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ARCHIVIO DEL DOSSIER – I COSTI DELLA POLITICA. DAL 3 AL 13 DICEMBRE 2007


 

 

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INDICE DEL DOSSIER

 

 

 

Articoli dell’11 e 12 dicembre 2007

Articoli del 10 dicembre 2007

Articoli del 9 dicembre 2007

Articoli del 7 all’8 dicembre 2007

Articoli dal 3 al 6 dicembre 2007

 

DOCUMENTAZIONE PRECEDENTE [dal Dicembre 2006]  IN  ARCHIVIO DEL DOSSIER

 

 

 

 

 

 

 


ARTICOLI DELL’ 11 E 12 DICEMBRE 2007

 

Vibo, un ospedale da chiudere. Resta aperto per necessità ( da "Giornale di Calabria, Il" del 11-12-2007)

FABRIANO - IL CONSIGLIO comunale entrato in carica lo corso giugno ricalc ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 11-12-2007)

<In consiglio solo chiacchiere> ( da "Provincia di Cremona, La" del 11-12-2007)

AL BILANCIO del Comune potrebbero mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della F ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 11-12-2007)

La giunta Cofferati Carella (Forza Italia): Ha prodotto la metà ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 11-12-2007)

Enti, pronta la cura dimagrante ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-12-2007)

Tagli ai costi della politica pd in conclave: è rottura ( da "Repubblica, La" del 11-12-2007)

Lanzillotta stop al cumulo gettoni per i consiglieri ( da "Nuova Venezia, La" del 11-12-2007)

REGIONE FIRMATO UN PATTO TRA AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA VERIFICA 0 Costi della politica, Errani prova a tagliare ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 11-12-2007)

TUTTI I NUMERI DI SPRECOPOLI ( da "Corriere della Sera" del 11-12-2007)

La prima fase ha portato 15 milioni ( da "Corriere della Sera" del 11-12-2007)

Conti in rosso, Saponaro accusa Palese e fa autocritica ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-12-2007)

ROMA - Alla fine l'arresto per il sottosegretario alla Difesa è arrivato. Marco Ve ( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 11-12-2007)

Merighi capogruppo Pd, mini-fronda nell'urna ( da "Corriere di Bologna" del 11-12-2007)

Il sindaco sbaglia? tocca a lui pagare ( da "Corriere delle Alpi" del 11-12-2007)

Tangenti, arrestato ex sottosegretario ( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-12-2007)

Con 10 milioni in meno non posso prometterlo ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

IO, 'MISTO' E ASSEDIATO ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

PREOCCUPATA Sui costi della politica dovremmo risparmiare 3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

Tagli soft per assessori e comunità montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-12-2007)

33,4 milioni Risparmi comunità montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-12-2007)

Rubata la bicicletta al consigliere Conficoni ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-12-2007)

Comuni in rete per Prg e catasto ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-12-2007)

VERZASCHI FINISCE AGLI ARRESTI DOMICILIARI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-12-2007)

Un Comitato per la sicurezza sul posto di lavoro, contro il lavoro "cinesizzato" ( da "Giornal.it" del 11-12-2007)

FARMACI: IN CALO SPESA PUBBLICA NEI PRIMI 9 MESI DEL 2007 ( da "Farmacia.it" del 11-12-2007)

TRUFFA PER 6 MILIONI DI EURO: IN MANETTE DUE SALENTINI ( da "LeccePrima.it" del 11-12-2007)

CALABRIA/SANITA': MORELLI, COMMISSARIAMENTO PUNTO PIU' BASSO REGIONE ( da "Asca" del 11-12-2007)

L 'ex sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi, è agli arresti domiciliari. La misura cautelare sarebbe stata disposta nell'ambito dell'inchiesta su <lady Asl> avviata dalla Pr ( da "Liberazione" del 11-12-2007)

Romina Velchi ( da "Liberazione" del 11-12-2007)

ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE: PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE ( da "Sestopotere.com" del 11-12-2007)

Quell'Italia sprecona degli enti locali <Sprecopoli> di Porro-Cervi e <Impuniti> di Caporale: inchieste sugli sperperi della politica sulla scia del best seller <La Casta> Il buco ( da "Provincia di Sondrio, La" del 11-12-2007)

COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI ERRATI, VALUTO AZIONI... -2- ( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI ERRATI, VALUTO AZIONI LEGALI ( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

COSTI POLITICA/ TG LA7: PECORARO SCANIO A BALI CON 48 PERSONE? ( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

Per le nomine bisognerà attendere ( da "Giornale di Calabria, Il" del 12-12-2007)

Indiscreti ( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

Politica, costi a discesa lenta ( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

Torino-Lione, decidere in fretta ( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

UN GETTONE succulento, da 74 euro a colpo. E' il bonus sullo stipendio, pre ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-12-2007)

Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri ( da "Arena, L'" del 12-12-2007)

Musso e Scialfa, rivolta bipartisan nella sala rossa ( da "Secolo XIX, Il" del 12-12-2007)

Eleggiamo parlamentari ad honorem che siano onesti, volontari e senza stipendio ( da "Nuova Sardegna, La" del 12-12-2007)

Regione, aumenta anche l'irpef - piero ricci ( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

L'opposizione all'attacco "i debiti li avete fatti voi" ( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

Manovra, fuori i servizi locali e slitta la rottamazione auto - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

COSTI DELLA POLITICA PARLA IL PROFESSOR MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI 0 Più efficienza? Diamo spazio al privato ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

VISTA dal versante economico la sanità calabrese fa, paradossalmente, una gran b ( da "Messaggero, Il" del 12-12-2007)

D'Ambrosio preso per truffa ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-12-2007)

JESI Un gesto di trasparenza amministrativa dopo le roventi polemiche sulla riconferma del direttor ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 12-12-2007)

Per la Regione oltre 200 nomine tra enti e agenzie ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 12-12-2007)

I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 12-12-2007)

Dipartimenti: scelti i vertici Il direttore dell'Usl, Tavanti, difende la decisione dell'Azienda ( da "Nazione, La (Lucca)" del 12-12-2007)

Quartieri, niente stipendi e gettoni di presenza ( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-12-2007)

Fondi ai comuni an contesta la giunta taccone ( da "Centro, Il" del 12-12-2007)

GABICCE MARE - L'ASSESSORE al turismo Riccarda Patruno ha nominato l' ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 12-12-2007)

In politica ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 12-12-2007)

CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: <L'assestamento di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero>, denuncia Longhi ( da "Arena.it, L'" del 12-12-2007)

Pensioni ai parlamentari: sempre più necessaria una riforma del sistema ( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)

Musso, sciopero della parola contro le assenze del sindaco ( da "Giornale.it, Il" del 12-12-2007)

Un <buco> da 25 milioni È allarme al Santa Lucia ( da "Giornale.it, Il" del 12-12-2007)

ABRUZZO/SANITA': MAZZOCCA, 2,1 MLD DA RIPARTO FSN ( da "Asca" del 12-12-2007)

Ponte Calatrava, una scandalosa babele ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-12-2007)

An: La sanità meridionale è fabbrica di consenso ( da "Napoli.com" del 12-12-2007)

CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D. "VIVERE GLI SPAZI E PROGETTARE SENZA BARRIERE" ( da "Sestopotere.com" del 12-12-2007)

Il ruolo dei governi negli stili di vita - anthony giddens ( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

"consiglio snobbato" sinistra contro la vincenzi - wanda valli ( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

Tangenti a Lignano, verso un processo unico ( da "Mattino di Padova, Il" del 13-12-2007)

Pd, due assessori nel mirino - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

Soldi prelevati solo per missioni Ascom ( da "Mattino di Padova, Il" del 13-12-2007)

<Eliminiamo i gettoni di presenza> ( da "Adige, L'" del 13-12-2007)

L'AQUILA - Ammonta a due miliardi e 168 milioni di euro la quota del Fondo sanitario nazionale ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 13-12-2007)

FERRARA - Un ingaggio a gettone per giocare due partite: quella di domenica a Rimini e quella del 23 ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 13-12-2007)

T aglia ( da "Corriere della Sera" del 13-12-2007)

E alla fine la Camera tagliò i tagli ( da "Corriere della Sera" del 13-12-2007)

ENTE PARCO SILA: INIIZIATIVA SULLE POTENZIALITA' ECONOMICHE ( da "Asca" del 13-12-2007)

PUGLIA: SURICO, REGOLARIZZARE 500 PRECARI DIRIGENZA MEDICA ( da "Asca" del 13-12-2007)

LAZIO/SANITA': LISTE ATTESA LUNGHE, CODICI LANCIA PROGETTO 'IMPAZIENTE' ( da "Asca" del 13-12-2007)

Senato approva Ddl proposto dal Ministro Turco sulla "semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute" ( da "SaluteEuropa.it" del 13-12-2007)

MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE ( da "Sestopotere.com" del 13-12-2007)

Infortuni, mezzo secolo senza decidere ( da "EUROPA.it" del 13-12-2007)

Eurodeputati sotto accusa: spese troppo alte e ingiusti cate ( da "EUROPA.it" del 13-12-2007)

Camera senza tetto: cancellate le promesse anti Casta sugli stipendi ( da "Panorama.it" del 13-12-2007)

Bellin e la scelta a due ruote ( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 13-12-2007)

Tre capitoli per una finanziaria di svolta ( da "AprileOnline.info" del 13-12-2007)

CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA , LA CRONACA ( da "Sestopotere.com" del 13-12-2007)


Articoli

Vibo, un ospedale da chiudere. Resta aperto per necessità (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 11-12-2007)

 

Senza lo "Jazzolino" duecentomila persone resterebbero senza un presidio di riferimento VIBO VALENTIA. Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per non privare di assistenza una popolazione di 200 mila persone. È questa, in sintesi, la storia dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al centro delle polemiche dopo la morte di due sedicenni avvenute a distanza di undici mesi l'una dall'altra. L'ospedale ha una capienza di 200 posti letto distribuiti nei vari reparti ed attualmente ne sono occupati circa 130. "L'oggettiva necessità di chiusura dell'ospedale" era emersa già al termine dell'ispezione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone. La commissione si pose il problema se far chiudere l'ospedale, ma alla fine optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all'apertura di tre nuove sale operatorie. Una scelta motivata proprio dalla necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un'altra sedicenne, Eva Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che "bisogna intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo l'ospedale di Vibo ed allestendone uno da campo". Sulla vicenda, comunque, sia il ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve ulteriori elementi, sulla base della relazione del Nas, per valutare e decidere.


FABRIANO - IL CONSIGLIO comunale entrato in carica lo corso giugno ricalc (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 11-12-2007)

 

? FABRIANO ? IL CONSIGLIO comunale entrato in carica lo corso giugno ricalca le orme di quello precedente ed ostenta un presenzialismo quasi totalitario. E' quanto emerge dai dati raccolti dal Carlino sulle presenze in assise negli ultimi cinque mesi, da quando cioè si è insediato il nuovo concesso con trenta e non più venti elementi. Se i consiglieri del quinquennio precedente avevano esibito una certa assiduità nel frequentare Palazzo Chiavelli, i loro successori non sono da meno, se non altro limitandosi ad analizzare i numeri ancora piuttosto giovani delle prime undici sedute. Ebbene, su 31 consiglieri comunali, includendo nella lista anche il sindaco Roberto Sorci votante a tutti gli effetti al pari degli altri, sono ben 23 i rappresentanti che hanno partecipato a tutte le undici riunioni tra giugno e novembre. Un presenzialismo bipartisan, visto che soltanto in otto (Balducci, Carmenati, Ciappelloni, Galli, Giuseppucci, Latini, Mingarelli e Tassi) finora sono mancati all'appello, tutti peraltro in una sola circostanza. Insomma, un consiglio molto attento e presente, anche se c'è chi chiede con una certa determinazione che le regole vadano cambiate al più presto per capire se è tutto oro quel che finora luccica. E' il caso del neo consigliere comunale della Margherita, il giovane Lorenzo Vergnetta secondo cui sarebbero necessari alcuni accorgimenti per sapere se davvero tutti i consiglieri meritino il gettone di presenza da 90 euro lordi a seduta. "Due ? propone Vergnetta ? le possibili soluzioni: obbligare alla firma d'uscita e non solo quella d'entrata, oppure verificare che il singolo consigliere sia stata presente almeno al 70% delle votazioni effettuate. In questo modo il controllo sarebbe reale, mentre con la normativa attuale chiunque può uscire un attimo dopo l'appello e non rientrare più, ma vedersi ugualmentre assegnato il gettone". Misure più rigide che secondo Vergnetta andrebbero applicate anche per le riunioni delle commissioni consiliari. "Quanto alle commissioni 90 euro li ritengo decisamente troppi. Credo che la metà sia più che sufficiente per il lavoro che si svolge durante questi incontri di supporto all'attività del consiglio comunale e di fatto senza potere decisionale". Alessandro Di Marco - -->.


<In consiglio solo chiacchiere> (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Cremona, La" del 11-12-2007)

 

Edizione di Martedì 11 dicembre 2007 Benvenuto P.Review srl Fulvio Lorenzetti, Forza Italia, critica anche le polemiche sui parcheggi "In consiglio solo chiacchiere" di Dario Dolci "Tr oppe schermaglie e poca sostanza. Troppe chiacchiere e poca concretezza". Fulvio Lorenzetti, consigliere comunale eletto nelle liste di Forza Italia, esorta i colleghi che siedono nell'Aula degli Ostaggi a cambiare rotta e chiede più fatti e meno parole. "L'ultimo consiglio comunale ? afferma Lorenzetti ? è durato tre ore e mezza, aveva all'ordine del giorno otto punti e ne ha discusso uno solo. Ci è voluto tutto questo tempo per decidere se la Creso fosse meglio come Srl o come Spa non quotata in borsa. Mi chiedo quale sia la differenza. Vorrei capire se la priorità sono i problemi della città oppure le polemiche fine a se stesse. Adesso occorrerà convocare un altro consiglio comunale, pagare di nuovo il gettone di presenza a trenta consiglieri per discutere gli altri punti che erano all'ordine del giorno". Lorenzetti se la prende anche con le polemiche che sono sorte dopo la decisione di istituire la sosta a pagamento che sotto il mercato coperto di via Verdi e in piazzale Rimembranze. "Si sta facendo un gran casino per 300 stalli blu in più, quando la passata amministrazione ne aveva fatti 1.200. Mi dicono cosa cambia, se poi in conseguenza di questo le tariffe per la sosta vengono ribassate del trenta per cento? Io capisco la necessità di avere visibilità giornalistica, ma qualche volta ai giornali bisognerebbe dare un po' di polpa e non soltanto le bucce". Il consigliere di Forza Italia riconosce la necessità di una dialettica politica, ma vorrebbe che ci fosse più concretezza e che il dibattito si spostasse sui reali problemi della città. "La maggioranza è legittimata a cambiare quello che vuole; per contro, l'opposizione ha il diritto di fare proposte alternative e di controbattere. Ma un conto è fare questo, un altro è discutere per ore sul sesso degli angeli. Chi governa la città a volte ha fin troppa riverenza nel fare le cose. Qualcuno dimentica che non ci sono più neanche i soldi per asfaltare i marciapiedi e che se andiamo avanti di questo passo il Natale lo faremo coi doni dei Pantelù".


AL BILANCIO del Comune potrebbero mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della F (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 11-12-2007)

 

Inanziaria. A tanto ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo Stato, come risulta dalla bozza della legge in discussione al Parlamento. E così, Paola Bottoni, assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo avere illustrato in aula le linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del consiglio comunale a metà febbraio) non si sente di confermare il blocco di tasse e tariffe da tempo annunciato. "Non posso dirlo", si limita ad affermare la Bottoni, ricordando però che la discussione sulla Finanziaria è ancora aperta, e confidando "nell'azione di presidio" dei parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora "è stata esercitata con buoni risultati, specie per le infrastrutture", con l'ammissione ai finanziamenti della metrotranvia per 17 milioni e del Passante nord per 9 milioni, nel 2009. La Bottoni ringrazia i parlamentari dell'Unione Walter Vitali, Donata Lenzi, Katia Zanotti e, unico del centrodestra, Gianluca Galletti, dell'Udc. Poi rivolge un appello: "Scongiurate il rischio di minori trasferimenti". E, per le infrastrutture, "che i finanziamenti programmati per il 2009 vengano in parte anticipati al 2008". LA BOTTONI non nasconde però la preoccupazione: "Per adesso siamo ancora a un punto di incertezza assai significativo per il bilancio". In particolare, il taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto combinato di due aspetti: da un lato, la differenza tra quanto lo Stato ha effettivamente percepito dalla riscossione dell'Ici (il maggior gettito è calcolato in 609 milioni nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la previsione avanzata nella precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che questa differenza non possa scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore. Altro problema è dovuto a quello che la Bottoni definisce "super ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e indennità da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore complessivo di 313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo bolognese, secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni. Palazzo d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che preoccupa ? afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra il reale risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del risparmio. Questa distanza non può tradursi in riduzione dei trasferimenti dallo Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de 'La tua Bologna', le linee di indirizzo "sembrano più che altro degne di una relazione da inizio mandato. Peccato che manchi poco più di un anno alla fine". Galletti, già assessore al bilancio, è preoccupato dai tre milioni di tagli sui costi della politica. "Conosco bene il bilancio del Comune ? dice il deputato udc ?: recuperarli solo tagliando i costi della politica non è semplice. Forse non basta neanche azzerare i compensi di consiglieri e assessori. Occorre che gli amministratori di Palazzo d'Accursio si diano da fare, anche sui costi della politica e i vari costi accessori. Perché non si può pensare di scaricare i tre milioni di euro di minori trasferimenti solo sulle altre voci del bilancio: sarebbe inaccettabile gravare ancora sul fisco locale". - -->.


La giunta Cofferati Carella (Forza Italia): Ha prodotto la metà (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del 11-12-2007)

 

"La giunta Cofferati Carella (Forza Italia): "Ha prodotto la metà di RITA BARTOLOMEI PERO' la giunta ha deciso poco. Daniele Carella, capogruppo di Forza Italia e specialista delle tabelle, aggiorna il confronto tra l'esecutivo Cofferati e quello Guazzaloca. Fa i conti: "Dal giorno dell'insediamento al 30 novembre, l'esecutivo del Cinese ha prodotto 1.021 provvedimenti operativi contro i 2.311 della giunta precedente. E sono state 449 contro 608 le delibere del consiglio. Non è un caso, invece, che siano aumentate le determinazioni dirigenziali, 53.797 contro 47.921. E' un segno fin troppo chiaro. Vuol dire che manca il perno politico attorno a cui deve ruotare la macchina amministrativa. Per questo il dirigente di turno è costretto a sobbarcarsi tanto lavoro in più". Si salvano, invece, i Quartieri. Nei tre anni e spiccioli dell'amministrazione Cofferati, hanno prodotto 2.055 atti, totale non così distante da quello dell'era Guazzaloca, che arrivò a 2.326. Altro capitolo, le pagelle personali. Naturalmente, in quella dei consiglieri azzurri, l'onnipresente Carella semina i colleghi. Ha votato per 1.782 volte. Neanche il vicepresidente Paolo Foschini riesce a stargli dietro e si ferma a quota 1.350. Vertiginosamente alto anche il numero delle interpellanze presentate dal capogruppo azzurro. Lui la spiega così: "Parto dalla domanda di attualità. Ma sono costretto a trasformarla quasi sempre in interpellanza. Per forza: la giunta non risponde". Ma non sarà lei che 'sbaglia' a fare le domande, come suggerisce malignamente qualcuno? "Abbiano il coraggio di dirmelo, finora non è successo", ribatte l'azzurro. Insiste: "Spesso gli assessori non ci sono. La statistica? Non si può sapere. Mica prendono il gettone, la loro presenza non è registrata". LA COSA più grave, denuncia Carella, è "la mancanza di comunicazione nella squadra. Questo provoca disastri. L'ultima prova? Dopo la morte di Florin Draghici, il bimbo rom ucciso nell'incendio della sua baracca, ho chiesto all'amministrazione quante situazioni abitative a rischio esistono in città e quante siano le persone coinvolte. Il vicesindaco Adriana Scaramuzzino mi ha risposto per iscritto. Ma non c'era nulla di quel che avevo chiesto. Nessuna stima, nessun numero. Anche stavolta dovrò trasformare la domanda di attualità in un'interpellanza". IL CONSIGLIERE Sergio Lo Giudice ? che ieri mattina era tra i pochi ex ds non riuniti nel giorno elettrico dell'elezione di Merighi a capogruppo del Pd ? contesta radicalmente l'idea che a Palazzo si produca poco. Riconosce: "E' vero, ci sono stati fatti che non si devono ripetere, come il question time lampo di venerdì scorso. Ma non leggiamo tutto in chiave politica. La macchina va. Prendiamo le commissioni. Funzionano a pieno ritmo...". Fino a un certo punto. Ieri mattina, ad esempio, l'opposizione avrebbe voluto sapere dall'assessore Maurizio Zamboni se poteva piacergli l'idea di regalare la prima ora di sosta, nelle strisce blu in periferia. Solo che il responsabile del traffico non c'era ? altri impegni ? e lo sostituiva Andrea Mazzetti, vicedirettore della mobilità. La cosa non è garbata per nulla alla minoranza. "Mi auguro che Zamboni mi risponda presto in consiglio, non posso certo dare questa responsabilità a un tecnico", si è offeso Aldo Zechini D'Aulerio di FI, che aveva proposto l'ordine del giorno con lo sconto. "Mi sono anche stancato di non avere un interlocutore politico in commissione ? ha bacchettato Galeazzo Bignami di An ?. Mi piacerebbe sapere se le proposte di FI sono effettivamente praticabili. E anche qual è il rapporto tra aree libere e aree a pagamento, per la sosta. Avrei tante domande da fare a Zamboni. Non è la prima volta che ci troviamo a parlare con interlocutori che non sono quelli naturali". Detto in un'aula che di colpo si spopola. Sono le 12,20, gli ex ds si alzano, richiamati dal collega Francesco Critelli. C'è bisogno dell'ultima riunione, prima che il consiglio elegga il capogruppo del Pd. Davide Ferrari però vuol precisare: "Che male c'è? Anche questa è attività istituzionale". - -->.


Enti, pronta la cura dimagrante (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 11-12-2007)

 

Cronaca di Oristano Pagina 4022 Comune. Dimezzato il numero dei consiglieri e taglio dei rappresentanti nelle consortili Enti, pronta la cura dimagrante Comune.. Dimezzato il numero dei consiglieri e taglio dei rappresentanti nelle consortili Nel mirino Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale --> Nel mirino Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale Secondo la finanziaria nazionale non solo saranno ridotti da 40 a 24 i consiglieri comunali ma ci saranno drastici tagli su Sogeaor (aeroporto), Consorzio industriale e Oristano ambiente. Addio cara soffice poltrona: non solo in Comune dalla prossima legislatura un consigliere su cinque potrebbe non trovare più lo scranno, ma parecchi consiglieri degli enti a partecipazione comunale saranno costretti a mollare lo "strapuntino". I conti esatti delle perdite negli enti e nell'amministrazione si faranno una volta che il Parlamento approverà la finanziaria ma nell'aria c'è già odore di uscite forzate. Il problema nasce ai primi due commi dell'articolo 3 del Decreto legge varato il 13 luglio dal Consiglio dei ministri, dove si vieta di assumere o mantenere partecipazioni in società attive in rami "non strettamente indispensabili per il perseguimento delle finalità istituzionali". Un'espressione generica, contestata dall'associazione dei Comuni, che se interpretata in maniera restrittiva farebbe cadere nella tagliola dell'uscita obbligatoria molte società. Il palazzo degli Scolopi detiene quote di partecipazione nel Consorzio industriale (4 rappresentati), Consorzio Uno dell'Università (1 rappresentante), Centro Marino internazionale (1 più il sindaco), Istar (1, il presiedente), Marine oristanesi (3), scuola civica di musica (2), Sogeaor (1) e infine Oristano ambiente (2). Il Comune nomina anche propri rappresentanti nella Casa di risposo Eleonora d'Arborea, nel Consorzio interprovinciale per l'agricoltura. È presente nella Croce rossa, nella Pro loco e quindi nel Circolo nautico. La Finanziaria però restringe il campo e punta l'obiettivo risparmio principalmente sul Consorzio industriale, la Sogeaor e Oristano ambiente. Se non rientrano fra gli enti che curano "gli interessi e la promozione dello sviluppo della Comunità locale", il Comune deve chiamarsi fuori. Punto e basta. Se invece ci rientrano, il Comune deve rivedere al ribasso la propria rappresentanza e comunque eliminare i gettoni di presenza. Detto in altre parole chi viene nominato ci va a gratis. In realtà il Comune ha fatto scelte che in parte anticipano i tempi del Decreto legge. Oristano ambiente si avvia a chiudere, il Comune ha comunicato alla società mista di cui detiene il 31 per cento del capitale sociale, l'intenzione di uscire e avviare la pratica di liquidazione. Una volta passata la gestione del depuratore al Consorzio industriale, la società avrebbe concluso lo scopo sociale, dice il Comune. "Niente affatto -precisa il presidente Sergio Locci- la società potrebbe fare tante altre cose, il fatto è che non esiste volontà politica. Da precisare che questa è l'unica società che ha dato utili al Comune, 10 mila euro nel 2005". Nella Sogeaor il Comune non intende più metterci una lira e infatti non parteciperà all'aumento del capitale sociale. Il che lo relega in una posizione di netta minoranza. Resta il Consorzio industriale. In attesa che la Regione decida come sistemarli, il palazzo degli Scolopi resta in vigile attesa . Sul taglio dei consiglieri a partire dalla prossima legislatura, la discussione è aperta. "Per me è giusto, anzi sono del parere che sarebbe ancora più giusto portarli a 24. Siamo a 40 consiglieri solo perché Oristano è capoluogo di provincia, ma anche da città capoluogo con 24 oltre a risparmiare si raggiungerebbe un'efficacia maggiore", è il parere del presidente del consiglio Mario Musinu. ANTONIO MASALA.


Tagli ai costi della politica pd in conclave: è rottura (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 11-12-2007)

 

Pagina V - Bari RETROSCENA Vertice col segretario Emiliano: non tutti vogliono seguire la strada del rigore Tagli ai costi della politica Pd in conclave: è rottura Il blocco delle assunzioni ha prodotto più esternalizzazioni, col piano ospedaliero i ricoveri sono cresciuti A Francesco Saponaro, assessore "tecnico" della giunta Vendola con delega al Bilancio, e con un passato politico nel Pci proprio in via Capruzzi di recente accasato nel Pd, è sembrato che fosse il minimo: se mettiamo nel mani nelle tasche dei pugliesi, lasciandogli inalterato il ticket se vanno in farmacia, ma aumentandogli, oltre all'Irpef, il conto dal benzinaio di due cent al litro, perché non metterle anche nelle tasche ben più ricche dei consiglieri regionali, attivi o pensionati? Così, al vertice dei 26 consiglieri regionale del Partito democratico con il segretario regionale Michele Emiliano, l'assessore al Bilancio ha illustrato la sua relazione al bilancio di previsione 2008, mettendo in bella mostra "tra le voci da ridurre in modo permanente" i costi della politica. "Sono passati da 25,51 milioni nel 2003 a 35,5 milioni nel 2007. Non va - spiega Saponaro ai suoi - è auspicabile una revisione della legge del 2003 che ha previsto dei benefici per i consiglieri regionali in carica sensibilmente superiori alla media delle Regioni italiane. Sarebbe bello e di sicuro impatto positivo nell'opinione pubblica - ha insistito Saponaro - se i consiglieri e gli assessori di questa legislatura intervenissero, al contrario, per limitare questi eccessivi benefici applicando a se stessi le nuove norme". Giusta l'analisi ma fatta nel contesto sbagliato: ad ascoltarlo c'era Alberto Tedesco. L'attuale assessore alle Politiche della salute era presidente della commissione istituzionale in quel 2003, ed è stato uno dei promotori che ha portato il numero dei consiglieri da 60 a 70. La reazione dei presenti dicono non sia stata da standing ovation. "Diciamo che è stata una reazione un po' di casta - s'è giustificato uno dei presenti - ma per alcuni rimestare sull'argomento è stato un po' ingeneroso perché alcune questioni sono infondate". Non è vero, ad esempio, come ha spiegato qualcuno, che i "benefici sono sensibilmente superiori alla media delle altre Regioni". Ma il problema posto da Saponaro resta: come rendere meno indigesto ai pugliesi "l'amaro calice" delle tasse se non garantendo una riforma vera della sanità, la madre di tutti i deficit pugliesi e giurando "una lotta agli sprechi"? Alla domanda il Pd vorrebbe tanto rispondere. Ma ieri, Emiliano ha preferito il silenzio che ha parlato più delle dichiarazioni di una settimana fa. Qualcuno è rimasto "sorpreso". Altri vedono un tentativo di smarcare il nuovo partito dal pesante fardello e lasciare in capo alla giunta di Vendola la responsabilità di mettere le mani nelle tasche dei pugliesi per quanto le scelte in questi due anni di governo siano anche di Ds e Margherita. Complice il Consiglio comunale, Emiliano ha lasciato il vertice del Pd. Non è escluso che "studi col gruppo regionale le azioni tangibili per combattere gli sprechi, ma dopo questo bilancio". Il vice presidente, Sandro Frisullo la più alta carica del Pd nel governo pugliese, mantiene la lucidità necessaria: "Abbiamo abolito il ticket sui farmaci - dice - e dato avvio alla stabilizzazione dei precari. Sono tutte cose che hanno un costo. Se rendiamo pubblica ed evidente la natura di questo sforzo che chiediamo ai pugliesi con la tassazione aggiuntiva, per migliori e maggiori servizi che abbiamo dato ai cittadini, credo che i pugliesi capiranno il senso e lo spirito di questo sacrificio, tenendo conto che alcuni debiti vengono dal passato". Dall'opposizione, però, non ci stanno. Prende le distanze dalle responsabilità del buco sanitario, Raffaele Fitto, oggi deputato e coordinatore regionale di Forza Italia. Da governatore pugliese, anche lui fu costretto a maneggiare la leva fiscale anche se introducendo ticket sui farmaci e prelievi aggiuntivi sull'Irpef ma lasciando intatte accise e Irap: "Dopo tre anni di governo Vendola, la sanità è peggiorata: non è la polemica che cerco. Dico solo che la Puglia oggi è al disastro solo ed esclusivamente per scelta politica di chi la governa da quasi tre anni". Da Alleanza nazionale, Michele Saccomanno, afferma che "l'invito di Vendola all'opposizione per un rapporto non conflittuale, l'avevamo anticipata con la proposta di uno studio comune delle dinamiche della spesa sanitaria, che è stata lasciata cadere dal governo". (p. r.).


Lanzillotta stop al cumulo gettoni per i consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 11-12-2007)

 

La visita del ministro Lanzillotta "Stop al cumulo gettoni per i consiglieri" Giornata veneziana per la ministra per gli Affari regionali, Lidia Lanzillotta, che ha partecipato a due convegni. In mattinata, al Future Center, ha discusso del ruolo de "Il direttore generale dell'ente locale", sottolineando che il ruolo manageriale del direttore generale della pubblica amministrazione deve essere mantenuto separato da quello politico. Secondo la ministra, attualmente queste funzioni hanno un confine "troppo labile", che va corretto, perché "nel corso degli anni la figura del direttore generale ha assunto una fisionomia di manager con stretto rapporto fiduciario con l'organo di vertice politico". La ministra si è poi spostata a Ca' Farsetti, per partecipare ad un incontro sul ruolo dei Consigli comunali, dove ha sottolineato come tra le disfunzioni che i Consigli comunali vivono dall'entrata in vigore della riforma dei primi anni '90, che ha introdotto anche l'elezione diretta del sindaco, c'è "l'eccesso generale dei costi della pubblica amministrazione", la proliferazione di organismi, la frammentazione di funzioni e compiti "che complicano l'organizzazione", con un conseguente "cattivo rapporto costi-benefici". I Consigli comunali, quindi, secondo Lanzillotta, devono dotarsi di strutture e supporti adeguati, costituendosi o in "area vasta" o in "area metropolitana", a seconda della portata della popolazione che servono. Quindi, Lanzillotta ha ricordato le nuove disposizione contenute in Finanziara 2008, come il divieto di cumulo dei compensi da consigliere comunale con quelli di membro nei consigli di amministrazione. Il sindaco Massimo Cacciari ha, quindi, evidenziato come la riforma citata dal ministro "è una delle poche stabilizzate", ma "non ha toccato il Consiglio", che si è ritrovato a svolgere un ruolo ridotto. "E' necessario mettere a fuoco questa questione - ha detto ancora Cacciari - perché il Consiglio possa svolgere bene il suo ruolo. Attraverso quali meccanismi realizzare tutto ciò non lo so, ma in assenza della definizione del suo ruolo il Consiglio invaderà campi che non gli competono, rendendo meno efficace la macchina amministrativa".


REGIONE FIRMATO UN PATTO TRA AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA VERIFICA 0 Costi della politica, Errani prova a tagliare (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 11-12-2007)

 

REGIONE FIRMATO UN PATTO TRA AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA VERIFICA Costi della politica, Errani prova a tagliare ? BOLOGNA ? POCO PIÙ di un anno per portare a termine una "rivoluzione" amministrativa che contempla abbattimento di costi, razionalizzazione di funzioni, dimensioni territoriali più adeguate, maggior efficienza. Con la firma del patto per l'autoriforma tra Regione, Provincie, Comuni e Comunità montane, ieri nel palazzo della Giunta, prende l'avvio un percorso dal quale non si potrà più tornare indietro. "Abbiamo fatto un ulteriore passo in una regione già virtuosa nella quale il bilancio 2008 prevede una riduzione delle spese generali dal 3,4% al 2,9%" ha sottolineato il presidente Vasco Errani. Firmatari dell'intesa: Sergio Cofferati sindaco di Bologna e presidente regionale Anci (associazione comuni italiani); Pier Giorgio Dall'Acqua, presidente Upi (unione delle provincie); Gaetano Sateriale, presidente della Legautonomie e Giovanni Battista Pasini presidente dell'unione comnunità montane dell'Emilia Romagna. "Quest'intesa è un'assoluta novità nel panorama nazionale" ha detto l'assessore alla programmazione e autonomie locali, Luigi Gilli illustrando alla stampa l'autoriforma che, in sintesi, "è attuata per semplificare la vita ai cittadini" Tempi stretti per rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro che al contrario comprende un orizzonte molto largo d'interventi nel sistema. Verrà incentivato il processo di aggregazione tra i comuni (attualmente le Unioni sono 12 in tutta l'Emilia Romagna) per erogare servizi migliori, e nelle comunità montane. In queste ultime l'organo esecutivo sarà composto solo dai sindaci dei comuni che ne fanno parte, e si penserà anche a un loro riordino strutturale. "E' possibile per esempio - ha spiegato Gilli- che due o tre comuni che fanno parte di una comunità montana bolognese, ne escano e nel momento i cui si è sviluppato il circondario imolese, entrino a far parte di quell'ambito, magari a loro più ottimale". Nel riordino entreranno anche Ato e Consorzi di bonifica: due Ato al massimo in tutta la Regione che possano raccordarsi alle due grandi aziende di erogazione del servizio idrico e medesime fusioni dei consorzi provinciali "Non si può pensare a una organica politica di bonifica se solo a Ferrara ce ne sono cinque" ha detto Gaetano Sateriale. Per Cofferati, non bisogna ragionare soltanto in termini di costi "l'obiettivo è dare il servizio migliore possibile con una produttività più alta valorizzando il lavoro che la eroga". Rispetto alle Acer, le aziende casa dell' Emilia Romagna, proprio il sindaco bolognese ha affermato che suo obiettivo, sotto le due torri, è di farne una sola. Alessandro Goldoni - -->.


TUTTI I NUMERI DI SPRECOPOLI (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 11-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2007-12-11 num: - pag: 47 categoria: REDAZIONALE Elzeviro Il libro-inchiesta di Cervi e Porro TUTTI I NUMERI DI SPRECOPOLI di ALDO CAZZULLO embrano non essersi accorti di niente. I capi e il personale della più grande e improduttiva azienda italiana, la politica, si comportano come se nulla fosse. Il risultato è che, sette mesi dopo la denuncia stampata più di un milione di volte da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, può uscire un saggio a tema di smentita sulle folli spese della politica italiana. Sprecopoli, appena pubblicato da Mondadori, ha forse il torto di non citare mai La casta (con l'eccezione di un riferimento ai suoi autori, nell'introduzione); come se fosse possibile entrare nel campo del costo della politica senza fare riferimento al libro che ha cambiato, o colto il cambiamento del rapporto tra la politica e gli italiani. Ma ha il merito di tener viva e alimentare la fiamma dell'indignazione, senza fare sconti a nessun partito, neppure quelli meno distanti dai due giornalisti che firmano questo libro-inchiesta: Mario Cervi, storico coautore di Montanelli, tra i fondatori e per oltre tre anni direttore del Giornale, e Nicola Porro, che del Giornale è vicedirettore ad personam. Sembra incredibile, ma da quando la giustizia militare ha visto drasticamente ridursi (da 20 mila a 338) i processi pendenti, dopo l'abolizione della leva obbligatoria, il numero dei magistrati è cresciuto, così come quello dei loro collaboratori, dei telefonini e delle auto blu (160 per 103 giudici). Pare uno scherzo, ma la seconda regione più piccola d'Italia, il Molise, detiene il record dell'appannaggio - 400 mila euro - destinato al presidente del Consiglio regionale "per cerimonie, targhe, feste di benvenuto, accoglienza di delegazioni e serate di gran gala ". Cervi e Porro prendono in esame una per una le istituzioni da cui dipendono i poteri pubblici e la macchina ammi-nistrativa, e ne denunciano la tendenza inarrestabile, la vocazione irresistibile allo spreco. Nel caso del Quirinale, i costi faraonici sono indipendenti dalla volontà dell'inquilino: Napolitano ha cominciato a tagliare e ha reso pubblici i bilanci, ma fino a quando la presidenza della Repubblica italiana avrà sede in una reggia grande come una città è inevitabile che costi molto più di quella francese, che ha sede di una dimora altoborghese, o di quella tedesca, con la sua modesta palazzina alla periferia di Berlino. La sola soluzione sarebbe quella indicata a suo tempo da Einaudi: farne il grande museo che, al di fuori del Vaticano, manca a Roma. Nel caso del Parlamento, invece, la vera soluzione sarebbe farlo lavorare; e non è fazioso sottolineare, come fanno Cervi e Porro, che in questa legislatura i ritmi già morbidi delle Camere hanno ulteriormente rallentato. Né il lettore trarrà motivi di consolazione dai capitoli dedicati a Palazzo Chigi, agli enti locali, alle regioni - "un miliardo di euro solo per esistere " -, alla sanità, alle province - "enti inutili? Non è vero. Per alcuni esse sono non solo utili ma indispensabili: e rappresentano una fonte di reddito insostituibile" -. E ancora i comuni e il mondo in crescita delle partecipazioni locali, sorta di dépendance della politica. Il quadro complessivo che emerge dall'inchiesta, scritta con stile preciso e scorrevole, è di una macchina pubblica segnata dalla cialtronaggine di chi, disponendo di grandi quantità di denaro altrui, non esita a spenderlo per i comodi propri, certo dell'irresponsabilità e quindi al riparo da ogni sanzione che non sia la disistima popolare. Resta il dubbio, però, che le scandalose prebende che i politici si assegnano l'un l'altro non siano la causa, ma la conseguenza della vera questione: la politica concepita come il proseguimento degli affari con altri mezzi, come un metodo per far soldi, attraverso le aziende controllate - nelle diverse forme della proprietà, della partecipazione azionaria, delle convenzioni, delle concessioni - dallo Stato e dagli enti pubblici. Se la tangente inquinava il singolo affare, la politica come merce e come azienda inquina l'intero sistema; ed è probabile che gli sprechi, i lussi, le indennità principesche siano solo un acconto dell'introito complessivo. S \\ Una macchina pubblica segnata dalla cialtronaggine.


La prima fase ha portato 15 milioni (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 11-12-2007)

 

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Sport - data: 2007-12-11 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Nelle casse del club La prima fase ha portato 15 milioni Non solo prestigio ma anche milioni di euro che entrano, o sono già entrati, nelle casse della Lazio. La Champions League ha fruttato in questa fase a gironi circa 15 milioni: 10 dall'Uefa, 5 da sponsor e diritti televisivi. A tutto questo vanno aggiunti gli incassi del botteghino. Sinora il presidente Claudio Lotito ha già messo in cassaforte 6,6 milioni di euro: 3 come bonus d'ingresso per aver superato il preliminare estivo, 2,2 sotto forma di gettoni di presenza nella prima fase, quindi 1,2 in premio per i cinque punti conquistati (una vittoria e due pareggi). Il resto, poco di 9 milioni, lo incassera più avanti. Qualora la Lazio stasera riuscisse a vincere, centrando la qualificazione, si metterebbe in tasca altri 2,8 milioni di euro. Ovviamente più si va avanti nella competizione, ovviamente e più gli incassi aumentano. Negli ottavi di finale la Lazio conterebbe infatti anche sul botteghino, sui diritti televisivi che vengono ripartiti alla fine della competizione a secondo dei passaggi televisivi della squadra, sul gettone di presenza e sui 600 mila euro in caso di vittoria e 300 mila euro in caso di pareggio che vengono dati dall'Uefa per ogni partita giocata. Nelle più ottimistiche previsioni se la squadra di Delio Rossi dovesse arrivare alle semifinali di Champions League, il club si metterebbe in tasca complessivamente 45 milioni. Lotito, comunque, anche in caso di eliminazione avrà di che consolarsi perché la Lazio si ritroverebbe comunque con 15 milioni. Soldi che i tifosi sperano vengano reinvestiti nel mercato di gennaio, per rinforzare la squadra un po' in tutti i ruoli, a cominciare dal portiere. Presidente Claudio Lotito è alla guida della società biancoceleste dall'estate del 2004 Pietro Pinelli.


Conti in rosso, Saponaro accusa Palese e fa autocritica (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 11-12-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-11 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE La relazione L'assessore: "Il mio precedessore ha lasciato un buco di 181 milioni, noi incapaci di capire i meccanismi di spesa nell'Asl" Conti in rosso, Saponaro accusa Palese e fa autocritica Dura la requisitoria accompagnata da numeri e spiegazioni riferiti al triennio 2005-2007 BARI - L'assessore regionale Francesco Saponaro presenta la relazione al Bilancio 2008 e pronuncia una requisitoria severissima. Contro l'amministrazione precedente, colpevole di non aver lasciato i bilanci sanitari in pareggio, come sostiene di aver fatto. Ma anche contro lo stesso centrosinistra, incapace di comprendere la dinamica della spesa nelle Asl. Una relazione sferzante, per tanti versi autocritica, che invoca anche la riduzione "in modo permanente" dei costi della politica, ovvero stipendi e pensioni dei consiglieri regionali. "Sarebbe bello - scrive Saponaro - e di sicuro impatto positivo nella opinione pubblica". Parole che non mancheranno di suscitare un dibattito acceso, dentro e fuori della maggioranza. Il primo dato attiene al debito nel settore sanitario, causa scatenante della necessità di aumentare le aliquote fiscali. La relazione al riguardo non lascia margini di indecisione. Ai "200-230 milioni" maturati nel corso del 2007 (il dato sarà accertato a gennaio) si aggiungono "181 milioni non ancora coperti per gli anni precedenti al 2005". Di che si tratta, visto che il centrodestra ha sempre sostenuto di aver lasciato bilanci in attivo o in pareggio? "è il frutto - dice l'assessore - della differenza tra il deficit reale delle Asl e quello, inferiore, calcolato dal governo ". Questi "detrae dal calcolo le quote di ammortamento e gli accantonamenti ". Sono, in genere, le rate per gli acquisti di macchine. "Come dire - annota Saponaro - che da Roma siamo chiamati a ripianare un deficit inferiore al reale, ma quello reale non si cancella". Nel 2006, aggiunge l'assessore, effetto inverso: il deficit è di 175 milioni, ma il governo lo fa crescere fino a 211 per calcolare anche "saldi di mobilità sfavorevoli " (cure fuori Regione). Ma non è un'annotazione polemica. La relazione punta ad altro: a demolire, se così si può dire, il mito dell'avanzo sanitario lasciato dal centrodestra nel 2005, circa 9 milioni di euro. "Il reale e molto elevato deficit contabile del 2005 è pari a 349 milioni ". Sbilancio che sarà recuperato tramite l'intervento dello Stato, da cui residuano i 9 milioni di cui si è detto. Insomma, il governo Berlusconi intervenne all'epoca per rifinanziare (come non ha più fatto il governo successivo di centrosinistra). Un deficit di gestione, quello 2005, che "sarebbe stato molto più alto se la giunta Vendola non avesse ripristinato 150 milioni sottratti alla sanità " e destinati ad altre voci (il centrodestra ha sempre parlato di errore tecnico facilmente rimediabile). Domanda di Saponaro: perché il 2005 è l'anno con il deficit sanitario più alto (350 + 150)? La Cdl - spiega la relazione - fondava lo sforzo di contenimento della spesa su tre fattori: aumento di Irpef e ticket, blocco delle assunzioni, riordino ospedaliero. Nel 2004, il centrodestra annulla l'aumento Irpef deciso tre anni prima e riduce i ticket (e così diminuiscono le entrate); inoltre il blocco della assunzioni viene "aggirato" con le esternalizzazioni dei servizi; il riordino non ottiene i risparmi sperati. Questi dati, assieme al sottodimensionamento del Fondo sanitario nazionale (per il quale Saponaro conferma di voler chiedere un fondo di compensazione per le regioni più penalizzate come Puglia Campania e Calabria), sono stati "sottovalutati". Di qui "l'adozione di normative", da parte dell'attuale maggioranza, "di leggi e provvedimenti in materia di personale, accreditamenti di strutture private e tariffe" che oggi "incidono pesantemente sull'esercizio 2007". Saponaro fa un cenno, ad esempio, all'aumento delle tariffe per i laboratori convenzionati che "rischia di provocare debiti fuori bilancio per circa 20 milioni". La sanità resta la bestia da domare. Come già riferito, destano allarme i costi per personale (+5%), assistenza con enti convenzionati (ecclesiastici e privati), spese per riabilitazione, acquisto di beni e servizi. L'inasprimento delle tasse è inevitabile, conclude Saponaro, ma altre leve dovranno essere azionate: ridurre i costi del consiglio regionale (con stipendi e pensioni), ma anche le uscite generali, il personale, la ricontrattazione dei mutui. Anche il vice presidente della giunta, Sandro Frisullo, a margine di convegno, interviene sul tema. Concorda con Saponaro sull'idea di chiedere al governo un aggiornamento della ripartizione del fondo sanitario. Poi si augura che il sacrificio chiesto ai pugliesi (l'inasprimento delle aliquote), "sia a termine e ci consenta di fornire nuovi servizi ". F. Str.


ROMA - Alla fine l'arresto per il sottosegretario alla Difesa è arrivato. Marco Ve (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Viterbo)" del 11-12-2007)

 

Di VALENTINA ERRANTE ROMA - Alla fine l'arresto per il sottosegretario alla Difesa è arrivato. Marco Verzaschi ha fatto appena in tempo a dimettersi. Che l'aria non fosse buona per l'ex forzista assessore alla Sanità della giunta Storace, transitato nel centrosinistra e iscritto sul registro degli indagati della procura di Roma da oltre un anno, lo si era capito giovedì sera. Quando una laconica nota ha diffuso la notizia delle sue dimissioni "irrevocabili", "per motivi personali" dalla carica di sottosegretario e segretario regionale dell'Udeur. I più hanno pensato a un arresto annunciato. Così era. Ieri mattina, all'oramai ex sottosegretario, è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, firmata dal gip Luisanna Figliolia. Trentaquattro pagine per motivare le accuse di corruzione e concussione: duecentomila euro ricevuti dall'imprenditrice Anna Iannuzzi (nota come lady Asl), che avrebbe così ottenuto l'accreditamento di una delle sue case di cura col sistema sanitario nazionale, altri 200 mila dall'imprenditore Renato Mongillo, titolare di appalti per la vigilanza in un ospedale romano. Sono i verbali dei due imprenditori e le testimonianze di altri indagati a mettere nei guai Verzaschi. Per il gip ci sarebbero stati gli estremi "per la custodia cautelare in carcere", ma il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri hanno chiesto solo i domiciliari. E neppure le dimissioni di Verzaschi, rese pubbliche il 6 dicembre, stesso giorno del provvedimento, cambiato la situazione. Il giudice lo scrive espressamente. L' accusa per il gip "non si fonda solo su dichiarazioni accusatorie, ma anche sulle emergenze istruttorie". Perché, sebbene Mongillo, come la Iannuzzi, racconti di avere pagato Verzaschi in contanti, "Tagli da 500" nel marzo 2004 e non risultino ingiustificati versamenti sui conti dell'ex assessore, sono i 5 mila euro al mese "girati" per due anni sul conto della segretaria da Verzaschi a fornire agli inquirenti un presunto riscontro. Centodiecimila euro, Tra febbraio 2004 e settembre 2006. Verzaschi si è difeso: "Io Mongillo l'ho incontrato due volte. Non ho mai ricevuto soldi". E ancora: "Il denaro alla segretaria è un aiuto per l'acquisto di una casa. Sono soldi dei miei familiari". La segretaria ha confermato, ma ha detto di non sapere da dove venisse il denaro. In realtà il contratto con la società di Mongillo era già stipulato, ma per i pm Verzaschi avrebbe bluffato per intimorire l'imprenditore, servendosi anche di Francesco Bevere, direttore generale dell'ospedale. Adesso indagato. Per il gip gli elementi "appaiono di estrema gravità e rilevante allarme sociale". L'ex assessore è accusato di "condotte delittuose, perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio, strumentalmente utilizzata per conseguire profitti illeciti ai danni del servizio sanitario i cui sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti del servizio sanitario nazionale". "L'ampio arco temporale, il coinvolgimento di organi direttivi della Regione, il conseguimento da parte dell'indagato di denaro di provenienza illecita, la sottrazione di enormi risorse", per il gip "rendono evidente la pericolosità dell'indagato e il concreto pericolo di reiterazione di reati della medesima natura". Le esigenze cautelari "persistono, al di là delle dimissioni, integre nella loro gravità considerati i preminenti interessi di tutela della collettività duramente pregiudicati dalle condotte reiterate". L'avvocato Fabrizio Lemme ha già preparato il ricorso al Riesame: "Rispetto i provvedimenti dei giudici - commenta - ma ritengo che in questo caso non ci sia riscontro probatorio". Verzaschi ha incassato la solidarietà dell'Udeur.


Merighi capogruppo Pd, mini-fronda nell'urna (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 11-12-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-12-11 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE Centrosinistra In Provincia la poltrona va alla Margherita: Zaniboni eletto numero uno del Partito democrattico con un solo no Merighi capogruppo Pd, mini-fronda nell'urna Invettiva dell'ex ds in consiglio comunale: "Giornali contro il rinnovamento della città" Primo atto: ha chiesto ai "suoi" consiglieri di rinunciare al gettone per la commissione tenuta in contemporanea con il vertice del gruppo Il primo capogruppo del Pd in Comune è Claudio Merighi. La votazione a scrutinio segreto, dopo oltre due ore di vertice a Palazzo d'Accursio, si è chiusa con 16 voti a favore, due astenuti (uno è il bindiano Giovanni Mazzanti che ha dichiarato pubblicamente la sua scelta) e un voto contrario. Il voto ha riservato due sorprese a Merighi. Una positiva, il voto a favore e non scontato di Lina Delli Quadri (Margherita) e una negativa, la mini-fronda silenziosa degli ex Ds (un voto di astensione e un voto negativo vengono certamente dal fronte della Quercia). Tra l'altro, proprio Delli Quadri potrebbe essere scelta come vicecapogruppo nei prossimi giorni. Riguardo al voto, Merighi ha parlato di "un segnale che deve essere tenuto in considerazione", mentre gli ex della Margherita sono molto critici. "Chi ha votato in maniera differente da quanto - ha detto Mazzanti - avrebbe fatto meglio a esplicitarlo". Ancora più esplicita Lina Delli Quadri che ha regalato a Merighi (ieri era il suo compleanno) una scatola di cioccolatini "Spartak" di sapore ex sovietico: "è stata usata la stessa tecnica della nomina a De Maria a livello provinciale. Discussione chiara, poi però nel segreto dell'urna...". Il segretario del Pd, Andrea De Maria, presente alla riunione, ha gettato acqua sul fuoco: "Non vedo nulla di drammatico". Sono andate un po' meglio le cose a Gabriele Zaniboni, (dielle vicino all'ex coordinatore Benamati) che ieri è stato nominato capogruppo del Pd in Provincia con 12 voti favorevoli e uno contrario. Nel suo discorso in consiglio comunale, Merighi si è tolto molti sassolini dalle scarpe. Per sintetizzare la lotta di Cofferati contro il consociativismo, è ricorso a un'immagine bucolica: "Dopo aver arato e fresato, bisogna seminare o l'erba cattiva ricresce ". Non solo, ma Merighi se l'è presa anche con i giornali della città. Prima lo ha fatto nella riunione a porte chiuse e poi, pubblicamente, nell'aula del consiglio comunale. "Le cronache locali sono ripiegate a difendere i vecchi riti, le vecchie certezze, i vecchi patti, allevando il conformismo del "tutto va male" in una distonia imbarazzante con gli auspici sferzanti ed autorevoli al rinnovamento contenuti nelle pagine nazionali". Poi ha scritto una lettera invitando i consiglieri del Pd a non ritirare il gettone di una commissione che si è svolta in contemporanea al vertice di ieri per l'elezione del capogruppo. O. Ro.


Il sindaco sbaglia? tocca a lui pagare (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 11-12-2007)

 

L'esponente della "Fenice" chiede che sia Faoro a mettere di tasca propria i gettoni del consiglio extra "Il sindaco sbaglia? Tocca a lui pagare" Bacchettata di Dall'Agnol per l'errore sulle dimissioni di Strappazzon ARSIE'. Il segretario comunale sbaglia la documentazione e per colpa sua occorre riconvocare il consiglio? Bene, toccherà a lui e di riflesso al sindaco pagare le spese della nuova seduta, compresi i gettoni di presenza ai consiglieri. La proposta-choc arriva dal capogruppo di opposizione della "Fenice" Dario Dall'Agnol, all'indomani del consiglio comunale che non ha ratificato le dimissioni del consigliere di minoranza Adriano Strappazzon perché al posto dell'originale aveva presentato una fotocopia. Dall'Agnol, da sempre "moralizzatore" del regolamento comunale, ne ha per tutti. "Quando il segretario comunale ha messo ai voti l'atto di surroga di Strappazzon con il nuovo consigliere ho opposto un'eccezione. Le dimissioni e la firma erano su una semplice fotocopia inviata da Trento, mentre in questi casi serve l'originale", racconta Dall'Agnol. "Sia il segretario che il sindaco se ne sono accorti durante l'assemblea e hanno rimandato la votazione del punto ad un consiglio ad hoc". La convocazione è prevista per venerdì 14: "E' stato un errore grossolano. Chi ci rimette è la comunità. Oltre ai gettoni di presenza ci sono in ballo gli straordinari del segretario e dell'agente di polizia locale. Per questo devono pagare sindaco e segretario". Dall'Agnol infine scarica un po' di veleno anche nei confronti dell'ormai ex collega di minoranza: "Strappazzon era candidato sindaco e non si è preso nemmeno la briga di partecipare al suo ultimo consiglio e spiegare le ragioni delle dimissioni". (cr.ar.).


Tangenti, arrestato ex sottosegretario (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 11-12-2007)

 

Attualità Tangenti, arrestato ex sottosegretario Verzaschi (Udeur), già assessore di Storace, indagato per corruzione e concussione SCANDALO SANITÀ IN LAZIO Il politico avrebbe ricevuto in due riprese mazzette da duecentomila euro Il partito: saprà spiegare tutto. La difesa fa ricorso al Tribunale del riesame ROMA. Solo giovedì scorso Marco Verzaschi, ex assessore regionale alla sanità nella giunta guidata da Francesco Storace, si era dimesso da sottosegretario alla Difesa e da segretario regionale per il Lazio dell'Udeur, per motivi "strettamente personali" e ieri ha ricevuto un ordine di custodia cautelare a domicilio, nell'ambito di una tranche dell'inchiesta della procura di Roma, sulla sanità nel Lazio. Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri contestano all'uomo politico due specifiche ipotesi di reato: corruzione e concussione. Il gip Luisanna Figliolia ha ritenuto meritevoli di accoglimento le richieste del pm e ha emesso il provvedimento cautelare, affidandone la notifica al nucleo operativo dei carabinieri di Roma. Secondo il giudice, inoltre, la gravità dei fatti "avrebbe finanche imposto la custodia cautelare in carcere". Per quanto riguarda lo specifico delle accuse, quella di corruzione fa riferimento a 200 mila euro che Anna Giuseppina Iannuzzi, già nota come 'Lady Asl', ha detto di aver consegnato a Verzaschi quando era assessore regionale alla sanità, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, per accreditare presso la Regione il "Centro Romano San Michele" una struttura con la disponibilità di quasi 200 posti letto. Il tutto, previo un protocollo d'intesa tra lo stesso centro e l'Università di Tor Vergata. La concussione invece, reato per il quale è indagato a piede libero anche l'ex direttore generale dell'ospedale San Giovanni di Roma, Francesco Bevere, è legata alla presunta consegna a Verzaschi di 200 mila euro, nella primavera del 2004 dalle mani dell'imprenditore Renato Mongillo, titolare della società Security Service. Una "scorciatoia" per evitare intoppi sull'aggiudicazione dell'appalto per la messa in sicurezza della struttura ospedaliera. La procedura di aggiudicazione era stata al tempo già completata, bisognava però portarla a termine ed evitare una possibile revoca del contratto. Nelle trenta pagine dell'ordinanza del gip Figliolia ci sono innanzitutto le dichiarazioni di 'Lady Asl' e dello stesso Mongillo. Verzaschi ha sempre negato di aver ricevuto denaro. C'è stato anche un confronto tra l'ex sottosegretario e l'imprenditore Mongillo, ma le due posizioni sarebbero rimaste in conflitto. I riscontri dei carabinieri hanno poi portato a smentire alcune circostanze dette da Verzaschi, e ad avvalorare la tesi di Morgillo. Di qui la richiesta e la successiva applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari per l'ex sottosegretario alla difesa. Ma secondo l'ordinanza del Gip Figliolia il coinvolgimento di Verzaschi nella tranche dell'inchiesta sulla sanità nel Lazio "non si fonda solo sulle dichiarazioni" di Anna Giuseppina Iannuzzi e dell'imprenditore Renato Mongillo, "ma emerge anche dalle emergenze istruttorie". Si tratterebbe, infatti, "di condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata per conseguire profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti del Servizio sanitario nazionale". In particolare "l'ampio arco temporale, il coinvolgimento degli organi direttivi della regione, il conseguimento da parte dell'indagato di denaro di provenienza illecita, la sottrazione di enormi risorse" sono tutti elementi che "rendono evidente la pericolosità dell'indagato e il concreto pericolo di reiterazione di reati della medesima natura". Il legale di Verzaschi, Fabrizio Lemme, ha annunciato che oggi stesso presenterà istanza di riesame, perchè nell'inchiesta in corso della procura di Roma "non è emersa la conferma di passaggio di denaro tra altri personaggi coinvolti nell'inchiesta in corso e Verzaschi". Piena solidarietà è stata espressa a Verzaschi dal suo partito, l'Udeur, "nella certezza che le indagini della magistratura faranno completa chiarezza sulla vicenda". "Mi dispiace. Spero che sia estraneo a tutto. Non si capisce perchè dopo un anno e mezzo i magistrati abbiano deciso di adottare questa misura. Credo che abbiano avuto i loro motivi, anche se forse bastava un semplice rinvio a giudizio". Così il capogruppo capitolino dell'Udeur, Gianfranco Zambelli.


