ARTICOLI DEL 16
DICEMBRE 2007
Redditi in Comune, Dipiazza il
più ricco ( da "Piccolo di Trieste, Il" del
16-12-2007)
I COSTI DELLA POLITICA
( da "Piccolo di Trieste, Il"
del 16-12-2007)
Da Lino Brentan, Ad di Venezia-Padova spa,
riceviamo e pubblichiamo ( da "Mattino di Padova, Il" del
16-12-2007)
Dallo sconto dell'Ici per le prime case
al bonus per le famiglie numerose ( da "Gazzetta del Sud" del
16-12-2007)
Gli stipendi dei parlamentari
rimarranno fermi per i prossimi 5 anni. Dalla prossima legislatura ver
( da "Unita, L'"
del 16-12-2007)
Dalla casa al pacchetto verde, dal
sostegno per i mutui ai tagli dei costi della politica: finalmente
l'identikit del bilancio dello Stato ( da "Unita, L'" del
16-12-2007)
Costi politica Dalla prossima
legislatura il numero dei ministri non potrà superare quota 12
( da "Stampa, La"
del 16-12-2007)
Reinvestito il tesoretto della
Venezia-Padova ( da "Nuova Venezia, La" del
16-12-2007)
Italia infelice? Colpa della guerra
civile differita ( da "Secolo XIX, Il" del 16-12-2007)
Grande pessimismo sul futuro
dell'ItaliaDov'è la politicaora che servirebbe?
( da "Secolo XIX, Il"
del 16-12-2007)
"finanziaria, tagli assurdi"
- giovanna vitale ( da "Repubblica, La" del
16-12-2007)
COSTI POLITICA Stipendio dei
parlamentari bloccato per 5 anni. Dalla prossima legislatura taglio ai
ministri: non più di dodici ( da "Nazione, La (Nazionale)" del
16-12-2007) + 1 altra fonte
Costi della politica
( da "Corriere della Sera"
del 16-12-2007)
Indennità e gettoni di presenza
Il Comune costa due milioni ( da "Corriere del Veneto" del
16-12-2007)
Il Pd del Comune contro il governo:
<Arrogante e miope> ( da "Corriere della Sera" del
16-12-2007)
I consiglieri del Pd attaccano il
governo ( da "Corriere della Sera" del
16-12-2007)
Indennità egettoni, il Comune
spende due milioni ( da "Corriere del Veneto" del
16-12-2007)
PESCARA - Secondo il centrodestra il
bilancio di previsione 2008 della Regione è falso, e (
da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 16-12-2007)
E c'è chi dà fuoco
all'immondizia ( da "Sicilia, La" del
16-12-2007)
Meno tasse e più tutela per la
famiglia ( da "Sicilia, La" del 16-12-2007)
Tar, nuovo schiaffo al governo: da
lunedì 2 comandanti alla Gdf (3)
( da "Velino.it, Il"
del 16-12-2007)
Tar, nuovo schiaffo al governo: da
lunedì 2 comandanti alla Gdf (2)
( da "Velino.it, Il"
del 16-12-2007)
Tar, nuovo schiaffo al governo: da
lunedì 2 comandanti alla Gdf ( da "Velino.it, Il" del
16-12-2007)
FINANZIARIA/ CORTE CONTI: SU COSTI POLITICA
SI POTEVA FARE DI PIU' ( da "Virgilio Notizie" del
16-12-2007)
TAGLI A MINISTRI, INDENNITà E
PRIVILEGI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
16-12-2007)
FINANZIARIA/ LEGNINI: TRASECOLO PER
GIUDIZIO CORTE DEI CONTI ( da "Virgilio Notizie" del
16-12-2007)
Romina Velchi
( da "Liberazione"
del 16-12-2007)
Il taglio dei tagli
( da "Voce d'Italia, La"
del 16-12-2007)
Articoli
(
da "Piccolo di Trieste, Il" del
16-12-2007)
Esposti all'Albo pretorio
i dati sulla situazione patrimoniale relativa al 2006 del consiglio e della
giunta Redditi in Comune, Dipiazza il più ricco Il sindaco sorpassa di
poco l'ex primatista Lupieri (Margherita). L'assessore Rossi raddoppia di
Pietro Comelli Il sindaco Roberto Dipiazza quest'anno batte in volata il
consigliere di opposizione Sergio Lupieri. Niente sport è una
competizione fatta tutta di numeri, presenti nella dichiarazione dei redditi.
IL DUELLO. Il 730 è quello relativo al 2006, dove nella doppia veste di
primo cittadino e consigliere comunale - tessera di Forza Italia in tasca,
professione imprenditore - Dipiazza dichiara un reddito complessivo di
185.871 euro. Superando in extremis il collega d'aula Sergio Lupieri
(Margherita) che si ferma a 178.893 euro, mentre nei redditi del 2005 aveva
sopravanzato il primo cittadino di 10mila euro. Al capogruppo della
Margherita sono mancati all'appello 6mila euro, addio primato. LE POLTRONE.
Quanto dichiarato da Lupieri è il frutto soprattutto della poltrona di
consigliere regionale, seguita dalla professione di medico di famiglia,
mentre all'ultimo posto ci sono i gettoni percepiti
in piazza Unità. Poca cosa rispetto alla paga di piazza Oberdan, oltre
100mila euro all'anno. I GETTONI. In municipio ben che vada, fra sedute
d'aula e di commissione, si arriva a 10mila euro. Basta dare un'occhiata al
reddito della studentessa Manuela Declich (Forza Italia), all'ultimo posto
della speciale classifica con 11.872 euro. Nonostante la presidenza di una
commissione consiliare; mentre Iztok Furlanic (Rifondazione), professione
pubblicista, dichiara qualche migliaio di euro in più. L'elezione in
Consiglio comunale, insomma, non paga dal punto di vista economico. Serve
anche un lavoro, ma l'ingresso in municipio può essere un investimento
per il futuro. In politica, ovviamente. LA GIUNTA. Il salto da consigliere ad
assessore è però remunerativo fino a un certo punto. Nella
giunta Dipiazza praticamente tutti i componenti, infatti, mantengono anche la
propria attività. Il più ricco, alle spalle del sindaco
Dipiazza, è l'assessore Giorgio Rossi con un reddito complessivo di
133.347 euro (70mila euro in più del 2005). Accanto allo stipendio del
Comune bisogna aggiungere i proventi della Erregi srl, l'impresa di cui detiene
la maggioranza delle quote. Nessuno supera il muro dei 100mila euro, per il
terzo posto il testa a testa è fra gli assessori Franco Bandelli (An)
e Maurizio Bucci (Fi), che fuori dal Comune prosegue l'attività di
amministratore di stabili. IN CODA. I due sono divisi da appena mille euro,
quasi un segno del destino viste le "punture" quotidiane fra i due,
a causa degli intrecci in tema di Urbanistica e di Lavori pubblici. Chiude la
classifica dei redditi fra i componenti della giunta Dipiazza l'assessore al Personale,
Michele Lobianco, che dichiara 38.378 euro. Superato di poco dal vicesindaco
e collega di An, Paris Lippi, e da Carlo Grilli (Lista Dipiazza) che detiene
il 78 per cento delle quote di un bar; mentre c'è chi come Massimo
Greco per andare a ricoprire l'incarico di assessore alla Cultura ha dovuto
dimettersi dal consiglio di amministrazione di AcegasAps. Questione di
incompatibilità che in Consiglio comunale si manifestano di rado.
DOPPIA CARICA. basta dare un'occhiata al numero di consiglieri, ben tre casi,
che siedono in Comune e contemporaneamente in Regione. È il caso di
Sergio Lupieri, il più ricco, e dei forzisti Piero Camber e Bruno
Marini. Una doppia elezione non è incompatibile, solo che nel caso
degli esponenti berlusconiani è seguita anche la richiesta di
aspettativa sul posto di lavoro, in entrambi i casi da enti pubblici. La
differenza del reddito complessivo fra Camber e Marini, 133mila contro
125mila, è giustificata anche dal fatto che il primo è il
capogruppo del partito. Qualche gettone di presenza in più. Ma il secondo posto per il 730 più
ricco, alle spalle di Lupieri, spetta al presidente del Consiglio comunale,
Sergio Pacor, che dichiara 141.179 euro. La conduzione dei lavori d'aula -
uno stipendio vero e proprio, niente gettoni - incide
per circa 25mila euro, il resto è farina della sua attività di
avvocato. OLTRE IL TETTO. Sono quindi sei i consiglieri comunali,
compreso il sindaco Dipiazza, che possono vantare una dichiarazione dei
redditi oltre il tetto dei 100mila euro. Accanto ai nomi già citati,
infatti, c'è anche quello della dirigente dell'Azienda sanitaria,
Maria Grazia Dezza Cogliati (Ds), che dichiara 101.044 euro. I DIMISSIONARI.
Si ferma a 92.706 euro invece Roberto Damiani, da poco dimessosi lasciando il
posto ad Alessandro Carmi (eletto nei Cittadini, ma passato anche lui alla
Margherita) che nella prossima classifica relativa al 2007 balzerà fra
i primi cinque, visto che anche lui siede in Consiglio regionale. Oltre a
Damiani anche Angelo Lippi (An) recentemente si è dimesso. POSTI IN
CDA. Ma accanto alla dichiarazione dei redditi i consiglieri e gli assessori
erano chiamati a depositare anche le variazioni del proprio patrimonio e gli
incarichi esterni. Ecco che il nome della forzista Raffaella Del Punta quale
rappresentante del Comune, compare anche nei cda dell'Itis, della Fondazione
Morpurgo e anche nel Consorzio per incremento studi e ricerche del
dipartimento di Fisica. Incarichi che significano gettoni
di presenza in più.
(
da "Piccolo di Trieste, Il" del
16-12-2007)
Gli analisti dello
Studio Ambrosetti dal canto loro sono assai più cauti, segnalano
infatti delle forti difficoltà del paese soprattutto per quanto riguarda
l'export ma non si spingono a definirlo in crisi. Alcuni clienti di un
bellissimo bar all'angolo fra Via Rismondo e Via Marconi che mi capita di
frequentare - vi fanno dei notevolissimi cocktail martini - due sere fa
invece non hanno avuto dubbi: le cose vanno decisamente male e ci sono tutti
i segnali perché vadano peggio. Naturalmente sapevano dell'articolo del New
York Times, naturalmente sapevano di cosa parlavano e naturalmente - a
differenza da quanto avviene da Vespa o da Floris - pur con orientamenti
politici "diversi" si sono guardati bene dall'azzannarsi a vicenda
o dallo scaricare tutte le colpe su questo appannato governo. Dalla
civilissima discussione ho potuto trarre due elementi di sintesi. Il primo
è che le persone sanno bene che è il paese intero a dover
reagire e - forse - a dover fare un passo indietro rispetto alla forsennata
riproposizione dei propri personali interessi. Il secondo elemento è
che in maniera indifferenziata tutti, ma proprio tutti sono
"incazzati" con la politica. Io ho
modestamente cercato di introdurre altri elementi che possono spiegare la
sofferenza italiana mettendo in campo le solite cianfrusaglie:
criminalità organizzata, pochi soldi alla ricerca, posizioni di rendita dei grandi gruppi finanziari, etc., ma non
c'è stato verso: la grande imputata era la politica e
insieme ad essa i suoi costi. Che fare? Dire che le provvidenze pubbliche ai
media sono ben più impegnative? O che le mani libere delle banche o
delle imprese di telecomunicazioni ci costano molto di più? Non
serve perché in questo momento la gente intuisce alla perfezione che in
assenza di un progetto che tuteli gli interessi generali del Paese,
prevarranno quelli particolari grandi e piccoli, cioè l'arrangiarsi
ciascuno con le proprie forze e per la propria capacità di peso e di
ricatto. E contemporaneamente la stessa gente - qualche volta in modo
esplicito spesso con un sommesso sussurro - chiede a chi guida il Paese
(maggioranza e opposizione) di scordare i propri interessi, di andare aldilà
della propria condizione, di dimenticare di essere un gruppo specifico (non
occorre definirlo casta o lobby o corporazione) e di agire in termini di
generosità, in modo esemplare, in modo migliore degli elettori che
rappresenta. Insomma questa è una fase nella vita dell'Italia in cui
ai politici si chiede una forza morale diversa dal passato. Le persone
sentono che stiamo mettendo ulteriori pesanti ipoteche sul futuro delle
prossime generazioni e sanno che per invertire tutto questo - che
naturalmente vedrà alla fine i forti più forti e i deboli
più deboli - c'è bisogno di coraggio e di un nuovo diverso
spirito di servizio da parte della politica. Per
dire di no ai tassisti romani o per opporsi al capo della Cgil Rossi che su
Alitalia promette "un'azione durissima senza discipline e garanzie di
sorta", mettere in riga le banche italiane o per diminuire le morti sul
lavoro, bisogna essere eticamente inattaccabili. Esserlo e sentirsi tali.
Ahimè il mondo della politica nel suo
complesso, non ne avverte l'urgenza. Abituato ad una estenuata transizione,
non capisce che stiamo scivolando su un piano inclinato e che rimediare dopo
sarà più difficile e costoso. Non sa che in certi momenti
storici, la dimensione etica assume il peso di un fattore produttivo:
è come il marketing, la tecnologia, il lavoro. Mostra la stessa
cecità dei tempi di tangentopoli. Banalmente non sa più come si
fa a dare l'esempio. Roberto Weber.
(
da "Mattino di Padova, Il" del
16-12-2007)
Da Lino Brentan, Ad
di Venezia-Padova spa, riceviamo e pubblichiamo Caro Possamai, ho letto con
molta attenzione il suo articolo del 9 dicembre. Al di là dei
contenuti che affronterò, quello che mi ha più colpito è
stato il titolo. "Accordo Politico per spartirsi un tesoro". Titolo
forte, accattivante per i lettori, ma non corrispondente ai fatti. Conoscendo
la sua professionalità, sono rimasto alquanto stupito perché so con
certezza che lei ha molta esperienza di scrittura sulla vita delle
società autostradali del Nord-Est e non solo. Quel titolo però
mi ha fatto riflettere: che tipo di messaggi mandiamo sul lavoro fatto in
questi anni dalla società pubbliche? Credo che sia un argomento da
riprendere. Io cercherò come ho fatto in passato, di darle alcuni
elementi, necessari per una obiettiva valutazione. Intanto, premetto che non
c'è nessun accordo politico in atto, o sottoscritto, o sancito da chicchessia,
per spartirsi il "tesoretto". Le strategie, le decisioni su temi
rilevanti vengono prese nelle assemblee della società, decisioni utili
per come investire nel territorio veneto le risorse generate dalla
Società in questi anni, tenendo sempre presente la programmazione
regionale deputata a tale funzione. E qui entro nel merito: le aree di
intervento che la Venezia-Padova, in sintonia con altri soci pubblici e
privati sta affrontando in questo periodo sono sostanzialmente tre, tutte
legate a finanza di progetto: - la prima ci vede impegnati in qualità
di soci con il 4% e riguarda la realizzazione della Pedemontana Veneta con un
equity di 14 milioni di euro; - la seconda, ci impegna come promotori e
riguarda la Nogara-Mare. In questo caso siamo soci al 16% con un equity di 36
milioni di euro. La novità consiste sul fatto che proprio in questi
giorni è stata inserita nella procedura della "Legge
Obiettivo"; - la terza, forse la più importante per i soci
veneziani e padovani, riguarda il grande raccordo anulare di Padova, con
collegamento viario all'attuale Romea, la cui procedura di gara per
l'individuazione del promotore è in corso. Su tale opera la
Società Venezia-Padova che attualmente detiene il 55% del capitale ha
messo a disposizione 36 milioni di euro. Come può desumere, il
cosiddetto "tesoretto" verrà utilizzato per la realizzazione
di tre grandi opere regionali venete per un impegno finanziario totale di 86
milioni euro. La decisione di investire gli utili per progetti atti allo
sviluppo regionale è in linea con la storia delle società
autostradali venete. Il secondo aspetto affrontato da lei, riguarda i
compensi degli Amministratori con particolare riguardo per quello
dell'Amministratore Delegato della Società. Più volte abbiamo
risposto che sono desumibili sia dai bilanci societari, che ogni anno vengono
inviati anche alla stampa, sia dai documenti contabili agli atti societari
che voglio per l'ennesima volta esplicitare. Per il triennio 2005-2006-2007, l'assemblea dei
soci della Venezia-Padova ha deliberato compensi complessivi per euro 300.000
più una medaglia di presenza di euro 260,
più una diaria giornaliera di euro 100. Il Consiglio ha suddiviso tale
somma in 60.500 euro al presidente, 25 mila ai vicepresidenti, 17.500 ai
conciglieri del comitato esecutivo e 13.500 ai consiglieri. Senza incrementi
nei tre anni. Il Consiglio ha inoltre deliberato per triennio 2005-2007 un
compenso annuo per l'Amministratore delegato pari ad euro 150.000 per le
deleghe assegnategli. Le somme complessivamente versate dalla Società
all'Ad (compenso+diar+medagl di presenza+premio
risultato+contributo Inps a carico della Società) sono le seguenti
250.656€ nel 2005; 260.087€ nel 2006 e 195.387€ per il 2007. Per il 2008, l'assemblea dei
soci ha deliberato un compenso omnicomprensivo di diarie eccetera, pari a 400
mila euro, di cui 300 mila suddiviso come nella tabella a destra. Le restanti
100.000 euro per le altri voci suindicate. Per il terzo argomento da lei
affrontato: la gestione aziendale, Personale ed Appalti, voglio ricordare che
l'Azienda ha una struttura dirigenziale con competenze e deleghe suddivisa
attualmente in tre direzioni: Direzione Amministrativa; Esercizio e
Personale; Tecnica e le decisioni sugli obiettivi aziendali sono dettati dal
budget aziendale redatto annualmente in accordo tra Direzioni e Ad sulla base
delle competenze. Nella Venezia-Padova gli appalti previsti dal Piano
finanziario e dai budget annuali vengono seguiti da un apposito ufficio con
relativi bandi di gara pubblici e i risultati di ogni singola gara vengono
inviati all'Osservatorio dei Lavori pubblici. Le garantisco che non ho alcun
interesse particolare su questi appalti, non ho nessuna impresa collegata a
me o alla mia famiglia. Né grande né piccola, neppure una che, ad esempio, esegue
lavori di sfalcio di erba... Le manutenzioni vengono espletate con gara nel
rispetto delle normative di legge con cadenza triennale. I collaudi dei
lavori vengono fatti da commissioni esterne nominate dall'Anas in
qualità di Ente concedente. Per quanto riguarda il personale aziendale
di buon livello professionale viene gestito dal direttore di settore e se ci
sono delle professionalità che vanno riconosciute è prassi
farlo. Il costo del personale aziendale è assolutamente in linea con
altre società autostradali ed è pari al 24% del bilancio della
società. Le riepilogo una tabella, dei costi medi del personale
suddivisa per categoria (in alto a sinistra). In merito ai lavoratori che
abitano a Campolongo Maggiore voglio non sottrarmi ai dubbi che ha manifestato:
in Venezia-Padova nessun dipendente, sin dalla costituzione della
Società, è stato assunto per concorso e quindi tutti i 240
dipendenti sono stati assumi a seguito di una valutazione di un curriculum,
di un colloquio e dopo aver superato il periodo di prova. Dal 1995 al 2007
sono stati assunti, per sostituzione di personale andato in pensione e per
l'ampliamento delle attività aziendali, 69 unità lavorative, di
cui 9 di Campolongo. L'ultimo punto è meno importante, ma vorrei
comunque affrontarlo anche per rispondere a chi si diverte a fornire dati e
valutazioni errati con il solo scopo di denigrare la società, il Cda e
e l'Ad. Dirigere una piccola Società assieme alla struttura
organizzativa preposta può sembrare come lavorare alle slot machine,
(io non so come si lavora alle slot, un settore che ho mai seguito, forse
altri sì, ma io non saprei neppure come iniziare), la realtà
è assolutamente diversa, certo se uno la vive tutti i giorni
però. Con l'impegno dovuto, con la preparazione richiesta, con la
voglia di fare, qualcosa di utile, solo con questi elementi ci si accorge che
non è cosa semplice far funzionare una struttura del genere. Detto
questo ricordo anche che alla fine il giudizio sull'andamento delle
attività spetta solo e comunque al Cda e ai Soci. Infine due, ma
proprio due parole sul mio futuro: a chi instilla dubbi e diffonde
malignità, dica di non preoccuparsi, non è mia intenzione
chiedere particolari buone uscite perché quanto fatto in Società
è già stato riconosciuto dal Consiglio e dai Soci. La mia
storia è pubblica, è una storia costruita con tanti anni di
lavoro, iniziata in fabbrica fino al raggiungimento, con i contributi da me
versati, alla quiescenza e con un rapporto credo buono con chi mi ha
conosciuto negli anni. Con amicizia le auguro buon lavoro Lino Brentan
Amministratore Delegato Nella articolata risposta di Lino Brentan vorremmo
soffermarci essenzialmente sui numeri. Delle parole e delle strategie, non
abbiamo molto da dire (ne abbiamo rispetto dialettico). Tralasciando i molti
aspetti dell'inchiesta cui Brentan non replica, concentriamo l'attenzione
sulle cifre, che sono pur esse un alfabeto. Nel gioco retorico dei numeri
vorremmo dire poche semplici cose: -a) i compensi degli amministratori, comprensivi di diaria e gettoni di presenza, è consistito in oltre 610mila euro nel 2004, oltre
633mila euro nel 2005, più di 610mila euro nel 2006. Basta leggere i
bilanci della società autostradale. E dunque i 300mila euro indicati
da Brentan rappresentano solo gli emolumenti versati ai consiglieri di
amministrazione, cifra che risulta più che raddoppiata se
comprensiva di diarie e gettoni (come da noi
pubblicato la scorsa settimana) -b) rispetto ai compensi versati
all'amministratore delegato Lino Brentan, apprendiamo che avevamo pubblicato
un dato per difetto; del resto il dinamismo di Brentan si manifesta nel ruolo
di amministratore in una miriade di società partecipate da
Venezia-Padova, con relativi compensi -c) relativamente alle assunzioni,
confermiamo che nei tre ultimi mandati del consiglio di amministrazione sono
stati assunte a tempo indeterminato 26 persone e di queste 14 risultano
residenti in Riviera del Brenta; facciamo ammenda su questo punto, non sono
tutti e 14 originari di Campolongo Maggiore, comune in cui Brentan vive, ma
vengono pure da vari paesi dei dintorni. Ai temi attinenti alle strategie e
ai destini della società, di cui Brentan diverrà a gennaio
direttore generale a testimonianza della sua evidentissima leadership,
trattiamo tramite l'intervista al presidente Vittorio Casarin, che
pubblichiamo in questa stessa pagina. (p.pos.).
(
da "Gazzetta del Sud" del
16-12-2007)
Assieme alla class
action e a "mister prezzi" sono le principali novità della
manovra Dallo sconto dell'Ici per le prime case al bonus per le famiglie numerose
Giovanna Miccoli ROMA Duecento euro di sconto sulla prima casa, un bonus per
le famiglie numerose, riduzione delle tasse sulle imprese, ma anche un nuovo
garante per i prezzi e l'arrivo della class action anche in Italia. Per non
dire del taglio da 5 a
2 anni dei tempi di prescrizione delle multe. Sono queste alcune delle
novità che arrivano con la Finanziaria 2008, approvata ieri sera dalla
Camera. Come sempre il capitolo più sostanzioso è quello
fiscale. E qui si ritrova innanzitutto il taglio dell'Ici, che è
dell'1,33 per mille, con un beneficio massimo di 200 euro. Escluse le ville e
i castelli. Aumenta del 10%, invece, il massimo detraibile per i mutui sulla
prima casa. E chi è in difficoltà con il pagamento delle rate
potrà ottenere una sospensione dei pagamenti per due volte e per un
periodo totale massimo di 18 mesi. Il pacchetto famiglia comprende anche: un
bonus di 1.200 euro per i nuclei con più di 4 figli a carico;
stanziamenti aggiuntivi per la costruzione di asili nido, con il rifinanziamento
degli sconti Irpef sulle rette. Mentre altri sconti fiscali sono previsti
sugli affitti per gli inquilini a basso reddito e per i giovani che lasciano
la casa di amma e papà (cosiddetto bonus bamboccioni). Prorogati,
quindi, al 2008 gli incentivi per le ristrutturazioni immobiliari e il bonus
energia del 55% su pannelli solari e nuove caldaie. I vantaggi fiscali per le
imprese riguardano la riduzione dell'aliquota Ires dal 33% al 27,5% e di
quella Irap dal 4,25% al 3,9%. Non solo: per le piccole imprese arriva il
cosiddetto "forfettone". Mentre torna il bonus Sud per gli
imprenditori che assumono lavoratori a tempo indeterminato. Il capitolo
consumi è, invece, una novità rilevante per una Finanziaria.
Resta la class action, introdotta al Senato. Ma avrà un filtro per
impedire abusi di questa nuova forma di tutela per i consumatori. Contro il
caro benzina il governo potrà sterilizzare gli aumenti dei prezzi dei
carburanti. E contro il caro prezzi in generale fa la sua comparsa sulla scena
"mister prezzi", ovvero il garante per la sorveglianza delle
tariffe. Il "tesoretto", invece, sarà destinato a un fondo
per la riduzione della pressione fiscale sui dipendenti, che pagheranno meno
tasse anche sul Tfr. I precari della pubblica amministrazione, a loro volta,
potranno conquistare il posto fisso se hanno già alle spalle tre ani
di contratto. Il fronte sicurezza avrà più volanti e mezzi
antincendio: la manovra stanzia 190 milioni. Cento i milioni per i Canadair.
Arrivano aiuti pro-sicurezza per tabaccai e commercianti, ma anche per
diffondere l'utilizzo della moneta elettronica. È una prima volta o
quasi anche per il fronte dei tagli ai costi della politica.
Dalla prossima legislatura il numero dei ministri non potrà superare
quota 12. Lo stipendio di senatori e deputati è bloccato per 5 anni.
Stop agli adeguamenti automatici. Il tetto per lo stipendio dei manager
pubblici viene fissato a quota 270 mila euro, pari a quello del primo
presidente di Cassazione. Possibili 25 deroghe, ma non solo. Per Bankitalia e
le Autorità la soglia è doppia. "Per
la sanità dice il ministro della Salute, Livia Turco, in una nota
prosegue la politica di potenziamento dei servizi e livelli di assistenza".
Cresce ancora il Fondo sanitario
nazionale che tocca quota 101,457 miliardi
e si conferma l'incremento di 3 miliardi per gli investimenti per l'edilizia
sanitaria. Abolito il ticket di 10 euro sulle ricette per le
prestazioni di diagnostica e per le visite specialistiche. (domenica 16
dicembre 2007).
(
da "Unita, L'" del 16-12-2007)
Stai
consultando l'edizione del Gli stipendi dei parlamentari rimarranno fermi per
i prossimi 5 anni. Dalla prossima legislatura verrà ridotto a 12 il
numero dei ministri. Solo un gettone di presenza,
non stipendio, per consiglieri comunali e provinciali. Casta.
(
da "Unita, L'" del 16-12-2007)
Stai
consultando l'edizione del Dalla casa al pacchetto verde, dal sostegno per i
mutui ai tagli dei costi della politica:
finalmente l'identikit del bilancio dello Stato.
(
da "Stampa, La" del 16-12-2007)
Lo
stipendio dei parlamentari è bloccato per 5 anni. Arriva una
sforbiciata al numero delle comunità montane: a decidere i dettagli
saranno le Regioni.
(
da "Nuova Venezia, La" del
16-12-2007)
L'amministratore
delegato Lino Brentan replica all'inchiesta pubblicata dal nostro giornale
sulla società "Reinvestito il tesoretto della
Venezia-Padova" Gli indirizzi, i compensi, le assunzioni, le decisioni
delle direzioni e dei soci Da Lino Brentan, Ad di Venezia-Padova spa, riceviamo
e pubblichiamo Caro Direttore, ho letto con molta attenzione il suo articolo
del 9 dicembre. Al di là dei contenuti che affronterò, quello
che mi ha più colpito è stato il titolo. "Accordo Politico
per spartirsi un tesoro". Titolo forte, accattivante per i lettori, ma
non corrispondente ai fatti. Conoscendo la sua professionalità, sono
rimasto alquanto stupito perché so con certezza che lei ha molta esperienza
di scrittura sulla vita delle società autostradali del Nord-Est e non
solo. Quel titolo però mi ha fatto riflettere: che tipo di messaggi
mandiamo sul lavoro fatto in questi anni dalla società pubbliche?
Credo che sia un argomento da riprendere. Io cercherò come ho fatto in
passato, di darle alcuni elementi, necessari per una obiettiva valutazione. Intanto,
premetto che non c'è nessun accordo politico in atto, o sottoscritto,
o sancito da chicchessia, per spartirsi il "tesoretto". Le
strategie, le decisioni su temi rilevanti vengono prese nelle assemblee della
società, decisioni utili per come investire nel territorio veneto le
risorse generate dalla Società in questi anni, tenendo sempre presente
la programmazione regionale deputata a tale funzione. E qui entro nel merito:
le aree di intervento che la Venezia-Padova, in sintonia con altri soci
pubblici e privati sta affrontando in questo periodo sono sostanzialmente
tre, tutte legate a finanza di progetto: - la prima ci vede impegnati in
qualità di soci con il 4% e riguarda la realizzazione della
Pedemontana Veneta con un equity di 14 milioni di euro; - la seconda, ci
impegna come promotori e riguarda la Nogara-Mare. In questo caso siamo soci
al 16% con un equity di 36 milioni di euro. La novità consiste sul
fatto che proprio in questi giorni è stata inserita nella procedura
della "Legge Obiettivo"; - la terza, forse la più importante
per i soci veneziani e padovani, riguarda il grande raccordo anulare di
Padova, con collegamento viario all'attuale Romea, la cui procedura di gara
per l'individuazione del promotore è in corso. Su tale opera la
Società Venezia-Padova che attualmente detiene il 55% del capitale ha
messo a disposizione 36 milioni di euro. Come può desumere, il
cosiddetto "tesoretto" verrà utilizzato per la realizzazione
di tre grandi opere regionali venete per un impegno finanziario totale di 86
milioni euro. La decisione di investire gli utili per progetti atti allo
sviluppo regionale è in linea con la storia delle società
autostradali venete. Il secondo aspetto affrontato da lei, riguarda i
compensi degli Amministratori con particolare riguardo per quello
dell'Amministratore Delegato della Società. Più volte abbiamo
risposto che sono desumibili sia dai bilanci societari, che ogni anno vengono
inviati anche alla stampa, sia dai documenti contabili agli atti societari
che voglio per l'ennesima volta esplicitare. Per il triennio 2005-2006-2007, l'assemblea dei
soci della Venezia-Padova ha deliberato compensi complessivi per euro 300.000
più una medaglia di presenza di euro 260,
più una diaria giornaliera di euro 100. Il Consiglio ha suddiviso tale
somma in 60.500 euro al presidente, 25 mila ai vicepresidenti, 17.500 ai
conciglieri del comitato esecutivo e 13.500 ai consiglieri. Senza incrementi
nei tre anni. Il Consiglio ha inoltre deliberato per triennio 2005-2007 un
compenso annuo per l'Amministratore delegato pari ad euro 150.000 per le
deleghe assegnategli. Le somme complessivamente versate dalla Società
all'Ad (compenso+diar+medagl di presenza+premio
risultato+contributo Inps a carico della Società) sono le seguenti
250.656€ nel 2005; 260.087€ nel 2006 e 195.387€ per il 2007. Per il 2008, l'assemblea dei
soci ha deliberato un compenso omnicomprensivo di diarie eccetera, pari a 400
mila euro, di cui 300 mila suddiviso come nella tabella a destra. Le restanti
100.000 euro per le altri voci suindicate. Per il terzo argomento da lei
affrontato: la gestione aziendale, Personale ed Appalti, voglio ricordare che
l'Azienda ha una struttura dirigenziale con competenze e deleghe suddivisa attualmente
in tre direzioni: Direzione Amministrativa; Esercizio e Personale; Tecnica e
le decisioni sugli obiettivi aziendali sono dettati dal budget aziendale
redatto annualmente in accordo tra Direzioni e Ad sulla base delle
competenze. Nella Venezia-Padova gli appalti previsti dal Piano finanziario e
dai budget annuali vengono seguiti da un apposito ufficio con relativi bandi
di gara pubblici e i risultati di ogni singola gara vengono inviati
all'Osservatorio dei Lavori pubblici. Le garantisco che non ho alcun
interesse particolare su questi appalti, non ho nessuna impresa collegata a
me o alla mia famiglia. Né grande né piccola, neppure una che, ad esempio,
esegue lavori di sfalcio di erba... Le manutenzioni vengono espletate con
gara nel rispetto delle normative di legge con cadenza triennale. I collaudi
dei lavori vengono fatti da commissioni esterne nominate dall'Anas in
qualità di Ente concedente. Per quanto riguarda il personale aziendale
di buon livello professionale viene gestito dal direttore di settore e se ci
sono delle professionalità che vanno riconosciute è prassi
farlo. Il costo del personale aziendale è assolutamente in linea con
altre società autostradali ed è pari al 24% del bilancio della
società. Le riepilogo una tabella, dei costi medi del personale
suddivisa per categoria (in alto a sinistra). In merito ai lavoratori che
abitano a Campolongo Maggiore voglio non sottrarmi ai dubbi che ha
manifestato: in Venezia-Padova nessun dipendente, sin dalla costituzione
della Società, è stato assunto per concorso e quindi tutti i
240 dipendenti sono stati assumi a seguito di una valutazione di un
curriculum, di un colloquio e dopo aver superato il periodo di prova. Dal
1995 al 2007 sono stati assunti, per sostituzione di personale andato in
pensione e per l'ampliamento delle attività aziendali, 69 unità
lavorative, di cui 9 di Campolongo. L'ultimo punto è meno importante,
ma vorrei comunque affrontarlo anche per rispondere a chi si diverte a
fornire dati e valutazioni errati con il solo scopo di denigrare la
società, il Cda e e l'Ad. Dirigere una piccola Società assieme
alla struttura organizzativa preposta può sembrare come lavorare alle
slot machine, (io non so come si lavora alle slot, un settore che ho mai
seguito, forse altri sì, ma io non saprei neppure come iniziare), la
realtà è assolutamente diversa, certo se uno la vive tutti i
giorni però. Con l'impegno dovuto, con la preparazione richiesta, con
la voglia di fare, qualcosa di utile, solo con questi elementi ci si accorge
che non è cosa semplice far funzionare una struttura del genere. Detto
questo ricordo anche che alla fine il giudizio sull'andamento delle
attività spetta solo e comunque al Cda e ai Soci. Infine due, ma
proprio due parole sul mio futuro: a chi instilla dubbi e diffonde malignità,
dica di non preoccuparsi, non è mia intenzione chiedere particolari
buone uscite perché quanto fatto in Società è già stato
riconosciuto dal Consiglio e dai Soci. La mia storia è pubblica,
è una storia costruita con tanti anni di lavoro, iniziata in fabbrica
fino al raggiungimento, con i contributi da me versati, alla quiescenza e con
un rapporto credo buono con chi mi ha conosciuto negli anni. Con amicizia le
auguro buon lavoro Lino Brentan Amministratore Delegato Nella articolata
risposta di Lino Brentan vorremmo soffermarci essenzialmente sui numeri.
Delle parole e delle strategie, non abbiamo molto da dire (ne abbiamo
rispetto dialettico). Tralasciando i molti aspetti dell'inchiesta cui Brentan
non replica, concentriamo l'attenzione sulle cifre, che sono pur esse un
alfabeto. Nel gioco retorico dei numeri vorremmo dire poche semplici cose:
-a) i compensi degli amministratori, comprensivi di
diaria e gettoni di presenza, è consistito in oltre 610mila euro nel 2004, oltre
633mila euro nel 2005, più di 610mila euro nel 2006. Basta leggere i
bilanci della società autostradale. E dunque i 300mila euro indicati
da Brentan rappresentano solo gli emolumenti versati ai consiglieri di
amministrazione, cifra che risulta più che raddoppiata se
comprensiva di diarie e gettoni (come da noi
pubblicato la scorsa settimana) -b) rispetto ai compensi versati
all'amministratore delegato Lino Brentan, apprendiamo che avevamo pubblicato
un dato per difetto; del resto il dinamismo di Brentan si manifesta nel ruolo
di amministratore in una miriade di società partecipate da
Venezia-Padova, con relativi compensi -c) relativamente alle assunzioni,
confermiamo che nei tre ultimi mandati del consiglio di amministrazione sono
stati assunte a tempo indeterminato 26 persone e di queste 14 risultano
residenti in Riviera del Brenta; facciamo ammenda su questo punto, non sono
tutti e 14 originari di Campolongo Maggiore, comune in cui Brentan vive, ma
vengono pure da vari paesi dei dintorni. Ai temi attinenti alle strategie e
ai destini della società, di cui Brentan diverrà a gennaio
direttore generale a testimonianza della sua evidentissima leadership,
trattiamo tramite l'intervista al presidente Vittorio Casarin, che
pubblichiamo in questa stessa pagina. (p.pos.).
(
da "Secolo XIX, Il" del 16-12-2007)
Dalla prima pagina
Quindi esprimono una potenziale guerra civile, in un Paese che l'ha
già vissuta tra fascisti e antifascisti, tra democratici e comunisti.
La Repubblica italiana nacque come importazione della guerra fredda, come
fondamento politico della democrazia del nostro Paese. Eravamo uniti come
nazione, ma uniti in quanto divisi tra schieramenti internazionali che, pur
minacciandosi con l'arma nucleare, si riconoscevano reciprocamente la
legittimità politica. La nazione Italia non era rinata dalla grande
crisi del '43, nel cambio radicale di alleanze con i problemi che esso suscitò
e che furono annegati nel silenzio e nella repressione dai vincitori. La
guerra civile differita è stata la forma della politica della
Repubblica italiana, il fondamento della legittimazione reciproca. Quando
finì il comunismo, cadde il sistema della guerra fredda e il Paese
rimase politicamente senza forma. Che in questo caso la magistratura
intervenisse quasi alla cieca menando fendenti contro una sola parte, era
forse inevitabile. Ma è pure paradossale che, legittimato dalla grande
crisi, uscisse solo il partito che l'Unione sovietica aveva finanziato
durante la guerra fredda, cioè il Pci. A quale Paese è mai
accaduto un così singolare evento che sfidava ogni coerenza e ogni
previsione? Era possibile che il Paese si riconoscesse in una sola delle
parti della guerra fredda, cioè nei comunisti, anche se opportunamente
Achille Occhetto aveva cambiato loro il nome? Nessuno se l'aspettava, meno
che mai i comunisti. Avevano i pidiessini l'idea di dover legittimare l'altra
parte? I comunisti l'avevano fatto solo in conseguenza di Yalta, che aveva
assegnato l'Italia all'Occidente, ma non lo avevano mai scelto in linea di
principio. Lo prova il fatto che essi, guidati dallE toghe rosse e
personalmente da Luciano Violante, abbiano sostenuto la teoria del
"doppio Stato", secondo cui la Dc aveva due aspetti: uno pubblico e
democratico, l'altro segreto, che si appoggiava alla mafia e muoveva il
terrorismo nero. I comunisti, durante gli anni della grande crisi politica,
pensarono di essere il solo evento democratico in un'Italia governata dalla
"reazione". Con il passare degli anni, si erano aggiornati, ma non
troppo. Non vi è dubbio che sia stato Massimo D'Alema il dirigente
comunista deciso a legittimare chi era intervenuto a raccogliere gli elettori
dei partiti autosciolti: Silvio Berlusconi. Ma non riuscì a imporre il
suo giudizio al partito e, meno che mai, al democristiano presidente della
Repubblica, alla Corte Costituzionale, alla magistratura. E poi un uomo solo
che vinceva le elezioni con il suo volto era un fatto democratico o un
populismo? La sinistra fu divisa al riguardo; e poi alla fine il giudizio che
Berlusconi fosse un pericolo pubblico, diventò la base della linea
politica della sinistra alle elezioni del 2006. Da quelle elezioni Berlusconi
uscì vincitore, perché egli riuscì a raccogliere attorno alla
sua linea, voluta da lui solo e non dai suoi infidi alleati, l'unità
dei moderati italiani. Ma la decisione di Romano Prodi di interpretare il
2006 come il rigetto popolare della legittimità di Berlusconi si
impose alla sinistra, che divenne, nelle sue due componenti, subordinata a
Romano Prodi e si mise d'impegno ad annullare tutta la legislazione
berlusconiana. Così si mise contro mezzo paese e ora il suo stesso
elettorato. Il giornale americano cita Grillo e la Casta di Rizzo e Stella: sono espressioni della delegittimazione della sinistra da
parte del suo popolo. Ora il problema non è una legge elettorale, il
problema è quello della legittimazione delle due parti. Se rimane
legata a Romano Prodi, la sinistra si trova contro mezzo Paese e la sua
stessa base. Così il Partito democratico deve fare una scelta
storica che mai il Pci aveva fatto: respingere la forma della guerra civile
differita come forma politica della Repubblica, cioè riconoscere la
legittimità di Berlusconi. Ciò non può accadere con un
governo Prodi che rappresenta la coalizione motivata dal fatto che berlusconi
è un pericolo per la democrazia, un'espressione della corruzione,
della mafia, dell'abuso di potere. Bertinotti lo ha fatto, definendo
Berlusconi l'uomo che esprime il postmoderno nel nostro paese. Il Partito
democratico non lo ha ancora fatto, riduce tutto a un pragmatico accordo
sulla legge elettorale. Berlusconi ha reso possibile una via per la reciproca
legittimazione, ma questa linea è molto avversata sia a destra che a
sinistra. Veltroni è un leader o una fata Morgana? Il Partito
democratico si riconosce in lui ma è disposta a seguire una linea che
inevitabilmente conduce a una rottura con Prodi? Dalla decisione del Partito
democratico dipende il futuro del Paese. Perché la forma della guerra civile
differita è la causa della sua infelicità. Gianni Baget Bozzo
è consigliere di Forza Italia bagetbozzo@ragionpolitica.it 16/12/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 16-12-2007)
Secondo il New York
Times gli italiani non sono più un popolo allegro. Ma come si permettono?!
Da noi le cose non vanno come le descrivono? ma decisamente peggio. Gli
italiani sono delusi e schifati dalla "perfetta" conduzione e
spartizione del sistema da parte della politica e del mondo economico, tra
privilegi feudali e truffatori quotati in Borsa. Gli americani si concentrano
sul comico Beppe Grillo e lo definiscono nuovo
profeta. Il ritornello della Casta è: "Grillo faccia il comico, per le cose serie ci siamo
noi?". Ma che fa Grillo di così comico?
Inchieste su truffe finanziarie e spreco di risorse, connivenze tra politica,
finanza e criminalità, raggiri legalizzati ai danni dei cittadini. Bel
qualunquista! Tornando agli americani, con il loro noto pragmatismo hanno
avuto attori come massimi esponenti politici. Ma noi siamo italiani e i
nostri politici sono tutte persone serie, mica attori! Sono sempre stato un
moderato, ma in questi ultimi tempi, forse per precoce demenza senile (ho 45
anni), mi scopro a pensare alle fiabe e in particolare a
"Pinocchio", dove un personaggio saggio cerca di salvare da sorte
infausta il povero burattino. Anche lui, casualmente, è un Grillo? parlante! Davide Durbiano
davide_durbiano@fastwebnet.it Sollevazione perché il New York Times scrive
che siamo infelici. Forse non ci piace sentircelo dire, ma è realtà.
Siamo in mano a politici abili a non decidere mai niente a meno che non si
tratti dei loro interessi (incarichi, stipendi, pensioni) e dei loro
raccomandati. Prodi dice che per Alitalia non c'è fretta. Bene,
saranno le nostre tasse a ripianare i debiti di Alitalia, Fs e altri
carrozzoni che svolgono pessimi servizi. Ci sono partiti che con lo zero
virgola per cento impongono le loro scelte, alla faccia della democrazia. E
poi dicono che siamo tristi. Gianni Crisonà GENOVA Italiani infelici,
sfiduciati e rinunciatari? Io aggiungerei anche maleducati, arroganti,
prepotenti e ignoranti. Fatte le debite, scarse e lodevoli eccezioni. Basta
guardarli alla guida. Corrono come invasati, senza rispetto per le norme del
Codice. Possibile che siano tutti occupatissimi? Oppure è un gregge di
frustrati, di stressati, di sconfitti, di delusi in cerca di una qualsiasi
rivincita, magari con uno spericolato sorpasso che dà una scarica di
adrenalina? Nicola Viretti navi27@libero.it Il New York Times dà
dell'Italia un'immagine sbiadita e scadente. È vero: in Italia regnano
confusione e insicurezza e le famiglie faticano ad arrivare a fine mese. Ma
questo non autorizza a definirci Paese triste e allo sbando, ignorando le
formidabili capacità di recupero degli italiani, nelle quali occorre
credere. Ecco perché, contro questo palese dispregio, io grido: viva
l'Italia! Giovanni Bertei LA SPEZIA 16/12/2007 Questa volta è stato un
grande giornale americano. Prima era stato Beppe Grillo, seguito dal libro di Sergio Rizzo e Gianantonio
Stella, "La Casta". Sembra che ogni
occasione serva da catalizzatore alla latente insoddisfazione degli italiani
rispetto a come vanno le cose. Il sentimento prevalente è il
pessimismo, di volta in volta condito con ironia, rabbia o rassegnazione.
Raramente si trova un lampo di reazione come quello del signor Bertei. Egli
si appella alle "formidabili capacità di recupero degli
italiani", che spesso sono servite da salvagente a questo Paese.
È vero: la nostra arte di arrangiarci è leggendaria. La domanda,
però, è: nelle condizioni di oggi, in cui i margini di crescita
sono limitati, basta da sola a garantire lo sviluppo? Temo di no. Fino a
quando potevano farne a meno, perché gli spazi per crescere erano enormi, gli
italiani hanno di fatto ignorato la politica, consentendole appunto di
diventare una casta. Ora che capiscono di averne bisogno, vedono soprattutto
la sua incapacità di dare risposte. E si infuriano. 16/12/2007.
(
da "Repubblica, La" del 16-12-2007)
Pagina V - Roma
Protesta bipartisan dopo l'approvazione del testo che riduce i compensi e
azzera quelli dei rappresentanti dei Municipi "Finanziaria, tagli
assurdi" I consiglieri comunali: "I nostri stipendi non sono
sprechi" Da gennaio 1700 euro al mese contro i 2100 precedenti GIOVANNA
VITALE Destra e sinistra unite in Campidoglio contro i tagli ai compensi dei
consiglieri comunali e municipali appena varati dalla Camera. "Una
decisione demagogica e inutile, che non ha alcun impatto sui costi della
politica", tuonano gli inquilini dell'aula Giulio Cesare, concordi nel
progettare "un'iniziativa bipartisan per far capire all'opinione
pubblica che ben altri sono gli sprechi da colpire in Finanziaria".
Facendo un rapido calcolo, da gennaio i consiglieri capitolini prenderanno
circa 1.700 euro al mese, contro i 2.100 finora percepiti, pari al 25%
dell'indennità prevista per il sindaco. I consiglieri municipali,
invece, 740 euro (erano 910), ossia un quarto dell'indennità del
presidente. "Ma attenzione stiamo parlando di gettoni di presenza, non di uno stipendio vero e proprio", precisa il
capogruppo del Pd, Pino Battaglia: "Significa che in agosto, o se uno si
ammala, quella somma si dimezza o si annulla. Non abbiamo né a previdenza né
a ferie, e dal 2000 non siamo più agganciati all'inflazione".
Si sente tradito, il Pd, colpito dal suo stesso governo con "un grave
atto di arroganza e miopia politica", inutile in quanto "lo Stato
otterrà un risparmio di soli 40 milioni di euro" e "dannoso
perché non tiene conto della diversità fra il governo di una metropoli
e di un piccolo comune". Limitare l'autonomia economica degli
amministratori - ragionano i Democratici - "rende più difficile
il ricambio generazionale e favorisce gli avventurieri della politica".
Occuparsi dei cittadini "diventerà un mestiere per ricchi",
s'indigna il capogruppo di An Marco Marsilio. Mentre l'Udc Dino Gasperini
invoca "un'operazione verità bipartisan per evitare che passi il
principio per cui i costi della politica sono i gettoni
dei consiglieri. E non gli stipendi d'oro dei manager di aziende spesso in
perdita". Ma è il confronto con i parlamentari a rendere
più bruciante l'offesa. "Loro si congelano gli stipendi, mica se
li riducono", conclude Marsilio, "15-17mila euro, oltre sette volte
i nostri. Per non dire il paradosso che l'ultimo consigliere regionale del
Molise prende più del sindaco di Roma".
(
da "Nazione, La (Nazionale)" del
16-12-2007)
Pubblicato anche in: (Giorno, Il (Nazionale))
H COSTI POLITICA
Stipendio dei parlamentari bloccato per 5 anni. Dalla prossima legislatura
taglio ai ministri: non più di dodici - -->.
(
da "Corriere della Sera" del
16-12-2007)
Corriere
della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-12-16 num: - pag: 31
categoria: BREVI Costi
della politica Colpiti i consiglieri comunali
Bloccati per cinque anni gli stipendi dei parlamentari mentre per i
consiglieri comunali e provinciali solo un gettone di presenza.
Ridotto a 12 il numero dei ministri, ma dalla prossima legislatura.
(
da "Corriere del Veneto" del
16-12-2007)
Corriere del Veneto
- VERONA - sezione: PRIMAPAGINA - data: 2007-12-16 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE Giunta e consiglio si equivalgono. Circoscrizioni la più
cara è la prima, la meno costosa l'ottava
Indennità e gettoni di presenza Il Comune costa due milioni VERONA - I consiglieri di
circoscrizione del centro storico costano sei volte tanto quelli di Quinto,
Santa Maria di Stelle, Mizzole e Montorio. Il costo totale degli otto
parlamentini delle circoscrizioni è simile a quello del consiglio
comunale di Verona. Che a sua volta costa all'incirca come la giunta,
compresi sindaco e vicesindaco. E' una fotografia necessariamente un po'
sgranata dei costi della politica veronese, che per i suoi rappresentanti nel
Comune di Verona spende all'incirca due milioni di euro l'anno. A PAGINA 3
Corazza.
(
da "Corriere della Sera" del
16-12-2007)
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2007-12-16 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Tagli I compensi dei consiglieri Il Pd del Comune contro il
governo: "Arrogante e miope" "Così si apre la strada
agli avventurieri della politica". Il capogruppo del Pd nell'aula Giulio
Cesare, Pino Battaglia, non usa mezzi termini contro i "tagli" sui
compensi dei consiglieri comunali e municipali, previsti dal governo con il
maxi-emendamento alla Finanziaria. E con una dura presa di posizione il
gruppo del Partito democratico capitolino parla di "un grave atto di
arroganza e miopia politica", con cui "governo e parlamento hanno
ignorato le richieste di un dibattito serio con gli enti locali sui costi
della politica, confermando così tagli indiscriminati ai compensi dei
consiglieri comunali e municipali". Pino Battaglia fa qualche conto. I tagli sono previsti contro l'indennità (costituita
dalla somma dei gettoni di presenza) e dall'attuale 30 per cento rispetto quella del sindaco
dovrebbe scendere dal primo gennaio 2008 al 25 per cento: "Questo in
"soldoni" - spiega il capogruppo del Pd - significa passare dagli attuali
2100 euro circa al mese, a 1600-1700 euro. E a noi ci hanno già
"tagliato", perché nel 2001 si arrivava fino a 2.500 euro al mese.
Siamo gli unici ad essere penalizzati perché i parlamentari mantengono i loro
emolumenti". "Non è una questione personale - aggiunge il
consigliere Eugenio Patané - Ma noi abbiamo una serie di
responsabilità che non sono inferiori a quelle di un consigliere
regionale o di un deputato. Quindi la retribuzione deve essere collegata alle
responsabilità che ognuno si assume, come quando votiamo nell'aula
Giulio Cesare delibere per milioni di euro: se non siamo presenti non abbiamo
nemmeno il "gettone"". E così in una nota il gruppo
capitolino afferma che "il maxi-emendamento su cui è stata posta
la fiducia alla Camera non raccoglie le proposte di modifica dell'Anci e dei
consigli comunali delle grandi città, proposte condivise da forze
politiche di ogni schieramento. è una decisione demagogica e inutile,
perché, con questa operazione, lo Stato otterrà un risparmio di soli
40 milioni di euro. è una scelta profondamente dannosa - prosegue il
Pd - perché non tiene in nessun modo conto della diversità fra il
governo di una metropoli e quello di un piccolo comune e, limitando
l'autonomia economica degli amministratori locali, rende più difficile
il ricambio generazionale". "Si risponde all'antipolitica con una
buona dose di antipolitica", è la conclusione di Pino Battaglia.
Pino Battaglia Il capogruppo: "Ignorate le nostre richieste di un
dibattito serio sui costi della politica" L. Gar.
(
da "Corriere della Sera" del
16-12-2007)
Corriere
della Sera - ROMA - sezione: PRIMA PAGINA - data: 2007-12-16 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Finanziaria COSTI DELLA POLITICA I consiglieri del Pd
attaccano il governo Servizio "Atto di arroganza e di miopia politica".
E il Pd capitolino attacca il governo sui "tagli" alle
indennità dei consiglieri comunali e municipali. A
PAGINA 2.
(
da "Corriere del Veneto" del
16-12-2007)
Corriere del Veneto
- VERONA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-16 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Indennità egettoni, il Comune
spende due milioni Giunta e consiglio si equivalgono. La prima circoscrizione
è la più cara, la otto la meno costosa Il costo totale degli
otto parlamentini delle circoscrizioni è simile a quello del consiglio
comunale di Verona. Che a sua volta costa all'incirca come la giunta,
compresi sindaco e vicesindaco VERONA - I consiglieri di circoscrizione del
centro storico costano sei volte tanto quelli di Quinto, Santa Maria di
Stelle, Mizzole e Montorio. Il costo totale degli otto parlamentini delle
circoscrizioni è simile a quello del consiglio comunale di Verona. Che
a sua volta costa all'incirca come la giunta, compresi sindaco e vicesindaco.
E' una fotografia necessariamente un po' sgranata dei costi della politica
veronese, che per i suoi rappresentanti nel Comune di Verona spende
all'incirca due milioni di euro l'anno (le indennità qui riportate
sono tutte da intendersi al lordo). Una cifra approssimata per difetto, visto
che sono esclusi i benefit (a partire dal telefonini e auto blu) e i compensi
dei rappresentanti dei consigli di amministrazione nelle società
pubbliche. Disparita' nei quartieri Ogni circoscrizione con più di
30mila abitanti ha 24 consiglieri, che scendono a 18 se ne ha meno. A Verona,
nel primo campo ricadono la prima, la seconda, la terza, la quinta e la
sesta. Prendendo a campione le spese per i gettoni
di presenza nel mese di novembre si scopre che i
consiglieri del centro storico ne hanno accumulato la bellezza di 179, pari a
8.320 euro (ogni gettone vale 46 euro). A Borgo Roma i gettoni
sono stati invece 84, pari a 3.904 euro. Insomma, il consigliere del centro
porta a casa in media 346 euro, quello della periferia sud solo 162. La
circoscrizione che costa meno è l'ottava, con soli 29 gettoni e 1.348 euro spesi. Quella più popolosa, la
terza, è costata 5.531 euro, ovvero 119 gettoni.
In totale, a novembre i gettoni dei quartieri sono
costati 42.947 euro. Ci sono poi i presidenti che percepiscono
un'indennità di 2.324 euro (a parte i presidenti della terza e della
quarta, che non sono in aspettativa, e percepiscono 1.162 euro). Proiettando
i costi su base annua, le circoscrizioni costano all'incirca 710mila euro. Le
spese del consiglio Sedere sugli scranni di aula Gozzi rende per lo meno
1.440 euro al mese. E' l'ammontare dell'indennità di funzione, che
ognuno dei 46 consiglieri comunali può scegliere come compenso forfettario
per la sua attività. Altrimenti, può prendere i gettoni di presenza (da 93 euro
l'uno), arrivando ad accumulare un massimo di 1.787 euro al mese. Se la passa
molto meglio il presidente del consiglio comunale, che percepisce una
indennità di 4.229 euro, anche se Pieralfonso Fratta Pasini, in quanto
parlamentare, non ne ha diritto. Nel complesso, le indennità per i
consiglieri su base annua vengono a costare circa 795mila euro. I costi della
giunta Al sindaco Flavio Tosi spetta un compenso di 6.970 euro. Per il suo
vice, Alfredo Meocci, lo stipendio è di 5.228 euro. Ognuno degli
assessori percepisce invece 4.531 euro ogni mese, ad eccezione di Stefano
Bertacco e Vittorio Di Dio, che non si sono messi in aspettativa dai loro
lavori precedenti, e percepiscono quindi una indennità dimezzata di
2.265 euro. Su base mensile, i costi della giunta sono di 66.570 euro, che
diventano 798mila su base annuale. Sommando i costi di giunta e consiglio, i
rappresentanti politici del Comune costano all'incirca 1,5 milioni di euro.
Se si aggiungono le spese dei parlamentini di quartiere, si superano
abbondantemente i due milioni. Alessio Corazza In consiglio Sedere sugli
scranni di aula Gozzi rende per lo meno 1440 euro al mese.
(
da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
16-12-2007)
PESCARA - Secondo
il centrodestra il bilancio di previsione 2008 della Regione è
"falso, ed è inesistente la legge finanziaria che la Giunta
presenterà martedì in Consiglio". Alfredo Castiglione e
Fabrizio Di Stefano, An: "È un documento senza copertura
finanziaria, che tenta di far quadrare i conti in maniera pericolosissima,
conteggiando 70 milioni di euro di fondi vincolati ad altro uso, sperando che
il Governo Prodi li svincoli". Mario Amicone, Udc: "La Giunta non
sa dove reperire le risorse. Solo martedì saranno pronti i documenti, ma non avremo il tempo di leggerli perchè la Giunta ha
deciso di approvare bilancio e finanziaria entro il 21 dicembre, con i
consiglieri di centrosinistra costretti ad approvare un provvedimento
blindato. Mi vergogno perchè percepiremo immeritatamente il gettone di
presenza". Bruno Di Paolo (Dc-A): "L'espressione
"bilancio aperto" usata dall'assessore D'Amico non esiste,
è una pagliacciata". Infine Nazario Pagano (FI): "I
consiglieri di centrosinistra si limiteranno al ruolo di notai di un
provvedimento sul quale non interverranno minimamente. Il ruolo del Consiglio
regionale non esiste più".
(
da "Sicilia, La" del 16-12-2007)
Ancora cassonetti
in fiamme E c'è chi dà fuoco all'immondizia San Cataldo. a.c.)
Seduta fiume al consiglio comunale di San Cataldo per la trattazione di ben
21 interrogazioni e 2 mozioni, presentate dai consiglieri comunali di
maggioranza e di minoranza. La seduta è durata oltre 6 ore ed è
terminata dopo la mezzanotte: Sono stati esaminati ben 25 argomenti con
qualche sorpresa imprevista. Ad inizio di seduta, Romeo
Bonsignore del Prc ha chiesto di osservare un minuto di raccoglimento per la
morte dei 4 operai di Torino e di devolvere un gettone di presenza dei consiglieri all'operazione "Telethon" per la
raccolta di fondi sulla ricerca delle cause delle malattie genetiche.
Lo stesso Bonsignore ha chiesto al presidente del Consiglio Gaetano Vullo di
iniziare l'iter per la decadenza dei consiglieri comunali Alessandro Pagano e
Giovanni Anzalone (assenti nelle prime battute del consiglio comunale, ma poi
risultati presenti) per l'assenza consecutiva in tre riunioni consiliari,
mentre Giampiero Modaffari ha evidenziato che la presidenza del Consiglio comunale
non rispetta il regolamento comunale che prevede l'inserimento e la
trattazione delle interrogazioni nella prima seduta del consiglio comunale
stesso. Lo stesso Modaffari ha evidenziato il malumore della gente per le
bollette dell'Ato Idrico che continua ad inserire nelle stesse il costo del
canone di depurazione delle acque non tenendo conto del consumo effettivo
dell'acqua potabile, ma del minimo previsto dal contratto. Rosario Sorce, da
parte sua, ha evidenziato i disagi dei cittadini a causa dell'assenza di uno
sportello fisso della Siciliana Gas che costringe i cittadini a spostarsi a
Canicattì. Con votazione segreta, il Consiglio ha rinnovato il
Collegio dei revisori, dopo un breve intervento del consigliere Marcello
Frattallone (Pd) che aveva chiesto la rappresentanza in seno ad esso di un
componente della minoranza Con 12 voti sui 13 disponibili (era assente il
consigliere Raimondo Fasciana), è stato eletto presidente dei revisori
il commercialista Giuseppe Fasciana; con 12 voti il ragioniere Marcello Di
Maggio e 11 voti la dott. Maria Concetta Torregrossa. Un componente della
maggioranza ha votato scheda bianca, così come i 6 consiglieri del
gruppo consiliare del Partito democratico. Il Consiglio, infine, ha approvato
la variante al piano di lottizzazione per la realizzazione di capannoni in
contrada Bigini.
(
da "Sicilia, La" del 16-12-2007)
Sì della
Camera alla Finanziaria, mercoledì il varo definitivo al Senato.
Sconti prima casa e una mano ai poveri Roma. Dopo tre voti di fiducia e una
lunga maratona, la Camera ha dato ieri il via libera alla Finanziaria 2008
con 206 sì, 92 no e un astenuto. Non è mancato un incidente di
percorso. Il governo infatti è stato battuto (229 sì e 218 no)
su un odg del Prc che impegna l'esecutivo a esentare dal pagamento dell'Ici
per le case popolari gli enti per l'edilizia residenziale pubblica. La legge
di bilancio, che è passata da 13 a oltre 16 miliardi di euro, da domani
torna al Senato per la terza lettura. Mercoledì. Ecco le
novità. FISCO E FAMIGLIA Sconto Ici a tutte le prime case tranne le
ville. Il taglio sull'imposta è dell'1,33 per mille e il beneficio
potrà essere al massimo di 200 euro. Questo sconto si aggiunge
però a quello già esistente:103,29 euro. Escluse ville e
castelli. Mutui. Aumenta del 10% il massimo detraibile per i mutui sulla
prima casa. Chi è in difficoltà con il pagamento delle rate potrà
ottenere una sospensione del pagamento delle rate per due volte e per un
periodo totale massimo di 18 mesi. Bonus famiglie numerose. 1.200 euro per le
famiglie con più di 4 figli a carico. Asili nido. Per costruirne di
nuovi ci saranno 90 milioni di euro. Rifinanziati gli sconti Irpef sulle
spese per le rette. Sconti per inquilini. Arriva una detrazione Irpef sugli
affitti per gli inquilini a basso reddito (300 euro per redditi fino a
15.493,71 euro e 150 per redditi fino a 30.987,41). Bonus bamboccioni. Lo
sconto sugli affitti sarà più alto per i giovani tra i 20 e i
30 anni che lasciano la casa di mamma e papà (991,60 euro per i
redditi fino a 15.493,71 euro). Ristrutturazioni ed eco-case. Vengono
prorogati per il 2008 gli incentivi per le ristrutturazioni immobiliari e il
bonus energia del 55% su pannelli solari e nuove caldaie. Riccometro
anti-furbi. Il Riccometro (Isee) diventa a prova di furbi. Sarà
compilato on-line dall'Agenzia delle Entrate che verificherà i dati e
farà controlli. Multe pazze. Tempi di prescrizione più corti
per la riscossione delle multe. Si va da 5 a 2 anni. FISCO E IMPRESA Giù
l'Ires. L'aliquota scende dal 33% al 27,5%. Irap davvero regionale. Riduzione
dell'aliquota Irap dal 4,25% al 3,9%. Le deduzioni Irap riconosciute per le
piccole imprese e per gli autonomi salgono a 9.500 euro. Ok al forfettone per
autonomi e professionisti. Bonus Sud. Per gli imprenditori che assumono a
tempo indeterminato arriva un credito di imposta di 333 euro al mese a
lavoratore (416 in
caso di lavoratrici). 5 per mille. Il tetto di spesa per il 2008 da destinare
al volontariato, alle Onlus e alla ricerca viene portato da 250 a 400 euro. Per il 2009
sono stanziati 380 milioni. CONSUMI Class action. Avrà un filtro per
impedire abusi di questa nuova forma di tutela per i consumatori. Caro
benzina. Il governo, attraverso un decreto trimestrale, potrà
sterilizzare gli aumenti dei prezzi dei carburanti. Mister prezzi. Arriva il
garante per la sorveglianza dei prezzi e delle tariffe. Buoni vacanza. Lo
Stato darà una mano ai più poveri. LAVORO E SICUREZZA Meno
tasse su lavoro dipendente. Il tesoretto sarà destinato a un fondo per
la riduzione della pressione fiscale sui dipendenti. Tfr, meno tasse. Scende
l'aliquota che ora è al 23% scende. Posto fisso ai precari da 3 anni.
Dovranno avere maturato il requisito entro il 28 settembre 2007 e superare un
concorso di selezione. Buoni per i Co.Co.Pro. L'obiettivo è favorire
il reingresso nel mondo del lavoro dei lavoratori a progetto. Nuovi fondi per
sicurezza. Più volanti e mezzi antincendio: la manovra stanzia 190
milioni. Cento milioni per i canadair. Tabaccai e bar, risorse per
telecamerine. Arrivano aiuti pro-sicurezza ma anche per
diffondere l'utilizzo della moneta elettronica. COSTI DELLA POLITICA Tagli a
ministri. Dalla prossima legislatura il numero dei ministri non potrà
superare quota 12. Indennità parlamentari. Lo stipendio di senatori e
deputati è bloccato per 5 anni. Gli stipendi dei manager. Il
tetto per lo stipendio dei manager pubblici viene fissato a quota 270 mila
euro. Comunità montane. Sforbiciata al numero delle comunità
montane, ai componenti degli organi di gestione e alle rispettive
indennità. A decidere i dettagli saranno le Regioni. INFRASTRUTTURE
Autotrasporto. Più fondi, pari a 70 milioni in 3 anni, e riforma
dell'accesso al mercato. Trasporto pubblico locale. In arrivo 614 milioni per
il 2008, 651 milioni per il 2009 e 651 nel 2010. SANITA' Cresce il Fondo sanitario nazionale. Il Fondo sanitario
nazionale per finanziarie i livelli essenziali di assistenza passa dai
97,040 miliardi del 2007 ai 101,457 miliardi di euro del 2008. Edilizia
sanitaria. Stanziamento di 3 miliardi di euro per l'ammodernamento delle
strutture sanitarie, la costruzione di nuovi ospedali e servizi territoriali,
il rinnovo delle tecnologie mediche, la messa in sicurezza delle strutture e
la realizzazione di residenze sanitarie per gli anziani. Abolito il ticket su
ricette e visite. Abolito il ticket di 10 euro sulle ricette per le
prestazioni di diagnostica e per le visite specialistiche. Inoltre, il fondo
per l'assistenza alle persone non autosufficienti sale a 400 milioni di euro.
Incidenti sul lavoro. Vengono stanziati ulteriori 50 milioni di euro per il
potenziamento delle attività di prevenzione e contrasto degli
incidenti e delle malattie professionali sui luoghi di lavoro. Cancro
dell'utero: vaccino gratis per le dodicenni. Aumentano i finanziamenti alle
Regioni (+ 30 milioni di euro) per la rapida esecuzione della vaccinazione
gratuita contro il virus HPV responsabile del cancro della cervice uterina.
Fondo per danneggiati da trasfusioni. Stanziati 180 milioni di euro annui a
partire dal 2008 per il risarcimento dei danni subiti a seguito di
trasfusione, vaccinazioni e sindrome da talidomide. Assistenza odontoiatrica
integrativa. Per ottenere i benefici fiscali previsti dalle norme, i fondi
sanitari integrativi dovranno erogare anche le prestazioni odontoiatriche e
quelle per i non autosufficienti. Assistenza detenuti. Passa al Ssn.
Autorità nazionale per la sicurezza
alimentare. Opererà al ministero della Salute e avrà una sede a
Foggia.
(
da "Velino.it, Il" del 16-12-2007)
(POL) Tar, nuovo schiaffo
al governo: da lunedì 2 comandanti alla Gdf Roma, 15 dic (Velino) -
Dopo aver accolto il ricorso del consigliere Rai Angelo Maria Petroni contro
la sua sostituzione in seno al Cda di Viale Mazzini, il Tar del Lazio
dà un altro schiaffo al governo dando ragione all'ex comandante della
Guardia di Finanza, Roberto Speciale. Il generale contestava la
legittimità della sua revoca da comandante delle Fiamme gialle decisa
dal Consiglio dei ministri dello scorso primo giugno. I giudici hanno accolto
le richieste di Speciale ma hanno stabilito che non debba, comunque, avere
alcun risarcimento in denaro per i danni che lui ritiene di aver subito. Al
ministero dell'Economia è stato invece ingiunto di pagare seimila euro
di spese legali. Sulla questione ha riferito alla Camera il ministro
dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo il via libera alla Finanziaria.
Quella del ministro è stata una “non informativa”, ha protestato il
centrodestra dopo il brevissimo intervento di Padoa-Schioppa. “Ci ha preso in
giro”, è stato il refrain degli esponenti dell'opposizione. Secondo i
quali la strada obbligata, per il titolare di Via XX Settembre, è
quella delle dimissioni immediate. Poco prima, Padoa-Schioppa aveva indicato
all'aula della Camera i tre “principi-guida” che ispireranno le prossime
mosse dell'esecutivo: “massimo rispetto della magistratura amministrativa”,
volontà di “esercitare pienamente le proprie prerogative
nell'interesse del Paese”, “massima cura e attenzione al corpo della Guardia
di finanza e alle sue esigenze di operare in serenità e in condizioni
di certezza”. Alla rimozione di Speciale si era arrivati dopo lo scontro con
il viceministro Visco, titolare allora delle deleghe proprio sulle Fiamme
gialle. Scontro nato dalla richiesta di Visco di rimuovere quattro ufficiali
che indagavano a Milano sulle scalate dell'estate dei “furbetti del
quartierino”; in modo particolare sulle operazione Antonveneta e Unipol-Bnl.
Speciale si oppose ai trasferimenti e da quel momento i rapporti con Visco
precipitarono. Fino al punto che Padoa-Schioppa, al Senato, lo ha accusato di
“gravi manchevolezze”, di scarsa “lealtà nelle istituzioni” e di
“inadeguatezza al comando”. Con la sentenza del Tar Speciale torna a essere
il comandante generale della Guardia di Finanza. Almeno formalmente è
così. La decisione dei giudici amministrativi ha, infatti, una valenza
immediata: è stata ristabilita la situazione precedente alla nomina
dell'attuale comandante, Cosimo D'Arrigo. E Speciale lunedì potrebbe presentarsi
nel suo ufficio. Potrebbe farlo - e sembra proprio che lo farà - prima
del prevedibile ricorso che presidenza del Consiglio, ministero della Difesa
e ministero dell'Economia, rappresentati dall'Avvocatura dello Stato, e lo
stesso generale D'Arrigo, proporranno al Consiglio di Stato per ottenere in
prima battuta la sospensiva cautelare del provvedimento e quindi, nel merito,
il ribaltamento dello stesso. Cioè tornare alla situazione a cui si
è arrivati dopo il primo giugno, con Speciale rimosso e D'Arrigo nominato
nuovo comandante. Commentando al Giornale Radio Rai la decisione del
Consiglio di Stato, Speciale non scioglie la riserva su ciò che
farà lunedì: tornerà nel suo ufficio di Viale XXI Aprile
come se nulla fosse accaduto? “Ci sto pensando - rispende il generale -
c'è questo fine settimana, lo Stato ordina, io obbedisco come sempre”.
E se tornerà, tiene a sottolineare, il primo atto sarà
“riabbracciare i miei 64mila finanzieri che non mi hanno mai dimenticato”.
Dalla maggioranza giungono intanto attestati di solidarietà e fiducia
nei confronti di Padoa-Schioppa e del suo vice, Visco. Ma non mancano i
distinguo. In particolare, a smarcarsi è l'Italia dei
valori. Massimo Donadi, capogruppo del partito di Antonio Di Pietro alla
Camera, rileva: “Ancora una volta non ci resta che dire: l'avevamo detto.
Dall'indulto, ai costi della politica, alla vicenda
Visco-Speciale, e se ne potrebbero citare tante altre, ogni qualvolta Idv e
il ministro Di Pietro si trovano contrapposti alla propria coalizione
è sempre il tempo a far da galantuomo e a dimostrare che se
l'Unione prestasse più attenzione alle nostre parole si sarebbe potuta
evitare più di una figuraccia”. (Remo Urbino) 15 dic 22:00.
(
da "Velino.it, Il" del 16-12-2007)
(POL) Tar, nuovo
schiaffo al governo: da lunedì 2 comandanti alla Gdf Roma, 15 dic
(Velino) - Dopo aver accolto il ricorso del consigliere Rai Angelo Maria Petroni
contro la sua sostituzione in seno al Cda di Viale Mazzini, il Tar del Lazio
dà un altro schiaffo al governo dando ragione all'ex comandante della
Guardia di Finanza, Roberto Speciale. Il generale contestava la
legittimità della sua revoca da comandante delle Fiamme gialle decisa
dal Consiglio dei ministri dello scorso primo giugno. I giudici hanno accolto
le richieste di Speciale ma hanno stabilito che non debba, comunque, avere
alcun risarcimento in denaro per i danni che lui ritiene di aver subito. Al
ministero dell'Economia è stato invece ingiunto di pagare seimila euro
di spese legali. Sulla questione ha riferito alla Camera il ministro
dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo il via libera alla Finanziaria.
