qualcosa più di un'idea ? che ha già fatto reagire i cinque presidenti delle cinque circoscrizioni faentine, che hanno insieme elaborato un lungo documento sollecitando la politica a farsi carico del problema. I cinque quartieri faentini costano circa 120mila euro l'anno, come spieghiamo nel riquadro a lato. "Intanto bisogna capire con esattezza cosa prevede la norma ? aggiunge Casadio ? ma sicuramente, a livello politico, dovremo fare quanto possibile per mantenere una forma di partecipazione che significa confronto, approfondimento, dove la gente può andare per esprimere disagi... Una forma di partecipazione che si era consolidata nel tempo. Ripeto, bisogna vedere cosa dice la norma, tenendo anche presente che nella scorsa Finanziaria ci fu una norma dettata dalla volontà di risparmio che 'colpi' 27 città, con un risparmio infinitesimo. I presidenti dei quartieri hanno dato voce a un problema serio e reale". Già, ma cosa hanno scritto i cinque presidenti? Pier Luigi Bertoni (Centro Sud), Mauro Ghetti (Granarolo), Attilio Pelliconi (Centro Nord), Antonello Prati (Reda) e Valerio Ranieri (Borgo), hanno diffuso una lunga nota in cui difendono il ruolo e le capacità operative delle circoscrizioni. "SIAMO IL collegamento tra i cittadini e l'amministrazione ? sostengono ? raccogliamo le segnalazioni, le proteste, le proposte, organizziamo assemblee e riunioni per tentare di spiegare o per discutere i problemi di più ampi aportata. Il cittadino trova noi, altrimenti dovrebbe recarsi in Comune a cercare un funzionario. Col tempo siamo diventati una sorta di 'sportello unico', svolgendo il nostro compito tra tante difficoltà, non ultimo il pensionamento di due impiegati all'ufficio decentramento, non sostituiti, ragion per cui dovremo ridurre l'attività nei prossimi mesi. Con la Finanziaria 2007 ? proseguono i 5 presidenti ? sono state eliminate le indennità ai presidenti ed i gettoni di presenza ai consiglieri delle circoscrizioni di città non capoluogo di provincia (27, tra le quali Faenza). Per il 2008 si sta predisponendo anche l'eliminazione delle circoscrizoini nelle città con meno di 300mila abitanti". "QUESTO percorso va a penalizzare ulteriormente gli strumenti della partecipazione democratica ? aggiungono ? Non staremo in silenzio: è urgente aprire una riflessione. A questo punto spetta all'amministrazione comunale fare una scelta politica,come fece nel 1994 quando in mancanza di una normativa che li prevedesse l'amministrazione istituì i Comitati di quartiere. In assenza di questa scelta ,ci aspettano quasi 3 anni di agonia politica, di servizi che vorremmo dare, di partecipazione politica che vorremmo favorire e non potremo farlo. In un momento in cui si alza forte la voce della gente che vuole poter contare sulle scelte amministrative, bisogna attuare provvedimenti che permettano di attuale tale volontà". - -->.


Comuni, Bressanini propone la riforma (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)

TRENTO Il diessino freddo sulla proposta Anderle. Intanto tra i consiglieri c'è chi è pronto a rinunciare ai soldi Comuni, Bressanini propone la riforma L'assessore: "Non a tutti serve un'assemblea, una giunta e un segretario" TRENTO - Ottorino Bressanini, attuale titolare della delega sugli enti locali, non nasconde la sua stanchezza per un clima che definisce "di isterismo ": "I costi della politica sono un problema, è vero. Questo non significa che si debba agire presi dalla frenesia del taglia taglia. O meglio, bisogna intervenire dove davvero si ha possibilità di incidere. Un esempio? I vitalizi di ogni genere, che trovano una giustificazione solo nella testa di chi li riceve ". Forse è per questo che l'assessore definisce "complementare" la proposta avanzata da Renzo Anderle di tagliare il numero dei consiglieri dei piccoli Comuni, proposta accolta già con molta freddezza da Lorenzo Dellai. "Non ci possiamo girare intorno - spiega Bressanini - dopo aver approvato in questa legislatura la riforma istituzionale, nella prossima dovremo portare avanti una riforma istituzionale dei Comuni". L'assessore mette subito le mani avanti e spiega di non aver intenzione di tagliare il numero dei Comuni. "Anni fa proposi la loro riduzione da 223 a 50 e si aprirono le cateratte del cielo. Riconosco che l'opposizione non viene solo dagli "interessati", come i sindaci, ma anche dalla popolazione, che tiene a alla propria identità municipale". Per questa ragione, Bressanini pensa ad una riforma soft, che non privi i paesi della propria identità, senza per questo rinunciare all'efficienza dell'amministrazione. "è giusto che ogni Comune mantenga il suo sindaco, il suo gonfalone, la sua sede municipale. Ma non credo che una comunità che supera di poco le cento unità abbia bisogno di un consiglio, di una giunta, di un segretario comunale e magari di qualche ufficio. Non trovo scandaloso che un segretario comunale, che costa ben più del gettone di presenza di un consigliere, possa servire tre Comuni. Quello di Trento lavora per più di centomila persone. Allo stesso modo, non trovo scandaloso che nelle Comunità possa avere luogo il diritto di rappresentanza delle municipalità". Bressanini ritiene comunque che il taglio degli amministratori non valga, in termini di risparmi, quanto la razionalizzazione dell'amministrazione. "Già - spiega - essere riusciti a mettere in rete i servizi di molti Comuni è stato un successo. Bisogna continuare su questa strada". Intanto, qualche consigliere comunale si dice pronto a rinunciare al gettone di presenza, pur di non perdere quel diritto di tribuna e di controllo che il mandato elettorale gli ha conferito. è il caso di Remo Zanella, consigliere di minoranza di Terlago, che attacca Anderle e propone ai 2.700 consiglieri dei piccoli Comuni "un gesto di coraggio": rinunciare al gettone di presenza. Secondo Zanella, la proposta di Anderle non mirerebbe ad altro che a garantire, grazie ai risparmi ottenuti tagliando il numero dei consiglieri, un vitalizio per i sindaci uscenti. T. Sc. Zanella chiede ai 2.700 colleghi "un gesto di coraggio": lasciare nelle casse municipali il gettone di presenza.


I costi della politica e il patto con gli elettori di Enrico Franco (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)

BOLZANO Condivido le parole dell'assessore Gallo sul fatto che la crisi della rappresentanza politica non sia né una questione di numero di consiglieri, comunque eccessivo, né di stipendi, certo in molti casi esageratamente alti e immotivati. La crisi della rappresentatività della politica dipende in primo luogo dal mancato rispetto dei patti. Quando l'assessore e chi altro assume una responsabilità di governo firmando un patto per la giunta, dovrebbe ricordarsi però di averne fatto uno precedentemente con i cittadini, e per il quale ha preso i voti. Se in campagna elettorale si promettono cose e poi al governo se ne realizzano altre, bisogna analizzarne i motivi, anche plausibili, e chiedersi fino a dove ciò è accettabile dagli elettori, dai cittadini. Se andiamo a leggere, e personalmente l'ho fatto, i programmi elettorali dei partiti dell'attuale governo della città ci troviamo cose mai sentite, promesse mancate e programmi completamente modificati oppure annacquati. Quando i cittadini si rendono attivi, partecipano alla vita della città con raccolte di firme, dibattiti e manifestazioni, proposte e richieste, sempre più spesso i politici tacciono o addirittura si arrabbiano invocando maggiore pacatezza, responsabilità ed amenità di altro genere. I cittadini raccolgono 1.300 firme per un semaforo in una zona pericolosa; l'assessore competente è d'accordo e promette il semaforo; poi vengono costruiti due dossi ma niente semaforo. Che penseranno della politica quei 1.300 cittadini? Avranno ancora voglia di impegnarsi? Durante la lunga e interessante raccolta di firme per i referendum per una democrazia diretta e contro l'ampliamento dell'aeroporto, le frasi più frequenti erano: "Non serve a niente" e "Tanto hanno già deciso". E questi, le assicuro caro assessore Gallo, non erano fans di Grillo. Quanto ai bisogni reali della popolazione, si risponde con assurdità. Porto ad esempio la recente idea votata in consiglio comunale di interrare l'A 22 con soluzioni irrealizzabili visto il costo e l'indisponibilità ad assumerselo di Provincia e Autostrada. è una soluzione futuristica rispetto alla problematica contingente dell'inquinamento da traffico, dunque si prendono per i fondelli i cittadini. Quando a dubbi e a domande preoccupate sui pericoli provenienti dall'inceneritore, sindaco e esponenti ambientalisti al governo rispondono che non esistono problemi di salute, che l'incenerimento è la forma più ecologica di trattamento dei rifiuti, che addirittura l'inceneritore potrà fungere da depuratore dell'aria, si prendono per i fondelli i cittadini. Quando si decide di chiudere corso Libertà e dopo una tiepida protesta di alcuni commercianti si decide di non far più nulla, si prendono per i fondelli i cittadini. Il pericolo non è Grillo, che nel suo piccolo fa confusione, ma non può, non vuole e non propone una soluzione. Il pericolo è l'allontanamento della cittadinanza non dalla politica, che anzi ormai viene vista come carriera professionale, pagata lautamente e di poca fatica (questa è l'immagine) e quindi ambita da molti, ma l'allontanamento dalla partecipazione, dal senso di cittadinanza, dall'impegno civile. La questione non è l'unico presidente di circoscrizione con l'auto blu, ma cosa fanno e cosa sono le circoscrizioni: sono un momento di partecipazione popolare, voce dei cittadini nei confronti della politica, oppure fungono da filtro alle rimostranze popolari, ritardante dei moti di ribellione, trampolino di lancio per scalate politiche, parvenza di democrazia partecipativa? Il problema non è il numero dei consiglieri comunali, ma cosa fa il consiglio comunale di Bolzano. Cosa traspare: niente dibattiti accesi, opposizioni silenziose, decisioni prese nei corridoi, presenza mastodontica della Provincia, sinistra e Verdi (auto)imbavagliati dal mito di "non regaliamo la città alla destra". Ma siamo sicuri di non averla regalata comunque? E come afferma l'assessore Gallo, non è pur vero che destra e sinistra si assomigliano sempre più, accomunate da un unico termine che è lo "sviluppo"! E allora molti si chiedono a che serve questo consiglio comunale, e non è una bella domanda, ma sorge spontanea. Claudio Vedovelli, Bolzano Caro Vedovelli, come ho scritto ieri rispondendo ad un'altra lettera sull'argomento, il distacco tra cittadini e politica è frutto anche di una condotta di Palazzo che troppo spesso si rivela inconcludente. Condivido dunque lo spirito della sua lettera ma, poiché lei mette molta carne al fuoco, ritengo utile una precisazione. Petizioni, comitati e ogni altra forma di mobilitazione popolare sono utilissimi, però la democrazia si basa sul consenso elettorale, l'unico strumento che garantisce totale rappresentanza della comunità e segretezza del voto. Ogni politico risponde del proprio operato davanti alle urne: deve ascoltare la voce dei gruppi di pressione, tuttavia può adempiere fino in fondo al proprio dovere anche quando disattende la loro opinione, proprio perché, come lei osserva, il "patto" è fatto con gli elettori, non con i sottoscrittori di appelli.

