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ARCHIVIO   DI   DOSSIER “I COSTI DELLA POLITICA”  

 

Dal 26 al 30 settembre

 

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30-9-2007

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Articoli del 30-9-2007

Indice degli articoli del 30-9-2007

-Nuovo partito ( da "Tirreno, Il" del 30-09-2007)
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Lato A e lato B anche in politica? Lato A e lato B. Con la nuova geometria sulla scia di m ( da "Stampa, La" del 30-09-2007)
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BREVI ( da "Secolo XIX, Il" del 30-09-2007)
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Costi della politica e meno burocrazia fra le priorità del pd ( da "Messaggero Veneto, Il" del 30-09-2007)
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RIDUZIONE del 20% dei consiglieri provinciali e comunali, abolizione del gettone ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 30-09-2007)
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Enti pubblici, la Finanziaria fa Prevista la diminuzione dei membri nei consigli d'amministrazione ( da "Resto del Carlino, Il (Forli)" del 30-09-2007)
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RISPARMI Addio a comunità montane e circoscrizioni ( da "Resto del Carlino, Il (Forli)" del 30-09-2007)
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Di FABIO ROSSINuove tasse per colmare il "buco"? La Regione giura che non ci saran ( da "Messaggero, Il" del 30-09-2007)
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PESCARA - Indennità economiche a parte, ogni gruppo consiliare alla Regione avrà diritto a ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 30-09-2007)
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I costi della politica e le resistenze della casta ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-09-2007)
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OSIMO - Se al lavoro di un amministratore pubblico corrisponde efficienza ed impegno il compen ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 30-09-2007)
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ROMA - Ministro Santagata, Beppe Grillo e quelli del "V-day" saranno so ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 30-09-2007) + 10 altre fonti
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COSTI DELLA POLITICA SFORBICIATA DEL 10 PER CENTO AI RIMBORSI. L'EX PM: UN'IDEA MIA . SI RAFFORZA L'ASSE CON AN 0 La 'zampata' di Di Pietro: tagliati i soldi ai partiti ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 30-09-2007) + 16 altre fonti
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Una sforbiciatina ai costi della politica ( da "Nuova Venezia, La" del 30-09-2007) + 5 altre fonti
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Indennità parlamentare, scatto dimezzato ( da "Gazzetta del Sud" del 30-09-2007)
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Bagarre in Consiglio sulla riduzione dei gettoni di presenza ( da "Gazzetta del Sud" del 30-09-2007)
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La casta dei politici e la razza padrona ( da "KataWebFinanza" del 30-09-2007)
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Arrivano gli amici di Grillo, riprese tv vietate ( da "Corriere Adriatico" del 30-09-2007)
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TOSCANA: BANDINELLI, SU COSTI POLITICA BENE MARTINI MA NON BASTA ( da "Metronews" del 30-09-2007)


Nuovo partito (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 30-09-2007)

Pisa NUOVO PARTITO NUOVO PARTITO Finalmente qualcuno che ascolta la base PISA. In questi mesi sono diventato un entusiasta del Partito Democratico. Purtroppo a volte la tensione ideale che sovrasta questa operazione di sintesi cultural-politica viene smarrita, io stesso mi scopro avvilito da sentimenti e azioni che circondano il voto del 14 ottobre, perché penso che: 1) andare alla costituente non debba essere percepito come un accredito per le prossime elezioni comunali, ma debba essere vissuto semplicemente come un contributo alla creazione del futuro partito; 2) lo spirito unitario, necessario per la costruzione di un soggetto unico, non si ottenga con l'unanimismo su un segretario, ma con un sentimento leale di collaborazione, ricordando che al di là delle differenti valutazioni sui candidati ci stiamo impegnando insieme perché condividiamo gli stessi principi di libertà eguaglianza solidarietà. Per superare questi problemi i primi obiettivi da porsi devono riguardare i meccanismi partecipativi e decisionali interni: se il principio primo del Pd sarà quello dell'autonomia morale e politica delle persone, cioè il principio, secondo cui nessuno deve esercitare un potere di controllo sulle scelte altrui, allora dobbiamo costruire: 1) un metodo di selezione della classe dirigente democratico e trasparente, evitando chiamate dall'alto ma legando le posizioni di responsabilità a un consenso dal basso; 2) un partito laico in tutto e per tutto, che non imponga la fede in un segretario ma che sia un luogo di dibattito libero in cui le persone si possano realmente confrontare e che sappia prendere posizioni unitarie ma senza l'assillo dell'unanimismo o dei giochi di corrente. Raffaele Zortea LA CRITICA Scuolabus e impianti mancano dipendenti PISA. Si è tenuto un incontro sindacale sui servizi scuolabus e impianti sportivi, ma a questo incontro non erano presenti né l'assessore Cerri né la direzione generale bensì il solo dirigente del settore. Assenze che confermano il crescente disimpegno della amministrazione nella gestione di alcuni servizi che operano con organici e investimenti insufficienti. Si tratta di servizi di non poco conto visto che nel caso dello scuolabus centinaia sono i bambini serviti. Lo scuolabus comunale ha aumentato i servizi, ma se non saranno sostituiti i colleghi che a dicembre andranno in pensione, molti dei servizi non saranno più erogati e ad essere colpiti saranno bambini e ragazzi della scuola dell'obbligo. Per queste ragioni l'amministrazione dovrà impegnarsi nelle prossime settimane a qualche assunzione a tempo determinato. Ma anche lo sport non gode di buona salute. E' intenzione dell'amministrazione riprendere in gestione impianti nel tempo esternalizzati ma ci chiediamo come questo buon intento possa andare a buon fine con le attuali carenze di organico e senza investimenti adeguati nella gestione del personale e degli impianti. Cobas Comune di Pisa CONSORZI Fermiamo lo spreco di denaro pubblico PISA. In Toscana i Consorzi di bonifica sono 13 oltre a 13 Comunità montane che svolgono direttamente le funzioni di bonifica ed hanno 35 milioni di euro di entrate a carico dei cittadini. Tali Consorzi spendono circa 15 milioni di euro a esercizio per il funzionamento degli organi, costi del personale e di esazione, costi per le elezioni e altro. Le indennità degli amministratori arrivando in taluni casi oltre i 5.000 euro al mese per i presidenti, a 15.000 euro annui per i revisori dei conti, mentre i gettoni di presenza possono arrivare fino a 130 euro a seduta. L'abolizione di questi organismi e il passaggio delle competenze alle Province, costituirebbero una semplificazione, razionalizzazione ed una maggiore efficienza dei processi, mentre il risparmio, a carico delle tasche del cittadino e delle imprese ma anche delle finanze pubbliche, sarebbe consistente e giustificato. Per questi motivi il 21 di questo mese le opposizioni in consiglio regionale hanno presentato un disegno di legge che tende a rendere più efficiente ed efficace il servizio volto alla tutela e valorizzazione delle produzioni agricole, alla difesa del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela dell' ambiente e delle risorse naturali. Giovanni Garzella LA POLEMICA Marina non è Forte dei Marmi PISA. Sul Tirreno ho letto un articolo sul litorale in cui compariva il nome del consigliere comunale Antonio Ghionzoli il quale preannunciava grandi cambiamenti per Marina; due fra i tanti: il rifacimento delle piazze, la pedonalizzazione di tutto il lungomare. Ora, cari marinesi, ve lo immaginate, in pieno luglio e agosto, quando non si trova un "buco" per parcheggiare, se volete consumare frettolosamente un caffè o comprare un giornale, dove andare a parcheggiare l'auto? Minimo a 200 metri. Questi signori del Comune hanno scambiato Marina per Forte dei Marmi, ma lì, la struttura del paese lo permette, a Marina no. Qui i ristoranti, i bar, le tabaccherie e le edicole guadagnano qualche soldino con le persone di passaggio che vanno a Tirrenia o a Livorno. Michele Alia.


Lato A e lato B anche in politica? Lato A e lato B. Con la nuova geometria sulla scia di m (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 30-09-2007)

Iss Italia, avrebbe senso per i politici una distinzione fra i due lati? GABRIELE BARABINO TORTONA "E noi dei quartieri lavoriamo gratis!" Ho letto che i consigli di amministrazione delle aziende partecipate dovranno ridurre i loro membri. Mi sembra corretto perché chi fa politica a servizio della cittadinanza dovrebbe farlo senza gravare sulle tasche dei cittadini. Noi, presidenti di circoscrizione, effettuiamo il nostro compito senza guadagnare un euro, nemmeno un gettone di presenza, anzi rimettendoci spesso di tasca nostra per la promozione di eventi nei quartieri. Senza contare il tempo dedicato all'attività! VINCENZO LUMELLO, PRESIDENTE CIRCOSCRIZIONE VALENTINO CASALE MONFERRATO A Novi non c'è più neppure un cinema! Leggendo l'articolo sul Teatro Marenco di Novi, vorrei segnalare che Novi avrà sì nel 2011 il teatro storico agibile (dopo circa un secolo), ma i cittadini novesi non hanno la possibilità di godersi alcun film. Infatti, non abbiamo un cinema, o meglio esiste una sala cinematografica nuova aperta circa un anno fa e chiusa quasi subito per divergenze tra il gestore e i proprietari dei muri. Gran parte dei novesi, anziani e ragazzi al di sotto dei 18 anni, non hanno dunque la possibilità di andare al cinema. Sollecitazioni fatte da me e da moltissime altre persone a enti di ogni genere hanno ottenuto risposte evasive. E dire che nel breve tempo in cui la sala è rimasta aperta, l'affluenza di pubblico era notevole. GIGLIOLA LECHNER MAIRANO NOVI LIGURE Prezzi, pensionati molto preoccupati C'è grande allarme tra lavoratori e pensionati per il possibile aumento dei prezzi di energia elettrica, gas e di beni di prima necessità (latte, pane, pasta ecc). Si rende necessaria una iniziativa sindacale per contenere l'aumento dei prezzi e le spinte speculative che possono avviarsi. A livello nazionale Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil stanno valutando la possibilità di richiedere incontri con le grandi catene di distribuzione e con gli enti gestori della telefonia e dell'energia per concordare strumenti di contenimento dei prezzi. E' anche necessario un confronto serrato col Governo in sede di discussione della legge finanziaria. A livello locale dovranno essere attivate la Commissioni Provinciali per il controllo dei prezzi previste dal decreto Bersani, controllo di prezzi e tariffe, legge per la non autosufficienza e misure fiscali a favore di tutti i pensionati sono gli obiettivi del sindacato pensionati nella campagna d'autunno. Una grande partecipazione di pensionati e pensionate al referendum sull'accordo governo sindacati sull'aumento delle pensioni ed il voto positivo confermeranno la fiducia nel sindacato confederale e consentiranno di proseguire la nostra battaglia. SEGRETERIA SPI ALESSANDRIA Assessori, c'è chi ha i compensi dimezzati Non tutti gli assessori comunali percepiscono stipendi di 1080 euro al mese, come riportato nell'articolo sul Consiglio comunale di Casale, pubblicato sabato 29 settembre. C'è anche chi, dipendente di una azienda o di un ente, se mantiene la sua occupazione introita un compenso da assessore pari a circa il 50 per cento. Se invece rinuncia alla propria attività e si colloca in aspettativa, percepisce il compenso completo da assessore da 1080 euro senza aggiunta di gettoni di presenza. LETTERA FIRMATA CASALE MONFERRATO Precisazione sul tipo di carne Va fatta una precisazione su un articolo riguardante il consumo della carne, apparso sul numero di giovedì 27 settembre. Si accennava a prezzi convenienti praticati in un punto vendita casalese, affermando che si trattava di carne belga o tedesca. Si tratta di un'imprecisione, di cui l'articolista si scusa con l'interessato e con i lettori. La carne cui ci si riferiva è invece danese e/o nazionale, decisamente più apprezzata sul mercato internazionale. R. Al.


BREVI (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-09-2007)

Burlando contromano odiosi attacchi personali Ancora un segnale del decadimento della politica si è avuto, l'altro ieri, con il dibattito nell'aula consiliare della Regione Liguria per la richiesta di dimissioni del presidente Burlando. Le motivazioni della richiesta? Perché Burlando ha guidato contromano e per farsi identificare dagli agenti della Polizia stradale ha presentato un tesserino da parlamentare scaduto. La minoranza di centro destra, con l'ex presidente della Regione, Sandro Biasotti, e Gianni Plinio, di Alleanza nazionale, ha dato fondo a quanto c'è di peggio sul piano politico: gli attacchi personali. Proprio loro che sono sostenitori di Silvio Berlusconi che quanto a comportamenti personali è un vero campione di cattivo gusto, arroganza, cinismo e ridicolaggine. I partiti della Casa delle libertà non hanno niente di politico: inteso come spirito di servizio per risolvere i problemi reali dei cittadini. Infatti abbiamo visto tutte le leggi ad personam fatte durante il governo di centrodestra, compresa la pessima legge elettorale che ci ha regalato alla fine legislatura. Giorgio Borattoe-mail Non difendo Burlando ma la buona creanza Ho visto il dibattito sulla sfiducia presentata dal centrodestra nei confronti del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Uno spettacolo penoso. Gli interventi di Sandro Biasotti e Gianni Plinio sono stati di una cattiveria degna di miglior causa. Da un'infrazione al Codice della strada ne è venuto fuori un dibattito dove il livore personale l'ha fatta da padrone. Non sono un fan di Burlando - pur essendo stato nello stesso partito per dieci lustri - ma, più semplicemente, sono un fan della concretezza e della buona creanza. Giuseppe MerelloGenova Dibattito penoso in Regione è mancata anche l'ironia Ho seguito alla tv la penosa seduta del Consiglio Regionale sulla vicenda Burlando. Non ho gradito gli attacchi personali che il Presidente ha ricevuto e ho invece apprezzato molto la sua difesa. E mancata - in tutti - quella cosa chiamata "ironia" l'uso della quale avrebbe da una parte stemperato i toni e dall'altra ben sintetizzato le accuse : l'unica nota umoristica l'ha data quel Consigliere regionale, della sinistra radicale, che, seriosamente, ha affermato di non essere un'anima bella e di ascoltare in macchina il coro dell'Armata Rossa. Dalle lettere pubblicate sul Secolo XIX noto che il vero addebito che tanti fanno a Burlando non è l'errore di guida, che può capitare , ma il comportamento successivo, con l'esibizione, in luogo della patente che non aveva con sè del tesserino da ex parlamentare, che avrebbe potuto, in qualche modo, intimidire agenti della Polizia stradale. Ma le accuse personali, sono comunque sgradevoli, inutili, e controproducenti. Cesare Simonettie-mail La multa è sacrosanta volgari le basse insinuazioni Ho letto con molto sconforto l'articolo sul dibattito in Consiglio regionale. E scandaloso mischiare la politica con i fatti privati, come ho letto e sentito ieri. Personalmente il presidente Burlando non mi è simpatico, non l'ho nemmeno votato, ma in questo caso spezzo una lancia a suo favore. Giuste le sanzioni per la guida contromano, ma tentare di farlo cadere con insinuazioni su presunti acquisti di biancheria intima, rivelano una bassezza e pochezza di idee. Edoardo CassinelliGenova Il centrodestra studi educazione civica Finalmente è finita la telenovela del presidente Burlando contromano. Non se ne poteva più! Ora si potrà tornare ai doveri, che sono tanti, del Consiglio regionale. Come primo provvedimento suggerirei un corso accelerato di Educazione civica a tutto il centrodestra! Spero che sia compreso anche qualche corso di comportamento civico: come non aver visto l'imbarazzo sul volto del buon e bravo dottor Matteo Rosso, l'unico che si è salvato, durante il suo intervento. Mario Molinarie-mail Politici fuori del mondo ma incassano il gettone Politici fuori dalla realtà. Consiglio regionale a perdere sul "caso Burlando", per prendere un gettone di presenza. Giovanni Poggio e-mail Liguria indipendente come San Marino La lettera di Fulvio Pugliese pubblicata ieri sul Secolo XIX con il titolo "Non sassi ma voti per cacciare i politici" ha centrato un preciso obiettivo: deve essere il popolo a muoversi per ottenere un vero cambiamento. La popolazione ligure, volutamente tenuta disinformata sui diritti della Liguria, non ha ancora capito che il vero cambiamento avverrà solamente quando la Liguria ritornerà indipendente. Solamente allora avremo una classe dirigente ligure che saprà prendersi tutte le responsabilità decisionali, senza aspettare la solita imbeccata da Roma. Sarebbe utile leggere i testi scolastici di Storia delle scuole medie superiori, confrontando quelli liguri con quelli di San Marino, del Canton Ticino svizzero, di Malta, dell'Estonia e dell'Austria. Si potrà così constatare la differenza di come viene raccontata la vera storia di queste comunità. La popolazione ligure non conosce i suoi diritti, perché non viene insegnata la vera storia della Liguria nei libri di storia delle scuole liguri . Vincenzo Matteucci e-mail Concorsi all'italiana per "i prof figli di" Mi riferisco all'articolo "Il bluff della prof. figlia di" pubblicato ieri sulla prima pagina del Secolo XIX, firmato da Francesco Margiocco, articolo che ho letto con estremo interesse. Ora che le procedure di concorso per "professore associato/ordinario" sono bloccate (troppi professori in giro, tra cui io) scopro che si è chiamati direttamente senza concorso. Oltre ai "concorsi all'italiana" abbiamo anche le chiamate senza concorso con procedure davvero "bizantine" proprio come la fondamentale disciplina della neo-Associata di cui l'Italia ha proprio un fondamentale bisogno. Complimenti alla nostra università e al Cun (Consiglio universitario nazionale). Salvatore Gancie-mail 30/09/2007.


Costi della politica e meno burocrazia fra le priorità del pd (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 30-09-2007)

Verso le primarie del 14 ottobre: presentate le liste per la Costituente Costi della politica e meno burocrazia fra le priorità del Pd Mancano ormai poco più di due settimane alle primarie per l'elezione delle assemblee costituenti del Partito democratico, le cui modalità di svolgimento sono state illustrate l'altro pomeriggio in Provincia dall'avvocato Francesco Donolato nel corso di un incontro pubblico organizzato dal comitato promotore comunale del Pd. Si voterà dalle 7 alle 20 in uno degli oltre 10 mila seggi presenti sul territorio nazionale, apponendo una croce sulla lista prescelta, sia sulla scheda per l'assemblea nazionale, sia su quella per l'assemblea regionale. Diverse sono le novità: innanzi tutto potranno votare anche i sedicenni, previa la presentazione di un documento d'identità, gli immigrati con regolare permesso di soggiorno; i trasfertisti e gli studenti fuori sede potranno votare nella sede di lavoro e di studio se si iscriveranno entro il 10 ottobre all'ufficio tecnico amministrativo predisposto in tutte le province. E stato, invece, l'ex assessore comunale ai lavori pubblici Bruno Crocetti ad illustrare il manifesto programmatico provinciale del Pd: la centralità della persona e dei suoi diritti ("Siamo donne e uomini che desiderano concorrere alla creazione del Partito democratico per il rinnovamento del Paese" è l'esordio del documento), la legalità e la certezza delle pene, la riduzione dei costi della politica e lo snellimento della burocrazia sono solo alcune delle priorità del manifesto che, tuttavia, costituisce un'analisi puntuale e completa delle problematiche sociali che affliggono il nostro paese. In esso, infatti, ampio spazio è dedicato al fenomeno dell'immigrazione, ai problemi della sanità, dell'istruzione, dell'ambiente e delle politiche del lavoro. Con particolare riferimento a queste ultime, dal documento emerge una particolare sensibilità nei confronti del contesto della "flessibilità selvaggia". Strettamente collegato a questo punto vi è anche la valorizzazione del ruolo delle donne all'interno della società, dimostrata dalla volontà di assicurare il 50% di presenza femminile all'interno delle liste (che, infatti, presentano alternativamente un nome di uomo e uno di donna). Non sono mancati i riferimenti alla realtà locale, nella quale non si può prescindere da una proficua collaborazione con la Slovenia per avere un ruolo centrale all'interno dell'Euroregione. Alla fine dell'incontro sono state presentate le liste per la costituente nazionale del Pd. Con Rosy Bindi, Democratici, davvero: Giuseppe Cingolani, Marilena Cernigoi, Enrico Masarà, Patrizia Corazza, Marco Menato, Pia Spagnolo, Marco Gregori. Democratici con Veltroni: Alessandro Maran, Silvia Caruso, Diego Moretti, Giorgia Polli, Roberto Scarciglia, Laura Fasiolo, Enrico Gherghetta. I Democratici per Enrico Letta: Giorgio Brandolin, Silvia Altran, Vittorio Brancati, Martina Tartara, Carlo Ranalletta, Flavia Moimas e Luigi Blasig. Eleonora Sartori.


RIDUZIONE del 20% dei consiglieri provinciali e comunali, abolizione del gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 30-09-2007)

Di presenza per i consiglieri delle circoscrizioni con meno di 60 mila abitanti, riduzioni anche sulle comunità montane. Sono le previsioni dalla bozza della finanziaria elaborata dal Governo per abbattere i costi della politica negli enti locali. "Non credo che si tratti di misure adeguate per risanare i conti pubblici che hanno bisogno di nuovi interventi sulle pensioni", commenta l'assessore al bilancio, Piero Giovannini. - -->.


Enti pubblici, la Finanziaria fa Prevista la diminuzione dei membri nei consigli d'amministrazione (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 30-09-2007)

Di EMANUELE CHESI S TAVOLTA la Finanziaria non farà piangere solo i contribuenti: anche i politici corrono il rischio di versare qualche lacrimuccia. Almeno quelli che perderanno la poltrona a causa del provvedimento governativo che prescrive un sostanzioso taglio dei componenti dei consigli di amministrazione. Nel mirino sono una pletora indescrivibile di società controllate totalmente o in parte da Comuni, Province e Comunità montane. Enti con bilanci sostanziosi che esplicano funzioni fondamentali e semisconosciute agenzie di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. Com'è facile immaginare, i nei consigli d'amministrazione (più o meno lautamente retribuiti) si rincorrono spesso gli stessi nomi che fanno capo ai partiti politici. Accanto a manager capaci e volenterosi, i cosiddetti enti di secondo grado accolgono amorevolmente politici di seconda fila (quelli che sostengono i big), amministratori 'trombati' o prepensionati, amici degli amici da accontentare con uno strapuntino e una scrivania, un ruolo di visibilità pubblica e il solito gettone di presenza. IL TAGLIO delle poltrone limita a tre componenti il consiglio di amministrazione delle società partecipate con un capitale inferiore a due milioni di euro. Per le altre sono previsti cinque componenti. Cinque è anche il numero massimo dei rappresentanti dei soci pubblici nelle aziende miste. Restano fuori dall'applicazione della norma le società quotate in Borsa come Hera. Altre importanti aziende come Sapro sono già linea con le indicazioni governative Tra le società forlivesi più note, il taglio più sostanzioso sarà per Romagna Acque, che attualmente conta su un consiglio d'amministrazione di 13 membri. L'ente presieduto dalla diessina Ariana Bocchini (insediata automaticamente a Ridracoli dopo aver concluso il mandato di sindaco a Bertinoro) dovrà dimagrire fino a cinque membri. E dovendo accontentare le pretese di rappresentanza di tre provincie e di tutti i comuni romagnoli (e sullo sfondo, dei partiti) è facile prevedere un bagno di sangue. Anche perché ogni membro del consiglio percepisce un compenso annuo di 15 mila euro (aumentati giusto nel 2007) e un gettone di 135 euro per ogni seduta. Per l'anno 2007 è stato elevato anche il compenso al presidente: 83.700 euro. Destino singolare per l'appena costituita Casa Artusi: il consiglio d'amministrazione dovrà scendere da cinque a tre membri, avendo un capitale inferiore a due milioni di euro. DIMAGRIMENTO in vista anche per il Centro Ricerche Marine (presidente Attilio Rinaldi) e per il Centro Produzioni Animali (presidente Giuseppe Veneri) che dovranno adattarsi a consigli dimezzati. La società di promozione e commercializzazione turistica L'Altra Romagna (65 mila euro di capitale sociale, partecipata dalle province romagnole, le comunità montane e diversi enti economici)dovrà 'contenersi' a cinque membri del consiglio d'amministrazione. Ora sono ben otto, compresi il presidente Orazio Moretti (assessore provinciale diessino, 13 mila euro annui di compenso) e il vicepresidente Pierlorenzo Rossi (20 mila euro annui). Spariranno due poltrone anche nella società aeroportuale 'Promozione e Turismo', che anche nel 2006 ha chiuso con un pesante passivo (245 mila euro) ed ora è stata affidata alla presidenza di Maurizio Fussi (17 mila euro all'anno), sistemato al volo dopo aver lasciato lo scranno di sindaco di Castrocaro. Va incontro a un dimezzamento secco inoltre la Serinar, la società di sostegno al polo universitario presieduta da Piero Gallina, ex presidente della Provincia. Un voto positivo infine (a parte la voragine di bilancio ereditata dal passato), va sicuramente all'azienda dei trasporti E-bus, dov'è rimasto solo l'amministratore unico Ubaldo Marra (45 mila euro annui). Ma il caso più spinoso è senza dubbio quello della Fiera di Forlì. Avendo una composizione societaria mista pubblica e privata, la Fiera rientra nelle maglie della legge per la composizione del consiglio, cadendo però nella tagliola del comma che prevede l'ineleggibilità degli amministratori che hanno firmato tre bilanci in rosso. E il passivo 2006 'contenuto' a 152 mila euro non basta certo a sanare le voragini precedenti. Il presidente Romeo Godoli (24 mila euro annui) e il vicepresidente Bruno Greppi (20 mila euro annui) sarebbero così costretti a lasciare l'incarico. I TEMPI per l'adeguamento alla normativa sono stretti (novembre 2007) anche se l'Anci (l'associazione dei Comuni) sta battendo tutte le strade per ottenere un'applicazione più 'soft'. A far da detonatore alla soluzione finale della crisi potrebbe però essere il calore della polemica politica: l'opposizione punta infatti il dito verso Godoli evidenziando l'inopportunità politica del suo ruolo di rappresentante del Comune nella Fiera e, allo stesso tempo, controparte dell'ente come presidente della società Punta di Ferro interessata alla costruzione dell'ipermercato di Pieveacquedotto. - -->.


RISPARMI Addio a comunità montane e circoscrizioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Forlì)" del 30-09-2007)

NON CI SONO solo le società partecipate dagli enti pubblici nel mirino delle misure di contenimento dei costi della politica varati dal governo. La scure sta infatti per abbattersi anche sui consigli elettivi e sugli organi di rappresentanza del territorio. Una cura dimagrante feroce potrebbe essere varata per le Comunità montane, il cui numero è proliferato all'inverosimile negli ultimi anni. Si prevedono tagli di posti in consiglio e soprattutto accorpamenti di enti a livello provinciale. Stop all'ampliamento e anzi una progressiva diminuzione, almeno a partire dalla prossima legislutare, sono previsti per i consigli comunali, provinciali e per le rispettive giunte. Infine i consigli circoscrizionali. Saranno mantenuti solo per le città più grandi. Forlì dovrà farne a meno, anche se sarà possibile ricorrere a organi di rappresentanza di quartiere (come è stato fatto ad esempio a Imola) completamente v


Di FABIO ROSSINuove tasse per colmare il "buco"? La Regione giura che non ci saran (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il" del 30-09-2007)

Di FABIO ROSSI Nuove tasse per colmare il "buco"? La Regione giura che non ci saranno, mai. Ma il ministero della Salute non è d'accordo: "Se il Lazio non centrerà gli obiettivi del piano di rientro dal debito della sanità scatterà automaticamente l'aumento delle addizionali alle tasse e, probabilmente, anche il commissariamento del sistema sanitario regionale". A tracciare un quadro a tinte fosche è il sottosegretario alla Salute Serafino Zucchelli, da giorni diventato una via di mezzo tra un Grillo parlante e un implacabile fustigatore per la Pisana. In settimana aveva bocciato sonoramente il Lazio, definendola "l'unica Regione in ritardo rispetto al piano di recupero fissato". Adesso conferma: "a fornire un quadro negativo sono le ultime indagini tecniche, che parlano di un ulteriore deficit della sanità, di cui è al corrente anche il presidente Piero Marrazzo - spiega Zucchelli - di questo passo gli obiettivi prefissati non saranno raggiunti, visto anche che mancano soltanto tre mesi alla fine dell'anno". E se non si andrà in meta, secondo il medico emiliano, saranno guai seri: "Nell'accordo con il Governo è previsto che i deficit debbano essere immediatamente coperti dalle Regioni inadempienti, quindi l'incremento delle tasse sarà inevitabile". I conti li fa, dal centrodestra, uno che le finanze della Pisana le conosce bene: Andrea Augello, senatore di An e assessore al Bilancio ai tempi della giunta di Francesco Storace. "Per coprire duecento milioni di euro servirebbe un incremento dell'aliquota Irpef dello 0,4 per cento", ipotizza. Se la scelta fosse quella - parte del peso potrebbe essere scaricata sull'Irap, e quindi sulle imprese - un cittadino con un imponibile lordo di 25 mila euro pagherebbe quindi 100 euro l'anno in più di Irpef. Ma Augello va oltre: "Credo che l'assessore Battaglia abbia garbatamente tentato di nascondere che lo sfondamento di 215 milioni oggetto delle rampogne ministeriali nei suoi confronti non riguarda affatto il 2007 ma è da riferirsi al 2006", sostiene il senatore di An. "Per il 2007 si sta manifestando un ulteriore sfondamento, pesato nel valore di circa 200 milioni al 30 giugno di quest'anno - aggiunge l'ex assessore al Bilancio - Questo significa che al 31 dicembre questa cifra potrebbe raddoppiarsi". Dalla Pisana, però, l'ipotesi di nuove tasse viene respinta seccamente, senza nascondere accenti polemici nei confronti del sottosegretario alla Salute: "Bisognerebbe essere molto cauti, prima di lanciare messaggi non corretti, che possono dare informazioni sbagliate ai cittadini - dice l'assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri - La Finanziaria ci impone di coprire l'eventuale deficit, ammesso che a fine anno ci sarà, ma non necessariamente con nuove tasse. Queste, anzi, sono un'ipotesi che escludiamo categoricamente: come abbiamo sempre detto, nel 2008 resteranno invariate e nel 2009 le abbasseremo". Come fare, allora, a coprire il "buco"? "Con i risparmi sulla spesa corrente, ossia sul costo di tutta la macchina amministrativa, che già abbiamo avviato nell'ultimo bilancio e nell'assestamento (con 124 milioni di risparmio) - risponde Nieri - A fine anno il Lazio sarà molto probabilmente la prima Regione d'Italia per il taglio dei costi della politica". "I conti ci preoccupano e la sanità non è facile da stabilizzare - aggiunge l'assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia - Ma siamo in grado di centrare l'obiettivo del piano di rientro entro l'anno recuperando i 214 milioni di euro di deficit trovati nel mese di luglio". Secondo Battaglia è però "necessario monitorare i conti e non farli solo il 31 dicembre, perché così si evitano le sorprese".


PESCARA - Indennità economiche a parte, ogni gruppo consiliare alla Regione avrà diritto a (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 30-09-2007)

Tre dipendenti. Quindi ogni nuovo gruppo monodose, cioè composto da un solo consigliere, avrà diritto a tre impiegati. Se poi desidererà rinunciarci, e avvalersi per esempio della collaborazione di un solo dipendente, potrà intascare l'equivalente degli altri due stipendi per finanziare le attività del suo gruppo. Insomma un bello scandalo. Per questo il Polo ora spera che l'iter per l'approvazione della modifica proposta dal presidente del Consiglio regionale Marino Roselli che ha fissato un tetto di minimo tre consiglieri per ogni gruppo, sia veloce. "Così come lo è stato per la modifica del regolamento approvata per consentire la costituzione del gruppo dell'Unione, subito dopo l'insediamento del Consiglio", dice Fabrizio Di Stefano di An. "Si fa un gran parlare della necessità di ridurre i costi della politica, ma poi - alla prova dei fatti - non ci si fa scrupolo di moltiplicare i gruppi consiliari in monogruppi composti da un solo consigliere, con relativo aumento spaventoso delle spese": a dichiarare "sconcerto e dissenso" sulla delibera dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale che ieri ha dato il "via libera" alla formazione di nuovi monogruppi consiliari, è Alfredo Castiglione, capogruppo di Alleanza Nazionale. "Fabrizio Di Stefano e Daniela Stati, membri dell'ufficio di presidenza - hanno fatto bene a non partecipare alla seduta dell'ufficio di presidenza. Siamo in piena sintonia con tale decisione: una loro presenza avrebbe avallato un atto legittimo ma decisamente irresponsabile. Piuttosto è urgente a questo punto convocare la giunta per il regolamento e la commissione competente, bisogna arrivare in tempi rapidi ad una modifica del regolamento che ponga un freno a questa sconsiderata proliferazione di gruppi che fa lievitare in maniera vergognosa i costi di funzionamento del consiglio regionale". "Leggo delle giustificate preoccupazioni del Presidente del Consiglio regionale Marino Roselli per il proliferare dei Gruppi consiliari, ma non leggo altrettanta preoccupazione e sconcerto per quanto accade in casa dello stesso Roselli con il Partito Democratico - questo il commento di Nazario Pagano, Capogruppo di Forza Italia - Non può passare sotto silenzio che il Partito Democratico, sbandieratamene nato per semplificare la politica e combatterne gli aspetti degenerativi, si assesti poi in Consiglio con ben tre Gruppi..questo sarebbe il vero scandalo, caro Roselli".


I costi della politica e le resistenze della casta (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-09-2007)

PRIMA PAGINA 30-09-2007 EDITORIALE I costi della politica e le resistenze della casta Giuliano Molossi I l tema dei costi della politica, dei guasti dei partiti e degli intollerabili privilegi della casta continua a tener in fibrillazione il Palazzo. Qualcuno finalmente comincia a capire che al disagio, all'inquietudine, alla rabbia della gente bisognerà pur dare qualche risposta. Il governo Prodi (102 fra ministri, viceministri e sottosegretari) ha auspicato che il Parlamento proceda alla modifica di tre articoli della Costituzione per ridurre deputati e senatori e ha inoltre previsto un taglio del 20 per cento sul numero dei consiglieri comunali e provinciali. Già Fassino, nei giorni scorsi, aveva avanzato queste e altre proposte: la riduzione delle indennità e pensioni dei parlamentari, allineandole alla media europea; la soppressione dei consigli di quartiere nelle città con meno di 500 mila abitanti; un taglio netto del numero delle amministrazioni provinciali e delle comunità montane. A proposito di queste ultime, c'è una norma che il governo vorrebbe introdurre subito nella prossima Finanziaria che ne fissi in 600 metri di quota la soglia minima. Questo per evitare che comuni a livello del mare, come accade oggi, possano beneficiare di questo status. L'anno scorso le comunità montane, che hanno qualcosa come 7.843 dipendenti, sono costate allo Stato 187 milioni di euro. Ma è bastato che il governo ipotizzasse dei "tagli " per far scatenare la rivolta. E' nato addirittura un gruppo, gli "Amici della montagna ", fatto di 174 parlamentari dei due schieramenti, che invita caldamente il governo a ripensarci. Non è un segnale confortante. Sono tutti bravi a dire: bisogna tagliare, è giusto eliminare gli sprechi. Ma ad una condizione: che si cominci da qualche altra parte. E questo mentre il cittadino continua ogni giorno ad apprendere dai giornali tante piccole e grandi ingiustizie. L'ultima ce l'ha rivelata il quotidiano "Italia oggi", scoprendo che ci sono quattro ex parlamentari della Repubblica che ricevono ogni mese un assegno di 1.733 euro netti mensili, il cosidetto vitalizio, per aver lavorato (si fa per dire) un solo giorno. Hanno partecipato alle elezioni dell'87 e si sono dimessi il giorno stesso della loro proclamazione a deputati e senatori. Per tutta la vita riceveranno questo assegno. E' tollerabile una cosa del genere? Si può andare in pensione dopo un giorno quando l'uomo della strada per ottenere lo stesso risultato deve tirare la carretta per almeno trent'anni? Questi quattro signori non si vergognano? E come ci si può stupire che di fronte a fatti del genere uno vada in piazza ad applaudire Grillo che vuol mandarli tutti a quel paese? Gianantonio Stella, coautore della "Casta", il bestseller dell'anno, nei giorni scorsi è tornato alla carica dalle colonne del "Corriere" per constatare amaramente che ai buoni propositi non sono seguiti i fatti. Avevano giurato e spergiurato che lo stipendio dei deputati sarebbe stato tagliato. Al contrario, la loro indennità costerà il 2,77 per cento in più. I vitalizi cresceranno del 2,93 per cento. Il monte paghe del personale dipendente di Camera e Senato aumenterà del 3,73 per cento. E così un semplice ragioniere della Camera guadagnerà 238 mila euro, e cioè ventimila euro più dell'appannaggio del presidente della Repubblica. Non parliamo poi delle spese di trasporto e di rappresentanza che cresceranno del 30 per cento e oltre. E allora, se le cose stanno così, che ce ne facciamo delle buone intenzioni di Fassino e di altri se poi sono destinate a restare sulla carta? Sarà impresa durissima, anche per chi è animato dai migliori propositi, intervenire a fondo, senza guardare in faccia nessuno, senza farsi spaventare dalle resistenze delle lobbies di parlamentari che oggi difendono le comunità montane e domani chissà cosa. Per fortuna bisogna riconoscere che non tutti sono arroccati nella difesa dei loro privilegi. C'è anche chi, in tempi non sospetti, ha percepito, fra i cittadini, la sfiducia crescente nei confronti della classe politica e istituzionale intuendo i rischi di uno "tsunami" dalle conseguenze imprevedibili. segue PAG. 3.


OSIMO - Se al lavoro di un amministratore pubblico corrisponde efficienza ed impegno il compen (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 30-09-2007)

OSIMO - "Se al lavoro di un amministratore pubblico corrisponde efficienza ed impegno il compenso va sempre riconosciuto. L'indennità esalta inoltre il senso di neutralità che un amministratore deve possedere come connotato per ben governare. Sarebbe perciò un errore azzerare le competenze economiche". La pensa così Rosalia Alocco, capogruppo di minoranza de Il Centro per L'Ulivo e prende in questa maniera le distanze dalla proposta del sindaco Latini di azzerare gli stipendi agli amministratori: "Il nostro gettone di presenza di un consigliere è talmente irrisorio che se qualcuno di noi dovesse subire una multa durante la permanenza nella Sala Gialla, i 15 euro netti accreditati non basterebbero a pagarla". Ma aggiunge: "Succede però che nelle partecipate ci siano compensi troppo alti. Il caso dell'Astea è emblematico. Nelle ultime stagioni la Spa non ha prodotto grandi utili e le leggi di mercato impongono di cambiare amministratori o ridimensionare i loro compensi quando i profitti cominciano a venir meno". Nata dalla fusione tra Aspea e Ast Recanati nel settembre 2003, l'Astea opera su un territorio di 700 km/q per un bacino d'utenza di 105.000 abitanti sparsi tra Osimo, Recanati, Porto Recanati, Loreto, Montecassiano, Montelupone e Potenza Picen.. Il 28 febbraio 2004 dopo l'aumento di capitale di 10 milioni di euro sottoscritti dal Comune di Osimo e dalla Gpo (il socio industriale), la partecipazione azionaria di Osimo è salita al 39.6% (Recanati è al 24.13%) mentre quella del socio privato è scesa al 21.32%. Astea è inoltre una holding che oggi vanta 11 società collegate. Per quanto riguarda le indennità per le cariche sociali di Astea e delle società collegate, il Comune ieri ha precisato che i componenti di Astea Acque non percepiscono indennità. Va precisato però che fino al 2006 un compenso era invece previsto per loro. "Per Astea Spa - scrive il Comune - i componenti sono 11, di cui 4 per Osimo, 4 per gli ex Comuni di Ast e 3 per Genova. Da 2 anni il Comune di Osimo chiede la riduzione a 5. Entro novembre i componenti dovrebbero essere ridotti. Le indennità di ciascun consigliere non superano i mille euro lordi". La nuova Finanziaria attraverso il decreto attuativo firmato dal ministro Lanzillotta prevede infatti che entro il 7 novembre i compensi per chi amministra le società partecipate non potrà superare il 70% (l'80% per il presidente) dello stipendio del sindaco; i Cda potranno essere composti da 3 membri (5 per le società con più di 2 milioni di capitale). Oggi l'indennità mensile del sindaco di Osimo (4071 euro lordi) viene quasi eguagliata da quella del presidente Astea (3200 euro lordi mensili di base) se si includono i rimborsi spese e gli emolumenti per le partecipazioni ai Cda. m.p.c.


ROMA - Ministro Santagata, Beppe Grillo e quelli del "V-day" saranno so (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 30-09-2007)
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Di MARCO CONTI ROMA - Ministro Santagata, Beppe Grillo e quelli del "V-day" saranno soddisfatti dei tagli ai costi della politica inseriti in Finanziaria? "Oggettivamente sono una risposta, ma non sono frutto della pressione della piazza. Sono nel programma elettorale dell'Unione e una buona parte furono già oggetto delle leggi Bersani e della passata Finanziaria". Basteranno? "Non volevamo fare l'occhiolino a nessuno, ma mettere assieme dei provvedimenti che hanno come obiettivo quello di migliorare la qualità della pubblica amministrazione". Non pensa ci sia stato un eccessivo lavoro di lima quando invece servirebbe la scure? "Non cercavamo norme ad effetto. Sugli enti, ad esempio, non ne abbiamo aboliti un paio solo per farne un titolo di giornale, ma abbiamo messo insieme dei provvedimenti per snellire e dare più efficienza a tutti gli enti". Quindi Grillo non sarà contento "Sono sicuro che non lo sarà, ma noi dobbiamo dare risposte in termini di efficienza e non di demagogia. Servono risposte coerenti, senza buttare via il bambino con l'acqua sporca. E in questo caso il bambino è la democrazia. Inoltre ricordo che fu Prodi a parlare nella lettera da Creta della necessità di tagliare i costi della politica e della pubblica amministrazione. Da lì partimmo per scrivere il programma delle primarie del 2005. E' ovvio, noi condividiamo da sempre la necessità di snellire i costi della politica, di dare efficienza alla pubblica amministrazione ma senza demagogia". Reggerà il taglio del dieci per cento dei rimborsi elettorali ai pariti? "Penso di sì, così come sono sicuro che passerà la riduzione del 50% dello scatto biennale della indennità parlamentare. D'altra parte abbiamo inserito queste norme in Finanziaria proprio per dargli maggiore certezza". Nessun ministro ha avuto da ridire? "La Finanziaria è uscita dal consiglio dei ministri esattamente come è entrata. Salvo qualche piccolo aggiustamento" Inoltre con il taglio ai costi della politica avete anche fatto un po' di cassa "Il nostro primo obiettivo è stato quello di moralizzare la politica. Il miliardo di risparmio previsto si avrà solo quando tutte le norme andranno a regime. Infatti la maggior parte dei provvedimenti non impattano sull'amministrazione centrale, ma sugli enti locali dai quali ci attendiamo quell'attenzione che qualche amministrazione comunale e regionale ha già avuto". Prodi ha esplicitamente chiesto il sostegno delle Camere, temete che intese più o meno bipartisan possano affossare la riforma? "Ovviamente si tratta di norme che incidono sulle abitudini di tutti e quasi tutte richiedono un livello di lavoro comune a più livelli istituzionali, specie da parte delle regioni. Analoga coerenza spetterà al Parlamento, non solo nell'approvare quanto predisposto dal governo ma anche nel dare attuazione ai dispositivi". Vi attendete anche il contributo dell'opposizione? "La Finanziaria non è blindata. C'è la speranza che dal Parlamento escano suggerimenti utili. Sono sempre ben accetti, così come i voti dell'opposizione. Tutto è emendabile, tranne i saldi".


COSTI DELLA POLITICA SFORBICIATA DEL 10 PER CENTO AI RIMBORSI. L'EX PM: UN'IDEA MIA . SI RAFFORZA L'ASSE CON AN 0 La 'zampata' di Di Pietro: tagliati i soldi ai partiti (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 30-09-2007)
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COSTI DELLA POLITICA SFORBICIATA DEL 10 PER CENTO AI RIMBORSI. L'EX PM: "UN'IDEA MIA". SI RAFFORZA L'ASSE CON AN La 'zampata' di Di Pietro: tagliati i soldi ai partiti ? ROMA ? DIMINUIRE I COSTI della politica di oltre un miliardo di euro, cominciando dal taglio del 10% dei rimborsi elettorali ai partiti. E' l'obiettivo indicato ieri da Romano Prodi, che ha presentato i contenuti della nuova Finanziaria, dicendo di aspettarsi dai partiti "comprensione e una cooperazione forte e convinta". "Su una misura ? ha aggiunto in serata ? che potrebbe piacere al popolo del V-day". IL TAGLIO dei rimborsi è solo una delle misure previste dalla manovra. A detta di Prodi, "nella Pubblica amministrazione verranno eliminati numerosi enti", saranno "snelliti i consigli d'amministrazione delle società partecipate" e potranno essere costituite soltanto società pubbliche "attinenti allo scopo istituzionale degli enti". E ancora: l'obbligo di usare internet per le telefonate e la posta elettronica per la corrispondenza. Decisioni che si aggiungono al "taglio del 20% dei consigli e degli assessori comunali e provinciali", al divieto di consigli circoscrizionali fuori dalle grandi città e a "nuovi criteri per la costituzione delle comunità montane". Il taglio dei contributi ai partiti è stato approvato all'unanimità, ha spiegato Prodi, mentre il ministro Antonio Di Pietro si attribuisce la paternità della proposta. "Ho fatto una 'dipietrata' ? ha spiegato l'ex pm ad Orvieto, alla platea dei circoli "Nuova Italia" di Gianni Alemanno ? Ci volevano soldi per mettere in sicurezza decine di edifici scolastici, ma non sapevamo dove prendere 20-25 milioni di euro all'anno". Da qui, l'idea del taglio del 10%, scritta da Di Pietro su un fogliettino inviato al ministro Vannino Chiti. "La cosa è andata ? chiosa il leader dell'Italia dei Valori ? ora, però, devo controllare che sia contenuta nel testo licenziato". Con una precisazione: "Questa non è antipolitica, non è populismo, ma è un messaggio di come la politica possa risarcire la società". Magari in stile bipartisan, come dimostra la partecipazione all'iniziativa di An, nella convinzione che sui costi della politica, sia necessario "rompere gli schemi". Non manca tuttavia, una bordata a Berlusconi, proprio sul capitolo dei rimborsi elettorali. L'ex premier, ha detto Di Pietro, "ha cartolarizzato tutto il credito di Forza Italia con lo Stato, ora lui i soldi li ha presi mentre il problema resta alla banca che ha accettato di scontare i rimborsi elettorali". "Non so come faccia ? ha ironizzato il ministro ? perché è riuscito a capire in anticipo quello che facevamo stanotte". LA NOTIZIA è stata confermata ieri in ambienti finanziari e politici. In sostanza, Forza Italia è riuscita a cedere il proprio credito a Intesa Sanpaolo (presieduta dal filo prodiano Giovanni Bazoli), attraverso un'operazione del valore di 94 milioni di euro. "Nel mondo della finanza pubblica ? aveva spiegato la scorsa settimana il responsabile delle attività corporate di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché ? assistiamo anche forze politiche che vantano crediti nei confronti del governo. Ogni forza politica vanta dei crediti certi, in funzione dei risultati elettorali". La riduzione del 10%, tuttavia, potrebbe aprire un nuovo scenario. Matteo Spicuglia - -->.


Una sforbiciatina ai costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 30-09-2007)
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Tra le misure: 4.000 assunti per le forze dell'ordine, regime semplificato per i piccoli imprenditori Una sforbiciatina ai costi della politica C'è anche il taglio alle indennità parlamentari e ai rimborsi elettorali ROMA. Ecco le altre misure previste nella Finanziaria. Sicurezza. Il premier Romano Prodi annuncia che 4.000 "giovani militari saranno assunti e passeranno dal servizio militare al comparto della sicurezza". Complessivamente per la sicurezza si stanziano 200 milioni in più. Ires ancora giù. Lo 0,5% di riduzione dell'Ires per le imprese è arrivato nel corso della notte. L'imposta, che è ora al 33%, scende al 27,5% contro il 28% inizialmente ipotizzato. Irap. L'Irap scende dal 4,25% al 3,9% e diventerà sempre più un'imposta regionale. La dichiarazione va presentata alle regioni. Tv, digitale nel 2012. I vecchi televisori analogici andranno presto in pensione e il segnale analogico, quello che dalla nascita della tv in Italia porta i programmi in casa, sarà spento e sostituito definitivamente dal digitale. Slitta però al 2012 la data di passaggio definitivo al digitale omogeneizzando questa data a quella decisa anche nel resto di paesi Ue. Misure per l'ambiente. Conferma dei 600 milioni del Fondo per Kyoto; disposizione che prevede che i nuovi interventi pubblici (edilizia, trasporti, ecc.), almeno nella misura del 40%, debbano essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra; creazione del Fondo per nuovi parchi urbani (150 milioni di euro) per la nascita di 1.000 nuove aree verdi nelle nostre città; sbloccati i fondi, fermi al ministero dell'Economia, per le aree protette del nostro Paese, con un beneficio di oltre 100 milioni di euro; la difesa del mare godrà di un contributo straordinario di 20 milioni di euro. Per la mobilità sostenibile previsto un forte investimento per ferrovie e metropolitane con una previsione di ben 1.000 nuovi treni per pendolari. Costi della politica. Quattro le aree di intervento: 1. La razionalizzazione degli enti pubblici statali e l'eliminazione delle duplicazioni di enti a livello infraregionale; 2. Riqualificazione della spesa nella Pubblica Amministrazione 3. La riforma della rappresentanza politica a livello locale 4. Razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche. Le misure, a regime, comporteranno un risparmio superiore al miliardo di euro. Palazzo Chigi, in una nota, indica le norme che in Finanziaria possono essere ricondotte al contenimento dei costi politico-amministrativi: "Taglio del 10% ai rimborsi elettorali per i partiti; riduzione del 50% dello scatto biennale della indennità parlamentare; razionalizzazione degli enti pubblici statali e soppressione, riordino o trasformazione in enti privati degli enti pubblici statali. Piccoli imprenditori. Un milione di imprenditori "minimi" e "marginali", cioè con un'organizzazione semplice, senza dipendenti, potrà scegliere di aderire - se lo ritiene conveniente - ad un regime semplificato. Chi riguarda: chi ha un giro di affari inferiore a 30mila euro lordi l'anno, non ha fatto investimenti superiori ai 15mila euro nel triennio e non ha dipendenti. Come funziona: per coloro che aderiscono scattano la franchigia dall'Iva (e dalla relativa documentazione), l'esenzione dall'Irap e un solo adempimento per l'Irpef. Che cosa si paga: un'imposta sostitutiva sul reddito pari al 20%.


