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IRROGANTO di
ARCHIVIO DI
DOSSIER “I
COSTI DELLA POLITICA”
Dal 26 al 30
settembre
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all’Archivio Generale del Dossier
-Nuovo partito ( da "Tirreno, Il" del 30-09-2007)
-Lato A e lato B anche in politica? Lato A e lato B. Con
la nuova geometria sulla scia di m ( da "Stampa, La" del 30-09-2007)
-BREVI ( da "Secolo XIX, Il" del
30-09-2007)
-Costi della politica e meno burocrazia fra le
priorità del pd ( da "Messaggero Veneto, Il" del
30-09-2007)
-RIDUZIONE del 20% dei consiglieri provinciali e comunali,
abolizione del gettone ( da "Nazione, La (Pistoia)" del
30-09-2007)
-Enti pubblici, la Finanziaria fa Prevista la diminuzione
dei membri nei consigli d'amministrazione ( da "Resto del Carlino, Il (Forli)" del
30-09-2007)
-RISPARMI Addio a comunità montane e circoscrizioni ( da "Resto del Carlino, Il (Forli)" del
30-09-2007)
-Di FABIO ROSSINuove tasse per colmare il
"buco"? La Regione giura che non ci saran ( da "Messaggero, Il" del
30-09-2007)
-PESCARA - Indennità economiche a parte, ogni
gruppo consiliare alla Regione avrà diritto a ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
30-09-2007)
-I costi della politica e le resistenze della casta ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
30-09-2007)
-OSIMO - Se al lavoro di un amministratore pubblico
corrisponde efficienza ed impegno il compen ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del
30-09-2007)
-ROMA - Ministro Santagata, Beppe Grillo e quelli del
"V-day" saranno so ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del
30-09-2007) + 10 altre fonti
-COSTI DELLA POLITICA SFORBICIATA DEL 10 PER CENTO AI
RIMBORSI. L'EX PM: UN'IDEA MIA . SI RAFFORZA L'ASSE CON AN 0 La 'zampata' di Di
Pietro: tagliati i soldi ai partiti ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
30-09-2007) + 16 altre fonti
-Una sforbiciatina ai costi della politica ( da "Nuova Venezia, La" del
30-09-2007) + 5 altre fonti
-Indennità parlamentare, scatto dimezzato ( da "Gazzetta del Sud" del
30-09-2007)
-Bagarre in Consiglio sulla riduzione dei gettoni di
presenza ( da "Gazzetta del Sud" del 30-09-2007)
-La casta dei politici e la razza padrona ( da "KataWebFinanza" del
30-09-2007)
-Arrivano gli amici di Grillo, riprese tv vietate ( da "Corriere Adriatico" del
30-09-2007)
-TOSCANA: BANDINELLI, SU COSTI POLITICA BENE MARTINI MA
NON BASTA ( da "Metronews" del 30-09-2007)
( da "Tirreno,
Il"
del 30-09-2007)
Pisa
NUOVO PARTITO NUOVO PARTITO Finalmente qualcuno che ascolta la base PISA. In
questi mesi sono diventato un entusiasta del Partito Democratico. Purtroppo a
volte la tensione ideale che sovrasta questa operazione di sintesi
cultural-politica viene smarrita, io stesso mi scopro avvilito da sentimenti e
azioni che circondano il voto del 14 ottobre, perché penso che: 1) andare alla
costituente non debba essere percepito come un accredito per le prossime
elezioni comunali, ma debba essere vissuto semplicemente come un contributo
alla creazione del futuro partito; 2) lo spirito unitario, necessario per la
costruzione di un soggetto unico, non si ottenga con l'unanimismo su un
segretario, ma con un sentimento leale di collaborazione, ricordando che al di
là delle differenti valutazioni sui candidati ci stiamo impegnando
insieme perché condividiamo gli stessi principi di libertà eguaglianza
solidarietà. Per superare questi problemi i primi obiettivi da porsi
devono riguardare i meccanismi partecipativi e decisionali interni: se il
principio primo del Pd sarà quello dell'autonomia morale e politica
delle persone, cioè il principio, secondo cui nessuno deve esercitare un
potere di controllo sulle scelte altrui, allora dobbiamo costruire: 1) un
metodo di selezione della classe dirigente democratico e trasparente, evitando
chiamate dall'alto ma legando le posizioni di responsabilità a un
consenso dal basso; 2) un partito laico in tutto e per tutto, che non imponga
la fede in un segretario ma che sia un luogo di dibattito libero in cui le
persone si possano realmente confrontare e che sappia prendere posizioni
unitarie ma senza l'assillo dell'unanimismo o dei giochi di corrente. Raffaele
Zortea LA CRITICA Scuolabus e impianti mancano dipendenti PISA. Si è
tenuto un incontro sindacale sui servizi scuolabus e impianti sportivi, ma a
questo incontro non erano presenti né l'assessore Cerri né la direzione
generale bensì il solo dirigente del settore. Assenze che confermano il
crescente disimpegno della amministrazione nella gestione di alcuni servizi che
operano con organici e investimenti insufficienti. Si tratta di servizi di non
poco conto visto che nel caso dello scuolabus centinaia sono i bambini serviti.
Lo scuolabus comunale ha aumentato i servizi, ma se non saranno sostituiti i
colleghi che a dicembre andranno in pensione, molti dei servizi non saranno
più erogati e ad essere colpiti saranno bambini e ragazzi della scuola
dell'obbligo. Per queste ragioni l'amministrazione dovrà impegnarsi
nelle prossime settimane a qualche assunzione a tempo determinato. Ma anche lo sport
non gode di buona salute. E' intenzione dell'amministrazione riprendere in
gestione impianti nel tempo esternalizzati ma ci chiediamo come questo buon
intento possa andare a buon fine con le attuali carenze di organico e senza
investimenti adeguati nella gestione del personale e degli impianti. Cobas
Comune di Pisa CONSORZI Fermiamo lo spreco di denaro pubblico PISA. In Toscana
i Consorzi di bonifica sono 13 oltre a 13 Comunità montane che svolgono
direttamente le funzioni di bonifica ed hanno 35 milioni di euro di entrate a
carico dei cittadini. Tali Consorzi spendono circa 15 milioni di euro a
esercizio per il funzionamento degli organi, costi del personale e di esazione,
costi per le elezioni e altro. Le indennità degli amministratori arrivando
in taluni casi oltre i 5.000 euro al mese per i presidenti, a 15.000 euro annui
per i revisori dei conti, mentre i gettoni di presenza possono arrivare fino a 130 euro a seduta. L'abolizione di
questi organismi e il passaggio delle competenze alle Province, costituirebbero
una semplificazione, razionalizzazione ed una maggiore efficienza dei processi,
mentre il risparmio, a carico delle tasche del cittadino e delle imprese ma
anche delle finanze pubbliche, sarebbe consistente e giustificato. Per
questi motivi il 21 di questo mese le opposizioni in consiglio regionale hanno
presentato un disegno di legge che tende a rendere più efficiente ed
efficace il servizio volto alla tutela e valorizzazione delle produzioni
agricole, alla difesa del suolo, alla regimazione delle acque e alla tutela
dell' ambiente e delle risorse naturali. Giovanni Garzella LA POLEMICA Marina
non è Forte dei Marmi PISA. Sul Tirreno ho letto un articolo sul
litorale in cui compariva il nome del consigliere comunale Antonio Ghionzoli il
quale preannunciava grandi cambiamenti per Marina; due fra i tanti: il
rifacimento delle piazze, la pedonalizzazione di tutto il lungomare. Ora, cari
marinesi, ve lo immaginate, in pieno luglio e agosto, quando non si trova un
"buco" per parcheggiare, se volete consumare frettolosamente un
caffè o comprare un giornale, dove andare a parcheggiare l'auto? Minimo
a
( da "Stampa,
La"
del 30-09-2007)
Iss Italia, avrebbe senso
per i politici una distinzione fra i due lati? GABRIELE BARABINO TORTONA
"E noi dei quartieri lavoriamo gratis!" Ho letto che i consigli di
amministrazione delle aziende partecipate dovranno ridurre i loro membri. Mi
sembra corretto perché chi fa politica a servizio della cittadinanza dovrebbe
farlo senza gravare sulle tasche dei cittadini. Noi, presidenti di
circoscrizione, effettuiamo il nostro compito senza guadagnare un euro, nemmeno
un gettone di presenza, anzi rimettendoci spesso di
tasca nostra per la promozione di eventi nei quartieri. Senza contare il tempo
dedicato all'attività! VINCENZO LUMELLO, PRESIDENTE CIRCOSCRIZIONE
VALENTINO CASALE MONFERRATO A Novi non c'è più neppure un cinema!
Leggendo l'articolo sul Teatro Marenco di Novi, vorrei segnalare che Novi
avrà sì nel 2011 il teatro storico agibile (dopo circa un
secolo), ma i cittadini novesi non hanno la possibilità di godersi alcun
film. Infatti, non abbiamo un cinema, o meglio esiste una sala cinematografica
nuova aperta circa un anno fa e chiusa quasi subito per divergenze tra il
gestore e i proprietari dei muri. Gran parte dei novesi, anziani e ragazzi al
di sotto dei 18 anni, non hanno dunque la possibilità di andare al
cinema. Sollecitazioni fatte da me e da moltissime altre persone a enti di ogni
genere hanno ottenuto risposte evasive. E dire che nel breve tempo in cui la
sala è rimasta aperta, l'affluenza di pubblico era notevole. GIGLIOLA
LECHNER MAIRANO NOVI LIGURE Prezzi, pensionati molto preoccupati C'è
grande allarme tra lavoratori e pensionati per il possibile aumento dei prezzi
di energia elettrica, gas e di beni di prima necessità (latte, pane,
pasta ecc). Si rende necessaria una iniziativa sindacale per contenere
l'aumento dei prezzi e le spinte speculative che possono avviarsi. A livello
nazionale Spi Cgil Fnp Cisl Uilp Uil stanno valutando la possibilità di
richiedere incontri con le grandi catene di distribuzione e con gli enti
gestori della telefonia e dell'energia per concordare strumenti di contenimento
dei prezzi. E' anche necessario un confronto serrato col Governo in sede di
discussione della legge finanziaria. A livello locale dovranno essere attivate
la Commissioni Provinciali per il controllo dei prezzi previste dal decreto
Bersani, controllo di prezzi e tariffe, legge per la non autosufficienza e
misure fiscali a favore di tutti i pensionati sono gli obiettivi del sindacato
pensionati nella campagna d'autunno. Una grande partecipazione di pensionati e
pensionate al referendum sull'accordo governo sindacati sull'aumento delle
pensioni ed il voto positivo confermeranno la fiducia nel sindacato confederale
e consentiranno di proseguire la nostra battaglia. SEGRETERIA SPI ALESSANDRIA
Assessori, c'è chi ha i compensi dimezzati Non tutti gli assessori
comunali percepiscono stipendi di 1080 euro al mese, come riportato
nell'articolo sul Consiglio comunale di Casale, pubblicato sabato 29 settembre.
C'è anche chi, dipendente di una azienda o di un ente, se mantiene la
sua occupazione introita un compenso da assessore pari a circa il 50 per cento.
Se invece rinuncia alla propria attività e si colloca in aspettativa,
percepisce il compenso completo da assessore da 1080 euro
senza aggiunta di gettoni
di presenza. LETTERA FIRMATA CASALE
MONFERRATO Precisazione sul tipo di carne Va fatta una precisazione su un
articolo riguardante il consumo della carne, apparso sul numero di
giovedì 27 settembre. Si accennava a prezzi convenienti praticati in un
punto vendita casalese, affermando che si trattava di carne belga o tedesca.
Si tratta di un'imprecisione, di cui l'articolista si scusa con l'interessato e
con i lettori. La carne cui ci si riferiva è invece danese e/o
nazionale, decisamente più apprezzata sul mercato internazionale. R. Al.
( da "Secolo
XIX, Il"
del 30-09-2007)
Burlando contromano odiosi
attacchi personali Ancora un segnale del decadimento della politica si è
avuto, l'altro ieri, con il dibattito nell'aula consiliare della Regione
Liguria per la richiesta di dimissioni del presidente Burlando. Le motivazioni
della richiesta? Perché Burlando ha guidato contromano e per farsi identificare
dagli agenti della Polizia stradale ha presentato un tesserino da parlamentare
scaduto. La minoranza di centro destra, con l'ex presidente della Regione,
Sandro Biasotti, e Gianni Plinio, di Alleanza nazionale, ha dato fondo a quanto
c'è di peggio sul piano politico: gli attacchi personali. Proprio loro
che sono sostenitori di Silvio Berlusconi che quanto a comportamenti personali
è un vero campione di cattivo gusto, arroganza, cinismo e ridicolaggine.
I partiti della Casa delle libertà non hanno niente di politico: inteso
come spirito di servizio per risolvere i problemi reali dei cittadini. Infatti
abbiamo visto tutte le leggi ad personam fatte durante il governo di
centrodestra, compresa la pessima legge elettorale che ci ha regalato alla fine
legislatura. Giorgio Borattoe-mail Non difendo Burlando ma la buona creanza Ho
visto il dibattito sulla sfiducia presentata dal centrodestra nei confronti del
presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando. Uno spettacolo penoso. Gli
interventi di Sandro Biasotti e Gianni Plinio sono stati di una cattiveria
degna di miglior causa. Da un'infrazione al Codice della strada ne è
venuto fuori un dibattito dove il livore personale l'ha fatta da padrone. Non
sono un fan di Burlando - pur essendo stato nello stesso partito per dieci
lustri - ma, più semplicemente, sono un fan della concretezza e della
buona creanza. Giuseppe MerelloGenova Dibattito penoso in Regione è
mancata anche l'ironia Ho seguito alla tv la penosa seduta del Consiglio Regionale
sulla vicenda Burlando. Non ho gradito gli attacchi personali che il Presidente
ha ricevuto e ho invece apprezzato molto la sua difesa. E mancata - in tutti -
quella cosa chiamata "ironia" l'uso della quale avrebbe da una parte
stemperato i toni e dall'altra ben sintetizzato le accuse : l'unica nota
umoristica l'ha data quel Consigliere regionale, della sinistra radicale, che,
seriosamente, ha affermato di non essere un'anima bella e di ascoltare in
macchina il coro dell'Armata Rossa. Dalle lettere pubblicate sul Secolo XIX
noto che il vero addebito che tanti fanno a Burlando non è l'errore di
guida, che può capitare , ma il comportamento successivo, con
l'esibizione, in luogo della patente che non aveva con sè del tesserino
da ex parlamentare, che avrebbe potuto, in qualche modo, intimidire agenti
della Polizia stradale. Ma le accuse personali, sono comunque sgradevoli,
inutili, e controproducenti. Cesare Simonettie-mail La multa è
sacrosanta volgari le basse insinuazioni Ho letto con molto sconforto l'articolo
sul dibattito in Consiglio regionale. E scandaloso mischiare la politica con i
fatti privati, come ho letto e sentito ieri. Personalmente il presidente
Burlando non mi è simpatico, non l'ho nemmeno votato, ma in questo caso
spezzo una lancia a suo favore. Giuste le sanzioni per la guida contromano, ma
tentare di farlo cadere con insinuazioni su presunti acquisti di biancheria
intima, rivelano una bassezza e pochezza di idee. Edoardo CassinelliGenova Il
centrodestra studi educazione civica Finalmente è finita la telenovela
del presidente Burlando contromano. Non se ne poteva più! Ora si
potrà tornare ai doveri, che sono tanti, del Consiglio regionale. Come
primo provvedimento suggerirei un corso accelerato di Educazione civica a tutto
il centrodestra! Spero che sia compreso anche qualche corso di comportamento
civico: come non aver visto l'imbarazzo sul volto del buon e bravo dottor
Matteo Rosso, l'unico che si è salvato, durante il suo intervento. Mario
Molinarie-mail Politici fuori del mondo ma incassano il
gettone Politici fuori dalla realtà. Consiglio regionale a perdere sul
"caso Burlando", per prendere un gettone di presenza. Giovanni
Poggio e-mail Liguria indipendente come San Marino La lettera di Fulvio
Pugliese pubblicata ieri sul Secolo XIX con il titolo "Non sassi ma voti
per cacciare i politici" ha centrato un preciso obiettivo: deve
essere il popolo a muoversi per ottenere un vero cambiamento. La popolazione
ligure, volutamente tenuta disinformata sui diritti della Liguria, non ha
ancora capito che il vero cambiamento avverrà solamente quando la
Liguria ritornerà indipendente. Solamente allora avremo una classe
dirigente ligure che saprà prendersi tutte le responsabilità
decisionali, senza aspettare la solita imbeccata da Roma. Sarebbe utile leggere
i testi scolastici di Storia delle scuole medie superiori, confrontando quelli
liguri con quelli di San Marino, del Canton Ticino svizzero, di Malta,
dell'Estonia e dell'Austria. Si potrà così constatare la
differenza di come viene raccontata la vera storia di queste comunità.
La popolazione ligure non conosce i suoi diritti, perché non viene insegnata la
vera storia della Liguria nei libri di storia delle scuole liguri . Vincenzo
Matteucci e-mail Concorsi all'italiana per "i prof figli di" Mi riferisco
all'articolo "Il bluff della prof. figlia di" pubblicato ieri sulla
prima pagina del Secolo XIX, firmato da Francesco Margiocco, articolo che ho
letto con estremo interesse. Ora che le procedure di concorso per
"professore associato/ordinario" sono bloccate (troppi professori in
giro, tra cui io) scopro che si è chiamati direttamente senza concorso.
Oltre ai "concorsi all'italiana" abbiamo anche le chiamate senza
concorso con procedure davvero "bizantine" proprio come la
fondamentale disciplina della neo-Associata di cui l'Italia ha proprio un
fondamentale bisogno. Complimenti alla nostra università e al Cun
(Consiglio universitario nazionale). Salvatore Gancie-mail 30/09/2007.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 30-09-2007)
Verso le primarie del 14
ottobre: presentate le liste per la Costituente Costi della politica e meno burocrazia fra le
priorità del Pd Mancano ormai poco più di due settimane alle
primarie per l'elezione delle assemblee costituenti del Partito democratico, le
cui modalità di svolgimento sono state illustrate l'altro pomeriggio in
Provincia dall'avvocato Francesco Donolato nel corso di un incontro pubblico
organizzato dal comitato promotore comunale del Pd. Si voterà dalle 7
alle
( da "Nazione,
La (Pistoia)"
del 30-09-2007)
Di presenza per i consiglieri
delle circoscrizioni con meno di 60 mila abitanti, riduzioni anche sulle
comunità montane. Sono le previsioni dalla bozza della finanziaria
elaborata dal Governo per abbattere i costi della politica negli enti locali. "Non credo che si tratti di misure
adeguate per risanare i conti pubblici che hanno bisogno di nuovi interventi
sulle pensioni", commenta l'assessore al bilancio, Piero Giovannini. -
-->.
( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del 30-09-2007)
Di EMANUELE CHESI S
TAVOLTA la Finanziaria non farà piangere solo i contribuenti: anche i
politici corrono il rischio di versare qualche lacrimuccia. Almeno quelli che
perderanno la poltrona a causa del provvedimento governativo che prescrive un
sostanzioso taglio dei componenti dei consigli di amministrazione. Nel mirino
sono una pletora indescrivibile di società controllate totalmente o in
parte da Comuni, Province e Comunità montane. Enti con bilanci
sostanziosi che esplicano funzioni fondamentali e semisconosciute agenzie di
cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. Com'è facile immaginare, i
nei consigli d'amministrazione (più o meno lautamente retribuiti) si
rincorrono spesso gli stessi nomi che fanno capo ai partiti politici. Accanto a
manager capaci e volenterosi, i cosiddetti enti di secondo grado accolgono
amorevolmente politici di seconda fila (quelli che sostengono i big),
amministratori 'trombati' o prepensionati, amici degli amici da accontentare
con uno strapuntino e una scrivania, un ruolo di
visibilità pubblica e il solito gettone di presenza. IL
TAGLIO delle poltrone limita a tre componenti il consiglio di amministrazione
delle società partecipate con un capitale inferiore a due milioni di
euro. Per le altre sono previsti cinque componenti. Cinque è anche il
numero massimo dei rappresentanti dei soci pubblici nelle aziende miste.
Restano fuori dall'applicazione della norma le società quotate in Borsa
come Hera. Altre importanti aziende come Sapro sono già linea con le
indicazioni governative Tra le società forlivesi più note, il
taglio più sostanzioso sarà per Romagna Acque, che attualmente
conta su un consiglio d'amministrazione di 13 membri. L'ente presieduto dalla
diessina Ariana Bocchini (insediata automaticamente a Ridracoli dopo aver
concluso il mandato di sindaco a Bertinoro) dovrà dimagrire fino a
cinque membri. E dovendo accontentare le pretese di rappresentanza di tre
provincie e di tutti i comuni romagnoli (e sullo sfondo, dei partiti) è
facile prevedere un bagno di sangue. Anche perché ogni membro del consiglio
percepisce un compenso annuo di 15 mila euro (aumentati giusto nel 2007) e un
gettone di 135 euro per ogni seduta. Per l'anno 2007 è stato elevato
anche il compenso al presidente: 83.700 euro. Destino singolare per l'appena
costituita Casa Artusi: il consiglio d'amministrazione dovrà scendere da
cinque a tre membri, avendo un capitale inferiore a due milioni di euro.
DIMAGRIMENTO in vista anche per il Centro Ricerche Marine (presidente Attilio
Rinaldi) e per il Centro Produzioni Animali (presidente Giuseppe Veneri) che
dovranno adattarsi a consigli dimezzati. La società di promozione e
commercializzazione turistica L'Altra Romagna (65 mila euro di capitale
sociale, partecipata dalle province romagnole, le comunità montane e
diversi enti economici)dovrà 'contenersi' a cinque membri del consiglio
d'amministrazione. Ora sono ben otto, compresi il presidente Orazio Moretti
(assessore provinciale diessino, 13 mila euro annui di compenso) e il
vicepresidente Pierlorenzo Rossi (20 mila euro annui). Spariranno due poltrone
anche nella società aeroportuale 'Promozione e Turismo', che anche nel
( da "Resto
del Carlino, Il (Forlì)" del 30-09-2007)
NON CI SONO solo le
società partecipate dagli enti pubblici nel mirino delle misure di contenimento
dei costi della politica varati dal governo. La scure sta infatti per
abbattersi anche sui consigli elettivi e sugli organi di rappresentanza del
territorio. Una cura dimagrante feroce potrebbe essere varata per le
Comunità montane, il cui numero è proliferato all'inverosimile
negli ultimi anni. Si prevedono tagli di posti in consiglio e soprattutto
accorpamenti di enti a livello provinciale. Stop all'ampliamento e anzi una
progressiva diminuzione, almeno a partire dalla prossima legislutare, sono
previsti per i consigli comunali, provinciali e per le rispettive giunte.
Infine i consigli circoscrizionali. Saranno mantenuti solo per le città
più grandi. Forlì dovrà farne a meno, anche se sarà
possibile ricorrere a organi di rappresentanza di quartiere (come è
stato fatto ad esempio a Imola) completamente v
( da "Messaggero,
Il"
del 30-09-2007)
Di FABIO ROSSI Nuove tasse
per colmare il "buco"? La Regione giura che non ci saranno, mai. Ma
il ministero della Salute non è d'accordo: "Se il Lazio non
centrerà gli obiettivi del piano di rientro dal debito della
sanità scatterà automaticamente l'aumento delle addizionali alle
tasse e, probabilmente, anche il commissariamento del sistema sanitario regionale". A tracciare un quadro a tinte
fosche è il sottosegretario alla Salute Serafino Zucchelli, da giorni
diventato una via di mezzo tra un Grillo parlante e un implacabile fustigatore
per la Pisana. In settimana aveva bocciato sonoramente il Lazio, definendola
"l'unica Regione in ritardo rispetto al piano di recupero fissato".
Adesso conferma: "a fornire un quadro negativo sono le ultime indagini
tecniche, che parlano di un ulteriore deficit della sanità, di cui
è al corrente anche il presidente Piero Marrazzo - spiega Zucchelli - di
questo passo gli obiettivi prefissati non saranno raggiunti, visto anche che
mancano soltanto tre mesi alla fine dell'anno". E se non si andrà
in meta, secondo il medico emiliano, saranno guai seri: "Nell'accordo con
il Governo è previsto che i deficit debbano essere immediatamente
coperti dalle Regioni inadempienti, quindi l'incremento delle tasse sarà
inevitabile". I conti li fa, dal centrodestra, uno che le finanze della
Pisana le conosce bene: Andrea Augello, senatore di An e assessore al Bilancio
ai tempi della giunta di Francesco Storace. "Per coprire duecento milioni
di euro servirebbe un incremento dell'aliquota Irpef dello 0,4 per cento",
ipotizza. Se la scelta fosse quella - parte del peso potrebbe essere scaricata
sull'Irap, e quindi sulle imprese - un cittadino con un imponibile lordo di 25
mila euro pagherebbe quindi 100 euro l'anno in più di Irpef. Ma Augello
va oltre: "Credo che l'assessore Battaglia abbia garbatamente tentato di
nascondere che lo sfondamento di 215 milioni oggetto delle rampogne
ministeriali nei suoi confronti non riguarda affatto il 2007 ma è da
riferirsi al 2006", sostiene il senatore di An. "Per il 2007 si sta
manifestando un ulteriore sfondamento, pesato nel valore di circa 200 milioni
al 30 giugno di quest'anno - aggiunge l'ex assessore al Bilancio - Questo
significa che al 31 dicembre questa cifra potrebbe raddoppiarsi". Dalla
Pisana, però, l'ipotesi di nuove tasse viene respinta seccamente, senza
nascondere accenti polemici nei confronti del sottosegretario alla Salute:
"Bisognerebbe essere molto cauti, prima di lanciare messaggi non corretti,
che possono dare informazioni sbagliate ai cittadini - dice l'assessore
regionale al Bilancio Luigi Nieri - La Finanziaria ci impone di coprire
l'eventuale deficit, ammesso che a fine anno ci sarà, ma non
necessariamente con nuove tasse. Queste, anzi, sono un'ipotesi che escludiamo
categoricamente: come abbiamo sempre detto, nel 2008 resteranno invariate e nel
2009 le abbasseremo". Come fare, allora, a coprire il "buco"?
"Con i risparmi sulla spesa corrente, ossia sul costo di tutta la macchina
amministrativa, che già abbiamo avviato nell'ultimo bilancio e
nell'assestamento (con 124 milioni di risparmio) - risponde Nieri - A fine anno
il Lazio sarà molto probabilmente la prima Regione d'Italia per il taglio dei costi della politica".
"I conti ci preoccupano e la sanità non è facile da
stabilizzare - aggiunge l'assessore regionale alla Sanità Augusto
Battaglia - Ma siamo in grado di centrare l'obiettivo del piano di rientro
entro l'anno recuperando i 214 milioni di euro di deficit trovati nel mese di
luglio". Secondo Battaglia è però "necessario
monitorare i conti e non farli solo il 31 dicembre, perché così si
evitano le sorprese".
( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)"
del 30-09-2007)
Tre dipendenti. Quindi
ogni nuovo gruppo monodose, cioè composto da un solo consigliere,
avrà diritto a tre impiegati. Se poi desidererà rinunciarci, e
avvalersi per esempio della collaborazione di un solo dipendente, potrà
intascare l'equivalente degli altri due stipendi per finanziare le
attività del suo gruppo. Insomma un bello scandalo. Per questo il Polo
ora spera che l'iter per l'approvazione della modifica proposta dal presidente
del Consiglio regionale Marino Roselli che ha fissato un tetto di minimo tre
consiglieri per ogni gruppo, sia veloce. "Così come lo è
stato per la modifica del regolamento approvata per consentire
la costituzione del gruppo dell'Unione, subito dopo l'insediamento del
Consiglio", dice Fabrizio Di Stefano di An. "Si fa un gran parlare
della necessità di ridurre i costi della politica, ma poi -
alla prova dei fatti - non ci si fa scrupolo di moltiplicare i gruppi
consiliari in monogruppi composti da un solo consigliere, con relativo aumento
spaventoso delle spese": a dichiarare "sconcerto e
dissenso" sulla delibera dell'ufficio di presidenza del consiglio
regionale che ieri ha dato il "via libera" alla formazione di nuovi
monogruppi consiliari, è Alfredo Castiglione, capogruppo di Alleanza
Nazionale. "Fabrizio Di Stefano e Daniela Stati, membri dell'ufficio di
presidenza - hanno fatto bene a non partecipare alla seduta dell'ufficio di
presidenza. Siamo in piena sintonia con tale decisione: una loro presenza
avrebbe avallato un atto legittimo ma decisamente irresponsabile. Piuttosto
è urgente a questo punto convocare la giunta per il regolamento e la
commissione competente, bisogna arrivare in tempi rapidi ad una modifica del
regolamento che ponga un freno a questa sconsiderata proliferazione di gruppi
che fa lievitare in maniera vergognosa i costi di funzionamento del consiglio
regionale". "Leggo delle giustificate preoccupazioni del Presidente
del Consiglio regionale Marino Roselli per il proliferare dei Gruppi
consiliari, ma non leggo altrettanta preoccupazione e sconcerto per quanto
accade in casa dello stesso Roselli con il Partito Democratico - questo il
commento di Nazario Pagano, Capogruppo di Forza Italia - Non può passare
sotto silenzio che il Partito Democratico, sbandieratamene nato per semplificare
la politica e combatterne gli aspetti degenerativi, si
assesti poi in Consiglio con ben tre Gruppi..questo sarebbe il vero scandalo,
caro Roselli".
( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)"
del 30-09-2007)
PRIMA PAGINA 30-09-2007 EDITORIALE I costi della politica e le
resistenze della casta Giuliano Molossi I l tema dei costi della politica, dei guasti dei partiti e degli intollerabili
privilegi della casta continua a tener in fibrillazione il Palazzo. Qualcuno
finalmente comincia a capire che al disagio, all'inquietudine, alla rabbia
della gente bisognerà pur dare qualche risposta. Il governo Prodi
(102 fra ministri, viceministri e sottosegretari) ha auspicato che il
Parlamento proceda alla modifica di tre articoli della Costituzione
per ridurre deputati e senatori e ha inoltre previsto un taglio del 20 per
cento sul numero dei consiglieri comunali e provinciali. Già Fassino,
nei giorni scorsi, aveva avanzato queste e altre proposte: la riduzione delle
indennità e pensioni dei parlamentari, allineandole alla media europea;
la soppressione dei consigli di quartiere nelle città con meno di 500 mila
abitanti; un taglio netto del numero delle amministrazioni provinciali e delle
comunità montane. A proposito di queste ultime, c'è una norma che
il governo vorrebbe introdurre subito nella prossima Finanziaria che ne fissi
in
( da "Messaggero,
Il (Ancona)"
del 30-09-2007)
OSIMO - "Se al lavoro
di un amministratore pubblico corrisponde efficienza ed impegno il compenso va
sempre riconosciuto. L'indennità esalta inoltre il senso di
neutralità che un amministratore deve possedere come connotato per ben
governare. Sarebbe perciò un errore azzerare le competenze
economiche". La pensa così Rosalia Alocco, capogruppo
di minoranza de Il Centro per L'Ulivo e prende in questa maniera le distanze
dalla proposta del sindaco Latini di azzerare gli stipendi agli amministratori:
"Il nostro gettone di presenza di un consigliere è
talmente irrisorio che se qualcuno di noi dovesse subire una multa durante la
permanenza nella Sala Gialla, i 15 euro netti accreditati non
basterebbero a pagarla". Ma aggiunge: "Succede però che nelle
partecipate ci siano compensi troppo alti. Il caso dell'Astea è
emblematico. Nelle ultime stagioni la Spa non ha prodotto grandi utili e le
leggi di mercato impongono di cambiare amministratori o ridimensionare i loro
compensi quando i profitti cominciano a venir meno". Nata dalla fusione
tra Aspea e Ast Recanati nel settembre
( da "Messaggero,
Il (Ancona)"
del 30-09-2007)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Latina)) (Messaggero, Il (Pesaro))
(Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero, Il (Viterbo)) (Messaggero, Il
(Frosinone)) (Messaggero, Il (Marche)) (Messaggero, Il (Umbria)) (Messaggero,
Il (Civitavecchia)) (Messaggero, Il (Rieti)) (Messaggero, Il)
Di MARCO CONTI ROMA -
Ministro Santagata, Beppe Grillo e quelli del
"V-day" saranno soddisfatti dei tagli ai costi della politica inseriti in Finanziaria? "Oggettivamente sono una risposta,
ma non sono frutto della pressione della piazza. Sono nel programma elettorale
dell'Unione e una buona parte furono già oggetto delle leggi Bersani e
della passata Finanziaria". Basteranno? "Non volevamo fare
l'occhiolino a nessuno, ma mettere assieme dei provvedimenti che hanno come
obiettivo quello di migliorare la qualità della pubblica
amministrazione". Non pensa ci sia stato un eccessivo lavoro di lima
quando invece servirebbe la scure? "Non cercavamo norme ad effetto. Sugli
enti, ad esempio, non ne abbiamo aboliti un paio solo per farne un titolo di
giornale, ma abbiamo messo insieme dei provvedimenti per snellire e dare
più efficienza a tutti gli enti". Quindi Grillo non sarà
contento "Sono sicuro che non lo sarà, ma noi dobbiamo dare
risposte in termini di efficienza e non di demagogia. Servono risposte
coerenti, senza buttare via il bambino con l'acqua sporca. E in questo caso il
bambino è la democrazia. Inoltre ricordo che fu Prodi a parlare nella
lettera da Creta della necessità di tagliare i costi della politica e della pubblica amministrazione. Da lì
partimmo per scrivere il programma delle primarie del 2005. E' ovvio, noi
condividiamo da sempre la necessità di snellire i costi della politica, di dare efficienza alla pubblica amministrazione
ma senza demagogia". Reggerà il taglio del dieci per cento dei
rimborsi elettorali ai pariti? "Penso di sì, così come sono
sicuro che passerà la riduzione del 50% dello scatto biennale della
indennità parlamentare. D'altra parte abbiamo inserito queste norme in
Finanziaria proprio per dargli maggiore certezza". Nessun ministro ha
avuto da ridire? "La Finanziaria è uscita dal consiglio dei
ministri esattamente come è entrata. Salvo qualche piccolo
aggiustamento" Inoltre con il taglio ai costi della politica
avete anche fatto un po' di cassa "Il nostro primo obiettivo è
stato quello di moralizzare la politica. Il miliardo
di risparmio previsto si avrà solo quando tutte le norme andranno a
regime. Infatti la maggior parte dei provvedimenti non impattano
sull'amministrazione centrale, ma sugli enti locali dai quali ci attendiamo
quell'attenzione che qualche amministrazione comunale e regionale ha già
avuto". Prodi ha esplicitamente chiesto il sostegno delle Camere, temete
che intese più o meno bipartisan possano affossare la riforma?
"Ovviamente si tratta di norme che incidono sulle abitudini di tutti e
quasi tutte richiedono un livello di lavoro comune a più livelli
istituzionali, specie da parte delle regioni. Analoga coerenza spetterà
al Parlamento, non solo nell'approvare quanto predisposto dal governo ma anche
nel dare attuazione ai dispositivi". Vi attendete anche il contributo
dell'opposizione? "La Finanziaria non è blindata. C'è la
speranza che dal Parlamento escano suggerimenti utili. Sono sempre ben accetti,
così come i voti dell'opposizione. Tutto è emendabile, tranne i
saldi".
( da "Resto
del Carlino, Il (Rovigo)" del 30-09-2007)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Imola)) (Resto del Carlino,
Il (Macerata)) (Nazione, La (Nazionale)) (Nazione, La (Pistoia)) (Resto del
Carlino, Il (Modena)) (Resto del Carlino, Il (Pesaro)) (Resto del Carlino, Il
(Cesena)) (Resto del Carlino, Il (Rimini)) (Resto del Carlino, Il (Ravenna))
(Resto del Carlino, Il (Ascoli)) (Resto del Carlino, Il (Ancona)) (Resto del
Carlino, Il (Forlì)) (Resto del Carlino, Il (Faenza)) (Resto del
Carlino, Il (Bologna)) (Resto del Carlino, Il (R. Emilia)) (Resto del Carlino,
Il (Ferrara))
COSTI DELLA POLITICA
SFORBICIATA DEL 10 PER CENTO AI RIMBORSI. L'EX PM: "UN'IDEA MIA". SI
RAFFORZA L'ASSE CON AN La 'zampata' di Di Pietro: tagliati i soldi ai partiti ? ROMA ? DIMINUIRE I COSTI della politica
di oltre un miliardo di euro, cominciando dal taglio del 10% dei rimborsi
elettorali ai partiti. E' l'obiettivo indicato ieri da
Romano Prodi, che ha presentato i contenuti della nuova Finanziaria, dicendo di
aspettarsi dai partiti "comprensione e una
cooperazione forte e convinta". "Su una misura ? ha aggiunto in
serata ? che potrebbe piacere al popolo del V-day". IL TAGLIO dei rimborsi
è solo una delle misure previste dalla manovra. A detta di Prodi,
"nella Pubblica amministrazione verranno eliminati numerosi enti",
saranno "snelliti i consigli d'amministrazione delle società
partecipate" e potranno essere costituite soltanto società
pubbliche "attinenti allo scopo istituzionale degli enti". E ancora:
l'obbligo di usare internet per le telefonate e la posta elettronica per la
corrispondenza. Decisioni che si aggiungono al "taglio del 20% dei
consigli e degli assessori comunali e provinciali", al divieto di consigli
circoscrizionali fuori dalle grandi città e a "nuovi criteri per la
costituzione delle comunità montane". Il taglio dei contributi ai partiti è stato approvato all'unanimità, ha
spiegato Prodi, mentre il ministro Antonio Di Pietro si attribuisce la paternità
della proposta. "Ho fatto una 'dipietrata' ? ha spiegato l'ex pm ad
Orvieto, alla platea dei circoli "Nuova Italia" di Gianni Alemanno ?
Ci volevano soldi per mettere in sicurezza decine di edifici scolastici, ma non
sapevamo dove prendere 20-25 milioni di euro all'anno". Da qui, l'idea del
taglio del 10%, scritta da Di Pietro su un fogliettino inviato al ministro
Vannino Chiti. "La cosa è andata ? chiosa il leader dell'Italia dei
Valori ? ora, però, devo controllare che sia contenuta nel testo licenziato".
Con una precisazione: "Questa non è antipolitica,
non è populismo, ma è un messaggio di come la politica
possa risarcire la società". Magari in stile bipartisan, come
dimostra la partecipazione all'iniziativa di An, nella convinzione
che sui costi della politica, sia necessario "rompere gli schemi". Non manca
tuttavia, una bordata a Berlusconi, proprio sul capitolo dei rimborsi
elettorali. L'ex premier, ha detto Di Pietro, "ha cartolarizzato tutto il
credito di Forza Italia con lo Stato, ora lui i soldi li ha presi mentre il
problema resta alla banca che ha accettato di scontare i rimborsi
elettorali". "Non so come faccia ? ha ironizzato il ministro ?
perché è riuscito a capire in anticipo quello che facevamo
stanotte". LA NOTIZIA è stata confermata ieri in ambienti
finanziari e politici. In sostanza, Forza Italia è riuscita a cedere il
proprio credito a Intesa Sanpaolo (presieduta dal filo prodiano Giovanni
Bazoli), attraverso un'operazione del valore di 94 milioni di euro. "Nel
mondo della finanza pubblica ? aveva spiegato la scorsa settimana il
responsabile delle attività corporate di Intesa Sanpaolo, Gaetano
Micciché ? assistiamo anche forze politiche che vantano crediti nei confronti
del governo. Ogni forza politica vanta dei crediti
certi, in funzione dei risultati elettorali". La riduzione del 10%,
tuttavia, potrebbe aprire un nuovo scenario. Matteo Spicuglia - -->.
( da "Nuova
Venezia, La"
del 30-09-2007)
Pubblicato anche in: (Tribuna di Treviso, La) (Provincia Pavese, La)
(Gazzetta di Modena, La) (Tirreno, Il) (Alto Adige Trento)
Tra le misure: 4.000
assunti per le forze dell'ordine, regime semplificato per i piccoli
imprenditori Una sforbiciatina ai costi della politica
C'è anche il taglio alle indennità parlamentari e ai rimborsi
elettorali ROMA. Ecco le altre misure previste nella Finanziaria. Sicurezza. Il
premier Romano Prodi annuncia che 4.000 "giovani militari saranno assunti
e passeranno dal servizio militare al comparto della sicurezza".
Complessivamente per la sicurezza si stanziano 200 milioni in più. Ires
ancora giù. Lo 0,5% di riduzione dell'Ires per le imprese è
arrivato nel corso della notte. L'imposta, che è ora al 33%, scende al
27,5% contro il 28% inizialmente ipotizzato. Irap. L'Irap scende dal 4,25% al
3,9% e diventerà sempre più un'imposta regionale. La
dichiarazione va presentata alle regioni. Tv, digitale nel 2012. I vecchi
televisori analogici andranno presto in pensione e il segnale analogico, quello
che dalla nascita della tv in Italia porta i programmi in casa, sarà
spento e sostituito definitivamente dal digitale. Slitta però al 2012 la
data di passaggio definitivo al digitale omogeneizzando questa data a quella
decisa anche nel resto di paesi Ue. Misure per l'ambiente. Conferma dei 600
milioni del Fondo per Kyoto; disposizione che prevede che i nuovi interventi
pubblici (edilizia, trasporti, ecc.), almeno nella misura del 40%, debbano essere
accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di
gas serra; creazione del Fondo per nuovi parchi urbani (150 milioni di euro)
per la nascita di 1.000 nuove aree verdi nelle nostre città; sbloccati i
fondi, fermi al ministero dell'Economia, per le aree protette del nostro Paese,
con un beneficio di oltre 100 milioni di euro; la difesa del mare godrà
di un contributo straordinario di 20 milioni di euro. Per la mobilità
sostenibile previsto un forte investimento per ferrovie e metropolitane con una
previsione di ben 1.000 nuovi treni per pendolari. Costi
della politica. Quattro le aree di intervento: 1. La razionalizzazione
degli enti pubblici statali e l'eliminazione delle duplicazioni di enti a
livello infraregionale; 2. Riqualificazione della spesa nella Pubblica
Amministrazione 3. La riforma della rappresentanza politica
a livello locale 4. Razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche. Le
misure, a regime, comporteranno un risparmio superiore al miliardo di euro.
Palazzo Chigi, in una nota, indica le norme che in
Finanziaria possono essere ricondotte al contenimento dei costi
politico-amministrativi: "Taglio del 10% ai rimborsi elettorali per i partiti; riduzione del 50% dello scatto biennale della indennità
parlamentare; razionalizzazione degli enti pubblici statali e soppressione,
riordino o trasformazione in enti privati degli enti pubblici statali.
Piccoli imprenditori. Un milione di imprenditori "minimi" e
"marginali", cioè con un'organizzazione semplice, senza
dipendenti, potrà scegliere di aderire - se lo ritiene conveniente - ad
un regime semplificato. Chi riguarda: chi ha un giro di affari inferiore a
30mila euro lordi l'anno, non ha fatto investimenti superiori ai 15mila euro
nel triennio e non ha dipendenti. Come funziona: per coloro che aderiscono
scattano la franchigia dall'Iva (e dalla relativa documentazione), l'esenzione
dall'Irap e un solo adempimento per l'Irpef. Che cosa si paga: un'imposta
sostitutiva sul reddito pari al 20%.
( da "Gazzetta
del Sud"
del 30-09-2007)
Costi
della politica Le
novità a regime porteranno risparmi per oltre un miliardo
Indennità parlamentare, scatto dimezzato ROMARiduzione del 50% dello
scatto biennale delle indennità parlamentari e taglio del 10% del fondo
per gli straordinari del personale delle pubbliche amministrazioni e per i
rimborsi elettorali ai partiti politici: queste alcune
delle misure del disegno di legge sui costi della politica
che entrano in finanziaria. Le novità a regime porteranno risparmi per
oltre un miliardo di euro. SOCIETA STRETTO DI MESSINA La società Stretto
di Messina sarà chiusa. L'iniziativa rientrerebbe nel quadro della
riduzione degli sprechi derivanti dagli enti considerati ormai inutili. SOCIETA
CONTROLLATE Riduzione del numero dei membri dei cda delle società
controllate dalle amministrazioni pubbliche. P.A. Stretta su incarichi e
consulenze; attribuzione di incarichi di studio nella Pa solo a chi ha comprovata
specializzazione universitaria; riduzione del 20% dei compensi dei commissari
straordinari di governo. AUTO DI SERVIZIO La cilindrata media della auto di
servizio utilizzate negli uffici della Pa non potrà superare i 1600 cc .
PATRIMONIO IMMOBILIARE Taglio di almeno il 10% del valore dei canoni per
locazioni passive e costi d'uso di immobili statali. TAGLIO ASSESSORI COMUNALI
E PROVINCIALI Il risparmio di spesa conseguente alla adozione della
disposizione relativa agli assessori comunali, è quantificabile, a
regime, in 16,7 milioni di euro. Il risparmio di spesa
conseguente alla adozione della disposizione relativa agli assessori
provinciali è quantificabile, a regime, in 6,5 milioni di euro. COMUNITA
MONTANE Le nuove norme consentono la riduzione dei costi delle comunità
montane per un totale, a regime, di circa 66 milioni di euro. (domenica
30 settembre 2007).
( da "Gazzetta
del Sud"
del 30-09-2007)
Barcellona I crescenti
costi della politica Bagarre in Consiglio sulla riduzione dei gettoni di presenza Franco Miano BARCELLONA Tagliari i costi
della politica.Se n'è discusso in Consiglio con spaccature trasversali
ai vari schieramenti.Si è cominciato con i compensi ai consiglieri per
sedute consiliari e di commissione. A proporre un freno agli
"sprechi", il consigliere di Forza Italia, Salvatore Imbesi il quale,
dopo essersi consultato con il segretario generale del Comune, ha riferito in
aula che le sedute delle commissioni consiliari devono avere per oggetto
esclusivamente delibere e atti proposti dalla presidenza del consiglio per il
loro successivo passaggio in aula, riducendo così il
numero delle sedute e quinsi i gettoni di presenza dei consiglieri
impegnati. Imbesi ha calcolato, alla luce dei dati dell'ufficio di ragioneria,
che i costi sono lievitati da 230.000 euro del
( da "KataWebFinanza" del 30-09-2007)
SI E avviato un bel
dibattito che ha come tema gli italiani e la politica. Il merito occasionale va
diviso in parti eguali tra Rizzo e Stella
da un lato e Beppe Grillo dall'altro. Dico occasionale
perché in realtà è un dibattito che dura da un secolo e mezzo,
cioè dalla fondazione dello Stato unitario nel 1861. Pensate un po'!
Alcuni ne hanno esaminato le cause, altri ne hanno cavalcato e radicalizzato
gli effetti. In questo dibattito, da oltre cinquant'anni, ci sono dentro
anch'io e quindi ho qualche titolo per intervenirvi di nuovo. Ma prima è
d'obbligo spendere qualche parola sulla legge finanziaria, finalmente
licenziata dal Consiglio dei ministri insieme a un decreto che avrà
effetti immediati, approvato all'unanimità la sera di venerdì. Il
decreto muove risorse per 7 miliardi e mezzo; la Finanziaria 2008 contiene una
manovra di 10.700 milioni. Senza una lira di tassa in più. Anzi con un
abbattimento di imposte rilevante: 5 punti in meno di Ires, 4 decimali di punto
in meno di Irap; una tassa unica del 20 per cento per le micro-imprese che
assorbe forfettariamente Iva, Ires e Irap con i connessi adempimenti
burocratici. Se ai benefici destinati alle imprese si aggiungono i tre punti di
cuneo fiscale già in opera, si vede che le risorse mobilitate per la
crescita economica e la competitività sono almeno eguali se non
addirittura superiori alle provvidenze realizzate dal cancelliere tedesco
Angela Merkel a favore dell'industria del suo Paese. Quei provvedimenti sono
stati lodati da tutti gli osservatori e dalle autorità internazionali;
ci sarebbe da attendersi analoghe lodi per quanto deciso dal governo italiano,
ma in casa nostra la setta (o la casta) degli economisti è molto
più avara e quindi non ne parlerà se non a bocca storta per
opposte ragioni alla bocca storta di Diliberto, il Pierino della sinistra
radicale. Ma una parte notevole della manovra è anche destinata alle
fasce deboli dei redditi, alle famiglie, ai giovani, alle infrastrutture; il
taglio di alcune spese sugli acquisti della pubblica amministrazione, sull'organico
dei pubblici dipendenti e sui costi degli enti locali vincolati da un patto di
stabilità stipulato dalla conferenza Stato-Regioni, completa un menu che
agisce su due pedali: quello produttivo e quello sociale, facendo sperare su un
aumento della domanda globale sia dal lato degli investimenti sia da quello dei
consumi. * * * Prodi e i ministri economici si erano impegnati a realizzare una
Finanziaria impostata su questa duplice strategia e la promessa è stata
mantenuta. Vedo che si insiste molto sulla "leggerezza" della
manovra, quasi che le risorse mobilitate configurino soltanto ritocchi di poca
importanza. Non mi pare che le cose stiano così. Diciotto miliardi tra
decreto e Finanziaria (36 mila miliardi di vecchie lire) indirizzate ad
alleggerire oneri fiscali e a rifinanziare i cantieri delle aziende pubbliche
che lavorano per le infrastrutture, costituiscono una vigorosa azione di
sostegno della domanda, della competitività e dei redditi quale da tempo
non si verificava, a parità di pressione fiscale. L'avanzo primario
è aumentato da zero a 2 punti, il deficit corrisponde agli impegni presi
con l'Europa. Certo non è stato affrontato il grande tema della spesa
della pubblica amministrazione. Sarkozy, tanto ammirato in Italia, si
cimenterà con questo problema nei prossimi giorni. Il taglio da lui
preannunciato è nell'ordine di 9 miliardi di euro. Di più non
può fare ancorché il debito pubblico francese sia metà del
nostro. Ma il nostro gettito tributario è aumentato molto di più
di quello del fisco parigino. Sarkozy spera in una ripresa dell'economia che
tuttavia tarda a venire. Questo rende alquanto dubbio il successo della sua
manovra. Anche lui ha i suoi guai. Finora è stato più bravo a
nasconderli, ma ora i nodi stanno venendo anche al suo pettine. Non dico
affatto che il male comune sia un mezzo gaudio: noi abbiamo quanto mai bisogno
che l'economia europea sia tonica. Segnalo soltanto che il ciclo economico
occidentale non attraversa un periodo di vacche grasse, tutt'altro. Qualche
errore di fondo è certamente avvenuto da qualche parte. La ricerca di
quell'errore dovrebbe essere occupazione condivisa da imprenditori, banchieri,
sindacati, Banche centrali e governi. Tutti infatti sono chiamati in causa e il
gioco dello scaricabarile è diventato a questo punto manifestamente
impossibile. * * * Dunque pace nel governo e nella coalizione che lo sostiene?