 

Indice degli articoli del 6-10-2007

1.         Di Pietro fa il bel gesto, Prodi lo ringrazi e decida subito i tagli indicati da Tps. Federico Orlando( da "EUROPA.it" del 06-10-2007)

 

2.         Meno 20% per budget e stipendi ( da "Trentino" del 06-10-2007)

 

3.         La comunità montana non è un flop ( da "Provincia Pavese, La" del 06-10-2007)

 

4.       Ridurre le poltrone ( da "Bresciaoggi" del 06-10-2007)

5.         I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni comunali del 2009 ( da "Provincia di Cremona, La" del 06-10-2007)

6.         Il vero spreco è l'assenza di coraggio ( da "Tirreno, Il" del 06-10-2007)

7.         Faremo i tagli decidendoli noi ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)

8.         I tagli sono tanti i risparmi pochi ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)

9.         Gli alti costi della politica ( da "Liberta" del 06-10-2007)

10.      Tagli alla politica, arzachena in prima fila - gianna zazzara ( da "Nuova Sardegna, La" del 06-10-2007)

11.      Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre i parlamentari ( da "Gazzetta del Sud" del 06-10-2007)

12.      Economy class e alberghi meno lussuosi per i viaggi dei deputati Direttiva dei questori. Marini e Bertinotti fanno una lettera congiunta: ridurremo i costi della politica, ma spett ( da "Unita, L'" del 06-10-2007)

 

13.      IL PRESIDENTE della Comunità Montana Danilo Alessi scrive ai sindaci e ai ra ( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-10-2007)

14.      I quartieri? inutili. ma la lega li salva ( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-10-2007)

15.      La finanziaria cancella i "parlamentini" ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-10-2007)

16.      Livia Turco: Questa è la strada giusta per un salto di qualità ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 06-10-2007)

17.      No, non è la conseguenza di un'improvvisa voglia (concreta) di trasparenza ( da "L'Adige" del 06-10-2007)

18.      Costi della politica Libè: <Occasione persa in Senato> ( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)

19.      Costi della politica, polemica ( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)

20.      Sui tagli decide il Parlamento ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 06-10-2007)

21.      Anche questa settimana troviamo in vetta La casta della coppia Rizzo-Stella e ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 06-10-2007)

22.   Il carissimo compleanno della Turco pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 06-10-2007)

23.    Il Governo non si vuol tagliare i costi ( da "Padania, La" del 06-10-2007)

24.    I Costi della politica. Marini e Bertinotti: ci siamo mossi da un po' ( da "Arena, L'" del 06-10-2007)

25.     <Faremo i tagli decidendoli noi> ( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)

26.    Costi della politica. Ridurre le poltrone ( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)

27.    Sono due le municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto osservazione della Questura: tre sono stati eletti a Stella San Carlo Arena e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario. Daniela De Crescenzo

28.    Nonostante tutto, la politica è indispensabile ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-10-2007)

29.    Udine Una sforbiciata alla burocrazia. ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-10-2007)

30.      (ACR) Costi politica, Digilio su iniziative di AN - 1 ( da "Basilicanet.it" del 06-10-2007)


 

Articoli del 6-10-2007

 

Di Pietro fa il bel gesto, Prodi lo ringrazi e decida subito i tagli indicati da Tps. FEDERICO ORLANDO ()

( da "EUROPA.it" del 06-10-2007)

Cara Europa, per dare un segnale che si sta ragionando davvero su qualche cambiamento e tagliare finalmente i costi della politica, questione di cui si discute molto soprattutto in questo ultimo periodo, il ministro Antonio Di Pietro dice di voler dare il buon esempio, offrendo le dimissioni sue e dei suoi due sottosegretari dal governo. Non sarebbe una cattiva idea se facessero tutti così. Che ve ne pare? SALVO DI GENOVA, PALERMO

Caro Di Genova, se facessero tutti così, bisognerebbe fare un nuovo governo, e , nelle attuali condizioni della maggioranza, non so se sarebbe ancora di centrosinistra. Io sono invece del parere che, anche prendendo spunto dal gioco a tutto campo di Di Pietro e dalla sua alleanza trasversale con Fini, il governo e il centrosinistra farebbero bene a dare una sterzata violenta (concordata, ma violenta) nel mare magno del malcostume politico che è fatto di tante cose: mancata disciplina giuridica dei partiti e dei sindacati, e quindi della trasparenza dei loro bilanci; inflazione di ministri e sottosegretari, proporzionata al numero dei partitini da soddisfare; inflazione di enti economici e paraeconomici e di relativi presidenti, direttori e consiglieri d'amministrazione; inflazione di enti istituzionali (province, regioni, comuni, con tanto di presidenti, consiglieri, assessori, sindaci, segretari comunali, vertiginosi uffici stampa come quello della regione siciliana, che lei dovrebbe ben conoscere: una ventina di giornalisti, credo, oltre ai portavoce degli assessori). Di tutte le cose che abbiamo citato, soltanto il numero delle regioni, come quello dei deputati e dei senatori, è scritto nella Costituzione e quindi, per essere ridotto, ha bisogno del lungo processo di revisione costituzionale. Tutto il resto ? riduzione di ministri e sottosegretari, in testa ? si può fare con atto amministrativo; o, in caso di fusioni fra più comuni e province, con atto legislativo. Infine occorre chiudere dopo mezzo secolo la partita degli enti inutili, cominciata con la legge 4 dicembre 1956 n.1004: ne erano indicati 823, ancora oggi ce n'è in vita qualche centinaio, magari ridotto a un solo dipendente o un solo contenzioso ancora aperto. Per non parlare di comunità montane, circoscrizioni, mini-Asl, mini-tribunali. Ha dunque ragione Padoa-Schioppa quando dice che il fannullismo, il parassitismo non sono (solo) di alcuni o molti singoli, ma sono della struttura: pletorica, arcaica, zarista, parassitaria, che è stata mantenuta in vita perché clientelare e dunque funzionale ai peggiori politicanti. In cinque anni di governo, la destra non ha fatto niente in proposito. Vedremo se il nuovo Pd saprà fare di meglio. In ogni caso, per destra, sinistra e centro c'è un problema comune: la riduzione dei costi della politica non deve significare riduzione della democrazia. Occorrerà pertanto decidere fino a qual punto ridurre significhi escludere. Il problema non si può risolvere con le eccezioni, ma con le aggregazioni: se la riduzione dei consiglieri comunali, per citare, comporta un più alto sbarramento di fatto per i piccoli partiti, questi si unifichino in partiti consistenti. A costo di sacrificare le camarille che li dirigono come "cosa loro".


Meno 20% per budget e stipendi ()

( da "Trentino" del 06-10-2007)

TAROLLI (UDC) "Meno 20% per budget e stipendi" TRENTO. Un taglio secco, il 20 per cento in meno su tutto ciò che finisce sotto la voce "costi della politica": numero di assessori (da 8 a 6), di consiglieri comunali (da 50 a 40) e circoscrizionali (da 182 a 146), gettoni di presenza, indennità di sindaco, assessori, presidente del consiglio e presidenti di circoscrizione. La proposta arriva dal consigliere comunale dell'Udc Flavio Maria Tarolli, che la formalizzerà in un ordine del giorno da presentare in aula. "Il risparmio complessivo sarebbe di 817.697 euro all'anno", quantifica Tarolli. Il quale propone anche un taglio a tutte le spese di consulenza e agli incarichi esterni.


La comunità montana non è un flop ()

( da "Provincia Pavese, La" del 06-10-2007)

Cronaca "La Comunità montana non è un flop" La replica dell'assessore Anselmi: "Andrini doveva parlare prima" "Non serve cercare un capro espiatorio Se errore c'è stato va cercato nel silenzio di troppi anni" VARZI. Il ministro Linda Lanzillotta vuol tagliare le Comunità montane per frenare i costi della politica e la valle Staffora trema. Si alzano, per la prima volta, voci dissonanti rispetto ad una linea tanto unica quanto costante nei decenni. Il vicesindaco di Valverde attacca e mette in discussione l'allargamento. Il capogruppo Mario Anselmi media: "L'avevo detto... Ma ora è tardi per sollevare il polverone". "Basta additare colpevoli, se la Comunità montana ha sbagliato strada è colpa di tutti coloro che per anni hanno taciuto". Mario Anselmi, assessore provinciale e capogruppo della maggioranza che appoggia il presidente Elio Berogno, risponde picche a chi chiede l'azzeramento per scarsa incisività mministrativa. Se Gianni Andrini, vicensindaco di Valverde, vuole adesso che venga subito avviato un dibattito serio per salvare la Comunità, Anselmi suggerisce di ripartire con l'accantonare la logica dei "j'accuse". Ai sindaci dell'assemblea montana il capogruppo lancia un messaggio chiaro e forte: "Se c'era qualcosa che non andava, un allargamento che non si condivideva - osserva ancora Anselmi - c'era da dirlo subito. Insorgere adesso è fuori tempo e fuori luogo. Io ero una voce dissonante all'ampliamento. E da subito avevo ricordato che, a furia di allargare, la Comunità montana sarebbe arrivata fino al Po". Oggi ci manca poco. Se svanisce la cosidetta "montanità" dell'ente è pur vero che le scelte sono sempre state fatte senza frizioni politiche. Anselmi insiste su questo punto: "Gli amministratori dei Comuni sapevano quali erano le linee d'indirizzo - afferma - se non le condividevano potevano alzare la voce quando era il momento". Stando a chi la vita amministrativa mostra di conoscerla davvero buttare benzina sul fuoco della polemica non serve. "Esprimere dissenso adesso - afferma l'assessore provinciale - in un frangente problematico, può anche avere valore se serve per riavviare una discussione fuori dal preconcetto, ma alzare polveroni può solo essere una sceneggiata". La coperta è corta: "Il Pirellone dà gli stessi stanziamenti di prima e lo Stato li dimezza. Su queste basi d'incertezza una Comunità montana non può certo reggersi". Se Gianni Andrini ha suggerito la strategia di trasformare l'ente montano in un soggetto capace anche di erogare e gestire servizi oltre che di elaborare progetti, in modo da intercettare nuovi finanziamenti, c'è chi la pensa diversamente. Anselmi esprime un proprio "sì" di massima all'ipotesi del ministro per gli affari regionali, Linda Lanzillotta. Presa di posizione che farà discutere: "Per evitare polemiche e snaturamenti ben venga l'idea d'includere nelle Comunità solo i centri sopra i 600 metri d'altezza. E' meglio ragionare, in generale, su politiche a sostegno di tutti i piccoli Comuni". Se Andrini ha apertamente dichiarato fallito il progetto politico della gestione del presidente Berogno, Anselmi alza uno scudo a difesa della storica guida della Comunità montana. "Dipende da che parte lo si guarda - dice - Se si esprimono giudizi politici dai banchi dell'opposizione non stupiscono certe critiche. Ma sotto il profilo amministrativo il presidente ha fatto tutto il possibile. Se si vuol fare demagogia non si approderà a nessun risultato". Se Andrini e una piccola schiera invocano un salto culturale nella gestione della Comunità montana, Anselmi promuove la gestione Berogno: "L'Amministrazione ha fatto tutto quello che poteva, con tutti i finanziamenti a disposizione e i paletti che la legge imponeva. Si è sbagliato strada? Lo si è fatto insieme e, in questo caso, le colpe sono da dividere. Più che azzeramenti servirebbe, forse, un mea culpa da parte di qualcuno". Emanuele Bottiroli.


Ridurre le poltrone

( da "Bresciaoggi" del 06-10-2007)

COSTI DELLA POLITICA Ridurre le poltrone Caro direttore, si è recentemente parlato di "provvedimenti per la riduzione dei costi della politica", dai benefici effetti sul Bilancio dello Stato. In realtà io penso bisognerebbe invece (più semplicemente) ridurre il numero dei "politici": che per la verità (specie, in questi ultimi tempi), non mi pare servano a molto. Altro "provvedimento" che sicuramente avrebbe effetto sarebbe a mio giudizio, quello di ridurre il periodo di permanenza sulle poltrone, cominciando proprio da quella del Capo dello Stato (sette anni sono un po' tanti, specie per le persone anziane), riducendo parimenti il periodo di legislatura a soli quattro anni. I sindaci - ma pure i presidente delle provincie e delle regioni - dopo quattro (lunghi) anni di permanenza, non dovrebbero più essere immediatamente (ri)eletti, ma dovrebbero attendere almeno due periodi (non uno solo). Il numero dei parlamentari si potrebbe ridurre alla metà della metà (su circa mille personaggi, ne servirebbero appena duecentocinquanta), con una Camera centrale ed una regionale (così come altrove). Ah, dimenticavo: abolire subito "portaborse", scorte, inservienti che campano a Roma (ma pure a Milano e a Brescia) sulle nostre spalle, oppure che questi fossero direttamente mantenuti dai politici stessi, a loro spese (con tanto di 740). Così di sicuro si ridurrebbero clamorosamente i costi della politica: con un po' di respiro pure per la gente comune, come me (che nulla conta), oltre che per il bilancio della Stato. Livio Gianni Milani MADERNO.