Con 10 milioni in meno non posso prometterlo (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

 

LE ATTESE PRESENTANDO LE LINEE D'INDIRIZZO. "DIPENDERA' DAI TAGLI FINALI DELLA FINANZIARIA" Con 10 milioni in meno non posso prometterlo" AL BILANCIO del Comune potrebbero mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della Finanziaria. A tanto ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo Stato, come risulta dalla bozza della legge in discussione al Parlamento. E così, Paola Bottoni, assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo avere illustrato in aula le linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del consiglio comunale a metà febbraio) non si sente di confermare il blocco di tasse e tariffe da tempo annunciato. "Non posso dirlo", si limita ad affermare la Bottoni, ricordando però che la discussione sulla Finanziaria è ancora aperta, e confidando "nell'azione di presidio" dei parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora "è stata esercitata con buoni risultati, specie per le infrastrutture", con l'ammissione ai finanziamenti della metrotranvia per 17 milioni e del Passante nord per 9 milioni, nel 2009. La Bottoni ringrazia i parlamentari dell'Unione Walter Vitali, Donata Lenzi, Katia Zanotti e, unico del centrodestra, Gianluca Galletti, dell'Udc. Poi rivolge un appello: "Scongiurate il rischio di minori trasferimenti". E, per le infrastrutture, "che i finanziamenti programmati per il 2009 vengano in parte anticipati al 2008". LA BOTTONI non nasconde però la preoccupazione: "Per adesso siamo ancora a un punto di incertezza assai significativo per il bilancio". In particolare, il taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto combinato di due aspetti: da un lato, la differenza tra quanto lo Stato ha effettivamente percepito dalla riscossione dell'Ici (il maggior gettito è calcolato in 609 milioni nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la previsione avanzata nella precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che questa differenza non possa scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore. Altro problema è dovuto a quello che la Bottoni definisce "super ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e indennità da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore complessivo di 313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo bolognese, secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni. Palazzo d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che preoccupa ? afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra il reale risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del risparmio. Questa distanza non può tradursi in riduzione dei trasferimenti dallo Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de 'La tua Bologna', le linee di indirizzo "sembrano più che altro degne di una relazione da inizio mandato. Peccato che manchi poco più di un anno alla fine". Galletti, già assessore al bilancio, è preoccupato dai tre milioni di tagli sui costi della politica. "Conosco bene il bilancio del Comune ? dice il deputato udc ?: recuperarli solo tagliando i costi della politica non è semplice. Forse non basta neanche azzerare i compensi di consiglieri e assessori. Occorre che gli amministratori di Palazzo d'Accursio si diano da fare, anche sui costi della politica e i vari costi accessori. Perché non si può pensare di scaricare i tre milioni di euro di minori trasferimenti solo sulle altre voci del bilancio: sarebbe inaccettabile gravare ancora sul fisco locale". - -->.


IO, 'MISTO' E ASSEDIATO (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

 

L'INTERVENTO IO, 'MISTO' E ASSEDIATO 'SOLI SI MUORE' cantava il vecchio Patrick Samson negli anni del beat, ma si soffre anche di solitudine politica e il filosofo Bonaga, in un recente brindisi, mi ha definito "rappresentante solo di me stesso". Comunque, anche il consigliere solitario ha diritto a una segretaria. Alcune sono migliori dei loro consiglieri, però, se la segretaria manca, nessuno la sostituisce. Nel 2005, per protestare contro tutto ciò, ho rinunciato a un mese di riunioni dei capigruppo e ai relativi gettoni. Non se ne è accorto nessun giornalista e nessun collega. Tre anni di mortificazioni! I colleghi dei gruppi numerosi mi ignoravano e i capi dei più piccoli mi consideravano un intralcio e un costo grave per la democrazia. Poi, la rivincita. Si sono creati due nuovi mono-gruppi; Panzacchi è rimasto coi Verdi e Celli ha costituito il Gruppo misto. Ora, il trionfo! Gattuso (ferroviere come me) ha abbandonato An e si è spostato nel Gruppo misto. In tale gruppo convivono presenze inconciliabili. A parte la banalità di un consigliere di destra e uno di sinistra, può capitarne uno bigotto e l'altro mangiapreti, uno vegetariano e l'altro cannibale. In quei casi si divide tutto: segretarie, stanze, attrezzature, soldi, la carica di capogruppo a rotazione. Al primo litigio, il gruppo, anziché misto, viene chiamato mesto. Ma la crisi non ci sarà perché il mio amico Celli, vignettista e scrittore, nel frattempo ha aderito al Partito democratico e finirà in un gruppone di 23 consiglieri. Purtroppo, qualcuno ha già preso di mira il mio ufficio che affaccia su Piazza dell'Orologio. Un ambiente unico, quasi un loft, con un soffitto bianco a volta, che culmina con una croce. Sembra che sia la vecchia sala dei cavalieri di Malta di Palazzo d'Accursio e piace a tutti. Arredato con mobili di risulta, è caldo e accogliente. Attorno a due bei tavoloni di sei metri quadri (che fece fare il vicesindaco Salizzoni), abbiamo creato l'Altra Sinistra, abbiamo fatto litigate memorabili, abbiamo preparato i pranzi del Ristorante Popolare (con consiglieri, segretarie e pochi ospiti). Difenderò la stanza con le unghie e coi denti. Ma tanti auguri a Celli, ecologista e difensore di ogni essere vivente non umano, che in un partito più grande potrà occuparsi di un numero maggiore di animali, alcuni feroci. * consigliere comunale - -->.


PREOCCUPATA Sui costi della politica dovremmo risparmiare 3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-12-2007)

 

PREOCCUPATA "Sui costi della politica dovremmo risparmiare 3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro..." - -->.


Tagli soft per assessori e comunità montane (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15 autore: I cedimenti sul pacchetto "costi della politica" Tagli soft per assessori e comunità montane "è il successo della buona politica" gioisce l'Unione delle comunità montane. "Dalla commissione Bilancio un segnale di attenzione ai comuni" canta vittoria l'Anci.Due esultanze che tradiscono la nuova marcia indietro sul pacchetto di tagli ai costi della politica in Finanziaria. Che a ogni stadio dell'esame parlamentare non manca di lasciare sul terreno uno o più pezzi. Questa è stata la volta della norma sulla riduzione degli assessori comunali e provinciali e sulla stretta alle comunità montane. Il primo provvedimento avrebbe portato, secondo i comuni, a una riduzione immediata delle giunte locali da 16 a 12 componenti. Con le nuove correzioni il dimagrimento sarà posticipato alle prossime elezioni amministrative. Non la pensa così, invece, l'Italia dei valori secondo cui il testo precedente, nella sua vaghezza, si sarebbe prestato a più facili rinvii. Quanto alle comunità montane, saranno le Regionia decidere con proprie leggi i tagli. Avranno sei mesi di tempo dall'entrata in vigore della manovra per scegliere i criteri poi, in caso di inadempienza, sarà lo Stato a intervenire. Resta invariato, comunque, il taglio della spesa previsto per questi enti: 33,4 milioni di euro per il 2008 e 66,8 milioni dal 2009. La nuova formulazione dà tuttavia mano libera alle Regioni che, nel loro riordino, potrebbero anche non rispettare il criterio altimetrico imposto in precedenza: almeno 500 metri sul livello del mare. Intanto l'Idv provaa rimpinguare il pacchetto con una serie di emendamenti giudicati ammissibili dal relatore: stop alla "legge mancia"; via i consorzi di bonifica; riduzione dei consigli circoscrizionali. "Ricordo –esulta Silvana Mura –che la legge mancia approvata in maggio di quest'anno è costata 17 milioni di euro e che questo è uno dei provvedimenti meno trasparenti e più clientelari che ogni anno viene approvato dal Parlamento". Il partito di Di Pietro chiede inoltre la soppressione dei consorzi di bonifica e, dove non è possibile il loro azzeramento, la drastica riduzione dei cda.C'è infine il ritorno ai consigli circoscrizionali solo nelle città con più di 250mila abitanti, ma sarà possibile istituirli anche nei comuni tra 100mila e 250mila abitanti purché rappresentino almeno 30mila abitanti. Non passa invece l'esame di ammissibilità la proposta sempre dell'Idvdi commisurare i rimborsi ai partiti non al corpo elettorale ma ai reali votanti. "Questa misura da sola avrebbe significato risparmi per 50 milioni di euro –ricorda Mura –, ma anche quest'anno non c'è stata la volontà politica di approvarla". ESULTANO GLI ENTI LOCALI L'Uncem: è stato un successo L'Anci: un segno d'attenzione alle nostre richieste L'Idv chiede l'abolizione della legge mancia.


33,4 milioni Risparmi comunità montane (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15 autore: LE CIFRE IN GIOCO 33,4 milioni Risparmi comunità montane Il taglio al fondo per le comunità montane per il 2008; dal 2009 la riduzione sarà di 66,8 milioni 313 milioni Taglio agli enti locali A tanto ammontano i risparmi annuali derivanti, fra l'altro, dal taglio agli assessori e dalla riduzione dei gettoni di presenza 250mila Abitanti per le circoscrizioni Un emendamento Idv chiede di autorizzare i consigli circoscrizionali solo nelle città con almeno 250mila abitanti.


Rubata la bicicletta al consigliere Conficoni (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 11-12-2007)

 

LA CURIOSITÀ Rubata la bicicletta al consigliere Conficoni Non ci sono dubbi sul fatto che il consigliere comunale diessino (in attesa del gruppo del Pd) Nicola Conficoni sia uno dei più sensibili in materia ambientale. Non solo. Sul fronte delle piste ciclabili è al primo posto per impegno e dedizione, tanto che nei giorni scorsi, insieme all'assessore Ennio Martin e ad alcuni rappresentanti di "A ruotalibera" ha svolto una accurata ricognizione dei percorsi cittadini. Sarà per la legge del contrappasso, sarà perchè oramai questo tipo di furti è sempre piùgettonato nel capoluogo, resta il fatto che l'altra sera gli hanno rubato la fedele bicicletta. L'aveva lasciata in stazione visto che durante il giorno era andato (rigorosamente con mezzi pubblici) ad una incontro di Legambiente. Quando è tornato a prenderla, però, la bicicletta era sparita. Rubata, nonostante fosse stata chiusa con tanto di catena. Uno shock per uno come lui che come mezzo primario di locomozione usa le due ruote. Non a caso ieri mattina è arrivato in ritardo alla seduta del consiglio comunale. A quanto pare, però, non sarebbe la prima volta. Anzi, le due ruote sparite al consigliere comunale negli ultimi due anni sono tre. In ogni caso Nicola Conficoni non molla: ha già deciso che ne acquisterà un'altra, utilizzando i soldi del gettone di presenza. Solo con quelli, però, la bicicletta sarà di seconda mano, esattamente come quella che gli è stata rubata.ldf.


Comuni in rete per Prg e catasto (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-12-2007)

 

Progetto della Comunità Montana Comuni in rete per Prg e catasto Investimento di 300mila euro Vittorio Veneto(L. A.) Comuni "in rete" per una migliore gestione del territorio. Mentre lotta per la sua stessa sopravvivenza (nei giorni scorsi il consiglio ha approvato il dimezzamento dei gettoni di presenza dei suoi componenti) la Comunità montana delle prealpi trevigiane guarda al futuro ammodernando le proprie tecnologie e facilitando la fruibilità dei dati in esse contenuti. Ieri pomeriggio, nella sede di via Vittorio Emanuele II a Vittorio Veneto, il presidente Gianpiero Possamai e i suoi collaboratori hanno presentato e offerto una prima dimostrazione pratica del nuovo programma Sit (sistema informativo territoriale) a sindaci, assessori all'urbanistica e tecnici dei Comuni aderenti. "Si tratta del primo modulo di un progetto più ampio - ha spiegato Possamai - che vede dieci amministrazioni aderenti e che ha permesso l'informatizzazione degli strumenti catastali e degli stampati urbanistici dei piani regolatori generali e delle carte tecniche regionali. Il tutto con una spesa contenuta per i municipi aderenti", visto anche il contributo regionale di 200mila euro sui quasi 300mila di costo. Il progetto vuole fare dialogare in rete gli uffici dei Comuni delle prealpi trevigiane attraverso moduli autonomi: oltre all'urbanistica, infatti, l'intendimento è condividere successivamente anche i dati relativi ad anagrafe e tributi. La prima tappa, presentata ieri, prevede l'informatizzazione di mappe del catasto e strumenti urbanistici, e la raccolta ed integrazione dei contenuti informativi e della modulistica on line attraverso un portale, con servizio di consultazione degli strumenti urbanistici per uffici comunali e semplici cittadini. Il primo modulo rappresenta la "base" per la partenza dei successivi e prevede la costruzione di un'ampia banca dati di basi cartografiche, catasto, strumenti urbanistici, oggetti territoriali, e in futuro anche attività produttive e tributi dei comuni aderenti, che per ora sono Follina, Revine, Miane, Fregona, Cordignano, Refrontolo, Segusino, Sarmede, Cappella Maggiore e Cison.


VERZASCHI FINISCE AGLI ARRESTI DOMICILIARI (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 11-12-2007)

 

Verzaschi finisce agli arresti domiciliari ELENA ROMANAZZI Roma. Le dimissioni da sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi (nella foto), le aveva date pochi giorni fa. Dimissioni irrevocabili anche dagli incarichi di partito (Udeur) per motivi "strettamente personali". Si aspettava di essere rinviato a giudizio, e invece, da ieri, si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di concussione e corruzione. E a leggere l'ordinanza del Gip, Luisanna Figliola, l'ex sottosegretario dovrebbe ritenersi graziato dal momento che "la gravità delle rilevate esigenze cautelari" avrebbe imposto "la custodia cautelare in carcere". L'inchiesta che vede coinvolto l'esponente dell'Udeur è quella relativo allo scandalo delle Asl capitoline. La misura cautelare si riferisce al 2003, a quando Verzaschi, allora in Forza Italia, ricopriva la carica di assessore regionale alla Sanità del Lazio in quota azzurra, incarico svolto fino al 2005. Iscritto nel registro degli indagati nel 2006, prima di diventare sottosegretario alla Difesa nel governo Prodi, finisce nel ciclone dello scandalo per le confessioni di Anna Giuseppina Iannuzzi, meglio nota come Lady Asl. La donna racconta agli inquirenti di avergli consegnato 200mila euro per ottenere l'accreditamento di 188 posti letto del centro romano San Michele, una struttura di fatto fantasma. Più volte Verzaschi si è dichiarato innocente di fronte alle accuse di Lady Asl. Ma invano. La posizione dell'ex sottosegretario si è appesantita nei giorni scorsi. Questa volta a metterlo nei guai sono state le rivelazioni di Renato Mongillo, imprenditore, ex dell'Udc e titolare della Security Service. Secondo la Procura, nel maggio del 2004, la Asl Roma C avrebbe sborsato più di un milione di euro per crediti e interessi moratori vantati da Mongillo che avrebbe diviso il denaro con altri indagati (l'inchiesta coinvolge diverse persone). L'imprenditore incastrato dalle rivelazioni dell'ex direttore generale della Asl B, Cosimo Giovani Speziale, ha fatto il nome di Verzaschi ed ha rivelato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Giovanni Bombardieri di aver consegnato "spontaneamente 200mila euro a Verzaschi nel 2004". Questi soldi, secondo Mongillo, avevano lo scopo di evitare intoppi di natura burocratica in sede di stipula del contratto per l'aggiudicazione dell'appalto per la messa in sicurezza dell'ospedale San Giovanni. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip scrive come nel corso dell'istruttoria siano emerse a carico di Verzaschi "condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio, strumentalmente utilizzata per conseguire profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui sprechi sono ala base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale". In particolare - secondo il gip Figliola - "l'ampio arco temporale, il coinvolgimento degli organi direttivi della regione, il conseguimento da parte dell'indagato di denaro di provenienza illecita, la sottrazione di enormi risorse", sono tutti elementi che "rendono evidente la pericolosità dell'indagato". Le dimissioni non sono bastate. Il legale Fabrizio Lemme, ha annunciato che contro il provvedimento farà ricorso al Tribunale del Riesame. E l'ufficio politico dell'Udeur esprime solidarietà a Verzaschi "nella certezza che le indagini della magistratura faranno completa chiarezza sulla vicenda, dimostrando la sua totale estraneità ai fatti".


Un Comitato per la sicurezza sul posto di lavoro, contro il lavoro "cinesizzato" (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornal.it" del 11-12-2007)

 

15.19.52 Un Comitato per la sicurezza sul posto di lavoro, contro il lavoro "cinesizzato" "Che schifo signori, che schifo". Tra i pochi commenti locali sulla tragedia degli operai di Torino - per molto meno la posta elettronica delle redazioni alessandrine vengono intasate di email dove tutti vogliono dire la loro - spicca quella di Roberto Crispino, Segretario Partito dei Comunisti Italiani Sezione di Alessandria che si esprime senza mezzi termini su quello che molti hanno definito un omicidio premeditato. "Questi ragazzi (il più anziano ha 54 anni!)", dice Crispino, "Si trovavano sul posto di lavoro quattro ore oltre la fine del loro orario lavorativo! Questi ragazzi non facevano quattro ore di straordinario ogni giorno per sete di denaro. E fra sei mesi sarebbero rimasti senza un lavoro in quanto la ThyssenKrupp di corso Regina Margherita, 400 a Torino nella metà del 2008 avrebbe chiuso per trasferirsi a Terni". Di fronte alla tragedia stride il freddo distacco teutonico: "Dall'alto delle loro costose ville germaniche i titolari dell'azienda ThyssenKrupp dagli antenati dalle, neanche troppo velate, simpatie naziste potrebbero essere chiamati a rispondere della sciagura che vede protagonisti sette poveri operai italiani che hanno come unica colpa quella di pretendere un lavoro per sfamare le proprie famiglie, come costituzione repubblicana prevede". Per il Coordinamento Provinciale C.U.B. parlano Pier Carlo Brina e Giovanni Maccarino: "La strage all'acciaieria Thyssen-Krupp ha portato ancora una volta all'attenzione generale la tragedia degli omicidi sul posto di lavoro. In questo momento, il rischio più grosso, per un sindacato come la C.U.B., è quello di confondere la propria voce con il fiume di "lacrime di coccodrillo" che in questi giorni vengono versate". Per cercare di migliorare la situazione della classe operaia il Sindacato continuerà a chiedere un forte aumento salariale, l'abolizione della scala mobile, il superamento del lavoro precario e un investimento fortissimo per sicurezza e condizioni di lavoro migliore. I rappresentanti della C.U.B. denunciano anche la situazione nelle fabbriche della nostra provincia ("e negli enti pubblici"). Sono sempre più "cinesizzati": "Spesso avviene che i lavoratori siano ridotti a una tale condizione di paura e di ricattabilità da impedire loro di esprimere con libertà e chiarezza i problemi che vivono: non è un caso che, sempre più spesso, giungano al sindacato segnalazioni anonime e inviti a "fare qualcosa". Sicurezza sui luoghi di lavoro. In materia di sicurezza suil posto di lavoro la Provincia di Alessandria oggi ha fatto saperer di aver affidato la gestione del coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro al Presidente della Provincia o ad un assessore delegato. Prima della riforma sanitaria (Legge 833/78), la competenza quale organo di vigilanza era attribuita all'Ispettorato del Lavoro, per essere, poi, trasferita agli organi delle Regioni all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, organizzatisi, dopo vari passaggi amministrativi, nell'attuale struttura delle Asl, peraltro in fase di revisione. La proposta, ora, è quella di affidare la nuova funzione al Dipartimento Economia e Sviluppo per le competenze generali sulla materia lavoro e istituire un Comitato di coordinamento così composto: presidente della Provincia o assessore delegato con funzioni di presidente del Comitato; un dirigente della Provincia responsabile della funzione; un rappresentante della Provincia responsabile della 626; un rappresentante SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) per ogni SPRESAL presente sul territorio; un rappresentante della Direzione Provinciale Lavoro; un rappresentante INPS; un rappresentante INAIL; un rappresentante dei Vigili del Fuoco; un rappresentante dell'ARPA; un rappresentante ISPESL; un rappresentante per CLES (comitato per il lavoro e l'emersione del sommerso); un rappresentante della Commissione Provinciale per l'emersione del lavoro non regolare. Le funzioni da perseguire riguarderanno il monitoraggio delle attività di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro svolte sul territorio provinciale, l'individuazione dei settori prioritari di intervento dell'azione di vigilanza, la proposta di piani di attività e progetti da attuare a livello provinciale. Silenzio in Consiglio. Questa mattina il Consiglio Comunale di Alessandria, prima della seduta, ha osservato un minuto di silenzio in segno di lutto e solidarietà alle famiglie colpite dalla tragendia dell'acciaieria. Dai banchi del Pd è stata inoltre avanzata la proposta di devolvere il gettone di presenza alle famiglie delle vittime.


FARMACI: IN CALO SPESA PUBBLICA NEI PRIMI 9 MESI DEL 2007 (sezione: Costi dei politici)

( da "Farmacia.it" del 11-12-2007)

 

Farmacia.it - 11 dicembre 2007 Secondo il rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) nei mesi gennaio-settembre del 2007 la spesa pubblica lorda dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è diminuita del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2006. Sono aumentate invece le prescrizione mediche, soprattutto quelle del sistema cardiovascolare rappresentando il 37% della spesa ed il 49% delle dosi. A causa poi della crescita della spesa privata per i medicinali di classe A si è registrato un aumento del 4,3% della spesa a carico dei cittadini. Ad aumentare sono anche le dosi prescritte (880 ogni mille abitanti). L'Osservatorio rileva che ad eccezione delle quantità, tutti gli altri indici riportano una diminuzione: -8,0% i prezzi e -10,5% il costo medio per giornata di terapia. Inoltre, tutte le Regioni hanno visto un calo della spesa pubblica di classe A, con una variabilità che va dal -2,2% del Piemonte a -15,1% del Lazio. L'utilizzo infine dei farmaci equivalenti è cresciuto del 24,1% rappresentando così circa il 30% del consumo totale. Annalisa De Dominicis.


TRUFFA PER 6 MILIONI DI EURO: IN MANETTE DUE SALENTINI (sezione: Costi dei politici)

( da "LeccePrima.it" del 11-12-2007)

 

Operazioni false per ottenere finanziamenti pubblici, in questo caso ben 6 milioni di euro. L'ennesima truffa operata in provincia di Lecce è stata scoperta dal Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza di Bari che all'alba di oggi ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip Ercole Aprile su richiesta del Pm del Tribunale di Lecce Imerio Tramis. In carcere sono finiti Salvatore D'Ambrosio, 67 anni e Rosario De Lorenzis, 57, entrambi di Alliste. Si tratta rispettivamente dell'amministratore delegato dell'azienda Edinform Spa, con sede a Lecce in via De Simone ed il ragioniere della stessa società, suo stretto collaboratore. Le altre due persone colpite dall'ordinanza sono cittadini israeliani, responsabili di una società di consulenza, al momento irreperibili. Nell'operazione, denominata "Register", risultano indagate altre 11 persone, soggetti che a vario titolo, hanno partecipato alla truffa. L'accusa è di truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni a carico del bilancio nazionale e comunitario. L'azienda, che non è stata sequestrata, e che ancora in queste ore è interessata da una serie di perquisizioni, opera nel settore della fornitura di servizi informatici e telematici a pubbliche amministrazioni e aziende, nella maggior parte interessate da esigenze informative per la prevenzione ambientale. Secondo le indagini la società avrebbe ottenuto indebitamente il finanziamento di 6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200 mila già percepiti. Il sistema della frode, che è stato accertato attraverso complesse indagini documentali e bancarie, consisteva nel rendicontare spese superiori a quelle effettivamente sostenute: in particolare costi di consulenza gonfiati attraverso fatture false emesse da compiacenti aziende nazionali e straniere. Secondo gli investigatori un ruolo fondamentale lo avevano i due cittadini israeliani, uno dei quali noto ricercatore in campo telematico. Attraverso la loro società producevano la documentazione per ottenere il finanziamento, intascandone buona parte. Le indagini sono partite nel dicembre del 2005 e riguardano due importanti progetti di sviluppo pre-competitivo e ricerca industriale denominati " Wamac"e "Gamac", finanziati dal ministero delle attività produttive e dalla regione Puglia rispettivamente nell'ambito del Pia innovazione (pacchetto integrato di agevolazioni) e della legge numero 598/94. Entrambi i progetti sono finalizzati alla realizzazione di sofisticati contatori elettronici in grado di rilevare la lettura a distanza dei consumi e delle perdite di acqua e gas.


CALABRIA/SANITA': MORELLI, COMMISSARIAMENTO PUNTO PIU' BASSO REGIONE (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 11-12-2007)

 

(ASCA) - Reggio Calabria, 11 dic - ''La dichiarazione dello stato di emergenza socio sanitaria in Calabria da parte del Governo nazionale e la nomina di una commissione ministeriale guidata dal validissimo prefetto Serra indica, evidentemente ed incontestabilmente, l'assoluta crisi del sistema sanitario regionale; la situazione attuale segna, ed e' inutile affannarsi in giri di parole, il punto piu' basso della storia politica ed amministrativa calabrese''. Lo ha dichiarato Franco Morelli, Consigliere regionale di An. ''Di fatto il Governo ha proceduto ad un commissariamento dolce - dice Morelli - che certifica l'inadeguatezza delle scelte sin qui operate in ambito regionale; d'altro canto quando piu' volte abbiamo sottolineato la necessita' di un governo della sanita' che necessariamente fosse intelligente, aperto al confronto e disponibile ai contributi di tutti, non cercavamo di rivendicare alcunche', molto piu' semplicemente eravamo e siamo coscienti che la sanita' in Calabria, per una serie di fattori e ritardi storici, necessitasse di una cura radicale somministrata, pero', con il concorso di tutti e nel pieno rispetto delle istanze dei territori, dei diritti dei cittadini, delle migliaia di professionalita' che ogni giorno si affannano nel dare risposte qualificate e competenti. Invece, abbiamo dovuto subire riforme alla baionetta, discriminazioni tra settore pubblico e privato, guerre intestine il cui campo di battaglia e' stato il sistema sanitario. ''Non intendo utilizzare questo commissariamento di fatto - sostiene Morelli - come occasione di facile polemica, e' evidente pero' che in questi ultimi tre anni la gestione della sanita' in Calabria e' stata fallimentare e le decisioni del governo nazionale asseverano questa considerazione che, tra i cittadini, e' unanimemente condivisa; questa drammatica crisi dovrebbe indurre alla ragionevolezza, dovrebbe agevolare un confronto che consenta alla politica, tutta intera, di scegliere per il meglio, riformare, sanare e fare un passo indietro rispetto alla gestione''. ''Per quanto ci riguarda, fatta salva la condivisibile scelta di procedere ad interventi straordinari per la realizzazione di nuove strutture ospedaliere - conclude Morelli - attendiamo di comprendere la natura, il ruolo e le funzioni della commissione; in ogni caso, quale che sia il percorso futuro, alla politica calabrese spetta oggi piu' che mai l'assunzione di gravose responsabilita', lo si deve alla Calabria, lo si deve alle vittime che negli ultimi dodici mesi hanno causato sgomento e dolore ed hanno azzerato la fiducia dei calabresi nel sistema sanitario. Spero che responsabilmente chi ha ruoli di governo in questa regione si renda conto che la situazione attuale non rientra piu' nei canoni di una seppur difficile ordinarieta', siamo all'emergenza e le risposte non possono che essere il piu' largamente condivise; e' evidente che, a questo punto, il presidente Loiero dovrebbe immediatamente aprire un confronto con l'opposizione''. red/sam/lv (Asca).


L 'ex sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi, è agli arresti domiciliari. La misura cautelare sarebbe stata disposta nell'ambito dell'inchiesta su <lady Asl> avviata dalla Pr (sezione: Costi dei politici)

( da "Liberazione" del 11-12-2007)

 

Lady Asl Arresti domicialiri per Marco Verzaschi (Udeur) ex assessore alla sanità del Lazio L 'ex sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi, è agli arresti domiciliari. La misura cautelare sarebbe stata disposta nell'ambito dell'inchiesta su "lady Asl" avviata dalla Procura di Roma che si riferisce all'epoca nella quale Verzaschi ricopriva la carica di assessore regionale alla sanità del Lazio, incarico ricoperto fino al 2005. Verzaschi, membro della direzione nazionale Udeur, nei giorni scorsi si era dimesso da ogni incarico di governo. Adesso è accusato di corruzione e di concussione. La prima accusa si riferisce alla decisione di accreditare presso la sanità del Lazio il "Centro romano San Michele" di Anna Giuseppina Iannuzzi protagonista dello scandalo che ha portato in carcere e sotto processo numerose persone che dice di aver versato 200mila euro a Verzaschi. L'imputazione di concussione farebbe riferimento a 200mila euro che l'imprenditore Renato Mongillo, titolare della "Security Service", ha detto agli inquirenti di avere versato a Verzaschi nel marzo-aprile del 2004. La concussione sarebbe scattata perché la procedura di aggiudicazione di un appalto per la messa in sicurezza dell'ospedale San Giovanni era stata al tempo già completata. L'intervento, in questo caso, serviva a portarla a termine ed evitare una possibile revoca del contratto. Per il Gip di Roma Luisanna Figliolia, "la gravità delle rilevate esigenze cautelari avrebbe comunque imposto la custodia cautelare in carcere". E tutto ciò, anche per un "contesto indiziario di particolare gravità". Nell'ordinanza si legge anche come quelle di Verzaschi sarebbero state "di condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata per conseguire profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti del Servizio Sanitario Nazionale". 11/12/2007.


Romina Velchi (sezione: Costi dei politici)

( da "Liberazione" del 11-12-2007)

 

Finanziaria in Aula alla Camera, scoppia il caso Coni Servizi Opposizione e Uder si schierano contro la soppressione della società. Dalla maggioranza giunge l'invito al governo a non operare "forzature" nel maxi emendamento in caso di fiducia Romina Velchi La finanziaria debutta in Aula alla Camera. Ieri è iniziata la discussione generale, che proseguirà oggi; ma è da domani che l'iter della manovra 2008 entrerà nel vivo, con l'inizio delle votazioni. Ed è da domani che si capirà se il ricorso alla fiducia da parte del governo sarà confermato. La possibilità è nell'aria, visto che i tempi sono molto stretti e il provvedimento deve necessariamente tornare al Senato. Ma molto dipenderà dall'atteggiamento dell'opposizione. Dal canto suo, la maggioranza ha ritirato i propri emendamenti "per favorire un esame rapido - spiega Antonello Soro, capogruppo Pd - con la presa d'atto del lavoro fatto dalla commissione bilancio" che "è riuscita a portare a termine un lavoro di esame di una quantità gigantesca di emendamenti". Una sottolineatura non casuale, dopo lo strappo operato dal governo nella vicenda del disegno di legge sul welfare; con la sua "forzatura" l'esecutivo ha "impedito al parlamento di lavorare liberamente - commenta Salvatore Iacomino (Prc) - sconfessando la commissione". Una ferita che ancora brucia. E siccome, nel caso della fiducia, il governo dovrà preparare un testo ad hoc, ecco che da più parti, nella maggioranza, viene l'invito a fare riferimento al testo uscito dalla commissione bilancio e a limitarsi a piccoli ritocchi. "Non è una finanziaria di svolta - riconosce Andrea Ricci (Prc) - ma il nostro giudizio sul complesso della manovra è positivo. Soprattutto è positivo il lavoro svolto dal parlamento, che ha prodotto significativi miglioramenti rispetto al testo del governo. In ogni caso - aggiunge Ricci - è la prova che si raggiungono buoni risultati se il parlamento viene messo in condizione di lavorare senza pressioni e forzature". Una "finanziaria di transizione", come la definisce Iacomino, che nel suo passaggio alla Camera si è arricchita di integrazioni e aggiunte, arrivando così a 213 norme (62 più del Senato, 116 più del consiglio dei ministri) e aumentando la spesa di circa un miliardo di euro, sulla cui copertura la maggioranza non ha dubbi. Il Prc mette l'accento soprattutto sulle norme che specificano meglio la riduzione fiscale per il lavoro dipendente; sulla detassazione del Tfr (cioè della liquidazione); sulla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nelle regioni di Sud; sul fondo (80 milioni) per la ristrutturazione e la manutenzione delle reti idriche; sul pacchetto di interventi a favore del trasporto pubblico locale e ulteriori fondi alle Ferrovie; oltre, ovviamente, ai provvedimenti già approvati al Senato e che sono confermati. Se il governo opterà per la fiducia, tutti gli occhi si sposteranno sulla composizione dei tre maxi emendamenti "unificati" cui l'esecutivo starebbe lavorando per venire incontro alle richieste del Quirinale di evitare una "manovra monstrum", con un solo articolo e migliaia di commi, come quella dell'anno scorso. Ed è lì, probabilmente, che i nodi verranno al pettine. Se, infatti, sembra risolto il "caso" della class action (con un emendamento del governo, la norma è stata resa più coerente, senza però cedere alla richiesta di Confindustria che la voleva non reatroattiva), ora si è aperto quello della Coni Servizi. Contro il provvedimento che sopprime la società si sono schierati l'opposizione (secondo la quale appesantirebbe ulteriormente i conti del Coni portandolo di fatto al collasso) e l'Udeur (critico perché la norma provocherebbe un aumento dei costi a carico dello Stato). "Tutte balle - replica Pietro Folena - messe in giro artatamente, al fine di proteggere quel buco nero di sprechi, quel carrozzone inutile e dannoso e forse anche i relativi gettoni di presenza dei membri del Cda". "La verità è un'altra - concorda Antonio Ferraro, responsabile sport del Prc - la vera minaccia alla vita professionale dei dipendenti viene proprio dalla Coni Servizi Spa". Aperta è anche la questione della rottamazione delle auto. I Verdi l'hanno osteggiata fino all'ultimo, ma il governo potrebbe ripensarci: "L'esigenza della rottamazione delle auto c'è - dice il sottosegretario all'Economia Grandi - Le osservazioni mosse sono relative all'esigenza di una maggiore caratterizzazione ambientalista e, quindi, un punto di sintesi è possibile. Del resto alla Camera, l'accordo è stato mancato per poco, vale la pena di lavorarci ancora". Così come il governo potrebbe essere tentato di inserire anche la riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali. Ma lì davvero si rischierebbe un nuovo "caso welfare". 11/12/2007.


ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE: PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 11-12-2007)

 

(20:24) (11/12/2007 17:29) | ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE: PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE (Sesto Potere) - Imola - 11 dicembre 2007 - Con il voto contrario di PD, PRC e IDV, e il voto favorevole di FI, AN, UDC, LN, la Commissione "Attuazione dello Statuto" ha respinto il Progetto di Legge che prevede di modificare lo Statuto della Regione abrogando il Circondario imolese; il documento è stato presentato dai consiglieri Gianni Varani (FI), Silvia Noè (UDC), Carlo Monaco (PER), Alberto Vecchi (AN) e Maurizio Parma (LN). Il Circondario imolese è un ente di secondo grado, che svolge funzioni di pianificazione sovracomunale e amministrative in parte delegate dalla Provincia e in parte dai Comuni aderenti (Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Medicina e Mordano). L'esistenza del Circondario è sancita da due norme regionali: lo Statuto (art. 26), su cui insiste questo PdL, e la Legge 6/2004, su cui agiscono altri due PdL, all'esame della Prima Commissione. Il relatore di questo provvedimento, Gianni Varani, ha ricordato la petizione popolare per rimettere in discussione l'esistenza del Circondario, sulla quale sono state raccolte oltre 2000 firme. Ciò dimostra che c'è un sentimento popolare molto diffuso, un giudizio negativo verso il Circondario: un ente che non rappresenta una semplificazione e un risparmio, nell'ambito della Pubblica Amministrazione, anzi opera come soggetto aggiuntivo rispetto alla pesante piramide istituzionale costituita da Comuni, Comunità montante e Provincia (senza dimenticare le associazioni di Comuni, i "tavoli" di confronto a vari livelli, le conferenze territoriali). La definizione dei confini e delle competenze appare tutt'altro che chiara, permanendo oggettive duplicazioni rispetto alla Provincia. In un contesto di federalismo avanzante, ha aggiunto il consigliere, mentre si assiste a un processo costituzionale di delega di responsabilità e poteri ai Comuni, il Circondario imolese funziona sulla base della sottrazione di competenze. Infine, la proposta di abrogazione del Circondario vuole essere una concreta risposta alle polemiche sui costi e sugli sprechi della politica, poiché questo ente costa circa due milioni di euro ogni anno. Netta contrarietà alla soppressione del Circondario è venuta da Daniele Manca (PD), secondo il quale si tratta di una proposta che intende cavalcare l'onda dell'antipolitica. In realtà, si tratta di un territorio con centoventimila abitanti dalla forte identità territoriale, ed è populismo parlare di sopprimerlo da parte di soggetti politici che, mentre erano al governo, hanno istituito nuove Province, ben più costose. Il Circondario sta dimostrando di essere uno strumento utile per la semplificazione e il riordino istituzionale, ha aggiunto Manca; si tratta dell'unico ente di secondo grado nel quale sono rappresentate anche le minoranze, dove si è già sperimentata la programmazione integrata delle politiche sanitarie e sociali e si sta definendo un Piano Strutturale sovracomunale, con un forte risparmio dei costi, altrimenti sostenuti dai singoli Comuni. Piuttosto, se nessuno alzerà la bandiera del campanilismo, si può andare nella direzione dell'accorpamento dei Comuni nella vallata del Santerno. Alberto Vecchi (AN) ha ricordato il PdL di cui è primo firmatario, che punta a consentire ai Comuni di recedere dall'adesione al Circondario, auspicando che venga approvato dall'intera Assemblea. Solo AN, ha aggiunto, è stata finora esplicita con la proposta di costituire un Comune unico nella vallata del Santerno (ipotesi che coinvolge Borgo Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio e Fontanelice). Ma anche in questa prospettiva, il Circondario sarebbe un ente inutile, e ci si dovrebbe chiedere perché sia stato istituito solo nell'imolese e in un nessun'altra parte del territorio regionale. Per Paolo Nanni (IDV) è evidente la specifica identità del territorio imolese. Convinto che si debba andare verso la riduzione degli enti di secondo grado, il consigliere ha affermato che la Finanziaria sta avviando una positiva razionalizzazione. Nanni è favorevole a proseguire nell'esperienza del Circondario, almeno fino a quando non saranno definiti i confini della Città metropolitana di Bologna. Silvia Noé (UDC) ha definito molto deboli le giustificazioni all'esistenza del Circondario. Quanto ai costi della politica, ha detto che chi sostiene il governo Prodi non può dare lezioni di coerenza, in quanto si tratta dell'organismo più numeroso del dopoguerra. Finora, in tre anni, iI Circondario ha prodotto dei costi senza che i cittadini ne abbiano ricavato benefici tangibili. Infine, Gabriella Ercolini (PD) ha affermato che la riduzione dei costi della politica deve essere una conseguenza della razionalizzazione delle istituzioni: l'esperienza del Circondario le appare come un investimento da valutare con attenzione. Impossibile negare che vi sia una specificità, stratificata da decenni, dell'area imolese; anche a suo parere, si tratta di procedere sulla strada dell'abolizione delle associazioni dei Comuni e puntare all'aggregazione del Comune unico nella valle del Santerno. Dopo questo voto negativo in Commissione, l'argomento verrà iscritto all'esame dell'Aula non appena la Prima Commissione avrà ultimato l'esame dei PdL che le sono stati assegnati.


Quell'Italia sprecona degli enti locali <Sprecopoli> di Porro-Cervi e <Impuniti> di Caporale: inchieste sugli sperperi della politica sulla scia del best seller <La Casta> Il buco (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Sondrio, La" del 11-12-2007)

 

Quell'Italia sprecona degli enti locali "Sprecopoli" di Porro-Cervi e "Impuniti" di Caporale: inchieste sugli sperperi della politica sulla scia del best seller "La Casta" Il buco nero è in provincia. La storia: in Aspromonte (a 2500 metri) 500 mila euro per comprare cammelli, poi morti di freddo Se è vero che la provincia è il vestito nel quale gli italiani sembrano trovarsi più a proprio agio, è proprio nell'amministrazione locale che le cifre dello spreco della politica impressionano. Potenza dei numeri. I circa 9mila enti locali del Belpaese, fra comuni, comunità montane, consigli circoscrizionali e regioni, costano 1.234 milioni di euro l'anno, relazionano Mario Cervi e Nicola Porro nel loro Sprecopoli (Mondadori). E Gian Antonio Stella e Roberto Rizzo aprono La Casta (Rizzoli) con "la pianeggiante Comunità montana di Palagiano che svetta a 39 metri sul mare", le comunità montane, scrivono i giornalisti de Il Corriere della Sera, "possono aiutare forse meglio di ogni altra cosa a capire come una certa politica, o meglio la sua caricatura obesa, ingorda e autoreferenziale sia diventata una Casta e abbia invaso l'intera società italiana". Antonello Caporale, cronista politico di La Repubblica, nel suo Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e felice (Baldini Castoldi Dalai) racconta fra le altre, di uno studio sulla castagna di Montella, in provincia di Avellino, costato circa 70mila euro. E che dire poi "del ciclo dei rifiuti in Campania costato 8 miliardi di euro, compresa raccolta ordinaria e straordinaria". A partire dal fenomeno editoriale de La Casta, un milione di copie vendute dal 2 maggio scorso, sul quale si sono sprecati fiumi di parole - su tutti si ricordi Sergio Romano secondo il quale il libro potrebbe essere ciò che l'arresto di Mario Chiesa fu per lo scandalo Tangentopoli - il tema dei costi della politica è diventato argomento di libri-inchiesta. Prodigio di inesauribilità della materia, sciatteria giornalistica nell'aver sin ora portato a galla fenomeni isolati senza mai tentare la quadratura del cerchio o elementi di una bora di antipolitica dal basso, cavalcata in libreria? Caporale chiarisce subito: "l'antipolitica è una sorta di moto plebeo, il liquidare tutto come un gran magna magna. Lo stesso "Vaffa" di Grillo che significa? Non vuol dire nulla. L'antipolitica è un movimento populista nel quale però si fa ricorso alle stesse tecniche della politica. Ciò che ho voluto portare a galla sono invece i costi sociali della mala politica". L'idea che l'industria editoriale marci su un sentimento diffuso di disamore per la classe che sta al potere, di una sorta di bulimia dei lettori per storie di mala gestione, iperboli a un tempo spassose e amare, sta stretta anche a Nicola Porro: "Noi abbiamo fatto un lavoro diverso da La Casta, abbiamo sistematizzato i diversi ambiti e ne abbiamo tracciato un quadro: basta scorrere l'indice per rendersene conto. Si comincia con Quirinale, poi Parlamento, Palazzo Chigi, enti locali, regioni, sanità, province, comuni?". C'è un lato quasi da barzelletta nelle modalità e nelle proporzioni con cui si gettano via i contributi pubblici. Racconta Caporale: "Il direttore del parco dell'Aspromonte, per attrarre turisti, decide di comprare cammelli e altri animali esotici: pappagalli, iguane. Spesa: 500mila euro. Ora, in Aspromonte, a 2500 metri, fa decisamente freddo e quindi i poveri animali muoiono per il gelo, le stufe che dovrebbero scaldarli fanno ben poco". Si chiede poi il cronista di Repubblica: "Chi paga per quest'idea assurda? Perché nessuno ha detto a questo tizio che non si può fare un'operazione simile". C'è insomma, rileva Caporale, una spesa enorme inutile o dannosa, fiumi di denaro pubblico mal incanalati: "Che senso ha fare che una piccola città faccia 50 giorni di rassegna estiva gratuita invitando grandi nomi della musica? Non è meglio aumentare i turni in ospedale, stanziare delle borse di studio per gli studenti universitari?". Eppure talvolta certi progetti bislacchi si riescono a fermare per tempo: sempre in Calabria, da conto Sprecopoli, complice la Corte dei Conti nel 2007 è stata bloccata l'istituzione di un nuovo ente deputato all'"accertamento delle specie di tartufo" e dell'"idoneità dei raccoglitori di tartufi". E pazienza se per un onorevole il Darfur è "uno stile di vita", per un altro Guantanamo è in "Afanistan" e Mandela un "sudamericano", nel profondo gli italiani sono un popolo di santi, poeti e navigatori. "In meno di un anno e mezzo in Lombardia - scrivono Porro e Cervi - sono state strutturate 12 supermissioni: dagli Stati Uniti al Senegal, dall'Australia alla Cina. Il presidente della giunta lombarda Roberto Formigoni ha incontrato 15 capi di Stato e ai suoi critici, in una nota ufficiale, ha con orgoglio ribadito questo diritto diplomatico ribaltando l'accusa allo stato centrale che avrebbe "una scarsa iniziativa sul piano internazionale"". Questa spinta ad allacciare relazioni con l'universo mondo capita che rasenti il parossismo arrivando a giustificare un viaggio lombardo per le notti bianche di San Pietroburgo. Anche se è la Sicilia la regione che più ha assecondato questa spinta esterofila: fra le altre si ricordi "Agrigento Sviluppo", partecipata alla provincia sicula, nata nel 1999 ma che ha al suo attivo un corso di formazione on line per i nipoti dei siciliani emigrati in Argentina e Uruguay. Ad oggi ha maturato un buco di 540mila euro. Scorrere le pagine di questi libri, dove si susseguono fittamente numeri, storie sul filo fra commedia dell'italietta e disgusto, si è assaliti da una sorta di labirintite, dalla sensazione di trovarsi in un groviglio abnorme. La ricetta di Cervi e Porro è di tagliare la spesa, unico modo, a loro giudizio, per impedire sprechi. Quella di Caporale è invece, far si che questi amministratori che scialacquano i soldi pubblici, non restino per l'appunto, Impuniti. Come? "Istituendo anche in Italia un organo, come l'americano Government account ability office, che verifichi il risultato di quanto è stato speso. In Italia non esiste una resa del conto, così chiunque sperperi non si sente responsabile e resta impunito. In secondo luogo, va potenziato il ruolo di controllo della Corte dei Conti. La spesa pubblica è appesantita da investimenti inutili: bisogna ridurre a uno stato fisiologico lo spreco. E da ultimo, come cittadini dobbiamo mantenere una vigilanza attiva sull'operato dei nostri amministratori". Silvia Ortoncelli.


COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI ERRATI, VALUTO AZIONI... -2- (sezione: Costi dei politici)

( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

 

11-12-2007 21:24 Anche Grazia Francescato replica: io rappresentante della Camera Roma, 11 dic. (APCom) - Dopo quella del ministero dell'Ambiente arriva la smentita anche di Grazia Fracescato tirata in ballo dall'editoriale di Piroso e 'computata' tra i 48 delegati - comunque negati - della rappresentanza italiana al convegno di Bali. "Si precisa - si legge in una nota - che Grazia Francescato sta partecipando all'importantissima Conferenza Mondiale sul clima di Bali in rappresentanza della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e non al seguito del ministro Pecoraro Scanio, che tra l'altro ha viaggiato su normali voli di linea e non di Stato, come erroneamente lasciato intendere dal servizio de La7. I Verdi, che da sempre si battono per la trasparenza e l'abbattimento dei costi della politica, daranno mandato all'ufficio legale per verificare l'opportunità di azioni legali".


COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI ERRATI, VALUTO AZIONI LEGALI (sezione: Costi dei politici)

( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

 

11-12-2007 21:07 Presenti 18 persone, non 48. Dimezzata delegazione rispetto a '05 Roma, 11 dic. (APCom) - Cortese smentita ha chiesto e smentita ha avuto. L'editoriale de La 7 a firma di Antonello Piroso e centrato sulla 'super-delegazione' che starebbe accompagnando il ministro Pecoraro Scanio a Bali, raccoglie infatti la piccata replica del Ministero dell'Ambiente che spiega che "quanto affermato dal tg di La7 è privo di fondamento. Il ministro dell'Ambiente - viene affermato in una nota - non ha portato con sé una delegazione di 48 persone". "A questa importantissima conferenza che dura 2 settimane (dal 3 al 14 dicembre) cui partecipano i ministri dell'Ambiente di 190 Paesi perché in gioco c'è la trattativa mondiale per il taglio delle emissioni di Co2 - prosegue la nota - il ministero dell'Ambiente ha partecipato con una delegazione di 18 persone, riducendo in pratica della metà la precedente delegazione di Montreal 2005, quando partecipò con 30 delegati. Inoltre, per quanto riguarda il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare non c'è stato alcun volo di stato. Lo stesso Ministro - viene sottolineato - è giunto a Bali con un volo di linea". "Il numero di 48 persone - prosegue la nota - comprende tutti gli accrediti richiesti per la Conferenza. Ogni istituzione o organizzazione provvede autonomamente ed in maniera indipendente all'organizzazione delle trasferta ed alle copertura delle spese. E' scorretto - conclude - affermare il falso, per questo il Ministero dell'Ambiente valuterà tutte le azioni, anche legali, per ripristinare la verità".


COSTI POLITICA/ TG LA7: PECORARO SCANIO A BALI CON 48 PERSONE? (sezione: Costi dei politici)

( da "Virgilio Notizie" del 11-12-2007)

 

11-12-2007 20:26 Editoriale di Piroso: mi attendo cortese smentita... Roma, 11 dic. (APCom) - "Potremmo sapere se risponde a verità che il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, accompagnato dal sottosegretario Paolo Cento e dalla parlamentare Grazia Francescato, si è recato a Bali per il summit mondiale sul clima capeggiando una delegazione composta da oltre 40 persone (per la precisione, sarebbero 48)?". Se lo chiede il TGLA7, che ha dedicato alla questione la copertina dell'edizione delle 20 di questa sera. "Si attende - chiude l' editoriale del telegiornale diretto da Antonello Piroso - cortese smentita". "Ve la ricordate - sostiene all'inizio il servizio - la formidabile battuta di Andreotti sul numero dei componenti della delegazione italiana per il primo viaggio a Pechino di un presidente del Consiglio nostrano? "Sono qui in Cina con Craxi e i suoi cari". All'aeroporto di Pechino, il 29 ottobre 1986, accanto ad Andreotti (con cinque persone al seguito) e alla moglie Livia si materializzò infatti una allegra tribù intorno a Bettino Craxi e sua moglie Anna. Totale dei famigli: cinquantadue persone". "Qui non si vuole certo rinfocolare le polemiche sui costi della politica e su una certa disinvoltura della 'casta' - dice ancora la copertina del TGLA7 - né tirare in ballo i voli di Stato con annesse polemiche sugli usi e costumi bertinottiani, mastelliani e rutelliani (gli interessati hanno sempre sottolineato di essersi attenuti rigorosamente alle norme che ne regolamentano l'utilizzo, e non abbiamo motivo di dubitarne), tanto più che nella precedente legislatura berlusconiana la cifra spesa sarebbe stata di molto superiore, e così via". E "neppure - conclude - si vuole fare una difesa corporativa, avendo deciso il nostro governo che i giornalisti e i foto-cineoperatori viaggianti per servizio su voli di Stato al seguito delle autorità istituzionali dovranno pagare un ticket".


Per le nomine bisognerà attendere (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 12-12-2007)

 

Loiero interviene su quelle nella sanità. Lamonica, Borrello e Tassi chiedono maggiore competenza ROCCA IMPERIALE. "Non ci saranno nomine per la sanità domani (oggi per chi legge)". Lo ha detto il presidente della Regione Agazio Loiero all'AGI. "Anche alla luce di quello che è successo nei giorni scorsi - ha spiegato - voglio fare insieme alla giunta una riflessione più profonda per vedere in quale misura, in un tema così complicato e delicato come la sanità, si possa coniugare il massimo di novità e il massimo di efficienza, superando schemi che spesso sono apparsi obsoleti". "La Giunta regionale deve nominare i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie scegliendoli esclusivamente su criteri di competenza e professionalità e non per appartenenza politica. Lo si deve ad Eva, Federico, Flavio ed alle centinaia di persone che aggiungono ogni giorno al dolore della malattia la tragedia di incontrare un sistema disorganizzato, inefficiente e che sta sempre più perdendo credibilità". È quanto si legge in un comunicato di Vera Laconica, segretaria generale della Cgil Calabria. "Lo si deve - aggiunge - anche agli operatori che lavorano in condizioni a volte proibitive che mortificano esperienze e professionalità e comportano demotivazione e disagio di cui, insieme al caos organizzativo, alle deficienze strutturali, all'improvvisazione nell'organizzazione aziendale e del lavoro, fanno le spese i pazienti. Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è l'aprirsi di una drammatica frattura tra i cittadini, che esprimono paura e diffidenza rispetto ad un sistema che nega diritti e produce insicurezza anche sulla qualità delle risposte, e gli operatori, soprattutto i medici, che diventano bersaglio di un giudizio liquidatorio e di un'aggressività diffusa, anche quando non motivata, come è possibile sperimentare ad esempio in ogni Pronto soccorso. Il protrarsi di questo stato di cose - continua - ucciderebbe in via definitiva il sistema pubblico perché gli toglierebbe la credibilità necessaria anche per riformarsi e correggersi e stimolerebbe ulteriori fughe, con ciò aggravandone la tenuta finanziaria ed indebolendone la capacità di attrarre e trattenere professionalità forti. È giusto l'intervento strutturale sui quattro nuovi ospedali con le modalità straordinarie concordate con il ministro Livia Turco, ma è necessario procedere rapidamente ad una vera discussione sul Piano Sanitario ed all'approvazione di un testo che dia certezza di innovazione, razionalizzazione e investimento sull'adeguamento tecnologico, la qualità degli ospedali, i servizi territoriali, la rete dell'emergenza, l'integrazione socio-sanitaria. Ma i processi di costruzione della qualità - fa rilevare - non hanno un'ora X né un testo miracoloso, partono dal controllo e dall'organizzazione di ogni prestazione che, per essere ottimale, ha bisogno di un contesto complessivo che funzioni e sia organizzato avendo al centro l'interesse e il benessere del paziente". "Per questo - aggiunge - bisogna iniziare dalla testa: dirigenti adeguati che non debbano rispondere a nessuna esigenza politica, e che quindi sappiano scegliere a loro volta direttori e primari in base al loro documentato valore ed a null'altro; che decidano di non aprire reparti e servizi palesemente inadeguati solo per incentivare nomine e prebende; che denuncino le interferenze e le pressioni ed anche le omissioni e le compromissioni che corrompono il sistema dall'interno. Insomma scegliere un modello, tutto da costruire, di Aziende che producano salute e non affari, consenso politico, carriere e clientele. Anche gli operatori, la maggior parte dei quali dà impegno ed ha professionalità, devono fare la loro parte soprattutto pretendendo che sia restituito valore al loro lavoro con una contrattazione non individuale ma collettiva in cui il merito e la dedizione siano riconosciuti. Solo in Calabria può accadere che sia il sindacato a denunciare gli imboscamenti di personale, i favoritismi, le cordate dell'inefficienza e che, quelle che dovrebbero essere le controparti attente all'interesse generale, siano invece coloro che usano a fini di potere il governo del personale". Dal canto suo il consigliere regionale dell'Udeur, Antonio Borrello, ha presentato una proposta di legge per modificare ed integrare la legge regionale numero 11 del 19 marzo 2004 nella parte relativa alla nomina di direttori generali, amministrativi e sanitari nelle Asp. Lo rende noto, in un comunicato, lo stesso Borrello. "Gli ormai troppo frequenti casi di malasanità - scrive Borrello - aggravano la fragilità di un sistema sanitario sul quale occorre intervenire con urgenza per tentare di farlo assurgere a dignità in termini di efficienza e qualità dei servizi dentro un modello organizzativo più coerente con la domanda di "salute sicura" che proviene dalla società calabrese. Se gli strumenti di pianificazione e di indirizzo non sono accompagnati da scelte drastiche ed innovative in ordine alla nomina di direttori generali, direttori amministrativi e sanitari svincolati definitivamente dalla discrezionalità della politica di governo, difficilmente potremo aspirare a vedere realizzati gli obiettivi da tutti auspicati". "C'é necessità - prosegue - di disporre di management aziendali le cui esperienze, titoli, capacità sperimentate e referenze siano preventivamente passate al vaglio rigoroso di esperti di conclamata professionalità, estranei alla Regione, capaci di mettere a disposizione della Giunta regionale il meglio di cui dispone la società. Non se ne esce più se si continua a perseverare su impostazioni in cui l'appartenenza politica è stata sempre anteposta alla meritocrazia, sfuggendo, così, all'imperativo categorico di obbedire alla ferrea regola secondo la quale con la salute della gente è vietato trastullarsi". "La proposta di legge, - conclude Borrello - composta di appena 2 articoli, persegue l'obiettivo di reinventare le modalità di scelta, rimuove la discrezione, e viene sottoposta in maniera aperta alla valutazione dei gruppi consiliari e dell'intero Consiglio regionale, affinché, anche attraverso le modifiche ed integrazioni ritenute idonee per ottimizzarne i contenuti, possa essere approvata con urgenza per poter essere utilizzata sin da subito in vista delle nuove nomine da farsi". Tra le proposte, quella relativa alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere la scelta da effettuarsi "con provvedimento della Giunta regionale sulla scorta della proposta formulata da una Commissione di tre esperti, esterni alla Regione, appartenenti al mondo accademico e scientifico, che effettua una rigorosa valutazione dei curricula e delle esperienze maturate dei partecipanti alla Manifestazione di interesse da indire con la più ampia pubblicizzazione". "Il ministro della salute, Livia Turco, finalmente, dopo la tragedia della giovane Eva Ruscio, sembra aver compreso la gravità della situazione della sanità nella nostra regione". È quanto afferma in una nota il coordinatore provinciale della Sinistra Democratica di Vibo Valentia, Pino Tassi, secondo il quale i prossimi "Direttori generali in tutta la Calabria deve avvenire attraverso un concorso nazionale". "Le dichiarazioni di ieri - prosegue - e i primi provvedimenti vanno nella giusta direzione perché se è giusto da un lato accertare le responsabilità individuali dei medici e altrettanto necessario individuare le responsabilità politiche del degrado della sanità in Calabria. Il degrado della sanità é innanzitutto un degrado morale e di valori. Il segnale che la classe medica e sanitaria ha ricevuto in Calabria (ma non solo) è che per fare carriera, per essere premiati, non serve tanto essere bravi, capaci, professionali, ma essere ossequiosi e appartenere possibilmente a lobbyes, partiti, logge massoniche. Questa è la responsabilità principale della classe politica calabrese prima del centro destra e in questi anni del centro sinistra che non ha avuto la capacità e la forza di far valere le professionalità e le competenze. Ecco perché il nocciolo del problema è quello delle nomine dei Dirigenti generali, sanitari, tecnici, dei primari, dei responsabili dei dipartimenti e giù a scendere. Il criterio di nomina di questi anni è stato sempre quello dell'appartenenza politica, della fedeltà, dell'ubbidienza. Questo criterio ha portato spesso a nomine discutibili, non all'altezza del compito, in pochi casi a scelte buone". "La scelta - aggiunge Tassi - di commissariale le Aziende sanitarie provinciali in Calabria è stata una scelta infelice che ha portato ad una ulteriore destabilizzazione ed è stata praticata solo per questioni di lotte politiche interne al PD. Se il Presidente Loiero vuole cambiare rotta realmente, vuole rendere la sanità funzionale ed efficiente deve fare atti concreti".