Non direi. Direi tregua, sperando che lo sfarinamento dei partiti non produca
l'incidente al Senato su cui Berlusconi (e Casini insieme a lui) sta puntando
con rinnovato vigore. Ma quand'anche la Finanziaria riuscisse a passare indenne
nella cruna dell'ago senatoriale - come ci si deve augurare per il bene non del
centrosinistra ma del Paese - è inutile pensare che alle prossime
elezioni l'Unione si possa ripresentare nella stessa composizione attuale.
Prodi lo vorrebbe ma Bertinotti - a quanto mi risulta - è perfettamente
consapevole che non sarà possibile. Bertinotti aveva immaginato che il
suo partito avrebbe capito e condiviso la sua strategia di lotta e di governo.
Ma ci si è messo di mezzo un profondo sussulto identitario (al quale il
"grillismo" ha dato una robusta mano). Il presidente della Camera sa
che il gioco gli ha preso la mano; la partita non è più sotto il
suo controllo. Sarà difficilissimo se non addirittura impossibile
restare nello schema di lotta e di governo per il semplice motivo che gli
elettori, tutti gli elettori, pretendono a questo punto coalizioni coese. Le
risse interne non sono più accettate né tollerabili. Perciò,
quale che sia la legge elettorale con la quale si andrà a votare, nel
centrosinistra i riformisti e la sinistra radicale affronteranno divisi il
confronto elettorale. Con programmi più semplici e più incisivi.
Di venti pagine e non di trecento. Se il voto avverrà nel 2008
Berlusconi vincerà. Se sarà spostato in avanti la partita
è aperta e il Partito democratico potrà giocare le sue carte.
Casini e Fini saranno abbracciati e digeriti dal Cavaliere di Arcore. Bossi
è costola sua e non gli creerà problemi. Ma in un Paese che vive
di emozioni rapide ad emergere e anche a capovolgersi nel senso contrario, il
governo potrebbe risalire nei consensi e Veltroni potrebbe puntare ad un
risultato del 35-40 per cento per il Partito democratico. Questi sono a mio
avviso gli elementi della partita. E qui si ripropone il dibattito sulla
"casta". E sulle "caste". * * * Non parlerò di Grillo, ma invece di interlocutori di maggior spessore: Gian
Antonio Stella e Pierluigi Battista (sul
"Corriere della Sera" del 28 e del 29), di Luca Ricolfi (sulla
"Stampa" del 28) e di noi di "Repubblica", a cominciare da
Ezio Mauro, direttore del nostro giornale. Mauro ha fatto una diagnosi secondo
me esaustiva del "malessere" italiano che da almeno vent'anni
debilita la fibra democratica e la morale pubblica del nostro paese. Nella
classe politica e non soltanto, ma nell'"establishment" nella sua
interezza. Nel capitalismo all'italiana, nel sindacalismo all'italiana, nella
Chiesa in salsa italiana. E anche nel giornalismo all'italiana. Ha espresso la speranza
che ciascuno, per quanto gli compete, rifletta sulle responsabilità
proprie e cerchi di correggerne le cause e gli effetti. Sia questo il
contributo al risanamento che ciascuno deve portare alla democrazia
repubblicana. Stella ha esordito con una citazione a
sorpresa: "A Roma spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si
sono persuasi, insieme con qualche ministro, di avere la sapienza infusa nel
vasto cervello. Non mantengono le promesse, impediscono il movimento a coloro
che avrebbero voglia di agire, fanno perdere agli industriali quei mercati che
erano riusciti a conquistare. Bisogna licenziare questi padreterni orgogliosi.
Troppo a lungo li abbiamo sopportati". Non sono parole di Beppe Grillo - chiosa Stella - né di
Guglielmo Giannini né del Bossi della prima maniera, ma nientemeno che di Luigi
Einaudi che le scrisse sul "Corriere" del primo febbraio 1919. Vedete
dunque...! Bella sorpresa per chi non conosce o ha dimenticato l'Einaudi del
1919. Ma, purtroppo per Stella e anche per noi
italiani la citazione è un vero boomerang per la tesi di chi pensa
d'avere scoperto la casta politica a far data dal governo Prodi o tutt'al
più dal Berlusconi del 2001 fino ai giorni nostri. La casta politica -
la citazione lo prova - esisteva già nel 1919 e veniva bollata con
parole come si vede roventi. Ma in realtà esisteva da molto prima. Se Stella avrà la pazienza di leggere i discorsi
politici di Marco Minghetti, quelli di Silvio Spaventa, quelli di Ruggero
Bonghi, troverà le stesse accuse risalenti agli anni Ottanta del secolo
XIX. Più tardi le ritroverà nel D'Annunzio della marcia sul fiume
e nel Mussolini della marcia su Roma e nel pitale scagliato su Montecitorio dal
dannunziano e futurista Keller. Troverà lo scandalo della Banca Romana,
il coinvolgimento delittuoso di Francesco Crispi e della stessa Monarchia, la
cacciata e l'esilio di Giolitti. E giù giù per li rami
arriverà fino al Craxi di Tangentopoli e infine ai giorni nostri.
Bisogna, caro Stella, retrodatare tutto di un secolo e
mezzo. Ma questo non vuol certo dire che gli attuali reggitori della cosa
pubblica siano indenni da colpe, da errori, da omissioni. Vuol dire però
che il male è molto antico. Se si è perpetuato malgrado le
denunce vigorosissime per un tempo così lungo la vostra diagnosi
è dunque sbagliata ed è sbagliata anche quella di Einaudi che
parla di un piccolo gruppo di padreterni da cacciare a pedate. Qualcuno, tre
anni dopo, li cacciò e venne una dittatura durata vent'anni. E' questo
il rimedio? Mi sorge un dubbio: forse i diagnostici della casta hanno un'idea
infantile della politica. Parlando al Tv 7 dell'altro ieri, interrogato da
Gianni Riotta, Stella ha detto: io so poco di economia
e quindi non mi sento in grado di mettere in piazza le supposte malefatte dei
capitalisti italiani. Ma i politici sono sicuramente peggio perché hanno tutto
il potere e lo ostentano. I politici hanno tutto il potere? Caro Stella, non so in quale paese, ma che dico, in quale mondo
tu pensi di vivere. La frazione di potere dei politici (non solo in Italia)
è minima rispetto al potere dei detentori del capitale. I quali tra
l'altro sono inamovibili perché il loro fondamento è la natura
proprietaria di quel potere. Mi scuso per la citazione, ma io scrissi
"Razza padrona" nel 1974. Forse non l'hai letta ma ti sarebbe stata
utile per portare avanti le tue meritorie battaglie. "Le banche hanno
acquisito un potere economico e politico che potrà diventare un pericolo
se gli uomini che vi presiedono non avranno piena coscienza della terribile
responsabilità che loro incombe nello svolgimento della vita nazionale.
Dietro la presenza delle società anonime e al di sopra della inerte
massa dei piccoli risparmiatori sta la ristretta brigata dei pochi grandi
finanzieri e dei pochi grandi industriali i quali tengono di fatto il potere e
direttamente o attraverso delegati controllano l'immensa schiera delle
società industriali, mercantili, marittime che costituiscono la
clientela delle banche e ad esse si connettono... Indarno si faceva appello
alla grande maggioranza degli industriali, per nove decimi sani e onesti con
grandi benemerenze di lavoro, di iniziative, di costruttività. La
maggioranza laboriosa ma passiva e ignara lasciava che i facinorosi e i furbi
andassero all'arrembaggio della nave che portava le fortune dello Stato".
Sorpresa, collega Stella: queste parole non sono di Grillo (che peraltro ne ha dette di simili quando denunciava
la Cirio, la Parmalat, la Telecom). Non sono neppure mie né tue che non
t'intendi di economia; non sono di Montezemolo né di Draghi. Sono - udite udite
- di Luigi Einaudi e stanno nel volume "La condotta economica e gli
effetti sociali della guerra". Anche queste le scrisse nel
( da "Corriere
Adriatico"
del 30-09-2007)
FANO I
"grillini" saltano addosso ai "propri dipendenti". A
sindaco, giunta e consiglieri comunali, "a cui
paghiamo con i nostri soldi indennità e gettoni di presenza". Così è capitato che una cinquantina di
amici di Beppe Grillo (nella foto), quelli del meet up di Fano, si siano
riuniti ieri mattina davanti alla sala del Consiglio comunale con tanto di
telecamere e striscioni di protesta. Avrebbero voluto filmare la seduta
consiliare, come successo a Torino e ad Ancona nell'ambito di un'iniziativa di
controllo dei politici denominata "Fiato sul collo", ma gli è
stato impedito. Si sono dovuti "accontentare" di un applauso ironico
al sindaco Aguzzi che si era allontanato dall'aula momentaneamente.
"Grazie", la risposta del primo cittadino per niente a disagio per
quel battimani di protesta per il nuovo Prg. Appena arrivato in Municipio,
Aguzzi aveva ricevuto dall'organizer del meet up di Fano Ettore Marini un
volantino in cui si spiegava la decisione dei "grillini" di
appoggiare il comitato Bartolagi "per salvare il campo d'aviazione dagli
appetiti speculativi". "Ma nessuno ha previsto una superstrada larga
( da "Metronews" del 30-09-2007)
Toscana: bandinelli, su costi politica bene martini ma non basta 30/09/2007 15:52 Firenze, 30 set. -
(Adnkronos) - "Ha fatto bene il presidente della Regione Toscana, Claudio
Martini, a mettere mano alla riduzione dei costi della politica toscana, ma il divieto imposto alle tre Aziende toscane per il
diritto allo studio universitario di attribuire incarichi dirigenziali e di
assumere altri impegni, che possano ostacolare il progetto di
accorpamento di Firenze, Siena e Pisa, e' solo una goccia ed io mi auguro che
la volonta' di ridurre i costi della politica anche in
Toscana sia in grado di incidere piu' in profondita' ed in maniera piu'
estesa". Cristina Bandinelli, candidata alla segreteria regionale toscana
del Partito Democratico per "Democratici, Davvero", il raggruppamento
guidato da Rosy Bindi, punta il dito su altri costi "che gravano sulla
collettivita' toscana, a partire da quello dei consiglieri il cui numero,
eccessivo, deve essere ridotto subito". .
·
Multa a Burlando il dibattito
finisce su amanti e sospetti ( da "Secolo XIX, Il" del 29-09-2007)
·
"Dimezzare i
parlamentari" - Giovanna Casadio ( da "Repubblica, La" del
29-09-2007)
·
Stella: Così la Casta
è finita sulla graticola ( da
"Bresciaoggi del 29-09-2007)
·
Luvisotti: no al consorzio
fiumi e fossi ( da "Tirreno, Il" del 29-09-2007)
·
Riuscirà il Consiglio
comunale a ultimare una seduta? ( da "Gazzetta del Sud" del
29-09-2007)
·
C'è qualcuno
lassù? ( da "Unita, L'" del 29-09-2007) Antonio Padellaro
·
La vedova di Dragan rifiuta il
posto ( da "Nuova Venezia, La" del 29-09-2007)
·
Proposta per ridurre a tre i
Consigli di circoscirzione ( da "Stampa, La" del 29-09-2007)
·
"Nessuno scontro La
maggioranza è compatta"( da "Stampa, La" del 29-09-2007)
·
Le due caste ( da "Stampaweb,
La" del 29-09-2007)
·
Spa locali, partecipazioni da
ridurre ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007)
·
Ripartiti 7,5 miliardi di
extra-gettito ( da "Sole 24 Ore, Il (Abb)" del 29-09-2007)
·
Santagata: <Scure sui costi
della politica> ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del
29-09-2007)
·
Costi della politica e
<progetti> su cui indagare ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
29-09-2007)
·
Vitalizi ai sindaci,
altolà degli Arbeitnehmer ( da "Corriere Alto Adige" del
29-09-2007)
·
Corruzione qualcosa da fare (
da "Gazzetta di Mantova, La" del 29-09-2007)
· Le misure sociali spianano la via all'accordo( da
"Nuova Venezia, La" del 29-09-2007)
·
Slitta il provvedimento sul
Welfare( da "L'Adige" del 29-09-2007)
·
Spunta il "bonus"
elettorale: a Natale 150 euro ai più poveri da "Giornale.it, Il" del
29-09-2007)
·
Il governo: il Parlamento va
dimezzato ( da "Brescia Oggi" del 29-09-2007)
·
COSTI POLITICA: AMALFITANO, NO
TAGLIO NUMERO CONSIGLIERI PICCOLI COMUNI( da "Asca" del 29-09-2007)
·
Il governo: il Parlamento va
dimezzato ( da "Giornale di Vicenza, Il" del 29-09-2007)
·
La <strambata> del
blogger( da "Tempo, Il" del 29-09-2007)
·
Consiglio regionale( da
"Repubblica, La" del 29-09-2007)
Di SANDRO BENNUCCI ? FIRENZE ? CONSORZI di
bonifica: si paga attraverso i bollettini postali. In media 15, 18, 20 euro per
famiglia. Una tassa in più. Non basta: se uno possiede pochi metri
quadrati, mettiamo un garage, la sua quota dovrebbe essere di un euro l'anno:
invece sale a 13-14 euro per costi aggiuntivi vari. Ai toscani i consorzi
costano 35 milioni di euro l'anno. E si scopre che per fare elezioni alle quali
quasi nessuno partecipa vengono spesi da 100 a 200 mila euro. Accadde a
Livorno, alcuni mesi fa, dove andò a votare una percentuale ridicola di
aventi diritto. Succederà a Pisa, il 7 e l'8 ottobre prossimi, per il
consorzio "Fiumi e fossi": la macchina operativa costerà
intorno ai 100 mila euro. E si parla di 50 mila euro per le elezioni del
consorzio Auser-Bientina, dove si voterà il 14 ottobre. I consorzi di
bonifica hanno origini ottocentesche, nell'Italia agricola e delle paludi. La
legge nazionale che li tiene in vita è di epoca fascista (1933):
definisce interventi di bonifica le opere pubbliche e private di distemazione
idraulica. Quando nacquero, le Regioni acquisirono competenza anche sui
consorzi, le cui funzioni possono essere attribuite alle Province. E' vero che
anche le Province non sono giudicate "utilissime", ma è
altrettanto vero che fino a quando non verranno abolite possono assolvere
meglio, con meno costi e più mezzi, i compiti di bonifica. LA GENTE non
partecipa alle elezioni dei consorzi perché li ritiene inutili distributori di
poltrone e prebende. E queste considerazioni figurano anche nelle mozioni che
si stanno accumulando in Consiglio Regionale. Il centrodestra ha chiesto lo
scioglimento dei consorzi di bonifica il 26 settembre scorso. Marco Carraresi,
capogruppo dell'Udc, sta combattendo da anni questa battaglia. Forza Italia e
Alleanza Nazionale sono sulle stesse posizioni. Ma anche dal centrosinistra
spuntano proposte di scioglimento e mal di pancia. Pieraldo Ciucchi, capogruppo
dello Sdi, ha presentato il 27 settembre ? due giorni fa ? una proposta di
legge che dice: "Cancelliamo i consorzi di bonifica, che sono inutili e
costosi doppioni a carico dei cittadini, e trasferiamo le loro funzioni e il
personale alle Province, che già svolgono un ruoloi di programmazione e
controllo sulla materia". NEMMENO i consiglieri della Margherita ? che in
Consiglio Regionale hanno già aderito al gruppo "Per il Partito
Democratico" ? sono insensibili al problema. E perplessità su
quanto siano utili i consorzi serpeggiano fra i Ds, nonostante abbiano molti
compagni sulle poltrone di presidente (con indennità che oscillano dai
1.200 euro al mese del presidente dell'Osa Albegna ai 5.400 mensili del
presidente del consorzio Area Grossetana), su quelle di presidente del collegio
dei revisori dei conti (circa 15 mila euro all'anno) e fra
i consiglieri (i gettoni
di presenza da 55 a 130 euro a seduta). I 13
consorzi di bonifica toscani stipendiano complessivamente 345 dipendenti: di
cui 69 laureati; 104 tecnici; 108 operai e 5 stagionali. Nessuno, ovviamente,
propone licenziamenti. Col trasferimento delle competenze ci sarebbe anche
quello del personale. A casa dovrebbero andare presidenti e
amministratori. In attesa del taglio simbolo dei costi della politica in
Toscana: quello dei 15 consiglieri regionali aggiunti con l'inciucio del 2004.
- -->.
La regione vota la fiducia Biasotti accusa:
vivi a spese di un imprenditoreBurlando: scorretti, io non parlo delle vostre
amiche dalla prima pagina Nel dilagare della polemica, dopo mesi e mesi di interrogazioni
scivolate via nella distrazione generale, quasi si dimentica l'oggetto vero
della disputa di ieri in consiglio regionale. Ossia quella domenica in cui
Burlando imboccò contromano la rampa autostradale sotto la collina degli
Erzelli. E passa in secondo piano il risultato della votazione. Come era
scontato, il centrosinistra boccia il tentativo di impeachment lanciato dal
centrodestra contro Burlando (schieramenti compatti, per una volta). E poi:
davvero, se l'Unione avesse avuto defezioni, la Cdl avrebbe continuato a votare
"sì" con il rischio di sciogliere il consiglio lì, in
quel preciso momento, istantaneamente; a una settimana da quel fatidico crinale
dei 2 anni, 6 mesi e 1 giorno di legislatura? Crinale che significa:
legislatura oltre la metà del mandato, requisito incassato per avere la
pensione. La scena centrale è il duello tra Burlando e l'ex governatore
Sandro Biasotti. I due erano amici, un tempo. Pescavano insieme - alla cernia -
al largo delle coste sarde. Sono volati gli stracci, attacchi personali
violenti. Ha cominciato Biasotti: "Quella macchina non era tua. Noi che
abitiamo vicino a casa tua, ti vedevamo spesso con quell'auto, pensavamo fosse
tua. Invece è del tuo amico assicuratore, nella casa del quale, del
resto, tu vivi da anni. Ma come si fa? Guadagni 20 mila euro al mese (con il
presidente del consiglio Mino Ronzitti che lo riprende subito: "E
falso", ndr) e vivi a spese di un imprenditore che con la sua Italbrokers
vince gare pubbliche in Liguria, dall'Aster all'Amt, dal brokeraggio della
Regione e via così. Lo sanno tutti, in città: è inutile
partecipare alle gare, tanto le vince lui. E non voglio citare - continua
Biasotti - la tua ossessione per gli Erzelli. Presidente, gli affari con il tuo
amico Spinelli... ". Burlando contrattacca: "Sai quanti sospetti ho
io sul tuo operato? Sai quanti sospetti ho io su quella commessa milionaria che
hai dato a due settimane dalla fine del tuo mandato per la gestione del calore
in tutte le strutture regionali? E perché hai fatto un progetto per un nuovo
ospedale, localizzato su un'area che ancora non era pubblica, in modo per altro
da valorizzarla? Eppure io non ho detto nulla, perché non ho elementi. Se tu
hai elementi, comportati da uomo: rivolgiti alla magistratura. Sennò
taci". Burlando è sotto pressione da un centrodestra che spara alzo
zero ma senza mirare nulla di preciso. Si attorcigliano in dettagli, invadono a
più riprese la vita privata del presidente che nulla aggiungono o
tolgono alla vicenda. Biasotti insiste più di tutti. Burlando - sotto
processo per tutto ma non per quella domenica in contromano - sbotta e si
lascia andare nel complicato racconto sulla sua privatissima situazione
sentimentale. "C'è chi ha l'amante, eppure non ci mettiamo qui a
parlarne. C'è chi vive senza problemi una separazione e c'è chi,
come me, soffre a chiudere un rapporto; soffre e fatica a scegliere perché in
gioco c'è il futuro di un adolescente adottato che ne soffrirebbe.
Queste persone vivono un periodo della loro vita per capire come salvare la vita
del figlio. Sono queste le regole d'ingaggio? Scaricare nella lotta politica
fattori così delicati?". La conclusione: "Non so se mi
ricandiderò, se perderò... La mia vita fino a oggi è stata
appassionante e voglio uscirne a testa alta; voglio che mio figlio, che non
merita tutto ciò, continui a guardarmi senza vergognarsi". Biasotti
ammutolisce, come e più degli altri Cdl capisce di aver sbagliato
tattica. Occhi bassi, per lui, mentre i compagni di giunta coccolano Burlando,
che si libera, a microfono scollegato, in un labiale chiarissimo: quel
"vaffa" che grazie a Beppe Grillo va di modissima e che in tanti
hanno evocato per tutta la mattinata. Soltanto l'immortale teatralità di
Gianni Plinio (An) riuscirà a superare lo scacco: riprenderà a
colpire come solo Zidane quella notte a Berlino. Rinfaccia a Burlando di essere
stato visto in una boutique di intimo femminile nel giorno in cui era in
congedo dal consiglio, troverà persino la forza di regalare platealmente
a Burlando un portafogli più grande ("Così ti ci
starà la patente") con tanto di immancabile pinocchietto
portachiavi (già regalato mille volte alle sue vittime di turno). Nel
mezzo, corale biasimo del consiglio ai mezzi di comunicazione. Colpa dei
giornali se questa storia è finita male. Come del resto era emerso nel
vertice di maggioranza di giovedì pomeriggio. E se Luigi Morgillo (Fi)
mette all'indice il silenzio del centrosinistra ("In questi giorni nessuno
ha difeso Burlando"), questi si smarcano: "Perché nessun giornalista
ci ha cercato". Si alza persino la voce di Patrizia Muratore (Idv), di
solito taciturna: "Basta prendere i giornali come testi sacri"; per
fortuna, più tardi, dirà: "Sembriamo delle comari". A
fatica si torna a parlare di multe. Francesco Bruzzone (Lega) etichetta la
sbandata al volante di Burlando come il "classico momento do
belinun". E tutto precipita, Cristina Morelli dei Verdi si "vergogna
per essere qui seduta"; Plinio le ribatte: "La tua cagnolina non sta
tanto meglio", tanto che Marco Nesci (Rifondazione), per rimbrottarlo,
scomoda Benito Mussolini. La Morelli chiude: "Siete meschini". E il
gioco inizia a rompersi, il centrodestra comincia a
ripiegare (con Saso di An, Marcenaro dell'Udc e Rosso di FI che ammettono come
le colpe vere siano "nella cattiva gestione delle cose serie, dalla
sanità all'industria") fino alla ritirata. Mozione respinta, tutti
a casa, gettone di presenza in tasca. giovanni mari 29/09/2007.
"Dimezzare i parlamentari" Il
governo alle Camere: bastano 450 deputati e 200 senatori Tra le proposte anche
quella di introdurre la sfiducia costruttiva GIOVANNA CASADIO ROMA - Non
è iniziato neppure da un'ora il Consiglio dei ministri che Giulio
Santagata, il responsabile dell'Attuazione del programma, braccio destro di
Prodi, si presenta ai giornalisti per il colpo di scena della giornata:
"Il governo chiede al Parlamento una riduzione dei parlamentari".
Mossa a sorpresa. Segnale sui costi della politica
come spiega Santagata prima, e qualche ora dopo Vannino Chiti, il ministro
delle Riforme. Da 630 i deputati dovranno raggiungere il tetto massimo di 450 e
i senatori, attualmente 315, scendere a 200 "fin dalla prossima
legislatura". Detto così, il documento che il governo annuncia
sembra una sollecitazione alle Camere, una sorta di "datevi da fare".
A Palazzo Madama quindi, il presidente Franco Marini fa osservare che un
progetto in questo senso è già all'esame del Parlamento ed
è nei programmi di tutti i partiti. A
Montecitorio, dove in commissione Affari costituzionali si sta parlando delle
riforme e del taglio dei parlamentari, il presidente Luciano Violante con una
nota taglia corto: "Quello del governo è un utile contributo.
comunque il tema della riduzione del numero dei parlamentari è di
competenza esclusiva del Parlamento". L'ipotesi che la
sollecitazione/invito si possa trasformare in un atto concreto del governo nei
confronti delle Camere tramonta sul nascere. Dario Franceschini, il capogruppo
dell'Ulivo a Montecitorio, numero due del ticket con Veltroni per il Partito
democratico precisa: "è un parere importante però il
Parlamento sta lavorando in quella direzione, il governo dovrebbe
saperlo". E uno senza peli sulla lingua come Cesare Salvi, presidente
della commissione Giustizia del Senato e capogruppo di Sinistra democratica,
reagisce: "è giustissima la riduzione dei parlamentari però
la sollecitazione del governo è istituzionalmente non corretta perché
non può interferire con l'attività parlamentare e poi il governo
pensi al proprio dimagrimento se no ministri e sottosegretari finiranno con
l'essere più dei parlamentari". La Casa delle libertà coglie
la palla al balzo e ironizza: "Comico, siamo al bue che dà del
cornuto all'asino, ho riso per un'ora - dichiara il leghista Roberto Calderoli
- Mi viene anche un po' da vomitare a sentire un governo che ha il record di
102 componenti, dire che il Parlamento si può anche ridurre
numericamente". Infine, il chiarimento: si tratta di un "gesto
politico" che non ha ripercussioni né sul calendario parlamentare né sugli
atti del Parlamento ma indica l'appoggio del governo stesso a un lavoro che
"è prettamente parlamentare". Il ministro Chiti in una
successiva conferenza stampa distribuisce il testo completo della dichiarazione
del governo che affronta l'intero "pacchetto" di riforme
istituzionali. Non solo il taglio dei parlamentari, bensì anche modifica
del bicameralismo perfetto con il Senato che diventa Camera delle Regioni e
quindi fiducia tra governo e Parlamento solo alla Camera dei deputati;
più poteri al premier e introduzione della sfiducia costruttiva;
correzione di alcuni aspetti del Titolo V. C'è anche
"l'attribuzione al governo del potere di incidere sull'ordine dei lavori
delle Camere" ma anche "la fissazione di limiti ulteriori al potere
governativo di adozione di atti aventi forza di legge". Infine, le riforme
costituzionali - quali queste sono tutte -non potranno più essere fatte
a maggioranza. Rosy Bindi solleva il punto, di alzare cioè il quorum
previsto nell'articolo 138 della Costituzione. Ma
è Paolo Ferrero, il ministro di Rifondazione, a puntare i piedi su un
punto: "Non condivido i super poteri al premier" e aggiunge che
"bene tagliare i privilegi però attenzione ad altre penalizzazioni
ad esempio sulle comunità montane". Chiti parla della centunesima
buona notizia: "All'avvio di una manovra finanziaria che contiene cento
buone notizie per gli italiani questa è senz'altro la centunesima: e non
per ordine di importanza". Insomma il governo ce la metterà tutta,
ritiene una "priorità" queste riforme, a
partire dalla riduzione drastica dei costi della politica e dal
taglio dei parlamentari. Rifondazione apprezza: "Condividiamo la riduzione
dei parlamentari. Noi comunque potremmo presentare quegli emendamenti alla
Finanziaria sul taglio anche dei ministeri e dei sottosegretari - afferma
Giovanni Russo Spena - Vedremo. Dimezzare i costi della politica è una nostra battaglia".
IL CASO. IL POPOLARE GIORNALISTA HA
PRESENTATO A CASTENEDOLO IL SUO BEST SELLER CHE HA APERTO IN ITALIA IL
DIBATTITO SUL COSTO DELLA POLITICA Stella: "Così la Casta è
finita sulla graticola" di Massimo Tedeschi C'è il grillismo e
c'è lo "stellismo". Entrambi attaccano i vizi e i vezzi, i
costi e le inefficienze, le sciatterie e le immoralità della politica. Il primo si alimenta di livore e attacchi
collerici. Il secondo di ironia e documentazione. Il primo vibra di diprezzo
per la politica, il secondo di una passione delusa. Il
primio muove dal blog, deborda in tv e monopolizza i palinsesti. Il secondo
parte dalle colonne del "Corriere", scala le classifiche librarie e
ieri ha riempito la sala dei Disciplini a Castenedolo di un pubblico
trabocchevole e partecipe. Gian Antonio Stella - a cui facevano "ala"
tre politici di due generazioni diverse: Mino Martinazzoli, Claudio Scajola e
Marco Follini - ha creato un genere, un gergo, una corrente di pensiero e ieri
ha incalzato i suoi interlocutori, vestendo i panni dell'intervistatore
più che della "star" della serata. EPPURE lo Stella-pensiero
è emerso a tutto tondo dai suoi interventi. "Oggi - dice l'autore
della "Casta" - c'è in giro un sacco di voglia di fare politica. Una politica diversa,
però, da quella che vediamo quotidianamente e che non ci piace". Il
problema è, secondo Stella, come si esce da questa cattiva politica. "Fino a poco tempo fa - ricorda Stella -
tutti pensavano a una stagione di passaggio, ma oggi la situazione s'è
complicata. Un sondaggio di Pagnoncelli ha rivelato che c'è una
grandissima delusione nell'elettorato di centrosinistra, ma anche
nell'elettorato di centrodestra c'è un 40 per cento
non si aspetta nulla anche in caso di vittoria della Casa delle
libertà". E in questo Paese "con il morale basso" che il
tema dei costi della politica diventa dirompente. Vuoi perchè "il funzionamento
della politica in Italia è molto più costoso che in tutti gli
altri paesi europei". Vuoi per qualche malcostume supplementare che la
"Casta" ha esibito negli ultimi tempi. "PRENDETE - cita
Stella - il consiglio provinciale di Trento, dove ci sono diciassette gruppi,
tutti con strutture. Uno è formato da iper-berlusconiano e da uno di
Rifondazione. Queste cose alimentano il rischio di qualunquismo molto
più di qualsiasi trovata di Grillo". Stella si scalda: "E
possibile - si chiede - che non esista alcuna sanzione morale? Negli Stati
Uniti un politico s'era proposto come il flagello degli omosessuali ma è
stato sorpreso a fare piedino a un poliziotto in un bagno pubblico, e la sua
carriera è finita. In Italia quanti difensori avrebbe trovato?". E
poi ci sono i problemi del governo del Paese: "Nel 2016 - dice Stella - in
Italia ci saranno 17,5 milioni di sessantenni, 9,5 milioni di settantenni, 4,8
milioni di ottantenni. Una politica seria dovrebbe
dire ai cittadini che l'età pensionabile va alzata, perchè si
sono sbagliati i conti. Ma come fa a farlo una classe politica
che ha un deputato che è andato in pensione a 42 anni, o la Pivetti che
ci andrà a 50?". Alle constatazioni amare di Stella replicano i
politici. Secondo Claudio Scajola il vero problema sta nella proliferazione di
enti, competenze, istituzioni pubbliche: "Più cresce il numero
degli enti più costa la politica, e più
bisogna dire dei grazie per vedere riconosciuti dei diritti".
Perchè non si sia iniziato a disboscare questa jungla Scajola non lo
dice, ma la sua convinzione è netta: "Sì alla riduzione dei
costi della politica, no alle arroganti argomentazioni
alla Grillo". FOLLINI evoca la probità personale dei primi statisti
democristiani, e però sostiene che il vero problema è la
"poca utilità" della politica per il
Paese. "Oggi - sostiene l'ex segretario Udc - la politica
alimenta un clima artificioso e fittizio di contrasto, che però mette a
rischio la stessa unità del Paese". Un altro problema è che
la politica "ha perso il futuro, si preoccupa di
come arrivare a sera e non ha dimensione progettuale". Soprattutto la politica ha perso la capacità di fare qualsiasi
discorso severo e non corrivo verso gli umori della gente. Anche la valutazione
di Martinazzoli è preoccupata. L'ex segretario Dc fa i confronti con la
stagione '92-'93 che visse da protagonista: "Allora bene o male si pensava
che mandando a casa quella classe politica si sarebbe
guadagnata una politica diversa. Oggi non ci si crede
più. La prepotenza della politica è
proporzionata alla sua impotenza. Si ha la percezione di ballare sul Titanic: o
si ritrova un minimo di credibilità, o il Paese va male".
Un'ipotesi? "Cominciamo a riformare la legge elettorale. L'ultima volta
gli elettori non hanno eletto i parlamentari: hanno ratificato le scelte dei partiti". L'orizzonte però non è roseo:
"Infelice il popolo che ha bisogno di eroi, diceva Brecht, ma io dico
più infelice ancora il popolo che ha bisogno di comici...".
Cronaca E' nella commissione donne elette
il tasso più alto di assenteismo Provincia, solo una consigliera su
quattro partecipa alle sedute Attività in calo per le commissioni
consiliari della Provincia. La relazione semestrale della presidente del
consiglio Laura Pradella sul lavoro svolto dagli organismi "di indirizzo e
controllo" tra gennaio e giugno, rivela che le sedute sono state 56, una
media di 23 per trimestre. Una frequenza nettamente inferiore a quella
registrata tra ottobre e dicembre 2006 (i presidenti erano stati eletti in ottobre),
quando le riunioni furono 39. La commissione meno frequentata è quella
delle 'donne elette': le presenze sono state del 28%, contro valori compresi
tra il 58 e il 79% nelle altre nove. Certo, le donne in consiglio provinciale
sono poche, solo sette. Ma il dato delle assenze è percentuale e quindi
assolutamente comparabile con quelle della altre e ben più affollate (15
membri, vale a dire metà consiglio, contro i 12 della passata
legislatura) nove commissioni. Che. va detto, pur avendo tassi di presenza più consistenti, registrano fatalmente un
generale calo di interesse da parte dei membri. E questo nonostante le
battaglie campali, condotte lo scorso gennaio soprattuto di Forza Italia e da
altri consiglieri di centrodestra, per aumentare il numero di membri. La decisione,
che alla fine venne approvata da tutte le forze politiche (anche se il
capogruppo dell'Ulivo Caramaschi fu mollo critico verso questa scelta), fu
presa in nome della partecipazione, della rappresentanza e si ricorderà
che gli aumenti dei costi (ogni membro di commissione
prende un gettone da 90 euro lordi a seduta) vennero giustificati come
l'inevitabile prezzo della politica. Oltre a riunirsi con minor frequenza, cala
la partecipazione. Qualche esempio. La commissione viabilità e trasporti
che aveva segnato tra ottobre e dicembre del 2006 il 96% di presenze è
passata al 70% (due sole riunioni in sei mesi, la frequenza più
bassa). La 'politiche sociali' dall'80% al 58%. Certo, non tutti riescono a
superare il recordi del consigliere di Fi, Mauro Falchetti, che non ha mai
partecipato ad un riunione di commissione (è nella politiche sociali e
nella statuto e regolamento) ed è il consigliere meno presente in aula
(3 partecipazioni sulle 11 sedute dei primi sei mesi di quest'anno). Ma il calo
di partecipazione alle commissioni è evidente. Il record di presenze
è di Nanni Rossi (40), che essendo il solo componente del gruppo di
Provincia un territorio è membro di tutte le commissioni (Sodano, Ppe,
è a quota 33 ma il suo gruppo è nato a fine gennaio). (nico).
Pisa Luvisotti: no al consorzio fiumi e
fossi Il leader di Alleanza federalista invita a boicottare il voto SAN GIULIANO.
Sabato 6 e domenica 7 ottobre anche nei comuni del lungomonte sono in programma
le elezioni per il consorzio di bonifica fiumi e fossi. Ma quale sarà
l'affluenza alle urne? L'interrogativo si pone dopo le roventi polemiche dei
giorni scorsi. "Siamo contro i consorzi e in particolare contro questo -
commenta Virgilio Luvisotti (foto), leader regionale di Alleanza federalista e
capogruppo consiliare a San Giuliano - è una fabbrica di spese esose che
pesano non poco sulle tasche dei cittadini. L'invito intanto è di non
andare a votare. Ci si lamenta dei costi della politica e degli enti pubblici e
poi si tengono a galla realtà inutili". Ma le critiche sono rivolte
anche all'interno del centrodestra visto che alcuni esponenti di un partito si
sono candidati a queste elezioni. "Il centrodestra dopo sei anni chiede
unito di abolire i consorzi ma allo stesso tempo ci sono partiti che permettono
a propri iscritti di presentarsi alle elezioni fiumi e fossi. Per coerenza
avrebbero dovuto rinunciare alla candidatura". Il controsenso è
messo in risalto da Luvisotti che ricorda come lui fu "l'unico nel 2001 a
raccogliere firme per modificare la legge". "Se è maturata una
coscienza critica - ha rimarcato - e si ritiene di fare
squadra per abolire il consorzio fiumi e fossi non posso che essere soddisfatto
ma perché la corsa ai posti da parte di esponenti anche e purtroppo del
centrodestra? Se i gettoni
di presenza possono arrivare fino a 130 euro
a seduta, questo è uno spreco, per questo si presentano le liste?".
M.A.
Patti Riuscirà il Consiglio comunale
a ultimare una seduta? PATTITornerà a riunirsi lunedì prossimo
alle ore 16,30 il consiglio comunale di Patti. Nove i punti all'ordine del
giorno della seduta straordinaria ed urgente convocata dal presidente del
consiglio Pietro Scardino. L'assise cittadina dovrà affrontare gli
argomenti rimasti in stand-by a causa del rinvio forzato dell'ultima seduta a
seguito della protesta attuata dal consigliere Nino Gigante. L'esponente
diessino continua a chiedere al sindaco di chiarire se il partito dei Ds fa
parte o meno della coalizione Il primo cittadino ha glissato la questione
tornando ad affermare che per lui il consigliere Gigante è fuori dalla
maggioranza senza prendere una posizione netta sul partito diessino. Questo
modus operandi del sindaco non piace all'esponente dei democratici di sinistra.
E, se le posizioni non verranno chiarite, si rischia l'ennesimo blocco della sessione.
Se invece il civico consesso riuscirà a svolgere regolarmente la seduta,
sui banchi dei consiglieri dovrebbero arrivare i nuovi regolamenti per il
servizio di distribuzione dell'acqua potabile e per le entrate comunali.
Dovrebbe poi giungere a conclusione l'annoso iter per la nomina delle
commissioni consiliari permanenti, per poi poter affrontare
altri temi quali la gestione del servizio di pulizia del territorio da parte
dell'Ato 2 Me, il decentramento delle funzioni catastali ai Comuni, il piano spiagge,
l'istituzione della segreteria nella facoltà di giurisprudenza e la
riduzione del gettone di presenza dei consiglieri.(g.v.) (sabato 29 settembre 2007).
C'è qualcuno lassù? Segue
dalla Prima L a prima che ci viene in mente e che forse di quelle lettere ai
destinatari importa relativamente. Fa parte della cultura del nostro ceto
politico considerare gli elettori un'entità astratta, volubile, sovente molesta
e tutto sommato trascurabile. Tranne naturalmente che in campagna elettorale.
L'idea di fondo è che la politica è roba per specialisti che non
possono certo farsi condizionare dai rumori della folla o dal primo scocciatore
che passa. Come tutti i professionisti che si rispettano ai politici interessa
parlare solo con i politici. Lo fanno, infatti, con un loro linguaggio
iniziatico (basta leggere i loro articoli) indirizzato a un circuito
selezionato e ristretto. Per soli eletti appunto. Quanto ai cittadini, niente
paura. Possono mugugnare quanto vogliono ma alla fine tornano sempre all'ovile.
Questa idea ovina (o bovina) dell'elettorato sembra in effetti confermata dalle
costanti alte percentuali di voto che nel nostro straordinario paese contraddicono
puntualmente i cupi pronostici di astensionismo massiccio. I politici, insomma,
sanno bene quello che fanno e che non fanno. Prendiamo l'antipolitica. Il dopo
Grillo è stato tutto un assembramento di decaloghi partoriti da partiti
e istituzioni onde pervenire alla più rapida e virtuosa autoriforma
contro sprechi e privilegi. Implacabili tagli di deputati e senatori. Feroci
stragi di ministri e sottosegretari. Una disumana falcidie di poltrone, prebende e gettoni
di presenza. E vero che si tratta di misure
impossibili da improvvisare ma perché questa politica intensiva degli annunci
quando l'unica notizia certa sulla "Casta" riguarda l'aumento delle
spese di Montecitorio? Anche qui si ha come l'impressione di una politica
troppo sicura di se (arrogante?) e convinta che tra qualche mese di
Grillo e delle sue piazze nessuno si ricorderà più. Ci sono altre
possibili spiegazioni sull'apparente apatia dell'Unione rispetto alle attese di
chi l'ha votata. L'insostituibilità di Prodi. Il fatto che sì il
governo barcolla, tentenna ma che nessuno può permettersi di farlo
cadere. La crisi d'invecchiamento della ex Cdl, forte dei sondaggi ma
inesistente nella proposta politica e orfana dell'Udc di Casini. Per
carità, le reciproche debolezze tra maggioranza e opposizione hanno
riempito intere fasi della storia repubblicana. Solo che adesso questa
fragilità della politica va ad incrociarsi proprio con l'unica, grande
novità politica degli ultimi anni: il Partito Democratico. Le primarie
del 14 ottobre sono dietro l'angolo accompagnate da una forte attesa di
partecipazione. Lo dicono in tanti: meno di un milione sarebbe un problema, due
milioni un successo. Ma può un elettorato arrabbiato e perplesso trovare
improvvisamente l'entusiasmo per correre a fare la fila nei gazebo? E una
domanda soprattutto per Walter Veltroni che, lo sappiamo, delle lettere a
l'Unità non se ne perde una. apadellaro@unita.it.
Stop all'ipotesi di modifica dei costi dopo
la cancellazione della tassa di 10 euro. "In Fvg spesa farmaceutica
bassa" La giunta dice sì all'introduzione di un nuovo sistema
informativo per mettere in rete le case di riposo La Regione congela l'aumento
dei ticket L'assessore: no a nuovi balzelli sanitari di PAOLO MOSANGHINI UDINE.
Congelato l'aumento dei ticket sanitari. Non ci saranno nuovi balzelli a carico
degli utenti del servizio sanitario della Friuli
Venezia Giulia. In febbraio, la Regione aveva cancellato il sovraticket di 10
euro sulle prestazioni sanitarie introdotto dalla Finanziaria nazionale 2007. La misura aveva infatti comportato il
paradosso di un ticket superiore al costo di alcune prestazioni. Il minor
gettito per il 2007, derivante da tale decisione, avrebbe dovuto trovare
copertura con la revisione del sistema regionale di compartecipazione alla
spesa, modificando le attuali tariffe sulle prestazioni a forte rischio di
inappropriatezza (la richiesta di rivedere i ticket è comunque
antecedente e risale a fine 2006). Ma dopo le opportune verifiche la Regione
precisa che non ci sarà alcun aumento. "Dai riscontri eseguiti non
ci sono grossi scostamenti tra il costo di esami e visite e il ticket che viene
applicato agli utenti", annuncia l'assessore regionale alla Salute e alla
protezione sociale Ezio Beltrame. "Questa verifica era uno degli obiettivi
che ci eravamo prefissati a inizio anno. La Regione già con le linee
guida per la gestione del servizio sanitario regionale
per il 2007 aveva incaricato l'Agenzia regionale della Sanità di
rivedere il sistema tariffario per le prestazioni di ricovero, di diagnostica e
quelle non comprese nei Lea (livelli essenziali di assistenza) - illustra
Beltrame -. Pur se il sistema della compartecipazione dei cittadini alla spesa
sanitaria va rivisto, le modifiche riguarderanno esclusivamente la
semplificazione del rapporto tra l'utente e il servizio sanitario,
con una valutazione più approfondita riguardante l'appropriatezza e i
casi di esenzione per reddito e per patologia", rimarca l'assessore.
Beltrame evidenzia che il Friuli Venezia Giulia si conferma tra le regioni
italiane con il ticket più basso e una spesa sanitaria che cresce a un
ritmo inferiore rispetto al resto del Paese. Recentemente, il libro verde del
Ministero dell'Economia ha certificato la qualità del sistema sanitario regionale. I dati più significativi
riguardano la degenza media e la complessità dei ricoveri, la bassa
percentuale di parti cesarei, la dotazione tecnologica e il saldo positivo tra
attrazione e fuga, che si attesta a + 4.200 cittadini nell'ultimo anno (il
numero rappresenta la differenza tra il numero dei cittadini delle altre
regioni che vengono da noi a curarsi e il numero di cittadini del Fvg che
scelgono ospedali di altre regioni). "Il Ministero della Salute, in
accordo con le regioni - conclude l'assessore -, si è posto l'obiettivo
di semplificare e rendere più equo il sistema della
compartecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. Su questa linea ci
stiamo muovendo già da tempo a livello regionale con l'obiettivo di
mantenere la compartecipazione del cittadino più bassa possibile".
E uno studio di Federfarma sull'analisi dell'andamento della spesa farmaceutica
pro capite nel 1? semestre 2007 evidenzia che in Italia il ticket medio
è di 4,48 euro, che scende a 0,93 euro in Friuli Venezia Giulia;
in assoluto una media tra le più basse. I dati ieri sono stati accennati
da Beltrame nel corso della riunione di Giunta a Chiopris Viscone. Tra le
delibera varate ieri anche l'approvazione del Sistema
informativo per mettere in rete le case di riposo e l'erogazione a carico del
sistema sanitario regionale dei dispositivi
elastocompressivi per le persone affette da linfedema. I fondi a disposizione
per il Sistema informativo, 250 mila euro, serviranno
a finanziare due distinti progetti, uno per le case di riposo pubbliche e uno
per quelle private. La seconda delibera prevede che alle persone affette da
linfedema secondario a malattie neoplastiche, con riconoscimento di
invalidità civile superiore al 33%, sia riconosciuto uno sconto dell'80%
del costo del dispositivo. (ha collaborato Mirco Mastrorosa).
L'EROE DI JESOLO La vedova di Dragan
rifiuta il posto La lista Martin: "Gli assessori regalino il 10% dello
stipendio" JESOLO. La vedova di Dragan Cigan, il cittadino bosniaco che
nel luglio scorso annegò nelle acque di Jesolo per salvare la vita di
due bambini di Roncade (Tv), ha rifiutato l'assunzione come operaia. Nei giorni
scorsi l'offerta di lavoro le era stata proposta da un'azienda trevigiana
presso la propria filiale di Celinac, comune della Bosnia in cui la donna vive.
Un rifiuto motivato dalla donna per la distanza tra la fabbrica e l'abitazione.
Ne ha dato notizia uno dei rappresentanti della giunta comunale di Roncade che,
assieme ad alcuni "colleghi" di quella di San Martino di Lupari, il
comune nell'Alta Padovana in cui Cigan era domiciliato, nei giorni scorsi si
sono recati a far visita alla donna. Djiana Cigan, questo il nome della donna,
ha 24 anni e due figlie di 10 e 4 anni. L'azienda che le aveva proposto un
lavoro è la Metalnova doo, filiale di Eurometalnova Spa, di San
Vendemiano (Tv). Alla donna sono comunque destinati gli oltre 100 mila euro
raccolti nelle ultime settimane quale segno di riconoscimento per il gesto
compiuto dal marito. Per il momento è stato deciso di trasferire su un
suo conto bancario la somma di 200 euro al mese, cioè circa il 70% dello
stipendio che avrebbe percepito qualora avesse accettato il lavoro. Sempre per
aiutare la famiglia Cigan, a Jesolo la provocatoria proposta che gli assessori
versino il 10% di quanto percepiscono in media nel loro ruolo istituzionale,
proposta contenuta in una mozione della "Lista Martin", è
stata discussa durante l'ultimo consiglio comunale. Lo
spunto nasce dalla proposta del presidente del consiglio comunale, Ennio
Valiante, di organizzare una beneficenza fra i consiglieri comunali, attraverso
la quale ciascuno di loro, autotassandosi di due gettoni di presenza alle sedute, possa contribuire ad aiutare la moglie e le due
figliolette del bosniaco insignito della medaglia d'oro al valor civile.
Il Comune di Jesolo ha già raccolto nel corso dell'estate oltre 20 mila
euro. La proposta avanzata dalla Lista Martin è stata un po' snobbata
dalla lista "L'Unione", visto che i due consiglieri sono usciti
dall'aula. Il rilancio di Martin non è casuale, perché la cifra che risulta
dai due gettoni offerti da ciascun consigliere per la
causa della famiglia bosniaca corrisponde circa al 10% circa di quello che
percepisce di media un assessore. (f.ma.).
Sulla "casta" dei politici, il
suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue malefatte, ormai
sappiamo moltissime cose. E le sappiamo in tanti - giornalisti, studiosi, militanti
politici, semplici cittadini - innanzitutto grazie a due libri seri e ben
documentati, pieni di passione civile e mai sfiorati dal qualunquismo o dalla
demagogia: Il costo della democrazia, di Salvi e Villone (Mondadori
2005) e La casta, di Rizzo e Stella (Rizzoli 2007). Il libro di Salvi e Villone contiene la prima stima del
costo della casta (almeno 4 miliardi di euro), e una spiegazione puntuale dei
meccanismi giuridici e amministrativi con i quali il ceto politico ha trovato
il modo di rendere legale il "drenaggio" (chiamiamolo così...)
di risorse economiche e di potere, un'attività che - prima di
Tangentopoli - comportava quasi sempre la violazione delle leggi. Il libro di Rizzo e Stella è
un'illustrazione puntuale e agghiacciante di alcuni clamorosi casi concreti,
una sorta di antologia dell'insostenibile spudoratezza del ceto politico.