Indennità parlamentare, scatto dimezzato (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 30-09-2007)

Costi della politica Le novità a regime porteranno risparmi per oltre un miliardo Indennità parlamentare, scatto dimezzato ROMARiduzione del 50% dello scatto biennale delle indennità parlamentari e taglio del 10% del fondo per gli straordinari del personale delle pubbliche amministrazioni e per i rimborsi elettorali ai partiti politici: queste alcune delle misure del disegno di legge sui costi della politica che entrano in finanziaria. Le novità a regime porteranno risparmi per oltre un miliardo di euro. SOCIETA STRETTO DI MESSINA La società Stretto di Messina sarà chiusa. L'iniziativa rientrerebbe nel quadro della riduzione degli sprechi derivanti dagli enti considerati ormai inutili. SOCIETA CONTROLLATE Riduzione del numero dei membri dei cda delle società controllate dalle amministrazioni pubbliche. P.A. Stretta su incarichi e consulenze; attribuzione di incarichi di studio nella Pa solo a chi ha comprovata specializzazione universitaria; riduzione del 20% dei compensi dei commissari straordinari di governo. AUTO DI SERVIZIO La cilindrata media della auto di servizio utilizzate negli uffici della Pa non potrà superare i 1600 cc . PATRIMONIO IMMOBILIARE Taglio di almeno il 10% del valore dei canoni per locazioni passive e costi d'uso di immobili statali. TAGLIO ASSESSORI COMUNALI E PROVINCIALI Il risparmio di spesa conseguente alla adozione della disposizione relativa agli assessori comunali, è quantificabile, a regime, in 16,7 milioni di euro. Il risparmio di spesa conseguente alla adozione della disposizione relativa agli assessori provinciali è quantificabile, a regime, in 6,5 milioni di euro. COMUNITA MONTANE Le nuove norme consentono la riduzione dei costi delle comunità montane per un totale, a regime, di circa 66 milioni di euro. (domenica 30 settembre 2007).


Bagarre in Consiglio sulla riduzione dei gettoni di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 30-09-2007)

Barcellona I crescenti costi della politica Bagarre in Consiglio sulla riduzione dei gettoni di presenza Franco Miano BARCELLONA Tagliari i costi della politica.Se n'è discusso in Consiglio con spaccature trasversali ai vari schieramenti.Si è cominciato con i compensi ai consiglieri per sedute consiliari e di commissione. A proporre un freno agli "sprechi", il consigliere di Forza Italia, Salvatore Imbesi il quale, dopo essersi consultato con il segretario generale del Comune, ha riferito in aula che le sedute delle commissioni consiliari devono avere per oggetto esclusivamente delibere e atti proposti dalla presidenza del consiglio per il loro successivo passaggio in aula, riducendo così il numero delle sedute e quinsi i gettoni di presenza dei consiglieri impegnati. Imbesi ha calcolato, alla luce dei dati dell'ufficio di ragioneria, che i costi sono lievitati da 230.000 euro del 2001 a 479.000 eruo del 2003 e così via. L'intervento di Imbesi ha innescato una polemica, anche dai toni accesi. Uno scontro non solo tra l'esponente di Forza Italia e l'opposizione, ma anche all'interno della stessa maggioranza. Acque agitate all'interno della coalizione, come si evince anche dalle numerose interrogazioni e quesiti che vengono posti al sindaco e all'amministrazione anche dai consiglieri che sostengono lo stesso Nania. A lanciare una provocazione alle proposte di Salvatore Imbesi è stato il consigliere di "Udc per Barcellona" Franco Calabrò, il quale ha proposto una riduzione del 50% su quello che viene percepito mensilmente, ma non solo dai consiglieri, ma anche dal sindaco, dal presidente del consiglio e dagli assessori e quindi la trasmissione degli atti alla Corte dei conti per accertare eventuali anomalie. Il diessino Presti ha chiesto di studiare soluzioni che mirino alla riduzione dei costi. Il consigliere della Margherita Orazio Calamuneri, ha invece sostenuto che "i consiglieri devono continuare a svolgere regolarmente il loro lavoro, sia in aula che nelle commissioni. Nessuno deve tapparmi la bocca". Sulla stessa linea il capogruppo di An, Marte. Il presidente Francesco Crinò ha così annunciato di convocare per martedì alle ore 12, una riunione dei presidenti delle quattro commissioni consiliari e a seguire un vertice dei capi gruppo consiliari. (domenica 30 settembre 2007).


La casta dei politici e la razza padrona (sezione: Costi dei politici)

( da "KataWebFinanza" del 30-09-2007)

SI E avviato un bel dibattito che ha come tema gli italiani e la politica. Il merito occasionale va diviso in parti eguali tra Rizzo e Stella da un lato e Beppe Grillo dall'altro. Dico occasionale perché in realtà è un dibattito che dura da un secolo e mezzo, cioè dalla fondazione dello Stato unitario nel 1861. Pensate un po'! Alcuni ne hanno esaminato le cause, altri ne hanno cavalcato e radicalizzato gli effetti. In questo dibattito, da oltre cinquant'anni, ci sono dentro anch'io e quindi ho qualche titolo per intervenirvi di nuovo. Ma prima è d'obbligo spendere qualche parola sulla legge finanziaria, finalmente licenziata dal Consiglio dei ministri insieme a un decreto che avrà effetti immediati, approvato all'unanimità la sera di venerdì. Il decreto muove risorse per 7 miliardi e mezzo; la Finanziaria 2008 contiene una manovra di 10.700 milioni. Senza una lira di tassa in più. Anzi con un abbattimento di imposte rilevante: 5 punti in meno di Ires, 4 decimali di punto in meno di Irap; una tassa unica del 20 per cento per le micro-imprese che assorbe forfettariamente Iva, Ires e Irap con i connessi adempimenti burocratici. Se ai benefici destinati alle imprese si aggiungono i tre punti di cuneo fiscale già in opera, si vede che le risorse mobilitate per la crescita economica e la competitività sono almeno eguali se non addirittura superiori alle provvidenze realizzate dal cancelliere tedesco Angela Merkel a favore dell'industria del suo Paese. Quei provvedimenti sono stati lodati da tutti gli osservatori e dalle autorità internazionali; ci sarebbe da attendersi analoghe lodi per quanto deciso dal governo italiano, ma in casa nostra la setta (o la casta) degli economisti è molto più avara e quindi non ne parlerà se non a bocca storta per opposte ragioni alla bocca storta di Diliberto, il Pierino della sinistra radicale. Ma una parte notevole della manovra è anche destinata alle fasce deboli dei redditi, alle famiglie, ai giovani, alle infrastrutture; il taglio di alcune spese sugli acquisti della pubblica amministrazione, sull'organico dei pubblici dipendenti e sui costi degli enti locali vincolati da un patto di stabilità stipulato dalla conferenza Stato-Regioni, completa un menu che agisce su due pedali: quello produttivo e quello sociale, facendo sperare su un aumento della domanda globale sia dal lato degli investimenti sia da quello dei consumi. * * * Prodi e i ministri economici si erano impegnati a realizzare una Finanziaria impostata su questa duplice strategia e la promessa è stata mantenuta. Vedo che si insiste molto sulla "leggerezza" della manovra, quasi che le risorse mobilitate configurino soltanto ritocchi di poca importanza. Non mi pare che le cose stiano così. Diciotto miliardi tra decreto e Finanziaria (36 mila miliardi di vecchie lire) indirizzate ad alleggerire oneri fiscali e a rifinanziare i cantieri delle aziende pubbliche che lavorano per le infrastrutture, costituiscono una vigorosa azione di sostegno della domanda, della competitività e dei redditi quale da tempo non si verificava, a parità di pressione fiscale. L'avanzo primario è aumentato da zero a 2 punti, il deficit corrisponde agli impegni presi con l'Europa. Certo non è stato affrontato il grande tema della spesa della pubblica amministrazione. Sarkozy, tanto ammirato in Italia, si cimenterà con questo problema nei prossimi giorni. Il taglio da lui preannunciato è nell'ordine di 9 miliardi di euro. Di più non può fare ancorché il debito pubblico francese sia metà del nostro. Ma il nostro gettito tributario è aumentato molto di più di quello del fisco parigino. Sarkozy spera in una ripresa dell'economia che tuttavia tarda a venire. Questo rende alquanto dubbio il successo della sua manovra. Anche lui ha i suoi guai. Finora è stato più bravo a nasconderli, ma ora i nodi stanno venendo anche al suo pettine. Non dico affatto che il male comune sia un mezzo gaudio: noi abbiamo quanto mai bisogno che l'economia europea sia tonica. Segnalo soltanto che il ciclo economico occidentale non attraversa un periodo di vacche grasse, tutt'altro. Qualche errore di fondo è certamente avvenuto da qualche parte. La ricerca di quell'errore dovrebbe essere occupazione condivisa da imprenditori, banchieri, sindacati, Banche centrali e governi. Tutti infatti sono chiamati in causa e il gioco dello scaricabarile è diventato a questo punto manifestamente impossibile. * * * Dunque pace nel governo e nella coalizione che lo sostiene? Non direi. Direi tregua, sperando che lo sfarinamento dei partiti non produca l'incidente al Senato su cui Berlusconi (e Casini insieme a lui) sta puntando con rinnovato vigore. Ma quand'anche la Finanziaria riuscisse a passare indenne nella cruna dell'ago senatoriale - come ci si deve augurare per il bene non del centrosinistra ma del Paese - è inutile pensare che alle prossime elezioni l'Unione si possa ripresentare nella stessa composizione attuale. Prodi lo vorrebbe ma Bertinotti - a quanto mi risulta - è perfettamente consapevole che non sarà possibile. Bertinotti aveva immaginato che il suo partito avrebbe capito e condiviso la sua strategia di lotta e di governo. Ma ci si è messo di mezzo un profondo sussulto identitario (al quale il "grillismo" ha dato una robusta mano). Il presidente della Camera sa che il gioco gli ha preso la mano; la partita non è più sotto il suo controllo. Sarà difficilissimo se non addirittura impossibile restare nello schema di lotta e di governo per il semplice motivo che gli elettori, tutti gli elettori, pretendono a questo punto coalizioni coese. Le risse interne non sono più accettate né tollerabili. Perciò, quale che sia la legge elettorale con la quale si andrà a votare, nel centrosinistra i riformisti e la sinistra radicale affronteranno divisi il confronto elettorale. Con programmi più semplici e più incisivi. Di venti pagine e non di trecento. Se il voto avverrà nel 2008 Berlusconi vincerà. Se sarà spostato in avanti la partita è aperta e il Partito democratico potrà giocare le sue carte. Casini e Fini saranno abbracciati e digeriti dal Cavaliere di Arcore. Bossi è costola sua e non gli creerà problemi. Ma in un Paese che vive di emozioni rapide ad emergere e anche a capovolgersi nel senso contrario, il governo potrebbe risalire nei consensi e Veltroni potrebbe puntare ad un risultato del 35-40 per cento per il Partito democratico. Questi sono a mio avviso gli elementi della partita. E qui si ripropone il dibattito sulla "casta". E sulle "caste". * * * Non parlerò di Grillo, ma invece di interlocutori di maggior spessore: Gian Antonio Stella e Pierluigi Battista (sul "Corriere della Sera" del 28 e del 29), di Luca Ricolfi (sulla "Stampa" del 28) e di noi di "Repubblica", a cominciare da Ezio Mauro, direttore del nostro giornale. Mauro ha fatto una diagnosi secondo me esaustiva del "malessere" italiano che da almeno vent'anni debilita la fibra democratica e la morale pubblica del nostro paese. Nella classe politica e non soltanto, ma nell'"establishment" nella sua interezza. Nel capitalismo all'italiana, nel sindacalismo all'italiana, nella Chiesa in salsa italiana. E anche nel giornalismo all'italiana. Ha espresso la speranza che ciascuno, per quanto gli compete, rifletta sulle responsabilità proprie e cerchi di correggerne le cause e gli effetti. Sia questo il contributo al risanamento che ciascuno deve portare alla democrazia repubblicana. Stella ha esordito con una citazione a sorpresa: "A Roma spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si sono persuasi, insieme con qualche ministro, di avere la sapienza infusa nel vasto cervello. Non mantengono le promesse, impediscono il movimento a coloro che avrebbero voglia di agire, fanno perdere agli industriali quei mercati che erano riusciti a conquistare. Bisogna licenziare questi padreterni orgogliosi. Troppo a lungo li abbiamo sopportati". Non sono parole di Beppe Grillo - chiosa Stella - né di Guglielmo Giannini né del Bossi della prima maniera, ma nientemeno che di Luigi Einaudi che le scrisse sul "Corriere" del primo febbraio 1919. Vedete dunque...! Bella sorpresa per chi non conosce o ha dimenticato l'Einaudi del 1919. Ma, purtroppo per Stella e anche per noi italiani la citazione è un vero boomerang per la tesi di chi pensa d'avere scoperto la casta politica a far data dal governo Prodi o tutt'al più dal Berlusconi del 2001 fino ai giorni nostri. La casta politica - la citazione lo prova - esisteva già nel 1919 e veniva bollata con parole come si vede roventi. Ma in realtà esisteva da molto prima. Se Stella avrà la pazienza di leggere i discorsi politici di Marco Minghetti, quelli di Silvio Spaventa, quelli di Ruggero Bonghi, troverà le stesse accuse risalenti agli anni Ottanta del secolo XIX. Più tardi le ritroverà nel D'Annunzio della marcia sul fiume e nel Mussolini della marcia su Roma e nel pitale scagliato su Montecitorio dal dannunziano e futurista Keller. Troverà lo scandalo della Banca Romana, il coinvolgimento delittuoso di Francesco Crispi e della stessa Monarchia, la cacciata e l'esilio di Giolitti. E giù giù per li rami arriverà fino al Craxi di Tangentopoli e infine ai giorni nostri. Bisogna, caro Stella, retrodatare tutto di un secolo e mezzo. Ma questo non vuol certo dire che gli attuali reggitori della cosa pubblica siano indenni da colpe, da errori, da omissioni. Vuol dire però che il male è molto antico. Se si è perpetuato malgrado le denunce vigorosissime per un tempo così lungo la vostra diagnosi è dunque sbagliata ed è sbagliata anche quella di Einaudi che parla di un piccolo gruppo di padreterni da cacciare a pedate. Qualcuno, tre anni dopo, li cacciò e venne una dittatura durata vent'anni. E' questo il rimedio? Mi sorge un dubbio: forse i diagnostici della casta hanno un'idea infantile della politica. Parlando al Tv 7 dell'altro ieri, interrogato da Gianni Riotta, Stella ha detto: io so poco di economia e quindi non mi sento in grado di mettere in piazza le supposte malefatte dei capitalisti italiani. Ma i politici sono sicuramente peggio perché hanno tutto il potere e lo ostentano. I politici hanno tutto il potere? Caro Stella, non so in quale paese, ma che dico, in quale mondo tu pensi di vivere. La frazione di potere dei politici (non solo in Italia) è minima rispetto al potere dei detentori del capitale. I quali tra l'altro sono inamovibili perché il loro fondamento è la natura proprietaria di quel potere. Mi scuso per la citazione, ma io scrissi "Razza padrona" nel 1974. Forse non l'hai letta ma ti sarebbe stata utile per portare avanti le tue meritorie battaglie. "Le banche hanno acquisito un potere economico e politico che potrà diventare un pericolo se gli uomini che vi presiedono non avranno piena coscienza della terribile responsabilità che loro incombe nello svolgimento della vita nazionale. Dietro la presenza delle società anonime e al di sopra della inerte massa dei piccoli risparmiatori sta la ristretta brigata dei pochi grandi finanzieri e dei pochi grandi industriali i quali tengono di fatto il potere e direttamente o attraverso delegati controllano l'immensa schiera delle società industriali, mercantili, marittime che costituiscono la clientela delle banche e ad esse si connettono... Indarno si faceva appello alla grande maggioranza degli industriali, per nove decimi sani e onesti con grandi benemerenze di lavoro, di iniziative, di costruttività. La maggioranza laboriosa ma passiva e ignara lasciava che i facinorosi e i furbi andassero all'arrembaggio della nave che portava le fortune dello Stato". Sorpresa, collega Stella: queste parole non sono di Grillo (che peraltro ne ha dette di simili quando denunciava la Cirio, la Parmalat, la Telecom). Non sono neppure mie né tue che non t'intendi di economia; non sono di Montezemolo né di Draghi. Sono - udite udite - di Luigi Einaudi e stanno nel volume "La condotta economica e gli effetti sociali della guerra". Anche queste le scrisse nel 1919 in occasione della crisi dell'Ilva, dell'Ansaldo e della Banca di sconto ma poi, nelle "Lezioni di politica sociale" del 1944 le riprese e le aggiornò. Bisogna leggerlo tutto, Luigi Einaudi, magari insieme a De Viti De Marco, a Gaetano Salvemini e ad Ernesto Rossi, che non erano moderati ma radicali e liberali di sinistra. * * * Oggi il capitalismo è diverso. Conosce (o finge di conoscere) le regole che debbono disciplinare il mercato ma che in Italia sono ancora fragilissime se hanno consentito e consentono che il leader del maggior partito, già tre volte presidente del Consiglio e in vena di ritornarci per la quarta volta, sia il proprietario di metà del duopolio televisivo ed abbia - quando s'insedia a Palazzo Chigi, influenza determinante sull'altra metà pubblica. Mi sarebbe piaciuto leggerne almeno qualche riga nel libro sulla casta, ma non mi pare d'averla trovata. Se mi è sfuggita, sarei grato mi venisse segnalata. Ho letto però, sempre sul "Corriere della Sera", uno scritto del professor Giavazzi che si dichiarava insoddisfatto e turbato perché il ministro dell'Economia aveva nominato come suo rappresentante nel consiglio della Rai (come la legge gli prescrive) persona certamente esperta nella materia specifica ma anziana di età e notoriamente di convinzioni politiche vicine all'attuale maggioranza. Mi sarebbe piaciuto leggere un Giavazzi di annata ai tempi in cui Baldassarre presiedeva il consiglio d'amministrazione della Rai. Forse mi è sfuggito? Anche qui, per favore, segnalatemelo e farò debita ammenda. Scordavo Pierluigi Battista e Luca Ricolfi, ma quanto ho scritto fin qui vale anche per loro. 30/09/2007 - 10:00.


Arrivano gli amici di Grillo, riprese tv vietate (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 30-09-2007)

FANO I "grillini" saltano addosso ai "propri dipendenti". A sindaco, giunta e consiglieri comunali, "a cui paghiamo con i nostri soldi indennità e gettoni di presenza". Così è capitato che una cinquantina di amici di Beppe Grillo (nella foto), quelli del meet up di Fano, si siano riuniti ieri mattina davanti alla sala del Consiglio comunale con tanto di telecamere e striscioni di protesta. Avrebbero voluto filmare la seduta consiliare, come successo a Torino e ad Ancona nell'ambito di un'iniziativa di controllo dei politici denominata "Fiato sul collo", ma gli è stato impedito. Si sono dovuti "accontentare" di un applauso ironico al sindaco Aguzzi che si era allontanato dall'aula momentaneamente. "Grazie", la risposta del primo cittadino per niente a disagio per quel battimani di protesta per il nuovo Prg. Appena arrivato in Municipio, Aguzzi aveva ricevuto dall'organizer del meet up di Fano Ettore Marini un volantino in cui si spiegava la decisione dei "grillini" di appoggiare il comitato Bartolagi "per salvare il campo d'aviazione dagli appetiti speculativi". "Ma nessuno ha previsto una superstrada larga 10 metri tra via del Fiume e via Papiria aveva detto il sindaco incidentalmente prima di iniziare la conferenza stampa che ha preceduto il Consiglio . I metri di larghezza sono 7. E poi parlano di una strada che non c'è". "Ho controllato con i tecnici gli ha risposto indirettamente Luciano Polverari del comitato Bartolagi : i metri sono 10". E.LU.,.


TOSCANA: BANDINELLI, SU COSTI POLITICA BENE MARTINI MA NON BASTA (sezione: Costi dei politici)

( da "Metronews" del 30-09-2007)

Toscana: bandinelli, su costi politica bene martini ma non basta 30/09/2007 15:52 Firenze, 30 set. - (Adnkronos) - "Ha fatto bene il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, a mettere mano alla riduzione dei costi della politica toscana, ma il divieto imposto alle tre Aziende toscane per il diritto allo studio universitario di attribuire incarichi dirigenziali e di assumere altri impegni, che possano ostacolare il progetto di accorpamento di Firenze, Siena e Pisa, e' solo una goccia ed io mi auguro che la volonta' di ridurre i costi della politica anche in Toscana sia in grado di incidere piu' in profondita' ed in maniera piu' estesa". Cristina Bandinelli, candidata alla segreteria regionale toscana del Partito Democratico per "Democratici, Davvero", il raggruppamento guidato da Rosy Bindi, punta il dito su altri costi "che gravano sulla collettivita' toscana, a partire da quello dei consiglieri il cui numero, eccessivo, deve essere ridotto subito".   .

 

 

Articoli del 29-9-2007

·   Consorzi di bonifica Tutti dicono basta Costosi e inutili: tante proposte di scioglimento  da "Nazione, La (Nazionale)" del 29-09-2007) 2

·   Multa a Burlando il dibattito finisce su amanti e sospetti ( da "Secolo XIX, Il" del 29-09-2007) 2

·   "Dimezzare i parlamentari" - Giovanna Casadio ( da "Repubblica, La" del 29-09-2007) 3

·   Stella: Così la Casta è finita sulla graticola  ( da "Bresciaoggi  del 29-09-2007) 4

·   E' nella commissione donne elette il tasso più alto di assenteismo ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 29-09-2007) 5

·   Luvisotti: no al consorzio fiumi e fossi ( da "Tirreno, Il" del 29-09-2007) 5

·   Riuscirà il Consiglio comunale a ultimare una seduta? ( da "Gazzetta del Sud" del 29-09-2007) 6

·   C'è qualcuno lassù? ( da "Unita, L'" del 29-09-2007) Antonio Padellaro  6

·   La regione congela l'aumento dei ticket l'assessore: no a nuovi balzelli sanitari PAOLO MOSANGHINI ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-09-2007) 7

·   La vedova di Dragan rifiuta il posto ( da "Nuova Venezia, La" del 29-09-2007) 8

·   Sulla casta dei politici, il suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue ( da "Stampa, La" del 29-09-2007) 8

·   TRA POCHE settimane è prevista l'apertura dei primi chilometri della Due Mari ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 29-09-2007) 9

·   Proposta per ridurre a tre i Consigli di circoscirzione ( da "Stampa, La" del 29-09-2007) 10

·   "Nessuno scontro La maggioranza è compatta"( da "Stampa, La" del 29-09-2007) 10

·   LIVORNO- Dovrà essere pronta entro la fine dell'anno la relazione  da "Nazione, La (Livorno)" del 29-09-2007) 10

·   Gironcoli: no alla spartizione nelle commissioni municipali ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-09-2007) 11

·   Consorzi di bonifica Vanno aboliti E a Volterra in arrivo nuovi tributi ( da "Nazione, La (Pisa)" del 29-09-2007) 11

·   Le due caste ( da "Stampaweb, La" del 29-09-2007) 12

·   Spa locali, partecipazioni da ridurre ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007) 13

·   Ripartiti 7,5 miliardi di extra-gettito ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007) 13

·   Santagata: <Scure sui costi della politica> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 29-09-2007) 16

·   Costi della politica e <progetti> su cui indagare ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 29-09-2007) 16

·   Vitalizi ai sindaci, altolà degli Arbeitnehmer ( da "Corriere Alto Adige" del 29-09-2007) 17

·   OSIMO - Non credo che le indennità degli amministratori del Comune di Osimo incidano tant ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 29-09-2007) 18

·   Corruzione qualcosa da fare ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 29-09-2007) 18

·  Le misure sociali spianano la via all'accordo( da "Nuova Venezia, La" del 29-09-2007) 19

·  Slitta il provvedimento sul Welfare( da "L'Adige" del 29-09-2007) 20

·   Spunta il "bonus" elettorale: a Natale 150 euro ai più poveri  da "Giornale.it, Il" del 29-09-2007) 20

·   Il governo: il Parlamento va dimezzato ( da "Brescia Oggi" del 29-09-2007) 21

·   COSTI POLITICA: AMALFITANO, NO TAGLIO NUMERO CONSIGLIERI PICCOLI COMUNI( da "Asca" del 29-09-2007) 21

·   Il governo: il Parlamento va dimezzato ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 29-09-2007) 22

·   La <strambata> del blogger( da "Tempo, Il" del 29-09-2007) 22

·   Il Consiglio di Quartiere accusa: <Ignorati sulla pedonalizzazione> ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 29-09-2007) 23

·   Consiglio regionale( da "Repubblica, La" del 29-09-2007) 23

·   (ACR) NARDIELLO (PDCI): TRENITALIA ESEMPIO DA IMITARE PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA ( da "Basilicanet.it" del 29-09-2007) 24

·   FINANZIARIA: IL 'DECALOGO' DI PADOA-SCHIOPPA, I DIECI PUNTI DELLA MANOVRA( da "ADN Kronos" del 29-09-2007) 24

 


Consorzi di bonifica Tutti dicono basta Costosi e inutili: tante proposte di scioglimento  da "Nazione, La (Nazionale)" del 29-09-2007)

Di SANDRO BENNUCCI ? FIRENZE ? CONSORZI di bonifica: si paga attraverso i bollettini postali. In media 15, 18, 20 euro per famiglia. Una tassa in più. Non basta: se uno possiede pochi metri quadrati, mettiamo un garage, la sua quota dovrebbe essere di un euro l'anno: invece sale a 13-14 euro per costi aggiuntivi vari. Ai toscani i consorzi costano 35 milioni di euro l'anno. E si scopre che per fare elezioni alle quali quasi nessuno partecipa vengono spesi da 100 a 200 mila euro. Accadde a Livorno, alcuni mesi fa, dove andò a votare una percentuale ridicola di aventi diritto. Succederà a Pisa, il 7 e l'8 ottobre prossimi, per il consorzio "Fiumi e fossi": la macchina operativa costerà intorno ai 100 mila euro. E si parla di 50 mila euro per le elezioni del consorzio Auser-Bientina, dove si voterà il 14 ottobre. I consorzi di bonifica hanno origini ottocentesche, nell'Italia agricola e delle paludi. La legge nazionale che li tiene in vita è di epoca fascista (1933): definisce interventi di bonifica le opere pubbliche e private di distemazione idraulica. Quando nacquero, le Regioni acquisirono competenza anche sui consorzi, le cui funzioni possono essere attribuite alle Province. E' vero che anche le Province non sono giudicate "utilissime", ma è altrettanto vero che fino a quando non verranno abolite possono assolvere meglio, con meno costi e più mezzi, i compiti di bonifica. LA GENTE non partecipa alle elezioni dei consorzi perché li ritiene inutili distributori di poltrone e prebende. E queste considerazioni figurano anche nelle mozioni che si stanno accumulando in Consiglio Regionale. Il centrodestra ha chiesto lo scioglimento dei consorzi di bonifica il 26 settembre scorso. Marco Carraresi, capogruppo dell'Udc, sta combattendo da anni questa battaglia. Forza Italia e Alleanza Nazionale sono sulle stesse posizioni. Ma anche dal centrosinistra spuntano proposte di scioglimento e mal di pancia. Pieraldo Ciucchi, capogruppo dello Sdi, ha presentato il 27 settembre ? due giorni fa ? una proposta di legge che dice: "Cancelliamo i consorzi di bonifica, che sono inutili e costosi doppioni a carico dei cittadini, e trasferiamo le loro funzioni e il personale alle Province, che già svolgono un ruoloi di programmazione e controllo sulla materia". NEMMENO i consiglieri della Margherita ? che in Consiglio Regionale hanno già aderito al gruppo "Per il Partito Democratico" ? sono insensibili al problema. E perplessità su quanto siano utili i consorzi serpeggiano fra i Ds, nonostante abbiano molti compagni sulle poltrone di presidente (con indennità che oscillano dai 1.200 euro al mese del presidente dell'Osa Albegna ai 5.400 mensili del presidente del consorzio Area Grossetana), su quelle di presidente del collegio dei revisori dei conti (circa 15 mila euro all'anno) e fra i consiglieri (i gettoni di presenza da 55 a 130 euro a seduta). I 13 consorzi di bonifica toscani stipendiano complessivamente 345 dipendenti: di cui 69 laureati; 104 tecnici; 108 operai e 5 stagionali. Nessuno, ovviamente, propone licenziamenti. Col trasferimento delle competenze ci sarebbe anche quello del personale. A casa dovrebbero andare presidenti e amministratori. In attesa del taglio simbolo dei costi della politica in Toscana: quello dei 15 consiglieri regionali aggiunti con l'inciucio del 2004. - -->.


Multa a Burlando il dibattito finisce su amanti e sospetti ( da "Secolo XIX, Il" del 29-09-2007)

 

La regione vota la fiducia Biasotti accusa: vivi a spese di un imprenditoreBurlando: scorretti, io non parlo delle vostre amiche dalla prima pagina Nel dilagare della polemica, dopo mesi e mesi di interrogazioni scivolate via nella distrazione generale, quasi si dimentica l'oggetto vero della disputa di ieri in consiglio regionale. Ossia quella domenica in cui Burlando imboccò contromano la rampa autostradale sotto la collina degli Erzelli. E passa in secondo piano il risultato della votazione. Come era scontato, il centrosinistra boccia il tentativo di impeachment lanciato dal centrodestra contro Burlando (schieramenti compatti, per una volta). E poi: davvero, se l'Unione avesse avuto defezioni, la Cdl avrebbe continuato a votare "sì" con il rischio di sciogliere il consiglio lì, in quel preciso momento, istantaneamente; a una settimana da quel fatidico crinale dei 2 anni, 6 mesi e 1 giorno di legislatura? Crinale che significa: legislatura oltre la metà del mandato, requisito incassato per avere la pensione. La scena centrale è il duello tra Burlando e l'ex governatore Sandro Biasotti. I due erano amici, un tempo. Pescavano insieme - alla cernia - al largo delle coste sarde. Sono volati gli stracci, attacchi personali violenti. Ha cominciato Biasotti: "Quella macchina non era tua. Noi che abitiamo vicino a casa tua, ti vedevamo spesso con quell'auto, pensavamo fosse tua. Invece è del tuo amico assicuratore, nella casa del quale, del resto, tu vivi da anni. Ma come si fa? Guadagni 20 mila euro al mese (con il presidente del consiglio Mino Ronzitti che lo riprende subito: "E falso", ndr) e vivi a spese di un imprenditore che con la sua Italbrokers vince gare pubbliche in Liguria, dall'Aster all'Amt, dal brokeraggio della Regione e via così. Lo sanno tutti, in città: è inutile partecipare alle gare, tanto le vince lui. E non voglio citare - continua Biasotti - la tua ossessione per gli Erzelli. Presidente, gli affari con il tuo amico Spinelli... ". Burlando contrattacca: "Sai quanti sospetti ho io sul tuo operato? Sai quanti sospetti ho io su quella commessa milionaria che hai dato a due settimane dalla fine del tuo mandato per la gestione del calore in tutte le strutture regionali? E perché hai fatto un progetto per un nuovo ospedale, localizzato su un'area che ancora non era pubblica, in modo per altro da valorizzarla? Eppure io non ho detto nulla, perché non ho elementi. Se tu hai elementi, comportati da uomo: rivolgiti alla magistratura. Sennò taci". Burlando è sotto pressione da un centrodestra che spara alzo zero ma senza mirare nulla di preciso. Si attorcigliano in dettagli, invadono a più riprese la vita privata del presidente che nulla aggiungono o tolgono alla vicenda. Biasotti insiste più di tutti. Burlando - sotto processo per tutto ma non per quella domenica in contromano - sbotta e si lascia andare nel complicato racconto sulla sua privatissima situazione sentimentale. "C'è chi ha l'amante, eppure non ci mettiamo qui a parlarne. C'è chi vive senza problemi una separazione e c'è chi, come me, soffre a chiudere un rapporto; soffre e fatica a scegliere perché in gioco c'è il futuro di un adolescente adottato che ne soffrirebbe. Queste persone vivono un periodo della loro vita per capire come salvare la vita del figlio. Sono queste le regole d'ingaggio? Scaricare nella lotta politica fattori così delicati?". La conclusione: "Non so se mi ricandiderò, se perderò... La mia vita fino a oggi è stata appassionante e voglio uscirne a testa alta; voglio che mio figlio, che non merita tutto ciò, continui a guardarmi senza vergognarsi". Biasotti ammutolisce, come e più degli altri Cdl capisce di aver sbagliato tattica. Occhi bassi, per lui, mentre i compagni di giunta coccolano Burlando, che si libera, a microfono scollegato, in un labiale chiarissimo: quel "vaffa" che grazie a Beppe Grillo va di modissima e che in tanti hanno evocato per tutta la mattinata. Soltanto l'immortale teatralità di Gianni Plinio (An) riuscirà a superare lo scacco: riprenderà a colpire come solo Zidane quella notte a Berlino. Rinfaccia a Burlando di essere stato visto in una boutique di intimo femminile nel giorno in cui era in congedo dal consiglio, troverà persino la forza di regalare platealmente a Burlando un portafogli più grande ("Così ti ci starà la patente") con tanto di immancabile pinocchietto portachiavi (già regalato mille volte alle sue vittime di turno). Nel mezzo, corale biasimo del consiglio ai mezzi di comunicazione. Colpa dei giornali se questa storia è finita male. Come del resto era emerso nel vertice di maggioranza di giovedì pomeriggio. E se Luigi Morgillo (Fi) mette all'indice il silenzio del centrosinistra ("In questi giorni nessuno ha difeso Burlando"), questi si smarcano: "Perché nessun giornalista ci ha cercato". Si alza persino la voce di Patrizia Muratore (Idv), di solito taciturna: "Basta prendere i giornali come testi sacri"; per fortuna, più tardi, dirà: "Sembriamo delle comari". A fatica si torna a parlare di multe. Francesco Bruzzone (Lega) etichetta la sbandata al volante di Burlando come il "classico momento do belinun". E tutto precipita, Cristina Morelli dei Verdi si "vergogna per essere qui seduta"; Plinio le ribatte: "La tua cagnolina non sta tanto meglio", tanto che Marco Nesci (Rifondazione), per rimbrottarlo, scomoda Benito Mussolini. La Morelli chiude: "Siete meschini". E il gioco inizia a rompersi, il centrodestra comincia a ripiegare (con Saso di An, Marcenaro dell'Udc e Rosso di FI che ammettono come le colpe vere siano "nella cattiva gestione delle cose serie, dalla sanità all'industria") fino alla ritirata. Mozione respinta, tutti a casa, gettone di presenza in tasca. giovanni mari 29/09/2007.


"Dimezzare i parlamentari" - Giovanna Casadio ( da "Repubblica, La" del 29-09-2007)

"Dimezzare i parlamentari" Il governo alle Camere: bastano 450 deputati e 200 senatori Tra le proposte anche quella di introdurre la sfiducia costruttiva GIOVANNA CASADIO ROMA - Non è iniziato neppure da un'ora il Consiglio dei ministri che Giulio Santagata, il responsabile dell'Attuazione del programma, braccio destro di Prodi, si presenta ai giornalisti per il colpo di scena della giornata: "Il governo chiede al Parlamento una riduzione dei parlamentari". Mossa a sorpresa. Segnale sui costi della politica come spiega Santagata prima, e qualche ora dopo Vannino Chiti, il ministro delle Riforme. Da 630 i deputati dovranno raggiungere il tetto massimo di 450 e i senatori, attualmente 315, scendere a 200 "fin dalla prossima legislatura". Detto così, il documento che il governo annuncia sembra una sollecitazione alle Camere, una sorta di "datevi da fare". A Palazzo Madama quindi, il presidente Franco Marini fa osservare che un progetto in questo senso è già all'esame del Parlamento ed è nei programmi di tutti i partiti. A Montecitorio, dove in commissione Affari costituzionali si sta parlando delle riforme e del taglio dei parlamentari, il presidente Luciano Violante con una nota taglia corto: "Quello del governo è un utile contributo. comunque il tema della riduzione del numero dei parlamentari è di competenza esclusiva del Parlamento". L'ipotesi che la sollecitazione/invito si possa trasformare in un atto concreto del governo nei confronti delle Camere tramonta sul nascere. Dario Franceschini, il capogruppo dell'Ulivo a Montecitorio, numero due del ticket con Veltroni per il Partito democratico precisa: "è un parere importante però il Parlamento sta lavorando in quella direzione, il governo dovrebbe saperlo". E uno senza peli sulla lingua come Cesare Salvi, presidente della commissione Giustizia del Senato e capogruppo di Sinistra democratica, reagisce: "è giustissima la riduzione dei parlamentari però la sollecitazione del governo è istituzionalmente non corretta perché non può interferire con l'attività parlamentare e poi il governo pensi al proprio dimagrimento se no ministri e sottosegretari finiranno con l'essere più dei parlamentari". La Casa delle libertà coglie la palla al balzo e ironizza: "Comico, siamo al bue che dà del cornuto all'asino, ho riso per un'ora - dichiara il leghista Roberto Calderoli - Mi viene anche un po' da vomitare a sentire un governo che ha il record di 102 componenti, dire che il Parlamento si può anche ridurre numericamente". Infine, il chiarimento: si tratta di un "gesto politico" che non ha ripercussioni né sul calendario parlamentare né sugli atti del Parlamento ma indica l'appoggio del governo stesso a un lavoro che "è prettamente parlamentare". Il ministro Chiti in una successiva conferenza stampa distribuisce il testo completo della dichiarazione del governo che affronta l'intero "pacchetto" di riforme istituzionali. Non solo il taglio dei parlamentari, bensì anche modifica del bicameralismo perfetto con il Senato che diventa Camera delle Regioni e quindi fiducia tra governo e Parlamento solo alla Camera dei deputati; più poteri al premier e introduzione della sfiducia costruttiva; correzione di alcuni aspetti del Titolo V. C'è anche "l'attribuzione al governo del potere di incidere sull'ordine dei lavori delle Camere" ma anche "la fissazione di limiti ulteriori al potere governativo di adozione di atti aventi forza di legge". Infine, le riforme costituzionali - quali queste sono tutte -non potranno più essere fatte a maggioranza. Rosy Bindi solleva il punto, di alzare cioè il quorum previsto nell'articolo 138 della Costituzione. Ma è Paolo Ferrero, il ministro di Rifondazione, a puntare i piedi su un punto: "Non condivido i super poteri al premier" e aggiunge che "bene tagliare i privilegi però attenzione ad altre penalizzazioni ad esempio sulle comunità montane". Chiti parla della centunesima buona notizia: "All'avvio di una manovra finanziaria che contiene cento buone notizie per gli italiani questa è senz'altro la centunesima: e non per ordine di importanza". Insomma il governo ce la metterà tutta, ritiene una "priorità" queste riforme, a partire dalla riduzione drastica dei costi della politica e dal taglio dei parlamentari. Rifondazione apprezza: "Condividiamo la riduzione dei parlamentari. Noi comunque potremmo presentare quegli emendamenti alla Finanziaria sul taglio anche dei ministeri e dei sottosegretari - afferma Giovanni Russo Spena - Vedremo. Dimezzare i costi della politica è una nostra battaglia".


Stella: Così la Casta è finita sulla graticola  ( da "Bresciaoggi  del 29-09-2007)

IL CASO. IL POPOLARE GIORNALISTA HA PRESENTATO A CASTENEDOLO IL SUO BEST SELLER CHE HA APERTO IN ITALIA IL DIBATTITO SUL COSTO DELLA POLITICA Stella: "Così la Casta è finita sulla graticola" di Massimo Tedeschi C'è il grillismo e c'è lo "stellismo". Entrambi attaccano i vizi e i vezzi, i costi e le inefficienze, le sciatterie e le immoralità della politica. Il primo si alimenta di livore e attacchi collerici. Il secondo di ironia e documentazione. Il primo vibra di diprezzo per la politica, il secondo di una passione delusa. Il primio muove dal blog, deborda in tv e monopolizza i palinsesti. Il secondo parte dalle colonne del "Corriere", scala le classifiche librarie e ieri ha riempito la sala dei Disciplini a Castenedolo di un pubblico trabocchevole e partecipe. Gian Antonio Stella - a cui facevano "ala" tre politici di due generazioni diverse: Mino Martinazzoli, Claudio Scajola e Marco Follini - ha creato un genere, un gergo, una corrente di pensiero e ieri ha incalzato i suoi interlocutori, vestendo i panni dell'intervistatore più che della "star" della serata. EPPURE lo Stella-pensiero è emerso a tutto tondo dai suoi interventi. "Oggi - dice l'autore della "Casta" - c'è in giro un sacco di voglia di fare politica. Una politica diversa, però, da quella che vediamo quotidianamente e che non ci piace". Il problema è, secondo Stella, come si esce da questa cattiva politica. "Fino a poco tempo fa - ricorda Stella - tutti pensavano a una stagione di passaggio, ma oggi la situazione s'è complicata. Un sondaggio di Pagnoncelli ha rivelato che c'è una grandissima delusione nell'elettorato di centrosinistra, ma anche nell'elettorato di centrodestra c'è un 40 per cento non si aspetta nulla anche in caso di vittoria della Casa delle libertà". E in questo Paese "con il morale basso" che il tema dei costi della politica diventa dirompente. Vuoi perchè "il funzionamento della politica in Italia è molto più costoso che in tutti gli altri paesi europei". Vuoi per qualche malcostume supplementare che la "Casta" ha esibito negli ultimi tempi. "PRENDETE - cita Stella - il consiglio provinciale di Trento, dove ci sono diciassette gruppi, tutti con strutture. Uno è formato da iper-berlusconiano e da uno di Rifondazione. Queste cose alimentano il rischio di qualunquismo molto più di qualsiasi trovata di Grillo". Stella si scalda: "E possibile - si chiede - che non esista alcuna sanzione morale? Negli Stati Uniti un politico s'era proposto come il flagello degli omosessuali ma è stato sorpreso a fare piedino a un poliziotto in un bagno pubblico, e la sua carriera è finita. In Italia quanti difensori avrebbe trovato?". E poi ci sono i problemi del governo del Paese: "Nel 2016 - dice Stella - in Italia ci saranno 17,5 milioni di sessantenni, 9,5 milioni di settantenni, 4,8 milioni di ottantenni. Una politica seria dovrebbe dire ai cittadini che l'età pensionabile va alzata, perchè si sono sbagliati i conti. Ma come fa a farlo una classe politica che ha un deputato che è andato in pensione a 42 anni, o la Pivetti che ci andrà a 50?". Alle constatazioni amare di Stella replicano i politici. Secondo Claudio Scajola il vero problema sta nella proliferazione di enti, competenze, istituzioni pubbliche: "Più cresce il numero degli enti più costa la politica, e più bisogna dire dei grazie per vedere riconosciuti dei diritti". Perchè non si sia iniziato a disboscare questa jungla Scajola non lo dice, ma la sua convinzione è netta: "Sì alla riduzione dei costi della politica, no alle arroganti argomentazioni alla Grillo". FOLLINI evoca la probità personale dei primi statisti democristiani, e però sostiene che il vero problema è la "poca utilità" della politica per il Paese. "Oggi - sostiene l'ex segretario Udc - la politica alimenta un clima artificioso e fittizio di contrasto, che però mette a rischio la stessa unità del Paese". Un altro problema è che la politica "ha perso il futuro, si preoccupa di come arrivare a sera e non ha dimensione progettuale". Soprattutto la politica ha perso la capacità di fare qualsiasi discorso severo e non corrivo verso gli umori della gente. Anche la valutazione di Martinazzoli è preoccupata. L'ex segretario Dc fa i confronti con la stagione '92-'93 che visse da protagonista: "Allora bene o male si pensava che mandando a casa quella classe politica si sarebbe guadagnata una politica diversa. Oggi non ci si crede più. La prepotenza della politica è proporzionata alla sua impotenza. Si ha la percezione di ballare sul Titanic: o si ritrova un minimo di credibilità, o il Paese va male". Un'ipotesi? "Cominciamo a riformare la legge elettorale. L'ultima volta gli elettori non hanno eletto i parlamentari: hanno ratificato le scelte dei partiti". L'orizzonte però non è roseo: "Infelice il popolo che ha bisogno di eroi, diceva Brecht, ma io dico più infelice ancora il popolo che ha bisogno di comici...".


E' nella commissione donne elette il tasso più alto di assenteismo ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 29-09-2007)

 

Cronaca E' nella commissione donne elette il tasso più alto di assenteismo Provincia, solo una consigliera su quattro partecipa alle sedute Attività in calo per le commissioni consiliari della Provincia. La relazione semestrale della presidente del consiglio Laura Pradella sul lavoro svolto dagli organismi "di indirizzo e controllo" tra gennaio e giugno, rivela che le sedute sono state 56, una media di 23 per trimestre. Una frequenza nettamente inferiore a quella registrata tra ottobre e dicembre 2006 (i presidenti erano stati eletti in ottobre), quando le riunioni furono 39. La commissione meno frequentata è quella delle 'donne elette': le presenze sono state del 28%, contro valori compresi tra il 58 e il 79% nelle altre nove. Certo, le donne in consiglio provinciale sono poche, solo sette. Ma il dato delle assenze è percentuale e quindi assolutamente comparabile con quelle della altre e ben più affollate (15 membri, vale a dire metà consiglio, contro i 12 della passata legislatura) nove commissioni. Che. va detto, pur avendo tassi di presenza più consistenti, registrano fatalmente un generale calo di interesse da parte dei membri. E questo nonostante le battaglie campali, condotte lo scorso gennaio soprattuto di Forza Italia e da altri consiglieri di centrodestra, per aumentare il numero di membri. La decisione, che alla fine venne approvata da tutte le forze politiche (anche se il capogruppo dell'Ulivo Caramaschi fu mollo critico verso questa scelta), fu presa in nome della partecipazione, della rappresentanza e si ricorderà che gli aumenti dei costi (ogni membro di commissione prende un gettone da 90 euro lordi a seduta) vennero giustificati come l'inevitabile prezzo della politica. Oltre a riunirsi con minor frequenza, cala la partecipazione. Qualche esempio. La commissione viabilità e trasporti che aveva segnato tra ottobre e dicembre del 2006 il 96% di presenze è passata al 70% (due sole riunioni in sei mesi, la frequenza più bassa). La 'politiche sociali' dall'80% al 58%. Certo, non tutti riescono a superare il recordi del consigliere di Fi, Mauro Falchetti, che non ha mai partecipato ad un riunione di commissione (è nella politiche sociali e nella statuto e regolamento) ed è il consigliere meno presente in aula (3 partecipazioni sulle 11 sedute dei primi sei mesi di quest'anno). Ma il calo di partecipazione alle commissioni è evidente. Il record di presenze è di Nanni Rossi (40), che essendo il solo componente del gruppo di Provincia un territorio è membro di tutte le commissioni (Sodano, Ppe, è a quota 33 ma il suo gruppo è nato a fine gennaio). (nico).


Luvisotti: no al consorzio fiumi e fossi ( da "Tirreno, Il" del 29-09-2007)

 

Pisa Luvisotti: no al consorzio fiumi e fossi Il leader di Alleanza federalista invita a boicottare il voto SAN GIULIANO. Sabato 6 e domenica 7 ottobre anche nei comuni del lungomonte sono in programma le elezioni per il consorzio di bonifica fiumi e fossi. Ma quale sarà l'affluenza alle urne? L'interrogativo si pone dopo le roventi polemiche dei giorni scorsi. "Siamo contro i consorzi e in particolare contro questo - commenta Virgilio Luvisotti (foto), leader regionale di Alleanza federalista e capogruppo consiliare a San Giuliano - è una fabbrica di spese esose che pesano non poco sulle tasche dei cittadini. L'invito intanto è di non andare a votare. Ci si lamenta dei costi della politica e degli enti pubblici e poi si tengono a galla realtà inutili". Ma le critiche sono rivolte anche all'interno del centrodestra visto che alcuni esponenti di un partito si sono candidati a queste elezioni. "Il centrodestra dopo sei anni chiede unito di abolire i consorzi ma allo stesso tempo ci sono partiti che permettono a propri iscritti di presentarsi alle elezioni fiumi e fossi. Per coerenza avrebbero dovuto rinunciare alla candidatura". Il controsenso è messo in risalto da Luvisotti che ricorda come lui fu "l'unico nel 2001 a raccogliere firme per modificare la legge". "Se è maturata una coscienza critica - ha rimarcato - e si ritiene di fare squadra per abolire il consorzio fiumi e fossi non posso che essere soddisfatto ma perché la corsa ai posti da parte di esponenti anche e purtroppo del centrodestra? Se i gettoni di presenza possono arrivare fino a 130 euro a seduta, questo è uno spreco, per questo si presentano le liste?". M.A.


Riuscirà il Consiglio comunale a ultimare una seduta? ( da "Gazzetta del Sud" del 29-09-2007)

 

Patti Riuscirà il Consiglio comunale a ultimare una seduta? PATTITornerà a riunirsi lunedì prossimo alle ore 16,30 il consiglio comunale di Patti. Nove i punti all'ordine del giorno della seduta straordinaria ed urgente convocata dal presidente del consiglio Pietro Scardino. L'assise cittadina dovrà affrontare gli argomenti rimasti in stand-by a causa del rinvio forzato dell'ultima seduta a seguito della protesta attuata dal consigliere Nino Gigante. L'esponente diessino continua a chiedere al sindaco di chiarire se il partito dei Ds fa parte o meno della coalizione Il primo cittadino ha glissato la questione tornando ad affermare che per lui il consigliere Gigante è fuori dalla maggioranza senza prendere una posizione netta sul partito diessino. Questo modus operandi del sindaco non piace all'esponente dei democratici di sinistra. E, se le posizioni non verranno chiarite, si rischia l'ennesimo blocco della sessione. Se invece il civico consesso riuscirà a svolgere regolarmente la seduta, sui banchi dei consiglieri dovrebbero arrivare i nuovi regolamenti per il servizio di distribuzione dell'acqua potabile e per le entrate comunali. Dovrebbe poi giungere a conclusione l'annoso iter per la nomina delle commissioni consiliari permanenti, per poi poter affrontare altri temi quali la gestione del servizio di pulizia del territorio da parte dell'Ato 2 Me, il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni, il piano spiagge, l'istituzione della segreteria nella facoltà di giurisprudenza e la riduzione del gettone di presenza dei consiglieri.(g.v.) (sabato 29 settembre 2007).