Indiscreti (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 294, pag. 7 del 12/12/2007 Autore: di Pierre de Nolac Visualizza la pagina in PDF     Indiscreti Bernabè va dalla Gdf, ma per parlar d'arte Ieri mattina Franco Bernabé si è presentato alla Guardia di Finanza: nel Museo storico, quello situato nella romana piazza Armellini. Non si trovava lì in qualità di "numero uno" di Telecom Italia, bensì del Mart, l'istituzione museale di Trento e Rovereto dedicata all'arte contemporanea. Scortato dal critico d'arte Achille Bonito Oliva, Bernabé era atteso dai vertici della Gdf, a cominciare dal comandante generale Cosimo D'Arrigo. Motivo ufficiale della visita, l'inaugurazione della mostra di Geo Casolaro intitolata "Permanente presenza. Immagini di vita della Guardia di Finanza in Trentino Alto Adige". Bernabé, che non dimentica mai di essere nato in quelle terre di confine, commentava le fotografie che presentavano parti d'epoca con immagini attuali, per evocare i "luoghi della memoria umana e professionale dei finanzieri". Alla fine della lunga visita nelle sala dell'esposizione, tutti sono tornati a salire le scale per arrivare all'appuntamento con il "vin d'honneur" per i pochi, scelti invitati. Con il volto di Bernabé che era davvero soddisfatto. I Santoriani, censori della Casta, in Mercedes La scena non è passata inosservata: nel traffico del centro storico romano, ieri mattina, una Mercedes munita di autista scarrozzava uno dei fedelissimi di Michele Santoro. Sì, Sandro Ruotolo, a bordo dell'auto tedesca si faceva portare in giro, sempre con l'orecchio destro attaccato al telefonino. "Annozero", la trasmissione che denuncia lo stato di povertà dell'Italia, "dalla parte dei lavoratori", non rinuncia certo alle comodità. E Ruotolo è stato anche "invidiato" da alcuni parlamentari, già messi all'indice per essere protagonisti dei privilegi della casta. E a pochi metri dalla Mercedes, a piedi c'era il presidente della commissione Cultura della Camera, Pietro Folena: elegantissimo come sempre, in via della Colonna Antonina era intento a compiere una lunga conversazione telefonica, munito di occhiali Ray-Ban dalle lenti color verdi bottiglia per non farsi riconoscere. Solo che erano talmente scure, quelle lenti, che per digitare i numeri sulla tastiera Folena si doveva continuamente togliere e rimettere gli occhiali per riuscire a indovinare le cifre_ L'agnellino Bonino che piace tanto alle Bcc è stata premiata con una "melagrana", Emma Bonino, ieri nel corso dell'assemblea delle Banche di Credito Cooperativo, all'Auditorium: e "circondata" com'era da una maggioranza assoluta di cattolici osservanti, non ha certo parlato male della Chiesa. Nessuna accusa al Vaticano, ma solo una difesa "a spada tratta" delle donne, puntando il dito su come la televisione tratta l'altra metà del mondo. In particolare, la Bonino se l'è presa con le pubblicità, a partire da quella di una nota marca di caffè: ma sulla religione nulla di ostile è uscito dalla sua bocca. Anche per la gioia di monsignor Rosso, il mitologico “don Checco”, presente nella sala accanto ai banchieri più in vista del mondo della cooperazione. è lui che la trasmissione di Milena Gabanelli, "Report", ha cercato di intervistare sui temi dell'etica nel mondo delle coop bianche. Era lì, tranquillo come sempre, pronto a dispensare consigli a chiunque, e ad osservare con attenzione come si comportava la Bonino. "Quando si tratta di affrontare il nemico i radicali diventano degli agnellini", diceva soddisfatto uno dei “big” delle Bcc italiane. Di Pietro è cotto per Ilaria D'Amico "Sì, Tonino è proprio cotto per la D'Amico", dice un amico molto chiacchierone, del ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro. E la stessa fonte racconta che in privato l'ex pubblico ministero di Mani Pulite elogia la conduttrice di La7, con superlativi assoluti che dedica solo a lei. Fatto sta che Di Pietro non sa dire di no agli inviti che provengono dalla redazione di Ilaria D'Amico, e quando c'è una proposta di partecipare alla trasmissione del lunedì sera non si tira indietro, anzi. L'ultima puntata ha regalato la visione del ministro che seguiva passo passo, estasiato, le parole della conduttrice. "Eh, Tonino se la mangia con gli occhi, la D'Amico, diventa un galletto quando si trova lì nello studio televisivo, a pochi centimetri di distanza: c'è da capirlo. Ma ci pensate a candidare una come lei?", continua a dire l'amico del ministro di Montenero di Bisaccia. Altro che Clemente Mastella, che ha dovuto affrontare Maurizio Crozza, domenica sera, sulla stessa rete tv. Furio Colombo poeta per Citto Maselli Si sa, quello delle poesia è il genere letterario più "gettonato" per scrivere nero su bianco il proprio amore alla persona amata. Normalmente gli uomini le dedicano alle donne, e viceversa: Furio Colombo ha fatto di più. L'ex direttore de l'Unità ha pubblicato proprio sul giornale fondato da Gramsci la poesia che ha scritto in occasione del compleanno numero 77 del regista Citto Maselli. Nemmeno la metrica viene rispettata dal senatore: "Uno è qui per dire bravo ad un uomo amato e raro che nel clima un po' pesante sembra un Fred Astaire danzante", scrive Colombo. Ovviamente, Furio se la prende con i "teodem" pure quando verga una poesia ad un amico: ecco così il passo nel quale dice che "l'Europa invasa dagli zingari e recchioni, è una sfida ed una pena per la fede ultraterrena. Ed allor con uno scatto la Binetti dà di matto: vota un forte ben servito ad un mondo ormai invertito".


Politica, costi a discesa lenta (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 294, pag. 5 del 12/12/2007 Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF       I tecnici del ministro Santagata già al lavoro per dare attuazione alle misure previste Politica, costi a discesa lenta Cambiata la manovra, nessun taglio scatterà dal 1° gennaio Gli articoli ci sono, la Finanziaria del 2008 sarà approvata salvo sorprese prima della pausa natalizia, ma il primo gennaio non succederà nulla. Brindisi e botti a parte, perché il taglio dei costi della politica inserito nella manovra di bilancio dell'anno prossimo comincerà a produrre effetti, se tutto andrà secondo i piani di palazzo Chigi, nella seconda metà dell'anno. I tecnici del ministro dell'attuazione del programma, Giulio Santagata, hanno cominciato a discutere dei tempi di attuazione della misure per contenere i costi della politica proprio in questi giorni. Ma per ora, del diman non c'è certezza. O meglio, l'unica certezza è il fatto che nella Finanziaria, comunque vadano le cose, quei provvedimenti ci saranno. "In questi giorni abbiamo dovuto occuparci del fatto che tutte le norme contenute nel disegno di legge Santagata rimanessero nel testo in discussione alla camera", spiega un portavoce. "Da domani comincerà il monitoraggio per garantire l'attuazione dei provvedimenti". Un lavoro che richiederà tempi non brevissimi, anche in considerazione del fatto che gli interventi delineati dalla manovra sono molti. C'è la riduzione della cilindrata media delle autoblù a 1.600 cc. E c'è anche la sforbiciata, 20%, al numero di assessori e consiglieri provinciali e comunali A partire, però, dalle prossime consiliature. Anche sulle comunità montane la scure si abbatterà in tempi non meglio definiti, per non parlare del processo di razionalizzazione degli enti pubblici statali. "La riorganizzazione avverrà in sei mesi a partire dal primo gennaio, ma di immediato non accadrà nulla. Il passaggio delle amministrazioni pubbliche alla telefonia Voip (voice over internet protocol, ndr) richiederà tempo, così come l'utilizzo massiccio della corrispondenza via e-mail". Risparmi, del resto già ottenuti da quasi tutte le manovre degli ultimi anni, arriveranno con i consuntivi di fine anno dal contentimento della spesa per l'acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione. Dovrebbe avere effetti immediati, ma qui si parla davvero di spiccioli per il bilancio pubblico, del taglio del 20% previsto a carico dei compensi dei commissari straordinari del governo. Non è ancora chiaro, invece, da quando scatterà la riduzione dei consiglieri di amministrazione delle società controllate dalla pubblica amministrazione I tecnici di Santagata, insomma, saranno chiamati a un lavoro piuttosto impegnativo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, per vigilare sulla corretta attuazione di molte delle misure inserite nella manovra di bilancio. Come per esempio, quella che dispone la soppressione degli uffici di diretta collaborazione degli enti pubblici non economici. O l'introduzione di limiti alla possibilità della pubblica amministrazione di costituire società o di partecipare al capitale. Ci sarà da penare, o comunque da attendere, anche per la soppressione dei consigli circoscrizionali nei comuni sotto i 250.000 abitanti. E per ottenere la razionalizzazione degli organici del personale degli uffici locali all'estero. Per ora, insomma, i risparmi di 500 milioni che il governo ha intenzione di ottenere restano sulla carta e ci resteranno per qualche tempo anche dopo l'approvazione della Finanziaria per il 2008. Anche perché ci sarà da discutere, e molto, con gli enti locali, che certo non renderanno la vita facile alla disposizione che impedirà di aumentare l'importo dei gettoni di presenza oltre il limite massimo previsto con un decreto ministeriale. Qualche speranza per il futuro immediato, però, gli uomini di Santagata continuano a nutrirla: "Non so come funziona per gli assessori, ma forse il taglio dei loro compensi potrebbe entrare subito in vigore", sottolinea il portavoce didel ministro. Che comunque aggiunge: "Di immediato e secco non accadrà nulla, perché si tratta di un processo che richiederà mesi. Ci sono i tempi tecnici di recepimento della norma, come succede per ogni legge, non è particolarmente preoccupante". Nessuno invece assisterà al taglio delle spese degli organi costituzionali che era stato inserito nella manovra con un emendamento firmato dal senatore della Sinistra democratica Massimo Villone e poi alleggerito dal relatore, Giovanni Legnini. Quella modifica prevedeva l'adeguamento della dotazione di presidenza della repubblica, camera e senato al 50% del tasso di inflazione programmata e non alla crescita del prodotto interno lordo come avviene attualmente. Ma la reazione del Quirinale e dei presidenti di camera e senato, che hanno difeso la loro autonomia in materia e promesso il rispetto di un tetto di crescita delle loro risporse pari all'inflazione programmato, ha scritto la parola fine al tentativo del governo di intervenire.


Torino-Lione, decidere in fretta (sezione: Costi dei politici)

( da "Italia Oggi" del 12-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi Numero 294, pag. 15 del 12/12/2007 Autore: di Simonetta Scarane e Jan Pellissier Visualizza la pagina in PDF       La Ue ha indicato la strada ma l'Italia non ha scelto e domenica Prodi incontra Moretti Torino-Lione, decidere in fretta Ltf convinta che continueranno gli scontri. Il Brennero va Bruxelles, finanziando le tratte dei corridoi di trasporto intermodale, i cosiddetti Tens-T, i corridoi di trasporto intermodale, ha indicato la strada ai paesi dell'Unione riguardo gli investimenti nei trasporti. E ha scelto la rete dell'alta velocità ferroviaria per i collegamenti terresti. Una scelta che influenza anche lo sviluppo del trasporto aereo perché, in tempi di costi del carburante alle stelle, con all'orizzonte il suo esaurimento, è preferibile per la Ue che i collegamenti a breve raggio siano affidati all'energia del treno. Lasciando così le rotte di lungo raggio ai collegamenti aerei. Bruxelles ha scelto anche di liberalizzare il traffico ferroviario dei passeggeri e delle merci in Europa dopo il 2010, con l'approvazione del terzo pacchetto ferroviario, e già i privati si stanno attrezzando. Ma in questa prospettiva è fondamentale che anche l'Italia faccia le sue scelte in sintonia altrimenti la rete ferroviaria di trasporto avrà la smagliatura italiana che inficerà lo sforzo di trasporto più ecologico rispetto all'auto. Non solo, ma l'interruzione all'altezza dell'Italia del tracciato continuo dei binari che dovrebbero attraversare, senza soluzione di continuità, i 27 paesi dell'Unione, renderebbe anche poco appetibile ai privati la liberalizzazione del trasporto ferroviario a livello europeo. Dunque, dopo il finanziamento da parte dell'Ue dei progetti ferroviari prioritari da cofinanziare, che vede l'Italia partecipare con tre progetti, tra i quali la Torino-Lione, e il maxi tunnel del Brennero, per il quale ieri il ministro Di Pietro ha firmato un accordo per la realizzazione di un nuovo tratto, l'Italia deve muoversi. Mentre il Brennero marcia, la Torino-Lione stagna. L'attuale linea Torino-Lione, è obsoleta, e il tunnel del Frejus difficilmente è trasformabile in una galleria che può accogliere l'alta velocità dal momento che oggi si transita a passo d'uomo nel cunicolo strettissimo che per un nonnulla può trasformarsi in una trappola per topi. E la differenza risulta evidente quando il treno delle ferrovie francesi a Lione imbocca i binari dell'alta velocità che percorrono i circa 500 chilometri di distanza con Parigi in poco più di un'ora e quaranta circa, mentre, prima di Lione, da Torino, lo stesso treno per fare altrettanti chilometri impiega oltre cinque ore. I francesi hanno già dato l'avvio ai lavori per completare l'alta velocità da Lione al confine con l'Italia, mentre l'Italia è indietro e deve ancora confrontarsi sul progetto definitivo della tratta Tav da Torino al confine francese. Tratta della discordia ma sulla quale sarà necessaria una decisione rapida, pena l'esclusione dalla rete ferroviaria Tav continua europea. Domenica, il premier Prodi parlerà di questo con l'a.d. di ferrovie, Mauro Moretti, proprio in treno tra Bologna e Milano, facendo il punto sulla realizzazione della Tav Milano-Bologna che dovrà essere pronta entro il 2008. Intanto, la Tav Torino-Lione continua ad essere un argomento di discordia nella maggioranza. "Qualunque passo avanti si vorrà fare sulla Torino-Lione, ci vorrà sempre la forza pubblica coinvolgendo ministero dell'interno. Non si esce da questa logica, ci sarà sempre una parte di oppositori dura". Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, la società concessionaria Lione-Torino ferroviaria, per la tratta Tav italo-francese, non nasconde i problemi di questa fase della trattativa sulla Tav. nei giorni scorsi si è scritto che starebbero per partire due cunicoli esplorativi a Chiomonte all'uscita, cosa c'è di vero? "Nulla, non si è neanche cominciato a discutere dell'opera". Ma un progetto di tracciato c'é? "Sì, ma non l'abbiamo fatto noi, il ministro Di Pietro l'ha commissionato ad Rfi, per avere una base su cui discutere. Sarà quindi ampiamente modificato dall'osservatorio di Virano". Che però al momento non lavora. "Aspettano anche loro la convocazione per gennaio del tavolo politico: l'unico segnale recente da Roma sono stati gli 80 milioni stanziati in Finanziaria per avviare il trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia". Ci sono però anche i 450 milioni strappati alla Ue per il periodo 2007-2013? "Certo, ma noi in questo momento siamo spettatori, curiamo i lavori delle due discenderie da finire in Francia e non progettiamo nulla". Cosa succederà alla Conferenza intergovernativa del 17 e 18 dicembre a Roma? "Da quella riunione credo che uscirà solo il mandato per un nuovo trattato con i francesi, che in realtà sarà un protocollo addizionale a quello del 2001, per realizzare l'opera. In Francia hanno preso molto a cuore quest'opera, prima eravamo noi a correre". Tra oggi e domani si riuniscono amministratori e sindaci della Valsusa per decidere se restare o all'interno dell'Osservatorio di Mario Virano, che però ostenta sicurezza e conferma: "Noi appena ci danno l'ok, avremo bisogno di 15 settimane per definire il tracciato. Il referendum in valle a quel punto è una soluzione che non mi dispiace, anzi". Intanto a Torino si avanti nella progettazione del corridoio intermodale di corso Marche, che ospiterà un'autostrada è il corridoio V ferroviario. Su un altro fronte, il Brennero, il ministro delle infrastrutture Di Pietro, ha sottoscritto ieri l'accordo con la provincia autonoma di Bolzano e Rfi per la progettazione del lotto di completamento tra Bronzolo e Trento Nord, inserito nel progetto di potenziamento della linea ferroviaria di accesso da Sud alla galleria di base del Brennero, sull'asse Monaco-Verona. L'importo stimato per la progettazione preliminare è pari a 3 milioni di euro.


UN GETTONE succulento, da 74 euro a colpo. E' il bonus sullo stipendio, pre (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 12-12-2007)

 

"UN GETTONE succulento, da 74 euro a colpo. E' il bonus sullo stipendio, previsto da un accordo stipulato il 30 gennaio 2006 tra amministrazione e sindacati, in favore dei dipendenti comunali, ogni qual volta si trattengano in servizio per predisporre ed erogare cene o pranzi all'interno del Palazzo". Lo denuncia, diffondendo questi dati, il consigliere dell' Udc Giampaolo Pagliai. "74 EURO A PASTO, che, notare bene, diventano 92 se la tavola per sindaco e assessori viene imbandita all' esterno, fuori dalle mura di Palazzo di Giano. Un provvedimento che testimonia una vera e propria emergenza politica sul fronte del personale comunale". Giampaolo Pagliai, in un'interpellanza al sindaco e al presidente dell'assemblea comunale, non esita a definire la gestione delle risorse umane dell'amministrazione pistoiese "di tipo lobbistico e clientelare", in cui precariato selvaggio e irregolarità la fanno da padrone nel silenzio dei sindacati. "QUA DENTRO ci sono persone - scrive Pagliai - che da anni vengono assunte il lunedì per essere puntualmente licenziate il venerdì, con la benedizione della Cgil e delle forze politiche contrarie alla legge Biagi. Non solo - continua - il servizio di controllo sulla timbratura in ingresso e in uscita dei cartellini, a quanto mi risulta, non è affidato alla vigilanza di un apposito dirigente come dovrebbe ma viene delegato al capo degli uscieri ed ai suoi collaboratori. E' un modo di procedere inimmaginabile e assolutamente inaccettabile per ogni pubblica amministrazione che voglia definirsi tale". Per Pagliai l'unica via d'uscita dal "grave impasse istituzionale" sono le dimissioni del sindaco Berti e dell'intera giunta: "Se resteranno fino alla scadenza del mandato - punta il dito - l'intera città ne trarrà un danno enorme". Tommaso Galligani - -->.


Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena, L'" del 12-12-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri L'assestamento generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica. E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo "recupero evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già contabilizzati in sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di 455 mila euro. "Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto Rettondini, della Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un popolo di evasori quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila euro, 150 mila sono relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila riguardano, in realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti assestamenti non faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di maggiori introiti che il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta comunale sugli immobili e della quale non c'è traccia in bilancio". "Ci troviamo perciò di fronte", ha alzato il tiro Paolo Longhi di An, "ad un assestamento non veritiero". Accuse respinte sia dal sindaco Silvio Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi Bortoletti. S.N.


Musso e Scialfa, rivolta bipartisan nella sala rossa (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 12-12-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE Sindaco assente, proteste da centrodestra e sinistra: che ci stiamo a fare? "DA OGGI non parlerò più in aula, sino a quando non ci sarà un chiarimento tra il sindaco e i capigruppo del consiglio comunale. Sono indignato da questo comportamento che rende inutile il consiglio e mi fa pensare sempre più concretamente alle dimissioni". L'ex candidato sindaco della Cdl, Enrico Musso, torna alla carica sul ruolo dell'assemblea di Tursi che, a suo dire, sarebbe sminuito dall'atteggiamento della giunta e, in particolare, dalle ripetute assenze in aula del sindaco, Marta Vincenzi, che ieri si trovava a Barcellona per parlare di infrastrutture e porti. E, come per la battaglia legata all'aumento del gettone, poi bocciato su input della stessa Vincenzi, Musso trova un solido alleato sull'opposta sponda politica: "Mi associo alle lamentele di Musso e della minoranza", tuona il consigliere di Rifondazione, Nicolò Scialfa: "Chiediamo una maggiore considerazione da parte della giunta oppure le dimissioni potrebbero essere bipartisan". Non è la prima volta che Scialfa pronuncia la fatidica parola, anche se non pubblicamente. Di dimissioni aveva parlato durante l'infuocata polemica sull'aumento del gettone di presenza: "Non era affatto una rivendicazione economica - ribadisce Scialfa - ma un modo per recuperare dignità alla missione politica dei consiglieri comunali". L'insofferenza della minoranza per le assenze di sindaco e assessori era nell'aria da tempo. Lunedì un'analoga protesta era esplosa in commissione trasporti dove si è svolta l'audizione dei vertici di Amt e dove il vicesindaco, Paolo Pissarello, competente in materia, secondo l'opposizione, sarebbe stato presente in maniera assai fugace. Ieri l'assenza del sindaco ha scatenato la bagarre. "Esprimo un disagio comune a molti colleghi, anche della maggioranza", ha esordito ieri Musso. "Molte interrogazioni, non solo mie, vengono fatte slittare per la mancanza soprattutto del sindaco che ha accentrato su di sé deleghe importantissime", affonda il consigliere del gruppo misto. "Non è vero che i consigli comunali non hanno poteri, il problema è che non li possono esercitare al meglio in queste condizioni", aggiunge il forzista Alberto Gagliardi. Scialfa condivide ma, fuori dall'aula, precisa: "Non è in discussione la tenuta della maggioranza né, tantomeno, contesto il sindaco. Dico solo che esiste un problema di rapporti tra giunta e consiglio". Il capogruppo del Pd, Simone Farello, getta acqua sul fuoco: "Tutti abbiamo interesse che i lavori consiliari siano partecipati al massimo, anche dai componenti della giunta. Ma mi pare francamente esagerato il richiamo a un'assenza costante del sindaco. Semmai bisogna riflettere su alcuni discutibili effetti dell'attuale sistema elettorale". Alla fine, il presidente del consiglio comunale Giorgio Guerello ha proposta un incontro chiarificatore: alla prossima seduta dei capigruppo sarà invitato il sindaco. "Vedremo se verrà, sino ad allora farò lo sciopero del silenzio", conclude Musso. Vincenzo Galiano 12/12/2007.


Eleggiamo parlamentari ad honorem che siano onesti, volontari e senza stipendio (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 12-12-2007)

 

Sassari Eleggiamo parlamentari "ad honorem" che siano onesti, volontari e senza stipendio Politici e cittadini si è tutti d'accordo che in Italia il sistema elettorale proporzionale non va bene. Quindi va modificato. Cambiare non significa lasciare il proporzionale e apportare qualche piccola falsa modifica di sbarramento percentuale al sistema, ma dare il potere all'elettore di alternare non solo i partiti al governo, ma anche i politici che dovrebbero governare. Questo si può ottenere attuando il sistema "uninominale a maggioranza assoluta di voti" cioè i candidati che ottengono il maggior numero di voti rimangono eletti. Questo sistema in passato ha sempre ben funzionato nei piccoli Comuni in cui era previsto. Poichè, come si sa, in Italia ciò che di buono esiste non è mai duraturo, l'uninominale è stato cambiato. Il sistema di votazione era semplice. Su 15 consiglieri da eleggere ogni lista al massimo poteva essere composta da 12 candidati. L'elettore poteva votare con croce in testa e votare tutti dodici i candidati di quella lista oppure scegliere fra le liste presenti uno o più candidati fino ad un massimo di 12 voti. Nella conta i 15 più votati risultavano eletti. Pur essendo previsto, raramente si è arrivati al ballottaggio. Se una amministrazione non agiva bene, alle successive elezioni nessuno dei precedenti amministratori risultava eletto e della minoranza facevano parte tre dei nuovi candidati o addirittura tre di un'altra lista. Lo stesso sistema, proporzionale ai parlamentari da eleggere, si può adottare per l'eelezione dei deputati e dei senatori. Sono quasi certo che nessuno degli attuali politici approverà o manderà avanti questa mia proposta, non perchè non sia valida, ma perchè essi sono tolmente attaccati alle poltrone e agli stipendi di parlamentari che addurrebbero le più svariabili e fasulle giustificazioni di inattuabilità. Per concludere posso dire che in altre istituzioni ci sono tanti cittadini che gratuitamente fanno del volontariato. Forse è giunto il momento che persone oneste e appagate dalla vita lavorativa si propongano ad elezioni a parlamentare volontariamente senza retribuzione o gettoni di presenza. A pieno titolo verrebbero chiamati onorevoli in quanto svolgerebbero l'attività volontaria di parlamentare "ad honorem". Romeo Mameli Thiesi.


Regione, aumenta anche l'irpef - piero ricci (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

 

Pagina II - Bari Regione, aumenta anche l'Irpef la manovra Via libera alle tasse: Irap più salata, rincara la benzina Il vertice di maggioranza si schiera col presidente: sì all'inasprimento fiscale Sarà massimo (+0,5%) il prelievo per chi guadagna più di 28mila euro Il governatore gelido con Emiliano: "Non ho letto i giornali" Nessuna decisione adottata sui costi della politica: il potere è del consiglio Ma c'è un incremento da 25,51 milioni a 35,5 milioni dal 2003 a oggi PIERO RICCI Aumenta l'Irap dell'1% e le accise sui carburanti di 2 centesimi al litro. Da ritoccare anche l'addizionale Irpef, ma non per tutti: a parte la no tax area sotto i 15mila euro, l'aumento sarà dello 0,2% sui redditi annui fra i 15mila e i 28mila euro e dello 0,5% per chi guadagna più di 28mila euro. Non c'è alternativa. Questa è diventata una strada obbligata. Per la giunta regionale e per la maggioranza di centrosinistra, riunita ieri dal governatore Nichi Vendola, prima della riunione dell'esecutivo che ha dato il via libera al bilancio anche se la manovra finanziaria, quella che conterrà gli inasprimenti fiscali, arriverà venerdì prossimo. Ma ormai ci sono pochi dubbi anche se in molti, tra i consiglieri di centrosinistra, hanno gradito alcuni passaggi della relazione dell'assessore al Bilancio, Francesco Saponaro, come quello sui costi della politica che viene rispedita nella sfera dell'autonomia del Consiglio regionale. La coalizione resta comunque unita. "Compatta", assicura Vendola, alludendo alla presa di distanza del segretario regionale del Pd, Michele Emiliano: il gruppone regionale dei 26 consiglieri di ex diessini e diellini, non volterà le spalle. Vendola non cerca la polemica con Emiliano. "Non ho letto i giornali", glissa. Ma sull'esito del vertice si dice soddisfatto sul piano politico: "è stata una discussione molto franca ma non posso dire che vi sia stata una contrapposizione tra partiti. C'è stata una grande corresponsabilizzazione, uno spirito di coalizione molto forte". Chi, nel Pd, ha condiviso la prima parte di questa legislatura non dimentica - è il ragionamento di Vendola - cos'era la Puglia prima del 2005: "Era la locomotiva di coda del treno dell'economia meridionale e in due anni e mezzo abbiamo trasformato la Puglia nel vagone di testa, abbiamo preso la Puglia che aveva gli indicatori economici più negativi di tutto il Mezzogiorno d'Italia, oggi abbiamo gli indicatori economici più positivi di tutto il Mezzogiorno d'Italia: vuol dire che abbiamo camminato e oggi c'è bisogno di mettere benzina in questa macchina e la benzina a volte è fatta anche dal prelievo fiscale". Oggi tocca a lui spiegare perché la sua rivoluzione gentile ha bisogno di aumentare le tasse. "Quando abbiamo per esempio scelto di abolire i ticket farmaceutici - dice Vendola - abbiamo scelto di privarci di un'entrata di 50 milioni di euro. Quando noi abbiamo scelto di finanziare la riduzione degli abbonamenti ferroviari dei lavoratori e degli studenti pendolari, abbiamo scelto di prendere dal bilancio vivo della Regione risorse importanti. Per due anni e mezzo - insiste - abbiamo provato a fare una politica di sostegno ai redditi delle famiglie, oltre che di sostegno al sistema di impresa. Poi arriva un momento - conclude - in cui devi stringere la cinghia per continuare. è un passaggio duro ma è un passaggio che avviene nel momento in cui la Puglia sta riprendendo quota, gli indicatori della crescita economica nei più vari settori, della crescita occupazionale, abbiamo 36.000 nuovi occupati, sono indicativi del fatto che ce la possiamo fare. Ma farcela quando poi le vacche sono magre significa anche ricorrere al prelievo fiscale". La nota dolente resta la sanità. "Ormai il deficit sanitario è strutturato - spiega Vendola - e si attesta sui 200 milioni ogni anno. In presenza di un fondo sanitario sottostimato per la Puglia, quello della leva fiscale diventa un sacrificio indispensabile tanto più in una regione che ha il minor livello di tassazione". Il governatore assicura: "Qualunque prelievo fiscale sarà finalizzato in termini di restituzione di servizi di qualità". Ma può non bastare. Per questo Vendola promette "una sanità più trasparente". E soprattutto un sistema di controlli più rigorosi: "Avere gli strumenti per controllare, per esempio la fatturazione - spiega il governatore - per vedere se ci sono delle zone d'ombra è un'operazione molto complicata". E infine c'è il governatore che ricorda gli errori altrui ma anche i propri per cercare un dialogo con il centrodestra. "Avremo fatto tanti errori certamente. Anche la difficoltà di valutare la ricaduta economica degli investimenti che si fanno in termini di apertura di servizi perché davanti al diritto alla salute è difficile valutare l'impatto economico di una scelta". Mani tese all'opposizione, però: "La disponibilità ad individuare con il centrodestra la griglia di strumenti che possano rendere ficcante il controllo della spesa sanitaria è una disponibilità totale".


L'opposizione all'attacco "i debiti li avete fatti voi" (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

 

Pagina II - Bari LE REAZIONI Palese ricorda: "Negli anni passati i nostri bilanci approvati da Roma" L'opposizione all'attacco "I debiti li avete fatti voi" L'Ugl "Verifica sulle indennità" Il Polo compatto contro l'aumento delle tasse. "I debiti sono tutti della giunta Vendola", accusano i partiti di centrodestra. "La Regione che abbiamo consegnato al centrosinistra - spiega Rocco Palese, capogruppo di Forza Italia - aveva le tasse regionali più basse d'Italia; al 31 dicembre 2005 la spesa sanitaria era interamente coperta e i bilanci della Regione avevano avanzi di amministrazione, peraltro puntualmente utilizzati dalla giunta Vendola per aumentare notevolmente la spesa discrezionale della Regione. Abbiamo lasciato Asl che effettuavano pagamenti in tempi medi di 160 giorni (i più bassi tra le regioni a Statuto ordinario) e attualmente siamo quasi a 300 giorni". Secondo Palese, si tratta di dati che "non sono politicamente interpretabili né dal centrodestra né dal centrosinistra, ma sono certificati da documenti depositati il 6 aprile 2005 in occasione dell'audizione del ministro della Salute in commissione Bilancio della Camera". Palese insiste: "La prova che sono state superate tutte le verifiche nazionali sugli anni passati - spiega - è data dal fatto che oggi la Regione non è chiamata ad adottare nessuna norma a copertura di partite debitorie anteriori al 31 dicembre 2005. Lo stesso non può dirsi della attuale amministrazione che ancora non ha superato la verifica del ministero dell'Economia sul 2006 perché non ha rispettato il Patto di stabilità". Anche An, con il segretario regionale Adriana Poli Bortone, tuona contro l'aumento delle tasse. "Il nostro partito - avverte - non condividerà mai un aumento della tassazione in una regione in forte ritardo di sviluppo. Facciano prima autocritica Vendola e la sua giunta: sarebbe un primo passo di onestà politica ed intellettuale che certamente non guasterebbe". Adriana Poli Bortone giudica "arrogante" la richiesta "alle forze politiche dell'opposizione di condividere le scelte in sede di approvazione del bilancio regionale. La giunta Vendola ha inteso caratterizzarsi all'insegna della discontinuità politica e gestionale, non perdendo occasione per esprimere giudizi estremamente negativi sugli amministratori precedenti ed in particolare sui comparti della sanità e delle politiche comunitarie. Chiedere oggi aiuto e corresponsabilità sull'approvazione di un bilancio che è frutto della cattiva gestione della giunta Vendola è un atto di vera e propria arroganza politica". Qualche apertura giunge invece dal consigliere Ignazio Zullo. "Quello di Vendola - dice - è un gesto di grande responsabilità che mi porta a ripetere: "Sono pronto", purché l'opposizione sia considerata alla pari e non portatrice di una proposizione di serie B. Non voglio sottrarmi dal fornire il mio contributo, peraltro sempre costruttivamente apportato in ogni sede, ma colpevolmente e narcisisticamente rispedito al mittente da Vendola e Tedesco. Se però Vendola continuerà a non coinvolgere, non solo mi convincerò che le sue aperture non sono altro che poesie di circostanza da affidare al teatro della politica, ma muterò il mio "sono pronto" in "chi non accetta non merita"". Nel dibattito interviene anche l'Ugl. "Le cifre relative ai costi della politica, rese note con la relazione al Bilancio regionale dell'assessore regionale alle Finanze, Francesco Saponaro - dice il segretario regionale Giuseppe Carenza - impongono a tutto il consiglio regionale una seria verifica sulle indennità". (red. pol.).


Manovra, fuori i servizi locali e slitta la rottamazione auto - roberto petrini (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 12-12-2007)

 

Economia Manovra, fuori i servizi locali e slitta la rottamazione auto Padoa-Schioppa: troppi micro-emendamenti La Ue: interventi sostanziali, ma solo grazie all'aumento della pressione fiscale ROBERTO PETRINI ROMA - "Troppi microinterventi nella Finanziaria". Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa è intervenuto ieri sera nell'aula della Camera per dare l'ultima spinta alla manovra 2008 prima della presentazione dei tre maxiemendamenti sui quali con tutta probabilità sarà posta la fiducia (anche se Palazzo Chigi ieri sera la considerava ancora soltanto "una delle opzioni). Il titolare di Via Venti Settembre ha ripetuto che la Finanziaria "conferma e rafforza" gli obiettivi per il prossimo anno (deficit-Pil al 2,2 per cento e calo del debito). Da Lisbona la Commissione europea dà tuttavia una apertura di credito parziale all'Italia: l'aggiustamento del bilancio pubblico è giudicato "sostanziale", ma è stato fatto grazie ad un aumento della pressione fiscale. Il ministro dell'Economia ha ribattuto alle critiche dell'opposizione e da quelle dell'Europa: "A Via Venti Settembre non ho trovato nessuna bacchetta magica: ma soltanto un deficit sopra il 4 per cento e un debito in aumento", ha osservato in serata a Montecitorio e ha evocato un parallelo con il periodo 2002-2005 quando furono varate una tantum per 64 miliardi. Ferve intanto il lavoro intorno ai tre maxiemendamenti (articoli 1-22; 22-134 e 134 e oltre): una riunione di maggioranza c'è stata ieri e un'altra è prevista per oggi. Si confermano tuttavia le voci su un appesantimento sul versante delle spese: con 62 articoli in più la manovra ha cumulato interventi per circa 800 milioni variamente compensati. Per questo motivo Tps ha detto ieri che il Tesoro esaminerà attentamente "l'adeguatezza di coperture troppo frettolose" delle norme di spesa. Si è sciolto definitivamente il nodo dell'inserimento della riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali in Finanziaria: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio D'Andrea ha confermato che non ci sarà e che continuerà il suo iter al Senato. Lo stesso ministro Lanzillotta ieri ha spiegato che l'inserimento in Finanziaria, sebbene avallato da Prodi, è stato oggetto di un stop da parte del presidente del Senato Marini che riteneva "lese le prerogative" di Palazzo Madama dove il provvedimento è attualmente in discussione. La riforma Lanzillotta, come è noto, prevede che le spa comunali (sono 889) debbano partecipare ad una gara pubblica, aperta anche ai privati, per ottenere l'assegnazione della gestione dei servizi per i cittadini. Continua il confronto sulla rottamazione delle auto: dopo le aperture di Bersani ieri anche i verdi si sono detti d'accordo a patto che vengano varate anche norme a favore dei treni per i pendolari. Tuttavia un ostacolo tecnico impedisce a questo punto di inserire il provvedimento in Finanziaria: la norma non è stata esaminata in Commissione e dunque non può essere proposta in aula. Così si parla di un decreto di fine anno, il cosiddetto "milleproroghe", già in cottura nelle stanze del governo. Verso una soluzione anche del nodo, oggetto di polemiche, della soppressione della Coni servizi spa: la Ragioneria generale dello Stato si appresterebbe oggi a negare la "bollinatura" al provvedimento rilevando spese per 200 milioni in più e dunque l'emendamento potrebbe essere cancellato. Difende tuttavia la soppressione Pietro Folena (Prc) che ieri ha ripetuto la società è un "esempio di pessima gestione" e ha aggiunto di temere che "si voglia solo proteggere il gettone di presenza del cda".


COSTI DELLA POLITICA PARLA IL PROFESSOR MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI 0 Più efficienza? Diamo spazio al privato (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 12-12-2007)

 

COSTI DELLA POLITICA PARLA IL PROFESSOR MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI "Più efficienza? Diamo spazio al privato" ? BOLOGNA ? MAURIZIO SOBRERO è il direttore del dipartimento di scienze aziendali dell'Università di Bologna. Professore, il livello di competenza dei manager pubblici italiani è davvero così scadente, come mostrano alcuni episodi di cronaca? Irrimediabilmente compromesso dai criteri politici delle nomine? "E' difficile dare una risposta tranchant a questa domanda. Troppo diverse sono le situazioni ed anche le tipologie delle società e degli enti pubblici. Quel che posso dire è che la scelta dei manager pubblici è fortemente condizionata dai criteri di appartenenza politica. E questo, al di là dei buoni propositi o delle qualità dei singoli, non è garanzia di qualità e competenza e di comportamenti improntati a logiche esclusivamente manageriali". Ma non esistono direttive o norme che regolino in qualche modo i criteri di scelta? "No, sul piano normativo non c'è nulla. Quella dei criteri di scelta è un'area grigia, all'interno della quale ci si può muovere con molta libertà e poca trasparenza. Infatti il decreto Lanzillotta si propone di fissare alcune norme generali. Ma è sempre difficile che norme valide erga omnes abbiano una reale efficacia". Lei è d'accordo con il tetto ai compensi dei manager pubblici? "Penso che in un sistema politico che funzionasse, dove gli amministratori rispondessero realmente dei loro risultati di fronte agli elettori, non avrebbe senso fissare dei tetti". Ma in Italia esistono scuole di formazione dei manager pubblici? "Purtroppo anche da questo punto di vista siamo molto arretrati. La Scuola superiore di pubblica amministrazione non è mai decollata. Le Università fanno qualcosa, ma si interessano di più dei manager privati che non di quelli pubblici. E i pochi corsi che esistono sono prevalentemente a indirizzo giuridico, pochi si occupano di gestione". Non c'è nulla da fare dunque, manager e amministratori dobbiamo tenerceli come sono? "Fino a che c'è tanto pubblico è inevitabile che i criteri politici si impongano. Per avere manager più efficienti ci vorrebbe più privato". - -->.


VISTA dal versante economico la sanità calabrese fa, paradossalmente, una gran b (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il" del 12-12-2007)

 

Di DIODATO PIRONE VISTA dal versante economico la sanità calabrese fa, paradossalmente, una gran bella figura. Da sempre, infatti, la Calabria è fra le cinque Regioni (assieme a Friuli, Umbria, Puglia e Basilicata) meno indebitate d'Italia. La spesa complessiva è sempre stata sotto controllo e quella pro-capite resta un po' più bassa della media italiana. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2005 per la salute di ogni italiano - dal neonato all'ultracentenario - sono stati spesi in media 1.506 euro mentre la somma media impegnata per ogni calabrese si è fermata a 1.370 euro.Ecco perché in Calabria non esistono né addizionale Irpef sui redditi personali né Irap maggiorata sul fatturato delle imprese né altre diavolerie fiscali utilizzate da altre Regioni per drenare soldi e tentare di colmare le loro voragini sanitarie. Voragini che affliggono soprattutto tre grandi Regioni: Lazio, Campania e Sicilia. Basti pensare che nel triennio 2003-2005 il Servizio Sanitario Nazionale ha accumulato un disavanzo complessivo di ben 13 miliardi. Il 70% di questa somma è concentrata fra Lazio (30% del totale); Campania (25%) e Sicilia (13%). Seguono a netta distanza il Piemonte con l'8% e la Sardegna con il 5%. In particolare, Lazio e Campania (assieme all'Abruzzo e alla Sardegna che però hanno un peso ridotto in termini di abitanti) sin dalla nascita del Servizio Sanitario Nazionale si sono viste assegnare dal Tesoro il titolo di regioni più spendaccione d'Italia. Col passare degli anni la Regione Lazio ha accumulato un mega-debito di 9,6 miliardi cui nel solo 2006 si è aggiunto un ulteriore sbilancio di 1,6 miliardi. Così quest'anno sulla base di una legge del 2005 nel Lazio (ma anche in Campania, Sicilia e Abruzzo) è scattata la togliola dell'aumento delle tasse. E' aumentata l'Irpef ed è cresciuta l'Irap. E sono partiti anche tagli di spesa. Il disavanzo laziale dovrebbe scendere a 1,1 miliardi quest'anno e a 600 milioni nel 2008. Ma al Tesoro non dormono sonni tranquilli.


D'Ambrosio preso per truffa (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 12-12-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-12-12 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE L'inchiesta Nel mirino della Procura finanziamenti per 6 milioni alla ditta "Edinform" D'Ambrosio preso per truffa L'imprenditore leccese gonfiava le spese per le consulenze In manette anche il responsabile amministrativo dell'azienda Le forze dell'ordine cercano due faccendieri israeliani Indagate anche undici persone Avevano gonfiato i costi delle consulenze esterne alla propria azienda, per ricevere finanziamenti dallo Stato e dalla Regione per 6 milioni di euro. Con l'accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni a carico del bilancio nazionale e comunitario, ieri la guardia di finanza ha arrestato Salvatore D'Ambrosio, di 67 anni (ex sindaco di Alliste ed ex direttore amministrativo dell'ospedale di Casarano) e Rosario De Lorenzis, di 57, entrambi di Alliste, in provincia di Lecce. Sono, rispettivamente, l'amministratore delegato e il responsabile amministrativo della "Edinform", azienda di Lecce che fornisce servizi informatici e telematici alle imprese private e alle pubbliche amministrazioni. Tra i clienti della "Edinform", infatti, figurano la stessa Regione, la Provincia di Lecce, l'Asl di Lecce e la Protezione Civile. D'Ambrosio e De Lorenzis sono stati arrestati all'alba di ieri, in esecuzione delle misure cautelari in carcere disposte dal gip Ercole Aprile del Tribunale di Lecce su richiesta del pmo Imerio Tramis. Altri due provvedimenti sono stati emessi a carico di Ilan Paz e Petcho Mosee, cittadini israeliani responsabili della "S.f.m. Ltd", una società israeliana di consulenza ma entrambi attualmente irreperibili in Italia. E altre 11 persone (sei collaboratori di D'Ambrosio) sono indagate a piede libero con l'accusa di riciclaggio. Secondo l'ipotesi degli inquirenti i responsabili della "Edinform" avevano gonfiato, nel bilancio dell'azienda, le spese per le consulenze esterne, che facevano capo ai due israeliani. "Questi ultimi emettevano fatture per prestazioni mai eseguite - ha spiegato il colonnello Vincenzo Mangia - comandante del gruppo tutela della spesa pubblica della polizia tributaria di Bari - e il denaro versato dalla "Edinform" ai due consulenti ritornava nella disponibilità della stessa Edinform, o di suoi rappresentanti ". Le indagini erano cominciate nel 2005, concentrandosi su due progetti per i quali la "Edinform" aveva ottenuto contributi per 6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200mila euro erano già stati erogati. Di questi finanziamenti 2 milioni e 400mila euro erano stati liquidati dal ministero per le Attività produttive e 800 mila euro dalla Regione. Fondi con i quali la "Edinform" aveva brevettato due contatori elettronici per la lettura dei consumi dell'acqua e del gas. Luca Barile.


JESI Un gesto di trasparenza amministrativa dopo le roventi polemiche sulla riconferma del direttor (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 12-12-2007)

 

Di MATTEO TARABELLI JESI Un gesto di trasparenza amministrativa dopo le roventi polemiche sulla riconferma del direttore generale. Il sindaco Fabiano Belcecchi si riscatta sul suo sito web e rende pubblici i compensi dei rappresentanti comunali nominati nei vari enti, società e consorzi del territorio. Ad esplicitare tale richiesta, un cittadino, noto sul forum virtuale come "Il Signor Attivo", al quale, prima del sindaco, aveva risposto solo Leonardo Animali, ex assessore alla Cultura, precisando che per la sua presenza nell'assemblea dell'Amat non percepisce alcun compenso, a differenza della partecipazione nel Cda della Fondazione Pergolesi Spontini, assieme allo stesso Belcecchi (1.549,37 euro annui lordi). Si scopre così che Ferdinando Avenali ricava 14mila euro lordi annui per far parte del cda di Gorgovivo Multiservizi e 12mila, sempre annuali e al lordo, quale presidente della scuola di cucina Italcook. Ma ci sono pure degli errori. Per l'associazione Inteatro di Polverigi, ad esempio, Belcecchi indica come rappresentanti comunali Leonardo Animali ed Ero Giuliodori, entrambi dimessisi (nessun compenso previsto). A prescindere dalla svista, comunque, si viene anche a sapere che Gregorio Gregori incassa un'indennità di 12.181 euro lordi annui da vicepresidente della Ato Acqua mentre Elvio Giaccaglini e Giuliano Andreola incamerano un gettone di presenza di 450 euro lordi ad ogni riunione del cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Giampiero Ganzetti, amministratore unico della società pubblica Jesi Servizi, guadagna 30mila euro lordi annui, 5mila euro in più di Massimo Bacci, presidente della Progetto Jesi che si occupa di alienazioni patrimoniali (per i consiglieri della stessa società, Paolo Bortoluzzi e Claudio Zagaglia, l'indennità è di 12.500 euro lordi annui), e di Graziano Vittori, amministratore unico dell'azienda agraria Arca Felice. Fabrizio Romagnoli, vicepresidente del consorzio Cir33, riscuote al contrario 7.425 euro lordi annui e Paolo Borioni, presidente dell'Istituzione Centro Servizi sociali che gestisce la Casa di Riposo "Vittorio Emanuele II", può contare sulla stessa retribuzione di un assessore (poco più di 1400 euro lordi mensili). Da vicepresidente del consorzio Zipa infine, Simona Romagnoli, attuale assessore all'urbanistica, percepisce 900 euro lordi annui. Solo un rimborso spese di 200 euro lordi mensili per Luca Brecciaroli al consorzio Gorgovivo. Quasi tutti i rappresentanti comunali militano nei partiti politici, sia di maggioranza che di opposizione. E sarà questa la strada che si continuerà a seguire, come conferma il sindaco: "In futuro - scrive sul suo forum (www.fabianobelcecchi.it) - le nomine riguarderanno sempre di più persone legate a incarichi amministrativi di carattere politico in quanto la Finanziaria ha stabilito che chi ricopre cariche di questo tipo non ha diritto ad alcun compenso".


Per la Regione oltre 200 nomine tra enti e agenzie (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 12-12-2007)

 

Centro-Nord sezione: ISTITUZIONI (Sportello verde data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: UMBRIA. Riommi: molte sono gratuite Per la Regione oltre 200 nomine tra enti e agenzie Beatrice Vergari PERUGIA Duecentotrenta pagine di nomine: dal commissario dell'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario fino alla proroga del collegio dei revisori dei conti della Webred. è stato pubblicato sul bollettino regionale l'Albo delle nomine conferite dalla Giunta e dal Consiglio fino al 31 ottobre 2007, una fotografia annuale delle cariche regionali – rinnovate, scadute e in scadenza – in circa 200 tra enti, agenzie, osservatori, associazioni, centri, cooperative e comitati umbri. "Non sono nomine che gravano sulla finanza pubblica, a parte le nomine amministrative fatte dalla Giunta in agenzie importanti come Arusia, Apt, Sviluppumbria e poche al-tre, nelle quali esistono amministratori unici e non consigli d'amministrazione", spiega Vincenzo Riommi, assessore regionale alla Programmazione e organizzazione delle risorse umane. "La Giunta si limita a nominare componenti in enti autonomi o strutture private, così come previsto da leggi nazionali o regionali e dagli statuti". Per alcuni incarichi non sono previsti compensi, come per i tre componenti dell'assemblea dei soci dell'associazione "Festival delle Nazioni Onlus" di Città di Castello; per altri sono previsti rimborsi spese (Comitato regionale per la cooperazione decentrata allo sviluppo), gettoni di presenza (dai 10,33 euro della Commissione tecnica provinciale contratti agrari di Terni fino ai 358 del Cda dell'Università degli studi di Perugia), compensi e gettoni (Cda del Centro multimediale di Terni: circa 3.100 euro il compenso annuo e gettoni di 154 euro). Sono previsti, inoltre, stipendi mensili: il commissario straordinario della Fondazione " Umbria spettacolo", nominato dalla Giunta, percepisce circa 774 euro ( a carico della Fondazione), mentre il compenso del presidente dell'Azienda di promozione turistica è quello di un dirigente regionale. "L'Albo delle nomine fotografa emblematicamente la realtà umbra dopo decenni di amministrazione di centrosinistra ", commenta il presidente del gruppo regionale di Forza Italia, Fiammetta Modena. "Una vera e propria giungla di enti, in molti casi inutili, nati per esigenze estemporanee, spesso discutibili. è indispensabile – ha detto Modena – un intervento organico di semplificazione e razionalizzazione, che produca economie gestionali e riconduca alla giusta dimensione la presenza delle istituzioni, che devono, sì, legiferare (senza eccedere), ma non possono trasformarsi in ostacoli, o peggio concorrenti, per la società civile". Critica. Fiammetta Modena, consigliere di Forza Italia GIANCARLO BELFIORE.


I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del 12-12-2007)

 

Nord-Est sezione: NORD EST data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: Proposta Anci per attuare la Costituzione I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali Francesco Cavallaro VERONA Assemblea permanente degli enti locali, fumata nera in Veneto. A sei anni dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione ( il quarto comma dell'articolo 123 recita testualmente: "In ogni Regione lo statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali quale organo di consultazione fra la Regione e gli enti locali ") la Regione è ancora in alto mare. E non sembra che, almeno nel breve periodo, abbia tanta fretta di creare l'assemblea delle autonomie, strumento ad hoc per influenzare l'attività legislativa in materia di enti locali, già istituite ad esempio in Toscana e in Friuli-Venezia Giulia. Preso atto della situazione, l' Anci Veneto ha dunque lanciato una proposta di legge per l'istituzione dell'Apel. In particolare, il testo predisposto dall'associazione regionale dei Comuni individua due precise funzioni: l'Apel fornisce parere obbligatorio (non vincolante) al Consiglio regionale su disegni di legge che riguardano lo Statuto, la determinazione o la modifica delle competenze attribuite agli enti locali e la gestione finanziaria della Regione; inoltre, la stessa ha potere di sollecitare il presidente della Giunta ad impugnare leggi ed atti aventi forza di legge dello Stato e delle altre Regioni. Per quanto riguarda le indennità, al presidente viene corrisposta un'indennità pari al 20% di quella prevista per il presidente del Consiglio regionale; ai restanti 43 componenti è corrisposto un gettone di presenza per ogni seduta dell'Apel o dell'Ufficio di presidenza. Vanni Mengotto, presidente Anci Veneto, presenta la proposta: "è nostra intenzione avviare un dialogo costruttivo con la Regione. L'Assemblea delle autonomie è il primo passo verso il vero federalismo. Con questo nuovo strumento superiamo il modello delle conferenze miste: disunite, disorganiche e senza voce in capitolo quando c'è da discutere su questioni riguardanti gli enti locali". Mengotto continua illustrando tutti i vantaggi del nuovo organismo: "L'Apel permette di costruire un fronte unico e compatto. Inoltre esercita una sorta di controllo politico sulla finanza regionale; fornisce pareri obbligatori su disegni di legge relativi all'approvazione dei bilanci di previsione e alla finanziaria regionale, nonché sul Dpef. E si accorda con la Giunta sui criteri per la ripartizione delle risorse da destinare a Comuni e Province. Mi auguro che la nostra proposta venga discussa al più presto dal Consiglio regionale". La Regione sembra però non sentirci. Marino Finozzi, presidente del Consiglio regionale, commenta con una punta di polemica il testo: "Non siamo stati coinvolti al momento della stesura della proposta; ora ci candidiamo come interlocutore interessato. Da parte nostra stiamo già lavorando su un testo più snello, composto al massimo da quattro articoli. E il risultato sarebbe lo stesso: un luogo di concertazione fra enti locali e Regione. Ora c'è da capire se le due proposte sono complementari o meno". LE RESISTENZE Finozzi, presidente del Consiglio regionale: "Nessuno ci ha consultato e stiamo lavorando a un testo più snello".


Dipartimenti: scelti i vertici Il direttore dell'Usl, Tavanti, difende la decisione dell'Azienda (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 12-12-2007)

 

LA RIVOLUZIONE ANNUNCIATA Dipartimenti: scelti i vertici Il direttore dell'Usl, Tavanti, difende la decisione dell'Azienda UNA RIVOLUZIONE rapida e inevitabilmente anche dolorosa, soprattutto per gli esclusi. In meno di due mesi si è passati dal progetto alla nomina dei responsabili dei dipartimenti ospedalieri e aziendali dell'Usl. La delibera ufficiale di costituzione dei dipartimenti risale all'inizio di dicembre, dopo che il progetto aveva cominciato a girare tra gli operatori sanitari a metà ottobre. Ieri sono state ufficializzate le nomine dei responsabili. Per l'area dipartimento medico dell'ospedale Campo di Marte il responsabile è Alessandro Nardini, per l'area dipartimento chirurgico e cardiorespiratorio del Campo di Marte la scelta è caduta su Francesco Bovenzi, per l'area dipartimento di diagnostica aziendale è stato nominato Arnaldo Savarino, per l'area dipartimento materno infantile aziendale Raffaele Domenici e per l'area dipartimento ospedaliero della Valle del Serchio Ferdinando Cellai. Nomine che appaiono scontate e che, anzi, sembrano confermare una "scelta precedente" che aveva portato a definire in un certo modo i confini dei dipartimenti in particolare al Campo di Marte. Per alcuni il criterio di scelta dei responsabili è stato solo di natura politica. Il caso più discusso resta il dipartimento chirurgico, nel quale sono state inserite anche cardiologia e pronto soccorso. Il direttore generale dell'Azienda Usl, Oreste Tavanti, ha precisa che le nomine "sono state fatte nel pieno rispetto delle professionalità dimostrate dai primari scelti per svolgere questa importante funzione. Il dipartimento medico verrà diretto dal dottor Nardini, che in precedenza per molti anni era stato responsabile dell'area funzionale medica. Il dottor Savarino, già responsabile dell'area laboratorio, assume la responsabilità di tutto il dipartimento della diagnostica. Il dottor Bovenzi, direttore della cardiologia di Lucca, assume l'incarico di responsabile del dipartimento chirurgico e cardiorespiratorio. Il dottor Domenici, già responsabile dell'a-rea materno infantile, assume la responsabilità del dipartimento materno infantile. Il dottor Cellai, attuale responsabile dell'unità operativa di anestesia e rianimazione della Valle e del campo di marte assume la responsabilità del dipartimento ospedaliero della Valle del Serchio". "QUESTI professionisti ? ha ribadito Tavanti ? sono stati scelti per le capacità e per le caratteristiche gestionali dimostrate, per la formazione acquisita e per la conoscenza dell'Azienda. Divengono così punto di riferimento determinante nei percorsi di miglioramento della qualità dei servizi e nell'utilizzo delle strutture e attrezzature. Permane la responsabilità importante e non sostituibile dei singoli primari e dei responsabili delle sezioni, chiamati a garantire il massimo della qualità con il loro gruppo di professionisti. I nuovi responsabili di dipartimento, insieme alle nuove figure dei responsabili di dipartimento infermieristico-ostetrico e tecnico-sanitario che verranno nominate in seguito, dovranno far sì che si possano fornire prestazioni sempre migliori ai cittadini, con un corretto utilizzo delle risorse. L'Azienda si sta consolidando in nuove attività basilari per i bisogni di salute della popolazione ed è necessario avere la massima attenzione sulle risorse disponibili per mobilitare e sviluppare settori di innovazione quali l'oncologia, la cardiologia, ma anche tutte le novità che in sanità costantemente vengono introdotte all'interno di tutte le attività chirurgiche e mediche. Preciso che i dipartimenti già in attività (ovvero medicina e traumatologia dello sport, emerganza e urgenza, oncologico, salute mentale e Prevenzione) sono consolidati nelle loro funzioni e troveranno un momento di sviluppo e coordinamento con quelli di nuova definizione, mentre saranno di nuova costituzione il dipartimento della riabilitazione e il dipartimento del farmaco. La nuova organizzazione per dipartimenti, coordinati da professionisti che ritengo siano di adeguate capacità, rappresenta una novità importante che investe in modo trasversale il sistema sanitario nazionale e regionale e che diviene momento di sperimentazione per quella diversa organizzazione che sottende alle modalità assistenziali introdotte nel nuovo ospedale". - -->.


Quartieri, niente stipendi e gettoni di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 12-12-2007)

 

LA PROPOSTA DI DEMMA "Quartieri, niente stipendi e gettoni di presenza" "I quartieri sono palestre politiche? Allora gli eletti rinuncino al gettone" Tagliare i gettoni di presenza dei consiglieri di circoscrizione ed eliminare gli stipendi dei presidenti. Arriva proprio dall'assemblea del quartiere Centro Storico, e precisamente dalla bocca del presidente Maurizio Demma, la proposta più controcorrente per riformare le circoscrizioni. Il piano, illustrato nel corso della riunione di lunedì sera, parte da una costatazione: "Se le circoscrizioni sono veramente una palestra di politica - ha detto Demma - allora siano attività volontarie". L'intervento del presidente del Centro Storico, arriva dopo un lungo dibattito sul futuro dei consigli di quartiere. La Finanziaria potrebbe eliminarli, ma non l'ha ancora fatto; presidenti e consiglieri delle cinque circoscrizioni trevigiane li difendono, pur ammettendo che per avere senso, i consigli dovrebbero avere più potere e i quartieri dovrebbero offrire più servizi. Mentre la Lega fa scudo: "Servono come palestra politica, e mantengono il filo diretto con la città", l'opposizione attacca: "Sono inutili carrozzoni, costosi e poco produttivi". Di qui, la presa di posizione di Demma: "Se veramente servono, e se qualcuno ne critica il costo, allora restino in piedi da sè, senza pesare sul bilancio dell'amministrazione". Traduzione? "Non si diano più stipendi ai consiglieri e ai presidenti", una mossa che unita "ad una vera riorganizzazione delle funzioni capace di dare ai quartieri deleghe serie, strumenti e servizi" potrebbe segnare un nuovo corso per l'intera amministrazione del territorio. Dalla Circoscizione Centro arriva infatti la proposta di affidare ad ogni circoscrizione deleghe calibrate sulla propria ubicazione. "Inutile - dice ad esempio - decentrare di Ca'Sugana in piazzatta San Parisiono, più utile farlo a Santa Bona". "I quartieri sono una palestra di politica come dice la Lega? Allora chi si allena dovrebbe farlo a costo zero, per propria volontà". I vantaggi, a detta del presidente, sarebbero soprattutto quelli di avere un consiglio di quartiere attivo e intraprendente. "Certo, il gettone di presenza dei consiglieri e lo stipendio annuo dei presidenti sono poca cosa - dice Demma - ma il segnale sarebbe molto forte". Il progetto, messo a verbale durante il consiglio di lunedì, verrà presentato nei prossimi giorni a Ca' Sugana. Demma si dice convinto che la proposta possa rappresentare una buona base di partenza per riformare le circoscrizioni, tutto starà nel trovare l'accordo con giunta e consiglieri. Ammesso (va detto) che non vengano tagliate dal Governo. (f.d.w.).


Fondi ai comuni an contesta la giunta taccone (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 12-12-2007)

 

Avezzano Fondi ai Comuni An contesta la giunta Taccone AVEZZANO. Il gruppo consiliare di Alleanza nazionale alla Comunità montana Marsica uno denuncia "la politica dei finanziamenti "a pioggia" del presidente Italo Taccone" e mette in guardia dai possibili "pericoli di dissesto economico". I riferimenti sono a finanziamenti erogati a Comuni, come nel caso di Scurcola e di Massa d'Albe. "I consiglieri che fanno parte dell'attuale maggioranza all'interno dell'Ente comunitario", spiegano da An, "sottolineano in modo strumentale il voto contrario di quelli di minoranza, al fine di far apparire gli stessi come coloro che non vogliono i finanziamenti per il loro territorio". Secondo il gruppo consiliare, il voto contrario dei consiglieri Curini e Di Bastiano, come quello della minoranza all'interno della Marsica Uno, è giustificato dal parere contrario del revisore e del responsabile dell'ufficio finanziario, "in quanto è stato utilizzato un avanzo di amministrazione di oltre 500mila euro, maturato sin dal lontano 1990, senza che si sia provveduto a una attenta e prudenziale verifica della sua effettiva esistenza". "Le motivazioni con le quali la giunta Taccone ha deliberato i finanziamenti in questione", spiegano gli esponenti del gruppo di An in Comunità montana, "sono assolutamente generiche e prive di qualsiasi riferimento programmatico, tradendo di fatto i compiti dell'ente comunitario a vantaggio di interessi particolari. Tutto ciò viene attuato con la tecnica dei "finanziamenti a pioggia" che, per definizione, sono il risultato di una carente azione strategica. Il voto contrario della minoranza, quindi, è stato dettato da senso di responsabilità e coerenza politica, che non è ugualmente rintracciabile nei consiglieri che hanno ringraziato Taccone per i fondi". (p.g.).


GABICCE MARE - L'ASSESSORE al turismo Riccarda Patruno ha nominato l' (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 12-12-2007)

 

? GABICCE MARE ? L'ASSESSORE al turismo Riccarda Patruno ha nominato l'"opinionista" televisivo Raffaello Tonon quale consulente artistico e turistico, dovrà svolgere il ruolo di coordinatore e direttore degli eventi 2008 per gestire l'intrattenimento e l'ospitalità. Albergatori e commercianti hanno espresso la loro contrarietà, non partecipando all'incontro pubblico di presentazione nel Centro civico Creobicce. Il direttore di Confcommercio Amerigo Varotti ha scritto al sindaco, contrariato, per questa decisione definita "improvvisata". Nel mirino il costo della consulenza ed il mancato coinvolgimento delle categorie economiche. Il nuovo esperto scelto dal Comune finisce per pesare il 15% della cifra complessiva per le manifestazioni turistiche. Infatti l'anno scorso il Comune ha speso 110 mila euro per le manifestazioni turistiche e il consulente costerà 15.000 euro. L'ASSOCIAZIONE albergatori e la Confcommercio non ne vogliono proprio sapere e per protesta hanno annullato il convegno sul risparmio energetico nelle strutture alberghiere previsto per venerdì prossimo a Gabicce Mare nel Centro civico Creobicce. "QUELLO che ci sorprende è il fatto che le categorie economiche ? scrive Amerigo Varotti ? Confcommercio e Associazione Albergatori in primis, si sono trovate di fronte al fatto compiuto, senza alcuna coinvolgimento, che avrebbe anche potuto portare a soluzioni alternative ma comunque condivise". Insomma bocciature su tutta la linea. c.v. - -->.


