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ARCHIVIO   DI   DOSSIER “I COSTI DELLA POLITICA”  

 

Dal 6 al 13 novembre 2007

 

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Indice degli articoli  dal 6 AL 13 novembre 2007 

 

 

 

I COSTI DELLA POLITICA di LAURA DE BENEDETTI ? LODI ? NON SCADRÀ domani il termine ultimo per la rid... ( da "Giorno, Il (Varese)" del 06-11-2007)

Enti locali, via ai tagli Si comincia dai cda ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-11-2007)

Finanziaria di risparmi? Come al solito i sogni si sono spenti all'alba ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 06-11-2007)

Costi della politica tagli al corecom ( da "Secolo XIX, Il" del 06-11-2007)

Per i manager il tetto di stipendio c'è. A discrezione del premier ( da "Italia Oggi" del 06-11-2007)

Costi della politica, una sola poltrona a ferrara tua ( da "Nuova Ferrara, La" del 06-11-2007)

Tagli alle ass, sì con polemiche ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-11-2007)

Duemila euro per restare vicesindaco ( da "Nuova Venezia, La" del 06-11-2007)

Ridurre i gettoni rende di più ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2007)

I candidati della Civica Borghetti tenta il colpo ( da "Corriere Alto Adige" del 06-11-2007)

L'Anci: risparmi sovrastimati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2007)

Qualità e costi-benefici L'impegno della Regione ( da "Corriere della Sera" del 06-11-2007)

Dalla Casta alla beffa: la Finanziaria si rimangia le promesse antispreco ( da "Panorama.it" del 06-11-2007)

Il Governo propone, l'opinione pubblica dispone ( da "Voce d'Italia, La" del 06-11-2007)

QUANDO GARIBALDI CHIEDEVA DI TAGLIARE ( da "Agi" del 06-11-2007)

Questo Governo sa solo inseguire la cronaca ( da "Opinione, L'" del 06-11-2007)

Le poltrone della Provincia ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

<Incompatibilità? Niente di ufficiale> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

Venezia Una torta da un milione ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

POSTE: PROPONE SOLUZIONI INNOVATIVE PER ACCESSO A SISTEMA SANITARIO ( da "Caltanet" del 06-11-2007)

COSTI POLITICA:BIANCHI, NON RIUNIRE INFRASTRUTTURE-TRASPORTI ( da "Wall Street Italia" del 06-11-2007)

Fuori gli onorevoli dai cda Giro di vite sulle Fondazioni ( da "Finanza e Mercati" del 07-11-2007)

Consiglieri 'firma e fuggi'? La colpa è dei giornalisti ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-11-2007)

Ci rimettono i Comuni e le Province ( da "Arena, L'" del 07-11-2007)

I troppi lavori dei magistrati ( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2007)

La soluzione è cacciare i giornalisti - aldo balzanelli ( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

Consiglieri, stipendio più gettone e niente stampa in commissione - via bignami ( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

"così si crea un esercito di piccoli stipendiati" - luciano nigro ( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

Gorizia Il bel gesto di De Santis l Democrazia Comune International plaude alla decisione del consig... ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 07-11-2007)

Consiglieri assenteisti sì al taglio dei gettoni ( da "Trentino" del 07-11-2007)

"Così si abbattono i costi della politica" ( da "Stampa, La" del 07-11-2007)

Bolzano via dai cda: sindaco contestato ( da "Alto Adige" del 07-11-2007)

La Camera taglia le spese per 12 milioni di euro ( da "Stampa, La" del 07-11-2007)

Asiu e atm più magri tagliati i consiglieri di amministrazione ( da "Tirreno, Il" del 07-11-2007)

Costi della politica: il rimedio?\n Fuori i giornalisti ( da "Corriere di Bologna" del 07-11-2007)

Federalismo ed economia ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-11-2007)

Sofri: <Taglio dei consiglieri e porte chiuse ai giornalisti> ( da "Corriere di Bologna" del 07-11-2007)

Taglio dei consiglieri (da 9 a 3) ma i costi aumentano ( da "Corriere della Sera" del 07-11-2007)

274.000 ( da "Corriere della Sera" del 07-11-2007)

ASIU e Atm, sono queste le due società partecipate del comune ( da "Nazione, La (Livorno)" del 07-11-2007)

Questione di poltrone partito democratico sotto accusa ( da "Corriere Adriatico" del 07-11-2007)

CONVEGNO. Molti funzionari all'incontro sui costi della politica ai Palazzi Scaligeri. Pastorello: <Mi chiamano l'uomo dalle cinque poltrone ma ho solo due indennità> ( da "Arena.it, L'" del 07-11-2007)

COSTI POLITICA: BERTINOTTI, PER 2008 -12 MLN EURO DOTAZIONE CAMERA ( da "Asca" del 07-11-2007)

COSTI POLITICA:CAMERA TAGLIA DOTAZIONE 2008,RISPARMIA 12 MLN ( da "Wall Street Italia" del 07-11-2007)

<Paghiamo i vigilantes con le indennità> ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 07-11-2007)

Commissioni in stile bulgaro Serve una svolta ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 08-11-2007)

I costi della politica ( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-11-2007)

Il sindaco risparmia sugli assessori ( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-11-2007)

Pedicone in ferie, consiglieri senza gettone ( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

Previdenza, 70 poltrone in palio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-11-2007)

Ai consiglieri 100 mila euro al mese ( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

Consiglieri a caccia di gettoni 47 commissioni in un mese - andrea chiarini ( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

<Il sindaco dia l'esempio Si tagli lo stipendio> ( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

Costi della politica, traballa la riforma Sofri ( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

Costi della politica, il Palazzo si spacca ( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

I Gal, enti sconosciuti dove un consulente può guadagnare anche 400 euro al giorno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-11-2007)

Il presidente: prendo meno di ciò che mi spetta per legge ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-11-2007)

In 3 guadagneranno più che in 9 Municipalizzata, capogruppo di Prc scrive al ministro: È uno scandalo ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-11-2007)

COSTI DELLA POLITICA? Non è questo il modo di tagliarli : va giù pesante il seg ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 08-11-2007)

Un Consiglio da 18 milioni l'anno ( da "Stampa, La" del 08-11-2007)

I COSTI DELLA POLITICA. Dopo le polemiche della Cdl contro la passata amministrazione per le consulenze costose, le nuove nomine non invertono la tendenza ( da "Arena.it, L'" del 08-11-2007)

Professori pagati o volontari? La Giunta ha alzato i compensi ( da "Arena.it, L'" del 08-11-2007)

Enti pubblici, dai Cda tolte 5.000 poltrone ( da "Corriere della Sera" del 08-11-2007)

<In bagno le mazzette per l'assessore ( da "Corriere della Sera" del 08-11-2007)

Comuni, solo sulla carta i tagli ai consiglieri ( da "Trentino" del 08-11-2007)

QUESTA modesta sforbiciata ai costi della politica, su scala locale, assomiglia ad un ravvedim ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-11-2007) + 1 altra fonte

Il curriculum di ogni politico deve essere reso pubblico ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-11-2007)

Ssn, commissari nelle regioni pigre ( da "Italia Oggi" del 08-11-2007)

Dieta per l'acft, cala il cda ( da "Nuova Ferrara, La" del 08-11-2007)

Vujasinovic ruba la scena a Udovicice fa volare la Pro Recco contro il Cremona ( da "Secolo XIX, Il" del 08-11-2007)

La casta dei consiglieri che governa le società ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-11-2007)

Sacerdoti nelle disfatta di ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 08-11-2007)

Per una sanità eccellente occorre coesione sociale ( da "Gazzetta di Reggio" del 08-11-2007)

Tra le righe/ Benetton, Caltagirone e De Benedetti: ecco la Camera dei Lord della Borsa ( da "Affari Italiani (Online)" del 08-11-2007)

L'altro approccio alla legalità ( da "AprileOnline.info" del 08-11-2007)

I consiglieri pagheranno il posto auto ( da "Trentino" del 09-11-2007)

Medicinali da banco: rivincita delle farmacie ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 09-11-2007)

Così crescono i costi della politica ( da "Arena, L'" del 09-11-2007)

Con le aste sul web la Regione taglia i costi della politica ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 09-11-2007)

Tagli anche ai rapporti interpersonali Sempre più impossibile il contatto tra rappresentati e rappresentanti ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 09-11-2007)

"legge giusta ma poi il sistema è impazzito" - luciano nigro ( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

Sei consigliere? hai doppio stipendio ( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

Se fare una fiera costa 5 milioni ( da "Tirreno, Il" del 09-11-2007)

I consiglieri a doppio stipendio - silvia bignami ( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

Tav, verso la soluzione intermedia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-11-2007)

Congelati gli stipendi dei parlamentari - silvio buzzanca carmelo lopapa ( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

Costi della politica, rapagnà si appella allo statuto regionale ( da "Centro, Il" del 09-11-2007)

Oltre il gettone anche i rimborsi: dal Comune 200 mila euro per i consiglieri comunali ( da "Corriere di Bologna" del 09-11-2007)

Anche un libro per dire no al taglio delle circoscrizioni ( da "Gazzetta di Modena,La" del 09-11-2007)

Consiglieri, rimborso oltre al gettone: dal Comune 200 mila euro alle aziende ( da "Corriere di Bologna" del 09-11-2007)

Soldi ai partiti: mai più da concessionari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-11-2007)

Mantovani: <Rinuncio all'indennità> ( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

Circoscrizioni, caccia al gettone. Rc denuncia: m ( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

Moltiplicate le commissioni ( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

Due Comuni un solo segretario ( da "Libero" del 09-11-2007)

ROMA - Tempo dieci giorni e i cittadini italiani potrebbero essere obbligati a pagare di tas ( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 09-11-2007)

Ecco tutti i progetti Caritas ( da "Settegiorni (Rho)" del 09-11-2007)

FERRARA, LO SPETTACOLO "IL LUPO E LA CAPRA" INAUGURA LA STAGIONE DEL TEATRO RAGAZZI ( da "Sestopotere.com" del 09-11-2007)

Derivati una trappola per le imprese? ( da "Voce d'Italia, La" del 09-11-2007)

<Così crescono i costi della politica> ( da "Arena.it, L'" del 09-11-2007)

FINANZIARIA: SENATO APPROVA GIRO DI VITE CONSIGLIERI.OK COPERTURA TICKET ( da "Asca" del 09-11-2007)

COSTI POLITICA: F.MARTUSCIELLO, DOPO MINISTRI RIDURRE ASSESSORI CAMPANIA ( da "Asca" del 09-11-2007)

Finanziaria. Dal Senato una raffica di tagli alle spese, improbabile la fiducia ( da "Rai News 24" del 09-11-2007)

Costi della politica Il Parlamento boccia la norma che taglia lo stipendio agli onorevoli ( da "Provincia di Como, La" del 09-11-2007)

La giornata odierna: dalla Casta di Rizzo e Stella a Dante con Pietro Gibellini, alla Rsi di Chiarini ( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

Basso Garda, con un euro per abitante si contribuisce ai nuovi spazi Anffas ( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

Costi della politica: ridotti i ministri e 80 Comunità montane in meno ( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

Meno ministri, meno assessori ( da "Provincia di Cremona, La" del 10-11-2007)

Roma. dal taglio alle poltrone del governo (vedi l'articolo a fianco) fino alla riduzione ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2007)

Taglio ai ministri, via il ticket sanità Sforbiciata ai costi della politica. Finocchiaro: una compattezza mai vista del centrosinistra ( da "Unita, L'" del 10-11-2007)

Consiglieri rinunciate al gettone - aldo balzanelli ( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

Costi della politica, vertice coi capigruppo ( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

Sofri convoca i capigruppo vertice sui costi della politica - silvia bignami ( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

Consiglieri rinunciate al gettone ( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

Giunta, così gli stipendi ( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

Dall'asm alle consociate, scattano i tagli ( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

Passa la stretta per gli enti locali ( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-11-2007)

Tagli ai costi della politica ( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

Finanziaria: i costi della politica ( da "Tirreno, Il" del 10-11-2007)

Finanzaria: i costi della politica ( da "Mattino di Padova, Il" del 10-11-2007) + 3 altre fonti

Ministri ed entiè l'ora dei tagli ( da "Secolo XIX, Il" del 10-11-2007)

Andria, il Consiglio è fermo da un anno ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 10-11-2007)

LA SALERNITANA in numeri. Radiografia della vicecapolista. Rosa.</I ( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 10-11-2007)

Consiglieri e assessori ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-11-2007)

'Ex' di tutti i partiti (con ufficio stampa) per vegliare sull'acqua che beviamo ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 10-11-2007)

La corsa ai resort esotici ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-11-2007)

Prefettura: <Boscolo Todaro incompatibile come vicesindaco> ( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2007)

Pronto soccorso super affollato <Il sistema sanitario è malato> ( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2007)

Cancellate 80 comunità montane ( da "Trentino" del 10-11-2007) + 3 altre fonti

Scuole penalizzate? Forza Italia chiede lumi ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-11-2007)

Il Senato approvagli articoli della Finanziariadedicati ai costi della politica: ridotti i compensi degli amministratori localigiro di vite sulle comunità montane ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 10-11-2007) + 1 altra fonte

Finanziaria, via al taglio dei ministri ( da "Corriere della Sera" del 10-11-2007)

Stop alle "spese pazze" nel caso di viaggi di amministratori locali: viene infatti fissato ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 10-11-2007) + 2 altre fonti

Farmaci, ultimo attacco alla Bersani ( da "Corriere della Sera" del 10-11-2007)

Costi della politica Via libera dell'aula di palazzo Madama agli articoli 14 e 15 della fina ( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

I COSTI DELLA POLITICA ( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

Delusione Cdl Calderoli polemizza con l'Udc: Le assenze hanno salvato il centrosinistra ( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

Di OLIVIA POSANI - ROMA - SOLO 12 MINISTRI, ma dal prossimo gove ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007)

NASCE IL 'PACCHETTO-TRASPARENZA' LE SOCIETÀ CONCESSIONARIE DI SERVIZIO PUBBLICO NON POTRANNO PIÙ FIN... ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007)

LETTERA APERTA LA TURCO DETTA LE CONDIZIONI PER RIPRENDERE IL DIALOGO SULLA VENDITA DELLE MEDICINE A PAGAMENTO 0 Cari farmacisti, così non va. Stop alla rappresaglia ( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007) + 1 altra fonte

Quei nuovi leader che fanno cose vecchie ( da "Libero" del 10-11-2007)

Il ritorno del governo snello ( da "Corriere.it" del 10-11-2007)

<Si vuole screditare il servizio pubblico> ( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

Incompatibilità, il vicendaco Todaro restituirà al Comune duemila euro ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 10-11-2007)

Belluno Passo avanti per i tagli ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 10-11-2007)

Tagli sulle Prealpi, aumento in vista per il Friuli Vg ( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

Comunità montane dimezzate nel Veneto ( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

<Ma i risparmi saranno inferiori al previsto> ( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

Rally Aci-Etv, gli assi lariani lanciano la sfida ( da "Corriere Di Como, Il" del 10-11-2007)

Ma l'indagine va avanti e spunta un quarto uomo ( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

Qualche risparmiosui costi della politica ( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

Le norme Sforbiciate Comunità montane, poltrone e <spese pazze> ( da "Provincia di Sondrio, La" del 10-11-2007)

Mastella fa le bizze poi si allinea Tagliato il numero dei ministeri Il Guardasigilli ha votato per i risparmi in Parlamento ma <solo per responsabilità> Prodi soddisfatto, la Fino ( da "Provincia di Sondrio, La" del 10-11-2007)

Per le società pubbliche è iniziata Un decreto della Finanziaria riduce il consiglio d'amministrazione ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

I COSTI DELLA POLITICA ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

Decreto contro i costi della politica, poche le poltrone tagliate in Polesine ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 11-11-2007)

Di ROBERTO GRIMALDI LO IMPONEVA la legge Finanziaria dell'anno scorso: il ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

Di CATERINA ZANIRATO IL DECRETO 'taglia costi della politica' è ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 11-11-2007)

Sanità veneta, modello nazionale di efficienza ( da "Arena, L'" del 11-11-2007)

Dopo La Casta arriva Arnoldo Foa ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 11-11-2007)

Basta dequalificare l'ospedale, più risorse ( da "Nazione, La (Siena)" del 11-11-2007)

Demagogia e costi della politica ( da "Nuova Ferrara, La" del 11-11-2007)

Un sistema sanitario che non dà garanzie ( da "Provincia Pavese, La" del 11-11-2007)

Non è un ente inutile, ecco perchè - fabrizio guerrini ( da "Provincia Pavese, La" del 11-11-2007)

Cinque nuovi progetti, lite sulle consulenze - marika caumo ( da "Trentino" del 11-11-2007)

Salamone (ds): uno spreco creare un cda per irisacqua ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-11-2007)

POLICLINICO, UNA RICETTA ( da "Corriere della Sera" del 11-11-2007)

I punti della prossima riunione ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-11-2007)

Addio Ato. E i Comuni risparmiano La Finanziaria: via gli Ambiti territoriali, finanziati dagli enti locali ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-11-2007)

Prodi taglia-tutto se la prende con i mini-sindaci ( da "Libero" del 11-11-2007)

Santagata e rizzo un 'duello' su la casta ( da "Gazzetta di Modena,La" del 11-11-2007)

Cala la scure sulle poltrone, tutti contro tutti ( da "Mattino di Padova, Il" del 11-11-2007)

Quattro assessori da licenziare Un <rompicapo> per la Moratti ( da "Giornale.it, Il" del 11-11-2007)

E ora gli assistiti rischiano di dover pagare le medicine ( da "Giornale.it, Il" del 11-11-2007)

SANITÁ/1 La protesta delle farmacie ( da "Brescia Oggi" del 11-11-2007)

<Sanità veneta, modello nazionale di efficienza> ( da "Arena.it, L'" del 11-11-2007)

Con la riduzione degli Ato sui rifiuti più cara la tassa per il 60% dei toscani ( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-11-2007)

Fuori i compensi dei membri delle partecipate e dei collegi ( da "Arena, L'" del 12-11-2007)

La politica costa ancora di più ( da "Panorama" del 12-11-2007)

Finanziaria prendi i soldi e vota ( da "Panorama" del 12-11-2007)

Lezioni per esperti di progetti europei ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 12-11-2007)

Circoscrizioni, la corsa ai gettoni d'oro ( da "Corriere del Veneto" del 12-11-2007) + 1 altra fonte

Poltrone in circoscrizione, spese aumentate del 30% ( da "Corriere del Veneto" del 12-11-2007) + 1 altra fonte

La commissione ( da "Corriere della Sera" del 12-11-2007)

Caso Austoni/ L'ex primario di urologia chiede il giudizio immediato. Ma il gup dice di no. L'inchiesta di Affari pag.2 ( da "Affari Italiani (Online)" del 12-11-2007)

Vi sentite piu' liberi? ( da "Blogosfere" del 12-11-2007)

LAVAGNO. I consiglieri di <Uniti per rinnovare Lavagno> vogliono che i dati siano resi pubblici ( da "Arena.it, L'" del 12-11-2007)

La sfida qualitativa nel comparto sanitario ( da "Opinione, L'" del 12-11-2007)

FISCO. Lombardia, dalla Finanziaria regionale aiuti ai cittadini meno abbienti ( da "HelpConsumatori" del 12-11-2007)

"Contro i giovani", a favore di chi? ( da "Blog Stefano Quintarelli" del 12-11-2007)

"POTENZIARE, ALTRO CHE TAGLI!" ( da "Azione, L'" del 12-11-2007) + 1 altra fonte

LA LOMBARDIA TAGLIA LE TASSE E OFFRE SANITA' D'ECCELLENZA ( da "Provincia di Cremona, La" del 13-11-2007)

Stakanov delle Commissioni ( da "Provincia di Cremona, La" del 13-11-2007)


Articoli


I COSTI DELLA POLITICA di LAURA DE BENEDETTI ? LODI ? NON SCADRÀ domani il termine ultimo per la rid... (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Varese)" del 06-11-2007)

 

I COSTI DELLA POLITICA di LAURA DE BENEDETTI ? LODI ? NON SCADRÀ domani il termine ultimo per la riduzione dei consigli di amministrazione delle società partecipate dagli enti pubblici: il termine slitta al 22 novembre. Però al taglio delle poltrone dovranno assogettarsi anche tutte le varie aziende figlie della capogruppo. Le procedure sono spiegate dal presidente di Anci Lombardia, Lorenzo Guerini, in una nota. "Nella normativa ? spiega ? già si parlava della scadenza del 7 novembre più 15 giorni. Ma i dubbi interpretativi dovuti all'estrema laconicità della legge sono stati chiariti dalla Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, in risposta ad una richiesta formulata dal Comune di Milano. Ad esempio è stato stabilito che i cda decadranno non appena le rispettive assemblee delle aziende avranno modificato gli statuti. I consigli decaduti resteranno in carica fino alle nuove nomine qualora queste non avessero luogo nell'ambito della stessa assemblea". "La scorsa settimana ? aggiunge Guerini, questa volta in qualità di sindaco di Lodi ? abbiamo approvato un indirizzo di Giunta per le nostre società partecipate. Nel prossimo consiglio comunale, comunque prima del 22 novembre, illustrerò le modifiche degli statuti". La riduzione dei componenti dei cda renderà difficile la presenza delle minoranze: "Laddove i membri sono al massimo 3 ? spiega Guerini ? potremmo affidare alle opposizioni la guida del Collegio sindacale. Su 5 componenti invece la loro presenza potrebbe comunque essere garantita: ci ragioneremo insieme". NON CI SARANNO invece nuovi bandi per le nomine: "I cda decadranno in anticipo solo in ottemperanza ad una norma ? ribadisce il primo cittadino ?, ma i consiglieri, in carica da un paio d'anni, hanno ben operato ed è giusto che proseguano il lavoro". La normativa riguarda anche le partecipazioni indirette: a Lodi oltre all'azienda Farmacie (riunita ieri in assemblea) i cui membri del cda sono scesi da 5 a 3, alla Gis (l'assemblea ha già avuto luogo) da 7 a 3, e ad Astem da 6 a 5 (alla Giona resteranno 3), ad esempio, dovranno essere ridotti i cda di tutte le società legate ad Astem. Ovvero: Astem Patrimonio da 7 a 5 componenti, Astem Gestioni da 5 a 3, invariata Astem Energy. Mentre Linea group (nata dall'alleanza tra le multiservizi di Cremona-Aem, Lodi-Astem, Rovato-Cogeme e Pavia-Asm), che finora aveva un cda di 14 membri (3 per territorio più presidente e amministratore delegato), dovrà scendere a 5. "Il risparmio sarà all'incirca di 20mila euro sia per Linea Group che per Astem a fronte di fatturati di milioni di euro ? è il commento di Guerini ?. Avrebbe avuto più senso fissare un limite massimo per i cda e poi lasciare libera scelta agli enti locali". - -->.


Enti locali, via ai tagli Si comincia dai cda (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 06-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA Enti locali, via ai tagli Si comincia dai cda ? ROMA ? LIMITI AL NUMERO di amministratori di società partecipate da enti locali e compensi meno clamorosi per le cariche comunali. La Finanziaria mette mano ai costi della politica. Ma, dopo l'ultimatum del Guardasigilli Mastella, si rimedieranno in extremis i soldi per gli stipendi dei magistrati. Da domani, scatta l'ora 'X'. Gli enti locali dovranno ridurre i cda delle società controllate: in bilico 2mila poltrone. E gli statuti dovranno prevedere anche tagli di compensi, mentre spunterà il divieto di nomina ad amministratore per chi ha chiuso in perdita tre esercizi consecutivi. LA CIRCOLARE era stata firmata il 13 luglio dai ministri Linda Lanzillotta, Tommaso Padoa Schioppa e Giuliano Amato in attuazione alla Finanziaria 2007. Il testo prevede che il limite degli amministratori, per le società a totale partecipazione, anche indiretta, di enti locali, dovrà essere di 3 o 5, in relazione al capitale sociale (se superiore o inferiore a 2 milioni di euro). Nelle società a totale partecipazione di comuni o province, il compenso lordo annuale onnicomprensivo non potrà superare, per il presidente, l'80 per cento e, per i componenti del cda, il 70 per cento delle indennità spettanti, rispettivamente, al sindaco e al presidente della provincia. NON saranno lesinati fondi, invece, per restituire ai magistrati l'indennità tagliata con la scorsa legge finanziaria. Battaglia che ha visto il principale portabandiera nel ministro della Giustizia Clemente Mastella. Con il suo partito, l'Udeur, a ribadire: "Ci batteremo fino in fondo per questo risultato. Diversamente, siamo pronti anche a non votare". Così, ieri, fonti del Tesoro hanno chiarito che il nuovo taglio degli stipendi ai magistrati è frutto solo di un errore tecnico. - -->.


Finanziaria di risparmi? Come al solito i sogni si sono spenti all'alba (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 06-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA Finanziaria di risparmi? Come al solito i sogni si sono spenti all'alba IL NOSTRO sistema politico intende solo gestire il declino, autoconservando se stesso per il maggiore tempo possibile. Il segnale lanciato ai cittadini con questa finanziaria è verbo inequivocabile: potete gridare quanto volete, tanto qui comandiamo sempre noi. Non riescono a ridurre neanche il numero delle comunità montane, figuriamoci il resto. Eppure gli annunci erano stati roboanti: taglieremo di 1,3 miliardi di euro i costi della politica. Alla fine della fiera non si riuscirà ad arrivare neanche ad un terzo della somma prevista, incidendo ovviamente solo sulle inezie. Ha proprio ragione Francesco Cossiga, che ha titolato il suo ultimo libro: "Italiani sono sempre gli altri". Restano intatti i consigli circoscrizionali, comunali e provinciali per non dire dei membri del governo. Così come gli stipendi dei parlamentari, bloccati solo per cinque anni e sempre agganciati a quelli degli alti magistrati: che ci vuole per modificare questa norma, la bomba di Hiroscima? Neanche una parola sui portaborse, le cui somme continueranno in gran parte a essere allegramente intascate dagli "onorevoli": uno scandalo nello scandalo. Della limitazione al finanziamento pubblico all'inutile editoria di partito neanche a parlarne e inesistenti i tagli ai congrui bilanci di Camera, Senato e degli altri organi, perché, udite udite "si lede l'autonomia costituzionale". Quando si tratta di soldi, si dice sempre così. La percezione è chiara a tutti, ma non abbiamo neanche un solo strumento per fare rinsavire questa "casta" che si è impossessata dei meccanismi elettorali e che ciancia sulla centralità della politica, quando le sezioni di partito sono i luoghi della non partecipazione per eccellenza. Profetico Oscar Wilde: "Adoro i partiti, sono l'unico luogo dove non si parla di politica". Le mobilitazioni popolari, le inchieste giornalistiche, i successi editoriali non li smuovono neanche di una virgola. Cosa ci resta da fare? restituire ai sindaci i certificati elettorali? Così il prossimo parlamento se lo eleggono da soli. Almeno non saranno eletti in nostro nome. www.blogquotidiani.net/caligiuri/ - -->.


Costi della politica tagli al corecom (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-11-2007)

 

Regione DIMINUISCE il numero dei componenti del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni. Il consiglio regionale ha infatti approvato all'unanimità una proposta di legge presentata da Giacomo Ronzitti, Rosario Monteleone, Franco Orsi, Patrizia Muratore e Franco Rocca (Ufficio di presidenza del Consiglio). La legge prevede che i componenti del Corecom scendano, escluso il presidente, da sei a quattro e modifica così la legge regionale che istituisce il Corecom, l'organismo che si occupa di assicurare a livello regionale le necessarie funzioni di governo, di garanzia e di controllo in tema di comunicazioni. "La riduzione dei membri del Corecom, che è stata proposta dall'Ufficio di presidenza ed è stata approvata oggi all'unanimità dal Consiglio regionale, rientra fra le iniziative da tempo assunte dall'Assemblea legislativa per ridurre i costi delle attività istituzionali - spiega il presidente Giacomo Ronzitti - . Di questa strategia complessiva fa parte anche la recente istituzione di una commissione specifica che si pone come obbiettivo la razionalizzazione delle spese del Consiglio regionale, individuando i settori in cui attuare misure di riduzione dei costi". Per Ronzitti, infine, la modifica del Corecom concorre ad un ridimensionamento della spesa della pubblica amministrazione che, anche se contenuto, assume comunque un valore simbolico. 06/11/2007.


Per i manager il tetto di stipendio c'è. A discrezione del premier (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 06-11-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 263, pag. 5 del 6/11/2007 Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF       Il Punto Per i manager il tetto di stipendio c'è. A discrezione del premier Prima c'era il taglio dei costi della politica e ora non c'è quasi più. Poi c'era l'emendamento Pippo Baudo che avrebbe consentito ad alcune spa pubbliche, come la Rai, di offrire ai manager e ai conduttori dei programmi stipendi o compensi più alti di quelli previsti dalla Finanziaria 2008. Ora, però, quella modifica, molto limitata, è diventata per così dire elastica. Tanto che, una volta approvata la manovra di bilancio, sarà il presidente del consiglio, Romano Prodi, insieme con il ministro dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa e con il ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais, a dire l'ultima parola su stipendi ed emolumenti non solo dei manager delle spa non quotate partecipate in qualche modo dalla mano pubblica, ma anche delle amministrazioni dello stato. La novità, introdotta dalla commissione bilancio di palazzo Madama con il voto contrario del centro-destra è stata messa a punto da uno dei senatori più impegnati nel contrastare l'aumento indiscriminato dei costi della politica, Massimo Villone (Sinistra democratica). Che ha presentato un emendamento, il 91.02, approvato con il parere favorevole del relatore, Giovanni Legnini, del presidente della commmissione bilancio, Enrico Morando e del governo. La modifica ha riscritto in buona parte l'articolo 91 della Finanziaria sul tema: Emolumenti, consulenze, responsabilità contabile, consiglieri della corte dei conti. Con alcuni cambiamenti importanti, perché se resta inteso che il trattamento economico "omnicomprensivo" (ma anche i compensi per incarichi o mandati) ricevuto nell'ambito di "rapporti di lavoro con pubbliche amministrazioni, autorità indipendenti, agenzie, enti pubblici anche economici, società a totale o prevalente partecipazione pubbliche nonché le loro controllate" non potrà superare lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, sono arrivata anche le deroghe, cioè le eccezioni alla regola. Eccezioni neanche di poco conto, per quanto la norma si sforzi di tenere tutto sotto stretto controllo. Prima di tutto, dice la commissione bilancio nell'emendamento, "le disposizioni di cui al primo comma e al secondo periodo del seguente comma non possono essere derogate". Subito, però, arriva inaspettata la deroga: "Se non per motivate esigenze di carattere eccezionale (non specificate nel testo, ndr) e per un periodo non superiore a tre anni), fermo restando quanto disposto dal comma precedente". C'è di più, perché la disposizione si applicherà non solo alle società e a tutte le realtà descritte con tanta dovizia di particolari nei commi precedenti, ma anche alle amministrazioni dello stato, che potranno chiedere di fare eccezione al tetto purché autorizzate "con decreto del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, di concerto con il ministro dell'economia e delle finanze". Un meccanismo che contribuirà a certamente a tenere sotto controllo stipendi ed emolumenti, ma che altrettanto con certezza darà mano libera al governo nella decisione su manager e grand commis da premiare con le deroghe o da punire con il taglio degli stipendi. Anche su questo fronte, insomma, c'è stato un parziale "indietro tutta" del governo e della maggioranza di centrosinistra. Ma a scanso di equivoci, cioè per evitare che si ripetesse la storia dei risparmi già sfumati (45 milioni nel 2008 fino ai 111 milioni del 2010) a causa della cancellazione del tetto di crescita delle spese degli organi costituzionali, Villone e la commissione bilancio hanno congelato per due anni la possibilità di derogare allo stipendio massimo. "Nessuna deroga è consentita per i due anni successivi a quello di entrata in vigore della presente legge", è scritto nell'emendamento. Che frena così i prevedibili assalti alla diligenza e le file di manager, grand commis e alti funzionari di stato alla porta del presidente del consiglio. Il numero uno di palazzo Chigi, però, avrà sempre una carta di riserva da giocarsi: "Le 25 posizioni, da individuare con decreto del presidente del consiglio dei ministri da emanare entro il 30 giugno del 2008, sottratte all'applicazione del presente comma". Qualcuno da sistemare, di qui a otto mesi, si farà sempre in tempo a trovarlo.


Costi della politica, una sola poltrona a ferrara tua (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 06-11-2007)

 

Cronaca Costi della politica, una sola poltrona a Ferrara Tua Sarà nominato un amministratore. I Verdi: dovevano azzerare tutti i Cda Domani scade il termine previsto dalla legge Finanziaria 2007 per ridurre i costi della politica locale e ancora non è definito il quadro ferrarese. Ieri era atteso l'atto di azzeramento di Ferrara Tua e la nomina dell'amministratore unico, è arrivato un annuncio: il Comune ha "espresso formalmente la propria volontà di procedere alla nomina di un unico reggente". Visto che però è necessario modificare lo statuto, il Cda decadrà appunto domani lasciando formalmente un vuoto fino al 15 novembre quando, "in sede notarile saranno apportate le necessarie variazioni e contestualmente si procederà alla nomina". Sergio Foschi è candidato a succedere a se stesso, da presidente ad amministratore, però evidentemente qualcuno ha dimenticato di girare i fogli del calendario. Per quanto riguarda l'Acft, invece, il tempo c'è visto che l'assemblea straordinaria è stata convocata proprio per domani, manca però l'accordo all'interno del centro sinistra. Il presidente della Provincia, Giorgio Dall'Acqua, vorrebbe abbattere le poltrone da sette a tre, i vertici di alcuni partiti preferirebbero la riduzione soft a cinque: in ballo ci sono stipendi di oltre 1.000 euro al mese. In aggiunta c'è la grana di Agea Reti: il suo Consiglio di amministrazione, a differenza di quello della "cugina" Acosea Impianti, è rimasto intatto, a cinque componenti, e tale rimarrà fino alla scadenza naturale del prossimo aprile. Il minimo di componenti previsti dallo statuto corrisponde al massimo indicato dalla legge, "ma questo non basta a rispettare le indicazioni della Finanziaria - dice Barbara Diolaiti, capogruppo Verde in Comune - che prevedeva l'azzeramento di tutti i Cda e la loro eventuale ri-nomina in un secondo momento". Diolaiti ha preparato fotocopie di una sentenza in questo senso della Corte dei conti della Lombardia, da distribuire questa sera al vertice della maggioranza proprio sui costi della politica. Sul tappeto c'è anche la questione degli "stipendi", cioè delle indennità fisse che i consiglieri di alcune società ("quasi tutte" sottolinea l'esponente ambientalista) e della Provincia percepiscono al posto del gettone, indipendentemente quindi dalla loro presenza alle riunioni. I Verdi insistono sulla questione da tempo, chiedendo tra l'altro un quadro aggiornato delle indennità, ma fino ad oggi non hanno ottenuto granchè soddisfazione. Al Consorzio acquedotto del Basso Ferrarese l'indennità è stata sdoppiata con la collegata Deltaweb ma solo ora si rischia davvero il suo dimezzamento. Insomma, si taglia ma con la forbicina per le unghie, non certo con la falce.


Tagli alle ass, sì con polemiche (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-11-2007)

 

Molinaro (Udc): "È un grave danno per tutta la regione" Blasoni (Fi): "Solo uno slogan per le elezioni" Tagli alle Ass, sì con polemiche Varato il ddl, ma Antonaz si astiene. Beltrame: ora la sperimentazione LA RIFORMA DELLA SANITÀ L'esecutivo ha dato il via libera al disegno di legge per gli accorpamenti Critiche dal centro-destra sul provvedimento che presto sarà in consiglio di PAOLO MOSANGHINI TRIESTE. Un altro passo verso l'accorpamento delle aziende sanitarie del Friuli Venezia Giulia. La giunta Illy ieri ha approvato in via definitiva il disegno di legge su "Revisione dell'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale e altre norme in materia sanitaria". Il ddl sulla Sanità prevede il via libera al taglio delle aziende sanitarie, ridotte da sei a tre con la fusione di quella di Trieste con quella di Gorizia e l'accorpamento di quelle della provincia di Udine. "Stiamo procedendo verso la semplificazione del sistema delle Ass", spiega l'assessore regionale alla salute Ezio Beltrame, che ha riportato il ddl in giunta dopo il sì ottenuto dalla Conferenza regionale per la programmazione sanitaria. Il disegno di legge sarà ora trasmesso al consiglio regionale prima per la fase di discussione e approvazione in commissione e quindi in Aula entro la fine di novembre. Ma ieri, come già avvenuto negli altri passaggi del ddl in giunta, l'assessore Roberto Antonaz (Rc) si è astenuto. "Mi sono astenuto perchè non è chiaro se questo passaggio a tre Aziende Sanitarie prefiguri un'unica azienda nel futuro o meno. Su questo punto, nonostante alcune migliorie, non c'è chiarezza", ha detto Antonaz dopo la riunione della giunta. "Ho mantenuto la mia astensione - ha spiegato ancora l'assessore - perchè ritengo che pur essendo stata accolta la questione, da me introdotta, su un maggior ricorso al coinvolgimento degli utenti nelle scelte sanitarie con un emendamento presentato dall'assessore Beltrame, permane la mancata individuazione di una tappa finale di questa sperimentazione. E siccome non vi è chiarezza su quale direzione prenderà questo provvedimento in futuro ho mantenuto il mio voto di astensione", ha commentato Antonaz. "Sono state recepite alcune osservazioni e appena la legge sarà operativa sarà avviata la sperimentazione che porterà a una migliore organizzazione. Mi pare comunque che, tutto sommato, anche Rifondazione comunista abbia fatta un passo avanti", chiarisce l'assessore Beltrame. E dal centro-destra non mancano le critiche al ddl. "Constatiamo che il presidente Illy ha deciso di proseguire con i suoi diktat nel taglio delle Aziende sanitarie", afferma il capogruppo Udc al Consiglio regionale, Roberto Molinaro, secondo il quale la revisione dell'assetto istituzionale delle Ass "è un grave danno per l'intero Servizio sanitario regionale" e, a suo dire, "il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha subordinato la sua ricandidatura all'approvazione anche della legge taglia-Aziende sanitarie". Secondo l'esponente Udc, invece, "si omette di dire che si costringono insieme territori con aspirazioni e caratteristiche molto diverse, che richiederebbero una rappresentanza e una governance specifiche". Infine, Molinaro denuncia che "la partecipazione dei Comuni alle decisioni relative al Sistema sanitario regionale è la questione dirimente da affrontare. Ma tutto questo per il presidente Illy non ha alcun valore, anzi - conclude - è un costo in termini di tempi delle decisioni che va tagliato rapidamente". E per Massimo Blasoni (Fi) l'approvazione del ddl "deve diventare l'occasione per fare il punto sulla situazione della sanità in regione. Un'operazione così importante non può limitarsi a uno slogan da sbandierarsi in campagna elettorale, ma deve puntare a risolvere i nodi del sistema sanitario del Fvg". Per il forzista "la sanità regionale ha ben altri problemi che andrebbero risolti prima di pensare all'ennesima centralizzazione: i piccoli ospedali innanzitutto", conclude.


Duemila euro per restare vicesindaco (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 06-11-2007)

 

Chioggia. Il prefetto dichiara l'incompatibilità, allarme di Guarnieri Duemila euro per restare vicesindaco Contenzioso di Todaro con il Comune: "Pago, ma aspetto il ricorso al Tar" di Enrico Bellinelli CHIOGGIA. Sandro Todaro dichiarato incompatibile con la carica di vicesindaco nella giunta Tiozzo. è la risposta del Prefetto al quesito sollevato dall'ex sindaco Guarnieri prima e dall'attuale sindaco Tiozzo poi, trapelata nella mattinata di ieri in città. La vicenda riguarda un contenzioso amministrativo che interessa Todaro consigliere comunale nella prima giunta Guarnieri. Il vicesindaco si dice pronto a pagare, ma Guarnieri ribatte: "Vi avevo avvertiti: alcuni atti della giunta potrebbero essere invalidati". La notizia ha preceduto il diretto interessato: a Todaro non è ancora arrivata alcuna comunicazione dalla Prefettura, ma dal Ministero dell'Interno qualcuno avrebbe telefonato a un politico chioggiotto: Todaro è incompatibile. Questa la risposta al quesito posto da Fortunato Guarnieri al Prefetto, e da questi al Ministero, ai primi di luglio. Todaro ha un contenzioso amministrativo con il Comune, al quale deve restituire circa 4000 euro. Il Consiglio comunale, ai tempi della prima giunta Guarnieri, votò una delibera che trasformava l'indennità di funzione dei consiglieri da gettone a una specie di stipendio. Il Comune stesso però obiettò che in alcuni casi, e Todaro era uno di questi, lo "stipendio" superava la somma degli equivalenti gettoni di presenza. Con una successiva delibera i consiglieri furono costretti a restituire le somme in eccedenza. Todaro impugnò questa seconda delibera di fronte al Tar, il quale ancora non si è pronunciato. "Per evitare problemi politici - annuncia il vicesindaco - sono pronto a pagare. Ma la delibera che assegnava l'indennità era giuridicamente valida. Poi si decise di annullarla, ma la si poteva solo revocare e per me gli effetti maturati erano legittimi. Lo stesso segretario generale Nen, nel febbraio 2006, mi inviò una lettera in cui diceva di "convenire sull'opportunità di sospendere ogni procedura sino all'esito della causa". Ora io ho già saldato circa metà dell'importo e sono pronto a pagare i 2000 euro rimanenti. Ma vado avanti al Tar". Per Guarnieri si chiude la stalla quando i buoi sono già scappati: "Da 4 mesi ripeto che Todaro è incompatibile e se salda il debito la situazione di quei 4 mesi non cambia. Ha approvato per esempio il conto consuntivo e ci sono atti che potrebbero risultare non validi".


Ridurre i gettoni rende di più (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-11-06 - pag: 4 autore: La lettera Ridurre i gettoni rende di più I l titolo "Costi della politica, risparmi dimezzati" pubblicato sulla prima pagina del Sole 24 Ore di domenica è di grande effetto, ma del tutto infondato. Non credo di chiedere troppo se invito a distinguere tra l'efficacia finanziaria di una norma di riduzione del numero dei consiglieri comunali (per definizione, da attuarsi solo tra diversi anni, alla scadenza dei consigli) e quella di riduzione immediata delle indennità degli amministratori locali.Quanto all'emendamento Villone sugli organi costituzionali volto a fissare un tetto per la crescita della spesa, l'autrice dell'articolo Mariolina Sesto non avrebbe dovuto faticare molto per constatare che esso determinava quel limite non "al 50% dell'inflazione programmata", ma "al tasso di inflazione programmata", esattamente come hanno autonomamente deciso, con apposito e formale comunicato, gli organi di autogoverno degli stessi. Quanto alla soppressione degli Ato (rifiuti e servizio idrico), la norma vale certamente molte decine di milioni di euro, che non entrano nel bilancio dello Stato solo perché resteranno nelle tasche dei cittadini o serviranno per investimenti delle Province e dei Comuni proprio in quei settori (abbiamo acquedotti che perdono il 30% dell'acqua immessa). Che non si sia stati in grado di quantificare il relativo risparmio- malgrado le insistenti richieste in questo senso della Commissione Bilancio - dice molto sullo stato della Pubblica amministrazione italiana, ma non riduce per nulla la portata della norma (a spanne, in ogni province ci sono almeno due Ato). Quanto all'emendamento sui ticket per la diagnostica, mi piacerebbe sapere dove mai è stato concepita "l'originaria idea di coprire con questo capitolo (costi della politica) l'intera abolizione del ticket". è vero invece che non ci ha convinto latesidelministero dell'Economia sulla incomprimibilità (ulteriore rispetto a quella fissata dal Ddl Finanziaria) della spesa per acquisto di beni e servizi (Consip) e per la gestione degli immobili. Non ci ha convinti, ma abbiamo "obbedito". Vengo infine alla norma sugli emolumenti di dirigenti e amministratori pubblici. Anche in questo caso, il risparmio non è stato cifrato. Ma, delle due, l'una: o la norma non vale niente, perché non taglia lo stipendio di nessuno. Ma allora che c'entra il populismo rosso alla polpot che sento evocare? O riduce gli emolumenti di molti, e allora bisognerà essere seri e fare due cose elementari. La prima: qualificare meglio le eccezioni indispensabili (es: gli incarichi professionali in Rai). La seconda: definire con precisione il risparmio. Che non sarà, nemmeno a quel punto, irrilevante. "Cominciano a fioccare i primi dubbi sul reale applicabilità della misura"? Più che dubbi, a me paiono reazioni assai vivaci e diffuse, che andranno selezionate, per distinguere quelle fondate su esigenze reali da quelle ispirate all'obiettivo di difendere veri e propri privilegi. In ogni caso, proprio l'ampiezza delle reazioni chiarisce, al di là di ogni dubbio, le potenzialità della norma. Enrico Morando Presidente della Commissione Bilancio del Senato A c ifra si risponde con cifra. I numeri, invece, non ci sono. Noi abbiamo tentato, con l'aiuto del relatore alla Finanziaria, di ricostruire quanto delle promesse riduzioni di spesa che il ministro Santagata (si legga il comunicato del 29 settembre ancora sul sito del Governo) aveva stimato in oltre un miliardo a regime fosse presente nella manovra 2008. Nessuno invece, né il Governo né il Senato, sono ancora riusciti a dire con certezza se quella promessa sia stata o no mantenuta. Di più: le poche certezze, come i risparmi che – secondo il senatore Morando – dovrebbero venire dalla "riduzione immediata delle indennità degli amministratori locali" vengono contestate dall'Anci che le ritiene sovrastimate. Quanto all'emendamento Villone, è vero che fissava il tetto alle spese degli organi costituzionali entro il tasso di inflazione programmato ma la versione fatta propria dal relatore, come il senatore può facilmente appurare, restringeva ancora di più il limite di spesa portandolo al 50% dell'inflazione programmata: misura che avrebbe consentito riparmi certi per 45 milioni di euro nel 2008. Questi sì, erano stati quantificati ma in Finanziaria non ci sono più. M. Se. EFFETTI FINANZIARI Occorre distinguere tra l'efficacia "differita" della riduzione degli eletti e quella immediata del taglio delle indennità.


I candidati della Civica Borghetti tenta il colpo (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 06-11-2007)

 

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-06 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE AVIO I candidati della Civica Borghetti tenta il colpo AVIO - è uno scenario politico complesso quello che si presenta ai cittadini di Avio che domenica si recheranno alle urne. Lo schieramento di centrodestra è compatto intorno alla figura di Sandro Borghetti, che si è guadagnato anche il sostegno del Patt, mentre il centrosinistra si presenta con ben tre candidati sindaco, colleghi nella precedente legislatura e ora "avversari ", almeno al primo turno: Mauro Amadori, ex sindaco, Marco Sega, ex vicesindaco e Marino Salvetti, ex assessore ai lavori pubblici. A nulla sono valsi i tentativi della direzione provinciale della Margherita per sanare la spaccatura verificatasi in seno al partito nello scorso marzo, che ha portato alla caduta della giunta Amadori e di conseguenza alle elezioni anticipate di domenica prossima. Sia Amadori, che guida una lista civica, che Salvetti, sostenuto da due liste (la Civica per il buon governo e Il Centro), pescano nell'elettorato della Margherita, il primo in quanto ex sindaco di questo partito, il secondo perché indicato dall'assemblea comunale della Margherita e appoggiato dai vertici provinciali Turella, Mellarini e Lunelli. Nemmeno Salvetti ha però ha adottato il simbolo ufficiale del partito: "è una questione di opportunità politica - spiega - perché vorremo che in noi si riconoscessero tutti i democratici moderati di centro ". Entrambi i candidati si richiamano nel loro programma alla continuità con la passata esperienza, ma se Salvetti punta sul tema della sicurezza e delle opere pubbliche (la sistemazione del casello dell'A22 e la realizzazione di due rotatorie sulla strada provinciale per ridurne la pericolosità), Amadori pone al centro i servizi alle persone: "Vorremo allargare l'asilo nido dai 20 posti attuali a 30 - afferma - rendere più efficiente il servizio postale e aumentare la detrazione Ici sulla prima casa". L'incentivazione dell'industria e dell'allevamento e il contenimento della spesa pubblica sono invece fra gli obiettivi di Marco Sega, candidato sindaco per Avio Democratica: "Ridurrei del 10% la mia indennità e vorrei accorpare le commissioni per ridurre i gettoni di presenza ", afferma Sega, che spiega poi le ragioni per cui la sua lista ha deciso di correre da sola: "Se la Margherita avesse risolto le sue divisioni e avesse presentato un unico candidato avremmo sicuramente fatto una lista unica perché il nostro modello è il Partito democratico ". Queste spaccature potrebbero fare il gioco del centrodestra, il cui candidato sindaco è sostenuto da cinque liste: Lega Nord Trentino, Alleanza nazionale, Avio Centro, Forza Italia ed anche il Patt. "Poniamo grande attenzione alle forme di sostegno alla famiglia, ai giovani ed agli anziani - illustra Sandro Borghetti - ma intendiamo anche incrementare il turismo: le nostre montagne e il castello sono potenzialità non sfruttate a sufficienza". Molto probabile però che si arrivi al ballottaggio: ne è quasi certo Amadori: "A quel punto - dice - saltano tutte le logiche di partito ciò che conta è la persona ". Mentre Sega auspica che proprio il secondo turno offra alle forze del centrosinistra un'occasione per ricongiungersi, Salvetti apre al centrodestra: "Se non dovessimo farcela e Borghetti ci chiedesse di sostenerlo potremo valutare questa offerta ". Ma Borghetti tira dritto per la sua strada: "Se si va al ballottaggio non faremo nessun apparentamento ". Annalia Dongilli.


L'Anci: risparmi sovrastimati (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-11-06 - pag: 4 autore: L'Anci: risparmi sovrastimati Gli interventi sui Comuni frutteranno meno dei 313 milioni calcolati in Senato Mariolina Sesto ROMA "I risparmi che in Finanziaria vengono ricondotti ai tagli alle retribuzioni dei consiglieri comunali sono sovrastimati ". Il vicepresidente dell'Anci, Fabio Sturani, lancia l'altolà al Senato. Che ha stimato in 313 milioni i tagli alle indennità dei rappresentanti delle amministrazioni locali limitando lo stipendio al solo gettone di presenza. E il presidente dell'Associazione dei Comuni Leonardo Domenici ha scritto una lettera ai senatori per contestare formalmente i conti che riguardano i risparmi provenienti dalle città. è dunque battaglia sul valore dei tagli ai costi della politica. Oggi Sturani è a Roma proprio per discutere con la maggioranza il valore di quei tagli che dovrebbero finanziare in parte l'eliminazione del ticket sulla diagnostica e la specialistica. L'associazione dei Comuni è ferma sulle sue posizioni e ha dato incarico all'Ifel, l'Istituto che fornisce le statistiche sulla finanza locale, di calcolare l'entità del taglio. Secondo l'Anci, la sovrastima deriva dal fatto che alcuni Comuni hanno già autonomamente deciso nei loro regolamenti di optare per il gettone di presenza come unica forma di retribuzione dei loro consiglieri. Ma il ralatore alla Finanziaria Giovanni Legnini mantiene il punto: "Il calcolo lo ha fatto il ministero dell'Economia e si aggira sui 300 milioni. Si tratta di una cifra molto fondata, tenendo conto dei rilievi dell'Anci si potrà arrivare a 280 milioni, non meno". Intanto, il senatore ulivista ed ex presidente dell'Anci,Walter Vitali con un intervento in Aula ha fatto da cassa di risonanza della posizione dei Comuni. "Io sono un senatore di maggioranza – è la sua premessa – e in questo momento delicato non avrei alcun interesse a discostarmi dalla linea dell'Unione. Però se l'Associazione dei Comuni ritiene incongrua la stima di risparmi che la riguardano direttamente occorre ascoltarla e intervenire". Il senatore ribadisce inoltre la sua contrarietà alla norma che, secondo il relatore, sopprime circa 80 comunità montane (mentre secondo il ministero degli Affari regionali ne farebbe fuori oltre 110) e che, nell'ultima versione, sembra aver conservato il limite altimetrico di 500 metri per almeno l'80% del territorio comunale. "I comuni in questione non potranno permettersi di pagare da soli i servizi " ribadisce Vitali. Intanto il ministro per l'Attuazione del programma continua a tacere. Soddisfatto o insoddisfatto del lavoro fatto dal Parlamento sul pacchetto da lui messo a punto? Di certo non è piaciuto a Giulio Santagata lo stralcio del taglio del 20% ai consiglieri comunali che avrebbe portato fra cinque anni a risparmi per 205 milioni. Anche su questo punto fra l'altro non c'è concordanza sulle cifre. Nella relazione tecnica alla manovra questo capitolo non comportava risparmi nel 2008. Per il ministro Santagata invece i tagli sarebbero partiti già dal prossimo anno per via della tornata di amministrative prevista in primavera. IL CONTENZIOSO Domenici scrive una lettera ai senatori: alle autonomie i conti non tornano Il relatore: calcoli affidabili, sono stati fatti dall'Economia.


Qualità e costi-benefici L'impegno della Regione (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 06-11-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-11-06 num: - pag: 4 autore: di ROBERTO FORMIGONI categoria: REDAZIONALE LA LETTERA Qualità e costi-benefici L'impegno della Regione Rispondo volentieri alle tre domande che mi ha posto Giuseppe Remuzzi nel fondo di qualche giorno fa. 1) Compito dei medici è curare e fare di tutto per guarire i malati. Compito dei manager è invece mettere gli operatori sanitari - medici e infermieri - nelle condizioni di esprimere al meglio la loro professionalità, gestendo un sistema che per legge è fatto di regole, vincoli e norme stabilite per garantire a tutti i cittadini le medesime opportunità (come è normale per un servizio pubblico, cioè di tutti e per tutti). Sceglieremo i direttori generali sulla base delle loro qualità e della capacità di garantire al meglio, in un rapporto fiduciario e all'interno delle leggi vigenti, il funzionamento del sistema sanitario. E confermo che siamo impegnati per far crescere la qualità e per ottimizzare il rapporto costi-benefici della nostra sanità. 2) La professione infermieristica ha subito negli ultimi anni una trasformazione profonda e oggi le scienze infermieristiche hanno dignità universitaria e necessitano di formazione di alto livello. Rispolverare una scuola professionale simile alle vecchie scuole per infermieri potrebbe significare una regressione inaccettabile. In Regione stiamo individuando nuove modalità che possano premiare anche economicamente chi si impegna di più e offre più qualità. E coltivo la speranza che con le rappresentanze dei nostri infermieri sia possibile raggiungere un accordo a vantaggio di tutti. 3) Concordo con Remuzzi: l'urgenza- emergenza è una delle nostre eccellenze, che anche all'estero ci chiedono di conoscere e studiare. La creazione di un'azienda unica servirà a rendere ancora più qualitativo e omogeneo il sistema sull'intero territorio regionale, superando difficoltà legate ai confini provinciali, alle differenti gestioni amministrative ecc. L'azienda non inciderà sull'attuale organizzazione dei pronto soccorso ospedalieri, ma si porrà come elemento di integrazione nel sistema, anche per affrontare le grandi emergenze. E comunque su questo tema apriremo tra breve il più ampio confronto tra tutti gli operatori e gli studiosi interessati. Presidente Regione Lombardia.


Dalla Casta alla beffa: la Finanziaria si rimangia le promesse antispreco (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama.it" del 06-11-2007)

 

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Dalla Casta alla beffa: la Finanziaria si rimangia le promesse antispreco Posted By vasco_pirri_ardizzone On 6/11/2007 @ 10:08 In Apertura#2, NotiziaHome | No Comments [1] La C asta, il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, ha terremotato la politica negli ultimi mesi. Dopo l'uscita della bibbia antispreco dei due giornalisti del Corriere della Sera, c'è stato un rincorrersi di politici e amministratori locali a promettere tagli ai costi della politica. Prima della presentazione della Finanziaria il governo aveva annunciato un pacchetto di riduzione dei costi della politica del valore, a regime, di 1,3 miliardi. Ma nella [2] manovra che è in discussione in questi giorni al Senato i risparmi certi e quantificabili sono fermi a 419 milioni. Un esempio? Prima dell'estate erano state promesse riduzioni almeno del 20% sui numeri dei consigli provinciali, comunali e circoscrizionali. Anzi, sembrava che le circoscrizioni, tranne nelle grandi città, sarebbero state del tutto abolite. E le comunità montane? Nel libro di Stella e Rizzo, se ne citano anche a livello del mare. Basta andare a rivedersi le dichiarazioni di qualche settimana or sono: sarebbero quasi scomparse. Ma le uniche cose ad essere davvero sparite davvero sono le norme che riformavano le comunità. D'altra parte sugli enti inutili non è andata tanto meglio. Il disegno di legge del ministro per [3] l'Attuazione del Programma, Giulio Santagata, censiva più di trecento enti inutili, proponendone il taglio di almeno un terzo. Risultato? I tagli ci saranno per poco più di una dozzina di società. Resterà invece [4] l'Ente italiano risi. Attacca duro il senatore di Forza Italia, Giuseppe [5] Vegas, che a Panorama.it lancia l'allarme: "Il vero costo della politica è il governo. Al Senato le modifiche chieste dalla maggioranza in commissione hanno portato aumenti di spesa nel triennio nell'ordine dei 5,9 mld euro. Sono tutte tasse in più che i cittadini dovranno pagare". Poi l'ex viceministro all'Economia del governo Berlusconi, aggiunge: "Si sono rimangiati soprattutto i tagli che erano previsti alla finanza decentrata. Quindi regioni, province e comuni non effettueranno i tagli". E ancora: "E' stata indebolita la norma sulle comunità montane: che quindi continuano ad esistere. Mentre si era parlato di soppressione". Poi Vegas parla di una norma che giudica ridicola: "Ma lo sapete che hanno fatto passare la riduzione del numero dei ministri? Ma dal prossimo governo ". Proprio su questo punto replica a Panorama.it Cesare [6] Salvi, presidente del gruppo di Sinistra democratica al Senato, e uno dei primi critici del sistema dei costi della politica con il [7] libro Il costo della democrazia, scritto con Massimo Villone: "È stato approvato il ritorno alla legge Bassanini sul limite al numero dei ministri. È normale che si applichi dal prossimo governo, altrimenti sarebbe stata una sfiducia a quello in carica". Poi Salvi prosegue ad enumerare le norme secondo lui positive presenti in Finanziaria sulla riduzione dei costi: "È stato inserito un tetto alle retribuzioni del settore pubblico e para pubblico. Non potranno superare quella del primo presidente della corte di Cassazione, più o meno 270 mila all'anno". E sugli enti locali infine spiega: "Non aveva significato ridurre il numero dei consiglieri. Mi sembra un bene che sia stato ridotto il numero degli assessori nelle giunte e che sia stata abolita l'indennità che è stata sostituita da un gettone di presenza". Insomma, tutto bene? No. Tanto che Salvi esclama: "Diciamo che sono soddisfatto al 40%. Non è tutto quello che avremmo voluto. Ma è un inizio". LA SCHEDA: [8] Che cosa prevede la Finanziaria Article printed from Italia: http://blog.panorama.it/italia URL to article: http://blog.panorama.it/italia/2007/11/06/dalla-casta-alla-beffa-la-finanziaria-si-rimangia-le-promesse-antispreco/ URLs in this post: [1] La C asta: http://www.bol.it/libri/scheda/ea978881701714.html [2] manovra : http://www.senato.it/lavori/21415/106652/genpagina.htm [3] l'Attuazione del Programma: http://www.attuazione.it/ [4] l'Ente italiano risi: http://www.enterisi.it/index.jsp [5] Vegas: http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00002469.htm [6] Salvi: http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00002143.htm [7] libro: http://www.bol.it/libri/scheda/ea978880455327.html [8] Che cosa prevede la Finanziaria: http://blog.panorama.it/italia/2007/11/06/finanziaria-2008-ecco-che-cosa-prevede/ Click here to print.


Il Governo propone, l'opinione pubblica dispone (sezione: Costi dei politici)

( da "Voce d'Italia, La" del 06-11-2007)

 

La Voce d'Italia - nuova edizione anno II n.50 del 06/11/2007 Home Cronaca Politica Esteri Economia Scienze Spettacolo Cultura Sport Focus Politica Primo tiepido tentativo di ridurre i costi Il Governo propone, l'opinione pubblica dispone Taglio dei ministri a partire dalla prossima legislatura. Trapani, 06 novembre 2007 - Il tema della riduzione dei costi della politica sollevato a più riprese negli ultimi tempi, trova in queste settimane una prima tiepida e non convincente risposta dalle istituzioni. Complice la "quadratura del cerchio" in tema di conti pubblici, il Governo Prodi si spreme le meningi per racimolare i fondi sufficienti a consentire l'abolizione del ticket sanitario e far quadrare il bilancio dello Stato. Per far questo propone come primo punto quello di abolire i costi della politica superflui. La Commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera all'intesa per ridurre il numero dei ministri, ma a partire dal prossimo esecutivo, quindi fino al 2011 non se ne parlerebbe, ammesso e non concesso che tale esecutivo duri fino ad allora. La Finanziaria da ora prevederebbe un giro di vite sui viaggi, anche all'estero, dei rappresentanti degli enti locali. Una iniziativa ad esempio adottata da tempo in Sicilia dal presidente dell'Ars Miccichè cha ha bloccato tutti fondi messi in bilancio destinati alla trasferte all'estero in missione istituzionale dei suoi rappresentanti. Una voce che incide non da poco nell'economia isolana già disastrata ed in preda allo stesso deficit nel settore della Sanità. Ma mentre in Sicilia si agisce a Roma si discute. Eliminata l'indennità di trasferta, rimane il rimborso del viaggio e un forfait per vitto e alloggio, con tetto fissato dal Viminale e dal Tesoro e autorizzazione preventiva. Fissato inoltre il divieto del cumulo per i gettoni di presenza, i parlamentari nazionali e europei non potranno più incassarli se hanno incarichi in enti locali. Ma le misure non sono almeno sufficienti per il momento, a coprire gli 834 milioni di euro necessari per l'eliminazione del ticket. Il conto è presto fatto. Perchè non intervenire anche sulle auto blu di rappresentanza che costano in termini di benzina, assicurazioni, manutenzione, autisti? Oppure sui carnet di viaggio gratuiti (per gli usufruttuari) per poter viaggiare in aereo, treno, metropolitana? O i cellulari di servizio di ultima generazione in dotazione a tutti i parlamentari? Sarebbe più serio agire a 360 gradi sulla riduzione dei costi suprflui e non trattare solo una delle voci. Il tema fondamentale però al momento non viene toccato che è quelo di ridurre le indennità dei parlamentari. Forse al Governo non arriva l'eco dei "quaderni di doglianza" provenienti dal "terzo stato", quello dell'opinione pubblica, secondo il quale l'indennità parlamentare italiana è la più alta tra quelle dei paesi europei? Tali provvedimenti rischiano a nostro modo di ritorcersi ancora di più contro l'attuale maggioranza, in quanto contribuiscono ad alimentare il senso di sfiducia nelle istituzioni in un paese che secondo gli ultimi dati statistici forniti vede la presenza di quasi 5 milioni di poveri tra le quali iniziano ad affacciarsi anche gli esponenti del cosidetto "ceto medio". A. De Bartolomeo politica.milano@voceditalia.it.


QUANDO GARIBALDI CHIEDEVA DI TAGLIARE (sezione: Costi dei politici)

( da "Agi" del 06-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA QUANDO GARIBALDI CHIEDEVA DI TAGLIARE... Stampa Invia questo articolo Ultimissime GARIBALDI: BLITZ LEGA ALLA CAMERA, TRADITORE E MASSONE GARIBALDI: BLITZ LEGA ALLA CAMERA, TRADITORE E MASSONE OMICIDIO PERUGIA: FERMATI TRE GIOVANI DERIVATI: RADDOPPIATA ESPOSIZIONE ENTI LOCALI TERRORISMO ISLAMICO: ROS, NESSUN RISCHIO PER ITALIA TERRORISMO: RECLUTAVANO KAMIKAZE, 20 ARRESTI DERIVATI: SACCOMANNI, VERIFICHE SU 4 GRUPPI BANCARI PAKISTAN: RETATE CONTRO MANIFESTANTI, OLTRE 110 ARRESTI BIAGI: PRODI, SCOMPARE GRANDE MAESTRO DELL'INFORMAZIONE AFGHANISTAN: DECINE TALEBANI UCCISI IN RAID AEREO NATO Quotidiani online Difesa oggiPolizia oggiStato oggi La battaglia contro i costi della politica? L'aveva gia' ingaggiata oltre cent'anni fa nel Parlamento italiano, Giuseppe Garibaldi. Si', proprio l'"eroe dei due mondi" il 13 maggio 1876 presento', scritta di suo pugno, una proposta di legge (la n.21 della XII legislatura) per chiedere una limitazione di stipendi, pensioni e assegni pagati dallo Stato. L'iniziativa moralizzatrice di Garibaldi e' presente in un volumetto a cura dell'Archivio storico della Camera dei deputati, presentato in occasione della giornata di studio introdotta dal presidente di Montecitorio, Fausto Bertinotti, per il bicentenario della nascita del protagonista dell'unita' d'Italia. Garibaldi, nel presentare la sua proposta moralizzatrice della spesa pubblica, parte naturalmente da riferimenti adatti a un generale: "Quando una fortezza assediata, od una nave in ritardo, si trovano mancanti di viveri - scrive - i comandanti ordinano si passi dall'intera alla mezza razione o meno. In Italia si fa l'opposto: piu' ci avviciniamo alla bolletta e piu' si cerca di scialacquare le gia' miserrime sostanze del paese". Drastica la proposta del deputato Garibaldi: "Finche' l'Italia non sia rilevata dalla depressione finanziaria in cui ineditamente e' stata posta, nessuna pensione, assegno o stipendio pagati dallo Stato potranno oltrepassare le 5 mila lire annue". (AGI).


Questo Governo sa solo inseguire la cronaca (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 06-11-2007)

 

Oggi è Mar, 06 Nov 2007 Edizione 241 del 06-11-2007 Fuori dal vaso / A colloquio con Luigi Crespi Questo Governo sa solo inseguire la cronaca di Luigi Crespi La debolezza del Governo La cosa più sorprendente è il modo in cui un tema come quello della sicurezza esplode, come l'agenda dei politici del Consiglio dei Ministri sia dettata dai titoli dei giornali. Che la sicurezza sia diventata improvvisamente un'emergenza tale da dover mettere insieme maggioranza e minoranza, dimostra come ci sia un'ansia da prestazione da parte della politica: e questo è un segno di debolezza. Il problema sicurezza esiste da tempo e mi lascia perplesso il modo in cui la politica lo affronta. Il drammatico episodio di Roma è diventato il paradigma dell'emergenza per il modo in cui l'hanno trattato i giornali; la politica non è in grado di dare un indirizzo politico e morale al paese, è in balia degli eventi. Se uno vuole sapere di cosa si occuperà il prossimo consiglio dei ministri, lo deve chiedere a Paolo Mieli. Tutto è legato alla reazione: non c'è nessuna capacità di progettare. Il tema sicurezza poi, non può essere limitato agli stranieri, perché è una cosa più ampia: ci sono 700mila emigrati iscritti ai sindacati e migliaia di stranieri che sono proprietari di una casa. Il problema sicurezza non riguarda solo gli stranieri, ma la parte clandestina di loro che viene catturata dalla malavita. Invece adesso ci troviamo di fronte delle situazioni razziste assolutamente insensate: nella diatriba tra il nostro governo e quello rumeno, per esempio, hanno ragione loro. Cinque romeni vanno a fare la spesa e vengono massacrati dagli skinheads: prima erano gli albanesi, oggi i romeni. Forse il problema è da un'altra parte. Comunque questo è un governo debole perché insegue la cronaca e ? di conseguenza ? diventa ogni giorno più debole. Finanziaria Berlusconi è decisamente un tipo strano, infatti ha dichiarato che non ha mai provato a comprarsi dei senatori, quando sanno tutti che ad alcuni di loro ha fatto capire che se fossero passati con lui, gli avrebbe garantito una poltrona: secondo me era meglio se gli proponeva dei soldi. Mi ha lasciato decisamente perplesso, perché secondo me è assolutamente legittimo che il capo dell'opposizione tenti in modo democratico di rovesciare un governo che si regge su minoranze variegate e discutibili. Così come non c'è niente di vergognoso, da parte del governo, nel provare a restare in piedi in ogni modo. Berlusconi gli deve dare una spallata, mica un calcio nel sedere... Parlando della Finanziaria, è evidente che tutti si aspettano uno scivolone dietro l'altro, perché tenere insieme tutte le componenti politica sulla visione economica è la cosa più complicata. Alla fine faranno una Finanziaria talmente inefficace che andrà bene a tutti. Altrimenti con le divergenze che ci sono tra Bertinotti e Dini, ogni giorno può essere quello della resa dei conti. E' chiaro però che Prodi può farcela, ci ha già dimostrato altre volte una grande capacità di sopravvivere, ma il problema è il prezzo da pagare per farlo: Bertinotti dice che il governo è malato, Dini è in disagio permanente, Di Pietro e Mastella non fanno altro che litigare. Questo governo è in crisi, non per un'opposizione incalzante, ma per una incapacità strutturale di stare insieme. Costi politica Qualche giornale, dopo un po' di pausa, ha ricominciato a cavalcare il tema dei costi della politica. Bisogna ribadire che gli interventi della politica sono demagogici e inefficaci. Prima dei costi della politica, bisogna ridurre i costi dello Stato, degli apparati, come ad esempio tutti i dipendenti dei prefetti. La gente non ne può più, in un periodo come questo dove non si riesce ad arrivare alla fine del mese, ogni tipo di privilegio fa imbestialire tutti. Ma non è riducendo il numero dei parlamentari che si risolve i problemi; prima bisognerebbe ridurre le province e i comuni, oppure eliminare i Prefetti, che sono un retaggio post-bellico. Bisogna ripensare tutto, per dare risposte vere, ma con chi le ripensi le cose? Prima c'è bisogno di rinnovare la politica.


Le poltrone della Provincia (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

 

Ca' Corner è stata tra i primi a rendere pubblici i compensi e a ridurre il numero di consiglieri di amministrazione Le poltrone della Provincia Venezia(m.f.) La Provincia è stata tra i primi enti locali a recepire le disposizioni della passata Finanziaria, disponendo la pubblicazione trasparente di tutti gli incarichi dei suoi rappresentanti in società a partecipazione pubblica, enti pubblici e i relativi compensi. Il compenso più alto rimane quello di Lino Brentan, amministratore delegato dell'Autostrada Venezia-Padova, per il quale sono stati comunicati 54 mila euro l'anno. Brentan era stato indicato dalla Provincia per ricoprire la carica di vertice. L'ex sindaco di Dopo Claudio Bertolin è vicepresidente Actv designato da Ca' Corner e percepisce 43mila euro all'anno. Altro compenso più corposo è quello di Luigino Busatto, predecessore di Davide Zoggia alla guida della Provincia, che per la San Servolo Servizi percepisce 30mila euro l'anno. Poi, la Provincia ha sostenuto Gastone Rabbachin come presidente dell'Atvo (27mila euro). In Save, la Provincia ha come suo rappresentante Matteo Todesco (20mila euro più 500 per ogni seduta del consiglio di amministrazione).La presidenza dell'Apt (Alessandro Peruch) vale 20mila euro, la vicepresidenza (Renato Morandina) 15mila, il consiglio di amministrazione (Francesco Panzarin, Amorino De Zotti, Alberto Enzo, Giorgio Penzo) 12mila. Come vicepresidente di Pmv, Nadi Pettenò percepisce 20mila euro, mentre 8mila sono per Luciano Favaro in qualità di consigliere.Gral, la società che gestisce le concessioni lagunari per l'allevamento di vongole veraci ha un presidente (Dino Lazzarotto, 24mila euro il compenso annuale), un amministratore delegato (Giuseppe Chiaia, 60mila), tre consiglieri (Giampaolo Bigarello, Carlo Miollo, Piergiorgio Vianello, 6mila ciascuno). Ci sono poi gli amministratori che non hanno compensi fissi, ma gettoni di presenza.I dati sono tutti consultabili sul sito Internet della Provincia (www.provincia.venezia.it) su cui si trovano parecchie altre interessanti informazioni.Ca' Corner si è tra l'altro distinta per aver proceduto ad una razionalizzazione delle sue partecipazioni, cedendo quelle ritenute non strategiche come Asm, EdilVenezia, Thetis. Tutte società, comunque, in cui la presenza di Ca' Corner era poco significativa in termini di peso. Sulle società in cui è rimasta presente, ha invece adeguato subito i membri dei consigli di amministrazione alle nuove disposizioni.