I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni comunali del 2009 ()

( da "Provincia di Cremona, La" del 06-10-2007)

L'annuncio. "Proporremo un vicesindaco-immigrato". Mobilitazione per l'incontro con Stella I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni comunali del 2009 di Gilberto Bazoli Il dado è tratto: i 'grilli', i seguaci del comico genovese, presenteranno una propria lista alle elezioni del 2009 per il Comune di Cremona. I preparativi sono a buon punto: si sta pensando a un nome (prime ipotesi: 'I grilli di Cremona' e 'Un grillo per Cremona'). Invece tutto da scrivere, ovviamente, il programma. Ma c'è già un punto: un immigrato in giunta, vicesindaco o assessore che sia. L'annuncio ufficiale sarà dato giovedì prossimo, 11 ottobre, a margine dell'incontro con Gian Antonio Stella, autore con Sergio Rizzo del best sellers 'La Casta' sui costi della politica. Una Bibbia per il popolo di Beppe Grillo. Matteo D'Ascanio, uno degli organizzatori del 'Vaffa-day', che anche a Cremona ha riscosso grande successo, ha anticipato ieri: "Un gruppo di 3-4 persone che fanno riferimento a Grillo ha deciso di dare vita a un movimento. Sarà, per così dire, più strettamente politico e avrà un nome, potrebbe essere 'I grilli di Cremona', 'Un grillo per Cremona', o altro ancora. Su questo non abbiamo ancora deciso. Anzi, attendiamo suggerimenti e consigli". D'Ascanio spiega le ragioni della scelta affermando "che, a questo punto, serve, pur senza strafare, un minimo di struttura, di organizzazione. In vista delle elezioni 2009? Sì, anche per questo. Secondo me, è venuto il momento di entrare in politica". D'Ascanio precisa che si tratta di una scelta fatta da lui e, come detto, da un gruppo di altre persone. Non quindi da tutti i 'grilli' padani. "Molta gente non è d'accordo", precisa. D'Ascanio e gli altri credono invece che di debba passare dalla protesta all'impegno politico o, meglio, portare la prima nel secondo. Alcune idee sono già chiare: "In questi giorni sono uscite le statistiche sui poveri in Italia. Sono 7 milioni, tantissimi. Ecco, io credo che, se partiremo da loro, dagli strati sociali più deboli, il nostro movimento e la nostra lista riusciranno ad ottenere grandi consensi". Sempre in questa linea, "non sarebbe male avere un assessore, magari lo stesso vicesindaco, immigrato. Sarebbe un segnale forte". I grilli si sono già messi in contatto con il sindaco di Castelvisconti, Giacomo Ori, diventato un personaggio per aver offerto al comico la carica di assessore alla Cultura e allo Sport. Un incontro tra Ori e il gruppo di D'Ascanio è in programma lunedì prossimo: "La sua proposta non può non incuriosirci. Andremo a trovarlo per verificare di persone come stanno le cose. Ci siamo già parlati al telefono, è stato molto disponibile". Tre giorni dopo il faccia a faccia con il sindaco di Castelvisconti, l'incontro con Stella a margine della presentazione in Fiera, nell'ambito degli 'Aperitivi in Provincia', de 'La casta': "Lo aspettiamo con grande interesse. Speriamo che, tra un impegno e l'altro, abbia qualche minuto per noi".


Il vero spreco è l'assenza di coraggio ()

( da "Tirreno, Il" del 06-10-2007)

SCHEGGI: scettico "Il vero spreco è l'assenza di coraggio" GROSSETO. Ridurre consiglieri e assessori? Dipende da ciò che si vuole ottenere. "Se si vuol fare un gesto simbolico, ben venga, è positivo. Ma non sono questi i costi della politica", dice il presidente della Provincia, Lio Scheggi. "Si può governare questa provincia con 4 consiglieri e un assessore in meno? Volendo essere demagogico potrei dire che si può fare anche con la metà degli assessori. Solo che sul piatto della bilancia si deve mettere anche che un consigliere provinciale prende 75 euro a seduta. Per meno di 15 sedute all'anno. Un compenso non congruo alla quantità e alla qualità del suo lavoro". Ma anche questo è un costo. Scheggi incalza: "Se leggo che le spese della Camera sono aumentate del 3%, in ballo ci sono parecchi milioni di euro. Si può tagliare anche lì, o no?". Il vero costo per Scheggi è dunque altrove. "La politica costa quando non decide. Prenda per esempio il ciclo dei rifiuti. Non si ha il coraggio di andare fino in fondo neanche su decisioni già prese. è la mancanza di coraggio il vero costo della politica".


Faremo i tagli decidendoli noi ()

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)

I COSTI DELLA POLITICA. Marini e Bertinotti: ci siamo mossi da un po' "Faremo i tagli decidendoli noi" ROMA Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti, ma per conto nostro. Lo avevano già detto, ciascuno per il "suo" ramo del Parlamento. Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco, sottoscrivendo un documento congiunto per dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la materia con un'"autonoma assunzione di responsabilità". Il documento è stato diffuso di prima mattina. Marini l'ha accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti". Bertinotti, che l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del governo sulla materia, ricordando che la Camera s'era mossa prima che il governo sollevasse la questione, dice che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un allontanamento della società civile dalla politica". "Sulla questione dei costi della politica", si legge nel comunicato congiunto dei due, "le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata". Ma "sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare questi compiti". "Noi siamo dentro il problema della crisi della politica. Le accuse alla "casta" sono un problema che riguarda anche noi". Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà Sociale, teme che anche il Prc sia travolto dalla crisi in cui si trova la politica: "Io", spiega, "ho la percezione chiara che il mio stipendio è aumentato e quindi penso che prima o poi correremo il rischio che quando parliamo ai compagni questi si chiedano se stiamo solo difendendo la poltrona". Per Ferrero serve una "risposta di sinistra", come il Partito olandese del pomodoro: "E un partito", spiega il ministro, "con un'organizzazione che parte dal basso: asili autogestiti e un regolamento che impone a tutti uno stipendio di 2.000 euro. Negli ultimi anni sono cresciuti molto arrivando al 17 per cento".


I tagli sono tanti i risparmi pochi ()

( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)

Costi della politica I tagli sono tanti i risparmi pochi Lo sapete come andrà a finire? Che non cambierà nulla a proposito dei costi della politica. Oggi governo, presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel proporre tagli e ipotizzare l'eliminazione degli sprechi. Ma in concreto che cosa sta veramente avvenendo? Cominciamo dalla Finanziaria 2008. Si sono proposti l'aumento automatico degli stipendi parlamentari (oggi agganciati a quelli dei presidenti di Corte di Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti; l'abolizione di 105 comunità montane su 356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il taglio di 1.260 Comuni dalle comunità montane; nessun consiglio circoscrizionale per i comuni fra i 30 mila e 100 mila abitanti (interessa 70 Comuni e il risparmio si aggira sui 79 milioni l'anno); i compensi dei consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti per 205 euro l'anno. In più si aggiungano gli impegni di spesa del Quirinale (che, aumentati di 17 milioni rispetto al bilancio di previsione 2007, dovrebbero restare fermi a 241 milioni nel 2008). Questo significa che la nostra massima istituzione repubblicana continuerà a costare più delle analoghe istituzioni di Francia, Germania e delle monarchie inglese e spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione pubblica. Ma tutti i capitoli di risparmio analizzati con attenzione scoprono facilmente punti deboli, insufficienze e varchi che possono far dilatare i tempi all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere approvati. E, in quanto ai risparmi veri, al di là della facciata, se saranno approvati si tradurranno in cifre marginali. Ora, gli stipendi base dei parlamentari sono agganciati automaticamente a quelli degli alti magistrati. Perché allora non proporre una legge che abolisca quest'indicizzazione? I rimborsi delle spese elettorali potrebbero essere ancora consentiti, ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione: la registrazione dei partiti (e dei sindacati) e la pubblicizzazione dei loro bilanci, che dovrebbero essere soggetti a un controllo. Le comunità montane andrebbero cancellate. I risparmi ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità montane Enrico Borghi (Margherita): "Se si chiudono le comunità montane il personale viene trasferito nelle altre amministrazioni pubbliche, cioè da una parte si toglie e dall'altra parte si aggiunge: i 66 milioni non sono risparmi effettivi". Nessuno parla dell'eliminazione di un altro organo costituzionale inutile e costosissimo: il Cnel. Ma non si parla più della sua chiusura perché interessa molto sia alle caste politiche che a quelle sindacali: sono rappresentate entrambe. Ma se venisse chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. La risposta più concreta alla forte domanda di moralizzazione della politica è venuta da una proposta trasversale, quella Fini-Di Pietro (taglio radicale del numero di ministri e sottosegretari, riduzione del numero degli assessori comunali e provinciali, soppressione delle comunità montane). Non si parla di cancellazione delle Province, ma c'è una spiegazione: questo ente è previsto dalla Costituzione e per cancellarlo è necessaria una revisione della Carta. E finora non c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e, in seguito, le proposte di abolizione sono state decine, di tutte le parti politiche. Ma le Province sono diventate grandi centri di potere e ogni anno il loro numero è andato aumentando. Con la benedizione di tutti i partiti.


Gli alti costi della politica ()

( da "Libertà" del 06-10-2007)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di sabato 6 ottobre 2007 > Liberta di Parola Gli alti costi della politica Egregio direttore, il centro studi di Confindustria ha redatto un'analisi comparativa dei costi della politica italiana paragonata a quelli delle Nazioni europee più importanti. I dati che emergono sono interessanti, e dimostrano che i costi italici di mantenimento del Parlamento sono più onerosi di quello che spendono francesi e tedeschi insieme. Trattasi di un circolo vizioso che agisce da acceleratore di prebende ai vari livelli della gerarchia politica, senza un ritorno di servizi efficienti a costi congrui. La cronica mancanza di presa di decisioni da parte degli stessi lascia strascichi sulla quotidianità degli italiani. Ritardi sulla questione energetica, con possibili rischi di tagli delle forniture, servizi aerei della compagnia di bandiera sempre passibili di scioperi da parte di qualche componente della stessa. Il sistema ferroviario che per rapporto: pulizia, sicurezza, puntualità, costi, come evidenziato dai pendolari che ne usufruiscono giornalmente, si trova ai minimi termini. La rete autostradale ormai insufficiente per il traffico odierno. Infrastrutture obsolete e carenti che ci penalizzano nel difficile scenario di competizione economica mondiale. Per finire con le bollette più care rispetto ai paesi evoluti. Una gestione della cosa pubblica che si presenta stratificato e frammentato, con l'esistenza di decine di partiti, che determinano lentezza di decisione, conflitti di competenze, veti incrociati, i quali finiscono per ostacolare gli iter procedurali delle priorità da assumere. Un altro aspetto dello studio confindustriale riguarda il censimento delle proprietà immobiliari, con un archivio ancora da aggiornare tra i vari enti, che risulta essere tuttora incompleto. Parte rilevante di questo patrimonio è rappresentato dalle caserme, che visto l'abolizione della leva obbligatoria per l'esercito professionale, rientra nei piani di alienazione per le molte in soprannumero, tuttora solo in minima parte poste sul mercato. Come si può evincere dall'analisi, costi alti per servizi inefficienti, che mettono in difficoltà il vivere quotidiano dei cittadini, anziché agevolarlo. Si auspica un'inversione di tendenza con obiettivi immediati di tagli agli sprechi e riduzione dei costi, e che i cittadini italiani siano gli azionisti di maggioranza dello Stato, cui i governi di qualsiasi colore debbano rendere conto. Giovanni Ricci Villanova sull'Arda [.