Quella del ministro è stata una “non informativa”, ha protestato il
centrodestra dopo il brevissimo intervento di Padoa-Schioppa. “Ci ha preso in
giro”, è stato il refrain degli esponenti dell'opposizione. Secondo i
quali la strada obbligata, per il titolare di Via XX Settembre, è
quella delle dimissioni immediate. Poco prima, Padoa-Schioppa aveva indicato
all'aula della Camera i tre “principi-guida” che ispireranno le prossime
mosse dell'esecutivo: “massimo rispetto della magistratura amministrativa”,
volontà di “esercitare pienamente le proprie prerogative
nell'interesse del Paese”, “massima cura e attenzione al corpo della Guardia
di finanza e alle sue esigenze di operare in serenità e in condizioni
di certezza”. Alla rimozione di Speciale si era arrivati dopo lo scontro con
il viceministro Visco, titolare allora delle deleghe proprio sulle Fiamme
gialle. Scontro nato dalla richiesta di Visco di rimuovere quattro ufficiali
che indagavano a Milano sulle scalate dell'estate dei “furbetti del
quartierino”; in modo particolare sulle operazione Antonveneta e Unipol-Bnl.
Speciale si oppose ai trasferimenti e da quel momento i rapporti con Visco
precipitarono. Fino al punto che Padoa-Schioppa, al Senato, lo ha accusato di
“gravi manchevolezze”, di scarsa “lealtà nelle istituzioni” e di “inadeguatezza
al comando”. Con la sentenza del Tar Speciale torna a essere il comandante
generale della Guardia di Finanza. Almeno formalmente è così.
La decisione dei giudici amministrativi ha, infatti, una valenza immediata:
è stata ristabilita la situazione precedente alla nomina dell'attuale
comandante, Cosimo D'Arrigo. E Speciale lunedì potrebbe presentarsi
nel suo ufficio. Potrebbe farlo - e sembra proprio che lo farà - prima
del prevedibile ricorso che presidenza del Consiglio, ministero della Difesa
e ministero dell'Economia, rappresentati dall'Avvocatura dello Stato, e lo
stesso generale D'Arrigo, proporranno al Consiglio di Stato per ottenere in
prima battuta la sospensiva cautelare del provvedimento e quindi, nel merito,
il ribaltamento dello stesso. Cioè tornare alla situazione a cui si
è arrivati dopo il primo giugno, con Speciale rimosso e D'Arrigo
nominato nuovo comandante. Commentando al Giornale Radio Rai la decisione del
Consiglio di Stato, Speciale non scioglie la riserva su ciò che farà
lunedì: tornerà nel suo ufficio di Viale XXI Aprile come se
nulla fosse accaduto? “Ci sto pensando - rispende il generale - c'è
questo fine settimana, lo Stato ordina, io obbedisco come sempre”. E se
tornerà, tiene a sottolineare, il primo atto sarà
“riabbracciare i miei 64mila finanzieri che non mi hanno mai dimenticato”.
Dalla maggioranza giungono intanto attestati di solidarietà e fiducia
nei confronti di Padoa-Schioppa e del suo vice, Visco. Ma non mancano i
distinguo. In particolare, a smarcarsi è l'Italia dei
valori. Massimo Donadi, capogruppo del partito di Antonio Di Pietro alla
Camera, rileva: “Ancora una volta non ci resta che dire: l'avevamo detto.
Dall'indulto, ai costi della politica, alla vicenda
Visco-Speciale, e se ne potrebbero citare tante altre, ogni qualvolta Idv e
il ministro Di Pietro si trovano contrapposti alla propria coalizione
è sempre il tempo a far da galantuomo e a dimostrare che se
l'Unione prestasse più attenzione alle nostre parole si sarebbe potuta
evitare più di una figuraccia”. (Remo Urbino) 15 dic 22:00.
(
da "Velino.it, Il" del 16-12-2007)
(POL) Tar, nuovo
schiaffo al governo: da lunedì 2 comandanti alla Gdf Roma, 15 dic
(Velino) - Dopo aver accolto il ricorso del consigliere Rai Angelo Maria
Petroni contro la sua sostituzione in seno al Cda di Viale Mazzini, il Tar
del Lazio dà un altro schiaffo al governo dando ragione all'ex
comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale. Il generale contestava
la legittimità della sua revoca da comandante delle Fiamme gialle
decisa dal Consiglio dei ministri dello scorso primo giugno. I giudici hanno
accolto le richieste di Speciale ma hanno stabilito che non debba, comunque,
avere alcun risarcimento in denaro per i danni che lui ritiene di aver
subito. Al ministero dell'Economia è stato invece ingiunto di pagare
seimila euro di spese legali. Sulla questione ha riferito alla Camera il ministro
dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo il via libera alla Finanziaria.
Quella del ministro è stata una “non informativa”, ha protestato il
centrodestra dopo il brevissimo intervento di Padoa-Schioppa. “Ci ha preso in
giro”, è stato il refrain degli esponenti dell'opposizione. Secondo i
quali la strada obbligata, per il titolare di Via XX Settembre, è
quella delle dimissioni immediate. Poco prima, Padoa-Schioppa aveva indicato
all'aula della Camera i tre “principi-guida” che ispireranno le prossime mosse
dell'esecutivo: “massimo rispetto della magistratura amministrativa”,
volontà di “esercitare pienamente le proprie prerogative
nell'interesse del Paese”, “massima cura e attenzione al corpo della Guardia
di finanza e alle sue esigenze di operare in serenità e in condizioni
di certezza”. Alla rimozione di Speciale si era arrivati dopo lo scontro con
il viceministro Visco, titolare allora delle deleghe proprio sulle Fiamme
gialle. Scontro nato dalla richiesta di Visco di rimuovere quattro ufficiali
che indagavano a Milano sulle scalate dell'estate dei “furbetti del
quartierino”; in modo particolare sulle operazione Antonveneta e Unipol-Bnl.
Speciale si oppose ai trasferimenti e da quel momento i rapporti con Visco
precipitarono. Fino al punto che Padoa-Schioppa, al Senato, lo ha accusato di
“gravi manchevolezze”, di scarsa “lealtà nelle istituzioni” e di
“inadeguatezza al comando”. Con la sentenza del Tar Speciale torna a essere
il comandante generale della Guardia di Finanza. Almeno formalmente è
così. La decisione dei giudici amministrativi ha, infatti, una valenza
immediata: è stata ristabilita la situazione precedente alla nomina
dell'attuale comandante, Cosimo D'Arrigo. E Speciale lunedì potrebbe
presentarsi nel suo ufficio. Potrebbe farlo - e sembra proprio che lo
farà - prima del prevedibile ricorso che presidenza del Consiglio,
ministero della Difesa e ministero dell'Economia, rappresentati
dall'Avvocatura dello Stato, e lo stesso generale D'Arrigo, proporranno al
Consiglio di Stato per ottenere in prima battuta la sospensiva cautelare del
provvedimento e quindi, nel merito, il ribaltamento dello stesso. Cioè
tornare alla situazione a cui si è arrivati dopo il primo giugno, con
Speciale rimosso e D'Arrigo nominato nuovo comandante. Commentando al Giornale
Radio Rai la decisione del Consiglio di Stato, Speciale non scioglie la
riserva su ciò che farà lunedì: tornerà nel suo
ufficio di Viale XXI Aprile come se nulla fosse accaduto? “Ci sto pensando -
rispende il generale - c'è questo fine settimana, lo Stato ordina, io
obbedisco come sempre”. E se tornerà, tiene a sottolineare, il primo
atto sarà “riabbracciare i miei 64mila finanzieri che non mi hanno mai
dimenticato”. Dalla maggioranza giungono intanto attestati di
solidarietà e fiducia nei confronti di Padoa-Schioppa e del suo vice,
Visco. Ma non mancano i distinguo. In particolare, a smarcarsi è
l'Italia dei valori. Massimo Donadi, capogruppo del
partito di Antonio Di Pietro alla Camera, rileva: “Ancora una volta non ci
resta che dire: l'avevamo detto. Dall'indulto, ai costi della politica, alla vicenda Visco-Speciale, e se ne potrebbero citare tante
altre, ogni qualvolta Idv e il ministro Di Pietro si trovano contrapposti
alla propria coalizione è sempre il tempo a far da galantuomo e
a dimostrare che se l'Unione prestasse più attenzione alle nostre
parole si sarebbe potuta evitare più di una figuraccia”. (Remo Urbino)
15 dic 22:00.
(
da "Virgilio Notizie" del
16-12-2007)
16-12-2007 15:41
"Taglio ministeri è simbolico. Consulenze andrebbero
dimezzate" Roma, 16 dic. (Apcom) - La Corte dei conti giudica
insufficienti le misure della Finanziaria per ridurre i costi della politica. "Qualcosa si è fatto - ha affermato
il procuratore generale Furio Pasqualucci nel corso della trasmissione 'In
mezz'ora' - ma si poteva fare di più, a cominciare dalle consulenze.
La riduzione del numero dei ministeri non è una gran cosa, anche se ha
un valore simbolico". Le consulenze della pubblica amministrazione, ha
spiegato il pg, sono 250mila, con una spesa di 1,5 miliardi. "Credo - ha
detto Pasqualucci - che potrebbero essere dimezzate, come numero e come spesa",
mentre "le misure introdotte in Finanziaria non hanno un peso
così notevole per ridurle. Era stato anche previsto un controllo
preventivo della Corte dei conti, almeno per le amministrazioni dello
Stato", ma poi la misura è saltata. Nella manovra c'è
anche l'introduzione di un tetto agli stipendi dei manager pubblici. In
questo campo, secondo il magistrato, "le norme sono sempre molto
complicate e ho notato con piacere che si è tornati al testo del
Senato. Nel testo della Camera, infatti, era passato un comma per cui le
nuove norme non si sarebbero applicate ai rapporti in corso".
(
da "Mattino, Il (Nazionale)" del
16-12-2007)
COSTI
DELLA POLITICA Tagli a ministri, indennità e privilegi Sforbiciate ai
costi della politica. Ci rimettono le comunità montane, ma anche i
consiglieri comunali e provinciali per i quali l'indennità mensile
è sostituita dai gettoni
di presenza. Stretta sui rimborsi per le missioni e
sulle spese della pubblica amministrazione, con tagli in particolare alle
auto blu, alle telefonate e alla carta. A livello centrale è previsto
il blocco per cinque anni dello stipendio dei parlamentari e, dal prossimo
governo, la riduzione a 12 del numero dei ministri. Arriva il tetto allo
stipendio dei manager pubblici: non potrà superare 274.000 euro
l'anno. Prevista una soglia doppia per i dirigenti di Bankitalia, Autorithy e
25 top manager scelti dal governo.
(
da "Virgilio Notizie" del
16-12-2007)
16-12-2007 17:38
"Opinione politica su tesoretto,approssimativa
su costi politica" Roma, 16 dic. (Apcom) - Il
relatore alla Finanziaria al Senato, Giovanni Legnini (Pd), replica
sconcertato al giudizio negativo espresso sulla manovra (e in particolare sui
costi della politica) dal procuratore generale della
Corte dei conti, Furio Pasqualucci. "Francamente - afferma Legnini -
sono rimasto trasecolato dall'approssimazioine con cui si commenta il
contenuto della Finanziaria sui costi della politica".
E se Pasqualucci critica l'uso del 'tesoretto' per le spese correnti, il
relatore risponde seccamente che "questa è una opinione politica che un magistrato contabile non dovrebbe
esprimere". Per i costi della politica, dice
Legnini, "c'è un elenco di misure concrete, che evidentemente
pochi conoscono. Si bloccano le indennità dei parlamentari, c'è
una riduzione del numero dei ministri, ci sono interventi incisivi sul tetto
agli stipendi dei manager pubblici, sulle società pubbliche, sugli
Aato, sulle comunità montane, sui comuni, sulle consulenze. Il
complesso di queste misure realizza un risparmio di 1 miliardo di euro, non
proprio una bazzeccola". "Invito tutti - conclude il senatore del
Pd - a leggere con attenzione le misure sui costi della politica,
perchè sono misure senza precedenti. Certamente si poteva fare di
più, ma si è fatto quello che non era mai stato fatto".
(
da "Liberazione" del 16-12-2007)
Ora il
provvedimento passa al Senato. Tra le ultime novità: tagli alla
ricerca, "mister prezzi", buoni per i co.co.pro. Il governo battuto
su un ordine del giorno del Prc sull'Ici Manovra 2008, ok della Camera alla
finanziaria da 16 miliardi Romina Velchi Ora manca solo l'ok definitivo del
Senato. In qualche modo il governo è riuscito a superare la tappa
più difficile, l'approvazione della finanziaria 2008, e a restare in
piedi. Certo, c'è sempre la possibilità di un intoppo
imprevisto a Palazzo Madama. Ma siccome la spallata doveva arrivare
già un mese fa, è logico aspettarsi che non arriverà
più, visto che anche lì sarà "questione di
fiducia". Al massimo, il governo potrà andare sotto su qualche
ordine del giorno, come è accaduto ieri su un odg del Prc (a firma di
Maurizio Acerbo, votato anche da Pdci e centrodestra) che impegna il governo
a "valutare l'opportunità di rivedere la normativa sull'imposta
comunale sugli immobili" al fine di esentare dal pagamento "le
aziende territoriali per l'edilizia pubblica". Una norma che era nel
testo uscito dal Senato, ma che è stata tolta dai tre maxi emendamenti
sui quali il governo ha posto la fiducia. Fiducia che il governo ha ottenuto
sabato a tarda sera, con tre distinte votazioni (una per ogni maxi
emendamento), senza sorprese ma con qualche tensione. Come quando i deputati
di Forza Italia, dopo aver inutilmente chiesto che i lavori fossero sospesi a
causa di un errore materiale nello stampato del testo, per protesta non hanno
partecipato alla seconda votazione. Poiché di passaggio in passaggio, la
manovra da 10 miliardi è lievitata a 16, l'esecutivo è
corso ai ripari operando tagli e risparmi e solo in parte (400 milioni)
aumentando le entrate (evasione fiscale e accise sul tabacco). Peccato che si
tratti di tagli non proprio neutri. Il più vistoso è quello
alla ricerca, che ha fatto infuriare il ministro Mussi: 92 milioni, che se ne
sono andati per l'accordo con i camionisti. "Tagliare i fondi alla
ricerca - ha tuonato Mussi - è un atto grave e suicida per il
paese". La scure si è abbattuta anche sull'editoria: 5 i milioni
in meno a disposizione dei giornali, in soccorso dei quali arriva però
un ordine del giorno, presentato da Enzo Carra (Pd) e accolto dal governo,
che impegna l'esecutivo a "integrare le risorse destinate all'editoria
adottando le opportune iniziative per le erogazioni al settore" (e
c'è la promessa del relatore Ventura, Pd, a ripristinare i fondi nel
decreto di fine anno, il cosiddetto "milleproroghe"). Malcontento,
poi, per la sforbiciata degli sconti fiscali al Sud (di "duro colpo al
Mezzogiorno" ha parlato la Regione Campania), mentre nel mirino della
Sinistra e dei sindacati sono finite le norme sugli investimenti nelle
ferrovie. Dal gruppo del Pd al comune di Roma, infine, è arrivata una
dura presa di posizione contro "governo e parlamento", che hanno confermato
"i tagli indiscriminati ai compensi dei consiglieri comunali e
municipali". La fiducia, comunque, anzi le fiducie il governo le ha
ottenute. Il primo voto ha avuto 324 sì e 204 no; il secondo 326
sì e 73 no (mancavano, appunto, i deputati azzurri); il terzo 322
sì e 99 no. "La manovra complessiva - ha detto Andrea Ricci nella
dichiarazione di voto per il Prc - non determina quelle svolte di cui il
paese ha realmente e urgentemente bisogno, per scongiurare l'acuta crisi
sociale" che lo sta attraversando. E siccome l'approvazione del
provvedimento sul Welfare è "una grave ferita aperta", il
governo dovrà fornire risposte soprattutto nella lotta al precariato.
L'iter della manovra è proseguito ieri con la votazione degli ordini
del giorno (circa 400), mentre il voto finale è arrivato nel tardo
pomeriggio (in Aula ad assistere ai lavori c'era anche Prodi), non senza un
nuovo intoppo dovuto ad un altro errore materiale e nuove proteste
dell'opposizione: 296 sì, 92 no, un astenuto. L'ok definitivo del
Senato dovrebbe arrivare entro venerdì. E' probabile che il
provvedimento sarà blindatissimo (altrimenti dovrebbe tornare alla
Camera) e dunque non ci saranno altre modifiche. Ecco allora le principali
novità. Fisco e famiglia Sconto Ici : taglio dell'imposta di 1,33 per
mille, tetto massimo di 200 euro. Escluse ville di lusso e castelli; mutui :
aumenta del 10% il massimo detraibile per i mutui sulla prima casa; bonus
famiglia : 1,200 euro per quelle con più di 4 figli; asili nido : 90
milioni per costruirne di nuovi e sconti Irpef per le rette; affitti :
detrazione irpef per gli inquilini a basso reddito (300 euro fino a 15,493
annui, 150 fino a 30,987); "bamboccioni" : sconto sugli affitti per
i giovani tra 20 e 30 anni (991 euro per redditi fino a 15,493); ristrutturazioni
: prorogati gli incentivi e il bonus energia del 55% su pannelli solari e
nuove caldaie; riccometro : anti-furbi, sarà compilato on line
dall'agenzia delle entrate che farà i controlli e verificherà i
dati. Fisco e impresa Meno Ires : l'aliquota scende dal 33 al 27,5%; Irap :
riduzione dal 4,25 al 3,9%, forfettone per autonomi e professionisti; bonus
Sud : 333 euro al mese per chi assume un lavoratore a tempo indeterminato,
416 per chi assume una lavoratrice; 5Xmille : il tetto sale da 250 a 400. Consumi Class
action : i consumatori potranno fare cause collettive, ma sono stati
introdotti dei filtri per impedire abusi; è retroattiva; mister prezzi
: arriva il garante per la sorveglianza dei prezzi e delle tariffe. Lavoro,
sanità, sicurezza Tasse : impegno a destinare il prossimo
"tesoretto" alla riduzione della pressione fiscale sui lavoratori
dipendenti; precari : saranno stabilizzati coloro che hanno un contratto a
tempo determinato da almeno tre anni al 28 settembre 2007 e hanno superato
una forma di selezione, esclusi i portaborse e i ricercatori; co.co.pro :
buoni per favorire il reingresso nel mondo del lavoro dei lavoratori a
progetto; ticket : abolizione prorogata anche per il 2008;
non-autosufficienti : il fondo aumenta di 100 milioni. Costi della politica
Ministri : dalla prossima legislatura il numero dei ministri non potrà
superare quota 12; parlamentari : stop per 5 anni agli aumenti di deputati e
senatori; manager : tetto agli stipendi dei manager pubblici, fissato a quota
274mila euro, per Banca d'Italia e autorità è il doppio,
previste 25 deroghe; comunità montane :
sforbiciate al loro numero, ai componenti degli organi di gestione e alle
indennità; comuni e provincie : ridotto il numero dei consiglieri e
diminuiti indennità e gettoni di presenza. Infrastrutture Trasporto locale : 614 milioni per il 2008,
651 per il 2009 e 651 per il 2010. 16/12/2007.
(
da "Voce d'Italia, La" del
16-12-2007)
La Voce d'Italia -
nuova edizione anno II n.90 del 16/12/2007 Home Cronaca Politica Esteri
Economia Scienze Spettacolo Cultura Sport Focus Economia La Camera cancella
la modifica passata al Senato Il taglio dei tagli Eliminato il tetto
anti-Casta agli 'stipendi d'oro'?
Milano, 16 dic. – Qualche giorno fa
è apparso sul sito web del Corriere della Sera (1) un articolo a firma
Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, autori
del best-seller “La Casta”, che racconta di come – alla Camera – sia stata
cancellata la riforma già passata al Senato che prevedeva un tetto
agli “stipendi d'oro” dei manager pubblici. D'ora in avanti, anzi, i
grand commis pubblici potranno addirittura guadagnare anche di più,
con buona pace di chi dichiarava di voler ridurre la spesa pubblica. Eppure
sembrava che la riforma potesse andare a buon fine: l'articolo 144 della
Finanziaria 2008, fortemente voluto dai senatori Massimo Villone e Cesare
Salvi, autori de “I costi della democrazia”, prevedeva che i Boiardi di Stato
percepissero uno stipendio con un tetto parametrato a quello del primo
presidente della Corte di Cassazione, cioè 274 mila euro l'anno. Ma
non solo: venivano eliminati alcuni privilegi di questi “lavoratori
privilegiati”, tra i quali il divieto di cumulo di poltrone o la decurtazione
netta dei compensi in caso di eccezioni al divieto. Ma questo articolo non
è piaciuto a tanti, troppi; da qui la serie infinita di correzioni e
riscritture che ha portato la norma ad essere dapprima totalmente snaturata,
escludendo tutta una serie di incarichi quali le Autorità, gli Organi
costituzionali, i presentatori Rai e gli strapagati ospiti di Sanremo; poi,
sull'onda dell'entusiasmo parlamentare, la Camera ha addirittura fissato
sì il tetto, ma al doppio del primo presidente della Corte di Cassazione,
vale a dire che ora il limite è fissato a 548 mila euro. L'ennesima
presa per i fondelli al popolo italiano, sempre più impoverito e
deluso? Non si sa: magari il Governo porrà rimedio a questa decisione,
magari qualcuno si ravvede e ci ripensa, magari Babbo Natale esiste davvero…
Chissà… Massimo Benvenuti massimo.benvenuti@voceditalia.it (1)
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_13/
tagli_rizzo_stella_dabd9338-a941-11dc-b997-0003ba99c53b.shtml (fonte:
Panorama, Corriere.it).
ARTICOLI DEL 14 E 15
DICEMBRE 2007
L'eurodeputato salva i soldi
( da "Stampa, La"
del 14-12-2007)
SEMPRE ATTENTI a punzecchiare le scelte
della giunta ma non altrettan ( da "Nazione, La (La Spezia)" del
14-12-2007)
Comunità montana, con la riforma
Lumezzane torna fuori dall'ente ( da "Giornale di Brescia" del
14-12-2007)
Un'occasione perduta
( da "Nuova Ferrara, La"
del 14-12-2007)
<Tagliamoci il gettone>
( da "Adige, L'"
del 14-12-2007)
<Mi pagano poco>, Sutti
( da "Libertà"
del 14-12-2007)
NARNI - INNAMORATI del telefonino.
Secondo l'amministrazione ( da "Nazione, La (Umbria)" del
14-12-2007)
Costi della politica, scontro in
notturna ( da "Corriere Alto Adige" del 14-12-2007)
Tagli ai costi della politica Muro
contro muro in aula ( da "Corriere Alto Adige" del
14-12-2007)
Fondi alle asl, cgil attacca
"favoriti gli enti religiosi" - giuliano foschini
( da "Repubblica, La"
del 14-12-2007)
I Comuni chiedono l'assemblea degli
enti locali ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
14-12-2007)
Per la Regione oltre 200 nomine tra
enti e agenzie ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 14-12-2007)
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Primo Piano - data: 2007-12-14 num: - pag: 9 categoria: A...
( da "Corriere della Sera"
del 14-12-2007)
DETRAZIONI, PER I PRIMI TRE ANNI, NELLA
MISURA DI 991 EURO, MA SOLO CON REDDITI INFERIORI A 15.493 EURO
( da "Corriere delle Alpi"
del 14-12-2007)
La tavola
( da "Espresso, L' (abbonati)"
del 14-12-2007)
Gettoni per seduta-lampo, i consiglieri
incassano ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
14-12-2007)
Mobilità, verde e servizi per la
Vas ( da "Settegiorni (Rho)" del
14-12-2007)
LOMBARDIA/SANITA': FORMIGONI, VINCENTE
ALLEANZA PUBBLICO-PRIVATO ( da "Asca" del 14-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE... -4- ( da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE NOVITA' ( da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE... -5- ( da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE... -3- ( da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
COME RIDURRE I COSTI DELLA NON
QUALITè Â ? : PAROL ( da "Windpress" del
14-12-2007)
Il "peso" di apparati e
funzionari incide sull'organizzazione del Pd
( da "Gazzetta del Sud"
del 15-12-2007)
Gettoni di presenza devoluti alle
vittime della tragedia di Torino ( da "Gazzetta del Sud" del
15-12-2007)
Consulenze e case di cura già
pronta la lista dei tagli ( da "Repubblica, La" del
15-12-2007)
Amiu, Amt, Asterun piano per tagliare
gli stipendi dei cda ( da "Secolo XIX, Il" del
15-12-2007)
Mai oltre l'80% del "salario"
del sindaco ( da "Secolo XIX, Il" del
15-12-2007)
QUARRATA 0 Ecco le indennità
degli amministratori ( da "Nazione, La (Pistoia)" del
15-12-2007)
Costi della politica, vince l'Svp
( da "Corriere Alto Adige"
del 15-12-2007)
Vittoria Svp Nessun taglio alle
indennità ( da "Corriere Alto Adige" del
15-12-2007)
Quartieri, disgelo con De Luca
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 15-12-2007)
<I politici temono il referendum>
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 15-12-2007)
La riduzione dei costi della politica
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 15-12-2007)
Secondo il ministero degli Interni
l'articolo 51 dello statuto comunale di San Felice Circeo &#
( da "Messaggero, Il (Latina)"
del 15-12-2007)
Il Comune dica subito ai cittadini se devono
pagare o meno la sosta dopo la sentenza d
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 15-12-2007)
Di MARIA TOMASI Dopo aver ascoltato le
relazioni degli assessori comunali Andrea Rudari, Renato Pegoretti e Andrea
Robol , i consiglieri della Circoscrizione Argentario hanno appro
( da "Adige, L'"
del 15-12-2007)
Consiglieri comunali solo per passione
( da "Adige, L'"
del 15-12-2007)
IL PRINCIPIO L'obiettivo è
duplice: coordinare potenziare e allineare i servizi ma rispettando certe
specificità e diminuire i costi della politica
( da "Nazione, La (Pisa)"
del 15-12-2007)
Finanziaria, fiducia sui
maxi-emendamenti, la Camera al voto ( da "Campanile, Il" del
15-12-2007)
Gettone devoluto ai morti di Torino
( da "Sicilia, La"
del 15-12-2007)
GDF/ DONADI: UNIONE ASCOLTI IDV ED
EVITI FIGURACCE ( da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
Finanziaria, il bilancio
( da "AprileOnline.info"
del 15-12-2007)
Dal Tar un nuovo schiaffo al governo
( da "AprileOnline.info"
del 15-12-2007)
Sorpresa: nei megastore i consumi non
calano ( da "Corriere Adriatico" del
15-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE... -4- ( da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
FINANZIARIA/ DA SCONTI ICI A MUTUI E
CLASS ACTION,TUTTE LE... -3- ( da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
(
da "Stampa, La" del 14-12-2007)
Il caso La riforma
puntava a stabilire indennità uguali per tutti LA CONFERMA IN TESTA
Domenici L'eurodeputato salva i soldi Uno stratagemma consente agli italiani
di non perdere una lira di stipendio MARCO ZATTERIN Chi verrà rieletto
continuerà a percepire le stesse somme I deputati di Roma sono quelli
che guadagnano di più Finanziaria, fiducia su 3 maxi-emendamenti
"Le nostre città devono stare al passo con l'Europa"
BRUXELLES Non tutti i parlamentari di Strasburgo avranno lo stipendio ridotto
dopo il voto a dodici stelle previsto nel giugno 2009. Nel nuovo statuto
degli eurodeputati appena approvato c'è un buco o, forse, un abile
artificio che potrebbe consentire a molti, fra cui gli italiani, di scampare
alla falciatura dell'indennità. E' una disposizione transitoria,
ricordata ancora ieri nel bilancio 2008 approvato dall'assemblea comunitaria,
che garantisce ai rieletti di conservare lo stipendio ante riforma e agli
altri di negoziare con le capitali una remunerazione in linea con quella dei
delegati nazionali, esattamente come avviene oggi. Il che, in numeri, fa
sì che quanti percepiscono ora più di 6500 euro lordi - nuovo
livello di riferimento per tutti - potranno continuare a guadagnare di
più. Sei i Paesi interessati, ma i nostri sono
quelli che giocano la partita più ricca. In principio era sembrata una
mossa straordinaria, un'apertura netta sulla strada della diminuzione dei
costi della politica. Il Parlamento aveva deciso di pagare i suoi membri con uno
stipendio unico, caricato sulle casse dell'Unione e non più su quelle
dei singoli Stati. Circa 80 mila euro lordi annua è stata la
somma decisa applicando un criterio, per la verità discusso e
discutibile, che vuole che un eletto a Strasburgo percepisca un'indennità
pari al 38,5 per cento del trattamento economico di base di un giudice della
Corte di Giustizia. Una vera vigna per lettoni e lituani, che incassano poco
più di mille euro ogni quattro settimane. Una punizione per gli
italiani che navigano, insieme coi colleghi di Montecitorio e Palazzo Madama,
oltre i centoventimila l'anno. "Dal 2009 guadagneremo come o meno di un
nostro assistente - ha commentato nei giorni scorsi un pezzo grosso
dell'assemblea -. Sarà difficile trovare gente disposta a candidarsi".
E' una frase che dà i brividi, ma che rende l'idea di come sia stata
presa la rivoluzione delle buste paga in una parte, quella dei professionisti
ad alto reddito, del popolo europarlamentare. Del resto, posti 6500 euro
lordi come riferimento mensile, i tedeschi perderanno 500 euro, gli austriaci
1400, gli irlandesi 1200, gli olandesi 800, i britannici novecento. Gli
italiani dovranno rinunciare a 5200 euro ogni trenta giorni. Un vero salasso.
C'è però una via di salvezza. Nello stesso testo congedato
ieri, il Parlamento "richiama l'attenzione sull'articolo 29 dello
statuto dei deputati al Parlamento europeo", il quale sancisce che
"gli Stati membri possono definire per i propri eurodeputati una
regolamentazione in deroga alle disposizioni del presente statuto in materia
di indennità, indennità transitoria, pensioni di
anzianità e pensioni di reversibilità per un periodo di
transizione che non può superare la durata di due legislature del
Parlamento europeo". Questo implica che, ad esempio, gli eurodeputati
italiani potranno chiedere agli omologhi in attività a Roma di
consentire loro di garantirsi dieci anni di vecchio regime per stipendi e
vitalizi. Una battaglia dura che, a quanto risulta, molti sono già
pronti a combattere. Non finisce qui. L'articolo 25 del medesimo statuto
stabilisce che i deputati già in carica e rieletti prima dell'entrata
in vigore del testo "potranno optare, per l'intera durata del mandato
parlamentare, per il regime nazionale in vigore". Tradotto vuol dire che
qualunque europarlamentare italiano oggi seduto negli scranni di Strasburgo,
se riconfermato, avrà facoltà di decidere se prendere 6500 euro
lordi pagati dalle casse europee o 11.700 versati dalle casse del ministero
delle Finanze. Si accettano scommesse su quale potrebbe essere l'orientamento.
Altro che sconti sui listini della politica.
L'intera riforma delle indennità e dei rimborsi parlamentari è
un boomerang per le casse dell'Unione. Perché se è vero che sei Paesi
avranno una indennità più leggera, è anche vero che
tutti gli altri se la vedranno aumentare, col risultato di gonfiare il conto
in euro per l'esercizio complessivo dell'attività parlamentare. Fatta
la legge, trovato l'inganno. E, come spesso accade nella politica,
persa l'occasione di risparmiare davvero.[FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Fiducia
trina anziché una sul disegno di legge finanziaria, ma sempre fiducia
è, quella che il governo ha chiesto ieri alla Camera; e su testi
lunghissimi, 400 commi ciascuno. Il Presidente della Repubblica, che aveva
chiesto di evitarlo, non pare contento: "Anche quest'anno mi riservo di
fare il mio commento - ha detto Giorgio Napolitano, a New York dove si trova
in visita - in occasione dell'incontro con le alte magistrature della
Repubblica". Sarà giovedì, dopo le votazioni a
Montecitorio che si concluderanno sabato notte o domenica mattina.
Napolitano, un anno fa, aveva chiesto di evitare un "numero
abnorme" di commi, vedeva "ormai raggiunto il limite estremo di una
prassi legislativa". Peraltro, se i tre maxi-emendamenti suscitano
proteste tra i deputati, è perché in quelle decine di migliaia di
parole manca qualcosa. Il governo ha sfrondato qua e là il lavoro
della commissione Bilancio: coperture finanziarie dubbie, o micro-misure di
interesse locale, tipo 2,5 milioni alla "Agenzia per la sicurezza
alimentare, con sede in Foggia". L'opposizione minaccia ostruzionismo;
anche nella maggioranza qualcuno mugugna (erano emendamenti approvati
all'unanimità). Il presidente della commissione Bilancio Lino Duilio
(Pd) ribatte che i tre maxi-emendamenti rispecchiano in sostanza il lavoro
compiuto, tranne alcune "modifiche sottrattive dovute a verifica delle
coperture finanziarie". In tutto saranno 1.192 commi divisi in tre
articoli, dopo che 8 non sono stati ammessi dal presidente della Camera
perché non discussi in commissione Bilancio. Non si supera il record
dell'anno scorso, 1.364 commi (due uguali per errore, e un altro cassato poi
perché inserito di straforo) in un solo articolo. Con questi tre, il governo
Prodi 2 arriva al ventisettesimo voto di fiducia, e altri cinque sono
probabili da qui a Natale: sempre sulla finanziaria al Senato, sulla
sicurezza e sul Welfare, per un totale di 32. Nei 5 anni della scorsa
legislatura, i due governi Berlusconi ottennero la fiducia per 48 volte. Ma,
soprattutto, è la sessione di bilancio che non regge più,
sostiene il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco: "La lievitazione
del testo della finanziaria è una cosa del tutto folle. Basterebbe
modificare il regolamento della Camera per risolvere i sette decimi dei
problemi". Varato a fine settembre con 97 articoli, il disegno di legge
finanziaria si è allungato a 151 al Senato e aveva raggiunto i 213 in commissione alla
Camera. Resta una manovra "leggera" nell'insieme, perché riduce
(circa 2 miliardi) il carico fiscale, ma è divenuta pesantissima nella
miriade di erogazioni che aggiungono nuovi capitoli alla spesa pubblica.
"C'è troppa roba - dice ancora Visco - ma è l'unica cosa
che viene approvata nell'anno. Governo, parlamentari e Unione ci mettono
dentro tutto quello che possono". Nei contenuti, i tre maxi-emendamenti
del governo includono i nuovi fondi appena ottenuti dagli autotrasportatori,
30 milioni. Il tetto agli stipendi dei manager pubblici torna rigido, 274
mila euro l'anno, raddoppiato a 548 mila per 25 cariche di vertice, per la
Banca d'Italia e per le autorità indipendenti. Ma il taglio ai costi
alla politica locale solleva una clamorosa protesta:
i consiglieri comunali del Pd di Roma, Milano e Torino si ribellano al taglio
del 25% dei "poco più di duemila euro al mese" che nei loro
calcoli oggi percepiscono "per un lavoro a tempo
pieno"."Bisogna legare fortemente il nome dell'Europa a progetti
che si realizzano nei nostri territori". Così Leonardo Domenici,
Presidente dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) intervenendo
alla Conferenza Anci Ideali sul nuovo Trattato Ue e l'impegno delle
città in Europa, che si è svolta ieri mattina nella sede
dell'Anci. "Anche le città italiane dovrebbero poter mettere a
punto progetti avanzati sui temi dell'energia sostenibile, dell'integrazione
sociale, dell'ambiente che sono stati ampiamente affrontati in molte
città europee, con eccellenti risultati. C'è la
necessità - ha aggiunto Domenici - di far comprendere quanto
importante sia la parola Europa e quanto sia legata alla realizzazione di una
migliore qualità della vita". Le innovazioni presenti nel nuovo
Trattato ed il ruolo più ampio che gli Enti locali dovrebbero
esprimere nell'elaborazione e nell'attuazione delle decisioni europee
è stato al centro degli interventi dell'On. Sandro Gozi. "Per
rilanciare l'Europa, partendo dai territori, bisogna puntare sui giovani, su partiti politici, sugli Enti locali e sulla formazione del
personale della pubblica amministrazione il cui tasso di formazione sulle
tematiche europee è ancora bassissimo".
(
da "Nazione, La (La Spezia)" del
14-12-2007)
SEMPRE ATTENTI a
"punzecchiare" le scelte della giunta ma non altrettanto presenti
nella discussione della vita politica del Comune. Tra gli assenti
giustificati del consiglio comunale di Santo Stefano Magra, spiccano proprio
i rappresentanti della minoranza che nel corso di un anno e mezzo di sedute
hanno totalizzato molte assenze. Un consiglio comunque molto partecipativo
quello al lavoro da circa un anno e mezzo, con tanti fedelissimi e qualche
"buco" nell'opposizione. Su 14 sedute sono mancati in cinque
occasioni i consiglieri di minoranza Paolo Ruffini e Massimiliano Ratti
comunque molto informativi ed attivi nel controbattere la maggioranza a suon
di interpellanza. Rimanendo sui banchi della minoranza Adriano Monticelli
invece non è mai mancato mentre Carlo Mazzoli e Brunella Angeli si
sono assentati rispettivamente una e tre volte. Il sindaco Juri Mazzanti dalla prima seduta del giugno 2006 non ha mai disertato un
appuntamento ed anche la sua squadra di assessori si è applicata con
impegno. Premio fedeltà ad Alessandro Capetta, Nicla Messora e Tiziano
Torri (14 gettoni presenza) mentre Roberto Alberghi e Diana Ciriello hanno presentato una
giustificazione. Dieci presenze per Paola Sisti poi il vice sindaco ha
rassegnato le dimissioni. Nella maggioranza Walter Bertoloni ha
saltato il consiglio quattro volte, due Franco Elisei. Puntuali con 14
presenze Pierluigi Cardelli, Renzo Castagna, Gionni Giannarelli, Elisa
Ruscelli (13), Paola Lazzoni e Franco Elisei (12). Due presenze su altrettante
convocazioni per il nuovo consigliere Miria Capra. m.m. - -->.
(
da "Giornale di Brescia" del
14-12-2007)
Edizione:
14/12/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:VALTROMPIA E LUMEZZANE SE LA
FINANZIARIA SARA' APPROVATA COSI' COM'E' Comunità montana, con la
riforma Lumezzane torna fuori dall'ente Il vicepresidente Paolo Pagani
VALTROMPIA - Tanta fatica... per nulla o quasi. Un rischio quasi concreto.
Secondo un calcolo complesso, se la norma prevista in Finanziaria
relativamente ai costi della politica dovesse essere
approvata come nel testo, Lumezzane, oltre ad altri comuni della valle del
Mella non farebbero più parte della Comunità montana di Valle
Trompia. Tre anni di attesa per il reintegro del comune valgobbino, quattro
mesi di rappresentanza nel consiglio, e poi ...a casa. "Non si tratta di
uno scherzo - sottolinea al proposito il vice presidente
dell'ente triumplino Paolo Pagani -: la norma relativa ai costi della politica ci dice che per appartenere ad una comunità montana il
50% dei comuni deve avere determinate caratteristiche. Poi ci sono le medie
relative all'altitudine del territorio comunale, infine il numero degli
abitanti. Lumezzane potrebbe essere esclusa perché supera le
quindicimila anime". Fuori i comuni da Sarezzo in giù, quindi, ma
anche Brione, mentre Polaveno avrebbe i requisiti necessari per fare parte
del territorio omogeneo. "Noi ci auguriamo che in fase di approvazione
definitiva la norma possa essere modificata e a tal proposito i parlamentari
bresciani sono impegnati, ma certo è che se una norma del genere
venisse approvata - spiega Pagani- saremmo di fronte ad un grosso depotenziamento
del ruolo della Comunità montana". Ad oggi sono numerosi i
servizi gestiti in maniera associata dall'ente triumplino, dal settore
sociale a quello culturale. Il drastico ridimensionamento dell'ente
comporterebbe contraccolpi notevoli che impedirebbero anche azioni di
solidarietà a sostegno dei comuni dell'alta valle. Il vicepresidente
non si sbilancia più di tanto, non trasuda ottimismo rispetto alla
modifica normativa, pone invece il segno sull'"improprietà"
dell'iniziativa. "Non si può scardinare un sistema che funziona
coinvolgendolo nella diminuzione dei costi della politica
- dice -: forse sarebbe necessaria maggiore attenzione al ruolo svolto da
enti come i nostri che negli anni hanno consentito ai comuni montani di
ottenere servizi, e non solo, sui quali diversamente non avrebbero potuto
contare". La Comunità montana di Valle Trompia nacque prima che
la normativa nazionale le istituisse per legge. Nacque come associazione a
sottolineare l'attenzione e la lungimiranza dei politici dell'epoca che
ravvisavano nel bisogno di stringere un patto fra comuni svantaggiati ed
altri che condividevano con essi storia, tradizione e cultura, la via per la
sopravvivenza e lo sviluppo nell'ottica della solidarietà. "Villa
Carcina, Concesio, Nave, Bovezzo, Brione, Lumezzane sono paesi che
condividono con quelli che potenzialmente resterebbero all'interno della
comunità montana sorti, storie, cultura, tradizioni, dando vita a
quell'ambito omogeneo che fino ad oggi ha rappresentato il collante per un
intero territorio" sottolinea Pagani augurandosi che la Finanziaria
stralci la norma. Chiaramente tutti hanno le loro buone ragioni: ma ogni
volta che vengono ventilati dei tagli chi se ne sente toccato - giustamente
dal suo punto di vista - ne denuncia l'inammissibilità. Così
però i costi della politica e l'imposizione
fiscale non scendono.
(
da "Nuova Ferrara, La" del
14-12-2007)
PAOLO MANDINI Da tempo
al mio personalissimo Babbo Natale ho promesso di essere più buono con
la politica, i suoi atti, i suoi attori. Più
buono o più rassegnato. Mah! Temo il peggio non mi aspetto più
il meglio. Il tempo mi ha reso scettico sull'"autoriforme" dei partiti. Propositi di cambiamenti radicali tanti, fatti
pochi. Quando ha fischiato il vento e la bufera come nel 1992 con relative
conseguenze, queste venivano da fuori, e dopo una breve stagione di
illusioni, tutto si è ricomposto ed oggi siamo addirittura alla tentata
compravendita di senatori, come al mercato calcistico. Chi s'indigna
più? Più il Paese degrada più si intensificano i buoni
propositi. Ogni giorno sei sommerso da giuramenti, dichiarazioni solenni che
ora comincia l'epopea del "nuovo"; anzi il nuovissimo. Su tutti i
fronti. Partiti, uomini, politica tutto
cambierà. L'antipolitica non avrà
più elementi per cibarsi. La gente sarà protagonista e
scoprirà una nuova dimensione. A destra ed a sinistra tutto
cambierà. Frase ad effetto: "nuove soggettività avanzano".
Per favore ditemi e mi rivolgo soprattutto agli interlocutori di quella
sinistra che ha passato gli ultimi 15 anni a dilaniarsi sul nome da dare al
"nuovo" partito e su chi faceva il segretario senza mai affrontare
il vero tema: i contenuti e la identità che deve distinguere una
sinistra nella società moderna, quand'è il giorno in cui scatta
l'ora x del nuovismo. Quando e chi inizia? Luigi Pintor nel suo bellissimo
libro Servabo constatava amaramente: "Ho passato la vita a denunciare ed
a tentare di strappare le erbacce nell'orto del vicino senza accorgermi di
quelle che crescevano nel mio orto". E facendomi forte dell'osservazione
del grande giornalista sardo, che esprimo un'opinione su fatti ed eventi di
questi giorni, incarichi e cariche che, temo, riprongono una politica e metodi vecchi, anzi, che più vecchi non
si può. Stimo ed apprezzo Paolo Panizza, da lui comprerei sempre
un'auto usata. Apprezzamenti analoghi rivolgo anche a Marcella Zappaterra
nuova coordinatrice del Pd anche se il debutto sulla vicenda Ato non è
dei migliori. Non cogliere il tempo che stiamo vivendo, la sensibilità
e le diffidenze di tanti verso enti ed organismi assai spesso pletorici e
istituiti dalla politica per la politica(e
non per la gente od il buon governo) è un errore grossolano. L'Ato chi
è costei? Cosa ha fatto? Quale pubblicità e trasparenza ha dato
ai suoi atti? Che ne sa la famosa "gente" che
pure ne paga i costi? Le risposte date, old style, nulla chiariscono e
segnalano solo un insopportabile (per noi) fastidio dei reggitori verso
chiunque chiede conto dei costi della politica. Se si
vuole un elenco di inutili enti qui ed in regione, di farraginosi e
dispendiosi Consigli di Amministrazione la cui soppressione o
ridimensionamento non procurerebbe nessuna turbativa, si può
fare. Solo ora apprendo che il Corecom, ente regionale costato in questi anni
decine di migliaia di euro viene messo in discussione. I giornalisti emiliani
(ed io stesso) sollevarono (sollevai) il caso anni orsono. Recriminazioni al
vento. Ed intanto illustri paracadutati in quell'ente, hanno percepito
"indennità"(ah il pudore dei termini politici!) il triplo od
il quadruplo del fatidico operaio metalmeccanico. "Il costo della politica" è divenuto materia incandescente e
la credibilità di chi la maneggia è determinante. L'Ato
è un Ente indispensabile? Può darsi, ma chi ce lo assicura?
Quelli che li hanno difesi tutti in questi anni? "La gente" (ed io)
avremmo compreso e posto più fiducia se quelli che ora costituiscono
il "nuovo gruppo dirigente" avessero, a suo tempo, alzato la voce
quando fu scambiata la Presidenza Fer (e relativi copiosi emolumenti) in
cambio del ritiro della lista "Soffritti per Ferrara" (o per sé?).
Il nostro stato d'animo sarebbe stato più predisposto se qualcuno di
voi si fosse attivato rapidamente per far cessare lo scandaloso doppio
incarico di parlamentare e presidente Fer. Chissà perché quando si
libera una poltrona si è velocissimi ad occuparla, se si deve lasciare
allora scattano i famigerati "tempi politici"! Perché nessuno del
nuovo gruppo dirigente ha stigmatizzato l'incredibile comportamento
dell'attuale presidente Fer, Claudio Ferrari, che si meraviglia e scandalizza
dei tanti che a loro volta si sono scandalizzati e meravigliati di un
comportamento impensabile nella "vecchia" sinistra? Anche lui
balbetta ed espone assurde giustificazioni esibendo 12 anni da sindaco
"malpagato", quasi volesse giustificare "il rifarsi" oggi
con lo stipendio Fer. C'era un tempo in cui alla politica
"si dava". Oggi si cerca di "prendere". La differenza non
è di poco conto ed il cambio di passo la gente lo ha avvertito come
quegli insopportabili silenzi che si tramutano in avalli. Quale bell'inizio o
battesimo per il "nuovo" se ci si fosse alzati per dire: no! Cosi
non va caro Ferrari, se non l'hai capito te lo diciamo noi che il PD vuole e
deve essere un'altra cosa! La credibilità la si conquista esponendosi.
Esercitando appieno quell'etica della responsabilità che chiama in
causa, oggi più che mai, i singoli individui. Altrimenti si viene
iscritti d'ufficio alla "casta". Quel che viene risparmiato a
Soffritti o Ferrari non viene perdonato ad altri. Le critiche della Neda
Barbieri e di Tito Cuoghi mi sembrano tutt'altro che fuori luogo. Eccessivo
è stato il fuoco di fila che ne è seguito. Viviamo tempi in cui
le parole non hanno più un senso ed un peso. Addirittura si condisce,
saccheggiando il vocabolario, uno dei tanti confronti politici cui ci
è dato di assistere, con il termine di "barbarie"! Recita lo
Zingarelli alla parola barbarie: trattasi di "ferocia ed
efferatezza". Ma via! Caro vecchio PCI che pesavi le parole con il
bilancino della sobrietà e della intelligenza quanto ti rimpiango!.
(
da "Adige, L'" del 14-12-2007)
Proposta di
Dorigotti per abbattere i costi della politica "Tagliamoci il
gettone" Dopo la parentesi urbanistica, ieri sera il consiglio ha
continuato il dibattito sul bilancio. Il clima da "larghe intese",
però, sembra già finito. Dopo il battibecco Ballardini -
Valduga di mercoledì, ieri una lunga "tirata" di Soini per
la maggioranza contro l'atteggiamento della minoranza. Sono
intervenuti anche Pozzer (Verdi), Volani e Gerola (Margherita), che ha chiesto
per il futuro un rendiconto punto per punto dell'attività di governo,
Dorigotti (Rovereto Insieme) che, tra le altre, ha proposto il taglio del
gettone di presenza nelle commissioni. 14/12/2007.
(
da "Libertà" del 14-12-2007)
Quotidiano partner
di Gruppo Espresso LIBERTA' di venerdì 14 dicembre 2007 > Economia
"Mi pagano poco", Sutti lascia la presidenza di Atc Piacenza -
"Mi pagano poco" e il manager piacentino Francesco Sutti lascia
l'incarico di presidente dell'Atc di Bologna, l'azienda dei trasporti
pubblici. La notizia è apparsa sul "Corriere della Sera" di
ieri. "Stipendio basso, non voglio essere lo zimbello di nessuno"
annuncia Sutti dalle colonne del quotidiano nazionale, "incastonato" in un articolo firmato da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo sulle sforbiciate agli
"stipendi d'oro" dei manager pubblici, sui quali però la
Camera ha fatto retromarcia. La riforma aveva già avuto l'ok di
Palazzo Madama, ma dopo la bocciatura a Montecitorio solo il governo
può riattivare le norme anti-sprechi. Piacentino, Francesco
Sutti è alla guida dell'Atc dal giugno 2005, nominato dal sindaco
Sergio Cofferati. Laureato al Politecnico di Milano prima in ingegneria
meccanica poi in architettura, Sutti ha ricoperto ruoli di
responsabilità in diverse aziende in Italia e all'estero, a cominciare
dai gruppi Olivetti e Zanussi. È stato amministratore delegato del
Gruppo Cisa e della holding finanziaria FinCisa, amministratore delegato
della spa Officine Rizzoli e dell'azienda europea
Hiross, amministratore delegato e direttore generale della Saffapack,
vicepresidente esecutivo della Papirnica Kolicevo (Ljubliana-Slovenia),
cartiera acquisita dal Gruppo Saffa. direttore generale del Gruppo Cmc, e ad
della controllata Cmc Estero spa. E fino al 2004 è stato
amministratore delegato del gruppo Rdb, l'azienda di costruzioni con sede
centrale a Pontenure, oggi quotata in Borsa. [.
(
da "Nazione, La (Umbria)" del
14-12-2007)
? NARNI ?
INNAMORATI del telefonino. Secondo l'amministrazione Bigaroni (nella foto il sindaco
di Narni), i consiglieri comunali sarebbero stati troppo attaccati al
cellulare a dotazione e avrebbero così sforato il budget di spesa di
50 euro mensili. Dati alla mano, il Comune adesso chiede il conto. E per
qualcuno potrebbe essere un conto molto salato. Se la media dei soldi da
restituire, comunque alta, si aggira su 200-300 euro, alcuni
consiglieri di minoranza dovranno restituire a Palazzo del Podestà
oltre mille euro per aver utilizzato in maniera esagerata il cellulare di
servizio. E per questi ultimi casi scalare tutto il debito dai gettoni di presenza, come è stato deciso, non sarà possibile,
rendendo necessario rifondere il dovuto con moneta sonante. I
consiglieri non ci stanno, determinati a sostenere che l'uso fatto del
telefonino sia stato solo per motivi istituzionali. Ma è proprio qui
che si concentrano gli uffici comunali, chiamando in causa l'ultima campagna
elettorale. A quanto sembra, infatti, qualcuno abbozza l'ipotesi che in quel
periodo i consiglieri abbiano abusato del mezzo per intrattenere rapporti con
gli elettori. Il ricorso alla campagna elettorale telematica, insomma,
rischia di costare veramente caro a più di qualcuno. Mass.Cin. -
-->.
(
da "Corriere Alto Adige" del
14-12-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-14 num: -
pag: 2 categoria: REDAZIONALE Palazzo Widmann Braccio di ferro tra
maggioranza e opposizione. Baumgartner: "Impossibile arrivare ad un
accordo" Costi
della politica, scontro in notturna
Battaglia sul taglio di cda e indennità.
Kury: "Bisogna applicare la Finanziaria" La seduta prosegue a
oltranza Sigismondi: "Un bilancio elettorale, l'Svp finanzia le lobby
amiche" BOLZANO - Mentre maggioranza e opposizione si scambiano accuse,
gli uscieri sono costretti a correre a destra e a sinistra per rifocillare e
rifornire di caffè i consiglieri provati da una estenuante maratona. Ieri
sera il consiglio provinciale assomigliava più ad un bivacco che ad
un'assemblea legislativa. Il muro contro muro ha fatto saltare tutti gli
equilibri e la votazione sulla Finanziaria è proseguita fino a notte
fonda. Tanti i motivi all'origine dello scontro: la mancata presentazione di
un bilancio di assestamento, l'articolo che rivoluziona la sanità
altoatesina (20bis) e anche il passaggio che taglia il numero degli
amministratori delle società pubbliche senza però ridurne i
compensi. Come se non bastasse, la maggioranza ha presentato una decina di
emendamenti proprio all'ultimo minuto. "Questa manovra è
scandalosa, senza l'assestamento la giunta avrà carta bianca fino alle
elezioni" protesta Alberto Sigismondi di An. Dura con l'Svp anche Cristina
Kury, capogruppo dei Verdi: "La norma sui cda è una presa in
giro, la Provincia deve adeguarsi alla legge finanziaria e tagliare posti e
compensi degli amministratori delle società pubbliche ". Anche in
casa Svp i nervi sono piuttosto tesi, forse anche a causa della seduta movimentata
del gruppo che ieri a pranzo ha discusso (e litigato) della legge sulle pari
opportunità. Il capogruppo della Stella Alpina, Walter Baumgartner
è lapidario: "Non ci sono le condizioni per arrivare ad un
accordo che ci consenta di evitare l'ostruzionismo dell'opposizione ".
Gelido anche l'assessore alle Finanze Werner Frick: "L'opposizione non
ha ritirato nemmeno un ordine del giorno, perchè dovremo essere noi a
fare un passo indietro". Che questa sessione sarebbe stata complessa lo
si era intuito già nei giorni scorsi. La giunta ha portato in aula un
testo di una trentina di articoli che modificano almeno una decina di leggi
esistenti. E così cambia la legge sul diritto allo studio,
l'organizzazione della sanità e dei servizi sociali, ordinamento delle
piste da sci e molto altro. Un tacito accordo tra maggioranza e opposizione
stabilisce che nella legge finanziaria non possono entrare norme che con il
bilancio non c'entrano nulla. Solitamente i capigruppo riuscivano ad arrivare
ad un accordo per evitare l'ostruzionismo, stavolta non è stato
così. I verdi e la destra tedesca hanno voluto dare battaglia fino in
fondo tenendo i consiglieri di maggioranza inchiodati alle sedie fino a notte
fonda, il centrodestra italiano invece non è certo salito sulle barricate
e non ha presentato nemmeno un ordine del giorno. "Questo non significa
che condividiamo tutto. Possiamo tenerli qui ore ma il risultato non cambia,
hanno i numeri per fare quello che vogliono" si lamenta Sigismondi tra
l'arrabbiato e il rassegnato. An sostiene che "si tratta di un bilancio
elettorale con cui la Volkspartei finanzia generosamente tutte le lobby politicamente vicine, a cominciare dai contadini ". I
verdi invece hanno picchiato duro. Nel pomeriggio la seduta è stata
sospesa più volte per cercare di trovare una mediazione tra i
capigruppo. Ogni tentativo si è rivelato inutile. Lo scontro
più acceso è avvenuto sull'articolo 25 bis, quello che regola i
servizi pubblici locali. In pratica poltrone e compensi per i posti di
sottogoverno. La Finanziaria nazionale viene recepita ma con qualche
distinguo. I cda delle aziende pubbliche potranno avere massimo 3 o 5 membri,
nel caso occorra garantire una rappresentanza a tutti gruppi linguistici il
numero degli amministratori potrà essere portato a 4 o a 6. Per quanto
riguarda i soldi la legge dice che consiglieri comunali, provinciali e
assessori non hanno diritto ad alcuna indennità. I verdi avrebbero
voluto inserire i politici in pensione e togliere i consiglieri comunali che
"non vivono certo di politica". Una
proposta che però è stata respinta dalla Volkspartei. La legge
provinciale, a differenza di quella nazionale, prevede che ogni cda
potrà riceve un premio di risultato commisurato agli utili. Insomma no
al gettone di presenza di all'assegno premio.
"Frick vuole tutelarsi e assicurarsi la doppia indennità per
quando assumerà la presidenza della Camera di commercio " accusa
la Kury. Parole che hanno fatto infuriare l'assessore che ha stigmatizzato
l'atteggiamento dell'opposizione. "Loro non hanno ritirato nemmeno un
odg, perchè dovremmo cedere qualcosa" taglia corto l'assessore.
Al momento di andare in stampa la discussione era ferma ancora all'articolo
3. Marco Angelucci Vertici Il Landeshauptmann Durnwalder e la vice Gnecchi.
(
da "Corriere Alto Adige" del
14-12-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMA - data: 2007-12-14 num: - pag: 1
categoria: REDAZIONALE Consiglio provinciale Tagli ai costi della politica
Muro contro muro in aula BOLZANO - Consiglio provinciale, il muro contro muro
ha fatto saltare tutti gli equilibri e la votazione sulla Finanziaria (nella
foto, l'assessore al bilancio Werner Frick) è
proseguita fino a notte fonda. Tanti i motivi all'origine dello scontro: la
mancata presentazione di un bilancio di assestamento, l'articolo che
rivoluziona la sanità altoatesina, ma soprattutto il passaggio che
taglia il numero degli amministratori delle società pubbliche senza
però ridurne i compensi. A PAGINA 2 Angelucci.
(
da "Repubblica, La" del 14-12-2007)
Pagina IV - Bari LA
POLEMICA Losappio TRASFERIMENTI Il segretario Pantaleo: spesso queste
strutture lavorano in modo separato Vendola Fondi alle Asl, Cgil attacca
"Favoriti gli enti religiosi" Raddoppiato il budget dall'assessorato
GIULIANO FOSCHINI Sono calate, seppur di poco, le assegnazioni alle Asl. E
aumentati i fondi agli enti ecclesiastici. "Nessuna battaglia di
principio, ma vogliamo avere certezze sul ritorno che queste strutture danno
ai pazienti". La Cgil chiede una rivisitazione del ruolo degli enti ecclesiastici nel sistema sanitario
pubblico. Lo chiede, con il suo segretario regionale Mimmo Pantaleo, sulla
base dei fondi che la Regione ha assegnato a queste strutture nell'ultimo
anno in vista dell'approvazione del piano della Salute. "Il problema -
dice Pantaleo - è che queste strutture troppo spesso funzionano
separatamente rispetto a tutto il resto del sistema sanitario,
dimenticando che dalla Regione prendono soldi e quindi devono dare servizi ma
anche risposte. Questi ospedali devono dare risposte sulla programmazione,
sulla qualità dei servizi e anche sui diritti. Non possono continuare
a funzionare in maniera separata". Il riferimento è soprattutto
all'ospedale Miulli di Acquiviva dove la Cgil insieme con gli altri sindacati
hanno cominciato una battaglia contro chi gestisce l'ospedale. Li accusano -
"tutto falso" rispondono però dal Miulli - di non rispettare
il contratto di lavoro e i diritti dei dipendenti. I numeri: nel 2007, così
come si può leggere dal Documento di programmazione economica, i fondi
trasferiti dal governo alla Regione sono aumentati del 6,5 per cento rispetto
allo scorso anno, i famosi 400 milioni che hanno evitato alla sanità
pugliese un passivo ancora più pesante. è stato così possibile
ammortizzare il segno meno importante arriva dalla mobilità passiva,
la cui spesa passa in dodici mesi appena da 162 milioni a 234 milioni. Sono
quasi raddoppiate anche le spese per le case protette (le case per gli
anziani) il cui costo è passato dai 19 milioni a 33 milioni. Alle Asl
è stato assegnato l'un per cento in meno rispetto allo scorso anno.
è invece aumentata del 2,5 per cento la quota assegnata ad aziende
ospedaliere, enti ecclesiastici e istituti di ricovero e cura a carattere
scientifico (i cosiddetti Irccs). Come sono stati spesi il resto dei soldi?
"L'incremento di finanziamento nazionale, 400
milioni di euro - scriveva già a settembre, poco prima di annunciare
le sue dimissione, il nuovo direttore generale dell'Istituto tumori di Bari,
Maurizio Portaluri, uomo scelto da Vendola e dal suo partito - viene
così assorbito dall'aumento della spesa per coloro che si curano fuori
regione, dai maggiori finanziamenti agli enti ecclesiastici e da una maggiore
quota gestita direttamente dall'assessorato competente". Nel 2007
è aumentata del 102 per cento (da 235 a 476 milioni) la quota
di fondi gestita direttamente dall'assessorato. "Soldi all'interno del
quale - diceva Portaluri - trovano spazio una miriade di progetti, del cui
impatto, prodotto negli anni, sulla qualità di servizio non si sa
nulla". E poi ci sono gli enti ecclesiastici. Più tre per cento
di fondi a San Giovanni Rotondo, più 2,5 al Miulli, più 6,4 al
Panico. Con il pubblico sono stati più parchi: l'Oncologico di Bari
è vero a intascato il 3 per cento in più rispetto allo scorso
anno, ma l'istituto di Castellana ha perso l'otto per cento di finanziamento.
"E sulla base di questi numeri che dobbiamo pretendere di più
dagli enti ecclesiastici e più in generale dalle strutture private
accreditate - attacca Pantaleo - Lo dobbiamo fare subito, con l'approvazione
del piano della salute e poi con il nuovo Documento di programmazione
economica. Serve programmazione e rispetto dei diritti. Altrimenti andremo
sempre più in fondo".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
14-12-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: Proposta Anci per attuare la
Costituzione I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali Francesco
Cavallaro VERONA Assemblea permanente degli enti locali, fumata nera in
Veneto. A sei anni dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione ( il
quarto comma dell'articolo 123 recita testualmente: "In ogni Regione lo
statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali quale organo di
consultazione fra la Regione e gli enti locali ") la Regione è ancora
in alto mare. E non sembra che, almeno nel breve periodo, abbia tanta fretta
di creare l'assemblea delle autonomie, strumento ad hoc per influenzare
l'attività legislativa in materia di enti locali, già istituite
ad esempio in Toscana e in Friuli-Venezia Giulia. Preso atto della
situazione, l' Anci Veneto ha dunque lanciato una proposta di legge per
l'istituzione dell'Apel. In particolare, il testo predisposto
dall'associazione regionale dei Comuni individua due precise funzioni: l'Apel
fornisce parere obbligatorio (non vincolante) al Consiglio regionale su
disegni di legge che riguardano lo Statuto, la determinazione o la modifica
delle competenze attribuite agli enti locali e la gestione finanziaria della
Regione; inoltre, la stessa ha potere di sollecitare il presidente della
Giunta ad impugnare leggi ed atti aventi forza di legge dello Stato e delle
altre Regioni. Per quanto riguarda le indennità, al presidente viene
corrisposta un'indennità pari al 20% di quella prevista per il
presidente del Consiglio regionale; ai restanti 43
componenti è corrisposto un gettone di presenza per
ogni seduta dell'Apel o dell'Ufficio di presidenza. Vanni Mengotto,
presidente Anci Veneto, presenta la proposta: "è nostra
intenzione avviare un dialogo costruttivo con la Regione. L'Assemblea delle
autonomie è il primo passo verso il vero federalismo. Con
questo nuovo strumento superiamo il modello delle conferenze miste: disunite,
disorganiche e senza voce in capitolo quando c'è da discutere su
questioni riguardanti gli enti locali". Mengotto continua illustrando
tutti i vantaggi del nuovo organismo: "L'Apel permette di costruire un
fronte unico e compatto. Inoltre esercita una sorta di controllo politico
sulla finanza regionale; fornisce pareri obbligatori su disegni di legge
relativi all'approvazione dei bilanci di previsione e alla finanziaria
regionale, nonché sul Dpef. E si accorda con la Giunta sui criteri per la
ripartizione delle risorse da destinare a Comuni e Province. Mi auguro che la
nostra proposta venga discussa al più presto dal Consiglio
regionale". La Regione sembra però non sentirci. Marino Finozzi,
presidente del Consiglio regionale, commenta con una punta di polemica il
testo: "Non siamo stati coinvolti al momento della stesura della
proposta; ora ci candidiamo come interlocutore interessato. Da parte nostra
stiamo già lavorando su un testo più snello, composto al
massimo da quattro articoli. E il risultato sarebbe lo stesso: un luogo di
concertazione fra enti locali e Regione. Ora c'è da capire se le due
proposte sono complementari o meno". LE RESISTENZE Finozzi, presidente
del Consiglio regionale: "Nessuno ci ha consultato e stiamo lavorando a
un testo più snello".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
14-12-2007)
Centro-Nord
sezione: ISTITUZIONI (Sportello verde data: 2007-12-12 - pag: 17 autore:
UMBRIA. Riommi: molte sono gratuite Per la Regione oltre 200 nomine tra enti
e agenzie Beatrice Vergari PERUGIA Duecentotrenta pagine di nomine: dal
commissario dell'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario
fino alla proroga del collegio dei revisori dei conti della Webred. è
stato pubblicato sul bollettino regionale l'Albo delle nomine conferite dalla
Giunta e dal Consiglio fino al 31 ottobre 2007, una fotografia annuale delle
cariche regionali – rinnovate, scadute e in scadenza – in circa 200 tra enti,
agenzie, osservatori, associazioni, centri, cooperative e comitati umbri. "Non
sono nomine che gravano sulla finanza pubblica, a parte le nomine
amministrative fatte dalla Giunta in agenzie importanti come Arusia, Apt,
Sviluppumbria e poche al-tre, nelle quali esistono amministratori unici e non
consigli d'amministrazione", spiega Vincenzo Riommi, assessore regionale
alla Programmazione e organizzazione delle risorse umane. "La Giunta si
limita a nominare componenti in enti autonomi o strutture private,
così come previsto da leggi nazionali o regionali e dagli statuti".
Per alcuni incarichi non sono previsti compensi, come per i tre componenti
dell'assemblea dei soci dell'associazione "Festival delle Nazioni
Onlus" di Città di Castello; per altri sono
previsti rimborsi spese (Comitato regionale per la cooperazione decentrata
allo sviluppo), gettoni di presenza (dai 10,33 euro della Commissione tecnica provinciale
contratti agrari di Terni fino ai 358 del Cda dell'Università degli
studi di Perugia), compensi e gettoni (Cda del
Centro multimediale di Terni: circa 3.100 euro il compenso annuo e gettoni di 154 euro). Sono previsti, inoltre, stipendi
mensili: il commissario straordinario della Fondazione " Umbria
spettacolo", nominato dalla Giunta, percepisce circa 774 euro ( a carico
della Fondazione), mentre il compenso del presidente dell'Azienda di
promozione turistica è quello di un dirigente regionale. "L'Albo
delle nomine fotografa emblematicamente la realtà umbra dopo decenni
di amministrazione di centrosinistra ", commenta il presidente del
gruppo regionale di Forza Italia, Fiammetta Modena. "Una vera e propria
giungla di enti, in molti casi inutili, nati per esigenze estemporanee,
spesso discutibili. è indispensabile – ha detto Modena – un intervento
organico di semplificazione e razionalizzazione, che produca economie
gestionali e riconduca alla giusta dimensione la presenza
delle istituzioni, che devono, sì, legiferare (senza eccedere), ma non
possono trasformarsi in ostacoli, o peggio concorrenti, per la società
civile". Critica. Fiammetta Modena, consigliere di Forza Italia GIANCARLO
BELFIORE.
(
da "Corriere della Sera" del
14-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-12-14 num: - pag: 9
categoria: ALTRI OGGETTI americana come Katherine Price Mondadori ricorda
quasi con meraviglia, "mamma mia, com'era tutto allegro, divertente,
arrivava gente da tutte le parti del mondo, ora i miei amici americani quando
vengono qua si lamentano soltanto, della spazzatura a tutti gli angoli e dei
musi lunghi che vedono in giro". Non è facile individuare le
origini di questo male oscuro che ha trasformato i reginetti della canzone e
del bel vivere in malmostosi imbronciati, ma chi vive in Italia da straniero,
come le due signore di cui sopra, attribuisce molte colpe alla mancanza di
mobilità, alla difficoltà di cambiare lavoro ("se riesci a
farlo in Italia pensano tutti che sei un trombato") e al miserevole
andazzo di tarpare le ali ai giovani ("non li fanno volare, o sei figlio
di papà o sei morto"). Italia insomma non solo Paese della Casta,
secondo la felice intuizione del libro di Stella e Rizzo, ma addirittura Paese delle caste, dove sempre di più i
mestieri si tramandano, dove impera la raccomandazione, e dove di conseguenza
non vale la pena di inventarsi un mestiere, osare delle idee, seguire i
propri sogni. Chi proprio vuole seguire una vocazione o coltivare la qualità
è costretto ancora ad emigrare. "Chi può scappa,
come succedeva un tempo al Sud, siamo diventati tutta una grande
Calabria" sintetizza Massimiliano Fuksas, architetto italiano di impegno
internazionale. Oggi trattasi di un fenomeno diverso, è vero, di emigrazione
di lusso, ma sempre emigrazione è, cioè impossibilità di
contribuire alla costruzione del proprio Paese. Eppure Fuksas che, nonostante
tutto, è riuscito in tempi recenti a costruire tre opere di pregio in
Italia (la Torre a Torino, la nuova Fiera a Milano e il Palazzo dei Congressi
a Roma) non si arrende al declinismo, ricorda che non è il Pil che
dà la felicità e consiglia un antidoto al lamentismo: rimuovere
quello che non va ("tralasciare Cogne, Perugia, la mercificazione
televisiva ") e concentrarsi su quello che funziona, osservarlo con
attenzione, e partire da lì per costruire il futuro. Forse prendere un
po' le distanze, contemplare i nostri guai a cannocchiale rovesciato
può davvero essere utile esercizio. Ed è proprio quello che
suggerisce l'imprenditore Arturo Artom: cercare di guardarsi con gli occhi
degli altri. Non più però quelli di Ian Fisher, ma dei molti
industriali italiani che come Artom girano il mondo per affari e si sentono
accerchiati dall'ammirazione sconfinata per tutto quello che è modo di
vita italiano, italian lifestyle. "L'ho vista in tanti occhi che si
illuminano, da quelli del cameriere messicano, a quelli di Al Gore che ho
incontrato quest'estate all'Aspen Institute". E proprio pensando a
queste grandi aspettative Artom ribalta la frittata e azzarda un dato: noi
sfruttiamo solo al venti per cento le nostre infinite potenzialità.
Allora forse c'è ancora un briciolo di speranza perché il Paese della
Dolce vita abbia uno scatto d'orgoglio e ritrovi se stesso? L'icona suprema
del made in Italy nel mondo, Sophia Loren, ne è certa. "Arrivavo
da Pozzuoli: a Roma ho incontrato il mio destino e la Dolce vita. Ma oggi
dico che preferisco la Roma e l'Italia di adesso a quella di allora. Forse
perché io sono cambiata, o forse perché siamo capaci di far crescere meglio i
figli, che sono il futuro". E speriamo che alla fine abbia ragione lei.
Maria Luisa Agnese.
(
da "Corriere delle Alpi" del
14-12-2007)
Detrazioni, per i
primi tre anni, nella misura di 991 euro, ma solo con redditi inferiori a
15.493 euro annui. Aumenta del 10%, portandosi a 4.000 euro, il tetto per la
detrazione degli interessi passivi pagati per i mutui ipotecari sulla prima
casa e si confermano gli sgravi per i lavori sulla propria abitazione del 36%
più l'iva agevolata. Viene abolito il tickets di 10 euro sulle visite
specialistiche e analisi e si proroga per il 2007 la detrazione del 19%, fino
a 632 euro, per la retta del figlio iscritto all'asilo nido. Ulteriori sgravi
fiscali sono previsti in euro 150 per i più poveri attraverso il decreto
Legge 159, collegato alla finanziaria, che il Parlamento ha approvato in via
definitiva. Per le imprese l'Ires scende di 5,5 punti dal 33,5% al 27,5%, e
l'Irap dal 4,25% al 3,9%, ma vengono rimodulate le basi imponibili al fine di
mantenere inalterato il gettito. Si introduce un regime semplificato per le
imprese marginali le quali potranno avvalersi di un'imposta sostitutiva del
20%. Per le infrastrutture le risorse aumentano del 22% rispetto il 2007 e il
fondo della legge obiettivo per le grandi opere aumenta di 3,1 miliardi.
Importanti provvedimenti, in materia di stabilizzazione dei posti di lavoro,
sono previsti per i lavoratori della pubblica amministrazione mancano,
però, quasi totalmente le risorse per finanziare i rinnovi contrattuali.
E' sconcertante che un Governo dimentichi di stanziare le risorse per il
rinnovo dei contratti pubblici. Per questo le categorie del pubblico impiego,
unitariamente, stanno predisponendo nuove iniziative di lotta contro questo
comportamento governativo. Tra le minori spese si
annovera il consistente taglio riconducibile ai costi della politica. Dal prossimo Governo i ministri vengono ridotti a 12 e
vice-ministri e sottosegretari non potranno essere più di 60.
