Indice degli articoli del 10-10-2007
- Rizzo:
<Sindaci, troppe disuguaglianze> ( da
"Corriere Alto Adige"
del 10-10-2007)
- Tangentopoli non è mai finita ( da
"Sole 24 Ore, Il
(Abb)" del 10-10-2007)
- LA CASTA DI SCORTA L'Italia in rosso spreca
soldi in consulenze ( da "Libero" del 10-10-2007)
- Politica, ecco dove tagliare ( da
"Nuova Ferrara, La"
del 10-10-2007)
- Costi della politica, il senato inizia dal
personale ( da "Wall Street Italia" del 10-10-2007)
- Accreditamento, dagli enti appello alla Regione ( da
"Denaro, Il"
del 10-10-2007)
- L'opposizione: tagliare anche a ronchi i costi
della politica ( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 10-10-2007)
- Compensi: 2500 euro lordi al mese al presidente
dell'interporto di cervignano ( da
"Piccolo di Trieste,
Il" del 10-10-2007)
- LE SCELTE DOLOROSE ( da
"Mattino, Il
(Caserta)" del 10-10-2007)
- (ACR) DI LORENZO (AN) INTERVIENE SUI COSTI DELLA
POLITICA DELLA REGIONE BASILICATA ( da
"Basilicanet.it"
del 10-10-2007)
- La
montagna: sprecona o capro espiatorio? ( da
"Eco del Chisone"
del 10-10-2007)
- Le 'forbici' di Balboni Basta finanziamenti ai
giornali di partito ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)"
del 10-10-2007)
- L'ISTITUTO Beata Lucia si difende. L'inserimento
da parte del governo n ( da "Nazione, La (Umbria)"
del 10-10-2007)
- FABRIANO - LO STIPENDIO del sindaco è d ( da
"Resto del Carlino,
Il (Ancona)" del 10-10-2007)
- Consigli appassionati, non ci tagliate ( da
"Italia Oggi"
del 10-10-2007)
- Manager Asl, più meritocrazia ( da
"Italia Oggi"
del 10-10-2007)
- Rizzo bacchetta polonioli ( da
"Alto Adige Trento"
del 10-10-2007)
- Stop all'ici sugli alloggi popolari - sisto
capra ( da "Provincia Pavese, La"
del 10-10-2007)
- Società pubbliche nel mirino Da novembre
meno poltrone Il sindaco: Tagli ai consiglieri dell'opposizione ( da
"Giorno, Il
(Sondrio)" del 10-10-2007)
- Spa pubbliche, un'ondata di stipendi ( da
"Secolo XIX, Il"
del 10-10-2007)
- Infermieri, per i concorsi non ci sono soldi ( da
"Centro, Il"
del 10-10-2007)
- [FIRMA]GIOVANNA FAVRO Tanto tuonò che
piovve. E' calata la scure sui consulenti del tea ( da
"Stampa, La"
del 10-10-2007)
- Il costo della politica ( da
"Trentino"
del 10-10-2007)
- Infermieri la asl ricorre alle graduatorie ( da
"Centro, Il"
del 10-10-2007)
- Riduzione dei deputati Dina (Udc) boccia il
disegno di legge ( da "Gazzetta del Sud" del 10-10-2007)
- L'indennità è già stata
ridotta ( da "Trentino" del 10-10-2007)
- Iniziamo a tagliarli questi costi della politica ( da
"Nuova Ferrara, La"
del 10-10-2007)
- La regione aumenta le comunità montane
scontro nel centro-sinistra, insorge la cdl ( da
"Messaggero Veneto,
Il" del 10-10-2007)
- Burlando e la casta dei <belinun> pag.1 ( da
"Giornale.it, Il"
del 10-10-2007)
-
30) La Stampa 10-10-2007 Corte dei conti: perplessi su
manovra. Dopo le critiche del commissario Ue,i dubbi della magistratura
contabile. Draghi: giusti interventi su Irap e Ires
31.
La Stampa 10-10-2007 L’antipolitica e
la nevrosi del taglio CARLO BASTASIN
Rizzo: <Sindaci,
troppe disuguaglianze> (sezione:
Costi dei politici)
( da "Corriere Alto Adige" del 10-10-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO Rizzo: "Sindaci,
troppe disuguaglianze" L'autore de "La Casta"
sulle indennità: a Bolzano il triplo di Venezia BOLZANO - Il libro
di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella
"La casta" ha lasciato il segno anche nel capoluogo altoatesino.
Lo testimonia il successo dell'incontro con uno degli autori, Sergio Rizzo, svoltosi ieri nella sala di rappresentanza del
Comune. Sala piena e gente anche sulle scale per ascoltare l'autore di uno
dei libri più venduti dell'anno. Forse un po' ha contribuito anche
il fatto che si sia nella settimana delle primarie per la scelta dei leader
nazionali e locali del partito democratico, ma certo è che la
città ha risposto positivamente all'appello della politica. Nel
primo pomeriggio Sergio Rizzo ha incontrato i
giornalisti locali al circolo della stampa, raccontando alcuni aneddoti
riguardo al libro. "D'Alema ha detto pubblicamente che questo clima simile
a quello del 1992 rischia di travolgere la classe politica - ha raccontato
il giornalista del Corriere della sera -Dopodieci giorni è andato
all'estero e, cenando con alcuni imprenditori, ha affermato che i costi
della politica sono un'invenzione di due giornalisti sfaccendati".
Già nell'incontro con la stampa sono arrivate le prime domande sul
cosa fare, sul come soddisfare la voglia di cambiamento che emerge dalla
lettura del libro. "Se nel prossimo governo, non mi interessa se di
destra o sinistra, si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri
chiave come Interni, Giustizia, Università, già si porterebbe
una ventata nuova nella politica nazionale". Rizzo
ha anche spiegato che lui e Stella non hanno
ricevuto alcuna querela per "La casta ". Solo qualche minaccia,
per ora senza seguito. L'appuntamento con la città di Bolzano era
alle 18. La sala era piena già alcuni minuti prima che Rizzo, il direttore del Corriere dell'Alto Adige Enrico
Franco e Giovanni Polonioli (candidato alla segreteria provinciale del
Partito democratico) iniziassero a parlare. Platea variegata, più
teste bianche che giovani, un buon numero di donne. Polonioli ha iniziato
spiegando che la presenza di Sergio Rizzo non
significava una sua adesione al Partito democratico. Lo stesso giornalista
aveva spiegato prima alla stampa che ha parlato del proprio libro davanti a
platee di tutti i partiti "perché è importante che in questo
momento si discuta di politica". Rizzo ha
dimostrato subito di essersi documentato sulla realtà locale e di
non aver paura di dire cose scomode. "Non capisco perché il sindaco di
Bolzano debba guadagnare quanto un senatore e il triplo del sindaco di
Venezia - ha detto - Forse ha delle incombenze maggiori del sindaco di
Frascati, ma tali da giustificare tanta differenza? Oppure non capisco
perché il sindaco di Laives (Giovanni Polonioli, che era seduto accanto a
lui, ndr) guadagni quanto quello di Roma. Non so, ma si può
rinunciare a questa indennità se si vuole?". Appena la parola è
stata data al pubblico, le domande non si sono fatte attendere. C'è chi ha chiesto delle "molte caste"
italiane, non solo quella dei politici. Non sono mancati i riferimenti a
Beppe Grillo, citato
anche come simbolo dell'antipolitica e del qualunquismo. Rizzo ha spiegato più volte
che "la politica deve dare risposta ai problemi della gente.
è quando si fa solo i propri interessi che diventa una casta".
Il giornalista ha anche difeso i giornali locali, ricordando che molte
delle cose contenute ne "La casta" erano state scritte prima sui
quotidiani regionali. "Ma questo non è un brontolio fine a se
stesso. Le lamentele arrivano anche ai piani alti e qualcuno inizia a
preoccuparsi ". Damiano Vezzosi LO SCENARIO "D'Alema ha detto
pubblicamente che questo clima simile a quello del 1992 rischia di
travolgere la classe dirigente" LA PROPOSTA "Se nel prossimo
governo si mettessero delle donne alla guida di alcuni ministeri chiave si
porterebbe una ventata nuova" PROTAGONISTI Da sinistra, Sergio Rizzo, Enrico Franco e Giovanni Polonioli, candidato
alla segreteria provinciale del Pd (Foto Ferrari).
Tangentopoli
non è mai finita
(sezione: Costi dei politici)
( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 10-10-2007)
Il Sole-24 Ore sezione:
POLITICA E SOCIETA data: 2007-10-10 - pag: 14 autore: INTERVISTA Furio
Pasqualucci Pg della Corte dei conti "Tangentopoli non è mai
finita" Roberto Turno Tangentopoli vive e lotta con noi. Non è
finita, anzi, e la guardia va tenuta alta. Furio Pasqualucci, 72 anni, da
fine agosto Procuratore generale presso la Corte dei conti, lancia
l'allarme corruzione nella pubblica
amministrazione. Ma anche quello delle consulenze, su cui il Governo in
Finanziaria ha negato un giudizio preventivo ai magistrati contabili. E sui
costi della politica chiede di ridurre i ministeri
secondo la "legge Bassanini". Ma la Corte ha in serbo altre
novità: una circolare che rafforza l'obbligo di denuncia per danno
erariale dei dipendenti, esteso a enti pubblici economici, società
partecipate e danno ambientale. Furio Pasqualucci, dall'alto dei suoi 42
anni in Corte dei conti, non soffre il fatto che le vostre denunce restino
spesso inattese? C'è qualche problema, naturalmente. Ma siamo pur
sempre in Italia. Le segnalazioni frutto dei nostri controlli richiedono di
essere raccolte dagli organi competenti affinché siano messi in atto i
correttivi necessari. Così avviene in Inghilterra, in Germania,
nella stessa Comunità europea. Da noi invece non c'è una risposta
immediata. Sarà casuale, ma lei si insedia e trova l'eredità
del suo predecessore con una nota interpretativa sull'obbligo di denuncia
di danno erariale a tutte le amministrazioni. Come mai adesso? è una
stretta, c'è forse troppo lassismo? Può essere che la nuova
circolare sia nata da una rilevazione di non adempimento delle denunce da
parte delle amministrazioni. Ma c'è sicuramente una giustificazione
tecnica. perché dopo la circolare del 1998 ci sono state diverse
novità. La Cassazione ha riconosciuto la giurisdizione della Corte
sugli enti pubblici economici e sulle società partecipate.
Così, adesso le nuove note interpretative lo prevedono. La stessa
cosa accade per la giurisdizione in materia di danno ambientale. Anche se,
va detto, è bene tornare su questi argomenti: una circolare di dieci
anni fa potrebbe essere caduta nel dimenticatoio. Quali sono le patologie
di danno erariale che la preoccupano di più? A me preoccupa di
più il fenomeno delle tangenti e della corruzione
negli apparati dello Stato, che bisogna assolutamente stroncare. Nel 2006
per tangenti, corruzione e concussione abbiamo
registrato 170 sentenze di condanna su 638 in totale. è un numero
significativo e un fenomeno costante. Dopo quello che si considerava il
momento pu-rificatore di tangentopoli, i casi non sono diminuiti.
Probabilmente hanno assunto solo forme più sofisticate. Tangentopoli
non è finita, la guardia va tenuta alta... Senz'altro. Dai concorsi
universitari alla vendita degli immobili, dalla sanità agli appalti.
Non c'è quella austerità di costumi che sarebbe necessaria e
doverosa. Oggi nessuno più crede che un concorso sia serio... Anche
le consulenze rientrano in questa categoria? Certo, spesso possono essere
una forma di erogazione illecita di denaro pubblico. Le consulenze non
sempre si giustificano né per il tipo dei problemi da esaminare, né per le
professionalità alle quali ci si rivolge. Al Governo avevate chiesto
di inserire in Finanziaria una norma per poter esprimere un parere
preventivo sugli incarichi di consulenza. Il Governo non vi ha ascoltato.
L'obiettivo era di bloccare a priori una spesa non giustificata, e non,
come adesso, di intervenire a cose fatte. Diciamo che la nostra
collaborazione non è stata recepita. Faremo
comunque la nostra parte. Le consulenze sono uno degli aspetti dei costi
della politica oggi nel
mirino. Con quali aspetti dei costi della politica avete oggi di più a che fare? La nostra
attività giurisdizionale ha risvolti concreti riportabili in senso
lato ai costi della politica. Uno degli aspetti principali è senz'altro
quello delle società partecipate, che stanno proliferando in maniera
spaventosa. Poi c'è l'uso di poteri discrezionali, che
potenzialmente produce danno erariale. Ma attenzione, sparare nel mucchio
è sbagliato, si genera solo sfiducia. Certo molti costi possono
essere limitati. Da cosa comincerebbe? Dal riaccorpamento dei ministeri
come previsto dalla "Bassanini". Meno apparati, meno spese.
Sarebbe una cosa utile. "Nel 2006 per tangenti, concussione e corruzione abbiamo registrato 170 condanne su 638
totali" "Presto una circolare che rafforza l'obbligo di denuncia
per danno erariale dei dipendenti" FOTOGRAMMA Furio Pasqualucci.
LA CASTA DI
SCORTA L'Italia in rosso spreca soldi in consulenze (sezione: Costi
dei politici)
( da "Libero" del 10-10-2007)
Anzitutto
10-10-2007 LA CASTA DI SCORTA L'Italia in rosso spreca soldi in consulenze
di DAMIANO SALVATORI ROMA L'Europa invita l'Italia a tirare la cinghia. A ridurre
il debito pubblico. Il governo però non ne vuole sapere. Romano
Prodi risponde picche alla commissione di Bruxelles: "Siamo in regola,
non affosso il Paese. E non intendiamo deviare dalla linea dello
sviluppo". Sarà. Ma l'unica cosa che oggi sembra svilupparsi,
tumultuosamente, a Palazzo Chigi è il numero delle consulenze. Sono
un migliaio circa. E rappresentano un'umanità variegata e
multiforme. Si va dall'ex deputato rimasto senza seggio che si ricicla nel
sottobosco istituzionale per 30mila euro l'anno, fino all'esperto vero che
mette le sue conoscenze a disposizione della politica in cambio di un
semplice rimborso spese. Sono tutti coloro che a vario titolo percepiscono
un compenso, piccolo, medio o grande, dai ministri del governo di Romano Prodi.
A scoperchiare il pentolone ci ha pensato Repubblica
rendendo noti i dati dei consulenti ingaggiati. Cosa ne viene fuori? Che il record di consulenze
tocca alla Presidenza del Consiglio. Ne ha all'attivo un centinaio. Il
ministero dell'Interno, invece, soltanto uno. Mentre Giustizia e
Infrastrutture nessuno. I contributi erogati sono vari. Quelli
più appetibili vengono distribuiti dal ministero dello Sviluppo
Economico. Il piatto piange, invece, al ministero dell'Economia. Dove si
intercetta la "maglia nera": il signor Edmund Jennings che, a
dispetto della retorica sui costi della politica, per i suoi servigi (non
specificati) porta a casa la "miseria" di 350 euro annui. Lordi,
oltretutto. LA CARICA DEGLI EX Scorriamo ancora i nominativi dei consulenti del governo Prodi. Adesso vengono fuori
alcune vecchie conoscenze del Palazzo. Deputati e senatori che, alle ultime
elezioni, non hanno trovato posto in lista. E che sono stati risarciti con
un incarico di sottogoverno. E il caso di Giovanni Kessler, per esempio.
Deputato dei Ds nella scorsa legislatura, è rimasto fuori dal
listone unico dell'Ulivo. Come premio di consolazione, Bersani l'ha
nominato Alto commissario per la lotta alla contraffazione. Stipendio:
143.500 euro all'anno fino alla fine del 2009. C'è poi Ida Maria
Dentamaro, avvocato barese e senatrice dell'Udeur fino al 2001. E ora? Fa
l'esperta di procedure di infrazione per il ministro delle Politiche
comunitarie Emma Bonino. E ha una consulenza di 36mila euro. Per non
parlare di Renzo Innocenti, ex onorevole diessino oggi promosso a
consulente giuridico del ministro Giovanna Melandri (44.661 euro il suo
onorario). Proprio lui che, secondo l'annuario di Montecitorio, ha un
diploma da perito meccanico. Giovanna Grignaffini invece era stata eletta deputata
della Quercia nel '96. Poi non ha più trovato spazio in Parlamento.
Il partito però non si è dimenticato di lei. E si è
ritrovata esperta di comunicazione al ministero delle Politiche giovanili.
La sua consulenza vale 18.500 euro. Quella di Jury Chechi, ex ginnastica
candidato alle primarie del Pd, costa allo stesso ministero 19mila euro,
invece. Quasi come Ugo Boghetta, ex deputato-ferroviere di Rifondazione
comunista che percepisce dal governo un emolumento di 20mila euro. Come
esperto del ministero dei Trasporti, ovviamente. Foto: SQUADRA DI GOVERNO
L'esecutivo Prodi durante una seduta in Parlamento nel febbraio 2007,
quando scivolò in Senato BOTTA E RISPOSTA Il commissario Ue Almunia:
promesse non mantenute. Padoa-Schioppa e il Professore replicano:
"Siamo in regola, ma non si può ridurre il debito in appena un
anno" GRANDI NUMERI Una tale pletora di collaboratori si spiega solo
con la necessità di "nutrire" l'appetito di vari partiti
interessati a crearsi una corte di affezionati signorsì CIFRE DA
CAPOGIRO A tirare le somme c'è da impazzire. E provate ad aggiungere
le spese della cancellazione della riforma di Maroni che il governo si
appresta a varare Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo
di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
Politica,
ecco dove tagliare
(sezione: Costi dei politici)
( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)
Un decalogo del
capogruppo dell'Ulivo, Gianluca Vitarelli, per abbattere i costi Politica,
ecco dove tagliare Sforbiciate a commissioni, circoscrizioni e cda FERRARA.
Gianluca Vitarelli, capogruppo dell'Ulivo, invita il centro sinistra a non
indugiare per abbattere i costi della politica e dare segnali chiari ai
cittadini. Propone di ridurre i membri delle commissioni consiliari, di
cambiare il regolamento del Comune per penalizzare la frammentazione politica, di ridurre il numero delle
circoscrizioni, di azzerare i cda delle aziende controllate dalla Holdind
Ferrara Servizi mettendo un amministratore unico scelto per competenze e
non per il colore politico. E aggiunge che bisogna fare presto. A
PAGINA 10.
COSTI DELLA
POLITICA, IL SENATO INIZIA DAL PERSONALE
(sezione: Costi dei politici)
( da "Wall Street Italia" del 10-10-2007)
Stampa Invia Costi della politica, il Senato inizia dal personale Un
obiettivo su tutti: piegare verso il basso la curva della spesa per il
personale che galoppa al ritmo del 6% all'anno. Con questo intento il collegio
dei questori del Senato (in... >> leggi la news (link esterno) tutte
le news " 09:20 Alitalia svela i soci di Baldassarre 09:19 Doris:
Mediolanum è pronta a crescere in Mediobanca 09:10 Ecco il pacchetto
sicurezza del Governo 09:08 Scarse garanzie per i depositanti: così
si è scatenata la crisi di Northern Rock.
Accreditamento,
dagli enti appello alla Regione
(sezione: Costi dei politici)
( da "Denaro, Il" del 10-10-2007)
Campania
formazione Accreditamento, dagli enti appello alla Regione Oltre 2 mila
posti di lavoro a rischio, in Campania, nel settore della formazione
professionale. Lo denuncia Federform, Federazione nazionale degli enti di
formazione, istruzione e orientamento, guidata da Paolo Mottola. Nel mirino
dell'associazione le procedure per l'accreditamento dei centri di
formazione fissate dalla Regione, partite con la precedente Giunta e poi
modificate dall'attuale Esecutivo di Palazzo Santa Lucia. Un cambio in
corsa che ha spiazzato molte strutture che erogano corsi autofinanziati
(cioè pagati dall'utenza) per i quali, spiega la Federform, le
regole sono ora molto più blande delle originali. Il problema
è che molte scuole di formazione avevano già investito per
adeguare le proprie strutture ai parametri fissati in origine dalla
Regione; altre, che hanno cessato l'attività perché impossibilitate
a sostenere i costi dell' adeguamento, ora sarebbero in regola. I legali
rappresentanti degli enti chiedono dunque magigore attenzione, coerenza e
congruenza dei provvedimenti, "altrimenti presto sarà
impossibile mantenere i dipendenti al proprio posto di lavoro". La
Federform lancia l'allarme: in Campania sono a rischio oltre 2 mila posti
di lavoro nel settore della formazione professionale. La colpa, secondo
l'associazione, sarebbe della Regione che "nell'intento di adeguare le
attività di formazione alle indicazioni europee e alle decisioni
della Conferenza Stato Regioni ? spiega Federform in una nota - ha ideato
un sistema di accreditamento complesso e farraginoso senza tener conto
neanche delle leggi nazionali vigenti e di quelle che essa stessa aveva
emanato fin dal 1987". Il rischio, secondo Federform, è che la
formazione professionale diventi "un'attività per pochi
intimi". "Le scuole di formazione affermate da anni sul
territorio e comunque annualmente autorizzate dalla Regione ? sottolinea la
Federform - hanno presentato diversi ricorsi al Tar sottolineando
l'inadeguatezza e l'irragionevolezza dei provvedimenti e la palese
inosservanza delle leggi vigenti. Nella precedente legislatura la Federform
era riuscita, in collaborazione con le altre associazioni di categoria, ad
aprire un tavolo di concertazione con i rappresentanti dell'assessorato
alla Formazione professionale e sembrava raggiunto un accordo che
consentisse agli operatori del settore un progressivo adeguamento delle
strutture nella logistica e nell'amministrazione". Gli adeguamenti
più urgenti si riferivano alla parte strutturale, così molte
scuole hanno modificato la propria sede, altre hanno dovuto trasferirsi in
immobili più idonei, altre ancora hanno rinunciato
all'attività. Poi si è insediata la nuova Giunta regionale, e
le regole, spiega la Federform, sono cambiate. "Il nuovo assessore
regionale, Corrado Gabriele ? spiega l'associazione - non ha inteso
continuare la concertazione e pur di non incorrere in nuovi ricorsi ha
preferito dividere le procedure di accreditamento formulandone una per gli
enti finanziati e un'altra, da ritenere blanda e poco rigorosa, per quelli
autofinanziati, vanificando gli adeguamenti strutturali che avevano
iniziato a fare le scuole, ma soprattutto portando all'esasperazione coloro
che, rinunciando all'attività, si troverebbero ora comunque in
regola, prestando inoltre il fianco agli avventurieri che con pochi
investimenti hanno potuto aprire nuove scuole". Gli enti di formazione
operanti sul territorio regionale sono circa 1.500. "Rappresentano un
vero e proprio volano per l'economia locale - sottolinea la Federform -
creano opportunità di lavoro per un numero considerevole di
consulenti e di docenti incaricati a progetto, senza contare coloro che
sono regolarmente inquadrati, in considerazione dell'obbligatorietà
del sistema di accreditamento a dichiarare dai 2 ai 4 collaboratori. Le
scuole, nello specifico dei corsi autofinanziati, sono circa 300, e
"seppure considerate private - prosegue l'associazione - forniscono un
servizio di pubblica utilità, qualificando o certificando le
abilità di circa 20.000 allievi l'anno, specializzati nelle
più svariate branche dell'artigianato del commercio del sociale e
della sicurezza. Scuole che garantiscono lavoro (mediante l'obbligo
dell'accreditamento) a più di 2.000 impiegati inquadrati a tempo
indeterminato e almeno il triplo tra collaboratori e docenti formalmente
incaricati a progetto, muovendo così un'economia
di circa 60.000 euro mensili, solo per i gettoni di presenza dovuti alle Commissioni d'esame nominate dallo stesso
assessorato". I legali rappresentanti degli enti chiedono dunque
maggiore attenzione, coerenza e congruenza dei provvedimenti,
"altrimenti presto sarà impossibile mantenere i dipendenti al
proprio posto di lavoro". re.de. 10-10-2007.
L'opposizione:
tagliare anche a ronchi i costi della politica
(sezione: Costi dei politici)
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)
Davide Rega
stuzzica l'amministrazione: rivedere il compenso previsto per la carica di
presidente del Consiglio comunale L'opposizione: "Tagliare anche a
Ronchi i costi della politica" POLITICA
RONCHI Strascichi polemici a Ronchi al grido d'allarme lanciato dal sindaco
Roberto Fontanot sulla prospettiva che l'abbassamento dell'aliquota Ici
sulla prima casa, in previsione con la prossima finanziaria dello Stato,
possa far venir meno un introito di oltre 400mila euro alle casse comunali.
"Quest'amministrazione ci stupisce sempre di più. Prima - sono
le parole del capogruppo di Ronchi borgata di sole, Davide Rega - afferma
che arriveranno milioni di euro pontificando in lungo e largo la sua opera
e poi piange miseria. Gli sforzi fatti per il ripristino di due stradine e
quattro rattoppi lusingano di certo l'intera comunità ronchese, ma
non pongono fine alla miriade di problemi che attagliano la città,
derivati da anni di immobilismo tra cui i 5 della precedente legislatura.
Invece di guardare ai soldi che mancherebbero in caso degli sperati, per
noi, tagli all'Ici, la maggioranza farebbe bene a razionalizzare le sue
spese tagliando i costi della politica come quelle
per l'inndennità da corrispondere al presidente del Consiglio
comunale". Secondo Rega sarebbe già un buon inizio. Il punto,
secondo la lista civica all'opposizione, è che
manca una visione della politica fiscale a livello delle autonomie locali che possa essere
strumento di incentivazione di insediamenti produttivi o commerciali oltre
che mirati all'evoluzione della curva dei consumi e perché no, anche degli
investimenti. "Liberare risorse per sfruttarne la capacità
moltiplicativa nel sistema - aggiunge Rega - è uno dei passi
che la municipalità ronchese dovrebbe compiere specialmente di
concerto ad uno studio dei punti di forza e di debolezza del territorio
mandamentale e dei i fattori di sviluppo del reddito come le economie
interne e esterne, l'innovazione e il progresso tecnologico, la variabile
demografica e l'accumulazione di capitale". Bisogna capire, secondo
Ronchi borgata di sole, quale sia il luogo dove concretizzare queste
istanze e allora viene proposto all'attuale amministrazione di portare
avanti il tema in città mandamento unico luogo dove gettare le basi
per una vera azione riformatrice in tema di tributi locali. l. p.
Compensi:
2500 euro lordi al mese al presidente dell'interporto di cervignano (sezione: Costi
dei politici)
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 10-10-2007)
Gorizia Compensi:
2500 euro lordi al mese al presidente dell'Interporto
di Cervignano CERVIGNANO Seduta del Consiglio comunale che aveva all'odg le
interrogazioni del consigliere Andrea Balducci sulle retribuzioni, gettoni di presenza e ogni altro emolumento riservato ai rappresentanti del
Comune presso Società, Enti e Consorzi dei quali il Comune stesso
è partecipe. Dalla risposta del sindaco si è appreso
che sono quattro i rappresentanti di nomina comunale mentre le altre nomine
competono all'assemblea dei soci. Rientrano nella competenza del sindaco le
nomine relative agli amministratori unici di Ausa Multiservizi e di Ausa
Servizi Salute, entrambe società comunali. Al primo competono 16mila
euro lordi all'anno, al secondo 12mila. Ancora nella competenza del sindaco
i rappresentanti del Comune in seno alla società Bluenergy , che
provvede alla distribuzione del gas metano, e nel Cda dell'interporto. Riguardo
alla Bluenergy, la società ha comunicato che il compenso complessivo
lordo annuo, per il presidente, il vice presidente e nove consiglieri,
ammonta a 258mila euro e il sindaco Paviotti ha quantificato in 9mila mila
euro netti all'anno, il compenso per il rappresentante del Comune. Il
presidente dell'Interporto percepisce 2.500 euro lordi al mese, il vice
600, gli otto consiglieri un gettone di presenza
pari a 150 euro. Ammonta a 2.625 euro lordi mensili, il compenso per il
Presidente del Csr, a 1.550 quello per il vice, a 755 quello per i sette
consiglieri. Riguardo al Tubone, il presidente si attesta a 2.570 euro
lordi mensili, il vice a 1.400, ognuno dei sei consiglieri a 800.
Più alta la retribuzione, pari a 70mila euro annui, del presidente
dell'Amga, azienda multiservizi, con il vice a quota 16.500 ed i 5
consiglieri a quota 10.300. Il presidente di Ajernet percepisce 18 mila
euro lordi all'anno, il suo vice non ha retribuzione, l'unico consigliere
2mila. Alberto Landi.
( da "Mattino, Il (Caserta)" del 10-10-2007)
IL COMMENTO Le
scelte dolorose Paolo Savona Ancora una volta la Commissione di Bruxelles
ha manifestato la sua insoddisfazione per quanto l'Italia va facendo per
stabilizzare la finanza pubblica, ma non in che modo essa intenda operare
per agevolarci nel perseguimento del compito di risanarla definitivamente.
Quando ciò avverrà i cittadini si sentiranno più
vicini all'Europa e non solamente da essa giudicati e rimproverati, ma non
aiutati. Ben sappiamo che il compito attribuito alla Commissione dai
trattati europei non è quello qui auspicato, ma il problema
incontrato dal processo di unificazione europea è proprio questo e,
almeno per ora, non si avverte il senso di una presa di coscienza della
necessità di rimuoverlo. L'esistenza di questa lacuna europea non
attenua le nostra responsabilità ad agire nella direzione del
risanamento, ma la condizione necessaria è raggiungere una
maggioranza di consensi politici sulla via da seguire alternativa a quella
di aumentare le tasse "per rientrare nei parametri di
Maastricht"; questa è la soluzione finora seguita che ha
però come controindicazione un freno allo sviluppo oltre quelli che
ci pongono l'arretratezza tecnologica e istituzionale interna e la
competizione globale. Sono due le possibili soluzioni: ridurre le spese o
abbattere il debito pubblico. La prima, oltre a essere
tecnicamente difficile da perseguire e politicamente costosa, ha quasi le stesse controindicazioni sullo
sviluppo di una maggiore imposizione fiscale. Appare un pessimo sostituto
impegnare la pubblica opinione sui "costi della politica" che, pur essendo
obiettivo doveroso da perseguire, ha poco a che fare con il risanamento e
allontana ancor più l'elettore dall'acquisire coscienza che
esso riguarda in qualche modo anche lui. SEGUE A PAGINA 10.
(ACR) DI
LORENZO (AN) INTERVIENE SUI COSTI DELLA POLITICA DELLA REGIONE BASILICATA (sezione: Costi
dei politici)
( da "Basilicanet.it" del 10-10-2007)
11.49.17
[Basilicata] Il vicepresidente della commissione consiliare alle
Attività produttive, Pasquale Di Lorenzo, in un'interrogazione
urgente a risposta scritta presentata al Presidente della Giunta Regionale
ha chiesto di conoscere quanti e quali siano le consulenze concesse a vario
titolo dall'inizio della legislatura ad oggi dalla Regione Basilicata,
nonché dall'ATER, dall'ALSIA, dall'ARBEA e dalle ASL.,dalle Comunità
Montane e dall'ASI. Il consigliere chiede di sapere anche per quali importi
e funzioni siano state concesse le consulenze. "La campagna di moralizzazione che riguarda i costi della politica - dichiara Di Lorenzo - non
può che essere condivisa appieno anche da chi amministra una Regione
come la nostra, laddove si pone il problema politico di come un'ingente
quantità di denaro pubblico, passato dalla gestione diretta ed
indiretta, non abbia prodotto negli anni la soluzione concreta ai grandi
problemi economici e del lavoro. "Oggi più che mai -
conclude Di Lorenzo è necessario indirizzare tutte le risorse
disponibili, senza alcuno spreco, verso interventi ritenuti essenziali e
direttamente riconducibili alla soluzione dei principali problemi della
Basilicata, quali la disoccupazione, lo sviluppo produttivo, le
infrastrutture e i servizi sociali".
La montagna:
sprecona o capro espiatorio?
(sezione: Costi dei politici)
( da "Eco del Chisone" del 10-10-2007)
La Finanziaria, in nome dei tagli ai costi della politica,
vorrebbe snellire le Comunità montane La montagna: sprecona o capro
espiatorio? A rischio molte realtà, tra cui Bricherasio, Cumiana e
Barge - Ma i criteri univoci di altitudine e dislivello non convincono La
crociata contro i costi della politica
rischia di trovare un capro espiatorio. Se ne parla da tempo, ma
potrebbe essere la volta buona: nel mirino le Comunità montane, che
da Roma sono viste come la quintessenza dello spreco (o, più
probabilmente, come il rametto più facile da potare). Paladina della
lotta, il ministro per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, che s'ispira
a un principio: "In tutta Europa la montagna è tale solo da un
certo punto in su". Quale sia la soglia, lo si vorrebbe stabilire
nella Finanziaria 2007, attualmente in discussione al Senato. Nelle Alpi,
sarebbero montani (con licenza di "fare" Comunità) i
Comuni con l'80 per cento del territorio sopra i 600 metri, oppure il 50
per cento ma con un dislivello interno di almeno 600 metri. "E assurdo
che il Parlamento definisca una quota - dice il presidente della Cm Val
Pellice Claudio Bertalot, che perderebbe Bricherasio e Bibiana -.
Piuttosto, indichi quanto vuole risparmiare. Come riuscirci, lo si
può decidere a livello regionale. Ma quale risparmio si vuole
perseguire? Sul gettone dei consiglieri di Comunità? Prendono 30
euro a seduta! Si punta dunque a "tagliare" i trasferimenti? Ma
se i Comuni non possono delegare certi servizi alla Comunità,
dovranno garantirli in proprio. E i costi aumenteranno". La Cm Valli
Chisone e Germanasca non correrebbe rischi: il dislivello minimo salverebbe
anche Porte. Clara Bounous, vice-presidente facente funzioni, contesta
comunque la tesi che le Comunità siano centri di costo: "Da noi
l'indennità degli assessori non arriva a 400 euro e la percepiscono
solo in quattro, perché tre di noi sono già sindaci. Questi
parlamentari non hanno il contatto con le realtà dei piccoli Comuni.
Perché non iniziano a sfoltire i sottosegretari?". Chi rischia davvero
l'esclusione di molti Comuni e addirittura lo scioglimento è la Cm
Pinerolese pedemontano: "Si salverebbero solo Prarostino e forse S.
Pietro - commenta Mario Mauro -. Sarebbe la morte di una Comunità
che ha gestito compiti importanti. Parteciperemo ad ogni iniziativa tesa a
salvaguardare le nostre esigenze, come la manifestazione a Roma del 24
ottobre organizzata dall'Uncem. E pensare che proprio sabato, con Casa
Canada, abbiamo lanciato un'iniziativa per valorizzare il nostro
territorio". Nel vicino Cuneese solo Crissolo, Oncino, Ostana, Bagnolo
e Paesana potrebbero continuare a far parte della Cm Valli Po, Bronda e
Infernotto (più, forse, Sanfront, "graziata" dal
dislivello). Le critiche piovono anche dai parlamentari locali di entrambi
gli schieramenti. Per Giorgio Merlo (deputato, Ulivo) "il ministro
Lanzillotta, in virtù della sua visione tecnocratica della politica, ci stupisce per le sue singolari proposte. I
costi della politica non si riducono oscurando la
democrazia rappresentativa e indebolendo alcuni territori. La vera
scommessa è recuperare capacità decisionale alla politica, dando una sforbiciata a quel groviglio di
società e consorzi che sono nati in questi ultimi anni senza alcun
costrutto". Lucio Malan (senatore, Forza Italia): "Affermare che
gli sprechi alla spesa pubblica derivino dagli emolumenti ai consiglieri
delle Comunità montane è sbagliato e ingeneroso nei confronti
di chi svolge una forma di volontariato retribuita pochissimo. Eliminare un
consigliere che prende la cazzuola in mano per riparare gratis un muro
(cosa frequente nelle realtà montane) significa pagare una giornata
di lavoro a un manovale: costa di più e l'elettore non può
decidere col voto se ha lavorato bene oppure no".
Le
'forbici' di Balboni Basta finanziamenti ai giornali di partito (sezione: Costi dei politici)
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 10-10-2007)
LEGGE FINANZIARIA
Le 'forbici' di Balboni "Basta finanziamenti ai giornali di
partito" ANCHE i finanziamenti ai giornali di partito sono un costo
'improprio' della politica. E c'è chi si
propone di assestare un robusto taglio, addirittura annunciando un apposito
emendamento alla prossima Finanziaria. Si tratta di Alberto Balboni,
senatore di An che andando persino in controtendenza con il proprio partito
si dice convinto "che sia ora spazzare via un fenomeno che davvero non
regge più. I partiti godono già di
un consistente finanziamento pubblico, tra l'altro cresciuto negli ultimi
anni. A questo punto le testate direttamente riferibili alle singole forze
politiche ? incalza Balboni ? devono essere mantenute proprio dai partiti, con i soldi che ricevono dai cittadini. Senza
ulteriori stanziamenti". MA FRA LE TESTATE giornalistiche ce
n'è una, il 'Secolo d'Italia', che è lo storico quotidiano
prima del Msi ed ora di Alleanza Nazionale: "Verissimo, ma chi come An
ha fatto della moralità e dell'etica il cardine della propria
iniziativa politica, ha il dovere di non defilarsi
? afferma il parlamentare ferrarese ?. Se ci sono da fare sacrifici,
dobbiamo farli anche noi. O magari noi per primi". Non
significherebbe, per Balboni, minare le fondamenta del 'Secolo':
"Credo che per i giornali di partito, ancora di più che per i
normali quotidiani italiani, il futuro sia nella 'rete'. Con la diffusione
di Internet, si potrebbe trasformare il quotidiano da cartaceo a online,
senza sacrificare l'informaziona ma anzi potenziandone l'immediatezza. E
sfruttando ? incalza il senatore ? anche le opportunità pubblicitarie
sul web. Lo ha capito il New York Times, che ha appena reso gratuita la
propria edizione online, lo fanno molti giornali italiani e europei. Per i
giornali di partito il taglio ai finanziamenti pubblici potrebbe essere
facilmente compensato". L'IDEA, ABBOZZATA nei giorni scorsi durante un
incontro pubblico, è destinata come detto a diventare una vera e
propria iniziativa parlamentare: "Presenterò un emendamento
alla Finanziaria ? ribadisce Balboni ?, sono convinto di trovare molti
altri colleghi pronti a sottoscriverlo...". Anche in Alleanza
Nazionale? "Diciamo che nel nostro partito c'è un dibattito
interno, perchè il 'Secolo d'Italia' rappresenta comunque un
patrimonio ? prosegue il senatore ferrarese ?; io comunque non intendo farlo
chiudere, nè tanto meno penso di imbavagliare l'informazione politica". Già l'anno scorso comunque un
altro parlamentare (Paolo Galletti dell'Udc) aveva avanzato, timidamente,
una proposta analoga senza però trovare particolare sostegni. Ma da
quel giorno, la roccaforte della 'casta' ha iniziato a vacillare sotto i
colpi dei... grilli: "Non c'entra, l'esigenza di ridurre i costi della
politica dal mio punto di vista non è nuova
? conclude Balboni ?. Ma è sbagliato volerla basare su questioni
come il taglio degli stipendi dei sindaci. Non è certo quello il
vero spreco...". s. l. - -->.
L'ISTITUTO
Beata Lucia si difende. L'inserimento da parte del governo n (sezione: Costi dei politici)
( da "Nazione, La (Umbria)" del 10-10-2007)
Egli enti inutili
da tagliare ha fatto sobbalzare presidente e Cda. "L'elenco
ministeriale ? spiega Carlo Capotosti, presidente del Beata Lucia ? parla
di enti pubblici statali che si sostengono con fondi pubblici. Noi non
siamo un ente statale e le nostre risorse provengono dalla gestione del
patrimonio, quindi nell'elenco non andavamo inseriti. Il ministero è
rimasto al 1978, quando chiuse la prima gestione del Beata Lucia, senza
considerare che l'ente ha riaperto dal 1996 e fa attività,
occupandosi di settori sociali e sostegno. Al Governo abbiamo scritto una
lettera ufficiale per fare presente la situazione, se non verremo tolti
dall'elenco faremo ricorso. Ci autofinanziamo con affitti e vendite del
patrimonio e non abbiamo sovvenzioni pubbliche". Il
Beata Lucia è ora in una bufera che rischia di creare danni
d'immagine e forse anche economici. Capotosti sa che l'ondata di protesta
verso gli enti inutili s'inserisce in tale contesto. "I cinque membri
del Cda. me compreso ? dichiara ? costano all'ente 900 euro l'anno, con un
gettone di presenza di 21 euro lordi e poco più di dieci sedute in 12
mesi". Massimiliano Cinque - -->.
FABRIANO -
LO STIPENDIO del sindaco è d
(sezione: Costi dei politici)
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 10-10-2007)
? FABRIANO ? LO
STIPENDIO del sindaco è di 1070 euro, quello dell'assessore
Paglialunga di 970. Un'operazione trasparenza che il primo cittadino ed uno
degli assessori della Giunta hanno scelto di effettuare attraverso il
Carlino a cui hanno voluto consegnare una copia del bonifico ricevuto dal
Comune per i compensi maturati nel mese di settembre. "Ho piacere -
spiega il sindaco Roberto Sorci - che queste cifre vengano pubblicate in
modo tale che la gente sappia quali sono i reali guadagni. Peraltro a
questa cifra ci sarebbe da aggiungere un'ulteriore sottrazione, quella
dell'aggravio della tassazione che incide sulla mia occupazione come
dipendente di un'azienda privata (la Indesit, ndr). In generale mi sembra
che siamo di fronte a numeri eloquenti. Basti pensare che i consiglieri
regionali intascano stipendi cinque o più volte superiori al
sottoscritto, ma le responsabilità del sindaco personalmente credo
che siano maggiore. Non vi dico quante volte nel cuore della notte sono
stato allertato dalle forze dell'ordine in qualità di responsabile
della Protezione civile per ogni tipo di emergenza". Stessa scelta del
neo assessore all'ambiente che, in tempi in cui tanto si parla di costi
della politica, non fa fatica a rendere pubblico il suo compenso.
"Ormai - spiega Paglialunga - mi dedico al ruolo di amministratore a
tempo pieno: in Comune mi fermo anche dieci ore al giorno. Su quanto si
guadagna lascio giudicare i cittadini, ma di sicuro in questo caso tutto si
può parlare fuorchè di sprechi dell'ente pubblico".
Insomma, tutto si può dire fuorchè i politici di casa nostra
intaschino compensi da nababbi, ma in arrivo potrebbero esserci ulteriori
tagli. La linea dell'austerity, infatti, sembrano volerla sponsorizzare
anche dall'opposizione. E' il consigliere comunale della "Lista
Carmenati", Marco Ottaviani a presentare una mozione che verrà
discussa nelle prossime sedute dell'assise civica e prevede la riduzione
dei costi della politica. In particolare Ottaviani chiede un ulteriore
ribasso che punta a tagliare del 25% i compensi degli amministratori e del
33% il gettone di presenza dei consiglieri
comunali che passerebbe dagli attuali 90 a 60 euro. Alessandro Di Marco -
-->.
Consigli
appassionati, non ci tagliate
(sezione: Costi dei politici)
( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 240, pag. 6 del 10/10/2007
Autore: di Alessandra Ricciardi Visualizza la pagina in PDF
Pressing sulla Finanziaria: in arrivo emendamenti sui costi della politica, l'editoria e i contratti. Consigli
appassionati, non ci tagliate Con meno poltrone nei comuni si rischierebbe
la democrazia Meno consiglieri, meno democrazia. è lo slogan che
ieri tambureggiava al senato, tra un vertice di maggioranza,una riunione di
gruppo e un abboccamento con il governo. Il tema è sempre quello
della Finanziaria all'esame delle commissioni permanenti di palazzo Madama.
L'ufficio di presidenza della Bilancio ha, tra l'altro, fissato i termini
per la presentazione degli emendamenti ai testi della manovra 2008: per le
proposte di modifica al decreto legge, si avrà tempo fino alle 17
del prossimo lunedì. Il termine per la Finanziaria e la Bilancio,
invece, è stato fissato alle 19 di giovedì 18. Insomma manca
poco meno di una settimana all'ora x. E i lavori fervono. Sotto l'ascia
emendativa è finito anche l'articolo 14 del disegno di legge della
manovra 2008, che riduce i componenti degli organi di vertice degli enti
locali, in base al numero di abitanti. Tagli che interessano i consiglieri
circoscrizionali, comunali e provinciali, oltre che gli assessori. Un taglio che già il disegno di legge sui costi della politica, messo a punto dal ministro dell'attuazione del programma di
governo, Giulio Santagata, prevedeva. E che in questa sede era stato
contestato, sotto vari profili, dall'associazione nazionale dei comuni
guidata da Leonardo Domenici. Ora la norma è stata
riformulata nella Finanziaria, all'articolo 14, ma pare destinata ad avere
vita breve. In stesura ci sono infatti alcuni emendamenti, anche di
maggioranza, che attenuano i rigori dei tagli o addirittura li sopprimono.
Perché avere meno consiglieri comunali, è il ragionamento, non
è detto che si traduca necessariamente in un taglio dei costi della politica, giacché gli eventuali risparmi, non ancora
quantificati, non possono essere a priori portati a miglioramento dei saldi
di finanza pubblica. Possono infatti, precisa la relazione tecnica, essere
spesi da parte degli stessi enti per altre voci di bilancio, purché sia
rispettato il tetto del patto di stabilità. "è una norma
neutrale sotto il profilo finanziario, mentre certamente riduce lo spazio
per esercitare il diritto alla rappresentatività", spiega
Martino Albonetti (Rc), dalla commissione bilancio. Insomma, in gioco ci
sarebbe addirittura il pieno esercizio della democrazia. Ma sugli sprechi
della politica è solo l'inizio. Il duo Sd Cesare
Salvi, presidente della commissione giustizia, e Massimo Villone, ha
ricevuto una sorta di delega in materia dai partiti
della sinistra radicale. Gli emendamenti riguarderanno probabilmente anche
il numero dei ministri. Un incontro informale proprio su questo punto
c'è stato ieri con Santagata. Nel mirino anche le consulenze degli
enti pubblici e delle amministrazioni statali, ritenuta insufficiente sia
la norma della Finanziaria sia la direttiva del premier Romano Prodi,
inviata nei giorni scorsi alla presidenza del consiglio e ai ministri senza
portafoglio che vi gravitano, che impone di ridurre del 30% le spese per
tutti gli incarichi esterni. Sono invece a firma del relatore della
Finanziaria in commissione lavori pubblici, Esterino Montino, gli emendamenti
correttivi al settore editoriale, alcuni soppressivi del taglio del 7%
all'editoria assistita e dell'altro 7% per gli sconti sugli abbonamenti
postali. Rispuntano poi le proposte di reintroduzione del credito di
imposta al Sud per l'assunzione di giovani e la tassazione delle rendite
finanziarie. Tra gli emendamenti governativi, il ministro della funzione
pubblica, Luigi Nicolais, sta lavorando con il collega dell'economia,
Tommaso Padoa-Schioppa, all'inserimento di nuove risorse per rinnovare i contratti
dei dipendenti pubblici anche per il 2008/2010. Si tratterebbe di 700
milioni di euro per il 2008 e di 1,2 miliardi per il biennio successivo.
Bisognerà vedere se basteranno a Cgil, Cisl e Uil per revocare lo
sciopero in calendario per il prossimo 26 ottobre.
Manager
Asl, più meritocrazia
(sezione: Costi dei politici)
( da "Italia Oggi" del 10-10-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 240, pag. 27 del 10/10/2007 Autore: di Marco
Gasparini Visualizza la pagina in PDF Al pre-consiglio
dei ministri ddl in materia di sanità e registro dei lobbisti e
pacchetto sicurezza Manager Asl, più meritocrazia Commissioni
d'esame a sorte. Spazio ai pareri dei sindaci Meno discrezionalità politica e più spazio alla meritocrazia nella
scelta dei manager delle Asl da parte delle regioni. Il limite massimo di
età pensionabile per dirigenti ospedalieri e medici universitari
viene inoltre abbassato da 70 a 67 anni. Il ddl di riforma del servizio sanitario nazionale, presentato ieri in pre-consiglio
dal ministro della salute, Livia Turco, sottrae spazio ai poteri di nomina
delle regioni, dà una sforbiciata alle spese previdenziali nella
sanità e spiana la strada all'offerta di nuovi servizi per i cittadini.
Gli ospedali dovranno infatti aprire al pubblico gli ambulatori di
pediatria e di medicina generale. Le due nuove unità faranno capo al
dipartimento cure primarie della struttura sanitaria e dovranno assicurare
turni giornalieri di assistenza di 12 ore garantendo visite domiciliari
anche di notte. Queste le principali novità della bozza di
provvedimento che modifica il dlgs 29/99 accentuando i
criteri di qualità e di sicurezza delle strutture sanitarie
pubbliche e convenzionate presenti sul territorio. Il provvedimento
istituisce, infatti, un sistema nazionale di
valutazione per misurare i risultati ottenuti dalle aziende sottoposte ai
poteri di verifica e controllo delle amministrazioni regionali dando
inoltre più voce in capitolo anche ai comuni che potranno,
tra l'altro, chiedere al direttore generale della Asl di dar conto
dell'impatto delle strategie sanitarie programmate. I direttori generali e
i dirigenti delle unità mediche dovranno pertanto essere selezionati
sulla base di criteri di merito mentre l'autonomia decisionale dei
governatori verrà ridimensionata in modo drastico anche attraverso
l'introduzione dei meccanismi di sorteggio per le commissioni d'esame.
L'obbligo di rendicontazione che grava sulla dirigenza sanitaria sarà
poi reso ancora più restrittivo. I manager dovranno sottoporre le
proprie decisioni sugli aspetti amministrativi di maggiore rilievo, come la
regolamentazione generale dell'esercizio della libera professione
intramoenia o l'autorizzazione a effettuare programmi di ricerca e di
formazione, al parere preventivo del collegio di direzione. Se l'opzione
prescelta disattende le indicazioni dell'organo di supervisione, il
direttore generale sarà tenuto a motivarla. L'insieme di queste
disposizioni adegua le norme che disciplinano l'intero comparto del ssn ai
principi di responsabilità e trasparenza imposti da una sentenza
della Corte costituzionale (104/97) in base a cui i direttori delle Asl
devono essere scelti tra persone in possesso di specifici requisiti
culturali e professionali e sono soggetti a periodiche verifiche degli
obiettivi e dei risultati conseguiti. Una stretta, quest'ultima, che
riguarderà anche i criteri per il rilascio delle autorizzazioni
regionali all'esercizio dell'attività sanitaria da parte degli
ospedali pubblici e privati. L'atto di indirizzo e coordinamento necessario
a perfezionarne l'iter viene infatti sostituito da una vera e propria
intesa tra lo stato e le regioni subordinata a una serie di requisiti
più stringenti, come l'obbligo per la struttura che chiede
l'abilitazione a operare di dotarsi di adeguate forme di assicurazione per
la copertura dei danni derivanti dall'esercizio delle professioni
sanitarie. Sicurezza. Lo schema di ddl annunciato dal ministro
guardasigilli Clemente Mastella, e da quello dell'interno, Giuliano Amato,
approderà al consiglio dei ministri del 12 con una serie di
rilevanti novità anche per quel che concerne i poteri di intervento
da attribuire ai sindaci in materia di gestione dell'ordine pubblico. Il
tema è stato sollevato dall'ordinanza con cui il sindaco di Firenze,
Leonardo Domenici, ha vietato fino alla fine del mese l'attività dei
lavavetri ai semafori in città. Il ddl modifica, infatti, tra
l'altro, il dlgs n. 267 del 2000 al fine di estendere la facoltà del
primo cittadino di emanare provvedimenti contingibili e urgenti di divieto
anche all'ipotesi in cui i comportamenti da mettere a bando minaccino
"la sicurezza urbana dei cittadini" o procurino "grave
pregiudizio al decoro urbano". Ciò a condizione che le misure adottate
vengano tempestivamente comunicate al prefetto. Quest'ultimo, se
l'ordinanza comunale ha effetto anche sulle popolazioni delle
località circostanti, convoca un'apposita conferenza cui prendono
parte i sindaci interessati e il presidente della provincia oltre ad altri
eventuali organismi rappresentativi delle istituzioni e della
società civile. Lobby. Sul modello del congresso americano anche chi
svolge attività di rappresentazione degli interessi sarà
sottoposto all'obbligo di iscriversi in un apposito registro. Lo prevede il
ddl (si veda ItaliaOggi del 3/10) predisposto dal ministro per l'attuazione
del programma di governo, Giulio Santagata. Il provvedimento, esaminato
ieri in pre-consiglio, impone inoltre ai politici e ai pubblici
amministratori il dovere di dare massima trasparenza all'attività di
pressione svolta dai lobbisti.
Rizzo
bacchetta polonioli
(sezione: Costi dei politici)
( da "Alto Adige Trento" del 10-10-2007)
Costi
della politica: "Perché Spagnolli guadagna il triplo del sindaco di
Venezia?" Rizzo "bacchetta" Polonioli L'autore de La Casta:
perché non rinuncia all'indennità? BOLZANO. "Chiedo al sindaco
Polonioli, che guadagna 10mila euro al mese: è possibile rinunciare
all'indennità di carica?". Ha esordito così, ieri sera,
il giornalista Sergio Rizzo, intervenuto alla sala di rappresentanza del
Comune per presentare il suo celebre libro "La Casta", scritto
insieme a Gianantonio Stella per denunciare i costi stratosferici della politica. Un volume che, nel giro di pochi mesi, ha
già superato il milione di copie vendute. Invitato proprio dal
candidato alla segreteria provinciale del Pd Giovani Polonioli, Rizzo non
ha posto al centro dell'attenzione soltanto il sindaco di Laives, ma pure
quello di Bolzano. "Com'è possibile - si è chiesto
l'autore - che il sindaco di Bolzano guadagni quanto un senatore,
ovverossia il triplo del sindaco di Venezia? Credo che il sindaco di
Frascati abbia più o meno gli stessi carichi di lavoro, però
è pagato molto di meno. Cosa farà mai, in più, il
sindaco di Bolzano?". Il pubblico, ovviamente, ha applaudito,
ripetutamente. Grande attenzione l'autore ha suscitato
non sul tema dei costi della politica,
ritenuti necessari se commisurati a dovere, quanto piuttosto delle
disparità fra regioni. "Il Friuli Venezia Giulia - ha
esemplificato Rizzo - 50 anni fa ebbe la sua autonomia per via della
vicinanza alla Jugoslavia comunista. Oggi come oggi la Guerra fredda
non c'è più, ma l'autonomia rimane. Sarebbe dunque da
rivedere, per non generare disparità con le altre regioni. Idem per
quanto riguarda l'Alto Adige. Ormai siamo in Europa, italiani, tedeschi o
francesi. Dobbiamo chiederci se questa autonomia, nata per tutelare la
minoranza germanofona sudtirolese, ha ancora un senso, oggi. Se non ce
l'ha, bisognerebbe apportare dei cambiamenti". (da.pa).