C'è qualcuno lassù? ( da "Unita, L'" del 29-09-2007) Antonio Padellaro

 

C'è qualcuno lassù? Segue dalla Prima L a prima che ci viene in mente e che forse di quelle lettere ai destinatari importa relativamente. Fa parte della cultura del nostro ceto politico considerare gli elettori un'entità astratta, volubile, sovente molesta e tutto sommato trascurabile. Tranne naturalmente che in campagna elettorale. L'idea di fondo è che la politica è roba per specialisti che non possono certo farsi condizionare dai rumori della folla o dal primo scocciatore che passa. Come tutti i professionisti che si rispettano ai politici interessa parlare solo con i politici. Lo fanno, infatti, con un loro linguaggio iniziatico (basta leggere i loro articoli) indirizzato a un circuito selezionato e ristretto. Per soli eletti appunto. Quanto ai cittadini, niente paura. Possono mugugnare quanto vogliono ma alla fine tornano sempre all'ovile. Questa idea ovina (o bovina) dell'elettorato sembra in effetti confermata dalle costanti alte percentuali di voto che nel nostro straordinario paese contraddicono puntualmente i cupi pronostici di astensionismo massiccio. I politici, insomma, sanno bene quello che fanno e che non fanno. Prendiamo l'antipolitica. Il dopo Grillo è stato tutto un assembramento di decaloghi partoriti da partiti e istituzioni onde pervenire alla più rapida e virtuosa autoriforma contro sprechi e privilegi. Implacabili tagli di deputati e senatori. Feroci stragi di ministri e sottosegretari. Una disumana falcidie di poltrone, prebende e gettoni di presenza. E vero che si tratta di misure impossibili da improvvisare ma perché questa politica intensiva degli annunci quando l'unica notizia certa sulla "Casta" riguarda l'aumento delle spese di Montecitorio? Anche qui si ha come l'impressione di una politica troppo sicura di se (arrogante?) e convinta che tra qualche mese di Grillo e delle sue piazze nessuno si ricorderà più. Ci sono altre possibili spiegazioni sull'apparente apatia dell'Unione rispetto alle attese di chi l'ha votata. L'insostituibilità di Prodi. Il fatto che sì il governo barcolla, tentenna ma che nessuno può permettersi di farlo cadere. La crisi d'invecchiamento della ex Cdl, forte dei sondaggi ma inesistente nella proposta politica e orfana dell'Udc di Casini. Per carità, le reciproche debolezze tra maggioranza e opposizione hanno riempito intere fasi della storia repubblicana. Solo che adesso questa fragilità della politica va ad incrociarsi proprio con l'unica, grande novità politica degli ultimi anni: il Partito Democratico. Le primarie del 14 ottobre sono dietro l'angolo accompagnate da una forte attesa di partecipazione. Lo dicono in tanti: meno di un milione sarebbe un problema, due milioni un successo. Ma può un elettorato arrabbiato e perplesso trovare improvvisamente l'entusiasmo per correre a fare la fila nei gazebo? E una domanda soprattutto per Walter Veltroni che, lo sappiamo, delle lettere a l'Unità non se ne perde una. apadellaro@unita.it.


La regione congela l'aumento dei ticket l'assessore: no a nuovi balzelli sanitari PAOLO MOSANGHINI ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-09-2007)

 

Stop all'ipotesi di modifica dei costi dopo la cancellazione della tassa di 10 euro. "In Fvg spesa farmaceutica bassa" La giunta dice sì all'introduzione di un nuovo sistema informativo per mettere in rete le case di riposo La Regione congela l'aumento dei ticket L'assessore: no a nuovi balzelli sanitari di PAOLO MOSANGHINI UDINE. Congelato l'aumento dei ticket sanitari. Non ci saranno nuovi balzelli a carico degli utenti del servizio sanitario della Friuli Venezia Giulia. In febbraio, la Regione aveva cancellato il sovraticket di 10 euro sulle prestazioni sanitarie introdotto dalla Finanziaria nazionale 2007. La misura aveva infatti comportato il paradosso di un ticket superiore al costo di alcune prestazioni. Il minor gettito per il 2007, derivante da tale decisione, avrebbe dovuto trovare copertura con la revisione del sistema regionale di compartecipazione alla spesa, modificando le attuali tariffe sulle prestazioni a forte rischio di inappropriatezza (la richiesta di rivedere i ticket è comunque antecedente e risale a fine 2006). Ma dopo le opportune verifiche la Regione precisa che non ci sarà alcun aumento. "Dai riscontri eseguiti non ci sono grossi scostamenti tra il costo di esami e visite e il ticket che viene applicato agli utenti", annuncia l'assessore regionale alla Salute e alla protezione sociale Ezio Beltrame. "Questa verifica era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati a inizio anno. La Regione già con le linee guida per la gestione del servizio sanitario regionale per il 2007 aveva incaricato l'Agenzia regionale della Sanità di rivedere il sistema tariffario per le prestazioni di ricovero, di diagnostica e quelle non comprese nei Lea (livelli essenziali di assistenza) - illustra Beltrame -. Pur se il sistema della compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria va rivisto, le modifiche riguarderanno esclusivamente la semplificazione del rapporto tra l'utente e il servizio sanitario, con una valutazione più approfondita riguardante l'appropriatezza e i casi di esenzione per reddito e per patologia", rimarca l'assessore. Beltrame evidenzia che il Friuli Venezia Giulia si conferma tra le regioni italiane con il ticket più basso e una spesa sanitaria che cresce a un ritmo inferiore rispetto al resto del Paese. Recentemente, il libro verde del Ministero dell'Economia ha certificato la qualità del sistema sanitario regionale. I dati più significativi riguardano la degenza media e la complessità dei ricoveri, la bassa percentuale di parti cesarei, la dotazione tecnologica e il saldo positivo tra attrazione e fuga, che si attesta a + 4.200 cittadini nell'ultimo anno (il numero rappresenta la differenza tra il numero dei cittadini delle altre regioni che vengono da noi a curarsi e il numero di cittadini del Fvg che scelgono ospedali di altre regioni). "Il Ministero della Salute, in accordo con le regioni - conclude l'assessore -, si è posto l'obiettivo di semplificare e rendere più equo il sistema della compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. Su questa linea ci stiamo muovendo già da tempo a livello regionale con l'obiettivo di mantenere la compartecipazione del cittadino più bassa possibile". E uno studio di Federfarma sull'analisi dell'andamento della spesa farmaceutica pro capite nel 1? semestre 2007 evidenzia che in Italia il ticket medio è di 4,48 euro, che scende a 0,93 euro in Friuli Venezia Giulia; in assoluto una media tra le più basse. I dati ieri sono stati accennati da Beltrame nel corso della riunione di Giunta a Chiopris Viscone. Tra le delibera varate ieri anche l'approvazione del Sistema informativo per mettere in rete le case di riposo e l'erogazione a carico del sistema sanitario regionale dei dispositivi elastocompressivi per le persone affette da linfedema. I fondi a disposizione per il Sistema informativo, 250 mila euro, serviranno a finanziare due distinti progetti, uno per le case di riposo pubbliche e uno per quelle private. La seconda delibera prevede che alle persone affette da linfedema secondario a malattie neoplastiche, con riconoscimento di invalidità civile superiore al 33%, sia riconosciuto uno sconto dell'80% del costo del dispositivo. (ha collaborato Mirco Mastrorosa).


La vedova di Dragan rifiuta il posto ( da "Nuova Venezia, La" del 29-09-2007)

 

L'EROE DI JESOLO La vedova di Dragan rifiuta il posto La lista Martin: "Gli assessori regalino il 10% dello stipendio" JESOLO. La vedova di Dragan Cigan, il cittadino bosniaco che nel luglio scorso annegò nelle acque di Jesolo per salvare la vita di due bambini di Roncade (Tv), ha rifiutato l'assunzione come operaia. Nei giorni scorsi l'offerta di lavoro le era stata proposta da un'azienda trevigiana presso la propria filiale di Celinac, comune della Bosnia in cui la donna vive. Un rifiuto motivato dalla donna per la distanza tra la fabbrica e l'abitazione. Ne ha dato notizia uno dei rappresentanti della giunta comunale di Roncade che, assieme ad alcuni "colleghi" di quella di San Martino di Lupari, il comune nell'Alta Padovana in cui Cigan era domiciliato, nei giorni scorsi si sono recati a far visita alla donna. Djiana Cigan, questo il nome della donna, ha 24 anni e due figlie di 10 e 4 anni. L'azienda che le aveva proposto un lavoro è la Metalnova doo, filiale di Eurometalnova Spa, di San Vendemiano (Tv). Alla donna sono comunque destinati gli oltre 100 mila euro raccolti nelle ultime settimane quale segno di riconoscimento per il gesto compiuto dal marito. Per il momento è stato deciso di trasferire su un suo conto bancario la somma di 200 euro al mese, cioè circa il 70% dello stipendio che avrebbe percepito qualora avesse accettato il lavoro. Sempre per aiutare la famiglia Cigan, a Jesolo la provocatoria proposta che gli assessori versino il 10% di quanto percepiscono in media nel loro ruolo istituzionale, proposta contenuta in una mozione della "Lista Martin", è stata discussa durante l'ultimo consiglio comunale. Lo spunto nasce dalla proposta del presidente del consiglio comunale, Ennio Valiante, di organizzare una beneficenza fra i consiglieri comunali, attraverso la quale ciascuno di loro, autotassandosi di due gettoni di presenza alle sedute, possa contribuire ad aiutare la moglie e le due figliolette del bosniaco insignito della medaglia d'oro al valor civile. Il Comune di Jesolo ha già raccolto nel corso dell'estate oltre 20 mila euro. La proposta avanzata dalla Lista Martin è stata un po' snobbata dalla lista "L'Unione", visto che i due consiglieri sono usciti dall'aula. Il rilancio di Martin non è casuale, perché la cifra che risulta dai due gettoni offerti da ciascun consigliere per la causa della famiglia bosniaca corrisponde circa al 10% circa di quello che percepisce di media un assessore. (f.ma.).


Sulla casta dei politici, il suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue ( da "Stampa, La" del 29-09-2007)

 

Sulla "casta" dei politici, il suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue malefatte, ormai sappiamo moltissime cose. E le sappiamo in tanti - giornalisti, studiosi, militanti politici, semplici cittadini - innanzitutto grazie a due libri seri e ben documentati, pieni di passione civile e mai sfiorati dal qualunquismo o dalla demagogia: Il costo della democrazia, di Salvi e Villone (Mondadori 2005) e La casta, di Rizzo e Stella (Rizzoli 2007). Il libro di Salvi e Villone contiene la prima stima del costo della casta (almeno 4 miliardi di euro), e una spiegazione puntuale dei meccanismi giuridici e amministrativi con i quali il ceto politico ha trovato il modo di rendere legale il "drenaggio" (chiamiamolo così...) di risorse economiche e di potere, un'attività che - prima di Tangentopoli - comportava quasi sempre la violazione delle leggi. Il libro di Rizzo e Stella è un'illustrazione puntuale e agghiacciante di alcuni clamorosi casi concreti, una sorta di antologia dell'insostenibile spudoratezza del ceto politico. Chiunque legga uno dei due libri con animo sgombro da idee preconcette, difficilmente ne esce senza un senso di nausea e di impotenza. E non stupisce che il più provocatorio fra i due, ossia La casta di Rizzo e Stella, viaggi verso il milione di copie vendute e stia diventando una sorta di manifesto della rivolta morale contro il ceto politico. Un manifesto che piace a destra e a sinistra, ai militanti e ai non schierati, ai girotondini e ai grillini. Da un po' di tempo, tuttavia, specie nei mezzi di informazione vicini al governo, ho l'impressione si vada profilando un'interessante operazione parallela. La protesta contro la casta viene riconosciuta sacrosanta, ma nello stesso tempo viene anche problematizzata, smorzata, neutralizzata, controbilanciata. Si dice, ad esempio, che la società civile non è migliore del ceto politico. Si fa notare che la casta dei politici non è l'unica casta. Si denunciano le altre lobby che paralizzano il paese. Si richiamano gli imprenditori alle loro responsabilità e alle loro colpe. Ma soprattutto si mettono nel mirino nuove caste, quasi a voler trovare un "doppio" della casta. Un paio di mesi fa ci ha provato l'Espresso, mettendo in croce i sindacalisti e i loro privilegi, e definendo il sindacato come "l'altra casta". Ieri ci ha riprovato Repubblica, con un articolo di Curzio Maltese in cui, abbastanza scopertamente, si suggerisce che c'è in Italia anche una seconda casta, quella della Chiesa. Proprio come quelli della Politica, i privilegi della Chiesa costano ai contribuenti (almeno) 4 miliardi l'anno. Dunque ci sono due caste, entrambe riprovevoli. Uno a uno e palla al centro, dunque? Credo proprio di no. Il tentativo di trovare una seconda casta su cui scaricare l'ira dell'opinione pubblica si scontra con un'asimmetria fondamentale, che molti di noi avvertono istintivamente. Sindacalisti, imprenditori, sacerdoti hanno le loro colpe, i loro limiti, le proprie "mele marce". In ciascuna delle categorie che dovrebbero contendere alla casta dei politici il suo triste primato ci sono individui indegni del ruolo che ricoprono: sindacalisti parassiti, imprenditori senza scrupoli, preti pedofili. E in ciascuna delle organizzazioni in cui operano ci sono disfunzioni, privilegi, abusi. Eppure nessuna di esse, nemmeno dopo le denunce dei media, nemmeno dopo gli episodi più disgustosi, ci suscita gli stessi sentimenti di ripulsa, di disistima, di disprezzo, che proviamo per il ceto politico nel suo complesso. Come mai ? Le ragioni a me sembrano due. La prima è che in nessuna delle caste rivali è così diffusa come fra i politici l'ostentazione dei simboli del potere: la stragrande maggioranza dei sindacalisti vive nell'ombra e gode di privilegi tutto sommato modesti; gli imprenditori ubiqui in tv e nel jet set sono una piccola minoranza, e di norma non gravano sui contribuenti; nessun prete sgomma su potenti auto blu per raggiungere la parrocchia o il seminario. Ma c'è un'altra ragione, la più importante, che rende unica la casta dei politici e toglie loro il rispetto del cittadino. Il sindacato italiano può non piacermi, ad esempio perché protegge solo gli iscritti, ma non posso certo dire che non faccia il sindacato. Gli imprenditori possono sembrarmi poco illuminati, o poco classe dirigente, ma è difficile sostenere che non facciano gli imprenditori. La Chiesa mi fa orrore quando nasconde i misfatti dei suoi membri, e può darmi fastidio per le sue posizioni sulle questioni bioetiche, ma non posso negare che fa la Chiesa, e che proprio quel che non mi piace fa spesso parte del suo mestiere. Invece la politica no. La politica non fa il suo mestiere, ed è per questo che - a un certo punto - i suoi privilegi sono diventati insopportabili. Qual è il mestiere della politica? In un mondo ideale, sarebbe di occuparsi disinteressatamente del bene comune. Nel mondo reale, il mestiere della politica è - più prosaicamente - prendere decisioni: promettere ciò che si può mantenere, e mantenere ciò che si è promesso. E questo che la politica, da parecchi anni, è sempre meno capace di fare. Non lo ha fatto con Berlusconi, che non è stato in grado di onorare il "Contratto con gli italiani", non lo sta facendo con Prodi, che non ha ancora mantenuto neppure una delle promesse fondamentali del suo programma: ridurre il cuneo fiscale a tutti i lavoratori dipendenti, non aumentare le tasse, cancellare le cosiddette leggi vergogna, porre fine alla lottizzazione della Rai e della Sanità, giusto per ricordarne qualcuna. Per questo, nonostante il tentativo di scovare altre caste, o di fare della Chiesa la seconda casta, credo proprio che la Politica non perderà il suo primato. Solo al ceto politico, infatti, riesce il doppio miracolo: smettere di fare il proprio mestiere, e moltiplicare i privilegi che a quel mestiere sono riconosciuti.


TRA POCHE settimane è prevista l'apertura dei primi chilometri della Due Mari ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 29-09-2007)

 

DUE Mari. Ma la questione finisce in Parlamaneto. "Niente passerelle di ministri e sottosegretari all'inaugurazione del tratto di Due Mari che si snoda da Palazzo del Pero". E' quanto chiede il Coordinatore toscano di An onorevole Riccardo Migliori in un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, tra gli applausi del coordinatore provinciale aretino del partito Oreste Civitelli e il presidente di An in Consiglio regionale Maurizio Bianconi. "Quella di Migliori - affermano Bianconi e Civitelli - è una provocazione necessaria in tempi in cui tanto si parla di contrazione dei costi della politica, chiedendo per altro continui sacrifici ai cittadini. Meglio dunque che per quell'inaugurazione non ci siano costose celebrazioni". Proprio ciò che Migliori rileva nella sua interrogazione. Eccola qui di seguito: "Tra poche settimane - scrive il deputato che alla camera e vicecapogruppo di An - è prevista l'apertura al traffico dei lotti 3, 4 e 5 della strada dei Due Mari Grosseto-Fano per il tratto di circa 6 chilometri e si dipanano da Palazzo del Pero, in provincia di Arezzo. Si tratta - ricorda Migliori - di opere esclusivamente finanziate e realizzate dal precedente governo". E mentre si attende la risposta del ministero, Civitelli e Bianconi incalzano: "Ci auguriamo che questa interrogazione del nostro coordinatore regionale - spiegano - riporti un minimo di attenzione su Arezzo, dato che in questi mesi il nostro territorio è stato drammaticamente dimenticato dai governi nazionale e regionale". - -->.


Proposta per ridurre a tre i Consigli di circoscirzione ( da "Stampa, La" del 29-09-2007)

 

MODIFICA Proposta per ridurre a tre i Consigli di circoscirzione Davide Benasso, consigliere della Prima Circoscrizone (Centro storico) ha presentato una proposta di modifica statutaria che rpevede la riduzione da cinque a tre dei Consigli circoscrizionali (cioè di quartiere) cittadini. Nella proposta, Benasso suggerisce diportare da 12 a 15 i consiglieri di ciascuna circoscrizone che scenderebbero dagli attuali sessanta a 45; inoltre, semrpe per sisparmiare, egli propone un gettone di presenza fisso per tutti i consiglieri, presidente compreso.


"Nessuno scontro La maggioranza è compatta"( da "Stampa, La" del 29-09-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE. DIBATITTO SUI COSTI DELLA POLITICA "Nessuno scontro La maggioranza è compatta" [FIRMA]CARLO GIORDANO CUNEO La maggioranza minimizza, l'opposizione ne fa una questione politica. La messa in minoranza del sindaco, Alberto Valmaggia, nel Consiglio comunale di giovedì fa discutere. La richiesta del primo cittadino d'inammissibilità, per vizio di forma, dell'ordine del giorno presentato da Giuseppe Lauria e Giuseppe Tecco, sul pagamento dei gettoni di presenza, è stata respinta (14 a 24), anche grazie ai voti dell'Ulivo. "Ma quale scontro politico - dice Valmaggia -. La maggioranza c'è e si vede, come dimostra il voto compatto sulla variazione di bilancio di 3 milioni di euro, avvenuto poco dopo. Un ordine del giorno non può essere un atto deliberativo. Per evitare precedenti ho chiesto che la parola "delibera" venisse cambiata in "auspica"". L'ordine del giorno proponeva che l'indennità di presenza ai consiglieri venisse riconosciuta soltanto a chi partecipa per almeno due terzi alle sedute. "E' stata una scelta tattica e non un voto contro al sindaco - ribatte Mauro Mantelli, capogruppo dell'Ulivo -. Abbiamo dimostrato di non aver paura ad affrontare la questione dei costi della politica. Se non lo avessimo fatto Lauria diventava il paladino della lotta agli sprechi". "La maggioranza è spaccata - dice Umberto Fino (Forza Italia) -. In qualsiasi Comune del mondo, quando un sindaco porta un documento in votazione i suoi lo sostengono. L'altra sera il capogruppo del più grande partito di maggioranza ha, invece, preso la parola annunciando voto contrario". Nello Streri, capogruppo di Forza Italia, parla di maggioranza sfilacciata, ma non infierisce più di tanto sullo scontro politico: "E' stata offerta al Consiglio la possibilità di affrontare un tema di attualità come i costi della politica". "Il malessere nella maggioranza è evidente - dice, invece, Giuseppe Lauria -. Prima la sostituzione, a fine agosto, di un componente della commissione edilizia; mercoledì la marcia indietro sulla delibera dell'Amos dopo l'altolà di Rifondazione; giovedì il sindaco messo in minoranza dall'Ulivo". Accettato l'emendamento proposto dal sindaco l'ordine del giorno è stato, però, bocciato (18 no 14 sì). Maggioranza e minoranza si sono nuovamente divise al proprio interno.


LIVORNO- Dovrà essere pronta entro la fine dell'anno la relazione  da "Nazione, La (Livorno)" del 29-09-2007)

 

?LIVORNO? DOVRA essere pronta entro la fine dell'anno la relazione dettagliata sui costi della politica nell'ente Provincia. E' quanto chiede, al presidente Giorgio Kutufà, la mozione presentata e votata da tutte le forze consiliari. Nel mirino, i costi dell' esecutivo, del consiglio, delle commissioni consiliari, gettoni presenza ed indennità, e della struttura amministrativa. La richiesta è stata accolta dal presidente Kutufà che, conosciuto come amministratore parsimonioso, ritiene questa indagine 'opportuna'. "LA DEMOCRAZIA ha un costo ? ha detto Kutufà ? anche alla luce di quanto sta accadendo in Birmania. La politica deve essere passione, ed ho sempre apprezzato il fatto che Marco Ruggeri (segretario della federazione Ds di Livorno e consigliere provinciale, ndr) faccia i turni in fabbrica". Qualche scaramuccia, fra i banchi della maggioranza e dell'opposizione, c'è stata: Valentina Danesin, capogruppo di Rifondazione, ha sottolineato l'entrata tardiva in aula di Giorgia Beltramme, consigliera Ds. "Eppure prenderà il gettone di presenza" ha tuonato la consigliera dell'estrema sinistra. Immediata la replica della segretaria comunale dei Ds che ha motivato il ritardo. "DOBBIAMO dare risposte ai cittadini ? dice Ruggeri ? perché Grillo riempie le piazze dicendo cose ovvie. Sta franando il mondo delle istituzioni e, nonostante le dichiarazioni d'intenti, i costi della macchina parlamentare continuano ad aumentare". POI il consigliere diessino si rivolge alla giunta: "Ci aspettiamo un'analisi seria, perché non è certo tagliando i regali natalizi che si dà un segnale ai cittadini, bensì facendo commissioni utili". RITORNA così l'attenzione sulle commissioni consiliari che hanno un costo per l'amministrazione e che consentono, ad alcuni consiglieri, magari con doppi incarichi amministrativi, di farsi un vero e proprio stipendio. Michela Berti - -->.


Gironcoli: no alla spartizione nelle commissioni municipali ( da "Messaggero Veneto, Il" del 29-09-2007)

 

Gorizia Gironcoli: no alla spartizione nelle commissioni municipali A chi va il merito del risparmio di 6 mila euro nell'ultima seduta del consiglio comunale, in cui si è evitato, grazie alla sua conclusione prima della mezzanotte, l'erogazione di un secondo gettone di presenza per i consiglieri?. La consigliere dei Cittadini per Gorizia, Donatella Gironcoli, aveva assegnato questo merito all'opposizione, uscita in anticipo dall'aula, ma ieri, Francesca Marina Colombo, della Lega e Gaetano Valenti, di Forza Italia, avevano affermato che, in realtà, era stato il presidente del consiglio comunale, Rinaldo Roldo, esponente della maggioranza, a imporre la chiusura del consiglio prima della mezzanotte. Oggi interviene nuovamente la Gironcoli, che afferma: "non voglio entrare in una discussione con la Colombo e Valenti per contendere il merito di questo risparmio, l'importante è che quest'ultimo si sia realizzato. Sono felice di questo risultato - aggiunge - che va letto anche nell'ottica, suggerita dai Cittadini per Gorizia, dell'evitato aumento da 8 a 10 degli assessori della giunta Romoli e nella decisione del sindaco di non assumere un city manager". La consigliera dei Cittadini per il presidente ribadisce, quindi, che "non è importante contendersi il merito sui risparmi della politica e mi impegnerò a riconoscere il ruolo, in tal senso, dei consiglieri Colombo e Valenti, se avranno la capacità di imporre, per le nomine dei coordinatori delle commissioni comunali i criteri dell'esperienza e della competenza rispetto alla logica della spartizione". (p.a.).


Consorzi di bonifica Vanno aboliti E a Volterra in arrivo nuovi tributi ( da "Nazione, La (Pisa)" del 29-09-2007)

 

Consorzi di bonifica "Vanno aboliti" E a Volterra in arrivo nuovi tributi CONSORZI DI BONIFICA: gigantismo, inefficienza, sprechi e scarsa trasparenza. Questo il duro giudizio del consigliere regionale di Forza Italia, Piero Pizzi, che ha presentato una proposta di legge per cancellarli, senza mezzi termini. Sono tredici i consorzi di bonifica presenti in Toscana e le tredici comunità montane svolgono direttamente le funzioni di bonifica. Non ha dubbi, il consigliere regionale di Forza Italia: "Tali consorsi spendono circa 15 milioni di euro di entrate, a carico dei cittadini contribuenti ? prosegue Pizzi ? e tutto questo in un solo esercizio solo per funzionamento degli organi, costi del personale e di esazione, costi per le elezioni e altro". Il consigliere azzurro passa a esporre il suo pensiero sulle "indennità degli amministratori, che in alcuni casi sono più dei dipendenti. Si tratta di indennità non certo simboliche, poiché arrivano in alcuni casi oltre i 5mila euro al mese per i presidenti, a 15mila euro annui per i revisori dei conti, mentre i gettoni di presenza possono arrivare fino a 130 euro a seduta". Fatte queste premesse, Forza Italia ha presentato una proposta di legge che prevede l'abolizione di questi organismi, la cui presenza è quasi sempre avvertita dai cittadini solo quando arrivano le cartelle da pagare, e il passaggio delle competenze alle province". Tutto questo dovrebbe servire "a razionalizzare e rendere più efficiente, economico ed efficace il servizio volto alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni agricole, alla difesa del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela dell'ambiente e delle sue risorse naturali". L'evolversi delle attività di bonifica, sostiene il consigliere regionale azzurro, ha reso "indispensabile un'azione più ampia degli enti pubblici per la difesa del suolo, la tutela, la valorizzazione e il corretto uso delle risorse idriche. Azione che, per sua natura, coinvolge parimenti interessi pubblici, facenti capo in particolare alle Province, che le dovrebbero gestire, sostiene Pizzi. Un argomento di stretta attualità anche a Volterra, considerato che in città dal prossimo anno una parte del centro storico passerà alla Bonifica Valdera. Terminato il censimento degli immobili (lavoro congiunto tra Consorzio e Comunità Montana per verificare quali saranno di competenza di un ente e quali dell'altro) il Consorzio procederà all'emissione delle cartelle relative al 2007. Interessati all'operazione di verifica sono migliaia di unità immobiliari. Giacomo Brunetti - -->.


Le due caste ( da "Stampaweb, La" del 29-09-2007)

 

Sulla "casta" dei politici, il suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue malefatte, ormai sappiamo moltissime cose. E le sappiamo in tanti - giornalisti, studiosi, militanti politici, semplici cittadini - innanzitutto grazie a due libri seri e ben documentati, pieni di passione civile e mai sfiorati dal qualunquismo o dalla demagogia: Il costo della democrazia, di Salvi e Villone (Mondadori 2005) e La casta, di Rizzo e Stella (Rizzoli 2007). Il libro di Salvi e Villone contiene la prima stima del costo della casta (almeno 4 miliardi di euro), e una spiegazione puntuale dei meccanismi giuridici e amministrativi con i quali il ceto politico ha trovato il modo di rendere legale il "drenaggio" (chiamiamolo così...) di risorse economiche e di potere, un'attività che - prima di Tangentopoli - comportava quasi sempre la violazione delle leggi. Il libro di Rizzo e Stella è un'illustrazione puntuale e agghiacciante di alcuni clamorosi casi concreti, una sorta di antologia dell'insostenibile spudoratezza del ceto politico. Chiunque legga uno dei due libri con animo sgombro da idee preconcette, difficilmente ne esce senza un senso di nausea e di impotenza. E non stupisce che il più provocatorio fra i due, ossia La casta di Rizzo e Stella, viaggi verso il milione di copie vendute e stia diventando una sorta di manifesto della rivolta morale contro il ceto politico. Un manifesto che piace a destra e a sinistra, ai militanti e ai non schierati, ai girotondini e ai grillini. Da un po' di tempo, tuttavia, specie nei mezzi di informazione vicini al governo, ho l'impressione si vada profilando un'interessante operazione parallela. La protesta contro la casta viene riconosciuta sacrosanta, ma nello stesso tempo viene anche problematizzata, smorzata, neutralizzata, controbilanciata. Si dice, ad esempio, che la società civile non è migliore del ceto politico. Si fa notare che la casta dei politici non è l'unica casta. Si denunciano le altre lobby che paralizzano il paese. Si richiamano gli imprenditori alle loro responsabilità e alle loro colpe. Ma soprattutto si mettono nel mirino nuove caste, quasi a voler trovare un "doppio" della casta. Un paio di mesi fa ci ha provato l'Espresso, mettendo in croce i sindacalisti e i loro privilegi, e definendo il sindacato come "l'altra casta". Ieri ci ha riprovato Repubblica, con un articolo di Curzio Maltese in cui, abbastanza scopertamente, si suggerisce che c'è in Italia anche una seconda casta, quella della Chiesa. Proprio come quelli della Politica, i privilegi della Chiesa costano ai contribuenti (almeno) 4 miliardi l'anno. Dunque ci sono due caste, entrambe riprovevoli. Uno a uno e palla al centro, dunque? Credo proprio di no. Il tentativo di trovare una seconda casta su cui scaricare l'ira dell'opinione pubblica si scontra con un'asimmetria fondamentale, che molti di noi avvertono istintivamente. Sindacalisti, imprenditori, sacerdoti hanno le loro colpe, i loro limiti, le proprie "mele marce". In ciascuna delle categorie che dovrebbero contendere alla casta dei politici il suo triste primato ci sono individui indegni del ruolo che ricoprono: sindacalisti parassiti, imprenditori senza scrupoli, preti pedofili. E in ciascuna delle organizzazioni in cui operano ci sono disfunzioni, privilegi, abusi. Eppure nessuna di esse, nemmeno dopo le denunce dei media, nemmeno dopo gli episodi più disgustosi, ci suscita gli stessi sentimenti di ripulsa, di disistima, di disprezzo, che proviamo per il ceto politico nel suo complesso. Come mai ? Le ragioni a me sembrano due. La prima è che in nessuna delle caste rivali è così diffusa come fra i politici l'ostentazione dei simboli del potere: la stragrande maggioranza dei sindacalisti vive nell'ombra e gode di privilegi tutto sommato modesti; gli imprenditori ubiqui in tv e nel jet set sono una piccola minoranza, e di norma non gravano sui contribuenti; nessun prete sgomma su potenti auto blu per raggiungere la parrocchia o il seminario. Ma c'è un'altra ragione, la più importante, che rende unica la casta dei politici e toglie loro il rispetto del cittadino. Il sindacato italiano può non piacermi, ad esempio perché protegge solo gli iscritti, ma non posso certo dire che non faccia il sindacato. Gli imprenditori possono sembrarmi poco illuminati, o poco classe dirigente, ma è difficile sostenere che non facciano gli imprenditori. La Chiesa mi fa orrore quando nasconde i misfatti dei suoi membri, e può darmi fastidio per le sue posizioni sulle questioni bioetiche, ma non posso negare che fa la Chiesa, e che proprio quel che non mi piace fa spesso parte del suo mestiere. Invece la politica no. La politica non fa il suo mestiere, ed è per questo che - a un certo punto - i suoi privilegi sono diventati insopportabili. Qual è il mestiere della politica? In un mondo ideale, sarebbe di occuparsi disinteressatamente del bene comune. Nel mondo reale, il mestiere della politica è - più prosaicamente - prendere decisioni: promettere ciò che si può mantenere, e mantenere ciò che si è promesso. è questo che la politica, da parecchi anni, è sempre meno capace di fare. Non lo ha fatto con Berlusconi, che non è stato in grado di onorare il "Contratto con gli italiani", non lo sta facendo con Prodi, che non ha ancora mantenuto neppure una delle promesse fondamentali del suo programma: ridurre il cuneo fiscale a tutti i lavoratori dipendenti, non aumentare le tasse, cancellare le cosiddette leggi vergogna, porre fine alla lottizzazione della Rai e della Sanità, giusto per ricordarne qualcuna. Per questo, nonostante il tentativo di scovare altre caste, o di fare della Chiesa la seconda casta, credo proprio che la Politica non perderà il suo primato. Solo al ceto politico, infatti, riesce il doppio miracolo: smettere di fare il proprio mestiere, e moltiplicare i privilegi che a quel mestiere sono riconosciuti.



Spa locali, partecipazioni da ridurre ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-09-29 - pag: 2 autore: Comunità montane da 600 a 500 metri - Sì a 295 parlamentari in meno Spa locali, partecipazioni da ridurre Mariolina Sesto ROMA Enti locali e società a partecipazione pubblica. è qui che la Finanziaria usa il colpo di scure per abbattere i costi della politica. Il Governo sollecita poi il Parlamento a ridurre il numero dei deputati a 450 e quello dei senatori a 200. Entrano dunque in Finanziaria le misure previste dal Ddl Santagata che si era arenato tra i veti della Conferenza Stato-Regioni: riduzione del 20% dei consiglieri provinciali e comunali, niente consigli circoscrizionali nei Comuni con meno di 250mila abitanti. E ancora: i consiglieri delle circoscrizioni con meno di 60mila abitanti non avranno gettoni di presenza; il tetto massimo di assessori scenderà da 16 a 12; verranno ridotte le comunità montane. Ma la stretta prevista dal Ddl Santagata è stata ammorbidita: se il precedente provvedimento richiedeva ai comuni un'altitudine di almeno 600 metri sul livello del mare, la Finanziaria fa uno sconto di 100 metri a quota 500. Il taglio dei compensi si estende poi anche ai commissari straordinari di Governo che dal primo gennaio 2008 guadagneranno il 20% in meno. Quanto alle spa pubbliche, dovranno dismettere le partecipazioni in società che non siano necessarie a svolgere i loro fini istituzionali. Le Pa dovranno inoltre ridurre il numero degli amministratori delle società controllate a un massimo di cinque o sette. Risparmio previsto: circa 1 miliardo all'anno a regime. Ma il ministro per l'Attuazione del programma Giulio Santagata mette le mani avanti: "Dalle misure per diminuire i costi della politica non arriverà un impatto significativo sul bilancio dello Stato perché molti dei risparmi prodotti riguardano Enti locali e società a partecipazione pubblica, e dunque sarà in quei bilanci che si troveranno i frutti delle misure ". "Non pensiamo di fare cassa con i risparmi degli Enti locali – ripete il ministro immaginando lo scontento degli amministratori locali –. Abbiamo fatto un accordo che prevede che non prendiamo dal Patto di stabilità neanche un euro per il nostro bilancio ". Inoltre "ci sono operazioni che impattano sui bilanci delle società a partecipazione pubblica e là rimangono". Entreranno invece in un Ddl collegato alla Finanziaria le norme relative alla trasparenza: chi ricopre cariche di governo a livello locale non potrà anche operare nel settore privato (il divieto è esteso all'anno successivo alla cessazione della carica). Le assunzioni nelle società pubbliche avverranno tramite offerte pubbliche e i bilanci e le consulenze dovranno essere resi pubblici anche tramite internet. I partiti, infine, non potranno essere finanziati da società concessionarie di servizi pubblici. A sorpresa poi il Governo fa sapere di voler essere partecipe del percorso delle riforme costituzionali avviato in Parlamento. Passa così un documento che, oltre a contenere il taglio di 295 parlamentari dalla prossima legislatura, auspica il superamento del bicameralismo perfetto, il rafforzamento dei poteri del premier (con la possibilità di nominare e revocare i ministri), la fiducia del Parlamento al solo presidente del Consiglio, la sfiducia costruttiva e la modifica dell'articolo 138, elevando la maggioranza necessaria per la revisione di riforme costituzionali.


Ripartiti 7,5 miliardi di extra-gettito ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-09-29 - pag: 7 autore: Ripartiti 7,5 miliardi di extra-gettito Il provvedimento che accompagna la manovra distribuisce le maggiori risorse Per l'onere dei contratti nel pubblico impiego spazio alla copertura retroattiva Pubblichiamo il testo del decreto legge all'esame del Consiglio dei ministri di ieri contenente "Misure urgenti di finanza pubblica". Il decreto legge fa parte della manovra 2008. ARTICOLO1 Destinazione maggiori entrate 1. Le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978 milioni di euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto dall'articolo 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468 ai sensi del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, sono destinate alla realizzazione degli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza pubblica a legislazione vigente definiti dal predetto Documento di programmazione economico- finanziaria e dalla relativa nota di aggiornamento. 2. Gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni di cui al comma 1 includono gli effetti finanziari degli interventi disposti con il presente decreto, ivi comprese le misure di sviluppo ed equità sociale di cui all'articolo 1, comma 4, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. ARTICOLO2 Imprese pubbliche 1. Per la prosecuzione delle opere in corso sulla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, previste dal contratto di programma 2007-2011 parte investimenti stipulato tra il ministero delle Infrastrutture e la Rete ferroviaria italiana Spa, è autorizzato un contributo di 800 milioni di euro per l'anno 2007. 2. Per assicurare, per il periodo di vigenza del contratto di cui al comma 1, la continuità nell'attività di manutenzione straordinaria sulla rete tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, come indicato nella delibera Cipe 20 luglio 2007, è autorizzato per l'anno 2007 un ulteriore contributo di 235 milioni di euro. 3. è autorizzata la spesa di 215 milioni di euro per progetti appaltabili nel 2007 ricompresi nel piano di investimenti allegato al Contratto di programma 2007 stipulato tra il ministero delle Infrastrutture e da Anas Spa. ARTICOLO3 Semplificazione delle procedure di utilizzo degli stanziamenti di cui all'elenco 1 annesso alla Legge finanziaria 2007 1. All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti modifiche: a) al comma 758, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: "Al fine di garantire la tempestiva attivazione del finanziamento in corso d'anno degli interventi previsti nel predetto elenco 1, è consentito, per l'anno 2007, l'utilizzo di una parte delle quote accantonate per ciascun intervento, nel limite di importi corrispondenti a effetti in termini di indebitamento netto pari all'ottanta per cento di quelli determinati nel medesimo elenco 1. Per gli anni 2008 e 2009 è consentito l'utilizzo di una parte delle quote accantonate per ciascun intervento, nel limite di importi corrispondenti a effetti in termini di indebitamento netto pari al settanta per cento di quelli determinati nel medesimo elenco 1"; b) al comma 759, è soppressa la parola "trimestralmente"; c) al comma 762, le parole "per gli importi accertati ai sensi del comma 759" sono sostituite dalle seguenti: "secondo quanto previsto dai commi 758 e 759". 2. Il comma 2 dell'articolo 13 del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, è sostituito dal seguente: "2. Le anticipazioni di cui al comma 1 sono estinte a valere sulla quota delle somme stanziate sui pertinenti capitoli di bilancio indicata all'articolo 1, comma 758, penultimo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, preventivamente rispetto agli utilizzi cui sono destinati gli stanziamenti stessi.". ARTICOLO4 Commissariamento Regioni inadempienti e crediti dormienti 1. Qualora nel procedimento di verifica e monitoraggio dei singoli Piani di rientro, effettuato dal Tavolo di verifica degli adempimenti e dal Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza di cui rispettivamente agli articoli 12 e 9 dell'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, con le modalità previste dagli Accordi sottoscritti ai sensi dell'articolo 1, comma 180 della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, si prefiguri il mancato rispetto da parte della Regione degli adempimenti previsti dai medesimi Piani, in relazione alla realizzabilità degli equilibri finanziari nella dimensione e nei tempi ivi programmati, in funzione degli interventi di risanamento, riequilibrio economico- finanziario e di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo amministrativo e contabile, tali da mettere in pericolo la tutela dell'unità economica e dei livelli essenziali delle prestazioni, ferme restando le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 796, lettera b) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il presidente del Consiglio dei mi-nistri, con la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131, su proposta del ministro dell'Economia e delle finanze, di concerto con il ministro della Salute, sentito il ministro per gli Affari regionali e delle autonomie locali, diffida la Regione ad adottare tutti gli atti normativi, amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento degli obiettivi previsti nel Piano entro quindici giorni. 2. Ove la Regione non adempia alla diffida di cui al comma 1, ovvero gli atti e le azioni posti in essere, valutati dai predetti Tavolo e Comitato, risultino inidonei o insufficienti al raggiungimento degli obiettivi programmati, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Economia e del-le finanze, di concerto con il ministro della Salute, sentito il ministro per gli Affari regionali e delle autonomie locali, nomina un commissario ad acta per l'intero periodo di vigenza del singolo Piano di rientro. Gli eventuali oneri derivanti dalla nomina del commissario ad acta sono a carico della Regione interessata. 3. I crediti interessati dalle procedure di accertamento e riconciliazione del debito pregresso al 31 dicembre 2005, attivate dalle regioni nell'ambito dei piani di rientro dai deficit sanitari di cui all'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, prevedendo anche la richiesta ai creditori della comunicazione di informazioni, entro un termine definito, sui crediti vantati dai medesimi, si prescrivono in cinque anni dalla data in cui sono maturati, e comunque non prima di 180 giorni dalla data di conversione in legge del presente decreto legge, qualora, alla scadenza del termine fissato non sia pervenuta la comunicazione richiesta. A decorrere dal termine per la predetta comunicazione, i crediti di cui al presente comma non producono interessi. ARTICOLO5 Misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico 1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del Ssn per l' assistenza farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione ospedaliera non può superare a livello nazionale ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività non rendicontate dalle Aziende sanitarie. 2. Il valore assoluto dell'onere a carico del Ssn per l'assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale che in ogni singola regione, come definito al comma 1, è annualmente determinato dal ministero della Salute, entro il 15 novembre dell'anno precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle disponibilità finanziarie per il servizio sanitario deliberato dal Cipe, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di riparto del ministro della Salute, da formulare entro il 15 ottobre. 3. Entro 15 giorni dalla fine di ciascun mese, le Regioni trasmettono all'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), al ministero della Salute e al ministero dell'Economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, come definita al comma 1, per singola specialità medicinale, relativi al mese precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del ministro della Salute del 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta Il rispetto di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello Stato. 4. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso informativo di cui al comma 3, alle Regioni che non hanno fornito i dati viene attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei budget, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal flusso informativo del Nuovo sistema informativo sanitario. 5. A decorrere dall'anno 2008 è avviato il nuovo sistema di regolazione della spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, disciplinato dai commi seguenti. 6. Il sistema di cui al comma precedente, nel rispetto dei vincoli di spesa di cui al comma 1, è basato sulla attribuzione da parte dell'Aifa,a ciascuna Azienda titolare di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci (Aic), entro il 15 gennaio di ogni anno, di un budget annuale calcolato sulla base dei volumi e dei prezzi degli ultimi dodici mesi per i quali sono disponibili i dati, distintamente per i farmaci equivalenti e per i farmaci ancora coperti da brevetto. Dal calcolo di cui al precedente periodo viene detratto, ai fini dell'attribuzione del budget, l'ammontare delle somme restituiteal Servizio sanitario nazionale per effetto dell'articolo 1, comma 796, lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e del comma 13 del presente articolo. Viene detratto, altresì, il valore della minore spesa prevedibilmente conseguibile nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget, a seguito delle decadenze di brevetti in possesso dell'azienda presa in considerazione; tale valore è calcolato sulla base dei dati dell'anno precedente. Ai fini della definizione dei budget l'Aifa utilizza anche il 60 per cento delle risorse incrementali derivanti dall'eventuale aumento del tetto di spesa rispetto all'anno precedente e di quelle rese disponibili dalla riduzione di spesa complessiva prevista per effetto delle decadenze di brevetto che avvengono nell'anno per il quale è effettuata l'attribuzione del budget. Un ulteriore 25 per cento delle risorse incrementali, come sopra definite, costituisce un fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi che saranno autorizzati nel corso dell'anno, mentre il restante 15 per cento costituisce un fondo di garanzia per esigenze allocative in corso d'anno. Il possesso, da parte di un farmaco, del requisito della innovatività è riconosciuto dall'Aifa sentito il parere formulato dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica istituita presso la stessa Agenzia e ha validità per 36 mesi agli effetti del presente articolo, fatta salva la possibilità dell'Aifa di rivalutare l'innovatività sulla base di nuovi elementi tecnico-scientifici resisi disponibili. 7. La somma dei budget di ciascuna azienda, incrementata del fondo aggiuntivo per la spesa dei farmaci innovativi di cui al comma 6,nonché dell'ulteriore quota del 15 per cento prevista dallo stesso comma, deve risultare uguale all'onere a carico del Ssn per l'assistenza farmaceutica a livello nazionale, come determinato al comma 2. 8. In fase di prima applicazione della disposizione di cui al comma 6 e nelle more della concreta e completa attivazione dei flussi informativi, l'Aifa, partendo dai prezziinvigoreal1Ugennaio2007 risultanti dalle misure di contenimento della spesa farmaceutica di cui all'articolo 1, comma 796, lettera f) della legge 27 dicembre 2006, n. 296, attribuisce a ciascuna Azienda titolare di Aic, entro il 31 gennaio 2008, un budget provvisorio sulla base delle regole di attribuzione del budget definite dal medesimo comma 6. Il budget definitivo viene attribuito a ciascuna Azienda entro il 30 settembre 2008 alla luce dei dati sulla distribuzione diretta forniti dalle Regioni ai sensi del citato decreto del ministro della Salute del 31 luglio 2007. In assenza di tali dati, ad ogni azienda viene attribuito un valore di spesa per la distribuzione diretta proporzionale all'incidenza dei farmaci di Pht di cui alla Determinazione Aifa del 29 ottobre 2004, pubblicata nella "Gazzetta Ufficiale" n. 259 del 4 novembre 2004. 9. L' Aifa effettua il monitoraggio mensile dei dati di spesa farmaceutica e comunica le relative risultanze al ministero della Salute e al ministero dell'Economia e delle finanze con la medesima cadenza. L'Aifa verifica al 31 maggio, al 30 settembre e al 31 dicembre di ogni anno l'eventuale superamento a livello nazionale del tetto di spesa di cui al comma 1, calcolato sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale dell'impiego dei medicinali, disciplinato dall'articolo 68 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 e dall'articolo 18 del decreto ministeriale 20 settembre 2004, n. 245, nonché sulla base dei dati delle Regioni concernenti la distribuzione diretta di cui ai commi 3 e 4.


Santagata: <Scure sui costi della politica> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 29-09-2007)

 

PRIMO PIANO 29-09-2007 RIFORME ARRIVANO TAGLI AL NUMERO DEI PARLAMENTARI, ALLE AUTO BLU E ALLE TELEFONATE Santagata: "Scure sui costi della politica" ROMA II Arrivano i primi, sospirati tagli ai costi della politica. Con in più la richiesta del governo al Parlamento perché si riduca, per legge, il numero dei deputati (315) e senatori (200). La scure della manovra 2008 - lo annuncia il ministro Santagata - si abbatterà su consiglieri e manager. è previsto infatti un taglio del 20 per cento per il numero dei consiglieri comunali e provinciali. E sarà fissato un tetto massimo per l'indennità dei super dirigenti pubblici. Quelli delle società controllate e degli enti, che percepiscono stipendi a sei zeri e incassano liquidazioni d'oro, superiori perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10 per cento il numero dei dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle amministrazioni. Subiranno inoltre una riduzione del 5 per cento gli organici di ministeri, enti autonomi e agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione sarà dato un colpo di freno al fenomeno del precariato. Niente più contratti flessibili: solo contratti a tempo indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti che vanno in pensione ne vengono assunti 6. Solo in presenza di esigenze "stagionali" si potranno fare assunzioni a tempo determinato, ma per tempi limitati (al massimo 3 mesi). Auto blu e telefonini. Finora sono state eliminate 50 auto dal parco governativo. Ma non basta. Così l'auto di servizio diventa collettiva, ossia a disposizione di più beneficiari, per dare una sforbiciata al parco macchine di ministeri ed enti locali. Negli uffici pubblici nessuno avrà più il cellulare di servizio e non si utilizzeranno più i servizi postali. Progressivamente per le telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare i servizi Internet (Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe convenzioni. Una misura che consentirà un risparmio di 451 milioni di euro fino al 2010. Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008, 140 milioni per il 2009. Per porre un freno agli sprechi nella gestione degli immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal prossimo anno si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria: ogni anno non si potrà spendere più del 3 per cento del valore dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto solo l'1 per cento. Nel mirino anche le comunità montane, che saranno drasticamente ridotte. Dal primo marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui tribunali militari inutili (Torino, La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo). Costi della politica Il ministro per il Programma Giulio Santagata. ANSA.