Congelati per 5 anni gli stipendi dei parlamentari, tagliate 80
comunità montane. Il risparmio di 66 milioni, atteso, sarà
utilizzato per finanziare il fondo per la montagna. Vengono
altresì ridotte le indennità di spesa per gli amministratori
locali e si tagliano gli assessori da 16 a 12 delle province e comuni. Si introduce
la Class Action con la quale, per la prima volta in Italia, si potranno
promuovere processi civili attraverso azioni risarcitorie collettive. Su
questo provvedimento si è scatenata un'incredibile offensiva di
Confindustria che fa finta di non sapere che la class action esiste in
tantissimi paesi tra i quali Usa e Bulgaria, ma sembra dimenticare le tante
truffe ordite da certa classe imprenditoriale che non ha avuto alcuna remora
nell'arricchirsi con l'emissione di titoli finanziari a partire dai bond
argentini. Potremmo ricordare il caso Cirio, il crach della Parmalat e tanti
casi bancari ecc. Se la manovra consolida un andamento positivo, confermato
anche dal commissario europeo Almunia, per il quale l'Italia chiuderà
il 2007 senza deficit eccessivo e quindi uscirà dalla procedura di
infrazione comminata nel 2005, altrettanto non possiamo dire per la spesa
pari al 5% del prodotto interno lordo che il nostro paese paga per finanziare
il debito. Risorse che vengono sottratte agli investimenti, al finanziamento
dello Stato Sociale, al miglior funzionamento della pubblica amministrazione
e alle famiglie. Infatti, nonostante l'articolo 1 preveda di destinare le
maggiori entrate tributarie nel corso del 2008, derivanti dalla lotta
all'evasione fiscale, alla riduzione della pressione fiscale nei confronti
dei lavoratori dipendenti il problema di capacità di reddito delle
famiglie italiane si è fatto grave e serio. A Milano, il 24 novembre,
abbiamo presentato con Cisl e Uil una piattaforma rivendicativa sul tema
fiscale assieme all'altro grande tema legato alla contrattazione. La continua
perdita del potere d'acquisto di salari e pensioni da una parte e l'elevata
pressione fiscale dall'altra impongono una seria riflessione tra le parti
sociali ed il Governo per quella che è diventata una vera e propria
emergenza salariale. Uno dei terreni privilegiati riguarda la riforma del
sistema contrattuale. Per noi la questione va affrontata attraverso un tavolo
a tre che veda la partecipazione del Governo come unico soggetto in grado di
stabilire condizioni per una politica dei redditi.
E' ormai chiaro a tutti che il sistema contrattuale attuale non regge
più, ma spetta al Governo e non ad altri soggetti intervenire su
quelle materie che afferiscono ad istituti quali la restituzione del Fiscal
Drag, detrazioni da lavoro dipendente, defiscalizzazione del salario
aziendale, recuperi inflazionistici solo per fare alcuni esempi. Per questo
appaiono incomprensibili ed un po' pilatesche le posizioni del Ministro del lavoro
Damiano quando afferma che il Governo interverrà solo se le parti lo
chiederanno. Non ci pare questo il modo di affrontare le grandi questioni
nazionali. Un Governo deve convocare le parti e mettere sul tavolo
disponibilità e strumenti che favoriscano un'intesa tra le parti e non
viceversa. Certo le parti sociali devono condividere un nuovo impianto
contrattuale, le nuove tempische, ragionare sulla base delle linearità
merceologiche ad una serie di accorpamenti dei 378 Contratti Nazionali, che per
la loro bassa estensione applicativa risultano fermi da anni o che comunque
non rispondono più a quei compiti legati al recupero del potere
d'acquisto e di redistribuzione della produttività. Va, inoltre,
affrontato il problema dell'estensione della contrattazione integrativa. La
maggioranza dei lavoratori ne è priva e l'autorità salariale
viene meno per lasciare il posto alle erogazioni economiche individuali che
vengono erogate sulla base della discrezionalità aziendale. Il
problema salariale viene posto oramai da tutti. Per il Governatore della
Banca d'Italia i salari italiani sono più bassi del 30% 40% rispetto
alla Francia, Germania, Gran Bretagna ecc.. con gravi conseguenze per
l'andamento dell'economia non sorretta da una dinamica dei consumi adeguata.
A far le spese di questa situazione di depressione salariale sono soprattutto
i giovani tra i 15 e i 34 anni come dimostra l'ultima ricerca del nostro
Istituto delle ricerche economiche e sociali con la quale si dimostra che in
questa fascia di età le retribuzioni siano inferiori del 27% rispetto
un dipendente standard. Si evidenzia come dal 2002 al 2007 vi sia stato un
calo del potere d'acquisto di 1.900 euro quelli persi dal mondo del lavoro
dipendente. In questo lasso di tempo, fatto 100 l'indice di misura,
oggi in proporzione il reddito disponibile delle famiglie si è
abbassato di 28 punti, mentre quello degli imprenditori e lavoratori autonomi
è aumentato di 105 punti. Sulla base di queste considerazioni e avendo
oramai registrato lo stallo di tanti rinnovi contrattuali Cgil-Cisl e Uil si
sono impegnate a promuovere, per l'inizio del prossimo anno, lo sciopero
generale che metta al centro una più equa redistribuzione della
ricchezza ed una riforma tributaria più giusta. Renato Bressan Segretario
provinciale Cgil.
(
da "Espresso, L' (abbonati)" del
14-12-2007)
Società LA
TAVOLA Il mare A verona di Enzo Vizzari Ogni anno, immancabilmente, il magico
e 'infallibile' sistema informatico che presiede alla composizione delle
nostre Guide, si mangia (complici, di certo, noi uomini) qualche scheda di
ristorante o di produttore di vino. Due vittime, meritevoli e incolpevoli,
nell'edizione 2008 della 'Guida Ristoranti', l'Oste Scuro a Verona, il Don
Giovanni a Ferrara: per entrambi e per i lettori scuse ufficiali. Del Don
Giovanni si dirà prossimamente, l'Oste Scuro è servito subito.
Osteria di antica data, incerta l'etimologia dell'insegna, è stata ripresa qualche anno fa da Giancarlo Perbellini ed Elia Rizzo, autentici motori della ristorazione veronese che, non a caso,
è di gran lunga la migliore di tutto un Veneto avaro di novità,
salvo le stelle di prima grandezza. L'Oste Scuro è ora interamente
nelle mani del giovane Simone Lugoboni, che oste scuro non è affatto,
ma solare, rigoroso, ottimo conoscitore del pesce, che domina nella
carta. Poche fughe in avanti creative, ma grande varietà
d'ispirazione, extraregionale e anche extra nazionale: bella selezione di
ostriche con trionfale plateau royal, crudi rispettosi della fragranza del
pescato, lodevole impiego di pesce azzurro, ghiot to (ma un po' 'unto')
'cicchetto fritto veneziano', spaghetti alle alici di menaica (che è
un tipo di rete), caciucco livornese e risotti secondo mercato, dove non
sempre il Vialone Nano locale fa miglior figura di un serio Carnaroli. In
ogni caso comanda il mercato, nel 'bollito misto', con il merluzzo, la
ricciola, l'ombrina, la pezzogna ecc. Qualche appunto? Sulla finitura di certi
piatti: la granseola, pur freschissima, che 'sa di frigo', il risotto un po'
troppo lento. Livello complessivo più che buono, in un ambiente
disimpegnato, dove si beve anche molto bene. Più o meno, 70 euro.
guide@espressoedit.it Dove & quando L'Oste Scuro Verona Vicolo San
Silvestro 10 Tel. 045 592650 Chiuso: domenica, lunedì Società
Sei volte chef di Eleonora Cozzella Si chiama 6 (sei) il manifesto della
cucina d'avanguardia italiana. Sei: come gli chef - Massimo Bottura, Moreno
Cedroni, Carlo Cracco, Enrico Crippa, Paolo Lo Priore, Davide Scabin - che si
raccontano nella prosa di Alessandra Meldolesi e nelle fotografie di Bob Noto
(ed. Cucina&Vini, euro 70) in una sorta di autoritratto di idee e
personalità. Non un libro di ricette, che pure non mancano nel volume,
ma una raccolta di riflessioni ed emozioni che ruota intorno ai temi
dell'ironia, delle nuove tecniche, dell'interpretazione dei classici
attraverso cover gastronomiche, del rapporto con 'Sua Pastità'. E
ancora, la ricerca di minimalismi nel piatto, la sfidai inventare gusti
nuovi, l'estetica che si fa food design e il gioco sul confine tra dolce e
salato. Un libro colto, citazionista, senso di linee guida per chi ama la
nuova cucina italiana e per chi guarda a questi chef come a un'altra faccia
del genio italico. Società Aroma alsaziano di Ernesto Gentili e Fabio
Rizzari L'annoso problema del costo dei migliori vini imbottigliati si
è molto acuito negli ultimi anni con l'entrata nel mercato globale di
nuovi e agguerriti consumatori quali russi, indiani, cinesi. Come conseguenza
diretta i prezzi delle etichette più prestigiose, francesi come
italiane, stanno rapidamente finendo fuori portata per il portafoglio
dell'appassionato dal medio potere d'acquisto. L'esigenza ovvia di individuare
bottiglie di qualità proposte a cifre ragionevoli, già urgente,
diventa quindi vitale. Proveremo quindi a segnalare con regolarità
vini dal favorevole rapporto qualità/prezzo. Cominciamo da un bianco
alsaziano davvero sorprendente per ampiezza, dinamica gustativa e slancio
aromatico, pur in un contesto di relativa semplicità: lo Zellberg
Hermitage di Julien Meyer, a dispetto del nome altisonante, è un
Sylvaner buonissimo e bevibilissimo, e costa solo 5 euro Società I
love sushi A Londra i cultori della cucina giapponese creativa hanno un nuovo
indirizzo. Nel cuore di Mayfair ha aperto i battenti Umu (foto sotto), subito
battezzato il nuovo Nobu. Qui, tra avvolgenti panchette di velluto color
cioccolato, specchi anticati e legni di wengè, si può assaggiare
il sushi più avveniristico della città. Realizzato dallo chef
Ichiro Kubota che, nel giro di pochi mesi ha fatto conquistare al suo locale
la prima stella Michelin (14-16 Bruton street, tel. 0044207 4998881) J. C. F.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
14-12-2007)
Carbonia Pagina
2025 Bocciata la proposta di devolverli in beneficenza Gettoni per
seduta-lampo, i consiglieri incassano Bocciata la proposta di devolverli in
beneficenza --> Incasseranno il gettone di presenza
per la seduta lampo del Consiglio. Chi vorrà potrà devolverlo
in beneficenza. Così hanno deciso i capigruppo
consiliari che hanno bocciato la proposta di restituire i 63 euro di
indennizzo. Le conclusioni al termine del a conferenza dei capogruppo,
chiamata a discutere la proposta di Alberto Zonchello (Udc) e Ignazio Cuccu
(Ds) di restituire il gettone di presenza per la
seduta dell'Assemblea civica dello scorso 5 dicembre. Si trattò
di una seduta flash, durata neppure venti minuti e costata circa duemila euro
fra spese generali e indennità a favore dei 27 consiglieri (su 40)
presenti: nessuno aprì bocca per commentare il bilancio e i lavori
vennero dichiarati immediatamente conclusi. Da parte di Zonchello e Cuccu (e
col beneplacito del presidente Antonio Carta) il giorno successivo era stata
avanzata l'idea di restituire il gettone (tecnicamente deve comunque essere
erogato) per riparare a quello che era stato definito uno spreco di denaro
pubblico. L'ipotesi è stata di fatto respinta nei giorni scorsi nella
riunione dei capigruppo durante la quale Zonchello e Cuccu hanno proposto di
destinare la somma equivalente ai gettoni (circa 1.700
euro) per l'adozione a distanza di due bambini africani. Gli altri capogruppo
hanno invece sottolineato che ognuno potrà o vorrà devolvere in
beneficenza l'indennità in forma più riservata e senza renderne
conto pubblicamente. Al presidente del Consiglio non è rimasto che
prendere atto del fatto che sulla proposta Zonchello-Cuccu non c'è
stata un'ampia condivisione. Il gettone della seduta lampo sarà
erogato e ogni consigliere ne farà ciò che riterrà più
opportuno. (a. s.).
(
da "Settegiorni (Rho)" del
14-12-2007)
AMBIENTE Parola ai
cittadini per il secondo incontro pubblico MOBILITÀ, VERDE E SERVIZI
PER LA VAS richiedi la foto Lainate - Mobilità, verde e servizi. I
lainatesi hanno ribadito gli aspetti della Lainate del futuro che stanno loro
a cuore. Lo hanno fatto durante il focus sugli obiettivi generali del Piano
di governo del territorio, che ha avuto luogo durante la seconda serata
pubblica per la Valutazione ambientale strategica, Vas, tenutasi
martedì 11 dicembre. Protagonista è stato il pubblico, chiamato
a formulare proposte per attuare gli obiettivi generali del Pgt, quelli
scaturiti dalle indicazioni date dalla Giunta e dai cittadini nel corso del
primo incontro del 12 ottobre e tramite la presentazione delle istanze
all'ufficio di Piano. Sette gli obiettivi individuati: strutturare e
qualificare il verde; conservare e migliorare la qualità dell'ambiente
urbano; favorire lo sviluppo delle attività lavorative in
compatibilità con l'ambiente; migliorare le condizioni del traffico e
favorire un maggiore utilizzo del trasporto pubblico; integrare e qualificare
il sistema dei servizi; ridurre i consumi idrici e conservare le risorse
idriche; ridurre i consumi energetici e favorire le energie rinnovabili. L'obiettivo più gettonato dai partecipanti alla serata
è stato la mobilità. Realizzazione di sottopassi, piste
ciclabili, aree pedonali e di attraversamento sicuro (specie per le categorie
più fragili), ma anche il miglioramento del servizio di trasporto
pubblico e della mobilità alternativa a quella delle quattro ruote.
Sull'obiettivo verde, la maggior parte delle indicazioni ha riguardato
l'istituzione del Parco del Lura e la realizzazione del parco delle frazioni,
oltre alla piantumazione e alla valorizzazione delle sponde del Villoresi.
Fra i servizi, i cittadini hanno sottolineato l'esigenza di centri di
aggregazione (come quello di Barbaiana) anche in centro. Di una piscina, di
un centro sportivo polivalente e della rete idrica duale, sistema che evita
lo spreco di acqua potabile. Ma sono emersi anche altri obiettivi, dalle
opportunità offerte dall'area ex Alfa alla necessità di ridurre
la produzione dei rifiuti e di spingere su una maggiore differenziazione, per
finire con la riduzione dell'inquinamento acustico da ottenere installando
barriere fonoassorbenti. "Sono soddisfatto della partecipazione del
pubblico commenta l'assessore alle politiche Urbane Carlo Borghetti -; la
serata ha avuto un taglio propositivo e concreto, segno che l'impostazione
data al lavoro per la Vas era azzeccata. I contributi della cittadinanza sono
preziosi perché evidenziano le esigenze di chi meglio di tutti conosce il
territorio comunale". Il prossimo passo sarà quello dei tecnici,
che organizzeranno le indicazioni raccolte per arrivare, nelle prime
settimane del nuovo anno, a formulare gli obiettivi specifici oggetto del
terzo incontro pubblico sulla Vas (febbraio o marzo). Il quarto incontro si svolgerà
alla presenza di enti locali e cittadinanza, per
validare il lavoro svolto. Articolo pubblicato il 14/12/07.
(
da "Asca" del 14-12-2007)
(ASCA) - Milano, 14
dic - ''Il sistema sanitario lombardo, fondato sulla
partnership tra pubblico e privato, si conferma, a dieci anni
dall'approvazione delle legge di riforma, quello piu' capace di attrarre
pazienti dalle altre Regioni (200.000 nel 2006) e contemporaneamente quello
con il piu' basso tasso di fuga. Un sistema competitivo che sa coniugare
l'altissima qualita' delle prestazioni con un bilancio in pareggio''. Lo ha
affermato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni,
intervenendo questa mattina alla presentazione del quinto rapporto annuale
dell'AIOP (Associazione Italiana Ospedalita' Privata), alla quale sono
intervenuti anche l'assessore regionale alla Sanita', Luciano Bresciani e il
presidente dell'AIOP, Gabriele Pelissero. ''I risultati del rapporto - ha
detto Formigoni - documentano l'indispensabile contributo che il privato
fornisce per un servizio pubblico cosi' rilevante, assicurando ad esempio
circa un terzo di tutti i ricoveri ospedalieri. La presenza del privato nel
nostro sistema ospedaliero si colloca al settimo posto, allineata alla media nazionale (circa 22%), ma si pone al primo posto per il
livello della qualita' degli operatori privati in grado di assicurare
l'intera gamma delle prestazioni ospedaliere, dall'urgenza-emergenza alla
riabilitazione, dalla terapia intensiva all'alta specialita'''.
''L'importanza dell'alleanza tra pubblico e privato - ha proseguito il
presidente - risulta anche evidente nel campo della ricerca, dell'innovazione
e dell'edilizia sanitaria. Stiamo promuovendo da anni un'alleanza di sistema
in collaborazione con la rete territoriale dei centri di ricerca pubblici e
privati''. Dal 1995 in
Lombardia sono stati aperti 535 cantieri, con un investimento di quasi 3,5
miliardi di euro. Di questi 371 sono gia' conclusi, 98 in fase di realizzazione
e 63 in
fase di avvio. ''La scelte che abbiamo fatto in campo sanitario
- ha concluso Formigoni - per tenere sotto controllo i bilanci, migliorare
l'utilizzo delle risorse e garantire l'alta qualita' a costi minori, ci ha
permesso di presentare un bilancio in pareggio e ci ha consentito di abolire
il ticket di 10 euro per visite ed esami e di ampliare la fascia di esenzione
per gli anziani con piu' di 65 anni''. ''Il nostro sistema sanitario
- ha affermato l'assessore Bresciani - e' competitivo e in equilibrio. Per
mantenersi tale non deve smettere di crescere, sia migliorando la qualita'
delle prestazioni, sia cercando di perseguire sempre l'equilibrio di
bilancio, anche se la Lombardia deve contare su 70 euro in meno pro capite
rispetto all'Emilia Romagna, 90 rispetto alla Toscana e ben 178 rispetto alla
Liguria''. L'assessore Bresciani ha infine ricordato che la ''Regione sta
preparando una piattaforma sanitaria per operare a livello internazionale, in particolare nei settori della ricerca,
dell'alta tecnologia e delle cronicita', la grande sfida del futuro. Due
giorni dopo Annapolis la Regione ha sottoscritto un patto con Israele e Palestina
e sta per firmare intese con Andalusia, Rhone-Alpes, Baden-Wuerttemberg,
Catalogna e Paesi Baschi''. res-rus/sam/sr (Asca).
(
da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
14-12-2007 18:55
Nasce Mister Prezzi e arrivano norme contro caro-benzina Roma, 14 dic.
(Apcom) - SOCIETA' PUBBLICHE -TETTO STIPENDI MANAGER: arriva un tetto agli
stipendi dei manager pubblici. Le retribuzioni dei dirigenti non potranno
superare quella del primo presidente della Corte di Cassazione (274 mila
euro). Per la Banca d'Italia, le Authority e le amministrazioni dello il
limite sarà doppio. Possibili 25 deroghe. -TAGLIO CDA SOCIETA'
PUBBLICHE: sarà ridotto il numero dei componenti dei consigli di
amministrazione delle società pubbliche: sarà ridotto a tre (se composti da più di cinque membri) e a cinque (se
composti da più di sette). Nessun gettone di presenza per i componenti
degli organi societari. Il taglio non si applica alle società quotate.
-STIPENDI CONDUTTORI RAI: tutte le retribuzioni dirigenziali e i compensi per
la conduzione di trasmissioni in Rai devono essere rese note alla commissione
parlamentare di Vigilanza. ENTI LOCALI -STRETTA DERIVATI: regole
più stringenti sulla sottoscrizione da parte degli enti locali di
strumenti finanziari derivati. Sarà il ministero dell'Economia a
certificare la "conformità" dei contratti proposti dagli
enti locali. I contratti devono basarsi sulla massima trasparenza. -TAGLIO
COMPENSI COMMISSARI: dal primo gennaio si riducono del 20% i compensi dei
commissari straordinari del governo. -PIANI RIENTRO DEFICIT: lo Stato
darà un anticipo finanziario, fino a un massimo di 9,1 miliardi, ad
alcune Regioni (Lazio, Campania, Molise e Sicilia) per estinguere i debiti
contratti sui mercati finanziari fino al 31 dicembre 2005. La norma è
introdotta in attuazione degli accordi sui piano di rientri dei deficit
sanitari. MEZZOGIORNO -CREDITO IMPOSTA SUD: torna il credito d'imposta
sull'occupazione al Sud. Per i datori di lavoro che nel 2008 impiegheranno a
tempo indeterminato giovani al Sud sarà concesso per il 2008, 2009 e
2010 un credito di imposta pari a 333 euro al mese per ciascun lavoratore. In
caso di lavoratrici donne il credito d'imposta aumenta a 416 euro. Si stimano
40-50 mila nuove assunzioni. SICUREZZA - RISORSE: in arrivo 190 milioni di
euro per il 'potenziamento della sicurezza e del soccorso pubblico' nel 2008. In arrivo anche
100 milioni di euro che permetteranno di comprare 4 Canadair per spegnere gli
incendi boschivi. Altri 69 milioni saranno destinati al ripristino degli
straordinari di carabinieri, polizia, gdf e vigili del fuoco. -FORZE ARMATE:
arrivano risorse per la professionalizzazione. E viene istituito un Fondo,
con uno stanziamento di 100 milioni, per le esigenze di funzionamento della
sicurezza e del soccorso pubblico. -FONDO LEGALITA': nasce il Fondo per la
legalità finanziato con i beni sequestrati alla mafia. -VIGILI DEL
FUOCO: arrivano complessivamente 89 milioni di euro: 30 milioni per i mezzi;
10 milioni per il patto per il soccorso, 49 milioni di euro per le assunzioni
e la stabilizzazione dei precari. PREZZI -'MISTER PREZZI': viene istituito
presso il ministero dello Sviluppo economico il Garante per la sorveglianza
dei prezzi e delle tariffe. Il Garante avrà il compito di
"riferire le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi al ministro
dello Sviluppo economico che provvede, e se necessario formulare segnalazioni
di segnalazioni all'Antitrust. -CARO-BENZINA: in arrivo misure per
contrastare il 'caro-benzina' dovuto all'aumento del prezzo del petrolio
attraverso la sterilizzazione delle accise. -OSSERVATORIO: contro i rincari
dei prodotti alimentari, viene affidato all'Osservatorio del ministero delle
Politiche agricole il compito di verificare la trasparenza dei prezzi.
(segue).
(
da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
14-12-2007 18:55
Arriva bonus famiglie, taglio ministri e tetto stipendi manager Roma, 14 dic.
(Apcom) - Arrivano sconti su Ici e affitti, aiuti per chi non riesce a pagare
il mutuo sulla prima casa e norme per contrastare il caro-benzina. Ma per le
famiglie le novità non finiscono qui. Per quelle più numerose
con almeno quattro figli viene concesso un bonus di 1.200 euro l'anno. Molte
le modifiche in campo fiscale. Ires e Irap cambiano volto: calano le aliquote
e arrivano nuove regole. I lavoratori dipendenti, inoltre, potranno sperare
in una diminuzione delle tasse a partire dal prossimo anno. E ancora, dopo
anni di dibattito sbarca in Italia la class action, l'azione collettiva
risarcitoria a tutela dei consumatori. Corposo anche il pacchetto dei tagli
ai costi della politica. Il prossimo governo sarà più snello
con un limite massimo di 12 ministri e 60 componenti per l'intera compagine
governativa e arriva un contenimento degli sprechi anche
su consiglieri e assessori: viene ridotto il numero, le indennità e i gettoni di presenza. Si fissa poi un tetto agli stipendi dei manager pubblici e
arriva una sanatoria per i precari della Pubblica amministrazione. Più
fondi alla sicurezza e garanzie sui prezzi: nasce il cosiddetto Mister Prezzi
con il compito di vigilare anche sulle tariffe. Queste, ma anche molte
altre, sono le novità in arrivo con la Finanziaria 2008 che si
appresta, con tre voti di fiducia su tre maxiemendamenti, ad essere approvata
dall'Aula della Camera. Il testo della manovra nel corso del passaggio in
Parlamento è lievitato sia per entità (passando dagli iniziali
10,9 miliardi a 16,3 miliardi) sia per numero di norme (da 97 articoli
è arrivata a 1.201 commi divisi in tre testi). FAMIGLIE -SGRAVI ICI:
arriva uno sconto Ici sulla prima casa fino a un massimo di 200 euro. Niente
beneficio a chi possiede ville, castelli o case di lusso. L'ulteriore
detrazione, che si somma a quella esistente di 103euro, equivale all'1,33 per
mille della base imponibile Ici.Gli sgravi saranno estesi anche ai coniugi
separati e divorziati. -SCONTI AFFITTI: arriva un'ulteriore detrazione Irpef
sugli affitti a favore degli inquilini a basso reddito. Per i redditi fino i
15.493,71 sarà di 300 euro, scende a 150 euro per chi non supera i
30.987,41 euro. -BONUS FAMIGLIE NUMEROSE: in arrivo un bonus di 1.200 euro
l'anno, sotto forma di detrazione mensile di 100 euro, per le famiglie con
almeno quattro figli. Il beneficio andrà anche ai genitori separati e
divorziati. -MUTUI: aumenta del 10% il massimo detraibile per i mutui sulla
prima casa. Nasce un Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto
della prima casa per i più poveri: chi non riesce a pagare la rata del
mutuo può chiedere la sospensione dal pagamento per non più di
due volte e fino a 18 mesi. Arriva anche una sorta di 'piano di salvataggio'
sui mutui, legato ai rischi dell'incremento dei tassi di interesse. Chiarite
anche le norme sulla portabilità. -ASILI E INABILI: valgono anche per
quest'anno le detrazioni previste dalla finanziaria dell'anno scorso per le
rette degli asili nido. Si tratta di una detrazione del 19% e la somma non
può superare i 632 euro annui per ogni figlio. Previsti anche 30
milioni di euro l'anno dal 2008 per rideterminare gli assegni alle famiglie
con membri inabili e orfani. -PIU' FONDI NON-AUTOSUFFICIENTI: il Fondo per i
non autosufficienti viene incrementato di 100 milioni per il 2008 e di 200
per il 2009. -CONGEDI PER FIGLI ADOTTIVI: vengono estesi ai lavoratori
dipendenti i congedi di maternità e parentale per i figli adottivi,
come avviene per quelli biologici. -DETRAZIONI FIGLI A CARICO: viene
introdotto l'obbligo di indicare in dichiarazione dei redditi anche il codice
fiscale dei familiari a carico. -BUONI VACANZA PER POVERI: arrivano buoni
vacanza per i più poveri. (Segue).
(
da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
14-12-2007 18:56
Numerose novità fiscali: da multe pazze a nuovo regime Ires Roma, 14
dic. (Apcom) - FISCO -'MULTE PAZZE': in futuro non ci saranno più le
multe 'pazze' che stanno perseguitando gli automobilisti. Dal primo gennaio
2008, gli agenti della riscossione non potranno più riscuotere le
contravvenzioni per violazione del codice della strada se la cartella di
pagamento non era stata notificata entro due anni dalla consegna del ruolo.
-ODG RENDITE: approvato un ordine del giorno che impegna il governo a
ripristinare l'aliquota unica al 20% nel ddl rendite all'esame della Camera.
-VIA GOGNA FISCALE: stop alla 'gogna fiscale' del cartello apposto alla
serranda dei negozi chiusi per mancata emissione degli scontrini fiscali. Resterà
solo il suggello. -SCONTRINI: saranno necessarie, nell'arco di un
quinquennio, quattro (e non più tre) contestazioni per la chiusura del
negozio), e dovranno avvenire in tre giorni diversi. -STUDI SETTORE:
sarà l'Agenzia delle entrate a fornire elementi di prova per
avvalorare i maggiori ricavi o compensi derivanti dall'applicazione degli
indicatori di normalità economica. -ASSUNZIONI AGENZIE ENTRATE:
c'è l'impegno di assumere quasi tutti gli idonei all'Agenzia delle
Entrate e all'Agenzia delle Dogane . -GDF: in arrivo per la Guardia di
finanza un contributo di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008-2009,
per mettere in sicurezza il sistema di comunicazione e le dotazioni
informatiche. -RICCOMETRO ANTI-FURBI: cambia l'Isee (l'indicatore di situazione
economica equivalente) del nucleo familiare che consente di ottenere
l'accesso alle prestazioni sociali come gli sconti sulla tassa dei rifiuti o
quelli per gli asili nido. Viene attribuito all'Agenzia delle entrate il
compito, ora dell'Inps, di calcolarlo. -RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE: confermato
per il 2008 il bonus per le ristrutturazioni edilizie con una detrazione
d'imposta del 36% della spesa sostenuta, usufruibile per redditi sotto i 48
mila euro. -5 PER MILLE: il governo proroga anche per il 2008 il 5 per mille
dell'Irpef a favore della ricerca e delle onlus. Per il 2009 viene fissato un
tetto di 380 milioni. -FRIGORIFERI: ancora per tre anni sarà possibile
acquistare frigoriferi a basso consumo (non inferiore a classe A+) con uno
sconto del 20% sul prezzo d'acquisto. Sgravi anche per pannelli solari e
infissi. -BAR E TABACCAI: incentivi a bar e tabaccai per difendersi dai
furti. Previsti crediti d'imposta (fino 3mila euro per i bar e fino a 1.000
euro per i tabaccai) pari all'80% delle spese sostenute per dotarsi di
sistemi di videosorveglianza. -DISTRIBUTORI AUTOMATICI: i controlli a fini
fiscali sui beni venduti dai distributori automatici di merendine e bibite
saranno intensificati. I commercianti saranno tenuti a memorizzare le
operazioni su supporto elettronico, distintamente per ciascun apparecchio.
-NO TASSA SUCCESSIONE CONIUGI: anche i coniugi saranno esentati dall'imposta
di successione e donazione per i trasferimenti d'azienda o rami di essa, di
quote sociali e di azioni. -ASSEGNO DI MANTENIMENTO: viene introdotto un
regime di favore per i contribuenti che percepiscono l'assegno di
mantenimento a seguito di separazione legale ed effettiva, di scioglimento o
annullamento del matrimonio o di cessazione dei suoi effetti civili. -STUDI
ASSOCIATI: viene riconosciuto un credito d'imposta per le spese relative al
processo di aggregazione dei liberi professionisti che decidono di unirsi, in
numero non inferiore a 4 e non superiore a 10, per formare uno studio
associato. -WHITE LIST: le 'black list' per l'applicazione delle norme
antielusive relative alle imprese sono sostituite da una nuova 'white list'
basata esclusivamente sull'esistenza di un effettivo scambio di informazioni.
SALTA STRETTA SOCIETA' CALCIO: si allenta la stretta fiscale prevista
inizialmente Finanziaria che avrebbe messo a rischio l'iscrizione al
campionato per molte società di calcio. Viene cancellata, infatti, la
norma della manovra che prevedeva che le perdite delle società
sportive professionistiche potevano essere incluse nel regime previsto per le
spese di rappresentanza. -INTERESSI PASSIVI: si allenta ulteriormente la
stretta sulla indeducibilità degli interessi passivi nella tassazione
del reddito d'impresa. Viene eliminato il limite temporale di 5 o 10 anni del
riporto in avanti delle quote di interessi resi indeducibili e viene elevato
il limite del 30% del Rol con l'aggiunta di una franchigia di 5 e 10mila euro
annui in più. -SANZIONI REVISORI: arrivano sanzioni fiscali, fino al
30% del compenso percepito, per i revisori contabili. In caso di mancata
sottoscrizione della dichiarazione dei redditi o dell'Irap si applica anche
la sanzione amministrativa da 258
a 2.065 euro. -FRANCHIGIA IRAP: aumenta la franchigia
Irap per le piccole imprese, passando dagli attuali 8.000 euro a 9.500 euro.
-SOCIETA' IMMOBILIARI: una commissione 'ad hoc' studierà la
semplificazione dei meccanismi di tassazione per le società
immobiliari. -SIIQ: la soglia rilevante per le partecipazioni alle Siiq
(società d'investimento immobiliare quotate) salirà dall'1% al
2%. L'opzione per il regime speciale civile e fiscale delle Siiq in fase di
prima applicazione, deve essere esercitata entro il 30 aprile 2008. -IVA
MASCHERE E BARDOTTI: Iva agevolata al 10% anche per gli spettacoli in
maschera e non solo per quelli di burattini e marionette. Si prevede anche impossibilità di usufruire dell'Iva
agevolata al 10% se si vendono asini, muli o bardotti. Ma solo se gli animali
sono vivi. Iva agevolata anche per i premi delle corse dei cavalli.
-CELLULARI: la detraibilità dell'Iva per i costi sostenuti per i
telefoni cellulari utilizzati dalle imprese o dai lavoratori autonomi
potrà arrivare fino al 100%. -CDP: le esenzioni d'imposta
già previste in Finanziaria per le operazioni di credito a medio e
lungo termine saranno estese anche alle operazioni di finanziamento da parte
della Cassa depositi e prestiti per opere, impianti, reti e dotazioni
destinati alla fornitura di servizi pubblici ed alle bonifiche. -RIMBORSI
IRPEF E IRPEG: chi aspetta rimborsi di crediti Irpeg e Irpef da almeno dieci
anni, dal primo gennaio 2008, potrà quanto meno ottenere la
capitalizzazione annuale degli interessi. -AGENZIE FISCALI: dal primo gennaio
2008 i provvedimenti dei direttori delle Agenzie fiscali pubblicati sui
rispettivi siti Internet avranno analoga efficacia alla pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale. -VISCO-SUD: riparte nel 2008 la 'Visco Sud': il credito
d'imposta per le imprese che investono nelle aree svantaggiate del Paese. Le
risorse, pari a 350 milioni di euro nel 2008 e 280 milioni nel 2009, non
utilizzate per la Visco Sud nel 2007 saranno destinate a un Fondo per
interventi strutturali di politica economica.
-DEBITI FISCO: tre anni in più per pagare eventuali debiti con il
fisco se le irregolarita' sono state individuate dall'amministrazione
attraverso un controllo 'automatizzato' o 'formale' (Segue).
(
da "Virgilio Notizie" del
14-12-2007)
14-12-2007 18:55 Tagli costi politica e assunzioni precari P.A.
Roma, 14 dic. (Apcom) - COSTI POLITICA -TAGLIO MINISTRI: governo più
snello, ma dal prossimo. Sarà ridotto il numero dei ministri e dei sottosegretari,
ma vengono fatte salve le competenze. Viene fissato, come prevedeva la
riforma Bassanini, un limite massimo di 12 ministri e viene introdotto un
tetto di 60 componenti per l'intera compagine governativa. Il Cipe
resterà a palazzo Chigi. -ADDIO COMUNITA' MONTANE: arriva una
riduzione delle Comunità montane che diventeranno 'Unioni di comuni
montani' composte da almeno 7 comuni. Saranno le Regioni a definire i criteri
per il taglio. -ENTI RIFIUTI E ACQUA: verranno soppressi gli Enti d'ambito per
il servizio idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti.
Si tratta di 300-400 enti in tutta Italia. -TAGLIO CONSIGLIERI: dalle prime
elezioni per il rinnovo di ciascun consiglio comunale e provinciale viene
ridotto il numero dei consiglieri e diminuite le indennità e i gettoni di presenza. Il numero
degli assessori si riduce da 16
a 12 dalle prossime elezioni amministrative. -VIAGGI
FACILI: addio a missioni e viaggi facili per consiglieri regionali,
provinciali e comunali. L'indennità di missione viene sostituita con
un rimborso forfettario. -STRETTA AUTO BLU: dal 2008 la cilindrata media
delle autovetture di servizio assegnate in uso esclusivo nell'ambito della
magistratura e delle amministrazioni civili dello Stato non potrà
superare i 1.600
centimetri cubici. Sono escluse le autovetture
utilizzate dai Vigili del fuoco e quelle usate per servizi istituzionali di
tutela dell'ordine, della sicurezza pubblica. -TAGLIO COMPENSI COMMISSARI:
dal primo gennaio si riducono del 20% i compensi dei commissari straordinari
del governo. -INDENNITA' MEMBRI PARLAMENTO: si prevede un contenimento delle
spese per le indennità parlamentari: si sospende per un quinquennio
l'adeguamento automatico dei relativi importi. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE -PRECARI
P.A.: arriva una sanatoria dei precari della Pubblica amministrazione. La
stabilizzazione avverrà soltanto attraverso procedure selettive di
tipo concorsuale. I co.co.co avranno più punti nei concorsi. -STATALI:
per i contratti del pubblico impiego, relativi al biennio 2006-2007 e per il
biennio 2008-2009, vengono stanziati 1,081 miliardi nel 2008, e 220 milioni a
partire dal 2009. -P.A TELEFONA CON VOIP: da gennaio le amministrazioni
centrali sono tenute a utilizzare i servizi Voip (voce tramite il protocollo
Internet). -RAZIONALIZZAZIONE ACQUISTI P.A.: arriva una razionalizzazione del
sistema di acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione
attraverso l'implementazione del sistema che fa perno sulla Consip. -CARTA
IDENTITA' ELETTRONICA: slitta al 31 dicembre 2008 la data a decorrere dalla
quale non è più consentito l'accesso ai servizi erogati in rete
dalle pubbliche amministrazioni, con strumenti diversi dalla carta
d'identità elettronica e dalla carta nazionale dei servizi. -LIMITE A
PRECARI NELLA P.A: dal 2008 il tetto di spesa consentito per il ricorso a
personale a tempo determinato viene fissato al 35% della spesa sostenuta per
le stesse ragioni nel 2003. -TAGLIO SPESA PUBBLICA: arrivano misure di
contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica. (segue).
(
da "Windpress" del 14-12-2007)
14-12-2007
A: Regina De Paoli NOTA PER
I GIORNALISTI Il comunicato è¨ diviso in tre parti:
- la prima parte
è¨ di carattere generale;
- la seconda parte
contiene le schede relative ad alcune testimonianze aziendali, che saranno
fornite su richiesta; -
la terza parte è¨ relativa ad eventuale materiale fotografico a
corredo, che sarà fornito su richiesta, 1a PARTE
Il Sistema Toyota: un modello di riferimento
per la competitività delle imprese italiane COME RIDURRE I COSTI
DELLA NON QUALITAâ?? NELLE INDUSTRIE MANIFATTURIERE E DI SERVIZI, IN
SANITAâ?? E NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Cronaca della Campagna Nazionale
Qualità 2007 promossa dal Gruppo Galgano, condivisa da 376
imprese e patrocinata dalle più¹ alte istituzioni
Milano, 12 dicembre 2007 â?" â??Quanto costa la non
qualità ? La maggioranza delle aziende che competono sul mercato
hanno livelli di non qualità molto alti , che rappresentano una
pesante zavorra: costi che superano il 10-15% del fatturato.â? Sono dichiarazioni di Alberto Galgano,
presidente del Gruppo omonimo fondato nel 1962 e â??padreâ? della Qualità in Italia.
Eâ?? stato tra i primi, infatti, a portare nel nostro Paese, fin dagli anni
â??80, lâ??applicazione del rivoluzionario approccio manageriale che si basa
su due pilastri essenziali per la riduzione dei costi della non
qualità a percentuali inferiori del 2%: la Qualità
Totale e il Sistema Toyota. Eâ?? il consulente
italiano che più¹ ha fatto cultura con una ventina di libri di
management, lâ??ultimo dei quali â??Il direttore generale e la
qualità â? in
libreria in questi giorni per la Guerini e Associati.
È? su questo tema che il Gruppo Galgano, società leader
nella consulenza di direzione, ha orientato il dibattito e la riflessione in
occasione della sua tradizionale Campagna Nazionale Qualità ,
unica nel suo genere, che organizza dal 1989, a novembre, per
celebrare la Settimana Europea della Qualità promossa dallâ??EOQ
(European Organization for Quality). Sono già aperte le adesioni
per la 20a edizione (10 - 16 novembre 2008). Tutte le informazioni sul sito
http://www.galganogroup.it/gmq/iniziative07_sa.asp. Allâ??edizione
2007, che ha ottenuto lâ??Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e
il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei principali
Ministeri, hanno aderito 376 imprese private e pubbliche sottoscrivendo la
maxicampagna pubblicitaria â??Quanto costa la non qualità ?â? , uscita a tutta pagina sui principali
quotidiani italiani e la campagna affissioni â??La qualità
in movimento cambia la storiaâ?
esposta negli aeroporti di Roma Fiumicino e di Milano
Linate. Le nove conferenze Galgano, poi - organizzate a Milano, Roma,
Torino, Aosta, Padova, Bologna e Perugia â?" hanno offerto a centinaia
di imprenditori e manager la possibilità di dibattere e
approfondire il tema della â??riduzione dei costi della non
qualità â? anche
attraverso lâ??esperienza di alcune aziende intervenute per testimoniare in
presa diretta quanto applicato nella propria organizzazione e quanto ottenuto
in termini di risultati. â??Se si vuole eccellere
nel fare qualità è¨ indispensabile che nelle aziende
italiane siano presenti consistenti attività di miglioramento
continuo con il coinvolgimento di tutto il personale, a tutti i livelli. Come
insegna il Sistema Toyota, lâ??azione deve essere
rapida, orientata a grandi risultati in tempi brevi (learning by doing) e
alla eliminazione degli sprechi - ha dichiarato Alberto Galgano nel suo
intervento alla Conferenza di Milano - Al termine Qualità
possono essere infatti collegati due verbi: progettare e fare. Ma la
Qualità va impostata dallâ??alto del management e protagonista
del sistema è¨ il metodo scientifico. La direzione generale è¨
la massima responsabile delle attività gestionali dellâ??azienda
e pertanto deve conoscere in profondità come si costruisce e si
gestisce la Qualità â?.
Nel Sistema Toyota, modello
imprenditoriale â??democraticoâ?
perché© basato su miglioramenti che coinvolgono fino allâ??80% del
personale, il management afferma: â??noi otteniamo risultati brillanti da
persone di medie capacità che operano e migliorano processi
brillanti: I nostri concorrenti ottengono risultati mediocri da persone
brillanti che operano con processi difettosiâ? . Per Alberto Galgano, Qualità
â?" la cosiddetta â??Q grandeâ?
- significa â??freedom from deficienciesâ? ovvero essere esente da carenze. E poi
è¨ â??soddisfazione del clienteâ?
in quanto la qualità non può² essere
che un concetto â??caldoâ?
perché© viene giudicato ogni giorno da soggetti pensanti, da esseri
umani. Come iniziare ad applicare in azienda questo modello
manageriale vincente? Con la Settimana Kaizen. â??Un evento, un vero gioiello
di esperienza â?" continua Galgano â?" con il quale è¨
possibile verificare con mano e in tempi brevi gli effetti
dellâ??applicazione del metodo Toyota con il raggiungimento di miglioramenti
rilevanti e concreti in soli cinque giorniâ?. Anche le aziende sanitarie che vogliono
abbattere i costi della non qualità possono
â??salire sulle spalle di gigantiâ?
(Newton) e fare proprio il Sistema
Toyota. Se ne è¨ discusso alla Conferenza organizzata sempre a Milano,
presso la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor. Lâ??incontro ha
preso il via accostando due realtà solo in apparenza
inconciliabili: gli ospedali italiani e il Sistema
Toyota, modello manageriale messo a punto dallâ??omonima casa automobilistica
conosciuta in tutto il mondo. Roberto Merlo â?" direttore del Gruppo
Galgano, relatore della giornata con il collega Francesco Ferrario - ha
aperto il suo intervento dimostrando come â??il paradosso in
verità non esistaâ?
dato che alcune realtà sanitarie
americane e italiane, grazie alle Settimana Kaizen organizzate dal Gruppo
Galgano, hanno applicato con successo lâ??innovativo metodo scientifico che
sta alla base dellâ??intero Sistema. Lâ??urgenza per gli
ospedali del nostro Paese è¨ alta perché© gli sprechi e le
inefficienze producono spesso risultati nefasti non attribuibili alla
patologia del paziente. Se è¨ inconfutabile lâ??espressione
â??errare umanum estâ?, la
direzione ha lâ??urgente dovere di intervenire tempestivamente
dove è¨ possibile per creare un sistema che blocchi lâ??errore prima
che diventi difetto a danno del paziente stesso. Ai partecipanti è¨
stato presentato, come esempio di sanità americana da copiare,
il caso della Virginia Mason Medical Center di Seattle che, dagli inizi del 2000, ha introdotto con
ottimi risultati il modello della Qualità Totale per una
medicina il più¹ possibile senza difetti. Ma per fare
concretamente qualità è¨ necessario apportare un radicale
cambiamento di mentalità in primis negli organi direttivi
ospedalieri che devono adottare una â??visione pazientocentricaâ?, che ponga il paziente al primo posto: lo
â??zero difettiâ? e la caccia agli sprechi in sanità
sono il risultato di un processo che presuppone la sicurezza in ogni
passaggio del processo operativo; tutto ciò² implica costante
formazione e presa di responsabilità da parte di tutti gli operatori,
a tutti i livelli. Lâ??introduzione del Sistema
Toyota in Sanità può² avvenire in contemporanea
allâ??ottemperanza da parte degli ospedali stessi ai parametri normativi di
qualità e di sicurezza richiesti dal sistema sanitario
italiano sia su base regionale che a livello nazionale:
lâ??adozione del metodo scientifico, infatti, non rallenta il perseguimento
degli obiettivi richiesti, al contrario permette agli operatori sanitari di
fornire risposte veloci ed efficienti. Lâ??innovativo programma aziendale
delle Settimane Kaizen, organizzate da anni dal Gruppo Galgano, permette
infatti di verificare in tempi brevi gli effetti dellâ??applicazione del
metodo Toyota con il raggiungimento di miglioramenti rilevanti e concreti in
soli 5 giorni. Significativa la testimonianza di Maria Teresa Mechi direttore
V.R.Q. dellâ??Azienda Sanitaria di Firenze. Nelle altre Conferenze, il
Gruppo Galgano è¨ stato rappresentato dallâ??amministratore delegato
Mariacristina Galgano, dai partners Nello Pucillo e Luciano Bray e dal
direttore Giuseppe Negro. A completamento della teoria gli interventi
di alcuni manager e imprenditori che hanno dimostrato con i fatti la
possibilità di ridurre i costi della non qualità :
Augusto Lippi e Giuliano Ferro â?" rispettivamente direttore operations
e responsabile qualità del Gruppo Safilo, Sergio Castagnetti
â?" managing director & operations di Morse Tec Europe, Marco
Businaro â?" responsabile produzione della Valente Pali Precompressi
S.p.a., Piergiacomo Valentini responsabile ufficio Kaizen della Tecnokar,
Carlo Sussi e Marco Mezzetti â?" rispettivamente responsabile facilities
management e responsabile controllo operativo facility di Hera S.p.a., Walter
Patruno responsabile controllo qualità di Abb Sace S.p.a.,
Guido Aru â?" responsabile manufacturing e qualità della
Bertazzoni S.p.a., Anna Brogi e Donata Susca, rispettivamente responsabile
qualità â?" sicurezza â?" ambiente e program manager
divisione infrastrutture e reti di Enel, Lucia Todaro â?"
qualità assurance manager Abbott, Stefano Massa â?"
titolare della Villa Massa, produttrice del tradizionale Limoncello di
Sorrento e vincitrice dellâ??EFQM Excellence Award Winner 2007, Leonardo La
Torre â?" assessore regionale alle attività produttive e
alle politiche del lavoro della Regione Autonoma Valle dâ??Aosta, Pietro
Giorgio di Confindustria Valle dâ??Aosta, Monica Maiolino della direzione
INPS Regionale Piemonte Area Formazione. Il Gruppo Galgano, fondato da
Alberto Galgano nel 1962, rappresenta una delle più¹ affermate
realtà italiane di consulenza di direzione al servizio
dellâ??economia nazionale con forte orientamento ai
risultati attraverso il modello organizzativo Qualità Totale e
Organizzazione Snella denominato anche â??Sistema
Toyotaâ?. La società ,
che ha uffici a Milano, Madrid e Barcellona, è¨ molto attiva anche
nella formazione manageriale. Per informazioni: Silvana
Gainotti - Responsabile Ufficio Stampa GRUPPO GALGANO Tel 0239605295 â?"
3357350510 silvana.gainotti@galganogroup.it.
(
da "Gazzetta del Sud" del
15-12-2007)
La maggioranza del
partito favorevole al tesseramento e al congresso Il "peso" di
apparati e funzionari incide sull'organizzazione del Pd Giovanni Innamorati
ROMA Il peso degli apparati e dei funzionari, specie quelli che a livello
regionale si porteranno i Ds, fa esplodere una "querelle" nel Pd, e
in particolare nelle due commissioni incaricate di redigere lo Statuto e il
Codice etico del partito, riunitesi rispettivamente ieri e l'altra sera. Ed
è anche emersa una maggioranza a favore della presenza di tesserati e
di un congresso dentro il partito. Ieri, durante una riunione della
commissione Statuto durata sei ore, la discussione ha registrato che la
maggioranza, costituita dagli ex Ds, dai popolari, ma anche dal veltroniano
Walter Vitali, è favorevole a dare un'autonomia politica,
organizzativa e finanziaria al livello regionale del partito. In particolare,
un documento presentato da Maurizio Miglivacca, Nicodemo Oliverio e Francesco
Sanna, prevede che sarà il partito a livello regionale a decidere
l'organizzazione sul territorio. Il che garantirà agli ex Ds nelle
regioni rosse di assorbire parte del proprio personale. Le bozze delle
proposte però sono arrivate il giorno prima alla riunione della
commissione sul Codice etico. Questa, come ha spiegato il presidente Sergio
Mattarella, deve occuparsi "di tutti quei comportamenti che rendono
credibile il Pd", e infatti si è discusso di trasparenza nei
finanziamenti, di incompatibilità in tema di candidature, ecc. Ma a
sollevare la "querelle" sugli apparati è stata l'ulivista
Marina Magistrelli. Il suo ragionamento è semplice: la credibilità
di un partito risiede anche nella sua struttura leggera, in modo da
assicurare che non ci saranno costi politici abnormi. La proposta di
Magistrelli è radicale: niente funzionari di partito, ma solo
attività volontaria. Il che ha sollevato subito l'obiezione sulla
fattibilità concreta di questo modello. Magistrelli ha allora chiesto
con forza che, soprattutto a livello regionale, ci sia una separazione ben precisa tra il ruolo dei funzionari e quello
dei politici. Qui si è inserito il "lettiano" Paolo
Tognocchi, consigliere regionale in Toscana, una regione rossa dove i
funzionari di partito dei Ds sono una cinquantina. Tognocchi ha appoggiato la
tesi di Magistrelli: spesso, ha osservato, i funzionari hanno assunto ruoli
politici divenendo assessori o amministratori locali; questo
meccanismo nel Pd non regge perché con le primarie usate per selezionare le
candidature a tutti i livelli, la società civile ha un ruolo che nei
vecchi partiti non aveva. Si deve chiarire quindi
che le carriere dei funzionari sono diverse da quelle dei politici. Nessuno
pensa a licenziamenti, ma si sostiene: o c'è chiarezza di ruoli oppure
il Pd soffocherà di apparati. Il tema non è stato affrontato
dalla commissione Statuto, dove ieri è emersa anche una maggioranza
favorevole a che il Pd abbia un congresso. La bozza Miglivacca-Oliverio-Sanna
prevede che i candidati alle primarie siano selezionati nella fase
congressuale. I candidati, secondo questo schema, si presentano con una
mozione politica e su questo si svolgono i congressi,
in cui hanno diritto di voto gli iscritti, come nei partiti
tradizionali. I candidati che supereranno una certa soglia di consensi (la
bozza suggerisce il 25%) andranno alle primarie, dove voteranno tutti i
sostenitori. (sabato 15 dicembre 2007).
(
da "Gazzetta del Sud" del
15-12-2007)
Paola Il consiglio
ha approvato i punti all'ordine del giorno Gettoni di presenza devoluti alle vittime della tragedia di Torino PAOLAProficuo
consiglio comunale per la maggioranza perché nel giro di circa 6 ore sono
stati approvati tutti e quattro i punti posti all'ordine del giorno, di cui
anche i due attinenti alle comunicazioni della Corte dei Conti su presunte
leggerezze amministrative sulle quali la minoranza aveva innescato critiche
e polemiche a non finire. I lavori sono iniziati verso le ore 10,45. Il
presidente del consiglio, Feruccio Fedele, ha proposto e tutti hanno
accettato di devolvere la somma dei gettoni di presenza dei consiglieri alle famiglie degli operai
torinesi morti nel rogo dell'acciaieria. Il primo punto riguardante il
gradimento del socio esterno nella "Porto dei Normanni Spa",
richiesto dal presidente del Cda Caporali, è stato approvato con i 12
voti compatti della maggioranza più due della minoranza, Maria Pia
Serranò (DC) e Silvio Buono (indipendente) e 6 contrari della
minoranza. Il bilancio consuntivo 2005 - osservazioni della Corte dei Conti
con deliberazione n.16/2007 - e il bilancio di previsione esercizio
finanziario 2007- osservazione della Corte dei conti con deliberazione
n.233/2007 - sono stati approvati dopo qualche polemiche di due consiglieri
della minoranza con 11 voti a favore e 2 contrari. In precedenza il
presidente del consiglio aveva portato a conoscenza dell'assise cittadina
delle due osservazione della Corte; il dirigente del settore finanziario
Egidio Sorace ha letto le rispettive relazioni deliberative. Alla discussione
di questi due punti "incriminati" era stato incorporato l'ultimo
punto dell'ordine del giorno relativo alla situazione economica finanziaria
del Comune di Paola. "In sostanza è stato commentato da un
consigliere della maggioranza-tutto con "molto rumore per
nulla"".(g.vena) (sabato 15 dicembre 2007).
(
da "Repubblica, La" del 15-12-2007)
Pagina V - Bari LA MANOVRA
LE MISURE Sarà vietato il ricorso a esperti non sanitari. Riduzioni
alle prestazioni esterne Consulenze e case di cura già pronta la lista
dei tagli Un fondo di 100mila euro per acquisire le quote di Tecnopolis Nelle
Asl a rischiare il licenziamento in tronco saranno i direttori I consulenti che non hanno in tasca una laurea in medicina
possono anche cominciare a fare le valigie. Per le cliniche private si
prepara un anno di sacrifici. Nel mirino ci sono anche gli infermieri che si
imboscano nei Cup: se non lasciano gli sportelli per ritornare in corsia e
coprire le carenze di personale sanitario, a rischiare il licenziamento in
tronco saranno i direttori generali. Eccolo il pacchetto dell'assessore alle
Politiche della salute, Alberto Tedesco per tenere a freno la spesa sanitaria
nel 2008. Un anno asfissiante a leggere i 18 punti che accompagnano la
manovra fiscale con gli aumenti di Irap, Irpef e benzina. Se con la leva
fiscale si prevede un introito certo di 175 milioni di euro, con il
pacchetto-Tedesco, il risparmio preventivato si aggira sugli ottanta milioni
di euro. è da questa voce che il governatore Nichi Vendola, si aspetta
quelle risorse che mancheranno per la copertura del deficit sanitario
nonostante l'inasprimento fiscale. Probabilmente quelle che produrranno
effetti immediati si possono contare sulle dita di una mano ma - confidano
fonti vicine alla giunta - sono destinate a fare molto male. Non a caso la
giunta ne ha discusso per ore, centellinando ogni parola delle
"disposizioni in materia sanitaria" proposte da Tedesco. Quelle su
consulenze e cliniche private, sono destinate a colpire nel segno. Sulle
prime, non ci sono alibi: aziende sanitarie ma anche istituti di ricerca
devono cancellare tutte le consulenze non sanitarie. Quelle che ci sono non
vanno rinnovate e se sono necessarie, devono essere vagliate
dall'assessorato. La stretta riguarda anche i costi delle consulenze mediche:
vanno ridotti almeno del 10 per cento. Più rigido il taglio sulle
prestazioni aggiuntive: dev'essere del 30 per cento già nel 2008. La
scure sulle cliniche private sarà nel prossimo Dief, il documento
d'indirizzo funzionale della sanità: nel 2008 gli oneri saranno
tagliati del 2 per cento rispetto a quelli previsti nel 2007. Lo stesso taglio
è imposto ai manager per i costi delle esternalizzazioni: se possibile
anche cancellandole e assumendo il servizio in proprio. Per migliorare il
sistema dei controlli nelle Asl, ai direttori generali sarà imposta la
contabilità analitica per centri di costo e di responsabilità:
chi è a capo di una struttura deve rendicontare ogni spesa indicando i
risultati raggiunti. Sotto controllo finiscono anche i medici di base: l'Asl
dovrà verificare ogni prestazione per stabilire se è congrua
coi livelli di spesa programmati. Torna un tetto di spesa per l'acquisto o il
noleggio di tecnologie sanitarie: se superano i 400mila euro, le Asl devono
chiedere l'autorizzazione della giunta regionale. Alle Asl, inoltre, è
vietato caricare sulla gestione economica i costi di manutenzione degli immobili,
di impianti e di macchine. Così sui costi telefonici: il bollettone da
18 milioni di euro pagato dalle Asl nel 2007, va ridotto del 30 per cento nel
2008 e poi di un altro 15 per cento nel 2009. Come? Intanto vietando l'uso
personale di utenze pubbliche. Poi per eliminare ogni tentazione è
consigliato l'utilizzo di telefonia Voip in ambito aziendale. Tra le altre
misure anche quella anti-imboscati: i dipendenti delle Asl devono svolgere le
mansioni per le quali sono pagati. In due mesi nelle Asl ognuno deve
ritornare al suo posto. Se non accade a rischiare il posto è il
direttore generale. Ma del pacchetto fa parte anche la modifica alle fasce di
esenzione dei ticket: con le nuove norme su deduzioni e detrazioni, molti
pugliesi rischiano di perdere il diritto all'esenzione. E venendo incontro a
una richiesta dei sindacati, la giunta modificherà il sistema di
esenzione per garantire i benefici anche con i nuovi scaglioni di reddito.
"Abbiamo fatto in modo da lasciare inalterato il beneficio per l'80 per
cento della popolazione - dice l'assessore al Bilancio, Francesco Saponaro -
pur sapendo che rinunciare a questa voce significa rinunciare a 44 milioni.
Per questo - aggiunge - per far fronte al deficit stiamo chiedendo un
contributo di solidarietà ai pugliesi senza incidere sui ticket
sanitari come richiesto anche dalle forze sociali". Le
integrazioni al bilancio approvate ieri e trasmesse per l'esame della
commissione bilancio previsto per lunedì prossimo, contengono anche un
fondo di 100mila euro per acquisire le quote private di Tecnopolis e la
stabilizzazione dei precari che lavorano presso l'Arpa da almeno tre anni.
(p. r.).
(
da "Secolo XIX, Il" del 15-12-2007)
I costi della
politica Pronta la delibera di Tursi sugli emolumenti massimi60 mila euro ai
presidenti delle "big", 15 per le piccole TAGLIARE gli stipendi dei
presidenti e dei consiglieri d'amministrazione delle società
controllate o partecipate dal Comune. Abbassare il costo dei governi di Amiu,
Amt, Aster, Ami, Spim e via via tutte le altre. Applicando rigorosamente la
legge e superando un concetto che in questi anni è andato per la
maggiore: un posto nei cda - anche minore - può valere un lavoro.
Questa la mission della delibera che stamattina potrebbe già trovare
il via libera della giunta e che l'assessore Alfonso Pittaluga ha già
discusso sia con i colleghi dell'esecutivo sia nelle commissioni consigliari.
Il paletto principale del provvedimento riguarda gli emolumenti dei
presidenti: ora erano liberi, da domani avranno il tetto massimo dell'80%
dello stipendio del sindaco. Con un'interpretazione restrittiva della legge:
non l'80% dello stipendio del sindaco come da tabelle ministeriali ma
rispetto alla retribuzione del sindaco di Genova, ossia di 88 mila euro lordi
l'anno. Il tetto è dunque di 70 mila euro lordi. Di più, sulla
delibera, che al momento è una proposta, il vero massimale è di
60 mila euro. Di conseguenza, gli stipendi dei consiglieri d'amministrazioni
vedranno discese verticali dai 25 mila agli 8 mila. In realtà, la
giunta pensa di suddividere le varie aziende e società in tre fasce in
base al valore della produzione. In prima fascia, quelle con una produzione
superiore ai 50 milioni di euro l'anno, di fatto Amiu e Amt: per queste, il
presidente avrà un massimale di 60 mila euro e i consiglieri un
massimale di 16 mila euro. Discorso a parte per gli amministratori delegati, i
cui stipendi saranno ancorati ai presidenti (un punto percentuale in
più) a meno che non si tratti di un direttore generale, fenomeno -
questo del doppio incarico - che dovrebbe aumentare. Se per l'Amt le
retribuzioni del presidente sarebbe invariato, per Amiu si tratterebbe di un
taglio del 25%: un taglio troppo netto, che Pittaluga e Vincenzi stanno
cercando già di correggere e su cui comunque è in preparazione
un emendamento in consiglio. La seconda fascia prevede le aziende che hanno
una produzione tra i 5 e i 50 milioni di euro l'anno; per esempio l'Aster. In
questo caso al presidente spetteranno 30 mila euro, 8 ai consiglieri. La
terza fascia è delle piccole, ossia le aziende con produzione fino a 5
milioni di euro: 15 mila euro ai presidenti, 4 mila ai consiglieri. Facile
capire che con i cda già tagliati a soli tre posti, con la sforbiciata
agli emolumenti il risparmio comincerebbe a essere davvero consistente.
C'è una sotto-fascia: le società da meno di
un milione porterebbero dodici gettoni di presenza all'anno da 200 euro. Nella delibera, poi, è previsto
un ruolo più importante per il consiglio comunale nella fase di nomina
dei vari membri dei consigli d'amministrazione: il sindaco e la giunta, anche
nei casi di nomine a loro pienamente delegati, avrebbero l'obbligo di
discuterne in aula, sentendo i gruppi e rispondendo a criteri più
selettivi dei candidati. Con la creazione di una sorta di albo società
per società. giovanni mari 15/12/2007.
(
da "Secolo XIX, Il" del 15-12-2007)
Il testo IL TESTO
della delibera si regge interamente sullo stipendio del sindaco di Genova e su
questa base calcola il futuro emolumento dei presidenti e dei consiglieri
d'amministrazione: "Gli emolumenti per la carica di amministratore e
nella loro misura massima i compensi fissi, omnicomprensivi, annui per gli
amministratori delegati o amministratori esecutivi comunque denominati
vengono determinati in base ad un calcolo parametrato all'indennità
annuale del sindaco di Genova pari ad euro 88.434,96, distinguendo le
seguenti fattispecie: ? Valore della produzione dell'ultimo bilancio di esercizio
approvato fino ad euro 5 milioni: il valore massimo del compenso sia del
presidente che dell'amministratore delegato (o amministratore esecutivo
comunque denominato) è pari al 17% della citata indennità,
mentre quello relativo all'amministratore non esecutivo è pari al 4,5%
della stessa. ? Valore della produzione dell'ultimo bilancio di esercizio
approvato oltre i 5 milioni di euro fino ai 50 milioni di euro: i valori
massimi dei compensi del presidente, dell'amministratore delegato e
dell'amministratore non esecutivo (o comunque denominato) sono
rispettivamente pari al 34%, 35% e 9% della citata indennità. ? Valore
della produzione dell'ultimo bilancio di esercizio approvato oltre i 50
milioni di euro: i valori massimi dei compensi del presidente, dell'amministratore
delegato e dell'amministratore non esecutivo sono rispettivamente pari al
68%, 70% e 18%". E sul gettone di presenza per
le piccolissime società: "Si prevede che la
retribuzione degli amministratori delle società con un valore della
produzione inferiore a 1 milione di euro consista esclusivamente nella
remunerazione dell'attività di partecipazione ai lavori dell'organo
collegiale e si traduca nel riconoscimento di gettoni di presenza, che non potranno in ogni caso, superare l'importo di 200 euro
un numero massimo di 12 sedute annue". 15/12/2007.
(
da "Nazione, La (Pistoia)" del
15-12-2007)
QUARRATA Ecco le
indennità degli amministratori D A OGGI è possibile consultare
su Internet la retribuizione mensile di sindaco e assessori del Comune di
Quarrata. Per legge (articolo 82 del Testo Unico n. 267/2000) sindaco,
vicesindaco e assessori per il ruolo ricoperto e l'attività svolta
ricevono un'indennità di funzione. A ciascun consigliere comunale,
esclusi il sindaco e gli assessori, spetta, per ogni
seduta di consiglio comunale alla quale partecipi, un gettone di presenza (al lordo delle ritenute) di euro 23,32 ( il gettone netto
è di euro17,96). Un decreto ministeriale, che viene aggiornato ogni
tre anni, fissa le misure delle indennità di funzione riconosciute a
sindaco, vicesindaco e assessori. L'indennità varia in base al
numero degli abitanti del comune ed è ridotta del 50% se
l'amministratore è lavoratore dipendente. IN QUESTO caso, infatti,
l'amministrazione comunale versa all'azienda che ne faccia richiesta presso
cui l'amministratore lavora, un importo correlato al tempo che il
dipendente-amministratore occupa in termini di permessi per lo svolgimento
delle proprie funzioni. Nel prospetto pubblicato sul sito del Comune di
Quarrata (www.comune.quarrata.it), alla pagina "amministrazione",
sono riportate le indennità mensili previste dal decreto sopra citato,
nonché le indennità mensili effettivamente precepite dagli
amministratori di Quarrata. - -->.
(
da "Corriere Alto Adige" del
15-12-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-15 num: -
pag: 2 categoria: REDAZIONALE Consiglio provinciale Finanziaria La manovra
passa nella notte. Disco verde alla libera professione dei medici Costi della politica, vince l'Svp Tagli ai cda ma non ai compensi.
Heiss: norma scandalosa Giunta e opposizione ai ferri corti Crescono i
trasferimenti ai Comuni, più fondi a economia e agricoltura Pasquali:
"Troppi regali alle solite lobby vicine alla Stella Alpina" BOLZANO
- Nonostante le minori entrate derivanti dal taglio del cuneo fiscale e
dell'Irap nonchè i fondi stanziati per l'acquisizione di nuove
competenze, il bilancio provinciale è cresciuto del 2 per cento
toccando quota 5 miliardi senza partite di giro. Intorno alle 4 di mattina di
venerdì è arrivato il via libera del consiglio provinciale:
come era prevedibile l'Svp ha vinto il braccio di ferro con l'opposizione che
non è riuscita a far passare nemmeno un ordine del giorno.
"Questo budget ci consente di finanziare adeguatamente i settori
chiave" commenta soddisfatto l'assessore alle Finanze Werner Frick che
sottolinea come siano stati aumentati i contributi per l'assistenza ai non
autosufficienti senza chiedere nemmeno un euro in più ai cittadini.
"La giunta ha saputo pubblicizzare bene l'impegno per il sociale e
l'istruzione ma ha nascosto altrettanto bene gli incentivi alle lobby vicine
al partito di raccolta" fa invece notare il verde Hans Heiss. Anche
Forza Italia e Unitalia parla di un "bilancio elettorale pensato per rinsaldare
la fedeltà delle varie correnti. Tra le pieghe della finanziaria
è passato di tutto. La maggioranza ha stralciato solo un paio di
articoletti che modificavano la gestione delle piste da sci. Via libera
invece agli articoli più contestati: quello sul taglio dei cda delle
società pubbliche, quello che disciplina la libera professione negli
ospedali e quello sul taglio dell'Irap. "La maggioranza ha riempito
all'inverosimile la legge di bilancio, praticamente abbiamo votato una
omnibus" protesta Heiss. Il dialogo tra maggioranza e opposizione
è venuto a completamente a mancare. Dopo aver visto affondare la
"sua" legge elettorale, il capogruppo Svp Walter Baumgartner ha
tirato i remi in barca. La trattativa tra giunta e opposizione non è
mai decollata ed il muro contro muro è andato avanti fino a notte
fonda. Nel bilancio gli incrementi maggiori riguardano soprattutto la
sanità ed i contributi all'economia. Un euro su tre è infatti
destinato alla tutela della salute: la spesa sanitaria crescerà di
quasi il 4 per cento (oltre 40 milioni di euro), mentre il fondo di rotazione
verrà ricapitalizzato con 35 milioni di euro. "Ci sono centinaia
di domande di finanziamenti " spiega il caporipartizione Finanze Uli
Stofner. Aumentano notevolmente anche i contributi alle associazioni sportive
(+11,5%), i trasferimenti ai comuni (+15,5%) e gli incentivi ai vari settori
economici, soprattutto a commercio (+15%) e turismo (+13,6%). Una
"vagonata" di soldi (+33%) anche alla ripartizione foreste ed
economia montana. "è chiaro che la Volkspartei finanzia tutte le
lobby organizzate che tra qualche mese voteranno compattamente il partito di
raccolta" sottolinea Heiss. E anche Alberto Pasquali di Forza Italia si
lamenta "per la pioggia di soldi destinata all'agricoltura". Tra le
norme collegate al bilancio gli scontri maggiori si sono avuti su
sanità e tagli alle poltrone delle società pubbliche. La norma
che taglia i compensi dei medici che scelgono la libera professione è
passata ed il sindacato Anaao già si prepara a dar battaglia. In
mancanza di un intesa sul contratto, dice la legge, a partire dal primo
aprile anche in Alto Adige si applicherà il contratto nazionale.
Scontro furibondo anche sull'articolo che regola le spese delle
società pubbliche. D'ora in avanti tutti i politici che siedono nel
cda di un'azienda pubblica non potranno percepire gettoni
di presenza ma solo premi di risultato. Bocciata
invece la proposta dei Verdi di sopprimere i compensi anche per i politici in
pensione. "La giunta ha fatto il possibile per non recepire le
disposizioni della Finanziaria nazionale che sopprimono le indennità
degli amministratori. In Alto Adige - conclude - questo non avviene".
Scintille anche sull'Ici. Gli Arbeitnehmer (espulso Pardeller) hanno lasciato
l'aula quando è stato messo ai voti un odg dei verdi per chiedeva alla
giunta di premere sui parlamentari affinchè l'Ici per le coop agricole
ed i consorzi agrari venisse reintrodotta. Anche senza l'ala sociale l'Svp ha
vinto e l'odg è stato bocciato. Marco Angelucci L'assessore Frick
soddisfatto "I settori chiave sono sostenuti adeguatamente".
(
da "Corriere Alto Adige" del
15-12-2007)
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: PRIMA - data: 2007-12-15 num: - pag: 1 categoria:
REDAZIONALE Costi della politica CONSIGLIO
PROVINCIALE Vittoria Svp Nessun taglio alle indennità di MARCO
ANGELUCCI BOLZANO - "Tagliare i posti nei consigli di amministrazione,
ma non i compensi". La manovra finanziaria della
Provincia è approvata nella notte dal consiglio e si conferma subito
una vittoria della Volkspartei relativamente ai "costi della politica". Secondo Heiss (Verdi) si tratta di "una norma scandalosa".
Pasquali (Forza Italia); "Troppi regali alle solite lobby".
Nella "Finanziaria" disco verde alla libera professione dei medici
e anche all'ulteriore riduzione dell'Irap. Gli imprenditori festeggiano. A
PAGINA 2.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
15-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2007-12-15 num: - pag: 9
categoria: REDAZIONALE La pace Il sindaco incontra i presidenti:
collaboreremo Quartieri, disgelo con De Luca Prima prova: raccolta
differenziata L'aria di Natale soffia anche sulle circoscrizioni e porta
benefici effetti nei rapporti con il sindaco SALERNO - Da organismi eletti
democraticamente ma assolutamente "inutili" a soggetti
istituzionali con pari dignità del Comune. La benedizione ufficiale
tanto attesa delle quattro circoscrizioni di Salerno è arrivata
giovedì pomeriggio dalla viva voce del sindaco Vincenzo De Luca, il
primo e più strenue "avversario " degli organismi
ammini-strativi decentrati. Il summit è stato voluto proprio dai
quattro presidenti al fine di mettere nero su bianco diritti e compiti delle
cosiddette municipalità salernitante. Antonio Bracciante (Oriente),
Pietro Abate (Irno), Mario Caravano (Centro) e Massimiliano Natella (Frazioni
Collinari) hanno parlato per più di un'ora con il primo cittadino,
spaziando dalle molte incomprensioni fino ad oggi maturate per arrivare ai
progetti futuri, in primis quello della raccolta differenziata dei rifiuti,
in cui le quattro circoscrizioni reciteranno un ruolo primario
nell'informazione e nella sensibilizzazione dei cittadini. "Abbiamo
incontrato un De Luca assolutamente disponibile - ha affermato Antonio
Bracciante (Partito Democratico) - con il quale è stato possibile
affrontare molti temi. Anzitutto abbiamo discusso del nostro ruolo
istituzionale, quello conferitoci dai cittadini di Salerno. Ebbene il sindaco
ci ha prima di tutto ribadito la sua opinione personale rispetto
all'utilità delle circoscrizioni, ma ha subito riconosciuto che,
nonostante le sue convinzioni, le municipalità salernitane avranno la
propria visibilità e il proprio spazio istituzionale. Quello di
giovedì è stato solo il primo incontro con De Luca che ci ha
promesso una riunione una volta al mese per discutere dei problemi dei
quartieri ". Insomma De Luca "benedice " le circoscrizioni ma
...turandosi il naso. "C'era molto malumore tra di noi - conferma Pietro
Abate (Alleanza Nazionale)- ed è per questo che abbiamo chiesto
l'incontro con il sindaco. Nelle ultime settimane si erano ripetute polemiche
sui giornali in merito ai ruoli dei consiglieri
circoscrizionali e dei consiglieri comunali o anche per quanto riguarda il
gettone di presenza. A noi interessava ribadire che le circoscrizioni per legge
devono avere un ruolo propositivo e consultivo e su questo argomento De Luca
è apparso dalla nostra parte. Gli abbiamo anche detto che esistono
anche associazioni e comitati che non svolgono le attività che dovrebbero.