Stop
all'ici sugli alloggi popolari - sisto capra
(sezione: Costi dei politici)
( da "Provincia Pavese, La" del 10-10-2007)
Cronaca
"Stop all'Ici sugli alloggi popolari" Rossetti presidente
dell'Aler: nessun beneficio dal governo Pronto il bando per 45 alloggi a
Fossarmato e all'ex-Macello SISTO CAPRA PAVIA. L'Aler, l'Azienda lombarda
di edilizia residenziale, ha prorogato il bando a fine novembre per
l'assegnazione di alloggi a canone moderato. Ne dà notizia il
presidente Giuseppe Rossetti: "Si tratta di trenta appartamenti a
Fossarmato, in un quartiere in cui l'Azienda ha già costruito 8
alloggi venduti a prezzo convenzionato, e quindici sempre a canone moderato
nell'ex-Macello". Ad essi si affiancano 42 alloggi nella stessa area a
canone sociale, destinati ad anziani e dotati di attrezzature di domotica
(le tecnologie della "casa intelligente") che creano la sicurezza
nell'uso (interruttori salvavita, prevenzione degli incendi e così
via). Ogni edificio è dotato di palestra e studio medico". Per
quanto riguarda le previste riduzioni dell'Ici annuciate dal governo,
"benefici per l'edilizia popolare non ne ho letti - osserva il
presidente dell'Aler - Sarebbe opportuno che il sistema politico tenesse
conto del fatto che si tratta di case popolari e non di appartamenti di
lusso, per cui l'Ici dovrebbe essere esclusa". A fronte del notevole
interesse manifestato dal pubblico, continua Rossetti, si è deciso
di prororogare di due mesi i termini per concorrere ai bandi per i 45
alloggi. Per canone moderato si intendono circa 400 euro di affitto al
mese. Le tre operazioni sono state finanziate in parte dalla Regione in
parte dall'Aler. Nel caso degli alloggi a canone moderato di Fossarmato, si
tratta di un intervento di 4 milioni 167 mila euro, dei quali un milione
343 di finanziamento regionale e 2 milioni 824 di finanziamento Aler. Mentre per i 15 alloggi a canone moderato nell'area
dell'ex-Macello, su un intervento di un milione 896 mila, il finanziamento
regionale è di 571 mila e il fondo Aler è di un milione 323
mila. Per i 42 alloggi a canone sociale, l'opera costa 5 milioni 409 mila
euro, finanziati per 2 milioni 824 mila dalla Regione e 2.584 mila
dall'Aler. Il finanziamento Aler è stato fatto interamente con
ricorso a mutui bancari. Gli otto appartamenti venduti a Fossarmato sono
costati un milione 238 mila euro, interamente finanziati dall'Aler. Vediamo
ora altri alloggi che sono in fase di consegna: 24 a Siziano, di cui 12
venduti e 12 affittati a canone moderato in base alla legge 431, che
saranno pronti a fine mese. L'intervento in questo caso è stato
interamente finanziato dall'Aler con l'accensione di un mutuo bancario
costato 3 milioni 63 mila euro.
Società
pubbliche nel mirino Da novembre meno poltrone Il sindaco: Tagli ai
consiglieri dell'opposizione
(sezione: Costi dei politici)
( da "Giorno, Il (Sondrio)" del 10-10-2007)
Società
pubbliche nel mirino Da novembre meno poltrone Il sindaco: "Tagli ai
consiglieri dell'opposizione" di LAURA DE BENEDETTI ? LODI ? ENTRO IL
7 novembre Provincia, Comune ed altri enti pubblici del Lodigiano dovranno
ridurre il numero dei componenti dei Consigli di amministrazione delle
proprie aziende partecipate, nel rispetto della circolare diffusa dal
Consiglio dei ministri nel luglio scorso, che mira a contenere i costi
della politica. Ci saranno meno poltrone da spartire: la circolare
stabilisce infatti un massimo di tre consiglieri per le società di
diritto privato (come spa o srl) con capitale sociale sotto 2 milioni di
euro, cinque consiglieri nel caso in cui il capitale sia superiore. Il Governo
si aspetta dal provvedimento un taglio netto ai costi per mantenere i
consiglieri, che variano dall'indennizzo annuale al
gettone di presenza. IL COMUNE di Lodi dovrà ridurre i Cda di tre
società, sulle quattro controllate. La Provincia ha una quota in
otto società, ma solo di due detiene la maggioranza: in entrambi i
casi dovrà ridurre i consiglieri. Ad eccezione per la "Giona
Srl", di cui il Comune detiene l'80% (gli altri soci sono Memosis
Società Cooperativa al 10% e Microdisegno 10%), già
composta da 3 membri, dovranno scendere da 7 a 3 i consiglieri della Gis,
Gestione Impianti Sportivi, srl dal capitale sociale di 70mila euro, che fa
capo per il 100% a Palazzo Broletto. Dovranno passare da 5 a 3 i membri del
cda dell'Azienda farmacie, spa da 200mila euro di cui il Comune detiene il
99%. Infine, Astem (una spa con il 98,78% al Comune di Lodi e l'1,22%
diviso fra 34 Comuni) scenderà da 6 a 5 membri del cda, avendo
capitale sociale di oltre 3,57 milioni di euro. Ma Astem è una
holding con più società: il quadro potrebbe risultare
più complesso. Il sindaco Lorenzo Guerini ha scritto ai presidenti
di Gis, Farmacie e Astem, invitandoli a convocare le assemblee per
l'adeguamento degli statuti. Quindi, bandirà gli avvisi per la
presentazione delle candidature nei vari cda. In occasione del dibattito in
consiglio comunale, Guerini ha affermato di essere disponibile a un
confronto con le opposizioni: la riduzione dei posti nel Cda, infatti,
secondo lui "renderà più complesso garantire la presenza di esponenti delle minoranze". Per quanto
riguarda la Provincia, si dovrà intervenire sulla Sisa spa
(controllata al 100%). DATO CHE il capitale sociale è di 1,5
milioni, il cda dovrà scendere da 5 a 3 membri. La Sisa detiene però
il 33,5 % della Line, altra società su cui si dovrà
intervenire. Anche Eal, spa da oltre un milione di euro controllata al 60%
dalla Provincia, si passerà da 5 a 3 componenti. Ci sono
società pubbliche miste a 9 consiglieri, come Lodiprogress, Parco Adda
Sud, oppure a 7 consiglieri come il Consorzio servizi alla persona. Per
queste ultime, si sta valutando se rientrino negli obblighi previsti dal
decreto (anche se i Consorzi dovrebbero esserne esclusi). La costituenda
Sal (Società acque lodigiana) nascerà con un cda a 3. Cap e
Basso Lambro sono altre due che dovranno ridimensionarsi. "Il
problema, con la riduzione dei cda ? dice Mauro Rossi della Lega ? non
sarà garantire le minoranze, a cui volendo potrebbe essere dato un
posto su tre, ma accontentare tutti i membri della maggioranza. Senza di
noi mancherà il controllo e non ci sarà la rappresentanza di
tutta la popolazione. Più che ridurre i cda, si dovrebbero eliminare
enti inutili come Eal compost e Lodicom". - -->.
Spa
pubbliche, un'ondata di stipendi
(sezione: Costi dei politici)
( da "Secolo XIX, Il" del 10-10-2007)
Imperia, Sanremo
e provincia: ecco i costi delle poltrone I presidenti più pagati?
Primo "Area 24", poi Casinò, Riviera Trasporti, Amaie e
EcoImperia Sanremo. Il più pagato è il presidente di
"Area 24 Spa" (la società per il riuso dell'ex ferrovia),
l'ingegnere Tullio Russo, che percepisce oltre 63 mila euro lordi annui,
molti di più del presidente della Casinò Spa, Donato Di
Ponziano. Ma si parla di società importanti, impegnate su fronti
strategici. Fatte le debite proporzioni, forse colpiscono di più i
24.180 euro riconosciuti dalla Provincia a Ettore "Puni" Rainieri
(Forza Italia, ex presidente del Consiglio sanremese e provinciale), chiamato
a guidare la "Villa Magnolie Spa", società creata ad hoc
per gestire un'unica operazione: la ristrutturazione dell'omonima villa
sanremese da trasformare in seconda sede del Liceo Cassini. Per non parlare
della Spei (Società per la promozione dello sviluppo economico imperiese),
ente che aveva il compito di reperire gli ex finanziamenti legati ai
"patti territoriali", ora in via di smobilitazione, affidato a un
altro ex consigliere provinciale forzista, il sanremese Vittorio Rovere,
che come amministratore unico riceve un compenso di 12.394 euro. Sono
alcuni esempi, per quanto riguarda Sanremo e la
provincia di Imperia, dei famosi costi della politica e
della pubblica amministrazione (comunque targata, di centrodestra o di
centrosinistra), a volte giustificati altre assai meno, e più che
mai al centro di discussioni e polemiche, soprattutto sull'onda delle
campagne lanciate da Beppe Grillo. Nomi ed emolumenti delle
società partecipate da Provincia, Comuni di Sanremo e di Imperia,
peraltro, sono pubblicati sui siti Internet dei rispettivi enti, in
applicazione delle leggi sulla trasparenza. Nessun segreto, insomma, anche
se poi le informazioni difficilmente vanno oltre gli addetti ai lavori. Tra
l'altro, confrontando gli stipendi dei componenti dei vari Consigli di
amministrazione, si notano singolari differenze, ad esempio, tra Imperia e
Sanremo, o tra società che appiono analoghe per ruolo e dimensione,
anche se i paragoni non sono mai semplici. Tra gli enti partecipati dalla
Provincia, ci sono il Centro di formazione "Pastore", con 18.600
euro lordi annui al presidente Massimiliano Iacobucci (An); e l'Autostrada
dei Fiori, con i 5.000 euro per i consiglieri Gianni Solinas (An) e
Maurizio Zoccarato (coordinatore sanremese di Forza Italia) Sugli
emolumenti dei presidenti c'è comunque un tetto massimo fissato
dalla legge Finanziaria: non deve superare l'80 per cento
dell'indennità del sindaco o del presidente della Provincia. Una
limitazione che non tocca però il presidente di "Area 24"
Tullio Russo - scelto in virtù di un accordo tra il presidente della
Regione Claudio Burlando (Ds) e il sindaco di Sanremo Claudo Borea -,
considerato che il Comune ha solo il 43 per cento di partecipazione nella
società, e che il 43 per cento della Regione in realtà fa
capo alla sua finanziaria Filse. In altre parole, la Spa non ha un capitale
maggioritario direttamente espresso da enti pubblici. E' stato invece
rigorosamente ricondotto nei limiti della Finanziaria lo stipendio di
Donato Di Ponziano, collocato da Borea alla presidenza della Casinò
Spa: i suoi 47.120 euro lordi annui corrispondono all'80 per cento
dell'indennità (58.900 euro lordi all'anno) riconosciuta al sindaco.
Al vicepresidente Gianni Donetti (Forza Italia), nominato dalla Provincia,
vanno 35.340 euro; ai consiglieri Silvio Maiga (Uniti per Sanremo), Roberto
Del Beccaro (lista Borea) e Dario Biamonti (Ds), 20.615 euro a
testa."Ma già con il precedente Cda della Casinò Spa -
precisa Borea - noi avevamo provveduto a dimezzare gli stipendi rispetto al
passato. Così come all'Amaie li abbiamo ridotti del 50 per
cento". Nelle due aziende, è semmai estremamente rilevante il
costo del management (che ovviamente lavora a tempo pieno): al
Casinò gli stipendi del direttore generale Cristian Lefebvre e del
direttore dei giochi Annibale Rigotti si avvicinano ai 200 mila euro lordi
annui a testa (ma ci sono anche le variabili legate ai premi di risultato);
un po' più basso quello del direttore del personale Salvatore
Caronìa. All'Amaie, il direttore generale Giancarlo Bellosta percepisce
180 mila euro lordi all'anno, il vicedirettore Angela Ferrari 130 mila.
Claudio Donzella 10/10/2007 Imperia. Quanto costano le poltrone che contano
nelle diverse società partecipate del Comune di Imperia? Basta un
clic sul computer dell'ufficio o di casa per scoprirlo. Sul sito
www.comune.imperia.it c'è tutto, anche un documento che per la
trasparenza dell'attività amministrativa è finito on line.
Sul foglio elettronico spuntano tutti i nomi delle società che
contano: dall'Ecoimperia alla Spui, dall'Amat alla Porto d'Imperia spa.
Sono riportate le quote o azioni che il Comune ha versato nelle srl e nelle
Spa e soprattutto quanto guadagnano presidenti e consiglieri di queste
società. Si scopre così che il gettone percepito da Umberto
Cuoghi, tutt'ora presidente del Consorzio deleghe in agricoltura per il
quale il Comune versa ogni anno 30 mila euro, è di 7.776 euro
l'anno. Dello stesso consiglio fanno parte anche Enzo Ranise e Igino
Gelone. Per loro i gettoni sono di 3.240 euro
ciascuno, lordi annui s'intende. Ben più ricco quello di Massimo
Faraldi, che è però presidente dell'EcoImperia Spa. Ogni anno
percepisce qualcosa come 25.560 euro. Come consiglieri della Spa fanno
parte dell'azienda e sono pagati dalle stesse casse anche Sergio Castellini
1.040, Francesco Giribaldi 910 euro, mentre guadagna qualcosa in più
Stefano Pugi: il suo gettone ogni anno è pari a 5.558 euro.
Scorrendo la lista delle società figura naturalmente anche l'Amat,
l'azienda che si occupa della gestione e della manutenzione degli impianti
dell'acquedotto cittadini. A capo della Spa figura Franco Amoretti. Il suo
gettone è meno sostanzioso rispetto a quello di Massimo Faraldi, ma
ugualmente consistente: 22.310,94 euro. Come consiglieri della Spa fanno
parte anche Emilio Broccoletti che ogni anno guadagna 16.733 euro, mentre i
gettoni percepiti da Fabrizio Gramondo, Luca
Volpe, Antonio Di Marco e Angelo Limarelli sono pari a 9.180 euro. Nello
stesso elenco c'è ovviamente il capitolo che riguarda la neonata
Porto d'Imperia Spa. Anche in questo caso sono riportati i nomi dei
consiglieri e i compensi percepiti durante il 2007. Per Teodoro Amabile il
gettone è pari a soli 1.800 euro, 1000 euro per Marino Arimondi,
mentre Marco Tedeschi e Luciano Garibaldi guadagnano 800 euro a testa
all'anno. Ben più importante il compenso destinato a Franca
Rambaldi, consigliere della Spui, la società di promozione per
l'Università Imperiese, pure quella è una società per
azioni. Almeno per il 2007 il compenso che le viene garantito è pari
a 10.845 euro. Il Comune poi vanta anche quote e azioni all'interno di
importanti società che operano sul territorio. La quota
nell'Autostrada dei Fiori è pari all'1,42 %; nell'Autostrada
Albenga-Garessio è del 3,50%, nell'Ava, l'Aeroporto Villanova
d'Albenga è del 6 %. Decisamente irrisorie invece le quote di
partecipazione alla Filse 0,052 %, alla Riviera Trasporti Spa con lo 0,024
%. Per l'Amat Spa le azioni sono invece superano il 59 %. Giò
Barbera 10/10/2007.
Infermieri,
per i concorsi non ci sono soldi
(sezione: Costi dei politici)
( da "Centro, Il" del 10-10-2007)
Cronaca
Infermieri, per i concorsi non ci sono soldi La Asl annuncia che per
reperire personale si scorrerà la graduatoria di mobilità
CHIETI. Non ci sono riserse nel bilancio aziendale che possano sostenere
l'assunzione di altri infermieri. Per questo la Asl va avanti con il
progetto degli accorpamenti dei reparti, che si traducono nella
condivisione di spazi e risorse umane da parte di diverse realtà
assistenziali. Sul matrimonio tra geriatria e neurologia però scatta
il no secco dei medici. I sindacati di categoria rifiutano l'accorpamento
dei reparti al policlinico. Il dissenso è espresso in un documento
unitario che sta vedendo la luce in queste ore. L'azienda ribadisce di
essere blindata nella spesa per il personale e di non avere altra scelta.
Più volte lo hanno ribadito il manager Mario Maresca e la direttrice
sanitaria Raffaella Lepore. Un concorso bandito l'anno scorso per gli
infermieri, che attrasse ben 1500 domande, verrà probabilmente
ancora rimandato proprio perché troppo oneroso. A sottolinearlo è
Lepore, che aggiunge: "E' molto più conveniente far scorrere la
graduatoria di mobilità. Sono 400 le domande di
chi vuole venire a lavorare qui da altre aziende del sistema sanitario nazionale e noi siamo arrivati a scorrere per il momento soltanto fino
alla duecentesima posizione". Per questo niente concorso ma solo
graduatoria di mobilità per navigare a vista in attesa che arrivino
nuovi fondi dalla Regione. Questa la posizione della Asl, che
replica così anche alla sindacalista della Cgil, Angela Scottu, che
sollecita un incontro urgente con azienda e assessorato regionale alla
sanità per scattare una fotografia di quanti oggi lavorano a tempo
determinato e possono entrare in pianta stabile nelle more dell'ultima
finanziaria. "Siamo disposti all'incontro", riprende Lepore,
"il problema è che risorse utili ad applicare i dettami della
finanziaria non ci sono. Tuttavia, nella prossima riunione con i sindacati
non ci tireremo indietro a discuterne ampiamente". Sulla pianta degli
accorpamenti, Lepore glissa in attesa di conoscere i dettagli del documento
sindacale dei medici. Una presa di posizione dura verso gli accorpamenti da
cui si discosta Scottu. "Sono solo temporanei", dice la
sindacalista, "entro fine dicembre al massimo finiranno, come per
stessa ammissione dei vertici aziendali. Del resto proprio per la
neurologia è nel progetto della Asl la costituzione di una
unità per l'ictus, stroke unit, centro di terapia per le malattie
cerebrovascolari acute, con sei posti letto, per il quale già sono
stati fatti investimenti di alcune decine di migliaia di euro. Indice che
la Asl punta su unità specialistiche di qualità che non
appiattiscano il livello di professionalità delle diverse figure
impiegate nei servizi di assistenza". Sipo Beverelli.
[FIRMA]GIOVANNA
FAVRO Tanto tuonò che piovve. E' calata la scure sui consulenti del
tea (sezione: Costi dei politici)
( da "Stampa, La" del 10-10-2007)
Tro Stabile, che
in un consiglio d'amministrazione di pochi giorni fa ha deciso un'autentica
mannaia sui contratti di consulenza già giunti a scadenza o prossimi
alla conclusione. Al 31 dicembre, l'elenco dei cosulenti non rinnovati
totalizzerà una decina di nomi, con un risparmio per le casse del
teatro di circa un milione. La testa più illustre che cadrà
sarà quella di Bruno Borghi, 65 anni e suppergiù quaranta di
lavoro in diversi teatri italiani. E' il braccio destro del direttore
artistico Walter Le Moli: chiamato a Torino da Le Moli stesso, ha ricoperto
in via Rossini il ruolo di direttore organizzativo, e tuttora è il
braccio organizzativo del direttore nella programmazione e produzione degli
spettacoli. Se ne andrà anche Tiziano Santi, scenografo di punta
durante il "Progetto Domani" affidato in occasione delle
Olimpiadi a Luca Ronconi. Lascerà lo Stabile anche il segretario
generale Marina Bertiglia. L'ex provveditore agli studi aveva a suo tempo
abbandonato l'amministrazione scolastica, divenendo dirigente per il
Comune: è questo ente, e non lo Stabile, che paga il suo stipendio.
Era stata richiesta dallo Stabile al Comune - in particolare da Borghi e Le
Moli - in vista dello sforzo del teatro per il palinsesto olimpico.
"Ora quel progetto - dice la stessa Bertiglia - è ampiamente
concluso, e il mio distacco dal Comune è terminato. Non c'è
ancora nulla di ufficiale, ma è probabile che andrò ad
occuparmi del Comitato per Torino 2011". A ragionare di quanto
è accaduto negli uffici di via Rossini è il vicepresidente
dello Stabile, Filippo Fonsatti, che ha la delega per l'organizzazione e il
personale. Respinge con forza l'idea del terremoto: "E' fisiologico,
nei teatri, che alcuni contratti non vengano rinnovati. L'uscita di Borghi
avviene comunque in modo consensuale, sereno, indolore. Lo stesso Le Moli
non ha in alcun modo eccepito né su questa decisione, né sulle altre
consulenze cui rinunciamo". Motivo della
decisione? "Vogliamo valorizzare le risorse interne. Abbiamo da poco
regolarizzato 7 precari, vogliamo investire sui giovani". In
più, le Rsu avevano protestato per il costo dei consulenti, "ed è noto a tutti il quadro di contrazione dei
finanziamenti. Con questa operazione risparmiamo circa un milione,
pari al 15% del costo totale del personale. Ci piacerebbe investire queste
risorse nella produzione e nell'aumento in qualità e quantità
dell'offerta per il pubblico". Per quanto smentiti dai vertici del
teatro, la scure sui consulenti ha immediatamente
alimentato gossip, dietrologie e pettegolezzi dietro le quinte. Si tratta
indubbiamente della rinuncia a uno dei principali, se non al principale,
collaboratore di Le Moli, oltre che ad un team scelto da lui. Un taglio che
arriva dopo la riduzione del compenso del direttore stesso e dopo un
periodo di dice-dice addirittura sulla sua permanenza in teatro. Se il
taglio degli emolumenti non aveva impensierito Le Moli, interessato
più che altro al ruolo che lo Stabile giocherà in futuro in
Italia e nei teatri europei, qualcuno era convinto che questa volta avrebbe
perso la pazienza. Così non è stato: non ha eccepito con i
consiglieri d'amministrazione, e Borghi ha del resto scritto una garbata
lettera in cui annuncia la sua volontà, quasi a prescindere dalle
decisioni dell'ente, di lasciare Torino: "Ho informato il direttore Le
Moli della mia intenzione di non continuare la mia collaborazione in
coincidenza con la scadenza del contratto. Dopo oltre 5 anni è
arrivato per me il tempo di concludere questa esperienza e di dedicarmi ad
aspetti professionali che mi offrono nuovi stimoli. Sono molto felice
d'aver operato in un teatro che più di ogni altro ho considerato
vicino ai miei convincimenti culturali, professionali e politici. Mi auguro
di lasciare tra colleghi e amici un buon ricordo, come quello che
conserverò di loro". C'è chi dice che andrà in
pensione, e chi che volerà nella capitale, città verso cui un
gossip - smentitissimo pure questo - darebbe in partenza anche Le Moli:
è ottimo amico di Veltroni, che gli avrebbe chiesto di succedere a
Giorgio Albertazzi al Teatro di Roma.
( da "Trentino" del 10-10-2007)
Attualità
Il costo della politica
Il costo della politica
e i nostri "carrozzoni" La politica
è una macchina infernale che si autoalimenta. Se qualcuno ha dei
dubbi lo invito a leggere il libro di Rizzo e Stella "La Casta".
Leggendo il libro ti rendi conto di quanto spreco di denaro pubblico ci sia
stato e ci sia tuttora nelle sedi parlamentari. E poi quasi
tutte le sere ti spiegano che siamo in un momento difficile e che tutti gli
italiani devono tirare la cinghia, pagare più tasse in attesa che la
barca si raddrizzi, ci sia più lavoro, gli stipendi aumentino per
tutti e si riesca finalmente a fare il giro del mese con lo stipendio che
ti daranno. I nostri politici invece, una volta raggiunta la poltrona
stabiliscono quanto stipendio spetta a loro, ogni quanto è previsto
l'aumento e l'entità di questo ultimo, quante indennità gli
spetta, le esenzioni, i servizi gratuiti ecc. In questi ultimi giorni, dopo
il V-day di Grillo, qualche politico è uscito dicendo che bisogna
contenere i costi della politica. Ma se ce
n'è uno che la pensa così, ce ne sono almeno 500 che pensano
invece di alimentare ulteriormente il costo della politica
e i loro privilegi; questo vale sia per la politica
nazionale che locale, (legge Amistadi con raddoppio delle indennità
degli amministratori locali; Comunità di valle che sostituiscono i
Comprensori ma con un aumento da 11 a 16; vitalizio ai sindaci). Uno
schifo. Se si tiene conto di quanto percepiscono i parlamentari italiani
rispetto ad altre realtà europee nonché al numero di parlamentari in
rapporto alla popolazione, per ridurre drasticamente il costo complessivo
del "carrozzone" avrei una proposta: dimezzare i parlamentari;
ridurre a due terzi lo stipendio di ciascuno ed eliminare la quasi
totalità delle indennità e rimborsi vari. Sarebbe poi
opportuno modificare le leggi che regolamentano i vitalizi, dato che
vengono percepiti in seguito a pochissimi anni di attività
parlamentare. Quando vieni a conoscenza di certe realtà ti viene da
dire: "sarebbe meglio non sapere niente, almeno non mi viene il mal di
stomaco", e aggiungi: "non vado più a votare perché non
c'è nessuno degno di fiducia" poi alla fine decidi di andare a
votare per il meno peggio. Fulvio Marcolla MONTEVACCINO Stragi del sabato
sera? Chiudiamo prima i locali Caro direttore, finché il governo non si deciderà,
sfidando le pressioni dei gestori, a regolamentare gli orari di apertura e
chiusura dei locali notturni il problema delle stragi del sabato sera non
sarà risolto. Ma perché dobbiamo aspettare mezzanotte per andare in
discoteca? Chi ha avuto la buona idea di aprire il locale alle 10 con
chiusura alle 2, si è visto aumentare anche gli incassi. Allora
perché non cambiare? Alex Innocenti TRENTO Accordo sul welfare ecco perché
ho votato "sì" Ho partecipato come lavoratore dipendente
di un'azienda privata alla consultazione promossa dal sindacato
sull'accordo sul welfare, e ho votato "si". A molti di noi
riformisti non piace lo scontro che si è aperto sull'accordo. Da una
parte c'è la sinistra massimalista (e non solo la Fiom, schierata
esplicitamente per il no), sempre alla rincorsa del "più
1", anche sulle pensioni d'anzianità, per le quali il governo
ha addirittura accettato di pagare l'abbassamento dell'età
pensionabile con l'aumento dei contributi previdenziali a carico dei
giovani precari: non è certo questo un grande esempio di
equità intergenerazionale. Dall'altra parte vediamo la posizione di
chi difende a oltranza ogni aspetto di quell'accordo quasi fosse un
tabù. Crediamo, invece, che sulle pensioni di anzianità si
sia dato anche troppo, ma che sui contratti a termine e sui co.co.co. si
possa fare di più. Occorre avviare con un vero sistema di
ammortizzatori sociali, secondo il modello europeo della flex-security,
spostando risorse finanziarie dalle pensioni alle politiche attive del
lavoro. E occorre una politica di riforme del
mercato del lavoro che ne riduca il dualismo d'ingresso, secondo quella che
era anche l'ispirazione iniziale di Marco Biagi. L'idea di un contratto
unico d'ingresso nel lavoro dipendente con tutele flessibili e progressive
nel tempo dovrebbe essere la parola d'ordine dei veri riformisti, superando
alcune delle rigidità attuali dello statuto dei lavoratori e
riducendo il ricorso abusivo ai contratti a termine e a quelli di
collaborazione coordinata e continuativa cui sono condannati troppi giovani
e troppe donne nel nostro paese. Nicola Zoller ROVERETO Viva la Galleria
Civica e la sua visione globale Qualche giorno fa ero a Milano e parlando
con Vittorio Sgarbi, curatore di una bella mostra a Palazzo Reale, mi sono
sempre più reso conto di come a Trento ci sia bisogno di uno spazio
di arte contemporanea come la Galleria Civica. Il mondo al di là dei
confini regionali corre e cerca nuove idee anche per l'arte. E quello che
può proporre uno spazio espositivo d'avanguardia lo capisce solo chi
ha la possibilità di viaggiare e visitare nuove realtà, nuove
forme d'arte, nuovi linguaggi. Non è un caso che Maurizio Cattelan
abbia già dichiarato il suo apprezzamento per l'iniziativa trentina.
Basta vedere l'arte fotografica di David La Chapelle, un genio che trova
spazio a Palazzo Reale proprio in questi giorni. Ecco mostre così,
potrebbero avere un enorme rilievo anche in una realtà come quella
trentina, se davvero c'è questa ambizione di primeggiare in campo
internazionale. Flavio Bertolini TRENTO Bordello e Calcio Trento Berasi da
cartellino rosso Sulla vicenda del "Bordello austriaco sponsor del
Calcio Trento" mi sento di stigmatizzare il provocatorio atteggiamento
dell'assessore Berasi che si sentirebbe "offesa, come la maggioranza
delle donne trentine". Ritengo che ben più offesi possono
ritenersi quei trentini, donne o uomini che siano, che devono sopportare
l'esercizio quotidiano della prostituzione "italiana" sotto le
finestre di casa, e devono subire che i propri figli ritornino da scuola
attraversando il "mercato pubblico del sesso"; tutto ciò
per il falso perbenismo di chi sposta invece sul suolo pubblico la
prostituzione ed il relativo degrado. Offesi, cara assessore, sono pure
quei trentini che vedono gli sprechi di denaro
pubblico per il finanziamento, magari a trattativa privata, di strutture
sportive (stadio di Mezzocorona o Mezzolombardo) che poi risultano persino
inadeguate all'utilizzo del calcio di IV serie, non certo della Champions
League. Sarebbe anche ora che si degnasse di spiegare come mai solo nella
nostra provincia si finanziano i campi sintetici senza gare di appalto ma
con trattative private; se mi sbaglio sarò pronto a chiederle scusa,
sennò mi riterrò certamente offeso quale cittadino titolare
di un'etica morale un po' diversa. Offesi sono quindi gli sportivi trentini
e di Trento, che vedono sistematicamente ignorato il Calcio Trento a
dispetto di squadre che rappresentano poco più di un piccolo
quartiere della città capoluogo; sarebbe così interessante
sapere quali contributi sono riservati per il campionato in corso alle
principali società sportive dal "sistema Provincia" e
quindi anche dalle società pubbliche. Le ricordo infine che risulta
alquanto strumentale, proprio alla vigilia dell'esordio
"casalingo" in trasferta a Trento del Mezzocorona, che si rilevi
una sponsorizzazione datata di oltre un anno e peraltro esposta su tutti i
taxi di Bolzano e su svariate realtà regionali. Fare del moralismo
mi sembra alquanto fuori luogo; forse avrebbe fatto meglio a garantire alla
squadra del capoluogo quelle sponsorizzazioni "ad personam" che
invece ha dispensato in ogni dove in una stagione sportiva a ridosso delle
prossime elezioni. Ritengo ad ogni buon conto che i Dirigenti del Calcio
Trento debbano sentirsi orgogliosi di una squadra ai vertici del proprio
campionato, e soprattutto di un fiorente settore giovanile, laddove hanno
previsto alte funzioni sociali con la presenza di un "tutor"
addetto ad oltre 200 ragazzi impegnati nello sport. Meglio comunque utilizzare
per lo sport soldi esteri e legali, sia pure provenienti dal mondo del
"divertimento", piuttosto che sprecare i fondi pubblici elargiti
dalla Provincia per discutibili esibizioni di procaci signorine che ben
poco hanno a che spartire con le educande o le missionarie del terzo mondo.
Andrea de Bertoldi TRENTO Quella gita in ciclabile con tantissimi
"angeli" Martedì scorso tre classi del liceo scientifico
di Primiero hanno vissuto una giornata particolare con i loro insegnanti.
Un nutrito gruppo di 50 persone - tra studenti e accompagnatori - ha
percorso in bicicletta i 50 km di pista ciclabile, che uniscono Trento a
Riva. Il cielo era terso, l'aria frizzante e la voglia di pedalare ha
coinvolto tutti. L'esperienza era stata ideata per favorire la conoscenza tra
i ragazzi del corso e consentire loro di apprezzare alcune tra le
più importanti cittadine della provincia. Stava andando tutto per il
meglio, quando - pochi chilometri prima di Rovereto - la grattata sinistra
di una catena ha decretato uno stop improvviso: il cambio di una bicicletta
si era sfasciato. Per fortuna di lì a qualche chilometro c'era il
bicigrill di Nomi. Il gestore della struttura ha subito capito la
gravità del guasto ed ha offerto la propria bici allo studente che
ne era rimasto privo, perché proseguisse il percorso con il gruppo, senza
voler alcun compenso. Dopo il pranzo a Rovereto il gruppo si è
rimesso in viaggio verso Mori, ma alla prima salita... Una foratura era
immediatamente seguita dalla rottura della catena di un'altra bici! Grazie
al cielo un solerte riparatore di biciclette di Mori ha aperto con un'ora
di anticipo il suo laboratorio e in breve ha riparato le due biciclette e
ne ha revisionato una terza. Alle 16 il gruppo era a Riva, per ammirare un
panorama mozzafiato sul lago e trovare, dopo il giusto riposo, il bus che
avrebbe riportato tutti a casa. Ma questo non sarebbe potuto accadere senza
la grande disponibilità e la professionalità trovate lungo il
viaggio. Un grazie sincero da studenti e insegnanti a coloro che hanno risolto
i nostri guai tecnici. Luca Brunet PRIMIERO.
Infermieri
la asl ricorre alle graduatorie
(sezione: Costi dei politici)
( da "Centro, Il" del 10-10-2007)
PERSONALE Infermieri
la Asl ricorre alle graduatorie CHIETI. Non ci sono soldi per fare concorsi
ed assumere infermieri. Per reperire il personale i
vertici della Asl dicono che è molto meno oneroso far scorrere le
graduatorie di mobilità. Sono 400 le domande di chi vuole venire a
lavorare negli ospedali teatini da altre aziende del sistema sanitario nazionale. Per garantire l'assistenza la Asl ha accorpato anche i
reparti ma i sindacati dei medici dicono no. La Cgil funzione
pubblica invece si discosta assicurando che il provvedimento è
temporaneo. (In Chieti).
Riduzione
dei deputati Dina (Udc) boccia il disegno di legge (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta del Sud" del 10-10-2007)
Ars La proposta
di Speziale e Barbagallo Riduzione dei deputati Dina (Udc) boccia il
disegno di legge PALERMO Il vicepresidente dell'Ars, Lillo Speziale (Ds) e
il capogruppo della Margherita Giovanni Barbagallo, hanno presentato in
conferenza stampa il disegno di legge che prevede la riduzione del numero
dei deputati dell'Assemblea regionale da 90 a 70. "Presenteremo in
aula questo ddl con lo scopo di contrastare il fenomeno di disaffezione nei
confronti dei partiti, delle istituzioni e delle politica ha detto Speziale D'altra parte bisogna
considerare che un'Assemblea composta da un numero minore di rappresentanti
è in grado di legiferare in modo più spedito e accelerare i
processi decisionali". "Il ddl è un
passo concreto verso l'abbattimento dei costi della politica ha aggiunto Barbagallo Le istituzioni devono dare l'esempio.
Partendo dall'Ars, che è il consiglio regionale con il maggior
numero di componenti, potremo presto ridurre anche i consiglieri comunali e
provinciali e i componenti delle giunte". Dopo l'eventuale
approvazione in aula del ddl, il provvedimento dovrà essere votato
dal Parlamento in quanto andrebbe a modificare il comma 1 dell'articolo 3
dello Statuto speciale della Regione. "Trovo che l'equazione meno
deputati regionali uguale meno costi della politica
sia profondamente errata. Inoltre ritengo che una riduzione impropria dei
costi per le Istituzioni riduca nei fatti la democrazia", afferma Nino
Dina, capogruppo Udc all'Ars, commentando il Ddl.. "Il numero dei
deputati non può essere commisurato all'entità delle
competenze del parlamento, che appaiono ridimensionate in seguito
all'elezione diretta del presidente della Regione. La rappresentanza politica in seno all'Assemblea regionale siciliana
continua Dina deve essere legata alla storica strutturazione della
istituzione parlamentare e alla necessità di rappresentanza dei
territori e dell'elettorato" (mercoledì 10 ottobre 2007).
L'indennità
è già stata ridotta
(sezione: Costi dei politici)
( da "Trentino" del 10-10-2007)
Provincia
"L'indennità è già stata ridotta" Non
passano i tagli alla busta paga degli amministratori ARCO. Niente tagli
allo stipendio di sindaco ed assessori. Il consiglio comunale di Arco,
nella riunione dell'altra sera, ha respinto la mozione (la maggioranza si
è astenuta) presentata dalla coalizione Caproni in cui si proponeva
la riduzione del 20% delle indennità di giunta
comunale e presidente del consiglio e dei gettoni di presenza dei consiglieri. Il sindaco Veronesi ha colto l'occasione
per ricordare la scelta, da lui intrapresa lo scorso anno, di decurtare la
propria "paga" del 20 per cento (5600 euro lordi anziché i 6969
euro fissati dalla legge Amistadi) e di conseguenza quelle dei suoi colleghi
di giunta. Un'iniziativa che lo aveva proiettato sulle prime pagine
di tutti i giornali e che la mozione, come sottolineato con rammarico dallo
stesso sindaco, non cita in alcun modo. "Con questa iniziativa - ha
commentato Maurizio Zambarda - abbiamo voluto proporre un ulteriore segnale
da dare alla gente in un momento particolare". "La legge Amistadi
non è un dogma - ha sottolineato il primo firmatario della mozione
Sergio Prandi - e pertanto la giunta poteva anche mantenere inalterate le
proprie indennità, senza aggiornarle ai nuovi parametri per poi
ridurle del 20 per cento. E incassando gli arretrati che per qualcuno della
giunta ha significato ricevere 20 mila euro in un colpo solo. Ma quello che
sconcerta di più è il raddoppio, rispetto alla legislatura
precedente, che hanno subìto le indennità degli assessori.
Bisogna partire dal basso per dare l'esempio ed è questo ciò
che chiediamo all'amministrazione". A quel punto Veronesi ha lanciato
una frecciatina al suo ex vice sindaco: "Non so se nel gruppo Caproni
tu sei il più adatto a parlare - ha sbottato il primo cittadino - e
vorrei ricordarti che a conti fatti abbiamo risparmiato più soldi
noi con le nostre riduzioni rispetto a chi ha rinunciato agli
arretrati". A dar man forte al sindaco ci hanno pensato Nilla
Bertamini, Bruna Todeschi e Max Amistadi. (gl.m.).
Iniziamo a
tagliarli questi costi della politica
(sezione: Costi dei politici)
( da "Nuova Ferrara, La" del 10-10-2007)
Il
capogruppo dell'Ulivo propone anche di ridurre i membri delle commissioni
"Iniziamo a tagliarli questi costi della politica" La sfida
di Vitarelli: amministratori unici al posto dei cda e meno circoscrizioni
"Sul tema dei costi della politica
sarebbe importante se ciascun amministratore, ciascun politico, nei limiti
delle proprie responsabilità e competenze, cominciasse a
fare un passo in avanti. Spesso capita di sentire dichiarazioni dalle quali
sembra che tutto dipenda da altri, siano essi sindaci o governatori o
presidenti del consiglio". Inizia così la riflessione del
capogruppo comunale dell'Ulivo Gianluca Vitarelli, che sollecita la politica ferrarese e il centrosinistra a uno sforzo di
coerenza. "C'è qualcosa che possiamo e dovremmo fare,
possibilmente in tempi rapidi". Tra le cose da fare vi sono quelle
previste dalla Finanziaria 2007 e meglio specificate dal decreto (dpcm)
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 7 agosto che stabilisce di portare
a 3 o a 5 i consigli di amministrazione delle aziende pubbliche. E' un
adempimento che, almeno sulla carta, andrebbe assolto entro il 7 novembre.
In questa direzione sono già state prese delle decisioni, il cda
dell'Amsefc ad esempio è stato recentemente ridimensionato a tre.
Vitarelli dice di procedere con passo spedito su questa strada e di non
limitarsi a fare bene questo compito dettato da altri. "Ridurre i cda
della aziende pubbliche è indubbiamente un passaggio importante, ma
a mio modo di vedere non può essere il solo e soprattutto deve
essere accompagnato anche da un salto culturale significativo". Il
salto è anche vedere dove si possono tagliare dei costi e avere il
coraggio di farlo senza tanti tentennamenti. Esiste una commissione
consiliare che ha questi compiti e Vitarelli le fornisce materia per lavorare.
"Sono convinto che tutti i cittadini paghino un costo molto elevato
alla frammentazione politica. Vi sono esigenze di
rappresentanza che rispondono a delle semplici regole di democrazia, ma
comportano delle conseguenze che sarebbe opportuno verificare alla luce del
crescente distacco tra politica e cittadini".
Vitarelli propone intanto di mettere mano ai regolamenti comunali per
ridimensionare le commissioni e mettere un freno alla proliferazioni dei
gruppi: appena nasce un nuovo gruppo, anche se minuscolo, in nome della
rappresentanza cresce automaticamente il numero dei commissari e quindi dei
gettoni. "Ridurre oggi il numero dei commissari comporterebbe per il
gruppo dell'Ulivo una rinuncia a diverse rappresentanze, ma questo è
coerente con il disegno di semplificazione del quadro politico che ci siamo
dati come obiettivo. Servono poi regole che penalizzino la frammentazione,
mentre quelle attuali la incentivano e fanno lievitare i costi". La
seconda proposta di Vitarelli è decisamente più chirurgica:
"Le società della Holding del Comune dovrebbero essere gestite
da amministratori unici e non da consigli di amministrazione". La
Holding Ferrara Servizi, nata pochi mesi fa, controlla cinque aziende:
Ferrara Tua (cda di 6 membri), Amsefc (3) Agea Reti (5), Acosea impianti
(9) e Ferrara Arte (amministratori unico). Vitarelli si spinge oltre:
"Oltre all'immediato, benefico riflesso sui conti del Comune, si
creerebbero le condizioni per operare una vera riforma della governance
puntando su responsabilizzazione, trasparenza e controllo, rilanciando il
ruolo della Holding. Ma c'è anche un rischio. Per dare seguito a
questi obiettivi è necessario puntare sulla competenze e la
professionalità degli amministratori e non sulla ricerca di equilibri
e visibilità tra le forze politiche". Vitarelli rilancia la
proposta di Sateriale di ridurre le circoscrizioni: "E' assolutamente
necessario mettere mano al regolamento del decentramento per riformarlo e
diminuire il numero delle Circoscrizioni". Vitarelli motiva la fretta:
"Dobbiamo fare chiarezza su quello che si vuole fare e metterci al
lavoro subito per consentire ai cittadini di avere un quadro chiaro in
vista del voto del 2009".
La regione
aumenta le comunità montane scontro nel centro-sinistra, insorge la
cdl (sezione: Costi dei politici)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-10-2007)
Il voto in
commissione ripristina l'ente del Carso, che era stato abolito: si passa da
9 a 10. L'opposizione: moltiplicati gli enti Il relatore Petris: demagogico
definire la montagna un costo della politica Ma i
Cittadini scelgono l'astensione dal voto La Regione aumenta le
Comunità montane Scontro nel centro-sinistra, insorge la Cdl TRIESTE.
Rinasce la comunità montana del Carso. Sepolta in passato - insieme
alle altre nove - dal precedente governo regionale di centrodestra,
è stata resuscitata ieri per volere della giunta Illy. In un clima
di accese polemiche: mentre il Governo Prodi si prepara ad abbattere la
scure su questi enti con l'intento di razionalizzare e risparmiare, il
centrosinistra - accusa la Cdl - "burocratizza ancor più il
sistema. Inopportuno - dicono - creare una Comunità montana che
rappresenta solo un costo istituzionale in più per i
cittadini". Perplessità serpeggiano nella stessa maggioranza: i
Cittadini per il Presidente si astengono dal voto in commissione:
"Aspettiamo la legge dello Stato", suggeriscono. Un'idea che
piace anche ad alcuni diessini. Tranquillo l'assessore regionale alla
Montagna, Enzo Marsilio: "Il ddl ha l'obiettivo di incanalare la
programmazione montana a livello integrato evitando doppioni, coinvolgendo
oltre alla politica anche i portatori di
interesse, per responsabilizzare e far prendere coscienza al territorio
delle possibilità e promuovere scelte, obbligando la gente a
confrontarsi". Ma la tesi non convince Fi, An, Lega e Udc. Il ddl. Si
chiama "Norme per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio
montano", è di iniziativa giuntale e ieri ha ricevuto il via
libera in II Commissione consiliare, presieduta da Mirio Bolzan (Ds-Pd). A
favore si sono espressi Ds, Margherita, Prc e Pdci. Contrari Udc, Lega e
Fi. Astenuti, come detto, i Cittadini. In aula saranno relatori Renzo
Petris (Ds-Pd) per la maggioranza e Maurizio Salvador (Udc) e Daniele
Galasso (Fi) per le opposizioni. I finanziamenti. Sono stati indicati
13.364.096 di euro, suddivisi in 6.682.048 euro per il 2008 e il 2009. ma
si tratta, spiega Marsilio, di risorse afferenti la "vecchia" legge
sulla Montagna. "Auspico maggiori risorse assegnate con la prossima
Finanziaria, ricordando che grazie alla programmazione integrata potremo
usufruire di fondi comunitari". I favorevoli. "Demagogico
definire la montagna un costo della politica da
eliminare". Petris replica così alle critiche dell'opposizione.
Auspicando che il provvedimento "possa diventare legge entro
gennaio", il diessino ha sottolineato le difficoltà
politico-procedurali incontrate per la presenza di due schemi concettuali
diversi: ridisegnare l'apporto finanziario che la Regione destina alla
montagna friulana, giuliana e isontina e istituire una Comunità
montana, argomento che tocca il tema dei costi della politica. Convinta assertrice della necessità dell'ente Bruna
Zorzini (Pdci). Che aggiunge: "Come Regione speciale con competenza
primaria non dobbiamo temere nulla; il problema delle Comunità
montane in genere e del ripristino di quella del Carso è politico.
E un preciso impegno di programma lo prevedeva". I Cittadini. Pur
favorevole allo sviluppo e agli investimenti in montagna, Uberto Fortuna
Drossi (Cittadini) ha motivato l'astensione ricordando la discussione in
corso al Governo sulla riorganizzazione delle Comunità montane. Non
solo. Preoccupazioni vengono anche "per la sovrapposizione di ruoli
fra Enti locali, che provoca solo costi". La Cdl. "Non
sarà questa legge a rilanciare la montagna o a portare rimedio ai
suoi problemi cronici: il provvedimento aumenterà la
burocrazia", afferma convinto Salvador. Di più, aggiunge Galasso.
Si tratta di "un testo buono solo nel titolo: ci troviamo di fronte a
una legge di spesa, le cui finalità sono buone in potenza, ma in
pratica la legge non raggiunge gli obbiettivi. Non serve a nulla se non a
dirottare soldi verso l'area montana senza una strategia e denota
incertezze per gli emendamenti della giunta dell'ultimo momento.
Burocratizza ancor di più il sistema e trascura l'Agemont".
Posizione condivisa da An con Ciriani e Ciani. Inoltre, per l'azzurro,
"la Comunità del Carso era materia da affrontare in sede di
legge 1 del 2006: c'erano altre strade per dare rappresentanza ai
cittadini, non certo con un nuovo ente di cui non si sentiva il
bisogno". Gli fa eco Maurizio Franz (Lega Nord): "Al di là
dell'obiettivo di dare sostegno alle aree montane - spiega - l'idea di
mettere in campo nuovi modelli non trova realizzazione". Sonia Sicco.
Burlando e
la casta dei <belinun> pag.1
(sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale.it, Il" del 10-10-2007)
Burlando e la
casta dei "belinun" di Paolo Granzotto - mercoledì 10
ottobre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1
2 3 4 5 Risultato E poi parlano di deriva dell'antipolitica, di populismo.
Ma come si può dar ancora credito ad una classe politica che sforna
macchiette come Burlando o come il rifondarolo rintronato dai cori
dell'Armata Rossa? Come è possibile seguitare a portar
rispetto a istituzioni teatro di sceneggiate (sempre con gettone di presenza, mi raccomando) indecorose? Altro che momento do belinun,
qui si ha l'impressione che il belinun sia la condizione permanente degli
appartenenti alla Casta. Belinun che l'emergente Walter Veltroni, tra poche
ore incoronato segretario del Piddì, chiama "la bella
politica" e lo sprofondato Burlando "vento nuovo"
(del quale si dichiara "in sintonia". Come no). << Pagina
precedente.
La Stampa 10-10-2007 Corte dei conti: perplessi su manovra. Dopo
le critiche del commissario Ue,i dubbi della magistratura contabile.
Draghi: giusti interventi su Irap e Ires
ROMA
«Il quadro alla base della manovra di bilancio per il 2008 ci prospetta una
situazione dei conti pubblici e scelte di copertura dei maggiori oneri che
non possono non destare perplessità e preoccupazione». Ad affermarlo
il presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, nel corso di
un’audizione sulla Finanziaria 2008 al Senato.
La Corte dei conti, poi, evidenzia le difficoltà nell’ottenere
risparmi con la riduzione della spesa corrente per la copertura della
Finanziaria. «Alla copertura delle legge finanziaria - ha affermato il
presidente della Corte Tullio Lazzaro nel corso di un’audizione sulla
Finanziaria davanti alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato
- concorre per poco più del 15% (1,757 miliardi) la riduzione delle
spese correnti.
Per circa 1,332 miliardi le risorse di parte corrente sono assicurate dalla
razionalizzazione della pubblica amministrazione e riqualificazione della
spesa in gran parte legata (525 milioni) al contenimento dei consumi
intermedi, connesso all’attivazione di ulteriori misure per ottimizzare il
sistema degli acquisti di beni e servizi. L’acquisizione di tale risparmio
- ha concluso - presenta qualche profilo di problematicità».
Draghi: progressi modesti nella riduzione degli squilibri
«I progressi nella riduzione degli squilibri di bilancio sono modesti». Lo
ha detto il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, nel corso
dell’audizione sulla Finanziaria davanti alle Commissioni Bilancio di
Camera e Senato. Il governatore si riferisce alle scelte fatte sia nel 2007
che in Finanziaria 2008 sull’utilizzo di «entrate inattese». «Nel corso del
2007 - ha sottolineato Draghi - le entrate inattese sono state in larga
parte utilizzate per finanziare aumenti di spesa. Scelte analoghe
caratterizzano la manovra di bilancio per il 2008, che accresce il
disavanzo rispetto al suo valore tendenziale. Gli interventi necessari per
raggiungere il pareggio sono rinviati al triennio 2009-2011».
La Stampa 10-10-2007 L’antipolitica e la nevrosi del taglio CARLO BASTASIN
Le «tasse
bellissime» di Tommaso Padoa-Schioppa, subito entrate nella centrifuga delle
televisioni e poi stirate e appiattite dai giornali, hanno accentuato
nell’opinione pubblica l’immagine «non politica» del ministro
dell’Economia. Si tratta di un paradosso perché a ben vedere solo chi ha
molta fiducia nella politica può difendere oggi appassionatamente la
mediazione economica e sociale dello Stato. Perché sono parse parole
marziane? Lo sappiamo tutti: il disprezzo per gli attori della politica e
per la loro irresponsabilità decisionale è così
diffuso, che anche una sollecitazione morale a comportamenti solidali
appare provocatoria. Le critiche convergenti da destra e da sinistra
all’opportunità del richiamo morale del ministro sono un primo segno
delle conseguenze negative dei processi che si mettono in atto quando
l’indignazione di massa è così forte da prevalere sul
giudizio. A ben vedere, infatti, anche il dibattito sul nuovo partito della
sinistra, così come quello interno all’opposizione, risentono
già dell’influenza dell’antipolitica.
Il clima provocato dagli abusi della casta gioca a sfavore soprattutto
degli argomenti tradizionali della sinistra, ma deteriora anche quelli di
destra. Elogiare i doveri fiscali non è solo, da sinistra, la
riaffermazione di un’etica collettiva, ma rivela la concezione dello Stato
come attore benevolente, incaricato di massimizzare il benessere sociale,
la cui capacità di offrire un livello ottimale di beni pubblici
dipende dalla solidità del prelievo fiscale. Opposta è la
logica dell’antipolitica che osserva l’intera sfera politica come un ambito
di opportunisti dediti a massimizzare i propri interessi e i propri
redditi. Il disprezzo per la politica della casta usa quindi la stessa
legittima insofferenza della destra nei confronti del Leviatano affamato,
che impone un prelievo eccessivo, umilia l’iniziativa e inibisce le
aspirazioni degli individui, ma al tempo stesso ne sminuisce il messaggio a
un unico imperativo: Tagliare! Tagliare la politica!
La nevrosi del taglio si è già trasferita ai programmi
politici: tagliare le tasse o tagliare la spesa come unica premessa alla
disciplina della politica anch’essa oggetto di tagli. Veltroni propone di
tagliare il debito vendendo gli immobili pubblici, ipotesi non nuova e
illusoria, e nel governo si parla di restituzione fiscale come
finalizzazione del programma. Il taglio dell’Ici inserito in Finanziaria
è un esempio di un’operazione propagandistica priva anche di
finalità equitative. A destra si riafferma la logica dei tetti al
prelievo fiscale e del programma centrato sul generico taglio delle tasse,
nonostante il fallimento dell'ultima legislatura. Le ricette sono
indiscriminate, non è tempo di sottigliezze sulla qualità
della spesa, né di ragionamenti sulle generazioni future, né di visioni del
paese nel contesto globale. Non c'è più tempo per realizzare
ampie riforme strutturali necessarie a rendere dinamica la società e
l'economia: amputare è più urgente di crescere.
Ma la realtà non è questa. Tagli e riforme sono gli uni
legati alle altre: servono a sostituire la cattiva politica con quella
buona. Le ultime due finanziarie dimostrano che troppa comprensione per i
vincoli politici contribuisce ad aumentare la spesa pubblica senza creare
il consenso per le riforme. Al contrario, in assenza di riforme ambiziose,
bisogna essere implacabili con una spesa pubblica che continua a crescere.
Ma se invece non si ha alcuna fiducia nella politica e quindi non si
pretendono comportamenti morali, allora i tagli alla spesa o alle tasse
sono inutili, perché invece di privilegiare le risorse necessarie alla
crescita, le sacrificano: se i politici sono tutti opportunisti, salveranno
dai tagli solo i propri interessi. In fondo perfino i meritori limiti
quantitativi di Maastricht hanno sacrificato la spesa per investimenti
più di quella corrente. Come si vede, se non si mette al centro del
programma politico la crescita del Paese, allora qualunque sia la
preferenza ideologica si finirà sempre in un paradosso.
Indice degli articoli del
9-10-2007
1.
Assise civica, si spende
troppo per i gruppi ( da "Centro, Il" del 09-10-2007)
2.
Tagliare posti in cda Il
Veneto fa ricorso ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)
3.
Gli oltre 400 ex
dipendenti temono il ridimensionamento o l'addio ai finanziamenti per il
consorzio campania nord ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 09-10-2007)
4.
Basta chiacchiere, adesso
aboliamo il Cnel ( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)
5.
POLEMICA SUI
FINANZIAMENTI IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI ( da "superEva notizie" del 09-10-2007)
6.
SPAZIO: ZAPPA,
FINANZIAMENTI PUBBLICI NECESSARI PER OTTENERE RISULTATI ( da "Asca" del 09-10-2007)
7.
Roma L'Unione delle
Province ( da "Gazzettino, Il" del 09-10-2007)
8.
Con internet le sedute
consiliari sul computer di casa ( da "Tirreno, Il" del 09-10-2007)
1.