Costi della politica e <progetti> su cui indagare ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 29-09-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-09-29 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE L'APOLOGO Costi della politica e "progetti" su cui indagare di ALESSIO VIOLA Lo scandalo dei costi della politica ormai dilaga. Per ultima, è stata travolta l'amministrazione di Torre Spaccatella, ridente cittadina appartenente alla comunità montana dell'alto Adriatico pugliese. Un giovane magistrato, Antonio La Roccia, ha scoperto quello che era il sistema definito, con la sua notoria e ruspante semplicità di linguaggio, delle "campagne elettorali a credito". Chiave, a suo dire, di tutte le forme di degenerazione della politica, e causa dei suoi costi non solo esorbitanti, ma soprattutto insostenibili a livello sociale. In che cosa consiste il sistema? è presto detto. Dai dati raccolti dalla sua squadra di investigatori, un brigadiere e due vigili urbani, sono emerse le trame di un intreccio fra politica ed affari, amministrazione e vita dei partiti, che sarebbe praticamente impossibile leggere e decifrare, se non alla luce del teorema La Roccia. Va detto che le indagini risultano facilitate, poiché parliamo di un piccolo centro, in cui sono tutti, in qualche modo, figure pubbliche. Chiunque sia in politica anche da poco tempo, è in grado di ricostruire rapporti ed amicizie, parentele e collusioni, affari e carriere, figurarsi per un magistrato che ha voglia di chiarezza, e di un brigadiere alla vigila della pensione, che non deve chiedere o fare favori a nessuno. Dunque, la cosa funzionerebbe così. All'avvicinarsi delle passate elezioni, l'aspirante sindaco, aiutato dal suo partito, avrebbe raccolto intorno a sé una fitta rete di amici, clienti ed affaristi. La richiesta, semplice: l'appoggio e l'impegno a tempo pieno in campagna elettorale. Intesa non solo nel senso classico, il porta a porta, i manifesti, i fac-simile distribuiti a migliaia. Ma nel senso di creare una rete di possibili affari da concludere, una volta vinte le elezioni. Praticamente, un prestito. Se va male, pazienza, ci abbiamo provato. E poi si può sempre cambiare casacca, cosa che per altro avevano fatto in molti. Se va bene… Era andata bene, e le cambiali, stando alle intercettazioni del nucleo del brigadiere, erano state messe subito all'incasso. Progetti, in primis. Parola magica, sotto cui si nasconde di tutto. In pratica, si tratta di soldi pubblici che vengono distribuiti agli amici degli amici, che attraverso società le più diverse e fantasiose, intercettano finanziamenti europei, governativi, regionali, comunali. Memorabile lo studio sulla foca monaca accampata lungo le coste turche, oggetto di un seminario specifico che ha fatto scuola. Ma nel mare magno dei progetti c'è veramente di tutto, serve solo una buona dote di realismo per accertarsi che siano davvero finanziati. Poi la madre di tutte le cambiali, la nomina degli assessori. Pescati in gran parte fra gli amici fidati, costano sempre meno di un assessore corrotto, avrebbe detto il sindaco. Importante è che siano fedeli, al capo e alla famiglia. Di fatto, ritiene l'intero consiglio una massa di corruttibili. E poi, la strabiliante quantità di consulenti. Nei tanti dipendenti del comune montano di mare, evidentemente, non c'erano intelligenze e professionalità in grado di far fronte alla bisogna. Lo staff elettorale, in blocco, è diventato quello dei consulenti. E se alla fine la lista degli amici era esaurita, se ne sono presi da fuori, gli oriundi, naturalizzati grazie alla tessera del partito del sindaco. Decine di geometri e avvocati a dirigere la sanità, ginecologi i lavori pubblici, avvocati la ricerca, umanisti la tecnologia, e via consultando. Il bilancio del piccolo comune, ovviamente, è al tracollo. La coscienza civile dei cittadini, distrutta. Anche perché si è trattato di sistemare un po' di trombati in enti ed agenzie, le cambiali vanno pagate, sempre. Il giudice minaccia sfracelli. Qualcuno parla già di "consulenze pulite", una nuova puntata dell'infinita commedia all'italiana. Della serie: i costi della politica.


Vitalizi ai sindaci, altolà degli Arbeitnehmer ( da "Corriere Alto Adige" del 29-09-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: REGIONE - data: 2007-09-29 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE I COSTI DELLA POLITICA LO SCONTRO IN REGIONE Vitalizi ai sindaci, altolà degli Arbeitnehmer Perkmann: non paghi la gente. Benussi: Spagnolli si abbassi lo stipendio BOLZANO - La proposta di istituire un fondo previdenziale in favore dei sindaci piace al leader della corrente della Svp degli Arbeitnehmer, Reinhold Perkmann. L'unico vincolo che pone l'esponente dell'ala sociale della Stella Alpina è quello che alla fine non gravi sui cittadini. Un paletto importante alla luce anche del dibattito in corso sul taglio dei costi della politica. "Se ne discute da tempo - ammette Perkmann - e la questione sarà sollevata tra un mese al congresso del nostro partito. I sindacati, infatti, sono riusciti a far modificare l'ordine del giorno preventivato facendo inserire al primo posto del dibattito proprio le questioni relative alle amministrazioni locali". Non è un mistero che da alcuni mesi il presidente del consorzio dei comuni Arnold Schuler sta pressando il Landeshauptmann Luis Durnwalder e l'Obmann della Stella Alpina Elmar Pichler Rolle per ottenere una maggiore autonomia per le amministrazioni locali. Nel pacchetto delle richieste approntato figura anche l'annosa questione del trattamento previdenziale a favore dei primi cittadini. "Non possiamo non concordare con le richieste - rileva Perkmann - perché sono condivisibili, ad eccezione della rimozione del limite dei tre mandati. Il lavoro dei sindaci è mutato negli ultimi anni anche nei comuni inferiori a duemila abitanti gli amministratori sono obbligati a dedicarsi a tempo pieno allo svolgimento delle loro funzioni con grave pregiudizio per la loro professione. Studiare una forma previdenziale che dia loro una certa sicurezza mi sembra più che giusto. Sia ben chiaro, però, che i soldi devono essere reperiti all'interno dei bilanci comunali operando dei tagli su poste meno importanti senza farli gravare sui cittadini". Un segnale preciso quello di Perkmann che indica per il finanziamento del fondo previdenziale anche l'ipotesi di una partecipazione diretta da parte dei sindaci stessi che potrebbero destinare all'alimentazione della previdenza una parte delle loro indennità Interviene anche Giovanni Benussi, predecessore di Spagnolli sulla poltrona di primo cittadino del capoluogo: "Il sindaco decida di abbassare il suo stipendio a livello di quelli degli altri sindaci italiani, che amministrano città analoghe alla nostra, rinunciando ai cospicui vantaggi economici che le vengono dal solo fatto d'essere primo cittadino in Alto Adige e non in un'altra regione italiana e riduca il numero dei suoi assessori riportandolo a sette, come era prima che Salghetti lo aumentasse di due unità ". La sua è una lettera aperta in cui accusa Spagnolli di demagogia per le sue prese di posizione sulle accuse mosse di recente dall'opposizione su una scarsa efficienza della macchina amministrativa. Ma inevitabilmente la questione si trasferisce sui "costi della politica". "Lei - scrive tra l'altro Benussi - ha, ancora una volta e quasi stizzito, ribadito d'essere contento del suo e dell'operato della giunta, di avere effettuato un sacco di inaugurazioni, forse dimenticando che erano in gran parte opere ideate ed avviate dalla giunta Salghetti cui dovrebbe andare gran parte del merito, ci ha sciorinato i soliti dati sull'isola felice, che poi tanto felice non è se batte due a uno per suicidi, droga ed alcolismo il resto d'Italia". Enrico Barone RIUNITI Un gruppo di sindaci davanti alla sede del consiglio provinciale a Bolzano.



OSIMO - Non credo che le indennità degli amministratori del Comune di Osimo incidano tant ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 29-09-2007)

 

Di MARIA PAOLA CANCELLIERI OSIMO - "Non credo che le indennità degli amministratori del Comune di Osimo incidano tanto sui conti pubblici. Quello che va considerato spreco sono i compensi per le cariche nelle società partecipate senza attività, contenitori vuoti come Astea Acque e il suo Cda ai quali non fa riscontro alcuna efficienza. Oppure gli stipendi esosi pagati alle cariche sociali di Astea Spa. Abbiamo calcolato che l'ex municipalizzata con le collegate pesa per 500.000 euro annui sul bilancio con i suoi cda". Anche il consigliere di minoranza Mauro Pellegrini è disposto a consegnare il suo gettone di presenza se questo invoca la causa comune. Nulla da rilevare sulla proposta del sindaco Latini di azzerrare le competenze di amministratori comunali e presidenti delle partecipate "sarebbe però più utile ridimensionati gli importi più che neutralizzarli - aggiunge Pellegrini - altrimenti si rischia di tornare all'800 quando la politica era un lobby per ricchi". E' d'accordo anche il collega Massimo Luna. "Tagliarsi lo stipendio rappresenterebbe un buon esempio nel rispetto di chi non arriva a fine mese. Però dovremo sapere in anticipo come investire questi soldi. Potremmo destinarli alla fasce deboli della popolazione. Mi piacerebbe sapere poi come si autofinanzierà la politica, perché c'è chi riesce a far stampare manifesti 6x3". Il consigliere di maggioranza Matteo Gambini trova ottimo il gesto nel suo simbolismo ma non lo considera "la soluzione definitiva. Noi consiglieri con i 15 euro netti guadagnati ogni volta per la presenza di 6-10 ore nella Sala Gialla possiamo contribuire poco". La pensa così anche il collega di maggioranza Candido Donato. "Rappresento Osimo nel consorzio del Nera e non percepisco niente. Vogliono togliere il gettone della Sala Gialla? Cambierebbe poco, ci siamo già decurtati il 10% 2 anni fa e ogni Natale versiamo nel fondo di solidarietà". Allineato sulla posizione latiniana è il consigliere Andrea Falcetelli mentre l'assessore Coletta si trincera dietro un "no comment" e l'assessore Giancarlo Mengoni dice no all'ipotesi. "Per principio, perché l'impegno profuso è tanto. - eccepisce - In questi giorni stiamo facendo le ore piccole nei consigli di quartiere. Un minimo di rimborso spese è più che legittimo. La mia indennità mensile di 700 euro lordi oggi non copre neppure le spese. Se necessario mi adeguerò". Concorda anche l'ingegnere Sandro Antonelli, presidente della Imos, la partecipata immobiliare del Comune. "Le responsabilità ed i rischi che mi accollo sono tanti, come il tempo e l'impegno che dedico alla Srl. I miei 700 euro mensili non possono essere considerati uno stipendio". Il sindaco ascolta e precisa che "la proposta di azzeramento delle indennità degli amministratori non nasce da esigenze di bilancio del Comune ma dalle sollecitazioni avanzate per chiarire quanto ricevessero i vari amministratori. Si è visto che le cifre non sono rappresentate da grandi numeri. Ora quindi si può aprire un dibattito".


Corruzione qualcosa da fare ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 29-09-2007)

 

Agenda e Lettere Corruzione Qualcosa da fare I dati di Transparency International che danno l'Italia al 41? posto nel mondo all'indice di percezione della corruzione non ci stupiscono. Sono la conferma di un allarme che abbiamo lanciato da tempo e che si rivela nella critica montante dei cittadini verso i costi della politica e dell'Amministrazione pubblica. Ma su alcune cose si può intervenire subito. Bisogna attuare la normativa sulla confisca e l'uso sociale dei beni illeciti accumulati dai corrotti. Come insegnano anni di lotta alle mafie, soltanto se si aggrediscono i patrimoni illeciti e si riutilizzano quei beni a favore della cittadinanza sarà possibile combattere i fenomeni criminali. Poi monitorare i comportamenti di dipendenti e funzionari pubblici e l'attribuzione degli appalti col coinvolgimento delle organizzazioni civiche. Solo l'esercizio della vigilanza sull'operato dei poteri pubblici da parte dei cittadini garantisce che i diritti siano tutelati e che la corruzione non attecchisca. Infine chiediamo di attuare una seria politica di razionalizzazione della spesa pubblica, di lotta agli sprechi e di trasparenza dei bilanci degli enti locali e regionali. Questo a cominciare da settori chiave come la sanità pubblica che costituisce il 70% dei budget regionali e un potenziale intreccio d'interessi affaristici. Purtroppo non abbiamo percepito in questo primo anno di governo chiarezza d'intenti da parte dell'esecutivo Prodi né da parte dei ministeri. All'Alto Commissario Anticorruzione, ancora privo delle risorse necessarie, offriamo la disponibilità a collaborare per mobilitare i cittadini contro la corruzione. Cittadinanzattiva.


Le misure sociali spianano la via all'accordo( da "Nuova Venezia, La" del 29-09-2007)


Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La) (Mattino di Padova, Il) (Gazzetta di Reggio) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Mantova, La) (Trentino) (Nuova Sardegna, La) (Alto Adige Trento) (Gazzetta di Modena, La)

 

Nella notte il confronto sulla manovra vera e propria. La sinistra radicale: qualcosa si muove Le misure sociali spianano la via all'accordo Si delinea l'intesa sul decreto che stanzia 7,5 miliardi. Parisi: no al taglio delle spese militari Ferrero ha chiesto una sospensione per valutare gli atti ROMA. E' stata un'altra giornata di frenetiche consultazioni, di trattative fino all'ultimo minuto utile. La strada della Finanziaria sembra però essersi spianata e sul punto di compiere il primo passo con il consenso di tutte le forze della maggioranza. "E' una Finanziaria di squadra", ha detto il premier aprendo il Consiglio dei ministri intorno alle 17, dopo un'altra mattina di trattative. "Dobbiamo essere fieri perché sarà una manovra di sviluppo". La sinistra radicale incassa lo slittamento del ddl sul welfare, ma anche diversi impegni sul fronte sociale, la ricerca, l'ambiente. E ottiene anche un taglio delle spese militari contro cui polemizza però duramente il ministro della Difesa Arturo Parisi. Restano anche le tensioni con Dini, in particolare sul welfare, ma per ora il governo si accontenta di superare un'altra tappa tutt'altro che scontata. La trattativa con la sinistra è andata del resto avanti fino a sera inoltrata. Dopo 4 ore e mezzo è stato approvato il decreto fiscale e subito dopo Paolo Ferrero ha chiesto una pausa per esaminare il testo della finanziaria. Franco Giordano l'aveva del resto già detto: "Qualcosa si muove, ma non mi fido finché non vedo le carte". Aiuti ai più deboli Diverse le novità illustrate nel frattempo da Enrico Letta secondo il quale nella manovra ci sono "100 buone notizie per gli italiani". A cominciare dalla redistribuzione fiscale a favore delle famiglie più povere. La manovra sarà infatti accompagnata da un decreto da 7,5 miliardi tutto finanziato con le maggiori entrate di quest'anno. I cosidetti "incapienti", cioè coloro che non possono beneficiare di riduzioni fiscali perché sotto la soglia di reddito in cui si è esclusi dall'Irpef, prenderanno circa 200 euro in più nella tredicesima di dicembre. E la misura potrebbe diventare stabile, aumentando a 300 euro nel 2008. Confermata anche la semplificazione per un milione di microimprese che dovrebbe portare a un forte risparmio. Per i redditi fino a 30 mila euro, è prevista infatti un'unica Casa Entra in finanziaria anche un ulteriore taglio dell'Ici per la prima casa. Sarà previsto sotto forma di detrazione dell'1,33 per mille sulla base imponibile fino a un massimo di 200 euro che si potranno sommare agli attuali 103 euro. Previste detrazioni anche per gli affitti per le fasce più deboli: 300 euro per i redditi fino a 15.493 euro e 150 euro per chi ne guadagna fino a 30.987. In questo modo, sottolinea Enrico Letta, "è iniziata la riduzione fiscale. Grazie alla lotta all'evasione, che ha dato i suoi risultati, siamo in condizione di restituire agli italiani". E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sottolinea anche gli aiuti agli italiani non autosufficienti, la defiscalizzazione delle spese scolastiche, l'aumento del tetto per il terzo settore. Tagli alla politica In finanziaria entra anche un pacchetto di provvedimenti per il taglio dei costi della politica che a regime dovrebbe permettere di risparmiare un miliardo di euro l'anno. In arrivo una cura dimagrante per i consigli comunali, provinciali, regionali, i consigli di amministrazione delle società pubbliche e, come previsto, un drastico taglio dei costi telefonici nella pubblica amministrazione. Meno parlamentari Il governo ha approvato a sorpresa anche un documento sulle riforme istituzionali in cui auspica che il Parlamento proceda in una serie di punti ritenuti urgenti. Fra questi la riduzione del numero dei parlamentari, che dovrebbero passare a 450 deputati (rispetto ai 630 attuali) e a 200 senatori (rispetto ai 315 di oggi) già dalla prossima legislatura, cioè dalle prossime elezioni politiche. E, fra le altre misure, il governo indica il potere di revoca dei ministri per il presidente del Consiglio e la trasformazione del Senato in camera delle regioni. Ma anche l'innalzamento del quorum dell'articolo 138, in modo da mettere al riparo la Costituzione da colpi di mano a maggioranza. I debiti di Berlusconi Letta ha sottolineato ieri che un miliardo di euro, fra gli 11 complessivi della finanziaria sarà necessario per pagare i debiti assunti, ma mai onorati, dal governo Berlusconi a livello internazionale. Impegni che riguardano il fondo globale per l'Aids, il G8 e l'Onu. E su cui l'Italia è stata già durante richiamata.


Slitta il provvedimento sul Welfare( da "L'Adige" del 29-09-2007)

 

Il governo ha deciso di attendere il risultato del referendum promosso dai sindacati tra i lavoratori. Bonus del 36% per le ristrutturazioni Slitta il provvedimento sul Welfare Sconto di 200 euro sull'Ici e di 300 per gli affittuari con reddito inferiore a 15 mila euro ROMA - Da una parte il calo dell'Ici, che può arrivare fino a 200 euro, dall'altro lo sconto per gli affittuari. Per i piccoli lavoratori autonomi arriva invece una tassa forfettaria del 20% che assorbe anche Irap e Iva. Ci sono poi le misure di contenimento della spesa, come la riduzione degli statali (5%) che diventa del 10% per i dirigenti al top. Ecco una scheda con le misure principali contenute nella Finanziaria. CALO ICI - Per l'abitazione principale è prevista un'ulteriore detrazione pari all'1,33 per mille della base imponibile (che somma a quella già esistente). Lo sconto non può comunque essere superiore a 200 euro. La minor imposta "sarà rimborsata con oneri a carico dello Stato ai singoli comuni". SCONTO AFFITTI - Arriva uno sconto di 300 euro a valere sull'Irpef per gli affittuari con un reddito sotto 15.493,71 euro. Scende a 150 euro per chi guadagna fino a 30.987,34 euro. SLITTA IL PROVVEDIMENTO SUL WELFARE - Il collegato sul welfare slitterà a metà ottobre per attendere il risultato del referendum promosso dai sindacati tra i lavoratori. 200 MILIONI PER NON AUTOSUFFICIENTI - La finanziaria prevede un intervento da 200 milioni in favore dei non autosufficienti. GIU TASSE A IMPRESE - Calano Ires e Irap. L'Irap scenderà al 3,9 e l'Ires sarà abbattuta di 5 punti, dal 33 al 28%. RISTRUTTURAZIONI - Il bonus del 36% per i lavori di ristrutturazioni edilizia potrà essere utilizzato anche nei prossimi tre anni. FORFAIT AL 20% PER I PICCOLI - I lavoratori marginali con un fatturato annuo sotto i 30.000 euro pagheranno solo un forfait con un'aliquota al 20%. CONTRATTI PUBBLICI - La Finanziaria prevede per il rinnovo dei contratti pubblici in scadenza a fine 2007 solo le risorse per l'indennità di vacanza contrattuale. Per il prossimo biennio infatti sono previsti oneri a carico del bilancio statale per 240 milioni per il 2008 e 355 per il 2009 (per una platea di circa 1,5 milioni di persone). Per il personale statale in regime di diritto pubblico (come le forze armate) la bozza sono previsti per il 2008 oneri per 117 milioni. TAGLI A ORGANICI MINISTERI - Gli organici dei ministeri, degli enti autonomi dovrà essere ridotto del 5% e il taglio dei dirigenti di prima fascia dovrà arrivare al 10%. NO PRECARI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Le pubbliche amministrazioni potranno assumere "esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato". Inoltre non potranno avvalersi di forme di contratto flessibile - leggi precari - per non più di tre mesi. Nel complesso i precari non possono lavorare per la Pa per più di 2 anni. DEROGA ASSUNZIONI PER ENTRATE, DOGANE, GDF - Deroga per nuove assunzioni all'agenzia delle Entrate, Dogane e Guardia di Finanza. TAGLIO AD AFFITTI PUBBLICI - Il Governo punta a risparmiare almeno il 10% della spesa per la manutenzione e l'affitto di immobili pubblici con un taglio ai ministeri interessati che in tre anni (2008-2010) porterebbe ad un risparmio di 290 milioni. PRESTITO SANITARIO A REGIONI - Prestito da 9,1 miliardi a 4 regioni per risanare i debiti sanitari. In particolare in attuazione degli accordi sottoscritti tra lo Stato e le Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia le regioni interessate sono obbligate a risanare strutturalmente i relativi servizi sanitari regionali. Se le regioni non rispetteranno i piani di rientro stabiliti con il Governo per il sistema sanitario rischiano il commissariamento. AUMENTA TETTO SPESA FARMACI, 2008 AL 14,4% - Dal 2008 cambierà il tetto per la spesa farmaceutica e l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza farmaceutica territoriale non potrà superare il 14,4% sul totale della spesa sanitaria complessiva contro il 13% attuale. 550 MILIONI PER EDILIZIA POPOLARE - Arrivano 550 milioni per un piano straordinario di edilizia popolare. 29/09/2007.


Spunta il "bonus" elettorale: a Natale 150 euro ai più poveri  da "Giornale.it, Il" del 29-09-2007)

 

Di Gian Battista Bozzo - sabato 29 settembre 2007, 08:47 Stampa Dimensioni Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Roma - Un "bonus panettone" da circa 150 euro, assegnato a fine anno agli "incapienti", i cittadini dal reddito così basso da non poter usufruire di riduzioni fiscali perché già esenti dal pagamento delle tasse. Il bonus dovrebbe andare a ogni componente del nucleo familiare.èquesta la grande novità annunciata dal sottosegretario alla presidenza Enrico Letta, a Consiglio dei ministri in corso per l'approvazione della legge finanziaria 2008. Si tratta di una riedizione del bonus da 300mila lire che era stato approvato dal governo Amato con la finanziaria elettorale 2001: c'è aria di voto in primavera? La provvidenza è contenuta nel decreto legge da 7 miliardi e mezzo di euro che il governo ha approvato all'unanimità nella tarda serata di ieri. La manovra è stata infatti spacchettata in più provvedimenti: la Finanziaria vera e propria, da 11 miliardi di euro; il decreto, che anticipa le misure di questo scorcio di 2007; un disegno di legge collegato (o forse più). Un"collegato di sessione " conterrà le norme che recepiscono il protocollo su pensioni e welfare del 23 luglio scorso: sarà approvato dal governo il 12 ottobre, dopo il voto referendario nelle fabbriche e fra i pensionati sui contenuti dell'intesa governo-sindacati. "Il decreto - ha spiegato Letta - è frutto delle maggiori entrate fiscali, che saranno redistribuite". Due miliardi circa per misure (il bonus, appunto) a sostegno dei ceti più deboli; quasi tre miliardi per le infrastrutture, con Ferrovie, Anas, metropolitane di Milano,Romae Napoli che fanno la parte del leone; 1,5 miliardi per le politiche abitative, l'anticipo dei contratti pubblici, altri interventi vari; un miliardo per la cooperazione internazionale che non sarebbe stato pagato dal governo precedente ("impudenti", ha commentato in proposito Gianfranco Fini). Questa, più o meno, la suddivisione del "tesoretto". Nella Finanziaria delle "cento buone notizie per gli italiani" - così l'ha definita Letta nell'incontro con la stampa a palazzo Chigi - almeno 99 di esse sono, però, ancora da scoprire. Il ministro per l'Attuazione del programma, Giulio Santagata, parla di un taglio di un miliardo di euro ai costi della politica: non subito, però, ma a regime. "Siamo impegnati a ridurre deputati e senatori - celia Santagata - rispettivamente a 315 e 200 unità". Non mancano i primi finanziamenti del progetto "mille treni" per i pendolari. Insomma, un bel po' di propaganda. Prima del Consiglio dei ministri, il Cipe ha approvato la Relazione previsionale e programmatica, che aggiorna i grandi numeri dell'economia nazionale. Pagina successiva >>.


Il governo: il Parlamento va dimezzato ( da "Brescia Oggi" del 29-09-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA. Nel mirino anche il personale pubblico: sei nuovi assunti ogni dieci che andranno in pensione Il governo: il Parlamento va dimezzato   ROMA Arrivano i primi tagli ai costi della politica e la richiesta del governo al Parlamento perché si riduca, per legge, il numero di deputati (da 630 a 315) e senatori (da 315 a 200). La scure della manovra si abbatterà su consiglieri e manager. E previsto un taglio del 20 per cento per il numero dei consiglieri comunali e provinciali e sarà fissato un tetto massimo per l'indennità dei super dirigenti pubblici. Quelli delle società controllate e degli enti, che percepiscono stipendi a sei zeri e incassano liquidazioni d'oro, superiori perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10 per cento il numero dei dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle amministrazioni. Subiranno una riduzione del 5 per cento gli organici di ministeri, enti autonomi e agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione sarà dato un colpo di freno al precariato. Niente più contratti flessibili, solo a tempo indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti che vanno in pensione ne saranno assunti 6. Solo in presenza di esigenze stagionali si potranno fare assunzioni a tempo determinato, ma per periodi massimo di tre mesi. Auto blu e telefonini. Finora sono state eliminate 50 auto dal parco governativo. Ma non basta. L'auto di servizio diventa collettiva, ossia a disposizione di più beneficiari,per ridurre il parco macchine di ministeri ed enti locali. Negli uffici pubblici nessuno avrà più il cellulare di servizio e non si utilizzeranno più i servizi postali. Progressivamente per le telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare i servizi Internet (Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale. Una misura che consentirà un risparmio complessivo di 451 milioni di euro fino al 2010. Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008, 140 milioni per il 2009 e 286 milioni dal 2010. Per porre un freno agli sprechi nella gestione degli immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal 2008 si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria: ogni anno non si potrà spendere più del 3 per cento del valore dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto solo l'1 per cento. Nel mirino anche le comunità montane, che saranno ridotte. Dal primo marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui tribunali militari inutili: Torino, La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo.



COSTI POLITICA: AMALFITANO, NO TAGLIO NUMERO CONSIGLIERI PICCOLI COMUNI( da "Asca" del 29-09-2007)

 

(ASCA) - Castelvecchio Pascoli (Lu), 29 set - La riduzione del numero dei consiglieri comunali nei piccoli municipi sarebbe ''pericolosissima'' mentre per ridurre i cosiddetti 'costi della politica' sarebbe piu' opportuno il 'taglio' di qualche consigliere regionale o di qualche parlamentare. Ne e' convinto Secondo Amalfitano, coordinatore nazionale della consulta Anci Piccoli Comuni, che ha affrontato il tema parlando con i giornalisti a margine della VII Conferenza Nazionale dei Piccoli Comuni che si chiude oggi al Centro Congressi 'Il Ciocco' a Barga (Lucca). ''La riduzione di qualche consigliere regionale, qualche senatore o qualche deputato - ha spiegato - basterebbe a coprire il risparmio generato dalla riduzione da 13 a 9 dei consiglieri comunali nei Piccoli Comuni che e' stata proposta per ridurre i costi della politica''. Il taglio ipotizzato per i piccoli comuni, secondo Amalfitano, ''e' pericolosissimo per il sistema democratico, perche' cosi' si rendono le amministrazioni ostaggi dei portatori di voti e si interrompe il rinnovamento della classe dirigente. Con un numero minore di consiglieri i portatori di voti diventano fondamentali per vincere le elezioni''. E comunque, ha fatto notare, i Piccoli Comuni ''non hanno i costi che virtualmente leggiamo sui giornali: non hanno commissioni, non hanno apparati e i sindaci non hanno indennita' e quando le hanno sono bassissime''. Amalfitano ha infine lanciato un appello all'Anci ''perche' una rappresentanza dei Piccoli Comuni sieda sempre e comunque a tutti i tavoli di concertazione''. afe/leo/ss (Asca).


 



Il governo: il Parlamento va dimezzato ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 29-09-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA. Nel mirino anche il personale pubblico: sei nuovi assunti ogni dieci che andranno in pensione Il governo: il Parlamento va dimezzato   ROMA Arrivano i primi tagli ai costi della politica e la richiesta del governo al Parlamento perché si riduca, per legge, il numero di deputati (da 630 a 315) e senatori (da 315 a 200). La scure della manovra si abbatterà su consiglieri e manager. E previsto un taglio del 20 per cento per il numero dei consiglieri comunali e provinciali e sarà fissato un tetto massimo per l'indennità dei super dirigenti pubblici. Quelli delle società controllate e degli enti, che percepiscono stipendi a sei zeri e incassano liquidazioni d'oro, superiori perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10 per cento il numero dei dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle amministrazioni. Subiranno una riduzione del 5 per cento gli organici di ministeri, enti autonomi e agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione sarà dato un colpo di freno al precariato. Niente più contratti flessibili, solo a tempo indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti che vanno in pensione ne saranno assunti 6. Solo in presenza di esigenze stagionali si potranno fare assunzioni a tempo determinato, ma per periodi massimo di tre mesi. Auto blu e telefonini. Finora sono state eliminate 50 auto dal parco governativo. Ma non basta. L'auto di servizio diventa collettiva, ossia a disposizione di più beneficiari,per ridurre il parco macchine di ministeri ed enti locali. Negli uffici pubblici nessuno avrà più il cellulare di servizio e non si utilizzeranno più i servizi postali. Progressivamente per le telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare i servizi Internet (Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale. Una misura che consentirà un risparmio complessivo di 451 milioni di euro fino al 2010. Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008, 140 milioni per il 2009 e 286 milioni dal 2010. Per porre un freno agli sprechi nella gestione degli immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal 2008 si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria: ogni anno non si potrà spendere più del 3 per cento del valore dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto solo l'1 per cento. Nel mirino anche le comunità montane, che saranno ridotte. Dal primo marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui tribunali militari inutili: Torino, La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo.  .



La <strambata> del blogger( da "Tempo, Il" del 29-09-2007)

 

La "strambata" del blogger E ora Grillo fa l'occhiolino a Mastella DOPO gli insulti nelle piazze e sui reciproci blog è scambio di simpatie tra Beppe Grillo e Clemente Mastella. La distensione nei toni arriva dal comico genovese, con una "strambata" che probabilmente spiazza e lascia perplessi tutti i suoi sostenitori: "Mastella è solo un capro espiatorio - scrive Grillo sul proprio blog - è il migliore sulla piazza della politica, perciò hanno scelto lui". Il comico Grillo assolve in un solo momento il Guardasigilli, soprattutto dalle responsabilità per l'indulto, che è stato oggetto di molte critiche rivolte a Mastella nel "V-day" e negli spettacoli del comico: "Non è stata una sua idea, ne sono convinto. Gli è stato ordinato dal Parlamento. E chi nel Parlamento lo ha spinto di più? Lo "psiconano" (Silvio Berlusconi, ndr) che nelle piazze straparla sulla sicurezza con la badante rossa (Michela Brambilla, ndr)", attacca Grillo. Ma il comico ha davvero voglia di stupire e lancia un'altra proposta: "Ho letto che Mastella vuole scrivere un libro su tutte le altre "caste". Sono d'accordo con lui". Al punto da spingersi "a offrire la prefazione" o addirittura di "scrivere il libro a quattro mani". E, per realizzare il libro, Grillo scrive di essere pronto "ad andare fino a Ceppaloni, se invitato". Il Guardasigilli però, da L'Aquila, non si lascia sorprendere dall'apertura, sta al gioco e subito invita Grillo: "Può venire tranquillamente a Ceppaloni, come ha chiesto, e possiamo scrivere il libro a quattro mani". Perché, secondo il parere di Mastella "nel nostro Paese c'è oggi sotto pressione la classe politica con tutte le sue responsabilità ma allo stesso tempo ci sono tante caste che sono molto più forti e potenti della cosiddetta "casta politica"". A questo punto però, l'obiettivo della coppia Mastella-Grillo potrebbe essere superare nelle vendite "La casta", il libro di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo. sabato 29 settembre 2007.


Il Consiglio di Quartiere accusa: <Ignorati sulla pedonalizzazione> ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 29-09-2007)

 

VIA ALTINATE Il Consiglio di Quartiere accusa: "Ignorati sulla pedonalizzazione" "Sulla decisione di pedonalizzare via Altinate siamo stati completamente ignorati. L'amministrazione comunale invece di ascoltare il parere del Consiglio di quartiere, ha preferito infatti avere come unico interlocutore l'associazione dei commercianti "Borgo Altinate". E la beffa si è completata quando il 19 settembre ci è arrivata, con urgenza, la richiesta di un parere su una delibera che di fatto era già stata approvata e realizzata".L'accusa è lanciata da Vittorio Piva, consigliere del quartiere centro storico di Alleanza nazionale, che poi si chiede: "Ma allora che senso ha la nostra presenza? Se il Comune decide che ascoltare le opinioni dei cittadini, da noi rappresentati, non abbia nessuna importanza perché mantenere un'istituzione come il consiglio di quartiere, a rubare il gettone di presenza?".Ma l'amaro sfogo del consigliere di quartiere, coordinatore anche della commissione comunicazione, prosegue: "Non è la prima volta che il Comune ci chiede un parere sulla viabilità a cose già fatte. I precedenti sono molti, tra i più importanti la decisione di vietare la svolta in corso del Popolo verso via Tommaseo; la modifica del senso di marcia in piazza Insurrezione e quella in riviera Tiso da Camposampiero"."Ma questi sono solo forse i provvedimenti eclatanti - continua Vittorio Piva -, che però evidenziano le continue scorrettezze dell'amministrazione di palazzo Moroni nei nostri confronti. A questo punto ci sorge un dubbio, quanto mai legittimo: questo comportamento deriva dal fatto che siamo l'unico consiglio di quartiere la cui maggioranza appartiene al centro destra?"."Comunque tornando a quanto accaduto in via Altinate - termina il coordinatore della commissione comunicazione - è bene sottolineare che la commissione urbanistica del nostro consiglio, martedì scorso, ha espresso un netto no alla decisione di pedonalizzare la via: un voto contrario sia per il metodo in cui è stata stabilita, che per il merito".


Consiglio regionale( da "Repubblica, La" del 29-09-2007)

 

Pagina IX - Firenze CONSIGLIO REGIONALE Dinelli: tagliare del 10% le indennità nelle partecipate Si discuterà di costi della politica al consiglio regionale di martedì prossimo. Il capogruppo di Forza Italia Maurizio Dinelli ha ottenuto ieri l'approvazione della conferenza dei capigruppo per inserire nell'ordine del giorno della prossima seduta consiliare la proposta della Casa delle Libertà di tagliare del 10 per cento le indennità dei consiglieri di amministrazione e dei presidenti delle società controllate o partecipate dalla Regione. "Verificheremo se Martini ha veramente intenzione di sforbiciare i costi della politica regionale, passando dal fumo delle intenzioni e delle dalle dichiarazioni ai fatti concreti: la posizione della maggioranza farà da cartina di tornasole della effettiva volontà di tagliare i costi", ha commentato Dinelli, che ha sottolineato: "E' da qui che si può cominciare, senza per questo intaccare l'operatività di queste società e la "dignità" dei relativi dirigenti. Un atto di buona volontà a conferma della reale diminuzione di ridurre le spese della politica".



(ACR) NARDIELLO (PDCI): TRENITALIA ESEMPIO DA IMITARE PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA ( da "Basilicanet.it" del 29-09-2007)

 

12.55.17 [Basilicata] "Se la ricetta' per ridurre i costi della politica è quella segnata dalla nomina, da parte del ministro dei Trasporti Bianchi, dell'ingegner Eduardo Bruno nel cda di Trenitalia, il quale espleterà il suo ruolo a gratis', si può fare altrettanto anche in Basilicata con i posti di cda e in enti sub - regionali, a cominciare dal difensore civico regionale che dovremo nominare lunedì. Anzi, proprio il difensore civico per l'incarico di natura sociale, appunto di difesa dei cittadini, e che quindi presuppone una motivazione sociale' e non certo di compenso professionale, si presta bene ad imboccare il nuovo corso". A sostenerlo è il capogruppo del Pdci in Consiglio Regionale Giacomo Nardiello. "Come ha rilevato il segretario Diliberto afferma l'esponente del Pdci - la modalità di nomina dell' ingegner Bruno prefigura una delle proposte shock che avanzeremo nei prossimi giorni e sulle quali sfideremo tutto il mondo politico: la totale gratuità della partecipazione ai consigli di amministrazione di quanti sono nominati dal livello politico. Un risparmio gigantesco per le casse dello Stato. Partecipare alla gestione delle società partecipate dello Stato o degli Enti locali, deve diventare solo un onore e un servizio per la collettività: dunque va svolto gratuitamente. E questo è appunto ciò che ha fatto per scelta condivisa' l'ingegner Bruno, a dimostrazione della propria diversità comunista'". "Non un soldo quindi - continua Nardiello - verrà sborsato per pagare i costi della politica' che nel caso del nostro compagno sono pari a zero. Si vergognino quindi tutti coloro che sporchi nella coscienza e forse anche nelle mani tentano disperatamente di sembrare meno sudici infangando chi, essendo pulito, è tanto diverso da loro. Per fare un po' di conti con i soldi risparmiati da emolumenti e gettoni' vari in enti e commissioni regionali o sub - regionali potremo finanziare un piano straordinario per l'assunzione di un migliaio di apprendisti in botteghe artigiane o in piccole imprese".


FINANZIARIA: IL 'DECALOGO' DI PADOA-SCHIOPPA, I DIECI PUNTI DELLA MANOVRA( da "ADN Kronos" del 29-09-2007)

 

Roma, 29 set. (Adnkronos)- Una manovra in dieci punti essenziali. Tanti sono i capisaldi della legge finanziaria per il 2008 varata dal Governo. A illustrarli e' stato il ministro dell'Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. Una sorta di 'decalogo', dunque, che vede al primo punto quella che e' la peculiarita' di questa finanziaria, sottolineata con forza sia dal premier, Romano Prodi, che dallo stesso Padoa-Schioppa: quella di essere ''una finanziaria piu' snella, trasparente e 'leggibile'''. Inoltre, con questa manovra comincia a diminuire la pressione fiscale (punto due) e a distribuire i dividendi della lotta all'evasione attraverso misure per la caso, non autosufficientei e fasce deboli (punto tre). Sul fronte delle imprese, la finanziaria introdcue una semplificazione e riduzione di costi (punto quattro). Con la finanziaria 2008, si dara' poi ''piena applicazione'' al protocollo sul Welfare e alle misure in quesso previste in materia di previdenza, nuove tutele e lavoro (punto cinque). Risorse aggiuntive andranno a infrastrutture, universita' e ricerca (punto 6) mentre sono previsti maggiori aiuti ai Paesi in via di sviluppo (punto sette). E, ancora, ''continua la riqualificazione della spesa pubblica'' (punto 8) e si riducono i costi della politica (punto nove). Infine, ma non da ultimo, si riducono il deficit e il debito. (punto dieci).

 


Articoli del  28-9-2007

 

ARTICOLI DEL 28-9-2007

 

·         Il Corriere della Sera 28-9-2007 Una polemica contro i «padreterni» Einaudi, la casta e l’Italia del ’19 di Gian Antonio Stella

 

·          La carica degli ex per un posto in cda Come unire vitalizio e gettone di presenza ( da "Italia Oggi" del 28-09-2007)

·          Ma a Roma la stella alpina chiede di tagliare le spese ( da "Alto Adige Trento" del 28-09-2007)

·          Il consiglio comunale approva la delibera sui gettoni di presenza ( da "Secolo XIX, Il" del 28-09-2007)

·          Consiglio rinviato ad Aquileia, è polemica ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 28-09-2007)

·          Proposta del sindaco battuta per dieci voti ( da "Stampa, La" del 28-09-2007)

·          Pensione ai sindaci, un coro di no ( da "Corriere Alto Adige" del 28-09-2007)

·          Costi della politica, il comitato diventa permanente ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-09-2007)

·          OSIMO - Stipendi degli amministratori azzerati su proposta del sindaco Latini: il fronte dei no si s ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-09-2007)

·          Tagli ai costi, la cura Lonardo non convince ( da "Denaro, Il" del 28-09-2007)

·          Tini: "I conti non tornano" ( da "Corriere Adriatico" del 28-09-2007)

·          Il Meet up in consiglio: vigilanza sul Prg ( da "Corriere Adriatico" del 28-09-2007)

·         FINANZIARIA: TAGLIO COSTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 28-09-2007)

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Il Corriere della Sera 28-9-2007 Una polemica contro i «padreterni» Einaudi, la casta e l’Italia del ’19 di Gian Antonio Stella

A Roma spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si sono persuasi, insieme con qualche ministro di avere la sapienza infusa nel vasto cervello». Non sono parole di Beppe Grillo, né diGuglielmo Giannini, né di quel Corrado Tedeschi che inventò il Partito della bistecca e neppure di Umberto Bossi ai tempi in cui tuonava «mai più soldi agli stronzi romani». L'atto di accusa è di Luigi Einaudi, oggi venerato come uno dei padri della Patria e una delle figure più limpide della nostra storia anche da quanti un tempo lo consideravano un avversario.

Era il primo febbraio 1919, la Grande Guerra era finita da poche settimane, Guglielmo II era fuggito nei Paesi Bassi, a Berlino erano stati appena rapiti e uccisi Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, a Parigi s'era aperta la Conferenza di pace e da noi, dove Luigi Sturzo aveva appena fondato il Partito Popolare, cominciava quel «biennio rosso» che si sarebbe concluso con una dura sconfitta delle sinistre e l'avvento del fascismo. Alla guida del governo c'era Vittorio Emanuele Orlando, agli Esteri Sidney Sonnino, al Tesoro Bonaldo Stringher, alla Giustizia Luigi Facta. Gente che Einaudi considerava, per usare un eufemismo, in larga parte inadeguata. Come dimostra appunto quanto scrisse sul Corriere in uno degli articoli oggi raccolti dalla Mondadori nei bellissimi «Meridiani» dedicati al «Giornalismo italiano ». Il futuro capo dello Stato, al fianco degli industriali «inferociti», accusava l'esecutivo: «Non mantiene le promesse, impedisce con i suoi vincoli il movimento a coloro che avrebbero voglia di agire, fa perdere quei mercati che gli industriali italiani erano riusciti a conquistare, prepara disastri al Paese, accolla sempre nuovi oneri alle industrie...». Perché? Per la mania di mettere le mani su tutto, immaginare «monopoli che non sa poi come amministrare», rivendicare compiti che poi non sa assolvere impedendo insieme che «provvedano i privati».

Per non dire di lacci e lacciuoli come gli «istituti dei consumi, grazie a cui magistrati, professori, segretari di prefettura, postelegrafici perderanno il proprio tempo ad annusar formaggi e negoziar merluzzi». O della scelta di «sovracaricare i proprietari di case di nuovi balzelli sperequati e impedir loro un parziale adattamento delle pigioni ». Basta, scriveva: «Bisogna licenziare questi padreterni orgogliosi (...) persuasi di avere il dono divino di guidare i popoli nel procacciarsi il pane quotidiano. Troppo a lungo li abbiamo sopportati. I professori ritornino ad insegnare, i consiglieri di Stato ai loro pareri, i militari ai reggimenti e, se passano i limiti d'età, si piglino il meritato riposo».

Insomma: «Ognuno ritorni al suo mestiere». E «si sciolgano commissioni, si disfino commissariati eMinisteri » così che «un po' alla volta tutta questa verminaia fastidiosa sia spazzata via. Coloro che lavorano sono stanchi di essere comandati dagli scríbacchiatori di carte d'archivio» superiori alla società governata «soltanto per orgoglio e incompetenza ». Parole durissime. Che non salvavano pressoché nulla e nessuno. Era un qualunquista, Luigi Einaudi? Un demagogo? Un populista? Un «giullare della Suburra»? Meglio andarci piano, sempre, con le etichette insultanti. Forse, se i politici «padreterni» di allora lo avessero ascoltato senza fare spallucce, tre anni dopo ci saremmo evitati la Marcia su Roma.

28 settembre 2007


La carica degli ex per un posto in cda Come unire vitalizio e gettone di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 28-09-2007)

 ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 230, pag. 6 del 28/9/2007 Autore: di Stefano Sansonetti Visualizza la pagina in PDF       Da Zamberletti a Nesi, da Fantozzi a Passigli e... Bassanini. è sempre pronta un'onorevole poltrona. La carica degli ex per un posto in cda Come unire vitalizio e gettone di presenza iuseppe Zamberletti, classe 1933, è stato addirittura sottosegretario nei governi di Aldo Moro. E la prima volta che fece il suo ingresso alla camera dei deputati era nientepopodimeno che il 1968. Nerio Nesi, classe 1925, è stato presidente della Bnl, ministro dei lavori pubblici e parlamentare, prima nei banchi di Rifondazione comunista e poi in quelli dei Comunisti italiani. Adesso, potrebbe pensare qualcuno, si staranno godendo in piena tranquillità il loro sostanzioso vitalizio. Macché, sono ancora in pista. Intendiamoci, incamerano regolarmente la loro pensione da ex parlamentari. Ma non vivono solo di quella. Partiamo da Zamberletti. Dopo 32 anni a Palazzo, ha diritto a una pensione di 6.110 euro netti al mese. Si dà però il caso che sia anche presidente della Stretto di Messina spa, la società che avrebbe dovuto costruire il ponte dei sogni e che adesso, in attesa di passare sotto il controllo dell'Anas, fa capo a Fintecna spa. Insomma, si tratta di una società pubblica. Ne consegue che lo stato (cioè i contribuenti) paga a Zamberletti un doppio stipendio: profumata pensione e gettone da presidente di un'azienda controllata. Nesi, invece, in parlamento ci ha passato un po' meno tempo, ovvero dieci anni. Sufficienti, in ogni caso, a garantirgli un vitalizio netto mensile di 2.768 euro. Anche in questo caso, però, spunta un posto in un cda pubblico. L'ex numero uno della Bnl, infatti, risulta consigliere della Finpiemonte, ovvero la finanziaria regionale di cui il Piemonte detiene il 62%.Il problema è che insieme a Nesi e Zamberletti, nei vari cda pubblici sparsi in ogni dove c'è una schiera di ex parlamentari che definire folta sarebbe un eufemismo. Come non citare, nella rassegna, Franco Bassanini, già ministro diessino della funzione pubblica e fresco di convocazione in terra di Francia? Forte dei suoi 35 anni passati tra camera e senato, l'ex ministro prende ogni mese 6.110 euro netti di pensione. A cui ha il privilegio di aggiungere la retribuzione percepita come vicepresidente della Cassa depositi e prestiti, che è al 70% del ministero dell'economia. Sempre in Cdp, tanto per fare un altro esempio, ha un posto da consigliere anche Renato Cambursano, un passato da tesoriere dell'Ulivo e dieci anni in parlamento conclusi nelle file della Margherita. Tagliato fuori nelle ultime elezioni, Cambursano si consola con 2.768 euro netti al mese di vitalizio più lo stipendio erogatogli dalla Cassa. Figuriamoci poi se si fa un salto dalle parti di mamma Rai. Il presidente, Claudio Petruccioli, tra camera e senato ha accumulato la bellezza di 25 anni, tutti rigorosamente dedicati al Pci-Pds-Ds. Ne risulta una pensione mensile netta di 5.751 euro più il gettone di numero uno della Rai. Stessa storia per Giuliano Urbani, oggi consigliere Rai e ieri ministro e parlamentare per Forza Italia (pensione da 3.961 euro netti al mese). Nella carrellata non può essere scordato Vito Riggio, fresco di riconferma al vertice dell'Enac, l'Ente nazionale aviazione civile. Nel suo passato ci sono dieci anni alla camera tra gli scranni della Dc. Ne consegue che lo stipendio dell'Enac, che fa capo al ministero dei trasporti, si cumula con un vitalizio mensile netto di 2.768 euro. Anche Giancarlo Abete, prima di diventare presidente della Federcalcio ed esserne stipendiato, è rimasto a Montecitorio per 15 anni. Che adesso gli consentono di integrare la sua retribuzione "calcistica" con una pensione di 3.961 euro netti al mese.Altro caso degno di rilievo è quello di Augusto Fantozzi. Professore universitario, fiscalista di livello, ex ministro ed ex parlamentare. E oggi consigliere di amministrazione dell'Enel (ancora statale per il 21%), un autentico colosso di borsa. Al punto che i suoi 1.733 euro di pensione da ex deputato passano quasi "inosservati". Altro professore universitario, altro posto in un cda statale. è il caso del diessino Salvatore Biasco, alle spalle cinque anni alla camera e attualmente un posto nel consiglio di Poste italiane. Tanto per rimanere in casa Ds si possono citare i casi di Stefano Passigli e Franco DeBenedetti. Il primo adesso fa l'editore ed è presidente del cda dell'Istituto Luce (che tramite Cinecittà holding è tutto pubblico). Ma ha in cascina anche 20 anni in parlamento che gli fruttano 5.155 euro mensili di pensione. DeBenedetti, 15 anni in senato con un vitalizio di quasi 4 mila euro al mese, siede in un sacco di cda privati come quelli di Cir, Cofide, Piaggio. Ma vanta anche un posto in un consiglio di amministrazione pubblico, quella di Iride. Si tratta di una ex municipalizzata la cui maggioranza fa capo ai comuni di Torino e Genova. Ultimo cenno per l'ex parlamentare diessina Giovanna Grignaffini. Già incontrata come consigliere di Giovanni Melandri (vedi IO di ieri), vanta anche un posto nel cda di Cinecittà holding. Per lei, in sostanza, colpo grosso con la bellezza di tre stipendi.


Ma a Roma la stella alpina chiede di tagliare le spese (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige Trento" del 28-09-2007)

IL CASO Ma a Roma la Stella Alpina chiede di tagliare le spese BOLZANO. Mentre a livello locale la Svp vorrebbe introdurre i vitalizi per i sindaci, a Roma la stessa Stella Alpina chiede di ridurre i costi della politica. Lo hanno ribadito anche i parlamentari che l'altra sera si sono incontrato con il premier Romano Prodi: "Non devono essere introdotte nuove tasse, le spese aggiuntive devono essere coperte tagliando i costi della politica", la posizione del senatore dell'Ulivo/Svp Oskar Peterlini. E sempre da Roma arriva la nota dell'onorevole Hans Widmann: "In Alto Adige possiamo fungere da esempio: lo spreco di denaro pubblico dovrebbe essere considerato un reato", attacca. "La finanziaria - prosegue Widmann - non deve solo introdurre misure correttive per quanto riguarda la politica fiscale, ma deve portare ad un'organizzazione dell'amministrazione pubblica che consenta di utilizzare i fondi pubblici razionalmente. I costi della politica devono essere assolutamente abbassati".