Inoltre il sindaco ci ha garantito di poter interloquire direttamente con i
singoli assessori per la risoluzione dei problemi, ciò farà si
che le soluzioni si possano individuare in minor tempo". Adesso le
circoscrizioni non avranno più alibi. Ottenuta l'investitura ufficiale
dovranno produrre risultati e servizi, a partire dalla prima grande scommessa
del 2008, quella raccolta differenziata porta a porta che cambierà
radicalmente le abitudini dei salernitani. Umberto Adinolfi.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
15-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: ECONOMIA - data: 2007-12-15 num: - pag: 13
categoria: REDAZIONALE Segni a Napoli con Stella
"I politici temono il referendum" NAPOLI - "Un Governo che
funziona, non può aspettare tre giorni per bloccare un'azione come
quella degli autotrasportatori, totalmente incostituzionale e fuori da ogni
regola". Così il leader referendario Mario Segni ( in foto con Stella), ieri a Napoli, durante la conferenza sul referendum
elettorale a cui ha partecipato Gian Antonio Stella, inviato
del Corriere della Sera, autore, insieme a Sergio Rizzo, del libro
"La Casta". "Amministratori onesti, integerrimi ed efficienti,
non ce li garantirà nessuno - dice Segni - ma col referendum possiamo
fare sì che ci sia una maggiore vigilanza e trasparenza, dando
almeno un ordine di marcia". Secondo Gian Antonio Stella,
"un giornalista deve sempre cercare di essere il più obiettivo
possibile. Sulla questione del referendum, però, sono schieratissimo:
è l'unica vera possibilità di svolta in questo Paese. Il timore
è quello che senza referendum, si potrebbe passare da una “porcata” o
a “una porcatina”". "Oppure a una “porcatona”", aggiunge
Segni. Il leader referendario esprime forti critiche alla "casta",
sostenendo che "il ceto politico italiano è dominato dalla
nostalgia dell'impotenza, condizione che garantisce il perpetuarsi della stessa
classe politica. Il mondo politico mostra una interminabile paura del
referendum, cosa apparentemente senza senso: se questo mondo politico
rappresenta l'80% degli italiani, allora dovrebbero stravincere". A
distanza di mesi dalla pubblicazione del bestseller scritto col collega Rizzo, secondo Gian Antonio Stella
"sono state fatte mille promesse, ma finora non è cambiato
sostanzialmente nulla. Io e Rizzo non ci facevamo
eccessive illusioni, ma qualcosa speravamo che succedesse. Invece sono stati
promessi tagli ai costi e nuove leggi, per avere, poi, un nulla di
fatto". S. P.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
15-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-15 - pag: 7 autore: La riduzione dei costi della politica Taglia
ministri: dal prossimo governo il numero dei ministri non potrà
superare quota 12. Parlamentari: lo stipendioè bloccato per 5 anni.
Stipendi ai manager: il tetto per lo stipendio dei manager pubblici viene
fissato a quota 270mila euro, pari a quello del primo presidente di
Cassazione. Possibili 25 deroghe, ma non solo. Per Bankitalia e le
Autorità la soglia è doppia. AGF.
(
da "Messaggero, Il (Latina)" del
15-12-2007)
Di EBE PIERINI Secondo
il ministero degli Interni l'articolo 51 dello statuto comunale di San Felice
Circeo è illegittimo. Tutto è scaturito da un esposto
presentato dal presidente della commissione Bilancio del comune con il quale
si segnalava l'anomalia. Il prefetto di Latina, Bruno Frattasi, ha scritto
quindi al sindaco Vincenzo Cerasoli e al presidente del consiglio di San
Felice sottolineando come, secondo il ministero competente, la norma
statutatia non sia in linea con quanto previsto dall'art. 82 del Testo Unico
degli Enti Locali 267/2000 secondo il quale i consiglieri
possono percepire solo gettoni di presenza, il cui ammontare non può comunque superare l'importo
pari ad un terzo dell'indennità massima del sindaco, per la
partecipazione a consigli e commissioni. Il gettone di presenza può essere trasformato in indennità di funzione
qualora ciò non comporti maggiori oneri finanziari per l'ente.
In parole povere il Comune deve revocare la delibera del 2000 con la quale
è stata introdotta la modifica allo statuto inserendo l'articolo 51
che consente al sindaco di conferire una delega ad un consigliere comunale
per le problematiche di Borgo Montenero. Dov'è l'inghippo? Sta nel 4°
comma dell'articolo 51 con il quale si riconosce al consigliere delegato
un'indennità di carica pari a quella spettante agli assessori
comunali. Nel corso della precedente amministrazione la delega a Borgo
Montenero è stata attribuita dal sindaco Giuseppe Schiboni prima al
consigliere comunale Salvatore D'Auria, che l'ha ricoperta dal 6 giugno 2002
al 10 marzo 2004, e poi al consigliere Claudio Petrucci, la cui nomina risale
al 1° settimembre 2004 e che è stato in carica fino al maggio di
quest'anno. Facendo qualche conto pare che gli incarichi siano costati al
comune totalmente circa 68.000 euro. La vicenda è giunta fino in
Parlamento dato che il senatore Palomi ha presentato un'apposita
interrogazione parlamentare in merito. A questo si aggiunga che l'incarico
esterno affidato per la modifica dello Statuto comunale è stato poi considerato
illegittimo dalla Corte dei Conti. L'effetto di questa pronuncia da parte del
Ministero degli Interni sarà con ogni probabilità la
restituzione delle indennità di funzione percepite. Nessuna
indennità sarà invece elargita a Michele D'Auria, attuale
delegato a Borgo Montenero.
(
da "Messaggero, Il (Marche)" del
15-12-2007)
Di RENATO PIERANTOZZI
"Il Comune dica subito ai cittadini se devono pagare o meno la sosta
dopo la sentenza del Tar. Altrimenti siamo in presenza
di un danno erariale o di una appropriazione indebita a seconda dei casi di
chi paga il parcheggio e chi no". E' il duro atto di accusa lanciato
ieri in Consiglio comunale da Giorgio Rocchi (Partito Democratico). Intanto
oggi pomeriggio, sempre sul fronte politico, si svolge alla sala Docens
l'atteso congresso di Forza Italia. Vittorio Santori sarà incoronato
coordinatore provinciale insieme ai vice Donatella Ferretti e Claudio Massi
che nelle ultime ore ha sorpassato la candidatura di Roberto Michetti di
Folignano. Il trionfo di Santori rappresenta anche la vittoria del gruppo
ascolano di "Fucina Picena" capeggiato da Enzo Scipioni insieme ai
consiglieri comunali Anna Bachetti e Cesare Celani con il sostegno anche di
Luigi Miozzi e Saverio Di Simone. "Fucina Picena" ha di fatto
piegato l'opposizione dell'altro gruppo capeggiato dal coordinatore Claudio
Travanti e dal sindaco, tanto che alla fine è tramontata anche la
candidatura ascolana anti-Santori. Adesso si aprono scenari completamente
nuovi con il sindaco che dovrà dare risposte a "Fucina
Picena" in merito ai ruoli di vice coordinatore comunale e ai futuri
assetti delle società partecipate come l'Ascoli Servizi Comunali.
Tornando sul fronte della sosta, dal centro sinistra arrivano proposte
rivoluzionarie: "Azzeriamo tutto, riacquistiamo i parcheggi e facciamoli
gestire al Comune", dicono ad esempio Gianfranco Bastiani e Alessandro
Filiaggi. "L'amministrazione sta dimostrando confusione e latitanza
-aggiunge Giorgio Rocchi- poiché di fronte a una sentenza non derogabile
ancora non prende decisioni. Se in certe zone non si deve pagare, allora da
domani le gettoniere dei parcometri debbono essere
sigillate. E' necessario capire cosa si vuole fare. Anche perché oggi ci sono
cittadini che continuano a pagare e cittadini che non pagano". A
rispondere a Rocchi ci ha pensato l'assessore Giulio Natali che da anni porta
addosso la "croce" del traffico e della sosta. "Martedì
ci riuniremo -dice- e valuteremo quali posti debbano essere messi a gara. La
convenzione non è stata attuata in tutte le sue parti e attendiamo di
conoscere le motivazioni del Tar". "Si sa quali sono i posti blu
-replica ancora Rocchi- Non è più tollerabile questa confusione
ulteriore che si sta facendo dopo la sentenza". Presente in sala anche
l'avvocato Giuseppe Falciani cha vinto la causa per conto della coop Angelo
Boni rappresentata da Domenico Panichi e Franco Bruni che da questa vicenda
hanno subito un danno notevole. "Non permetterò a nessuno di
eludere la sentenza dei giudici amministrativi -dice il legale ascolano- e
sono pronto a far valere questa ragione sia davanti al Tar sia davanti alla
Procura della Repubblica. Mi chiedo ancora perché nel 2002 non fu fatta una
gara di appalto al posto della trattativa privata con la Saba. Aspetto ancora
che qualcuno me lo spieghi".
(
da "Adige, L'" del 15-12-2007)
Di MARIA TOMASI
Dopo aver ascoltato le relazioni degli assessori comunali Andrea Rudari,
Renato Pegoretti e Andrea Robol , i consiglieri della Circoscrizione
Argentario hanno approvato i bilanci comunale di previsione 2008 e triennale
2008-2010: dieci i voti favorevoli, quattro i contrari e tre gli astenuti di
MARIA TOMASI Dopo aver ascoltato le relazioni degli assessori comunali Andrea
Rudari, Renato Pegoretti e Andrea Robol , i consiglieri della Circoscrizione
Argentario hanno approvato i bilanci comunale di previsione 2008 e triennale
2008-2010: dieci i voti favorevoli, quattro i contrari e tre gli astenuti. Le
novità principali: per Villamontagna un occhio di riguardo è
rivolto alla zona cimitero, in cui è prevista la realizzazione di un
parco, ma che è interessata anche dalla costruzione di una nuova
chiesa. E alla domanda del consigliere Giancarlo Dallapè circa la
possibilità di spostare la scuola per l'infanzia nella ex scuola
elementare, l'assessore Renato Pegoretti ha risposto che bisognerà
valutare le potenzialità dell'edificio. Per San Donà c'è
in bilancio la progettazione del Centro civico. E a proposito della pesante
situazione di inquinamento acustico-atmosferico e di sicurezza delle persone
creato dal traffico sull'unica strada che taglia a metà il quartiere,
è stato ammesso che ci si aspettava risultati migliori dall'entrata in
funzione delle gallerie. Per il futuro si prevede la costruzione di una
rotatoria sulla statale della Valsugana all'uscita per San Donà -
Cognola in modo da consentire al traffico che scende dalla collina di
svoltare a sinistra e immettersi sulla carreggiata che porta a Pergine senza
dover scendere e passare per San Donà. Per Martignano l'attenzione
è sempre rivolta all'area sportiva e scolastica. In programma la
costruzione della pista ciclopedonale Martignano-Cognola. Per Zell
proseguiranno i lavori di bonifica della zona franosa. Nella parte bassa
verrà costruita la caserma del vigili del fuoco volontari. Per quanto
riguarda Montevaccino proseguirà l'interesse per la zona sportiva e il
parco, mentre a Cognola è prevista la sistemazione del piazzale
d'ingresso alle scuole elementare e media e i lavori per la messa in
sicurezza di via Coste. L'assessore Renato Pegoretti ha riportato la
discussione sull'intero documento del bilancio comunale parlando di
investimenti in vari campi, pur non avendo utilizzato la leva fiscale. Sono
stati ampliati i servizi degli asili nido (investimenti che portano a mille i
posti) e diminuite le rette. Diminuite anche le tariffe per l'accesso agli
impianti sportivi, mentre sono stati salvaguardati i servizi sociali. In
programma investimenti nel servizio trasporti per i collegamenti tra la
città e i sobborghi, per le politiche giovanili e politiche sociali
tenendo conto dello sviluppo della popolazione nei prossimi anni. Pochi gli
interventi dei consiglieri. Il vicepresidente Gianni Guerrini ha manifestato
apprezzamento per il bilancio, pur trovando disomogeneità fra gli
interventi per il centro storico e la periferia. Ha però lamentato la
mancanza di collegamenti autobus tra i residenti sulla collina
dell'Argentario e il Centro sociale di Povo, oltre ad augurarsi una sollecita
soluzione del problema traffico San Donà. Il consigliere
Rolandio Iiriti ha affrontato il problema dei costi della politica dicendosi
disposto a rinunciare al proprio gettone di presenza purché
la cifra in questione venga girato alla circoscrizione per produrre cultura.
Marina Cuel invece ha letto il documento scritto dai consiglieri di San
Donà per richiamare l'attenzione sui disagi causati al quartiere
dall'intenso traffico. Se ne parlerà al prossimo consiglio.
15/12/2007.
(
da "Adige, L'" del 15-12-2007)
La proposta: gettoni lasciati al pubblico di NICOLA GUARNIERI Lo scorso
anno il consiglio comunale pescò dall'erario di palazzo Pretorio 240
mila euro. Quest'anno, invece, si risparmierà, e mica poco: al 31
dicembre, infatti, la spesa per le riunioni del civico consesso si
attesterà su circa 160 mila euro. Meno sedute, dunque, ma anche meno
presenze. A regime, con tutti i 40 consiglieri in aula, ogni adunanza costa
infatti 4 mila euro. A questi oneri vanno aggiunti, ovviamente, i compensi
per sindaco e assessori, per il presidente, per le commissioni (80 mila euro
l'anno). In tutto, ragionando a spanne ma nemmeno tanto larghe, le
"funzioni" politiche della città della Quercia incidono sul
bilancio del Comune di Rovereto per 800 mila euro. I
cittadini da tempo si lamentano di questi esborsi, da tempo parlano di
eccessi di spesa. Perché, allora, non darci un taglio? Perché la questione
dei gettoni presenza è sancita da una legge regionale, la stessa che ne ha
raddoppiato la consistenza portando a 100 euro a testa il rimborso per i
consiglieri comunali e 50 per quelli circoscrizionali. Opinione
diffusa tra i rappresentanti eletti dal popolo, però, è che i
tagli andrebbero operati altrove: su tutti la scure del risparmio dovrebbe
abbattersi sui compensi dei manager pubblici e sugli sprechi ("perché
adagiare dei tappeti erbosi su corso Rosmini quando dopo Natale verranno
tolti?", si chiede, per esempio, Donata Loss). In molti, poi, contestano
le circoscrizioni. A palazzo Pretorio si insiste molto su questi costi aggiuntivi
per un ente che non decide alcunché: "Vanno eliminate!", gridano
tanto da destra che da sinistra, centro compreso ovviamente. Un intervento
drastico, però, non sarebbe una mossa giusta. Perché un organo
consultivo di quartiere è importante anche e soprattutto per la
capacità di avvicinare alla "cosa pubblica" la gente. Una
proposta, in tal senso, arriva proprio dai rioni: i presidenti delle sette
circoscrizioni hanno in mente di proporre l'azzeramento delle spese, insomma
a dedicarsi al proprio paesello gratuitamente. Si troverebbe ugualmente gente
disposta a impegnarsi politicamente? "Assolutamente sì! -
conferma Leone Manfredi, presidente di Sacco-San Giorgio - Non a caso stiamo
predisponendo una mozione per eliminare il gettone presenza
non solo dei consiglieri circoscrizionali ma anche dei presidenti. Insomma,
come si faceva all'inizio: tutto gratis per puro spirito di servizio".
Per i rimborsi del consiglio comunale, invece, le opinioni sono contrastanti.
Per carità, nessuno si arricchisce con il gettone ma, a partire magari
dalla prossima legislatura, un'idea potrebbe essere di lasciare i soldi a
bilancio per destinarli a iniziative che potrebbero essere, per esempio, a
sfondo sociale. Un modo, quindi, per colmare lacune di bilancio in fatto di
investimenti in certi settori e riportare il proprio impegno politico al
ruolo di mero senso civico. I consiglieri, in linea di principio, sono
d'accordo ma sollevano dubbi: c'è chi sottolinea la difficoltà
di individuare le associazioni destinatarie dei fondi; chi mette in guardia
dai colleghi che ne approfitterebbero per mettersi in mostra; chi invoca
trasparenza. Per Chicco Baroni, "Democratici con Valduga",
"non è giusto che decida per gli altri chi governa adesso. E poi
se i gettoni sono previsti non capisco perché bisogna
rinunciarvi. Mi sembra una forzatura perché i consiglieri comunali che
perdono del tempo hanno diritto almeno ai soldi per una pizza. Però se
ne può discutere, magari a inizio legislatura. Sono comunque convinto
che non si risolvono i costi della politica con queste cose. Vediamo di
eliminare piuttosto alcuni enti intermedi o ridurre gli stipendi di certi
dirigenti e certi manager, come Favaretti dell'Azienda sanitaria".
"Disposta a discuterne" è anche Donata Loss dei Verdi. "Le
posizioni sono diverse e molto personali: c'è chi si fa promotore di
questa idea e chi dice che, in fondo, presta un servizio alla comunità
e quindi preferisce destinare personalmente a chi vuole i gettoni
oppure tenerseli. Non è male, però, l'idea di mettere il
gettone a disposizione della comunità ma dev'essere una scelta
assolutamente personale. Anche perché ci sono consiglieri che incassano il
gettone e poi decidono autonomamente di devolverlo ad un'associazione".
Donata Loss, e con lei molti altri consiglieri tanto di maggioranza che di
opposizione, lancia poi un campanellino d'allarme: "Attenzione, perché
la scelta del destinatario dei soldi dei gettoni presenza rischia di diventare merce di scambio elettorale.
C'è poi un altro rischio: se non paghi più nessuno si candida solo
chi arriva tranquillamente a fine mese. Importante è il richiamo alla
responsabilità personale. Il giovane, con i 100 euro di gettone, si
sente più motivato perché riceve i soldi della comunità e si
sente magari più motivato". Favorevole all'iniziativa, ma
preoccupato per eventuali favoritismi, è Ciro D'Antuono di An.
"Se fossi sicuro di come si spendono, per esempio per le politiche
familiari, è un progetto che condivido in pieno e rinuncerei
volentieri al gettone presenza. Perché i bilanci
sono belli ricchi ma per le politiche familiari c'è poco. Sono pronto
a dare il segnale ma tutti devono impegnarsi. Ci sono poi quelli che vivono
di politica ed è chiaro che, se prendono qualcosa, magari si impegnano
di più. Se ci sono progetti concreti, però, condivido appieno
la proposta". Anche Roberto Ferrari del gruppo misto sostiene
l'iniziativa ma teme "gabole": "Chi decide dove destinare i
soldi? È sempre il discorso della maggioranza e questo si potrebbe
prestare a un utilizzo non troppo trasparente: se al sindaco o ad un
assessore interessa sponsorizzare un'attività in campo sociale
è ovvio che indica come "pozzo" proprio quella. Per questo
è assolutamente indispensabile la trasparenza altrimenti si presta a
giochi di scambio. Se, comunque, ci fosse un accordo dove il consiglio
comunale può decidere dove destinare le risorse sarebbe ottimo".
Ferrari, poi, invita all'obbligatorietà: "Va bene se vale per
tutti non solo per alcuni volenterosi. Si potrebbe partire già da
questa legislatura e per scegliere il destinatario si potrebbe istituire una
commissione per evitare favoritismi tra le associazioni". 15/12/2007.
(
da "Nazione, La (Pisa)" del
15-12-2007)
IL PRINCIPIO
L'obiettivo è duplice: coordinare potenziare e allineare i servizi ma
rispettando certe specificità e diminuire i "costi della politica" - -->.
(
da "Campanile, Il" del 15-12-2007)
Lea Vendramel Finanziaria,
fiducia sui maxi-emendamenti, la Camera al voto Il via libera definitivo
entro domani. Poi, da lunedì il provvedimento torna a Palazzo Madama
per la terza lettura. Grandi: "Manovra di svolta" Finanziaria in
dirittura d'arrivo a Montecitorio. Dopo i tre voti di fiducia sui tre
maxi-emendamenti messi a punto dal governo e interamente sostitutivi del
provvedimento, oggi l'Aula passerà all'esame degli ordini del giorno
e, quindi, al voto finale sulla manovra, che dovrà incassare il via
libera della Camera entro domani. Da lunedì, infatti, la Finanziaria
è già stata calendarizzata a Palazzo Madama per la terza
lettura. Due giorni in commissione e poi da mercoledì prossimo in Aula
per il via libera definitivo. Ieri, a poche ore dai voti di fiducia, il
sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi, ha spiegato i punti cardine
della manovra 2008, entrando nel dettaglio dei tre maxi-emendamenti, in cui
il governo ha raccolto tutte le misure discusse nel corso dell'iter. Si
tratta di "tre grandi capitoli", che segnano "una
novità, una svolta", sostiene soddisfatto Grandi, sottolineando
che la Finanziaria "ridistribuisce risorse, rafforzando misure che
già in questo anno sono entrate in vigore, come gli interventi per gli
incapienti e le pensioni basse per circa quattro miliardi di euro".
Casa, imprese e lavoratori, sono queste le priorità intorno alle quali
l'esecutivo ha costruito la manovra economica. Gli interventi per la casa,
ricorda il sottosegretario all'Economica, prevedono "la riduzione
dell'Ici per la casa di abitazione, la detrazione per chi ha la prima casa in
affitto, le misure a favore dei giovani che vogliono rendersi autonomi e gli
interventi per riprendere una partecipazione pubblica, che manca da anni, che
sia in grado di offrire case in affitto a prezzi accessibili a chi ha redditi
troppo bassi in relazione agli attuali prezzi di mercato". Interventi
per i quali sono stati stanziati oltre due miliardi di euro, "in gran
parte di riduzione della pressione fiscale". Il secondo blocco di misure
riguarda le imprese e, prosegue Grandi, "segue idealmente la riduzione
del cuneo fiscale, già in vigore: la riduzione dell'aliquota Ires al
27,5 per cento viene autofinanziata dal sistema delle imprese e con le
modifiche della Camera, che si aggiungono a quelle introdotte dal Senato,
è ormai certo che in questo ambito le piccole e medie imprese saranno
avvantaggiate e spinte a investire i loro profitti nell'impresa".
L'ultimo capitolo, invece, contiene una serie di norme in favore dei
lavoratori. "C'è, ad esempio, il credito di imposta, inserito al
Senato, che punta a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Sud,
con un'attenzione particolare al lavoro femminile, e ci sono le riduzioni
fiscali, già decise, per circa mezzo miliardo di euro", spiega Grandi.
Sempre a favore dei lavoratori dipendenti, c'è
anche l'impegno assunto dal governo di utilizzare l'eventuale extragettito
fiscale del 2008 per finanziare "un fondo istituito dalla Camera per la
riduzione della tassazione" sul lavoro dipendente. Inoltre, nella
manovra sono stanziati i fondi per coprire l'attuazione del protocollo sul
welfare. Novità in arrivo anche in materia di ricerca e
università e sul fronte del taglio ai costi della politica.
Non solo dalla prossima legislatura il governo non potrà essere
costituito da più di dodici ministri con un totale di sessanta membri,
ma vengono ridotti anche i costi del funzionamento della pubblica
amministrazione e delle istituzioni. Fissato, poi, un tetto agli stipendi dei
manager pubblici. Anche la class action, o azione collettiva, è una
"novità importante", sottolinea Grandi. Insomma, conclude il
sottosegretario all'Economia, è "una manovra che non toglie, ma
invece dà, e non è poco, ciò detto non vuol dire che
tutto è a posto perché ci sono scelte appena accennate e resta una
sproporzione tra l'esigenza di maggiore equità e giustizia o di scelte
più forti per l'ambiente e le risorse oggi disponibili". In
questo senso, "governo e maggioranza debbono riprogettare insieme le priorità".
(15-12-2007).
(
da "Sicilia, La" del 15-12-2007)
Consiglio
comunale di castrofilippo Gettone devoluto ai morti di Torino Castrofilippo.
Il gettone di presenza dei consiglieri comunali di Castrofilippo presenti alla
seduta dell'altro ieri verrà devoluto, per iniziativa del presidente
Salvatore Graci, alle famiglie degli operai morti nell'incendio alla Thyssen
Krupp di Torino. La minoranza avrebbe voluto destinare,
invece, il compenso alla Comunità ecclesiale di Castrofilippo e i gettoni delle successive sedute alle vittime del rogo.
Alla fine l'ha spuntata Graci ottenendo il consenso di sette consiglieri su
dodici. Il Consiglio comunale dopo due sedute andate a vuoto per mancanza del
numero legale, si è riunito giovedì alle 19,30 approvando
all'unanimità il Piano triennale di miglioramento dei servizi di
Polizia municipale, recepito dalla Regione siciliana. Tra gli adempimenti
previsti per i sette vigili urbani di Castrofilippo vi è la pronta
reperibilità, la protezione civile, la sicurezza stradale,
l'attività antidroga e la lotta all'abusivismo. Il gruppo di
maggioranza e il consigliere Giuseppe Arnone che ha ufficialmente lasciato l'opposizione
rimanendo autonomo, hanno approvato le proposte emendative urgenti alla
Finanziaria 2008. La delibera era stata proposta dal vice sindaco Rosario
Serravillo componente, assieme al sindaco Salvatore Ippolito, del Direttivo
nazionale dei piccoli Comuni d'Italia. Con il documento approvato viene
chiesta la soppressione dell'articolo che limita l'adesione di un Comune ad
un'unica forma associativa per ciascuna di quelle previste dal decreto
legislativo n. 267 del 2000. Inoltre, viene contestato il taglio ai
trasferimenti sull'ipotetico extragettito dell'Ici che fa temere, secondo
l'opposizione, un aumento dell'Imposta. Per due volte la stessa opposizione
ha abbandonato l'aula contestando la conduzione dei lavori. Alla fine sono
stati rinviati i punti riguardanti due debiti fuori bilancio e la relazione
sugli esperti del sindaco. Eugenio Cairone.
(
da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
15-12-2007 17:26 Il
tempo fa sempre da galantuomo Roma, 15 dic. (Apcom) - "Ancora una volta
non ci resta che dire: l'avevamo detto. Dall'indulto, ai
costi della politica, alla vicenda Visco - Speciale, e se ne potrebbero citare
tante altre, ogni qualvolta IdV e il ministro Di Pietro si trovano
contrapposti alla propria coalizione è sempre il tempo a far da
galantuomo e a dimostrare che se l'Unione prestasse più attenzione
alle nostre parole si sarebbe potuta evitare più di una figuraccia".
Lo dichiara Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, commentando la
sentenza con cui il Tar ha accolto il ricorso dell'ex capo della Guardia di
Finanza Roberto Speciale.
(
da "AprileOnline.info" del
15-12-2007)
Raffaele
Aurisicchio, 15 dicembre 2007
L'intervento Anche quest'anno l'iter di approvazione
del disegno di legge finanziaria è stato faticoso e difficile.
Comunque è stato svolto un lavoro positivo. Il dato più
rilevante che rappresenta un successo per la maggioranza è che, per la
prima volta, negli ultimi anni, alla Camera, la legge finanziaria è
stata approvata senza ricorrere alla fiducia Le novità della manovra,
la scheda Anche quest'anno l'iter di approvazione del disegno di legge
finanziaria è stato faticoso e difficile. Lo è stato certamente
al Senato, che ha esaminato il provvedimento in prima lettura e che si
è dovuto caricare dell'onere di verificare il primo impatto delle
misure proposte dal Governo rispetto al Paese. Tuttavia, lo è stato
anche alla Camera, come è testimoniato dalla grande quantità di
richieste e aspettative che si sono riversate sulla Commissione bilancio,
attraverso i 6.500 emendamenti che, all'incirca per i due terzi, sono venuti
dall'opposizione e, all'incirca per un terzo, sono venuti dalla maggioranza.
Si è ripetuto uno schema già riscontrato negli anni precedenti,
con difficoltà che per lo più attengono alla natura stessa
della legge finanziaria; mi riferisco ad uno strumento cioè che oltre
a definire la formazione del bilancio dello Stato per l'anno a seguire,
diventa la via più concreta e veloce per conseguire provvedimenti su
una grande quantità di materie che interessano le entrate e la spesa,
ma tante volte sono di natura esclusivamente dispositiva ed ordinamentale. Ne
scaturisce la dilatazione dei contenuti del provvedimento stesso e, in
qualche caso, anche un suo snaturamento che condiziona innanzitutto l'azione
del Governo e dei vari Ministeri, con il risultato di vanificare nei fatti
una corretta ed efficace dialettica, in merito all'approvazione dei documenti
di bilancio, tra Esecutivo e Parlamento e di compromettere l'equilibrio delle
relazioni tra Commissione referente e Aula, tra Commissioni settoriali e
Commissione bilancio. È ormai tempo, quindi, di riservare
un'attenzione a tutto questo e di puntare decisamente a riformare le
procedure. Nei prossimi mesi la riforma dell'esame parlamentare della manovra
di bilancio deve diventare un'assoluta priorità. In tal senso,
preannunzio la presentazione nelle prossime settimane di una specifica
proposta di legge da parte del gruppo Sinistra Democratica. La manovra
economica del Governo si articola in diversi provvedimenti. Abbiamo
già discusso e approvato il decreto fiscale che è servito ad
impegnare sul fronte della spesa le maggiori entrate conseguite per effetto
dell'intensificazione della lotta all'evasione e all'elusione fiscale. Con
quel provvedimento, come avvenne già con l'altro decreto di luglio, si
è puntato a sostenere i redditi più bassi e ad aumentare le
pensioni sotto il minimo e a far ripartire l'economia, destinando risorse in
direzione dello sviluppo. Abbiamo da poco discusso e approvato alla Camera il
decreto su pensioni e welfare che ha recepito l'accordo raggiunto con i
sindacati e le parti sociali per evitare lo scalone e per aumentare le
garanzie dei lavoratori in ordine al mercato del lavoro. La legge finanziaria
è il terzo tassello della manovra. Al Senato, rispetto alla testo
proposto dal Governo, vi è stato un lavoro di integrazione e
miglioramento che ha portato alla crescita del numero dei commi e degli
articoli. Comunque è stato svolto un lavoro positivo. Il dato
più rilevante che rappresenta un successo per la maggioranza è
che, per la prima volta, negli ultimi anni la legge finanziaria è
stata approvata senza ricorrere alla fiducia. La strategia del muro contro
muro, la linea della spallata praticata dalla destra è stata battuta e
conseguentemente è cambiato l'atteggiamento dell'opposizione in
generale ed è cambiato anche l'atteggiamento nel corso della
discussione della legge finanziaria alla Camera, in Commissione bilancio,
laddove è prevalsa una volontà di confronto sul merito delle
questioni che ha consentito di migliorare il testo del provvedimento, senza
tuttavia scadere in deleterie pratiche consociative. In Commissione bilancio
si è svolto un buon lavoro che è servito a dare concreta
valenza al protagonismo della Commissione e dell'insieme dei deputati suoi
componenti. Il testo che è giunto, quindi, all'esame dell'Aula
è più ricco e più organico di quello proposto dal
Governo, ma anche di quello trasmesso dal Senato. Soprattutto è un
testo che contiene scelte significative operate concordemente dalla maggioranza
per qualificare il passaggio della legge finanziaria alla Camera e per
evitare che esso si riducesse solo ad un adempimento burocratico. La prima di
tali scelte è certamente quella di destinare tutte le eventuali
maggiori entrate che dovessero realizzarsi nel 2008 - non solo, quindi,
quelle derivanti dalla lotta all'evasione fiscale, ma quelle complessive -
alla riduzione della pressione fiscale nei confronti dei lavoratori
dipendenti, attraverso la misura della detrazione d'imposta, con priorità
per le fasce di reddito più basse. Si è cercato, così,
di far fronte ad una vera e propria emergenza che colpisce i lavoratori, ma
anche tutto il Paese: la perdita del potere di acquisto dei salari e degli
stipendi. Nel nostro Paese vi è una questione salariale aperta,
testimoniata dal fatto che si perde capacità di acquisto, che
aumentano i prezzi dei generi di prima necessità, mentre non crescono
i salari, che non si concludono e non si firmano i contratti e che, anche
quando questi sono finalmente firmati - come è accaduto nel settore
della scuola - non vengono attivate le risorse previste, per l'assenza di una
specifica disposizione di spesa in tal senso. Si tratta, perciò, di
agire su più strumenti, uno dei quali è certamente la riduzione
della pressione fiscale sul lavoro dipendente, che deve essere consistente e
visibile. Con la misura introdotta, per tale obiettivo si istituisce un
apposito fondo presso il Ministero dell'economia e delle finanze e si
destinano 135 milioni di euro per il 2008 e 180 milioni di euro a decorrere
dal 2009, al fine di ridurre, a partire da aprile 2008, la pressione fiscale
sui trattamenti di fine rapporto (aumentata dal Ministro Tremonti, nel corso
della legislatura precedente, dal 18 al 23 per cento). In secondo luogo, sono
stati previsti provvedimenti per la stabilizzazione dei precari nella
pubblica amministrazione, che erano già stati migliorati nel corso
dell'esame al Senato e che sono stati, in parte, ancora migliorati nel corso
della discussione in Commissione bilancio. Sono stati previsti, inoltre,
provvedimenti per la stabilizzazione degli LSU (i lavoratori socialmente
utili) nelle regioni meridionali, a seguito degli stanziamenti operati a
favore della regione Calabria, contenuti nel decreto fiscale che abbiamo
approvato (il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159). A partire dal 2007,
saranno destinate a tale fine, nei prossimi tre anni, risorse per complessivi
240 milioni di euro: si tratta di una misura che intercetta oltre ventimila
lavoratori, privi di tutele e di diritti, per i quali la stabilizzazione non
può essere una facoltà, ma è una misura dovuta. In
merito ai provvedimenti per il lavoro, devono essere considerate le misure a
favore del miglioramento delle condizioni dei rapporti di lavoro per i
Co.Co.Pro. ed altre misure per continuare la stabilizzazione dei precari
nella pubblica amministrazione. Segnalo inoltre la reintroduzione del credito
d'imposta alle imprese che nel Mezzogiorno assumono con contratti a tempo
indeterminato. L'altra priorità che era stata indicata unitariamente
dalla maggioranza è stata quella relativa alle infrastrutturazioni,
nelle due direzioni: le infrastrutture materiali e quelle immateriali,
imprescindibili per una politica di sviluppo. Si
segnalano, a tal fine, le misure per il trasporto locale, che puntano a
realizzare investimenti consistenti nei prossimi anni, al fine di
ammodernare, completare e rendere efficiente la rete del trasporto pubblico
locale, in modo da far fronte ai problemi che su tale fronte si sono palesati
con reiterate difficoltà, anzitutto a carico dei lavoratori pendolari.
Sempre sul fronte dei trasporti, si segnala l'intervento effettuato per
garantire l'efficienza del servizio di trasporto ferroviario per oltre 100
milioni di euro. Accanto a queste e ad altre misure per la viabilità,
per le reti telematiche e per la portualità, vanno segnalati gli
interventi a favore della ricerca per l'istruzione, la scuola e
l'università, che recuperano alcune pesanti restrizioni operate lo
scorso anno. Quello della ricerca e della formazione resta un campo centrale
ai fini di una nuova e moderna politica di sviluppo,
in grado di garantire la capacità competitiva della nostra economia e
di rilanciare il sistema Italia nella competitività internazionale. Da
questo punto di vista è necessario un vero e proprio salto di
qualità, attraverso un piano consistente di impiego pluriennale di
risorse e con concrete ed incisive politiche di riforma e di rilancio. La
terza priorità è rappresentata dall'ambiente e dalle politiche
tese a far fronte ai mutamenti climatici. Sono state introdotte misure
importanti per la produzione e lo sviluppo delle energie rinnovabili, per il
contenimento delle emissioni di anidride carbonica nonché altre iniziative
nel campo dell'energia solare e delle energie prodotte da fonti rinnovabili;
cito la più significativa, che è quella indirizzata alla
manutenzione e all'ammodernamento delle reti e degli impianti idrici per
irrigazioni, a cui sono state destinate risorse consistenti a partire dal
prossimo anno. La quarta priorità attiene alla sicurezza. È
stato affermato che nel disegno di legge finanziaria in discussione è
assente il tema della sicurezza; per la verità, si segnala
un'inversione di tendenza rispetto a quanto è stato realizzato con le
leggi finanziarie precedenti. Infatti, con le misure introdotte si migliora
il contenuto delle previsioni della precedente legge finanziaria e, nello
stesso tempo, vengono operate scelte importanti, come quella che va nella
direzione di garantire la sicurezza delle donne e, soprattutto, quella
relativa alla dotazione di mezzi e strutture per le forze di polizia, i
vigili del fuoco e il servizio di protezione civile. Ricordo, a questo fine,
la misura tesa a garantire la dotazione di aerei per il servizio antincendio,
che, sulla base dell'esperienza vissuta nel 2007, si rendono particolarmente
necessari. La quinta priorità riguarda le donne. Sono state introdotte
misure importanti e sperimentali, quali il bilancio e le statistiche di
genere, che possono consentire una più adeguata e corretta percezione
della condizione delle donne nel nostro Paese e, soprattutto, il piano di
lotta alla violenza contro le donne, con una dotazione di 20 milioni di euro.
Avremmo preferito incrementare tale dotazione, ma ciò non è stato
possibile sulla base delle risorse disponibili; ci proponiamo di ottenere
questo risultato con provvedimenti successivi, che verranno sottoposti
all'esame del Parlamento. A questo si aggiungono le misure riferite alla
partita fiscale che realizzano maggiore chiarezza e semplificazione. Si
configura una vera e propria riforma destinata a cambiare il rapporto tra
fisco e impresa. E si aggiungono inoltre i provvedimenti per la casa nella
doppia versione delle esenzioni sull'ICI e del piano per la costruzione di
nuovi alloggi di edilizia economica e popolare che nel nostro paese mancava
da molti anni. In conclusione, abbiamo lavorato con l'obiettivo di fornire
risposte alle esigenze del Paese, innanzitutto a quelle del mondo del lavoro,
dei ceti e delle fasce di reddito più deboli, nonché ai problemi sia
di ordine generale sia di ordine locale. Segnalo, a questo fine, lo
stanziamento, con un Fondo complessivo per le calamità naturali
riferito sia alle alluvioni sia ai terremoti. I tre maxiemendamenti del
governo, su cui è stata votata la fiducia, in larghissima parte hanno
recepito il lavoro della Commissione Bilancio. Certamente ci sono anche dei
cambiamenti nel testo, come è accaduto per il taglio dei fondi per il
credito d'imposta per le imprese che investono nel Mezzogiorno relativi agli
anni 2008 - 2009 e per la liberalizzazione delle linee ferroviarie, che non
riflettono la volontà della Commissione e sono da attribuire
esclusivamente al Governo. Nel Corso del dibattito alla Camera la destra ha
più volte fatto riferimento al fatto che con la finanziaria si sia
realizzato un vero e proprio "assalto alla diligenza" e alla spesa
pubblica. Tale affermazione è profondamente errata perché i
provvedimenti assunti sono dovuti, in quanto servono ad una politica di sviluppo e di equità, e poiché
all'interno del disegno di legge finanziaria sono contenute significative
misure di riduzione della spesa; si insiste, infatti, su tale fronte, che era
stato oggetto della manovra dello scorso anno. Vi sono inoltre misure
ordinamentali che servono a ridurre la spesa: vengono
tagliati alcuni enti inutili e vengono ridotti i cosiddetti costi della politica a partire dalle indennità dei parlamentari e dal numero
dei Ministeri. Nessun "assalto alla diligenza", quindi, e nessuno
può affermare che la legge finanziaria sia di tipo elettorale: non lo
è per i contenuti, per lo sforzo che cerca di compiere e perché non vi
sono elezioni alle porte. La maggioranza ha la capacità di
superare i problemi che vi sono al suo interno, che derivano dal normale confronto
tra posizioni politiche, e momenti di scontro politico intenso, come è
successo sul welfare e su altre questioni che riguardano la politica economica e su altri settori, come quello della
sicurezza. Continuando ad agire lungo la linea del risanamento,
dell'equità e dello sviluppo e affrontando con serietà e vera
volontà di confronto, senza cedere alle imposizioni e ai ricatti che
alcuni settori moderati della coalizione vogliono praticare, la verifica di
gennaio potrà essere l'occasione per chiarire le posizioni, per
superare le difficoltà e per dare nuovo slancio alla coalizione.
*Capogruppo SD Commissione Bilancio.
(
da "AprileOnline.info" del
15-12-2007)
Ida Rotano, 15
dicembre 2007 Giustizia Il Tribunale amministrativo del Lazio accoglie il
ricorso dell'ex comandante della Guardia di Finanza. Roberto Speciale
contestava la legittimità del decreto del governo con il quale
è stato rimosso dopo lo scontro con il viceministro dell'Economia,
Vincenzo Visco Dopo aver accolto il ricorso del consigliere Rai Angelo Maria
Petroni contro la sua sostituzione in seno al Cda di Viale Mazzini, il Tar
del Lazio dà un altro schiaffo al governo dando ragione all'ex
comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale. Il generale contestava
la legittimità della sua revoca da comandante delle Fiamme gialle
decisa dal Consiglio dei ministri dello scorso primo giugno scorso. I giudici
hanno accolto le richieste di Speciale ma hanno stabilito che non debba,
comunque, avere alcun risarcimento in denaro per i danni che lui ritiene di
aver subito. Al ministero dell'Economia è stato invece ingiunto di
pagare seimila euro di spese legali. Speciale contestava davanti al Tar la
legittimità del decreto del governo con il quale è stato
rimosso dopo lo scontro con il viceministro dell'Economia, Vincenzo Visco. E
aveva chiesto anche un risarcimento di cinque milioni di euro, ritenendo - si
leggeva nel ricorso - la rimozione dall'incarico lesiva "non tanto e non
solo dal punto di vista economico-professionale, quanto sotto l'aspetto
dell'immagine, della dignità e della onorabilità
professionale". Sulla questione riferirà stasera alla Camera il
ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Lo farà entro le 20,
ma dopo il via libera alla Finanziaria. Alla rimozione di Speciale si era
arrivati dopo lo scontro con il viceministro Visco, titolare allora delle
deleghe proprio sulle Fiamme gialle. Scontro nato dalla richiesta di Visco di
rimuovere quattro ufficiali che indagavano a Milano sulle scalate dell'estate
dei "furbetti del quartierino"; in modo particolare sulle
operazione Antonveneta e Unipol-Bnl. Speciale si oppose ai trasferimenti e da
quel momento i rapporti con Visco precipitarono. Fino al punto che il
ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, al Senato, lo ha accusato di
"gravi manchevolezze", di scarsa "lealtà nelle
istituzioni" e di "inadeguatezza al comando". Con la sentenza
del Tar Roberto Speciale torna a essere il comandante generale della Guardia
di Finanza. Almeno formalmente è così. La decisione dei giudici
amministrativi ha, infatti, una valenza immediata: è stata ristabilita
la situazione precedente alla nomina dell'attuale comandante, Cosimo
D'Arrigo. Sul piano pratico, del resto, è improbabile che Speciale
torni al vertice delle Fiamme gialle. Potrebbe farlo solo prima del
prevedibile ricorso che presidenza del Consiglio, ministero della Difesa e
ministero dell'Economia, rappresentati dall'Avvocatura dello Stato, e lo
stesso generale D'Arrigo, proporranno al Consiglio di Stato per ottenere in
prima battuta la sospensiva cautelare del provvedimento e quindi, nel merito,
il ribaltamento dello stesso. Cioè tornare alla situazione a cui si
è arrivati dopo il primo giugno, con Speciale rimosso e D'Arrigo
nominato nuovo comandante. Sta di fatto che la sentenza assume una certa
rilevanza politica. Il centrodestra coglie
l'occasione per attaccare il governo, il ministro dell'Economia Tommaso
Padoa-Schioppa e il suo vice, Vincenzo Visco. Critiche al governo anche
dall'interno della stessa maggioranza. Massimo Donadi, capogruppo di Italia
dei valori alla Camera, recrimina, ricordando le critiche del ministro
Antonio Di Pietro al viceministro Visco all'epoca dei
fatti: "Ancora una volta non ci resta che dire: l'avevamo detto.
Dall'indulto, ai costi della politica, alla vicenda
Visco-Speciale, e se ne potrebbero citare tante altre, ogni qualvolta Idv e
il ministro Di Pietro si trovano contrapposti alla propria coalizione
è sempre il tempo a far da galantuomo e a dimostrare che se l'Unione
prestasse più attenzione alle nostre parole si sarebbe potuta evitare
più di una figuraccia".
(
da "Corriere Adriatico" del
15-12-2007)
Vanno forte anche i
televisori Lcd e i cesti nataliziI primi dati forniti da Auchan e Carrefour
Sorpresa: nei megastore i consumi non calano Consolle per videogiochi, lettori mp3 e profumi tra i regali più gettonati ANCONA
- Vendite in sensibile crescita rispetto al dicembre dello scorso anno, con
il solito boom dell'elettronica (in particolare consolle per videogiochi e
lettori di mp3) e le buone performance registrate dalle offerte promozionali
di pandori, panettoni e soprattutto dei cesti natalizi. Questa la
prima fotografia del Natale 2007 scattata da Auchan e Carrefour, i due
principali centri commerciali della Baraccola. Di fatto, nonostante il costo
della vita sia in costante aumento e specie a novembre, quando l'inflazione
è salita dall'1,8% di ottobre al 2,1%, si sia fatto sentire
pesantemente anche nel portafogli degli anconetani, i consumi legati allo
shopping natalizio non sembrano affatto in calo. "Nei primi dieci giorni
di dicembre, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, c'è stata
una crescita di clienti e del volume d'affari nel nostro ipermercato di
Ancona - fanno sapere dalla direzione Auchan -. Tra i regali tipici di questo
mese, registriamo un forte aumento nelle vendite di cioccolato, panettoni e
pandori, oltre alle decorazioni natalizie per la casa". La sorpresa
più grande nel capitolo bambini. Più che Gormiti e Winx,
comunque sempre gettonati, il posto d'onore spetta alla consolle della
Nintendo, fresca news dopo quella griffata Playstation3. "Tra i
giocattoli la crescita più alta è nei videogiochi e soprattutto
nelle consolle, dove supera il 36% - riferiscono dalla direzione Auchan -.
Vanno bene anche i peluche per i bambini più piccoli, sono invece in
calo i giochi educativi, quindi le favole e i libri". Per le donne,
tirano soprattutto le vendite delle confezioni-regalo di profumeria
("crescita attorno al 15%"), mentre nel comparto elettronica gli
acquisti di televisori Lcd e iPod di ultima generazione sono in deciso
rialzo. Al contrario degli articoli di telefonia mobile ("le vendite
risultano stabili") e soprattutto dei computer per la casa, in decisa
regressione rispetto a un anno fa. Da Auchan a Carrefour, per avere altri
dati e la stessa conferma: lo shopping natalizio proprio in questi giorni sta
salendo di tono. "Direi che siamo in linea con il budget previsto -
spiega Sonia Augenti di Carrefour, responsabile delle relazioni esterne a
livello nazionale -. All'ipermercato di Ancona non registriamo un calo
rispetto al dicembre dello scorso anno. Di fatto stiamo rispettando il budget
stilato tenendo conto dei trend generali di consumo. Certo, non è un
periodo in cui i consumi brillino, ma direi che stiamo ottenendo buone
performance". Finora, al megastore della Baraccola, c'è stata una
forte richiesta dei cesti con prodotti e specialità tipiche del
Natale, dai vini ai torroni. Si difendono bene anche i classici panettoni e
pandori. "E' un settore dove abbiamo effettuato forti azioni
promozionali - spiega Augenti - e di fatto il binomio tra convenienza e
qualità ci ha premiati". Tra i prodotti del no food, anche qui
sono in aumento gli articoli dell'elettronica di consumo. "Videofonini,
ipod e macchine fotografiche sono tra i regali più richiesti",
spiega Augenti. MIRCO DONATI,.
(
da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
15-12-2007 19:43
Dal tetto agli stipendi dei manager pubblici a Mister Prezzi Roma, 15 dic.
(Apcom) - SOCIETA' PUBBLICHE -TETTO STIPENDI MANAGER: arriva un tetto agli
stipendi dei manager pubblici. Le retribuzioni dei dirigenti non potranno
superare quella del primo presidente della Corte di Cassazione (274 mila
euro). Per la Banca d'Italia, le Authority e le amministrazioni dello il
limite sarà doppio. Possibili 25 deroghe. -TAGLIO CDA SOCIETA'
PUBBLICHE: sarà ridotto il numero dei componenti dei consigli di
amministrazione delle società pubbliche: sarà ridotto a tre (se composti da più di cinque membri) e a cinque (se
composti da più di sette). Nessun gettone di presenza per i
componenti degli organi societari. Il taglio non si applica alle
società quotate. -STIPENDI CONDUTTORI RAI: tutte le retribuzioni
dirigenziali e i compensi per la conduzione di trasmissioni in Rai devono
essere rese note alla commissione parlamentare di Vigilanza. ENTI
LOCALI -STRETTA DERIVATI: regole più stringenti sulla sottoscrizione
da parte degli enti locali di strumenti finanziari derivati. Sarà il
ministero dell'Economia a certificare la "conformità" dei
contratti proposti dagli enti locali. I contratti devono basarsi sulla
massima trasparenza. -PIANI RIENTRO DEFICIT: lo Stato darà un anticipo
finanziario, fino a un massimo di 9,1 miliardi, ad alcune Regioni (Lazio,
Campania, Molise e Sicilia) per estinguere i debiti contratti sui mercati
finanziari fino al 31 dicembre 2005. La norma è introdotta in
attuazione degli accordi sui piano di rientri dei deficit sanitari.
MEZZOGIORNO -CREDITO IMPOSTA SUD: per i datori di lavoro che nel 2008
impiegheranno a tempo indeterminato giovani al Sud sarà concesso per
il 2008, 2009 e 2010 un credito di imposta pari a 333 euro al mese per
ciascun lavoratore. In caso di lavoratrici donne il credito d'imposta aumenta
a 416 euro. Si stimano 40-50 mila nuove assunzioni. -VISCO-SUD: riparte nel
2008 la 'Visco Sud': il credito d'imposta per le imprese che investono nelle
aree svantaggiate del Paese. Le risorse non utilizzate nel 2007 saranno
destinate a un Fondo per interventi strutturali di politica economica.
SICUREZZA -RISORSE: in arrivo 190 milioni di euro per il 'potenziamento della
sicurezza e del soccorso pubblico' nel 2008. In arrivo anche
100 milioni di euro che permetteranno di comprare 4 Canadair per spegnere gli
incendi boschivi. Altri 69 milioni saranno destinati al ripristino degli
straordinari di carabinieri, polizia, gdf e vigili del fuoco. -FORZE ARMATE:
arrivano risorse per la professionalizzazione. E viene istituito un Fondo,
con uno stanziamento di 100 milioni, per le esigenze di funzionamento della
sicurezza e del soccorso pubblico. -FONDO LEGALITA': nasce il Fondo per la
legalità finanziato con i beni sequestrati alla mafia. -VIGILI DEL
FUOCO: arrivano complessivamente 89 milioni di euro: 30 milioni per i mezzi;
10 milioni per il patto per il soccorso, 49 milioni di euro per le assunzioni
e la stabilizzazione dei precari. PREZZI -'MISTER PREZZI': viene istituito
presso il ministero dello Sviluppo economico il Garante per la sorveglianza
dei prezzi e delle tariffe. Il Garante avrà il compito di riferire su
eventuali anomalie al ministro dello Sviluppo economico che provvede, e se
necessario formulare segnalazioni di segnalazioni all'Antitrust.
-CARO-BENZINA: in arrivo misure per contrastare il 'caro-benzina' dovuto
all'aumento del prezzo del petrolio attraverso la sterilizzazione delle
accise. -OSSERVATORIO: contro i rincari dei prodotti alimentari, viene
affidato all'Osservatorio del ministero delle Politiche agricole il compito
di verificare la trasparenza dei prezzi. (segue).
(
da "Virgilio Notizie" del
15-12-2007)
15-12-2007 19:43
Arriva taglio ministri dal prossimo governo Roma, 15 dic. (Apcom) - COSTI
POLITICA -TAGLIO MINISTRI: governo più snello, ma dal prossimo.
Sarà ridotto il numero dei ministri e dei sottosegretari, ma vengono
fatte salve le competenze.Il limite massimo sarà di 12 ministri e
viene introdotto un tetto di 60 componenti per l'intera compagine
governativa. -ADDIO COMUNITA' MONTANE: arriva una riduzione delle
Comunità montane che diventeranno 'Unioni di comuni montani' composte
da almeno 7 comuni. Saranno le Regioni a definire i criteri per il taglio.
-ENTI RIFIUTI E ACQUA: verranno soppressi gli Enti d'ambito per il servizio
idrico integrato e il servizio di gestione integrata dei rifiuti. Si tratta
di 300-400 enti in tutta Italia. -TAGLIO CONSIGLIERI: dalle prime elezioni
per il rinnovo di ciascun consiglio comunale e provinciale viene ridotto il
numero dei consiglieri e diminuite le indennità e
i gettoni di presenza. Il numero degli assessori si riduce da 16 a 12. -VIAGGI FACILI:
addio a missioni e viaggi facili per consiglieri regionali, provinciali e
comunali. L'indennità di missione viene sostituita con un rimborso
forfettario. -STRETTA AUTO BLU: dal 2008 la cilindrata media delle
autovetture di servizio non potrà superare i 1.600 centimetri
cubici. Sono escluse le autovetture utilizzate dai Vigili del fuoco e quelle
usate per servizi istituzionali di tutela dell'ordine, della sicurezza
pubblica. -TAGLIO COMPENSI COMMISSARI: dal primo gennaio si riducono del 20%
i compensi dei commissari straordinari del governo. -INDENNITA' MEMBRI
PARLAMENTO: si prevede un contenimento delle spese per le indennità
parlamentari: si sospende per un quinquennio l'adeguamento automatico dei
relativi importi. PUBBLICA AMMINISTRAZIONE -PRECARI P.A.: arriva una
sanatoria dei precari della Pubblica amministrazione. La stabilizzazione
avverrà soltanto attraverso procedure selettive di tipo concorsuale. I
co.co.co avranno più punti nei concorsi. -STATALI: per i contratti del
pubblico impiego, relativi al biennio 2006-2007 e per il biennio 2008-2009,
vengono stanziati 1,081 miliardi nel 2008, e 220 milioni a partire dal 2009.
-P.A TELEFONA CON VOIP: da gennaio le amministrazioni centrali sono tenute a
utilizzare i servizi Voip (voce tramite il protocollo Internet).
-RAZIONALIZZAZIONE ACQUISTI P.A.: arriva una razionalizzazione del sistema di
acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione attraverso
l'implementazione del sistema che fa perno sulla Consip. -CARTA IDENTITA' ELETTRONICA:
slitta al 31 dicembre 2008 la data a decorrere dalla quale non è
più consentito l'accesso ai servizi erogati in rete dalle pubbliche
amministrazioni, con strumenti diversi dalla carta d'identità
elettronica e dalla carta nazionale dei servizi. -LIMITE A PRECARI NELLA P.A:
dal 2008 il tetto di spesa consentito per il ricorso a personale a tempo
determinato viene fissato al 35% della spesa sostenuta per le stesse ragioni
nel 2003. -TAGLIO SPESA PUBBLICA: arrivano misure di contenimento e razionalizzazione
della spesa pubblica. (segue).
ARTICOLI DELL’ 11 E 12
DICEMBRE 2007
Vibo, un ospedale da chiudere. Resta
aperto per necessità ( da "Giornale di Calabria, Il" del
11-12-2007)
FABRIANO - IL CONSIGLIO comunale
entrato in carica lo corso giugno ricalc
( da "Resto del Carlino, Il
(Ancona)" del 11-12-2007)
<In consiglio solo chiacchiere>
( da "Provincia di Cremona, La"
del 11-12-2007)
AL BILANCIO del Comune potrebbero
mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della F
( da "Resto del Carlino, Il
(Imola)" del 11-12-2007)
La giunta Cofferati Carella (Forza
Italia): Ha prodotto la metà ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)"
del 11-12-2007)
Enti, pronta la cura dimagrante
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 11-12-2007)
Tagli ai costi della politica pd in
conclave: è rottura ( da "Repubblica, La" del
11-12-2007)
Lanzillotta stop al cumulo gettoni per
i consiglieri ( da "Nuova Venezia, La" del
11-12-2007)
REGIONE FIRMATO UN PATTO TRA
AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA VERIFICA 0
Costi della politica, Errani prova a tagliare
( da "Resto del Carlino, Il
(Nazionale)" del 11-12-2007)
TUTTI I NUMERI DI SPRECOPOLI
( da "Corriere della Sera"
del 11-12-2007)
La prima fase ha portato 15 milioni
( da "Corriere della Sera"
del 11-12-2007)
Conti in rosso, Saponaro accusa Palese
e fa autocritica ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
11-12-2007)
ROMA - Alla fine l'arresto per il
sottosegretario alla Difesa è arrivato. Marco Ve
( da "Messaggero, Il (Viterbo)"
del 11-12-2007)
Merighi capogruppo Pd, mini-fronda
nell'urna ( da "Corriere di Bologna" del
11-12-2007)
Il sindaco sbaglia? tocca a lui pagare
( da "Corriere delle Alpi"
del 11-12-2007)
Tangenti, arrestato ex sottosegretario
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 11-12-2007)
Con 10 milioni in meno non posso
prometterlo ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 11-12-2007)
IO, 'MISTO' E ASSEDIATO
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 11-12-2007)
PREOCCUPATA Sui costi della politica
dovremmo risparmiare 3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 11-12-2007)
Tagli soft per assessori e
comunità montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
33,4 milioni Risparmi comunità
montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Rubata la bicicletta al consigliere
Conficoni ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
11-12-2007)
Comuni in rete per Prg e catasto
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 11-12-2007)
VERZASCHI FINISCE AGLI ARRESTI
DOMICILIARI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
Un Comitato per la sicurezza sul posto
di lavoro, contro il lavoro "cinesizzato"
( da "Giornal.it"
del 11-12-2007)
FARMACI: IN CALO SPESA PUBBLICA NEI
PRIMI 9 MESI DEL 2007 ( da "Farmacia.it" del
11-12-2007)
TRUFFA PER 6 MILIONI DI EURO: IN
MANETTE DUE SALENTINI ( da "LeccePrima.it" del
11-12-2007)
CALABRIA/SANITA': MORELLI,
COMMISSARIAMENTO PUNTO PIU' BASSO REGIONE
( da "Asca"
del 11-12-2007)
L 'ex sottosegretario alla Difesa,
Marco Verzaschi, è agli arresti domiciliari. La misura cautelare
sarebbe stata disposta nell'ambito dell'inchiesta su <lady Asl> avviata
dalla Pr ( da "Liberazione" del
11-12-2007)
Romina Velchi
( da "Liberazione"
del 11-12-2007)
ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE:
PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE ( da "Sestopotere.com" del
11-12-2007)
Quell'Italia sprecona degli enti locali
<Sprecopoli> di Porro-Cervi e <Impuniti> di Caporale: inchieste
sugli sperperi della politica sulla scia del best seller <La Casta> Il
buco ( da "Provincia di Sondrio, La" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI
ERRATI, VALUTO AZIONI... -2- ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI
ERRATI, VALUTO AZIONI LEGALI ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ TG LA7: PECORARO SCANIO
A BALI CON 48 PERSONE? ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
Per le nomine bisognerà
attendere ( da "Giornale di Calabria, Il" del
12-12-2007)
Indiscreti
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
Politica, costi a discesa lenta
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
Torino-Lione, decidere in fretta
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
UN GETTONE succulento, da 74 euro a
colpo. E' il bonus sullo stipendio, pre
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 12-12-2007)
Sul recupero dell'Ici è guerra
dei numeri ( da "Arena, L'" del
12-12-2007)
Musso e Scialfa, rivolta bipartisan
nella sala rossa ( da "Secolo XIX, Il" del
12-12-2007)
Eleggiamo parlamentari ad honorem che
siano onesti, volontari e senza stipendio
( da "Nuova Sardegna, La"
del 12-12-2007)
Regione, aumenta anche l'irpef - piero
ricci ( da "Repubblica, La" del
12-12-2007)
L'opposizione all'attacco "i
debiti li avete fatti voi" ( da "Repubblica, La" del
12-12-2007)
Manovra, fuori i servizi locali e
slitta la rottamazione auto - roberto petrini
( da "Repubblica, La"
del 12-12-2007)
COSTI DELLA POLITICA PARLA IL PROFESSOR
MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI 0 Più efficienza?
Diamo spazio al privato ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)"
del 12-12-2007)
VISTA dal versante economico la
sanità calabrese fa, paradossalmente, una gran b
( da "Messaggero, Il"
del 12-12-2007)
D'Ambrosio preso per truffa
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 12-12-2007)
JESI Un gesto di trasparenza
amministrativa dopo le roventi polemiche sulla riconferma del direttor
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 12-12-2007)
Per la Regione oltre 200 nomine tra
enti e agenzie ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 12-12-2007)
I Comuni chiedono l'assemblea degli
enti locali ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
12-12-2007)
Dipartimenti: scelti i vertici Il
direttore dell'Usl, Tavanti, difende la decisione dell'Azienda
( da "Nazione, La (Lucca)"
del 12-12-2007)
Quartieri, niente stipendi e gettoni di
presenza ( da "Tribuna di Treviso, La" del
12-12-2007)
Fondi ai comuni an contesta la giunta
taccone ( da "Centro, Il" del
12-12-2007)
GABICCE MARE - L'ASSESSORE al turismo
Riccarda Patruno ha nominato l' ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 12-12-2007)
In politica
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione
contesta i dati sull'evasione recuperata: <L'assestamento di bilancio presentato
dalla Giunta non è veritiero>, denuncia Longhi
( da "Arena.it, L'"
del 12-12-2007)
Pensioni ai parlamentari: sempre
più necessaria una riforma del sistema
( da "Denaro, Il"
del 12-12-2007)
Musso, sciopero della parola contro le
assenze del sindaco ( da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Un <buco> da 25 milioni È
allarme al Santa Lucia ( da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
ABRUZZO/SANITA': MAZZOCCA, 2,1 MLD DA
RIPARTO FSN ( da "Asca" del 12-12-2007)
Ponte Calatrava, una scandalosa babele
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-12-2007)
An: La sanità meridionale
è fabbrica di consenso ( da "Napoli.com" del
12-12-2007)
CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D.
"VIVERE GLI SPAZI E PROGETTARE SENZA BARRIERE"
( da "Sestopotere.com"
del 12-12-2007)
Il ruolo dei governi negli stili di
vita - anthony giddens ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
"consiglio snobbato" sinistra
contro la vincenzi - wanda valli ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
Tangenti a Lignano, verso un processo
unico ( da "Mattino di Padova, Il" del
13-12-2007)
Pd, due assessori nel mirino - (segue
dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
Soldi prelevati solo per missioni Ascom
( da "Mattino di Padova, Il"
del 13-12-2007)
<Eliminiamo i gettoni di
presenza> ( da "Adige, L'" del
13-12-2007)
L'AQUILA - Ammonta a due miliardi e 168
milioni di euro la quota del Fondo sanitario nazionale
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 13-12-2007)
FERRARA - Un ingaggio a gettone per giocare
due partite: quella di domenica a Rimini e quella del 23
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 13-12-2007)
T aglia
( da "Corriere della Sera"
del 13-12-2007)
E alla fine la Camera tagliò i
tagli ( da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
ENTE PARCO SILA: INIIZIATIVA SULLE
POTENZIALITA' ECONOMICHE ( da "Asca" del 13-12-2007)
PUGLIA: SURICO, REGOLARIZZARE 500
PRECARI DIRIGENZA MEDICA ( da "Asca" del 13-12-2007)
LAZIO/SANITA': LISTE ATTESA LUNGHE,
CODICI LANCIA PROGETTO 'IMPAZIENTE' ( da "Asca" del 13-12-2007)
Senato approva Ddl proposto dal
Ministro Turco sulla "semplificazione degli adempimenti amministrativi
connessi alla tutela della salute"
( da "SaluteEuropa.it"
del 13-12-2007)
MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO
IN CONSIGLIO COMUNALE ( da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
Infortuni, mezzo secolo senza decidere
( da "EUROPA.it"
del 13-12-2007)
Eurodeputati sotto accusa: spese troppo
alte e ingiusti cate ( da "EUROPA.it" del
13-12-2007)
Camera senza tetto: cancellate le
promesse anti Casta sugli stipendi ( da "Panorama.it" del
13-12-2007)
Bellin e la scelta a due ruote
( da "Gazzetta Dello Sport Online,
La" del 13-12-2007)
Tre capitoli per una finanziaria di
svolta ( da "AprileOnline.info" del
13-12-2007)
CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA
, LA CRONACA ( da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
Articoli
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
11-12-2007)
Senza lo
"Jazzolino" duecentomila persone resterebbero senza un presidio di
riferimento VIBO VALENTIA. Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per
non privare di assistenza una popolazione di 200 mila persone. È
questa, in sintesi, la storia dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al
centro delle polemiche dopo la morte di due sedicenni avvenute a distanza di
undici mesi l'una dall'altra. L'ospedale ha una capienza di 200 posti letto
distribuiti nei vari reparti ed attualmente ne sono occupati circa 130.
"L'oggettiva necessità di chiusura
dell'ospedale" era emersa già al termine dell'ispezione della
Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone. La
commissione si pose il problema se far chiudere l'ospedale, ma alla fine
optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all'apertura
di tre nuove sale operatorie. Una scelta motivata proprio dalla
necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia
di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un'altra sedicenne, Eva
Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione
sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che "bisogna
intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo l'ospedale
di Vibo ed allestendone uno da campo". Sulla vicenda, comunque, sia il
ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve ulteriori elementi,
sulla base della relazione del Nas, per valutare e decidere.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
11-12-2007)
? FABRIANO ? IL CONSIGLIO
comunale entrato in carica lo corso giugno ricalca le orme di quello
precedente ed ostenta un presenzialismo quasi totalitario. E' quanto emerge
dai dati raccolti dal Carlino sulle presenze in assise negli ultimi cinque
mesi, da quando cioè si è insediato il nuovo concesso con
trenta e non più venti elementi. Se i consiglieri del quinquennio
precedente avevano esibito una certa assiduità nel frequentare Palazzo
Chiavelli, i loro successori non sono da meno, se non altro limitandosi ad
analizzare i numeri ancora piuttosto giovani delle prime undici sedute.
Ebbene, su 31 consiglieri comunali, includendo nella lista anche il sindaco
Roberto Sorci votante a tutti gli effetti al pari degli altri, sono ben 23 i
rappresentanti che hanno partecipato a tutte le undici riunioni tra giugno e
novembre. Un presenzialismo bipartisan, visto che soltanto in otto (Balducci,
Carmenati, Ciappelloni, Galli, Giuseppucci, Latini, Mingarelli e Tassi)
finora sono mancati all'appello, tutti peraltro in una sola circostanza.
Insomma, un consiglio molto attento e presente, anche se c'è chi
chiede con una certa determinazione che le regole vadano cambiate al
più presto per capire se è tutto oro quel che finora luccica.
E' il caso del neo consigliere comunale della Margherita, il giovane Lorenzo Vergnetta secondo cui sarebbero necessari alcuni
accorgimenti per sapere se davvero tutti i consiglieri meritino il gettone di
presenza da 90 euro lordi a seduta. "Due ? propone Vergnetta ? le
possibili soluzioni: obbligare alla firma d'uscita e non solo quella
d'entrata, oppure verificare che il singolo consigliere sia stata presente
almeno al 70% delle votazioni effettuate. In questo modo il controllo
sarebbe reale, mentre con la normativa attuale chiunque può uscire un
attimo dopo l'appello e non rientrare più, ma vedersi ugualmentre
assegnato il gettone". Misure più rigide che secondo Vergnetta
andrebbero applicate anche per le riunioni delle commissioni consiliari.
"Quanto alle commissioni 90 euro li ritengo decisamente troppi. Credo che
la metà sia più che sufficiente per il lavoro che si svolge
durante questi incontri di supporto all'attività del consiglio
comunale e di fatto senza potere decisionale". Alessandro Di Marco -
-->.
(
da "Provincia di Cremona, La" del
11-12-2007)
Edizione di
Martedì 11 dicembre 2007 Benvenuto P.Review srl Fulvio Lorenzetti,
Forza Italia, critica anche le polemiche sui parcheggi "In consiglio
solo chiacchiere" di Dario Dolci "Tr oppe schermaglie e poca
sostanza. Troppe chiacchiere e poca concretezza". Fulvio Lorenzetti,
consigliere comunale eletto nelle liste di Forza Italia, esorta i colleghi
che siedono nell'Aula degli Ostaggi a cambiare rotta e chiede più
fatti e meno parole. "L'ultimo consiglio comunale ? afferma Lorenzetti ?
è durato tre ore e mezza, aveva all'ordine del giorno otto punti e ne
ha discusso uno solo. Ci è voluto tutto questo tempo per decidere se
la Creso fosse meglio come Srl o come Spa non quotata in borsa. Mi chiedo
quale sia la differenza. Vorrei capire se la priorità sono i problemi
della città oppure le polemiche fine a se stesse. Adesso
occorrerà convocare un altro consiglio comunale, pagare
di nuovo il gettone di presenza a trenta consiglieri per discutere gli altri punti che erano
all'ordine del giorno". Lorenzetti se la prende anche con le polemiche
che sono sorte dopo la decisione di istituire la sosta a pagamento che sotto
il mercato coperto di via Verdi e in piazzale Rimembranze. "Si
sta facendo un gran casino per 300 stalli blu in più, quando la
passata amministrazione ne aveva fatti 1.200. Mi dicono cosa cambia, se poi
in conseguenza di questo le tariffe per la sosta vengono ribassate del trenta
per cento? Io capisco la necessità di avere visibilità
giornalistica, ma qualche volta ai giornali bisognerebbe dare un po' di polpa
e non soltanto le bucce". Il consigliere di Forza Italia riconosce la
necessità di una dialettica politica, ma vorrebbe che ci fosse
più concretezza e che il dibattito si spostasse sui reali problemi
della città. "La maggioranza è legittimata a cambiare
quello che vuole; per contro, l'opposizione ha il diritto di fare proposte
alternative e di controbattere. Ma un conto è fare questo, un altro
è discutere per ore sul sesso degli angeli. Chi governa la
città a volte ha fin troppa riverenza nel fare le cose. Qualcuno
dimentica che non ci sono più neanche i soldi per asfaltare i
marciapiedi e che se andiamo avanti di questo passo il Natale lo faremo coi
doni dei Pantelù".
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
11-12-2007)
Inanziaria. A tanto
ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo Stato, come risulta dalla
bozza della legge in discussione al Parlamento. E così, Paola Bottoni,
assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo avere illustrato in aula le
linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del consiglio comunale a
metà febbraio) non si sente di confermare il blocco di tasse e tariffe
da tempo annunciato. "Non posso dirlo", si limita ad affermare la
Bottoni, ricordando però che la discussione sulla Finanziaria è
ancora aperta, e confidando "nell'azione di presidio" dei
parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora "è stata
esercitata con buoni risultati, specie per le infrastrutture", con l'ammissione
ai finanziamenti della metrotranvia per 17 milioni e del Passante nord per 9
milioni, nel 2009. La Bottoni ringrazia i parlamentari dell'Unione Walter
Vitali, Donata Lenzi, Katia Zanotti e, unico del centrodestra, Gianluca
Galletti, dell'Udc. Poi rivolge un appello: "Scongiurate il rischio di
minori trasferimenti". E, per le infrastrutture, "che i
finanziamenti programmati per il 2009 vengano in parte anticipati al
2008". LA BOTTONI non nasconde però la preoccupazione: "Per
adesso siamo ancora a un punto di incertezza assai significativo per il
bilancio". In particolare, il taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto
combinato di due aspetti: da un lato, la differenza tra quanto lo Stato ha
effettivamente percepito dalla riscossione dell'Ici (il maggior gettito
è calcolato in 609 milioni nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la
previsione avanzata nella precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che
questa differenza non possa scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore.
Altro problema è dovuto a quello che la Bottoni definisce "super ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e
indennità da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore
complessivo di 313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo bolognese,
secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni. Palazzo
d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che preoccupa ?
afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra il reale
risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del risparmio. Questa
distanza non può tradursi in riduzione dei trasferimenti dallo
Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de 'La tua Bologna',
le linee di indirizzo "sembrano più che altro degne di una relazione
da inizio mandato. Peccato che manchi poco più di un anno alla
fine". Galletti, già assessore al bilancio, è preoccupato
dai tre milioni di tagli sui costi della politica.
"Conosco bene il bilancio del Comune ? dice il deputato udc ?:
recuperarli solo tagliando i costi della politica
non è semplice. Forse non basta neanche azzerare i compensi di
consiglieri e assessori. Occorre che gli amministratori di Palazzo d'Accursio
si diano da fare, anche sui costi della politica e i
vari costi accessori. Perché non si può pensare di scaricare i tre
milioni di euro di minori trasferimenti solo sulle altre voci del bilancio:
sarebbe inaccettabile gravare ancora sul fisco locale". - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
11-12-2007)
"La giunta
Cofferati Carella (Forza Italia): "Ha prodotto la metà di RITA
BARTOLOMEI PERO' la giunta ha deciso poco. Daniele Carella, capogruppo di
Forza Italia e specialista delle tabelle, aggiorna il confronto tra
l'esecutivo Cofferati e quello Guazzaloca. Fa i conti: "Dal giorno
dell'insediamento al 30 novembre, l'esecutivo del Cinese ha prodotto 1.021
provvedimenti operativi contro i 2.311 della giunta precedente. E sono state
449 contro 608 le delibere del consiglio. Non è un caso, invece, che
siano aumentate le determinazioni dirigenziali, 53.797 contro 47.921. E' un
segno fin troppo chiaro. Vuol dire che manca il perno politico attorno a cui
deve ruotare la macchina amministrativa. Per questo il dirigente di turno
è costretto a sobbarcarsi tanto lavoro in più". Si
salvano, invece, i Quartieri. Nei tre anni e spiccioli dell'amministrazione
Cofferati, hanno prodotto 2.055 atti, totale non così distante da
quello dell'era Guazzaloca, che arrivò a 2.326. Altro capitolo, le
pagelle personali. Naturalmente, in quella dei consiglieri azzurri,
l'onnipresente Carella semina i colleghi. Ha votato per 1.782 volte. Neanche
il vicepresidente Paolo Foschini riesce a stargli dietro e si ferma a quota
1.350. Vertiginosamente alto anche il numero delle interpellanze presentate
dal capogruppo azzurro. Lui la spiega così: "Parto dalla domanda
di attualità. Ma sono costretto a trasformarla quasi sempre in
interpellanza. Per forza: la giunta non risponde". Ma non sarà
lei che 'sbaglia' a fare le domande, come suggerisce malignamente qualcuno?