Chiunque legga uno dei due libri con animo sgombro da idee preconcette,
difficilmente ne esce senza un senso di nausea e di impotenza. E non stupisce
che il più provocatorio fra i due, ossia La casta di Rizzo
e Stella, viaggi verso il milione di copie vendute e
stia diventando una sorta di manifesto della rivolta morale contro il ceto
politico. Un manifesto che piace a destra e a sinistra, ai militanti e ai non schierati,
ai girotondini e ai grillini. Da un po' di tempo, tuttavia, specie nei mezzi di
informazione vicini al governo, ho l'impressione si vada profilando
un'interessante operazione parallela. La protesta contro la casta viene
riconosciuta sacrosanta, ma nello stesso tempo viene anche problematizzata,
smorzata, neutralizzata, controbilanciata. Si dice, ad esempio, che la
società civile non è migliore del ceto politico. Si fa notare che
la casta dei politici non è l'unica casta. Si denunciano le altre lobby
che paralizzano il paese. Si richiamano gli imprenditori alle loro
responsabilità e alle loro colpe. Ma soprattutto si mettono nel mirino
nuove caste, quasi a voler trovare un "doppio" della casta. Un paio
di mesi fa ci ha provato l'Espresso, mettendo in croce i sindacalisti e i loro
privilegi, e definendo il sindacato come "l'altra casta". Ieri ci ha
riprovato Repubblica, con un articolo di Curzio Maltese in cui, abbastanza
scopertamente, si suggerisce che c'è in Italia anche una seconda casta,
quella della Chiesa. Proprio come quelli della Politica, i privilegi della
Chiesa costano ai contribuenti (almeno) 4 miliardi l'anno. Dunque ci sono due
caste, entrambe riprovevoli. Uno a uno e palla al centro, dunque? Credo proprio
di no. Il tentativo di trovare una seconda casta su cui scaricare l'ira
dell'opinione pubblica si scontra con un'asimmetria fondamentale, che molti di
noi avvertono istintivamente. Sindacalisti, imprenditori, sacerdoti hanno le
loro colpe, i loro limiti, le proprie "mele marce". In ciascuna delle
categorie che dovrebbero contendere alla casta dei politici il suo triste
primato ci sono individui indegni del ruolo che ricoprono: sindacalisti
parassiti, imprenditori senza scrupoli, preti pedofili. E in ciascuna delle
organizzazioni in cui operano ci sono disfunzioni, privilegi, abusi. Eppure
nessuna di esse, nemmeno dopo le denunce dei media, nemmeno dopo gli episodi
più disgustosi, ci suscita gli stessi sentimenti di ripulsa, di
disistima, di disprezzo, che proviamo per il ceto politico nel suo complesso.
Come mai ? Le ragioni a me sembrano due. La prima è che in nessuna delle
caste rivali è così diffusa come fra i politici l'ostentazione
dei simboli del potere: la stragrande maggioranza dei sindacalisti vive
nell'ombra e gode di privilegi tutto sommato modesti; gli imprenditori ubiqui
in tv e nel jet set sono una piccola minoranza, e di norma non gravano sui
contribuenti; nessun prete sgomma su potenti auto blu per raggiungere la
parrocchia o il seminario. Ma c'è un'altra ragione, la più importante,
che rende unica la casta dei politici e toglie loro il rispetto del cittadino.
Il sindacato italiano può non piacermi, ad esempio perché protegge solo
gli iscritti, ma non posso certo dire che non faccia il sindacato. Gli
imprenditori possono sembrarmi poco illuminati, o poco classe dirigente, ma
è difficile sostenere che non facciano gli imprenditori. La Chiesa mi fa
orrore quando nasconde i misfatti dei suoi membri, e può darmi fastidio
per le sue posizioni sulle questioni bioetiche, ma non posso negare che fa la
Chiesa, e che proprio quel che non mi piace fa spesso parte del suo mestiere.
Invece la politica no. La politica non fa il suo mestiere, ed è per
questo che - a un certo punto - i suoi privilegi sono diventati insopportabili.
Qual è il mestiere della politica? In un mondo ideale, sarebbe di
occuparsi disinteressatamente del bene comune. Nel mondo reale, il mestiere
della politica è - più prosaicamente - prendere decisioni:
promettere ciò che si può mantenere, e mantenere ciò che
si è promesso. E questo che la politica, da parecchi anni, è
sempre meno capace di fare. Non lo ha fatto con Berlusconi, che non è
stato in grado di onorare il "Contratto con gli italiani", non lo sta
facendo con Prodi, che non ha ancora mantenuto neppure una delle promesse
fondamentali del suo programma: ridurre il cuneo fiscale a tutti i lavoratori
dipendenti, non aumentare le tasse, cancellare le cosiddette leggi vergogna,
porre fine alla lottizzazione della Rai e della Sanità, giusto per
ricordarne qualcuna. Per questo, nonostante il tentativo di scovare altre
caste, o di fare della Chiesa la seconda casta, credo proprio che la Politica
non perderà il suo primato. Solo al ceto politico, infatti, riesce il
doppio miracolo: smettere di fare il proprio mestiere, e moltiplicare i
privilegi che a quel mestiere sono riconosciuti.
DUE Mari. Ma la questione finisce in Parlamaneto.
"Niente passerelle di ministri e sottosegretari all'inaugurazione del
tratto di Due Mari che si snoda da Palazzo del Pero". E' quanto chiede il
Coordinatore toscano di An onorevole Riccardo Migliori in un'interrogazione
parlamentare rivolta al ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro, tra
gli applausi del coordinatore provinciale aretino del partito Oreste Civitelli
e il presidente di An in Consiglio regionale Maurizio Bianconi. "Quella di
Migliori - affermano Bianconi e Civitelli - è una provocazione necessaria in tempi in cui tanto si parla di contrazione dei
costi della politica, chiedendo per altro continui sacrifici ai cittadini. Meglio
dunque che per quell'inaugurazione non ci siano costose celebrazioni".
Proprio ciò che Migliori rileva nella sua interrogazione. Eccola qui di
seguito: "Tra poche settimane - scrive il deputato che alla camera e
vicecapogruppo di An - è prevista l'apertura al traffico dei lotti 3, 4
e 5 della strada dei Due Mari Grosseto-Fano per il tratto di circa 6 chilometri
e si dipanano da Palazzo del Pero, in provincia di Arezzo. Si tratta - ricorda
Migliori - di opere esclusivamente finanziate e realizzate dal precedente
governo". E mentre si attende la risposta del ministero, Civitelli e
Bianconi incalzano: "Ci auguriamo che questa interrogazione del nostro
coordinatore regionale - spiegano - riporti un minimo di attenzione su Arezzo,
dato che in questi mesi il nostro territorio è stato drammaticamente
dimenticato dai governi nazionale e regionale". - -->.
MODIFICA Proposta per ridurre a tre i
Consigli di circoscirzione Davide Benasso, consigliere della Prima
Circoscrizone (Centro storico) ha presentato una proposta di modifica
statutaria che rpevede la riduzione da cinque a tre dei Consigli
circoscrizionali (cioè di quartiere) cittadini. Nella
proposta, Benasso suggerisce diportare da 12 a 15 i consiglieri di ciascuna
circoscrizone che scenderebbero dagli attuali sessanta a 45; inoltre, semrpe
per sisparmiare, egli propone un gettone di presenza fisso per
tutti i consiglieri, presidente compreso.
CONSIGLIO COMUNALE. DIBATITTO SUI COSTI
DELLA POLITICA "Nessuno scontro La maggioranza è compatta"
[FIRMA]CARLO GIORDANO CUNEO La maggioranza minimizza, l'opposizione ne fa una
questione politica. La messa in minoranza del sindaco,
Alberto Valmaggia, nel Consiglio comunale di giovedì fa discutere. La
richiesta del primo cittadino d'inammissibilità, per vizio di forma,
dell'ordine del giorno presentato da Giuseppe Lauria e Giuseppe Tecco, sul
pagamento dei gettoni di presenza, è stata
respinta (14 a 24), anche grazie ai voti dell'Ulivo. "Ma quale scontro
politico - dice Valmaggia -. La maggioranza c'è e si vede, come dimostra
il voto compatto sulla variazione di bilancio di 3 milioni di euro, avvenuto
poco dopo. Un ordine del giorno non può essere un atto deliberativo. Per
evitare precedenti ho chiesto che la parola "delibera" venisse
cambiata in "auspica"". L'ordine del giorno proponeva che
l'indennità di presenza ai consiglieri venisse
riconosciuta soltanto a chi partecipa per almeno due terzi alle sedute.
"E' stata una scelta tattica e non un voto contro al
sindaco - ribatte Mauro Mantelli, capogruppo dell'Ulivo -. Abbiamo dimostrato
di non aver paura ad affrontare la questione dei costi della politica. Se non lo avessimo fatto Lauria diventava il paladino della
lotta agli sprechi". "La maggioranza è spaccata - dice Umberto
Fino (Forza Italia) -. In qualsiasi Comune del mondo, quando un sindaco
porta un documento in votazione i suoi lo sostengono. L'altra sera il
capogruppo del più grande partito di maggioranza ha, invece, preso la
parola annunciando voto contrario". Nello Streri, capogruppo di Forza
Italia, parla di maggioranza sfilacciata, ma non infierisce più di tanto
sullo scontro politico: "E' stata offerta al Consiglio la possibilità
di affrontare un tema di attualità come i costi della politica".
"Il malessere nella maggioranza è evidente - dice, invece, Giuseppe
Lauria -. Prima la sostituzione, a fine agosto, di un componente della
commissione edilizia; mercoledì la marcia indietro sulla delibera
dell'Amos dopo l'altolà di Rifondazione; giovedì il sindaco messo
in minoranza dall'Ulivo". Accettato l'emendamento proposto dal sindaco
l'ordine del giorno è stato, però, bocciato (18 no 14 sì).
Maggioranza e minoranza si sono nuovamente divise al proprio interno.
?LIVORNO? DOVRA essere pronta entro la fine
dell'anno la relazione dettagliata sui costi della politica nell'ente Provincia.
E' quanto chiede, al presidente Giorgio Kutufà, la mozione presentata e
votata da tutte le forze consiliari. Nel mirino, i costi dell' esecutivo, del
consiglio, delle commissioni consiliari, gettoni presenza ed indennità, e della struttura amministrativa.
La richiesta è stata accolta dal presidente Kutufà che,
conosciuto come amministratore parsimonioso, ritiene questa indagine
'opportuna'. "LA DEMOCRAZIA ha un costo ? ha detto Kutufà ? anche
alla luce di quanto sta accadendo in Birmania. La politica deve essere
passione, ed ho sempre apprezzato il fatto che Marco Ruggeri (segretario della
federazione Ds di Livorno e consigliere provinciale, ndr) faccia i turni in
fabbrica". Qualche scaramuccia, fra i banchi della maggioranza e
dell'opposizione, c'è stata: Valentina Danesin,
capogruppo di Rifondazione, ha sottolineato l'entrata tardiva in aula di
Giorgia Beltramme, consigliera Ds. "Eppure prenderà il gettone di presenza" ha tuonato la consigliera dell'estrema sinistra. Immediata
la replica della segretaria comunale dei Ds che ha motivato il ritardo.
"DOBBIAMO dare risposte ai cittadini ? dice Ruggeri ? perché Grillo
riempie le piazze dicendo cose ovvie. Sta franando il mondo delle istituzioni
e, nonostante le dichiarazioni d'intenti, i costi della macchina parlamentare
continuano ad aumentare". POI il consigliere diessino si rivolge alla
giunta: "Ci aspettiamo un'analisi seria, perché non è certo
tagliando i regali natalizi che si dà un segnale ai cittadini,
bensì facendo commissioni utili". RITORNA così l'attenzione
sulle commissioni consiliari che hanno un costo per l'amministrazione e che
consentono, ad alcuni consiglieri, magari con doppi incarichi amministrativi,
di farsi un vero e proprio stipendio. Michela Berti - -->.
Gorizia Gironcoli: no alla spartizione nelle commissioni municipali A chi va il merito del
risparmio di 6 mila euro nell'ultima seduta del consiglio comunale, in cui si
è evitato, grazie alla sua conclusione prima della mezzanotte,
l'erogazione di un secondo gettone di presenza per i
consiglieri?. La consigliere dei Cittadini per Gorizia, Donatella Gironcoli,
aveva assegnato questo merito all'opposizione, uscita in anticipo dall'aula,
ma ieri, Francesca Marina Colombo, della Lega e Gaetano Valenti, di Forza
Italia, avevano affermato che, in realtà, era stato il presidente del
consiglio comunale, Rinaldo Roldo, esponente della maggioranza, a imporre la
chiusura del consiglio prima della mezzanotte. Oggi interviene nuovamente la
Gironcoli, che afferma: "non voglio entrare in una discussione con la
Colombo e Valenti per contendere il merito di questo risparmio, l'importante
è che quest'ultimo si sia realizzato. Sono felice di questo risultato -
aggiunge - che va letto anche nell'ottica, suggerita dai Cittadini per Gorizia,
dell'evitato aumento da 8 a 10 degli assessori della giunta Romoli e nella
decisione del sindaco di non assumere un city manager". La consigliera dei
Cittadini per il presidente ribadisce, quindi, che "non è
importante contendersi il merito sui risparmi della politica e mi
impegnerò a riconoscere il ruolo, in tal senso, dei consiglieri Colombo
e Valenti, se avranno la capacità di imporre, per le nomine dei coordinatori
delle commissioni comunali i criteri dell'esperienza e della competenza
rispetto alla logica della spartizione". (p.a.).
Consorzi di bonifica "Vanno
aboliti" E a Volterra in arrivo nuovi tributi CONSORZI DI BONIFICA:
gigantismo, inefficienza, sprechi e scarsa trasparenza. Questo il duro giudizio
del consigliere regionale di Forza Italia, Piero Pizzi, che ha presentato una
proposta di legge per cancellarli, senza mezzi termini. Sono tredici i consorzi
di bonifica presenti in Toscana e le tredici comunità montane svolgono
direttamente le funzioni di bonifica. Non ha dubbi, il consigliere regionale di
Forza Italia: "Tali consorsi spendono circa 15 milioni di euro di entrate,
a carico dei cittadini contribuenti ? prosegue Pizzi ? e tutto questo in un
solo esercizio solo per funzionamento degli organi, costi del personale e di
esazione, costi per le elezioni e altro". Il consigliere azzurro passa a
esporre il suo pensiero sulle "indennità degli amministratori, che
in alcuni casi sono più dei dipendenti. Si tratta di
indennità non certo simboliche, poiché arrivano in alcuni casi oltre i
5mila euro al mese per i presidenti, a 15mila euro annui per i revisori dei
conti, mentre i gettoni
di presenza possono arrivare fino a 130 euro
a seduta". Fatte queste premesse, Forza Italia ha presentato una proposta
di legge che prevede l'abolizione di questi organismi, la cui presenza è quasi sempre avvertita dai cittadini solo quando
arrivano le cartelle da pagare, e il passaggio delle competenze alle
province". Tutto questo dovrebbe servire "a razionalizzare e rendere
più efficiente, economico ed efficace il servizio volto alla tutela e
alla valorizzazione delle produzioni agricole, alla difesa del suolo, alla
regimazione delle acque e alla tutela dell'ambiente e delle sue risorse
naturali". L'evolversi delle attività di bonifica, sostiene il
consigliere regionale azzurro, ha reso "indispensabile un'azione
più ampia degli enti pubblici per la difesa del suolo, la tutela, la
valorizzazione e il corretto uso delle risorse idriche. Azione che, per sua
natura, coinvolge parimenti interessi pubblici, facenti capo in particolare
alle Province, che le dovrebbero gestire, sostiene Pizzi. Un argomento di
stretta attualità anche a Volterra, considerato che in città dal
prossimo anno una parte del centro storico passerà alla Bonifica
Valdera. Terminato il censimento degli immobili (lavoro congiunto tra Consorzio
e Comunità Montana per verificare quali saranno di competenza di un ente
e quali dell'altro) il Consorzio procederà all'emissione delle cartelle
relative al 2007. Interessati all'operazione di verifica sono migliaia di unità
immobiliari. Giacomo Brunetti - -->.
Sulla "casta" dei politici, il
suo funzionamento, i suoi costi, i suoi privilegi e le sue malefatte, ormai sappiamo
moltissime cose. E le sappiamo in tanti - giornalisti, studiosi, militanti
politici, semplici cittadini - innanzitutto grazie a due libri seri e ben
documentati, pieni di passione civile e mai sfiorati dal qualunquismo o dalla
demagogia: Il costo della democrazia, di Salvi e Villone (Mondadori
2005) e La casta, di Rizzo e Stella (Rizzoli 2007). Il libro di Salvi e Villone contiene la prima stima del
costo della casta (almeno 4 miliardi di euro), e una spiegazione puntuale dei
meccanismi giuridici e amministrativi con i quali il ceto politico ha trovato
il modo di rendere legale il "drenaggio" (chiamiamolo così...)
di risorse economiche e di potere, un'attività che - prima di
Tangentopoli - comportava quasi sempre la violazione delle leggi. Il libro di Rizzo e Stella è
un'illustrazione puntuale e agghiacciante di alcuni clamorosi casi concreti,
una sorta di antologia dell'insostenibile spudoratezza del ceto politico.
Chiunque legga uno dei due libri con animo sgombro da idee preconcette,
difficilmente ne esce senza un senso di nausea e di impotenza. E non stupisce
che il più provocatorio fra i due, ossia La casta di Rizzo
e Stella, viaggi verso il milione di copie vendute e
stia diventando una sorta di manifesto della rivolta morale contro il ceto politico.
Un manifesto che piace a destra e a sinistra, ai militanti e ai non schierati,
ai girotondini e ai grillini. Da un po' di tempo, tuttavia, specie nei mezzi di
informazione vicini al governo, ho l'impressione si vada profilando
un'interessante operazione parallela. La protesta contro la casta viene
riconosciuta sacrosanta, ma nello stesso tempo viene anche problematizzata,
smorzata, neutralizzata, controbilanciata. Si dice, ad esempio, che la
società civile non è migliore del ceto politico. Si fa notare che
la casta dei politici non è l'unica casta. Si denunciano le altre lobby
che paralizzano il paese. Si richiamano gli imprenditori alle loro
responsabilità e alle loro colpe. Ma soprattutto si mettono nel mirino
nuove caste, quasi a voler trovare un "doppio" della casta. Un paio
di mesi fa ci ha provato l'Espresso, mettendo in croce i sindacalisti e i loro
privilegi, e definendo il sindacato come "l'altra casta". Ieri ci ha
riprovato Repubblica, con un articolo di Curzio Maltese in cui, abbastanza
scopertamente, si suggerisce che c'è in Italia anche una seconda casta,
quella della Chiesa. Proprio come quelli della Politica, i privilegi della
Chiesa costano ai contribuenti (almeno) 4 miliardi l'anno. Dunque ci sono due
caste, entrambe riprovevoli. Uno a uno e palla al centro, dunque? Credo proprio
di no. Il tentativo di trovare una seconda casta su cui scaricare l'ira
dell'opinione pubblica si scontra con un'asimmetria fondamentale, che molti di
noi avvertono istintivamente. Sindacalisti, imprenditori, sacerdoti hanno le
loro colpe, i loro limiti, le proprie "mele marce". In ciascuna delle
categorie che dovrebbero contendere alla casta dei politici il suo triste
primato ci sono individui indegni del ruolo che ricoprono: sindacalisti
parassiti, imprenditori senza scrupoli, preti pedofili. E in ciascuna delle
organizzazioni in cui operano ci sono disfunzioni, privilegi, abusi. Eppure
nessuna di esse, nemmeno dopo le denunce dei media, nemmeno dopo gli episodi
più disgustosi, ci suscita gli stessi sentimenti di ripulsa, di
disistima, di disprezzo, che proviamo per il ceto politico nel suo complesso.
Come mai ? Le ragioni a me sembrano due. La prima è che in nessuna delle
caste rivali è così diffusa come fra i politici l'ostentazione
dei simboli del potere: la stragrande maggioranza dei sindacalisti vive
nell'ombra e gode di privilegi tutto sommato modesti; gli imprenditori ubiqui
in tv e nel jet set sono una piccola minoranza, e di norma non gravano sui
contribuenti; nessun prete sgomma su potenti auto blu per raggiungere la
parrocchia o il seminario. Ma c'è un'altra ragione, la più
importante, che rende unica la casta dei politici e toglie loro il rispetto del
cittadino. Il sindacato italiano può non piacermi, ad esempio perché
protegge solo gli iscritti, ma non posso certo dire che non faccia il
sindacato. Gli imprenditori possono sembrarmi poco illuminati, o poco classe
dirigente, ma è difficile sostenere che non facciano gli imprenditori.
La Chiesa mi fa orrore quando nasconde i misfatti dei suoi membri, e può
darmi fastidio per le sue posizioni sulle questioni bioetiche, ma non posso
negare che fa la Chiesa, e che proprio quel che non mi piace fa spesso parte
del suo mestiere. Invece la politica no. La politica non fa il suo mestiere, ed
è per questo che - a un certo punto - i suoi privilegi sono diventati
insopportabili. Qual è il mestiere della politica? In un mondo ideale,
sarebbe di occuparsi disinteressatamente del bene comune. Nel mondo reale, il
mestiere della politica è - più prosaicamente - prendere decisioni:
promettere ciò che si può mantenere, e mantenere ciò che
si è promesso. è questo che la politica, da parecchi anni,
è sempre meno capace di fare. Non lo ha fatto con Berlusconi, che non
è stato in grado di onorare il "Contratto con gli italiani", non
lo sta facendo con Prodi, che non ha ancora mantenuto neppure una delle
promesse fondamentali del suo programma: ridurre il cuneo fiscale a tutti i
lavoratori dipendenti, non aumentare le tasse, cancellare le cosiddette leggi
vergogna, porre fine alla lottizzazione della Rai e della Sanità, giusto
per ricordarne qualcuna. Per questo, nonostante il tentativo di scovare altre
caste, o di fare della Chiesa la seconda casta, credo proprio che la Politica
non perderà il suo primato. Solo al ceto politico, infatti, riesce il
doppio miracolo: smettere di fare il proprio mestiere, e moltiplicare i
privilegi che a quel mestiere sono riconosciuti.
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO
data: 2007-09-29 - pag: 2 autore: Comunità montane da 600 a 500 metri -
Sì a 295 parlamentari in meno Spa locali, partecipazioni da ridurre
Mariolina Sesto ROMA Enti locali e società a partecipazione pubblica. è qui che la Finanziaria usa il colpo di scure per
abbattere i costi della politica. Il Governo sollecita poi il Parlamento a ridurre il numero dei
deputati a 450 e quello dei senatori a 200. Entrano dunque in Finanziaria le
misure previste dal Ddl Santagata che si era arenato tra i veti della
Conferenza Stato-Regioni: riduzione del 20% dei consiglieri provinciali e
comunali, niente consigli circoscrizionali nei Comuni con meno di
250mila abitanti. E ancora: i consiglieri delle circoscrizioni con meno di
60mila abitanti non avranno gettoni di presenza; il
tetto massimo di assessori scenderà da 16 a 12; verranno ridotte le
comunità montane. Ma la stretta prevista dal Ddl Santagata è
stata ammorbidita: se il precedente provvedimento richiedeva ai comuni
un'altitudine di almeno 600 metri sul livello del mare, la Finanziaria fa uno
sconto di 100 metri a quota 500. Il taglio dei compensi si estende poi anche ai
commissari straordinari di Governo che dal primo gennaio 2008 guadagneranno il
20% in meno. Quanto alle spa pubbliche, dovranno dismettere le partecipazioni
in società che non siano necessarie a svolgere i loro fini
istituzionali. Le Pa dovranno inoltre ridurre il numero degli amministratori
delle società controllate a un massimo di cinque o sette. Risparmio
previsto: circa 1 miliardo all'anno a regime. Ma il ministro per l'Attuazione
del programma Giulio Santagata mette le mani avanti: "Dalle misure per
diminuire i costi della politica non arriverà
un impatto significativo sul bilancio dello Stato perché molti dei risparmi
prodotti riguardano Enti locali e società a partecipazione pubblica, e
dunque sarà in quei bilanci che si troveranno i frutti delle misure
". "Non pensiamo di fare cassa con i risparmi degli Enti locali –
ripete il ministro immaginando lo scontento degli amministratori locali –.
Abbiamo fatto un accordo che prevede che non prendiamo dal Patto di
stabilità neanche un euro per il nostro bilancio ". Inoltre
"ci sono operazioni che impattano sui bilanci delle società a
partecipazione pubblica e là rimangono". Entreranno invece in un
Ddl collegato alla Finanziaria le norme relative alla trasparenza: chi ricopre
cariche di governo a livello locale non potrà anche operare nel settore
privato (il divieto è esteso all'anno successivo alla cessazione della
carica). Le assunzioni nelle società pubbliche avverranno tramite
offerte pubbliche e i bilanci e le consulenze dovranno essere resi pubblici
anche tramite internet. I partiti, infine, non
potranno essere finanziati da società concessionarie di servizi
pubblici. A sorpresa poi il Governo fa sapere di voler essere partecipe del
percorso delle riforme costituzionali avviato in Parlamento. Passa così
un documento che, oltre a contenere il taglio di 295 parlamentari dalla
prossima legislatura, auspica il superamento del bicameralismo perfetto, il
rafforzamento dei poteri del premier (con la possibilità di nominare e
revocare i ministri), la fiducia del Parlamento al solo presidente del
Consiglio, la sfiducia costruttiva e la modifica dell'articolo 138, elevando la
maggioranza necessaria per la revisione di riforme costituzionali.
Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO
data: 2007-09-29 - pag: 7 autore: Ripartiti 7,5 miliardi di extra-gettito Il
provvedimento che accompagna la manovra distribuisce le maggiori risorse Per
l'onere dei contratti nel pubblico impiego spazio alla copertura retroattiva
Pubblichiamo il testo del decreto legge all'esame del Consiglio dei ministri di
ieri contenente "Misure urgenti di finanza pubblica". Il decreto
legge fa parte della manovra 2008. ARTICOLO1 Destinazione maggiori entrate 1.
Le maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni definite con il Documento
di programmazione economico-finanziaria 2008-2011 per l'anno 2007, pari a 5.978
milioni di euro, ulteriori rispetto a quelle incluse nel provvedimento previsto
dall'articolo 17, comma 1, della legge 5 agosto 1978, n. 468 ai sensi del
decreto legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge
3 agosto 2007, n. 127, sono destinate alla realizzazione degli obiettivi di
indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e dei saldi di finanza
pubblica a legislazione vigente definiti dal predetto Documento di
programmazione economico- finanziaria e dalla relativa nota di aggiornamento.
2. Gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni di cui
al comma 1 includono gli effetti finanziari degli interventi disposti con il
presente decreto, ivi comprese le misure di sviluppo ed equità sociale
di cui all'articolo 1, comma 4, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. ARTICOLO2
Imprese pubbliche 1. Per la prosecuzione delle opere in corso sulla rete
tradizionale dell'infrastruttura ferroviaria, previste dal contratto di
programma 2007-2011 parte investimenti stipulato tra il ministero delle
Infrastrutture e la Rete ferroviaria italiana Spa, è autorizzato un
contributo di 800 milioni di euro per l'anno 2007. 2. Per assicurare, per il
periodo di vigenza del contratto di cui al comma 1, la continuità
nell'attività di manutenzione straordinaria sulla rete tradizionale
dell'infrastruttura ferroviaria, come indicato nella delibera Cipe 20 luglio
2007, è autorizzato per l'anno 2007 un ulteriore contributo di 235
milioni di euro. 3. è autorizzata la spesa di 215 milioni di euro per
progetti appaltabili nel 2007 ricompresi nel piano di investimenti allegato al
Contratto di programma 2007 stipulato tra il ministero delle Infrastrutture e
da Anas Spa. ARTICOLO3 Semplificazione delle procedure di utilizzo degli
stanziamenti di cui all'elenco 1 annesso alla Legge finanziaria 2007 1.
All'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti
modifiche: a) al comma 758, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi:
"Al fine di garantire la tempestiva attivazione del finanziamento in corso
d'anno degli interventi previsti nel predetto elenco 1, è consentito,
per l'anno 2007, l'utilizzo di una parte delle quote accantonate per ciascun
intervento, nel limite di importi corrispondenti a effetti in termini di
indebitamento netto pari all'ottanta per cento di quelli determinati nel
medesimo elenco 1. Per gli anni 2008 e 2009 è consentito l'utilizzo di
una parte delle quote accantonate per ciascun intervento, nel limite di importi
corrispondenti a effetti in termini di indebitamento netto pari al settanta per
cento di quelli determinati nel medesimo elenco 1"; b) al comma 759,
è soppressa la parola "trimestralmente"; c) al comma 762, le
parole "per gli importi accertati ai sensi del comma 759" sono
sostituite dalle seguenti: "secondo quanto previsto dai commi 758 e
759". 2. Il comma 2 dell'articolo 13 del decreto legge 2 luglio 2007, n.
81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, è
sostituito dal seguente: "2. Le anticipazioni di cui al comma 1 sono
estinte a valere sulla quota delle somme stanziate sui pertinenti capitoli di
bilancio indicata all'articolo 1, comma 758, penultimo periodo, della legge 27
dicembre 2006, n. 296, preventivamente rispetto agli utilizzi cui sono
destinati gli stanziamenti stessi.". ARTICOLO4 Commissariamento Regioni
inadempienti e crediti dormienti 1. Qualora nel procedimento di verifica e
monitoraggio dei singoli Piani di rientro, effettuato dal Tavolo di verifica
degli adempimenti e dal Comitato permanente per la verifica dei livelli
essenziali di assistenza di cui rispettivamente agli articoli 12 e 9
dell'Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005, con le modalità previste
dagli Accordi sottoscritti ai sensi dell'articolo 1, comma 180 della legge 30
dicembre 2004, n. 311, e successive modificazioni, si prefiguri il mancato
rispetto da parte della Regione degli adempimenti previsti dai medesimi Piani,
in relazione alla realizzabilità degli equilibri finanziari nella
dimensione e nei tempi ivi programmati, in funzione degli interventi di
risanamento, riequilibrio economico- finanziario e di riorganizzazione del
sistema sanitario regionale, anche sotto il profilo
amministrativo e contabile, tali da mettere in pericolo la tutela
dell'unità economica e dei livelli essenziali delle prestazioni, ferme
restando le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 796, lettera b) della
legge 27 dicembre 2006, n. 296, il presidente del Consiglio dei mi-nistri, con
la procedura di cui all'articolo 8, comma 1, della legge 5 giugno 2003, n. 131,
su proposta del ministro dell'Economia e delle finanze, di concerto con il
ministro della Salute, sentito il ministro per gli Affari regionali e delle
autonomie locali, diffida la Regione ad adottare tutti gli atti normativi,
amministrativi, organizzativi e gestionali idonei a garantire il conseguimento
degli obiettivi previsti nel Piano entro quindici giorni. 2. Ove la Regione non
adempia alla diffida di cui al comma 1, ovvero gli atti e le azioni posti in
essere, valutati dai predetti Tavolo e Comitato, risultino inidonei o
insufficienti al raggiungimento degli obiettivi programmati, il Consiglio dei
ministri, su proposta del ministro dell'Economia e del-le finanze, di concerto
con il ministro della Salute, sentito il ministro per gli Affari regionali e
delle autonomie locali, nomina un commissario ad acta per l'intero periodo di
vigenza del singolo Piano di rientro. Gli eventuali oneri derivanti dalla
nomina del commissario ad acta sono a carico della Regione interessata. 3. I
crediti interessati dalle procedure di accertamento e riconciliazione del
debito pregresso al 31 dicembre 2005, attivate dalle regioni nell'ambito dei
piani di rientro dai deficit sanitari di cui all'articolo 1, comma 180, della
legge 30 dicembre 2004, n. 311, prevedendo anche la richiesta ai creditori
della comunicazione di informazioni, entro un termine definito, sui crediti
vantati dai medesimi, si prescrivono in cinque anni dalla data in cui sono
maturati, e comunque non prima di 180 giorni dalla data di conversione in legge
del presente decreto legge, qualora, alla scadenza del termine fissato non sia
pervenuta la comunicazione richiesta. A decorrere dal termine per la predetta
comunicazione, i crediti di cui al presente comma non producono interessi.
ARTICOLO5 Misure di governo della spesa e di sviluppo del settore farmaceutico
1. A decorrere dall'anno 2008 l'onere a carico del Ssn per l' assistenza
farmaceutica territoriale, comprensiva sia della spesa dei farmaci erogati
sulla base della disciplina convenzionale, al lordo delle quote di
partecipazione alla spesa a carico degli assistiti, sia della distribuzione
diretta, inclusa la distribuzione per conto e la distribuzione in dimissione
ospedaliera non può superare a livello nazionale
ed in ogni singola regione il tetto del 14,4 per cento del finanziamento cui
concorre ordinariamente lo Stato, comprensivo delle risorse vincolate di
spettanza regionale e al netto delle somme erogate per il finanziamento di attività
non rendicontate dalle Aziende sanitarie. 2. Il valore assoluto dell'onere a
carico del Ssn per l'assistenza farmaceutica, sia a livello nazionale
che in ogni singola regione, come definito al comma 1, è annualmente
determinato dal ministero della Salute, entro il 15 novembre dell'anno
precedente a quello di riferimento, sulla base del riparto delle
disponibilità finanziarie per il servizio sanitario
deliberato dal Cipe, ovvero, in sua assenza, sulla base della proposta di
riparto del ministro della Salute, da formulare entro il 15 ottobre. 3. Entro
15 giorni dalla fine di ciascun mese, le Regioni trasmettono all'Agenzia
italiana del farmaco (Aifa), al ministero della Salute e al ministero
dell'Economia e delle finanze i dati della distribuzione diretta, come definita
al comma 1, per singola specialità medicinale, relativi al mese
precedente, secondo le specifiche tecniche definite dal decreto del ministro
della Salute del 31 luglio 2007, concernente l'istituzione del flusso
informativo delle prestazioni farmaceutiche effettuate in distribuzione diretta
Il rispetto di quanto disposto dal presente comma costituisce adempimento
regionale ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo a carico dello
Stato. 4. Nelle more della concreta e completa attivazione del flusso
informativo di cui al comma 3, alle Regioni che non hanno fornito i dati viene
attribuita, ai fini della determinazione del tetto e della definizione dei
budget, in via transitoria e salvo successivo conguaglio, una spesa per
distribuzione diretta pari al 40 per cento della spesa complessiva per
l'assistenza farmaceutica non convenzionata rilevata dal
flusso informativo del Nuovo sistema informativo sanitario. 5. A
decorrere dall'anno 2008 è avviato il nuovo sistema di regolazione della
spesa dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, disciplinato dai commi seguenti. 6. Il sistema di cui al comma
precedente, nel rispetto dei vincoli di spesa di cui al comma 1, è
basato sulla attribuzione da parte dell'Aifa,a ciascuna Azienda titolare
di autorizzazioni all'immissione in commercio di farmaci (Aic), entro il 15
gennaio di ogni anno, di un budget annuale calcolato sulla base dei volumi e
dei prezzi degli ultimi dodici mesi per i quali sono disponibili i dati,
distintamente per i farmaci equivalenti e per i farmaci ancora coperti da
brevetto. Dal calcolo di cui al precedente periodo viene detratto, ai fini
dell'attribuzione del budget, l'ammontare delle somme restituiteal Servizio sanitario nazionale per effetto dell'articolo 1, comma 796,
lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e del comma 13 del presente
articolo. Viene detratto, altresì, il valore della minore spesa
prevedibilmente conseguibile nell'anno per il quale è effettuata
l'attribuzione del budget, a seguito delle decadenze di brevetti in possesso
dell'azienda presa in considerazione; tale valore è calcolato sulla base
dei dati dell'anno precedente. Ai fini della definizione dei budget l'Aifa
utilizza anche il 60 per cento delle risorse incrementali derivanti dall'eventuale
aumento del tetto di spesa rispetto all'anno precedente e di quelle rese
disponibili dalla riduzione di spesa complessiva prevista per effetto delle
decadenze di brevetto che avvengono nell'anno per il quale è effettuata
l'attribuzione del budget. Un ulteriore 25 per cento delle risorse
incrementali, come sopra definite, costituisce un fondo aggiuntivo per la spesa
dei farmaci innovativi che saranno autorizzati nel corso dell'anno, mentre il
restante 15 per cento costituisce un fondo di garanzia per esigenze allocative
in corso d'anno. Il possesso, da parte di un farmaco, del requisito della
innovatività è riconosciuto dall'Aifa sentito il parere formulato
dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica istituita presso la stessa
Agenzia e ha validità per 36 mesi agli effetti del presente articolo,
fatta salva la possibilità dell'Aifa di rivalutare l'innovatività
sulla base di nuovi elementi tecnico-scientifici resisi disponibili. 7. La
somma dei budget di ciascuna azienda, incrementata del fondo aggiuntivo per la
spesa dei farmaci innovativi di cui al comma 6,nonché dell'ulteriore quota del
15 per cento prevista dallo stesso comma, deve risultare uguale all'onere a
carico del Ssn per l'assistenza farmaceutica a livello nazionale,
come determinato al comma 2. 8. In fase di prima applicazione della
disposizione di cui al comma 6 e nelle more della concreta e completa
attivazione dei flussi informativi, l'Aifa, partendo dai
prezziinvigoreal1Ugennaio2007 risultanti dalle misure di contenimento della
spesa farmaceutica di cui all'articolo 1, comma 796, lettera f) della legge 27
dicembre 2006, n. 296, attribuisce a ciascuna Azienda titolare di Aic, entro il
31 gennaio 2008, un budget provvisorio sulla base delle regole di attribuzione
del budget definite dal medesimo comma 6. Il budget definitivo viene attribuito
a ciascuna Azienda entro il 30 settembre 2008 alla luce dei dati sulla
distribuzione diretta forniti dalle Regioni ai sensi del citato decreto del
ministro della Salute del 31 luglio 2007. In assenza di tali dati, ad ogni
azienda viene attribuito un valore di spesa per la distribuzione diretta
proporzionale all'incidenza dei farmaci di Pht di cui alla Determinazione Aifa
del 29 ottobre 2004, pubblicata nella "Gazzetta Ufficiale" n. 259 del
4 novembre 2004. 9. L' Aifa effettua il monitoraggio mensile dei dati di spesa
farmaceutica e comunica le relative risultanze al ministero della Salute e al
ministero dell'Economia e delle finanze con la medesima cadenza. L'Aifa
verifica al 31 maggio, al 30 settembre e al 31 dicembre di ogni anno
l'eventuale superamento a livello nazionale del tetto
di spesa di cui al comma 1, calcolato sulla base dei dati dell'Osservatorio nazionale dell'impiego dei medicinali, disciplinato
dall'articolo 68 della legge 23 dicembre 1998, n. 448 e dall'articolo 18 del
decreto ministeriale 20 settembre 2004, n. 245, nonché sulla base dei dati
delle Regioni concernenti la distribuzione diretta di cui ai commi 3 e 4.
PRIMO PIANO 29-09-2007
RIFORME ARRIVANO TAGLI AL NUMERO DEI PARLAMENTARI, ALLE AUTO BLU E ALLE
TELEFONATE Santagata: "Scure sui costi della politica"
ROMA II Arrivano i primi, sospirati tagli ai costi della politica. Con in più la richiesta del governo al Parlamento perché
si riduca, per legge, il numero dei deputati (315) e senatori (200). La
scure della manovra 2008 - lo annuncia il ministro Santagata - si
abbatterà su consiglieri e manager. è previsto infatti un taglio
del 20 per cento per il numero dei consiglieri comunali e provinciali. E
sarà fissato un tetto massimo per l'indennità dei super dirigenti
pubblici. Quelli delle società controllate e degli enti, che
percepiscono stipendi a sei zeri e incassano liquidazioni d'oro, superiori
perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10 per cento il numero dei
dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle amministrazioni. Subiranno
inoltre una riduzione del 5 per cento gli organici di ministeri, enti autonomi
e agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione sarà dato un colpo di
freno al fenomeno del precariato. Niente più contratti flessibili: solo
contratti a tempo indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti che
vanno in pensione ne vengono assunti 6. Solo in presenza di esigenze
"stagionali" si potranno fare assunzioni a tempo determinato, ma per
tempi limitati (al massimo 3 mesi). Auto blu e telefonini. Finora sono state
eliminate 50 auto dal parco governativo. Ma non basta. Così l'auto di
servizio diventa collettiva, ossia a disposizione di più beneficiari,
per dare una sforbiciata al parco macchine di ministeri ed enti locali. Negli
uffici pubblici nessuno avrà più il cellulare di servizio e non
si utilizzeranno più i servizi postali. Progressivamente per le
telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare i servizi Internet
(Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività o da analoghe
convenzioni. Una misura che consentirà un risparmio di 451 milioni di
euro fino al 2010. Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008,
140 milioni per il 2009. Per porre un freno agli sprechi nella gestione degli
immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal
prossimo anno si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e
straordinaria: ogni anno non si potrà spendere più del 3 per
cento del valore dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto
solo l'1 per cento. Nel mirino anche le comunità montane, che saranno
drasticamente ridotte. Dal primo marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui
tribunali militari inutili (Torino, La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e
Palermo). Costi della politica Il ministro per il
Programma Giulio Santagata. ANSA.
Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione:
OPINIONI - data: 2007-09-29 num: - pag: 17 categoria:
REDAZIONALE L'APOLOGO Costi
della politica e "progetti" su cui
indagare di ALESSIO VIOLA Lo scandalo dei costi della politica ormai
dilaga. Per ultima, è stata travolta l'amministrazione di Torre
Spaccatella, ridente cittadina appartenente alla comunità montana
dell'alto Adriatico pugliese. Un giovane magistrato, Antonio La Roccia,
ha scoperto quello che era il sistema definito, con la sua notoria e ruspante
semplicità di linguaggio, delle "campagne elettorali a
credito". Chiave, a suo dire, di tutte le forme di degenerazione della politica, e causa dei suoi costi non solo esorbitanti, ma
soprattutto insostenibili a livello sociale. In che cosa consiste il sistema?
è presto detto. Dai dati raccolti dalla sua squadra di investigatori, un
brigadiere e due vigili urbani, sono emerse le trame di un intreccio fra politica ed affari, amministrazione e vita dei partiti, che sarebbe praticamente impossibile leggere e
decifrare, se non alla luce del teorema La Roccia. Va detto che le indagini
risultano facilitate, poiché parliamo di un piccolo centro, in cui sono tutti,
in qualche modo, figure pubbliche. Chiunque sia in politica
anche da poco tempo, è in grado di ricostruire rapporti ed amicizie,
parentele e collusioni, affari e carriere, figurarsi per un magistrato che ha
voglia di chiarezza, e di un brigadiere alla vigila della pensione, che non
deve chiedere o fare favori a nessuno. Dunque, la cosa funzionerebbe
così. All'avvicinarsi delle passate elezioni, l'aspirante sindaco,
aiutato dal suo partito, avrebbe raccolto intorno a sé una fitta rete di amici,
clienti ed affaristi. La richiesta, semplice: l'appoggio e l'impegno a tempo
pieno in campagna elettorale. Intesa non solo nel senso classico, il porta a
porta, i manifesti, i fac-simile distribuiti a migliaia. Ma nel senso di creare
una rete di possibili affari da concludere, una volta vinte le elezioni.
Praticamente, un prestito. Se va male, pazienza, ci abbiamo provato. E poi si
può sempre cambiare casacca, cosa che per altro avevano fatto in molti.
Se va bene… Era andata bene, e le cambiali, stando alle intercettazioni del
nucleo del brigadiere, erano state messe subito all'incasso. Progetti, in primis.
Parola magica, sotto cui si nasconde di tutto. In pratica, si tratta di soldi
pubblici che vengono distribuiti agli amici degli amici, che attraverso
società le più diverse e fantasiose, intercettano finanziamenti
europei, governativi, regionali, comunali. Memorabile lo studio sulla foca
monaca accampata lungo le coste turche, oggetto di un seminario specifico che
ha fatto scuola. Ma nel mare magno dei progetti c'è veramente di tutto,
serve solo una buona dote di realismo per accertarsi che siano davvero
finanziati. Poi la madre di tutte le cambiali, la nomina degli assessori.
Pescati in gran parte fra gli amici fidati, costano sempre meno di un assessore
corrotto, avrebbe detto il sindaco. Importante è che siano fedeli, al
capo e alla famiglia. Di fatto, ritiene l'intero consiglio una massa di
corruttibili. E poi, la strabiliante quantità di consulenti. Nei tanti
dipendenti del comune montano di mare, evidentemente, non c'erano intelligenze
e professionalità in grado di far fronte alla bisogna. Lo staff elettorale,
in blocco, è diventato quello dei consulenti. E se alla fine la lista
degli amici era esaurita, se ne sono presi da fuori, gli oriundi, naturalizzati
grazie alla tessera del partito del sindaco. Decine di geometri e avvocati a
dirigere la sanità, ginecologi i lavori pubblici, avvocati la ricerca,
umanisti la tecnologia, e via consultando. Il bilancio del piccolo comune,
ovviamente, è al tracollo. La coscienza civile dei cittadini, distrutta.
Anche perché si è trattato di sistemare un po' di trombati in enti ed
agenzie, le cambiali vanno pagate, sempre. Il giudice minaccia sfracelli.
Qualcuno parla già di "consulenze pulite", una nuova puntata
dell'infinita commedia all'italiana. Della serie: i costi della politica.
Corriere dell'Alto Adige - TRENTO -
sezione: REGIONE - data: 2007-09-29 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE I
COSTI DELLA POLITICA LO SCONTRO IN REGIONE Vitalizi ai sindaci, altolà
degli Arbeitnehmer Perkmann: non paghi la gente. Benussi: Spagnolli si abbassi
lo stipendio BOLZANO - La proposta di istituire un fondo previdenziale in
favore dei sindaci piace al leader della corrente della Svp degli Arbeitnehmer,
Reinhold Perkmann. L'unico vincolo che pone l'esponente dell'ala sociale della
Stella Alpina è quello che alla fine non gravi sui cittadini. Un paletto
importante alla luce anche del dibattito in corso sul
taglio dei costi della politica. "Se ne discute da tempo - ammette Perkmann - e la
questione sarà sollevata tra un mese al congresso del nostro partito. I
sindacati, infatti, sono riusciti a far modificare l'ordine del giorno
preventivato facendo inserire al primo posto del dibattito proprio le questioni
relative alle amministrazioni locali". Non è un mistero che
da alcuni mesi il presidente del consorzio dei comuni Arnold Schuler sta
pressando il Landeshauptmann Luis Durnwalder e l'Obmann della Stella Alpina
Elmar Pichler Rolle per ottenere una maggiore autonomia per le amministrazioni
locali. Nel pacchetto delle richieste approntato figura anche l'annosa
questione del trattamento previdenziale a favore dei primi cittadini. "Non
possiamo non concordare con le richieste - rileva Perkmann - perché sono condivisibili,
ad eccezione della rimozione del limite dei tre mandati. Il lavoro dei sindaci
è mutato negli ultimi anni anche nei comuni inferiori a duemila abitanti
gli amministratori sono obbligati a dedicarsi a tempo pieno allo svolgimento
delle loro funzioni con grave pregiudizio per la loro professione. Studiare una
forma previdenziale che dia loro una certa sicurezza mi sembra più che
giusto. Sia ben chiaro, però, che i soldi devono essere reperiti
all'interno dei bilanci comunali operando dei tagli su poste meno importanti
senza farli gravare sui cittadini". Un segnale preciso quello di Perkmann
che indica per il finanziamento del fondo previdenziale anche l'ipotesi di una
partecipazione diretta da parte dei sindaci stessi che potrebbero destinare
all'alimentazione della previdenza una parte delle loro indennità
Interviene anche Giovanni Benussi, predecessore di Spagnolli sulla poltrona di
primo cittadino del capoluogo: "Il sindaco decida di abbassare il suo
stipendio a livello di quelli degli altri sindaci italiani, che amministrano
città analoghe alla nostra, rinunciando ai cospicui vantaggi economici
che le vengono dal solo fatto d'essere primo cittadino in Alto Adige e non in
un'altra regione italiana e riduca il numero dei suoi assessori riportandolo a
sette, come era prima che Salghetti lo aumentasse di due unità ".
La sua è una lettera aperta in cui accusa Spagnolli di demagogia per le
sue prese di posizione sulle accuse mosse di recente dall'opposizione su una
scarsa efficienza della macchina amministrativa. Ma inevitabilmente la
questione si trasferisce sui "costi della politica".
"Lei - scrive tra l'altro Benussi - ha, ancora una volta e quasi stizzito,
ribadito d'essere contento del suo e dell'operato della giunta, di avere
effettuato un sacco di inaugurazioni, forse dimenticando che erano in gran
parte opere ideate ed avviate dalla giunta Salghetti cui dovrebbe andare gran
parte del merito, ci ha sciorinato i soliti dati sull'isola felice, che poi
tanto felice non è se batte due a uno per suicidi, droga ed alcolismo il
resto d'Italia". Enrico Barone RIUNITI Un gruppo di sindaci davanti alla
sede del consiglio provinciale a Bolzano.