 

Tagli alla politica, arzachena in prima fila - Gianna Zazzara ()

( da "Nuova Sardegna, La" del 06-10-2007)

Olbia Tagli alla politica, Arzachena in prima fila La normativa al vaglio del Parlamento dimezzerebbe i consiglieri Beccu: "Bene così" Ragnedda: "é solo demagogia" GIANNA ZAZZARA ARZACHENA. Taglio netto al numero dei consiglieri e assessori comunali. E' una delle proposte contenute nella legge finanziaria 2008 approvata qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio del Parlamento. Obbiettivo: ridurre i costi della politica. Una cosa non da poco soprattutto in uno Stato in cui sono migliaia le persone che vivono di sola politica o di gettoni di presenza nei vari cda legati alla politica. "Il costo della politica? E' ora di darci un taglio", incita Francesco Beccu, consigliere di minoranza. "Ben venga la decisione di ridurre il numero dei consiglieri e assessori comunali, spero che quella norma inserita nella finanziaria venga approvata dal Parlamento. Le cose devono cambiare. La gente è stufa dei privilegi e dei vantaggi che godono i politici. Ormai la politica non è più una passione, ma è diventata un vero e proprio lavoro redditizio". E che la gente non ne possa più delle indennità incassate dai politici è testimoniato dal successo editoriale del libro-inchiesta "La casta", scritto a quattro mani dai giornalisti Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, e da Beppe Grillo, che ha dato vita a un comitato spontaneo che dell'antipolitica ha fatto la sua bandiera. Ma cosa prevede la finanziaria 2008? Il numero dei consiglieri e degli assessori comunali verrà ridotto in proporzione al numero degli abitanti. Nel caso di Arzachena, che ha una popolazione superiore ai 10 mila abitanti ma inferiore ai 30 mila, i consiglieri passerebbero da 20 a 16. Il sindaco invece potrà nominare non più sei assessori ma solo quattro. E potrebbe essere proprio Arzachena uno dei primi comuni della Sardegna a sperimentare la novella legislativa, dal momento che le elezioni sono fissate per la prossima primavera. "La riduzione del numero di consiglieri e assessori comunali? E' un'operazione demagogica - dice il sindaco Pasquale Ragnedda-. Non è cosi che si tagliano i costi della politica. Sono ben altre le operazioni da fare. E poi il consiglio comunale ha una funzione molto importante, è il punto di raccordo tra l'amministrazione e i cittadini. Bisognerebbe aumentarne le competenze invece di mortificarlo in questo modo. In ogni caso la finanziaria non è ancora diventata legge e quindi se ne discuterà più avanti, quando la norma verrà approvata. Anche se spero che non accada". A dare man forte al primo cittadino è Giancarlo Pisano, assessore in carica. "Il problema non sono i consiglieri comunali che prendono un gettone di presenza ridicolo o gli assessori: il mio stipendio, ad esempio, supera di poco i mille euro. Per incidere sui costi della politica bisogna tagliare le indennità milionarie che incassano ogni mese parlamentari e consiglieri regionali. Quella sì che è una vergogna, anche perché lavorano molto meno di me che sono un semplice assessore comunale. La proposta di tagliare il numero dei consiglieri e assessori comunali ha un valore solo simbolico. Il risparmio, per le casse statali, sarebbe veramente ridicolo".


Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre i parlamentari ()

( da "Gazzetta del Sud" del 06-10-2007)

Ars Dagli attuali 90 diventerebbero 70 Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre i parlamentari La sua (ipotetica) attuazione passa necessariamente dalla modifica dell'art. 3 dello Statuto autonomista Michele Cimino PALERMO Uno schema di progetto costituzionale, da proporre al Parlamento nazionale, per ridurre il numero di deputati dell'Assemblea siciliana (da 90 a 70) è stato presentato dal vicepresidente dell'Ars Lillo Speziale (Ds). Il progetto prevede la modifica dell'articolo 3 dello Statuto autonomista siciliano. "Ritengo dice Speziale che sia una norma che va incontro alle richieste dei cittadini di ridurre i costi della politica ma anche di snellire il Parlamento. Auspico che le forze politiche presenti all'Ars siano favorevoli a questo provvedimento in modo da consentire un esame spedito". E intanto ci sono ancora polemiche sulla nuova finanziaria del Governo Cuffaro per il 2008, trasmessa all'Ars per l'esame da parte delle commissioni di merito. Per il capogruppo di Uniti per la Sicilia Maurizio Ballistreri, infatti, si tratta di "una legge finanziaria senza anima, o peggio, con l'anima della conservazione dell'esistente, che si limita a certificare lo stato di salute, gravissimo, dell'economia regionale e non assume alcuna decisione drastica e di rigore". A giudizio del parlamentare dello Sdi, "servirebbe, al contrario, un provvedimento di rigore, che tagli le spese inutili e superflue e razionalizzi il funzionamento degli enti in una ottica di efficienza e produttività". "Credo - afferma Ballistreri - che lo specchio di questa finanziaria sia la presenza ancora una volta della cosiddetta Tabella H sui contributi, che è il paradigma dei costi e degli sprechi della politica". Ed è critico anche il capogruppo della Margherita Giovanni Barbagallo, secondo cui "la Sicilia è prigioniera dei propri debiti. Oltre 3 miliardi di euro di debiti per i mutui contratti con le banche, più altri 750 milioni di euro annunciati dall'assessore al Bilancio per i mancati introiti derivanti dalla vendita degli immobili. In tale contesto evidente che Cuffaro non ha fatto nulla e non potrà fare nulla nonostante i continui allarmi lanciati dagli industriali, dai sindacati e dalla Corte dei Conti" Barbagallo, quindi, nel ricordare "che dopo sette anni di ininterrotto Governo Cuffaro la Sicilia è la regione con il più alto indice di povertà relativa (30,8% in Sicilia, 24% al Sud, 4,5% al Nord)", ritiene che "il governo Cuffaro non riesce ad aggredire i nodi strutturali che generano il deficit di bilancio perché non è in grado di fare scelte radicali. Senza lo scioglimento degli enti inutili, l'abolizione dei tanti comitati inutili e degli uffici speciali, la riduzione del numero dei consulenti, dei dirigenti e dei componenti dei vari uffici di gabinetto non potrà essere adottata una manovra di bilancio credibile". Di opposto avviso è, però, il capogruppo dell'Udc Nino Dina, per il quale "se gli allarmismi strillati del centrosinistra vogliono superare la demagogia del momento per trasformarsi in uno stimolo rispetto alla situazione dei conti, che non è rosea ma neanche da baratro, questi sono bene accetti, altrimenti gli stessi scadono nel becero, e nulla di buono e nuovo portano alla Sicilia". Ed auspica "un confronto serio e responsabile per costruire uno strumento finanziario rigoroso, virtuoso e capace di garantire lo sviluppo dell'Isola". "oglio rammentare -replica, quindi Dina a Ballistreri e Barbagallo - che il ricorso all'indebitamento è finalizzato esclusivamente al cofinanziamento dei fondi comunitari. Inoltre con la copertura di 65 milioni di euro, assicurata dal presidente Cuffaro, potremo varare la legge sullo sviluppo prima della Finanziaria". (sabato 6 ottobre 2007).

Economy class e alberghi meno lussuosi per i viaggi dei deputati Direttiva dei questori. Marini e Bertinotti fanno una lettera congiunta: ridurremo i costi della politica, ma spetta a noi non al governo ()

( da "Unita, L'" del 06-10-2007)

Economy class e alberghi meno lussuosi per i viaggi dei deputati Direttiva dei questori. Marini e Bertinotti fanno una lettera congiunta: ridurremo i costi della politica, ma spetta a noi non al governo / Roma Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti mentre la legge finanziaria inizia il suo iter in Parlamento. Lo avevano già detto, ciascuno per il ramo del Parlamento che presiede. Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco. Hanno sottoscritto un documento congiunto per dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la materia con una "autonoma assunzione di responsabilità". Il documento è stato diffuso di prima mattina. Marini lo ha accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti". Bertinotti l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del governo sulla materia. Aveva ricordato che la Camera stava già provvedendo, e aveva cominciato a farlo ben prima che il governo sollevasse la questione. Oggi non ha preso la questione di petto. Si è limitato a dire che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un allontanamento della società civile dalla politica". "Sulla questione dei costi della politica - si legge nel comunicato congiunto dei presidenti delle Camere - le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata". "L'azione intrapresa dai due rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si erano venute determinando nei passati decenni, a partire da quella sul vitalizio dei parlamentari, proseguirà anche per ciò che riguarda le indennità degli stessi parlamentari. Sarà il Parlamento, nella sua sovranità - sottolineano Marini e Bertinotti - a realizzare questi compiti, sulla base della convinzione maturata al suo interno che la difesa delle sue prerogative e la conquista di un rinnovato rapporto tra le Istituzioni e il paese passa per questa sua autonoma assunzione di responsabilità". Intanto qualcosa si muove. Addio lussuose hall di alberghi a cinque stelle, addio comodi voli aerei nelle ovattate classi business: gli spostamenti ad alta quota e i pernottamenti dei deputati si fanno...più spartani. Nell'epoca dei tagli ai costi della politica infatti i rappresentanti di Montecitorio in missione dovranno scegliere alberghi a 4 stelle e voli in classe economica. In una missiva inviata ai "cari colleghi" dai questori Francesco Colucci, Gabriele Albonetti e Severino Galante il 3 ottobre scorso, i tre auspicano che "nel generale contesto di riduzione degli oneri, venga realizzato un ulteriore contenimento delle spese per le missioni svolte per incarico della Camera". Nel testo si legge pertanto che "le spese di albergo sostenute nel corso di tali missioni saranno ammesse al rimborso solo se sostenute presso esercizi di categoria non superiore a quattro stelle". L'unica eccezione consentita, e che dovrà essere "debitamente motivata", sarà "qualora lo stato dei luoghi ove si svolge la missione non consenta di rispettare tale criterio". Nuovi paletti anche per i voli aerei "in ambito europeo e nel bacino del Mediterraneo". In queste tratte, raccomandano i questori "dovrà essere utilizzata solo la classe economica alla tariffa più conveniente" scegliendo per "realizzare il massimo risparmio (...) biglietti nominativi a data fissa e non modificabile". Le raccomandazioni di Colucci, Albonetti e Galante si estendono anche alla necessità di svolgere le missioni "solo quando si abbia la certezza di potere effettivamente prendervi parte" e fissano "l'impossibilità di sostituzione con altri deputati nel caso di rinuncia alla missione dopo l'acquisto dei biglietti". L'ultimo invito, last but not least, dei tre deputati questori è rivolto "alla Tua sensibilità affinché - concludono rivolti a deputati - nel concreto svolgimento delle missioni siano assicurati contenimenti di spesa".


IL PRESIDENTE della Comunità Montana Danilo Alessi scrive ai sindaci e ai ra ()

( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-10-2007)

Ppresentanti delle categorie economiche elbane invitando tutti alla mobilitazione per bloccare la Finanziaria di Prodi che rischia di cancellare anche l'ente comprensoriale dell'Arcipelago toscano. "Come sapete ? esordisce il presidente Alessi ? l'esclusione dei nostri comuni dalla qualifica di 'montanità, prevista dal 'decreto Santagata' in base ad un criterio sommario e demagogico che non ha coinvolto le Regioni, pur recuperando in extremis l'eliminazione dei numerosi benefici per i nostri cittadini e le nostre imprese contenuta nella prima versione della legge (pluriclassi nelle piccole realtà, finanziamenti aggiuntivi per la sanità, sgravi Ici per i terreni agricoli e indennità Ue per agricoltori, esenzione Irap ai piccoli esercizi commerciali, riduzione costi gasolio e gpl) toglie comunque le risorse che gli enti montani investivano sul territorio attraverso i piani di sviluppo e resta una grave ferita alla coesione dei territori disagiati. Questo senza la pur auspicabile riduzione dei "costi della politica", poiché la discontinuità istituzionale porterebbe alla dispersione di competenze e capacità". "ALCUNI DI VOI ? aggiunge ? hanno partecipato il 2 ottobre all'assemblea della Montagna di Firenze, in difesa del ruolo di coesione, sviluppo e salvaguardia del territorio che le comunità montane svolgono nella nostra regione come in gran parte d'Italia. E' stato il presidente Martini, a sintetizzare la critica al Governo per aver inserito in Finanziaria il tema della montagna considerandolo argomento da "costo della politica". Il decreto Santagata -Lanzillotta, se non verrà modificato, finirà inoltre per sottrarre ad alcune migliaia di piccoli comuni, tra cui i nostri, l'unico soggetto sussidiario di coordinamento e programmazione, che può assicurare alcuni servizi essenziali e interventi infrastrutturali strategici. L'esperienza elbana e dell' Arcipelago Toscano dimostra quanto sia fondamentale avere sul territorio un ente comprensoriale come la Cm (che è unione dei Comuni) con una visione unitaria di problemi e soluzioni. Tutto ciò mentre continua a mancare, a livello governativo, un coordinamento delle politiche di sostegno e di sviluppo delle aree montane. Sono certo che non mancherete, nei prossimi giorni, di far sentire ancora la vostra voce in difesa degli interessi dei nostri cittadini e della nostra economia, una battaglia che culminerà nella manifestazione della Montagna Italiana del 24 ottobre p.v. organizzata a Roma da Uncem nazionale, per contrastare con la forza delle argomentazioni e dei fatti una politica demagogica e superficiale che rischia, sbagliando bersaglio, di sacrificare gli interessi dei più deboli alle pur legittime pressioni dell'opinione pubblica". - -->.