"Abbiano il coraggio di dirmelo, finora non è successo",
ribatte l'azzurro. Insiste: "Spesso gli assessori non ci sono. La
statistica? Non si può sapere. Mica prendono il
gettone, la loro presenza non è registrata". LA COSA più grave,
denuncia Carella, è "la mancanza di comunicazione nella squadra.
Questo provoca disastri. L'ultima prova? Dopo la morte di Florin Draghici, il
bimbo rom ucciso nell'incendio della sua baracca, ho chiesto
all'amministrazione quante situazioni abitative a rischio esistono in
città e quante siano le persone coinvolte. Il vicesindaco
Adriana Scaramuzzino mi ha risposto per iscritto. Ma non c'era nulla di quel
che avevo chiesto. Nessuna stima, nessun numero. Anche stavolta dovrò
trasformare la domanda di attualità in un'interpellanza". IL
CONSIGLIERE Sergio Lo Giudice ? che ieri mattina era tra i pochi ex ds non riuniti
nel giorno elettrico dell'elezione di Merighi a capogruppo del Pd ? contesta
radicalmente l'idea che a Palazzo si produca poco. Riconosce: "E' vero,
ci sono stati fatti che non si devono ripetere, come il question time lampo
di venerdì scorso. Ma non leggiamo tutto in chiave politica. La
macchina va. Prendiamo le commissioni. Funzionano a pieno ritmo...".
Fino a un certo punto. Ieri mattina, ad esempio, l'opposizione avrebbe voluto
sapere dall'assessore Maurizio Zamboni se poteva piacergli l'idea di regalare
la prima ora di sosta, nelle strisce blu in periferia. Solo che il
responsabile del traffico non c'era ? altri impegni ? e lo sostituiva Andrea
Mazzetti, vicedirettore della mobilità. La cosa non è garbata
per nulla alla minoranza. "Mi auguro che Zamboni mi risponda presto in
consiglio, non posso certo dare questa responsabilità a un
tecnico", si è offeso Aldo Zechini D'Aulerio di FI, che aveva
proposto l'ordine del giorno con lo sconto. "Mi sono anche stancato di
non avere un interlocutore politico in commissione ? ha bacchettato Galeazzo
Bignami di An ?. Mi piacerebbe sapere se le proposte di FI sono
effettivamente praticabili. E anche qual è il rapporto tra aree libere
e aree a pagamento, per la sosta. Avrei tante domande da fare a Zamboni. Non
è la prima volta che ci troviamo a parlare con interlocutori che non
sono quelli naturali". Detto in un'aula che di colpo si spopola. Sono le
12,20, gli ex ds si alzano, richiamati dal collega Francesco Critelli.
C'è bisogno dell'ultima riunione, prima che il consiglio elegga il
capogruppo del Pd. Davide Ferrari però vuol precisare: "Che male
c'è? Anche questa è attività istituzionale". -
-->.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-12-2007)
Cronaca di Oristano
Pagina 4022 Comune. Dimezzato il numero dei consiglieri e taglio dei
rappresentanti nelle consortili Enti, pronta la cura dimagrante Comune.. Dimezzato
il numero dei consiglieri e taglio dei rappresentanti nelle consortili Nel
mirino Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale --> Nel mirino
Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale Secondo la finanziaria
nazionale non solo saranno ridotti da 40 a 24 i consiglieri comunali ma ci saranno
drastici tagli su Sogeaor (aeroporto), Consorzio industriale e Oristano
ambiente. Addio cara soffice poltrona: non solo in Comune dalla prossima
legislatura un consigliere su cinque potrebbe non trovare più lo
scranno, ma parecchi consiglieri degli enti a partecipazione comunale saranno
costretti a mollare lo "strapuntino". I conti esatti delle perdite
negli enti e nell'amministrazione si faranno una volta che il Parlamento
approverà la finanziaria ma nell'aria c'è già odore di
uscite forzate. Il problema nasce ai primi due commi dell'articolo 3 del
Decreto legge varato il 13 luglio dal Consiglio dei ministri, dove si vieta
di assumere o mantenere partecipazioni in società attive in rami
"non strettamente indispensabili per il perseguimento delle
finalità istituzionali". Un'espressione generica, contestata
dall'associazione dei Comuni, che se interpretata in maniera restrittiva
farebbe cadere nella tagliola dell'uscita obbligatoria molte società.
Il palazzo degli Scolopi detiene quote di partecipazione nel Consorzio
industriale (4 rappresentati), Consorzio Uno dell'Università (1
rappresentante), Centro Marino internazionale (1 più il sindaco),
Istar (1, il presiedente), Marine oristanesi (3), scuola civica di musica
(2), Sogeaor (1) e infine Oristano ambiente (2). Il Comune nomina anche
propri rappresentanti nella Casa di risposo Eleonora d'Arborea, nel Consorzio
interprovinciale per l'agricoltura. È presente nella Croce rossa,
nella Pro loco e quindi nel Circolo nautico. La Finanziaria però
restringe il campo e punta l'obiettivo risparmio principalmente sul Consorzio
industriale, la Sogeaor e Oristano ambiente. Se non rientrano fra gli enti
che curano "gli interessi e la promozione dello sviluppo della Comunità
locale", il Comune deve chiamarsi fuori. Punto e basta. Se invece ci
rientrano, il Comune deve rivedere al ribasso la propria rappresentanza e comunque eliminare i gettoni di presenza. Detto in altre parole chi viene nominato ci va a gratis. In
realtà il Comune ha fatto scelte che in parte anticipano i tempi del
Decreto legge. Oristano ambiente si avvia a chiudere, il Comune ha comunicato
alla società mista di cui detiene il 31 per cento del capitale
sociale, l'intenzione di uscire e avviare la pratica di liquidazione.
Una volta passata la gestione del depuratore al Consorzio industriale, la
società avrebbe concluso lo scopo sociale, dice il Comune.
"Niente affatto -precisa il presidente Sergio Locci- la società
potrebbe fare tante altre cose, il fatto è che non esiste
volontà politica. Da precisare che questa è l'unica
società che ha dato utili al Comune, 10 mila euro nel 2005".
Nella Sogeaor il Comune non intende più metterci una lira e infatti
non parteciperà all'aumento del capitale sociale. Il che lo relega in
una posizione di netta minoranza. Resta il Consorzio industriale. In attesa
che la Regione decida come sistemarli, il palazzo degli Scolopi resta in
vigile attesa . Sul taglio dei consiglieri a partire dalla prossima
legislatura, la discussione è aperta. "Per me è giusto,
anzi sono del parere che sarebbe ancora più giusto portarli a 24.
Siamo a 40 consiglieri solo perché Oristano è capoluogo di provincia,
ma anche da città capoluogo con 24 oltre a risparmiare si raggiungerebbe
un'efficacia maggiore", è il parere del presidente del consiglio
Mario Musinu. ANTONIO MASALA.
(
da "Repubblica, La" del 11-12-2007)
Pagina V - Bari
RETROSCENA Vertice col segretario Emiliano: non tutti vogliono seguire la
strada del rigore Tagli ai costi della politica Pd
in conclave: è rottura Il blocco delle assunzioni ha prodotto
più esternalizzazioni, col piano ospedaliero i ricoveri sono cresciuti
A Francesco Saponaro, assessore "tecnico" della giunta Vendola con
delega al Bilancio, e con un passato politico nel Pci proprio in via Capruzzi
di recente accasato nel Pd, è sembrato che fosse il minimo: se
mettiamo nel mani nelle tasche dei pugliesi, lasciandogli inalterato il
ticket se vanno in farmacia, ma aumentandogli, oltre all'Irpef, il conto dal
benzinaio di due cent al litro, perché non metterle anche nelle tasche ben
più ricche dei consiglieri regionali, attivi o pensionati? Così,
al vertice dei 26 consiglieri regionale del Partito democratico con il
segretario regionale Michele Emiliano, l'assessore al Bilancio ha illustrato
la sua relazione al bilancio di previsione 2008, mettendo in bella mostra
"tra le voci da ridurre in modo permanente" i
costi della politica. "Sono passati da 25,51 milioni nel 2003 a 35,5 milioni nel
2007. Non va - spiega Saponaro ai suoi - è auspicabile una revisione
della legge del 2003 che ha previsto dei benefici per i consiglieri regionali
in carica sensibilmente superiori alla media delle Regioni italiane.
Sarebbe bello e di sicuro impatto positivo nell'opinione pubblica - ha
insistito Saponaro - se i consiglieri e gli assessori di questa legislatura
intervenissero, al contrario, per limitare questi eccessivi benefici
applicando a se stessi le nuove norme". Giusta l'analisi ma fatta nel
contesto sbagliato: ad ascoltarlo c'era Alberto Tedesco. L'attuale assessore
alle Politiche della salute era presidente della commissione istituzionale in
quel 2003, ed è stato uno dei promotori che ha portato il numero dei
consiglieri da 60 a
70. La reazione dei presenti dicono non sia stata da standing ovation.
"Diciamo che è stata una reazione un po' di casta - s'è
giustificato uno dei presenti - ma per alcuni rimestare sull'argomento
è stato un po' ingeneroso perché alcune questioni sono
infondate". Non è vero, ad esempio, come ha spiegato qualcuno,
che i "benefici sono sensibilmente superiori alla media delle altre
Regioni". Ma il problema posto da Saponaro resta: come rendere meno
indigesto ai pugliesi "l'amaro calice" delle tasse se non
garantendo una riforma vera della sanità, la madre di tutti i deficit
pugliesi e giurando "una lotta agli sprechi"? Alla domanda il Pd
vorrebbe tanto rispondere. Ma ieri, Emiliano ha preferito il silenzio che ha
parlato più delle dichiarazioni di una settimana fa. Qualcuno è
rimasto "sorpreso". Altri vedono un tentativo di smarcare il nuovo
partito dal pesante fardello e lasciare in capo alla giunta di Vendola la
responsabilità di mettere le mani nelle tasche dei pugliesi per quanto
le scelte in questi due anni di governo siano anche di Ds e Margherita.
Complice il Consiglio comunale, Emiliano ha lasciato il vertice del Pd. Non
è escluso che "studi col gruppo regionale le azioni tangibili per
combattere gli sprechi, ma dopo questo bilancio". Il vice presidente,
Sandro Frisullo la più alta carica del Pd nel governo pugliese,
mantiene la lucidità necessaria: "Abbiamo abolito il ticket sui
farmaci - dice - e dato avvio alla stabilizzazione dei precari. Sono tutte
cose che hanno un costo. Se rendiamo pubblica ed evidente la natura di questo
sforzo che chiediamo ai pugliesi con la tassazione aggiuntiva, per migliori e
maggiori servizi che abbiamo dato ai cittadini, credo che i pugliesi capiranno
il senso e lo spirito di questo sacrificio, tenendo conto che alcuni debiti
vengono dal passato". Dall'opposizione, però, non ci stanno.
Prende le distanze dalle responsabilità del buco sanitario, Raffaele
Fitto, oggi deputato e coordinatore regionale di Forza Italia. Da governatore
pugliese, anche lui fu costretto a maneggiare la leva fiscale anche se
introducendo ticket sui farmaci e prelievi aggiuntivi sull'Irpef ma lasciando
intatte accise e Irap: "Dopo tre anni di governo Vendola, la sanità
è peggiorata: non è la polemica che cerco. Dico solo che la
Puglia oggi è al disastro solo ed esclusivamente per scelta politica di chi la governa da quasi tre anni". Da
Alleanza nazionale, Michele Saccomanno, afferma che "l'invito di Vendola
all'opposizione per un rapporto non conflittuale, l'avevamo anticipata con la
proposta di uno studio comune delle dinamiche della spesa sanitaria, che
è stata lasciata cadere dal governo". (p. r.).
(
da "Nuova Venezia, La" del
11-12-2007)
La visita del
ministro Lanzillotta "Stop al cumulo gettoni per i
consiglieri" Giornata veneziana per la ministra per gli Affari regionali,
Lidia Lanzillotta, che ha partecipato a due convegni. In mattinata, al Future
Center, ha discusso del ruolo de "Il direttore generale dell'ente
locale", sottolineando che il ruolo manageriale del direttore generale
della pubblica amministrazione deve essere mantenuto separato da quello
politico. Secondo la ministra, attualmente queste funzioni hanno un
confine "troppo labile", che va corretto, perché "nel corso
degli anni la figura del direttore generale ha assunto una fisionomia di
manager con stretto rapporto fiduciario con l'organo di vertice
politico". La ministra si è poi spostata a Ca' Farsetti, per
partecipare ad un incontro sul ruolo dei Consigli comunali, dove ha
sottolineato come tra le disfunzioni che i Consigli comunali vivono dall'entrata
in vigore della riforma dei primi anni '90, che ha introdotto anche
l'elezione diretta del sindaco, c'è "l'eccesso generale dei costi
della pubblica amministrazione", la proliferazione di organismi, la
frammentazione di funzioni e compiti "che complicano
l'organizzazione", con un conseguente "cattivo rapporto
costi-benefici". I Consigli comunali, quindi, secondo Lanzillotta,
devono dotarsi di strutture e supporti adeguati, costituendosi o in
"area vasta" o in "area metropolitana", a seconda della
portata della popolazione che servono. Quindi, Lanzillotta ha ricordato le
nuove disposizione contenute in Finanziara 2008, come il divieto di cumulo
dei compensi da consigliere comunale con quelli di membro nei consigli di
amministrazione. Il sindaco Massimo Cacciari ha, quindi, evidenziato come la
riforma citata dal ministro "è una delle poche
stabilizzate", ma "non ha toccato il Consiglio", che si
è ritrovato a svolgere un ruolo ridotto. "E' necessario mettere a
fuoco questa questione - ha detto ancora Cacciari - perché il Consiglio possa
svolgere bene il suo ruolo. Attraverso quali meccanismi realizzare tutto
ciò non lo so, ma in assenza della definizione del suo ruolo il
Consiglio invaderà campi che non gli competono, rendendo meno efficace
la macchina amministrativa".
(
da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
REGIONE FIRMATO UN
PATTO TRA AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA
VERIFICA Costi della politica, Errani prova a
tagliare ? BOLOGNA ? POCO PIÙ di un anno per portare a termine una
"rivoluzione" amministrativa che contempla abbattimento di costi,
razionalizzazione di funzioni, dimensioni territoriali più adeguate,
maggior efficienza. Con la firma del patto per l'autoriforma tra Regione,
Provincie, Comuni e Comunità montane, ieri nel palazzo della Giunta,
prende l'avvio un percorso dal quale non si potrà più tornare
indietro. "Abbiamo fatto un ulteriore passo in una regione già
virtuosa nella quale il bilancio 2008 prevede una riduzione delle spese
generali dal 3,4% al 2,9%" ha sottolineato il presidente Vasco Errani.
Firmatari dell'intesa: Sergio Cofferati sindaco di Bologna e presidente
regionale Anci (associazione comuni italiani); Pier Giorgio Dall'Acqua,
presidente Upi (unione delle provincie); Gaetano Sateriale, presidente della Legautonomie
e Giovanni Battista Pasini presidente dell'unione comnunità montane
dell'Emilia Romagna. "Quest'intesa è un'assoluta novità
nel panorama nazionale" ha detto l'assessore alla programmazione e
autonomie locali, Luigi Gilli illustrando alla stampa l'autoriforma che, in
sintesi, "è attuata per semplificare la vita ai cittadini"
Tempi stretti per rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro che al
contrario comprende un orizzonte molto largo d'interventi nel sistema.
Verrà incentivato il processo di aggregazione tra i comuni
(attualmente le Unioni sono 12
in tutta l'Emilia Romagna) per erogare servizi
migliori, e nelle comunità montane. In queste ultime l'organo
esecutivo sarà composto solo dai sindaci dei comuni che ne fanno
parte, e si penserà anche a un loro riordino strutturale. "E'
possibile per esempio - ha spiegato Gilli- che due o tre comuni che fanno
parte di una comunità montana bolognese, ne escano e nel momento i cui
si è sviluppato il circondario imolese, entrino a far parte di
quell'ambito, magari a loro più ottimale". Nel riordino
entreranno anche Ato e Consorzi di bonifica: due Ato al massimo in tutta la
Regione che possano raccordarsi alle due grandi aziende di
erogazione del servizio idrico e medesime fusioni dei consorzi provinciali
"Non si può pensare a una organica politica di
bonifica se solo a Ferrara ce ne sono cinque" ha detto Gaetano
Sateriale. Per Cofferati, non bisogna ragionare soltanto in termini di costi
"l'obiettivo è dare il servizio migliore possibile con una
produttività più alta valorizzando il lavoro che la eroga".
Rispetto alle Acer, le aziende casa dell' Emilia Romagna, proprio il sindaco
bolognese ha affermato che suo obiettivo, sotto le due torri, è di
farne una sola. Alessandro Goldoni - -->.
(
da "Corriere della Sera" del
11-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2007-12-11 num: - pag: 47 categoria:
REDAZIONALE Elzeviro Il libro-inchiesta di Cervi e Porro TUTTI I NUMERI DI
SPRECOPOLI di ALDO CAZZULLO embrano non essersi accorti di niente. I capi e
il personale della più grande e improduttiva azienda italiana, la
politica, si comportano come se nulla fosse. Il risultato è che, sette mesi dopo la denuncia stampata più di un milione
di volte da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella,
può uscire un saggio a tema di smentita sulle folli spese della
politica italiana. Sprecopoli, appena pubblicato da Mondadori, ha forse il
torto di non citare mai La casta (con l'eccezione di un riferimento ai suoi
autori, nell'introduzione); come se fosse possibile entrare nel campo
del costo della politica senza fare riferimento al libro che ha cambiato, o
colto il cambiamento del rapporto tra la politica e gli italiani. Ma ha il
merito di tener viva e alimentare la fiamma dell'indignazione, senza fare
sconti a nessun partito, neppure quelli meno distanti dai due giornalisti che
firmano questo libro-inchiesta: Mario Cervi, storico coautore di Montanelli,
tra i fondatori e per oltre tre anni direttore del Giornale, e Nicola Porro,
che del Giornale è vicedirettore ad personam. Sembra incredibile, ma
da quando la giustizia militare ha visto drasticamente ridursi (da 20 mila a
338) i processi pendenti, dopo l'abolizione della leva obbligatoria, il
numero dei magistrati è cresciuto, così come quello dei loro
collaboratori, dei telefonini e delle auto blu (160 per 103 giudici). Pare
uno scherzo, ma la seconda regione più piccola d'Italia, il Molise,
detiene il record dell'appannaggio - 400 mila euro - destinato al presidente
del Consiglio regionale "per cerimonie, targhe, feste di benvenuto,
accoglienza di delegazioni e serate di gran gala ". Cervi e Porro
prendono in esame una per una le istituzioni da cui dipendono i poteri
pubblici e la macchina ammi-nistrativa, e ne denunciano la tendenza
inarrestabile, la vocazione irresistibile allo spreco. Nel caso del
Quirinale, i costi faraonici sono indipendenti dalla volontà dell'inquilino:
Napolitano ha cominciato a tagliare e ha reso pubblici i bilanci, ma fino a
quando la presidenza della Repubblica italiana avrà sede in una reggia
grande come una città è inevitabile che costi molto più
di quella francese, che ha sede di una dimora altoborghese, o di quella
tedesca, con la sua modesta palazzina alla periferia di Berlino. La sola
soluzione sarebbe quella indicata a suo tempo da Einaudi: farne il grande
museo che, al di fuori del Vaticano, manca a Roma. Nel caso del Parlamento,
invece, la vera soluzione sarebbe farlo lavorare; e non è fazioso
sottolineare, come fanno Cervi e Porro, che in questa legislatura i ritmi
già morbidi delle Camere hanno ulteriormente rallentato. Né il lettore
trarrà motivi di consolazione dai capitoli dedicati a Palazzo Chigi,
agli enti locali, alle regioni - "un miliardo di euro solo per esistere
" -, alla sanità, alle province - "enti inutili? Non
è vero. Per alcuni esse sono non solo utili ma indispensabili: e
rappresentano una fonte di reddito insostituibile" -. E ancora i comuni
e il mondo in crescita delle partecipazioni locali, sorta di dépendance della
politica. Il quadro complessivo che emerge dall'inchiesta, scritta con stile
preciso e scorrevole, è di una macchina pubblica segnata dalla cialtronaggine
di chi, disponendo di grandi quantità di denaro altrui, non esita a
spenderlo per i comodi propri, certo dell'irresponsabilità e quindi al
riparo da ogni sanzione che non sia la disistima popolare. Resta il dubbio,
però, che le scandalose prebende che i politici si assegnano l'un
l'altro non siano la causa, ma la conseguenza della vera questione: la
politica concepita come il proseguimento degli affari con altri mezzi, come
un metodo per far soldi, attraverso le aziende controllate - nelle diverse
forme della proprietà, della partecipazione azionaria, delle
convenzioni, delle concessioni - dallo Stato e dagli enti pubblici. Se la
tangente inquinava il singolo affare, la politica come merce e come azienda
inquina l'intero sistema; ed è probabile che gli sprechi, i lussi, le
indennità principesche siano solo un acconto dell'introito
complessivo. S \\ Una macchina pubblica segnata dalla cialtronaggine.
(
da "Corriere della Sera" del
11-12-2007)
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Sport - data: 2007-12-11 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Nelle casse del club La prima fase ha portato 15 milioni Non solo
prestigio ma anche milioni di euro che entrano, o sono già entrati,
nelle casse della Lazio. La Champions League ha fruttato in questa fase a
gironi circa 15 milioni: 10 dall'Uefa, 5 da sponsor e diritti televisivi. A
tutto questo vanno aggiunti gli incassi del botteghino. Sinora
il presidente Claudio Lotito ha già messo in cassaforte 6,6 milioni di
euro: 3 come bonus d'ingresso per aver superato il preliminare estivo, 2,2
sotto forma di gettoni di presenza nella prima fase, quindi 1,2 in premio per i cinque
punti conquistati (una vittoria e due pareggi). Il resto, poco di 9 milioni,
lo incassera più avanti. Qualora la Lazio stasera riuscisse a
vincere, centrando la qualificazione, si metterebbe in tasca altri 2,8
milioni di euro. Ovviamente più si va avanti nella competizione,
ovviamente e più gli incassi aumentano. Negli ottavi di finale la
Lazio conterebbe infatti anche sul botteghino, sui diritti televisivi che
vengono ripartiti alla fine della competizione a secondo dei passaggi
televisivi della squadra, sul gettone di presenza e
sui 600 mila euro in caso di vittoria e 300 mila euro in caso di pareggio che
vengono dati dall'Uefa per ogni partita giocata. Nelle più
ottimistiche previsioni se la squadra di Delio Rossi dovesse arrivare alle
semifinali di Champions League, il club si metterebbe in tasca
complessivamente 45 milioni. Lotito, comunque, anche in caso di eliminazione
avrà di che consolarsi perché la Lazio si ritroverebbe comunque con 15
milioni. Soldi che i tifosi sperano vengano reinvestiti nel mercato di
gennaio, per rinforzare la squadra un po' in tutti i ruoli, a cominciare dal
portiere. Presidente Claudio Lotito è alla guida della società
biancoceleste dall'estate del 2004 Pietro Pinelli.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
11-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-11 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE La relazione L'assessore: "Il mio precedessore ha
lasciato un buco di 181 milioni, noi incapaci di capire i meccanismi di spesa
nell'Asl" Conti in rosso, Saponaro accusa Palese e fa autocritica Dura
la requisitoria accompagnata da numeri e spiegazioni riferiti al triennio 2005-2007
BARI - L'assessore regionale Francesco Saponaro presenta la relazione al
Bilancio 2008 e pronuncia una requisitoria severissima. Contro
l'amministrazione precedente, colpevole di non aver lasciato i bilanci
sanitari in pareggio, come sostiene di aver fatto. Ma anche contro lo stesso
centrosinistra, incapace di comprendere la dinamica della spesa nelle Asl.
Una relazione sferzante, per tanti versi autocritica, che invoca anche la
riduzione "in modo permanente" dei costi della politica,
ovvero stipendi e pensioni dei consiglieri regionali. "Sarebbe bello -
scrive Saponaro - e di sicuro impatto positivo nella opinione pubblica".
Parole che non mancheranno di suscitare un dibattito acceso, dentro e fuori
della maggioranza. Il primo dato attiene al debito nel settore sanitario, causa scatenante della necessità di
aumentare le aliquote fiscali. La relazione al riguardo non lascia margini di
indecisione. Ai "200-230 milioni" maturati nel corso del 2007 (il
dato sarà accertato a gennaio) si aggiungono "181 milioni non
ancora coperti per gli anni precedenti al 2005". Di che si tratta, visto
che il centrodestra ha sempre sostenuto di aver lasciato bilanci in attivo o
in pareggio? "è il frutto - dice l'assessore - della differenza
tra il deficit reale delle Asl e quello, inferiore, calcolato dal governo
". Questi "detrae dal calcolo le quote di ammortamento e gli
accantonamenti ". Sono, in genere, le rate per gli acquisti di macchine.
"Come dire - annota Saponaro - che da Roma siamo chiamati a ripianare un
deficit inferiore al reale, ma quello reale non si cancella". Nel 2006,
aggiunge l'assessore, effetto inverso: il deficit è di 175 milioni, ma
il governo lo fa crescere fino a 211 per calcolare anche "saldi di
mobilità sfavorevoli " (cure fuori Regione). Ma non è
un'annotazione polemica. La relazione punta ad altro: a demolire, se
così si può dire, il mito dell'avanzo sanitario
lasciato dal centrodestra nel 2005, circa 9 milioni di euro. "Il reale e
molto elevato deficit contabile del 2005 è pari a 349 milioni ".
Sbilancio che sarà recuperato tramite l'intervento dello Stato, da cui
residuano i 9 milioni di cui si è detto. Insomma, il governo
Berlusconi intervenne all'epoca per rifinanziare (come non ha più
fatto il governo successivo di centrosinistra). Un deficit di gestione,
quello 2005, che "sarebbe stato molto più alto se la giunta
Vendola non avesse ripristinato 150 milioni sottratti alla sanità
" e destinati ad altre voci (il centrodestra ha sempre parlato di errore
tecnico facilmente rimediabile). Domanda di Saponaro: perché il 2005 è
l'anno con il deficit sanitario più alto (350
+ 150)? La Cdl - spiega la relazione - fondava lo sforzo di contenimento
della spesa su tre fattori: aumento di Irpef e ticket, blocco delle
assunzioni, riordino ospedaliero. Nel 2004, il centrodestra annulla l'aumento
Irpef deciso tre anni prima e riduce i ticket (e così diminuiscono le
entrate); inoltre il blocco della assunzioni viene
"aggirato" con le esternalizzazioni dei servizi; il riordino non
ottiene i risparmi sperati. Questi dati, assieme al sottodimensionamento del
Fondo sanitario
nazionale (per il quale Saponaro conferma
di voler chiedere un fondo di compensazione per le regioni più
penalizzate come Puglia Campania e Calabria), sono stati
"sottovalutati". Di qui "l'adozione di normative", da
parte dell'attuale maggioranza, "di leggi e provvedimenti in materia di
personale, accreditamenti di strutture private e tariffe" che oggi
"incidono pesantemente sull'esercizio 2007". Saponaro fa un cenno,
ad esempio, all'aumento delle tariffe per i laboratori convenzionati che
"rischia di provocare debiti fuori bilancio per circa 20 milioni".
La sanità resta la bestia da domare. Come già riferito, destano
allarme i costi per personale (+5%), assistenza con enti convenzionati
(ecclesiastici e privati), spese per riabilitazione, acquisto di beni e
servizi. L'inasprimento delle tasse è inevitabile, conclude Saponaro,
ma altre leve dovranno essere azionate: ridurre i costi del consiglio
regionale (con stipendi e pensioni), ma anche le uscite generali, il
personale, la ricontrattazione dei mutui. Anche il vice presidente della
giunta, Sandro Frisullo, a margine di convegno, interviene sul tema. Concorda
con Saponaro sull'idea di chiedere al governo un aggiornamento della
ripartizione del fondo sanitario. Poi si augura che
il sacrificio chiesto ai pugliesi (l'inasprimento delle aliquote), "sia
a termine e ci consenta di fornire nuovi servizi ". F. Str.
(
da "Messaggero, Il (Viterbo)" del
11-12-2007)
Di VALENTINA
ERRANTE ROMA - Alla fine l'arresto per il sottosegretario alla Difesa
è arrivato. Marco Verzaschi ha fatto appena in tempo a dimettersi. Che
l'aria non fosse buona per l'ex forzista assessore alla Sanità della
giunta Storace, transitato nel centrosinistra e iscritto sul registro degli
indagati della procura di Roma da oltre un anno, lo si era capito
giovedì sera. Quando una laconica nota ha diffuso la notizia delle sue
dimissioni "irrevocabili", "per motivi personali" dalla
carica di sottosegretario e segretario regionale dell'Udeur. I più
hanno pensato a un arresto annunciato. Così era. Ieri mattina,
all'oramai ex sottosegretario, è stata notificata un'ordinanza di
custodia cautelare ai domiciliari, firmata dal gip Luisanna Figliolia.
Trentaquattro pagine per motivare le accuse di corruzione e concussione:
duecentomila euro ricevuti dall'imprenditrice Anna Iannuzzi (nota come lady
Asl), che avrebbe così ottenuto l'accreditamento
di una delle sue case di cura col sistema sanitario nazionale, altri 200 mila dall'imprenditore Renato Mongillo, titolare di
appalti per la vigilanza in un ospedale romano. Sono i verbali dei due
imprenditori e le testimonianze di altri indagati a mettere nei guai
Verzaschi. Per il gip ci sarebbero stati gli estremi "per la
custodia cautelare in carcere", ma il procuratore aggiunto Giancarlo
Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri hanno chiesto solo i domiciliari. E
neppure le dimissioni di Verzaschi, rese pubbliche il 6 dicembre, stesso
giorno del provvedimento, cambiato la situazione. Il giudice lo scrive
espressamente. L' accusa per il gip "non si fonda solo su dichiarazioni
accusatorie, ma anche sulle emergenze istruttorie". Perché, sebbene
Mongillo, come la Iannuzzi, racconti di avere pagato Verzaschi in contanti,
"Tagli da 500" nel marzo 2004 e non risultino ingiustificati
versamenti sui conti dell'ex assessore, sono i 5 mila euro al mese "girati"
per due anni sul conto della segretaria da Verzaschi a fornire agli
inquirenti un presunto riscontro. Centodiecimila euro, Tra febbraio 2004 e
settembre 2006. Verzaschi si è difeso: "Io Mongillo l'ho
incontrato due volte. Non ho mai ricevuto soldi". E ancora: "Il denaro
alla segretaria è un aiuto per l'acquisto di una casa. Sono soldi dei
miei familiari". La segretaria ha confermato, ma ha detto di non sapere
da dove venisse il denaro. In realtà il contratto con la
società di Mongillo era già stipulato, ma per i pm Verzaschi
avrebbe bluffato per intimorire l'imprenditore, servendosi anche di Francesco
Bevere, direttore generale dell'ospedale. Adesso indagato. Per il gip gli
elementi "appaiono di estrema gravità e rilevante allarme
sociale". L'ex assessore è accusato di "condotte delittuose,
perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio,
strumentalmente utilizzata per conseguire profitti illeciti ai danni del
servizio sanitario i cui sprechi sono alla base
delle restrizioni economiche a carico degli assistiti del servizio sanitario nazionale". "L'ampio arco temporale,
il coinvolgimento di organi direttivi della Regione, il conseguimento da
parte dell'indagato di denaro di provenienza illecita, la sottrazione di
enormi risorse", per il gip "rendono evidente la
pericolosità dell'indagato e il concreto pericolo di reiterazione di
reati della medesima natura". Le esigenze cautelari "persistono, al
di là delle dimissioni, integre nella loro gravità considerati
i preminenti interessi di tutela della collettività duramente
pregiudicati dalle condotte reiterate". L'avvocato Fabrizio Lemme ha
già preparato il ricorso al Riesame: "Rispetto i provvedimenti
dei giudici - commenta - ma ritengo che in questo caso non ci sia riscontro
probatorio". Verzaschi ha incassato la solidarietà dell'Udeur.
(
da "Corriere di Bologna" del
11-12-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-12-11 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE Centrosinistra In Provincia la poltrona va alla Margherita:
Zaniboni eletto numero uno del Partito democrattico con un solo no Merighi
capogruppo Pd, mini-fronda nell'urna Invettiva dell'ex ds in consiglio
comunale: "Giornali contro il rinnovamento della città"
Primo atto: ha chiesto ai "suoi" consiglieri di
rinunciare al gettone per la commissione tenuta in contemporanea con il
vertice del gruppo Il primo capogruppo del Pd in Comune è Claudio
Merighi. La votazione a scrutinio segreto, dopo oltre due ore di vertice a
Palazzo d'Accursio, si è chiusa con 16 voti a favore, due astenuti
(uno è il bindiano Giovanni Mazzanti che ha dichiarato pubblicamente
la sua scelta) e un voto contrario. Il voto ha riservato due sorprese
a Merighi. Una positiva, il voto a favore e non scontato di Lina Delli Quadri
(Margherita) e una negativa, la mini-fronda silenziosa degli ex Ds (un voto
di astensione e un voto negativo vengono certamente dal fronte della
Quercia). Tra l'altro, proprio Delli Quadri potrebbe essere scelta come
vicecapogruppo nei prossimi giorni. Riguardo al voto, Merighi ha parlato di
"un segnale che deve essere tenuto in considerazione", mentre gli
ex della Margherita sono molto critici. "Chi ha votato in maniera
differente da quanto - ha detto Mazzanti - avrebbe fatto meglio a
esplicitarlo". Ancora più esplicita Lina Delli Quadri che ha
regalato a Merighi (ieri era il suo compleanno) una scatola di cioccolatini
"Spartak" di sapore ex sovietico: "è stata usata la
stessa tecnica della nomina a De Maria a livello provinciale. Discussione
chiara, poi però nel segreto dell'urna...". Il segretario del Pd,
Andrea De Maria, presente alla riunione, ha gettato acqua sul fuoco:
"Non vedo nulla di drammatico". Sono andate un po' meglio le cose a
Gabriele Zaniboni, (dielle vicino all'ex coordinatore Benamati) che ieri
è stato nominato capogruppo del Pd in Provincia con 12 voti favorevoli
e uno contrario. Nel suo discorso in consiglio comunale, Merighi si è
tolto molti sassolini dalle scarpe. Per sintetizzare la lotta di Cofferati
contro il consociativismo, è ricorso a un'immagine bucolica:
"Dopo aver arato e fresato, bisogna seminare o l'erba cattiva ricresce
". Non solo, ma Merighi se l'è presa anche con i giornali della
città. Prima lo ha fatto nella riunione a porte chiuse e poi,
pubblicamente, nell'aula del consiglio comunale. "Le cronache locali
sono ripiegate a difendere i vecchi riti, le vecchie certezze, i vecchi patti,
allevando il conformismo del "tutto va male" in una distonia
imbarazzante con gli auspici sferzanti ed autorevoli al rinnovamento
contenuti nelle pagine nazionali". Poi ha scritto una lettera invitando
i consiglieri del Pd a non ritirare il gettone di una commissione che si
è svolta in contemporanea al vertice di ieri per l'elezione del
capogruppo. O. Ro.
(
da "Corriere delle Alpi" del
11-12-2007)
L'esponente della
"Fenice" chiede che sia Faoro a mettere di tasca propria i gettoni del consiglio extra "Il sindaco sbaglia?
Tocca a lui pagare" Bacchettata di Dall'Agnol per l'errore sulle
dimissioni di Strappazzon ARSIE'. Il segretario comunale sbaglia la
documentazione e per colpa sua occorre riconvocare il consiglio? Bene,
toccherà a lui e di riflesso al sindaco pagare le spese della nuova
seduta, compresi i gettoni di presenza
ai consiglieri. La proposta-choc arriva dal capogruppo di opposizione della
"Fenice" Dario Dall'Agnol, all'indomani del consiglio comunale che
non ha ratificato le dimissioni del consigliere di minoranza Adriano
Strappazzon perché al posto dell'originale aveva presentato una fotocopia.
Dall'Agnol, da sempre "moralizzatore" del regolamento comunale, ne
ha per tutti. "Quando il segretario comunale ha messo ai voti l'atto di
surroga di Strappazzon con il nuovo consigliere ho opposto un'eccezione. Le
dimissioni e la firma erano su una semplice fotocopia inviata da Trento,
mentre in questi casi serve l'originale", racconta Dall'Agnol. "Sia
il segretario che il sindaco se ne sono accorti durante l'assemblea e hanno
rimandato la votazione del punto ad un consiglio ad hoc". La
convocazione è prevista per venerdì 14: "E' stato un
errore grossolano. Chi ci rimette è la comunità. Oltre ai gettoni di presenza ci sono in
ballo gli straordinari del segretario e dell'agente di polizia locale. Per
questo devono pagare sindaco e segretario". Dall'Agnol infine scarica un
po' di veleno anche nei confronti dell'ormai ex collega di minoranza:
"Strappazzon era candidato sindaco e non si è preso nemmeno la
briga di partecipare al suo ultimo consiglio e spiegare le ragioni delle
dimissioni". (cr.ar.).
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
11-12-2007)
Attualità
Tangenti, arrestato ex sottosegretario Verzaschi (Udeur), già
assessore di Storace, indagato per corruzione e concussione SCANDALO
SANITÀ IN LAZIO Il politico avrebbe ricevuto in due riprese mazzette
da duecentomila euro Il partito: saprà spiegare tutto. La difesa fa
ricorso al Tribunale del riesame ROMA. Solo giovedì scorso Marco Verzaschi,
ex assessore regionale alla sanità nella giunta guidata da Francesco
Storace, si era dimesso da sottosegretario alla Difesa e da segretario
regionale per il Lazio dell'Udeur, per motivi "strettamente
personali" e ieri ha ricevuto un ordine di custodia cautelare a domicilio,
nell'ambito di una tranche dell'inchiesta della procura di Roma, sulla
sanità nel Lazio. Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e
il pm Giovanni Bombardieri contestano all'uomo politico due specifiche
ipotesi di reato: corruzione e concussione. Il gip Luisanna Figliolia ha
ritenuto meritevoli di accoglimento le richieste del pm e ha emesso il
provvedimento cautelare, affidandone la notifica al nucleo operativo dei
carabinieri di Roma. Secondo il giudice, inoltre, la gravità dei fatti
"avrebbe finanche imposto la custodia cautelare in carcere". Per
quanto riguarda lo specifico delle accuse, quella di corruzione fa
riferimento a 200 mila euro che Anna Giuseppina Iannuzzi, già nota
come 'Lady Asl', ha detto di aver consegnato a Verzaschi quando era assessore
regionale alla sanità, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, per
accreditare presso la Regione il "Centro Romano San Michele" una
struttura con la disponibilità di quasi 200 posti letto. Il tutto,
previo un protocollo d'intesa tra lo stesso centro e l'Università di
Tor Vergata. La concussione invece, reato per il quale è indagato a
piede libero anche l'ex direttore generale dell'ospedale San Giovanni di
Roma, Francesco Bevere, è legata alla presunta consegna a Verzaschi di
200 mila euro, nella primavera del 2004 dalle mani dell'imprenditore Renato
Mongillo, titolare della società Security Service. Una
"scorciatoia" per evitare intoppi sull'aggiudicazione dell'appalto
per la messa in sicurezza della struttura ospedaliera. La procedura di aggiudicazione
era stata al tempo già completata, bisognava però portarla a
termine ed evitare una possibile revoca del contratto. Nelle trenta pagine
dell'ordinanza del gip Figliolia ci sono innanzitutto le dichiarazioni di
'Lady Asl' e dello stesso Mongillo. Verzaschi ha sempre negato di aver
ricevuto denaro. C'è stato anche un confronto tra l'ex sottosegretario
e l'imprenditore Mongillo, ma le due posizioni sarebbero rimaste in
conflitto. I riscontri dei carabinieri hanno poi portato a smentire alcune
circostanze dette da Verzaschi, e ad avvalorare la tesi di Morgillo. Di qui
la richiesta e la successiva applicazione della misura cautelare degli
arresti domiciliari per l'ex sottosegretario alla difesa. Ma secondo
l'ordinanza del Gip Figliolia il coinvolgimento di Verzaschi nella tranche
dell'inchiesta sulla sanità nel Lazio "non si fonda solo sulle
dichiarazioni" di Anna Giuseppina Iannuzzi e dell'imprenditore Renato
Mongillo, "ma emerge anche dalle emergenze istruttorie". Si tratterebbe,
infatti, "di condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento
dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata
per conseguire profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a
carico degli assistiti del Servizio sanitario nazionale". In particolare "l'ampio arco temporale, il
coinvolgimento degli organi direttivi della regione, il conseguimento da
parte dell'indagato di denaro di provenienza illecita, la sottrazione
di enormi risorse" sono tutti elementi che "rendono evidente la
pericolosità dell'indagato e il concreto pericolo di reiterazione di
reati della medesima natura". Il legale di Verzaschi, Fabrizio Lemme, ha
annunciato che oggi stesso presenterà istanza di riesame, perchè
nell'inchiesta in corso della procura di Roma "non è emersa la
conferma di passaggio di denaro tra altri personaggi coinvolti nell'inchiesta
in corso e Verzaschi". Piena solidarietà è stata espressa
a Verzaschi dal suo partito, l'Udeur, "nella certezza che le indagini
della magistratura faranno completa chiarezza sulla vicenda". "Mi
dispiace. Spero che sia estraneo a tutto. Non si capisce perchè dopo
un anno e mezzo i magistrati abbiano deciso di adottare questa misura. Credo
che abbiano avuto i loro motivi, anche se forse bastava un semplice rinvio a
giudizio". Così il capogruppo capitolino dell'Udeur, Gianfranco
Zambelli.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
LE ATTESE
PRESENTANDO LE LINEE D'INDIRIZZO. "DIPENDERA' DAI TAGLI FINALI DELLA
FINANZIARIA" Con 10 milioni in meno non posso prometterlo" AL
BILANCIO del Comune potrebbero mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della
Finanziaria. A tanto ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo
Stato, come risulta dalla bozza della legge in discussione al Parlamento. E
così, Paola Bottoni, assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo
avere illustrato in aula le linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del
consiglio comunale a metà febbraio) non si sente di confermare il
blocco di tasse e tariffe da tempo annunciato. "Non posso dirlo",
si limita ad affermare la Bottoni, ricordando però che la discussione sulla
Finanziaria è ancora aperta, e confidando "nell'azione di
presidio" dei parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora
"è stata esercitata con buoni risultati, specie per le
infrastrutture", con l'ammissione ai finanziamenti della metrotranvia
per 17 milioni e del Passante nord per 9 milioni, nel 2009. La Bottoni
ringrazia i parlamentari dell'Unione Walter Vitali, Donata Lenzi, Katia
Zanotti e, unico del centrodestra, Gianluca Galletti, dell'Udc. Poi rivolge
un appello: "Scongiurate il rischio di minori trasferimenti". E,
per le infrastrutture, "che i finanziamenti programmati per il 2009
vengano in parte anticipati al 2008". LA BOTTONI non nasconde
però la preoccupazione: "Per adesso siamo ancora a un punto di
incertezza assai significativo per il bilancio". In particolare, il
taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto combinato di due aspetti: da un lato,
la differenza tra quanto lo Stato ha effettivamente percepito dalla
riscossione dell'Ici (il maggior gettito è calcolato in 609 milioni
nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la previsione avanzata nella
precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che questa differenza non possa
scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore. Altro problema è
dovuto a quello che la Bottoni definisce "super
ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e
indennità da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore
complessivo di 313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo
bolognese, secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni.
Palazzo d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che
preoccupa ? afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra
il reale risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del
risparmio. Questa distanza non può tradursi in riduzione dei
trasferimenti dallo Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de
'La tua Bologna', le linee di indirizzo "sembrano più che altro
degne di una relazione da inizio mandato. Peccato che manchi poco più
di un anno alla fine". Galletti, già assessore al bilancio,
è preoccupato dai tre milioni di tagli sui costi della politica. "Conosco bene il bilancio del Comune ? dice
il deputato udc ?: recuperarli solo tagliando i costi della politica non è semplice. Forse non basta neanche
azzerare i compensi di consiglieri e assessori. Occorre che gli
amministratori di Palazzo d'Accursio si diano da fare, anche sui costi della politica e i vari costi accessori. Perché non si
può pensare di scaricare i tre milioni di euro di minori trasferimenti
solo sulle altre voci del bilancio: sarebbe inaccettabile gravare ancora sul
fisco locale". - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
L'INTERVENTO IO,
'MISTO' E ASSEDIATO 'SOLI SI MUORE' cantava il vecchio Patrick Samson negli
anni del beat, ma si soffre anche di solitudine politica e il filosofo
Bonaga, in un recente brindisi, mi ha definito "rappresentante solo di
me stesso". Comunque, anche il consigliere solitario ha diritto a una
segretaria. Alcune sono migliori dei loro consiglieri, però, se la
segretaria manca, nessuno la sostituisce. Nel 2005, per
protestare contro tutto ciò, ho rinunciato a un mese di riunioni dei
capigruppo e ai relativi gettoni. Non se ne è
accorto nessun giornalista e nessun collega. Tre anni di mortificazioni! I
colleghi dei gruppi numerosi mi ignoravano e i capi dei più piccoli mi
consideravano un intralcio e un costo grave per la democrazia. Poi, la
rivincita. Si sono creati due nuovi mono-gruppi; Panzacchi è rimasto
coi Verdi e Celli ha costituito il Gruppo misto. Ora, il trionfo! Gattuso
(ferroviere come me) ha abbandonato An e si è spostato nel Gruppo misto.
In tale gruppo convivono presenze inconciliabili. A parte la banalità
di un consigliere di destra e uno di sinistra, può capitarne uno
bigotto e l'altro mangiapreti, uno vegetariano e l'altro cannibale. In quei
casi si divide tutto: segretarie, stanze, attrezzature, soldi, la carica di
capogruppo a rotazione. Al primo litigio, il gruppo, anziché misto, viene
chiamato mesto. Ma la crisi non ci sarà perché il mio amico Celli,
vignettista e scrittore, nel frattempo ha aderito al Partito democratico e
finirà in un gruppone di 23 consiglieri. Purtroppo, qualcuno ha
già preso di mira il mio ufficio che affaccia su Piazza dell'Orologio.
Un ambiente unico, quasi un loft, con un soffitto bianco a volta, che culmina
con una croce. Sembra che sia la vecchia sala dei cavalieri di Malta di
Palazzo d'Accursio e piace a tutti. Arredato con mobili di risulta, è
caldo e accogliente. Attorno a due bei tavoloni di sei metri quadri (che fece
fare il vicesindaco Salizzoni), abbiamo creato l'Altra Sinistra, abbiamo fatto
litigate memorabili, abbiamo preparato i pranzi del Ristorante Popolare (con
consiglieri, segretarie e pochi ospiti). Difenderò la stanza con le
unghie e coi denti. Ma tanti auguri a Celli, ecologista e difensore di ogni
essere vivente non umano, che in un partito più grande potrà
occuparsi di un numero maggiore di animali, alcuni feroci. * consigliere
comunale - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
PREOCCUPATA
"Sui costi della politica dovremmo risparmiare
3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro..." - -->.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15
autore: I cedimenti sul pacchetto "costi della politica"
Tagli soft per assessori e comunità montane "è il successo
della buona politica" gioisce l'Unione delle comunità montane.
"Dalla commissione Bilancio un segnale di attenzione ai comuni"
canta vittoria l'Anci.Due esultanze che tradiscono la nuova marcia
indietro sul pacchetto di tagli ai costi della politica
in Finanziaria. Che a ogni stadio dell'esame parlamentare non manca di
lasciare sul terreno uno o più pezzi. Questa è stata la volta
della norma sulla riduzione degli assessori comunali e provinciali e sulla
stretta alle comunità montane. Il primo provvedimento avrebbe portato,
secondo i comuni, a una riduzione immediata delle giunte locali da 16 a 12 componenti. Con le
nuove correzioni il dimagrimento sarà posticipato alle prossime
elezioni amministrative. Non la pensa così, invece, l'Italia dei
valori secondo cui il testo precedente, nella sua vaghezza, si sarebbe
prestato a più facili rinvii. Quanto alle comunità montane,
saranno le Regionia decidere con proprie leggi i tagli. Avranno sei mesi di
tempo dall'entrata in vigore della manovra per scegliere i criteri poi, in
caso di inadempienza, sarà lo Stato a intervenire. Resta invariato,
comunque, il taglio della spesa previsto per questi enti: 33,4 milioni di
euro per il 2008 e 66,8 milioni dal 2009. La nuova formulazione dà
tuttavia mano libera alle Regioni che, nel loro riordino, potrebbero anche
non rispettare il criterio altimetrico imposto in precedenza: almeno 500 metri sul livello
del mare. Intanto l'Idv provaa rimpinguare il pacchetto con una serie di
emendamenti giudicati ammissibili dal relatore: stop alla "legge
mancia"; via i consorzi di bonifica; riduzione dei consigli
circoscrizionali. "Ricordo –esulta Silvana Mura –che la legge mancia
approvata in maggio di quest'anno è costata 17 milioni di euro e che
questo è uno dei provvedimenti meno trasparenti e più
clientelari che ogni anno viene approvato dal Parlamento". Il partito di
Di Pietro chiede inoltre la soppressione dei consorzi di bonifica e, dove non
è possibile il loro azzeramento, la drastica riduzione dei
cda.C'è infine il ritorno ai consigli circoscrizionali solo nelle
città con più di 250mila abitanti, ma sarà possibile
istituirli anche nei comuni tra 100mila e 250mila abitanti purché rappresentino
almeno 30mila abitanti. Non passa invece l'esame di ammissibilità la
proposta sempre dell'Idvdi commisurare i rimborsi ai partiti
non al corpo elettorale ma ai reali votanti. "Questa misura da sola
avrebbe significato risparmi per 50 milioni di euro –ricorda Mura –, ma anche
quest'anno non c'è stata la volontà politica
di approvarla". ESULTANO GLI ENTI LOCALI L'Uncem: è stato un
successo L'Anci: un segno d'attenzione alle nostre richieste L'Idv chiede
l'abolizione della legge mancia.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15 autore: LE CIFRE IN
GIOCO 33,4 milioni Risparmi comunità montane Il taglio al fondo per le
comunità montane per il 2008; dal 2009 la
riduzione sarà di 66,8 milioni 313 milioni Taglio agli enti locali A
tanto ammontano i risparmi annuali derivanti, fra l'altro, dal taglio agli assessori
e dalla riduzione dei gettoni di presenza 250mila Abitanti per le circoscrizioni Un emendamento Idv
chiede di autorizzare i consigli circoscrizionali solo nelle città con
almeno 250mila abitanti.
(
da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
11-12-2007)
LA CURIOSITÀ
Rubata la bicicletta al consigliere Conficoni Non ci sono dubbi sul fatto che
il consigliere comunale diessino (in attesa del gruppo del Pd) Nicola
Conficoni sia uno dei più sensibili in materia ambientale. Non solo.
Sul fronte delle piste ciclabili è al primo posto per impegno e
dedizione, tanto che nei giorni scorsi, insieme all'assessore Ennio Martin e
ad alcuni rappresentanti di "A ruotalibera" ha svolto una accurata
ricognizione dei percorsi cittadini. Sarà per la legge del
contrappasso, sarà perchè oramai questo tipo di furti è
sempre piùgettonato nel capoluogo, resta il fatto che l'altra sera gli
hanno rubato la fedele bicicletta. L'aveva lasciata in stazione visto che
durante il giorno era andato (rigorosamente con mezzi pubblici) ad una
incontro di Legambiente. Quando è tornato a prenderla, però, la
bicicletta era sparita. Rubata, nonostante fosse stata chiusa con tanto di
catena. Uno shock per uno come lui che come mezzo primario di locomozione usa
le due ruote. Non a caso ieri mattina è arrivato in ritardo alla
seduta del consiglio comunale. A quanto pare, però, non sarebbe la
prima volta. Anzi, le due ruote sparite al consigliere
comunale negli ultimi due anni sono tre. In ogni caso Nicola Conficoni non
molla: ha già deciso che ne acquisterà un'altra, utilizzando i
soldi del gettone di presenza. Solo con quelli, però, la bicicletta sarà di
seconda mano, esattamente come quella che gli è stata rubata.ldf.
(
da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
11-12-2007)
Progetto della
Comunità Montana Comuni in rete per Prg e catasto Investimento di 300mila euro Vittorio Veneto(L. A.) Comuni "in
rete" per una migliore gestione del territorio. Mentre lotta per la sua
stessa sopravvivenza (nei giorni scorsi il consiglio ha approvato il
dimezzamento dei gettoni di presenza dei suoi componenti) la Comunità montana delle prealpi
trevigiane guarda al futuro ammodernando le proprie tecnologie e facilitando
la fruibilità dei dati in esse contenuti. Ieri pomeriggio,
nella sede di via Vittorio Emanuele II a Vittorio Veneto, il presidente
Gianpiero Possamai e i suoi collaboratori hanno presentato e offerto una
prima dimostrazione pratica del nuovo programma Sit (sistema informativo
territoriale) a sindaci, assessori all'urbanistica e tecnici dei Comuni
aderenti. "Si tratta del primo modulo di un progetto più ampio -
ha spiegato Possamai - che vede dieci amministrazioni aderenti e che ha
permesso l'informatizzazione degli strumenti catastali e degli stampati
urbanistici dei piani regolatori generali e delle carte tecniche regionali.
Il tutto con una spesa contenuta per i municipi aderenti", visto anche
il contributo regionale di 200mila euro sui quasi 300mila di costo. Il
progetto vuole fare dialogare in rete gli uffici dei Comuni delle prealpi
trevigiane attraverso moduli autonomi: oltre all'urbanistica, infatti,
l'intendimento è condividere successivamente anche i dati relativi ad
anagrafe e tributi. La prima tappa, presentata ieri, prevede
l'informatizzazione di mappe del catasto e strumenti urbanistici, e la raccolta
ed integrazione dei contenuti informativi e della modulistica on line
attraverso un portale, con servizio di consultazione degli strumenti
urbanistici per uffici comunali e semplici cittadini. Il primo modulo
rappresenta la "base" per la partenza dei successivi e prevede la
costruzione di un'ampia banca dati di basi cartografiche, catasto, strumenti
urbanistici, oggetti territoriali, e in futuro anche attività
produttive e tributi dei comuni aderenti, che per ora sono Follina, Revine,
Miane, Fregona, Cordignano, Refrontolo, Segusino, Sarmede, Cappella Maggiore
e Cison.
(
da "Mattino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
Verzaschi finisce
agli arresti domiciliari ELENA ROMANAZZI Roma. Le dimissioni da
sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi (nella foto), le aveva date
pochi giorni fa. Dimissioni irrevocabili anche dagli incarichi di partito
(Udeur) per motivi "strettamente personali". Si aspettava di essere
rinviato a giudizio, e invece, da ieri, si trova agli arresti domiciliari con
l'accusa di concussione e corruzione. E a leggere l'ordinanza del Gip,
Luisanna Figliola, l'ex sottosegretario dovrebbe ritenersi graziato dal
momento che "la gravità delle rilevate esigenze cautelari"
avrebbe imposto "la custodia cautelare in carcere". L'inchiesta che
vede coinvolto l'esponente dell'Udeur è quella relativo allo scandalo
delle Asl capitoline. La misura cautelare si riferisce al 2003, a quando Verzaschi,
allora in Forza Italia, ricopriva la carica di assessore regionale alla
Sanità del Lazio in quota azzurra, incarico svolto fino al 2005.
Iscritto nel registro degli indagati nel 2006, prima di diventare
sottosegretario alla Difesa nel governo Prodi, finisce nel ciclone dello
scandalo per le confessioni di Anna Giuseppina Iannuzzi, meglio nota come
Lady Asl. La donna racconta agli inquirenti di avergli consegnato 200mila
euro per ottenere l'accreditamento di 188 posti letto del centro romano San
Michele, una struttura di fatto fantasma. Più volte Verzaschi si
è dichiarato innocente di fronte alle accuse di Lady Asl. Ma invano.
La posizione dell'ex sottosegretario si è appesantita nei giorni
scorsi. Questa volta a metterlo nei guai sono state le rivelazioni di Renato
Mongillo, imprenditore, ex dell'Udc e titolare della Security Service.
Secondo la Procura, nel maggio del 2004, la Asl Roma C avrebbe sborsato
più di un milione di euro per crediti e interessi moratori vantati da
Mongillo che avrebbe diviso il denaro con altri indagati (l'inchiesta
coinvolge diverse persone). L'imprenditore incastrato dalle rivelazioni
dell'ex direttore generale della Asl B, Cosimo Giovani Speziale, ha fatto il
nome di Verzaschi ed ha rivelato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e
al pm Giovanni Bombardieri di aver consegnato "spontaneamente 200mila
euro a Verzaschi nel 2004". Questi soldi, secondo Mongillo, avevano lo
scopo di evitare intoppi di natura burocratica in sede di stipula del
contratto per l'aggiudicazione dell'appalto per la messa in sicurezza
dell'ospedale San Giovanni. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip
scrive come nel corso dell'istruttoria siano emerse a carico di Verzaschi
"condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento
dell'attività d'ufficio, strumentalmente utilizzata per conseguire
profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui
sprechi sono ala base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti
del Servizio Sanitario Nazionale". In particolare - secondo il gip
Figliola - "l'ampio arco temporale, il coinvolgimento degli organi
direttivi della regione, il conseguimento da parte dell'indagato di
denaro di provenienza illecita, la sottrazione di enormi risorse", sono
tutti elementi che "rendono evidente la pericolosità
dell'indagato". Le dimissioni non sono bastate. Il legale Fabrizio
Lemme, ha annunciato che contro il provvedimento farà ricorso al
Tribunale del Riesame. E l'ufficio politico dell'Udeur esprime solidarietà
a Verzaschi "nella certezza che le indagini della magistratura faranno
completa chiarezza sulla vicenda, dimostrando la sua totale estraneità
ai fatti".
(
da "Giornal.it" del 11-12-2007)
15.19.52 Un
Comitato per la sicurezza sul posto di lavoro, contro il lavoro
"cinesizzato" "Che schifo signori, che schifo". Tra i
pochi commenti locali sulla tragedia degli operai di Torino - per molto meno
la posta elettronica delle redazioni alessandrine vengono intasate di email
dove tutti vogliono dire la loro - spicca quella di Roberto Crispino,
Segretario Partito dei Comunisti Italiani Sezione di Alessandria che si
esprime senza mezzi termini su quello che molti hanno definito un omicidio
premeditato. "Questi ragazzi (il più anziano ha 54 anni!)",
dice Crispino, "Si trovavano sul posto di lavoro quattro ore oltre la
fine del loro orario lavorativo! Questi ragazzi non facevano quattro ore di
straordinario ogni giorno per sete di denaro. E fra sei mesi sarebbero
rimasti senza un lavoro in quanto la ThyssenKrupp di corso Regina Margherita,
400 a
Torino nella metà del 2008 avrebbe chiuso per trasferirsi a
Terni". Di fronte alla tragedia stride il freddo distacco teutonico:
"Dall'alto delle loro costose ville germaniche i titolari dell'azienda
ThyssenKrupp dagli antenati dalle, neanche troppo velate, simpatie naziste
potrebbero essere chiamati a rispondere della sciagura che vede protagonisti
sette poveri operai italiani che hanno come unica colpa quella di pretendere
un lavoro per sfamare le proprie famiglie, come costituzione repubblicana
prevede". Per il Coordinamento Provinciale C.U.B. parlano Pier Carlo
Brina e Giovanni Maccarino: "La strage all'acciaieria Thyssen-Krupp ha
portato ancora una volta all'attenzione generale la tragedia degli omicidi
sul posto di lavoro. In questo momento, il rischio più grosso, per un
sindacato come la C.U.B., è quello di confondere la propria voce con il
fiume di "lacrime di coccodrillo" che in questi giorni vengono
versate". Per cercare di migliorare la situazione della classe operaia
il Sindacato continuerà a chiedere un forte aumento salariale,
l'abolizione della scala mobile, il superamento del lavoro precario e un
investimento fortissimo per sicurezza e condizioni di lavoro migliore. I
rappresentanti della C.U.B. denunciano anche la situazione nelle fabbriche
della nostra provincia ("e negli enti pubblici"). Sono sempre
più "cinesizzati": "Spesso avviene che i lavoratori
siano ridotti a una tale condizione di paura e di ricattabilità da
impedire loro di esprimere con libertà e chiarezza i problemi che
vivono: non è un caso che, sempre più spesso, giungano al
sindacato segnalazioni anonime e inviti a "fare qualcosa".
Sicurezza sui luoghi di lavoro. In materia di sicurezza suil posto di lavoro
la Provincia di Alessandria oggi ha fatto saperer di aver affidato la
gestione del coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza
in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro al Presidente della
Provincia o ad un assessore delegato. Prima della riforma sanitaria (Legge
833/78), la competenza quale organo di vigilanza era attribuita
all'Ispettorato del Lavoro, per essere, poi, trasferita agli organi delle
Regioni all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, organizzatisi, dopo
vari passaggi amministrativi, nell'attuale struttura delle Asl, peraltro in
fase di revisione. La proposta, ora, è quella di affidare la nuova
funzione al Dipartimento Economia e Sviluppo per le competenze generali sulla
materia lavoro e istituire un Comitato di coordinamento così composto:
presidente della Provincia o assessore delegato con funzioni di presidente
del Comitato; un dirigente della Provincia responsabile della funzione; un
rappresentante della Provincia responsabile della 626; un rappresentante
SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) per ogni
SPRESAL presente sul territorio; un rappresentante della Direzione
Provinciale Lavoro; un rappresentante INPS; un rappresentante INAIL; un
rappresentante dei Vigili del Fuoco; un rappresentante dell'ARPA; un
rappresentante ISPESL; un rappresentante per CLES (comitato per il lavoro e
l'emersione del sommerso); un rappresentante della Commissione Provinciale
per l'emersione del lavoro non regolare. Le funzioni da perseguire
riguarderanno il monitoraggio delle attività di salute e sicurezza sui
luoghi di lavoro svolte sul territorio provinciale, l'individuazione dei
settori prioritari di intervento dell'azione di vigilanza, la proposta di
piani di attività e progetti da attuare a livello provinciale.
Silenzio in Consiglio. Questa mattina il Consiglio
Comunale di Alessandria, prima della seduta, ha osservato un minuto di
silenzio in segno di lutto e solidarietà alle famiglie colpite dalla
tragendia dell'acciaieria. Dai banchi del Pd è stata inoltre avanzata
la proposta di devolvere il gettone di presenza alle
famiglie delle vittime.
(
da "Farmacia.it" del 11-12-2007)
Farmacia.it - 11 dicembre 2007 Secondo il rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) nei mesi gennaio-settembre
del 2007 la spesa pubblica lorda dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è diminuita del 7,7% rispetto allo stesso periodo del
2006. Sono aumentate invece le prescrizione mediche, soprattutto quelle del
sistema cardiovascolare rappresentando il 37% della spesa ed il 49%
delle dosi. A causa poi della crescita della spesa privata per i medicinali
di classe A si è registrato un aumento del 4,3% della spesa a carico
dei cittadini. Ad aumentare sono anche le dosi prescritte (880 ogni mille
abitanti). L'Osservatorio rileva che ad eccezione delle quantità,
tutti gli altri indici riportano una diminuzione: -8,0% i prezzi e -10,5% il
costo medio per giornata di terapia. Inoltre, tutte le Regioni hanno visto un
calo della spesa pubblica di classe A, con una variabilità che va dal
-2,2% del Piemonte a -15,1% del Lazio. L'utilizzo infine dei farmaci
equivalenti è cresciuto del 24,1% rappresentando così circa il
30% del consumo totale. Annalisa De Dominicis.
(
da "LeccePrima.it" del 11-12-2007)
Operazioni false
per ottenere finanziamenti pubblici, in questo caso ben 6 milioni di euro.
L'ennesima truffa operata in provincia di Lecce è stata scoperta dal
Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza di Bari che all'alba di
oggi ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip
Ercole Aprile su richiesta del Pm del Tribunale di Lecce Imerio Tramis. In
carcere sono finiti Salvatore D'Ambrosio, 67 anni e Rosario De Lorenzis, 57,
entrambi di Alliste. Si tratta rispettivamente dell'amministratore delegato
dell'azienda Edinform Spa, con sede a Lecce in via De Simone ed il ragioniere
della stessa società, suo stretto collaboratore. Le altre due persone
colpite dall'ordinanza sono cittadini israeliani, responsabili di una
società di consulenza, al momento irreperibili. Nell'operazione,
denominata "Register", risultano indagate altre 11 persone,
soggetti che a vario titolo, hanno partecipato alla truffa. L'accusa è
di truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni a carico del
bilancio nazionale e comunitario. L'azienda, che non è stata
sequestrata, e che ancora in queste ore è interessata da una serie di
perquisizioni, opera nel settore della fornitura di servizi informatici e
telematici a pubbliche amministrazioni e aziende, nella maggior parte
interessate da esigenze informative per la prevenzione ambientale. Secondo le
indagini la società avrebbe ottenuto indebitamente il finanziamento di
6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200 mila già percepiti. Il
sistema della frode, che è stato accertato attraverso complesse
indagini documentali e bancarie, consisteva nel rendicontare spese superiori
a quelle effettivamente sostenute: in particolare costi di consulenza
gonfiati attraverso fatture false emesse da compiacenti aziende nazionali e
straniere. Secondo gli investigatori un ruolo fondamentale lo avevano i due
cittadini israeliani, uno dei quali noto ricercatore in campo telematico.
Attraverso la loro società producevano la documentazione per ottenere
il finanziamento, intascandone buona parte. Le indagini sono partite nel
dicembre del 2005 e riguardano due importanti progetti di sviluppo
pre-competitivo e ricerca industriale denominati " Wamac"e
"Gamac", finanziati dal ministero delle
attività produttive e dalla regione Puglia rispettivamente nell'ambito
del Pia innovazione (pacchetto integrato di agevolazioni) e della legge
numero 598/94. Entrambi i progetti sono finalizzati alla realizzazione di
sofisticati contatori elettronici in grado di rilevare la lettura a distanza
dei consumi e delle perdite di acqua e gas.
(
da "Asca" del 11-12-2007)
(ASCA)
- Reggio Calabria, 11 dic - ''La dichiarazione dello stato di emergenza socio
sanitaria in Calabria da parte del Governo nazionale e
la nomina di una commissione ministeriale guidata dal validissimo prefetto
Serra indica, evidentemente ed incontestabilmente, l'assoluta crisi del
sistema sanitario regionale; la situazione attuale
segna, ed e' inutile affannarsi in giri di parole, il punto piu' basso della
storia politica ed amministrativa calabrese''. Lo ha
dichiarato Franco Morelli, Consigliere regionale di An. ''Di fatto il Governo
ha proceduto ad un commissariamento dolce - dice Morelli - che certifica
l'inadeguatezza delle scelte sin qui operate in ambito regionale; d'altro
canto quando piu' volte abbiamo sottolineato la necessita' di un governo
della sanita' che necessariamente fosse intelligente, aperto al confronto e
disponibile ai contributi di tutti, non cercavamo di rivendicare alcunche',
molto piu' semplicemente eravamo e siamo coscienti che la sanita' in
Calabria, per una serie di fattori e ritardi storici, necessitasse di una
cura radicale somministrata, pero', con il concorso di tutti e nel pieno
rispetto delle istanze dei territori, dei diritti dei cittadini, delle
migliaia di professionalita' che ogni giorno si affannano nel dare risposte
qualificate e competenti. Invece, abbiamo dovuto subire riforme alla
baionetta, discriminazioni tra settore pubblico e privato, guerre intestine
il cui campo di battaglia e' stato il sistema sanitario.
''Non intendo utilizzare questo commissariamento di fatto - sostiene Morelli
- come occasione di facile polemica, e' evidente pero' che in questi ultimi
tre anni la gestione della sanita' in Calabria e' stata fallimentare e le
decisioni del governo nazionale asseverano questa
considerazione che, tra i cittadini, e' unanimemente condivisa; questa
drammatica crisi dovrebbe indurre alla ragionevolezza, dovrebbe agevolare un
confronto che consenta alla politica, tutta intera,
di scegliere per il meglio, riformare, sanare e fare un passo indietro
rispetto alla gestione''. ''Per quanto ci riguarda, fatta salva la
condivisibile scelta di procedere ad interventi straordinari per la realizzazione
di nuove strutture ospedaliere - conclude Morelli - attendiamo di comprendere
la natura, il ruolo e le funzioni della commissione; in ogni caso, quale che
sia il percorso futuro, alla politica calabrese
spetta oggi piu' che mai l'assunzione di gravose responsabilita', lo si deve
alla Calabria, lo si deve alle vittime che negli ultimi dodici mesi hanno
causato sgomento e dolore ed hanno azzerato la fiducia dei calabresi nel
sistema sanitario. Spero che responsabilmente chi ha
ruoli di governo in questa regione si renda conto che la situazione attuale
non rientra piu' nei canoni di una seppur difficile ordinarieta', siamo
all'emergenza e le risposte non possono che essere il piu' largamente
condivise; e' evidente che, a questo punto, il presidente Loiero dovrebbe
immediatamente aprire un confronto con l'opposizione''. red/sam/lv (Asca).
(
da "Liberazione" del 11-12-2007)
Lady Asl Arresti
domicialiri per Marco Verzaschi (Udeur) ex assessore alla sanità del
Lazio L 'ex sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi, è agli
arresti domiciliari. La misura cautelare sarebbe stata disposta nell'ambito
dell'inchiesta su "lady Asl" avviata dalla Procura di Roma che si
riferisce all'epoca nella quale Verzaschi ricopriva la carica di assessore
regionale alla sanità del Lazio, incarico ricoperto fino al 2005.
Verzaschi, membro della direzione nazionale Udeur,
nei giorni scorsi si era dimesso da ogni incarico di governo. Adesso è
accusato di corruzione e di concussione. La prima accusa si riferisce alla
decisione di accreditare presso la sanità del Lazio il "Centro
romano San Michele" di Anna Giuseppina Iannuzzi protagonista dello
scandalo che ha portato in carcere e sotto processo numerose persone che dice
di aver versato 200mila euro a Verzaschi. L'imputazione di concussione
farebbe riferimento a 200mila euro che l'imprenditore Renato Mongillo,
titolare della "Security Service", ha detto agli inquirenti di
avere versato a Verzaschi nel marzo-aprile del 2004. La concussione sarebbe
scattata perché la procedura di aggiudicazione di un appalto per la messa in
sicurezza dell'ospedale San Giovanni era stata al tempo già
completata. L'intervento, in questo caso, serviva a portarla a termine ed
evitare una possibile revoca del contratto. Per il Gip di Roma Luisanna Figliolia,
"la gravità delle rilevate esigenze cautelari avrebbe comunque
imposto la custodia cautelare in carcere". E tutto ciò, anche per
un "contesto indiziario di particolare gravità". Nell'ordinanza si legge anche come quelle di Verzaschi sarebbero state
"di condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento
dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata per conseguire
profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui
sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti
del Servizio Sanitario Nazionale". 11/12/2007.
(
da "Liberazione" del 11-12-2007)
Finanziaria in Aula
alla Camera, scoppia il caso Coni Servizi Opposizione e Uder si schierano
contro la soppressione della società. Dalla maggioranza giunge
l'invito al governo a non operare "forzature" nel maxi emendamento
in caso di fiducia Romina Velchi La finanziaria debutta in Aula alla Camera.
Ieri è iniziata la discussione generale, che proseguirà oggi;
ma è da domani che l'iter della manovra 2008 entrerà nel vivo,
con l'inizio delle votazioni. Ed è da domani che si capirà se il
ricorso alla fiducia da parte del governo sarà confermato. La
possibilità è nell'aria, visto che i tempi sono molto stretti e
il provvedimento deve necessariamente tornare al Senato. Ma molto
dipenderà dall'atteggiamento dell'opposizione. Dal canto suo, la
maggioranza ha ritirato i propri emendamenti "per favorire un esame
rapido - spiega Antonello Soro, capogruppo Pd - con la presa d'atto del
lavoro fatto dalla commissione bilancio" che "è riuscita a
portare a termine un lavoro di esame di una quantità gigantesca di
emendamenti". Una sottolineatura non casuale, dopo lo strappo operato
dal governo nella vicenda del disegno di legge sul welfare; con la sua
"forzatura" l'esecutivo ha "impedito al parlamento di lavorare
liberamente - commenta Salvatore Iacomino (Prc) - sconfessando la
commissione". Una ferita che ancora brucia. E siccome, nel caso della
fiducia, il governo dovrà preparare un testo ad hoc, ecco che da
più parti, nella maggioranza, viene l'invito a fare riferimento al
testo uscito dalla commissione bilancio e a limitarsi a piccoli ritocchi.
"Non è una finanziaria di svolta - riconosce Andrea Ricci (Prc) -
ma il nostro giudizio sul complesso della manovra è positivo.