<Incompatibilità? Niente di ufficiale> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

 

Il caso riguarda Sandro Todaro e si riferisce alla mancata restituzione di gettoni di presenza nella prima giunta Guarnieri "Incompatibilità? Niente di ufficiale" Il vicesindaco comunque si dice pronto a pagare nel caso sia questa la decisione del giudice ChioggiaDuemila euro per saldare una pendenza, un debito, che altrimenti lo renderebbe incompatibile con la carica ricoperta. La notizia, non ufficiale, ha trovato fin qui sponda in alcuni esponenti della opposizione consiliare. Il debitore obbligato a saldare il conto per evitare la decadenza sarebbe l'attuale vicesindaco, già candidato sindaco di Lega Nord, Sandro Todaro. Il quale sostiene di non saperne niente, di "non aver ricevuto alcuna carta", ma accetta di discutere il suo caso. Che impone un passo indietro di sei-sette anni. Durante la prima Giunta Guarnieri, 1997-2002, fu deliberato ad un certo punto un emolumento, un fisso mensile per i consiglieri al posto dei gettoni di presenza. Successivamente quel provvedimento venne annullato. Un atto del genere significò che l'atto non era mai stato assunto. Pertanto i consiglieri comunali furono chiamati a restituire la differenza tra quando incassato col fisso mensile e quanto effettivamente avrebbero maturato col gettone di presenza. Cifre differenti a seconda della maggior e minor frequenza alle varie sedute. Ci fu chi restituì l'equivalente di 7500 euro, chi come Todaro avrebbe dovuto restituirne 3500. Todaro ed altri quattro consiglieri decisero di affidarsi al giudizio del Tar ritenendo che la delibera in questione fosse stata indebitamente annullata."Non aveva niente di irregolare - dichiara il vicesindaco - caso mai, aggiunge - andava revocata e questa prassi non avrebbe cancellato gli effetti prodotti nel periodo di vigenza". Nel febbraio dello scorso anno, stante il ricorso al Tar, il segretario comunale Stefano Nen convenne "sull'opportunità di sospendere ogni procedura (il recupero del credito, ndr) sino all'esito della causa". Per questo motivo Todaro sostiene di non avere pagato. Aggiunge di essere pronto a farlo non appena gli venisse formalizzata una richiesta del genere. Che dovrebbe arrivare caso mai dalla Prefettura visto che sia il citato segretario Nen, prima di lasciare l'incarico e l'ex sindaco Guarnieri si sono rivolti proprio alla Prefettura prefigurando una condizione di incompatibilità per Todaro che oltre a quello citato ha anche un secondo "contenzioso" che lo vede creditore del Comune per 20mila euro.Sulla vicenda Fortunato Guarnieri fa questa considerazione: "In caso di conclamata incompatibilità, visto che la cosa era risaputa perché da me riferita al Consiglio comunale, risulterebbero impugnabili tutti gli atti della Giunta assunti presente il vicesindaco". Il quale avverte: "Se mi si chiede di pagare, pagherò in attesa di vedere cosa deciderà il Tar".G.B.


Venezia Una torta da un milione (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 06-11-2007)

 

VeneziaUna torta da un milione di euro. È l'ammontare che, con le dovute approssimazioni, si spartiranno per questo 2007 gli amministratori in società pubbliche e private nominati o indicati dall'amministrazione comunale. Nel mucchio ci sono "colossi" come Actv e Vesta (ora Veritas) ma anche realtà molto più piccole che comunque hanno i loro organi societari. In questa piccola galassia c'è un po' di tutto: dai rappresentanti delle categorie economiche della città agli ex consiglieri comunali o assessori che per scelta propria o delle urne elettorali non sono stati confermati nei precedenti ruoli. Ci sono personaggi impegnati a tempo pieno nella società che presiedono o amministrano e quindi hanno un compenso adeguato allo sforzo, ci sono poi i consiglieri i cui posti sanno di "pegno" pagato dall'attuale maggioranza alle forze politiche, anche di opposizione. Insomma, poltrone più o meno redditizie per chi ha la fortuna o le capacità per entrare nei giochi.I compensi più notevoli sono stati ridimensionati nel corso dell'anno in seguito alle disposizioni introdotte dalla passata Finanziaria, secondo la quale i presidenti non possono percepire indennità superiori al 70 per cento dell'indennità del primo cittadino. Così, il compenso del presidente Actv, Marcello Panettoni, è passato da 150mila euro a 68mila, mentre i compensi dei consiglieri di amministrazione sono leggermente aumentati, passando da 20mila 658 euro a 24mila tondi. Rimane uguale il compenso del presidente di Ames (Farmacie comunali e personale non docente delle scuole), Efstathios Tsuroplis (già consulente politico dell'ex sindaco Paolo Costa), che percepisce 68mila euro. Identico anche il compenso dell'economista Francesco Giavazzi, che da Arsenale Spa percepisce 15mila euro l'anno. In Asm, la società che gestisce autorimesse, parcheggi e il servizio car-sharing, che sta costruendo il people-mover, il compenso del presidente Giorgio Nardo è stato elevato da 26mila euro a 45mila e sono stati adeguati (più 50 euro) i gettoni di presenza. Dato che in questi giorni, il Casinò è un tema caldo, dati alla mano si può dire che l'intero consiglio di amministrazione compreso il presidente non percepisce in un anno molto di più di un ispettore di sala. Secondo i dati del sindaco, questi guadagna mediamente 139mila euro, il che significa che ci sarà chi percepirà cifre più elevate e altri che guadagneranno uno stipendio più esiguo. In ogni caso, per il presidente Mauro Pizzigati ci sono 70mila euro, mentre per i consiglieri di amministrazione 22mila 600 euro per ciascuno.Invariato il compenso di Claudio Orazio, già assessore importante del Comune ed ex sindaco di Cavallino Treporti: 36mila euro come presidente di Edilvenezia. Un altro ex assessore, Giampaolo Sprocati, percepisce 26mila euro in qualità di presidente di Insula, la società per la manutenzione urbana di Venezia. L'Ive, immobiliare veneziana, è la società che sta realizzando gli interventi di edilizia residenziale per conto del Comune. Il compenso del presidente Ezio Micelli, è di 20mila euro, che si aggiungono ai 10 mila di compenso quale amministratore unico de Il Teatro Srl. La Nicelli Spa, società con il compito di rilanciare lo scalo aeroportuale del Lido, finora non ha fatto molto ma il compensi dei consiglieri sono abbastanza esigui: 1.500 euro l'anno. Quindi, probabilmente, non faranno molta fatica a seguire l'indicazione del sindaco Massimo Cacciari il quale ha chiesto che la società sia amministrata a titolo gratuito.Pmv è la società proprietaria dei pontili di Actv e sta realizzando il tram. Il suo presidente Antonio Stifanelli (ex direttore generale di Actv) ha percepito nel 2006 100mila euro. Quest'anno il compenso sarà di 40mila, in quanto dal primo ottobre è cessato dalla carica di amministratore delegato. Per Vega, la cooperativa a responsabilità limitata che gestisce il Parco scientifico e tecnologico di Marghera, 40mila euro sono il compenso di Massimo Colomban (già numero uno di Permasteelisa e di Sviluppo Italia Veneto). Il presidente dell'Ava, Franco Maschietto, siede per conto del Comune nel consiglio di Venezia terminal passeggeri (5.200 euro di compenso annuo). Per Venis, la società informatica del Comune, Ca' Farsetti ha pensato al docente di matematica a Ca' Foscari Elio Canestrelli (22mila euro), che è il fratello di Paolo, direttore del Centro Maree. Per Venice Cards il Comune ha indicato il presidente Mauro Milani (62mila 770 euro) e quattro consiglieri, che rimarranno in carica fino alla fusione con Vela.Michele Fullin.


POSTE: PROPONE SOLUZIONI INNOVATIVE PER ACCESSO A SISTEMA SANITARIO (sezione: Costi dei politici)

( da "Caltanet" del 06-11-2007)

 

> NEWS--> Roma, 6 nov. (Adnkronos) - All'eHealth Conference 2007 di Bologna, che si svolge oggi nel quadro del COM-PA, Poste Italiane presenta soluzioni integrate per offrire ai cittadini nuove e piu' semplici opportunita' di accesso ai servizi sanitari. E' quanto si legge in una nota che spiega che il Gruppo intende proporsi come partner qualificato, attraverso una gamma di prodotti che pongono al centro la persona. Lo scopo e' quello di favorire l'interazione tra Pubblica Amministrazione e privati, in linea con la missione sociale che determina il ruolo di Poste Italiane nel Sistema-Paese.


COSTI POLITICA:BIANCHI, NON RIUNIRE INFRASTRUTTURE-TRASPORTI (sezione: Costi dei politici)

( da "Wall Street Italia" del 06-11-2007)

 

Di ANSA - (ANSA) - ROMA, 6 NOV - Sull'ipotesi di riaccorpare i ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti nell'ambito del programma di riduzione dei costi della politica, il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, si è detto contrario spiegando che "non si può fare la parodia di Penelope, per cui un giorno facciamo la tela e un altro la smontiamo". Interpellato a margine dell'assemblea generale di Assoporti, Bianchi ha rilevato che fra i due ministeri "il punto di contatto sono le infrastrutture di collegamento. In questo campo la ripartizione è stata fatta scindendo le opere dalla gestione dei servizi e la ripartizione sta funzionando. Non vedo motivo di rimetterle in discussione". Bianchi ha ricordato che "un anno e mezzo fa c'é stato il provvedimento di separazione dei due ministeri e non si può rismontare tutto da mattina a sera, anche se ora avessimo dubbi. Ho sempre sostenuto che esistono decisioni nette su alcuni compiti dei due ministeri - ha concluso - Quello delle Infrastrutture si occupa di opere che non hanno niente a che vedere con la mobilità e che per noi sono arabo". Durante il suo intervento all'assemblea generale di Assoporti, Bianchi aveva accennato alla riduzione dei ministeri con una battuta a proposito della riduzione delle autorità portuali: "Dire senza spiegare il perché che bisogna ridurre le autorità portuali da 23 a 16 è come dire di ridurre il numero dei ministeri o giocare una partita di calcio in sette anziché in undici. Mi devono spiegare il perché, delle cose voglio sapere sempre il perché". Bianchi ha aggiunto che "si dice che sarebbe meglio avere 16 autorità portuali invece di 23 senza spiegare il perché ma potremmo fare un ragionamento dicendo che alcune aggregazioni sull'arco ligure, sull'arco adriatico, su quello del levante, siciliano, sono credibili e che automaticamente il numero si riduce e questo, allora, avrebbe un senso". (ANSA).


Fuori gli onorevoli dai cda Giro di vite sulle Fondazioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Finanza e Mercati" del 07-11-2007)

 

Di Redazione del 07-11-2007 da Finanza&Mercati del 07-11-2007 [Nr. 219 pagina 2] "Tolleranza zero" nel collegato alla Finanziaria per gli incarichi pubblici di parlamentari e amministratori locali Tra i possibili "colpiti" il sindaco di Siena Giro di vite sui vertici delle fondazioni bancarie, fuori i politici dai cda delle società pubbliche. Queste le principali novità contenute nel ddl-trasparenza collegato alla Finanziaria che dovrà essere approvato entro il 15 novembre dal Consiglio dei ministri, di cui Finanza & Mercati è entrato in possesso. Deputati, senatori ed europarlamentari, si legge all'articolo 1 del testo, non potranno ricoprire incarichi in enti o società di diritto pubblico. Mentre chi ricopre cariche pubbliche non potrà svolgere "attività professionali o funzioni di gestione nell'ambito di società, enti o organizzazioni di rilievo imprenditoriale". Tolleranza zero, dunque, in primo luogo sui conflitti di interesse degli amministratori locali. Il provvedimento messo a punto dal ministro per l'attuazione del programma di governo, Giulio Santagata, con l'obiettivo di ridurre i costi della politica e fare ordine nella Pa, vieta infatti tout-court a sindaci, assessori, consiglieri comunali e presidenti delle province di "assumere nell'ambito del territorio amministrato incarichi privati incompatibili con le materie connesse al proprio ruolo istituzionale". Il divieto riguarda sia le attività svolte a titolo professionale o di lavoro autonomo, sia le funzioni di gestione assunte, per esempio, all'interno di un consiglio di amministrazione. Ecco perché le prime a essere colpite potrebbero essere proprio le Fondazioni bancarie, di cui spesso a norma di statuto fanno parte rappresentanti designati a vario titolo dalle Regioni e dagli enti locali. In buona sostanza, se il disegno di legge del governo dovesse essere approvato in questa versione, chi vorrà continuare a fare il primo cittadino o l'assessore al bilancio nel comune dove ha sede la Fondazione o l'istituto di credito di cui fa parte, sarebbe costretto a fare le valigie. L'ipotesi è tutt'altro che teorica. Tra i primi a farne le spese, ad esempio, ci sarebbe il sindaco di Siena, Maurizio Cenni. Rieletto nelle liste del centro-sinistra per il secondo mandato consecutivo lo scorso anno, Cenni è infatti anche funzionario del Monte dei Paschi di Siena, che dal 1995, si legge sul sito istituzionale, lo ha assegnato al reparto piccole e medie imprese della direzione generale della stessa città. L'attività esercitata privatamente in quest'ultimo caso è senza dubbio di "rilievo imprenditoriale", ricade nell'ambito del territorio amministrato e si collega anche alle materie connesse alla carica pubblica ricoperta. Se non altro per la riscossione dei tributi e dei debiti pregressi dei cittadini svolta da Mps per conto del comune di Siena. Come già detto, la "cura" Santagata guarda anche a piani istituzionali più alti. Il divieto di cumulo tra incarichi, si legge al comma 2, interesserà anche "deputati, senatori ed europarlamentari che svolgano funzioni di gestione o di qualsiasi natura in enti di diritto pubblico, imprese, società partecipate dalla pubblica amministrazione o enti da essi vigilati".


Consiglieri 'firma e fuggi'? La colpa è dei giornalisti (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 07-11-2007)

 

SOFRI E I COSTI DELLA POLITICA Consiglieri 'firma e fuggi'? La colpa è dei giornalisti IN Comune, dopo i ripetuti casi di 'firma e fuggi' in commissione (con gettoni pagati anche ai consiglieri che firmano la presenza e se ne vanno), il presidente del consiglio, il ds Gianni Sofri (nella foto) ha trovato la soluzione: secretare le sedute, escludendo pubblico e giornalisti. E' uno dei punti del suo Piano contro i costi della politica, che prevede fra l'altro la riduzione del numero delle sedute (aumentate molto in questo mandato) e la "specializzazione" dei consiglieri, che potrebbero partecipare non a tutte ma solo a "due" commissioni. Alcune commissioni, spiega Sofri, "implicano assoluta tranquillità e concentrazione da parte dei consiglieri". Ma spesso si svolgono invece in un'atmosfera "poco propizia". Sofri allude "un andirivieni spesso rumoroso e fastidioso di persone (consiglieri, invitati, pubblico, giornalisti), con accompagnamento musicale pressoché continuo di cellulari". Dunque, salvo "casi particolari" da limitare fortemente, fuori tutti dalle riunioni di commissione. LA proposta solleva subito dubbi nel Pd. "Le sedute devono essere pubbliche, sempre", commenta Giovanni Mazzanti. Anche per Galeazzo Bignami (An), "il ruolo di controllo della stampa, pur con alcuni eccessi ed errori, è positivo e necessario". "Mi sembrano le vecchie direttive dei presidi alle classi ? commenta Carlo Monaco (La tua Bologna) ?. Ma i rimedi proposti sono peggiori del male". Alberto Vannini (LtB) sono "dieci pagine veltroniane: dentro c'è tutto e il contrario di tutto". - -->.


Ci rimettono i Comuni e le Province (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 07-11-2007)

 

CONVEGNO. Molti funzionari all'incontro sui costi della politica ai Palazzi Scaligeri. Pastorello: "Mi chiamano l'uomo dalle cinque poltrone ma ho solo due indennità" "Ci rimettono i Comuni e le Province" Che siano giorni frenetici negli uffici delle amministrazioni pubbliche lo dimostra il pienone di funzionari di enti di Verona e provincia all'incontro organizzato dalla Provincia con il contributo di Unicredit Banca su "Numero e compensi degli amministratori di società partecipate dagli enti locali e altri tagli ai costi della politica". Il decreto Lanzillotta del dicembre 2006 ha messo non poco scompiglio tra gli amministratori, molti dei quali hanno già visto un calo drastico di entrate per la somma di nomine che accumulavano. Dal 1° gennaio 2007, infatti, chi è consigliere di amministrazione di un ente pubblico può, come prima, ricevere altri incarichi in società partecipate dal suo ente non oltre il 20%, ma, e qui sta la novità, non può più riceverne l'indennità. Ne sa qualcosa il vicepresidente della Provincia Antonio Pastorello. "Mi chiamano il politico dalle cinque poltrone - spiega - ma ho indennità solo dalla Provincia come assessore e da Acque Veronesi da cui percepisco 750 euro lordi al mese. Dagli incarichi di sindaco, Società Trasporti Brennero e Cisiag, poi convogliata in Acque Veronesi, prendo zero. Come sempre in Italia si va da un estremo all'altro. Il decreto Lanzillotta contiene elementi giusti solo in parte, ma va rivisto con più equità, soprattutto nell'ambito del numero di consiglieri nelle partecipate". E qui veniamo al tema del convegno, con Pastorello e il Segretario generale della Provincia Giuseppe Panassidi che introducono il prof. Federico Fontana dell'Università di Genova. Fontana spiega gli effetti del decreto Lanzillotta sul taglio del numero degli amministratori nelle partecipate, che dovrà essere recepito ngli statuti dagli enti pubblici entro il 22 novembre. "Ridurre i costi della politica può avere una sua utilità ma bisogna intervenire sulle competenze di chi amministra, sul valore di queste figure". Secondo Fontana "il problema non sta tanto nel numero o nell'entità dei compensi, ma nella qualifica di chi ricopre gli incarichi". Come dire, sarebbero soldi spesi bene se chi governa enti e società avesse le capacità professionali per farlo. "Con ciò si abbatterebbero i costi per le consulenze esterne, valorizzando gli interni senza cedere a logiche dei partiti di distribuzione dei posti nelle partecipate". "Il decreto", aggiunge Fontana, "si presta a dubbi interpretativi e non è privo di distorsioni e criticità". Il più evidente è quello che va a tagliare solo sugli ottomila Comuni e le cento Province italiane. Sono, infatti, esenti le Regioni, ognuna delle quali stabilirà le sue regole, e il governo centrale, per quale i tagli di questo tipo sono stati promessi nella Finanziaria 2009. Ciò ha fatto arrabbiare l'Anci, associazione dei comuni italiani, che ha redatto uno studio evidenziando le contraddizioni del provvedimento Lanzillotta. A.S.


I troppi lavori dei magistrati (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 07-11-2007)

 

Un migliaio di giudici hanno incarichi extra-ufficio, spesso poco opportuni. Ma la legge lo consente Roma. Antonio Catricalàè presidente di sezione del Consiglio di Stato (giudice amministrativo) in posizione di fuori ruolo e dal 18 febbraio 2005 riveste la carica di presidente dell'Antitrust, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato che vigila sui comportamenti che possono impedire la libera concorrenza o produrre pubblicità ingannevoli. Nonostante questa veste di Garante Catricalà, nel biennio 2005-2006, è stato autorizzato dalla magistratura amministrativa a ricoprire una serie di incarichi extragiudiziali. Nell'ordine: 2005, componente dell'Accademia del cinema italiano e della giuria del Premio David di Donatello presso l'Ente David di Donatello, compenso gratuito; membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Iri, una fondazione nata sulle ceneri dell'Iri, senza scopo di lucro che promuove studi in materie giuridiche e finanziarie. Durata dell'incarico 5 anni, compenso 500 euro a seduta. Presidente del collegio arbitrale per la risoluzione della controversia tra la Società Rizzani De Eccher e il ministero della Difesa (petitum previsto 108.833.229.000 euro). Nel 2006: docente di diritto privato presso l'Università di Tor Vergata, 516 euro per una lezione di due ore e incarico di docenza alla Luiss, l'Università di Confindustria, la principale organizzazione delle imprese italiane, per un periodo di tre mesi e mezzo. Domanda: è opportuno che il presidente di un'Authority terza ricopra questo tipo di incarichi? Risposta, non sarebbe opportuno, ma in Italia è consentito. Corrado Calabrò, presidente dell'Agcom (l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) dal 9 maggio 2005 e pure lui magistrato amministrativo (è stato presidente del Tar del Lazio), nel 2006 è stato nominato, previa autorizzazione della magistratura di appartenenza, socio della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, "socio onorario e a titolo gratuito e la Fondazione si occupa di eventi culturali", spiega al Secolo XIX il suo portavoce. Ma Catricalà e Calabrò non sono i soli esempi di giudici con incarichi extragiudiziali: in Italia sono centinaia i magistrati, contabili, amministrativi e ordinari, con incarichi del genere. Questi i dati più recenti: 61 gli incarichi extragiudiziali assunti dai magistrati contabili (Corte dei conti) nel primo semestre del 2007, in tutto il 2006 erano 148; 840 quelli dei magistrati ordinari nel periodo dal 14 novembre 2006 al 13 maggio 2007, nel semestre precedente erano 338, meno della metà; 181 i magistrati amministrativi che quest'anno hanno incarichi extragiudiziali (anche se il numero degli incarichi è superiore visto che molti ne hanno più di uno a testa), in tutto il 2006 erano 251. Si va dalle collaborazioni con il governo, i Gabinetti ministeriali, le Regioni (quindi con la politica), agli arbitrati, passando per gli organismi di garanzia delle Authority, il Coni, la Federazione gioco calcio, per finire con le cattedre universitarie e gli incarichi in ambito Ue. I compensi variano dai gettoni orari per le docenze universitarie alle collaborazioni da migliaia di euro con i Gabinetti ministeriali, sino a veri e propri secondi stipendi, 30-40 mila euro all'anno e oltre, nel caso di incarichi annuali. Per non parlare degli arbitrati dove il compenso è in percentuale sulla cifra del petitum, il valore della controversia. Un carnet eterogeneo che il nostro giornale è andato a spulciare, sfogliando gli elenchi pubblici sugli "extra" dei giudici. Vediamo i casi concreti, partendo dalla magistratura amministrativa e pescando a caso dall'elenco. Roberto Chieppa, consigliere di Stato, nel 2007 è stato autorizzato a svolgere 16 incarichi extragiudiziali: da relatore in nove convegni promossi tutti dall'Ita srl (con compensi che variano da 500 a 1.000 euro) a presidente del collegio arbitrale tra la Scebas spa e il ministero della Difesa, per un petitum di 320 mila euro. Altro esempio: un primo referendario del Tar Calabria, Gabriele Nunziata, ha avuto il via libera per 8 incarichi: tra questi quello di consigliere giuridico presso il ministero degli Affari esteri (800 euro annui) e quello di terzo arbitro con funzioni di presidente del collegio arbitrale per la controversia tra l'Impresa opere pubbliche spa e l'Università della Calabria, su un petitum stimato in 1.800.000 euro. Se passiamo dai magistrati amministrativi a quelli contabili (Corte dei conti), la situazione non cambia di molto. Anche qui prendiamo a caso: Claudio Iafolla, consigliere, ha ricevuto il placet per un incarico di studio e ricerca offertogli dal ministero per lo Sviluppo economico: compenso previsto 48 mila euro mentre Marcello Bruno Tridico, anche lui consigliere, ne ha avuto uno in qualità di esperto dal Secit-ministero dell'Economia, per un compenso previsto di 70 mila euro. Prima di passare ai magistrati ordinari, una premessa: il Consiglio superiore della magistratura da diversi anni non autorizza più gli incarichi arbitrali limitando il nullaosta per l'insegnamento, le partecipazioni a commissioni di studio ministeriali, le consulenze per le commissioni parlamentari, la partecipazione a commissioni di concorso e per le attività extragiudizialie dove è obbligatoria la presenza di magistrati. Ora gli esempi: Umberto Apice, sostituto procuratore generale presso la Cassazione, ha ottenuto due incarichi: uno dalla Luiss per dieci ore di lezioni universitarie (compenso 2.800 euro) e un altro da un Istituto regionale di Studi giuridici del Lazio, 6 ore di lezione per un compenso orario di 150 euro. Ugo De Carlo, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno ha invece avuto un incarico dalla Marina militare - Accademia di Livorno, per 21 ore di lezioni di polizia giudiziaria, compenso lordo 1409,94 euro. Uscendo dall'elenco dei nomi, un altro dato è significativo: su 279 arbitrati la pubblica amministrazione ne ha vinti, dal luglio 2005 al giugno 2007, soltanto 15. Costo per i cittadini, 715 milioni di euro e spesso il presidente del collegio arbitrale era un alto magistrato amministrativo. Senza contare gli enormi ritardi dei processi italiani e dell'attività giudiziaria in generale che a tutto dovrebbero spingere i giudici tranne che a non occuparsi di giustizia. Massimiliano Lenzi 07/11/2007.


La soluzione è cacciare i giornalisti - aldo balzanelli (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

 

Pagina III - Bologna LA SOLUZIONE è CACCIARE I GIORNALISTI ALDO BALZANELLI C'è un problema di crisi della politica? I cittadini guardano con disincanto crescente all'attività (e ai privilegi) dei pubblici amministratori? I consiglieri comunali vengono pizzicati a firmare presenze per incassare gettoni e poi spariscono dietro i propri affari? Occorre affrontare il problema e dopo averci a lungo pensato ecco la soluzione: cacciare dalle commissioni i giornalisti. La giustificazione è che disturbano con il loro via vai e con i loro telefonini sempre accesi. Inoltre sembra che i consiglieri comunali, se c'è la stampa, cerchino disperatamente di mettersi in mostra accentuando i toni delle polemiche e la lunghezza degli interventi. Dunque via quegli inutili curiosi che si ostinano a voler sapere cosa bolle in pentola a Palazzo d'Accursio e che nel recente passato si sono persino messi lì con il taccuino a controllare chi c'era e chi non c'era, chi metteva la firma per incassare il gettone di presenza e poi se la filava quatto quatto. Bene, il prossimo passaggio potrebbe essere il ripristino dei "muro" di guazzalochiana memoria, la vetrata fatta costruire dall'ex sindaco per difendersi proprio dalla petulanza dei giornalisti. Ma si potrebbe fare anche di meglio. Sempre per evitare il protagonismo dei consiglieri comunali, perché non secretare anche le sedute dell'assemblea di Palazzo d'Accursio? Ma la questione centrale non erano i costi della politica? Beh, qui l'intesa tra i poli è garantita visto che la soluzione individuata è di passare dai gettoni di presenza all'indennità, allo stipendio insomma. Cui andranno aggiunti gli incentivi alla presenza. Verificata come? Come adesso, cioè in nessun modo visto che il controllo con un badge, si dice, sarebbe umiliante. Lo pensano anche i lavoratori che ogni mattina timbrano il cartellino, ma questa è antipolitica.


Consiglieri, stipendio più gettone e niente stampa in commissione - via bignami (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

 

Pagina VII - Bologna Il piano contro i costi della politica e il "firma e fuggi" del presidente del consiglio comunale Gianni Sofri Consiglieri, stipendio più gettone e niente stampa in commissione Il professore contrario al doppio autografo degli eletti per ridurre l'assenteismo VIA BIGNAMI Non più solo i gettoni, ma anche uno stipendio. Questa la ricetta studiata dal presidente del consiglio comunale Gianni Sofri per contrastare il fenomeno dei consiglieri firma-e-fuggi, che intascano il gettone da 72 euro e abbandonano le commissioni consiliari. Ricetta nata per tagliare i costi della politica di Palazzo D'Accursio, ma che i costi non si propone di ridurli: il monte di indennità e gettoni resterebbe infatti uguale a quello attualmente stanziato dal Comune per i soli gettoni: 1,3 milioni di euro nel 2007. Più facile "tagliare" i giornalisti che, secondo il documento, dovrebbero essere lasciati alla porta di tutte le sedute "di studio o istruttorie". E scetticismo anche sulla "doppia firma", in entrata e in uscita, caldeggiata prima dell'estate dal sindaco Sergio Cofferati per stroncare il malcostume di chi incassa e se ne va: "Instaurerebbe uno spiacevole controllo scolastico-poliziesco" scrive Sofri. Questo il succo delle dieci pagine che il presidente del consiglio comunale ha recapitato ieri al vicepresidente Paolo Foschini e ai capigruppo a Palazzo D'Accursio. Documento a lungo atteso. Annunciato a luglio scorso e rimasto in gestazione per oltre tre mesi. La miccia che innescò il dibattito sulla retribuzione dei consiglieri fu una commissione consiliare record di 7 minuti, sottoscritta da trenta firme (e costata trenta gettoni: 2160 euro), ma alla quale erano presenti solo una manciata di consiglieri. Tra le proposte di Sofri: ridurre il numero delle commissioni, razionalizzarne i lavori e "specializzare" i consiglieri, in maniera che partecipino solo a certe commissioni. Ma anche secretare le sedute. Lavorare cioè a porte chiuse, con giornalisti e pubblico fuori dalla porta, a meno che non si tratti di udienze conoscitive, dove sono ammesse a parlare persone "esterne". Una misura che castigherebbe la ricerca "spasmodica" di visibilità di alcuni consiglieri, a scapito però della trasparenza dei lavori del consiglio, definita da Sofri un "mero alibi". Ma la novità più rilevante del documento è l'introduzione dello stipendio dei consiglieri, da aggiungere ai gettoni, e "calcolato sulle attività svolte dai consiglieri anche al di fuori del consiglio comunale". Un sistema compensatorio, in cui chi partecipa a tutte le commissioni viene premiato con i gettoni. Chi non partecipa vede decurtata anche la sua indennità. Un sistema che però lascia aperto il problema dei consiglieri firma e fuggi. Come assicurarsi che chi firma poi resti fino a fine lavori? Sofri si dice "favorevole" al sistema di doppia firma, ma contesta la sua efficacia: "Nulla vieta che chi firma se ne vada e poi torni in tempo per la seconda firma". E un sistema che lascia aperto anche il problema della riduzione dei costi. Attualmente i consiglieri possono guadagnare fino a 3.200 euro lordi al mese, in gettoni. Con lo stipendio assicurato dalla riforma Sofri però il consigliere che ora, a ottobre 2007, ha intascato solo 148 euro - quello che ha guadagnato di meno - percepirebbe comunque uno stipendio base più alto. Del resto, conclude Sofri, "assai difficilmente si può pensare a risparmi consistenti fermandosi agli introiti dei consiglieri". Ben di più si potrebbe ottenere, suggerisce, tagliando il loro numero, "da 46 a un numero fra i 30 e i 34".


"così si crea un esercito di piccoli stipendiati" - luciano nigro (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 07-11-2007)

 

Pagina VII - Bologna L'INTERVISTA Villone, autore de "Il costo della democrazia" "Così si crea un esercito di piccoli stipendiati" LUCIANO NIGRO "Che effetto mi fa l'idea di un'indennità ai consiglieri comunali? Pessimo. Così si crea un esercito di piccoli stipendiati". Il senatore della Sinistra democratica Massimo Villone, è professore universitario come il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri. Ed è autore, con Cesare Salvi, del libro "Il costo della democrazia: eliminare sprechi, clientele e privilegi per riformare la politica". Sa da che cosa nasce la proposta dell'indennità? Dalle polemiche sul malcostume di certi consiglieri che firmano e fuggono per intascare il gettone di presenza. "Ho fatto anch'io il consigliere comunale nei primi anni '90. E da presidente di commissione pretendevo che si firmasse per le riunioni". A Bologna ora dicono che un controllo non sarebbe dignitoso, meglio un sistema misto: un'indennità per tutti e i gettoni per chi lavora di più. "Brutto affare. Siamo in una fase di caduta dei parametri di etica politica. Così la politica diventa una professione fin dai primi passi e un intero sistema si squilibra". Non si regge un costo del genere? "E come può reggere se si forma una massa di semi-stipendiati? E' stato tanto criticato il sistema dei burocrati di partito, ma i funzionari allora erano un numero esiguo. Oggi sono un esercito". Un consigliere attivo a Bologna incassa attorno ai 30 mila euro lordi all'anno. Se una metà diventa "stipendio" ciascuno avrà un fisso di 1.500 euro che potrà arrotondare con le presenze alle commissioni. "Una cifra che chi lavora in un call center si sognerebbe". Forse anche molti giovani laureati, non crede? "Proprio così. L'estate scorsa ho incontrato un giovane laureato, molto brillante. "Che cosa fai?", gli chiedo. "Sto pensando di candidarmi", mi risponde. Bene, gli dico, e con chi? "Con chi mi dà un posto in lista", ribatte lui lasciandomi di stucco. E' accaduto davvero e accadrà sempre più spesso perché in Comune si guadagna più che in call center: il contratto è quinquennale e la retribuzione certa". Perché è così difficile avere i dati sui compensi dei consiglieri, professore? "Per una malintesa lettura della privacy. Un'assurdità visto che parliamo di come si spende il denaro pubblico. Passata la finanziaria mi occuperò di questo elementare principio". E' in grado questo sistema di auto-riformarsi? La conclusione di Sofri è che ridurre i costi non si può. E a conferma, proprio in questi giorni, le indennità degli amministratori sono aumentate di 165 mila euro su 3 milioni, oltre il 5 per cento in più. "La nostra battaglia è iniziata da tempo, ma i risultati sono stati modesti nonostante l'appoggio di parlamentari di qualche altro gruppo (i più sensibili sono alcuni colleghi della Lega). Quest'anno abbiamo ottenuto qualcosa in più: è passata una legge che contiene qualche principio e anche tagli effettivi". Merito di chi? "I risultati veri si ottengono solo se c'è una forte spinta dell'opinione pubblica e dei giornali. Quest'anno ci sono stati il libro di Stella e Rizzo e la campagna di Grillo... tutto questo aiuta. E aiutano gli articoli che denunciano i casi come quelli di chi firma e fugge per il gettone. O c'è una spinta dell'elettorato o affogheremo nelle clientele e nel malcostume". Le verrebbe da pensare male se le dicessi che nella proposta di Sofri c'è anche l'idea di lasciare fuori i giornalisti dalle commissioni "istruttorie" per non disturbare il lavoro dei consiglieri? "Temo proprio di sì. Vedo che certe cattive abitudini della mia Napoli si stanno trapiantando anche a Bologna".


Gorizia Il bel gesto di De Santis l Democrazia Comune International plaude alla decisione del consig... (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 07-11-2007)

 

Gorizia Il bel gesto di De Santis l Democrazia Comune International plaude alla decisione del consigliere comunale Bernardo De Santis di rinunciare ai 104,40 euro dell'indennità di carica di consigliere comunale e, coerentemente, anche ai 27 euro del gettone di presenza alle sedute delle commissioni consiliari, la dimostrazione che la politica di servizio può essere fatta con umiltà ed impegno. Così oggi possiamo annotare, su questo particolare percorso di serietà politica di cui la Democrazia ha estremo bisogno, ognuno con le proprie modalità e motivazioni Bernardo De Santis esponente della lista Progetto Gorizia, Donatella Gironcoli dei Cittadini per Gorizia e della Circoscrizione di Montesanto Piazzutta il presidente Giancarlo Karlovini, i consiglieri Alessandro Tavella, Giordana Valentinuzzi di Forza Italia e Alessandro Gregorig dell'Udc. Ci congratuliamo, pertanto, con questi nuovi esponenti dell'amministrazione pubblica di Gorizia, che hanno la fermezza ed il coraggio di andare controcorrente. Democrazia Comune International Gorizia Parco giochi, fatti e non parole lFa piacere constatare che il sindaco Romoli si sia accorto, a dire la verità con qualche mese di ritardo, della necessità di ascoltare gli appelli di mamme e nonni a mettere in sicurezza i Giardini pubblici. Soltanto dopo la pubblicazione di un articolo sulla stampa locale in cui si chiedono maggiori controlli e maggior pulizia nell'area riservata ai giochi per i bambini, il sindaco si affretta ad effettuare un sopralluogo. Del resto questa è diventata una consuetudine per Romoli e per la sua giunta: leggere il giornale la mattina e, qualche ora dopo, correre a farsi fotografare nell'area in questione, parco giochi o incrocio che sia. Mi auguro comunque, data la delicatezza del tema, che almeno questa volta alla volontà di apparire, segua anche un'azione concreta da parte dell'amministrazione comunale. Nel programma dell'Ulivo compariva infatti fra le priorità quella di mettere in sicurezza le aree verdi utilizzate dai bambini. Suggerisco quindi al sindaco di non farsi scrupoli a copiare altri capitoli del nostro programma, come quello di rafforzare i controlli nei parchi giochi attraverso l'opera dei nonni vigile, dal momento che si è finalmente reso conto che i problemi che avevamo posto sono reali. Giulio Mosetti consigliere comunale Ulivo Gorizia.


Consiglieri assenteisti sì al taglio dei gettoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 07-11-2007)

 

Ai consiglieri provinciali assenteisti sarà tagliato lo stipendio. Saranno i capigruppo a decidere come e di quanto ridurre le indennità degli assenti ingiustificati. A PAGINA 12.


"Così si abbattono i costi della politica" (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 07-11-2007)

 

REFERENDUM 1.VDA VIVE "Così si abbattono i costi della politica" "Anche se con le nuove regole gli eletti saliranno da 35 a 42, il nostro progetto prevede un risparmio annuo di un milione e 611 mila euro". Vallée d'Aoste Vive ha presentato un disegno di legge regionale per ridurre gli stipendi a consiglieri regionali, assessori e presidenti di giunta e Consiglio. Il 18 novembre si voterà per i referendum propositivi, e quattro quesiti su cinque chiedono di rivedere le modalità di elezione di Consiglio e giunta regionale. Uno dei capisaldi è l'incompatibilità tra l'assemblea e l'esecutivo, fatto che farebbe lievitare gli eletti appunto da 35 e 42. "Così aumenterebbero i costi della politica", dicono le forze della maggioranza regionale, che invitano a non andare a votare. "Non è vero - ha detto ieri Dario Carmassi, presentando la proposta di legge -, il tema del contenimento dei costi della politica ce lo siamo posti già da tempo". "Vallée d'Aoste Vive - ha detto Carmassi - propone lo sganciamento delle indennità di consiglieri e assessori da quella prevista per i deputati". Le cifre: "Ora il presidente della Regione, tra indennità varie, percepisce 17.900 euro lorde al mese. Gli assessori 15.384, i consiglieri 10.872". La proposta di Vallée d'Aoste Vive: "Il presidente scenderebbe a 16.100 euro, gli assessori a 14.000, i consiglieri a 7300". Vallée d'Aoste Vive chiede anche l'abolizione del vitalizio per i consiglieri non più in in carica, mentre "lo ritiene giustificato per i componenti della giunta".


Bolzano via dai cda: sindaco contestato (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 07-11-2007)

 

Di Antonella Mattioli Bolzano via dai Cda: sindaco contestato Dopo il caso Ipes coro di critiche in giunta Rifondazione chiede vertice di maggioranza La città già fuori da Università, Museion, e Consulta per l'innovazione Repetto: "Situazione inaccettabile" BOLZANO. Escluso dal cda dell'Università; fuori - almeno finora - dal cda della nuova fondazione Museion; fuori dalla Consulta per l'innovazione ma ripescato grazie alla nomina dell'assessore Primo SchÖnsberg da parte del Consorzio dei Comuni. Adesso l'ultima mazzata: il Comune in base alla proposta elaborata da Adolf Spitaler, direttore della ripartizione edilizia abitativa, viene escluso anche dal cda dell'Ipes. La giunta comunale si ribella: è inaccettabile. E prende le distanze dal sindaco che, gelando gli alleati, ha dichiarato: "Non possiano pretendere di esserci a tutti i costi. Per noi sarebbe meglio esserci, ovviamente, ma non ne farei un problema serio. Cercheremo di trovare altre vie per presentare le esigenze di Bolzano". Ventiquattro ore dopo Spagnolli, pressato dai suoi, cerca di correggere il tiro: "Faremo di tutto per essere nei posti in cui si decide, ma non è detto che nel futuro assetto dell'Ipes la sede sia ancora il cda. Il vero guaio è un altro: il taglio dei costi imposto dalla Finanziaria è devastante per la rappresentatività del gruppo italiano". Ma quanto si risparmierebbe con la sforbiciata da 11 a 5 membri? Il cda Ipes costa 95.940 mila euro lordi l'anno (3.500 l'indennità mensile del presidente; 1.120 il vice; 375 i 9 consiglieri); un cda di 5 membri costerebbe 68.940, ovvero 27 mila euro lordi l'anno in meno. Pochi, tanti? I giudizi come al solito variano. Certo, sul principio del risparmio non c'è nulla da dire, ma quella altoatesina è una situazione particolare. "Da noi l'effetto di questi tagli - attacca l'assessore Sandro Repetto (nella foto) - è quello di ridurre ulteriormente e in modo determinante la rappresentatività del gruppo italiano; poi c'è il discorso del ruolo del capoluogo che dobbiamo far valere con forza". Se è assurdo che Bolzano, tra i soci fondatori dell'università, non sieda nel cda; sarebbe pura follia - dicono gli alleati di Spagnolli - tagliar fuori il Comune capoluogo anche dal cda dell'Ipes. "Dobbiamo fare blocco - esorta Repetto -: non possiamo mollare. Non è pensabile che Bolzano, che ha il maggior numero di alloggi popolari sul proprio territorio ed è tra i centri ad alta tensione abitativa, rimanga fuori". Il gruppo ecosociale preoccupato per le intenzioni della Provincia e infuriato per le dichiarazioni giudicate "troppo accomodanti" del sindaco, ha già chiesto un incontro di maggioranza. "Nulla da dire - commenta Oreste Galletti (Rifondazione) - sulla riduzione dei costi della politica: anzi. Chiediamo però che il principio venga attuato tagliando i compensi e non i membri del cda. è semplicemente assurdo che Bolzano non partecipi a scelte che sono di ordine abitativo ma anche urbanistico e sociale. Non è neppur pensabile che la nostra presenza nel cda Ipes dipenda dalle decisioni del consorzio dei comuni". Guido Margheri (Sd) chiede che le commissioni consiliari affrontino quanto prima il problema, "in quanto sono ormai troppi i casi in cui la Provincia decide di escludere unilateralmente Bolzano da importanti cda". Per quanto riguarda la necessità di risparmiare sui costi della politica Margheri consiglia di abolire le indennità di tutti i cda e sostituirle con gettoni di 100 euro a seduta. Contro il sindaco tuona Donato Seppi (Unitalia): "Invece di dichiararsi sdegnato per il trattamento riservato a Bolzano, si dichiara tranquillo. Cose dell'altro mondo".


La Camera taglia le spese per 12 milioni di euro (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 07-11-2007)

 

Costi della politica La Camera taglia le spese per 12 milioni di euro Oggi l'Ufficio di presidenza della Camera deciderà di ridurre la propria dotazione finanziaria per il 2007. La misura, che rientra nell'ambito delle iniziative per la riduzione dei costi della politica, determinerà per il prossimo anno a Montecitorio un risparmio di 12.350.000 euro.


Asiu e atm più magri tagliati i consiglieri di amministrazione (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 07-11-2007)

 

Il Comune applica la Finanziaria Asiu e Atm più magri tagliati i consiglieri di amministrazione PIOMBINO. Asiu e Atm sono le due società partecipate del Comune di Piombino che saranno ridimensionate per numero di membri dei consigli di amministrazione, in base alle disposizioni della Finanziaria sul taglio dei costi della politica. La legge Finanziaria ha stabilito infatti i tetti dei consiglieri dei Cda nelle società interamente pubbliche e ha dato anche delle prescrizioni sulle società miste (capitale pubblico e privato insieme). I tagli sono stati deliberati ieri mattina nell'ambito del consiglio comunale con l'approvazione di una delibera, presentata dall'assessore Massimo Giuliani, con la quale si determina il numero dei componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate e si modificano gli Statuti delle società con la riduzione degli amministratore. Con le modifiche introdotte quindi, Atm passa da 5 a 3 membri nel consiglio d'amministrazione compreso il presidente, e Asiu dagli attuali 11 a un massimo di 5. Un riduzione complessiva quindi di 8 consiglieri che, per ogni seduta del Cda, percepiscono un gettone di presenza di 200 euro. Tutto questo in vista delle prossime assemblee nell'ambito delle quali le aziende provvederanno anche al rinnovo dei nominativi dei consigli di amministrazione. Insieme a quelle di Asiu a Atm, sono stati modificati inoltre gli Statuti di Tap e Ealp, senza incidere sull'attuale composizione dei consigli che risultano già sotto i limiti previsti. Secondo il nuovo Statuto approvato in consiglio infatti, Tap riduce da 11 a 9 il numero massimo di amministratori, senza conseguenze immediate dal momento che il suo attuale consiglio di amministrazione è composto di 5 persone. Stessa cosa per Ealp, la quale, secondo il nuovo statuto potrà scegliere tra un consiglio di tre amministratori o un amministratore unico.


Costi della politica: il rimedio?\n Fuori i giornalisti (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 07-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: 1APAGINA - data: 2007-11-07 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE COMUNE Costi della politica: il rimedio? Fuori i giornalisti Il presidente del consiglio comunale, Gianni Sofri, ha presentato il progetto per la riduzione dei costi dell'assemblea. Ma, nel testo, spunta anche una proposta destinata a far discutere: il divieto per i giornalisti di partecipare ad alcune commissioni. " A pagina 6.


Federalismo ed economia (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: OPINIONI - data: 2007-11-07 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE DALLA PRIMA PAGINA Federalismo ed economia Ebbene vorrei tranquillizzare il politologo toscano perché a Napoli c'è chi lo sostiene da un pezzo. E la cosa più singolare è che a scriverlo oltre dieci anni fa non è stato un costituzionalista, né un politologo, né un economista, ma un architetto, Antonio Iannello, che pubblicò un libro intitolato L'inganno federalista. Il libro riproponeva gli interventi all'Assemblea costituente di coloro che si opponevano all'ordinamento regionale sulla base di semplici considerazioni tra le quali la più significativa era quella di Francesco Saverio Nitti secondo cui un'organizzazione su base regionale avrebbe messo in crisi il bilancio dello Stato. Gli anni '90 sono stati dominati da un dibattito che vedeva nella Lega l'ago della bilancia della politica e nelle idee di Gianfranco Miglio i presupposti teorici della riforma costituzionale. E così la maggior parte dei giuspubblicisti italiani si è impegnata a realizzare la via italiana al federalismo. Finché, poco prima delle elezioni del 2001, la maggioranza di centrosinistra fece approvare in Parlamento la "sciagurata " riforma del Titolo V della Costituzione. Ora il centrosinistra ci prova di nuovo e ha approvato in Commissione Affari costituzionali della Camera un progetto di riforma che prevede, tra l'altro, l'istituzione del Senato federale. Il testo è stato approvato con l'astensione dei rappresentanti dell'opposizione e con la Lega che, a detta di Maroni, avrebbe voluto votare ma si è astenuta solo per allinearsi alle posizioni degli alleati. E così Sartori se l'è presa col centrosinistra perché non si può continuare a star dietro alla Lega con una strategia suicida che potrebbe portare addirittura alla modifica dell'articolo 1 della Costituzione. Il libro sulla "casta" di Stella e Rizzo, poi, secondo Sartori, non fa altro che confermare come il federalismo comporti l'aumento smisurato della spesa pubblica. Se l'obiettivo principale è quello di ridurre la spesa, disattivare il federalismo non è una scelta ma una necessità. Tra l'altro questo assunto dovrebbe essere condiviso da tutti coloro che sostengono che lo Stato deve essere amministrato come un'azienda. E cos'hanno fatto le principali aziende del Paese negli ultimi anni? Ebbene quelle automobilistiche da qualche decina sono diventate una sola, la Fiat, che ha assorbito tutte le principali industrie dell'auto. Nel mondo delle banche c'è stata una vera e propria corsa a unirsi, a "federarsi", perché dalla fusione dei soggetti ci si aspettava la realizzazione di economie di scala e una maggiore efficienza. Così sono nati dei veri e propri colossi dalle fusioni tra Intesa e Sanpaolo e tra Unicredit e Capitalia. Mentre le banche rimaste al palo fanno a gara per diventare più grandi tentando di "federarsi" con altre di pari dimensione. Insomma tutto ciò che è avvenuto negli ultimi anni nel mondo dell'economia ci dice che per spendere meno e avere più efficienza bisogna unirsi e diventare più grandi, mentre lo Stato è l'unico soggetto che pur dovendo comportarsi come un'azienda fa esattamente il contrario. E il bello è che l'Italia dovrebbe realizzare il federalismo col più alto debito pubblico tra i Paesi industrializzati. Spenderemo di più proprio nel momento in cui tutti i cittadini chiedono che si riduca la spesa pubblica perché le famiglie, già sotto pressione, non ce la fanno più a sostenerla. Sono maturi i tempi per invertire la rotta. Sergio Marotta.


Sofri: <Taglio dei consiglieri e porte chiuse ai giornalisti> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 07-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-07 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Costi della politica, la ricetta del presidente del Consiglio comunale Sofri: "Taglio dei consiglieri e porte chiuse ai giornalisti" "Niente pubblico né stampa in commissione" Meno riunioni di commissione, il divieto per i consiglieri comunali di partecipare a più di due commissioni, la doppia firma per l'entrata e l'uscita dalle riunioni, e un compenso misto per i consiglieri determinato per metà dai gettoni di presenza e per metà da un'indennità fissa. Ma anche l'auspicio di un taglio radicale del numero dei consiglieri comunali. è questo, in estrema sintesi, il cuore del piano per la riduzione dei costi della politica in Comune presentato dal presidente del consiglio, Gianni Sofri. Nel documento c'è però anche un'assoluta novità: la possibilità di secretare alcune sedute a giornalisti e pubblico. Una proposta, che nasce da un ragionamento piuttosto articolato, ma che è destinata a far discutere. è facile prevedere che soprattutto l'opposizione protesterà contro questa proposta anche perché fino ad oggi proprio le riunioni delle commissioni erano la sede pubblica in cui venire a conoscenza dei progetti dell'amministrazione. "Distinguerei - scrive Sofri nel documento - tra le commissioni di studio e di istruttoria (che implicano tranquillità e concentrazione da parte dei consiglieri) da quelle nel corso delle quali si ascoltano a vario titolo persone esterne. Nel secondo caso trovo giusto che sia presente la stampa e il pubblico, nel primo no". "Invocare la trasparenza per opporsi a questa modifica - scrive ancora il presidente del consiglio comunale - mi sembrerebbe francamente un puro alibi. Non mi risulta che in Parlamento pubblico e stampa partecipino ai lavori delle commissioni ". Nel prologo al suo documento, Sofri spiega che il problema dei costi della politica "esiste ed è molto grave ", ricordando "l'ormai famosa commissione di sette minuti del luglio scorso" e le polemiche che seguirono. Anche se, oltre alle commissioni lampo dove si pagano comunque i gettoni di presenza, il problema degli ultimi anni è stato un altro: il malcostume di alcuni consiglieri che entrano nella commissione, firmano, e se ne vanno. Per scoraggiare questa pratica Sofri propone "l'introduzione della doppia firma" dalle commissioni con l'aggiunta di alcune regole: un tempo di presenza minimo complessivo, con registrazione da parte della segreteria dell'ora di entrata e di uscita". Un altro passaggio chiave della proposta di Sofri è la decisione di specializzare il consigliere comunale. Oggi i rappresentanti a Palazzo d'Accursio possono partecipare a tutte le commissioni e, per dirla con Sofri, fanno un po' "i tuttologi". Nelle conclusioni del suo progetto, Sofri pensa anche a soluzioni più radicali per contenere i costi della politica: la riduzione dei consiglieri (dagli attuali 46 a 30-34) e la riduzione del numero delle commissioni. Infine il presidente del consiglio comunale si concede una battuta: "Nel mese di ottobre il consigliere che ha guadagnato di più ha percepito 2.245 euro, quello che ha guadagnato di meno 148 euro. La prima considerazione che si può fare è che non ci si arricchisce facendo il consigliere ". Sull'ipotesi di escludere i giornalisti dalle riunioni di commissione, l'assessore alla Comunicazione, Giuseppe Paruolo fa sapere: "Ragioniamoci. Buono lo spirito, ma mi pare opportuno che ci debba essere un approfondimento ". O.Ro.


Taglio dei consiglieri (da 9 a 3) ma i costi aumentano (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 07-11-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Grande Milano - data: 2007-11-07 num: - pag: 10 autore: Giovanna Maria Fagnani Olivia Manola categoria: REDAZIONALE GAGGIANO Taglio dei consiglieri (da 9 a 3) ma i costi aumentano Tagliano le poltrone nel consiglio d'amministrazione, ma i costi invece di diminuire aumentano. Quello che sembra un gioco di prestigio accade a Gaggiano, piccolo centro nelle campagne a Sud di Milano. La società è l'Asga (Azienda Servizi Gaggiano Srl), l'azienda a capitale pubblico che si occupa dei servizi di distribuzione del gas metano, del servizio idrico integrato, del cimitero e delle farmacie comunali. Nel 2006 l'azienda contava otto consiglieri e un presidente, tutti nominati dal sindaco, per un costo complessivo di 12.903 euro. Quest'anno anche l'Asga ha deciso di scegliere la sobrietà, come invocato dal decreto tagliaposti del ministro degli Affari Regionali Linda Lanzillotta. Con una delibera di giugno, il consiglio d'amministrazione è passato da nove a tre rappresentanti. Ma il costo degli stipendi è salito a 13 mila euro. E così Vittorio Ciocca, capogruppo di Rifondazione Comunista a Gaggiano, ha scritto una lettera al ministro: "Chiedo alla Lanzillotta di spiegare ai miei colleghi il senso del decreto". In realtà, secondo il presidente dell'Asga Angelo Balzarotti, è tutta una questione di organizzazione: "Prima i consiglieri percepivano solo il gettone di presenza e non avevano ruoli operativi. Ora prendono un piccolo stipendio, ma hanno incarichi precisi". "Sono accuse pretestuose - sbotta il vicesindaco Gianluca Bianchi - . è vero che abbiamo ridotto il numero dei consiglieri senza tagliare l'ammontare complessivo delle indennità, ma si parla di compensi minimi. Il presidente dell'Asga guadagna circa 400 euro al mese e si accolla la responsabilità penale del suo incarico. Gli altri due consiglie riprendono circa 50 euro al mese. Dov'è lo scandalo con questi numeri? ". Sotto accusa l'Azienda di servizi Lettera al ministro LE ACCUSE.


274.000 (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 07-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2007-11-07 num: - pag: 11 autore: Sergio Rizzo categoria: REDAZIONALE Tetto agli stipendi, la partita delle venticinque deroghe IL CASO 274.000 IL TETTO IN EURO dei compensi per dipendenti e consulenti della pubblica amministrazione previsto da un emendamento alla legge Finanziaria ROMA - Questa volta Cesare Salvi e Massimo Villone l'hanno fatta davvero grossa, spargendo il panico fra superburocrati e manager pubblici. Perché il tetto di 274 mila euro lordi l'anno previsto da quell'emendamento riguarda la retribuzione di tutti, ma proprio tutti, i dipendenti e i consulenti delle pubbliche amministrazioni. Con poche eccezioni. Per l'esattezza, 25. Tante sono le deroghe possibili, per un massimo di tre anni, e i fortunati li potrà scegliere soltanto il premier con un decreto entro giugno 2008. Non è in discussione il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi (sulla carta il taglio dello stipendio, ha ricordato ieri il quotidiano Mf, dovrebbe scattare anche per lui), la cui retribuzione è (e rimarrà) di circa 450 mila euro. Difficilmente la mannaia si abbatterà sui presidenti dell'Agcom Corrado Calabrò, dell'Antitrust Antonio Catricalà, dell'Autorità per l'Energia Alessandro Ortis, o della Consob Lamberto Cardia, le cui retribuzioni (440 mila) sono paragonate allo stipendio del giudice costituzionale. E fra le deroghe eccellenti non ne mancherà una per il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli (600 mila). Ma poi? Saranno derogati anche i numerosi componenti delle authority? E i 14 giudici della Consulta, che hanno una retribuzione ben superiore a quel tetto? Che ne sarà poi dei direttori delle agenzie fiscali, il cui stipendio supera, talvolta di slancio, quello del primo presidente della Cassazione? Ancora: il tetto vale anche per i magistrati amministrativi che "arrotondano" con i ricchi arbitrati? Insomma, 25 deroghe rischiano di essere proprio pochine per evitare sgomitate e colpi bassi. Per non parlare di quello che potrebbe accadere negli enti locali e nelle società pubbliche. Pietro Ciucci ha contestato il senatore Paolo Brutti, secondo cui il numero uno dell'Anas incasserebbe un milione e mezzo l'anno. Ma fra un milione e mezzo e 274 mila c'è una bella differenza. Come c'è pure tra i soliti 274 mila euro e un milione 300 mila euro, cifra che dovrebbe corrispondere all'emolumento annuo del capo delle Poste, Massimo Sarmi. Soltanto un altro della lunga lista di manager pubblici che guadagnano molto di più del presidente della Cassazione. Ma se anche per alcuni di loro esiste lo spiraglio della deroga, un gruppetto di sfortunati non potrà contarci. Perché l'emendamento Salvi-Villone (sottoscritto da altri esponenti della sinistra) cancella anche con un colpo di spugna incarico e stipendio dei consiglieri della Corte dei conti designati dalle stesse Regioni nelle sezioni regionali di controllo, in base a una legge del 2003 che doveva servire a indorare la pillola agli enti locali, da sempre riottosi a subire i controlli della magistratura contabile. Ma qualche caso illustra com'è stata invece interpretata. Alla Corte dei conti della Liguria è andato l'avvocato Giuliano Gallanti, esponente del correntone Ds ed ex presidente dell'autorità portuale di Genova. In Lombardia sono stati nominati Giuliano Sala, ex consigliere regionale di Forza Italia, e Giancarlo Penco, già direttore finanziario del Comune di Milano. Per la serie controllori-controllati, tuttavia, c'è anche l'esempio della sezione della Corte dei conti che deve controllare gli enti locali calabresi, compresa ovviamente la Regione: lì è stato collocato Vittorio Cirò Candiano, già direttore generale del dipartimento Bilancio. Della Regione Calabria, ovviamente. TUTTIFRUTTI di Gian Antonio Stella nelle Opinioni.


ASIU e Atm, sono queste le due società partecipate del comune (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 07-11-2007)

 

Di Piombino che saranno ridimensionate per numero di membri dei consigli di amministrazione, in base alle disposizioni della Finanziaria sui tagli costi della politica. I tagli sono stati deliberati ieri in consiglio comunale con l'approvazione di una delibera, presentata dall'assessore Massimo Giuliani, con la quale si determina il numero dei componenti del consiglio di amministrazione delle società partecipate e si modificano gli statuti delle società con la riduzione degli amministratore. CON LE MODIFICHE introdotte quindi, Atm passa da 5 a 3 membri nel consiglio d'amministrazione compreso il presidente, e Asiu dagli attuali 11 a un massimo di 5. Un riduzione complessiva quindi di 8 consiglieri che, per ogni seduta del Cda, percepiscono un gettone di presenza di 200 euro. Tutto questo in vista delle prossime assemblee nell'ambito delle quali le aziende provvederanno anche al rinnovo dei nominativi dei consigli di amministrazione. Sono stati modificati inoltre gli statuti di Tap e Ealp, senza incidere sull'attuale composizione dei consigli che risultano già sotto i limiti previsti. Tap riduce da 11 a 9 il numero massimo di amministratori, senza conseguenze immediate dal momento che il suo attuale consiglio di amministrazione è composto di 5 persone. Stessa cosa per Ealp, che potrà scegliere tra un consiglio di tre amministratori o un amministratore unico. - -->.


Questione di poltrone partito democratico sotto accusa (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 07-11-2007)

 

Questione di poltrone partito democratico sotto accusa FERMO - Una brutta figura, non c'è che dire. Era tutto pronto per incoronare il nuovo presidente della Steat Fabiano Alessandrini. Da mesi si fa il suo nome e da mesi, i Ds prima e il Pd adesso, sostengono l'ex vice sindaco di Sant'Elpidio a Mare in questa mission. Si sono susseguiti incontri e trattative fittissime tra i partiti per fare in modo che l'operazione potesse quadrare. Il Pd, pur di tagliare il traguardo che comprendeva anche l'elezione di almeno un altro componente del Cda, ha rotto dapprima con la Cosa Rossa, che, stanca "dell'arroganza del Pd" si è addirittura rifiutata di presentare una sua candidatura, e poi con il centrodestra. Sia Di Ruscio che i partiti della Sinistra radicale chiedevano di ridurre il Cda a tre componenti. Il Pd non ha accettato, la Provincia, con Rossi, neppure. La Cosa Rossa ha chiesto di più: togliere l'indennità al vice presidente Steat (attualmente guadagna 22 mila euro) e dargli un gettone di presenza come per gli altri consiglieri. Il Pd ha detto no, l'indennità resta. Irremovibile pure sulle nomine. In questo clima al veleno e spaccatura si è arrivati all'assemblea di ieri. Niente nomine, per ora. Solo tanto caos. Per le solite poltrone.


CONVEGNO. Molti funzionari all'incontro sui costi della politica ai Palazzi Scaligeri. Pastorello: <Mi chiamano l'uomo dalle cinque poltrone ma ho solo due indennità> (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 07-11-2007)

 

CONVEGNO. Molti funzionari all'incontro sui costi della politica ai Palazzi Scaligeri. Pastorello: "Mi chiamano l'uomo dalle cinque poltrone ma ho solo due indennità" "Ci rimettono i Comuni e le Province" "Il problema sta più nelle competenze che nei compensi. E Regioni e Governo sono indenni"   Che siano giorni frenetici negli uffici delle amministrazioni pubbliche lo dimostra il pienone di funzionari di enti di Verona e provincia all'incontro organizzato dalla Provincia con il contributo di Unicredit Banca su "Numero e compensi degli amministratori di società partecipate dagli enti locali e altri tagli ai costi della politica". Il decreto Lanzillotta del dicembre 2006 ha messo non poco scompiglio tra gli amministratori, molti dei quali hanno già visto un calo drastico di entrate per la somma di nomine che accumulavano. Dal 1° gennaio 2007, infatti, chi è consigliere di amministrazione di un ente pubblico può, come prima, ricevere altri incarichi in società partecipate dal suo ente non oltre il 20%, ma, e qui sta la novità, non può più riceverne l'indennità. Ne sa qualcosa il vicepresidente della Provincia Antonio Pastorello. "Mi chiamano il politico dalle cinque poltrone - spiega - ma ho indennità solo dalla Provincia come assessore e da Acque Veronesi da cui percepisco 750 euro lordi al mese. Dagli incarichi di sindaco, Società Trasporti Brennero e Cisiag, poi convogliata in Acque Veronesi, prendo zero. Come sempre in Italia si va da un estremo all'altro. Il decreto Lanzillotta contiene elementi giusti solo in parte, ma va rivisto con più equità, soprattutto nell'ambito del numero di consiglieri nelle partecipate". E qui veniamo al tema del convegno, con Pastorello e il Segretario generale della Provincia Giuseppe Panassidi che introducono il prof. Federico Fontana dell'Università di Genova. Fontana spiega gli effetti del decreto Lanzillotta sul taglio del numero degli amministratori nelle partecipate, che dovrà essere recepito ngli statuti dagli enti pubblici entro il 22 novembre. "Ridurre i costi della politica può avere una sua utilità ma bisogna intervenire sulle competenze di chi amministra, sul valore di queste figure". Secondo Fontana "il problema non sta tanto nel numero o nell'entità dei compensi, ma nella qualifica di chi ricopre gli incarichi". Come dire, sarebbero soldi spesi bene se chi governa enti e società avesse le capacità professionali per farlo. "Con ciò si abbatterebbero i costi per le consulenze esterne, valorizzando gli interni senza cedere a logiche dei partiti di distribuzione dei posti nelle partecipate". "Il decreto", aggiunge Fontana, "si presta a dubbi interpretativi e non è privo di distorsioni e criticità". Il più evidente è quello che va a tagliare solo sugli ottomila Comuni e le cento Province italiane. Sono, infatti, esenti le Regioni, ognuna delle quali stabilirà le sue regole, e il governo centrale, per quale i tagli di questo tipo sono stati promessi nella Finanziaria 2009. Ciò ha fatto arrabbiare l'Anci, associazione dei comuni italiani, che ha redatto uno studio evidenziando le contraddizioni del provvedimento Lanzillotta. A.S.  .


COSTI POLITICA: BERTINOTTI, PER 2008 -12 MLN EURO DOTAZIONE CAMERA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 07-11-2007)

 

(ASCA) - Roma, 7 nov - La dotazione della Camera per il 2008 sara' ridotta di circa 12 milioni e 350 mila euro. Lo spiega lo stesso presidente di Montecitorio, Fausto Bertinotti, sottolineando che il risparmio si avra' legando la dotazione al parametro dell'inflazione programmata. Bertinotti, al termine dell'Ufficio di presidenza che ha esaminato la questione, spiega che la proposta emersa e' stata appunto quella di ''mantenere per l'esercizio finanziario 2008 la dinamica di crescita delle dotazioni della Camera (e del Senato - ndr) entro l'ndice di inflazione programmata recato dal Dpef per l'anno 2008''. In concreto, continua, la proposta e' di ''ridurre la dotazione gia' richiesta per l'anno 2008, in modo che il suo incremento rispetto alla dotazione del 2007 non superi il tasso di inflazione programmata per il 2008, pari all'1,7%''. fdv/cam/sr.


COSTI POLITICA:CAMERA TAGLIA DOTAZIONE 2008,RISPARMIA 12 MLN (sezione: Costi dei politici)

( da "Wall Street Italia" del 07-11-2007)

 

Costi politica:Camera taglia dotazione 2008,risparmia 12 mln di ANSA Si lega dotazione a inflazione programmata (ANSA) - ROMA, 7 NOV - La Camera risparmiera' 12.350.000 euro sui 990.500.000 previsti per il 2008. La dotazione e' stata legata all'inflazione programmata. L'ufficio di presidenza della Camera ha deciso oggi di legare per il 2008 la dotazione al parametro dell'inflazione programmata, da qui il risparmio. E' l'indice piu' restrittivo che si possa adottare, e' stato segnalato. L'iniziativa rientra nelle iniziative per il contenimento dei costi.


<Paghiamo i vigilantes con le indennità> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 07-11-2007)

 

MUNICIPALITA' DEL LIDO "Paghiamo i vigilantes con le indennità" (L.M.) "Rinunciare all'indennità di consiglieri e delegati per stipulare un contratto con una ditta privata di vigilanza armata che possa quotidianamente pattugliare il Lido e prevenire gli episodi di microcriminalità". Questa la proposta, ufficializzata ieri mattina, da Lucio Sambo, capogruppo della Lega Nord in consiglio municipale del Lido e Pellestrina. Il consigliere del Carroccio, alcune settimane fa, aveva già comunicato alla municipalità la sua decisione di rinunciare al gettone di presenza, previsto da regolamento per le partecipazioni alle sedute di consiglio e commissione, per affermare così la volontà di fare politica gratis, senza percepire alcun compenso. "Basterebbe - spiega Sambo - che circa la metà dei consiglieri e delegati rinunciassero al loro compenso, o quantomeno lo dimezzassero, per permettere un risparmio dei costi che poi potrebbero essere investiti per stipulare un contratto con una ditta di vigilanza privata che, vista la carenza di forze dell'ordine, possa presidiare il Lido con delle ronde che evitino i vandalismi o gli episodi di criminalità. Così si potrebbe intervenire senza intaccare il bilancio. Le telecamere, infatti, non servono a nulla. Basta coprirsi il volto per non essere riconosciuti i vandali perciò avrebbero comunque vita semplice. Ciò che ci vorrebbe, invece, è più personale in divisa sulle strade che possa intervenire in caso di necessità". Gli ultimi episodi si sono registrati, nel lungo ponte di Ognissanti, con i vandalismi al planetario e al parco in lungomare D'Annunzio con i writers che hanno imbrattato la facciata dall'edificio con scritte e graffiti. Ecco che, secondo Sambo, si deve fare qualcosa in più per affrontare episodi sempre più frequenti. "Non esiste - insiste il consigliere leghista - la microcriminalità. C'è, invece, a mio parere, la criminalità punto e basta. Si parla tanto dei costi eccessivi della politica, ma tra le parole e i fatti c'è ancora tanto da fare. Fino a questo momento, mi risulta che il sottoscritto è stato l'unico a rinunciare al gettone di presenza per dare un contenimento concreto ai costi. Si investa questo risparmio per garantire più sicurezza alla cittadinanza".


Commissioni in stile bulgaro Serve una svolta (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 08-11-2007)

 

MANERBIO. Verso un Consiglio straordinario "Commissioni in stile bulgaro Serve una svolta" Le minoranze di Manerbio si sentono discriminate, penalizzate dall'esecutivo di "sinistracentro" nel loro diritto-dovere di controllo degli atti amministrativi. Per ripristinare la "democrazia", i consiglieri della Casa delle libertà hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario. Emblematico l'ordine del giorno: modifica del regolamento delle Commissioni consultive. "Attualmente c'è disparità di trattamento nella designazione dei componenti le commissioni che vanno aggiornate per meglio affrontare i problemi comunità" osserva il capogruppo di Lega Nord, Ferruccio Casaro, presidente della Commissione prima. Secondo il centrodestra la composizione delle commissioni "deve corrispondere il più possibile a quella dei gruppi consiliari. Oggi i posti sono monopolizzati dalla maggioranza". Va insomma adottato il criterio proporzionale, assicurando comunque la presenza di almeno un rappresentante per ogni forza politica. Attualmente le commissioni escludono alcune aree presenti in Consiglio: la situazione è ulteriormente peggiorata dopo la costituzione del gruppo autonomo formato da Mario Fiorini e Sandro Scaramuzza. Casaro ha così convocato una seduta straordinaria della Commissione che presiede per adeguare il regolamento. "Vogliamo migliorare il servizio per i cittadini attraverso l'accorpamento di alcune commissioni - spiega Casaro -, la creazione di un organismo di controllo sull'immigrazione. Chiediamo che le pagine del notiziario comunale siano a disposizione anche minoranze oggi rigorosamente escluse. Oggi come oggi, il bollettino, pagato da tutta la comunità serve solo al sindaco per esprimere critiche sulla politica di Provincia e la Regione". Altro nodo caldo sono i bilanci delle società collegate al Comune che le minoranze vorrebbero conoscere. "Vogliamo svolgere il nostro dovere di controllo - spiega Casaro -, per evitare che i cittadini paghino, come in passato, il conto ai dissesti delle società comunali". Il riferimento è alla Cobregas, l'azienda di trading del metano "liquidata" a causa di un pesante deficit gravato anche da acconti degli utenti mai rimborsati. "Vorremmo sapere come sono stati ripianati quei conti" afferma l'esponente della Lega Nord. Sul tavolo anche i compensi ai componenti delle commissioni "che - afferma Casaro -, vogliamo abolire: la politica deve essere volontariato e l'impegno personale non può essere ripagato da un gettone". F.PIO.


I costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-11-2007)

 

Primo Piano I COSTI DELLA POLITICA Dovrebbero rimanere in sella il presidente Salton oltre a Della Giustina, Manente, Zanatta e Beninatto.