I quartieri? inutili. ma la lega li salva ()

( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-10-2007)

Dal Polo all'Ulivo, tutti d'accordo. Il Carroccio fa quadrato: indispensabile cerniera con il territorio. E c'è chi avanza l'ipotesi di una riforma I quartieri? Inutili. Ma la Lega li salva Partiti, un coro per abolirli: "Così non servono e costano 200 mila euro" Lega Nord contro tutti in difesa delle circoscrizioni. Amministratori e consiglieri del Carroccio si schierano con i "parlamentini" dei quartieri nonostante gli sprechi denunciati da Gianpaolo Sbarra (Rosa nel pugno) e ribaditi da Stefano Bastianetto (Fi): 194 mila euro l'anno, di cui 150 mila solo per i gettoni di 80 tra consiglieri e presidenti. Il centro sinistra accusa: "Consigli senza ruolo, pilotati dalla giunta" "Ci sono ipotesi governative di taglio delle circoscrizioni ma io posso solo sottolineare la funzione positiva per la vicinanza ai problemi degli abitanti - afferma Luca Vettor, presidente leghista di Treviso Servizi - sono inoltre un luogo di impegno civico, con gettoni di presenza irrisori. I consigli si possono quasi definire una "palestra" di partecipazione civica, ancora più significativo in un momento di proliferazione di comitati. Ricordo ad esempio che si sono avvicinati alla vita amministrativa del Comune tramite i quartieri sia l'attuale assessore ai lavori pubblici Giuseppe Basso, che il consigliere regionale Federico Caner". Anche Mauro Michielon, capogruppo della Lega in consiglio, non esita a difendere le circoscrizioni dalle accuse di Sbarra. "I costi servono anche per tenere aperte e funzionanti sedi utilizzate dalle associazioni - ribatte- a S.Maria del Sile è stata avviata l'anagrafe di quartiere. La politica è un costo quando non dà servizo. Mi pare invece che le circoscrizioni lavorino e siano un cuscinetto tra associazioni e amministrazioni. Se questi sono considerati i costi della politica allora ho buoni motivi per preoccuparmi, quanto a Bastianetto vorrei ricordagli che Forza Italia ha voluto a tutti i costi un proprio presidente nella circoscrizione sud". Le critiche fioccano invece dalle opposizioni. Sbarra, primo a sollevare la questione, ribadisce la necessità di equiparare costi e benefici. Il consigliere Alberto Cocco (Rifondazione) usa il buon senso. "Non è una questione di tanti o pochi soldi - dice - anzi si dovrebbe investire di più se le circoscrizioni fossero centri culturali, di intergrazione, presidi sanitari". "Così come sono oggi non servono- incalza il consigliere di centro sinistra maria Luisa Campagner- sono catenelle della giunta senza nessuna autonomia".


La finanziaria cancella i "parlamentini" ()

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-10-2007)

Costi della politica. Prevista anche una "cura dimagrante" per i consigli comunale e provinciale che perderanno rispettivamente otto e quattro componenti La Finanziaria cancella i "parlamentini" I consigli di quartiere dovrebbero sparire nelle città con meno di 250 mila abitanti. Ma l'ultima parola spetterà alla Regione Romoli: solleciterò ai parlamentari un emendamento, specie alla luce delle norme sul bilinguismo La riduzione di assessori, consiglieri comunali e provinciali e l'eliminazione dei consigli circoscrizionali. Sono questi i tagli che la Finanziaria potrebbe portare a Gorizia, sempre che la Regione recepisca le norme in questione. Nel caso in cui ciò avvenisse, il sindaco, Ettore Romoli, intende chiedere l'intervento dei parlamentari regionali per evitare la soppressione di tutti i parlamentini. Perché le novità previste dalla Finanziaria nazionale 2008 per il risparmio istituzionale diventino realtà, l'ultima parola spetta alla Regione, che essendo a statuto speciale ha competenza primaria in materia. La prima conseguenza dell'adozione del disegno di legge sarebbe la cancellazione dei consigli circoscrizionali nei comuni con meno di 250.000 abitanti. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia è prevista anche la riduzione dei consiglieri comunali da 40 a 32, mentre gli assessori dovrebbero essere pari al massimo al 20 per cento dell'assemblea. Una diminuzione dei componenti è nell'aria anche per i consigli provinciali: per le città che hanno una popolazione inferiore alle 300.000 unità è preventivata una riduzione da 24 a 20. "Non credo sarebbe un problema ridurre i consiglieri e gli assessori. L'aspetto più grave è secondo me la soppressione dei consigli circoscrizionali, che a Gorizia hanno un significato particolare", commenta il sindaco Romoli che, pure, tempo addietro aveva ventilato l'ipotesi di abolirne alcuni in caso di "malfunzionamento". Se la Regione recepirà quanto stabilito dalla Finanziaria, il primo cittadino si rivolgerà ai parlamentari del Friuli Venezia Giulia: "Chiederò di intervenire con emendamenti, specialmente ora che la legge 38 ha previsto il bilinguismo visibile in tre quartieri cittadini, cioè a Sant'Andrea, a Piedimonte e a Piuma, senza dimenticare che a Lucinico dovrebbe esserci un trattamento particolare per il friulano. Non credo che i quartieri costituiscano uno spreco tale da giustificarne l'eliminazione, anzi andrebbero valorizzati". Dati alla mano, anche per Fabio Gentile, vicesindaco con delega al Decentramento, l'azzeramento totale dei parlamentini non è una soluzione: "All'anno le dieci circoscrizioni costano poco meno di 177 mila euro, tra spese generali, fondo di funzionamento, onorario dei presidenti, gettoni di presenza dei consiglieri e lavoro dei funzionari del Comune. Per l'esattezza l'ammontare di onorari e gettoni è di 52 mila euro. Non è una cifra scandalosa, diversamente da altre zone d'Italia. A mio modo di vedere dieci quartieri a Gorizia sono troppi, ma penso anche che la loro eliminazione non sarebbe una risolutiva. Con i presidenti circoscrizionali abbiamo parlato chiaro, spiegando che stiamo ragionando sulla rivisitazione delle loro funzioni, oltre che sulla riduzione o un accorpamento". Il risparmio istituzionale si ottiene per altre vie secondo il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta: "Quello che si deve fare si fa, nel senso che se la Regione recepirà le norme della Finanziaria ci adegueremo. Non bisogna però perdere di vista il fatto che non si può andare sotto un certo limite, perché c'è un progetto che deve essere portato avanti e una rappresentanza da garantire. Vorrei rimarcare comunque che la Provincia di Gorizia costa a ogni cittadino 27 centesimi il giorno, se fosse così per tutti non discuteremmo della questione. Se si vuole dare un segnale si trova il modo per farlo: appena eletti abbiamo per esempio venduto una delle auto blu della Provincia". Francesca Santoro.


Livia Turco: Questa è la strada giusta per un salto di qualità ()

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 06-10-2007)

Livia Turco: "Questa è la strada giusta per un salto di qualità" "La Giornata dei risvegli mi offre la possibilità di ringraziare "Gli amici di Luca" e quanti ogni giorno si confrontano con una realtà così complessa e sofferente come quella rappresentata dalle persone colpite da gravi celebrolesioni, in stato vegetativo o di minima coscienza, e i loro familiari. Siamo consapevoli della problematiche assistenziali ancora da affrontare sia per ciò che riguarda i centri per la fase acuta, sia per quanto attiene al momento delle dimissioni da queste strutture. Ma siamo convinti di essere sulla strada giusta per garantire un effettivo salto di qualità alle capacità di risposta del Sistema sanitario nazionale. Questa nostra convinzione è rafforzata dal lavoro con associazioni come la vostra e dal contributo di esperienze e conoscenze dei problemi dalla parte di pazienti e familiari che esso ci assicura". Ministro della Salute - -->.


No, non è la conseguenza di un'improvvisa voglia (concreta) di trasparenza ()

( da "L'Adige" del 06-10-2007)

No, non è la conseguenza di un'improvvisa voglia (concreta) di trasparenza. Né la risposta dettagliata ad una serie di interrogazioni consiliari. Se in questi giorni sui siti informatici dei Comuni di Riva ed Arco sono apparsi gli "stipendi" dei membri (di nomina comunale) nei vari consigli di amministrazione delle cosiddette società parapubbliche, il motivi va cercato altrove. Precisamente nell'articolo 1, comma 735 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (legge finanziaria ndr) che obbliga gli enti pubblici a questa pubblicità soggetta peraltro ad aggiornamento semestrale. La violazione di questa norma è punita con sanzione pecuniaria fino a 10 mila euro. Ecco dunque che (finalmente) il cittadino, sia pure smanettando sul computer, può prendere visione dei compensi per i vari incarichi conferiti dal sindaco o comunque dall''amministrazione comunale. Cominciamo da Riva. LIDO DI RIVA SRL. 27.550 euro lordi per il presidente Marco Tanas . Gli altri consiglieri (gettoni di presenza): Luca Benini (2550), Gianfranco Ghisi (2.550), Giampiero Cozzio (2.550), Alessio De Mattia (2.100). Massimo Degara , membro effettivo nominato direttamente dal sindaco di Riva nell'hotel Lido Palace spa, ha un trattamento annuo nel collegio sindacale di 1.160 euro. Prende più di lui, come presidente del collegio sindacale nella Lido di Riva del Garda Immobiliare spa, Paolo Giovanazzi : 12.461 euro all'anno. ALTO GARDA PARCHEGGI SPA. Il presidente Riccardo Lucatti ha un compenso annuo di 79.300 euro, il consigliere Claudio Malfer prende 7.300 euro (15 mila per indennità di carica e 60 mila per deleghe), Luca Santorum 2.300. 4.997 euro il compenso per il presidente del collegio sindacale Carlo Delladio . ALTO GARDA SERVIZI SPA. Il presidente Floriano Migliorini ha uno stipendio annuo di 40 mila euro, l'amministratore delegato Ruggero Moser , 75 mila (15 mila di indennità di carica e 60 mila di compenso per deleghe). 10.316 euro per Andrea Mora del collegio sindacale. C'E CHI LO FA GRATIS . Claudio Molinari , sindaco di Riva, non prende niente quale membro del consorzio dei Comuni Trentini. Così come Franco Gatti rappresentante comunale nel consorzio di vigilanza boschiva e Ruggero Moser quale amministratore unico di Alto Garda Impianti srl designato da tutti i Comuni soci. 300 euro di gettoni per Adalberto Mosaner membro di Ingarda e 103,30 di gettoni per Pierluigi Bagozzi consigliere del Bim. AMSA E DINTORNI. Ad Arco di società partecipate non ce ne sono (per fortuna?) molte.La parte del leone la fa l'Amsa, l'azienda municipale sviluppo Arco spa. Con 15.916 euro per il presidente Alessandro Amistadi , 6.564 euro per il vicepresidente Stefano Tamburini . 3.516 euro per i consiglieri Giacomo Bernardi , Mario Matteotti , Oronzo Marucci , Enio Meneghelli e Massimiliano Versini . Fabrizio Miori , assessore al turismo ha 6.800 euro all'anno quale membro del consiglio di amministrazione di Ingarda, il sindaco di Arco Renato Veronesi prende 2.183 euro quale membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Comuni Trentini (società cooperativa), Guido Galas percepisce 723 euro all'anno quale assessore consorziale del Bim e Franco Michelotti ha 50 euro di gettone di presenza quale consigliere del consorzio di vigilanza boschiva. 06/10/2007.