Di MARIA PAOLA CANCELLIERI OSIMO -
"Non credo che le indennità degli amministratori del Comune di
Osimo incidano tanto sui conti pubblici. Quello che va considerato spreco sono
i compensi per le cariche nelle società partecipate senza
attività, contenitori vuoti come Astea Acque e il suo Cda ai quali non
fa riscontro alcuna efficienza. Oppure gli stipendi esosi
pagati alle cariche sociali di Astea Spa. Abbiamo calcolato che l'ex
municipalizzata con le collegate pesa per 500.000 euro annui sul bilancio con i
suoi cda". Anche il consigliere di minoranza Mauro Pellegrini è
disposto a consegnare il suo gettone di presenza se questo
invoca la causa comune. Nulla da rilevare sulla proposta del sindaco
Latini di azzerrare le competenze di amministratori comunali e presidenti delle
partecipate "sarebbe però più utile ridimensionati gli
importi più che neutralizzarli - aggiunge Pellegrini - altrimenti si
rischia di tornare all'800 quando la politica era un lobby per ricchi". E'
d'accordo anche il collega Massimo Luna. "Tagliarsi lo stipendio
rappresenterebbe un buon esempio nel rispetto di chi non arriva a fine mese.
Però dovremo sapere in anticipo come investire questi soldi. Potremmo
destinarli alla fasce deboli della popolazione. Mi piacerebbe sapere poi come
si autofinanzierà la politica, perché c'è chi riesce a far
stampare manifesti 6x3". Il consigliere di maggioranza Matteo Gambini
trova ottimo il gesto nel suo simbolismo ma non lo considera "la soluzione
definitiva. Noi consiglieri con i 15 euro netti guadagnati ogni volta per la presenza di 6-10 ore nella Sala Gialla possiamo contribuire
poco". La pensa così anche il collega di maggioranza Candido
Donato. "Rappresento Osimo nel consorzio del Nera e non percepisco niente.
Vogliono togliere il gettone della Sala Gialla? Cambierebbe poco, ci siamo
già decurtati il 10% 2 anni fa e ogni Natale versiamo nel fondo di
solidarietà". Allineato sulla posizione latiniana è il
consigliere Andrea Falcetelli mentre l'assessore Coletta si trincera dietro un
"no comment" e l'assessore Giancarlo Mengoni dice no all'ipotesi.
"Per principio, perché l'impegno profuso è tanto. - eccepisce - In
questi giorni stiamo facendo le ore piccole nei consigli di quartiere. Un minimo
di rimborso spese è più che legittimo. La mia indennità
mensile di 700 euro lordi oggi non copre neppure le spese. Se necessario mi
adeguerò". Concorda anche l'ingegnere Sandro Antonelli, presidente
della Imos, la partecipata immobiliare del Comune. "Le
responsabilità ed i rischi che mi accollo sono tanti, come il tempo e
l'impegno che dedico alla Srl. I miei 700 euro mensili non possono essere
considerati uno stipendio". Il sindaco ascolta e precisa che "la
proposta di azzeramento delle indennità degli amministratori non nasce
da esigenze di bilancio del Comune ma dalle sollecitazioni avanzate per
chiarire quanto ricevessero i vari amministratori. Si è visto che le
cifre non sono rappresentate da grandi numeri. Ora quindi si può aprire
un dibattito".
Agenda e Lettere Corruzione Qualcosa da
fare I dati di Transparency International che danno l'Italia al 41? posto nel
mondo all'indice di percezione della corruzione non ci
stupiscono. Sono la conferma di un allarme che abbiamo lanciato da tempo e che
si rivela nella critica montante dei cittadini verso i costi della politica e dell'Amministrazione pubblica. Ma su alcune cose
si può intervenire subito. Bisogna attuare la normativa sulla confisca e
l'uso sociale dei beni illeciti accumulati dai corrotti. Come insegnano anni di
lotta alle mafie, soltanto se si aggrediscono i patrimoni illeciti e si
riutilizzano quei beni a favore della cittadinanza sarà possibile
combattere i fenomeni criminali. Poi monitorare i comportamenti di dipendenti e
funzionari pubblici e l'attribuzione degli appalti col coinvolgimento delle
organizzazioni civiche. Solo l'esercizio della vigilanza sull'operato dei
poteri pubblici da parte dei cittadini garantisce che i
diritti siano tutelati e che la corruzione non
attecchisca. Infine chiediamo di attuare una seria politica di
razionalizzazione della spesa pubblica, di lotta agli sprechi e di
trasparenza dei bilanci degli enti locali e regionali. Questo a cominciare da
settori chiave come la sanità pubblica che costituisce il 70% dei budget
regionali e un potenziale intreccio d'interessi affaristici. Purtroppo
non abbiamo percepito in questo primo anno di governo chiarezza d'intenti da
parte dell'esecutivo Prodi né da parte dei ministeri. All'Alto Commissario Anticorruzione, ancora privo delle risorse necessarie, offriamo
la disponibilità a collaborare per mobilitare i cittadini contro la corruzione. Cittadinanzattiva.
Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La) (Mattino di Padova,
Il) (Gazzetta di Reggio) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Mantova, La)
(Trentino) (Nuova Sardegna, La) (Alto Adige Trento) (Gazzetta di Modena, La)
Nella notte il confronto sulla manovra vera
e propria. La sinistra radicale: qualcosa si muove Le misure sociali spianano
la via all'accordo Si delinea l'intesa sul decreto che stanzia 7,5 miliardi.
Parisi: no al taglio delle spese militari Ferrero ha chiesto una sospensione
per valutare gli atti ROMA. E' stata un'altra giornata di frenetiche
consultazioni, di trattative fino all'ultimo minuto utile. La strada della
Finanziaria sembra però essersi spianata e sul punto di compiere il
primo passo con il consenso di tutte le forze della maggioranza. "E' una
Finanziaria di squadra", ha detto il premier aprendo il Consiglio dei
ministri intorno alle 17, dopo un'altra mattina di trattative. "Dobbiamo
essere fieri perché sarà una manovra di sviluppo". La sinistra
radicale incassa lo slittamento del ddl sul welfare, ma anche diversi impegni
sul fronte sociale, la ricerca, l'ambiente. E ottiene anche un taglio delle
spese militari contro cui polemizza però duramente il ministro della Difesa
Arturo Parisi. Restano anche le tensioni con Dini, in particolare sul welfare,
ma per ora il governo si accontenta di superare un'altra tappa tutt'altro che
scontata. La trattativa con la sinistra è andata del resto avanti fino a
sera inoltrata. Dopo 4 ore e mezzo è stato approvato il decreto fiscale
e subito dopo Paolo Ferrero ha chiesto una pausa per esaminare il testo della
finanziaria. Franco Giordano l'aveva del resto già detto: "Qualcosa
si muove, ma non mi fido finché non vedo le carte". Aiuti ai più
deboli Diverse le novità illustrate nel frattempo da Enrico Letta
secondo il quale nella manovra ci sono "100 buone notizie per gli
italiani". A cominciare dalla redistribuzione fiscale a favore delle
famiglie più povere. La manovra sarà infatti accompagnata da un
decreto da 7,5 miliardi tutto finanziato con le maggiori entrate di quest'anno.
I cosidetti "incapienti", cioè coloro che non possono
beneficiare di riduzioni fiscali perché sotto la soglia di reddito in cui si
è esclusi dall'Irpef, prenderanno circa 200 euro in più nella
tredicesima di dicembre. E la misura potrebbe diventare stabile, aumentando a
300 euro nel 2008. Confermata anche la semplificazione per un milione di
microimprese che dovrebbe portare a un forte risparmio. Per i redditi fino a 30
mila euro, è prevista infatti un'unica Casa Entra in finanziaria anche
un ulteriore taglio dell'Ici per la prima casa. Sarà previsto sotto
forma di detrazione dell'1,33 per mille sulla base imponibile fino a un massimo
di 200 euro che si potranno sommare agli attuali 103 euro. Previste detrazioni
anche per gli affitti per le fasce più deboli: 300 euro per i redditi
fino a 15.493 euro e 150 euro per chi ne guadagna fino a 30.987. In questo
modo, sottolinea Enrico Letta, "è iniziata la riduzione fiscale.
Grazie alla lotta all'evasione, che ha dato i suoi risultati, siamo in
condizione di restituire agli italiani". E il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio sottolinea anche gli aiuti agli italiani non
autosufficienti, la defiscalizzazione delle spese scolastiche, l'aumento del
tetto per il terzo settore. Tagli alla politica In
finanziaria entra anche un pacchetto di provvedimenti per il taglio dei costi
della politica che a regime dovrebbe permettere di risparmiare un miliardo di
euro l'anno. In arrivo una cura dimagrante per i consigli comunali,
provinciali, regionali, i consigli di amministrazione delle società
pubbliche e, come previsto, un drastico taglio dei costi telefonici nella
pubblica amministrazione. Meno parlamentari Il governo ha approvato a sorpresa
anche un documento sulle riforme istituzionali in cui auspica che il Parlamento
proceda in una serie di punti ritenuti urgenti. Fra questi la riduzione del
numero dei parlamentari, che dovrebbero passare a 450 deputati (rispetto ai 630
attuali) e a 200 senatori (rispetto ai 315 di oggi) già dalla prossima
legislatura, cioè dalle prossime elezioni politiche. E, fra le altre
misure, il governo indica il potere di revoca dei ministri per il presidente
del Consiglio e la trasformazione del Senato in camera delle regioni. Ma anche
l'innalzamento del quorum dell'articolo 138, in modo da mettere al riparo la Costituzione da colpi di mano a maggioranza. I debiti di
Berlusconi Letta ha sottolineato ieri che un miliardo di euro, fra gli 11
complessivi della finanziaria sarà necessario per pagare i debiti
assunti, ma mai onorati, dal governo Berlusconi a livello internazionale.
Impegni che riguardano il fondo globale per l'Aids, il G8 e l'Onu. E su cui
l'Italia è stata già durante richiamata.
Il governo ha deciso di attendere il
risultato del referendum promosso dai sindacati tra i lavoratori. Bonus del 36%
per le ristrutturazioni Slitta il provvedimento sul Welfare Sconto di 200 euro
sull'Ici e di 300 per gli affittuari con reddito inferiore a 15 mila euro ROMA
- Da una parte il calo dell'Ici, che può arrivare fino a 200 euro,
dall'altro lo sconto per gli affittuari. Per i piccoli lavoratori autonomi
arriva invece una tassa forfettaria del 20% che assorbe anche Irap e Iva. Ci
sono poi le misure di contenimento della spesa, come la riduzione degli statali
(5%) che diventa del 10% per i dirigenti al top. Ecco una scheda con le misure
principali contenute nella Finanziaria. CALO ICI - Per l'abitazione principale
è prevista un'ulteriore detrazione pari all'1,33 per mille della base
imponibile (che somma a quella già esistente). Lo sconto non può
comunque essere superiore a 200 euro. La minor imposta "sarà rimborsata
con oneri a carico dello Stato ai singoli comuni". SCONTO AFFITTI - Arriva
uno sconto di 300 euro a valere sull'Irpef per gli affittuari con un reddito
sotto 15.493,71 euro. Scende a 150 euro per chi guadagna fino a 30.987,34 euro.
SLITTA IL PROVVEDIMENTO SUL WELFARE - Il collegato sul welfare slitterà
a metà ottobre per attendere il risultato del referendum promosso dai
sindacati tra i lavoratori. 200 MILIONI PER NON AUTOSUFFICIENTI - La
finanziaria prevede un intervento da 200 milioni in favore dei non autosufficienti.
GIU TASSE A IMPRESE - Calano Ires e Irap. L'Irap scenderà al 3,9 e
l'Ires sarà abbattuta di 5 punti, dal 33 al 28%. RISTRUTTURAZIONI - Il
bonus del 36% per i lavori di ristrutturazioni edilizia potrà essere
utilizzato anche nei prossimi tre anni. FORFAIT AL 20% PER I PICCOLI - I
lavoratori marginali con un fatturato annuo sotto i 30.000 euro pagheranno solo
un forfait con un'aliquota al 20%. CONTRATTI PUBBLICI - La Finanziaria prevede
per il rinnovo dei contratti pubblici in scadenza a fine 2007 solo le risorse
per l'indennità di vacanza contrattuale. Per il prossimo biennio infatti
sono previsti oneri a carico del bilancio statale per 240 milioni per il 2008 e
355 per il 2009 (per una platea di circa 1,5 milioni di persone). Per il
personale statale in regime di diritto pubblico (come le forze armate) la bozza
sono previsti per il 2008 oneri per 117 milioni. TAGLI A ORGANICI MINISTERI -
Gli organici dei ministeri, degli enti autonomi dovrà essere ridotto del
5% e il taglio dei dirigenti di prima fascia dovrà arrivare al 10%. NO
PRECARI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Le pubbliche amministrazioni potranno
assumere "esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo
indeterminato". Inoltre non potranno avvalersi di forme di contratto
flessibile - leggi precari - per non più di tre mesi. Nel complesso i
precari non possono lavorare per la Pa per più di 2 anni. DEROGA
ASSUNZIONI PER ENTRATE, DOGANE, GDF - Deroga per nuove assunzioni all'agenzia
delle Entrate, Dogane e Guardia di Finanza. TAGLIO AD AFFITTI PUBBLICI - Il
Governo punta a risparmiare almeno il 10% della spesa per la manutenzione e
l'affitto di immobili pubblici con un taglio ai ministeri interessati che in
tre anni (2008-2010) porterebbe ad un risparmio di 290 milioni. PRESTITO
SANITARIO A REGIONI - Prestito da 9,1 miliardi a 4 regioni per risanare i
debiti sanitari. In particolare in attuazione degli accordi sottoscritti tra lo
Stato e le Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia le regioni interessate
sono obbligate a risanare strutturalmente i relativi servizi sanitari
regionali. Se le regioni non rispetteranno i piani di rientro stabiliti con il
Governo per il sistema sanitario rischiano il
commissariamento. AUMENTA TETTO SPESA FARMACI, 2008 AL 14,4% - Dal 2008 cambierà il tetto per la spesa farmaceutica e
l'onere a carico del Servizio sanitario nazionale per l'assistenza
farmaceutica territoriale non potrà superare il 14,4% sul totale della
spesa sanitaria complessiva contro il 13% attuale. 550 MILIONI PER EDILIZIA
POPOLARE - Arrivano 550 milioni per un piano straordinario di edilizia
popolare. 29/09/2007.
Di Gian Battista Bozzo - sabato 29 settembre
2007, 08:47 Stampa Dimensioni Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato Roma -
Un "bonus panettone" da circa 150 euro, assegnato a fine anno agli
"incapienti", i cittadini dal reddito così basso da non poter
usufruire di riduzioni fiscali perché già esenti dal pagamento delle
tasse. Il bonus dovrebbe andare a ogni componente del nucleo
familiare.èquesta la grande novità annunciata dal sottosegretario
alla presidenza Enrico Letta, a Consiglio dei ministri in corso per l'approvazione
della legge finanziaria 2008. Si tratta di una riedizione del bonus da 300mila
lire che era stato approvato dal governo Amato con la finanziaria elettorale
2001: c'è aria di voto in primavera? La provvidenza è contenuta
nel decreto legge da 7 miliardi e mezzo di euro che il governo ha approvato
all'unanimità nella tarda serata di ieri. La manovra è stata
infatti spacchettata in più provvedimenti: la Finanziaria vera e
propria, da 11 miliardi di euro; il decreto, che anticipa le misure di questo
scorcio di 2007; un disegno di legge collegato (o forse più).
Un"collegato di sessione " conterrà le norme che recepiscono
il protocollo su pensioni e welfare del 23 luglio scorso: sarà approvato
dal governo il 12 ottobre, dopo il voto referendario nelle fabbriche e fra i
pensionati sui contenuti dell'intesa governo-sindacati. "Il decreto - ha
spiegato Letta - è frutto delle maggiori entrate fiscali, che saranno
redistribuite". Due miliardi circa per misure (il bonus, appunto) a
sostegno dei ceti più deboli; quasi tre miliardi per le infrastrutture,
con Ferrovie, Anas, metropolitane di Milano,Romae Napoli che fanno la parte del
leone; 1,5 miliardi per le politiche abitative, l'anticipo dei contratti
pubblici, altri interventi vari; un miliardo per la cooperazione internazionale
che non sarebbe stato pagato dal governo precedente ("impudenti", ha
commentato in proposito Gianfranco Fini). Questa, più o meno, la
suddivisione del "tesoretto". Nella Finanziaria delle "cento
buone notizie per gli italiani" - così l'ha definita Letta nell'incontro
con la stampa a palazzo Chigi - almeno 99 di esse sono, però, ancora da
scoprire. Il ministro per l'Attuazione del programma, Giulio Santagata, parla
di un taglio di un miliardo di euro ai costi della politica:
non subito, però, ma a regime. "Siamo impegnati a ridurre deputati
e senatori - celia Santagata - rispettivamente a 315 e 200 unità".
Non mancano i primi finanziamenti del progetto "mille treni" per i
pendolari. Insomma, un bel po' di propaganda. Prima del Consiglio dei ministri,
il Cipe ha approvato la Relazione previsionale e programmatica, che aggiorna i
grandi numeri dell'economia nazionale. Pagina successiva >>.
COSTI DELLA POLITICA.
Nel mirino anche il personale pubblico: sei nuovi assunti ogni dieci che
andranno in pensione Il governo: il Parlamento va dimezzato ROMA
Arrivano i primi tagli ai costi della politica e la richiesta del
governo al Parlamento perché si riduca, per legge, il numero di deputati (da 630
a 315) e senatori (da
315 a 200). La scure della manovra si abbatterà su consiglieri e
manager. E previsto un taglio del 20 per cento per il numero dei consiglieri
comunali e provinciali e sarà fissato un tetto massimo per
l'indennità dei super dirigenti pubblici. Quelli delle società
controllate e degli enti, che percepiscono stipendi a sei zeri e incassano
liquidazioni d'oro, superiori perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10
per cento il numero dei dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle
amministrazioni. Subiranno una riduzione del 5 per cento gli organici di
ministeri, enti autonomi e agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione
sarà dato un colpo di freno al precariato. Niente più contratti
flessibili, solo a tempo indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti
che vanno in pensione ne saranno assunti 6. Solo in presenza di esigenze
stagionali si potranno fare assunzioni a tempo determinato, ma per periodi
massimo di tre mesi. Auto blu e telefonini. Finora sono state eliminate 50 auto
dal parco governativo. Ma non basta. L'auto di servizio diventa collettiva,
ossia a disposizione di più beneficiari,per ridurre il parco macchine di
ministeri ed enti locali. Negli uffici pubblici nessuno avrà più
il cellulare di servizio e non si utilizzeranno più i servizi postali.
Progressivamente per le telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare
i servizi Internet (Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività
o da analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale. Una misura che
consentirà un risparmio complessivo di 451 milioni di euro fino al 2010.
Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008, 140 milioni per il
2009 e 286 milioni dal 2010. Per porre un freno agli sprechi nella gestione
degli immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal
2008 si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria:
ogni anno non si potrà spendere più del 3 per cento del valore
dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto solo l'1 per cento.
Nel mirino anche le comunità montane, che saranno ridotte. Dal primo
marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui tribunali militari inutili: Torino,
La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo.
(ASCA) - Castelvecchio Pascoli (Lu), 29 set
- La riduzione del numero dei consiglieri comunali nei piccoli municipi sarebbe
''pericolosissima'' mentre per ridurre i cosiddetti 'costi della politica' sarebbe piu' opportuno il 'taglio' di qualche
consigliere regionale o di qualche parlamentare. Ne e' convinto Secondo
Amalfitano, coordinatore nazionale della consulta Anci Piccoli Comuni, che ha
affrontato il tema parlando con i giornalisti a margine della VII Conferenza
Nazionale dei Piccoli Comuni che si chiude oggi al Centro Congressi 'Il Ciocco'
a Barga (Lucca). ''La riduzione di qualche consigliere regionale, qualche
senatore o qualche deputato - ha spiegato - basterebbe a coprire il risparmio
generato dalla riduzione da 13 a 9 dei consiglieri comunali nei Piccoli Comuni
che e' stata proposta per ridurre i costi della politica''.
Il taglio ipotizzato per i piccoli comuni, secondo Amalfitano, ''e'
pericolosissimo per il sistema democratico, perche' cosi' si rendono le
amministrazioni ostaggi dei portatori di voti e si interrompe il rinnovamento
della classe dirigente. Con un numero minore di consiglieri i portatori di voti
diventano fondamentali per vincere le elezioni''. E comunque, ha fatto notare,
i Piccoli Comuni ''non hanno i costi che virtualmente leggiamo sui giornali:
non hanno commissioni, non hanno apparati e i sindaci non hanno indennita' e
quando le hanno sono bassissime''. Amalfitano ha infine lanciato un appello
all'Anci ''perche' una rappresentanza dei Piccoli Comuni sieda sempre e
comunque a tutti i tavoli di concertazione''. afe/leo/ss (Asca).
COSTI DELLA POLITICA. Nel
mirino anche il personale pubblico: sei nuovi assunti ogni dieci che andranno
in pensione Il governo: il Parlamento va dimezzato ROMA Arrivano i primi
tagli ai costi della politica e la richiesta del
governo al Parlamento perché si riduca, per legge, il numero di deputati (da
630 a 315) e senatori (da
315 a 200). La scure della manovra si abbatterà su consiglieri e
manager. E previsto un taglio del 20 per cento per il numero dei consiglieri
comunali e provinciali e sarà fissato un tetto massimo per l'indennità
dei super dirigenti pubblici. Quelli delle società controllate e degli
enti, che percepiscono stipendi a sei zeri e incassano liquidazioni d'oro,
superiori perfino a quelle dei parlamentari. Ridotto del 10 per cento il numero
dei dirigenti di prima fascia, ovvero al top delle amministrazioni. Subiranno
una riduzione del 5 per cento gli organici di ministeri, enti autonomi e
agenzie fiscali. Nella pubblica amministrazione sarà dato un colpo di
freno al precariato. Niente più contratti flessibili, solo a tempo
indeterminato. Con il criterio che per 10 dipendenti che vanno in pensione ne
saranno assunti 6. Solo in presenza di esigenze stagionali si potranno fare
assunzioni a tempo determinato, ma per periodi massimo di tre mesi. Auto blu e
telefonini. Finora sono state eliminate 50 auto dal parco governativo. Ma non
basta. L'auto di servizio diventa collettiva, ossia a disposizione di
più beneficiari,per ridurre il parco macchine di ministeri ed enti
locali. Negli uffici pubblici nessuno avrà più il cellulare di
servizio e non si utilizzeranno più i servizi postali. Progressivamente
per le telefonate e l'invio della posta si dovranno utilizzare i servizi
Internet (Voip), previsti dal sistema pubblico di connettività o da
analoghe convenzioni stipulate a livello territoriale. Una misura che
consentirà un risparmio complessivo di 451 milioni di euro fino al 2010.
Cioè una riduzione di 25 milioni di euro nel 2008, 140 milioni per il
2009 e 286 milioni dal 2010. Per porre un freno agli sprechi nella gestione
degli immobili utilizzati dalle amministrazioni pubbliche centrali e locali dal
2008 si pone un tetto di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria:
ogni anno non si potrà spendere più del 3 per cento del valore
dell'immobile utilizzato. Se l'immobile è in affitto solo l'1 per cento.
Nel mirino anche le comunità montane, che saranno ridotte. Dal primo
marzo 2008 inoltre cala la scure anche sui tribunali militari inutili: Torino,
La Spezia, Padova, Cagliari, Bari e Palermo. .
La "strambata" del blogger E ora Grillo fa l'occhiolino a Mastella DOPO gli insulti nelle
piazze e sui reciproci blog è scambio di simpatie tra Beppe Grillo e Clemente Mastella. La distensione nei toni arriva
dal comico genovese, con una "strambata" che probabilmente spiazza e
lascia perplessi tutti i suoi sostenitori: "Mastella è solo un
capro espiatorio - scrive Grillo sul proprio blog -
è il migliore sulla piazza della politica, perciò hanno scelto
lui". Il comico Grillo assolve in un solo momento
il Guardasigilli, soprattutto dalle responsabilità per l'indulto, che
è stato oggetto di molte critiche rivolte a Mastella nel
"V-day" e negli spettacoli del comico: "Non è stata una
sua idea, ne sono convinto. Gli è stato ordinato dal Parlamento. E chi
nel Parlamento lo ha spinto di più? Lo "psiconano" (Silvio
Berlusconi, ndr) che nelle piazze straparla sulla sicurezza con la badante
rossa (Michela Brambilla, ndr)", attacca Grillo.
Ma il comico ha davvero voglia di stupire e lancia un'altra proposta: "Ho
letto che Mastella vuole scrivere un libro su tutte le altre "caste".
Sono d'accordo con lui". Al punto da spingersi "a offrire la
prefazione" o addirittura di "scrivere il libro a quattro mani".
E, per realizzare il libro, Grillo scrive di essere
pronto "ad andare fino a Ceppaloni, se invitato". Il Guardasigilli
però, da L'Aquila, non si lascia sorprendere dall'apertura, sta al gioco
e subito invita Grillo: "Può venire
tranquillamente a Ceppaloni, come ha chiesto, e possiamo scrivere il libro a
quattro mani". Perché, secondo il parere di Mastella "nel nostro
Paese c'è oggi sotto pressione la classe politica
con tutte le sue responsabilità ma allo stesso tempo ci sono tante caste
che sono molto più forti e potenti della cosiddetta "casta
politica"". A questo punto però, l'obiettivo della coppia
Mastella-Grillo potrebbe essere superare nelle vendite "La casta", il
libro di Gianantonio Stella e Sergio Rizzo. sabato 29 settembre 2007.
VIA ALTINATE Il Consiglio di Quartiere
accusa: "Ignorati sulla pedonalizzazione" "Sulla decisione di
pedonalizzare via Altinate siamo stati completamente ignorati.
L'amministrazione comunale invece di ascoltare il parere del Consiglio di
quartiere, ha preferito infatti avere come unico interlocutore l'associazione
dei commercianti "Borgo Altinate". E la beffa si è completata
quando il 19 settembre ci è arrivata, con urgenza, la richiesta di un
parere su una delibera che di fatto era già stata approvata e
realizzata".L'accusa è lanciata da Vittorio Piva, consigliere del
quartiere centro storico di Alleanza nazionale, che poi si chiede: "Ma
allora che senso ha la nostra presenza? Se il Comune
decide che ascoltare le opinioni dei cittadini, da noi rappresentati, non abbia nessuna importanza perché mantenere un'istituzione come
il consiglio di quartiere, a rubare il gettone di presenza?".Ma
l'amaro sfogo del consigliere di quartiere, coordinatore anche della
commissione comunicazione, prosegue: "Non è la prima volta che il
Comune ci chiede un parere sulla viabilità a cose già fatte.
I precedenti sono molti, tra i più importanti la decisione di vietare la
svolta in corso del Popolo verso via Tommaseo; la modifica del senso di marcia
in piazza Insurrezione e quella in riviera Tiso da Camposampiero"."Ma
questi sono solo forse i provvedimenti eclatanti - continua Vittorio Piva -,
che però evidenziano le continue scorrettezze dell'amministrazione di
palazzo Moroni nei nostri confronti. A questo punto ci sorge un dubbio, quanto
mai legittimo: questo comportamento deriva dal fatto che siamo l'unico
consiglio di quartiere la cui maggioranza appartiene al centro
destra?"."Comunque tornando a quanto accaduto in via Altinate -
termina il coordinatore della commissione comunicazione - è bene
sottolineare che la commissione urbanistica del nostro consiglio, martedì
scorso, ha espresso un netto no alla decisione di pedonalizzare la via: un voto
contrario sia per il metodo in cui è stata stabilita, che per il
merito".
Pagina IX - Firenze CONSIGLIO REGIONALE
Dinelli: tagliare del 10% le indennità nelle partecipate Si
discuterà di costi della politica al
consiglio regionale di martedì prossimo. Il capogruppo di Forza Italia
Maurizio Dinelli ha ottenuto ieri l'approvazione della conferenza dei
capigruppo per inserire nell'ordine del giorno della prossima seduta consiliare
la proposta della Casa delle Libertà di tagliare del 10 per cento le
indennità dei consiglieri di amministrazione e dei presidenti delle
società controllate o partecipate dalla Regione. "Verificheremo se
Martini ha veramente intenzione di sforbiciare i costi della politica
regionale, passando dal fumo delle intenzioni e delle dalle dichiarazioni ai
fatti concreti: la posizione della maggioranza farà da cartina di
tornasole della effettiva volontà di tagliare i costi", ha
commentato Dinelli, che ha sottolineato: "E' da qui che si può
cominciare, senza per questo intaccare l'operatività di queste
società e la "dignità" dei relativi dirigenti. Un atto
di buona volontà a conferma della reale diminuzione di ridurre le spese
della politica".
12.55.17 [Basilicata] "Se la ricetta'
per ridurre i costi della politica è quella
segnata dalla nomina, da parte del ministro dei Trasporti Bianchi,
dell'ingegner Eduardo Bruno nel cda di Trenitalia, il quale espleterà il
suo ruolo a gratis', si può fare altrettanto anche in Basilicata con i
posti di cda e in enti sub - regionali, a cominciare dal difensore civico
regionale che dovremo nominare lunedì. Anzi, proprio il difensore civico
per l'incarico di natura sociale, appunto di difesa dei cittadini, e che quindi
presuppone una motivazione sociale' e non certo di compenso professionale, si
presta bene ad imboccare il nuovo corso". A sostenerlo è il
capogruppo del Pdci in Consiglio Regionale Giacomo Nardiello. "Come ha
rilevato il segretario Diliberto afferma l'esponente del Pdci - la
modalità di nomina dell' ingegner Bruno prefigura una delle proposte
shock che avanzeremo nei prossimi giorni e sulle quali sfideremo tutto il mondo
politico: la totale gratuità della partecipazione ai consigli di
amministrazione di quanti sono nominati dal livello politico. Un risparmio
gigantesco per le casse dello Stato. Partecipare alla gestione delle
società partecipate dello Stato o degli Enti locali, deve diventare solo
un onore e un servizio per la collettività: dunque va svolto
gratuitamente. E questo è appunto ciò che ha fatto per scelta
condivisa' l'ingegner Bruno, a dimostrazione della propria diversità
comunista'". "Non un soldo quindi - continua Nardiello - verrà
sborsato per pagare i costi della politica' che nel
caso del nostro compagno sono pari a zero. Si vergognino quindi tutti coloro
che sporchi nella coscienza e forse anche nelle mani tentano disperatamente di
sembrare meno sudici infangando chi, essendo pulito, è tanto diverso da
loro. Per fare un po' di conti con i soldi risparmiati da emolumenti e gettoni'
vari in enti e commissioni regionali o sub - regionali potremo finanziare un
piano straordinario per l'assunzione di un migliaio di apprendisti in botteghe
artigiane o in piccole imprese".
Roma, 29 set. (Adnkronos)- Una manovra in
dieci punti essenziali. Tanti sono i capisaldi della legge finanziaria per il
2008 varata dal Governo. A illustrarli e' stato il ministro dell'Economia e
delle Finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, nel corso della conferenza stampa a
Palazzo Chigi. Una sorta di 'decalogo', dunque, che vede al primo punto quella
che e' la peculiarita' di questa finanziaria, sottolineata con forza sia dal
premier, Romano Prodi, che dallo stesso Padoa-Schioppa: quella di essere ''una
finanziaria piu' snella, trasparente e 'leggibile'''. Inoltre, con questa
manovra comincia a diminuire la pressione fiscale (punto due) e a distribuire i
dividendi della lotta all'evasione attraverso misure per la caso, non
autosufficientei e fasce deboli (punto tre). Sul fronte delle imprese, la
finanziaria introdcue una semplificazione e riduzione di costi (punto quattro).
Con la finanziaria 2008, si dara' poi ''piena applicazione'' al protocollo sul
Welfare e alle misure in quesso previste in materia di previdenza, nuove tutele
e lavoro (punto cinque). Risorse aggiuntive andranno a infrastrutture,
universita' e ricerca (punto 6) mentre sono previsti maggiori aiuti ai Paesi in
via di sviluppo (punto sette). E, ancora, ''continua la riqualificazione della
spesa pubblica'' (punto 8) e si riducono i costi della politica
(punto nove). Infine, ma non da ultimo, si riducono il deficit e il debito.
(punto dieci).
·
La
carica degli ex per un posto in cda Come unire vitalizio e gettone di presenza
( da "Italia Oggi" del 28-09-2007)
·
Ma
a Roma la stella alpina chiede di tagliare le spese
( da "Alto Adige Trento" del
28-09-2007)
·
Il
consiglio comunale approva la delibera sui gettoni di presenza
( da "Secolo XIX, Il" del
28-09-2007)
·
Consiglio
rinviato ad Aquileia, è polemica
( da "Piccolo di Trieste, Il" del 28-09-2007)
·
Proposta
del sindaco battuta per dieci voti
( da "Stampa, La" del 28-09-2007)
·
Pensione
ai sindaci, un coro di no
( da "Corriere Alto Adige" del
28-09-2007)
·
Costi
della politica, il comitato diventa permanente
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
28-09-2007)
·
OSIMO
- Stipendi degli amministratori azzerati su proposta del sindaco Latini: il
fronte dei no si s ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 28-09-2007)
·
Tagli
ai costi, la cura Lonardo non convince
( da "Denaro, Il" del 28-09-2007)
·
Tini:
"I conti non tornano"
( da "Corriere Adriatico" del
28-09-2007)
·
Il
Meet up in consiglio: vigilanza sul Prg
( da "Corriere Adriatico" del
28-09-2007)
· FINANZIARIA: TAGLIO COSTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 28-09-2007)
A Roma
spadroneggia un piccolo gruppo di padreterni, i quali si sono persuasi, insieme
con qualche ministro di avere la sapienza infusa nel vasto cervello». Non sono
parole di Beppe Grillo, né diGuglielmo Giannini, né di quel Corrado Tedeschi
che inventò il Partito della bistecca e neppure di Umberto Bossi ai
tempi in cui tuonava «mai più soldi agli stronzi romani». L'atto di
accusa è di Luigi Einaudi, oggi venerato come uno dei padri della Patria
e una delle figure più limpide della nostra storia anche da quanti un
tempo lo consideravano un avversario.
Era il primo
febbraio 1919, la Grande Guerra era finita da poche settimane, Guglielmo II era
fuggito nei Paesi Bassi, a Berlino erano stati appena rapiti e uccisi Rosa
Luxemburg e Karl Liebknecht, a Parigi s'era aperta la Conferenza di pace e da
noi, dove Luigi Sturzo aveva appena fondato il Partito Popolare, cominciava
quel «biennio rosso» che si sarebbe concluso con una dura sconfitta delle
sinistre e l'avvento del fascismo. Alla guida del governo c'era Vittorio
Emanuele Orlando, agli Esteri Sidney Sonnino, al Tesoro Bonaldo Stringher, alla
Giustizia Luigi Facta. Gente che Einaudi considerava, per usare un eufemismo,
in larga parte inadeguata. Come dimostra appunto quanto scrisse sul Corriere in
uno degli articoli oggi raccolti dalla Mondadori nei bellissimi «Meridiani»
dedicati al «Giornalismo italiano ». Il futuro capo dello Stato, al fianco
degli industriali «inferociti», accusava l'esecutivo: «Non mantiene le
promesse, impedisce con i suoi vincoli il movimento a coloro che avrebbero
voglia di agire, fa perdere quei mercati che gli industriali italiani erano
riusciti a conquistare, prepara disastri al Paese, accolla sempre nuovi oneri
alle industrie...». Perché? Per la mania di mettere le mani su tutto,
immaginare «monopoli che non sa poi come amministrare», rivendicare compiti che
poi non sa assolvere impedendo insieme che «provvedano i privati».
Per non dire di
lacci e lacciuoli come gli «istituti dei consumi, grazie a cui magistrati,
professori, segretari di prefettura, postelegrafici perderanno il proprio tempo
ad annusar formaggi e negoziar merluzzi». O della scelta di «sovracaricare i
proprietari di case di nuovi balzelli sperequati e impedir loro un parziale
adattamento delle pigioni ». Basta, scriveva: «Bisogna licenziare questi
padreterni orgogliosi (...) persuasi di avere il dono divino di guidare i
popoli nel procacciarsi il pane quotidiano. Troppo a lungo li abbiamo
sopportati. I professori ritornino ad insegnare, i consiglieri di Stato ai loro
pareri, i militari ai reggimenti e, se passano i limiti d'età, si
piglino il meritato riposo».
Insomma:
«Ognuno ritorni al suo mestiere». E «si sciolgano commissioni, si disfino
commissariati eMinisteri » così che «un po' alla volta tutta questa
verminaia fastidiosa sia spazzata via. Coloro che lavorano sono stanchi di
essere comandati dagli scríbacchiatori di carte d'archivio» superiori alla
società governata «soltanto per orgoglio e incompetenza ». Parole
durissime. Che non salvavano pressoché nulla e nessuno. Era un qualunquista,
Luigi Einaudi? Un demagogo? Un populista? Un «giullare della Suburra»? Meglio
andarci piano, sempre, con le etichette insultanti. Forse, se i politici
«padreterni» di allora lo avessero ascoltato senza fare spallucce, tre anni
dopo ci saremmo evitati la Marcia su Roma.
28 settembre
2007
( da "Italia
Oggi"
del 28-09-2007)
ItaliaOggi ItaliaOggi - Primo Piano
Numero 230, pag. 6 del 28/9/2007 Autore: di Stefano Sansonetti Visualizza la
pagina in PDF Da Zamberletti a Nesi, da Fantozzi a
Passigli e... Bassanini. è sempre pronta un'onorevole poltrona. La
carica degli ex per un posto in cda Come unire vitalizio e gettone di presenza iuseppe Zamberletti, classe 1933, è stato addirittura
sottosegretario nei governi di Aldo Moro. E la prima volta che fece il suo
ingresso alla camera dei deputati era nientepopodimeno che il 1968. Nerio Nesi,
classe 1925, è stato presidente della Bnl, ministro dei lavori pubblici
e parlamentare, prima nei banchi di Rifondazione comunista e poi in quelli dei
Comunisti italiani. Adesso, potrebbe pensare qualcuno, si staranno godendo in
piena tranquillità il loro sostanzioso vitalizio. Macché, sono ancora in
pista. Intendiamoci, incamerano regolarmente la loro pensione da ex
parlamentari. Ma non vivono solo di quella. Partiamo da Zamberletti. Dopo 32
anni a Palazzo, ha diritto a una pensione di 6.110 euro netti al mese. Si dà
però il caso che sia anche presidente della Stretto di Messina spa, la
società che avrebbe dovuto costruire il ponte dei sogni e che adesso, in
attesa di passare sotto il controllo dell'Anas, fa capo a Fintecna spa.
Insomma, si tratta di una società pubblica. Ne consegue che lo stato
(cioè i contribuenti) paga a Zamberletti un doppio stipendio: profumata
pensione e gettone da presidente di un'azienda controllata. Nesi, invece, in
parlamento ci ha passato un po' meno tempo, ovvero dieci anni. Sufficienti, in
ogni caso, a garantirgli un vitalizio netto mensile di 2.768 euro. Anche in
questo caso, però, spunta un posto in un cda pubblico. L'ex numero uno
della Bnl, infatti, risulta consigliere della Finpiemonte, ovvero la
finanziaria regionale di cui il Piemonte detiene il 62%.Il problema è
che insieme a Nesi e Zamberletti, nei vari cda pubblici sparsi in ogni dove
c'è una schiera di ex parlamentari che definire folta sarebbe un
eufemismo. Come non citare, nella rassegna, Franco Bassanini, già ministro
diessino della funzione pubblica e fresco di convocazione in terra di Francia?
Forte dei suoi 35 anni passati tra camera e senato, l'ex ministro prende ogni
mese 6.110 euro netti di pensione. A cui ha il privilegio di aggiungere la
retribuzione percepita come vicepresidente della Cassa depositi e prestiti, che
è al 70% del ministero dell'economia. Sempre in Cdp, tanto per fare un
altro esempio, ha un posto da consigliere anche Renato Cambursano, un passato
da tesoriere dell'Ulivo e dieci anni in parlamento conclusi nelle file della
Margherita. Tagliato fuori nelle ultime elezioni, Cambursano si consola con
2.768 euro netti al mese di vitalizio più lo stipendio erogatogli dalla
Cassa. Figuriamoci poi se si fa un salto dalle parti di mamma Rai. Il
presidente, Claudio Petruccioli, tra camera e senato ha accumulato la bellezza
di 25 anni, tutti rigorosamente dedicati al Pci-Pds-Ds. Ne risulta una pensione
mensile netta di 5.751 euro più il gettone di numero uno della Rai.
Stessa storia per Giuliano Urbani, oggi consigliere Rai e ieri ministro e
parlamentare per Forza Italia (pensione da 3.961 euro netti al mese). Nella
carrellata non può essere scordato Vito Riggio, fresco di riconferma al
vertice dell'Enac, l'Ente nazionale aviazione civile. Nel suo passato ci sono
dieci anni alla camera tra gli scranni della Dc. Ne consegue che lo stipendio
dell'Enac, che fa capo al ministero dei trasporti, si cumula con un vitalizio
mensile netto di 2.768 euro. Anche Giancarlo Abete, prima di diventare
presidente della Federcalcio ed esserne stipendiato, è rimasto a
Montecitorio per 15 anni. Che adesso gli consentono di integrare la sua
retribuzione "calcistica" con una pensione di 3.961 euro netti al
mese.Altro caso degno di rilievo è quello di Augusto Fantozzi. Professore
universitario, fiscalista di livello, ex ministro ed ex parlamentare. E oggi
consigliere di amministrazione dell'Enel (ancora statale per il 21%), un
autentico colosso di borsa. Al punto che i suoi 1.733 euro di pensione da ex
deputato passano quasi "inosservati". Altro professore universitario,
altro posto in un cda statale. è il caso del diessino Salvatore Biasco,
alle spalle cinque anni alla camera e attualmente un posto nel consiglio di
Poste italiane. Tanto per rimanere in casa Ds si possono citare i casi di Stefano
Passigli e Franco DeBenedetti. Il primo adesso fa l'editore ed è
presidente del cda dell'Istituto Luce (che tramite Cinecittà holding
è tutto pubblico). Ma ha in cascina anche 20 anni in parlamento che gli
fruttano 5.155 euro mensili di pensione. DeBenedetti, 15 anni in senato con un
vitalizio di quasi 4 mila euro al mese, siede in un sacco di cda privati come
quelli di Cir, Cofide, Piaggio. Ma vanta anche un posto in un consiglio di
amministrazione pubblico, quella di Iride. Si tratta di una ex municipalizzata
la cui maggioranza fa capo ai comuni di Torino e Genova. Ultimo cenno per l'ex
parlamentare diessina Giovanna Grignaffini. Già incontrata come
consigliere di Giovanni Melandri (vedi IO di ieri), vanta anche un posto nel
cda di Cinecittà holding. Per lei, in sostanza, colpo grosso con la
bellezza di tre stipendi.
( da "Alto
Adige Trento"
del 28-09-2007)
IL CASO Ma a Roma
la Stella Alpina chiede di tagliare le spese BOLZANO. Mentre a livello locale
la Svp vorrebbe introdurre i vitalizi per i sindaci, a Roma
la stessa Stella Alpina chiede di ridurre i costi della politica. Lo hanno ribadito anche i parlamentari che l'altra sera si sono
incontrato con il premier Romano Prodi: "Non devono essere introdotte
nuove tasse, le spese aggiuntive devono essere coperte tagliando i costi della politica", la posizione del senatore dell'Ulivo/Svp Oskar Peterlini.
E sempre da Roma arriva la nota dell'onorevole Hans Widmann: "In Alto
Adige possiamo fungere da esempio: lo spreco di denaro pubblico dovrebbe essere
considerato un reato", attacca. "La finanziaria - prosegue Widmann -
non deve solo introdurre misure correttive per quanto riguarda la politica fiscale, ma deve portare ad un'organizzazione
dell'amministrazione pubblica che consenta di utilizzare i fondi pubblici
razionalmente. I costi della politica devono essere
assolutamente abbassati".
( da "Secolo
XIX, Il"
del 28-09-2007)
Solo tre i voti
contrari SOLO TRE consiglieri comunali hanno votato contro la delibera che
consentirà di giustificare l'assenza dalle sedute mantenendo così
per intero il gettone di presenza. Si sono opposti
Fabio Cenerini (An), Angelo Majoli (Lista Schiffini) e Gianluigi Burrafato. La
delibera ha finito per spaccare anche il gruppo di Alleanza nazionale: Sauro
Manucci e Giacomo Gatti hanno votato a favore insieme agli otto rappresentanti
di Forza Italia e al consigliere della Lega Nord, Giancarlo Di Vizia. Duro
l'intervento di Cenerini: "In un momento in cui la classe politica viene
contestata da ogni parte non possiamo approvare cose simili anche se ritengo
che non è certo l'indennità dei consiglieri il motivo dello
scandalo. Mi chiedo, però, quali sono i gravi e urgenti motivi che
possono giustificare una assenza. In questo modo rischiamo di scivolare nella
discrezionalità. Da oggi sarà sufficiente una semplice telefonata
per non far perdere il gettone di presenza a un
consigliere. Troppo poco". Sulla vicenda, anticipata ieri dal Secolo XIX,
interviene il gruppo consiliare dell'Ulivo. "I quaranta consiglieri
comunali entrati in carica il 26 giugno 2007 hanno avuto la
possibilità di scegliere, come compenso dell'attività
amministrativa, fra un'indennità fissa mensile lorda di 551,70 euro e il
gettone di presenza pari a 63,90 euro lordi per ciascuna seduta. I consiglieri del
gruppo dell'Ulivo hanno unanimemente optato per l'indennità mensile, che
al netto delle ritenute fiscali ammonta a circa 378 euro. Precisiamo,
inoltre, che la modifica apportata al vigente regolamento durante la seduta del
Consiglio comunale dell'altra sera prevede sia la diminuzione
dell'indennità di un importo pari al gettone di presenza
per ogni assenza ingiustificata alle sedute del Consiglio comunale, della
Conferenza dei capigruppo e delle commissioni consiliari formalmente istituite,
sia che la seduta consiliare sia unica anche quando i lavori superano la
mezzanotte. E ciò avviene abitualmente". Fin qui la nota del gruppo
dell'Ulivo. Ma quali sono i gravi e urgenti motivi che possono giustificare
l'assenza? Chi li valuta? .x/28/0709 Alleanza nazionale si spacca. Fabio
Cenerini contesta la delibera: "Con una semplice telefonata ci si
può giustificare .x/28/0709.
( da "Piccolo
di Trieste, Il"
del 28-09-2007)
Gorizia
Consiglio rinviato ad Aquileia, è polemica AQUILEIA "L'Amministrazione comunale ci accusa di sperperare denaro pubblico
perchè abbiamo chiesto di rinviare la seduta del Consiglio?
Innanzitutto, chiediamo con una mozione che tutti i consiglieri restituiscano
il gettone di presenza immeritato, eliminando il problema alla radice. In secondo
luogo, cosa dire dei 20 mila euro investiti per il convegno "Le reliquie e
il potere" a cui hanno preso parte 40 persone in due giorni? Non
è stato un fiasco, anche dal punto di vista economico?". Nadia
Cossar, Roberto Meregalli e Paolo Turozzi criticano la presa di posizione
assunta dagli amministratori e contestano le modalità con cui le sedute
vengono convocate: "In qualunque realtà i consiglieri sono
contattati con debito anticipo, mentre ad Aquileia abbiamo regolarmente tempi
strettissimi per prendere visione di atti e documenti. E un metodo sistematico
cui questa maggioranza ricorre nel tentativo di escluderci dalla scelte
strategiche. L'obiettivo è relegarci al ruolo di spettatori". Gli
amministratori non hanno accolto di buon grado "l'intransigenza"
dell'opposizione, che si sarebbe appigliata a un cavillo per procrastinare il
Consiglio. Turozzi replica: "Il nostro sindaco ci ha più volte
ricordato che il ruolo della minoranza è quello di verificare e
monitorare il lavoro svolto dall'Amministrazione. Non possiamo neppure chiedere
di far rispettare il regolamento? Qualcuno spera forse che ci dissolviamo del
tutto? Quanto all'insinuazione per cui noi avremmo dilapidato denaro pubblico,
la maggioranza sembra preoccuparsi delle briciole quando getta via la
pagnotta". g.s.
( da "Stampa,
La"
del 28-09-2007)
CUNEO. IERI SERA Proposta del sindaco battuta per dieci voti La proposta
di ordine del giorno sul pagamento agli amministratori dei gettoni di presenza nelle sedute, presentata da Giuseppe Lauria e Giuseppe Tecco,
ieri sera, ha bloccato per due ore i lavori del Consiglio comunale a Cuneo. Al
centro del dibattito, aspetti formali nel documento che, secondo il sindaco
Alberto Valmaggia, non avrebbero consentito di procedere alla votazione.
Il primo cittadino è andato in minoranza quando ha sostenuto
l'illegittimità della proposta ("In quest'ordine del giorno si deve
modificare il termine "delibera" in "auspica"").
Valmaggia ha raccolto 14 voti: l'Ulivo ha votato con l'opposizione raggiungendo
così 24 consensi (un astenuto) contro la proposta del sindaco. A quel
punto è stata aperta la discussione: si chiedeva che l'indennità
di presenza dovuta ai consiglieri venga riconosciuta
soltanto a chi partecipa per almeno due terzi alle sedute. Una volta emendato,
il documento è stato posto ai voti e bocciato: 18 no e 14 sì. \.