In politica (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 12-12-2007)

 

Agenda e Lettere IN POLITICA IN POLITICA E' ora di premiare chi se lo merita Un partito politico si definisce quando offre una determinata analisi della società e prende posizione in merito ai conflitti che la attraversano e la agitano. La politica, quando ha la dignità di questo nome, non sta su un altro pianeta, in un suo mondo separato, ma sta piantata nella realtà. I partiti attuali tendono a essere inclassificabili dal punto di vista sociale, slegati dai processi reali che nella società si manifestano. Non è più chiaro che cosa essi rappresentino, quali interessi, quali forze, in vista di quali obiettivi. Insomma, ciò che si è prodotto è una frattura tra il sociale e il politico, e sta qui, in questa scissione la causa prima dei fenomeni di crisi, perché da un lato la politica si costituisce come mera tecnica del potere e dall'altro la società si corporativizza e si frantuma, mancando di un qualsiasi tessuto connettivo. Dopo il grande scontro ideologico che ha caratterizzato il secolo, è cominciata l'epoca postideologica pragmatica nella quale l'unica cosa che pare ragionevole fare è stare dentro le regole della realtà senza cercare di forzarle. Non è un processo di liberazione, ma è un movimento di resa perché resta poco spazio per qualsiasi iniziativa che guardi al di là del presente; la società va riconosciuta e accettata nella sua fattualità. I partiti politici sono stati più o meno tutti prigionieri di questo schema teorico, e il loro problema è stato quello di essere riconosciuti, di essere visibili nella società, di ritagliarsi il loro piccolo spazio di potere e di privilegio, senza avere in mente alcun progetto di lungo respiro sull'organizzazione sociale e sui suoi possibili cambiamenti. Io credo che il Partito Democratico ed il centrosinistra in genere debba saper uscire con forza da questo schema, ma credo anche che in un epoca votata al pragmatismo si debba avere il coraggio di individuare gli autogol e chi li ha commessi: chi ha avuto l'idea di nominare 102 sottosegretari prima che nascesse la polemica sui costi della politica; chi ha avuto l'idea dell'indulto poco prima che esplodesse l'emergenza sicurezza; chi ha impostato la campagna elettorale sul cuneo fiscale rischiando di perderla; chi ha pensato di mettere i ticket sanitari per poi toglierli subito dopo; chi ha voluto fare il pieno di tutte le cariche pubbliche, quando si poteva offrirne almeno una all'opposizione senza perdere voti preziosi al Senato (magari sono gli stessi che rivolgono lodi a Sarkozy perché coinvolge quelli di sinistra), e l'elenco potrebbe continuare. L'errore fa parte dell'essere umano, ma è ora che, a tutti i livelli istituzionali, si premi per meritocrazia, si premi chi ben lavora e si abbia il coraggio di invitare a lasciare il proprio incarico chi troppo spesso commette sbagli. Giovanni Buvoli Consigliere Comunale Mantova OLTRE IL TRIBUNALE Un "contratto" per Fiera Catena Purtroppo dopo l'uscita pubblica degli esponenti locali dell'IdV Speringo e Castaldo, mi trovo a chiedermi se l'IdV, usando un linguaggio caro al leader di questo partito, ci è o ci fa. Sì, perché aver letto le posizioni dei Verdi da me espresse attraverso questo giornale in merito al nuovo progetto di palagiustizia a Fiera Catena, e poi sostenere che il sottoscritto e il partito che rappresento ritengono l'opera necessaria, può significare solo due cose: o non avere capito nulla, oppure avere dato una interpretazione volutamente distorta. E per evitare fraintendimenti da incomprensione o da manipolazione, cercherò di essere, per un ultima volta, chiaro, preciso ed esplicito. Il sottoscritto e i Verdi ritengono una necessità la soluzione di quei problemi relativi a spazi, sicurezza e funzionalità degli uffici dell'attuale sede di via Poma del tribunale, segnalati a suo tempo da una relazione del tribunale consegnata all'Amministrazione Comunale. Una soluzione che non preveda un ulteriore abuso di territorio senza prima avere preso in considerazione le alternative esplicate nel mio precedente intervento. Per questo siamo fortemente contrari alla costruzione di quel progetto attualmente presentato per un nuovo tribunale nella zona di Fiera Catena: perché oltre a non essere state prese in considerazione soluzioni alternative all'edificazione, non corrisponde a un'urbanistica razionale, sostenibile e fruibile che noi da sempre sosteniamo. Vedete, dire centralità non vuol dire semplicemente costruiamo qualcosa. Che ci siano soluzioni alternative per risolvere il problema del tribunale e per riqualificare Fiera Catena io ne sono convinto; ma lo lascio spiegare a dei seri professionisti, perché non voglio alimentare ulteriori dibattiti politici molto spesso condotti con scarsa competenza. Però ai politici e all'Amministrazione vorrei rivolgere questo appello: nel nostro Comune abbiamo già avuto felici percorsi di democrazia partecipata che hanno avuto grande successo e che proprio di questi tempi hanno ottenuto concretizzazione. Lanciamo un contratto di quartiere per Fiera Catena, coinvolgiamo i residenti e cerchiamo di cogliere le loro necessità piuttosto che calare dall'alto progetti. Chiediamo ai cittadini insomma, alcuni dei quali peraltro si sono già espressi proprio grazie al sondaggio lanciato dall'IdV: a oggi il 100% è contrario al tribunale. Basta chiedere, no? Sebastiano Sali Capogruppo Consiliare Verdi - Mantova PORTO MANTOVANO Colpe ed errori sull'asilo nido Vorrei rispondere al signor Pezzali, alla sua lettera dell'8/12 relativa alla grave situazione dell'asilo nido, delle scuole materne, per non dire di tutto il sistema scolastico a Porto Mantovano. Con la solita e ben nota spregiudicatezza, vuole addossare ai consiglieri di minoranza errori che sono invece dell'attuale giunta, che poteva evitarli, con scelte più ponderate e una programmazione più attenta, invece di ritrovarsi oggi con l'acqua alla gola. Il sottoscritto, agli occhi del nostro (forse male informato, dato che non può più partecipare alle sedute del consiglio per la sua nota incompatibilità), sarebbe colpevole di lesa maestà, perché, insieme ad altri consiglieri di minoranza, si è permesso di dare qualche suggerimento per risolvere la grave situazione dell'asilo nido. Ma questo era un mio diritto-dovere, in quanto avvenuto nella sede deputata, il consiglio comunale, non al bar o sui giornali (come fanno altri!). Vengo inoltre accusato di aver costruito, negli anni Settanta, un nido troppo grande. In realtà la decisione non fu solo mia, ma di tutta la giunta comunale di allora: una giunta, tra l'altro, previdente e attenta allo sviluppo che stava caratterizzando il nostro comune. Le leggi regionali, allora, consentivano di scegliere tra un nido da 30 e da 60 posti, con finanziamento a totale carico della Regione. Fummo buoni profeti a scegliere quello più grande. Infatti, nei primi anni, si raggiunsero 45 utenti, come ammette anche Pezzali. Il calo degli anni successivi non fu per mancanza di utenti potenziali, ma per altre ragioni, economiche e logistiche, forse anche per la non comprensione dell'importanza del nido per lo sviluppo dei bambini. Successivamente il nido da 60 posti fu trasformato in caserma dei carabinieri e annesso, come micro nido, alla scuola materna. Su questa decisione ci fu il voto contrario mio e del gruppo cui appartenevo, che sostenevamo occorresse costruire una nuova caserma nell'apposita area prevista nel piano regolatore, salvaguardando il nido. Tra l'altro, la scelta di modificare l'uso della struttura nido poteva essere di dubbia legalità, in quanto era stato interamente costruito con finanziamento regionale dedicato. La lista d'attesa esiste quindi da parecchi anni, come certo ricorda anche l'ex assessore Daffini, che tanto si è battuto per risolvere il problema, ma vanamente, in quanto l'allora sindaco Pezzali non ne ha mai voluto sapere. Ora si cerca di scaricare i propri errori su altri. Il fare e disfare dall'oggi al domani è un giochetto che è sempre piaciuto molto a Pezzali (e sembra anche all'attuale Amministrazione Comunale!), soprattutto perché lo ha sempre fatto con i soldi della collettività e non con i suoi. Sono convinto che le proposte fatte in consiglio comunale sull'asilo nido non sono campate per aria, ma da valutare seriamente, nell'ottica di soddisfare i bisogni attuali e guardare anche avanti, tenendo conto dello sviluppo futuro del nostro comune. Roberto Trentini Consigliere comunale di Porto Mantovano.


CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: <L'assestamento di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero>, denuncia Longhi (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 12-12-2007)

 

CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri   L'assestamento generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica. E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo "recupero evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già contabilizzati in sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di 455 mila euro. "Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto Rettondini, della Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un popolo di evasori quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila euro, 150 mila sono relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila riguardano, in realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti assestamenti non faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di maggiori introiti che il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta comunale sugli immobili e della quale non c'è traccia in bilancio". "Ci troviamo perciò di fronte", ha alzato il tiro Paolo Longhi di An, "ad un assestamento non veritiero". Accuse respinte sia dal sindaco Silvio Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi Bortoletti. S.N.  .


Pensioni ai parlamentari: sempre più necessaria una riforma del sistema (sezione: Costi dei politici)

( da "Denaro, Il" del 12-12-2007)

 

Commenti i costi della politica Pensioni ai parlamentari: sempre più necessaria una riforma del sistema di Gerardo Mazziotti Berlusconi per il Partito della Libertà e Veltroni per il Partito Democratico sono impegnati a trovare un accordo su una nuova legge elettorale e su alcune riforme costituzionali. Perciò trovo utile insistere su una proposta di riforma contenuta nel mio pamphlet " L'assalto alla diligenza", edito da DenaroLibri nel settembre 2005: limitare a un massimo di due i mandati parlamentari. Una norma già esistente in Italia dal 1993 e che limita a due i mandati dei sindaci e dei presidenti di provincia e di regione. In base alla quale Bassolino dovrà lasciare palazzo Santa Lucia nel 2009 e la signora Iervolino palazzo San Giacomo nel 2011. E nessuno l'ha mai considerata una limitazione della vita democratica. La stessa norma esiste da duecento anni negli USA, dove un cittadino americano può stare alla Casa Bianca quattro anni, eccezionalmente otto. Perché molti politici, e Bassolino tra questi, vogliono estenderla ai parlamentari? Perché c'è l'esigenza di liberarci dei professionisti della politica che sono entrati in Parlamento addirittura dal 1946, ai tempi di Stalin, Churchill, Roosvelt, DeGaulle, Mao e Francisco Franco e hanno continuato a starci quando sono subentrati Krusciov, Kennedy, la Tatcher, Reagan, Clinton, Blair e Bush. E c'è l'esigenza di garantire il necessario, continuo ricambio della nostra rappresentanza parlamentare. Dieci anni in Parlamento (basterebbero otto) sono più che sufficienti per contribuire alla soluzione dei problemi del paese. E al presidente Bertinotti che, ospite alcune sere fa di una trasmissione televisiva, ha paventato il pericolo che una norma del genere impedirebbe di stare in Parlamento a personalità come Pertini, Berlinguer, Moro e Togliatti (Fini vi ha aggiunto Almirante) è facile rispondere che nessuno avrebbe loro impedito di continuare a fare politica e di essere utili al paese fuori dal Parlamento, nei partiti, nelle università, nei giornali, nei sindacati, nelle mille associazioni culturali, professionali e imprenditoriali. Ma non basta. Occorre, nel contempo, che la stessa proposta di legge sopprima il Senato (lo dicono un po' tutti) e riduca a 200 il numero dei deputati del futuro Parlamento a fronte dei 445 deputati degli Usa (la megapotenza mondiale di 300milioni di abitanti), dei 440 della Federazione Russa (150 milioni di abitanti) e dei 2.800 rappresentanti nell'Assemblea Popolare del pianeta Cina (1 miliardo e 385 milioni di individui). I nuovi deputati vanno eletti con voto di preferenza (è inammissibile oltre che antidemocratico che vengano scelti dalla diecina di persone che siedono nelle segreterie dei partiti) e vanno remunerati con gettoni di presenza (si eviterebbe il triste spettacolo dei banchi semivuoti del Parlamento) e con una equa liquidazione di fine mandato. Elimineremmo lo scandalo degli 8.455 euro al mese che diamo alla miliardaria Susanna Agnelli e al miliardario Franco Zeffirelli, i 9.948 euro mensili percepiti dal signor Walter Veltroni e dalla signora Rosa Russo Iervolino, rispettivamente sindaci di Roma e di Napoli, gli 8.455 euro che diamo al signor Ugo Intini, sottosegretario nel governo Prodi, i 3.108 euro al signor Eugenio Scalfari patron de La Repubblica e potrei continuare con altri 3.302 ex parlamentari . Al futuro Parlamento, così formato, va affidato il compito di eliminare la foresta amazzonica dei privilegi e di riordinare il sistema- paese, attraverso la soppressione delle province, delle comunità montane, dei consorzi, delle autorità di bacino, delle società miste e il ridisegno delle regioni (20 sono troppe) e dei comuni (8.102 sono una enormità ). Ma ne parleranno Berlusconi e Veltroni ? 12-12-2007.


Musso, sciopero della parola contro le assenze del sindaco (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 12-12-2007)

 

Di Riccardo Re - mercoledì 12 dicembre 2007, 07:00 (...) Il primo a sferzare l'attacco è Enrico Musso: "La signora sindaco prima ha scelto di accentrare una serie di deleghe e poi noi consiglieri siamo costretti a rinviare pratiche e interpellanze a causa della sua continua assenza". Ma l'attacco si estende anche agli assessori, tanto che il gruppo consigliare di Forza Italia già al mattino in una conferenza stampa aveva denunciato le continue assenze e la pessima organizzazione dei lavori in consiglio a causa di assessori che "arrivano e poi se ne vanno e del sindaco che parla ai giornali e poi si presenta per fare due dichiarazioni riassuntive". Ma il malcontento e il malessere diffuso tra i consiglieri serpeggia anche tra i banchi del centrosinistra. Niccolò Scialfa (Rifondazione) non usa mezze parole nel dire che se "le cose continuano così arriveranno dimissioni bipartisan". Già Musso le aveva annunciate, e ieri ribadite, perché se il ruolo dei consiglieri continuerà ad essere svilito e mortificato "non capisco che senso abbia continuare a stare su questi banchi". Una guerra tra consiglieri, democraticamente eletti, e gli assessori scelti da un sindaco che in campagna elettorale aveva promesso massima presenza in aula. Una lotta senza colore per dare più dignità al consiglio. "Sarebbe molto più costruttivo e utile per i cittadini, discutere dei problemi e tenere conto delle posizioni di tutte quelle persone che hanno votato anche per me e per tutto il centrodestra" attacca Musso. Che rilancia: "Non metto in dubbio che il sindaco e gli assessori abbiano altri importanti impegni, ma chiedo di organizzare meglio l'agenda, proprio come facciamo tutti noi, perché la signora sindaco non è l'unica a dover lavorare". "Sono fedele alla maggioranza - precisa Scialfa - ma sono libero, e se chiedo che sindaco e assessori siano più presenti, non credo ci sia nulla di male, perché questo darebbe più dignità al consiglio, così come l'avrebbe data l'aumento del gettone di presenza...". Tensione accesa, tanto che su richiesta di Scialfa e Musso il consiglio è stato interrotto per una riunione dei capigruppo. Pausa. Per arrivare alla promessa annunciata con solenne e improvvisata conferenza dal presidente del consiglio Giorgio Guerello: "La sindaco (lui la chiama così, ndr) sarà invitata a un incontro con i capigruppo per affrontare la questione". Intanto, fino a quel giorno, Musso farà lo sciopero del silenzio: in aula, ma zitto zitto, senza mai prender parola.


Un <buco> da 25 milioni È allarme al Santa Lucia (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 12-12-2007)

 

Un "buco" da 25 milioni È allarme al Santa Lucia di Redazione - mercoledì 12 dicembre 2007, 07:00 "Le prolungate inadempienze della Regione Lazio stanno mettendo in grave crisi la Fondazione Santa Lucia di Roma. Uno dei fiori all'occhiello della Sanità regionale e dell'intero Sistema sanitario nazionale nella riabilitazione neuromotoria ad alta specializzazione è alle prese con una pesante situazione finanziaria dovuta ai mancati rimborsi per i ricoveri e le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate in convenzione nel triennio 2005-2007. Per l'istituto di via Ardeatina si tratta di una perdita di circa 25 milioni di euro". Lo comunica, in una nota, la Fondazione Santa Lucia. "La Giunta guidata da Piero Marrazzo - prosegue il comunicato - nel contabilizzare i finanziamenti pubblici spettanti a questa struttura ha scelto di equipararla di fatto ad una semplice casa di cura privata. Ciò mentre la Fondazione Santa Lucia, che non ha scopi di lucro, vanta la qualifica di istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) ed è un ospedale di rilievo nazionale che la normativa vigente equipara ad un ospedale pubblico. Equiparazione peraltro ribadita anche da una recente decisione del Consiglio di Stato. Il pesante squilibrio finanziario causato dalla Regione Lazio mette ora a serio rischio la sopravvivenza dell'intera struttura, i livelli occupazionali e l'offerta di assistenza ai cittadini. Su questi problemi si è tenuta ieri un'audizione dei vertici dell'istituto alla commissione Sanità del consiglio regionale. Oltre al mancato riconoscimento del ruolo del Santa Lucia, la giunta Marrazzo risulta inadempiente anche sulla stipulazione degli accordi di remunerazione individuali con l'istituto per il triennio 2005-2007: questo ha pregiudicato la possibilità di concordare un livello adeguato alla qualità ed ai costi delle prestazioni erogate. In più non ha previsto la tariffa per le prestazioni di alta specialità neuroriabilitativa che rappresentano la grande maggioranza delle prestazioni di ricovero fornite dalla Fondazione: considerato che il 20 per cento dei pazienti proviene da altre regioni, mediante lo strumento della cosiddetta mobilità passiva le casse della Pisana ci "guadagnano" poiché per un giorno di ricovero rimborsano alla Santa Lucia 261,84 euro a fronte dei 367,29 previsti dalla conferenza Stato-Regioni. Lo scorso novembre la fondazione ha presentato ricorso al Tar del Lazio per chiedere l'annullamento della delibera regionale numero 436 del 19 giugno 2007 che definisce il sistema di remunerazione delle prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali di ospedali pubblici e privati per l'anno in corso, in attuazione del Piano di rientro dal deficit della sanità". "Se la situazione non dovesse sbloccarsi, saremo costretti a ricorrere di nuovo al Tar del Lazio anche per vederci riconosciuti i finanziamenti che la Regione fino ad oggi ci ha negato per gli anni 2005-2006 - ha dichiarato Luigi Amadio, direttore generale della Fondazione - oppure per garantire l'equilibrio economico-finanziario e la sopravvivenza dell'ospedale saremo costretti a gravi provvedimenti, tra cui il ridimensionamento dell'offerta di servizi ai malati". "La Fondazione Santa Lucia - conclude il comunicato - svolge un ruolo di primo piano non solo sul piano assistenziale e clinico ma anche nel campo della ricerca che negli anni ha raggiunto risultati di assoluta eccellenza e che vengono trasferiti rapidamente al letto del malato. Tra tutti i 43 Irccs italiani, come indice di produttività scientifica risulta al primo posto nel Centrosud (isole comprese) e si colloca al settimo posto nell'intero panorama nazionale".


ABRUZZO/SANITA': MAZZOCCA, 2,1 MLD DA RIPARTO FSN (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 12-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 12 dic - Ammonta a due miliardi 168 milioni di euro la somma del Fondo sanitario nazionale destinata per il 2008 alla Regione Abruzzo. L'ufficializzazione del trasferimento legato al fabbisogno indistinto 2008 e' stata formalizzata oggi al termine della riunione straordinaria della Conferenza delle Regioni, alla quale per l'Abruzzo ha preso parte l'assessore alla Sanita' Bernardo Mazzocca. In termini percentuali, i 2 miliardi 168 milioni di euro assegnati quest'anno all'Abruzzo fanno segnare un incremento del 3,85% rispetto all'anno precedente dove la cifra assegnata al Sistema sanitario regionale si e' attestata a 2 miliardi 88 milioni. Quest'anno l'entita' del Fondo sanitario che il Governo ha sottoposto alle Regioni, in rispetto del Patto della salute sottoscritto l'anno scorso, ammonta a circa 105 miliardi di euro, circa 5 miliardi in piu' rispetto al 2007. Sono entrate nel Fondo sanitario la somma di 834 milioni di euro per l'abolizione dei ticket sull'alta prestazione e, solo per le regioni sottoposte a Piano di rientro del deficit sanitario, 90 milioni di euro che in precedenza erano stati assegnati al Lazio. ''Il riparto di quest'anno - ha commentato l'assessore Bernardo Mazzocca al termine della riunione - per l'Abruzzo e' in linea con le previsioni del Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit della sanita' entro il 2009. Il raggiungimento del pareggio del bilancio della sanita' si basa su due obiettivi sa centrare: contenimento e razionalizzazione del costi del territoriali e aumento delle entrate derivanti dal trasferimento dello Stato. E mi sembra che questa seconda condizioni oggi si sia verificata''. L'assessore Mazzocca ha poi fatto cenno alle condizioni del Piano di rientro. ''Dobbiamo continuare con convinzione - ha detto Mazzocca - nell'azione intrapresa sul fronte della riorganizzazione del sistema sanitario regionale, necessaria, a volte dolorosa, ma atta a garantire un sistema sanitario piu' equilibrato, anche territorialmente, maggiormente in grado di dare risposte appropriate alla domanda di salute dei cittadini abruzzesi. L'equilibrio economico-finanziario del sistema sanitario regionale - ha concluso l'assessore alla Sanita' - e' indispensabile per il riequilibrio del bilancio della Regione, cosi' da pensare di raffreddare la pressione fiscale in modo di liberare risorse per i settori produttivi della regione''. res-rus/mcc/sr (Asca).


Ponte Calatrava, una scandalosa babele (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 12-12-2007)

 

Ponte Calatrava,una scandalosababele venezianaPonte Calatrava ovvero scandalosa babele veneziana dove dopo undici anni la mano destra non sa ancora quello che fa la sinistra. L'ennesimo rinvio dell'ultimazione dei lavori mi fa sorgere spontaneo un raffronto, mortificante per il Sindaco Cacciari e i suoi "compagni" di giunta e cioè l'imponente e colossale opera, finita dalla Cina qualche mese fa, dopo solo tre anni di lavori, relativa ad un ponte di 35 chilometri; mentre "lor signori" sono penosamente impantanati da una vita per erigere un ponticello di ottanta metri, inutile e stonato con il contesto architettonico della città.Di fronte a questo "aborto" edilizio ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate come faranno i media mondiali che racconteranno la vicenda come una barzelletta, dove il personaggio principale sarà il "pensatore" Cacciari, filosofo dei grandi sistemi che snocciola un giorno sì e l'altro pure nelle platee televisive ma sbertucciato come pessimo amministratore.Purtroppo c'è poco da ridere per noi amministrati, considerato che ogni giorno che passa lievitano i costi del ponte (proprio nei giorni scorsi la giunta ha stanziato ulteriori 700mila euro alla Ditta Cignoni che sembra un pozzo senza fondo), imputati non ad un surplus di bilancio di Ca' Farsetti ma di fondi della Legge Speciale come tutti gli stanziamenti precedenti. Eppure, nonostante lo spreco di denaro pubblico, hanno la faccia tosta di andare a battere cassa a Roma, affermando che mancano i fondi anche per l'ordinaria manutenzione. Egregi concittadini che vi siete affannati a proporre un nome al famigerato ponte, dovevate al contrario scrivere una sola parola: vergogna!Gianfranco PezzoliVeneziaI costi veridella politicae di certi privilegiIn una recente intervista dal titolo eloquente "Disonorevoli Stipendi", il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, fece giustamente notare come fosse ingiusto iniziare a tagliare gli stipendi dai sindaci o peggio, dal mio punto di vista, dai consiglieri comunali lasciando inalterati quelli degli onorevoli e consiglieri regionali.La legge finanziaria recentemente approvata al Senato, ha ripristinato un vecchio meccanismo riportando l'indennità di funzione dei consiglieri al gettone di presenza. Un provvedimento, se confermato alla Camera in se giusto, se non fosse che questo comporterà una drastica riduzione dei compensi ai soli consiglieri comunali e provinciali. Lo scandalo politico italiano non sono le attuali indegnità dei consiglieri comunali, bensì quelle di tutte le caste pubbliche e private di questo nostro Paese, che come al solito si autotutela.Non vorrei sembrare colui per dirla alla Chiamparino che difende "il proprio portafoglio" ma è del tutto evidente una disparità di trattamento in contrasto con i costi veri della politica e degli assurdi privilegi della tanto citata casta dei politici e dei manager pubblici. È evidente a tutti che i costi della politica sono esageratamente troppi, ma è singolare che si colpisca sempre la parte meno rivelante del problema. Aver colpito ancora una volta le indennità dei consiglieri comunali e provinciali (cosa peraltro molto più semplice da farsi) e poco credibile in quanto non colpisce quei centri del "costo politico nazionale" che sono la ragione stessa su cui sguazza dell'antipolitica, e che tanto infastidisce l'opinione pubblica.Daniele Comerciconsigliere Comunale di Venezia Partito DemocraticoA propositodel bacioa San MarcoA Venezia in piazza San Marco il nuovo anno sarà salutato da un bacio collettivo.E' questa l'idea lanciata Marco Balich, responsabile della neocostituita Agenzia per il Marketing e gli Eventi, per rilanciare l'immagine di Venezia nel mondo. A tal scopo verranno selezionate cento coppie che la sera del 31 dicembre daranno il via ad un bacio collettivo in piazza San Marco che dovrebbe coinvolgere circa 60mila persone.Ci auguriamo che l'iniziativa non voglia essere solo un'operazione di marketing per l'ennesima cartolina da Venezia destinata a durare il tempo di uno spot, ma possa diventare un'occasione per Venezia e i veneziani per inviare un messaggio globale di apertura, di rispetto e di pace. Rivolgiamo quindi un invito all'organizzatore Marco Balich perchè la selezione venga aperta a tutte le coppie, le coppie di comunitari e soprattutto di extracomunitari, di modo che il gesto simbolo dell'amore raggiunga veramente tutti.Franco Fois seg.Ass.VenetoRadicale, membro comitato nazionale Radicali ItalianiAlvise FerialdiPS-Partito Socialista VeneziaIngiusta la festaper i cento annidel Venezia calcioLeggo in questi giorni delle feste che il Venezia calcio organizza per i 100 anni di vita e sono stupito dallo spazio che viene dato a questa notizia perché non è vera.Il Venezia di oggi è quello nato nel 1987 con la fusione tra Venezia e Mestrina e ha colori sociali differenti, oltre che una dirigenza tutta nuova.Cosa c'entra con quello del 1907?Questa festa non è giusta, a quando quella sul Mestre?Franco BolzonellaMestre.


An: La sanità meridionale è fabbrica di consenso (sezione: Costi dei politici)

( da "Napoli.com" del 12-12-2007)

 

Dito puntato contro clientelismi e lottizzazioni "Che il Consiglio dei Ministri abbia dichiarato lo stato d'emergenza in Calabria per far fronte alle condizioni di disagio del sistema sanitario regionale, è l'ennesima conferma di come la sanità nelle regioni meridionali venga utilizzata dal centrosinistra come arma per fabbricare consenso elettorale attraverso clientele e lottizzazioni politiche". Non sceglie mezzi termini Marcello Taglialatela, parlamentare componente della commissione parlamentare Bilancio e responsabile dell'Ufficio Politiche per il Mezzogiorno di An, che, in un comunicato, aggiunge: "La notizia che la Calabria è in piena emergenza per il suo sistema sanitario regionale si aggiunge alle altre pessime notizie che da tempo provengono soprattutto dalla sanità campana, dove si è verificato nel 2005 il primo caso in Italia di una Asl (la Napoli 4) sciolta per gli accertati condizionamenti della criminalità organizzata e dove un'altra Asl (la Napoli 5) è sotto costante osservazione per le infiltrazioni della camorra. Senza contare il debito fuori controllo e le operazioni fatte per ripianarlo non sono improntate alla massima efficienza ed economicità". "La sanità nelle regioni meridionali - conclude Taglailatela - a cominciare dalla Campania, è al centro di gestioni poco trasparenti, inefficienti ed inadeguate dove gli illeciti e gli sperperi sono all'ordine del giorno. Il centrosinistra da anni utilizza soprattutto il clientelismo e la lottizzazione politica per creare impropriamente consenso e la sua cattiva gestione della sanità al Sud sta determinando un danno irreparabile sia in termini di tenuta finanziaria dei sistemi sanitari regionali sia in termini di qualità dell'assistenza offerta a cittadini e pazienti".


CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D. "VIVERE GLI SPAZI E PROGETTARE SENZA BARRIERE" (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 12-12-2007)

 

(20:02) (12/12/2007 17:40) | CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D. "VIVERE GLI SPAZI E PROGETTARE SENZA BARRIERE" (Sesto Potere) - Forlì - 12 dicembre 2007 -"Vivere gli spazi e progettare senza barriere" è il titolo del convegno in programma per la giornata di venerdì 14 dicembre 2007 organizzato dal "Centro per l'adattamento dell'Ambiente Domestico" (C.A.A.D.) e dal Comune di Forlì (Assessorato Politiche di Welfare). L'iniziativa si svolgerà in Municipio: la sessione mattutina nella Sala Calamandrei (inizio ore 9) e quella pomeridiana in Sala Randi (ore 14,30). COS'È IL C.A.A.D. Il "Centro per l'adattamento dell'Ambiente Domestico" è istituito su iniziativa dei Comuni della zona sociale forlivese e dell'Azienda Usl di Forlì, con il contributo della Regione Emilia-Romagna, con l'obiettivo di limitare le situazioni di dipendenza assistenziale e favorire l'autonomia, la gestione e la permanenza nel loro ambiente di vita delle persone disabili, contribuendo a rendere meno gravosi i compiti d'assistenza da parte delle famiglie. Grazie ad un'équipe multidisciplinare costituita da referenti del Comune, dall'Agenzia delle Entrate, da un'assistente sociale, un fisioterapista e un architetto, il C.A.A.D. fornisce informazioni e consulenze relativamente all'adattamento e all'accessibilità della casa (sia negli spazi interni, sia in quelli esterni), ai contributi disponibili, agli ausili del Servizio sanitario nazionale e alle agevolazioni fiscali sulle barriere architettoniche, sulla mobilità e sull'adattamento dei veicoli. Il Centro è a disposizione di cittadini, operatori sociali e sanitari, tecnici-progettisti e associazioni di settore relativamente a: - legislazione, normative, servizi per la disabilità; - contributi per l'eliminazione di barriere architettoniche negli edifici privati (L.13 del 9/1/1989); - contributi per l'acquisto di strumentazioni, ausili, arredi ed attrezzature per la casa, e l'acquisto e/o adattamento dell'autoveicolo (L.R. 29/97 artt. 10 e 9); - agevolazioni fiscali; - consulenze tecnico-progettuali con possibilità di sopralluoghi presso l'abitazione della persona disabile e anziana; La sede del CAAD è presso il "Servizio Protesi e ausili" Azienda USL di Forlì all'Ospedale Morgagni-Pierantoni, Padiglione Allende (via Forlanini n. 34). Il servizio è aperto nei giorni di martedì pomeriggio (ore 14-17) e venerdì mattina (ore 9-12). Tel. 0543.731810. Programma dell'incontro VENERDÌ 14 DICEMBRE 2007 Mattina - Sala Calamandrei ore 9.30: Saluto del Sindaco del Comune di Forlì Nadia Masini ore 9.45: Introduzione ai lavori - Loretta Bertozzi (Assessore alle Politiche di Welfare) ore 10.00: Una Città a misura dei cittadini: Il Piano Regolatore del Comune di Forlì - Gabriele Zelli (Assessore alla Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Edilizia) ore 10.20: Le politiche regionali per l'adattamento dell'ambiente domestico. Novità sul Fondo Regionale per la non autosufficienza - Barbara Schiavon (Regione Emilia-Romagna) ore 10.40: La presa in carico della cronicità e della disabilità come prevenzione della non autosufficienza - Lucio Boattini (Direttore Responsabile del Distretto della AUSL di Forlì) ore 11.00: Interfaccia del Sistema Sanitario con i Progetti Casa Amica - Germano Pestelli (Direttore Responsabile Dipartimento di Area Medica non acuta e riabilitazione della AUSL di Forlì) ore 11.20: Le agevolazioni fiscali per l'adattamento della casa - Lidia Cocchis (Direttore Agenzia delle Entrate di Forlì) ore 11.40: Le opportunità e gli interventi dell'INAIL per gli invalidi del lavoro - Carla Castellucci (Direttore INAIL di Forlì) ore 12.20: Le politiche del Comune e il Fondo Regionale per la non autosufficienza - Rossella Ibba (Dirigente delle Politiche di Welfare) Pomeriggio - Sala Randi ore 14.30: apertura lavori Lorenza Altamore (Dirigente Servizio Diritti di Cittadinanza Sociale) ore 14.35: Centro Provinciale di 1° livello: informare l'utenza - Ermes Fuzzi (CAAD Forlì) ore 14.50: La funzione del fisioterapista nell'équipe C.A.A.D. - Catia Cottignoli, Stefano Belli (Fisioterapisti della Azienda Usl di Forlì) ore 15.10: La presa in carico del disabile e il progetto assistenziale individualizzato - Tiberia Garoia (Assistente Sociale del Comune di Forlì) ore 15.30 Agevolazioni per l'acquisto delle autovetture e gli ausili tecnico-informatici - Mirella Milandri (Funzionaria Agenzia delle Entrate di Forlì) ore15.50: Metodologia della consulenza e sopralluogo - Carlo Verona (Architetto - Consulente esterno C.A.A.D.) ore 16.10: L'evoluzione normativa della L. 13/89 - Marco Munda (Servizio Edilizia Privata Comune di Forlì) ore 16.30: Conclusioni. Le due sedi (Sala Calamandrei e Sala Randi) sono adiacenti e si possono raggiungere dall'ingresso della sede comunale in via delle Torri n.13. Per le persone con disabilità, le sale sono raggiungibili attraverso l'ascensore al quale si accede dal cortile con ingresso da via delle Torri n.5 contattando il numero telefonico 0543.712349.


Il ruolo dei governi negli stili di vita - anthony giddens (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

 

Commenti IL RUOLO DEI GOVERNI NEGLI STILI DI VITA ANTHONY GIDDENS I cambiamenti del nostro stile di vita e i modi per attuarli sono oggi all'ordine del giorno del dibattito politico. Alcuni dei principali problemi in questo campo potranno trovare soluzione solo a condizione di riuscire a convincere i cittadini a modificare le proprie abitudini. La questione presenta aspetti molteplici: dall'igiene di vita, con particolare riguardo all'obesità, alla diffusione dell'alcoolismo tra i giovani, alla denatalità e ai comportamenti antisociali. Ma su tutto predomina la necessità di porre un freno al cambiamento climatico. Per molti aspetti, questo problema rappresenta una novità. Lo stato sociale tradizionale si è sempre basato soprattutto sulla ricerca di soluzioni ex-post, quali la garanzia di un'indennità a chi perde il posto di lavoro e attende di trovarne un altro, la concessione di premi di natalità alle famiglie meno abbienti, o un sistema sanitario per garantire l'assistenza medica ai cittadini. Ma oggi gli interventi di questo tipo appaiono insufficienti: dobbiamo fare di più. La tendenza all'obesità, diffusa ormai in tutto il mondo - non escluso il Giappone - rischia di affondare il sistema sanitario entro i prossimi dieci o vent'anni. In effetti, basta un certo grado di sovrappeso per accrescere notevolmente l'incidenza o il rischio di disturbi cardiaci, diabete, cancro e altre malattie. Ma soprattutto, dobbiamo affrontare il problema del cambiamento climatico: se non sapremo adottare misure adeguate lasceremo ai nostri figli e nipoti un mondo irrimediabilmente degradato. La tecnologia può fare la sua parte, ma sarà comunque indispensabile cambiare radicalmente le nostre abitudini. A questo punto, la prima questione che si pone è quella della libertà. In base a quale diritto i governi possono interferire nello stile di vita dei cittadini? Chi sceglie di andare all'inferno non dovrebbe averne pieno diritto? Ora, se è vero che in questo campo molte questioni sono tuttora irrisolte, è possibile almeno stabilire fin d'ora alcuni principi di carattere generale. Innanzitutto, la posizione dei bambini va distinta da quella degli adulti. E' del tutto legittimo, ad esempio, sostenere che nelle scuole si debba avere la possibilità di optare per un tipo di refezione a base di alimenti sani, o chiedere la messa al bando dei distributori automatici di merendine ipercaloriche dagli edifici scolastici, o invocare regole per la pubblicità rivolta all'infanzia. Per quanto riguarda gli adulti, le linee di demarcazione appaiono meno chiare; ma almeno possiamo dire che l'intervento dello Stato si giustifica nel momento in cui la libertà di alcuni individui pone un limite a quella degli altri. E che l'attuale sperpero delle risorse del pianeta compromette le condizioni di vita delle generazioni future. Infine, va detto che alcuni comportamenti distruttivi non sono espressione della libertà dell'individuo, ma al contrario la limitano: chi dipende da certe sostanze, o da un dato tipo di comportamenti, tanto da non riuscire più ad avere il controllo delle proprie abitudini ne diventa schiavo. Si possono citare molti esempi di successi ottenuti grazie a interventi volti a favorire un diverso stile di vita. Uno dei casi più noti è quello della Carelia del Nord (Finlandia), la cui popolazione presentava un'altissima incidenza di disturbi cardiaci e di altre malattie dovute a una dieta troppo ricca di grassi. All'inizio degli anni 1970 fu varato un programma, a livelli prevalentemente locali, per promuovere un regime dietetico più sano; e l'industria alimentare fornì il suo contributo proponendo una gamma di prodotti non salati e di latticini a basso contenuto di grassi. Risultato: dal 1970 al 1992 il tasso di mortalità da malattie cardiache ha fatto registrare un calo del 57%. In alcuni Paesi, l'introduzione dell'obbligo della cintura di sicurezza per gli automobilisti si è scontrata inizialmente con l'opposizione di gruppi di militanti per le libertà civili; ma in breve tempo quest'imposizione è stata generalmente accettata, e ha salvato molte vite umane sulle autostrade. Un altro esempio, sempre in materia di traffico motorizzato, è quello del divieto degli alcolici per chi guida. Grazie alle leggi repressive e a una contemporanea campagna mediatica contro l'irresponsabilità della guida in stato di ebbrezza, si è ottenuto un vero cambiamento dei comportamenti e delle mentalità. Non meno interessanti sono i risultati conseguiti nella maggior parte dei Paesi che hanno portato avanti campagne anti-fumo: il consumo di sigarette e tabacco si è notevolmente ridotto, e la popolazione si è mostrata generalmente disposta ad accettare il divieto del fumo nei luoghi pubblici. In California questa campagna ha avuto un particolare successo: la percentuale dei fumatori tra gli adulti, che vent'anni fa superava il 50%, è scesa al disotto del 15%. A quanto sembra, i risultati migliori non si ottengono con un unico metodo, ma piuttosto con la nota ricetta del bastone e della carota. Spesso entra in gioco anche una logica di gruppo: si cambiano le proprie abitudini seguendo l'esempio di altre persone che si rispettano. E a volte si arriva a stigmatizzare comportamenti un tempo largamente accettati, come la guida dopo il consumo di alcolici. Anche i meccanismi fiscali possono giocare un ruolo significativo, soprattutto quando sono usati come incentivi. Ma non sempre il fattore economico riesce a influenzare i comportamenti legati a stati di dipendenza. In molti Paesi, i prezzi delle sigarette hanno subito vistosi aumenti, ma a quanto pare neppure il costo molto elevato basta a dissuadere i fumatori più accaniti. Esistono però fattori di carattere generale, che influenzano i comportamenti in tutte le attività umane legate allo stile di vita. Un esempio è quello che gli economisti definiscono col termine un po' farraginoso di "hyperbolic discounting". Ecco di che si tratta: se ad esempio si è invitati a scegliere tra cinquanta euro oggi e cento domani, si tende a privilegiare la seconda alternativa; quando però l'attesa non è di un giorno ma di un anno, la maggioranza preferisce il vantaggio immediato a quello distante nel tempo. Quanto più le conseguenze delle nostre scelte abituali, buone o cattive che siano, ci appaiono nella prospettiva di un lontano futuro, tanto più il loro pensiero di lascia indifferenti. Nel Regno Unito, ogni anno migliaia di persone subiscono interventi di by-pass coronarico, ma solo in dieci casi su cento questi pazienti si sforzano di cambiare le loro abitudini per evitare ricadute, se non addirittura il rischio di morte prematura. Si spiega così la pigrizia di molti a fronte dei rischi legati al cambiamento climatico. A quanto è emerso da varie inchieste, la maggioranza riconosce che l'effetto serra è reale, e si rende conto dell'incidenza dei nostri comportamenti sul clima; ma solo un'infima minoranza compie lo sforzo di cambiare in misura significativa i propri comportamenti. E' un dato che ha implicazioni molto preoccupanti. Per quanto ben organizzate e saggiamente predisposte, le misure del tipo "green tax" (tassa verde) e le campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica hanno effetti marginali. Forse solo un evento catastrofico immediato e chiaramente imputabile al cambiamento climatico globale riuscirà a scuotere l'opinione pubblica, e a convincere la gente che è necessario prendere atto del problema in tutta la sua gravità. Traduzione di Elisabetta Horvat.


"consiglio snobbato" sinistra contro la vincenzi - wanda valli (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

 

Pagina XI - Genova Dopo le polemiche in Sala rossa per le assenze del sindaco. Il vicepresidente Scialfa: "Mi associo alla protesta" "Consiglio snobbato" Sinistra contro la Vincenzi E Musso insiste: "Potrei dimettermi" scialfa Spesso mancano il sindaco o gli assessori: io che ci sto a fare lì? borzani In un'aula piena di entusiasmo c'è chi si sente spiazzato musso Il problema è che Consiglio e giunta non sono in sintonia WANDA VALLI Sarà che è quasi Natale, ma in consiglio comunale accade un fatto singolare: consiglieri di opposizione e non solo si irritano perché il sindaco, Marta Vincenzi non è presente, e per gli assessori, non tutti ma quasi, il discorso è lo stesso. Accade che l'ex avversario di Marta Vincenzi nella conquista di Tursi, il professor Enrico Musso annunci: "così non ha senso, per ora non interverrò più e valuterò se dimettermi", con il sostegno di Nicolò Scialfa, di Sinistra Indipendente. Il giorno dopo le idee restano le stesse, in nome della "dignità del consiglio", e viene da chiedersi se il "feeling" che ha unito Marta Vincenzi alla sinistra di Rifondazione, Pdci e Sinistra Unita non si sia incrinato. Magari per via della scelta del candidato alla presidenza dell'Autorità portuale che, alla sinistra proprio non va giù. Luca Borzani, Pd, ex assessore, prova a dare una lettura diversa. Dice Borzani: "In questi anni più volte mi è capitato di vedere momenti di difficoltà tra giunta e consiglio, strettamente legati al ruolo che, dopo l'elezione diretta, la legge attribuisce a chi governa e ai consiglieri, che hanno il compito di controllo". Se a questo si aggiunge l'oggettiva difficoltà di farsi eleggere in Comune, con i voti da cercare uno per uno, si capisce come in "un consiglio nuovo, pieno di entusiasmo e voglia di agir bene, qualcuno si senta spiazzato". Il rimedio, secondo Borzani è uno: "avere una giunta consapevole e in grado di trovare la maniera di coinvolgere di più il consiglio, come la risorsa che effettivamente rappresenta". A sentire Marco Nesci, capogruppo di rifondazione in Regione, le cose stanno un po' diversamente. A partire dal "feeling". Nesci: "Noi ci siamo limitati a accettare l'esito delle primarie, ma esiste nella testa di molti sindaci di centro sinistra, come Marta Vincenzi o Sergio Cofferati, l'idea che la democrazia si esaurisca con l'elezione diretta, non con la ricerca di collaborazione. E allora se si decide così, il consiglio si sente ignorato da qualcuno che si comporta come un podestà, nasce il malessere, e se il sindaco non va in consiglio comunale, commette un abuso". Anche se lavora altrove, in nome della città? "Da decenni il consiglio si riunisce il martedì, un sindaco fa in modo di non prendere impegni se non per questioni gravi. Un incontro sulla portualità a Barcellona non rientra in questa categoria". Si arriva dritti al porto, al candidato indicato dal Comune, l'eurodeputato Paolo Costa che a Rifondazione e alla sinistra non va bene. Conferma Nesci: "Quella persona è inaccettabile, per una serie di gravi ragioni. I lavoratori portuali vedono come il fumo negli occhi uno che ha contribuito alle leggi sulla deregolamentazione del lavoro in banchina e Marta Vincenzi deve ricordarsi che non è stata eletta con il 60 per cento, ma con il 51 e grazie anche ai voti della sinistra. O si ricorda che le cose si concordano oppure glielo faremo ricordare. O la smette di agire da sola oppure resta sola. E non regge". Nicolò Scialfa, indipendente di Sinistra Unita, preside e intellettuale, premette: "Sul piano personale, stimo Marta Vincenzi, la giudico una persona capace". E allora? "Il problema è il ruolo del consiglio, il sindaco applica la legge, ma non si gradisce che i consiglieri, a loro volta eletti, siano presenti e gli assessori spesso arrivano solo perché chiamati. E' un ragionamento politico, si basa su un punto. I consigli comunali di una grande città quale ruolo devono avere? E' impensabile, e mi riferisco al mancato aumento del gettone di presenza, rovesciare l' antipolitica sui consiglieri che partecipano con passione civile a costo pari a zero. Porto il mio esempio: sono uno dei vicepresidenti, guadagno forse più di tutti, e non tocco i 1000 euro al mese. E poi quando spesso mancano o il sindaco o gli assessori, io consigliere che ci sto a fare lì? A premere il bottone nelle votazioni. No, faccio altro". Enrico Musso, per l'opposizione, usa parole analoghe: "il problema non è centro destra o centro sinistra, è che consiglio e giunta non sono in sintonia. Noi mettiamo il nostro impegno e la nostra energia, rappresentiamo, nel complesso, tutta la città, chiediamo uguale attenzione da chi governa. Anche nella presenza". SEGUE A PAGINA V.


Tangenti a Lignano, verso un processo unico (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 13-12-2007)

 

Tocca al giudice delle indagini preliminari decidere se portare alla sbarra, assieme all'uomo politico, anche gli avvocati Carlin e Lorigiola Tangenti a Lignano, verso un processo unico Il pm Rita Ugolini ha depositato gli atti anche per il vicesindaco Salvatore Sapienza L'indagine avviata dopo la denuncia di Dario Mengo imprenditore di Portogruaro GIORGIO CECCHETTI VENEZIA. Il vicesindaco di Lignano Sabbiadoro Salvatore Sapienza, esponente di spicco di Alleanza Nazionale in Friuli arrestato il 29 novembre, si va ad aggiungere agli altri indagati per i quali il pm veneziano Rita Ugolini aveva già concluso le indagini poco meno di un mese fa. Ieri, infatti, il magistrato ha despositato gli atti anche per il rappresentante politico e così il giudice delle indagini preliminari potrà decidere, se riterrà sufficienti prove e indizi, di far celebrare un unico processo per tutti. Il vicesindaco è accusato di concussione per essersi fatto consegnare 30 mila euro dagli uomini di Giuseppe Stefanel in modo da far progredire o comunque per non tenere bloccato il progetto per un villaggio turistico sugli 80 ettari di proprietà della "Agricola Stefania", società che fa capo all'imprenditore trevigiano. In realtà, il politico di Lignano avrebbe chiesto 90-100 mila euro in modo da poter svolgere una campagna elettorale all'americana e così poter essere rieletto e riconfermato in giunta, avendo la possibilità di far procedere i piani di Stefanel. Interrogato, Sapienza ha decisamente negato, ma il Tribunale del riesame lagunare ha confermato l'ordinanza del giudice Daniela Defazio che lo aveva messo agli arresti domiciliari. La linea difensiva del vicesindaco è chiara: sostenere che quei 30 mila euro non li ha mai visti. Del resto, ad aver consegnato la mazzetta - senza alcun testimone naturalmente - sarebbe stato il geometra trevigiano Rino Guzzo, il consulente dell'"Agricola Stefania" che li aveva ricevuti da Tito Berna, amministratore delegato di più d'una società della famiglia Stefanel. Guzzo è un personaggio discutibile, fallito in passato, con più di un debito e bloccato dai carabinieri con 50 mila euro in macchina. Sapienza cerca di dimostrare che quei 30 mila euro consegnati al geometra da Berna a lui non sono mai arrivati e che Guzzo potrebbe saperne qualcosa. Il pubblico ministero Ugolini, ieri, ha rinnovato anche la conclusione delle indagini per gli altri quattro indagati, sono l'avvocato portogruarese Massimo Carlin, il dirigente comunale dell'Urbanistica a Lignano Andrea Mariotti, accusati anche loro di concussione ed entrambi agli arresti domiciliari, l'avvocato Fulvio Lorigiola, indagato per concussione, e il sindaco della località balneare friulana Silvano Delzotto (Forza Italia), accusato di abuso d'ufficio per aver affidato a Carlin, senza alcun provvedimento formale, consulenze per conto dell'amministrazione municipale. E' prevedibile che tra circa un mese il rappresentante della Procura lagunare chieda il rinvio a giudizio in modo che il giudice possa fissare l'udienza preliminare. L'indagine era iniziata dopo che un imprenditore del Veneto Orientale Dario Mengo, al quale su proposta di Carlin il comune di San Michele al Tagliamento aveva negato una licenza edilizia, si era deciso a raccontare ai carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria di Venezia ciò che sapeva sul conto dell'avvocato portogruarese e delle sue consulenze per numerosi comuni della riviera adriatica veneta. Le intercettazioni ambientali e telefoniche avevano fatto il resto, tanto da permettere agli investigatori di bloccare Carlin mentre consegnava 10 mila euro - parte di una mazzetta di 30 mila- a Mariotti per conto di Stefanel, parte lesa della concussione.


Pd, due assessori nel mirino - (segue dalla prima pagina) (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 13-12-2007)

 

Pagina V - Bari RETROSCENA I responsabili del Bilancio e della Sanità sotto tiro da parte del centrosinistra. "Ma restano, per ora" Pd, due assessori nel mirino Il partito processa Saponaro e Tedesco: "Hanno sbagliato" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla prima di cronaca) E qualcuno, infatti, gli ha ricordato che la sua crociata contro i costi della politica, inserita nella bozza di relazione al bilancio, dovrebbe portare dritto alle sue dimissioni perché quei costi sono cresciuti di 10 milioni di euro in quattro anni per pagare i 10 consiglieri regionali in più di via Capruzzi ma anche assessori esterni come lui. Un modo elegante per chiedere di togliere il disturbo? Forse. Certo è - fanno notare nel centrosinistra - che "dopo le batoste alla riunione del Pd e le mazzate al vertice di centrosinistra, avrebbe dovuto almeno fare il gesto di rimettere il mandato". Probabilmente se la caverà modificando la relazione fatta in fretta per consegnarla in tempo al Consiglio. E la prima voce a cadere sarà la parte "programmatica" sui costi della politica. Più articolata la posizione di Tedesco. La visita della guardia di finanza negli uffici del suo assessorato per prelevare documenti sugli accreditamenti recenti nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul suo presunto conflitto d'interessi (i figli dell'assessore sono titolari di azienda che commercializza materiale sanitario) indebolisce l'assessore alla vigilia di una sessione di bilancio che introdurrà le tasse per coprire i deficit che si riconduce alle politiche della salute. "Chiederò al procuratore di essere ascoltato ma non c'è un documento prelevato dall'assessorato che riguardi in qualche modo l'attività dei miei figli", ha detto prima di entrare in commissione sanità e visibilmente infastidito dall'idea di vedere riportare l'orologio della polemica sulle accuse dei "dipietristi" sugli affari di famiglia indietro di due mesi, quando il Consiglio regionale si trasformò in un processo sul suo presunto conflitto d'interessi dal quale uscì assolto. Ora che la procura comincia a mettere documenti in quel fascicolo conoscitivo, la sua posizione non fa che uscirne indebolita. Tanto più se il deficit delle asl ha fatto tremare i polsi anche al governatore che - dicono - s'aspettava cifre ben diverse non da capogiro come quelle che circolano tra presidenza, bilancio e sanità. Ma Tedesco sa come vendere cara la pelle. Ha già cominciato a farlo nel vertice di centrosinistra, quando ha consegnato il suo dossier ed ha indicato comune per comune i servizi territoriali garantiti, e ospedale per ospedale i reparti nuovi e quelli riaperti che sono costati da soli non meno di 150 milioni di euro. All'elenco mancava solo il nome e il cognome dei consiglieri di riferimento in quei comuni. Ma chi doveva capire ha capito. L'altra sera dalle sedie occupati dai consiglieri della "Cosa rossa" qualcuno ha cominciato ad alzare la voce contro Tedesco. Forse per bilanciare il silenzio di Michele Emiliano che, come primo atto da segretario regionale del Pd, non vuole mettere la sua firma sull'aumento delle tasse se non alla fine e comunque dopo Vendola. Forse per chiedergli di dire qualche "no" all'esercito di questuanti sempre in agguato, di avere il fiato sul collo dei direttori generali. Tedesco è uscito dall'angolo per dire a tutti che i manager non rispondono a lui ma alla giunta perché è la giunta che li ha nominati. Ma il colpo del ko per lui, resta in agguato e potrebbe arrivare a marzo quando ci saranno i consuntivi delle asl. (p. r.).


Soldi prelevati solo per missioni Ascom (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 13-12-2007)

 

"Soldi prelevati solo per missioni Ascom" Chiesa e Vianello spiegano al pm Abate il "pasticcio" contabile di 131 mila euro L'ex presidente dà risposte anche sulla crociera con la moglie "Ho pagato spesso di tasca mia le spese degli alberghi" Accompagnati dai loro rispettivi legali, l'ex presidente dell'Ascom Gianfranco Chiesa e l'ex direttore Luigi Vianello, indagati per appropriazione indebita, hanno potuto esporre le loro versioni sul presunto "pasticciaccio contabile" nel corso dell'interrogatorio sostenuto ieri con il pm Elisabetta Abate e il procuratore aggiunto Dario Curtarello. Hanno fornito chiarimenti sui ventilati prelievi ingiustificati per 131.804 euro dedotti dal consulente del pm Carlo Pampaloni. Chiesa, assistito dal penalista Emanuele Fragasso junior, ha respinto "possibili fatti di natura appropriativa" paventati dal commercialista Pampaloni puntualizzando che tutti i pagamenti in contestazione vennero effettuati soltanto a nome e per conto dell'Ascon e non già a titolo di tornaconto personale. "Certi viaggi e pernottamenti fuori città li ho pagati di tasca mia, senza nemmeno un gettone di presenza" è stata la sua linea espositiva. Ha inoltre ribadito d'essersi limitato a firmare gli ordinativi di pagamento "sulla base di mandati precisi esistenti". Arrivavano dall'ufficio amministrativo e contabile diretto da Vianello e da altri suoi collaboratori dell'Ascom. L'inchiesta riguarda un arco temporale compreso tra il 2000 e la prima metà del 2005 e analizza la natura di alcuni prelievi in denaro e in assegni circolari effettuati negli sportelli bancari dove l'Ascom risulta accreditata. Si trattava per lo più di spese postali, di rappresentanza e regali natalizi. E vi è pure la famosa crociera con rispettive mogli a carico. Sul punto Chiesa ha tenuto a precisare che, mogli o non mogli, il costo della cabina era identico. E' stata poi la volta di Vianello, accompagnato dal penalista Gianni Morrone e dal civilista Mario Ceretta. L'allora direttore ha fornito ai due pm alcune importanti precisazioni. Anzitutto sul suo ruolo. Quando è arrivato, l'Ascom aveva soltanto 10 dipendenti. E quando se n'è andato, alle 9,30 del primo settembre 2005, risultavano 120, distribuiti in una decina di filiali. Ha inoltre riferito che al momento del commiato, c'erano negli uffici "i mandati di tutte le spese, giustificativi compresi". Se il consulente del pm ne ha trovato solo una parte, qualcuno li avrà persi o dispersi. Lui non di certo. Ha pure parlato della contestata crociera con consorti a carico, ripetendo quanto già ribadito da Chiesa, ossia che il costo di una suite non dipendeva dal numero delle persone ma era unico. L'Ascom di Padova, una delle più importanti d'Italia per numero d'iscritti, aveva partecipato alla crociera su invito della Confcommercio di Roma che in precedenza ne aveva già organizzate altre cinque. Gli è stato poi chiesto di riferire sul lauto pranzo con ospiti al ristorante "Le Calandre". Vianello ha replicato che l'evento era legato all'inaugurazione della prestigiosa sede dell'Ascom alla Cittadella. Soldi usati per curare l'immagine. (Enzo Bordin).


<Eliminiamo i gettoni di presenza> (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 13-12-2007)

 

Il consigliere comprensoriale Mauro Ferone rilancia la proposta. Finora solo sette adesioni "Eliminiamo i gettoni di presenza" Aveva lanciato la proposta alla fine di ottobre: eliminare i gettoni di presenza dei consiglieri comprensoriali per dare un segnale forte di un cambio di rotta della politica. Un appello, sotto forma di mozione depositata il 30 ottobre, che finora a raccolto solo sette adesioni e che ora viene riproposta. "L'iniziativa - scrive Ferone - nasce con un duplice scopo, dare un segnale forte all'attuale classe politica provinciale che è rimasta sorda alle innumerevoli sollecitazioni pervenute sia da cariche istituzionali nazionali che dagli organi d'informazione, per indurla a ridurre i costi della politica e, ancora, dimostrare alla popolazione che esistono ancora dei cittadini che sono disponibili a dedicare parte del proprio tempo all'attività politica a puro titolo di volontariato. Così come migliaia di altre persone che dedicano molte ore del proprio tempo partecipando all'attività associativa (vedi vigili del fuoco volontari, Protezione Civile, Cri, Stella D'oro, Soccorso Alpino e molte altre)"- La mozione verrà discussa nell'assemblea del 17 dicembre. "Purtroppo - si rammarica il proponente - nonostante numerosi colleghi consiglieri, tra cui qualche sindaco, mi abbiano espresso la loro condivisione all' iniziativa, ad oggi nessun altro si è preso l'impegno di aderire. Qualcuno opponendo un "ma" o un "però" riferendosi a norme regolamentari, altri rimandando al fatto che iniziative di questo genere dovrebbero partire da politici più altolocati". Ferone torna a sollecitare "tutti i colleghi consiglieri a voler appoggiare l' iniziativa che, per quanto piccola, rappresenta un primo passo verso una politica più sensibile alle attese dei cittadini". 13/12/2007.


L'AQUILA - Ammonta a due miliardi e 168 milioni di euro la quota del Fondo sanitario nazionale (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 13-12-2007)

 

Destinata per il 2008 all'Abruzzo, con un incremento del 3,85% rispetto all'anno precedente. Lo ha formalizzato, ieri, la Conferenza delle Regioni. L'assessore regionale alla Sanità, Bernardo Mazzocca: "Siamo in linea con le previsioni del Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit della sanità entro il 2009. Dobbiamo continuare con convinzione nella riorganizzazione del sistema sanitario regionale". Per il governatore Ottaviano Del Turco "la quota riservata all'Abruzzo nel riparto del Fondo sanitario nazionale conferma l'efficacia della nostra azione di risanamento nei confronti del Governo". Intanto il consigliere regionale di An Fabrizio Di Stefano ha abbandonato i lavori della V commissione consiliare, polemizzando con la maggioranza proprio sulla sanità: "All'ordine del giorno era inserito, al primo punto, il parere sul Piano di riordino delle rete ospedaliera delle Asl, perchè la legge sancisce che, prima del riordino, la commissione deve esprimersi. Ma l'assessore ha affermato che le Asl hanno già proceduto al riordino perché l'assessorato ha dato il via libera, per cui il lavoro cui eravamo chiamati questa mattina era del tutto inutile. Siamo allo sfascio".


FERRARA - Un ingaggio a gettone per giocare due partite: quella di domenica a Rimini e quella del 23 (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 13-12-2007)

 

Dicembre in casa contro l'Indesit Fabriano. È il minicontratto che ha firmato con La Carife Ferrara il play guardia Alessandro Romboli, bolognese, 32 anni, 1.85, che stava vestendo la maglia del San Marino in C2. Romboli è cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna (allenato proprio da Giorgio Valli che ora ritrova in panchina a Ferrara) poi ha girato l'Italia giocando a Faenza, San Lazzaro di Savena, Pavia, Vicenza, ancora Bologna (Virtus), Cantù, Bergamo, Imola, Padova, di nuovo Faenza, Cecina, Jesi e Castelfiorentino. La scorsa stagione è rimasto inattivo.