IL CASO. Il consigliere
Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la convocazione "Non
sono ... ( da "Brescia Oggi" del 09-10-2007)
- Iniziativa
per tagliare i costi della politica ( da "Centro, Il" del 09-10-2007)
- I
presidenti di circoscrizione: aumentateci lo stipendio ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)
- Poli Bortone ha disposto i primi tagli ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)
- Circoscrizioni, è scontro sulle
indennità ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)
- Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano oltre
120mila euro l'anno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 09-10-2007)
- Tagli di assessori, protestano i Comuni ( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)
- I palazzi della politica, i doppi incarichi e le
cinque poltrone di Antonio Pastorello ( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)
- Un membro effettivo dei sindaci del collegio
sindacale Etm è socio al 50% della s ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 09-10-2007)
- L'ex consigliere di amministrazione della Sif
(Società Interporto di Frosinone), Angelo Ru ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 09-10-2007)
- Meno di un'ora di confronto e tutti a casa. Con
in tasca un gettone da cento euro. Il dibattito ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 09-10-2007)
- Asam nella bufera, affossato il Cda ( da "Giornale di Vimercate" del 09-10-2007)
- Meno
costi dei politici per Robbiate, <svendita> dei terreni per
Lomagna e accertamenti per Airuno ( da "Giornale di Merate" del 09-10-2007)
- Consiglieri
e assessori, la scure della Finanziaria ( da "Corriere Adriatico" del 09-10-2007)
- Troppi assessori, tagliamone due Costi della
politica, proposta dell'Ulivo ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 09-10-2007)
- La Loggia approva i nuovi confini delle
Circoscrizioni ( da "Giornale di Brescia" del 09-10-2007)
- Sconti Ici, i comuni insistono sulle detrazioni
Irpef ( da "Italia Oggi" del 09-10-2007)
- Approvata all'unanimità la nascita delle
consulte cittadine ( da "Corriere delle Alpi" del 09-10-2007)
- Noi siamo sul ponte del titanic ( da "Provincia Pavese, La" del 09-10-2007)
- Scapini esagerato , 3 gol in 14' ( da "Arena, L'" del 09-10-2007)
- Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)
- Sala rossa, tutti per lo stipendio fisso - diego
longhin ( da "Repubblica, La" del 09-10-2007)
- Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 09-10-2007)
- Tagli ai cda, si parte da friulia holding ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 09-10-2007)
- Piano sanitario, c'è l'intesa Chiudono
dieci Asl Risparmi per 60 milioni ( da "Stampa, La" del 09-10-2007)
- Prelati adesso fa sul serio <Abolire i
consigli di quartiere> ( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)
- Costi della politica, l'opposizione va
all'attacco ( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)
- "Se tagliassimo gli stipendi in
Regione?" ( da "Stampa, La" del 09-10-2007)
- Imprevisti ddl lanzillotta e finanziaria ( da "Riformista, Il" del 09-10-2007)
- Benvenuta l'antipolitica ( da "Tribuna di Treviso, La" del 09-10-2007)
- Basta chiacchiere, adesso aboliamo il Cnel ( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)
32.
AL PRIMO POSTO c'è
il taglio dei costi della politica. Po ( da "Nazione, La (Livorno)" del 09-10-2007)
Assise civica, si spende troppo per i
gruppi (sezione: Costi dei politici)
( da "Centro, Il" del 09-10-2007)
L'Aquila
Assise civica, si spende troppo per i gruppi Sono diventati venti, dieci
sono "mono". è la metà dell'intero consiglio
comunale Il presidente Benedetti "Abbiamo ridotto il numero delle
sedute" Ma c'è chi chiede modifiche allo statuto L'AQUILA.
Quattordici gruppi consiliari, cinque dei quali costituiti da un solo
consigliere. Era questo il quadro emerso all'indomani delle elezioni
amministrative. Ma quel numero è via via lievitato fino a
raggiungere ora, dopo appena quattro mesi, quota venti. E raddoppiati sono
i cosiddetti monogruppo. Una situazione che espone Palazzo Margherita al
rischio di dover allargare i cordoni della borsa per sostenere i costi
delle più "affollate" riunioni, sia delle commissioni che
dei capigruppo. Nell'ultimo scorcio dell'amministrazione Tempesta, secondo
i dati forniti dagli uffici comunali, si era registrata un'impennata della
spesa relativa al lavoro svolto dai consiglieri (in particolare quelli
presenti in alcune commissioni), che percepiscono un
gettone di presenza (80 euro lordi) cumulabile fino a un massimo di 1.470 euro
lorde al mese. Allora i gruppi erano tredici. Oggi siamo a venti. A quelli
costituiti nella prima seduta consiliare, (14 ai quali si era aggiunto
subito il gruppo misto) sono andati, infatti, ad aggiungersi la Dc per le
autonomie, La destra, la Democrazia cristiana, i Liberaldemocratici
(tutti monogruppo), e la Sinistra democratica. Così il rapporto
gruppi-consiglieri è diventato di uno a due. E la metà dei
venti è costituita da un solo consigliere che svolge anche la
funzione di capogruppo. Una situazione che rischia di vanificare il lavoro
fin qui svolto dall'amministrazione per ridurre al massimo le spese. E in
tal senso, la stessa presidenza del consiglio ha avvertito al
necessità di fissare un minor numero di sedute in cui concentrare il
maggior numero possibile di provvedimenti. "Stiamo lavorando per non
sprecare le risorse" afferma il presidente Carlo Benedetti. "E'
vero, il numero dei gruppi è aumentato enormemente, ma non
c'è confronto con quanto accadeva prima. Non ci sono più
sedute convocate per esaminare solo uno o due punti all'ordine del giorno e
finora tutti i consiglieri hanno mostrato grande senso di
responsabilità". Ma il problema resta e c'è chi è
già pronto a sollevare il "caso" dei monogruppi e a
chiedere la modifica dello statuto. (m.m.).
Tagliare posti in cda Il Veneto
fa ricorso (sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale di Vicenza, Il" del
09-10-2007)
CONTRO
LA FINANZIARIA STATALE. Intanto però c'è da adeguarsi alla
norma in breve tempo Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso La giunta
Galan: "Abbiamo già impugnato davanti alla Corte costituzionale
la parte di legge sulle Regioni" La Finanziaria statale -
massimo di cinque componenti nelle aziende partecipate e queste devono
modificare il loro assetto statutario - fa cadere i veli su incarichi e
gettone di presenza. Le commissioni speciali
finiscono in restauro e urge distribuire qualche presidenza. La Finanziaria
statale del 2007 ha infatti chiesto bruscamente un adeguamento che la
Regione provvede ad attuare stabilendo alcuni paletti: massimo di
consiglieri tra tre e cinque per i consigli di amministrazione delle
aziende a totale partecipazione regionale, mentre nei cda (consigli di
amministrazione) delle società miste il numero dei consiglieri di
nomina pubblica dovrà essere in totale non superiore a cinque. La
notizia è dell'8 agosto. Prima della pausa estiva la giunta si
è riunita per l'ultima seduta che ha fruttato appunto la delibera
del ridimensionamento obbligato della presenza di
amministratori di aziende con incarico pubblico: taglio di poltrone, questa
è la decisione, ma con un codicillo nero su bianco che spiega con
grandissima chiarezza il metodo. La giunta esprime infatti la promessa
esplicita di una "resistenza in giudizio" che presuppone un
disaccordo abbastanza netto sugli obblighi creati dalla legge Finanziaria.
Intanto ci adeguiamo perché non possiamo farne a meno, dice insomma la
giunta Galan, però all'obbligo si risponderà con un ricorso
che rappresenta appunto la resistenza in giudizio, cioè
l'opposizione alla legge dello Stato e quindi la convinzione che un preciso
diritto di autonomia subisca una aggressione lesiva e mal digerita. La
stessa vampata restauratoria pare allargarsi peraltro su altre
realtà della filosofia regionale. Un ottimo modello che funziona
addirittura da paradigma è quello delle commissioni speciali. Erano
cinque, si occupavano di: legge per Venezia, devoluzione, prezzi, rapporti
comunitari, rapporti con i paesi in via di sviluppo. L'assetto a cui
obbedivano era quello di un presidente, un vicepresidente ed un segretario
consigliere, gratificati di emolumento suppletivo rispetto a quello di
consigliere regionale, e di componenti senza gettone supplementare perché
già retribuiti in quanto consiglieri regionali. Nei primi mesi
dell'anno le commissioni speciali sono state abolite con una motivazione
ben comprensibile: erano un costo sfrondabile anche perché il risultato del
loro lavoro poteva essere ricavato per altra via, cominciando da quella
della normale attività di consiglio. Ora sta girando la voce - e
gira tanto insistentemente da non poter essere snobbata in alcun modo - che
si sia sul punto di ripristinare, di restaurare, di tornare al punto di
partenza. Se è vero - e la voce circolante giura che si
arriverà proprio a questo - la spiegazione più
realisticamente ammissibile è probabilmente una sola: mancano sfoghi
ed obbiettivi "ragionevoli" per vari personaggi di vario livello
a cui bisogna assicurare almeno una presidenza. Una presidenza non si nega
a nessuno, specie se negare equivale a spalancare le porte ad un
contenzioso particolarmente insidioso perché gli scontenti che bussano ora
insistentemente alla porta fanno parte normalmente dell'area che gestisce
il potere. Ma, per ritornare al quadro di assieme su cui si va ad abbattere
la scure taglia/posti della delibera di agosto così malvolentieri
votata dal Veneto, accade che varie società di primo piano come
Veneto Sviluppo, Veneto Strade, Veneto Innovazione, Rocca di Monselice srl,
Ferrovie venete, Rovigo fiere, Veneto Acque, Veneto Nanotech, eccetera,
sono in testa alla lista. Palazzo Balbi sottolinea che questa sua delibera
di agosto è uscita in realtà da una iniziativa autonoma e di
aver già intrapreso un cammino di razionalizzazione delle proprie
partecipazioni societarie avviate fin da marzo allo scopo "di
perseguire politiche di efficienza degli apparati amministrativi".
Fermo restando l'opporsi in giudizio dichiarato sul principio nel ricorso
alla Corte Costituzionale. Riferendosi al tetto massimo dei consiglieri di
amministrazione ripreso pari pari dalla Finanziaria la giunta inserisce nel
suo provvedimento un memento non secondario: "La Regione ha già
impugnato davanti alla Corte costituzionale la parte di Finanziaria che
impone l'adeguamento degli ordinamenti regionali perchè la ritiene
lesiva delle potestà costituzionalmente garantite all'ente
regionale". Da qualsiasi prospettiva si consideri la questione,
comunque, siamo di fronte ad una rivoluzione vera e propria; basta guardare
come esempio il consiglio di amministrazione di Veneto Strade, costituita
nel 2001 e partecipata al 30 per cento dalla Regione: vi siedono in tutto
14 membri di cui ben 11 sono di nomina pubblica con quattro provenienti
dalla stessa Regione (Welponer, Maraia, Pietrobon e Vernizzi), uno a testa
per ciascuna amministrazione provinciale veneta, compreso il presidente.
Tagli pesanti anche in Veneto Innovazione, costituita per curare iniziative
nel campo della ricerca e dei servizi alle imprese, dove i consiglieri di
nomina regionale sono 9 compreso il presidente Simonetto, o in Veneto
Sviluppo che oltre alla presidente, la vicentina Irene Gemmo, vede la
partecipazione di altre 6 persone di nomina regionale tra comitato
esecutivo e consiglio di amministrazione. Assieme a tutto questo, un'altra
notizia interessante almeno quanto la prima e cioè: Palazzo Balbi ha
deciso con diversa delibera di rendere pubblici con diffusione sul
bollettino ufficiale e sul sito internet anche i gettoni
di presenza e gli emolumenti annuali di tutti gli
amministratori di nomina regionale nelle società partecipate e negli
enti strumentali della stessa amministrazione. E vero, si tratta anche in questo
caso di un adeguamento alle disposizioni della Finanziaria, ma la eco non
cala facilmente di intensità. Perché è un'altra rivoluzione
in piena regola. E così ci si rende conto che tutti questi
protagonisti della politica di seconda fase, prontissimi ed addestrati del
resto alla prima buona occasione al passaggio al piano superiore, non è che si muovano di casa per niente, non occupano
insomma quelle poltrone per la miseria di pochi soldi a fine mese. Vediamo
qualche nome e qualche cifra. Il gettone di presenza da
consigliere di Edilvenezia vale 300 euro, Gianalberto Medori,
vicepresidente e consigliere delegato di Finest spa riceve un lordo annuo
di 43.000 euro (gettone 258,23), Alessandro Giolai e Pietro Giuseppe
Fasolo, da consiglieri, un annuo di 8.000 euro e identico gettone; la
società Veneziana Edilizia Canalgrande ha un amministratore unico,
Domenico Antonio Gusso, retribuito con 45.000 euro; Francesco Casa,
presidente di Recoaro Terme spa, ha una indennità lorda annua di
15.000 euro + 7.000 mentre i consiglieri Todaro, Piccoli e Targhetta
ricevono 5.164 Euro + 7.000. La bellezza di 160.000 euro sono pagati da
Veneto Strade spa a Silvano Vernizzi, amministratore delegato, mentre i
consiglieri Maraia, Pietrobon e Welponer hanno un emolumento, pure lordo,
di 16.500 euro. Poi c'è Irene Gemmo che come presidente del cda di
Veneto Sviluppo ha una indennità annua lorda di 30.212,73 +
3.222,69, con gettone per seduta di 227,24; i membri del comitato esecutivo
Marchiotto e Stella hanno un compenso di 3.222,69 con identico gettone,
mentre ai consiglieri Bissoli, Calvinato, Gerolimetto e Ziglio tocca il
semplice gettone. Una più che discreta indennità annua lorda
(100 mila euro) è assicurata poi a Gian Michele Gambato, presidente
di Sistemi Territoriali spa, mentre Obiettivo Nordest sicav sta un po'
più basso e paga il presidente Tiziano Zigiotto 51.500 euro. Ci
siamo tenuti legati alle esigenze di sintesi per riferire di questo bosco
che in realtà è una foresta vera e propria con sigle,
presidenti, amministratori delegati, comitati esecutivi e di gestione,
consiglieri, componenti di direttivi, eccetera. Pare di partecipare a
quelle feste di Natale, quando la famiglia è come un reggimento.
Gente che non vedi dall'anno prima, qualcuno di cui non ricordi più
nemmeno la faccia. Però la tentazione di portarsi un fischietto e
usarlo all'improvviso è irresistibile; solo per chiedere: chi di voi
ha letto un libro in tutto questo tempo? Nella giungla inestricabile delle
partecipate la confusione è anche peggio e la domanda assai
più intrusiva: ma cosa fate di utile per tutti questi soldi?G.AR.
.
Gli oltre 400 ex dipendenti temono il ridimensionamento o
l'addio ai finanziamenti per il consorzio campania nord (sezione: Costi dei politici)
( da "Mattino, Il (Caserta)" del
09-10-2007)
Chiudi
Gli oltre 400 ex dipendenti temono il ridimensionamento o l'addio ai
finanziamenti per il consorzio Campania Nord ORESTE D'ONOFRIO Sessa
Aurunca. Ridimensionamento o addio ai finanziamenti per il contratto di
programma del consorzio Polo tecnologico Campania nord? "E questa
ormai la nostra sensazione, anzi è ormai una certezza",
denunciano con rabbia alcuni degli oltre 400 ex dipendenti Formenti Seleco,
in cassa integrazione da circa cinque anni. "Ci era stato assicurato -
continuano - per l'ennesima volta, dopo tante date annunciate e
regolarmente slittate, che entro la primavera o al massimo l'inizio
dell'autunno del 2007 si sarebbe finalmente concretizzata la firma del contratto
di programma che avrebbe permesso un graduale riassorbimento dei dipendenti
Formenti. Sembrava, insomma, che questa sarebbe stata la volta buona. E
invece un'altra presa in giro". Si riteneva scontato che entro la fine
di settembre la questione del Polo tecnologico avrebbe affrontato la fase
pre-Cipe, per poi passare al Comitato interministeriale per il via al
contratto di programma. E invece tutto tace. "Siamo ancora a un'altra
promessa non mantenuta - denuncia Adolfo De Petra della Fim Cisl - dovevamo
essere allo sprint finale ed invece siamo ancora ai nastri di partenza. Chi
sono i responsabili di tutto? Chi ha interesse che il progetto del Polo
tecnologico vada in fumo?". Va giù duro contro tutti Roberto
Catalano della Fiom Cgil: "Si tratta di cinque anni di
pseudo-interessamento da parte delle istituzioni, dai ministeri del Lavoro
e Attività produttive fino alla Regione, alla Provincia e ai nostri
passati e presenti amministratori comunali. Non
c'è stata da parte di alcuno una volontà vera, seria di risolvere
i nostri problemi. E assurdo - continua Catalano - che in presenza di 50
milioni di finanziamenti pubblici ed altrettanti dei privati non si riesca
a pervenire alla firma del contratto di programma e al decollo del Polo
tecnologico. Chi ha deciso di mettere il freno? Che cosa stanno
facendo i nostri rappresentanti politici?". Va ricordato che il Cipe
aveva già dato il via al contratto di programma del Polo l'11
febbraio del 2005. Sembrava, ormai, cosa fatta. Ci fu un sospiro di
sollievo da parte degli operai. Nei mesi successivi si registravano,
invece, problemi tecnici e inspiegabili tempi lunghi per la firma del
contratto. Si registrava, poi, l'uscita dal Polo della DM Elektron, per cui
era necessaria la rimodulazione del contratto di programma e il ricorso
alla fase pre-Cipe e Cipe, che sarebbero dovute avvenire entro i primi sei
mesi del 2007. Finora solo parole. Anzi sembra che la situazione si faccia
sempre più ingarbugliata. C'è chi giura, infatti, (anche
qualche amministratore comunale) che ormai i finanziamenti stiano per
essere dirottati altrove. Che ci sia volontà politica
di finanziare progetti in altre zone del casertano, a cominciare dal comune
di Marcianise. Da qui la situazione di stallo per Sessa. Ma gli operai sono
decisi a difendere fino all'ultimo il posto di lavoro: "Scenderemo in
piazza e faremo sentire la nostra voce anche a quei politici che continuano
a giocare sulla pelle di 400 famiglie".
Basta chiacchiere, adesso
aboliamo il Cnel (sezione: Costi dei politici)
( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)
Lo
sapete come andrà a finire? Che non
cambierà nulla a proposito dei costi della politica. Oggi
governo, presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel dare
risposte, nel proporre tagli, ridimensionamenti e ipotizzare futuri tagli
ed eliminazione degli sprechi. Home prec succ Contenuti correlati ''Le
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platino La graduatoria respira Minturno, il "118" trasloca. Sede
in via Cadorna Ottimismo ma anche perplessità sul nuovo ospedale
cittadino Minturno, il "118" trasloca. Sede in via Cadorna Ma in
concreto che cosa sta veramente avvenendo? Cominciamo dalla Finanziaria
2008. Si sono proposti: l'aumento automatico degli aumenti degli stipendi
parlamentari attualmente agganciati a quelli dei presidenti di Corte di
Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti; l'abolizione di 105 comunità montane,su
356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il taglio di 1260 comuni dalle
comunità montane; nessun consiglio circoscrizionale per i comuni fra
i 30 mila e 100 mila abitanti (il risparmio è di circa 79 milioni
l'anno); i compensi dei consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti
per complessivi 205 euro l'anno. In più si aggiungano gli impegni di
spesa del Quirinale (aumentati di 17 milioni di euro, rispetto al bilancio
di previsione 2007 e che dovrebbero rimanere fermi a 241 milioni di euro
nel 2008). Questo significa che la nostra massima istituzione repubblicana
continuerà a costare due o tre volte in più delle analoghe
istituzioni della Francia, della Germania e delle monarchie inglese e
spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un
primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione
pubblica, che il grillismo, le inchieste sui quotidiani, i libri di
successo e le trasmissioni radiofoniche hanno rappresentato. Ma tutti i
capitoli di risparmio, analizzati con attenzione, scoprono facilmente punti
deboli, insufficienze e varchi che possono far dilatare i tempi
all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere approvati. E, in
quanto ai risparmi veri, al di là della facciata, se saranno
approvati si tradurranno in cifre molto marginali che sostanzialmente non
faranno cambiare granchè, rispetto ai colossali sprechi della politica e delle istituzioni ormai sotto gli occhi di
tutti. Non potendoci dilungare troppo ci limitiamo a qualche esempio. Gli
stipendi dei parlamentari, attualmente, risultano agganciati
automaticamente a quelli degli alti magistrati. Parliamo di "stipendi
base" e non della pletora delle indennità che fanno aumentare
moltissimo il "monte retributivo" mensile. Perché allora non
proporre una legge che abolisca questa indicizzazione collegata alla
magistratura? In questo modo si potrebbe verificare in concreto chi
è favorevole o contrario ai costi di deputati e senatori. Poi i
rimborsi per le spese elettorali. Potrebbero essere ancora consentiti,
ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione: la
registrazione dei partiti (e dei sindacati) e la
pubblicizzazione dei loro bilanci, con un controllo da parte di una
autorità pubblica. Per quanto riguarda le comunità montane,
tranne pochissime eccezioni, dovrebbero essere cancellate. I risparmi
ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di
cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità
montane, Enrico Borghi (Dl): "Non si tratta di tagli. Se vengono
chiuse delle comunità montane il personale viene trasferito nelle
altre amministrazioni pubbliche, cioè da una parte si toglie e
dall'altra parte si aggiunge. I 66 milioni di euro sbandierati non sono
risparmi effettivi, ma una semplice operazione di cassa". Credo che
ogni commento sia superfluo. Nessuno, inoltre, parla della eliminazione di
un altro organo costituzionale assolutamente inutile, oltre che costosissimo:
il Cnel. Un tempo veniva definito la "terza Camera", ma in
realtà ogni tentativo di riformarlo è stato vano. Non si
parla più della sua chiusura per interesse sia delle caste politiche
che a di quelle sindacali: sono rappresentate entrambe. Ma se venisse
chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. Ci guadagnerebbero solo le finanze dello
Stato. La risposta più concreta alla forte domanda di moralizzazione
della politica è venuta da una proposta
trasversale,quella di Fini e Di Pietro (taglio radicale del numero di
ministri e sottosegretari, riduzione del numero degli assessori comunali e
provinciali,soppressione delle comunità montane e l'indicazione di
altre misure per ridurre sensibilmente i costi della politica
eliminando tutti gli sprechi). Non si parla di cancellazione delle
Province, ma c'è una spiegazione: questo ente intermedio tra Comuni
e Regioni sono previste dalla Costituzione e, per
cancellarle, è necessaria una revisione della nostra Magna Carta. E
fin'ora non c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e,
in seguito, le proposte di abolizione di questo inutile e costoso ente sono
state decine. Ma le Province, sono diventate grandi centri di potere, e
ogni anno il loro numero è andato via via aumentando. Con la
benedizione di tutti i partiti. Aldo Forbice.
POLEMICA SUI FINANZIAMENTI
IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI
(sezione: Costi dei politici)
( da "superEva notizie" del 09-10-2007)
News
POLEMICA SUI FINANZIAMENTI IMAIE, OLTRE 20 MLN IN 3 MESI A cura di Angela
Platania Pubblicato il 09/10/2007 " Invia tramite EMAIL "
Versione per la STAMPA " Le vostre opinioni TRA I PROGETTI, QUASI
14.000 EURO A MINGHI, 50.000 A JIMMY FONTANA Nell'arco di tre mesi, da fine
aprile a fine luglio, l'Imaie ha elargito finanziamenti a 1.457 soggetti
per un importo totale di oltre 20 milioni. E' quanto emerge da un
sarcastico elzeviro firmato "Penna rossa" e pubblicato sul
settimanale online "M&D", l'autorevole rivista discografica.
Il pezzo, intitolato "Bengodi esiste: è un istituto", dedicato ai finanziamenti dell'Imaie, si polemizza con la politica dei finanziamenti erogati dall'Istituto che tutela i diritti
degli Artisti, interpreti ed esecutori. I finanziamenti nell'arco di tre
mesi per un importo totale di 19.748.000 euro sono stati elargiti grazie
"a dieci delibere motivate sulla base della promozione della musica e
della cultura". Tra gli esempi citati da "Musica e
dischi", 13.806 euro ad Amedeo Minghi, 9.314 euro a Mal, 20.000 euro a
Rossana Casale, 50.000 euro a Jimmy Fontana, 30.000 ad Albano per non
parlare di associazioni culturali come Le Rane Tibetane, 12.000 euro.
"Lo sviluppo della cultura è assicurato, dunque ? osserva
l'elzeviro del settimanale on line - solo un dubbio: se un finanziamento che
viene dallo Stato viene definito 'statale' come potremmo definire un
finanziamento che viene dall'Imaie?".
SPAZIO: ZAPPA, FINANZIAMENTI PUBBLICI NECESSARI PER OTTENERE
RISULTATI (sezione: Costi dei politici)
( da "Asca" del 09-10-2007)
(ASCA)
- Roma, 9 ott - ''Solo gli investimenti nel settore possono portare a
risultati significativi''. Il Direttore Generale di Finmeccanica, Giorgio
Zappa, ribadisce la necessita' di un maggiore impegno per il programma
spaziale italiano ed europeo e, intervenendo ad un convegno, sottolinea che
''e' importante una disponibilita' certa e immediata dei finanziamenti
pubblici sia dell'Unione europea, sia dell'Esa''. Per Zappa
''un'organizzazione efficace del programma potrebbe prevedere un ruolo
politico dell'Unione europea, l'erogazione e la gestione dei finanziamenti
da parte dell'Esa e un ruolo di prime contractor assegnato all'industria''.
In merito a programmi futuri il direttore generale di Finmeccanica spiega
che essi ''dovranno essere concentrati su filoni selettivi e di rapida
realizzazione'', mentre guardando ai programmi in essere ed in particolare
al programma Galileo sottolinea che ''e' un programma internazionale e un
importante terreno di collaborazione, per questo non e' accettabile che
subisca ritardi che potrebbero compromettere la sua realizzazione''.
Secondo l'Amministratore Delegato di Thales Alenia Space, Pascal Sourisse,
''siamo oggi obbligati a constatare che l'Europa arranca in mezzo ai budget
che stagnano e ai programmi, quali Galileo, che stentano a mettersi in
marcia''. Per Sourisse ''questa Europa ha bisogno di costruirsi attraverso
dei finanziamenti delle regole di governo di un'organizzazione e politica industriale determinante e volontaristica''.
glr/som/ss.
Roma L'Unione delle Province (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzettino, Il" del 09-10-2007)
RomaL'Unione delle Province italiane vuole fare la sua parte per la
riduzione dei costi della politica. Di qui la condivisione
per la riduzione di consiglieri e assessori provinciali, contestualmente a
quella degli altri organi istituzionali. Ma l'Upi critica con forza la
previsione relativa alla limitazione degli importi dei gettoni attualmente
corrisposti ai consiglieri, "che non porterebbe, comunque, a
significativi risparmi di spesa". E quanto, tra l'altro, ha detto la
delegazione dell'Upi, ricevuta in audizione ieri sera dalle commissioni
congiunte Bilancio di Camera e Senato, guidata dal presidente dell'Upi,
Fabio Melilli.Melilli ha anche sostenuto la necessità di migliorare
la disposizione riguardante gli avanzi di amministrazione e, relativamente
al patto di stabilità, ha chiesto di superare i vincoli nella
formulazione del bilancio di previsione previsti dalla Finanziaria del
2007. Ha chiesto poi maggiore coraggio sul fronte degli investimenti degli
enti locali, premiando gli investimenti di Comuni e Province e il corretto
utilizzo delle risorse disponibili in bilancio. Tornando infine sui costi
della politica, il presidente dell'Upi ha fatto
notare come la campagna per l'abolizione delle Province "confonde il
problema dei costi della politica con quello del riordino
delle istituzioni e contraddice l'evoluzione degli assetti istituzionali
degli ultimi decenni". Upi chiede che in Parlamento sia ribadita la
volontà di avviare un'opera di profondo riordino e razionalizzazione
delle strutture pubbliche.Da parte loro le Comunità montane chiedono
che sia stralciato l'articolo del disegno di legge contenente la
Finanziaria 2008 che comporterebbe, da subito, la soppressione di oltre 100
comunità montane e l'espulsione di 1.978 comuni dalle stesse comunità.
Secondo l'Uncem, la norma "non è coerente con il contenuto
della Finanziaria" e sarebbe opportuno rimandare la riflessione a un
confronto che veda coinvolta anche la Conferenza Unificata e le Regioni. Se
non fosse possibile lo stralcio, l'Uncem chiede l'inserimento di una norma
che preveda entro il termine di un anno l'individuazione, concertata e
condivisa con le Regioni, di nuovi, appropriati ed esaustivi principi di
montanità. Altro punto dell'articolo criticato dall'Uncem è
la riduzione di oltre un terzo (66,8 milioni di) della dotazione del Fondo
ordinario delle Comunità montane, pari a 190 milioni di euro nel
2007, a partire dal 2008. L'Uncem richiede al Parlamento di avviare senza
indugi e senza ulteriori rinvii l'esame della riforma della legge sulla montagna.
Con internet le sedute consiliari sul
computer di casa (sezione: Costi dei politici)
( da "Tirreno,
Il"
del 09-10-2007)
TECNOLOGIE Con
Internet le sedute consiliari sul computer di casa PIOMBINO. Il voto
elettronico approda sui banchi del consiglio comunale e ogni seduta
consiliare presto si potrà seguire comodamente da casa. La
rivoluzione digitale avanza e dopo l'approvazione delle telecamere a
guardia del traffico, adesso la giunta comunale ha approvato questo nuovo
progetto. Il costo complessivo dell'operazione è di 40mila euro, che
arriveranno dall'accensione di un mutuo. L'obiettivo è quello di
"sviluppare la comunicazione tra i cittadini e l'amministrazione
comunale per renderli sempre più partecipi ai processi decisionali".
Basterà collegarsi al sito web del Comune per poter assistere, tra
alcune settimane, alle sedute consiliari. Si potrà vedere in diretta
quali mozioni vengono discusse e come si comportano in aula i
rappresentanti dei partiti di maggioranza e minoranza. Da poco, infatti,
è stato sistemato in sala consiliare un nuovo impianto capace di
registrare gli interventi su supporti informatici, alleggerendo non poco il
lavoro amministrativo di resoconto di ogni seduta (che avviene in media una
volta al mese). Non resta che potenziare questo impianto e dotarlo di tutta
la strumentazione necessaria per permettere ai cittadini di seguire via web
i dibattiti del consiglio comunale, ascoltando gli interventi dei vari
consiglieri, guardando chi sono i presenti e gli assenti, dare un'occhiata
alle votazioni precedenti e via di questo passo. Presto ogni consigliere
non esprimerà più il proprio voto con la vecchia alzata di
mano, che ora rischia di andare definitivamente in pensione. L'avvento dei
tempi moderni introduce il "voto elettronico". In pratica varie
postazioni del consiglio comunale potranno essere abilitate attraverso
un'apposita card che sarà consegnata a ogni consigliere. Il sistema
elettronico che verrà adottato sarà poi in grado di fornire
anche una serie di stampate (sulle presenze e le assenze, sul quorum e
così via) che andranno a formare la documentazione ufficiale di ogni
seduta. Il nuovo sistema potrà produrre anche tutta la
documentazione periodica necessaria all'amministrazione comunale per pagare,
ad esempio, il gettone di presenza a
ogni consigliere. Piombino è il primo Comune della Val di Cornia a
realizzare questo servizio che avvicina i cittadini alla vita istituzionale
della città. Nel corso dei prossimi giorni, l'amministrazione
comunale individuerà, attraverso le procedure di gara, la ditta che
fornirà la strumentazione necessaria. Nel frattempo si
procederà all'accensione del prestito. K.G.
IL CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non
aver ricevuto la convocazione "Non sono ...
(sezione: Costi dei politici)
( da "Brescia
Oggi"
del 09-10-2007)
IL CASO. Il
consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la
convocazione "Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar"
Petriccione: "Aboliamo il gettone di presenza"
Contravvenzioni e parchi nelle interrogazioni Con il clima di
tensione che regna in Loggia, anche le modalità di notifica di una
convocazione possono trasformarsi in un motivo di tensione. Si è aperta
così ieri la seduta del consiglio comunale, iniziata peraltro con
tre quarti d'ora abbondanti di ritardo: la minoranza ha atteso fuori
dall'aula che la maggioranza, con il consigliere Manlio Vicini di Prc,
raggiungesse da sola il numero legale. Il capogruppo di Forza Italia Fausto
Di Mezza ha pregato Laura Castelletti di verificare se i consiglieri
Giorgio Maione e Marco Salvo avessero ricevuto l'invito a partecipare al
consiglio. La risposta affermativa della presidente, che ha pure illustrato
le ultime modifiche al regolamento secondo cui la convocazione viene
recapitata per e - mail se il consigliere non chiede di essere avvisato con
una diversa modalità, non ha convinto Maione: "Il nostro
regolamento prevede ancora che i consiglieri siano avvisati tramite messo
comunale. Il messaggio in posta elettronica comunque non mi è mai
arrivato, tant'è che - assicura, annunciando che resterà
fuori dall'aula - ho saputo del consiglio perché passavo di qui per
caso". E ha annunciato che il suo gruppo sta valutando l'ipotesi di
ricorrere al Tar per invalidare la seduta e le relative delibere. LA
"QUERELLE" tra maggioranza e opposizione non ha mai abbandonato
l'aula. "Qualcuno ci accusa, chiedendo la convocazione
di consigli straordinari, di mettere le mani nelle tasche dei bresciani -
ha esordito Giovanni Petriccione (Liberaldemocratici) -. In risposta,
propongo di votare per questo e per i prossimi consigli la rinuncia al
gettone di presenza". Una proposta che, per regolamento, non è stato
possibile mettere in votazione già ieri. "Quando si
chiede di abbassare i toni, sarebbe meglio guardarsi in casa", ha
risposto subito Andrea Bartoli (Civica), ricordando che l'opposizione ha
definito la maggioranza una "sputacchiera". Multe e aree verdi
sono stati tra i temi principali all'oggetto delle sei interrogazioni
affrontate in aula. Merita un cenno la richiesta di Andrea Arcai, che ha
voluto sapere dall'assessore Dionigi Guindani quante contravvenzioni fossero
state comminate ad automobili, biciclette e pedoni nel 2004
(rispettivamente 137.138, 136.343, 54 e 741, compreso il rispetto del
regolamento di polizia urbana), 2005 (146.992, 146.394, 35 e 563), e 2006
(144.633, 143.906, 61 e 666). Numeri che, secondo il capogruppo di An,
dimostrano che le due ruote non vengono ancora tenute sufficientemente
sotto osservazione. Lo stesso Arcai ha poi chiesto delucidazioni in merito
ad una sentenza del giudice di pace, che annullava la contravvenzione
elevata ad una cittadina dopo un accertamento con il Trafficphoto (un
"apparecchio - ha precisato Guindani - sostituito nel 2004 con nuove
apparecchiature che funzionano con tecnologia digitale"), per
l'inesistenza di un atto formale della giunta che ne deliberasse l'impiego.
L'assessore alla Sicurezza ha dovuto render conto poi dello stato del parco
di via Bevilacqua. In "condizione di degrado", secondo i
consiglieri di An. "Oggetto dal 2005 di una serie specifica e mirata
di controlli", secondo Guindani,. In relazione al potenziamento della
Brescia - Iseo - Edolo e alla realizzazione del collegamento tra le
stazioni di Castegnato e San Zeno - di cui ha voluto sapere Federico
Manzoni (Margherita) - l'assessore Mario Venturini ha spiegato che per ora
tra Comune e Provincia ci sono stati soltantocontatti di "pura
informazione" e che il progetto è ancora in embrione. NA.DA.
Iniziativa per tagliare i costi
della politica (sezione: Costi dei politici)
( da "Centro,
Il"
del 09-10-2007)
LA
PROPOSTA Iniziativa per tagliare i costi della politica AVEZZANO. L'idea
di "unire le forze" è stata lanciata dal sindaco di
Celano, Filippo Piccone, e raccolta dal suo collega di Avezzano, Antonio
Floris. La fusione tra i Comuni di Avezzano e di Celano è stata
subito un'idea che ha convinto i due primi cittadini, che ora
coinvolgeranno i consigli comunali e poi i cittadini. Lo scopo
principale è quello di abbattere i costi della politica.
La proposta è arrivata subito dopo quella relativa al piano
strategico locale, già messo in cantiere per migliorare la dotazione
infrastrutturale di Celano. Tutto è nato, insomma, nel giro di pochi
giorni. I tempi di attuazione del progetto potrebbero essere di circa tre
anni. Entro dicembre dovrà partire l'iter burocratico. Dal punto di
vista legislativo il progetto si basa sulla legge numero 143 del 1997
riguardante le norme in materia di riordino territoriale dei Comuni,
istituzione di nuovi Comuni, unioni e fusioni. Le delibere per la fusione
dovranno essere consegnate alla Regione e dovranno contenere una la
descrizione esatta dei nuovi confini proposti, la cartografia in scala
1:10.000 relativa ai suddetti confini, la relativa documentazione
catastale, storica e descrittiva, necessaria a documentare precisamente la
situazione, le indicazioni di natura demografica, socio-economica e
culturale relative ai territori interessati e, soprattutto, le
modalità per la gestione dei servizi che riguardao il territorio in
questione. (p.g.).
I presidenti di circoscrizione: aumentateci lo stipendio (sezione: Costi
dei politici)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-10-2007)
Corriere
del Mezzogiorno - LECCE - sezione: 1PAGINA - data: 2007-10-09 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE LECCE/ Proposta inoltrata al sindaco Perrone che
blocca gli entusiasmi: la gente non capirebbe I presidenti di
circoscrizione: aumentateci lo stipendio LECCE - A livello nazionale il
dibattito sulla riduzione dei costi della politica è acceso ed il
governo Prodi è pronto a cancellare i consigli circoscrizionali
nelle città con popolazioni inferiore ai 250mila abitanti. A Lecce,
dove i "parlamentini" sono cinque, c'è
chi propone un aumento dei gettoni di presenza. L'idea è lanciata dal consigliere del quartiere
Rudiae-Ferrovia, Leo Ciccardi, e avallata dal coordinatore dei presidenti,
Fabio Campobasso (An). Ma il sindaco Paolo Perrone gela le loro
aspettative. "La gente non capirebbe, è un'ipotesi non
percorribile ", ha detto. - A pagina 7 Dinoi.
Poli Bortone ha disposto i primi tagli
(sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-10-2007)
Corriere
del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7
categoria: BREVI Poli Bortone ha disposto i primi tagli S I COSTI Negli
ultimi mesi, sia a livello locale che nazionale, è emersa la forte
esigenza di ridurre i costi della politica. In
modo particolare il governo Prodi ha intenzione, con la prossima legge
Finanziaria, di ridurre il numero di assessori, consiglieri comunali,
provinciali e regionali. Altro obiettivo è tagliare le
circoscrizioni nelle città con popolazione inferiore ai 250mila
abitanti. A livello regionale il governatore Nichi Vendola
ha già avviato un piano di razionalizzazzione dei costi della politica che parte dall'eliminazione delle comunità montane.
Il presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, da settembre
rinuncia alla sua indennità. Pellegrino ha anche proposto
l'eliminazione delle Circoscrizioni nelle città con popolazione
inferiore ai 100mila abitanti. Il suo modello però non
è stato seguito da assessori e consiglieri provinciali. Adriana Poli
Bortone ( foto), da sindaca di Lecce, si è ridotta
l'indennità del 10 per cento. Il suo esempio è stato poi
seguito dagli assessori S LA PROPOSTA A Lecce esistono cinque
circoscrizioni. Uno dei consiglieri del quartiere Rudiae-Ferrovia, Leo
Ciccardi, ha chiesto l'aumento delle indennità. La proposta è
appoggiata dal coordinatore dei presidenti, Fabio Campobasso.
Circoscrizioni, è scontro sulle indennità (sezione: Costi
dei politici)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-10-2007)
Corriere
del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE Circoscrizioni, è scontro sulle
indennità Il presidente Campobasso: "Vanno aumentate". Il
sindaco Perrone: "Non è possibile" LECCE - In un periodo
di vacche magre non è mai consigliabile chiedere aumenti. Non
sembrano averlo capito gli eletti nei governi di quartiere che
sull'argomento sono disposti ad aprire una vertenza con il proprio datore
di lavoro, il Comune di Lecce, che non è proprio disposto a
sganciare un euro di più. Perciò è destinata
all'insuccesso la rivendicazione dei presidenti e consiglieri
circoscrizionali di Lecce che chiedono "compensi più dignitosi
e comunque comparabili " con quelli degli assessori comunali e di chi
occupa gli scranni di Palazzo Carafa, soprattutto perchè il Governo
potrebbe anche cancellare le circoscrizioni nelle città con
popolazione inferiore ai 250mila abitanti. E Lecce è tra di esse. LA
RICHIESTA - L'esigenza, dapprima messa nero su bianco da un consigliere del
quartiere Rudiae-Ferrovia, Leo Ciccardi, trova sponda nel coordinatore dei
presidenti di circoscrizione, Fabio Campobasso (An), che per la sua
categoria reclama lo stesso adeguamento economico con l'indennità di
chi siede in giunta. Non lascia speranze, invece, il sindaco di Lecce,
Paolo Perrone, che anticipando al "Corriere del Mezzogiorno" la
risposta che darà al consigliere Ciccardi, definisce la richiesta
"improponibile". Curante del dibattito che accende le piazze sui
suoi costi eccessivi della politica, il primo cittadino di Lecce stronca
così le aspettative dei richiedenti: "L'ipotesi non è in
agenda - dice - e non credo lo sarà perché ritengo che la gente non
capirebbe". Il presidente della Provincia, Giovanni Pellegrino, ha fatto
ancora di meglio proponendo la soppressione di tali organismi periferici.
Il dibattito, comunque, è aperto. Incuranti delle decurtazioni della
Finanziaria che prevedono tagli di cariche ed organismi istituzionali, i
presidenti dei governi di quartiere alzano la voce. I DIRITTI - "Solo
qui a Lecce dicono - si fanno calcoli strani che permettono il mancato
adeguamento alle leggi che invece sulla materia prevedono l'equiparazione
dei compensi tra cariche elettive negli enti pubblici". Ad esserne
convinto è il portavoce dei presidenti circoscrizionali, Campobasso,
che rifacendosi ad un articolo contenuto nel Testo unico delle leggi
sull'ordinamento degli enti locali, chiede che "le indennità
degli assessori e dei consiglieri comunali siano uguali per tutti. Che non
si dica che vogliamo semplicemente guadagnare di più - precisa
Campobasso - perché qui si tratta di rispettare le leggi molto chiare in
materia". A non andare giù a chi rivendica maggioro entrate,
è la forte sperequazione dei "salari" tra i vari livelli
di governo. "Le indennità di un presidente
di circoscrizione è di 1.518 euro lordi - spiega il coordinatore
Campobasso - mentre gli assessori comunali prendono più del doppio.
Ancora peggio i consiglieri a cui va riconosciuto un gettone di 18 euro,
sempre lordi, per ogni presenza nei Consiglio o nelle
commissioni. A conti fatti - conclude il leader dei presidenti di
quartiere - un consigliere arriva ad incassare 36 euro al mese considerando
una frequenza media di due appuntamenti". Non è così
articolata con le cifre, ma è ancora più esplicita la
richiesta che il consigliere Ciccardi ha già inoltrato al sindaco e
ai presidenti di Consiglio e di Circoscrizione, ai capigruppo e assessori.
LE SEDUTE - "Propongo - scrive - che il Consiglio comunale con
apposita deliberazione consenta il regolare esercizio della funzione delle
circoscrizioni ed inoltre riveda il compenso dei consiglieri
circoscrizionali passando ad un aumento del gettone di presenza,
magari fissando al massimo di sedute ogni sei mesi, in alternativa -
conclude - ad un adeguato contributo mensile, come già fanno in
altre città". Il sindaco Perrone, interpellato in proposito,
non è disposto nemmeno ad affrontare il problema. "Capisco che
qualche consigliere, più degli altri, sacrifica il proprio tempo per
l'attività delle circoscrizioni, magari anche a scapito delle
rispettive occupazioni personali - afferma Perrone - ma attualmente la
proposta non è da prendere in considerazione perché proprio adesso -
insiste il primo cittadino la gente non la capirebbero". Nazareno
Dinoi.
Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano oltre 120mila euro
l'anno (sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
09-10-2007)
Corriere
del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-10-09 num: - pag: 7
categoria: REDAZIONALE I numeri Cinque quartieri e 61 consiglieri Costano
oltre 120mila euro l'anno LECCE - I 61 consiglieri eletti nelle cinque
circoscrizioni di Lecce con i loro 5 presidenti costano alla
comunità circa diecimila euro al mese. Il calcolo è stato
fatto sulla scorta dei dati forniti dal coordinatore dei presidenti delle assemblee di quartiere che prevedono il riconoscimento di due
gettoni di presenza al mese per i consiglieri (18 euro per seduta) oltre alle
indennità per i presidenti che è di 1.518 euro, sempre al
netto. Ogni circoscrizione ha invece un badget annuo di 15 mila euro. Le
circoscrizioni sono suddivise tra i quartieri Centro, Mazzini, parte di
Santa Rosa e Leuca (I Circoscrizione), Santa Rosa, Stadio (II),
Stadio, Leuca, parte Ferrovia (III), Ferrovia, Rudiae (IV) e Litorale (V).
Il coordinatore dei presidenti di circoscrizione, Fabio Campobasso ( foto),
ha chiesto al Comune maggiore considerazione sui "parlamentini".
Una battaglia analoga era stata fatta negli anni scorsi da Mariangela De
Carlo, anch'ella di Alleanza Nazionale.
Tagli di assessori, protestano i Comuni
(sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)
Corriere
del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2007-10-09 num: - pag:
7 categoria: REDAZIONALE Tagli di assessori, protestano i Comuni Nel
Veronese "salteranno"324 consiglieri e120 posti in giunta. Isindaci:
non siamo noi il costo della politica
VERONA - Taglio. Una parola che, in epoca di ondata antispreco, con la politica e i suoi costi sotto schiaffo dell'opinione pubblica, viene
pronunciata sempre più spesso e riferita a consigli di amministrazione,
società a partecipazione pubblica, e ora anche ai consigli comunali
e provinciali. La nuova Finanziaria, di cui tra pochi giorni
entrerà nel vivo la discussione in Parlamento, prevede infatti che
anche le amministrazioni locali riducano sensibilmente i loro componenti.
Sforbiciata in arrivo, dunque, anche per i piccoli comuni della provincia
di Verona, che, via via che andranno al voto, dovranno rinnovare le proprie
amministrazioni tenendo conto della riduzione di consiglieri e assessori imposta
dall'articolo 14 della nuova legge. Sempre che esca, a dicembre, confermato
dai due rami del Parlamento. I primi a sperimentare la novità
saranno sette comuni della Provincia, di dimensioni diverse: dai nemmeno
mille abitanti di San Mauro di Saline, ad Albaredo d'Adige e Lazise, sotto
i 10mila, a Bussolengo,Sona e Castel d'Azzano, che non superano i
trentamila, per finire con Villafranca, il secondo comune più
popoloso della provincia, con i suoi poco più di 30mila abitanti. A
San Mauro, stando alle tabelle della Finanziaria, non solo i consiglieri
passeranno da 12 a 10, ma i due assessori in carica dovranno cedere il
passo a un unico superassessore che avrà tutte le deleghe del pur
piccolo centro della Lessinia. Albaredo o Lazise dovranno rinunciare a uno
dei loro assessori, passando rispettivamente da 6 a 5 e da 5 a 4, e a
quattro consiglieri ciascuno. Lo stesso taglio che subiranno i consigli di
Bussolengo,Castel d'Azzano e Sona (da 20 a 16 consiglieri comuna-li), che
però perderanno un assessore in più, scendendo dai sei
attuali a quattro. Il "contributo" maggiore sarà di
Villafranca, comune al voto perché commissariato, che dovrà cedere
otto consiglieri e tre assessori. Una giunta dimezzata, visto che prima del
commissariamento era composta da sei persone. Risparmi sui costi della politica? C'è da andarlo a spiegare ai sindaci,
infuriati per un provvedimento che sa di beffa: "In paesi così
piccoli togliere assessori è come tagliare i tralci di una vite -
dice Franco Bertaso, sindaco di Castel d'Azzano sarei d'accordo solo se si
tagliassero anche le poltrone del governo, ma non lo faranno mai". Per
Alviano Mazzi, primo cittadino e leghista doc di Bussolengo, "è
una legge figlia di un centralismo bieco e non porta alcun vantaggio, anzi
si rischia di alimentare il ricorso alle tangenti". Flavio Bonometti,
sindaco a Sona, è in linea con i colleghi: "Faccio fatica a
rispettare il programma con sei assessori, figuriamoci con quattro; se
siamo noi il costo della politica… Così
avremo assessori con molte deleghe". Considerando che i consiglieri
prendono un gettone di presenza che oscilla tra i
17 euro e i 30, a seconda della dimensione del paese, e che gli assessori a
tempo pieno prendono poco più di mille euro netti al mese, il
risparmio per i Comuni sotto i trentamila abitanti (e a Verona c'è
solo Villafranca che è oltre) sarà tra 15 e 30mila euro
all'anno. Ma anche la Provincia dovrà sottostare alla sforbiciata:
poiché quella di Verona amministra circa 880mila abitanti, i consiglieri
nel prossimo mandato (si andrà al voto nel 2009) passeranno dai 36
attuali a 28, mentre il taglio del 20 per cento degli assessori ne
farà scendere il numero da 12 a 9. Considerando che oggi i
componenti della giunta Mosele prendono 2900 euro netti al mese, e che il
gettone per i consiglieri è di circa 90 euro per ogni partecipazione
a consigli, commissioni o conferenze dei capigruppo, è ipotizzabile
un risparmio per le casse della Provincia di 16mila euro al mese. Tornando
ai Comuni, in totale sono 324 consiglieri e 120 assessori quelli che
saluteremo quando tutti i 98 municipi della provincia di Verona si saranno
adeguati alle nuove norme. Il comune capoluogo non dovrà perdere
consiglieri, ma Palazzo Barbieri nel prossimo mandato avrà due
assessori in meno. Problemi lontani, per ora. Giovanni Salvatori.
I palazzi della politica, i doppi incarichi e le cinque
poltrone di Antonio Pastorello
(sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere del Veneto" del 09-10-2007)
Corriere
del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2007-10-09 num: - pag:
7 autore: Antonio Casu), Fausto Sachetto, Luciano Marcazzan Giuseppe Laiti
Tiziano Zigiotto, Nadir Welponer, categoria: REDAZIONALE VIAGGIO NELLA
CASTA I palazzi della politica, i doppi incarichi e le cinque poltrone di
Antonio Pastorello VERONA – Restano ancora parecchi, anche tra i politici
veronesi, gli incarichi multipli. Più cariche politiche si sommano
allegramente sulle spalle degli stessi stakanovisti della presenza, e dell'impegno pubblico; più spesso
sono le nomine all'interno di cda di società partecipate a caricare
di lavoro i nostri rappresentanti, già presi come sono dalle sfide
di giunta o di consiglio. Va fatto qualche distinguo, naturalmente: in vari
casi è la stessa partecipazione societaria che prevede la presenza di esponenti del Comune o della Provincia in
seno alle società. "Pluridecorato ", in questo senso,
è ad esempio il presidente delle Provincia Elio Mosele, che è
presente nei cda di Serenissima, Autobrennero, Aato, Brennero trasporti,
Autocamionale della Cisa, Gardesana servizi e funivia Malcesine-Baldo,
oltre a qualche altra manciata di enti a carattere vario. In vari casi il
compenso non c'èo è stato sospeso proprio dalla scorsa
finanziaria, come per le autostrade. Carico di onori è anche il vice
di Mosele, Antonio Pastorello. Che oltre a essere il numero due dei Palazzi
scaligeri, è anche primo cittadino di Roveredo di Guà,
vicepresidente di Brennero trasporti rotaia, la spa che si occupa dell'asse
ferroviario del Brennero: da gennaio 2006 è anche a capo di Acque
veronesi, la nuova società che eroga l'acqua a moltissimi comuni
della provincia, oltre ad essere il presidente del Cisiag, ovvero il
consorzio di servizi idrici Adige- Guà, con sede a Legnago. La somma
di cariche politiche è frequente in Provincia: ben tre assessori di
Mosele sono anche sindaci; oltre a Pastorello, Alberto Martelletto, che
governa a Colognola ai Colli, e Davide Bendinelli, primo cittadino di
Garda, mentre Luca Sebastiano è il vice sindaco di Lazise. A cavallo
tra Comune di Verona e Regione c'è Stefano Valdegamberi, consigliere
a Palazzo Barbieri, assessore alle Politiche sociali a Palazzo Balbi,
mentre addirittura parlamentare è il presidente del consiglio
comunale veronese Pieralfonso Fratta Pasini. Niko Cordioli, per tornare
alla Provincia, è consigliere azzurro ma anche presidente dell'Ater,
l'ente per l'edilizia residenziale, carica che gli frutta oltre 53 mila
euro all'anno (lordi) di guadagno. In Ater anche un altro consigliere provinciale,
Gian Antonio Capuzzo. Anche il vice di Cordioli, peraltro, si deve dividere
tra politica e incarico nell'ente: si tratta infatti di Massimo Mariotti,
consigliere comunale di An, che dalla carica di vice percepisce 19.549 euro
lordi all'anno. Un altro consigliere comunale aennino, Ciro Maschio,
è consigliere di amministrazione dell'Aeroporto Catullo (dove siede anche il collega in Provincia con un compenso
stanziato per il 2007 di 10mila euro più un gettone di 250 euro a presenza per ogni riunione del cda. anche lui consigliere
provinciale, è presente nei cda di Autobrennero e di Brennero
trasporti, siede nel cda del Parco della Lessinia, dell'Udc è
consigliere anche di acque veronesi e consorzio di bonifica Adige Garda.
consigliere regionale, è anche presidente di Obiettivo Nordest,
carica da 51mila euro lordi all'anno. Per 16.500 euro annui siede nel cda
di Veneto strade il consigliere comunale veronese di Sinistra democratica.
Su molti di questi esponenti grava, comunque, la scure della scorsa finanziaria,
che ha introdotto la sospensione degli emolumenti per gli amministratori di
enti locali nelle società partecipate. G.S. IL VICE DI MOSELE
Antonio Pastorello, numero due in Provincia, è anche sindaco di
Roveredo di Guà e ha incarichi di primo piano in altri cda pubblici.