Il consiglio comunale approva la delibera sui gettoni di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-09-2007)

 

Solo tre i voti contrari SOLO TRE consiglieri comunali hanno votato contro la delibera che consentirà di giustificare l'assenza dalle sedute mantenendo così per intero il gettone di presenza. Si sono opposti Fabio Cenerini (An), Angelo Majoli (Lista Schiffini) e Gianluigi Burrafato. La delibera ha finito per spaccare anche il gruppo di Alleanza nazionale: Sauro Manucci e Giacomo Gatti hanno votato a favore insieme agli otto rappresentanti di Forza Italia e al consigliere della Lega Nord, Giancarlo Di Vizia. Duro l'intervento di Cenerini: "In un momento in cui la classe politica viene contestata da ogni parte non possiamo approvare cose simili anche se ritengo che non è certo l'indennità dei consiglieri il motivo dello scandalo. Mi chiedo, però, quali sono i gravi e urgenti motivi che possono giustificare una assenza. In questo modo rischiamo di scivolare nella discrezionalità. Da oggi sarà sufficiente una semplice telefonata per non far perdere il gettone di presenza a un consigliere. Troppo poco". Sulla vicenda, anticipata ieri dal Secolo XIX, interviene il gruppo consiliare dell'Ulivo. "I quaranta consiglieri comunali entrati in carica il 26 giugno 2007 hanno avuto la possibilità di scegliere, come compenso dell'attività amministrativa, fra un'indennità fissa mensile lorda di 551,70 euro e il gettone di presenza pari a 63,90 euro lordi per ciascuna seduta. I consiglieri del gruppo dell'Ulivo hanno unanimemente optato per l'indennità mensile, che al netto delle ritenute fiscali ammonta a circa 378 euro. Precisiamo, inoltre, che la modifica apportata al vigente regolamento durante la seduta del Consiglio comunale dell'altra sera prevede sia la diminuzione dell'indennità di un importo pari al gettone di presenza per ogni assenza ingiustificata alle sedute del Consiglio comunale, della Conferenza dei capigruppo e delle commissioni consiliari formalmente istituite, sia che la seduta consiliare sia unica anche quando i lavori superano la mezzanotte. E ciò avviene abitualmente". Fin qui la nota del gruppo dell'Ulivo. Ma quali sono i gravi e urgenti motivi che possono giustificare l'assenza? Chi li valuta? .x/28/0709 Alleanza nazionale si spacca. Fabio Cenerini contesta la delibera: "Con una semplice telefonata ci si può giustificare .x/28/0709.


Consiglio rinviato ad Aquileia, è polemica (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 28-09-2007)

 

Gorizia Consiglio rinviato ad Aquileia, è polemica AQUILEIA "L'Amministrazione comunale ci accusa di sperperare denaro pubblico perchè abbiamo chiesto di rinviare la seduta del Consiglio? Innanzitutto, chiediamo con una mozione che tutti i consiglieri restituiscano il gettone di presenza immeritato, eliminando il problema alla radice. In secondo luogo, cosa dire dei 20 mila euro investiti per il convegno "Le reliquie e il potere" a cui hanno preso parte 40 persone in due giorni? Non è stato un fiasco, anche dal punto di vista economico?". Nadia Cossar, Roberto Meregalli e Paolo Turozzi criticano la presa di posizione assunta dagli amministratori e contestano le modalità con cui le sedute vengono convocate: "In qualunque realtà i consiglieri sono contattati con debito anticipo, mentre ad Aquileia abbiamo regolarmente tempi strettissimi per prendere visione di atti e documenti. E un metodo sistematico cui questa maggioranza ricorre nel tentativo di escluderci dalla scelte strategiche. L'obiettivo è relegarci al ruolo di spettatori". Gli amministratori non hanno accolto di buon grado "l'intransigenza" dell'opposizione, che si sarebbe appigliata a un cavillo per procrastinare il Consiglio. Turozzi replica: "Il nostro sindaco ci ha più volte ricordato che il ruolo della minoranza è quello di verificare e monitorare il lavoro svolto dall'Amministrazione. Non possiamo neppure chiedere di far rispettare il regolamento? Qualcuno spera forse che ci dissolviamo del tutto? Quanto all'insinuazione per cui noi avremmo dilapidato denaro pubblico, la maggioranza sembra preoccuparsi delle briciole quando getta via la pagnotta". g.s.


Proposta del sindaco battuta per dieci voti (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 28-09-2007)

 

CUNEO. IERI SERA Proposta del sindaco battuta per dieci voti La proposta di ordine del giorno sul pagamento agli amministratori dei gettoni di presenza nelle sedute, presentata da Giuseppe Lauria e Giuseppe Tecco, ieri sera, ha bloccato per due ore i lavori del Consiglio comunale a Cuneo. Al centro del dibattito, aspetti formali nel documento che, secondo il sindaco Alberto Valmaggia, non avrebbero consentito di procedere alla votazione. Il primo cittadino è andato in minoranza quando ha sostenuto l'illegittimità della proposta ("In quest'ordine del giorno si deve modificare il termine "delibera" in "auspica""). Valmaggia ha raccolto 14 voti: l'Ulivo ha votato con l'opposizione raggiungendo così 24 consensi (un astenuto) contro la proposta del sindaco. A quel punto è stata aperta la discussione: si chiedeva che l'indennità di presenza dovuta ai consiglieri venga riconosciuta soltanto a chi partecipa per almeno due terzi alle sedute. Una volta emendato, il documento è stato posto ai voti e bocciato: 18 no e 14 sì. \.


Pensione ai sindaci, un coro di no (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 28-09-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-09-28 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE I COSTI DELLA POLITICA SCONTRO IN REGIONE Pensione ai sindaci, un coro di no Censura bipartisan e critiche dal blog di Grillo. Ds: cattivo esempio per la gente BOLZANO - Un coro di no, un dissenso bipartisan che scuote la Svp. La proposta che il presidente altoatesino Luis Durnwalder ha avanzato in giunta regionale per una previdenza integrativa dei sindaci (223 in Trentino e 116 in Alto Adige) è contrastata trasversalmente. Dai Verdi ai Ds, dal "popolo di Grillo" fino ad An e Unitalia. Da tempo una proposta vedeva una bocciatura così trasversale. "Durnwalder fa il Babbo Natale con i soldi dei cittadini- dicono i Verdi - bisogna invece abolire la pensione anche per i consiglieri provinciali in un momento in cui ai cittadini vengono chiesti sacrifici per il risanamento del debito pubblico". Ieri il presidente del consiglio provinciale Riccardo Dello Sbarba ha incontrato il suo omologo socialdemocratico della Stiria, Siegfried Schrittwieser: "La pensione per i politici - ha spiegato Schrittwieser - in Austria è stata abolita dieci anni fa ed è stato creato invece un fondo volontario nel quale possiamo versare i nostri contributi. Un consigliere provinciale in Stiria prende 5 mila euro lordi al mese, vuol dire non più di 3 mila netti, incluse tutte le voci, spese di rappresentanza comprese". A Bolzano, invece, ognuno dei 35 consiglieri provinciali gode di un'indennità mensile di 6.300 euro netti. Sui vitalizi dei sindaci dura anche Alleanza Nazionale: "Finchè certi politici vorranno dare l'impressione di arricchirsi con il proprio lavoro, la politica non sarà mai presa sul serio dalla popolazione - affermano i due consiglieri provinciali Mauro Minniti e Alberto Sigismondi - la responsabilità dei primi cittadini è largamente inferiore a quella di altri professionisti della politica, come i consiglieri regionali, ma nonostante ciò già oggi godono, in taluni casi, di uno stipendio analogo a questi ultimi. Anzi in proporzione anche superiore, considerando per esempio il numero dei cittadini amministrati". Il "caso" dei vitalizi ai sindaci è finito nel giro di qualche ora sul blog di Beppe Grillo: "Abbiamo una riunione del meet-up \il 5 ottobre e valuteremo anche questo aspetto- spiega Dalila Rossi, uno dei referenti locali di Grillo - qui si rischi a di fare cattivi esempi così come succede a livello nazionale con i privilegi dei deputati. In linea di principio una carica pubblica dovrebbe basarsi non su stipendi sempre più ricchi ma sul sistema dei gettoni di presenza, almeno così si è sicuri del lavoro che viene svolto". La proposta Svp viene bocciata anche dagli alleati Ds: "Non è opportuno dare questo segnale ai cittadini che si aspettano un ribasso, non un aumento, dei costi della politica - dice il segretario provinciale Christian Tommasini - siamo favorevoli ad aprire il dibattito sulla riduzione degli emolumenti dei consiglieri provinciali, figurarsi siamo per aprire un altro fronte di spesa". Donato Seppi (Unitalia) attacca il sindaco Spagnolli, che ieri aveva appoggiato la proposta riferendola direttamente a "un aiuto per i colleghi dei Comuni più piccoli": "Troppo facile parlare degli altri ma su cose che riguardano anche se stessi - spiega Seppi - Spagnolli dovrebbe invece chiarire la situazione della sua aspettativa dal parco dello Stelvio e anche l'ulteriore reddito che ha per essere, in quanto sindaco, nei cda e nelle assemblee di enti e società. I sindaci dell'Alto Adige hanno avuto rilevanti aumenti con l'entrata in vigore della legge sull'ordinamento regionale ed è impensabile ricorrere a uno stillicidio ulteriore di spese pubbliche quando i privati cittadini non arrivano a fine mese. Caso mai un qualche dialogo si può aprire per i centri piccolissimi dove il sindaco lavora a tempo pieno e prende 1500-2000 euro al mese ". Pierluigi Perobelli Luis Durnwalder.


Costi della politica, il comitato diventa permanente (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 28-09-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-28 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE LA DECISIONE Costi della politica, il comitato diventa permanente BARI - Il comitato sui costi della politica, insediato qualche mese fa in consiglio regionale, diventa organismo permanente. Avrà il compito di accompagnare i gruppi nella formulazione delle proposte finalizzate a sforbiciare la spesa inutile e improduttiva. Il comitato si è riunito ieri alla presenza di Nichi Vendola, dopo l'esortazione del governatore al consiglio regionale perché si mettessero a punto le prime proposte operative. E soprattutto dopo le polemiche che ne sono seguite. Attorno al tavolo il presidente del consiglio Piero Pepe e gli esponenti di diversi gruppi: Michele Saccomanno (An), Rocco Palese (Fi), Arcangelo Sannicandro (Prc), Vittorio Potì (Socialisti), Michele Pelillo (Dl), Luciano Mineo (Ds), Mimmo Lomelo (Verdi). Dalla riunione non è venuta alcuna decisione operativa, se non quella (accennata) di dar vita ad un organismo permanente. La cui attività sarà diretta, dice il comunicato ufficiale emesso alla fine dell'incontro, a collocare la Puglia "nella condizione di Regione tra le più virtuose d'Italia". Insomma, all'apparenza sembra cominciata una lotta senza quartiere agli sprechi. L'intenzione è pure di "incidere sui centri di spesa e sui privilegi". Il comitato sosterrà i gruppi nell'elaborazione delle diverse proposte, sia sul versante della modifica dello Statuto (l'orientamento è di ridurre il numero dei consiglieri), sia sul versante della modifica di alcune leggi (è il caso di stipendi e pensioni). In questo caso, l'intenzione è di portare queste due voci ad un livello che sia "nella media nazionale" o addirittura "inferiore alla media". A parere di molti non sembra un traguardo difficile da raggiungere. Sannicandro fa rilevare "che le statistiche più autorevoli considerano la Puglia agli ultimi posti nella graduatoria del rapporto tra la spesa del consiglio e il numero degli abitanti". Ai consiglieri pugliesi, per esempio, non vengono più concessi biglietti aerei e ferroviari (è rimasta solo la viacard per l'autostrada), corsi di aggiornamento e visite di istruzione che in quasi tutte le altre Regioni sono assicurati. Naturalmente, viene fatto osservare da Palese, "non si tratta solo di comprimere le spese istituzionali, ma anche quelli di gestione della Regione". Ovvero assessorati, Asl, agenzie regionali, eccetera. Il comitato permanente ("una nostra vecchia idea, finalmente accettata" esulta Saccomanno) avrà anche il compito di guidare la lotta agli sprechi e agli sperperi. Oggi, intanto, si riunisce la commissione per gli Affari istituzionali. All'ordine del giorno la proposta Tarquinio di portare i consiglieri da 70 a 60 e quella analoga di Mineo (da 70 a 50). Saranno entrambe fermate. L'idea è di far lavorare i gruppi ed entro la fine dell'anno accorpare le varie iniziative in una coerente proposta di modifica statutaria. Alla fine giudizi positivi: Potì parla di "incontro importante", Palese di "riunione proficua". Prossimo appuntamento tra una quindicina di giorni. Francesco Strippoli.


OSIMO - Stipendi degli amministratori azzerati su proposta del sindaco Latini: il fronte dei no si s (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-09-2007)

 

Di MARIA PAOLA CANCELLIERI OSIMO - Stipendi degli amministratori azzerati su proposta del sindaco Latini: il fronte dei no si spacca con l'assessore Francesca Triscari che "non è tra quelli che dissentono". La Triscari precisa di "non sono contraria preconcettualmente alla proposta del sindaco, perché ritengo che chi assume un ruolo pubblico assolve ad un servizio per la collettività e quindi lo stesso può anche essere non remunerato. E' altrettanto giusto però che venga riconosciuto all'amministratore un rimborso spese per i costi che sostiene nell'espletamento del mandato. Oggi un amministratore del Comune di Osimo non percepisce rimborsi e sostiene a suo carico tutte le spese telefoniche, assicurazioni, benzina, spese postali". Il presidente della Park.O Pierluigi Agostinelli invece puntualizza di svolgere "anche compiti di amministratore delegato e direttore nella società. Per tutto questo percepisco 20.000 euro lordi l'anno, quando un presidente di una nota società di trasporti pubblici della zona porta a casa uno stipendio di 87.000 euro lordi l'anno e il suo direttore di altri 120.000 euro". Sulla stessa lunghezza d'onda il vice presidente del Consiglio, Giuseppe Beccacece. "Ogni cosa, anche la politica, ha un suo prezzo e non sarebbe giusto approntare spese di tasca propria. Anch'io considero ridicolo il gettone di presenza dei consiglieri di 15 euro netti a seduta". Chi non oppone resistenza è Giacinto Cenci, presidente Auxmedia. "Lavorare gratis? Nulla in contrario. Oggi percepisco 1200euro lordi ma mi allineerò". Tra le minoranze Paola Andreoni, capogruppo ds dà ragione a Latini. "Fa bene a cancellare lo stipendio agli assessori di facciata. Chi presta il proprio impegno per la collettività ha diritto ad un corrispettivo, anche minimo, ma se il sindaco ha necessità di coprire ammanchi di bilancio sono pronta a consegnare il mio gettone". Battute sagaci arrivano pure da Claudia Domizio capogruppo di Udc-An. "Se il mio gettone può servire a colmare il deficit, il sindaco faccia pure: per me non cambierà niente. E' vero che attraversiamo un momento di antipolitica ed è facile fare demagogia. Ma se solo un libro come "La Casta" o qualche battuta di Grillo sono in grado di scuotere le coscienze dei politici, forse è il caso di rivedere qualcosa. La politica, come la intendo io, si fa per spirito di servizio". Giovanni Strologo, capogruppo di Fi rammenta poi che "fino alla fine degli anni '90 un sindaco percepiva 600 mila lire al mese, gli assessori la metà e nessuno si lamentava. La Bassanini ha rivoluzionato il sistema. L'iniziativa di Latini è apprezzabile, purchè si porti a termine. Parliamone in Consiglio. Sono d'accordo a eliminare i compensi sostituendoli con un rimborso spese di poche centinaia di euro al mese e proporrei di rivedere anche i costi per gli incarichi dirigenziali. Quando Alcide De Gasperi nel 1947 andò in America si fece prestare il cappotto e un commerciante, che non voleva fargli fare brutta figura, gli regalò 2 valige. Non fa male ogni tanto rileggersi la storia". Per stavolta, insomma, Strologo è d'accordo con il sindaco. "E' indubbio che oggi anche la politica ha i suoi costi - osserva Latini - e che percepire un'indennità elimina dagli occhi della gente dubbi sulla trasparenza degli amministratori. Dall'altra parte la politica cambierebbe davvero con i costi portati a zero? Personalmente ci sono entrato non perché aspiravo all'indennità da sindaco, piuttosto per una questione di ideali. Perciò non avrei difficoltà a rinunciare del tutto al mio compenso. Abbiamo 3 mesi di tempo per valutare e decidere".



Tagli ai costi, la cura Lonardo non convince (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 28-09-2007)

 

Campania consiglio regionale Tagli ai costi, la cura Lonardo non convince Ridurre le indennità e le spese di consulenza del Consiglio regionale è un buon inizio. Ma da solo non basta ad abbattere i costi della politica. Dopo l'annuncio, da parte del presidente Sandra Lonardo, del giro di vite sui costi del Parlamentino campano per un risparmio complessivo di 4.358.820.60 euro, si leva un appello bipartisan a spingersi oltre. A intaccare i veri sprechi dell'amministrazione regionale. Invita alla coerenza il capogruppo della Margherita Mario Sena, che esorta a rivedere la delibera della scorsa settimana "in cui, con una variazione al bilancio 2007, si chiede alla giunta di coprire per oltre tre milioni di euro i costi derivanti dall'adeguamento degli stipendi dei consiglieri oltre che da ulteriori spese per il personale". Le misure previste dall'ufficio di presidenza sono giudicate "insufficienti" anche da Verdi, Fi e Nuovo Psi. di Antonella Autero Più coerenza dal Consiglio regionale. All'indomani della proposta Lonardo sui tagli a indennità e spese di rappresentanza del Parlamentino campano, scende in campo il capogruppo regionale del Fiorellino, Mario Sena. Che invita l'aula a"rivedere la delibera approvata la scorsa settimana in cui, con una variazione al bilancio 2007, si chiede alla giunta di coprire per oltre tre milioni di euro i costi derivanti dall'adeguamento degli stipendi dei consiglieri oltre che da ulteriori spese per il personale". Insomma, spiega il consigliere irpino, l'annuncio della riduzione delle spese della politica "deve andare avanti speditamente e senza reticenze. Il bilancio del Consiglio regionale deve eliminare tutte le strutture pletoriche, inutili e dannose, che appesantiscono notevolmente il bilancio". Accoglie a metà la proposta del presidente del Consiglio anche il numero uno dei Verdi Stefano Buono, che chiede uno sforzo in più. Vale a dire: sospensione del servizio auto per l'ufficio di presidenza del consiglio, per i presidenti di commissione, per i presidenti dei gruppi consiliari e per tutti i dirigenti regionali che ne beneficiano; riduzione, nella misura del 50 per cento del personale e dei locali occupati dall'ufficio di presidenza; riduzione di almeno il 50 per cento delle spese di vigilanza e portierato a servizio degli immobili degli uffici del consiglio regionale. E ancora: soppressione di tutti gli organismi "inutili"; chiusura delle sedi estere della regione. Una cura d'urto, insomma, che convince anche il Nuovo Psi. "Bene i tagli proposti dal presidente Lonardo ? dice il capogruppo regionale Massimo Grimaldi ?. Peccato che si tratti di pochi spiccioli nel mare magnum dei costi della politica". E dunque, il giro di vite va esteso ai consulenti "di cui si serve soprattutto la Giunta, alle società miste, autentici carrozzoni di cui è stato difficile persino fare un censimento reale". Gli fa eco il presidente del gruppo di Fi, Cosimo Sibilia: "Atteso che la riduzione dei compensi e delle consulenze del Consiglio costituirebbero un segnale eticamente importante anche se non quantitativamente significativo, va ricordato ai tanti smemorati censori dell'ultima ora, che i veri costi della politica, quelli a 9 zeri albergano altrove". Un invito al presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino a "dare un taglio al 'parastato' regionale", arriva, infine, anche dai consiglieri regionali Ds, Ugo Carpinelli e Giuseppe Russo: "A tutt'oggi non risulta che il variegato mondo delle 32 società partecipate regionali abbiano provveduto ad osservare le disposizione della Finanziaria 2007 -. Un segnale forte e positivo è giunto fino ad ora da Milano dove il presidente della Provincia Penati ha deciso di tagliare 140 consiglieri di amministrazione. Bassolino faccia lo stesso". 28-09-2007.


Tini: "I conti non tornano" (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 28-09-2007)

 

"Il documento non è stato presentato. Impossibile dialogare"Ambiente, proposto un osservatorio E sul programma si annuncia battaglia: "Violato lo statuto, il piano non c'è" Tini: "I conti non tornano" Il capogruppo dell'Udc denuncia la sottostima delle entrate

FABRIANO - "E' stato violato lo statuto comunale e non è possibile un confronto concreto con il programma precedente. Inoltre, anche stavolta dobbiamo prendere atto di una nuova sottostima delle entrate che dimostra una vera e propria mancanza di programmazione da parte della giunta". La minoranza è pronta a dare battaglia sulle questioni concernenti lo stato di attuazione del programma e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, due punti strettamente collegati, che verranno affrontati nel corso della seduta consiliare di questo pomeriggio (palazzo Chiavelli, ore 15). Una seduta, durante la quale il centrodestra si soffermerà pure su altre problematiche di grande interesse, come l'ambiente e l'ecologia, proponendo perfino la costituzione di un osservatorio apposito da affiancare alla commissione competente. Chiaro, tuttavia, che l'attenzione sarà largamente incentrata sui temi di carattere economico e finanziario, con l'opposizione già sul piede di guerra. "Secondo l'articolo 21 dello statuto comunale - osserva Angelo Tini del gruppo Udc - entro 90 giorni dall'insediamento, il sindaco e la giunta devono portare in consiglio comunale le linee programmatiche dell'azione di governo e i progetti da realizzare. Ebbene, questo non è stato fatto, per cui, a mio avviso, non sarà possibile procedere regolarmente ed io presenterò una mozione, perché non c'è il rispetto delle normative. In sostanza, il consiglio comunale non sarà in grado di esercitare l'attività di controllo. Per quanto riguarda la relazione previsionale e programmatica, ho avuto modo di leggerla ed è allucinante. Mentre nel marzo scorso, in sede di bilancio di previsione, ogni assessore aveva presentato una sua relazione, in questo caso non ci sono relazioni degli assessori, bensì dei dirigenti o dei responsabili dei servizi. Tutto ciò è incredibile, per il semplice fatto che non è con questi soggetti che dobbiamo confrontarci. In estrema sintesi, siamo nell'impossibilità di operare un raffronto inerente allo stato di attuazione del programma". Ed eccoci agli equilibri di bilancio. "Assistiamo a una ridistribuzione delle risorse e a un accertamento delle stesse - spiega ancora Tini - ma pure in questa circostanza è evidente la sottostima delle entrate: ci sono cioè maggiori entrate addirittura per 1 milione e 385.300 euro. Il fatto più grave è che con questi soldi non verranno realizzate opere pubbliche, ma gli stessi saranno utilizzati soltanto per le spese correnti. Sono stati previsti 130.000 euro in più per l'assistenza agli indigenti, 70.000 per i servizi scolastici, 40.000 per le liti, 100.000 per la gestione degli impianti sportivi, 60.000 per la manutenzione delle strade, 50.000 per l'illuminazione pubblica. Insomma, non sono contemplati investimenti. Tutto questo dimostra che i bilanci di previsione potrebbero anche non essere più redatti, la programmazione non esiste più". Come anticipato, la Casa delle libertà chiederà la costituzione di un osservatorio sull'ambiente e l'ecologia. La proposta è di Urbano Urbani ed è stata sottoscritta dai capigruppo di Udc (Angelo Tini), An (Alessandro Gentili) e lista Carmenati (Enrico Carmenati). "L'osservatorio - sottolinea Urbani - darebbe un supporto importante alla seconda commissione consiliare, che, per altro, raggruppa ben tre assessori di riferimento. La rilevanza degli aspetti ambientali ed ecologici, in relazione anche alla manifestazione visiva ed esterna dei fenomeni, consiglia che la composizione di tale osservatorio preveda un rappresentante per ogni gruppo consiliare da affiancare alla commissione stessa. La partecipazione all'osservatorio ambiente ed ecologia, il quale, in caso di buon funzionamento, potrà essere allargato pure ad associazioni esterne al consiglio comunale, naturalmente non darà diritto al gettone di presenza". AMINTO CAMILLI,.


Il Meet up in consiglio: vigilanza sul Prg (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 28-09-2007)

 

L'ultima seduta della maratona sarà filmata dagli amici di Beppe Grillo Il Meet up in consiglio: vigilanza sul Prg

Fano - Come hanno fatto gli amici di Beppe Grillo di Torino, che qualche giorno fa sono andati in gruppo a seguire una seduta del consiglio comunale della loro città, e ne hanno tratto un filmato che gira su You Tube ( http://it.youtube.com/watch?v=alqudkEpKPE), anche gli aderenti al Meetup di Fano domani mattina saranno presenti al consiglio comunale: "Prima e durante - scrive il responsabile Ettore Marini - seguiremo la seduta dove si voterà un Prg su cui il nostro giudizio è fortemente negativo: oltre a prevedere una specie di superstrada larga 10 metri con tre grandi rotatorie che unirebbe Via della Colonna a Via Papiria, attraversando il futuro parco che non c'è dell'aeroporto, tale Prg sancirà la definitiva cementificazione della città, opera intrapresa dalle giunte precedenti e portata avanti - in modo massiccio - dall'attuale. La case ci vogliono, ma il verde pubblico pure, e a Fano il verde pubblico è, e sarà, sempre di meno. Con questa 'iniziativa cominciamo a controllare l'operato di consiglieri comunali e giunta, i nostri dipendenti, visto che lo stipendio degli assessori e il gettone di presenza dei consiglieri lo paghiamo con i soldi nostri, a verificare il loro operato. Invitiamo dunque tutti i cittadini fanesi a presenziare a un atto che condizionerà pesantemente la nostra vita per i prossimi decenni".


FINANZIARIA: TAGLIO COSTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (sezione: Costi dei politici)

( da "Wall Street Italia" del 28-09-2007)

 

ROMA Stampa Invia Finanziaria: taglio costi pubblica amministrazione di ANSA In bozza -5% organici e -10% top manager (ANSA) -ROMA, 28 SET- Tagli ai costi della politica nella finanziaria: del 5% per gli organici e del 10% per i dirigenti al top di amministrazioni e ministeri. E' quanto prevede una delle norme contenute nella bozza della Finanziaria che questa sera sara' all'esame del Consiglio dei Ministri. La bozza e' composta di 44 articoli, ma con alcune norme cancellate ed altre con i capitoli ancora completamente in bianco. Previsto anche un taglio del 10% della spesa per la manutenzione e l'affitto di immobili pubblici. In particolare la norma sul taglio dei costi della politica prevede che gli organici dei ministeri, degli enti autonomi e delle agenzie fiscali dovra' essere ridotto del 5% e che il 'taglio' dei dirigenti di prima fascia, cioe' dei dirigenti al top delle amministrazioni, dovra' arrivare al 10% rispetto ai livelli attuali. Per quanto riguarda gli immobili pubblici, il governo punta a risparmiare in tre anni (2008-2010) 290 milioni di euro, con una riduzione delle dotazioni ai ministeri.(ANSA). tutte le news " 12:47 Finanziaria: per PA scatta obbligo telefonate via Internet 12:39 Finanziaria: manovra di 10,7 miliardi 12:32 MEDIOBANCA: BOLLORE', FININVEST E BENETTON BENVENUTI 12:27 ALITALIA: SINDACATI SCRIVONO A GOVERNO PER INCONTRO URGENTE.

 

 


Articoli del  27-9-2007

 

ARTICOLI DEL 27-9-2007

 

 

Da cittadellaspezia.com 27-9-2007  I costi della politica  di Antonio Colombo

 

Pmi, burocrazia e tribunali fanno più paura della Cina ( da "Finanza e Mercati" del 27-09-2007)
 

La Casta: è in arrivo la bufera? ( da "Giornale di Brescia" del 27-09-2007)
 

A casa tutti i grand commis di stato ( da "Milano Finanza" del 27-09-2007)
 

Riduzione dei Cda Il plauso di Guerci ( da "Provincia di Cremona, La" del 27-09-2007)
 

Cosa pensate della proposta di Luis Durnwalder di dare il vitalizio anche a tutti i sindaci del Trentino, come quello di cui godono parlamentari e consiglieri provinciali? Siete d' ( da "L'Adige" del 27-09-2007)
 

Conti sbagliati, la asl non deve licenziare ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
 

Ma il comune spende la metà di tanti altri ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
 

Raimondi: vigilare sulle commissioni ma chieti spende la metà di altri ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
 

Irpef e costi della politicabuchi neri della manovra ( da "Secolo XIX, Il" del 27-09-2007)
 

Ingressi a teatro La lega: stop ai privilegiati ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-09-2007)
 

I CONSIGLIERI comunali devono firmare quando arrivano e se vanno dal consiglio e dalle sedute delle ( da "Nazione, La (Livorno)" del 27-09-2007)
 

Risparmiati 6 mila euro uscendo dall'aula prima della mezzanotte ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-09-2007)
 

Enti, compensi differenti per Comune e Provincia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-09-2007)
 

TAGLI Si aggira sui 450 milioni nei prossimi 3 anni l'effetto che il provvedimento 'costi della politica' avrà sui risparmi dei consumi intermedi dei ministeri ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-09-2007)
 

FINANZIAMENTI REGIONALI PER GLI INTERPORTI ( da "marketpress.info" del 27-09-2007)
 

Vitalizi ai sindaci, Trento boccia Durnwalder ( da "Corriere Alto Adige" del 27-09-2007)
 

Costi della politica, oggi il comitato ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)
 

La Murgia tarantina accusa Vendola: <Prendiamo soldi solo dallo Stato> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)
 

OSIMO - In giunta, consiglio comunale e nei Cda della società partecipate al Comune senza intas ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)
 

Osimo ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)
 

La Casta e l'impresa: < Anche le Camere di commercio...> ( da "Corriere del Veneto" del 27-09-2007)
 

Inchiesta sui rimborsi irregolari Chiuso reparto della Santa Rita ( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
 

Questione morale, Di Pietro farà una legge con Fini ( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
 

La statistica ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 27-09-2007)
 

Nel 2005 in consiglio risparmiati 5 milioni ( da "Nuova Venezia, La" del 27-09-2007) + 1 altra fonte
 

Prima Anno Zero, poi Ballarò ( da "Campanile, Il" del 27-09-2007)
 

Interventi su welfare, case e trasporti ( da "Corriere Adriatico" del 27-09-2007)
 

Claudio Saccavini: "Finita l'era delle tecnologie, la sanità investirà sull'Open source" ( da "Data Manager" del 27-09-2007)
 

Sulla questione delle liste d'attesa difesa l'introduzione del sistema a codici di priorità ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 27-09-2007)
 

COSTI POLITICA: DILIBERTO, VIA GETTONI A CONSIGLIERI POLITICI CDA ( da "Asca" del 27-09-2007)
 

Roma Tre miliardi di calo tasse, ( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)
 

POLITICA ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 27-09-2007)
 

Edi Snaidero: <Vi spiego i miei progetti. Politici> ( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)
 

Il Corriere della Sera 27-9-2007 È il partito più grande d'Italia Pensione a rischio per 400, ecco il «partito anti urne». Previdenza in gioco per gli onorevoli al primo mandato se la legislatura non arriva all’ottobre 2008. Lorenzo Salvia

 


Da cittadellaspezia.com 27-9-2007  I costi della politica  di Antonio Colombo

Caro Direttore,
una settimana fa sono intervenuto sul tuo sito sull’argomento “Beppe Grillo” per affermare come anche nell’attuale quadro politico spezzino ci sono state e sicuramente ci saranno persone che intendono ancora la politica come “missione” a favore della comunità.
Ora intervengo nuovamente prendendo spunto dall’affermazione del “politico” genovese riguardo la “democrazia del web”. Non posso che essere pienamente d’accordo: internet consente la diffusione di notizie e commenti in tempo reale ed ogni utente può realizzare un palinsesto personale navigando tra le notizie on line dei famosi quotidiani nazionali o la testata locale che ha numeri da far girare la testa, ma anche leggendo ed intervenendo sui blog ormai così diffusi.
Spero quindi non ti spiaccia se tramite la tua testata esprimo le mie opinioni su fatti della politica spezzina che spesso richiamano i temi della grande politica nazionale.

E’ il caso dei costi della politica. Anche la nostra città non ne è esente e la responsabilità sta tutta nella classe dirigente di chi la governa da un trentennio, ma anche in chi dovrebbe fare opposizione.
Porto all’attenzione di tutti due casi: le circoscrizioni e le società consociate.

Le prime costano al Comune circa 30.000 annue ognuna, quasi tutte per l’emolumento al Presidente (da qui le lunghe guerre di questa estate per la poltrona non di prestigio politico ma di prestigio … economico) senza che in termini politici siano indispensabili alla gestione della città (a voler essere positivi l’unico aspetto positivo è che possono essere un laboratorio di esperienza politica)

Non parliamo poi delle 24 società consociate delle quali in settimana IL SECOLO XIX ha pubblicato l’elenco. Si tratta di aziende tutte sicuramente indispensabili? anche le undici che sono nate dalle costole di ATC e ACAM? I soli consigli di amministrazione costano agli spezzini circa 1 milione di euro.

Caro Direttore penserai che non dico niente di nuovo ed invece le mie considerazioni finali sono ben diverse: perché se questi costi sono eccessivi, come sicuramente appaiono alla maggior parte dei cittadini, se ne discute solo in campagna elettorale e non se ne fa una “battaglia” continua?

Perché servono a tutti, fanno sperare di poter un giorno “sedersi a tavola” ed è questo a mio avviso il danno maggiore, perchè ingenerando il desiderio di avvicinarsi alla politica solo per interesse, solo per la speranza che in qualche modo qualcosa entri nella tasca di chi vi si avventura, sviliscono chi invece si vuole dedicare alla vita politica per passione.

 


Pmi, burocrazia e tribunali fanno più paura della Cina (sezione: Costi dei politici)

( da "Finanza e Mercati" del 27-09-2007)

 

Da Finanza&Mercati del 27-09-2007 Burocrazia eccessiva, processi civili interminabili e vincoli ambientali stringenti trascinano nelle sabbie mobili le piccole e medie imprese. Secondo l'indagine congiunturale sulle pmi, realizzata da Capitalia su un campione di 611 aziende manifatturiere da 11 a 500 dipendenti, i principali ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese sono le lungaggini della burocrazia e della giustizia civile; mentre sembra non fare più paura la concorrenza asiatica. L'indagine, presentata ieri da Sergio Lugaresi, responsabile Area studi della banca, ha rilevato che i complessi rapporti con la pubblica amministrazione sono considerati il limite più consistente all'espansione (dal 17% degli intervistati), seguiti dall'eccessiva durata dei processi civili (12%) e dai vincoli ambientali (9%). Il 7% indica indica invece le infrastrutture e lo smaltimento dei rifiuti e solo il 4% la sicurezza, la carenza nell'offerta di fonti energetiche e la difficoltà ad acquisire innovazioni tecnologiche. Mentre le piccole e medie imprese che temono la concorrenza asiatica sono appena il 2,1%, poche più di quelle che mettono sotto accusa la concorrenza di altri paesi (2%) o il rapporto con le banche (1,7%). Complessivamente, il 66% del campione ritiene che i principali ostacoli al loro sviluppo siano di natura esterna all'attività imprenditoriale e legati al contesto in cui si opera. Secondo Gian Maria Gros Pietro, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio piccole e medie imprese, "l'indagine dimostra che il paese non funziona in tutte quelle attività che devono essere svolte al di fuori del mercato: le imprese sono soddisfatte del contesto produttivo che le circonda, la società civile è confortevole, il capitale umano non manca, ma il sistema ha varie malattie, una delle quali è il costo della politica, ovvero il fardello di regole imposte al mondo produttivo per rafforzare il potere delle classi burocratiche". Gros Pietro ha invitato le istituzioni a "recuperare la capacità di dare indirizzi e di fare scelte in modo tempestivo ed efficace".

 


La Casta: è in arrivo la bufera? (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 27-09-2007)

 

Edizione: 27/09/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA Domani sera il libro dell'anno discusso alla Sala civica dei Disciplini a Castenedolo La Casta: è in arrivo la bufera? Dibattito con Martinazzoli, Follini, Scajola e l'autore Gian Antonio Stella Nelle fotografie, Mino Martinazzoli e il giornalista Gian Antonio Stella, autore di "La Casta" Tonino Zana La Casta atterra nel Bresciano, a Castenedolo, ore 20.45, Sala dei Disciplini, venerdì 28 settembre, relatori, l'on. Mino Martinazzoli, il sen. Marco Follini, l'on. Claudio Scajola. Presente l'autore, per forza, essendo diventato una sorta di politico di riferimento, maneggiando un libro diventato best seller per ragioni note e per altre da approfondire. Un libro sugli sperperi di alcuni uomini politici e sulla loro intoccabilità. Presente a Castenedolo Gian Antonio Stella autore con Sergio Rizzo del superfortunato testo sul malcostume della politica italiana, in questi mesi italiani di nuovo inquieti. "La Casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili", questo il titolo pieno del libro, imperversa su una politica suonata, imperversa con delle pagine in parte popolari e in parte populiste, evocando le pagine orali di un comico improvvisamente iscritto a corsi accelerati di tragicità partecipativa e si affianca, al di là delle intenzioni, al canto parallelo di un leghismo che alza il tiro, ad antichi girotondi intellettualistici, alla mancanza, questa volta sì popolare, della possibilità di esprimere una preferenza quando si vota. Qualcuno pensa che il successo di Stella e Rizzo venga dall'alleanza scriteriata di una oligarchia politica con un sistema elettorale bulgaro. In sostanza, si può in pochissimi dirigere un paese escludendo elettoralmente la partecipazione popolare? Si può obbligare a non scegliere, pretendendo che tutto fili via liscio e che il popolo si abbiocchi intorno a Porta a Porta o a danze indiane su eventuali elezioni anticipate? Il risultato è la registrazione di una comunità elettorale che si prenota al "non voto", avanti elezioni di cui non sappiamo né l'ora, né il metodo elettorale, né le alleanze. Sullo sfondo, intanto, nasce il partito Democratico e tutto si confonde in un'attesa estenuante e dentro una partita apparentemente senza movimento reale. La Casta, comunque, domani a Castenedolo ha già iscritto un numero incredibile di partecipanti. Abbiamo sentito giovani e meno giovani di tanti paesi, della città prenotati a visionare la stazza ideale di Stella, le riflessioni di un tipo come Martinazzoli, indisponibile da sempre a lisciare il pelo alla moda politica del momento, il quale ha già ripetuto, in un incontro sul tema della Giustizia, tre settimane fa, sempre ai Disciplini di Castenedolo, vicino il ministro Mastella, il Procuratore Tarquini, il sen. ex Procuratore D'Ambrosio, che la classe dirigente di una nazione non si connota esclusivamente con la testimonianza del politico, ma pure del magistrato, del giornalista, dell'operaio, dell'imprenditore, di tutti coloro che credono a un sistema democratico modificabile al meglio con la forza dell'idealità, della fatica operosa e del confronto laborioso. Alla fine di una denuncia di un libro, alla fine di un convegno, tutti avvertiranno la convinzione che non esiste una politica kit, dove trovi domande e risposte. Esistono, invece, un popolo e una delega. Ad elezioni avvenute, a risultati elettorali certi, esiste, anzi dovrebbe esistere un monitoraggio costante tra delegato e delegante. Il resto è decadenza, da qualunque parte essa appaia. Il libro di Stella esprime i costi astronomici di certa politica. Non di tutta la politica. Non si possono impiccare tutti i Comuni d'Italia a causa di qualche Comune dissipatore, così per la Provincia, la Regione, il Parlamento. Sarà bene e giusto pensare che esistono politici probi e misurati, i quali sono infastiditi dalla Casta di Stella e Rizzo molto più e molto prima di Stella e Rizzo. In parte, scopre l'acqua calda, il collega del Corriere, di quel giornale individuato come potere forte, Casta in sé. Ha la forza e la fortuna di scoprirla, di scriverla nel momento giusto, quando il cittadino non ne può più di pagare una ristrutturazione economico sociale mondiale severissima e poi di vedersi passare accanto qualche suo eletto con troppi privilegi formali e sostanziali. In ogni tempo di democrazia, la forma e la sostanza esigono di camminare in modo intonato, al punto che l'una diventa l'altra e viceversa. Invece, lo stile è bandito e si consolida una sciatteria complessiva di cui si conosce l'origine, la rappresentazione e neppure la durata. La sciatteria nasce da un'assenza della qualità culturale e umana della politica, dall'assenza di una ricerca del rischio a far meglio e ad essere migliori. Siamo in una buca profonda di mediocrità e lo sappiamo, ne possiamo uscire con l'aiuto reciproco, con una cordata, non tagliando l'uno la cordata dell'altro. La Casta di Stella un poco taglia la corda e forse, all'inizio è pensabile che sia necessaria anche un'operazione chirurgica, un taglio del flusso degli umori grigi e neri della corruttela, ma poi, passata la fase delle denunce e delle contumelie, il paese, la città, la fabbrica, l'ufficio, la scuola, il, giornale e l'ospedale non funzionano rimanendo troppo impegnati a calcare il sigillo su chi ruba ed è dissennato e magari perdendo di vista il passo del proprio dovere e della propria pulizia morale. Per cui, indicando l'appuntamento di domani a Castenedolo come un appuntamento interessante per la denuncia dei mali italiani, sarà bene precisare che circola una maggioranza di personaggi generosi e competenti, seri nelle professioni e nei mestieri, così come tanti politici. Si tratta di una "Casta" rovesciata di donne e di uomini, visibili se vogliamo vederli, se vogliamo scriverne, abbassando il vizio di ritenere notizia ciò che è negativo, di lasciare in una riga quanto andrebbe scritto in parallelo al testo di Stella e di Rizz. Esistono i galantuomini, esistono donne straordinarie nel quotidiano e senza cognome televisivo ed editoriale, ma non entrano nella hit parade delle vendite librarie. Vedrete alla fine, che la comunità funziona poiché la casta dei generosi e dei composti è di gran lunga, stratosferiamente più importante e presente dell'altra Casta. Intanto, è giusto prendere le misure e onorare la Casta di Stella. Non a tempo indeterminato, altrimenti finiamo fuori rotta. E Giambattista Groli, presidente del circolo Moro, creatore di questa ennesima serata intelligente non intende rischiare di voltare le spalle alla complessità di Moro e di sposare semplificazioni di cui una casta, o l'una o l'altra casta, richiede per immediata comodità.

 


A casa tutti i grand commis di stato (sezione: Costi dei politici)

( da "Milano Finanza" del 27-09-2007)

 

MF A casa tutti i grand commis di stato Spunta in finanziaria una norma per sostituire i cda con un amministratore unico. Le società coinvolte sarebbero quelle controllate al 100% dallo stato e non quotate. Come Poste, Ferrovie e forse Rai Un articolo di sole quattro righe, ma che potrebbe esplodere come una bomba sulle società controllate dallo stato. In pratica, secondo una norma inserita in una bozza di finanziaria, i consigli di amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica non quotate in borsa, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge decadrebbero e sarebbero sostituiti da amministratori unici. Entro la stessa data, ovviamente, sarebbero modificati anche gli statuti delle società. Per grandi spa pubbliche come le Ferrovie, le Poste e forse la stessa Rai (il dubbio dipende dal fatto che una piccolissima percentuale del capitale appartiene alla Siae), si tratterebbe di un vero e proprio commissariamento. Difficile che una norma del genere riesca a sopravvivere al prevedibile fuoco incrociato dei partiti della maggioranza. Del resto già un anno fa, con la vecchia legge di bilancio, il governo aveva provato a dare una sforbiciata ai cda delle controllate, riuscendo a ridurre a tre membri solo i board di Sviluppo Italia e della Sogin. Ma stavolta più che la lima, l'intenzione di alcuni ministri (soprattutto quello dell'attuazione del programma, Giulio Santagata e quello della funzione pubblica, Luigi Nicolais) sarebbe quella di usare la mannaia. Ieri Santagata ha anche confermato che nella finanziaria entrerà il suo disegno di legge sulla riduzione dei costi della politica. O meglio, alcuni pezzi di questo, visto che molte parti del progetto incidono sulle spese degli enti locali e senza in consenso di questi ultimi sarebbe difficile mandarle in porto. Tra le altre cose il disegno di legge Santagata già conteneva una sforbiciata ai board delle società pubbliche, anche se molto più blanda di quella che il governo vorrebbe inserire in finanziaria. In quel caso si prevedeva una riduzione a cinque membri dei cda delle controllate statali. Intanto ieri, prima del vertice di maggioranza che si è concluso in tarda nottata, Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa hanno incontrato le parti sociali alle quali hanno illustrato per grandi linee la manovra di bilancio. Le tabelle dei tecnici, che ancora contengono il capitolo del welfare (che però secondo quanto riferito da Prodi andranno nel collegato), stimano una finanziaria da 10,5 miliardi, 6,050 dei quali finanziati con maggiori entrate e 4,525 con risparmi di spese. Si tratta però, di una fotografia scattata a 48 ore dal varo della manovra, e dunque ancora in movimento proprio perché contiene poste come il welfare, che invece potrebbero essere inserite in altri provvedimenti.Non si placano però, le tensioni nella maggioranza. Ieri prima del vertice notturno, il segretario di Rifondazione Franco Giordano, ha bocciato preventivamente la finanziaria perché il governo non avrebbe recepito le indicazioni del documento della sinistra radicale. (riproduzione riservata) MF  - Denaro & Politica Numero 192, pag. 2 del 27/9/2007 Autore: Andrea Bassi.

 


Riduzione dei Cda Il plauso di Guerci (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 27-09-2007)

 

Edizione di Giovedì 27 settembre 2007 Benvenuto P.Review srl Riduzione dei Cda Il plauso di Guerci Agostino Guerci, capogruppo dell'Ulivo, interviene sul dibattito sui costi delle politica e sul riassetto delle società pubbliche conseguente al decreto Lanzillotta che prevde la riduzione dei membri del Cda di dette società. Secondo Guerci l'operazione "comporterebbe una sostanziosa riduzione dei costi della politica, ma significherebbe soprattutto anche un possibile rendimento migliore per le attività delle aziende stesse, rese più snelle (e quindi più funzionali) a partire dal loro ambito decisionale". Un giudizio positivo sul debreto che si discosta da quanto espresso in un'intervista ad un quotidiano online da Bruno Garatti, diesse, presidente Scs. Guerci soottolinea: "Questa prospettiva è vista positivamente anche nell'ambito del centrosinistra cremasco, in modo particolare nell'Ulivo, in quanto parole d'ordine come efficienza nella pubblica amministrazione e contenimenti dei costi della politica sono sempre state delle priorità nei nostri programmi, come stanno dimostrando nel concreto alcune scelte adottate sia a livello nazionale sia da numerose amministrazioni locali guidate dall'Unione". Poi Guerci tocca il problema che da mesi tiene banco nel territorio. Dice: "Il percorso societario che il gruppo Scs/Scrp sta facendo consentirà a breve operazioni che potrebbero andare nella direzione auspicata. Operazioni di riordino che secondo noi dovrebbero ancora essere effettuate tenendo insieme il territorio (composto da 50 Comuni) che finora si è sempre dimostrato unito su queste scelte, partendo certo dai cambiamenti avvenuti a Crema ma senza generare contrasti o scontri eccessivi tra centro - destra e centro - sinistra che alla fine risulterebbero solo penalizzanti per tutto il territorio cremasco e sulla sua reale capacità di incidere nei processi di aggregazione in atto". E sullo spoil system?.

 


Cosa pensate della proposta di Luis Durnwalder di dare il vitalizio anche a tutti i sindaci del Trentino, come quello di cui godono parlamentari e consiglieri provinciali? Siete d' (sezione: Costi dei politici)

( da "L'Adige" del 27-09-2007)

 

Accordo? Ritenete che, dopo la legge Amistadi che ha rivisto indennità e gettoni di presenza, adesso bisogna passare al vitalizio? Dite la vostra sul sito dell'Adige www Cosa pensate della proposta di Luis Durnwalder di dare il vitalizio anche a tutti i sindaci del Trentino, come quello di cui godono parlamentari e consiglieri provinciali? Siete d'accordo? Ritenete che, dopo la legge Amistadi che ha rivisto indennità e gettoni di presenza, adesso bisogna passare al vitalizio? Dite la vostra sul sito dell'Adige www.ladige.it 27/09/2007.

 


Conti sbagliati, la asl non deve licenziare (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 27-09-2007)

 

Il sindacato accusa: "Spariti 10 milioni e attuate politiche a favore dei privati" "Conti sbagliati, la Asl non deve licenziare" La Cgil denuncia un divario tra bilancio e Piano di risanamento: "400 tagli evitabili" PESCARA. C'è un gap di 10 milioni e "spiccioli" tra il bilancio 2004 delle spese per il personale della Asl di Pescara e la cifra della stessa voce e dello stesso anno inserita nel Piano di risanamento dell'Azienda, cui si fa riferimento per tagliare i costi. "I conti non tornano", tuona la Cgil, "e per colpa di quei tagli assistiamo impotenti da mesi a un'emorragia di personale precario che sta mettendo in ginocchio la sanità pubblica". Documenti alla mano il segretario generale della Camera del Lavoro, Paolo Castellucci, il segretario provinciale della Cgil Funzione pubblica Massimo Petrini, e Antonio Terenzi, della segreteria del sindacato hanno radunato la stampa per "fare le pulci" ai conti della Asl e dunque denunciare "l'inspiegabile e pesante" divario tra "le somme indicate nel Piano di risanamento del sistema sanitario regionale concordato con il Governo e quelle che risultano dai bilanci certificati della Asl". "Le Aziende sanitarie pubbliche", spiega Castellucci, "sono obbligate a una riduzione della spesa del personale dell'1,4% rispetto al 2004. Nel Piano di risanamento 2007-2009 risulta che la spesa per il personale della Asl di Pescara per il 2004 è stata di 148.988.000 euro da ridurre di 4.526.000 euro. Da non superare, cioè, nel 2007, il tetto di 146.414.000 euro per il personale. Ma la spesa del 2004", assicura mostrando le copie del bilancio, "è stata più alta di quella indicata nel Piano, e cioè di 158.777.000 euro. Rispetto a questa cifra, il tetto di spesa per il personale per il 2007 dovrebbe essere di 156.078.000 euro. Per il personale, cioè, si potrebbe spendere di più". Insomma il Piano di risanamento sarebbe falsato da un errore macroscopico e ignorato, e questo sarebbe "grave, anche per il rapporto con il Governo", ha aggiunto il segretario, "perché il debito complessivo che emerge è superiore a quello indicato. Per la Regione ci potrebbero essere dei problemi. E forse è per questo", aggiunge polemico, "che non è stato attivato qui il tavolo triangolare - Regione, Asl, sindacati - previsto a luglio nel protocollo con il ministro Turco". I tavoli triangolari dovevano servire a esaminare i bilanci e a trovare delle alternative ai tagli del personale, mantenendo i tetti di spesa. "Siamo a settembre", ricorda, "ci sono molti contratti di lavoro in scadenza (67 a fine mese), ma non si sta facendo nulla e il manager della Asl, Antonio Balestrino, non risponde alle richieste di incontro dei sindacati". Alla scoperta del "peccato originale" che inficerebbe tutto il Piano, la Cgil è arrivata preparandosi a quegli incontri mai avvenuti, studiando i costi della sanità pescarese per poter fare proposte concrete per un risanamento dei conti che non gravasse unicamente sul personale. "Dal 2004 al 2006 c'é stato un aumento della perdita di esercizio del 107%", attacca Castellucci: "si è passati da 45.558.000 euro a 94.135.000 euro. In tre anni è stata messa in atto una politica di deterioramento della sanità pubblica, puntando sulla privata". E per dimostrarlo la Cgil usa i numeri. Sia la mobilità attiva, generata cioé dai residenti nei territori di altre Asl, abruzzesi e non, che si sono rivolti a Pescara, sia quella passiva, cioé dei pescaresi emigrati altrove per curarsi, hanno avuto una drastica riduzione dal 2004 al 2006, sintomo evidente di una insoddisfazione verso il servizio. In crescita la spesa verso i privati (più 12,5%) e per la specialistica esterna diagnostica, salita addirittura del 92% (da 3.235.460 euro a 6.222.626 euro), prodotto delle lunge attese per accertamenti e visite, conseguenza, anche, dell'inefficenza di molte attrezzature. "E aumentato tutto in questi tre anni tranne la manutenzione", osserva Petrini, "il che vuol dire si lasciano deteriorare le strutture". Entrando nel dettaglio, Castellucci ha sottolineato che "c'è stato un aumento del 32,8% delle spese per servizi esterni (cioé lavanderie, pulizie e mensa), e un aumento del 27,9% per le consulenze non sanitarie. In totale si è avuto un incremento del 13,3% delle spese. Segno più anche per la spesa farmaceutica, cresciuta del 5,1%. Ridotta, invece, l'incidenza della spesa del personale sulla spesa complessiva della sanità". Invece, secondo la Cgil è sugli altri capitoli elencati che bisognerebbe intervenire: il conteggio in questa direzione porta a un risparmio di 16 milioni e mezzo "da usare per il personale". "La spesa della sanità crescerà ancora", conclude Castellucci, "e già supera il 100% del bilancio della Regione. Se non si interviene in maniera forte si rischia un aumento della tassazione per i cittadini, e questo", avverte, "non lo permetteremo".