Il sindaco risparmia sugli assessori (sezione: Costi dei politici)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 08-11-2007)

 

Portato a termine l'altra sera l'atteso rimpasto di giunta, s'irrobustisce anche Sergio Faraon che gestirà i rapporti con associazioni e quartieri Il sindaco risparmia sugli assessori Non sostituito Girardello: Cultura a De Bertolis, Politiche giovanili a Caldart VITTORIO VENETO. Michele De Bertolis, medico a San Giacomo e assessore alla sanità, nonché ai flussi migratori, sempre più candidato a sindaco per conto della Lega (e di Fi). Giancarlo Scottà gli ha affidato la delega pesante della cultura e quella dell'identità veneta. L'ex assessore Fabio Girardello, pertanto, non verrà sostituito. "Vogliamo contenere i costi della politica", conferma Scottà. L'assessore De Bertolis, per la verità, perde una delega, quella delle politiche giovanili, che passa ad Antonella Caldart. L'assessore De Bertolis, per la verità, perde una delega, quella delle politiche giovanili, che passa ad Antonella Caldart, che ha l'istruzione, oltre alle Finanze. S'irrobustisce anche Sergio Faraon, assessore allo sport, che diventa il nuovo punto di riferimento per le associazioni e i consigli di quartiere. Girardello aveva un altro incarico, quello del turismo. "Ho deciso di tenermi quest'importante delega per condividerla di volta in volta - fa sapere il sindaco Scottà - con l'assessore più interessato all'iniziativa da organizzare". La mini-rivoluzione, a nemmeno due anni dalle elezioni comunali, è stata fatta l'altro ieri in giunta. S'era detto, a suo tempo, che Barbara Saltini e Antonella Caldart non avrebbero sgradito di ricevere gli incarichi appartenuti a Girardello. E che nel corso di una giunta si sarebbero anche vivacemente confrontate su questa prospettiva. Le interessate, però, smentirono. Chi esce premiato dal rimpasto è indubbiamente De Bertolis, a suo tempo socialista, poi transitato attraverso l'Udc ed approdato infine nella Lega. Reduce dai programmi pilota sulla sicurezza nel lavoro, che portarono due anni fa a Vittorio Veneto l'allora direttore dell'Inail, Maurizio Castro, e l'allora ministro del lavoro, Roberto Maroni, De Bertolis si sta preparando ad un anno di particolare visibilità. Il sindaco gli ha affidato la gestione del programma per il 90º anniversario della Vittoria e in particolare per l'organizzazione della visita del presidente Napoletano. "E' ovvio che in questa prospettiva ci aspettiamo molto, sul piano della promozione culturale, per il 2008 - anticipa il sindaco Scottà - e so che su De Bertolis la città può davvero contare". A dar man forte a De Bertolis, c'è già, fra l'altro, Alessandro Valenti, operatore culturale a Vittorio Veneto. "Abbiamo già fissato un appuntamento con tutti i collaboratori di de Bertolis - informa il sindaco - per verificare i programmi già avviati e procedere con celerità, magari arricchendoli ulteriormente. Questo significa che non ci sarà discontinuità con quanto tracciato dall'ex assessore Girardello". Sono in molti a Vittorio Veneto - e non solo ai piani più o meno alti di piazza del Popolo - a individuare in De Bertolis il possibile candidato della Lega alla sostituzione di Scottà, il quale, fra l'altro, ha già anticipato che intende ritirarsi a vita privata. Alla domanda specifica su De Bertolis, peraltro, il sindaco Scottà si limita a rispondere: "Deciderà la Lega, in accordo con la coalizione e, in ogni caso, abbiamo ancora molto tempo per riflettere. Certo, Michele ha le carte in regola. Come altri, però".


Pedicone in ferie, consiglieri senza gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

 

Pagina VIII - Palermo IL CASO PROMOSSI E BOCCIATI Trasferito alle circoscrizioni, l'ex capo dei vigili è assente da tre mesi. Un collega sbloccherà le indennità LA ROTAZIONE Pedicone in ferie, consiglieri senza gettone Da quando, il 13 agosto scorso, Diego Cammarata ha ridisegnato la mappa della burocrazia comunale firmando il provvedimento di rotazione dei dirigenti, Maurizio Pedicone non si è più presentato al lavoro. Il sindaco lo ha messo a capo delle otto circoscrizioni e dell'ufficio Igiene e sanità, destituendolo dal ruolo, ricoperto a partire dal 2003, di comandante della polizia municipale. Pedicone, 45 anni, al Comune dal 1990, non ha affatto digerito di dover dire addio a via Dogali. A lui quell'incarico piaceva sul serio. "Un uomo con il pallino della divisa", lo descrive chi lo conosce da anni. Così, da metà agosto, si è messo in ferie. Lo è ancora adesso, anche se pare che abbia esaurito i giorni di vacanza e che lunedì prossimo dovrà tornare a varcare la soglia di Palazzo delle Aquile. Da quando è stata varata la riorganizzazione, però, il dirigente non si è mai presentato al Comune e non ha quindi ancora assunto il nuovo incarico: così gli uffici che dovrebbe coordinare hanno subito una paralisi. I consiglieri comunali Edy Tamajo (Udc) e Stefania Munafò (Forza Italia) un paio di giorni fa hanno denunciato che gli eletti nei parlamentini di circoscrizione non prendevano l'indennità da luglio, cioè dalla data dell'insediamento, perché il nuovo dirigente non aveva firmato la determina per i pagamenti. A questo punto il Comune è corso ai ripari e ha chiesto a Renato Di Matteo, che prima della rotazione ricopriva lo stesso incarico affidato a Pedicone e che poi è stato promosso vice segretario generale, di firmare l'atto al posto dell'ex comandante della polizia municipale. I 120 consiglieri di quartiere non hanno ancora ricevuto un euro dalla data dell'insediamento dei parlamentini, che risale a circa quattro mesi fa. Ciascun consigliere, se partecipa a tutte e tredici le sedute previste in un mese, riesce a guadagnare circa mille euro al mese. Quindi il debito vantato dagli eletti ammonta a circa 480 mila euro. "Tutti i Consigli hanno firmato una petizione per chiedere che si accelerassero i pagamenti - dice Paola Lucido (Rifondazione comunista) della prima circoscrizione - Credo comunque che il ritardo non sia il più grave dei problemi, viste tutte le emergenze che la città vive". Di Pedicone, a Palazzo delle Aquile, non hanno alcuna notizia dai primi di ottobre, da quando cioè ha presentato domanda per tornare a dirigere il corpo dei vigili urbani. Il sindaco, però, ha già scelto il suo successore: sarà Nunzio Purpura, ex funzionario del Sisde, comandante del dipartimento Sicilia occidentale della polizia stradale. A giorni riceverà ufficialmente l'incarico di nuovo comandante della polizia municipale. sa. s.


Previdenza, 70 poltrone in palio (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-11-08 - pag: 2 autore: Previdenza, 70 poltrone in palio A dicembre scadono le presidenze di Inps, Inail, Inpdap e Ipsema - Altre 24 a giugno Davide Colombo ROMA Questo mese scade il mandato del commissario straordinario dell'IPost. E a dicembre arrivano al loro termine naturale le presidenze di Inps, Inail, Inpdap e Ipsema. Nello stesso mese scadranno pure i Consigli di indirizzo e sorveglianza dei primi tre enti pubblici. In ballo c'è il rinnovo (o la proroga minima di 45 giorni) di oltre 70 poltrone; tra cui quelle di Gian Paolo Sassi, Vincenzo Mungari, Marco Staderini e Antonio Parlato. Una prima prova di "spoil system previdenziale" per Governo e parti sociali in vista dell'altro giro di nomine agganciato alle scadenze dei consigli di amministrazione, sempre dei primi tre enti previdenziali pubblici e dell'Inail, il prossimo mese di giugno (sono altre 24 cariche). In perfetta sincronia con questo calendario, ieri, la Commissione bicamerale di controllo degli enti ha inviato a Parlamento e Governo i risultati dell'indagine conoscitiva sul progetto di riordino che dovrebbe portare, nei prossimi dieci anni, a un risparmio di almeno 3,5 miliardi. "In otto mesi di lavoro, nel corso dei quali abbiamo ascoltato tutti i vertici degli istituti interessati, le parti sociali,diversi ministeri e gli organi vigilanti – ha detto la presidente della Commissione, Elena Emma Cordoni – nessuno ha difeso l'assetto previdenziale attuale". Economie minime in 10 anni La consapevolezza che una razionalizzazione non è più eludibile, dunque, sembra diffusa. Anche se non mancano perplessità su tempi e risultati del piano. Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha confermato che "entro la fine dell'anno ci sarà sicuramente l'orientamento del Governo e il piano industriale". E ha aggiunto che il progetto contenuto nel Ddl sul Welfare "non mira certo a lasciare le cose così come stanno o a introdurre sinergie minime tra gli enti". Abituato a muoversi con grande cautela e altrettanta concretezza, Damiano non ha negato le difficoltà della prova ("potremmo fare la storia delle deleghe scadute dei governi su questo tema ") ma ha tenuto anchea sgomberare il campo da scetticismi "molto strani". Il riferimento è alle dichiarazioni fatte martedì in commissione Lavoro dal presidente dell'Inps, Gian Paolo Sassi, secondo il quale i 3,5 miliardi di risparmi sarebbero sovrastimati. "Considerato che i costi di funzionamento degli enti sono di 6 miliardi all'anno –ha fatto notare Damiano – 350 milioni di risparmi l'anno sono solo il 5-6% di quella cifra. Mi pare un obiettivo di risparmio modesto, anche solo con la razionalizzazione, e mi sorprende molto che qualcuno pensi che neppure a quello si possa arrivare". La soluzione a due poli Secondo la Commissione bicamerale, che ha approvato all'unanimità il documento conclusivo dell'indagine con le indicazioni di un primo piano di fattibilità, la via d'uscita dall'attuale foresta previdenziale e assicurativa pubblica dovrebbe portare alla costituzione di due poli. Un polo per le pensioni del settore privato, con al centro l'Inps (in cui verrebbero riuniti l'Enpals e l'Ipost), mentre per le pensioni del pubblico impiego andrebbe accelerato e concluso il processo avviato 12 anni fa di trasferimento nell'Inpdap di tutti gli adempimenti ancora in capo ai ministeri della Difesa,dell'Istruzione e dell'Economia. Il secondo polo, della "salute e sicurezza del lavoro", si dovrebbe invece realizzare con l'aggregazione sinergica di tutti gli istituti che operano fuori dal Sistema sanitario nazionale: Inail, Ipsema, Ispesl, oltre alle funzioni svolte dai ministeri del Lavoro, dei Trasporti e dell'Agricoltura. Ma su questo secondo polo, ha ammesso il presidente Cordoni, "la Commissione si riserva un supplemento d'indagine ". Struttura semplificata Il ministro Damiano ha accolto le proposte parlamentari come un interessante punto di partenza "che registra la convergenza di tutte le forze politiche ". E ha concordato anche sulla proposta di riordino della governance degli enti avanzata dai parlamentari e che prevede la riduzione a due soli soggetti: il consiglio di amministrazione e il consiglio di indirizzo e vigilanza. "C'è bisogno disemplificazione – ha detto il ministro – cinque organi sono troppi, e sono troppi anche i loro componenti. Non sono contrario al sistema duale, distinguendo gestione e vigilanza, ma serve una riflessione". L'ultima perplessità di Damiano è sul soggetto che dovrebbe guidare il piano di razionalizzazione. Se la Commissione punta su una cabina di regia in cui coinvolgere i vertici degli enti per garantirsi "il massimo della collaborazione", come ha spiegato la presidente Cordoni, il ministro ha osservato che questa soluzione potrebbe dare vita a un organismo debole e autoreferenziale "forse insufficiente per garantire risultati certi in tempi certi". DAMIANO REPLICA A SASSI "Sovrastimati 350 milioni di risparmi l'anno con il riordino? è solo il 5-6% dei costi di funzionamento degli enti, pari a 6 miliardi".


Ai consiglieri 100 mila euro al mese (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

 

Pagina III - Bologna Ecco quanto incassano gli eletti a Palazzo d'Accursio. E la Finanziaria vieta lo stipendio previsto dalla proposta Sofri Ai consiglieri 100 mila euro al mese C'è chi in 30 giorni colleziona 47 commissioni (e relativi gettoni) Nella Finanziaria 2008 è già contenuta una bocciatura senz'appello al piano presentato l'altro ieri dal presidente del consiglio comunale Gianni Sofri che prevede di "pagare" i consiglieri attraverso un mix di gettone e indennità. Non si può fare, anzi l'orientamento di Roma è quello di ridurre ulteriormente il gettone che resta tuttora l'unica forma di compenso per gli eletti sotto le Due Torri. Una stroncatura prevedibile dal momento che il governo ha più volte annunciato pubblicamente di voler tagliare i costi degli enti locali anche attraverso lo stop alla doppia retribuzione dei consiglieri (che è proprio il meccanismo che si vorrebbe invece introdurre adesso a Bologna). Gli stipendi dei consiglieri pesano sul bilancio per circa un milione di euro. Ben 100 mila euro al mese, escluso agosto quando il palazzo "chiude per ferie". BIGNAMI E CHIARINI A PAGINA III.


Consiglieri a caccia di gettoni 47 commissioni in un mese - andrea chiarini (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-11-2007)

 

Pagina V - Bologna Consiglieri a caccia di gettoni 47 commissioni in un mese E la Finanziaria boccia la proposta Sofri La media è di ventimila euro a testa all'anno, ma c'è chi, volando da una riunione all'altra, supera i trentamila In un anno, il 2006, Palazzo d'Accursio ha speso un milione di euro solo per le paghe dei 46 eletti E i parlamentari sommano i superstipendi della Camera alle indennità che prendono in Comune ANDREA CHIARINI Nella Finanziaria 2008, in discussione in queste ore, è già contenuta una bocciatura senz'appello al piano presentato l'altro ieri dal presidente del consiglio comunale Gianni Sofri che prevede di "pagare" i consiglieri attraverso un mix di gettone e indennità. Non si può fare, anzi l'orientamento di Roma è quello di ridurre ulteriormente il gettone che resta tuttora l'unica forma di compenso per gli eletti sotto le Due Torri. Una stroncatura prevedibile dal momento che il governo ha più volte annunciato pubblicamente di voler tagliare i costi degli enti locali anche attraverso lo stop alla doppia retribuzione dei consiglieri (che è proprio il meccanismo che si vorrebbe invece introdurre adesso a Bologna). Oggi sia quando siedono in aula che quando intervengono alle commissioni i consiglieri percepiscono un gettone di presenza di 72 euro lordi, erogato comunque indipendentemente dalla durata dell'impegno. A fine anno - stime sulla base dei dati in possesso di Repubblica - l'ammontare della spesa si aggira sul milione di euro. Ben 100 mila euro al mese, escluso agosto quando il palazzo "chiude per ferie". Fatti i calcoli, la media è di circa 22 mila euro all'anno, anche questi lordi, per ciascun consigliere. C'è chi incassa di più, sopra i 30 mila euro come Maria Cristina Marri dell'Udc, Patrizio Gattuso di An e Paolo Foschini di Forza Italia. E chi meno come Lina Delli Quadri della Margherita (25 mila circa) o la diessina Siriana Suprani (14mila). E c'è chi candidamente ammette che oggi con lo stipendio di consigliere comunale si può tranquillamente vivere, al contrario di quel che accadeva in passato. Insomma, il carovita o l'ansia da quarta settimana non sfiora gli eletti di Palazzo D'Accursio. La forbice dipende unicamente dalla presenza durante i lavori, quindi dalla scelta del singolo politico di partecipare o meno alle sedute. Stride però la differenza tra i gettoni che derivano dalle riunioni del consiglio comunale, che si tiene in giorni precisi del mese, dal boom delle commissioni che sono fiorite nel corso degli anni dando vita a periodiche polemiche per il non poco onorevole fenomeno "firma e fuggi". Basta infatti mettere nome e cognome nell'elenco distribuito dalle segretarie per garantirsi i 72 euro, senza altro obbligo. I consiglieri su questo punto s'offendono. Ma risulta quantomeno curioso come in un mese ci sia chi "fattura" dalle 36 alle 47 commissioni (domeniche escluse). Più che stakanovisti, si tratta di emuli del mago Copperfield, illusionisti del gettone capaci di sdoppiarsi o farsi in tre. Forse sarebbe più opportuno un briciolo di trasparenza in più, magari attraverso la pubblicazione sul sito internet del Comune dei dati in tempo reale, in modo che gli elettori possano farsi un'idea del carico di lavoro degli eletti (e dei rispettivi stipendi). Per ora il presidente Sofri ha predisposto una riforma che fa discutere soprattutto perché si vorrebbe tenere la stampa alla larga dalle commissioni. Il piano Sofri fornisce una ricetta in contrasto con le disposizioni in arrivo con la Finanziaria 2008, che boccia l'idea di affiancare al gettone una indennità fissa, che prevede un ulteriore taglio del gettone (come si è detto attualmente vale 72 euro) e che decreta la fine del cumulo di stipendi. Ad esempio per i parlamentari che siano anche consiglieri comunali. A palazzo ci sono i casi di Gian Luca Galletti dell'Udc e Enzo Raisi di An che dovrebbero rinunciare rispettivamente a 2.500 e a 13 mila euro di compensi comunali. Anche nell'Unione il mix gettone (variabile) più stipendio (fisso) viene giudicato come uno scivolone anziché come una misura in grado di mettere fine alle discussioni sul "firmificio" di Palazzo d'Accursio. L'assessore al Bilancio Paola Bottoni invita però a fare attenzione perché a forza di inseguire il vento dell'anti-politica si rischia di lasciare la politica solo a coloro che per ricchezze familiari possono fare a meno di gettoni e indennità. "Questa sì che sarebbe una Casta" dice.


<Il sindaco dia l'esempio Si tagli lo stipendio> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-08 num: - pag: 5 autore: Cosa consiglierebbe a Sofri? Una proposta concreta? categoria: REDAZIONALE VANNINI (LTB) "Il sindaco dia l'esempio Si tagli lo stipendio" Come le sembra il documento presentato dal presidente del consiglio Gianni Sofri per ridurre i costi della politica? "Mi sembra - spiega il capogruppo de La tua Bologna, Alberto Vannini - che dica tutto e il contrario di tutto. Dico senza problemi che forse qualche consigliere comunale abusa della possibilità di entrare in commissione, firmare, prendere il gettone e andare via. Ma vedo anche molta demagogia su questa questione che scorre da Roma fino a Bologna". Cosa pensa della possibilità di introdurre la doppia firma del consigliere, in entrata e in uscita dalla commissione? "Penso che si dovrebbe semplicemente registrare l'orario di entrata e quello di uscita. C'è chi dice che le riunioni di commissione sono diventate un suk? Si può risolvere la situazione molto semplicemente vietando di tenere accesi i telefonini". Ma cosa suggerisce per affrontare il problema? "Io penso che il buon esempio debba partire dall'alto. Il sindaco Cofferati percepisce uno stipendio mensile lordo di 9.580 euro. Non dico che siano pochi o tanti, dico che bisognerebbe cominciare a tagliare quello. Poi ci si può sedere ad un tavolo e tutti possono fare sacrifici". E invece negli ultimi mesi non si fa che parlare dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Che ne pensa? "Dico che si sta facendo demagogia. La gente mi ferma per strada e mi dice che ci intaschiamo i gettoni. Invece, ripeto, bisogna sempre partire dall'alto. Dallo stipendio del sindaco, da quello degli assessori e da quello dello stesso presidente del consiglio comunale". Nel documento del presidente Sofri si propone anche un taglio netto del numero delle commissioni a cui si può partecipare Cosa ne pensa? "Questa cosa mi fa arrabbiare. Negli anni dell'amministrazione Guazzaloca non si poteva partecipare a più di due commissioni al giorno. Quel limite è saltato grazie alla riforma dello statuto che abbiamo approvato ma che è stata proposta dalla maggioranza. Tra l'altro in quella riforma si prevede la possibilità di aumentare il numero degli assessori della giunta". Spesso però le commissioni si riuniscono per motivi discutibili. Non trova? "Può essere vero, ma non bisogna mai dimenticare che le commissioni si trovano a discutere i progetti della giunta. Se mancano quelli, la qualità del lavoro delle commissioni è scarsa". "Io penso davvero che ci si possa mettere tutti attorno ad un tavolo e risolvere questo problema. La politica non la riabilitiamo facendo discorsi campati in aria, ma portando a casa risultati concreti. Non credo che sia una buona idea quella di delegittimare il lavoro dei consiglieri". "Abolire immediatamente le Province, non servono a nulla. Dobbiamo sforzarci di trovare dei compiti per farle ancora esistere". Olivio Romanini "Guadagna 9.580 euro lorde al mese, tutti possono fare sacrifici" LTB Alberto Vannini.


Costi della politica, traballa la riforma Sofri (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-08 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Cofferati: "Il problema esiste, muoviamoci". E il presidente del Consiglio comunale per protesta si fa vedere solo con giornali stranieri Costi della politica, traballa la riforma Sofri I consiglieri: "Sbagliato vietare le sedute di commissione ai giornalisti" Il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri ieri girava per i corridoi di Palazzo d'Accursio con un fascio di giornali stranieri sotto il braccio ironizzando: "Sono gli unici che non mi attaccano". E il suo vice, Paolo Foschini (Forza Italia), liquidava i cronisti che gli chiedevano un commento sul piano per la riduzione dei costi della politica presentato da Sofri: "Non l'ho letto, ma lo farò. Vado a giocare a calcetto". Le proposte per ridurre i costi della politica presentate da Sofri hanno suscitato reazioni diverse e hanno in qualche modo spaccato trasversalmente il consiglio. Il sindaco ha scelto di non intervenire nel merito ma ha dettato i tempi della riforma: "L'importante è che ci sia una proposta - ha spiegato Cofferati - e che si apra una discussione rapida, serrata e mirata a trovare soluzioni di merito efficaci". D'altra parte, dopo le polemiche scatenatesi a luglio per una commissione comunale durata soli sette minuti, era stato lo stesso sindaco ad invitare il consiglio comunale a riformare il funzionamento delle commissioni. Anche per evitare il malcostume di chi firma per incassare il gettone di presenza da 72 euro lordi e poi se ne va. Per il primo cittadino, che a luglio scorso bacchettò il "clamoroso caso di produttività nulla" della commissione, il tema "rimane", va affrontato e risolto. Più avanti "dirò la mia, da consigliere comunale, sulle proposte fatte da Sofri". La maggior parte delle proposte fatte ieri dal presidente del consiglio comunale erano note: la doppia firma (una in entrata e una in uscita), la specializzazione dei consiglieri comunali che potranno partecipare a non più di due commissioni, e un sistema di retribuzione per i consiglieri determinato per metà da un'indennità e per metà dai gettoni di presenza. La novità che ha fatto più discutere è stata la possibilità di secretare alcune sedute di commissione al pubblico e alla stampa. Una proposta che ha diviso il consiglio. "Sono perplesso - ha detto il consigliere Ds, Emilio Lonardo - e non vedo l'utilità di fare sedute chiuse alla stampa. A me la presenza dei giornalisti non dà alcun fastidio, magari siamo noi ad indugiare in chiacchere da bar". Il verde Roberto Panzacchi dice chiaro e tondo: "La stampa è uno degli occhi e una delle orecchie dei cittadini: chiudere le commissioni rischia solo di ingenerare il sospetto di un'assenza di trasparenza". L'occhettiano Serafino D'Onofrio si limita ad una battuta: "Io i giornalisti li voglio. Se Sofri intendeva dire altro bastava non scrivere quello che ha scritto". Contrario anche Paolo Nanni, consigliere regionale dell'Italia dei Valori: "Il Comune di Bologna si adegua alla Regione, i cattivi esempi fanno scuola". Paradossalmente Sofri trova le uniche sponde nel centrodestra. Il capogruppo di An Enzo Raisi ammette che "talvolta bisogna lavorare senza la stampa". E Daniele Carella di Forza Italia definisce "una buona soluzione" l'idea di fare come in Parlamento con una sala di ascolto per i giornalisti. La palma dell'originalità spetta però all'Ecodem, Davide Celli: "Serve un marcatempo per controllare il lavoro dei consiglieri". O.Ro. L'AULA A destra una seduta del consiglio comunale a Palazzo d'Accursio. Sotto Gianni Sofri, l'autore del piano per la riduzione dei costi della politica.


Costi della politica, il Palazzo si spacca (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 08-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: 1APAGINA - data: 2007-11-08 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Partiti divisi sulla proposta di Sofri di chiudere le porte ai giornalisti. Cofferati: discutete, ma fate presto Costi della politica, il Palazzo si spacca E Vannini (LtB): eccessiva l'indennità del sindaco, va ridotta Il piano di Sofri sulla riduzione dei costi della politica provoca il caos in consiglio comunale. Il sindaco non commenta il merito della proposta, ma invita a fare presto: "Serve una discussione serrata e rapida". Il tema spacca trasversalmente il consiglio. Molti consiglieri si dicono contrari alla proposta di vietare le sedute delle commissioni ai giornalisti, mentre Enzo Raisi di An è più possibilista. Il capogruppo de La tua Bologna, Alberto Vannini si dice disponibile ad affrontare il problema ma invita a partire dall'altro: "Bisogna cominciare a tagliare lo stipendio del sindaco che oggi ammonta a 9.580 euro lordi al mese". L'Ecodem Davide Celli propone il marcatempo per i consiglieri. " A pagina 5 Romanini.


I Gal, enti sconosciuti dove un consulente può guadagnare anche 400 euro al giorno (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: CAMPANIA - data: 2007-11-08 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE I Gal, enti sconosciuti dove un consulente può guadagnare anche 400 euro al giorno Finanziati dalla Regione con fondi Ue, dovrebbero garantire lo sviluppo rurale Stipendi da 3.000 euro al mese per controllare i siti internet Nelle zone montane aprono gli Ecosportelli informativi: costano 250mila euro all'anno di FELICE NADDEO NAPOLI - Si chiamano Gal e hanno dimora sulle colline campane. Non sono una tipicità dei promontori regionali ma l'acronimo di "Gruppi di Azione Locale" destinatari di finanziamenti milionari dell'Ue transitati attraverso Palazzo Santa Lucia, sponda assessorato alle Attività produttive, con il coinvolgimento di Comuni e Comunità Montane che ne hanno la gestione diretta e il dominio incontrastato. Non sono i soli enti, però, a regnare nel campo dell'agricoltura, dell'impresa e dello sviluppo rurale - gli fanno compagnia altre sigle poco note ai più come Pir, Prust e Psl: tutte o quasi analoghe negli obiettivi - ma di certo i Gal sono i meno discussi nel panorama istituzionale pur avendo ottenuto complessivamente per progetti territoriali oltre 32 milioni di euro negli ultimi anni. Ma tra i fondi in parte spesi per incentivi alle aziende, riqualificazione di borghi antichi, promozione del territorio si insinuano elargizioni per iniziative discutibili o consulenze. In Campania sono sette i Gruppi di Azione Locale, partecipati da enti, da associazioni rurali e di promozione turistica e da privati, spalmati sul territorio regionale ad eccezione della sola provincia di Napoli che nel 2000 non attivò le procedure per partecipare ai finanziamenti. Nell'elenco figurano l'Alto Casertano, che raggruppa l'area del Matese; il Titerno, che raccoglie la zona del Tammaro nel beneventano; la Verde Irpinia, nella zona di Lioni, e il Partenio, che coinvolge enti e società della Valle Caudina, ad Avellino; il Colline Salernitane nei Picentini, Casacastra nel Cilento e Adat nel Vallo di Diano in provincia di Salerno. Ognuna di queste sigle si è dotata da anni di un proprio organigramma ammini-strativo, nominato dall'assemblea dei soci e quasi sempre di diramazione politica, e di una fitta rete di consulenti: almeno una cinquantina, a vario titolo e nel corso degli anni. "Assistenti e tecnici di supporto", è quasi sempre questa l'indicazione degli esterni chiamati ad un'azione di "animazione, sviluppo territoriale, attività consulenziale e di accompagnamento" come recitano i contratti di nomina nei quali figurano consistenti remunerazioni economiche. Un consulente senior dei Gal riesce a guadagnare 371 euro al giorno. Oltre cento euro quotidiane in più dei consulenti junior che si attestano a 247 euro. Ogni Gal ha, inoltre, sedi differenti. E per favorire il dialogo tra i diversi "Ecosportelli" (così si chiamano le varie sezioni territoriali) è stata realizzata una rete intranet e siti web. Ognuno dei siti è controllato da un tecnico che guadagna circa 2.500 euro al mese. Non possono mancare, in queste strutture, i responsabili degli ecosportelli: in media tre o quattro per ogni Gal che percepiscono duemila euro mensili. Quasi cento euro in più dei tre o quattro dipendenti amministrativi che toccano quota 1.850 euro al mese. Il personale viene scelto con bandi e selezioni a forte deriva discrezionale se non in qualche caso per chiamata diretta. In sostanza questi Ecosportelli, che dovrebbero anche fornire informazioni alle imprese e ai disoccupati, ma che in gran parte si riducono a strutture che organizzano convegni e presentazioni di brochure informative, costano in media 250.000 euro all'anno, costi del personale compreso. Poi ci sono le spese vive per il funzionamento del Gal: i compensi agli amministratori (che quasi sempre percepiscono gettoni di presenza e rimborsi forfettari non calcolabili), il coordinatore del gruppo che guadagna in media tra 2.500 ed i 3.000 euro al mese e l'impiegato amministrativo che se la cava con uno stipendio tra i 1.500 e i 2.000 euro al mese. In totale cda, dipendenti e fitto sede del Gal pesano mediamente sui bilanci pubblici per 100.000 euro all'anno. Somma che abbinata alle spese degli ecosportelli porta i Gruppi di Azione Locale ad utilizzare, solo per l'organizzazione del lavoro e la verifica dei progetti, quasi mezzo milione all'anno per ogni Gal. Ma proprio i progetti, e le risorse da spendere per questi piani, sono il fulcro dei Gal. Ma questa è un'altra storia, da raccontare presto. (1 - continua).


Il presidente: prendo meno di ciò che mi spetta per legge (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-11-2007)

 

? GAGGIANO ? "L'OPERAZIONE di Ciocca sa tanto di 'americanata'. La spara grossa senza dimostrare chiaramente quello che sta dicendo. E costringe così gli accusati a difendersi". E Angelo Balzarotti (nella foto Spf), il 52enne presidente di Asga, non si tira certo indietro. "Sto valutando con il mio avvocato la possibilità di querelare Ciocca per diffamazione, perché distribuire casella per casella il bollettino del suo partito dove vengono pubblicate simili falsità è davvero deleterio in una cittadina come la nostra". Ecco come Balzarotti si difende: "Innanzitutto - esordisce - tengo a precisare che parlare di 'costi della politica' riferendosi ad Asga è errato, perché abbiamo costi bassissimi. Lo stipendio del presidente di una società pubblica è legato per legge in percentuale a quello del sindaco. A Gaggiano la soglia è nettamente inferiore al previsto, segno che proprio l'attenzione per il contenimento dei costi è anche un nostro must. Avevo 8 consiglieri indicati a livello politico, mentre l'azienda che gestisco è di tipo tecnico: mi sono trovato fianco a fianco con 4 'trombati' delle ultime elezioni, che non essendo stati eletti sono stati sistemati nel cda. Queste persone non percepivano alcuno stipendio, ma un gettone di presenza fissato a 50 euro per ogni riunione. Sommando il mio stipendio al totale dei gettoni di presenza si arrivava a 11.658 euro. Ora che siamo rimasti in 3 io mi assumo la responsabilità legale, oltre che amministrativa, di Asga con circa 500 euro al mese: se mi tolgono pure questi, sono pronto a dimettemi". Da.Bo. - -->.


In 3 guadagneranno più che in 9 Municipalizzata, capogruppo di Prc scrive al ministro: È uno scandalo (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-11-2007)

 

In 3 guadagneranno più che in 9 Municipalizzata, capogruppo di Prc scrive al ministro: "È uno scandalo" di DAVIDE BORTONE ? GAGGIANO ? RIDURRE i costi della politica? Detto fatto: si riduce da 9 a 3 il numero dei componenti di un consiglio di amministrazione. Peccato che, sommata, la cifra percepita in busta paga dai tre rimasti supera quella corrisposta complessivamente, l'anno precedente, a tutti e nove: alla faccia del taglio dei costi della politica. Sembra un formula che non quadra. Ma è tutto vero. E "non nella Sicilia del barone di Salina", come fa notare chi denuncia quello che definisce "uno scandalo". A portarlo alla ribalta è il capogruppo di Rifondazione comunista di Gaggiano, Vittorio Ciocca, che ha scritto direttamente al ministro Linda Lanzillotta, dal cui decreto discende l'obbligo dei tagli ai cda delle società pubbliche. "A GAGGIANO - si può leggere nella lettera di Ciocca all'onorevole Lanzillotta - esiste dal 2002 un'azienda di servizi denominata Asga (Azienda Servizi Gaggiano Srl) che si occupa del servizio di distribuzione del gas metano, del servizio idrico integrato, dei servizi cimiteriali e della farmacia. I membri del consiglio di amministrazione di questa società erano nove, nominati dal sindaco di Gaggiano Franco Miracoli, sino al 30 giugno 2007". A questi nove amministratori era stato previsto di corrispondere 12.903 euro per l'anno 2006: in realtà, come si vede dal grafico, il totale degli stipendi reali era più basso: 11.658 euro. "Essendo il cda giunto alla sua naturale scadenza - prosegue Ciocca - su proposta del rappresentante del Comune di Gaggiano l'assemblea dei soci ha deliberato di fissare all'unanimità in solo tre membri il prossimo cda. Ridotti di due terzi i membri del consiglio di amministrazione - prosegue Ciocca - si potrebbe pensare che anche le relative spese siano state ridotte di due terzi passando da 11.658 a circa 4.000 euro. Ma non è così. (...) L'assemblea dei soci il 30 giugno 2007 lo ha fissato a 13 mila euro": questa è la cifra percepita per l'anno in corso dai tre rimasti, cioè il presidente Angelo Balzarotti e i due consiglieri Andrea Albini e Marino Biraghi (rispettivamente l'ex segretario ds e la persona indicata dal gruppo consiliare "Gaggiano futura"). "Non credo veramente - conclude il capogruppo di Rifondazione - che l'intento del legislatore fosse quello di ridurre i componenti se questa operazione non si riversa poi direttamente in una riduzione dei costi della politica. Le chiedo conferma degli intenti di quanto brevemente esposto e, magari, un suggerimento ai miei 'colleghi' amministratori". INTANTO, il primo "suggerimento" arriva a Vittorio Ciocca dal sindaco di Gaggiano, Franco Miracoli: "Che la smettano, lui e il suo partito, di strumentalizzare ogni cosa. Evidentemente non hanno argomenti validi cui appigliarsi". - -->.


COSTI DELLA POLITICA? Non è questo il modo di tagliarli : va giù pesante il seg (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 08-11-2007)

 

"COSTI DELLA POLITICA? Non è questo il modo di tagliarli": va giù pesante il segretario Sdi Gianni Landi, all'indomani della cura dimagrante (come la nuova legge prevede) per un altro consiglio d'amministrazione di una società controllata dagli enti pubblici: è il cda di Sfera, le farmacie comunali di Faenza, Imola (Comune maggioritario) e Medicina, 'snellito' come già i cda di Sister, Area Blu e Osservanza. Su cosa tuona Landi? Il segretario Sdi ammette sì che "un piccolo, primo segnale positivo" sulla riduzione dei costi c'è stato. Ma il rospo che non riesce a mandare giù è l'"esclusivo dominio del Partito democratico". Poi entra in dettaglio. Nel primo caso, Area Blu, per Landi "nominare in un consiglio composto da tre persone due consiglieri Pd tra cui il presidente, non ci sembra il massimo". Ancora, e cita Osservanza, "nominare in un consiglio di cinque membri quattro del Pd può apparire uno sgarbo". Infine il caso Sfera: "Come deve essere definito nominare tre membri del Pd su tre?". Sulla partita Landi svela poi un retroscena: "Sono stati confermati il presidente faentino, il vice medicinese e un consigliere imolese. Ma Imola, che prima di rappresentanti ne aveva tre, voleva aumentare il peso dell'unico consigliere rimastogli e ha chiesto una seconda vicepresidenza. Per statuto non si può e allora che cosa hanno fatto? Hanno distribuito le deleghe fra vice e consigliere 'semplice', ma adeguando a quest'ultimo lo stipendio, cone se fosse un appunto un vicepresidente. Se questo è il modo di tagliare i costi...". Landi non rivendica poltrone, anzi ammette che è l'alleato della coalizione uscito meno ridimensionato. "Ma il gruppo dirigente del Pd ? osserva ? deve dire chiaramente agli alleati e alla città se esiste l'intenzione di continuare a governare come coalizione o se, visto che i numeri li ha, vuole dare vita a un governo basato solo sul Partito democratico". Infine una stoccata agli alleati 'piccoli': "Rifondazione è stata tagliata di netto in Area Blu e i Verdi sono stati tagliati in Osservanza. Eppure non hanno battuto ciglio. Di che cosa avranno paura poi? Ma se loro stanno zitti, noi non intendiamo fare lo stesso". - -->.


Un Consiglio da 18 milioni l'anno (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 08-11-2007)

 

Riconoscimento Tv, premiato l'esperimento del digitale Un Consiglio da 18 milioni l'anno La sperimentazione del canale informativo della tv digitale terrestre proposta di recente dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta è stata premiata come "miglior video sui servizi interattivi". Il riconoscimento è stato assegnato nell'ambito della 3ª edizione del premio nazionale "La Pubblica amministrazione che si vede", promosso dal Formez e dal ministero per le Riforme e l'innovazione durante la 14ª edizione del salone europeo della comunicazione pubblica di Bologna.Il Consiglio regionale ha approvato ieri, all'unanimità, il bilancio di previsione 2008 del Consiglio regionale. Il documento contabile, che contiene le risorse necessarie per il funzionamento istituzionale dell'assemblea, pareggia su 22 milioni 343 mila euro. Le risorse effettive sono quantificate in 18 milioni 170 mila euro nella parte Entrate e altrettanti nelle Uscite, mentre 4 milioni 173 mila euro sono tra le partite di giro. La parte preponderante delle Entrate (15 milioni 450 mila euro pari all'85,03 per cento del bilancio) è rappresentata dal finanziamento regionale, mentre 2 milioni 250 mila euro arrivano dall'avanzo di amministrazione. Il bilancio si alimenta con altri piccoli contributi frutto di interessi sulle giacenze di cassa, sulle trattenute per fine mandato dei consiglieri regionali e poco altro. Con questi fondi, che rientrano a pieno titolo nei cosiddetti "costi della politica", "il Consiglio regionale si focalizza - ha detto il presidente Ego Perron - sullo svolgimento delle attività istituzionali dell'assemblea, sullo sviluppo dell'attività interistituzionale, sullo sviluppo delle relazioni con le altre assemblee e con gli enti locali, sul mantenimento del sistema informativo, sulla gestione degli emolumenti ai consiglieri, sullo sviluppo di un'azione di accrescimento del bagaglio culturale dei consiglieri, sul potenziamento delle attività formative istituzionali, sul miglioramento della qualità dei servizi erogati dalle strutture del Consiglio". Sul fronte delle spese i fondi a disposizione nel bilancio del Consiglio regionale sono quasi completamente assorbiti dai costi fissi del personale. La spesa globale in questo ambito è di 15 milioni 413 mila euro pari all'84,82 per cento dell'ammontare della spesa. Di questa somma 5 milioni e 50 mila euro sono destinati alle indennità di carica, di funzione, diaria e spese per premi assicurativi dei consiglieri, un milione finisce nelle indennità di fine mandato degli stessi, un milione e 550 mila euro vengono spesi per i contributi all'Istituto dell'assegno vitalizio dei consiglieri e 350 mila euro vanno per il pagamento dell'Irap. Tra le spese di un certo rilievo, 600 mila euro vanno per i contributi ai gruppi consiliari mentre per la partecipazione dei consiglieri a convegni, congressi e altre manifestazioni servono 180 mila euro. Alle iniziative istituzionali di carattere culturale vengono destinati 450 mila euro. Gli uffici per il funzionamento dei servizi del Consiglio assorbono 350 mila euro e la spesa per il trattamento economico di tutto il personale (oltre i contributi) è più di 3 milioni 700 mila euro. Per il funzionamento del Co.Re.Com. (Comitato regionale comunicazione) il bilancio spende 290 mila euro mentre per l'ufficio del Difensore civico vengono spesi 270 mila euro. Le manifestazioni in collaborazione con altri enti costano al bilancio 450 mila euro, 1,2 milioni verranno dirottati verso l'informatizzazione dei servizi del Consiglio e 250 mila euro serviranno per il rinnovo contrattuale del personale. Il bilancio si preoccupa anche degli eventuali "cattivi dipendenti" e accantona 5000 euro per procedimenti disciplinari.


I COSTI DELLA POLITICA. Dopo le polemiche della Cdl contro la passata amministrazione per le consulenze costose, le nuove nomine non invertono la tendenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 08-11-2007)

 

Stipendio d'oro per tre sedute all'anno I membri esterni del "Nucleo di valutazione" prendono quasi 15 mila euro per poche riunioni   C'è Natale Pisa, ex direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro e della Massima occupazione di Verona e di altre città, in pensione, padre del consigliere comunale della Lega Nord, Luigi Pisa. E poi Palmarino Zoccatelli, responsabile tecnico amministrativo, ex sindacalista Cisl poi passato al Sindacato Libero, dipendente del Consorzio Acque Vive, ex segretario della Lega di Sona, attivo nell'associazione tradizionalista cattolica Famiglia e Civiltà. E infine Enrico Toffali, avvocato, patrocinante in Cassazione e revisore contabile, esperto di relazioni sindacali. Sono loro i tre membri esterni nominati dal sindaco Flavio Tosi, con un decreto, nel Nucleo di valutazione del Comune, che deve valutare il lavoro dei dirigenti comunali per efficienza e anche efficacia, cioè per la qualità dei servizi forniti dall'ente. Ai tre membri esterni (sinora erano due) si aggiungono il direttore generale e il segretario generale del Comune, il direttore dell'area risorse umane e organizzazione e quello dell'area lavori pubblici. COMPENSI D'ORO. I membri interni del Nucleo non percepiscono alcun onorario. Così non è per i tre esterni, il cui compenso è di 14.770 euro lordi l'anno essendo pari a quello dei revisori dei Conti del Comune, stabilito dalla delibera consiliare 52 del 17 giugno 1999, al periodo della seconda giunta Sironi, e confermato in quella Zanotto, quando il centrodestra all'opposizione contestò al centrosinistra di spendere troppi soldi in consulenze esterne. Euro più, euro meno, è lo stesso compenso di un consigliere comunale, che prende circa 15.400 lordi l'anno. Un consigliere mediamente impegnato, però, ha mezza giornata piena, per quasi tutto l'anno. Per non parlare dei revisori dei conti. I membri esterni del Nucleo di valutazione, cioè quelli che devono valutare come lavorano i dirigenti e come questi fanno girare la macchina comunale, hanno orari un po' diversi. L'anno scorso il Nucleo si sarebbe riunito tre volte. A spanne, fanno circa 5.000 euro a seduta.E.G.  .


Professori pagati o volontari? La Giunta ha alzato i compensi (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 08-11-2007)

 

UNIVERSITÀ DEL TEMPO LIBERO. Polemica sollevata dall'opposizione. Scapin: "Solo rimborsi" Professori pagati o volontari? La Giunta ha alzato i compensi   Il monito lanciato nell'ultimo consiglio comunale dai banchi della Casa delle libertà non è servito a congelare i compensi destinati ai relatori dell'università del tempo libero di Legnago. E ad indurre l'amministrazione "a non snaturare il carattere di volontarietà dell'Utlep, seguendo l'esempio sconveniente di qualche centro vicino che retribuisce a peso d'oro i conferenzieri di turno" come aveva auspicato in assemblea Paolo Longhi di An. La Giunta ha infatti ritoccato gli importi dei gettoni di presenza e dei rimborsi che verranno versati sia ai docenti che al corpo accademico dell'istituzione culturale. Al neorettore Isabella Balbi saranno così corrisposti, a copertura delle spese sostenute per le trasferte e l'organizzazione delle iniziative, mille euro: il doppio della somma che incasseranno i vicerettori Stefania Gambarin e Lucia Zardin, che completano la terna appena rinnovata dal consiglio. La paga sarà più alta anche per gli insegnanti: chi risiede in un Comune distante almeno 20 chilometri da Legnago e terrà non più di due lezioni riceverà 50 euro lorde; chi, invece, abita in città o a meno di 20 chilometri e sarà impegnato in corsi che prevedono almeno tre conferenze "caratterizzate da un certo grado di complessità per le tematiche trattate" percepirà 60 euro lorde a lezione. Somma, quest'ultima, che lieviterà a 75 euro per i relatori in arrivo da località lontane più di 20 chilometri. "Le tariffe non dovevano essere aumentate e bisognava fare leva soprattutto sul volontariato" biasima Longhi. Di tutt'altro avviso è invece Clara Scapin, assessore alla Cultura, che ritiene gli adeguamenti deliberati dalla Giunta "del tutto congrui ed opportuni". Affrettandosi poi a precisare "che i compensi restano comunque di gran lunga inferiori a quelli corrisposti da altre Utlep". "Gli importi finora in vigore", puntualizza l'assessore, "erano fermi ancora al 2001 e ci è parso perciò ragionevole aggiornarli per assicurare ai relatori un rimborso spese commisurato". S.N.  .


Enti pubblici, dai Cda tolte 5.000 poltrone (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 08-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2007-11-08 num: - pag: 10 autore: Enr. Ma. categoria: REDAZIONALE La misura Enti pubblici, dai Cda tolte 5.000 poltrone ROMA - Da ieri 5 mila poltrone in meno nei consigli di amministrazione di enti locali e società pubbliche. è l'effetto di un comma della legge Finanziaria 2007 e della relativa circolare firmata lo scorso luglio dal ministro degli Affari regionali, Linda Lanzillotta (foto), che ha limitato a 3 i consiglieri di nomina pubblica nelle società partecipate o controllate con meno di due milioni di capitale e a cinque se il capitale è superiore. La tagliola è scattata ieri, 7 novembre, come previsto. E Palazzo Chigi, in serata, nel consueto briefing con i giornalisti ha sottolineato come la misura contribuisca a ridurre i costi della politica. La scure si dovrebbe abbattere su almeno 5 mila poltrone e le società interessate sarebbero circa 3 mila fra quelle controllate e partecipate da Comuni, Province e Regioni. Le casse pubbliche dovrebbero risparmiare almeno 50 milioni di euro all'anno in gettoni di presenza. Ai quali vanno aggiunti i costi delle auto blu e delle segretarie. Non a caso contro la norma ci sono stati ripetuti tentativi di ottenere una proroga. Poi, nelle ultime settimane, le amministrazioni hanno cominciato a tagliare. Per esempio, il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, a suo tempo aveva annunciato di essere pronto a tagliare 140 posti di sua competenza. E nel frattempo si è dimesso lui stesso dal consiglio di amministrazione dell'Autostrada Brescia-Padova. Da oggi, spiegano al ministero degli Affari Regionali, si comincerà a controllare che tutti i Comuni e le Province si siano adeguati alla legge. Per le Regioni, che hanno autonomia finanziaria, la norma non ha invece carattere prescrittivo.


<In bagno le mazzette per l'assessore (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 08-11-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2007-11-08 num: - pag: 13 autore: Giuseppe Guastella categoria: BREVI "In bagno le mazzette per l'assessore " Como: arrestato Bin, capogruppo di Forza Italia in consiglio provinciale MILANO - Le tangenti gliele portavano nel bagno dell'assessorato al Turismo della provincia di Como. Soldi in contanti (50.000 euro) per le spese della campagna elettorale, ma anche una carta di credito prepagata con 3.000 euro e un computer palmare sono finiti nelle mani di Giorgio Bin quando, l'attuale capogruppo di Fi in consiglio provinciale a Como, era il potente assessore al Turismo in grado di pilotare l'assegnazione dei fondi regionali e comunitari per lo sviluppo turistico. Da ieri Bin è in carcere a San Vittore accusato di corruzione e di concorso in truffa ai danni della Regione, dello Stato e dell'Ue nell'ambito dell'inchiesta sull'oscuro affare del Lido Giardino di Menaggio per il quale è anche indagato il consigliere regionale forzista Gianluca Rinaldin, sospeso dal partito per tre mesi dopo una spaccatura interna nelle ultime elezioni amministrative a Como. L'indagine del sostituto procuratore milanese Francesco Prete ieri ha avuto un'improvvisa impennata dopo che la scorsa estate erano stati sequestrati 402mila euro, la prima tranche di un finanziamento regionale. Oltre all'arresto di Bin, gli uomini della Guardia di Finanza di Milano, su ordine del gip Andrea Ghinetti, hanno sequestrato a sei indagati beni per circa 500mila euro ed eseguito numerose perquisizioni. è un sequestro preventivo che serve a tutelare i beni per un'eventuale confisca in caso di condanna. Nel 2006 il Comune di Menaggio decide di ristrutturare lo stabilimento balneare Lido Giardino affidandosi all'Associazione coordinamento turistico lago di Como; referente dell'ente pubblico diventa l'imprenditore Umberto Tagliaferri, anch'egli indagato. Il meccanismo del raggiro è messo nero su bianco nell'ordinanza di custodia cautelare. Giorgio Bin, nella sua qualità di assessore provinciale al Turismo "rappresentava costi per la realizzazione delle opere per il Lido di Menaggio di molto superiori al reale, 5.633.137 euro a fronte di 1.600.000 effettivamente spesi ". Il finanziamento era stato attinto ai fondi del cosiddetto "Obiettivo 2" della Ue: si tratta di soldi che devono essere spesi in aree considerate "a declino industriale"; enti o privati presentano progetti che al 30% vengono finanziati da Bruxelles. "Per la realizzazione dell'opera - scrivono ancora i giudici - si è in realtà creato un vero e proprio cartello politico- affaristico... al fine di ottenere un milione di euro di finanziamenti, il reo confesso Tagliaferri ha fornito all'organo erogante (la Regione Lombardia) una rendicontazione contenente costi copiosamente gonfiati". In pratica l'intera opera avrebbe finito per essere pagata con soldi pubblici. La copertura politica data da Bin e Rinaldin all'operazione non sarebbe stata ovviamente gratuita. "Il 20% di quanto grazie al loro appoggio confluiva nelle casse di Tagliaferri - ecco un altro passo dell'ordinanza - doveva essere retrocesso "in nero" per pagare i costi della politica o per arricchire personalmente Bin medesimo ". Nei file del computer di Tagliaferri i contributi da dare a Bin sono memorizzati distintamente da quelli destinati a Rinaldin. Per una ragione precisa. "Mentre Bin pretendeva il denaro per sè- dice ancora il pentito - Rinaldin lo voleva per acquistare tessere di partito, giacché è noto che il peso di un uomo politico viene misurato attraverso il numero di tessere che può vantare in un congresso ". Sul punto, in serata è arrivata una dichiarazione di Rinaldin: "Mai preso un soldo in tangenti, mai acquistato tessere di partito. Credo sia tutto un equivoco".


Comuni, solo sulla carta i tagli ai consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 08-11-2007)

 

Cronaca Comuni, solo sulla carta i tagli ai consiglieri TRENTO. Scomparso l'annunciato taglio delle circoscrizioni. Rinviato al Codice delle autonomie quello dei consiglieri comunali. Il pacchetto del governo sui tagli ai costi della politica esce pesantemente ridimensionato dall'esame in commissione bilancio. E solleva qualche dubbio a palazzo Thun, dove la spinta che arrivava da Roma, unita all'iniziativa di Trento democratica, ha prodotto un gruppo di lavoro bipartisan che lunedì dovrebbe chiudere un documento con alcune proposte per ridurre le spese: gettone di presenza "a tempo", possibile accorpamento di alcune commissioni, riduzione delle convocazioni, ticket per il parcheggio di consiglieri e assessori, ragionamento sul numero di consiglieri comunali e circoscrizionali. Ma l'accordo è tutt'altro che a portata di mano, con molti distinguo all'interno della stessa maggioranza. E ora la retromarcia del parlamento non è certo una spinta ad accelerare. "Cosa vogliamo fare, i primi della classe?", si lascia andare il presidente del consiglio comunale Alberto Pattini. Ieri il nuovo testo della Finanziaria uscito dalla commissione del Senato è arrivato proprio sul tavolo di Pattini, che nei giorni scorsi aveva ricevuto anche una nota con la presa di posizione dell'Anci (l'associazione nazionale dei Comuni) proprio sul tema dei costi delle amministrazioni locali. Il direttivo boccia la riduzione del numero dei consiglieri così com'era prevista nella Finanziaria, "regolata da criteri poco chiari - è l'obiezione - essendo applicate percentuali differenziate". Quanto ai gettoni di presenza, l'Anci critica la norma per cui i gettoni percepiti in un mese dai consiglieri non possono superare un quarto dell'indennità del sindaco. Una novità che secondo l'Anci "limita l'autonomia dei Comuni". Non solo: l'associazione chiede al ministero che i compensi siano adeguati, visto che L'ultima rivalutazione per gli amministratori locali risale "al lontano 2000". E Pattini fa notare: "Da noi il sindaco ha un'indennità di 8.800 euro al mese, un quarto significa 2.200 euro ma nessun consigliere arriva lontanamente a queste cifre". (ch.be.).


QUESTA modesta sforbiciata ai costi della politica, su scala locale, assomiglia ad un ravvedim (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Resto del Carlino, Il (Rovigo))

 

"QUESTA modesta sforbiciata ai costi della politica, su scala locale, assomiglia ad un ravvedimento tardivo". Neda Barbieri, capogruppo di Alleanza per Ferrara in Provincia, ricorda "come da anni avessimo proposto di portare i CdA ad un massimo di tre componenti. Ci è stato risposto che bisognava garantire la visibilità delle singole forze della coalizione, che bisognava dare spazio ai territori. Ora all'improvviso tutti scoprono l'etica e dicono che bisogna essere... morigerati". Per verificare se la volontà comunque è reale, la Barbieri rilancia la proposta "di abolire l'Agenzia territoriale di Ambito, le cui funzioni sono di fatto tutte in capo alla Provincia. E proprio l'Upi, l'unione delle Province italiane di cui il ferrarese Pier Giorgio Dall'Acqua è presidente ? afferma la Barbieri ? ha sposato la linea della Finanziaria secondo cui questa operazione è necessaria". Tornando alla riduzione dei CdA, la Barbieri lamenta il fatto "che non si sia proceduto con più coraggio e approfittando anche qui per dare spazio a più donne. Ma dopo il rimpasto in Provincia il tema forse è esaurito". - -->.


Il curriculum di ogni politico deve essere reso pubblico (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 08-11-2007)

 

LA PROPOSTA "Il curriculum di ogni politico deve essere reso pubblico" "ASSIEME alla riduzione dei costi della politica, c'è bisogno di più coraggio nella... trasparenza verso la gente". Barbara Diolaiti, presidente provinciale dei Verdi, rilancia la richiesta "di rendere pubblico il curriculum di chiunque sia nominato all'interno di un'azienda o una società partecipata dagli enti locali". Una maniera, spiega, "per consentire ai cittadini di formarsi un'opinione oggettiva e serena non soltanto sulle nomine, ma anche sulla funzionalità. Oggi spesso, di fronte alle designazioni compiute dalle varie istituzioni a seguito anche di contatti con i partiti, si tende a generalizzare, a fare di ogni erba un fascio". La richiesta su cui peraltro vari segretari del centrosinistra hanno concordato nel summit di martedì, è che Comune, Provincia e singole aziende rendano ufficiali i 'curricula' di tutti gli amministratori: "Ed invece c'è stato persino chi, a fronte della richiesta di fornire i dati sulle presenze effettive dei consiglieri alle sedute ? sorride la Diolaiti ? si è raccomandato di non diffonderli per la questione della privacy". Per la stessa questione della privacy, nel bollettino che annualmente il Comune e la Provincia diffondono sui redditi dei propri rappresentanti (dal sindaco al presidente, sino a tutti i consiglieri), non figurano invece dirigenti, direttori o 'manager' delle aziende pubbliche, nominati anch'esso di fatto attraverso criteri politici. Non c'è un dossier ufficiale su quanto viene percepito in tutte le aziende a partecipazione pubblica ? la ricostruzione compiuta in questi mesi dal 'Carlino' è stata frutto di indagini a volte più complicate di quelle dei Ris... ?, e la stessa operazione di riduzione dei costi della politica sta avvenendo in modo disomogeneo. Il termine del 7 novembre, data cruciale per la riduzione delle poltrone e delle indennità, è passata lasciando molti interrogativi irrisolti: varie società ? Ferrara Tua, Acosea Impianti ? sono passate alla formula dell'amministratore unico, per altre si è scesi da 7 a 5. Ma Agea Reti o Hera Sot, con la motivazione che sono agganciate alla Holding Hera quotata in Borsa, di fatto restano immutate: e sono fra l'altro quelle con i consigli più nutriti. A chi oggi imputa dunque un deficit di coraggio, già alcuni mesi fa il sindaco Sateriale rammentava che durante questa legislatura alcune 'sforbiciate' erano state comunque assestate. Nel cda della Sipro, ridotto quando ancora la Finanziaria aveva introdotto l'obbligo; o nella scelta di assegnare la Holding dei servizi comunali ad un amministratore unico (Giovanni Lenzerini). Vero. Ma è altrettanto vero che per la nuova Istituzione Scuole lo stesso sindaco ha sentito il bisogno di affiancare alla presidente ? l'ex assessore alla Pubblica Istruzione Alessandra Chiappini ? due consiglieri d'amministrazione, seppure non di nomina squisitamente partitica. La Diolaiti chiede comunque che i 'curricula' di tutti i componenti dei CdA siano resi pubblici; si scoprirebbe ad esempio che tra i requisiti valsi una presidenza a un esponente dei Ds c'è persino un romanzo tuttora inedito. Una battuta: se qualcuno un tempo otteneva una nomina minacciando di tirar fuori scheletri dall'armadio, in questo caso forse il timore è che uscisse il libro dal cassetto... Ma restando al punto, quello dei costi della politica, la miglior controprova arriverà presto, con i bilanci di previsione di Comuni e Provincia. Il 2009 sarà l'anno delle amministrative e i dodici mesi che le precedono, si sa, sono fitti di opere ed iniziative 'elettorali'. Si dovranno poi rispettare altre indicazioni, dal probabile taglio delle Circoscrizioni sino all'obbligo di introdurre nelle principali amministrazioni pubbliche la tecnologia 'Voip', quella che consente di telefonare utilizzando Internet. Evitando il ricorso massiccio a cellulari a carico del bilancio pubblico. - -->.


Ssn, commissari nelle regioni pigre (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 08-11-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi Numero 265, pag. 35 del 8/11/2007 Autore: di Marco Gasparini Visualizza la pagina in PDF       Nuove modifiche al collegato alla Finanziaria sulla sanità. Una stretta alle nomine dei manager Asl Ssn, commissari nelle regioni pigre Amministratori straordinari per le p.a. riluttanti alla riforma Commissariamento ad acta, con addebito dei relativi oneri, per le regioni che non si atterranno alla riforma del Servizio sanitario nazionale. Meno discrezionalità nella nomina dei manager delle Asl, ma anche più rischi per i governatori che non rispetteranno le linee guida del ddl "collegato" alla Finanziaria messo a punto dal ministro della salute, Livia Turco. "In caso di inottemperanza", infatti, il presidente del consiglio dei ministri, su proposta dello stesso dicastero, avvierà una prima, graduale, fase di messa in mora cui seguiranno, in caso di ulteriore inerzia, le misure di commissariamento. L'atto sostitutivo del mancato piano sanitario regionale sarà, a quel punto, adottato direttamente dal governo sentita l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e la Conferenza stato-regioni. Gli "oneri" della gestione straordinaria saranno inoltre posti direttamente a carico della regione interessata. Questa una delle principali novità inserite nella bozza di provvedimento esaminata ieri in pre consiglio dopo il primo round di osservazioni e pareri da parte degli altri ministeri in vista della deadline fissata al 15 novembre. Entro la prossima settimana, infatti, secondo quando previsto dall'accordo sul welfare siglato con sindacati e parti sociali alla fine di luglio, il ddl dovrà essere approvato dal cdm insieme agli alti cinque (tra cui quello sulla trasparenza e la riduzione dei costi della p.a.) che fanno parte del pacchetto di misure da collegare alla manovra finanziaria in discussione al senato. Quella che si preannuncia è una vera e propria rivoluzione del settore. La bozza "Turco" mette infatti in cantiere una profonda revisione dei principi che disciplinano l'intero comparto sanitario (dlgs n. 502/1992) sia per rendere più efficiente la qualità delle prestazioni garantite dalle regioni, sia per contenere questo specifico settore della spesa pubblica. Tra le novità in vista figurano, tra l'altro, l'introduzione di assicurazioni obbligatorie contro i danni da malasanità e l'istituzione di analisi di laboratorio di prima istanza nelle farmacie. Sulla nuova versione del provvedimento è però già calata la scure del ministero dell'economia. Pressoché tutte le disposizioni sono infatti accompagnate da una sorta di clausola di salvaguardia che ne subordina l'applicabilità all'effettiva disponibilità di risorse in bilancio e con la precisazione che le varie modifiche non dovranno comportare "maggiori oneri per la finanza pubblica" e dovranno essere attuate con le risorse di personale già a disposizione. L'iter del ddl tocca, del resto, un settore cruciale per la gestione delle risorse trasferite dallo stato alle regioni, che non mancheranno di far sentire la propria voce nel corso dell'iter parlamentare di approvazione. Non a caso le parti dello schema di ddl relative alla predisposizione da parte delle regioni dei piani locali di attuazione della riforma sembrano essere state "ammorbidite" rispetto alla stesura iniziale del "collegato". I piani regionali volti a perseguire gli obiettivi di tutela del servizio sanitario pubblico e il funzionamento delle relative strutture, viene precisato ora nel ddl, potranno tenere "anche" conto dei parametri strategici stabiliti dal ministero. I paletti, in buona sostanza, sono più stringenti ma lasciano comunque aperto un notevole spiraglio ai margini discrezionali di un'interpretazione non letterale delle nuove norme. Sul versante del contenimento della spesa il "collegato" allunga poi da tre a cinque anni la durata del piano sanitario nazionale, che deve essere approvato entro il 30 novembre dell'ultimo anno di validità del documento programmatico. Lo scopo è di congelare il tetto delle risorse complessive da destinare all'intero comparto per un periodo di tempo più ampio e di subordinare la richiesta periodica di risorse integrative da parte dei governatori a una serie di vincoli più stringenti in merito all'individuazione dei livelli essenziali di assistenza, quelli che devono cioè essere garantiti dal Ssn gratuitamente o attraverso una compartecipazione alla spesa da parte degli utenti con il ticket. Le prestazioni primarie saranno definite da un regolamento ministeriale concertato con la Conferenza unificata e poi recepite all'interno dei piani sanitari regionali la cui adozione, in base alle norme vigenti, non implica peraltro l'inapplicabilità delle misure di finanziamento decise a livello nazionale. Da ora in poi, invece, le regioni, se vorranno percepire i finanziamenti statali, dovranno non solo dotarsi di un sistema di controllo ad hoc sui costi e sull'efficacia della spesa a livello territoriale dopo l'entrata in vigore della legge, ma dovranno anche obbligatoriamente approvare il piano sanitario, pena il commissariamento ad acta da parte del governo.


Dieta per l'acft, cala il cda (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 08-11-2007)

 

Cronaca "Dieta" per l'Acft, cala il Cda Passa da 7 a 5 membri, sparisce il vicepresidente Sono bastati quindici minuti all'assemblea dei soci dell'Acft (Provincia più Comuni) per modificare lo statuto dell'azienda, modifica necessaria per poter ridurre il numero dei componenti del consiglio di amministrazione. L'altra sera in una riunione del centro sinistra si era deciso di passare dagli attuali 7 a 5 membri del cda. In tale direzione si è mossa l'assemblea dei soci, inserendo anche misure anche più drastiche per contenere i costi della politica. Tre le modifiche apportate allo statuto: il cda potrà essere formato da un minimo di 3 a un massimo di 5 membri; viene eliminata la figura del vice presidente; in alternativa al consiglio di amministrazione sarà possibile anche nominare un amministratore unico. "Si tratta di modifiche - commenta l'assessore ai trasporti Andrea Ricci, che ieri nell'assemblea rappresentava la Provincia - coerenti con il decreto Lanzillotta e con la Finanziaria 2007 e che per quanto riguarda il vice presidente recepiscono in anticipo la proposta contenuta nella Finanziaria 2008 che deve ancora essere approvata". L'assemblea, anche su parere dei legali, non ha invece provveduto alla revoca del cda e alla nomina del nuovo e più ristretto cda di cinque membri. Prima conviene registrare presso la Camera di commercio la variazioni allo statuto. L'assemblea dei soci Acft è stata quindi aggiornata al 22 novembre e deciderà anche sui compensi e sulla loro forma (gettone o indennità). La cancellazione della figura del vice presidente prelude alla esclusione dal futuro cda di Vinicio Canella, che ricopriova tale carica. Per i consiglieri ddei cda l'indicazione del centro sinistra propende per il gettone di presenza in tutte le aziende partecipate (Acer, Agea, Amsefc e appunto Acft). Sono già remunerati a gettone i cda di Ami, Sipro e Ardsu. Per Acosea non si pone il problema poichè da poco è retta da un amministratore unico e presto la stessa strada seguirà Ferrara Tua.


Vujasinovic ruba la scena a Udovicice fa volare la Pro Recco contro il Cremona (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-11-2007)

 

Pallanuoto Pro Recco18 Bissolati Cremona6 (2-3, 4-1, 6-1, 6-1) Pro Recco: Tempesti, Giacoppo, Madaras 3, Mangiante, Kasas 1, Vujasinovic 4, Felugo 3, Angelini 2, Benedek 1, A. Calcaterra 2, Udovicic 1, Deserti 1 (rig.), G. Fiorentini. all. P. Porzio. BISSOLATI Cremona: Pasqualato, G. Ferreccio, Vittorioso 1, Varga 2, Carippo 1, Wright, Georgescu, Azevedo 2, Cavallera, Napolitano, Sottani, Duca. all. Baldineti. Arbitro: Saeli (Mestre), Vitiello (Li). note: s.n. Recco 7 (5 gol), Cremona 6 (1). 08/11/2007 Recco. La sconfitta patita in Coppa Italia, giusto un mese fa, al momento del debutto stagionale, proprio per mano della Bissolati Cremona, induce la Pro Recco a non fidarsi di un avversario che "Gu" Baldineti (ora anche presidente della società lombarda) ha portato al via del campionato in eccellenti condizioni di forma, come testimoniano i rotondi successi raccolti nelle prime tre gare, tanti quanti la Pro Recco scudettata. Così i campioni d'Europa presentano in acqua sin dal primo minuto il portiere Stefano Tempesti, reduce da un intervento chirurgico al dito di una mano (è l'esordio in campionato quest'anno per il numero uno della nazionale) e, soprattutto, schierano anche Vanja Udovicic, il serbo fresco di naturalizzazione (ha giurato in municipio a Recco martedì), che diventa così utilizzabile anche in campionato e non soltanto nelle competizioni internazionali. A proposito di coppe europee, quello con il Cremona rappresenta per la Pro Recco un utile test di avvicinamento all'appuntamento con la Supercoppa Europea, cui i biancocelesti tengono moltissimo, in palio tra meno di dieci giorni (sabato 17 novembre) a Kazan, contro i russi del Sintez degli ex Ikodinovic e Savic. Nel Cremona Baldineti è costretto a rinunciare al portiere titolare, il savonese Pastorino (influenzato), sostituito dal secondo Pasqualato, il cui biglietto da visita è un rigore parato a Kasas. È l'emblema di un avvio di gara in cui i padroni di casa faticano non poco contro la ben disposta formazione lombarda. La manovra biancoceleste stenta a decollare, ma a dare la scossa provvede Felugo all'inizio del secondo quarto; l'attaccante azzurro suona la carica e da quel momento in avanti la Pro Recco prende progressivamente il sopravvento, sino a dilagare, trascinata dalle sue stelle (Vujasnovic su tutti). Nella seconda parte il match, di fatto, non ha più storia, e il divario tra la due squadre assume proporzioni considerevoli. La generosa Bissolati ha fatto di tutto pur di non mollare, ma il divario di forze in acqua era evidente; dal secondo quarto Baldineti è stato peraltro costretto a rinunciare all'apporto di Vittorioso, ko (frattura del naso) dopo un colpo proibito di Udovicic. Andrea Ferro 08/11/2007 Albisola. Il Savona fa suo un derby dagli alti contenuti agonistici ma reso brutto dalla conduzione di gara della coppia Pascucci-Rotunno. Il duo campano, fischiando in maniera umorale, ha fatto sì che la gara vivesse unicamente di fiammate e lunghi periodi di lotta davanti ai portieri. Alla fine hanno prevalso i savonesi grazie a una migliore organizzazione difensiva e maggiore freschezza mentale-atletica nei momenti decisivi. Gerini, Whalan, Perrone, Varellas, Mistrangelo e Rizzo si sono distinti tra i padroni di casa. Bene, tra i granata, Figlioli, Zanetic e Sadovyy. Leggermente in ombra Jokic, atteso ex. "A tratti siamo stati alla pari - commenta l'allenatore ospite Rus - ma abbiamo pagato i troppi errori".Raffaele Di Noia 08/11/2007 del monte savona10 sori8 (1-1, 4-4, 3-2, 2-1) savona: Gerini, Varellas 2, Conti, Morena, Pesenti, Rizzo 2 (1 rig.), F. Mistrangelo 1, Perrone 2 (1 rig.), Whalan 1, Onofrietti 1, Aicardi, Santamaria, D.Fiorentini 1, all. C. Mistrangelo. Sori: Dinu, Giorgi, Presciutti, Figlioli 3, Zanetic 2, A.Caliogna, Sadovyy 1, E.Caliogna, Lapenna, Trebino, Guidaldi 1, Jokic 1 su rig., Gallone, all. Rus. ArbitrI: Pascucci e Rotunno di Napoli. note: s.n. Savona 5 (2 gol e 2 rigori), Sori 10 (5 gol e 1 rigore). 08/11/2007 LAZIO10 nervi10 (3-1, 2-1, 3-4, 2-4) lazio: Gazzarini, Patricelli, Sebastianutti 1, Gitto M., Latini, Lisi, Colosimo, Tafuro 2, Muncaksy 1, Ragosa 4, Alonzi, Tomasic 1, Gitto N. 1. all.: Formiconi. nervi: Mina, Mammarella, Marcz 2, De Nevi, Cotella, Busila 2, Sessarego, Temellini, La Penna 3, Astarita, Kunac 1, Henriques, Celia 2. all. Radjenovic. ArbitrI: De Chiara (Na), Lo Dico (Pa). note: Nel pt Gazzarini (L) para un rigore a Marcz (N). s.n. Lazio 7 (4 gol), Nervi 5 (2). 08/11/2007 Roma. Finisce 10-10 l'incontro che poteva consentire al Nervi di fare tre passi avanti. I primi due tempi sono davvero da dimenticare, complice l'ex Ragosa scatenato e a segno in quattro circostanze: la rimonta è compiuta grazie all'orgoglio dei centroboa, Celia e Lapenna. Mister Radjenovic non digerisce la prova della squadra. 08/11/2007 Chiavari. Il Chiavari perde ancora, ma questa volta si toglie la soddisfazione, se non altro, di andare sul doppio vantaggio per la prima volta in questa stagione. Accade all'inizio della partita. Poi il Plebiscito Padova si riorganizza: allunga e chiude l'incontro senza correre pericoli. Italo Vallebella 08/11/2007 CHIAVARI NUOTO7 PLEBISCITO PADOVA12 (2-2; 1-4; 1-3; 3-3) Chiavari: Gennaro, Governari, Katsiberis, Ferreccio 1, Casazza Barreca, Luongo, Schiaffino, Giambruno, Sacco 3 (1 rig.), Gorrino 1, Paganoni 2 (1 rig.), Cichero. all. Casagrande. Padova: Caprani, Filippetto, Petronio, Diego Bacelle 3, Marco Bacelle 2, Zubcic 3, Zanovello, Trevisan 2, Powers 1, Gottardo, Taglia, Glavan 1, Gaspari. all. Pisano. Arbitri: Collantoni (Porto Santo Stefano) e Alessia Ferri (Roma). note: Su. num. Chiavari: 8 (2); Padova: 5 (1). 08/11/2007 catania. Il Bogliasco gioca un tempo alla pari, poi il Catania prende il largo, con una seconda frazione chiusa con un netto più 3. Avrebbe la possibilità, la squadra ligure, di riaprire la partita sul 6-3, ma sbaglia un rigore. I biancoazzurri di De Crescenzo, su cui continuano a pesare le assenze di Patrone e Avallone, si battono però fino alla fine. 08/11/2007 LA CLASSIFICA si sgrana in testa: il Posillipo cede al Brescia, che si candida come anti-Recco. RISULTATI: Recco-Cremona 18-6, Brescia-Posillipo 13-11, Florentia-Salerno 11-9, Savona-Sori 10-8, Lazio-Nervi 10-10, Chiavari-Padova 7-12, Catania-Bogliasco 8-6. CLASSIFICA: Recco e Brescia 12, Cremona, Savona, Florentia e Posillipo 9, Lazio e Nervi 4, Sori, Padova, Bogliasco e Catania 3, Chiavari e Salerno 0. 08/11/2007 catania 8 bogliasco6 (2-2, 3-0, 2-1, 1-3) catania: Volarevic, Bartolocci 2, Ninfa, Torrisi 2, Zovko, Milakovic 1, Scebba 2, Nikolic, Dato, Primorac 1, Torrisi, Tringali, Spampinato. all. Puliafito. bogliasco: Vio, Mannai, Popovic, Congiu, R. Di Somma, Jelenic, A. Di Somma, Bettini, Basic, Gak, Cappelli, Foroni. all. M. De Crescenzo. ArbitrI: Caputi e De Cesare di Roma. note: s.n. Catania 9 (3 gol), Bogliasco 11 (1) più un rigore fallito. 08/11/2007.