Un membro effettivo dei sindaci del collegio sindacale Etm
è socio al 50% della s
(sezione: Costi dei politici)
( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del
09-10-2007)
Di
FRANCESCA OGGIANO "Un membro effettivo dei sindaci del collegio
sindacale Etm è socio al 50% della società "S.Rita
logistica srl" con cui la municipalizzata ha stipulato a luglio 2007
un accordo commerciale". E tanto basta ad Rdb e Ambiente e Lavoro
"per chiedere all'amministrazione comunale la rimozione dei sindaci e
revisori, e l'allontanamento del presidente della spa comunale, Salvatore
Andrea Renda, per aver sottoposto - precisa Gabriella Rossi in una
conferenza stampa fiume tenutasi ieri nella sede della Rdb - al cda di Etm
l'accordo con la S. Rita. Accordo che ha portato all'acquisto presso la
Salaria carri di 4 camion-container Iveco per un costo di 331 mila 480
euro". "Motivo per il quale - aggiunge Flavio Zeppa - proprio il
presidente Renda in compagnia di un membro del collegio dei revisori dei
conti di Etm sono volati a Marsiglia per vedere la finale di rugby
Italia-Nuova Zelanda a spese della Iveco". Alla base delle accuse
lanciate contro i vertici di Etm, codice civile alla mano, è
l'articolo 2.399 che, al comma c, precisa i termini di decadenza dei
revisori dei conti. E fra le tante clausole spunta proprio
"l'impossibilità da parte di chi amministra i conti di una
società pubblica di possedere - spiega la Rossi - quote capitali di
società private, perché, come nel caso di Etm, viene a mancare
l'imparzialità nella gestione". Questo però riguarda il
collegio sindacale e il membro nominato da comune ed Etm che possiede il
50% della S. Rosa srl. Ma il Presidente Renda che c'entra? "Renda -
prosegue la Rossi - dovrebbe essere rimosso perché era a conoscenza di
tutto ma a luglio ha sottoposto il contratto commerciale con la srl al cda
di Etruria. Senza contare che recentemente nell'ufficio legale di Etm
è stato assunto come avvocato un suo parente, fra l'altro ancora
tirocinante e privo di titoli. Il tutto senza neanche un avviso pubblico
per la selezione di personale, dato che Etm è comunque una
società del Comune". Ma il j'accuse di Ambiente e Lavoro e
della Rdb va ben oltre l'accordo con la srl S. Rosa Logistic. E abbraccia
anche i costi dirigenziali della municipalizzata. "Esistono due
bilanci della società per il 2006 - aggiunge Zeppa - uno di 36 mila
euro in attivo, l'altro di 106 mila euro di perdite. Entrambi mai approvati
e mai presentati a palazzo del Pincio, socio unico di Etm nonostante il
termine per l'approvazione sia scaduto da tempo". Due bilanci? Un vero
e proprio giallo che la Rdb scioglie così: "Deduciamo che il
vero bilancio sia quello in perdita, perché risulta l'unico
presentato alla Camera di Commercio dalla municipalizzata". E l'altro?
"Il presidente Renda sui 36 mila euro di profitto aziendali ha
chiesto, a partire dal 2007, un premio di produzione di 4.500 euro l'anno
che si sommano - conclude Zeppa - ai gettoni presenza che lui e i 3 consiglieri di Etm percepiscono mensilmente a
differenza di quanto da loro sostenuto pubblicamente, per un totale
di 12 mila euro annui".
L'ex consigliere di amministrazione della Sif (Società
Interporto di Frosinone), Angelo Ru
(sezione: Costi dei politici)
( da "Messaggero, Il (Latina)" del
09-10-2007)
Ggero,
chiede lumi all'attuale presidente Maurizio Ferrante sugli emolumenti
destinati agli attuali membri del C.d.A.. E lo fa con una lettera che
prende spunto dalla notizia, riportata dal Messaggero, "che un membro
del Consiglio di Amministrazione della società (già
Presidente) con decreto ingiuntivo ha chiesto al suo Ente 360.000,00 euro
per il periodo di attività svolto presso la SIF SpA". Il riferimento
è all'atto notificato dall'ex presidente Giuseppe Zeppieri,
assistito dall'avvocato Vincenzo Pizzutelli. "Tra l'altro si legge -
scrive Ruggero - che la società ha iscritto nel
bilancio di esercizio la somma richiesta. Quindi le chiedo: i membri del
Consiglio di Amministrazione della SIF SpA percepiscono degli emolumenti?
(indennità, gettoni di presenza, rimborsi ecc.)". La richiesta nasce da una
dichiarazione dell'ex presidente che fa riferimento al fatto che l'attuale
Consiglio di Amministrazione li percepirebbe. "Le notizie
corrispondono alla realtà? - chiede Ruggero - Lei può
confermare o smentire? Gradirei saperlo con una comunicazione scritta. I
bilanci della Società dal 1998 al 2005 e le relative relazioni del
Consiglio di Amministrazione sulla gestione ai sensi dell'art. 2428 del
codice civile insieme alla "nota integrativa" ai sensi dell'art.
2427 del codice civile, hanno sempre segnalato le seguenti dichiarazioni
"Non sono stati corrisposti compensi agli amministratori", tutte
sottoscritte dal Presidente pro-tempore della SIF SpA. Per quanto su
esposto si evince che a chi Le scrive non è mai stato corrisposto
NESSUN COMPENSO, a qualsiasi titolo, per l'attività svolta,
pro-tempore, presso la società , per 7 anni di presenza
nel consiglio (periodo durante il quale si sono appaltati e avviati i
lavori per la realizzazione della struttura interportuale e anche acquisiti
importanti finanziamenti pubblici e privati per l'opera)". Ruggero
vuole sapere se sia "legittima la richiesta che è stata avanzata
per richiedere i compensi eventualmente dovuti, tempo per tempo, al
Consiglio di Amministrazione? Nel bilancio in corso sono state previste
poste contabili per questa evenienza? Se la " corresponsione" di
emolumenti al Consiglio di Amministrazione è legittima, (quindi
dovuta), allora è giusto prevedere in bilancio l'eventuale voce, poi
la sua"eventuale" destinazione è altra questione. Infine,
prima del bilancio di esercizio 1998 c'è stata una delibera che
escludeva i compensi al Consiglio di Amministrazione? Se così
è stato quando è stata revocata?". V.B.
Meno di un'ora di confronto e tutti a casa. Con in tasca un
gettone da cento euro. Il dibattito
(sezione: Costi dei politici)
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
09-10-2007)
Sul
Piano spiaggia in Consiglio comunale s'è arenato nel momento in cui
ci si è resi conto che si stava combinando un pasticcio. A colpire e
affondare la seduta è stato Marcello Antonelli di An il quale ha
rilevato che non era possibile presentare emendamenti al Piano spiaggia, ma
semmai alle osservazioni. "Si rischiava di discutere più volte
vari aspetti di una stessa osservazione". E' finita con il rinvio a
lunedì: si procederà raggruppando emendamenti e osservazioni
per tipologia, per affrontare e risolvere con uniformità di giudizio
ogni aspetto controverso del Piano. A fare il punto è stato Enzo
Dogali, presidente della commissione urbanistica: "Sono 98 le
osservazioni rimaste: 48 non accoglibili, 22 parzialmente accoglibili e 28
accoglibili - ha spiegato -. Le osservazioni valide a loro volta contengono
354 richieste, di cui 210 non accoglibili, 16 parzialmente accoglibili e
128 accoglibili". Ben 34 gli emendamenti al Piano, dichiarati
irricevibili.In aula i balneatori sono tornati alla carica per chiedere
regole certe e chiare, "basta con i rinvii, non sappiamo se è
regolare o meno ciò che abbiamo realizzato per
necessità" hanno protestato. "A Pescara ci sono tre
stabilimenti che rischiano la demolizione" ha aggiunto Dogali. Il
comitato Marelibero.org, in prima linea per la riconquista della vista
mare, ha annunciato d'aver ricevuto querela per diffamazione da Filippo
Antonio De Cecco (Le Paillote) per un articolo sul sito web
dell'associazione. Maurizio Acerbo, Prc, non ci sta e contrattacca:
"Per l'ennesima volta ci tocca constatare che De Cecco lede la propria
immagine pubblica con un comportamento all'insegna della prepotenza.
Esprimo la mia solidarietà a Mare Libero".
Asam nella bufera, affossato il Cda
(sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale di Vimercate" del
09-10-2007)
IL
CASO "Sconfessato" il piano industriale proposto dal Consiglio d'amministrazione,
dimissionari quattro componenti su sette ASAM NELLA BUFERA, AFFOSSATO IL
CDA Ai ferri corti Penati e il presidente della holding Sapelli,
"silurato" alla vigilia di una riunione straordinaria del
Consiglio richiedi la foto Il presidente Filippo Penati Milano - Asam nella
bufera e il suo Consiglio d'amministrazione fuori dai giochi. Si è
chiusa così la settimana più lunga della holding delle
infrastrutture provinciali, costituita tre anni fa. Una settimana iniziata
con l'approvazione, da parte della Giunta Penati, delle linee d'indirizzo
per il piano industriale della società (un piano diverso da quello
proposto dal Cda) e conclusasi con le dimissioni di quattro su sette dei
consiglieri d'amministrazione. In pratica un "siluro" per
l'intero Cda. Appena lunedì scorso Palazzo Isimbardi aveva
annunciato con una breve nota gli indirizzi dati (che questa settimana
saranno sottoposti al voto del Consiglio provinciale): garantire la
realizzazione delle infrastrutture viabilistiche e il potenziamento del
trasporto pubblico locale; ridurre i debiti della società, che dal
luglio 2005 ha maturato quasi venti milioni di oneri; conferire in
Serravalle le quote possedute di Sea e Tem per poi quotare in borsa parte
delle azioni; infine cedere fino a un massimo del 30% del capitale sociale
di Asam a uno o più investitori qualificati. Una mossa che ha
lasciato a dir poco sconcertati il Cda e il suo presidente, il professor
Giulio Sapelli, autori di una proposta differente: far confluire le azioni
di Serravalle e Sea in una nuova società di scopo (una
"newco"), reperire un socio privato e incamerare quindi risorse
sufficienti per finanziare il trasporto pubblico e dimezzare il debito
entro marzo 2008. Fatto sta che è stata convocata in fretta e furia
una seduta straordinaria del Cda fissata per sabato scorso. Durante la
settimana però la situazione è precipitata. Già
giovedì, mentre in Consiglio provinciale il centrodestra dava
battaglia sull'ultima mossa della Giunta, nei corridoi si spargeva la voce
che il presidente, Filippo Penati, avesse in mano le dimissioni di quattro
consiglieri e fosse intenzionato a ottenere la testa del presidente. Ma ad
Asam, a quella data, erano arrivate solo le dimissioni di Marcello Taiani
(indicato dalla Margherita). Intanto l'ufficio stampa di Penati si
affannava a smentire da un lato di aver già indetto una gara per la
cessione del 30% delle quote e dall'altro di aver "bocciato" il
piano industriale del Cda. La svolta venerdì nel tardo pomeriggio,
con una nota della Provincia tesa a motivare le dimissioni di quattro
consiglieri: oltre a Taiani, Giordano Vimercati (capo di Gabinetto di
Penati), Giancarlo Saporito, direttore generale dell'ente, e il
rappresentante voluto dalla Lega Nord, Franco Almerigo. Dimissioni -
precisava Palazzo Isimbardi - finalizzate ad attuare "le disposizioni
previste dal comma 729 della Legge finanziaria 2007 e specificate nel
decreto Lanzillotta": quelle, insomma, che riducono fino a un massimo
di cinque i componenti dei Cda di società a
partecipazione pubblica. Risultato, il decadimento del Cda in carica. Una
scelta dettata - a leggere il comunicato - dalla volontà di tagliare
i costi della politica. Ma fonti vicine a Sapelli fanno sapere che il Cda si era
già ridotto gli stipendi in settembre e che, ad oggi, il compenso
totale per sette consiglieri sarebbe inferiore a quanto previsto dalla
Finanziaria per cinque componenti. "Per fare le prediche bisognerebbe
essere in pace con se stessi, e nel bilancio di Serravalle ci sono
responsabilità precise riguardo ai costi della politica
- ha commentato l'unico consigliere brianzolo, l'ex sindaco di Seregno Gigi
Perego - Ad ogni modo io, Sapelli e Daniele Cassamagnago (l'altro
consigliere, ndr) non abbiamo intenzione di dimetterci, almeno fino alla
prossima assemblea dei soci. Questi saranno giorni tesi a capire quanto
c'è di merito e quanto di strumentale in queste dimissioni. Intanto
vogliamo rendere pubblico il nostro operato in questi due anni".
Articolo pubblicato il 09/10/07.
Meno costi dei politici per Robbiate, <svendita> dei
terreni per Lomagna e accertamenti per Airuno
(sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale di Merate" del 09-10-2007)
ALIQUOTE
PIU BASSE? ECCO PERCHE MENO COSTI DEI POLITICI PER ROBBIATE, 'SVENDITA' DEI
TERRENI PER LOMAGNA E ACCERTAMENTI PER AIRUNO richiedi la foto richiedi la
foto richiedi la foto Se alcuni comuni saltano all'occhio per le aliquote
più alte, altri invece possono essere segnalati per aver scelto di
applicare aliquote Ici più basse. Come per i Comuni più
"esosi" vediamo anche in questo caso di confrontare solo le voci
relativi all'aliquota della prima casa. "Siamo il Comune con le
aliquote più basse - afferma con convinzione il sindaco di Robbiate,
Alessandro Salvioni - Per quanto riguarda l'addizionale Irpef siamo nella
media, per la Tarsu abbiamo tariffe inferiori alla media così come
per l'Ici prima casa (4 per mille) e ordinaria (4,25 per mille). Per quanto
riguarda queste ultime posso dire che sono basse perchè il minor
introito dovuto all'aliquota più bassa è compensato
dall'aumento del numero delle abitazioni. Inoltre per l'ordinaria, siccome
a Robbiate sono poche le seconde case, mentre non mancano esercizi
commerciali e industrie, pensiamo che non sia il caso di chiedere maggiori
imposte su attività che creano reddito. Infine
abbiamo tre voci relative ai costi che sono più basse rispetto alla
media nazionale: i costi di gestione e del personale (il nostro Comune ha
pochi dipendenti) e il costo dei politici. Per sindaco e assessori
spendiamo circa 30mila euro l'anno, mentre in altre realtà simili
alla nostra la spesa lievita a 80mila euro". "A Lomagna si
applica un'aliquota Ici bassa - ha esordito provocatorio il sindaco,
Gianfranco Castelli - perchè abbiamo svenduto il nostro territorio
recuperando un sacco di oneri di urbanizzazione". I lomagnesi sono
infatti tassati per la prima casa all'aliquota del 4 per mille, decisamente
bassa, rispetto agli altri Comuni, anche se in contropartita l'addizionale
Irpef è dello 0,40. "Naturalmente mi riferisco ad una
situazione che abbiamo già trovato e alla quale ora cerchiamo di
porre rimedio. Stiamo rivedendo il Piano di governo del territorio e
abbiamo già tolto alcune situazioni dissennate come il bonus del 20%
sul volume edificabile. Il nostro programma è quello di dare al Pgt
una connotazione diversa. L'ottica comunque è sempre quella di
evitare di toccare le tasche dei cittadini. Credo che siamo un Comune che
sa misurare oculatamente le sue risorse, senza svendere i gioielli di
famiglia. Dobbiamo però anche considerare cosa verrà
stabilito dalla prossima Finanziaria". Tariffa bassa per la prima casa
per agevolare le famiglie e accertamenti sono le linee che sta seguendo
invece il Comune di Airuno. "Tutta la nostra politica
di fiscalità locale - ha spiegato l'assessore al bilancio Marco
Fiala - gira sul presupposto di favorire il più possibile le
famiglie. Quindi 4,3 per mille sulla prima casa e tariffe medio alte per
gli altri immobili. Lo stesso principio viene applicato anche per la Tarsu
per la quale abbiamo individuato 13 categorie con lo scopo di far pagare di
più a chi produce maggiori scarti. Inoltre per la Tarsu è dal
2000 che stiamo facendo accertamenti, mentre per l'Ici abbiamo iniziato nel
2002. Eliminando le evasioni si riesce così a tenere basse le
aliquote". Articolo pubblicato il 09/10/07.
Consiglieri e assessori, la scure della
Finanziaria (sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere Adriatico" del 09-10-2007)
Il
"taglio" maggiore naturalmente riguarda SenigalliaI trattamenti
differenti sul piano economico Consiglieri e assessori, la scure della
Finanziaria L'applicazione delle norme sulla riduzione dei costi della
politica partirà dai Comuni SENIGALLIA - Con la legge finanziaria
che il Governo intende approvare, forse arriverà la riduzione de
posti nei consigli comunali e nelle giunte municipali. Forse, perchè
anche per questa "voce" non mancheranno le prevedibili resistenze,
gli immancabili rinvii, magari nella segreta speranza che un giorno
qualcuno si dimentichi della cosa e tutto resti com'è sempre stato.
Al di là di questo, dando per scontato che la previsione della
"finanziaria" verrà mantenuta, per Senigallia e gli altri
Comuni della valle del Misa-Nevola si preparano sensibili modifiche del
numero di consiglieri e assessori comunali. Naturalmente il taglio
più consistente riguarderà proprio Senigallia. Attualmente il
suo Consiglio comunale è di 32 componenti, cui vanno aggiunti i due
consiglieri stranieri aggiunti. Se oggi venisse applicato quello che
è il "disegno di legge Santagata", cioè il
provvedimento che il Ministro per l'attuazione del programma ha messo a
punto nei mesi scorsi, il Consiglio comunale senigalliese dovrà
essere composto da 22 persone, dieci in meno, esclusi gli
"aggiunti". Di conseguenza diminuiranno anche gli assessori in
Giunta, che dagli attuali otto scenderanno a sei. Le riduzioni naturalmente
riguardano anche gli altri Comuni. Allo stato attuale, i Consigli comunali
di Ostra Vetere, Ostra, Corinaldo, Ripe, Serra de' Conti e Arcevia sono
composti da 16 consiglieri. Per tutti questi la nuova quota scenderà
a 12. Diventeranno invece 10 i componenti dei Consigli comunali di
Monterado, Castel Colonna, Castelleone di Suasa, Barbara, dove attualmente
gli stessi organismi contano 12 consiglieri. Più articolata invece
è la prospettiva per quanto riguarda le Giunte municipali, dove le
disposizioni del d.d.l. Santagata toglieranno qualsiasi spazio alla possibilità
di allargare gli esecutivi oltre determinati confini. In questo caso
infatti il numero degli assessori viene fissato in maniera uguale per
tutti, sulla base del numero degli abitanti del Comune: saranno 3 per
quelli da 3.000 a 10.000 abitanti, saranno 2 per quelli sotto i 3.000
abitanti. Andando ad esaminare la situazione odierna, soltanto il Comune di
Castelleone di Suasa può dire oggi di avere una giunta municipale in
linea con quanto prevederebbe la "finanziaria", visto che il
sindaco Biagetti conta su due assessori. Per tutte le altre località
le riduzioni anche in questo caso saranno inevitabili. La più
pesante toccherà a Ostra Vetere, dove attualmente gli assessori sono
sei; seguono Ostra e Serra de' Conti dove da 5 assessori si passerebbe a
tre; due posti in meno anche nelle Giunte di Monterado, Castel Colonna,
Ripe e Barbara; un componente in meno invece per Arcevia e Corinaldo.
Secondo le intenzioni nel complesso si tratterebbe di "tagli"
finalizzati a far scendere le spese dei Comuni o, meglio, i cosidetti costi
della politica. In realtà le cose non sono così automatiche. Infatti se i consiglieri comunali godono da sempre solo del
gettone di presenza per ogni seduta del Consiglio, per gli assessori in molti
casi di parla solo di un rimborso spese o di indennità minime o
addirittura di nessun compenso. Il Comune di Ostra Vetere è tra
quelli che rientrano in quest'ultimo caso: ai suoi assessori non spetta
nè una indennità fissa, nè rimborso spese. A
Ostra invece viene attribuito un gettone di presenza,
come per i consiglieri. A Serra de' Conti situazione ancora diversa,
perchè agli assessori è corrisposta una indennità che
è di misura diversa in vase alle deleghe che gli sono state
attribuite. Cosa ne pensano gli amministratori di queste misure? "Non
ho difficoltà di fronte a queste scelte - osserva Livio Scattolini,
sindaco di Corinaldo - Peccato per la diminuzione die posti nella Giunta,
visto che era mia intenzione aumentare di un assessore il nostro esecutivo,
rispetto ai quattro odierni". "Credo che questo tipo di riforma
vada estesa a tutto il sistema - afferma a sua volta Massimo Bello, sindaco
di Ostra Vetere - Ci sono enti intermedi che francamente non hanno una
funzione operativa, diretta, ma che assorbono risorse che al contrario
potrebbero essere gestite più efficacemente dai Comuni".
V.OL.,.
Troppi assessori, tagliamone due Costi della politica,
proposta dell'Ulivo (sezione: Costi dei politici)
( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
09-10-2007)
"Troppi
assessori, tagliamone due" Costi della politica, proposta
dell'Ulivo DIETA DIMAGRANTE in giunta. Lo propone Simone Lodi, consigliere
dell'Ulivo e ideatore di uno dei blog più gettonati di Bondeno. In
questi giorni, mentre si fa un gran parlare dei costi della politica e dei tagli al numero dei ministri, Lodi prende carta e
penna e fa un paio di conti sugli stipendi degli assessori. Non si
scaglia contro la politica ma dice: "Sette
assessori in un comune picccolo come Bondeno sono decisamente troppi.
Cinque bastano e avanzano". Poi l'invito: "Il primo cittadino di
Bondeno dovrebbe fare un grande regalo ai bondenesi: ridurre di uno, se non
addirittura di 2, il numero degli assessori. Oltre al risparmio ? dice ? si
offrirebbe alla popolazione un segnale forte, come sta cercando di dare il
Governo Prodi a Roma". Di fatto, sedendo sulle poltrone del Municipio
nessuno si arricchisce. I più poveri in assoluto sono i consiglieri
comunali, tutti quanti, che percepiscono ad ogni seduta comunale (circa una
al mese) un gettone di presenza pari a 20,58 euro.
Una cifra irrisoria. Anche gli assessori comunali non percepiscono lauti
stipendi. Prendono infatti 1.292,64 euro mensili al mese. Non tutti
però. Alan Fabbri, assessore alle politiche giovanili e allo sport, che
ha un lavoro dipendente e quindi non ha partita iva, è il meno
retribuito in assoluto: percepisce solo 650 euro. Il vicesindaco Arnaldo
Aletti invece, è tra gli assessori quello che guadagna di più
con 1.579,90 euro al mese. Non tutti lo sanno, ma come è previsto
per legge, anche il presidente del Consiglio Marco Vincenzi percepisce uno
stipendio, do 646,32 euro. "Sarebbe utile che, in tempi come questi ?
dice Lodi ? l'amministrazione di Bondeno, ed in primis il sindaco Verri,
desse un segnale alla popolazione e riducesse il numero di assessori. Sette
assessori sono troppi. Tra l'altro ? aggiunge il consigliere dell'Ulivo ?
nonostante siano così tanti, i risultati che la giunta consegue sono
esigui, quindi a fronte dei costi la produttività è veramente
bassa. Troppo per giustificare una spesa del genere che, ripeto, non
è neppure elevatissima". Dalla questione locale alle
considerazioni nazionali: " Il governo di centrosinistra, all'interno
della prossima legge Finanziaria, ha proposto una serie di articoli che
contribuiscano a ridurre i costi della politica -
sottolinea Simone Lodi ? Alcune idee sono più che apprezzabili,
altre discutibili. Ridurre il numero di parlamentari ed i loro assurdi
privilegi è doveroso. Non serviva Beppe Grillo perché azioni di contenimento
delle spese venissero proposte". Claudia Fortini - -->.
La Loggia approva i nuovi
confini delle Circoscrizioni
(sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale di Brescia" del 09-10-2007)
Edizione:
09/10/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA DECENTRAMENTO / 1 A
tarda notte il voto del Consiglio comunale che riduce da nove a cinque le
sedi territoriali La Loggia approva i nuovi confini delle Circoscrizioni La
maggioranza compatta incassa il sì del Prc. La Cdl non partecipa al
voto "Si apre una nuova fase per la partecipazione alla vita
democratica della città. Non sarà un passaggio indolore,
bensì un processo complicato, fatto di confronti e tensioni. Ma la
capacità della politica sta nell'assumersi
l'onere della sfida, guardando al futuro". E in sintesi il pensiero
espresso dall'assessore alla Partecipazione e al Decentramento Claudio
Bragaglio, nell'approvare a maggioranza più Rifondazione la delibera
(con la Cdl fuori d'aula) con la quale a tarda notte è andato al
voto sull'accorpamento delle nove Circoscrizioni cittadine in cinque maxi
realtà. "Abbiamo fiducia di aver compiuto la giusta scelta -
spiega Bragaglio - con il preciso impegno di rafforzare il peso e le
competenze delle future cinque Circoscrizioni, attuando il principio del
federalismo intercomunale". Bragaglio attacca poi la minoranza
accusandola di incoerenza, perchè dopo aver approvato
all'unanimità una dichiarazione d'intenti, ora attacca "pretestuosamente"
il progetto. Ma un provvedimento così importante per la vita
democratica della città non poteva non suscitare le prese di
posizione delle forze politiche presenti in Loggia. "Il cittadino non
è al centro di questa riforma - dice Simona Bordonali della Lega
Nord - del tutto inutile approvare una riforma senza aumentare le
competenze delle Circoscrizioni. Senza poteri reali le Circoscrizioni sono
inutili. Si vuole ridurre i costi della politica,
ma tagliare 80 consiglieri circoscrizionali porterà ad un risparmio
di soli 200mila euro. Preoccupa invece il taglio annunciato sui servizi,
che si ripercuotono sui cittadini. Senza contare gli effetti sul personale
dipendente". Nicola Orto dell'Udc avrebbe preferito un dialogo
più approfondito sul tema della "frettolosa" delibera
carica di "luci ed ombre. Si parla di riduzione dei costi? Non si
è sottolineato a sufficienza quanto ci costeranno le nuove sedi
circoscrizionali". Per Fausto Di Mezza, capogruppo di Forza Italia
"la riforma è una scatola vuota perchè priva di contenuti,
fatta unicamente in chiave elettorale con il tentativo da parte del
Centrosinistra di conquistare qualche Circoscrizione. Ma la cosa più
grave, dal punto di vista istituzionale, è l'aver creato con questa
riforma un precedente per il quale si stravolgono le regole a colpi di
maggioranza". Andrea Arcai, capogruppo di An, parla
di riforma "in totale malafede politica e con
una grande confusione. Si parla di riduzione dei costi e poi resta aperto
il tema delle sedi, alcune da costruire ex novo". Arcai non esclude il
ricorso, da parte del Centrodestra ad un referendum per "sentire
veramente cosa ne pensano i cittadini di questa riforma". Toni
più pacati per Giovanni Petriccione dei liberaldemocratici loda il lavoro
svolto dall'assessore Bragaglio ma lo giudica "incompleto". Nella
maggioranza Federico Manzoni della Margherita elogia il lavoro svolto
dall'assessore Bragaglio e dagli uffici competenti e sottolinea che
"le Circoscrizioni non sono un costo ma, per Brescia un'esperienza
positiva che va salvaguardata". Poi critica la minoranza che ha eretto
barricate senza "presentare proposte di accorpamento delle
Circoscrizioni alternative a quelle proposte dalla Giunta". La Civica
per Brescia con Angelo Abrami punta il dito sui costi della politica proponendo in questo ambito la
possibilità di fondere tutte le società controllate e
partecipate dal Comune con scopi sociali simili. Il capogruppo dei Ds,
Claudio Buizza, nel condividere la proposta avanzata dalla Giunta comunale,
sottolinea che "la delibera, frutto di un percorso per molti aspetti
condiviso da tutti, non giustifica il clima di scontro frontale che
l'opposizione sta portando avanti in questi frangenti con pervicacia".
Paolo Venturini.
Sconti Ici, i comuni insistono
sulle detrazioni Irpef
(sezione: Costi dei politici)
( da "Italia Oggi" del 09-10-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Diritto e Fisco Numero 239, pag. 39
del 9/10/2007 Autore: Cristina Bartelli Francesco Cerisano Visualizza la
pagina in PDF Le audizioni sulla manovra. Le imprese:
incentivi alle aziende congrue con gli studi Sconti Ici, i comuni insistono
sulle detrazioni Irpef Una Finanziaria che ha il merito di essere stata
concertata con le autonomie, ma che è comunque ancora migliorabile.
Soprattutto in materia di fiscalità locale e patto di
stabilità. In audizione dinanzi alle commissioni bilancio riunite di
camera e senato Anci, Upi, Uncem e Conferenza delle regioni hanno presentato
le osservazioni alla manovra 2008 e al decreto legge collegato (n.
159/2007). L'Associazione dei comuni, pur condividendo la necessità
di ridurre la pressione fiscale sugli immobili, critica la scelta fatta dal
governo in materia di Ici. Secondo l'Anci, infatti, gli sconti devono
avvenire dando ai contribuenti la possibilità di detrarre l'imposta
direttamente dall'Irpef. Ricco inoltre l'elenco di proposte modificative
delle regole sul patto di stabilità. L'Anci propone: di ridurre la
base di calcolo del patto di stabilità relativa al saldo 2003-2005;
di sperimentare un abbandono del criterio della spesa storica,
"individuando un saldo obiettivo predeterminato per un numero di enti
scelti su base statistica"; di permettere ai comuni con saldo positivo
la possibilità di scegliere, a parità di obiettivo, tra le
nuove regole contabili e quelle del 2007. E anche le norme ordinamentali
non fanno saltare di gioia i comuni che avrebbero preferito
"affrontare tali temi nell'ambito del Codice delle autonomie". Le
province promuovono la soluzione data al problema dell'utilizzo degli
avanzi di amministrazione (che serviranno a estinguere anticipatamente i
mutui) e l'introduzione del criterio della competenza ibrida per il calcolo
del patto di stabilità. Non mancano però alcuni punti
critici. L'Upi ha chiesto di modificare il dl 159 in modo da consentire il
riutilizzo degli avanzi di amministrazione non sfruttati negli ultimi due
mesi del 2007. Sul patto di stabilità le province puntano a una
modifica del comma 684 della Finanziaria 2007 (quello che impone il
rispetto del patto di stabilità sin dall'approvazione dei
preventivi) giudicato "incongruente" rispetto alla nuova ottica
introdotta dalla competenza ibrida. Infine, a giudizio dell'associazione guidata
da Fabio Melilli, la manovra 2008 dovrebbe incentivare maggiormente gli
investimenti degli enti locali, soprattutto nelle infrastrutture viarie e
scolastiche. Sui tagli ai costi della politica, l'Upi critica il taglio dei
gettoni di presenza dei consiglieri in quanto "non porterebbe a
significativi risparmi di spesa". Imprese. Incentivi per le imprese
che risultano congrue agli studi di settore, ritocchi alle regole di
accesso al regime dei minimi e cambio della sua natura in opzionale,
tassazione agevolata e neutralità fiscale anche per i conferimenti
di società di persone e non soltanto per le società di
capitali. Queste le richieste di modifiche all'impianto della Finanziaria
2008 presentate in audizione dalle associazioni di imprese (Cna,
Casartigiani, Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio). Secondo le
associazioni la manovra è strutturata con "significativi
introiti di carattere fiscale aumentando, nei fatti, la pressione fiscale
per 2007 dal 42,3% al 43% e non diminuendola nel 2008". Il mondo delle
imprese presenta inoltre una lista di interventi migliorativi delle
novità per il loro settore. Proprio a partire dal taglio Ires/Irap.
Il documento evidenzia infatti che una parte del taglio sarà
ottenuta andando a intervenire anche sulla base imponibile delle pmi e
quindi si chiedono opportune misure compensative in relazione ai soggetti
Irpef che non avranno convenienza economica a optare per la nuova
tassazione Ires. Andando poi più nel dettaglio delle misure, le
imprese chiedono correzioni per l'impianto del regime semplificato dei
minimi. In particolare evidenziano come il limite di ricavi comune per
tutti di 30 mila euro potrebbe portare a una penalizzazione di un settore
rispetto a un altro. Inoltre, le imprese chiedono di prevedere per questi
soggetti un sistema di verifiche e rilevazioni periodiche. Dall'altro lato
poi chiedono semplificazioni proprio per quella restante fetta di imprese
soggette agli studi di settore. Negativo il giudizio di Confedilizia
secondo cui la manovra non ha posto "la necessaria attenzione
all'affitto, attraverso l'adozione di misure strutturali come la cedolare
secca". riproduzione riservata.
Approvata all'unanimità la nascita delle consulte
cittadine (sezione: Costi dei politici)
( da "Corriere delle Alpi" del 09-10-2007)
CORTINA
Approvata all'unanimità la nascita delle consulte cittadine
CORTINA."Una ulteriore dimostrazione di democrazia". Con queste
parole l'assessore all'Edilizia e all'Urbanistica di Cortina, Stefano Verocai,
ha definito le consulte cittadine. La novità è stata votata
all'unanimità nell'ultimo consiglio comunale. In sostanza si tratta
di commissioni aperte nelle quali la maggioranza e la minoranza verranno
rappresentate equamente. "Il nostro obiettivo", dice Verocai,
"era quello di favorire la partecipazione della comunità alla
formazione delle decisioni, di promuovere un qualificato approfondimento
dei problemi di Cortina, e di sviluppare la collaborazione
all'organizzazione dei servizi per il miglioramento della qualità
della vita. Con questo nuovo strumento gli assessori competenti potranno
avere direttamente il parere della cittadinanza sulle decisioni da
prendere". A seconda delle necessità di volta in volta
individuate dal consiglio comunale verranno costituite le consulte. I
rappresentanti dei cittadini si riuniranno e discuteranno di un preciso
tema. Poi verrà redatto un verbale che conterrà i vari
pareri, le raccomandazioni, i suggerimenti che sarà analizzato dal
sindaco e dalla giunta e che verrà pubblicato all'albo comunale. Le
sedute delle consulte non sono pubbliche, a meno che il presidente non
disponga altrimenti. Gli eventuali spettatori, quindi, non sono ammessi
alla discussione. Il numero dei componenti può variare da un minimo
di quattro ad un massimo di sei diviso in parità tra i componenti di
maggioranza e quelli di minoranza. Ad essi si aggiunge
il presidente della consulta che sarà l'assessore competente o un
suo delegato. Per i rappresentanti delle consulte non sarà previsto
il gettone di presenza: ossia non verranno pagati per presenziare agli incontri.
Per casi specifici, potranno invece ricevere dei rimborsi spese. (a.s.).
Noi siamo sul ponte del titanic (sezione: Costi dei politici)
( da "Provincia Pavese, La" del 09-10-2007)
I
PERSONAGGI TRA ITALIA E USA Noi siamo sul ponte del Titanic E' divertente,
anche se un po' deprimente, trovarsi all'estero e leggere
contemporaneamente la stampa italiana e, nel mio caso, quella americana.
Viene da confrontare non soltanto la qualità della stampa stessa ma,
indirettamente, quella (presunta) dei lettori, dei fatti, dei personaggi
che vengono raccontati, delle notizie che i giornali sembrano ritenere che
i lettori vogliano leggere, oltre che del modo come vogliano sentirsele
raccontare. Dal "Corriere della Sera" del 30 settembre. La
seconda e la terza pagina e buona parte della prima sono dedicate al
compleanno del capo dell'opposizione e ai festeggiamenti tributatigli da un
partito della sua coalizione e dal suo capo. Risaltano quattro fotografie a
prevalenza di color verde. Fra i regali fotografati una maglietta (verde)
con la scritta "Grazie a Dio in famiglia non abbiamo comunisti".
Un altro regalo (pure su fondo verde) reca la dicitura "Circoli della
libertina" sotto la foto della presidente dei Circoli della
libertà. Quest'ultima a sua volta, nella colonna a fianco, si
dichiara anticipatrice del "grillismo" avendo, dice lei, colto
prima di tutti il disagio dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni. Il leader ospite evoca poi
la resistenza anticipando una sorta di jihad padana, riferendosi a
"uomini pronti a lanciarsi nel sacrificio". Segue inevitabile la
raffica delle giustificazioni imbarazzate (da una parte) e delle
deprecazioni allarmate (dall'altra). Dal canto suo, il festeggiato si sente
in obbligo di versare una sorta di fidejussione politica
a favore dell'ospite ("per lui garantisco io") fra "un
brindisi di amarone e una fetta di polenta, un prosecchino e un tagliolino
al tartufo", non senza vaticinare sul referendum e prevedere che
"il 14 ottobre prossimo il governo muore", e non senza aver
raccontato la (dicono nota) barzelletta del "bumba bumba" (che il
quotidiano qualifica "irriferibile"). Quasi che l'impaginatore
ritenesse eccessivamente impegnative tutte queste notizie, la colonna a
fianco riferisce di un volumetto dal titolo "SMS diVersi" di
prossima uscita per i tipi di "Ars gratia artis". Si tratta di
versi del tipo "sei tu l'amore imprevisto e fatale", oppure
"aspetto una tua frase, un segnale azzurro", oppure ancora
"nel fruscio di un bacio infinito catturerai la stella che dimora
presso la mia carne". Il leader chiosa e loda. Non escluderei d'altra
parte che scatti in lui qualche meccanismo di autoidentificazione. D'altra
parte, sullo stesso quotidiano, il medesimo era stato di recente
dannunzianamente definito da uno dei suoi più coraggiosi laudatori
"leader gigantesco e immaginifico". Nella prima pagina, solitari,
un serissimo fondo di Mario Monti sulle determinanti della nostra paralisi
decisionale e la (piccola) foto di un monaco birmano ci provano a rompere
l'incantesimo. Nella prima pagina del "Washington Post" del 1
ottobre campeggia la foto a colori di un medico militare che si china su
due soldati feriti da un'esplosione in Iraq. La colonna
laterale di sinistra parla del protagonista di una nomina della Casa
Bianca, quella di destra delle posizioni politiche che si confrontano sul
tema del finanziamento pubblico della sanità. Nella seconda pagina
una grande foto di gruppo dei giudici della Corte Suprema. Tornando al
"Corriere", nel sottotitolo della prima pagina il leader ospite
è "il Senatur". Tornando ancora al "Washingon
Post", la consorte dell'ex presidente degli Stati Uniti è
"sen. Hillary Rodham Clinton (D. N.Y.)", vale a dire la senatrice
Hillary Rodham Clinton, democratica dello Stato di New York. E mai che il
suo avversario di partito sia "Barack"; è sempre il
"sen. Barack Obama (Ill.)" in quanto eletto, appunto, nello Stato
dell'Illinois. Come si fa a meravigliarsi del fatto che ci si diverta molto
più qui da noi, sul ponte del Titanic? Silvio Beretta Pavia,
può rivivere così la Torre civica Per merito
dell'associazione Pavia Monumentale, finalmente l'idea di una parziale
ricostruzione del moncone della Torre Civica sta prendendo corpo. Questo
progetto è preso in seria considerazione dal sindaco e
dall'assessorato della cultura che l'hanno posto tra le
"priorità". Moltissimi concittadini interpellati in
proposito si sono dichiarati favorevoli firmando un documento esortativo.
Considerata la scandalosa indifferenza delle nostre precedenti
amministrazioni, il risultato oggi fa gridare al miracolo. Gli anni,
purtroppo, volano e se ci soffermiamo a pensare che sono trascorsi diciotto
anni dal tragico crollo senza aver fatto alcunche, si rimane sconcertati.
E' uno spettacolo che disonora la città il vedere il
"moncone" lasciato in balìa degli eventi atmosferici e
umani: asportazione per "souvenir" dei mattoni o ricettacolo di
immondizie. Non riportiamo gli amari commenti che si sentono fare dai
turisti e visitatori. Per scongiurare l'irreparabile deterioramento, la
proposta (non potendo avere il finanziamento per l'integrale ricostruzione)
è di fare, per ora, una parziale ricostruzione che avrebbe lo scopo
di risanare e dare un 'immagine di quella che era a chi non l'ha conosciuta
o ha dimenticato, il retaggio della più antica Torre civica
d'Europa. Per quasi un millennio è stato un simbolo di democrazia
per i cittadini e osservatorio per la difesa della città
dall'attacco dei nemici; è stata anche per diversi secoli il
campanile della cattedrale sin dai tempi delle due chiese abbinate.
Sarà la volta buona per qualcosa di concreto? Sì! Se vogliamo
che la nostra amata città abbia uno spunto per una maggiore
consapevolezza del valore civico e morale che possiamo trarre dalle memorie
storiche. L'obbligo di conservare e tutelare ci deriva dall'essere la
capitale riconosciuta dell'arte romanica con le splendide basiliche che
possediamo. Carlo Mogliati Pavia La vecchia Politica che blocca sempre
Pavia Finalmente il sindaco Capitelli si accorge che le legislature targate
Albergati le hanno lasciato una eredità difficile. Era ora. Le
critiche rivolte dalla Capitelli al senatore Bosone della Margherita per la
sua gestione fallimentare della Asm arrivano fin troppo in ritardo. Sono in
buona parte le medesime motivazioni che "Il Cantiere" di Elio
Veltri e anche noi avevamo già sollevato parecchio tempo fa nei
confronti dell'ex sindaco Albergati. In quella occasione avevamo pure messo
in discussione l'operato infelice dell'ex sindaco di Pavia che, nominato
presidente della Asm, aveva difeso le responsabilità del suo
compagno di partito. Noi che non siamo mai stati teneri nei confronti della
Capitelli, dobbiamo riconoscerle che in merito alla "questione
rom" ha giustamente seguito più le lamentele e le pressioni dei
cittadini che non l'atteggiamento della sua maggioranza molto ondivaga e
titubante su questo importante e scottante problema. Anche questa storia
dei rom altro non è che un'ulteriore spinosa eredità avuta in
regalo dalle legislature Albergati. La responsabilità politica dell'ex sindaco Albergati in tutta questa
vicenda è evidente: aver consentito, senza intervenire, che
sull'area Snia si insediasse nel tempo un numero consistente di rom, con
tutte le conseguenza del caso, che la città ha dovuto subire sulla
propria pelle. L'attuale sindaco ha dovuto così rimediare al
problema rischiando una difficile crisi politica
che ha visto Rifondazione uscire dalla giunta. Anche a Pavia nell'ambito
istituzionale si assiste al trasformismo politico. Vista la defezione di
Rifondazione, pare che l'Udeur si sia resa subito disponibile a sostenere
la Capitelli. Ora, coloro che fanno parte del partito di Mastella avrebbero
deciso di abbracciare il programma politico del sindaco Ds. Eppure, in
campagna elettorale, questi stessi avevano sostenuto con un proprio
candidato sindaco posizioni diametralmente opposte. Ma gli elettori di tale
partito... accettano in silenzio? E Grillo cosa direbbe? Questi passaggi di
vecchia politica non producono proprio nulla ed in
più portano disgusto nell'elettore. Non sono l'alba di un nuovo
progetto. La città non cresce e continua invece a perdere in
competitività. Occorrerebbe una politica di
alto spessore che attualmente a Pavia nessuno è però in grado
di offrire. Non si fa altro che aggiungere confusione a confusione. Anche a
Pavia, per il costituendo Pd le parti storiche dei partiti
si sono invertite. Bosone della Margherita sostiene Veltroni (Ds) e il
diessino Porcari sostiene Letta della Margherita. Tutto chiaro, no? Sono
forse strategie per poi contare di più nel futuro partito? E
Filippi? Davvero alla finestra? Per chi tiferà? Forse, tra i due
litiganti... Giancarlo Carelli Moderati-Riformisti Pavia Parcheggio
selvaggio sul Lungoticino di sera Ancora nelle serate di mercoledì,
venerdì, sabato e domenica la situazione riguardante la sosta su
Lungoticino a Pavia era ancora caotica (almeno 50 vetture in divieto di
sosta e... non una multa), non alla 1 di notte ma alle 22 di sera. Inoltre,
per evitare le telecamere in via Rezia, la gente entra da Porta Calcinara
(le telecamere non ci sono e i controlli?) e percorre e sosta indisturbata
la Ztl (via Maestri Comacini, via Ballerini, via Rezia, via Cavagna
Sangiuliani, anche passando in contromano); molte vetture entrano in Strada
Nuova da Lungoticino e sostano regolarmente in divieto. Non ho altro da
aggiungere poichè il tutto si commenta da sé. Roberto Bottiroli
Pavia Costi della politica? Prodi dia il buon
esempio Con lo scopo di mitigare il malumore che oggi serpeggia fra i
cittadini per i costi eccessivi della politica, il
governo Prodi ha proposto di eliminare con la prossima finanziaria circa 30
mila eletti che attualmente godono di un'indennità pubblica. Il
governo ha perciò pensato di ridurre le comunità montane, di
abolire i consigli di quartiere nelle città con popolazione
inferiore ai centomila abitanti, di ridurre il numero dei parlamentari e
altre iniziative che ora non rammento. Non so dare giudizi critici in
merito alle comunità montane e al numero eccessivo dei parlamentari;
ma per quanto attiene i quartieri, sia per la mia passata esperienza di
presidente che per l'attuale di consigliere, reputo che i costi di queste
istituzioni periferiche siano spropositati rispetto ai benefici che i
quartieri forniscono all'amministrazione del Comune. Se di massima il mio
giudizio sull'operazione "riduzione degli eletti" è
positiva, dubbi mi assalgono invece per i tempi di attuazione
dell'operazione, certamente più di un decennio. Peraltro gli eletti
nelle istituzioni sono antecedenti alla formazione dell'attuale governo che
è il più affollato nei 61 anni della Repubblica Italiana. Non
mi spiego perché il prof. Prodi, anziché iniziare dagli altri a ridurre i
costi della politica, non cominci dal suo governo:
sarebbe immediata e non necessiterebbe di lungaggini per l'operazione; a me
pare che il primo ministro si comporti come quel predicatore che
concludendo i suoi sermoni ammoniva: "Fate quel che dico, non fate
quel che faccio". Fausto Bazzani consigliere Lega del Quartiere Pavia
Nord Sapore di sale, sapore di mare per Alessandro Per il secondo anno,
aderendo al "Progetto Cernobyl", Stefano e Marina, mio figlio e
mia nuora, come tante altre famiglie, hanno ospitato un bambino. E mentre
l'anno scorso Andreis era molto educato ma anche molto riservato,
quest'anno Alessandro era molto vivace e si faceva capire molto
chiaramente. Ogni tanto mi veniva a trovare e mi diceva:
"Gnam-gnam", oppure "Soco" quando voleva il succo di
frutta. Per lui io ero Babusca (la nonna). Aveva poi espresso il desiderio
di vedere il mare (erano stati in gruppo all'acquario ma senza poter fare
il bagno). Così domenica 30 settembre ultimo giorno di permanenza in
Italia e precisamente a Binasco, siamo andati ad Arenzano e, nonostante il
tempo non fosse dei migliori, Stefano si è tuffato per primo e
subito dopo anche Alessandro che ha subito gridato: "E' salata,
l'acqua è salata" (nella sua lingua). Dopo una visita al parco
e una bella mangiata di pesce alla "Grotta", abbiamo finito la
giornata visitando la "Vecchia Genova" dove splendeva un sole
estivo. Ricorderò sempre la gioia di questo ragazzino venuto dal
freddo e dove qui ha trovato tanto sole e canti amici. Ciao
"Cama", questo il suo nome in russo. Babusca e tutti quelli che
ti hanno conosciuto ti ricorderanno sempre. Luciana Pezzoni Beoni Binasco.
Scapini esagerato , 3 gol in
14' (sezione: Costi dei politici)
( da "Arena, L'" del 09-10-2007)
PROTAGONISTI.
PRIMO PIANO SUL BOMBER DEL CUNEO, NATO A BOVOLONE, CHE DOMENICA HA FIRMATO
LA STREPITOSA RIMONTA SUL TERRENO DELL'IVREA (C2) Scapini
"esagerato", 3 gol in 14' CUNEO E l'idolo di Cuneo. Matteo
Scapini, 24 anni, veronese di Bovolone. In 14 minuti ha spazzato via la
resistenza dell'Ivrea, firmando una strepitosa tripletta e l'altrettanto
incredibile rimonta: "Sono felicissimo per ciò che abbiamo
raccolto- spiega Scapini- ci voleva proprio una domenica così. Siamo
stati bravi a non abbatterci dopo una serie di risultati negativi e a
rispondere sul campo con una prova da vera squadra". E soprattutto a
non affondare quando l'Ivrea è scappato sul 2-0: "Molte altre formazioni
avrebbero mollato, tenuto conto anche del momento poco felice. Noi invece
ci siamo rialzati e con un pizzico di buona sorte siamo stati capaci di
firmare una rimonta strepitosa". Un'impresa nel senso vero della
parola, con la quale il Cuneo può ora guardare avanti con rinnovata
fiducia ed entusiasmo. "Quando sono arrivato a Cuneo, la scorsa
estate, non mi sarei immaginato di vivere una prima parte di stagione
così difficile. Per fortuna, ad Ivrea si è vista in campo una
squadra che ha voglia di reagire e che con grande caparbietà ha
sovvertito un pronostico che sembrava già vederci battuti in
partenza. Dobbiamo ripartire da qui e mettere tutte le nostre forze per
cambiare il corso della nostra annata". Intanto per Scapini questa
tripletta sa davvero di liberazione. Cuneo rappresenta per lui una sorta di
snodo cruciale di una carriera che lo ha visto protagonista con 8 maglie
diverse. Cresciuto nelle giovanili del Vicenza, nella stagione 2003/04
è stato ceduto alla Spal, quindi, a gennaio, al Belluno, in C2, dove in 13 gettoni ha collezionato un
bottino più che soddisfacente di 5 reti. La stagione seguente si
è accasato alla Valenzana, sempre in C2, collezionando 21 presenze e
6 realizzazioni personali. Scapini passa poi alla gloriosa Pro Vercelli,
tappa intermedia dove in sei mesi di permanenza ha lasciato il segno appena
due volte, a fronte di 15 gare disputate. Una situazione non troppo
felice che gli suggerì di tornare alla Valenzana nel mercato
invernale (8 presenze e 2 gol). Oggi è a Cuneo, dove gli son bastate
poche partite per diventare un idolo. E questo, assicura chi lo conosce
bene, è solo l'inizio.
Tagliare posti in cda Il Veneto
fa ricorso (sezione: Costi dei politici)
( da "Giornale di Vicenza, Il" del 09-10-2007)
CONTRO
LA FINANZIARIA STATALE. Intanto però c'è da adeguarsi alla
norma in breve tempo Tagliare posti in cda Il Veneto fa ricorso La
Finanziaria statale - massimo di cinque componenti nelle aziende partecipate
e queste devono modificare il loro assetto statutario - fa cadere i veli su
incarichi e gettone di presenza. Le commissioni
speciali finiscono in restauro e urge distribuire qualche presidenza. La
Finanziaria statale del 2007 ha infatti chiesto bruscamente un adeguamento
che la Regione provvede ad attuare stabilendo alcuni paletti: massimo di
consiglieri tra tre e cinque per i consigli di amministrazione delle
aziende a totale partecipazione regionale, mentre nei cda (consigli di
amministrazione) delle società miste il numero dei consiglieri di
nomina pubblica dovrà essere in totale non superiore a cinque. La
notizia è dell'8 agosto. Prima della pausa estiva la giunta si
è riunita per l'ultima seduta che ha fruttato appunto la delibera
del ridimensionamento obbligato della presenza di
amministratori di aziende con incarico pubblico: taglio di poltrone, questa
è la decisione, ma con un codicillo nero su bianco che spiega con
grandissima chiarezza il metodo. La giunta esprime infatti la promessa esplicita
di una "resistenza in giudizio" che presuppone un disaccordo
abbastanza netto sugli obblighi creati dalla legge Finanziaria. Intanto ci
adeguiamo perché non possiamo farne a meno, dice insomma la giunta Galan,
però all'obbligo si risponderà con un ricorso che rappresenta
appunto la resistenza in giudizio, cioè l'opposizione alla legge
dello Stato e quindi la convinzione che un preciso diritto di autonomia
subisca una aggressione lesiva e mal digerita. La stessa vampata
restauratoria pare allargarsi peraltro su altre realtà della
filosofia regionale. Un ottimo modello che funziona addirittura da
paradigma è quello delle commissioni speciali. Erano cinque, si
occupavano di: legge per Venezia, devoluzione, prezzi, rapporti comunitari,
rapporti con i paesi in via di sviluppo. L'assetto a cui obbedivano era
quello di un presidente, un vicepresidente ed un segretario consigliere,
gratificati di emolumento suppletivo rispetto a quello di consigliere
regionale, e di componenti senza gettone supplementare perché già
retribuiti in quanto consiglieri regionali. Nei primi mesi dell'anno le
commissioni speciali sono state abolite con una motivazione ben
comprensibile: erano un costo sfrondabile anche perché il risultato del
loro lavoro poteva essere ricavato per altra via, cominciando da quella
della normale attività di consiglio. Ora sta girando la voce - e
gira tanto insistentemente da non poter essere snobbata in alcun modo - che
si sia sul punto di ripristinare, di restaurare, di tornare al punto di
partenza. Se è vero - e la voce circolante giura che si
arriverà proprio a questo - la spiegazione più
realisticamente ammissibile è probabilmente una sola: mancano sfoghi
ed obbiettivi "ragionevoli" per vari personaggi di vario livello
a cui bisogna assicurare almeno una presidenza. Una presidenza non si nega
a nessuno, specie se negare equivale a spalancare le porte ad un
contenzioso particolarmente insidioso perché gli scontenti che bussano ora
insistentemente alla porta fanno parte normalmente dell'area che gestisce
il potere. Ma, per ritornare al quadro di assieme su cui si va ad abbattere
la scure taglia/posti della delibera di agosto così malvolentieri
votata dal Veneto, accade che varie società di primo piano come
Veneto Sviluppo, Veneto Strade, Veneto Innovazione, Rocca di Monselice srl,
Ferrovie venete, Rovigo fiere, Veneto Acque, Veneto Nanotech, eccetera,
sono in testa alla lista. Palazzo Balbi sottolinea che questa sua delibera
di agosto è uscita in realtà da una iniziativa autonoma e di
aver già intrapreso un cammino di razionalizzazione delle proprie
partecipazioni societarie avviate fin da marzo allo scopo "di
perseguire politiche di efficienza degli apparati amministrativi".
Fermo restando l'opporsi in giudizio dichiarato sul principio nel ricorso
alla Corte Costituzionale. Riferendosi al tetto massimo dei consiglieri di
amministrazione ripreso pari pari dalla Finanziaria la giunta inserisce nel
suo provvedimento un memento non secondario: "La Regione ha già
impugnato davanti alla Corte costituzionale la parte di Finanziaria che
impone l'adeguamento degli ordinamenti regionali perchè la ritiene
lesiva delle potestà costituzionalmente garantite all'ente
regionale". Da qualsiasi prospettiva si consideri la questione,
comunque, siamo di fronte ad una rivoluzione vera e propria; basta guardare
come esempio il consiglio di amministrazione di Veneto Strade, costituita
nel 2001 e partecipata al 30 per cento dalla Regione: vi siedono in tutto
14 membri di cui ben 11 sono di nomina pubblica con quattro provenienti dalla
stessa Regione (Welponer, Maraia, Pietrobon e Vernizzi), uno a testa per
ciascuna amministrazione provinciale veneta, compreso il presidente. Tagli
pesanti anche in Veneto Innovazione, costituita per curare iniziative nel
campo della ricerca e dei servizi alle imprese, dove i consiglieri di
nomina regionale sono 9 compreso il presidente Simonetto, o in Veneto
Sviluppo che oltre alla presidente, la vicentina Irene Gemmo, vede la
partecipazione di altre 6 persone di nomina regionale tra comitato esecutivo
e consiglio di amministrazione. Assieme a tutto questo, un'altra notizia interessante almeno quanto la prima e
cioè: Palazzo Balbi ha deciso con diversa delibera di rendere
pubblici con diffusione sul bollettino ufficiale e sul sito internet anche
i gettoni di presenza e gli emolumenti annuali di tutti gli amministratori di
nomina regionale nelle società partecipate e negli enti strumentali
della stessa amministrazione. E vero, si tratta anche in questo caso
di un adeguamento alle disposizioni della Finanziaria, ma la eco non cala
facilmente di intensità. Perché è un'altra rivoluzione in
piena regola. E così ci si rende conto che tutti questi protagonisti
della politica di seconda fase, prontissimi ed addestrati del resto alla
prima buona occasione al passaggio al piano superiore, non è che si
muovano di casa per niente, non occupano insomma quelle poltrone per la
miseria di pochi soldi a fine mese. Vediamo qualche nome e qualche cifra.