( da "Corriere
Alto Adige"
del 28-09-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-09-28 num: - pag:
3 categoria: REDAZIONALE I COSTI DELLA POLITICA SCONTRO IN REGIONE Pensione ai
sindaci, un coro di no Censura bipartisan e critiche dal blog di Grillo. Ds:
cattivo esempio per la gente BOLZANO - Un coro di no, un dissenso bipartisan
che scuote la Svp. La proposta che il presidente altoatesino Luis Durnwalder ha
avanzato in giunta regionale per una previdenza integrativa dei sindaci (223 in
Trentino e 116 in Alto Adige) è contrastata trasversalmente. Dai Verdi
ai Ds, dal "popolo di Grillo" fino ad An e Unitalia. Da tempo una
proposta vedeva una bocciatura così trasversale. "Durnwalder fa il
Babbo Natale con i soldi dei cittadini- dicono i Verdi - bisogna invece abolire
la pensione anche per i consiglieri provinciali in un momento in cui ai
cittadini vengono chiesti sacrifici per il risanamento del debito
pubblico". Ieri il presidente del consiglio provinciale Riccardo Dello
Sbarba ha incontrato il suo omologo socialdemocratico della Stiria, Siegfried
Schrittwieser: "La pensione per i politici - ha spiegato Schrittwieser -
in Austria è stata abolita dieci anni fa ed è stato creato invece
un fondo volontario nel quale possiamo versare i nostri contributi. Un
consigliere provinciale in Stiria prende 5 mila euro lordi al mese, vuol dire
non più di 3 mila netti, incluse tutte le voci, spese di rappresentanza
comprese". A Bolzano, invece, ognuno dei 35 consiglieri provinciali gode
di un'indennità mensile di 6.300 euro netti. Sui vitalizi dei sindaci
dura anche Alleanza Nazionale: "Finchè certi politici vorranno dare
l'impressione di arricchirsi con il proprio lavoro, la politica
non sarà mai presa sul serio dalla popolazione - affermano i due
consiglieri provinciali Mauro Minniti e Alberto Sigismondi - la
responsabilità dei primi cittadini è largamente inferiore a
quella di altri professionisti della politica, come i
consiglieri regionali, ma nonostante ciò già oggi godono, in
taluni casi, di uno stipendio analogo a questi ultimi. Anzi in proporzione
anche superiore, considerando per esempio il numero dei cittadini
amministrati". Il "caso" dei vitalizi ai sindaci è finito
nel giro di qualche ora sul blog di Beppe Grillo: "Abbiamo una riunione
del meet-up \il 5 ottobre e valuteremo anche questo aspetto- spiega Dalila
Rossi, uno dei referenti locali di Grillo - qui si rischi a di fare cattivi
esempi così come succede a livello nazionale con i privilegi dei
deputati. In linea di principio una carica pubblica dovrebbe basarsi non su
stipendi sempre più ricchi ma sul sistema dei gettoni
di presenza, almeno così si è sicuri del lavoro che viene
svolto". La proposta Svp viene bocciata anche dagli alleati Ds: "Non
è opportuno dare questo segnale ai cittadini che si aspettano un
ribasso, non un aumento, dei costi della politica - dice il segretario provinciale Christian Tommasini - siamo
favorevoli ad aprire il dibattito sulla riduzione degli emolumenti dei
consiglieri provinciali, figurarsi siamo per aprire un altro fronte di
spesa". Donato Seppi (Unitalia) attacca il sindaco Spagnolli, che ieri
aveva appoggiato la proposta riferendola direttamente a "un aiuto
per i colleghi dei Comuni più piccoli": "Troppo facile parlare
degli altri ma su cose che riguardano anche se stessi - spiega Seppi -
Spagnolli dovrebbe invece chiarire la situazione della sua aspettativa dal
parco dello Stelvio e anche l'ulteriore reddito che ha per essere, in quanto
sindaco, nei cda e nelle assemblee di enti e società. I sindaci
dell'Alto Adige hanno avuto rilevanti aumenti con l'entrata in vigore della
legge sull'ordinamento regionale ed è impensabile ricorrere a uno
stillicidio ulteriore di spese pubbliche quando i privati cittadini non
arrivano a fine mese. Caso mai un qualche dialogo si può aprire per i
centri piccolissimi dove il sindaco lavora a tempo pieno e prende 1500-2000
euro al mese ". Pierluigi Perobelli Luis Durnwalder.
( da "Corriere
del Mezzogiorno"
del 28-09-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-28 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE LA DECISIONE Costi della politica, il comitato diventa permanente BARI - Il comitato sui costi
della politica, insediato qualche mese fa in consiglio regionale, diventa
organismo permanente. Avrà il compito di accompagnare i gruppi nella
formulazione delle proposte finalizzate a sforbiciare la spesa inutile e
improduttiva. Il comitato si è riunito ieri alla presenza di
Nichi Vendola, dopo l'esortazione del governatore al consiglio regionale perché
si mettessero a punto le prime proposte operative. E soprattutto dopo le
polemiche che ne sono seguite. Attorno al tavolo il presidente del consiglio
Piero Pepe e gli esponenti di diversi gruppi: Michele Saccomanno (An), Rocco
Palese (Fi), Arcangelo Sannicandro (Prc), Vittorio Potì (Socialisti),
Michele Pelillo (Dl), Luciano Mineo (Ds), Mimmo Lomelo (Verdi). Dalla riunione
non è venuta alcuna decisione operativa, se non quella (accennata) di
dar vita ad un organismo permanente. La cui attività sarà
diretta, dice il comunicato ufficiale emesso alla fine dell'incontro, a collocare
la Puglia "nella condizione di Regione tra le più virtuose
d'Italia". Insomma, all'apparenza sembra cominciata una lotta senza
quartiere agli sprechi. L'intenzione è pure di
"incidere sui centri di spesa e sui privilegi". Il comitato
sosterrà i gruppi nell'elaborazione delle diverse proposte, sia sul
versante della modifica dello Statuto (l'orientamento è di ridurre il
numero dei consiglieri), sia sul versante della modifica di alcune leggi
(è il caso di stipendi e pensioni). In questo caso, l'intenzione è
di portare queste due voci ad un livello che sia "nella media
nazionale" o addirittura "inferiore alla media". A parere di
molti non sembra un traguardo difficile da raggiungere. Sannicandro fa rilevare
"che le statistiche più autorevoli considerano la Puglia agli
ultimi posti nella graduatoria del rapporto tra la spesa del consiglio e il
numero degli abitanti". Ai consiglieri pugliesi, per esempio, non vengono
più concessi biglietti aerei e ferroviari (è rimasta solo la
viacard per l'autostrada), corsi di aggiornamento e visite di istruzione che in
quasi tutte le altre Regioni sono assicurati. Naturalmente, viene fatto
osservare da Palese, "non si tratta solo di comprimere le spese
istituzionali, ma anche quelli di gestione della Regione". Ovvero
assessorati, Asl, agenzie regionali, eccetera. Il comitato permanente
("una nostra vecchia idea, finalmente accettata" esulta Saccomanno)
avrà anche il compito di guidare la lotta agli sprechi
e agli sperperi. Oggi, intanto, si riunisce la commissione per gli Affari
istituzionali. All'ordine del giorno la proposta Tarquinio di portare i
consiglieri da 70 a 60 e quella analoga di Mineo (da 70 a 50). Saranno entrambe
fermate. L'idea è di far lavorare i gruppi ed entro la fine dell'anno
accorpare le varie iniziative in una coerente proposta di modifica statutaria.
Alla fine giudizi positivi: Potì parla di "incontro
importante", Palese di "riunione proficua". Prossimo
appuntamento tra una quindicina di giorni. Francesco Strippoli.
( da "Messaggero,
Il (Ancona)"
del 28-09-2007)
Di MARIA PAOLA
CANCELLIERI OSIMO - Stipendi degli amministratori azzerati su proposta del
sindaco Latini: il fronte dei no si spacca con l'assessore Francesca Triscari
che "non è tra quelli che dissentono". La Triscari precisa di
"non sono contraria preconcettualmente alla proposta del sindaco, perché
ritengo che chi assume un ruolo pubblico assolve ad un servizio per la
collettività e quindi lo stesso può anche essere non remunerato.
E' altrettanto giusto però che venga riconosciuto all'amministratore un
rimborso spese per i costi che sostiene nell'espletamento del mandato. Oggi un
amministratore del Comune di Osimo non percepisce rimborsi e sostiene a suo
carico tutte le spese telefoniche, assicurazioni, benzina, spese postali".
Il presidente della Park.O Pierluigi Agostinelli invece puntualizza di svolgere
"anche compiti di amministratore delegato e direttore nella
società. Per tutto questo percepisco 20.000 euro lordi l'anno, quando un
presidente di una nota società di trasporti pubblici della zona porta a
casa uno stipendio di 87.000 euro lordi l'anno e il suo direttore di altri 120.000
euro". Sulla stessa lunghezza d'onda il vice presidente del Consiglio,
Giuseppe Beccacece. "Ogni cosa, anche la politica, ha
un suo prezzo e non sarebbe giusto approntare spese di tasca propria. Anch'io
considero ridicolo il gettone di presenza dei consiglieri
di 15 euro netti a seduta". Chi non oppone resistenza è Giacinto
Cenci, presidente Auxmedia. "Lavorare gratis? Nulla in contrario. Oggi
percepisco 1200euro lordi ma mi allineerò". Tra le minoranze
Paola Andreoni, capogruppo ds dà ragione a Latini. "Fa bene a
cancellare lo stipendio agli assessori di facciata. Chi presta il proprio
impegno per la collettività ha diritto ad un corrispettivo, anche
minimo, ma se il sindaco ha necessità di coprire ammanchi di bilancio
sono pronta a consegnare il mio gettone". Battute sagaci arrivano pure da
Claudia Domizio capogruppo di Udc-An. "Se il mio gettone può
servire a colmare il deficit, il sindaco faccia pure: per me non
cambierà niente. E' vero che attraversiamo un momento di antipolitica ed
è facile fare demagogia. Ma se solo un libro come "La Casta" o
qualche battuta di Grillo sono in grado di scuotere le coscienze dei politici,
forse è il caso di rivedere qualcosa. La politica, come la intendo io,
si fa per spirito di servizio". Giovanni Strologo, capogruppo di Fi
rammenta poi che "fino alla fine degli anni '90 un sindaco percepiva 600
mila lire al mese, gli assessori la metà e nessuno si lamentava. La
Bassanini ha rivoluzionato il sistema. L'iniziativa di Latini è
apprezzabile, purchè si porti a termine. Parliamone in Consiglio. Sono
d'accordo a eliminare i compensi sostituendoli con un rimborso spese di poche
centinaia di euro al mese e proporrei di rivedere anche i costi per gli
incarichi dirigenziali. Quando Alcide De Gasperi nel 1947 andò in America
si fece prestare il cappotto e un commerciante, che non voleva fargli fare
brutta figura, gli regalò 2 valige. Non fa male ogni tanto rileggersi la
storia". Per stavolta, insomma, Strologo è d'accordo con il
sindaco. "E' indubbio che oggi anche la politica ha i suoi costi - osserva
Latini - e che percepire un'indennità elimina dagli occhi della gente
dubbi sulla trasparenza degli amministratori. Dall'altra parte la politica
cambierebbe davvero con i costi portati a zero? Personalmente ci sono entrato
non perché aspiravo all'indennità da sindaco, piuttosto per una
questione di ideali. Perciò non avrei difficoltà a rinunciare del
tutto al mio compenso. Abbiamo 3 mesi di tempo per valutare e decidere".
( da "Denaro,
Il"
del 28-09-2007)
Campania
consiglio regionale Tagli ai costi, la cura Lonardo non convince Ridurre le
indennità e le spese di consulenza del Consiglio regionale è un
buon inizio. Ma da solo non basta ad abbattere i costi della politica.
Dopo l'annuncio, da parte del presidente Sandra Lonardo, del giro di vite sui
costi del Parlamentino campano per un risparmio complessivo di 4.358.820.60
euro, si leva un appello bipartisan a spingersi oltre. A intaccare i veri
sprechi dell'amministrazione regionale. Invita alla coerenza il capogruppo
della Margherita Mario Sena, che esorta a rivedere la delibera della scorsa
settimana "in cui, con una variazione al bilancio 2007, si chiede alla
giunta di coprire per oltre tre milioni di euro i costi derivanti
dall'adeguamento degli stipendi dei consiglieri oltre che da ulteriori spese
per il personale". Le misure previste dall'ufficio di presidenza sono
giudicate "insufficienti" anche da Verdi, Fi e Nuovo Psi. di
Antonella Autero Più coerenza dal Consiglio regionale. All'indomani
della proposta Lonardo sui tagli a indennità e spese di rappresentanza
del Parlamentino campano, scende in campo il capogruppo regionale del Fiorellino,
Mario Sena. Che invita l'aula a"rivedere la delibera approvata la scorsa
settimana in cui, con una variazione al bilancio 2007, si
chiede alla giunta di coprire per oltre tre milioni di euro i costi derivanti
dall'adeguamento degli stipendi dei consiglieri oltre che da ulteriori spese
per il personale". Insomma, spiega il consigliere irpino, l'annuncio della
riduzione delle spese della politica "deve andare avanti
speditamente e senza reticenze. Il bilancio del Consiglio regionale deve
eliminare tutte le strutture pletoriche, inutili e dannose, che appesantiscono
notevolmente il bilancio". Accoglie a metà la proposta del
presidente del Consiglio anche il numero uno dei Verdi Stefano Buono, che
chiede uno sforzo in più. Vale a dire: sospensione del servizio auto per
l'ufficio di presidenza del consiglio, per i presidenti di commissione, per i
presidenti dei gruppi consiliari e per tutti i dirigenti regionali che ne
beneficiano; riduzione, nella misura del 50 per cento del personale e dei
locali occupati dall'ufficio di presidenza; riduzione di almeno il 50 per cento
delle spese di vigilanza e portierato a servizio degli immobili degli uffici
del consiglio regionale. E ancora: soppressione di tutti gli organismi
"inutili"; chiusura delle sedi estere della regione. Una cura d'urto,
insomma, che convince anche il Nuovo Psi. "Bene i tagli proposti dal
presidente Lonardo ? dice il capogruppo regionale Massimo Grimaldi ?. Peccato
che si tratti di pochi spiccioli nel mare magnum dei costi della politica". E dunque, il giro di vite va esteso ai
consulenti "di cui si serve soprattutto la Giunta, alle società
miste, autentici carrozzoni di cui è stato difficile persino fare un
censimento reale". Gli fa eco il presidente del gruppo di Fi, Cosimo
Sibilia: "Atteso che la riduzione dei compensi e delle consulenze del
Consiglio costituirebbero un segnale eticamente importante anche se non
quantitativamente significativo, va ricordato ai tanti smemorati censori
dell'ultima ora, che i veri costi della politica,
quelli a 9 zeri albergano altrove". Un invito al presidente della Regione
Campania, Antonio Bassolino a "dare un taglio al 'parastato'
regionale", arriva, infine, anche dai consiglieri regionali Ds, Ugo
Carpinelli e Giuseppe Russo: "A tutt'oggi non risulta che il variegato
mondo delle 32 società partecipate regionali abbiano provveduto ad
osservare le disposizione della Finanziaria 2007 -. Un segnale forte e positivo
è giunto fino ad ora da Milano dove il presidente della Provincia Penati
ha deciso di tagliare 140 consiglieri di amministrazione. Bassolino faccia lo
stesso". 28-09-2007.
( da "Corriere
Adriatico"
del 28-09-2007)
"Il
documento non è stato presentato. Impossibile dialogare"Ambiente,
proposto un osservatorio E sul programma si annuncia battaglia: "Violato
lo statuto, il piano non c'è" Tini: "I conti non tornano"
Il capogruppo dell'Udc denuncia la sottostima delle entrate
FABRIANO -
"E' stato violato lo statuto comunale e non è possibile un
confronto concreto con il programma precedente. Inoltre, anche stavolta
dobbiamo prendere atto di una nuova sottostima delle entrate che dimostra una
vera e propria mancanza di programmazione da parte della giunta". La
minoranza è pronta a dare battaglia sulle questioni concernenti lo stato
di attuazione del programma e la salvaguardia degli equilibri di bilancio, due
punti strettamente collegati, che verranno affrontati nel corso della seduta
consiliare di questo pomeriggio (palazzo Chiavelli, ore 15). Una seduta,
durante la quale il centrodestra si soffermerà pure su altre
problematiche di grande interesse, come l'ambiente e l'ecologia, proponendo
perfino la costituzione di un osservatorio apposito da affiancare alla
commissione competente. Chiaro, tuttavia, che l'attenzione sarà
largamente incentrata sui temi di carattere economico e finanziario, con
l'opposizione già sul piede di guerra. "Secondo l'articolo 21 dello
statuto comunale - osserva Angelo Tini del gruppo Udc - entro 90 giorni
dall'insediamento, il sindaco e la giunta devono portare in consiglio comunale
le linee programmatiche dell'azione di governo e i progetti da realizzare.
Ebbene, questo non è stato fatto, per cui, a mio avviso, non sarà
possibile procedere regolarmente ed io presenterò una mozione, perché
non c'è il rispetto delle normative. In sostanza, il consiglio comunale
non sarà in grado di esercitare l'attività di controllo. Per
quanto riguarda la relazione previsionale e programmatica, ho avuto modo di
leggerla ed è allucinante. Mentre nel marzo scorso, in sede di bilancio
di previsione, ogni assessore aveva presentato una sua relazione, in questo
caso non ci sono relazioni degli assessori, bensì dei dirigenti o dei
responsabili dei servizi. Tutto ciò è incredibile, per il
semplice fatto che non è con questi soggetti che dobbiamo confrontarci.
In estrema sintesi, siamo nell'impossibilità di operare un raffronto
inerente allo stato di attuazione del programma". Ed eccoci agli equilibri
di bilancio. "Assistiamo a una ridistribuzione delle risorse e a un
accertamento delle stesse - spiega ancora Tini - ma pure in questa circostanza
è evidente la sottostima delle entrate: ci sono cioè maggiori
entrate addirittura per 1 milione e 385.300 euro. Il fatto più grave
è che con questi soldi non verranno realizzate opere pubbliche, ma gli
stessi saranno utilizzati soltanto per le spese correnti. Sono stati previsti
130.000 euro in più per l'assistenza agli indigenti, 70.000 per i
servizi scolastici, 40.000 per le liti, 100.000 per la gestione degli impianti
sportivi, 60.000 per la manutenzione delle strade, 50.000 per l'illuminazione
pubblica. Insomma, non sono contemplati investimenti. Tutto questo dimostra che
i bilanci di previsione potrebbero anche non essere più redatti, la
programmazione non esiste più". Come anticipato, la Casa delle
libertà chiederà la costituzione di un osservatorio sull'ambiente
e l'ecologia. La proposta è di Urbano Urbani ed è stata
sottoscritta dai capigruppo di Udc (Angelo Tini), An (Alessandro Gentili) e
lista Carmenati (Enrico Carmenati). "L'osservatorio - sottolinea Urbani -
darebbe un supporto importante alla seconda commissione consiliare, che, per
altro, raggruppa ben tre assessori di riferimento. La rilevanza degli aspetti
ambientali ed ecologici, in relazione anche alla manifestazione visiva ed
esterna dei fenomeni, consiglia che la composizione di tale osservatorio
preveda un rappresentante per ogni gruppo consiliare da affiancare alla
commissione stessa. La partecipazione all'osservatorio
ambiente ed ecologia, il quale, in caso di buon funzionamento, potrà
essere allargato pure ad associazioni esterne al consiglio comunale,
naturalmente non darà diritto al gettone di presenza".
AMINTO CAMILLI,.
( da "Corriere
Adriatico"
del 28-09-2007)
L'ultima seduta
della maratona sarà filmata dagli amici di Beppe Grillo Il Meet up in consiglio:
vigilanza sul Prg
Fano - Come
hanno fatto gli amici di Beppe Grillo di Torino, che qualche giorno fa sono
andati in gruppo a seguire una seduta del consiglio comunale della loro
città, e ne hanno tratto un filmato che gira su You Tube ( http://it.youtube.com/watch?v=alqudkEpKPE),
anche gli aderenti al Meetup di Fano domani mattina saranno presenti al
consiglio comunale: "Prima e durante - scrive il responsabile Ettore
Marini - seguiremo la seduta dove si voterà un Prg su cui il nostro
giudizio è fortemente negativo: oltre a prevedere una specie di
superstrada larga 10 metri con tre grandi rotatorie che unirebbe Via della
Colonna a Via Papiria, attraversando il futuro parco che non c'è
dell'aeroporto, tale Prg sancirà la definitiva cementificazione della
città, opera intrapresa dalle giunte precedenti e portata avanti - in
modo massiccio - dall'attuale. La case ci vogliono, ma il verde pubblico pure, e a Fano il verde pubblico è, e sarà, sempre di
meno. Con questa 'iniziativa cominciamo a controllare l'operato di consiglieri
comunali e giunta, i nostri dipendenti, visto che lo stipendio degli assessori
e il gettone di presenza dei consiglieri lo paghiamo con i soldi nostri, a verificare il
loro operato. Invitiamo dunque tutti i cittadini fanesi a presenziare a
un atto che condizionerà pesantemente la nostra vita per i prossimi
decenni".
( da "Wall
Street Italia"
del 28-09-2007)
ROMA Stampa
Invia Finanziaria: taglio costi pubblica amministrazione di ANSA In bozza -5%
organici e -10% top manager (ANSA) -ROMA, 28 SET- Tagli ai costi della politica nella finanziaria: del 5% per gli organici e del
10% per i dirigenti al top di amministrazioni e ministeri. E' quanto prevede
una delle norme contenute nella bozza della Finanziaria che questa sera sara'
all'esame del Consiglio dei Ministri. La bozza e' composta di 44 articoli, ma
con alcune norme cancellate ed altre con i capitoli ancora completamente in
bianco. Previsto anche un taglio del 10% della spesa per la manutenzione e
l'affitto di immobili pubblici. In particolare la norma sul taglio dei costi
della politica prevede che gli organici dei ministeri,
degli enti autonomi e delle agenzie fiscali dovra' essere ridotto del 5% e che
il 'taglio' dei dirigenti di prima fascia, cioe' dei dirigenti al top delle
amministrazioni, dovra' arrivare al 10% rispetto ai livelli attuali. Per quanto
riguarda gli immobili pubblici, il governo punta a risparmiare in tre anni
(2008-2010) 290 milioni di euro, con una riduzione delle dotazioni ai
ministeri.(ANSA). tutte le news " 12:47 Finanziaria: per PA scatta obbligo
telefonate via Internet 12:39 Finanziaria: manovra di 10,7 miliardi 12:32 MEDIOBANCA:
BOLLORE', FININVEST E BENETTON BENVENUTI 12:27 ALITALIA: SINDACATI SCRIVONO A
GOVERNO PER INCONTRO URGENTE.
Da cittadellaspezia.com 27-9-2007 I costi della politica di Antonio Colombo
Pmi, burocrazia e tribunali fanno più paura della
Cina ( da "Finanza e
Mercati" del 27-09-2007)
La Casta: è in arrivo la bufera? ( da "Giornale di Brescia" del 27-09-2007)
A casa tutti i grand commis di stato ( da "Milano Finanza" del 27-09-2007)
Riduzione dei Cda Il plauso di Guerci ( da "Provincia di Cremona, La" del 27-09-2007)
Cosa pensate della proposta di Luis Durnwalder di dare il
vitalizio anche a tutti i sindaci del Trentino, come quello di cui godono
parlamentari e consiglieri provinciali? Siete d' ( da "L'Adige" del 27-09-2007)
Conti sbagliati, la asl non deve licenziare ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
Ma il comune spende la metà di tanti altri ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
Raimondi: vigilare sulle commissioni ma chieti spende la
metà di altri ( da "Centro, Il" del 27-09-2007)
Irpef e costi della politicabuchi neri della manovra ( da "Secolo XIX, Il" del 27-09-2007)
Ingressi a teatro La lega: stop ai privilegiati ( da "Eco di Bergamo, L'" del 27-09-2007)
I CONSIGLIERI comunali devono firmare quando arrivano e
se vanno dal consiglio e dalle sedute delle ( da "Nazione, La (Livorno)" del 27-09-2007)
Risparmiati 6 mila euro uscendo dall'aula prima della
mezzanotte ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 27-09-2007)
Enti, compensi differenti per Comune e Provincia ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 27-09-2007)
TAGLI Si aggira sui 450 milioni nei prossimi 3 anni l'effetto
che il provvedimento 'costi della politica' avrà sui risparmi dei
consumi intermedi dei ministeri ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-09-2007)
FINANZIAMENTI REGIONALI PER GLI INTERPORTI ( da "marketpress.info" del 27-09-2007)
Vitalizi ai sindaci, Trento boccia Durnwalder ( da "Corriere Alto Adige" del 27-09-2007)
Costi della politica, oggi il comitato ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)
La Murgia tarantina accusa Vendola: <Prendiamo soldi
solo dallo Stato> ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 27-09-2007)
OSIMO - In giunta, consiglio comunale e nei Cda della
società partecipate al Comune senza intas ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)
Osimo ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 27-09-2007)
La Casta e l'impresa: < Anche le Camere di
commercio...> ( da "Corriere
del Veneto" del 27-09-2007)
Inchiesta sui rimborsi irregolari Chiuso reparto della
Santa Rita ( da "Corriere
della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
Questione morale, Di Pietro farà una legge con
Fini ( da "Corriere
della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
La statistica ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 27-09-2007)
Nel 2005 in consiglio risparmiati 5 milioni ( da "Nuova Venezia, La" del 27-09-2007) + 1 altra fonte
Prima Anno Zero, poi Ballarò ( da "Campanile, Il" del 27-09-2007)
Interventi su welfare, case e trasporti ( da "Corriere Adriatico" del 27-09-2007)
Claudio Saccavini: "Finita l'era delle tecnologie,
la sanità investirà sull'Open source" ( da "Data Manager" del 27-09-2007)
Sulla questione delle liste d'attesa difesa
l'introduzione del sistema a codici di priorità ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 27-09-2007)
COSTI POLITICA: DILIBERTO, VIA GETTONI A CONSIGLIERI
POLITICI CDA ( da "Asca" del 27-09-2007)
Roma Tre miliardi di calo tasse, ( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)
POLITICA ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 27-09-2007)
Edi Snaidero: <Vi spiego i miei progetti. Politici> ( da "Gazzettino, Il" del 27-09-2007)
Caro Direttore,
una settimana fa sono intervenuto sul tuo sito sull’argomento “Beppe Grillo”
per affermare come anche nell’attuale quadro politico spezzino ci sono state e
sicuramente ci saranno persone che intendono ancora la politica come “missione”
a favore della comunità.
Ora intervengo nuovamente prendendo spunto dall’affermazione del “politico”
genovese riguardo la “democrazia del web”. Non posso che essere pienamente
d’accordo: internet consente la diffusione di notizie e commenti in tempo reale
ed ogni utente può realizzare un palinsesto personale navigando tra le
notizie on line dei famosi quotidiani nazionali o la testata locale che ha
numeri da far girare la testa, ma anche leggendo ed intervenendo sui blog ormai
così diffusi.
Spero quindi non ti spiaccia se tramite la tua testata esprimo le mie opinioni
su fatti della politica spezzina che spesso richiamano i temi della grande
politica nazionale.
E’ il caso dei costi della politica. Anche la nostra città non ne
è esente e la responsabilità sta tutta nella classe dirigente di
chi la governa da un trentennio, ma anche in chi dovrebbe fare opposizione.
Porto all’attenzione di tutti due casi: le circoscrizioni e le società
consociate.
Le prime costano al Comune circa 30.000 annue ognuna, quasi tutte per
l’emolumento al Presidente (da qui le lunghe guerre di questa estate per la
poltrona non di prestigio politico ma di prestigio … economico) senza che in
termini politici siano indispensabili alla gestione della città (a voler
essere positivi l’unico aspetto positivo è che possono essere un
laboratorio di esperienza politica)
Non parliamo poi delle 24 società consociate delle quali in settimana IL
SECOLO XIX ha pubblicato l’elenco. Si tratta di aziende tutte sicuramente
indispensabili? anche le undici che sono nate dalle costole di ATC e ACAM? I
soli consigli di amministrazione costano agli spezzini circa 1 milione di euro.
Caro Direttore penserai che non dico niente di nuovo ed invece le mie
considerazioni finali sono ben diverse: perché se questi costi sono eccessivi,
come sicuramente appaiono alla maggior parte dei cittadini, se ne discute solo
in campagna elettorale e non se ne fa una “battaglia” continua?
Perché servono a tutti, fanno sperare di poter un giorno “sedersi a tavola” ed
è questo a mio avviso il danno maggiore, perchè ingenerando il
desiderio di avvicinarsi alla politica solo per interesse, solo per la speranza
che in qualche modo qualcosa entri nella tasca di chi vi si avventura,
sviliscono chi invece si vuole dedicare alla vita politica per passione.
( da "Finanza
e Mercati"
del 27-09-2007)
Da
Finanza&Mercati del 27-09-2007 Burocrazia eccessiva, processi civili
interminabili e vincoli ambientali stringenti trascinano nelle sabbie mobili le
piccole e medie imprese. Secondo l'indagine congiunturale sulle pmi, realizzata
da Capitalia su un campione di 611 aziende manifatturiere da 11 a 500
dipendenti, i principali ostacoli alla crescita delle piccole e medie imprese
sono le lungaggini della burocrazia e della giustizia civile; mentre sembra non
fare più paura la concorrenza asiatica. L'indagine, presentata ieri da
Sergio Lugaresi, responsabile Area studi della banca, ha rilevato che i complessi
rapporti con la pubblica amministrazione sono considerati il limite più
consistente all'espansione (dal 17% degli intervistati), seguiti dall'eccessiva
durata dei processi civili (12%) e dai vincoli ambientali (9%). Il 7% indica
indica invece le infrastrutture e lo smaltimento dei rifiuti e solo il 4% la
sicurezza, la carenza nell'offerta di fonti energetiche e la difficoltà
ad acquisire innovazioni tecnologiche. Mentre le piccole e medie imprese che
temono la concorrenza asiatica sono appena il 2,1%, poche più di quelle
che mettono sotto accusa la concorrenza di altri paesi (2%) o il rapporto con
le banche (1,7%). Complessivamente, il 66% del campione ritiene che i
principali ostacoli al loro sviluppo siano di natura esterna all'attività
imprenditoriale e legati al contesto in cui si opera. Secondo Gian Maria Gros
Pietro, presidente del comitato scientifico dell'Osservatorio piccole e medie
imprese, "l'indagine dimostra che il paese non funziona in tutte quelle
attività che devono essere svolte al di fuori del mercato: le imprese
sono soddisfatte del contesto produttivo che le circonda, la società
civile è confortevole, il capitale umano non manca, ma
il sistema ha varie malattie, una delle quali è il costo della politica, ovvero il fardello di regole imposte al mondo produttivo per
rafforzare il potere delle classi burocratiche". Gros Pietro ha invitato
le istituzioni a "recuperare la capacità di dare indirizzi e di
fare scelte in modo tempestivo ed efficace".
( da "Giornale
di Brescia"
del 27-09-2007)
Edizione:
27/09/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:CRONACA Domani sera il libro
dell'anno discusso alla Sala civica dei Disciplini a Castenedolo La Casta: è in arrivo la bufera? Dibattito con
Martinazzoli, Follini, Scajola e l'autore Gian Antonio Stella
Nelle fotografie, Mino Martinazzoli e il giornalista Gian Antonio Stella, autore di "La Casta"
Tonino Zana La Casta atterra nel Bresciano, a
Castenedolo, ore 20.45, Sala dei Disciplini, venerdì 28 settembre,
relatori, l'on. Mino Martinazzoli, il sen. Marco Follini, l'on. Claudio
Scajola. Presente l'autore, per forza, essendo diventato una sorta di politico
di riferimento, maneggiando un libro diventato best seller per ragioni note e
per altre da approfondire. Un libro sugli sperperi di alcuni uomini politici e
sulla loro intoccabilità. Presente a Castenedolo Gian Antonio Stella autore con Sergio Rizzo del
superfortunato testo sul malcostume della politica italiana, in questi mesi
italiani di nuovo inquieti. "La Casta.
Così i politici italiani sono diventati intoccabili", questo il
titolo pieno del libro, imperversa su una politica suonata, imperversa con
delle pagine in parte popolari e in parte populiste, evocando le pagine orali
di un comico improvvisamente iscritto a corsi accelerati di tragicità
partecipativa e si affianca, al di là delle intenzioni, al canto parallelo
di un leghismo che alza il tiro, ad antichi girotondi intellettualistici, alla
mancanza, questa volta sì popolare, della possibilità di
esprimere una preferenza quando si vota. Qualcuno pensa che il successo di Stella e Rizzo venga dall'alleanza
scriteriata di una oligarchia politica con un sistema elettorale bulgaro. In
sostanza, si può in pochissimi dirigere un paese escludendo
elettoralmente la partecipazione popolare? Si può obbligare a non
scegliere, pretendendo che tutto fili via liscio e che il popolo si abbiocchi
intorno a Porta a Porta o a danze indiane su eventuali elezioni anticipate? Il
risultato è la registrazione di una comunità elettorale che si
prenota al "non voto", avanti elezioni di cui non sappiamo né l'ora,
né il metodo elettorale, né le alleanze. Sullo sfondo, intanto, nasce il
partito Democratico e tutto si confonde in un'attesa estenuante e dentro una
partita apparentemente senza movimento reale. La Casta,
comunque, domani a Castenedolo ha già iscritto un numero incredibile di
partecipanti. Abbiamo sentito giovani e meno giovani di tanti paesi, della
città prenotati a visionare la stazza ideale di Stella,
le riflessioni di un tipo come Martinazzoli, indisponibile da sempre a lisciare
il pelo alla moda politica del momento, il quale ha già ripetuto, in un
incontro sul tema della Giustizia, tre settimane fa, sempre ai Disciplini di
Castenedolo, vicino il ministro Mastella, il Procuratore Tarquini, il sen. ex
Procuratore D'Ambrosio, che la classe dirigente di una nazione non si connota
esclusivamente con la testimonianza del politico, ma pure del magistrato, del
giornalista, dell'operaio, dell'imprenditore, di tutti coloro che credono a un
sistema democratico modificabile al meglio con la forza dell'idealità,
della fatica operosa e del confronto laborioso. Alla fine di una denuncia di un
libro, alla fine di un convegno, tutti avvertiranno la convinzione che non
esiste una politica kit, dove trovi domande e risposte. Esistono, invece, un
popolo e una delega. Ad elezioni avvenute, a risultati elettorali certi,
esiste, anzi dovrebbe esistere un monitoraggio costante tra delegato e
delegante. Il resto è decadenza, da qualunque parte essa appaia. Il
libro di Stella esprime i costi astronomici di certa
politica. Non di tutta la politica. Non si possono impiccare tutti i Comuni
d'Italia a causa di qualche Comune dissipatore, così per la Provincia,
la Regione, il Parlamento. Sarà bene e giusto pensare che esistono
politici probi e misurati, i quali sono infastiditi dalla Casta di Stella e Rizzo molto più e molto prima di Stella e Rizzo. In parte, scopre l'acqua calda, il collega del Corriere, di
quel giornale individuato come potere forte, Casta in sé. Ha la
forza e la fortuna di scoprirla, di scriverla nel momento giusto, quando il
cittadino non ne può più di pagare una ristrutturazione economico
sociale mondiale severissima e poi di vedersi passare accanto qualche
suo eletto con troppi privilegi formali e sostanziali. In ogni tempo di
democrazia, la forma e la sostanza esigono di camminare in modo intonato, al
punto che l'una diventa l'altra e viceversa. Invece, lo stile è bandito
e si consolida una sciatteria complessiva di cui si conosce l'origine, la
rappresentazione e neppure la durata. La sciatteria nasce da un'assenza della
qualità culturale e umana della politica, dall'assenza di una ricerca
del rischio a far meglio e ad essere migliori. Siamo in una buca profonda di
mediocrità e lo sappiamo, ne possiamo uscire con l'aiuto reciproco, con
una cordata, non tagliando l'uno la cordata dell'altro. La Casta
di Stella un poco taglia la corda e forse, all'inizio
è pensabile che sia necessaria anche un'operazione chirurgica, un taglio
del flusso degli umori grigi e neri della corruttela, ma poi, passata la fase
delle denunce e delle contumelie, il paese, la città, la fabbrica,
l'ufficio, la scuola, il, giornale e l'ospedale non funzionano rimanendo troppo
impegnati a calcare il sigillo su chi ruba ed è dissennato e magari
perdendo di vista il passo del proprio dovere e della propria pulizia morale.
Per cui, indicando l'appuntamento di domani a Castenedolo come un appuntamento
interessante per la denuncia dei mali italiani, sarà bene precisare che
circola una maggioranza di personaggi generosi e competenti, seri nelle
professioni e nei mestieri, così come tanti politici. Si tratta di una
"Casta" rovesciata di donne e di uomini,
visibili se vogliamo vederli, se vogliamo scriverne, abbassando il vizio di
ritenere notizia ciò che è negativo, di lasciare in una riga
quanto andrebbe scritto in parallelo al testo di Stella
e di Rizz. Esistono i galantuomini, esistono donne straordinarie nel quotidiano
e senza cognome televisivo ed editoriale, ma non entrano nella hit parade delle
vendite librarie. Vedrete alla fine, che la comunità funziona poiché la
casta dei generosi e dei composti è di gran lunga, stratosferiamente
più importante e presente dell'altra Casta.
Intanto, è giusto prendere le misure e onorare la Casta
di Stella. Non a tempo indeterminato, altrimenti
finiamo fuori rotta. E Giambattista Groli, presidente del circolo Moro,
creatore di questa ennesima serata intelligente non intende rischiare di
voltare le spalle alla complessità di Moro e di sposare semplificazioni
di cui una casta, o l'una o l'altra casta, richiede per immediata comodità.
( da "Milano
Finanza"
del 27-09-2007)
MF A casa tutti
i grand commis di stato Spunta in finanziaria una norma per sostituire i cda
con un amministratore unico. Le società coinvolte sarebbero quelle
controllate al 100% dallo stato e non quotate. Come Poste, Ferrovie e forse Rai
Un articolo di sole quattro righe, ma che potrebbe esplodere come una bomba
sulle società controllate dallo stato. In pratica, secondo una norma
inserita in una bozza di finanziaria, i consigli di amministrazione delle
società a totale partecipazione pubblica non quotate in borsa, entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore della legge decadrebbero e sarebbero sostituiti
da amministratori unici. Entro la stessa data, ovviamente, sarebbero modificati
anche gli statuti delle società. Per grandi spa pubbliche come le
Ferrovie, le Poste e forse la stessa Rai (il dubbio dipende dal fatto che una
piccolissima percentuale del capitale appartiene alla Siae), si tratterebbe di
un vero e proprio commissariamento. Difficile che una norma del genere riesca a
sopravvivere al prevedibile fuoco incrociato dei partiti
della maggioranza. Del resto già un anno fa, con la vecchia legge di
bilancio, il governo aveva provato a dare una sforbiciata ai cda delle
controllate, riuscendo a ridurre a tre membri solo i board di Sviluppo Italia e
della Sogin. Ma stavolta più che la lima, l'intenzione di alcuni
ministri (soprattutto quello dell'attuazione del programma, Giulio Santagata e
quello della funzione pubblica, Luigi Nicolais) sarebbe quella di usare la
mannaia. Ieri Santagata ha anche confermato che nella finanziaria
entrerà il suo disegno di legge sulla riduzione dei costi della politica. O meglio, alcuni pezzi di questo, visto che molte
parti del progetto incidono sulle spese degli enti locali e senza in consenso
di questi ultimi sarebbe difficile mandarle in porto. Tra le altre cose il
disegno di legge Santagata già conteneva una sforbiciata ai board delle
società pubbliche, anche se molto più blanda di quella che il
governo vorrebbe inserire in finanziaria. In quel caso si prevedeva una
riduzione a cinque membri dei cda delle controllate statali. Intanto ieri,
prima del vertice di maggioranza che si è concluso in tarda nottata,
Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa hanno incontrato le parti sociali alle
quali hanno illustrato per grandi linee la manovra di bilancio. Le tabelle dei
tecnici, che ancora contengono il capitolo del welfare (che però secondo
quanto riferito da Prodi andranno nel collegato), stimano una finanziaria da
10,5 miliardi, 6,050 dei quali finanziati con maggiori
entrate e 4,525 con risparmi di spese. Si tratta però, di una fotografia
scattata a 48 ore dal varo della manovra, e dunque ancora in movimento proprio
perché contiene poste come il welfare, che invece potrebbero essere inserite in
altri provvedimenti.Non si placano però, le tensioni nella
maggioranza. Ieri prima del vertice notturno, il segretario di Rifondazione
Franco Giordano, ha bocciato preventivamente la finanziaria perché il governo
non avrebbe recepito le indicazioni del documento della sinistra radicale.
(riproduzione riservata) MF - Denaro & Politica Numero 192, pag.
2 del 27/9/2007 Autore: Andrea Bassi.
( da "Provincia
di Cremona, La"
del 27-09-2007)
Edizione di
Giovedì 27 settembre 2007 Benvenuto P.Review srl Riduzione dei Cda Il
plauso di Guerci Agostino Guerci, capogruppo dell'Ulivo, interviene sul
dibattito sui costi delle politica e sul riassetto
delle società pubbliche conseguente al decreto Lanzillotta che prevde la
riduzione dei membri del Cda di dette società. Secondo Guerci
l'operazione "comporterebbe una sostanziosa riduzione
dei costi della politica, ma significherebbe soprattutto anche un possibile rendimento
migliore per le attività delle aziende stesse, rese più snelle (e
quindi più funzionali) a partire dal loro ambito decisionale". Un
giudizio positivo sul debreto che si discosta da quanto espresso in
un'intervista ad un quotidiano online da Bruno Garatti, diesse,
presidente Scs. Guerci soottolinea: "Questa prospettiva è vista
positivamente anche nell'ambito del centrosinistra cremasco, in modo
particolare nell'Ulivo, in quanto parole d'ordine come efficienza nella
pubblica amministrazione e contenimenti dei costi della politica
sono sempre state delle priorità nei nostri programmi, come stanno
dimostrando nel concreto alcune scelte adottate sia a livello nazionale sia da
numerose amministrazioni locali guidate dall'Unione". Poi Guerci tocca il
problema che da mesi tiene banco nel territorio. Dice: "Il percorso
societario che il gruppo Scs/Scrp sta facendo consentirà a breve
operazioni che potrebbero andare nella direzione auspicata. Operazioni di
riordino che secondo noi dovrebbero ancora essere effettuate tenendo insieme il
territorio (composto da 50 Comuni) che finora si è sempre dimostrato
unito su queste scelte, partendo certo dai cambiamenti avvenuti a Crema ma
senza generare contrasti o scontri eccessivi tra centro - destra e centro -
sinistra che alla fine risulterebbero solo penalizzanti per tutto il territorio
cremasco e sulla sua reale capacità di incidere nei processi di
aggregazione in atto". E sullo spoil system?.
( da "L'Adige" del 27-09-2007)
Accordo?
Ritenete che, dopo la legge Amistadi che ha rivisto
indennità e gettoni
di presenza, adesso bisogna passare al
vitalizio? Dite la vostra sul sito dell'Adige www Cosa pensate della proposta
di Luis Durnwalder di dare il vitalizio anche a tutti i sindaci del Trentino,
come quello di cui godono parlamentari e consiglieri provinciali? Siete
d'accordo? Ritenete che, dopo la legge Amistadi che ha rivisto indennità
e gettoni di presenza, adesso bisogna passare al
vitalizio? Dite la vostra sul sito dell'Adige www.ladige.it 27/09/2007.
( da "Centro,
Il"
del 27-09-2007)
Il sindacato
accusa: "Spariti 10 milioni e attuate politiche a favore dei privati"
"Conti sbagliati, la Asl non deve licenziare" La Cgil denuncia un
divario tra bilancio e Piano di risanamento: "400 tagli evitabili"
PESCARA. C'è un gap di 10 milioni e "spiccioli" tra il
bilancio 2004 delle spese per il personale della Asl di Pescara e la cifra
della stessa voce e dello stesso anno inserita nel Piano di risanamento
dell'Azienda, cui si fa riferimento per tagliare i costi. "I conti non
tornano", tuona la Cgil, "e per colpa di quei tagli assistiamo
impotenti da mesi a un'emorragia di personale precario che sta mettendo in
ginocchio la sanità pubblica". Documenti alla mano il segretario
generale della Camera del Lavoro, Paolo Castellucci, il segretario provinciale
della Cgil Funzione pubblica Massimo Petrini, e Antonio Terenzi, della
segreteria del sindacato hanno radunato la stampa per "fare le pulci"
ai conti della Asl e dunque denunciare "l'inspiegabile
e pesante" divario tra "le somme indicate nel Piano di risanamento
del sistema sanitario regionale concordato con il Governo e quelle che risultano dai
bilanci certificati della Asl". "Le Aziende sanitarie
pubbliche", spiega Castellucci, "sono obbligate a una riduzione della
spesa del personale dell'1,4% rispetto al 2004. Nel Piano di risanamento
2007-2009 risulta che la spesa per il personale della Asl di Pescara per il
2004 è stata di 148.988.000 euro da ridurre di 4.526.000 euro. Da non
superare, cioè, nel 2007, il tetto di 146.414.000 euro per il personale.
Ma la spesa del 2004", assicura mostrando le copie del bilancio,
"è stata più alta di quella indicata nel Piano, e
cioè di 158.777.000 euro. Rispetto a questa cifra, il tetto di spesa per
il personale per il 2007 dovrebbe essere di 156.078.000 euro. Per il personale,
cioè, si potrebbe spendere di più". Insomma il Piano di
risanamento sarebbe falsato da un errore macroscopico e ignorato, e questo
sarebbe "grave, anche per il rapporto con il Governo", ha aggiunto il
segretario, "perché il debito complessivo che emerge è superiore a
quello indicato. Per la Regione ci potrebbero essere dei problemi. E forse è
per questo", aggiunge polemico, "che non è stato attivato qui
il tavolo triangolare - Regione, Asl, sindacati - previsto a luglio nel
protocollo con il ministro Turco". I tavoli triangolari dovevano servire a
esaminare i bilanci e a trovare delle alternative ai tagli del personale, mantenendo
i tetti di spesa. "Siamo a settembre", ricorda, "ci sono molti
contratti di lavoro in scadenza (67 a fine mese), ma non si sta facendo nulla e
il manager della Asl, Antonio Balestrino, non risponde alle richieste di
incontro dei sindacati". Alla scoperta del "peccato originale"
che inficerebbe tutto il Piano, la Cgil è arrivata preparandosi a quegli
incontri mai avvenuti, studiando i costi della sanità pescarese per
poter fare proposte concrete per un risanamento dei conti che non gravasse
unicamente sul personale. "Dal 2004 al 2006 c'é stato un aumento della
perdita di esercizio del 107%", attacca Castellucci: "si è
passati da 45.558.000 euro a 94.135.000 euro. In tre anni è stata messa
in atto una politica di deterioramento della
sanità pubblica, puntando sulla privata". E per dimostrarlo la Cgil
usa i numeri. Sia la mobilità attiva, generata cioé dai residenti nei
territori di altre Asl, abruzzesi e non, che si sono rivolti a Pescara, sia
quella passiva, cioé dei pescaresi emigrati altrove per curarsi, hanno avuto
una drastica riduzione dal 2004 al 2006, sintomo evidente di una
insoddisfazione verso il servizio. In crescita la spesa verso i privati
(più 12,5%) e per la specialistica esterna diagnostica, salita
addirittura del 92% (da 3.235.460 euro a 6.222.626 euro), prodotto delle lunge
attese per accertamenti e visite, conseguenza, anche, dell'inefficenza di molte
attrezzature. "E aumentato tutto in questi tre anni tranne la
manutenzione", osserva Petrini, "il che vuol dire si lasciano
deteriorare le strutture". Entrando nel dettaglio, Castellucci ha
sottolineato che "c'è stato un aumento del 32,8% delle spese per
servizi esterni (cioé lavanderie, pulizie e mensa), e un aumento del 27,9% per
le consulenze non sanitarie. In totale si è avuto un incremento del
13,3% delle spese. Segno più anche per la spesa farmaceutica, cresciuta
del 5,1%. Ridotta, invece, l'incidenza della spesa del personale sulla spesa
complessiva della sanità". Invece, secondo la Cgil è sugli
altri capitoli elencati che bisognerebbe intervenire: il conteggio in questa
direzione porta a un risparmio di 16 milioni e mezzo "da usare per il
personale". "La spesa della sanità crescerà
ancora", conclude Castellucci, "e già supera il 100% del
bilancio della Regione. Se non si interviene in maniera forte si rischia un
aumento della tassazione per i cittadini, e questo", avverte, "non lo
permetteremo".
( da "Centro,
Il"
del 27-09-2007)
Raimondi e i
costi della politica "Ma il Comune spende la
metà di tanti altri" CHIETI. Commissioni e riunioni a raffica, il
neo presidente del consiglio comunale annuncia che vigilerà per evitare
abusi. Ma Enrico Raimondi coglie l'occasione per rilevare come il costo della politica sostenuto per il lavoro dei consiglieri comunali
sia di gran lunga inferiore, circa la metà, a Comuni di pari abitanti e
perfino di enti più piccoli, come ad esempio Francavilla. Sui costi
della politica in ogni caso Raimondi avverte: "E'
un problema serio a cui l'attuale classe dirigente nel suo complesso, in tutti
i livelli istituzionali, deve dare una risposta precisa". (In Chieti).
( da "Centro,
Il"
del 27-09-2007)
Chieti
Raimondi: vigilare sulle commissioni "Ma Chieti spende la metà di
altri" I COSTI DELLA POLITICA CHIETI. "Problema diverso è la
pratica, certamente da censurare, di commissioni che vengono convocate senza
che esse abbiano ad oggetto proposte mconcrete di deliberazione o fatti
attinenti all'amministrazione". Enrico Raimondi, neo presidente del
consiglio comunale, interviene dopo "i conti in tasca al Comune"
fatti dal Centro per contestare gli eccessivi costi della politica.