La casta dei consiglieri che governa le società (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-11-08 - pag: 15 autore: La casta dei consiglieri che governa le società Sono 75 inamovibili e collegano il 76% delle quotate di Orazio Carabini L' hanno chiamata la Camera dei Lord della Borsa. è composta da una casta di 75 inamovibili che, facendo parte di più consigli di amministrazione, "collegano" il 76% delle società italiane quotate. E il punto più fitto dell'intreccio sta nella cuspide: le società finanziarie comprese tra le blue chip, quelle cioè che fanno parte dell'indice S&P-Mib 40. "L'estensione, la profondità e la stabilità dei collegamenti tra le società italiane quotate, e in particolare tra le più importanti società finanziarie, solleva dubbi sul loro comportamento competitivo ". In altre parole, gli intrecci nei Cda creano un ambiente collusivo, che va a scapito della concorrenza. Non è la conclusione di un'istruttoria dell'Antitrust che, da quando esercita le proprie competenze anche sul sistema bancario e finanziario, ha denunciato ripetutamente l'intreccio azionario tra molte delle maggiori società del settore. A questa conclusione sono giunti tre ricercatori (Paolo Santella, della Banca d'Italia attualmente alla Commissione Ue, Carlo Drago, Università Federico II di Napoli, e Andrea Polo, Università di Cambridge) che hanno scandagliato la composizione dei Cda delle società quotate tra il 1998 e il 2006 per vedere qual è la velocità del ricambio, quante sono le duplicazioni e le sovrapposizioni, quali reti societarie si formano attraverso la condivisione degli amministratori. Lo studio, che sarà presentato venerdì a Milano durante la Terza conferenza annuale della Società italiana di diritto ed economia, conferma che il paesaggio descritto dall'Antitrust nelle sue istruttorie e nelle sue prese di posizione assomiglia molto alla realtà. I 16.897 posti di amministratore disponibili sono appannaggio di 4.270 persone che si possono dividere in due categorie: i Lord e i Peones. I primi sono quelli che nei nove anni considerati hanno accumulato almeno 23 incarichi (in media 2,5 posti in Cda ogni anno). Sono tutti uomini con tre eccezioni: Marina Berlusconi e le due figlie di Salvatore Ligresti, Jonella e Giulia. Pochi escono dal gruppo degli "eletti", e quasi tutti perché muoiono (come alcune delle personalità presenti nella lista a lato). Molti hanno incarichi importanti (presidente e amministratore delegato). Ben 25 su 75 sono azionisti rilevanti della società. Tra i personaggi in crescita (con un numero crescente di incarichi) figurano Carlo Pesenti e i tre membri della famiglia Ligresti. Stabili risultano Cesare Geronzi e Francesco Caltagirone. In diminuzione Giampiero Pesenti, Marco Tronchetti Provera e Gianfranco Gutty. I Lord appartengono in prevalenza alle grandi famiglie del capitalismo italiano. Ci sono ben 53 "blasoni" che nei nove anni considerati hanno accumulato più di 23 incarichi. E la definizione è molto prudenziale. Per esempio, Franzo Grande Stevens non è incluso nella famiglia Agnelli così come Gianni Mion non è incluso in quella Benetton. Nella classifica delle dinastie che hanno accumulato più di 100 incarichi primeggia Benetton (125), seguita da Caltagirone (120), De Benedetti (110), Pesenti (103) e Marzotto (100). Le prime dieci famiglie hanno ciascuna un numero di incarichi superiori a quelli del più "gettonato" tra i Lord. L'osmosi trail gruppo dei Lord e quello dei Peones è nulla o quasi: il 94% degli amministratori siede in uno o due Cda. Il turnover è del 25%, ma i pesci piccoli o restano tali o escono dal gruppo: difficilmente aumenta il numero dei loro incarichi. Nel periodo considerato il numero delle società quotate sale da 228 a 257 mentre gli amministratori passano da 1.705 nel 1998 a 1.769 nel 2006. Il numero medio di amministratori scende così da 7,4 a 6,9. Nello stesso tempo diminuisce anche la quantità di incarichi accettati contemporaneamente dai Lord. Fin qui la ricerca si concentra sulle persone. Ma quante sono le imprese "collegate" dagli amministratori? Nel 2006 il 76% delle società quotate aveva almeno un consigliere in comune con un'altra, a formare una ragnatela in cui i Lord possono costituire lo strumento di comunicazione da un'impresa all'altra e in questo modo limitare la concorrenza. Il numero delle società "isolate", che non hanno cioè amministratori in comune con altre, si riduce sia in valore assoluto (da 53 a 47) sia come incidenza (dal 23 al 18%). Santella, Drago e Polo hanno poi misurato la "densità" dei collegamenti e hanno scoperto che tra le blue chip ( incluse prima nell'indice Mib30 poi nel S&P-Mib40) il tessuto connettivo è più fitto, anche se la tendenza è a ridursi sia nel listino in generale sia tra le blue chip. La conclusione è che le grandi società tendono a creare dei collegamenti attraverso le interlocking directories, cioè la condivisione di amministratori. L'analisi si fa via via più sofisticata per verificare quali società sono i nodi del reticolo di collegamenti. Si va allora a vedere con quante altre imprese un'impresa è collegata attraverso amministratori condivisi. E in questa classifica si vede che il gruppo delle prime dieci cambia poco negli anni presi in esame. Pirelli, Mediobanca, Generali e Ras guidano la lista delle più presenti. Tra i newcomer si segnalano Rcs e Fondiaria, Alleanza e Atlantia. E qui si arriva al punto più delicato:l'intreccio tra le blue chip finanziarie del listino italiano. Che non riguarda solo le partecipazioni azionarie, ma anche le presenze incrociate di amministratori nei Cda. Nell'indice Mib30, divenuto poi S&P-Mib40, il sottogruppo di banche e assicurazioni, composto da 13-15 società, era ed è il più importante. Tra il 1998 e il 2006 (vedere grafico) molte di esse erano collegate attraverso gli amministratori in numero che varia da uno a sei. Il picco si raggiunge nel 2005 con 12 società collegate, più altre due che fanno storia a sé. Dal grafico "osserviamo - annotano gli autori - la persistente centralità di Mediobanca che mantiene un elevato numero di amministratori in comune con Generali, UniCredit, Ras (uscita dal listino nel 2006), Banca Intesa e Capitalia (assorbita da UniCredit nel 2006). Negli ultimi anni si osserva una riduzione dei collegamenti che fa da riscontro al calo dei posti nei board detenuti dai singoli Lord. Ma questa riduzione non si traduce in una diminuzione dei componenti del reticolo bensì nella loro concentrazione intorno a Mediobanca". I Lord hanno dunque fatto una scelta: meno incarichi ma scelte mirate agli snodi giusti "con il risultato - concludono gli autori - di raggiungere una maggiore efficienza nell'assicurare la connettività del sistema". LA CLASSIFICA DELLE DINASTIE Primeggiano i Benetton con 125 incarichi, seguono Caltagirone, De Benedetti, Pesenti - Solo tre donne: Marina Berlusconi e le figlie di Ligresti.


Sacerdoti nelle disfatta di (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 08-11-2007)

 

Sacerdotinelle disfattadi CaporettoEra il terribile periodo della prima guerra mondiale e la "rotta" di Caporetto è alle porte. Monsingor Anastasio Rossi parte in visita pastorale nella parrocchia di Tarcento e arriva anche a Ciseriis nella parrocchia di San Carlo Borromeo, dov'è parroco "pre Onorio": don Onorio. Gentilini era giunto da Subit di Attimis dov'era stato per 10 anni: cagionevole di salute anche in seminario, aveva "detto Messa tardi, a 28 anni. Al gnùf predi non gli fecero nessuna festa perché quelli eran tempi di miseria e di guerra; durante la sua prima messa aveva detto ai fedeli "son giunto qui da voi, speriamo di andare d'accordo: avrei piacere che mi mandaste i ragazzi a dottrina, cosicché studiando loro saprò "ce raze di int ch'o sès vualtris'".Durante l'invasione degli austro-ungarici nel 1917 "pre Onorio nol è làt profugo, ma 'al è restàt chi': così nel periodo di guerra faceva scuola ai bambini rimasti, poi scoppiata la "spagnola", malattia infettiva mortale (lui aveva studiato medicina e legge) andava a far visita ai malati e scendendo per Pacagnàn attraversava la Torre scalzo, con le scarpe in mano, per andare ad assistere i malati "tal Borc di sore" in Zomeais; diceva Messa di buon'ora, poi insegnava Dottrina, aiutato da qualche giovane, prima che i ragazzi andassero a scuola.Le prediche le faceva in friulano fin quando "il Duce nol à imponùt il talian"; nel '23 la curazìa di Ciseriis diventa vicaria e nel '29 comprende anche la chiesa di Someais; nel '34 diventa parrocchia anche don Onorio diventa parroco (di Sedilis lo era già dal 1915). Perun periodo è "aiutato" da un "cleric", pre Berto Macòr - don Alberto Cimbaro nativo di Ciseriis (poi missionario con gli emigranti in Argentina dove farà sorgere il Santuario di Madone di Mont, quindi rientrerà come parroco a San Giovanni d'Antro nel '69, e dal '72 economo spirituale di Lasiz; morirà nel 1991).Ma veniamo al 1917, l'anno del disastro di Caporetto: il 26 ottobre il Vescovo A. Rossi in viaggio verso Pradielis: si ferma a Ciseriis e pre Onorio "al à fat sunà i dopli" e così tutta la gente si raduna in chiesa: fuori 'si sintivin a trai i canòns; già a Pradielis (il Vescul el iera làt a vescolà) la strada era intasata di soldati e di gente che scappava; 'el Vescui (che dopo, ancja lui al è scjampât di Udine a Turin') aveva detto "sono contento di essere tra le mie pecore": quelle che poi erano rimaste nelle loro case "cun quàl pastòr jèrino?" di bon chel jera restât pre Onorio, "tignint dongia un pòc i doi pais" e operando, come detto all'inizio. Resta nella sua Ciseriis fino alla morte, avvenuta nel 1948 il 21 luglio, e sui manifesc' piciâs el jera scrit "Ciseriis, in lutto, ti da' l'ultimo saluto"; riposa nel cimitero di Ciseriis con accanto il suo primo cappellano don Cimbaro.Per tutto quanto sopra, e altro ancora, non molti anni fa Ciseriis (in un volume ben illustrato, a cura della Clape di Crosis) ha ricordato il "suo" pre Onorio, non solo, ma compare anche nella pubblicazione "Vicariatus Sclaborum - storie des Vilis de Vâl de Tôr - note storiche sull'assistenza religiosa alle Ville slave, raccolte nell'Archivio della Curia Arcivescovile, per incarico di don Onorio Gentilini), vicario di Ciseriis - Anno MCMXXXII (1932), opera poi ripubblicata in occasione della inaugurazione della nuova chiesa a Ciseriis nel 1995.Don Onorio era nato a Moimacco il 9 aprile 1877: era lo zio suo fratello di mio padre Antonio, che nella sua chiesa a Ciseriis nel 1935 (appena ultimato il servizio militare) ha portato a termine la sua prima opera religiosa "la Risurrezione" (la prima di molte altre nelle chiese in Friuli) un affresco nel soffitto, di ben 7 metri per 3 e mezzo (crollerà tutto sottol a furia del terremoto del 1976). Anch'io ricordo pre Onorio (ero giovinetto, allora) perché ogni tanto i miei gli facevano visita, portandogli qualcosa (vino, formaggio, qualche salame: eran gli anni '40-45: tempi duri... per tutti!Lo ricordo nella sua tonaca nera sempre perfetta, e con una sfilza di bottoni dalla testa ai piedi, il "quadràt" in testa, camminava veloce a piccoli passi: mai visto in maglione né senza il collare bianco (tremendo, d'estate) né mai sbottonato, neppure con noi, neanche in canonica: si vedeva a distanza che si trattava di un Sacerdote. E poverissimo. Tuttora il suo ricordo è sempre più che mai vivo.Sergio GentiliniRoveredo in PianoIncentivialla Poliziadi frontieraLa Segreteria Regionale del Friuli-Venezia Giulia del Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia (Coisp) manifesta il proprio compiacimento per le dichiarazioni espresse dall'onorevole Jole Santelli, Responsabile sicurezza e immigrazione di Forza Italia, in merito alla situazione inerente gli operatori di sicurezza in zone di frontiera. In riferimento agli incentivi per i magistrati operanti in sedi disagiate l'onorevole Santelli ha testualmente affermato: "Fra le misure predisposte nel pacchetto sicurezza al fine di risolvere l'annosa questione delle vacanze di organico, il Governo prevede incentivi per chi decide di operare in zone di frontiera. Bene quindi la previsione di incentivi di quei magistrati che operano in sedi giudiziarie disagiate, ma, se si vuol investire realmente nella sicurezza, dobbiamo prevedere un'identica misura anche per tutti i funzionari delle Forze dell'Ordine che operano in condizioni analoghe".Tale affermazione trova il Coisp pienamente concorde, tanto che da anni questa organizzazione sindacale si batte in questo versante. Ci auguriamo che il Governo voglia accogliere quanto l'onorevole Santelli precisa e auspica, ringraziandola per il suo intervento e la profonda conoscenza del settore e del carente stato in cui versano gli operatori di Polizia. E nel frattempo si attende una chiara, precisa e solerte manifestazione di volontà da parte dei vertici dell'Amministrazione al fine di far conoscere il destino di quegli operatori che giocoforza dovranno abbandonare la specialità della Polizia di frontiera atteso l'imminente ingresso della Slovenia nell'area Schengen.CoispSegreteria regionale FvgEnti inutiliAccelerarel'eliminazioneI tagli della Finanziaria, per il controllo dei costi della politica, con la riduzione dei consiglieri di amministrazione delle società a controllo pubblico, devono essere solo la prima misura che porti alla riforma della politica. In questi anni molti trombati della politica, ex presidenti di Comuni e Province, hanno accumulato gettoni, incarichi e consulenze solo per il fatto di possedere in tasca la tessera giusta. Nulla di nuovo, la partitocrazia si autoalimenta in questo modo. Incarichi e presenze nei cda del parastato rimangono in un recinto protetto dove i posti sono determinati non dalla capacita' professionale o dai risultati conseguiti, ma dalle sponsorizzazioni partitiche. Ritengo di fondamentale importanza che un processo assolutamente trasparente venga previsto anche per le nomine dei Cda.Solo per iniziare vogliamo conoscere urgentemente i nomi, i curriculum e i relativi compensi di tutti i membri dei consigli d'amministrazione e dei consulenti esterni delle società partecipate (ricordo che dovrebbero, ai sensi della legge finanziaria 2007, già essere disponibili sui siti della provincia di Pordenone dal 30 aprile 2007).Su questo i radicali hanno già presentato la proposta di legge "Norme per il contenimento dei costi della politica, delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni" a firma, tra gli altri, D'Elia e Capezzone (del 13 febbraio 2007), dove all'articolo 5 si abrogano le norme oggi previste sul gettone di presenza per la partecipazione a consigli e commissioni per i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunita' montane. Sia finalmente reso pubblico il profilo professionale dei candidati alla gestione delle aziende pubbliche e siano pubblici i relativi emolumenti previsti. E per gli enti pubblici, come dimostra la vicenda dell'Ato, la Regione accelleri la dismissione degli enti inutili.Stefano SantarossaRadicali friulani.


Per una sanità eccellente occorre coesione sociale (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Reggio" del 08-11-2007)

 

Cronaca "Per una sanità eccellente occorre coesione sociale" L'assessore regionale Bissoni ieri al convegno dell'Ausl al centro Malaguzzi "Penso sia davvero difficile immaginare un sistema sanitario di qualità se questo non si sposa con un buon sistema di tutela sociale". Così ieri l'assessore regionale alla Sanità, Giovanni Bissoni, intervenuto a Reggio all'apertura del convegno - organizzato dalla società italiana per la qualità dell'assistenza sanitaria in collaborazione con l'Ausl locale - dedicato al futuro del sistema sanitario. Quattro giornate - si andrà avanti sino a sabato al centro internazionale Loris Malaguzzi - che ieri hanno preso il via con uno spettacolo suggestivo di "Danzability". L'incontro, infatti, è stato aperto da un'esibizione artistica portata in scena al Malaguzzi da alcuni ragazzi disabili: un'esibizione che ha strappato l'applauso dei presenti in sala. A seguire, protagonista il welfare. Argomento su cui, dopo la presentazione di Mariella Martini, direttore generale dell'Ausl, si è speso l'assessore Bissoni,: "E' difficile - ha detto - parlare di un percorso per non autosufficienti o di promozione della salute mentale senza pensare a un sistema territoriale di qualità. Anche la mitica coesione sociale della forte Emilia-Romagna, ad esempio, è intaccata dalla globalizzazione: la perdita di questa coesione sociale la viviamo tutti i giorni sul territorio. Ma il piano sanitario sociale deve ripartire dai territori, i nostri distretti sono zone di azione sociale. Quel che necessita, dunque, è un welfare di comunità che deve sposarsi con una cultura della collaborazione. Gli enti locali, ad esempio, è giusto che portino avanti anche altre politiche che non siano solo sanitarie, ma che comprendano la questione della casa e dei trasporti. Solo così, portando avanti un sistema di comunità si riuscirà a fornire più qualità. Bisogna, inoltre, riuscire ad affrontare il tema della sicurezza - e quando parlo di sicurezza intendo dire: ridurre al minimo gli errori che commettiamo - che fa il paio con le valutazioni dei cittadini. Per valutare la qualità dell'assistenza sanitaria - e qui spero di non provocare la reazione di nessuno - non partiamo dalle Iso9000". E poi, con particolare riferimento al welfare a Reggio: "Fare tutto questo a Reggio forse è più facile che altrove. Qui si stanno facendo cose di cui potrei parlare, ma non lo faccio, perché qui siamo dinanzi a un sistema che ha assunto il tema della qualità come strategico". Quanto agli Irccs (istituti di ricerca a carattere scientifico, verso cui si sta muovendo il Santa Maria Nuova), ieri è poi stata la presidente della Provincia, Sonia Masini, a sottolineare che "non si istituiscono né per decreto, né per delibera né per trasposizione di competenze da un luogo all'altro, bensì come messa in rete di un sapere di tutti sedimentato nel tempo".


Tra le righe/ Benetton, Caltagirone e De Benedetti: ecco la Camera dei Lord della Borsa (sezione: Costi dei politici)

( da "Affari Italiani (Online)" del 08-11-2007)

 

Giovedí 08.11.2007 08:47 --> Oltre alla casta raccontata da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella esiste una casta del capitalismo privato? Pare proprio di sì. A scriverlo non è il manifesto o Liberazione ma il Sole 24 ore con un inchiesta firmata da Orazio Carabini. "Sono 75, di cui solo tre donne. Una casta di inamovibili che, facendo parte di più consigli di amministrazione, collegano tra loro il 76% delle società quotate italiane. E il punto più fitto dell'intreccio sta nella cuspide: le società finanziarie comprese tra le blue-chip, da Mediobanca a UniCredit, da Generali a Intesa Sanpaolo". "L' hanno chiamata la Camera dei Lord della Borsa. È composta da una casta di 75 inamovibili che, facendo parte di più consigli di amministrazione, "collegano" il 76% delle società italiane quotate. E il punto più fitto dell'intreccio sta nella cuspide: le società finanziarie comprese tra le blue chip, quelle cioè che fanno parte dell'indice S&P-Mib 40. "L'estensione, la profondità e la stabilità dei collegamenti tra le società italiane quotate, e in particolare tra le più importanti società finanziarie, solleva dubbi sul loro comportamento competitivo". Primeggiano i Benetton con 125 incarichi, seguono Caltagirone, De Benedetti, Pesenti - Solo tre donne: Marina Berlusconi e le figlie di Ligresti. 16.897 posti di amministratore disponibili sono appannaggio di 4.270 persone che si possono dividere in due categorie: i Lord e i Peones. I primi sono quelli che nei nove anni considerati hanno accumulato almeno 23 incarichi (in media 2,5 posti in Cda ogni anno). Sono tutti uomini con tre eccezioni: Marina Berlusconi e le due figlie di Salvatore Ligresti, Jonella e Giulia. Pochi escono dal gruppo degli "eletti", e quasi tutti perché muoiono (come alcune delle personalità presenti nella lista a lato). Molti hanno incarichi importanti (presidente e amministratore delegato). Ben 25 su 75 sono azionisti rilevanti della società. Tra i personaggi in crescita (con un numero crescente di incarichi) figurano Carlo Pesenti e i tre membri della famiglia Ligresti. Stabili risultano Cesare Geronzi e Francesco Caltagirone. In diminuzione Giampiero Pesenti, Marco Tronchetti Provera e Gianfranco Gutty. --> pagina successiva >>.


L'altro approccio alla legalità (sezione: Costi dei politici)

( da "AprileOnline.info" del 08-11-2007)

 

Andrea Scarchilli , 08 novembre 2007 Politica Il convegno organizzato da Sinistra democratica: "Giustizia penale ed equità sociale - il carcere dopo l'indulto". Le proposte del movimento le ha elencate il vicepresidente della Camera Carlo Leoni: tra queste, più spazio alle misure alternative al carcere e il superamento della Bossi - Fini Vista, come si dice, l'aria che tira, tutto si può dire tranne che a Sinistra democratica sia mancato il coraggio nell'organizzare un convegno dall'intestazione "Giustizia penale ed equità sociale - il carcere dopo l'indulto". Il vicepresidente della Camera Carlo Leoni, il responsabile della Cgil per il settore penitenziario Fabrizio Rossetti, il capo del Dipartimento dell'amministrazione delle carceri Ettore Ferrara e il sottosegretario alla Giustizia Luigi Manconi hanno offerto un approccio diverso da quello che sta tentando, in queste ultime settimane, esponenti di disparate estrazioni culturali e politiche, il metodo cosiddetto "securitario". Un altro modo di affrontare il problema della lotta alla criminalità deve essere possibile se, come ha scandito Manconi al termine del suo intervento, "le categorie dell'immigrazione e del carcere sono le vere cartine di tornasole per distinguere la cultura della sinistra da quella della destra". E' stato Carlo Leoni a mettere sul piatto le proposte, i passaggi dalla teoria alla pratica, che dovrebbero caratterizzare questo approccio. E, ha assicurato il vicepresidente della Camera, Sd si farà carico di chiedere che il governo le faccia proprie, altrimenti saranno i deputati e i senatori del movimento nato dalla scissione dei Ds a tradurle in criteri di battaglia parlamentare. Perché, ha detto Leoni, "non potevano non votare il decreto sulla sicurezza, ci saremmo esposti all'abbraccio con la destra. Ma ora dobbiamo muoverci in Aula". Secondo Leoni non serve a niente aumentare le pene, se la giustizia rimane lenta. Occorre, piuttosto, battersi per una riforma del codice penale che riduca e soprattutto razionalizzi le categorie dei reati e ampli il ricorso alle misure alternative al carcere, come l'affidamento ai lavori socialmente utili e gli arresti domiciliari. Occorre superare la Bossi - Fini, che incentiva la clandestinità e leggi anticostituzionali come la ex - Cirielli. "Servono risposte razionali piuttosto che emotive - ha detto Leoni - e l'indulto rientra nella seconda categoria". Lo difende, Leoni, l'indulto. Ha risolto - anche se solo provvisoriamente - il problema più grave, quello del sovraffollamento dei penitenziari, portando la popolazione carceraria dalle 60mila unità che Ferrara, in un intervento successivo definirà "soglia di tolleranza", a 38mila. Il tasso di recidiva (utilizzato per misurare la frequenza dei reati ripetuti dagli stessi soggetti) è rimasto lo stesso. Dopo un anno e mezzo siamo tornati a 46mila detenuti totali, e si viaggia velocemente verso il ritorno alla zona critica. Per questo, ha aggiunto il vicepresidente della Camera, "bisogna muoversi velocemente". In sintonia con Carlo Leoni è stato Ettore Ferrara, il primo amministratore delle carceri in Italia. Anche lui ha difeso l'indulto: "Dei 9000 tornati in cella dopo l'approvazione, 8100 non erano indultati". E comunque, poi, se è vero che l'indulto ha messo in libertà 26mila detenuti, almeno la metà sarebbero comunque usciti nelle settimane immediatamente seguenti. "In ogni scelta - ha detto Ferrara - ci sono costi e benefici. Nel caso dell'indulto ritengo che prevelgano i benefici, è stato risolto il problema del sovraffolamento". Le proposte di Ferrara. Innanzitutto sul piano normativo: serve il rafforzamento delle misure alternative, ma prima occorre lavorare sulla certezza della pena. Solo potenziando questo principio si può lavorare sul resto. Poi, sul piano amministrativo, Ferrara è convinto che si possano ottimizzare le mansioni dei responsabili: "Sono convinto che, sulla base della legge del 1990, alla polizia penitenziaria possa essere assegnata la funzione di vigilare l'applicazione delle pene alternative alla detenzione". Non si esime, Ferrara, dal chiedere "nuovi spazi detentivi" e una ristrutturazione dell'esistente: "Una buona metà dei nostri penitenziari risalgono almeno all'Ottocento, se non al Settecento". Amara la critica alle politiche del governo del rappresentante della Cgil, Fabrizio Rossetti: "All'assenza di politica sta corrispondendo l'insorgere della sfumatura del confine tra alcuni posizioni storiche, che hanno sempre distinto la destra dalla sinistra sui temi della sicurezza e dell'amministrazione della giustizia". Propone, Rossetti, una riforma del sistema penitenziario, che parta dal riconiscimento, ai detenuti, del diritto di usufruire del sistema sanitario nazionale. Il sottosegretario alla Giustizia Manconi lo auspica, la sintonia c'è. E ha posto un altro problema: "Assistiamo a una regressione culturale della magistratura di sorveglianza, molto ha inciso la mobilitazione di allarmi. Bisogna intervenire con forza". Tanti propositi, parecchi nodi da sciogliere. Con la speranza che i principi si traducano presto in realtà: la detenzione come "extrema ratio", il riconoscimento ai detenuti dei diritti alla salute e all'istruzione, sono tutti principi scritti nel programma dell'Unione, sottoscritto da tutte le forze politiche. Di ben altro peso, poi, la via maestra indicata dalla articolo 27 della Costituzione, quello che assegna alla pena una funzione rieducativa. Non punitiva.


I consiglieri pagheranno il posto auto (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 09-11-2007)

 

IN COMUNE I consiglieri pagheranno il posto auto TRENTO. Un segnale di buona volontà contro i privilegi della politica. La consigliera di Rifondazione Lucia Coppola è riuscita a raccogliere un' adesione bipartisan sull'ordine del giorno che chiede ai consiglieri di versare una quota di 130 euro, l'equivalente di un bollino per residenti, per l'uso del parcheggio ex Sit in via Canestrini e quello di proprietà comunale all'Hotel Trento. Hanno firmato tutti tranne Firmani, proprio colui che aveva avviato il dibattito l'anno scorso chiedendo di abolire i posti auto riservati. L'esponente dell'Italia dei valori vorrebbe infatti che i consiglieri pagassero 220 euro (un euro per ogni ora di seduta) e 260 gli assessori che fruiscono dell'Hotel Trento. L'ordine del giorno è già stato consegnato al presidente del consiglio Pattini e verrà portato in aula probabilmente nella seduta in programma fra 15 giorni (lo decideranno lunedì prossimo i capigruppo). "Una mediazione che per fortuna è andata a buon fine", commenta Coppola. Ma portare a casa la firma di tutti (meno uno) è stata un'impresa non facile. "Con alcuni ho dovuto essere molto convincente. Per qualcuno bisognava distinguere tra parcheggi, perché l'ex Sit è più lontano. Per altri non bisognava avallare le posizioni demagogiche di Firmani". Si erano cercate anche forme diverse, magari più incisive, per dare questo segnale di rinnovamento. "Ma con altri strumenti non potevamo intervenire. All'interno del gruppo di lavoro sui costi della politica era stato proposto da alcuni consiglieri l'eventuale taglio del 20-30% dei gettoni di presenza, tuttavia non è di nostra competenza. Dovrebbe cambiare la legge regionale. Stiamo anche intervenendo - cosa molto importante - su una maggiore efficienza delle commissioni". Coppola tiene però a ribadire una cosa: "Nessuno di noi pensa che i privilegi vadano cercati all'interno del Comune. Non è un posto dove si spreca. Questi 130 euro a seduta non sono certo immeritati. Ci aspettiamo - conclude - che altri passi vengano fatti da chi dei privilegi gode veramente, dai consiglieri provinciali ai parlamentari, fino ai membri dei Cda". (maro).


Medicinali da banco: rivincita delle farmacie (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 09-11-2007)

 

SANITÀ. Dalla prossima settimana un manuale in regalo per imparare ad "autocurarsi" Medicinali da banco: rivincita delle farmacie "L'automedicazione per la famiglia. Piccole patologie, cure e farmaci da banco" é il titolo del manuale realizzato da Puntoeffe con la collaborazione di Federfarma dalla prossima settimana disponibile in farmacia, in regalo. Il volume é curato da Stefano Govoni e Adele Lucchelli del Dipartimento di Farmacologia sperimentale e applicata dell'Università di Pavia, e da Pierluigi Diano, medico e giornalista; scritto per il cittadino, punta ad accompagnare le famiglie nella gestione di quei piccoli disturbi che possono essere curati con i farmaci da banco. PER FACILITARE la consultazione, il manuale é organizzato per singoli sistemi (digerente, respiratorio...) e ogni capitolo riporta per sommi capi le caratteristiche anatomiche e fisiologiche dell'apparato, oltre a una breve descrizione dei disturbi che possono essere curati con i farmaci da banco. A conclusione di ogni argomento, la guida riporta un elenco dei farmaci da banco indicati per trattare i disturbi descritti, illustra i meccanismi d'azione delle molecole e indica i nomi commerciali. Sono riportati tutti i farmaci da automedicazione in commercio in Italia al momento della pubblicazione: con il tempo l'elenco dei farmaci potrà cambiare. Non cambieranno, invece, i criteri che devono sempre guidare il cittadino in una scelta responsabile. Alla fine della descrizione di ogni piccolo disturbo gli autori non trascurano indicazioni sugli stili di vita da adottare o da evitare, perché il farmaco non deve mai essere utilizzato come una risposta facile per compensare comportamenti sbagliati. Altrettanto importante é il consiglio di consultare il farmacista o di rivolgersi al medico, se i sintomi persistono più di qualche giorno. "L'INIZIATIVA - sottolinea una nota del presidente di Atf-Federfarma - intende rinsaldare il rapporto del cittadino con la farmacia, per tradizione il luogo in cui il cittadino non solo è assistito dalla capacità di consiglio del farmacista, ma ha tutte le altre garanzie di carattere sanitario che può dare solo una struttura - la farmacia appunto - regolata da molte norme, sottoposta a innumerevoli controlli, operante nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e in rete sia con altre farmacie, sia con le istituzioni preposte alla tutela della salute. I nuovi canali, che da più di un anno possono vendere i farmaci senza ricetta, non hanno queste specificità: i cittadini, magari inconsciamente, lo sanno, visto che i dati di vendita registrano tuttora una sostanziale fedeltà alla farmacia. Mentre in alcuni Paesi aumentano le sollecitazioni per inserire le statine tra i farmaci da banco, in questi giorni in Olanda il loro consumo sta precipitando, in conseguenza di una trasmissione andata in onda in marzo. In televisione due esperti avevano sostenuto che non é facile discriminare tra colesterolo buono e cattivo, e che cittadini e medici hanno subito su questo tema un vero e proprio lavaggio del cervello. "Presumiamo che abbiano interrotto la cura anche coloro che ne avrebbero veramente beneficio - continua il presidente di Atf-Federfarma; questo é solo un esempio recente di come anche il settore del farmaco sia sottoposto, con tutti i rischi che ne conseguono, alla pubblicità, al "si dice", alle informazioni più o meno verificate". "IN FARMACIA si vuole evitare che l'automedicazione diventi consumismo - sottolinea Renato Grendene, presidente di Federfarma Brescia - e far sì che diventi una scelta responsabile; il cittadino dovrà acquistare una maggiore autonomia nella gestione della propria salute, senza però, esporsi al rischio di sbagliare farmaci o di assumerne troppi. Un maggior ricorso all'automedicazione può anche essere opportuno per non incidere con i costi dei piccoli malesseri sulla spesa pubblica e utilizzare, invece, le risorse per le patologie più costose, ovviamente purché questo non si tramuti in uno scarico tout court di costi sul cittadino". "Questo libro - conclude Grendene - vuol essere, quindi, un modo per rimanere accanto al cittadino e assicurargli, che può sempre contare sulla farmacia per risolvere i propri problemi di salute, piccoli o grandi che siano. Perché troverà ovunque e sempre una farmacia vicina, con una serie di servizi per la salute, il benessere e la prevenzione, con un professionista attento e umanamente disponibile".C. S.


Così crescono i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 09-11-2007)

 

PROVINCIA. Centrosinistra all'attacco "Così crescono i costi della politica" L'aumento di capitale sociale dell'Ags (Azienda gardesana servizi) deliberato dal Consiglio provinciale fa ancora discutere. "Serve solo ad aumentare il numero di poltrone in una logica spartitoria che va contro gli interessi dei cittadini. Altroché maggior rappresentatività", tuonano i consiglieri della minoranza in Provincia, Sergio Ruzzenente, Vincenzo D'Arienzo e Luciano Sterzi. Già uniti dalla dichiarata adesione al nuovo Partito democratico, gli esponenti del centrosinistra mettono a nudo una situazione che definiscono "paradossale". "C'è già uno strisciante disagio nel rapporto fra cittadini e politica ed il comportamento da Prima repubblica della Provincia non fa che appesantire i sospetti nei confronti di chi dovrebbe amministrare". Ma ricordiamo il retroscena di questa vicenda. Il decreto Lanzillotta, inserito nella Finanziaria 2007, prevede che entro il 22 novembre i consigli di amministrazione delle società a partecipazione degli enti locali non possano avere più di cinque consiglieri ciascuno. L'intento è palesemente quello di ridurne il numero, riducendo gli sprechi pubblici. Qualcuno, infatti ritiene che anziché "partecipate" andrebbero chiamate "lottizzate". "Il decreto Lanzillotta rende la politica meno invasiva ed ecco la risposta dei Palazzi Scaligeri", proseguono i democratici, "che aumenta da tre a cinque il numero dei consiglieri d'amministrazione dell'Ags e per raggiungere il proprio scopo passa il capitale sociale da 327.600 euro a 2.620.800 euro per rientrare nei parametri previsti dal decreto. I costi per la collettività sono facilmente quantificabili". "Ciascuno dei 20 Comuni soci dovrà immobilizzare circa 100mila euro, la Provincia sottrae al fondo di riserva 230mila euro, che potrebbero essere impiegati per investimenti a favore dei cittadini, ed i due consiglieri aggiunti graveranno il bilancio societario di 15mila 600 euro l'anno (650 euro al mese a testa)". Ed è lo stesso direttore generale dell'ente provinciale, Giuseppe Panassidi, in una sua prima osservazione sulla proposta a scrivere: "La motivazione di aumento del capitale fornita dalla società è carente, non consente un'adeguata valutazione e appare uno strumento per aumentare i membri del Cda". "E' una spartizione politica", concludono, "che contraddice addirittura il recente convegno sui costi della politica, promosso dalla Provincia ed organizzato dallo stesso Panassidi. E la scusa che la Gardesana servizi accampa, parlando di maggiore credibilità verso il sistema creditizio, non regge. Inoltre, la maggiore rappresentatività viene dall'assemblea dei soci e non dal Cda, che deve essere snello per risultare maggiormente operativo". R. C.


Con le aste sul web la Regione taglia i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 09-11-2007)

 

Di ALESSANDRO GOLDONI ? BOLOGNA ? WEB È BELLO, politicamente corretto e soprattutto economico. La nuova parola d'ordine a palazzo d'Accursio a Bologna come in viale Aldo Moro, sede della Regione, sembra essere: 'tutti in rete'. Così, mentre Giuseppe Paruolo assessore alla Comunicazione della giunta Cofferati, lancia l'idea della Web Cam (la videocamera collegata a internet) nelle sedute delle commissioni, in modo da evitare il 'firma e fuggi' dei consiglieri che percepiscono il gettone, Flavio Delbono, vicepresidente della Regione con delega alle Finanze, tesse ufficialmente le lodi delle aste telematiche. "Oggi va di moda scagliarsi contro i costi della politica - dice Delbono al ComPa, il salone della comunicazione pubblica - e va bene. Ma è sui costi delle amministrazioni che si possono ottenere consistenti risparmi" Il riferimento è proprio a Inter-cent l'agenzia regionale per l'acquisto di beni e servizi e che fornisce a Comuni e Provincie la piattaforma telematica. "Con il nuovo meccanismo delle gare on-line si riescono a risparmiare 45 anni di unità lavoro cioè due milioni di euro, l'anno - spiega il vicepresidente - da sommare ad altri due milioni di spese, evitate, di pubblicazione". Nelle gare on line la carta sparisce. Solo la cauzione provvisoria va accompagnata da un documento scritto, il resto è tutto elettronico compresa la firma: bando, avviso, offerte dei partecipanti, rilanci. Anche i tempi si accorciano, meglio, si polverizzano. L'esempio arriva in diretta in una sala della Fiera: su uno schermo collegato a un Pc, appaiono i quattro concorrenti ad una gara per la fornitura di personal computer alla Regione. Le aziende che hanno superato la selezione, si sfidano a colpi di offerte e controfferte. Ognuna, come viene spiegato, vede la cifra del suo avversario, ma non il nome. In venti minuti è tutto finito e la gara aggiudicata. - -->.


Tagli anche ai rapporti interpersonali Sempre più impossibile il contatto tra rappresentati e rappresentanti (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 09-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA Tagli anche ai rapporti interpersonali Sempre più impossibile il contatto tra rappresentati e rappresentanti Caro Carlino, sotto la spinta demagogica dei 'costi della politica' ? che peraltro sta partorendo 'topolini localistici' ed il nulla più assoluto avverso i reali privilegi di parlamentari e maggiorenti ? mi pare stia avvenendo quanto già riscontrato diversi anni fa nell'amministrazione sanitaria. Si passò alla 'prefettizzazione' della sanità, allontanando i rappresentanti dei cittadini dal governo diretto del sistema, con i benefici (!?) che, negli anni, sono davanti agli occhi di tutti, come le visite al... 2010 e la scarsa considerazione circa i servizi reali al cittadino da contrapporre ai calcoli economicisti, peraltro risparmiando qualche milione di lire nelle indennità di carica e spendendone centinaia per fare i ponti d'oro a presunti manager. E' il caso, oggigiorno, dei nuovi 'feudatari' dei parcheggi ovvero dei trasporti ma fors'anche delle case popolari e della gestione idrica, voluti in particolare (chissà perché) dai Verdi. Che la politica abbia il dovuto timore del fondato giudizio dell'opinione pubblica sul cattivo utilizzo dei propri soldi, è assolutamente salutare; ma quando usare questo pretesto per compiere scelte sciagurate, abdicando al proprio ruolo, è assurdo. Si potrebbe obiettare che lo ha fatto da un pezzo di abdicare al proprio ruolo, non rappresentando più gli interessi dei cittadini ma solo quello dei nuclei... armati di potere, ma rendere sempre più impossibile il necessario contatto diretto tra rappresentati e rappresentanti, sotto l'egida di risparmi che saranno dell'ordine di qualche migliaio di euro, è demenziale. In futuro ci rivolgeremo ai call-center o, attraverso le e-mail, ai gestori dei servizi, litigando con i poveri disgraziati che hanno la sfortuna di svolgere quei disinformati e malpagati lavori di front-office. Difatti, alzi la mano chi è riuscito a parlare, in alternativa, almeno con un 'quadro' intermedio, visto che con un amministratore è assolutamente impossibile. Davvero una grande pensata, in un'epoca caratterizzata dalla mancanza di relazioni interpersonali, quella di privarsi pressoché totalmente delle rappresentanze sociali e territoriali. Con sommo gaudio dei veri bersagli dell'opinione pubblica, che continueranno a fare ancora di più i propri, ristretti affari. Daniele Vecchiattini - -->.


"legge giusta ma poi il sistema è impazzito" - luciano nigro (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

 

Pagina III - Bologna L'INTERVISTA "Legge giusta ma poi il sistema è impazzito" LUCIANO NIGRO "Vuole sapere se sono pentito della legge sui costi della politica? Un po' sì. Non rimpiango di averla presentata come relatore alla Camera, perché la legge era giusta. Ma di non aver previsto che con l'esplosione della politica il sistema non avrebbe retto più". Sergio Sabattini, oggi sindaco di Porretta, già deputato e prima ancora segretario del Pds, consigliere e assessore nel Comune di Bologna, fu l'ideatore della legge che nel 1999 riordinò le indennità degli amministratori pubblici. Da lì sono arrivati gli stipendi non solo ai sindaci, ma agli assessori, i presidenti di quartiere e ha cominciato a formarsi quello che il senatore Massimo Villone definisce il grande esercito dei piccoli stipendiati della politica. Si sente come il dottor Frankenstein, Sergio Sabattini? "Perché, scusi?" Non è lei che inventò la legge sui costi della politica? "Sì fui io il relatore della legge". Non pensa che la sua creatura sia impazzita? "E' impazzito il sistema politico". E non è pentito di quella legge? "Ni". SEGUE A PAGINA VII.


Sei consigliere? hai doppio stipendio (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

 

Pagina III - Bologna Lo scorso anno Palazzo d'Accursio ha speso 200 mila euro per pagare ai datori di lavoro (anche i partiti) le ore dei permessi per la politica Sei consigliere? Hai doppio stipendio Oltre ai gettoni, busta paga intera con il rimborso del Comune Doppio "stipendio" per i consiglieri comunali dipendenti di aziende pubbliche e private, e persino dei partiti, come nel caso dei Ds. In totale 19 su 46. Oltre ai gettoni per la loro partecipazione alle sedute del consiglio e delle commissioni, il Comune rimborsa ai datori di lavoro degli eletti anche il corrispettivo delle ore che i consiglieri passano a Palazzo D'Accursio. Nel 2006 un totale di 193mila euro. Più 21mila euro di rimborsi per le trasferte. Così il consigliere lavoratore percepisce lo stipendio pieno dalla sua azienda, più i gettoni comunali che riesce ad accumulare. BIGNAMI A PAGINA VII.


Se fare una fiera costa 5 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 09-11-2007)

 

Piombino - Elba Se fare una fiera costa 5 milioni Tramite un apposito gruppo di lavoro costituito alcuni mesi fa, il Forum della democrazia prosegue l'analisi delle aziende pubbliche partecipate, con l'obiettivo di elaborare una mappa del potere e delle criticità in Val di Cornia. Ora l'attenzione si concentra sulla Cevalco, su cui il Comune di Campiglia vuole spendere un sacco di soldi. Dopo svariati esercizi chiusi in costante perdita, dopo un intervento di ricapitalizzazione dei comuni soci della Cevalco (a spese dei contribuenti), dopo l'ennesimo esercizio chiuso in perdita, il socio principale, cioè il comune di Campiglia, si appresta ad acquistare ciò che è già suo per il 47%. Sta facendo un leasing per 3 milioni e 242.000 euro che per 15 anni costerà 350.000 euro l'anno più anticipazioni e riscatto finale: un'operazione che complessivamente costerà alla collettività oltre 5 milioni di euro. In questo modo dopo aver accollato sulle finanze pubbliche un peso di circa 200.000 euro annui per le gestioni passate della Cevalco, ci si appresta ad accollare, sempre alla collettività, il costo del leasing per gli anni a venire. Due domande nascono spontanee. La prima è: quante volte i cittadini del Comune di Campiglia e della Val di Cornia devono pagare la Cevalco? Una per acquisire il capitale iniziale, una per ripianare le perdite, una per fare il leasing... Sembra una salata novella dello stento. La seconda domanda è "Per fare cosa?" la risposta nota è: "una fiera all'anno, simile ad un grosso mercato paesano, e quest'anno anche una mostra di modellismo." Un po' poco in rapporto a tutti i soldi che si spendono per la Cevalco. Ora si apprende che malgrado una gestione fallimentare che ha visto dissolversi nel nulla centinaia di migliaia di euro di denaro pubblico, senza che mai gli amministratori della società abbiano pagato per le proprie responsabilità, si propone un altro investimento enorme di denaro pubblico, per tenere in piedi una società che non svolge alcun servizio pubblico essenziale. Questa operazione serve solo per continuare a sorreggere la pessima gestione di Cevalco con una operazione finanziaria su cui la Corte dei Conti avrà forse qualcosa da dire: la società vende al Comune beni immobili e con l'incasso pagherà i consistenti debiti, una girandola di milioni che non porterà nessun beneficio al servizio pubblico. Ciò avviene in un modo non chiaro e discutibile: attraverso il leasing viene eluso il patto di stabilità, che è legge dello Stato, come ha platealmente dichiarato alla stampa un assessore comunale di Campiglia: "la scelta del leasing è dettata dal vincolo del patto di stabilità, che ci impedisce di accendere nuovi mutui". In pratica una confessione di aggiramento delle regole. è una decisione che va anche contro la raccomandazione del governo Prodi, che ha invitato i comuni ad uscire dalle società che non svolgono servizi pubblici essenziali. Si continua a spendere inutilmente denaro pubblico mentre a parole si dice di voler ridurre il costo della politica. Forum della democrazia.


I consiglieri a doppio stipendio - silvia bignami (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

 

Pagina IX - Bologna Il Comune versa al datore di lavoro la quota della busta paga relativa ai permessi che spettano per legge agli eletti I consiglieri a doppio stipendio Oltre ai gettoni, 200 mila euro per rimborsare le ore a Palazzo Per i dipendenti di partito i soldi vanno a finire nelle casse delle forze politiche SILVIA BIGNAMI Doppio "stipendio" per i consiglieri comunali dipendenti di aziende pubbliche e private, e persino dei partiti. In totale 19 su 46. Oltre ai gettoni di presenza per la loro partecipazione alle sedute del consiglio comunale e delle commissioni, il Comune paga ai datori di lavoro degli eletti anche il corrispettivo delle ore che i consiglieri passano a Palazzo D'Accursio. Nel 2006 un totale di 193mila euro. Non solo. Il Comune rimborsa ai consiglieri anche il tempo passato ad andare e tornare dal loro luogo di lavoro a Palazzo D'Accursio. Circa 21mila euro lo scorso anno. A conti fatti, a fine mese molti i consiglieri - quelli che non vivono solo di politica - si ritrovano due stipendi. Quello percepito dalla loro azienda, senza detrazioni. E quello "da gettoni", frutto del lavoro di eletti. Una sorta di doppio lavoro. Palazzo D'Accursio d'altra parte si trova a pagare i consiglieri comunali due volte: da una parte con i gettoni - 1 milione di euro circa nel 2006 - dall'altra con i rimborsi alle aziende: circa 210mila euro nello stesso anno. Questo è il prezzo di chi non fa politica di professione. Un prezzo che però paga il Comune (quindi i cittadini). Alla fine del mese infatti tutti i consiglieri che conservano un lavoro dipendente, firmano una "nota spese", con le ore passate tra commissioni e consiglio comunale. Consegnano la nota alla loro azienda, che a sua volta la passa al Comune. A quel punto Palazzo D'Accursio paga all'azienda il corrispettivo in euro delle ore di lavoro perse dal consigliere per il suo impegno di eletto. E il 27 di ogni mese, il consigliere si trova in busta paga stipendio pieno e gettoni. Un meccanismo che nessuno al momento prevede di modificare - nemmeno la cosiddetta riforma del presidente Gianni Sofri - nonostante le polemiche sul "firma-e-fuggi" in commissioni per intascare i gettoni di presenza. E un meccanismo che vale per tutte le aziende - università, imprese, ospedali, scuole - eccetto quelle elettive. Non può essere, ad esempio, che il Comune "rimborsi" la Regione o la Provincia per il tempo passato in commissione da un consigliere dipendente di questi enti. Come è il caso del capogruppo dei Ds Claudio Merighi, o del consigliere Emilio Lonardo. Niente paura però, sono gli stessi enti pubblici a "giustificare" le ore di assenza dei loro dipendenti, ma senza decurtazione di stipendio. I rimborsi arrivano però ai partiti politici. La Federazione Ds ha diritto ad essere rimborsata dal Comune per il lavoro di consigliere comunale Marco Lombardelli, che è un dipendente assunto della Quercia. Restano invece esclusi i liberi professionisti e gli autonomi, che si trovano a dover far quadrare da soli il loro doppio impegno, in politica e sul lavoro. Daniele Carella, capogruppo di Forza Italia, ha una edicola a Porta San Vitale, ma ha dovuto pagare un dipendente per le sue ore di assenza. Spesso un "rimetterci" di tasca propria. Mentre c'è anche il caso di chi, come il capogruppo di Rifondazione Roberto Sconciaforni, o il collega Roberto Panzacchi, dei Verdi, hanno scelto di non pesare sulle casse comunali chiedendo l'aspettativa a costo zero per la durata del loro mandato, come fanno di norma gli assessori. Ma i costi della politica del Comune sono tutti in crescita. Senza curarsi delle polemiche sulla Casta, in consiglio le spese per gi "stipendi" aumentano, anziché calare. Confrontando la spesa in gettoni e commissioni del settembre 2006 con quella dello stesso periodo del 2007 si scopre infatti che è lievitata di 135mila euro, da 693mila euro a 828mila. E anche la giunta costa sempre di più ai contribuenti. Nel 2005 per missioni gli assessori hanno speso 20 mila euro, diventati quasi 35 mila a giugno 2007.


Tav, verso la soluzione intermedia (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-11-2007)

 

Cervignano. Prosegue il confronto sul tracciato fra i tecnici e i sindaci interessati dall'opera Tav, verso la soluzione intermedia CERVIGNANO. La "variante centrale" resta l'alternativa piu' gettonata; ma, nel ventaglio di ipotesi, si prospetta la possibilità di riutilizzare anche il vecchio tracciato San Giorgio-Palmanova. La "variante nord" che avrebbe dovuto passare per Bagnaria Arsa e la "sud" che avrebbe lambinto il territorio di Carlino e Terzo di Aquileia possono già considerarsi abbandonate. Questa una prima scrematura certa delle quattordici alternative al tracciato studiato da Ferrovie Italiane, presentate dal comitato tecnico nominato dai Comuni, Provincia e Regione. Mercoledì sera in sala consiliare l'ingegner Andrea Debernardi ha incontrato il sindaco di casa, Pietro Paviotti, Roberto Duz di Torviscosa e Pietro Del Frate di San Giorgio. Un incontro volto ad approfondire il tracciato che interesserà le tre comunità. L'impatto ambientale è la variabile piu' sensibile all'attenzione dell'ingegner Debernardi che dal primo incontro, rialente allo scorso marzo ha dimostrato di tenere come prioritaria nelle proprie valutazioni. La scelta dei sedimi esistenti, sulla quale sarebbero orientati i sindaci, rientra proprio in quest'ottica, permettendo di limitare i danni al territorio. Nel cervignanese pertanto si sfrutteranno i viadotti che già consentono il traffico a quattro binari. Sarà piuttosto da potenziare il collegamento con l'Interporto consentendo l'alta velocità su quel segmento ed eventualmente il raddoppio della linea Cervignano-Udine per il traporto passeggeri. La stretta finale sarà però presa in presenza di tutti i sindaci. Il prossimo incontro è fissato per venerdì 16, alla presenza dell'assessore Sonego. Allora si affronterà anche alternativa emersa nei giorni scorsi, ovvero la possibilità di riutilizzare il vecchio tratto ferroviario San Giorgio-Palmanova per convogliare i treni in arrivo da ovest verso lo scalo di Cervignano. Questo segmento consentirebbe di liberare la tratta dai treni merci che dovranno sostare allo scalo, lasciando libero il passaggio per Cervignano sia ai treni merci diretti in Slovenia che passeggeri. "L'obiettivo da raggiungere - ha affermato il sindaco di Cervignano, Paviotti, è quello di avere la linea Venezia - Trieste a quattro binari e quella verso Udine a due binari con la particolarità che comunque quest'ultima si sviluppi (da Cervignano o San Giorgio o da nord) sia collegata allo scalo". Non è mancata una contestazione da parte di alcuni rappresentanti del Comitato No Tav, in quanto solo alcui di loro sono stati invitati; una scelta poco apprezzata dal sindaco Del Frate.(c.m.).


Congelati gli stipendi dei parlamentari - silvio buzzanca carmelo lopapa (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-11-2007)

 

Congelati gli stipendi dei parlamentari Costi della politica, oggi il ddl bis. Piano anti-sprechi alla Camera Sì del Senato alla sospensione degli aumenti. Bocciato il dimezzamento delle indennità SILVIO BUZZANCA CARMELO LOPAPA ROMA - Supera le forche caudine del Senato la norma della Finanziaria che prevede il congelamento dell'indennità dei parlamentari. Dal 2008 e per cinque anni la busta paga di deputati e senatori non crescerà al pari di quelle dei magistrati di Cassazione. Ottiene perfino qualche voto in più rispetto a quelli su cui ha potuto contare in questi giorni la maggioranza a Palazzo Madama la norma della manovra che sancisce il blocco degli stipendi. Sono usciti sconfitti, invece, gli ormai due "ex" del centrosinistra Franco Turigliatto e Ferdinando Rossi, i quali sognavano di fare il colpaccio e di approfittare del sostegno trasversale e incondizionato garantito dal centrodestra ai loro emendamenti pur di mettere in difficoltà la maggioranza. Infatti, quando è andato ai voti la loro proposta di dimezzamento delle stesse indennità di senatori e deputati l'aula l'ha surclassata con un'ondata di no: 266. Il Senato ha poi ripristinato per intero l'indennità dei magistrati che era stata tagliata del 30% con la Finanziaria dello scorso anno. E sempre sul terreno dei costi della politica, a Montecitorio dopo mesi di ricognizioni e indagini, dopo i primi interventi sui futuri vitalizi dei deputati, la presidenza ha messo a punto un "quadro dei risparmi". è il frutto delle segnalazioni fatte da ciascun ramo dell'amministrazione sulle riduzioni di spesa già avviate e su quelle che si faranno nel 2008. Il monte risparmi ammonterebbe a circa 18 milioni di euro, se tutte le misure dovessero trovare attuazione. Il "quadro", messo a punto in questi giorni su input del presidente Fausto Bertinotti e del deputato questore Gabriele Albonetti, fa leva su una serie di interventi, il primo dei quali riguarda i 1.850 dipendenti della Camera, col parziale blocco del turn over. A fronte dei 182 che andranno in pensione nel 2008, ci saranno solo 24-39 assunzioni. E il risparmio stimato ammonta tra i 6 e i 7 milioni di euro. Grazie all'affidamento all'esterno del ristorante dei deputati, i questori di Montecitorio contano di risparmiare 3,5 milioni. Si passa da 90 a 24 euro di costo a pasto per le casse pubbliche (i deputati ora spendono comunque 10-12). Stessa storia per la barberia della Camera: "Dal 20 settembre sono state aggiornate le tariffe", da 7 a 22 euro per barba e capelli. Risultato: "Incassi ad ottobre superiori del 93% rispetto alla media, da 6 mila a 11.500 euro mensili, e maggiori entrate in un anno di 60 mila euro". Ritocchi alle tariffe e riduzione della dotazione di telefonini dovrebbero garantire "nel 2008 minori spese per 300 mila euro" (nel 2007 si sono spesi solo per quella voce 683 mila euro). L'ingresso di Montecitorio nell'era internet permetterà di sostituire i vecchi telegrammi per le convocazioni dei 630 deputati (alla modica cifra di 1 milione 653 mila euro nel 2007) con email ed sms, con un risparmio "di 200 mila euro". Stessa cifra dal giro di vite sugli abbonamenti ai quotidiani e ai settimanali stipulati dalla Camera. Questi e altri gli impegni. Fra un anno il consuntivo. Nel frattempo oggi il Consiglio dei ministri darà il via libera al collegato alla Finanziaria sulla trasparenza. La filosofia del testo, preparato dal ministero dell'Attuazione del programma, può essere riassunta cosi: gli italiani devono sapere come l'amministrazione pubblica spende i soldi, come assume i suoi dipendenti, come sceglie i consulenti; tutti dovranno essere scelti "tramite un'offerta al pubblico". Si deve sapere quanto guadagna il politico o il funzionario che dirige un ufficio. Tutte le amministrazioni devono usare Internet e far vedere cosa succede nelle loro stanze. E i politici eletti non devono cumulare le cariche parlamentari e negli enti locali con incarichi in società che in qualche maniera abbiano a che fare con lo Stato. Per evitare conflitti di interessi. Lo stesso vale per un assessore regionale o comunale: non può avere un incarico politico nello stesso settore in cui lavora nel privato. Infine, sempre per lo stesso motivo, è vietato ad una società concessionaria di servizi pubblici finanziare i partiti politici.


Costi della politica, rapagnà si appella allo statuto regionale (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 09-11-2007)

 

REFERENDUM Costi della politica, Rapagnà si appella allo Statuto regionale L'AQUILA. Il Comitato promotore dei 4 Referendum regionali per ridurre i costi e gli sprechi della politica ha chiesto al presidente del Consiglio Regionale Marino Roselli ed ai Consiglieri Regionali di procedere all' elezione del Collegio per le garanzie statutarie, nel rispetto istituzionale degli articoli 77, 78 e 79 del nuovo Statuto della Regione Abruzzo. Secondo il portavoce del Comitato, Pio Rapagnà, in assenza di tale istituto non è stato e non sarà possibile infatti per il futuro, da parte del Consiglio Regionale, avviare il procedimento, ricevere i quesiti, valutarne l'ammissibilità e verificare la regolarità della richiesta e del procedimento referendario. Rapagnà con disappunto rivela che sarà costretto ad intervenire e a mettere in campo proteeste anche clamorose. "Sono ancora una volta costretto, prima di iniziare un nuovo sciopero della fame", scrive Pio Rapagnà, "a richiamare l'attenzione dell'Ufficio di Presidenza e della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale sul fatto che, proprio in base al nuovo Statuto della Regione Abruzzo, è fatto obbligo al Consiglio regionale di provvedere, prima dell'avvio di qualsiasi procedimento referendario, alla elezione di un'"Organo statutario" di garanzia, disciplinandone i principi e le modalità di elezione e funzionamento con apposita Legge Regionale". Rapagnà conclude affermando che si tratta di "una cosa molto seria sul piano della tutela e garanzia dei diritti costituzionali attribuiti al Comitato promotore e dei Cittadini sottoscrittori, in quanto il Collegio è un'organo' non facoltativo di "consulenza della Regione" e, dunque, non soltanto dell'Ufficio di Presidenza ma di tutti i "soggetti" legittimati a rivolgersi ad esso ed in primis dei promotori referendari: infatti il Consiglio Regionale può deliberare in senso contrario ai pareri del Collegio stesso, ma lo può fare solo a maggioranza assoluta dei suoi componenti".


Oltre il gettone anche i rimborsi: dal Comune 200 mila euro per i consiglieri comunali (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 09-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: 1APAGINA - data: 2007-11-09 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE COSTI DELLA POLITICA Oltre il gettone anche i rimborsi: dal Comune 200 mila euro per i consiglieri comunali I costi della politica a Palazzo d'Accursio continuano a far discutere. Qualche consigliere rivela che esiste una disparità tra quelli che fanno un lavoro autonomo e chi ha un lavoro dipendente. Il Comune deve infatti per legge rimborsare alle aziende private le ore di lavoro perse (e i contributi previdenziali) per partecipare ai lavori di commissioni e consiglio. Nel 2006 il Comune ha dovuto staccare alle aziende un assegno da quasi 200 mila euro. Da gennaio a settembre infine il Comune ha dovuto pagare 828 mila euro per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. " A pagina 6.


Anche un libro per dire no al taglio delle circoscrizioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 09-11-2007)

 

Domani la presentazione all'auditorium Marco Biagi Anche un libro per dire no al taglio delle circoscrizioni Tagli alla politica sì... ma non toccate le circoscrizioni. Fuoco di sbarramento sull'idea dei tagli alle circoscrizioni di quartiere ventilata dalla finanziaria: gli assessori modenesi dicono no. "A Modena i consigli di quartiere sono strumenti fondamentali - spiega Simona Arletti assessore al decentramento - pensare di eliminarli per ridurre i costi della politica significa non conoscerli a fondo". "Non si tratta di sovrastrutture inutili ma di organi amministrativi che sgravano il governo centrale di diversi compiti. I presidenti svolgono un lavoro a tempo pieno e, per le loro competenze, hanno effettive possibilità di decisione. Niente a che vedere con gli inutili surplus su cui si discute in questi giorni, che magari esisteranno in altre città d'italia ma non certo qui". Linea ferma sull'idea di eliminarli, nettamente rifiutata, anche da parte di Ennio Cottafavi, presidente del consiglio comunale, che li ha definiti dei veri e propri "sensori" sulla cittadinanza "senza i quali - ha aggiunto - agli assessori arriverebbero informazioni mediate e non veritiere della situazioni che i cittadini vivono nelle diverse zone di Modena. Oggi le circoscrizioni, in città, sono soltanto quattro (un numero ridotto al minimo necessario, ed inoltre, per Modena, sono un pezzo di storia, esistono da sempre". E' per ribadire questo concetto, in tempi utili, che il Comune di Modena, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio, ha investito tempo e fatiche degli studiosi Franca Baldelli e Cesare Malagoli che, sotto l'attenta egida del direttore dell'archivio storico Aldo Borsari, hanno redatto un volume dal titolo "Dai quartieri alle Circoscrizioni: il Decentramento amministrativo a Modena dal XIII secolo ad oggi". Il volume verrà presentato domani, sabato 10 novembre, presso l'auditorium Fondazione Marco Biagi, con un apposito convegno. "All'interno del libro - ha spiegato Aldo Borsari - c'è anche un elenco lunghissimo di nomi di tutti i modenesi che si sono succeduti nella carica di presidente dei diversi consigli. Il lettore potrà notare quanti di questi siano poi diventati importanti personaggi politici o amministratori della nostra città a riprova, forse, di quanto questa carica abbia una valenza propedeutica a future responsabilità".


Consiglieri, rimborso oltre al gettone: dal Comune 200 mila euro alle aziende (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 09-11-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-11-09 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Nel 2007 pagati finora 828 mila euro per commissioni e consiglio Consiglieri, rimborso oltre al gettone: dal Comune 200 mila euro alle aziende Alcuni mesi fa il vicepresidente del consiglio comunale, Paolo Foschini, espose pubblicamente il problema. Spiegò che i consiglieri comunali che hanno un lavoro dipendente sono avvantaggiati rispetto a quelli che hanno un lavoro autonomo. Il discorso è semplice: il Comune è tenuto a rimborsare alle aziende private nelle quali lavorano i consiglieri le ore perse al lavoro, comprensive degli oneri previdenziali. Il lavoratore autonomo invece questa garanzia non ce l'ha e deve rinunciare a qualche ora di lavoro per andare in consiglio comunale o per partecipare agli impegni istituzionali. Un esempio: per i soli consiglieri che lavorano nelle aziende private il Comune ha speso 193.133 euro nel corso del 2006. "L'amministrazione - spiega il consigliere di Sinistra democratica Gianguido Naldi - è tenuta a rimborsare alle aziende il periodo che passo a Palazzo d'Accursio, comprensivo degli spostamenti. Bisogna però fare molta attenzione a fare polemiche su questo aspetto dei costi della politica: in questo modo la legge consente anche ai lavoratori dipendenti di fare politica, se questo saltasse la potrebbero fare solo i lavoratori autonomi". Onestamente qualche privilegio esiste perché il testo unico degli enti locali permette ai consiglieri dipendenti di aziende private e pubbliche di assentarsi per l'intera giornata dal lavoro nei giorni del consiglio comunale (il lunedì e il venerdì). Non solo, ma se i lavori del consiglio durano fino a dopo la mezzanotte, "i consiglieri hanno diritto di assentarsi dal servizio per l'intera giornata ". Nelle prossime settimane si discuterà del piano per la riduzione dei costi della politica presentato dal presidente del consiglio comunale, Gianni Sofri. Il problema resta sempre lo stesso: diminuire il costo del funzionamento dell'intera macchina. Gli ultimi dati che si possono avere sui fondi spesi nel corso del 2007 per pagare i gettoni ai consiglieri sono piuttosto significativi. Da gennaio a settembre il Comune di Bologna ha speso 630 mila euro per pagare i gettoni delle commissioni e 198 mila euro per pagare i gettoni del consiglio comunale. In totale: 828 mila euro. Ma le polemiche nei giorni scorsi sono scoppiate anche per la possibilità di escludere i cronisti dalle sedute di commissione. In questo senso è spuntata ieri l'idea di una possibile via di mezzo: sedute off limits per i cronisti ma pubbliche, visibili su internet perché riprese da una web cam. L'ipotesi è stata ventilata dall'assessore alla Comunicazione, Giuseppe Paruolo a margine del Compa: "Ho chiesto un appuntamento con il presidente del consiglio comunale - ha detto l'assessore ieri a margine di una conferenza stampa nello stand del Comune al Compa - per spiegargli alcuni progetti che ho pensato autonomamente per migliorare la comunicazione con i cittadini. Potrebbero essere strumenti utili per Sofri per immaginare sedute di commissione più ordinate ma pubbliche". O. Ro. IL PRESIDENTE Gianni Sofri ha presentato un piano per ridurre i costi.


Soldi ai partiti: mai più da concessionari (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-11-09 - pag: 18 autore: Costi della politica. Oggi al Cdm: niente fondi da Autostrade o Mediaset Soldi ai partiti: mai più da concessionari Mariolina Sesto ROMA è finita l'era degli assegni da 150mila euro staccati dalle Autostrade e recapitati, con metodo rigorosamente bipartisan, ai partiti del centro-destra come a quelli del centro-sinistra. Sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi approda il pacchetto trasparenza messo a punto dal ministro Giulio Santagata che vieta alle società concessionarie di servizio pubblico di finanziare sia i partiti che le loro articolazioni. Sei articoli che, insieme con il Ddl sulle lobbies, entreranno in un collegato alla Finanziaria. Tra gli esclusi dalla possibilità di finanziare i partiti rientra ovviamente Mediaset così come la Rai, tutte le società aeroportuali, le Poste e le società autostradali. Come quelle di Marcellino Gavio, anche lui affezionato sostenitore dei movimenti politici. Ma soprattutto la società autostrade Spa, che negli ultimi anni si è distinta per le generose elargizioni bipartisan. Anche se l'ex ad Vito Gamberale sottolineava che i fondi venivano erogati "dalla holding che non è la società concessionaria". Una norma pensata per evitare pericolosi corto circuiti: chi riceve in concessione un servizio pubblico non dovrebbe poi versare risorse a chi gli ha affidato l'incarico. La stretta, tuttavia, va ad aggiungersi al taglio del 10% dei finanziamenti pubblici ai partiti ( finora) passato indenne durante l'esame della Finanziaria. E dunque costituisce un nuovo colpo alle casse sempre vuote della politica. A dover rinunciare alle erogazioni delle concessionarie di servizio pubblico saranno inoltre i giornali di partito, facilmente riconoscibili in quelle "articolazioni" dei partiti menzionati nel testo. Il Ddl pone inoltre limiti al cumulo degli incarichi per evitare i frequenti conflitti d'interesse tra chi è eletto a livello locale e non solo. In particolare gli amministratori locali non potranno ricoprire incarichi di gestione in società private dello stesso settore da loro amministrato a livello pubblico. I parlamentari nazionali ed europei, oltre che gli amministratori locali, non potranno cumulare più cariche pubbliche, entrando ad esempio nella gestione di enti pubblici, imprese partecipate o enti sottoposti alla loro vigilanza. Ancora: vengono stabilite norme di trasparenza per le assunzioni presso società in mano pubblica: è prevista l'attivazione di una procedura di sollecitazione pubblica delle candidature e la pubblicazione dello stato e degli esiti delle procedure di selezione. Il Ddl impone anche un ulteriore vincolo per dare pubblicità ai bilanci delle amministrazioni pubbliche. Il conto economico di Comuni, Province, Regioni e di tutti gli enti pubblici dovrà essere consultabile su internet da chiunque e senza necessità di autenticazione. Non solo: per facilitare il confronto dei dati fra un'amministrazione e l'altra, nel bilancio occorre evidenziare le spese per il funzionamento degli organi, quelle per il personale e quelle per i servizi. La filosofia è insomma quella di rendere fruibile sul web ogni sorta di informazione che possa dare all'opinione pubblica la possibilità di controllare il funzionamento delle istituzioni: di qui l'obbligo di pubblicità online per l'elenco dei bandi di gara, delle negoziazioni svolte e degli esiti delle procedure, i bilanci, i bandi di concorso per le assunzioni, le graduatorie, i criteri di selezione per gli incarichi e di assegnazione di benefici e contributi. Alla luce del sole, su internet, dovrà essere inoltre il trattamento economico degli organi di indirizzo politico-ammini-strativo, di dirigenti, consulenti e dei membri di commissioni e collegi e i piani triennali per la razionalizzazione delle dotazioni, delle stazioni di lavoro dell'uso delle auto blu e del patrimonio immobiliare. Morale della favola: il cittadino deve poter vedere con i propri occhi quanto costa la politica. Tutta l'operazione – sottolinea il testo – può e deve essere a costo zero. Tutte le amministrazioni possiedono ormai un sito internet – è il ragionamento ,– dunque: lo usino per dire ai cittadini quanto spendono. DDL SULLA TRASPARENZA Alt al cumulo di incarichi per deputati nazionali ed europei e amministratori locali, i bilanci degli enti saranno consultabili online.


Mantovani: <Rinuncio all'indennità> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-09 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La decisione Mantovani: "Rinuncio all'indennità" VERONA - Lui ai gettoni delle commissioni ci ha già rinunciato, e invita i suoi colleghi a fare altrettanto. A conferma che la questione "morale" è sempre la stessa, a tutti i livelli. Siamo a Borgo Roma, Circoscrizione V. Il consigliere si chiama Sergio Mantovani, già noto come presidente del Comitato Beghelli-Insieme per Borgo Roma. "E' iniquo che a parità di servizio i commissari siano indennizzati con un gettone di presenza se sono consiglieri e non siano invece indennizzati se sono membri esterni, anche se molto qualificati", dice Mantovani ricordando che "nei primi decenni successivi all'istituzione delle Circoscrizioni, cioè dal 1978, le commissioni erano a costo zero" e che "la partecipazione era gratuita e volontaria". ( m.m.).