Costi della politica Libè: <Occasione persa in Senato> ()

( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)

PARLAMENTO PARLA L'ESPONENTE UDC Costi della politica Libè: "Occasione persa in Senato" "Sono stato l'unico senatore parmigiano a votare per il taglio degli stipendi" Francesca Lombardi E' stato l'unico senatore parmigiano che ha votato a favore degli emendamenti al Dpef firmati Calderoli. Quelli che, se fossero passati, avrebbero rappresentato "un primo, concreto passo verso la riduzione dei costi della politica". Mauro Libè, senatore dell'Udc, è turbato di fronte agli atteggiamenti di alcuni parlamentari: si parla tanto di "risparmio " dei costi della politica, e poi quando si presenta l'occasione per lanciare un messaggio concreto ai cittadini, dice, non la si sfrutta. Così è successo giovedì: mentre la Commissione affari costituzionali della Camera approvava a larga maggioranza (con il solo voto contrario di Forza Italia) la riduzione del numero dei parlamentari, in Senato la proposta di Calderoli di ridurre da subito il numero dei ministri non passava. E nemmeno quella di bloccare i meccanismi di aumento automatico delle indennità parlamentari. "Mi dispiace che i colleghi senatori eletti a Parma e tutti i parlamentari che hanno avuto la possibilità di dare un piccolo segnale al Paese non abbiano saputo cogliere l'occasione votando a favore degli ordini del giorno ". Secondo il senatore, in alcuni casi mancherebbe coerenza. "Un politico deve essere conseguente fra quanto dichiara e quanto fa: e ieri, (giovedì, ndr) i parlamentari coerenti hanno votato a favore degli emendamenti. Di Pietro, ad esempio, parla della riduzione dei costi, e poi fa astenere i suoi, e in Senato astenersi significa votare contro ". Ma gli esempi sono tanti, dice, e anche a livello locale. "Mi fa piacere leggere che anche Ubaldi sia d'accordo nel ridurre le società di scopo nei Comuni - continua Libè -, perché in questo campo si è abusato in tutta Italia e un poco anche nella nostra città ". Per il senatore parmigiano, infatti, la riduzione degli stipendi dei parlamentari o del loro numero non è che "una gocciolina in un mare" all''interno del tema più ampio della riduzione dei costi della politica. Ciò che è invece importante sconfiggere, è "l'inefficienza che si presenta nel lavoro parlamentare", oppure il "proliferare del numero delle province" e "l'eccesso di circoscrizioni quando non sono rapportate al territorio". Libè torna poi sull'"incoerenza", e non riesce a non citare il nascente partito democratico, i cui rappresentanti, dice, non si sarebbero attivati concretamente per il famoso "primo passo". "Ancora oggi (ieri, ndr) Veltroni parla di dimezzare il numero dei ministri - dice - e mi fa specie che tutti i senatori che hanno aderito al partito democratico non abbiano agito di conseguenza votando a favore degli odg". Udc Il senatore Mauro Libè.


Costi della politica, polemica ()

( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)

POLITICA 06-10-2007 UNIONE ALTOLA' DA MONTECITORIO E PALAZZO MADAMA Costi della politica, polemica ROMA II Andiamo avanti con i tagli dei costi della politica. A cominciare dal vitalizio dei parlamentari per proseguire con le indennità. "Ma è un compito che spetta al Parlamento, non ad altri". Dopo le scintille dei giorni scorsi tra Montecitorio e Palazzo Chigi, ieri lo stop al governo è arrivato dai presidenti del Senato e della Camera. In una nota congiunta Franco Marini e Fausto Bertinotti hanno detto all'esecutivo che non accettano invasioni di campo. Insomma, "le riduzioni spettano a noi". Parole che suonano come una risposta definitiva ai ripetuti annunci del governo sul tema. "Il compito di realizzare le riduzioni spetta al Parlamento nella sua sovranità - hanno detto a chiare note la seconda e la terza carica dello Stato - e attraverso la autonoma assunzione di responsabilità ". Marini e Bertinotti hanno assicurato che "l'azione intrapresa dai due rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si erano venute determinando nei passati decenni, a partire da quella sul vitalizio dei parlamentari, proseguirà ". Dopo il vitalizio ci si occuperà delle indennità. La tensione tra Bertinotti e Prodi era esplosa nei giorni scorsi sul terreno minato dei costi della politica, e in particolare degli stipendi dei parlamentari. Il congelamento degli "scatti" per senatori e deputati dal 2008 e per cinque anni era stato infatti inserito dall'esecutivo nell'articolo 8 della prossima finanziaria. "La Camera lo ha anticipato, arrivano qualche mese dopo", era stato il secco commento di Bertinotti. Poi c'è il nodo, ben più complesso, della riduzione del numero dei parlamentari. Il governo ha voluto dire la sua. Anche in quel caso è stato il presidente di Montecitorio ad intervenire ricordando che si sta già lavorando al progetto. E ora, l'altolà è nero su bianco.


Sui tagli decide il Parlamento ()

( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 06-10-2007)

Il Sole-24 Ore POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-06 - pag: 12 autore: Costi della politica. Marini-Bertinotti: riduciamo le indennità, ma Camere sovrane "Sui tagli decide il Parlamento" Mariolina Sesto ROMA Sul taglio alle indennità di deputati e senatori il Parlamento è sovrano. L'altolà al Governo, che ha inserito in Finanziaria il congelamento degli stipendi degli onorevoli, è arrivato ieri dai presidenti delle due Camere. Nel mirino è l'articolo 8 della manovra che blocca per cinque anni l'aumento automatico delle indennità dei parlamentari che è legato a quelli previsti per i magistrati di sedicesima classe. Una misura che Montecitorio ha adottato già qualche mese fa con un'iniziativa dell'ufficio di presidenza. Risultato: già quest'anno i deputati hanno rinunciato all'incremento di 200 euro mensili che invece i senatori hanno deciso di incassare. La Camera bassa ha così risparmiato poco più di due milioni di euro. Ora Fausto Bertinotti e Franco Marini assicurano il loro impegno per tagliare i costi delle istituzioni che rappresentano, ma rivendicano allo stesso tempo il diritto a farlo in autonomia, senza intromissioni da parte dell'Esecutivo. "Sulla questione dei costi della politica - si legge nel comunicato congiunto diramato ieri dai due presidenti – le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla Finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata". Dunque, avanti tutta con il taglio degli stipendi, dopo la sforbiciata ai vitalizi. Lo stesso presidente della Camera aveva già nei giorni scorsi dimostrato tutto il suo nervosismo per l'"invasione di campo" da parte dell'Esecutivo e aveva rivendicato la paternità del congelamento dei compensi dei deputati. Ieri la presa di posizione ufficiale insieme a Marini. Che, sempre ieri, ha voluto dare un segnale pubblico del nuovo clima politico ispirato alla massima austerity: si è recato a Capri, al convegno dei giovani di Confindustria con un normale aliscafo. "Serve una maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti – ha chiosato il presidente del Senato nella sua relazione. Pur mettendo in guardia: "Dobbiamo andare avanti per eliminare contraddizioni e privilegi ma non sono accettabili attacchi generalizzati e generici alle istituzioni che hanno un significato puramente distruttivo". Una preoccupazione che trapela anche dal comunicato ufficiale messo a punto ieri dalla seconda e terza carica dello Stato. "L'azione intrapresa dai due rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si erano venute determinando nei passati decenni, a partire da quella sul vitalizio dei parlamentari – scrivono ancora a quattro mani Bertinotti e Marini – proseguirà anche per ciò che riguarda le indennità degli stessi parlamentari. Sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare questi compiti, sulla base della convinzione maturata al suo interno che la difesa delle sue prerogative e la conquista di un rinnovato rapporto tra le istituzioni e il Paese passa per questa sua autonoma assunzione di responsabilità". Intanto, anche le comunità montane sono insorte contro il taglio ai loro danni previsto dalla Finanziaria. Ieri Prodi in visita a Torino ha affrontato il tema alla biennale della montagna, guidato dalla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che aveva definito "non accettabile la norma". "Siamo pronti a qualsiasi proposta – ha detto il premier – però ricordiamoci che risparmio e semplificazione burocratica devono essere radicali". La Regione Piemonte propone che sia Roma a indicare il tetto di spesa e la regione a gestire la riorganizzazione. La bozza di proposta sarà presentata nei prossimi giorni alla conferenza dei presidenti delle regioni. E dopo il primo sì in commissione Affari costituzionali della Camera al taglio di deputati e senatori, anche a livello locale si moltiplicano le proposte di riduzione del numero degli eletti. Va in questa direzione anche lo schema di progetto costituzionale presentato ieri dal vicepresidente dell'assemblea regionale siciliana Lillo Speziale (Ds). Il Ddl, che dovrà essere proposto al Parlamento, modifica l'articolo 3 dello Statuto siciliano e prevede la riduzione dei parlamentari regionali dagli attuali 90 a 70. Il cammino è ancora lungo ma il segnale politico è chiarissimo. GLI ALTOLà ALLA MANOVRA Il presidente del Consiglio apre alle comunità montane. Bresso mediatrice: Roma fissi i tetti di spesa, le Regioni riorganizzino gli enti.


Anche questa settimana troviamo in vetta La casta della coppia Rizzo-Stella e ()

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 06-10-2007)

Il metodo antistronzi di Sutton. Dopo una lunga assenza torna nella top ten La cattedrale del mare dello spagnolo Falcones giunto alla dodicesima ristampa. Barcellona, XIV secolo, nel cuore dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il cardine delle tormentate vicende della sua esistenza. Figlio di un servo fuggiasco, nella capitale catalana, Arnau trova rifugio e la sospirata libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca della narrazione in pieno fermento con mercanti e banchieri sempre più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto la santa Inquisizione minaccia la non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei... Personaggio di inusuale tempra e umanità, Arnau non esita a dedicarsi con entusiasmo al grande progetto della "cattedrale del popolo". E all'ombra di quelle torri gotiche dovrà lottare contro fame, ingiustizie e tradimenti, ataviche barriere religiose, guerre, peste, commerci ignobili e indomabili passioni, ma soprattutto per un amore che i pregiudizi del tempo vorrebbero condannare alle brume del sogno... a cura di Domenico Di Cesare Classifica redatta in collaborazione con la Libreria Gulliver (gulliver.rieti@tiscali.it).