"E' un problema serio", annota Raimondi, "a cui l'attuale classe
dirigente nel suo complesso, in tutti i livelli istituzionali, deve dare una
risposta precisa. I costi della politica sono
intollerabili e percepiti tali dai cittadini quando chi è eletto non
riesce a dare risposte concrete. Problema diverso è
il costo del funzionamento dell'attività consiliare, il cui problema
è la sua qualità e non il numero delle riunioni che si
svolgono". E qui Raimondi entra nel merito dei dati ufficiali che abbiamo
pubblicato. "Le indennità sopettanti ai consiglieri comunali di
Chieti sono di un importo di gran lunga inferiore", sostiene il giovane
presidente del consiglio comunale, "a quello di altri Comuni di pari
abitanti. In verità di circa la metà dei Comuni con molto meno
abitanti, come Francavilla. In secondo luogo il costo delle commissioni e del
consiglio è aumentato rispetto al 2004 per la ragione, empiricamente
riscontrabile, dell'aumentata attività assembleare, Anche grazie al modo
in cui sono stati organizzati i lavori consiliari dall'allora presidente del
consiglio comunale, il senatore Giovanni Legnini. Questo, credo, rappresenta un
fatto positivo". In ogni caso sulle riunioni extra delle commissioni
Raimondi intende muoversi in due modi: "Favorendo la riforma del
regolamento per il funzionamento del consiglio e vigilando sul corretto
esercizio dell'attività delle commissioni. Infine sarebbe opportuno
promuovere una discussione approfondita su come far funzionare
l'amministrazione" e coinvolgere la Regione nella redifinizione
"della riorganizzazione di enti strumentali".
( da "Secolo
XIX, Il"
del 27-09-2007)
Massimo baldini
Nello scorso giugno, nel Dpef (Documento di programmazione economica e
finanziaria), il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa prefigurò
una manovra di bilancio per il 2008 con la seguente caratteristica chiave: un
aumento di almeno tredici miliardi per la spesa pubblica, finanziato solo con
tagli di spesa, senza alcun inasprimento fiscale. Le maggiori spese venivano
catalogate tra gli "impegni sottoscritti" e le "prassi
consolidate": scelte già prese, su cui non si può tornare,
per le quali bisogna solo trovare la copertura. Rientrano
in queste categorie il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, il
rifinanziamento dell'accordo estivo su pensioni e ammortizzatori sociali, gli
aiuti allo sviluppo, il finanziamento di infrastrutture pubbliche come strade e
ferrovie, il rinnovo di agevolazioni fiscali. Già a giugno il
clima politico impediva di prendere in considerazione, per finanziare queste
voci, inasprimenti di aliquote. A settembre il quadro è
significativamente mutato, soprattutto per un aspetto decisivo: le entrate
fiscali hanno continuato per tutto il 2007 nella loro crescita impetuosa,
superiore a ogni previsione. Dopo il primo tesoretto primaverile, tutto
destinato dall'accordo di luglio a maggiore spesa pubblica, si è venuto
a formare, durante l'estate, un secondo extragettito che semplifica decisamente
la vita al governo. Il quale ora può in buona misura smettere di
angustiarsi alla ricerca di tagli draconiani alla spesa pubblica, potendosi
accontentare di qualche limitata tosatura. L'origine di questo extragettito va
ricercata soprattutto nella riduzione dell'evasione, perché solo poche aliquote
formali sono state aumentate dalla scorsa Finanziaria, e comunque in misura
certo non sufficiente a produrre incrementi percentuali a due cifre delle
entrate tributarie. Ma la novità del secondo extragettito non si
è rivelata del tutto benefica per il governo, perché ha prodotto un
prevedibile effetto collaterale: la sensazione crescente che il peso delle
imposte sia ormai divenuto insostenibile e quindi che sia necessario ridurre il
carico fiscale sui contribuenti. Rispetto al Dpef di giugno, quindi, a
settembre si impone una nuova priorità: diminuire le aliquote di almeno
alcune imposte, anche per venire in soccorso a sondaggi sempre più
traballanti per la maggioranza di governo. Eccoci dunque arrivati alle prime
indiscrezioni sulla composizione della nuova manovra finanziaria, che riflette
in larga misura questo stato di cose. Essa vale nel complesso 17 miliardi:
circa 12 di maggiori spese (quelle indicate nel Dpef, in parte allocate al
2007) e 5 di tagli fiscali. La copertura dovrebbe provenire per circa 5
miliardi da tagli di spesa e per 12 dall'extragettito, cioè maggiori
entrate, suddiviso in 6 miliardi attribuiti al 2007 (il secondo tesoretto
dell'anno, dopo quello estivo) e in 6 miliardi considerati come acquisiti
strutturalmente anche per il 2008. Solo parte dell'extragettito viene quindi
restituita con tagli fiscali. Sui 5 miliardi di riduzioni di spesa non ci sono
per ora molti dettagli, speriamo che siano risparmi veri e non buone speranze,
come in parte si è verificato per analoghe misure decise con la scorsa
Finanziaria, poi rivelatesi impossibili da applicare. Ma la tensione sui tagli
di spesa è stata inevitabilmente attenuata dalle notizie sulle maggiori
entrate. La vera materia del contendere oggi consiste nel menù delle
riduzioni fiscali. Da mesi si parla di interventi sull'Ici sulla prima casa,
quindi di certo qualcosa in questo senso si farà, forse maggiorando la
detrazione in modo differenziato a seconda della dimensione del comune di
residenza. Si dimentica così che vi sono grandi città del Sud in
cui la casa costa meno rispetto a molti piccoli comuni del Nord, soprattutto se
vicini alle città più popolate. Ma è difficile realizzare
manovre eque agendo su una imposta patrimoniale. E inutile negare che si
interviene sull'Ici soprattutto per motivi di consenso: è una imposta molto
visibile e molto odiata. Un analogo sgravio sull'Irpef, come si è visto
in passato, sarebbe meno apprezzato, visto che buona parte dell'Irpef è
versata dai sostituti di imposta. C'è però anche una motivazione
tecnica alla manovra sull'Ici: può essere letta come una necessaria
premessa per l'adeguamento delle rendite catastali ai valori di mercato.
Urgente è invece il previsto aumento della detrazione Irpef a favore
degli affittuari. Ottimo il taglio dell'Ires, sembra dal 33% al 28%,
inevitabile perché tutti i grandi Paesi europei stanno riducendo le imposte
sulle imprese. Mancano all'appello una riduzione dell'Irpef, troppo alta sui
redditi medi, e interventi significativi sui costi della politica,
su cui evidentemente non c'è consenso politico. 27/09/2007 Ottimo e
inevitabile il taglio dell'Ires dal momento che tutti i grandi Paesi europei
stanno riducendo la pressione fiscale sulle imprese 27/09/2007 Il governo
interviene sull'Ici per trovare consenso, ma rimane difficile realizzare
Finanziarie eque agendo su un'imposta patrimoniale 27/09/2007.
( da "Eco di
Bergamo, L'"
del 27-09-2007)
Daniele Belotti,
consigliere comunale leghista, dichiara guerra alle tessere gratis a teatro. E
lo fa con un ordine del giorno urgente che chiede l'abolizione degli
abbonamenti gratuiti ad autorità e affini. "In questi giorni ?
scrive il consigliere ? da più parti si invoca un
taglio dei costi della politica e dei privilegi di politici e funzionari pubblici. Il Comune di
Bergamo gestisce l'attività del Teatro Donizetti, stabilendo anche
l'elenco delle tessere gratuite. Gli ingressi gratuiti, "per fini di
vigilanza", sono garantiti da un decreto del '72 a prefetto,
autorità di pubblica sicurezza, ufficiale dei carabinieri, componenti
dei comitati e delle commissione del dipartimento dello spettacolo per i
settori di competenza, ufficiali e/o agenti di pubblica sicurezza, ufficio
delle Entrate provinciale (3 posti)". Constatato anche che "nella
scorsa stagione il Teatro Donizetti, oltre all'elenco stabilito, ha rilasciato
tessere omaggio a sindaco, presidente della Provincia, presidente del
Tribunale, comandante Accademia della Guardia di Finanza, procuratore capo
della Repubblica del Tribunale, segretario generale del Comune, direttore
generale del Comune, assessori comunali (a turno), consiglieri comunali (a
turno), consiglieri provinciali (a turno), assessore Provinciale alla Cultura,
6 posti aggiuntivi ai 3 stabiliti per legge all'Agenzia delle Entrate".
Considerato il precedente del blocco delle tessere gratuite ai pensionati Atb
("e ora in ballo ci sono persone che percepiscono stipendi più alti"),
Belotti invita "a rivedere per l'imminente stagione teatrale l'elenco
delle tessere omaggio, tagliando tutte quelle non espressamente previste dalle
direttive del '72".
( da "Nazione,
La (Livorno)"
del 27-09-2007)
Commissioni? La
capogruppo di Italia dei Valori Marta Gazzarri ritiene di
"sì". E lo sottolinea in una interpellanza che ha presentato
in questi giorni, che porta solo la sua firma, e nella quale la capogruppo di
IdV chiede espressamente "che anche a Livorno, come ha già fatto il
sindaco di Bologna Sergio Cofferati, i consiglieri comunali devono
sottoscrivere l'orario di inizio e quello di fine della loro presenza
ai lavori di consiglio e delle commissioni". QUESTO
dovrebbe per Marta Gazzarri costituire il presupposto affinché il consiglio
comunale adotti di misure regolamentari e procedurali tali da determinare una
spesa per i gettoni
di presenza, e soprattutto per i rimborsi dei
permessi ai datori di lavoro, "congrui rispetto al reale impegno
istituzionale ? precisa la capogruppo di Italia dei Valori ? del
consigliere". Questo vale soprattutto per gli eletti che sono lavoratori
dipendenti e che costano alla collettività "ma per il reale impegno
profuso nel mandato politico assegnatogli dagli elettori con il loro
voto". - -->.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 27-09-2007)
La Gironcoli
sui costi della politica "Il caso Grillo dice che
la gente è stufa" "Risparmiati 6 mila euro uscendo dall'aula
prima della mezzanotte" "Il "caso Grillo" che tanto fa
gridare allo scandalo la classe dirigente testimonia un fatto innegabile: la
disaffezione, la delusione, forse addirittura il disgusto dei cittadini per
l'attuale sistema politico". E quanto afferma Donatella Gironcoli,
consigliere comunale dei Cittadini per Gorizia e "leader" degli
illiani in città dopo il passaggio di Laura Fasiolo nelle file del
nascente Partito democratico. "Si tratta - aggiunge Gironcoli - di un
sentimento diffuso, causato dalla delirante espansione dei
costi della politica, legati alle clientele e alle pratiche di malgoverno,
dall'acquisto dei consensi contro favori, dalla proliferazione di poltrone e
incarichi, dalla mancanza di rispetto verso chi questi costi li deve sostenere,
dal bisogno impellente di trasparenza, rispetto della legalità e rigore
morale". "Proprio noi - continua la nota -, che abbiamo
ricevuto il mandato di rappresentanza dai cittadini, non possiamo ignorare
questi segnali. Invece che accade? I più alzano, anche a livello locale,
voci che proclamano opportunisticamente il loro impegno, ma poi al momento dei
fatti procedono in tutt'altro modo. Invece io credo che ci siano diverse strade
da percorrere con onestà e chiarezza. Prima di tutto dovere politico
è la buona e ragionata amministrazione del denaro pubblico. A tal
proposito cito la battaglia che stiamo combattendo con Luciano Migliorini in
Provincia, tempestando d'interrogazioni le rispettive amministrazioni per
verificare l'attuabilità e la ragionevolezza di alcuni progetti. Mi riferisco
alla realizzazione dell'ascensore per il castello che non pare tanto ponderata
quanto dovrebbe, non per il costo dell'impianto, ma soprattutto nel calcolo
delle spese di gestione che la nostra città dovrà poi sostenere
per sempre. Similmente, non risulta evidente il senso dell'acquisto di villa
Olivo, deliberato dalla giunta provinciale, considerato che, per acquistare
l'edificio di corso Italia, che dovrebbe diventare una sorta di dependance
della Provincia, è stato richiesto un finanziamento alla Camera di
commercio: denaro pubblico riservato allo sviluppo e alla promozione
dell'economia isontina. Non siamo aprioristicamente contrari alle innovazioni e
a tutti i beneficii che ne possono derivare, ma vogliamo che sia valutato il
ritorno economico dell'investimento per giudicare se dalla "teoria"
è utile passare alla "pratica"". "Ultima nota
positiva: nella passata seduta del consiglio comunale di Gorizia - conclude
Donatella Gironcoli -, nonostante gli animi si fossero infiammati, a mezzanotte
tutta la minoranza è uscita dall'aula e la seduta si è conclusa
per impedire il raddoppio del gettone di presenza (6
mila euro risparmiati...). Non era mai successo prima, ma fa sperare bene per
il futuro".
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 27-09-2007)
Cronaca di
Cagliari Pagina 1019 Costi della politica. A proposito delle modifiche
introdotte dalla Finanziaria Enti, compensi differenti per Comune e Provincia
Costi della politica.. A proposito delle modifiche introdotte dalla Finanziaria
--> A parità di Ente o società il gettone
percepito dai consiglieri comunali e provinciali è differente. Lo
chiariscono alcuni esponenti dell'assemblea di Palazzo regio in relazione ai
compensi pubblicati nei giorni scorsi. In particolare il consigliere Massimo
Pusceddu, da Febbraio 2007 a oggi, ha partecipato a due assemblee e a una
seduta di commissione dell'Autorità d'ambito, percependo complessivamente
232 euro lordi. Andrea Busia, che rappresenta la Provincia nel consiglio di
amministrazione del Ctm da agosto 2007, non percepisce né gettoni,
né indennità, perché, in base a quanto stabilito dalla finanziaria
nazionale 2006, hanno diritto a un'indennità solo i rappresentanti
esterni. La sua partecipazione alle riunioni del cda del Ctm è gratuita.
I rappresentanti della Provincia nell'assemblea dei soci del Casic, che
solitamente si riunisce due volte all'anno per l'approvazione del bilancio di
previsione e del bilancio consuntivo, ricevono un gettone di 28,36 euro lorde a
seduta. Dal 2005 a oggi, Massimo Pusceddu ha partecipato a due sedute
percependo 56,72 euro lorde, Leonardo Peddio ha preso parte a tre sedute
percependo complessivamente 85,08 euro lorde e Gianluca Grosso ha partecipato a
2 sedute percependo 56,72 euro lorde.
( da "Resto
del Carlino, Il (Nazionale)" del 27-09-2007)
TAGLI ENTRATE
Si aggira sui 450 milioni nei prossimi 3 anni l'effetto che il provvedimento
'costi della politica' avrà sui risparmi dei
consumi intermedi dei ministeri Le entrate tributarie sono aumentate del 17,9%
rispetto al settembre 2006 Frutto soprattutto del gettito Ires, l'imposta sui
redditi delle società - -->.
( da "marketpress.info" del 27-09-2007)
Venezia, 27
settembre 2007 - La Giunta veneta, su iniziativa dell'assessore alle politiche
della mobilità Renato Chisso, ha assegnato mezzo milione di euro come
contributo per la realizzazione di iniziative di potenziamento e
razionalizzazione degli Interporti regionali. "Lo scopo ? ha spiegato
Chisso ? è quello di sostenere gli investimenti in
un comparto sempre più strategico nello scenario dell'economia mondiale,
legato al futuro di una logistica efficiente e competitiva che dia ulteriore
valore aggiunto allo sviluppo del Veneto. All'interporto di Padova S. P. A.
Sono stati assegnati 100 mila euro a finanziamento di parte delle spese necessarie
per la realizzazione del Nuovo Grande Terminal ? 3° Stralcio Funzionale
? 1° Lotto; all'Interporto di Venezia S. P. A. Sono stati assegnati 130 mila
euro come contributo sulle spese di demolizione di edifici ricadenti nell'area
ex-Eckart, con lo scopo di adattare l'area a piazzali per le nuove esigenze
operative legate alla logistica; 200 mila euro andranno all'Ente Autonomo
Magazzini Generali di Padova come contributo su interventi di riqualificazione
tecnico funzionale ed energetica degli impianti di climatizzazione invernale ed
estiva area uffici; 70 mila euro sono stati infine assegnati all'Interporto di
Rovigo S. P. A. Per cofinanziare lavori di completamento dei piazzali per la
movimentazione e stoccaggio delle merci nell'area interportuale. .
<<BACK.
( da "Corriere
Alto Adige"
del 27-09-2007)
Corriere dell'Alto
Adige - TRENTO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE I COSTI DELLA POLITICA TENSIONE TRA LE AUTONOMIE
Vitalizi ai sindaci, Trento boccia Durnwalder No dei Comuni. Pacher: "Una
stupidaggine". Dellai: questione inesistente TRENTO - Un coro di
"no" si leva dagli amministratori locali trentini verso le richieste
di Luis Durnwalder, il presidente della giunta provinciale altoatesina. Il
Landeshauptmann aveva proposto nella riunione di martedì della giunta
regionale di estendere anche ai sindaci della regione i vitalizi di cui godono
assessori e consiglieri provinciali. Decisamente contrari sindaci e
amministratori trentini: dal primo cittadino di Trento, Alberto Pacher, a
quello di Rovereto, Guglielmo Valduga, dal sindaco di Folgaria e vicepresidente
del Consiglio delle autonomie, Alessandro Olivi, all'assessore provinciale agli
enti locali, Ottorino Bressanini. è critico anche il consigliere della
Margherita, Adelino Amistadi, promotore della contestata legge sulle
indennità dei sindaci. Alla proposta del Landeshauptmann quasi tutti
rispondono che è "ora di tagliare i costi della politica"
e che "i vitalizi vanno tolti anche ad assessori e consiglieri comunali
". Sulla proposta del collega altoatesino giunge la precisazione del
governatore trentino Lorenzo Dellai: "La questione è inesistente.
Durnwalder aveva solo riferito in giunta un tema che fa parte del dibattito tra
i sindaci altoatesini". NO AI VITALIZI - Il più duro con Durnwalder
è il primo cittadino di Trento. "La proposta dei vitalizi -
è il commento di Pacher - è una stupidaggine. Spero che sia una
semplice boutade". Sulla falsariga il sindaco di Rovereto, Valduga:
"è improponibile pensare ai vitalizi. Il clima non è
opportuno. La responsabilità civica va al di là delle
prebende". Bressanini non è da meno: "Non so se quella di
Durnwalder sia una provocazione. Evidentemente lui ha un consenso popolare
così vasto da sorvolare ogni cosa, e può permettersi di andare in
senso contrario a quello che tutti i cittadini si aspettano dalla politica". Amistadi si mostra contrario ai vitalizi e
difende la legge sull'indennità. "Quella altoatesina - ricorda -
è una proposta vecchia. Un tentativo in tal senso c'era già stato
all'epoca della legge di cui ero promotore. Io non ho mai pensato di dare
pensioni ai sindaci. Un'idea del genere non mi è mai passata per la
testa. Ricordo che in Alto Adige le indennità sono il doppio che in
Trentino". Amistadi si sofferma sulla "sua" legge: "Il testo
sulle indennità invece era necessario ed è stato attaccato
ingiustamente: il suo scopo era perequare le differenze tra i vari
sindaci". IL CONSORZIO - Olivi si aggiunge al coro: "Non sono
d'accordo con la proposta. Oggi i vitalizi non sono certo un segnale da dare ai
cittadini. La politica ha bisogno di
sobrietà". Sui vitalizi si dice contraria anche la Lega Nord
Trentino. "La proposta - si legge in un comunicato - di dare un vitalizio
anche ai tanti sindaci Svp che ambiscono al soglio del Consiglio provinciale ma
non hanno materialmente la possibilità di entrarvi, l'ha lanciata un
giulivo Luis Durnwalder. Durni non ha fatto altro che fare
propria la richiesta avanzata dal Consorzio dei comuni dell'Alto Adige. Una
richiesta che rischia d'incrementare in modo considerevole i già consistenti
costi della politica, ad ogni livello che sia esercitata, in Regione". I COSTI
DELLA POLITICA - Quasi tutti gli amministratori trentini propongono di togliere
i vitalizi anche ad assessori e consiglieri provinciali. In tal senso
sono d'accordo Pacher, Bressanini e Valduga. Olivi chiede di riordinare regole,
prerogative e riconoscimenti economici per tutti i livelli
dell'amministrazione: comunale, provinciale e parlamentare. L'obiettivo deve
essere ridurre i "privilegi" degli ultimi due livelli su quello
comunale. "Il vitalizio - conclude - è giusto nel principio ma
eccessivo negli importi". Anche la Cgil prende posizione sulla questione:
"Aggiungere alle indennità anche i vitalizi è del tutto
ingiustificato. I vitalizi dovrebbero essere tolti anche ai consiglieri
provinciali, considerato che maturano già la pensione per la professione
che svolgono ". Giudizi pesanti anche da Valduga, Amistadi e Bressanini
Stefano Voltolini.
( da "Corriere
del Mezzogiorno"
del 27-09-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 2
categoria: BREVI Costi della politica, oggi il comitato Alla presenza di Nichi Vendola, torna a
riunirsi questa mattina il comitato tecnico-politico che in consiglio regionale
si occupa di contenere i costi della politica. Il
governatore nei giorni scorsi aveva sollecitato il consiglio ad adottare delle
iniziative al riguardo: il taglio del numero dei consiglieri, dei loro
stipendi e delle loro pensioni. Il comitato ha già prodotto i primi
provvedimenti: a luglio propose ed ottenne una modifica del regolamento
consiliare con una norma che stabilisce l'impossibilità di istituire
nuovi gruppi con meno di tre consiglieri. Rocco Palese (Fi) ieri ha già
anticipato le richieste che presenterà: riduzione dei consiglieri e
degli assessori, consentire la presenza massima di due assessori esterni,
soppressione di alcuni organismi previsti dallo statuto (consiglio statutario e
conferenza economica), rivisitazione dell'ufficio del difensore civico.
( da "Corriere
del Mezzogiorno"
del 27-09-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-09-27 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE COMUNITà MONTANE La Murgia tarantina accusa
Vendola: "Prendiamo soldi solo dallo Stato" BARI - Sono disponibili a
snellire l'apparato burocratico e rappresentativo riducendo il numero dei
consiglieri e degli assessori, ma annunciano di essere pronti ad alzare le
barricate per impedire "ad ogni costo" la cancellazione delle
Comunità montane. E' guerra dichiarata tra i rappresentanti degli enti
montani pugliesi e il governatore Nichi Vendola. Ieri mattina, Arcangelo Rizzi,
presidente della Comunità montana della Murgia tarantina (che annovera
tra le sue fila i Comuni di Mottola, Massafra, Cristiano, Laterza. Palagiano,
Montemesola, Ginosa, Castellaneta e Palagianello) ha convocato una conferenza
stampa per lanciare una proposta "di pace" e cogliere l'occasione per
motivare le ragioni dell'opposizione al provvedimento di Vendola. Il
governatore, la settimana scorsa, ha comunicato di volere far scomparire gli
enti. "Alla Regione non costiamo una lira - spiega Rizzi - riceviamo
130mila euro solo dallo Stato. E con quei soldi campiamo un anno. Una legge del
2004 imporrebbe alla Regione di versare il proprio contributo, ma non abbiamo
mai preteso o ricevuto nulla". Lunedì prossimo, i presidenti delle
Comunità pugliesi si incontreranno a Ruvo per adottare una linea di
comportamento comune. "La battaglia di Vendola - prosegue Rizzi - è
demagogica, una questione di immagine. Il governatore vuole davvero ridurre i
costi della politica? Allora cominci col tagliare il
numero dei consulenti esterni, visto che ci sono
già gli assessori tecnici. In un solo colpo le casse regionali
risparmierebbero otto milioni di euro". Dal 2006, Rizzi è alla
guida della comunità montana Murgia tarantina. La stessa citata nel
libro "La Casta" dai giornalisti del Corriere della Sera, Gian
Antonio Stella e Sergio Rizzo, per una singolarità che fece gridare allo
scandalo: la presenza di Palagiano nell'ente, nonostante i suoi 39 metri
d'altezza. "Non è l'altitudine a fare la differenza - ribatte Rizzi
- ma il disagio economico e sociale in cui versa il territorio. Il nostro
lavoro ha proprio questo obiettivo: creare i presupposti per lo sviluppo dei
Municipi. A costo zero per la società ". Come? "Vincendo i
bandi europei e garantendoci, così, i finanziamenti indispensabili per
realizzare i progetti". Tra questi, in agenda, ci sono l'installazione di
un grande impianto eolico a Mottola e il rilancio del settore turistico.
"Sono in ballo quattro milioni di euro", dice il presidente. Ma prima
di giungere al muro contro muro con la Regione, Rizzi prova a percorrere la
strada della diplomazia. "Riduciamo il numero dei consiglieri - lancia la
proposta passando da tre rappresentanti per Comune ad un solo. Taglieremmo le
spese e snelliremmo la macchina burocratica". Insomma, Rizzi chiede
soluzioni alternative che "non mandino a rotoli anni di lavoro".
"Con un'amministrazione virtuosa - spiega - si possono raggiungere
obiettivi significativi. Noi, ad esempio, in un anno siamo riusciti a coprire
un debito di 600mila euro creato da chi ci ha preceduto". Vincenzo Damiani
La Comunità montana del Tarantini.
( da "Messaggero,
Il (Ancona)"
del 27-09-2007)
Di MARIA PAOLA
CANCELLIERI OSIMO - In giunta, consiglio comunale e nei Cda della
società partecipate al Comune senza intascare un cent. Si può per
il sindaco di Osimo, Dino Latini, sarebbe popolare ma inaccettabile per la
maggior parte dei suoi collaboratori che non intendono rinunciare allo
stipendio. Per un semplice fatto: assessori, consiglieri e presidenti delle
società osimane rischiando di essere poco demagogici, senza false morali
spiegano perché impegnare il proprio tempo per la causa collettiva deve trovare
riscontro in una retribuzione anche minima. "Chi svolge un incarico
pubblico ha diritto a un rimborso spese per il tempo che distoglie al proprio
lavoro e per le responsabilità che si assume nello svolgimento della sua
attività - chiarisce subito il presidente del Consiglio Achille Ginnetti
-. Poi si può anche ragionare sull'entità della somma, che non
può essere cancellata del tutto come è orientato a imporre il
dibattito sui costi della politica. Anzi trovo inadeguato
il gettone di presenza corrisposto ai consiglieri comunali osimani che dovrebbe essere
modificato in indennità di funzione". Più schietto ancora
l'assessore Giancarlo Alessandrini. "Se questa fosse la decisione del
sindaco mi adeguerei, ma non sono d'accordo per principio. Sono avvocato
e dedico più tempo al lavoro in Comune. Quell'indennità è
un guadagno minimo che trovo giustificato". Il vice sindaco Stefano
Simoncini glissa sulla proposta del "capo" con un sorridente e
bonario "no comment" mentre l'assessore Francesco Pirani trova note
filosofiche tra le righe. "Ben venga la novità - asserisce - se
può servire a ridurre il divario tra amministratori e cittadini
restituendo quel rapporto ottimale che ad Osimo, premetto, non è mai
venuto meno". Tecnico nell'approccio invece il consigliere di maggioranza
Roberto Francioni che coglie nella proposta del primo cittadino una sorta di
sottile provocazione. "Certe indennità, come quella di sindaco
assessori e consiglieri - spiega - sono stabilite dalla legge e difficilmente
un'ordinanza del sindaco riuscirebbe ad azzerarle. Diversa è la
questione dei compensi assegnati per incarichi a fiduciari nelle partecipate.
In questo caso l'impegno potrebbe essere gratuito se il sindaco lo ritiene
opportuno". Dimostra scetticismo sulla deduzione Luciano Secchiaroli,
presidente di Geos-Maver, partecipata del Comune che si occupa anche di
manutenzione del verde pubblico. "Si parla tanto di sprechi della politica
ma gli stipendi degli amministratori comunali o delle partecipate non sono che
una goccia d'acqua in un mare aperto - sottolinea -. I 570 euro mensili che
percepisco sono niente rispetto alla responsabilità che mi accollo come
presidente di una srl". Facendo quattro conti in tasca agli amministratori
osimani emerge che lo stipendio del sindaco Latini ammonta a 4.071 euro lordi
mensili e si avvicina a quello del presidente di Aspea Spa. Il presidente
Ginnetti, come il vice sindaco Simoncini, si ferma a 1.762 euro lordi al mese.
Gli assessori liberi professionisti (Alessandrini, Pirani e Coletta)
percepiscono 1.442 euro lordi mensili, quelli in part time e alle dipendenze di
un ente pubblico (Triscari e Mengoni) toccano i 721 euro lordi mensili. Ogni
consigliere comunale ottiene un gettone di presenza
pari a 27.52 euro a seduta, mentre Pierluigi Agostinelli, presidente Park.O
guadagna 20.000 euro lordi annui, (3870 euro vanno al suo vice e 3.096 euro a
ciascun consigliere del Cda). Si respira tutt'altra aria all'Auxmedia e alla
Proscenio dove le cariche, chiarisce il presidente Paolo Pierpaoli "sono
onorarie". Lo stipendio del presidente Asso si attesta infine sui 9.000
euro lordi annui (5.400 vanno al vice, 8.100 all'amministratore e 3.600 ai
consiglieri del Cda), anche all'Auxmedia, mentre alla Imos il presidente Sandro
Antonelli guadagna 700 euro mensili netti (300 euro il vice e 50 a seduta i
consiglieri del Cda).
( da "Messaggero,
Il (Ancona)"
del 27-09-2007)
Ginnetti: gettoni di presenza inadeguati. Per
Francioni una provocazione. Secchiaroli: compenso irrisorio per le mie
responsabilità Assessori e consiglieri: allo stipendio non rinunciamo
Solo il vicesindaco "si astiene" sulla proposta di Latini. Gli altri:
prendiamo anche troppo poco.
( da "Corriere
del Veneto"
del 27-09-2007)
Corriere del
Veneto - TREVISO - sezione: REGIONE - data: 2007-09-27 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE IL CONFRONTO La Casta e l'impresa: "
Anche le Camere di commercio..." Gli industriali osannano Stella. Peghin d'accordo con Giaretta: sprechi nel sistema
economico CAMPODARSEGO (Padova) - La casta siamo noi. Non solo politica sul
banco degli imputati nella serata in cui gli imprenditori padovani hanno
affollato L'AltaForum di Campodarsego, osannando Gian Antonio Stella come profeta della lotta agli sprechi. C'è
anche chi ricorda come quegli stessi sprechi avvengano a volte pure negli
organismi del sistema economico, con l'accumularsi a dismisura di cariche e
spese. E' la voce fuoricampo del senatore Paolo Giaretta, assente giustificato,
a ribaltare la questione: "Non si può attaccare solo politica.
ricordiamo che in un sistema come quello delle Camere di commercio, dove la
politica non entra (anche se il presidente Galan la vorrebbe fare rientrare) ci
sono ingiustificate leggerezze nella questione. Insomma tutta la società
deve fare la sua parte nella lotta agli sprechi". Un ragionamento accolto
dal presidente di Unindustria Padova, Francesco Peghin: "Esistano
effettivamente delle sovrapposizioni fra Camera di commercio e associazionismo
industriale. E gli imprenditori spesso preferirebbero versare le loro
erogazioni in iniziative che possono controllare direttamente. Non arrivo a
dire che abolirei la Camera di commercio, ma di certo andrebbe snellita per
evitare inutili modificazioni e interessi di parte". Tutta una
società che deve ripensarsi, ma al di là delle autocritiche sul
banco degli imputati resta comquneque sempre la politica. Con Stella e gli imprenditori (che gli farebbero un monumento)
da una parte e i politici che, pur ammenttendo la necessità di un
ripensamento, giocano il ruolo dei difensori. Per gli imprenditori locali, gli
sprechi significano sempre una cosa sola: troppo tasse. "Quello che
è impressionante - commenta Marco Stevanato di Stevanato Group,
vicepresidente degli industriali di Campodarsego - è l'aumentare delle
poltrone nella politica. E questo si traduce poi in un moltiplicarsi di tasse. Se
io subisco un carico del 50 per cento mentre in Germania si ferma al 30,
è chiaro che è molto più difficile lavorare ". Poi
c'è uno dei decani degli imprenditori, Mario Carraro, che letto il
libro, resta colpito soprattutto dalle dimensioni del Quirinale. Gira e rigira
si torna a Roma, da dove parte lo scollamento dei cittadini dalla politica,
come sottolinea anche il senatore Udc Antonio De Poli. Intorno a Stella sul palco degli oratori fioccano atti di buona
volontà, ma se il primo applauso a scena aperta lo ottiene Peghin con
una semplicissima frase, "i cittadini sono stufi di tutti i partiti
politici", i politici di professione hanno momenti in cui si rimpallano
accuse a vicenda nel solito gioco di quale governo ha fatto meno dell'altro. Unico
momento in cui restano tutti d'accordo è quando difendono il proprio
lavoro, sottolineando che in Veneto in fondo si sta meglio che altrove e
sforzandosi nel rinvangare gli esempi positivi. Dal centrodestra il deputato
Marino Zorzato (Forza Italia) ricorda che "proprio qui fino a cinque anni
fa c'erano tre aziende diverse per la gestione di acqua e gas, ora sono state
accorpate riducendo a uno i consigli di amministrazione ". Dal campo
opposto, il consigliere regionale della Margherita, Franco Frigo, sottolinea che
"qui ci sono meno auto blu che nelle altre regioni". Nonostante
proprio le vetture extralusso acquisite con bando pubblico dalla Regione Veneto siano uno degli scandali ricordati nel libro
firmato da Stella e Sergio Rizzo. A tirare le fila ci pensa Stella, cui gli
imprenditori si rivolgono come a un vate lamentando come da Tangentopoli in poi
niente sia cambiato, fino agli eccessivi privilegi degli enti ecclesiastici.
"La società si sta muovendo e la dimostrazione è che stasera
c'era il calcio e voi siete qui. Questa è voglia di politica. Ma
non di questa politica, che ha allagato tutta la società e che ora deve
tornare indietro, evitando spaccature manichee e talvolta perfino finte ".
Alessia Pirolo.
( da "Corriere
della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
Corriere della
Sera - MILANO - sezione: Grande Milano - data: 2007-09-27 num: - pag: 10
autore: Simona Ravizza categoria: REDAZIONALE SANITà PRIVATA Inchiesta
sui rimborsi irregolari Chiuso reparto della Santa Rita SEGUE DA PAGINA 1
Secondo indiscrezioni trapelate ieri dall'Asl la casa di cura di via Jommelli, 276 letti accreditati con il sistema sanitario,
è al centro di un'altra tempesta per presunte irregolarità delle
prestazioni (con aumento dei costi dei ricoveri a danno della Regione
Lombardia). Le disposizioni sono scattate in seguito a un'ispezione del Noc, il
Nucleo operativo di controllo delle Asl. Nelle prossime ore le misure
prese saranno comunicate, con ogni probabilità, anche alla Procura che
lo scorso luglio aveva messo sotto inchiesta i vertici della clinica e 5
primari con l'accusa di rimborsi-truffa (ma la Santa Rita da subito ha sottolineato
"la piena regolarità del suo operato"). Nel mirino del Noc
adesso è finito il reparto di Chirurgia toracica, dove vengono curati
anche i tumori del polmone, dell'esofago e della mammella. L'Asl si è
mossa nell'ambito dei poteri che le sono stati assegnati dall'assessorato alla
Sanità deciso a dare una stretta ai controlli: il giro di vite è
stato disposto con una delibera di aprile, anche se il Pirellone è
impegnato da anni nella lotta contro gli imbrogli acchiappa-finanziamenti
pubblici. Le ultime disposizioni assegnano al Noc, guidato da Aldo Bellini, il
potere di fare blitz a sorpresa negli ospedali. Non solo: al Nucleo operativo
di controllo sono stati affiancati ispettori della Regione. Alla Santa Rita
intanto, in attesa di ulteriori verifiche, è stata sospesa la
convenzione con il sistema sanitario per i ricoveri
nel reparto di Chirurgia toracica. sravizza@corriere.it Provvedimento dell'Asl
dopo l'ispezione dei Noc nel dipartimento di chirurgia toracica.
( da "Corriere
della Sera (Abbonati)" del 27-09-2007)
Corriere della
Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-09-27 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE IL CASO / Progetto per ridurre i costi della politica. L'ex pm: su questo tema la maggioranza non
può decidere da sola Questione morale, Di Pietro
farà una legge con Fini I leader di Italia dei valori e di An alleati:
così rispondiamo a Grillo ROMA - La sola notizia di una convergenza,
fosse anche su una materia diversa dai costi della politica,
basterebbe a creare un caso. E infatti, appena circolata, ha già creato
scompiglio. Gianni Alemanno, che fa parte della partita, ne è
consapevole, si affretta ad escludere altri fini: "Quella con Di
Pietro non è un'alleanza come temono in molti, è solo il
tentativo di fare buona politica, di dare risposte
concrete al risentimento dell'opinione pubblica ". Sarà anche
così ma i sospetti dei rispettivi alleati, soprattutto nella
maggioranza, restano. Mercoledì prossimo, alle 11 del mattino,
Gianfranco Fini e Gianni Alemanno siederanno ad un tavolo insieme al ministro
Antonio Di Pietro, nello stesso giorno in cui in Parlamento si potrebbe discutere
dello scontro fra l'ex pm e il suo collega di governo Visco. Siederanno insieme
per annunciare un progetto di legge che ritengono urgente, con almeno 100 firme
in calce, raccolte fra deputati e senatori di An e dell'Italia dei Valori, ma
anche negli altri partiti: "Non è un tema
che può essere affrontato dalla sola maggioranza, per forza di cose
bisogna agire in modo bipartisan ", chiosa Di Pietro. L'iniziativa
avrà la sua risonanza mediatica perché risponde alle piazze di Beppe Grillo,
perché contiene misure concrete per tagliare la spesa pubblica, moralizzare un
minimo il funzionamento delle istituzioni: dal ritorno alla legge Bassanini (12
ministeri in tutto, non uno di più) all'abolizione delle comunità
montane, entità che negli anni ha conosciuto applicazioni, sovvenzionate
dallo Stato, persino a pochi metri di altitudine sul mare. "Tutto quello
che si può fare con legge ordinaria, per una seria autoriforma della politica", aggiunge Alemanno, che in questi mesi ha
tessuto un dialogo con Di Pietro, sul tema, che non si è mai interrotto.
Da pochi giorni Gianfranco Fini ha dato il via libera alla conferenza stampa,
avallato gli ultimi ritocchi al testo del progetto di legge, in fase di
redazione finale, ignorato le possibili critiche. Un'iniziativa che unisce la
destra e l'Italia dei Valori, su un tema così importante, è
indubbio che susciterà interrogativi, forse soprattutto sull'ex pm. Ma
per il leader di An questo può essere un motivo in più per dare
corso alla cosa: agli occhi dell'ex ministro degli Esteri infatti è
proprio l'attuale ministro alle Infrastrutture, più di Dini e di
Mastella, la vera spina nel fianco del governo. E un domani, forse, anche il
possibile innesco della crisi. L'autonomia di movimento di Di Pietro, la suggestione
che i sondaggi regalano quasi quotidianamente al futuro del movimento dell'ex
pm, un bacino elettorale che più di altri è potenzialmente
antigovernativo, legato al vento dell'antipolitica,
sono tutti fattori che i leader del centrodestra monitorano in modo costante.
Il percorso futuro del capo dell'Idv diventa indicatore del destino di Prodi e
del centrosinistra, variabile che può avvicinare o allontanare il
ritorno alle urne. Fini questo lo sa bene: l'idea di rinverdire un feeling che
ebbe le sue prime tappe nei primi anni '90, all'epoca di Mani Pulite, e poi
proseguì durante il procedimento giudiziario che vide coinvolto il
magistrato, è forse anche lo sbocco naturale di identità
politiche che nel tempo sono state declinate in modo diverso ma che mantengono
punti di contatto. "E' impossibile un riavvicinamento politico fra noi e
loro, le strade imboccate negli anni sono troppo diverse - dice Riccardo De
Corato, vicesindaco di Milano, che già nel 1989 segnalava al giovane
pubblico ministero spunti per indagare -. Ma ciò non toglie che un
minimo comune denominatore resta, anche se legato a iniziative episodiche...
". Per il momento è solo un disegno di legge sui costi della politica, che punta fra gli altri a dare riconoscimento
giuridico sia ai partiti che ai sindacati, regolandone
con norme cogenti vita e democrazia interna, regole e statuti, trasparenza,
sottoponendo il tutto al controllo di un'Authority. O per fare un altro esempio
a spazzare via Sviluppo Italia, l'azienda pubblica che doveva essere volano di
sviluppo per il Sud e che negli anni è divenuta anche moltiplicatore di
cariche, prebende e potere fine a sé stesso. Antonio Di Pietro per il momento
spera che l'iniziativa abbia successo: "Contiamo di avere una corsia
preferenziale, in Parlamento, e riuscire a creare un reale interesse bipartisan
che porti all'approvazione del progetto". Fini parlerà
mercoledì prossimo. Marco Galluzzo 1996 1997 2007.
( da "Gazzetta
di Mantova, La"
del 27-09-2007)
Sport LA
STATISTICA LA STATISTICA Il 'Toro' e Noselli 'centenari' MANTOVA. Avrebbe
sicuramente voluto festeggiarle in altro modo. Emiliano Tarana a Bari ha
collezionato la sua 100? presenza con la maglia del
Mantova, un gettone macchiato dal cartellino rosso rimediato ad inizio ripresa.
Ma il 'Toro' non è stato il solo a tagliare il prestigioso traguardo.
Con lui ha spento le 100 "candeline" anche Alessandro Noselli. Chi ha
potuto finalmente brindare dopo sei precedenti senza i tre punti, invece,
è stato il Bari che in casa non aveva mai battuto il Mantova.
( da "Nuova
Venezia, La"
del 27-09-2007)
Pubblicato anche in: (Tribuna di Treviso, La)
COSTI DELLA
POLITICA Nel 2005 in Consiglio risparmiati 5 milioni VENEZIA. Il Consiglio
regionale ha chiuso il bilancio 2005 con un risparmio di 5 milioni di euro
rispetto ai 52 milioni preventivati. E' il dato più evidente del
bilancio consuntivo approvato ieri a palazzo Ferro-Fini. "La chiusura
definitiva dell'esercizio finanziario arriva in ritardo a causa dei lunghi
tempi di rendicontazione dei gruppi consiliari - ha spiegato il consigliere
Franco Frigo (Pd veneto) per conto dell'Ufficio di presidenza - tuttavia anche le prime indicazioni relative al 2006 confermano
un ulteriore contenimento dei costi". Nel 2005 i costi del risultano in
flessione rispetto a quanto preventivato perchè nel secondo semestre,
con l'inizio dell'ottava legislatura, non ci sono più stati assessori
esterni, il cui costo è equiparabile a quello di 13 consiglieri
aggiuntivi. L'ulteriore risparmio atteso per il 2006 è alimentato
dal taglio del 10% delle indennità consiliari, introdotto dalla
finanziaria nazionale. Un'ulteriore riflessione è dedicata all'andamento
della produzione legislativa dell'assemblea regionale, rilevando la costante
flessione del numero di provvedimenti approvati: 176 nella prima legislatura,
388 nella seconda; la prima metà dell'ottava ne conta solo 44.
( da "Campanile,
Il"
del 27-09-2007)
Manuela
D'Argenio Prima Anno Zero, poi Ballarò Chi vuole colpire Mastella? I
sospetti stanno diventando certezze. Stilettate feroci contro il segretario del
Campanile. Che resiste e incalza: "Non farò la fine di Bettino
Craxi né quella di Marco Biagi" Un brutto momento. Quello in cui una
televisione pubblica "processa" in diretta un ministro della
Repubblica. Così, nella puntata di Ballarò lo scorso
martedì, il Guardasigilli Clemente Mastella si è trovato sotto
l'assedio di Gian Antonio Stella, Maurizio Crozza e
Maurizio Bel Pietro: capro espiatorio di un sistema che non va più tanto
bene. E in ballo, è stato tirato fuori di tutto, dallo scandalo
dell'aereo di Stato al lavoro dei suoi figli, passando per le case romane e
quant'altro. Una gogna mediatica bell'e propria, di fronte alla quale è
giunta la solidarietà persino dell'opposizione. Ma il Guardasigilli
tiene duro. Non ci sta ad essere la vittima sacrificale della cattiva politica,
né tanto meno a divenire l'uomo simbolo della tanto chiacchierata "Casta", il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo ormai divenuto la bibbia dell'antipolitica militante. E
così nel salotto di Giovanni Floris ha dismesso i panni di moderato
sorridente e ha dato sfogo alla propria ira e alle proprie paure puntando il
dito contro Beppe Grillo e tutti coloro che hanno abbracciato la causa dell'antipolitica,
elevandolo a uomo simbolo di una politica malata. Anzitutto, contesta Giovanni
Floris per un cartello di un suo servizio: "Ho visto un cartello nel
vostro servizio con su scritto 'Mastella ti odio'. Io non ci sto ? sbotta -
perché l'odio? Cosa ho fatto? Io non ho né più né meno degli altri
Ministri. L'odio è pericoloso". E per dar forza alla propria tesi,
il ministro ha citato il provvedimento sul negazionismo dell'Olocausto.
"Dopo quel provvedimento - ha detto - sono finito anche in siti
neonazisti". E allora mette subito le cose in chiaro: "Non
farò la fine di Craxi, che se ne è dovuto andare in Tunisia, o di
Marco Biagi", e segue un piccolo riferimento al grillismo: "Io non
posso accettare i linciaggi morali di uno come Grillo".
Uno, cioè, che lo ha messo in mezzo "con i suoi comizi", ma
è "vittima di contraddizioni ed ha una condanna ad un anno e tre
mesi confermata in cassazione". Un fiume in piena, insomma, che nemmeno
Floris riesce a placare. Anzi, quando il conduttore gli chiede dei suoi figli e
del loro lavoro, il Guardasigilli replica senza possibilità di
controbattere: "I figli li lasci stare. Può toccare me, ma lasci
stare i miei figli". Quindi subito una precisazione riguardo allo scandalo
del volo di Stato: "C'è una direttiva della polizia di Stato ?
spiega Mastella ? che dice che i voli di Stato, per ragioni di sicurezza,
devono essere utilizzati dal ministro dell'Interno e dal ministro della
Giustizia. Non sono io ad averlo scelto". Insomma, una difesa a spada
tratta contro "la gogna mediatica" alla quale è stato
sottoposto. Una gogna così evidente da chiamare in causa la
solidarietà dei suoi colleghi. Inizia Pier Luigi Castagnetti:
"Nella trasmissione di Ballarò l'aggressione progressivamente crescente
alla persona del ministro della Giustizia e ai suoi familiari ? commenta il
vicepresidente della Camera ? ha ampiamente trasceso il pur irrinunciabile
diritto di critica per sfociare in un'intenzionale gogna mediatica". Per Castagnetti, insomma, "ciò non rende onore a un
servizio pubblico e non serve a favorire una discussione seria e giustamente
severa sulle responsabilità e i privilegi del ceto politico. Per questo
? conclude ? sento il dovere di solidarizzare con Mastella". E
solidarietà arriva pure da Alleanza nazionale con Ignazio La Russa, uno
degli ospiti della trasmissione: "Ieri sera a Ballarò ? dichiara il
presidente dei deputati di An - Mastella é diventato il capro espiatorio della
situazione dell'antipolitica". Di qui, il sospetto avanzato da La Russa,
che questo "sia un disegno della sinistra, che cerca di intimidire e
tenere bloccato Mastella, facendone il simbolo dell'antipolitica. Vogliono
tenerlo fermo, per impedirgli di esercitare la sua critica di giudizio a un
governo che ormai è praticamente morto". (27-09-2007).
( da "Corriere
Adriatico"
del 27-09-2007)
Sul fronte
delle novità l'arrivo di una rottamazione per le vecchie tv e cambiarle
con una digitale Interventi su welfare, case e trasporti Padoa-Schioppa:
manovra da 10,7 miliardi (4,6 di tagli). Più vicini alla crescita del
1,6% ROMA - Tre miliardi di calo tasse, due dei quali destinati a ridurre le
imposte sulla casa. E anche l'arrivo di una nuova rottamazione per cambiare la
vecchia tv e prendere una televisione digitale. A 48 ore dall'approvazione in
Consiglio dei Ministri della Finanziaria 2008 iniziano a circolare le prime indiscrezioni
e cifre. Cifre che però, come tutti gli anni, devono ancora passare il
vaglio politico e quindi, potranno ulteriormente variare. Sta di fatto che le
'grandezze' più o meno sembrano ormai fissate: la Finanziaria - secondo
quanto emerso ieri - avrebbe un impatto di 10,6 miliardi di euro, mentre il
decreto arriverebbe a circa 7-8 miliardi. Questo anche se il ministro
dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa avrebbe detto alle parti sociali a
Palazzo Chigi che l'impatto sarebbe poco più basso di 10 miliardi. Ma da
quanto si apprende, ad esempio per il decreto, un miliardo sarebbe ancora
"in ballo" e sarebbe in queste ore al centro della trattativa politica. I circa 10 miliardi sarebbero comunque reperiti
per 6.050 milioni attraverso maggior gettito fiscale mentre 4.525 milioni
arriverebbero con tagli di spesa. E c'è anche il 'tesoretto' che
rappresenta 4.500 milioni delle nuove entrate, altri 1.200 milioni di maggior
gettito e 350 milioni di maggiori contributi sociali. Il 'corposo' fronte dei
tagli di spesa è composto invece da un macro-capitolo di riduzioni
previste per le amministrazioni dello Stato: 3.975 milioni (il taglio ai costi della politica varrebbe
451 milioni in tre anni). Ci sono poi 150 milioni di risparmio da interventi di
contenimento sul Pubblico Impiego e 400 milioni che derivano ad una norma
relativa agli enti previdenziali. Sul fronte misure la novità è
l'arrivo di una rottamazione per dire addio alla vecchia televisione e
cambiarla con una tv digitale. Ad annunciare questa misura è stato
il ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni. "La norma favorirà
un turn over accentuato - ha detto il ministro - Nel giro di 5-6 anni le tv
delle case degli italiani saranno digitali. Il meccanismo, che si rifà
all'esempio francese, sarà graduale e partirà dai punti vendita
della grande distribuzione". Si confermano poi gli interventi sulla casa
(Ici e affitti) che avrebbe un impatto di 2 miliardi: il taglio complessivo
alle imposte indicato è infatti di 3 miliardi ma non sono indicati gli
interventi nel dettaglio. Si prevede comunque per il 2008 una riduzione da 2
miliardi finalizzata a "interventi fiscali sulla casa e altro". A
questo si aggiunge un altro miliardo sotto forma di proroga di agevolazioni
fiscali. Nel 2009 e 2010 lo sconto rimane da 3 miliardi ma viene completamente
attribuito alle misure di riduzione fiscale sulla casa. Infine 2.434 milioni di
euro sono previsti dalla manovra per finanziare i contratti del pubblico
impiego. La manovra conterrebbe poi un altro capitolo 'spinoso' - come indicato
oggi dal ministro Antonio di Pietro. Si tratterebbe di misure di sostegno per
le famiglie interessate dalla fine del blocco degli sfratti. ma ancora non
è indicata una cifra. Tra i provvedimenti è in arrivo anche il
collegato sul welfare che - ha detto lo stesso premier Romano Prodi -
conterrebbe per intero l'accordo sul welfare firmato lo scorso 23 luglio dalle
parti sociali. E l'impatto previsto per questa misura sarebbe di poco
più di 2 miliardi. Sono previsti 1 miliardo per il tavolo di concertazione,
78 milioni per il protocollo agricoltura e amianto, 200 milioni per la
revisione dello scalone e delle altre misure dell'accordo non inserite nelle
voci precedenti. Ci sono poi 800 milioni finalizzati al Fondo per
l'occupazione. FRANCESCO CARBONE,.