Il gettone di presenza da consigliere di
Edilvenezia vale 300 euro, Gianalberto Medori, vicepresidente e consigliere
delegato di Finest spa riceve un lordo annuo di 43.000 euro (gettone
258,23), Alessandro Giolai e Pietro Giuseppe Fasolo, da consiglieri, un
annuo di 8.000 euro e identico gettone; la società Veneziana Edilizia
Canalgrande ha un amministratore unico, Domenico Antonio Gusso, retribuito
con 45.000 euro; Francesco Casa, presidente di Recoaro Terme spa, ha una
indennità lorda annua di 15.000 euro + 7.000 mentre i consiglieri
Todaro, Piccoli e Targhetta ricevono 5.164 Euro + 7.000. La bellezza di
160.000 euro sono pagati da Veneto Strade spa a Silvano Vernizzi,
amministratore delegato, mentre i consiglieri Maraia, Pietrobon e Welponer
hanno un emolumento, pure lordo, di 16.500 euro. Poi c'è Irene Gemmo
che come presidente del cda di Veneto Sviluppo ha una indennità
annua lorda di 30.212,73 + 3.222,69, con gettone per seduta di 227,24; i
membri del comitato esecutivo Marchiotto e Stella hanno un compenso di
3.222,69 con identico gettone, mentre ai consiglieri Bissoli, Calvinato,
Gerolimetto e Ziglio tocca il semplice gettone. Una più che discreta
indennità annua lorda (100 mila euro) è assicurata poi a Gian
Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali spa, mentre Obiettivo
Nordest sicav sta un po' più basso e paga il presidente Tiziano
Zigiotto 51.500 euro. Ci siamo tenuti legati alle esigenze di sintesi per
riferire di questo bosco che in realtà è una foresta vera e
propria con sigle, presidenti, amministratori delegati, comitati esecutivi
e di gestione, consiglieri, componenti di direttivi, eccetera. Pare di
partecipare a quelle feste di Natale, quando la famiglia è come un
reggimento. Gente che non vedi dall'anno prima, qualcuno di cui non ricordi
più nemmeno la faccia. Però la tentazione di portarsi un
fischietto e usarlo all'improvviso è irresistibile; solo per
chiedere: chi di voi ha letto un libro in tutto questo tempo? Nella giungla
inestricabile delle partecipate la confusione è anche peggio e la
domanda assai più intrusiva: ma cosa fate di utile per tutti questi
soldi?G.AR.
Sala rossa, tutti per lo
stipendio fisso - diego longhin
(sezione: Costi dei politici)
( da "Repubblica, La" del 09-10-2007)
Pagina
V - Torino Castronovo, presidente del Consiglio: "Il costo rimane
invariato: affronteremo il tema nella riunione dei capigruppo" Sala
Rossa, tutti per lo stipendio fisso Piace l'idea di Ghiglia di abbandonare
il gettone, solo Rc contraria Giorgis, Ulivo: "Ben venga se migliora
l'attività della macchina comunale" Cassano, Rifondazione:
"Non è il momento" DIEGO LONGHIN Un coro di sì alla
proposta di Agostino Ghiglia di abbandonare il gettone
di presenza e di passare all'indennità. Gli unici a prendere le distanze
sono i consiglieri di Rifondazione Comunista. Il capogruppo, Luca Cassano,
è convinto che la questione non rientri nelle priorità della
Sala Rossa: "Non è il momento per discutere di un provvedimento
del genere - spiega - anche se non aumentassimo le spese per le casse del
Comune tra la gente la percezione sarebbe negativa. Si parla tanto di costi
della politica: non sarebbe corretto discutere di un fisso mensile".
Più possibilista Domenico Gallo, capogruppo del Pdci: "Non mi
emoziona, ma si può discutere. Non sono convinto, però, che
il problema dell'assenteismo si risolva con il fisso. è necessaria
una migliore gestione interna dei gruppi". Monica Cerutti, capogruppo
della Sinistra Democratica, è favorevole ad un approfondimento della
proposta: "Sono d'accordo sia con il numero minimo delle presenze sia
con la doppia firma per combattere l'assenteismo. Poi questo meccanismo
può servire per stemperare la discussione sul terzo gettone".
L'Ulivo? Una nutrita fetta di consiglieri è favorevole alla proposta
Ghiglia e anche il capogruppo, Andrea Giorgis, non la boccia: "Si
può affrontare la questione - sottolinea - non c'è nessuna
pregiudiziale, a patto che non ci siano esborsi maggiori per Palazzo
Civico. Se poi la formula dell'indennità può servire a migliorare
l'attività della macchina comunale ancora meglio". Tra le voci
pro dell'Ulivo c'è anche quella di Luca Cassiani: "è una
proposta intelligente - sottolinea - si decida di dare ai consiglieri il
massimo previsto, decurtato però dalle assenze nelle commissioni e
nei consigli comunali". Si schiera con Ghiglia anche il centrodestra.
L'unico un po' tiepido è Mario Carossa della Lega, disponibile
però a discutere, mentre Antonello Angeleri, leader dell'Udc,
è favorevole. Sì convinto anche da Daniele Cantore,
capogruppo di Forza Italia: "Soprattutto l'introduzione della doppia
firma è un aspetto fondamentale per migliorare il lavoro del
consiglio. Si trattava di una mia vecchia proposta che spero possa essere
recuperata se si apre un serio confronto sull'indennità". Il
presidente della Sala Rossa, Beppe Castronovo, esponente di Rifondazione,
mantiene il suo ruolo superpartes e non si schiera né a favore né contro
l'ipotesi avanzata da Ghiglia: "Secondo me non modifica la sostanza -
spiega - l'esborso per il Comune rimarrebbe identico sia con il gettone sia
con l'indennità. è una questione che andrà affrontata
nella conferenza dei capigruppo".
Non sono stato invitato
Ricorreremo al Tar
(sezione: Costi dei politici)
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
09-10-2007)
IL
CASO. Il consigliere Giorgio Maione (Fi) sostiene di non aver ricevuto la
convocazione "Non sono stato invitato Ricorreremo al Tar" Con il
clima di tensione che regna in Loggia, anche le modalità di notifica
di una convocazione possono trasformarsi in un motivo di tensione. Si
è aperta così ieri la seduta del consiglio comunale, iniziata
peraltro con tre quarti d'ora abbondanti di ritardo: la minoranza ha atteso
fuori dall'aula che la maggioranza, con il consigliere Manlio Vicini di
Prc, raggiungesse da sola il numero legale. Il capogruppo di Forza Italia
Fausto Di Mezza ha pregato Laura Castelletti di verificare se i consiglieri
Giorgio Maione e Marco Salvo avessero ricevuto l'invito a partecipare al
consiglio. La risposta affermativa della presidente, che ha pure illustrato
le ultime modifiche al regolamento secondo cui la convocazione viene
recapitata per e - mail se il consigliere non chiede di essere avvisato con
una diversa modalità, non ha convinto Maione: "Il nostro
regolamento prevede ancora che i consiglieri siano avvisati tramite messo
comunale. Il messaggio in posta elettronica comunque non mi è mai
arrivato, tant'è che - assicura, annunciando che resterà
fuori dall'aula - ho saputo del consiglio perché passavo di qui per
caso". E ha annunciato che il suo gruppo sta valutando l'ipotesi di
ricorrere al Tar per invalidare la seduta e le relative delibere. LA
"QUERELLE" tra maggioranza e opposizione non ha mai abbandonato
l'aula. "Qualcuno ci accusa, chiedendo la
convocazione di consigli straordinari, di mettere le mani nelle tasche dei
bresciani - ha esordito Giovanni Petriccione (Liberaldemocratici) -. In
risposta, propongo di votare per questo e per i prossimi consigli la
rinuncia al gettone di presenza". Una proposta
che, per regolamento, non è stato possibile mettere in votazione
già ieri. "Quando si chiede di abbassare i toni, sarebbe
meglio guardarsi in casa", ha risposto subito Andrea Bartoli (Civica),
ricordando che l'opposizione ha definito la maggioranza una
"sputacchiera". Multe e aree verdi sono stati tra i temi
principali all'oggetto delle sei interrogazioni affrontate in aula. Merita
un cenno la richiesta di Andrea Arcai, che ha voluto sapere dall'assessore
Dionigi Guindani quante contravvenzioni fossero state comminate ad
automobili, biciclette e pedoni nel 2004 (rispettivamente 137.138, 136.343,
54 e 741, compreso il rispetto del regolamento di polizia urbana), 2005
(146.992, 146.394, 35 e 563), e 2006 (144.633, 143.906, 61 e 666). Numeri
che, secondo il capogruppo di An, dimostrano che le due ruote non vengono
ancora tenute sufficientemente sotto osservazione. Lo stesso Arcai ha poi
chiesto delucidazioni in merito ad una sentenza del giudice di pace, che
annullava la contravvenzione elevata ad una cittadina dopo un accertamento
con il Trafficphoto (un "apparecchio - ha precisato Guindani -
sostituito nel 2004 con nuove apparecchiature che funzionano con tecnologia
digitale"), per l'inesistenza di un atto formale della giunta che ne
deliberasse l'impiego. L'assessore alla Sicurezza ha dovuto render conto
poi dello stato del parco di via Bevilacqua. In "condizione di
degrado", secondo i consiglieri di An. "Oggetto dal 2005 di una
serie specifica e mirata di controlli", secondo Guindani,. In
relazione al potenziamento della Brescia - Iseo - Edolo e alla
realizzazione del collegamento tra le stazioni di Castegnato e San Zeno -
di cui ha voluto sapere Federico Manzoni (Margherita) - l'assessore Mario
Venturini ha spiegato che per ora tra Comune e Provincia ci sono stati
soltantocontatti di "pura informazione" e che il progetto
è ancora in embrione. NA.DA.
Tagli ai cda, si parte da
friulia holding (sezione: Costi dei politici)
( da "Piccolo di Trieste, Il" del
09-10-2007)
Al
via la cura dimagrante per le società partecipate. A dicembre scade
anche Agemont. Seguiranno Finest, Mediocredito e Promotur Tagli ai cda, si parte
da Friulia holding A fine anno il rinnovo delle cariche. Del Piero
conferma: ridurremo i consiglieri TRIESTE Cura dimagrante per i consigli di
amministrazione degli enti e delle partecipate regionali, a partire da
Friulia holding. La Regione lo ha deciso con il disegno di legge
sull'assestamento del bilancio 2007 e del bilancio pluriennale per gli anni
2007-2009, recependo le indicazioni nazionali, ma le misure specifiche
saranno adottate man mano che saranno rinnovate le cariche. I tempi, però,
sono maturi: tra i cda più significativi in scadenza, entro l'anno o
comunque entro la fine legisaltura, ci sono quelli di Friulia, Agemont,
Finest, e Mediocredito. A seguire quelli di Promotur e il polo tecnologico
di Pordenone. "La volontà politica di ridurre i consigli di
amministrazione è già stata espressa - conferma l'assessore
Michela Del Piero -. Su tempi e modi però non abbiamo ancora deciso.
Per ora è prematuro parlarne". Bocche cucite su quanti
consiglieri potrebbero saltare, dunque, anche perché molto dipenderà
dall'assetto societario delle società. Il ddl regionale approvato
durante l'estate, d'altronde, recita che "l'amministrazione regionale
è autorizzata a promuovere la ridefinizione del numero dei
componenti dei cda delle società partecipate nell'ottica di un loro
complessivo contenimento e in coerenza con l'oggetto sociale". Sono
invece affidati a delibera di giunta "i criteri, i tempi e le
modalità di adozione degli atti necessari" a raggiungere
l'obiettivo. FRIULIA La società più importante della Regione,
che va a rinnovo delle cariche a fine anno, è la holding regionale.
Friulia spa attualmente ha un presidente, Augusto Antonucci, un
vicepresidente nonché amministratore delegato, Federico Marescotti e un
altro ad, Michele Degrassi. Per queste cariche, come riporta il libro
bianco dei Cittadini per il presidente, ecco i compensi annui (lordi)
previsti: 60 mila euro più 40 mila per il presidente; 30mila
più 220 mila più altri 30 mila di rimborso forfetario per
l'ad e vicepresidente; 12 mila euro annui, più 110 mila euro annui,
più gettone di presenza di 380 euro a
seduta, più spese vive sostenute per l'amministratore delegato. Poi
ci sono i consiglieri "semplici", attualmente 9, che percepiscono
12 mila euro all'anno (sempre lordi) e 380 euro a seduta. Lo statuto
prevede che il cda abbia da 11 a 13 componenti. AGEMONT Scade a dicembre
anche il cda di Agemont, presieduto da Alberto Felice De Toni (24 mila euro
annui più rimborso spese). Accanto a lui 8 consiglieri tra cui il
vicepresidente (12 mila euro più rimborso spese). Il gettone di presenza a seduta è di 210 euro. FINEST La
finanziaria per la promozione della cooperazione economica con i Paesi
dell'Est europeo è presieduta da Maurizio Cini, ha come
vicepresidente Gianalberto Medori e come amministratore delegato Emilio
Terpin. Le cariche inizialmente prevedevano compensi pari a 60 mila
più 25 mila (per deleghe specifiche) per il presidente e 80 mila
(più dieci mila) per l'ad. Gli amministratori hanno rinunciato a
parte dell'indennità per assumere un direttore generale. Il cda
è formato da altri 8 consiglieri che percepiscono 10 mila euro lordi
l'anno. MEDIOCREDITO Ha il cda più "nutrito": 15 persone.
Accanto al presidente Flavio Pressacco (60 mila euro lordi annui) e al
vicepresidente Massimo Paniccia (25 mila euro lordi
annui) ci sono 12 consiglieri di amministrazione (10 mila euro annui lordi
più gettone di presenza di 516,45 euro per la
partecipazione alle riunioni del cda) e un segretario del consiglio. ALTRI
In scadenza anche il polo tecnologico di Pordenone presieduto da Walter
Taranzano, che ha rinunciato al compenso. Accanto a lui sei
consiglieri di amministrazione che percepiscono 150 euro come gettone di presenza. Poi c'è Promotur: il presidente Luca
Vidoni (circa 40 mila euro lordi se si considerano le deleghe), il vice
Armando Angeli (11 mila 620 euro lordi) e sette consiglieri che ricevono
2.066 euro lordi più 155 euro a seduta. Martina Milia.
Piano sanitario, c'è l'intesa Chiudono dieci Asl
Risparmi per 60 milioni (sezione: Costi dei politici)
( da "Stampa, La" del 09-10-2007)
Documento
Finita la maratona in Regione Piano sanitario,
c'è l'intesa Chiudono dieci Asl Risparmi per 60 milioni MAURIZIO
TROPEANO Fumata bianca. Maggioranza e opposizione dopo settimane di scontro
frontale trovano un'intesa politica che
permetterà di approvare entro il 24 di ottobre la riforma del piano sanitario e, soprattutto, la delibera che taglia le
aziende sanitarie regionale permettendo alla regione di risparmiare a
regime tra i 50 e i 60 milioni di euro. Senza quei risparmi e senza l'indicazione degli strumenti per attuarlo il sistema sanitario piemontese correva il rischio di essere commissariato dal
Governo. L'accorpamento delle Asl permetterà secondo gli elaborati
dell'assessore alla Sanità, Eleonora Artesio, di ottenere "nel
corso di un periodo medio lungo risparmi legati alla riduzione del
personale perseguibili con il blocco del turn over. Risultati
più di breve periodo si potranno ottenere centralizzando l'acquisto
di beni e servizi". Proviamo a fare i conti. La riduzione del numero
delle aziende comporta una economia derivante dal minor costo degli organi
direttivi e dei collegi sindacali di circa 7 milioni. Altri risparmi
arriveranno dalla riduzione del personale amministrativo addetto alla
direzione generale ed alle funzioni amministrative che gradualmente
può ridursi di circa 500 unità con un risparmio stimabile in
25 milioni. Almeno 30 milioni, poi, arriveranno dalla centralizzazione
degli acquisti. Dal punto di vista politico c'è da notare come tutti
i protagonisti cantino vittoria. Lo fa la presidente della Regione,
Mercedes Bresso, perché "sono stati dati tempi certi per l'approvazione
delle nostre proposte". Lo fa l'opposizione di centrodestra
"perché è stata data una risposta alle nostre proposte
contenute nel nostro decalogo". Soprattutto è stato ristabilito
il principio del confronto. La Cdl, però, ribadisce comunque il
proprio voto negativo nei confronti di "un Piano di cui non condivide
l'impostazione e la filosofia di base". Ma forse c'è una
persona che più di altre si può dire soddisfatta. Il
presidente del Consiglio regionale. Davide Gariglio fino all'ultimo ha cercato
di tenere aperti i fili del dialogo con l'opposizione nonostante i severi
richiami e le critiche della Bresso alla sua gestione dell'aula. Commenta:
"Un grande risultato per il consiglio regionale, che si afferma come
luogo in cui ci si confronta sulle idee e si trovano delle soluzioni".
Per dirla con Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia, "il risultato
è grande per tutti i castori di entrambi gli schieramenti: coloro
che vogliono costruire hanno prevalso su quelli che vogliono distruggere".
E per Burzi la Bresso non è certo un castoro.
Prelati adesso fa sul serio <Abolire i consigli di
quartiere> (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)
Vittoria
Avviata una raccolta di firme con l'adesione di tutto lo Sdi Prelati adesso
fa sul serio "Abolire i consigli di quartiere" Giuseppe La Lota
VITTORIA Fabio Prelati, segretario dello Sdi, sull'abolizione dei quartieri
fa sul serio. Incurante delle critiche che gli sono piovute da settori
interessati, del tipo "li vuole abolire perché il suo partito non ha
alcun consigliere di quartiere", lancia una petizione popolare per
dare ancora più forza alla sua idea. "La raccolta di firme
dichiara Prelati è partita. Tutto il consiglio direttivo dello Sdi
è impegnato: Carmelo Di Quattro, Luca Genovese, Gaetano Spina,
Rosalba Bennice, Michele Stracquadanio, Gaetano Cucuzzella, Gianfranco Di
Trapani, Maria Pina Frasca, Irene Nicosia, Giuseppe Lauria, Valeria Sanzone
e altri ancora. Chiediamo ai cittadini di sostenere la proposta e di
esserci vicini". Qualche settimana fa Prelati ha lanciato la
provocatoria idea tesa ad abbattere i costi della politica. Ha incassato il
consenso di tanti, ma anche qualche diniego da forze politiche che
esprimono consiglieri nei quattro quartieri di Vittoria. Ma lui insiste.
"Occorre abbattere i costi della politica ed è innegabile che
il rapporto costi-benefici per i consigli di quartiere è
improduttivo. Le indennità di carica previste per i presidenti sono
ingiustificate! La normativa non conferisce loro alcun potere e questa
inadeguatezza è stata lamentata proprio dai presidenti. Lo stesso
discorso vale per i consiglieri, i quali, addirittura,
dovrebbero percepire non più il gettone di presenza, ma
un'indennità di carica!". E a proposito di quartiere, da
Palazzo Iacono proprio ieri è arrivata la notizia dell'iniziativa
del sindaco Giuseppe Nicosia. Ha iniziato il giro dei quattro quartieri per
ascoltare le esigenze della gente. "Contrariamente a quanto si
dice ha dichiarato il primo cittadino quest'amministrazione incontra la
gente anche fuori dal Palazzo. Una volta al mese sarò nei due
quartieri periferici e a Scoglitti. Ritengo che, così facendo, si
ottenga un avvicinamento ulteriore alla cittadinanza e alle periferie. Poi,
sulla scorta delle segnalazioni che riceveremo, inizieremo i sopralluoghi
assieme ai tecnici e al personale dell'Amiu nelle zone segnalate per porre
rimedio ai disservizi segnalati". (martedì 9 ottobre 2007).
Costi della politica,
l'opposizione va all'attacco
(sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta del Sud" del 09-10-2007)
Taormina Odg presentato in Consiglio Costi della politica, l'opposizione va all'attacco Taormina
"Uniformiamo Taormina alle più recenti direttive nazionali
tendenti alla complessiva riduzione dei "costi della politica"": è il monito lanciato in ambito
locale da alcuni esponenti dell'opposizione.
Un odg in Consiglio è stato presentato dal consigliere Carmelo La
Face. ""Il 31 luglio scorso in Consiglio scrive La Face è
stata discussa ed approvata una mozione contenente indirizzi dettati nei
confronti dell'organo esecutivo cittadino, e tra questi quello relativo alle
indennità di carica spettanti a presidente e componenti del
consiglio d'amministrazione dell'Asm. Ricordiamo un parere legale dell'avv.
Giovanni Randazzo su richiesta del Cda Asm, ed anche i reiterati appelli
formulati dalla Giunta comunale in ordine alla necessità di arginare
l'allarmante situazione debitoria di Taormina. Pertanto chiediamo di
mantenere l'indennità di carica spettante alla presidenza del Cda
Asm entro i limiti del 65% di quella prevista per il sindaco". E
ancora: "Manteniamo l'indennità spettante ai componenti del Cda
Asm entro il 40% di quella prevista per la presidenza e, altresì,
aggiorniamo con effetto immediato le suddette indennità, provvedendo
al recupero delle somme percepite". E un discorso che comunque potrebbe
riguardare non solo l'Asm in un quadro più ampio di eventuale
verifica in altri Enti e consorzi. Sull'argomento si è soffermato in
una nota anche il responsabile locale del Prc, Sergio Cavallaro.
"Bisogna aprire scrive Cavallaro - un serio confronto tra le forze
politiche per arrivare ad un contenimento dei "costi della politica". Il tema è di grande
attualità. La nomina di 3 nuovi "esperti" in
Amministrazione alimenta ulteriori interrogativi. I vincoli di spesa posti dalla
finanziaria ed una prassi interpretativa che non può restare
inascoltata devono spingere a ridurre e razionalizzare i costi
dell'apparato politico-amministrativo. Il taglio agli incarichi esterni
potrebbe essere un primo passo nella giusta direzione. Va poi, appunto,
valutata la fissazione di nuovi limiti massimi ai compensi Asm".
(e.c.) (martedì 9 ottobre 2007).
"Se tagliassimo gli
stipendi in Regione?"
(sezione: Costi dei politici)
( da "Stampa, La" del 09-10-2007)
FINANZIARIA.RIDUZIONE
DEL NUMERO DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALI "Se tagliassimo gli stipendi
in Regione?" [FIRMA]FIAMMETTA MUSSIO NIZZA MONFERRATO "Se
mettiamo insieme i gettoni che percepiscono in un
mese 600 consiglieri di piccoli Comuni, riusciamo appena a fare lo
stipendio di un solo consigliere regionale. E allora perché non togliamo
qualche "cadrega" in più in Regione, invece di tagliare
laddove la politica è più vicina alle persone?". E la dura
polemica sollevata da Mauro Oddone, presidente del Consiglio comunale di
Nizza ed esponente dei ds astigiani, dopo la proposta di ridurre il numero
di seggi nei Consigli comunali, prevista dalla Finanziaria. E non gli
importa neppure se a prendere il provvedimento è stato il "suo"
Governo, il centrosinistra. "E una misura che non solo non serve a
ridurre gli sprechi della politica - rincara Oddone - ma è
un'operazione di recupero pari a nulla". Calcolatrice alla mano,
assomma, moltiplica, divide: "Mettiamo che in media - spiega - il
gettone di un consigliere sia sui 25 euro lordi a seduta. Praticamente
bisogna tagliare un esercito di seicento persone per recuperare il budget
percepito mensilmente da un consigliere regionale". Una cifra che si
aggira intorno ai 15 mila euro, mentre ad esempio, il sindaco di Nizza
prende 2 mila euro al mese (600 euro è lo stipendio del vice, sotto
i 500 quello degli assessori e ai consiglieri è riconosciuta
un'idennità di 50 euro a seduta). "E ora - prosegue Oddone -
che la politica, centrosinistra compreso, prenda dei provvedimenti seri se
vuole riacquistare credibilità. Per ridurre gli sprechi, si potrebbe
pensare di mettere un "tetto" agli stipendi d'oro dei politici:
ad esempio, 5 mila euro al mese per un consigliere regionale mi sembrano
più che dignitosi. O no?". Nell'Astigiano, la disposizione
della Finanziaria comporterebbe una diminuzione di 266 consiglieri, di cui 218 nei paesi sotto i 3000 abitanti e quattro
consiglieri provinciali. Già adesso molti amministratori, per
scelta, non percepiscono o percepiscono solo in parte il gettone di presenza. Così a Frinco, dove le indennità del sindaco
Carlo Conti e maggioranza finiscono nelle casse del municipio; a
Cantarana, una percentuale degli stipendi è destinata a un fondo per
le emergenze sociali del paese. E si potrebbe continuare. Senza contare il
ruolo sociale svolto da un consigliere di paese: "Noi - conferma
Franco Roggero Fossati, consigliere di maggioranza a Nizza - siamo la
politica vicino alla gente, l'anello più basso che fa sì che
i cittadini si sentano parte delle istituzioni". Non bisogna andar
lontano per trovare un esempio: l'assessore nicese Gianni Cavarino è
stato più volte visto lavorare gomito a gomito con gli operai o
cambiar lampadine. Anche quando era consigliere di minoranza.
Imprevisti ddl lanzillotta e
finanziaria (sezione: Costi dei politici)
( da "Riformista, Il" del 09-10-2007)
Imprevisti
ddl lanzillotta e finanziaria Con la sforbiciata ai posti nei cda inizia la
grande abbuffata dei privati Gavio e Gambari si rafforzano nelle autostrade
settentrionali La scure della Lanzillotta è pronta ad abbattersi sui
cda delle società a totale partecipazione pubblica. Le norme
previste nella Finanziaria dello scorso anno devono trovare applicazione
entro il 22 novembre, e il limite di cinque o sette consiglieri di
amministrazione stabilito per i diversi casi sta imponendo drastici
snellimenti. La norma contenuta al comma 729 della Finanziaria del 2007 si
prestava tuttavia a qualche dubbio interpretativo. In particolare, non era
chiara la sua applicabilità alle società che, pur controllate
da uno o più enti pubblici, annoverassero nelle minoranze soci
privati. All'avvicinarsi del 22 novembre, alcune tra queste
"controllate" rivendicavano la propria esclusione dall'ambito di
applicazione della traumatica riforma. E il caso, per fare un esempio
eclatante, dell'Autobrennero con i suoi 24 consiglieri oltre al presidente
e ai suoi 4 vice. Intanto, nel paese contagiato dalla rabbia per la casta,
correva l'ondata della nuova antipolitica. Forse
pensando di cogliere due obiettivi con un sola mossa, nella Finanziaria
2008 recentemente approvata, appare l'art. 112 che, in modo esplicito e tra
i plausi di Lanzillotta e Di Pietro, estende con pochi correttivi anche
alle "controllate" la dieta introdotta nella Finanziaria di una
anno fa. In tutti i cda, quindi, troveranno posto solo i consiglieri di
maggioranza e quelli della prima lista di minoranza, verosimilmente
privata. Per provare a delineare le conseguenze pratiche delle modifiche
è utile volgere lo sguardo agli assetti proprietari delle autostrade
lombardo-venete. Assetti che, accanto a un azionista pubblico provvisto di
una solida quota di controllo, vedono spesso schierati enti locali e
territoriali, o soggetti privati di carattere finanziario, che detengono
quote ridotte. Difficilmente troveranno interesse nel mantenere piccole
partecipazioni che danno utili minuscoli vincolati al reinvestimento e non
possono regalare più alcuna poltrona, con l'annesso potere
d'influenza quando ci sono da fare le scelte che contano. La tendenza di
un'immissione sul mercato di parte di queste quote sembra già
tracciata dall'intervento normativo dell'anno scorso. Quello di quest'anno,
chiarificatore e univoco, non potrà che rafforzarla. Al di là
della tortuosa vicenda Asam, la holding di Palazzo Isimbardi nata tra i
proclami e oggi moribonda nel silenzio generale, i mutamenti degli assetti
azionari di Serravalle nell'ultimo anno sono significativi. Pezzo a pezzo,
Gavio è arrivato al 13,6%, poco lontano da quel 15% che aveva ceduto
a caro prezzo alla Provincia di Penati, acquirente a debito coi soldi di
Banca Intesa. Gavio ha aggiunto una decina di giorni fa l'1% di Abm
International, guidata dal finanziere Alberto Rigotti, che ritroveremo
più sotto. I vertici della società hanno dichiarato
apertamente di voler crescere ancora, e l'occasione potrebbe offrirla il
Comune di Milano - a proposito di enti pubblici con quote di minoranza -
che sta per mettere sul mercato il suo 18%. Tra l'altro, l'azionista di
riferimento di Serravalle, cioè la Provincia, ha già
esplicitato il progetto di portare la società in borsa, e alle
società quotate non si applicano i lacci e i lacciuoli della Lanzillotta,
anche se crescono gli obblighi di trasparenza. Non è tutto. La
Pedemontana lombarda, finalmente pronta a passare dalla carta all'asfalto,
cioè dai progetti agli appalti, è detenuta al 100% da
Serravalle. La Provincia vuole cedere il 32,5%, e in pole position per
l'acquisto c'è ancora la Sias del Gruppo Gavio. Che vorrebbe aver
voce in capitolo quando si inizierà a parlare della costruzione
della Brebemi (pure passata dalla carta all'asfalto grazie alla Finanziaria
2007), di cui il pacchetto di controllo è da qualche mese nelle mani
della grande finanziatrice Intesa-Sanpaolo (il sito della Provincia lo
attribuisce ancora ad Autostrade), forse colpita dai primi segni di
preoccupazione per il rientro di un credito che tarda ad arrivare. In
Brebemi Serravalle è ben presente, e la polverizzata compagine
azionaria fa credere che si libereranno presto nuove quote di mercato. Non
ha invece bisogno di crescere, Gavio, nell'azionariato di Tem. La
tangenziale esterna è meno imminente di Brebemi e Pedemontana
(sbloccate qualche giorno fa al Cipe, proprio assieme a quella Asti-Cuneo
che gravita sempre nell'orbita d'investimenti di Gavio), e in ogni caso
Serravalle è azionista di controllo, con la Satap di Gavio è
ben piazzata. Del doman, insomma, v'è certezza. Spostando il
satellite verso est, risulta particolarmente interessante il caso della
Serenissima, che inizia dove finisce la Brebemi, a Brescia, e corre fino a
Padova. Da anni al centro di polemiche per un reticolo di partecipazioni
estere che arrivano fino al Lussembrugo, la concessionaria ha come
azionista di maggioranza relativa Re Consult infrastrutture, che fa capo a
Rino Mario Gambari. "Inventato" alcuni anni fa da Capitalia, poi
rifinanziato da Abn e Mediobanca, e infine oggi in cordata nel nuovo fondo
Hat con Mps, da molti considerata ormai alleata di Intesa-Sanpaolo, Gambari
ha in Rigotti - lo stesso che ha da poco venduto l'1% di Serravalle a Gavio
- uno dei suoi storici partner d'affari. Di Serenissima aveva già il
20%, poi a gennaio ha acquistato il 3,43% ceduto da Venezia - sempre a
proposito di enti locali che vendono - e dice di marcare strette altre
quote di enti pubblici che potrebbero decidere di cedere. Non ha voluto,
perché costavano troppo, le quote di Serenissima messe in vendita da
Palazzo Isimbardi a maggio, e così le ha comprate Serravalle,
cioè la società controllata dalla Provincia stessa. Nel cda
di Serenissima, su nomina dei soci privati guidati da Gambari, ha seduto
Filippo Penati in persona, prima di dimettersi per anticipare la scure
Lanzillotta meno di un mese fa. Intanto, mentre scemano le poltrone,
corrono i miliardi: la Serenissima ha visto rinnovare la propria
concessione fino al 2026, e la costruzione delle nuove tangenziali
cittadine dovrebbero portare sul territorio circa tre miliardi in appalti.
Peraltro, a ben guardare più a nord-est, nel polverizzato
azionariato di quella macchina da soldi che si chiama Autobrennero, Gambari
non è certo fuori dai giochi, visto che la "sua"
Serenissima ha oltre il 4%, mentre Tecnofin e Obiettivo2 - presenti
nell'azionariato dell'Autocamionale della Cisa di Gavio, sue stabili
alleate - detengono insieme circa il 5%. E poi, chissà, c'è
tutto l'azionariato fatto di enti pubblici e camere di commercio, che forse
decideranno di vendere, dopo che le speranze di potere
mantenere le poltrone sono state gelate dalla Finanziaria 2008. Che
contribuirà certamente - e meritoriamente - ad abbattere i costi
della politica. Speriamo non finisca, però, con l'aumentare quelli
dell'antipolitica: che sono già salati, anche se assai meno visibili.
09/10/2007.
( da "Tribuna di Treviso, La" del
09-10-2007)
Regione
BENVENUTA L'ANTIPOLITICA SEGUE DALLA PRIMA E i maggiori quotidiani nazionali
che rilanciano? Persino la Rai, il pachiderma pubblico super-lottizzato,
sembra un tantino più coraggioso e più libero! C'è da
chiedersi cosa sta succedendo, chi è e dove sta il grande vecchio?
Confesso che, dalle retrovie della politica dove mi trovo (benissimo),
l'"ambaradan" montante mi diverte e incuriosisce. Non mi ergo a
giudice, tanto meno a dividere: di qua la politica (quella buona dei
soliti), di là l'antipolitica (dei qualunquisti fracassoni). A me
quest'aria che tira piace. Mi sembra che Grillo
stia rappresentando nelle piazze delle città e in quelle
cibernetiche una pièce che piace e diverte molta gente. Confesso che
ne condivido poco (assolutamente non gli attacchi alla Biagi), ma ritengo
abbia il sacrosanto diritto di sbraitare, denunciare, dileggiare. Graffia
con ironia, picchia e denuncia con il sarcasmo; armi che fanno male, che
disintegrano, granitiche e redditizie posizioni. Le
prime raffiche di vento hanno soffiato mesi fa con il saggio di Stella & Rizzo (La casta), un saggio che continua a tirare e a vendere. Un
milione di copie non s'erano mai viste in Italia (la media nazionale in
questa editoria non supera le 25-30.000. In questo libro c'è un
elenco di nomi, cognomi, parentele, affinità elettive ed elettorali.
Ci sono denunce di spese, di costi enormi, di bilanci inesistenti, di enti
inutili, eccetera. Praticamente tutte le indecenze e vergogne di una Casta enorme, protetta, costosissima che vive di
politica. I benpensanti vorrebbero che le tante denunce passassero
inosservate, che non provocassero una benefica sovversione, delle
emulazioni, una reazione a catena! Va bene essere un popolo di rassegnati,
ma non tutti "co...". Eppure dopo tante documentate denunce ai
nostri due autori non è pervenuta neppure una querela per diffamazione
o falso: scandaloso! Vergognosa questa indifferenza, questa nonchalance,
questa superba superiorità, questo attendismo... "à da
passà 'a nuttata"! Nell'elenco di Stella
& Rizzo c'è gente che fa politica da
generazioni, dal primo dopoguerra. Ci sono detentori di record mondiali di
resistenza (non quella del 25 Aprile, quella del collante da chiappe). Una
classe politica di reperti archeologici rimasti al di là del guado,
sulla sponda della prima repubblica, del secolo breve (un eufemismo). Gente
che ha fatto e votato leggi per mandare in pensione lavoratori di 35-40
anni; massacrando di debiti intere generazioni future. Politici che non si
pensionano mai dalla politica, bravi nell'accumulare per sé per la famiglia
e per gli amici. "...Ma cosa volete che parli di futuro a un giovane,
una classe politica di matusalemmi?", grida Grillo
nelle piazze. Come dargli torto? Il ristorante della politica negli altri
Paesi europei offre piatti giovani, novità reali, menù
originali. Noi invece abbiamo la prevalenza di politici allevati con le
ideologie, che bene o male davano indicazioni e punti di riferimento. Un
tempo dal confronto-scontro ideologico ne usciva un ricambio democratico
(dove c'era) e tutti gli anticorpi che guarivano i virus e rinforzavano la
democrazia. Oggi non ci sono più le ideologie e questo non accade
più. E' finita un'epoca, un sistema, un modello ma lor signori
rimangono in abbondanza e solo in Italia! Oggi che il pensiero unico
è il Mercato, ci sono altri riferimenti e altri confronti:
competizione esasperata, produzione, consumi, profitti. Serve gente giovane
e preparata, i reperti archeologici vanno collocati nei musei. Settantenni
go home! I vostri nipoti si meritano dei nonni presenti. Qualcuno si frega
le mani e pensa che l'antipolitica sia regolamento di conti nella
tribù di sinistra; fuoco amico tra di loro. Non sarei così
convinto. Vedo crescere un grande blocco trasversale capace di intaccare
anche altre caste: sindacati, magistratura, corporazioni. Chi vivrà,
vedrà. Si notano anche nuovi segnali interessanti: qualche taglio di
qua, una sforbiciatina di là, una spuntantina lassù; non
siamo alle rasoiate e non si può pretendere di togliere su due piedi
il privilegio del vitalizio dopo due anni sei mesi e un giorno. Questo
è chiedere troppo! Giuseppe Covre P.s.: non ho pensioni, né vitalizi
e non ammicco. Quello che ho fatto e dato, basta e avanza.
Basta chiacchiere, adesso
aboliamo il Cnel (sezione: Costi dei politici)
( da "Tempo, Il" del 09-10-2007)
Aldo
Forbice Lo sapete come andrà a finire? Che non
cambierà nulla a proposito dei costi della politica. Oggi
governo, presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel dare
risposte, nel proporre tagli, ridimensionamenti e ipotizzare futuri tagli
ed eliminazione degli sprechi. Home Politica prec succ Contenuti correlati
''Le tasse sono una cosa bellissima..." Grave anziano caduto da un
albero I cani abbandonati aspettano un padrone Si cercano soluzioni per
"Colle Arpea" Blitz dell'Isa sul campo del Viadana Morolo, tre
punti di platino La graduatoria respira Minturno, il "118"
trasloca. Sede in via Cadorna Ottimismo ma anche perplessità sul
nuovo ospedale cittadino Minturno, il "118" trasloca. Sede in via
Cadorna Ma in concreto che cosa sta veramente avvenendo? Cominciamo dalla
Finanziaria 2008. Si sono proposti: l'aumento automatico degli aumenti
degli stipendi parlamentari attualmente agganciati a quelli dei presidenti
di Corte di Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti; l'abolizione di 105 comunità montane,su
356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il taglio di 1260 comuni dalle
comunità montane; nessun consiglio circoscrizionale per i comuni fra
i 30 mila e 100 mila abitanti (il risparmio è di circa 79 milioni
l'anno); i compensi dei consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti
per complessivi 205 euro l'anno. In più si aggiungano gli impegni di
spesa del Quirinale (aumentati di 17 milioni di euro, rispetto al bilancio
di previsione 2007 e che dovrebbero rimanere fermi a 241 milioni di euro
nel 2008). Questo significa che la nostra massima istituzione repubblicana
continuerà a costare due o tre volte in più delle analoghe
istituzioni della Francia, della Germania e delle monarchie inglese e
spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un
primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione
pubblica, che il grillismo, le inchieste sui quotidiani, i libri di
successo e le trasmissioni radiofoniche hanno rappresentato. Ma tutti i
capitoli di risparmio, analizzati con attenzione, scoprono facilmente punti
deboli, insufficienze e varchi che possono far dilatare i tempi
all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere approvati. E, in
quanto ai risparmi veri, al di là della facciata, se saranno
approvati si tradurranno in cifre molto marginali che sostanzialmente non
faranno cambiare granchè, rispetto ai colossali sprechi della politica e delle istituzioni ormai sotto gli occhi di
tutti. Non potendoci dilungare troppo ci limitiamo a qualche esempio. Gli
stipendi dei parlamentari, attualmente, risultano agganciati
automaticamente a quelli degli alti magistrati. Parliamo di "stipendi
base" e non della pletora delle indennità che fanno aumentare
moltissimo il "monte retributivo" mensile. Perché allora non
proporre una legge che abolisca questa indicizzazione collegata alla
magistratura? In questo modo si potrebbe verificare in concreto chi
è favorevole o contrario ai costi di deputati e senatori. Poi i
rimborsi per le spese elettorali. Potrebbero essere ancora consentiti,
ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione: la
registrazione dei partiti (e dei sindacati) e la
pubblicizzazione dei loro bilanci, con un controllo da parte di una
autorità pubblica. Per quanto riguarda le comunità montane,
tranne pochissime eccezioni, dovrebbero essere cancellate. I risparmi
ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di
cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità
montane, Enrico Borghi (Dl): "Non si tratta di tagli. Se vengono
chiuse delle comunità montane il personale viene trasferito nelle
altre amministrazioni pubbliche, cioè da una parte si toglie e
dall'altra parte si aggiunge. I 66 milioni di euro sbandierati non sono
risparmi effettivi, ma una semplice operazione di cassa". Credo che
ogni commento sia superfluo. Nessuno, inoltre, parla della eliminazione di
un altro organo costituzionale assolutamente inutile, oltre che
costosissimo: il Cnel. Un tempo veniva definito la "terza
Camera", ma in realtà ogni tentativo di riformarlo è
stato vano. Non si parla più della sua chiusura per interesse sia
delle caste politiche che a di quelle sindacali: sono rappresentate
entrambe. Ma se venisse chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. Ci
guadagnerebbero solo le finanze dello Stato. La risposta più
concreta alla forte domanda di moralizzazione della politica
è venuta da una proposta trasversale,quella di Fini e Di Pietro
(taglio radicale del numero di ministri e sottosegretari, riduzione del
numero degli assessori comunali e provinciali,soppressione delle
comunità montane e l'indicazione di altre misure per ridurre
sensibilmente i costi della politica eliminando
tutti gli sprechi). Non si parla di cancellazione delle Province, ma
c'è una spiegazione: questo ente intermedio tra Comuni e Regioni
sono previste dalla Costituzione e, per
cancellarle, è necessaria una revisione della nostra Magna Carta. E
fin'ora non c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e,
in seguito, le proposte di abolizione di questo inutile e costoso ente sono
state decine. Ma le Province, sono diventate grandi centri di potere, e
ogni anno il loro numero è andato via via aumentando. Con la benedizione
di tutti i partiti.
AL PRIMO POSTO c'è il taglio dei costi della politica.
Po (sezione: Costi dei politici)
( da "Nazione, La (Livorno)" del
09-10-2007)
I
la necessità di avere servizi sanitari di qualità e
più partecipezione nelle scelte di governo, sia locale che nazionale. Sono queste le priorità individuate
dal questionario distribuito in giugno ai cittadini cecinesi, dal titolo
"Costruiamo insieme il Partito democratico" da Ds e Margherita di
Cecina. I promotori hanno poi ritirato i documenti grazie ai gazebo
presenti nei punti strategici della città, attraverso il giornale
distribuito la domenica e le mail. Per quanto riguarda
il taglio ai costi della politica, il 35 per cento ha
espresso opinione positiva, mentre il 25 si è detto favorevole
all'importanza dei servizi sociali e sanitari, il 23 alla partecipazione
della collettività alla politica e il
16 al rapporto tra reddito e costo della vita. PER QUANTO concerne i
problemi dei giovani, il 26 per cento ha concordato sugli affitti troppo
cari per le abitazioni e sul precariato, il 20 sulla scuola che non prepara
e non sviluppa professionalità necessarie per il territorio, il 17
sui servizi sociali carenti (asili nido, scuole materne, tempo libero e
trasporti), e l'11 sulle difficoltà a contattare le imprese di
lavoro. Il risultato, sostengono i dirigenti dei Democratici di sinistra,
è buono ed è servito per conoscere l'opinione trasversale dei
residenti su molteplici argomenti. L'obiettivo era avere un quadro preciso
della situazione in attesa delle primarie del 14 ottobre. - -->.
Articoli dell’8-10-2007
"Fondi
Regione a oltre mille beneficiari". Scoperti dal promotore dei
referendum Rapagna' Da il capoluogo.it 8-10-2007
Il mito della spesa. Il Pd e la sua cultura
economica Francesco Giavazzi (Il
Corriere della Sera 8-10-2007 )
Le finalità istituzionali
vincolano le partecipate ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
08-10-2007)
Interventi positivi ma a rischio di
scarsa efficacia ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
08-10-2007)
Fondo sociale, la giunta ligure
stanzia otto milioni e mezzo di euro per realizzare strutture sociali
residenziali e semiresidenziali ( da "marketpress.info" del 08-10-2007)
Costi della politica, ecco come
ridurli ( da "Resto del Carlino,
Il (Forli)" del 08-10-2007)
SICUREZZA e costi della politica sono
tra i temi all'ordine del giorno per il con ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
08-10-2007)
Gli onorevoli e il gioco delle parti ( da "Gazzetta del Sud" del 08-10-2007)
Noi consiglieri comunali sacrificati
per dare il vitalizio ai sindaci ( da "L'Adige" del 08-10-2007)
La comunità montana rischia di
sparire ( da "Tirreno, Il" del
08-10-2007)
Comune in bolletta, il Consiglio
chiude ( da "Unione Sarda,
L' (Nazionale)" del 08-10-2007)
L'italia al top nella sanità
per i costi chiesti ai cittadini ( da "Gazzetta di Modena, La" del 08-10-2007)
Mozione di balducci: trasparenza sui
guadagni degli amministratori nei consorzi a cervignano ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 08-10-2007)
TUTTI BRAVI NELLA MAGGIORANZA A
TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) ( da "Nazione, La (Livorno)" del 08-10-2007)
"Fondi Regione a oltre mille beneficiari".
Scoperti dal promotore dei referendum Rapagna' Da il
www.capoluogo.it 8-10-2007
L'Aquila, 8 ott.- Oltre mille fondazioni,
associazioni culturali, di assistenza e sportive abruzzesi beneficiano di
una serie di contributi da parte della Regione, con somme che variano da
500 a 70 mila euro ("Associazione regionale per la promozione
sociale" di Pescara).
Per le manifestazioni sportive, invece, si va da 5.000 a 100 mila euro
(Coppa Interamnia di Teramo). Lo evidenzia il presidente del Comitato
promotore dei quattro referendum regionali sui costi della politica, Pio
Rapagna, il quale ha compiuto una ricerca - sul sito Internet della Regione
- spulciando le leggi n.29, 47 e 48 del 2006 tutte collegate al bilancio
2007.
Dall'elenco emergono contributi da 500 euro (a undici associazioni), di
mille, duemila, 15 mila, 20 mila, 30 mila, fino alla massima, di 70 mila.
Rapagnà chiede se i fondi siano stati "erogati e rendicontati e
se fanno parte ancora della Legge Omnibus". Il presidente del Comitato
li considera "alcuni esempi, tra i tanti, dei costi e degli sprechi
della politica", contro i quali sono stati proposti i 4 referendum
abrogativi, "ai danni - sostiene Rapagnà - del metodo
clientelare della nostra attuale casta governativa ed oppositiva alla
Regione, negli Enti strumentali, nelle Province, nei Comuni e
seguenti".
Il mito della spesa. Il Pd e la sua
cultura economica Francesco
Giavazzi
Il Corriere della Sera
8-10-2007
Il Partito
democratico affronta oggi a Roma, a una settimana dalle primarie per la
scelta del suo primo segretario, il tema della «cultura economica » del
nuovo partito. Due a me sembrano le questioni centrali: le tasse e la
concertazione come metodo di lavoro del governo. L'attuale maggioranza ha
fatto dell'Elogio delle tasse il suo motto: «Le tasse sono una cosa
bellissima », ha ripetuto ancora ieri il ministro dell'Econom ia Tommaso
Padoa-Schioppa. Immagino lo pensi anche delle tasse che pagano le famiglie
povere per consentire ai figli dei ricchi di frequentare gratis
quell'università che ai loro figli spesso è preclusa. Anche
l'aliquota del 30% che paga un lavoratore dipendente per consentire allo
Stato di tassare solo al 12,5% i Bot detenuti da un ricco rentier. In due
anni la maggioranza ha aumentato la pressione fiscale di due punti e mezzo,
ma le spese delle amministrazioni pubbliche sono rimaste là dove
Berlusconi le aveva lasciate: con questa legge finanziaria continueranno ad
assorbire al netto di interessi e investimenti il 40% del reddito
nazionale. Questa cifra non è né troppo alta né troppo bassa: in
alcuni Paesi lo Stato spende di più, in altri di meno. Il problema
è che la nostra spesa pubblica non aiuta i cittadini che più
ne avrebbero bisogno. Non finanzia sussidi di disoccupazione generalizzati;
non aiuta le famiglie con figli piccoli (certamente non tanto quanto esse
sono aiutate in Paesi in cui lo Stato spende di meno, come in Gran
Bretagna); non finanzia borse di studio; non fa quasi nulla per aiutare i
poveri e le famiglie a rischio di povertà. Al 20% delle famiglie
più povere va solo il 12% di tutto quello che spendiamo in welfare,
contro il 34% in Gran Bretagna, il 25% in Svezia, il 20 in Germania e
Francia. Un terzo dei fondi stanziati a luglio per aumentare le pensioni
minime andranno a famiglie che appartengono alla metà più
ricca del Paese: il 10% più povero riceverà le briciole, solo
il 12%. Le imprese, pubbliche e private, ricevono, sotto forma di aiuti
pubblici, 15 miliardi di euro l'anno: denaro che spesso non va agli
imprenditori più meritevoli, ma a quelli più abili nel
frequentare le cene romane e i corridoi ministeriali. Quando i nostri figli
andranno in pensione, in Italia vi saranno sette anziani ogni dieci persone
in età di lavoro. Cioè dieci persone in età di lavoro
dovranno produrre abbastanza per sostenerne oltre 17 (oltre, perché ci
saranno anche dei bambini e dei ragazzi in età scolare).
Ciononostante per consentire ai cinquantottenni di oggi di andare in
pensione a Natale (e con il metodo retributivo), il governo spende 10
miliardi, prelevandoli con un aumento dei contributi a carico dei giovani
precari. Non si tratta quindi, come propone Walter Veltroni, di costruire
«un fisco più giusto». Il problema è ridurre la spesa perché
questa spesa aiuta soprattutto coloro che sono abbastanza furbi, o
abbastanza potenti, ad avvantaggiarsene. Cancellare la concertazione come
metodo di lavoro del governo è il primo passo, altrimenti la spesa
continuerà a fluire verso chi è rappresentato al tavolo della
concertazione, e non sono certo i poveri, i giovani, le donne sole con
figli. E poi occorre il coraggio di abbandonare l'illusione illuminista che
questa spesa possa essere «riqualificata », resa meno ingiusta, più
efficiente. La spesa migliorerà solo quando il cittadino si
accorgerà che talvolta i privati possono offrire gli stessi servizi
che offre un'amministrazione pubblica, ma in modo più efficiente e a
costi inferiori. Agli inizi del secolo scorso più spesa pubblica
voleva dire più stato sociale, meno disuguaglianza. Oggi spesso vuol
solo dire più privilegi. Ma questo è un guado che la sinistra
fa ancora fatica ad attraversare
Le finalità istituzionali vincolano le partecipate (sezione: Costi
dei politici)
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)
Il Sole-24 Ore
del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-10-08 - pag: 47
autore: Manovra. Le Pa dovranno cedere le quote di aziende che operano in
attività diverse Le finalità istituzionali vincolano le
partecipate Confini rigidi fra il personale dell'ente e quello delle
società Alberto Barbiero Le Pubbliche amministrazioni possono
costituire o assumere partecipazioni (o mantenerle) solo in società
che abbiano per oggetto attività "strettamente necessarie al
perseguimento delle proprie finalità istituzionali". Il
principio è individuato dall'articolo 87 (comma 1) del Ddl
Finanziaria 2008, con alcune disposizioni che traducono in legge limiti
già emersi dalla giurisprudenza amministrativa e contabile, in parte
modulata con l'articolo 13 della legge 248/2006. La norma determina un
quadro restrittivo, che si riferisce anche alle situazioni in cui
l'amministrazione detenga direttamente o indirettamente (quindi mediante
società collegate di terzo livello) partecipazioni, anche di
minoranza, a organismi societari costituiti per produrre attività
non riconducibili a finalità rientranti tra quelle istituzionali, a
chiara finalizzazione pubblica. La previsione ammette invece la
costituzione di società per la produzione di servizi di interesse
generale, garantendo quindi i soggetti operanti nel sistema dei servizi
pubblici. La disposizione prevede anche (comma 2) un procedimento
obbligatorio di autorizzazione all'assunzione e al mantenimento delle
partecipazioni attualmente detenute dalle amministrazioni. La
corrispondenza fra le attività dell'organismo societario e quelle
istituzionali dell'ente di riferimento, o la qualificazione delle
attività prodotte come "servizi di interesse generale",
devono essere dichiarate in una deliberazione motivata dell'organo competente
(per gli enti locali questo è individuabile senza dubbio nel
Consiglio). Se questi presupposti non sussistono, entro diciotto mesi
dall'entrata in vigore della Finanziaria 2008 le amministrazioni devono
cedere a terzi, con procedure a evidenza pubblica, le società e le
partecipazioni vietate (comma 3). Nella seconda parte dell'articolo 87 si
stabilisce poi che la scelta di costituire o assumere partecipazioni in una
società o in un organismo con altra configurazione giuridica
(consorzi, ma anche fondazioni, aziende speciali, eccetera) deve comportare
il conferimento delle risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie
per lo sviluppo delle attività. In base a questa disposizione le
amministrazioni devono sentire le organizzazioni sindacali, nell'ambito di
un processo finalizzato al trasferimento definitivo del personale da
impegnare nel nuovo soggetto gestore di attività istituzionali,
comportante la rideterminazione della loro dotazione organica. In base a
questa norma, quindi, non potranno più aversi situazioni spurie,
come ad esempio quelle relative a dipendenti comandati dall'amministrazione
presso la società ( peraltro criticate più volte dalla
giurisprudenza contabile). La linea di attenzione particolare per il
sistema delle società partecipate è peraltro focalizzata
anche nell'articolo 85 del Ddl Finanziaria. La norma rafforza le logiche di
riduzione dei costi per tali organismi tradotte in varie disposizioni della
legge 296/2006, stabilendo che le Pa che detengono, direttamente o
indirettamente, il controllo di società, ai sensi dell'articolo
2359, primo comma, n. 1) e 2) del Codice civile, promuovono entro novanta
giorni dall'entrata in vigore della legge, anche attraverso atti di
indirizzo, iniziative volte a: a) ridurre il numero dei componenti degli
organi societari, introducendo limiti specifici rispetto alle attuali
composizioni; b) prevedere che ai presidenti siano attribuite, senza
compensi aggiuntivi, anche le funzioni di
amministratore delegato; c) sopprimere la carica di vicepresidente o
mantenerla per la sostituzione del presidente in caso di impedimento, ma
senza compensi aggiuntivi; d) eliminare la previsione di gettoni di presenza per i componenti degli organi societari e limitare la
costituzione di comitati di indirizzo o consultivi. Per le
partecipate degli enti locali, la norma di riferimento rimane comunque il
comma 729, della legge 296/2006, che continua ad applicarsi per espressa
previsione del Ddl ( articolo 85, comma 6).