 


Ma il comune spende la metà di tanti altri (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 27-09-2007)

 

Raimondi e i costi della politica "Ma il Comune spende la metà di tanti altri" CHIETI. Commissioni e riunioni a raffica, il neo presidente del consiglio comunale annuncia che vigilerà per evitare abusi. Ma Enrico Raimondi coglie l'occasione per rilevare come il costo della politica sostenuto per il lavoro dei consiglieri comunali sia di gran lunga inferiore, circa la metà, a Comuni di pari abitanti e perfino di enti più piccoli, come ad esempio Francavilla. Sui costi della politica in ogni caso Raimondi avverte: "E' un problema serio a cui l'attuale classe dirigente nel suo complesso, in tutti i livelli istituzionali, deve dare una risposta precisa". (In Chieti).

 


Raimondi: vigilare sulle commissioni ma chieti spende la metà di altri (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 27-09-2007)

 

Chieti Raimondi: vigilare sulle commissioni "Ma Chieti spende la metà di altri" I COSTI DELLA POLITICA CHIETI. "Problema diverso è la pratica, certamente da censurare, di commissioni che vengono convocate senza che esse abbiano ad oggetto proposte mconcrete di deliberazione o fatti attinenti all'amministrazione". Enrico Raimondi, neo presidente del consiglio comunale, interviene dopo "i conti in tasca al Comune" fatti dal Centro per contestare gli eccessivi costi della politica. "E' un problema serio", annota Raimondi, "a cui l'attuale classe dirigente nel suo complesso, in tutti i livelli istituzionali, deve dare una risposta precisa. I costi della politica sono intollerabili e percepiti tali dai cittadini quando chi è eletto non riesce a dare risposte concrete. Problema diverso è il costo del funzionamento dell'attività consiliare, il cui problema è la sua qualità e non il numero delle riunioni che si svolgono". E qui Raimondi entra nel merito dei dati ufficiali che abbiamo pubblicato. "Le indennità sopettanti ai consiglieri comunali di Chieti sono di un importo di gran lunga inferiore", sostiene il giovane presidente del consiglio comunale, "a quello di altri Comuni di pari abitanti. In verità di circa la metà dei Comuni con molto meno abitanti, come Francavilla. In secondo luogo il costo delle commissioni e del consiglio è aumentato rispetto al 2004 per la ragione, empiricamente riscontrabile, dell'aumentata attività assembleare, Anche grazie al modo in cui sono stati organizzati i lavori consiliari dall'allora presidente del consiglio comunale, il senatore Giovanni Legnini. Questo, credo, rappresenta un fatto positivo". In ogni caso sulle riunioni extra delle commissioni Raimondi intende muoversi in due modi: "Favorendo la riforma del regolamento per il funzionamento del consiglio e vigilando sul corretto esercizio dell'attività delle commissioni. Infine sarebbe opportuno promuovere una discussione approfondita su come far funzionare l'amministrazione" e coinvolgere la Regione nella redifinizione "della riorganizzazione di enti strumentali".

 


Irpef e costi della politicabuchi neri della manovra (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 27-09-2007)

 

Massimo baldini Nello scorso giugno, nel Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria), il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa prefigurò una manovra di bilancio per il 2008 con la seguente caratteristica chiave: un aumento di almeno tredici miliardi per la spesa pubblica, finanziato solo con tagli di spesa, senza alcun inasprimento fiscale. Le maggiori spese venivano catalogate tra gli "impegni sottoscritti" e le "prassi consolidate": scelte già prese, su cui non si può tornare, per le quali bisogna solo trovare la copertura. Rientrano in queste categorie il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, il rifinanziamento dell'accordo estivo su pensioni e ammortizzatori sociali, gli aiuti allo sviluppo, il finanziamento di infrastrutture pubbliche come strade e ferrovie, il rinnovo di agevolazioni fiscali. Già a giugno il clima politico impediva di prendere in considerazione, per finanziare queste voci, inasprimenti di aliquote. A settembre il quadro è significativamente mutato, soprattutto per un aspetto decisivo: le entrate fiscali hanno continuato per tutto il 2007 nella loro crescita impetuosa, superiore a ogni previsione. Dopo il primo tesoretto primaverile, tutto destinato dall'accordo di luglio a maggiore spesa pubblica, si è venuto a formare, durante l'estate, un secondo extragettito che semplifica decisamente la vita al governo. Il quale ora può in buona misura smettere di angustiarsi alla ricerca di tagli draconiani alla spesa pubblica, potendosi accontentare di qualche limitata tosatura. L'origine di questo extragettito va ricercata soprattutto nella riduzione dell'evasione, perché solo poche aliquote formali sono state aumentate dalla scorsa Finanziaria, e comunque in misura certo non sufficiente a produrre incrementi percentuali a due cifre delle entrate tributarie. Ma la novità del secondo extragettito non si è rivelata del tutto benefica per il governo, perché ha prodotto un prevedibile effetto collaterale: la sensazione crescente che il peso delle imposte sia ormai divenuto insostenibile e quindi che sia necessario ridurre il carico fiscale sui contribuenti. Rispetto al Dpef di giugno, quindi, a settembre si impone una nuova priorità: diminuire le aliquote di almeno alcune imposte, anche per venire in soccorso a sondaggi sempre più traballanti per la maggioranza di governo. Eccoci dunque arrivati alle prime indiscrezioni sulla composizione della nuova manovra finanziaria, che riflette in larga misura questo stato di cose. Essa vale nel complesso 17 miliardi: circa 12 di maggiori spese (quelle indicate nel Dpef, in parte allocate al 2007) e 5 di tagli fiscali. La copertura dovrebbe provenire per circa 5 miliardi da tagli di spesa e per 12 dall'extragettito, cioè maggiori entrate, suddiviso in 6 miliardi attribuiti al 2007 (il secondo tesoretto dell'anno, dopo quello estivo) e in 6 miliardi considerati come acquisiti strutturalmente anche per il 2008. Solo parte dell'extragettito viene quindi restituita con tagli fiscali. Sui 5 miliardi di riduzioni di spesa non ci sono per ora molti dettagli, speriamo che siano risparmi veri e non buone speranze, come in parte si è verificato per analoghe misure decise con la scorsa Finanziaria, poi rivelatesi impossibili da applicare. Ma la tensione sui tagli di spesa è stata inevitabilmente attenuata dalle notizie sulle maggiori entrate. La vera materia del contendere oggi consiste nel menù delle riduzioni fiscali. Da mesi si parla di interventi sull'Ici sulla prima casa, quindi di certo qualcosa in questo senso si farà, forse maggiorando la detrazione in modo differenziato a seconda della dimensione del comune di residenza. Si dimentica così che vi sono grandi città del Sud in cui la casa costa meno rispetto a molti piccoli comuni del Nord, soprattutto se vicini alle città più popolate. Ma è difficile realizzare manovre eque agendo su una imposta patrimoniale. E inutile negare che si interviene sull'Ici soprattutto per motivi di consenso: è una imposta molto visibile e molto odiata. Un analogo sgravio sull'Irpef, come si è visto in passato, sarebbe meno apprezzato, visto che buona parte dell'Irpef è versata dai sostituti di imposta. C'è però anche una motivazione tecnica alla manovra sull'Ici: può essere letta come una necessaria premessa per l'adeguamento delle rendite catastali ai valori di mercato. Urgente è invece il previsto aumento della detrazione Irpef a favore degli affittuari. Ottimo il taglio dell'Ires, sembra dal 33% al 28%, inevitabile perché tutti i grandi Paesi europei stanno riducendo le imposte sulle imprese. Mancano all'appello una riduzione dell'Irpef, troppo alta sui redditi medi, e interventi significativi sui costi della politica, su cui evidentemente non c'è consenso politico. 27/09/2007 Ottimo e inevitabile il taglio dell'Ires dal momento che tutti i grandi Paesi europei stanno riducendo la pressione fiscale sulle imprese 27/09/2007 Il governo interviene sull'Ici per trovare consenso, ma rimane difficile realizzare Finanziarie eque agendo su un'imposta patrimoniale 27/09/2007.

 


Ingressi a teatro La lega: stop ai privilegiati (sezione: Costi dei politici)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-09-2007)

 

Daniele Belotti, consigliere comunale leghista, dichiara guerra alle tessere gratis a teatro. E lo fa con un ordine del giorno urgente che chiede l'abolizione degli abbonamenti gratuiti ad autorità e affini. "In questi giorni ? scrive il consigliere ? da più parti si invoca un taglio dei costi della politica e dei privilegi di politici e funzionari pubblici. Il Comune di Bergamo gestisce l'attività del Teatro Donizetti, stabilendo anche l'elenco delle tessere gratuite. Gli ingressi gratuiti, "per fini di vigilanza", sono garantiti da un decreto del '72 a prefetto, autorità di pubblica sicurezza, ufficiale dei carabinieri, componenti dei comitati e delle commissione del dipartimento dello spettacolo per i settori di competenza, ufficiali e/o agenti di pubblica sicurezza, ufficio delle Entrate provinciale (3 posti)". Constatato anche che "nella scorsa stagione il Teatro Donizetti, oltre all'elenco stabilito, ha rilasciato tessere omaggio a sindaco, presidente della Provincia, presidente del Tribunale, comandante Accademia della Guardia di Finanza, procuratore capo della Repubblica del Tribunale, segretario generale del Comune, direttore generale del Comune, assessori comunali (a turno), consiglieri comunali (a turno), consiglieri provinciali (a turno), assessore Provinciale alla Cultura, 6 posti aggiuntivi ai 3 stabiliti per legge all'Agenzia delle Entrate". Considerato il precedente del blocco delle tessere gratuite ai pensionati Atb ("e ora in ballo ci sono persone che percepiscono stipendi più alti"), Belotti invita "a rivedere per l'imminente stagione teatrale l'elenco delle tessere omaggio, tagliando tutte quelle non espressamente previste dalle direttive del '72".

 


I CONSIGLIERI comunali devono firmare quando arrivano e se vanno dal consiglio e dalle sedute delle (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 27-09-2007)

 

Commissioni? La capogruppo di Italia dei Valori Marta Gazzarri ritiene di "sì". E lo sottolinea in una interpellanza che ha presentato in questi giorni, che porta solo la sua firma, e nella quale la capogruppo di IdV chiede espressamente "che anche a Livorno, come ha già fatto il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, i consiglieri comunali devono sottoscrivere l'orario di inizio e quello di fine della loro presenza ai lavori di consiglio e delle commissioni". QUESTO dovrebbe per Marta Gazzarri costituire il presupposto affinché il consiglio comunale adotti di misure regolamentari e procedurali tali da determinare una spesa per i gettoni di presenza, e soprattutto per i rimborsi dei permessi ai datori di lavoro, "congrui rispetto al reale impegno istituzionale ? precisa la capogruppo di Italia dei Valori ? del consigliere". Questo vale soprattutto per gli eletti che sono lavoratori dipendenti e che costano alla collettività "ma per il reale impegno profuso nel mandato politico assegnatogli dagli elettori con il loro voto". - -->.

 


Risparmiati 6 mila euro uscendo dall'aula prima della mezzanotte (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-09-2007)

 

La Gironcoli sui costi della politica "Il caso Grillo dice che la gente è stufa" "Risparmiati 6 mila euro uscendo dall'aula prima della mezzanotte" "Il "caso Grillo" che tanto fa gridare allo scandalo la classe dirigente testimonia un fatto innegabile: la disaffezione, la delusione, forse addirittura il disgusto dei cittadini per l'attuale sistema politico". E quanto afferma Donatella Gironcoli, consigliere comunale dei Cittadini per Gorizia e "leader" degli illiani in città dopo il passaggio di Laura Fasiolo nelle file del nascente Partito democratico. "Si tratta - aggiunge Gironcoli - di un sentimento diffuso, causato dalla delirante espansione dei costi della politica, legati alle clientele e alle pratiche di malgoverno, dall'acquisto dei consensi contro favori, dalla proliferazione di poltrone e incarichi, dalla mancanza di rispetto verso chi questi costi li deve sostenere, dal bisogno impellente di trasparenza, rispetto della legalità e rigore morale". "Proprio noi - continua la nota -, che abbiamo ricevuto il mandato di rappresentanza dai cittadini, non possiamo ignorare questi segnali. Invece che accade? I più alzano, anche a livello locale, voci che proclamano opportunisticamente il loro impegno, ma poi al momento dei fatti procedono in tutt'altro modo. Invece io credo che ci siano diverse strade da percorrere con onestà e chiarezza. Prima di tutto dovere politico è la buona e ragionata amministrazione del denaro pubblico. A tal proposito cito la battaglia che stiamo combattendo con Luciano Migliorini in Provincia, tempestando d'interrogazioni le rispettive amministrazioni per verificare l'attuabilità e la ragionevolezza di alcuni progetti. Mi riferisco alla realizzazione dell'ascensore per il castello che non pare tanto ponderata quanto dovrebbe, non per il costo dell'impianto, ma soprattutto nel calcolo delle spese di gestione che la nostra città dovrà poi sostenere per sempre. Similmente, non risulta evidente il senso dell'acquisto di villa Olivo, deliberato dalla giunta provinciale, considerato che, per acquistare l'edificio di corso Italia, che dovrebbe diventare una sorta di dependance della Provincia, è stato richiesto un finanziamento alla Camera di commercio: denaro pubblico riservato allo sviluppo e alla promozione dell'economia isontina. Non siamo aprioristicamente contrari alle innovazioni e a tutti i beneficii che ne possono derivare, ma vogliamo che sia valutato il ritorno economico dell'investimento per giudicare se dalla "teoria" è utile passare alla "pratica"". "Ultima nota positiva: nella passata seduta del consiglio comunale di Gorizia - conclude Donatella Gironcoli -, nonostante gli animi si fossero infiammati, a mezzanotte tutta la minoranza è uscita dall'aula e la seduta si è conclusa per impedire il raddoppio del gettone di presenza (6 mila euro risparmiati...). Non era mai successo prima, ma fa sperare bene per il futuro".

 


Enti, compensi differenti per Comune e Provincia (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-09-2007)

 

Cronaca di Cagliari Pagina 1019 Costi della politica. A proposito delle modifiche introdotte dalla Finanziaria Enti, compensi differenti per Comune e Provincia Costi della politica.. A proposito delle modifiche introdotte dalla Finanziaria --> A parità di Ente o società il gettone percepito dai consiglieri comunali e provinciali è differente. Lo chiariscono alcuni esponenti dell'assemblea di Palazzo regio in relazione ai compensi pubblicati nei giorni scorsi. In particolare il consigliere Massimo Pusceddu, da Febbraio 2007 a oggi, ha partecipato a due assemblee e a una seduta di commissione dell'Autorità d'ambito, percependo complessivamente 232 euro lordi. Andrea Busia, che rappresenta la Provincia nel consiglio di amministrazione del Ctm da agosto 2007, non percepisce né gettoni, né indennità, perché, in base a quanto stabilito dalla finanziaria nazionale 2006, hanno diritto a un'indennità solo i rappresentanti esterni. La sua partecipazione alle riunioni del cda del Ctm è gratuita. I rappresentanti della Provincia nell'assemblea dei soci del Casic, che solitamente si riunisce due volte all'anno per l'approvazione del bilancio di previsione e del bilancio consuntivo, ricevono un gettone di 28,36 euro lorde a seduta. Dal 2005 a oggi, Massimo Pusceddu ha partecipato a due sedute percependo 56,72 euro lorde, Leonardo Peddio ha preso parte a tre sedute percependo complessivamente 85,08 euro lorde e Gianluca Grosso ha partecipato a 2 sedute percependo 56,72 euro lorde.

 


TAGLI Si aggira sui 450 milioni nei prossimi 3 anni l'effetto che il provvedimento 'costi della politica' avrà sui risparmi dei consumi intermedi dei ministeri (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-09-2007)

 

TAGLI ENTRATE Si aggira sui 450 milioni nei prossimi 3 anni l'effetto che il provvedimento 'costi della politica' avrà sui risparmi dei consumi intermedi dei ministeri Le entrate tributarie sono aumentate del 17,9% rispetto al settembre 2006 Frutto soprattutto del gettito Ires, l'imposta sui redditi delle società - -->.

 


FINANZIAMENTI REGIONALI PER GLI INTERPORTI (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 27-09-2007)

 

Venezia, 27 settembre 2007 - La Giunta veneta, su iniziativa dell'assessore alle politiche della mobilità Renato Chisso, ha assegnato mezzo milione di euro come contributo per la realizzazione di iniziative di potenziamento e razionalizzazione degli Interporti regionali. "Lo scopo ? ha spiegato Chisso ? è quello di sostenere gli investimenti in un comparto sempre più strategico nello scenario dell'economia mondiale, legato al futuro di una logistica efficiente e competitiva che dia ulteriore valore aggiunto allo sviluppo del Veneto. All'interporto di Padova S. P. A. Sono stati assegnati 100 mila euro a finanziamento di parte delle spese necessarie per la realizzazione del Nuovo Grande Terminal ? 3° Stralcio Funzionale ? 1° Lotto; all'Interporto di Venezia S. P. A. Sono stati assegnati 130 mila euro come contributo sulle spese di demolizione di edifici ricadenti nell'area ex-Eckart, con lo scopo di adattare l'area a piazzali per le nuove esigenze operative legate alla logistica; 200 mila euro andranno all'Ente Autonomo Magazzini Generali di Padova come contributo su interventi di riqualificazione tecnico funzionale ed energetica degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva area uffici; 70 mila euro sono stati infine assegnati all'Interporto di Rovigo S. P. A. Per cofinanziare lavori di completamento dei piazzali per la movimentazione e stoccaggio delle merci nell'area interportuale. . <<BACK.

 


Vitalizi ai sindaci, Trento boccia Durnwalder (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 27-09-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE I COSTI DELLA POLITICA TENSIONE TRA LE AUTONOMIE Vitalizi ai sindaci, Trento boccia Durnwalder No dei Comuni. Pacher: "Una stupidaggine". Dellai: questione inesistente TRENTO - Un coro di "no" si leva dagli amministratori locali trentini verso le richieste di Luis Durnwalder, il presidente della giunta provinciale altoatesina. Il Landeshauptmann aveva proposto nella riunione di martedì della giunta regionale di estendere anche ai sindaci della regione i vitalizi di cui godono assessori e consiglieri provinciali. Decisamente contrari sindaci e amministratori trentini: dal primo cittadino di Trento, Alberto Pacher, a quello di Rovereto, Guglielmo Valduga, dal sindaco di Folgaria e vicepresidente del Consiglio delle autonomie, Alessandro Olivi, all'assessore provinciale agli enti locali, Ottorino Bressanini. è critico anche il consigliere della Margherita, Adelino Amistadi, promotore della contestata legge sulle indennità dei sindaci. Alla proposta del Landeshauptmann quasi tutti rispondono che è "ora di tagliare i costi della politica" e che "i vitalizi vanno tolti anche ad assessori e consiglieri comunali ". Sulla proposta del collega altoatesino giunge la precisazione del governatore trentino Lorenzo Dellai: "La questione è inesistente. Durnwalder aveva solo riferito in giunta un tema che fa parte del dibattito tra i sindaci altoatesini". NO AI VITALIZI - Il più duro con Durnwalder è il primo cittadino di Trento. "La proposta dei vitalizi - è il commento di Pacher - è una stupidaggine. Spero che sia una semplice boutade". Sulla falsariga il sindaco di Rovereto, Valduga: "è improponibile pensare ai vitalizi. Il clima non è opportuno. La responsabilità civica va al di là delle prebende". Bressanini non è da meno: "Non so se quella di Durnwalder sia una provocazione. Evidentemente lui ha un consenso popolare così vasto da sorvolare ogni cosa, e può permettersi di andare in senso contrario a quello che tutti i cittadini si aspettano dalla politica". Amistadi si mostra contrario ai vitalizi e difende la legge sull'indennità. "Quella altoatesina - ricorda - è una proposta vecchia. Un tentativo in tal senso c'era già stato all'epoca della legge di cui ero promotore. Io non ho mai pensato di dare pensioni ai sindaci. Un'idea del genere non mi è mai passata per la testa. Ricordo che in Alto Adige le indennità sono il doppio che in Trentino". Amistadi si sofferma sulla "sua" legge: "Il testo sulle indennità invece era necessario ed è stato attaccato ingiustamente: il suo scopo era perequare le differenze tra i vari sindaci". IL CONSORZIO - Olivi si aggiunge al coro: "Non sono d'accordo con la proposta. Oggi i vitalizi non sono certo un segnale da dare ai cittadini. La politica ha bisogno di sobrietà". Sui vitalizi si dice contraria anche la Lega Nord Trentino. "La proposta - si legge in un comunicato - di dare un vitalizio anche ai tanti sindaci Svp che ambiscono al soglio del Consiglio provinciale ma non hanno materialmente la possibilità di entrarvi, l'ha lanciata un giulivo Luis Durnwalder. Durni non ha fatto altro che fare propria la richiesta avanzata dal Consorzio dei comuni dell'Alto Adige. Una richiesta che rischia d'incrementare in modo considerevole i già consistenti costi della politica, ad ogni livello che sia esercitata, in Regione". I COSTI DELLA POLITICA - Quasi tutti gli amministratori trentini propongono di togliere i vitalizi anche ad assessori e consiglieri provinciali. In tal senso sono d'accordo Pacher, Bressanini e Valduga. Olivi chiede di riordinare regole, prerogative e riconoscimenti economici per tutti i livelli dell'amministrazione: comunale, provinciale e parlamentare. L'obiettivo deve essere ridurre i "privilegi" degli ultimi due livelli su quello comunale. "Il vitalizio - conclude - è giusto nel principio ma eccessivo negli importi". Anche la Cgil prende posizione sulla questione: "Aggiungere alle indennità anche i vitalizi è del tutto ingiustificato. I vitalizi dovrebbero essere tolti anche ai consiglieri provinciali, considerato che maturano già la pensione per la professione che svolgono ". Giudizi pesanti anche da Valduga, Amistadi e Bressanini Stefano Voltolini.

 


Costi della politica, oggi il comitato (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 2 categoria: BREVI Costi della politica, oggi il comitato Alla presenza di Nichi Vendola, torna a riunirsi questa mattina il comitato tecnico-politico che in consiglio regionale si occupa di contenere i costi della politica. Il governatore nei giorni scorsi aveva sollecitato il consiglio ad adottare delle iniziative al riguardo: il taglio del numero dei consiglieri, dei loro stipendi e delle loro pensioni. Il comitato ha già prodotto i primi provvedimenti: a luglio propose ed ottenne una modifica del regolamento consiliare con una norma che stabilisce l'impossibilità di istituire nuovi gruppi con meno di tre consiglieri. Rocco Palese (Fi) ieri ha già anticipato le richieste che presenterà: riduzione dei consiglieri e degli assessori, consentire la presenza massima di due assessori esterni, soppressione di alcuni organismi previsti dallo statuto (consiglio statutario e conferenza economica), rivisitazione dell'ufficio del difensore civico.

 


La Murgia tarantina accusa Vendola: <Prendiamo soldi solo dallo Stato> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE COMUNITà MONTANE La Murgia tarantina accusa Vendola: "Prendiamo soldi solo dallo Stato" BARI - Sono disponibili a snellire l'apparato burocratico e rappresentativo riducendo il numero dei consiglieri e degli assessori, ma annunciano di essere pronti ad alzare le barricate per impedire "ad ogni costo" la cancellazione delle Comunità montane. E' guerra dichiarata tra i rappresentanti degli enti montani pugliesi e il governatore Nichi Vendola. Ieri mattina, Arcangelo Rizzi, presidente della Comunità montana della Murgia tarantina (che annovera tra le sue fila i Comuni di Mottola, Massafra, Cristiano, Laterza. Palagiano, Montemesola, Ginosa, Castellaneta e Palagianello) ha convocato una conferenza stampa per lanciare una proposta "di pace" e cogliere l'occasione per motivare le ragioni dell'opposizione al provvedimento di Vendola. Il governatore, la settimana scorsa, ha comunicato di volere far scomparire gli enti. "Alla Regione non costiamo una lira - spiega Rizzi - riceviamo 130mila euro solo dallo Stato. E con quei soldi campiamo un anno. Una legge del 2004 imporrebbe alla Regione di versare il proprio contributo, ma non abbiamo mai preteso o ricevuto nulla". Lunedì prossimo, i presidenti delle Comunità pugliesi si incontreranno a Ruvo per adottare una linea di comportamento comune. "La battaglia di Vendola - prosegue Rizzi - è demagogica, una questione di immagine. Il governatore vuole davvero ridurre i costi della politica? Allora cominci col tagliare il numero dei consulenti esterni, visto che ci sono già gli assessori tecnici. In un solo colpo le casse regionali risparmierebbero otto milioni di euro". Dal 2006, Rizzi è alla guida della comunità montana Murgia tarantina. La stessa citata nel libro "La Casta" dai giornalisti del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, per una singolarità che fece gridare allo scandalo: la presenza di Palagiano nell'ente, nonostante i suoi 39 metri d'altezza. "Non è l'altitudine a fare la differenza - ribatte Rizzi - ma il disagio economico e sociale in cui versa il territorio. Il nostro lavoro ha proprio questo obiettivo: creare i presupposti per lo sviluppo dei Municipi. A costo zero per la società ". Come? "Vincendo i bandi europei e garantendoci, così, i finanziamenti indispensabili per realizzare i progetti". Tra questi, in agenda, ci sono l'installazione di un grande impianto eolico a Mottola e il rilancio del settore turistico. "Sono in ballo quattro milioni di euro", dice il presidente. Ma prima di giungere al muro contro muro con la Regione, Rizzi prova a percorrere la strada della diplomazia. "Riduciamo il numero dei consiglieri - lancia la proposta passando da tre rappresentanti per Comune ad un solo. Taglieremmo le spese e snelliremmo la macchina burocratica". Insomma, Rizzi chiede soluzioni alternative che "non mandino a rotoli anni di lavoro". "Con un'amministrazione virtuosa - spiega - si possono raggiungere obiettivi significativi. Noi, ad esempio, in un anno siamo riusciti a coprire un debito di 600mila euro creato da chi ci ha preceduto". Vincenzo Damiani La Comunità montana del Tarantini.

 


OSIMO - In giunta, consiglio comunale e nei Cda della società partecipate al Comune senza intas (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)

 

Di MARIA PAOLA CANCELLIERI OSIMO - In giunta, consiglio comunale e nei Cda della società partecipate al Comune senza intascare un cent. Si può per il sindaco di Osimo, Dino Latini, sarebbe popolare ma inaccettabile per la maggior parte dei suoi collaboratori che non intendono rinunciare allo stipendio. Per un semplice fatto: assessori, consiglieri e presidenti delle società osimane rischiando di essere poco demagogici, senza false morali spiegano perché impegnare il proprio tempo per la causa collettiva deve trovare riscontro in una retribuzione anche minima. "Chi svolge un incarico pubblico ha diritto a un rimborso spese per il tempo che distoglie al proprio lavoro e per le responsabilità che si assume nello svolgimento della sua attività - chiarisce subito il presidente del Consiglio Achille Ginnetti -. Poi si può anche ragionare sull'entità della somma, che non può essere cancellata del tutto come è orientato a imporre il dibattito sui costi della politica. Anzi trovo inadeguato il gettone di presenza corrisposto ai consiglieri comunali osimani che dovrebbe essere modificato in indennità di funzione". Più schietto ancora l'assessore Giancarlo Alessandrini. "Se questa fosse la decisione del sindaco mi adeguerei, ma non sono d'accordo per principio. Sono avvocato e dedico più tempo al lavoro in Comune. Quell'indennità è un guadagno minimo che trovo giustificato". Il vice sindaco Stefano Simoncini glissa sulla proposta del "capo" con un sorridente e bonario "no comment" mentre l'assessore Francesco Pirani trova note filosofiche tra le righe. "Ben venga la novità - asserisce - se può servire a ridurre il divario tra amministratori e cittadini restituendo quel rapporto ottimale che ad Osimo, premetto, non è mai venuto meno". Tecnico nell'approccio invece il consigliere di maggioranza Roberto Francioni che coglie nella proposta del primo cittadino una sorta di sottile provocazione. "Certe indennità, come quella di sindaco assessori e consiglieri - spiega - sono stabilite dalla legge e difficilmente un'ordinanza del sindaco riuscirebbe ad azzerarle. Diversa è la questione dei compensi assegnati per incarichi a fiduciari nelle partecipate. In questo caso l'impegno potrebbe essere gratuito se il sindaco lo ritiene opportuno". Dimostra scetticismo sulla deduzione Luciano Secchiaroli, presidente di Geos-Maver, partecipata del Comune che si occupa anche di manutenzione del verde pubblico. "Si parla tanto di sprechi della politica ma gli stipendi degli amministratori comunali o delle partecipate non sono che una goccia d'acqua in un mare aperto - sottolinea -. I 570 euro mensili che percepisco sono niente rispetto alla responsabilità che mi accollo come presidente di una srl". Facendo quattro conti in tasca agli amministratori osimani emerge che lo stipendio del sindaco Latini ammonta a 4.071 euro lordi mensili e si avvicina a quello del presidente di Aspea Spa. Il presidente Ginnetti, come il vice sindaco Simoncini, si ferma a 1.762 euro lordi al mese. Gli assessori liberi professionisti (Alessandrini, Pirani e Coletta) percepiscono 1.442 euro lordi mensili, quelli in part time e alle dipendenze di un ente pubblico (Triscari e Mengoni) toccano i 721 euro lordi mensili. Ogni consigliere comunale ottiene un gettone di presenza pari a 27.52 euro a seduta, mentre Pierluigi Agostinelli, presidente Park.O guadagna 20.000 euro lordi annui, (3870 euro vanno al suo vice e 3.096 euro a ciascun consigliere del Cda). Si respira tutt'altra aria all'Auxmedia e alla Proscenio dove le cariche, chiarisce il presidente Paolo Pierpaoli "sono onorarie". Lo stipendio del presidente Asso si attesta infine sui 9.000 euro lordi annui (5.400 vanno al vice, 8.100 all'amministratore e 3.600 ai consiglieri del Cda), anche all'Auxmedia, mentre alla Imos il presidente Sandro Antonelli guadagna 700 euro mensili netti (300 euro il vice e 50 a seduta i consiglieri del Cda).

 


Osimo (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)

 

Ginnetti: gettoni di presenza inadeguati. Per Francioni una provocazione. Secchiaroli: compenso irrisorio per le mie responsabilità Assessori e consiglieri: allo stipendio non rinunciamo Solo il vicesindaco "si astiene" sulla proposta di Latini. Gli altri: prendiamo anche troppo poco.

 


La Casta e l'impresa: < Anche le Camere di commercio...> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 27-09-2007)

 

Corriere del Veneto - TREVISO - sezione: REGIONE - data: 2007-09-27 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE IL CONFRONTO La Casta e l'impresa: " Anche le Camere di commercio..." Gli industriali osannano Stella. Peghin d'accordo con Giaretta: sprechi nel sistema economico CAMPODARSEGO (Padova) - La casta siamo noi. Non solo politica sul banco degli imputati nella serata in cui gli imprenditori padovani hanno affollato L'AltaForum di Campodarsego, osannando Gian Antonio Stella come profeta della lotta agli sprechi. C'è anche chi ricorda come quegli stessi sprechi avvengano a volte pure negli organismi del sistema economico, con l'accumularsi a dismisura di cariche e spese. E' la voce fuoricampo del senatore Paolo Giaretta, assente giustificato, a ribaltare la questione: "Non si può attaccare solo politica. ricordiamo che in un sistema come quello delle Camere di commercio, dove la politica non entra (anche se il presidente Galan la vorrebbe fare rientrare) ci sono ingiustificate leggerezze nella questione. Insomma tutta la società deve fare la sua parte nella lotta agli sprechi". Un ragionamento accolto dal presidente di Unindustria Padova, Francesco Peghin: "Esistano effettivamente delle sovrapposizioni fra Camera di commercio e associazionismo industriale. E gli imprenditori spesso preferirebbero versare le loro erogazioni in iniziative che possono controllare direttamente. Non arrivo a dire che abolirei la Camera di commercio, ma di certo andrebbe snellita per evitare inutili modificazioni e interessi di parte". Tutta una società che deve ripensarsi, ma al di là delle autocritiche sul banco degli imputati resta comquneque sempre la politica. Con Stella e gli imprenditori (che gli farebbero un monumento) da una parte e i politici che, pur ammenttendo la necessità di un ripensamento, giocano il ruolo dei difensori. Per gli imprenditori locali, gli sprechi significano sempre una cosa sola: troppo tasse. "Quello che è impressionante - commenta Marco Stevanato di Stevanato Group, vicepresidente degli industriali di Campodarsego - è l'aumentare delle poltrone nella politica. E questo si traduce poi in un moltiplicarsi di tasse. Se io subisco un carico del 50 per cento mentre in Germania si ferma al 30, è chiaro che è molto più difficile lavorare ". Poi c'è uno dei decani degli imprenditori, Mario Carraro, che letto il libro, resta colpito soprattutto dalle dimensioni del Quirinale. Gira e rigira si torna a Roma, da dove parte lo scollamento dei cittadini dalla politica, come sottolinea anche il senatore Udc Antonio De Poli. Intorno a Stella sul palco degli oratori fioccano atti di buona volontà, ma se il primo applauso a scena aperta lo ottiene Peghin con una semplicissima frase, "i cittadini sono stufi di tutti i partiti politici", i politici di professione hanno momenti in cui si rimpallano accuse a vicenda nel solito gioco di quale governo ha fatto meno dell'altro. Unico momento in cui restano tutti d'accordo è quando difendono il proprio lavoro, sottolineando che in Veneto in fondo si sta meglio che altrove e sforzandosi nel rinvangare gli esempi positivi. Dal centrodestra il deputato Marino Zorzato (Forza Italia) ricorda che "proprio qui fino a cinque anni fa c'erano tre aziende diverse per la gestione di acqua e gas, ora sono state accorpate riducendo a uno i consigli di amministrazione ". Dal campo opposto, il consigliere regionale della Margherita, Franco Frigo, sottolinea che "qui ci sono meno auto blu che nelle altre regioni". Nonostante proprio le vetture extralusso acquisite con bando pubblico dalla Regione Veneto siano uno degli scandali ricordati nel libro firmato da Stella e Sergio Rizzo. A tirare le fila ci pensa Stella, cui gli imprenditori si rivolgono come a un vate lamentando come da Tangentopoli in poi niente sia cambiato, fino agli eccessivi privilegi degli enti ecclesiastici. "La società si sta muovendo e la dimostrazione è che stasera c'era il calcio e voi siete qui. Questa è voglia di politica. Ma non di questa politica, che ha allagato tutta la società e che ora deve tornare indietro, evitando spaccature manichee e talvolta perfino finte ". Alessia Pirolo.

 


Inchiesta sui rimborsi irregolari Chiuso reparto della Santa Rita (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Grande Milano - data: 2007-09-27 num: - pag: 10 autore: Simona Ravizza categoria: REDAZIONALE SANITà PRIVATA Inchiesta sui rimborsi irregolari Chiuso reparto della Santa Rita SEGUE DA PAGINA 1 Secondo indiscrezioni trapelate ieri dall'Asl la casa di cura di via Jommelli, 276 letti accreditati con il sistema sanitario, è al centro di un'altra tempesta per presunte irregolarità delle prestazioni (con aumento dei costi dei ricoveri a danno della Regione Lombardia). Le disposizioni sono scattate in seguito a un'ispezione del Noc, il Nucleo operativo di controllo delle Asl. Nelle prossime ore le misure prese saranno comunicate, con ogni probabilità, anche alla Procura che lo scorso luglio aveva messo sotto inchiesta i vertici della clinica e 5 primari con l'accusa di rimborsi-truffa (ma la Santa Rita da subito ha sottolineato "la piena regolarità del suo operato"). Nel mirino del Noc adesso è finito il reparto di Chirurgia toracica, dove vengono curati anche i tumori del polmone, dell'esofago e della mammella. L'Asl si è mossa nell'ambito dei poteri che le sono stati assegnati dall'assessorato alla Sanità deciso a dare una stretta ai controlli: il giro di vite è stato disposto con una delibera di aprile, anche se il Pirellone è impegnato da anni nella lotta contro gli imbrogli acchiappa-finanziamenti pubblici. Le ultime disposizioni assegnano al Noc, guidato da Aldo Bellini, il potere di fare blitz a sorpresa negli ospedali. Non solo: al Nucleo operativo di controllo sono stati affiancati ispettori della Regione. Alla Santa Rita intanto, in attesa di ulteriori verifiche, è stata sospesa la convenzione con il sistema sanitario per i ricoveri nel reparto di Chirurgia toracica. sravizza@corriere.it Provvedimento dell'Asl dopo l'ispezione dei Noc nel dipartimento di chirurgia toracica.

 


Questione morale, Di Pietro farà una legge con Fini (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-09-27 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE IL CASO / Progetto per ridurre i costi della politica. L'ex pm: su questo tema la maggioranza non può decidere da sola Questione morale, Di Pietro farà una legge con Fini I leader di Italia dei valori e di An alleati: così rispondiamo a Grillo ROMA - La sola notizia di una convergenza, fosse anche su una materia diversa dai costi della politica, basterebbe a creare un caso. E infatti, appena circolata, ha già creato scompiglio. Gianni Alemanno, che fa parte della partita, ne è consapevole, si affretta ad escludere altri fini: "Quella con Di Pietro non è un'alleanza come temono in molti, è solo il tentativo di fare buona politica, di dare risposte concrete al risentimento dell'opinione pubblica ". Sarà anche così ma i sospetti dei rispettivi alleati, soprattutto nella maggioranza, restano. Mercoledì prossimo, alle 11 del mattino, Gianfranco Fini e Gianni Alemanno siederanno ad un tavolo insieme al ministro Antonio Di Pietro, nello stesso giorno in cui in Parlamento si potrebbe discutere dello scontro fra l'ex pm e il suo collega di governo Visco. Siederanno insieme per annunciare un progetto di legge che ritengono urgente, con almeno 100 firme in calce, raccolte fra deputati e senatori di An e dell'Italia dei Valori, ma anche negli altri partiti: "Non è un tema che può essere affrontato dalla sola maggioranza, per forza di cose bisogna agire in modo bipartisan ", chiosa Di Pietro. L'iniziativa avrà la sua risonanza mediatica perché risponde alle piazze di Beppe Grillo, perché contiene misure concrete per tagliare la spesa pubblica, moralizzare un minimo il funzionamento delle istituzioni: dal ritorno alla legge Bassanini (12 ministeri in tutto, non uno di più) all'abolizione delle comunità montane, entità che negli anni ha conosciuto applicazioni, sovvenzionate dallo Stato, persino a pochi metri di altitudine sul mare. "Tutto quello che si può fare con legge ordinaria, per una seria autoriforma della politica", aggiunge Alemanno, che in questi mesi ha tessuto un dialogo con Di Pietro, sul tema, che non si è mai interrotto. Da pochi giorni Gianfranco Fini ha dato il via libera alla conferenza stampa, avallato gli ultimi ritocchi al testo del progetto di legge, in fase di redazione finale, ignorato le possibili critiche. Un'iniziativa che unisce la destra e l'Italia dei Valori, su un tema così importante, è indubbio che susciterà interrogativi, forse soprattutto sull'ex pm. Ma per il leader di An questo può essere un motivo in più per dare corso alla cosa: agli occhi dell'ex ministro degli Esteri infatti è proprio l'attuale ministro alle Infrastrutture, più di Dini e di Mastella, la vera spina nel fianco del governo. E un domani, forse, anche il possibile innesco della crisi. L'autonomia di movimento di Di Pietro, la suggestione che i sondaggi regalano quasi quotidianamente al futuro del movimento dell'ex pm, un bacino elettorale che più di altri è potenzialmente antigovernativo, legato al vento dell'antipolitica, sono tutti fattori che i leader del centrodestra monitorano in modo costante. Il percorso futuro del capo dell'Idv diventa indicatore del destino di Prodi e del centrosinistra, variabile che può avvicinare o allontanare il ritorno alle urne. Fini questo lo sa bene: l'idea di rinverdire un feeling che ebbe le sue prime tappe nei primi anni '90, all'epoca di Mani Pulite, e poi proseguì durante il procedimento giudiziario che vide coinvolto il magistrato, è forse anche lo sbocco naturale di identità politiche che nel tempo sono state declinate in modo diverso ma che mantengono punti di contatto. "E' impossibile un riavvicinamento politico fra noi e loro, le strade imboccate negli anni sono troppo diverse - dice Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano, che già nel 1989 segnalava al giovane pubblico ministero spunti per indagare -. Ma ciò non toglie che un minimo comune denominatore resta, anche se legato a iniziative episodiche... ". Per il momento è solo un disegno di legge sui costi della politica, che punta fra gli altri a dare riconoscimento giuridico sia ai partiti che ai sindacati, regolandone con norme cogenti vita e democrazia interna, regole e statuti, trasparenza, sottoponendo il tutto al controllo di un'Authority. O per fare un altro esempio a spazzare via Sviluppo Italia, l'azienda pubblica che doveva essere volano di sviluppo per il Sud e che negli anni è divenuta anche moltiplicatore di cariche, prebende e potere fine a sé stesso. Antonio Di Pietro per il momento spera che l'iniziativa abbia successo: "Contiamo di avere una corsia preferenziale, in Parlamento, e riuscire a creare un reale interesse bipartisan che porti all'approvazione del progetto". Fini parlerà mercoledì prossimo. Marco Galluzzo 1996 1997 2007.

 


La statistica (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 27-09-2007)

 

Sport LA STATISTICA LA STATISTICA Il 'Toro' e Noselli 'centenari' MANTOVA. Avrebbe sicuramente voluto festeggiarle in altro modo. Emiliano Tarana a Bari ha collezionato la sua 100? presenza con la maglia del Mantova, un gettone macchiato dal cartellino rosso rimediato ad inizio ripresa. Ma il 'Toro' non è stato il solo a tagliare il prestigioso traguardo. Con lui ha spento le 100 "candeline" anche Alessandro Noselli. Chi ha potuto finalmente brindare dopo sei precedenti senza i tre punti, invece, è stato il Bari che in casa non aveva mai battuto il Mantova.

 


Nel 2005 in consiglio risparmiati 5 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 27-09-2007)
Pubblicato anche in:
(Tribuna di Treviso, La)

 

COSTI DELLA POLITICA Nel 2005 in Consiglio risparmiati 5 milioni VENEZIA. Il Consiglio regionale ha chiuso il bilancio 2005 con un risparmio di 5 milioni di euro rispetto ai 52 milioni preventivati. E' il dato più evidente del bilancio consuntivo approvato ieri a palazzo Ferro-Fini. "La chiusura definitiva dell'esercizio finanziario arriva in ritardo a causa dei lunghi tempi di rendicontazione dei gruppi consiliari - ha spiegato il consigliere Franco Frigo (Pd veneto) per conto dell'Ufficio di presidenza - tuttavia anche le prime indicazioni relative al 2006 confermano un ulteriore contenimento dei costi". Nel 2005 i costi del risultano in flessione rispetto a quanto preventivato perchè nel secondo semestre, con l'inizio dell'ottava legislatura, non ci sono più stati assessori esterni, il cui costo è equiparabile a quello di 13 consiglieri aggiuntivi. L'ulteriore risparmio atteso per il 2006 è alimentato dal taglio del 10% delle indennità consiliari, introdotto dalla finanziaria nazionale. Un'ulteriore riflessione è dedicata all'andamento della produzione legislativa dell'assemblea regionale, rilevando la costante flessione del numero di provvedimenti approvati: 176 nella prima legislatura, 388 nella seconda; la prima metà dell'ottava ne conta solo 44.

 


Prima Anno Zero, poi Ballarò (sezione: Costi dei politici)

( da "Campanile, Il" del 27-09-2007)

 

Manuela D'Argenio Prima Anno Zero, poi Ballarò Chi vuole colpire Mastella? I sospetti stanno diventando certezze. Stilettate feroci contro il segretario del Campanile. Che resiste e incalza: "Non farò la fine di Bettino Craxi né quella di Marco Biagi" Un brutto momento. Quello in cui una televisione pubblica "processa" in diretta un ministro della Repubblica. Così, nella puntata di Ballarò lo scorso martedì, il Guardasigilli Clemente Mastella si è trovato sotto l'assedio di Gian Antonio Stella, Maurizio Crozza e Maurizio Bel Pietro: capro espiatorio di un sistema che non va più tanto bene. E in ballo, è stato tirato fuori di tutto, dallo scandalo dell'aereo di Stato al lavoro dei suoi figli, passando per le case romane e quant'altro. Una gogna mediatica bell'e propria, di fronte alla quale è giunta la solidarietà persino dell'opposizione. Ma il Guardasigilli tiene duro. Non ci sta ad essere la vittima sacrificale della cattiva politica, né tanto meno a divenire l'uomo simbolo della tanto chiacchierata "Casta", il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo ormai divenuto la bibbia dell'antipolitica militante. E così nel salotto di Giovanni Floris ha dismesso i panni di moderato sorridente e ha dato sfogo alla propria ira e alle proprie paure puntando il dito contro Beppe Grillo e tutti coloro che hanno abbracciato la causa dell'antipolitica, elevandolo a uomo simbolo di una politica malata. Anzitutto, contesta Giovanni Floris per un cartello di un suo servizio: "Ho visto un cartello nel vostro servizio con su scritto 'Mastella ti odio'. Io non ci sto ? sbotta - perché l'odio? Cosa ho fatto? Io non ho né più né meno degli altri Ministri. L'odio è pericoloso". E per dar forza alla propria tesi, il ministro ha citato il provvedimento sul negazionismo dell'Olocausto. "Dopo quel provvedimento - ha detto - sono finito anche in siti neonazisti". E allora mette subito le cose in chiaro: "Non farò la fine di Craxi, che se ne è dovuto andare in Tunisia, o di Marco Biagi", e segue un piccolo riferimento al grillismo: "Io non posso accettare i linciaggi morali di uno come Grillo". Uno, cioè, che lo ha messo in mezzo "con i suoi comizi", ma è "vittima di contraddizioni ed ha una condanna ad un anno e tre mesi confermata in cassazione". Un fiume in piena, insomma, che nemmeno Floris riesce a placare. Anzi, quando il conduttore gli chiede dei suoi figli e del loro lavoro, il Guardasigilli replica senza possibilità di controbattere: "I figli li lasci stare. Può toccare me, ma lasci stare i miei figli". Quindi subito una precisazione riguardo allo scandalo del volo di Stato: "C'è una direttiva della polizia di Stato ? spiega Mastella ? che dice che i voli di Stato, per ragioni di sicurezza, devono essere utilizzati dal ministro dell'Interno e dal ministro della Giustizia. Non sono io ad averlo scelto". Insomma, una difesa a spada tratta contro "la gogna mediatica" alla quale è stato sottoposto. Una gogna così evidente da chiamare in causa la solidarietà dei suoi colleghi. Inizia Pier Luigi Castagnetti: "Nella trasmissione di Ballarò l'aggressione progressivamente crescente alla persona del ministro della Giustizia e ai suoi familiari ? commenta il vicepresidente della Camera ? ha ampiamente trasceso il pur irrinunciabile diritto di critica per sfociare in un'intenzionale gogna mediatica". Per Castagnetti, insomma, "ciò non rende onore a un servizio pubblico e non serve a favorire una discussione seria e giustamente severa sulle responsabilità e i privilegi del ceto politico. Per questo ? conclude ? sento il dovere di solidarizzare con Mastella". E solidarietà arriva pure da Alleanza nazionale con Ignazio La Russa, uno degli ospiti della trasmissione: "Ieri sera a Ballarò ? dichiara il presidente dei deputati di An - Mastella é diventato il capro espiatorio della situazione dell'antipolitica". Di qui, il sospetto avanzato da La Russa, che questo "sia un disegno della sinistra, che cerca di intimidire e tenere bloccato Mastella, facendone il simbolo dell'antipolitica. Vogliono tenerlo fermo, per impedirgli di esercitare la sua critica di giudizio a un governo che ormai è praticamente morto". (27-09-2007).