( da "Data
Manager"
del 27-09-2007)
Intervento Claudio
Saccavini all'Open Source Expo Rovigo. Diagnosi precoce, prevenzione, appropriatezza della cura. Principi fondamentali della
sanità che consentono al paziente di sentirsi più protetto e
sicuro, soddisfatto nei suoi bisogni di salute, tranquillo nell'affidarsi ad un
équipe medica o ad un sistema organizzativo sanitario in grado
di assistere il paziente a 360 gradi e in modo tempestivo ed efficace.
Talvolta però non bastano la capacità e la professionalità
dei medici, servono apparecchiature all'avanguardia e strumentazioni
tecnologiche e innovative. Gli operatori sanitari devono essere in grado di
scambiare le informazioni in tempo reale, devono poter accedere alle cartelle
cliniche e ai reperti medici rapidamente senza ostacoli procedurali e organizzativi.
La sanità oggi non sembra essere in grado di sostenere la
razionalizzazione di questi processi, convinta che una riorganizzazione globale
sia sinonimo di costi aggiuntivi che i bilanci delle aziende sanitarie non
possono coprire. L'utilizzo invece dell'Open source (letteralmente
"sorgente aperta") o del free software (sofware libero) può
offrire una valida e qualitativa alternativa alla lentezza e alle
difficoltà incontrate nell'interscambio di informazioni all'interno di
un'azienda o di una struttura ospedaliera. Si tratta di uno strumento
informatico rivoluzionario, ormai già presente sul mercato e in via di
espansione, che nel giro di pochi anni è destinato ad aprire nuovi
orizzonti in molti settori e campi lavorativi, nell'ottimizzazione dei processi
gestionali e organizzativi anche della sanità pubblica e privata. Con
l'Open source - insieme di software distribuiti gratuitamente e corredati dei
relativi codici sorgenti - un programma, o sistema operativo, deve rispettare i
canoni del codice aperto, ossia dovrà essere liberamente diffusibile
(senza costi o restrizioni, tipiche del software proprietario) ed anche
personalizzabile attraverso la libera accessibilità ai codici sorgenti
dell'applicativo stesso. In tal modo, chiunque avesse necessità di estendere
un software (già solido e specializzato) con ulteriori
funzionalità adatte a specifiche e soggettive esigenze, avrà la
possibilità di realizzare tali modifiche in piena autonomia, senza dover
chiedere autorizzazioni o versare pagamenti alla software house (casa
produttrice di software). Solo dunque con la condivisione dei programmi
è possibile trovare il "pacchetto informatico" più
idoneo e vantaggioso per il proprio sistema procedurale e organizzativo e
adeguarlo alle nuove esigenze che via via si presentano. Claudio Saccavini, Cio
del Dipartimento di Scienze medico-diagnostiche-Terapie speciali
dell'Università di Padova, che sarà a Rovigo all'Open source Expo
2007 per la conferenza dal titolo "Open source e Open standard per lo
sviluppo della sanità elettronica: potenzialità e
opportunità", è uno studioso nonché grande sostenitore
dell'applicazione dell'Open source nella sanità. "Oggi le aziende
sanitarie e le strutture ospedaliere gestiscono un numero esponenziale di
informazioni avverte e non basta più il supporto cartaceo. A Padova, ad
esempio, si è passati in Radiologia dalla gestione di 250 immagini a
7-8.000 l'anno, è evidente che si rischia l'entropia delle informazioni
dei clinici. Il vero problema non è l'informazione al paziente, ma la
comunicazione interna tra i professionisti che devono poterle integrare e
condividere. L'Università di Padova ha creato, utilizzando il sistema
Open source, un programma per la gestione dati tra il reparto di Endoscopia e
Radiologia, in modo che i referti medici o le indagini ragiologiche possano
essere visionate in tempo reale". Ma sono molte altre le applicazioni,
come ad esempio per la cartella clinica elettronica, per l'organizzazione del
centro unico di prenotazione, per la distribuzione dei farmaci a domicilio.
Secondo Saccavini però le difficoltà non si incontrano tanto
nell'utilizzo delle tecnologie, quanto nella formazione delle risorse umane.
"Per l'acquisto di una Tac o di una risonanza magnetica i fondi si
trovano, ma il più delle volte le direzioni generali delle Ulss non
calcolano o non prendono in considerazione poi i costi indotti, quelli della
formazione che, se non attivata, di fatto frena la crescita e
l'innovazione". Così per il docente universitario diventa un luogo
comune pensare che l'informatizzazione porti solo ad un vantaggio economico.
"Bisogna essere più lungimiranti e pensare ai benefici a
medio-lungo termine. Alle direzioni generali delle Ulss interessano il
controllo di gestione e l'economia di scala, ai medici gli aspetti clinici. Ecco
che con l'Open source ci può essere la giusta mediazione e integrazione
tra le due esigenze. Il sistema sanitario sta
cambiando e sono convinto che finito il tempo delle tecnologie d'avanguardia si
apra la scommessa dell'adozione dei sistemi informatici Os e dell'automazione
dei processi. Mi auguro anche che arrivi il momento degli investimenti nelle
risorse umane". I progetti che riguardano l'innovazione tecnologica
trovano solitamente fondi e contributi a livello nazionale
e regionale, ma il problema è che l'approccio all'Open source viene
opzionato principalmente in centri di eccellenza. "Ci sono casi sporadici,
come l'Ulss di Arzignano dove l'Os è stato applicato nell'ambito di un
progetto per la gestione della privacy, che purtroppo rimane fine a se stesso
spiega Saccavini -. Sarebbe opportuno che il ministero finanziasse il
"riuso" di questi sistemi aperti, in modo che le esperienze e le
progettualità fossero messe a disposizione di tutti i soggetti
interessati. Uno sforzo lo sta facendo in tal senso il Cnipa che ha creato un
Osservatorio nazionale sull'Open source, uno strumento
unico a livello europeo. E fa molto bene il responsabile Vittorio Pagani a
lanciare l'idea di una community gestita dal ministero, perché fondamentale per
chi accede all'open source è proprio la condivisione dei vari software e
programmi, il riuso insomma. Non è solo un problema di fondi e
finanziamenti, ma di entrare in un nuovo modo di pensare, in uno stile di vita
che sostiene la cooperazione anche nella pubblica amministrazione in
genere". Spot! BUONE NOTIZIE PER LE PICCOLE E MEDIE AZIENDE CHE VOGLIONO
CRESCERE.
( da "Gazzettino,
Il (Vicenza)"
del 27-09-2007)
BassanoPromuove
il San Bassiano e conquista i sindaci, l'assessore regionale alle Politiche
sanitarie, Francesca Martini, ieri in città per la prima visita
ufficiale alla struttura di via dei Lotti. Iniziata con un rapido passaggio
nella sede bassanese della Lega Nord, dove ha incontrato gli amministratori
locali del Carroccio, la mattinata dell'assessore veronese si è svolta
tra i reparti del nosocomio cittadino, dove la Martini, accompagnata dal
direttore generale Giuseppe Simini, ha incontrato il personale ed ascoltato
direttamente dagli utenti le loro esigenze. Previsto il passaggio tra gli
ambulatori e l'hospice di Casa Gerosa, inattesa è invece risultata la
vista al Centro unico prenotazioni dove l'amministratore ha avuto modo di
toccare con mano il funzionamento del principale front-office del San
Bassiano.Ma l'appuntamento più atteso della mattinata è stato
l'incontro con i sindaci della Conferenza dei 28 comuni. Francesca Martini ha esordito
con un complimento. "Sono entusiasta di quanto visto oggi al San Bassiano,
perché nella mia breve visita ho potuto vedere non solo spazi ampi e ben tenuti
ma anche tecnologie all'avanguardia. Per non dire del personale, che da un
primo sguardo mi è parso preparato e sufficiente. Voi sindaci dovete
andare orgogliosi del vostro ospedale". In risposta all'esponente
regionale, i primi cittadini hanno consegnato un documento ufficiale in cui
fotografano l'attuale situazione della sanità bassanese e avanzano
richieste urgenti. Richieste a cui l'assessore non ha dato risposte tangibili,
riservandosi di farlo in un secondo momento, solo dopo l'approfondimento delle
questioni indicate nel documento. Fin da subito però, la Martini ha
voluto chiarire alcuni "nodi", ad iniziare dalla più volte
contestata chiusura dell'apicalità di Chirurgia maxillo-facciale.
"Quella del primariato si potrebbe tranquillamente definire una morte
annunciata. La sua soppressione era prevista ancora nelle schede del 2002, e
dunque oggi la questione può dirsi chiusa". "Questo
però - ha precisato - non significa che il San Bassiano sia in caduta
libera ed anzi non è affatto escluso che si possano presto valutare
nuovi inserimenti in questa struttura".Lavorare per migliorare la
qualità dei servizi e la percezione che di essi ne hanno gli utenti. E'
l'obiettivo più volte dichiarato dall'assessore regionale. E in questo
senso va migliorata, hanno detto i sindaci, anche l'annosa
questione delle liste di attesa. Mentre i cittadini lamentano da tempo
inaccettabili lungaggini, l'assessore Martini ha difeso il Sistema sanitario regionale, ricordando la recente scelta di introdurre i codici
di priorità, pensati proprio per ridurre i tempi di attesa agli utenti
veneti. E una buona notizia per il sistema sanitario
bassanese potrebbe comunque arrivare presto. La Regione veneto, infatti, ha
già annunciato l'intenzione di assumere 3000 nuove unità
sanitarie, per regolarizzare la posizione dei tanti precari in attività.
Quanti di questi 3000 inserimenti arriveranno al San Bassiano non è
ancora dato sapere. L'assessore Martini ha avviato uno screening in tutto il
territorio regionale per conoscere l'esatta composizione degli organici e le
necessità di ciascuna Ulss, perché, ha dichiarato " il personale
bisogna assegnarlo dove ce n'è reale bisogno".Barbara Todesco.
( da "Asca" del 27-09-2007)
(ASCA) - Roma,
27 set - ''Non posso pretendere che l'onorevole Leone sappia di cosa parla,
perche' raramente cio' accade. Ma la nomina da parte del Ministro Bianchi
dell'ingegner Eduardo Bruno al Consiglio di amministrazione di Trenitalia, e'
esattamente il contrario di cio' che lui va vaneggiando''. Il caso sollevato
dal deputato di Forza Italia e' l'occasione per il segretario del Pdci,
Oliviero Diliberto, di avanzare l'idea di una possibile misura per ridurre i
costi della politica. Le modalita' di nomina di Bruno
per Diliberto ''prefigura una delle proposte shock che avanzeremo nei prossimi
giorni e sulle quali sfideremo tutto il mondo politico: la totale gratuita'
della partecipazione ai Consigli di Amministrazione di quanti sono nominati dal
livello politico. Un risparmio gigantesco per le casse dello Stato. Partecipare
alla gestione delle societa' partecipate dello Stato o degli Enti locali, deve
diventare solo un onore e un servizio per la collettivita': dunque va svolto
gratuitamente''. ''E' cio' che ha fatto, per scelta condivisa, l'ingegner Bruno
- sottolinea Diliberto - peraltro esperto di trasportistica, come dimostra il
curriculum, tanto da esser stato tra gli esperti anche del Ministro Lunardi
quando questi era titolare del dicastero delle Infrastrutture. Sfido chiunque
del mondo della politica a citare un solo nome di un
altro esponente di Consiglio di Amministrazione che accetti di lavorare
gratuitamente al servizio dello Stato come ha fatto Eduardo Bruno, a
dimostrazione della propria diversita' comunista''. Red-Cer/cam/sr.
( da "Gazzettino,
Il"
del 27-09-2007)
RomaTre miliardi
di calo tasse, due dei quali destinati a ridurre le imposte sulla casa. E anche
l'arrivo di una nuova rottamazione per cambiare la vecchia tv e prendere una
televisione digitale. A 48 ore dall'approvazione in consiglio dei ministri,
sulla finanziaria 2008 iniziano a circolare le prime indiscrezioni e cifre.
Cifre che però, come tutti gli anni, devono ancora passare il vaglio
politico e quindi, potranno ulteriormente variare. Sta di fatto che le
grandezze più o meno sembrano ormai fissate: la finanziaria avrebbe un
impatto di 10,6 miliardi di euro, mentre il decreto arriverebbe a circa 7-8
miliardi.Questo anche se il ministro dell'Economia, Padoa Schioppa avrebbe
detto alle parti sociali a Palazzo Chigi che l'impatto sarebbe poco più
basso di 10 miliardi. Ma da quanto si apprende, ad esempio per il decreto, un
miliardo sarebbe ancora in ballo e sarebbe in queste ore al centro della
trattativa politica.I circa 10 miliardi sarebbero
comunque reperiti per 6.050 milioni attraverso maggior gettito fiscale mentre
4.525 milioni arriverebbero con tagli di spesa. E c'è anche il
tesoretto, che rappresenta 4.500 milioni delle nuove entrate, altri 1.200
milioni di maggior gettito e 350 milioni di maggiori contributi sociali. Il corposo fronte dei tagli di spesa è composto invece da
un macro-capitolo di riduzioni previste per le amministrazioni dello Stato:
3.975 milioni (il taglio ai costi della politica varrebbe
451 milioni in tre anni). Ci sono poi 150 milioni di risparmio da interventi di
contenimento sul pubblico impiego e 400 milioni che derivano ad una norma
relativa agli enti previdenziali.Sul fronte misure, la novità
è l'arrivo di una rottamazione per dire addio alla vecchia televisione e
cambiarla con una tv digitale. Ad annunciare questa misura è stato il ministro
delle Comunicazioni, Gentiloni: "La norma favorirà un turn over
accentuato: nel giro di 5-6 anni, le tv delle case degli italiani saranno
digitali. Il meccanismo, che si rifà all'esempio francese, sarà
graduale e partirà dai punti vendita della grande distribuzione".Si
confermano poi gli interventi sulla casa (Ici e affitti) che avrebbero un
impatto di 2 miliardi. Il taglio complessivo alle imposte è indicato in
3 miliardi, ma non sono precisati gli interventi nel dettaglio. Comunque, per
il 2008 si prevede una riduzione da 2 miliardi finalizzata a "interventi
fiscali sulla casa e altro". A questo si aggiunge un altro miliardo sotto
forma di proroga di agevolazioni fiscali. Nel 2009 e 2010 lo sconto rimane da 3
miliardi, ma viene completamente attribuito alle misure di riduzione fiscale
sulla casa. Infine 2.434 milioni di euro sono previsti dalla manovra per
finanziare i contratti del pubblico impiego. La manovra conterrebbe poi un
altro pacchetto di misure di sostegno per le famiglie interessate dalla fine
del blocco degli sfratti: ma ancora non è indicata una cifra. Tra i
provvedimenti è in arrivo anche il collegato sul Welfare, che
conterrebbe per intero l'accordo su previdenza (revisione dello scalone) e
mercato del lavoro, firmato il 23 luglio col sindacato. Padoa Schioppa ha
ribadito, anche ieri, che "nel 2008 la pressione fiscale non
aumenterà".
( da "Gazzettino,
Il (Padova)"
del 27-09-2007)
Dalle comunità montane a livello del mare ai
finanziamenti pubblici ai partiti quadruplicati
nonostante il referendum. Queste sono solo alcune delle storie e dei dati al
centro del best seller "La casta" scritto a quattro mani da Sergio
Rizzo e Gianantonio Stella, del Corriere della Sera. Quest'ultimo è intervenuto ieri
all'Altaforum di Campodarsego di fronte a una platea di oltre 700 imprenditori
per un faccia a faccia con il mondo della politica
promosso dalla delegazione camposampierese di Unindustria Padova e associazione
Anthesis. Al dibattito sono intervenuti Antonio De Poli dell'Udc, Marino
Zorzato di Forza Italia e Franco Frigo della Margherita, affiancati dal
presidente di Unindustria Padova, Francesco Peghin. Mentre im prima fila c'era
Mario Carraro.Una classe politica al capolinea?
"Purtroppo - ha ricordato Stella prnedendosi gli applausi - nonostante
l'indignazione contro sprechi e costi della politica
la musica non cambia e la Casta rimane intoccabile. Nel bilancio ad esempio,
appena varato dalla Camera dei deputati, le spese sono cresciute ancora
(più 3.1 pari al doppio dell'inflazione) superando per la prima volta la
quota di un miliardo di euro e cresceranno ancora nel 2008. Questo governo poi
ha raggiunto il record di ben 102 persone tra ministri e sottosegretari".
"L'elettorato non sopporta più i politici siano essi di destra che
di sinistra - ha detto Peghin - Abbiamo troppo poco stato dove servirebbe a
cittadini e imprese". Per Stella sarebbe interesse dei politici seri e
responsabili accelerare le riforme istituzionali e correggere le disfunzioni
che sono la causa degli sprechi. Il suo appello finale è: trasparenza, a
partire dal bilancio del Quirinale fino all'ultimo degli enti
pubblici.Nicoletta Masetto.
( da "Gazzettino,
Il"
del 27-09-2007)
Parla
l'industriale, possibile candidato del centrodestra in Friuli Venezia Giulia e
da poche settimane al vertice della Fondazione Liberidea Edi Snaidero: "Vi
spiego i miei progetti. Politici" "La mia non è una scelta
partitica: voglio lavorare per il bene della mia regione. Spero che altri
imprenditori facciano altrettanto" UdineNOSTRA REDAZIONECinquant'anni da poco
compiuti, da sedici alla guida dell'unico gruppo italiano di cucine inserito
tra i primi cinque in Europa. Ora, Edi Snaidero ha deciso di affiancare alla
propria attività di imprenditore un impegno, indirettamente politico,
accettando l'invito a presiedere il comitato scientifico dell'associazione
Liberidea, costituita in Friuli Venezia Giulia dai segretari di Forza Italia,
Alleanza nazionale e Udc per dar vita ad una fondazione che diventi laboratorio
e punto di contatto tra i partiti e la comunità regionale.Snaidero
preferisce non parlare di una sua eventuale candidatura in occasione delle
regionali del 2008, entusiasmandosi invece quando gli si chiede di illustrare
contenuti e finalità di Liberidea, spiegando anche i motivi del suo
impegno, per giunta con un preciso schieramento politico."Innanzitutto,
voglio precisare che non si tratta di una scelta partitica, difficilmente mi si
potrebbe costringere a scegliere un partito anche perché oggi è
più complesso parlare di sinistra o di destra - afferma Snaidero, nel
suo ufficio all'interno della sede del gruppo a Maiano - detto questo, ci sono
dei valori che condivido di più e che ritrovo in un'area moderata e
liberale. Al momento mi voglio limitare a dare una mano a queste persone (i
coordinatori di Fi, An e Udc Isidoro Gottardo, Roberto Menia e Angelo
Compagnon, ndr) che me l'hanno chiesto, provando a ricollegare un circuito
spezzato tra società e politica. Non si tratta di schierarsi, ma di
lavorare per il bene di un territorio, quello dove vivo e dove opera la mia
azienda capogruppo. Per come ho organizzato la società che presiedo,
credo di poter dedicare parte del mio tempo a questo progetto. Spero che altri
imprenditori possano fare altrettanto. Il mio concetto di bipolarismo, infatti,
prevede due schieramenti che lavorino non contro qualcuno o qualcosa, ma per i
bisogni della collettività e degli individui".- Da qui, la scelta
di dedicarsi alla parte scientifica di Liberidea..."Esatto. E una buona
iniziativa perché ritengo sia sbagliato fermarsi a criticare la politica, anche
a ragion veduta, senza fare nulla per aiutarla ad essere più credibile,
a migliorare e a rispondere alle esigenze dei cittadini e della società
civile. Altri hanno avuto questa idea, io collaboro - ispirandomi alla fondazione
"Rino Snaidero", che punta al miglioramento della qualità
della vita nelle pareti domestiche - avendo come l'obiettivo di contribuire
alla qualità della vita dei cittadini del Friuli Venezia Giulia".-
In quale modo si può fare questo?"Liberidea dovrebbe diventare un
punto di aggregazione per intercettare i bisogni del territorio, in particolare
delle fasce più sensibili e bisognose, delineando poi scenari anche nel
medio-lungo periodo e avanzando proposte concrete sulle necessità di
governo della regione".- E i rapporti con i partiti?"L'iniziativa a
cui ho aderito non è un'operazione per aggregare i partiti del
Centrodestra o per risolvere i loro problemi, che peraltro stanno già
affrontando guardando alla federazione o al partito unico. Con questo lavoro,
che guarda oltre alle scadenze elettorali del 2008, non puntiamo ad essere un
surrogato dei partiti, bensì uno stimolo per fare ragionare la
politica".- Il progetto è ambizioso, come può risultare
efficace?"Per funzionare, senza essere percepita come un organo politico,
la fondazione dovrà essere indipendente, anche sul piano economico con
la possibilità di disporre di oltre il 50\% delle risorse esterne ai tre
partiti che l'hanno costituita; dovrà distinguersi per la concretezza
dell'attività svolta ed essere un'antenna in grado di intercettare i
segnali provenienti dalla comunità regionale, facendo proprie le idee
esterne che forse la politica, spesso autoreferenziale, non riesce a
individuare".- Farete tutto da soli?"E chiaro che la fondazione
dovrà mantenere relazioni aperte, anche ad altri partiti se vorranno
partecipare; avere un profilo internazionale grazie anche a rapporti con altre
fondazioni, come ad esempio la fondazione Adenauer che opera in Baviera. Nel
comitato di gestione, così come pure nel comitato scientifico, dovranno
essere nominate persone di alto spessore morale, di prestigio e indipendenti.
Il tutto per la credibilità della stessa Liberidea. Da qui l'esigenza
che il nostro lavoro sia trasparente, aperto alle proposte e al dialogo, così
come pure alle critiche".- Lei parla di fondazione, ma per ora il progetto
è fermo ad un'associazione che è ben altro soggetto..."E
vero, lo ha fatto notare anche Riccardo Illy. Ma chi conosce le fondazioni, sa
che esistono dei pre-requisiti di serietà che richiedono almeno
otto-dieci mesi per essere messi a punto. Liberidea sarà una fondazione
che, come altri soggetti in passato, chiederà il riconoscimento formale
della Regione Friuli Venezia Giulia. In attesa dell'accreditamento,
l'associazione è uno strumento per non perdere tempo, iniziando a
lavorare in base alla volontà di partecipare e collaborare delle
persone".- Nella libreria del suo ufficio c'è
pure il libro "La casta", di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Che impressione ne ha ricavato?"L'ho divorato in un giorno
e mezzo. Il fatto che non abbia notizie di denunce verso gli autori mi fa
immaginare che molti dei contenuti siano autentici. Il suo successo è
parte del lamento della società civile verso la politica italiana, che
dovrebbe farsene carico e reagire in positivo".- Un altro successo
riguarda il comico genovese Beppe Grillo.
Condivide le sue affermazioni?"Non credo che Grillo
abbia intenzione di impegnarsi in politica. Lo ritengo, semmai, dotato di una
grande sensibilità nel percepire i bisogni e i sentimenti della gente.
Voglio pensare che il suo sia un grido di preoccupazione della società
civile, di timore che l'autoreferenzialità politica conduca al
disinteresse verso i temi reali con cui si confrontano quotidianamente i
cittadini. Al di là dei modi, quanto Grillo
afferma nella sostanza va preso molto sul serio".- Grillo
può attaccare la politica, eppure quando sugli stessi temi interviene
Confindustria c'è chi grida all'ingerenza degli industriali nel governo
del Paese. Lei che ne pensa?"Se il sindacato ha il diritto ad intervenire
sulle questioni nazionali, non vedo perché non lo possa fare l'associazione
degli industriali, alla pari di Confcommercio, Confartigianato e altre
importanti rappresentanze del sistema-Italia".- La futura fondazione
Liberidea guarderà solo al Friuli Venezia Giulia o allargherà lo
sguardo fuori dai confini regionali?"Vorremmo che diventasse un esempio,
magari arrivando ad una rete in altre regioni per far circolare idee, proposte
e ricerche. Questo a partire dal Nordest, un'area che condivide molti problemi
e tematiche. Proveremo, quindi, anche a dialogare con altri soggetti, come ad
esempio la fondazione Nordest, attingendo alle informazioni e studi da esse
prodotti".Lorenzo Marchiori.
ROMA — È il partito più grande d’Italia. Non ha un nome ufficiale e nemmeno
sezioni sparse ai quattro angoli del Paese. Ma in Parlamento può contare
su quasi 400 (inconsapevoli) iscritti. Sono i deputati e i senatori al primo
mandato, mai eletti prima. Debuttanti. Per loro il giorno x è a
metà ottobre 2008: se allora saranno ancora in sella avranno diritto
alla pensione da parlamentare. Se invece si dovesse andare al voto prima,
nisba, nemmeno un euro per rendere più lieve la vecchiaia. Una tentazione
trasversale per evitare elezioni troppo anticipate? Caso concreto, cominciando
dall’opposizione che rischia pure il conflitto d’interessi tra politica e
portafoglio.
Metà novembre, voto in bilico al Senato, la Cdl può riuscire nella spallata.
Senatore Mario Baldassarri, sceglie il tasto rosso che fa cadere il governo
oppure ripiega sul tasto verde che tiene in piedi la sua pensione e il governo?
«Per carità —ride l’ex ministro di An—cada Prodi e pure la pensione.
Nessun dubbio. Tanto io l’ho già maturata come professore
universitario». Negano tutti, certo. Ed è forse esagerato pensare al
Papp (Partito Aspiranti Pensionati Parlamentari) come ad una misteriosa Spectre
capace di influenzare i destini d’Italia.
Ma è comunque una variabile della formula che potrebbe riportarci alle urne prima
del previsto. Nella maggioranza dovrebbe essere tutto più facile.
Antonio Polito (Ulivo) lo spiega con una battuta: «È un motivo in
più per augurare lunga vita al governo Prodi. Meglio qualche euro in più
che qualche euro in meno. Ma se uno si fa i conti in tasca non è che poi
ci sia tutta questa differenza». Ecco, i conti in tasca. Dopo due anni, sei
mesi e un giorno di lavoro alla Camera o al Senato (calcolati dal giorno della
proclamazione) l’assegno è intorno ai 2.500 euro lordi al mese. Non si
prendono subito ma una volta compiuti 65 anni. Forse troppo in là per
far cadere in tentazione i giovani.
E infatti non bastano a convincere chi, eletto con l’Unione e di poco sopra i
30 anni, è deluso dal governo. «Per me — dice Francesco Caruso,
Rifondazione — possiamo votare pure domani. Chi se ne frega della pensione se
dobbiamo stare qui ad aspettare i ricatti di Lamberto Dini ». «La legislatura —
concorda Daniele Capezzone, Rosa nel pugno — è già arrivata
all’accanimento terapeutico. Spero che nessuno pensi di vivacchiare un annetto
per qualche spicciolo in più». Cadono tutti dalle nuvole. Come l’ex
soubrette Mara Carfagna, Forza Italia: «Chissà cosa farò quando
avrò 65 anni... io non ho deciso di far politica per soldi maper
passione, per contribuire all’interesse nazionale».
Nessuna intesa sotterranea, nessuna riunione carbonara, nessun ammiccamento quando in
Transatlantico gli iscritti al Papp incrociano gli sguardi? Giulia Bongiorno
(An) rispolvera il linguaggio delle sue arringhe migliori: «Se qualcuno dovesse
porre in essere condotte finalizzate a tenere in vita il governo solo per una
propria soddisfazione economica... » Cosa accadrebbe, avvocato? «Ci troveremmo
davanti ad un comportamento se non penalmente rilevante di sicuro moralmente
rilevante». E niente clemenza della corte. Il punto è che molti dei
debuttanti hanno già un lavoro alle spalle. Nicola Buccico: «Se volevo
guadagnare di più, continuavo a fare l’avvocato. E poi la pensione
già ce l’ho come consigliere regionale. Faccio pure il sindaco, senza
indennità. Domani, dopodomani, votiamo quando volete».
Fernando Rossi, l’ex Pdci che con il suo non voto contribuì a mettere in crisi il
governo: «Tra poco maturo la pensione da impiegato regionale. Lunga vita a
Prodi, ma non per i soldi: dopo di lui chiunque sarà peggiore». Sergio
De Gregorio, l’ex dipietrista passato con la Cdl, dopo una vita fra tv e
quotidiani: «La pensione e la cassa sanitaria dei giornalisti sono meglio di
questa. Nun me ne po’ frega’ de meno». Chi è giovane vede il traguardo
troppo lontano, chi è più grandicello magari una pensione ce l’ha
già. Ma, allora, il problema non esiste? Paola Binetti esce dall’Aula
del Senato e ci pensa su: «Io non mi sento di escludere che qualcuno il
pensierino ce lo faccia. Ma la soluzione è proprio questa: basta con i
politici di professione, tutti i parlamentari dovrebbero venire dal mondo
normale, quello di chi lavora. A quel punto le pensioni dei parlamentari le
potremmo anche abolire».
27 settembre 2007
Nuovo partito, vecchie logiche
<Premieremo solo le regioni virtuose: 245 milioni al
Veneto>
(ACR) FLOVILLA (IDM) SULLA RIORGANIZZAZIONE DEI PRESIDI
OSPEDALIERI
POLITICA: BERTINOTTI, COSTI SEMBRANO ALTI PERCHE'
BENEFICI SONO BASSI
Visco sempre nel mirino di Di Pietro che insiste per il
rimpasto
Sforbiciata anche a compensi e gettoni
Milia: <Noi siamo già in regola>
RIMINI: TAVOLO TECNICO PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA
Frana, in arrivo nuovi finanziamenti
Politica costosa proposta di ronchetti
Chioggia revoca gli incarichi a carlin
Diga sull'isonzo a piuma, sì della regione
Se il buon giorno si vede dal mattino, allora
bisognerà rassegnarsi a rivedere il triste, indec
L'AQUILA-E' stato un avvio interlocutorio quello di ieri
tra il governo e le Regioni a Palazzo Chigi
TORINO
Due volte l’anno, il 1° gennaio e il 1° di luglio, scatta l’adeguamento
automatico dei rimborsi chilometri per i consiglieri e gli assessori regionali.
Un aumento che tiene conto delle variazioni di una serie di parametri usati
dall’Automobile Club tra cui anche il costo della benzina. Adeguamenti minimi
che però fanno la differenza. E centesimo dopo centesimo portano a 560
euro in più all’anno per i consiglieri che vivono a Torino e che per
legge hanno diritto ad un forfait che comprende 8 presenze fisse e 3000
chilometri di percorso.
Per i consiglieri che risiedono fuori Torino l’entità dell’aumento
è legata alla distanza dall’abitazione di residenza alla sede del
Consiglio regionale. L’assemblea di Palazzo Lascaris riconosce un contributo di
0,503 centesimi, due in più di quelli erogati nel 2006. I calcoli sono
presto fatti. Chi percorre cento chilometri al giorno avrà diritto a due
euro in più; chi ne fa 150 a tre e via salendo. Tutto legittimo,
naturalmente. E tutto in automatico visto appunto che le modifiche al testo
della legge regionale che regola indennità e rimborsi prevede appunto di
adeguare due volte l’anno con un criterio che mette insieme i parametri
dell’Aci e il costo di esercizio medio di quattro tipi di modelli di vetture
della categoria D.
Praticamente tutti i Consigli regionali ad eccezione della Liguria riconoscono
un rimborso delle spese di trasporto. Non esiste un unico criterio e le
modalità di contributo alle spese è deciso in maniera autonoma
dalle singole assemblee legislative. La Lombardia, ad esempio, riconosce un
forfait calcolato sulla base di due parametri: percorrenza e costo chilometrico
equivalente ad 1/4 del prezzo medio della benzina. Un consigliere regionale
della Lombardia che percorre 40 chilometri per raggiungere la sede assembleare
e ci va per 18 giorni si becca 235,449 euro. Il Consiglio regionale della
Sardegna ha previsto per chi risiede a più di 35 chilometri da Cagliari
di riconoscere un rimborso pari al 40% del prezzo della benzina verde per
un’andata e ritorno alla settimana.
Il prossimo aumento del rimborso chilometri scatterà a gennaio.
Difficile ipotizzare che i consiglieri scelgano di autocancellarsi
l’adeguamento automatico di rimborsi e indennità. «Inutile fare
annunci», spiegava nei mesi scorsi il presidente del Consiglio regionale,
Davide Gariglio. E così l’intesa si potrebbe trovare su un dossier per
rendere più trasparenti le regole per l’assegnazione dei gettoni di
presenza e dei rimborsi spese. Tra le proposte ci sarà quella
dell’introduzione del sistema della doppia firma ad inizio e fine della seduta
di Consiglio e/o di commissione. Adesso, invece, ne basta solo una. Il gettone,
poi, non sarà erogato nel caso di partecipazione dei consiglieri ad
attività esterne come, ad esempio la partecipazione alla cerimonia del
Grinzane Cavour a ad un convegno sugli Ogm in provincia di Cuneo.
( da "Trentino" del 25-09-2007)
Attualità
Corsi Fse: sbagliato Corsi Fse: sbagliato sparare nel mucchio Alzo la mano,
come ha chiesto il vostro cronista: so cosa vuol dire Fse, Fondo Sociale Europeo.
Da anni il complesso ed articolato mondo della Formazione e dei cosiddetti
"enti erogatori" accreditati di cui si avvale il Fse, sa bene che gli
stanziamenti europei al Fse per il piano 2000-2006, di cui l'Italia ha potuto
godere, non sarebbero stati più interamente disponibili nel 2007-2013,
perché dovevano andare a sostenere la formazione Fse nelle molte Nazioni
recentemente ammesse nella Comunità Europea. Ma Bruxelles non si
è certo stufata di pagare. Anzi, risulta che proprio il Trentino sia considerato
un modello da esportare per i risultati ottenuti ed in particolare per il
nostro altissimo 80% di "placement", ovverosia la percentuale di chi
trova rapidamente lavoro dopo un corso Fse; inoltre, per la qualità dei
progetti formativi e dei contenuti dei corsi veri e propri. Quei 17.000
euro/testa (ma è la media del pollo) investiti con gli stanziamenti Fse
in Trentino, generano effetti positivi sul mercato del lavoro, sulle imprese,
sull'economia in generale, e non scordiamo che contribuiscono a far crescere il
livello del "diritto di cittadinanza" della popolazione nella
società informatica, tema sul quale tutte le componenti sociali ed
economiche trentine da anni convergono e sul quale la Provincia sta molto
investendo in infrastrutture e formazione. Veniamo alle truffe. Anziché
indicare, come facilmente potrebbe, i casi, i nomi e gli importi, il nostro
redattore sparge il sospetto e la diffidenza su tutti noi, e siamo tanti,
proprio tanti, che da anni lavoriamo con il Fse con fatica e, sottoposti ad
approfonditi controlli, abbiamo l'orgoglio di aver raggiunto qualità
elevata e placement elevatissimi, mentre invece per contare le mele marce basta
una mano sola. Nella normativa che regola il funzionamento del Fse i controlli
sono una delle parti essenziali, da sempre. E' tendenzioso e fuorviante
sostenere che la Provincia ha creato un gruppo di coordinamento dei controlli
con un colonnello della Finanza "per evitare le truffe": l'Ufficio e
il gruppo di controllo ci sono sempre stati, eccome, anche perché la Provincia
Autonoma di Trento ha funzioni di Polizia Amministrativa e come tale è
ovvio che collabori e si coordini con la Guardia di Finanza ai livelli
appropriati. Per concludere, invito il giornale a dare spazio e voce al
dibattito sul futuro dei modelli di formazione in Trentino e sugli strumenti di
richiesta, di accesso, di erogazione. C'è fermento, ci sono idee,
c'è la volontà di confrontarsi da parte dei principali soggetti
pubblici e privati? La risposta è un prevalente "Sì".
Voi dei Trentino, se volete, siatene il catalizzatore. Ing. Maurizio Ratti
CONSIGLIERE DELEGATO ESSEDI SPA Raccogliamo volentieri l'invito ad aprire un
dibattito approfondito sul tema della formazione. Ma i dati da noi forniti sono
fatti, non opinioni: 230 milioni di euro spesi in sei anni per i corsi Fse, 17
mila euro per ogni diplomato (più che un master alla Bocconi). E che ci
sia chi fa il furbo lo dimostrano anche recenti sentenze della Corte dei Conti.
I politici sono lo specchio della società Leggo in alcuni interventi di
questi giorni una posizione che mi trova concorde e che può essere
riassunta nell'osservazione che la classe politica
rispecchia la società che l'ha eletta. I più recenti sondaggi, il
successo del libro "La Casta" e l'iniziativa di Beppe Grillo mettono
in luce come la maggioranza dei cittadini ormai diffida della politica o la disprezza. L'indice di gradimento della nostra
classe politica, e lo si riscontra ogni giorno nelle
chiacchiere al supermercato o al bar, probabilmente non è mai stato
così basso. I giudizi sono unanimi e trovano concordi l'intera
popolazione: dai benestanti ai disoccupati. Ma sono convinta che la corruzione e l'abuso di potere perpetuati dalla classe politica non fanno altro che riflettere il malcostume della
società. Gli sprechi, gli abusi e l'illegalità non sono una sorta di esclusiva
appannaggio dei politici. Partendo dalle inchieste di Mani Pulite fino al
più recente scandalo dei test di ammissione all'università
possiamo vedere come gli affari illeciti si siano rivelati vantaggiosi
non solo per ministri, parlamentari o assessori locali, ma anche per
imprenditori, professionisti, funzionari pubblici e privati... gente comune
insomma, non politici. Tutto questo, a mio parere, sta a confermare che i
politici sono lo specchio della società che li esprime, né migliori né
peggiori. Così come esistono persone oneste e disoneste in ambito
sociale, allo stesso modo esistono politici onesti e politici disonesti. Non
credo che sostituendo i mille parlamentari con altre mille persone scelte a
caso nella società civile le cose cambierebbero molto. Non
dimentichiamoci, e le inchieste di corruzione poc'anzi
citate lo confermano, che "l'occasione fa l'uomo ladro" e le
tentazioni sono parecchio invitanti quando le persone detengono un minimo potere
discrezionale e possono spendere denaro non proprio. Queste osservazioni non
vogliono esaltare la nostra classe politica a scapito
di noi cittadini ma cercano di farci riflettere. La classe politica
potrà cambiare usi e costumi quando anche la società civile
avrà fatto una presa di coscienza responsabile e coerente. Il Parlamento
siamo noi, siamo noi che abbiamo liberamente abbiamo scelto quelle persone a
rappresentarci. Riflettiamo su questo. Non possiamo permetterci soltanto di
stare alla finestra e criticare. Non dobbiamo rinchiuderci nella nostra casa e
sfuggire l'impegno civile e le responsabilità dell'amministrazione; non
deleghiamo sempre agli altri ma diventiamo propositivi. E l'impegno inizia
anche dalle piccole cose, dal nostro condominio, dall'associazione sportiva,
dalla bocciofila. Il disimpegno dei cittadini dalla politica
può solo contribuire a peggiorare questo malcontento diffuso. La
coscienza civile prima di tutto, e la partecipazione e l'impegno civile di
conseguenza, sono indispensabili se non vogliamo che il significato alla parola
democrazia venga dato da altri. Angela Varner IL TRENTINO CHE VOGLIAMO Ai
lettori: siate brevi. La concisione garantirà una pubblicazione
tempestiva e integrale. Indicate sempre nome, cognome e recapito: le lettere
anonime non verranno pubblicate.
( da "Opinione
Online, Il"
del 25-09-2007)
Oggi è Mar,
25 Set 2007 Edizione 206 del 25-09-2007 Partito democratico: la grande
ammucchiata delle liste Nuovo partito, vecchie logiche di Sergio Menicucci Dopo
le liste, i veleni. A bocce ferme la corsa verso l'elezione dei delegati alla
mega assemblea del Partito democratico del 14 ottobre lascia per strada tanti
scontenti. Ci sono anche alcune sorprese. La verità è che ancora
una volta hanno dominato gli apparati dei due partiti che si fondano, Ds e
Margherita, con tanto di straschichi, polemiche, aggressioni verbali, accuse di
inquinamento del voto come sta avvenendo a Napoli dopo le accuse contro l'asse
Bassolino-De Mita del sindaco di Salerno Enzo De Luca o come è avvenuto
a Roma nella lunga notte delle liste dominata dal più stretto collaboratore
di Veltron,i il senatore Goffredo Bettini, potente leader dei Ds romani grazie
anche alla gestione dell'Auditorium. Ma persino a Milano la corsa alle liste
"Per Veltroni" o "Con Veltroni" mette in evidenza un
tentativo di blindare gli amici degli amici. Lo scontro è duro non solo
per la scelta dei segretari regionali ma anche per il listone nazionale. Il
sindaco di Roma, una volta scelti i 200 nomi della società civile, ha
lasciato ai vertici dei due partiti di formare le liste. Maria Laura Rodotà
sul Corriere ha evidenziato che la lista Walter si è trasformata in
salotto e scrive "l'effetto liste è surreale anche se le persone
sono perbene. Sono state convinte forse per dare smalto alle primarie con nomi
prestigiosi o famosi, da diluire poi in un'assemblea costituente con 2400
eletti. Anche se poi chissà se gli stremati elettori del centrosinistra
saranno motivati o irritati da quella che sembra una parata di vip. Nel
frattempo sulle stesse liste sono state fatte battaglie molto complicate e
anche quelle molto vetero-politiche per ottenere collegi utili, buoni
posizionamenti". Per esempio pesa a Napoli la mancata candidatura nelle
liste nazionali o regionali del segretario regionale Ds Enzo Amendola oppure
è significativo a Roma il caso del Ministro Linda Lanzillotta (moglie
dell'ex Ministro diesse Franco Bassanini autore dell'autocertificazione)
costretta a spostarsi a Milano3 per "insormontabili difficoltà
insorte nei collegi romani gestiti da Bettini). Qualcuno ha adombrato veti
degli apparati nei confronti del Ministro che assieme al collega Giulio
Santagata aveva presentato un provvedimento in 25 articoli, approvato anche dal
Consiglio dei Ministri, per la riduzione del 20 per cento del numero dei
consiglieri regionali, comunali e provinciali mettendo un tetto anche sulle
loro indennità e restrizioni su auto blu e cellulari. Paradossale ma
tutta interna alle logiche partitiche anche la candidatura a capolista nel
collegio romano di periferia Centocelle-Torre Spaccata del professore bolognese
amico di Prodi e Parisi Salvatore Vassallo. E' rimasto fuori anche il
rutelliano Roberto Giachetti che con il pulmino "salite a bordo"
girava per Roma e chiedeva consensi per un "Pd aperto". Aveva
proposto tre giovani in lista ma nessuno dei tre è stato accettato. Il
tutto avviene mentre i costi della politica salgono ancora e la
"casta" promette e non mantiene. Il ciclone Grillo ha fatto
riscoprire che esistono 3.211 società controllate
dagli enti locali con una pletora di consiglieri di amministrazione (5 mila)
che elargiscono 18 mila gettoni
di presenza per miliardi di euro. Un
processo, quindi, di candidature caotico e a tratti sgradevole come osserva il
gruppo della Sinistra giovanile napoletana che in una lettera a Veltroni dice
"il Pd a Napoli e in Campania nasce ferito. In questi giorni ha
contato più la domanda quanti voti mi porti che quella quale idea
hai". Lo hanno definito " un clima da mercato". Da parte sua il
canditato alla segreteria regionale di Napoli Salvatore Piccolo ha lanciato
accuse di pressioni e condizionamenti degli assessori regionali su
amministratori e dirigenti per sostenere alla segreteria regionale Tino
Jannuzzi voluto dal binomio De Mita-Bassolino, contro il quale il sindaco di
Salerno De Luca ha lanciato una pubblica sfida "Liberiamoci di tutti e due"
, invitando a partecipare alle primarie e all'operazione anche gli esponenti
della Casa delle Libertà. Lo scontro sulle liste ha fatto scattare anche
il pacifico De Mita definendolo "uno spettacolo indegno". E il
prodiano Franco Monaco aggiunge "una grande ammucchiata corredata da
contese non politiche ma personalistiche". Tensioni che non turbano
Veltroni secondo il quale, invece, nelle liste "c'è un'irruzione di
forze della società civile che non ha tanti precedenti nella storia
politica". Nuovo partito, vecchie logiche. Guarda caso il meccanismo
elettorale ricalca in gran parte il "Mattarellum" con Regioni divise
in circoscrizioni a loro volta suddive in 475 collegi. In ognuno un numero di
candidati pari ai posti disponibili nell'assemblea costituente nazionale e
regionale. Gli scontenti sono molti e destinati a crescere tra i 35 mila
candidati e gli esclusi fino al 14 ottobre. Il sondaggio di Renato Mannheimer
sul calo dell'effetto Veltroni sull'incidenza elettorale e sull'apporto in
più di suffragi, se si andasse alle urne nel 2008 oppoure nel 2009
accorpando anche le Europee, ha gelato gli entusiasmi del popolo di
centrosinistra. Le lacerazioni interne pesano, d'altra parte, sul gradimento
del governo Prodi e dell'Unione giunto ai minimi storici. La Casa delle
libertà sarebbe 10 punti avanti. E c'è da varare la Finanziaria.
( da "Gazzettino,
Il"
del 25-09-2007)
"Premieremo
solo le regioni virtuose: 245 milioni al Veneto" Livia Turco: "Ci
sono persone che non possono vivere normalmente: screening e stili di vita sani
non sono accessibili a tutti" VeneziaIl modello sanitario
veneto è tra i migliori al mondo e non solo perchè lo dice
l'Organizzazione mondiale della sanità. Anche il ministro della Salute
Livia Turco "premia" la progettualità e la capacità di
aministrare del Veneto, e lo fa annunciando che d'ora in avanti si premieranno
le Regioni virtuose, come il Veneto appunto. Al Veneto sta per arrivare un
assegno di 245 milioni di euro per l'ammodernamento degli ospedali della
regione ma anche per costruire la medicina territoriale, dalle Case per la
salute all'integrazione socio-sanitaria più altri 155 dalla Finanziaria,
che premiano proprio la sua capacità di lavorare bene. Negli ospedali e
sul territorio.Ma anche se il modello veneto risulta essere tra i migliori, ci
sono aree di marginalità che secondo il ministro devono essere rimosse.
E il suo progetto parte proprio da Venezia. Si potrebbe chiamare "la Carta
di Venezia", visto che il primo vagito è tutto veneto. Ma il
ministro alla Salute Livia Turco l'ha battezzato "Un nuovo patto per il
welfare della coesione e dello sviluppo", cambiano i termini, ma non il
senso: è dalla base - e nello specifico proprio da quella veneziana che
ha dato il là - che deve partire l'imput per un nuovo welfare, un
sistema che tenga conto delle emergenti povertà, che punti su una
sanità equa e per tutti, che limiti le marginalità. C'è
ancora una parte della popolazione che fatica a fruire appieno del sistema sanitario e che vive "con poca serenità".