Interventi positivi ma a rischio di scarsa efficacia (sezione: Costi
dei politici)
( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 08-10-2007)
Il Sole-24 Ore
del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-10-08 - pag: 47
autore: ANALISI Interventi positivi ma a rischio di scarsa efficacia di
Stefano Pozzoli Fino a pochi anni fa l'esternalizzazione dei servizi
pubblici locali era considerata dal legislatore una sorta di panacea dei
problemi della nostra Pubblica amministrazione. Oggi non è
più così. A partire dal decreto Bersani per arrivare alle
Finanziarie 2007 e 2008, un crescente sfavore normativo si è rivolto
verso le società a partecipazione di enti locali e pubbliche in
genere, fino a classificarle come uno dei luoghi principali su cui
intervenire per tagliare i "costi della politica". Così,
ciò che non molto tempo fa era valutato un importante stimolo
all'efficienza del settore pubblico è ora rivisto attraverso le
lenti moralizzatrici del Ddl Santagata, che trova spazio, con qualche
modifica e almeno per ora, nella Finanziaria 2008, agli articoli 85 ed 87.
Sotto molti punti di vista l'aspetto più interessante è
all'articolo 87, nato per ricondurre gli enti locali e gli altri enti
pubblici nell'alveo delle loro finalità istituzionali.
Finalità che vengono a rappresentare il discrimine per la
possibilità o meno, da parte degli enti, di costituire o mantenere
partecipazioni (anche di minoranza) nelle società. Il divieto
è ancora troppo indeterminato per portare a una concreta riduzione
delle aziende pubbliche, che spesso operano in settori in cui francamente
non se ne avverte il bisogno (e nei quali anzi si apprezzerebbe la loro
assenza). è altrettanto vero, però, che le modalità
previste dalla norma sono corrette, perché riconducono la riflessione
nell'ambito degli organi competenti e quindi, nel caso degli enti locali,
in Consiglio. è il Consiglio, pertanto, che dovrà
autorizzare, con delibera motivata, non solo l'assunzione di nuove
partecipazioni, ma anche il mantenimento delle attuali. Un'ottima occasione
quindi per ripensare le funzioni svolte dall'ente attraverso la sua
costellazione di partecipate e valutare se ha senso, ad esempio, che un
Comune sia presente nel capitale di una impresa di consulenza o che una
provincia sia azionista di una società autostradale. L'articolo 85,
invece, punta dritto alla riduzione dei costi, e prevede la riduzione dei
consiglieri di amministrazione in tutte le società e gli organismi
pubblici. Per gli enti locali resta invece in vigore il comma 729 della
Finanziaria 2007, che prevedeva un numero massimo di amministratori in
numero di 5 o 3 in ragione della entità del capitale sociale. Su
questo aspetto,però,l'articolo 85 della nuova Finanziaria è
meno restrittivo del vecchio comma 729. Sotto altri punti di vista, invece,
le scelte sono perfino più forti. Si prevede la sostanziale
soppressione della figura di vice-presidente, una forte limitazione alla
partecipazione ai Cda delle controllate di secondo livello da parte degli
amministratori della controllante (e comunque senza percezione del
compenso), l'eliminazione dei gettoni di presenza e la previsione che, nei consigli a tre membri, il
Presidente debba essere anche amministratore delegato. Diciamoci la
verità. Alcuni di questi divieti possono avere un senso. è il
caso della riduzione dei consiglieri di amministrazione. Altri però
non lo hanno, è difficile comprendere la scelta di abbinare al ruolo
di rappresentante legale anche funzioni prettamente gestionali, quali
quelle proprie di un amministratore delegato, nelle società che
abbiano un Cda di appena tre membri. Peraltro, avere pochi consiglieri non
comporta automaticamente una bassa complessità organizzativa. In
sostanza, si ha l'impressione di assistere a un'aggressione tutta ideologica
all'autonomia organizzativa degli enti pubblici. Il rischio è di
ottenere, a fronte di vantaggi economici minimi, un inutile irrigidimento
di queste gestioni, senza incidere sulle vere aree di inefficienza di
queste gestioni: il problema non sono i tre, cinque o sette consiglieri, ma
la scarsa economicità di alcune società pubbliche, che non
è riferibile solo ad acquisti o consulenze (sui quali intervengono,
blandamente, i commi 4 e 7 dell'articolo 85), ma anche ai costi della mano
d'opera e ai relativi contratti integrativi per il personale, spesso molto
generosi, e soprattutto alla difficoltà, per quanto riguarda le
società di servizi pubblici locali, di arrivare a dimensioni
aziendali adeguate. AUTONOMIA è corretto assegnare ai Consigli il
compito di decidere sulle conseguenze della previsione STRATEGIE Più
che il numero degli amministratori occorre combattere le cause di
inefficienza delle gestioni.
FONDO SOCIALE, LA GIUNTA LIGURE STANZIA OTTO MILIONI E MEZZO
DI EURO PER REALIZZARE STRUTTURE SOCIALI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI (sezione: Costi
dei politici)
( da "marketpress.info" del 08-10-2007)
Genova, 8 ottobre
2007 - Otto milioni 494mila e 938 euro per la realizzazione di strutture
residenziali e semiresidenziali per anziani, disabili, minori e giovani
gestite da enti pubblici o soggetti non profit. Sono stati stanziati il 5
ottobre dalla giunta regionale su proposta del vicepresidente e assessore
regionale ai servizi sociali, Massimiliano Costa. Gli interventi, che potranno
essere finanziati fino ad una percentuale del 70% del costo dell'opera,
dovranno riguardare il completamento di strutture già in corso di
realizzazione, opere per le quali esiste la capacità di
co-finanziamento da parte dei beneficiari e strutture collocate in
territori dove più urgente è la necessità di ampliare
l'offerta di residenzialità. I progetti dovranno essere presentati
alla Regione Liguria - Dipartimento salute e servizi sociali - settore
assistenza distrettuale e servizi sociali e contestualmente al direttore
sociale del distretto socio-sanitario competente per territorio, entro il 5
novembre, attraverso apposita scheda disponibile, a partire dall'inizio
della prossima settimana, sul sito della Regione www. Regione. Liguria. It
nella home page cliccando su ultimi aggiornamenti. Si provvederà
quindi ad assegnare i contributi in conto capitale a
favore dei Comuni capofila dei distretti sociosanitari. "L'obiettivo
di questi nuovi finanziamenti - spiega il vicepresidente, Massimiliano
Costa - è aumentare ulteriormente l'offerta di residenzialità
e semiresidenzialità sociale, avvicinandoci il più possibile
ai parametri europei, con un incremento che parte da una base del 2%
registrata nel 2006 fino a giungere al 3% nel 2008". Sul fronte
degli anziani l'obiettivo della Regione è quello di passare dagli
attuali 5. 634 posti presenti in Liguria a 8. 295 nel prossimo triennio.
Per quanto riguarda i disabili ammontano a 1. 646 i posti a disposizione in
Liguria in strutture residenziali e semiresidenziali al 1 gennaio 2007 e
l'obiettivo è quello di giungere entro il 2010 a 2. 073 posti. Sul
fronte degli anziani l'obiettivo della Regione è quello di passare
dagli attuali 5. 634 posti presenti in Liguria a 8. 295 nel prossimo
triennio. Allo stesso modo i posti disponibili in strutture regionali per
la salute mentale ammontano oggi a 1024 e l'obiettivo è quello di
rendere uniforme su tutto il territorio regionale l'offerta residenziale
raggiungendo il parametro dello 0,6 posti ogni mille abitanti. Per quanto
riguarda le comunità per minori la Liguria dispone di 693 posti e 82
strutture e si propone la creazione entro il 2010 di tre nuove
comunità e 13 nuovi centri di aggregazione. . <<BACK.
Costi della politica, ecco come ridurli (sezione: Costi dei politici)
( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del 08-10-2007)
IL CONVEGNO Costi della politica, ecco come ridurli I PROFESSORI
Roberto Balzani e Salvatore Vassallo e l'onorevole Antonio La Forgia
stasera alle 20.45 partecipano alla sala Banca di Forlì di via Bruni
2 al convegno 'Riformare qualità e costi della politica'.
- -->.
SICUREZZA e costi della politica sono tra i temi all'ordine
del giorno per il con (sezione: Costi dei politici)
( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-10-2007)
Siglio comunale,
in programma oggi dalle 16,30. La seduta sarà aperta dalla
discussione di due ordini del giorno su cui i gruppi consiliari hanno
chiesto l'urgenza: An chiede "maggiore severità nel contrasto
alla criminalità e nell'applicazione delle pene". Un altro
ordine del giorno (su cui la richiesta d'urgenza era stata rigettata
nell'ultima seduta di consiglio) è targato Verdi e si occupa della
questione birmana: oltre alla condanna della repressione attuata dal regime
militare, si chiede di "porre un drappo rosso all'entrata
del Comune per testimoniare la solidarietà della comunità
ferrarese nei confronti dei monaci e della popolazione birmana". La
seduta proseguirà poi con l'esame di due petizioni presentate dai
Radicali: una di queste affronta il tema della riduzione dei costi della politica, e vi si chiede che "venga predisposta una commissione
sui costi locali della politica nelle istituzioni,
per analizzarli e per avviare indirizzi, proposte, soluzioni volte a una
loro riduzione, con l'obiettivo di una diminuzione di almeno il 30%".
La seconda affronta il tema della violenza domestica sulle donne, con la
proposta di inviare a tutte le ferraresi dai 15 ai 70 anni un opuscolo
informativo sulla materia "con l'indicazione di un numero verde sempre
in funzione". - -->.
Gli onorevoli e il gioco delle
parti (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta
del Sud"
del 08-10-2007)
I costi della politica Gli onorevoli e il gioco delle parti Mario
Caligiuri Lo zar Alessandro II fuori dalla Russia professava idee liberali.
Questo nell'Ottocento. Ma la storia ha la testa dura: qualche volta si
ripete. E il caso della polemica che si è scatenata tra Governo e Parlamento sul contenimento dei costi della politica. Infatti, sono in tanti quelli che parlano della riduzione
dei costi degli altri, ma per quanto riguarda i propri non muovono un dito.
E il caso del premier Prodi che chiede al Parlamento di ridurre i costi
della politica mentre il presidente della Camera Bertinotti risponde
accusando l'esecutivo addirittura di populismo, argomento che lui
dovrebbe conoscere bene visti i suoi trascorsi sindacali. E un gioco delle
parti? Probabilmente sì, perché si profilano sacrifici per tutti
tranne che in modo sostanzioso per i nostri onorevoli
"rappresentanti". In un comunicato congiunto, i presidenti dei
due rami del Parlamento hanno solennemente dichiarato che si erano
già mossi. In quale direzione è facilmente intuibile:
riduzioni solo formali alle pingui pensioni (che continueranno a costare
l'ira di Dio agli italiani), nessun provvedimento serio sui portaborse (le
cui somme continuano ad esser regolarmente ed allegramente erogate),
produttività messicana (una legge ogni diversi giorni), e taglio del
numero dei deputati a cui è stato detto solo il primo sì. Il
Governo invece resiste sul numero dei propri componenti che potrebbe
ridurre anche domani: ma chi glielo va a dire ai magnifici 103 che alcuni
di loro devono tornare a casa? Santagata ha annunciato che il taglio
avverrà. Restiamo in fervida attesa. Si sta parlando da più
di un anno del taglio dei costi della politica ma
nella sostanza non si è mossa una virgola. Per cercare di resistere
alla bufera montante, si cerca di allargare lo spettro: e si parla di
regioni, province, comuni, consigli di amministrazione, ma coloro i quali
devono muovere il primo passo, dando l'esempio, restano immobili come dei
bonzi. Credono di procedere con questa melina e con gli annunci. Per adesso
sono troppo impegnati con la costituzione del Partito Democratico. Poi si
vedrà. Ma non ci vuole lo zingaro per prevedere il futuro.
(lunedì 8 ottobre 2007).
Noi consiglieri comunali sacrificati per dare il vitalizio ai
sindaci (sezione: Costi dei politici)
( da "L'Adige" del 08-10-2007)
(segue dalla
prima pagina) ... riscontrata dal discusso "Vaffa-Day" di Beppe Grillo,
potessero finalmente aprire gli occhi della nostra classe politica sulla
distanza assoluta che ormai la separa dalla vita quotidiana e dai problemi
della maggior parte dei cittadini. Ho creduto che stesse ormai maturando, a
tutti i livelli, la consapevolezza della necessità di tagliare le
ricche indennità e i vitalizi dei parlamentari, ridurre ministri,
sottosegretari e portaborse, fissare regole chiare e trasparenti al fine di
garantire un ricorso parsimonioso ad auto blu, aerei di stato e viaggi all'estero.
Ho atteso con ansia la riunione del Consiglio dei Ministri, annunciata con
tanto clamore da giornali e Tv, che avrebbe dovuto varare la risposta
concreta delle istituzioni ai tribuni dell'antipolitica? Cosa ho scoperto?
Molti slogan, molto fumo, e un provvedimento che, a partire dalle prossime
amministrative, prevede la riduzione di circa il 20%
delle rappresentanze consiliari, anche nei Comuni con meno di 3.000
residenti. Preso dallo sdegno, mi sono domandato: sono proprio io il
problema? Sono i 25 euro lordi di gettone presenza da me
percepiti ad ogni riunione del Consiglio comunale l'insostenibile
privilegio che i cittadini italiani chiedevano a gran voce di tagliare?
Mentalmente, faccio un rapido calcolo: in Trentino, i Comuni sotto i
tremila abitanti sono 193. Calcolando un massimo di 10 sedute consiliari
l'anno, il costo per la cittadinanza della nostra attività, esclusi
Sindaco e Giunta, ammonta all'incirca a 482.500 euro. Sempre in un anno,
solo per indennità e diaria, i Consiglieri provinciali ci costano
più di dieci volte tanto (5.564.580 euro). Me compreso, i gruppi di
minoranza del mio Comune (Terlago) sono formati da cinque consiglieri: pur
con l'aiuto di un nutrito gruppo di sostenitori, siamo chiamati quasi ogni
settimana a valutare il contenuto di un cinque-sei delibere di Giunta, ad
acquisire ed esaminare la documentazione relativa ai futuri ordini del
giorno del Consiglio e ad elaborare proposte di mozione, interrogazioni ed
interpellanze. Si consideri che un Comune, per quanto piccolo, è
chiamato a deliberare in materie molto differenti: di conseguenza, per
svolgere degnamente il ruolo di controllo dell'operato della Giunta proprio
delle forze di opposizione, è preferibile poter contare sul supporto
di un gruppo di persone con competenze di diversa natura. Se la proposta
del Governo fosse recepita tale e quale dalla Regione Trentino Alto Adige,
il Consiglio comunale del mio paese sarebbe ridotto a dieci unità,
di cui presumibilmente tre consiglieri di minoranza (augurandosi che la potente
lobby dei Sindaci non proponga di eliminare direttamente solo le
opposizioni). E chiaro in queste condizioni sarebbe pressochè
impossibile garantire una qualità decente del nostro lavoro
all'interno dell'amministrazione, nonché assicurare un contatto diretto ed
un rapporto costante con la cittadinanza. In un territorio montuoso quale
quello trentino, caratterizzato da forme di insediamento sparso, molti
piccoli borghi e frazioni perderebbero l'unico rappresentante
democraticamente eletto all'interno di un'istituzione dello stato. A questo
punto, mi sarei aspettato una levata di scudi, o quanto meno un'accorata
difesa dell'utilità e dignità del nostro operato, da parte
del presidente del Consiglio delle Autonomie locali, Renzo Anderle. Apro i
giornali e scopro invece che questi propone di sacrificarci, si badi bene
"per ragioni di operatività", sull'altare
dell'introduzione di un privilegio davvero inaccettabile, ovverossia di un
vitalizio per i Sindaci uscenti, seppur mascherato da "fondo
integrativo per la pensione". Sto maturando la convinzione che il
cancro che attanaglia la vita politica italiana sia ormai giunto ad uno
stadio inguaribile. Di fronte ad un problema concreto sollevato dai
cittadini - i privilegi del ceto dirigente - la reazione della "Casta"
è stata quella di attuare manovre molto propagandistiche e poco
significative, che probabilmente nascondono il reale proposito di
consolidare ancor più il proprio controllo sulle periferie,
diminuendo la base della partecipazione politica soprattutto in quelle
realtà dove, per l'esiguità dei numeri, i partiti non
arrivano e sono sostituiti dalle liste civiche. Per questo motivo lancio un
appello a tutti i miei colleghi - siamo circa 2.700 - consiglieri dei
piccoli Comuni del Trentino. Considerato che il nostro impegno non è
sicuramente motivato da ragioni economiche, ma è assimilabile ad una
forma di volontariato, diamo una dimostrazione di coraggio. Rinunciamo al
nostro "lauto" gettone presenza, ma
difendiamo con i denti la nostra dignità e il nostro ruolo
all'interno delle amministrazioni, la possibilità di rappresentare
anche in futuro i nostri elettori, ed operare per un sano ed armonioso
sviluppo delle piccole Comunità del Trentino. REMO ZANELLA,
consigliere comunale di Terlago 08/10/2007.
La comunità montana
rischia di sparire
(sezione: Costi dei politici)
( da "Tirreno,
Il"
del 08-10-2007)
Piombino - Elba
La Comunità montana rischia di sparire Sull'isola solo Marciana ha i
requisiti previsti dal decreto Santagata PORTOFERRAIO. La Comunità
Montana rischia di sparire. Ma non solo rischiano di andare in fumo
migliaia di euro di finanziamenti. Non esistono infatti i requisiti, quelli
dell'altezza di 600 metri sul livello del mare del suo territorio,
affinchè un comune possa essere dichiarato montano. All'Elba il
parametro si riscontra solo per il territorio di Marciana. Gli altri sette
comuni potrebbero perdere, tutti gli aiuti che oggi possono ottenere
dall'Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione. Tutto è legato al
disegno di legge proposto dai ministri Santagata e Lanzillotta sui costi
della politica. Secondo il progetto 7 su otto
comuni elbani non sarebbero più considerati montani ma zone
parificate a quelle metropolitane o simili. Parlando con i numeri, su 157
comuni montani della Toscana, solo 55 rimarrebbero montagna e su 20
comunità montane attuali solo 5 continuerebbero ad esistere. Danilo
Alessi, presidente della Comunità montana ha chiesto l'intervento
dei sindaci e dei consigli comunali. Dice Alessi: "l'esclusione dei
nostri comuni dalla qualifica di montanità, prevista dal
"decreto Santagata" in base ad un criterio che non ha coinvolto
le Regioni, anche se ha recuperato in extremis l'eliminazione dei numerosi
benefici per i nostri cittadini e le nostre imprese, toglie comunque le
risorse che gli enti montani investivano attraverso i Piani di Sviluppo e
resta una grave ferita alla coesione dei territori disagiati". Per
Alessi un provvedimento anche se alla luce di quella che viene indicata
"come la pur auspicabile riduzione dei "costi
della politica"" che crea in questo caso difficoltà.
Problemi legati alla discontinuità istituzionale che, sottolinea
Alessi: "si creerebbe e che porterebbe a nuove forme associative ed
alla dispersione di competenze e capacità. Si priverebbe cioè
questa parte del Paese, che con le loro imprese e famiglie produce oggi il
17% del prodotto interno lordo, di quegli strumenti agevolativi e normativi
conquistati negli anni dagli amministratori locali". Secondo Alessi se
"Il Decreto legislativo Santagata - Lanzillotta, non verrà
modificato, finirà inoltre per sottrarre ad alcune migliaia di
piccoli comuni, tra cui i nostri, l'unico soggetto sussidiario di
coordinamento e programmazione, in grado di assicurare alcuni servizi
essenziali alle loro popolazioni e interventi infrastrutturali strategici.
La stessa esperienza elbana e dell'Arcipelago Toscano dimostra quanto sia
fondamentale avere sul territorio un ente comprensoriale come la
Comunità montana, che è Unione dei Comuni, con una visione
unitaria dei problemi e delle loro soluzioni. Tutto ciò mentre
continua a mancare, a livello governativo, un coordinamento delle politiche
di sostegno e di sviluppo delle aree montane che sappia portare a sintesi
le positive proposte messe in campo e sostenute dall'Uncem, dal piano
nazionale della forestazione al Documento unico di Programmazione per le
aree montane". Da questi presupposti una convinzione: "Sono certo
- dice Alessi rivolto ai sindaci - che non mancherete, nei prossimi giorni,
di far sentire ancora la vostra voce in difesa degli interessi dei nostri
cittadini e della nostra economia, una battaglia ideale e politica che vedrà un importante momento nella manifestazione
della Montagna Italiana del 24 ottobre organizzata a Roma da Uncem
nazionale, per contrastare con la forza delle argomentazioni e dei fatti
una politica demagogica e superficiale che
rischia, sbagliando bersaglio, di sacrificare gli interessi dei più
deboli alle pur legittime pressioni dell'opinione pubblica".
Comune in bolletta, il
Consiglio chiude (sezione: Costi dei politici)
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 08-10-2007)
Provincia di
Cagliari Pagina 1015 Assemini. Nelle casse ci sono i fondi per garantire
soltanto le prossime due sedute Comune in bolletta, il Consiglio chiude
Casula: non possiano pagare lo straordinario ai dipendenti --> Casula:
non possiano pagare lo straordinario ai dipendenti Farci (Sdi): "Non
per forza bisogna pagare lo straordinario ai dipendenti, c'è anche
la possibilità di recuperare le ore effettuate in più".
"Ancora uno o due Consigli comunali da svolgere entro l'anno e poi non
potremo più farne perché non abbiamo i soldi sufficienti per pagare
gli straordinari dei dipendenti comunali". A dare l'annuncio shock
è il sindaco Luciano Casula nel corso di uno degli ultimi Consigli
comunali davanti agli attoniti consiglieri. In aula si parla infatti delle
spese sopportate dall'amministrazione comunale per pagare gli straordinari
ai dipendenti comunali e i conseguenti limiti derivanti dalla
scarsità dei fondi a disposizione. L'ANNUNCIO "Abbiamo un tetto
di spesa per pagare lo straordinario effettuato dai dipendenti
comunali", spiega il primo cittadino, "e arrivati a questo punto
dell'anno, le risorse si stanno assottigliando". E tra quelle a
disposizione ci sarebbero proprio quelle destinate ai dipendenti che fanno
da supporto per i lavori consiliari. Da ora in avanti niente più
soldi destinati a pagare le ore in più effettuate dall'usciere, dal
funzionario, da qualche impiegato e dagli agenti della Polizia municipale
chiamati ogni volta ad assistere ai lavori del Consiglio. Che molto spesso
finiscono a tarda notte e, qualche volta, anche oltre la mezzanotte
permettendo così ai consiglieri di raddoppiare
il gettone di presenza. LO SDI "Affermare però che i soldi stanno
finendo e non poter più convocare Consigli comunale vuol dire non
conoscere il contratto di lavoro dei dipendenti del Comune", attacca
indignato il consigliere dello Sdi, Fabio Francesco Farci, "perché non
per forza bisogna pagare lo straordinario ai dipendenti in quanto esiste
anche la possibilità di fargli recuperare le ore effettuate
in più". La mancanza di fondi lamentato dal sindaco, secondo il
consigliere Farci, avrebbe altre spiegazioni. E soluzioni. "Andrebbe
certamente razionalizzato meglio l'utilizzo del personale perché ci sono
dipendenti che utilizzano i mezzi comunali per accompagnare funzionari a
casa oppure il sindaco e i consiglieri all'aeroporto quando devono partire
e questi lavori li fanno sempre fuori dall'orario di lavoro regolare",
denuncia il consigliere Farci, "e queste, cosa sarebbero allora, spese
fuori contratto? Chi le paga? Forse bisognerebbe conoscere meglio il
contratto di lavoro dei dipendenti comunali così da non dover
rischiare di non tenere più Consigli comunali insieme alla maggiore
responsabilità di chi impiega il personale". GIAN LUIGI PALA.
L'italia al top nella sanità per i costi chiesti ai
cittadini (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzetta
di Modena, La"
del 08-10-2007)
INDAGINE EUROPEA
L'Italia al top nella Sanità per i costi chiesti ai cittadini ROMA.
Cure scarse o insistenti per i pazienti che non possono permettersi
trattamenti necessari ma fuori budget per i servizi pubblici. Anche
l'Europa ha la sua fetta di malati poveri, mette in evidenza uno studio
pubblicato su Bmc Health Service Research che ha condotto un'indagine fra i
medici di famiglia di quattro paesi: Italia, Gran Bretagna, Norvegia e
Svizzera. Lo studio, riportato dal sito Epicentro
dell'Istituto Superiore di Sanità, ha valutato la percezione dei medici
riguardo la disponibilità delle risorse e l'efficienza dei sistemi
sanitari. Dallo studio l'Italia esce fra le posizione migliori per
economicita della richiesta di contributo ai cittadini e velocità di
risposta da parte degli stessi medici. I Paesi hanno quattro sistemi
sanitari molto diversi tra loro ma nonostante Gran Bretagna, Italia,
Norvegia e Svizzera offrano tutte un sistema sanitario
a copertura universale, molti interventi sono coperti solo parzialmente e
richiedono un contributo spese da parte del cittadino dai 200 dollari della
Gran Bretagna ai 1085 dollari della Svizzera (440 dollari in Italia). Il
45,6% dei medici riporta esempi di pazienti che non hanno potuto accedere
alle cure perché non in grado di sostenerne i costi con gravi effetti: invalidità
permanente (riportata dal 7,2% dei medici) e la morte (16,5%). Il 50,5%
degli intervistati ritiene che l'accesso ai servizi sanitari non è
uguale per tutti. Il 78% individua almeno una categoria di pazienti che,
per ragioni economiche, rischia di più: malati mentali, gli
immigrati, gli anziani e i malati cronici. L'Italia è all'ultimo
posto per finanziamenti pubblici pro-capite, ma è anche al penultimo
posto per richieste di contributo al cittadino. L'Italia è il secondo
Paese in quanto a efficienza e velocità: i pazienti vengono visitati
entro una settimana, contro le 4 settimane dell'Inghilterra e le 24 ore
della Svizzera. La percezione della scarsità da parte dei medici
italiani è seconda solo a quella della Gran Bretagna.
Mozione di balducci: trasparenza sui guadagni degli
amministratori nei consorzi a cervignano
(sezione: Costi dei politici)
( da "Piccolo
di Trieste, Il"
del 08-10-2007)
Gorizia Mozione
di Balducci: trasparenza sui guadagni degli amministratori nei consorzi a
Cervignano CERVIGNANO Sarà una interrogazione presentata dal
consigliere di minoranza Andrea Balducci a far conoscere a quanto ammontino
su base annua e per ogni singola seduta, le retribuzioni, i compensi, i gettoni di presenza ed ogni altro emolumento riservato ai rappresentanti del
Comune, presso Enti, Consorzi, Società "tutti i compensi
riconosciuti e liquidati ad amministratori, sindaci ed altri". Ce
n'è quanto basta per incuriosire i cervignanesi in quanto di tale
argomento non si è mai parlato. E prevedibile che il
pubblico, già abbastanza presente nelle ultime due sedute risulti
ancor più numeroso. Con una seconda interrogazione il consigliere
Balducci chiede di conoscere le retribuzioni di sindaco, vicesindaco,
assessori e consiglieri comunali. In questo caso le cifra dovrebbero essere
note in quanto fissate per legge. Interessante anche la mozione presentata
dalla consigliera azzurra Luisa Dal Bello in merito alla conoscenza delle
manifestazioni organizzate dalle singole associazioni, iniziative spesso
neglette. "Grazie ad una semplice bacheca - fa presente la Dal Bello -
da collocarsi sotto i portici del municipio o in piazza Indipendenza, si
può favorire la partecipazione dei cittadini, evitare accavallamenti
premiando nel contempo i promotori delle varie manifestazioni". Tenuto
conto che sono altre 80 le associazioni cervignanesi. Di particolare
importanza un ulteriore punto all'ordine del giorno relativo alla modifica
della statuto comunale per la cui deliberazione è prevista, in prima
seduta, la maggioranza dei due terzi, cosa che, nella precedente assise
comunale, venne a mancare per l'uscita dall'aula dei consiglieri di
opposizione. Alberto Landi.
TUTTI BRAVI NELLA MAGGIORANZA A TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) (sezione: Costi dei politici)
( da "Nazione,
La (Livorno)"
del 08-10-2007)
IL COMMENTO TUTTI
BRAVI NELLA MAGGIORANZA A TAGLIARE I COSTI (DEGLI ALTRI) L O ZAR ALESSANDRO
II fuori dalla Russia professava idee liberali. Questo nell'Ottocento. Ma
la storia ha la testa dura: qualche volta si ripete. E' il caso della
polemica che si è scatenata tra Governo e Parlamento sul
contenimento dei costi della politica. Infatti,
sono in tanti quelli che parlano della riduzione dei costi degli altri, ma
per quanto riguarda i propri non muovono un dito. E' il caso del premier
Prodi, che chiede al Parlamento di ridurre i costi della politica
mentre il presidente della Camera Bertinotti risponde accusando l'esecutivo
addirittura di populismo, argomento che lui dovrebbe conoscere bene visti i
suoi trascorsi sindacali. E' un gioco delle parti? Probabilmente sì,
perché si profilano sacrifici per tutti tranne che in modo sostanzioso per
i nostri onorevoli "rappresentanti". IN UN COMUNICATO congiunto,
i presidenti dei due rami del Parlamento hanno solennemente dichiarato che
si erano già mossi. In quale direzione è facilmente
intuibile: riduzioni solo formali alle pingui pensioni (che continueranno a
costare l'ira di Dio agli italiani), nessun provvedimento serio sui
portaborse (le cui somme continuano ad esser regolarmente ed allegramente
erogate), produttività messicana e taglio del numero dei deputati a
cui è stato detto solo il primo sì. Il Governo, invece,
resiste sul numero dei propri componenti, che potrebbe ridurre anche
domani: ma chi glielo va a dire ai magnifici 103 che alcuni di loro devono
tornare a casa? Santagata ha annunciato che il taglio avverrà.
Restiamo in fervida attesa. Si sta parlando da più di un anno del
taglio dei costi della politica (per la
verità sul nostro giornale da molto prima) ma nella sostanza non si
è mossa una virgola. Per cercare di resistere alla bufera montante,
si cerca di allargare lo spettro: e si parla di regioni, province, comuni,
consigli di amministrazione, ma coloro i quali devono muovere il primo
passo, dando l'esempio, restano immobili come dei bonzi. CREDONO DI
PROCEDERE con questa melina e con gli annunci. Per adesso sono troppo
impegnati con la costituzione del Partito Democratico. Poi si vedrà.
Ma non ci vuole lo zingaro per prevedere il futuro.
www.blogquotidiani.net/caligiuri - -->.
Indice degli articoli del
7-10-2007
- Tra
'Casta' e 'V-Day' politici sempre più nel mirino Politica,
Italia sotto elettroshock. ADNKronos.com
7-10-2007
2.
SI, E' VERO. Noi deputati siamo una casta ma i veri
costi della p ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
07-10-2007)
3.
BASTA leggere la Finanziaria per comprendere che
anche il governo ha scaricato il Circondario& ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
07-10-2007)
4.
Costi della politica, con la finanziaria 2008 la
giunta rischia di perdere due assessori ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
07-10-2007)
5.
Meno discorsi e più equità sociale ( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)
6.
Correttivi sì, scioglimento no il presidente
difende il consorzio ( da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)
7.
Costi della politica, il pd ora invoca i tagli ( da "Gazzetta di Reggio" del 07-10-2007)
8.
Un 'risparmio'
di 8-10 mila euro al mese. E' q Di STEFANO LOLLI ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
07-10-2007)
9.
Non e stata superata la prassi politica tesa a non
includere la comunità nella costr ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del
07-10-2007)
10.
Ci costano 120mila euro l'anno ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
07-10-2007)
11.
Quartieri da cancellare? Faremo di tutto per
mantenere questa forma di democrazia Il sindaco e il progetto della
Finanziaria di eliminare le circoscrizioni ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
07-10-2007)
12.
Comuni, Bressanini propone la riforma ( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)
13.
I costi della politica e il patto con gli elettori ( da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)
Tra 'Casta' e 'V-Day' politici sempre più nel mirino Politica,
Italia sotto elettroshock
ADNKronos.com 7-10-2007
L'ADNKRONOS ha chiesto a storici, scrittori, filosofi e sociologi come
finirà. Villari: ''Non vedo il pericolo di una svolta autoritaria''.
Ferrarotti: ''Fase di transizione''. Caccavale: ''E' un match di wrestling tra
poteri che contano, ma l'uomo forte non arriverà. Siamo un paese di
gomma''. Maraini: ''La politica va criticata ma per
farla meglio''. Bevilacqua: ''Scricchioli di Europa in
decadenza''. ''Dì la tua sul Forum
oma, 7 ott. (Adnkronos) - La 'casta' deve imparare a dare le risposte alle
domande che provengono dalla società civile. La politica deve fare a
meno dei privilegi e degli sprechi, rigenerando se stessa. Ma la
società civile deve comprendere che la politica è il sale
della democrazia. Senza politica si rischiano degenerazioni e derive
avventuristiche. Queste le indicazioni che emergono da una serie di
interviste ad alcuni noti intellettuali italiani condotte dall'ADNKRONOS.
Le domande poste a scrittori, storici, filosofi e sociologi partono dalla
constatazione che in questi ultimi mesi il corpo politico sta subendo un
vero e proprio elettroshock. Chi potrebbero essere domani i nuovi
protagonisti della vita politica italiana? Chi può avere interesse a
infliggere una cura così drastica? E quale potrebbe esserne lo
sbocco?
"Lo sbocco temuto in una tale situazione potrebbe essere quello di una
svolta autoritaria, ma io non vedo questo pericolo", assicura il
professor Lucio Villari, ordinario di Storia moderna e contemporanea
all'università di Roma. "O la classe politica è capace
di rigenerarsi, recuperando ideali e ruolo programmatico, oppure la 'casta'
- secondo Villari - rischierà di degradarsi sempre di più. Il
rischio, a mio parere, è quello che la politica si riduca
semplicemente a spettacolo, a pettegolezzo e critiche personali".
"Le classi politiche - afferma il professor Villari - devono sempre
ricordare che sono controllate dagli elettori e accettare le critiche al
loro operato. Ma le critiche non devono mai arrivare a un punto in cui si
può fare a meno della politica, che è un elemento
fondamentale per la vita democratica". Villari non vede protagonisti
nuovi all'orizzonte immediato: ''I politici maturano nel corso degli anni,
non ci si improvvisa statisti. Per quanto riguarda il fenomeno Grillo, mi
sembra che siamo di fronte ad un cittadino dotato soltanto di una buona
forza espositiva".
Il professor Francesco Perfetti, ordinario di storia contemporanea alla
Luiss di Roma e direttore della rivista 'Nuova storia contemporanea',
ricorda come il fenomeno dell'antipolitica non è nuovo in Italia,
anzi, affonda le sue radici nella fase post-unitaria, arrivando fino ai
primi decenni del XX secolo con Giuseppe Prezzolini e poi fino al
qualunquismo di Guglielmo Giannini. "Quindi c'è una lunga
tradizione di antipolitica - sottolinea Perfetti - che nell'attuale momento
ha finito per esplodere in modo automatico. E questo perchè il
sistema politico è in una fase di crisi sostanziale: la frattura tra
il Paese reale e il Paese legale, cioè tra classe politica e
società civile, è andata sempre più
rafforzandosi".
La classe politica, di destra e di sinistra che sia, spiega Perfetti,
"viene percepita oggi come una 'casta', per usare un'espressione di
moda. Non c'è quindi da meravigliarsi che nascano fenomeni come
quello di Beppe Grillo". Il problema, ricorda il direttore del
periodico 'Nuova storia contemporanea', è di come riuscire a
canalizzare l'antipolitica verso soluzioni di tipo politico. "Uno dei
possibili esiti della fase attuale - azzarda Perfetti - potrebbe essere la
grande astensione elettorale. La situazione oggi è tale che il
partito dell'astensione potrebbe avere una visibilità piena".
Ma Perfetti non esclude la possibilità che i politici facciano
tesoro della protesta di questi mesi e "cerchino di nuovo e davvero un
contatto con la società civile, accogliendone istanze e
richieste".
Quanto ai nuovi leader, per lo storico "paradossalmente si staglia
all'orizzonte solo Silvio Berlusconi, il quale è sceso in campo all'insegna
dall'antipolitica proprio per dare vita ad una forma nuova di
politica".
Per il professor Franco Ferrarotti, docente emerito di sociologia
all'Università di Roma 'La Sapienza', non deve stupire il rigurgito
attuale di antipolitica: "Siamo in una fase di transizione nella
quale, necessariamente e naturalmente, emergono i disagi e le aspettative.
Quello che non si deve apprezzare è il turpiloquio e l'insulto, che
niente hanno a che fare con la politica e nemmeno con la piu' elementare
convivenza civile". Uno sbocco a questa situazione, osserva il noto
sociologo, ''ovviamente ci sarà, perché storicamente nessun problema
resta mai in sospeso per lungo tempo. Lo sbocco ci sarà con le
elezioni, non so se anticipate o regolari. Le elezioni saranno una catarsi,
un rinnovamento, una purificazione delle scorie e dei disagi".
Riguardo ai nuovi protagonisti, Franco Ferrarotti ammette di non vederne.
Sul fronte del centrodestra "certamente continuerà ad avere un
ruolo Berlusconi", mentre nello schieramento di centrosinistra
"emergerà il Partito democratico probabilmente con la guida di
Walter Veltroni". E proprio nella nascita del Partito democratico,
Ferrarotti vede una nota positiva, perché "di fatto contribuirà
alla riduzione della segmentazione della vita politica italiana".
Più pessimistico lo sguardo del filosofo Tullio Gregory, autore di
uno dei più diffusi manuali di storia della filosofia per i licei e
direttore dell'Istituto per il lessico Intelletturale Europeo. "La
verifica è essenziale in una democrazia. Eppure oggi in Italia -
avverte Gregory - si assiste non tanto al trionfo dell'antipolitica quanto
alla carenza nei partiti di idee politiche e programmi, salvo rarissime
eccezioni. La sensazione è che il Paese non sia governato, che
l'Italia non abbia una prospettiva. Per accorgersene - afferma il filosofo
- basta vedere il disastro delle nostre università e dei nostri
istituti di ricerca. Di fronte a questa situazione emergono reazioni
qualunquistiche che non sono però uno sbocco positivo. E se il dibattito
politico è solo quello che si registra negli studi televisivi,
allora si capiscono anche certe reazioni dell'opinione pubblica".
Dall'osservatorio del professor Tullio Gregory il panorama è
disarmante: "La politica è sempre più intesa come un piccolo
cabotaggio, dove si vive giorno per giorno e senza grandi prospettive. Un
vuoto quindi che giustifica la nascita di movimenti di protesta. Ciò
che mi preoccupa non è l'apparizione di personaggi come Grillo, ma
la mancanza di idee dei nostri politici".
Si, e' vero. Noi deputati siamo una casta ma i veri costi della p (sezione: Costi dei
politici)
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)
"SI, E' VERO. Noi deputati siamo una casta ma i veri costi della politica sono altri". Antonio La Forgia ieri era in città
per presentare la sua candidatura a segretario regionale del Partito
democratico: cittadini attivi, la politica che
cambia, la trasversalità. Ma era inevitabile che si finisse per
parlare di altro: i costi della politica, per
esempio. "Deputati, senatori, consiglieri regionali ? esordisce
La Forgia ? hanno troppi privilegi ma i veri costi per la
collettività sono nell'influenza che la politica
esercità sull'economia e sulla società". Se La Forgia
parla volentieri di casta e di sprechi, non ha invece molta voglia di
polemizzare con i Ds che in tutta la regione si sono compattati per
sostenere la candidatura 'di partito' di Salvatore Caronna. Anche
utilizzando inviti al voto che a molti non sono piaciuti, come la lettera
partita da viale Zappi a sostegno di Caronna e Veltroni. Alcuni degli
attacchi più duri a quella lettera arrivarono proprio da Justin
Frosini, capolista per La Forgia nel circondario e da Daniela Vannini,
nelle liste bolognesi. Il candidato invece glissa: "Sono le regole a
essere sbagliate e favoriscono chi ha alle spalle la macchina organizzativa
di un partito. Noi abbiamo fatto una scelta precisa coinvolgendo quella che
chiamiamo cittadinanza attiva. Tutti i candidati nelle mie liste sono stati
scelti in assemblee pubbliche. Quelle sono state le vere primarie". E
invece molte liste sono piene di candidature paracadutate dalle segreterie.
"Comportandosi così, facendo una semplice fusione fra gruppi
dirigenti ? attacca La Forgia ?, il partito nasce già vecchio. Noi
invece vogliamo costruire un partito nuovo". Nella lista per La Forgia
c'è un mix di sostenitori di Walter Veltroni e di Rosy Bindi,
rispettivamente di circa due terzi e un terzo. "Io rifiuto
l'apparentamento fra liste regionali e nazionali ? dice il candidato ?.
Personalmente sostengo Rosy Bindi ma le mie liste sono trasversali".
Ma La Forgia a cosa può puntare in una zona come il circondario,
dove l'elettorato è molto disciplinato? Il candidato sorride e
scherza: "Punto al 51 per cento". Ma gli inviti al voto delle
segreterie saranno decisivi? "Sì, in una certa misura
conteranno anche quelli". Patrick Colgan - -->.
Basta leggere la Finanziaria per comprendere che anche il governo ha
scaricato il Circondario (sezione: Costi dei politici)
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)
"BASTA leggere la Finanziaria
per comprendere che anche il governo ha scaricato il Circondario".
Giuseppe Rago, presidente del circolo territoriale di Destra sociale (An),
torna nuovamente all'attacco dell'ente di via Boccaccio e interviene a
tutto campo sul tema 'caldo' dei costi della politica.
Il ragionamento di Rago sul Circondario è semplice e provocatorio:
"La Finanziaria fra i numerosi tagli ai costi della politica,
introduce l'obbligo di istituire le circoscrizioni solo nei Comuni con meno
di 250mila abitanti e le abolisce del tutto nei Comuni con meno di 100mila.
Visto che il Circondario conta circa 125mila abitanti è facile fare
un parallelo con un Comune. Il Governo ha implicitamente dichiarato che un
ente come quello di via Boccaccio è del tutto inutile e che potrebbe
essere abolito". Rago è invece di tutt'altro avviso per quanto
riguarda la Comunità montana, a fortissimo rischio di soppressione,
stando a quanto è scritto nella Finanziaria: "E' demagogica la
richiesta di ridurre i consigli comunali dei piccoli Comuni, che sono il
centro della vita politica dei paesi, o di
eliminare le Comunità montane, perché i risparmi sono molto
bassi". E lancia una proposta provocatoria: "Io ho già
rinunciato da tempo al mio gettone di presenza ?
dice ? e invito gli altri consiglieri a fare altrettanto. Siamo già
tutti retribuiti come consiglieri comunali e credo che la politica debba ritrovare quello spirito di servizio per
la collettività che forse ora manca. Se tutti rinunciassimo al
gettone di presenza sarebbe più difficile
chiudere la Comunità montana. Con che motivazioni il governo
potrebbe sopprimere un ente che ha costo zero?". p.c. - -->.
Costi della politica, con la finanziaria 2008 la giunta rischia di
perdere due assessori (sezione: Costi
dei politici)
(
da "Piccolo di Trieste, Il" del 07-10-2007)
Monfalcone Costi
della politica, con la Finanziaria 2008 la giunta rischia di perdere
due assessori COMUNE Quattro consiglieri comunali in meno ma soprattutto un
taglio di due assessori sugli otto attualmente in servizio a Monfalcone.
Sono questi gli effetti che le disposizioni della Finanziaria nazionale per
abbattere i costi della politica potrebbero
portare a Monfalcone qualora la stessa legge passi in Parlamento e la
Regione, probabilmente già a gennaio o febbraio del prossimo anno,
recepisca le norme in questione. Il primo ostacolo alle nuove disposizioni
potrebbe venire in effetti proprio dalla Regione Friuli Venezia Giulia che,
essendo a statuto speciale, ha una competenza primaria in questo settore.
Ma è probabile che un segnale in tal senso anche la Regione voglia
darlo, e in tempi abbastanza stretti, funzionali cioè al prossimo
appuntamento con le elezioni amministrative del 2008. Ecco quindi che,
qualora la Finanziaria sia approvata e pubblicata, come si ritiene, prima della vigilia di Natale, la Regione potrebbe andare al
recepimento delle disposizioni taglia-spese della politica
già a fine gennaio. E in tal caso a farne le spese potrebbero essere
proprio gli assessori monfalconesi, attualmente 8, due dei quali potrebbero
essere costretti a lasciare il loro posto. Più improbabile,
invece, che si possa andare a una riduzione dei consiglieri comunali -
attualmente 24, oltre al sindaco - per una semplice ragione di
opportunità: Monfalcone - quinta città per numero di abitanti
del Friuli Venezia Giulia - potrebbe essere in corsa per ottenere una
deroga dalla Regione in quanto polo industriale e per la sua valenza in
ambito regionale. Due assessori in meno, dunque. Un problema non da poco
per il sindaco Gianfranco Pizzolitto che, nel corso del suo secondo
mandato, ha ampliato il numero dei partiti a
sostegno della sua maggioranza e quindi si è trovato nella
condizione di dover garantire rappresentatività a tutti. Ma forse
anche un'occasione preziosa per il primo cittadino per andare a un rimpasto
dell'esecutivo che, soprattutto negli ultimi mesi, gli avrebbe creato
qualche problema. Ma quali sarebbero gli assessori a rischiare di
più? Considerando "intoccabili" alcuni assessori ritenuti
fondamentali da Pizzolitto (Massimo Schiavo dei Ds, Andrea Montagnani dei
Cittadini e Cristiana Morsolin di Rifondazione comunista), oltre a Michele
Luise della Margherita, entrato per ultimo in giunta, Bou Konate, titolare
del delicato settore dei Lavori pubblici, e il vice Silvia Altran della
Margherita, in una posizione più delicata si trovano attualmente
Paolo Frittitta della Margherita, al quale è stata affidata la
grana-rifiuti, e Stefano Piredda, al centro della polemica di recente per
la concessione della biblioteca a una manifestazione di estrema destra (con
conseguenti disordini) e per la questione della targa alle vittime delle
foibe. Il malumore del sindaco nei confronti di alcuni degli esponenti
della sua giunta-bis finora è rimasto chiuso nelle stanze del
Palazzo: certo è che nessuno dei partiti
rappresentati in giunta rinuncerebbe di buon grado a un uomo
nell'esecutivo. Come appare scontato che a rischiare il posto non siano
Montagnani e la Morsolin, rappresentanti unici dei loro partiti.
Più probabile, quindi, che il "sacrificio" sia richiesto
proprio a Ds e Margherita. E questo potrebbe aprire a breve un confronto
serrato in seno alla maggioranza. f. m.
Meno discorsi e più equità
sociale (sezione: Costi
dei politici)
(
da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)
Verso il Pd. I risultati del
questionario distributo da Ds e Margherita Meno discorsi e più
equità sociale CECINA. Ds e Margherita a giugno hanno distribuito un
questionario ai cecinesi, dal titolo "Costruiamo
insieme il Partito democratico". Il risultato, spiegano i dirigenti
dei Ds, è buono ed è servito per conoscere l'opinione
trasversale dei cittadini su molteplici argomenti. Per il taglio ai costi
della politica, il 35% ha espresso opinione positiva, mentre il 25 si
è detto favorevole all'importanza dei servizi sociali e sanitari,
il 23 alla partecipazione della collettività alla politica
e il 16 al rapporto tra reddito e costo della vita. Per i problemi dei
giovani, il 26% ha concordato sugli affitti troppo cari e sul precariato,
il 20 sulla scuola che non prepara e non sviluppa professionalità
necessarie per il territorio, il 17 sui servizi sociali carenti (in primis
asili nido, materne, tempo libero e trasporti), e l'11 sulle
difficoltà a contattare le imprese di lavoro. Al terzo punto, la
domanda su cosa chiedere al Pd. Il 32% vuole maggiore equità
sociale, il 18 l'abbattimento dei costi della politica,
il 16 un futuro per i giovani sia nel lavoro che nella politica,
il 10 un impegno maggiore verso l'ambiente, il 9 più giustizia e
sicurezza, il 6 progetti per gli immigrati. E infine, le proposte per il
nuovo Pd. Il 24% chiede meno discorsi, interessi personali e più fatti,
il 13 più rapporti con la gente, il 14 più partecipazione, il
9 l'aumento delle pensioni e lavoro per tutti, il 7 meno partiti.
“Correttivi sì, scioglimento no” il presidente difende il
consorzio (sezione: Costi
dei politici)
(
da "Tirreno, Il" del 07-10-2007)
Lucca "Correttivi sì,
scioglimento no" Il presidente difende il consorzio Biondi boccia
l'idea di girare alla Provincia la tutela del territorio PONTE BUGGIANESE.
"Si fa presto a dire eliminiamo i consorzi, di questi tempi si
prendono sicuramente degli applausi. Ma forse vale la pena ragionarci
almeno un po', visto che in ballo che c'è la sicurezza di un
territorio, fra l'altro fragile come quello del nostro comprensorio":
il presidente del Consorzio di bonifica del Padule di Fucecchio Gino
Biondi, interviene sul dibattito relativo ai costi della politica. Bocciata
anche la proposta di passare le competenze alle Province: "Intanto
è curioso che quelle forze politiche che, a livello locale, chiedono
lo scioglimento e il passaggio alle province, a Roma poi si dichiarano
anche per l'abolizione delle Province stesse. Mi pare quindi che molti
dovrebbero mettersi d'accordo con loro stessi prima di rilasciare
dichiarazioni. Ma il punto non è questo. Passando le competenze della
manutenzione dei corsi d'acqua alle Province in pratica si farebbe un passo
indietro rispetto alla legge regionale 34. Un corso d'acqua, in caso di
esondazione, non guarda ai confini, la competenza non può essere
suddivisa fra più enti. Per effettuare degli interventi efficaci
occorre uno sguardo d'insieme. Non ha senso fare un'opera a valle se a
monte poi non c'è nessun intervento, o viceversa. In passato nel
comprensorio attuale del nostro consorzio operavano una decina di piccoli
consorzi. Il risultato era che in una frammentazione del genere c'era un
continuo rimpallarsi di responsabilità. Sciogliendo i dei consorzi
si tornerebbe alla situazione degli anni '70, quando i cittadini che
chiedevano interventi per la sicurezza venivano sballottati da un ente ad
un altro". "Tra l'altro - continua Biondi - è interessante
constatare che nessuno dei consorziati si lamenta dei lavori fatti male o
di interventi eseguiti solo per gettare via denaro pubblico ma, al
contrario, sono contenti, specialmente chi ha conosciuto la brutta
esperienza "dell'acqua in casa", e sovente riceviamo attestati di
stima. Forse quei politici che vogliono sciogliere i consorzi, non hanno
mai provato quest'esperienza, e gli auguro di non provarla mai,
sennò avrebbero di che ricredersi". Biondi analizza poi la
questione della cosiddetta tassa della bonifica: "Chi dice aboliamo i
consorzi si ferma lì, facendo forse credere ai cittadini che, una
volta eliminato il Consorzio, sparisca anche il contributo. Ma in qualche
modo le risorse occorrono e quindi per il cittadino non cambierà
molto, forse si passerà da contributo a tassa di scopo, ma nella
sostanza resterà uguale. Anzi, forse con un peggioramento:
potrebbero dover pagare tutti, mentre oggi lo sono soltanto i proprietari
di immobili e terreni". Biondi è comunque anche convinto che
nei consorzi ci sia qualcosa da rivedere: "Sostengo da tempo che le
elezioni devono essere in qualche modo riformate perché così come le
prevede la normativa attuale prevedono costi eccessivi. E su questo come unione
dei consorzi toscani stiamo lavorando a ipotesi alternative, in modo da
poter ottenere risparmi effettivi per i cittadini. Non
penso che il problema sia il gettone di presenza ai
consiglieri che partecipano a 5-6 consigli l'anno, ma piuttosto credo che
occorra uniformare gli statuti, i criteri di calcolo del contributo, il
numero dei consiglieri e le loro indennità, così che in
Toscana si parli tutti la stessa lingua. Questa è la missione
che mi sono imposto come membro del comitato esecutivo dei consorzi
toscani". Biondi conclude invitando "politici, giornalisti e
amministratori nel proprio Consorzio per conoscerne i compiti, le funzioni
e l'utilità, affinché possano farsi un'opinione oggettiva e avviare
un sereno confronto sulle possibilità di miglioramento o superamento
dei consorzi".
Costi della politica, il pd ora invoca i
tagli Di
Michela Scacchioli (sezione: Costi dei
politici)
(
da "Gazzetta di Reggio" del 07-10-2007)
Costi della politica, il Pd ora invoca i tagli Il
comitato promotore bacchetta i governi locali Duro attacco dei lettiani
alla federazione Ds Le liste bloccate? Basta, bisogna abolirle. I politicanti di mestiere? Idem, se non di più. Per
non parlare, poi, delle cariche elettive, a cui tocca darci un taglio
quanto a limiti di durata. Il comitato promotore del Partito democratico a
parole ne ha davvero per tutti, governi locali compresi. Sono stati
presentati ieri pomeriggio, infatti, al centro Loris Malaguzzi i contenuti
dei cosiddetti "forum tematici": vale a dire gruppi di lavoro -
trasversali a tutte e tre le liste in corsa - che sono nati con
l'intenzione di trasformarsi in luogo di incontro tra i partiti
fondatori e la società civile. Un appuntamento, quello di ieri, a
cui sono stati chiamati a partecipare tutti i 270 candidati reggiani alla
"costituente" nazionale e regionale del Pd, anche se - quanto a
partecipazione - il risultato forse non è stato quello sperato. E'
emerso, tuttavia, che uno dei cinque forum in campo ha
voluto affrontare il nodo dei costi della politica,
degli sprechi, della trasparenza, e del numero dei parlamentari:
"Basta parlare, li si riduca una buona volta", è risultata
la sentenza. Ma è stato il forum dedicato ad ambiente, economia e
mobilità quello che ha decretato il pollice verso nei confronti
delle amministrazioni locali: "Il gruppo di lavoro ha riscontrato - ha
detto Marzio Iotti, peraltro sindaco di Correggio - una lacerazione grave
tra la società civile e i governi locali. I cittadini non si sentono
più tutelati". Inevitabile il riferimento al proliferare dei
comitati, anche se, a tal proposito, sono state sottolineate
"rivendicazioni personali pericolose". Nel mirino, tuttavia, pure
urbanistica ("profonde contraddizioni") e trasporti pubblici ("arretratezza
di mezzi inaccettabile"). Sempre ieri, però, all'interno del
nascente Pd è venuta a galla una spaccatura profondissima: un
affondo decisamente duro messo a segno dai lettiani reggiani Ds: "La
federazione provinciale Ds - è stato l'attacco - si è
mobilitata in massa per le primarie. Ma solo per garantire il sostegno alle
liste Veltroni e Caronna". La "denuncia", val la pena
notarlo, ha trovato consensi pure nell'area Bindi, con la firma - posta in
calce al comunicato diramato ieri - di Massimiliano Maestri (sindaco di Gualtieri,
che corre però nella Bassa reggiana a sostegno del ministro della
Famiglia). E giurano: non permetteremo che "il tradimento in atto
dello spirito delle primarie" abbia "successo".