 


Interventi su welfare, case e trasporti (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 27-09-2007)

 

Sul fronte delle novità l'arrivo di una rottamazione per le vecchie tv e cambiarle con una digitale Interventi su welfare, case e trasporti Padoa-Schioppa: manovra da 10,7 miliardi (4,6 di tagli). Più vicini alla crescita del 1,6% ROMA - Tre miliardi di calo tasse, due dei quali destinati a ridurre le imposte sulla casa. E anche l'arrivo di una nuova rottamazione per cambiare la vecchia tv e prendere una televisione digitale. A 48 ore dall'approvazione in Consiglio dei Ministri della Finanziaria 2008 iniziano a circolare le prime indiscrezioni e cifre. Cifre che però, come tutti gli anni, devono ancora passare il vaglio politico e quindi, potranno ulteriormente variare. Sta di fatto che le 'grandezze' più o meno sembrano ormai fissate: la Finanziaria - secondo quanto emerso ieri - avrebbe un impatto di 10,6 miliardi di euro, mentre il decreto arriverebbe a circa 7-8 miliardi. Questo anche se il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa avrebbe detto alle parti sociali a Palazzo Chigi che l'impatto sarebbe poco più basso di 10 miliardi. Ma da quanto si apprende, ad esempio per il decreto, un miliardo sarebbe ancora "in ballo" e sarebbe in queste ore al centro della trattativa politica. I circa 10 miliardi sarebbero comunque reperiti per 6.050 milioni attraverso maggior gettito fiscale mentre 4.525 milioni arriverebbero con tagli di spesa. E c'è anche il 'tesoretto' che rappresenta 4.500 milioni delle nuove entrate, altri 1.200 milioni di maggior gettito e 350 milioni di maggiori contributi sociali. Il 'corposo' fronte dei tagli di spesa è composto invece da un macro-capitolo di riduzioni previste per le amministrazioni dello Stato: 3.975 milioni (il taglio ai costi della politica varrebbe 451 milioni in tre anni). Ci sono poi 150 milioni di risparmio da interventi di contenimento sul Pubblico Impiego e 400 milioni che derivano ad una norma relativa agli enti previdenziali. Sul fronte misure la novità è l'arrivo di una rottamazione per dire addio alla vecchia televisione e cambiarla con una tv digitale. Ad annunciare questa misura è stato il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni. "La norma favorirà un turn over accentuato - ha detto il ministro - Nel giro di 5-6 anni le tv delle case degli italiani saranno digitali. Il meccanismo, che si rifà all'esempio francese, sarà graduale e partirà dai punti vendita della grande distribuzione". Si confermano poi gli interventi sulla casa (Ici e affitti) che avrebbe un impatto di 2 miliardi: il taglio complessivo alle imposte indicato è infatti di 3 miliardi ma non sono indicati gli interventi nel dettaglio. Si prevede comunque per il 2008 una riduzione da 2 miliardi finalizzata a "interventi fiscali sulla casa e altro". A questo si aggiunge un altro miliardo sotto forma di proroga di agevolazioni fiscali. Nel 2009 e 2010 lo sconto rimane da 3 miliardi ma viene completamente attribuito alle misure di riduzione fiscale sulla casa. Infine 2.434 milioni di euro sono previsti dalla manovra per finanziare i contratti del pubblico impiego. La manovra conterrebbe poi un altro capitolo 'spinoso' - come indicato oggi dal ministro Antonio di Pietro. Si tratterebbe di misure di sostegno per le famiglie interessate dalla fine del blocco degli sfratti. ma ancora non è indicata una cifra. Tra i provvedimenti è in arrivo anche il collegato sul welfare che - ha detto lo stesso premier Romano Prodi - conterrebbe per intero l'accordo sul welfare firmato lo scorso 23 luglio dalle parti sociali. E l'impatto previsto per questa misura sarebbe di poco più di 2 miliardi. Sono previsti 1 miliardo per il tavolo di concertazione, 78 milioni per il protocollo agricoltura e amianto, 200 milioni per la revisione dello scalone e delle altre misure dell'accordo non inserite nelle voci precedenti. Ci sono poi 800 milioni finalizzati al Fondo per l'occupazione. FRANCESCO CARBONE,.

 


Claudio Saccavini: "Finita l'era delle tecnologie, la sanità investirà sull'Open source" (sezione: Costi dei politici)

( da "Data Manager" del 27-09-2007)

 

Intervento Claudio Saccavini all'Open Source Expo Rovigo. Diagnosi precoce, prevenzione, appropriatezza della cura. Principi fondamentali della sanità che consentono al paziente di sentirsi più protetto e sicuro, soddisfatto nei suoi bisogni di salute, tranquillo nell'affidarsi ad un équipe medica o ad un sistema organizzativo sanitario in grado di assistere il paziente a 360 gradi e in modo tempestivo ed efficace. Talvolta però non bastano la capacità e la professionalità dei medici, servono apparecchiature all'avanguardia e strumentazioni tecnologiche e innovative. Gli operatori sanitari devono essere in grado di scambiare le informazioni in tempo reale, devono poter accedere alle cartelle cliniche e ai reperti medici rapidamente senza ostacoli procedurali e organizzativi. La sanità oggi non sembra essere in grado di sostenere la razionalizzazione di questi processi, convinta che una riorganizzazione globale sia sinonimo di costi aggiuntivi che i bilanci delle aziende sanitarie non possono coprire. L'utilizzo invece dell'Open source (letteralmente "sorgente aperta") o del free software (sofware libero) può offrire una valida e qualitativa alternativa alla lentezza e alle difficoltà incontrate nell'interscambio di informazioni all'interno di un'azienda o di una struttura ospedaliera. Si tratta di uno strumento informatico rivoluzionario, ormai già presente sul mercato e in via di espansione, che nel giro di pochi anni è destinato ad aprire nuovi orizzonti in molti settori e campi lavorativi, nell'ottimizzazione dei processi gestionali e organizzativi anche della sanità pubblica e privata. Con l'Open source - insieme di software distribuiti gratuitamente e corredati dei relativi codici sorgenti - un programma, o sistema operativo, deve rispettare i canoni del codice aperto, ossia dovrà essere liberamente diffusibile (senza costi o restrizioni, tipiche del software proprietario) ed anche personalizzabile attraverso la libera accessibilità ai codici sorgenti dell'applicativo stesso. In tal modo, chiunque avesse necessità di estendere un software (già solido e specializzato) con ulteriori funzionalità adatte a specifiche e soggettive esigenze, avrà la possibilità di realizzare tali modifiche in piena autonomia, senza dover chiedere autorizzazioni o versare pagamenti alla software house (casa produttrice di software). Solo dunque con la condivisione dei programmi è possibile trovare il "pacchetto informatico" più idoneo e vantaggioso per il proprio sistema procedurale e organizzativo e adeguarlo alle nuove esigenze che via via si presentano. Claudio Saccavini, Cio del Dipartimento di Scienze medico-diagnostiche-Terapie speciali dell'Università di Padova, che sarà a Rovigo all'Open source Expo 2007 per la conferenza dal titolo "Open source e Open standard per lo sviluppo della sanità elettronica: potenzialità e opportunità", è uno studioso nonché grande sostenitore dell'applicazione dell'Open source nella sanità. "Oggi le aziende sanitarie e le strutture ospedaliere gestiscono un numero esponenziale di informazioni avverte e non basta più il supporto cartaceo. A Padova, ad esempio, si è passati in Radiologia dalla gestione di 250 immagini a 7-8.000 l'anno, è evidente che si rischia l'entropia delle informazioni dei clinici. Il vero problema non è l'informazione al paziente, ma la comunicazione interna tra i professionisti che devono poterle integrare e condividere. L'Università di Padova ha creato, utilizzando il sistema Open source, un programma per la gestione dati tra il reparto di Endoscopia e Radiologia, in modo che i referti medici o le indagini ragiologiche possano essere visionate in tempo reale". Ma sono molte altre le applicazioni, come ad esempio per la cartella clinica elettronica, per l'organizzazione del centro unico di prenotazione, per la distribuzione dei farmaci a domicilio. Secondo Saccavini però le difficoltà non si incontrano tanto nell'utilizzo delle tecnologie, quanto nella formazione delle risorse umane. "Per l'acquisto di una Tac o di una risonanza magnetica i fondi si trovano, ma il più delle volte le direzioni generali delle Ulss non calcolano o non prendono in considerazione poi i costi indotti, quelli della formazione che, se non attivata, di fatto frena la crescita e l'innovazione". Così per il docente universitario diventa un luogo comune pensare che l'informatizzazione porti solo ad un vantaggio economico. "Bisogna essere più lungimiranti e pensare ai benefici a medio-lungo termine. Alle direzioni generali delle Ulss interessano il controllo di gestione e l'economia di scala, ai medici gli aspetti clinici. Ecco che con l'Open source ci può essere la giusta mediazione e integrazione tra le due esigenze. Il sistema sanitario sta cambiando e sono convinto che finito il tempo delle tecnologie d'avanguardia si apra la scommessa dell'adozione dei sistemi informatici Os e dell'automazione dei processi. Mi auguro anche che arrivi il momento degli investimenti nelle risorse umane". I progetti che riguardano l'innovazione tecnologica trovano solitamente fondi e contributi a livello nazionale e regionale, ma il problema è che l'approccio all'Open source viene opzionato principalmente in centri di eccellenza. "Ci sono casi sporadici, come l'Ulss di Arzignano dove l'Os è stato applicato nell'ambito di un progetto per la gestione della privacy, che purtroppo rimane fine a se stesso spiega Saccavini -. Sarebbe opportuno che il ministero finanziasse il "riuso" di questi sistemi aperti, in modo che le esperienze e le progettualità fossero messe a disposizione di tutti i soggetti interessati. Uno sforzo lo sta facendo in tal senso il Cnipa che ha creato un Osservatorio nazionale sull'Open source, uno strumento unico a livello europeo. E fa molto bene il responsabile Vittorio Pagani a lanciare l'idea di una community gestita dal ministero, perché fondamentale per chi accede all'open source è proprio la condivisione dei vari software e programmi, il riuso insomma. Non è solo un problema di fondi e finanziamenti, ma di entrare in un nuovo modo di pensare, in uno stile di vita che sostiene la cooperazione anche nella pubblica amministrazione in genere". Spot! BUONE NOTIZIE PER LE PICCOLE E MEDIE AZIENDE CHE VOGLIONO CRESCERE.

 


Sulla questione delle liste d'attesa difesa l'introduzione del sistema a codici di priorità (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 27-09-2007)

 

BassanoPromuove il San Bassiano e conquista i sindaci, l'assessore regionale alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, ieri in città per la prima visita ufficiale alla struttura di via dei Lotti. Iniziata con un rapido passaggio nella sede bassanese della Lega Nord, dove ha incontrato gli amministratori locali del Carroccio, la mattinata dell'assessore veronese si è svolta tra i reparti del nosocomio cittadino, dove la Martini, accompagnata dal direttore generale Giuseppe Simini, ha incontrato il personale ed ascoltato direttamente dagli utenti le loro esigenze. Previsto il passaggio tra gli ambulatori e l'hospice di Casa Gerosa, inattesa è invece risultata la vista al Centro unico prenotazioni dove l'amministratore ha avuto modo di toccare con mano il funzionamento del principale front-office del San Bassiano.Ma l'appuntamento più atteso della mattinata è stato l'incontro con i sindaci della Conferenza dei 28 comuni. Francesca Martini ha esordito con un complimento. "Sono entusiasta di quanto visto oggi al San Bassiano, perché nella mia breve visita ho potuto vedere non solo spazi ampi e ben tenuti ma anche tecnologie all'avanguardia. Per non dire del personale, che da un primo sguardo mi è parso preparato e sufficiente. Voi sindaci dovete andare orgogliosi del vostro ospedale". In risposta all'esponente regionale, i primi cittadini hanno consegnato un documento ufficiale in cui fotografano l'attuale situazione della sanità bassanese e avanzano richieste urgenti. Richieste a cui l'assessore non ha dato risposte tangibili, riservandosi di farlo in un secondo momento, solo dopo l'approfondimento delle questioni indicate nel documento. Fin da subito però, la Martini ha voluto chiarire alcuni "nodi", ad iniziare dalla più volte contestata chiusura dell'apicalità di Chirurgia maxillo-facciale. "Quella del primariato si potrebbe tranquillamente definire una morte annunciata. La sua soppressione era prevista ancora nelle schede del 2002, e dunque oggi la questione può dirsi chiusa". "Questo però - ha precisato - non significa che il San Bassiano sia in caduta libera ed anzi non è affatto escluso che si possano presto valutare nuovi inserimenti in questa struttura".Lavorare per migliorare la qualità dei servizi e la percezione che di essi ne hanno gli utenti. E' l'obiettivo più volte dichiarato dall'assessore regionale. E in questo senso va migliorata, hanno detto i sindaci, anche l'annosa questione delle liste di attesa. Mentre i cittadini lamentano da tempo inaccettabili lungaggini, l'assessore Martini ha difeso il Sistema sanitario regionale, ricordando la recente scelta di introdurre i codici di priorità, pensati proprio per ridurre i tempi di attesa agli utenti veneti. E una buona notizia per il sistema sanitario bassanese potrebbe comunque arrivare presto. La Regione veneto, infatti, ha già annunciato l'intenzione di assumere 3000 nuove unità sanitarie, per regolarizzare la posizione dei tanti precari in attività. Quanti di questi 3000 inserimenti arriveranno al San Bassiano non è ancora dato sapere. L'assessore Martini ha avviato uno screening in tutto il territorio regionale per conoscere l'esatta composizione degli organici e le necessità di ciascuna Ulss, perché, ha dichiarato " il personale bisogna assegnarlo dove ce n'è reale bisogno".Barbara Todesco.

 


COSTI POLITICA: DILIBERTO, VIA GETTONI A CONSIGLIERI POLITICI CDA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 27-09-2007)

 

(ASCA) - Roma, 27 set - ''Non posso pretendere che l'onorevole Leone sappia di cosa parla, perche' raramente cio' accade. Ma la nomina da parte del Ministro Bianchi dell'ingegner Eduardo Bruno al Consiglio di amministrazione di Trenitalia, e' esattamente il contrario di cio' che lui va vaneggiando''. Il caso sollevato dal deputato di Forza Italia e' l'occasione per il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, di avanzare l'idea di una possibile misura per ridurre i costi della politica. Le modalita' di nomina di Bruno per Diliberto ''prefigura una delle proposte shock che avanzeremo nei prossimi giorni e sulle quali sfideremo tutto il mondo politico: la totale gratuita' della partecipazione ai Consigli di Amministrazione di quanti sono nominati dal livello politico. Un risparmio gigantesco per le casse dello Stato. Partecipare alla gestione delle societa' partecipate dello Stato o degli Enti locali, deve diventare solo un onore e un servizio per la collettivita': dunque va svolto gratuitamente''. ''E' cio' che ha fatto, per scelta condivisa, l'ingegner Bruno - sottolinea Diliberto - peraltro esperto di trasportistica, come dimostra il curriculum, tanto da esser stato tra gli esperti anche del Ministro Lunardi quando questi era titolare del dicastero delle Infrastrutture. Sfido chiunque del mondo della politica a citare un solo nome di un altro esponente di Consiglio di Amministrazione che accetti di lavorare gratuitamente al servizio dello Stato come ha fatto Eduardo Bruno, a dimostrazione della propria diversita' comunista''. Red-Cer/cam/sr.

 


Roma Tre miliardi di calo tasse, (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)

 

RomaTre miliardi di calo tasse, due dei quali destinati a ridurre le imposte sulla casa. E anche l'arrivo di una nuova rottamazione per cambiare la vecchia tv e prendere una televisione digitale. A 48 ore dall'approvazione in consiglio dei ministri, sulla finanziaria 2008 iniziano a circolare le prime indiscrezioni e cifre. Cifre che però, come tutti gli anni, devono ancora passare il vaglio politico e quindi, potranno ulteriormente variare. Sta di fatto che le grandezze più o meno sembrano ormai fissate: la finanziaria avrebbe un impatto di 10,6 miliardi di euro, mentre il decreto arriverebbe a circa 7-8 miliardi.Questo anche se il ministro dell'Economia, Padoa Schioppa avrebbe detto alle parti sociali a Palazzo Chigi che l'impatto sarebbe poco più basso di 10 miliardi. Ma da quanto si apprende, ad esempio per il decreto, un miliardo sarebbe ancora in ballo e sarebbe in queste ore al centro della trattativa politica.I circa 10 miliardi sarebbero comunque reperiti per 6.050 milioni attraverso maggior gettito fiscale mentre 4.525 milioni arriverebbero con tagli di spesa. E c'è anche il tesoretto, che rappresenta 4.500 milioni delle nuove entrate, altri 1.200 milioni di maggior gettito e 350 milioni di maggiori contributi sociali. Il corposo fronte dei tagli di spesa è composto invece da un macro-capitolo di riduzioni previste per le amministrazioni dello Stato: 3.975 milioni (il taglio ai costi della politica varrebbe 451 milioni in tre anni). Ci sono poi 150 milioni di risparmio da interventi di contenimento sul pubblico impiego e 400 milioni che derivano ad una norma relativa agli enti previdenziali.Sul fronte misure, la novità è l'arrivo di una rottamazione per dire addio alla vecchia televisione e cambiarla con una tv digitale. Ad annunciare questa misura è stato il ministro delle Comunicazioni, Gentiloni: "La norma favorirà un turn over accentuato: nel giro di 5-6 anni, le tv delle case degli italiani saranno digitali. Il meccanismo, che si rifà all'esempio francese, sarà graduale e partirà dai punti vendita della grande distribuzione".Si confermano poi gli interventi sulla casa (Ici e affitti) che avrebbero un impatto di 2 miliardi. Il taglio complessivo alle imposte è indicato in 3 miliardi, ma non sono precisati gli interventi nel dettaglio. Comunque, per il 2008 si prevede una riduzione da 2 miliardi finalizzata a "interventi fiscali sulla casa e altro". A questo si aggiunge un altro miliardo sotto forma di proroga di agevolazioni fiscali. Nel 2009 e 2010 lo sconto rimane da 3 miliardi, ma viene completamente attribuito alle misure di riduzione fiscale sulla casa. Infine 2.434 milioni di euro sono previsti dalla manovra per finanziare i contratti del pubblico impiego. La manovra conterrebbe poi un altro pacchetto di misure di sostegno per le famiglie interessate dalla fine del blocco degli sfratti: ma ancora non è indicata una cifra. Tra i provvedimenti è in arrivo anche il collegato sul Welfare, che conterrebbe per intero l'accordo su previdenza (revisione dello scalone) e mercato del lavoro, firmato il 23 luglio col sindacato. Padoa Schioppa ha ribadito, anche ieri, che "nel 2008 la pressione fiscale non aumenterà".

 


POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 27-09-2007)

 

Dalle comunità montane a livello del mare ai finanziamenti pubblici ai partiti quadruplicati nonostante il referendum. Queste sono solo alcune delle storie e dei dati al centro del best seller "La casta" scritto a quattro mani da Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, del Corriere della Sera. Quest'ultimo è intervenuto ieri all'Altaforum di Campodarsego di fronte a una platea di oltre 700 imprenditori per un faccia a faccia con il mondo della politica promosso dalla delegazione camposampierese di Unindustria Padova e associazione Anthesis. Al dibattito sono intervenuti Antonio De Poli dell'Udc, Marino Zorzato di Forza Italia e Franco Frigo della Margherita, affiancati dal presidente di Unindustria Padova, Francesco Peghin. Mentre im prima fila c'era Mario Carraro.Una classe politica al capolinea? "Purtroppo - ha ricordato Stella prnedendosi gli applausi - nonostante l'indignazione contro sprechi e costi della politica la musica non cambia e la Casta rimane intoccabile. Nel bilancio ad esempio, appena varato dalla Camera dei deputati, le spese sono cresciute ancora (più 3.1 pari al doppio dell'inflazione) superando per la prima volta la quota di un miliardo di euro e cresceranno ancora nel 2008. Questo governo poi ha raggiunto il record di ben 102 persone tra ministri e sottosegretari". "L'elettorato non sopporta più i politici siano essi di destra che di sinistra - ha detto Peghin - Abbiamo troppo poco stato dove servirebbe a cittadini e imprese". Per Stella sarebbe interesse dei politici seri e responsabili accelerare le riforme istituzionali e correggere le disfunzioni che sono la causa degli sprechi. Il suo appello finale è: trasparenza, a partire dal bilancio del Quirinale fino all'ultimo degli enti pubblici.Nicoletta Masetto.

 


Edi Snaidero: <Vi spiego i miei progetti. Politici> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)

 

Parla l'industriale, possibile candidato del centrodestra in Friuli Venezia Giulia e da poche settimane al vertice della Fondazione Liberidea Edi Snaidero: "Vi spiego i miei progetti. Politici" "La mia non è una scelta partitica: voglio lavorare per il bene della mia regione. Spero che altri imprenditori facciano altrettanto" UdineNOSTRA REDAZIONECinquant'anni da poco compiuti, da sedici alla guida dell'unico gruppo italiano di cucine inserito tra i primi cinque in Europa. Ora, Edi Snaidero ha deciso di affiancare alla propria attività di imprenditore un impegno, indirettamente politico, accettando l'invito a presiedere il comitato scientifico dell'associazione Liberidea, costituita in Friuli Venezia Giulia dai segretari di Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc per dar vita ad una fondazione che diventi laboratorio e punto di contatto tra i partiti e la comunità regionale.Snaidero preferisce non parlare di una sua eventuale candidatura in occasione delle regionali del 2008, entusiasmandosi invece quando gli si chiede di illustrare contenuti e finalità di Liberidea, spiegando anche i motivi del suo impegno, per giunta con un preciso schieramento politico."Innanzitutto, voglio precisare che non si tratta di una scelta partitica, difficilmente mi si potrebbe costringere a scegliere un partito anche perché oggi è più complesso parlare di sinistra o di destra - afferma Snaidero, nel suo ufficio all'interno della sede del gruppo a Maiano - detto questo, ci sono dei valori che condivido di più e che ritrovo in un'area moderata e liberale. Al momento mi voglio limitare a dare una mano a queste persone (i coordinatori di Fi, An e Udc Isidoro Gottardo, Roberto Menia e Angelo Compagnon, ndr) che me l'hanno chiesto, provando a ricollegare un circuito spezzato tra società e politica. Non si tratta di schierarsi, ma di lavorare per il bene di un territorio, quello dove vivo e dove opera la mia azienda capogruppo. Per come ho organizzato la società che presiedo, credo di poter dedicare parte del mio tempo a questo progetto. Spero che altri imprenditori possano fare altrettanto. Il mio concetto di bipolarismo, infatti, prevede due schieramenti che lavorino non contro qualcuno o qualcosa, ma per i bisogni della collettività e degli individui".- Da qui, la scelta di dedicarsi alla parte scientifica di Liberidea..."Esatto. E una buona iniziativa perché ritengo sia sbagliato fermarsi a criticare la politica, anche a ragion veduta, senza fare nulla per aiutarla ad essere più credibile, a migliorare e a rispondere alle esigenze dei cittadini e della società civile. Altri hanno avuto questa idea, io collaboro - ispirandomi alla fondazione "Rino Snaidero", che punta al miglioramento della qualità della vita nelle pareti domestiche - avendo come l'obiettivo di contribuire alla qualità della vita dei cittadini del Friuli Venezia Giulia".- In quale modo si può fare questo?"Liberidea dovrebbe diventare un punto di aggregazione per intercettare i bisogni del territorio, in particolare delle fasce più sensibili e bisognose, delineando poi scenari anche nel medio-lungo periodo e avanzando proposte concrete sulle necessità di governo della regione".- E i rapporti con i partiti?"L'iniziativa a cui ho aderito non è un'operazione per aggregare i partiti del Centrodestra o per risolvere i loro problemi, che peraltro stanno già affrontando guardando alla federazione o al partito unico. Con questo lavoro, che guarda oltre alle scadenze elettorali del 2008, non puntiamo ad essere un surrogato dei partiti, bensì uno stimolo per fare ragionare la politica".- Il progetto è ambizioso, come può risultare efficace?"Per funzionare, senza essere percepita come un organo politico, la fondazione dovrà essere indipendente, anche sul piano economico con la possibilità di disporre di oltre il 50\% delle risorse esterne ai tre partiti che l'hanno costituita; dovrà distinguersi per la concretezza dell'attività svolta ed essere un'antenna in grado di intercettare i segnali provenienti dalla comunità regionale, facendo proprie le idee esterne che forse la politica, spesso autoreferenziale, non riesce a individuare".- Farete tutto da soli?"E chiaro che la fondazione dovrà mantenere relazioni aperte, anche ad altri partiti se vorranno partecipare; avere un profilo internazionale grazie anche a rapporti con altre fondazioni, come ad esempio la fondazione Adenauer che opera in Baviera. Nel comitato di gestione, così come pure nel comitato scientifico, dovranno essere nominate persone di alto spessore morale, di prestigio e indipendenti. Il tutto per la credibilità della stessa Liberidea. Da qui l'esigenza che il nostro lavoro sia trasparente, aperto alle proposte e al dialogo, così come pure alle critiche".- Lei parla di fondazione, ma per ora il progetto è fermo ad un'associazione che è ben altro soggetto..."E vero, lo ha fatto notare anche Riccardo Illy. Ma chi conosce le fondazioni, sa che esistono dei pre-requisiti di serietà che richiedono almeno otto-dieci mesi per essere messi a punto. Liberidea sarà una fondazione che, come altri soggetti in passato, chiederà il riconoscimento formale della Regione Friuli Venezia Giulia. In attesa dell'accreditamento, l'associazione è uno strumento per non perdere tempo, iniziando a lavorare in base alla volontà di partecipare e collaborare delle persone".- Nella libreria del suo ufficio c'è pure il libro "La casta", di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Che impressione ne ha ricavato?"L'ho divorato in un giorno e mezzo. Il fatto che non abbia notizie di denunce verso gli autori mi fa immaginare che molti dei contenuti siano autentici. Il suo successo è parte del lamento della società civile verso la politica italiana, che dovrebbe farsene carico e reagire in positivo".- Un altro successo riguarda il comico genovese Beppe Grillo. Condivide le sue affermazioni?"Non credo che Grillo abbia intenzione di impegnarsi in politica. Lo ritengo, semmai, dotato di una grande sensibilità nel percepire i bisogni e i sentimenti della gente. Voglio pensare che il suo sia un grido di preoccupazione della società civile, di timore che l'autoreferenzialità politica conduca al disinteresse verso i temi reali con cui si confrontano quotidianamente i cittadini. Al di là dei modi, quanto Grillo afferma nella sostanza va preso molto sul serio".- Grillo può attaccare la politica, eppure quando sugli stessi temi interviene Confindustria c'è chi grida all'ingerenza degli industriali nel governo del Paese. Lei che ne pensa?"Se il sindacato ha il diritto ad intervenire sulle questioni nazionali, non vedo perché non lo possa fare l'associazione degli industriali, alla pari di Confcommercio, Confartigianato e altre importanti rappresentanze del sistema-Italia".- La futura fondazione Liberidea guarderà solo al Friuli Venezia Giulia o allargherà lo sguardo fuori dai confini regionali?"Vorremmo che diventasse un esempio, magari arrivando ad una rete in altre regioni per far circolare idee, proposte e ricerche. Questo a partire dal Nordest, un'area che condivide molti problemi e tematiche. Proveremo, quindi, anche a dialogare con altri soggetti, come ad esempio la fondazione Nordest, attingendo alle informazioni e studi da esse prodotti".Lorenzo Marchiori.

 

 

 

Il Corriere della Sera 27-9-2007 È il partito più grande d'Italia Pensione a rischio per 400, ecco il «partito anti urne». Previdenza in gioco per gli onorevoli al primo mandato se la legislatura non arriva all’ottobre 2008. Lorenzo Salvia

 

 

ROMA — È il partito più grande d’Italia. Non ha un nome ufficiale e nemmeno sezioni sparse ai quattro angoli del Paese. Ma in Parlamento può contare su quasi 400 (inconsapevoli) iscritti. Sono i deputati e i senatori al primo mandato, mai eletti prima. Debuttanti. Per loro il giorno x è a metà ottobre 2008: se allora saranno ancora in sella avranno diritto alla pensione da parlamentare. Se invece si dovesse andare al voto prima, nisba, nemmeno un euro per rendere più lieve la vecchiaia. Una tentazione trasversale per evitare elezioni troppo anticipate? Caso concreto, cominciando dall’opposizione che rischia pure il conflitto d’interessi tra politica e portafoglio.

Metà novembre, voto in bilico al Senato, la Cdl può riuscire nella spallata. Senatore Mario Baldassarri, sceglie il tasto rosso che fa cadere il governo oppure ripiega sul tasto verde che tiene in piedi la sua pensione e il governo? «Per carità —ride l’ex ministro di An—cada Prodi e pure la pensione. Nessun dubbio. Tanto io l’ho già maturata come professore universitario». Negano tutti, certo. Ed è forse esagerato pensare al Papp (Partito Aspiranti Pensionati Parlamentari) come ad una misteriosa Spectre capace di influenzare i destini d’Italia.

Ma è comunque una variabile della formula che potrebbe riportarci alle urne prima del previsto. Nella maggioranza dovrebbe essere tutto più facile. Antonio Polito (Ulivo) lo spiega con una battuta: «È un motivo in più per augurare lunga vita al governo Prodi. Meglio qualche euro in più che qualche euro in meno. Ma se uno si fa i conti in tasca non è che poi ci sia tutta questa differenza». Ecco, i conti in tasca. Dopo due anni, sei mesi e un giorno di lavoro alla Camera o al Senato (calcolati dal giorno della proclamazione) l’assegno è intorno ai 2.500 euro lordi al mese. Non si prendono subito ma una volta compiuti 65 anni. Forse troppo in là per far cadere in tentazione i giovani.

E infatti non bastano a convincere chi, eletto con l’Unione e di poco sopra i 30 anni, è deluso dal governo. «Per me — dice Francesco Caruso, Rifondazione — possiamo votare pure domani. Chi se ne frega della pensione se dobbiamo stare qui ad aspettare i ricatti di Lamberto Dini ». «La legislatura — concorda Daniele Capezzone, Rosa nel pugno — è già arrivata all’accanimento terapeutico. Spero che nessuno pensi di vivacchiare un annetto per qualche spicciolo in più». Cadono tutti dalle nuvole. Come l’ex soubrette Mara Carfagna, Forza Italia: «Chissà cosa farò quando avrò 65 anni... io non ho deciso di far politica per soldi maper passione, per contribuire all’interesse nazionale».

Nessuna intesa sotterranea, nessuna riunione carbonara, nessun ammiccamento quando in Transatlantico gli iscritti al Papp incrociano gli sguardi? Giulia Bongiorno (An) rispolvera il linguaggio delle sue arringhe migliori: «Se qualcuno dovesse porre in essere condotte finalizzate a tenere in vita il governo solo per una propria soddisfazione economica... » Cosa accadrebbe, avvocato? «Ci troveremmo davanti ad un comportamento se non penalmente rilevante di sicuro moralmente rilevante». E niente clemenza della corte. Il punto è che molti dei debuttanti hanno già un lavoro alle spalle. Nicola Buccico: «Se volevo guadagnare di più, continuavo a fare l’avvocato. E poi la pensione già ce l’ho come consigliere regionale. Faccio pure il sindaco, senza indennità. Domani, dopodomani, votiamo quando volete».

Fernando Rossi, l’ex Pdci che con il suo non voto contribuì a mettere in crisi il governo: «Tra poco maturo la pensione da impiegato regionale. Lunga vita a Prodi, ma non per i soldi: dopo di lui chiunque sarà peggiore». Sergio De Gregorio, l’ex dipietrista passato con la Cdl, dopo una vita fra tv e quotidiani: «La pensione e la cassa sanitaria dei giornalisti sono meglio di questa. Nun me ne po’ frega’ de meno». Chi è giovane vede il traguardo troppo lontano, chi è più grandicello magari una pensione ce l’ha già. Ma, allora, il problema non esiste? Paola Binetti esce dall’Aula del Senato e ci pensa su: «Io non mi sento di escludere che qualcuno il pensierino ce lo faccia. Ma la soluzione è proprio questa: basta con i politici di professione, tutti i parlamentari dovrebbero venire dal mondo normale, quello di chi lavora. A quel punto le pensioni dei parlamentari le potremmo anche abolire».

27 settembre 2007

 


 

Articoli del 25 e 26 settembre 2007

La Stampa 26-9-2007 Aumenta la benzina e il Consiglio regionale ritocca i rimborsi. Palazzo Lascaris: il conto si fa più salato. Tariffa a 0,503 cent, 560 euro in più all’anno MAURIZIO TROPEANO

Corsi fse: sbagliato 1

Nuovo partito, vecchie logiche 3

<Premieremo solo le regioni virtuose: 245 milioni al Veneto> 4

Ospedalizzazione a domicilio: al Sistema Sanitario Nazionale costa un decimo rispetto ai ricoveri ospedalieri 5

(ACR) FLOVILLA (IDM) SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI PRESIDI OSPEDALIERI 6

Soluzione obbligata 6

POLITICA: BERTINOTTI, COSTI SEMBRANO ALTI PERCHE' BENEFICI SONO BASSI 8

Visco sempre nel mirino di Di Pietro che insiste per il rimpasto 8

Sforbiciata anche a compensi e gettoni 9

Milia: <Noi siamo già in regola> 9

RIMINI: TAVOLO TECNICO PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA 10

Dongo L'ex vicesindaco Della Fonte si dimette ancora. Stavolta da assessore, ma resta in Consiglio Segretario: la giunta Lillia perde un pezzettino 10

Frana, in arrivo nuovi finanziamenti 11

Politica costosa proposta di ronchetti 12

Chioggia revoca gli incarichi a carlin 12

La casta e la rabbia 13

Diga sull'isonzo a piuma, sì della regione 14

Se il buon giorno si vede dal mattino, allora bisognerà rassegnarsi a rivedere il triste, indec 15

L'AQUILA-E' stato un avvio interlocutorio quello di ieri tra il governo e le Regioni a Palazzo Chigi 16

 


Articoli

 

La Stampa 26-9-2007 Aumenta la benzina e il Consiglio regionale ritocca i rimborsi. Palazzo Lascaris: il conto si fa più salato. Tariffa a ,503 cent, 560 euro in più all’anno MAURIZIO TROPEANO

TORINO
Due volte l’anno, il 1° gennaio e il 1° di luglio, scatta l’adeguamento automatico dei rimborsi chilometri per i consiglieri e gli assessori regionali. Un aumento che tiene conto delle variazioni di una serie di parametri usati dall’Automobile Club tra cui anche il costo della benzina. Adeguamenti minimi che però fanno la differenza. E centesimo dopo centesimo portano a 560 euro in più all’anno per i consiglieri che vivono a Torino e che per legge hanno diritto ad un forfait che comprende 8 presenze fisse e 3000 chilometri di percorso.

Per i consiglieri che risiedono fuori Torino l’entità dell’aumento è legata alla distanza dall’abitazione di residenza alla sede del Consiglio regionale. L’assemblea di Palazzo Lascaris riconosce un contributo di 0,503 centesimi, due in più di quelli erogati nel 2006. I calcoli sono presto fatti. Chi percorre cento chilometri al giorno avrà diritto a due euro in più; chi ne fa 150 a tre e via salendo. Tutto legittimo, naturalmente. E tutto in automatico visto appunto che le modifiche al testo della legge regionale che regola indennità e rimborsi prevede appunto di adeguare due volte l’anno con un criterio che mette insieme i parametri dell’Aci e il costo di esercizio medio di quattro tipi di modelli di vetture della categoria D.

Praticamente tutti i Consigli regionali ad eccezione della Liguria riconoscono un rimborso delle spese di trasporto. Non esiste un unico criterio e le modalità di contributo alle spese è deciso in maniera autonoma dalle singole assemblee legislative. La Lombardia, ad esempio, riconosce un forfait calcolato sulla base di due parametri: percorrenza e costo chilometrico equivalente ad 1/4 del prezzo medio della benzina. Un consigliere regionale della Lombardia che percorre 40 chilometri per raggiungere la sede assembleare e ci va per 18 giorni si becca 235,449 euro. Il Consiglio regionale della Sardegna ha previsto per chi risiede a più di 35 chilometri da Cagliari di riconoscere un rimborso pari al 40% del prezzo della benzina verde per un’andata e ritorno alla settimana.

Il prossimo aumento del rimborso chilometri scatterà a gennaio. Difficile ipotizzare che i consiglieri scelgano di autocancellarsi l’adeguamento automatico di rimborsi e indennità. «Inutile fare annunci», spiegava nei mesi scorsi il presidente del Consiglio regionale, Davide Gariglio. E così l’intesa si potrebbe trovare su un dossier per rendere più trasparenti le regole per l’assegnazione dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese. Tra le proposte ci sarà quella dell’introduzione del sistema della doppia firma ad inizio e fine della seduta di Consiglio e/o di commissione. Adesso, invece, ne basta solo una. Il gettone, poi, non sarà erogato nel caso di partecipazione dei consiglieri ad attività esterne come, ad esempio la partecipazione alla cerimonia del Grinzane Cavour a ad un convegno sugli Ogm in provincia di Cuneo.

 

 

Corsi fse: sbagliato (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 25-09-2007)

 

Attualità Corsi Fse: sbagliato Corsi Fse: sbagliato sparare nel mucchio Alzo la mano, come ha chiesto il vostro cronista: so cosa vuol dire Fse, Fondo Sociale Europeo. Da anni il complesso ed articolato mondo della Formazione e dei cosiddetti "enti erogatori" accreditati di cui si avvale il Fse, sa bene che gli stanziamenti europei al Fse per il piano 2000-2006, di cui l'Italia ha potuto godere, non sarebbero stati più interamente disponibili nel 2007-2013, perché dovevano andare a sostenere la formazione Fse nelle molte Nazioni recentemente ammesse nella Comunità Europea. Ma Bruxelles non si è certo stufata di pagare. Anzi, risulta che proprio il Trentino sia considerato un modello da esportare per i risultati ottenuti ed in particolare per il nostro altissimo 80% di "placement", ovverosia la percentuale di chi trova rapidamente lavoro dopo un corso Fse; inoltre, per la qualità dei progetti formativi e dei contenuti dei corsi veri e propri. Quei 17.000 euro/testa (ma è la media del pollo) investiti con gli stanziamenti Fse in Trentino, generano effetti positivi sul mercato del lavoro, sulle imprese, sull'economia in generale, e non scordiamo che contribuiscono a far crescere il livello del "diritto di cittadinanza" della popolazione nella società informatica, tema sul quale tutte le componenti sociali ed economiche trentine da anni convergono e sul quale la Provincia sta molto investendo in infrastrutture e formazione. Veniamo alle truffe. Anziché indicare, come facilmente potrebbe, i casi, i nomi e gli importi, il nostro redattore sparge il sospetto e la diffidenza su tutti noi, e siamo tanti, proprio tanti, che da anni lavoriamo con il Fse con fatica e, sottoposti ad approfonditi controlli, abbiamo l'orgoglio di aver raggiunto qualità elevata e placement elevatissimi, mentre invece per contare le mele marce basta una mano sola. Nella normativa che regola il funzionamento del Fse i controlli sono una delle parti essenziali, da sempre. E' tendenzioso e fuorviante sostenere che la Provincia ha creato un gruppo di coordinamento dei controlli con un colonnello della Finanza "per evitare le truffe": l'Ufficio e il gruppo di controllo ci sono sempre stati, eccome, anche perché la Provincia Autonoma di Trento ha funzioni di Polizia Amministrativa e come tale è ovvio che collabori e si coordini con la Guardia di Finanza ai livelli appropriati. Per concludere, invito il giornale a dare spazio e voce al dibattito sul futuro dei modelli di formazione in Trentino e sugli strumenti di richiesta, di accesso, di erogazione. C'è fermento, ci sono idee, c'è la volontà di confrontarsi da parte dei principali soggetti pubblici e privati? La risposta è un prevalente "Sì". Voi dei Trentino, se volete, siatene il catalizzatore. Ing. Maurizio Ratti CONSIGLIERE DELEGATO ESSEDI SPA Raccogliamo volentieri l'invito ad aprire un dibattito approfondito sul tema della formazione. Ma i dati da noi forniti sono fatti, non opinioni: 230 milioni di euro spesi in sei anni per i corsi Fse, 17 mila euro per ogni diplomato (più che un master alla Bocconi). E che ci sia chi fa il furbo lo dimostrano anche recenti sentenze della Corte dei Conti. I politici sono lo specchio della società Leggo in alcuni interventi di questi giorni una posizione che mi trova concorde e che può essere riassunta nell'osservazione che la classe politica rispecchia la società che l'ha eletta. I più recenti sondaggi, il successo del libro "La Casta" e l'iniziativa di Beppe Grillo mettono in luce come la maggioranza dei cittadini ormai diffida della politica o la disprezza. L'indice di gradimento della nostra classe politica, e lo si riscontra ogni giorno nelle chiacchiere al supermercato o al bar, probabilmente non è mai stato così basso. I giudizi sono unanimi e trovano concordi l'intera popolazione: dai benestanti ai disoccupati. Ma sono convinta che la corruzione e l'abuso di potere perpetuati dalla classe politica non fanno altro che riflettere il malcostume della società. Gli sprechi, gli abusi e l'illegalità non sono una sorta di esclusiva appannaggio dei politici. Partendo dalle inchieste di Mani Pulite fino al più recente scandalo dei test di ammissione all'università possiamo vedere come gli affari illeciti si siano rivelati vantaggiosi non solo per ministri, parlamentari o assessori locali, ma anche per imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e privati... gente comune insomma, non politici. Tutto questo, a mio parere, sta a confermare che i politici sono lo specchio della società che li esprime, né migliori né peggiori. Così come esistono persone oneste e disoneste in ambito sociale, allo stesso modo esistono politici onesti e politici disonesti. Non credo che sostituendo i mille parlamentari con altre mille persone scelte a caso nella società civile le cose cambierebbero molto. Non dimentichiamoci, e le inchieste di corruzione poc'anzi citate lo confermano, che "l'occasione fa l'uomo ladro" e le tentazioni sono parecchio invitanti quando le persone detengono un minimo potere discrezionale e possono spendere denaro non proprio. Queste osservazioni non vogliono esaltare la nostra classe politica a scapito di noi cittadini ma cercano di farci riflettere. La classe politica potrà cambiare usi e costumi quando anche la società civile avrà fatto una presa di coscienza responsabile e coerente. Il Parlamento siamo noi, siamo noi che abbiamo liberamente abbiamo scelto quelle persone a rappresentarci. Riflettiamo su questo. Non possiamo permetterci soltanto di stare alla finestra e criticare. Non dobbiamo rinchiuderci nella nostra casa e sfuggire l'impegno civile e le responsabilità dell'amministrazione; non deleghiamo sempre agli altri ma diventiamo propositivi. E l'impegno inizia anche dalle piccole cose, dal nostro condominio, dall'associazione sportiva, dalla bocciofila. Il disimpegno dei cittadini dalla politica può solo contribuire a peggiorare questo malcontento diffuso. La coscienza civile prima di tutto, e la partecipazione e l'impegno civile di conseguenza, sono indispensabili se non vogliamo che il significato alla parola democrazia venga dato da altri. Angela Varner IL TRENTINO CHE VOGLIAMO Ai lettori: siate brevi. La concisione garantirà una pubblicazione tempestiva e integrale. Indicate sempre nome, cognome e recapito: le lettere anonime non verranno pubblicate.

 


Nuovo partito, vecchie logiche (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione Online, Il" del 25-09-2007)

 

Oggi è Mar, 25 Set 2007 Edizione 206 del 25-09-2007 Partito democratico: la grande ammucchiata delle liste Nuovo partito, vecchie logiche di Sergio Menicucci Dopo le liste, i veleni. A bocce ferme la corsa verso l'elezione dei delegati alla mega assemblea del Partito democratico del 14 ottobre lascia per strada tanti scontenti. Ci sono anche alcune sorprese. La verità è che ancora una volta hanno dominato gli apparati dei due partiti che si fondano, Ds e Margherita, con tanto di straschichi, polemiche, aggressioni verbali, accuse di inquinamento del voto come sta avvenendo a Napoli dopo le accuse contro l'asse Bassolino-De Mita del sindaco di Salerno Enzo De Luca o come è avvenuto a Roma nella lunga notte delle liste dominata dal più stretto collaboratore di Veltron,i il senatore Goffredo Bettini, potente leader dei Ds romani grazie anche alla gestione dell'Auditorium. Ma persino a Milano la corsa alle liste "Per Veltroni" o "Con Veltroni" mette in evidenza un tentativo di blindare gli amici degli amici. Lo scontro è duro non solo per la scelta dei segretari regionali ma anche per il listone nazionale. Il sindaco di Roma, una volta scelti i 200 nomi della società civile, ha lasciato ai vertici dei due partiti di formare le liste. Maria Laura Rodotà sul Corriere ha evidenziato che la lista Walter si è trasformata in salotto e scrive "l'effetto liste è surreale anche se le persone sono perbene. Sono state convinte forse per dare smalto alle primarie con nomi prestigiosi o famosi, da diluire poi in un'assemblea costituente con 2400 eletti. Anche se poi chissà se gli stremati elettori del centrosinistra saranno motivati o irritati da quella che sembra una parata di vip. Nel frattempo sulle stesse liste sono state fatte battaglie molto complicate e anche quelle molto vetero-politiche per ottenere collegi utili, buoni posizionamenti". Per esempio pesa a Napoli la mancata candidatura nelle liste nazionali o regionali del segretario regionale Ds Enzo Amendola oppure è significativo a Roma il caso del Ministro Linda Lanzillotta (moglie dell'ex Ministro diesse Franco Bassanini autore dell'autocertificazione) costretta a spostarsi a Milano3 per "insormontabili difficoltà insorte nei collegi romani gestiti da Bettini). Qualcuno ha adombrato veti degli apparati nei confronti del Ministro che assieme al collega Giulio Santagata aveva presentato un provvedimento in 25 articoli, approvato anche dal Consiglio dei Ministri, per la riduzione del 20 per cento del numero dei consiglieri regionali, comunali e provinciali mettendo un tetto anche sulle loro indennità e restrizioni su auto blu e cellulari. Paradossale ma tutta interna alle logiche partitiche anche la candidatura a capolista nel collegio romano di periferia Centocelle-Torre Spaccata del professore bolognese amico di Prodi e Parisi Salvatore Vassallo. E' rimasto fuori anche il rutelliano Roberto Giachetti che con il pulmino "salite a bordo" girava per Roma e chiedeva consensi per un "Pd aperto". Aveva proposto tre giovani in lista ma nessuno dei tre è stato accettato. Il tutto avviene mentre i costi della politica salgono ancora e la "casta" promette e non mantiene. Il ciclone Grillo ha fatto riscoprire che esistono 3.211 società controllate dagli enti locali con una pletora di consiglieri di amministrazione (5 mila) che elargiscono 18 mila gettoni di presenza per miliardi di euro. Un processo, quindi, di candidature caotico e a tratti sgradevole come osserva il gruppo della Sinistra giovanile napoletana che in una lettera a Veltroni dice "il Pd a Napoli e in Campania nasce ferito. In questi giorni ha contato più la domanda quanti voti mi porti che quella quale idea hai". Lo hanno definito " un clima da mercato". Da parte sua il canditato alla segreteria regionale di Napoli Salvatore Piccolo ha lanciato accuse di pressioni e condizionamenti degli assessori regionali su amministratori e dirigenti per sostenere alla segreteria regionale Tino Jannuzzi voluto dal binomio De Mita-Bassolino, contro il quale il sindaco di Salerno De Luca ha lanciato una pubblica sfida "Liberiamoci di tutti e due" , invitando a partecipare alle primarie e all'operazione anche gli esponenti della Casa delle Libertà. Lo scontro sulle liste ha fatto scattare anche il pacifico De Mita definendolo "uno spettacolo indegno". E il prodiano Franco Monaco aggiunge "una grande ammucchiata corredata da contese non politiche ma personalistiche". Tensioni che non turbano Veltroni secondo il quale, invece, nelle liste "c'è un'irruzione di forze della società civile che non ha tanti precedenti nella storia politica". Nuovo partito, vecchie logiche. Guarda caso il meccanismo elettorale ricalca in gran parte il "Mattarellum" con Regioni divise in circoscrizioni a loro volta suddive in 475 collegi. In ognuno un numero di candidati pari ai posti disponibili nell'assemblea costituente nazionale e regionale. Gli scontenti sono molti e destinati a crescere tra i 35 mila candidati e gli esclusi fino al 14 ottobre. Il sondaggio di Renato Mannheimer sul calo dell'effetto Veltroni sull'incidenza elettorale e sull'apporto in più di suffragi, se si andasse alle urne nel 2008 oppoure nel 2009 accorpando anche le Europee, ha gelato gli entusiasmi del popolo di centrosinistra. Le lacerazioni interne pesano, d'altra parte, sul gradimento del governo Prodi e dell'Unione giunto ai minimi storici. La Casa delle libertà sarebbe 10 punti avanti. E c'è da varare la Finanziaria.