Il carissimo compleanno della Turco pag.1 di Stefano Lorenzetto - ()

( da "Giornale.it, Il" del 06-10-2007)

Il carissimo compleanno della Turco Ma appare qui molto più urgente stabilire quale utilità pratica abbia per pazienti, medici e infermieri un dispendiosissimo battage teso unicamente a ricordare che il Servizio sanitario nazionale è nato insieme con Gesù Bambino l'antivigilia di Natale del 1978, ostetrica Tina Anselmi, e conseguentemente compirà 30 anni, pensa un po', nel 2008. Forse che i primi s'ammaleranno più volentieri nella fausta ricorrenza, fiduciosi d'essere meglio curati dai secondi? Capirei se il ministero della Salute avesse reso edotte le nuove generazioni, con inserzioni a pagamento, circa i gravi rischi che comportano le malattie sessualmente trasmissibili o pratiche demenziali come il piercing e il tattoo o se avesse messo in guardia la popolazione dal massiccio ritorno della Tbc, che invece viene occultato nelle statistiche ufficiali, mediante la derubricazione dei casi di tubercolosi a generiche polmoniti virali, per non destare allarmismo. Ma poiché una pagina a colori della Repubblica viene di listino 151.000 euro più Iva (immagino che quella del Corriere costi anche di più, mentre sugli altri mezzi qualcosa si risparmia), è lecito chiedersi se questo cospicuo investimento per il trentennale del Servizio sanitario nazionale abbia un qualche ritorno. No, non ce l'ha. O, meglio, l'unico che sembra avere è quello di consentire a Livia Turco di farsi bella, un desiderio molto umano e, nel caso di specie, anche comprensibile. "La campagna ha risposto alla precisa richiesta del ministro di rappresentare la bella sanità", ha infatti dichiarato Toscani, che di suo ci ha aggiunto un teorema copernicano: "La bella sanità è non ammalarsi". Il sito del ministero conferma: "I 30 anni del Servizio sanitario nazionale. Al via la Campagna sulla bella sanità". Per la verità, durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi, presente il premier Romano Prodi, la Turco ha parlato invece di campagna per la "buona sanità". A me pare fin d'ora certo che questa è demagogia bella e buona, retorica per allocchi, giacché i due aggettivi non sono sinonimi: una cosa bella può essere profondamente cattiva, mentre una cosa buona non può mai essere intrinsecamente cattiva. Dunque la sanità italiana è bella o è buona? Mistero al ministero. Non lo sanno. Si mettano d'accordo, prima di parlare. << Pagina precedente | Pagina successiva >>.


Il Governo non si vuol tagliare i costi

( da "Padania, La" del 06-10-2007)

Doppio no agli emendamenti leghisti al Dpef che avrebbero snellito la pletora dell Esecutivo Nostro Inviato Fabrizio Carcano Roma La poltrona vale più degli ideali e delle promesse fatte nelle interviste o nelle trasmissioni televisive. E così dopo settimane passate a ribattere a Beppe Grillo, a respingere l onda dell anti-politica, a confutare le accuse per gli eccessivi costi della politica, la maggioranza in Senato ha deciso con i fatti di smentire le parole, bocciando le due proposte presentate da Roberto Calderoli come emendamenti alla nota di aggiornamento al Dpef, con cui si chiedeva di tagliare dei costi della politica. In particolare nel primo emendamento si invitava il Governo a "prevedere già in Finanziaria un ridimensionamento quantitativo dell'esecutivo e dei relativi costi, con particolare riferimento al numero dei sottosegretari", mentre sul secondo si invitata a ridurre i costi della politica "a partire dal congelamento degli aumenti automatici per le indennità dei parlamentari". Ovviamente il centrosinistra, con le sue 102 poltrone di Governo da difendere, si è ben guardato dall accogliere l invito a impegnarsi ad asciugare la così nutrita squadra governativa: meglio promettere di farlo in tv, tanto le promesse non valgono nulla, che votarlo veramente in Aula. "Davanti alle televisioni e agli italiani parlano di taglio di ministri e sottosegretari e poi qui votano contro non due ordini del giorno, ma contro due emendamenti. Sono degli ipocriti, oggi avrebbero potuto bloccare l'aumento degli stipendi ai parlamentari e invece hanno votato contro", è stato il commento dello stesso Calderoli alla fine di una seduta caldissima, soprattutto quando l Unione, che deve fare i conti con la sua pletorica squadra di 102 tra membri dell Esecutivo, ha dovuto respingere compatta il primo emendamento del Coordinatore delle Segreterie della Lega Nord, quello in cui si invitava a sfoltire il numero di poltrone nell Esecutivo. Una richiesta che, per fare un esempio, lo stesso Antonio Di Pietro auspica in ogni intervista, arrivando addirittura a sostenere che persino il suo dicastero si potrebbe tagliare, eppure ieri mattina i suoi senatori, guidati dal capogruppo Nello Formisano, hanno scelto di astenersi, consapevoli che il voto di astensione al Senato equivale al voto contrario. E così l emendamento Calderoli è stato respinto con 131 voti favorevoli, quelli dei senatori della Casa delle Libertà presenti, e 142 contrari più 17 astenuti. La battaglia per far dimagrire l Esecutivo dei record delle poltrone ovviamente non finisce qui e infatti Roberto Castelli, presidente dei senatori della Lega Nord, rilancia annunciando annuncia che il Carroccio presenterà in Finanziaria emendamenti per ridurre i costi della politica, tra i quali alcuni volti alla riduzione di ministri e sottosegretari. "E paradossale, e francamente anche un po ridicolo, che il governo più pletorico della storia della Repubblica ha fatto notare l ex Guardasigilli - proponga la riduzione dei costi della politica di tutti gli organi elettivi amministrativi, tranne proprio quelli del governo. Stiamo parlando dell'esecutivo più sprecone di tutta la storia repubblicana. Vedremo cosa voteranno su questi emendamenti quei componenti del governo, a cominciare dal ministro Di Pietro, che a parole propagandano il rigore, ma che poi, chissà perché, votano sempre al contrario". Sulla seconda mozione, quella con cui l ex Ministro per le Riforme proponeva "la soppressione dei meccanismi di automatico aumento delle indennità parlamentari" ogni gruppo ha lasciato libertà di voto ai sui senatori e così a respingere la mozione sono stati 184 voti contrari e 59 favorevoli. [Data pubblicazione: 05/10/2007].


I COSTI DELLA POLITICA. Marini e Bertinotti: ci siamo mossi da un po' (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 06-10-2007)

"Faremo i tagli decidendoli noi" I presidenti delle Camere: il Parlamento è sovrano Un comunicato congiunto per dare l'altolà alle iniziative annunciate dall'esecutivo "Facciamo come gli olandesi"   ROMA Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti, ma per conto nostro. Lo avevano già detto, ciascuno per il "suo" ramo del Parlamento. Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco, sottoscrivendo un documento congiunto per dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la materia con un'"autonoma assunzione di responsabilità". Il documento è stato diffuso di prima mattina. Marini l'ha accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti". Bertinotti, che l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del governo sulla materia, ricordando che la Camera s'era mossa prima che il governo sollevasse la questione, dice che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un allontanamento della società civile dalla politica". "Sulla questione dei costi della politica", si legge nel comunicato congiunto dei due, "le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata". Ma "sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare questi compiti".   "Noi siamo dentro il problema della crisi della politica. Le accuse alla "casta" sono un problema che riguarda anche noi". Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà Sociale, teme che anche il Prc sia travolto dalla crisi in cui si trova la politica: "Io", spiega, "ho la percezione chiara che il mio stipendio è aumentato e quindi penso che prima o poi correremo il rischio che quando parliamo ai compagni questi si chiedano se stiamo solo difendendo la poltrona". Per Ferrero serve una "risposta di sinistra", come il Partito olandese del pomodoro: "E un partito", spiega il ministro, "con un'organizzazione che parte dal basso: asili autogestiti e un regolamento che impone a tutti uno stipendio di 2.000 euro. Negli ultimi anni sono cresciuti molto arrivando al 17 per cento".  .


<Faremo i tagli decidendoli noi> (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)

I COSTI DELLA POLITICA. Marini e Bertinotti: ci siamo mossi da un po' "Faremo i tagli decidendoli noi" I presidenti delle Camere: il Parlamento è sovrano Un comunicato congiunto per dare l'altolà alle iniziative annunciate dall'esecutivo "Facciamo come gli olandesi"   ROMA Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti, ma per conto nostro. Lo avevano già detto, ciascuno per il "suo" ramo del Parlamento. Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco, sottoscrivendo un documento congiunto per dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la materia con un'"autonoma assunzione di responsabilità". Il documento è stato diffuso di prima mattina. Marini l'ha accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti". Bertinotti, che l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del governo sulla materia, ricordando che la Camera s'era mossa prima che il governo sollevasse la questione, dice che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un allontanamento della società civile dalla politica". "Sulla questione dei costi della politica", si legge nel comunicato congiunto dei due, "le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata". Ma "sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare questi compiti".


COSTI DELLA POLITICA Ridurre le poltrone (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)

Caro direttore, si è recentemente parlato di "provvedimenti per la riduzione dei costi della politica", dai benefici effetti sul Bilancio dello Stato. In realtà io penso bisognerebbe invece (più semplicemente) ridurre il numero dei "politici": che per la verità (specie, in questi ultimi tempi), non mi pare servano a molto. Altro "provvedimento" che sicuramente avrebbe effetto sarebbe a mio giudizio, quello di ridurre il periodo di permanenza sulle poltrone, cominciando proprio da quella del Capo dello Stato (sette anni sono un po' tanti, specie per le persone anziane), riducendo parimenti il periodo di legislatura a soli quattro anni. I sindaci - ma pure i presidente delle provincie e delle regioni - dopo quattro (lunghi) anni di permanenza, non dovrebbero più essere immediatamente (ri)eletti, ma dovrebbero attendere almeno due periodi (non uno solo). Il numero dei parlamentari si potrebbe ridurre alla metà della metà (su circa mille personaggi, ne servirebbero appena duecentocinquanta), con una Camera centrale ed una regionale (così come altrove). Ah, dimenticavo: abolire subito "portaborse", scorte, inservienti che campano a Roma (ma pure a Milano e a Brescia) sulle nostre spalle, oppure che questi fossero direttamente mantenuti dai politici stessi, a loro spese (con tanto di 740). Così di sicuro si ridurrebbero clamorosamente i costi della politica: con un po' di respiro pure per la gente comune, come me (che nulla conta), oltre che per il bilancio della Stato. Livio Gianni Milani MADERNO.


Sono due le municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto osservazione della Questura: tre sono stati eletti a Stella San Carlo Arena e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario. Daniela De Crescenzo (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-10-2007)

Chiudi DANIELA DE CRESCENZO Sono due le municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto osservazione della Questura: tre sono stati eletti a Stella San Carlo Arena e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario. Nel complesso gli eletti considerati a rischio dalla Digos sono dodici, uno è stato escluso dai parlamentini. Tutti gli altri continunano a godere di gettoni di presenza, rimborsi e risarcimenti alle aziende. Eppure il 22 maggio del 2006 la Questura, in piena campagna elettorale, consegnò alla Prefettura un dossier con centosettanta nomi: erano i candidati pregiudicati o con procedimenti giudiziari in corso o oggetto di indagini. Dodici di questi sono stati eletti, uno solo è stato escluso. Il presidente della quarta municipalità (San Lorenzo Vicaria Poggioreale) David Lebro, nella seduta di insediamento ha posto la questione del consigliere condannato all'attenzione dell'assemblea che ne ha quindi dichiarato la decadenza. "Nel dossier della Questura - spiega Lebro - c'erano due nomi che ci riguardavano. In un caso si trattava di una segnalazione che non creava le condizioni di ineleggibilità che invece si sono verificate per l'altro consigliere". Il politico decaduto aveva precedenti per associazione a delinquere ed era stato condannato a tre anni di reclusione. Non aveva chiesto la riabilitazione: se lo avesse fatto siederebbe in Consiglio come i suoi colleghi che, secondo la Questura, si erano macchiati di reati ugualmente gravi. A Montecalvario, ad esempio, è stato eletto un consigliere con precedenti per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, danneggiamento, rissa, oltraggio. Lo stesso, nel corso della campagna elettorale, ha denunciato di essere stato vittima di un tentativo di estorsione da parte del clan Di Biase che domina nei quartieri: i boss gli avrebbero chiesto soldi per permettergli di affiggere manifesti. Poco più di un mese dopo un altro eletto del popolo è stato indagato a piede libero per associazione camorristica: per essere eletto si sarebbe affidato allo stesso clan di Biase accusato dall'altro consigliere. Un altro consigliere di Montecalvario, è stato segnalato per favoreggiamento, falso in genere, reati contro l'amministrazione della giustizia e guida senza patente. L'ultimo segnalato dalla questura, invece, ha precedenti per furto, lesioni personali, oltragio, reati contro la religione e i defunti, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. "Abbiamo fatto le necessarie verifiche - spiega il presidente della municipalità, Alberto Patruno - e non sono emersi elementi che ne impedissero l'insediamento. Noi rispettiamo le leggi". Non sono emerse condizioni che imponevano lo stop anche nel caso dei tre consiglieri segnalati dalla questura al presidente della nella terza municipalità Alfonso Principe. Uno ha precedenti per truffa, l'altro per associazione per delinquere e al casellario giuziale registra due condanne per violazione alla disciplina del contrabbando dei tabacchi e delle leggi doganali. Il terzo ha precedenti per furto. Non sono meno gravi i reati segnalati dalla Questura per gli eletti a Barra, Secondigliano e Pianura. E c'è dell'altro: molti consiglieri della precedente legislatura sono stati coinvolti dalla cosiddetta gettonopoli: secondo il magistrato che ha condotto le indagini, Maria Antonietta Troncone, sarebbero stati protagonisti di assunzioni sospette cominciando a figurare nel libro paga di amici e parenti subito dopo l'elezione. In questo modo le imprese avrebbero incassato i rimborsi per le assenze dei politici impegnati in riunioni di consiglio e di commissione. Riunioni che, come si può facilmente notare dai siti internet delle stesse municipalità, contrinuano a proliferare. (3-continua).