Circoscrizioni, caccia al gettone. Rc denuncia: m (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-09 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE IL COSTO DELLA POLITICA Circoscrizioni, caccia al gettone. Rc denuncia: m VERONA - Parte dal basso la rivolta contro i costi della politica. Proprio da quelle circoscrizioni che dovrebbero rappresentare la culla della partecipazione e dell'impegno civico. Ma che talvolta sembrano riprodurre i soliti giochetti di "palazzo ". A Borgo San Pancrazio (settima Circoscrizione) circola in questi giorni un volantino a firma del locale partito della Rifondazione comunista, che denuncia la moltiplicazione delle commissioni consiliari (passate da 5 a 8 dopo le ultime elezioni) e la loro occupazione da parte dei consiglieri di circoscrizione, a scapito della partecipazione dei cittadini comuni. La ragione? Secondo Luigi Vesentini, autore del volantino, è semplice: "I 46,48 euro del gettone di presenza". Ma procediamo con ordine: "I consiglieri di circoscrizione ricevono un gettone di presenza per ogni riunione del Consiglio e uno per ogni riunione della commissione ", spiega Vesentini, lui stesso consigliere uscente della Settima. "Da sempre però è prassi che i gruppi politici designino quali propri rappresentanti nelle commissioni cittadini non.


Moltiplicate le commissioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 09-11-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-09 num: - pag: 3 categoria: BREVI moltiplicate le commissioni eletti, in modo da favorire la partecipazione dei singoli e dei gruppi". Da qualche tempo però la tendenza è cambiata, nota Vesentini: "Accade che in molte commissioni la maggior parte dei commissari siano anche consiglieri". Qualche esempio: "Nella commissione Affari generali i consiglieri sono 8 per un totale di 8 gettoni a seduta. Nella commissione urbanistica i consiglieri sono 7 (sette gettoni). Idem per lo Sport. E così via". Morale: "Quello che si potrebbe fare con 232,40 euro al mese, cioè pagando il gettone ai presidenti di 5 commissioni, che secondo me sono più che sufficienti – afferma Vesentini – adesso costa 2.277,52 euro ". L'equivalente del compenso di tutti i consiglieri che si sono iscritti alle commissioni. Non sono grandi cifre, ma se se moltiplicate per tutti 176 consiglieri delle otto circoscrizioni scaligere, salta fuori un importo ragguardevole. Va detto che il regolamento delle circoscrizioni pone un tetto all'accumulo di gettoni, pari a circa 775 euro al mese. L'equivalente di 16 sedute mensili. Ma seguendo la tendenza stakanovista che pare caratterizzare i nostri consiglieri (ipotizzando cioè che tutti consumino regolarmente tutti i gettoni retribuibili), fanno più di 135mila euro al mese. E se si aggiungono anche le indennità degli otto presidenti di circoscrizione (che si aggirano sui 2300 euro nel caso in cui un presidente svolga l'incarico a tempo pieno), fanno una spesa massima di 155 mila euro mensili, quasi 1,9 milioni all'anno. "Se vogliamo riflettere seriamente su costi della politica non bisogna fermarsi ai luoghi comuni sui privilegi dei parlamentari – avverte Vesentini – ma occorre cominciare a guardare appena fuori da casa nostra, a Verona, nei nostri consigli di circoscrizione ". Altro esempio tratto dalla realtà della Settima: "Un consigliere è anche capogruppo, coordinatore di commissione e membro di altre tre commissioni: percepirà quindi un gettone ad ogni consiglio, un gettone per ogni commissione di cui è membro o coordinatore e un gettone per ogni riunione dell'ufficio di segreteria ". Rimane solo da chiedersi: quante volte si riuniscono ogni mese commissioni, uffici, segreterie? Michele Marcolongo Luigi Vesentini: "Occupate dai consiglieri anche le riunioni solitamente riservate a non eletti".


Due Comuni un solo segretario (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 09-11-2007)

 

Attualità 09-11-2007 Due Comuni un solo segretario Dopo la denuncia degli sprechi "istituzionali" portata a conoscenza degli italiani dai giornalisti Rizzo e Stella, enfatizzata con la solita foga dal moderno tribuno della plebe Beppe Grillo, finalmente una buona notizia. Le Amministrazioni di due comuni liguri, Pieve Ligure e Bogliasco, si sono accordate per usufruire di un unico segretario comunale. È buona cosa ricordare che Pieve Ligure è retta da una lista civica vicina al centrodestra e Bogliasco dall'Unione, centrosinistra. Che le urla isteriche di Grillo siano arrivate da Genova fin là? Luigi Fassone Camogli (Genova) Può darsi. E come vede erano urla potentissime: sono riuscite persino a ridurre di una singola unità il numero dei segretari comunali italiani. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


ROMA - Tempo dieci giorni e i cittadini italiani potrebbero essere obbligati a pagare di tas (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ostia)" del 09-11-2007)

 

Chiudi di FRANCESCA FILIPPI ROMA - Tempo dieci giorni e i cittadini italiani potrebbero essere obbligati a pagare di tasca propria tutti i farmaci di cui hanno bisogno, compresi quelli in fascia A, impiegati per patologie gravi, croniche e acute e a carico del Servizio sanitario nazionale in quanto considerati "salvavita". A minacciarlo sono i farmacisti di Federfarma che protestano contro l'articolo 2 del disegno di legge della Bersani Ter, che prevede la possibilità di vendere nei supermercati e nelle parafarmacie anche medicinali con ricetta medica. I titolari di farmacie contestano quello che essi considerano un vero e proprio colpo di mano, cioè un emendamento al disegno di legge della Bersani, fatto passare meno di due mesi fa alla Camera dal deputato D'Elia (Rosa nel Pugno) a tarda sera, e che prevede la possibilità per le cosiddette parafarmacie di vendere anche preparati di fascia C (sonniferi, psicofarmaci, la pillola del giorno dopo Ru80, Viagra, antidepressivi e anticoncezionali) per i quali è obbligatoria la prescrizione medica, con un mercato che fattura ogni anno circa 3 miliardi e mezzo di euro, fino a questo momento acquisibili soltanto nelle farmacie tradizionali. Bersani è rimasto "molto colpito" dall'ultimatum dei farmacisti. Il ministro ha detto di non volere "fare polemica", ma ha poi aggiunto di non trovare corretto che "si crei disagio alle famiglie e ai cittadini al solo fine di fare pressione sul Parlamento che ha inserito una norma e la sta valutando". Il proliferare delle parafarmacie, nelle quali è tuttavia obbligatoria la presenza di un farmacista abilitato, è considerato da Federfarma (l'associazione che rappresenta 17mila farmacie private), da Assofarm (a nome delle 1500 farmacie comunali) e dalla Fofi (l'ordine dei farmacisti che conta 60mila iscritti), una vera e propria destabilizzazione del sistema finora in vigore. Da qui la minaccia di sospendere dal 19 novembre l'assistenza indiretta, cosa che comporterebbe notevole disagio per gli utenti, costretti a pagare i medicinali per poi recuperare le somme sborsate richiedendole alla Asl di appartenenza, ma con ovvi ritardi e quindi con ulteriori problemi soprattutto per le famiglie a basso reddito. All'emendamento D'Elia è sempre stata contraria anche il ministro della Sanità, Livia Turco. "L'iniziativa - ha precisato ieri il presidente di Federfarma Giorgio Siri - è stata già decisa dal Consiglio di presidenza di Federfarma. Il 15 novembre l'Assemblea deciderà modalità e termini della protesta". Va all'attacco Giacomo Leopardi, presidente della Fofi: "E' la prima volta che medicinali con ricetta escono dalle farmacie tradizionali. Una situazione che non ha precedenti in un nessun altro Paese europeo e che rischia di stravolgere un sistema che ha sempre dato ottimi risultati". "L'articolo 2 della Bersani Ter determinerebbe uno stravolgimento del sistema" tuonano Franco Caprino, segretario nazionale Federfarma e Venanzio Gizzi, presidente Assofarm. I farmacisti, va detto, sono pronti a non intraprendere l'azione che comporterebbe di fatto l'uscita dalla convenzione con il Servizio sanitario nazionale (scaduta 9 anni fa), se arriverà un chiaro segnale di impegno istituzionale affinché il provvedimento, fermo al Senato, venga eliminato. Adiconsum, Cittadinanzattiva, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori invitano i ministri Turco e Bersani e il Parlamento "a respingere questo aut-aut inaccettabile". Contro anche l'associazione dei Liberi Farmacisti, che spinge sulle liberalizzazioni. I farmacisti, da parte loro, propongono al Governo un piano per favorire la concorrenza nel settore: un aumento di 2.200 nuove farmacie (20% in più rispetto ad oggi) e orari più lunghi di apertura.


Ecco tutti i progetti Caritas (sezione: Costi dei politici)

( da "Settegiorni (Rho)" del 09-11-2007)

 

SOLIDARIETA' Iniziamo una presentazione delle diverse realtà rhodensi ECCO TUTTI I PROGETTI CARITAS Sono molte le realizzazioni attive in città a favore degli ultimi ed emarginati richiedi la foto Lo stabile attiguo al Santuario che ospita "Centro Insieme" La Giornata diocesana della Caritas che si celebra domenica 11 novembre (a Rho è in programma la veglia cittadina domani, sabato 1° novembre, alle 21, nella chiesa santa Croce di Mazzo) sul tema "Farsi prossimo ancora" , è l'occasione per la Caritas cittadina di presentare pubblicamente i progetti attualmente attivi sulla città. "Centro Insieme" è il primo di questi progetti: prevede l'accoglienza per madri italiane e immigrate con i loro bambini. Il centro, corso Europa 238, è gestito dalla cooperativa sociale "Farsi Prossimo" e ha il fine di accogliere e accompagnare la coppia madre-bambino, individuando le risorse adeguate per il reinserimento sociale. Il progetto "In cordata doppia", gestito dalla cooperativa Intrecci, ha il fine di accogliere le persone gravemente emarginate, in forte stato di povertà o con disagio sociale per accompagnarle in percorsi verso l'autonomia e al riconoscimento della propria dignità umana. Vuole essere uno strumento di aiuto per il reinserimento sociale degli italiani e per l'integrazione degli stranieri. Il progetto offre i servizi: "Un posto a tavola", "DocciAmica", "Oltre il diritto" e segreteria "Grave emarginazione". "Un posto a tavola", via Lainate 3, è il servizio mensa della Caritas ed è attivo 365 giorni all'anno, dalle 11,45 alle 13. I pasti sono finanziati dal Comune di Rho per tutti i giorni feriali dal lunedì al venerdì; sabato e giorni festivi sono a carico della Caritas cittadina. E' gestito da un'educatrice professionale in collaborazione con 35 volontari. "DocciAmica" funziona al centro sportivo Molinello il venerdì alle 9.30. Agli utenti viene fornito il cambio degli indumenti e l'occorrente per la doccia. E' gestito da un'educatrice con la collaborazione di volontari. "Oltre il Diritto", attivo in via Madonna 67, offre i servizi di medicina di base (martedì e giovedì dalle 20 alle 21) e di pediatria (secondo e quarto martedì del mese, dalle 12.30 alle 13.30) a persone che non possono usufruire del Sistema sanitario nazionale in quanto "irregolari". Collaborano otto medici e dieci volontari. La segreteria "Grave emarginazione", via Madonna 67, presso la Cooperativa Intrecci, è aperta il lunedì dalle 9 alle 12 , il martedì e venerdì, dalle 14.30 alle 17.30: è uno sportello informativo e di orientamento sui problemi della grave emarginazione. Nel prossimo numero illustreremo gli altri progetti. Articolo pubblicato il 09/11/07 Giancarlo Ghimenton.


FERRARA, LO SPETTACOLO "IL LUPO E LA CAPRA" INAUGURA LA STAGIONE DEL TEATRO RAGAZZI (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 09-11-2007)

 

(10:57) (9/11/2007 09:30) | FERRARA, LO SPETTACOLO "IL LUPO E LA CAPRA" INAUGURA LA STAGIONE DEL TEATRO RAGAZZI (Sesto Potere) - Ferrara - 9 novembre 2007 - La stagione di Teatro Ragazzi 2007/2008 del Teatro Comunale di Ferrara, in questa sua trentesima edizione, rinnova la proposta per gli spettatori più giovani con 19 spettacoli, di cui 6 presenti anche nella rassegna domenicale per famiglie dal titolo "Se una domenica d'inverno un bambino..." cui si affiancano gli appuntamenti di "?e un po' di musica". Il progetto di quest'anno mette al centro la sperimentazione di nuovi linguaggi e la conseguente messa in discussione di tanti stereotipi sui bambini, sul teatro e sulle arti in genere. Tale pratica di continua ricerca è resa possibile dalla grande libertà che il genere teatro ragazzi lascia, in sintonia con il giovane pubblico cui si rivolge, con la sua capacità di vedere il mondo con occhi sempre nuovi e ispirati dalla curiosità e impulso alla ricerca. Ad inaugurare la stagione sarà lo spettacolo della Compagnia Rodisio Il lupo e la capra, in programma domenica 18 novembre al teatro Boldini: l'insolito incontro dei due animali del titolo farà riflettere sul tema della diversità e del superamento dei luoghi comuni e dei ruoli imposti dalla società. Per la rassegna domenicale "Se una domenica d'inverno un bambino...", dopo l'appena citato Il lupo e la capra, seguiranno Sentieri... del perdersi e del trovarsi, spettacolo di Nautai Teatro. Un viaggio di iniziazione ispirato alle più celebri favole per bambini, a miti e a leggende di diverse culture. Quindi Pépé e Stella, di Teatro Gioco Vita, affronterà il valore simbolico dell'animale, e in Bandiera, di Accademia Perduta Romagna Teatri, una foglia di ciliegio, accompagnata da musica dal vivo rifletterà sul tema del tempo. Seguono L'omino del pane e l'omino della mela, in cui il cibo prende vita in mano ai due clown della compagnia Quelli di Grock, e Prezzemolina, della Compagnia Teatrale Mattioli, ispirato all'omonima fiaba popolare raccolta da Italo Calvino in "Fiabe Italiane". Gli appuntamenti domenicali sono arricchiti dal progetto ...e un po' di musica. I primi due incontri (25 novembre e 20 gennaio) presso il Ridotto del Teatro, vedranno Robert Bisha accompagnare al pianoforte la voce di Gianluca Arnò in Favole a rovescio 1 e 2; domenica 24 febbraio, invece, presso la Sala San Francesco, la Piccola Orchestra "Carducci Ensemble", il Coro Polifonico del Liceo G. Carducci e il Conservatorio Frescobaldi eseguiranno l'operina Un armonico fracasso, ossia Il sogno d'una notte d'estate, di Paolo Rosini e Nicola Badolato. Sabato 19 aprile, infine, si svolgerà al Ridotto del Teatro la premiazione e il concerto dei vincitori del quinto Concorso Nazionale "Lodovico Agostini", con allievi delle Scuole Medie a indirizzo musicale e dei Conservatori Italiani. Tra gli appuntamenti domenicali si segnalano anche i laboratori Didò in musica, presso il Museo di Storia Naturale. La proposta riservata alle scuole per quanto riguarda la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, si concentra quest'anno su nuclei forti presenti nella letteratura per l'infanzia: oltre agli spettacoli già citati presenti anche nella rassegna domenicale, Storiegiganti, della Compagnia Teatrale Crest gioca con i personaggi e le storie di alcune favole più note e altre meno conosciute; Alice attraverso lo specchio, della Compagnia Drammatico Vegetale, ripercorre in chiave nuova le avventure dell'eroina di Lewis Carroll. Segue La mia valle, di Ca' Luogo d'Arte, quindi Sono qui, spettacolo di Teatrimperfetti e Teatro De Micheli di Copparo, che ha ricevuto una menzione speciale al Premio Scenario Infanzia 2006 e che vede dialogare in scena Maria Ellero con una giovanissima Cecilia Cavalcoli e Anima Blu dove Tam Teatromusica sperimenta la videoproiezione in chiave drammaturgica. Unico spettacolo al Teatro Comunale è Pinocchio a Sud, nato dalla collaborazione tra le compagnie pugliesi "La Luna nel Letto" e "Burambò". Significativa la presenza delle compagnie straniere Teatro Pan, dalla Svizzera che presenta Tic, Tac e il tempo sospeso, e del Théâtre de Galafronie, dal Belgio che con On pense à vous fa interagire in modo originale il teatro con l'arte figurativa. Per la scuola secondaria di 1° grado vengono proposti lavori che affrontano importanti tematiche sociali: Blues, lavoro del Teatro delle Briciole, dove un attore e un musicista affrontano il rapporto tra musica e movimenti di liberazione dei neri d'America; Il ragazzo degli aquiloni, in cui Teatro Invito e Fondazione Culturale Gallarate si sono ispirati al famoso romanzo di Khaled Hosseini; Nostra Pelle, spettacolo volto ad informare e sensibilizzare i ragazzi sul fenomeno del lavoro minorile, prodotto da La Città del Teatro. A questi titoli si aggiungono Mister Volt, di Erbamil, riflessione sui reali effetti del progresso e Un bacio...un bacio ancor..un altro bacio, spettacolo di teatro-danza del Teatro delle Briciole, che è una rivisitazione dell'Otello di Shakespeare e di Verdi. Come negli anni precedenti, Teatro Ragazzi propone a bambini e insegnanti laboratori, per vivere in maniera attiva il teatro. I corsi di aggiornamento per insegnanti sono due: Dalla pagina scritta alla narrazione corale, laboratorio condotto da Miriam Bardini, che mira a riconsegnare il piacere della lettura, del gioco, dell'ascolto e della narrazione di storie. CorpoGiochi è un percorso sulla motricità e l'educazione emozionale condotto da Monica Francia e Carolina Carlone. Per i gruppi classi, prosegue il laboratorio Abitare il teatro di Cristina Gualandi e Lorella Rizzati, che prevede un viaggio attraverso i linguaggi del teatro. A questo si aggiunge Il teatro e le arti visive, itinerario elaborato da educatrici della Casa delle Arti per sviscerare le relazioni tra lavoro teatrale e le implicazioni visive in esso contenute. Altra iniziativa rivolta ai ragazzi, ma senza la mediazione scolastica, è la ripresa del laboratorio teatrale Cicimbù, condotto da Cristina Gualandi e Lorella Rizzatti, rivolto ai bambini dai 7 ai 9 anni e iniziato nel mese di ottobre, che verrà riproposto ai ragazzi dai 10 ai 12 anni nella prossima primavera. La Stagione di Teatro Ragazzi 2007/2008, realizzata in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Ferrara, si avvale anche quest'anno del contributo dell'Amministrazione Provinciale. La Provincia di Ferrara con il contributo della Regione Emilia Romagna, promuove inoltre il Progetto "Teatrando. Abitare e sperimentare il teatro nel percorso educativo dei bambini e dei ragazzi", che intende creare una rete di iniziative teatrali rivolte ai più giovani nel territorio ferrarese. La rassegna domenicale è inoltre sostenuta da Gruppo Bancario Carife e da Conad e Arci Ragazzi. Per informazioni e prenotazioni: Marino Pedroni tel. 0532/218311, Morena Morelli tel. 0532/218332 www.teatrocomunaleferrara.it.


Derivati una trappola per le imprese? (sezione: Costi dei politici)

( da "Voce d'Italia, La" del 09-11-2007)

 

La Voce d'Italia - nuova edizione anno II n.53 del 09/11/2007 Home Cronaca Politica Esteri Economia Scienze Spettacolo Cultura Sport Focus Politica Finanza creativa e rischio Enron Derivati: una trappola per le imprese? Bruciati quasi quattro miliardi di euro delle piccole e medie imprese Genova, 7 Nov. - La relazione del direttore generale della Consob, Massimo Tezzon, parla chiaro: sui prodotti finanziari cosiddetti derivati hanno guadagnato solo le banche, mentre enti locali, società quotate e piccole e medie imprese hanno solo subito perdite. Particolarmente grave la situazione di queste ultime: secondo i dati forniti dal deputato Franco Ceccuzzi, del Partito Democratico, membro della Commissione Finanze l'ammontare delle perdite in questo settore sfiorerebbe quasi i quattro miliardi di euro. Ma anche se molto spesso ne abbiamo sentito parlare, sappiamo esattamente cosa sono i derivati? In primo luogo un derivato è un titolo che, per l'appunto, deriva da altri beni: ve ne sono di ogni natura, basati su qualsiasi variabile (possono appoggiarsi su azioni, obbligazioni o addirittura altri derivati) e ne esistono per ciascuna esigenza, ma soprattutto vengono utilizzati a fini di arbitraggio, speculazione o copertura finanziaria. I rischi di questi prodotti sono difficili da calcolare, soprattutto se sono agganciati ad attività sottostanti molto volatili. Sono inoltre spesso oggetto di contrattazione su mercati paralleli alla Borsa vera e propria, creati soprattutto dagli istituti finanziari, che quasi sempre non sono regolamentati in alcun modo e che sono caratterizzati da una liquidità molto inferiore rispetto a quelli azionari. In Italia il mercato dei derivati è l'IDEM (Italian derivate market). Le aziende talvolta ricorrono all'emissione di derivati per finanziarsi in modo alternativo all'indebitamento o all'aumento di capitale. Se inizialmente questo sistema appare a costo zero, in realtà non ha effetti differenti dai debiti veri e propri e, anzi, ha lo sgradevole effetto secondario di non mostrare il reale stato di salute dell'impresa, visto che non altera gli utili. Un classico esempio di ciò che può produrre questa “finanza creativa” può essere considerato il fallimento di Enron. Matteo Lai politica.milano@voceditalia.it.


<Così crescono i costi della politica> (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 09-11-2007)

 

PROVINCIA. Centrosinistra all'attacco "Così crescono i costi della politica" "Ricapitalizzata Gardesana servizi per mantenere i posti"   L'aumento di capitale sociale dell'Ags (Azienda gardesana servizi) deliberato dal Consiglio provinciale fa ancora discutere. "Serve solo ad aumentare il numero di poltrone in una logica spartitoria che va contro gli interessi dei cittadini. Altroché maggior rappresentatività", tuonano i consiglieri della minoranza in Provincia, Sergio Ruzzenente, Vincenzo D'Arienzo e Luciano Sterzi. Già uniti dalla dichiarata adesione al nuovo Partito democratico, gli esponenti del centrosinistra mettono a nudo una situazione che definiscono "paradossale". "C'è già uno strisciante disagio nel rapporto fra cittadini e politica ed il comportamento da Prima repubblica della Provincia non fa che appesantire i sospetti nei confronti di chi dovrebbe amministrare". Ma ricordiamo il retroscena di questa vicenda. Il decreto Lanzillotta, inserito nella Finanziaria 2007, prevede che entro il 22 novembre i consigli di amministrazione delle società a partecipazione degli enti locali non possano avere più di cinque consiglieri ciascuno. L'intento è palesemente quello di ridurne il numero, riducendo gli sprechi pubblici. Qualcuno, infatti ritiene che anziché "partecipate" andrebbero chiamate "lottizzate". "Il decreto Lanzillotta rende la politica meno invasiva ed ecco la risposta dei Palazzi Scaligeri", proseguono i democratici, "che aumenta da tre a cinque il numero dei consiglieri d'amministrazione dell'Ags e per raggiungere il proprio scopo passa il capitale sociale da 327.600 euro a 2.620.800 euro per rientrare nei parametri previsti dal decreto. I costi per la collettività sono facilmente quantificabili". "Ciascuno dei 20 Comuni soci dovrà immobilizzare circa 100mila euro, la Provincia sottrae al fondo di riserva 230mila euro, che potrebbero essere impiegati per investimenti a favore dei cittadini, ed i due consiglieri aggiunti graveranno il bilancio societario di 15mila 600 euro l'anno (650 euro al mese a testa)". Ed è lo stesso direttore generale dell'ente provinciale, Giuseppe Panassidi, in una sua prima osservazione sulla proposta a scrivere: "La motivazione di aumento del capitale fornita dalla società è carente, non consente un'adeguata valutazione e appare uno strumento per aumentare i membri del Cda". "E' una spartizione politica", concludono, "che contraddice addirittura il recente convegno sui costi della politica, promosso dalla Provincia ed organizzato dallo stesso Panassidi. E la scusa che la Gardesana servizi accampa, parlando di maggiore credibilità verso il sistema creditizio, non regge. Inoltre, la maggiore rappresentatività viene dall'assemblea dei soci e non dal Cda, che deve essere snello per risultare maggiormente operativo". R. C.  .


FINANZIARIA: SENATO APPROVA GIRO DI VITE CONSIGLIERI.OK COPERTURA TICKET (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 09-11-2007)

 

(ASCA) - Roma, 8 nov - Approvato dall'Aula del Senato il giro di vite sui consigli circoscrizionali, provinciali e comunali e sugli assessori (articolo 14 della finanziaria). Viene limitato a 12 il numero massimo degli assessori. Niente piu' 'stipendio' per i consiglieri che percepiranno un gettone di presenza legato alla effettiva partecipazione a consigli e commissioni. In ogni caso l'ammontare percepito in un mese non puo' superare l'importo pari ad un quarto dell'indennita' massima prevista per il sindaco. Stretta anche sui rimborsi delle spese di viaggio. Le disposizioni sui consigli degli enti locali produrranno un risparmio pari a 313 milioni di euro di cui 100 milioni sono destinati ai piccoli comuni e 213 vanno a finanziaria una parte della copertura per l'abolizione del ticket sulla specialistica e la diagnostica. Sono stati approvati anche due emendamenti del relatore e uno del governo che recepiscono le indicazioni della Ragioneria sulla corretta copertura degli oneri per l'abolizione del ticket. lsa/mcc/sr.


COSTI POLITICA: F.MARTUSCIELLO, DOPO MINISTRI RIDURRE ASSESSORI CAMPANIA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 09-11-2007)

 

(ASCA) - Napoli, 9 nov - Provvedere alla riduzione del numero degli assessori regionali altrimenti, dopo la riduzione del numero dei ministri si rischia un 'pari merito' con quelli della Regione Campania. Lo sostiene il consigliere regionale campano di Fi Fulvio Martusciello. In una nota il consigliere azzurro definisce la scelta del gioverno ''un esempio da seguire'' e considera ''opportuno proporre anche in Campania un taglio del numero degli assessori regionali, cosi' da evitare che si possa presto verificare una situazione a dir poco paradossale. Ovvero che il numero dei ministri del prossimo governo italiano sia pari a quello dell'Amministrazione regionale di una sua regione. La proposta, oltre tutto - conclude Martusciello - sarebbe auspicabile anche in ragione delle misure di contenimento della spesa pubblica che si rendono ormai necessarie nella nostra Regione''. Com-dqu/mcc/lv (Asca).


Finanziaria. Dal Senato una raffica di tagli alle spese, improbabile la fiducia (sezione: Costi dei politici)

( da "Rai News 24" del 09-11-2007)

 

Roma | 9 novembre 2007 Finanziaria. Dal Senato una raffica di tagli alle spese, improbabile la fiducia Palazzo Madama Ecco in sintesi alcune delle misure del pacchetto sul taglio ai costi della politica varato oggi in aula al Senato. Taglio dei ministri Via libera alla norma che taglia il numero dei ministri, ritornando ai 12 dicasteri previsti dalla riforma Bassanini del 1999. La norma vale per il futuro. Si stabilisce inoltre che il numero dei componenti del governo a qualsiasi titolo, compresi vice-ministri e sottosegretari, non può essere superiore a sessanta. Comunità montane Le comunità saranno ridotte di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori e dei consiglieri di questi enti. Tagli alle spese Stop alle "spese pazze" in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfetario (che sarà stabilito con decreto dal ministero dell'Economia) invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. Amministratori locali Una stretta per gli stipendi degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione e' connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. Assessori Giro di vite sul numero degli assessori di comuni e province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12. Acqua e rifiuti Tagli agli Ato, gli enti intermedi per la gestione di acqua e rifiuti. I risparmi potrebbero alleggerire le bollette. Inoltre le regioni, i comuni e le province dovranno studiare la soppressione e gli accorpamenti di enti che svolgono funzioni proprie gia' di amministrazioni pubbliche. Derivati Un freno alla finanza speculativa degli enti locali arriva dalla finanziaria. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose che potrebbero portare a dissesti finanziari, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro. Commissari di governo Un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi percepiti dai commissari straordinari del Governo. Sanità regionale Il Senato ha dato il via libera anche al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) da parte dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005. Fiducia lontana Sembra a questo punto sempre più lontana l'ipotesi di ricorrere al voto di fiducia sulla finanziaria. Lo ha detto a margine dei lavori dell'Aula il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Giampaolo D'Andrea.


Costi della politica Il Parlamento boccia la norma che taglia lo stipendio agli onorevoli (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Como, La" del 09-11-2007)

 

Costi della politica Il Parlamento boccia la norma che taglia lo stipendio agli onorevoli ROMA - Non passa l'emendamento alla Finanziaria proposto dal senatore "dissidente" dell'Unione Franco Turigliatto che proponeva il dimezzamento dello stipendio e delle indennità dei parlamentari. Il Senato ha votato compattamente contro (266 i voti) mentre a favore si sono espressi in 36. Durante le dichiarazioni di voto, avevano annunciato di voler appoggiare la proposta i senatori della Lega e l'altro "dissidente" del centrosinistra, Fernando Rossi. "Avete il cuore a sinistra, ma il portafoglio a destra - ha detto il senatore della Lega, Dario Galli, annunciando il voto favorevole del suo gruppo - Ma sapete quanto guadagna un operaio?". Subito dopo è intervenuto Rossi, che ha respinto le accuse di demagogia da parte di alcuni senatori ed ha fatto riferimento "agli invalidi con 243 euro di pensione al mese". Avevano espresso un "no" deciso il senatore di Forza Italia Francesco Nitto Palma, che ha parlato a nome del gruppo, e il senatore Giorgio Stracquadanio della Dc per le Autonomie.


La giornata odierna: dalla Casta di Rizzo e Stella a Dante con Pietro Gibellini, alla Rsi di Chiarini (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

 

Edizione: 10/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:BASSA BRESCIANA IL PROGRAMMA La giornata odierna: dalla Casta di Rizzo e Stella a Dante con Pietro Gibellini, alla Rsi di Chiarini CHIARI - Il programma odierno è molto intenso. Si comincia alle 10,30 con il tema della microeditoria e i nuovi canali di distribuzione con Paola Dubini docente della Bocconi e l'editore Anita Molino vicepresidente di Fidare. Alle 14,30 Sergio Rizzo intervistato da Mino Facchetti sul libro che ha scritto con Gianantonio Stella "La Casta, l'Italia dei privilegi". Alle 15 "confessioni di una giocatrice d'azzardo" di Rayda Jacobs, alla stessa ora Luciano Lutring e l'autore Amos Cartabia presentano "Billy Jordan, io serial killer". Alle 15,30 si parlerà de "Il mio mitra è un contrabbasso" con l'autore Fabrizio Canciani e Tecla Dozio. Alle 16 "Robinson Scuorè: la crociera misteriosa": Luigi Mafezzoli ne parla con l'autore Renzo Casali. Alle 16,30 Cultura e culture, il parlamento europeo incontri i cittadini con le europarlamentari Pia Locatelli e Cristiana Muscardini. Stessa ora con "Che Guevara, una biografica particolare". Alle 17 Paolo Ferliga e Gianni Sarubbi sul tema"Psicanalisi in famiglia: padri e figli tra Freud e Jung". Alla stessa ora "Composizioni estetiche al Bar", alle 17,30 "Sottosopra. Cosa succede al Cimitero?" di Giorgio Tacconi. Alle 18 Manuale di Cabale a "Dante e la Bibbia" di Ludovico Cardellino con il docente universitario Pietro Gibellini. Alle 18,30 premio Zenone e "Dell'antica via Francigena" romanzo sulle vicende dei pellegrini. Alle 19 il buffet, alle 20,30 "Voci di pace e di libertà" di Anselmo Palini. Alla stessa ora "Vivere al tempo della repubblica sociale italiana" con gli autori Roberto Chiarini e Marco Cuzzi e "Sabbia" di Vittorio G. Rossi. Alle 21,30 Memoria di don Milani con il prof. Paolo Perticari.


Basso Garda, con un euro per abitante si contribuisce ai nuovi spazi Anffas (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

 

Edizione: 10/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:GARDA E VALSABBIA QUASI ULTIMATI I LAVORI FINANZIATI IN PARTE DAI CITTADINI DEI COMUNI INTERESSATI Basso Garda, con un euro per abitante si contribuisce ai nuovi spazi Anffas A Rivoltella uno dei due centri DESENZANO - Un euro per abitante per cinque anni, un contributo che servirà per realizzare nuovi spazi per i servizi dell'Anffas. I lavori di ampliamento della sede, con la costruzione dei locali per il secondo centro diurno disabili e lo Sfa (Servizio di formazione all'autonomia) sono in fase di completamento. Tanto che il presidente Anffas Gianfranco Bertolotti ha già fissato la data di inaugurazione per il primo dicembre. I lavori hanno comportato un investimento di 1,2 milioni di euro di cui 400mila coperti attraverso l'iniziativa dei Comuni interessati, 30mila euro attraverso un mutuo e il resto stanziato da Anffas. L'associazione si occupa dei disabili adulti residenti nei comuni di Bedizzole, Calvagese, Desenzano, Lonato, Manerba, Moniga, Padenghe, Polpenazze, Pozzolengo, Puegnago, Sirmione e Soiano. Nel corso dei decenni ha attivato due centri diurni a Rivoltella e a San Martino della Battaglia. Sono frequentati da 57 persone. Inoltre è aperto lo Sfa che aveva sede in alcuni locali della cascina di proprietà dell'azienda ospedaliera cittadina in località Montecroce. Su richiesta della dirigenza i locali sono stati lasciati liberi ed il servizio si è spostato nell'ex sede dei vigili urbani in via Gramsci, nell'edificio di proprietà della fondazione S. Angela Merici. Ma servivano spazi anche per il centro diurno di S. Martino della Battaglia perché la sede si trova vicino alla ferrovia e lo sarà ancor più ai nuovi binari della linea Tav, alta velocità-capacità. Per questi motivi l'Anffas ha deciso di ampliare la sede di Rivoltella grazie alla disponibilità del terreno che il Comune ha dato in comodato per molti decenni. Il progetto e la direzione lavori sono frutto del lavoro dell'arch. Guido Malinverno. Si è proceduto a costruire nuovi locali, laboratori, spazi di servizio, ma anche garage e magazzini sotterranei. "L'opera costerà circa 1 milione e 200mila euro; 400mila arrivano dai Comuni che daranno 1 euro per abitante, mentre il resto uscirà dalle nostre casse - spiega il presidente Bertolotti -. L'edificio ormai completato sarà collegato a quello esistente con ingresso sia da via Durighello che Anselmi. Abbiamo realizzato anche la sede del Servizio di formazione all'autonomia che trasferiremo a Rivoltella concentrando tutte le nostre attività. Ringrazio i Comuni ma anche gli enti e quanti ci hanno generosamente aiutato". e. s.


Costi della politica: ridotti i ministri e 80 Comunità montane in meno (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Brescia" del 10-11-2007)

 

Edizione: 10/11/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO Costi della politica: ridotti i ministri e 80 Comunità montane in meno L'ex ministro Bassanini ROMA Dal taglio alle poltrone del Governo, fino alla riduzione delle Comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese "pazze" per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato ieri dall'aula del Senato e che inizierà ad incidere dal 2008 sui costi della politica. La riduzione dei componenti dell'Esecutivo sarà valida solo dal prossimo Governo, mentre la stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento scatterà con l'approvazione della Finanziaria. GOVERNO SNELLO. Via libera alla norma che taglia il numero dei ministri, ritornando ai 12 dicasteri previsti dalla riforma Bassanini del 1999. La norma vale per il futuro: si stabilisce inoltre che il numero dei componenti del Governo a qualsiasi titolo, compresi viceministri e sottosegretari, non può essere superiore a sessanta. COMUNITÀ MONTANE. Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di Comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 Comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le Regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti territoriali. NO A CUMULO COMPENSI. Una decisa stretta è in arrivo per gli stipendi degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle Comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati e un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Limitata la possibilità dell'aspettativa non retribuita. GIRO DI VITE SU ASSESSORI. Giro di vite ex lege sul numero degli assessori di Comuni e Province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12.


Meno ministri, meno assessori (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 10-11-2007)

 

Edizione di Sabato 10 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Meno ministri, meno assessori Finanziaria al Senato: stop spese 'pazze', tagli ai costi della politica di Francesco Carbone ROMA ? Dal taglio alle poltrone del Governo, fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese 'pazze' per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato ieri dall'aula del Senato e che inizierà ad incidere dal prossimo anno sui costi della politica. La riduzione dei componenti dell'esecutivo sarà valida solo dal prossimo governo, mentre la stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento degli stipendi dei parlamentari approvata giovedì, scatterà con l'approvazione definitiva della Finanziaria. Vengono previsti paletti sui compensi, divieti di cumulo e soprattutto si pone un limite alla proliferazione delle poltrone con chiusure, cancellazioni e accorpamenti di numerose strutture intermedie, dalle comunità montane agli enti per la gestione di acqua e rifiuti. Ecco in sintesi alcune delle misure del pacchetto. Governo snello, ma dal prossimo - Via libera alla norma che taglia il numero dei ministri, ritornando ai 12 dicasteri previsti dalla riforma Bassanini del 1999. La norma vale per il futuro. Si stabilisce inoltre che il numero dei componenti del governo a qualsiasi titolo, compresi vice-ministri e sottosegretari, non può essere superiore a sessanta. Approvato anche un ordine del giorno che chiede al governo di "valutare" la norma, una indicazione non vincolante per porre il problema di un alleggerimento del governo senza attendere il prossimo esecutivo. 80 Comunità montane in meno - Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti territoriali. Amministratori in viaggio - Stop alle spese 'pazze' in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfettario (che sarà stabilito con decreto dal ministero dell'Economia) invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. No al cumulo dei compensi - Una decisa stretta è in arrivo per gli 'stipendi' degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Giro di vite sugli assessori - Il limite degli assessori di comuni e province che era fissato a 16 unità scende a 12. Sforbiciata ad enti acqua e rifiuti - Arriva una sforbiciata agli Ato, gli enti intermedi per la gestione di acqua e rifiuti. I risparmi potrebbero alleggerire le bollette. Derivati sotto controllo - Un freno alla finanza speculativa degli enti locali. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose che potrebbero portare a dissesti finanziari, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro.


Roma. dal taglio alle poltrone del governo (vedi l'articolo a fianco) fino alla riduzione (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-11-2007)

 

Attualità ROMA. Dal taglio alle poltrone del Governo (vedi l'articolo a fianco) fino alla riduzione ... ROMA. Dal taglio alle poltrone del Governo (vedi l'articolo a fianco) fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese 'pazze' per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato dall'aula del Senato e che inizierà ad inciderà dal prossimo anno sui costi della politica. Ecco in sintesi alcune delle misure del pacchetto. Comunità montane. Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti. Stop a spese pazze. Stop alle 'spese pazze' in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfettario invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. No a cumulo compensi. Una decisa stretta è in arrivo per gli 'stipendi' degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. Giro vite su assessori. Giro di vite ex lege sul numero degli assessori di comuni e province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12. Enti acqua e rifiuti. Sforbiciata agli Ato, gli enti per la gestione di acqua e rifiuti. I risparmi potrebbero alleggerire le bollette. Inoltre le regioni, i comuni e le province dovranno studiare la soppressione e gli accorpamenti di enti che svolgono funzioni proprie già di amministrazioni pubbliche. Derivati. Un freno alla finanza speculativa degli enti locali arriva dalla finanziaria. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose che potrebbero portare a dissesti finanziari, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro. Commissari. Si prevede un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi dei commissari straordinari del Governo. Deficit sanità. Via libera al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005.


Taglio ai ministri, via il ticket sanità Sforbiciata ai costi della politica. Finocchiaro: una compattezza mai vista del centrosinistra (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 10-11-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Taglio ai ministri, via il ticket sanità Sforbiciata ai costi della politica. Finocchiaro: una compattezza mai vista del centrosinistra di Bianca Di Giovanni/ Roma AVANTI Sì al taglio dei ministri, sì alla riduzione dei costi della politica per eliminare il ticket sanitario. Il Senato continua a votare. "Qual è la notizia? Che una compattezza così non si era mai vista", dichiara Anna Finocchiaro capogruppo dell'Ulivo. In effet- ti dopo una settimana di voto (per la verità molto a rilento) sulla manovra scoppiano le liti nel centrodestra, con senatori della Lega che attaccano gli Udc per le assenze e viceversa. L'opposizione logora, evidentemente. Intanto il sottosegretario Giampaolo D'Andrea considera l'ipotesi di fiducia ormai fuori dal tavolo: non ci sarebbe nessun motivo per porla. Anche se governo e maggioranza dovessero incorrere in qualche scivolone (che finora non c'è stato) non si considererebbe un dramma. Ieri si è arrivati all'articolo 22. Il dibattito si è incagliato per quasi due ore su una proposta dei Verdi (votata all'unanimità in Commissione) che istituisce un registro per i simboli di partito. Questione di vita o di morte per i "cespugli" appena nati, per le coalizioni che giocano con "richiami civetta" o quant'altro (Rotondi parla di dibattito stile Forcella), insomma alla fine gran parte del dentrodestra non partecipa al voto mentre la maggioranza vota per lo stralcio. Il via libera al taglio dei ministri passa con 160 sì e 155 no. Il risultato arriva dopo un braccio di ferro con l'Udeur che dura fino al voto. Clemente Mastella annuncia il voto contrario. "È assurdo - ha sostenuto il Guardasigilli - che la Finanziaria esamini i problemi che attengono alla struttura del governo". Ma quando si arriva ad esprimersi i senatori centristi rientrano nei ranghi "per disciplina di coalizione" spiegano. La norma prevede la riduzione della compagine governativa a 12 ministri e a un massimo di 60 membri compresi i viceministri e i sottosegretari. La limitazione vale dal prossimo governo, visto che un organo costituzionale (cioè il Parlamento) non può far "decadere" un altro organo (il governo in carica) con un tratto di penna. La Cdl invece vota contro, argomentando che il taglio deve partire subito (con buona pace della Costituzione). In ogni caso l'Aula vota quasi all'unanimità (con qualche astensione) un ordine del giorno di Roberto Calderoli che invita il governo a "valutare" l'opportunità di ridurre l'attuale compagine governativa. Insomma, l'invito a Prodi è partito. Il voto scatena subito il dibattito politico sulle riduzioni possibili. Nel pomeriggio la "sforbiciata" scende dalle poltrone dei ministri a quelle delle comunità montane e degli assessori, con una sfoltita anche delle spese per trasferte e gettoni di presenza. La stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento degli stipendi dei parlamentari approvata ieri, scatterà con l'approvazione definitiva della Finanziaria. Il pacchetto, su cui c'è stata una lunga discussione anche tra i tecnici vale 313 milioni, più dei 205 (in vari anni) previsti in origine dal governo. Si prevedono paletti sui compensi, divieti di cumulo e soprattutto si pone un limite alla proliferazione delle poltrone con chiusure, cancellazioni e accorpamenti di numerose strutture intermedie, dalle comunità montane agli enti per la gestione di acqua e rifiuti. L'Anci protesta e grida alla sovrastima degli effetti finanziari. "Persino il meticoloso Ragioniere generale ha dato il suo ok - replica il relatore Giovanni Legnini - È davvero troppo polemizzare sul gettito". Le comunità montane di 80 unità e subiscono una falcidia di assessori e consiglieri. Gli assessori di Comuni e province scendono da 16 a 12.


Consiglieri rinunciate al gettone - aldo balzanelli (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

 

Pagina I - Bologna CONSIGLIERI RINUNCIATE AL GETTONE ALDO BALZANELLI le notizie sui rimborsi-stipendio dei consiglieri comunali hanno suscitato risentite reazioni. Sarà bene fare un po' d'ordine per riportare le cose al loro posto. Chi oggi s'indigna sarebbe bene ricordasse che il caso ha origine dalla denuncia, da parte dei giornali, di un diffuso malcostume che portava molti consiglieri a firmare la presenza in commissione per incassare il gettone di presenza e subito dopo sparire. Per mettere fine a questo sconcio il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri è stato incaricato di individuare meccanismi di garanzia. Il risultato è stato deludente, ma questa è un'opinione personale. Lo scandalo del "firma e fuggi" ha attirato l'attenzione sui molti piccoli e grandi privilegi di cui godono i pubblici amministratori. E così si sono via via scoperte situazioni davvero curiose. La legge prevede giustamente che chi viene eletto abbia diritto a permessi straordinari sul lavoro. A fine mese il consigliere comunica all'azienda da cui dipende quante ore ha utilizzato per il servizio politico, e la retribuzione relativa viene compensata al datore di lavoro dalle casse comunali. Il meccanismo non fa una piega. La piega sta nel fatto che il consigliere al quale a fine mese viene comunque garantito lo stipendio pieno, percepisce in aggiunta anche una serie di gettoni di presenza per la sua attività istituzionale. Normale? No. Si tratta, di fatto, di una doppia retribuzione dell'attività pubblica. Sarebbe come se i sindacalisti, ai quali la legge concede permessi straordinari per svolgere la loro attività, guadagnassero denaro aggiuntivo, gettoni di presenza, quando partecipano alle assemblee o alle riunioni della loro organizzazione. Se accadesse, tutti griderebbero allo scandalo; in consiglio comunale no. Se poi in un ente, pubblico o privato, ci fosse qualcuno che percepisce dei compensi per partecipare a certe riunioni e si scoprisse che incassa, ma a quelle riunioni non ci va proprio, cosa accadrebbe? In un'azienda privata verrebbe licenziato, o almeno sottoposto a procedimento disciplinare. In un'azienda pubblica verrebbe magari denunciato per truffa ai danni dello Stato. In consiglio comunale no. è antipolitica questa? Però, si contesta, è la legge che prevede questi compensi e noi ci adeguiamo. SEGUE A PAGINA V.


Costi della politica, vertice coi capigruppo (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

 

Pagina I - Bologna Il presidente dell'assemblea di Palazzo d'Accursio Sofri convoca un incontro per il 15 novembre. Raisi attacca il doppio stipendio dei colleghi Costi della politica, vertice coi capigruppo Il 15 novembre è in programma il confronto tra il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri e i capigruppo sul tema spinoso dei rimborsi ai consiglieri, distinti in indennità e gettoni di presenza. Di qui alla fine dell'anno, è previsto che il Comune stanzi altri 513 mila euro per la bisogna, cifra che supera la media della prima parte del 2007. Un aumento stimato in base alle sedute straordinarie previste per l'approvazione del bilancio. C'è polemica soprattutto sul "doppio stipendio" dei consiglieri dipendenti di aziende pubbliche, private e di partiti, che vengono rimborsati dal Comune in busta paga per il tempo trascorso nell'attività politica. E c'è un rimpallo tra i consiglieri (46) e gli amministratori (assessori e presidenti di quartiere, 21) che costano uguale, 1, 3 milioni di euro. BIGNAMI A PAGINA V.


Sofri convoca i capigruppo vertice sui costi della politica - silvia bignami (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

 

Pagina V - Bologna Il 15 novembre incontro per discutere il piano del presidente del Consiglio. Raisi attacca il doppio stipendio dei consiglieri Sofri convoca i capigruppo vertice sui costi della politica il bilancio il sindaco raisi rush finale Rinnovato il contratto per la diretta radiofonica delle sedute in aula Per l'ultimo trimestre stanziati 513 mila euro in vista delle riunioni sul bilancio SILVIA BIGNAMI Il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri chiama a raccolta i capigruppo per risolvere il rebus dei costi della politica a Palazzo D'Accursio. Il vertice è fissato per il 15 novembre. Sul tavolo c'è sempre il pacchetto Sofri, cioè stipendio e gettone per i consiglieri e commissioni interdette o "in differita" per i giornalisti. C'è già una complicazione, però, perché la proposta contenuta in Finanziaria cancella le indennità per gli amministratori locali e va in direzione opposta alla linea Sofri, che mantiene l'indennità oltre ai gettoni di presenza. Continua la guerra di cifre, con il Comune che prevede di spendere, negli ultimi tre mesi del 2007, oltre 513mila euro per i gettoni di commissioni e consiglio in vista del rush finale di sedute straordinarie per l'approvazione del Bilancio. Una cifra molto più elevata della media di spesa dei primi nove mesi dell'anno. Mentre i consiglieri puntano il dito contro giunta e presidenti di quartiere, che costano alle casse comunali 1,3 milioni di euro all'anno. Ventuno persone che costano quanto 46 consiglieri comunali. Gianni Sofri non commenta il fuoco di fila di critiche arrivate contro le sue dieci pagine di analisi dei costi della politica a Palazzo. Ma cifre e rimborsi cominciano a far riflettere. Soprattutto sul "doppio stipendio" dei consiglieri dipendenti di aziende pubbliche, private e di partiti, che vengono rimborsati dal Comune in busta paga per il tempo trascorso a Palazzo. Va all'attacco il deputato di An Enzo Raisi: "E' una ingiustizia. Sono contrario alle doppie retribuzioni e sono sono pronto a rinunciare ai miei gettoni, visto che ho una indennità come parlamentare di 5mila euro". Un sasso lanciato nello stagno, mentre il Comune continua a stanziare fondi. In coda alla lista ci sono 46mila euro stanziati martedì dalla giunta per la trasmissione via radio della diretta delle sedute per i prossimi due anni. Ma si prevede di spendere di più anche per la contestata retribuzione "a gettoni" dei consiglieri. Nei primi nove mesi del 2007 il Comune ha speso infatti circa 856mila euro. Una media di 107mila euro al mese, con l'esclusione di agosto, quando i lavori del consiglio chiudono per ferie. Moltiplicando la media mensile di spesa per i tre mesi dell'anno restanti - ottobre, novembre e dicembre - si dovrebbe arrivare a prevedere un ulteriore esborso di 321mila euro. Curiosamente però la previsione di spesa del Comune è di 513mila euro. Molto di più quindi, tanto da rendere necessaria una variazione di bilancio di 165mila euro. Come si spiega? "Siamo prossimi al Bilancio - alza le spalle l'assessore Paola Bottoni - ci saranno molte sedute straordinarie". Senza contare che è già in calendario una trafila di commissioni ad hoc, chieste dai consiglieri dell'Altrasinistra, per controllare l'applicazione degli ordini del giorno allegati al bilancio 2007. Un costo di "inefficienza della giunta" denuncia l'indipendente di Prc Valerio Monteventi, che punta il dito proprio contro sindaco e assessori. "Va bene controllare i costi del consiglio, ma noi, in 46, costiamo al Comune quanto 20 amministratori". Vale a dire sempre 1,3 milioni di euro l'anno. La cifra più consistente è ovviamente quella del sindaco, con uno stipendio di 95mila euro lordi l'anno, il più alto in Italia dopo quello di Walter Veltroni. Poi la vicesindaco e il presidente del consiglio comunale, con 86mila euro l'anno. I 9 assessori, con 74mila euro. I 9 presidenti di quartiere, con 44mila euro l'anno. E infine il garante, 25mila euro.


Consiglieri rinunciate al gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 10-11-2007)

 

Pagina V - Bologna CONSIGLIERI RINUNCIATE AL GETTONE Vero, la legge ha previsto la compensazione per garantire il mantenimento dello stipendio al lavoratore eletto, ma non obbliga ad aggiungere il gettone. E allora i nostri consiglieri che tanto s'indignano comincino a dare il buon esempio. Rinuncino ai gettoni di presenza, dimostrando di credere davvero alla riduzione dei costi della politica. Non diventeranno poveri, visto che legge garantisce loro lo stesso trattamento economico di cui godevano prima di essere eletti. I parlamentari che siedono anche a Palazzo d'Accursio rinuncino all'intero compenso da consigliere comunale, visto che lo stipendio da deputato o senatore è abbastanza ricco. Non si tratta di "quattro lire". Nel 2007 il Comune avrebbe avuto a disposizione un milione e mezzo in più. E poi da qualche parte bisognerà pur cominciare. Tutti ripetono che Bologna può rappresentare un laboratorio. Vogliamo cominciare da qui? P.S.: Ormai da qualche settimana Ds e Dl si sono fusi nel PD. A Palazzo d'Accursio però continuiamo ad avere due gruppi distinti con relativi uffici, telefoni, segretarie, fax... Fino a quando? aldo balzanelli.


Giunta, così gli stipendi (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

 

IL PALAZZO Giunta, così gli stipendi VOGHERA. La politica costa troppo? E quanto spende un Comune come Voghera in stipendi di amministratori e consiglieri? Nel 2006 sono finiti a bilancio 231.850,23 euro per pagare gli stipendi (lordi) della giunta e i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Troppo? Il giudizio agli elettori, con l'avvertenza di considerare che un assessore che non si mette in aspettativa dal suo lavoro supera di poco i 500 euro al mese. A stabilire l'entità delle indennità per amministratori e consiglieri è la legge che si basa su parametri a loro volta calcolati sul numero di abitanti del Comune. A Voghera, città media per eccellenza, indennità e rimborsi sono di media entità. Il sindaco ha diritto a 3.176,52 euro lordi al mese che riceve per intero soltanto se è un libero professionista (ed è il caso del sindaco Aurelio Torriani), oppure se rinuncia al lavoro dipendente mettendosi in aspettativa. Assessori e presidente del consiglio comunale hanno diritto come indennità per il loro lavoro da amministratori a circa la metà del sindaco: 1.747,06 euro al mese (sempre lordi) che vengono versati con le stesse modalità calcolate per il sindaco. Gli assessori liberi professionisti e quelli che si mettono in aspettatativa dal lavoro dipendente percepiscono l'indennità per intero, i dipendenti che si mettono in aspettativa percepiscono soltanto la metà dell'indennità. Quasi simbolica, invece, la retribuzione dei consiglieri comunali: che siano in maggioranza o in opposizione, i 31 rappresentanti dei cittadini ricevono 33,19 euro come gettone per ogni seduta.


Dall'asm alle consociate, scattano i tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

 

Di Stefano Romano Dall'Asm alle consociate, scattano i tagli Consigli "dimagriti" e stipendi, ecco la cura per abbattere i costi dei politici nelle aziende VOGHERA. Tecnicamente si chiamano "aziende partecipate": sono quelle società private che però vedono il Comune tra i proprietari. Aziende privatizzate, ma nelle quali è di fatto la politica a decidere chi entra nel consiglio di amministrazione. Aziende nelle quali sono consiglieri di nomina politica a ricevere il gettone di presenza, altro nome per definire lo stipendio. Ma quante sono le aziende in cui il Comune ha quote di proprietà? E quanto guadagnano i consiglieri? E soprattutto: quanti sono i soldi dei contribuenti spesi per pagare i gettoni di presenza? L'inchiesta parte ovviamente dall'Asm, ex azienda municipalizata che, dopo essere stata trasformata in scoietà per azioni, resta proprietà del Comune di Voghera per il 99.8 per cento. I "tagli" all'Asm sono stati in qualche modo dettati dalla legge Finanziaria che ha imposto una riduzione del consiglio di amministrazione da sette componenti a cinque. Il passaggio delle consegne dall'ex presidente Mario Anselmi all'attuale presidente Gianpiero Rocca, così, oltre alle polemiche politiche per l'inevitabile esclusione di consiglieri di maggioranza, ha portato ad un sostanziale ridimensionamento del consiglio di amministrazione. Ma, da un punto di vista strettamente numerico, non ad un risparmio vero e proprio. Se il vecchio presidente, infatti, non incassava la retribuzione in quanto già sindaco di Torrazza Coste e presidente del consiglio provinciale, il nuovo presidente incamera i 24mila euro lordi annui previsti. Mille euro scarsi al mese. Al vicepresidente Filippo Musti vanno 14.800 euro lordi annui, mentre ai consiglieri (Gianfranco Da Prada e Alberto Meriggi) 11.800 euro lordi annui. La cifra più importante è quella destinata a Stefano Bina: 60mila euro lordi l'anno che, però, sono lo stipendio dell'amministratore delegato che non ha altra occupazione se non quella di gestire i vertici dell'Azienda. Davvero i tagli numerici imposti dalla Finanziaria porteranno a risparmi importanti? I vertici politici di Asm non commentano, ma lasciano capire che sarebbe stato meglio tagliare sugli organismi di controllo imposti dalla legge. Asm come tutte le ex municipalizzate, infatti, deve sottoporre il bilancio ad un doppio controllo: sia ad un collegio di sindaci che all'esame di una società di certificazione. Tutti professionisti che devono essere pagati. E nel caso di Voghera la spesa annua è circa di 100mila euro: più o meno quanto serve per pagare consiglio di amministrazione e amministratore delegato. Asm non è l'unica società partecipata dal Comune: pr le altre socuetà (vedi tabella a fianco) i rappresentanti nei consigli di amministrazione non ricevono compensi. Ricevono un compenso, invece, i consiglieri delle società del gruppo Asm: è si tratta di nomine in qualche modo politiche visto che derivano dal consiglio di amministrazione della società madre, a sua volta nominato dal sindaco Aurelio Torriani che è rappresentante dell'azionista di maggioranza, il Comune. Anche qui, di conseguenza, la Finanziaria ha portato una serie di tagli. Il 20 novembre si riunirà l'assemblea di "Asm vendita e servizi" che ridurrà a 5 gli attuali 7 consiglieri. Giuseppe Salvaneschi, in quota Forza Italia, si è già dimesso dopo essere entrato in consiglio comunale, resteranno il presidente Gianni Visigalli (FI), Michele Vadurro (FI), Fiorenzo Tambussi (An), Burgassoli (Lega), Gianfelice Muzio (Udc). Rischia l'unico rappresentante dell'opposizione, Aurelio Massone (Rifo).


Passa la stretta per gli enti locali (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 10-11-2007)

 

Attualità Passa la stretta per gli enti locali Meno assessori, freno alle trasferte facili e ai compensi, paletti sui derivati LE MISURE ROMA. Dal taglio alle poltrone del Governo, fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese pazzE per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato ieri dall'aula del Senato e che inizierà ad inciderà dal prossimo anno sui costi della politica. La riduzione dei componenti dell'esecutivo sarà valida solo dal prossimo governo, mentre la stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento degli stipendi dei parlamentari approvata ieri, scatterà con l'approvazione definitiva della Finanziaria. Vengono previsti paletti sui compensi, divieti di cumulo e soprattutto si pone un limite alla proliferazione delle poltrone con chiusure, cancellazioni e accorpamenti di numerose strutture intermedie, dalle comunità montane agli enti per la gestione di acqua e rifiuti. Ecco alcune delle misure del pacchetto. GOVERNO SNELLO Via libera alla norma che taglia il numero dei ministri, ritornando ai 12 dicasteri previsti dalla riforma Bassanini del 1999. La norma vale per il futuro. Si stabilisce inoltre che il numero dei componenti del governo a qualsiasi titolo, compresi vice-ministri e sottosegretari, non può essere superiore a sessanta. COMUNITÀ MONTANE Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti territoriali. SPESE PAZZE Stop alle spese pazze in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfetario (che sarà stabilito con decreto dal ministero dell'Economia) invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. COMPENSI Una decisa stretta è in arrivo per gli stipendi degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale.ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. ASSESSORI Giro di vite ex lege sul numero degli assessori di comuni e province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12. ACQUA E RIFIUTI Arriva una sforbiciata agli Ato, gli enti intermedi per la gestione di acqua e rifiuti. COMMISSARI Si prevede un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi percepiti dai commissari straordinari del Governo. SANITÀ I Senato ha dato il via libera anche al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) da parte dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005.


Tagli ai costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 10-11-2007)

 

Voghera Tagli ai costi della politica Voghera, si snelliranno i cda delle partecipate VOGHERA. Quanti sono i soldi dei contribuenti spesi per pagare i gettoni di presenza? L'inchiesta parte ovviamente dall'Asm, ex azienda municipalizzata che, dopo essere stata trasformata in società per azioni, resta proprietà del Comune di Voghera per il 99.8 per cento. A pagina 27.


Finanziaria: i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 10-11-2007)

 

Attualità FINANZIARIA: I COSTI DELLA POLITICA Dure accuse della Lega all'Udc: assenze mirate per evitare la crisi.


Finanzaria: i costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 10-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Gazzetta di Mantova, La) (Centro, Il) (Nuova Sardegna, La)

 

Attualità FINANZARIA: I COSTI DELLA POLITICA Dure accuse della Lega all'Udc: assenze mirate per evitare la crisi.


Ministri ed entiè l'ora dei tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 10-11-2007)

 

Meno Comunità montane, meno assessori e consiglieri nei Comuni Roma. Un governo snello con 12 ministri e non più di 60 poltrone; ottanta le Comunità montane in meno e drastico giro di vite per chi le amministra; sfoltiti i consiglieri e gli assessori di Comuni e Province; basta con le spese facili degli amministratori locali in trasferta; compensi tagliati anche per i commissari straordinari del governo; accorpamenti in vista per gli enti che gestiscono rifiuti e acqua. La scure della Finanziaria si abbatte sui costi della politica, presi di mira da alcune norme approvate ieri dall'aula del Senato. Passa anche la stretta per ministri, vice ministri, sottosegretari ma a valere dal prossimo governo anche se nulla vieta a Romano Prodi di tagliare qualche poltrona in caso di rimpasto a gennaio. I risparmi serviranno in parte a finanziare lo stop per il ticket di 10 euro su diagnostica e specialistica, approvato ieri dall'aula con una nuova copertura. Sull'articolo taglia-ministri, la maggioranza ha vissuto l'unico momento di tensione della giornata quando l'Udeur Clemente Mastella, che dispone di tre senatori compreso lui, ha minacciato di votare contro e poi è tornato sui suoi passi grazie a una telefonata del premier. Per il resto, l'aula ha varato a raffica soprattutto tagli e risparmi a carico della politica: dal governo alle circoscrizioni. E non basta. Mentre il Senato votava, il Consiglio dei ministri dava il suo disco verde a un disegno di legge che, se approvato dal Parlamento, completerà il quadro della "stangata" per la prima volta riservata agli amministratori pubblici di ogni ordine e grado (le Regioni restano fuori, in quanto godono di una loro autonomia costituzionale). Il provvedimento vieta, fra altro, il cumulo delle cariche e prevede assunzioni trasparenti nelle società pubbliche. Governo magro. Il prossimo governo potrà avere non più di 12 ministri in linea con ala riforma Bassanini del '99, rimasta finora lettera morta. C'è un tetto inoltre di 60 poltrone complessivo, rispetto alle attuali 103 (compreso il premier) e alle 100 del precedente esecutivo. La norma asciuga-governo vale per il futuro ma un ordine del giorno invita Prodi valutare se non sia il caso di anticipare i tempi. La maggioranza ha votato compatta: il taglio è passato con 160 sì mentre i no della Cdl si sono fermati a quota 155. Ci ha ripensato anche la Lega che in commissione Bilancio aveva votato a favore. "Un articolo ipocrita", si è giustificato il senatore Roberto Castelli. Nell'Unione, Antonio Di Pietro ha suggerito a Prodi di tagliare dieci ministri e la metà dei sottosegretari già dopo la Finanziaria. Mastella non era d'accordo. Il ministro ha annunciato il no dell'Udeur in aula. "Una norma del genere è incostituzionale e non si può mettere nella Finanziaria". Brivido fra i senatori dell'Unione. Ma poi una telefonata di Prodi a Mastella ha rimesso le cose a posto e il dissenso è rientrato: "Voto per lealtà alla maggioranza". Il Professore ha fatto sapere di "apprezzare il senso di responsabilità" del ministro. Comunità montane. Sforbiciata per le Comunità montane: 80 in meno. Non c'è solo questo. C'è un freno anche per il futuro: potranno essere composte da almeno 7 Comuni e non saranno ammesse più anche a livello del mare, come accade ora. Il taglio più drastico riguarda però gli amministratori di questi enti territoriali: entro tre mesi, le Regioni devono ridurre le poltrone di consiglieri (da 12 mila 500 a 4 mila 200) e assessori (da 4 mila 200 a 1400). Politici locali. Basta indennità di missione: gli amministratori locali avranno solo un rimborso forfettario, che sarà fissato con un decreto del ministro dell'Economia. Ancora: buste paga alleggerite per consiglieri comunali, provinciali e circoscrizionali, che avranno i gettoni di presenza ridotti e non potranno cumulare i compensi per altri incarichi collegati alla loro funzione. Il giro di vite in arrivo riguarderà le poltrone di consiglieri e assessori di tutti gli enti locali, comprese le circoscrizioni: il numero degli assessori scenderà da 16 a 12 e ci sarà un taglio medio del 20 per cento per i consiglieri. Derivati nel mirino. Colpo di freno al ricorso da parte degli enti locali dei cosiddetti "derivati": i contratti finanziari ad alto rischio che consentono di allungare la vita del debito ma con oneri spesso astronomici per Comuni e Regioni che li sottoscrivono. Vigilerà in futuro il Tesoro in collaborazione con Bankitalia e Consob. I risparmi ottenuti con tagli alla politica serviranno in parte a coprire il costo (830 milioni) da sostenere per mandare in soffitta il ticket di 10 euro su esami diagnostici e visite specialistiche, che era stato soppresso nel 2007 ma rischiava di tornare in vigore dall'anno prossimo. I dubbi sulla copertura, sollevati in aula dalla Cdl, riguardavano poco più di 90 milioni, che sono stati finanziati con altri tagli di spesa certificati dalla Ragioneria generale. La Finanziaria concede inoltre una "boccata di ossigeno" di 9 miliardi alle Regioni (Lazio, Campania, Molise, Sicilia) che hanno conti sanitari tuttora in rosso. L'anticipo, che servirà ad estinguere i debiti contratti sul mercato, dovrà essere rimborsato in 30 anni. Freno agli incarichi. Il disegno di legge varato ieri dal governo completa il quadro con regole di trasparenza. le misure previste puntano a limitare il cumulo degli incarichi pubblici di parlamentari e consiglieri degli enti locali, per i quali è inoltre previsto il divieto di operare nel settore privato. Le società concessionarie di servizi pubblici non potranno finanziare i partiti politici. Niente fiducia. Il governo esclude il ricorso al voto di fiducia di fronte alla buona tenuta della maggioranza. Ma i tempi sono stretti. Gli articoli finora approvati sono una ventina, su un totale di 97: il Senato riprenderà a votare lunedì e avrà tempo fino a mercoledì per tagliare il traguardo. Michele Lombardi 10/11/2007 Stop alle indennità di missione per i politici locali. Limitazioni all'uso dei "derivati" e al cumulo di incarichi 10/11/2007.


Andria, il Consiglio è fermo da un anno (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 10-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BAT - data: 2007-11-10 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Andria, il Consiglio è fermo da un anno Nella prossima riunione 64 ordini del giorno su 70 sono del 2006 ANDRIA - Saranno settanta le interrogazioni con risposta da discutere nel prossimo consiglio comunale. Tra queste, 64 risalgono però al 2006. "Il nostro partito ha proposto cento interrogazioni l'anno scorso - spiega Antonio Nespoli, capogruppo consiliare dell'Udc - ma siamo in attesa di una risposta per la maggior parte dei quesiti". Delle 64 interrogazioni non ancora esaminate che risalgono allo scorso anno, 62 le ha proposte proprio l'Udc. "è vero che c'è solo un'ora - continua Nespoli - a disposizione dei consiglieri per la discussione di queste interrogazioni, ma il problema vero è che le convocazioni del consiglio comunale sono sempre meno frequenti. L'ultima seduta risale al 26 settembre, e non mi sembra che manchino gli argomenti. Questa situazione è il risultato della poca produttività dell'amministrazione comunale". Tra le tante interrogazioni del gruppo Unione democratica di centro c'è l'istituzione di un'agenzia per il trasporto integrato e coordinato nell'intera area della sesta provincia, la creazione di una sede universitaria decentrata, la realizzazione di un piano strategico per il centro storico, la bonifica dei siti inquinati dall'amianto e l'agevolazione ai cittadini per gli investimenti in energia solare. "L'Udc ha ritenuto opportuno presentare cento interrogazioni il 6 novembre 2006 - commenta Salvatore Vitanostra, presidente del consiglio comunale - e ritengo che sia una mossa scorretta. C'è solo un'ora destinata a discuterle e in media non si riesce ad affrontare più di 7 punti a seduta". All'ordine del giorno c'è anche la proposta del taglio delle indennità, fatta da otto consiglieri di minoranza. "Riteniamo opportuno che ci sia una riduzione del 25 per cento chiarisce Benedetto Miscioscia, consigliere comunale di Forza Italia - dell'indennità mensile di carica del sindaco, del vice-sindaco, degli assessori e del presidente del consiglio comunale, ma anche dell'indennità di funzione e dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Ciò che deriverebbe da questi tagli potrebbe essere destinato alla manutenzione delle strade cittadine e all'esenzione dell'Ici sulla prima casa in favore delle famiglie monoreddito che hanno stipulato un mutuo. Abbiamo proposto l'ordine del giorno con urgenza a giugno, finora è stato rimandato ". Proposta che, però, non è stata ancora presa in considerazione. Quasi tutti gli ordini del giorno sono presentati con urgenza - ricorda Vitanostra - per cui non è detto che se ne potrà discutere in questa seduta, a meno che qualcuno non ne chieda l'anticipazione". Intanto c'è attesa per il ruolo che assumeranno nell'assetto del consiglio i tre consiglieri che pochi giorni fa hanno dato vita a un gruppo consiliare autonomo, decidendo di aderire al nuovo Italia popolare-Movimento per l'Europa.


LA SALERNITANA in numeri. Radiografia della vicecapolista. Rosa.</I (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 10-11-2007)

 

LA SALERNITANA in numeri. Radiografia della vicecapolista. Rosa. Mister Agostinelli ha impiegato 22 giocatori, solo il portiere Pinna è sempre stato in campo. Presenze. Pinna, Ciarcià e Soligo 12, Ambrogioni, Ferraro, Di Napoli e Cardinale 11, L. Fusco, Russo e Milanese 10, Masini 8, Di Deo 7, Troise, Mamede e V. Fusco 6, Mammarella, Giannone e Magliocco 5, D'Isanto 4, Imparato 3, Turienzo 2, Coppini 1. Ex. A parte l'allenatore Agostinelli, anconetano di nascita ma mai biancorosso, sono quattro. Russo vanta 124 gettoni (spareggi compresi) in cinque stagioni con 5 gol, Ferraro 32 con 14 gol, Milanese 27 con 1 gol, Mammarella 15. Reti. Sono 19, una in meno dell'Ancona. Di Napoli 8, Ferraro 5, Ciarcià, Soligo, Cardinale, Magliocco, Di Deo e Masini 1. Rigori. Fa notizia. Nessuna massima punizione a favore. Espulsi. Tre "rossi". Per Ambrogioni a San Benedetto del Tronto, Magliocco in casa col Sorrento e Masini a Crotone. Imbattibilità. La Salernitana è l'unica squadra a non aver mai perso. Miglior difesa. Con 7 reti al passivo è la meno battuta con il Crotone. All' "Arechi". Il bottino è di 4 vittorie e 2 pareggi con 11 reti fatte e 5 subite. - -->.


Consiglieri e assessori (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-11-10 - pag: 2 autore: Consiglieri e assessori Con l'articolo 14 il tetto massimo di assessori comunali e provinciali passa da 16 a 12; tetto anche sui gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane. Nessuna indennità peri consiglieri circoscrizionali FOTOGRAMMA.