T aglia (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 13-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2007-12-13 num: - pag: 1 autore: di categoria: REDAZIONALE Retromarcia GLI STIPENDI D'ORO E alla fine la Camera tagliò i tagli SERGIO RIZZO e GIAN ANTONIO STELLA T aglia taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli. L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli "stipendi d'oro". Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi, d'ora in avanti i "grand commis" pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese. CONTINUA A PAGINA 14.


E alla fine la Camera tagliò i tagli (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 13-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2007-12-13 num: - pag: 14 categoria: REDAZIONALE La retromarcia Per evitare retribuzioni milionarie, la norma prevedeva un compenso massimo di 275 mila euro E alla fine la Camera tagliò i tagli I deputati sopprimono il tetto agli "stipendi d'oro" dei manager pubblici La riforma aveva già avuto l'ok di Palazzo Madama. Ora, dopo la bocciatura di Montecitorio, solo il governo può ripristinare le regole anti-sprechi SEGUE DALLA PRIMA Eppure, dopo tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito: chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto "gentilezze" al partito di riferimento. Perché nel mondo privato, tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le sicurezze del sistema pubblico. Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato, all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: "Il trattamento economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici anche economici, enti di ricerca, università, società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo presidente della Corte di cassazione". Cioè 275 mila euro l'anno. Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati con soldi pubblici. Compresi "i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di controllo di società non quotate, i dirigenti". E se per trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo: "Il limite non si applica alle attività di natura professionale e ai contratti d'opera" se si tratta di "una prestazione artistica o professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni dì effettiva concorrenza ". E se invece si trattasse di strappare alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole infatti, diceva l'articolo 144, "non possono essere derogate se non per motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a tre anni". Di più: dovevano ottenere la firma del capo del governo e rientrare "nel limite massimo di 25 unità. Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di responsabilità". Riassumendo: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere trasparente. Di più: "In caso di violazione, l'amministratore che abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte l'ammontare eccedente la cifra consentita". Non bastasse, l'articolo fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori del libro "I costi della democrazia", metteva un altro candelotto sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende. Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione per "raggiungimento risultati " (il pareggio) di 6,7 milioni. O del suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7 milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4 milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2 milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare l'articolo 144, a partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga. Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo: marameo. Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella.


ENTE PARCO SILA: INIIZIATIVA SULLE POTENZIALITA' ECONOMICHE (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 13-12-2007)

 

(ASCA) - Catanzaro, 13 dic - Domani, 14 dicembre, alle ore 17, nella Casa delle Culture dell'amministrazione provinciale di Catanzaro, piazza Prefettura, si terra' il confronto a piu' voci su ''Il Parco come sta? Tra passato e presente - Vita e salute del Parco Nazionale della Sila''. Introduce e coordina Mariangela Bettini Ferrari, presidente del Garden Club Catanzaro La Zagara; presiede Antonio Garcea, presidente del Parco Nazionale della Sila; intervengono il regista Vittorio De Seta; la direttrice del Centro sperimentale e dimostrativo dell'Arssa di Lamezia Terme, Luigia Iuliano; l'attore Pino Michienzi. ''Il convegno vuole rappresentare uno dei tanti momenti di sensibilizzazione e di confronto sulle potenzialita' economiche sociali e non del Parco Nazionale della Sila ,dichiara il Presidente del Parco Antonio Garcea, soprattutto in considerazione degli ultimi dati statistici dell'Osservatorio Regionale del Turismo, emerge, un significativo aumento di presenze di turisti nei parchi calabresi. Il Parco della Sila, conclude Garcea, negli anni 2005/6, e' stato il piu' gettonato registrando 166.993 presenze e n. 61.515 arrivi (fonte Il Sole 24 Ore) che in qualche modo hanno trainato il turismo ambientale calabrese''. In occasione dell'incontro saranno presentati al pubblico: Guida turistica del Parco Nazionale della Sila; Carta turistica del Parco Nazionale della Sila; Calendario da tavolo anno 2008; Calendario tascabile anno 2008; Pieghevole erbe aromatiche e medicinali; Pieghevole sentiero geologico. Saranno inoltre proiettati un video sulla Sila degli inizi del Novecento ed altri rari documentari. red/cam/sr (Asca).


PUGLIA: SURICO, REGOLARIZZARE 500 PRECARI DIRIGENZA MEDICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 13-12-2007)

 

(ASCA) - Bari, 13 dic - Un emendamento al Bilancio per regolarizzare 500 precari della dirigenza medica in Puglia. Lo ha annunciato il consigliere regionale del gruppo Misto, Giammarco Surico. ''La Giunta Vendola sta per aumentare tutte le tasse regionali senza garantire alcun servizio aggiuntivo ai cittadini, anzi - ha sottolineato Surico - Vengono tagliati i fondi destinati ai servizi sociali e al diritto allo studio e non c'e' traccia delle quote di cofinanziamento regionale per gli interventi di edilizia sanitaria. Intanto i costi del personale sanitario, a detta dell'assessore Tedesco, incidono per circa 70 milioni di euro sul deficit sanitario del 2006''. Secondo Surico, e' invece ''necessario e urgente regolarizzare la posizione di coloro che ormai da anni lavorano con incarichi di responsabilita' nel sistema sanitario regionale''. Per questo, ha spiegato ''proporro' un emendamento al Bilancio per la stabilizzazione dei circa 500 precari della dirigenza medica in Puglia. Un provvedimento che sarebbe a costo zero per la Regione Puglia in quanto questi professionisti gia' da tre anni coprono posti previsti nelle piante organiche''. res-muz/cam/alf (Asca).


LAZIO/SANITA': LISTE ATTESA LUNGHE, CODICI LANCIA PROGETTO 'IMPAZIENTE' (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 13-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 13 dic - Continui disagi si ripercuotono drasticamente sugli utenti della Regione Lazio, in particolare per quanto concerne il sistema delle liste d'attesa che continua a non offrire i dovuti servizi ai cittadini''. E' quanto denuncia oggi il Co.Di Ci. che ricorda di strutture in tilt, file chiuse per una risonanza magnetica, un anno per una mammografia, circa 10 mesi di attesa per un esame ecodopler cardiaco, 5 mesi per una ecografia pelvica. E ancora, secondo fonti RECUP: Ecografia ostetrica, Roma Asl D, Ospedale San Camillo, 107 giorni di attesa, quasi tre mesi e mezzo; Ecografia Ostetrica, Roma Asl C, Sant'Eugenio Reparti, 127 giorni; Ecografia dell'addome superiore, Asl Roma D, Forlanini, 70 giorni di attesa. Insomma - rileva il Codici - molti utenti del sistema sanitario regionale sono cosi' costretti, dettati dall'urgenza dell'esame, ad effettuare gli esami privatamente, spendendo piu' del necessario''. Commenta il Segretario Nazionale dell'associazione, Ivano Giacomelli: ''Vi e' una sottovalutazione del problema dell'esercizio di intramoenia. Questa, infatti, viene praticata senza alcuna forma di controllo da parte dei manager delle Asl, che sono assolutamente consenzienti e complici all'esercizio, (a volte smodato), dell'attivita' privata. Questo meccanismo, lungi dal garantire i servizi e le cure al cittadino, va a detrimento delle liste d'attesa, che si allungano spaventosamente''. Di qui l'ideazione di un progetto che ''si propone di svolgere un'azione mirata a migliorare la condizione informativa dei consumatori e degli utenti sul tema dei servizi socio sanitari della Regione Lazio, nonche' di verificare, attraverso un'azione concreta e diretta di monitoraggio, i tempi delle prestazioni sanitarie. Il fine ultimo - spiega il Codici - e' quello di elaborare e sperimentare modelli di revisione e autovalutazione dell'assistenza sanitaria da parte degli operatori sanitari e delle strutture pubbliche nonche' di quelle accreditate. Il progetto offre un servizio di informazione agli utenti attraverso il sito www.impaziente.it un portale che oltre a descrivere le attivita' del progetto fornisce riferimenti e link utili sul servizio sanitario regionale. La rete degli sportelli e' gia' attiva sul territorio regionale e offre consulenza e informazioni a tutti gli utenti che vogliono lanciare un segnale di aiuto''. res-mpd/mcc/ss (Asca).


Senato approva Ddl proposto dal Ministro Turco sulla "semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute" (sezione: Costi dei politici)

( da "SaluteEuropa.it" del 13-12-2007)

 

Il Senato ha approvato ieri il Ddl del Ministro della Salute Livia Turco in materia di semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della salute. Il provvedimento, che ora passa all'approvazione della Camera, riguarda una serie di misure che vanno dalla semplificazione della prescrizione di farmaci oppiacei per il dolore severo, all'eliminazione di tanti certificati sanitari ormai inutili od obsoleti. "Il ddl approvato dal Senato all'unanimità, con la sola astensione dell'Udc - ha dichiarato il Ministro della Salute Livia Turco - è un esempio concreto di buona politica e della possibilità di dialogo positivo tra maggioranza e opposizione per andare incontro alle esigenze dei cittadini. Con questa legge viene infatti semplificata la vita degli italiani nei confronti della burocrazia, abolendo milioni di certificati sanitari inutili, che costano tempo e denaro alla collettività, e che sono ormai superati da altre norme più recenti. Ma tra i punti più significativi di questa legge c'è senz'altro quello della semplificazione della prescrizione dei farmaci contro il dolore consentendo al medico di prescriverli sul ricettario normale del Ssn. In tal modo sarà quindi molto più facile prescrivere quei medicinali essenziali per alleviare le sofferenze di chi, malato, ha diritto a non patire sofferenze ingiustificate che possono e debbono essere alleviate. Una norma che consentirà di superare le difficoltà prescrittive che collocano tuttora il nostro Paese agli ultimi posti in Europa nella somministrazione dei farmaci antidolorifici. Di questo risultato ringrazio l'Aula, e in particolare il relatore Bodini e la Commissione Igiene e Sanità, per il lavoro svolto che è stato senz'altro utile al miglioramento ulteriore del provvedimento". Ecco nel dettaglio le novità previste: Più facile prescrivere i farmaci contro il dolore Ancora oggi in Italia è difficile accedere ai farmaci per combattere il dolore. Queste difficoltà ci pongono tra gli ultimi posti in Europa per le prescrizioni dei farmaci oppiacei che servono a combattere il dolore e le sofferenze, cui sono costretti milioni di italiani colpiti da gravi malattie come il cancro, ma anche da patologie croniche e invalidanti o comunque da gravi traumi etc. Con questo ddl si agisce su più fronti: attraverso opportune modifiche introdotte nel testo unico sugli stupefacenti di cui al DPR. n. 309 del 1990 viene semplificata la prescrizione dei farmaci oppiacei, consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale anziché quello speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche che spesso rendono difficili tali prescrizioni, conformandosi in tal caso la prescrizione al vigente decreto sul "Ricettario del Servizio sanitario nazionale"con la formale garanzia della contestuale conservazione di copia o fotocopia della ricetta da parte del farmacista, anche al fine di dimostrare la liceità del possesso del quantitativo di farmaci consegnati dal farmacista al paziente od alla persona che li ritira; viene consentita la prescrizione dei medicinali oppiacei anche al di fuori delle patologie oncologiche e quindi per quelle malattie croniche o invalidanti per le quali un'adeguata terapia del dolore è essenziale per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti, si semplifica l'aggiornamento periodico dell'elenco dei farmaci oppiacei che potrà avvenire con un decreto ministeriale, sentito il Consiglio superiore di sanità, senza dover ricorrere a modifiche legislative come è invece previsto oggi, si rende più agile la gestione dei registri per il controllo del movimento degli stupefacenti ad uso terapeutico facilitando il lavoro dei medici e dei farmacisti si integra la tabella specifica dove sono inseriti gli stupefacenti ad uso terapeutico con due farmaci a base di sostanze cannabinoidi già in uso Canada, Usa, Gran Bretagna, Svizzera, Olanda, Belgio e Germania. Abolizione certificazioni (di idoneità al lavoro, idoneità fisica alla pratica sportiva, vaccinali ecc.). L'abolizione riguarda tra gli altri: un milione di certificati richiesti agli alimentaristi per attestare che sono indenni da malattie infettive e rinnovare i libretti sanitari, i circa 800.000 insegnanti di ruolo che devono presentare un certificato di idoneità fisica al momento dell'assunzione (i supplenti ad ogni inizio di anno scolastico), i 150.000 aspiranti volontari che ogni anno fanno domanda per svolgere il servizio civile ai quali si richiede il certificato di idoneità fisica al servizio civile volontario, 40.000 nuovi impiegati che ogni anno vengono assunti nello Stato e negli Enti locali e devono presentare un certificato di sana e robusta costituzione, almeno 200.000 lavoratori (parrucchieri, maestri di sci, fochini, conduttori di caldaie a vapore, giudici di pace, lavoratori extracomunitari dello spettacolo) che ogni anno devono dimostrare di essere fisicamente idonei, tramite un certificato medico, i circa 550.000 bambini iscritti, al primo anno della scuola primaria che, nonostante la possibilità della auto-certificazione o dell'attestazione diretta dalla ASL alla scuola, devono presentare un certificato vaccinale, i 200.000 certificati che ogni anno sono richiesti obbligatoriamente ai dipendenti pubblici e privati per ottenere l'anticipazione del quinto dello stipendio, i due milioni di certificati inutili di sana e robusta costituzione, il milione e mezzo di certificati per i decessi (tre per ogni decesso per 500.000 morti l'anno). In tutto circa 6,5 milioni di certificati inutili che i cittadini non saranno più obbligati a richiedere, con un grande risparmio di tempo e denaro (si può stimare per difetto un risparmio di circa 40 milioni di euro l'anno). E' importante sottolineare, comunque, la prospettiva certa della possibilità di una futura individuazione di ulteriori misure relative ad ulteriori certificazioni sanitarie da sopprimere come pure di altre pratiche sanitarie divenute obsolete mediante apposite intese tra Stato, Regioni e Province autonome e autonomie locali da sancire in sede di Conferenza unificata. Il ddl prevede inoltre la contestuale abrogazione di tutta una serie di autorizzazioni sanitarie prescritte da disposizioni ormai superate per le imprese di produzione e di lavorazione in campo alimentare. Criteri per il trattamento dei dati sui pazienti nel Ssn (ogni soggetto avrà un codice univoco che non consentirà l'identificazione dell'interessato). Altro aspetto rilevante contenuto nel Ddl è l'introduzione di opportuni interventi per il trattamento dei dati individuali sullo stato di salute destinati al "Nuovo Sistema informativo sanitario (NSIS), interventi resi necessari per l'entrata in vigore del "Codice in materia di protezione dei dati personali", al fine di proseguire alcune finalità di interesse pubblico quali la programmazione, la gestione, il controllo e la valutazione dell'assistenza sanitaria. Registri di mortalità e patologia riferiti a malattie di rilevante interesse sanitario e sociale (come le patologie oncologiche) e registri di portatori di protesi impiantabili. L'introduzione di tali registri è finalizzata a garantire la raccolta dei dati sulla mortalità e incidenza delle malattie ai fini di una corretta e più efficace programmazione e valutazione dell'impatto degli interventi sanitari in accordo con le Regioni e a monitorare gli interventi di protesizzazione effettuati sui pazienti. Lotta all'abusivismo sanitario per la tutela del cittadino. Il Disegno di legge è intervenuto in maniera decisa per estirpare la dannosa pratica dell'esercizio abusivo della professione sanitaria, soprattutto a danno della categoria professionale degli odontoiatri dove si stima un'incidenza dell'abusivismo vicina al 25%. Il provvedimento stabilisce che, in caso di condanna, il giudice disponga la confisca delle attrezzature utilizzate da persone che hanno esercitato attività sanitarie senza averne titolo. Previsione di percorsi differenziati secondo sotto-specialità per le scuole di specializzazione di area sanitaria, di durata non eccedente un biennio. In questo senso viene data facoltà al Comitato si scienze mediche del Consiglio universitario nazionale di provvedere alle opportune modifiche agli ordinamenti didattici entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge, anche riaccorpando specializzazioni oggi esistenti. Facoltà conferita alle Regioni e Province autonome di bandire con urgenza un concorso straordinario per titoli di studio e professionali per la copertura delle sedi farmaceutiche vacanti nel proprio territorio. Si tratta di un intervento normativo di particolare attualità ed urgenza, per la necessità, ormai non più differibile, di assicurare in tempi brevi la copertura di oltre 500 farmacie private troppo a lungo rimaste in attesa di assegnazione a causa della concreta impossibilità di concludere in tempi ragionevoli le procedure concorsuali di assegnazione previste dalla normativa fino ad oggi vigente (articolo 4 della legge 362 del 1991 e relativo DPCM. 30 marzo 1994, n, 298). Tali procedure comportano infatti una duplice selezione dei farmacisti candidati sia per titoli di studio e di carriera e titoli professionali sia attraverso una complessa prova attitudinale, articolata in cento domande di farmacologia, tecnica farmaceutica e legislazione farmaceutica. La nuova disciplina prevista dal Ddl semplifica le procedure per questi concorsi straordinari (da bandirsi da ciascuna Regione entro novanta giorni dall'entrata vigore della legge) in quanto comporta una procedura di selezione per soli titoli di studio e professionali, includendo nel relativo bando anche le farmacie vacanti per le quali i Comuni interessati non abbiano deliberato il proprio diritto di prelazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge. Sono inoltre favoriti nel caso delle farmacie rurali i candidati più giovani, poiché sono riservate ai concorrenti con meno di quaranta anni tutte le sedi farmaceutiche rurali sussidiate. Nel rispetto dei principi comunitari, sono previste equipollenze per le attività svolte in altro Paese europeo. Altre norme: alcol e pediatri. Nel ddl è poi previsto l'innalzamento da 16 a 18 anni dell'età sotto la quale è fatto divieto di somministrazione di bevande alcoliche, nuove norme per facilitare la prescrizione di farmaci "off label" (ovvero al di fuori delle indicazioni terapeutiche registrate) e per l'implementazione dell'assistenza pediatrica.


MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 13-12-2007)

 

(17:07) (13/12/2007 11:44) | MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE (Sesto Potere) - Modena - 13 dicembre 2007 - "Sui costi della politica, tutti ci dobbiamo sentire impegnati e valutare dove sia possibile razionalizzare per ridurli. Se l'ipotesi però è quella di ridurre il numero degli assessori, è importante fare una valutazione anche in termini di costi e benefici. Credo che effettuare delle modifiche a oltre metà mandato sarebbe più un danno che un vantaggio per la collettività". Così il sindaco di Modena Giorgio Pighi ha risposto, in una delle passate sedute del Consiglio comunale, all'interrogazione presentata da Baldo Flori e Paolo Ballestrazzi di Modena a colori sul tema "riduzione del numero degli assessori". Baldo Flori ha richiamato le recenti dimissioni dell'assessore alle Politiche giovanili Elisa Romagnoli, sottolineando che "in questo modo, con 11 assessori, la Giunta secondo noi è squilibrata. Sarebbe opportuno un riordino delle deleghe, alleggerendo il numero degli assessori, senza far mancare l'operatività politica. Ad esempio avevamo suggerito, in una proposta che poi fu respinta, di istituire l'assessore alla Sicurezza, magari anche con un semplice incarico a un Consigliere comunale, senza oneri per l'Amministrazione". Il Sindaco ha ringraziato Flori per l'opportunità di discutere in sede istituzionale un tema già affrontato in sede politica e ha ribadito che "nell'attività amministrativa si fanno progetti e attività, si impegnano energie e idee, si tessono relazioni e si configurano obiettivi che sono collegiali, ma vengono gestiti singolarmente. La nostra Amministrazione prevede un numero di assessori tra gli 8 e i 12, proprio per rispondere a esigenze che possono variare. Non vogliamo fare modifiche proprio per rispetto ai cittadini, perché alla fine del mandato manca poco più di un anno e credo sarebbe controproducente". Flori ha ringraziato il sindaco "per lo sforzo di avvicinamento al merito della mia interrogazione" e ha replicato: "ho apprezzato la franchezza e ne userò altrettanta. Non credo affatto che la motivazione portata, il fattore tempo, sia la vera ragione del congelamento della situazione. Vicino a noi, a Bologna, si sta discutendo di un nuovo assetto della giunta e nessuno ha parlato di tempi oramai così avanzati da non poter intervenire".


Infortuni, mezzo secolo senza decidere (sezione: Costi dei politici)

( da "EUROPA.it" del 13-12-2007)

 

FEDERICO ORLANDO Lunedì Torino s'è fermata otto ore per i funerali delle torce umane dalla ThyssenKrupp. Ieri il consiglio dei ministri ha deciso di accelerare le norme di prevenzione e repressione approvate in agosto. Forse per maggio sarà possibile applicarle integralmente. Dieci mesi per attuare decreti delegati in materia sensibile (anche se non "eticamente" sensibile. Cosa volete che valga una vita perduta per causa di lavoro?) Ha detto Prodi: "Il nodo è la prevenzione ". Ok, e nel 2008 i controlli aumenteranno del 30 per cento, coordinando le Asl e gli ispettori del lavoro (che sono in rapporto di 1 a 1500 aziende). E fino ad oggi, evidentemente, non sono stati coordinati. Forse sono scoordinati fin da quando il primo baldanzoso centrosinistra nenniano e fanfaniano soppresse l'Enpi, che controllava gli ascensori ma forse non era gran chè nella prevenzione infortuni sul lavoro; però, insieme all'Inail (assicurazione, cura, riabilitazione e rendite) e all'Enaoli (assistenza agli orfani) e all'Anmil (assistenza ai mutilati e invalidi del lavoro), una rete la faceva anche nel campo preventivo. Sempre a latere, s'intende, degli onorevoli ispettorati del lavoro, non inutili e dunque non soppressi. Ora dicono al ministero del lavoro che con la delega di agosto finanzieranno anche i corsi nelle scuole (50 milioni più 40 previsti), con l'aiuto anche del Fondo sociale europeo. Ne siamo contenti. Ma, se il ministro Damiano permette, mi autoconvoco come testimone o ex "persona informata dei fatti", che dice: quei corsi rischiano di servire a poco o a niente. Li ho visti da vicino fin da giovanissimo laureato in legge, quando, in sede di primo lavoro, ho fatto anche questo: corsi di istruzione nelle scuole ai figli di contadini ed edili del Sud; e distribuzione ai papà e mamme di occhiali antispiga e guanti antifalce per i mietitori, elmetti per gli edili, cappelli di paglia per le contadine perché non beccassero un'insolazione. Risultati incerti: gli studenti guardavano in aria, i papà non mettevano gli occhiali e gli elmetti. In quegli anni si costruivano i Cto (centri traumatolologici ortopedici) e gli ambulatori. Di Vittorio andava a visitarli, anche Fanfani; Rampoldi e altri massimi ortopedici vi operavano; nella tenuta di Rispescia (Grosseto) i figli dei contadini morti venivano avviati a un'alta professionalizzazione. Ma il tallone d'Achille erano gli ispettori, quelli degli enti e quelli dell'ispettorato. Pochi anche allora per prevenire sul serio, anche quando non erano? consulenti delle aziende. Quest'anno, dicono al ministero del lavoro, abbiamo ispezionato 137 mila aziende; chissà quante altre ne hanno ispezionato le Asl. Ora i due servizi ispettivi saranno coordinati da un'unica regìa, per evitare che in un'azienda vadano in due e in altre nessuno. Ma perché solo ora? A coordinarli saranno i presidenti delle Province, che, a occhio, non dovrebbero sapere gran che di prevenzione infortuni. Ma al ministero del lavoro assicurano che non è questione di sapere, ma di coordinare. La parola magica è: sinergie. "Nelle norme di agosto (quelle in quarantena), oltre al coordinamento ci sono anche forti elementi dissuasivi, cantieri chiusi fino a 2 anni, milioni di euro per sanzioni non penali, fino a 3 anni di carcere per le altre". Lo ricordava lunedì al Messaggero il sottosegretario Montagnino. Ma attenti ai furbi, caro ministro. Ricordo ? era un altro secolo, ma le abitudini sono rimaste ? quando venivano da noi giovani i capi di certe aziende dicendoci: "Sono amico di Renato". Come avessero detto: "Mi manda Lubrano ". Noi ci fingevamo fessi e rispondevamo: "Quale Renato?". "Ma come, il vostro presidente". "Ah, già. Cosa desidera?" "Che mi abbassiate il premio assicurativo". "Ah, e come paghiamo i Cto, le rendite, le temporanee, gli assegni funerari?". "Dotto', e ci debbo pensare io?". L'Italia immortale ha anche questi connotati. E poi ha i connotati dei governanti, destra, sinistra, centro. Come ha detto il sottosegretario: "Perché c'è ritardo nel rendere operative misure adottate da tempo? Perché abbiamo alle spalle 50 anni di norme, da armonizzare per farle diventare testo unico ed efficace. Ma ce la faremo per maggio". Maggio 2008. Cinquant'anni sono proprio quelli passati dai miei "corsi" di infortunistica ai contadini e agli edili del Sud. E quarant'anni dalla distruzione, a opera del primo centrosinistra ideologico, della rete assicurativa e prevenzionale degli "enti inutili". Si voleva pianificare, uguagliare, uniformare nel sistema sanitario nazionale più ispettorato del lavoro. Per arrivare all'agosto-dicembre 2007 senza pianificazione. Però ? dicono ? nel resto d'Europa si muore di più, e noi, toccandoci, non esitiamo a crederci. Forse anche per questo viaggiamo meno oltralpe. E i ministri facciano in modo che non ci debbano andare i nostri lavoratori. Magari per una crescita zero europea, aggravata da cinquant'anni italiani di non decisioni.


Eurodeputati sotto accusa: spese troppo alte e ingiusti cate (sezione: Costi dei politici)

( da "EUROPA.it" del 13-12-2007)

 

REPORT DELLA CORTE DEI CONTI Eurodeputati sotto accusa: spese troppo alte e ingiusti cate SILVIA MARCHETTI Bruxelles Quanto guadagnano e quanto spendono al mese gli eurodeputati? Bella domanda. Tra stipendio fisso, rimborso spese, indennità, viaggi, diarie e assistenti è difficile quantificare i soldi che periodicamente escono ed entrano nelle loro tasche. Soprattutto quando mancano le ricevute. E così la Corte dei conti europea, guardiana del bilancio comunitario, ha deciso di passare all'offensiva chiedendo al parlamento di sospendere i pagamenti e di recuperare le cifre erogate se i deputati non sono in grado di giustificare, con documentazioni valide, tutti i costi sostenuti tra cui gli stipendi dei loro assistenti, che nel budget parlamentare fanno la parte del leone. Basti pensare che nel 2006 l'emiciclo di Strasburgo ha speso circa 132 milioni di euro soltanto per pagare i vari collaboratori, portaborse e ghost-writer. Tra le varie voci di entrata, ogni eurodeputato riceve ogni mese 15.496 euro per reclutare uno o più assistenti e 3.946 euro per spese "generali" che riguardano la segreteria e la gestione dell'ufficio, oltre a 279 euro al giorno di indennità di presenza (il cosiddetto "gettone" di presenza) per coprire pasti e alberghi. Soldi che vengono aggiunti alla busta paga: oggi un eurodeputato percepisce lo stesso stipendio di un deputato nazionale ma dal 2009, quando entrerà in vigore il nuovo statuto, gli stipendi non saranno più a carico dei bilanci nazionali e tutti gli eurodeputati, indifferentemente dal paese di origine, riceveranno la stessa somma (anche se poi potranno optare per il vecchio sistema). La crociata a favore di una maggiore stretta finanziaria, tra spese non documentate e viaggi fantasma, ha origini lontane. Nel suo rapporto annuale la Corte dei conti scrive che, già nel 1998, il problema era stato portato all'attenzione dell'ufficio per le procedure amministrative interne dell'europarlamento. Nel 2004 le regole furono emendate per spingere i deputati a presentare i loro resoconti di spesa ma nonostante le reiterate pressioni per il 2004 il parlamento ha ricevuto solo il 27 per cento della documentazione richiesta, mentre per il 2005 appena il 22.5 per cento delle carte. Lo scorso settembre perfino l'ombudsman (il mediatore europeo) invitò i partiti politici a presentare tutti i resoconti fiscali. Difficilmente, tuttavia, il parlamento seguirà le indicazioni della corte dei conti e cederà alla sua moral suasion. Il nocciolo del problema è politico e riguarda la resistenza dei partiti a rendere pubbliche certe informazioni considerate "personali". Nell'assemblea di Strasburgo sono di più coloro che non vogliono rivelare quanto pagano i propri assistenti parlamentari, in nome del rispetto della privacy, di chi invece sostiene una maggiore trasparenza. Da una parte, i compensi degli eurodeputati dovrebbero essere pubblici e quindi soggetti a controlli e supervisione, mentre dall'altra esiste già un organismo interno (la commissione per il budget) il cui compito dovrebbe essere proprio quello di vigilare contro le frodi e le spese eccessive. Insomma, gran parte dell'europarlamento preferisce non fornire cifre esatte, argomentando che i commissari e i funzionari Ue non sono messi sotto la stessa lente di ingrandimento. Inoltre, stando a quanto riferisce un portavoce di Strasburgo circa l'89 per cento delle spese totali sarebbero già state giustificate e all'appello mancherebbero solo alcuni eurodeputati, restii a presentare la documentazione richiesta. Ma non finisce qui. La Corte dei conti ha bacchettato anche il comitato delle regioni per la gestione del dossier "spese di viaggio". Teoricamente i rimborsi dovrebbero essere riconosciuti solo su presentazione delle ricevute ma spesso il comitato ha rimborsato i suoi funzionari anche sulla base di una semplice nota scritta a mano da una agenzia di viaggi. E un'investigazione interna al comitato ha scoperto che l'83 per cento delle cifre riportate erano più alte degli effettivi prezzi dei biglietti emessi dalle compagnie aeree. Ma anche qui la battaglia per la trasparenza si preannuncia dura.


Camera senza tetto: cancellate le promesse anti Casta sugli stipendi (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama.it" del 13-12-2007)

 

Italia - http://blog.panorama.it/italia - Camera senza tetto: cancellate le promesse anti Casta sugli stipendi Posted By matteo.durante On 13/12/2007 @ 16:46 In Apertura#2, NotiziaHome, newsletter | No Comments A quelli della Casta il tetto non piace. Non che desiderino vivere a cielo aperto, solo non gli va che qualcuno (che siano i cittadini indignati o i senatori avveduti) metta il naso e un limite sui loro stipendi. Insomma: alla Camera è stato tagliato il taglio che il Senato aveva approvato sugli emolumenti dei manager pubblici. A scriverlo, sulla prima del [1] Corriere della Sera, sono stati oggi gli autori del best seller scandalo (per il contenuto, sia chiaro) del 2007: Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella. Che raccontano come sia successo che il "tetto agli stipendi d'oro sia stato soppresso. D'ora in avanti i grand commis pubblici potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di sobrietà". La norma passata a Palazzo Madama (art. 144 della Finanziaria 2008), sull'onda dell'indignazione popolare (dopo le rivelazioni contenute nel libro dei due giornalisti del Corsera e in quello dei due senatori [2] Massimo Villone e [3] Cesare Salvi, autori del [4] I costi della democrazia) e con un certo malessere di alcuni esponenti della stessa maggioranza, prevedeva che tutti gli stipendi pagati con soldi pubblici non potessero superare lo stipendio del primo presidente della Corte di Cassazione, vale a dire 274 mila euro all'anno. Poi, da lì, è stata una serie infinita di correzioni e riscritture. Prima sono stati esclusi dal tetto tutti i contatti di natura privatistica già in corso. Correzione più che giusta: nessuna norma può essere retroattiva, sarebbe incostituzionale. Poi un'ulteriore modifica. Per i manager con contatto di diritto pubblico lo stipendio verrà ridotto gradualmente: 25% l'anno in modo che nel giro di quattro anni si arrivi al famoso tetto. L'ennesima deroga? Dal tetto restano escluse le Authority, gli Organi costituzionali, i contratti d'opera (per capirci, quelli dei presentatori Rai o dei superospiti di Sanremo), le società quotate e le attività di natura professionale. Ancora una: solo venticinque altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. Sotto fino a quando, con la Finanziaria in discussione a Montecitorio, non sono cominciati i tagli veri e propri alla norma. Per esempio: per la Banca d'Italia, le Autorità indipendenti e le amministrazioni dello Stato si dovrà applicare il tetto alle retribuzioni, ma doppio rispetto a quello del primo presidente della Corte di Cassazione. Quindi, il limite massimo sarà di 548 mila euro. A volerlo è stata la Rosa nel Pugno, con un emendamento del capogruppo Roberto Villetti. E la Commissione Bilancio della Camera lo ha approvato. Commissione che, per bocca del presidente Lino Duilio, si è così giustificata: "Nessuno stravolgimento, nessun arretramento" sul tetto agli stipendi dei manager pubblici. Al contrario, la Commissione ha "solo perfezionato il testo del Senato per consentirgli di reggere nel tempo e di regolare efficacemente la molteplicità delle situazioni reali". Molteplicità. qui pare che a moltiplicarsi sono, nonostante le promesse, gli euro che i boiardi dello Stato continueranno a portarsi a casa, come dice il senatore Villone: "Si introducono meccanismi che consentono emolumenti che viaggiano addirittura verso il milione di euro all'anno. C'è da vergognarsi". E se lo dice un senatore.


Bellin e la scelta a due ruote (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 13-12-2007)

 

">stampa | chiudi 13 dicembre 2007 Bellin e la scelta a due ruote Giovane e ambizioso, come la Lpr, Maurizio Bellin racconta la sua passione: "Da quando correvo da esordiente non mi sono più fermato, nemmeno quando ho dovuto scegliere tra università e ciclismo" MILANO, 13 dicembre 2007 - Il vecchio che si chiamava Santiago , che era magro e scarno e aveva rughe profonde alla nuca, e che non pescava un pesce da 84 giorni. Il giovane che si chiamava Manolo , che ogni mattina faceva visita al vecchio, e che alla fine pescò un pesce Magoo . E il mare, che era tropicale, mai banale, semmai fatale. Maurizio Bellin sta leggendo "Il vecchio e il mare" di Ernest Hemingway . Diciamo la verità: infinitamente meglio di un articolo di Marco Pastonesi sulla " Gazzetta dello Sport", anche se presto gli toccherà digerire pure questo. Bellin , la partenza? "Mio padre Valentino. Amava la bici, correva da amatore, e anche se è morto quando avevo solo due anni, l'amore per il ciclismo me l'ha trasmesso lui. E poi mia madre Leonia. Quando è morto mio padre, si è fatta in quattro: tre lavori e la famiglia. Lavorava a un asilo-nido, stirava e faceva la pulizie in un'altra casa, poi si dedicava a mia sorella Georgia e a me. Una vita da gregario". Poi? "Ho cominciato a correre a sei anni, ma a otto avevo già smesso. Mia madre non aveva il tempo per accompagnarmi e seguirmi. Ho ricominciato da esordiente, quando ad accompagnarmi e seguirmi ci pensava una squadra. Da allora non ho più smesso. Neanche quando ho dovuto scegliere tra università e ciclismo. Ho chiesto il permesso a mia madre, ed è stato ciclismo". Passista veloce, vero? "Suona bene, ma è una mezza fregatura. Non abbastanza veloce per essere velocista, non abbastanza leggero per essere scalatore, non abbastanza fondista per essere cronoman. Ma abbastanza veloce, leggero e fondista per essere un buon uomo-squadra. Passato professionista, all'inizio del 2006, non mi sono mai risparmiato nell'aiutare i compagni. Qualcuno mi ha detto: se tu non avessi esagerato in lealtà, se tu fossi stato più egoista, se tu avessi pensato di più ai risultati". Già: risultati? "Se si guardano solo i risultati, ho combinato poco. Ma nel ciclismo c'è dell'altro, per esempio la stima del team manager, del direttore sportivo e, appunto, dei compagni. Comunque, nel 2006 un quarto e un settimo posto in Messico al Tour di Chihuahua, e un undicesimo al Giro della provincia di Lucca. E nel 2006 un settimo posto alla Ronde van Drenthe. La chiamano la Roubaix olandese: una quarantina di chilometri di pavè, e poi gente, cielo, polvere, sei in fuga davanti, e io che ho vinto la volata del gruppetto inseguitore. Ho ottenuto anche un tredicesimo posto nella classifica finale del Tour du Picardie: quinto fino all'ultima tappa, poi sono caduto, e con me sono cadute anche le speranze di un podio". E quel Chihuahua? "Partito prevenuto, tornato felice. Un viaggio fantastico: si correva per metà nel deserto, per metà in altura, tra sperduti villaggi di "campesinos". Ma l'organizzazione era ottima, con alberghi a cinque stelle e una piscina, e un lotto di partecipanti all'altezza, quattro squadre europee più canadesi e americane. C'erano anche i cactus e i cani dela razza Chihuahua, quelli piccoletti, che morsicano quando si spaventano, e celebrati con monumenti come se fossero eroi". E il 2008? "La Lpr-Androni si è fusa con la Tenax, il mio contratto in scadenza è scaduto. Ho trovato un posto nella neonata Katay: team manager Iacovozzi, direttore sportivo Salutini, fra i corridori Callegarin, Rizza, Quadranti e Zampilli. Ingaggio per un anno, poi si vedrà. Penso positivo: sono ancora fra i professionisti in un periodo difficile, non pago per correre ma corro per essere pagato. E trovo del positivo anche se penso negativo: c'è un posto di lavoro all'Androni che mi aspetta, e non da corridore". Le dispiacerebbe? "Da matti. Ma, siccome sono ragioniere, cerco di ragionare. Nel ciclismo il mercato è in grossa difficoltà, paga 10 anni dal caso Festina all'Operacion Puerto in cui ha perso potere e credibilità. Ho letto che nel 2002 era al secondo posto per sponsorizzazioni dietro al calcio, adesso è dietro anche a golf e pallavolo. La vedo come una piramide che sprofonda: i campioni si devono accontentare di guadagnare un po' meno, gli altri di sopravvivere, ma la base sparisce". Che fare? "Continuo con i miei principi: andare avanti soltanto con la forza delle mie gambe. E se è poca rispetto a quella degli altri, pazienza. Ma, credetemi, quanto a pulizia, il ciclismo sta facendo passi da gigante: se avessi un figlio innamorato della bici, non avrei nessun dubbio e lo aiuterei a correre. Però la gente al bar ancora non lo sa che il vento è cambiato". Lei si allena anche con Basso. "Siamo un bel gruppo: Noè che detta percorsi e ritmi, poi Bailetti, Marzano, Callegarin, Andriotto, Nardello, Wegelius... C'è anche Basso. Mi consiglia come allenarmi, mi spiega quando riposare, mi ha trovato perfino uno sponsor tecnico per le scarpe". Marco Pastonesi.


Tre capitoli per una finanziaria di svolta (sezione: Costi dei politici)

( da "AprileOnline.info" del 13-12-2007)

 

Alfiero Grandi*, 13 dicembre 2007 L'analisi La casa, le imprese e i lavoratori sono i principali "fronti" su cui si è concentrato l' impegno del governo per rilanciare il Paese. In sostanza una manovra che segna un cambiamento importante rispetto al passato, sebbene molto rimanga ancora da fare. A questo dovrà contribuire la Sinistra arcobaleno Il testo della finanziaria 2008 è, ormai, stabilizzato. Si può solo approvarlo o respingerlo e l'auspicio è, ovviamente, che venga approvato con il voto di fiducia alla Camera e, successivamente, al Senato. Un testo così ampio -e ad accrescerlo hanno contribuito prima il Senato, poi la Camera- è sempre difficile da sintetizzare. Questo pone un problema politico non nuovo, ma tuttora irrisolto: l'esigenza di interrompere la serie delle finanziarie-monstre, vale a dire troppo ampie, e appesantite da micro-norme e micro-interventi. Se si vuole far capire al Paese come si intende caratterizzare la politica economica per l'anno successivo, è necessario che la finanziaria, in futuro, venga ristretta alle scelte di fondo, escludendo le normative e lasciando ad atti successivi l'attuazione degli interventi "minori". Non so se l'immagine che De Rita offre dell'Italia, come di una società atomizzata, sia del tutto giusta, forse la situazione reale è un po' più complicata, tuttavia, è certo che se le sedi di responsabilità politica vogliono contribuire a riunificare il Paese e a dargli un indirizzo, un orizzonte per il futuro, debbono sforzarsi di indicare con chiarezza gli elementi di fondo, evitando sparpagliamenti. In questa finanziaria i due aspetti coesistono, ma per delineare quelli di fondo occorre "estrarli" da un insieme troppo ampio, non sempre, facilmente, comprensibile a tutti e che a volte mette in difficoltà perfino gli addetti ai lavori. Questo è un problema politico serio, perché alle difficoltà del Governo si sommano le difficoltà del Parlamento. Tornando, però, al merito, vedo questi grandi capitoli da valorizzare perché la finanziaria segna indubbiamente una novità, una svolta. Forte di un'impostazione precedente che, dal maggio 2006, ha già messo in sicurezza i conti pubblici e quindi garantisce il risanamento, ora la finanziaria 2008 ridistribuisce risorse, rafforzando misure che già in questo anno sono entrate in vigore, come gli interventi per gli incapienti e le pensioni basse per circa 4 miliardi di euro. Ci sono per il 2008 tre grandi blocchi sui quali si interviene. Il primo è la casa dove si sommano la riduzione ICI per la casa di abitazione, la detrazione per chi ha la prima casa in affitto, le misure a favore dei giovani che vogliono rendersi autonomi e gli interventi per riprendere una partecipazione pubblica, che manca da anni, che sia in grado di offrire case in affitto a prezzi accessibili a chi ha redditi troppo bassi in relazione agli attuali prezzi di mercato. Nell'insieme la manovra 2008 impegna oltre due miliardi di euro per la casa, in gran parte di riduzione della pressione fiscale. Il secondo blocco è rivolto alle imprese e segue idealmente la riduzione del cuneo fiscale, già entrato in vigore. La riduzione dell'aliquota IRES al 27,5 per cento viene autofinanziata dal sistema delle imprese e con le modifiche della Camera, che si aggiungono a quelle introdotte dal Senato, è ormai certo che in questo ambito le piccole e medie imprese saranno avvantaggiate e spinte a investire i loro profitti nell'impresa. Inoltre, per un milione di aziende, considerate marginali, tutto sarà più semplice e conveniente. Il terzo blocco riguarda i lavoratori, e le misure sono di diverso tipo. C'è, ad esempio, il credito di imposta, inserito al Senato, che punta a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Sud, con un'attenzione particolare al lavoro femminile. Oppure, le riduzioni fiscali già decise, per circa mezzo miliardo di euro,a favore dei lavoratori dipendenti, con in più l'impegno a utilizzare l'extragettito fiscale 2008 per la riduzione della tassazione sui lavoratori dipendenti. Scommetto - personalmente - che nel 2008 ci sarà un extragettito che potrà confluire nel fondo istituito dalla Camera per favorire questa ridistribuzione fiscale. L'extragettito è molto probabile perchè parte delle misure per la lotta all'evasione e all'elusione, stanno entrando in vigore proprio ora e gli effetti si vedranno meglio in futuro. La Camera ha anche aggiunto interventi per le famiglie numerose, che si sommano a quelli, socialmente importanti, a favore di vari settori deboli della società. Nella manovra per il 2008 ci sono novità in materia di ricerca ed università, anche se le esigenze sono maggiori delle novità, ma il cono d'ombra del 2007 sembra allontanarsi grazie alle prime misure che dovrebbero in futuro diventare il primo nucleo di una scelta forte in materia di scuola, università e ricerca, per portare l'Italia ad essere più competitiva nel sapere, oltre che nelle merci. Sono previsti investimenti in vari settori, così come c'è il finanziamento del protocollo sul welfare. Anzi, c'è qualcosa di più, perché la Camera ha introdotto una norma che avvia gli "ammortizzatori sociali" anche per CO.CO.CO. e CO.CO.PRO. Ci sono poi altre scelte politiche di rilievo, come un forte intervento per ridurre i costi della politica, i costi del funzionamento della pubblica amministrazione e delle istituzioni, mettere un tetto e dare trasparenza alle retribuzioni dei dirigenti pubblici, da tempo fuori controllo e non sempre congrue. Queste riduzioni hanno tra l'altro, consentito di evitare che nel 2008 tornassero i ticket sanitari. Aggiungo che anche la class action, o azione collettiva, è una novità importante perché aiuta i cittadini a mettersi insieme per difendersi meglio dalle truffe, dallo strapotere di troppe aziende di servizi. Contro l'introduzione di questa novità ci sono state forti resistenze. Purtroppo, Confindustria si è collocata in un fronte conservatore e tuttavia, ormai è certo, la class action, diventerà legge dello Stato con una procedura convincente: il Senato ha introdotto la norma e la Camera l'ha perfezionata, senza stravolgerla. C'è poi un pacchetto di misure ambientali importanti che vanno dalla conferma della detrazione al 55 per cento delle spese per ristrutturazioni edilizie ad alta qualità ambientale, fino ad interventi che in vario modo investono sull'ambiente, a cominciare dalla riduzione di emissioni di CO2. Cito per tutte la proposta di alimentare, con decisioni volontarie, un fondo per l'ambiente attraverso il pagamento di un centesimo in più per ogni litro di benzina e gasolio, riprendendo una felice intuizione che ha permesso, in altri paesi, di lasciar camminare in avanti le avanguardie ambientali più sensibili che oggi hanno dimensione di massa. Di rilievo gli interventi per impedire il riformarsi di precariato nella pubblica amministrazione e, nello stesso tempo, dare risposte ai lavoratori precari, anche se, purtroppo, non a tutti, e agli LSU, anche l'impegno di assumere quasi tutti gli idonei all'Agenzia delle Entrate e all'Agenzia delle Dogane è importante per rafforzare l'apparato di controllo e lotta all'evasione. Vale la pena ricordare l'articolo introdotto alla Camera, che consente al Governo di intervenire per ridurre i prezzi al consumo dei prodotti petroliferi con il fine di calmierare il mercato. Il trasporto pubblico locale è finanziato con modalità che dovrebbero evitare in futuro l'ansia di trovare ogni anno, ex novo, risorse. Con gli Enti locali e le Regioni il patto di stabilità interno risulta meno severo di prima, e questo dovrebbe consentire qualche spazio di manovra in più, in particolare ai Comuni, a favore dei quali sta procedendo il decentramento dei poteri in materia di catasto. Sostegno alla produzione cinematografica italiana, interventi per alleggerire l'aumento del costo dei mutui a tasso variabile per le famiglie, misure per il controllo dei prezzi e per scoraggiare le speculazioni, interventi in materia di sicurezza. Questo è un tentativo di sintesi della finanziaria 2008, una manovra che non toglie e invece da, e non è poco. Detto questo, non tutto è a posto, ci sono scelte appena accennate, come quella sulla restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti, o l'apertura di una fase nuova in materia di scuola, università, ricerca. Soprattutto, resta una sproporzione tra l'esigenza di maggiore equità e giustizia o di scelte più forti per l'ambiente e le risorse oggi disponibili. Per fare crescere le risorse occorre che cresca il Paese, la sua competitività. Per fare crescere la competitività occorre una forte valorizzazione del lavoro, degli investimenti e anche un sistema di imprese meno alla ricerca di sconti e più impegnato a scommettere sul futuro e su un patto positivo con il lavoro, a partire dalla crescita dei salari. Scelta ormai inderogabile. Per reggere le sfide di questa fase il Governo e la maggioranza, debbono riprogettare insieme le priorità. La questione non è cosa manca o non è sufficiente nella finanziaria 2008, anche se c'è pure questo, ma soprattutto il farsi carico di delineare una proposta forte che ridia fiducia nel futuro, partendo da quello che c'è nella finanziaria, ma senza accontentarsi. Parlare al Paese, parlare di futuro, scegliere con nettezza. Scegliere ad esempio di tassare tutte le rendite finanziarie almeno con un'aliquota unica al 20% per rendere meno conveniente un uso solo finanziario della ricchezza e riequilibrare il prelievo tra i redditi. Questo richiede un di più di quanto c'è oggi, e questo di più è la capacità di rimotivare la coalizione di centro sinistra, di ridare senso all'azione di Governo. Evitare slabbrature o una crisi è un'azione importante, ma per evitare un logoramento progressivo, occorre un colpo d'ala e la Sinistra/Arcobaleno deve contribuire in modo decisivo a darlo. *Sottosegretario all'Economia e Finanze.


CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA , LA CRONACA (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 13-12-2007)

 

(22:54) (13/12/2007 19:08) | CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA , LA CRONACA (Sesto Potere) - Forlì - 13 dicembre 2007 - A seguire pubblichiamo la cronaca definitiva della seduta odierna del consiglio provinciale di Forlì-Cesena, a lavori appena conclusi: --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gettone di presenza consiglio provinciale pro-vittime incidenti Thyssenkrupp FORLI' - La Presidente del consiglio Bruna Baravelli ha ricordato i fatti della recente tragedia sul lavoro accaduta a Torino, nella fabbrica Thyssenkrupp (che è costata la vita a 4 ragazzi ed ha causato numerosi feriti) , ed ha altresì ricordato la piaga delle morti bianche che colpisce non soltanto il Nord Italia ma anche la nostra regione (l'Emilia-Romagna è in testa , dopo la Lombardia, nella classifica nazionale degli incidenti sul lavoro). "Già l'anno scorso ci trovammo a ricordare una situazione analoga, mai avrei immaginato di dovermi trovare nella stessa situazione. Il problema è grave. Siamo come in guerra e in segno di vicinanza alle famiglie dei quattro lavoratori deceduti a Torino chiedo venga celebrato un minuto di silenzio". Il consigliere di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei liberali Fabio Dellamotta ha chiesto di devolvere il gettone di presenza della seduta odierna alle famiglie degli scomparsi. Il capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta è intervenuto dicendo: "Chiedo a tutti i partiti di adoperarsi affinchè , al di là degli impegni assunti nella seduta di oggi, tutte le forze politiche in ogni sede si possano attivare al fine di perseguire una politica diversa in favore dei lavoratori e per la sicurezza nei luoghi di lavoro". Il presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi conferma che la cifra equivalente al gettone di presenza dei consiglieri della seduta odierna è in effetti disponibile. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Aeroporto di Forlì, via libera all'aumento quota del capitale sociale Seaf FORLI' ? Posto in votazione l'aumento quota del capitale sociale Seaf , dopo che la Sab di Bologna ha ridotta la sua partecipazione in vista dell'uscita definitiva. La parte azionaria non sottoscritta verrà rivelata da Comune e Camera di Commercio ( ma non dalla Regione Emilia-Romagna che detiene già il 25, 02% ed è vincolata da stringenti normative ). Nella compagine societaria il Comune di Forlì passerà dal 26,8% al 38,7%, la Camera di Commercio di Forlì-Cesena dal 5 al 6,6% e la stessa Provincia dal 5% (prima era il 2,5%) al 10%. Con un investimento ulteriore che oggi ammonta a 154.937,40 euro e sarà finanziato con quota parte dell'avanzo di amministrazione derivante dal rendiconto 2006. La delibera ? inserita d'urgenza all'ordine del giorno poiché dovrà essere approvata entro il 2007 - è stata illustrata dall'assessore Luigi Sansavini che fra l'altro ha dichiarato: "Ci sono importanti progetti di sviluppo. L'aeroporto di Forlì dovrebbe diventare uno dei scali commerciali più importanti d'Italia assieme a quello di Bergamo." Il capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei liberali Stefano Gagliardi ha ricordato la posizione del suo partito nel merito, ha inserito la Seaf nel novero delle consociate a maggioranza pubblica che come altre (E-Bus, Sapro, Serinar) accumula negli anni deficit clamorosi: "Il problema non è la struttura in sé, anzi, il Ridolfi è un piccolo 'gioiello' tecnologico. Gli stessi organismi revisori della Seaf hanno constatato che il vero problema è costituito dal disinteresse del sistema territoriale e degli amministratori che non hanno saputo o voluto fare rete. Gli enti locali confinanti non si mobilitano: il Comune di Cesena detiene un misero 2,5%. Le categorie economiche del comprensorio? parlano bene e poi razzolano male. Non partecipano alla gestione. Le adesioni di principio in favore dell'aeroporto di Forlì credo siano soltanto una mozione ideologica e di bandiera. In realtà, il centrosinistra , che in tutti questi anni ha dovuto affrontare il problema dalle poltrone delle amministrazioni locali, ha miseramente fallito. Un esempio? Rifiutando , ancora pochi anni fa, le offerte ultramilionarie in euro presentateci da Ryanair?". Il capogruppo del PRI Giovanni Lucchi ha subito dichiarato che "Dell'Aeroporto di Forlì il nostro territorio non può e non deve fare a meno. Ma è necessaria un'azione politica forte, mettere in campo sinergie vere, convocare un tavolo di concertazione fra tutti i soggetti , compresi gli enti locali che fra l'altro sono governati dalle stesse forze politiche, che garantiscono la crescita economica del territorio". Il consigliere Leonardo Zavalloni (PD) ha aggiunto: "Molti soggetti del territorio, soprattutto quelli della costa sono ancora assenti, e mi spiace che il Comune non abbia ancora svolto quell' azione di traino da alcuni certamente attesa. Saluto con favore l'iniziativa della Provincia che adesso può giocare un ruolo di coordinamento. Auspico il coinvolgimento del Comune di Cesenatico già aderente alla società Promozione Turismo". Ha preso la parola anche il consigliere di Forza Italia Fabio Dellamotta : "Soltanto seguendo i fatti di cronaca che riguardano il trasporto aereo in regione è sin troppo facile constatare che molti soggetti non credono nello sviluppo del Ridolfi e , magari, scelgono di investire nello scalo di Rimini!". Il consigliere Luca Bartolini (An) "seppure fra mille critiche" annuncia il voto favorevole del suo partito: "In coerenza con la posizione assunta da sempre a sostegno dell'aeroporto di Forlì. È un patrimonio inestimabile della città non soltanto per il territorio forlivese, ma anche per tutta la parte 'alta' della Romagna. E' una struttura importante, indispensabile, che ci avvicina alle capitali di tutta Europa". Bartolini caldeggia l'ingresso in Seaf degli enti locali del ravennate e allo stesso tempo, però, non si esime dal criticare la scelta di coloro (la stessa giunta regionale) che parlando di aeroporti emiliano-romagnoli lanciano segnali "discordanti , a tutto vantaggio? delle compagnie di volo e non certo in favore dell'utente finale o delle società di gestione". Il consigliere Rotilio Biserna del Gruppo della Libertà/Gruppo Misto afferma: "Possiamo essere d'accordo nel sostenere il rilancio e la difesa dell'aeroporto Ridolfi. Ma ne faccio però una questione di metodo: c'era tutto il tempo utile per discutere l'argomento, dibatterlo in commissione , far convocare il consiglio di amministrazione? e invece? la delibera viene presentata oggi con i criteri d'urgenza e intanto slittano le misure da adottare per ammodernare le infrastrutture., mettere in sicurezza le strade. Certamente qualcosa si muove nell'ambito dell'aeroporto Ridolfi, ma il 'buco' di gestione rimane! E i soggetti che potrebbero impegnarsi di più (Cdc e AssoIndustriali) si tirano indietro , gli enti locali del comprensorio non ritengono opportuno intervenire, i vari soggetti del turismo (soprattutto l'AssoAlbergatori) non vogliono fare il salto di qualità e la stessa Sab di Bologna , assieme alla Regione, annunciano di volersi defilare". Il consigliere Orazio Manuzzi (Pd): "Abbiamo ascoltato oggi un modo 'strano' di ragionare: tutti (o quasi: se si esclude An) nelle fila dell'opposizione si dicono d'accordo nel voler sostenere una struttura utile per il territorio e alla fine, al momento del voto, tirato indietro la mano. Nel loro ragionamento ? dice Manuzzi rivolto ai consiglieri di Forza Italia ? non viene preso in considerazione un dato di fatto: il Ridolfi di oggi non vive più i problemi di 10 anni fa". Il consigliere Orazio Manuzzi ha difeso fortemente il piano industriale della Seaf , sottolineato il progetto della patrimonializzazione dello scalo , stigmatizzato il ruolo giocato dall'opposizione ("meramente critico e strumentale") e ricordato all'aula "il lavoro svolto dalla giunta provinciale verso una maggiore aggregazione e concreto coinvolgimento degli enti locali all' interno del Cda della Seaf". Il capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta è intervenuto sottolineando un aspetto: "Tutti gli aeroporti presentano una gestione in deficit, non soltanto il Ridolfi di Forlì. Tocca alla proprietà ricapitalizzare e , con le forze a disposizione, consentire l'andamento delle attività Forse, in precedenza, c'è chi ? non solo nella classe politica ma anche nella classe sociale ed economica locale ? non ha creduto fino in fondo a questa struttura". L'auspicio di Piergiorgio Poeta è che i tanti soggetti istituzionali , associativi ed economici del territorio decidano di impegnarsi con capitali propri per ripianare il bilancio e garantire investimenti". Anche il capogruppo del PRC s'è detto rammaricato che non si sia affrontato l'argomento in commissione, coinvolgendo il Cda della Seaf. Il capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore ha sollecitato l'intervento del presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi: "Soltanto lui ha la massima responsabilità istituzionale in materia e dunque si dovrebbe prendere l'impegno di svolgere in tutti i modi il coinvolgimento degli enti locali della nostra provincia ed anche delle associazioni (come Cdc e AssoIndustriali) nella gestione della Aeroporto di Forlì". Il capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno) Stefano Brigidi s'è detto rammaricato del fatto che la delibera non sia stata preceduta da un approfondimento in Commissione: "era un passaggio quasi obbligato" e poi ha rilevato che: "l'assenza del sistema imprenditoriale locale nel consiglio di amministrazione della Seaf determina il primo problema. Scontiamo un'assenza quasi completa del 'capitale privato' nella gestione del Ridolfi? e questo dovrebbe far riflettere. Quelle assenze, forse, indicano le ragioni del mancato coinvolgimento di altri soggetti: semplicemente non ci credono, non sono disposti a scommettere sullo sviluppo dello scalo. E la guerra all'ultimo volo fra Forlì e Rimini , certamente, non aiuta. Alla fine, qualcuno ci rimetterà le penne!". Anche il presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi è intervenuto ricordando che: "Nelle società di capitale il socio che detiene la maggioranza delle azioni è chiamato a giocare il principale ruolo di coordinamento e nel caso della Seaf si tratta del Comune di Forlì. Ugualmente , la Provincia di Forlì-Cesena sostiene il progetto e lo dimostra con i ripetuti aumenti quota". Bulbi si dice convinto che l'ingresso nella compagine sociale della Seaf da parte degli enti locali siano necessario a prescindere dalla singola quota di sottoscrizione: "Il confronto con i sindaci (della Riviera e delle Terme, in primis, ndr) è aperto, chiediamo l'adesione al progetto, chiediamo loro di entrare nella società , successivamente potranno rilanciare la loro presenza aumentando anche le quote!" spiega Bulbi , che inoltre spezza una lancia in difesa del mondo imprenditoriale ed economico locale: "Gli imprenditori attendono un segnale chiaro del mondo politico prima di partecipare allo sviluppo del progetto che comunque dovrà entrare in funzione al massimo delle potenzialità rafforzando le infrastrutture collaterali ed i servizi (strade, ristorazione e offerta alberghiera, ndr)". Il capogruppo del PDCI (Sinistra Arcobaleno) Agostino Mantegazza , che auspica l'approfondimento del dibattito in Commissione, ha dichiarato: "L'aeroporto Ridolfi o diventa un grande investimento per l'intero territorio provinciale oppure non ha senso che esista così com'è". Anche il capogruppo del PDCI ha caldeggiato l'ingresso nella compagine societaria dei soggetti economici e sociali del territorio, a partire dagli Albergatori della costa. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci e An. No: Fi. Astenuti: GdL, Pri e Verdi. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Romagna Acque società delle Fonti, modifica della convenzione e dello Statuto FORLI' ? Il dibattito sulla delibera ? presentata in aula dall'assessore Maurizio Castagnoli - di modifica della convenzione e dello Statuto di Romagna Acque società delle Fonti Spa (così come chiedeva a termini di legge il dettato nazionale) ha innescato oggi le osservazioni del capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei liberali Stefano Gagliardi che fra l'altro ha ricordato come "a parità di ruolo nell'assetto societario le tre province romagnole in realtà sopportino un impatto e una serie di responsabilità del tutto diverse" e ha chiesto lumi sulle "maglie larghe delle norme statutarie che permetterebbero ai soliti noti di partito" di far oparte del Cda. . L'assessore Maurizio Castagnoli ha promesso che la materia della gestione e dell'utilizzo delle risorse idriche sarà approfondita in una seduta di Commissione ad hoc. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc e Pdci. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e Verdi. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Approvato il programma del Diritto allo studio del 2007-2010 FORLI' ? Approvata la delibera che recepisce il programma degli indirizzi regionali e determina il programma provinciale per il diritto allo studio nel triennio 2007-2010. Si tratta di un documento programmatorio che non comporta nell'immediato oneri a carico del bilancio provinciale. La delibera è stata illustrata dall'assessore Margherita Collareta. E' intervenuta la consigliera del gruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei liberali Vittoria Bertaccini: "Si tratta di un programma del Diritto allo studio che fa acqua da tutte le parti e non riconosce i meriti degli studenti effettivamente meritevoli". Rilievo , per altro contestato e respinto, dall'assessore Collareta. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci e Verdi. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e Pri. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Approvata l'adesione alla Fondazione Renato Serra di Cesena FORLI' ? Approvata la delibera - illustrata in aula dall'assessore alla Cultura Iglis Bellavista - di adesione della Provincia di Forlì-Cesena (come 'socio ordinario') alla Fondazione Renato Serra con sede a Cesena , con una quota di ingresso (e per gli anni a seguire) che ammonta a 10 mila euro. E' un'adesione che nasce al pari dell'adesione già garantita in ambito culturale alla Fondazione 'Diego Fabbri' di Forlì ed alla Tito Balestra di Longiano. In fase di dibattito sono intervenuti con posizioni differenziate i consiglieri Rotilio Biserna del Gruppo della Libertà/Gruppo Misto, Elide Urbini e Otello Brighi del Gruppo Pd, il capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore e il capogruppo del Pri Giovanni Lucchi. L'assessore alla Cultura Iglis Bellavista ha spiegato che annualmente la giunta provinciale deciderà con quale quota (minore o maggiore) rinnovare l'adesione. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e An. No: nessuno. Astenuti: Fi, GdL e Pri. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nuovo regolamento per l'accesso alla professione di trasportatore FORLI' ? Approvato il regolamento ? in ottemperanza alla normativa nazionale che recepisce la direttiva Europea ? per il conseguimento dell'idoneità professionale per l'accesso alla professione di trasportatore su strada di merci per conto terzi e di viaggiatori su strada nel settore dei trasporti nazionali ed esteri. Sono intervenuti i capigruppo Giovanni Lucchi (Pri), Stefano Gagliardi (Fi), Fabio Dellamotta (Fi) che hanno bollato la delibera come "un inutile e bizzarro balzello europeo, un aggravio burocratico" e Piergiorgio Poeta (Prc) ed Ettore Stacchini (Pd) che hanno ricordato (il primo) come sarebbe stato utile introdurre anche il controllo dell'idoneità dei lavoratori, e (il secondo) come la disposizione nasca anche dall'accordo sottoscritto dalle associazioni di categoria e in linea con il criterio che "chi conduce aziende (i cosiddetti 'padroncini', ndr) debba anche affrontare opportune verifiche sulle competenze legali ed economiche connesse alla professione che si svolge". VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e Pri. No: nessuno. Astenuti: Fi e An. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nota: Presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi Presidente del consiglio provinciale di Forlì-Cesena Bruna Baravelli Capogruppo del PD (Partito Democratico) Daniele Zoffoli, vice Maurizio Brunelli Capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta Capogruppo del PDCI (Sinistra Arcobaleno) Agostino Mantegazza Capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno) Stefano Brigidi Capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei liberali Stefano Gagliardi Capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore Capogruppo del Gruppo della Libertà/Gruppo Misto Michele De Leonardis , vice Rotilio Biserna Capogruppo del PRI Giovanni Lucchi .