Soprattutto è positivo il lavoro svolto dal parlamento, che ha
prodotto significativi miglioramenti rispetto al testo del governo. In ogni
caso - aggiunge Ricci - è la prova che si raggiungono buoni risultati
se il parlamento viene messo in condizione di lavorare senza pressioni e
forzature". Una "finanziaria di transizione", come la
definisce Iacomino, che nel suo passaggio alla Camera si è arricchita
di integrazioni e aggiunte, arrivando così a 213 norme (62 più
del Senato, 116 più del consiglio dei ministri) e aumentando la spesa
di circa un miliardo di euro, sulla cui copertura la maggioranza non ha
dubbi. Il Prc mette l'accento soprattutto sulle norme che specificano meglio
la riduzione fiscale per il lavoro dipendente; sulla detassazione del Tfr
(cioè della liquidazione); sulla stabilizzazione dei lavoratori
socialmente utili nelle regioni di Sud; sul fondo (80 milioni) per la
ristrutturazione e la manutenzione delle reti idriche; sul pacchetto di
interventi a favore del trasporto pubblico locale e ulteriori fondi alle
Ferrovie; oltre, ovviamente, ai provvedimenti già approvati al Senato
e che sono confermati. Se il governo opterà per la fiducia, tutti gli
occhi si sposteranno sulla composizione dei tre maxi emendamenti
"unificati" cui l'esecutivo starebbe lavorando per venire incontro
alle richieste del Quirinale di evitare una "manovra monstrum", con
un solo articolo e migliaia di commi, come quella dell'anno scorso. Ed
è lì, probabilmente, che i nodi verranno al pettine. Se,
infatti, sembra risolto il "caso" della class action (con un
emendamento del governo, la norma è stata resa più coerente,
senza però cedere alla richiesta di Confindustria che la voleva non
reatroattiva), ora si è aperto quello della Coni Servizi. Contro il
provvedimento che sopprime la società si sono schierati l'opposizione
(secondo la quale appesantirebbe ulteriormente i conti del Coni portandolo di
fatto al collasso) e l'Udeur (critico perché la norma provocherebbe un
aumento dei costi a carico dello Stato). "Tutte balle - replica Pietro
Folena - messe in giro artatamente, al fine di proteggere quel buco nero di
sprechi, quel carrozzone inutile e dannoso e forse anche
i relativi gettoni di presenza dei membri del Cda". "La verità è
un'altra - concorda Antonio Ferraro, responsabile sport del Prc - la vera
minaccia alla vita professionale dei dipendenti viene proprio dalla Coni
Servizi Spa". Aperta è anche la questione della rottamazione
delle auto. I Verdi l'hanno osteggiata fino all'ultimo, ma il governo
potrebbe ripensarci: "L'esigenza della rottamazione delle auto
c'è - dice il sottosegretario all'Economia Grandi - Le osservazioni
mosse sono relative all'esigenza di una maggiore caratterizzazione
ambientalista e, quindi, un punto di sintesi è possibile. Del resto
alla Camera, l'accordo è stato mancato per poco, vale la pena di
lavorarci ancora". Così come il governo potrebbe essere tentato
di inserire anche la riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali. Ma
lì davvero si rischierebbe un nuovo "caso welfare".
11/12/2007.
(
da "Sestopotere.com" del
11-12-2007)
(20:24) (11/12/2007
17:29) | ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE: PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE
(Sesto Potere) - Imola - 11 dicembre 2007 - Con il voto contrario di PD, PRC
e IDV, e il voto favorevole di FI, AN, UDC, LN, la Commissione
"Attuazione dello Statuto" ha respinto il Progetto di Legge che
prevede di modificare lo Statuto della Regione abrogando il Circondario
imolese; il documento è stato presentato dai consiglieri Gianni Varani
(FI), Silvia Noè (UDC), Carlo Monaco (PER), Alberto Vecchi (AN) e
Maurizio Parma (LN). Il Circondario imolese è un ente di secondo
grado, che svolge funzioni di pianificazione sovracomunale e amministrative
in parte delegate dalla Provincia e in parte dai Comuni aderenti (Borgo
Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro
Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Medicina e Mordano). L'esistenza del
Circondario è sancita da due norme regionali: lo Statuto (art. 26), su
cui insiste questo PdL, e la Legge 6/2004, su cui agiscono altri due PdL,
all'esame della Prima Commissione. Il relatore di questo provvedimento,
Gianni Varani, ha ricordato la petizione popolare per rimettere in
discussione l'esistenza del Circondario, sulla quale sono state raccolte
oltre 2000 firme. Ciò dimostra che c'è un sentimento popolare
molto diffuso, un giudizio negativo verso il Circondario: un ente che non
rappresenta una semplificazione e un risparmio, nell'ambito della Pubblica
Amministrazione, anzi opera come soggetto aggiuntivo rispetto alla pesante
piramide istituzionale costituita da Comuni, Comunità montante e
Provincia (senza dimenticare le associazioni di Comuni, i "tavoli"
di confronto a vari livelli, le conferenze territoriali). La definizione dei
confini e delle competenze appare tutt'altro che chiara, permanendo oggettive
duplicazioni rispetto alla Provincia. In un contesto di federalismo
avanzante, ha aggiunto il consigliere, mentre si assiste a un processo
costituzionale di delega di responsabilità e poteri ai Comuni, il
Circondario imolese funziona sulla base della sottrazione di competenze.
Infine, la proposta di abrogazione del Circondario vuole essere una concreta
risposta alle polemiche sui costi e sugli sprechi della politica,
poiché questo ente costa circa due milioni di euro ogni anno. Netta
contrarietà alla soppressione del Circondario è venuta da
Daniele Manca (PD), secondo il quale si tratta di una proposta che intende
cavalcare l'onda dell'antipolitica. In
realtà, si tratta di un territorio con centoventimila abitanti dalla
forte identità territoriale, ed è populismo parlare di
sopprimerlo da parte di soggetti politici che, mentre erano al governo, hanno
istituito nuove Province, ben più costose. Il Circondario sta dimostrando
di essere uno strumento utile per la semplificazione e il riordino
istituzionale, ha aggiunto Manca; si tratta dell'unico ente di secondo grado
nel quale sono rappresentate anche le minoranze, dove si è già
sperimentata la programmazione integrata delle politiche sanitarie e sociali
e si sta definendo un Piano Strutturale sovracomunale, con un forte risparmio
dei costi, altrimenti sostenuti dai singoli Comuni. Piuttosto, se nessuno
alzerà la bandiera del campanilismo, si può andare nella
direzione dell'accorpamento dei Comuni nella vallata del Santerno. Alberto
Vecchi (AN) ha ricordato il PdL di cui è primo firmatario, che punta a
consentire ai Comuni di recedere dall'adesione al Circondario, auspicando che
venga approvato dall'intera Assemblea. Solo AN, ha aggiunto, è stata
finora esplicita con la proposta di costituire un Comune unico nella vallata
del Santerno (ipotesi che coinvolge Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel
del Rio e Fontanelice). Ma anche in questa prospettiva, il Circondario
sarebbe un ente inutile, e ci si dovrebbe chiedere perché sia stato istituito
solo nell'imolese e in un nessun'altra parte del territorio regionale. Per
Paolo Nanni (IDV) è evidente la specifica identità del
territorio imolese. Convinto che si debba andare verso la riduzione degli
enti di secondo grado, il consigliere ha affermato che la Finanziaria sta
avviando una positiva razionalizzazione. Nanni è favorevole a
proseguire nell'esperienza del Circondario, almeno fino a quando non saranno
definiti i confini della Città metropolitana di Bologna. Silvia Noé
(UDC) ha definito molto deboli le giustificazioni all'esistenza del
Circondario. Quanto ai costi della politica, ha
detto che chi sostiene il governo Prodi non può dare lezioni di
coerenza, in quanto si tratta dell'organismo più numeroso
del dopoguerra. Finora, in tre anni, iI Circondario ha prodotto dei costi
senza che i cittadini ne abbiano ricavato benefici tangibili. Infine,
Gabriella Ercolini (PD) ha affermato che la riduzione dei costi della politica deve essere una conseguenza della razionalizzazione delle
istituzioni: l'esperienza del Circondario le appare come un
investimento da valutare con attenzione. Impossibile negare che vi sia una
specificità, stratificata da decenni, dell'area imolese; anche a suo
parere, si tratta di procedere sulla strada dell'abolizione delle
associazioni dei Comuni e puntare all'aggregazione del Comune unico nella
valle del Santerno. Dopo questo voto negativo in Commissione, l'argomento
verrà iscritto all'esame dell'Aula non appena la Prima Commissione
avrà ultimato l'esame dei PdL che le sono stati assegnati.
(
da "Provincia di Sondrio, La" del
11-12-2007)
Quell'Italia
sprecona degli enti locali "Sprecopoli" di Porro-Cervi e
"Impuniti" di Caporale: inchieste sugli sperperi della politica
sulla scia del best seller "La Casta" Il
buco nero è in provincia. La storia: in Aspromonte (a 2500 metri) 500 mila
euro per comprare cammelli, poi morti di freddo Se è vero che la
provincia è il vestito nel quale gli italiani sembrano trovarsi
più a proprio agio, è proprio nell'amministrazione locale che
le cifre dello spreco della politica impressionano. Potenza dei numeri. I
circa 9mila enti locali del Belpaese, fra comuni, comunità montane,
consigli circoscrizionali e regioni, costano 1.234 milioni di euro l'anno,
relazionano Mario Cervi e Nicola Porro nel loro Sprecopoli (Mondadori). E Gian Antonio Stella e Roberto Rizzo aprono La Casta (Rizzoli) con
"la pianeggiante Comunità montana di Palagiano che svetta a 39 metri sul mare",
le comunità montane, scrivono i giornalisti de Il Corriere della Sera,
"possono aiutare forse meglio di ogni altra cosa a capire come una certa
politica, o meglio la sua caricatura obesa, ingorda e autoreferenziale
sia diventata una Casta e abbia invaso l'intera
società italiana". Antonello Caporale, cronista politico di La
Repubblica, nel suo Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e
felice (Baldini Castoldi Dalai) racconta fra le altre, di uno studio sulla
castagna di Montella, in provincia di Avellino, costato circa 70mila euro. E
che dire poi "del ciclo dei rifiuti in Campania costato 8 miliardi di
euro, compresa raccolta ordinaria e straordinaria". A partire dal
fenomeno editoriale de La Casta, un milione di copie
vendute dal 2 maggio scorso, sul quale si sono sprecati fiumi di parole - su
tutti si ricordi Sergio Romano secondo il quale il libro potrebbe essere
ciò che l'arresto di Mario Chiesa fu per lo scandalo Tangentopoli - il
tema dei costi della politica è diventato argomento di libri-inchiesta.
Prodigio di inesauribilità della materia, sciatteria giornalistica
nell'aver sin ora portato a galla fenomeni isolati senza mai tentare la
quadratura del cerchio o elementi di una bora di antipolitica dal basso,
cavalcata in libreria? Caporale chiarisce subito: "l'antipolitica
è una sorta di moto plebeo, il liquidare tutto come un gran magna
magna. Lo stesso "Vaffa" di Grillo che
significa? Non vuol dire nulla. L'antipolitica è un movimento
populista nel quale però si fa ricorso alle stesse tecniche della
politica. Ciò che ho voluto portare a galla sono invece i costi
sociali della mala politica". L'idea che l'industria editoriale marci su
un sentimento diffuso di disamore per la classe che sta al potere, di una
sorta di bulimia dei lettori per storie di mala gestione, iperboli a un tempo
spassose e amare, sta stretta anche a Nicola Porro: "Noi abbiamo fatto
un lavoro diverso da La Casta, abbiamo
sistematizzato i diversi ambiti e ne abbiamo tracciato un quadro: basta
scorrere l'indice per rendersene conto. Si comincia con Quirinale, poi
Parlamento, Palazzo Chigi, enti locali, regioni, sanità, province,
comuni?". C'è un lato quasi da barzelletta nelle modalità
e nelle proporzioni con cui si gettano via i contributi pubblici. Racconta
Caporale: "Il direttore del parco dell'Aspromonte, per attrarre turisti,
decide di comprare cammelli e altri animali esotici: pappagalli, iguane.
Spesa: 500mila euro. Ora, in Aspromonte, a 2500 metri, fa
decisamente freddo e quindi i poveri animali muoiono per il gelo, le stufe
che dovrebbero scaldarli fanno ben poco". Si chiede poi il cronista di
Repubblica: "Chi paga per quest'idea assurda? Perché nessuno ha detto a
questo tizio che non si può fare un'operazione simile".
C'è insomma, rileva Caporale, una spesa enorme inutile o dannosa,
fiumi di denaro pubblico mal incanalati: "Che senso ha fare che una
piccola città faccia 50 giorni di rassegna estiva gratuita invitando
grandi nomi della musica? Non è meglio aumentare i turni in ospedale,
stanziare delle borse di studio per gli studenti universitari?". Eppure
talvolta certi progetti bislacchi si riescono a fermare per tempo: sempre in
Calabria, da conto Sprecopoli, complice la Corte dei Conti nel 2007 è
stata bloccata l'istituzione di un nuovo ente deputato all'"accertamento
delle specie di tartufo" e dell'"idoneità dei raccoglitori
di tartufi". E pazienza se per un onorevole il Darfur è "uno
stile di vita", per un altro Guantanamo è in
"Afanistan" e Mandela un "sudamericano", nel profondo gli
italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori. "In meno di un
anno e mezzo in Lombardia - scrivono Porro e Cervi - sono state strutturate
12 supermissioni: dagli Stati Uniti al Senegal, dall'Australia alla Cina. Il
presidente della giunta lombarda Roberto Formigoni ha incontrato 15 capi di
Stato e ai suoi critici, in una nota ufficiale, ha con orgoglio ribadito
questo diritto diplomatico ribaltando l'accusa allo stato centrale che
avrebbe "una scarsa iniziativa sul piano internazionale"".
Questa spinta ad allacciare relazioni con l'universo mondo capita che rasenti
il parossismo arrivando a giustificare un viaggio lombardo per le notti
bianche di San Pietroburgo. Anche se è la Sicilia la regione che
più ha assecondato questa spinta esterofila: fra le altre si ricordi
"Agrigento Sviluppo", partecipata alla provincia sicula, nata nel
1999 ma che ha al suo attivo un corso di formazione on line per i nipoti dei
siciliani emigrati in Argentina e Uruguay. Ad oggi ha maturato un buco di
540mila euro. Scorrere le pagine di questi libri, dove si susseguono
fittamente numeri, storie sul filo fra commedia dell'italietta e disgusto, si
è assaliti da una sorta di labirintite, dalla sensazione di trovarsi
in un groviglio abnorme. La ricetta di Cervi e Porro è di tagliare la
spesa, unico modo, a loro giudizio, per impedire sprechi. Quella di Caporale
è invece, far si che questi amministratori che scialacquano i soldi
pubblici, non restino per l'appunto, Impuniti. Come? "Istituendo anche
in Italia un organo, come l'americano Government account ability office, che
verifichi il risultato di quanto è stato speso. In Italia non esiste
una resa del conto, così chiunque sperperi non si sente responsabile e
resta impunito. In secondo luogo, va potenziato il ruolo di controllo della
Corte dei Conti. La spesa pubblica è appesantita da investimenti
inutili: bisogna ridurre a uno stato fisiologico lo spreco. E da ultimo, come
cittadini dobbiamo mantenere una vigilanza attiva sull'operato dei nostri
amministratori". Silvia Ortoncelli.
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 21:24
Anche Grazia Francescato replica: io rappresentante della Camera Roma, 11
dic. (APCom) - Dopo quella del ministero dell'Ambiente arriva la smentita
anche di Grazia Fracescato tirata in ballo dall'editoriale di Piroso e
'computata' tra i 48 delegati - comunque negati - della rappresentanza
italiana al convegno di Bali. "Si precisa - si legge in una nota - che
Grazia Francescato sta partecipando all'importantissima Conferenza Mondiale
sul clima di Bali in rappresentanza della Commissione Ambiente della Camera
dei Deputati e non al seguito del ministro Pecoraro Scanio, che tra l'altro ha viaggiato su normali voli di linea e non di
Stato, come erroneamente lasciato intendere dal servizio de La7. I Verdi, che
da sempre si battono per la trasparenza e l'abbattimento dei costi della politica, daranno mandato all'ufficio legale per verificare
l'opportunità di azioni legali".
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 21:07
Presenti 18 persone, non 48. Dimezzata delegazione rispetto a '05 Roma, 11
dic. (APCom) - Cortese smentita ha chiesto e smentita ha avuto. L'editoriale
de La 7 a
firma di Antonello Piroso e centrato sulla 'super-delegazione' che starebbe
accompagnando il ministro Pecoraro Scanio a Bali, raccoglie infatti la
piccata replica del Ministero dell'Ambiente che spiega che "quanto
affermato dal tg di La7 è privo di fondamento. Il ministro
dell'Ambiente - viene affermato in una nota - non ha portato con sé una
delegazione di 48 persone". "A questa importantissima conferenza
che dura 2 settimane (dal 3 al 14 dicembre) cui
partecipano i ministri dell'Ambiente di 190 Paesi perché in gioco c'è
la trattativa mondiale per il taglio delle emissioni di Co2 - prosegue la
nota - il ministero dell'Ambiente ha partecipato con una delegazione di 18
persone, riducendo in pratica della metà la precedente delegazione di
Montreal 2005, quando partecipò con 30 delegati. Inoltre, per
quanto riguarda il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare non c'è stato alcun volo di stato. Lo stesso Ministro - viene
sottolineato - è giunto a Bali con un volo di linea". "Il
numero di 48 persone - prosegue la nota - comprende tutti gli accrediti
richiesti per la Conferenza. Ogni istituzione o organizzazione provvede
autonomamente ed in maniera indipendente all'organizzazione delle trasferta
ed alle copertura delle spese. E' scorretto - conclude - affermare il falso,
per questo il Ministero dell'Ambiente valuterà tutte le azioni, anche
legali, per ripristinare la verità".
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 20:26 Editoriale
di Piroso: mi attendo cortese smentita... Roma, 11 dic. (APCom) -
"Potremmo sapere se risponde a verità che il ministro Alfonso
Pecoraro Scanio, accompagnato dal sottosegretario Paolo Cento e dalla
parlamentare Grazia Francescato, si è recato a Bali per il summit
mondiale sul clima capeggiando una delegazione composta da oltre 40 persone
(per la precisione, sarebbero 48)?". Se lo chiede il TGLA7, che ha
dedicato alla questione la copertina dell'edizione delle 20 di questa sera.
"Si attende - chiude l' editoriale del telegiornale diretto da Antonello
Piroso - cortese smentita". "Ve la ricordate - sostiene all'inizio
il servizio - la formidabile battuta di Andreotti sul numero dei componenti
della delegazione italiana per il primo viaggio a Pechino di un presidente
del Consiglio nostrano? "Sono qui in Cina con Craxi e i suoi cari".
All'aeroporto di Pechino, il 29 ottobre 1986, accanto ad Andreotti (con
cinque persone al seguito) e alla moglie Livia si materializzò infatti
una allegra tribù intorno a Bettino Craxi e sua moglie Anna. Totale
dei famigli: cinquantadue persone". "Qui non si vuole certo
rinfocolare le polemiche sui costi della politica e
su una certa disinvoltura della 'casta' - dice ancora la copertina del TGLA7
- né tirare in ballo i voli di Stato con annesse polemiche sugli usi e
costumi bertinottiani, mastelliani e rutelliani (gli interessati hanno sempre
sottolineato di essersi attenuti rigorosamente alle norme che ne
regolamentano l'utilizzo, e non abbiamo motivo di dubitarne), tanto più
che nella precedente legislatura berlusconiana la cifra spesa sarebbe stata
di molto superiore, e così via". E "neppure - conclude - si
vuole fare una difesa corporativa, avendo deciso il nostro governo che i
giornalisti e i foto-cineoperatori viaggianti per servizio su voli di Stato
al seguito delle autorità istituzionali dovranno pagare un
ticket".
(
da "Giornale di Calabria, Il" del 12-12-2007)
Loiero interviene
su quelle nella sanità. Lamonica, Borrello e Tassi chiedono maggiore
competenza ROCCA IMPERIALE. "Non ci saranno nomine per la sanità
domani (oggi per chi legge)". Lo ha detto il presidente della Regione
Agazio Loiero all'AGI. "Anche alla luce di quello che è successo
nei giorni scorsi - ha spiegato - voglio fare insieme alla giunta una
riflessione più profonda per vedere in quale misura, in un tema
così complicato e delicato come la sanità, si possa coniugare
il massimo di novità e il massimo di efficienza, superando schemi che
spesso sono apparsi obsoleti". "La Giunta regionale deve nominare i
Direttori Generali delle Aziende Sanitarie scegliendoli esclusivamente su
criteri di competenza e professionalità e non per appartenenza politica. Lo si deve ad Eva, Federico, Flavio ed alle
centinaia di persone che aggiungono ogni giorno al dolore della malattia la
tragedia di incontrare un sistema disorganizzato, inefficiente e che sta
sempre più perdendo credibilità". È quanto si legge
in un comunicato di Vera Laconica, segretaria generale della Cgil Calabria.
"Lo si deve - aggiunge - anche agli operatori che lavorano in condizioni
a volte proibitive che mortificano esperienze e professionalità e
comportano demotivazione e disagio di cui, insieme al caos organizzativo,
alle deficienze strutturali, all'improvvisazione nell'organizzazione
aziendale e del lavoro, fanno le spese i pazienti. Quello che sta accadendo
sotto gli occhi di tutti è l'aprirsi di una drammatica frattura tra i
cittadini, che esprimono paura e diffidenza rispetto ad un sistema che nega
diritti e produce insicurezza anche sulla qualità delle risposte, e
gli operatori, soprattutto i medici, che diventano bersaglio di un giudizio
liquidatorio e di un'aggressività diffusa, anche quando non motivata,
come è possibile sperimentare ad esempio in ogni Pronto soccorso. Il
protrarsi di questo stato di cose - continua - ucciderebbe in via definitiva
il sistema pubblico perché gli toglierebbe la credibilità necessaria
anche per riformarsi e correggersi e stimolerebbe ulteriori fughe, con
ciò aggravandone la tenuta finanziaria ed indebolendone la
capacità di attrarre e trattenere professionalità forti.
È giusto l'intervento strutturale sui quattro nuovi ospedali con le
modalità straordinarie concordate con il ministro Livia Turco, ma
è necessario procedere rapidamente ad una vera discussione sul Piano
Sanitario ed all'approvazione di un testo che dia certezza di innovazione,
razionalizzazione e investimento sull'adeguamento tecnologico, la
qualità degli ospedali, i servizi territoriali, la rete
dell'emergenza, l'integrazione socio-sanitaria. Ma i processi di costruzione
della qualità - fa rilevare - non hanno un'ora X né un testo
miracoloso, partono dal controllo e dall'organizzazione di ogni prestazione
che, per essere ottimale, ha bisogno di un contesto complessivo che funzioni
e sia organizzato avendo al centro l'interesse e il benessere del
paziente". "Per questo - aggiunge - bisogna iniziare dalla testa:
dirigenti adeguati che non debbano rispondere a nessuna esigenza politica, e che quindi sappiano scegliere a loro volta
direttori e primari in base al loro documentato valore ed a null'altro; che
decidano di non aprire reparti e servizi palesemente inadeguati solo per
incentivare nomine e prebende; che denuncino le interferenze e le pressioni
ed anche le omissioni e le compromissioni che corrompono il sistema
dall'interno. Insomma scegliere un modello, tutto da costruire, di Aziende
che producano salute e non affari, consenso politico, carriere e clientele.
Anche gli operatori, la maggior parte dei quali dà impegno ed ha
professionalità, devono fare la loro parte soprattutto pretendendo che
sia restituito valore al loro lavoro con una contrattazione non individuale
ma collettiva in cui il merito e la dedizione siano riconosciuti. Solo in
Calabria può accadere che sia il sindacato a denunciare gli
imboscamenti di personale, i favoritismi, le cordate dell'inefficienza e che,
quelle che dovrebbero essere le controparti attente all'interesse generale,
siano invece coloro che usano a fini di potere il governo del
personale". Dal canto suo il consigliere regionale dell'Udeur, Antonio
Borrello, ha presentato una proposta di legge per modificare ed integrare la
legge regionale numero 11 del 19 marzo 2004 nella parte relativa alla nomina
di direttori generali, amministrativi e sanitari nelle Asp. Lo rende noto, in
un comunicato, lo stesso Borrello. "Gli ormai troppo frequenti casi di
malasanità - scrive Borrello - aggravano la fragilità di un sistema
sanitario sul quale occorre intervenire con urgenza
per tentare di farlo assurgere a dignità in termini di efficienza e
qualità dei servizi dentro un modello organizzativo più
coerente con la domanda di "salute sicura" che proviene dalla
società calabrese. Se gli strumenti di pianificazione e di indirizzo
non sono accompagnati da scelte drastiche ed innovative in ordine alla nomina
di direttori generali, direttori amministrativi e sanitari svincolati
definitivamente dalla discrezionalità della politica
di governo, difficilmente potremo aspirare a vedere realizzati gli obiettivi
da tutti auspicati". "C'é necessità - prosegue - di disporre
di management aziendali le cui esperienze, titoli, capacità
sperimentate e referenze siano preventivamente passate al vaglio rigoroso di
esperti di conclamata professionalità, estranei alla Regione, capaci
di mettere a disposizione della Giunta regionale il meglio di cui dispone la
società. Non se ne esce più se si continua a perseverare su
impostazioni in cui l'appartenenza politica è
stata sempre anteposta alla meritocrazia, sfuggendo, così,
all'imperativo categorico di obbedire alla ferrea regola secondo la quale con
la salute della gente è vietato trastullarsi". "La proposta
di legge, - conclude Borrello - composta di appena 2 articoli, persegue
l'obiettivo di reinventare le modalità di scelta, rimuove la
discrezione, e viene sottoposta in maniera aperta alla valutazione dei gruppi
consiliari e dell'intero Consiglio regionale, affinché, anche attraverso le
modifiche ed integrazioni ritenute idonee per ottimizzarne i contenuti, possa
essere approvata con urgenza per poter essere utilizzata sin da subito in
vista delle nuove nomine da farsi". Tra le proposte, quella relativa
alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e
delle Aziende ospedaliere la scelta da effettuarsi "con provvedimento
della Giunta regionale sulla scorta della proposta formulata da una
Commissione di tre esperti, esterni alla Regione, appartenenti al mondo
accademico e scientifico, che effettua una rigorosa valutazione dei curricula
e delle esperienze maturate dei partecipanti alla Manifestazione di interesse
da indire con la più ampia pubblicizzazione". "Il ministro
della salute, Livia Turco, finalmente, dopo la tragedia della giovane Eva
Ruscio, sembra aver compreso la gravità della situazione della
sanità nella nostra regione". È quanto afferma in una nota
il coordinatore provinciale della Sinistra Democratica di Vibo Valentia, Pino
Tassi, secondo il quale i prossimi "Direttori generali in tutta la
Calabria deve avvenire attraverso un concorso nazionale".
"Le dichiarazioni di ieri - prosegue - e i primi provvedimenti vanno
nella giusta direzione perché se è giusto da un lato accertare le
responsabilità individuali dei medici e altrettanto necessario
individuare le responsabilità politiche del degrado della
sanità in Calabria. Il degrado della sanità é innanzitutto un
degrado morale e di valori. Il segnale che la classe medica e sanitaria ha
ricevuto in Calabria (ma non solo) è che per fare carriera, per essere
premiati, non serve tanto essere bravi, capaci, professionali, ma essere
ossequiosi e appartenere possibilmente a lobbyes, partiti, logge massoniche.
Questa è la responsabilità principale della classe politica calabrese prima del centro destra e in questi
anni del centro sinistra che non ha avuto la capacità e la forza di
far valere le professionalità e le competenze. Ecco perché il nocciolo
del problema è quello delle nomine dei Dirigenti generali, sanitari, tecnici, dei primari, dei responsabili dei
dipartimenti e giù a scendere. Il criterio di nomina di questi anni
è stato sempre quello dell'appartenenza politica, della
fedeltà, dell'ubbidienza. Questo criterio ha portato spesso a nomine
discutibili, non all'altezza del compito, in pochi casi a scelte buone".
"La scelta - aggiunge Tassi - di commissariale le Aziende sanitarie
provinciali in Calabria è stata una scelta infelice che ha portato ad
una ulteriore destabilizzazione ed è stata praticata solo per
questioni di lotte politiche interne al PD. Se il Presidente Loiero vuole
cambiare rotta realmente, vuole rendere la sanità funzionale ed
efficiente deve fare atti concreti".
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 294, pag. 7 del 12/12/2007
Autore: di Pierre de Nolac Visualizza la pagina in PDF
Indiscreti Bernabè va dalla Gdf, ma per parlar d'arte Ieri mattina
Franco Bernabé si è presentato alla Guardia di Finanza: nel Museo
storico, quello situato nella romana piazza Armellini. Non si trovava
lì in qualità di "numero uno" di Telecom Italia,
bensì del Mart, l'istituzione museale di Trento e Rovereto dedicata
all'arte contemporanea. Scortato dal critico d'arte Achille Bonito Oliva,
Bernabé era atteso dai vertici della Gdf, a cominciare dal comandante
generale Cosimo D'Arrigo. Motivo ufficiale della visita, l'inaugurazione
della mostra di Geo Casolaro intitolata "Permanente presenza.
Immagini di vita della Guardia di Finanza in Trentino Alto Adige".
Bernabé, che non dimentica mai di essere nato in quelle terre di confine,
commentava le fotografie che presentavano parti d'epoca con immagini attuali,
per evocare i "luoghi della memoria umana e professionale dei
finanzieri". Alla fine della lunga visita nelle sala dell'esposizione,
tutti sono tornati a salire le scale per arrivare all'appuntamento con il
"vin d'honneur" per i pochi, scelti invitati. Con il volto di Bernabé
che era davvero soddisfatto. I Santoriani, censori della Casta, in Mercedes
La scena non è passata inosservata: nel traffico del centro storico
romano, ieri mattina, una Mercedes munita di autista scarrozzava uno dei
fedelissimi di Michele Santoro. Sì, Sandro Ruotolo, a bordo dell'auto
tedesca si faceva portare in giro, sempre con l'orecchio destro attaccato al
telefonino. "Annozero", la trasmissione che denuncia lo stato di
povertà dell'Italia, "dalla parte dei lavoratori", non
rinuncia certo alle comodità. E Ruotolo è stato anche
"invidiato" da alcuni parlamentari, già messi all'indice per
essere protagonisti dei privilegi della casta. E a pochi metri dalla
Mercedes, a piedi c'era il presidente della commissione Cultura della Camera,
Pietro Folena: elegantissimo come sempre, in via della Colonna Antonina era
intento a compiere una lunga conversazione telefonica, munito di occhiali
Ray-Ban dalle lenti color verdi bottiglia per non farsi riconoscere. Solo che
erano talmente scure, quelle lenti, che per digitare i numeri sulla tastiera
Folena si doveva continuamente togliere e rimettere gli occhiali per riuscire
a indovinare le cifre_ L'agnellino Bonino che piace tanto alle Bcc è
stata premiata con una "melagrana", Emma Bonino, ieri nel corso
dell'assemblea delle Banche di Credito Cooperativo, all'Auditorium: e
"circondata" com'era da una maggioranza assoluta di cattolici
osservanti, non ha certo parlato male della Chiesa. Nessuna accusa al
Vaticano, ma solo una difesa "a spada tratta" delle donne, puntando
il dito su come la televisione tratta l'altra metà del mondo. In
particolare, la Bonino se l'è presa con le pubblicità, a
partire da quella di una nota marca di caffè: ma sulla religione nulla
di ostile è uscito dalla sua bocca. Anche per la gioia di monsignor
Rosso, il mitologico “don Checco”, presente nella sala accanto ai banchieri
più in vista del mondo della cooperazione. è lui che la
trasmissione di Milena Gabanelli, "Report", ha cercato di
intervistare sui temi dell'etica nel mondo delle coop bianche. Era lì,
tranquillo come sempre, pronto a dispensare consigli a chiunque, e ad
osservare con attenzione come si comportava la Bonino. "Quando si tratta
di affrontare il nemico i radicali diventano degli agnellini", diceva
soddisfatto uno dei “big” delle Bcc italiane. Di Pietro è cotto per
Ilaria D'Amico "Sì, Tonino è proprio cotto per la
D'Amico", dice un amico molto chiacchierone, del ministro delle
infrastrutture Antonio Di Pietro. E la stessa fonte racconta che in privato
l'ex pubblico ministero di Mani Pulite elogia la conduttrice di La7, con
superlativi assoluti che dedica solo a lei. Fatto sta che Di Pietro non sa
dire di no agli inviti che provengono dalla redazione di Ilaria D'Amico, e
quando c'è una proposta di partecipare alla trasmissione del lunedì
sera non si tira indietro, anzi. L'ultima puntata ha regalato la visione del
ministro che seguiva passo passo, estasiato, le parole della conduttrice.
"Eh, Tonino se la mangia con gli occhi, la D'Amico, diventa un galletto
quando si trova lì nello studio televisivo, a pochi centimetri di
distanza: c'è da capirlo. Ma ci pensate a candidare una come
lei?", continua a dire l'amico del ministro di Montenero di Bisaccia.
Altro che Clemente Mastella, che ha dovuto affrontare Maurizio Crozza,
domenica sera, sulla stessa rete tv. Furio Colombo poeta per Citto Maselli Si
sa, quello delle poesia è il genere letterario più "gettonato" per scrivere nero su bianco il proprio amore
alla persona amata. Normalmente gli uomini le dedicano alle donne, e
viceversa: Furio Colombo ha fatto di più. L'ex direttore de
l'Unità ha pubblicato proprio sul giornale fondato da Gramsci la
poesia che ha scritto in occasione del compleanno numero 77 del regista Citto
Maselli. Nemmeno la metrica viene rispettata dal senatore: "Uno
è qui per dire bravo ad un uomo amato e raro che nel clima un po'
pesante sembra un Fred Astaire danzante", scrive Colombo. Ovviamente,
Furio se la prende con i "teodem" pure quando verga una poesia ad
un amico: ecco così il passo nel quale dice che "l'Europa invasa
dagli zingari e recchioni, è una sfida ed una pena per la fede
ultraterrena. Ed allor con uno scatto la Binetti dà di matto: vota un
forte ben servito ad un mondo ormai invertito".
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 294, pag. 5 del 12/12/2007
Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF
I tecnici del ministro Santagata già al lavoro per dare
attuazione alle misure previste Politica, costi a discesa lenta Cambiata la
manovra, nessun taglio scatterà dal 1° gennaio Gli articoli ci sono,
la Finanziaria del 2008 sarà approvata salvo sorprese prima della
pausa natalizia, ma il primo gennaio non succederà nulla. Brindisi e
botti a parte, perché il taglio dei costi della politica inserito nella manovra di bilancio dell'anno prossimo
comincerà a produrre effetti, se tutto andrà secondo i piani di
palazzo Chigi, nella seconda metà dell'anno. I tecnici del ministro
dell'attuazione del programma, Giulio Santagata, hanno cominciato a discutere
dei tempi di attuazione della misure per contenere i costi della politica proprio
in questi giorni. Ma per ora, del diman non c'è certezza. O meglio,
l'unica certezza è il fatto che nella Finanziaria, comunque vadano le
cose, quei provvedimenti ci saranno. "In questi giorni abbiamo dovuto
occuparci del fatto che tutte le norme contenute nel disegno di legge
Santagata rimanessero nel testo in discussione alla camera", spiega un
portavoce. "Da domani comincerà il monitoraggio per garantire
l'attuazione dei provvedimenti". Un lavoro che richiederà tempi
non brevissimi, anche in considerazione del fatto che gli interventi
delineati dalla manovra sono molti. C'è la riduzione della cilindrata
media delle autoblù a 1.600 cc. E c'è anche la sforbiciata,
20%, al numero di assessori e consiglieri provinciali e comunali A partire,
però, dalle prossime consiliature. Anche sulle comunità montane
la scure si abbatterà in tempi non meglio definiti, per non parlare
del processo di razionalizzazione degli enti pubblici statali. "La
riorganizzazione avverrà in sei mesi a partire dal primo gennaio, ma
di immediato non accadrà nulla. Il passaggio delle amministrazioni
pubbliche alla telefonia Voip (voice over internet protocol, ndr)
richiederà tempo, così come l'utilizzo massiccio della
corrispondenza via e-mail". Risparmi, del resto già ottenuti da
quasi tutte le manovre degli ultimi anni, arriveranno con i consuntivi di
fine anno dal contentimento della spesa per l'acquisto di beni e servizi
della pubblica amministrazione. Dovrebbe avere effetti immediati, ma qui si
parla davvero di spiccioli per il bilancio pubblico, del taglio del 20%
previsto a carico dei compensi dei commissari straordinari del governo. Non
è ancora chiaro, invece, da quando scatterà la riduzione dei
consiglieri di amministrazione delle società controllate dalla
pubblica amministrazione I tecnici di Santagata, insomma, saranno chiamati a
un lavoro piuttosto impegnativo nei prossimi giorni e nelle prossime
settimane, per vigilare sulla corretta attuazione di molte delle misure
inserite nella manovra di bilancio. Come per esempio, quella che dispone la
soppressione degli uffici di diretta collaborazione degli enti pubblici non
economici. O l'introduzione di limiti alla possibilità della pubblica
amministrazione di costituire società o di partecipare al capitale. Ci
sarà da penare, o comunque da attendere, anche per la soppressione dei
consigli circoscrizionali nei comuni sotto i 250.000 abitanti. E per ottenere
la razionalizzazione degli organici del personale degli uffici locali
all'estero. Per ora, insomma, i risparmi di 500 milioni che il governo ha
intenzione di ottenere restano sulla carta e ci resteranno per qualche tempo
anche dopo l'approvazione della Finanziaria per il 2008. Anche perché ci
sarà da discutere, e molto, con gli enti locali, che certo non
renderanno la vita facile alla disposizione che impedirà di aumentare
l'importo dei gettoni di presenza
oltre il limite massimo previsto con un decreto ministeriale. Qualche
speranza per il futuro immediato, però, gli uomini di Santagata
continuano a nutrirla: "Non so come funziona per gli assessori, ma forse
il taglio dei loro compensi potrebbe entrare subito in vigore",
sottolinea il portavoce didel ministro. Che comunque aggiunge: "Di
immediato e secco non accadrà nulla, perché si tratta di un processo
che richiederà mesi. Ci sono i tempi tecnici di recepimento della
norma, come succede per ogni legge, non è particolarmente
preoccupante". Nessuno invece assisterà al taglio delle spese
degli organi costituzionali che era stato inserito nella manovra con un
emendamento firmato dal senatore della Sinistra democratica Massimo Villone e
poi alleggerito dal relatore, Giovanni Legnini. Quella modifica prevedeva
l'adeguamento della dotazione di presidenza della repubblica, camera e senato
al 50% del tasso di inflazione programmata e non alla crescita del prodotto
interno lordo come avviene attualmente. Ma la reazione del Quirinale e dei
presidenti di camera e senato, che hanno difeso la loro autonomia in materia
e promesso il rispetto di un tetto di crescita delle loro risporse pari
all'inflazione programmato, ha scritto la parola fine al tentativo del
governo di intervenire.
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 294, pag. 15 del 12/12/2007 Autore: di Simonetta Scarane
e Jan Pellissier Visualizza la pagina in PDF La Ue ha
indicato la strada ma l'Italia non ha scelto e domenica Prodi incontra
Moretti Torino-Lione, decidere in fretta Ltf convinta che continueranno gli
scontri. Il Brennero va Bruxelles, finanziando le tratte dei corridoi di
trasporto intermodale, i cosiddetti Tens-T, i corridoi di trasporto
intermodale, ha indicato la strada ai paesi dell'Unione riguardo gli
investimenti nei trasporti. E ha scelto la rete dell'alta velocità
ferroviaria per i collegamenti terresti. Una scelta che influenza anche lo
sviluppo del trasporto aereo perché, in tempi di costi del carburante alle
stelle, con all'orizzonte il suo esaurimento, è preferibile per la Ue
che i collegamenti a breve raggio siano affidati all'energia del treno.
Lasciando così le rotte di lungo raggio ai collegamenti aerei.
Bruxelles ha scelto anche di liberalizzare il traffico ferroviario dei
passeggeri e delle merci in Europa dopo il 2010, con l'approvazione del terzo
pacchetto ferroviario, e già i privati si stanno attrezzando. Ma in
questa prospettiva è fondamentale che anche l'Italia faccia le sue
scelte in sintonia altrimenti la rete ferroviaria di trasporto avrà la
smagliatura italiana che inficerà lo sforzo di trasporto più
ecologico rispetto all'auto. Non solo, ma l'interruzione all'altezza
dell'Italia del tracciato continuo dei binari che dovrebbero attraversare,
senza soluzione di continuità, i 27 paesi dell'Unione, renderebbe
anche poco appetibile ai privati la liberalizzazione del trasporto
ferroviario a livello europeo. Dunque, dopo il
finanziamento da parte dell'Ue dei progetti ferroviari prioritari da
cofinanziare, che vede l'Italia partecipare con tre progetti, tra i quali la
Torino-Lione, e il maxi tunnel del Brennero, per il quale ieri il ministro Di
Pietro ha firmato un accordo per la realizzazione di un nuovo tratto,
l'Italia deve muoversi. Mentre il Brennero marcia, la Torino-Lione
stagna. L'attuale linea Torino-Lione, è obsoleta, e il tunnel del
Frejus difficilmente è trasformabile in una galleria che può
accogliere l'alta velocità dal momento che oggi si transita a passo
d'uomo nel cunicolo strettissimo che per un nonnulla può trasformarsi
in una trappola per topi. E la differenza risulta evidente quando il treno
delle ferrovie francesi a Lione imbocca i binari dell'alta velocità
che percorrono i circa 500
chilometri di distanza con Parigi in poco più
di un'ora e quaranta circa, mentre, prima di Lione, da Torino, lo stesso
treno per fare altrettanti chilometri impiega oltre cinque ore. I francesi
hanno già dato l'avvio ai lavori per completare l'alta velocità
da Lione al confine con l'Italia, mentre l'Italia è indietro e deve
ancora confrontarsi sul progetto definitivo della tratta Tav da Torino al
confine francese. Tratta della discordia ma sulla quale sarà
necessaria una decisione rapida, pena l'esclusione dalla rete ferroviaria Tav
continua europea. Domenica, il premier Prodi parlerà di questo con
l'a.d. di ferrovie, Mauro Moretti, proprio in treno tra Bologna e Milano,
facendo il punto sulla realizzazione della Tav Milano-Bologna che
dovrà essere pronta entro il 2008. Intanto, la Tav Torino-Lione
continua ad essere un argomento di discordia nella maggioranza.
"Qualunque passo avanti si vorrà fare sulla Torino-Lione, ci
vorrà sempre la forza pubblica coinvolgendo ministero dell'interno.
Non si esce da questa logica, ci sarà sempre una parte di oppositori
dura". Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, la società
concessionaria Lione-Torino ferroviaria, per la tratta Tav italo-francese,
non nasconde i problemi di questa fase della trattativa sulla Tav. nei giorni
scorsi si è scritto che starebbero per partire due cunicoli
esplorativi a Chiomonte all'uscita, cosa c'è di vero? "Nulla, non
si è neanche cominciato a discutere dell'opera". Ma un progetto
di tracciato c'é? "Sì, ma non l'abbiamo fatto noi, il ministro Di
Pietro l'ha commissionato ad Rfi, per avere una base su cui discutere.
Sarà quindi ampiamente modificato dall'osservatorio di Virano".
Che però al momento non lavora. "Aspettano anche loro la
convocazione per gennaio del tavolo politico: l'unico segnale recente da Roma
sono stati gli 80 milioni stanziati in Finanziaria per avviare il
trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia". Ci sono però
anche i 450 milioni strappati alla Ue per il periodo 2007-2013? "Certo,
ma noi in questo momento siamo spettatori, curiamo i lavori delle due
discenderie da finire in Francia e non progettiamo nulla". Cosa
succederà alla Conferenza intergovernativa del 17 e 18 dicembre a
Roma? "Da quella riunione credo che uscirà solo il mandato per un
nuovo trattato con i francesi, che in realtà sarà un protocollo
addizionale a quello del 2001, per realizzare l'opera. In Francia hanno preso
molto a cuore quest'opera, prima eravamo noi a correre". Tra oggi e
domani si riuniscono amministratori e sindaci della Valsusa per decidere se
restare o all'interno dell'Osservatorio di Mario Virano, che però
ostenta sicurezza e conferma: "Noi appena ci danno l'ok, avremo bisogno
di 15 settimane per definire il tracciato. Il referendum in valle a quel
punto è una soluzione che non mi dispiace, anzi". Intanto a
Torino si avanti nella progettazione del corridoio intermodale di corso
Marche, che ospiterà un'autostrada è il corridoio V ferroviario.
Su un altro fronte, il Brennero, il ministro delle infrastrutture Di Pietro,
ha sottoscritto ieri l'accordo con la provincia autonoma di Bolzano e Rfi per
la progettazione del lotto di completamento tra Bronzolo e Trento Nord,
inserito nel progetto di potenziamento della linea ferroviaria di accesso da
Sud alla galleria di base del Brennero, sull'asse Monaco-Verona. L'importo
stimato per la progettazione preliminare è pari a 3 milioni di euro.
(
da "Nazione, La (Pistoia)" del
12-12-2007)
"UN GETTONE
succulento, da 74 euro a colpo. E' il bonus sullo stipendio, previsto da un
accordo stipulato il 30 gennaio 2006 tra amministrazione e sindacati, in
favore dei dipendenti comunali, ogni qual volta si trattengano in servizio
per predisporre ed erogare cene o pranzi all'interno del Palazzo". Lo
denuncia, diffondendo questi dati, il consigliere dell' Udc Giampaolo Pagliai.
"74 EURO A PASTO, che, notare bene, diventano 92 se la tavola per
sindaco e assessori viene imbandita all' esterno, fuori dalle mura di Palazzo
di Giano. Un provvedimento che testimonia una vera e propria emergenza
politica sul fronte del personale comunale". Giampaolo Pagliai, in
un'interpellanza al sindaco e al presidente dell'assemblea comunale, non
esita a definire la gestione delle risorse umane dell'amministrazione
pistoiese "di tipo lobbistico e clientelare", in cui precariato
selvaggio e irregolarità la fanno da padrone nel silenzio dei
sindacati. "QUA DENTRO ci sono persone - scrive Pagliai - che da anni
vengono assunte il lunedì per essere puntualmente licenziate il
venerdì, con la benedizione della Cgil e delle forze politiche
contrarie alla legge Biagi. Non solo - continua - il servizio di controllo
sulla timbratura in ingresso e in uscita dei cartellini, a quanto mi risulta,
non è affidato alla vigilanza di un apposito dirigente come dovrebbe
ma viene delegato al capo degli uscieri ed ai suoi collaboratori. E' un modo
di procedere inimmaginabile e assolutamente inaccettabile per ogni pubblica
amministrazione che voglia definirsi tale". Per Pagliai l'unica via
d'uscita dal "grave impasse istituzionale" sono le dimissioni del
sindaco Berti e dell'intera giunta: "Se resteranno fino alla scadenza
del mandato - punta il dito - l'intera città ne trarrà un danno
enorme". Tommaso Galligani - -->.
(
da "Arena, L'" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE.
L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento
di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia
Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri L'assestamento
generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale
di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e
l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà
anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la
manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno
di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver
chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare
il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute
in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato
l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza
all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non
ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla
pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica.
E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli
per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo "recupero
evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già contabilizzati in
sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di 455 mila euro.
"Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto Rettondini, della
Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un popolo di evasori
quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila euro, 150 mila sono
relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila riguardano, in
realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti assestamenti non
faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di maggiori introiti che
il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta comunale sugli immobili e
della quale non c'è traccia in bilancio". "Ci troviamo
perciò di fronte", ha alzato il tiro Paolo Longhi di An, "ad
un assestamento non veritiero". Accuse respinte sia dal sindaco Silvio
Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi Bortoletti. S.N.
(
da "Secolo XIX, Il" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE
Sindaco assente, proteste da centrodestra e sinistra: che ci stiamo a fare?
"DA OGGI non parlerò più in aula, sino a quando non ci
sarà un chiarimento tra il sindaco e i capigruppo del consiglio comunale.
Sono indignato da questo comportamento che rende inutile il consiglio e mi fa
pensare sempre più concretamente alle dimissioni". L'ex candidato
sindaco della Cdl, Enrico Musso, torna alla carica sul ruolo dell'assemblea
di Tursi che, a suo dire, sarebbe sminuito dall'atteggiamento della giunta e,
in particolare, dalle ripetute assenze in aula del sindaco, Marta Vincenzi,
che ieri si trovava a Barcellona per parlare di infrastrutture e porti. E,
come per la battaglia legata all'aumento del gettone, poi bocciato su input
della stessa Vincenzi, Musso trova un solido alleato sull'opposta sponda
politica: "Mi associo alle lamentele di Musso e della minoranza",
tuona il consigliere di Rifondazione, Nicolò Scialfa: "Chiediamo
una maggiore considerazione da parte della giunta oppure le dimissioni
potrebbero essere bipartisan". Non è la prima volta che Scialfa
pronuncia la fatidica parola, anche se non pubblicamente. Di dimissioni aveva parlato durante l'infuocata polemica
sull'aumento del gettone di presenza: "Non era affatto
una rivendicazione economica - ribadisce Scialfa - ma un modo per recuperare
dignità alla missione politica dei consiglieri comunali".
L'insofferenza della minoranza per le assenze di sindaco e assessori era
nell'aria da tempo. Lunedì un'analoga protesta era esplosa in
commissione trasporti dove si è svolta l'audizione dei vertici di Amt
e dove il vicesindaco, Paolo Pissarello, competente in materia, secondo
l'opposizione, sarebbe stato presente in maniera assai fugace. Ieri l'assenza
del sindaco ha scatenato la bagarre. "Esprimo un disagio comune a molti
colleghi, anche della maggioranza", ha esordito ieri Musso. "Molte
interrogazioni, non solo mie, vengono fatte slittare per la mancanza
soprattutto del sindaco che ha accentrato su di sé deleghe
importantissime", affonda il consigliere del gruppo misto. "Non
è vero che i consigli comunali non hanno poteri, il problema è
che non li possono esercitare al meglio in queste condizioni", aggiunge
il forzista Alberto Gagliardi. Scialfa condivide ma, fuori dall'aula,
precisa: "Non è in discussione la tenuta della maggioranza né,
tantomeno, contesto il sindaco. Dico solo che esiste un problema di rapporti
tra giunta e consiglio". Il capogruppo del Pd, Simone Farello, getta
acqua sul fuoco: "Tutti abbiamo interesse che i lavori consiliari siano
partecipati al massimo, anche dai componenti della giunta. Ma mi pare
francamente esagerato il richiamo a un'assenza costante del sindaco. Semmai
bisogna riflettere su alcuni discutibili effetti dell'attuale sistema
elettorale". Alla fine, il presidente del consiglio comunale Giorgio
Guerello ha proposta un incontro chiarificatore: alla prossima seduta dei
capigruppo sarà invitato il sindaco. "Vedremo se verrà,
sino ad allora farò lo sciopero del silenzio", conclude Musso.
Vincenzo Galiano 12/12/2007.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
12-12-2007)
Sassari Eleggiamo
parlamentari "ad honorem" che siano onesti, volontari e senza
stipendio Politici e cittadini si è tutti d'accordo che in Italia il
sistema elettorale proporzionale non va bene. Quindi va modificato. Cambiare
non significa lasciare il proporzionale e apportare qualche piccola falsa
modifica di sbarramento percentuale al sistema, ma dare il potere
all'elettore di alternare non solo i partiti al governo, ma anche i politici
che dovrebbero governare. Questo si può ottenere attuando il sistema
"uninominale a maggioranza assoluta di voti" cioè i
candidati che ottengono il maggior numero di voti rimangono eletti. Questo
sistema in passato ha sempre ben funzionato nei piccoli Comuni in cui era
previsto. Poichè, come si sa, in Italia ciò che di buono esiste
non è mai duraturo, l'uninominale è stato cambiato. Il sistema
di votazione era semplice. Su 15 consiglieri da eleggere ogni lista al
massimo poteva essere composta da 12 candidati. L'elettore poteva votare con
croce in testa e votare tutti dodici i candidati di quella lista oppure
scegliere fra le liste presenti uno o più candidati fino ad un massimo
di 12 voti. Nella conta i 15 più votati risultavano eletti. Pur
essendo previsto, raramente si è arrivati al ballottaggio. Se una amministrazione
non agiva bene, alle successive elezioni nessuno dei precedenti
amministratori risultava eletto e della minoranza facevano parte tre dei
nuovi candidati o addirittura tre di un'altra lista. Lo stesso sistema,
proporzionale ai parlamentari da eleggere, si può adottare per
l'eelezione dei deputati e dei senatori. Sono quasi certo che nessuno degli
attuali politici approverà o manderà avanti questa mia
proposta, non perchè non sia valida, ma perchè essi sono
tolmente attaccati alle poltrone e agli stipendi di parlamentari che
addurrebbero le più svariabili e fasulle giustificazioni di
inattuabilità. Per concludere posso dire che in altre istituzioni ci
sono tanti cittadini che gratuitamente fanno del volontariato. Forse è giunto il momento che persone oneste e appagate
dalla vita lavorativa si propongano ad elezioni a parlamentare
volontariamente senza retribuzione o gettoni di presenza. A pieno titolo verrebbero chiamati onorevoli in quanto
svolgerebbero l'attività volontaria di parlamentare "ad
honorem". Romeo Mameli Thiesi.
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Pagina II - Bari Regione,
aumenta anche l'Irpef la manovra Via libera alle tasse: Irap più
salata, rincara la benzina Il vertice di maggioranza si schiera col
presidente: sì all'inasprimento fiscale Sarà massimo (+0,5%) il
prelievo per chi guadagna più di 28mila euro Il governatore gelido con
Emiliano: "Non ho letto i giornali" Nessuna decisione adottata sui
costi della politica: il potere è del
consiglio Ma c'è un incremento da 25,51 milioni a 35,5 milioni dal 2003 a oggi PIERO RICCI
Aumenta l'Irap dell'1% e le accise sui carburanti di 2 centesimi al litro. Da
ritoccare anche l'addizionale Irpef, ma non per tutti: a parte la no tax area
sotto i 15mila euro, l'aumento sarà dello 0,2% sui redditi annui fra i
15mila e i 28mila euro e dello 0,5% per chi guadagna più di 28mila euro.
Non c'è alternativa. Questa è diventata una strada obbligata.
Per la giunta regionale e per la maggioranza di centrosinistra, riunita ieri
dal governatore Nichi Vendola, prima della riunione dell'esecutivo che ha
dato il via libera al bilancio anche se la manovra finanziaria, quella che
conterrà gli inasprimenti fiscali, arriverà venerdì
prossimo. Ma ormai ci sono pochi dubbi anche se in molti, tra i consiglieri
di centrosinistra, hanno gradito alcuni passaggi della relazione dell'assessore
al Bilancio, Francesco Saponaro, come quello sui costi della politica che viene rispedita nella sfera dell'autonomia
del Consiglio regionale. La coalizione resta comunque unita.
"Compatta", assicura Vendola, alludendo alla presa di distanza del
segretario regionale del Pd, Michele Emiliano: il gruppone regionale dei 26
consiglieri di ex diessini e diellini, non volterà le spalle. Vendola
non cerca la polemica con Emiliano. "Non ho letto i giornali",
glissa. Ma sull'esito del vertice si dice soddisfatto sul piano politico:
"è stata una discussione molto franca ma non posso dire che vi
sia stata una contrapposizione tra partiti.
C'è stata una grande corresponsabilizzazione, uno spirito di
coalizione molto forte". Chi, nel Pd, ha condiviso la prima parte di
questa legislatura non dimentica - è il ragionamento di Vendola -
cos'era la Puglia prima del 2005: "Era la locomotiva di coda del treno
dell'economia meridionale e in due anni e mezzo abbiamo trasformato la Puglia
nel vagone di testa, abbiamo preso la Puglia che aveva gli indicatori
economici più negativi di tutto il Mezzogiorno d'Italia, oggi abbiamo
gli indicatori economici più positivi di tutto il Mezzogiorno
d'Italia: vuol dire che abbiamo camminato e oggi c'è bisogno di
mettere benzina in questa macchina e la benzina a volte è fatta anche
dal prelievo fiscale". Oggi tocca a lui spiegare perché la sua
rivoluzione gentile ha bisogno di aumentare le tasse. "Quando abbiamo
per esempio scelto di abolire i ticket farmaceutici - dice Vendola - abbiamo
scelto di privarci di un'entrata di 50 milioni di euro. Quando
noi abbiamo scelto di finanziare la riduzione degli abbonamenti ferroviari
dei lavoratori e degli studenti pendolari, abbiamo scelto di prendere dal
bilancio vivo della Regione risorse importanti. Per due anni e mezzo -
insiste - abbiamo provato a fare una politica di
sostegno ai redditi delle famiglie, oltre che di sostegno al sistema di
impresa. Poi arriva un momento - conclude - in cui devi stringere la
cinghia per continuare. è un passaggio duro ma è un passaggio
che avviene nel momento in cui la Puglia sta riprendendo quota, gli
indicatori della crescita economica nei più vari settori, della
crescita occupazionale, abbiamo 36.000 nuovi occupati, sono indicativi del
fatto che ce la possiamo fare. Ma farcela quando poi le vacche sono magre
significa anche ricorrere al prelievo fiscale". La nota dolente resta la
sanità. "Ormai il deficit sanitario è strutturato - spiega
Vendola - e si attesta sui 200 milioni ogni anno. In presenza di un fondo
sanitario sottostimato per la Puglia, quello della leva fiscale diventa un
sacrificio indispensabile tanto più in una regione che ha il minor
livello di tassazione". Il governatore assicura: "Qualunque
prelievo fiscale sarà finalizzato in termini di restituzione di
servizi di qualità". Ma può non bastare. Per questo
Vendola promette "una sanità più trasparente". E
soprattutto un sistema di controlli più rigorosi: "Avere gli
strumenti per controllare, per esempio la fatturazione - spiega il
governatore - per vedere se ci sono delle zone d'ombra è un'operazione
molto complicata". E infine c'è il governatore che ricorda gli
errori altrui ma anche i propri per cercare un dialogo con il centrodestra.
"Avremo fatto tanti errori certamente. Anche la difficoltà di
valutare la ricaduta economica degli investimenti che si fanno in termini di
apertura di servizi perché davanti al diritto alla salute è difficile
valutare l'impatto economico di una scelta". Mani tese all'opposizione,
però: "La disponibilità ad individuare con il centrodestra
la griglia di strumenti che possano rendere ficcante il controllo della spesa
sanitaria è una disponibilità totale".
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Pagina II - Bari LE
REAZIONI Palese ricorda: "Negli anni passati i nostri bilanci approvati
da Roma" L'opposizione all'attacco "I debiti li avete fatti
voi" L'Ugl "Verifica sulle indennità" Il Polo compatto
contro l'aumento delle tasse. "I debiti sono tutti della giunta
Vendola", accusano i partiti di centrodestra.
"La Regione che abbiamo consegnato al centrosinistra - spiega Rocco
Palese, capogruppo di Forza Italia - aveva le tasse regionali più
basse d'Italia; al 31 dicembre 2005 la spesa sanitaria era interamente
coperta e i bilanci della Regione avevano avanzi di amministrazione, peraltro
puntualmente utilizzati dalla giunta Vendola per aumentare notevolmente la
spesa discrezionale della Regione. Abbiamo lasciato Asl che effettuavano
pagamenti in tempi medi di 160 giorni (i più bassi tra le regioni a
Statuto ordinario) e attualmente siamo quasi a 300 giorni". Secondo
Palese, si tratta di dati che "non sono politicamente
interpretabili né dal centrodestra né dal centrosinistra, ma sono certificati
da documenti depositati il 6 aprile 2005 in occasione dell'audizione del ministro
della Salute in commissione Bilancio della Camera". Palese insiste:
"La prova che sono state superate tutte le verifiche nazionali sugli
anni passati - spiega - è data dal fatto che oggi la Regione non
è chiamata ad adottare nessuna norma a copertura di partite debitorie
anteriori al 31 dicembre 2005. Lo stesso non può dirsi della attuale
amministrazione che ancora non ha superato la verifica del ministero
dell'Economia sul 2006 perché non ha rispettato il Patto di
stabilità". Anche An, con il segretario regionale Adriana Poli
Bortone, tuona contro l'aumento delle tasse. "Il nostro partito -
avverte - non condividerà mai un aumento della tassazione in una
regione in forte ritardo di sviluppo. Facciano prima autocritica Vendola e la
sua giunta: sarebbe un primo passo di onestà politica
ed intellettuale che certamente non guasterebbe". Adriana Poli Bortone
giudica "arrogante" la richiesta "alle forze politiche
dell'opposizione di condividere le scelte in sede di approvazione del
bilancio regionale. La giunta Vendola ha inteso caratterizzarsi all'insegna
della discontinuità politica e gestionale,
non perdendo occasione per esprimere giudizi estremamente negativi sugli
amministratori precedenti ed in particolare sui comparti della sanità
e delle politiche comunitarie. Chiedere oggi aiuto e corresponsabilità
sull'approvazione di un bilancio che è frutto della cattiva gestione
della giunta Vendola è un atto di vera e propria arroganza politica". Qualche apertura giunge invece dal
consigliere Ignazio Zullo. "Quello di Vendola - dice - è un gesto
di grande responsabilità che mi porta a ripetere: "Sono
pronto", purché l'opposizione sia considerata alla pari e non portatrice
di una proposizione di serie B. Non voglio sottrarmi dal fornire il mio
contributo, peraltro sempre costruttivamente apportato in ogni sede, ma
colpevolmente e narcisisticamente rispedito al mittente da Vendola e Tedesco.
Se però Vendola continuerà a non coinvolgere, non solo mi
convincerò che le sue aperture non sono altro che poesie di
circostanza da affidare al teatro della politica, ma muterò il mio "sono pronto" in "chi
non accetta non merita"". Nel dibattito interviene anche l'Ugl.
"Le cifre relative ai costi della politica, rese
note con la relazione al Bilancio regionale dell'assessore regionale alle
Finanze, Francesco Saponaro - dice il segretario regionale Giuseppe Carenza -
impongono a tutto il consiglio regionale una seria verifica sulle
indennità". (red. pol.).
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Economia Manovra,
fuori i servizi locali e slitta la rottamazione auto Padoa-Schioppa: troppi
micro-emendamenti La Ue: interventi sostanziali, ma solo grazie all'aumento
della pressione fiscale ROBERTO PETRINI ROMA - "Troppi microinterventi
nella Finanziaria". Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa
è intervenuto ieri sera nell'aula della Camera per dare l'ultima
spinta alla manovra 2008 prima della presentazione dei tre maxiemendamenti
sui quali con tutta probabilità sarà posta la fiducia (anche se
Palazzo Chigi ieri sera la considerava ancora soltanto "una delle
opzioni). Il titolare di Via Venti Settembre ha ripetuto che la Finanziaria
"conferma e rafforza" gli obiettivi per il prossimo anno
(deficit-Pil al 2,2 per cento e calo del debito). Da Lisbona la Commissione
europea dà tuttavia una apertura di credito parziale all'Italia:
l'aggiustamento del bilancio pubblico è giudicato
"sostanziale", ma è stato fatto grazie ad un aumento della
pressione fiscale. Il ministro dell'Economia ha ribattuto alle critiche
dell'opposizione e da quelle dell'Europa: "A Via Venti Settembre non ho
trovato nessuna bacchetta magica: ma soltanto un deficit sopra il 4 per cento
e un debito in aumento", ha osservato in serata a Montecitorio e ha
evocato un parallelo con il periodo 2002-2005 quando furono varate una tantum
per 64 miliardi. Ferve intanto il lavoro intorno ai tre maxiemendamenti
(articoli 1-22; 22-134 e 134 e oltre): una riunione di maggioranza c'è
stata ieri e un'altra è prevista per oggi. Si confermano tuttavia le voci
su un appesantimento sul versante delle spese: con 62 articoli in più
la manovra ha cumulato interventi per circa 800 milioni variamente
compensati. Per questo motivo Tps ha detto ieri che il Tesoro
esaminerà attentamente "l'adeguatezza di coperture troppo
frettolose" delle norme di spesa. Si è sciolto definitivamente il
nodo dell'inserimento della riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali
in Finanziaria: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio D'Andrea ha
confermato che non ci sarà e che continuerà il suo iter al
Senato. Lo stesso ministro Lanzillotta ieri ha spiegato che l'inserimento in
Finanziaria, sebbene avallato da Prodi, è stato oggetto di un stop da
parte del presidente del Senato Marini che riteneva "lese le prerogative"
di Palazzo Madama dove il provvedimento è attualmente in discussione.
La riforma Lanzillotta, come è noto, prevede che le spa comunali (sono
889) debbano partecipare ad una gara pubblica, aperta anche ai privati, per
ottenere l'assegnazione della gestione dei servizi per i cittadini. Continua
il confronto sulla rottamazione delle auto: dopo le aperture di Bersani ieri
anche i verdi si sono detti d'accordo a patto che vengano varate anche norme
a favore dei treni per i pendolari. Tuttavia un ostacolo tecnico impedisce a
questo punto di inserire il provvedimento in Finanziaria: la norma non
è stata esaminata in Commissione e dunque non può essere
proposta in aula. Così si parla di un decreto di fine anno, il
cosiddetto "milleproroghe", già in cottura nelle stanze del governo.
Verso una soluzione anche del nodo, oggetto di polemiche, della soppressione
della Coni servizi spa: la Ragioneria generale dello Stato si appresterebbe
oggi a negare la "bollinatura" al provvedimento
rilevando spese per 200 milioni in più e dunque l'emendamento potrebbe
essere cancellato. Difende tuttavia la soppressione Pietro Folena (Prc) che
ieri ha ripetuto la società è un "esempio di pessima
gestione" e ha aggiunto di temere che "si voglia solo proteggere il
gettone di presenza del cda".
(
da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del
12-12-2007)
COSTI DELLA
POLITICA PARLA IL PROFESSOR MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI
"Più efficienza? Diamo spazio al privato" ? BOLOGNA ?
MAURIZIO SOBRERO è il direttore del dipartimento di scienze aziendali
dell'Università di Bologna. Professore, il livello di competenza dei
manager pubblici italiani è davvero così scadente, come
mostrano alcuni episodi di cronaca? Irrimediabilmente compromesso dai criteri
politici delle nomine? "E' difficile dare una risposta tranchant a
questa domanda. Troppo diverse sono le situazioni ed
anche le tipologie delle società e degli enti pubblici. Quel che posso
dire è che la scelta dei manager pubblici è fortemente
condizionata dai criteri di appartenenza politica. E
questo, al di là dei buoni propositi o delle qualità dei
singoli, non è garanzia di qualità e competenza e di
comportamenti improntati a logiche esclusivamente manageriali".
Ma non esistono direttive o norme che regolino in qualche modo i criteri di
scelta? "No, sul piano normativo non c'è nulla. Quella dei
criteri di scelta è un'area grigia, all'interno della quale ci si
può muovere con molta libertà e poca trasparenza. Infatti il
decreto Lanzillotta si propone di fissare alcune norme generali. Ma è
sempre difficile che norme valide erga omnes abbiano una reale
efficacia". Lei è d'accordo con il tetto ai compensi dei manager
pubblici? "Penso che in un sistema politico che funzionasse, dove gli
amministratori rispondessero realmente dei loro risultati di fronte agli
elettori, non avrebbe senso fissare dei tetti". Ma in Italia esistono
scuole di formazione dei manager pubblici? "Purtroppo anche da questo
punto di vista siamo molto arretrati. La Scuola superiore di pubblica
amministrazione non è mai decollata. Le Università fanno
qualcosa, ma si interessano di più dei manager privati che non di
quelli pubblici. E i pochi corsi che esistono sono prevalentemente a
indirizzo giuridico, pochi si occupano di gestione". Non c'è
nulla da fare dunque, manager e amministratori dobbiamo tenerceli come sono?
"Fino a che c'è tanto pubblico è inevitabile che i criteri
politici si impongano. Per avere manager più efficienti ci vorrebbe
più privato". - -->.
(
da "Messaggero, Il" del 12-12-2007)
Di DIODATO PIRONE
VISTA dal versante economico la sanità calabrese fa, paradossalmente,
una gran bella figura. Da sempre, infatti, la Calabria è fra le cinque
Regioni (assieme a Friuli, Umbria, Puglia e Basilicata) meno indebitate
d'Italia. La spesa complessiva è sempre stata sotto controllo e quella
pro-capite resta un po' più bassa della media italiana. Secondo gli
ultimi dati disponibili, nel 2005 per la salute di ogni italiano - dal
neonato all'ultracentenario - sono stati spesi in media 1.506 euro mentre la
somma media impegnata per ogni calabrese si è fermata a 1.370
euro.Ecco perché in Calabria non esistono né addizionale Irpef sui redditi
personali né Irap maggiorata sul fatturato delle imprese
né altre diavolerie fiscali utilizzate da altre Regioni per drenare soldi e
tentare di colmare le loro voragini sanitarie. Voragini che affliggono
soprattutto tre grandi Regioni: Lazio, Campania e Sicilia. Basti pensare che
nel triennio 2003-2005 il Servizio Sanitario Nazionale ha accumulato un
disavanzo complessivo di ben 13 miliardi. Il 70% di questa somma
è concentrata fra Lazio (30% del totale); Campania (25%) e Sicilia
(13%). Seguono a netta distanza il Piemonte con l'8% e la Sardegna con il 5%.
In particolare, Lazio e Campania (assieme all'Abruzzo e alla Sardegna che
però hanno un peso ridotto in termini di abitanti) sin dalla nascita
del Servizio Sanitario Nazionale si sono viste assegnare dal Tesoro il titolo
di regioni più spendaccione d'Italia. Col passare degli anni la
Regione Lazio ha accumulato un mega-debito di 9,6 miliardi cui nel solo 2006
si è aggiunto un ulteriore sbilancio di 1,6 miliardi. Così
quest'anno sulla base di una legge del 2005 nel Lazio (ma anche in Campania,
Sicilia e Abruzzo) è scattata la togliola dell'aumento delle tasse. E'
aumentata l'Irpef ed è cresciuta l'Irap. E sono partiti anche tagli di
spesa. Il disavanzo laziale dovrebbe scendere a 1,1 miliardi quest'anno e a 600
milioni nel 2008. Ma al Tesoro non dormono sonni tranquilli.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
12-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-12-12 num: - pag: 8
categoria: REDAZIONALE L'inchiesta Nel mirino della Procura finanziamenti per
6 milioni alla ditta "Edinform" D'Ambrosio preso per truffa
L'imprenditore leccese gonfiava le spese per le consulenze In manette anche
il responsabile amministrativo dell'azienda Le forze dell'ordine cercano due
faccendieri israeliani Indagate anche undici persone Avevano gonfiato i costi
delle consulenze esterne alla propria azienda, per ricevere finanziamenti
dallo Stato e dalla Regione per 6 milioni di euro. Con l'accusa di truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni a carico del bilancio nazionale
e comunitario, ieri la guardia di finanza ha arrestato Salvatore D'Ambrosio,
di 67 anni (ex sindaco di Alliste ed ex direttore amministrativo
dell'ospedale di Casarano) e Rosario De Lorenzis, di 57, entrambi di Alliste,
in provincia di Lecce. Sono, rispettivamente, l'amministratore delegato e il
responsabile amministrativo della "Edinform", azienda di Lecce che
fornisce servizi informatici e telematici alle imprese private e alle
pubbliche amministrazioni. Tra i clienti della "Edinform", infatti,
figurano la stessa Regione, la Provincia di Lecce, l'Asl di Lecce e la
Protezione Civile. D'Ambrosio e De Lorenzis sono stati arrestati all'alba di
ieri, in esecuzione delle misure cautelari in carcere disposte dal gip Ercole
Aprile del Tribunale di Lecce su richiesta del pmo Imerio Tramis. Altri due
provvedimenti sono stati emessi a carico di Ilan Paz e Petcho Mosee,
cittadini israeliani responsabili della "S.f.m. Ltd", una
società israeliana di consulenza ma entrambi attualmente irreperibili
in Italia. E altre 11 persone (sei collaboratori di D'Ambrosio) sono indagate
a piede libero con l'accusa di riciclaggio. Secondo l'ipotesi degli
inquirenti i responsabili della "Edinform" avevano gonfiato, nel
bilancio dell'azienda, le spese per le consulenze esterne, che facevano capo
ai due israeliani. "Questi ultimi emettevano fatture per prestazioni mai
eseguite - ha spiegato il colonnello Vincenzo Mangia - comandante del gruppo
tutela della spesa pubblica della polizia tributaria di Bari - e il denaro
versato dalla "Edinform" ai due consulenti
ritornava nella disponibilità della stessa Edinform, o di suoi
rappresentanti ". Le indagini erano cominciate nel 2005, concentrandosi
su due progetti per i quali la "Edinform" aveva ottenuto contributi
per 6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200mila euro erano già stati
erogati. Di questi finanziamenti 2 milioni e 400mila euro
erano stati liquidati dal ministero per le Attività produttive e 800
mila euro dalla Regione. Fondi con i quali la "Edinform" aveva
brevettato due contatori elettronici per la lettura dei consumi dell'acqua e
del gas. Luca Barile.