 


<Premieremo solo le regioni virtuose: 245 milioni al Veneto> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 25-09-2007)

 

"Premieremo solo le regioni virtuose: 245 milioni al Veneto" Livia Turco: "Ci sono persone che non possono vivere normalmente: screening e stili di vita sani non sono accessibili a tutti" VeneziaIl modello sanitario veneto è tra i migliori al mondo e non solo perchè lo dice l'Organizzazione mondiale della sanità. Anche il ministro della Salute Livia Turco "premia" la progettualità e la capacità di aministrare del Veneto, e lo fa annunciando che d'ora in avanti si premieranno le Regioni virtuose, come il Veneto appunto. Al Veneto sta per arrivare un assegno di 245 milioni di euro per l'ammodernamento degli ospedali della regione ma anche per costruire la medicina territoriale, dalle Case per la salute all'integrazione socio-sanitaria più altri 155 dalla Finanziaria, che premiano proprio la sua capacità di lavorare bene. Negli ospedali e sul territorio.Ma anche se il modello veneto risulta essere tra i migliori, ci sono aree di marginalità che secondo il ministro devono essere rimosse. E il suo progetto parte proprio da Venezia. Si potrebbe chiamare "la Carta di Venezia", visto che il primo vagito è tutto veneto. Ma il ministro alla Salute Livia Turco l'ha battezzato "Un nuovo patto per il welfare della coesione e dello sviluppo", cambiano i termini, ma non il senso: è dalla base - e nello specifico proprio da quella veneziana che ha dato il là - che deve partire l'imput per un nuovo welfare, un sistema che tenga conto delle emergenti povertà, che punti su una sanità equa e per tutti, che limiti le marginalità. C'è ancora una parte della popolazione che fatica a fruire appieno del sistema sanitario e che vive "con poca serenità". Ed è da questi presupposti che il ministro vorrebbe affondassero anche le fondamenta del nuovo Pd.Il "Comitato per il 14 ottobre" ieri ha lanciato la sfida assieme al ministro Turco coinvolgendo volontariato e operatori del settore, proprio quel tessuto - come ha sottolineato il Ministro - "più sensibile ai bisogni e dal quale deve prendere fiato il cambiamento".Il Veneto che ieri ha inaugurato uno dei più innovativi ospedali d'Italia è anche la regione dove le sacche di povertà si sono incistate con il tessuto sociale: sono gli anziani che non riescono a sopravvivere con la propria pensione, gli immigrati falsamente integrati, i disabili per i quali molto si fa, ma non abbastanza. I nuovi poveri sono coloro che vivono nel mondo della precarietà. E' il tessuto sul quale il nuovo welfare deve affondare i propri indirizzi."Ci sono persone normali che faticano a condurre una vita serena. Non sono quelle che vanno da Grillo, sono le più lontane dalla politica perché hanno altri affanni - sottolinea il ministro Livia Turco, che ieri a Mestre ha incontrato i rappresentanti del volontariato e gli operatori socio-sanitari - E sono queste le persone che vorrei andassero a votare il 14 ottobre, perché se deve nascere un nuovo partito è giusto che nasca da questa base, da coloro che sentono la politica rumorosa e lontana".Per il ministro Turco la sfida va in una sola direzione: lotta alle diseguaglianze. E la proposta parte proprio da Venezia, città che come ha ricordato l'assessore Delia Murer ha un quarto della popolazione sopra i 65 anni, che ospita 17mila immigrati regolari e che ha più di 3mila bambini stranieri inseriti nelle scuole. "Vorrei nascesse un nuovo movimento trasversale, operatori del sistema socio-sanitario, istituzioni e volontariato, che si impegni nella lotta contro le diseguaglianze - aggiunge il Ministro - Il superamento della povertà deve diventare il banco di prova della politica riformista e del governo".Il ministro Turco assolve il sistema sanitario nazionale: è la nazione dove le aspettative di vita sono più elevate, dove l'integrazione tra il sociale e il sanitario ha permesso di dare risposta anche alle esigenze delle sacche più emarginate. Ma, ed è lo stesso ministro ad ammetterlo, esistono ancora delle incongruenze. "C'è una sanità che culturalmente non è accessibile a tutti - spiega - Gli screening tagliano inevitabilmente fuori quella parte della popolazione che è culturalmente più debole, gli stili di vita che oggi rappresentano una delle armi più efficaci contro le malattie con fatica vengono perseguiti dalla fascia della società più povera. Dobbiamo riscrivere un manifesto contro la povertà che diventi il mattone fondante del nuovo Pd".Il nuovo patto per il welfare si traduce quindi nel valorizzare ed integrare tra loro sistemi e concetti quali l'economia sociale e solidale, la responsabilità sociale del territorio per tutti i soggetti economici profit e no profit, il consumo responsabile, il commercio equo e solidale, gli stili di vita, la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali, le politiche attive per l'integrazione e l'inclusione sociali."Nella precedente Finanziaria è stata operata una ridistribuzione del reddito a favore della fasce più deboli - aggiunge il ministro Turco - E su questa strada che si deve continuare. L'impegno mio e del ministro Ferrero è che ci sia un collegato alla Finanziaria prossima che riguardi il fondo per la non autosufficienza".Daniela Boresi.

 


Ospedalizzazione a domicilio: al Sistema Sanitario Nazionale costa un decimo rispetto ai ricoveri ospedalieri (sezione: Costi dei politici)

( da "SaluteEuropa.it" del 25-09-2007)

 

L'ospedalizzazione a domicilio per malati acuti e post acuti, parliamo delle malattie gravi ad alto rischio invalidante, fa risparmiare al Sistema Sanitario Nazionale e Regionale il 90% della spesa sostenuta per i ricoveri ospedalieri. Se si considera che una normale giornata di degenza ospedaliera costa, in media, 800-1.000 euro, con le cure a domicilio la spesa si ridurrebbe a 80-100 euro al giorno. Questi dati sono stati resi noti durante il V Congresso Internazionale di Medicina Riabilitativa che si è chiuso ieri a Quartu Sant'Elena (Cagliari) dal titolo "Ospedalità a domicilio". In un contesto sociale in cui le cure ospedaliere per pazienti acuti e post acuti sono sempre più costose - hanno sottolineato i relatori - emerge chiaramente la necessità di un nuovo modello di assistenza, che consenta di unire la massima competenza medica e il supporto psicologico e sociale con l'ottimizzazione dei costi. In Italia e all'estero da alcuni anni si sperimentano nuovi modelli di ospedalità a domicilio, che non si limitano alla cura delle varie patologie gravi, ma cercano di fornire al paziente il massimo grado di benessere. Il malato non è quindi visto soltanto come una "malattia" da curare, ma come essere umano nella sua interezza. Durante il Congresso sono state rese note alcune esperienze realizzate in Italia e all'estero. Sia nelle esperienze italiane, come quella dell'Ospedale Le Molinette di Torino, sia in quelle estere, come Intermediate Care in Inghilterra o l'esperienza del Marian Joy negli Stati Uniti, si è visto come le cure a domicilio possano fornire al paziente un grado di assistenza più mirato alle proprie esigenze, anche psicologiche. "L'ospedalizzazione a domicilio non è più rinviabile - ha sottolineato il dott. Giovanni Maria Sanna della Fondazione "Sa Ena Villaggio Solidale" che sta realizzando il Progetto dell'ospedalizzazione a domicilio in Sardegna - perché la popolazione invecchia e aumentano i malati acuti e post acuti. Gli ultrasettantacinquenni ha proseguito - rappresentano il 19 % della popolazione, un terzo dei quali non è autosufficiente e viene assistito, in qualche modo, dalla famiglia o da altre strutture. L'ospedale a domicilio interesserebbe un terzo di questi: un numero certamente rilevante, che il SSN non può ignorare". Per quanto riguarda l'argomento, in alcuni Paesi europei ed extra europei si è già corsi ai ripari. In Germania ad esempio l'ospedalizzazione a domicilio è stata finanziata con i fondi assicurativi obbligatori, l'Inghilterra è ricorsa alla tassazione. In questo paese è stato stimato che almeno il 20% degli over 65 potrebbe essere curato a domicilio e il governo inglese ha prodotto delle linee guida e reperito fondi per creare dei Servizi di cure intermedie. Negli Stati Uniti il segmento delle cure mediche a domicilio è tra quelli in maggiore espansione. Gli indubbi risparmi e l'invecchiamento della popolazione stanno rapidamente facendo crescere un settore che fino a poco tempo fa era di nicchia. Negli Stati Uniti il costo medio giornaliero per curare pazienti gravi a domicilio si aggira intorno agli 80-120 dollari. E dai dati statistici presentati dai relatori americani al Congresso si evidenzia che tra il 2004 al 2014 i lavoratori impiegati nelle cure mediche a domicilio dovrebbero aumentare del 66,4%. Tra tutti i settori della salute presi in esame, sono le percentuali più alte. Secondo lo studio, quest'allargamento del campo d'azione sanitario potrà rappresentare un'ottima opportunità per tutte le persone che vogliono lavorare in questo ambito, non più dirette soltanto verso gli ospedali.

 


(ACR) FLOVILLA (IDM) SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI PRESIDI OSPEDALIERI (sezione: Costi dei politici)

( da "Basilicanet.it" del 25-09-2007)

 

11.47.57 [Basilicata] "Le ultime polemiche sul futuro dell'Ospedale di Venosa ci richiamano ad una riflessione più ampia sulla riorganizzazione complessiva del sistema sanitario regionale e, in particolare, sulla ottimizzazione dei servizi di rete ospedaliera". Lo dichiara il consigliere regionale di Idm, Antonio Flovilla, il quale sottolinea che "è innegabile che la riforma iniziata nel 1996 sia oggi ancora da completare. Le resistenze al cambiamento che sono venute dal territorio, in particolar modo dalle comunità ove allocavano i presidi ospedalieri minori, hanno cambiato alcune scelte orientandole non alla cancellazione degli ospedali bensì ad un loro riutilizzo in funzione diversificata. Ma, ad oggi, dopo molti anni, tale processo non si è completato. Da ciò le preoccupazioni e spesso i conflitti sociali che hanno contrapposto le comunità locali alle "timide" scelte della politica regionale. Occorre ricomporre questo strappo. O si è convinti delle scelte alla base del P.S.R. ancora vigente, basato sul ruolo centrale del Servizio di Emergenza (118) e, quindi, della scelta dei presidi ospedalieri sede di P.S.A., oppure è necessario ridiscutere dell'intera rete ospedaliera e dei servizi da assicurare al territorio". "Vi è la necessità - afferma Flovilla - che all'accorpamento delle funzioni di direzione strategica con la riduzione del numero delle aziende sanitarie corrisponda una diffusione capillare dei servizi, sia in termini di distretti sanitari che di presidi ospedalieri, non dimenticando le scelte di fondo operate in materia di urgenza e di pronto soccorso attivo. Cosicché una riflessione sulla dislocazione dei presidi non può restare marginale rispetto alla perifericità di alcuni territori, che non possono pagare il prezzo dell'isolamento aggiungendovi quello dell'assenza di servizi essenziali. La coesione sociale non può restare tema di programma, deve realizzarsi nei fatti e nelle scelte". "Ecco perché conclude l'esponente di Idm - il Consiglio regionale è chiamato ad un dibattito democratico ampio ed articolato, capace di coinvolgere le comunità e le istituzioni locali, per giungere a scelte definitive improntate certo alla razionalizzazione dei costi e delle risorse, ma anche al buon senso e agli interessi prevalenti della comunità regionale".

 


Soluzione obbligata (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica.it" del 25-09-2007)

 

">Invia Stampa IL COMMENTO Soluzione obbligata di GIUSEPPE D'AVANZO AL DI LA' dell'intervento immediato in armi, anche a rischio della vita dei due ostaggi e delle loro "guide" afgane, non c'era un'altra accettabile opzione per chiudere, in poche ore e con il miglior esito possibile, la crisi aperta con il sequestro degli agenti segreti del Sismi. Potrà sembrare cinico sostenerlo, a fronte di un bilancio che segnala la liberazione dei due militari italiani e la morte di un loro collaboratore, ma non c'erano alternative. Ora che la nostra intelligence è tornata a svolgere un lavoro coerente con i suoi compiti istituzionali - e non con l'agenda personale dell'oligarchia che la dirigeva fino a ieri - il rischio della vita è in Afghanistan l'amaro pane quotidiano se si vuole dare un volto al nemico. Se si vuole distinguere il criminale dall'insorto, il ribelle dal terrorista; conoscere i talebani di ultima generazione di cui abbiamo informazioni spesso semplificatorie o insufficienti. Che cosa vogliono? Vogliono davvero combattere per il controllo del Paese? Ne hanno le risorse, ne hanno la determinazione? Preparano assalti al nostro contingente? Sono collegati con Al Qaeda o a quella "cosa" che ancora chiamiamo così? O i loro referenti sono in Iraq, in Iran, in Pakistan, in Arabia Saudita? Chi li finanzia e chi li arma? Dove transitano armi, chi muove il denaro? Ritornata a fare il suo benedetto lavoro, l'intelligence deve avventurarsi in quella pericolosa "terra di nessuno" che separa i combattenti per raccogliere, al di fuori di ogni cornice di sicurezza, notizie sul nemico, tracciarne il profiling, conoscere l'ostinazione o le debolezze dei signori della guerra e della droga, stringere qualche "patto segreto" con alcuni di loro, magari infiltrarli con "doppiogiochisti" prezzolati. Come è accaduto l'altro giorno, lungo queste arrischiate vie non sempre tutto fila liscio. E quando le cose vanno storte, con militari in ostaggio, per di più indicati subito dai media arabi come "agenti segreti", non c'è scelta: non è possibile seguire la linea politica della trattativa. La crisi attende una soluzione più coerente, anche se dolorosa, che non ha nessi con quanto finora abbiamo visto e vissuto. D'abitudine la prassi, condivisa da governi di segno opposto e da buona parte dell'opinione pubblica, è apparsa nel tempo quantomeno schizofrenica. Abbiamo affiancato agli alleati il nostro sforzo militare con un impegno ribadito nelle sedi internazionali, rafforzato da un maggiore sacrificio finanziario approvato dal Parlamento e logistico-militare deciso dal governo, per poi allontanarcene rapidamente, con l'ostaggio in trappola, nel momento in cui gli esecutivi erano sottoposti al ricatto dei terroristi e alla pressione dell'opinione pubblica. Con due militari prigionieri, il valore limite del compromesso con il nemico doveva necessariamente tenersi molto alto al contrario di quanto è accaduto finora con gli ostaggi civili. In questi casi, lo sappiamo, la "soglia di capitolazione", come direbbe il generale Fabio Mini, si è abbassata di molto fino a sollecitare anche procedure in contrasto con un'elementare logica di sicurezza (è il caso che ha deciso della vita di Nicola Calipari) o addirittura a imporre modalità opposte alle regole concordate con gli alleati europei o americani, che non hanno mai accettato di veder coinvolte le più alte istituzioni di governo in trattative con il nemico che trasformavano funzionari dello Stato in pubblici mediatori e una crisi tecnico-militare in quotidiano spettacolo televisivo e chiacchiericcio politico-parlamentare. Spingere verso il basso il valore limite del compromesso con il nemico - è inutile tacerlo - ci ha costretti, in cambio dell'inestimabile valore di una vita umana, a pagare costi politici molto alti e non previsti come gli impegni assunti con il debolissimo Karzai, gli attriti con l'amministrazione americana, i silenziosi dubbi dei nostri alleati europei, il sospetto calato sul nostro volontariato in servizio umanitario. Queste scelte hanno finito col mettere a dura prova la credibilità internazionale del Paese, apparso debole, tentennante, vanificando così anche il credito che i soldati italiani, nel sostanziale disinteresse nazionale, si andavano guadagnando sul terreno in situazioni molto rischiose e molto sottovalutate in patria. Quando è toccato a loro avere ostaggi nelle mani del nemico, i soldati - con il consenso del ministro della difesa che si è assunto le sue responsabilità, e gliene va dato merito - non hanno avuto dubbi che la sola opzione praticabile fosse l'azione militare immediata. Obbligata per salvare la vita dei due agenti, ormai pregiudicata. Ma anche necessaria per continuare a stare in Afghanistan alla pari degli alleati e non a mezzo servizio, non isolati dalle strategie e dalle operazioni, degni di avere - come oggi - il controllo di un'area di responsabilità. E' la missione che è stata loro affidata dal Parlamento, alla fin fine, e anche in questa congiuntura hanno voluto onorarla. Altra cosa naturalmente è il discorso sull'efficacia delle operazioni e l'utilità di una strategia che, ogni giorno di più, svela l'incapacità di creare le condizioni affinché l'Afghanistan, ora sempre più dipendente dall'intervento straniero, faccia da solo costruendo in autonomia una prospettiva per il suo futuro. Questa è un'altra storia e, come si vede in queste ore, precipita nel cortile di casa dove protagonismi, fantasie politiche, disunione, ideologismi, mediocri tatticismi impediscono di ricordare anche soltanto per qualche ora il sacrificio di quei duemila italiani che abbiamo mandato laggiù in una guerra che continuiamo a chiamare ipocritamente pace.

 


 

POLITICA: BERTINOTTI, COSTI SEMBRANO ALTI PERCHE' BENEFICI SONO BASSI (sezione: Costi dei politici)

( da "ADN Kronos" del 25-09-2007)

 

Bari, 25 set. - (Adnkronos) - ''Forse i costi sembrano troppo grandi perche' i benefici sono troppo bassi''. Lo ha detto il presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, tra gli applausi del Consiglio regionale della Puglia parlando del rapporto tra i costi della politica ed i suoi benefici per la gente. Bertinotti partecipa a una cerimonia per la visita alla mostra ''La rinascita del Parlamento - dalla Liberazione alla Costituzione'' organizzata dalla Fondazione della Camera al Castello Svevo di Bari. ''I costi della politica vanno indagati non tanto in se', anzi forse nemmeno in se', ma per come vengono vissuti dal Paese e segnalano uno stato di disagio - ha aggiunto il presidente della Camera -Bisogna assumere questa condizione di disagio come sfida piu' generale. Puo' anche essere che si esprima cosi', nella forma piu' facile del disagio, ma tocca alle istituzioni ed alla politica interpretare il suo valore''.

 


Visco sempre nel mirino di Di Pietro che insiste per il rimpasto (sezione: Costi dei politici)

( da "Velino.it, Il" del 25-09-2007)

 

(POL) Visco sempre nel mirino di Di Pietro che insiste per il rimpasto Roma, 25 set (Velino) - Il ministro Antonio Di Pietro prende ancora le difese dell'ex comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale e conferma che il governo è a rischio. “Chiedo che la vicenda Visco venga inserita e affrontata nell'ambito di una revisione generale della struttura di governo'“ e “credo che per il governo questa sia un'occasione unica per compiere una rivisitazione della sua struttura organizzativa. Ci sono competenze che si sovrappongono nei ministeri e ci sono addirittura dei fondi, come quello individuato nella precedente finanziaria, che non si riescono a recuperare né a gestire perché non si capisce chi sia competente a farlo”. Quanto poi alla lotta all'evasione fiscale, Di Pietro sostiene che “è il risultato di un'azione coordinata e non solo di Visco”, ma “chiudersi dietro il paravento della lotta all'evasione fiscale per giustificare l'illegittimità riscontrate dalla magistratura nel comportamento del viceministro Visco è solo una scusa - conclude Di Pietro - per non farsi carico del problema”. Sugli sviluppi della polemica che ha incestito il viceministrrio dellEconomia, e le probabili conseguenze sul piano politico-istituzionale, interviene anche il capogruppo di Idv al Senato, Nello Formisano. ''La mozione della Cdl ci interessa poco. E' superata dai fatti. A noi interessa porre una questione politica. Faremo vivere il dibattito di mercoledì come una discussione sulla compagine di governo, come già sta vivendo nel dibattito politico non parlamentare". I dipietristi sponsorizzeranno con ogni probabilità un documento che chiede di "passare ad un nuovo governo Prodi molto più ridotto". "Avevamo posto un problema - prosegue Formisano - ci avevano detto che eravamo a caccia di streghe ma i fatti processuali hanno dimostrato che non eravamo a caccia di streghe e c'è stato un comportamento 'non conforme alla legge'. A questo punto non si può dire che non è successo niente perché i cittadini hanno bisogno di capire. In questo quadro rientra la proposta dell'Italia dei Valori di rimodulare il governo, rendendolo più snello, più funzionale anche in relazione ai costi della politica. Ristrutturiamo non solo Di Pietro e Bianchi - conclude Formisano - ma anche Visco...''. (baz/vum) 25 set 17:50.

 


Sforbiciata anche a compensi e gettoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-09-2007)

 

Cagliari e Provincia Pagina 1017 la norma Sforbiciata anche a compensi e gettoni La norma --> La circolare ministeriale firmata il 13 luglio scorso dai ministri per gli Affari regionali Linda Lanzillotta, dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e dell'Interno, Giuliano Amato prevede un tetto ai compensi, un limite al numero degli amministratori di società partecipate da enti locali e il divieto di nomina ad amministratore per chi ha chiuso in perdita tre esercizi consecutivi. Il limite ai compensi : è stabilito che la retribuzione non potrà superare il tetto del 70% di quella del sindaco o presidente di provincia di riferimento. Il limite al numero degli amministratori : per le società a partecipazione, anche indiretta, di enti locali prevede che un limite di tre consiglieri per le società con due milioni di capitale sociale e di cinque per quelle con un capitale superiore. Il divieto di nomina ad amministratore : non può essere nominato amministratore chi abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi. Le disposizioni si applicano a qualsiasi soggetto pubblico, sia alle società a totale o parziale capitale pubblico, sia agli enti e alle aziende pubbliche, con esclusione unicamente degli enti territoriali.

 


Milia: <Noi siamo già in regola> (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 25-09-2007)

 

Cagliari e Provincia Pagina 1017 Provincia Milia: "Noi siamo già in regola" Provincia --> "Pronti a uscire dal consiglio d'amministrazione del Ctm, mentre vedrei bene la presenza della Provincia in quello della Fondazione del Teatro lirico". Graziano Milia, presidente della Provincia, giudica positivo il taglio di poltrone previsto dalla Finanziaria nazionale, anche se precisa che "la Provincia è in regola con le nuove limitazioni". Dai dati in possesso della Provincia sono nove le partecipazioni dell'amministrazione provinciale con i suoi rappresentanti. In alcuni casi è previsto un gettone di presenza o un'indennità, in altri la seduta del consiglio d'amministrazione è un semplice gesto di volontariato o l'occasione per coltivare interessi elettorali. Nel consorzio del parco di Molentargius la partecipazione della Provincia è al 3 per cento e il rappresentante è Milia (o un suo delegato). Percentuale simile (3,3%) per l'Autorità d'ambito dove la carica per la Provincia è ricoperta dal consigliere Massimo Pusceddu. Nel Casic (per una quota del 9,3%), con i quadri da rinnovare, le poltrone erano occupate da Milia (nel cda) e, nell'assemblea dei soci (una riunione all'anno), dall'assessore alla Pubblica Istruzione, Cesare Moriconi, e dai consiglieri Pusceddu, Gianluca Grosso e Leonardo Peddio. Ci sono poi una serie di consorzi dove l'amministrazione provinciale è rappresentata da Milia o da un suo delegato a titolo gratuito: è il caso del Catais (consorzio di assistenza e tutela alle imprese del sud Sardegna) e della Tonnara di Portoscuso (che dovrebbe passare alla nuova Provincia del Sulcis). Stesso discorso per gli enti dove la carica per l'ente provinciale è occupata dall'assessore allo Sviluppo Economico, Piero Comandini: il Conarga (Consorzio di ricerca per la gambericoltura, 5% di partecipazione) e il consorzio turistico Sardegna Costa del sud (9% la quota della Provincia). Sotto il controllo degli uffici di palazzo Regio la Proservice, con il direttore generale Marco Cabras nel ruolo di presidente del cda. Un capitolo a parte merita il Ctm. La Provincia ha il 27,5 per cento delle azioni e nel consiglio d'amministrazione siede il consigliere Andrea Busia. "Non è una novità - commenta Milia - che sia nostra intenzione uscire dal consorzio. Sarebbe molto più utile una nostra presenza nel Teatro Lirico". Una risposta anche all'interrogazione presentata ieri da Ignazio Congiu dei Ds: "Un autista si è incatenato per protesta da una settimana davanti al Ctm - scrive il consigliere - e visto che la Provincia fa parte del consiglio d'amministrazione deve mediare per trovare una soluzione. Inoltre si dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di un'uscita dal cda". Una proposta in linea con la posizione di Milia. MATTEO VERCELLI.

 


RIMINI: TAVOLO TECNICO PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 25-09-2007)

 

(22:29) (25/9/2007 20:29) | RIMINI: TAVOLO TECNICO PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA (Sesto Potere) - Rimini - 25 settembre 2007 - L'assessore provinciale Santi ha informato la Giunta provinciale sull'attività del gruppo di lavoro che riguarda il riordino delle funzioni svolte dagli Enti Locali per il tramite di Società di servizio ed Enti. Infatti il 3 settembre nella sede della Provincia di Rimini, si è riunito il tavolo di lavoro interistituzionale (convocato da Santi), presenti tecnici e dirigenti: Isabella Magnani (Dirigente Patrimonio Provincia di Rimini); Federico Placucci (Dirigente Patrimonio Comune di Rimini); Ermete Dal Prato (Direttore Agenzia Mobilità); Renzo Nicolini (Dirigente Patrimonio Comune di Riccione); Mattia Maracci (Funzionario Comune di Rimini); Francesco Bosco (Funzionario Provincia di Rimini). L'assessore Santi ha introdotto il tema per il quale il tavolo è stato convocato e cioè verificare tecnicamente se e come sia possibile un riordino delle funzioni svolte dagli enti locali, per il tramite di società di servizio ed enti, con riferimento, in particolare, agli ambiti del trasporto pubblico, dei rifiuti e del servizio idrico integrato (Agenzia Mobilità, Tram Servizi S.p.A., Amir S.p.A., Agenzia Ambito Territoriale Ottimale, Sis S.p.A). L'obiettivo dichiarato dall' assessore è quello di "diminuire i costi della politica" attraverso la razionalizzazione dei costi per la "governance" delle società di servizio nonché la volontà di migliorare l'efficacia e l'efficienza degli stessi servizi attraverso il perseguimento di economie di sistema. Tale indirizzo è stato condiviso di massima dai sindaci dei Comuni nonché dal presidente della Provincia che hanno dato mandato all' assessore Santi, di formare un gruppo di lavoro trasversale tra gli enti affinché, su queste basi, sia oggetto di studio il nuovo progetto di governo del settore. Dopo il confronto Santi ha concluso la prima riunione del gruppo con l'impegno di approfondire gli aspetti giuridici e procedurali emersi dall'incontro, valutare nelle diverse soluzioni ritenute possibili, riconvocare il tavolo a breve per valutazioni ulteriori da sottoporre agli organi politici.

 


Dongo L'ex vicesindaco Della Fonte si dimette ancora. Stavolta da assessore, ma resta in Consiglio Segretario: la giunta Lillia perde un pezzettino (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 25-09-2007)
Pubblicato anche in:
(Provincia di Como, La)

 

Dongo L'ex vicesindaco Della Fonte si dimette ancora. Stavolta da assessore, ma resta in Consiglio Segretario: la giunta Lillia perde un pezzettino DONGO Primo effetto della seduta consiliare di venerdì scorso, quando è emersa per intero - nero su bianco - la pesante contestazione nei confronti del sindaco da parte di esponenti della giunta. Giorgio Della Fonte, dopo essersi assunto la paternità di un documento che parlava di ?fastidiosa presenza di un sindaco sgradevole?, ha rassegnato le dimissioni. In una lettera protocollata ieri mattina in municipio, l'ex vicesindaco comunica la sua decisione di abbandonare la giunta; rimarrà comunque in carica come consigliere. L'interessato conferma, ma preferisce evitare ogni commento. Sarebbe difficile per qualunque esponente di maggioranza, del resto, aggiungere ulteriori parole in questo delicato frangente. La polemica sullo stipendio del segretario ha messo a nudo la critica situazione di un'amministrazione in precario equilibrio da tempo. Le dimissioni dell'assessore Irene Briz, risalenti al 2005, quelle del consigliere Sandro Albini, uno dei più gettonati alle elezioni a livello di preferenze personali, e poi dello stesso Della Fonte da vicesindaco, che indiscrezioni avevano attribuito già a suo tempo al comportamento del sindaco, sono tutte scaturite - ora è ufficiale - proprio da un cattivo rapporto con Lillia, il quale, da parte sua, non ha certo nascosto la scomoda verità: "Sono stato contestato dai miei fin dal secondo giorno di mandato - ha commentato in aula venerdì scorso - ma sono andato avanti per la mia strada ed è quello che continuerò a fare finché mi sarà concesso". Tutto dipenderà dai consiglieri di maggioranza, secondo i quali il bene del paese consiste nell'aver approvato il bilancio e nel cercare di onorare il mandato, nonostante tutto; sempre in nome del bene del paese invocano invece le dimissioni di tutti gli esponenti di opposizione. Escluso Roberto Libera, il consigliere che ha sollevato la questione dello stipendio del segretario, per gli altri esponenti di maggioranza il rapporto con la popolazione è diventato infuocato e si è visto in occasione delle recenti sedute consiliari. Chi è fuori, d'altra parte, si guarda bene dal farsi coinvolgere. Le dimissioni di Albini avevano chiamato in causa Libera (Carla Gilardoni, prima dei non eletti, aveva declinato l'invito) ed ora, in caso di ulteriori defezioni, toccherebbe a Gabriella Dell'Era. Ieri, quando pareva che il taglio deciso da Della Fonte fosse netto, l'interessata è stata eloquente in merito a un suo eventuale ripescaggio: "In questo momento non accetterei di subentrare ad alcuno in consiglio. Lo stipendio del segretario? Non facendo parte dell'amministrazione non ho la certezza che le cifre annunciate siano quelle reali, ma se così fosse, non ho difficoltà ad ammettere che si tratta di un compenso esagerato". Gianpiero Riva.

 


Frana, in arrivo nuovi finanziamenti (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 26-09-2007)

 

Lucca Frana, in arrivo nuovi finanziamenti Partito il secondo lotto dei lavori nella zona di Fontanamaggio Un intervento complesso per garantire la sicurezza del centro storico di Barga BARGA. Prosegue l'intervento sul movimento franoso che interessa il versante Rio Fontanamaggio. In questi giorni sono iniziati nuovi lavori, per 300mila euro, sotto via Marconi, a ridosso del centro storico. Questi seguono il primo lotto di circa 160mila euro destinati a opere di ingegneria naturalistica, con il posizionamento di reti metalliche, realizzate proprio sul versante opposto, dal lato via del Giardino. Per il primo lotto i lavori erano stati appaltati dalla Comunità montana della Media Valle grazie ad un finanziamento regionale, a fondi comunali e della stessa Comunità montana. Adesso invece è partito il secondo lotto per circa 300mila euro appaltato anche questo dalla Comunità montana Media Valle. La ditta esecutrice ha trasportato sul posto dei grossi travi in legno che sta posizionando con una particolare tecnica di ingegneria sotto il muro di sostegno della strada provinciale, in modo da contenere la struttura muraria sulla quale insiste la strada e parte del centro storico. Per questo intervento di ingegneria naturalistica si utilizzeranno anche particolari tiranti. Ma tutta l'operazione non si ferma qui perché è già disponibile un ulteriore importante finanziamento da parte del ministero dei beni culturali proprio per la messa in sicurezza del centro storico della cittadina: si tratta di 1 milione e 350mila euro per il consolidamento della sponda su cui insiste l'antico abitato. A seguire l'iter di questi interventi anche l'assessore alla protezione civile, Pietro Onesti, e il presidente della Comunità montana Marco Bonini. "Complessivamente è un progetto importante - spiegano - ma adesso è importante realizzare alcuni interventi per il consolidamento delle zone a rischio. Comunità montana e comune di Barga oggi stanno lavorando in questo senso per arrivare a mettere in sicurezza i versanti a rischio di frana. è il via dell'operazione che porterà tutta la zona del Fontanamaggio in sicurezza, un intervento che riguarda un'ampia area e che è anche di protezione civile". Al momento si stanno realizzando tutte opere puntuali di ingegneria naturalistica e consolidamento strutturale delle aree che presentano maggiori problemi di erosione; in sostanza sono opere propedeutiche alla realizzazione dei successivi interventi di consolidamento, come previsti dall'imponente progetto dal costo complessivo di 13 milioni di euro. Di questo si era discusso in dicembre in un convegno a Palazzo Pancrazi alla presenza del sottosegretario Andrea Marcucci e dell'onorevole Ermete Realacci dopo che il sindaco Umberto Sereni aveva lanciato il problema parlando della situazione del Fontanamaggio come della più grossa emergenza idrogeologica della Valle. Adesso si vedono già i primi risultati: si è avviata un'operazione importante che cambia il volto di Barga, urgente e necessaria per la messa in sicurezza, un'opera di prevenzione e di protezione civile. Flavio Guidi.

 


Politica costosa proposta di ronchetti (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 26-09-2007)

 

Il consigliere tortonese Politica costosa Proposta di Ronchetti TORTONA. Bisogna ridurre i costi della politica andando a ridurre anche il numero delle società partecipate che vedono coinvolte le amministrazioni pubbliche nazionali. E' la proposta, potenzialmente dirompente, presentata al Senato, direttamente dal presidente del consiglio comunale di Tortona, Paolo Ronchetti, invitato a Roma, a palazzo Madama in qualità di presidente regionale dei Comuni e membro nazionale dell' Anci (l'Associazione nazionale dei Comuni italiani). Ronchetti è intervenuto al dibattito in Senato insieme ai sindaci di Torino, Brescia, Napoli e Milano chiedendo al ministro Linda Lanzillotta di agire anche sulle società partecipate, che rappresentano un costo non indifferente per la politica italiana. Il tortonese ha esortato gli esponenti politici romani presenti al dibattito a non insistere solo sui "tagli" ai consiglieri comunali e alla riduzione dei gettoni di presenza sugli amministratori comunali, ma di valutare bene anche altre soluzioni come appunto la riduzione delle società partecipate che costituiscono spesso un pozzo senza fondo per le istituzioni pubbliche coinvolte. Era in corso il dibattito sui costi della politica e sulle misure che bisognerebbe adottare per ridurne le spese, in questi giorni di grande attualità, e si discuteva anche sul Nuovo Codice della Autonomie. La proposta dei Comuni avanzata al Governo, sostenuta appunto anche da Ronchetti è stata quella di eliminare la competenza esclusiva della Giunta comunale in materia di regolamento ed ordinamento degli uffici e dei servizi in ogni singolo Comune.

 


Chioggia revoca gli incarichi a carlin (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-09-2007)

 

L'avvocato finito agli arresti domiciliari per l'inchiesta partita dal Friuli stava seguendo 21 pratiche per l'amministrazione Chioggia revoca gli incarichi a Carlin Lo ha deciso ieri la giunta comunale: è venuto meno il rapporto di fiducia VENEZIA. Anche Chioggia liquida l'avvocato Carlin. La giunta ha deciso ieri sera all'unanimità di revocare tutti i mandati e le consulenze affidati al legale portogruarese, ritenendo che il rapporto fiduciario che lo legava al precedente sindaco, Fortunato Guarnieri, e alla sua giunta sia venuto meno. Dato che l'avvocato prestava consulenza anche per la redazione dei Piani integrati di riqualificazione urbana e ambientale (Piruea) di iniziativa privata, nella stessa delibera si prevede di informare le imprese coinvolte che Carlin non più il legale di fiducia dell'amministrazione. In pratica la giunta ha deciso non solo di smarcarsi da rapporti futuri con l'avvocato al centro dell'inchiesta, ma anche di tutelarsi da qualsiasi complicazione possa nascere per i precedenti rapporti intercorrenti tra il professionista e il Comune. La partita dei Piruea non è infatti di poco conto. La precedente giunta ne ha presentati in Regione una decina: per alcuni (ex fabbrica del ghiaccio, AdriaDocs, ex cinema Verdi, Canevini, ex Parodi) la convenzione tra Comune e privati è già stata sottoscritta e la consulenza di Carlin sarà liquidata, come previsto all'articolo 9 del regolamento, dai privati; per altri, tra cui quelli che hanno suscitato qualche polemica come Ghezzi, Santa Caterina e ex cementificio, le cose andranno diversamente. "Il consulente - spiega il sindaco, Romano Tiozzo - a cui noi decideremo di fare riferimento, non sarà più pagato dal privato. L'impresa o la società rifonderà l'amministrazione delle spese che dovrà sostenere per pagare il consulente. Nei Piruea che non hanno ancora ottenuto il parere della Salvaguardia possiamo ancora intervenire anche nei contenuti, contrattando con i privati ad esempio più parcheggi ad uso dei residenti o più aree verdi per la collettività". Carlin stava seguendo per l'amministrazione 21 pratiche legali, in particolare costituzioni di parte civili per abusi edilizi e ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, oltre alle numerose consulenze in materia urbanistica. "Non ci permettiamo di emettere alcun giudizio - precisa il sindaco - ma stante la vicenda giuridica aperta e tenendo conto che la fiducia che legava Carlin alla precedente amministrazione è venuta meno, abbiamo deciso di revocare tutti i mandati e tutti gli incarichi di consulenza. Informeremo di questa decisione le imprese coinvolte nei Piruea perché un privato magari decideva di avvalersi di Carlin perché pensava fosse l'avvocato di fiducia del Comune. Da ora in avanti, e per le convenzioni non ancora sottoscritte di alcuni Piruea, sceglieremo altri consulenti a nostre spese e poi i privati ci rifonderanno degli oneri sostenuti per l'istruttoria". La decisione della giunta di chiudere i rapporti con Carlin era nell'aria già da qualche giorno. Lo stesso ex sindaco Guarnieri aveva ammesso di "non sentirsi di biasimare la nuova giunta se avesse scelto di troncare i rapporti fiduciari". Elisabetta Boscolo.

 


La casta e la rabbia (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampaweb, La" del 26-09-2007)

 

Perché gli italiani sono così furibondi nei confronti della loro classe politica? Perché quando Grillo parla, su Internet, in tv o nelle piazze, l'adesione è così entusiastica e contagiosa? Perché il libro di Stella e Rizzo, La casta, ha avuto un così meritato successo? Queste domande hanno già avuto molte risposte, alcune convincenti, altre meno, ma certamente non tali da esaurire il mistero per cui, in apparenza all'improvviso, i nostri concittadini sono diventati così intolleranti di fronte all'arroganza del potere, ai privilegi del ceto politico, alle piccole e grandi furbizie di chi li governa. Eppure, il popolo italiano è stato abituato, da secoli, a sbuffare ma a pazientare davanti ai soprusi di chi li comanda. Le classi dirigenti italiane, inoltre, al di là delle nostalgie di chi, per età o per smemoratezza, tende a edulcorare il passato in una mitica "età aurea" del costume pubblico, non si sono mai distinte per alto senso civico. La domanda, perciò, ritorna insistente: perché la demagogia di un bravo comico, la capacità investigativa e la piacevolezza della scrittura di due ottimi giornalisti hanno trovato una così pronta e incendiaria accoglienza nell'opinione pubblica? Le indagini sociologiche subito avviate dai principali centri di ricerca hanno colto un motivo "politico" sicuramente fondato: la delusione per gli effetti della cacciata di Berlusconi da Palazzo Chigi ha suscitato un acuto malessere in chi si era illuso che un cambio di maggioranza bastasse a risolvere almeno alcuni dei problemi che affliggono gli italiani. La plausibilità di questa interpretazione non sembra sufficiente, però, a motivare una indignazione così estesa e profonda, l'urgenza di uno sfogo così violento, speriamo solo negli eccessi verbali, un'ipersensibilità che non ammette reazioni proporzionate ai fatti, tali da omologare, per esempio, una infrazione stradale, sia pure grave, come quella del presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, alla più infamante motivazione di immediate dimissioni. Ecco perché la ricerca delle cause meno superficiali di questo pesante disagio italiano, forse, dovrebbe indirizzarsi anche sulle condizioni economiche, sociali, ma anche psicologiche, di due grandi categorie del nostro Paese: i giovani e la piccola e media borghesia, soprattutto quella che vive di reddito fisso. Una attenzione che, tra l'altro, alla vigilia della Finanziaria, il governo Prodi dovrebbe privilegiare per non sbagliare clamorosamente l'indirizzo dei provvedimenti di aiuto alle classi veramente in difficoltà in questo momento. Queste parti della nostra società, innanzi tutto, costituiscono la sezione "mobile" dell'elettorato, quella che non vota sempre allo stesso modo, per fedeltà ideologica o per abitudine familiare. Quella più sensibile ai cambiamenti di umore collettivo, più abituata a esprimere, anche politicamente, la protesta. Giovani e piccola-media borghesia, inoltre, sono le vittime quasi esclusive della "grande illusione" del secolo scorso: quella per cui una maggiore istruzione dei figli avrebbe garantito una migliore condizione di vita rispetto ai genitori. Ormai il Duemila ha svelato il grande inganno: non solo la mobilità sociale è proibita dalle caste professionali e dal loro potere di perpetuazione, ma, nella grande maggioranza dei casi, solo le rendite, le pensioni e le cure dei padri e persino dei nonni consentono ai giovani di poter campare, sia pure a fatica. Alla frustrazione dei figli, nell'ultimo decennio, si è aggiunta, ora, la paura dei genitori, perché quelle risorse che consentivano alla piccola-media borghesia italiana di integrare l'affitto e la spesa dei figli, si sono paurosamente assottigliate: rispetto al reale costo della vita, l'impoverimento delle classi medie è stato drastico. è una constatazione che si fa tutti i giorni, a partire dalle esigenze più elementari, quelle della casa, per esempio. Solo l'eredità consentirà ai figli il possesso di quella abitazione che i loro genitori avevano conquistato mediamente già dopo 10-15 anni di lavoro. Ecco perché il circolo di mutua assistenza che garantiva la sopravvivenza della famiglia borghese italiana, dalla nonna-baby sitter alla figlia badante dei vecchi genitori, rischia di spezzarsi in uno stato, magari dignitoso e silente, ma di vera disperazione. è questo lo stato d'animo, esteso e profondo, che rende intollerabile ogni ingiustizia, ogni privilegio. Uno stato d'animo acuìto, poi, dal ricordo di recenti abitudini di vita più confortevoli, da piccoli lussi una volta considerati normali e ora divenuti proibitivi. Finché erano possibili la speranza di un futuro migliore, l'attesa del dovuto riconoscimento dei sacrifici fatti, la verifica di una competizione sociale non completamente truccata dai "jolly" che possono mettere sul tavolo coloro che sono già privilegiati, l'indulgenza poteva essere ammessa. Finché sopravviveva l'illusione "protoleghista" di poter far da soli, di poter fare a meno dello Stato, si poteva essere meno esigenti nei confronti di chi rappresenta il nostro Stato. Ora che il cortocircuito di queste speranze le ha improvvisamente spente, l'urlo di Grillo si confonde, minacciosamente, con quello disperato di tanti giovani e di tanti loro genitori. Peccato che il primo faccia tanto rumore e il secondo si estingua nell'indifferenza di tutti.

 


Diga sull'isonzo a piuma, sì della regione (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-09-2007)

 

L'amministrazione Illy dà il via libera alla realizzazione del bacino idrico che consentirà di regolare il flusso dell'acqua del fiume dal territorio d'oltreconfine Diga sull'Isonzo a Piuma, sì della Regione Il costo dell'intervento è stimato in circa 18 milioni Il piano è approdato al ministero delle politiche agricole Via libera dalla Regione alla realizzazione della nuova diga sull'Isonzo in località Piuma poco prima del confine. Un maxi-intervento di 18 milioni di euro che consentirà di creare un invaso in grado di risolvere il problema degli sbalzi di portata causati dai bacini sloveni che sono causa da anni dai noti problemi riguardanti sia il settore agricolo sia la salute ambientale - leggasi la sopravvivenza della fauna ittica - del fiume. Lo ha annunciato l'assessore regionale all'Ambiente Enzo Marsilio in risposta a un'interrogazione presentata dal consigliere regionale di Alleanza nazionale Adriano Ritossa che riguardava proprio la necessità di costruire una diga sull'Isonzo in località Piuma per regolarizzare il flusso dell'acqua del fiume. Si farà, dunque, la diga sull'Isonzo la cui realizzazione era stata caldeggiata anche dal Consorzio di bonifica Isontino e osteggiata, invece, da buona parte degli esponenti ambientalisti. Il semaforo verde da parte della Regione è arrivato nelle scorse settimane con una delibera di giunta attraverso la quale l'amministrazione ha riconosciuto l'importanza e l'urgenza dell'intervento. Intervento che la stessa Regione ha quindi provveduto a segnalare al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per il suo inserimento nel Piano irriguo nazionale in modo che la realizzazione della diga sia considerata come prioritaria e affinché altrettanto prioritario sia considerato il finanziamento dell'opera. Sì, perché l'opera in questione resta comunque, vale la pena sottolinearlo, di competenza statale visto che l'Isonzo rientra nell'ambito di pertinenza dell'autorità di bacino. "L'amministrazione regionale - conferma l'assessore Marsilio - ha riconosciuto l'importanza e l'urgenza della realizzazione di una traversa sull'Isonzo da collocarsi al suo ingresso sul territorio italiano in località Piuma, dell'importo stimato di 18 milioni di euro allo scopo di costruire un nuovo invaso necessario a sottrarre la regimentazione di questo fiume dall'attuale dipendenza slovena che tanti problemi genera al settore agricolo ed è anche causa di gravi problemi ambientali in particolar modo per la sopravvivenza della fauna ittica". "Tale intervento - continua Marsilio - è stato inserito nel Programma regionale decennale delle opere pubbliche di bonifica e irrigazione, come aggiornato dalla deliberazione giuntale 1854 del 27 luglio allo scopo di riconoscerne l'importanza e l'urgenza ed è stato inoltre segnalato al ministero delle politiche agricole con nota assessorile del 2 agosto per l'inserimento nel Piano irriguo nazionale che riconosce priorità di realizzazione e di finanziamento da parte dello Stato ai progetti inerenti alla costruzione di nuovi invasi trattandosi di opera pubblica di competenza statale". Insomma, ciò significa che, come detto, la realizzazione della nuova diga dovrebbe essere inserita tra le priorità di intervento anche a livello nazionale e quindi i tempi per la sua realizzazione potrebbero essere piuttosto brevi. Piero Tallandini.

 


Se il buon giorno si vede dal mattino, allora bisognerà rassegnarsi a rivedere il triste, indec (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 26-09-2007)

 

Oroso spettacolo offerto dal Consiglio comunale della passata legislatura, la cui prima convocazione saltava spessissimo (o s'interrompeva) per la mancanza del numero legale. Cosa che è successa ieri, in una seduta che aveva peraltro all'ordine del giorno importanti provvedimenti di carattere gestionale dal punto di vista economico. E successo infatti che ieri pomeriggio, dopo il break di un'ora deciso per consentire ai consiglieri di mettere qualcosa sotto i denti, all'appello della ripresa della seduta è mancata la stragrande maggioranza dei consiglieri. Uno spettacolo che aveva svilito il ruolo dell'assemblea municipale nella passata legislatura, spettacolo al quale si sperava di non dover più assistere. Speranza andata delusa. La mancanza del numero legale ha mandato su tutte le furie il sindaco Massimo Cialente, il quale in una nota ha espresso tutta la sua indignazione per il fatto che all'appello s'è registrata "l'assenza dell'intera opposizione, ad eccezione del consigliere Luigi Faccia" e che sono mancati ben otto consiglieri di maggioranza. All'inizio il sindaco ne aveva contati dieci, poi ha preso atto che sia Angelo Mancini che Enrico Verini si sono dovuti assentare "per serie e improvvise motivazioni di carattere familiare", rammaricandosi di averne avuto notizia in maniera tardiva. "Non intendo assistere - spiega il primo cittadino - allo spettacolo indecoroso offerto dalla passata consiliatura, quando la continua mancanza del numero legale faceva sì che il Consiglio dovesse riunirsi più volte per l'approvazione di una singola delibera. Richiamerò pertanto i consiglieri di centrosinistra ad un maggiore senso di responsabilità istituzionale. Se poi, cosa che credo di poter escludere, il problema fosse invece di carattere politico prenderò atto della situazione e assumerò tutti i provvedimenti conseguenti". Un monito ai consiglieri, soprattutto a quelli di maggioranza, che non potrà non avere effetto. Altrimenti vorrebbe dire che le parole del sindaco hanno poco peso. Va comunque sottolineato che i consiglieri tutti hanno devoluto il gettone di presenza alla famiglia di Sergio Corbo, morto la scorsa settimana per i postumi di una caduta per le scale dopo aver ricevuto una spinta. In mattinata il Consiglio aveva approvato all'unanimità il bilancio consuntivo dell'ente, quello del Centro servizi per anziani e i conti degli agenti contabili del Comune.


L'AQUILA-E' stato un avvio interlocutorio quello di ieri tra il governo e le Regioni a Palazzo Chigi (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 26-09-2007)

 

Di GIANCARLO DE RISIO L'AQUILA-E' stato un avvio interlocutorio quello di ieri tra il governo e le Regioni a Palazzo Chigi sulla finanziaria 2008 per definire gli stanziamenti per le Regioni. Un avvio che il governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco ha definito "proficuo" anche se non bisogna pensare "che l'accordo è a portata di mano ed invece sarà necessaria molta pazienza". Al governo, rappresentato dal sottosegretario Enrico Letta e dai ministri Padoa Schioppa, Turco, Santagata e Lanzillotta, i presidenti delle Regioni hanno presentato un documento di cinque cartelle nel quale sono contenute le richieste più importanti delle Regioni. La richiesta principale è che all'interno del patto per la salute venga mantenuto uno spazio adeguato per le risorse sanitarie. Le Regioni, in sostanza, hanno chiesto che il fondo sanitario nazionale venga portato oltre i 100 miliardi di euro, dal momento che la spesa complessiva per la sanità ha toccato i 108 miliardi. E per la sanità l'Abruzzo punta ad aumentare, anche se di poco, il finanziamento del 2007, che è stato superiore ai 2 miliardi. "Al governo- ha detto Del Turco- abbiamo presentato un documento snello che punta su due aspetti. Il primo è il peso che ha assunto la spesa sanitaria sui bilanci delle Regioni, sia in quelle cosiddette virtuose, sia in quelle come l'Abruzzo, che stanno facendo enormi sacrifici per ridurre la spesa e rientrare nei parametri imposti dal governo. Il secondo aspetto, strettamente legato al primo, riguarda la politica degli investimenti e quella della ricerca e dell'innovazione". Nell'incontro di ieri le Regioni hanno confermato di essere pronte a sottoscrivere un patto per lo sviluppo economico di tutto il sistema Paese, dai Comuni allo Stato. All'interno del Patto si chiede al governo un impegno per le infrastrutture, i trasporti e per le aree sottosviluppate.Un altro punto della discussione ha riguardato il patto fiscale che ha anticipato alcuni elementi del prossimo disegno di legge del governo sul federalismo fiscale. I risultati di questo primo incontro col Governo saranno riferiti da Del Turco ai rappresentanti della maggioranza nell'incontro di oggi a Città Sant'Angelo in cui, come è stato detto, "si tenterà di imprimere un'accelerazione a tutti i fattori di cambiamento avviati dal governo regionale". Ma è sulla sanità che si è insistito molto nel confronto di ieri, specie da parte delle Regioni considerate "meno virtuose". Del resto un finanziamento adeguato delle spesa sanitaria, è ritenuto fondamentale per il bilancio di una regione come l'Abruzzo già alle prese con un deficit che è difficile tenere sotto controllo. Più soldi da parte dello Stato significano avere un margine di manovra più ampio. C'è chi insiste per la abolizione dei ticket sui farmaci, e c'è chi, come la Uil, chiede un confronto "immediato" per abbassare le tasse e proprio nel momento in cui l'assessore al Bilancio, Giovanni D'Amico, mette in mora la legge Omnibus chiedendone l'abolizione in alcune parti fondamentali, per recuperare finanziamenti da aggiungere al bilancio della sanità che necessità di una copertura di altri 57 milioni di euro. Diversamente la Regione sarebbe costretta a mettere mano di nuovo alla leva fiscale, altro che ridurre le tasse, come ha chiesto il segretario regionale dell'Uil Roberto Campo sollecitando il confronto con la Regione e dicendo apertamente che il sindacato non può più agire a copertura di provvedimenti impopolari