 


ARTICOLI DEL 10 DICEMBRE 2007

 

Parlare di legge elettorale non mi piace: non sono uno specialista dell'argomento e inoltre pen ( da "Stampa, La" del 10-12-2007)

Comunità montane: cambia tutto in toscana ( da "Tirreno, Il" del 10-12-2007)

Pronto riscatto dell'Isola Capo Rizzuto: a farne le spese è la Promosport ( da "Gazzetta del Sud" del 10-12-2007)

Quell'impunità che nasconde il marcio e il sano ( da "Unita, L'" del 10-12-2007)

Speculano pure sui consigli comunali ( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

Consigli comunali lampo solo per intascare il gettone ( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

Consigli comunali lampo solo per intascare il gettone pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

Caso sarria, il presidente dei veterinari ha difeso la professionalità della categoria ( da "Nuova Sardegna, La" del 10-12-2007)

Manager, tetto a 548mila euro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

Tagliare l'Iva dal 20 al 4% sulle cure per ferite difficili ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

Molto gettonata la vetrina del volontariato ( da "Adige, L'" del 10-12-2007)

Bilanci sanitari stretti tra deficit e anomalie ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 10-12-2007)

Fra Giustizia e antipolitica ( da "Panorama" del 10-12-2007)

Quale futuro per l'universitàe per la docenza in medicina ( da "Sicilia, La" del 10-12-2007)

CATANZARO: CONVEGNO SU PARCO NAZIONALE SILA ( da "Asca" del 10-12-2007)

INCIDENTI LAVORO: GARIGLIO, ISTITUZIONI RISPONDANO A RICHIESTA SICUREZZA ( da "Asca" del 10-12-2007)

GIORNATA DELLE MARCHE: BILANCIO DI SPACCA E LE SFIDE PER IL 2008 ( da "Asca" del 10-12-2007)

INCIDENTI LAVORO: CONS.COMUNALI TORINO DEVOLVONO GETTONE A FAMILIARI ( da "Asca" del 10-12-2007)

I furbetti delle riforme ( da "Stampaweb, La" del 10-12-2007)

Per le nomine bisognerà attendere ( da "Giornale di Calabria, Il" del 10-12-2007)

Salute: vietato abbassare la guardia su epatite B, appello esperti ( da "ADN Kronos" del 10-12-2007)

 

 

Roma, l'ex sottosegretario Verzaschi agli arresti domiciliari per tangenti. Il politico dell'Udeur è coinvolto in qualità di ex assessore alla Sanità. Nei giorni scorsi si era dimesso "per motivi strettamente personali" (La Repubblica del 10-12-2007)

 

 

Articoli

Parlare di legge elettorale non mi piace: non sono uno specialista dell'argomento e inoltre pen (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 10-12-2007)

 

So sia un tema troppo tecnico, troppo difficile, una di quelle questioni su cui la maggioranza delle persone normali non ha né intende avere convinzioni assolute e incrollabili. Però da un po' di tempo sento anch'io il bisogno di dire qualcosa. Da un po' di tempo, quasi tutto quel che leggo sulla riforma della legge elettorale mi fa venire il nervoso, o una certa "flin-a", per usare un'intraducibile espressione piemontese. È l'inquietudine che ti viene quando hai l'impressione di essere preso in giro, ma non capisci bene come e perché. Riflettendoci, però, credo di sapere che cosa mi dà tanto fastidio. Quel che non mi piace sono i due messaggi che, in modo più o meno palese, vengono indirizzati all'opinione pubblica attraverso l'astruso dibattito sulle riforme elettorali e istituzionali. Il primo messaggio dice più o meno così: cari italiani, questo Paese è ingovernabile perché la legge elettorale non funziona, quindi cambiamo la legge elettorale e vedrete che le cose andranno a posto. E qui mi prendo la prima arrabbiatura. Eh no, cari politici, se l'Italia è ingovernata, se da anni tutti i grandi problemi attendono vanamente qualcuno che li affronti sul serio, la responsabilità è innanzitutto vostra. Una nuova legge elettorale può solo rendervi il mestiere leggermente più facile (o leggermente più difficile, se sbagliate legge), ma non trasformerà mai un mediocre ceto politico in una vera classe dirigente. Se litigate continuamente fra di voi, se rimandate ogni volta le scelte difficili, se non ci spiegate mai che cosa vorreste fare e chi ve lo impedisce, è innanzitutto colpa vostra. Il problema centrale dell'Italia non è la legge elettorale, ma siete voi. Non riuscivate a governare con il proporzionale. Non ci siete riusciti con il mattarellum, non ci state riuscendo con il porcellum. Non ci riuscirete neanche con il vassallum, né con qualsiasi altra diavoleria vi sarete inventata nel frattempo. Insomma, il "dibattito" sulla legge elettorale sta diventando l'alibi che permette a questi politici di non guardarsi allo specchio: dando la colpa alle regole, implicitamente assolvono se stessi. È questa la risposta della "casta" al libro di Stella e Rizzo? Ma veniamo al secondo messaggio che, sempre più spesso, martella l'opinione pubblica. Esso non arriva dal ceto politico nel suo insieme, ma dai difensori a oltranza del sistema maggioritario. Il messaggio dice: coloro che vogliono tornare al sistema proporzionale, e in particolare Berlusconi e Veltroni, stanno tradendo la volontà di milioni di cittadini che - con il voto nei vari referendum sulla legge elettorale - si erano espressi a favore del sistema maggioritario. Anche questo è un messaggio obliquo e insincero. Se lasciamo per un momento da parte gli intellettuali e i circoli illuminati, che sanno sempre con implacabile sicurezza qual è il bene dell'Italia, ma parliamo invece della gente normale, la realtà è che sono in pochissimi ad avere idee precise e motivate sui sistemi elettorali. È molto ingenuo credere che fra il 1991 e il '93, ai tempi dei referendum Segni, gli italiani avessero compiuto una scelta meditata e irrevocabile a favore di una tecnica elettorale piuttosto che di un'altra. Allora come oggi la gente non ne poteva più del ceto politico, e allora come oggi l'unico mezzo che le veniva offerto per (provare a) liberarsene era un cambiamento della legge elettorale. Se l'Italia della prima Repubblica fosse stata governata con il maggioritario, forse avremmo puntato sul proporzionale. Così come oggi, visti i risultati del maggioritario, siamo tentati di fare macchina indietro e di tornare a qualche forma di sistema proporzionale. È inutile nasconderlo: il ritorno di simpatia per il proporzionale puro, senza premio di maggioranza, è prima di tutto l'effetto di un quindicennio di speranze deluse, la presa d'atto della fine di una stagione. È da vent'anni che gli italiani vogliono liberarsi di questa classe politica, ma poiché sono persone educate e pacifiche non trovano mezzi migliori che firmare referendum e sperare in un cambiamento delle regole. Anch'io ho firmato il referendum di Guzzetta e Segni, anch'io penso che la legge elettorale attuale - il cosiddetto porcellum - non sia una buona legge, anch'io credo che l'Italia funzionerebbe meglio se cambiassimo in modo oculato regole elettorali e istituzionali. Ma se sento parlare di proporzionale non mi scandalizzo e tanto meno mi sento tradito. In tanti abbiamo creduto nel maggioritario illudendoci di voltar pagina e di guadagnarne un ceto politico migliore. Oggi, di nuovo, ci piacerebbe voltar pagina, ma almeno dovremmo aver imparato che nessuna legge elettorale - proporzionale o maggioritaria che sia - renderà migliore il ceto politico che ci ritroviamo.


Comunità montane: cambia tutto in toscana (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 10-12-2007)

 

Stop a poltrone e gettoni Comunità montane: cambia tutto in Toscana FIRENZE. Le venti Comunità montane della Toscana hanno tirato un sospiro di sollievo per i tagli della Finanziaria scongiurati. Ma ora la Regione prepara una rivoluzione che elimina poltrone e gettoni e cambia i confini. BARTOLI a pagina 9.


Pronto riscatto dell'Isola Capo Rizzuto: a farne le spese è la Promosport (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 10-12-2007)

 

Jonici superlativi per tutto l'arco della gara: decide bruno nella ripresa Pronto riscatto dell'Isola Capo Rizzuto: a farne le spese è la Promosport Isola Capo Rizzuto1 Promosport0 Marcatore: 62' Bruno. Isola Capo Rizzuto: Cava 7, Maiolo 7, Logozzo 7, Bevilacqua 7 (69' Leone 6.5), Giancotti 7, Bruno 8, Muraca 8, Geraldi 7.5, Lomonaco 7, Rocca 7 (92' Calabretta), Deac 7 (53' Frisenda 7). All. Pino Tortora. Promosport: D'Augello 7, De Grazia, Romagnuolo, Torchia, Caccamo, Morabito, Gallo (47' Serratore), Fanello, Nicoletta (63' Muraca), Rizzardi (82' Sgrò s.v.), Sirianni. All. Claudio Morelli. Arbitro: Sgrò di Reggio Calabria. Isola Capo Rizzuto. L'Isola Capo Rizzuto con una prova da incorniciare si impone sulla Promosport venuta a Isola per fare bene e per cercare di portare via almeno un punticino. Gli uomini di Tortora hanno sfoderato gli artigli e dopo la brutta sconfitta di Mirto, sono ritornati alla vittoria. Un'Isola bella e vincente che conquista tre punti pesanti e si inserisce tra le prime del torneo di Promozione per la gioia dei suoi appassionati. Mister Tortora ha disegnato una squadra che vedeva centrali di difesa Giancotti e il giovane Muraca e con il capitano Maiolo più spostato a sinistra e Logozzo a farla da padrone sull'out destro, a centrocampo sono stati super Geraldi e Bruno che ha coronato la sua prestazione con una magnifica rete e in attacco spazio al duo Lomonaco-Deac che nel primo tempo ha creato parecchi grattacapi a Romagnuolo e compagni. La Promosport ha sofferto il gioco aperto dell'Isola e solo nel finale ha sfiorato il pari, senza però riuscire a concretizzare.. Cronaca. Isola Capo Rizzuto subito pimpante e avversari costretti ad arretrare il proprio baricentro. Al 6' da segnalare un tiro di Rocca alto sulla traversa e due minuti dopo un'incursione di Lomonaco deviata in angolo da un avversario. Gli ospiti provano a venire in avanti ma in area di rigore Nicoletta e Sirianni si fanno anticipare. Al 16' un piazzato del rumeno Deac viene mandato sul fondo da Geraldi. L'Isola preme e al 22' Lomonaco si libera al limite e tira in porta ma il portiere D'Augello respinge a pugni chiusi. Al 39' a provarci è Bruno che di destro manda la sfera a sfiorare il palo. Al 42' i giallorossi di casa vanno vicini al gol con un azione di Deac che serve palla a Rocca che spara la sfera sul corpo del portiere in uscita. Nella ripresa parte a mille la formazione di Tortora che sfiora il gol con Deac di testa e poi al 52' con Rocca. È il preludio al gol che arriva al 62': Frisenda fraseggia sulla destra con Rocca, supera due avversari e mette in area per la girata perfetta di Bruno. Applausi. L'Isola Capo Rizzuto va vicina al raddoppio con Frisenda e Lomonaco ma nel finale la Promosport tira fuori l'orgoglio e sfiora il pari con Sgrò e con Sirianni. Il triplice fischio del signor Sgrò di Reggio sancisce una vittoria importante e meritata per un'Isola Capo Rizzuto che è ritornata a giocare come sa. Da segnalare le trecento presenze in maglia giallorossa di capitan Maiolo e i 200 gettoni con la stessa casacca per Antonio Geraldi, che sono stati festeggiati simpaticamente dai tifosi che vogliono molto bene ai loro due beniamini. (lunedì 10 dicembre 2007).


Quell'impunità che nasconde il marcio e il sano (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 10-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del IL LIBRODalla Sicilia, discarica di trombati, alla legge furlana sui Celti. Caporale narra di "un sistema incapace, sprecone e felice" Quell'impunità che nasconde il marcio e il sano di Natalia Lombardo "Questo libro fa male". È l'avviso ai naviganti che Antonello Caporale premette a chi si avventura nel viaggio tra lo spreco di Stato, in quel sistema di scatole cinesi in cui ogni potere si autoconserva e si occulta in un oblio burocratico. Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e felice (pagg. 314, 17.50 euro, Baldini Castoldi Dalai editore) è il volume da novembre in libreria. Inchieste che lasciano stupefatti, come anelli di una catena che sembra ineluttabile: episodi di spreco di denaro pubblico tanto nel bistrattato Sud quanto nell'efficiente Nord; il mantenimento del potere di poltrona in poltrona, in un condono generalizzato per gli errori e i danni compiuti nel ruolo precedente. Antonello Caporale, nato nel salernitano, giornalista che dal 1989 scrive per Repubblica, nel cui sito con la rubrica "Piccola Italia" percorre la mappa della malagestione che porta a questo libro. Qui Caporale si infila nel "fortino" e svela la concatenazione di fatti: si sorride in partenza vedendo svanire il sogno di Calogero Mannino per lanciare turismo e lavoro a Sciacca con fondali caraibici proiettati verso cime innevate (coi cannoni). I soldi, 600 miliardi, andati in fumo, "i turisti, mai visti. E figuriamoci il lavoro". "Lillo" Mannino, invece, ex ministro Dc che ha avuto guai giudiziari, è senatore dell'Udc. L'oblio che non lascia per strada, un posto da consigliere d'amministrazione non si nega a nessuno: quello che Caporale definisce "il buen retiro dei burocrati" nel regno di Totò Cuffaro, quando il consenso "non si alimenta soltanto con i posti di sottogoverno ai "trombati"" o agli ex parlamentari rimasti senza poltrona. Anche lì una catena: consigli d'amministrazione in soprannumero che moltiplicano il numero di consulenti esterni, e così via. Magistrati amministrativi considerati "fuori ruolo" ma che "cumulano" incarichi extragiudiziari (documentati in appendice al volume le tabelle della Corte dei Conti). L'Italia delle emergenze continue, dai terremoti alle alluvioni alla "munnezza" in Campania: la soluzione è sempre la nomina di un "commissario straordinario"; il federalismo che attinge alle sorgenti (romane) o europee, o la vita felice della Val D'Aosta sovvenzionata in sovrappiù dalla Regione autonoma. Gli scempi ambientali costruiti sapendo che erano tali. Per non parlare del carrozzone Sviluppo Italia: Caporale percorre tutti gli anelli della catena, che a sua volta riconduce a quel pozzo senza fondo che è il sito Italia.it portale dalle ampollose intenzioni di promozione turistica pensato dall'ex ministro dell'Innovazione, il berlusconiano Lucio Stanca (del cui lavoro non si trova traccia, informa il libro). Preventivi fluttuanti per eccesso (45 milioni di euro..), appalti da conflitti d'interesse e svarioni culturali. Una frana maccheronica che ha travolto anche il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, al suo esordio con l'inglese alla Totò. Politica e potere, la Casta piccola piccola. L'endemica resistenza italica a "rendere conto" della spesa pubblica: l'anglosassone accountability, la trasparenza sul "brodo di cultura dello spreco". I privilegi denunciati ne La Casta di Stella e Rizzo già dimenticati. "Non c'è stato giorno di quest'anno che le cronache non abbiano disteso, come una lucertola al sole, i panni porchi della politica. Eppure, niente", nulla che abbia scosso "l'apatia morale", scrive Caporale, che conclude il suo viaggi a Salerno e deduce amaramente: "forse la nostra classe politica è troppo malata". Insomma, questo libro fa male ma si legge avidamente per vedere "dove vuole arrivare" il potere, per dirla ancora con Totò. Ma vedere è difficile, attraverso quei "vetri oscurati" delle auto blindate. Quei "teli neri", denuncia Caporale, grazie ai quali "il nascondimento collettivo realizza perfettamente il suo scopo: far apparire tutti gli uomini politici sotto la coltre di un magma informe e incolore. Fra buoni e cattivi, corrotti e onesti, non vi è alcuna differenza".


Speculano pure sui consigli comunali (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

 

Di Redazione - lunedì 10 dicembre 2007, 07:00 L'ultimo caso di spreco di denaro pubblico è andato in scena venerdì a Bologna: a rispondere alle interpellanze del capogruppo di Forza Italia, Daniele Carella, ci dovevano essere il sindaco Cofferati e l'assessore al Traffico, l'ex Prc Maurizio Zamboni. Ma il primo era a una inaugurazione, mentre il secondo a un convegno a Parigi. Risultato: la seduta è durata solo mezz'ora, però i 38 consiglieri comunali presenti hanno incassato per intero il loro gettone di presenza da 72 euro. Per un totale di poco più di 2700 euro. E non è la prima volta: a metà dello scorso luglio una commissione comunale durata 7 minuti costò 2100 euro.


Consigli comunali lampo solo per intascare il gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

 

Di Claudia B. Solimei - lunedì 10 dicembre 2007, 07:00 da Bologna L'"Unità" di Bologna l'ha sparato come titolo d'apertura a tutta pagina: "Il question time costa 2700 euro". E ha puntato il dito contro gli assessori del sindaco Sergio Cofferati, colpevoli di non farsi trovare nell'aula del Consiglio comunale di Bologna un po' troppo spesso. Risultato: sedute lampo ma una pioggia di gettoni di presenza da 72 euro lordi per i consiglieri. Una situazione che lo stesso presidente del Consiglio, il diessino Gianni Sofri, non ha esitato a definire "malinconica": "C'è una mancanza di comunicazione tra assemblea e giunta" ha ammesso. L'ultimo caso di spreco di denaro pubblico è andato in scena venerdì: a rispondere alle interpellanze del capogruppo di Forza Italia, Daniele Carella, ci dovevano essere lo stesso sindaco Cofferati e l'assessore al Traffico, l'ex Prc Maurizio Zamboni. Il primo, però, era a una inaugurazione con l'arcivescovo Carlo Caffarra; il secondo a un convegno a Parigi sulla mobilità. Di fronte all'assenza degli interlocutori, dopo solo mezz'ora la seduta è stata rinviata. Ma ovviamente i 38 consiglieri comunali presenti hanno tutti incassato il loro gettone di presenza da 72 euro: per un totale di poco più di 2700 euro. "Non mi pare ci sia un caso, le assenze degli assessori non sono la norma" ha tentato una difesa il capogruppo Ds, Claudio Merighi, che oggi sarà confermato alla guida del neonato gruppo del Pd in Comune. Ma il presidente Sofri la pensa in modo diverso e ha scritto anche al sindaco Cofferati per sollecitare un maggior dialogo tra giunta e Consiglio: "Il sindaco è perfettamente consapevole della necessità di avere questo aggancio" ha spiegato. La risposta, al momento, non è pervenuta. L'assemblea lampo al Comune di Bologna è solo l'ultimo di una serie di episodi che hanno fatto gridare allo scandalo in città su costi e sprechi della politica. A metà dello scorso luglio finì all'onore delle cronache una commissione comunale durata 7 minuti e costata 2100 euro: la maggior parte dei circa 30 consiglieri che avevano firmato per certificare la loro presenza ai lavori non erano rimasti dentro l'aula nemmeno due minuti. Dopo quell'episodio, altre commissioni risultarono incredibilmente affollate (con tanto di ronde di controllo del portavoce del sindaco, Massimo Gibelli). Tuttavia, l'effetto gogna pubblica durò poco: si è arrivati così a metà ottobre, quando un'altra commissione comunale, chiamata a parlare di degrado cittadino, andò quasi deserta. Eppure, anche in quel caso sul registro delle firme si contavano ben 26 nomi, equamente divisi tra centrosinistra e centrodestra, per una spesa di circa 1500 euro. Si tornò a gridare allo scandalo, ma non servì a introdurre il sistema della doppia firma, di ingresso e di uscita con relativo orario, di cui aveva parlato anche il sindaco.


Consigli comunali lampo solo per intascare il gettone pag.1 (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)

 

Consigli comunali lampo solo per intascare il gettone di Claudia B. Solimei - lunedì 10 dicembre 2007, 07:00 E anche il piano di contenimento dei costi elaborato dal presidente Sofri non è stato approvato. Anzi: alla fine di ottobre la giunta Cofferati ha stanziato altri 165mila euro da aggiungere a bilancio del 2007 proprio per coprire l'aumento del numero dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali.


Caso sarria, il presidente dei veterinari ha difeso la professionalità della categoria (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 10-12-2007)

 

Di Giovanni Cubeddu * "Caso Sarria, il presidente dei veterinari ha difeso la professionalità della categoria" "Un assessorato regionale alla Sanità sempre più lontano dai bisogni e dalle esigenze del mondo agro-pastorale sardo" L'assurda vicenda posta in essere dall'Assessorato alla sanità regionale nei confronti del Presidente dell'Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Sassari, dottor Andrea Sarria, mi spinge a fare alcune brevi riflessioni sull'argomento, visto il ruolo da me ricoperto all'interno della Facoltà di Medicina Veterinaria. Nel giudicare, in primis, irreprensibile, altamente professionale e del tutto conforme alla carica istituzionale, l'operato del dottor Sarria, mi preme sottolineare ancora una volta le difficoltà di un assessorato sempre più lontano dai bisogni e dalle esigenze del mondo agro-pastorale sardo. E non lo affermo per puro spirito di corporazione, ma per dei motivi molto semplici, che in questi tre anni e oltre anni di governo regionale hanno evidenziato l'assoluta disattenzione dei nostri governanti regionali nei confronti del grido di bisogno del comparto agro-pastorale. Quando, circa tre anni fa, durante una delle tante riunioni sulle problematiche della sanità sarda, facemmo notare all'assessorato, in termini di assoluto spirito collaborativo, che il piano sanitario regionale dedicava appena tre paginette (nel mare del libro dei sogni) al settore della medicina veterinaria, da parte dello stesso assessorato non fu dato molto peso, con la giustificazione che l'uomo viene prima degli animali e quindi era necessario dare risposte prioritarie alle patologie della medicina umana. E guai se non fosse così: ci rendiamo conto. Ma occorre altresì ricordare che le patologie dell'uomo molto spesso si incrociano con quelle degli animali. O vogliamo dimenticare che la Sardegna gode di un triste primato: quello di essere secondi al mondo, dietro soltanto alla Bolivia, come numero di interventi chirurgici per l'asportazione, nell'uomo, di cisti da echinococco al fegato e/o ai polmoni? Hanno controllato i dati relativi alla cenurosi umana? Ebbene, la letteratura mondiale dimostra che, sino al 2000, su quaranta casi al mondo di cenurosi cerebrale umana ben sette erano riferiti a pazienti sardi. Ulteriori ricerche compiute dopo il 2000 presso gli ospedali di Cagliari, Sassari e Nuoro, evidenziano che negli ultimi venti anni sono stati diagnosticati ben venti casi di cenurosi umana. O ci si dimentica troppo in fretta delle malattie trasmissibili dagli animali all'uomo e viceversa (Zoonosi), oppure dello straordinario ruolo di chi, il medico veterinario, è impegnato giornalmente nei controlli ispettivi delle carni, dei pesci e dei vari prodotti di origine animale, per garantire la popolazione umana da eventuali rischi sanitari? Quindi rispetto per la categoria, e soprattutto per chi, dal Codice deontologico, è demandato a vigilare sulla conservazione del decoro e dell'indipendenza professionale, e ad esercitare il potere disciplinare nei confronti dei sanitari, i quali, prestando la propria opera presso enti, esulano dalla condotta prevista dal Codice deontologico. Per definizione la deontologia professionale è l'insieme dei principi e delle regole che ogni medico veterinario deve osservare ed alle quali deve ispirarsi nell'esercizio della professione. Ed è in questa ottica che il Codice deontologico è stato rivisitato: tra i principi generali di modifica risaltano quelli che ribadiscono le condizioni per l'esercizio della professione veterinaria e ne garantiscono la credibilità. E non è un caso che il Codice deontologico sia stato modificato. Negli ultimi anni la mutata coscienza zoofila ha aperto nuovi e contrastanti scenari anche per chi esercita la professione di veterinario. La ristrutturazione del Sistema sanitario nazionale ha modificato il rapporto tra allevatore e veterinario. Oggi, come giustamente sostiene il presidente Sarria, è sempre più frequente che i medici veterinari siano nell'occhio del ciclone, sia con articoli di protesta sugli organi d'informazione, sia sotto l'aspetto della sicurezza personale (attentati a persone e/o cose). Oggi è sempre meno presente quel rapporto di reciproca fiducia tra la categoria degli allevatori e quella dei veterinari: una serie di circostanze che non sto ad elencare ha fatto sì che il veterinario sia visto più come un ostile, antipatico burocrate che come il clinico a cui affidare la salute dei propri animali. Ed è proprio sulla base di queste considerazioni che ha agito con estrema correttezza il Presidente dell'Ordine. Bene ha fatto il dottor Sarria a richiamare i colleghi davanti alle responsabilità professionali, sia per i motivi di tutela del decoro e della persona, ma soprattutto supportato da un fatto giuridicamente ineccepibile: il Ministero non aveva ancora autorizzato le vaccinazioni. Pare opportuno pertanto che in assessorato attribuiscano alla deontologia il vero significato, non impartendo disposizioni improvvisate, a volte anche in contrasto con i dettami normativi, volendo buttare nell'arena i colleghi, che in una ottica lavorativa, se non richiamati dall'Ordine professionale, si sarebbero gettati nella mischia senza forse valutare le eventuali conseguenze negative. La deontologia significa anche, per estensione, capacità di fare un bagno di umiltà, e non gridare allo scandalo verso chi deve garantire il rispetto delle regole, rivolgendosi addirittura alla Federazione Nazionale. Siamo dell'opinione che anche un consesso così importante e fondamentale come l'assessorato debba rispettare un proprio codice comportamentale, non imponendo di non disturbare il "manovratore", ma avendo la capacità di ascoltare chi effettivamente vuole evitare che quella manovra possa diventare estremamente pericolosa, sia per la categoria, ma prevalentemente per gli animali e per il comparto tutto. Quindi, complimenti al dottori Andrea Sarria per aver difeso il decoro professionale con la serietà che lo ha contraddistinto anche in questa occasione. Anche perché era legittimato sia dalla deontologia, ma soprattutto dalla legge. * Titolare della cattedra di Medicina legale veterinaria, Deontologia, Legislazione veterinaria e Protezione animale della Facoltà di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari, già sindaco di Ozieri.


Manager, tetto a 548mila euro (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-09 - pag: 2 autore: Manager, tetto a 548mila euro Più fondi a trasporti locali e sicurezza - Mister prezzi vigila sui listini Marco Mobili Marco Rogari Sale a 548mila euro il tetto sugli stipendi dei manager pubblici, delle Authority e della Banca d'Italia. A far salire del doppio la quota fissata al Senato (274mila euro equivalenti allo stipendio del primo presidente di Cassazione) è un emendamento di Roberto Villetti (Rnp) approvato in serata alla Camera in commissione bilancio alla fine dell'ennesima maratona sulla Finanziaria, caratterizzata da vertici fiume dell maggioranza e più di uno stop and go nei lavori. Via libera anche alla sterilizzazione (dal febbraio 2008) delle accise sugli aumenti della benzina, all'aumento dei fondi per trasporto locale e sicurezza e ai ritocchi sul pacchetto- derivati: per gli enti locali diventa obbligatoria allegare al bilancio il valore di mercato della posizione netta negli strumenti finanziari delle regioni e degli enti locali. Disco verde poi alla stabilizzazione di quasi 4mila lavoratori socialmente utili ( Lsu) in servizio al Comune di Palermo per effetto di un correttivo bipartisan, alla "detassazione" del Tfr, alla nascita di Mister prezzi con specifiche funzioni di controllo e sorveglianza e alla soppressione della Coni servizi Spa. Salta invece la riforma dei servizi pubblici locali. Che potrebbe essere recuperata nel maxi-emendamento su cui la prossima settimana il Governo chiederà la fiducia alla Camera, anche se nella maggioranza restano forti perplessità. Congelate anche le misure sui rigassificatori. Entro mercoledì il Governo deciderà se ricorrere alla blindatura su un un unico maxiemendamento o su tre per non appesantire di troppi commi l'articolato. In ogni caso si terrà conto delle modifiche approvate dalla Commissione che, alla fine di una maratona quasi nostop di 36 ore,ha dato mandato al relatore Michele Ventura (Pd) di riferire in Aula. Un centesimo per il clima Tornando ai manager, viene confermata la deroga per 25 dirigenti a discrezione del Governo. Sul fronte del Tfr,l'alleggerimento fiscale sarà definito entro marzo 2008 da un decreto dell'Economia. Due le opzioni: riduzione dal 20 al 23% dell'aliquota; bonus da far scattare agendo sulle detrazioni. Quanto ai prezzi, al ministero per lo Sviluppo economico viene istituito un Garante con il compito di vigilare e riferire sulle eventuali anomalie. Contro il"carobenzina", il Governo trimestralmente potrà sterilizzare gli aumenti di carburanti e combustibili per riscaldamento sforbiciando le accise. Ok anche ad un pacchetto verde: un centesimo per il clima per ogni litro di carburante acquistato e per ogni 6 kw/h di energia elettrica consumata. Arrivano anche piste ciclabili al posto delle tratte ferroviari dismesse e un Fondo anti "eco-mostri". Slittano i tagli degli assessori Apportati alcuni ritocchi al capitolo del freno ai costi della politica: saranno le Regioni, entro sei mesi, a fissare i criteri per il taglio delle comunità montane; la riduzione di assessori comunali e provinciali potrà scattare solo dalle prossime "amministrative". Aumentano da 100 a 200 milioni i fondi per la sicurezza, cui vanno aggiunti 50 milioni per l'acquisto di 4 Canadair (lotta agli incendi) e 10 milioni per i rinnovi dei contratti dei vigili del fuoco. Sale da 50 a 80 milioni la dote per le assunzioni delle Forze dell'Ordine. Con i beni confiscati ai mafiosi saranno finanziati interventi sociali nelle zone a rischio mafia. In arrivo risorse aggiuntive per il trasporto pubblico locale: 614 milioni nel 2008, 651 nel 2009 e 651 nel 2010. Altri 104 milioni sono destinati al finanziamento dei servizi pubblici ferroviari di viaggiatori e merci sulla media e lunga percorrenza. Il Fisco setaccia le merendine Per contrastare l'evasione fiscale i dati delle vendite attraverso i distributori dovranno essere registrati elettronicamente. Spuntano poi altre novità, a partire dallo scontrino fiscale che resta in vita un altro anno, con il rinvio al 2009 dei misuratori fiscali di nuova generazione collegati direttamente on-line con il Fisco. Novità anche sugli studi di settore per l'indotto ("controterzisti"). Viene poi ufficialmente differita al 1Úgennaio 2008 la Visco Sud. Diventa più rapida l'efficacia dei provvedimenti emanati dal Fisco: basterà la pubblicazione sui siti internet senza attendere la Gazzetta Ufficiale. Salvati i ritardatari Iva nell'invio dell'elenco clienti fornitori: saranno valide anche le trasmissioni relative al 2006 effettuate entro il 15 novembre scorso. SERVIZI LOCALI La riforma rimane esclusa: sarà il passaggio a Montecitorio a tentare di introdurre questo capitolo Resta lo scontro nel Governo.


Tagliare l'Iva dal 20 al 4% sulle cure per ferite difficili (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2007-12-09 - pag: 18 autore: Sanità. La richiesta di FederAnziani "Tagliare l'Iva dal 20 al 4% sulle cure per ferite difficili" Nell'ultima classifica dei sistemi sanitari compilata dall'Oms,l'Italia si è piazzata seconda dietro la Francia. Ma le statistiche inevitabilmente generalizzano e nelle serie di numeri si nascondono realtà poco lusinghiere per la sanità italiana. Un esempio sono le medicazioni per le "ferite difficili" (ulcere della pelle, da decubito e da diabete), patologie di cui soffrono soprattutto persone con più di 75 anni. Per le medicazioni, sui cui si paga un'Iva del 20%,si spendono tra i 100 e i 250 euro al mese, una cifra molto alta se si tiene conto che gli anziani, in Italia, hanno un reddito medio da pensione di 600 euro. Nel denunciare questa situazione, FederAnziani – associazione senza fini di lucro fondata nel 2006, con lo scopo di tutelare i diritti e promuovere la qualità della vita degli anziani – chiede la riduzione dell'Iva sulle medicazioni per ferite difficili dal 20 al 4%, come del resto già previsto dall'articolo 2 comma 67 della Legge Finanziaria del 2004, purtroppo mai applicato. FederAnziani ricorda che le medicazioni vengono fornite soloquando si è ricoverati in ospedale e, una volta dimessi, non sono rimborsabili. Ad una persona che soffre di diabete, ad esempio, viene fornita dal sistema sanitario nazionale la terapia farmacologica, ma la cura dell'ulcerazione del piede diabetico, estremamente frequente, è a carico del paziente. G.Cr. www.federanziani.it.


Molto gettonata la vetrina del volontariato (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 10-12-2007)

 

Turisti attirati anche dai prezzi più convenienti. I trentini più attenti anche all'aspetto sociale Molto gettonata la vetrina del volontariato Ma qualche associazione: "Penalizzati dalla posizione".


Bilanci sanitari stretti tra deficit e anomalie (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 10-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-12-10 - pag: 45 autore: Le relazioni. Verifiche stringenti Bilanci sanitari stretti tra deficit e anomalie Raffaele Cusmai Bilanci in perdita, diffuse irregolarità finanziarie, un generale sistema di gestione dell'ente che registra, in taluni casi, il deficit strutturale. è quanto emerso da alcune recentissime pronunce della sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Sicilia (numeri 100-105 e 108-114 del 2007). Sotto la lente della Corte sono finite alcune Usl e aziende ospedaliere di città come Siracusa, Enna, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo, Agrigento, Sciacca, Trapani, Ragusa. Praticamente l'intera isola. I controlli effettuati – che confermano il trend negativo delle precedenti verifiche della Sezione, che già quest'estate aveva evidenziato con specifiche pronunce, i risultati in rosso delle principali Usl della Regione – fanno emergere, come detto, per alcune di esse un rischio "quanto meno tendenziale ", per altre l'evidenza, di un "deficit strutturale". Tale da imporre "con urgenza l'attivazione di idonee azioni di riequilibrio dei conti da parte della Regione" (comma 173, lettera f) della legge 311/2004) e un efficace intervento da parte del management dell'ente. Il caso di specie, in termini più generali, richiama il disposto del comma 170 della legge 266/2005 (legge Finanziaria 2006) che prescrive anche per gli enti del servizio sanitario nazionale l'obbligo di trasmissione alle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti delle relazioni sul bilancio d'esercizio da parte dei collegi sindacali degli enti. In tal modo riconoscendo alla Corte, un ruolo attivo e propulsivo nella verifica del rispetto anche da parte delle aziende sanitarie ed ospedaliere, degli obiettivi annuali di contenimento e di razionalizzazione della spesa pubblica posti dalla legge ovvero contenuti negli atti di indirizzo regionali, a tutela dell'unità economica dello Stato e del coordinamento della finanza pubblica. Nei casi esaminati sono emersi profili piuttosto critici, praticamente per tutti gli enti controllati, in ordine allo stato dei bilanci – che registrano in molti casi perdite di esercizio, anche reiterate –e/o al mancato rispetto del vincolo di crescita dei costi della produzione assestatisi per l'esercizio 2005 ben al di sopra dei limiti imposti dalla Finanziaria 2005. Tale deficit, anche se la Regione Sicilia è in forte ritardo con le rimesse finanziarie all'intero sistema sanitario, non può prescindere, come osservato dalla Corte, da una tempestiva ed efficace azione di riequilibrio proprio a carico della Regione. Obbligata per legge (il citato comma 173 della Finanziaria 2005) a garantire coerentemente con gli obiettivi sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, la stabilità economico finanziaria degli enti del servizio sanitario nazionale sia in sede di preventivo annuale che di conto consuntivo.Il dato che emerge– in linea con la risultante di analoghe verifiche effettuate da altre Sezioni di controllo della Corte sul territorio nazionale – è quello di un generale sistema sanitario del Paese con una situazione economico-patrimoniale in grave crisi: bilanci, al netto degli interventi regionali, costantemente in perdita ed una generale dinamica dei costi non vincolata, dai collegi sindacali e dalla stessa Regione, da un serrato monitoraggio. Che dovrebbe garantire, contrariamente a quanto invece accade, che solamente la quantificazione del finanziamento assegnato all'ente determini il livello della spesa sostenibile. E non viceversa. L'ALLARME Le ultime pronunce in Sicilia evidenziano la diffusione delle irregolarità soprattutto sui vincoli di crescita dei costi della produzione.


Fra Giustizia e antipolitica (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 10-12-2007)

 

Fra Giustizia e antipolitica L'EUROPEO fra Giustizia e antipolitica SERGIO ROMANO Jacques Chirac esce dall'Eliseo, sede della presidenza della Repubblica francese, per entrare in un ufficio del palazzo di giustizia dove un magistrato inquirente gli chiede conto di certe assunzioni fatte negli anni in cui era sindaco di Parigi. Tony Blair è stato interrogato dalla polizia britannica, come testimone, nell'ambito di una indagine sui finanziamenti del Partito laburista. Dominique de Villepin, primo ministro all'epoca della presidenza Chirac, è coinvolto nell'affaire Clearstream, una banca lussemburghese in cui alcuni ministri avrebbero depositato le tangenti riscosse per la vendita a Taiwan di un certo numero di fregate costruite nei cantieri francesi. Non è sospettato di corruzione, ma di avere promosso indagini che avrebbero dovuto ingiustamente screditare alcuni dei suoi colleghi, fra cui, forse, lo stesso Nicolas Sarkozy. Il primo ministro irlandese Bertie Ahern è accusato di avere ricevuto somme importanti per le sue campagne elettorali da un promotore immobiliare. In Israele, nel frattempo, il procuratore generale ha ordinato alla polizia di avviare quattro indagini separate su casi di corruzione che coinvolgerebbero Ehud Olmert, primo ministro da quando Ariel Sharon, colpito da un ictus, cadde in un coma profondo (anche Sharon, quando governava il paese, era sospettato di avere favorito i progetti di un finanziere americano e di averne tratto vantaggio per sé e per il figlio). Il presidente della commissione Difesa e affari esteri del parlamento israeliano, Tzahi Hanegbi, ha ricevuto una sorta di avviso di garanzia in cui si prefigurano i reati di truffa, corruzione e spergiuro. E tralascio i casi boccacceschi, fra cui quello del presidente della Repubblica Moshe Katsav, costretto a dimettersi per molestie sessuali, e quello del ministro della Giustizia Haim Ramon, dimissionario per avere rudemente baciato, contro la sua volontà, una soldatessa diciottenne. Gli interessati, naturalmente, negano ogni responsabilità e dichiarano di avere fiducia nella giustizia. Ma Chirac si è difeso pubblicamente. Accusato di avere firmato contratti fittizi con cui il comune di Parigi assumeva persone che erano in realtà collaboratori del suo partito (quanti uomini politici italiani dovrebbero rispondere della stessa accusa?), ha sostenuto che si trattava di esperti a cui ritenne utile ricorrere per affrontare i problemi di una delle maggiori città del mondo. Ma ha aggiunto un argomento che riecheggia quello usato da Bettino Craxi in un discorso alla Camera qualche settimana prima della sua fuga in Tunisia. Parlo, ha detto, anche per chiarire ai francesi la questione del finanziamento della vita politica, una questione "divenuta col tempo sempre più incomprensibile, soprattutto per i più giovani fra i nostri concittadini". La frase, un po' troppo enigmatica, nasconde due fenomeni moderni che hanno coinvolto anche l'Italia. Il primo è il costo della politica e in particolare delle campagne elettorali, enormemente cresciuto nel corso degli ultimi vent'anni. Gli Stati Uniti sono riusciti a rendere i finanziamenti abbastanza trasparenti. Ma nessun finanziamento è gratuito. Quale sarà il grado d'indipendenza di un presidente che avrà contratto un debito di riconoscenza, per entrare alla Casa Bianca, con un gran numero di padrini? Il secondo fenomeno è il ruolo della giustizia. In quasi tutte le maggiori democrazie europee i magistrati si considerano pubblici custodi della morale nazionale e sono entrati in rotta di collisione con gli esponenti del legislativo e dell'esecutivo. Il paese in cui il contrasto è più forte non è l'Italia ma Israele, dove il ministro della Giustizia, Daniel Friedmann, vuole "raddrizzare" drasticamente il rapporto fra i poteri a favore del legislativo e ha presentato al parlamento un disegno di legge in questa direzione. Suppongo che i lettori di Panorama proveranno, leggendo queste righe, un sentimento di déjà vu.


Quale futuro per l'universitàe per la docenza in medicina (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 10-12-2007)

 

Incontro al policlinico Quale futuro per l'università e per la docenza in medicina Rapporto tra formazione, ricerca ed assistenza, ristrettezza di risorse e tagli minacciati di "posti-letto", riforma delle scuole di specializzazione mediche e del dottorato di ricerca, reclutamento dei ricercatori e concorsi per associati e ordinari. Su tutti questi argomenti, alcuni dei quali "scottanti" oltre che attuali, si è soffermata l'attenta disamina del prof. Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale, intervenuto alla seduta della Conferenza permanente dei presidenti dei corsi di laurea magistrali in Medicina e chirurgia - di cui è anche il coordinatore nazionale - i cui lavori si sono svolti a Catania, al Policlinico. Lenzi ha anche raccolto - prima di intervenire - le numerose sollecitazioni provenienti dal rettore Antonino Recca, dal preside della facoltà Nunzio Crimi e dal presidente del cdl Gaetano Catania, interessati ad avere notizie di prima mano sullo stato dei principali provvedimenti messi in cantiere dal Ministero dell'Università e sull'iter delle riforme annunciate dallo stesso Mussi, illustrando poi tutti questi punti ad una platea composta da una quarantina di presidenti di cdl provenienti da ogni parte d'Italia e a una cospicua rappresentanza di docenti catanesi. "In questo momento l'università italiana - ha premesso il presidente del Cun, organo consultivo del Ministero, eletto da docenti e personale degli atenei italiani, di cui fa parte anche il ricercatore catanese della facoltà di Agraria Attilio Toscano - sta subendo attacchi furiosi da diverse parti sociali, come si può apprendere da tutti i mass media. Forse perché è uno dei pochi soggetti istituzionali che sta provando a navigare, pur a fatica, verso un nuovo modello di sviluppo. Non ci nascondiamo le difficoltà, ma è pur vero che la politica, i politici in generale, non ci hanno aiutato e non ci aiutano moltissimo". In ogni suo passaggio, Lenzi ha rivendicato con orgoglio l'appartenenza alla comunità universitaria e alla facoltà di Medicina in particolare: "I nostri corsi di laurea - ha spiegato - si autovalutano da tempo, per migliorare la qualità e il servizio agli studenti, anticipando così anche le attività della futura agenzia di valutazione istituita dal ministero. Per questo possiamo dire che le facoltà mediche oggi sono all'avanguardia, e stanno compiendo passi importanti in direzione dell'autonomia, dell'innovazione e della sperimentazione nella didattica, ancor più di tante altre realtà solitamente più celebrate". Il rettore Recca ha posto con forza il problema dei nuovi fondi per il reclutamento di ricercatori: "In molti casi - ha detto - rischiano di non poter essere utilizzati, a scapito delle università che si sono dimostrate virtuose nel recente passato". E si è detto perplesso sull'annuncio dato da Mussi relativamente allo sblocco dei concorsi per ordinari ed associati: "Se si vuole fare in fretta, occorre intanto applicare la vecchia legge Moratti, e successivamente approvare un nuovo provvedimento". Su questo punto è intervenuto anche l'onorevole Giuseppe Palumbo, membro della commissione Sanità della Camera: "Siamo disponibili a promuovere un accordo parlamentare per varare dei correttivi alla normativa attuale, approvandoli già in sede legislativa. Altrimenti temo che per far partire i concorsi serviranno 4 o 5 anni". Recca, infine, ha auspicato una maggiore autonomia delle università per quanto riguarda la gestione dei Policlinici, sia dal Sistema sanitario nazionale, sia dalla politica, "dato che, per la loro missione peculiare legata anche alla didattica e alla ricerca, non possono essere considerati in nessun modo come normali aziende ospedaliere". Il preside Crimi ha invece lamentato lo "scarso peso" in cui vengono tenute le facoltà di Medicina in sede di valutazione per i finanziamenti, a causa della ridotta quantità di studenti dovuta al numero programmato: "Ci sono tanti altri fattori qualitativi che non vengono tenuti in considerazione come dovrebbero dai criteri nazionali, ad esempio il rapporto privilegiato tra studenti e docenti, la grande attrattività che i nostri corsi riscuotono e l'altissimo numero di allievi che giungono alla laurea". Lenzi ha quindi commentato la proposta di nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori avanzata da Mussi, che intendeva rivoluzionare la normativa del precedente governo e "sostanzialmente emendata sia dal Consiglio di Stato che dal Cun: era troppo complessa, oserei dire 'barocca'. La riscrittura che abbiamo suggerito mi sembra migliore, poiché normative troppo arzigogolate, seppur in nome della trasparenza, sono difficilmente applicabili e creano anticorpi all'interno del sistema, anche se per non perdere 20 milioni di euro già stanziati Mussi sta facendo bandire concorsi con le vecchie regole". Infine ha annunciato una bozza di decreto, da lui definita "molto interessante" sulla riorganizzazione del dottorato di ricerca, "perché non possiamo pensare che i dottorandi abbiano come unico sbocco la carriera universitaria, ma devono potersi affermare, con la loro alta professionalità, anche nel sistema delle imprese e della pubblica amministrazione", e l'imminente varo della riforma globale delle scuole di specializzazione, che contempla pure la compatibilità tra percorso specialistico e dottorato: "Sia chiaro però - ha precisato - che sulla gestione delle scuole non tollereremo eventuali 'scippi' alle nostre facoltà da parte della Sanità, specie se subdolamente consentiti da normative inserite in finanziaria".


CATANZARO: CONVEGNO SU PARCO NAZIONALE SILA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 10-12-2007)

 

(ASCA) - Catanzaro, 10 dic - Venerdi', 14 dicembre, alle ore 17, nella Casa delle Culture dell'amministrazione provinciale di Catanzaro, piazza Prefettura, si terra' il confronto a piu' voci su ''Il Parco come sta? Tra passato e presente - Vita e salute del Parco Nazionale della Sila''. Introduce e coordina Mariangela Bettini Ferrari, presidente del Garden Club Catanzaro La Zagara; presiede Antonio Garcea, presidente del Parco Nazionale della Sila; intervengono il regista Vittorio De Seta; la direttrice del Centro sperimentale e dimostrativo dell'Arssa di Lamezia Terme, Luigia Iuliano; l'attore, Pino Michienzi. ''Il convegno vuole rappresentare uno dei tanti momenti di sensibilizzazione e di confronto sulle potenzialita' economiche sociali e non del Parco Nazionale della Sila - ha dichiarato il Presidente del Parco, Antonio Garcea, soprattutto in considerazione degli ultimi dati statistici dell'Osservatorio Regionale del Turismo, emerge, un significativo aumento di presenze di turisti nei parchi calabresi. Il Parco della Sila, conclude Garcea, negli anni 2005/6, e' stato il piu' gettonato registrando 166.993 presenze e n* 61.515 arrivi ( fonte Il Sole 24 Ore) che in qualche modo hanno trainato il turismo ambientale calabrese''. In occasione dell'incontro saranno presentati al pubblico: Guida turistica del Parco Nazionale della Sila; Carta turistica del Parco Nazionale della Sila; Calendario da tavolo anno 2008; Calendario tascabile anno 2008; Pieghevole erbe aromatiche e medicinali; Pieghevole sentiero geologico. Saranno inoltre proiettati un video sulla Sila degli inizi del Novecento ed altri rari documentari. red/mcc/ss (Asca).


INCIDENTI LAVORO: GARIGLIO, ISTITUZIONI RISPONDANO A RICHIESTA SICUREZZA (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 10-12-2007)

 

(ASCA) - Torino, 10 dic - L'appello a non lasciare soli i familiari delle vittime del rogo della ThyssenKrupp e' stato gia' accolto dall'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Piemonte che si e' riunito oggi al termine della manifestazione organizzata a Torino da Cgil, Cisl e Uil per dire ''Basta morti sul lavoro''. L'appello e' stato lanciato dal palco della manifestazione da uno degli operai sopravvissuti all'incendio, Antonio Boccuzzi - e dai vertici delle organizzazioni sindacali - insieme alla richiesta di ''verita' e giustizia'' alle istituzioni e agli investigatori su cause e responsabilita' della tragedia. L'intero Ufficio di presidenza - il presidente Davide Gariglio, i vicepresidenti Roberto Placido e Mariangela Cotto, e i consiglieri segretari Vincenzo Chieppa, Mariacristina Spinosa e Agostino Ghiglia - ha gia' devoluto il proprio gettone di presenza per la riunione odierna. Un analogo versamento verra' proposto, nella prossima riunione dei capigruppo, per tutti i consiglieri regionali in occasione della seduta straordinaria che il Consiglio fara' il 18 dicembre per discutere sulla sicurezza nei posti di lavoro. ''I consiglieri regionali hanno partecipato in massa alla manifestazione di stamani - commenta il presidente Gariglio - e mi aspetto che rispondano con generosita' a questo appello di solidarieta'. Dalle istituzioni deve pero' venire forte anche una risposta alla richiesta di sicurezza nei posti di lavoro perche' non si debbano piu' ripetere tragedie come questa della ThyssenKrupp''. res-muz/mcc/ss (Asca).


GIORNATA DELLE MARCHE: BILANCIO DI SPACCA E LE SFIDE PER IL 2008 (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 10-12-2007)

 

(ASCA) - Ascoli Piceno, 10 dic - Conti finanziari della sanita' sotto controllo, costi della politica in diminuzione, 688 milioni di finanziamenti Bei per le Marche: sono gli obiettivi del 2007, conseguiti dalla Regione, che lancia ora la sfida per il 2008: giovani, anziani, un progetto speciale per Ascoli Piceno. Il bilancio dell'anno in corso e le sfide del nuovo, sono stati stilati dal presidente Gian Mario Spacca, nel corso della celebrazione della Giornata delle Marche, svoltasi al Tetro Ventidio Basso di Ascoli Piceno. Nel suo intervento, il presidente ha ringraziato ''tutti coloro che hanno lavorato a questa nuova edizione: i volontari, i giovani, la scuola, maestri del lavoro, i media, gli enti locali, i rappresentanti delle 110 associazioni di marchigiani provenienti da tutto il mondo''. La cerimonia e' servita per stilare un bilancio sull'attivita' del governo regionale. ''Si riducono, nel 2007 - ha detto Spacca - i costi della politica e della pubblica amministrazione. Si riduce anche l'indebitamento della nostra Regione, confermando un trend positivo iniziato nel 2005''. Quest'anno la pubblica amministrazione regionale e' costata 92 euro per ogni cittadino, rispetto ai 105 euro del 2004. ''Sono state ridotte ancora di piu' le consulenze: dai circa 6 milioni di euro del 2004, siamo passati a 700 mila nel 2007. Prosegue la lotta all'evasione fiscale: sono 20 milioni gli euro recuperati. Oggi siamo arrivati a spendere, per ogni cittadino delle Marche, 1.990 euro per la sicurezza sociale, 140 euro per lo sviluppo, 225 euro per il territorio, con un rinnovato equilibrio tra gli assi prioritari di governo''. Buone notizie anche sul fronte della sanita': ''Mentre altre Regioni sono state commissariate dal Governo - ha riferito il presidente - oggi possiamo essere soddisfatti per una situazione dei conti della sanita' marchigiana'', che sono stati definiti ''sotto controllo''. Prima di annunciare gli obiettivi del 2008, il presidente ha stilato un consuntivo del 2007. ''Lo scorso 10 dicembre prendemmo tre impegni: potenziamento della rete infrastrutturale, nuovo Piano sanitario, turismo. Sono stati avviati i lavori della terza corsia autostradale (per un investimento di oltre 1.700 milioni di euro), attivati finanziamenti per la realizzazione della Salaria e della Mezzina, per le direttissime Ancona-Perugia e Civitanova-Foligno, emanato il project financing per il collegamento del porto di Ancona alla grande viabilita', siglata l'intesa tra Marche-Toscana-Umbria per la Fano-Grosseto, con l'impegno del Governo all'emanazione del bando di project financing nei primi mesi del 2008, rilanciato l'aeroporto delle Marche, con il dimezzamento delle perdite e l'incremento dei passeggeri''. Approvato il Piano sanitario 2007-2009, e' stato firmato l'accordo con la Banca europea degli investimenti (Bei): 688 i milioni di euro attivati, con oltre 200 progetti di ammodernamento delle strutture ricettive gia' presentati. ''Qui da Ascoli - ha annunciato Spacca - prendiamo altri tre impegni per il 2008. Vogliamo promuovere le strutture sociali, educative e ricreative con progetti concreti a favore dei giovani: biblioteche multimediali, rivitalizzazione degli oratori, diffusione della conoscenza dell'inglese con corsi scolastici mirati. Vogliamo, inoltre, promuovere - e' detto in una nota - un progetto speciale per Ascoli Piceno, attraverso il coordinamento delle politiche regionali, con una nuova finalizzazione territoriale, per favorire lo sviluppo e la coesione sociale, rafforzarne l'attrattivita' internazionale a favore delle famiglie e delle imprese'' Spacca ha annunciato che ''la Giornata della Marche 2008, sara' dedicata agli anziani. Ci impegniamo a realizzare l'Agenzia della terza eta' - ha concluso - a potenziare il servizio per la non autosufficienza, lo ammodernamento delle Case di riposo con i fondi Bei, la telemedicina, i servizi di trasporto specifici''. red/mcc/ss (Asca).


INCIDENTI LAVORO: CONS.COMUNALI TORINO DEVOLVONO GETTONE A FAMILIARI (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 10-12-2007)

 

(ASCA) - Torino, 10 dic - Nelle iniziative di solidarieta' alle famiglie delle vittime dell'incidente alla Thyssenkrupp si segnala oggi quella dei consiglieri del Comune di Torino che devolveranno il gettone di presenza della seduta di oggi (circa 6000 euro lordi) ai familiari delle vittime e dei feriti. Un'iniziativa analoga era stata decisa in occasione dello Tsunami in estremo oriente. Assieme alla Fondazione Crt e alla Compagnia di Sanpaolo, ha detto il sindaco Sergio Chiamparino, si sta inoltre lavorando per creare un fondo di sostegno alle famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro. ''Inoltre -ha aggiunto il sindaco che ha aperto la seduta di oggi pomeriggio in Sala rossa con le comunicazioni sulla tragedia della Thyssenkrupp.- ci si sta impegnando per un'eventuale collocazione lavorativa delle vedove''. eg/mcc/sr (Asca).


I furbetti delle riforme (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampaweb, La" del 10-12-2007)

 

Parlare di legge elettorale non mi piace: non sono uno specialista dell'argomento e inoltre penso sia un tema troppo tecnico, troppo difficile, una di quelle questioni su cui la maggioranza delle persone normali non ha né intende avere convinzioni assolute e incrollabili. Però da un po' di tempo sento anch'io il bisogno di dire qualcosa. Da un po' di tempo, quasi tutto quel che leggo sulla riforma della legge elettorale mi fa venire il nervoso, o una certa "flin-a", per usare un'intraducibile espressione piemontese. è l'inquietudine che ti viene quando hai l'impressione di essere preso in giro, ma non capisci bene come e perché. Riflettendoci, però, credo di sapere che cosa mi dà tanto fastidio. Quel che non mi piace sono i due messaggi che, in modo più o meno palese, vengono indirizzati all'opinione pubblica attraverso l'astruso dibattito sulle riforme elettorali e istituzionali. Il primo messaggio dice più o meno così: cari italiani, questo Paese è ingovernabile perché la legge elettorale non funziona, quindi cambiamo la legge elettorale e vedrete che le cose andranno a posto. E qui mi prendo la prima arrabbiatura. Eh no, cari politici, se l'Italia è ingovernata, se da anni tutti i grandi problemi attendono vanamente qualcuno che li affronti sul serio, la responsabilità è innanzitutto vostra. Una nuova legge elettorale può solo rendervi il mestiere leggermente più facile (o leggermente più difficile, se sbagliate legge), ma non trasformerà mai un mediocre ceto politico in una vera classe dirigente. Se litigate continuamente fra di voi, se rimandate ogni volta le scelte difficili, se non ci spiegate mai che cosa vorreste fare e chi ve lo impedisce, è innanzitutto colpa vostra. Il problema centrale dell'Italia non è la legge elettorale, ma siete voi. Non riuscivate a governare con il proporzionale. Non ci siete riusciti con il mattarellum, non ci state riuscendo con il porcellum. Non ci riuscirete neanche con il vassallum, né con qualsiasi altra diavoleria vi sarete inventata nel frattempo. Insomma, il "dibattito" sulla legge elettorale sta diventando l'alibi che permette a questi politici di non guardarsi allo specchio: dando la colpa alle regole, implicitamente assolvono se stessi. è questa la risposta della "casta" al libro di Stella e Rizzo? Ma veniamo al secondo messaggio che, sempre più spesso, martella l'opinione pubblica. Esso non arriva dal ceto politico nel suo insieme, ma dai difensori a oltranza del sistema maggioritario. Il messaggio dice: coloro che vogliono tornare al sistema proporzionale, e in particolare Berlusconi e Veltroni, stanno tradendo la volontà di milioni di cittadini che - con il voto nei vari referendum sulla legge elettorale - si erano espressi a favore del sistema maggioritario. Anche questo è un messaggio obliquo e insincero. Se lasciamo per un momento da parte gli intellettuali e i circoli illuminati, che sanno sempre con implacabile sicurezza qual è il bene dell'Italia, ma parliamo invece della gente normale, la realtà è che sono in pochissimi ad avere idee precise e motivate sui sistemi elettorali. è molto ingenuo credere che fra il 1991 e il '93, ai tempi dei referendum Segni, gli italiani avessero compiuto una scelta meditata e irrevocabile a favore di una tecnica elettorale piuttosto che di un'altra. Allora come oggi la gente non ne poteva più del ceto politico, e allora come oggi l'unico mezzo che le veniva offerto per (provare a) liberarsene era un cambiamento della legge elettorale. Se l'Italia della prima Repubblica fosse stata governata con il maggioritario, forse avremmo puntato sul proporzionale. Così come oggi, visti i risultati del maggioritario, siamo tentati di fare macchina indietro e di tornare a qualche forma di sistema proporzionale. è inutile nasconderlo: il ritorno di simpatia per il proporzionale puro, senza premio di maggioranza, è prima di tutto l'effetto di un quindicennio di speranze deluse, la presa d'atto della fine di una stagione. è da vent'anni che gli italiani vogliono liberarsi di questa classe politica, ma poiché sono persone educate e pacifiche non trovano mezzi migliori che firmare referendum e sperare in un cambiamento delle regole. Anch'io ho firmato il referendum di Guzzetta e Segni, anch'io penso che la legge elettorale attuale - il cosiddetto porcellum - non sia una buona legge, anch'io credo che l'Italia funzionerebbe meglio se cambiassimo in modo oculato regole elettorali e istituzionali. Ma se sento parlare di proporzionale non mi scandalizzo e tanto meno mi sento tradito. In tanti abbiamo creduto nel maggioritario illudendoci di voltar pagina e di guadagnarne un ceto politico migliore. Oggi, di nuovo, ci piacerebbe voltar pagina, ma almeno dovremmo aver imparato che nessuna legge elettorale - proporzionale o maggioritaria che sia - renderà migliore il ceto politico che ci ritroviamo.