NONOSTANTE TUTTO, LA POLITICA è INDISPENSABILE RISPONDE PIETRO GARGANO

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-10-2007)

Nonostante tutto, la politica è indispensabile Non soddisfa la risposta dell'ex ministro Maroni a chi chiedeva ragione della "schifezza politica" di Svendopoli. Ha detto con candore autoassolutorio: "Le regole non c'erano". Già nel 1996 Il Giornale scoperchiò Affittopoli, e aveva tutto il tempo per mettere le regole, lui che era il custode degli immobili degli enti previdenziali. C'è stato un lassismo bipartisan. Giuseppe Marano - MONTELLA (AV) * * * Convegno di Fini e Veltroni: "Aggredire il declino". Sì, il declino è in atto. Ma è iniziato 15 anni fa: la Spagna era indietro e ci ha superati. Fini e Veltroni appartengono alla Nuova Aristocrazia che ha drenato risorse per avere consenso: enti inutili, superconsulenze, finanziamenti alla stampa di partito, aumento degli immobili per la politica, autoblu, scorte, liquidazioni altissime. Le risorse sono state sottratte al mondo produttivo e alla ricerca, le banche usate per scalate politiche. Fini e Veltroni scopriranno che il declino è legato all'ascesa della Nuova Aristocrazia; e che loro potenti sono impotenti a fermarlo a meno che non si licenzi la Nuova Aristocrazia in blocco. Francesco Degni - NAPOLI * * * La Regione dà consulenze per un milione di euro per sapere se a Scampia c'è disagio. Molti dicono che non andranno più a votare. Ma i politici non lo capiscono. Andremo alla dittatura dell'imbroglio? O alla rivoluzione? Graziella Iaccarino-Idelson - NAPOLI * * * Egregio dottor Gargano, a Bari Prodi ha ripetuto che in un'Italia che riparte il problema spinoso resta l'evasione fiscale. Non avrebbe dovuto risponderci Visco? Il popolo sta rinsavendo e si allontana sempre di più dalla politica. Giuseppe Mancini - NAPOLI * * * Le grandi firme e, con qualche eccezione, i politici hanno sparato a zero sul V. Day: demagogico, anticamera della dittatura. Pochi si sono interrogati sul perchè e su cosa fare. La volontà popolare è stata aggirata e turlupinata. La nostra è la classe politica più vecchia, numerosa e meglio pagata al mondo. Il bilancio del Quirinale è segreto, quello di Buckingam Palace è in internet ed è un quarto. E stata definita una casta. Passa da Affittopoli a Vendopoli. E arrivata ad autoeleggersi con un sistema autoreferenziale che espropria i cittadini della sovranità di premiare e bocciare. C'è voluto un braccio di ferro di oltre un anno per espellere Previti mentre ne restano tanti altri, condannati, persino collusi di mafia, che legiferano per noi. Chi fa antipolitica, i partiti, questi partiti, o Grillo e il suo popolo che dice basta? Ezio Pelino - SULMONA (AQ) * * * Grillo ha irritato tanti. Politici ma anche direttori di giornali, giornalisti ossequienti e portaborse. Ha avuto il torto di radunare persone e fare proposte. Fa della antipolitica. E allora? Se la politica è quella cui ci hanno abituato i politici, di ogni colore, perchè starnazzare? Non sarebbe ora di mettersi al servizio dei cittadini? Pasquale Mirante SESSA AURUNCA (SA) * * * Ho tre figli, due medici e un biologo; per legge non possono fare altri lavori e devono fare ogni anno corsi di aggiornamento, obbligatori ma a pagamento. Gli onorevoli hanno 3.500 euro mensili per aggiornarsi, cosa che dovrebbe far parte del loro compito istituzionale. Vorrei che non ci fosse tanto accanimento verso chi lavora nella sanità e si riducessero i costi della politica. I deputati hanno 32 denti come tutti e potrebbero accontentarsi di una tavola calda di tipo aziendale a Monteciborio. Mattia Iacocca - NAPOLI Chi la chiama Casta, chi - come il lettore Degni - Nuova Aristrocrazia. Entro anch'io nel numero dei portaborse, difendendo la politica in sé. E vero, molti hanno un confine dell'etica piuttosto basso; chi ha carichi penali dovrebbe restare mille miglia lontano dal Parlamento; ci sono scandali a ripetizione, Tangentopoli non è servita a nulla; il livello medio è scadente. Però il ruolo della politica resta insostituibile. Non ha senso proporre, come ha fatto Grillo, di porre il limite di due legislature: dei bravi c'è bisogno, i cattivi dovrebbero essere scartati dai cittadini, con una legge elettorale finalmente decente.


Udine Una sforbiciata alla burocrazia. (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-10-2007)

Udine Una sforbiciata alla burocrazia. Da tre a sei: le aziende sanitarie in Friuli Venezia Giulia si riducono, con buona pace dei cittadini e dell'onere amministrativo e un'ipotetica riduzione di costi. La giunta regionale ha approvato il progetto di legge sul ridimensionamento del numero delle Ass: entro la fine dell'anno - ha comunicato l'assessore regionale Ezio Beltrame - saranno in pista la 1, comprendente il territorio dei comuni della province di Trieste e Gorizia, la 2, con il territorio dei comuni della provincia di Udine e la 3 che racchiude l'area della provincia di Pordenone. Per le altre si metterà la parola fine.Tutti uniti nella scelta? Più o meno. Rifondazione comunista non ha voluto essere presente al momento della votazione (solo un caso?), sta di fatto che la giunta ha accolto le raccomandazioni portate sul tavolo dall'assessore Roberto Antonaz, preoccupato soprattutto sulla destinazione fisica dell'Azienda giuliano-isontina: a Gorizia, punto e basta. "E stato un lavoro di lungo approfondimento - ha esordito Beltrame - che continuerà con incontri e concertazioni faccia a faccia con i sindaci". Nessuna imposizione, dunque, ma volontà di collaborazione per non determinare una calata dall'alto del restringimento delle aziende socio-sanitarie. La sperimentazione proseguirà per tutto il 2008 e, se non ci saranno colpi di scena, dal 1 gennaio 2009 la Regione potrà contare su tre nuove aziende. I risultati si potranno vedere subito, secondo Beltrame: "Si toglieranno i confini burocratici e s'introdurrà maggiore equità nelle cure, oltre a stabilire una più incisiva concertazione con i sindaci". Verrà rafforzata la collaborazione e pure il sistema delle deleghe: per ogni distretto ci saranno due sindaci incaricati ad interloquire con le Aziende e verrà accresciuta la presenza dei professionisti. Accanto a questa ristrutturazione si pone pure la riorganizzazione della rete ospedaliera: saranno individuati - spiega Beltrame - modalità e tempi per l'integrazione funzionale della rete ospedaliera, in armonia con il piano sanitario e socio-sanitario regionale, prevedendo l'attivazione di dipartimenti interospedalieri e protocolli per l'utilizzo comune delle risorse, nonché per l'implementazione dei sistemi di controllo della qualità delle prestazioni. Tutto questo comporterà una facilitazione per il percorso dei cittadini all'interno del sistema sanitario. E per contrastare il ricorso in massa alle vie legali sul fronte accesissimo del risarcimento danni per la malpractice in sanità ecco il via libera all'istituzione della prima Camera di conciliazione per le controversie in materia di responsabilità professionale medica e odontoiatrica.Gli obiettivi della Camera vengono così sintetizzati da Beltrame: contribuisce alla tutela dei diritti dei cittadini, favorisce la riduzione dei costi del contenzioso, costituisce un luogo di incontro tra cittadini e personale medico ed odontoiatrica con riferimento ai problemi che possono insorgere nell'esercizio professionale. Una sanità 24 su 24 è possibile grazie alla luce verde data alle Uap, unità di assistenza primaria. In questo modo la giunta ha anticipato un provvedimento che è inserito in un collegato della Finanziaria nazionale. Avremo nuclei con un un minimo di 15 medici di base pronti a rispondere alle emergenze dei cittadini.Irene Giurovich.


(ACR) COSTI POLITICA, DIGILIO SU INIZIATIVE DI AN - (sezione: Costi dei politici)

( da "Basilicanet.it" del 06-10-2007)

14.57.43 [Basilicata] "I banchetti che domani saranno allestiti da militanti volontari e dirigenti di An in una trentina di piazze delle due province e il disegno di legge sulla riduzione dei costi e una maggiore trasparenza della politica e delle istituzioni (in questo caso di intesa con IdV) sono la migliore risposta al dilagante fenomeno dell'antipolitica che si è diffuso in regione dopo la trasmissione-spettacolo Annozero". E' quanto sostiene il segretario e consigliere regionale di An Egidio Digilio sottolineando che "le iniziative in piazza sono un'occasione di contatto con i cittadini per spiegare le motivazioni della manifestazione nazionale del 13 ottobre alla quale parteciperanno, siamo certi, numerosi lucani e per rinnovare il patto di impegno dalla parte della gente". "A parere di Digilio la manifestazione nazionale "è un momento di confronto sui temi che ci vedono da tempo all'opposizione del governo Prodi sino all'iniziativa di mandarlo a casa' per nuove elezioni ma anche sui temi della vita quotidiana delle nostre comunità. Dall'ultima statistica Istat sulla povertà in Basilicata abbiamo un'ulteriore conferma che lo stato di disagio sociale è molto diffuso tra le famiglie lucane e che il reddito di cittadinanza solidale voluto dalla Regione è una risposta ampiamente inadeguata, da elemosina. In sostanza allo spettacolo' preferiamo la politica vera. La proposta di legge illustrata nei giorni dal presidente del partito Gianfranco Fini riguarda l'introduzione di limiti per i rimborsi elettorali, la decurtazione delle indennità parlamentari, la riduzione del numero dei ministeri e fissa un numero massimo dei componenti del Governo. Essa contiene linee guida anche per gli enti locali, tra le quali la riduzione degli assessori e dei consiglieri e che quindi insieme alla riduzione delle Comunità montane e delle Asl, alla soppressione di enti ed organismi subregionali, ci riguardano direttamente. Ridurre i costi della politica è solo un passo per avvicinare di più la politica ai cittadini". (segue).

14.59.01 [Basilicata] Siamo coscienti conclude Digilio - che il crescente clima di ostilità nei confronti delle istituzioni è più profondo e maggiore di quanto percepito. Percezione che ci fa dire che se non diamo corso ad una seria manovra per ridare credibilità alle istituzioni vedremo il funerale della democrazia rappresentativa italiana. Non è un fenomeno legato all'indignazione di un comico. Le istituzioni sono autoreferenziali e costose più di quanto il cittadino è disposto a sopportare. Abbiamo un numero di parlamentari che non ha eguali al mondo. O si fornisce una risposta o si rischia che gli italiani si disamorino complessivamente alle istituzioni e alla politica sia di maggioranza che di opposizione".