Ed è da questi presupposti che il ministro vorrebbe affondassero anche
le fondamenta del nuovo Pd.Il "Comitato per il 14 ottobre" ieri ha
lanciato la sfida assieme al ministro Turco coinvolgendo volontariato e
operatori del settore, proprio quel tessuto - come ha sottolineato il Ministro
- "più sensibile ai bisogni e dal quale deve prendere fiato il
cambiamento".Il Veneto che ieri ha inaugurato uno dei più
innovativi ospedali d'Italia è anche la regione dove le sacche di
povertà si sono incistate con il tessuto sociale: sono gli anziani che
non riescono a sopravvivere con la propria pensione, gli immigrati falsamente
integrati, i disabili per i quali molto si fa, ma non abbastanza. I nuovi
poveri sono coloro che vivono nel mondo della precarietà. E' il tessuto
sul quale il nuovo welfare deve affondare i propri indirizzi."Ci sono
persone normali che faticano a condurre una vita serena. Non sono quelle che
vanno da Grillo, sono le più lontane dalla politica
perché hanno altri affanni - sottolinea il ministro Livia Turco, che ieri a
Mestre ha incontrato i rappresentanti del volontariato e gli operatori
socio-sanitari - E sono queste le persone che vorrei andassero a votare il 14
ottobre, perché se deve nascere un nuovo partito è giusto che nasca da
questa base, da coloro che sentono la politica
rumorosa e lontana".Per il ministro Turco la sfida va in una sola
direzione: lotta alle diseguaglianze. E la proposta parte proprio da Venezia,
città che come ha ricordato l'assessore Delia Murer ha un quarto della
popolazione sopra i 65 anni, che ospita 17mila immigrati regolari e che ha
più di 3mila bambini stranieri inseriti nelle scuole. "Vorrei
nascesse un nuovo movimento trasversale, operatori del sistema socio-sanitario, istituzioni e volontariato, che si impegni nella
lotta contro le diseguaglianze - aggiunge il Ministro - Il
superamento della povertà deve diventare il banco di prova della politica riformista e del governo".Il ministro Turco assolve il
sistema sanitario
nazionale: è la nazione dove le
aspettative di vita sono più elevate, dove l'integrazione tra il sociale
e il sanitario ha permesso di dare risposta anche alle esigenze delle sacche
più emarginate. Ma, ed è lo stesso ministro ad ammetterlo,
esistono ancora delle incongruenze. "C'è una sanità che
culturalmente non è accessibile a tutti - spiega - Gli screening
tagliano inevitabilmente fuori quella parte della popolazione che è culturalmente
più debole, gli stili di vita che oggi rappresentano una delle armi
più efficaci contro le malattie con fatica vengono perseguiti dalla
fascia della società più povera. Dobbiamo riscrivere un manifesto
contro la povertà che diventi il mattone fondante del nuovo Pd".Il
nuovo patto per il welfare si traduce quindi nel valorizzare ed integrare tra
loro sistemi e concetti quali l'economia sociale e solidale, la
responsabilità sociale del territorio per tutti i soggetti economici
profit e no profit, il consumo responsabile, il commercio equo e solidale, gli
stili di vita, la partecipazione attiva dei cittadini nei processi decisionali,
le politiche attive per l'integrazione e l'inclusione sociali."Nella
precedente Finanziaria è stata operata una ridistribuzione del reddito a
favore della fasce più deboli - aggiunge il ministro Turco - E su questa
strada che si deve continuare. L'impegno mio e del ministro Ferrero è
che ci sia un collegato alla Finanziaria prossima che riguardi il fondo per la
non autosufficienza".Daniela Boresi.
( da "SaluteEuropa.it" del 25-09-2007)
L'ospedalizzazione a domicilio per malati acuti e post acuti,
parliamo delle malattie gravi ad alto rischio invalidante, fa risparmiare al Sistema Sanitario Nazionale e Regionale il 90% della spesa sostenuta per
i ricoveri ospedalieri. Se si considera che una normale giornata di degenza
ospedaliera costa, in media, 800-1.000 euro, con le cure a domicilio la
spesa si ridurrebbe a 80-100 euro al giorno. Questi dati sono stati resi noti
durante il V Congresso Internazionale di Medicina
Riabilitativa che si è chiuso ieri a Quartu Sant'Elena (Cagliari) dal
titolo "Ospedalità a domicilio". In un contesto sociale in cui
le cure ospedaliere per pazienti acuti e post acuti sono sempre più
costose - hanno sottolineato i relatori - emerge chiaramente la
necessità di un nuovo modello di assistenza, che consenta di unire la
massima competenza medica e il supporto psicologico e sociale con
l'ottimizzazione dei costi. In Italia e all'estero da alcuni anni si
sperimentano nuovi modelli di ospedalità a domicilio, che non si
limitano alla cura delle varie patologie gravi, ma cercano di fornire al
paziente il massimo grado di benessere. Il malato non è quindi visto
soltanto come una "malattia" da curare, ma come essere umano nella
sua interezza. Durante il Congresso sono state rese note alcune esperienze
realizzate in Italia e all'estero. Sia nelle esperienze italiane, come quella
dell'Ospedale Le Molinette di Torino, sia in quelle estere, come Intermediate
Care in Inghilterra o l'esperienza del Marian Joy negli Stati Uniti, si
è visto come le cure a domicilio possano fornire al paziente un grado di
assistenza più mirato alle proprie esigenze, anche psicologiche.
"L'ospedalizzazione a domicilio non è più rinviabile - ha
sottolineato il dott. Giovanni Maria Sanna della Fondazione "Sa Ena
Villaggio Solidale" che sta realizzando il Progetto dell'ospedalizzazione
a domicilio in Sardegna - perché la popolazione invecchia e aumentano i malati
acuti e post acuti. Gli ultrasettantacinquenni ha proseguito - rappresentano il
19 % della popolazione, un terzo dei quali non è autosufficiente e viene
assistito, in qualche modo, dalla famiglia o da altre strutture. L'ospedale a
domicilio interesserebbe un terzo di questi: un numero certamente rilevante,
che il SSN non può ignorare". Per quanto riguarda l'argomento, in
alcuni Paesi europei ed extra europei si è già corsi ai ripari.
In Germania ad esempio l'ospedalizzazione a domicilio è stata finanziata
con i fondi assicurativi obbligatori, l'Inghilterra è ricorsa alla
tassazione. In questo paese è stato stimato che almeno il 20% degli over
65 potrebbe essere curato a domicilio e il governo inglese ha prodotto delle
linee guida e reperito fondi per creare dei Servizi di cure intermedie. Negli
Stati Uniti il segmento delle cure mediche a domicilio è tra quelli in
maggiore espansione. Gli indubbi risparmi e l'invecchiamento della popolazione
stanno rapidamente facendo crescere un settore che fino a poco tempo fa era di
nicchia. Negli Stati Uniti il costo medio giornaliero per curare pazienti gravi
a domicilio si aggira intorno agli 80-120 dollari. E dai dati statistici
presentati dai relatori americani al Congresso si evidenzia che tra il 2004 al
2014 i lavoratori impiegati nelle cure mediche a domicilio dovrebbero aumentare
del 66,4%. Tra tutti i settori della salute presi in esame, sono le percentuali
più alte. Secondo lo studio, quest'allargamento del campo d'azione sanitario potrà rappresentare un'ottima
opportunità per tutte le persone che vogliono lavorare in questo ambito,
non più dirette soltanto verso gli ospedali.
( da "Basilicanet.it" del 25-09-2007)
11.47.57
[Basilicata] "Le ultime polemiche sul futuro
dell'Ospedale di Venosa ci richiamano ad una riflessione più ampia sulla
riorganizzazione complessiva del sistema sanitario
regionale e, in particolare, sulla ottimizzazione dei servizi di rete
ospedaliera". Lo dichiara il consigliere regionale di Idm, Antonio
Flovilla, il quale sottolinea che "è innegabile che la riforma
iniziata nel 1996 sia oggi ancora da completare. Le resistenze al
cambiamento che sono venute dal territorio, in particolar modo dalle
comunità ove allocavano i presidi ospedalieri minori, hanno cambiato
alcune scelte orientandole non alla cancellazione degli ospedali bensì
ad un loro riutilizzo in funzione diversificata. Ma, ad oggi, dopo molti anni,
tale processo non si è completato. Da ciò le preoccupazioni e
spesso i conflitti sociali che hanno contrapposto le comunità locali
alle "timide" scelte della politica
regionale. Occorre ricomporre questo strappo. O si è convinti delle
scelte alla base del P.S.R. ancora vigente, basato sul ruolo centrale del
Servizio di Emergenza (118) e, quindi, della scelta dei presidi ospedalieri
sede di P.S.A., oppure è necessario ridiscutere dell'intera rete
ospedaliera e dei servizi da assicurare al territorio". "Vi è
la necessità - afferma Flovilla - che all'accorpamento delle funzioni di
direzione strategica con la riduzione del numero delle aziende sanitarie
corrisponda una diffusione capillare dei servizi, sia in termini di distretti
sanitari che di presidi ospedalieri, non dimenticando le scelte di fondo
operate in materia di urgenza e di pronto soccorso attivo. Cosicché una
riflessione sulla dislocazione dei presidi non può restare marginale
rispetto alla perifericità di alcuni territori, che non possono pagare
il prezzo dell'isolamento aggiungendovi quello dell'assenza di servizi
essenziali. La coesione sociale non può restare tema di programma, deve
realizzarsi nei fatti e nelle scelte". "Ecco perché conclude
l'esponente di Idm - il Consiglio regionale è chiamato ad un dibattito
democratico ampio ed articolato, capace di coinvolgere le comunità e le
istituzioni locali, per giungere a scelte definitive improntate certo alla
razionalizzazione dei costi e delle risorse, ma anche al buon senso e agli
interessi prevalenti della comunità regionale".
( da "Repubblica.it" del 25-09-2007)
">Invia
Stampa IL COMMENTO Soluzione obbligata di GIUSEPPE D'AVANZO AL DI LA' dell'intervento
immediato in armi, anche a rischio della vita dei due ostaggi e delle loro
"guide" afgane, non c'era un'altra accettabile opzione per chiudere,
in poche ore e con il miglior esito possibile, la crisi aperta con il sequestro
degli agenti segreti del Sismi. Potrà sembrare cinico sostenerlo, a
fronte di un bilancio che segnala la liberazione dei due militari italiani e la
morte di un loro collaboratore, ma non c'erano alternative. Ora che la nostra
intelligence è tornata a svolgere un lavoro coerente con i suoi compiti
istituzionali - e non con l'agenda personale dell'oligarchia che la dirigeva
fino a ieri - il rischio della vita è in Afghanistan l'amaro pane
quotidiano se si vuole dare un volto al nemico. Se si vuole distinguere il criminale
dall'insorto, il ribelle dal terrorista; conoscere i talebani di ultima
generazione di cui abbiamo informazioni spesso semplificatorie o insufficienti.
Che cosa vogliono? Vogliono davvero combattere per il controllo del Paese? Ne
hanno le risorse, ne hanno la determinazione? Preparano assalti al nostro
contingente? Sono collegati con Al Qaeda o a quella "cosa" che ancora
chiamiamo così? O i loro referenti sono in Iraq, in Iran, in Pakistan,
in Arabia Saudita? Chi li finanzia e chi li arma? Dove transitano armi, chi
muove il denaro? Ritornata a fare il suo benedetto lavoro, l'intelligence deve
avventurarsi in quella pericolosa "terra di nessuno" che separa i
combattenti per raccogliere, al di fuori di ogni cornice di sicurezza, notizie
sul nemico, tracciarne il profiling, conoscere l'ostinazione o le debolezze dei
signori della guerra e della droga, stringere qualche "patto segreto"
con alcuni di loro, magari infiltrarli con "doppiogiochisti"
prezzolati. Come è accaduto l'altro giorno, lungo queste arrischiate vie
non sempre tutto fila liscio. E quando le cose vanno storte, con militari in
ostaggio, per di più indicati subito dai media arabi come "agenti
segreti", non c'è scelta: non è possibile seguire la linea politica della trattativa. La crisi attende una soluzione
più coerente, anche se dolorosa, che non ha nessi con quanto finora
abbiamo visto e vissuto. D'abitudine la prassi, condivisa da governi di segno
opposto e da buona parte dell'opinione pubblica, è apparsa nel tempo
quantomeno schizofrenica. Abbiamo affiancato agli alleati il nostro sforzo
militare con un impegno ribadito nelle sedi internazionali, rafforzato da un
maggiore sacrificio finanziario approvato dal Parlamento e logistico-militare
deciso dal governo, per poi allontanarcene rapidamente, con l'ostaggio in
trappola, nel momento in cui gli esecutivi erano sottoposti al ricatto dei
terroristi e alla pressione dell'opinione pubblica. Con due militari
prigionieri, il valore limite del compromesso con il nemico doveva
necessariamente tenersi molto alto al contrario di quanto è accaduto
finora con gli ostaggi civili. In questi casi, lo sappiamo, la "soglia di
capitolazione", come direbbe il generale Fabio Mini, si è abbassata
di molto fino a sollecitare anche procedure in contrasto con un'elementare logica
di sicurezza (è il caso che ha deciso della vita di Nicola Calipari) o
addirittura a imporre modalità opposte alle regole concordate con gli
alleati europei o americani, che non hanno mai accettato di veder coinvolte le
più alte istituzioni di governo in trattative con il nemico che
trasformavano funzionari dello Stato in pubblici mediatori e una crisi
tecnico-militare in quotidiano spettacolo televisivo e chiacchiericcio
politico-parlamentare. Spingere verso il basso il valore limite del compromesso
con il nemico - è inutile tacerlo - ci ha costretti, in cambio dell'inestimabile valore di una vita umana, a pagare
costi politici molto alti e non previsti come gli impegni assunti con il
debolissimo Karzai, gli attriti con l'amministrazione americana, i silenziosi
dubbi dei nostri alleati europei, il sospetto calato sul nostro volontariato in
servizio umanitario. Queste scelte hanno finito col mettere a dura prova
la credibilità internazionale del Paese, apparso debole, tentennante,
vanificando così anche il credito che i soldati italiani, nel
sostanziale disinteresse nazionale, si andavano guadagnando sul terreno in
situazioni molto rischiose e molto sottovalutate in patria. Quando è
toccato a loro avere ostaggi nelle mani del nemico, i soldati - con il consenso
del ministro della difesa che si è assunto le sue responsabilità,
e gliene va dato merito - non hanno avuto dubbi che la sola opzione praticabile
fosse l'azione militare immediata. Obbligata per salvare la vita dei due
agenti, ormai pregiudicata. Ma anche necessaria per continuare a stare in
Afghanistan alla pari degli alleati e non a mezzo servizio, non isolati dalle
strategie e dalle operazioni, degni di avere - come oggi - il controllo di
un'area di responsabilità. E' la missione che è stata loro
affidata dal Parlamento, alla fin fine, e anche in questa congiuntura hanno
voluto onorarla. Altra cosa naturalmente è il discorso sull'efficacia
delle operazioni e l'utilità di una strategia che, ogni giorno di
più, svela l'incapacità di creare le condizioni affinché
l'Afghanistan, ora sempre più dipendente dall'intervento straniero,
faccia da solo costruendo in autonomia una prospettiva per il suo futuro.
Questa è un'altra storia e, come si vede in queste ore, precipita nel
cortile di casa dove protagonismi, fantasie politiche, disunione, ideologismi,
mediocri tatticismi impediscono di ricordare anche soltanto per qualche ora il
sacrificio di quei duemila italiani che abbiamo mandato laggiù in una
guerra che continuiamo a chiamare ipocritamente pace.
( da "ADN
Kronos"
del 25-09-2007)
Bari, 25 set. -
(Adnkronos) - ''Forse i costi sembrano troppo grandi perche' i benefici sono
troppo bassi''. Lo ha detto il presidente della Camera dei deputati, Fausto
Bertinotti, tra gli applausi del Consiglio regionale della Puglia parlando del
rapporto tra i costi della politica ed i suoi benefici
per la gente. Bertinotti partecipa a una cerimonia per la visita alla mostra
''La rinascita del Parlamento - dalla Liberazione alla Costituzione''
organizzata dalla Fondazione della Camera al Castello Svevo di Bari. ''I costi
della politica vanno indagati non tanto in se', anzi
forse nemmeno in se', ma per come vengono vissuti dal Paese e segnalano uno
stato di disagio - ha aggiunto il presidente della Camera -Bisogna assumere
questa condizione di disagio come sfida piu' generale. Puo' anche essere che si
esprima cosi', nella forma piu' facile del disagio, ma tocca alle istituzioni
ed alla politica interpretare il suo valore''.
( da "Velino.it,
Il"
del 25-09-2007)
(POL) Visco
sempre nel mirino di Di Pietro che insiste per il rimpasto Roma, 25 set
(Velino) - Il ministro Antonio Di Pietro prende ancora le difese dell'ex
comandante della Guardia di Finanza Roberto Speciale e conferma che il governo
è a rischio. “Chiedo che la vicenda Visco venga inserita e affrontata
nell'ambito di una revisione generale della struttura di governo'“ e “credo che
per il governo questa sia un'occasione unica per compiere una rivisitazione
della sua struttura organizzativa. Ci sono competenze che si sovrappongono nei
ministeri e ci sono addirittura dei fondi, come quello individuato nella
precedente finanziaria, che non si riescono a recuperare né a gestire perché
non si capisce chi sia competente a farlo”. Quanto poi alla lotta all'evasione
fiscale, Di Pietro sostiene che “è il risultato di un'azione coordinata
e non solo di Visco”, ma “chiudersi dietro il paravento della lotta
all'evasione fiscale per giustificare l'illegittimità riscontrate dalla magistratura
nel comportamento del viceministro Visco è solo una scusa - conclude Di
Pietro - per non farsi carico del problema”. Sugli sviluppi della polemica che
ha incestito il viceministrrio dellEconomia, e le probabili conseguenze sul
piano politico-istituzionale, interviene anche il capogruppo di Idv al Senato,
Nello Formisano. ''La mozione della Cdl ci interessa poco. E' superata dai
fatti. A noi interessa porre una questione politica.
Faremo vivere il dibattito di mercoledì come una discussione sulla
compagine di governo, come già sta vivendo nel dibattito politico non
parlamentare". I dipietristi sponsorizzeranno con ogni probabilità
un documento che chiede di "passare ad un nuovo governo Prodi molto
più ridotto". "Avevamo posto un problema - prosegue Formisano
- ci avevano detto che eravamo a caccia di streghe ma i fatti processuali hanno
dimostrato che non eravamo a caccia di streghe e c'è stato un
comportamento 'non conforme alla legge'. A questo punto non si può dire
che non è successo niente perché i cittadini hanno bisogno di capire. In questo quadro rientra la proposta dell'Italia dei Valori di
rimodulare il governo, rendendolo più snello, più funzionale
anche in relazione ai costi della politica.
Ristrutturiamo non solo Di Pietro e Bianchi - conclude Formisano - ma anche
Visco...''. (baz/vum) 25 set 17:50.
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 25-09-2007)
Cagliari e
Provincia Pagina 1017 la norma Sforbiciata anche a compensi e gettoni La norma --> La circolare ministeriale firmata il
13 luglio scorso dai ministri per gli Affari regionali Linda Lanzillotta,
dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa e dell'Interno, Giuliano Amato prevede un
tetto ai compensi, un limite al numero degli amministratori di società
partecipate da enti locali e il divieto di nomina ad amministratore per chi ha
chiuso in perdita tre esercizi consecutivi. Il limite ai compensi : è stabilito che la retribuzione non potrà superare
il tetto del 70% di quella del sindaco o presidente di provincia di
riferimento. Il limite al numero degli amministratori : per le società a
partecipazione, anche indiretta, di enti locali prevede che un limite di tre
consiglieri per le società con due milioni di capitale sociale e di
cinque per quelle con un capitale superiore. Il divieto di nomina ad
amministratore : non può essere nominato amministratore chi abbia chiuso
in perdita tre esercizi consecutivi. Le disposizioni si applicano a qualsiasi
soggetto pubblico, sia alle società a totale o parziale capitale
pubblico, sia agli enti e alle aziende pubbliche, con esclusione unicamente
degli enti territoriali.
( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del 25-09-2007)
Cagliari e
Provincia Pagina 1017 Provincia Milia: "Noi siamo già in
regola" Provincia --> "Pronti a uscire dal consiglio
d'amministrazione del Ctm, mentre vedrei bene la presenza
della Provincia in quello della Fondazione del Teatro lirico". Graziano
Milia, presidente della Provincia, giudica positivo il taglio di poltrone
previsto dalla Finanziaria nazionale, anche se precisa che "la Provincia
è in regola con le nuove limitazioni". Dai dati in possesso della
Provincia sono nove le partecipazioni dell'amministrazione provinciale con i
suoi rappresentanti. In alcuni casi è previsto un
gettone di presenza o un'indennità, in altri la seduta del consiglio
d'amministrazione è un semplice gesto di volontariato o l'occasione per
coltivare interessi elettorali. Nel consorzio del parco di Molentargius la
partecipazione della Provincia è al 3 per cento e il rappresentante
è Milia (o un suo delegato). Percentuale simile (3,3%) per
l'Autorità d'ambito dove la carica per la Provincia è ricoperta
dal consigliere Massimo Pusceddu. Nel Casic (per una quota del 9,3%), con i
quadri da rinnovare, le poltrone erano occupate da Milia (nel cda) e, nell'assemblea
dei soci (una riunione all'anno), dall'assessore alla Pubblica Istruzione,
Cesare Moriconi, e dai consiglieri Pusceddu, Gianluca Grosso e Leonardo Peddio.
Ci sono poi una serie di consorzi dove l'amministrazione provinciale è
rappresentata da Milia o da un suo delegato a titolo gratuito: è il caso
del Catais (consorzio di assistenza e tutela alle imprese del sud Sardegna) e
della Tonnara di Portoscuso (che dovrebbe passare alla nuova Provincia del
Sulcis). Stesso discorso per gli enti dove la carica per l'ente provinciale
è occupata dall'assessore allo Sviluppo Economico, Piero Comandini: il
Conarga (Consorzio di ricerca per la gambericoltura, 5% di partecipazione) e il
consorzio turistico Sardegna Costa del sud (9% la quota della Provincia). Sotto
il controllo degli uffici di palazzo Regio la Proservice, con il direttore
generale Marco Cabras nel ruolo di presidente del cda. Un capitolo a parte
merita il Ctm. La Provincia ha il 27,5 per cento delle azioni e nel consiglio
d'amministrazione siede il consigliere Andrea Busia. "Non è una
novità - commenta Milia - che sia nostra intenzione uscire dal
consorzio. Sarebbe molto più utile una nostra presenza
nel Teatro Lirico". Una risposta anche all'interrogazione presentata ieri
da Ignazio Congiu dei Ds: "Un autista si è incatenato per protesta
da una settimana davanti al Ctm - scrive il consigliere - e visto che la
Provincia fa parte del consiglio d'amministrazione deve mediare per trovare una
soluzione. Inoltre si dovrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di un'uscita
dal cda". Una proposta in linea con la posizione di Milia. MATTEO
VERCELLI.
( da "Sestopotere.com" del 25-09-2007)
(22:29)
(25/9/2007 20:29) | RIMINI: TAVOLO TECNICO PER RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA
(Sesto Potere) - Rimini - 25 settembre 2007 - L'assessore provinciale Santi ha
informato la Giunta provinciale sull'attività del gruppo di lavoro che
riguarda il riordino delle funzioni svolte dagli Enti Locali per il tramite di
Società di servizio ed Enti. Infatti il 3 settembre nella sede della
Provincia di Rimini, si è riunito il tavolo di lavoro interistituzionale
(convocato da Santi), presenti tecnici e dirigenti: Isabella Magnani (Dirigente
Patrimonio Provincia di Rimini); Federico Placucci (Dirigente Patrimonio Comune
di Rimini); Ermete Dal Prato (Direttore Agenzia Mobilità); Renzo
Nicolini (Dirigente Patrimonio Comune di Riccione); Mattia Maracci (Funzionario
Comune di Rimini); Francesco Bosco (Funzionario Provincia di Rimini).
L'assessore Santi ha introdotto il tema per il quale il tavolo è stato
convocato e cioè verificare tecnicamente se e come sia possibile un
riordino delle funzioni svolte dagli enti locali, per il tramite di
società di servizio ed enti, con riferimento, in particolare, agli
ambiti del trasporto pubblico, dei rifiuti e del servizio idrico integrato
(Agenzia Mobilità, Tram Servizi S.p.A., Amir S.p.A., Agenzia Ambito
Territoriale Ottimale, Sis S.p.A). L'obiettivo dichiarato dall' assessore
è quello di "diminuire i costi della politica" attraverso la razionalizzazione dei costi per la
"governance" delle società di servizio nonché la
volontà di migliorare l'efficacia e l'efficienza degli stessi servizi
attraverso il perseguimento di economie di sistema. Tale indirizzo è
stato condiviso di massima dai sindaci dei Comuni nonché dal presidente della
Provincia che hanno dato mandato all' assessore Santi, di formare un gruppo di
lavoro trasversale tra gli enti affinché, su queste basi, sia oggetto di studio
il nuovo progetto di governo del settore. Dopo il confronto Santi ha concluso
la prima riunione del gruppo con l'impegno di approfondire gli aspetti
giuridici e procedurali emersi dall'incontro, valutare nelle diverse soluzioni
ritenute possibili, riconvocare il tavolo a breve per valutazioni ulteriori da
sottoporre agli organi politici.
( da "Provincia
di Sondrio, La"
del 25-09-2007)
Pubblicato anche in: (Provincia di Como, La)
Dongo L'ex
vicesindaco Della Fonte si dimette ancora. Stavolta da assessore, ma resta in
Consiglio Segretario: la giunta Lillia perde un pezzettino DONGO Primo effetto
della seduta consiliare di venerdì scorso, quando è emersa per
intero - nero su bianco - la pesante contestazione nei confronti del sindaco da
parte di esponenti della giunta. Giorgio Della Fonte, dopo essersi assunto la
paternità di un documento che parlava di ?fastidiosa presenza
di un sindaco sgradevole?, ha rassegnato le dimissioni. In una lettera
protocollata ieri mattina in municipio, l'ex vicesindaco comunica la sua
decisione di abbandonare la giunta; rimarrà comunque in carica come
consigliere. L'interessato conferma, ma preferisce evitare ogni commento.
Sarebbe difficile per qualunque esponente di maggioranza, del resto, aggiungere
ulteriori parole in questo delicato frangente. La polemica sullo stipendio del
segretario ha messo a nudo la critica situazione di un'amministrazione in
precario equilibrio da tempo. Le dimissioni dell'assessore Irene Briz,
risalenti al 2005, quelle del consigliere Sandro Albini, uno
dei più gettonati alle elezioni a livello di preferenze personali, e poi
dello stesso Della Fonte da vicesindaco, che indiscrezioni avevano attribuito
già a suo tempo al comportamento del sindaco, sono tutte scaturite - ora
è ufficiale - proprio da un cattivo rapporto con Lillia, il quale, da
parte sua, non ha certo nascosto la scomoda verità: "Sono
stato contestato dai miei fin dal secondo giorno di mandato - ha commentato in
aula venerdì scorso - ma sono andato avanti per la mia strada ed
è quello che continuerò a fare finché mi sarà
concesso". Tutto dipenderà dai consiglieri di maggioranza, secondo
i quali il bene del paese consiste nell'aver approvato il bilancio e nel cercare
di onorare il mandato, nonostante tutto; sempre in nome del bene del paese
invocano invece le dimissioni di tutti gli esponenti di opposizione. Escluso
Roberto Libera, il consigliere che ha sollevato la questione dello stipendio
del segretario, per gli altri esponenti di maggioranza il rapporto con la
popolazione è diventato infuocato e si è visto in occasione delle
recenti sedute consiliari. Chi è fuori, d'altra parte, si guarda bene
dal farsi coinvolgere. Le dimissioni di Albini avevano chiamato in causa Libera
(Carla Gilardoni, prima dei non eletti, aveva declinato l'invito) ed ora, in
caso di ulteriori defezioni, toccherebbe a Gabriella Dell'Era. Ieri, quando
pareva che il taglio deciso da Della Fonte fosse netto, l'interessata è
stata eloquente in merito a un suo eventuale ripescaggio: "In questo
momento non accetterei di subentrare ad alcuno in consiglio. Lo stipendio del
segretario? Non facendo parte dell'amministrazione non ho la certezza che le
cifre annunciate siano quelle reali, ma se così fosse, non ho difficoltà
ad ammettere che si tratta di un compenso esagerato". Gianpiero Riva.
( da "Tirreno,
Il"
del 26-09-2007)
Lucca Frana, in
arrivo nuovi finanziamenti Partito il secondo lotto dei lavori nella zona di
Fontanamaggio Un intervento complesso per garantire la sicurezza del centro
storico di Barga BARGA. Prosegue l'intervento sul movimento franoso che
interessa il versante Rio Fontanamaggio. In questi giorni sono iniziati nuovi
lavori, per 300mila euro, sotto via Marconi, a ridosso del centro storico.
Questi seguono il primo lotto di circa 160mila euro destinati a opere di
ingegneria naturalistica, con il posizionamento di reti metalliche, realizzate
proprio sul versante opposto, dal lato via del Giardino. Per il primo lotto i
lavori erano stati appaltati dalla Comunità montana della Media Valle
grazie ad un finanziamento regionale, a fondi comunali e della stessa Comunità
montana. Adesso invece è partito il secondo lotto per circa 300mila euro
appaltato anche questo dalla Comunità montana Media Valle. La ditta
esecutrice ha trasportato sul posto dei grossi travi in legno che sta
posizionando con una particolare tecnica di ingegneria sotto il muro di
sostegno della strada provinciale, in modo da contenere la struttura muraria
sulla quale insiste la strada e parte del centro storico. Per questo intervento
di ingegneria naturalistica si utilizzeranno anche particolari tiranti. Ma
tutta l'operazione non si ferma qui perché è
già disponibile un ulteriore importante finanziamento da parte del
ministero dei beni culturali proprio per la messa in sicurezza del centro
storico della cittadina: si tratta di 1 milione e 350mila euro per il consolidamento
della sponda su cui insiste l'antico abitato. A seguire l'iter di questi
interventi anche l'assessore alla protezione civile, Pietro Onesti, e il
presidente della Comunità montana Marco Bonini. "Complessivamente
è un progetto importante - spiegano - ma adesso è importante
realizzare alcuni interventi per il consolidamento delle zone a rischio.
Comunità montana e comune di Barga oggi stanno lavorando in questo senso
per arrivare a mettere in sicurezza i versanti a rischio di frana. è il
via dell'operazione che porterà tutta la zona del Fontanamaggio in
sicurezza, un intervento che riguarda un'ampia area e che è anche di
protezione civile". Al momento si stanno realizzando tutte opere puntuali
di ingegneria naturalistica e consolidamento strutturale delle aree che
presentano maggiori problemi di erosione; in sostanza sono opere propedeutiche
alla realizzazione dei successivi interventi di consolidamento, come previsti
dall'imponente progetto dal costo complessivo di 13 milioni di euro. Di questo
si era discusso in dicembre in un convegno a Palazzo Pancrazi alla presenza del
sottosegretario Andrea Marcucci e dell'onorevole Ermete Realacci dopo che il
sindaco Umberto Sereni aveva lanciato il problema parlando della situazione del
Fontanamaggio come della più grossa emergenza idrogeologica della Valle.
Adesso si vedono già i primi risultati: si è avviata
un'operazione importante che cambia il volto di Barga, urgente e necessaria per
la messa in sicurezza, un'opera di prevenzione e di protezione civile. Flavio
Guidi.
( da "Provincia
Pavese, La"
del 26-09-2007)
Il consigliere
tortonese Politica costosa Proposta di Ronchetti TORTONA. Bisogna ridurre i
costi della politica andando a ridurre anche il numero
delle società partecipate che vedono coinvolte le amministrazioni
pubbliche nazionali. E' la proposta, potenzialmente dirompente, presentata al
Senato, direttamente dal presidente del consiglio comunale di Tortona, Paolo
Ronchetti, invitato a Roma, a palazzo Madama in qualità di presidente
regionale dei Comuni e membro nazionale dell' Anci (l'Associazione nazionale
dei Comuni italiani). Ronchetti è intervenuto al dibattito in Senato
insieme ai sindaci di Torino, Brescia, Napoli e Milano chiedendo al ministro
Linda Lanzillotta di agire anche sulle società partecipate, che
rappresentano un costo non indifferente per la politica italiana. Il tortonese ha esortato gli esponenti politici romani
presenti al dibattito a non insistere solo sui "tagli" ai consiglieri
comunali e alla riduzione dei gettoni di presenza sugli
amministratori comunali, ma di valutare bene anche altre soluzioni come appunto
la riduzione delle società partecipate che costituiscono spesso un pozzo
senza fondo per le istituzioni pubbliche coinvolte. Era in corso il dibattito
sui costi della politica e sulle misure che
bisognerebbe adottare per ridurne le spese, in questi giorni di grande
attualità, e si discuteva anche sul Nuovo Codice della Autonomie. La
proposta dei Comuni avanzata al Governo, sostenuta appunto anche da Ronchetti
è stata quella di eliminare la competenza esclusiva della Giunta
comunale in materia di regolamento ed ordinamento degli uffici e dei servizi in
ogni singolo Comune.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 26-09-2007)
L'avvocato
finito agli arresti domiciliari per l'inchiesta partita dal Friuli stava
seguendo 21 pratiche per l'amministrazione Chioggia revoca gli incarichi a
Carlin Lo ha deciso ieri la giunta comunale: è venuto meno il rapporto
di fiducia VENEZIA. Anche Chioggia liquida l'avvocato Carlin. La giunta ha
deciso ieri sera all'unanimità di revocare tutti i mandati e le
consulenze affidati al legale portogruarese, ritenendo che il rapporto
fiduciario che lo legava al precedente sindaco, Fortunato Guarnieri, e alla sua
giunta sia venuto meno. Dato che l'avvocato prestava
consulenza anche per la redazione dei Piani integrati di riqualificazione
urbana e ambientale (Piruea) di iniziativa privata, nella stessa delibera si
prevede di informare le imprese coinvolte che Carlin non più il legale
di fiducia dell'amministrazione. In pratica la giunta ha deciso non solo di
smarcarsi da rapporti futuri con l'avvocato al centro dell'inchiesta, ma
anche di tutelarsi da qualsiasi complicazione possa nascere per i precedenti
rapporti intercorrenti tra il professionista e il Comune. La partita dei Piruea
non è infatti di poco conto. La precedente giunta ne ha presentati in
Regione una decina: per alcuni (ex fabbrica del ghiaccio, AdriaDocs, ex cinema
Verdi, Canevini, ex Parodi) la convenzione tra Comune e privati è
già stata sottoscritta e la consulenza di Carlin sarà liquidata,
come previsto all'articolo 9 del regolamento, dai privati; per altri, tra cui
quelli che hanno suscitato qualche polemica come Ghezzi, Santa Caterina e ex
cementificio, le cose andranno diversamente. "Il consulente - spiega il
sindaco, Romano Tiozzo - a cui noi decideremo di fare riferimento, non
sarà più pagato dal privato. L'impresa o la società
rifonderà l'amministrazione delle spese che dovrà sostenere per
pagare il consulente. Nei Piruea che non hanno ancora ottenuto il parere della
Salvaguardia possiamo ancora intervenire anche nei contenuti, contrattando con
i privati ad esempio più parcheggi ad uso dei residenti o più
aree verdi per la collettività". Carlin stava seguendo per
l'amministrazione 21 pratiche legali, in particolare costituzioni di parte
civili per abusi edilizi e ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, oltre alle
numerose consulenze in materia urbanistica. "Non ci permettiamo di
emettere alcun giudizio - precisa il sindaco - ma stante la vicenda giuridica
aperta e tenendo conto che la fiducia che legava Carlin alla precedente
amministrazione è venuta meno, abbiamo deciso di revocare tutti i
mandati e tutti gli incarichi di consulenza. Informeremo di questa decisione le
imprese coinvolte nei Piruea perché un privato magari decideva di avvalersi di
Carlin perché pensava fosse l'avvocato di fiducia del Comune. Da ora in avanti,
e per le convenzioni non ancora sottoscritte di alcuni Piruea, sceglieremo
altri consulenti a nostre spese e poi i privati ci
rifonderanno degli oneri sostenuti per l'istruttoria". La decisione della
giunta di chiudere i rapporti con Carlin era nell'aria già da qualche
giorno. Lo stesso ex sindaco Guarnieri aveva ammesso di "non sentirsi di biasimare
la nuova giunta se avesse scelto di troncare i rapporti fiduciari".
Elisabetta Boscolo.
( da "Stampaweb,
La"
del 26-09-2007)
Perché gli
italiani sono così furibondi nei confronti della loro classe politica? Perché quando Grillo parla, su Internet, in tv o
nelle piazze, l'adesione è così entusiastica e contagiosa? Perché
il libro di Stella e Rizzo, La casta, ha avuto un così meritato successo? Queste
domande hanno già avuto molte risposte, alcune convincenti, altre meno,
ma certamente non tali da esaurire il mistero per cui, in apparenza
all'improvviso, i nostri concittadini sono diventati così intolleranti
di fronte all'arroganza del potere, ai privilegi del ceto politico, alle
piccole e grandi furbizie di chi li governa. Eppure, il popolo italiano
è stato abituato, da secoli, a sbuffare ma a pazientare davanti ai
soprusi di chi li comanda. Le classi dirigenti italiane, inoltre, al di
là delle nostalgie di chi, per età o per smemoratezza, tende a
edulcorare il passato in una mitica "età aurea" del costume
pubblico, non si sono mai distinte per alto senso civico. La domanda,
perciò, ritorna insistente: perché la demagogia di un bravo comico, la
capacità investigativa e la piacevolezza della scrittura di due ottimi
giornalisti hanno trovato una così pronta e incendiaria accoglienza
nell'opinione pubblica? Le indagini sociologiche subito avviate dai principali
centri di ricerca hanno colto un motivo "politico" sicuramente
fondato: la delusione per gli effetti della cacciata di Berlusconi da Palazzo
Chigi ha suscitato un acuto malessere in chi si era illuso che un cambio di
maggioranza bastasse a risolvere almeno alcuni dei problemi che affliggono gli
italiani. La plausibilità di questa interpretazione non sembra
sufficiente, però, a motivare una indignazione così estesa e
profonda, l'urgenza di uno sfogo così violento, speriamo solo negli
eccessi verbali, un'ipersensibilità che non ammette reazioni
proporzionate ai fatti, tali da omologare, per esempio, una infrazione
stradale, sia pure grave, come quella del presidente della Regione Liguria
Claudio Burlando, alla più infamante motivazione di immediate
dimissioni. Ecco perché la ricerca delle cause meno superficiali di questo
pesante disagio italiano, forse, dovrebbe indirizzarsi anche sulle condizioni
economiche, sociali, ma anche psicologiche, di due grandi categorie del nostro
Paese: i giovani e la piccola e media borghesia, soprattutto quella che vive di
reddito fisso. Una attenzione che, tra l'altro, alla vigilia della Finanziaria,
il governo Prodi dovrebbe privilegiare per non sbagliare clamorosamente
l'indirizzo dei provvedimenti di aiuto alle classi veramente in
difficoltà in questo momento. Queste parti della nostra società,
innanzi tutto, costituiscono la sezione "mobile" dell'elettorato,
quella che non vota sempre allo stesso modo, per fedeltà ideologica o
per abitudine familiare. Quella più sensibile ai cambiamenti di umore collettivo,
più abituata a esprimere, anche politicamente, la protesta. Giovani e
piccola-media borghesia, inoltre, sono le vittime quasi esclusive della
"grande illusione" del secolo scorso: quella per cui una maggiore
istruzione dei figli avrebbe garantito una migliore condizione di vita rispetto
ai genitori. Ormai il Duemila ha svelato il grande inganno: non solo la
mobilità sociale è proibita dalle caste professionali e dal loro
potere di perpetuazione, ma, nella grande maggioranza dei casi, solo le
rendite, le pensioni e le cure dei padri e persino dei nonni consentono ai
giovani di poter campare, sia pure a fatica. Alla frustrazione dei figli,
nell'ultimo decennio, si è aggiunta, ora, la paura dei genitori, perché
quelle risorse che consentivano alla piccola-media borghesia italiana di
integrare l'affitto e la spesa dei figli, si sono paurosamente assottigliate:
rispetto al reale costo della vita, l'impoverimento delle classi medie è
stato drastico. è una constatazione che si fa tutti i giorni, a partire
dalle esigenze più elementari, quelle della casa, per esempio. Solo
l'eredità consentirà ai figli il possesso di quella abitazione
che i loro genitori avevano conquistato mediamente già dopo 10-15 anni
di lavoro. Ecco perché il circolo di mutua assistenza che garantiva la
sopravvivenza della famiglia borghese italiana, dalla nonna-baby sitter alla
figlia badante dei vecchi genitori, rischia di spezzarsi in uno stato, magari
dignitoso e silente, ma di vera disperazione. è questo lo stato d'animo,
esteso e profondo, che rende intollerabile ogni ingiustizia, ogni privilegio.
Uno stato d'animo acuìto, poi, dal ricordo di recenti abitudini di vita
più confortevoli, da piccoli lussi una volta considerati normali e ora
divenuti proibitivi. Finché erano possibili la speranza di un futuro migliore,
l'attesa del dovuto riconoscimento dei sacrifici fatti, la verifica di una
competizione sociale non completamente truccata dai "jolly" che
possono mettere sul tavolo coloro che sono già privilegiati,
l'indulgenza poteva essere ammessa. Finché sopravviveva l'illusione
"protoleghista" di poter far da soli, di poter fare a meno dello
Stato, si poteva essere meno esigenti nei confronti di chi rappresenta il
nostro Stato. Ora che il cortocircuito di queste speranze le ha improvvisamente
spente, l'urlo di Grillo si confonde, minacciosamente,
con quello disperato di tanti giovani e di tanti loro genitori. Peccato che il
primo faccia tanto rumore e il secondo si estingua nell'indifferenza di tutti.
( da "Messaggero
Veneto, Il"
del 26-09-2007)
L'amministrazione
Illy dà il via libera alla realizzazione del bacino idrico che
consentirà di regolare il flusso dell'acqua del fiume dal territorio
d'oltreconfine Diga sull'Isonzo a Piuma, sì della Regione Il costo
dell'intervento è stimato in circa 18 milioni Il piano è
approdato al ministero delle politiche agricole Via libera dalla Regione alla
realizzazione della nuova diga sull'Isonzo in località Piuma poco prima
del confine. Un maxi-intervento di 18 milioni di euro che consentirà di
creare un invaso in grado di risolvere il problema degli sbalzi di portata
causati dai bacini sloveni che sono causa da anni dai noti problemi riguardanti
sia il settore agricolo sia la salute ambientale - leggasi la sopravvivenza
della fauna ittica - del fiume. Lo ha annunciato l'assessore regionale
all'Ambiente Enzo Marsilio in risposta a un'interrogazione presentata dal
consigliere regionale di Alleanza nazionale Adriano Ritossa che riguardava
proprio la necessità di costruire una diga sull'Isonzo in
località Piuma per regolarizzare il flusso dell'acqua del fiume. Si
farà, dunque, la diga sull'Isonzo la cui realizzazione era stata
caldeggiata anche dal Consorzio di bonifica Isontino e osteggiata, invece, da
buona parte degli esponenti ambientalisti. Il semaforo verde da parte della
Regione è arrivato nelle scorse settimane con una delibera di giunta
attraverso la quale l'amministrazione ha riconosciuto l'importanza e l'urgenza
dell'intervento. Intervento che la stessa Regione ha quindi provveduto a
segnalare al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali per il
suo inserimento nel Piano irriguo nazionale in modo che la realizzazione della
diga sia considerata come prioritaria e affinché altrettanto prioritario sia
considerato il finanziamento dell'opera. Sì, perché l'opera in questione
resta comunque, vale la pena sottolinearlo, di competenza statale visto che
l'Isonzo rientra nell'ambito di pertinenza dell'autorità di bacino.
"L'amministrazione regionale - conferma l'assessore Marsilio - ha
riconosciuto l'importanza e l'urgenza della realizzazione di una traversa
sull'Isonzo da collocarsi al suo ingresso sul territorio italiano in località
Piuma, dell'importo stimato di 18 milioni di euro allo scopo di costruire un
nuovo invaso necessario a sottrarre la regimentazione di questo fiume
dall'attuale dipendenza slovena che tanti problemi genera al settore agricolo
ed è anche causa di gravi problemi ambientali in particolar modo per la
sopravvivenza della fauna ittica". "Tale intervento - continua
Marsilio - è stato inserito nel Programma regionale decennale delle
opere pubbliche di bonifica e irrigazione, come aggiornato dalla deliberazione
giuntale 1854 del 27 luglio allo scopo di riconoscerne l'importanza e l'urgenza ed è stato inoltre segnalato al ministero delle
politiche agricole con nota assessorile del 2 agosto per l'inserimento nel
Piano irriguo nazionale che riconosce priorità di realizzazione e di
finanziamento da parte dello Stato ai progetti inerenti alla costruzione di
nuovi invasi trattandosi di opera pubblica di competenza statale".
Insomma, ciò significa che, come detto, la realizzazione della nuova
diga dovrebbe essere inserita tra le priorità di intervento anche a
livello nazionale e quindi i tempi per la sua realizzazione potrebbero essere
piuttosto brevi. Piero Tallandini.
( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)"
del 26-09-2007)
Oroso
spettacolo offerto dal Consiglio comunale della passata legislatura, la cui prima
convocazione saltava spessissimo (o s'interrompeva) per la mancanza del numero
legale. Cosa che è successa ieri, in una seduta che aveva peraltro
all'ordine del giorno importanti provvedimenti di carattere gestionale dal
punto di vista economico. E successo infatti che ieri pomeriggio, dopo il break
di un'ora deciso per consentire ai consiglieri di mettere qualcosa sotto i
denti, all'appello della ripresa della seduta è mancata la stragrande
maggioranza dei consiglieri. Uno spettacolo che aveva svilito il ruolo
dell'assemblea municipale nella passata legislatura, spettacolo al quale si
sperava di non dover più assistere. Speranza andata delusa. La mancanza
del numero legale ha mandato su tutte le furie il sindaco Massimo Cialente, il
quale in una nota ha espresso tutta la sua indignazione per il fatto che
all'appello s'è registrata "l'assenza dell'intera opposizione, ad
eccezione del consigliere Luigi Faccia" e che sono mancati ben otto
consiglieri di maggioranza. All'inizio il sindaco ne aveva contati dieci, poi
ha preso atto che sia Angelo Mancini che Enrico Verini si sono dovuti assentare
"per serie e improvvise motivazioni di carattere familiare",
rammaricandosi di averne avuto notizia in maniera tardiva. "Non intendo
assistere - spiega il primo cittadino - allo spettacolo indecoroso offerto
dalla passata consiliatura, quando la continua mancanza del numero legale
faceva sì che il Consiglio dovesse riunirsi più volte per
l'approvazione di una singola delibera. Richiamerò pertanto i
consiglieri di centrosinistra ad un maggiore senso di responsabilità
istituzionale. Se poi, cosa che credo di poter escludere, il problema fosse
invece di carattere politico prenderò atto della situazione e
assumerò tutti i provvedimenti conseguenti". Un monito ai
consiglieri, soprattutto a quelli di maggioranza, che non
potrà non avere effetto. Altrimenti vorrebbe dire che le parole del
sindaco hanno poco peso. Va comunque sottolineato che i consiglieri tutti hanno
devoluto il gettone di presenza alla famiglia di Sergio Corbo, morto la scorsa settimana per i
postumi di una caduta per le scale dopo aver ricevuto una spinta. In
mattinata il Consiglio aveva approvato all'unanimità il bilancio
consuntivo dell'ente, quello del Centro servizi per anziani e i conti degli
agenti contabili del Comune.
( da "Messaggero,
Il (Abruzzo)"
del 26-09-2007)
Di GIANCARLO DE RISIO L'AQUILA-E' stato un avvio interlocutorio quello di ieri tra il governo e le Regioni a Palazzo Chigi sulla finanziaria 2008 per definire gli stanziamenti per le Regioni. Un avvio che il governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco ha definito "proficuo" anche se non bisogna pensare "che l'accordo è a portata di mano ed invece sarà necessaria molta pazienza". Al governo, rappresentato dal sottosegretario Enrico Letta e dai ministri Padoa Schioppa, Turco, Santagata e Lanzillotta, i presidenti delle Regioni hanno presentato un documento di cinque cartelle nel quale sono contenute le richieste più importanti delle Regioni. La richiesta principale è che all'interno del patto per la salute venga mantenuto uno spazio adeguato per le risorse sanitarie. Le Regioni, in sostanza, hanno chiesto che il fondo sanitario nazionale venga portato oltre i 100 miliardi di euro, dal momento che la spesa complessiva per la sanità ha toccato i 108 miliardi. E per la sanità l'Abruzzo punta ad aumentare, anche se di poco, il finanziamento del 2007, che è stato superiore ai 2 miliardi. "Al governo- ha detto Del Turco- abbiamo presentato un documento snello che punta su due aspetti. Il primo è il peso che ha assunto la spesa sanitaria sui bilanci delle Regioni, sia in quelle cosiddette virtuose, sia in quelle come l'Abruzzo, che stanno facendo enormi sacrifici per ridurre la spesa e rientrare nei parametri imposti dal governo. Il secondo aspetto, strettamente legato al primo, riguarda la politica degli investimenti e quella della ricerca e dell'innovazione". Nell'incontro di ieri le Regioni hanno confermato di essere pronte a sottoscrivere un patto per lo sviluppo economico di tutto il sistema Paese, dai Comuni allo Stato. All'interno del Patto si chiede al governo un impegno per le infrastrutture, i trasporti e per le aree sottosviluppate.Un altro punto della discussione ha riguardato il patto fiscale che ha anticipato alcuni elementi del prossimo disegno di legge del governo sul federalismo fiscale. I risultati di questo primo incontro col Governo saranno riferiti da Del Turco ai rappresentanti della maggioranza nell'incontro di oggi a Città Sant'Angelo in cui, come è stato detto, "si tenterà di imprimere un'accelerazione a tutti i fattori di cambiamento avviati dal governo regionale". Ma è sulla sanità che si è insistito molto nel confronto di ieri, specie da parte delle Regioni considerate "meno virtuose". Del resto un finanziamento adeguato delle spesa sanitaria, è ritenuto fondamentale per il bilancio di una regione come l'Abruzzo già alle prese con un deficit che è difficile tenere sotto controllo. Più soldi da parte dello Stato significano avere un margine di manovra più ampio. C'è chi insiste per la abolizione dei ticket sui farmaci, e c'è chi, come la Uil, chiede un confronto "immediato" per abbassare le tasse e proprio nel momento in cui l'assessore al Bilancio, Giovanni D'Amico, mette in mora la legge Omnibus chiedendone l'abolizione in alcune parti fondamentali, per recuperare finanziamenti da aggiungere al bilancio della sanità che necessità di una copertura di altri 57 milioni di euro. Diversamente la Regione sarebbe costretta a mettere mano di nuovo alla leva fiscale, altro che ridurre le tasse, come ha chiesto il segretario regionale dell'Uil Roberto Campo sollecitando il confronto con la Regione e dicendo apertamente che il sindacato non può più agire a copertura di provvedimenti impopolari