Per le nomine bisognerà attendere (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 10-12-2007)

 

Loiero interviene su quelle nella sanità. Lamonica, Borrello e Tassi chiedono maggiore competenza ROCCA IMPERIALE. "Non ci saranno nomine per la sanità domani (oggi per chi legge)". Lo ha detto il presidente della Regione Agazio Loiero all'AGI. "Anche alla luce di quello che è successo nei giorni scorsi - ha spiegato - voglio fare insieme alla giunta una riflessione più profonda per vedere in quale misura, in un tema così complicato e delicato come la sanità, si possa coniugare il massimo di novità e il massimo di efficienza, superando schemi che spesso sono apparsi obsoleti". "La Giunta regionale deve nominare i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie scegliendoli esclusivamente su criteri di competenza e professionalità e non per appartenenza politica. Lo si deve ad Eva, Federico, Flavio ed alle centinaia di persone che aggiungono ogni giorno al dolore della malattia la tragedia di incontrare un sistema disorganizzato, inefficiente e che sta sempre più perdendo credibilità". È quanto si legge in un comunicato di Vera Laconica, segretaria generale della Cgil Calabria. "Lo si deve - aggiunge - anche agli operatori che lavorano in condizioni a volte proibitive che mortificano esperienze e professionalità e comportano demotivazione e disagio di cui, insieme al caos organizzativo, alle deficienze strutturali, all'improvvisazione nell'organizzazione aziendale e del lavoro, fanno le spese i pazienti. Quello che sta accadendo sotto gli occhi di tutti è l'aprirsi di una drammatica frattura tra i cittadini, che esprimono paura e diffidenza rispetto ad un sistema che nega diritti e produce insicurezza anche sulla qualità delle risposte, e gli operatori, soprattutto i medici, che diventano bersaglio di un giudizio liquidatorio e di un'aggressività diffusa, anche quando non motivata, come è possibile sperimentare ad esempio in ogni Pronto soccorso. Il protrarsi di questo stato di cose - continua - ucciderebbe in via definitiva il sistema pubblico perché gli toglierebbe la credibilità necessaria anche per riformarsi e correggersi e stimolerebbe ulteriori fughe, con ciò aggravandone la tenuta finanziaria ed indebolendone la capacità di attrarre e trattenere professionalità forti. È giusto l'intervento strutturale sui quattro nuovi ospedali con le modalità straordinarie concordate con il ministro Livia Turco, ma è necessario procedere rapidamente ad una vera discussione sul Piano Sanitario ed all'approvazione di un testo che dia certezza di innovazione, razionalizzazione e investimento sull'adeguamento tecnologico, la qualità degli ospedali, i servizi territoriali, la rete dell'emergenza, l'integrazione socio-sanitaria. Ma i processi di costruzione della qualità - fa rilevare - non hanno un'ora X né un testo miracoloso, partono dal controllo e dall'organizzazione di ogni prestazione che, per essere ottimale, ha bisogno di un contesto complessivo che funzioni e sia organizzato avendo al centro l'interesse e il benessere del paziente". "Per questo - aggiunge - bisogna iniziare dalla testa: dirigenti adeguati che non debbano rispondere a nessuna esigenza politica, e che quindi sappiano scegliere a loro volta direttori e primari in base al loro documentato valore ed a null'altro; che decidano di non aprire reparti e servizi palesemente inadeguati solo per incentivare nomine e prebende; che denuncino le interferenze e le pressioni ed anche le omissioni e le compromissioni che corrompono il sistema dall'interno. Insomma scegliere un modello, tutto da costruire, di Aziende che producano salute e non affari, consenso politico, carriere e clientele. Anche gli operatori, la maggior parte dei quali dà impegno ed ha professionalità, devono fare la loro parte soprattutto pretendendo che sia restituito valore al loro lavoro con una contrattazione non individuale ma collettiva in cui il merito e la dedizione siano riconosciuti. Solo in Calabria può accadere che sia il sindacato a denunciare gli imboscamenti di personale, i favoritismi, le cordate dell'inefficienza e che, quelle che dovrebbero essere le controparti attente all'interesse generale, siano invece coloro che usano a fini di potere il governo del personale". Dal canto suo il consigliere regionale dell'Udeur, Antonio Borrello, ha presentato una proposta di legge per modificare ed integrare la legge regionale numero 11 del 19 marzo 2004 nella parte relativa alla nomina di direttori generali, amministrativi e sanitari nelle Asp. Lo rende noto, in un comunicato, lo stesso Borrello. "Gli ormai troppo frequenti casi di malasanità - scrive Borrello - aggravano la fragilità di un sistema sanitario sul quale occorre intervenire con urgenza per tentare di farlo assurgere a dignità in termini di efficienza e qualità dei servizi dentro un modello organizzativo più coerente con la domanda di "salute sicura" che proviene dalla società calabrese. Se gli strumenti di pianificazione e di indirizzo non sono accompagnati da scelte drastiche ed innovative in ordine alla nomina di direttori generali, direttori amministrativi e sanitari svincolati definitivamente dalla discrezionalità della politica di governo, difficilmente potremo aspirare a vedere realizzati gli obiettivi da tutti auspicati". "C'é necessità - prosegue - di disporre di management aziendali le cui esperienze, titoli, capacità sperimentate e referenze siano preventivamente passate al vaglio rigoroso di esperti di conclamata professionalità, estranei alla Regione, capaci di mettere a disposizione della Giunta regionale il meglio di cui dispone la società. Non se ne esce più se si continua a perseverare su impostazioni in cui l'appartenenza politica è stata sempre anteposta alla meritocrazia, sfuggendo, così, all'imperativo categorico di obbedire alla ferrea regola secondo la quale con la salute della gente è vietato trastullarsi". "La proposta di legge, - conclude Borrello - composta di appena 2 articoli, persegue l'obiettivo di reinventare le modalità di scelta, rimuove la discrezione, e viene sottoposta in maniera aperta alla valutazione dei gruppi consiliari e dell'intero Consiglio regionale, affinché, anche attraverso le modifiche ed integrazioni ritenute idonee per ottimizzarne i contenuti, possa essere approvata con urgenza per poter essere utilizzata sin da subito in vista delle nuove nomine da farsi". Tra le proposte, quella relativa alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere la scelta da effettuarsi "con provvedimento della Giunta regionale sulla scorta della proposta formulata da una Commissione di tre esperti, esterni alla Regione, appartenenti al mondo accademico e scientifico, che effettua una rigorosa valutazione dei curricula e delle esperienze maturate dei partecipanti alla Manifestazione di interesse da indire con la più ampia pubblicizzazione". "Il ministro della salute, Livia Turco, finalmente, dopo la tragedia della giovane Eva Ruscio, sembra aver compreso la gravità della situazione della sanità nella nostra regione". È quanto afferma in una nota il coordinatore provinciale della Sinistra Democratica di Vibo Valentia, Pino Tassi, secondo il quale i prossimi "Direttori generali in tutta la Calabria deve avvenire attraverso un concorso nazionale". "Le dichiarazioni di ieri - prosegue - e i primi provvedimenti vanno nella giusta direzione perché se è giusto da un lato accertare le responsabilità individuali dei medici e altrettanto necessario individuare le responsabilità politiche del degrado della sanità in Calabria. Il degrado della sanità é innanzitutto un degrado morale e di valori. Il segnale che la classe medica e sanitaria ha ricevuto in Calabria (ma non solo) è che per fare carriera, per essere premiati, non serve tanto essere bravi, capaci, professionali, ma essere ossequiosi e appartenere possibilmente a lobbyes, partiti, logge massoniche. Questa è la responsabilità principale della classe politica calabrese prima del centro destra e in questi anni del centro sinistra che non ha avuto la capacità e la forza di far valere le professionalità e le competenze. Ecco perché il nocciolo del problema è quello delle nomine dei Dirigenti generali, sanitari, tecnici, dei primari, dei responsabili dei dipartimenti e giù a scendere. Il criterio di nomina di questi anni è stato sempre quello dell'appartenenza politica, della fedeltà, dell'ubbidienza. Questo criterio ha portato spesso a nomine discutibili, non all'altezza del compito, in pochi casi a scelte buone". "La scelta - aggiunge Tassi - di commissariale le Aziende sanitarie provinciali in Calabria è stata una scelta infelice che ha portato ad una ulteriore destabilizzazione ed è stata praticata solo per questioni di lotte politiche interne al PD. Se il Presidente Loiero vuole cambiare rotta realmente, vuole rendere la sanità funzionale ed efficiente deve fare atti concreti".


Salute: vietato abbassare la guardia su epatite B, appello esperti (sezione: Costi dei politici)

( da "ADN Kronos" del 10-12-2007)

 

Ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di SALUTE Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute) - Vietato abbassare la guardia contro l'epatite B. E' questo l'appello a più voci lanciato, oggi a Roma, dagli esperti italiani in una conferenza stampa al Senato. Sono 14 mila le nuove infezioni registrate ogni anno in Italia dove, dice Giampiero Carosi, presidente della Società italiana di malattie infettive (Simit), "ogni giorno muoiono circa 14 persone per le conseguenze dirette dell'infezione da Hbv, il virus dell'epatite B". Secondo le stime del professore dell'università degli studi di Brescia, sono oltre 600 mila i portatori dell'Hbv nel nostro Paese, "di cui 250 mila immigrati". E' questo il nuovo fronte 'caldo' della malattia, assieme a quello delle carceri. In Italia infatti esiste la vaccinazione obbligatoria contro l'Hbv dal 1991, quando per primo il nostro Paese ha iniziato a muoversi sul terreno della prevenzione. Seguito poi, dicono gli esperti, da tutti gli altri Paesi compresi gli Usa. Ma, avverte una raccomandazione dell'Unione europea, nella Ue "serve un approccio olistico alla malattia, maggiori informazioni al pubblico, integrazione sociale dei malati e, appunto, la necessità di consigliare il vaccino a tutti gli immigrati provenienti da zone a rischio, e negli istituti penitenziari". Epatologi, gastroenterologi ed esperti di malattie sessualmente trasmissibili sono concordi nel sottolineare che "non bisogna creare allarmismo nella popolazione generale. Ma arrivare alle categorie a rischio". Si tratta di "persone che hanno rapporti sessuali con più partner, tossicodipendenti, conviventi di persone Hbv positive, e chi si rivolge a piccoli ambulatori per interventi estetici", avverte Alfonso Mele, ricercatore dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e responsabile del sistema di monitoraggio dell'epatite B 'Seieva'. Anche se, visti i costi più che contenuti del vaccino, gli esperti tra le righe suggeriscono a tutti di vaccinarsi. L'epatite B, infatti, è una malattia cronica che può portare con il tempo a cirrosi e al cancro del fegato. "Con costi, oltre che umani, anche economici per il Ssn". In questo quadro "fondamentale - dicono in coro - è il rapporto stretto con i medici di medicina generale, che devono inviare i loro assistiti dagli specialisti". Il problema più critico sembra però essere quello della popolazione immigrata. "Anche chi è in Italia da clandestino - ricorda il presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato Ignazio Marino - deve sapere che può accedere alle cure e all'assistenza del Servizio sanitario nazionale beneficiando dello status di straniero temporaneamente presente (Stp). E la sua presenza in una struttura pubblica - aggiunge - non comporta la segnalazione al ministero degli Interni". L'invito è dunque quello a farsi curare se necessario. A questo proposito esiste, nel quartiere di San Lorenzo di Roma, un'associazione, Imagine onlus, che dal febbraio del 2006 ha aperto uno sportello in sei lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e arabo) per cercare di intercettare i cittadini stranieri e sensibilizzarli alla prevenzione e alla cura dell'epatite B. La piccola struttura, che però ha già un progetto attivo anche in Honduras, è collegata con l'Istituto San Gallicano di Roma dove gli immigrati possono trovare assistenza sanitaria ad hoc. Quanto al problema della diffusione dell'Hbv nelle carceri, su cui si concentra la Ue, Marino spiega "che si tratta di un nodo importante della sanità pubblica che potrà cominciare ad essere affrontato nella giusta misura quando la medicina carceraria passerà finalmente dalle competenze del ministero della Giustizia a quello della Salute".

 

ROMA - Il sottosegretario alla difesa Marco Verzaschi è agli arresti domiciliari in relazione ad un' inchiesta della procura di Roma che lo vede coinvolto nella sua qualità di ex assessore regionale alla sanità. Il sottosegretario dimissionario risulta coinvolto in qualità di ex assessore regionale alla Sanità. La misura fa riferimento a due distinte contestazioni: una per corruzione, l'altra per concussione.

La vicenda, in cui sono indagati diversi manager e politici, riguarda presunte tangenti pagate dalla manager Anna Iannuzzi, soprannominata Lady Asl. Nei giorni scorsi Verzaschi, 48 anni, si era dimesso da sottosegretario alla Difesa e da segretario regionale per il Lazio dell'Udeur. Una decisione presa, aveva detto il politico, per motivi "strettamente personali".

Nel '95 Verzaschi e' stato eletto per la prima volta nel Consiglio della Regione Lazio, incarico rinnovato nel 2000 e nel 2005. Dal 2000 al 2003 ha ricoperto l'incarico i assessore regionale all'Ambiente e Protezione Civile, assumendo, successivamente, e fino al 2005, la responsabilità di assessore regionale alla Sanità. Lo stesso anno Verzaschi lascia la Cdl per passare all'Udeur di Clemente Mastella. Verzaschi viene nominato sottosegretario alla Difesa il 19 maggio 2006.

(10 dicembre 2007)

 


 

ARTICOLI DEL 9 DICEMBRE 2007

 

In estate era di dieci miliardi Al Senato è salita a 13 alla Camera crescerà ancora ( da "Stampa, La" del 09-12-2007)

L'AMMINISTRAZIONE è preoccupata per il taglio dei trasfer ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 09-12-2007)

"non tagliate i nostri stipendi" - gabriele isman ( da "Repubblica, La" del 09-12-2007)

Accordo politico per spartirsi un tesoro - paolo possamai ( da "Corriere delle Alpi" del 09-12-2007)

Il Pd romano scrive a Prodi: penalizzi i piccoli per la casta ( da "Libero" del 09-12-2007)

Calderara con i lavoratori Sabiem I consiglieri donano il gettone ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 09-12-2007)


Articoli  del 9 dicembre 2007

In estate era di dieci miliardi Al Senato è salita a 13 alla Camera crescerà ancora (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 09-12-2007)

 

LEGGE DI BILANCIO COSTI DELLA POLITICA In estate era di dieci miliardi Al Senato è salita a 13 alla Camera crescerà ancora Annacquate le nuove norme sulle Comunità montane e sul taglio agli assessori.


L'AMMINISTRAZIONE è preoccupata per il taglio dei trasfer (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 09-12-2007)

 

Imenti e per le disposizioni sui costi della politica previsti in Finanziaria. Ma, nonostante questo, è intenzionata a portare a compimento tutte le opere di mandato e a migliorare i servizi ai cittadini. E' la mission del bilancio 2008 del Comune di Bondeno, attualmente in fase di elaborazione definitiva, "e in attesa comunque ? spiega il sindaco Davide Verri ? del varo della manovra di governo. L'iter ha infatti risvolti significativi nei bilanci dei singoli Comuni". Questo perché "le amministrazioni locali sono fortemente condizionate dal patto di stabilità, che consente un'autonomia limitata nelle spese e nell'accesso ai mutui, con conseguenze sul fronte delle opere pubbliche. La stessa Anci, Associazione nazionale comuni italiani, ? insiste Verri ?, sulla Finanziaria 2008 si è espressa in maniera negativa". IN PARTICOLARE il sindaco sottolinea come "se da un lato sono certamente apprezzabili misure come il finanziamento del pacchetto-casa e del fondo della non autosufficienza, forte allarme destano il taglio dei trasferimenti, non compensato dal previsto extragettito Ici, o le disposizioni inerenti i cosiddetti costi della politica. Così facendo ? continua ? lo Stato scarica sui Comuni il problema della copertura finanziaria della sua stessa manovra". Ciò detto, obiettivo dell'amministrazione è portare a termine i progetti di mandato (uno su tutti il recupero in corso dei centri storici di capoluogo e frazioni) e rispettare la programmazione triennale. "Noi sindaci ? è la chiosa di Verri ? dobbiamo rispondere alla comunità sul mantenimento del bilancio e sull'erogazione di migliori e maggiori servizi, tanto più indispensabili in una comunità, come quella matildea, in cui l'indice di vecchiaia tende ad aumentare. Nel caso specifico di Bondeno possiamo affermare che il Comune è 'sano' da un punto di vista finanziario e in termini di prestazioni continua a dare risposte concrete alle necessità della gente". Negli auspici dell'amministrazione il bilancio sarà sottoposto all'approvazione del consiglio comunale entro fine gennaio. - -->.


"non tagliate i nostri stipendi" - gabriele isman (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 09-12-2007)

 

Pagina XI - Roma La Finanziaria abbassa i mensili dei politici capitolini da 2.100 a 1.600 euro. Mentre i "regionali" mantengono i loro 13 mila euro "Non tagliate i nostri stipendi" I consiglieri comunali Pd a Prodi: "Noi deboli, pensate alla Regione" Si favorirebbe una casta che ha entrate estranee all'impegno amministrativo GABRIELE ISMAN Una lettera del gruppo comunale del Partito democratico al premier Romano Prodi e al presidente della Camera Fausto Bertinotti contro i tagli previsti dalla Finanziaria ai gettoni di presenza degli stessi consiglieri comunali. "Oggi la nostra indennità - è scritto nella lettera - può raggiungere al massimo i 2000 euro mensili, che la Finanziaria ridurrebbe a circa 1500-1600 euro al mese. Non ci sembra di appartenere ad una casta di nababbi privilegiati che succhiano denaro ai cittadini". L'allarme dei consiglieri del Pd è forte: "Ridurre i costi della politica nelle amministrazioni locali sarebbe un grave errore. Inciderebbe negativamente sulle condizioni di accesso alla politica e sulla sua trasparenza, allontanerebbe i giovani e favorirebbe una casta di avventurieri della politica economicamente dipendenti da entrate estranee al loro impegno amministrativo". E nella lettera a Bertinotti e Prodi, i consiglieri - che si definiscono "l'anello debole della catena" - non manca un riferimento ai loro colleghi della Regione che godono di un trattamento economico assai diverso: "è un peccato che, sui consiglieri regionali, con le loro indennità fra gli 8 mila e il 13 mila euro mensili, nulla si possa dire. Inviolabile è l'autonomia delle Regioni, così come quella del Parlamento. Lì si agisce col bisturi, qui con l'accetta". Quella resa nota ieri è la seconda lettera in poche settimane partita dal Campidoglio verso il Parlamento sul tema della Finanziaria. "Quindici giorni fa - racconta Pino Battaglia, capogruppo del Pd al Comune - ve n'era stata un'altra, firmata da tutti i capigruppo dell'aula Giulio Cesare ai capigruppo di Camera e Senato. Non abbiamo avuto il tempo di condividere la seconda missiva con i colleghi degli altri partiti, ma l'allarme sui tagli è di tutti". Ancora Battaglia spiega che un consigliere comunale non ha indennità fissa: "Può accumulare fino a 25 gettoni di presenza al mese tra sedute del consiglio e commissioni, per un guadagno complessivo massimo di 2.116 euro netti al mese". "I consiglieri comunali di Roma hanno ragione" commenta Riccardo Milana, coordinatore romano del Pd e membro della Commissione Bilancio della Camera. "La sensazione è che si tratti di un provvedimento poco ragionato e preso sotto spinte emotive in un sistema che è sproporzionato e che mette sullo stesso piano Roma e il resto dei Comuni. Ma nella Capitale il decentramento è avanzatissimo, e risparmi se ne potrebbero fare da tante altre parti". E qui arriva il discorso sui presidenti del municipio - a cui la Finanziaria vorrebbe tagliare il diritto all'aspettativa, e per questo il 13 dicembre i minisindaci saranno sotto Montecitorio a manifestare - e ancora sulla Regione. Quanto guadagna un consigliere della Pisana? "Ottomila euro di indennità base, più una seconda indennità di altri mille per incarichi come presidente di commissione, capogruppo, ufficio di presidenza, più altri 4 mila circa per il rapporto con gli elettori" spiega Battaglia. Tagliare quindi sulla Regione? "è un ente ben trattato" dice Milana. "Non sarebbe uno scandalo - conferma Battaglia - ma, come scriviamo nella lettera, serve una vera discussione che coinvolga tutti i livelli istituzionali per una reale riforma".


Accordo politico per spartirsi un tesoro - paolo possamai (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere delle Alpi" del 09-12-2007)

 

24 Ore Accordo politico per spartirsi un tesoro Obiettivo del patto: i 100 milioni di indennizzo da parte dell'Anas La quiete nella società del Leone di San Marco è incardinata su un'intesa tra destra e sinistra PAOLO POSSAMAI VENEZIA. Se la battaglia per il controllo di Autostrada Brescia-Padova, alias Serenissima, non cessa di infuriare, per strano che possa apparire la cugina minore Venezia-Padova è una isola di quiete. Eppure, anche la piccola Venezia-Padova custodisce un tesoretto. Un tesoro, anzi, dato che il bilancio 2006 dichiarava un patrimonio netto di 72,9 milioni (conteggiando, in particolare, oltre 20,9 milioni di capitale sociale e quasi 39 milioni di riserve). Non basta, perché nel novembre 2009, quando scadrà la concessione a gestire l'autostrada più breve d'Italia, la società sarà indennizzata dall'Anas con 100 milioni di euro. "Su esplicita nostra richiesta - si legge nella relazione all'assemblea dei soci - l'intero indennizzo deve essere corrisposto alla Venezia-Padova entro e non oltre 90 giorni dal subentro". Come si vede, il morituro è in eccellente stato di salute finanziaria. Il che ancor meno spiega la quiete politica riservata alla società del Leone di San Marco. La quiete è incardinata su un patto, che tiene assieme destra e sinistra. Tant'è che da sei anni a questa parte il presidente è appannaggio di Forza Italia, l'amministratore delegato è espresso dai Ds. Da principio il presidente si chiamava Giustina Destro, oggi è Vittorio Casarin. Ma il vero capoazienda è Lino Brentan. Lui è il dominus, riconosciuto come tale pure dall'assessore regionale Renato Chisso e quindi non usato come puntaspilli dal governatore Giancarlo Galan. Il che non significa affatto che la gestione non sia discutibile. Compensi in allegria. Il 26 novembre l'assemblea dei soci ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione, in carica per i prossimi tre anni, confermando il precedente board. Con una mano i soci hanno abbassato a 400mila euro i compensi per gli amministratori, in ossequio alle disposizioni del decreto Lanzillotta, ma con l'altra hanno assegnato loro un bonus speciale - visti gli eccellenti risultati - di 260mila euro. Il risultato finale? La somma supera la spesa degli anni passati (vedi tabella). A Brentan andranno 70mila euro di bonus, i singoli consiglieri si devono contentare di 10mila euro. Non è nemmeno una novità che Brentan meriti compensi aggiuntivi. Lo scorso anno ha percepito da Venezia-Padova 150mila euro di emolumento e 50mila di bonus. Ma poi a questi vanno aggiunti 32mila euro di emolumenti della partecipata Società utenza stradale (Sus) e dalla stessa altri 30mila euro di bonus, inoltre 16mila euro da Veneto Strade, 7mila euro dalla partecipata Vis. A voler essere pignoli, nel conto andrebbero messi 16mila euro versati a Brentan da Venezia-Padova in quanto componente del Comitato esecutivo, 7mila euro di gettoni presenza, circa 22mila euro di diaria. La somma porta alla bella cifra di 329mila euro, senza voler indagare sugli effetti della presenza di Brentan nei consigli di amministrazione delle partecipate Nuova Romea, Pedemontana Veneta, Nogara-Mare, Grande raccordo anulare di Padova. Il futuro del dominus.Se il destino della società appare tuttora da decifrare, sembra delineato l'avvenire dell'amministratore delegato. A fronte delle dimissioni del direttore generale Loris Manente, che lascia per la pensione a fine dicembre, il successore potrebbe portare il nome di Lino Brentan. Il che non fa che ribadire chi sia il capoazienda e che, alla scadenza della concessione, potrebbe essere premiato dunque con una adeguata buonuscita commisurata all'incremento di valore assicurato all'azienda durante la sua gestione. La buonuscita non è ipotesi accademica. Denari e bastoni. Se i critici in Autostrada Venezia-Padova vengono pigliati a bastonate, per gli altri dipendenti non sono lesinati i denari. La delibera firmata da Brentan il 31 luglio 2006 prevedeva 11 adeguamenti di inquadramento (scatti di carriera), nonché 25 incentivi con superminimo ad personam (da 70 a 150 euro). Nella successiva delibera del 5 marzo 2007, la lista dei promossi prevede 16 adeguamenti e 31 incentivi. Del resto, Brentan li conosce uno a uno, come un padre. Non sarà per caso che sotto la sua gestione su 26 assunti 14 sono nativi di Campolongo Maggiore, che è il paese in cui Brentan vive. A proposito di parentele, non sarà per caso nemmeno che il signor Lucio Marcato (capo squadra manutenzione) e la signora Vania Ordan (segreteria alla Direzione del personale) figurano negli organici della società. Il primo è cognato di Brentan, la seconda è sua nipote. Un altro nipote l'ha fatto assumere a Veneto Strade, un'altra nipote lavora all'Autostrada Brescia-Padova. E che il top manager della società veneziana abbia un occhio di riguardo per il suo paesello, del resto, lo sanno bene pure tanti fornitori dell'azienda, dal muratore all'imbianchino. Corsi e ricorsi. Chi non ama la gestione di Venezia-Padova, trascurando quisquilie come una generosa tendenza a viaggi in amene località turistiche, osserva che non mancano le partite incagliate. Una a titolo di esempio riguarda la gara per la concessione delle due aree di servizio di Arino. Da principio è stata vinta dall'Eni, ma Autogrill e Moto hanno presentato ricorso. In gioco c'è un contratto che vale, tra canoni e royalties, attorno a 40 milioni di euro. Secondo il vecchio contratto, Eni riconosceva ogni anno all'autostrada 740mila euro. L'importo offerto da Eni in gara nel novembre 2005 consisteva in oltre 3,7 milioni di euro. Ma secondo l'accordo transitorio sottoscritto con Eni e Ristop nel febbraio scorso, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato sui ricorsi di Autogrill e Moto, nelle casse dell'autostrada finiranno poco meno di 2 milioni l'anno. Esiste il rischio di perdere parte dei denari offerti in prima battuta da Eni? Il piccolo regno. La società presieduta da Casarin insegna, tra l'altro, che ci hanno presi per i fondelli da almeno tre lustri a questa parte. Da tanto tempo, infatti, gira la favola della fusione tra Autostrada Brescia-Padova, Autovie Venete e appunto Autostrada Venezia-Padova. Va da sè che la fusione è logica. Ma non per chi gioca a fare il manager e, scambiando per strepitosi risultati gestionali la slot machine dei caselli, finge che la società sia indispensabile. A questo punto resta da capire che ne sarà di Venezia-Padova dopo il novembre 2009, alla scadenza cioè della concessione. I dipendenti della società saranno impegnati nella gestione della tratta autostradale e del Passante? Anas e Regione, candidati a costituire la società dedicata a gestire A4 e Passante, non hanno ancora risposto. Il ricco patrimonio della società sarà investito in nuove iniziative infrastrutturali oppure reso agli azionisti? Nell'uno e nell'altro caso, parliamo di iniziative di evidente pubblico interesse. Posto che i grandi soci sono Province, Comuni e Camere di commercio non sarebbe tempo che facessero chiarezza sul futuro di un bene a tutto tondo pubblico? Insomma, a parte che per chi l'amministra, serve davvero mantenere in vita la società autostradale più piccina d'Italia? Fra due anni, a concessione scaduta, Brentan di che si dovrebbe occupare? Della costruzione dell'autostrada Nuova Romea, che è nulla più che un segno sulla carta? Della costruzione del Grande raccordo anulare di Padova? Della gestione delle partecipazioni finanziarie detenute in Pedemontana e in varie altre società autostradali e relativi satelliti?.


Il Pd romano scrive a Prodi: penalizzi i piccoli per la casta (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 09-12-2007)

 

Roma 09-12-2007 Il Pd romano scrive a Prodi: penalizzi i piccoli per la casta di GIANCARLO RICCIO I tagli della Finanziaria nelle amministrazioni locali "inciderebbero negativamente sulle condizioni di accesso alla politica e favorirebbe una casta di avventurieri della politica economicamente dipendenti da entrate estranee al loro impegno amministrativo". La lettera del gruppo capitolino del Pd, destinatari Romano Prodi e il presidente della Camera Fausto Bertinotti, non ha proprio nulla di natalizio. E, anzi, è il classico sasso nello stagno che aumenterà fibrillazioni, imcomprensioni e polemiche. "L'abbiamo scritta", conferma Pino Battaglia, numero uno del partito di Veltroni in Campidoglio, "perchè ci risulta che queste saranno ore decisive proprio per i tagli previsti". E, attenzione, non si tratta neanche di una sortita del nuovo partito del centrosinistra. Poiché - e proprio Battaglia lo conferma - quella di ieri è solo una seconda missiva al Palazzo della politica: "Circa due settimane fa si sono riuniti tutti i gruppi consiliari del Comune di Roma e abbiamo scritto ai capigruppo del parlamento nazionale, dichiarando le stesse cose. Ora, posso anche dirlo". Insomma, se si decurteranno le indennità dei consiglieri comunali ("si ragiona per gettoni di presenza mensili, al massimo si arriva a 2116 euro ogni 30 giorni", argomenta Battaglia), si darà spazio a chi "ha beni al sole e si può permettere di far politica a tempo pieno senza preoccuaprsi di ricevere uno stipendio". La lettera del Pd del Comune ribadisce infatti che "oggi la nostra indennità può raggiungere al massimo i 2000 euro mensili, che la Finanziaria ridurrebbe a circa 1500-1600 euro al mese. Non ci sembra di appartenere ad una casta di nababbi privilegiati che succhiano denaro ai cittadini. Svolgiamo un lavoro bellissimo, che ci assorbe a tempo pieno. Non abbiamo alcuna forma di contributi previdenziali e il lavoro che un consigliere svolge quotidianamente, non viene riconosciuto dalla legge". "Provo un certo imbarazzo, visto che si parla dei costi della politica ma sono d'accordo sulla lettera", commenta Amedeo Piva, anche lui Pd ma di provenienza Margherita e non Ds come Battaglia. E a proposito di Margherita, un'altra riflessione arriva da Mario Di Carlo, consigliere regionale da sempre senza peli sulla lingua. Il quale legge alcuni passaggi della lettera del Pd capitolino ("è un peccato che, sui consiglieri regionali, con le loro indennità fra gli 8 mila e il 12 mila euro mensili, nulla si possa dire. Inviolabile è l'auto nomia delle Regioni, così come quella del Parlamento. Lì si agisce con il bisturi, qui con l'accetta") e replica così: "I compensi dei consiglieri regionali e dei parlamentari nazionali sono giusti. Quanto a quelli di chi siede in consiglio comunale, perfettamente d'accor do. In passato sono stato consigliere comunale ed assessore. Al Comune di Roma si lavora sostanziamente come alla Regione. Il Campidoglio gestisce sei-sette miliardi di euro all'anno. Nessuna grande azienda pagherebbe così poco i propri dirigenti...". E la sortita del Pd romano contro i i consiglieri regionali? "Ma perché bisogna cercare un nemico a tutti i costi?", chiosa Di Carlo, "il punto è aumentare le indennità dei consiglieri comunali, soprattutto di grandi realtà come quella di Roma". Insomma il Pd dibatte, protesta con Prodi e con Bertinotti. Soprattutto, come abbiamo visto, si fa anche portavoce di un disagio condiviso da tutti i partiti che siedono in aula Giulio Cesare. Siamo proprio sicuri che tra due settimane sarà Natale? Foto: CONSIGLIERI UNITI L'aula Giulio Cesare. I consiglieri comunali sono contro i tagli in Finanziaria alle loro indennità Agf Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Calderara con i lavoratori Sabiem I consiglieri donano il gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 09-12-2007)

 

? CALDERARA ? SOLIDARIETÀ ai lavoratori delle fonderie Sabiem dal consiglio comunale di Calderara. E' stato votato all'unanimità un ordine del giorno presentato dai consiglieri Nicolò Melotti e Adriana Altrelli, che invita a partecipare alla raccolta di fondi e generi alimentari. Ma anche a destinare agli operai della fonderia e alle rispettive famiglie il gettone di presenza. "Auspichiamo ? dice il sindaco Matteo Prencipe ? che le azioni messe in atto dall'assessorato provinciale al Lavoro permettano di garantire gli impegni aziendali nei confronti dei lavoratori. E cioè i salari e i contributi previdenziali e assicurativi. Ma anche di far fronte alle necessità immediate di questi dipendenti, con un prestito di denaro agevolato. Frutto di un accordo esistente fra la Provincia ed il mondo bancario". A parere del primo cittadino l'amministrazione comunale di Calderara si è adoperata per agevolare la delocalizzazione della Sabiem (ha due sedi produttive a Cadriano e a Bologna in via Emilia) nel territorio calderarese. Che era stato individuato come il più idoneo, attraverso la firma di un accordo quadro assieme alla Provincia, ai Comuni di Bologna e Granarolo, alle fonderie Sabiem e ai sindacati provinciali della Fiom, Fim, Uilm. "IL CONSIGLIO comunale ? aggiunge il sindaco ? esprime poi apprezzamento per la decisione del Comune di Bologna che ha mantenuto la zona della Sabiem ad uso di attività produttiva; vanificando eventuali intenti speculativi su un'area di grandi dimensioni e di altrettanto grande appetibilità. Insomma, si lascia aperta la porta ad eventuali altri imprenditori". p. l. t. - -->.

 

 


ARTICOLI DEL 7 E 8 DICEMBRE 2007

 

Asl, i dipendenti devono pagarsi la formazione ( da "Stampa, La" del 07-12-2007)

Consiglieri, gettoni di presenza a favore delle associazioni locali ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-12-2007)

Tesoro, un'altra doccia fredda ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-12-2007)

Di MATTEO INCERTI NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollet ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

Rifiuti, abbiamo Il Consiglio di Stato dà ragione ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

Ici, ossigeno all'agricoltura Asfissiano le casse comunali ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

Tutti scandalizzati e senza peccati ( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-12-2007)

Molti nuovi partiti, ma nessuno si accorge che l'Italia è cambiata ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-12-2007)

<Oh bej oh bej, troppi abusivi>. Traffico in tilt ( da "Corriere della Sera" del 07-12-2007)

Il Consiglio tergiversa sulla riduzione del 10% del gettone di presenza ( da "Gazzetta del Sud" del 07-12-2007)

Consulenze d'oro, Acquaroli (An) incalza ( da "Resto del Carlino, Il (Macerata)" del 07-12-2007) + 1 altra fonte

Seduta lampo: 100 euro al minuto ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-12-2007)

Insicurezza ( da "Foglio, Il" del 07-12-2007)

Il vuoto dopo la nascita del ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 07-12-2007)

Rieccoli/ Cercasi nuovo ad per l'Acquirente Unico. Tra i più gettonati Francesco Nucci, ex Sogin ( da "Affari Italiani (Online)" del 07-12-2007)

Alzheimer: Censis, costo sociale tutto sulle famiglie ( da "Vita non profit online" del 07-12-2007)

COOPERAZIONE: TOSCANA, AL SISTEMA SANITARIO PALESTINESE UN AIUTO PER CRESCERE ( da "Metronews" del 07-12-2007)

Busta Paga - I deputati onorevoli!! ( da "Blogosfere" del 07-12-2007)

Luci spente e negozi chiusi 5 minuti sala rossa, il "gettone" alle vittime ( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

Comune a caccia di case private da destinare ad alloggi popolari - luigi soriga ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-12-2007)

Una riunione vergognosa ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-12-2007)

Manca la giunta, ma il consiglio costa 2700 ( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

Gli ispettori: caos all'ospedale di vibo - giuseppe baldessarro mario reggio ( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

La firma di Bucchi sull'ultimo blitz ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 08-12-2007)

Costi della politica, la regione taglia i viaggi dei consiglieri ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-12-2007)

Di ANNA BELTRAME CI SONO ben 265mila euro di differenza fra il più ricco ( da "Nazione, La (Prato)" del 08-12-2007)

Paruolo: <Ora un esame di coscienza. E meno convocazioni a vuoto> ( da "Corriere di Bologna" del 08-12-2007)

Question time senza risposte Ma in 38 incassano il gettone ( da "Corriere di Bologna" del 08-12-2007)

Sanità, cosa c'è oltre il walzer?\n ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-12-2007)

In piazza la protesta dei Cobas <Basta con le morti sul lavoro> ( da "Corriere della Sera" del 08-12-2007)

TELEFONI BOLLENTI, vien da dire. Il rapporto tra i politici e un oggetto comuniss ( da "Nazione, La (Pisa)" del 08-12-2007)

A Gressoney case walser d'oro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

Le macerie della Casa delle Libertà ( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

Mai preso soldi nella vicenda Tanzi Berselli (An) querela Milena Gabanelli ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 08-12-2007)

Alleanza nazionale, critiche alla giunta del turco ( da "Centro, Il" del 08-12-2007)

INDENNITà RADDOPPIATE ALL'ASA ANCHE LA MAGGIORANZA CRITICA ( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-12-2007)

Consegnato all'ospedalel'<Infant flow sistem> ( da "Sicilia, La" del 08-12-2007)

Vibo, un ospedale da chiudere. Resta aperto per necessità ( da "Giornale di Calabria, Il" del 08-12-2007)


Articoli

Asl, i dipendenti devono pagarsi la formazione (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 07-12-2007)

 

SANITA'. AGGIORNAMENTO FISIOTERAPISTI La replica Asl, i dipendenti devono pagarsi la formazione "I partecipanti non hanno trovato nulla da ridire" [FIRMA]DANIELA SANDIGLIANO BIELLA Corsi di formazione all'Asl, ma pagati dai dipendenti che li frequentano. A sollevare il problema è Daniele Gamba, esponente della Federazione sindacati indipendenti in una lettera al direttore generale dell'Asl Oreste Brusori. In sintesi la domanda che pone Gamba a Brusori è questa: "E' possibile che i fisioterapisti abbiano frequentato il corso di formazione pagando di tasca loro 258 euro?". Precisa il sindacalista: "Non si è mai verificato che l'Azienda sanitaria per i corsi di aggiornamento professionale per infermieri e personale amministrativo abbia richiesto ai dipendenti una quota di iscrizione onerosa; questo dimostra la diversità di trattamento tra categorie professionali, una discriminazione inaccettabile". Il corso di formazione al centro della vicenda aveva come tema "Mobilizzazione del sistema nervoso" ed è avvenuto all'interno dell'Asl; è stato frequentato da 24 fisioterapisti che hanno pagato la somma richiesta con la sola fruizione di un giorno di permesso retribuito, quello del venerdì 30 novembre (le lezioni sono proseguite sabato 1 e domenica 2). Aggiunge Gamba: "Occorre ricordare che l'aggiornamento professionale del Sistema sanitario nazionale è strutturato secondo la pianificazione definita ''educazione continua di medicina'' e le Asl, contrattualmente, dovrebbero farsi carico delle spese per il raggiungimento dei crediti formativi annui obbligatori proprio per il personale". Assodato che non è comunque semplice organizzare le attività di formazione legate alle molte specialità di un'Asl (Fisioterapia, Ortopedia e Dietologia solo per citare), Gamba chiarisce: "Stupisce che, come nel nostro caso il corso sia avvenuto all'interno e quindi senza costi per trasferte, i fisioterapisti abbiano dovuto pagare quanto per contratto e per legge avrebbero dovuto avere gratuitamente. Chiedo quindi che l'Asl sani questa impropria contribuzione richiesta ai fisioterapisti, valutando quanto essi si siano già assunti impegni maggiori, sacrificando le proprie giornate lavorative e festive. Esprimo censura su questo operato e tale severità è anche in ragione delle priorità di spesa che l'Asl ha illustrato. E' stato infatti scelto di attribuire un'onerosa indennità di coordinamento per le politiche del personale invece di garantire la formazione gratuita degli operatori sanitari". Il corso cui hanno partecipato i fisioterapisti era "in regime di aggiornamento facoltativo". Lo precisa l'Asl, spiegando che "nei casi in cui viene accolta una richiesta dei dipendenti di partecipare ad un'iniziativa formativa in "regime facoltativo" è facoltà dell'Azienda in toto o in parte alle spese. Nel caso specifico l'Asl 12 ha partecipato coprendo parte delle spese. Inoltre, abbiamo più volte registrato la piena soddisfazione dei partecipanti, sia rispetto ai contenuti e alla competenza didattica dei formatori, sia rispetto al sostegno offerto dall'Asl".\.


Consiglieri, gettoni di presenza a favore delle associazioni locali (sezione: Costi dei politici)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 07-12-2007)

 

SOSTEGNO CONCRETO AL "PROGETTO ALICE" E AI "NONNI DI CARPENEDOLO" Consiglieri, gettoni di presenza a favore delle associazioni locali Alcuni consiglieri di Carpenedolo si sono resi protagonisti di un gesto di solidarietà a favore del Progetto Alice e dei Nonni di Carpenedolo. L'iniziativa ha consentito di devolvere i gettoni di presenza dei consiglieri Roberto Sisti, anche lui scomparso, Francesco Malpezzi, Emma Botturi, Guido Tononi e Pasquale Vecchiolini, a favore di due associazioni che operano sul territorio. La cerimonia si è tenuta nell'ex sala comunale di Piazza Europa.


Tesoro, un'altra doccia fredda (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-12-2007)

 

L'ufficio provinciale rischia nuovamente la chiusura Tesoro, un'altra doccia fredda No a un emendamento, la città perde un punto di riferimento NUORO. Una calda e una fredda. Per i lavoratori del ministero dell'Economia e delle Finanze le notizie si alternano in maniera stressante. Nei mesi scorsi la decisione del ministro Padoa Schioppa di chiudere 80 sedi periferiche, così da adeguarsi alla delibera della Banca d'Italia, che sta chiudendo il 35% delle filiali (Nuoro compresa). Il ministero del Tesoro raggiungerebbe una percentuale maggiore, cioè il 39% delle attuali sedi in funzione. Durante la discussione della finanziaria il Senato approva un emendamento che dà speranza ai dipendenti nuoresi: la chiusura viene rinviata al 2010 e le sedi provinciali, con una popolazione sopra i 250 mila abitanti non chiuderanno. La direzione provinciale e la ragioneria dello Stato di Nuoro sono salve. Ma l'intrusione di alcuni senatori ha provocato nel ministro Padoa Schioppa una forte irritazione, ed il capo del dicastero dell'Economia promette che alla Camera il Governo su questo punto non cederà. Inizia una campagna, anche attraverso i giornali, per convincere l'opinione pubblica e la politica che la scelta della chiusura delle 80 sedi si muove sul fronte del risparmio della spesa pubblica. Difficile far capire che il risparmio preventivato dal ministero dell'Economia è poca cosa rispetto ai molti milioni di euro che invece si spendono in convenzioni, esternalizzazioni, appalti di vario tipo, consulenze esterne. "Forse molto di più - affermano i sindacati - si recupererebbe al BIlancio statale se si facesse una seria battaglia all'evasione fiscale. Nei giorni scorsi - nel dibattito che sta accompagnano il disegno di riorganizzazione del ministero dell'Economia in parlamento, e che prevede la chiusura delle 80 sedi - la relazione contraria all'emendamento di salvataggio delle sedi più grosse, fra cui perciò Nuoro, sostiene che tale emendamento è un passo indietro rispetto a un modello di amministrazione flessibile, snella, orientata al servizio e valutata per i risultati del servizio verso lutenza". Sarà sicuramente un'amministrazione più snella e più flessibile, ma non assolutamente più efficiente e più adeguata alle esigenze della gente, siritiene nel Nuorese. I contribuenti dovranno andare a Cagliari per i servizi erogati dal Tesoro ed anche per le funzioni informatiche. "Non possono essere una garanzia per i cittadini - spiega Giorgio Mustrao dela Cisl - dove l'Adsl, per esempio, è ancora un sogno. Nei lavoratori del ministero dell'Economia si sta formando il convincimento del tanto peggio tanto meglio ed una soluzione di mobilità verso altre amministrazioni pubbliche locali viene accolta come il male minore. Il problema, può risolversi per i 50 dipendenti attualmente in servizio, che andrebbero a lavorare presso gli sportelli delle agenzie fiscali, o magari nei tribunali. Ma continua ad accentuarsi la scomparsa dello Stato sul nostro territorio. E continuano a scomparire dal Nuorese i servizi pubblici e le prestazioni statali". "è di questi giorni - prosegue la Cisl esaminando la situazione - l'intenzione di trasferire il servizio sanitario attualmente prestato dagli operatori del Ministero della Giustizia al sistema sanitario nazionale. Attualmente i detenuti sono assistiti da personale specializzato interno agli Istituti. Se passa tale riforma anche la popolazione in carcere sarà curata dalle aziende sanitarie locali. Anche qui l'unico obiettivo è il risparmio, e la famigerata razionalizzazione. Ma che ripercussioni avranno le prestazioni nei confronti dei carcerati e con quali ripercussioni per il sistema ospedaliero locale, per la sicurezza e per i carichi di lavoro dei già insufficienti poliziotti penitenziari?".


Di MATTEO INCERTI NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollet (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

 

Di MATTEO INCERTI NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollette dei rifiuti l'addizionale del 5% per "tributo ambientale provinciale". Ma Il Consiglio di Stato nell'adunanza del 5 novembre 2007 ha ricordato che il Codice Ambientale del 2006 aveva "soppresso" tale tributo che da Provincia a Provincia poteva variare tra l' 1% ed il 5%. Ora con le modifiche dello stesso testo, questo tributo variabile sta per essere reintrodotto (ma anche in questo caso il Consiglio di Stato nella sua relazione ha dato un parere 'negativo'), disquisizioni tra esperti di legge a parte, resta il fatto che in questi ultimi due anni i cittadini reggiani hanno pagato un 5% in più nelle loro bollette del servizio rifiuti svolto da Enìa Spa e Sabar Spa. Il parere del Consiglio di Stato, fornito sulle modifiche del Codice Ambientale, dà quindi di fatto ragione al Comune di Correggio che dopo aver sentito i tecnici dei suoi uffici legali non aveva applicato il tributo, non versando così alla Provincia una somma pari a 100.000 euro. Erano stati poi il vicesindaco ed assessore al Bilancio del Comune di Reggio Franco Ferretti e l'assessore all'ambiente Pinuccia Montanari a porre il tema del futuro e della destinazione di questo tributo che frutta a Palazzo Allende circa 2,7 milioni di euro l'anno. Di questi, 1 milione di euro all'anno proviene proprio dai cittadini del Comune capoluogo. Ferretti aveva richiesto nel caso del ripristino del tributo "che questo fosse impiegato e reinvestito per Reggio sul potenziamento della raccolta differenziata del Comune di Reggio con l'estensione del metodo domiciliare contenendo così gli aumenti sul modello di quanto già applicato dalla Provincia di Torino e Treviso". La presidente della Provincia Sonia Masini aveva risposto citando una lettera dei presidenti di Anci e Upi che dicevano di applicare la tassa, ma dichiarando di essere "pronta a discutere sapendo però che la scelta di destinare diversamente i fondi, avrebbe comportato introiti minori per i Comuni per costruire ad esempio strade". In questi mesi in tutta Italia ci sono state diverse controversie tra Comuni e Province. Va detto infatti che la Provincia di Reggio non è stata certamente l'unica a continuare ad applicare la cosidetta 'addizionale provinciale' sulla tariffa rifiuti. Il parere della sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ora porta nuovi argomenti agli 'abolizionisti'. Prima di tutto si ribadisce rispetto al tributo ambientale provinciale che " per gli oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano ,lo schema di decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice aveva soppresso" confermando così la tesi degli uffici legali del Comune di Correggio. Il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo circa le previsioni di restituire competenze alle Province in materia di rifiuti, dando parere negativo a diverse modifiche del Codice Ambientale incluse anche le reintroduzione di questo tributo. Il Consiglio di Stato scrive che " in relazione alle competenze delle Province in materia di rifiuti, oltre a quelle puntuali già elencate nel testo vigente, una competenza generale di programmazione e organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, da esercitarsi a risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente". "La disposizione era già contenuta nel precedente schema di correttivo ed era stata oggetto di rilievi da parte della Sezione: si tratta infatti di innovazioni sostanziali che non trovano giustificazione né in esigenze di legalità comunitaria né in ragioni tecniche, e che quindi esulano dai limiti del correttivo" contina il parere. Per il Consiglio di Stato inoltre "La modifica contrasta con basilari principi di buona amministrazione: per l'inutile moltiplicazione di competenze - nociva per gli operatori e la collettività che si sovrappongono ai compiti attribuiti alle Regioni, e, quanto alla organizzazione, ai compiti attribuiti agli A.T.O. per gli oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano , lo schema di decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice aveva soppresse". Il Consiglio di Stato conclude sottolineando che "i rilievi critici espressi nel precedente parere vanno ribaditi in questa sede, tanto più alla luce del disegno in atto di riduzione dei costi della politica. Si esprime, pertanto, parere negativo". Di fronte a questo parere che ribadisce che il tributo era "soppresso" ora si aprirà il confronto tra i diversi Enti Locali. Sullo sfondo anche il rischio che qualche cittadino possa richiedere alla Provincia il rimborso di quel 5% versato e che per il Consiglio di Stato era "soppresso". - -->.


Rifiuti, abbiamo Il Consiglio di Stato dà ragione (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

 

Di MATTEO INCERTI NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollette dei rifiuti l'addizionale del 5% per "tributo ambientale provinciale". Ma Il Consiglio di Stato nell'adunanza del 5 novembre 2007 ha ricordato che il Codice Ambientale del 2006 aveva "soppresso" tale tributo che da Provincia a Provincia poteva variare tra l' 1% ed il 5%. Ora con le modifiche dello stesso testo, questo tributo variabile sta per essere reintrodotto (ma anche in questo caso il Consiglio di Stato nella sua relazione ha dato un parere 'negativo'), disquisizioni tra esperti di legge a parte, resta il fatto che in questi ultimi due anni i cittadini reggiani hanno pagato un 5% in più nelle loro bollette del servizio rifiuti svolto da Enìa Spa e Sabar Spa. Il parere del Consiglio di Stato, fornito sulle modifiche del Codice Ambientale, dà quindi di fatto ragione al Comune di Correggio che dopo aver sentito i tecnici dei suoi uffici legali non aveva applicato il tributo, non versando così alla Provincia una somma pari a 100.000 euro. Erano stati poi il vicesindaco ed assessore al Bilancio del Comune di Reggio Franco Ferretti e l'assessore all'ambiente Pinuccia Montanari a porre il tema del futuro e della destinazione di questo tributo che frutta a Palazzo Allende circa 2,7 milioni di euro l'anno. Di questi, 1 milione di euro all'anno proviene proprio dai cittadini del Comune capoluogo. Ferretti aveva richiesto nel caso del ripristino del tributo "che questo fosse impiegato e reinvestito per Reggio sul potenziamento della raccolta differenziata del Comune di Reggio con l'estensione del metodo domiciliare contenendo così gli aumenti sul modello di quanto già applicato dalla Provincia di Torino e Treviso". La presidente della Provincia Sonia Masini aveva risposto citando una lettera dei presidenti di Anci e Upi che dicevano di applicare la tassa, ma dichiarando di essere "pronta a discutere sapendo però che la scelta di destinare diversamente i fondi, avrebbe comportato introiti minori per i Comuni per costruire ad esempio strade". In questi mesi in tutta Italia ci sono state diverse controversie tra Comuni e Province. Va detto infatti che la Provincia di Reggio non è stata certamente l'unica a continuare ad applicare la cosidetta 'addizionale provinciale' sulla tariffa rifiuti. Il parere della sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ora porta nuovi argomenti agli 'abolizionisti'. Prima di tutto si ribadisce rispetto al tributo ambientale provinciale che " per gli oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano ,lo schema di decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice aveva soppresso" confermando così la tesi degli uffici legali del Comune di Correggio. Il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo circa le previsioni di restituire competenze alle Province in materia di rifiuti, dando parere negativo a diverse modifiche del Codice Ambientale incluse anche le reintroduzione di questo tributo. Il Consiglio di Stato scrive che " in relazione alle competenze delle Province in materia di rifiuti, oltre a quelle puntuali già elencate nel testo vigente, una competenza generale di programmazione e organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, da esercitarsi a risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente". "La disposizione era già contenuta nel precedente schema di correttivo ed era stata oggetto di rilievi da parte della Sezione: si tratta infatti di innovazioni sostanziali che non trovano giustificazione né in esigenze di legalità comunitaria né in ragioni tecniche, e che quindi esulano dai limiti del correttivo" contina il parere. Per il Consiglio di Stato inoltre "La modifica contrasta con basilari principi di buona amministrazione: per l'inutile moltiplicazione di competenze - nociva per gli operatori e la collettività che si sovrappongono ai compiti attribuiti alle Regioni, e, quanto alla organizzazione, ai compiti attribuiti agli A.T.O. per gli oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano , lo schema di decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice aveva soppresse". Il Consiglio di Stato conclude sottolineando che "i rilievi critici espressi nel precedente parere vanno ribaditi in questa sede, tanto più alla luce del disegno in atto di riduzione dei costi della politica. Si esprime, pertanto, parere negativo". Di fronte a questo parere che ribadisce che il tributo era "soppresso" ora si aprirà il confronto tra i diversi Enti Locali. Sullo sfondo anche il rischio che qualche cittadino possa richiedere alla Provincia il rimborso di quel 5% versato e che per il Consiglio di Stato era "soppresso". - -->.


Ici, ossigeno all'agricoltura Asfissiano le casse comunali (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 07-12-2007)

 

I TAGLI DELLA FINANZIARIA Ici, ossigeno all'agricoltura Asfissiano le casse comunali IN FINANZIARIA Ici abolita per i fabbricati rurali dediti al lavorazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Se il mondo dell'agricoltura esulta per il provvedimento inserito nel collegato alla legge Finanziaria, chi spara a zero contro lo Stato sono i Comuni che vedono ridursi nell'ordine anche del 2-3% gli introiti. "Questa scelta di abolire l'Ici sui fabbricati rurali sia di aziende privati che di cooperative dediti alla lavorazione, conservazione e commercializzazione di prodotti agricoli ? spiega Cesare Beggi (foto) sindaco di Quattro Castella e presidente provinciale dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia ? da una parte è giusto perchè da fiato al mondo agricolo dall'altra toglie importanti risorse ai Comuni". "In pratica lo Stato tagli i trasferimenti ai Municipi ? spiega Beggi ? punendo così le realtà comunali virtuose come quelle reggiane, è inutile girarci intorno finchè non verrà attuato un vero federalismo fiscale in questo paese sarà sempre un cane che si morde la coda, perchè lo Stato non puà agevolare agevolare i cittadini facendo ricadere sui Comuni gli oneri è un comportamento pilatesco". Il sindaco di Quattro Castella fa un esempio molto pratico. "Se vengono ridotti i trasferimenti agli Enti Locali i cittadini arrabbiati per servizi che mancano o vengono ridotti vengono a protestare sotto le nostre finestre, non negli uffici ministeriali a Roma". Beggi parla delle conseguenze di questo provvedimento nel Comune di Quattro Castella ed altri municipi della Bassa dove l'incidenza dell'economia agricola è alto. "A Quattro Castella verranno a mancare introiti per un totale di 32.000 euro che per un piccolo Comune come quello che amministro è una cifra importante" spiega. In diversi Comuni della Bassa le casse municipali saranno più povere di cifre variabili tra i 50.0000 ed i 60.000 euro. "Con un incidenza intorno al 2-3% delle proprie entrate, una cifra importante quindi" protesta Beggi. Che fare ora? "Non possiamo far altro che protestare e chiedere una inversione di rotta generale ? dice Beggi ? finendola con l'ipocrisia". Il sindaco di Quattro Castella fa un altro esempio diretto. "Parliamo del taglio dei costi della politica attuato dallo Stato ? dice ? concetto giusto, ma i tagli di 311 milioni di euro decisi dalla finanziaria portano benefici pari a '0 euro' in provincia di Reggio dove certe scelte di contenimento sono state attuate rispetto agli sprechi enormi che vediamo in altre parti del Paese, qui i presidenti di quartiere non viaggiano in auto blu e chi va in Ato non percepisce alcun gettone". Matteo Incerti - -->.


Tutti scandalizzati e senza peccati (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 07-12-2007)

 

PROVINCIA /3 Tutti scandalizzati e senza peccati Quando frequentavo le lezioni di dottrina cristiana, ricordo che mi fu insegnato che un peccato, perché sia considerato grave, doveva contenere tre elementi: materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso. Non so se il professor Marzio Strassoldo, quando ha commesso ciò che ha commesso, oltre alla materia, che per me rimane grave, fosse in possesso anche degli altri due elementi. Nel dubbio, come cristiano, sono quindi portato ad assolverlo, con una penitenza però: quella di non mettere più piede nella politica. Il fatto è che se usassimo lo stesso metro con tutti i politici, Camera, Senato, consigli regionali e provinciali rischierebbero, alla fine della legislatura, di rimanere deserti. Leggendo il libro "La casta", di Rizzo e Stella, non si potrebbe arrivare ad altre conclusioni. Ma ciò che nella tragicommedia strassoldana mi ha colpito maggiormente è stato il comportamento dei vari capipartito, quelli di maggioranza per un conto, quelli di opposizione per un altro. Tutti scandalizzati, tutti senza peccati, sì da potersi arrogare il diritto a gettare la prima pietra? Ho tanti dubbi, così come ho tanti dubbi sulla loro capacità di condurre per mano un partito, tant'è che non mi imbarcherei con nessuno di loro, in quanto il rischio di andare a fondo è pressoché sicuro. In loro prevale la titubanza, la paura del domani, quasi rischiassero la fame se fossero costretti ad abbandonare la politica. Tutta gente che non ha fatto la "gavetta", tutta gente che farebbe bene a starsene a godere il tepore del focolare, dove danni alla società non ne farebbero. A questo punto, visti i loro comportamenti, mi vien da dire, sia pur a denti stretti, che Berlusconi ha fatto bene a liberarsi di certa zavorra. È il pensiero di un cittadino italiano, piuttosto maturo, ma con il cervello che ancora funziona. Tita De Stalis Ravascletto.