Evidentemente, scrivono, "la vicenda di Imola (lettere di propaganda
inviate a casa dei diessini per promuovere la coppia Veltroni-Caronna) ha
fatto scuola" anche "a Reggio". Dove "una
quantità impressionante di uomini e mezzi è stata utilizzata
per raggiungere in forme varie (giornalini, volantini) gli elettori delle
prossime primarie". Con un solo messaggio: "Votare
Veltroni/Caronna". Sta di fatto, attaccano Vincenzo Bertolini, Fabio
Bezzi, Paolo Gandolfi, Gilberto Gasparini, Massimiliano Maestri, Nilde
Montemerli e Giuseppe Vezzani, che si rispolverano vecchie pratiche "sconfortanti".
Perché si "tradisce lo spirito delle primarie e del partito
nuovo". Dunque, proseguono i firmatari, "dibattiti e proclami sul
rinnovamento della politica che si tengono
qua e là si rivelano a questo punto pura scenografia". E,
dicono lettiani e bindiani, "nessuno vuole vietare ai singoli
dirigenti della federazione di appoggiare Veltroni-Caronna", ma la
federazione "è proprietà di tutti". Forse in via
Gandhi "si è constatato che un numero crescente di iscritti e
cittadini intende pensare con la propria testa". E "ciò
deve aver seminato il terrore".
(
da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 07-10-2007)
UN 'RISPARMIO' di 8-10 mila euro al
mese. E' questa la stima ? assolutamente prudenziale ? della riduzione dei
costi della politica, che deriverebbe dall'applicazione del decreto legge
che impone, entro metà novembre, la riduzione (sia delle poltrone
che delle indennità) nei CdA di varie società controllate da
Comune e Provincia. Giovedì i Verdi hanno protocollato
un'interpellanza in cui sollecitano l'immediata l'applicazione del
dispositivo approvato dal governo il 13 luglio scorso: un'operazione che
non può essere differita nè aggirata, secondo quanto ha
affermato la capogruppo dei Verdi Barbara Diolaiti. Sotto la scure, neppure
metaforica, i consigli d'amministrazione di Hera Sot (ben 9 componenti,
dovrebbero ridursi a 3), di Agea Reti e Acosea Impianti, dell'Acft (sette
componenti), di Amsefc e forse anche Acer ed Afm. "Tutto dipende se
è stata già avviata o meno la revisione dei singoli
statuti", afferma la Diolaiti. Perchè proprio in questa
operazione, ossia nella tempestività ad adeguarsi alla nuova norma
(ma anche all'attenzione di Comune e Provincia nel farla rispettare)
risiede il possibile escamotage. COME A DIRE, tutti d'accordo sul taglio ma
intanto si tentenna nell'affilare le forbici. Non mancano comunque le
polemiche: "I Verdi si svegliano solo ora, su sollecitazione del
governo?" chiedono i consiglieri 'civici' Neda Barbieri (capogruppo di
Alleanza per Ferrara in Provincia) e Alex De Anna e Liliano Cavallari
(consiglieri di Io Amo Ferrara in Comune). "Comunque prevale il nostro
pragmatismo e pensiamo: meglio tardi che mai... La battaglia delle liste
civiche ed in particolare di ApF sin dal 1993 sul numero, l'entità
dei compensi ed i requisiti professionali ha finalmente trovato alleati
anche in chi prima ha sistemato i suoi ed ora chiede il ridimensionamento
degli altri". TORNANDO all'applicazione del decreto, in questa sola
prima fase ? relativa appunto alle società citate all'inizio ? si
potrebbero ridurre una quindicina di 'poltrone': "Ma la legge
stabilisce un massimo di 3 componenti nei CdA, nulla vieterebbe di passare
alla formula dell'amministratore unico così come è avvenuto
per la Holding comunale", riprende la Diolaiti. Sommando gettoni di presenza e
indennità mensili (che variano da società a società,
ma che in qualche caso sfiorano i 700-900 euro al mese), si arriverebbe
tranquillamente ad una cifra prossima ai 10 mila euro mensili. E non
sarebbe, come detto, che il primo passo visto che la Finanziaria 2008
prevede già ulteriori possibili interventi sui costi della politica.
TORNANDO AI 'CIVICI', dai rappresentanti dell'opposizione arriva "un
plauso all'iniziativa dei Verdi, che ci troverà concordi in tutti i
consessi in cui se ne discuterà. Le liste civiche voteranno per la
riduzione ? affermano la Barbieri, De Anna e Cavallari ? percè in
passato avevano votato contro quegli aumenti che altri avevano proposto e
avallato in nome della rappresentanza territoriale, della visibilità
del partito, della spartizione politica e della valorizzazione delle
esperienze amministrative". Così sono state 'gonfiate' le
giunte e moltiplicati i CdA nelle aziende e nelle società:
"Intanto non guasterebbe però un buon esempio ? chiudono i
consiglieri di ApF e Io Amo Ferrara ?: 'dimissionare' i propri
rappresentanti per accelerare e rendere più agevole l'operazione di
rinnovo e riduzione degli organismi di nomina politica". - -->.
( da "Resto
del Carlino, Il (Ferrara)"
del 07-10-2007)
"NON E STATA SUPERATA la prassi politica tesa a non includere la comunità nella
costruzione delle scelte più importanti". Così alla
vigilia delle amministrative 2004 i Verdi ? pur senza riferirsi più chiaramente
ai 'costi delle politiche' ? facevano... autocritica. Rilanciando
l'esigenza di nomine più 'trasparenti', meno legate agli equilibri
politici e più ancorate alle reali competenze. Qualche accelerazione
c'è stata, ma le successive frenate sono state brusche. Ad esempio
la "mappa" invocata a più ripresa negli ultimi due anni (e
di fatto proposta in varie occasioni soprattutto dal Carlino) non è
mai stata messa a punto dalle istituzioni: anzi c'è chi rivela come
siano state cambiate delibere, regole interne delle società,
organigrammi in modo tale da rendere sempre più complicata la
ricostruzione delle cariche, delle indennità ma anche delle
consulenze che sono riferibili a scelte politiche e di partito. E domani
comunque il Consiglio torna a occuparsi del tema: in discussione la
petizione dei Radicali di ridurre almeno del 30% i costi della politica. - -->.
Ci costano 120mila euro l'anno (sezione: Costi dei
politici)
( da "Resto
del Carlino, Il (Imola)"
del 07-10-2007)
LE CIRCOSCRIZIONI faentine sono
cinque: Centro Nord, Centro Sud, Borgo, Reda e Granarolo. Costano alle casse di Palazzo Manfredi circa 120mila euro
l'anno. Tra i 25 e i 30mila vengono erogati per coprire le indennità
e i gettoni di presenza dei consiglieri, i restanti per tre dipendenti comunali che
svolgono soprattutto i servizi di segreteria delle circoscrizioni.
Eliminando i quartieri e i loro rappresentanti, democraticamente eletti,
verrebbero risparmiati quegli euro destinati a presidenti e consiglieri,
mentre le spese destinati alle tre figure di segreteria, riconvertite,
resterebbero immutate. Il risparmio dunque ci sarebbe, ma sarebbe minimo.
Ora tocca alla politica decidere se vale la pena sacrificare organi di
rappresentanza a fronte di una manciata di euro. - -->.
Quartieri da cancellare? Faremo di tutto per mantenere questa forma di
democrazia Il sindaco e il progetto della Finanziaria di eliminare le
circoscrizioni (sezione: Costi
dei politici)
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 07-10-2007)
"Quartieri da cancellare? Faremo
di tutto per mantenere questa forma di democrazia" Il sindaco e il
progetto della Finanziaria di eliminare le circoscrizioni "C ERTO, SI
perde il senso delle proporzioni quando si fanno le cose con
l'accetta". Non usa mezzi termini il sindaco Claudio Casadio nel
commentare quanto ipotizzato dalla Finanziaria 2008, che prevede il taglio
dei quartieri e delle circoscrizioni nelle città con meno di 300mila
abitanti per eliminare alcuni dei costi della politica. Un'idea ? forse
qualcosa più di un'idea ? che ha già fatto reagire i cinque
presidenti delle cinque circoscrizioni faentine, che hanno insieme
elaborato un lungo documento sollecitando la politica a farsi carico del
problema. I cinque quartieri faentini costano circa 120mila euro l'anno,
come spieghiamo nel riquadro a lato. "Intanto bisogna capire con
esattezza cosa prevede la norma ? aggiunge Casadio ? ma sicuramente, a
livello politico, dovremo fare quanto possibile per mantenere una forma di
partecipazione che significa confronto, approfondimento, dove la gente
può andare per esprimere disagi... Una forma di partecipazione che
si era consolidata nel tempo. Ripeto, bisogna vedere cosa dice la norma,
tenendo anche presente che nella scorsa Finanziaria ci fu una norma dettata
dalla volontà di risparmio che 'colpi' 27 città, con un
risparmio infinitesimo. I presidenti dei quartieri hanno dato voce a un
problema serio e reale". Già, ma cosa hanno scritto i cinque
presidenti? Pier Luigi Bertoni (Centro Sud), Mauro Ghetti (Granarolo),
Attilio Pelliconi (Centro Nord), Antonello Prati (Reda) e Valerio Ranieri
(Borgo), hanno diffuso una lunga nota in cui difendono il ruolo e le
capacità operative delle circoscrizioni. "SIAMO IL collegamento
tra i cittadini e l'amministrazione ? sostengono ? raccogliamo le
segnalazioni, le proteste, le proposte, organizziamo assemblee e riunioni
per tentare di spiegare o per discutere i problemi di più ampi
aportata. Il cittadino trova noi, altrimenti dovrebbe recarsi in Comune a
cercare un funzionario. Col tempo siamo diventati una sorta di 'sportello
unico', svolgendo il nostro compito tra tante difficoltà, non ultimo il pensionamento di due impiegati all'ufficio
decentramento, non sostituiti, ragion per cui dovremo ridurre
l'attività nei prossimi mesi. Con la Finanziaria 2007 ? proseguono i
5 presidenti ? sono state eliminate le indennità ai presidenti ed i gettoni di presenza ai consiglieri delle circoscrizioni di città non
capoluogo di provincia (27, tra le quali Faenza). Per il 2008 si sta
predisponendo anche l'eliminazione delle circoscrizoini nelle città
con meno di 300mila abitanti". "QUESTO percorso va a penalizzare
ulteriormente gli strumenti della partecipazione democratica ? aggiungono ?
Non staremo in silenzio: è urgente aprire una riflessione. A questo
punto spetta all'amministrazione comunale fare una scelta politica,come
fece nel 1994 quando in mancanza di una normativa che li prevedesse
l'amministrazione istituì i Comitati di quartiere. In assenza di
questa scelta ,ci aspettano quasi 3 anni di agonia politica, di servizi che
vorremmo dare, di partecipazione politica che vorremmo favorire e non
potremo farlo. In un momento in cui si alza forte la voce della gente che
vuole poter contare sulle scelte amministrative, bisogna attuare
provvedimenti che permettano di attuale tale volontà". -
-->.
Comuni, Bressanini propone la riforma (sezione: Costi dei
politici)
(
da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)
TRENTO Il diessino freddo sulla
proposta Anderle. Intanto tra i consiglieri c'è chi è pronto
a rinunciare ai soldi Comuni, Bressanini propone la riforma L'assessore:
"Non a tutti serve un'assemblea, una giunta e un segretario" TRENTO
- Ottorino Bressanini, attuale titolare della delega sugli enti locali, non
nasconde la sua stanchezza per un clima che definisce "di isterismo
": "I costi della politica sono un problema, è vero.
Questo non significa che si debba agire presi dalla frenesia del taglia
taglia. O meglio, bisogna intervenire dove davvero si ha possibilità
di incidere. Un esempio? I vitalizi di ogni genere, che trovano una
giustificazione solo nella testa di chi li riceve ". Forse è
per questo che l'assessore definisce "complementare" la proposta
avanzata da Renzo Anderle di tagliare il numero dei consiglieri dei piccoli
Comuni, proposta accolta già con molta freddezza da Lorenzo Dellai.
"Non ci possiamo girare intorno - spiega Bressanini - dopo aver
approvato in questa legislatura la riforma istituzionale, nella prossima
dovremo portare avanti una riforma istituzionale dei Comuni".
L'assessore mette subito le mani avanti e spiega di non aver intenzione di
tagliare il numero dei Comuni. "Anni fa proposi la loro riduzione da
223 a 50 e si aprirono le cateratte del cielo. Riconosco che l'opposizione
non viene solo dagli "interessati", come i sindaci, ma anche
dalla popolazione, che tiene a alla propria identità
municipale". Per questa ragione, Bressanini pensa ad una riforma soft,
che non privi i paesi della propria identità, senza per questo
rinunciare all'efficienza dell'amministrazione. "è giusto che
ogni Comune mantenga il suo sindaco, il suo gonfalone, la sua sede
municipale. Ma non credo che una comunità che
supera di poco le cento unità abbia bisogno di un consiglio, di una
giunta, di un segretario comunale e magari di qualche ufficio. Non trovo
scandaloso che un segretario comunale, che costa ben più del gettone
di presenza di un consigliere, possa servire tre Comuni. Quello
di Trento lavora per più di centomila persone. Allo stesso modo, non
trovo scandaloso che nelle Comunità possa avere luogo il diritto di
rappresentanza delle municipalità". Bressanini ritiene comunque
che il taglio degli amministratori non valga, in termini di risparmi,
quanto la razionalizzazione dell'amministrazione. "Già - spiega
- essere riusciti a mettere in rete i servizi di molti Comuni è
stato un successo. Bisogna continuare su questa strada". Intanto,
qualche consigliere comunale si dice pronto a rinunciare al gettone di presenza, pur di non perdere quel diritto di tribuna e
di controllo che il mandato elettorale gli ha conferito. è il caso
di Remo Zanella, consigliere di minoranza di Terlago, che attacca Anderle e
propone ai 2.700 consiglieri dei piccoli Comuni "un gesto di
coraggio": rinunciare al gettone di presenza.
Secondo Zanella, la proposta di Anderle non mirerebbe ad altro che a
garantire, grazie ai risparmi ottenuti tagliando il numero dei consiglieri,
un vitalizio per i sindaci uscenti. T. Sc. Zanella chiede ai 2.700 colleghi
"un gesto di coraggio": lasciare nelle casse municipali il
gettone di presenza.
I costi della politica e il patto con
gli elettori di
Enrico Franco
(sezione: Costi dei politici)
(
da "Corriere Alto Adige" del 07-10-2007)
BOLZANO Condivido le parole
dell'assessore Gallo sul fatto che la crisi della rappresentanza politica non sia né una questione di numero di
consiglieri, comunque eccessivo, né di stipendi, certo in molti casi
esageratamente alti e immotivati. La crisi della rappresentatività
della politica dipende in primo luogo dal mancato
rispetto dei patti. Quando l'assessore e chi altro assume una
responsabilità di governo firmando un patto per la giunta, dovrebbe
ricordarsi però di averne fatto uno precedentemente con i cittadini,
e per il quale ha preso i voti. Se in campagna elettorale si promettono
cose e poi al governo se ne realizzano altre, bisogna analizzarne i motivi,
anche plausibili, e chiedersi fino a dove ciò è accettabile
dagli elettori, dai cittadini. Se andiamo a leggere, e personalmente l'ho
fatto, i programmi elettorali dei partiti
dell'attuale governo della città ci troviamo cose mai sentite,
promesse mancate e programmi completamente modificati oppure annacquati.
Quando i cittadini si rendono attivi, partecipano alla vita della
città con raccolte di firme, dibattiti e manifestazioni, proposte e
richieste, sempre più spesso i politici tacciono o addirittura si
arrabbiano invocando maggiore pacatezza, responsabilità ed
amenità di altro genere. I cittadini raccolgono 1.300 firme per un
semaforo in una zona pericolosa; l'assessore competente è d'accordo
e promette il semaforo; poi vengono costruiti due dossi ma niente semaforo.
Che penseranno della politica quei 1.300
cittadini? Avranno ancora voglia di impegnarsi? Durante la lunga e
interessante raccolta di firme per i referendum per una democrazia diretta
e contro l'ampliamento dell'aeroporto, le frasi più frequenti erano:
"Non serve a niente" e "Tanto hanno già deciso".
E questi, le assicuro caro assessore Gallo, non erano fans di Grillo.
Quanto ai bisogni reali della popolazione, si risponde con
assurdità. Porto ad esempio la recente idea votata in consiglio
comunale di interrare l'A 22 con soluzioni irrealizzabili visto il costo e
l'indisponibilità ad assumerselo di Provincia e Autostrada. è
una soluzione futuristica rispetto alla problematica contingente
dell'inquinamento da traffico, dunque si prendono per i fondelli i
cittadini. Quando a dubbi e a domande preoccupate sui pericoli provenienti
dall'inceneritore, sindaco e esponenti ambientalisti al governo rispondono
che non esistono problemi di salute, che l'incenerimento è la forma
più ecologica di trattamento dei rifiuti, che addirittura
l'inceneritore potrà fungere da depuratore dell'aria, si prendono
per i fondelli i cittadini. Quando si decide di chiudere corso
Libertà e dopo una tiepida protesta di alcuni commercianti si decide
di non far più nulla, si prendono per i fondelli i cittadini. Il
pericolo non è Grillo, che nel suo piccolo fa confusione, ma non
può, non vuole e non propone una soluzione. Il pericolo è
l'allontanamento della cittadinanza non dalla politica,
che anzi ormai viene vista come carriera professionale, pagata lautamente e
di poca fatica (questa è l'immagine) e quindi ambita da molti, ma
l'allontanamento dalla partecipazione, dal senso di cittadinanza,
dall'impegno civile. La questione non è l'unico presidente di
circoscrizione con l'auto blu, ma cosa fanno e cosa sono le circoscrizioni:
sono un momento di partecipazione popolare, voce dei
cittadini nei confronti della politica,
oppure fungono da filtro alle rimostranze popolari, ritardante dei moti di
ribellione, trampolino di lancio per scalate politiche, parvenza di
democrazia partecipativa? Il problema non è il numero dei
consiglieri comunali, ma cosa fa il consiglio comunale di Bolzano.
Cosa traspare: niente dibattiti accesi, opposizioni silenziose, decisioni
prese nei corridoi, presenza mastodontica della Provincia, sinistra e Verdi
(auto)imbavagliati dal mito di "non regaliamo la città alla
destra". Ma siamo sicuri di non averla regalata comunque? E come
afferma l'assessore Gallo, non è pur vero che destra e sinistra si
assomigliano sempre più, accomunate da un unico termine che è
lo "sviluppo"! E allora molti si chiedono a che serve questo
consiglio comunale, e non è una bella domanda, ma sorge spontanea.
Claudio Vedovelli, Bolzano Caro Vedovelli, come ho scritto ieri rispondendo
ad un'altra lettera sull'argomento, il distacco tra cittadini e politica è frutto anche di una condotta di
Palazzo che troppo spesso si rivela inconcludente. Condivido dunque lo
spirito della sua lettera ma, poiché lei mette molta carne al fuoco,
ritengo utile una precisazione. Petizioni, comitati e ogni altra forma di
mobilitazione popolare sono utilissimi, però la democrazia si basa
sul consenso elettorale, l'unico strumento che garantisce totale
rappresentanza della comunità e segretezza del voto. Ogni politico
risponde del proprio operato davanti alle urne: deve ascoltare la voce dei
gruppi di pressione, tuttavia può adempiere fino in fondo al proprio
dovere anche quando disattende la loro opinione, proprio perché, come lei
osserva, il "patto" è fatto con gli elettori, non con i
sottoscrittori di appelli.
Indice degli articoli del 6-10-2007
1.
Di Pietro fa il bel gesto, Prodi lo ringrazi e decida
subito i tagli indicati da Tps. Federico Orlando( da "EUROPA.it" del 06-10-2007)
2.
Meno 20% per budget e stipendi ( da "Trentino" del 06-10-2007)
3.
La comunità montana non è un flop ( da "Provincia Pavese, La" del
06-10-2007)
4. Ridurre le poltrone ( da "Bresciaoggi" del 06-10-2007)
5.
I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni
comunali del 2009 ( da "Provincia di Cremona, La" del
06-10-2007)
6.
Il vero spreco è l'assenza di coraggio ( da "Tirreno, Il" del 06-10-2007)
7.
Faremo i tagli decidendoli noi ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
06-10-2007)
8.
I tagli sono tanti i risparmi pochi ( da "Giornale di Vicenza, Il" del
06-10-2007)
9.
Gli alti costi della politica ( da "Liberta" del 06-10-2007)
10.
Tagli alla politica, arzachena in prima fila - gianna
zazzara ( da "Nuova
Sardegna, La" del 06-10-2007)
11.
Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre
i parlamentari ( da "Gazzetta del Sud" del 06-10-2007)
12.
Economy class e alberghi meno lussuosi per i viaggi
dei deputati Direttiva dei questori. Marini e Bertinotti fanno una lettera
congiunta: ridurremo i costi della politica, ma spett ( da "Unita, L'" del 06-10-2007)
13.
IL PRESIDENTE della Comunità Montana Danilo
Alessi scrive ai sindaci e ai ra ( da "Nazione, La (Livorno)" del
06-10-2007)
14.
I quartieri? inutili. ma la lega li salva ( da "Tribuna di Treviso, La" del
06-10-2007)
15.
La finanziaria cancella i "parlamentini" ( da "Messaggero Veneto, Il" del
06-10-2007)
16.
Livia Turco: Questa è la strada giusta per un
salto di qualità ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
06-10-2007)
17.
No, non è la conseguenza di un'improvvisa
voglia (concreta) di trasparenza ( da "L'Adige" del 06-10-2007)
18.
Costi della politica Libè: <Occasione persa
in Senato> ( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)
19.
Costi della politica, polemica ( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)
20.
Sui tagli decide il Parlamento ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del
06-10-2007)
21.
Anche questa settimana troviamo in vetta La casta
della coppia Rizzo-Stella e ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del
06-10-2007)
22. Il carissimo compleanno della
Turco pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 06-10-2007)
23.
Il Governo non si
vuol tagliare i costi ( da "Padania, La" del 06-10-2007)
24.
I Costi della
politica. Marini e Bertinotti: ci siamo mossi da un po' ( da "Arena,
L'" del 06-10-2007)
25.
<Faremo i
tagli decidendoli noi> ( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)
26.
Costi della
politica. Ridurre le poltrone ( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)
27.
Sono due le
municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto
osservazione della Questura: tre sono stati eletti a Stella San Carlo Arena
e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario. Daniela De
Crescenzo
28.
Nonostante
tutto, la politica è indispensabile ( da "Mattino, Il
(Benevento)" del 06-10-2007)
29.
Udine Una
sforbiciata alla burocrazia. ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 06-10-2007)
30.
(ACR) Costi
politica, Digilio su iniziative di AN - 1 ( da "Basilicanet.it"
del 06-10-2007)
Articoli del 6-10-2007
Di Pietro fa il bel gesto, Prodi lo ringrazi e decida subito i
tagli indicati da Tps.
FEDERICO ORLANDO ()
( da "EUROPA.it" del 06-10-2007)
Cara Europa, per dare un segnale che
si sta ragionando davvero su qualche cambiamento e tagliare finalmente i
costi della politica, questione di cui si discute
molto soprattutto in questo ultimo periodo, il ministro Antonio Di Pietro
dice di voler dare il buon esempio, offrendo le dimissioni sue e dei suoi
due sottosegretari dal governo. Non sarebbe una cattiva idea se facessero
tutti così. Che ve ne pare? SALVO DI GENOVA, PALERMO
Caro Di Genova, se facessero tutti
così, bisognerebbe fare un nuovo governo, e , nelle attuali
condizioni della maggioranza, non so se sarebbe ancora di centrosinistra.
Io sono invece del parere che, anche prendendo spunto dal gioco a tutto
campo di Di Pietro e dalla sua alleanza trasversale con Fini, il governo e
il centrosinistra farebbero bene a dare una sterzata violenta (concordata,
ma violenta) nel mare magno del malcostume politico che è fatto di
tante cose: mancata disciplina giuridica dei partiti
e dei sindacati, e quindi della trasparenza dei loro bilanci; inflazione di
ministri e sottosegretari, proporzionata al numero dei partitini
da soddisfare; inflazione di enti economici e paraeconomici e di relativi
presidenti, direttori e consiglieri d'amministrazione; inflazione di enti
istituzionali (province, regioni, comuni, con tanto di presidenti,
consiglieri, assessori, sindaci, segretari comunali, vertiginosi uffici
stampa come quello della regione siciliana, che lei dovrebbe ben conoscere:
una ventina di giornalisti, credo, oltre ai portavoce degli assessori). Di
tutte le cose che abbiamo citato, soltanto il numero delle regioni, come
quello dei deputati e dei senatori, è scritto nella Costituzione e quindi, per essere ridotto, ha bisogno
del lungo processo di revisione costituzionale. Tutto il resto ? riduzione
di ministri e sottosegretari, in testa ? si può fare con atto
amministrativo; o, in caso di fusioni fra più comuni e province, con
atto legislativo. Infine occorre chiudere dopo mezzo secolo la partita
degli enti inutili, cominciata con la legge 4 dicembre 1956 n.1004: ne
erano indicati 823, ancora oggi ce n'è in vita qualche centinaio,
magari ridotto a un solo dipendente o un solo contenzioso ancora aperto.
Per non parlare di comunità montane, circoscrizioni, mini-Asl,
mini-tribunali. Ha dunque ragione Padoa-Schioppa quando dice che il
fannullismo, il parassitismo non sono (solo) di alcuni o molti singoli, ma
sono della struttura: pletorica, arcaica, zarista, parassitaria, che
è stata mantenuta in vita perché clientelare e dunque funzionale ai
peggiori politicanti. In cinque anni di governo,
la destra non ha fatto niente in proposito. Vedremo se il nuovo Pd
saprà fare di meglio. In ogni caso, per destra, sinistra e centro
c'è un problema comune: la riduzione dei costi
della politica non deve significare riduzione della democrazia.
Occorrerà pertanto decidere fino a qual punto ridurre significhi
escludere. Il problema non si può risolvere con le eccezioni, ma con
le aggregazioni: se la riduzione dei consiglieri comunali, per citare,
comporta un più alto sbarramento di fatto per i piccoli partiti, questi si unifichino in partiti
consistenti. A costo di sacrificare le camarille che li dirigono come
"cosa loro".
Meno 20% per budget e stipendi
()
( da "Trentino" del 06-10-2007)
TAROLLI (UDC) "Meno 20% per
budget e stipendi" TRENTO. Un taglio secco, il 20 per cento in meno su
tutto ciò che finisce sotto la voce "costi della
politica": numero di assessori (da 8 a 6), di
consiglieri comunali (da 50 a 40) e circoscrizionali (da 182 a 146), gettoni di presenza, indennità di sindaco, assessori, presidente del
consiglio e presidenti di circoscrizione. La proposta arriva dal
consigliere comunale dell'Udc Flavio Maria Tarolli, che la
formalizzerà in un ordine del giorno da presentare in aula.
"Il risparmio complessivo sarebbe di 817.697 euro all'anno",
quantifica Tarolli. Il quale propone anche un taglio a tutte le spese di
consulenza e agli incarichi esterni.
La comunità montana non è un flop ()
( da "Provincia Pavese, La" del 06-10-2007)
Cronaca "La Comunità
montana non è un flop" La replica dell'assessore Anselmi:
"Andrini doveva parlare prima" "Non serve cercare un capro
espiatorio Se errore c'è stato va cercato nel silenzio di troppi
anni" VARZI. Il ministro Linda Lanzillotta vuol tagliare le
Comunità montane per frenare i costi della politica
e la valle Staffora trema. Si alzano, per la prima volta, voci dissonanti
rispetto ad una linea tanto unica quanto costante nei decenni. Il
vicesindaco di Valverde attacca e mette in discussione l'allargamento. Il
capogruppo Mario Anselmi media: "L'avevo detto... Ma ora è
tardi per sollevare il polverone". "Basta additare colpevoli, se
la Comunità montana ha sbagliato strada è colpa di tutti
coloro che per anni hanno taciuto". Mario Anselmi, assessore
provinciale e capogruppo della maggioranza che appoggia il presidente Elio
Berogno, risponde picche a chi chiede l'azzeramento per scarsa incisività
mministrativa. Se Gianni Andrini, vicensindaco di Valverde, vuole adesso
che venga subito avviato un dibattito serio per salvare la Comunità,
Anselmi suggerisce di ripartire con l'accantonare la logica dei
"j'accuse". Ai sindaci dell'assemblea montana il capogruppo lancia
un messaggio chiaro e forte: "Se c'era qualcosa che non andava, un
allargamento che non si condivideva - osserva ancora Anselmi - c'era da
dirlo subito. Insorgere adesso è fuori tempo e fuori luogo. Io ero
una voce dissonante all'ampliamento. E da subito avevo ricordato che, a
furia di allargare, la Comunità montana sarebbe arrivata fino al
Po". Oggi ci manca poco. Se svanisce la cosidetta
"montanità" dell'ente è pur vero che le scelte sono
sempre state fatte senza frizioni politiche. Anselmi insiste su questo
punto: "Gli amministratori dei Comuni sapevano quali erano le linee
d'indirizzo - afferma - se non le condividevano potevano alzare la voce
quando era il momento". Stando a chi la vita amministrativa
mostra di conoscerla davvero buttare benzina sul fuoco della polemica non
serve. "Esprimere dissenso adesso - afferma l'assessore provinciale -
in un frangente problematico, può anche avere valore se serve per
riavviare una discussione fuori dal preconcetto, ma alzare polveroni può
solo essere una sceneggiata". La coperta è corta: "Il
Pirellone dà gli stessi stanziamenti di prima e lo Stato li dimezza.
Su queste basi d'incertezza una Comunità montana non può
certo reggersi". Se Gianni Andrini ha suggerito la strategia di
trasformare l'ente montano in un soggetto capace anche di erogare e gestire
servizi oltre che di elaborare progetti, in modo da intercettare nuovi
finanziamenti, c'è chi la pensa diversamente. Anselmi esprime un
proprio "sì" di massima all'ipotesi del ministro per gli
affari regionali, Linda Lanzillotta. Presa di posizione che farà
discutere: "Per evitare polemiche e snaturamenti ben venga l'idea
d'includere nelle Comunità solo i centri sopra i 600 metri
d'altezza. E' meglio ragionare, in generale, su politiche a sostegno di
tutti i piccoli Comuni". Se Andrini ha apertamente dichiarato fallito
il progetto politico della gestione del presidente Berogno, Anselmi alza
uno scudo a difesa della storica guida della Comunità montana.
"Dipende da che parte lo si guarda - dice - Se si esprimono giudizi
politici dai banchi dell'opposizione non stupiscono certe critiche. Ma
sotto il profilo amministrativo il presidente ha fatto tutto il possibile.
Se si vuol fare demagogia non si approderà a nessun risultato".
Se Andrini e una piccola schiera invocano un salto culturale nella gestione
della Comunità montana, Anselmi promuove la gestione Berogno:
"L'Amministrazione ha fatto tutto quello che poteva, con tutti i
finanziamenti a disposizione e i paletti che la legge imponeva. Si è
sbagliato strada? Lo si è fatto insieme e, in questo caso, le colpe
sono da dividere. Più che azzeramenti servirebbe, forse, un mea
culpa da parte di qualcuno". Emanuele Bottiroli.
Ridurre le poltrone
( da "Bresciaoggi" del 06-10-2007)
COSTI DELLA POLITICA Ridurre le
poltrone Caro direttore, si è recentemente parlato di
"provvedimenti per la riduzione dei costi della politica", dai
benefici effetti sul Bilancio dello Stato. In realtà io penso
bisognerebbe invece (più semplicemente) ridurre il numero dei
"politici": che per la verità (specie, in questi ultimi tempi), non mi pare
servano a molto. Altro "provvedimento" che sicuramente avrebbe
effetto sarebbe a mio giudizio, quello di ridurre il periodo di permanenza
sulle poltrone, cominciando proprio da quella del Capo dello Stato (sette
anni sono un po' tanti, specie per le persone anziane), riducendo parimenti
il periodo di legislatura a soli quattro anni. I sindaci - ma pure i
presidente delle provincie e delle regioni - dopo quattro (lunghi) anni di
permanenza, non dovrebbero più essere immediatamente (ri)eletti, ma
dovrebbero attendere almeno due periodi (non uno solo). Il numero dei
parlamentari si potrebbe ridurre alla metà della metà (su
circa mille personaggi, ne servirebbero appena duecentocinquanta), con una
Camera centrale ed una regionale (così come altrove). Ah,
dimenticavo: abolire subito "portaborse", scorte, inservienti che
campano a Roma (ma pure a Milano e a Brescia) sulle nostre spalle, oppure
che questi fossero direttamente mantenuti dai politici stessi, a loro spese
(con tanto di 740). Così di sicuro si ridurrebbero clamorosamente i
costi della politica: con un po' di respiro pure
per la gente comune, come me (che nulla conta), oltre che per il bilancio
della Stato. Livio Gianni Milani MADERNO.
I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni comunali del 2009 ()
( da "Provincia di Cremona, La" del 06-10-2007)
L'annuncio. "Proporremo un
vicesindaco-immigrato". Mobilitazione per l'incontro con Stella I 'grilli' hanno deciso: una lista alle elezioni
comunali del 2009 di Gilberto Bazoli Il dado è tratto: i 'grilli', i
seguaci del comico genovese, presenteranno una propria lista alle elezioni
del 2009 per il Comune di Cremona. I preparativi sono a buon punto: si sta
pensando a un nome (prime ipotesi: 'I grilli di Cremona' e 'Un grillo per
Cremona'). Invece tutto da scrivere, ovviamente, il programma. Ma
c'è già un punto: un immigrato in giunta, vicesindaco o
assessore che sia. L'annuncio ufficiale sarà dato giovedì
prossimo, 11 ottobre, a margine dell'incontro con Gian Antonio Stella, autore con Sergio Rizzo
del best sellers 'La Casta' sui costi della
politica. Una Bibbia per il popolo di Beppe Grillo.
Matteo D'Ascanio, uno degli organizzatori del 'Vaffa-day', che anche a
Cremona ha riscosso grande successo, ha anticipato ieri: "Un gruppo di
3-4 persone che fanno riferimento a Grillo ha
deciso di dare vita a un movimento. Sarà, per così dire,
più strettamente politico e avrà un nome, potrebbe essere 'I
grilli di Cremona', 'Un grillo per Cremona', o altro ancora. Su questo non
abbiamo ancora deciso. Anzi, attendiamo suggerimenti e consigli".
D'Ascanio spiega le ragioni della scelta affermando "che, a questo
punto, serve, pur senza strafare, un minimo di struttura, di
organizzazione. In vista delle elezioni 2009? Sì, anche per questo.
Secondo me, è venuto il momento di entrare in politica".
D'Ascanio precisa che si tratta di una scelta fatta da lui e, come detto,
da un gruppo di altre persone. Non quindi da tutti i 'grilli' padani.
"Molta gente non è d'accordo", precisa. D'Ascanio e gli
altri credono invece che di debba passare dalla protesta all'impegno
politico o, meglio, portare la prima nel secondo. Alcune idee sono
già chiare: "In questi giorni sono uscite le statistiche sui
poveri in Italia. Sono 7 milioni, tantissimi. Ecco, io credo che, se
partiremo da loro, dagli strati sociali più deboli, il nostro
movimento e la nostra lista riusciranno ad ottenere grandi consensi".
Sempre in questa linea, "non sarebbe male avere un assessore, magari
lo stesso vicesindaco, immigrato. Sarebbe un segnale forte". I grilli
si sono già messi in contatto con il sindaco di Castelvisconti,
Giacomo Ori, diventato un personaggio per aver offerto al comico la carica
di assessore alla Cultura e allo Sport. Un incontro tra Ori e il gruppo di
D'Ascanio è in programma lunedì prossimo: "La sua
proposta non può non incuriosirci. Andremo a trovarlo per verificare
di persone come stanno le cose. Ci siamo già parlati al telefono,
è stato molto disponibile". Tre giorni dopo il faccia a faccia
con il sindaco di Castelvisconti, l'incontro con Stella
a margine della presentazione in Fiera, nell'ambito degli 'Aperitivi in
Provincia', de 'La casta': "Lo aspettiamo con grande interesse.
Speriamo che, tra un impegno e l'altro, abbia qualche minuto per noi".
Il vero spreco è l'assenza di coraggio ()
( da "Tirreno, Il" del 06-10-2007)
SCHEGGI: scettico "Il vero
spreco è l'assenza di coraggio" GROSSETO. Ridurre consiglieri e
assessori? Dipende da ciò che si vuole ottenere. "Se si vuol
fare un gesto simbolico, ben venga, è positivo. Ma non sono questi i
costi della politica", dice il
presidente della Provincia, Lio Scheggi. "Si può governare questa
provincia con 4 consiglieri e un assessore in meno? Volendo essere
demagogico potrei dire che si può fare anche con la metà
degli assessori. Solo che sul piatto della bilancia si deve mettere anche
che un consigliere provinciale prende 75 euro a seduta. Per meno di 15
sedute all'anno. Un compenso non congruo alla quantità e alla
qualità del suo lavoro". Ma anche questo è un costo.
Scheggi incalza: "Se leggo che le spese della Camera sono aumentate
del 3%, in ballo ci sono parecchi milioni di euro. Si può tagliare
anche lì, o no?". Il vero costo per Scheggi è dunque
altrove. "La politica costa quando non
decide. Prenda per esempio il ciclo dei rifiuti. Non si ha il coraggio di
andare fino in fondo neanche su decisioni già prese. è la
mancanza di coraggio il vero costo della politica".
Faremo i tagli decidendoli noi
()
( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)
I COSTI DELLA POLITICA. Marini e
Bertinotti: ci siamo mossi da un po' "Faremo i tagli decidendoli
noi" ROMA Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini
e Fausto Bertinotti, ma per conto nostro. Lo avevano già detto,
ciascuno per il "suo" ramo del Parlamento. Ieri hanno voluto
mettere l'impegno nero su bianco, sottoscrivendo un documento congiunto per
dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno
rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la materia con
un'"autonoma assunzione di responsabilità". Il documento
è stato diffuso di prima mattina. Marini l'ha accompagnato con un
gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani
industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su
un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior
sobrietà della politica, in molte sue
manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti". Bertinotti,
che l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del governo
sulla materia, ricordando che la Camera s'era mossa prima che il governo
sollevasse la questione, dice che siamo in una fase "in cui si
avvertono segni evidenti di un allontanamento della società civile
dalla politica". "Sulla
questione dei costi della politica", si legge nel
comunicato congiunto dei due, "le presidenze del Senato della
Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si
dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire
nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata".
Ma "sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare
questi compiti". "Noi siamo dentro il problema della crisi della politica. Le accuse alla "casta" sono un
problema che riguarda anche noi". Paolo Ferrero, ministro della
Solidarietà Sociale, teme che anche il Prc sia travolto dalla crisi
in cui si trova la politica: "Io",
spiega, "ho la percezione chiara che il mio stipendio è
aumentato e quindi penso che prima o poi correremo il rischio che quando
parliamo ai compagni questi si chiedano se stiamo solo difendendo la
poltrona". Per Ferrero serve una "risposta di sinistra",
come il Partito olandese del pomodoro: "E un partito", spiega il
ministro, "con un'organizzazione che parte dal basso: asili
autogestiti e un regolamento che impone a tutti uno stipendio di 2.000
euro. Negli ultimi anni sono cresciuti molto arrivando al 17 per
cento".
I tagli sono tanti i risparmi pochi
()
( da "Giornale di Vicenza, Il" del 06-10-2007)
Costi della
politica I tagli sono tanti i risparmi pochi Lo sapete come
andrà a finire? Che non cambierà nulla a proposito dei costi
della politica. Oggi governo,
presidenza della Repubblica e Parlamento fanno a gara nel proporre tagli e
ipotizzare l'eliminazione degli sprechi. Ma in concreto che cosa sta
veramente avvenendo? Cominciamo dalla Finanziaria 2008. Si sono proposti
l'aumento automatico degli stipendi parlamentari (oggi agganciati a quelli
dei presidenti di Corte di Cassazione; la riduzione del 10% dei rimborsi
elettorali ai partiti; l'abolizione di 105
comunità montane su 356, con un risparmio di 67 milioni di euro; il
taglio di 1.260 Comuni dalle comunità montane; nessun consiglio
circoscrizionale per i comuni fra i 30 mila e 100 mila abitanti (interessa
70 Comuni e il risparmio si aggira sui 79 milioni l'anno); i compensi dei
consiglieri comunali e provinciali saranno ridotti per 205 euro l'anno. In
più si aggiungano gli impegni di spesa del Quirinale (che, aumentati
di 17 milioni rispetto al bilancio di previsione 2007, dovrebbero restare
fermi a 241 milioni nel 2008). Questo significa che la nostra massima
istituzione repubblicana continuerà a costare più delle
analoghe istituzioni di Francia, Germania e delle monarchie inglese e
spagnola. Queste proposte, comunque, vengono giudicate dai media come un
primo importante segnale di risposta al diffuso malcontento dell'opinione
pubblica. Ma tutti i capitoli di risparmio analizzati con attenzione
scoprono facilmente punti deboli, insufficienze e varchi che possono far
dilatare i tempi all'infinito dei provvedimenti che dovrebbero essere
approvati. E, in quanto ai risparmi veri, al di là della facciata,
se saranno approvati si tradurranno in cifre marginali. Ora, gli stipendi
base dei parlamentari sono agganciati automaticamente a quelli degli alti
magistrati. Perché allora non proporre una legge che abolisca
quest'indicizzazione? I rimborsi delle spese elettorali potrebbero essere ancora
consentiti, ovviamente con sensibili riduzioni, ma a una sola condizione:
la registrazione dei partiti (e dei sindacati) e
la pubblicizzazione dei loro bilanci, che dovrebbero essere soggetti a un
controllo. Le comunità montane andrebbero cancellate. I risparmi
ventilati sono modestissimi e si tratta solo di "operazioni di
cassa". Lo dice lo stesso presidente dell'Unione comunità
montane Enrico Borghi (Margherita): "Se si chiudono le comunità
montane il personale viene trasferito nelle altre amministrazioni
pubbliche, cioè da una parte si toglie e dall'altra parte si
aggiunge: i 66 milioni non sono risparmi effettivi". Nessuno parla
dell'eliminazione di un altro organo costituzionale inutile e costosissimo:
il Cnel. Ma non si parla più della sua chiusura perché interessa
molto sia alle caste politiche che a quelle sindacali: sono rappresentate
entrambe. Ma se venisse chiuso nessuno lo rimpiangerebbe. La risposta
più concreta alla forte domanda di moralizzazione della politica è venuta da una proposta trasversale,
quella Fini-Di Pietro (taglio radicale del numero di ministri e
sottosegretari, riduzione del numero degli assessori comunali e
provinciali, soppressione delle comunità montane). Non si parla di
cancellazione delle Province, ma c'è una spiegazione: questo ente
è previsto dalla Costituzione e per
cancellarlo è necessaria una revisione della Carta. E finora non
c'è riuscito nessuno. Ci aveva provato Ugo La Malfa e, in seguito,
le proposte di abolizione sono state decine, di tutte le parti politiche.
Ma le Province sono diventate grandi centri di potere e ogni anno il loro
numero è andato aumentando. Con la benedizione di tutti i partiti.
Gli alti costi della politica
()
( da "Libertà" del 06-10-2007)
Quotidiano partner di Gruppo Espresso
LIBERTA' di sabato 6 ottobre 2007 > Liberta di Parola
Gli alti costi della politica Egregio direttore, il centro studi di Confindustria ha
redatto un'analisi comparativa dei costi della politica
italiana paragonata a quelli delle Nazioni europee più importanti. I
dati che emergono sono interessanti, e dimostrano che i costi italici di
mantenimento del Parlamento sono più onerosi di quello che spendono
francesi e tedeschi insieme. Trattasi di un circolo vizioso che
agisce da acceleratore di prebende ai vari livelli della gerarchia politica, senza un ritorno di servizi efficienti a costi
congrui. La cronica mancanza di presa di decisioni da parte degli stessi
lascia strascichi sulla quotidianità degli italiani. Ritardi sulla
questione energetica, con possibili rischi di tagli delle forniture,
servizi aerei della compagnia di bandiera sempre passibili di scioperi da
parte di qualche componente della stessa. Il sistema ferroviario che per
rapporto: pulizia, sicurezza, puntualità, costi, come evidenziato
dai pendolari che ne usufruiscono giornalmente, si trova ai minimi termini.
La rete autostradale ormai insufficiente per il traffico odierno.
Infrastrutture obsolete e carenti che ci penalizzano nel difficile scenario
di competizione economica mondiale. Per finire con le bollette più
care rispetto ai paesi evoluti. Una gestione della cosa pubblica che si
presenta stratificato e frammentato, con l'esistenza di decine di partiti, che determinano lentezza di decisione,
conflitti di competenze, veti incrociati, i quali finiscono per ostacolare
gli iter procedurali delle priorità da assumere. Un altro aspetto
dello studio confindustriale riguarda il censimento delle proprietà
immobiliari, con un archivio ancora da aggiornare tra i vari enti, che
risulta essere tuttora incompleto. Parte rilevante di questo patrimonio
è rappresentato dalle caserme, che visto l'abolizione della leva
obbligatoria per l'esercito professionale, rientra nei piani di alienazione
per le molte in soprannumero, tuttora solo in minima parte poste sul
mercato. Come si può evincere dall'analisi, costi alti per servizi
inefficienti, che mettono in difficoltà il vivere quotidiano dei
cittadini, anziché agevolarlo. Si auspica un'inversione di tendenza con
obiettivi immediati di tagli agli sprechi e riduzione dei costi, e che i
cittadini italiani siano gli azionisti di maggioranza dello Stato, cui i
governi di qualsiasi colore debbano rendere conto. Giovanni Ricci Villanova
sull'Arda [.
Tagli alla politica, arzachena in prima fila - Gianna Zazzara ()
( da "Nuova Sardegna, La" del 06-10-2007)
Olbia Tagli alla politica,
Arzachena in prima fila La normativa al vaglio del Parlamento dimezzerebbe
i consiglieri Beccu: "Bene così" Ragnedda: "é solo demagogia"
GIANNA ZAZZARA ARZACHENA. Taglio netto al numero dei consiglieri e
assessori comunali. E' una delle proposte contenute nella legge finanziaria
2008 approvata qualche giorno fa dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio
del Parlamento. Obbiettivo: ridurre i costi della politica.
Una cosa non da poco soprattutto in uno Stato in cui sono migliaia le
persone che vivono di sola politica o di gettoni di presenza nei vari cda legati alla politica. "Il costo della politica?
E' ora di darci un taglio", incita Francesco Beccu, consigliere di
minoranza. "Ben venga la decisione di ridurre il numero dei
consiglieri e assessori comunali, spero che quella norma inserita nella
finanziaria venga approvata dal Parlamento. Le cose devono cambiare. La
gente è stufa dei privilegi e dei vantaggi che godono i politici.
Ormai la politica non è più una
passione, ma è diventata un vero e proprio lavoro redditizio".
E che la gente non ne possa più delle indennità incassate dai
politici è testimoniato dal successo editoriale del libro-inchiesta
"La casta", scritto a quattro mani dai giornalisti Gianantonio
Stella e Sergio Rizzo, e da Beppe Grillo, che ha dato vita a un comitato
spontaneo che dell'antipolitica ha fatto la sua
bandiera. Ma cosa prevede la finanziaria 2008? Il numero dei consiglieri e
degli assessori comunali verrà ridotto in proporzione al numero
degli abitanti. Nel caso di Arzachena, che ha una popolazione superiore ai
10 mila abitanti ma inferiore ai 30 mila, i consiglieri passerebbero da 20
a 16. Il sindaco invece potrà nominare non più sei assessori
ma solo quattro. E potrebbe essere proprio Arzachena uno dei primi comuni
della Sardegna a sperimentare la novella legislativa, dal momento che le
elezioni sono fissate per la prossima primavera. "La riduzione del numero
di consiglieri e assessori comunali? E' un'operazione demagogica - dice il
sindaco Pasquale Ragnedda-. Non è cosi che si tagliano i costi della
politica. Sono ben altre le operazioni da fare. E
poi il consiglio comunale ha una funzione molto importante, è il
punto di raccordo tra l'amministrazione e i cittadini. Bisognerebbe
aumentarne le competenze invece di mortificarlo in questo modo. In ogni
caso la finanziaria non è ancora diventata legge e quindi se ne
discuterà più avanti, quando la norma verrà approvata.
Anche se spero che non accada". A dare man forte al primo cittadino
è Giancarlo Pisano, assessore in carica. "Il problema non sono
i consiglieri comunali che prendono un gettone di presenza
ridicolo o gli assessori: il mio stipendio, ad esempio, supera di poco i
mille euro. Per incidere sui costi della politica
bisogna tagliare le indennità milionarie che incassano ogni mese
parlamentari e consiglieri regionali. Quella sì che è una
vergogna, anche perché lavorano molto meno di me che sono un semplice
assessore comunale. La proposta di tagliare il numero dei consiglieri e
assessori comunali ha un valore solo simbolico. Il risparmio, per le casse
statali, sarebbe veramente ridicolo".
Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre i
parlamentari ()
( da "Gazzetta del Sud" del 06-10-2007)
Ars Dagli attuali 90 diventerebbero
70 Costi della politica, un progetto Ds punta a ridurre
i parlamentari La sua (ipotetica) attuazione passa necessariamente dalla
modifica dell'art. 3 dello Statuto autonomista Michele Cimino PALERMO Uno
schema di progetto costituzionale, da proporre al Parlamento nazionale, per
ridurre il numero di deputati dell'Assemblea siciliana (da 90 a 70)
è stato presentato dal vicepresidente dell'Ars Lillo Speziale (Ds).
Il progetto prevede la modifica dell'articolo 3 dello Statuto autonomista
siciliano. "Ritengo dice Speziale che sia una norma che va incontro
alle richieste dei cittadini di ridurre i costi della politica
ma anche di snellire il Parlamento. Auspico che le forze politiche presenti
all'Ars siano favorevoli a questo provvedimento in modo da consentire un
esame spedito". E intanto ci sono ancora polemiche sulla nuova
finanziaria del Governo Cuffaro per il 2008, trasmessa all'Ars per l'esame
da parte delle commissioni di merito. Per il capogruppo di Uniti per la
Sicilia Maurizio Ballistreri, infatti, si tratta di "una legge
finanziaria senza anima, o peggio, con l'anima della conservazione
dell'esistente, che si limita a certificare lo stato di salute, gravissimo,
dell'economia regionale e non assume alcuna decisione drastica e di
rigore". A giudizio del parlamentare dello Sdi, "servirebbe, al
contrario, un provvedimento di rigore, che tagli le spese inutili e
superflue e razionalizzi il funzionamento degli enti in una ottica di
efficienza e produttività". "Credo - afferma Ballistreri -
che lo specchio di questa finanziaria sia la presenza
ancora una volta della cosiddetta Tabella H sui contributi, che è il
paradigma dei costi e degli sprechi della politica".
Ed è critico anche il capogruppo della Margherita Giovanni
Barbagallo, secondo cui "la Sicilia è prigioniera dei propri
debiti. Oltre 3 miliardi di euro di debiti per i mutui contratti con le
banche, più altri 750 milioni di euro annunciati
dall'assessore al Bilancio per i mancati introiti derivanti dalla vendita
degli immobili. In tale contesto evidente che Cuffaro non ha fatto nulla e
non potrà fare nulla nonostante i continui allarmi lanciati dagli
industriali, dai sindacati e dalla Corte dei Conti" Barbagallo,
quindi, nel ricordare "che dopo sette anni di ininterrotto Governo
Cuffaro la Sicilia è la regione con il più alto indice di
povertà relativa (30,8% in Sicilia, 24% al Sud, 4,5% al Nord)",
ritiene che "il governo Cuffaro non riesce ad aggredire i nodi
strutturali che generano il deficit di bilancio perché non è in
grado di fare scelte radicali. Senza lo scioglimento degli enti inutili,
l'abolizione dei tanti comitati inutili e degli uffici speciali, la
riduzione del numero dei consulenti, dei dirigenti
e dei componenti dei vari uffici di gabinetto non potrà essere
adottata una manovra di bilancio credibile". Di opposto avviso
è, però, il capogruppo dell'Udc Nino Dina, per il quale
"se gli allarmismi strillati del centrosinistra vogliono superare la
demagogia del momento per trasformarsi in uno stimolo rispetto alla
situazione dei conti, che non è rosea ma neanche da baratro, questi
sono bene accetti, altrimenti gli stessi scadono nel becero, e nulla di
buono e nuovo portano alla Sicilia". Ed auspica "un confronto
serio e responsabile per costruire uno strumento finanziario rigoroso,
virtuoso e capace di garantire lo sviluppo dell'Isola". "oglio
rammentare -replica, quindi Dina a Ballistreri e Barbagallo - che il
ricorso all'indebitamento è finalizzato esclusivamente al
cofinanziamento dei fondi comunitari. Inoltre con la copertura di 65
milioni di euro, assicurata dal presidente Cuffaro, potremo varare la legge
sullo sviluppo prima della Finanziaria". (sabato 6 ottobre 2007).
( da "Unita, L'" del 06-10-2007)
Economy class e alberghi meno
lussuosi per i viaggi dei deputati Direttiva dei questori. Marini e
Bertinotti fanno una lettera congiunta: ridurremo i costi della politica, ma spetta a noi non al governo / Roma
Ridurremo le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto
Bertinotti mentre la legge finanziaria inizia il suo iter in Parlamento. Lo
avevano già detto, ciascuno per il ramo del Parlamento che presiede.
Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco. Hanno sottoscritto un
documento congiunto per dimostrare che la pensano allo stesso modo; ma allo
stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del Parlamento di regolare la
materia con una "autonoma assunzione di responsabilità".
Il documento è stato diffuso di prima mattina. Marini lo ha
accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei
Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli come un comune
passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve
maggior sobrietà della politica, in molte
sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti".