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
12-12-2007)
Di MATTEO TARABELLI
JESI Un gesto di trasparenza amministrativa dopo le roventi polemiche sulla
riconferma del direttore generale. Il sindaco Fabiano Belcecchi si riscatta
sul suo sito web e rende pubblici i compensi dei rappresentanti comunali
nominati nei vari enti, società e consorzi del territorio. Ad
esplicitare tale richiesta, un cittadino, noto sul forum virtuale come
"Il Signor Attivo", al quale, prima del sindaco, aveva risposto
solo Leonardo Animali, ex assessore alla Cultura, precisando che per la sua presenza nell'assemblea dell'Amat non percepisce alcun
compenso, a differenza della partecipazione nel Cda della Fondazione
Pergolesi Spontini, assieme allo stesso Belcecchi (1.549,37 euro annui
lordi). Si scopre così che Ferdinando Avenali ricava 14mila euro lordi
annui per far parte del cda di Gorgovivo Multiservizi e 12mila, sempre
annuali e al lordo, quale presidente della scuola di cucina Italcook. Ma ci
sono pure degli errori. Per l'associazione Inteatro di Polverigi, ad esempio,
Belcecchi indica come rappresentanti comunali Leonardo Animali ed Ero
Giuliodori, entrambi dimessisi (nessun compenso previsto). A prescindere
dalla svista, comunque, si viene anche a sapere che
Gregorio Gregori incassa un'indennità di 12.181 euro lordi annui da
vicepresidente della Ato Acqua mentre Elvio Giaccaglini e Giuliano Andreola
incamerano un gettone di presenza di 450 euro lordi ad ogni
riunione del cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Giampiero
Ganzetti, amministratore unico della società pubblica Jesi Servizi,
guadagna 30mila euro lordi annui, 5mila euro in più di Massimo Bacci,
presidente della Progetto Jesi che si occupa di alienazioni patrimoniali (per
i consiglieri della stessa società, Paolo Bortoluzzi e Claudio
Zagaglia, l'indennità è di 12.500 euro lordi annui), e di
Graziano Vittori, amministratore unico dell'azienda agraria Arca Felice.
Fabrizio Romagnoli, vicepresidente del consorzio Cir33, riscuote al contrario
7.425 euro lordi annui e Paolo Borioni, presidente dell'Istituzione Centro
Servizi sociali che gestisce la Casa di Riposo "Vittorio Emanuele
II", può contare sulla stessa retribuzione di un assessore (poco
più di 1400 euro lordi mensili). Da vicepresidente del consorzio Zipa
infine, Simona Romagnoli, attuale assessore all'urbanistica, percepisce 900
euro lordi annui. Solo un rimborso spese di 200 euro lordi mensili per Luca
Brecciaroli al consorzio Gorgovivo. Quasi tutti i rappresentanti comunali
militano nei partiti politici, sia di maggioranza che di opposizione. E
sarà questa la strada che si continuerà a seguire, come
conferma il sindaco: "In futuro - scrive sul suo forum
(www.fabianobelcecchi.it) - le nomine riguarderanno sempre di più
persone legate a incarichi amministrativi di carattere politico in quanto la
Finanziaria ha stabilito che chi ricopre cariche di questo tipo non ha
diritto ad alcun compenso".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del
12-12-2007)
Centro-Nord sezione:
ISTITUZIONI (Sportello verde data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: UMBRIA.
Riommi: molte sono gratuite Per la Regione oltre 200 nomine tra enti e
agenzie Beatrice Vergari PERUGIA Duecentotrenta pagine di nomine: dal
commissario dell'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario
fino alla proroga del collegio dei revisori dei conti della Webred. è
stato pubblicato sul bollettino regionale l'Albo delle nomine conferite dalla
Giunta e dal Consiglio fino al 31 ottobre 2007, una fotografia annuale delle
cariche regionali – rinnovate, scadute e in scadenza – in circa 200 tra enti,
agenzie, osservatori, associazioni, centri, cooperative e comitati umbri.
"Non sono nomine che gravano sulla finanza pubblica, a parte le nomine
amministrative fatte dalla Giunta in agenzie importanti come Arusia, Apt,
Sviluppumbria e poche al-tre, nelle quali esistono amministratori unici e non
consigli d'amministrazione", spiega Vincenzo Riommi, assessore regionale
alla Programmazione e organizzazione delle risorse umane. "La Giunta si
limita a nominare componenti in enti autonomi o strutture private,
così come previsto da leggi nazionali o regionali e dagli
statuti". Per alcuni incarichi non sono previsti compensi, come per i
tre componenti dell'assemblea dei soci dell'associazione "Festival delle
Nazioni Onlus" di Città di Castello; per
altri sono previsti rimborsi spese (Comitato regionale per la cooperazione
decentrata allo sviluppo), gettoni di presenza (dai 10,33 euro della Commissione tecnica provinciale contratti
agrari di Terni fino ai 358 del Cda dell'Università degli studi di
Perugia), compensi e gettoni (Cda del Centro multimediale di Terni: circa 3.100 euro
il compenso annuo e gettoni di 154 euro). Sono
previsti, inoltre, stipendi mensili: il commissario straordinario della
Fondazione " Umbria spettacolo", nominato dalla Giunta, percepisce
circa 774 euro ( a carico della Fondazione), mentre il compenso del
presidente dell'Azienda di promozione turistica è quello di un
dirigente regionale. "L'Albo delle nomine fotografa emblematicamente la
realtà umbra dopo decenni di amministrazione di centrosinistra ",
commenta il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Fiammetta
Modena. "Una vera e propria giungla di enti, in molti casi inutili, nati
per esigenze estemporanee, spesso discutibili. è indispensabile – ha
detto Modena – un intervento organico di semplificazione e razionalizzazione,
che produca economie gestionali e riconduca alla giusta dimensione la presenza delle istituzioni, che devono, sì, legiferare
(senza eccedere), ma non possono trasformarsi in ostacoli, o peggio
concorrenti, per la società civile". Critica. Fiammetta Modena,
consigliere di Forza Italia GIANCARLO BELFIORE.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
12-12-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: Proposta Anci per attuare la
Costituzione I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali Francesco
Cavallaro VERONA Assemblea permanente degli enti locali, fumata nera in
Veneto. A sei anni dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione ( il
quarto comma dell'articolo 123 recita testualmente: "In ogni Regione lo
statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali quale organo di
consultazione fra la Regione e gli enti locali ") la Regione è
ancora in alto mare. E non sembra che, almeno nel breve periodo, abbia tanta
fretta di creare l'assemblea delle autonomie, strumento ad hoc per
influenzare l'attività legislativa in materia di enti locali,
già istituite ad esempio in Toscana e in Friuli-Venezia Giulia. Preso
atto della situazione, l' Anci Veneto ha dunque lanciato una proposta di
legge per l'istituzione dell'Apel. In particolare, il testo predisposto
dall'associazione regionale dei Comuni individua due precise funzioni: l'Apel
fornisce parere obbligatorio (non vincolante) al Consiglio regionale su
disegni di legge che riguardano lo Statuto, la determinazione o la modifica
delle competenze attribuite agli enti locali e la gestione finanziaria della
Regione; inoltre, la stessa ha potere di sollecitare il presidente della
Giunta ad impugnare leggi ed atti aventi forza di legge dello Stato e delle
altre Regioni. Per quanto riguarda le indennità, al presidente viene
corrisposta un'indennità pari al 20% di quella prevista per il
presidente del Consiglio regionale; ai restanti 43
componenti è corrisposto un gettone di presenza per
ogni seduta dell'Apel o dell'Ufficio di presidenza. Vanni Mengotto,
presidente Anci Veneto, presenta la proposta: "è nostra
intenzione avviare un dialogo costruttivo con la Regione. L'Assemblea delle
autonomie è il primo passo verso il vero federalismo. Con
questo nuovo strumento superiamo il modello delle conferenze miste: disunite,
disorganiche e senza voce in capitolo quando c'è da discutere su
questioni riguardanti gli enti locali". Mengotto continua illustrando
tutti i vantaggi del nuovo organismo: "L'Apel permette di costruire un fronte
unico e compatto. Inoltre esercita una sorta di controllo politico sulla
finanza regionale; fornisce pareri obbligatori su disegni di legge relativi
all'approvazione dei bilanci di previsione e alla finanziaria regionale,
nonché sul Dpef. E si accorda con la Giunta sui criteri per la ripartizione
delle risorse da destinare a Comuni e Province. Mi auguro che la nostra
proposta venga discussa al più presto dal Consiglio regionale".
La Regione sembra però non sentirci. Marino Finozzi, presidente del Consiglio
regionale, commenta con una punta di polemica il testo: "Non siamo stati
coinvolti al momento della stesura della proposta; ora ci candidiamo come
interlocutore interessato. Da parte nostra stiamo già lavorando su un
testo più snello, composto al massimo da quattro articoli. E il
risultato sarebbe lo stesso: un luogo di concertazione fra enti locali e
Regione. Ora c'è da capire se le due proposte sono complementari o
meno". LE RESISTENZE Finozzi, presidente del Consiglio regionale:
"Nessuno ci ha consultato e stiamo lavorando a un testo più
snello".
(
da "Nazione, La (Lucca)" del
12-12-2007)
LA RIVOLUZIONE
ANNUNCIATA Dipartimenti: scelti i vertici Il direttore dell'Usl, Tavanti,
difende la decisione dell'Azienda UNA RIVOLUZIONE rapida e inevitabilmente
anche dolorosa, soprattutto per gli esclusi. In meno di
due mesi si è passati dal progetto alla nomina dei responsabili dei
dipartimenti ospedalieri e aziendali dell'Usl. La delibera ufficiale di
costituzione dei dipartimenti risale all'inizio di dicembre, dopo che il
progetto aveva cominciato a girare tra gli operatori sanitari a metà
ottobre. Ieri sono state ufficializzate le nomine dei responsabili.
Per l'area dipartimento medico dell'ospedale Campo di Marte il responsabile
è Alessandro Nardini, per l'area dipartimento chirurgico e
cardiorespiratorio del Campo di Marte la scelta è caduta su Francesco
Bovenzi, per l'area dipartimento di diagnostica aziendale è stato
nominato Arnaldo Savarino, per l'area dipartimento materno infantile
aziendale Raffaele Domenici e per l'area dipartimento ospedaliero della Valle
del Serchio Ferdinando Cellai. Nomine che appaiono scontate e che, anzi,
sembrano confermare una "scelta precedente" che aveva portato a
definire in un certo modo i confini dei dipartimenti in particolare al Campo
di Marte. Per alcuni il criterio di scelta dei responsabili è stato
solo di natura politica. Il caso più discusso
resta il dipartimento chirurgico, nel quale sono state inserite anche
cardiologia e pronto soccorso. Il direttore generale dell'Azienda Usl, Oreste
Tavanti, ha precisa che le nomine "sono state fatte nel pieno rispetto
delle professionalità dimostrate dai primari scelti per svolgere
questa importante funzione. Il dipartimento medico verrà diretto dal
dottor Nardini, che in precedenza per molti anni era stato responsabile
dell'area funzionale medica. Il dottor Savarino, già responsabile
dell'area laboratorio, assume la responsabilità di tutto il
dipartimento della diagnostica. Il dottor Bovenzi, direttore della
cardiologia di Lucca, assume l'incarico di responsabile del dipartimento
chirurgico e cardiorespiratorio. Il dottor Domenici, già responsabile
dell'a-rea materno infantile, assume la responsabilità del
dipartimento materno infantile. Il dottor Cellai, attuale responsabile
dell'unità operativa di anestesia e rianimazione della Valle e del
campo di marte assume la responsabilità del dipartimento ospedaliero
della Valle del Serchio". "QUESTI professionisti ? ha ribadito
Tavanti ? sono stati scelti per le capacità e per le caratteristiche
gestionali dimostrate, per la formazione acquisita e per la conoscenza
dell'Azienda. Divengono così punto di riferimento determinante nei
percorsi di miglioramento della qualità dei servizi e nell'utilizzo
delle strutture e attrezzature. Permane la responsabilità importante e
non sostituibile dei singoli primari e dei responsabili delle sezioni,
chiamati a garantire il massimo della qualità con il loro gruppo di
professionisti. I nuovi responsabili di dipartimento, insieme alle nuove
figure dei responsabili di dipartimento infermieristico-ostetrico e tecnico-sanitario che verranno nominate in seguito, dovranno far
sì che si possano fornire prestazioni sempre migliori ai cittadini,
con un corretto utilizzo delle risorse. L'Azienda si sta consolidando in
nuove attività basilari per i bisogni di salute della popolazione ed è
necessario avere la massima attenzione sulle risorse disponibili per
mobilitare e sviluppare settori di innovazione quali l'oncologia, la
cardiologia, ma anche tutte le novità che in sanità
costantemente vengono introdotte all'interno di tutte le attività
chirurgiche e mediche. Preciso che i dipartimenti già in
attività (ovvero medicina e traumatologia dello sport, emerganza e
urgenza, oncologico, salute mentale e Prevenzione) sono consolidati nelle
loro funzioni e troveranno un momento di sviluppo e coordinamento con quelli
di nuova definizione, mentre saranno di nuova costituzione il dipartimento
della riabilitazione e il dipartimento del farmaco. La nuova organizzazione
per dipartimenti, coordinati da professionisti che ritengo siano di adeguate
capacità, rappresenta una novità importante che investe in modo
trasversale il sistema sanitario nazionale e
regionale e che diviene momento di sperimentazione per quella diversa
organizzazione che sottende alle modalità assistenziali introdotte nel
nuovo ospedale". - -->.
(
da "Tribuna di Treviso, La" del
12-12-2007)
LA
PROPOSTA DI DEMMA "Quartieri, niente stipendi e gettoni
di presenza" "I quartieri sono palestre politiche? Allora gli
eletti rinuncino al gettone" Tagliare i gettoni
di presenza dei consiglieri di circoscrizione ed eliminare gli stipendi
dei presidenti. Arriva proprio dall'assemblea del
quartiere Centro Storico, e precisamente dalla bocca del presidente Maurizio
Demma, la proposta più controcorrente per riformare le circoscrizioni.
Il piano, illustrato nel corso della riunione di lunedì sera, parte da
una costatazione: "Se le circoscrizioni sono veramente una palestra di
politica - ha detto Demma - allora siano attività volontarie".
L'intervento del presidente del Centro Storico, arriva dopo un lungo
dibattito sul futuro dei consigli di quartiere. La Finanziaria potrebbe
eliminarli, ma non l'ha ancora fatto; presidenti e consiglieri delle cinque
circoscrizioni trevigiane li difendono, pur ammettendo che per avere senso, i
consigli dovrebbero avere più potere e i quartieri dovrebbero offrire
più servizi. Mentre la Lega fa scudo: "Servono come palestra
politica, e mantengono il filo diretto con la città",
l'opposizione attacca: "Sono inutili carrozzoni, costosi e poco
produttivi". Di qui, la presa di posizione di Demma: "Se veramente
servono, e se qualcuno ne critica il costo, allora restino in piedi da
sè, senza pesare sul bilancio dell'amministrazione". Traduzione?
"Non si diano più stipendi ai consiglieri e ai presidenti",
una mossa che unita "ad una vera riorganizzazione delle funzioni capace
di dare ai quartieri deleghe serie, strumenti e servizi" potrebbe
segnare un nuovo corso per l'intera amministrazione del territorio. Dalla
Circoscizione Centro arriva infatti la proposta di affidare ad ogni
circoscrizione deleghe calibrate sulla propria ubicazione. "Inutile -
dice ad esempio - decentrare di Ca'Sugana in piazzatta San Parisiono,
più utile farlo a Santa Bona". "I quartieri sono una
palestra di politica come dice la Lega? Allora chi si allena dovrebbe farlo a
costo zero, per propria volontà". I vantaggi, a detta del
presidente, sarebbero soprattutto quelli di avere un consiglio di quartiere
attivo e intraprendente. "Certo, il gettone di presenza
dei consiglieri e lo stipendio annuo dei presidenti sono poca cosa - dice
Demma - ma il segnale sarebbe molto forte". Il progetto, messo a verbale
durante il consiglio di lunedì, verrà presentato nei prossimi
giorni a Ca' Sugana. Demma si dice convinto che la proposta possa
rappresentare una buona base di partenza per riformare le circoscrizioni,
tutto starà nel trovare l'accordo con giunta e consiglieri. Ammesso
(va detto) che non vengano tagliate dal Governo. (f.d.w.).
(
da "Centro, Il" del 12-12-2007)
Avezzano Fondi ai Comuni
An contesta la giunta Taccone AVEZZANO. Il gruppo consiliare di Alleanza
nazionale alla Comunità montana Marsica uno denuncia "la politica dei finanziamenti "a pioggia" del
presidente Italo Taccone" e mette in guardia dai possibili
"pericoli di dissesto economico". I riferimenti sono a
finanziamenti erogati a Comuni, come nel caso di Scurcola e di Massa d'Albe.
"I consiglieri che fanno parte dell'attuale maggioranza all'interno
dell'Ente comunitario", spiegano da An, "sottolineano in modo
strumentale il voto contrario di quelli di minoranza, al fine di far apparire
gli stessi come coloro che non vogliono i finanziamenti per il loro
territorio". Secondo il gruppo consiliare, il voto contrario dei
consiglieri Curini e Di Bastiano, come quello della minoranza all'interno
della Marsica Uno, è giustificato dal parere contrario del revisore e
del responsabile dell'ufficio finanziario, "in quanto è stato
utilizzato un avanzo di amministrazione di oltre 500mila euro, maturato sin
dal lontano 1990, senza che si sia provveduto a una attenta e prudenziale
verifica della sua effettiva esistenza". "Le motivazioni con le
quali la giunta Taccone ha deliberato i finanziamenti in questione",
spiegano gli esponenti del gruppo di An in Comunità montana,
"sono assolutamente generiche e prive di qualsiasi riferimento
programmatico, tradendo di fatto i compiti dell'ente
comunitario a vantaggio di interessi particolari. Tutto ciò viene
attuato con la tecnica dei "finanziamenti a pioggia" che, per
definizione, sono il risultato di una carente azione strategica. Il voto
contrario della minoranza, quindi, è stato dettato da senso di
responsabilità e coerenza politica,
che non è ugualmente rintracciabile nei consiglieri che hanno
ringraziato Taccone per i fondi". (p.g.).
(
da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
12-12-2007)
? GABICCE MARE ?
L'ASSESSORE al turismo Riccarda Patruno ha nominato l'"opinionista"
televisivo Raffaello Tonon quale consulente artistico e turistico,
dovrà svolgere il ruolo di coordinatore e direttore degli eventi 2008
per gestire l'intrattenimento e l'ospitalità. Albergatori e commercianti
hanno espresso la loro contrarietà, non partecipando all'incontro
pubblico di presentazione nel Centro civico Creobicce. Il direttore di
Confcommercio Amerigo Varotti ha scritto al sindaco, contrariato, per questa
decisione definita "improvvisata". Nel mirino
il costo della consulenza ed il mancato coinvolgimento delle categorie
economiche. Il nuovo esperto scelto dal Comune finisce per pesare il 15%
della cifra complessiva per le manifestazioni turistiche. Infatti l'anno
scorso il Comune ha speso 110 mila euro per le manifestazioni turistiche e il
consulente costerà 15.000 euro. L'ASSOCIAZIONE albergatori e la
Confcommercio non ne vogliono proprio sapere e per protesta hanno annullato
il convegno sul risparmio energetico nelle strutture alberghiere previsto per
venerdì prossimo a Gabicce Mare nel Centro civico Creobicce.
"QUELLO che ci sorprende è il fatto che le categorie economiche ?
scrive Amerigo Varotti ? Confcommercio e Associazione Albergatori in primis,
si sono trovate di fronte al fatto compiuto, senza alcuna coinvolgimento, che
avrebbe anche potuto portare a soluzioni alternative ma comunque
condivise". Insomma bocciature su tutta la linea. c.v. - -->.
(
da "Gazzetta di Mantova, La" del
12-12-2007)
Agenda e Lettere IN
POLITICA IN POLITICA E' ora di premiare chi se lo merita Un partito politico
si definisce quando offre una determinata analisi della società e
prende posizione in merito ai conflitti che la attraversano e la agitano. La politica, quando ha la dignità di questo nome, non
sta su un altro pianeta, in un suo mondo separato, ma sta piantata nella
realtà. I partiti attuali tendono a essere
inclassificabili dal punto di vista sociale, slegati dai processi reali che
nella società si manifestano. Non è più chiaro che cosa
essi rappresentino, quali interessi, quali forze, in vista di quali
obiettivi. Insomma, ciò che si è prodotto è una frattura
tra il sociale e il politico, e sta qui, in questa scissione la causa prima
dei fenomeni di crisi, perché da un lato la politica
si costituisce come mera tecnica del potere e dall'altro la società si
corporativizza e si frantuma, mancando di un qualsiasi tessuto connettivo.
Dopo il grande scontro ideologico che ha caratterizzato il secolo, è
cominciata l'epoca postideologica pragmatica nella quale l'unica cosa che
pare ragionevole fare è stare dentro le regole della realtà
senza cercare di forzarle. Non è un processo di liberazione, ma è
un movimento di resa perché resta poco spazio per qualsiasi iniziativa che
guardi al di là del presente; la società va riconosciuta e
accettata nella sua fattualità. I partiti
politici sono stati più o meno tutti prigionieri di questo schema
teorico, e il loro problema è stato quello di essere riconosciuti, di
essere visibili nella società, di ritagliarsi il loro piccolo spazio
di potere e di privilegio, senza avere in mente alcun progetto di lungo
respiro sull'organizzazione sociale e sui suoi possibili cambiamenti. Io
credo che il Partito Democratico ed il centrosinistra in genere debba saper
uscire con forza da questo schema, ma credo anche che in un epoca votata al
pragmatismo si debba avere il coraggio di individuare gli autogol e chi li ha
commessi: chi ha avuto l'idea di nominare 102 sottosegretari prima che
nascesse la polemica sui costi della politica; chi
ha avuto l'idea dell'indulto poco prima che esplodesse l'emergenza sicurezza;
chi ha impostato la campagna elettorale sul cuneo fiscale rischiando di
perderla; chi ha pensato di mettere i ticket sanitari per poi toglierli
subito dopo; chi ha voluto fare il pieno di tutte le cariche pubbliche,
quando si poteva offrirne almeno una all'opposizione senza perdere voti
preziosi al Senato (magari sono gli stessi che rivolgono lodi a Sarkozy
perché coinvolge quelli di sinistra), e l'elenco potrebbe continuare.
L'errore fa parte dell'essere umano, ma è ora che, a tutti i livelli
istituzionali, si premi per meritocrazia, si premi chi ben lavora e si abbia
il coraggio di invitare a lasciare il proprio incarico chi troppo spesso
commette sbagli. Giovanni Buvoli Consigliere Comunale Mantova OLTRE IL
TRIBUNALE Un "contratto" per Fiera Catena Purtroppo dopo l'uscita pubblica degli esponenti locali dell'IdV Speringo e Castaldo,
mi trovo a chiedermi se l'IdV, usando un linguaggio caro al leader di questo
partito, ci è o ci fa. Sì, perché aver letto le posizioni dei
Verdi da me espresse attraverso questo giornale in merito al nuovo progetto
di palagiustizia a Fiera Catena, e poi sostenere che il sottoscritto e il
partito che rappresento ritengono l'opera necessaria, può
significare solo due cose: o non avere capito nulla, oppure avere dato una
interpretazione volutamente distorta. E per evitare fraintendimenti da
incomprensione o da manipolazione, cercherò di essere, per un ultima
volta, chiaro, preciso ed esplicito. Il sottoscritto e i Verdi ritengono una
necessità la soluzione di quei problemi relativi a spazi, sicurezza e
funzionalità degli uffici dell'attuale sede di via Poma del tribunale,
segnalati a suo tempo da una relazione del tribunale consegnata
all'Amministrazione Comunale. Una soluzione che non preveda un ulteriore
abuso di territorio senza prima avere preso in considerazione le alternative
esplicate nel mio precedente intervento. Per questo siamo fortemente contrari
alla costruzione di quel progetto attualmente presentato per un nuovo
tribunale nella zona di Fiera Catena: perché oltre a non essere state prese
in considerazione soluzioni alternative all'edificazione, non corrisponde a un'urbanistica
razionale, sostenibile e fruibile che noi da sempre sosteniamo. Vedete, dire
centralità non vuol dire semplicemente costruiamo qualcosa. Che ci
siano soluzioni alternative per risolvere il problema del tribunale e per
riqualificare Fiera Catena io ne sono convinto; ma lo lascio spiegare a dei
seri professionisti, perché non voglio alimentare ulteriori dibattiti
politici molto spesso condotti con scarsa competenza. Però ai politici
e all'Amministrazione vorrei rivolgere questo appello: nel nostro Comune
abbiamo già avuto felici percorsi di democrazia partecipata che hanno
avuto grande successo e che proprio di questi tempi hanno ottenuto
concretizzazione. Lanciamo un contratto di quartiere per Fiera Catena,
coinvolgiamo i residenti e cerchiamo di cogliere le loro necessità
piuttosto che calare dall'alto progetti. Chiediamo ai cittadini insomma,
alcuni dei quali peraltro si sono già espressi proprio grazie al
sondaggio lanciato dall'IdV: a oggi il 100% è contrario al tribunale.
Basta chiedere, no? Sebastiano Sali Capogruppo Consiliare Verdi - Mantova
PORTO MANTOVANO Colpe ed errori sull'asilo nido Vorrei rispondere al signor
Pezzali, alla sua lettera dell'8/12 relativa alla grave situazione dell'asilo
nido, delle scuole materne, per non dire di tutto il sistema scolastico a
Porto Mantovano. Con la solita e ben nota spregiudicatezza, vuole addossare
ai consiglieri di minoranza errori che sono invece dell'attuale giunta, che
poteva evitarli, con scelte più ponderate e una programmazione più
attenta, invece di ritrovarsi oggi con l'acqua alla gola. Il sottoscritto,
agli occhi del nostro (forse male informato, dato che non può
più partecipare alle sedute del consiglio per la sua nota
incompatibilità), sarebbe colpevole di lesa maestà, perché,
insieme ad altri consiglieri di minoranza, si è permesso di dare
qualche suggerimento per risolvere la grave situazione dell'asilo nido. Ma
questo era un mio diritto-dovere, in quanto avvenuto nella sede deputata, il
consiglio comunale, non al bar o sui giornali (come fanno altri!). Vengo
inoltre accusato di aver costruito, negli anni Settanta, un nido troppo
grande. In realtà la decisione non fu solo mia, ma di tutta la giunta
comunale di allora: una giunta, tra l'altro, previdente e attenta allo
sviluppo che stava caratterizzando il nostro comune. Le leggi regionali,
allora, consentivano di scegliere tra un nido da 30 e da 60 posti, con
finanziamento a totale carico della Regione. Fummo buoni profeti a scegliere
quello più grande. Infatti, nei primi anni, si raggiunsero 45 utenti,
come ammette anche Pezzali. Il calo degli anni successivi non fu per mancanza
di utenti potenziali, ma per altre ragioni, economiche e logistiche, forse
anche per la non comprensione dell'importanza del nido per lo sviluppo dei
bambini. Successivamente il nido da 60 posti fu trasformato in caserma dei
carabinieri e annesso, come micro nido, alla scuola materna. Su questa
decisione ci fu il voto contrario mio e del gruppo cui appartenevo, che
sostenevamo occorresse costruire una nuova caserma nell'apposita area
prevista nel piano regolatore, salvaguardando il nido. Tra l'altro, la scelta
di modificare l'uso della struttura nido poteva essere di dubbia
legalità, in quanto era stato interamente costruito con finanziamento
regionale dedicato. La lista d'attesa esiste quindi da parecchi anni, come
certo ricorda anche l'ex assessore Daffini, che tanto si è battuto per
risolvere il problema, ma vanamente, in quanto l'allora sindaco Pezzali non
ne ha mai voluto sapere. Ora si cerca di scaricare i propri errori su altri.
Il fare e disfare dall'oggi al domani è un giochetto che è
sempre piaciuto molto a Pezzali (e sembra anche all'attuale Amministrazione
Comunale!), soprattutto perché lo ha sempre fatto con i soldi della
collettività e non con i suoi. Sono convinto che le proposte fatte in
consiglio comunale sull'asilo nido non sono campate per aria, ma da valutare
seriamente, nell'ottica di soddisfare i bisogni attuali e guardare anche
avanti, tenendo conto dello sviluppo futuro del nostro comune. Roberto Trentini
Consigliere comunale di Porto Mantovano.
(
da "Arena.it, L'" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE.
L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento
di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia
Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri L'assestamento
generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale
di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e
l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà
anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la
manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno
di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver
chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare
il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute
in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato
l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza
all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non
ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla
pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica.
E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli
per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo
"recupero evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già
contabilizzati in sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di
455 mila euro. "Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto
Rettondini, della Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un
popolo di evasori quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila
euro, 150 mila sono relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila
riguardano, in realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti
assestamenti non faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di
maggiori introiti che il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta
comunale sugli immobili e della quale non c'è traccia in
bilancio". "Ci troviamo perciò di fronte", ha alzato il
tiro Paolo Longhi di An, "ad un assestamento non veritiero". Accuse
respinte sia dal sindaco Silvio Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi
Bortoletti. S.N. .
(
da "Denaro, Il" del 12-12-2007)
Commenti i costi
della politica Pensioni ai parlamentari: sempre più necessaria una
riforma del sistema di Gerardo Mazziotti Berlusconi per il Partito della
Libertà e Veltroni per il Partito Democratico sono impegnati a trovare
un accordo su una nuova legge elettorale e su alcune riforme costituzionali.
Perciò trovo utile insistere su una proposta di riforma contenuta nel
mio pamphlet " L'assalto alla diligenza", edito da DenaroLibri nel
settembre 2005: limitare a un massimo di due i mandati parlamentari. Una
norma già esistente in Italia dal 1993 e che limita a due i mandati
dei sindaci e dei presidenti di provincia e di regione. In base alla quale
Bassolino dovrà lasciare palazzo Santa Lucia nel 2009 e la signora
Iervolino palazzo San Giacomo nel 2011. E nessuno l'ha mai considerata una
limitazione della vita democratica. La stessa norma esiste da duecento anni
negli USA, dove un cittadino americano può stare alla Casa Bianca
quattro anni, eccezionalmente otto. Perché molti politici, e Bassolino tra
questi, vogliono estenderla ai parlamentari? Perché c'è l'esigenza di
liberarci dei professionisti della politica che sono entrati in Parlamento
addirittura dal 1946, ai tempi di Stalin, Churchill, Roosvelt, DeGaulle, Mao
e Francisco Franco e hanno continuato a starci quando sono subentrati
Krusciov, Kennedy, la Tatcher, Reagan, Clinton, Blair e Bush. E c'è
l'esigenza di garantire il necessario, continuo ricambio della nostra
rappresentanza parlamentare. Dieci anni in Parlamento (basterebbero otto)
sono più che sufficienti per contribuire alla soluzione dei problemi
del paese. E al presidente Bertinotti che, ospite alcune sere fa di una trasmissione
televisiva, ha paventato il pericolo che una norma del genere impedirebbe di
stare in Parlamento a personalità come Pertini, Berlinguer, Moro e
Togliatti (Fini vi ha aggiunto Almirante) è facile rispondere che
nessuno avrebbe loro impedito di continuare a fare politica e di essere utili
al paese fuori dal Parlamento, nei partiti, nelle università, nei
giornali, nei sindacati, nelle mille associazioni culturali, professionali e
imprenditoriali. Ma non basta. Occorre, nel contempo, che la stessa proposta
di legge sopprima il Senato (lo dicono un po' tutti) e riduca a 200 il numero
dei deputati del futuro Parlamento a fronte dei 445 deputati degli Usa (la
megapotenza mondiale di 300milioni di abitanti), dei 440 della Federazione
Russa (150 milioni di abitanti) e dei 2.800 rappresentanti nell'Assemblea
Popolare del pianeta Cina (1 miliardo e 385 milioni di individui). I nuovi
deputati vanno eletti con voto di preferenza (è
inammissibile oltre che antidemocratico che vengano scelti dalla diecina di
persone che siedono nelle segreterie dei partiti) e vanno remunerati con gettoni di presenza (si eviterebbe il triste spettacolo dei banchi semivuoti del
Parlamento) e con una equa liquidazione di fine mandato. Elimineremmo lo
scandalo degli 8.455 euro al mese che diamo alla miliardaria Susanna
Agnelli e al miliardario Franco Zeffirelli, i 9.948 euro mensili percepiti
dal signor Walter Veltroni e dalla signora Rosa Russo Iervolino,
rispettivamente sindaci di Roma e di Napoli, gli 8.455 euro che diamo al signor
Ugo Intini, sottosegretario nel governo Prodi, i 3.108 euro al signor Eugenio
Scalfari patron de La Repubblica e potrei continuare con altri 3.302 ex
parlamentari . Al futuro Parlamento, così formato, va affidato il
compito di eliminare la foresta amazzonica dei privilegi e di riordinare il
sistema- paese, attraverso la soppressione delle province, delle
comunità montane, dei consorzi, delle autorità di bacino, delle
società miste e il ridisegno delle regioni (20 sono troppe) e dei comuni
(8.102 sono una enormità ). Ma ne parleranno Berlusconi e Veltroni ?
12-12-2007.
(
da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Di Riccardo Re -
mercoledì 12 dicembre 2007, 07:00 (...) Il primo a sferzare l'attacco
è Enrico Musso: "La signora sindaco prima ha scelto di accentrare
una serie di deleghe e poi noi consiglieri siamo costretti a rinviare
pratiche e interpellanze a causa della sua continua assenza". Ma
l'attacco si estende anche agli assessori, tanto che il gruppo consigliare di
Forza Italia già al mattino in una conferenza stampa aveva denunciato
le continue assenze e la pessima organizzazione dei lavori in consiglio a causa
di assessori che "arrivano e poi se ne vanno e del sindaco che parla ai
giornali e poi si presenta per fare due dichiarazioni riassuntive". Ma
il malcontento e il malessere diffuso tra i consiglieri serpeggia anche tra i
banchi del centrosinistra. Niccolò Scialfa (Rifondazione) non usa
mezze parole nel dire che se "le cose continuano così arriveranno
dimissioni bipartisan". Già Musso le aveva annunciate, e ieri
ribadite, perché se il ruolo dei consiglieri continuerà ad essere
svilito e mortificato "non capisco che senso abbia continuare a stare su
questi banchi". Una guerra tra consiglieri, democraticamente eletti, e
gli assessori scelti da un sindaco che in campagna elettorale aveva promesso
massima presenza in aula. Una lotta senza colore per
dare più dignità al consiglio. "Sarebbe molto più
costruttivo e utile per i cittadini, discutere dei problemi e tenere conto
delle posizioni di tutte quelle persone che hanno votato anche per me e per
tutto il centrodestra" attacca Musso. Che rilancia: "Non metto in
dubbio che il sindaco e gli assessori abbiano altri importanti impegni, ma
chiedo di organizzare meglio l'agenda, proprio come facciamo tutti noi,
perché la signora sindaco non è l'unica a dover lavorare".
"Sono fedele alla maggioranza - precisa Scialfa - ma sono libero, e se chiedo che sindaco e assessori siano più presenti,
non credo ci sia nulla di male, perché questo darebbe più
dignità al consiglio, così come l'avrebbe data l'aumento del
gettone di presenza...". Tensione accesa, tanto che su richiesta di Scialfa e
Musso il consiglio è stato interrotto per una riunione dei capigruppo.
Pausa. Per arrivare alla promessa annunciata con solenne e improvvisata
conferenza dal presidente del consiglio Giorgio Guerello: "La sindaco
(lui la chiama così, ndr) sarà invitata a un incontro con i
capigruppo per affrontare la questione". Intanto, fino a quel giorno,
Musso farà lo sciopero del silenzio: in aula, ma zitto zitto, senza
mai prender parola.
(
da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Un "buco"
da 25 milioni È allarme al Santa Lucia di Redazione - mercoledì
12 dicembre 2007, 07:00 "Le prolungate inadempienze della
Regione Lazio stanno mettendo in grave crisi la Fondazione Santa Lucia di
Roma. Uno dei fiori all'occhiello della Sanità regionale e dell'intero
Sistema sanitario nazionale nella riabilitazione neuromotoria ad alta specializzazione
è alle prese con una pesante situazione finanziaria dovuta ai mancati
rimborsi per i ricoveri e le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate
in convenzione nel triennio 2005-2007. Per l'istituto di via Ardeatina si
tratta di una perdita di circa 25 milioni di euro". Lo comunica, in una
nota, la Fondazione Santa Lucia. "La Giunta guidata da Piero Marrazzo -
prosegue il comunicato - nel contabilizzare i finanziamenti pubblici
spettanti a questa struttura ha scelto di equipararla di fatto ad una semplice
casa di cura privata. Ciò mentre la Fondazione Santa Lucia, che non ha
scopi di lucro, vanta la qualifica di istituto di ricovero e cura a carattere
scientifico (Irccs) ed è un ospedale di rilievo nazionale
che la normativa vigente equipara ad un ospedale pubblico. Equiparazione
peraltro ribadita anche da una recente decisione del Consiglio di Stato. Il
pesante squilibrio finanziario causato dalla Regione Lazio mette ora a serio
rischio la sopravvivenza dell'intera struttura, i livelli occupazionali e
l'offerta di assistenza ai cittadini. Su questi problemi si è tenuta
ieri un'audizione dei vertici dell'istituto alla commissione Sanità
del consiglio regionale. Oltre al mancato riconoscimento del ruolo del Santa
Lucia, la giunta Marrazzo risulta inadempiente anche sulla stipulazione degli
accordi di remunerazione individuali con l'istituto per il triennio
2005-2007: questo ha pregiudicato la possibilità di concordare un
livello adeguato alla qualità ed ai costi delle prestazioni erogate.
In più non ha previsto la tariffa per le prestazioni di alta
specialità neuroriabilitativa che rappresentano la grande maggioranza
delle prestazioni di ricovero fornite dalla Fondazione: considerato che il 20
per cento dei pazienti proviene da altre regioni, mediante lo strumento della
cosiddetta mobilità passiva le casse della Pisana ci
"guadagnano" poiché per un giorno di ricovero rimborsano alla Santa
Lucia 261,84 euro a fronte dei 367,29 previsti dalla conferenza
Stato-Regioni. Lo scorso novembre la fondazione ha presentato ricorso al Tar
del Lazio per chiedere l'annullamento della delibera regionale numero 436 del
19 giugno 2007 che definisce il sistema di remunerazione delle prestazioni
ospedaliere ed ambulatoriali di ospedali pubblici e privati per l'anno in
corso, in attuazione del Piano di rientro dal deficit della
sanità". "Se la situazione non dovesse sbloccarsi, saremo
costretti a ricorrere di nuovo al Tar del Lazio anche per vederci
riconosciuti i finanziamenti che la Regione fino ad oggi ci ha negato per gli
anni 2005-2006 - ha dichiarato Luigi Amadio, direttore generale della
Fondazione - oppure per garantire l'equilibrio economico-finanziario e la
sopravvivenza dell'ospedale saremo costretti a gravi provvedimenti, tra cui
il ridimensionamento dell'offerta di servizi ai malati". "La
Fondazione Santa Lucia - conclude il comunicato - svolge un ruolo di primo
piano non solo sul piano assistenziale e clinico ma anche nel campo della
ricerca che negli anni ha raggiunto risultati di assoluta eccellenza e che
vengono trasferiti rapidamente al letto del malato. Tra tutti i 43 Irccs
italiani, come indice di produttività scientifica risulta al primo
posto nel Centrosud (isole comprese) e si colloca al settimo posto
nell'intero panorama nazionale".
(
da "Asca" del 12-12-2007)
(ASCA) - Roma, 12
dic - Ammonta a due miliardi 168 milioni di euro la somma del Fondo sanitario nazionale destinata per il 2008 alla Regione
Abruzzo. L'ufficializzazione del trasferimento legato al fabbisogno
indistinto 2008 e' stata formalizzata oggi al termine della riunione
straordinaria della Conferenza delle Regioni, alla quale per l'Abruzzo ha
preso parte l'assessore alla Sanita' Bernardo Mazzocca. In termini
percentuali, i 2 miliardi 168 milioni di euro assegnati quest'anno
all'Abruzzo fanno segnare un incremento del 3,85% rispetto all'anno
precedente dove la cifra assegnata al Sistema sanitario
regionale si e' attestata a 2 miliardi 88 milioni. Quest'anno l'entita' del
Fondo sanitario che il Governo ha sottoposto alle
Regioni, in rispetto del Patto della salute sottoscritto l'anno scorso,
ammonta a circa 105 miliardi di euro, circa 5 miliardi in piu' rispetto al
2007. Sono entrate nel Fondo sanitario la somma di
834 milioni di euro per l'abolizione dei ticket sull'alta prestazione e, solo
per le regioni sottoposte a Piano di rientro del deficit sanitario,
90 milioni di euro che in precedenza erano stati assegnati al Lazio. ''Il
riparto di quest'anno - ha commentato l'assessore Bernardo Mazzocca al
termine della riunione - per l'Abruzzo e' in linea con le previsioni del
Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit della
sanita' entro il 2009. Il raggiungimento del pareggio del bilancio della
sanita' si basa su due obiettivi sa centrare: contenimento e
razionalizzazione del costi del territoriali e aumento delle entrate
derivanti dal trasferimento dello Stato. E mi sembra che questa seconda
condizioni oggi si sia verificata''. L'assessore Mazzocca ha poi fatto cenno
alle condizioni del Piano di rientro. ''Dobbiamo continuare con convinzione -
ha detto Mazzocca - nell'azione intrapresa sul fronte della riorganizzazione
del sistema sanitario regionale, necessaria, a volte
dolorosa, ma atta a garantire un sistema sanitario
piu' equilibrato, anche territorialmente, maggiormente in grado di dare
risposte appropriate alla domanda di salute dei cittadini abruzzesi.
L'equilibrio economico-finanziario del sistema sanitario
regionale - ha concluso l'assessore alla Sanita' - e' indispensabile per il
riequilibrio del bilancio della Regione, cosi' da pensare di raffreddare la
pressione fiscale in modo di liberare risorse per i settori produttivi della
regione''. res-rus/mcc/sr (Asca).
(
da "Gazzettino, Il (Venezia)" del
12-12-2007)
Ponte Calatrava,una
scandalosababele venezianaPonte Calatrava ovvero scandalosa babele veneziana
dove dopo undici anni la mano destra non sa ancora quello che fa la sinistra.
L'ennesimo rinvio dell'ultimazione dei lavori mi fa sorgere spontaneo un
raffronto, mortificante per il Sindaco Cacciari e i suoi "compagni"
di giunta e cioè l'imponente e colossale opera, finita dalla Cina
qualche mese fa, dopo solo tre anni di lavori, relativa ad un ponte di 35 chilometri;
mentre "lor signori" sono penosamente impantanati da una vita per
erigere un ponticello di ottanta metri, inutile e stonato con il contesto
architettonico della città.Di fronte a questo "aborto"
edilizio ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate come faranno i media
mondiali che racconteranno la vicenda come una barzelletta, dove il
personaggio principale sarà il "pensatore" Cacciari,
filosofo dei grandi sistemi che snocciola un giorno sì e l'altro pure
nelle platee televisive ma sbertucciato come pessimo amministratore.Purtroppo
c'è poco da ridere per noi amministrati, considerato che ogni giorno
che passa lievitano i costi del ponte (proprio nei giorni scorsi la giunta ha
stanziato ulteriori 700mila euro alla Ditta Cignoni che sembra un pozzo senza
fondo), imputati non ad un surplus di bilancio di Ca' Farsetti ma di fondi
della Legge Speciale come tutti gli stanziamenti precedenti. Eppure,
nonostante lo spreco di denaro pubblico, hanno la faccia tosta di andare a
battere cassa a Roma, affermando che mancano i fondi anche per l'ordinaria
manutenzione. Egregi concittadini che vi siete affannati a proporre un nome
al famigerato ponte, dovevate al contrario scrivere una sola parola:
vergogna!Gianfranco PezzoliVeneziaI costi veridella politicae
di certi privilegiIn una recente intervista dal titolo eloquente
"Disonorevoli Stipendi", il sindaco di Torino Sergio Chiamparino,
fece giustamente notare come fosse ingiusto iniziare a tagliare gli stipendi
dai sindaci o peggio, dal mio punto di vista, dai consiglieri comunali
lasciando inalterati quelli degli onorevoli e consiglieri regionali.La legge
finanziaria recentemente approvata al Senato, ha ripristinato un vecchio
meccanismo riportando l'indennità di funzione dei consiglieri al
gettone di presenza. Un provvedimento, se confermato
alla Camera in se giusto, se non fosse che questo comporterà una
drastica riduzione dei compensi ai soli consiglieri comunali e provinciali.
Lo scandalo politico italiano non sono le attuali indegnità dei
consiglieri comunali, bensì quelle di tutte le caste pubbliche e
private di questo nostro Paese, che come al solito si autotutela.Non vorrei
sembrare colui per dirla alla Chiamparino che difende "il proprio
portafoglio" ma è del tutto evidente una
disparità di trattamento in contrasto con i costi veri della politica e degli assurdi privilegi della tanto citata casta dei
politici e dei manager pubblici. È evidente a tutti che i costi della politica sono esageratamente troppi, ma è singolare che si
colpisca sempre la parte meno rivelante del problema. Aver colpito
ancora una volta le indennità dei consiglieri comunali e provinciali
(cosa peraltro molto più semplice da farsi) e poco credibile in quanto
non colpisce quei centri del "costo politico nazionale" che sono la
ragione stessa su cui sguazza dell'antipolitica, e
che tanto infastidisce l'opinione pubblica.Daniele Comerciconsigliere
Comunale di Venezia Partito DemocraticoA propositodel bacioa San MarcoA
Venezia in piazza San Marco il nuovo anno sarà salutato da un bacio
collettivo.E' questa l'idea lanciata Marco Balich, responsabile della neocostituita
Agenzia per il Marketing e gli Eventi, per rilanciare l'immagine di Venezia
nel mondo. A tal scopo verranno selezionate cento coppie che la sera del 31
dicembre daranno il via ad un bacio collettivo in piazza San Marco che
dovrebbe coinvolgere circa 60mila persone.Ci auguriamo che l'iniziativa non
voglia essere solo un'operazione di marketing per l'ennesima cartolina da
Venezia destinata a durare il tempo di uno spot, ma possa diventare
un'occasione per Venezia e i veneziani per inviare un messaggio globale di
apertura, di rispetto e di pace. Rivolgiamo quindi un invito
all'organizzatore Marco Balich perchè la selezione venga aperta a
tutte le coppie, le coppie di comunitari e soprattutto di extracomunitari, di
modo che il gesto simbolo dell'amore raggiunga veramente tutti.Franco Fois
seg.Ass.VenetoRadicale, membro comitato nazionale Radicali ItalianiAlvise
FerialdiPS-Partito Socialista VeneziaIngiusta la festaper i cento annidel
Venezia calcioLeggo in questi giorni delle feste che il Venezia calcio
organizza per i 100 anni di vita e sono stupito dallo spazio che viene dato a
questa notizia perché non è vera.Il Venezia di oggi è quello
nato nel 1987 con la fusione tra Venezia e Mestrina e ha colori sociali
differenti, oltre che una dirigenza tutta nuova.Cosa c'entra con quello del
1907?Questa festa non è giusta, a quando quella sul Mestre?Franco
BolzonellaMestre.
(
da "Napoli.com" del 12-12-2007)
Dito puntato contro
clientelismi e lottizzazioni "Che il Consiglio dei Ministri abbia
dichiarato lo stato d'emergenza in Calabria per far fronte alle condizioni di
disagio del sistema sanitario regionale, è
l'ennesima conferma di come la sanità nelle regioni
meridionali venga utilizzata dal centrosinistra come arma per fabbricare
consenso elettorale attraverso clientele e lottizzazioni politiche". Non
sceglie mezzi termini Marcello Taglialatela, parlamentare componente della commissione
parlamentare Bilancio e responsabile dell'Ufficio Politiche per il
Mezzogiorno di An, che, in un comunicato, aggiunge: "La notizia che la
Calabria è in piena emergenza per il suo sistema sanitario
regionale si aggiunge alle altre pessime notizie che da tempo provengono
soprattutto dalla sanità campana, dove si è verificato nel 2005
il primo caso in Italia di una Asl (la Napoli 4) sciolta per gli accertati
condizionamenti della criminalità organizzata e dove un'altra Asl (la
Napoli 5) è sotto costante osservazione per le infiltrazioni della
camorra. Senza contare il debito fuori controllo e le operazioni fatte per
ripianarlo non sono improntate alla massima efficienza ed
economicità". "La sanità nelle regioni meridionali -
conclude Taglailatela - a cominciare dalla Campania, è al centro di
gestioni poco trasparenti, inefficienti ed inadeguate dove gli illeciti e gli
sperperi sono all'ordine del giorno. Il centrosinistra da
anni utilizza soprattutto il clientelismo e la lottizzazione politica per creare impropriamente consenso e la sua cattiva gestione
della sanità al Sud sta determinando un danno irreparabile sia in
termini di tenuta finanziaria dei sistemi sanitari regionali sia in termini
di qualità dell'assistenza offerta a cittadini e pazienti".
(
da "Sestopotere.com" del
12-12-2007)
(20:02) (12/12/2007
17:40) | CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D. "VIVERE GLI SPAZI E
PROGETTARE SENZA BARRIERE" (Sesto Potere) - Forlì - 12 dicembre
2007 -"Vivere gli spazi e progettare senza barriere" è il
titolo del convegno in programma per la giornata di venerdì 14 dicembre
2007 organizzato dal "Centro per l'adattamento dell'Ambiente
Domestico" (C.A.A.D.) e dal Comune di Forlì (Assessorato
Politiche di Welfare). L'iniziativa si svolgerà in Municipio: la
sessione mattutina nella Sala Calamandrei (inizio ore 9) e quella pomeridiana
in Sala Randi (ore 14,30). COS'È IL C.A.A.D. Il "Centro per
l'adattamento dell'Ambiente Domestico" è istituito su iniziativa
dei Comuni della zona sociale forlivese e dell'Azienda Usl di Forlì,
con il contributo della Regione Emilia-Romagna, con l'obiettivo di limitare
le situazioni di dipendenza assistenziale e favorire l'autonomia, la gestione
e la permanenza nel loro ambiente di vita delle persone disabili,
contribuendo a rendere meno gravosi i compiti d'assistenza da parte delle
famiglie. Grazie ad un'équipe multidisciplinare costituita da referenti del
Comune, dall'Agenzia delle Entrate, da un'assistente sociale, un
fisioterapista e un architetto, il C.A.A.D. fornisce informazioni e
consulenze relativamente all'adattamento e all'accessibilità della
casa (sia negli spazi interni, sia in quelli esterni), ai contributi
disponibili, agli ausili del Servizio sanitario nazionale
e alle agevolazioni fiscali sulle barriere architettoniche, sulla
mobilità e sull'adattamento dei veicoli. Il Centro è a disposizione
di cittadini, operatori sociali e sanitari, tecnici-progettisti e
associazioni di settore relativamente a: - legislazione, normative, servizi
per la disabilità; - contributi per l'eliminazione di barriere
architettoniche negli edifici privati (L.13 del 9/1/1989); - contributi per
l'acquisto di strumentazioni, ausili, arredi ed attrezzature per la casa, e
l'acquisto e/o adattamento dell'autoveicolo (L.R. 29/97 artt. 10 e 9); -
agevolazioni fiscali; - consulenze tecnico-progettuali con possibilità
di sopralluoghi presso l'abitazione della persona disabile e anziana; La sede
del CAAD è presso il "Servizio Protesi e ausili" Azienda USL
di Forlì all'Ospedale Morgagni-Pierantoni, Padiglione Allende (via
Forlanini n. 34). Il servizio è aperto nei giorni di martedì
pomeriggio (ore 14-17) e venerdì mattina (ore 9-12). Tel. 0543.731810.
Programma dell'incontro VENERDÌ 14 DICEMBRE 2007 Mattina - Sala
Calamandrei ore 9.30: Saluto del Sindaco del Comune di Forlì Nadia
Masini ore 9.45: Introduzione ai lavori - Loretta Bertozzi (Assessore alle
Politiche di Welfare) ore 10.00: Una Città a misura dei cittadini: Il
Piano Regolatore del Comune di Forlì - Gabriele Zelli (Assessore alla
Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Edilizia) ore 10.20: Le politiche
regionali per l'adattamento dell'ambiente domestico. Novità sul Fondo
Regionale per la non autosufficienza - Barbara Schiavon (Regione
Emilia-Romagna) ore 10.40: La presa in carico della
cronicità e della disabilità come prevenzione della non
autosufficienza - Lucio Boattini (Direttore Responsabile del Distretto della
AUSL di Forlì) ore 11.00: Interfaccia del Sistema
Sanitario con i Progetti Casa Amica - Germano Pestelli (Direttore
Responsabile Dipartimento di Area Medica non acuta e riabilitazione della
AUSL di Forlì) ore 11.20: Le agevolazioni fiscali per
l'adattamento della casa - Lidia Cocchis (Direttore Agenzia delle Entrate di
Forlì) ore 11.40: Le opportunità e gli interventi dell'INAIL
per gli invalidi del lavoro - Carla Castellucci (Direttore INAIL di Forlì)
ore 12.20: Le politiche del Comune e il Fondo Regionale per la non
autosufficienza - Rossella Ibba (Dirigente delle Politiche di Welfare)
Pomeriggio - Sala Randi ore 14.30: apertura lavori Lorenza Altamore
(Dirigente Servizio Diritti di Cittadinanza Sociale) ore 14.35: Centro
Provinciale di 1° livello: informare l'utenza - Ermes Fuzzi (CAAD
Forlì) ore 14.50: La funzione del fisioterapista nell'équipe C.A.A.D.
- Catia Cottignoli, Stefano Belli (Fisioterapisti della Azienda Usl di
Forlì) ore 15.10: La presa in carico del disabile e il progetto
assistenziale individualizzato - Tiberia Garoia (Assistente Sociale del
Comune di Forlì) ore 15.30 Agevolazioni per l'acquisto delle
autovetture e gli ausili tecnico-informatici - Mirella Milandri (Funzionaria
Agenzia delle Entrate di Forlì) ore15.50: Metodologia della consulenza
e sopralluogo - Carlo Verona (Architetto - Consulente esterno C.A.A.D.) ore
16.10: L'evoluzione normativa della L. 13/89 - Marco Munda (Servizio Edilizia
Privata Comune di Forlì) ore 16.30: Conclusioni. Le due sedi (Sala
Calamandrei e Sala Randi) sono adiacenti e si possono raggiungere
dall'ingresso della sede comunale in via delle Torri n.13. Per le persone con
disabilità, le sale sono raggiungibili attraverso l'ascensore al quale
si accede dal cortile con ingresso da via delle Torri n.5 contattando il
numero telefonico 0543.712349.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Commenti IL RUOLO
DEI GOVERNI NEGLI STILI DI VITA ANTHONY GIDDENS I cambiamenti del nostro
stile di vita e i modi per attuarli sono oggi all'ordine del giorno del
dibattito politico. Alcuni dei principali problemi in questo campo potranno
trovare soluzione solo a condizione di riuscire a convincere i cittadini a
modificare le proprie abitudini. La questione presenta aspetti molteplici:
dall'igiene di vita, con particolare riguardo all'obesità, alla
diffusione dell'alcoolismo tra i giovani, alla denatalità e ai
comportamenti antisociali. Ma su tutto predomina la necessità di porre
un freno al cambiamento climatico. Per molti aspetti, questo problema
rappresenta una novità. Lo stato sociale tradizionale si è sempre
basato soprattutto sulla ricerca di soluzioni ex-post, quali la garanzia di
un'indennità a chi perde il posto di lavoro e attende di trovarne un
altro, la concessione di premi di natalità alle famiglie meno
abbienti, o un sistema sanitario per garantire
l'assistenza medica ai cittadini. Ma oggi gli interventi di questo tipo
appaiono insufficienti: dobbiamo fare di più. La tendenza
all'obesità, diffusa ormai in tutto il mondo - non escluso il Giappone
- rischia di affondare il sistema sanitario entro i
prossimi dieci o vent'anni. In effetti, basta un certo grado di sovrappeso
per accrescere notevolmente l'incidenza o il rischio di disturbi cardiaci,
diabete, cancro e altre malattie. Ma soprattutto, dobbiamo affrontare il
problema del cambiamento climatico: se non sapremo adottare misure adeguate
lasceremo ai nostri figli e nipoti un mondo irrimediabilmente degradato. La
tecnologia può fare la sua parte, ma sarà comunque
indispensabile cambiare radicalmente le nostre abitudini. A questo punto, la
prima questione che si pone è quella della libertà. In base a
quale diritto i governi possono interferire nello stile di vita dei
cittadini? Chi sceglie di andare all'inferno non dovrebbe averne pieno
diritto? Ora, se è vero che in questo campo molte questioni sono
tuttora irrisolte, è possibile almeno stabilire fin d'ora alcuni
principi di carattere generale. Innanzitutto, la posizione dei bambini va
distinta da quella degli adulti. E' del tutto legittimo, ad esempio,
sostenere che nelle scuole si debba avere la possibilità di optare per
un tipo di refezione a base di alimenti sani, o chiedere la messa al bando
dei distributori automatici di merendine ipercaloriche dagli edifici
scolastici, o invocare regole per la pubblicità rivolta all'infanzia.
Per quanto riguarda gli adulti, le linee di demarcazione appaiono meno
chiare; ma almeno possiamo dire che l'intervento dello Stato si giustifica
nel momento in cui la libertà di alcuni individui pone un limite a
quella degli altri. E che l'attuale sperpero delle risorse del pianeta
compromette le condizioni di vita delle generazioni future. Infine, va detto
che alcuni comportamenti distruttivi non sono espressione della
libertà dell'individuo, ma al contrario la limitano: chi dipende da
certe sostanze, o da un dato tipo di comportamenti, tanto da non riuscire
più ad avere il controllo delle proprie abitudini ne diventa schiavo.
Si possono citare molti esempi di successi ottenuti grazie a interventi volti
a favorire un diverso stile di vita. Uno dei casi più noti è
quello della Carelia del Nord (Finlandia), la cui popolazione presentava
un'altissima incidenza di disturbi cardiaci e di altre malattie dovute a una
dieta troppo ricca di grassi. All'inizio degli anni 1970 fu varato un
programma, a livelli prevalentemente locali, per promuovere un regime dietetico
più sano; e l'industria alimentare fornì il suo contributo
proponendo una gamma di prodotti non salati e di latticini a basso contenuto
di grassi. Risultato: dal 1970 al 1992 il tasso di mortalità da
malattie cardiache ha fatto registrare un calo del 57%. In alcuni Paesi,
l'introduzione dell'obbligo della cintura di sicurezza per gli automobilisti
si è scontrata inizialmente con l'opposizione di gruppi di militanti
per le libertà civili; ma in breve tempo quest'imposizione è
stata generalmente accettata, e ha salvato molte vite umane sulle autostrade.
Un altro esempio, sempre in materia di traffico motorizzato, è quello
del divieto degli alcolici per chi guida. Grazie alle leggi repressive e a
una contemporanea campagna mediatica contro l'irresponsabilità della
guida in stato di ebbrezza, si è ottenuto un vero cambiamento dei
comportamenti e delle mentalità. Non meno interessanti sono i
risultati conseguiti nella maggior parte dei Paesi che hanno portato avanti
campagne anti-fumo: il consumo di sigarette e tabacco si è
notevolmente ridotto, e la popolazione si è mostrata generalmente
disposta ad accettare il divieto del fumo nei luoghi pubblici. In California
questa campagna ha avuto un particolare successo: la percentuale dei fumatori
tra gli adulti, che vent'anni fa superava il 50%, è scesa al disotto
del 15%. A quanto sembra, i risultati migliori non si ottengono con un unico
metodo, ma piuttosto con la nota ricetta del bastone e della carota. Spesso
entra in gioco anche una logica di gruppo: si cambiano le proprie abitudini
seguendo l'esempio di altre persone che si rispettano. E a volte si arriva a
stigmatizzare comportamenti un tempo largamente accettati, come la guida dopo
il consumo di alcolici. Anche i meccanismi fiscali possono giocare un ruolo
significativo, soprattutto quando sono usati come incentivi. Ma non sempre il
fattore economico riesce a influenzare i comportamenti legati a stati di
dipendenza. In molti Paesi, i prezzi delle sigarette
hanno subito vistosi aumenti, ma a quanto pare neppure il costo molto elevato
basta a dissuadere i fumatori più accaniti. Esistono però
fattori di carattere generale, che influenzano i comportamenti in tutte le
attività umane legate allo stile di vita. Un esempio è
quello che gli economisti definiscono col termine un po' farraginoso di
"hyperbolic discounting". Ecco di che si tratta: se ad esempio si
è invitati a scegliere tra cinquanta euro oggi e cento domani, si
tende a privilegiare la seconda alternativa; quando però l'attesa non è
di un giorno ma di un anno, la maggioranza preferisce il vantaggio immediato
a quello distante nel tempo. Quanto più le conseguenze delle nostre
scelte abituali, buone o cattive che siano, ci appaiono nella prospettiva di
un lontano futuro, tanto più il loro pensiero di lascia indifferenti.
Nel Regno Unito, ogni anno migliaia di persone subiscono interventi di
by-pass coronarico, ma solo in dieci casi su cento questi pazienti si
sforzano di cambiare le loro abitudini per evitare ricadute, se non
addirittura il rischio di morte prematura. Si spiega così la pigrizia
di molti a fronte dei rischi legati al cambiamento climatico. A quanto
è emerso da varie inchieste, la maggioranza riconosce che l'effetto
serra è reale, e si rende conto dell'incidenza dei nostri comportamenti
sul clima; ma solo un'infima minoranza compie lo sforzo di cambiare in misura
significativa i propri comportamenti. E' un dato che ha implicazioni molto
preoccupanti. Per quanto ben organizzate e saggiamente predisposte, le misure
del tipo "green tax" (tassa verde) e le campagne di
sensibilizzazione dell'opinione pubblica hanno effetti marginali. Forse solo
un evento catastrofico immediato e chiaramente imputabile al cambiamento
climatico globale riuscirà a scuotere l'opinione pubblica, e a
convincere la gente che è necessario prendere atto del problema in
tutta la sua gravità. Traduzione di Elisabetta Horvat.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Pagina XI - Genova
Dopo le polemiche in Sala rossa per le assenze del sindaco. Il vicepresidente
Scialfa: "Mi associo alla protesta" "Consiglio snobbato"
Sinistra contro la Vincenzi E Musso insiste: "Potrei dimettermi"
scialfa Spesso mancano il sindaco o gli assessori: io che ci sto a fare
lì? borzani In un'aula piena di entusiasmo c'è chi si sente
spiazzato musso Il problema è che Consiglio e giunta non sono in
sintonia WANDA VALLI Sarà che è quasi Natale, ma in consiglio comunale
accade un fatto singolare: consiglieri di opposizione e non solo si irritano
perché il sindaco, Marta Vincenzi non è presente, e per gli assessori,
non tutti ma quasi, il discorso è lo stesso. Accade che l'ex
avversario di Marta Vincenzi nella conquista di Tursi, il professor Enrico
Musso annunci: "così non ha senso, per ora non interverrò
più e valuterò se dimettermi", con il sostegno di
Nicolò Scialfa, di Sinistra Indipendente. Il giorno dopo le idee
restano le stesse, in nome della "dignità del consiglio", e
viene da chiedersi se il "feeling" che ha unito Marta Vincenzi alla
sinistra di Rifondazione, Pdci e Sinistra Unita non si sia incrinato. Magari
per via della scelta del candidato alla presidenza dell'Autorità
portuale che, alla sinistra proprio non va giù. Luca Borzani, Pd, ex
assessore, prova a dare una lettura diversa. Dice Borzani: "In questi
anni più volte mi è capitato di vedere momenti di
difficoltà tra giunta e consiglio, strettamente legati al ruolo che,
dopo l'elezione diretta, la legge attribuisce a chi governa e ai consiglieri,
che hanno il compito di controllo". Se a questo si aggiunge l'oggettiva
difficoltà di farsi eleggere in Comune, con i voti da cercare uno per
uno, si capisce come in "un consiglio nuovo, pieno di entusiasmo e
voglia di agir bene, qualcuno si senta spiazzato". Il rimedio, secondo
Borzani è uno: "avere una giunta consapevole e in grado di
trovare la maniera di coinvolgere di più il consiglio, come la risorsa
che effettivamente rappresenta". A sentire Marco Nesci, capogruppo di
rifondazione in Regione, le cose stanno un po' diversamente. A partire dal
"feeling". Nesci: "Noi ci siamo limitati a accettare l'esito
delle primarie, ma esiste nella testa di molti sindaci di centro sinistra,
come Marta Vincenzi o Sergio Cofferati, l'idea che la democrazia si esaurisca
con l'elezione diretta, non con la ricerca di collaborazione. E allora se si
decide così, il consiglio si sente ignorato da qualcuno che si
comporta come un podestà, nasce il malessere, e se il sindaco non va
in consiglio comunale, commette un abuso". Anche se lavora altrove, in
nome della città? "Da decenni il consiglio si riunisce il
martedì, un sindaco fa in modo di non prendere impegni se non per
questioni gravi. Un incontro sulla portualità a Barcellona non rientra
in questa categoria". Si arriva dritti al porto, al candidato indicato
dal Comune, l'eurodeputato Paolo Costa che a Rifondazione e alla sinistra non
va bene. Conferma Nesci: "Quella persona è inaccettabile, per una
serie di gravi ragioni. I lavoratori portuali vedono come il fumo negli occhi
uno che ha contribuito alle leggi sulla deregolamentazione del lavoro in
banchina e Marta Vincenzi deve ricordarsi che non è stata eletta con
il 60 per cento, ma con il 51 e grazie anche ai voti della sinistra. O si
ricorda che le cose si concordano oppure glielo faremo ricordare. O la smette
di agire da sola oppure resta sola. E non regge". Nicolò Scialfa,
indipendente di Sinistra Unita, preside e intellettuale, premette: "Sul
piano personale, stimo Marta Vincenzi, la giudico una persona capace". E
allora? "Il problema è il ruolo del consiglio, il sindaco applica
la legge, ma non si gradisce che i consiglieri, a loro volta eletti, siano
presenti e gli assessori spesso arrivano solo perché chiamati. E' un ragionamento
politico, si basa su un punto. I consigli comunali di una grande città
quale ruolo devono avere? E' impensabile, e mi riferisco al mancato aumento
del gettone di presenza, rovesciare l' antipolitica
sui consiglieri che partecipano con passione civile a costo pari a zero.
Porto il mio esempio: sono uno dei vicepresidenti, guadagno forse più
di tutti, e non tocco i 1000 euro al mese. E poi quando spesso mancano o il
sindaco o gli assessori, io consigliere che ci sto a fare lì? A premere
il bottone nelle votazioni. No, faccio altro". Enrico Musso, per
l'opposizione, usa parole analoghe: "il problema non è centro
destra o centro sinistra, è che consiglio e giunta non sono in
sintonia. Noi mettiamo il nostro impegno e la nostra energia, rappresentiamo,
nel complesso, tutta la città, chiediamo uguale attenzione da chi
governa. Anche nella presenza". SEGUE A PAGINA
V.
(
da "Mattino di Padova, Il" del
13-12-2007)
Tocca al giudice
delle indagini preliminari decidere se portare alla sbarra, assieme all'uomo
politico, anche gli avvocati Carlin e Lorigiola Tangenti a Lignano, verso un
processo unico Il pm Rita Ugolini ha depositato gli atti anche per il
vicesindaco Salvatore Sapienza L'indagine avviata dopo la denuncia di Dario
Mengo imprenditore di Portogruaro GIORGIO CECCHETTI VENEZIA. Il vicesindaco
di Lignano Sabbiadoro Salvatore Sapienza, esponente di spicco di Alleanza
Nazionale in Friuli arrestato il 29 novembre, si va ad aggiungere agli altri
indagati per i quali il pm veneziano Rita Ugolini aveva già concluso
le indagini poco meno di un mese fa. Ieri, infatti, il magistrato ha
despositato gli atti anche per il rappresentante politico e così il
giudice delle indagini preliminari potrà decidere, se riterrà
sufficienti prove e indizi, di far celebrare un unico processo per tutti. Il
vicesindaco è accusato di concussione per essersi fatto consegnare 30
mila euro dagli uomini di Giuseppe Stefanel in modo da far progredire o
comunque per non tenere bloccato il progetto per un villaggio turistico sugli
80 ettari
di proprietà della "Agricola Stefania", società che
fa capo all'imprenditore trevigiano. In realtà, il politico di Lignano
avrebbe chiesto 90-100 mila euro in modo da poter svolgere una campagna
elettorale all'americana e così poter essere rieletto e riconfermato
in giunta, avendo la possibilità di far procedere i piani di Stefanel.
Interrogato, Sapienza ha decisamente negato, ma il Tribunale del riesame
lagunare ha confermato l'ordinanza del giudice Daniela Defazio che lo aveva
messo agli arresti domiciliari. La linea difensiva del vicesindaco è
chiara: sostenere che quei 30 mila euro non li ha mai visti. Del resto, ad aver
consegnato la mazzetta - senza alcun testimone naturalmente - sarebbe stato
il geometra trevigiano Rino Guzzo, il consulente dell'"Agricola
Stefania" che li aveva ricevuti da Tito Berna, amministratore delegato
di più d'una società della famiglia Stefanel. Guzzo è un
personaggio discutibile, fallito in passato, con più di un debito e
bloccato dai carabinieri con 50 mila euro in macchina. Sapienza cerca di
dimostrare che quei 30 mila euro consegnati al geometra da Berna a lui non
sono mai arrivati e che Guzzo potrebbe saperne qualcosa. Il pubblico
ministero Ugolini, ieri, ha rinnovato anche la conclusione delle indagini per
gli altri quattro indagati, sono l'avvocato portogruarese Massimo Carlin, il
dirigente comunale dell'Urbanistica a Lignano Andrea Mariotti, accusati anche
loro di concussione ed entrambi agli arresti domiciliari, l'avvocato Fulvio
Lorigiola, indagato per concussione, e il sindaco della località
balneare friulana Silvano Delzotto (Forza Italia), accusato di abuso
d'ufficio per aver affidato a Carlin, senza alcun provvedimento formale,
consulenze per conto dell'amministrazione municipale. E' prevedibile che tra
circa un mese il rappresentante della Procura lagunare chieda il rinvio a
giudizio in modo che il giudice possa fissare l'udienza preliminare.
L'indagine era iniziata dopo che un imprenditore del Veneto Orientale Dario
Mengo, al quale su proposta di Carlin il comune di San Michele al Tagliamento
aveva negato una licenza edilizia, si era deciso a raccontare ai carabinieri
della Sezione di Polizia giudiziaria di Venezia ciò che sapeva sul
conto dell'avvocato portogruarese e delle sue consulenze per numerosi comuni
della riviera adriatica veneta. Le intercettazioni ambientali e telefoniche
avevano fatto il resto, tanto da permettere agli investigatori di bloccare
Carlin mentre consegnava 10 mila euro - parte di una mazzetta di 30 mila- a
Mariotti per conto di Stefanel, parte lesa della concussione.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Pagina V - Bari
RETROSCENA I responsabili del Bilancio e della Sanità sotto tiro da
parte del centrosinistra. "Ma restano, per ora" Pd, due assessori
nel mirino Il partito processa Saponaro e Tedesco: "Hanno
sbagliato" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla prima di cronaca) E
qualcuno, infatti, gli ha ricordato che la sua crociata contro i costi della politica, inserita nella bozza di relazione al bilancio,
dovrebbe portare dritto alle sue dimissioni perché quei costi sono cresciuti
di 10 milioni di euro in quattro anni per pagare i 10 consiglieri regionali
in più di via Capruzzi ma anche assessori esterni come lui. Un modo
elegante per chiedere di togliere il disturbo? Forse. Certo è - fanno
notare nel centrosinistra - che "dopo le batoste alla riunione del Pd e
le mazzate al vertice di centrosinistra, avrebbe dovuto almeno fare il gesto
di rimettere il mandato". Probabilmente se la caverà modificando
la relazione fatta in fretta per consegnarla in tempo al Consiglio. E la
prima voce a cadere sarà la parte
"programmatica" sui costi della politica.
Più articolata la posizione di Tedesco. La visita della guardia di finanza
negli uffici del suo assessorato per prelevare documenti sugli accreditamenti
recenti nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul suo presunto conflitto
d'interessi (i figli dell'assessore sono titolari di azienda che
commercializza materiale sanitario) indebolisce l'assessore alla
vigilia di una sessione di bilancio che introdurrà le tasse per
coprire i deficit che si riconduce alle politiche della salute.
"Chiederò al procuratore di essere ascoltato ma non c'è un
documento prelevato dall'assessorato che riguardi in qualche modo
l'attività dei miei figli", ha detto prima di entrare in
commissione sanità e visibilmente infastidito dall'idea di vedere
riportare l'orologio della polemica sulle accuse dei "dipietristi"
sugli affari di famiglia indietro di due mesi, quando il Consiglio regionale
si trasformò in un processo sul suo presunto conflitto d'interessi dal
quale uscì assolto. Ora che la procura comincia a mettere documenti in
quel fascicolo conoscitivo, la sua posizione non fa che uscirne indebolita.
Tanto più se il deficit delle asl ha fatto tremare i polsi anche al
governatore che - dicono - s'aspettava cifre ben diverse non da capogiro come
quelle che circolano tra presidenza, bilancio e sanità. Ma Tedesco sa
come vendere cara la pelle. Ha già cominciato a farlo nel vertice di
centrosinistra, quando ha consegnato il suo dossier ed ha indicato comune per
comune i servizi territoriali garantiti, e ospedale per ospedale i reparti
nuovi e quelli riaperti che sono costati da soli non meno di 150 milioni di
euro. All'elenco mancava solo il nome e il cognome dei consiglieri di
riferimento in quei comuni. Ma chi doveva capire ha capito. L'altra sera
dalle sedie occupati dai consiglieri della "Cosa rossa" qualcuno ha
cominciato ad alzare la voce contro Tedesco. Forse per bilanciare il silenzio
di Michele Emiliano che, come primo atto da segretario regionale del Pd, non
vuole mettere la sua firma sull'aumento delle tasse se non alla fine e
comunque dopo Vendola. Forse per chiedergli di dire qualche "no"
all'esercito di questuanti sempre in agguato, di avere il fiato sul collo dei
direttori generali. Tedesco è uscito dall'angolo per dire a tutti che
i manager non rispondono a lui ma alla giunta perché è la giunta che
li ha nominati. Ma il colpo del ko per lui, resta in agguato e potrebbe
arrivare a marzo quando ci saranno i consuntivi delle asl. (p. r.).