'Ex' di tutti i partiti (con ufficio stampa) per vegliare sull'acqua che beviamo (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 10-11-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA: I MISTERI DEGLI 'ATO' 'Ex' di tutti i partiti (con ufficio stampa) per vegliare sull'acqua che beviamo di GIORGIO GAZZOTTI ? BOLOGNA ? CHE HANNO a che fare un sociologo, un'artista, un attore di teatro, con i servizi idrici e i rifiuti? Nulla, direte voi. Invece no, la politica è capace di miracoli. E lo provano gli Ato, sigla sconosciuta ai più che sta per Ambito territoriale ottimale, finiti giustamente nel mirino dei tagli ai costi della politica. Nella Finanziaria ne era prevista l'abolizione, poi si è passati ad una più morbida "rideterminazione", indicando nella provincia l'ambito ottimale. Quindi in Emilia ce li terremo come sono, visto che già sono nove. Mentre in Sicilia sono più di 30. Il loro compito è quello di definire gli standard per la qualità dei servizi, affidare i servizi ai gestori, controllarne l'operato e fissare le tariffe. In definitiva, controllare che l'acqua che beviamo sia buona e costi il giusto e i rifiuti siano smaltiti come si deve. Dunque non è vero che non servono. Ma visto che ogni provincia ha un assessorato all'ambiente, non bastava crearvi all'interno un ufficio che si occupasse della cosa? Oppure fare un solo Ato regionale? No, sono stati creati degli organismi autonomi, che è sempre il modo migliore per moltiplicare costi e posti. Ma non tutti si sono comportati allo stesso modo, e un viaggio nelle nove province è molto istruttivo per riconoscere la politica virtuosa e quella col vizio di intascare sempre qualcosa. Partiamo dall'Ato di Modena: qui c'è un presidente, ex sindaco Ds, che prende 4475 euro lordi al mese; poi un Cda con sei consiglieri a 1083 euro al mese, anch'essi tutti politici, un ex sindaco, un dirigente della Margherita, uno del Prc, un altro paio di diessini. Esperti di acqua e rifiuti? Non risulta. Del resto per svolgere le funzioni dell'Ato c'è una struttura tecnica, il Cda è l'organismo politico che dà le direttive. Poi ci sono anche tre revisori dei conti e un ufficio stampa. A Modena hanno fatto le cose in grande. Costo, solo per i compensi: vicino ai 200mila euro l'anno. Passiamo a Rimini: il presidente è il capogruppo dei ds in consiglio comunale; qui c'è anche un vicepresidente, che è un ex assessore e un Cda di ben sette consiglieri, tra cui un attore, un diplomato in belle arti, un albergatore, ma tutti rigorosamente in rappresentanza di un partito, dai Ds ad An. Esperti di acqua e rifiuti? Va beh, ma che c'entra. Anche loro hanno revisori dei conti e ufficio stampa. A Rimini però si accontentano di più: il presidente prende 1800 euro lordi al mese e il consiglieri 450. Spesa approssimativa annua per Cda e annessi: meno di 100mila euro. E' già un risparmio. Ma passiamo a Ferrara: il presidente prende 2500 euro lordi al mese, ma non c'è il Cda, c'è invece un ufficio di presidenza di 5 sindaci che non prendono una lira. Tutto calcolato non si arriva a 40mila euro l'anno. Una bella differenza rispetto a Modena e Rimini. Ma non è finita: anche a Bologna, Ravenna, Reggio, Parma e Forlì non c'è il Cda, ma qui il presidente è il presidente della Provincia o un sindaco, e non prende una lira. Risultato il costo del livello politico-direttivo è quasi zero. Difficile dire che gli Ato di queste province non funzionano, allora perchè non costano quasi nulla, mentre gli altri costano migliaia di euro? Non sarà un balzello della politica? Ma c'è un'altra curiosità: il Cda di Modena si riunisce 30 volte l'anno, quello di Rimini 20, l'ufficio di presidenza di Bologna quattro. O sotto le due torri sono fannulloni o c'è qualcosa che non torna. E, per finire, le strutture tecnico-operative. Tutti gli Ato hanno un direttore, ma Bologna ha 18 dipendenti, Modena ne ha 11, Rimini 7, Ravenna 6, Ferrara 5, Parma 4 e Reggio e Forli 3. I direttori di Parma, Reggio e Forlì si lamentano che son pochi, ma non crediamo che l'acqua o la situazione dei rifiuti in queste province sia peggio che a Bologna o a Modena. E allora, tenuto anche conto di territorio e popolazione, perchè tanta disparità? - -->.


La corsa ai resort esotici (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: TURISMO data: 2007-11-10 - pag: 24 autore: La corsa ai resort esotici Gli operatori: a fine anno vacanze di lusso in rialzo del 20% di Vincenzo Chierchia e Laura Dominici L' euro forte sta mettendo le ali ai viaggi degli italiani per fine anno e, in particolare, marcia a pieni giri il turismo a 5 stelle, sia nella Penisola che oltrefrontiera. Al gruppo Alpitour, ad esempio, sottolineano che i "viaggi da ricchi" aumentano del 26% almeno quest'anno. Ossia almeno dieci volte la media del mercato. Alla Frigerio viaggi aggiungono che i viaggi di fine anno per Maldive e Caraibi, nei resort più costosi ed esclusivi, sono già esauriti da tempo. In media il business del turismo di lusso, secondo vari operatori, nell'ultima parte dell'anno cresce del 20%, trainato dal periodo Natale- Capodanno. La spesa Quest'anno gli italiani spenderanno oltre 20 miliardi per le vacanze all'estero, con un aumento del 10% mentre la spesa per la vacanza domestica ristagna. Oltre 21 milioni gli italiani che, grazie anche alle opportunità offerte dai voli low cost, faranno vacanze all'estero quest'anno (+ 8 per cento). Le destinazioni Per chi non bada a spese la scelta è ampia. Da una ricognizione tra i tour operator emerge che è stato richiestissimo quest'anno l'Intercontinental Thalasso di Bora Bora, unico resort al mondo che utilizza per la climatizzazione acqua di mare pescata a 900 metri di profondità. Incremento di prenotazioni record dall'Italia per l'isola di Canouan nei Caraibi, dove c'è un esclusivo resort Raffles: +20% e gli italiani saranno l'80% circa degli ospiti nelle vacanze di fine anno, che costano oltre 2mila dollari al giorno, voli ed extra esclusi. Marcello Piccardo, a.d. della Bradipo (operatore specializzato in viaggi di lusso, 15mila euro in media a persona) conferma che la sua clientela quest'anno ha scelto "Maldive, Sud Africa, Seychelles ma anche anche Argentina, Cile, Brasile e Nuova Zelanda". E Marco Marchetti, titolare dell'agenzia Esquire di Milano, sottolinea: "Il budget dei viaggi di lusso è in continua salita, oggi siamo sull'ordine dei 15mila euro a persona in media. Molto richiesti quest'anno il Jumby Bay di Antigua, nei Caraibi, e il St. Geran a Mauritius. Ovviamente voli in firts class". Alla Colony capital, dispiaciuti che gli hotel in Costa Smeralda siano chiusi, sottolineano che gli abituali clienti top italiani sono ospiti a Dubai e che quest'anno si registra un aumento del 25% almeno di presenze. L'offerta italiana Il consorzio di hotel a 5 stelle Charme & Relax registra quest'anno una crescita del 20% delle prenotazioni di fine anno. Le prenotazioni Natale per della rete Charming sono aumentate del 31%. A Ravello riapre uno storico ed esclusivo 5 stelle, il Palumbo. "Tutto esaurito per fine anno con clienti top dall'estero, con opzioni fino al 2010" commentano al Town house Galleria, l'unico hotel 7 stelle in Italia, con 24 suite (complete di maggiordomo) nel cuore di Milano. "C'è stata quest'anno una vera e propria gara per la suite Villa la Cupola all'Excelsior di Roma " spiegano al quartier generale italiano del gruppo Starwood che si prepara ad annunciare, la prossima settimana l'avvio a Venezia della ristrutturazione del Danieli con massicci investimenti. Villa La Cupola è una suite da oltre mille metri quadrati e costa circa 20mila euro a notte. Quest'anno ci sarà una coppia di Hollywood, ma sui nomi e top secret. "è tale la richiesta di accoglienza di lusso a Roma che al St. Regis di Roma – aggiungono alla Starwood – abbiamo inaugurato la suite Bottega veneta da 5mila euro a notte". Una lunga gara internazionale anche per aggiudicarsi a fine dicembre la suite Hemingway al Gritti Palace di Venezia (oltre 5mila euro al giorno), l'ha spuntata un miliardario Usa. Crociere da record Tutto esaurito con ospiti top dall'Italia – dicono alla Equinoxe – ai Caraibi per il catamarano Allures (57mila euro a settimana) oppure per lo yacht Elegant (455mila euro). Per le suite di lusso sulle navi Costa (esaurite quest'anno)l'aumento di prenotazioni per il 2008 è già del 150%. 20 All'estero In miliardi di euro la spesa degli italiani per i viaggi a scopo turistico oltrefrontiera 21 I viaggiatori In milioni la stima complessiva sugli italiani che quest'anno trascorreranno vacanze all'estero 15 Il pacchetto medio Costo medio, in migliaia di euro, di un pacchetto-vacanza di fascia alta calcolato per una settimana LE DESTINAZIONI In Polinesia, Maldive e Caraibi i siti più gettonati, a Roma e Venezia le suite al top Isola esclusiva. Afflusso record di italiani a fine anno a Canouan (Caraibi) Suite da sogno. Gara internazionale per la "Villa" dell'Excelsion di Roma.


Prefettura: <Boscolo Todaro incompatibile come vicesindaco> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2007)

 

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIA - data: 2007-11-10 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE A Chioggi sbarca Galan e rassicura sulle sorti della sanità clodiense Prefettura: "Boscolo Todaro incompatibile come vicesindaco" CHIOGGIA - Altalena di emozioni, ieri, per il nuovo sindaco di Chioggia Romano Tiozzo, da un lato la visita in grande stile del governatore Giancarlo Galan che ha tessuto le lodi della "piccola Venezia" inaugurando la super chiatta "Romano P.", dall'altro la doccia fredda sul suo vice, Sandro Boscolo Todaro che è stato dichiarato incompatibile dalla Prefettura che, prima di inviare la comunicazione al comune clodiense, si è avvalsa del parere del Ministero dell'Interno. Ora Todaro avrà una decina di giorni per sanare la situazione, cioè pagare quei 1.570 euro che il Comune avanzerebbe ancora all'epoca della prima giunta Guarnieri, dove con una delibera i consiglieri avevano trasformato il "gettone di presenza" in una sorta di stipendio che superava però la somma degli equivalenti gettoni. Motivo per cui successivamente il consiglio votò un'altra delibera per il ripristino del classico gettone e la restituzione delle somme in eccedenza. Subito dopo l'insediamento della nuova giunta Tiozzo era stato l'ex sindaco Fortunato Guarnieri a sollevare la questione dell'incompatibilità di Todaro e ad annunciare l'annullamento degli atti finora firmati dal vicesindaco, qualora l'incompatibilità fosse stata confermata. "Pagherò - replica Todaro - e in questo modo sanerò la situazione. Intanto voglio tranquillizzare la cittadinanza sulla questione della validità o meno degli atti che ho seguito finora. Guarnieri dovrebbe studiare legge perché qui si parla di incompatibilità e non di ineleggibilità". A consolare il nuovo sindaco che dovrà far fronte alla spinosa questione dell'incompatibilità di Todaro, ci ha pensato Galan che è calato a Chioggia dichiarando "Essere accolti con un sorriso a Chioggia, non mi accadeva da dieci anni ". Una visita, quella del governatore, che non ha risparmiato qualche stoccata, la prima proprio contro Guarnieri che non l'aveva mai invitato. Promesse e rassicurazioni per il comune clodiense, "Festeggiamo la rinascita di Chioggia cui non faremo mancare i finanziamenti - assicura Galan - per mantenere l'ospedale visto che è la sesta città del Veneto". Ines Brentan.


Pronto soccorso super affollato <Il sistema sanitario è malato> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 10-11-2007)

 

Corriere del Veneto - VERONA - sezione: CRONACAVERONA - data: 2007-11-10 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE Ricerca di due direttori del Civile. Mantoan: "Vanno presi rimedi" Pronto soccorso super affollato "Il sistema sanitario è malato" Buonocore: la metà non sono gravi. Adami: imedici di base non c'entrano VERONA – Perché i cittadini veronesi si rivolgono al Pronto soccorso saltando a piè pari il proprio medico di famiglia o quello di turno alla guardia medica? E soprattutto quanti sono coloro che potrebbero fare a meno di recarsi a Borgo Trento ad ingrossare le file dei cosiddetti codici bianchi? A definire l'identikit dell'utente scaligero è la ricerca "Pronto soccorso Triage. Accoglienza, rassicurazione, cura, aspettative, vissuti psicologici, bisogni", condotta da due direttori dell'ospedale Civile maggiore di Verona: quello del Servizio di Psicologia clinica Gaetano Trabucco e quello del Pronto Soccorso Francesco Buonocore. Stando a quel che è emerso dai questionari, distribuiti dal 11 gennaio al 23 marzo del 2006, a ricorrere maggiormente al Pronto soccorso sono le donne (54%). Chi si rivolge a Borgo Trento arriva per lo più dalla città (70%), solo il 24% infatti si spinge fino a Verona dalla provincia; è coniugato (50%) e nel 64% dei casi accompagnato da un familiare. Nella maggior parte non ha minimamente pensato di chiamare prima il proprio medico di famiglia o la guardia medica perché ha ritenuto la propria condizione "urgente " (29%). Infatti afferma di rivolgersi al primo solo quando la situazione "non è grave" (55%) e di non utilizzare mai il secondo (34%). Va diretto al Pronto soccorso perché ha bisogno di "medici esperti" (47%) o di "specialisti" (26%) che lo "visitino subito" e non è affatto spaventato dall'attesa. Questa abitudine comporta che degli 89.403 accessi registrati nel 2006 il 45,5% sono codici bianchi (cioè non urgenti), il 40,1 verdi, il 13,2 gialli e solo lo 0,5 rossi. "Attenzione con questo non si vuole colpevolizzare l'utente. Il cittadino subisce un sistema sbagliato che ha necessità di essere riorganizzato – spiega Domenico Mantoan, dirigente regionale dei Servizi sanitari - . Questa ricerca ci dice solo che qualcosa nella rete non funziona e che occorre porre rimedio ". Proprio per questo Buonocore afferma la necessità di "un coordinamento costante tra gli 8 primari dei Pronto soccorso della provincia con il 118 per trovare la risposta più adeguata alle esigenze dei pazienti. Siamo pronti a raccogliere e rispondere a tutti i bisogni di salute, ma vogliamo anche riappropriarci della nostra funzione di specialisti. Il Pronto soccorso è pensato per le urgenze". Ma che qualcosa non funziona si capisce dal fatto che il giorno di maggior affluenza è, per le aree mediche, il sabato (17,5%) e il lunedì (16%), per i traumi il lunedì (16,2%) e il mercoledì (15%) nella fascia oraria che va dalle 8 alle 12. "Sabato a parte, sono giorni in cui noi medici di famiglia siamo in studio – afferma Lorenzo Adami, segretario Fimmg (Federazione medici medicina generale) -. Ricevere i 107 codici bianchi giornalieri non sarebbe un grande carico. Se si divide questo numero per i 342 medici dell'Uls 20 vorrebbe dire neanche una visita in più al giorno". Jessica Cugini IN ATTESA Code in pronto soccorso, ma molti si recano in ospedale senza una vera urgenza o emergenza.


Cancellate 80 comunità montane (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 10-11-2007)
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(Mattino di Padova, Il) (Alto Adige) (Centro, Il)

 

Gli amministratori comunali non potranno cumulare le indennità Cancellate 80 comunità montane ROMA. Dal taglio alle poltrone del Governo (vedi l'articolo a fianco) fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese 'pazze' per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato dall'aula del Senato e che inizierà ad inciderà dal prossimo anno sui costi della politica. Ecco in sintesi alcune delle misure del pacchetto. Comunità montane. Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da 7 comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti. Stop a spese pazze. Stop alle 'spese pazze' in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfettario invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. No a cumulo compensi. Una decisa stretta è in arrivo per gli 'stipendi' degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. Giro vite su assessori. Giro di vite ex lege sul numero degli assessori di comuni e province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12. Enti acqua e rifiuti. Sforbiciata agli Ato, gli enti per la gestione di acqua e rifiuti. I risparmi potrebbero alleggerire le bollette. Inoltre le regioni, i comuni e le province dovranno studiare la soppressione e gli accorpamenti di enti che svolgono funzioni proprie già di amministrazioni pubbliche. Derivati. Un freno alla finanza speculativa degli enti locali arriva dalla finanziaria. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose che potrebbero portare a dissesti finanziari, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro. Commissari. Si prevede un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi dei commissari straordinari del Governo. Deficit sanità. Via libera al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005.


Scuole penalizzate? Forza Italia chiede lumi (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 10-11-2007)

 

FIDENZA 10-11-2007 INTERROGAZIONE IL CONSIGLIERE TANZI Scuole penalizzate? Forza Italia chiede lumi II Solo ritardi, disguidi o i problemi sono altri? E' quanto chiede con un' interpellanza urgente, il consigliere di FI, Stefano Tanzi, all'amministrazione , sollecitato da diversi cittadini e addetti ai lavori, a richiedere chiarimenti su alcun problemi che riguardano asili e scuole, dovuti, pare, allo sperpero di denaro pubblico, da parte del comune. "Già in altre occasioni - ha spiegato Tanzi - ho affermato che il bilancio di questo comune risulta essere contingentato e scarsamente flessibile a causa dei pesanti oneri finanziari a suo carico. Pur avendo già denunciato più volte l'eccessivo ricorso a consulenze esterne anche nel 2007, questa amministrazione, contrariamente a quanto auspicato dallo stesso attuale Governo, con pervicacia continua a seguire questo metodo operativo". Tanzi, chiede pertanto come mai l'addetta ausiliaria incaricata dall'Auser, che operava sin dai primi di ottobre a supporto del personale dell'asilo di via 25 Aprile, per i pasti e le bevande ai bimbi, abbia interrotto la sua collaborazione a causa del mancato riconoscimento all'Auser da parte del Comune, del gettone di presenza di 150 euro. E come mai la scuola "De Amicis" non abbia ancora avviato il previsto progetto "Gioca Musica", a causa della mancata erogazione del previsto e concesso finanziamento di 4500 euro.


Il Senato approvagli articoli della Finanziariadedicati ai costi della politica: ridotti i compensi degli amministratori localigiro di vite sulle comunità montane (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 10-11-2007)
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(Messaggero, Il)

 

Il Senato approva gli articoli della Finanziaria dedicati ai costi della politica: ridotti i compensi degli amministratori locali giro di vite sulle comunità montane.


Finanziaria, via al taglio dei ministri (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 10-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-11-10 num: - pag: 6 autore: Mario Sensini categoria: REDAZIONALE Finanziaria, via al taglio dei ministri Mastella minaccia il no, poi vota. Il governo: fiducia esclusa. Critiche Ue: sui conti misure non convincenti ROMA - Via libera al taglio dei ministri, alla riduzione delle cariche politiche negli enti locali, ai fondi per le forze armate e i carabinieri (70 milioni per il personale), a quelli per gli italiani all'estero (32 milioni) e per l'organizzazione del G8 del 2009 in Italia (altri 30). La Finanziaria viaggia spedita al Senato, Romano Prodi è soddisfatto, la maggioranza tiene bene e l'ipotesi della fiducia si allontana. Le votazioni riprenderanno lunedì e, se non ci saranno intoppi, il testo dovrebbe essere approvato, come previsto, entro mercoledì sera. Ieri non sono mancati momenti di fibrillazione, con il Guardasigilli, Clemente Mastella, che non voleva votare la riduzione dei ministri, e i Verdi sulle barricate per lo stralcio, poi avvenuto, della norma che istituiva il registro dei simboli dei partiti. In entrambi i casi, però, le riserve sono rientrate. Mastella ha votato sì "per spirito di coalizione" meritando "l'apprezzamento" di Prodi "per il senso di responsabilità ". E anche i Verdi, sebbene più a malincuore, hanno preferito astenersi piuttosto che aprire una battaglia sul registro che avevano proposto. Il prossimo governo, dunque, sarà composto da 12 ministri e da un massimo di 60 membri, tra sottosegretari e viceministri. Mastella resta convinto che la norma proposta da Roberto Manzione e Willer Bordon, dell'Unione+ democratica, sia una "scorrettezza " istituzionale, ma il ministro Antonio Di Pietro apprezza e preme, anzi, per accelerare il taglio. Lo stesso Prodi ha espresso soddisfazione per la decisione del Senato, ma anche per l'approvazione, sempre ieri in Consiglio dei ministri, del disegno di legge sulla trasparenza nella pubblica amministrazione. Le assunzioni nelle società controllate da Stato ed enti locali dovranno avvenire per concorso, ci sarà un tetto al cumulo degli incarichi degli amministratori pubblici, che dovranno essere pubblicati su Internet con i relativi emolumenti, e scatta il divieto per le società concessionarie dei servizi pubblici di finanziare i partiti. "L'impegno per la riduzione dei costi della politica continuerà " ha fatto sapere Prodi, mentre al Senato la maggioranza sta ancora ragionando sul tetto agli stipendi dei manager pubblici. "La fiducia è esclusa categoricamente " ha detto ieri il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Gianpaolo D'Andrea. Buona parte dell'opposizione resta convinta, però, che il governo cadrà proprio sul bilancio. "Non sarà una spallata, ma una ginocchiata nelle parti basse" ha detto il leghista Roberto Calderoli, polemico però con l'Udc che ieri avrebbe fatto mancare i voti per far capitolare Prodi. Accuse respinte da Rocco Buttiglione che invece punta il dito sull'assenza in Aula del senatore della Lega Roberto Castelli. "Se continua così il governo regge fino in fondo ", ha detto il segretario del partito, Lorenzo Cesa. Qualche tensione c'è anche nel centrosinistra. Anna Finocchiaro, ad esempio, attribuisce la tenuta della maggioranza al Pd, ma Cesare Salvi, capogruppo di Sinistra democratica, sostiene che si tratti di "propaganda, perché il merito è di tutti". Da Bruxelles, intanto, la Commissione Ue è tornata a esprimere preoccupazione per i conti pubblici dell'Italia, che nel 2008 con l'1,4% segnerà la più bassa crescita del pil nella zona euro. Il deficit è previsto al 2,3% e il debito al 102,9% (il governo lo stima al 103,5%), ma il commissario agli affari monetari, JoaquÍn Almunia, ripete: "Mancano misure convincenti per il taglio della spesa. Non sono duro con l'Italia. Sono solo coerente".


Stop alle "spese pazze" nel caso di viaggi di amministratori locali: viene infatti fissato (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 10-11-2007)
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(Messaggero, Il (Civitavecchia)) (Messaggero, Il)

 

Un rimborso forfettario (che sarà stabilito con decreto del ministro dell'Economia) invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. Una decisa stretta è in arrivo anche per gli "stipendi" degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale, ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati.


Farmaci, ultimo attacco alla Bersani (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 10-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-11-10 num: - pag: 36 autore: Massimo Sideri categoria: REDAZIONALE Dopo i tentativi di depotenziare le norme su prestiti e taxi, minacciata la liberalizzazione dei prodotti di fascia C Farmaci, ultimo attacco alla Bersani Federfarma: faremo pagare ai clienti le medicine. Palazzo Chigi: protesta inaccettabile MILANO - In serata sulla guerra del farmaco è sceso in campo anche Palazzo Chigi: "è inaccettabile far pagare i costi ai cittadini". Dopo tassisti e banche questa volta all'attacco della Bersani, arrivata al terzo capitolo sulle liberalizzazioni, tornano i farmacisti che hanno annunciato con la Federfarma di voler far pagare senza la convenzione del servizio sanitario nazionale le medicine di fascia A (compresi i salvavita). Una linea talmente dura che ha spinto anche il ministro della Salute Livia Turco, che pure aveva promosso presso il suo dicastero un tavolo con i farmacisti per trovare un'alternativa alla stessa proposta Bersani, a prenderne ieri le distanze. Se la protesta fosse attuata concretamente, ha calcolato subito la Federanziani, per le famiglie italiane il costo sarebbe di 36 milioni di euro al giorno. Ma, in più, per il corposo programma di liberalizzazioni del governo, sarebbe un durissimo colpo dopo i depotenziamenti già subiti sui capitoli dei tassisti, della simmetria, poi smorzata, tra tassi attivi e passivi nei conti correnti e, infine, della portabilità dei mutui per ora al palo. Anche per questo il governo difficilmente sarà disposto a cedere visto che secondo l'Istat e la stessa presidenza del Consiglio i farmaci e la telefonia sono gli unici due settori in cui la riforma della concorrenza ha portato un risultato concreto nelle tasche delle famiglie italiane: per i medicinali da banco (per esempio Aspirina, Moment e Voltaren), liberalizzati con il primo step della Bersani che già aveva portato nel luglio del 2006 i farmacisti in piazza, la discesa dei prezzi è stata anche del 20-30%. In questo caso tutto ruota intorno all'articolo 2 della terza lenzuolata che riprenderà il suo percorso parlamentare dopo la pausa presa con la finanziaria. Dopo la nascita di 1.664 parafarmacie dall'entrata in vigore della prima legge, ora il ministro Pierluigi Bersani ha previsto la liberalizzazione anche per i farmaci di fascia C, cioè quelli che pur richiedendo una ricetta del medico non prevedono nessuna convenzione del sistema sanitario, come l'Aulin. Ed è proprio su questo punto che le farmacie ora hanno alzato le barricate scatenando la guerra del farmaco. "Quella della Federfarma è una protesta strumentale - dice Paolo Spolaore, segretario nazionale dell'Anpi, l'associazione che riunisce le parafarmacie e che lamenta anche di non essere stata invitata al tavolo della Turco - perché propongono in alternativa all'articolo 2 la nascita di oltre duemila esercizi nuovi: ma se così fosse verrebbe intaccato lo spirito della Bersani che è quello di aprire il settore alla concorrenza. Inoltre non è corretto dire che la loro è una battaglia per la salute visto che anche noi siamo farmacisti e non sono i muri a fare la differenza". La legge infatti prevede che nell'esercizio sia presente obbligatoriamente un farmacista. "Senza contare - conclude - che quando si parla di vendita dei farmaci nei supermercati si sta parlando di un fenomeno marginale visto che per 1.664 nuove parafarmacie, e stiamo parlando di circa 4 mila nuovi posti di lavoro senza contare l'indotto, solo un centinaio sono i banchi all'interno di ipermarket". Quello tra farmacie tradizionali (che hanno l'appoggio anche dell'Assofarma che riunisce gli esercizi comunali) e parafarmacie è un braccio di ferro che sta creando delle spaccature non solo nella maggioranza con la contrapposizione, almeno prima della protesta di ieri, tra la Turco e il collega Bersani, ma anche nelle fila dell'opposizione tra An e Lega.


Costi della politica Via libera dell'aula di palazzo Madama agli articoli 14 e 15 della fina (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

 

Nziaria. Il primo provvedimento riguarda il contenimento dei costi per la rappresentanza nei consigli circoscrizionali, comunali, provinciali e degli assessori comunali e provinciali. Mentre l'articolo 15 dispone interventi di indirizzo alle regioni per la riduzione dei costi derivanti da duplicazioni di funzioni.


I COSTI DELLA POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

 

FINANZIARIA I COSTI DELLA POLITICA Il sì di Mastella Prima annuncia "io non lo voto", poi si è rassegnato alla riduzione dell'esecutivo.


Delusione Cdl Calderoli polemizza con l'Udc: Le assenze hanno salvato il centrosinistra (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 10-11-2007)

 

Delusione Cdl Calderoli polemizza con l'Udc: "Le assenze hanno salvato il centrosinistra" Poco, con fatica, ma qualcosa si muove. Ieri in Senato si approvavano gli articoli della Finanziaria del pacchetto "costi della politica"; in Consiglio dei ministri il governo varava un disegno di legge che - se passerà - darà un'altra sforbiciata alla cospicua lista di privilegi di cui la politica si è autodotata in questi anni. Ad esempio, per un'assunzione in Rai o in altra azienda pubblica il fortunato "figlio di" dovrà affrontare un concorso, con regole, candidature e graduatorie alla luce del sole;. Autostrade o Mediaset, e tutte le società concessionarie di servizi pubblici non potranno dare soldi ai partiti in cambio di benevolenza futura; tutti gli enti o società saranno obbligati a mettere in piazza su Internet quanto guadagnano politici amministratori, dirigenti e consulenti; infine, ecco regole contro il cumulo di incarichi. Attenzione: il ddl sulla "promozione della trasparenza" - steso dal ministro per l'Attuazione del Programma Giulio Santagata - è solo al via. È un "collegato" alla Finanziaria 2008, ma sbarcherà in Parlamento da gennaio. Chissà se e quando vedrà la luce. Sei sono gli articoli del ddl. Si comincia con il limite al cumulo degli incarichi. Parlamentari nazionali ed europei ed amministratori locali non potranno più avere incarichi o consulenze in enti di diritto pubblico, imprese o società partecipate. Gli amministratori locali non potranno più operare nel privato in settori affini alla loro attività politica. L'articolo 2 tratta le assunzioni o selezioni svolte da società pubbliche (come la Rai), controllate dallo Stato (Finmeccanica), municipalizzate (Acea) e affini: necessità di personale, bandi, procedure, graduatorie, esito finale della selezione; tutto dovrà essere diffuso nel territorio e poi via Web. L'articolo 4 farà felice i cacciatori di sprechi online: le amministrazioni avranno l'obbligo di affiggere sui loro siti praticamente ogni atto: organigrammi, attribuzioni con tanto di nomi e cognomi, compiti, attività svolte; ma anche bandi di gara, concorsi, servizi forniti, emolumenti dei dirigenti e consulenti. Obblighi che (con alcune limitazioni) varranno anche per le aziende partecipate. Infine, il divieto per le società concessionarie di servizi pubblici di finanziare i partiti. Vedremo il destino di questo provvedimento. Intanto, al Senato è stato approvato praticamente tutto il pacchetto di norme mirate al taglio dei "costi della politica". Rispetto alla stesura iniziale diverse norme sono state perse per strada o modificate (il taglio dei consiglieri negli enti locali), e c'è stata la novità su ministri e sottosegretari. Calcoli precisi ancora non ci sono, ma secondo il ministero di Santagata facendo il saldo tra le misure eliminate da Palazzo Madama e quelle inserite, alla fine la stima di un risparmio di un miliardo di euro - a regime, ovvero tra cinque anni - dovrebbe essere confermata. A dire il vero, secondo i calcoli del "Sole 24 Ore", il risparmio atteso dovrebbe essere molto minore, poco più di 400 milioni di euro. Non si tratta di cifre imponenti. Che soprattutto si materializzeranno tra cinque anni. Queste le norme licenziate dal Senato. Scomparsa la sforbiciata del 20% sul numero degli eletti negli enti locali, se non altro - ma non ottiene lo stesso effetto moralizzatore - si riduce il loro gettone di presenza, che non potrà superare un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Poi, c'è il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Guadagneranno meno (il 20%) anche i commissari straordinari di governo. Gli assessori di comuni e province non potranno essere più di 12 (erano 16). Scompariranno, con le nuove norme più stringenti, 80 Comunità montane; i consiglieri passeranno da 12.500 a 4.200, gli assessori da 4.200 a 1.400. Saranno accorpati anche gli enti che gestiscono acqua e rifiuti (Ato). Cala la mannaia sulle "gite" degli amministratori locali: niente indennità, sì al rimborso a forfait deciso dal ministero dell'Economia.


Di OLIVIA POSANI - ROMA - SOLO 12 MINISTRI, ma dal prossimo gove (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007)

 

Di OLIVIA POSANI ? ROMA ? SOLO 12 MINISTRI, ma dal prossimo governo. Con i mal di pancia di Mastella, il rilancio di Di Pietro, le accuse di ipocrisia al governo da parte del centrodestra, lo scontro tra Lega e Udc, l'aula del Senato ha approvato il famoso articolo 8bis della Finanziaria, quello che impone all'esecutivo che verrà una drastica cura dimagrante: complessivamente non potrà superare le 60 unità. Il governo Prodi conta 26 ministri, 10 viceministri e 66 sottosegretari, per un totale di 102 membri. La norma è passata con 160 sì, mentre i contrari (tutta la Cdl) sono stati 155. Tra i voti a favore anche quelli dei senatori dell'Udeur, sebbene Mastella di prima mattina avesse annunciato un "no" tondo tondo. Perché è vero, andava spiegando, che "questo governo è esagerato", ma "è assurdo che sia la Finanziaria a intervenire sulla struttura del governo". Poi il Guardasigilli è tornato indietro e ha votato l'articolo: "Mi ha chiamato Prodi ? ha raccontato ? Ho votato per lealtà. Ma resto contrario". Poco dopo ha incassato i ringraziamenti del premier, che ha mostrato anche "apprezzamento" per la riduzione dei ministri. ALLE RESISTENZE di Mastella ha fatto da contraltare la fretta del ministro Di Pietro, che subito dopo l'approvazione dell'8bis ha sottolineato la necessità di "rivedere subito il numero dei componenti dell'attuale governo riducendolo immediatamente di 10 ministri e 50 sottosegretari". Soddisfatto invece il senatore di Sd Villone (coautore con Salvi di un libro contro i costi della politica), che però sottolinea: "E' ovvio che l'esecutivo dovrà valutare quanto previsto politicamente". Compatta sul fronte del no, la Cdl. Ma c'è stato un duro scontro tra il Carroccio e il partito di Casini. Le bordate sono partite da Calderoli, che aveva presentato un emendamento per tagliare il numero dei ministri da gennaio. Il suo emendamento non è passato per soli 2 voti e il leghista attacca: "Si è persa l'occasione che stavamo aspettando da un anno e mezzo per mandare a casa Prodi. Quattro senatori dell'opposizione sono giunti con comodo in Senato. Se l'opposizione fosse stata al completo al momento di votare il mio emendamento, Prodi sarebbe caduto". Calderoli si consola sottolineando che "Prodi mercoledì non cadrà per una spallata per una ginocchiata". Poco dopo una nota del Carroccio fa nomi e cognomi degli assenti: Buttiglione, Mannino, De Poli e Poli dell'Udc più Cutrufo della Dca. Buttiglione non ci sta e "pizzica" il leghista Castelli fuori dall'aula, mentre il segretario Cesa ricorda "l'impegno dell'Udc per mandare a casa Prodi". I TAGLI alla politica, questi a partire dal prossimo anno, non si fermano però ai ministeri. Il governo punta a risparmiare 66 milioni grazie innazitutto al fatto che non saranno più riconosciuti come comunità montane i paesini a livello del mare: altezza minima 500 metri. Se a questo si aggiunge l'accorpamento tra i comuni più piccoli per arivare a un taglio di 80 comunità montane. Quelle superstiti dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500). Gli amministratori locali non potranno inoltre più permettersi spese pazze: nessuna indennità di missione, ma semplice rimborso forfettario per chi viaggia. Giro di vite anche sul numero degli assessori di comuni e province (313 milioni i risparmi calcolati): massimo 12. Gli enti locali che annunciano battaglia non potranno poi più contare sulla finanza speculativa, grazie alla stretta imposta loro sugli investimenti in derivati. ANCHE IERI, tranne un intoppo sulla norma per istituire il registro dei simboli dei partiti (stralciata), le votazioni sono filate lisce: "La maggioranza non è mai stata così compatta", ha detto soddisfatta la Finocchiaro, capogruppo dell'Ulivo. Una compattezza che deve reggere fino a mercoledì notte, quando Palazzo Madama dovrà dare il via libera alla finanziaria prima di spedirla alla Camera. - -->.


NASCE IL 'PACCHETTO-TRASPARENZA' LE SOCIETÀ CONCESSIONARIE DI SERVIZIO PUBBLICO NON POTRANNO PIÙ FIN... (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007)

 

NASCE IL 'PACCHETTO-TRASPARENZA' LE SOCIETÀ CONCESSIONARIE DI SERVIZIO PUBBLICO NON POTRANNO PIÙ FINANZIARE I PARTITI ? ROMA ? LE SOCIETA' concessionarie di servizio pubblico non possono finanziare partiti politici e gruppi parlamentari. E' uno dei provvedimenti approvati dal Consiglio dei ministri di ieri, su proposta del ministro Santagata, nell'ambito di quello che è stato definito il 'pacchetto-trasparenza'. Un disegno di legge ? informa un comunicato di palazzo Chigi ? che il Governo sottopone al Parlamento in veste di collegato al disegno di legge finanziaria per il 2008. Il Consiglio dei ministri ha inoltre deciso che il personale delle società controllate dallo Stato, da Regioni e da enti locali venga reclutato a seguito di bando pubblico. Un limite è stato imposto al cumulo di incarichi pubblichi per chi è titolare di cariche elettive. Per chi ricopre cariche di governo locale, invece, scatta il divieto di operare contestualmente nel settore privato, al fine di evitare conflitti di interesse. Le pubbliche amministrazioni dovranno rendere disponibili i propri bilanci tramite pubblicazione sui siti internet. - -->.


LETTERA APERTA LA TURCO DETTA LE CONDIZIONI PER RIPRENDERE IL DIALOGO SULLA VENDITA DELLE MEDICINE A PAGAMENTO 0 Cari farmacisti, così non va. Stop alla rappresaglia (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Nazionale)" del 10-11-2007)
Pubblicato anche in:
(Resto del Carlino, Il (Nazionale))

 

LETTERA APERTA LA TURCO DETTA LE CONDIZIONI PER RIPRENDERE IL DIALOGO SULLA VENDITA DELLE MEDICINE A PAGAMENTO "Cari farmacisti, così non va. Stop alla rappresaglia" di DONATELLA BARBETTA ? ROMA ? È UN BRACCIO di ferro. L'altro giorno i farmacisti hanno minacciato di far pagare, dal 19, tutte le medicine. Una protesta contro il decreto Bersani che prevede la vendita in supermercati e parafarmacie dei prodotti con ricetta della fascia C. Ieri è scesa in campo Livia Turco con una lettera aperta. Chiaro l'esordio: "Cari farmacisti, questa volta non sono con voi". Poi il ministro assicura di "capire il dissenso", ma di ritenere "inaccettabile, oltre che sbagliata, la forma di protesta che avete annunciato. Far pagare al cittadino le medicine erogate dal Servizio sanitario nazionale per rappresaglia contro un emendamento, non presentato dal Governo, e ancora all'esame del Parlamento, ha tutte le caratteristiche di una mera rivolta di stampo corporativo, non condivisibile tanto più se proveniente da professionisti impegnati nella tutela della salute dei cittadini". Le farmacie ? precisa la Turco ? sono presidi sanitari tenuti a garantire un servizio pubblico. E per questo "la minaccia di interrompere tale servizio perché non si condivide un'ipotesi di legge ancora in discussione è inaccettabile". INFINE, l'invito al dialogo: "Il ritiro della minaccia di sospendere l'erogazione gratuita dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, che se attuata si tradurrebbe in una vera e propria serrata, è per me condizione indispensabile per riprendere il dialogo e il confronto e per continuare a operare, in sintonia con il ministro Bersani, per soluzioni che garantiscano e valorizzino il ruolo e le prerogative delle farmacie italiane". "CRITICARE il Governo facendo pagare ai cittadini il costo di questo non è la strada giusta per favorire il dialogo", si è osservato ieri a Palazzo Chigi. Quindi il premier Romano Prodi concorda con la Turco. Ma il senatore Cesare Cursi, vicepresidente della Commissione sanità, ribadisce il no alla vendita fuori delle farmacie per i medicinali di fascia C e si augura "che il Governo mantenga gli impegni presi a settembre sul ddl Bersani". E che anche chi, invece di una lettera, ha scritto un esposto per la procura. È il Codacons: alla magistratura chiede di "accertare se esistono profili penalmente rilevanti" e al Governo di "non cedere alle pressioni e, anzi, di sospendere le licenze ai farmacisti 'ribelli'". Anche Adiconsum, Cittadinanzattiva, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori sono pronti a far scattare le denunce. Intanto Paolo Spolaore, segretario nazionale Anpi (Associazione parafarmacie italiane) chiede ai ministri Bersani e Turco "di non cedere ai ricatti di questa prepotente lobby". MA A QUANTO ammonterebbe la spesa per le famiglie italiane se andasse in porto la protesta dei farmacisti? A 36 milioni di euro al giorno, secondo i dati elaborati dal centro studi di Feranziani. "Dato che la popolazione con più di 65 anni assorbe il 56% della spesa e il 61% delle dosi ? scrive la Federazione ? si può dedurre che gli anziani pagheranno di tasca propria il conto della diatriba fra Federfarma e il governo Prodi con ben 20.620.273 di euro". - -->.


Quei nuovi leader che fanno cose vecchie (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 10-11-2007)

 

Anzitutto 10-11-2007 Quei nuovi leader che fanno cose vecchie di DAVIDE GIACALONE Le riforme non si faranno, l'offerta di Veltroni è priva di sostanza, ma l'opposizione non può avere una linea politica racchiusa nel mantra "elezioni, elezioni". Il governo Prodi sopravvive a dispetto di sé, oramai sbracando su tutto pur di restare in piedi. Tronfio e pietrificato. Ma la politica alternativa non può consistere nello sperare che cada. È proprio il vuoto politico da cui è circondato che aiuta Prodi a fregare tutti, a cominciare dai suoi falsi alleati. L'Ita lia deve trovare la via d'uscita, di fuga, da quest'im mobilità tempestosa, che la immiserisce ogni giorno di più. Veltroni sa benissimo che per fare riforme serie, quindi non solo elettorali, anche istituzionali, occorre spaccare sia la coalizione di sinistra sia quella di destra, e occorre licenziare Prodi, che pedala in direzione opposta. Le sue offerte di dialogo sono piume al vento se non accompagnate da gesti politici concreti. Che, fin qui, non ci sono. Ha un senso, però, reclamare l'apertura formale della crisi di governo e chiedere il ritorno alle urne, se si ha una proposta che renda diverso il futuro successivo, altrimenti siamo all'eterno corso e ricorso di un duello esausto che ha stufato tutti. Non ci servono, tanto per essere chiari, leader nuovi che facciano cose vecchie, ma politiche diverse. Il centro destra ha, ora, il vento nelle vele, l'in sipienza e l'incoscienza governative ne riempiono la bisaccia elettorale. È giusto che reclami le urne, ma dica che la prossima legislatura non sarà il teatro dell'ennesimo ritorno eguale, ma il tentativo di superare gli aspetti ridicoli ed improduttivi del bipolarismo muscolare, per fondarne uno serio, fatto di idee e uomini diversi. Dica, ora, che occorre una ripartenza repubblicana, per la quale non si elemosina il concorso di tutti, ma, al contrario, si cerca quello di quanti vogliano candidarsi a governare veramente, seppure alternativi gli uni agli altri. Insomma, si ricominci a far politica. Conviene anche alla sinistra che pensa d'avere un futuro. E si liberi il campo da mestieranti e profittatori, parassiti prodiani dell'Italia che decade. www.davidegiacalone.it figli. In sostanza, un incentivo a incrementare le nascite. Sul Mezzogiorno gli elettori del centrodestra non hanno dubbi: il ponte sullo Stretto va costruito. Non serve invece la banca del Sud. Né il federalismo fiscale: "Lasciate perdere le idee balzane di Bossi, ci ha fatto perdere solo tempo", polemizza una mail. LE IDEE ECONOMICHE Si passa all'economia. Con il trionfo del pensiero liberale. Le priorità della base sono: licenziamento dei pubblici dipendenti fannulloni e abbassamento drastico delle tasse. Con una aliquota unica del 25 per cento. Il sogno proibito di Silvio Berlusconi, in pratica. Qui il premio originalità lo vince l'internauta Guido: "Gli scontrini fiscali valgano anche come biglietti della lotteria. E poi vediamo se il cliente dimentica di chiederlo al negoziante". Anticonformista è anche l'idea di legalizzare la prostituzione, con tanto di dichiarazione dei redditi per chi esercita la professione. Sempre in tema di tasse, c'è anche chi dice basta ai condoni. E chiede pene esemplari per i grandi evasori "da scontare nelle caserme delle forze armate dismesse". L'ira del popolo delle libertà si scatena poi sui sindacati. Basta finanziamenti diretti e indiretti alla triplice, dicono in molti. Sull'energia, c'è un consenso unanime in sostegno del ritorno al nucleare. Proposta non presente nel programma del 2006, ma che sembra oramai aver conquistato tutti i partiti del centrodestra. E anche qualcuno nel centrosinistra, come il vice premier Francesco Rutelli che proprio ieri ha aperto alla ricerca sul nucleare. E la sicurezza? Linea dura contro chi delinque. Specie se si tratta di immigrati clandestini. O di chi investe al volante in stato d'ebrezza. Finiti gli aggiornamenti al programma dello scorso anno, si passa all'undicesimo punto: la lista dei desideri. In tanti chiedono l'abbattimento dei costi della politica. L'abbandono dell'auto blu. L'eliminazione dei senatori a vita, figura che indispettisce l'elettorato moderato. E non è finita. Perché c'è chi non vuole più pagare il canone di abbonamento alla Rai. E chi la vorrebbe vendere ai privati. Chi chiede le riforme costituzionali e chi vuole colpire "i professori comunisti che danno ripetizioni senza dichiarare l'onorario". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Il ritorno del governo snello (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere.it" del 10-11-2007)

 

Se la riforma verra' approvata ci avvicineremo agli altri grandi paesi europei Il ritorno del governo snello Lettera di Bassanini al Corriere: il limite di 60 membri servirà a rendere l'esecutivo più efficiente Caro direttore, le buone riforme hanno, in Italia, vita difficile. Ma qualche volta ritornano. Torneremo al Governo snello, previsto dalla riforma Bassanini del 1997: non più di 60 tra ministri e sottosegretari. La decisione del Senato ieri è stata quasi unanime: l'opposizione ha votato contro, ma solo perché avrebbe voluto far partire da subito la "cura dimagrante". Ma due ministri (Mastella e Bonino) l'hanno definita una "misura demagogica", un cedimento alla campagna di stampa per la riduzione dei costi della politica; e molti la pensano come loro, anche se non osano sfidare una opinione pubblica contraria ai governi pletorici; e invitano a pensare piuttosto alla efficacia degli esecutivi, alla loro capacità di scegliere e attuare politiche pubbliche innovative e coraggiose. Senza capire che proprio a questo serve un governo più snello. La scelta del Senato non è infatti importante solo per il suo effetto diretto sulla riduzione dei costi della politica. Cinquanta ministri e sottosegretari in meno comportano certo una equivalente riduzione di gabinetti, segreterie politiche, uffici stampa, squadre di consulenti e portaborse. Ma ciò resterà una goccia nel mare della spesa pubblica. E' però solo partendo dal Governo, e proseguendo col taglio del numero dei parlamentari (che la Camera ha appena deciso), che si potrà avviare una drastica potatura delle dimensioni pletoriche di tutti gli organismi politico-rappresentativi. Il buon esempio deve venire dall'alto. Solo così Governo e Parlamento potranno pretendere una forte riduzione del numero degli assessori e dei consiglieri regionali, provinciali e comunali, dei consigli di amministrazione delle società pubbliche regionali e locali, della pletora di organismi, enti, agenzie e consorzi, non di rado nati più per soddisfare esigenze di collocamento del ceto politico che per produrre in modo più efficiente i beni e i servizi pubblici di cui il Paese ha bisogno. La ristrutturazione del Governo, con la progressiva riduzione dei ministeri da 22 a 12, non era il tassello più importante della riforma dell'amministrazione avviata negli anni Novanta. Ma riportava l'Italia nell'alveo delle democrazie europee, che hanno tutte gabinetti più snelli e ministeri più compatti. Non occorre consultare i trattati di scienza dell'organizzazione per capire che un gabinetto più snello è in grado di decidere più rapidamente e più efficacemente di un'assemblea pletorica e affollata. E il nostro secolo impone ai governi decisioni efficaci e rapide, per far fronte a sfide inedite (la competizione globale, i grandi flussi migratori, il bisogno di sicurezza, la sfida del terrorismo, il problema climatico e ambientale, la finanziarizzazione dei mercati). Ma c'è di più. La riforma del 1999 fu il prodotto di anni di studi e di confronto con le esperienze internazionali. Può essere criticata e rivista. Ma sulla base di studi e confronti altrettanto seri. Sa la Bonino che l'Italia era allora il solo Paese dell' Ocse ad avere un ministero del Commercio estero ad hoc (in 17 Paesi il Commercio estero stava con le Attività produttive, in 12 con gli Affari esteri)? Sanno i sostenitori dei governi "all'italiana " che nessun Paese dell'Unione Europea si presentava alle riunioni di Ecofin con due ministri (le Finanze, competente per le entrate, il Tesoro, competente per l'equilibrio del bilancio e il contenimento della spesa)? Che nessun Paese della Ue aveva un ministro delle strade (Lavori Pubblici) e uno delle ferrovie (Trasporti)? Che nessun Paese europeo ha, come noi oggi, quattro ministri competenti in materia di Welfare? Se più ministeri si spartiscono lo stesso settore, aumentano i conflitti di competenze, le duplicazioni e sovrapposizioni, la necessità di concerti e coordinamenti: cresce la spesa, diminuiscono la rapidità ed efficacia delle decisioni, si confondono le responsabilità. Se ad ogni grande missione pubblica corrisponde invece un solo ministero, le responsabilità sono chiare, cittadini e imprese sanno a chi rivolgersi, il coordinamento delle azioni è più semplice. Prendiamo esempio dalle grandi democrazie europee. Al confronto, il limite di 60 è già generoso. Il governo Sarkozy-Fillon conta 15 ministri e 16 sottosegretari; simile è il formato dei governi della Merkel e di Zapatero. È vero, non hanno quei Paesi maggioranze formate da una decina di partiti. Ma ciò significa solo che dobbiamo seguire quegli esempi fino in fondo. E quindi adottare sistemi elettorali che, come quelli in uso in Francia, Germania e Spagna, riducano la frammentazione dei partiti e consentano agli elettori di affidare il governo del Paese a coalizioni stabili e omogenee. stampa |.


<Si vuole screditare il servizio pubblico> (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

 

Salvatore Cubito della Cgil sul piano di contenimento della regione "Si vuole screditare il servizio pubblico" Eliminare le fonti di spreco recuperando le professionalità interne, ridare all'assistenza di base la sua funzione di prevenzione, coinvolgere il territorio e le sue espressioni istituzionali e organizzative per condividere le scelte e la programmazione. In questo quadro si muovono le proposte della Cisl Funzione pubblica e della Cisl Medici fatte nel corso del convegno che si è tenuto ieri per discutere di un progetto di sanità pubblica più vicina ai cittadini della provincia etnea. Catania e il suo territorio sono le più penalizzate dal piano di rientro per il triennio 2007-2009 del sistema sanitario regionale siciliano. Ha presentato i lavori Armando Coco, segretario provinciale Cisl Fp; hanno introdotto Luigi Maugeri, segretario generale Cisl Fp Catania e Gioacchino Giorgio Nastasi, segretario generale Cisl Medici Catania. Ha presieduto Mimmo Milazzo, segretario generale regionale Cisl Fp; le conclusioni sono state di Paolo Mezzio segretario generale regionale Cisl. C'erano anche Marco Lombardo segretario nazionale aggiunto Cisl Fp, Biagio Capotto segretario nazionale Cisl Medici, Salvatore Leotta segretario generale Ust Cisl Catania, Fulvio Garigliano segretario generale Fnp Cisl. Sono intervenuti il sindaco Scapagnini, il presidente Lombardo, i direttori generali delle aziende ospedaliere Giuseppe Giunta ("Cannizzaro"), Ambrogio Mazzeo ("Vittorio Emanuele"), Giuseppe Navarria ("Garibaldi"), Carlo Romano ("Gravina" - Caltagirone) e Antonio Scavone direttore generale dell'Asl 3 Catania. Il dito è stato puntato contro la burocrazia regionale, lontana dalle esigenze dei territori, che fa tagli da tutte le parti senza considerare quanto di buono c'è, specie nella provincia etnea, in termini di posizioni di eccellenza, professionalità e attrezzature. Assente l'assessore regionale alla Sanità Roberto Lagalla, e il fatto è stato stigmatizzato dal deputato regionale Giovanni Barbagallo. "Ci sono 316 posti-letto da sopprimere su un totale di circa 700 ? ha detto Armando Coco -, un minor finanziamento delle aziende ospedaliere e per l'Asl di oltre sei milioni di euro, un servizio d'emergenza "118" da ridimensionare". Ma la provincia di Catania perde anche in posti-letto per l'emergenza. "Possiamo contare ? ha sottolineato Gioacchino Giorgio Nastasi ? solo su 2 posti per mille abitanti, mentre dovrebbero essere 3,5. Questo perché, diversamente a quanto fatto per le province di Messina e Palermo, per quella etnea non c'è stata la considerazione su base regionale vista la vocazione interprovinciale delle aziende ospedaliere di Catania". "C'è buona assistenza - ha detto Luigi Maugeri - se gli operatori sono motivati e non vivono in uno stato di incertezza e disagio. Occorre allora puntare a valorizzare le competenze e all'assistenza territoriale perché essa diventi assieme agli ospedali la seconda vera colonna portante del sistema sanitario nazionale e regionale". "Occorre un coordinamento serio tra le istituzioni locali ? ha suggerito Salvatore Leotta, segretario generale dell'Ust Cisl etnea ? così da elaborare una proposta comune e pretendere una programmazione corretta. Occorre rivedere il sistema del convenzionamento privato perché in Sicilia è esagerato e usato non per la sussidiarietà ma per i clientelismi. Ma occorre anche che classe politica e classe medica facciano coincidere i loro interessi con quelli collettivi". Trovare un punto di equilibrio tra pubblico e privato è quanto ha indicato Paolo Mezzio nelle sue conclusioni: "Il contributo alla sanità siciliana è il più alto d'Italia ecco perché la spesa va razionalizzata nelle convenzioni esterne, nelle forniture e nei servizi. Per questo la Cisl vuole elaborare una strategia comune e concertata con le istituzioni locali".


Incompatibilità, il vicendaco Todaro restituirà al Comune duemila euro (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 10-11-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE Incompatibilità, il vicendaco Todaro restituirà al Comune duemila euro ChioggiaIl vicesindaco, Sandro Boscolo Todaro dovrà restituire quasi 2mila euro per mantenere l'attuale carica. La somma gli era stata corrisposta indebitamente, a titolo di compenso, tra il 2001 ed il 2002, quand'era consigliere di opposizione, in virtù di una delibera dichiarata illegittima, che egli stesso non aveva votato, la quale attribuiva ai consiglieri una sorta di compenso, al posto del tradizionale gettone di presenza. Com'è noto, la forfetizzazione dei compensi era stata voluta dalla maggioranza di centrosinistra, al governo in quegli anni. Todaro ha fatto sapere che provvederà al più presto al versamento, affinché sia rimosso ogni possibile motivo di incompatibilità.Il vicesindaco ha deciso in tal senso dopo aver letto una comunicazione ufficiale della Prefettura, che ha fatto proprio uno specifico parere ministeriale. L'incompatibilità era stata annunciata l'altra sera nel corso del consiglio comunale, dall'ex sindaco, Fortunato Guarnieri. Il documento era pervenuto via fax al Comune verso le 19,30. "Così come avevo preannunciato - dichiara Todaro - restituisco la cifra a fronte di un atto ufficiale. Non l'avevo fatto prima - aggiunge - solo perché ritenevo fosse opportuno non accondiscendere a semplici pressioni politiche, non suffragate da documenti inoppugnabili".Il vicesindaco smentisce comunque l'ipotesi della nullità di tutti gli atti da egli stesso firmati, paventata da Fortunato Guarnieri. Dice che il documento della Prefettura, pervenuto in municipio non prevede alcuna conseguenza del genere. Lo sostiene pure il legale del Comune, Piero Gallimberti che ieri mattina ne ha attentamente valutato il testo. A suo avviso, il parere espresso dal Ministero, in quanto tale, non comporterebbe nemmeno l'ottemperanza tassativa. Todaro, che ha ormai detto di volersela cavare per le spicce, avrebbe insomma potuto opporsi ulteriormente, attivando altre azioni.Nel corso dell'assemblea, il consiglio comunale ha eletto il nuovo consiglio d'amministrazione dell'istituto per anziani. La maggioranza di centrodestra è rappresentata da Giordano Boscolo Sale, Matteo Penzo, Giorgio Garbin ed Elena Ballarin; l'opposizione, da Roberto Pizzo. Il voto ha avuto luogo al termine di un lungo dibattito sollevato da Giuseppe Penzo (Ds). A suo avviso, il consiglio comunale avrebbe dovuto deliberare la riduzione dell'organo a soli 3 membri, conseguendo così un seppur modesto risparmio. La maggioranza non ha accettato la proposta, osservando che non avrebbe senso anticipare l'avvento di una nuova legge regionale, in fase di discussione, tendente proprio alla limitazione delle cariche nei vari organismi. Al momento del voto è comunque emerso che il sistema stabilito dalla precedente amministrazione per l'elezione della dirigenza dell'Ipab lascia alquanto a desiderare perché non garantisce la sistematica presenza di almeno un rappresentante dell'opposizione, così com'è previsto dallo statuto. Fatto sta che lo scoglio è stato superato grazie ad un intervento tecnico del capogruppo di Forza Italia, Brunetto Mantovan. Preso il microfono ha annunciato i quattro nomi che sarebbero stati votati dal centrodestra, consentendo così alla minoranza di convergere su un proprio rappresentante.Il sindaco, Romano Boscolo ha confermato che l'amministrazione metterà mano ai piani Piruea di Santa Caterina e dei Saloni, affinché sia incrementato il numero dei posti macchina.Roberto Perini.


Belluno Passo avanti per i tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 10-11-2007)

 

BellunoPasso avanti per i tagli ai costi della politica, ma con giochi ancora aperti su più fronti. Ieri il Senato (con 159 voti favorevoli e 153 contrari) ha approvato l'articolo della legge finanziaria che riduce il numero delle Comunità montane e dimezza il numero degli assessori e dei consiglieri. Con un risparmio che è quantificato in 66,8 milioni di euro che saranno utilizzati per finanziare il fondo sulla montagna. La scure, che permette di portare a casa il gruzzolo, è calata su un centinaio di Comunità a livello del mare (tipo Amalfi) o formate con grandi comuni.Di certo le città di Belluno e Feltre saranno escluse, anche in base ai criteri sul numero degli abitanti. Ma la questione potrebbe rivelarsi dolente per molte delle 19 Comunità montane nel Veneto, di cui 9 in provincia di Belluno per le quali vale da ora la "regola" che fissa ad un minimo di sette comuni confinanti la possibilità di costituzione di una Comunità montana. Verrebbero coinvolti pure enti territoriali in quota, come la Cm Comelico o la Val Boite. I nuovi parametri per capire chi è dentro e chi è fuori sono peraltro complessi tanto che anche gli addetti ai lavori non sono in grado di disegnare il futuro scenario, se non per ipotesi calcolate con il bilancino delle quote. L'articolo rimodulato ieri dal Senato recita, infatti, che di una comunità montana nelle regioni alpine possono fare parte i Comuni che per l'80 per cento della loro superficie sono oltre i 600 metri di altezza sul livello del mare. Il secondo tempo della partita, comunque, è ancora tutto da giocare perché la prossima settimana il provvedimento passa al vaglio della Camera. Lo stesso Senato ha votato un ordine del giorno perché la questione venga sottratta dalla Finanziaria per discuterla in una legge organica sulla montagna.D. De Donàa pagina 9 nel Nordest.


Tagli sulle Prealpi, aumento in vista per il Friuli Vg (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

 

"Una questione seria affronta superficialmente". Giampietro Dalla Costa, presidente della comunità montana Agno-Chiampo, in origine composta da dieci Comuni (Altissimo, Brogliano, Cornedo Vicentino, Crespadoro, Nogarole Vicentino, Recoaro Terme, San Pietro Mussolino, Trissino e Valdagno) che però si riducono a sei con i nuovi parametri, e quindi forse destinata a scomparire nonostante oltre la metà del territorio risulti montano, bolla così l'emendamento passato al Senato in sede di Finanziaria. "Mi auguro che alla Camera il passaggio venga rivisto: in Veneto la realtà è ben diversa dalle situazioni-scandalo illustrate da Stella nel libro La Casta. Non ci sono gli sprechi delle comunità costiere, qui c'è gente che fa volontariato. In un anno un consigliere (sono tre per Comune d'appartenenza, ndr) al massimo si porta a casa 50 euro di gettoni di presenza". Con la soppressione della Agno-Chiampo "verrebbe a mancare l'unico ente coordinatore tra due vallate, con la facile previsione del ritorno dei campanilismi".A rischio anche la Comunità montana delle Prealpi, formata da 16 Comuni (Segusino, Valdobbiadene, Vidor, Farra di Soligo, Pieve di Soligo, Miane, Refrontolo, Cison di Valmarino, Follina, Tarzo, Revine Lago, Vittorio Veneto, Fregona, Sarmede, Cappella Maggiore e Cordignano), che in base alla Finanziaria perderebbe quasi tutti i comuni. Con tre soli municipi la struttura diventa iper costosa e rischia di essere cancellata. A rischio anche la comunità del Grappa, che conta otto Comuni, solo due dei quali, Paderno e Borso, rientrano nei parametri di comuni montani. "Nel momento in cui avremo in mano dei dati certi convocheremo un consiglio - spiega il presidente Giovanni Bertoni - in questo momento la nostra situazione è a rischio per carenza di altitudine".Situazione opposta in Friuli Venezia Giulia, dove lo statuto speciale garantisce alla Regione autonomia in materia di enti locali. Dopo l'approvazione a settembre del piano triennale di sviluppo montano, la seconda commissione consiliare ha approvato un mese fa un disegno di legge che contempla il ripristino della comunità montana del Carso, cassata dalla Giunta Tondo quando gli enti montani erano passati da dieci a quattro.


Comunità montane dimezzate nel Veneto (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

 

A rischio gli enti meno numerosi e sotto i 500 metri: degli attuali 19 ne rimarrebbero dieci. Alla Camera il testo potrebbe essere emendato Comunità montane dimezzate nel Veneto Il Senato approva l'articolo della Finanziaria che prevede tagli per 66,8 milioni di euro da destinare al fondo per la montagna BellunoNOSTRO SERVIZIOPasso avanti per i tagli ai costi della politica, ma con giochi ancora aperti su più fronti. Ieri il Senato (con 159 voti favorevoli e 153 contrari) ha approvato l'articolo della legge finanziaria che riduce il numero delle Comunità montane e dimezza il numero degli assessori e dei consiglieri. Con un risparmio che è quantificato in 66,8 milioni di euro che saranno utilizzati per finanziare il fondo sulla montagna. La scure, che permette di portare a casa il gruzzolo, è calata su un centinaio di Comunità a livello del mare (tipo Amalfi) o formate con grandi comuni.Di certo le città di Belluno e Feltre saranno escluse, anche in base ai criteri sul numero degli abitanti. Ma la questione potrebbe rivelarsi dolente per molte delle 19 Comunità montane nel Veneto, di cui nove in provincia di Belluno, per le quali vale da ora la "regola" che fissa a un minimo di sette comuni confinanti la possibilità di costituzione di una Comunità montana. Verrebbero coinvolti pure enti territoriali in quota, come la Comunità montana Comelico-Sappada o la Val Boite. Nel Veneto, per inciso, tutti gli enti sono situati lungo l'arco alpino e prealpino. E con le nuove norme le comunità passerebbero da 19 a dieci.Immediate le proteste dei diretti interessati: "Oltre all'inopportunità di inserire in una legge di bilancio norme di natura ordinamentale, e alla superficialità con la quale si pretende di definire la montagna italiana ancorandola all'esclusivo parametro altimetrico - sostiene in un comunicato l'Uncem, l'Unione nazionale delle comunità - il taglio non tiene conto dell'organico complessivo delle Comunità montane, che non può cessare immediatamente dal servizio. Le spese di personale delle comunità soppresse verrebbero così a gravare su altri enti pubblici".I nuovi parametri per capire chi è dentro e chi è fuori sono peraltro complessi, tanto che anche gli addetti ai lavori non sono in grado di disegnare il futuro scenario, se non per ipotesi calcolate con il bilancino delle quote. L'articolo rimodulato ieri dal Senato recita, infatti, che di una comunità montana nelle regioni alpine possono fare parte i Comuni che per l'80\% della loro superficie sono oltre i 600 metri di altezza sul livello del mare. Se la quota superiore ai 600 metri è solo del 50\%, è necessario che la differenza tra altezza massima e minima della Comunità sia almeno di 500 metri. Il secondo tempo della partita, comunque, è ancora tutto da giocare perché la prossima settimana il provvedimento passa al vaglio della Camera."La battaglia per togliere tutta la materia dalla legge finanziaria e trasferirla, dopo una analisi fatta con calma, in una apposita legge organica della montagna è stata persa a metà", precisa il senatore trentino Giacomo Santini (Dca-Pri) che ha ottenuto ieri, con voti di centrodestra e centrosinistra, di aumentare la dotazione del fondo nazionale della montagna e di ridare al Club alpino italiano il fondo di 220mila euro all'anno che si pensava di decurtare. Fiducioso che la provincia di Belluno non risentirà dei tagli è il deputato bellunese Maurizio Fistarol (Pd) che commenta: "Dei costi della politica si è discusso per mesi e, anche se sembra incredibile, qualche volta in Italia si decide. I criteri adottati sostanzialmente comportano tagli equilibrati che colpiscono essenzialmente le regioni costiere e meridionali". Per Fistarol il senso forte di questa riforma sta in un risparmio che torna alla montagna. Utilizzato per la persona, per la difesa del territorio o per innovazione tecnologica: "Perché al cittadino interessa che gli vengano erogati i servizi, non è importante da che ente sono gestiti". La palla passa ora alla Camera, sede in cui Enrico Borghi, presidente dell'Unione nazionale comunità ed enti montani (Uncem), presenterà la proposta di ridurre i costi della politica "senza scardinare l'intero impianto istituzionale".Sulle Comunità montane parla fuori dal coro il parlamentare Maurizio Paniz (Fi) che afferma di "essere favorevole alla eliminazione di tutte le Comunità montane d'Italia, purchè nell'ambito di una ristrutturazione dell'architettura dello Stato con accorpamento di piccoli comuni". Va, infine, sul confronto con le confinanti regioni a statuto speciale (spina nel fianco per i Bellunesi) l'economista Maurizio Busatta, direttore dal 1985 del periodico veneto "Comunità montana": "Le province di Bolzano e Trento diventeranno ancora più speciali perché potrebbero non applicare la norma statale, portandosi magari a casa una quota parte del Fondo nazionale della montagna".Daniela De Donà.


<Ma i risparmi saranno inferiori al previsto> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 10-11-2007)

 

IL PRESIDENTE "Ma i risparmi saranno inferiori al previsto" MestreLa prima battaglia ormai è perduta, ma per vincere la guerra le Comunità contano di avere altre cartucce da sparare. Non tradisce particolare emozione Galdino Zanchetta, presidente regionale dell'Uncem (l'Unione delle comunità montane), alla notizia del drastico taglio avallato dal Senato. "La commissione - spiega - ha messo insieme quattro proposte diverse, e il testo dell'articolo approvato contiene alcune cose assurde. Non si sa, per esempio, quale sarà la potestà delle Regioni in questa materia. Ma il dato più eclatante è che, con l'esclusione degli enti con meno di sette Comuni rappresentati, verrebbero di fatto a sparire comunità come l'Alpago o la Comelico-Sappada". A meno che il testo approvato ieri non venga emendato: "Credo che alla Camera potrà cambiare - prosegue Zanchetta - il senatore Giacomo Santini ha già annunciato che il testo, così com'è, non va. Se la Finanziaria dovesse essere approvata così, in Veneto le comunità montane passerebbero da 19 a 10".Loro, i rappresentanti delle comunità, sono disposti a mettere qualcosa sul piatto: "Vorremmo fare anche noi alcune proposte, e all'assemblea dell'Uncem convocata a fine mese all'Aquila le presenteremo. Crediamo per esempio che i Comuni costieri la cui economia dipende dal mare vadano esclusi dalle comunità montane. Anche sulla rappresentanza dei Comuni negli enti si può discutere". Ora come ora, ogni paese ha diritto ad avere due o tre rappresentanti nelle comunità montane, per dare voce anche all'opposizione. "Per ridurre il numero dei consiglieri - propone Zanchetta - si potrebbero creare due liste per l'elezione dei consiglieri, in modo da ridurne il numero senza rinunciare alla rappresentanza politica delle opposizioni".In ogni caso, per il presidente veneto, i risparmi alla fine saranno molto inferiori rispetto a quelli annunciati dai relatori della Finanziaria. "I consiglieri - spiega - vengono convocati circa tre volte all'anno, per un gettone di presenza che si aggira sui 50 euro. Non credo che con i tagli annunciati si venga a risparmiare granché. Senza contare che nel Veneto tre quarti delle indennità pagate ammontano al 50 per cento delle cifre previste dalla legge".Alberto Francesconi.


Rally Aci-Etv, gli assi lariani lanciano la sfida (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Di Como, Il" del 10-11-2007)

 

AUTOMOBILISMO / Tra una settimana l'attesissimo appuntamento sulle strade del territorio comasco Qualcuno li ha definiti i 'magnifici quattro'. E non vi è dubbio che per gli appassionati di rally lariani Corrado Fontana, Carlo Galli, Felice Re e Marco Silva rappresentino in questo momento i nomi più gettonati per rappresentare al meglio l'automobilismo lariano nel Trofeo Aci Como-Etv, la sfida che andrà in scena il 15, 16 e 17 novembre. L'appuntamento, promosso nel campionato italiano assoluto, riserverà il bel confronto con i driver che arrivano da fuori. Un motivo di interesse ulteriore per la gara. La partenza sarà giovedì alle 19 da piazza Cavour a Como. L'arrivo, sempre di fronte al lago, sabato alle ore 18. E alla vigilia che cosa pensano i 'magnifici quattro'' Giova peraltro ricordare che, dal 1995 al 2006, questi sono tutti i piloti saliti sul gradino più alto del podio nel Trofeo Aci-Etv. L'unica eccezione nel 2001, quando si impose l'equipaggio Gallio-Pigozzo. Corrado Fontana parte per vincere. Del resto alla medaglia d'oro ha fatto l'abitudine, visto che ha vinto nel 1996, 1997, 2003, 2005 e 2006. Il record di successi è suo e anche per il 2007 promette battaglia al volante di un'Abarth Super 2.000. "Ogni anno è una nuova sfida - afferma - e devo difendermi da chi farà di tutto, a partire da Re, Galli e Silva, per avvicinarsi al mio primato di vittorie. In più ci sarà il confronto con altri pretendenti, protagonisti del campionato italiano". Stessa vettura, l'Abarth, per un altro autorevole pretendente alla vittoria, Felice Re, Il faloppiese sul Lario ha vinto nel 1998, 1999 e 2004. Nel 2006 si è laureato campione italiano nel Trofeo Asfalto. "A Como ho deciso di puntare sulla Fiat Abarth Super 2.000 - dice - la stessa auto che ha vinto il titolo italiano con Basso - afferma - La speranza è di avere un po' di fortuna, visto che quest'anno le cose non sono andate per il verso giusto nel Trofeo Asfalto. Più in generale l'auspicio è che il successo vada a un pilota lariano". Il 2007 ha regalato molte soddisfazioni a Marco Silva. In coppia con Gianni Pina, il canzese ha vinto il campionato tricolore Trofeo Asfalto a bordo di una Peugeot 307 Wrc. Sul Lario i due saranno a bordo di una Mitsubishi Evo 9. "Non potevamo mancare - sostiene Silva - Essere al via di questa corsa ha comportato uno sforzo non indifferente, ma in una stagione positiva come questo 2007 volevamo essere nella prova di casa, che festeggia la promozione nel Tricolore". "Io e Pina abbiamo vinto due volte, nel 2000 e nel 2002 - prosegue Marco - e non nascondiamo che ci piacerebbe tornare sul gradino più alto del podio. Sappiamo che sarà un'impresa ardua, ma non lasceremo nulla di intentato, anche per rispetto dei tanti tifosi che ci hanno incoraggiato a partecipare". Mitsubishi Evo 9 del team G. Car di Villa Guardia (squadra che peraltro con il pilota veneto Frisiero partecipa a tutto il Mondiale gruppo N) anche per Carlo Galli, secondo nel 2006 e primo classificato in tre occasioni. Il bellagino al Trofeo Aci Como-Etv 2007 è tra gli uomini più attesi. "La speranza è di concludere sul podio - afferma - ma il primo obiettivo rimane sempre quello di divertirsi. Arrivo a questa gara in forma e pronto a dire la mia". Oltre a quella dei 'magnifici quattro' c'è da segnalare un'altra presenza comasca di assoluto rilievo. Con una Porsche-Ebimotors, torna nei rally Massimo Pigoli, che vinse l'allora Rally Villa d'Este negli anni '80 per due volte, prima di dedicarsi con ottimi risultati alla pista. "Mi si è presentata un'occasione importante - sostiene il menaggino - e correrò con una vettura della categoria Gt. Sarà per me un rientro senza la pressione di una volta, quando ero costretto a vincere a tutti i costi. Vogliamo collaudare l'auto, anche se mi auguro di essere competitivo. E chissà mai, un giorno potrei tornare a un impegno più costante nei rally, che sono stati il mio primo amore nel mondo dell'automobilismo". Massimo Moscardi Home Volley, un poker di partite scomode Sport benefico, volti noti a Cagno Anna Cappellini, Parigi nel mirino In Canada un argento strepitoso La Ims vuole interrompere la serie negativa Domani allo stadio le finali del 'Meroni' Anticipo televisivo. Stasera al Pianella arriva Montegranaro Il calendario sorride al Como, ma a Salò serve una vittoria.