Bertinotti l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze del
governo sulla materia. Aveva ricordato che la Camera stava già
provvedendo, e aveva cominciato a farlo ben prima che il governo sollevasse
la questione. Oggi non ha preso la questione di petto. Si è limitato
a dire che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un
allontanamento della società civile dalla politica". "Sulla questione dei costi della politica - si legge nel comunicato congiunto dei presidenti delle
Camere - le presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei
deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla
finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del
resto già avviata". "L'azione intrapresa dai due
rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si erano
venute determinando nei passati decenni, a partire da quella sul vitalizio
dei parlamentari, proseguirà anche per ciò che riguarda le
indennità degli stessi parlamentari. Sarà il Parlamento,
nella sua sovranità - sottolineano Marini e Bertinotti - a
realizzare questi compiti, sulla base della convinzione maturata al suo
interno che la difesa delle sue prerogative e la conquista di un rinnovato
rapporto tra le Istituzioni e il paese passa per questa sua autonoma
assunzione di responsabilità". Intanto qualcosa si muove. Addio
lussuose hall di alberghi a cinque stelle, addio comodi voli aerei nelle
ovattate classi business: gli spostamenti ad alta quota e i pernottamenti
dei deputati si fanno...più spartani. Nell'epoca dei tagli ai costi
della politica infatti i rappresentanti di
Montecitorio in missione dovranno scegliere alberghi a 4 stelle e voli in
classe economica. In una missiva inviata ai "cari colleghi" dai
questori Francesco Colucci, Gabriele Albonetti e Severino Galante il 3
ottobre scorso, i tre auspicano che "nel generale contesto di
riduzione degli oneri, venga realizzato un ulteriore contenimento delle
spese per le missioni svolte per incarico della Camera". Nel testo si
legge pertanto che "le spese di albergo sostenute nel corso di tali
missioni saranno ammesse al rimborso solo se sostenute presso esercizi di
categoria non superiore a quattro stelle". L'unica eccezione
consentita, e che dovrà essere "debitamente motivata",
sarà "qualora lo stato dei luoghi ove si svolge la missione non
consenta di rispettare tale criterio". Nuovi paletti anche per i voli
aerei "in ambito europeo e nel bacino del Mediterraneo". In
queste tratte, raccomandano i questori "dovrà essere utilizzata
solo la classe economica alla tariffa più conveniente"
scegliendo per "realizzare il massimo risparmio (...) biglietti
nominativi a data fissa e non modificabile". Le raccomandazioni di
Colucci, Albonetti e Galante si estendono anche alla necessità di
svolgere le missioni "solo quando si abbia la certezza di potere
effettivamente prendervi parte" e fissano "l'impossibilità
di sostituzione con altri deputati nel caso di rinuncia alla missione dopo
l'acquisto dei biglietti". L'ultimo invito, last but not least, dei
tre deputati questori è rivolto "alla Tua sensibilità
affinché - concludono rivolti a deputati - nel concreto svolgimento delle
missioni siano assicurati contenimenti di spesa".
IL PRESIDENTE della Comunità Montana Danilo Alessi scrive
ai sindaci e ai ra ()
( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-10-2007)
Ppresentanti delle categorie
economiche elbane invitando tutti alla mobilitazione per bloccare la
Finanziaria di Prodi che rischia di cancellare anche l'ente comprensoriale
dell'Arcipelago toscano. "Come sapete ? esordisce il presidente Alessi
? l'esclusione dei nostri comuni dalla qualifica di 'montanità,
prevista dal 'decreto Santagata' in base ad un criterio sommario e
demagogico che non ha coinvolto le Regioni, pur recuperando in extremis
l'eliminazione dei numerosi benefici per i nostri cittadini e le nostre
imprese contenuta nella prima versione della legge (pluriclassi nelle
piccole realtà, finanziamenti aggiuntivi per la sanità,
sgravi Ici per i terreni agricoli e indennità Ue per agricoltori,
esenzione Irap ai piccoli esercizi commerciali, riduzione costi gasolio e
gpl) toglie comunque le risorse che gli enti montani investivano sul
territorio attraverso i piani di sviluppo e resta una
grave ferita alla coesione dei territori disagiati. Questo senza la pur
auspicabile riduzione dei "costi della politica",
poiché la discontinuità istituzionale porterebbe alla dispersione di
competenze e capacità". "ALCUNI DI VOI ? aggiunge ? hanno
partecipato il 2 ottobre all'assemblea della Montagna di Firenze, in difesa
del ruolo di coesione, sviluppo e salvaguardia del territorio che le
comunità montane svolgono nella nostra regione come in gran parte
d'Italia. E' stato il presidente Martini, a sintetizzare la critica al
Governo per aver inserito in Finanziaria il tema della montagna
considerandolo argomento da "costo della politica".
Il decreto Santagata -Lanzillotta, se non verrà modificato,
finirà inoltre per sottrarre ad alcune migliaia di piccoli comuni,
tra cui i nostri, l'unico soggetto sussidiario di coordinamento e
programmazione, che può assicurare alcuni servizi essenziali e
interventi infrastrutturali strategici. L'esperienza elbana e dell'
Arcipelago Toscano dimostra quanto sia fondamentale avere sul territorio un
ente comprensoriale come la Cm (che è unione dei Comuni) con una
visione unitaria di problemi e soluzioni. Tutto ciò mentre continua
a mancare, a livello governativo, un coordinamento delle politiche di
sostegno e di sviluppo delle aree montane. Sono certo che non mancherete,
nei prossimi giorni, di far sentire ancora la vostra voce in difesa degli
interessi dei nostri cittadini e della nostra economia, una battaglia che
culminerà nella manifestazione della Montagna Italiana del 24
ottobre p.v. organizzata a Roma da Uncem nazionale, per contrastare con la
forza delle argomentazioni e dei fatti una politica
demagogica e superficiale che rischia, sbagliando bersaglio, di sacrificare
gli interessi dei più deboli alle pur legittime pressioni
dell'opinione pubblica". - -->.
I quartieri? inutili. ma la lega li salva
()
( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-10-2007)
Dal Polo all'Ulivo, tutti d'accordo.
Il Carroccio fa quadrato: indispensabile cerniera con il territorio. E
c'è chi avanza l'ipotesi di una riforma I quartieri? Inutili. Ma la
Lega li salva Partiti, un coro per abolirli: "Così non servono
e costano 200 mila euro" Lega Nord contro tutti in difesa delle
circoscrizioni. Amministratori e consiglieri del Carroccio si schierano con
i "parlamentini" dei quartieri nonostante gli sprechi denunciati
da Gianpaolo Sbarra (Rosa nel pugno) e ribaditi da Stefano Bastianetto
(Fi): 194 mila euro l'anno, di cui 150 mila solo per i gettoni
di 80 tra consiglieri e presidenti. Il centro sinistra accusa:
"Consigli senza ruolo, pilotati dalla giunta" "Ci sono
ipotesi governative di taglio delle circoscrizioni ma
io posso solo sottolineare la funzione positiva per la vicinanza ai
problemi degli abitanti - afferma Luca Vettor, presidente leghista di
Treviso Servizi - sono inoltre un luogo di impegno civico, con gettoni di presenza irrisori. I consigli si possono quasi definire una
"palestra" di partecipazione civica, ancora più
significativo in un momento di proliferazione di comitati. Ricordo
ad esempio che si sono avvicinati alla vita amministrativa del Comune
tramite i quartieri sia l'attuale assessore ai lavori pubblici Giuseppe
Basso, che il consigliere regionale Federico Caner". Anche Mauro
Michielon, capogruppo della Lega in consiglio, non esita a difendere le
circoscrizioni dalle accuse di Sbarra. "I costi servono anche per tenere
aperte e funzionanti sedi utilizzate dalle associazioni - ribatte- a
S.Maria del Sile è stata avviata l'anagrafe di quartiere. La
politica è un costo quando non dà servizo. Mi pare invece che
le circoscrizioni lavorino e siano un cuscinetto tra associazioni e amministrazioni.
Se questi sono considerati i costi della politica allora ho buoni motivi
per preoccuparmi, quanto a Bastianetto vorrei ricordagli che Forza Italia
ha voluto a tutti i costi un proprio presidente nella circoscrizione
sud". Le critiche fioccano invece dalle opposizioni. Sbarra, primo a
sollevare la questione, ribadisce la necessità di equiparare costi e
benefici. Il consigliere Alberto Cocco (Rifondazione) usa il buon senso.
"Non è una questione di tanti o pochi soldi - dice - anzi si
dovrebbe investire di più se le circoscrizioni fossero centri
culturali, di intergrazione, presidi sanitari". "Così come
sono oggi non servono- incalza il consigliere di centro sinistra maria
Luisa Campagner- sono catenelle della giunta senza nessuna autonomia".
La finanziaria cancella i "parlamentini" ()
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-10-2007)
Costi della politica. Prevista anche
una "cura dimagrante" per i consigli comunale e provinciale che perderanno
rispettivamente otto e quattro componenti La Finanziaria cancella i
"parlamentini" I consigli di quartiere dovrebbero sparire nelle
città con meno di 250 mila abitanti. Ma l'ultima parola
spetterà alla Regione Romoli: solleciterò ai parlamentari un
emendamento, specie alla luce delle norme sul bilinguismo La riduzione di
assessori, consiglieri comunali e provinciali e l'eliminazione dei consigli
circoscrizionali. Sono questi i tagli che la Finanziaria potrebbe portare a
Gorizia, sempre che la Regione recepisca le norme in questione. Nel caso in
cui ciò avvenisse, il sindaco, Ettore Romoli, intende chiedere
l'intervento dei parlamentari regionali per evitare la soppressione di
tutti i parlamentini. Perché le novità previste dalla Finanziaria
nazionale 2008 per il risparmio istituzionale diventino realtà,
l'ultima parola spetta alla Regione, che essendo a statuto speciale ha
competenza primaria in materia. La prima conseguenza dell'adozione del
disegno di legge sarebbe la cancellazione dei consigli circoscrizionali nei
comuni con meno di 250.000 abitanti. Per quanto riguarda i capoluoghi di
provincia è prevista anche la riduzione dei consiglieri comunali da
40 a 32, mentre gli assessori dovrebbero essere pari al massimo al 20 per
cento dell'assemblea. Una diminuzione dei componenti è nell'aria
anche per i consigli provinciali: per le città che hanno una
popolazione inferiore alle 300.000 unità è preventivata una
riduzione da 24 a 20. "Non credo sarebbe un problema ridurre i
consiglieri e gli assessori. L'aspetto più grave è secondo me
la soppressione dei consigli circoscrizionali, che a Gorizia hanno un
significato particolare", commenta il sindaco Romoli che, pure, tempo
addietro aveva ventilato l'ipotesi di abolirne alcuni in caso di
"malfunzionamento". Se la Regione recepirà quanto
stabilito dalla Finanziaria, il primo cittadino si rivolgerà ai
parlamentari del Friuli Venezia Giulia: "Chiederò di
intervenire con emendamenti, specialmente ora che la legge 38 ha previsto
il bilinguismo visibile in tre quartieri cittadini, cioè a
Sant'Andrea, a Piedimonte e a Piuma, senza dimenticare che a Lucinico
dovrebbe esserci un trattamento particolare per il friulano. Non credo che
i quartieri costituiscano uno spreco tale da giustificarne l'eliminazione, anzi
andrebbero valorizzati". Dati alla mano, anche per Fabio Gentile,
vicesindaco con delega al Decentramento, l'azzeramento totale dei
parlamentini non è una soluzione: "All'anno
le dieci circoscrizioni costano poco meno di 177 mila euro, tra spese
generali, fondo di funzionamento, onorario dei presidenti, gettoni di presenza dei consiglieri e lavoro dei funzionari del Comune. Per
l'esattezza l'ammontare di onorari e gettoni
è di 52 mila euro. Non è una cifra scandalosa, diversamente
da altre zone d'Italia. A mio modo di vedere dieci quartieri a
Gorizia sono troppi, ma penso anche che la loro eliminazione non sarebbe
una risolutiva. Con i presidenti circoscrizionali abbiamo parlato chiaro,
spiegando che stiamo ragionando sulla rivisitazione delle loro funzioni, oltre
che sulla riduzione o un accorpamento". Il risparmio istituzionale si
ottiene per altre vie secondo il presidente della Provincia, Enrico
Gherghetta: "Quello che si deve fare si fa, nel senso che se la
Regione recepirà le norme della Finanziaria ci adegueremo. Non
bisogna però perdere di vista il fatto che non si può andare
sotto un certo limite, perché c'è un progetto che deve essere
portato avanti e una rappresentanza da garantire. Vorrei rimarcare comunque
che la Provincia di Gorizia costa a ogni cittadino 27 centesimi il giorno,
se fosse così per tutti non discuteremmo della questione. Se si
vuole dare un segnale si trova il modo per farlo: appena eletti abbiamo per
esempio venduto una delle auto blu della Provincia". Francesca
Santoro.
Livia Turco: Questa è la strada giusta per un salto di
qualità ()
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)"
del 06-10-2007)
Livia Turco: "Questa è la
strada giusta per un salto di qualità" "La Giornata dei
risvegli mi offre la possibilità di ringraziare "Gli amici di
Luca" e quanti ogni giorno si confrontano con una realtà
così complessa e sofferente come quella rappresentata dalle persone
colpite da gravi celebrolesioni, in stato vegetativo o di minima coscienza,
e i loro familiari. Siamo consapevoli della problematiche assistenziali
ancora da affrontare sia per ciò che riguarda i centri per la fase
acuta, sia per quanto attiene al momento delle dimissioni da queste
strutture. Ma siamo convinti di essere sulla strada giusta per garantire un
effettivo salto di qualità alle capacità di risposta del Sistema sanitario nazionale.
Questa nostra convinzione è rafforzata dal lavoro con associazioni
come la vostra e dal contributo di esperienze e conoscenze dei problemi dalla
parte di pazienti e familiari che esso ci assicura". Ministro della
Salute - -->.
No, non è la conseguenza di un'improvvisa voglia (concreta)
di trasparenza ()
( da "L'Adige" del 06-10-2007)
No, non è la conseguenza di un'improvvisa
voglia (concreta) di trasparenza. Né la risposta dettagliata ad una serie
di interrogazioni consiliari. Se in questi giorni sui siti informatici dei
Comuni di Riva ed Arco sono apparsi gli "stipendi" dei membri (di
nomina comunale) nei vari consigli di amministrazione delle cosiddette
società parapubbliche, il motivi va cercato altrove. Precisamente
nell'articolo 1, comma 735 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 (legge
finanziaria ndr) che obbliga gli enti pubblici a questa pubblicità
soggetta peraltro ad aggiornamento semestrale. La violazione di questa
norma è punita con sanzione pecuniaria fino a 10 mila euro. Ecco
dunque che (finalmente) il cittadino, sia pure smanettando sul computer,
può prendere visione dei compensi per i vari incarichi conferiti dal
sindaco o comunque dall''amministrazione comunale. Cominciamo da Riva. LIDO
DI RIVA SRL. 27.550 euro lordi per il presidente Marco Tanas . Gli altri
consiglieri (gettoni di presenza): Luca Benini
(2550), Gianfranco Ghisi (2.550), Giampiero Cozzio (2.550), Alessio De
Mattia (2.100). Massimo Degara , membro effettivo nominato direttamente dal
sindaco di Riva nell'hotel Lido Palace spa, ha un trattamento annuo nel
collegio sindacale di 1.160 euro. Prende più di lui, come presidente
del collegio sindacale nella Lido di Riva del Garda Immobiliare spa, Paolo
Giovanazzi : 12.461 euro all'anno. ALTO GARDA PARCHEGGI SPA. Il presidente
Riccardo Lucatti ha un compenso annuo di 79.300 euro, il consigliere
Claudio Malfer prende 7.300 euro (15 mila per indennità di carica e
60 mila per deleghe), Luca Santorum 2.300. 4.997 euro il compenso per il
presidente del collegio sindacale Carlo Delladio . ALTO GARDA SERVIZI SPA.
Il presidente Floriano Migliorini ha uno stipendio annuo di 40 mila euro,
l'amministratore delegato Ruggero Moser , 75 mila (15 mila di
indennità di carica e 60 mila di compenso per deleghe). 10.316 euro
per Andrea Mora del collegio sindacale. C'E CHI LO FA GRATIS . Claudio
Molinari , sindaco di Riva, non prende niente quale membro del consorzio dei
Comuni Trentini. Così come Franco Gatti rappresentante comunale nel
consorzio di vigilanza boschiva e Ruggero Moser quale amministratore unico
di Alto Garda Impianti srl designato da tutti i Comuni soci. 300 euro di gettoni per Adalberto Mosaner membro di Ingarda e 103,30
di gettoni per Pierluigi Bagozzi consigliere del
Bim. AMSA E DINTORNI. Ad Arco di società partecipate non ce ne sono
(per fortuna?) molte.La parte del leone la fa l'Amsa, l'azienda municipale
sviluppo Arco spa. Con 15.916 euro per il presidente Alessandro Amistadi ,
6.564 euro per il vicepresidente Stefano Tamburini . 3.516 euro per i
consiglieri Giacomo Bernardi , Mario Matteotti , Oronzo Marucci , Enio
Meneghelli e Massimiliano Versini . Fabrizio Miori , assessore al turismo
ha 6.800 euro all'anno quale membro del consiglio di amministrazione di
Ingarda, il sindaco di Arco Renato Veronesi prende 2.183
euro quale membro del consiglio di amministrazione del Consorzio Comuni
Trentini (società cooperativa), Guido Galas percepisce 723 euro all'anno
quale assessore consorziale del Bim e Franco Michelotti ha 50 euro di
gettone di presenza quale consigliere del consorzio di vigilanza boschiva.
06/10/2007.
Costi della politica Libè: <Occasione persa in
Senato> ()
( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)
PARLAMENTO PARLA L'ESPONENTE UDC Costi della politica Libè: "Occasione persa
in Senato" "Sono stato l'unico senatore parmigiano a votare per
il taglio degli stipendi" Francesca Lombardi E' stato l'unico senatore
parmigiano che ha votato a favore degli emendamenti al Dpef firmati
Calderoli. Quelli che, se fossero passati, avrebbero rappresentato "un
primo, concreto passo verso la riduzione dei costi
della politica". Mauro Libè, senatore dell'Udc, è
turbato di fronte agli atteggiamenti di alcuni parlamentari: si parla tanto
di "risparmio " dei costi della politica, e
poi quando si presenta l'occasione per lanciare un messaggio concreto ai
cittadini, dice, non la si sfrutta. Così è successo
giovedì: mentre la Commissione affari costituzionali della Camera
approvava a larga maggioranza (con il solo voto contrario di Forza Italia)
la riduzione del numero dei parlamentari, in Senato la proposta di
Calderoli di ridurre da subito il numero dei ministri non passava. E
nemmeno quella di bloccare i meccanismi di aumento automatico delle
indennità parlamentari. "Mi dispiace che i colleghi senatori
eletti a Parma e tutti i parlamentari che hanno avuto la possibilità
di dare un piccolo segnale al Paese non abbiano saputo cogliere l'occasione
votando a favore degli ordini del giorno ". Secondo il senatore, in
alcuni casi mancherebbe coerenza. "Un politico deve essere conseguente
fra quanto dichiara e quanto fa: e ieri, (giovedì, ndr) i
parlamentari coerenti hanno votato a favore degli emendamenti. Di Pietro,
ad esempio, parla della riduzione dei costi, e poi fa astenere i suoi, e in
Senato astenersi significa votare contro ". Ma gli esempi sono tanti,
dice, e anche a livello locale. "Mi fa piacere leggere che anche
Ubaldi sia d'accordo nel ridurre le società di scopo nei Comuni -
continua Libè -, perché in questo campo si è abusato in tutta
Italia e un poco anche nella nostra città ". Per il senatore
parmigiano, infatti, la riduzione degli stipendi dei parlamentari o del
loro numero non è che "una gocciolina in un mare"
all''interno del tema più ampio della riduzione dei costi della politica. Ciò che è invece importante
sconfiggere, è "l'inefficienza che si presenta nel lavoro
parlamentare", oppure il "proliferare del numero delle
province" e "l'eccesso di circoscrizioni quando non sono
rapportate al territorio". Libè torna poi
sull'"incoerenza", e non riesce a non citare il nascente partito
democratico, i cui rappresentanti, dice, non si sarebbero attivati concretamente
per il famoso "primo passo". "Ancora oggi (ieri, ndr)
Veltroni parla di dimezzare il numero dei ministri - dice - e mi fa specie
che tutti i senatori che hanno aderito al partito democratico non abbiano
agito di conseguenza votando a favore degli odg". Udc Il senatore
Mauro Libè.
Costi della politica, polemica
()
( da "Gazzetta di Parma " del 06-10-2007)
POLITICA 06-10-2007 UNIONE ALTOLA' DA
MONTECITORIO E PALAZZO MADAMA Costi della politica,
polemica ROMA II Andiamo avanti con i tagli dei costi della politica. A cominciare dal vitalizio dei parlamentari
per proseguire con le indennità. "Ma è un compito che
spetta al Parlamento, non ad altri". Dopo le scintille dei giorni
scorsi tra Montecitorio e Palazzo Chigi, ieri lo stop al governo è
arrivato dai presidenti del Senato e della Camera. In una nota congiunta
Franco Marini e Fausto Bertinotti hanno detto all'esecutivo che non
accettano invasioni di campo. Insomma, "le riduzioni spettano a
noi". Parole che suonano come una risposta definitiva ai ripetuti
annunci del governo sul tema. "Il compito di realizzare le riduzioni
spetta al Parlamento nella sua sovranità - hanno detto a chiare note
la seconda e la terza carica dello Stato - e attraverso la autonoma
assunzione di responsabilità ". Marini e Bertinotti hanno
assicurato che "l'azione intrapresa dai due rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si erano venute
determinando nei passati decenni, a partire da quella sul vitalizio dei
parlamentari, proseguirà ". Dopo il vitalizio ci si
occuperà delle indennità. La tensione tra Bertinotti e Prodi
era esplosa nei giorni scorsi sul terreno minato dei costi della politica, e in particolare degli stipendi dei parlamentari. Il
congelamento degli "scatti" per senatori e deputati dal 2008 e
per cinque anni era stato infatti inserito dall'esecutivo nell'articolo 8
della prossima finanziaria. "La Camera lo ha anticipato, arrivano
qualche mese dopo", era stato il secco commento di Bertinotti. Poi
c'è il nodo, ben più complesso, della riduzione del numero
dei parlamentari. Il governo ha voluto dire la sua. Anche in quel caso
è stato il presidente di Montecitorio ad intervenire ricordando che
si sta già lavorando al progetto. E ora, l'altolà è nero
su bianco.
Sui tagli decide il Parlamento
()
( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 06-10-2007)
Il Sole-24 Ore POLITICA E SOCIETA
data: 2007-10-06 - pag: 12 autore: Costi della politica.
Marini-Bertinotti: riduciamo le indennità, ma Camere sovrane
"Sui tagli decide il Parlamento" Mariolina Sesto ROMA Sul taglio
alle indennità di deputati e senatori il Parlamento è
sovrano. L'altolà al Governo, che ha inserito in Finanziaria il
congelamento degli stipendi degli onorevoli, è arrivato ieri dai
presidenti delle due Camere. Nel mirino è l'articolo 8 della manovra
che blocca per cinque anni l'aumento automatico delle indennità dei
parlamentari che è legato a quelli previsti per i magistrati di
sedicesima classe. Una misura che Montecitorio ha adottato già
qualche mese fa con un'iniziativa dell'ufficio di presidenza. Risultato:
già quest'anno i deputati hanno rinunciato all'incremento di 200
euro mensili che invece i senatori hanno deciso di incassare. La Camera
bassa ha così risparmiato poco più di due milioni di euro. Ora Fausto Bertinotti e Franco Marini assicurano il loro
impegno per tagliare i costi delle istituzioni che rappresentano, ma
rivendicano allo stesso tempo il diritto a farlo in autonomia, senza
intromissioni da parte dell'Esecutivo. "Sulla questione dei costi
della politica - si legge nel comunicato congiunto diramato ieri dai due
presidenti – le presidenze del Senato della Repubblica e della
Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si dà inizio ai
lavori sulla Finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro
riduzione del resto già avviata". Dunque, avanti tutta con il
taglio degli stipendi, dopo la sforbiciata ai vitalizi. Lo stesso
presidente della Camera aveva già nei giorni scorsi dimostrato tutto
il suo nervosismo per l'"invasione di campo" da parte
dell'Esecutivo e aveva rivendicato la paternità del congelamento dei
compensi dei deputati. Ieri la presa di posizione ufficiale insieme a
Marini. Che, sempre ieri, ha voluto dare un segnale pubblico del nuovo
clima politico ispirato alla massima austerity: si è recato a Capri,
al convegno dei giovani di Confindustria con un normale aliscafo.
"Serve una maggior sobrietà della politica,
in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti – ha
chiosato il presidente del Senato nella sua relazione. Pur mettendo in
guardia: "Dobbiamo andare avanti per eliminare contraddizioni e
privilegi ma non sono accettabili attacchi generalizzati e generici alle
istituzioni che hanno un significato puramente distruttivo". Una
preoccupazione che trapela anche dal comunicato ufficiale messo a punto
ieri dalla seconda e terza carica dello Stato. "L'azione intrapresa
dai due rami del Parlamento con l'eliminazione di alcune storture che si
erano venute determinando nei passati decenni, a partire da quella sul
vitalizio dei parlamentari – scrivono ancora a quattro mani Bertinotti e
Marini – proseguirà anche per ciò che riguarda le
indennità degli stessi parlamentari. Sarà il Parlamento,
nella sua sovranità a realizzare questi compiti, sulla base della
convinzione maturata al suo interno che la difesa delle sue prerogative e
la conquista di un rinnovato rapporto tra le istituzioni e il Paese passa
per questa sua autonoma assunzione di responsabilità". Intanto,
anche le comunità montane sono insorte contro il taglio ai loro
danni previsto dalla Finanziaria. Ieri Prodi in visita a Torino ha
affrontato il tema alla biennale della montagna, guidato dalla presidente
della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che aveva definito "non
accettabile la norma". "Siamo pronti a qualsiasi proposta – ha
detto il premier – però ricordiamoci che risparmio e semplificazione
burocratica devono essere radicali". La Regione Piemonte propone che
sia Roma a indicare il tetto di spesa e la regione a gestire la
riorganizzazione. La bozza di proposta sarà presentata nei prossimi
giorni alla conferenza dei presidenti delle regioni. E dopo il primo
sì in commissione Affari costituzionali della Camera al taglio di
deputati e senatori, anche a livello locale si moltiplicano le proposte di
riduzione del numero degli eletti. Va in questa direzione anche lo schema
di progetto costituzionale presentato ieri dal vicepresidente
dell'assemblea regionale siciliana Lillo Speziale (Ds). Il Ddl, che dovrà
essere proposto al Parlamento, modifica l'articolo 3 dello Statuto
siciliano e prevede la riduzione dei parlamentari regionali dagli attuali
90 a 70. Il cammino è ancora lungo ma il segnale politico è
chiarissimo. GLI ALTOLà ALLA MANOVRA Il presidente del Consiglio
apre alle comunità montane. Bresso mediatrice: Roma fissi i tetti di
spesa, le Regioni riorganizzino gli enti.
Anche questa settimana troviamo in vetta La casta della coppia
Rizzo-Stella e ()
( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 06-10-2007)
Il metodo antistronzi di Sutton. Dopo
una lunga assenza torna nella top ten La cattedrale del mare dello spagnolo
Falcones giunto alla dodicesima ristampa. Barcellona, XIV secolo, nel cuore
dell'umile quartiere della Ribera gli occhi curiosi del piccolo Arnau sono
catturati dalle maestose mura di una grande chiesa in costruzione. Un
incontro decisivo, poiché la storia di Santa Maria del Mar sarà il
cardine delle tormentate vicende della sua esistenza. Figlio di un servo
fuggiasco, nella capitale catalana, Arnau trova rifugio e la sospirata
libertà che a tutt'oggi incarna lo spirito di Barcellona, all'epoca
della narrazione in pieno fermento con mercanti e banchieri sempre
più influenti nel determinare le sorti della città, impegnata
in aspre battaglie per il controllo dei mari. Intanto la santa Inquisizione
minaccia la non facile convivenza fra cristiani, musulmani ed ebrei...
Personaggio di inusuale tempra e umanità, Arnau non esita a
dedicarsi con entusiasmo al grande progetto della "cattedrale del
popolo". E all'ombra di quelle torri gotiche dovrà lottare
contro fame, ingiustizie e tradimenti, ataviche barriere religiose, guerre,
peste, commerci ignobili e indomabili passioni, ma soprattutto per un amore
che i pregiudizi del tempo vorrebbero condannare alle brume del sogno... a
cura di Domenico Di Cesare Classifica redatta in collaborazione con la
Libreria Gulliver (gulliver.rieti@tiscali.it).
Il carissimo compleanno della Turco pag.1
di Stefano Lorenzetto -
()
( da "Giornale.it, Il" del 06-10-2007)
Il carissimo compleanno della Turco
Ma appare qui molto più urgente stabilire quale utilità
pratica abbia per pazienti, medici e infermieri un dispendiosissimo battage
teso unicamente a ricordare che il Servizio sanitario
nazionale è nato insieme con Gesù Bambino
l'antivigilia di Natale del 1978, ostetrica Tina Anselmi, e
conseguentemente compirà 30 anni, pensa un po', nel 2008. Forse che
i primi s'ammaleranno più volentieri nella fausta ricorrenza, fiduciosi
d'essere meglio curati dai secondi? Capirei se il ministero della Salute
avesse reso edotte le nuove generazioni, con inserzioni a pagamento, circa
i gravi rischi che comportano le malattie sessualmente trasmissibili o
pratiche demenziali come il piercing e il tattoo o se avesse messo in
guardia la popolazione dal massiccio ritorno della Tbc, che invece viene
occultato nelle statistiche ufficiali, mediante la derubricazione dei casi
di tubercolosi a generiche polmoniti virali, per non destare allarmismo. Ma
poiché una pagina a colori della Repubblica viene di listino 151.000 euro
più Iva (immagino che quella del Corriere costi
anche di più, mentre sugli altri mezzi qualcosa si risparmia),
è lecito chiedersi se questo cospicuo investimento per il
trentennale del Servizio sanitario nazionale abbia un
qualche ritorno. No, non ce l'ha. O, meglio, l'unico che sembra avere
è quello di consentire a Livia Turco di farsi bella, un
desiderio molto umano e, nel caso di specie, anche comprensibile. "La
campagna ha risposto alla precisa richiesta del ministro di rappresentare
la bella sanità", ha infatti dichiarato Toscani, che di suo ci
ha aggiunto un teorema copernicano: "La bella sanità è
non ammalarsi". Il sito del ministero conferma: "I 30 anni del
Servizio sanitario nazionale. Al via la Campagna
sulla bella sanità". Per la verità, durante la
conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi, presente il premier
Romano Prodi, la Turco ha parlato invece di campagna per la "buona
sanità". A me pare fin d'ora certo che questa è
demagogia bella e buona, retorica per allocchi, giacché i due aggettivi non
sono sinonimi: una cosa bella può essere profondamente cattiva,
mentre una cosa buona non può mai essere intrinsecamente cattiva.
Dunque la sanità italiana è bella o è buona? Mistero
al ministero. Non lo sanno. Si mettano d'accordo, prima di parlare.
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Il Governo non si vuol tagliare i
costi
( da "Padania, La" del 06-10-2007)
Doppio no agli emendamenti leghisti
al Dpef che avrebbero snellito la pletora dell Esecutivo Nostro Inviato
Fabrizio Carcano Roma La poltrona vale più degli ideali e delle
promesse fatte nelle interviste o nelle trasmissioni televisive. E
così dopo settimane passate a ribattere a Beppe Grillo, a respingere
l onda dell anti-politica, a confutare le accuse
per gli eccessivi costi della politica, la
maggioranza in Senato ha deciso con i fatti di smentire le parole,
bocciando le due proposte presentate da Roberto Calderoli come emendamenti
alla nota di aggiornamento al Dpef, con cui si chiedeva di tagliare dei
costi della politica. In particolare nel primo
emendamento si invitava il Governo a "prevedere già in
Finanziaria un ridimensionamento quantitativo dell'esecutivo e dei relativi
costi, con particolare riferimento al numero dei sottosegretari", mentre sul secondo si invitata a ridurre i costi della politica "a partire dal congelamento degli aumenti automatici
per le indennità dei parlamentari". Ovviamente il
centrosinistra, con le sue 102 poltrone di Governo da difendere, si
è ben guardato dall accogliere l invito a impegnarsi ad asciugare la
così nutrita squadra governativa: meglio promettere di farlo in tv,
tanto le promesse non valgono nulla, che votarlo veramente in Aula.
"Davanti alle televisioni e agli italiani parlano di taglio di
ministri e sottosegretari e poi qui votano contro non due ordini del
giorno, ma contro due emendamenti. Sono degli ipocriti, oggi avrebbero
potuto bloccare l'aumento degli stipendi ai parlamentari e invece hanno
votato contro", è stato il commento dello stesso Calderoli alla
fine di una seduta caldissima, soprattutto quando l Unione, che deve fare i
conti con la sua pletorica squadra di 102 tra membri dell Esecutivo, ha
dovuto respingere compatta il primo emendamento del Coordinatore delle
Segreterie della Lega Nord, quello in cui si invitava a sfoltire il numero
di poltrone nell Esecutivo. Una richiesta che, per fare un esempio, lo
stesso Antonio Di Pietro auspica in ogni intervista, arrivando addirittura
a sostenere che persino il suo dicastero si potrebbe tagliare, eppure ieri
mattina i suoi senatori, guidati dal capogruppo Nello Formisano, hanno
scelto di astenersi, consapevoli che il voto di astensione al Senato
equivale al voto contrario. E così l emendamento Calderoli è
stato respinto con 131 voti favorevoli, quelli dei senatori della Casa
delle Libertà presenti, e 142 contrari più 17 astenuti. La
battaglia per far dimagrire l Esecutivo dei record delle poltrone
ovviamente non finisce qui e infatti Roberto Castelli, presidente dei
senatori della Lega Nord, rilancia annunciando annuncia che il Carroccio
presenterà in Finanziaria emendamenti per ridurre i costi della politica, tra i quali alcuni volti alla riduzione di
ministri e sottosegretari. "E paradossale, e francamente anche un po
ridicolo, che il governo più pletorico della storia della Repubblica
ha fatto notare l ex Guardasigilli - proponga la riduzione dei costi della politica di tutti gli organi elettivi amministrativi,
tranne proprio quelli del governo. Stiamo parlando dell'esecutivo
più sprecone di tutta la storia repubblicana. Vedremo cosa voteranno
su questi emendamenti quei componenti del governo, a cominciare dal
ministro Di Pietro, che a parole propagandano il rigore, ma che poi,
chissà perché, votano sempre al contrario". Sulla seconda
mozione, quella con cui l ex Ministro per le Riforme proponeva "la
soppressione dei meccanismi di automatico aumento delle indennità
parlamentari" ogni gruppo ha lasciato libertà di voto ai sui
senatori e così a respingere la mozione sono stati 184 voti contrari
e 59 favorevoli. [Data pubblicazione: 05/10/2007].
I COSTI DELLA POLITICA. Marini e
Bertinotti: ci siamo mossi da un po' (sezione: Costi dei politici)
( da "Arena, L'" del 06-10-2007)
"Faremo i tagli decidendoli
noi" I presidenti delle Camere: il Parlamento è sovrano Un
comunicato congiunto per dare l'altolà alle iniziative annunciate dall'esecutivo
"Facciamo come gli olandesi" ROMA Ridurremo le spese di
Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti, ma per conto
nostro. Lo avevano già detto, ciascuno per il "suo" ramo
del Parlamento. Ieri hanno voluto mettere l'impegno nero su bianco,
sottoscrivendo un documento congiunto per dimostrare che la pensano allo
stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la prerogativa del
Parlamento di regolare la materia con un'"autonoma assunzione di
responsabilità". Il documento è stato diffuso di prima
mattina. Marini l'ha accompagnato con un gesto dimostrativo: per andare a
Capri, al convegno dei Giovani industriali, si è imbarcato a Napoli
come un comune passeggero, su un aliscafo di linea. Poi, dal palco, ha detto:
"Serve maggior sobrietà della politica,
in molte sue manifestazioni esteriori e in alcuni suoi costi diretti".
Bertinotti, che l'altro giorno si era mostrato risentito delle ingerenze
del governo sulla materia, ricordando che la Camera s'era mossa prima che
il governo sollevasse la questione, dice che siamo in una fase "in cui
si avvertono segni evidenti di un allontanamento della società
civile dalla politica". "Sulla
questione dei costi della politica", si legge nel
comunicato congiunto dei due, "le presidenze del Senato della
Repubblica e della Camera dei deputati confermano, nel momento in cui si
dà inizio ai lavori sulla finanziaria, l'esigenza di proseguire
nell'opera per la loro riduzione del resto già avviata".
Ma "sarà il Parlamento, nella sua sovranità a realizzare
questi compiti". "Noi siamo dentro il problema della crisi
della politica. Le accuse alla "casta"
sono un problema che riguarda anche noi". Paolo Ferrero, ministro
della Solidarietà Sociale, teme che anche il Prc sia travolto dalla
crisi in cui si trova la politica: "Io",
spiega, "ho la percezione chiara che il mio stipendio è
aumentato e quindi penso che prima o poi correremo il rischio che quando
parliamo ai compagni questi si chiedano se stiamo solo difendendo la
poltrona". Per Ferrero serve una "risposta di sinistra",
come il Partito olandese del pomodoro: "E un partito", spiega il
ministro, "con un'organizzazione che parte dal basso: asili
autogestiti e un regolamento che impone a tutti uno stipendio di 2.000
euro. Negli ultimi anni sono cresciuti molto arrivando al 17 per
cento". .
<Faremo i tagli decidendoli
noi> (sezione: Costi dei politici)
( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)
I COSTI DELLA POLITICA. Marini e
Bertinotti: ci siamo mossi da un po' "Faremo i tagli decidendoli
noi" I presidenti delle Camere: il Parlamento è sovrano Un
comunicato congiunto per dare l'altolà alle iniziative annunciate
dall'esecutivo "Facciamo come gli olandesi" ROMA Ridurremo
le spese di Camera e Senato, assicurano Franco Marini e Fausto Bertinotti,
ma per conto nostro. Lo avevano già detto, ciascuno per il
"suo" ramo del Parlamento. Ieri hanno voluto mettere l'impegno
nero su bianco, sottoscrivendo un documento congiunto per dimostrare che la
pensano allo stesso modo; ma allo stesso tempo hanno rivendicato la
prerogativa del Parlamento di regolare la materia con un'"autonoma
assunzione di responsabilità". Il documento è stato
diffuso di prima mattina. Marini l'ha accompagnato con un gesto
dimostrativo: per andare a Capri, al convegno dei Giovani industriali, si
è imbarcato a Napoli come un comune passeggero, su un aliscafo di
linea. Poi, dal palco, ha detto: "Serve maggior sobrietà della politica, in molte sue manifestazioni esteriori e in
alcuni suoi costi diretti". Bertinotti, che l'altro giorno si era
mostrato risentito delle ingerenze del governo sulla materia, ricordando
che la Camera s'era mossa prima che il governo sollevasse la questione,
dice che siamo in una fase "in cui si avvertono segni evidenti di un
allontanamento della società civile dalla politica".
"Sulla questione dei costi della politica", si legge nel comunicato congiunto dei due, "le
presidenze del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati
confermano, nel momento in cui si dà inizio ai lavori sulla
finanziaria, l'esigenza di proseguire nell'opera per la loro riduzione del
resto già avviata". Ma "sarà il Parlamento,
nella sua sovranità a realizzare questi compiti".
COSTI DELLA POLITICA Ridurre
le poltrone (sezione: Costi dei politici)
( da "Brescia Oggi" del 06-10-2007)
Caro direttore, si
è recentemente parlato di "provvedimenti per la riduzione dei
costi della politica", dai benefici effetti sul Bilancio dello Stato. In
realtà io penso bisognerebbe invece (più semplicemente)
ridurre il numero dei "politici": che per la verità
(specie, in questi ultimi tempi), non mi pare servano a molto. Altro
"provvedimento" che sicuramente avrebbe effetto sarebbe a mio
giudizio, quello di ridurre il periodo di permanenza sulle poltrone,
cominciando proprio da quella del Capo dello Stato (sette anni sono un po'
tanti, specie per le persone anziane), riducendo parimenti il periodo di
legislatura a soli quattro anni. I sindaci - ma pure i presidente delle
provincie e delle regioni - dopo quattro (lunghi) anni di permanenza, non
dovrebbero più essere immediatamente (ri)eletti, ma dovrebbero
attendere almeno due periodi (non uno solo). Il numero dei parlamentari si
potrebbe ridurre alla metà della metà (su circa mille
personaggi, ne servirebbero appena duecentocinquanta), con una Camera centrale
ed una regionale (così come altrove). Ah, dimenticavo: abolire
subito "portaborse", scorte, inservienti che campano a Roma (ma
pure a Milano e a Brescia) sulle nostre spalle, oppure che questi fossero
direttamente mantenuti dai politici stessi, a loro spese (con tanto di
740). Così di sicuro si ridurrebbero clamorosamente i costi della politica: con un po' di respiro pure per la gente
comune, come me (che nulla conta), oltre che per il bilancio della Stato.
Livio Gianni Milani MADERNO.
Sono
due le municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto
osservazione della Questura: tre sono stati eletti a Stella San Carlo Arena
e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario. Daniela De Crescenzo (sezione: Costi dei politici)
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-10-2007)
Chiudi DANIELA DE CRESCENZO Sono due
le municipalità che detengono il primato dei consiglieri sotto osservazione
della Questura: tre sono stati eletti a Stella San
Carlo Arena e altrettanti siedono nell'assemblea di Avvocata-Montecalvario.
Nel complesso gli eletti considerati a rischio dalla Digos sono dodici, uno
è stato escluso dai parlamentini. Tutti gli altri continunano a
godere di gettoni
di presenza, rimborsi e risarcimenti alle
aziende. Eppure il 22 maggio del 2006 la Questura, in piena campagna
elettorale, consegnò alla Prefettura un dossier con
centosettanta nomi: erano i candidati pregiudicati o con procedimenti
giudiziari in corso o oggetto di indagini. Dodici di questi sono stati
eletti, uno solo è stato escluso. Il presidente della quarta
municipalità (San Lorenzo Vicaria Poggioreale) David Lebro, nella
seduta di insediamento ha posto la questione del consigliere condannato
all'attenzione dell'assemblea che ne ha quindi dichiarato la decadenza.
"Nel dossier della Questura - spiega Lebro - c'erano due nomi che ci
riguardavano. In un caso si trattava di una segnalazione che non creava le condizioni
di ineleggibilità che invece si sono verificate per l'altro
consigliere". Il politico decaduto aveva precedenti per associazione a
delinquere ed era stato condannato a tre anni di reclusione. Non aveva
chiesto la riabilitazione: se lo avesse fatto siederebbe in Consiglio come
i suoi colleghi che, secondo la Questura, si erano macchiati di reati
ugualmente gravi. A Montecalvario, ad esempio, è stato eletto un
consigliere con precedenti per associazione di tipo mafioso, estorsione,
ricettazione, danneggiamento, rissa, oltraggio. Lo stesso, nel corso della
campagna elettorale, ha denunciato di essere stato vittima di un tentativo
di estorsione da parte del clan Di Biase che domina nei quartieri: i boss
gli avrebbero chiesto soldi per permettergli di affiggere manifesti. Poco
più di un mese dopo un altro eletto del popolo è stato
indagato a piede libero per associazione camorristica: per essere eletto si
sarebbe affidato allo stesso clan di Biase accusato dall'altro consigliere.
Un altro consigliere di Montecalvario, è stato segnalato per
favoreggiamento, falso in genere, reati contro l'amministrazione della
giustizia e guida senza patente. L'ultimo segnalato dalla questura, invece,
ha precedenti per furto, lesioni personali, oltragio, reati contro la
religione e i defunti, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
"Abbiamo fatto le necessarie verifiche - spiega il presidente della
municipalità, Alberto Patruno - e non sono emersi elementi che ne
impedissero l'insediamento. Noi rispettiamo le leggi". Non sono emerse
condizioni che imponevano lo stop anche nel caso dei tre consiglieri
segnalati dalla questura al presidente della nella terza
municipalità Alfonso Principe. Uno ha precedenti per truffa, l'altro
per associazione per delinquere e al casellario giuziale registra due
condanne per violazione alla disciplina del contrabbando dei tabacchi e
delle leggi doganali. Il terzo ha precedenti per furto. Non sono meno gravi
i reati segnalati dalla Questura per gli eletti a Barra, Secondigliano e
Pianura. E c'è dell'altro: molti consiglieri della precedente
legislatura sono stati coinvolti dalla cosiddetta gettonopoli: secondo il
magistrato che ha condotto le indagini, Maria Antonietta Troncone,
sarebbero stati protagonisti di assunzioni sospette cominciando a figurare
nel libro paga di amici e parenti subito dopo l'elezione. In questo modo le
imprese avrebbero incassato i rimborsi per le assenze dei politici
impegnati in riunioni di consiglio e di commissione. Riunioni che, come si
può facilmente notare dai siti internet delle stesse
municipalità, contrinuano a proliferare. (3-continua).
NONOSTANTE TUTTO, LA POLITICA è
INDISPENSABILE RISPONDE PIETRO GARGANO
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 06-10-2007)
Nonostante tutto, la politica è indispensabile Non soddisfa la
risposta dell'ex ministro Maroni a chi chiedeva ragione della
"schifezza politica" di Svendopoli. Ha
detto con candore autoassolutorio: "Le regole non c'erano".
Già nel 1996 Il Giornale scoperchiò Affittopoli, e aveva
tutto il tempo per mettere le regole, lui che era il custode degli immobili
degli enti previdenziali. C'è stato un lassismo bipartisan. Giuseppe
Marano - MONTELLA (AV) * * * Convegno di Fini e Veltroni: "Aggredire
il declino". Sì, il declino è in atto. Ma è
iniziato 15 anni fa: la Spagna era indietro e ci ha superati. Fini e
Veltroni appartengono alla Nuova Aristocrazia che ha drenato risorse per
avere consenso: enti inutili, superconsulenze, finanziamenti alla stampa di
partito, aumento degli immobili per la politica,
autoblu, scorte, liquidazioni altissime. Le risorse sono state sottratte al
mondo produttivo e alla ricerca, le banche usate per scalate politiche.
Fini e Veltroni scopriranno che il declino è legato all'ascesa della
Nuova Aristocrazia; e che loro potenti sono impotenti a fermarlo a meno che
non si licenzi la Nuova Aristocrazia in blocco. Francesco Degni - NAPOLI *
* * La Regione dà consulenze per un milione di euro per sapere se a
Scampia c'è disagio. Molti dicono che non andranno più a
votare. Ma i politici non lo capiscono. Andremo alla dittatura
dell'imbroglio? O alla rivoluzione? Graziella Iaccarino-Idelson - NAPOLI *
* * Egregio dottor Gargano, a Bari Prodi ha ripetuto che in un'Italia che
riparte il problema spinoso resta l'evasione fiscale. Non avrebbe dovuto
risponderci Visco? Il popolo sta rinsavendo e si allontana sempre di
più dalla politica. Giuseppe Mancini -
NAPOLI * * * Le grandi firme e, con qualche eccezione, i politici hanno
sparato a zero sul V. Day: demagogico, anticamera della dittatura. Pochi si
sono interrogati sul perchè e su cosa fare. La volontà
popolare è stata aggirata e turlupinata. La nostra è la
classe politica più vecchia, numerosa e
meglio pagata al mondo. Il bilancio del Quirinale è segreto, quello
di Buckingam Palace è in internet ed è un quarto. E stata
definita una casta. Passa da Affittopoli a Vendopoli. E arrivata ad
autoeleggersi con un sistema autoreferenziale che espropria i cittadini
della sovranità di premiare e bocciare. C'è voluto un braccio
di ferro di oltre un anno per espellere Previti mentre ne restano tanti
altri, condannati, persino collusi di mafia, che legiferano per noi. Chi fa
antipolitica, i partiti,
questi partiti, o Grillo e il suo popolo che dice
basta? Ezio Pelino - SULMONA (AQ) * * * Grillo ha irritato tanti. Politici
ma anche direttori di giornali, giornalisti ossequienti e portaborse. Ha
avuto il torto di radunare persone e fare proposte. Fa
della antipolitica. E allora? Se la politica
è quella cui ci hanno abituato i politici, di ogni colore,
perchè starnazzare? Non sarebbe ora di mettersi al servizio dei
cittadini? Pasquale Mirante SESSA AURUNCA (SA) * * * Ho tre figli, due
medici e un biologo; per legge non possono fare altri lavori e
devono fare ogni anno corsi di aggiornamento, obbligatori ma a pagamento.
Gli onorevoli hanno 3.500 euro mensili per aggiornarsi, cosa che dovrebbe
far parte del loro compito istituzionale. Vorrei che non ci fosse tanto
accanimento verso chi lavora nella sanità e si riducessero i costi
della politica. I deputati hanno 32 denti come
tutti e potrebbero accontentarsi di una tavola calda di tipo aziendale a
Monteciborio. Mattia Iacocca - NAPOLI Chi la chiama Casta, chi - come il
lettore Degni - Nuova Aristrocrazia. Entro anch'io nel numero dei
portaborse, difendendo la politica in sé. E vero,
molti hanno un confine dell'etica piuttosto basso; chi ha carichi penali
dovrebbe restare mille miglia lontano dal Parlamento; ci sono scandali a
ripetizione, Tangentopoli non è servita a nulla; il livello medio
è scadente. Però il ruolo della politica
resta insostituibile. Non ha senso proporre, come ha fatto Grillo, di porre
il limite di due legislature: dei bravi c'è bisogno, i cattivi
dovrebbero essere scartati dai cittadini, con una legge elettorale
finalmente decente.
Udine Una sforbiciata alla
burocrazia. (sezione: Costi dei politici)
( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)"
del 06-10-2007)
Udine Una sforbiciata alla burocrazia.
Da tre a sei: le aziende sanitarie in Friuli Venezia Giulia si riducono,
con buona pace dei cittadini e dell'onere amministrativo e un'ipotetica
riduzione di costi. La giunta regionale ha approvato il progetto di legge
sul ridimensionamento del numero delle Ass: entro la fine dell'anno - ha
comunicato l'assessore regionale Ezio Beltrame - saranno in pista la 1,
comprendente il territorio dei comuni della province di Trieste e Gorizia,
la 2, con il territorio dei comuni della provincia di Udine e la 3 che
racchiude l'area della provincia di Pordenone. Per le altre si
metterà la parola fine.Tutti uniti nella scelta? Più o meno.
Rifondazione comunista non ha voluto essere presente al momento della
votazione (solo un caso?), sta di fatto che la giunta ha accolto le
raccomandazioni portate sul tavolo dall'assessore Roberto Antonaz,
preoccupato soprattutto sulla destinazione fisica dell'Azienda
giuliano-isontina: a Gorizia, punto e basta. "E stato un lavoro di
lungo approfondimento - ha esordito Beltrame - che continuerà con
incontri e concertazioni faccia a faccia con i sindaci". Nessuna
imposizione, dunque, ma volontà di collaborazione per non
determinare una calata dall'alto del restringimento delle aziende
socio-sanitarie. La sperimentazione proseguirà per tutto il 2008 e,
se non ci saranno colpi di scena, dal 1 gennaio 2009 la Regione
potrà contare su tre nuove aziende. I risultati si potranno vedere
subito, secondo Beltrame: "Si toglieranno i confini burocratici e
s'introdurrà maggiore equità nelle cure, oltre a stabilire
una più incisiva concertazione con i sindaci". Verrà
rafforzata la collaborazione e pure il sistema delle deleghe: per ogni
distretto ci saranno due sindaci incaricati ad interloquire con le Aziende
e verrà accresciuta la presenza dei professionisti. Accanto a questa
ristrutturazione si pone pure la riorganizzazione della rete ospedaliera:
saranno individuati - spiega Beltrame - modalità
e tempi per l'integrazione funzionale della rete ospedaliera, in armonia
con il piano sanitario e socio-sanitario regionale, prevedendo
l'attivazione di dipartimenti interospedalieri e protocolli per l'utilizzo
comune delle risorse, nonché per l'implementazione dei sistemi di controllo
della qualità delle prestazioni. Tutto questo
comporterà una facilitazione per il percorso dei cittadini
all'interno del sistema sanitario. E per
contrastare il ricorso in massa alle vie legali sul fronte accesissimo del
risarcimento danni per la malpractice in sanità ecco il via libera
all'istituzione della prima Camera di conciliazione per le controversie in
materia di responsabilità professionale medica e odontoiatrica.Gli
obiettivi della Camera vengono così sintetizzati da Beltrame:
contribuisce alla tutela dei diritti dei cittadini, favorisce la riduzione
dei costi del contenzioso, costituisce un luogo di incontro tra cittadini e
personale medico ed odontoiatrica con riferimento ai problemi che possono
insorgere nell'esercizio professionale. Una sanità 24 su 24 è
possibile grazie alla luce verde data alle Uap, unità di assistenza
primaria. In questo modo la giunta ha anticipato un provvedimento che
è inserito in un collegato della Finanziaria nazionale.
Avremo nuclei con un un minimo di 15 medici di base pronti a rispondere
alle emergenze dei cittadini.Irene Giurovich.
(ACR) COSTI POLITICA, DIGILIO
SU INIZIATIVE DI AN - (sezione: Costi dei politici)
( da "Basilicanet.it" del 06-10-2007)
14.57.43 [Basilicata] "I
banchetti che domani saranno allestiti da militanti
volontari e dirigenti di An in una trentina di piazze delle due province e
il disegno di legge sulla riduzione dei costi e una maggiore trasparenza
della politica e delle istituzioni (in questo caso di intesa con IdV) sono
la migliore risposta al dilagante fenomeno dell'antipolitica che si è diffuso in regione dopo la
trasmissione-spettacolo Annozero". E' quanto sostiene il
segretario e consigliere regionale di An Egidio Digilio sottolineando che
"le iniziative in piazza sono un'occasione di contatto con i cittadini
per spiegare le motivazioni della manifestazione nazionale del 13 ottobre
alla quale parteciperanno, siamo certi, numerosi lucani e per rinnovare il
patto di impegno dalla parte della gente". "A parere di Digilio
la manifestazione nazionale "è un momento di confronto sui temi
che ci vedono da tempo all'opposizione del governo Prodi sino
all'iniziativa di mandarlo a casa' per nuove elezioni ma anche sui temi
della vita quotidiana delle nostre comunità. Dall'ultima statistica
Istat sulla povertà in Basilicata abbiamo un'ulteriore conferma che
lo stato di disagio sociale è molto diffuso tra le famiglie lucane e
che il reddito di cittadinanza solidale voluto dalla Regione è una
risposta ampiamente inadeguata, da elemosina. In sostanza allo spettacolo'
preferiamo la politica vera. La proposta di legge
illustrata nei giorni dal presidente del partito Gianfranco Fini riguarda
l'introduzione di limiti per i rimborsi elettorali, la decurtazione delle
indennità parlamentari, la riduzione del numero dei ministeri e
fissa un numero massimo dei componenti del Governo. Essa contiene linee
guida anche per gli enti locali, tra le quali la riduzione degli assessori
e dei consiglieri e che quindi insieme alla riduzione delle Comunità
montane e delle Asl, alla soppressione di enti ed organismi subregionali,
ci riguardano direttamente. Ridurre i costi della politica
è solo un passo per avvicinare di più la politica
ai cittadini". (segue).
14.59.01 [Basilicata] Siamo coscienti
conclude Digilio - che il crescente clima di
ostilità nei confronti delle istituzioni è più
profondo e maggiore di quanto percepito. Percezione che ci fa dire che se
non diamo corso ad una seria manovra per ridare credibilità alle
istituzioni vedremo il funerale della democrazia rappresentativa italiana.
Non è un fenomeno legato all'indignazione di un comico. Le
istituzioni sono autoreferenziali e costose più di quanto il
cittadino è disposto a sopportare. Abbiamo un numero di parlamentari
che non ha eguali al mondo. O si fornisce una risposta o si rischia che gli
italiani si disamorino complessivamente alle istituzioni e alla politica sia di maggioranza che di opposizione".
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