(
da "Mattino di Padova, Il" del 13-12-2007)
"Soldi
prelevati solo per missioni Ascom" Chiesa e Vianello spiegano al pm
Abate il "pasticcio" contabile di 131 mila euro L'ex presidente
dà risposte anche sulla crociera con la moglie "Ho pagato spesso
di tasca mia le spese degli alberghi" Accompagnati dai loro rispettivi
legali, l'ex presidente dell'Ascom Gianfranco Chiesa e l'ex direttore Luigi
Vianello, indagati per appropriazione indebita, hanno potuto esporre le loro
versioni sul presunto "pasticciaccio contabile" nel corso dell'interrogatorio
sostenuto ieri con il pm Elisabetta Abate e il procuratore aggiunto Dario
Curtarello. Hanno fornito chiarimenti sui ventilati prelievi ingiustificati
per 131.804 euro dedotti dal consulente del pm Carlo Pampaloni. Chiesa,
assistito dal penalista Emanuele Fragasso junior, ha respinto "possibili
fatti di natura appropriativa" paventati dal commercialista Pampaloni
puntualizzando che tutti i pagamenti in contestazione vennero effettuati
soltanto a nome e per conto dell'Ascon e non già a titolo di tornaconto
personale. "Certi viaggi e pernottamenti fuori
città li ho pagati di tasca mia, senza nemmeno un gettone di presenza" è stata la sua linea espositiva. Ha inoltre
ribadito d'essersi limitato a firmare gli ordinativi di pagamento "sulla
base di mandati precisi esistenti". Arrivavano dall'ufficio
amministrativo e contabile diretto da Vianello e da altri suoi collaboratori
dell'Ascom. L'inchiesta riguarda un arco temporale compreso tra il
2000 e la prima metà del 2005 e analizza la natura di alcuni prelievi
in denaro e in assegni circolari effettuati negli sportelli bancari dove
l'Ascom risulta accreditata. Si trattava per lo più di spese postali,
di rappresentanza e regali natalizi. E vi è pure la famosa crociera
con rispettive mogli a carico. Sul punto Chiesa ha tenuto a precisare che,
mogli o non mogli, il costo della cabina era identico. E' stata poi la volta
di Vianello, accompagnato dal penalista Gianni Morrone e dal civilista Mario
Ceretta. L'allora direttore ha fornito ai due pm alcune importanti precisazioni.
Anzitutto sul suo ruolo. Quando è arrivato, l'Ascom aveva soltanto 10
dipendenti. E quando se n'è andato, alle 9,30 del primo settembre
2005, risultavano 120, distribuiti in una decina di filiali. Ha inoltre
riferito che al momento del commiato, c'erano negli uffici "i mandati di
tutte le spese, giustificativi compresi". Se il consulente del pm ne ha
trovato solo una parte, qualcuno li avrà persi o dispersi. Lui non di
certo. Ha pure parlato della contestata crociera con consorti a carico,
ripetendo quanto già ribadito da Chiesa, ossia che il costo di una
suite non dipendeva dal numero delle persone ma era unico. L'Ascom di Padova,
una delle più importanti d'Italia per numero d'iscritti, aveva
partecipato alla crociera su invito della Confcommercio di Roma che in
precedenza ne aveva già organizzate altre cinque. Gli è stato
poi chiesto di riferire sul lauto pranzo con ospiti al ristorante "Le
Calandre". Vianello ha replicato che l'evento era legato
all'inaugurazione della prestigiosa sede dell'Ascom alla Cittadella. Soldi
usati per curare l'immagine. (Enzo Bordin).
(
da "Adige, L'" del 13-12-2007)
Il consigliere
comprensoriale Mauro Ferone rilancia la proposta. Finora solo sette adesioni
"Eliminiamo i gettoni di presenza" Aveva lanciato la proposta alla fine di ottobre:
eliminare i gettoni di presenza dei consiglieri comprensoriali per dare un segnale forte di un
cambio di rotta della politica. Un appello, sotto forma di mozione depositata
il 30 ottobre, che finora a raccolto solo sette adesioni e che ora viene
riproposta. "L'iniziativa - scrive Ferone - nasce con un duplice
scopo, dare un segnale forte all'attuale classe politica provinciale che
è rimasta sorda alle innumerevoli sollecitazioni pervenute sia da
cariche istituzionali nazionali che dagli organi d'informazione, per indurla
a ridurre i costi della politica e, ancora, dimostrare alla popolazione che
esistono ancora dei cittadini che sono disponibili a dedicare parte del
proprio tempo all'attività politica a puro titolo di volontariato.
Così come migliaia di altre persone che dedicano molte ore del proprio
tempo partecipando all'attività associativa (vedi vigili del fuoco
volontari, Protezione Civile, Cri, Stella D'oro, Soccorso Alpino e molte
altre)"- La mozione verrà discussa nell'assemblea del 17
dicembre. "Purtroppo - si rammarica il proponente - nonostante numerosi
colleghi consiglieri, tra cui qualche sindaco, mi abbiano espresso la loro
condivisione all' iniziativa, ad oggi nessun altro si è preso
l'impegno di aderire. Qualcuno opponendo un "ma" o un
"però" riferendosi a norme regolamentari, altri rimandando
al fatto che iniziative di questo genere dovrebbero partire da politici
più altolocati". Ferone torna a sollecitare "tutti i
colleghi consiglieri a voler appoggiare l' iniziativa che, per quanto
piccola, rappresenta un primo passo verso una politica più sensibile
alle attese dei cittadini". 13/12/2007.
(
da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
13-12-2007)
Destinata per il 2008
all'Abruzzo, con un incremento del 3,85% rispetto all'anno precedente. Lo ha
formalizzato, ieri, la Conferenza delle Regioni. L'assessore regionale alla
Sanità, Bernardo Mazzocca: "Siamo in linea con le previsioni del
Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit della
sanità entro il 2009. Dobbiamo continuare con
convinzione nella riorganizzazione del sistema sanitario
regionale". Per il governatore Ottaviano Del Turco "la quota
riservata all'Abruzzo nel riparto del Fondo sanitario nazionale conferma l'efficacia della nostra azione di risanamento nei
confronti del Governo". Intanto il consigliere regionale di An Fabrizio
Di Stefano ha abbandonato i lavori della V commissione consiliare,
polemizzando con la maggioranza proprio sulla sanità: "All'ordine
del giorno era inserito, al primo punto, il parere sul Piano di riordino
delle rete ospedaliera delle Asl, perchè la legge sancisce che, prima
del riordino, la commissione deve esprimersi. Ma l'assessore ha affermato che
le Asl hanno già proceduto al riordino perché l'assessorato ha dato il
via libera, per cui il lavoro cui eravamo chiamati questa mattina era del
tutto inutile. Siamo allo sfascio".
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
13-12-2007)
Dicembre in casa
contro l'Indesit Fabriano. È il minicontratto che ha firmato con La
Carife Ferrara il play guardia Alessandro Romboli, bolognese, 32 anni, 1.85,
che stava vestendo la maglia del San Marino in C2. Romboli
è cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna (allenato proprio da
Giorgio Valli che ora ritrova in panchina a Ferrara) poi ha girato l'Italia
giocando a Faenza, San Lazzaro di Savena, Pavia, Vicenza, ancora Bologna
(Virtus), Cantù, Bergamo, Imola, Padova, di nuovo Faenza, Cecina, Jesi
e Castelfiorentino. La scorsa stagione è rimasto inattivo.
(
da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2007-12-13 num: - pag: 1 autore:
di categoria: REDAZIONALE Retromarcia GLI STIPENDI D'ORO E
alla fine la Camera tagliò i tagli SERGIO RIZZO e GIAN ANTONIO STELLA
T aglia taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a
essere soppresso è stato il tetto agli "stipendi d'oro".
Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in
avanti i "grand commis" pubblici potranno guadagnare anche di
più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di
sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine
mese. CONTINUA A PAGINA 14.
(
da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2007-12-13 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE
La retromarcia Per evitare retribuzioni milionarie, la norma prevedeva un
compenso massimo di 275 mila euro E alla fine la Camera tagliò i tagli
I deputati sopprimono il tetto agli "stipendi d'oro" dei manager
pubblici La riforma aveva già avuto l'ok di Palazzo Madama. Ora, dopo
la bocciatura di Montecitorio, solo il governo può ripristinare le
regole anti-sprechi SEGUE DALLA PRIMA Eppure, dopo tante retromarce nella
sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare,
pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera
pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle
municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo
alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle
capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di
certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto
"gentilezze" al partito di riferimento. Perché nel mondo privato,
tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render
conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia
contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le
sicurezze del sistema pubblico. Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato,
all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: "Il trattamento
economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze
emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o
autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici
anche economici, enti di ricerca, università, società non
quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro
controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura
nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo
presidente della Corte di cassazione". Cioè 275 mila euro l'anno.
Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati
con soldi pubblici. Compresi "i magistrati ordinari, amministrativi e
contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di
controllo di società non quotate, i dirigenti". E se per
trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse
costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo:
"Il limite non si applica alle attività di natura professionale e
ai contratti d'opera" se si tratta di "una prestazione artistica o
professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni
dì effettiva concorrenza ". E se invece si trattasse di strappare
alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato
potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste
eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti,
diceva l'articolo 144, "non possono essere derogate se non per motivate
esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre
anni". Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e
rientrare "nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle
posizione di più elevato livello di responsabilità".
Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese
e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni
stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti
gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva
d'ora in avanti essere trasparente. Di più: "In caso di
violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il
destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno
erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra
consentita". Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto
da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro "I costi della
democrazia", metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi
boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non
accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola
grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un
sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a
casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie
circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a
guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per "raggiungimento
risultati " (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio
Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2
miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora
quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro
l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore
generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da
capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato
dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4
milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato
Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio
pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali
del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio
incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2
milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi
Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito
dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare
l'articolo 144, a
partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga.
Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una
pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare
tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo,
tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio
all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo. Lo
stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i
componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul
clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre
delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal,
l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di
scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel
mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione
Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore
all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli
di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della
Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana
di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella.
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Catanzaro,
13 dic - Domani, 14 dicembre, alle ore 17, nella Casa delle Culture dell'amministrazione
provinciale di Catanzaro, piazza Prefettura, si terra' il confronto a piu'
voci su ''Il Parco come sta? Tra passato e presente - Vita e salute del Parco
Nazionale della Sila''. Introduce e coordina Mariangela Bettini Ferrari,
presidente del Garden Club Catanzaro La Zagara; presiede Antonio Garcea,
presidente del Parco Nazionale della Sila; intervengono il regista Vittorio
De Seta; la direttrice del Centro sperimentale e dimostrativo dell'Arssa di
Lamezia Terme, Luigia Iuliano; l'attore Pino Michienzi. ''Il convegno vuole
rappresentare uno dei tanti momenti di sensibilizzazione e di confronto sulle
potenzialita' economiche sociali e non del Parco Nazionale della Sila
,dichiara il Presidente del Parco Antonio Garcea, soprattutto in considerazione
degli ultimi dati statistici dell'Osservatorio Regionale del Turismo, emerge,
un significativo aumento di presenze di turisti nei parchi calabresi. Il
Parco della Sila, conclude Garcea, negli anni 2005/6, e' stato il piu'
gettonato registrando 166.993 presenze e n. 61.515 arrivi (fonte Il Sole 24
Ore) che in qualche modo hanno trainato il turismo ambientale calabrese''. In
occasione dell'incontro saranno presentati al pubblico: Guida turistica del
Parco Nazionale della Sila; Carta turistica del Parco Nazionale della Sila;
Calendario da tavolo anno 2008; Calendario tascabile anno 2008; Pieghevole
erbe aromatiche e medicinali; Pieghevole sentiero geologico. Saranno inoltre
proiettati un video sulla Sila degli inizi del Novecento ed altri rari
documentari. red/cam/sr (Asca).
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Bari, 13
dic - Un emendamento al Bilancio per regolarizzare 500 precari della
dirigenza medica in Puglia. Lo ha annunciato il consigliere regionale del
gruppo Misto, Giammarco Surico. ''La Giunta Vendola sta per aumentare tutte
le tasse regionali senza garantire alcun servizio aggiuntivo ai cittadini, anzi
- ha sottolineato Surico - Vengono tagliati i fondi destinati ai servizi
sociali e al diritto allo studio e non c'e' traccia delle quote di
cofinanziamento regionale per gli interventi di edilizia sanitaria. Intanto i
costi del personale sanitario, a detta
dell'assessore Tedesco, incidono per circa 70 milioni di euro sul deficit sanitario del 2006''. Secondo Surico, e' invece
''necessario e urgente regolarizzare la posizione di coloro che ormai da anni
lavorano con incarichi di responsabilita' nel sistema sanitario
regionale''. Per questo, ha spiegato ''proporro' un emendamento al Bilancio
per la stabilizzazione dei circa 500 precari della dirigenza medica in
Puglia. Un provvedimento che sarebbe a costo zero per la Regione Puglia in
quanto questi professionisti gia' da tre anni coprono posti previsti nelle
piante organiche''. res-muz/cam/alf (Asca).
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Roma, 13
dic - Continui disagi si ripercuotono drasticamente sugli utenti della
Regione Lazio, in particolare per quanto concerne il sistema delle liste
d'attesa che continua a non offrire i dovuti servizi ai cittadini''. E'
quanto denuncia oggi il Co.Di Ci. che ricorda di strutture in tilt, file
chiuse per una risonanza magnetica, un anno per una mammografia, circa 10
mesi di attesa per un esame ecodopler cardiaco, 5 mesi per una ecografia
pelvica. E ancora, secondo fonti RECUP: Ecografia ostetrica, Roma Asl D,
Ospedale San Camillo, 107 giorni di attesa, quasi tre mesi e mezzo; Ecografia
Ostetrica, Roma Asl C, Sant'Eugenio Reparti, 127 giorni; Ecografia
dell'addome superiore, Asl Roma D, Forlanini, 70 giorni di attesa. Insomma -
rileva il Codici - molti utenti del sistema sanitario
regionale sono cosi' costretti, dettati dall'urgenza dell'esame, ad
effettuare gli esami privatamente, spendendo piu' del necessario''. Commenta
il Segretario Nazionale dell'associazione, Ivano Giacomelli: ''Vi e' una
sottovalutazione del problema dell'esercizio di intramoenia. Questa, infatti,
viene praticata senza alcuna forma di controllo da parte dei manager delle
Asl, che sono assolutamente consenzienti e complici all'esercizio, (a volte smodato),
dell'attivita' privata. Questo meccanismo, lungi dal garantire i servizi e le
cure al cittadino, va a detrimento delle liste d'attesa, che si allungano
spaventosamente''. Di qui l'ideazione di un progetto che ''si propone di
svolgere un'azione mirata a migliorare la condizione informativa dei
consumatori e degli utenti sul tema dei servizi socio sanitari della Regione
Lazio, nonche' di verificare, attraverso un'azione concreta e diretta di
monitoraggio, i tempi delle prestazioni sanitarie. Il fine ultimo - spiega il
Codici - e' quello di elaborare e sperimentare modelli di revisione e
autovalutazione dell'assistenza sanitaria da parte degli operatori sanitari e
delle strutture pubbliche nonche' di quelle accreditate. Il progetto offre un
servizio di informazione agli utenti attraverso il sito www.impaziente.it un
portale che oltre a descrivere le attivita' del progetto fornisce riferimenti
e link utili sul servizio sanitario regionale. La
rete degli sportelli e' gia' attiva sul territorio regionale e offre
consulenza e informazioni a tutti gli utenti che vogliono lanciare un segnale
di aiuto''. res-mpd/mcc/ss (Asca).
(
da "SaluteEuropa.it" del
13-12-2007)
Il Senato ha
approvato ieri il Ddl del Ministro della Salute Livia Turco in materia di semplificazione
degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute. Il
provvedimento, che ora passa all'approvazione della Camera, riguarda una
serie di misure che vanno dalla semplificazione della prescrizione di farmaci
oppiacei per il dolore severo, all'eliminazione di tanti certificati sanitari
ormai inutili od obsoleti. "Il ddl approvato dal Senato
all'unanimità, con la sola astensione dell'Udc - ha dichiarato il
Ministro della Salute Livia Turco - è un esempio concreto di buona politica e della possibilità di dialogo positivo
tra maggioranza e opposizione per andare incontro alle esigenze dei
cittadini. Con questa legge viene infatti semplificata la vita degli italiani
nei confronti della burocrazia, abolendo milioni di certificati sanitari
inutili, che costano tempo e denaro alla collettività, e che sono
ormai superati da altre norme più recenti. Ma tra i punti più
significativi di questa legge c'è senz'altro quello della
semplificazione della prescrizione dei farmaci contro il dolore consentendo
al medico di prescriverli sul ricettario normale del Ssn. In tal modo
sarà quindi molto più facile prescrivere quei medicinali
essenziali per alleviare le sofferenze di chi, malato, ha diritto a non
patire sofferenze ingiustificate che possono e debbono essere alleviate. Una
norma che consentirà di superare le difficoltà prescrittive che
collocano tuttora il nostro Paese agli ultimi posti in Europa nella
somministrazione dei farmaci antidolorifici. Di questo risultato ringrazio l'Aula,
e in particolare il relatore Bodini e la Commissione Igiene e Sanità,
per il lavoro svolto che è stato senz'altro utile al miglioramento
ulteriore del provvedimento". Ecco nel dettaglio le novità
previste: Più facile prescrivere i farmaci contro il dolore Ancora oggi
in Italia è difficile accedere ai farmaci per combattere il dolore.
Queste difficoltà ci pongono tra gli ultimi posti in Europa per le
prescrizioni dei farmaci oppiacei che servono a combattere il dolore e le
sofferenze, cui sono costretti milioni di italiani colpiti da gravi malattie
come il cancro, ma anche da patologie croniche e invalidanti o comunque da
gravi traumi etc. Con questo ddl si agisce su più fronti: attraverso
opportune modifiche introdotte nel testo unico sugli stupefacenti di cui al
DPR. n. 309 del 1990 viene semplificata la prescrizione dei farmaci oppiacei,
consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale anziché quello
speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche che spesso
rendono difficili tali prescrizioni, conformandosi in tal caso la
prescrizione al vigente decreto sul "Ricettario del Servizio sanitario nazionale"con la formale garanzia della
contestuale conservazione di copia o fotocopia della ricetta da parte del
farmacista, anche al fine di dimostrare la liceità del possesso del
quantitativo di farmaci consegnati dal farmacista al paziente od alla persona
che li ritira; viene consentita la prescrizione dei medicinali oppiacei anche
al di fuori delle patologie oncologiche e quindi per quelle malattie croniche
o invalidanti per le quali un'adeguata terapia del dolore è essenziale
per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti, si
semplifica l'aggiornamento periodico dell'elenco dei farmaci oppiacei che
potrà avvenire con un decreto ministeriale, sentito il Consiglio
superiore di sanità, senza dover ricorrere a modifiche legislative
come è invece previsto oggi, si rende più agile la gestione dei
registri per il controllo del movimento degli stupefacenti ad uso terapeutico
facilitando il lavoro dei medici e dei farmacisti si integra la tabella
specifica dove sono inseriti gli stupefacenti ad uso terapeutico con due
farmaci a base di sostanze cannabinoidi già in uso Canada, Usa, Gran
Bretagna, Svizzera, Olanda, Belgio e Germania. Abolizione certificazioni (di idoneità
al lavoro, idoneità fisica alla pratica sportiva, vaccinali ecc.).
L'abolizione riguarda tra gli altri: un milione di certificati richiesti agli
alimentaristi per attestare che sono indenni da malattie infettive e
rinnovare i libretti sanitari, i circa 800.000 insegnanti di ruolo che devono
presentare un certificato di idoneità fisica al momento
dell'assunzione (i supplenti ad ogni inizio di anno scolastico), i 150.000
aspiranti volontari che ogni anno fanno domanda per svolgere il servizio
civile ai quali si richiede il certificato di idoneità fisica al
servizio civile volontario, 40.000 nuovi impiegati che ogni anno vengono
assunti nello Stato e negli Enti locali e devono presentare un certificato di
sana e robusta costituzione, almeno 200.000 lavoratori (parrucchieri, maestri
di sci, fochini, conduttori di caldaie a vapore, giudici di pace, lavoratori
extracomunitari dello spettacolo) che ogni anno devono dimostrare di essere
fisicamente idonei, tramite un certificato medico, i circa 550.000 bambini
iscritti, al primo anno della scuola primaria che, nonostante la
possibilità della auto-certificazione o dell'attestazione diretta
dalla ASL alla scuola, devono presentare un certificato vaccinale, i 200.000
certificati che ogni anno sono richiesti obbligatoriamente ai dipendenti
pubblici e privati per ottenere l'anticipazione del quinto dello stipendio, i
due milioni di certificati inutili di sana e robusta costituzione, il milione
e mezzo di certificati per i decessi (tre per ogni decesso per 500.000 morti
l'anno). In tutto circa 6,5 milioni di certificati inutili che i cittadini
non saranno più obbligati a richiedere, con un grande risparmio di
tempo e denaro (si può stimare per difetto un risparmio di circa 40
milioni di euro l'anno). E' importante sottolineare, comunque, la prospettiva
certa della possibilità di una futura individuazione di ulteriori
misure relative ad ulteriori certificazioni sanitarie da sopprimere come pure
di altre pratiche sanitarie divenute obsolete mediante apposite intese tra Stato,
Regioni e Province autonome e autonomie locali da sancire in sede di
Conferenza unificata. Il ddl prevede inoltre la contestuale abrogazione di
tutta una serie di autorizzazioni sanitarie prescritte da disposizioni ormai
superate per le imprese di produzione e di lavorazione in campo alimentare.
Criteri per il trattamento dei dati sui pazienti nel Ssn (ogni soggetto
avrà un codice univoco che non consentirà l'identificazione dell'interessato). Altro aspetto rilevante
contenuto nel Ddl è l'introduzione di opportuni interventi per il
trattamento dei dati individuali sullo stato di salute destinati al
"Nuovo Sistema informativo sanitario (NSIS), interventi resi
necessari per l'entrata in vigore del "Codice in materia di protezione
dei dati personali", al fine di proseguire alcune finalità
di interesse pubblico quali la programmazione, la gestione, il controllo e la
valutazione dell'assistenza sanitaria. Registri di mortalità e
patologia riferiti a malattie di rilevante interesse sanitario
e sociale (come le patologie oncologiche) e registri di portatori di protesi
impiantabili. L'introduzione di tali registri è finalizzata a
garantire la raccolta dei dati sulla mortalità e incidenza delle
malattie ai fini di una corretta e più efficace programmazione e valutazione
dell'impatto degli interventi sanitari in accordo con le Regioni e a
monitorare gli interventi di protesizzazione effettuati sui pazienti. Lotta
all'abusivismo sanitario per la tutela del
cittadino. Il Disegno di legge è intervenuto in maniera decisa per
estirpare la dannosa pratica dell'esercizio abusivo della professione
sanitaria, soprattutto a danno della categoria professionale degli
odontoiatri dove si stima un'incidenza dell'abusivismo vicina al 25%. Il
provvedimento stabilisce che, in caso di condanna, il giudice disponga la
confisca delle attrezzature utilizzate da persone che hanno esercitato
attività sanitarie senza averne titolo. Previsione di percorsi
differenziati secondo sotto-specialità per le scuole di specializzazione
di area sanitaria, di durata non eccedente un biennio. In questo senso viene
data facoltà al Comitato si scienze mediche del Consiglio
universitario nazionale di provvedere alle opportune
modifiche agli ordinamenti didattici entro sei mesi dall'entrata in vigore
della legge, anche riaccorpando specializzazioni oggi esistenti.
Facoltà conferita alle Regioni e Province autonome di bandire con
urgenza un concorso straordinario per titoli di studio e professionali per la
copertura delle sedi farmaceutiche vacanti nel proprio territorio. Si tratta
di un intervento normativo di particolare attualità ed urgenza, per la
necessità, ormai non più differibile, di assicurare in tempi
brevi la copertura di oltre 500 farmacie private troppo a lungo rimaste in attesa
di assegnazione a causa della concreta impossibilità di concludere in
tempi ragionevoli le procedure concorsuali di assegnazione previste dalla
normativa fino ad oggi vigente (articolo 4 della legge 362 del 1991 e
relativo DPCM. 30 marzo 1994, n, 298). Tali procedure comportano infatti una
duplice selezione dei farmacisti candidati sia per titoli di studio e di
carriera e titoli professionali sia attraverso una complessa prova
attitudinale, articolata in cento domande di farmacologia, tecnica
farmaceutica e legislazione farmaceutica. La nuova disciplina prevista dal
Ddl semplifica le procedure per questi concorsi straordinari (da bandirsi da
ciascuna Regione entro novanta giorni dall'entrata vigore della legge) in
quanto comporta una procedura di selezione per soli titoli di studio e
professionali, includendo nel relativo bando anche le farmacie vacanti per le
quali i Comuni interessati non abbiano deliberato il proprio diritto di
prelazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge. Sono
inoltre favoriti nel caso delle farmacie rurali i candidati più
giovani, poiché sono riservate ai concorrenti con meno di quaranta anni tutte
le sedi farmaceutiche rurali sussidiate. Nel rispetto dei principi
comunitari, sono previste equipollenze per le attività svolte in altro
Paese europeo. Altre norme: alcol e pediatri. Nel ddl è poi previsto
l'innalzamento da 16 a
18 anni dell'età sotto la quale è fatto divieto di
somministrazione di bevande alcoliche, nuove norme per facilitare la
prescrizione di farmaci "off label" (ovvero al di fuori delle
indicazioni terapeutiche registrate) e per l'implementazione dell'assistenza
pediatrica.
(
da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
(17:07) (13/12/2007
11:44) | MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO IN
CONSIGLIO COMUNALE (Sesto Potere) - Modena - 13 dicembre 2007 - "Sui
costi della politica, tutti ci dobbiamo sentire impegnati e valutare dove sia
possibile razionalizzare per ridurli. Se l'ipotesi però è
quella di ridurre il numero degli assessori, è importante fare una
valutazione anche in termini di costi e benefici. Credo che effettuare
delle modifiche a oltre metà mandato sarebbe più un danno che
un vantaggio per la collettività". Così il sindaco di
Modena Giorgio Pighi ha risposto, in una delle passate sedute del Consiglio
comunale, all'interrogazione presentata da Baldo Flori e Paolo Ballestrazzi
di Modena a colori sul tema "riduzione del numero degli assessori".
Baldo Flori ha richiamato le recenti dimissioni dell'assessore alle Politiche
giovanili Elisa Romagnoli, sottolineando che "in questo modo, con 11
assessori, la Giunta secondo noi è squilibrata. Sarebbe opportuno un
riordino delle deleghe, alleggerendo il numero degli assessori, senza far
mancare l'operatività politica. Ad esempio
avevamo suggerito, in una proposta che poi fu respinta, di istituire
l'assessore alla Sicurezza, magari anche con un semplice incarico a un
Consigliere comunale, senza oneri per l'Amministrazione". Il Sindaco ha
ringraziato Flori per l'opportunità di discutere in sede istituzionale
un tema già affrontato in sede politica e ha
ribadito che "nell'attività amministrativa si fanno progetti e
attività, si impegnano energie e idee, si tessono relazioni e si
configurano obiettivi che sono collegiali, ma vengono gestiti singolarmente.
La nostra Amministrazione prevede un numero di assessori tra gli 8 e i 12,
proprio per rispondere a esigenze che possono variare. Non vogliamo fare
modifiche proprio per rispetto ai cittadini, perché alla fine del mandato
manca poco più di un anno e credo sarebbe controproducente".
Flori ha ringraziato il sindaco "per lo sforzo di avvicinamento al
merito della mia interrogazione" e ha replicato: "ho apprezzato la
franchezza e ne userò altrettanta. Non credo affatto che la
motivazione portata, il fattore tempo, sia la vera ragione del congelamento
della situazione. Vicino a noi, a Bologna, si sta discutendo di un nuovo
assetto della giunta e nessuno ha parlato di tempi oramai così
avanzati da non poter intervenire".
(
da "EUROPA.it" del 13-12-2007)
FEDERICO ORLANDO Lunedì
Torino s'è fermata otto ore per i funerali delle torce umane dalla
ThyssenKrupp. Ieri il consiglio dei ministri ha deciso di accelerare le norme
di prevenzione e repressione approvate in agosto. Forse per maggio
sarà possibile applicarle integralmente. Dieci mesi per attuare
decreti delegati in materia sensibile (anche se non "eticamente"
sensibile. Cosa volete che valga una vita perduta per causa di lavoro?) Ha
detto Prodi: "Il nodo è la prevenzione ". Ok, e nel 2008 i controlli
aumenteranno del 30 per cento, coordinando le Asl e gli ispettori del lavoro
(che sono in rapporto di 1 a
1500 aziende). E fino ad oggi, evidentemente, non sono stati coordinati.
Forse sono scoordinati fin da quando il primo baldanzoso centrosinistra
nenniano e fanfaniano soppresse l'Enpi, che controllava gli ascensori ma
forse non era gran chè nella prevenzione infortuni sul lavoro;
però, insieme all'Inail (assicurazione, cura, riabilitazione e
rendite) e all'Enaoli (assistenza agli orfani) e all'Anmil (assistenza ai
mutilati e invalidi del lavoro), una rete la faceva anche nel campo
preventivo. Sempre a latere, s'intende, degli onorevoli ispettorati del
lavoro, non inutili e dunque non soppressi. Ora dicono al ministero del
lavoro che con la delega di agosto finanzieranno anche i corsi nelle scuole
(50 milioni più 40 previsti), con l'aiuto anche del Fondo sociale
europeo. Ne siamo contenti. Ma, se il ministro Damiano permette, mi
autoconvoco come testimone o ex "persona informata dei fatti", che
dice: quei corsi rischiano di servire a poco o a niente. Li ho visti da
vicino fin da giovanissimo laureato in legge, quando, in sede di primo
lavoro, ho fatto anche questo: corsi di istruzione nelle scuole ai figli di
contadini ed edili del Sud; e distribuzione ai papà e mamme di occhiali
antispiga e guanti antifalce per i mietitori, elmetti per gli edili, cappelli
di paglia per le contadine perché non beccassero un'insolazione. Risultati
incerti: gli studenti guardavano in aria, i papà non mettevano gli
occhiali e gli elmetti. In quegli anni si costruivano i Cto (centri
traumatolologici ortopedici) e gli ambulatori. Di Vittorio andava a
visitarli, anche Fanfani; Rampoldi e altri massimi ortopedici vi operavano;
nella tenuta di Rispescia (Grosseto) i figli dei contadini morti venivano avviati
a un'alta professionalizzazione. Ma il tallone d'Achille erano gli ispettori,
quelli degli enti e quelli dell'ispettorato. Pochi anche allora per prevenire
sul serio, anche quando non erano? consulenti delle aziende. Quest'anno,
dicono al ministero del lavoro, abbiamo ispezionato 137 mila aziende;
chissà quante altre ne hanno ispezionato le Asl. Ora i due servizi
ispettivi saranno coordinati da un'unica regìa, per evitare che in
un'azienda vadano in due e in altre nessuno. Ma perché solo ora? A coordinarli
saranno i presidenti delle Province, che, a occhio, non dovrebbero sapere
gran che di prevenzione infortuni. Ma al ministero del lavoro assicurano che
non è questione di sapere, ma di coordinare. La parola magica
è: sinergie. "Nelle norme di agosto (quelle in quarantena), oltre
al coordinamento ci sono anche forti elementi dissuasivi, cantieri chiusi
fino a 2 anni, milioni di euro per sanzioni non penali, fino a 3 anni di
carcere per le altre". Lo ricordava lunedì al Messaggero il
sottosegretario Montagnino. Ma attenti ai furbi, caro ministro. Ricordo ? era
un altro secolo, ma le abitudini sono rimaste ? quando venivano da noi
giovani i capi di certe aziende dicendoci: "Sono amico di Renato".
Come avessero detto: "Mi manda Lubrano ". Noi ci fingevamo fessi e
rispondevamo: "Quale Renato?". "Ma come, il vostro
presidente". "Ah, già. Cosa desidera?" "Che mi
abbassiate il premio assicurativo". "Ah, e come paghiamo i Cto, le
rendite, le temporanee, gli assegni funerari?". "Dotto', e ci debbo
pensare io?". L'Italia immortale ha anche questi connotati. E poi ha i
connotati dei governanti, destra, sinistra, centro. Come ha detto il
sottosegretario: "Perché c'è ritardo nel rendere operative misure
adottate da tempo? Perché abbiamo alle spalle 50 anni di norme, da
armonizzare per farle diventare testo unico ed efficace. Ma ce la faremo per
maggio". Maggio 2008. Cinquant'anni sono proprio quelli passati dai miei
"corsi" di infortunistica ai contadini e agli edili del Sud. E quarant'anni dalla distruzione, a opera del primo
centrosinistra ideologico, della rete assicurativa e prevenzionale degli
"enti inutili". Si voleva pianificare, uguagliare, uniformare nel
sistema sanitario
nazionale più ispettorato del
lavoro. Per arrivare all'agosto-dicembre 2007 senza pianificazione.
Però ? dicono ? nel resto d'Europa si muore di più, e
noi, toccandoci, non esitiamo a crederci. Forse anche per questo viaggiamo
meno oltralpe. E i ministri facciano in modo che non ci debbano andare i
nostri lavoratori. Magari per una crescita zero europea, aggravata da
cinquant'anni italiani di non decisioni.
(
da "EUROPA.it" del 13-12-2007)
REPORT DELLA CORTE
DEI CONTI Eurodeputati sotto accusa: spese troppo alte e ingiusti cate SILVIA
MARCHETTI Bruxelles Quanto guadagnano e quanto spendono al mese gli
eurodeputati? Bella domanda. Tra stipendio fisso, rimborso spese,
indennità, viaggi, diarie e assistenti è difficile quantificare
i soldi che periodicamente escono ed entrano nelle loro tasche. Soprattutto
quando mancano le ricevute. E così la Corte dei conti europea,
guardiana del bilancio comunitario, ha deciso di passare all'offensiva chiedendo
al parlamento di sospendere i pagamenti e di recuperare le cifre erogate se i
deputati non sono in grado di giustificare, con documentazioni valide, tutti
i costi sostenuti tra cui gli stipendi dei loro assistenti, che nel budget
parlamentare fanno la parte del leone. Basti pensare che nel 2006 l'emiciclo di
Strasburgo ha speso circa 132 milioni di euro soltanto per pagare i vari
collaboratori, portaborse e ghost-writer. Tra le varie voci di entrata, ogni
eurodeputato riceve ogni mese 15.496 euro per reclutare uno o più
assistenti e 3.946 euro per spese "generali" che riguardano la
segreteria e la gestione dell'ufficio, oltre a 279 euro
al giorno di indennità di presenza (il
cosiddetto "gettone" di presenza) per
coprire pasti e alberghi. Soldi che vengono aggiunti alla busta paga: oggi un
eurodeputato percepisce lo stesso stipendio di un deputato nazionale ma dal
2009, quando entrerà in vigore il nuovo statuto, gli stipendi non
saranno più a carico dei bilanci nazionali e tutti gli eurodeputati,
indifferentemente dal paese di origine, riceveranno la stessa somma (anche se
poi potranno optare per il vecchio sistema). La crociata a favore di una
maggiore stretta finanziaria, tra spese non documentate e viaggi fantasma, ha
origini lontane. Nel suo rapporto annuale la Corte dei conti scrive che,
già nel 1998, il problema era stato portato all'attenzione
dell'ufficio per le procedure amministrative interne dell'europarlamento. Nel
2004 le regole furono emendate per spingere i deputati a presentare i loro
resoconti di spesa ma nonostante le reiterate pressioni per il 2004 il
parlamento ha ricevuto solo il 27 per cento della documentazione richiesta,
mentre per il 2005 appena il 22.5 per cento delle carte. Lo scorso settembre
perfino l'ombudsman (il mediatore europeo) invitò i partiti politici a
presentare tutti i resoconti fiscali. Difficilmente, tuttavia, il parlamento
seguirà le indicazioni della corte dei conti e cederà alla sua
moral suasion. Il nocciolo del problema è politico e riguarda la
resistenza dei partiti a rendere pubbliche certe informazioni considerate
"personali". Nell'assemblea di Strasburgo sono di più coloro
che non vogliono rivelare quanto pagano i propri assistenti parlamentari, in
nome del rispetto della privacy, di chi invece sostiene una maggiore trasparenza.
Da una parte, i compensi degli eurodeputati dovrebbero essere pubblici e
quindi soggetti a controlli e supervisione, mentre dall'altra esiste
già un organismo interno (la commissione per il budget) il cui compito
dovrebbe essere proprio quello di vigilare contro le frodi e le spese
eccessive. Insomma, gran parte dell'europarlamento preferisce non fornire
cifre esatte, argomentando che i commissari e i funzionari Ue non sono messi
sotto la stessa lente di ingrandimento. Inoltre, stando a quanto riferisce un
portavoce di Strasburgo circa l'89 per cento delle spese totali sarebbero
già state giustificate e all'appello mancherebbero solo alcuni
eurodeputati, restii a presentare la documentazione richiesta. Ma non finisce
qui. La Corte dei conti ha bacchettato anche il comitato delle regioni per la
gestione del dossier "spese di viaggio". Teoricamente i rimborsi
dovrebbero essere riconosciuti solo su presentazione delle ricevute ma spesso
il comitato ha rimborsato i suoi funzionari anche sulla base di una semplice
nota scritta a mano da una agenzia di viaggi. E un'investigazione interna al
comitato ha scoperto che l'83 per cento delle cifre riportate erano
più alte degli effettivi prezzi dei biglietti emessi dalle compagnie
aeree. Ma anche qui la battaglia per la trasparenza si preannuncia dura.
(
da "Panorama.it" del 13-12-2007)
Italia - http://blog.panorama.it/italia
- Camera senza tetto: cancellate le promesse anti Casta sugli stipendi Posted
By matteo.durante On 13/12/2007 @ 16:46 In Apertura#2, NotiziaHome,
newsletter | No Comments A quelli della Casta il tetto non piace. Non che desiderino
vivere a cielo aperto, solo non gli va che qualcuno (che siano i cittadini
indignati o i senatori avveduti) metta il naso e un limite sui loro stipendi.
Insomma: alla Camera è stato tagliato il taglio che il Senato aveva
approvato sugli emolumenti dei manager pubblici. A scriverlo, sulla prima del
[1] Corriere della Sera, sono stati oggi gli autori del
best seller scandalo (per il contenuto, sia chiaro) del 2007: Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella. Che raccontano come sia
successo che il "tetto agli stipendi d'oro sia stato soppresso. D'ora in
avanti i grand commis pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla
faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà".
La norma passata a Palazzo Madama (art. 144 della Finanziaria 2008),
sull'onda dell'indignazione popolare (dopo le rivelazioni contenute nel libro
dei due giornalisti del Corsera e in quello dei due senatori [2] Massimo
Villone e [3] Cesare Salvi, autori del [4] I costi della democrazia) e con un
certo malessere di alcuni esponenti della stessa maggioranza, prevedeva che
tutti gli stipendi pagati con soldi pubblici non potessero superare lo
stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, vale a dire 274
mila euro all'anno. Poi, da lì, è stata una serie infinita di
correzioni e riscritture. Prima sono stati esclusi dal tetto tutti i contatti
di natura privatistica già in corso. Correzione più che giusta:
nessuna norma può essere retroattiva, sarebbe incostituzionale. Poi
un'ulteriore modifica. Per i manager con contatto di diritto pubblico lo
stipendio verrà ridotto gradualmente: 25% l'anno in modo che nel giro
di quattro anni si arrivi al famoso tetto. L'ennesima deroga? Dal tetto
restano escluse le Authority, gli Organi costituzionali, i contratti d'opera
(per capirci, quelli dei presentatori Rai o dei superospiti di Sanremo), le
società quotate e le attività di natura professionale. Ancora
una: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un
periodo limitato potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno.
Tutti gli altri, sotto. Sotto fino a quando, con la Finanziaria in
discussione a Montecitorio, non sono cominciati i tagli veri e propri alla
norma. Per esempio: per la Banca d'Italia, le Autorità indipendenti e
le amministrazioni dello Stato si dovrà applicare il tetto alle
retribuzioni, ma doppio rispetto a quello del primo presidente della Corte di
Cassazione. Quindi, il limite massimo sarà di 548 mila euro. A volerlo
è stata la Rosa nel Pugno, con un emendamento del capogruppo Roberto
Villetti. E la Commissione Bilancio della Camera lo ha approvato. Commissione
che, per bocca del presidente Lino Duilio, si è così
giustificata: "Nessuno stravolgimento, nessun arretramento" sul
tetto agli stipendi dei manager pubblici. Al contrario, la Commissione ha
"solo perfezionato il testo del Senato per consentirgli di reggere nel
tempo e di regolare efficacemente la molteplicità delle situazioni
reali". Molteplicità. qui pare che a moltiplicarsi sono,
nonostante le promesse, gli euro che i boiardi dello Stato continueranno a
portarsi a casa, come dice il senatore Villone: "Si introducono
meccanismi che consentono emolumenti che viaggiano addirittura verso il
milione di euro all'anno. C'è da vergognarsi". E se lo dice un
senatore.
(
da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del
13-12-2007)
">stampa |
chiudi 13 dicembre 2007 Bellin e la scelta a due ruote Giovane e ambizioso,
come la Lpr, Maurizio Bellin racconta la sua passione: "Da quando
correvo da esordiente non mi sono più fermato, nemmeno quando ho
dovuto scegliere tra università e ciclismo" MILANO, 13 dicembre
2007 - Il vecchio che si chiamava Santiago , che era magro e scarno e aveva
rughe profonde alla nuca, e che non pescava un pesce da 84 giorni. Il giovane
che si chiamava Manolo , che ogni mattina faceva visita al vecchio, e che
alla fine pescò un pesce Magoo . E il mare, che era tropicale, mai
banale, semmai fatale. Maurizio Bellin sta leggendo "Il vecchio e il
mare" di Ernest Hemingway . Diciamo la verità: infinitamente
meglio di un articolo di Marco Pastonesi sulla " Gazzetta dello
Sport", anche se presto gli toccherà digerire pure questo. Bellin
, la partenza? "Mio padre Valentino. Amava la bici, correva da amatore,
e anche se è morto quando avevo solo due anni, l'amore per il ciclismo
me l'ha trasmesso lui. E poi mia madre Leonia. Quando è morto mio
padre, si è fatta in quattro: tre lavori e la famiglia. Lavorava a un
asilo-nido, stirava e faceva la pulizie in un'altra casa, poi si dedicava a
mia sorella Georgia e a me. Una vita da gregario". Poi? "Ho
cominciato a correre a sei anni, ma a otto avevo già smesso. Mia madre
non aveva il tempo per accompagnarmi e seguirmi. Ho ricominciato da
esordiente, quando ad accompagnarmi e seguirmi ci pensava una squadra. Da
allora non ho più smesso. Neanche quando ho dovuto scegliere tra
università e ciclismo. Ho chiesto il permesso a mia madre, ed è
stato ciclismo". Passista veloce, vero? "Suona bene, ma è
una mezza fregatura. Non abbastanza veloce per essere velocista, non
abbastanza leggero per essere scalatore, non abbastanza fondista per essere
cronoman. Ma abbastanza veloce, leggero e fondista per essere un buon
uomo-squadra. Passato professionista, all'inizio del 2006, non mi sono mai
risparmiato nell'aiutare i compagni. Qualcuno mi ha detto: se tu non avessi
esagerato in lealtà, se tu fossi stato più egoista, se tu
avessi pensato di più ai risultati". Già: risultati?
"Se si guardano solo i risultati, ho combinato poco. Ma nel ciclismo
c'è dell'altro, per esempio la stima del team manager, del direttore
sportivo e, appunto, dei compagni. Comunque, nel 2006 un quarto e un settimo
posto in Messico al Tour di Chihuahua, e un undicesimo al Giro della provincia
di Lucca. E nel 2006 un settimo posto alla Ronde van Drenthe. La chiamano la
Roubaix olandese: una quarantina di chilometri di pavè, e poi gente,
cielo, polvere, sei in fuga davanti, e io che ho vinto la volata del
gruppetto inseguitore. Ho ottenuto anche un tredicesimo posto nella
classifica finale del Tour du Picardie: quinto fino all'ultima tappa, poi
sono caduto, e con me sono cadute anche le speranze di un podio". E quel
Chihuahua? "Partito prevenuto, tornato felice. Un viaggio fantastico: si
correva per metà nel deserto, per metà in altura, tra sperduti
villaggi di "campesinos". Ma l'organizzazione era ottima, con
alberghi a cinque stelle e una piscina, e un lotto di partecipanti
all'altezza, quattro squadre europee più canadesi e americane. C'erano
anche i cactus e i cani dela razza Chihuahua, quelli piccoletti, che
morsicano quando si spaventano, e celebrati con monumenti come se fossero
eroi". E il 2008? "La Lpr-Androni si è fusa con la Tenax, il
mio contratto in scadenza è scaduto. Ho trovato un posto nella neonata
Katay: team manager Iacovozzi, direttore sportivo Salutini, fra i corridori
Callegarin, Rizza, Quadranti e Zampilli. Ingaggio per un
anno, poi si vedrà. Penso positivo: sono ancora fra i professionisti
in un periodo difficile, non pago per correre ma corro per essere pagato. E
trovo del positivo anche se penso negativo: c'è un posto di lavoro
all'Androni che mi aspetta, e non da corridore". Le
dispiacerebbe? "Da matti. Ma, siccome sono ragioniere, cerco di
ragionare. Nel ciclismo il mercato è in grossa difficoltà, paga
10 anni dal caso Festina all'Operacion Puerto in cui ha perso potere e
credibilità. Ho letto che nel 2002 era al secondo posto per
sponsorizzazioni dietro al calcio, adesso è dietro anche a golf e
pallavolo. La vedo come una piramide che sprofonda: i campioni si devono
accontentare di guadagnare un po' meno, gli altri di sopravvivere, ma la base
sparisce". Che fare? "Continuo con i miei principi: andare avanti
soltanto con la forza delle mie gambe. E se è poca rispetto a quella
degli altri, pazienza. Ma, credetemi, quanto a pulizia, il ciclismo sta
facendo passi da gigante: se avessi un figlio innamorato della bici, non
avrei nessun dubbio e lo aiuterei a correre. Però la gente al bar
ancora non lo sa che il vento è cambiato". Lei si allena anche
con Basso. "Siamo un bel gruppo: Noè che detta percorsi e ritmi,
poi Bailetti, Marzano, Callegarin, Andriotto, Nardello, Wegelius...
C'è anche Basso. Mi consiglia come allenarmi, mi spiega quando riposare,
mi ha trovato perfino uno sponsor tecnico per le scarpe". Marco
Pastonesi.
(
da "AprileOnline.info" del
13-12-2007)
Alfiero Grandi*, 13
dicembre 2007 L'analisi
La casa, le imprese e i lavoratori sono i principali "fronti" su
cui si è concentrato l' impegno del governo per rilanciare il Paese.
In sostanza una manovra che segna un cambiamento importante rispetto al
passato, sebbene molto rimanga ancora da fare. A questo dovrà
contribuire la Sinistra arcobaleno Il testo della finanziaria 2008 è,
ormai, stabilizzato. Si può solo approvarlo o respingerlo e l'auspicio
è, ovviamente, che venga approvato con il voto di fiducia alla Camera
e, successivamente, al Senato. Un testo così ampio -e ad accrescerlo
hanno contribuito prima il Senato, poi la Camera- è sempre difficile
da sintetizzare. Questo pone un problema politico non nuovo, ma tuttora
irrisolto: l'esigenza di interrompere la serie delle finanziarie-monstre,
vale a dire troppo ampie, e appesantite da micro-norme e micro-interventi. Se
si vuole far capire al Paese come si intende caratterizzare la politica economica per l'anno successivo, è
necessario che la finanziaria, in futuro, venga ristretta alle scelte di
fondo, escludendo le normative e lasciando ad atti successivi l'attuazione
degli interventi "minori". Non so se l'immagine che De Rita offre
dell'Italia, come di una società atomizzata, sia del tutto giusta,
forse la situazione reale è un po' più complicata, tuttavia,
è certo che se le sedi di responsabilità politica
vogliono contribuire a riunificare il Paese e a dargli un indirizzo, un
orizzonte per il futuro, debbono sforzarsi di indicare con chiarezza gli
elementi di fondo, evitando sparpagliamenti. In questa finanziaria i due
aspetti coesistono, ma per delineare quelli di fondo occorre
"estrarli" da un insieme troppo ampio, non sempre, facilmente,
comprensibile a tutti e che a volte mette in difficoltà perfino gli
addetti ai lavori. Questo è un problema politico serio, perché alle
difficoltà del Governo si sommano le difficoltà del Parlamento.
Tornando, però, al merito, vedo questi grandi capitoli da valorizzare
perché la finanziaria segna indubbiamente una novità, una svolta.
Forte di un'impostazione precedente che, dal maggio 2006, ha già
messo in sicurezza i conti pubblici e quindi garantisce il risanamento, ora
la finanziaria 2008 ridistribuisce risorse, rafforzando misure che già
in questo anno sono entrate in vigore, come gli interventi per gli incapienti
e le pensioni basse per circa 4 miliardi di euro. Ci sono per il 2008 tre
grandi blocchi sui quali si interviene. Il primo è la casa dove si
sommano la riduzione ICI per la casa di abitazione, la detrazione per chi ha
la prima casa in affitto, le misure a favore dei giovani che vogliono
rendersi autonomi e gli interventi per riprendere una partecipazione
pubblica, che manca da anni, che sia in grado di offrire case in affitto a
prezzi accessibili a chi ha redditi troppo bassi in relazione agli attuali
prezzi di mercato. Nell'insieme la manovra 2008 impegna oltre due miliardi di
euro per la casa, in gran parte di riduzione della pressione fiscale. Il
secondo blocco è rivolto alle imprese e segue idealmente la riduzione
del cuneo fiscale, già entrato in vigore. La riduzione dell'aliquota
IRES al 27,5 per cento viene autofinanziata dal sistema delle imprese e con
le modifiche della Camera, che si aggiungono a quelle introdotte dal Senato,
è ormai certo che in questo ambito le piccole e medie imprese saranno
avvantaggiate e spinte a investire i loro profitti nell'impresa. Inoltre, per
un milione di aziende, considerate marginali, tutto sarà più
semplice e conveniente. Il terzo blocco riguarda i lavoratori, e le misure
sono di diverso tipo. C'è, ad esempio, il credito di imposta, inserito
al Senato, che punta a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nel
Sud, con un'attenzione particolare al lavoro femminile. Oppure, le riduzioni
fiscali già decise, per circa mezzo miliardo di euro,a favore dei
lavoratori dipendenti, con in più l'impegno a utilizzare
l'extragettito fiscale 2008 per la riduzione della tassazione sui lavoratori
dipendenti. Scommetto - personalmente - che nel 2008 ci sarà un
extragettito che potrà confluire nel fondo istituito dalla Camera per
favorire questa ridistribuzione fiscale. L'extragettito è molto
probabile perchè parte delle misure per la lotta all'evasione e
all'elusione, stanno entrando in vigore proprio ora e gli effetti si vedranno
meglio in futuro. La Camera ha anche aggiunto interventi per le famiglie
numerose, che si sommano a quelli, socialmente importanti, a favore di vari
settori deboli della società. Nella manovra per il 2008 ci sono
novità in materia di ricerca ed università, anche se le
esigenze sono maggiori delle novità, ma il cono d'ombra del 2007
sembra allontanarsi grazie alle prime misure che dovrebbero in futuro
diventare il primo nucleo di una scelta forte in materia di scuola,
università e ricerca, per portare l'Italia ad essere più
competitiva nel sapere, oltre che nelle merci. Sono previsti investimenti in
vari settori, così come c'è il finanziamento del protocollo sul
welfare. Anzi, c'è qualcosa di più, perché la Camera ha
introdotto una norma che avvia gli "ammortizzatori sociali" anche
per CO.CO.CO. e CO.CO.PRO. Ci sono poi altre scelte politiche di rilievo, come un forte intervento per ridurre i costi della politica, i costi del funzionamento della pubblica amministrazione e
delle istituzioni, mettere un tetto e dare trasparenza alle retribuzioni dei
dirigenti pubblici, da tempo fuori controllo e non sempre congrue. Queste
riduzioni hanno tra l'altro, consentito di evitare che nel 2008 tornassero i
ticket sanitari. Aggiungo che anche la class action, o azione
collettiva, è una novità importante perché aiuta i cittadini a
mettersi insieme per difendersi meglio dalle truffe, dallo strapotere di
troppe aziende di servizi. Contro l'introduzione di questa novità ci
sono state forti resistenze. Purtroppo, Confindustria si è collocata
in un fronte conservatore e tuttavia, ormai è certo, la class action,
diventerà legge dello Stato con una procedura convincente: il Senato
ha introdotto la norma e la Camera l'ha perfezionata, senza stravolgerla.
C'è poi un pacchetto di misure ambientali importanti che vanno dalla
conferma della detrazione al 55 per cento delle spese per ristrutturazioni
edilizie ad alta qualità ambientale, fino ad interventi che in vario
modo investono sull'ambiente, a cominciare dalla riduzione di emissioni di
CO2. Cito per tutte la proposta di alimentare, con decisioni volontarie, un
fondo per l'ambiente attraverso il pagamento di un centesimo in più
per ogni litro di benzina e gasolio, riprendendo una felice intuizione che ha
permesso, in altri paesi, di lasciar camminare in avanti le avanguardie
ambientali più sensibili che oggi hanno dimensione di massa. Di
rilievo gli interventi per impedire il riformarsi di precariato nella
pubblica amministrazione e, nello stesso tempo, dare risposte ai lavoratori
precari, anche se, purtroppo, non a tutti, e agli LSU, anche l'impegno di
assumere quasi tutti gli idonei all'Agenzia delle Entrate e all'Agenzia delle
Dogane è importante per rafforzare l'apparato di controllo e lotta
all'evasione. Vale la pena ricordare l'articolo introdotto alla Camera, che
consente al Governo di intervenire per ridurre i prezzi al consumo dei
prodotti petroliferi con il fine di calmierare il mercato. Il trasporto
pubblico locale è finanziato con modalità che dovrebbero
evitare in futuro l'ansia di trovare ogni anno, ex novo, risorse. Con gli
Enti locali e le Regioni il patto di stabilità interno risulta meno
severo di prima, e questo dovrebbe consentire qualche spazio di manovra in
più, in particolare ai Comuni, a favore dei quali sta procedendo il
decentramento dei poteri in materia di catasto. Sostegno alla produzione
cinematografica italiana, interventi per alleggerire l'aumento del costo dei
mutui a tasso variabile per le famiglie, misure per il controllo dei prezzi e
per scoraggiare le speculazioni, interventi in materia di sicurezza. Questo
è un tentativo di sintesi della finanziaria 2008, una manovra che non
toglie e invece da, e non è poco. Detto questo, non tutto è a
posto, ci sono scelte appena accennate, come quella sulla restituzione
fiscale ai lavoratori dipendenti, o l'apertura di una fase nuova in materia
di scuola, università, ricerca. Soprattutto, resta una sproporzione
tra l'esigenza di maggiore equità e giustizia o di scelte più
forti per l'ambiente e le risorse oggi disponibili. Per fare crescere le
risorse occorre che cresca il Paese, la sua competitività. Per fare
crescere la competitività occorre una forte valorizzazione del lavoro,
degli investimenti e anche un sistema di imprese meno alla ricerca di sconti
e più impegnato a scommettere sul futuro e su un patto positivo con il
lavoro, a partire dalla crescita dei salari. Scelta ormai inderogabile. Per
reggere le sfide di questa fase il Governo e la maggioranza, debbono
riprogettare insieme le priorità. La questione non è cosa manca
o non è sufficiente nella finanziaria 2008, anche se c'è pure
questo, ma soprattutto il farsi carico di delineare una proposta forte che
ridia fiducia nel futuro, partendo da quello che c'è nella
finanziaria, ma senza accontentarsi. Parlare al Paese, parlare di futuro,
scegliere con nettezza. Scegliere ad esempio di tassare tutte le rendite
finanziarie almeno con un'aliquota unica al 20% per rendere meno conveniente
un uso solo finanziario della ricchezza e riequilibrare il prelievo tra i
redditi. Questo richiede un di più di quanto c'è oggi, e questo
di più è la capacità di rimotivare la coalizione di
centro sinistra, di ridare senso all'azione di Governo. Evitare slabbrature o
una crisi è un'azione importante, ma per evitare un logoramento progressivo,
occorre un colpo d'ala e la Sinistra/Arcobaleno deve contribuire in modo
decisivo a darlo. *Sottosegretario all'Economia e Finanze.
(
da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
(22:54) (13/12/2007
19:08) | CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA , LA CRONACA (Sesto Potere) -
Forlì - 13 dicembre 2007 - A seguire pubblichiamo la cronaca
definitiva della seduta odierna del consiglio provinciale di Forlì-Cesena,
a lavori appena conclusi:
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Gettone di presenza consiglio provinciale
pro-vittime incidenti Thyssenkrupp FORLI' - La Presidente del consiglio Bruna
Baravelli ha ricordato i fatti della recente tragedia sul lavoro accaduta a
Torino, nella fabbrica Thyssenkrupp (che è costata la vita a 4 ragazzi
ed ha causato numerosi feriti) , ed ha altresì ricordato la piaga
delle morti bianche che colpisce non soltanto il Nord Italia ma anche la
nostra regione (l'Emilia-Romagna è in testa , dopo la Lombardia, nella
classifica nazionale degli incidenti sul lavoro). "Già l'anno
scorso ci trovammo a ricordare una situazione analoga, mai avrei immaginato
di dovermi trovare nella stessa situazione. Il problema è grave. Siamo
come in guerra e in segno di vicinanza alle famiglie dei quattro lavoratori
deceduti a Torino chiedo venga celebrato un minuto di silenzio". Il
consigliere di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei
liberali Fabio Dellamotta ha chiesto di devolvere il
gettone di presenza della seduta odierna alle famiglie degli scomparsi. Il
capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta è
intervenuto dicendo: "Chiedo a tutti i partiti di adoperarsi
affinchè , al di là degli impegni assunti nella seduta di oggi,
tutte le forze politiche in ogni sede si possano attivare al fine di
perseguire una politica diversa in favore dei lavoratori e per la
sicurezza nei luoghi di lavoro". Il presidente della giunta provinciale
Massimo Bulbi conferma che la cifra equivalente al gettone di presenza dei consiglieri della seduta odierna è in
effetti disponibile.
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Aeroporto di Forlì, via libera all'aumento quota del capitale sociale
Seaf FORLI' ? Posto in votazione l'aumento quota del capitale sociale Seaf ,
dopo che la Sab di Bologna ha ridotta la sua partecipazione in vista dell'uscita
definitiva. La parte azionaria non sottoscritta verrà rivelata da
Comune e Camera di Commercio ( ma non dalla Regione Emilia-Romagna che
detiene già il 25, 02% ed è vincolata da stringenti normative
). Nella compagine societaria il Comune di Forlì passerà dal
26,8% al 38,7%, la Camera di Commercio di Forlì-Cesena dal 5 al 6,6% e
la stessa Provincia dal 5% (prima era il 2,5%) al 10%. Con un investimento
ulteriore che oggi ammonta a 154.937,40 euro e sarà finanziato con
quota parte dell'avanzo di amministrazione derivante dal rendiconto 2006. La
delibera ? inserita d'urgenza all'ordine del giorno poiché dovrà
essere approvata entro il 2007 - è stata illustrata dall'assessore
Luigi Sansavini che fra l'altro ha dichiarato: "Ci sono importanti
progetti di sviluppo. L'aeroporto di Forlì dovrebbe diventare uno dei
scali commerciali più importanti d'Italia assieme a quello di
Bergamo." Il capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei
moderati e dei liberali Stefano Gagliardi ha ricordato la posizione del suo
partito nel merito, ha inserito la Seaf nel novero delle consociate a
maggioranza pubblica che come altre (E-Bus, Sapro, Serinar) accumula negli
anni deficit clamorosi: "Il problema non è la struttura in sé,
anzi, il Ridolfi è un piccolo 'gioiello' tecnologico. Gli stessi
organismi revisori della Seaf hanno constatato che il vero problema è
costituito dal disinteresse del sistema territoriale e degli amministratori
che non hanno saputo o voluto fare rete. Gli enti locali confinanti non si mobilitano:
il Comune di Cesena detiene un misero 2,5%. Le categorie economiche del
comprensorio? parlano bene e poi razzolano male. Non partecipano alla
gestione. Le adesioni di principio in favore dell'aeroporto di Forlì
credo siano soltanto una mozione ideologica e di bandiera. In realtà,
il centrosinistra , che in tutti questi anni ha dovuto affrontare il problema
dalle poltrone delle amministrazioni locali, ha miseramente fallito. Un
esempio? Rifiutando , ancora pochi anni fa, le offerte ultramilionarie in
euro presentateci da Ryanair?". Il capogruppo del PRI Giovanni Lucchi ha
subito dichiarato che "Dell'Aeroporto di Forlì il nostro
territorio non può e non deve fare a meno. Ma è necessaria
un'azione politica forte, mettere in campo sinergie vere, convocare un tavolo
di concertazione fra tutti i soggetti , compresi gli enti locali che fra
l'altro sono governati dalle stesse forze politiche, che garantiscono la
crescita economica del territorio". Il consigliere Leonardo Zavalloni
(PD) ha aggiunto: "Molti soggetti del territorio, soprattutto quelli
della costa sono ancora assenti, e mi spiace che il Comune non abbia ancora
svolto quell' azione di traino da alcuni certamente attesa. Saluto con favore
l'iniziativa della Provincia che adesso può giocare un ruolo di coordinamento.
Auspico il coinvolgimento del Comune di Cesenatico già aderente alla
società Promozione Turismo". Ha preso la parola anche il
consigliere di Forza Italia Fabio Dellamotta : "Soltanto seguendo i
fatti di cronaca che riguardano il trasporto aereo in regione è sin
troppo facile constatare che molti soggetti non credono nello sviluppo del
Ridolfi e , magari, scelgono di investire nello scalo di Rimini!". Il
consigliere Luca Bartolini (An) "seppure fra mille critiche"
annuncia il voto favorevole del suo partito: "In coerenza con la
posizione assunta da sempre a sostegno dell'aeroporto di Forlì.
È un patrimonio inestimabile della città non soltanto per il
territorio forlivese, ma anche per tutta la parte 'alta' della Romagna. E'
una struttura importante, indispensabile, che ci avvicina alle capitali di
tutta Europa". Bartolini caldeggia l'ingresso in Seaf degli enti locali
del ravennate e allo stesso tempo, però, non si esime dal criticare la
scelta di coloro (la stessa giunta regionale) che parlando di aeroporti
emiliano-romagnoli lanciano segnali "discordanti , a tutto vantaggio?
delle compagnie di volo e non certo in favore dell'utente finale o delle
società di gestione". Il consigliere Rotilio Biserna del Gruppo
della Libertà/Gruppo Misto afferma: "Possiamo essere d'accordo
nel sostenere il rilancio e la difesa dell'aeroporto Ridolfi. Ma ne faccio
però una questione di metodo: c'era tutto il tempo utile per discutere
l'argomento, dibatterlo in commissione , far convocare il consiglio di amministrazione?
e invece? la delibera viene presentata oggi con i criteri d'urgenza e intanto
slittano le misure da adottare per ammodernare le infrastrutture., mettere in
sicurezza le strade. Certamente qualcosa si muove nell'ambito dell'aeroporto
Ridolfi, ma il 'buco' di gestione rimane! E i soggetti che potrebbero
impegnarsi di più (Cdc e AssoIndustriali) si tirano indietro , gli
enti locali del comprensorio non ritengono opportuno intervenire, i vari
soggetti del turismo (soprattutto l'AssoAlbergatori) non vogliono fare il
salto di qualità e la stessa Sab di Bologna , assieme alla Regione,
annunciano di volersi defilare". Il consigliere Orazio Manuzzi (Pd):
"Abbiamo ascoltato oggi un modo 'strano' di ragionare: tutti (o quasi:
se si esclude An) nelle fila dell'opposizione si dicono d'accordo nel voler
sostenere una struttura utile per il territorio e alla fine, al momento del
voto, tirato indietro la mano. Nel loro ragionamento ? dice Manuzzi rivolto
ai consiglieri di Forza Italia ? non viene preso in considerazione un dato di
fatto: il Ridolfi di oggi non vive più i problemi di 10 anni fa".
Il consigliere Orazio Manuzzi ha difeso fortemente il piano industriale della
Seaf , sottolineato il progetto della patrimonializzazione dello scalo ,
stigmatizzato il ruolo giocato dall'opposizione ("meramente critico e
strumentale") e ricordato all'aula "il lavoro svolto dalla giunta
provinciale verso una maggiore aggregazione e concreto coinvolgimento degli
enti locali all' interno del Cda della Seaf". Il capogruppo del PRC
(Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta è intervenuto sottolineando un
aspetto: "Tutti gli aeroporti presentano una gestione in deficit, non
soltanto il Ridolfi di Forlì. Tocca alla proprietà
ricapitalizzare e , con le forze a disposizione, consentire l'andamento delle
attività Forse, in precedenza, c'è chi ? non solo nella classe
politica ma anche nella classe sociale ed economica locale ? non ha creduto
fino in fondo a questa struttura". L'auspicio di Piergiorgio Poeta
è che i tanti soggetti istituzionali , associativi ed economici del
territorio decidano di impegnarsi con capitali propri per ripianare il
bilancio e garantire investimenti". Anche il capogruppo del PRC
s'è detto rammaricato che non si sia affrontato l'argomento in
commissione, coinvolgendo il Cda della Seaf. Il capogruppo di AN Vittorio
Dall'Amore ha sollecitato l'intervento del presidente della giunta
provinciale Massimo Bulbi: "Soltanto lui ha la massima
responsabilità istituzionale in materia e dunque si dovrebbe prendere
l'impegno di svolgere in tutti i modi il coinvolgimento degli enti locali
della nostra provincia ed anche delle associazioni (come Cdc e
AssoIndustriali) nella gestione della Aeroporto di Forlì". Il
capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno) Stefano Brigidi s'è detto
rammaricato del fatto che la delibera non sia stata preceduta da un
approfondimento in Commissione: "era un passaggio quasi obbligato"
e poi ha rilevato che: "l'assenza del sistema imprenditoriale locale nel
consiglio di amministrazione della Seaf determina il primo problema.
Scontiamo un'assenza quasi completa del 'capitale privato' nella gestione del
Ridolfi? e questo dovrebbe far riflettere. Quelle assenze, forse, indicano le
ragioni del mancato coinvolgimento di altri soggetti: semplicemente non ci
credono, non sono disposti a scommettere sullo sviluppo dello scalo. E la
guerra all'ultimo volo fra Forlì e Rimini , certamente, non aiuta.
Alla fine, qualcuno ci rimetterà le penne!". Anche il presidente
della giunta provinciale Massimo Bulbi è intervenuto ricordando che:
"Nelle società di capitale il socio che detiene la maggioranza
delle azioni è chiamato a giocare il principale ruolo di coordinamento
e nel caso della Seaf si tratta del Comune di Forlì. Ugualmente , la
Provincia di Forlì-Cesena sostiene il progetto e lo dimostra con i
ripetuti aumenti quota". Bulbi si dice convinto che l'ingresso nella
compagine sociale della Seaf da parte degli enti locali siano necessario a
prescindere dalla singola quota di sottoscrizione: "Il confronto con i
sindaci (della Riviera e delle Terme, in primis, ndr) è aperto,
chiediamo l'adesione al progetto, chiediamo loro di entrare nella
società , successivamente potranno rilanciare la loro presenza aumentando anche le quote!" spiega Bulbi ,
che inoltre spezza una lancia in difesa del mondo imprenditoriale ed
economico locale: "Gli imprenditori attendono un segnale chiaro del
mondo politico prima di partecipare allo sviluppo del progetto che comunque
dovrà entrare in funzione al massimo delle potenzialità rafforzando
le infrastrutture collaterali ed i servizi (strade, ristorazione e offerta
alberghiera, ndr)". Il capogruppo del PDCI (Sinistra Arcobaleno)
Agostino Mantegazza , che auspica l'approfondimento del dibattito in
Commissione, ha dichiarato: "L'aeroporto Ridolfi o diventa un grande
investimento per l'intero territorio provinciale oppure non ha senso che
esista così com'è". Anche il capogruppo del PDCI ha
caldeggiato l'ingresso nella compagine societaria dei soggetti economici e
sociali del territorio, a partire dagli Albergatori della costa. VOTO SULLA
DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci e An. No: Fi. Astenuti: GdL, Pri e Verdi.
DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Romagna Acque società delle Fonti, modifica della convenzione e dello
Statuto FORLI' ? Il dibattito sulla delibera ? presentata in aula
dall'assessore Maurizio Castagnoli - di modifica della convenzione e dello
Statuto di Romagna Acque società delle Fonti Spa (così come
chiedeva a termini di legge il dettato nazionale) ha innescato oggi le
osservazioni del capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei
moderati e dei liberali Stefano Gagliardi che fra l'altro ha ricordato come
"a parità di ruolo nell'assetto societario le tre province
romagnole in realtà sopportino un impatto e una serie di
responsabilità del tutto diverse" e ha chiesto lumi sulle
"maglie larghe delle norme statutarie che permetterebbero ai soliti noti
di partito" di far oparte del Cda. . L'assessore Maurizio Castagnoli ha
promesso che la materia della gestione e dell'utilizzo delle risorse idriche
sarà approfondita in una seduta di Commissione ad hoc. VOTO SULLA
DELIBERA Sì: Pd, Prc e Pdci. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e
Verdi. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Approvato il programma del Diritto allo studio del 2007-2010 FORLI' ?
Approvata la delibera che recepisce il programma degli indirizzi regionali e
determina il programma provinciale per il diritto allo studio nel triennio
2007-2010. Si tratta di un documento programmatorio che non comporta
nell'immediato oneri a carico del bilancio provinciale. La delibera è
stata illustrata dall'assessore Margherita Collareta. E' intervenuta la
consigliera del gruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati
e dei liberali Vittoria Bertaccini: "Si tratta di un programma del
Diritto allo studio che fa acqua da tutte le parti e non riconosce i meriti
degli studenti effettivamente meritevoli". Rilievo , per altro
contestato e respinto, dall'assessore Collareta. VOTO SULLA DELIBERA
Sì: Pd, Prc , Pdci e Verdi. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e Pri.
DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Approvata l'adesione alla Fondazione Renato Serra di Cesena FORLI' ?
Approvata la delibera - illustrata in aula dall'assessore alla Cultura Iglis
Bellavista - di adesione della Provincia di Forlì-Cesena (come 'socio
ordinario') alla Fondazione Renato Serra con sede a Cesena , con una quota di
ingresso (e per gli anni a seguire) che ammonta a 10 mila euro. E'
un'adesione che nasce al pari dell'adesione già garantita in ambito
culturale alla Fondazione 'Diego Fabbri' di Forlì ed alla Tito
Balestra di Longiano. In fase di dibattito sono intervenuti con posizioni
differenziate i consiglieri Rotilio Biserna del Gruppo della
Libertà/Gruppo Misto, Elide Urbini e Otello Brighi del Gruppo Pd, il
capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore e il capogruppo del Pri Giovanni Lucchi.
L'assessore alla Cultura Iglis Bellavista ha spiegato che annualmente la
giunta provinciale deciderà con quale quota (minore o maggiore)
rinnovare l'adesione. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e
An. No: nessuno. Astenuti: Fi, GdL e Pri. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Nuovo regolamento per l'accesso alla professione di trasportatore FORLI' ?
Approvato il regolamento ? in ottemperanza alla normativa nazionale che
recepisce la direttiva Europea ? per il conseguimento dell'idoneità
professionale per l'accesso alla professione di trasportatore su strada di
merci per conto terzi e di viaggiatori su strada nel settore dei trasporti
nazionali ed esteri. Sono intervenuti i capigruppo Giovanni Lucchi (Pri),
Stefano Gagliardi (Fi), Fabio Dellamotta (Fi) che hanno bollato la delibera
come "un inutile e bizzarro balzello europeo, un aggravio
burocratico" e Piergiorgio Poeta (Prc) ed Ettore Stacchini (Pd) che
hanno ricordato (il primo) come sarebbe stato utile introdurre anche il
controllo dell'idoneità dei lavoratori, e (il secondo) come la
disposizione nasca anche dall'accordo sottoscritto dalle associazioni di
categoria e in linea con il criterio che "chi conduce aziende (i
cosiddetti 'padroncini', ndr) debba anche affrontare opportune verifiche
sulle competenze legali ed economiche connesse alla professione che si
svolge". VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e Pri.
No: nessuno. Astenuti: Fi e An. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Nota: Presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi Presidente del
consiglio provinciale di Forlì-Cesena Bruna Baravelli Capogruppo del
PD (Partito Democratico) Daniele Zoffoli, vice Maurizio Brunelli Capogruppo
del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta Capogruppo del PDCI (Sinistra
Arcobaleno) Agostino Mantegazza Capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno)
Stefano Brigidi Capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei
moderati e dei liberali Stefano Gagliardi Capogruppo di AN Vittorio
Dall'Amore Capogruppo del Gruppo della Libertà/Gruppo Misto Michele De
Leonardis , vice Rotilio Biserna Capogruppo del PRI Giovanni Lucchi .