Ma l'indagine va avanti e spunta un quarto uomo (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

 

Ma l'indagine va avanti e spunta un quarto uomo Perugia. Chiusa la prima fase dell'indagine con l'ordinanza la convalidato dei fermi, inizieranno probabilmente già lunedì gli accertamenti scientifici - tutti irripetibili - che dovranno dare quelle risposte che ancora mancano per avere un quadro chiaro, e supportato anche da prove scientifiche, di quello che è accaduto la sera del 1° novembre in quella casa. Gli accertamenti riguarderanno tutti i reperti: tra questi il piumone con cui era coperta Meredith, ma anche le lenzuola, gli indumenti e gli asciugamani che erano nella stanza e in bagno. L'obiettivo è quello di estrarre dalle tracce il Dna e poi compararlo con quello dei tre fermati. Tracce non solo ematiche ma anche biologiche. Si tratta di esami, appunto, irripetibili che vanno fatti alla presenza di tutte le parti coinvolte, perché l'esaltazione di un'impronta è possibile una sola volta. Tra i primi reperti che verranno analizzati ci sarà anche il coltello a serramanico trovato in tasca a Raffaele Sollecito durante l'interrogatorio in questura, che il gip ritiene sia l'arma del delitto. Le analisi scientifiche svolte finora, invece, non hanno fornito elementi che possano confermare o escludere la presenza di un quarto uomo nella stanza di Meredith. Quella resta un'ipotesi al momento soltanto investigativa, legata in particolare al ritrovamento su un cuscino sporco di sangue nella stanza della studentessa di una impronta digitale di una persona non ancora identificata. E gli esami forse potranno dare una risposta anche a questo quesito. Sul quarto uomo c'è anche un'altra pista. Agli atti dell'inchiesta ci sono tra l'altro le testimonianze di due clienti di una lavanderia a gettone, non lontana dall'abitazione della ragazza, che hanno riferito alla polizia di avere visto il 3 novembre uno straniero dall'atteggiamento barcollante lavare lì alcuni indumenti, tra cui un paio di scarpe. Inoltre, una delle coinquiline italiane della Knox ha riferito agli investigatori di avere visto indosso alla sua coinquilina, il primo novembre, una felpa mai più vista o trovata. Lo spostamento dell'ora del delitto è un particolare importante per l'alibi di Lumumba, sulla cui posizione ci sarebbe una novità. "Patrick quella sera era con me, insieme con altri ragazzi, nel pub", ha spiegato alle telecamere del programma di Canale 5 "Matrix" un suo amico. L'uomo, di origine senegalese, si identifica come Usi, proprio come aveva fatto lo stesso Patrick. Il gip di Perugia, nel riassumere la posizione di Lumumba, cita il lo stesso soggetto, spiegando quanto riportato dall'indagato nell'interrogatorio: "Usi è la persona che sarebbe entrata nel suo locale alle 20, senza aggiungere né il suo recapito telefonico né altri elementi identificativi, nonostante lo abbia definito un suo amico". Matrix pare aver trovato questo testimone. Per il criminologo Vincenzo Mastronardi, l'omicidio di Meredith è un crimine ludico-sessuale, un delitto a sfondo sessuale nato da un gioco pericoloso. E nell'ordinanza, spiega Mastronardi, si rintracciano precise tipologie criminali. Si legge: "Volevano provare una nuova sensazione", proprio ciò che ricercano allo spasimo quelli che gli esperti dell'Fbi, inseriscono tra gli stupratori nella categoria dei taking risk, "coloro che devono provare a tutti i costi una sensazione di rischio, un brivido eccessivo". Una ricerca folle che il branco alimenta, sottolinea Mastronardi. Non sempre in questi casi si giunge all'omicidio. "Ma se c'è di mezzo la droga le cose si complicano". C. Seb.


Qualche risparmiosui costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 10-11-2007)

 

Qualche risparmio sui costi della politica Roma. Dal taglio alle poltrone del governo, fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese pazze per le trasferte degli amministratori locali: è il menu di norme votato ieri dall'aula del Senato e che inizierà ad inciderà dal prossimo anno sui costi della politica. La riduzione dei componenti dell'esecutivo sarà valida solo dal prossimo governo, mentre la stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento degli stipendi dei parlamentari approvata giovedì, scatterà con l'approvazione definitiva della Finanziaria. Ecco in sintesi alcune delle misure varate ieri: 80 COMUNITÀ MONTANE IN MENO. Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Inoltre le Regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti territoriali. AMMINISTRATORI IN VIAGGIO, STOP A SPESE PAZZE. Stop alle spese pazze in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfettario (che sarà stabilito con decreto dal ministero dell'Economia) invece dell'indennità di missione percepita ora. AMMINISTRATORI LOCALI, NO A CUMULO COMPENSI. Stretta in arrivo per gli "stipendi" degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Ad esempio gli amministratori non percepiranno più alcun compenso per la partecipazione ad organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. GIRO VITE SU ASSESSORI. Giro di vite sul numero degli assessori di comuni e province: il limite che era fissato a 16 unità scende a 12. SFORBICIATA AD ENTI ACQUA E RIFIUTI. Arriva una sforbiciata agli Ato, gli enti intermedi per la gestione di acqua e rifiuti. Inoltre le regioni, i comuni e le province dovranno studiare la soppressione e gli accorpamenti di enti che svolgono funzioni proprie già di amministrazioni pubbliche. DERIVATI SOTTO CONTROLLO. Arriva un freno alla finanza speculativa degli enti locali. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro. STIPENDI MINORI PER COMMISSARI. Si prevede un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi percepiti dai commissari straordinari del governo. RIENTRO DEFICIT SANITÀ. Via libera anche al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) da parte dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005.


Le norme Sforbiciate Comunità montane, poltrone e <spese pazze> (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 10-11-2007)

 

Le norme Sforbiciate Comunità montane, poltrone e "spese pazze" ROMA Dal taglio alle poltrone del governo fino alla riduzione delle comunità montane, passando per una sforbiciata sul numero degli assessori e alla riduzione delle spese "pazze" per le trasferte degli amministratori locali: è il menù di norme votato ieri dall'Aula del Senato e che inizierà ad incidere dal prossimo anno sui costi della politica. La riduzione dei componenti dell'esecutivo sarà valida solo dal prossimo governo, mentre la stretta sugli amministratori locali, che si aggiunge al congelamento degli stipendi dei parlamentari approvata ieri, scatterà con l'approvazione definitiva della Finanziaria. GOVERNO SNELLO, MA DAL PROSSIMO - Via libera alla norma che taglia il numero dei ministri, ritornando ai 12 dicasteri previsti dalla riforma Bassanini del 1999. La norma vale per il futuro. Si stabilisce inoltre che il numero dei componenti del governo a qualsiasi titolo, compresi viceministri e sottosegretari, non può essere superiore a sessanta. SILURATE 80 COMUNITÀ MONTANE - Arrivano paletti più stringenti per la costituzione di comunità montane e il risultato è che il loro numero si riduce di 80 unità. Dovranno essere composte almeno da sette Comuni, non vi potranno partecipare i capoluoghi, non entreranno più le località a livello del mare. Ma il taglio non riguarda solo gli enti ma anche gli amministratori: entro tre mesi dall'approvazione della Finanziaria le regioni dovranno dimezzare il numero degli assessori (ora sono 4.200) e dei consiglieri (ora sono 12.500) di questi enti territoriali. STOP A SPESE PAZZE - Stop alle "spese pazze" in caso di viaggio di amministratori locali: viene fissato un rimborso forfettario invece dell'indennità di missione percepita dagli amministratori in caso di viaggi. STOP CUMULO COMPENSI - Una decisa stretta è in arrivo per gli "stipendi" degli amministratori degli enti territoriali. Viene posto un limite al valore del gettone di presenza che i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, e delle comunità montane hanno diritto a percepire: un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente dell'ente locale. Ma soprattutto arriva il divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati. Inoltre arriva un divieto di cumulo con compensi legati ad enti diversi. Viene poi limitata la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita. MENO ASSESSORI - Giro di vite ex lege sul numero degli assessori di Comuni e Province: il limite che era fissato a sedici unità scende a dodici. ENTI ACQUA E RIFIUTI - Arriva una sforbiciata agli Ato, gli enti intermedi per la gestione di acqua e rifiuti. I risparmi potrebbero alleggerire le bollette. Inoltre le regioni, i comuni e le province dovranno studiare la soppressione e gli accorpamenti di enti che svolgono funzioni proprie già di amministrazioni pubbliche. DERIVATI SOTTO CONTROLLO - Un freno alla finanza speculativa degli enti locali arriva dalla finanziaria. Si pongono infatti dei paletti al ricorso ai derivati per gli enti locali cercando di evitare esposizioni finanziarie rischiose che potrebbero portare a dissesti finanziari, incassando oggi risorse che aumentano pericolosamente i debiti per il futuro. STIPENDI ASCIUTTI PER COMMISSARI - Si prevede un taglio del 20%, a decorrere dal prossimo primo gennaio, ai compensi percepiti dai commissari straordinari del governo. RIENTRO DEFICIT SANITÀ - Via libera anche al rientro delle regioni in deficit sanitario. Si prevede un'anticipazione finanziaria (9,1 miliardi) da parte dello Stato alle Regioni Lazio, Campania, Molise e Sicilia per l'estinzione dei debiti contratti sul mercato e cumulati fino al 31 dicembre 2005.


Mastella fa le bizze poi si allinea Tagliato il numero dei ministeri Il Guardasigilli ha votato per i risparmi in Parlamento ma <solo per responsabilità> Prodi soddisfatto, la Fino (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 10-11-2007)

 

Mastella fa le bizze poi si allinea Tagliato il numero dei ministeri Il Guardasigilli ha votato per i risparmi in Parlamento ma "solo per responsabilità" Prodi soddisfatto, la Finocchiaro ottimista: "Mercoledì manovra votata senza fiducia" ROMA I costi della politica tengono ancora banco e la terza giornata di votazioni sulla Finanziaria è all'insegna della sforbiciata alle stanze del potere e dell'amministrazione pubblica, dal governo in giù. Dalla prossima legislatura la squadra dei ministri dovrà scendere a quota dodici, mentre vice e sottosegretari non potranno superare i sessanta: l'Aula al Senato vota così un ritorno al passato, ai paletti fissati dalla Legge Bassanini. Romano Prodi l'aveva detto ai senatori, che facevano pressing qualche settimana fa, e ieri lo ha confermato: non sarebbe stato certo lui a mettersi di traverso, chiedeva solo che la svolta fosse nella sede e nel momento giusto. Ieri quindi a Palazzo Chigi si è registrata soddisfazione per questa, come per tutte le misure che riguardano i costi della politica. Soddisfazione che però è stata conquistata passo dopo passo. La giornata infatti è partita in salita. Il Guardasigilli punta i piedi e in Aula annuncia che voterà "no" all'articolo. Per farlo ricredere c'è voluta la mediazione prima del capogruppo dell'Ulivo Anna Finocchiaro e poi direttamente del premier. "Mi ha chiamato Prodi - spiega Mastella - e allora ho votato, per lealtà". Gesto che viene apprezzato da Palazzo Chigi, con un Romano Prodi visibilmente soddisfatto. E che la maggioranza veda ormai rosa sul percorso a Palazzo Madama è testimoniato dalle parole di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: "Mi pare evidente che il governo non ricorrerà al voto di fiducia. Tra l'altro abbiamo un termine regolamentare che è accettato da tutti, maggioranza e opposizione, e finiamo mercoledì notte". La parlamentare, ex diessina, rivendica la coesione del Centrosinistra che, spiega ancora, "nasce da un lavoro politico dentro la maggioranza, molto faticoso ma anche molto utile soprattutto per la qualità del testo". Poi, sorridendo sul "caso Mastella" di ieri, osserva: "Ormai non mi inquieto più per niente e, sicuramente, non per queste cose". Intanto a lamentarsi per i tagli ai costi della politica sono intervenuti subito anche gli enti locali. Dopo il decreto Visco che ha tagliato solo qualche giorno fa agli enti locali 609 milioni di euro, oggi la scure è nuovamente caduta sulla loro testa: con l'approvazione dell'art.14 della Finanziaria saranno decurtati altri 313 milioni. "In una settimana - commenta Fabio Sturani, vice presidente dell'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni - quasi un miliardo, pari al 10 per cento del totale dei trasferimenti dello Stato agli enti locali. Non è accettabile". Sturani sostiene che la norma non ha copertura. Anche l'Uncem, l'Unione delle Comunità montane, solleva un'analoga contestazione: il risparmio di "oltre 66 milioni di euro" stimato dal relatore alla Finanziaria Giovanni Legnini, derivante dal taglio dei Comuni montani, di assessori e consiglieri, così come previsto dall'art.13 della manovra di bilancio approvato dal Senato, non è ben calcolato. "Il taglio - sostiene l'associazione - non tiene conto dell'organico complessivo delle Comunità montane, che non può cessare immediatamente dal servizio. Le spese di personale delle Comunità soppresse verrebbero così a gravare su altri enti pubblici".


Per le società pubbliche è iniziata Un decreto della Finanziaria riduce il consiglio d'amministrazione (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

 

Di ROBERTO GRIMALDI LO IMPONEVA la legge Finanziaria dell'anno scorso: il numero complessivo dei componenti dei consigli d'amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, va drasticamente ridotto. Non più di cinque tra presidente e consiglieri, mentre prima il limite era di nove. Del resto il costo della politica deve abbassarsi, cominciando anche da qui. La scadenza per obbedire alla norma era lo scorso 7 novembre, e ufficialmente l'adeguamento di due società partecipate dal Comune è arrivato pochi giorni fa: dopo i vari passaggi in consiglio provinciale e comunale, le assemblee di Atcm (nella foto la sede) e Amo (Agenzia per la mobilità) hanno modificato gli statuti portando a tre i componenti dei rispettivi cda. Prima il limite massimo era di nove. NELLE TABELLE qui sopra riportiamo i compensi lordi di presidente e consigliere di alcune delle società in questione. Per capire quanto si risparmia, il calcolo è semplice. Prima dei tagli, l'Atcm contava su un presidente del cda e sei consiglieri: in un anno, il cda costava, solo di indennità, 112.446 euro l'anno. Il prossimo anno il costo si ridurrà a 69.064 euro: sono 43.482 euro di risparmio. Discorso analogo vale per l'Agenzia per la mobilità: prima dei tagli, con i suoi sei consiglieri più il presidente il suo cda costava ogni anno 107.589 euro: ora la cifra passerà a 67.443 euro lordi, con un risparmio di 40.146 euro. Tutto questo senza contare i gettoni di presenza. Insomma, il risparmio c'è e si vede. MA ATTENZIONE, la nuova norma "taglia consiglieri" non si applica a tutte le società partecipate. La legge è chiara: l'Ato per esempio, l'agenzia d'ambito per i servizi pubblici di Modena che si occupa di servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani, è un consorzio e non una società di capitali; quindi, non è interessata dalla norma. Rimangono al loro posto quindi i sei consiglieri con i loro 23mila euro lordi l'anno. Si tratta di Andrea Venturini, Egidio Pagani, Andrea Grazia La Padula, Antonio Nicolini, Elisabetta Turchi e Giuseppe Debbi. Il presidente, che percepisce un compenso lordo di 50.373,60 euro, è Giovanni Battista Pasini. Diverso il caso di Promo, società per la promozione dell'economia modenese. Anch'essa non essendo società di capitali, non è chiamata in causa dalla normativa, ma va detto che lo statuto non prevede indennità o gettoni di presenza per i membri del cda. In ogni caso la società ha rinnovato quest'estate i componenti del consiglio, riducendo la presenza di esponenti "pubblici" a favore di imprenditori. IL PRESIDENTE è il vice presidente della provincia Maurizio Maletti, la vice è Silvia Manicardi (presidente Licom Federimpresa e presidente del Comitato per la promozione dell'imprenditoria femminile). Gli altri componenti del cda sono Roberto Guerzoni (assessore del comune di Modena), Pietro Blondi (giunta Camera di commercio), Maurizio Giovanardi (giunta Camera di commercio), Luigi Mai (presidente Cna) e Francesco Rubbiani (presidente Confesercenti). Sulla base di questa stessa legge, cambierà anche lo statuto di Autobrennero Spa, dove la Provincia è presente con il 4,24% delle azioni. Il prossimo 14 novembre la modifica passa in Consiglio provinciale. Il rappresentante della Provincia attualmente è Graziano Pattuzzi, la cui indennità, stabilita da A22 spa è di 13.442,99 euro. Attualmente il presidente della A22 Silvano Grisenti ha annunciato che aderirà alla legge. Ancora da decidere in che misura. LA NORMA non tocca le società quotate in Borsa: non cambia nulla quindi per Hera, partecipata dal Comune di Modena. Modena Formazione srl ha già un numero di componenti inferiore a 5: il presidente è Antonio Finelli, (12.394,96 euro + 13,29 euro a seduta), i consiglieri sono Giovanni Boschini, Marialida Ripari e Iella Ponzoni (103,29 euro di gettone). - -->.


I COSTI DELLA POLITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

 

Il cda passa da 5-9 componenti a 3-5 Presidente: Pietro Odorici Compenso lordo: 47.373,48 euro + 150 euro a seduta Consiglieri: Paola Santini e Francesco Cavazzuti Compenso lordo: 10.845,60 + 150 euro come gettone di presenza - -->.


Decreto contro i costi della politica, poche le poltrone tagliate in Polesine (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 11-11-2007)

 

ATTACCO MARANGON (F I) CHIEDE LE DIMISSIONI DI MERCHIORI E SACCARDIN Decreto contro i costi della politica, poche le poltrone tagliate in Polesine - -->.


Di ROBERTO GRIMALDI LO IMPONEVA la legge Finanziaria dell'anno scorso: il (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 11-11-2007)

 

Di ROBERTO GRIMALDI LO IMPONEVA la legge Finanziaria dell'anno scorso: il numero complessivo dei componenti dei consigli d'amministrazione delle società partecipate dagli enti locali, va drasticamente ridotto. Non più di cinque tra presidente e consiglieri, mentre prima il limite era di nove. Del resto il costo della politica deve abbassarsi, cominciando anche da qui. La scadenza per obbedire alla norma era lo scorso 7 novembre, e ufficialmente l'adeguamento di due società partecipate dal Comune è arrivato pochi giorni fa: dopo i vari passaggi in consiglio provinciale e comunale, le assemblee di Atcm (nella foto la sede) e Amo (Agenzia per la mobilità) hanno modificato gli statuti portando a tre i componenti dei rispettivi cda. Prima il limite massimo era di nove. NELLE TABELLE qui sopra riportiamo i compensi lordi di presidente e consigliere di alcune delle società in questione. Per capire quanto si risparmia, il calcolo è semplice. Prima dei tagli, l'Atcm contava su un presidente del cda e sei consiglieri: in un anno, il cda costava, solo di indennità, 112.446 euro l'anno. Il prossimo anno il costo si ridurrà a 69.064 euro: sono 43.482 euro di risparmio. Discorso analogo vale per l'Agenzia per la mobilità: prima dei tagli, con i suoi sei consiglieri più il presidente il suo cda costava ogni anno 107.589 euro: ora la cifra passerà a 67.443 euro lordi, con un risparmio di 40.146 euro. Tutto questo senza contare i gettoni di presenza. Insomma, il risparmio c'è e si vede. MA ATTENZIONE, la nuova norma "taglia consiglieri" non si applica a tutte le società partecipate. La legge è chiara: l'Ato per esempio, l'agenzia d'ambito per i servizi pubblici di Modena che si occupa di servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani, è un consorzio e non una società di capitali; quindi, non è interessata dalla norma. Rimangono al loro posto quindi i sei consiglieri con i loro 23mila euro lordi l'anno. Si tratta di Andrea Venturini, Egidio Pagani, Andrea Grazia La Padula, Antonio Nicolini, Elisabetta Turchi e Giuseppe Debbi. Il presidente, che percepisce un compenso lordo di 50.373,60 euro, è Giovanni Battista Pasini. Diverso il caso di Promo, società per la promozione dell'economia modenese. Anch'essa non essendo società di capitali, non è chiamata in causa dalla normativa, ma va detto che lo statuto non prevede indennità o gettoni di presenza per i membri del cda. In ogni caso la società ha rinnovato quest'estate i componenti del consiglio, riducendo la presenza di esponenti "pubblici" a favore di imprenditori. IL PRESIDENTE è il vice presidente della provincia Maurizio Maletti, la vice è Silvia Manicardi (presidente Licom Federimpresa e presidente del Comitato per la promozione dell'imprenditoria femminile). Gli altri componenti del cda sono Roberto Guerzoni (assessore del comune di Modena), Pietro Blondi (giunta Camera di commercio), Maurizio Giovanardi (giunta Camera di commercio), Luigi Mai (presidente Cna) e Francesco Rubbiani (presidente Confesercenti). Sulla base di questa stessa legge, cambierà anche lo statuto di Autobrennero Spa, dove la Provincia è presente con il 4,24% delle azioni. Il prossimo 14 novembre la modifica passa in Consiglio provinciale. Il rappresentante della Provincia attualmente è Graziano Pattuzzi, la cui indennità, stabilita da A22 spa è di 13.442,99 euro. Attualmente il presidente della A22 Silvano Grisenti ha annunciato che aderirà alla legge. Ancora da decidere in che misura. LA NORMA non tocca le società quotate in Borsa: non cambia nulla quindi per Hera, partecipata dal Comune di Modena. Modena Formazione srl ha già un numero di componenti inferiore a 5: il presidente è Antonio Finelli, (12.394,96 euro + 13,29 euro a seduta), i consiglieri sono Giovanni Boschini, Marialida Ripari e Iella Ponzoni (103,29 euro di gettone). - -->.


Di CATERINA ZANIRATO IL DECRETO 'taglia costi della politica' è (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 11-11-2007)

 

Di CATERINA ZANIRATO IL DECRETO 'taglia costi della politica' è entrato in vigore: dal 7 di novembre è scattato il conto alla rovescia per i Cda di enti e società pubbliche che si dovranno adeguare alle normative previste dal decreto Lanzillotta. Gli enti con capitale sociale maggiore a 2milioni di euro dovranno ridurre i loro componenti di nomina pubblica ad un massimo di 5. Quelli con capitale inferiore a 2milioni, invece, dovranno accontentarsi di 3 componenti. Un decreto che in tutta Italia farà risparmiare almeno 50milioni di euro. Ma, a quanto pare, nel Comune di Rovigo non avrà effetti rivoluzionari dal punto di vista del risparmio. Molte società partecipate, il cui Cda è stato rinnovato nell'ultimo anno, sono infatti già a norma. E' IL CASO DI ASM SPA, il cui consiglio di amministrazione è stato rinnovato il 29 giugno 2007. Per quest'azienda, in cui il Comune è socio unico, che possiede un capitale sociale pari a 14milioni di euro, i consiglieri sono stati già ridotti a 5, dai 9 che erano in precedenza. E non ci sarà nessun contenimento di stipendi e gettoni presenza: il presidente, Giovanni Salvaggio, percepisce come compenso lordo annuale 41.316 euro, mentre i quattro consiglieri, Giuseppe Traniello Gradassi, Ermanno Benà, Luigi Frezzato e Paolo Scalabrini, 12.394 euro. Discorso diverso per le società partecipate di Asm: Asm Dg (distribuzione gas), Asm Set (vendita gas) e Ecogest. Per quanto riguarda la prima il Cda è composto da un amministratore unico, Francesco Pasqualini e non c'è quindi nessun problema. PER ASM SET, invece, il numero di componenti del Cda dovrà passare da 5 a 3, visto che possiede un capitale sociale pari a 200mila euro. Il 22 novembre è la data ultima per decidere come procedere con la riduazione: "La metodologia con cui si selezioneranno le nomine si basa sul diritto commerciale ? spiega Salvaggio ?. Ci sono almeno tre possibilità: le dimissioni di tutti e 5 e la nomina di 3 nuovi componenti, le dimissioni spontanee di due consiglieri o la decadenza automatica del Cda se a quella data saranno tutti ancora in carica. Ovviamente non sta a me decidere chi rimane e chi no". Per Ecogest, infine, il corso degli eventi ha già portato a una diminuzione dei consiglieri: nel Cda sono rimasti solo 3 componenti dopo le dimissioni di Luca Bellotti e Adriano Volpe. E' TUTTO A NORMA anche all'interno del Cda del Censer: per questa società dal capitale sociale di 12milioni di euro, il Cda è composto da 5 componenti di nomina pubblica e 4 di nomina privata. Ultimamente si è proceduto solo con un 'ricambio' di nominativi: al presidente dimissionario Luigi Osti è stato sostituito l'ex vice, Massimo Borgato e dopo le dimissioni di Eros Ferrazzi sono subentrati Gianmaria Scaramuzza e Fabio Moretto. Il loro compenso è comunque identico a prima: 20.658 euro lordi annuali per il presidente e 150 euro di gettone presenza per i consiglieri. ALL'INTERPORTO pare che non esistano problemi di sorta: nel Cda dell'azienda dal capitale sociale di 11 milioni di euro ci sono sì 7 componenti, ma due sono di nomina privata. Anche in questo caso i compensi restano sempre gli stessi: 33.053 euro lordi l'anno al presidente, Mario Borgatti, 6.195 ai consiglieri, escluso Paolo Avezzù in quanto amministratore pubblico. "Sono già inferiori a quanto previsto per legge" precisa Borgatti. APERTO il problema a Polservizi, il cui Cda ora conta 7 componenti. "Il 21 novembre sarà convocata l'assemblea dei soci che deciderà come procedere ? spiega il presidente Giuliano Ferraccioli ?. Ma sarà un cambio solo numerico e non di spesa: nel Cda percepiamo l'indennità solo io come presidente e Luciano Zerbinati: gli altri sono amministratori pubblici". Un compenso lordo che è pari a 42.457 euro l'anno per Ferracioli e 13.509 per Zerbinati. La stessa situazione nelle partecipate Sodea e Polesine Engeneering: il primo Cda è composto da 4 membri che non percepiscono stipendio, il secondo da 3 componenti pubblici e privati. - -->.


Sanità veneta, modello nazionale di efficienza (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 11-11-2007)

 

CONVEGNO. L'assessore regionale alle Politiche sanitarie interviene al Forum della Studio Ambrosetti a Cernobbio "Sanità veneta, modello nazionale di efficienza" "Ho ritenuto fondamentale evidenziare oggi come la Regione del Veneto abbia posto il tema della continuità assistenziale quale cardine dello sviluppo delle Politiche sanitarie e come nel nostro Paese non esista modello unico di sistema sanitario, ma una differenziazione organizzativa legata alle varie tradizioni e alle potenzialità di ogni Regione". Così ha detto l'assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, al secondo Forum Meridiano Sanità, Studio Ambrosetti a Villa D'Este di Cernobbio (Como). "In particolare, ho presentato il modello veneto di assistenza primaria che, per molti versi, avendo iniziato il suo processo di adeguamento nel 1997 - ha sottolineato - ha già superato molte tappe verso un innalzamento della qualità e della quantità delle cure primarie. Nella Regione del Veneto è in piena implementazione lo sviluppo delle Utap ( unità territoriali assistenza primaria, che a Verona dopo tanto parlare non sono ancora partite ndr) nei loro diversi modelli". "Ho, poi, evidenziato come nodo fondamentale - ha poi aggiunto - per avviare processi di integrazione europea sia il dibattito in merito ai sistemi sanitari regionali: il patto di stabilità e la necessità di riduzione della spesa pubblica impongono una razionalizzazione dell'organizzazione dei servizi sanitari e il Veneto ha dimostrato di essere in grado di raccogliere la sfida delle aree sanitarie di eccellenza in Europa". "Tutto si sostanzia anche attraverso il ruolo sempre più forte che sta assumendo la nostra Regione - ha rilevato - nell'ambito del confronto tra i sistemi sanitari delle Regioni europee: in quest'ottica il prossimo 27 novembre a Dussendorf il Veneto sarà capofila al Forum degli Assessori della Sanità delle Regioni europee grazie alla sua stretta interazione con la rete dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità)". "Il grande tema della sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari - ha affermato - impone oggi una accelerazione dei processi di riforma costituzionale in senso federalista come via obbligata e logica per legare competenze di governo, risorse, possibilità di sviluppo dei servizi sanitari in un ottica di reale e stringente responsabilità di bilancio. Tema quanto mai attuale in un Paese come il nostro dove la maggior parte delle Regioni del Centro Sud presentano ancora adesso sbilanci di miliardi di euro che siamo costretti a ripianare attraverso le risorse che vorremmo, invece, destinare all'innalzamento della qualità e della quantità delle prestazioni". "Ho qui ricordato che attraverso, la recente stipula dell'accordo con la Regione Lombardia - ha spiegato - la Regione del Veneto fa capo ad una massa critica di 15 milioni di cittadini e ad una produzione di PIL pari al 33% del PIL nazionale". "Ho infine sottolineato -conclude Martini- come l'immigrazione massiccia di cui è oggetto attualmente la nostra Regione comporti proprio in ambito di cure primarie e di prevenzione la necessità di forti investimenti". Durante i lavori del II Forum Meridiano Sanità è emerso grande interesse per la presentazione da parte dell'Assessore Martini dell'imminente delibera di Giunta per la promozione di screening sanitari nei confronti delle badanti che sono a stretto contatto con soggetti ad alta fragilità sanitaria. Scelta resa necessaria dal fatto che in Veneto è emersa una recrudescenza di patologie come la tubercolosi debellate da decenni. Sarà la prima delibera di giunta del genere in Italia.


Dopo La Casta arriva Arnoldo Foa (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 11-11-2007)

 

CHIARI. A VILLA MAZZOTTI LA RASSEGNA DELLA MICROEDITORIA Dopo "La Casta" arriva Arnoldo Foa di Massimiliano Magli Ha fatto il pieno, ieri pomeriggio, Villa Mazzotti a Chiari, con la Rassegna della Microeditoria Italiana. Sergio Rizzo, intervistato dal presidente dell'associazione "L'Impronta" Mino Facchetti, ha calamitato decine di visitatori durante la presentazione del volume "La casta", scritto a due mani con il collega Gian Antonio Stella. Il giornalista del Corriere della Sera ha raccontato, conti e nomi alla mano, il pauroso sperpero di risorse della casta politica italiana per "vizi e vizietti che negli altri Paesi non sarebbero nemmeno pensabili". Alle tante domande poste, non ha mancato di riservare un briciolo di speranza per un futuro più civile, "ma serviranno anni - ha detto - perché questo Paese si possa mettere in riga, dalle Amministrazioni locali a quella centrale. La Lombardia, del resto, è la primaRegione a incidere sugli sprechi della politica in quella Roma Ladrona a cui hanno accettato di sedere e di intascare anche i leghisti". Ma quella di ieri è stata anche una giornata rosa, grazie all'intervento delle eurodeputate Pia Locatelli e Cristiana Muscardini, introdotte dalla direttrice del Parlamento europeo Maria Grazia Cavenaghi Smith. "Le donne italiane - ha detto la Locatelli - pagano anzitutto un pregiudizio storico, che si concretizza già al momento di formare le liste. Sono donne soltanto il 14% dei senatori e il 17% dei deputati. È chiaro che molte donne non si votano e ciò accade sia per lo scarso numero di candidate, sia per un retaggio storico maschilista, che ha impedito persino di ragionare al femminile. Le quote rosa devono essere introdotte, ma come strumento temporaneo, per incentivare l'ingresso del gentil sesso in tutte le cariche". Oggi i libri torneranno protagonisti, assieme ai 91 anni dell'attore Arnoldo Foa, che interverrà alle 16.30. Si chiude alle 18.30.


Basta dequalificare l'ospedale, più risorse (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Siena)" del 11-11-2007)

 

POLITICA: SDI, 8 PUNTI PER PREVENIRE LE EMERGENZE "Basta dequalificare l'ospedale, più risorse" di LAURA VALDESI L'ALT ALLA REGIONE è fermo. Sulla sanità è stata tirata troppo la corda, va invertita la tendenza. E' il punto più corposo, fra le otto priorità stilate e approvate ieri dallo Sdi, da portare al tavolo del centro sinistra per confrontarsi "senza attendere che le circostanze e le emergenze si presentino da sole". La campagna di "prevenzione", conferma di mal di pancia non ancora leniti, pone al centro l'ospedale. Per esso si auspicano più risorse visto che è riferimento dell'area vasta del Sud, l'inserimento di nuovo personale medico con alto livello di specializzazione (non solo di respiro nazionale) per frenarne la dequalificazione. Quello che funziona (e non è poco) va meglio pubblicizzato affinché Siena divenga (vuol dire che non lo è più) prima scelta. Lo Sdi torna a battere il tasto residenze assistenziali per non autosufficienti: vanno costruite per consentire all'ospedale di occuparsi dei pazienti acuti. ALTRO PUNTO forte (restando in tema) è il contenzioso con la Regione: "Occorre bloccare il tentativo di ridimensionare Le Scotte contrastando al contempo la volontà di accentramento sulle aziende e sugli ambiti territoriali ottimali". Un nuovo centralismo da stroncare sul nascere, lottando poi contro la cultura della rendita, altro argomento trainante della campagna elettorale per le amministrative, cui va aggiunto quello del "ridimensionamento dei costi della politica. Troppe consulenze, troppo peso dei partiti nelle nomine", sostiene lo Sdi. Confermato il no a "parlamenti e consigli nominati e quindi a una politica autoreferenziale e conformista", fra le proposte sulla casa c'è quella di offrirle "a riscatto per limitare la continua dipendenza dal pubblico". La riforma del Welfare passa invece "per un nuovo rapporto tra Comune, volontariato e cooperazione sociale" mentre per i giovani vanno garantiti "progetti in rete liberi e accessibili a tutti, senza vincoli di copyright. Indispensabile la trasparenza in quelli di finanziare". - -->.


Demagogia e costi della politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Ferrara, La" del 11-11-2007)

 

Agenda e Lettere Demagogia e costi della politica Sotto la spinta demagogica dei "costi della politica" - che peraltro sta partorendo "topolini localistici" ed il nulla più assoluto avverso i reali privilegi di parlamentari e maggiorenti - mi pare stia avvenendo quanto già riscontrato diversi anni fa nell'amministrazione sanitaria. Si passò, per dolo di qualche "cicciomazzetta" presidente di Usl, alla "prefettizzazione" della sanità, allontanando i rappresentanti dei cittadini dal governo diretto del sistema, con i benefici (!?) che, negli anni, sono davanti agli occhi di tutti, come le visite al....2010 e la scarsa considerazione circa i servizi reali al cittadino da contrapporre ai calcoli economicisti, peraltro risparmiando qualche milione di lire nelle indennità di carica e spendendone centinaia per fare i ponti d'oro a presunti manager. E' il caso, oggigiorno, dei nuovi "feudatari" dei parcheggi ovvero dei trasporti ma fors'anche delle case popolari e della gestione idrica, voluti in particolare (chissà perché) dai verdi. Che la Politica abbia il dovuto timore del fondato giudizio dell'opinione pubblica sul cattivo utilizzo dei propri soldi, è assolutamente salutare; ma quando usare questo pretesto per compiere scelte sciagurate, abdicando al proprio ruolo, è assurdo. Si potrebbe obiettare che lo ha fatto da un pezzo di abdicare al proprio ruolo, non rappresentando più gli interessi dei cittadini ma solo quello dei nuclei...armati di potere, ma rendere sempre più impossibile il necessario contatto diretto tra rappresentati e rappresentanti, sotto l'egida di risparmi che saranno dell'ordine di qualche migliaio di euro, è demenziale. In futuro ci rivolgeremo ai call-center o, attraverso le e-mail, ai gestori dei servizi, litigando con i poveri disgraziati che hanno la sfortuna di svolgere quei disinformati e malpagati lavori di front-office. Difatti, alzi la mano chi è riuscito a parlare, in alternativa, almeno con un "quadro" intermedio, visto che con un amministratore è assolutamente impossibile. Davvero una grande pensata, in un'epoca caratterizzata dalla mancanza di relazioni interpersonali, quella di privarsi pressoché totalmente delle rappresentanze sociali e territoriali. Con sommo gaudio dei veri bersagli dell'opinione pubblica, che continueranno a fare ancora di più i propri, ristretti affari. Daniele Vecchiattini.


Un sistema sanitario che non dà garanzie (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 11-11-2007)

 

I NOSTRI DIRITTI Un sistema sanitario che non dà garanzie Un sistema troppo frammentato. L'Italia appare divisa a pezzi: passando da una regione all'altra, da un'Azienda sanitaria all'altra, fino al singolo Distretto, cambia l'accesso ai servizi, ai farmaci, ai presidi, alle terapie innovative, ma anche il regime delle prenotazioni delle visite e del pagamento dei ticket. Anche per tutto questo tanti cittadini si spostano da una regione all'altra alla continua ricerca di servizi migliori. Un sistema poco accessibile. Esclude i cittadini che hanno bisogno dei servizi non previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (pensiamo ad esempio alle ultime disposizioni per l'odontoiatria). A causa dei lunghi tempi di attesa, impedisce l'accesso a chi ne avrebbe diritto, che offre prestazioni che purtroppo non sono sufficienti rispetto ai reali bisogni (pensiamo ad alta voce alla riabilitazione, all'assistenza domiciliare, all'assistenza residenziale e alle disabilità). Un sistema squilibrato. Un sistema che non ha ancora trovato un equilibrio tra ospedale e servizi territoriali: lo dimostrano le segnalazioni sulla medicina generale, l'assistenza domiciliare, il pronto soccorso che resta comunque una porta di accesso al Servizio sanitario. Un sistema che non riesce a governare i rischi per malati. L'area dei sospetti errori di diagnosi e terapia resta comunque la principale motivazione per la quale i cittadini si sono rivolti al Pit-Salute ed alle sedi del Tribunale per i diritti del malato sia nazionale che di quella provinciale di Pavia. Un sistema che non riesce a proteggere i soggetti più deboli. Come, ad esempio, i disabili, i malati fragili, i malati terminali, tanto che proprio il Santo Padre Benedetto XVI, nostro ospite a Pavia, ha sentito la necessità di ribadirlo all'"angelus" in occasione della Giornata nazionale del malato rivolgendosi "agli operatori sanitari del mondo intero" ed esprimendo "spirituale vicinanza ed affetto" agli ammalati, specie quelli colpiti dai mali gravi e dolorosi, chiedendo tra l'altro per loro "politiche in grado di garantire le condizioni necessarie per affrontare in maniera dignitosa le malattie incurabili e la morte". Giuseppe Tallarico Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato di Pavia Pavia e il suo ambiente Il dovere dei consiglieri La recente lettera del consigliere comunale Walter Veltri mi ha lasciato alquanto perplesso. Poichè, dopo aver rilevato il passaggio della città dal 23º al 10º posto nella classifica di Legambiente, sembra che, con una sorta di sottile compiacimento, dice che il merito non è della nostra città, ma demerito delle altre. Ciò mi stupisce in quanto detto da un amministratore che dovrebbe concorrere per quanto possibile al miglioramento della qualità della vita della città in cui vive e non grazie se questo risultato non viene raggiunto. Giorgio Veronesi Pavia Violenza alle donne? Così noi le difendiamo In riferimento alla lettera apparsa sulla Provincia Pavese di giovedì sulla violenza alle donne, la Cooperativa LiberaMente risponde: "Noi ci siamo". Ci chiediamo perché sia così difficile vedere e riconoscere l'operato del Centro Antiviolenza presente sul territorio pavese da molti anni, che accoglie le donne e i loro figli per accompagnarli nel rispetto dei loro bisogni e delle loro scelte. I fatti di cronaca recentemente accaduti si sono unicamente tradotti nella necessità di interventi legislativi urgenti, mettendo in secondo piano la realtà del fenomeno che noi, come tutti i Centri Antiviolenza, viviamo quotidianamente: la violenza alle donne non riguarda solamente le donne del sud del mondo ma tutti, al di là dell'appartenenza. Non è soltanto nella giornata del 25 novembre che vogliamo far sentire la nostra voce, neppure nei salotti dei serali talk show, ma è nell'operare di chi ogni giorno accoglie, protegge e accompagna le donne in percorsi di uscita dalla violenza. Noi ci siamo anche nei cortei. Ci chiediamo perché sia passata così inosservata la fiaccolata, a cui hanno partecipato numerosi Centri Antiviolenza, svoltasi a Reggio Emilia, in seguito all'episodio avvenuto nel Tribunale locale. Un'altra volta l'attenzione è stata focalizzata sulla sicurezza dei Palazzi di Giustizia. Ma quale sicurezza per le donne? Cooperativa LiberaMente Donne contro la violenza Pavia Godiasco, Rifondazione: Stafforini si dimetta Vediamo comparire sulla Provincia Pavese del primo novembre una lettera del consigliere Roberto Stafforini che, oltre a richiamare alcune considerazioni, già espresse in precedenti interventi, relative ai suoi dissensi con il gruppo di minoranza del Comune di Godiasco, ribadisce il suo dissenso dalla linea politica del Partito della Rifondazione comunista che, a suo parere, lo avrebbe indotto a non rinnovare la tessera per l'anno in corso oltre che a restituire quella dell'anno 2006. La segreteria del Prc intende precisare che, al di là delle questioni sopra rappresentate, esisteva ed esiste un netto dissenso fra le posizioni del Partito della Rifondazione Comunista e la condotta politica del consigliere Stafforini verso l'attuale maggioranza consiliare di Godiasco. Nel ribadire infatti il nostro sostegno al gruppo di minoranza godiaschese guidato dal capogruppo Alberto Sorrentino, rimarchiamo come l'intento, evidentemente maldestro, di accreditarsi come "altra minoranza" da parte di Roberto Stafforini sia contraddetto dal suo stesso comportamento che, oltre alle frequentazioni della maggioranza da lui stesso ammesse, lo ha visto costantemente appoggiare in consiglio comunale la politica fallimentare del gruppo di maggioranza guidato dal sindaco Angelo Deantoni. Pertanto chiediamo al consigliere Roberto Stafforini, per opportuno rispetto del mandato ricevuto evidentemente da militanti vicini alle sue ex posizioni politiche, un atto di coerenza e distinzione rassegnando le dimissioni da consigliere comunale. Circolo Ermanno Gabetta segreteria del Prc Voghera Che rischi a Gropello per la strada mal tenuta Ormai residente da alcuni anni in Lomellina, che ho imparato ad amare, mi trovo giornalmente a verificare il miserabile e pericoloso stato delle strade della nostra meravilgiosa zona. Mi rendo conto che leggi più o meno recenti hanno levato pericolosamente fondi e spostato proprietà e responsabilità delle strade, ma spesso basterebbe pochissimo, magari solo un colpo di scopa. Per esempio, la rotonda che unisce via Pavia di Gropello con la ex statale 596 fornisce accesso anche ad una cava. Complici, per fortuna pochi, autisti della cava che non tengono in ordine e puliti i mezzi, tale rotonda è costantemente invasa da sabbia e sassi di dimensioni anche ragguardevoli. A questo si aggiunga che chi deve effettuare manutenzione sulla strada, mai, e ribadisco mai, passa a pulire (ho tenuto personalmente sotto controllo tale tratto di strada da febbraio di quest'anno e le opere di manutenzione consistono unicamente in rari tagli dell'erba ai margini ed alla riasfaltatura). Per la corretta pulizia di tale tratto di strada ci si affida al naturale spostamento dei detriti dovuti al passaggio dei veicoli, e pazienza se un'auto può ricevere un impatto con un sasso delle dimensioni di un pacchetto di sigarette o un guidatore di moto o scooter rischia la vita su sabbia e sassi. Ecco, la vita. Probabilmente si attende che qualcuno la perda, in tale tratto di strada (non l'unico, sia inteso) per attivare un operatore ecologico che settimanalmente pulisca la strada. Oppure si attende che qualche vip veda ridotto in briciole il suo parabrezza per far scattare controlli sui, pochi ma sufficienti, mezzi pesanti mal tenuti. E' una strada importante quella, unisce un bel paese ad una delle pochissime strade importanti della zona, c'è un uscita dell'autostrada a poche centinaia di metri, una strada che locali e pendolari percorrono più volte al giorno. Loro lo sanno, come me, e ci stanno attenti. Ma l'attenzione non basta sempre, se chi ti dovrebbe salvaguardare da alcuni pericoli non lo fa. Chi non lo sa che c'è un punto della Lomellina pericoloso per la propria vita sono quelli, tantissimi, che tale strada percorrono una sola volta, per turismo, per lavoro. Non sanno che per colpa di un amministrazione pubblica che non fa il proprio dovere malamente associata a pochi sciagurati privati, che pure loro non fanno il proprio dovere, rischiano incidenti gravi, forse mortali. Gianluca Arena via e-mail.


Non è un ente inutile, ecco perchè - fabrizio guerrini (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 11-11-2007)

 

Cronaca "Non è un ente inutile, ecco perchè" Il presidente Elio Berogno incassa le critiche e rilancia sul futuro FABRIZIO GUERRINI VARZI. Comunità montana, si discute del futuro. C'è chi lo fa aggregando un fronte non certo tenero nei confronti della ormai consolidata era Berogno. Il presidente dell'ente montano esce allo scoperto e dice la sua sugli orizzonti passati e futuri partendo da un assunto che è anche una mozione d'orgoglio politico: "La Comunità montana dell'Oltrepo pesa sempre di più a livello istituzionale e si fa rispettare". Presidente, le Comunità montane sono sotto tiro. Non teme di essere considerato legato a una "casta" pubblica ben pagata che deve essere ridimensionata? Delle Comunità Montane si è parlato troppo e a sproposito. Sono diventate famigerati simboli dei faraonici costi della politica. Per fortuna, nel progetto di legge della Finanziaria, in discussione Senato, sono stati superati i grossi limiti del testo originario presentato dal Consiglio dei Ministri. E' bastato discutere seriamente sul ruolo delle Comunità Montane e, con valutazioni "bipartisan", sono scomparsi gli approcci manichei. Certamente non ci saranno più Comunità Montane "costiere", ma ci saranno ancora le Comunità Montane con ambiti da determinarsi dalle Regioni. Premesso questo, non mi sento affatto presidente da "casta" ben pagata. Le indennità corrisposte nella nostra Comunità sono ferme a quelle riferite ai primi 22 Comuni con una riduzione del 10 per cento disposta dal Ministro Tremonti con la finanziaria 2006". Pagati il giusto, ma siete utili? "L'utilità della Comunità è nei risultati: nel periodo dal 1975-2004 in 22 Comuni sono stati effettuati interventi per quasi 60 milioni di euro a fronte di una superficie territoriale di oltre 48mila ettari e con una popolazione che dai 23.333 unità del 1971 è passata, nel 2001, a 18.313 unità. Tutto questo è stato realizzato con 11 dipendenti e con fondi, anche statali, ma soprattutto della Regione. Nel nostro ente non abbiamo auto blu, ma solo automezzi usati dai dipendenti". Quale progetto realizzato la inorgoglisce? Non sono legato ad un progetto particolare. Mi guardo indietro e vedo che la nostra Comunità Montana si è inserita sul territorio diventando una concreta realtà istituzionale che ha acquisito un proprio peso nell'ambito dei vari livelli locali. Questo "rispetto istituzionale" è un riconoscimento doveroso verso una montagna toricamente troppo trascurata. La Comunità Montana, nel corso degli anni, ha svolto un preciso compito di programmazione predisponendo piani per lo sviluppo socio, economico e culturale. Numerosissimi sono stati gli interventi a sostegno dell'agricoltura, con un spesa media annua di circa 1 milione di euro. Altrettanto numerosi gli interventi per far fronte al dissesto idrogeologico, e poi ancora in campo culturale, sociale, turistico. Un dato: nei vari Comuni della Comunità Montana, sono state eseguite opere per 9milioni e 500mila euro". Soldi spesi e cose fatte, adesso che state facendo? "Nella prossima primavera inaugureremo l'osservatorio astronomico di Cà del Monte, a Cecima, e sarà, per importanza, il secondo osservatorio della Lombardia, dopo quello di Campo dei Fiori a Varese. L'investimento è stato di oltre 1milione di euro anche grazie ad un contributo di 750mila euro della Fondazione Cariplo. Tra le iniziative più recenti direi che è importantissima l'informatizzazione del territorio montano con i progetti Siscotel, Banda larga e con la creazione di un date base topografico di tutto il territorio montano decisivo per gestire il territorio. L'investimento ammonta a 3milioni e 300mila euro". Tutto bene? Eppure all'interno dell'ente montano c'è chi lancia forti segnali critici. In assemblea c'è ora il distinguo di Valverde. A giugno otto sindaci hanno graffiato sul ruolo dell'ente montano. Che dice? "Dico che su 132 consiglieri, in rappresentanza di 44 Comuni, ben 128 hanno deciso di aderire ad un gruppo unico e quindi di appoggiare l'attuale Consiglio Direttivo che ho l'onore di presiedere. Comunque sia, i distinguo ci stanno e vanno benissimo, ma è altrettanto chiaro che i numeri devono far riflettere. Il documento degli "otto sindaci" rispecchia certamente delle preoccupazioni legittime, ma è nato vecchio se rapportato al dibattito in corso sugli ambiti delle Comunità Montane. Dovremo confrontarci con la nuova finanziaria. E' di lì che dovremo iniziare a ricostruire. Ma ho anche un alltro sassolino da togliermi dalla scarpa", Lo tolga pure e ci dica. "Occorre precisare che molti sindaci, sottoscrittori di quel documento, non erano ancora tali quando, sotto la presidenza di Giancarlo Abelli, si tenne a Pavia, nell'aprile 2003, la Conferenza Provinciale per l'ampliamento della Comunità Montana. In quell'ambito i loro predecessori all'unanimità espressero parere favorevole. Sulla mia relazione, che comprendeva, lo sottolineo, anche la soppressione delle Unioni dei Comuni esistenti, tutti convennero. Se non è stato fatto niente è colpa delle leggi statali che consentono questo connubio. Quanto alla Regione, la stessa potrà prendere in considerazione queste proposte. Per il momento mi sembra che non ne abbia intenzione, se si considera che è di fresca approvazione la L.R. 25/2007 e che riguarda l'attuale zonizzazione della Comunità Montana". L'alta collina comunque soffre. Qual è il problema più serio? "Il vero problema è quello della viabilità. Segnali concreti sono la nuova tangenziale sud di Voghera con raccordo alla Val Staffora e la progettazione dei punti di riqualificazione dell'ex statale del Penice. Si dovrà poi promuovere, sempre di più, un'identità territoriale unica. E' finito il tempo di curare solo il proprio cortile. Dovremo fare uno sforzo per far emergere di più l'aspetto organizzativo, anche perché le scelte non sono così tante come alcuni sembrano voler dimostrare". Salice, Varzi, Rivanazzano. Quale di queste realtà deve assumere un ruolo più forte? "Non c'è una primogenitura di campanile per il rilancio della valle. Ogni località, secondo le sue specifiche vocazioni, dovrà dare il meglio e porsi in sinergia con le altre in un'ottica di collaborazione. Nell'interesse della popolazione e del territorio. Un esempio significativo è il finanziamento della Regione riguardante l'accordo di programma per lo sviluppo e per la competitività del sistema lombardo".


Cinque nuovi progetti, lite sulle consulenze - marika caumo (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 11-11-2007)

 

Borgo. Rinnovo sede della polizia, un ostello, un parco, lavori alle strade e parcheggi: a bilancio 100 mila euro Cinque nuovi progetti, lite sulle consulenze Galvan: "Usiamo i nostri tecnici". Ma il personale è insufficiente MARIKA CAUMO BORGO. Ristrutturazione della sede della polizia locale, la costruzione di un ostello al centro sportivo, nuovi parcheggi a servizio del centro storico, la sistemazione di via per Olle ed un parco in via Roma: così cambierà Borgo nei prossimi anni. Lo ha annunciato l'altra sera in consiglio il sindaco Laura Froner, illustrando le variazioni di bilancio. Si tratta di incarichi di progettazione di opere, per le quali sono stanziati contributi, affidati a professionisti esterni. Cosa che ha fatto infuriare il consigliere Enrico Galvan: "In totale - ha sostenuto in sintesi - le spese per professionisti esterni superano i 100mila euro, potevamo assumere Renzo Piano per un anno. La cosa non è gestibile, bisogna ricorrere ai nostri uffici interni". Ma la situazione del personale, come emerge dallo stato di attuazione dei programmi per il 2007, non è rosea. "Per quanto riguarda il servizio tecnico tante cose non sono state realizzate per mancanza di personale. Stessa situazione per il cantiere comunale" è il commento preoccupato del presidente del consiglio Carlo Galvan. Entrando più nel dettaglio di queste nuove progettazioni si scopre che i parcheggi (costo della consulenza 30.000 euro), inseriti fra le opere del Patto territoriale, visti i problemi con il piano generale acque pubbliche, troveranno probabilmente posto in due distinti siti: al polo d'istruzione Alcide Degasperi e al parco dell'Istituto Romani. Mentre il nuovo ostello (50.000 euro) e il completamento della ciclabile nel tratto di via Roma (8.000), all'entrata del paese, sono stati accolti favorevolmente, ha acceso un'animata discussione la futura ristrutturazione della sede dei vigili urbani (14.200 euro). Nella recente conferenza dei sindaci infatti si è deciso di impiegare il contributo di 1 milione di euro, stanziato da tempo, per mettere a norma ed ampliare gli spazi a disposizione del corpo, nel palazzo attiguo al municipio. Ovviamente ciò comporta che le due importanti associazioni sportive, Coppa d'Oro e Veloce Club Borgo, attualmente con sede in quel piano del centralissimo palazzo, siano spostate altrove, probabilmente al polo della protezione civile. "E' giusto che queste due associazioni facciano le valigie, visto che l'intero piano diventerà sede tecnica della polizia locale, ma vorremmo essere avvisati prima delle decisioni e non apprendere la notizia al bar o all'ufficio postale. E fa ancora più male che a darne anticipazione siano persone che indossano l'uniforme. Richiamate il personale della polizia locale" accusa Fabio Dalledonne, tra l'altro presidente proprio del Vc Borgo. Unanime il dispiacere dell'assessore allo sport Patrizia Dallafior e del sindaco Laura Froner. "Il primo passo ufficiale viene fatto oggi, con la variazione al bilancio per dare l'incarico di progettazione. Dispiace che le chiacchiere da bar corrano più veloci delle comunicazioni ufficiali, ho ricevuto telefonate e anche la lettera da parte del presidente della Coppa d'Oro, che chiedeva informazioni in merito. Ma mi impegno fin d'ora a trovare una soluzione condivisa per questo eventuale spostamento" spiega Dallafior. Ulteriori variazioni al bilancio (a fronte di risorse straordinarie per 359.527 euro) riguardano l'acquisto di una nuova spazzatrice (155.000 euro), l'integrazione allo stanziamento del progetto Rio alle Valli (32.000) e del progetto di ristrutturazione del Centro sociale di Olle (38.000).


Salamone (ds): uno spreco creare un cda per irisacqua (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-11-2007)

 

Gradisca. Il segretario della Quercia attacca: basta e avanza un amministratore unico Accuse su un'ipotesi "che tradirebbe le promesse fatte ai contribuenti e che andrebbe contro corrente rispetto all'orientamento generale di diminuire i costi della politica" Salamone (Ds): uno spreco creare un cda per Irisacqua GRADISCA. Le sue dichiarazioni su Iris, luogo - a suo dire - di giochi politici su incarichi e assunzioni, avevano sollevato un vespaio a livello provinciale già l'anno scorso e a egual esito sembra destinato il nuovo intervento del segretario gradiscano dei Democratici di sinistra, Pino Salamone. Il suo obiettivo, questa volta, è puntato su Irisacqua, dove "sembra che non basti più un amministratore unico e che si reputi necessario creare invece un consiglio di amministrazione che lo affianchi". Si tratta di una ipotesi che, secondo il segretario della Quercia gradiscana, da una parte tradirebbe le promesse fatte ai contribuenti, dall'altra andrebbe contro corrente rispetto al generalizzato orientamento di diminuire i costi di gestione di enti e società che gravano direttamente sui cittadini. Il cosiddetto "costo della politica". "Abbiamo ancora nelle orecchie le dichiarazioni di Gutty, il quale aveva a suo tempo assicurato che il buco nel bilancio di Irisambiente non avrebbe avuto conseguenze sulle tasche degli utenti, giacché sarebbe stato ripianato dagli utili degli altri due rami d'azienda: Irisenergia e Irisacqua. Non era una grande trovata, visto che il danaro necessario a ripianare i debiti sarebbe stato comunque sottratto agli investimenti e ai miglioramenti del servizio di raccolta dei rifiuti, tuttavia poteva almeno avere effetti calmieranti. Sappiamo come è andata a finire: quei debiti vengono pagati dagli utenti, dal primo all'ultimo euro. E le bollette continuano a crescere. Ora sembra che stia per essere lanciata un'altra grande trovata, questa volta sul corpo di Irisacqua". "Sembra che non basti un amministratore unico - rileva Salamone - e che si reputi necessario creare un consiglio di amministrazione che lo affianchi. Siamo alle ferree conseguenze della legge di Parkinson, la quale stabilisce che in un'organizzazione non esiste alcun rapporto tra il numero dei funzionari e la quantità del lavoro da compiere: essi continuano ad aumentare sia che il lavoro cresca, sia che diminuisca o addirittura scompaia. In altre parole, ogni organizzazione burocratica tende a crescere indipendentemente dalla quantità di lavoro che deve svolgere". Previsione preoccupante, secondo l'esponente diessino di Gradisca: "Se ciò avvenisse, Irisacqua andrebbe in controtendenza: mentre il governo decide che sia dimezzato il numero dei ministri e dei sottosegretari, Irisacqua aumenterebbe il numero dei suoi amministratori. Mentre il neonato Partito democratico esprime a chiare lettere l'impegno a ridurre i costi della politica, Irisacqua farebbe crescere il numero dei suoi dirigenti di nomina politica. Acegas Spa, una azienda in attivo della stessa tipologia, ha recentemente dimezzato i suoi amministratori, per ridurre i costi. I commenti sono superflui". Non sono, invece, superflue, per Salamone, alcune domande: "La prima attiene alla trasparenza: chi ha formulato la proposta e come la giustifica? La seconda sollecita l'assunzione di responsabilità: coloro che dovranno assumere la decisione hanno o no intenzione di rendere pubblico il progetto, in modo da sottoporlo al vaglio dei consigli comunali? La terza tocca l'efficienza del sistema: come verrebbero scelti i consiglieri d'amministrazione, quanto peserebbero sul bilancio della società e quale l'esito previsto in termini di costi-benefici? Attendiamo chiarimenti". Marco Ceci.


POLICLINICO, UNA RICETTA (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 11-11-2007)

 

Corriere della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-11-11 num: - pag: 1 autore: di GIANNI ORLANDI categoria: REDAZIONALE La lunga crisi dell'Umberto I POLICLINICO, UNA RICETTA Ancora una volta il Policlinico Umberto I è alla ribalta dei media. Purtroppo non per episodi di qualità. Si parla invece - e sulla base dei fatti - di episodi di malasanità, di irregolarità nelle sale operatorie, di fatiscenza delle strutture, di arretramento nelle prestazioni, di pesantezza finanziaria, destinata ad aggravarsi per i debiti del vecchio Policlinico, che si sono trascinati fino ad oggi. Intanto, altre strutture ospedaliere puntano sull'eccellenza. Si pensi all'Ospedale San Camillo che realizza in pochi anni un centro di cardiochirurgia e uno di chirurgia dei trapianti di riferimento a livello nazionale, chiamandovi professionisti di prestigio. è inevitabile ripensare con amarezza al tempo in cui il Policlinico Umberto I, policlinico universitario della Sapienza, il più grande ateneo d'Europa, rappresentava la punta di diamante del sistema sanitario nazionale. Eppure continuano ad esserci competenze di pregio, accompagnate da disponibilità umana e professionale, sia tra i medici, che tra il personale sanitario. Un contesto nel quale appare ormai difficile "fare scuola", cioè attrarre e formare nuovi talenti. Pena l'inarrestabile declino, occorre un intervento deciso che affronti con determinazione i nodi del Policlinico. Partendo da una semplicissima constatazione. Si tratta di una struttura universitaria sanitaria, che, per sua natura e vocazione, dovrebbe porre in sinergia didattica, ricerca e assistenza. Allora, sia l'Azienda che La Sapienza devono fare fino in fondo la loro parte, chiudendo definitivamente con rimpalli e rimbalzi di responsabilità. Il Policlinico Umberto I ha bisogno di essere governato finalmente secondo una linea univoca e chiara. Alcune priorità sono quasi obbligate. Scegliere qualità e merito, come parametro esclusivo nell'assegnazione delle responsabilità mediche e sanitarie e nell'uso delle strutture. Lotta agli sprechi di ogni genere, finanziari, nell'utilizzo delle attrezzature e degli impianti, nella destinazione delle risorse umane. Assoluto rigore e trasparenza negli appalti e in tutte le procedure di acquisto di beni e servizi. Effettiva fattibilità degli interventi di risanamento edilizio. Deve cessare il deprimente balletto di lavori che vengono annunciati e poi non realizzati a causa - affermano i responsabili sanitari e universitari - delle più svariate ragioni. Il rebus va risolto una volta per tutte. Se è possibile, sotto il profilo economico, amministrativo, organizzativo, risanare le attuali strutture, lo si faccia e in tempi certi. Altrimenti si dichiari pubblicamente che occorre realizzare una nuova struttura e si chieda l'impegno di tutte le istituzioni, compreso il governo nazionale. Chi ha diretto finora il Policlinico Umberto I, dal versante universitario e da quello sanitario, ha la responsabilità del risultato di oggi e deve trarne le conseguenze.


I punti della prossima riunione (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-11-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: BAT - data: 2007-11-11 num: - pag: 9 categoria: BREVI I punti della prossima riunione S LA CONVOCAZIONE La seduta del Consiglio comunale di Andria, convocata dopodomani alle 18.30, prevede la discussione 70 interrogazioni. Tra queste, 64 risalgono al novembre 2006. S LE URGENZE Tra gli argomenti c'è l'approvazione del regolamento di igiene del centro storico, che consentirà l'apertura di nuovi esercizi pubblici. Non è chiaro, invece, se verrà esaminata la proposta di alcuni consiglieri per il taglio del 25% di indennità e gettoni di presenza. S SCHE-MI SPENTI Da quasi un anno le sedute non sono trasmesse in diretta tv, ma c'è un nuovo bando di gara per la diffusione in differita.


Addio Ato. E i Comuni risparmiano La Finanziaria: via gli Ambiti territoriali, finanziati dagli enti locali (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 11-11-2007)

 

Di MATTEO INCERTI ATO ADDIO. Con la Finanziaria in votazione è prevista l'abolizione degli Ambiti Territoriali Ottimali, enti istituiti per legge nel 1999 e operativi a Reggio dal 2001 che si occupano di fissare le tariffe su acqua e rifiuti e forniscono le linee guida alle istituzioni locali. L'emendamento presentato dal senatore Giovanni Legnini, che è anche relatore di maggioranza per la legge Finanziaria, prevede che dal 1 luglio 2008 le Ato attuali siano soppresse. Entro questo termine le Regioni "procedono alla ridefinizione degli ambiti territoriali ottimali ai fini dell'attribuzione delle funzioni di gestione alle province di riferimento che possono svolgere in forma associata". I risparmi di spesa è scritto in Finanziaria "sono destinati alla riduzione di tariffe e servizi". In pratica questa misura di riduzione dei costi della politica, dovrebbe servire a frenare gli aumenti pur previsti nelle bollette di acqua e rifiuti dove ad esempio è previsto un sostanzioso aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti non riciclabili. L'ATO di Reggio oggi è presieduta dal sindaco di Poviglio Stefano Carpi (Pd). A finanziare il bilancio delle Agenzie d'Ambito sono stati fino ad oggi stati i Comuni(per il 95%), la Provincia e gli Enti gestori. Da noi quindi Enia (prima Agac), la Sabar e la Sii di Toano che cura la rete idrica pubblica di quel Comune. Ogni Comune reggiano dal 2001 in percentuale al numero di abitanti contribuiva alle spese ATO. A Reggio sono state in carico dei Comuni le spese ATO per il 'servizio idrico integrato' che nel bilancio 2007 ammonta a 220.259 euro. Di questi 207.012 euro coperti dai Comuni (59.330 euro dal Comune di Reggio) e 13.247 euro suddivise tra Enia, Sabar e Sii Toano. Il servizio gestione rifiuti 220.259 euro nel 2007 invece è posto interamente a carico degli enti gestori,che comunque sono o a totale partecipazione pubblica (Sabar) o parziale (Enia). Tra le attività dell'Ato di Reggio, anche consulenze e studi per 175.541 euro finanziati con denaro pubblico da parte della Regione Emilia Romagna per 'contributi per i piani d'ambito'. Qualche esempio. I 100.650 euro per la consulenza sul piano rifiuti e la gestione della raccolta differenziata affidata a dicembre 2005 al Cipa srl del professor Eugenio De Fraja Frangipane ed al Polititecnico di Milano considerati tra i massimi esperti di piani rifiuti che prevedano inceneritori. - -->.


Prodi taglia-tutto se la prende con i mini-sindaci (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 11-11-2007)

 

Roma 11-11-2007 Prodi taglia-tutto se la prende con i mini-sindaci FRANCESCO DI MAJO TIZIANA LAPELOSA C'è la Casta e poi c'è la Castina. Della prima ne fanno parte il Governo, il Parlamento e il Senato. Quelli attuali, naturalmente. Perché i tagli previsti dalla Finanziaria per ridurre i costi della politica scatteranno a partire dalla prossima legislatura. Ma della Casta fanno parte anche le Regioni. Intoccabili anch'esse, tant'è che non vengono nemmeno citate nel documento antisprechi. E dire che i consiglieri, tantissimi - soltanto il Lazio ne conta 70 - sono equiparati ai deputati. Stessa indennità, stessi scatti, stessi privilegi. In fondo, poi, c'è la Castina. Ci sono le Province (ogni tanto si parla di una loro soppressione, si dice che non servono a niente. Ma, meglio tenerle, convengono tutti, non si sa mai), ci sono i Comuni, e ci sono i Municipi. Tutti dovranno ridurre gli assessorati, non potranno essere più di 12, e gli incarichi non potranno essere cumulati. Tutti contenti? Macché. I destinatari del provvedimento si sentono presi in giro. Ma come, sembrano voler dire all'unani mità, tocca proprio a noi tirare la cinghia? Noi che già siamo penalizzati con un budget a disposizione che dire ridicolo è poco? Per i consiglieri municipali parla Mario Staderini, capogruppo della Rosa nel Pugno in I Municipio. "Stando alla situazione attuale noi consiglieri municipali guadagnamo, cumulando il massimo dei gettoni di presenza, circa 900 euro. È sbagliato che la remunerazione sia basata", spiega il consigliere, "sulla presenza e non sul voto, andando a non considerare l'efficienza dell'azione politica ma solo la presenza dei rappresentanti". Nei Municipi non esistono particolari agevolazioni o benefit, solo la possibilità per i presidenti e gli assessori di avere un accesso alla Ztl. Con il taglio in Finanziaria, i mini-consiglieri avranno un tetto massimo di guadagno che non superi 1/4 dei soldi destinati al presidente che, a sua volta è legato all'indennità del sindaco. Quindi se il presidente guadagnerà meno in rapporto al primo cittadino, i gettoni dei consiglieri municipali saranno, in valore assoluto, decurtati ulteriormente. "Bisognerebbe", propone Staderini, "ridurre il numero dei municipi, ad esempio 6 su tutta Roma, e dotarli di maggiori poteri decisionali, sostituendo i gettoni ad indennità come quelle dei parlamentari o dei consiglieri regionali". Non solo Municipi. Anche i consiglieri dell'Aula Giulio Cesare alzano i toni, da destra a sinistra, contro la decisione del governo di alleggerire i rappresentanti degli enti locali più vicini ai cittadini. "È sbagliato penalizzare noi consiglieri comunali e municipali", dichiara Pino Battaglia, capogruppo de l'Ulivo in Campidoglio, "noi consiglieri comunali guadagnamo al massimo 2.116 euro, 1/3 dell'indennità del sindaco. Ora andremo a prendere fra i 1.600-1.700 euro, ovvero 1/4 di quanto prende il sindaco. Il Senato", sottolinea Battaglia, "ha votato giovedì scorso il blocco degli stipendi dei parlamentari per cinque anni. Quelli dei consiglieri comunali non solo sono congelati da dieci anni, in più li hanno ridotti del 20%". Gli eletti nella passata consiliatura prendevano al massimo, sempre in base ai gettoni di presenza, circa 2.500 euro, ridotti nell'attuale composizione consiliare a circa 2.100 euro. Poi ci sono gli assessori, municipali, comunali e provinciali. I loro compensi sono legati a quelli rispettivamente di presidente, sindaco e presidente della Provincia, e non possono superarne il 75%. Più duro nei toni è il capogruppo capitolino dell'Udc, Dino Gasperini che, riguardo al taglio, osserva: "È una vergogna che un consigliere regionale del Molise, regione con 300.000 abitanti, prenda più di 10.000 euro al mese e abbia la previdenza, mentre a noi consiglieri del Comune di Roma sia riconosciuta una vera e propria miseria. Questo taglio", conclude Gasperini, facendo riferimento ai differenziali retributivi degli amministratori locali, "è quasi un'istigazione a delinquere e porta sempre di più la politica ad essere un ruolo destinato solo a chi è già ricco di famiglia". Foto: IN AULA GIULIO CESARE Il provvedimento sui costi della politica farà dimagrire il portafoglio di 60 consiglieri comunali e 475 consiglieri municipali. Foto Di Meo LE REAZIONI STADERINI (RNP) "Noi consiglieri municipali guadagnamo circa 900 euro al mese. Sbagliato basare la remunerazione sulla presenza e non sul voto, senza tenere conto l'efficienza dell'azione politica, ma solo la presenza dei rappresentanti". BATTAGLIA (ULIVO) "Gli stipendi dei consiglieri comunali non solo sono già congelati da dieci anni, in più li hanno ridotti del 20 per cento. Adesso al posto degli attuali 2.100 mila euro, prenderemo tra i 1.600 e i 1.700 euro". GASPERINI (UDC) "È una vergogna che un consigliere regionale del Molise prenda 10 mila euro al mese e abbia la previdenza, mentre a noi consiglieri del Comune sia riconosciuta una vera e propria miseria". Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Santagata e rizzo un 'duello' su la casta (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 11-11-2007)

 

Incontro alla Meridiana Santagata e Rizzo Un 'duello' su La Casta Interessante incontro venerdì sera alla Meridiana di Casinalbo: tema "I costi della politica: Tagliamo o no?" ha visto infatti un vivace scambio di opinioni tra Giulio Santagata, ministro per l'Attuazione del Programma e Sergio Rizzo co-autore con Gian Antonio Stella de "La casta. Così i politici italiani diventano intoccabili". E proprio i politici sono stati al centro del dibattito, sostenuto da un pubblico caldo e desideroso di cambiamenti; trattati inoltre molti argomenti, dal potere delle province ai costi della politica oltre che ovviamente del tanto discusso taglio del numero dei ministri. Santagata manifesta immediatamente la sua soddisfazione per le notizie che arrivano dal Senato: "Giornata positiva poichè il Senato ha approvato molti articoli che facevano parte del disegno di legge a fine estate". Il ministro esternando la sua soddisfazione si riferisce chiaramente all'approvazione in Senato del taglio dei ministri, ma anche di assessori e consiglieri; oltre che alla riduzione di una serie di spese incredibili per le trasferte degli amministratori locali. Piccante e decisa la risposta di Rizzo: "Queste decisioni sono piccoli contentini rispetto ai grandi cambiamenti che la Politica dovrebbe fare. Il numero medio di consiglieri nelle società è troppo elevato; per fortuna qualcuno ha capito che se non si cambia, il problema diventa serio. Oggi fa notizia che Prodi gira in treno come tutti. Ma dove è la notizia? L'assurdo è che dovrebbe essere una normalità invece in Italia non lo è". Santagata manifesta la sua meraviglia sul tema viaggi: "Mi chiedo perchè - dice - il tema spostamenti degli amministratori oggi venga tanto affrontato, quando in passato si volava molto di più. Berlusconi girava in aereo con 32 persone, Prodi in treno con 4. Inoltre il deficit pubblico è passato dal 4.4 al 2.2, quindi mi chiedo perchè si parla di costi della politica in un momento di sostanziale miglioramento". "Il sistema politico è talmente inefficace che la competività del Paese ne risente - risponde Rizzo. E' impossibile che ci vogliano decenni per costruire la Modena-Sassuolo o il Poliambulatorio. Mi chiedo perchè non vengano eliminate le Province, non servono. Se non interveniamo rimaniamo indietro, in Europa ci stanno sorpassando tutti. Come mai solo in Italia, negli ultimi 60 anni è aumentato il numero dei Comuni?". Santagata si dice anche d'accordo con Rizzo ma precisa che in tutta Europa esistono enti intermedi e chiude la serata proponendo una riqualificazione generale delle Province, dando loro compiti nuovi e più specifici. (nikolas cremonini).


Cala la scure sulle poltrone, tutti contro tutti (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 11-11-2007)

 

Di Giusy Andreoli Cala la scure sulle poltrone, tutti contro tutti Ma per gli esclusi sono previsti "premi di consolazione": 9 posti nel comitato di sorveglianza IL DIKTAT DELLA FINANZIARIA Entro il 22 novembre il cda dovrà essere ridotto da 14 a 5 membri VIGONZA. Come tutte le municipalizzate, anche Etra entro il 22 novembre dovrà adeguare lo statuto, riducendo il consiglio d'amministrazione da 14 a 5 componenti come prevede la Finanziaria 2007. Si può comprendere come le trattative siano febbrili e molte le sgomitate. La questione è complicata perché Etra è formata da 3 distinte realtà territoriali, il Padovano con Seta (che nasce come somma di 3 consorzi), il Bassanese con Brenta Servizi, l'Asiaghese con l'Altopiano Servizi. E tutt'e tre ambiscono a mantenere la loro quota di rappresentanza. Oggi Seta ha in CdA 8 consiglieri, Brenta Servizi 4, Altopiano 2. Seta, avendo un maggiore peso, ora ne pretenderebbe 3 su 5. Ma accetterà il Bassanese, in Etra con 19 Comuni, di avere una sola rappresentanza al pari dell'Asiaghese, presente con 8 Comuni? La questione, fin qui, è tecnica. Poi c'è la questione politica. I 72 Comuni che formano Etra sono a maggioranza di centrodestra. Mentre i 6 consiglieri vicentini sono tutti di quell'area, i padovani si suddividono così: 3 FI Italia (compresi il presidente Stefano Svegliado e l'amministratore delegato Mirko Patron), 2 di centrosinistra, 1 ciascuno a Lega, An e Udc. Ma nel centrodestra nessuno vuole rinunciare alla sua visibilità. E il centrosinistra ha il diritto di essere rappresentato: impossibile accontentare tutti con soli 5 posti. Agli esclusi va incontro il nuovo statuto, approvato la settimana scorsa dall'Ato Brenta, con i nuovi requisiti per la composizione del CdA: prevede che venga eletto da un comitato di sorveglianza formato da un numero imprecisato di commissari, 7 o 9. Insomma, si esce dalla porta e si rientra dalla finestra. Lo Statuto, per essere valido, dovrà essere approvato davanti a un notaio dall'assemblea dei soci Etra, formata dai sindaci dei 72 Comuni. L'assemblea sarà valida solo se sarà presente il 75% dei convocati. Successivamente si eleggerà il comitato di sorveglianza che a sua volta nominerà il nuovo CdA. I tempi sono strettissimi: una decina di giorni. E trovare un equilibrio territoriale, e politico, non è semplice. La normativa riduce drasticamente i componenti dei CdA per abbattere i costi. Per questo i componenti del comitato di sorveglianza percepiranno solo un gettone di presenza. Se saranno amministratori, nemmeno quello. Per il centrosinistra è una buona legge, per il centrodestra il risparmio viene in parte vanificato dai compensi da assegnare alla nuova figura del direttore generale, parte integrante dei CdA. Dovrebbe essere trovato all'interno dell'azienda, essere un tecnico e non un politico. Ma forse stavolta la legge chiede davvero troppo.


Quattro assessori da licenziare Un <rompicapo> per la Moratti (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 11-11-2007)

 

Quattro assessori da licenziare Un "rompicapo" per la Moratti di Giannino della Frattina - domenica 11 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato (...) Ognuno avrà così, trionfo della democrazia, la sua personalissima nuova giunta. Con gli assessori licenziati. Mentre a Roma, invece, le poltrone hanno deciso di tenersele ben strette. Come sempre. E allora via al taglio dei ministri, ma solo a partire dal prossimo governo. Adesso tutti bene incollati. A riportare a dodici i dicasteri, come già previsto dalla riforma Bassanini del 1999, c'è sempre tempo. Come per ridurre a un massimo di sessanta il numero totale dei componenti del governo, compresi quindi viceministri e sottosegretari che col centrosinistra hanno sfondato addirittura quota cento. Alla Moratti resta l'arduo compito di sforbiciare. Forse non così malvolentieri visto che il sindaco, come racconta una gola profonda interna al Palazzo, vorrebbe metter mano a un rimpasto. Liberandosi di qualche assessore del cui lavoro non è davvero soddisfatta. Ma ora l'operazione si farà ancor più complicata. Con i partiti di mezzo e i conti del bilancino Cencelli da far tornare. E allora si tornerà presto a parlare di modulo: un 7-4-3-1-1 da rivedere. Oggi, infatti, sono sette le poltrone di Fi (Giovanni Terzi, Tiziana Maiolo, Bruno Simini, Carlo Masseroli, Ombretta Colli, Stefano Pillitteri e Andrea Mascaretti), quattro quelle in quota Moratti (Mariolina Moioli, Luigi Rossi Bernardi, Vittorio Sgarbi ed Edoardo Croci), tre quelle di An (il vicesindaco Riccardo De Corato, Carla De Albertis e Maurizio Cadeo), una per la Lega Nord (Massimiliano Orsatti) e l'Udc (Gianni Verga). La trattativa si aprirà già domani, quando i colonnelli del centrodestra si riuniranno a Palazzo Marino per discutere di ticket e altro. "I tagli - mette le mani avanti De Corato - saranno solo a partire dalle prossime elezioni. Fra gli assessori c'è chi ha rinunciato a un posto da consigliere per entrare in giunta, non credo sia possibile mandare a casa nessuno". Ma le novità della Finanziaria non si fermano qui. Nel testo, infatti, ci sono anche le norme contro le "spese pazze". In caso di viaggio, per gli amministratori viene fissato un rimborso forfettario (stabilito con decreto dal ministero dell'Economia) invece dell'indennità di missione. Stretta anche per gli stipendi degli amministratori con un limite al cumulo dei gettoni di presenza di consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali e delle comunità montane: in totale al massimo un quarto dell'indennità del sindaco o del presidente. Ma, soprattutto, divieto di cumulo con altri compensi di enti collegati e quello con compensi legati ad enti diversi. Nessun compenso, allora, per gli amministratori che parteciperanno a organi o commissioni se tale partecipazione è connessa all'esercizio delle proprie funzioni pubbliche. Limitata, poi, la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita.


E ora gli assistiti rischiano di dover pagare le medicine (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 11-11-2007)

 

Di Redazione - domenica 11 novembre 2007, 07:00 Stampa Dimensioni Versione PDF Invia ad un amico Vota 1 2 3 4 5 Risultato "Se le 1.433 farmacie del Lazio, 994 della quali a Roma e provincia, sono state costrette a preannunciare iniziative di protesta, la colpa è del governo che si comporta in modo ambiguo e non è in grado di rispettare gli impegni presi pubblicamente". È quanto sostiene Cesare Cursi, responsabile del dipartimento Sanità di An. "Il ministro della Salute Livia Turco, a luglio, dopo l'approvazione dell'emendamento a firma D'Elia per consentire la vendita di medicine con la ricetta nei supermercati e nei negozi di parafarmacia - ricorda il senatore - dichiarò pubblicamente, a nome del Governo, che al Senato avrebbe chiesto e ottenuto la soppressione di tale norma che il governo non condivideva. Il ministro Turco affermò che far uscire questi farmaci dalle farmacie avrebbe voluto dire non comprendere il sistema di garanzie offerto dalle farmacie stesse e scegliere una strada pericolosa che nessun Paese al mondo ha percorso". "Oggi, si viene a sapere - prosegue Cursi - che all'interno del governo qualcuno e non il ministro Turco, vuole regalare alla grande distribuzione e alle parafarmacie i medicinali con ricetta e domani molto probabilmente, anche i farmaci del Servizio sanitario nazionale. Lo stesso ministro Bersani, che oggi stigmatizza il comportamento delle farmacie, non sembra avere le idee chiare. Da dietro le quinte, sostiene la norma voluta dal deputato D'Elia (che, tra l'altro, a quanto risulta ha una sorella farmacista, titolare di una parafarmacia a Roma, nel quartiere Parioli), ma a suo tempo aveva dichiarato che il suo compito, in materia di farmaci, si era esaurito con la libera vendita dei medicinali senza ricetta negli esercizi commerciali". "Qual è la linea del governo? - si chiede Cursi - Non si sa. Anche su questa materia la maggioranza è divisa. Ma la questione va chiarita al più presto per evitare che i farmacisti possano disdire la convenzione con il Servizio sanitario nazionale e quindi vendere i farmaci a pagamento con grave disagio per i cittadini che non potranno più ritirare i farmaci gratuitamente ma li dovranno pagare per poi chiedere il rimborso alle Asl".


SANITÁ/1 La protesta delle farmacie (sezione: Costi dei politici)

( da "Brescia Oggi" del 11-11-2007)

 

Egregio Direttore, dopo tanti bei discorsi sul ruolo primario svolto dalle farmacie a tutela della salute dei cittadini , dopo la tanto sbandierata e preoccupata solidarietà di alcuni politici in difesa della categoria, apprendo la notizia che i farmacisti, per creare disagio e contrastare in Parlamento l'approvazione del pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni, vogliono uscire dal Sistema Sanitario Nazionale per cui gli utenti dovranno pagarsi in toto i farmaci, anche quelli di fascia A: spero sia solo una presa di posizione polemica ma non attuabile. Ora diciamocelo fuori dai denti: da un lato si teme per eventuali ripercussioni economiche e dall'altro si specula per battaglie politiche a spallate. Ancora una volta si ha l'impressione che, in nome di altisonanti valori o ideali, vi sia qualcuno sempre intento a salvaguardare e mantenere i propri privilegi e qualcun altro a cui non stiano così a cuore i reali interessi dei cittadini. Fabio Leoni.


<Sanità veneta, modello nazionale di efficienza> (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 11-11-2007)

 

CONVEGNO. L'assessore regionale alle Politiche sanitarie interviene al Forum della Studio Ambrosetti a Cernobbio "Sanità veneta, modello nazionale di efficienza" Martini: "L'immigrazione massiccia richiede forti investimenti per le cure primarie e la prevenzione"   "Ho ritenuto fondamentale evidenziare oggi come la Regione del Veneto abbia posto il tema della continuità assistenziale quale cardine dello sviluppo delle Politiche sanitarie e come nel nostro Paese non esista modello unico di sistema sanitario, ma una differenziazione organizzativa legata alle varie tradizioni e alle potenzialità di ogni Regione". Così ha detto l'assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, al secondo Forum Meridiano Sanità, Studio Ambrosetti a Villa D'Este di Cernobbio (Como). "In particolare, ho presentato il modello veneto di assistenza primaria che, per molti versi, avendo iniziato il suo processo di adeguamento nel 1997 - ha sottolineato - ha già superato molte tappe verso un innalzamento della qualità e della quantità delle cure primarie. Nella Regione del Veneto è in piena implementazione lo sviluppo delle Utap ( unità territoriali assistenza primaria, che a Verona dopo tanto parlare non sono ancora partite ndr) nei loro diversi modelli". "Ho, poi, evidenziato come nodo fondamentale - ha poi aggiunto - per avviare processi di integrazione europea sia il dibattito in merito ai sistemi sanitari regionali: il patto di stabilità e la necessità di riduzione della spesa pubblica impongono una razionalizzazione dell'organizzazione dei servizi sanitari e il Veneto ha dimostrato di essere in grado di raccogliere la sfida delle aree sanitarie di eccellenza in Europa". "Tutto si sostanzia anche attraverso il ruolo sempre più forte che sta assumendo la nostra Regione - ha rilevato - nell'ambito del confronto tra i sistemi sanitari delle Regioni europee: in quest'ottica il prossimo 27 novembre a Dussendorf il Veneto sarà capofila al Forum degli Assessori della Sanità delle Regioni europee grazie alla sua stretta interazione con la rete dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità)". "Il grande tema della sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari - ha affermato - impone oggi una accelerazione dei processi di riforma costituzionale in senso federalista come via obbligata e logica per legare competenze di governo, risorse, possibilità di sviluppo dei servizi sanitari in un ottica di reale e stringente responsabilità di bilancio. Tema quanto mai attuale in un Paese come il nostro dove la maggior parte delle Regioni del Centro Sud presentano ancora adesso sbilanci di miliardi di euro che siamo costretti a ripianare attraverso le risorse che vorremmo, invece, destinare all'innalzamento della qualità e della quantità delle prestazioni". "Ho qui ricordato che attraverso, la recente stipula dell'accordo con la Regione Lombardia - ha spiegato - la Regione del Veneto fa capo ad una massa critica di 15 milioni di cittadini e ad una produzione di PIL pari al 33% del PIL nazionale". "Ho infine sottolineato -conclude Martini- come l'immigrazione massiccia di cui è oggetto attualmente la nostra Regione comporti proprio in ambito di cure primarie e di prevenzione la necessità di forti investimenti". Durante i lavori del II Forum Meridiano Sanità è emerso grande interesse per la presentazione da parte dell'Assessore Martini dell'imminente delibera di Giunta per la promozione di screening sanitari nei confronti delle badanti che sono a stretto contatto con soggetti ad alta fragilità sanitaria. Scelta resa necessaria dal fatto che in Veneto è emersa una recrudescenza di patologie come la tubercolosi debellate da decenni. Sarà la prima delibera di giunta del genere in Italia.  .


Con la riduzione degli Ato sui rifiuti più cara la tassa per il 60% dei toscani (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 12-11-2007)

 

FORZA ITALIA ATTACCA LA REGIONE SULLA PRIMA MISURA PER TAGLIARE I COSTI DELLA POLITICA "Con la riduzione degli Ato sui rifiuti più cara la tassa per il 60% dei toscani" ? FIRENZE ? MACCHE' risparmio, altro che taglio ai costi della politica. Se passerà la proposta della giunta regionale, che punta a ridurre gli Ato (Ambiti territoriali ottimali) dei rifiuti dagli attuali dieci a tre soli di "area vasta", a rischiare sono i cittadini. Lo spettro, dicono Maurizio Dinelli e Paolo Marcheschi, capogruppo e consigliere di Forza Italia, si chiama stangata. A giudizio dei due esponenti "azzurri", a rischiare l'aumento della tassa sui rifiuti sarebbe addirittura il 60% delle famiglie toscane. Un numero enorme, da stimare in 850mila nuclei. IL RAGIONAMENTO di Dinelli e Marcheschi parte a monte della proposta di legge della giunta regionale. Prende spunto cioè dal decreto Ronchi, che la Regione ha recepito con una sua legge del '98. Che impone il pagamento dell'ecotassa ai Comuni inseriti negli Ato non capaci di raggiungere complessivamente il 35% di raccolta differenziata; se invece l'Ato nel suo complesso ci riesce, indipendentemente da quanto siano virtuosi i suoi Comuni, allora l'ecotassa ? che è una sovrattassa ? non la paga nessuno. MA I CALCOLI dei due "azzurri" portano a scoprire un'amara verità. Dunque, dicono Dinelli e Marcheschi, gli Ato diventano tre: Centro, con le province di Firenze, Prato e Pistoia; Costa, con Massa Carrara, Lucca, Livorno e Pisa; Sud, con Arezzo, Siena e Grosseto. Di questi, solo l'Ato Centro arriverebbe al 35 per cento di raccolta diffirenziata. Per le famiglie degli altri due Ato, secondo Dinelli e Marcheschi, si profila quindi la tassa. I due consiglieri "azzurri" parlano di "paradosso". E lo spiegano con le cifre: la riorganizzazione porterebbe l'Ato centro, che produce più rifiuti (1.053.866 tonnellate l'anno), a pagare meno tasse di chi ha una produzione di rifiuti pari anche alla metà: 955.879 tonnellate l'anno per la Costa, e addirittura solo 552.629 per l'area Sud. CONCLUSIONE amara: "Con questa riforma, quindi, sborserà di più chi produce meno rifiuti". Con una stoccata alla maggioranza: fa demagogia sui consigli di amministrazione da tagliare, ma intanto aumenta le tasse ai cittadini. - -->.


Fuori i compensi dei membri delle partecipate e dei collegi (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 12-11-2007)

 

LAVAGNO. I consiglieri di "Uniti per rinnovare Lavagno" vogliono che i dati siano resi pubblici "Fuori i compensi dei membri delle partecipate e dei collegi" C'è voglia di chiarezza e di trasparenza da parte dei consiglieri appartenenti al gruppo consiliare "Uniti per rinnovare Lavagno", su quanto vengono pagati gli amministratori delle società partecipate dal Comune (la Lavagno Servizi e la Sic 1 Nord) ed i componenti dei collegi di revisione di quelle stesse società. Con una interrogazione a risposta scritta rivolta a Dario Molinaroli, sindaco del Comune di Lavagno, essi chiedono, infatti, di conoscere quali siano i compensi, "comprensivi anche di eventuali gettoni di presenza degli amministratori delle società partecipate dal Comune di Lavagno; di conoscere il responsabile individuato dal Comune di Lavagno e le date di pubblicazione nell'albo e nel sito informatico del Comune delle informazioni sopra richieste e, infine, di conoscere anche i compensi dei componenti dei collegi di revisione delle stesse società partecipate dal Comune di Lavagno". Le loro richieste i consiglieri di minoranza le presentano in base all'articolo 1 comma 735 della Legge 296/2006 (finanziaria 2007) il quale prevede espressamente che "gli incarichi di amministratore delle società conferiti da soci pubblici e i relativi compensi sono pubblicati nell'albo e nel sito informatico dei soci pubblici a cura del responsabile individuato da ciascun ente". "Cosa questa - commenta Simone Albi - che a Lavagno ci risulta non sia mai avvenuta. I dati sui compensi agli amministratori della Lavagno Servizi non si riescono ad individuare nemmeno dalla lettura dell'ultimo bilancio della società. Trattandosi ancora una volta di soldi dei cittadini, dovuti anche all'aumento dell'Irpef comunale e della tassa rifiuti, ritengo che ci vorrebbe maggiore rispetto nei confronti dei contribuenti di Lavagno. Proprio per la trasparenza più volte sbandierata da questa amministrazione". Ora il sindaco deve rispondere entro 30 giorni ai consiglieri di minoranza del gruppo "Uniti per Rinnovare Lavagno".G. C.


La politica costa ancora di più (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 12-11-2007)

 

La politica costa ancora di più DANIELE MARTINI dentro la legge Più fondi alla presidenza del Consiglio e a organi "costituzionali". La riduzione di sprechi e privilegi rinviata a data da destinarsi. Rinviato a data da destinarsi. Potrebbe essere questa la notazione a margine del fascicolo "taglio ai costi della politica" della Legge finanziaria 2008. Come il condannato a morte che non trovava l'albero giusto a cui essere appeso, il governo Prodi non riesce a incrociare il momento opportuno per la riduzione di sprechi e privilegi, operazione che molti invocano da tempo e che lo stesso governo aveva promesso a gran voce. Della limatura degli sperperi di quella che ormai, con una certa dose di distacco, viene chiamata la "casta", il centrosinistra riparlerà, forse, l'anno prossimo. Ammesso che questo esecutivo resti in piedi e non sia nel frattempo travolto dai marosi della manovra di finanza pubblica in discussione in Parlamento oppure non venga stecchito da qualche altro incidente di percorso. Dalla lettura delle tabelle della Legge finanziaria sui saldi relativi alle spese, risulta che a conti fatti anche questa volta aumentano di 134 milioni le uscite dello Stato per la politica, catalogate sotto la generica dizione "organi costituzionali". In compenso diminuiscono gli stanziamenti per impieghi più urgenti e probabilmente più utili, come quelli per la remunerazione del lavoro straordinario di poliziotti, carabinieri, finanzieri, soldati e vigili del fuoco. Su questa voce è prevista una sforbiciata di 97 milioni, proprio nel momento in cui il Paese è sgomentato per episodi raccapriccianti come quello di Tor di Quinto a Roma ed è attanagliato dalla preoccupazione per la diffusione della microcriminalità (vedere a pagina 36). I 134 milioni di maggiori spese per la politica non riguardano le indennità dei membri del Parlamento, cioè le già rigonfie buste paga di deputati e senatori, che per decenza non vengono aumentate. E non riguardano neppure i partiti politici per i quali, anzi, è prevista una contrazione di spesa di 20 milioni. Interessano, invece, la presidenza del Consiglio dei ministri (saldo da finanziare di 20 milioni) e quelli che potrebbero essere definiti i costi polverizzati e diffusi della politica: il fondo nazionale per la montagna (più 50 milioni) e il fondo di sviluppo delle isole minori (più 34 milioni). A cui si aggiunge uno stanziamento per un non meglio precisato fondo nazionale per il servizio civile (altri 50 milioni). Particolarmente significativo l'incremento di spesa per la montagna, soprattutto se messo a confronto con un'altra voce di uscita, quella per le comunità montane, ridotta a furor di popolo di circa 67 milioni dopo la sconcertante scoperta dell'elargizione di fondi statali perfino a comuni che la montagna al massimo la vedono da lontano essendo situati a livello del mare. Nelle settimane passate la lobby dei cocuzzoli aveva reagito all'ipotesi di taglio facendo sfilare in corteo migliaia di valligiani e montanari per le vie di Roma a difesa dei diritti dei "territori svantaggiati". Una manifestazione che deve aver fatto colpo sul presidente del Consiglio e sui ministri che con una mano hanno, sì, ridotto come promesso le spese per le comunità montane, ma per addolcire la pillola con l'altra hanno rimpinguato il fondo montanaro. Altre spese di rilievo in aumento sono quelle per le imprese, catalogate sotto la voce "competitività e sviluppo". Lo stanziamento è di oltre 1 miliardo di euro, quasi per intero concentrato su due voci: promozione dell'alta velocità ferroviaria (560 milioni) e interventi per il settore aeronautico (318). Un impegno massiccio è dedicato alle politiche previdenziali con un saldo netto da finanziare di circa 1 miliardo e 650 milioni, in buona parte dedicati al protocollo sul welfare (1,5 miliardi), cioè all'accordo siglato a luglio dal governo con le parti sociali, imprenditori e sindacati. Altre uscite notevoli, non tanto per l'importo (14 milioni), ma per la tempistica, sono quelle per il terremoto delle Marche e dell'Umbria di 10 anni fa. All'autotrasporto, invece, il governo riserva un trattamento tutt'altro che di favore, con una riduzione di spesa di oltre 56 milioni di euro, in parte compensata con una previsione di minori entrate per una deduzione forfettaria. Una decisione destinata a scatenare malumori perché arriva in un momento non proprio florido per l'attività dei padroncini dei camion. Sul loro business pesa l'aumento record del prezzo del gasolio, il combustibile con cui vengono azionati i tir, indotto dalle quotazioni del greggio arrivate a lambire 100 dollari a barile. Per la prima volta da molti anni a questa parte un pieno di gasolio costa alla pompa quanto un pieno di benzina.


Finanziaria prendi i soldi e vota (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 12-11-2007)

 

Finanziaria prendi i soldi e vota CARLO PUCA BATTAGLIE Per le nuove spese chieste dalla sinistra la legge lievita. Solo certi elettori sono contenti. Il documento, finora riservato, è composto di tre pagine fitte. S'intitola "Legge finanziaria 2008. I risultati ottenuti al Senato dalla sinistra". Riporta i 34 nuovi capitoli di spesa imposti dai partiti di lotta e di governo al ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. È un documento in divenire, aggiornato a penna man mano che le votazioni al Senato si susseguono. Per ora è a uso interno; verrà completato e orgogliosamente diffuso sul territorio quando la Finanziaria 2008 sarà legge. E quando anche la Cosa rossa, la federazione tra Prc, Pdci, Verdi e Sd, diventerà più di un progetto sulla carta. A compilare il documento è Raffaele Tecce, battagliero capogruppo di Rifondazione comunista nella commissione Bilancio di Palazzo Madama. Barba lunga, occhio vispo, Tecce è stimatissimo dai colleghi per quella sua capacità di fare i conti e di spuntarla, sempre e comunque, sulle faccende della Finanziaria. Di Tom Cruise ha poco o punto, ma nell'ambiente lo chiamano "Mission: impossible". Leggendo i singoli capitoli, il soprannome se lo merita tutto. C'è, per esempio, l'emendamento sulla riduzione dei costi della politica che nemmeno Romano Prodi era riuscito a far passare. E lo stanziamento di 30 milioni in 3 anni per le vittime dell'uranio impoverito, che da anni attendono giustizia. Ma per il resto è tutto un paga paga: dall'abrogazione del ticket sulla diagnostica alle agevolazioni per i gruppi di acquisto solidale, dagli interventi a favore del cinema alla stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. E chi più ne ha più ne prenda, ché tutte le strade portano al voto di primavera 2008. Guai però a definirlo ancora assalto alla diligenza, si rischia di essere fuori moda, anzitutto per le cifre. Secondo i calcoli degli esperti, la diligenza che parte nel 2008 potrebbe costare quasi 6 miliardi di euro in 3 anni; una cifra enorme. E poi, causa "malattia del governo" (così parlò Fausto Bertinotti), i senatori del centrosinistra hanno preso a chiamarlo diversamente: "Assalto al carro funebre"; cioè a un governo destinato a vita breve, spallata berlusconiana o meno. Fatto sta che la dinamica è quella di sempre, vale per ogni partito dal 1948 in poi: lucrare sulla Legge finanziaria per ottenere prebende in favore del proprio elettorato. La novità è che il premier dell'oggi, debole nei numeri al Senato, è costretto a inseguire e soddisfare persino i singoli menagramo della sua parte politica. E così, entrata magra in Parlamento nella versione presentata dal governo, la Finanziaria è improvvisamente ingrassata a Palazzo Madama, in commissione Bilancio. Il testo presentato da Padoa- Schioppa comportava per il 2008 maggiori spese di 20 miliardi. L'esame in commissione le ha incrementate per 2,3 miliardi. Se poi si considera l'intero triennio, il totale fa 5,8 miliardi, di cui 4,5 di spesa corrente. Insomma, il primo passaggio parlamentare ha già comportato un aumento di spesa che vale il 12 per cento del totale. E proprio mentre uno studio di economisti indipendenti come Pietro Garibaldi e Tito Boeri (molto stimato da Walter Veltroni) denuncia che il tesoretto del 2007 "è stato di oltre 16 miliardi. Quasi 11 miliardi sono serviti per spese aggiuntive". Non solo. "La parte del leone l'hanno fatta le spese correnti, mentre quelle in conto capitale sono diminuite. Solo 5 miliardi sono andati a ridurre l'indebitamento". Il risanamento, chiude Boeri, "non può fondarsi solo sull'aumento delle entrate, ma passa per la riduzione della spesa pubblica". Altro che rigore, dunque: quello del governo è un clamoroso fuorigioco. A segnare i gol hanno pensato un po' tutti nella maggioranza. Stando ai calcoli dell'ex sottosegretario all'Economia Giuseppe Vegas, al Senato i Verdi hanno capitalizzato emendamenti per ben 824 milioni. Il Partito democratico di Veltroni, che vale 12 volte i voti del Sole che ride, ne ha tesaurizzati meno della metà, 404. Poi ci sono la Sinistra democratica (51), Rifondazione comunista (46), Udeur (2). Tutti uniti come un sol uomo per finanziare il festival pucciniano, l'Apat, gli apicoltori, la ferrovia Roma-Pescara, l'istituto Jean Monnet, il registro nazionali serbatoi di carbonio... Pochi milioni per ogni emendamento e il gioco è fatto: è la somma che fa il totale, direbbe il principe de Curtis. Fosse ancora vivo, sarebbe fantastico vedere Totò nel ruolo di Luigi Pallaro, senatore presunto indipendente eletto all'estero, di fatto un altro peone indispensabile a Prodi. Pallaro ha ottenuto un emendamento che costerà ai contribuenti la bellezza di 36 milioni tra promozione culturale (1,7 milioni), relazioni culturali (6,1), contributi a enti (2), istituti per la cultura (3,5), assistenza dei connazionali (14), iniziative scolastiche (6,5), anagrafe italiani all'estero (1,5); infine c'è un fondo perduto di 700 mila euro per la conferenza dei giovani italiani nel mondo. Non c'è dubbio: il mestiere di italiano all'estero rende, eccome. Di meglio c'è soltanto l'attività di straniero in Italia. Che dire, infatti, della straordinaria performance del Gruppo per le autonomie presieduto da Oskar Peterlini? Insieme a Helga Thaler Ausserhofer e Manfred Pinz ger, Peterlini compone la triade senatoriale della Südtiroler Volkspartei, indispensabile alla sopravvivenza di Prodi. Impossibile negare la loro richiesta di finanziamento, pari a 44 milioni, per gli edifici pubblici di Bolzano, città notoriamente degradata e tartassata dagli altri italiani. Ma tutto serve a difendere il governo. L'emendamento salva-indennità dei magistrati voluto dall'Udeur di Clemente Mastella, come il ritorno del credito d'imposta automatico per i nuovi assunti nel Sud (248 milioni nel 2008) e l'abolizione del ticket di 10 euro sulla diagnostica (834 milioni di euro). Fa nulla che il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, abbia sommessamente fatto notare che sul ticket manca la copertura: l'emendamento rimane, in qualche modo si troverà una soluzione. Creativa. Un pilastro rimane anche l'assunzione dei precari nella pubblica amministrazione, 60 milioni di euro in 3 anni, seppur mitigata dopo le proteste di Lamberto Dini. Che ancora si lamenta, ma pure ha avuto la sua parte: il taglio dell'ici per la prima casa esteso ai redditi superiori a 50 mila euro costa 81 milioni di euro. Non bruscolini. Fanno caso a sé il bonus per le pensioni basse e gli incapienti, prebende da almeno 150 euro per circa 10 milioni di italiani, sulle quali tutti sono d'accordo da sempre, per ragioni opposte: Prodi ha investito per salvare il governo; la maggioranza per cominciare la campagna elettorale. Solo così l'Unione fa la forza. E anche la spesa.


Lezioni per esperti di progetti europei (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 12-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: ECONOMIA E IMPRESE LAVORO E C data: 2007-11-12 - pag: 26 autore: MASTER UNIVERSITà DI PERUGIA ECA' FOSCARI DIVENEZIA Lezioni per esperti di progetti europei Marco De Ciuceis Sono aperte le iscrizioni all'Università di Perugia per il master di secondo livello in "Politica e cooperazione internazionale "a all'Università Ca' Foscari di Venezia per il master di primo livello in "Progettazione comunitaria per l'innovazione e la competitività". Entrambi puntano a formare professionisti capaci di presentare programmi e gestire le risorse dei Fondi strutturali europei - che nel periodo dal 2007 al 2013 avranno un ammontare superiore ai 270 miliardi di euro. I Fondi rappresentano lo strumento finanziario con cui la Commissione mira a realizzare i suoi obiettivi e sono gestiti direttamente dalla Direzione generale competente per materia, attraverso la pubblicazione di bandi per la presentazione dei progetti di cui si richiede il finanziamento da parte di persone giuridiche (Università, centri di ricerca, enti pubblici, enti privati, Ong, imprese) e talvolta anche da persone fisiche stabilite negli Stati membri della Ueo appartenenti ad altri Paesi che partecipano ai programmi. "Il nostro master –spiega Luciano Tosi, professore della Facoltà di scienze politiche di Perugia – dopo un primo percorso comune, si dividerà in due indirizzi: Relazioni e organizzazioni internazionali e Relazioni internazionali degli enti territoriali. Il secondo ha il compito di formare professionalità che siano in grado di curare i rapporti con l'Unione europea,tutelare i prodotti locali, curare la progettazione per la richiesta dei finanziamenti, da parte di Comuni, Province e Regioni, cui il nuovo titolo V della Costituzione ha assegnato molte più competenze rispetto al passato". Le tasse di iscrizione sono fissate in 2.500 euro. Più rivolto al mondo delle imprese è il master coordinato dal professor Mario Volpe della sezione distaccata della Ca' Foscari a Treviso. "Il nostro percorso di studi, che probabilmente avrà sede a Conegliano – spiega Volpe – mira a formare progettisti in grado di interloquire con soggetti privati nel formulare proposte candidabili al finanziamento da parte dell'Unione europea e degli altri organismi internazionali. Il nostro tessuto economico imprenditoriale, infatti è molto dinamico, ma non sempre ha il tempo di investire in formazione e professionalizzazione: noi puntiamo a dare ai nostri iscritti quelle conoscenze che siano utili poi alle aziende per presentarsi più forti sul mercato europeo e globale". Le tasse d'iscrizione ammontano a 3.600 euro. OBIETTIVO UNICO Lo scopo è formare professionisti capaci di gestire i finanziamenti ottenuti grazie ai Fondi strutturali comunitari.


Circoscrizioni, la corsa ai gettoni d'oro (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 12-11-2007)
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Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2007-11-11 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE In 176 occupano "moltiplicandosi" 475 posti. Spese aumentate del trenta per cento rispetto a ottobre dello scorso anno Circoscrizioni, la corsa ai gettoni d'oro Più commissioni speciali. Consiglieri iscritti a 8 contemporaneamente VERONA - Visto l'importo del gettone di presenza (47 euro scarsi contro i 144 che percepiscono i consiglieri comunali) saranno pure "poltroncine ", ma il loro numero continua a crescere. Nel 1978, le commissioni consiliari delle Circoscrizioni erano state pensate per favorire la partecipazione dei cittadini alla politica (partecipazione priva di oneri per il Comune perché su basi volontaristiche e gratuite, oltretutto). Oggi, invece dei 1.075 posti di commissario nelle 8 circoscrizioni comunali, quasi la metà (475, il 44%) sono occupate da consiglieri circoscrizionali. La cui partecipazione è retribuita, con dispendio di risorse pubbliche. A ottobre i gettoni-presenza riconosciuti ai consiglieri di circoscrizione sono stati 841, per 39 mila euro, un terzo in più di quanto speso nello stesso periodo dell'anno precedente. " A pagina 3 Marcolongo.


Poltrone in circoscrizione, spese aumentate del 30% (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Veneto" del 12-11-2007)
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Corriere del Veneto - VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-11-11 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Poltrone in circoscrizione, spese aumentate del 30% Più commissioni speciali. Consiglieri che si iscrivono a8contemporaneamente. Boom di gettoni di presenza VERONA - Visto l'importo del gettone di presenza (47 euro scarsi contro i 144 che percepiscono i consiglieri comunali) saranno pure "poltroncine", ma il loro numero continua a crescere, ed il trend è virtualmente incontrollabile. Sì, perché, in origine, nel 1978, le commissioni consiliari delle Circoscrizioni erano state pensate per favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica. Oltretutto, la partecipazione dei cittadini comuni alle commissioni circoscrizionali è priva di oneri per il Comune perché avviene su basi totalmente volontaristiche e gratuite. Ma oggi quello che si scopre è che dei 1.075 posti di commissario distribuiti nelle otto circoscrizioni comunali, quasi la metà (475 in cifra assoluta; 44% in valore percentuale) sono occupate da consiglieri circoscrizionali. La cui partecipazione alle commissioni, a differenza di quella dei cittadini comuni, viene retribuita. Grande, dunque, il dispendio di risorse pubbliche. Nel mese scorso, per esempio, i gettoni di presenza riconosciuti dal Comune ai consiglieri di circoscrizione sono stati 841, per una spesa totale di 39 mila euro, un terzo in più di quella registrata nello stesso periodo dell'anno precedente. Nell'ottobre 2006 i gettoni erogati erano stati infatti 643, per una spesa di quasi 30 mila euro. In mezzo ci sono state le elezioni, l'insediamento dei nuovi "parlamentini" e l'immancabile aumento delle commissioni. Dalle 73 di appena pochi mesi fa (9 in media per ogni Circoscrizione) le commissioni consiliari circoscrizionali sono passate a 79 (quasi dieci per Circoscrizione). Ci si chiederà: ma come fanno i 176 consiglieri circoscrizionali di Verona a occupare 475 posti in commissione? La risposta è ovvia: si iscrivono a più commissioni. E ad ogni seduta (anche nel caso in cui non raggiungano il numero legale) percepiscono il gettone. Gli stakanovisti delle commissioni si ritrovano un po' in ogni circoscrizione, anche se la tendenza non è dappertutto uniforme. In Prima circoscrizione, ad esempio, un capogruppo di un partito di maggioranza è iscritto a ben 8 commissioni. In Terza, forse per tenere alta la bandiera del suo gruppo politico, formata da un unico elemento, un consigliere è iscritta a nove commissioni. Non a caso, forse, la Prima e la Terza Circoscrizione sono quelle che registrano la percentuale più alta di consiglieri nelle commissioni: quasi il 60%. Nella Prima su 170 posti da commissario (11 le commissioni, una in meno della passata amministrazione), ben cento sono occupati da consiglieri. Segue a ruota la Quarta (64 su 112 commissari, pari al 60%), la Sesta (68 su 140, pari al 48%) e la Quinta, con 68 consiglieri su 150 commissari circa. Le più virtuose appaiono la Seconda (con un rapporto del 25%), la Settima (30%) e l'Ottava (26%). Anche se è forse troppo presto per affermarlo con certezza: i nuovi parlamentini si sono insediati da poco e le loro attività stanno ancora scaldando i motori. Michele Marcolongo I POSTI Sui 1075 posti di commissari disponibili, il 44% sono occupati da consiglieri INCARICHI MULTIPLI I 176 consiglieri di circoscrizione occupano (pagati) 475 posti in commissione.


La commissione (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 12-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2007-11-11 num: - pag: 35 categoria: REDAZIONALE SUL G8 A GENOVA La commissione Caro Romano, sento di dover intervenire per rispondere a quanto lei ha scritto sulla commissione parlamentare d'inchiesta sul G8 rispondendo a un lettore. Affermare che la commissione sarebbe "inutile" perché non farebbe che replicare posizioni politiche distanti mi sembra offensivo del concetto di verità rispetto ai fatti che si sono svolti, i quali per loro natura non appartengono a schieramenti politici. Su questi fatti ci sono filmati, atti processuali, testimonianze dirette di manifestanti sì, ma anche di cittadini qualsiasi e di giornalisti di testate non "sospette" che una commissione dovrebbe eventualmente vagliare; escludere che il Paese possa trarre giovamento dal conoscere la verità, e cioè se in quei giorni si sia o no consumata una sospensione dei diritti civili mi sembra grave, molto grave. Così come grave è che lei "ricostruisca " gli eventi ignorando quei filmati e quelle testimonianze, che proponga di chiudere il tutto sulla base della sua versione personale opponendosi a un'eventuale commissione d'inchiesta, delegittimandola, perché, a suo avviso, tanto si sa che i manifestanti erano a Genova per distruggere e che la colpa delle forze dell'ordine è quella di non aver stroncato tale intenzione nei primi cinque minuti. Quanto a Carlo Giuliani, per evitare il pericolo di "beatificazione " lei non ha che da unirsi a noi nella richiesta di un pubblico dibattimento. Noi non abbiamo niente da nascondere. Chi ha qualcosa da nascondere archivia senza processo, rifiuta la commissione. Haidi Gaggio Giuliani Senatrice Prc/SE - Credo che la sua lettera vada letta insieme a quella che il presidente Francesco Cossiga ha indirizzato al presidente del Consiglio ( Corriere del 9 novembre). SVIZZERA Lingue ufficiali Una piccola correzione, la Svizzera ha quattro lingue nazionali: il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio. Grant Benson Chiasso (Svizzera) - La Costituzione svizzera fa una distinzione fra lingue nazionali e lingue ufficiali. L'art. 4 dice che le lingue nazionali sono: il tedesco, il francese, l'italiano e il romancio. Ma nell'art. 70 è scritto: "Le lingue ufficiali della Confederazione sono il tedesco, il francese e l'italiano. Il romancio è lingua ufficiale nei rapporti con le persone di lingua romancia". BICICLETTE Parcheggi custoditi Tutti possono avere una bicicletta. Quello che occorre è maggior sicurezza sulla strada per non dover salire su marciapiedi e parcheggi custoditi. Ricordo ancora che una volta erano disponibili luoghi robustamente recintati, contenenti alte rastrelliere con numerosi ganci. Un solo guardiano sorvegliava lo stretto ingresso e consegnava una medaglia di contromarca, appendendo la bici (con medaglia recante lo stesso numero) a uno dei ganci. Con poche lire si lasciava la bici al sicuro, spesso riparata da una tettoia, e si passava a ritirarla presentando la contromarca rigorosamente controllata dal guardiano. Senza ricorrere a moderne tecnologie, e quindi a un costo irrisorio, questo si potrebbe fare anche oggi e lo spazio occupato sarebbe perfino inferiore a quello previsto per il bike sharing, essendo le bici appese verticalmente. Giusto Buroni giburoni@libero.it PARLAMENTARI La riduzione Tra le novità della Finanziaria mi è parso di capire che ci sarà finalmente la riduzione del numero dei ministri. Ma non da ora, solo dalla prossima legislatura. Tra le altre cose i nostri politici hanno deciso di congelarsi il lauto stipendio ma non certo di diminuirlo. Ancora una volta un'occasione persa. Nico Koper, Aviano (Pn) FONTI ENERGETICHE Sfruttamento del sole A 20 anni dal referendum che ha sancito il no al nucleare, i Verdi manifestano per promuovere e sensibilizzare l'opinione pubblica sull'uso di altre fonti energetiche diverse dal petrolio e dall'energia nucleare. In particolare si punta sullo sfruttamento dell'energia solare (anche se il costo per l'installazione dei pannelli solari è ancora troppo alto e in pratica ha pochi vantaggi). Mi chiedo, però, che cosa si sia fatto in questi venti anni. Ci si accorge solo adesso che esiste il sole? Primo Di Tumulus, Roma SCLEROSI MULTIPLA Problema di farmaci L'articolo 1, comma 796, della Legge finanziaria per il 2007 prevede nel settore delle prescrizioni dei farmaci il divieto per i medici di prescrivere farmaci "off-label", ossia di specialità medicinali che, registrate presso le autorità sanitarie per curare determinate patologie, vengono somministrate, con buoni risultati, per curare patologie differenti da quelle indicate sul foglietto illustrativo. A seguito dell'entrata in vigore della disposizione, molti pazienti, per esempio i malati di sclerosi multipla, non potendo sostituire i farmaci con nessuno tra quelli indicati nella lista ufficiale del ministero della Salute come prescrivibili e a carico del Ssn, saranno costretti ad acquistare i farmaci "off-label" pagandoli interamente. Tra questi non più rimborsabili ve ne sono alcuni che a molti malati di sclerosi multipla permettono di mantenere una discreta condizione di salute e che quindi perderebbero in poco tempo l'autonomia con bisogno di assistenza continua presso strutture sanitarie e conseguenti pesanti oneri a carico dello Stato. Questa grave malattia colpisce soprattutto i più giovani che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro o che lavorano da poco e percepiscono redditi modesti. Chiedo pertanto al ministro della Salute d'intervenire nell'immediato, aggiornando l'elenco ufficiale dei farmaci al fine di prevedere, per i malati di sclerosi multipla, la possibilità di erogare a totale carico del Sistema sanitario nazionale i suddetti farmaci. Alessandro Rasman Trieste IN CASO DI MALATTIA Il certificato Qualora un lavoratore dipendente si ammalasse, avrebbe a disposizione solo due possibilità per far pervenire all'Inps il certificato di malattia entro i tre giorni richiesti: spedizione a mezzo posta oppure consegna a mano. è mai possibile che, in piena era informatica, non si possa ricorrere al computer per poter evadere pratiche di questo genere? Carlo Radollovich carlo.radollovich@ libero.it PER POSTA Troppa pubblicità Tutti i giorni troviamo le cassette per la posta intasate di pubblicità che generalmente non viene letta. Ovviare a questa seccatura non sarebbe difficile, basterebbe applicare una piccola imposta su ogni foglio. Le ditte che spendono migliaia di euro per la stampa e distribuzione, possono aggiungere anche un minimo di spesa per il disturbo che recano al prossimo. Non mi sembra esagerato e lo Stato ne avrebbe vantaggio. Mario Cerini Cavriana (Mn).


Caso Austoni/ L'ex primario di urologia chiede il giudizio immediato. Ma il gup dice di no. L'inchiesta di Affari pag.2 (sezione: Costi dei politici)

( da "Affari Italiani (Online)" del 12-11-2007)

 

Caso Austoni/ L'ex primario di urologia chiede il giudizio immediato. Ma il gup dice di no. L'inchiesta di Affari Lunedí 12.11.2007 10:47 --> I TESTIMONI - L'analisi delle deposizioni delle vittime del medico rivela una prassi stabilita. "Secondo il racconto del testimone, in occasione di una visita effettuata presso la clinica Dezza, l'indagato gli aveva consigliato un intervento chirurgico per risolvere il problema, proponendogli "... di pagare una somma di denaro direttamente a lui che avrebbe agevolato il mio ricovero utilizzando "un canale preferenziale" pur sempre avvalendomi del Servizio Sanitario Nazionale all'interno dell'Ospedale San Giuseppe" - è riportato sull'ordinanza del gip - L'indagato aveva quindi richiesto al paziende il pagamento di una somma di denaro in contanti..." Dopo aver ottenuto i soldi, Austoni avrebbe poi "apposto sul certificato medico la dicitura in rosso "avvisarmi per intervento", segno da cui la segretaria poteva arguire che il ricovero doveva seguire una via preferenziale. L'intervento chirurgico eseguito uno dei collaboratori dell'indagato, non aveva sortito gli effetti sperati dal paziente, in quanto i dolori al testicolo permanevano". La deposizione parla poi "di una delusione in quanto mai mi sarei aspettato che un professionista di tale fama avrebbe esplicitato richieste di denaro non dovute ad alcun titolo visto che l'intervento a cui io venivo sottoposto era in regime di SSN". Lo schema seguito da Austoni sarebbe stato sempre lo stesso. "L'indagato rappresentava al testimone tre opzioni: 'la prima era quella di farmi ricoverare presso l'Ospedale San Giuseppe privatamente ovvero nel reparto solventi; la seconda era quella di farmi ricoverare presso l'ospedale San Giuseppe tramite il Servizio Sanitario Nazionale e la terza era di ricoverarmi presso l'ospedale San Giuseppe tramite il Servizio Sanitario Nazionale ed essere direttamente operato dal Professore stesso', spiegano gli inquirenti. "Io per il bene di mio figlio, ho scelto di pagare anche se ho pensato che non fosse una cosa "corretta", per far sì che mio figlio fosse operato prima ed il meglio che fosse possibile", racconta una delle vittime. (Segue - "Spennatelo per bene") --> << pagina precedente pagina successiva >>.


Vi sentite piu' liberi? (sezione: Costi dei politici)

( da "Blogosfere" del 12-11-2007)

 

Nov 0712 Vi sentite piu' liberi? Pubblicato da Giovanni Sena alle 02:57 in Centrodestra, Centrosinistra Nel 2002 (pieno governo Berlusconi), Daniele Silvestri cantava "la dittatura c'e' ma / non si sa dove sta", riassumendo cosi' un sentire molto diffuso tra gli ambienti della sinistra Italiana. Con Berlusconi al governo, si diceva, e' calata sull'Italia un'ombra di ingiustizia, un regime strisciante che lavora contro la democrazia e le liberta' di pensiero e di espressione. Parole gravi, gravissime, pronunciate pero' con una leggerezza disarmante e sorprendente. Da presentatori televisivi, da giornalisti, da opinionisti e affini. Tutti, rigorosamente, preoccupati dall' anomalia Berlusconi, e altrettanto rigorosamente tutti militanti di sinistra. Bene. Tutto cio' e' storia. Ora pero' cerchiamo di guardarci negli occhi. Concluso il quinquennio di Berlusconi, dopo un anno e mezzo di interregno Prodiano, ed in attesa di un (probabile) nuovo governo Berlusconi, non possiamo piu' sfuggire alla domanda. E' stato vero regime? La democrazia e' stata soffocata dal 2001 al 2006? Le liberta' sono state calpestate? In poche parole, vi sentire piu' liberi oggi di allora? La questione e' stata intelligentemente, e maliziosamente, sollevata nientemeno che da Mr. Santoro settimana scorsa. Ovviamente la prima cosa che viene in mente e' il cosidetto "editto Bulgaro", quando in seguito ad un commento di Berlusconi (al momento in visita a Sofia, in Bulgaria) su certe trasmissioni della RAI, Santoro, Biagi e Luttazzi furono allontanati dalla televisione di Stato. Bisogna osservare che, sebbene Santoro sia oggi tornato alla ribalta, l'ottimo Biagi abbia avuto (prima di lasciarci) solo un breve spazio minore con Rotocalco, mentre Luttazzi tutt'oggi fatichi a sentirsi in armonia con la RAI. Fu dunque orrenda censura? E' in parte continuata anche oltre il regime Berlusconiano? La domanda principale e' pero' un'altra. Voi che vi scandalizzate del Berlusconi miliardario e del conflitto di interessi, trovate che oggi l'informazione sia piu' equilibrata e giusta di allora? Sentite che una volta allontanato Berlusconi dal Palazzo (per una manciata di voti, e non certo per una gloriosa insurrezione unanime, come molti erano pronti a scommettere) si sia sollevata una coltre di censura e di illiberta'? Guardate i telegiornali e le varie LA7 pseudo-indipendenti: sapreste dire che oggi Berlsuconi non e' piu' al governo del Paese? Quante volte avete sentito i mezzi di informazioni liberati dal despota rivelarvi incredibili segreti di Stato? Non mi risulta che le scomode verita' messe a nudo da Stella e Rizzo fossero state censurate dal Cavaliere e dalla sua cricca, e che siano potute emergere solo dopo la sua sconfitta elettorale... O forse qualcuno trovera' anche qui un nesso causale? Guardatevi attorno, guardatevi allo specchio. Avete sentito il crollo del regime? Vi siete riacquistati delle liberta' perdute? Respirate un'aria di maggior democrazia? Delle due l'una. O Berlusconi e' segretamente ancora al Governo, o la dittatura cantata da Silvestri non c'e' mai stata. Ditemi voi. GS.


LAVAGNO. I consiglieri di <Uniti per rinnovare Lavagno> vogliono che i dati siano resi pubblici (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 12-11-2007)

 

LAVAGNO. I consiglieri di "Uniti per rinnovare Lavagno" vogliono che i dati siano resi pubblici "Fuori i compensi dei membri delle partecipate e dei collegi"   C'è voglia di chiarezza e di trasparenza da parte dei consiglieri appartenenti al gruppo consiliare "Uniti per rinnovare Lavagno", su quanto vengono pagati gli amministratori delle società partecipate dal Comune (la Lavagno Servizi e la Sic 1 Nord) ed i componenti dei collegi di revisione di quelle stesse società. Con una interrogazione a risposta scritta rivolta a Dario Molinaroli, sindaco del Comune di Lavagno, essi chiedono, infatti, di conoscere quali siano i compensi, "comprensivi anche di eventuali gettoni di presenza degli amministratori delle società partecipate dal Comune di Lavagno; di conoscere il responsabile individuato dal Comune di Lavagno e le date di pubblicazione nell'albo e nel sito informatico del Comune delle informazioni sopra richieste e, infine, di conoscere anche i compensi dei componenti dei collegi di revisione delle stesse società partecipate dal Comune di Lavagno". Le loro richieste i consiglieri di minoranza le presentano in base all'articolo 1 comma 735 della Legge 296/2006 (finanziaria 2007) il quale prevede espressamente che "gli incarichi di amministratore delle società conferiti da soci pubblici e i relativi compensi sono pubblicati nell'albo e nel sito informatico dei soci pubblici a cura del responsabile individuato da ciascun ente". "Cosa questa - commenta Simone Albi - che a Lavagno ci risulta non sia mai avvenuta. I dati sui compensi agli amministratori della Lavagno Servizi non si riescono ad individuare nemmeno dalla lettura dell'ultimo bilancio della società. Trattandosi ancora una volta di soldi dei cittadini, dovuti anche all'aumento dell'Irpef comunale e della tassa rifiuti, ritengo che ci vorrebbe maggiore rispetto nei confronti dei contribuenti di Lavagno. Proprio per la trasparenza più volte sbandierata da questa amministrazione". Ora il sindaco deve rispondere entro 30 giorni ai consiglieri di minoranza del gruppo "Uniti per Rinnovare Lavagno".G. C.  .


La sfida qualitativa nel comparto sanitario (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 12-11-2007)

 

Oggi è Lun, 12 Nov 2007 Edizione 245 del 10-11-2007 Un progetto mirato sulla qualità per ottenere servizi socio sanitari d'eccellenza La sfida qualitativa nel comparto sanitario Il consigliere Leonardo Padrin ha presentato un questionario per testare il gradimento dei cittadini sul proprio sistema sanitario pubblico di Marco Giusti "Siamo i primi a mettere sotto la lente di ingrandimento il tema della qualità percepita in materia sanitaria. Il Veneto, che a differenza di altre realtà può contare su una rete di servizi sanitari e socio sanitari di eccellenza anche a livello europeo, può vantare il numero più basso di contenziosi tra gli utenti e il sistema, può ostentare un bilancio in assoluto equilibrio, è l'unica Regione ad attivare un progetto mirato sulla qualità. Un atto di coraggio e di grande lungimiranza. Una scelta di civiltà che pone il cittadino e i suoi bisogni di salute al centro della programmazione e soprattutto che gli affida un ruolo da protagonista." Così l'assessore alle Politiche sanitarie, Francesca Martini, ha dato avvio nei giorni scorsi al tavolo di lavoro per lo studio e per lo sviluppo della qualità percepita coordinato dall'Agenzia regionale per i servizi sanitari (Arss). Spiega Martini: "Negli ultimi mesi ho visitato molteplici strutture sanitarie e in un quadro generale di eccellenza ho avuto la certezza che gli attuali sistemi di misurazione della qualità non sono più sufficienti e che servono indicatori assai più complessi di quelli che abitualmente utilizziamo: la quantità delle prestazioni erogate, la validità dei protocolli clinici adottati, la pregevolezza dei percorsi formativi dei professionisti, l'entità dei finanziamenti stanziati, l'alta tecnologia a disposizione dei pazienti. Sono tre le direzioni verso le quali dobbiamo concentrare le nostre azioni: le modalità di prenotazione (la nuova figura del cup manager e il potenziamento della rete degli urp), i tempi di erogazione (la campagna di sensibilizzazione sui giusti tempi della salute), la gestione delle prestazioni (la corretta accoglienza del paziente). Con un obiettivo fondamentale da centrare: assicurare la stessa identica qualità in tutto il territorio veneto." Conclude Martini: "All'inizio del mio mandato ho posto un preciso traguardo da oltrepassare: la fotografia dei servizi sanitari e socio sanitari che guardano le persone che programmano e gestiscono la sanità deve coincidere con l'immagine della rete ospedaliera e territoriale che vedono i cittadini. Sto lavorando in tale direzione. Considererò concluso il mio percorso solamente quando le due foto saranno uguali". E sulla situazione della sanità veneta ha concentrato la sua attenzione anche Leonardo Padrin, consigliere regionale di Forza Italia e componente della Quinta commissione sanità della Regione Veneto che nei giorni scorsi ha presentato un questionario per testare il gradimento dei veneti sul proprio sistema sanitario pubblico. Fino al 10 dicembre chi si collegherà con www.leonardopadrin.com potrà rispondere, protetto dall'anonimato, ad una serie di domande che mirano a verificare quanto sono soddisfatti o quanto si lamentano i veneti dei servizi erogati dalle strutture sanitarie delle 21 Ulss e delle due aziende ospedaliere di Padova e Verona. La prima serie di quesiti è rivolta, appunto, ai cittadini in qualità di fruitori del servizio. Le domande si riferiscono alle risposte fornite dal Pronto Soccorso, dalla guardia medica e dai medici di famiglia ai tempi di attesa, alla fornitura di assistenza da parte dei distretti, ecc. Una seconda serie di domande è rivolta ai dipendenti delle Ulss e serve a verificare il clima che si respira nei luoghi di lavoro delle strutture sanitarie e il loro giudizio sul proprio lavoro e sull'organizzazione interna. Una terza fascia di quesiti è dedicata ai fornitori delle aziende sanitarie ed è mirata a capire il gradimento in merito ai tempi di pagamento alle modalità di gara e alla gestione delle commissioni incaricate delle selezioni. Le ultime domande sono riservate a chi opera nel volontariato nel campo socio-sanitario e servono per capire come funzionano i rapporti tra associazioni e strutture pubbliche. "Credo che questa iniziativa - ha commentato Leonardo Padrin a palazzo Ferro-Fini illustrando il questionario alla stampa - possa essere un utile strumento per cogliere dai diretti interessati, i cittadini, le Ulss che funzionano e quelle, e ce ne sono, che, invece, funzionano meno e sulle quali bisogna perciò intervenire".


FISCO. Lombardia, dalla Finanziaria regionale aiuti ai cittadini meno abbienti (sezione: Costi dei politici)

( da "HelpConsumatori" del 12-11-2007)

 

News FISCO. Lombardia, dalla Finanziaria regionale aiuti ai cittadini meno abbienti 12/11/2007 - 15:43 Abolizione dell'Irpef regionale per i cittadini che hanno un reddito inferiore a 15.500 euro, vale a dire per circa quattro milioni di cittadini. Riduzione dell'Irpef per redditi superiori ai 15mila e 500 euro, eliminazione dei ticket sanitari dal primo dicembre nella specialistica (fermo restando il ticket statale di 36 euro) e azzeramento della tassa sul metano. Parla di "rivoluzione fiscale" Roberto Formigoni, il governatore della Lombardia quando presenta ai giornalisti l'impianto della manovra finanziaria della Regione per il 2008, approvata dalla Giunta. "Si tratta", ha spiegato Formigoni, "di una manovra da 400 milioni di euro e tutto ciò è stato possibile nonostante il taglio da parte dello Stato di 170 milioni. Una riduzione secca che determina un abbassamento per tutte le fasce di reddito, soprattutto quelle più deboli", ha sottolineato Formigoni. Come è stato possibile per la Regione prendere questi provvedimenti? "Grazie al lavoro straordinario di monitoraggio e manutenzione della macchina regionale che in questi anni abbiamo fatto continuiamo a fare. I costi della politica", ha aggiunto Formigoni, "sono spesso frutto del lavorare poco, mentre qui guardiamo alla cosa pubblica con maggiore attenzione rispetto a quella privata. Così come la massaia, il bravo capofamiglia risparmia su tutto così facciamo noi e per questo devo ringraziare tutti i dipendenti della Regione". "Penso che sia il più drastico abbattimento dell'imposizione fiscale mai effettuato in Italia da una Regione", ha proseguito Formigoni illustrando nel dettaglio il senso della manovra appena approvata, ovvero: l'Irpef regionale "azzerata" per chi ha un reddito fino a 15.500 euro l'anno (in pratica per i due terzi dei contribuenti), e alleggerita per tutti gli altri; ticket sulle visite specialistiche (10 euro) abolito dal primo dicembre; tassa sul metano che in Lombardia "si continuerà a non pagare". Nel dettaglio, per quanto riguarda l'addizionale Irpef, dal 1° gennaio 2008 la quota di reddito pari a 15.493,71 euro sarà totalmente esente da questa tassa addizionale (0,3%). Sarà solo assoggettata all'aliquota imposta dallo Stato e non derogabile dalla Regione Lombardia. In pratica, chi ha un reddito non superiore a questa cifra - cioè quattro milioni e 100 mila contribuenti - non pagherà l'addizionale; chi ha un reddito superiore (1.480.000), la vedrà drasticamente ridotta: la pagherà cioè solo per la parte eccedente i 15.493,71 euro. Formigoni garantisce poi che la manovra "si accompagna al mantenimento di tutti i servizi e della loro qualità", nonostante i trasferimenti dello Stato "siano diminuiti di 170 milioni e con il risultato di una rivoluzione fiscale" (solo per addizionale Irpef e ticket sulla diagnostica il calcolo si parla di 250 milioni di euro), ottenuta grazie "alla nostra capacità di migliorare l'utilizzo delle risorse, di produrre alta qualità a costi contenuti". La Regione Lombardia, ha spiegato in una nota diffusa oggi, "è l'unica ad avere la sanità in equilibrio, garantendo allo stesso tempo una forte politica di investimenti (treni, acquedotti, fognature, viabilità, infrastrutture ferroviarie, edilizia sanitaria) per oltre 10 miliardi di euro". Un altro risultato raggiunto - secondo la Regione - è l'ottimo livello di efficienza dei conti regionali certificato tra l'altro dalle società di rating (Moody's ha attribuito e confermato un rating superiore alla Repubblica Italiana) e un risparmio pubblico che ha consentito di finanziare investimenti ai privati". La nota diffusa dalla Regione sottolinea che "farà fronte con risorse proprie al taglio di 170 milioni di trasferimenti di risorse dallo Stato, mantenendo interamente la quantità e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e fa notare che, a fronte di questa diminuzione, è stato deciso di "non ripristinare la tassa sul metano sia perchè considera una scelta fondamentale il sostegno di questo combustibile più ecologico, sia perchè simile scelta sarebbe stata a scapito delle fasce deboli e delle famiglie numerose". Nonostante alcune critiche mosse dall'opposizione regionale, come i Verdi che fanno notare come Formigoni "prima mette le tasse e poi le toglie", i primi commenti dell'entourage governativo sembrano piuttosto positivi. "È un atto di autonomia da parte del presidente, va benissimo". Così Vincenzo Visco, viceministro dell'Economia, ha commentato la riduzione dell'Irpef regionale contenuta nella manovra approvata dalla giunta lombarda. 2007 - redattore: FC.


"Contro i giovani", a favore di chi? (sezione: Costi dei politici)

( da "Blog Stefano Quintarelli" del 12-11-2007)

 

Leggo sul Blog di Rosanna: JOBtalk - Mille euro/ "Contro i giovani", a favore di chi?. C'è un saggio, scritto da due docenti della Bocconi, che meriterebbe la stessa eco del famigerato "La casta" di Rizzo-Stella: si intitola "Contro i giovani Come l'Italia sta tradendo le nuove generazioni", di Tito Boeri e Vincenzo Galasso, edito da Mondadori nella collana Strade Blu. L'ho letto sabato, d'un fiato tick, segnato da comprare. 12/11/07 | Permalink.


"POTENZIARE, ALTRO CHE TAGLI!" (sezione: Costi dei politici)

( da "Azione, L'" del 12-11-2007)
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(Azione, L')

 

L'AZIONE - Articoli - "potenziare, altro che tagli!" "POTENZIARE, ALTRO CHE TAGLI!" Alessandro Toffoli "Se mi si dice che le comunità montane vanno riformate, come tutte le istituzioni italiane, sono d'accordissimo. Ma se un governo deve far politica per rispondere ad un libro, ovvero si pensa che il problema oggettivo dei costi della politica si risolve semplicemente tagliando le comunità montane, allora siamo fuori strada". Gianpiero Possamai, dal 2000 presidente della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane, sta alla finestra ad aspettare le decisioni definitive della Finanziaria, che sembra ponga un taglio netto ai comuni che non siano per almeno metà sopra i 600 metri. "Il problema secondo me è un altro: non si può decidere con criteri nazionali, la gestione va affidata in toto alle regioni. Usare un criterio altimetrico è fuorviante: può esserci un comune a 500 metri molto più disagiato di uno a 1000 che vive alla grande col turismo. E le regioni questo possono saperlo. E le regioni stesse devono poter decidere cosa fare delle proprie montagne e colline. Le comunità montane devono poi saper unire le esigenze e le opportunità della montagna, della collina e del fondovalle. Ecco perché un criterio strettamente altimetrico non ha senso". Senza scomodare Gian Antonio Stella, ci sono casi di comunità montane... al mare, o superstipendi. "è vero, ci sono pecore nere, al sud come al nord. Ed è giusto controllare, ma chi lo fa? Per parte nostra, siamo tranquillissimi: già nel 2000 ci siamo consistentemente ridotti lo stipendio. Si spara sulle comunità montane perché sono enti deboli, non soggetti ad elezioni popolari. Un bello specchietto per le allodole. Ma gli sprechi abitano altrove: politici che passano il tempo in tivù, società partecipate, consulenze...". Dei circa 2,5 milioni di euro del bilancio 2006, il 3 % scarso va in compensi e spese di presidente e nove assessori e in gettoni di presenza dei consiglieri, l'8% per i dipendenti. Molto sotto la media degli enti pubblici. E il resto? "Il resto è investito in una serie di servizi di tutela del territorio, di colline e montagna: dallo sfalcio delle scarpate alla manutenzione delle strade di montagna, dallo spazzamento stradale al difensore civico intercomunale, dal sistema informatico territoriale al recupero di 40 antichi manufatti minori (lavatoi, vecchie fontane...) per cui ho avuto recentemente il benestare della Sovrintendenza". Ma non c'è il rischio di sovrapposizioni di competenze con altri enti? "Noi non ne abbiamo, ma comunque i servizi vanno coordinati. Di sicuro bisogna sviluppare i servizi associati tra comuni, per ottimizzare le spese". E se passa quell'articolo della Finanziaria? "Auguri ai piccoli comuni montani! Il primo anno arriverà qualche soldo, poi sempre meno. Se non c'è una struttura che si impegna a cercare contributi, non ne arriveranno più".


LA LOMBARDIA TAGLIA LE TASSE E OFFRE SANITA' D'ECCELLENZA (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 13-11-2007)

 

Edizione di Martedì 13 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl LA LETTERA CREMONAFIERE LA LOMBARDIA TAGLIA LE TASSE E OFFRE SANITA' D'ECCELLENZA di Gianni Rossoni* Caro direttore, difficile definire "pütost de nient l'è mei pütost" una manovra di riduzione fiscale da 400 milioni di euro a favore di famiglie bisognose che in Italia non conosce precedenti. E tutto ciò nonostante un minor traferimento dallo Stato alla Lombardia pari a 170 milioni di euro. Confermo che la riduzione è della misura annunciata da Formigoni (400milioni di euro appunto), visto che nel 2002, quando la Regione decise il taglio della tassa sul metano, applicò contestualmente un aumento dell'Irpef della stessa misura della riduzione. Fu un'operazione a costo zero: tanto concedemmo, tanto togliemmo. Oggi, sgraviamo i cittadini dell'Irpef (200 milioni) senza ripristinare la tassa sul metano (150 milioni). Non capisco, in tutta sincerità, la ragione che induce Pizzetti a far polemica su un simile taglio di tasse. A meno che non lo spinga il disappunto che una scelta così largamente condivisa arrivi da un governo politicamente distante dal suo. Spero di no. A tutt'oggi, il sistema sanitario lombardo è l'unico in equilibrio. Sulle tasche dei lombardi pesano comunque iniquità non imputabili al governo regionale. Da anni il presidente Formigoni chiede la modifica dei criteri di riparto per le spese sanitarie regionali, e in particolar modo l'eliminazione del parametro della cosiddetta "spesa storica", che penalizza le regioni più virtuose a tutto vantaggio di chi non ha bilanci in pareggio. Richiesta mai accettata, perché probabilmente costringerebbe tutti ad essere più attenti alla spesa sanitaria. Ciò non avverrà finché ci saranno governi, come l'attuale, che in Finanziaria concedono un prestito di 9 miliardi di euro alle Regioni in disavanzo sanitario (e guarda caso dello stesso colore politico), dopo averne elargiti altri 3 prima dell'estate. * Assessore Istruzione, Formazione e lavoro della Regione Lombardia) (Segue a pagina11).


Stakanov delle Commissioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 13-11-2007)

 

Edizione di Martedì 13 novembre 2007 Benvenuto P.Review srl Comune. Verso una modifica del regolamento per evitare il rischio di sovrapposizioni Stakanov delle Commissioni Saltano da una seduta all'altra per poter incassare due gettoni Il caso sollevato da Laura Carlino (Fi): così i costi aumentano Gilberto Bazoli Ci sono gli stakanovista delle nove Commissioni consiliari, quelli che non ne disertano una perché hanno uno spiccato senso del dovere e quelli che saltano da una all'altra per non perdersi il doppio gettone di presenza. Con il risultato che mentre comincia una riunione, quella in corso dev'essere sospesa perché manca il numero legale e riconvocata per smaltire i punti all'ordine del giorno. E così i costi aumentano. Laura Carlino, consigliere di Forza Italia e vicepresidente della Commissione alla cultura, ha preso carta e penna chiedendo ai suoi colleghi se e come ovviare definitivamente alla situazione. Carlino parte da quanto accaduto in una delle ultime sedute della sua Commissione, quella alla Cultura: "Più o meno un mese fa, la presiedevo io. Stavamo discutendo dei punti in agenda quando qualche commissario si è assentato per partecipare a un'altra Commissione, la cui convocazione era stata decisa dopo la nostra e più o meno allo stesso orario. Non ho potuto far altro se non sciogliere l'incontro dal momento che, a quel punto, non c'era più il numero legale". La rappresentante di minoranza ne fa un problema di organizzazione, ma anche di costi. "Facciamo un esempio concreto: la mia Commissione ha all'ordine del quattro punti. Discute e licenzia i primi due. Ma ecco che, a causa delle sovrapposizioni con altre Commissioni, qualche consigliere lascia quella di cui faccio parte io per seguire l'altra in programma lo stesso pomeriggio". Allora? "Allora la Commissione sospesa per la mancanza del numero legale dovrà tornare a riunirsi per affrontare gli altri due punti rimasti per strada. Questo significa due gettoni di presenza, invece di uno, per ogni consigliere con il conseguente aumento dei costi. Proprio quando da tutte le parti si preme per tagliarli". La Carlino sottolinea che il problema-sovrapposizione non è nuovo, ma risale indietro nel tempo e "forse adesso è venuto il momento di risolverlo". La consigliera ha scritto al presidente (Luca Genesi) della Commissione preposta ad affrontare questioni simili, quella agli Affari istituzionali, che si riunisce venerdì prossimo. La discussione potrebbe sfociare in una modifica del Regolamento comunale. La Carlino si ferma alle difficoltà del calendario. Secondo altri, c'è chi di Commissioni non ne perde una, saltando di qua e di là quasi avesse il dono dell'ubiquità, per non perdersi anche il relativo gettone di presenza (60,30 euro lordi). Per evitare questi giochetti, tempo fa il presidente del Consiglio comunale, Mauro Fanti, ha proposto di introdurre una contromisura: ha diritto al gettone solo chi è presente almeno al 70 per cento della seduta di un Commissione o del Consiglio. Il giro di vite della 'clessidra' è stato accettato e approvato da tutti ma, a quanto pare, non basta per dissuadere gli stakanovisti, più o meno disinteressati che siano.