Molti nuovi partiti, ma nessuno si accorge che l'Italia è cambiata (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 07-12-2007)

 

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-07 num: - pag: 18 categoria: REDAZIONALE LA POLITICA Molti nuovi partiti, ma nessuno si accorge che l'Italia è cambiata di GIOVANNI SPAVENTA T utti i leader politici sono in fermento, dicono che la politica è divenuta immobilista. Fanno nuovi Partiti, addirittura li raddoppiano, e tutti insieme hanno riempito i Tg, le Tavole Rotonde, i talk show per trasmettere al popolo un messaggio di novità e speranza per 8-9 ore al giorno su tutti i canali. Parlano diazioni, future alleanze, scenari possibili di rapporti tra partiti,lanciano messaggi ricattatori incrociati. Parlano in sostanza di giochi interni alla "Nuova Aristocrazia". Nessuno affronta i veri problemi di una sperata "altra Italia". Ad esempio nessuno ha proposto il blocco dell'Iva sui carburanti al tetto massimo d 1 euro ( il gasolio pesa sui bilanci delle famiglie il 50% in più (Sole 24Ore). E' un argomento che la Nuova Aristocrazia ignora: loro i carburanti non li pagano, hanno le auto blu e anche aerei dello Stato per raggiungere casa il sabato. Nessuno ha proposto di bloccare le consulenze d'oro, o di limitarle (eccetto rari esempi di interventi ma subito "derisi"). Nessuno, nonostante l'aumento vertiginoso dei costi per il sostentamento della Nuova Aristocrazia, ha proposto di restituire alla Corte dei Conti il potere di Veto preventivo sulla spesa. Nessuno ha affrontato il problema dell'esistenza di quasi 8 milioni di nuovi poveri destinati ad aumentare. Nessuno ha affrontato il problema del caro mutui e del caro affitti:. La nuova aristocrazia acquista case a metà prezzo o paga affitti irrisori per immobili di proprietà dello Stato. Negli ultimi mesi la Nuova Aristocrazia che conta quasi 1 milione e mezzo di individui privilegiati : politici e collaterali, si è sentita alle corde, si è sentita scoperta dal contenuto del libro "La Casta" dei beati Rizzo e Stella, una classe questa "sprecona" dalla lettura dei fatti. Il nostro Paese infatti è scivolato fra gli ultimi posti di tutte le classifiche economiche e sociali dei Paese occidentali. I Capi Istrioni ancor oggi non hanno reagito, almeno sembra, con una politica dai forti contenuti. Il Pd, il Partito del Popolo, la Nuova Destra ecc ecc…, sembrano apparire come cambiamenti di facciata, infatti fino ad oggi non si sono sentite proposte concrete per aggredire problemi immediati del Paese o ad un impegno forte per tagliare subito i costi ed i privilegi della Nuova Aristocrazia che sottraggono risorse vitali ai lavoratori, alle imprese, alla ricerca, all'istruzione ecc ecc. I nuovi soggetti politici secondo me sono verniciature di vecchie politiche e vecchi personaggi che mentono sapendo di mentire facendo spesso false promesse senza discostarsi dalla famosa, maledetta strategia della ricerca del consenso. Se segni di offensiva da parete della "casta" riempiono i Tg ed i giornali, sono solo operazioni conservative che tendono a mantenere il potere con un "rivernissage" del nulla. Infatti la recente manifestazione femminile a Roma ha dato segni di intolleranza alle politiche di tutti i partiti. La nuova aristocrazia, ha capito che si respira aria di un nuovo illuminismo dove la libertàdi parola e di pensiero finisce con il coincidere con la "liberazione" dal divieto e diventa sfida, necessità di dire cose inopportune, di smascherare eccessi ed abusi. Si spera infine che qualcosa di buono e diverso nascerà e che soprattutto cambi la legge elettorale e che siano i cittadini a scegliere chi mandare a rappresentarli. \\ La "casta" mantiene i suoi privilegi mentre i cittadini combattono contro la sordità della Nuova Aristocrazia.


<Oh bej oh bej, troppi abusivi>. Traffico in tilt (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 07-12-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-12-07 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE "Oh bej oh bej, troppi abusivi". Traffico in tilt Oltre 400 bancarelle fuorilegge. Sequestri dei vigili. Maxi ingorgo. La Maiolo accusa la polizia Polemiche sui venditori illegali. L'Unione del Commercio: penalizzati i regolari. La Lega: basta con la Casbah in centro Gli abusivi, oltre 400, tutti sistemati: i banchi ben allineati in via Legnano e viale Gadio, ottime condizioni di sicurezza, vin brulé a 1 euro, odore d'incenso e vista Castello. Gli automobilisti, circa 400mila, tutti inchiodati: incolonnati agli incroci, bloccati su bus e taxi, affogati nello smog e costretti a perdere ore d'ufficio e la campanella dei figli a scuola. Gli ambulanti regolari, 409 in tutto e tutti "indignati ": di più, "disarmati di fronte all'incapacità delle istituzioni di garantire la legalità". E poi politici contro politici, Comune contro Questura e Prefettura. Il Pd che invoca "più programmazione alla giunta che candida Milano all'Expo" e la Lega che "avvilita" chiede l'abolizione "d'una tradizione milanese trasformata in un mercato di Casablanca". Ecco, servita, la fiera degli Oh bej Oh bej in versione Grande ingorgo. Giovedì di passione, vigilia di Sant'Ambrogio, festa anticipata. Bancarelle doc in piazza Castello e "irregolari" accanto. Meglio: "Il Comune ha accolto 1.200 domande e marche da bollo da 15 euro l'una e poi ha assegnato un terzo dei posti", protestano gli esclusi, confinati in via Legnano. E comunque, oltre le transenne è caos, fino a sera, e rabbia da assedio ai semafori: "Ma quanto costano le ore di lavoro perse nel traffico, le tonnellate di carburante sprecato in gas di scarico riversato nei polmoni?", sbotta il milanese Bruno Fumagalli. Dicono al comando dei vigili: "Disagi dovuti all'apertura degli Oh bej in un giorno lavorativo". Così: inutili gli avvisi sui pannelli elettronici, i 30 ghisa agl'incroci, i turni flessibili. Paralizzato il centro, causa mercatini e bloccata zona Fiera, causa Artigiano. Avanti fino a domenica. Gli abusivi-regolari, neologismo da resa, sono "tollerati" in due vie. Mercoledì notte, polizia e vigili hanno sgomberato i chioschi di salamelle in arrivo da San Siro e liberato viale Elvezia, su fino a via Canonica, zona esclusa dal piano cuscinetto, dove s'erano sistemati centinaia di abusivi-abusivi. Ieri, la Municipale ha denunciato tre senegalesi e sequestrato 186 paia di scarpe taroccate e duemila tra cinture e abiti contraffatti. Il vicesindaco Riccardo De Corato assicura che "i controlli continueranno ". E però, aggiunge, "è giusto porsi il problema dell'utilità di una fiera tradizionale diventata un grande mercato dell'abusivismo tollerato". Così anche l'assessore al Commercio, Tiziana Maiolo: "Se la Questura non sarà in grado di tenere lontani gli abusivi, proporrò al sindaco di eliminare, dopo sette secoli, gli Oh bej Oh bej ". Giacomo Errico, presidente di Apeca, l'associazione ambulanti dell'Unione del Commercio annuncia: "Scriverò al ministro degli Interni e al presidente della Repubblica". Conto alla rovescia: 25 giorni al ticket. Per Marilena Adamo, capogruppo del Pd, il "disastro " di ieri va considerato la prova generale dell'Ecopass. Dunque? "Riconsideriamo il nostro progetto di congestion charge: entra in auto solo chi deve, e paga. Così si salvaguarda il centro e si valorizzano le funzioni sociali". Valorizzare "la casbah di Sant'Ambrogio"? Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio: "Non insultiamo il patrono, questa è la fiera degli stranieri. Nel fine settimana, in Cairoli, offriamo noi ai milanesi vino, polenta e panettone". Domani, duecento poeti lombardi sono all'Acquario per ritirare il premio dell'Antica credenza di Sant'Ambrogio. I vigili li hanno avvisati: "Ci sono le bancarelle davanti, sarà dura". Ode all'abusivo regolare. Armando Stella.


Il Consiglio tergiversa sulla riduzione del 10% del gettone di presenza (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 07-12-2007)

 

Patti C'è però chi l'ha già fatto Il Consiglio tergiversa sulla riduzione del 10% del gettone di presenza Gabriele Villa PATTI Il civico consesso di Patti tergiversa sulla riduzione del 10% del gettone di presenza dei consiglieri e c'è chi dalle parole passa ai fatti dando un segnale concreto. L'esponente della maggioranza Gioacchino Alessandro ha presentato all'ufficio ragioneria l'istanza di riduzione del proprio compenso del 10% a partire dal giugno 2006, ovvero dalla prima seduta dell'assemblea cittadina a cui ha partecipato. Alessandro era stato il primo, nel civico consesso, a lanciare l'idea di ridurre il gettone di presenza dei consiglieri comunali. Proposta che era stata poi fatta propria dalla minoranza che aveva presentato una richiesta specifica, accolta favorevolmente da tutta l'assise. Ma, giunti al momento del voto, sono emerse problematiche tecniche che hanno spinto la maggioranza a rinviare la discussione del punto a data da destinarsi. "Nell'attesa che il consiglio comunale decida il da farsi ha spiegato Alessandro io ho voluto ridurmi il gettone di presenza". Il consigliere della "lista Venuto" interviene anche sulla vicenda che riguarda l'iter nel civico consesso per la riduzione del gettone di presenza. "Io, già prima della proposta del consigliere Aquino, avevo espresso le mie posizioni in merito. Mi dispiace che il dibattito in consiglio comunale si sia spostato da un punto di vista politico ad uno tecnico". Il motivo ufficiale del rinvio è che, con la delibera predisposta dagli uffici, la decurtazione del 10% sarebbe stata a decorrere dal 1. gennaio 2006 e quindi avrebbe riguardato anche consiglieri non più in carica. L'assise dovrà, quindi, decidere se lasciare invariata la proposta di delibera o prevedere la riduzione a partire dal giugno 2006. "Non posso che essere d'accordo sulla necessità di effettuare questa verifica. È pur vero che il consiglio, nella sua autonomia decisionale, avrebbe potuto deliberare già da subito una riduzione a partire dal giugno 2006 senza andare ad impantanarsi in questioni tecniche". (venerdì 7 dicembre 2007).


Consulenze d'oro, Acquaroli (An) incalza (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Macerata)" del 07-12-2007)
Pubblicato anche in:
(Resto del Carlino, Il (Fermo))

 

POTENZA PICENA Consulenze d'oro, Acquaroli (An) incalza ? POTENZA PICENA ? IL CONSIGLIERE di An Francesco Acquaroli è insoddisfatto della frettolosa risposta avuta dall'Amministrazione alla sua interrogazione sull'aumento dei costi delle consulenze e ha già chiesto di inserire l'argomento all'ordine del giorno del prossimo Consiglio. "Quello che chiediamo è chiarezza e trasparenza negli atti di Giunta. Vogliamo capire (e alle 2 di notte non è facile) come vengono spesi i nostri soldi. Il sindaco non può bollare come "strumentale" una richiesta di chiarimenti su un aumento di spesa di ben 800 mila euro. Specie se poi si aumentano le tasse con l'addizionale Irpef e i rincari delle rette della Casa di riposo e degli asili. Soldi che potevano essere investiti in una politica per le famiglie. Ma il punto è un altro: vogliamo capire se le consulenze esterne dipendono dal cattivo funzionamento dell'apparato e di chi lo governa; e se è il caso di ottimizzare gli uffici". - -->.


Seduta lampo: 100 euro al minuto (sezione: Costi dei politici)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 07-12-2007)

 

Carbonia Pagina 2031 Zonchello Udc: "Rinunciamo al gettone di presenza". Cuccu, Pd: "Siamo d'accordo" Seduta lampo: 100 euro al minuto Zonchello Udc: "Rinunciamo al gettone di presenza". Cuccu, Pd: "Siamo d'accordo" La riunione del Consiglio finisce subito, costo 2.000 euro --> La riunione del Consiglio finisce subito, costo 2.000 euro La discussione in Consiglio sul bilancio si è arenata subito. La seduta è stata chiusa dopo venti minuti: costerà duemila euro, 100 al minuto. Si sarebbe dovuto discutere del bilancio. Ma altro che dibattito infuocato: non si è discusso di nulla. Ma la scena muta del Consiglio comunale di mercoledì sera, esempio di democrazia troppo silenziosa, è costata più di duemila euro. Una seduta lampo, venti minuti scarsi, che ha fatto maturare il gettone di presenza che però alcuni consiglieri sono ora disposti a restituire ritenendoli soldi guadagnati ingiustamente. A lanciare la proposta provocatoria ma non troppo (ha subito incontrato adesioni) è il gruppo consiliare dell'Udc. L'idea è semplice: rinunciare al gettone per l'Assemblea civica del 5 dicembre 2007. LA PROPOSTA "Rinunciamo all'indennizzo per la seduta di avant'ieri - spiega il capogruppo Alberto Zonchello - e poniamo subito riparo a questo spreco di denaro pubblico". La proposta verrà posta oggi nero su bianco all'attenzione del presidente del Consiglio comunale Antonio Carta, il quale si è dichiarato d'accordo "e senza la minima esitazione". E a ben vedere, anche il partito di maggioranza dei Ds è pronto a riflettere "sull'opportunità di non riscuotere quell'indennizzo", ha aggiunto il capogruppo Ignazio Cuccu. Insomma, per una volta la politica è pronta a fare un passo indietro. Lo scandalo, se così si può chiamare, è scaturito mercoledì scorso, in aula consiliare, dov'era in programma la discussione sul bilancio di previsione. La seduta è iniziata alle 18,20 circa e si è conclusa alle 18,40 senza che sia stato registrato un solo intervento. SEDUTA LAMPO Scena muta, anche dopo i cinque minuti di sospensione proposti dal presidente. Solo l'Udc, "in un clima surreale di appiattimento politico soprattutto da parte della maggioranza", rincara Zonchello, ha anticipato di voler discutere del documento "in separata sede". Risultato? Venti minuti di seduta valida, duemila euro di spesa: 100 euro al minuto. Il costo del Consiglio lampo è dovuto ai 63 euro di gettone per i 27 consiglieri (su 40) presenti all'appello (fa 1.700 euro) e per i 300 euro circa di spese logistiche (personale, luce, riscaldamento, rimborsi viaggio, rimborsi alle aziende presso cui lavorano i consiglieri). "Una riunione farsa che ha fatto spendere soldi veri - insiste Zonchello - è opportuno restituire il gettone di presenza". Proposta choc, ma non più di tanto. IL GETTONE Al presidente Antonio Carta, infatti, l'idea piace: "Sono d'accordo anche se tecnicamente il gettone deve essere riconosciuto e deciderà poi al conigliere se restituirlo o meno, ho cercato di temporeggiare ma spero che scene del genere non accadano mai più: auspico un codice di autoregolamentazione". Ignazio Cuccu, capogruppo Ds, premette invece che "spettava all'opposizione e non alla maggioranza innescare il dibattito su un documento che condividiamo, ma anche noi abbiamo subito proposto l'annullamento dell'indennità della seduta". ANDREA SCANO.


Insicurezza (sezione: Costi dei politici)

( da "Foglio, Il" del 07-12-2007)

 

Batticuore in Senato, governo salvato da Cossiga. Mastella: "Alla Camera o si cambia o si cambia" La lunga giornata del decreto sicurezza si è conclusa con la salvezza del governo Prodi. Il dibattito sul provvedimento, emendato secondo i desiderata di Rifondazione comunista che aveva detto "sennò non lo votiamo", si è intrecciato alla coda polemica tra Palazzo Chigi e il presidente della Camera Fausto Bertinotti. L'intervista con la quale la terza carica dello stato definiva "fallimentare l'esperienza dell'Unione" aveva ricevuto la decisa reazione del prodiano sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli: "Bertinotti dimostra scarso senso dello stato". Così la giornata, al Senato, s'era aperta con una dichiarazione di fuoco del segretario del Prc, Franco Giordano, che siglava la fine di un'epoca: "Il presidente del Consiglio non è in grado di svolgere il ruolo di garante nell'Unione". In realtà nel Palazzo i toni erano più distesi. Rifondazione, all'attacco di Prodi all'esterno, rispondeva con un appoggio rilassato e incondizionato in Aula. Il capogruppo, Giovanni Russo Spena, già in mattinata aveva chiarito la posizione del suo partito: "Il maxiemendamento è equilibrato, va bene. Lo votiamo". Tra la sinistra massimalista e il governo, dunque, si è verificata la regola dei perfetti pallanuotisti: leali dal bacino in su e botte da orbi sotto il pelo dell'acqua. A questa logica non si è sottratto neppure Walter Veltroni che interviene ancora una volta a difesa del governo definendo "inaccettabili" le parole della terza carica dello stato. Le preoccupazioni di Palazzo Chigi, nel corso della giornata avevano virato dall'estrema sinistra verso il centro dell'Unione. Rassicurato (in parte) dalla dichiarazione di voto favorevole espressa dal dissidente Lamberto Dini, Romano Prodi ha improvvisamente rivelato un fianco scoperto dalla parte che lo ha salvato più e più volte, ovvero i senatori a vita. Se per Dini "una crisi di governo sarà inevitabile" ma guai a dubitare del suo voto, il decano del Senato Giulio Andreotti annunciava il proprio voto contrario, mentre Emilio Colombo era incerto fino alla fine, salvo poi decidersi per il sì. Il batticuore per la maggioranza non è arrivato infatti dalle critiche all'eccessiva durezza "razzista" del testo, da parte della sinistra, ma dai cattolici. Anche i teodem Paola Binetti e Luigi Bobba, fino a tarda sera, erano "in bilico". Oggetto delle critiche un emendamento al testo promosso dalla sinistra che secondo molti cattolici, e come per il quotidiano della Cei Avvenire, "affermerebbe i concetti di orientamento sessuale e identità di genere minando la struttura antropologica della Costituzione. Basata sui concetti naturali di uomo, donna e sesso biologico". Il sì dei senatori cattolici è stato strappato con la promessa del cambiamento del decreto alla Camera: "Alla Camera o si cambia o si cambia" è stata la minaccia del ministro della Giustizia Clemente Mastella. "La Sinistra arcobaleno è divisa come il Pd", dice il leader dei Verdi Pecoraro Scanio. I quattro segretari hanno speso una notte a discutere del simbolo e sono finiti con l'approvare un "segno grafico" (ne hanno vagliati una decina e a un certo punto Giordano aveva persino tirato fuori una stella nera in campo rosso. Riscuotendo un sarcastico diniego proprio da Pecoraro: "Mo' facciamo le Br!"). Una resistenza fortissima al segno arcobaleno l'ha opposta Oliviero Diliberto. Il segretario del Pdci ha avvertito i compagni alleati che senza falcemartello gli elettori non riconosceranno il nuovo soggetto politico e si rischierà il tonfo elettorale. Ai compagni alleati ha ricordato l'esperienza di Rifondazione in Sicilia: presentatasi alle regionali sotto il simbolo dell'aquilone-arcobaleno è passata da quattro deputati a zero. Tema rimasto irrisolto sono i forum tematici che si terranno nel corso degli stati generali. I segretari della Cosa rossa, non avendo trovato un accordo, hanno deciso che alla fine nessuno sarà incaricato di fare le conclusioni. "Il risultato sarà che non si faranno conclusioni neanche sul tema dell'unità ? ironizzano in Prc ? Alla fine lasceremo la fiera senza aver capito bene cosa sia successo". La notizia migliore per la Cosa rossa è che la scissione di Marco Rizzo si avvia al rientro. Secondo i maligni il deputato del Pdci minaccia per garantirsi un seggio nel futuro parlamento. La regola interna al partito limita a due i mandati parlamentari concessi agli iscritti, Rizzo starebbe ventilando la scissione per spingere su Diliberto affinché gli conceda una deroga. Istituto previsto e applicato precedentemente solo in due occasioni, per il segretario Diliberto, e per l'ex presidente, Armando Cossutta. (07/12/2007).


Il vuoto dopo la nascita del (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 07-12-2007)

 

Il vuotodopo la nascitadel PdSul tema dei costi della politica e privilegi della politica e, più in generale sulla questione morale, abbiamo già scritto, abbiamo sempre avuto una nostra chiara e netta posizione, ed abbiamo anche fatto iniziative in passato. L'aspetto positivo di questa situazione è che ha scatenato parecchia attenzione in tutti i cittadini, è che sempre più spesso i cittadini dimostrano insofferenze a questo stato di cose.Sicuramente la crisi della politica non è determinata solamente ed unicamente dai suoi costi e dai privilegi che produce. Il male è più profondo. Finalmente è giunto il tempo delle proposte. Con la costruzione del Partito Democratico Walter Veltroni ha avanzato una sua articolata proposta. Al centro di tale proposta c'è una vecchia e mai discussa proposta di ridurre il numero dei parlamentari. A livello della nostra regione registriamo con amarezza quanto di negativo è accaduto mercoledì 21 novembre in consiglio regionale. I Cittadini per il Presidente (Malattia) e la Lega Nord (Guerra) avevano presentato un ordine del giorno comune, bocciato dall'aula, che prevedeva la riduzione dai 60 attuali a 40 consiglieri in ambito regionale. A nostro parere la proposta dei due capogruppo sicuramente è esagerata, ma è una proposta che può far nascere un dibattito all'interno del consiglio, è una proposta che può far discutere seriamente.Differentemente, invece, è stata data solamente una risposta provocatoria (almeno da quanto si capisce dalla stampa), una risposta provocatoria e definiremmo anche irresponsabile da parte dell'Udc che chiedeva la riduzione del consiglio regionale a un "unico consigliere". A nostro modesto parere la maggioranza regionale ha perso un'occasione politica per aprire un dibattito serio e vero. Questo problema non è più rinviabile. Una regione come il Friuli Venezia Giulia con poco più di 1.200.000 abitanti non può, anzi non dovrebbe, avere un consiglio regionale con 60 eletti più gli assessori esterni.Noi, da parecchio tempo, ci eravamo impegnati, all'interno dei Democratici di Sinistra allora, su questo fronte. Ora, come movimento di Sinistra Democratica, siamo impegnati a costruire una nuova e rinnovata sinistra che non vuole "la sua verità" ma pone al centro di questo progetto la questione morale di antica e sempre valida memoria berlingueriana. Alle tante donne e uomini di sinistra che aspettano con fiducia la nascita di una forza di sinistra plurale chiediamo di essere protagonisti. Una forza di sinistra di governo che non può né oggi né domani essere avversaria del Partito democratico.Per noi il nodo fondamentale critico e strategico dell'innovazione sul terreno della politica non passa attraverso "nuovi inizi". La politica per noi è una lotta culturale sociale del presente col passato, che non deve essere cancellato, ma trasformato. Il mondo del lavoro, il mondo dei lavori, i giovani in cerca di un lavoro qualificato, il mondo del sapere, per noi sono il principale motore per dare alla politica dignità, trasparenza e fiducia. Il passato è l'unica realtà. Il presente è qualcosa che si tocca con la mano. Il futuro di questo nostro Friuli, della Regione, del nostro amato Paese non dobbiamo cercarlo nella nostra immaginazione. Da cittadini responsabili e non da consumatori non confondendo mai i "diritti" con i "desideri".Il percorso è tracciato. Salite, curve, spine, trabocchetti non mancheranno. Noi, con la passione, il cuore e la ragione ce la metteremo tutta per farcela. Siamo convinti che ora i tempi stanno maturando, percepiamo che c'è la volontà di cercare di dare risposte concrete sulla unità a sinistra, da parte di tutte le forze politiche che sono attente a questo difficile percorso, ma che percepiscono che il grande vuoto lasciato a sinistra con la nascita del nuovo Partito Democratico non può essere lasciato senza risposte: e tutti insieme, noi speriamo, ci spenderemo per dare queste risposte. Da qui anche un appello, in precedenza appena accennato, a tutte le donne e gli uomini di sinistra che ci vogliono scrivere, dare il loro suggerimento, farci capire cosa pensano di questo percorso, per iniziare anche attraverso la stampa un "dibattito" che possa fungere da catena trainante, anche per capire che forse non siamo pochi, Noi uomini e donne di sinistra.Noi uomini e donne che riteniamo di aprire un processi di rinnovamento e di unità della sinistra italiana, che veda coinvolti e protagonisti le tante ed i tanti che non vogliono la scomparsa della sinistra nel nostro paese e che vogliono spendersi e partecipare ad una "riforma della democrazia" italiana che deve assumere il dato che ci fa annotare la crisi politica di questo paese. L'alternativa all'antipolitica è basata sulla partecipazione e sul recupero dell'etica pubblica: un impegno in primis contro i costi impropri e gli sprechi fanno parte del nostro ampio scenario di uomini e donne di sinistra.Roberta Deganocoordinatrice provinciale Sinistra democraticaIl caso Provinciae le riflessionipoliticheL'incredibile tragicommedia che ha recentemente travolto la Provincia di Udine e il suo presidente Strassoldo ha posto in evidenza, perlomeno agli occhi di chi, come me, ha vissuto questa inverosimile esperienza dall'interno del Consiglio provinciale, alcuni aspetti a dir poco inaspettati e curiosi.Chiaramente non mi riferisco agli atteggiamenti e al teatrino che ha visto protagonisti Strassoldo, gli assessori e i consiglieri del centrodestra, bensì ad un sottobosco della politica che ha aleggiato nel salone di Palazzo Belgrado, e nei dintorni del palazzo stesso, in questi ultimi due mesi. Ad ogni seduta consiliare, accanto a inferociti e spazientiti cittadini, volteggiava qualche personaggio con il fare di chi sa tutto e si da le arie da gran manovratore o burattinaio.Questi personaggi li si incontrava nei bar adiacenti a piazza Patriarcato, intenti a confabulare con quello o quell'altro personaggio, o ex personaggio, politico. Il loro atteggiamento era quello dell'importante addetto ai lavori, depositario di verità, lungimiranza e acume politico. Certamente non legittimati da elezioni popolari, certamente non portatori di cariche o responsabilità partitiche, bensì investiti da quel misterioso alone di ossequiosa attenzione a loro rivolta da una corte eterogenea e variegata, seppur non numerosa.Evidentemente questa loro frenetica e debordante attività confabulatoria deve essere considerata di gran livello, visto che spesso la carta stampata dedica loro spazi considerevoli nei quali vengono a noi, poveri mortali, propinate sentenze e dogmi da parte di questi signor "chissachiè". Spesso fotogeniche foto-tessera contornano le loro saccenti esternazioni. Di questo passo in un prossimo futuro potremo abolire le elezioni democratiche ed affidarci a questi soloni, che pare abbiano in tasca la verità e la saggezza necessaria a trovare la soluzione a tutto. Con buona pace per chi ancora pensa di poter essere legittimato ad occuparsi di politica in seguito ad una investitura ottenuta attraverso democratiche elezioni. Chi è che dice che la politica è caduta in basso?Giordano MenisConsigliere provinciale Sdi.


Rieccoli/ Cercasi nuovo ad per l'Acquirente Unico. Tra i più gettonati Francesco Nucci, ex Sogin (sezione: Costi dei politici)

( da "Affari Italiani (Online)" del 07-12-2007)

 

Venerdí 07.12.2007 15:13 --> Francesco Nucci Arriva un nuovo amministratore delegato al vertice dell'Acquirente Unico? La macchina si è messa in modo. Si sa infatti che l'attuale a.d, Carlo Fava si è dimesso e va sostituito. L'ente non può restare decapitato, vista la sua importanza strategica: si tratta, infatti, dell'istituzione pubblica che "fa la spesa" di elettricità per le famiglie italiane rimaste sul "mercato di maggior tutela e salvaguardia", quello cioè di quei clienti che non hanno deciso di cambiare fornitore: ad oggi circa 33 milioni di clienti e il 40% in volumi. E al posto di Fava, secondo i rumors che hanno preso a circolare a Roma, si starebbe scaldando Francesco Nucci, il cui curriculum però crea non poche apprensioni nel mondo dell'energia e della finanza. Assunto da Franco Tatò per guidare la Enel Sole (illuminazione pubblica), era stato accantonato dal successore di Tatò, Paolo Scaroni, poco convinto delle sue performance. "Ripescato" dal goveno Berlusconi come amministratore delegato della Sogin, l'ente preposto allo smantellamento del nucleare italiano, venne accusato di una gestione clientelare, con assunzioni discutibili e spese facili. Famoso lo scontro tra la Sogin guidata da Nucci in tandem con il generale Carlo Jean (ex consigliere militare di Cossiga e collega alla Luiss di Antonio Martino) e l'Autorità per l'Energia, che contesto 4,8 milioni di euro spesi per l'apertura di una sfavillante sede a Mosca. Per non parlare delle assunzioni partigiane, dal figlio di Antonio Baldassarri alla nuora di Gustavo Selva, bersaglio di diverse interrogazioni parlamentari a rivolte proprio al Tesoro (che potrebbe ora candidarlo all'AU), dal senatore Ds Aleandro Longhi. Una scelta poco convincente, insomma, per guidare una struttura che richiede una conoscenza sofisticata dei mercati, delle borse dell'elettricità, dei contratti bilaterali e di import, delle aste, di tutti quegli strumenti che servono a coprirsi dal rischio prezzi in un momento di altissima volatilità delle materie prime e quindi del chilowattora, garantendo così elettricità alle migliori condizioni possibili per quei 33 milioni di italiani che Acquirente Unico ha il compito istituzionale di difendere. -->.


Alzheimer: Censis, costo sociale tutto sulle famiglie (sezione: Costi dei politici)

( da "Vita non profit online" del 07-12-2007)

 

Di Redazione (redazione@vita.it) 07/12/2007 --> Lo rivela il rapporto annuale I malati di Alzheimer oggi in Italia sono oltre 500.000 con 80mila nuovi casi circa all'anno ma il costo sociale della malattia continua a rimanere quasi totalmente in carico alle famiglie. Lo rileva il Censis nel Rapporto annuale evidenziando come le stime dicano che nel 2020 i nuovi casi di demenza attribuibili all'Alzheimer saranno circa 113.000, e la loro condizione (e quella dei loro familiari) e' indicativa delle difficolta' del nostro sistema sanitario e socio-assistenziale nell'approntare risposte e soluzioni adeguate per la presa in carico delle patologie croniche ed invalidanti che possono accompagnarsi alla condizione anziana. Non e' quindi un caso -rileva l'istituto - che il modello di assistenza si evolva con un aumentato ricorso alle badanti (il 40,9% del campione contro il 30% circa nel 1999). Il 32,7% dei malati e' assistito da badanti straniere (erano il 7,5% nel 1999), che in misura prevalente dormono nella stessa casa del paziente, donne nel 95,1% dei casi e nell'89,0% senza titolo professionale specifico, di cui l'82,3% retribuito con denaro dello stesso malato o del coniuge. La delega alla famiglia dei compiti di cura ed assistenza del malato di Alzheimer ha peraltro un costo sociale enorme: la stima del Censis, realizzata a partire dalle indicazioni del campione nazionale di caregiver intervistato, fa riferimento ad un Costo Medio Annuo per Paziente (Cmap), comprensivo sia dei costi familiari che di quelli a carico della collettivita', di circa 60.900 euro. (da asca).


COOPERAZIONE: TOSCANA, AL SISTEMA SANITARIO PALESTINESE UN AIUTO PER CRESCERE (sezione: Costi dei politici)

( da "Metronews" del 07-12-2007)

 

Cooperazione: toscana, al sistema sanitario palestinese un aiuto per crescere 07/12/2007 17:56 Firenze, 7 dic. - (Adnkronos) - Un programma di sostegno allo sviluppo del Sistema sanitario palestinese. Lo hanno concordato oggi, siglando un apposito protocollo, l'assessore regionale per il diritto alla salute della Toscana Enrico Rossi e il ministro della sanita' palestinese Fathy Abu Moghli. La collaborazione e' ispirata dalla necessita' di garantire alla popolazione palestinese livelli adeguati di efficacia, equita' e accesso alle prestazioni sanitarie del servizio sanitario pubblico, con la promozione di tecnologie innovative e strumenti diagnostici e terapeutici avanzati. Due i settori di intervento: la specialistica in pediatria e gli aspetti organizzativi e gestionali dei sistemi sanitari pubblici.


Busta Paga - I deputati onorevoli!! (sezione: Costi dei politici)

( da "Blogosfere" del 07-12-2007)

 

Dic 07 7 Busta Paga - I deputati onorevoli!! Pubblicato da Demetrio Vacca alle 18:21 in Arena Senza commenti e senza speranze! STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare) RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) + TUTTI ESENTASSE TELEFONO CELLULARE gratis TESSERA DEL CINEMA gratis TESSERA TEATRO gratis TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis FRANCOBOLLI gratis VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis PISCINE E PALESTRE gratis FS gratis AEREO DI STATO gratis AMBASCIATE gratis CLINICHE gratis ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis ASSICURAZIONE MORTE gratis AUTO BLU CON AUTISTA gratis RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento . Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO. La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO.


Luci spente e negozi chiusi 5 minuti sala rossa, il "gettone" alle vittime (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

 

Pagina IX - Torino IL LUTTO Luci spente e negozi chiusi 5 minuti Sala Rossa, il "gettone" alle vittime Domani Torino si ferma per il lutto cittadino. Le "Luci d'artista" resteranno spente, i negozi chiuderanno simbolicamente per cinque minuti, su tutti gli edifici pubblici saranno esposte bandiere a mezz'asta, annullati i concerti di piazza come quello della Banda della Polizia municipale. La Sala Rossa, alle 15, osserverà un minuto di silenzio, prima delle comunicazioni del vicesindaco Tom Dealessandri; il gettone di presenza di tutti i consiglieri sarà devoluto alle famiglie delle vittime. Sospese anche le attività dei consigli provinciale e regionale, rinviato il convegno su Giovanni Arpino a Palazzo Lascaris. I gonfaloni delle istituzioni saranno presenti alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil. L'arcivescovo di Torino, Severino Poletto, chiama invece a raccolta la comunità cristiana per la celebrazione eucaristica delle 18.15 di lunedì al Santuario della Consolata.


Comune a caccia di case private da destinare ad alloggi popolari - luigi soriga (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-12-2007)

 

Sassari Comune a caccia di case private da destinare ad alloggi popolari Appartamenti sino a 90 metri quadri da acquistare appena arriveranno i finanziamenti da parte della Regione LUIGI SORIGA SASSARI. La fame di alloggi popolari in città sta raggiungendo livelli preoccupanti. Oltre 1500 richieste che il Comune non riesce ad accontentare. Il settore che si occupa dei problemi della casa ha già assegnato 1600 unità immobiliari a famiglie bisognose, e nei progetti dell'amministrazione c'è la costruzione di nuove palazzine nella zona del Quadrilatero e forse a San Francesco. Sistemazioni però che saranno pronte tra 2 o 3 anni, e che non risolvono l'attuale emergenza. Perciò Palazzo Ducale prova a correre i ripari: l'intenzione è quella di acquistare una serie di appartamenti dai privati e metterli subito a disposizione per i senzatetto. Per il momento si tratta solamente di un'indagine conoscitiva. "Ancora non sappiamo quanti soldi potremo avere a disposizione - spiega l'assessore comunale alle politiche abitative Michele Malanga - C'è però la possibilità che la Regione agli inizi del 2008 ci eroghi dei finanziamenti da destinare ai problemi della casa: per quest'evenienza non vogliamo farci trovare impreparati". Proprio tre giorni fa la giunta regionale ha approvato un programma straordinario di edilizia abitativa che prevede, per il 2007, lo stanziamento di 148 milioni di euro per la costruzione e il recupero di alloggi da attribuire alle fasce sociali più deboli. A Sassari, per ora, arriveranno sicuri 3 milioni e 300mila euro per risistemare le 110 unità tra le casette in Canadà. C'è l'ok per altri 2 milioni di euro che copriranno le spese per gli interventi inseriti da Palazzo Ducale nella fascia prioritaria e che riguardano 247 alloggi popolari. Infine i contributi per l'acquisto di abitazioni private da assegnare alle famiglie meno abbienti a canone sociale, sui quali però non vi è alcuna certezza. Quindi entro il 18 gennaio 2008 i proprietari di abitazioni libere, nuove, in corso di costruzione o da ristrutturare, che sono intenzionati a vendere, devono consegnare all'ufficio Protocollo del Comune un plico chiuso sul quale dovranno essere specificate le generalità del mittente e la dicitura "Contiene documenti per l'offerta relativa a unità immobiliari ad uso abitativo". La copia del bando è disponibile in via Piandanna 2 e nel sito Internet del Comune di Sassari. Gli alloggi vanno dai 45 ai 95 metri quadri, devono essere a norma, senza abusi edilizi, in buone condizioni (sono tollerati interventi di manutenzione con un costo massimo di 20 mila euro), con impianti elettrici in regola e in edifici dotati di ascensore e privo di barriere architettoniche.


Una riunione vergognosa (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-12-2007)

 

Cagliari "Una riunione vergognosa" Dall'Udc critiche all'ultimo consiglio comunale POLITICA Seduta lampo e tutti a casa CARBONIA. Non è da oggi che la seduta di discussione del bilancio, che si tiene in apertura della sessione per l'approvazione del documento contabile del comune, non fa registrare interventi, in particolare da parte della maggioranza, e si chiude dopo pochi minuti. Ma questa volta, secondo l'Udc, si sarebbe toccato il fondo: un quarto di giro d'orologio, e tutti a casa. Poco male, se non fosse per un particolare: la seduta lampo costa alla collettività, secondo i calcoli del partito di opposizione, 2000-1700 euro per i gettoni di presenza, 300 per le spese di funzionamento. Soldi che i consiglieri comunali, dice l'Udc, dovrebbero restituire: nel calcolo, fanno notare i centristi di minoranza, mancano tra l'altro i soldi per i rimborsi di viaggio per i non residenti e i rimborsi alle aziende per la mancata presenza dei consiglieri comunali al lavoro. "Una riunione-vergogna", sostengono Alberto Zonchello, capogruppo, Giuseppe Meletti e Checco Fele, che così ricostruiscono l'accaduto: "Alle ore 18 era convocato il consiglio comunale. Alle ore 18.25, dopo aver aspettato l'arrivo di alcuni consiglieri per avere il numero legale, è iniziata la seduta: era assente un terzo dei consiglieri, il sindaco e qualche assessore. Alle 18.40, dopo appena quindici minuti di attività, è terminata la seduta, durante la quale sono stati inoltre chiesti cinque minuti di sospensione da parte del presidente del consiglio. I lavori, quindi, sono durati circa dieci minuti". Ma non è tutto: "Alla domanda del presidente se qualcuno volesse intervenire c'è stato un silenzio assordante: un solo gruppo ha rilasciato una dichiarazione: l'Udc. Vista la situazione, però, il nostro partito si è rifiutato di discutere il bilancio, annunciando che lo avrebbe fatto, in questi giorni, in altre sedi". Il gruppo Udc accusa la maggioranza di aver portato le sedute del consiglio a una sorta di immobilismo politico: "Quello che maggiormente meraviglia - proseguono Zonchello, Meletti e Fele - è che nessuno della maggioranza sia intervenuto per parlare del bilancio, anche solo per dire che era d'accordo. Invece, niente. Un clima surreale. Questo è l'appiattimento della politica. Mercoledì c'è stata l'ennesima conferma: la maggioranza, ormai, si limita solo ad alzare la mano nelle votazioni. Una riunione farsa che ha fatto spendere, però, soldi veri. Da questa considerazione, molto triste, la consapevolezza di dover correggere immediatamente questa situazione. La nostra non è una provocazione, non è una strumentalizzazione e neppure demagogia. E' una risposta concreta ad una situazione davvero scandalosa". Giovanni Di Pasquale.


Manca la giunta, ma il consiglio costa 2700 (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

 

Pagina IV - Bologna IL CASO Seduta inutile per l'assenza degli assessori. I gettoni però verranno pagati. Sofri scrive una lettera al sindaco Manca la giunta, ma il Consiglio costa 2700 Un consiglio comunale con 38 consiglieri e un solo assessore di passaggio. Due domande e due interpellanze rimaste senza risposta da parte della giunta assente. Un nulla di fatto durato meno di mezz'ora e costato circa 2700 euro in gettoni. Il capitolo costi della politica torna a fare capolino a Palazzo D'Accursio, ma questa volta nel mirino c'è la giunta, che diserta in massa la seduta di question time del venerdì e non fa pervenire nemmeno risposte scritte ai consiglieri. "Una seduta malinconica" è costretto ad ammettere anche il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri, che lamenta lo scollamento tra giunta e consiglio e prende in mano carta e penna per scrivere a Sergio Cofferati. Mentre la vicesindaco Adriana Scaramuzzino difende la giunta: "Forse eravamo assenti, ma anche le domande devono essere intelligenti. Spesso sono ripetitive e il nostro tempo è prezioso". Ma il tempo passato in consiglio è anche costoso. Ieri in agenda al question time - la seduta del consiglio dedicata ai quesiti di attualità - ci sono due domande e tre interpellanze, tutte del consigliere di Forza Italia Daniele Carella, rivolte al sindaco e all'assessore alla Mobilità Maurizio Zamboni. Ma entrambi sono assenti. A fare le loro veci compare solo l'assessore alla Comunicazione Giuseppe Paruolo, che però ha la delega a rispondere a un solo quesito. In compenso in aula passano e firmano 38 consiglieri. Saldo finale: un monologo di Carella da 2700 euro e i banchi che si svuotano in fretta. In tutto '28 minuti di seduta. "Sono molto dispiaciuto", commenta il presidente. Sofri "giustifica" gli assenti, ma ammette che ci sia un problema organizzativo tra la giunta e il consiglio comunale. Tanto che, spiega "tre giorni fa ho scritto al sindaco per chiedere che uno degli assessori torni a frequentare le riunioni dei capigruppo". Il delegato a questa attività, ricorda Sofri, "era Merola, ma dopo qualche seduta non si è più presentato". Il sindaco ancora non ha risposto. Critico anche Giovanni Mazzanti, della Margherita, che suggerisce di "aggiornare" sedute come quella di ieri: "E' evidente che la giunta deve partecipare al consiglio. Anche se comunque c'erano poche domande, segno di scarsa attività dell'opposizione". Ma il forzista Paolo Foschini difende l'opposizione dall'accusa di scarso attivismo: "Poche domande? Due settimane fa ce n'erano 40. Il fatto è che non c'erano le risposte". (s. b.).


Gli ispettori: caos all'ospedale di vibo - giuseppe baldessarro mario reggio (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 08-12-2007)

 

Cronaca Gli ispettori: caos all'ospedale di Vibo "Nel reparto tre medici precari". Cinque indagati. Malasanità, altre 2 morti sospette Nella struttura di Otorino, dove era ricoverata Eva, solo il primario era di ruolo GIUSEPPE BALDESSARRO MARIO REGGIO ROMA - Cinque avvisi di garanzia emessi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Tra gli indagati per la morte di Eva Ruscio quattro medici del reparto di Otorino ed un anestesista. Per tutti l'ipotesi di reato è omicidio colposo. L'anomalia del reparto, segnalata dagli ispettori del ministero della Salute e dai Nas, è che solo il primario era di ruolo, mentre gli altri tre medici erano "precari" con un contratto a tempo determinato. Ma non è un caso isolato perché in Italia lavorano in ospedale 12 mila medici precari e 20 mila specializzandi nei policlinici universitari. Mentre a Vibo Valentia continuano le indagini, nell'ospedale di Altamura, in provincia di Bari, un altro caso drammatico: una donna è deceduta giovedì notte durante il parto. Ma la scia di morti non si ferma qui: ieri, una donna di 36 anni, di Pompei, incinta all'ottavo mese, è morta dopo aver chiesto assistenza in quattro ospedali. Con lei ha perso la vita anche il bambino. Quelli dei medici precari che prestano la loro opera negli ospedali sta assumendo dimensioni preoccupanti. Quelli assunti a tempo indeterminato dal Servizio sanitario nazionale sono poco più di 100 mila. I precari 12 mila. Sono medici con un contratto a tempo determinato, Cococo, oppure cooptati dalla Asl con un rapporto libero-professionale. Vengono scelti dai direttori generali in base a principi poco trasparenti. A questi si aggiungono 20 mila "specializzandi" che fanno la gavetta negli undici Policlinici universitari. Quasi tutti vengono utilizzati nei reparti di accettazione ed emergenza, fanno i turni di notte e sostituiscono i colleghi assunti nei giorni festivi e durante le ferie. Non hanno tutele: niente ferie, per le donne nessun permesso per maternità, i più fortunati raccattano un gettone di presenza per i turni usuranti. "L'effetto, legato per tutti alla rapporto saltuario, è che non possono inserirsi nella funzionalità del sistema ospedaliero - commenta Massimo Cozza, segretario nazionale dei medici Cgil - che significa conoscere i meccanismi della macchina ospedaliera, il rapporto di conoscenza e affidabilità con i colleghi internisti, anestesisti, chirurghi. Un danno non da poco per la qualità dell'assistenza ai pazienti. Ecco perché la stabilizzazione dei precari è uno dei punti centrali della vertenza contrattuale che ci ha portato a scioperare tre volte". Intanto in Calabria gli ispettori inviati dal ministro Livia Turco hanno scoperto che "un primario di ruolo e tre assistenti medici a tempo determinato, con contratto rinnovato ogni otto mesi, gestivano il reparto". Secondo gli uomini del dicastero della Salute, nel reparto di Otorino dell'ospedale Jazzolino, dove mercoledì mattina è morta Eva, regnava "un ottimo terreno di coltura per gli errori". Tant'è che nel rapporto si legge di "una disorganizzazione strutturale, scarsa esperienza dei sanitari, turni troppo lunghi, con mancanza di governo del sistema". Insomma, a Vibo regnava il caos. Per questo, sostengono gli ispettori, l'episodio della sedicenne ricoverata per un ascesso peritonsillare e deceduta due giorni dopo, potrebbe essere il frutto di una situazione caotica, governata in maniera approssimativa. Va avanti anche l'inchiesta della Procura affidata ai pm Maurizio Garofalo e Simona Cangiano. Ieri sera i due magistrati hanno emesso cinque informazioni di garanzia. Gli avvisi, per omicidio colposo, riguardano il primario del reparto Domenico Sorrentino, i medici Gianluca Bava, Francesco Morano e Giuseppe Sorace, e l'anestesista Michele Miceli. Sorrentino era stato già sospeso dall'incarico in via cautelativa e giovedì erano stati sospesi i ricoveri.


La firma di Bucchi sull'ultimo blitz (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 08-12-2007)

 

I PRECEDENTI La firma di Bucchi sull'ultimo blitz di GIANFILIPPO CENTANNI NON E' GRANCHE' incoraggiante, ma nemmeno deprimente, la lunga tradizione dell'Ascoli sul campo del Bari. Ospitato per 12 partite (2 in A, 8 in B, 2 in C-c) il Picchio dal capoluogo pugliese è tornato con 3 vittorie (in B), 5 pareggi (1 in A, 3 in B, 1 in C-c) e 4 sconfitte (1, 2, 1) riportando in bilancio 12 gol realizzati (3, 7, 2) e 17 al passivo (4, 11, 2). SERIE A. Il 1° ottobre '89, Bari-Ascoli 2-2, pt 26' Casagrande 0-1, 36' Joao Paulo 1-1, st 22' Giovannelli 2-1, 24' ancora il brasilero Joao Paulo Donizetti. Il 26 aprile '92, Bari-Ascoli 2-1, pt 38' Troglio 0-1, st 42' Progna, 44' l'inglese David Andrew Platt. SERIE B. il 1° aprile '73, Bari-Ascoli 1-1, pugliesi in vantaggio con Sigarini, di Bertarelli la rete del pareggio. Nell'Ascoli anche Mario Colautti ex Bari '68-ottobre '79. Il 30 settembre '73, Bari-Ascoli 0-0. Il 27 novembre '77, Bari-Ascoli 1-3, a bersaglio per il verdetto più pingue tra quelli pieni Quadri, Pasinato e Zandoli, gol della bandiera biancorossa di Scarrone su rigore. L'allenatore Mimmo Renna dopo avere riportato e mantenuto l'Ascoli in A, passerà al Bari. Il 25 aprile '93, Bari-Ascoli 1-1, st 6' Laureri, 12 Bierhoff che con 20 reti in 35 presenze si aggiudicherà il titolo di capocannoniere. Il 10 ottobre '93, Bari-Ascoli 3-1, pt 19' Barone dal dischetto, 45' Tovalieri 2-0; st 15'Maini 2-1, 26' Gautieri su penalty (ne ha concessi 2 al Bari l'arbitro Braschi di Prato che incorrerà nelle ire di Rozzi). Torneo 2002-03, terza di andata Bari-Ascoli 2-0, pt 41' Cordova, st 27' Spinesi su rigore. Nell'Ascoli gioca il difensore barese Massimiliano Tangorra ex Bari '93-95. Il 12 ottobre '03, Bari-Ascoli 1-2, unico successo esterno della gestione-Dominissini sostituito dopo 4 turni da Ammazzalorso: marcatori pt 13' Pià 0-1, st 12' Fontana su rigore 0-2, 31' Enynnaya. L'ultimo acuto il 13 marzo '05, Bari-Ascoli 0-1, decisivo Bucchi all'11' pt. Nel Bari due ex bianconeri: il portiere Nicola Di Bitonto ('97-00: 79 presenze) e il centrocampista Giorgio La Vista ('02-04: 61 gettoni, 7 reti). SERIE C. Nel girone C, anni '60, l'Ascoli si chiama Del Duca Ascoli, denominazione assunta dal '55-56 fino a tutto il '70-71. Torneo '65-66, quinta di andata, Bari-Del Duca Ascoli 2-2, risolutori Siciliano 1-0, Ghelli 1-1, Galletti 2-1, Magnan 2-2. Stagione '66-67, turno n. 16, Bari-Ascoli 1-0, decisivo il gol di De Nardi. - -->.


Costi della politica, la regione taglia i viaggi dei consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-12-2007)

 

Regione Costi della politica, la Regione taglia i viaggi dei consiglieri TRIESTE. Il Consiglio regionale taglia i costi della politica a Palazzo. Una cura dimagrante che riduce del 50% il budget dedicato ai viaggi dei consiglieri. Che snellisce le spese dell'Assemblea e che taglia le disponibilità di Tutore dei Minori, Difensore Civico, Pari Opportunità Corecom (Comitato regionale per le Comunicazioni). Lo ha deciso ieri l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, presieduto da Alessandro Tesini. Viaggi. Siamo allo scorcio della legislatura. Pochi mesi separano i consiglieri dalle elezioni, e molti hanno speso quasi tutto il budget loro assegnato. Ma l'Ufficio di Presidenza vuole lanciare un segnale chiaro. E taglia le spese dedicate ai viaggi: da 8.000 euro si passa a 4.000. "Che comprendono però anche altri costi, come quelli per i corsi di informatica", spiega Bruna Zorzini Spetic (Pdci). La consigliera si è astenuta sul voto che taglia le risorse agli enti del Consiglio "come le Pari Opportunità", spiega, ma applaude "la cura dimagrante". Una decisione che raccoglie l'adesione convinta anche di Roberto Asquini (Fi). Ma le sforbiciate non fermano qui. "Tutto il bilancio è stato ritoccato - afferma Giorgio Baiutti (Margherita-Dl) - anche le spese di rappresentanza". Regole più rigide - ha aggiunto Baiutti - sono state approvate anche per i viaggi delle commissioni, i cui costi d'ora innanzi saranno a carico del Consiglio. Enti. Complessivamente - dice Baiutti - al Corecom, al Tutore dei Minori, al Difensore Civico e alle Pari Opportunità il ritocco al finanziamento si aggira sul 10%. In particolare, rispetto all'anno scorso, il Tutore dei Minori perde 20.000 euro, passando da 220.000 a 200.000 euro. Il Corecom, invece, perde 10.000 euro (da 170.000 a 160.000 euro). Consiglio. Via libera anche allo schema di Bilancio dell'Assemblea. Relatore in Aula sarà proprio Baiutti. "Complessivamente, si registra un milione in più rispetto al 2007", dice. Assenteisti. Prosegue il dibattito sulle modalità di controllo delle presenze dei consiglieri durante i lavori nelle commissioni e durante le sedute d'Aula. Ci si ferma alla proposta di moltiplicare la raccolta delle firme nel registro delle presenze, passando da una a quattro nel corso della giornata. Una proposta che non raccoglie però adesione unanime. Contrari Asquini e Zorzini Spetic. "Non risolve il problema", affermano all'unisono. Tanto più, conclude Zorzini Spetic, "che il lavoro del consigliere non si limita a pigiare un bottone in Aula". Sonia Sicco.


Di ANNA BELTRAME CI SONO ben 265mila euro di differenza fra il più ricco (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Prato)" del 08-12-2007)

 

Di ANNA BELTRAME CI SONO ben 265mila euro di differenza fra il più ricco e il più povero del Comune. Il più ricco, stavolta, non è l'industriale e consigliere comunale di Forza Italia Roberto Caverni, che comunque al secondo posto mantiene la testa della classifica. Il "Paperone" di palazzo comunale è l'assessore all'urbanistica Stefano Ciuoffo, ingegnere, ex Margherita e ora Pd, che nel 2005 (l'anno a cui si riferiscono i redditi resi pubblci ieri) ha dichiarato un imponibile lordo di 275mila euro: 217mila sono i redditi della professione, 56mila l'indennità da assessore, 2400 i redditi da fabbricati e quasi 106mila gli euro pagati al Fisco. Ultimo in classifica è invece Andrea Colzi, consigliere comunale ex Ds e ora Pd, studente, classe 1985: ha denunciato 9200 euro lordi, in pratica i gettoni di presenza ai consigli e alle commissioni (90 euro lordi a seduta). Ma ecco nel dettaglio la classifica delle entrate dei consiglieri comunali e, nella pagina a fianco, quelle della giunta e degli amministratori delle società partecipate. IL PRIMO dei consiglieri è appunto Roberto Caverni di Forza Italia, industriale tessile, con un imponibile di 220271 euro (di cui 25mila da fabbricati, 42mila da capitale); alle sue spalle c'è l'avvocato di An Filippo Bernocchi con 171431 euro (di cui 47mila da impresa) e il terzo sul podio dei consiglieri è Roberto Baldi di Forza Italia, nel 2005 primario e oggi in pensione, con 145462 euro (di cui 38mila da lavoro autonomo). Al quarto posto un altro primario oggi in pensione, cioé Roberto Dabizzi del Pd, con 133530 euro, al quinto Giovanni Luchetti di Forza Italia, commercialista, con 121655, al sesto un altro medico del Pd, cioé Antonio Falcone, con 120134 euro. E' medico (ma oggi in pensione) anche il settimo in graduatoria, cioé Aurelio Donzella dell'Italia dei valori, con 91377 euro, che precede l'ex deputato Ds Mauro Vannoni, eletto con Sinistra per Prato viva: 85826 il suo imponibile, frutto in gran parte delle generose pensioni della Camera. Nono posto per Roberto Mennini, ingegnere del Pd, con 84180 euro e decimo per l'avvocato Massimo Taiti, indipendente, con 81422 euro. ALL'11° posto c'è il neocapogruppo del Pd Luca Roti, dipendente di banca, con 77519 euro; seguono il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi, libero professionista, con 69mila, e il presidente del consiglio comunale, bancario e del Pd, Daniele Mannocci, con 68mila. Ci sono poi Fabio Caregnato, ingegnere e dipendente Gida, Pd, con 60143 euro; il capogruppo di An e avvocato Gianni Cenni con 59700; Matteo Biffoni del Pd con 51800 (di cui 27450 da lavoro dipendente all'Artigiancassa e 24350 da fabbricati) e Andrea Amerini, infermiere di Forza Italia, con 49mila. Per trovare la prima donna bisogna scendere al 18° posto: è Maria Grazia Ciambellotti, dirigente scolastica e numero due del Pd provinciale: il suo imponibile è di 47232 euro. Seguono Massimo Bartoloni, Pd, dipendente Asm, con 44711 euro; Giuseppe Esposito, pensionato del Pd, con 39262; Elisabetta Carullo, dipendente Ataf, Pd, con 37614; Maurizio Bettazzi, libero professionista di An, con 36mila; Fulvio Ponzuoli, carabiniere in pensione, An, con 34546; Maurizio Castagna, dipendente statale in pensione, eletto con An, con 33915; Andrea Ballini, vigile urbano, Pd, con 33613 euro; Massimo Pagnini, insegnante del Pd, con 33mila; Tommaso Rindi, operatore sociale e capogruppo dei Verdi con 31427; Rita Romagnoli, Pd, dipendente dell'Iris, con 29886 euro. LA GRADUATORIA continua con al 29° posto Mario Bensi, pensionato del Pd, con 25444 euro e precede un'altra consigliera del Pd, cioé Lavinia Rosseti, dipendente dell'Istituto Santa Rita, pure lei del Pd, con 25184. Un'altra donna occupa il 31° posto ed è Rita Pieri di Forza Italia, insegnante, con 25171 euro, precede Sandro Lascialfari, imprenditore del Pd, con 22139, e Linda Pieragnoli, dipendente Ato, anche lei Pd, con 20728. A quota 19261 c'è Luciano Bartolotti, bancario in pensione del Pd, davanti a Leonardo Becheri, capogruppo di Rifondazione comunista e co.co.co. in Regione, con 15200 euro. Infine, ecco le ultime quattro posizioni classifica. Al 35° posto c'è Paolo Fattori, autotrasportatore, anche lui di Rifondazione, con 14395 euro e precede di pochi spiccioli Moreno Zazzeri, impiegato a Urban, Comunisti Italiani, con 14200 euro. Al penultimo posto c'è Gianluca Banchelli di An, che nel 2005 si stava laureando, con 11mila euro (oggi è dipendente di una società di pronto moda, quindi il suo reddito è certamente più alto) e ultimo è Andrea Colzi, giovanissimo e ancora studente, con 9189 euro. Infine, manca il reddito del 40° consigliere, cioé Matteo Aiazzi del Pd , subentrato lo scorso settembre a Gerardina Cardillo, ora assessore, e quindi nel 2005 (l'anno a cui si riferiscono i redditi), ancora fuori dal Comune. - -->.


Paruolo: <Ora un esame di coscienza. E meno convocazioni a vuoto> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 08-12-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-08 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE L'unico presente Paruolo: "Ora un esame di coscienza. E meno convocazioni a vuoto" è successo ancora. Lei era l'unico assessore a rispondere alle interpellanze, il consiglio comunale è durato solo 25 minuti e sono stati pagati gettoni di presenza per una riunione sostanzialmente inutile. Che ne pensa? "A me - dice l'assessore alla Salute e alla Comunicazione, Giuseppe Paruolo - farebbe piacere parlare di questi problemi potendo dare un giudizio complessivo per quella che è la realtà e non sulla base di singoli casi di grande interesse. Detto questo, bisogna che ognuno rifletta sulle sue colpe e faccia un esame di coscienza". Può spiegare meglio? "Il question time si fa perché si garantisce la risposta a questioni importanti di attualità che vengono poste dai consiglieri comunali, ma non è obbligatorio convocarlo tutte le settimane. Qual è la sua proposta per ridurre questi casi? "Dico che serve una riflessione sullo strumento del question time. Ad esempio nella seduta di ieri c'erano tre interpellanze che sono la riedizione di vecchie domande di attualità. Si è deciso di convocare una seduta ad hoc del question time al venerdì perché prima succedeva la cosa opposta: le domande di attualità nella seduta ordinaria del lunedì erano troppe e non si riusciva ad approvare le delibere". Dunque bisogna fare meno consigli comunali? "Bologna ha un'altissima tradizione democratica che deve assolutamente mantenere, ma osservo semplicemente che in molte altre città italiane il consiglio si riunisce molte meno volte". L'opposizione di centrodestra sostiene che il consiglio non funziona perché gli assessori e il sindaco spesso non sono presenti. Che ne pensa? "Nello scorso mandato ho fatto il consigliere e mi sono lamentato spesso di un sindaco, Giorgio Guazzaloca, che non partecipava alle sedute del consiglio comunale. Penso Cofferati, da questo punto di vista, sia distante anni luce e abbia assicurato una costante presenza. Comunque queste cose infastidiscono la gente che già vi accusa di scarsa produttività. Conviene? "La politica deve mettersi in gioco, ma mi piacerebbe anche che si riportassero con la stessa enfasi i casi in cui ci sono risparmi significativi". O. Ro. In aula Giuseppe Paruolo è assessore alla Salute e alla Comunicazione è della Margherita.


Question time senza risposte Ma in 38 incassano il gettone (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 08-12-2007)

 

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-08 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Question time senza risposte Ma in 38 incassano il gettone Banchi della giunta quasi vuoti, tutti in libertà dopo 25 minuti In consiglio comunale seduta lampo (pagata) per l'assenza del sindaco e dell'assessore Zamboni Sofri: "Che malinconia" Ci risiamo. Non sono servite le quotidiane polemiche sui costi della politica e nemmeno il tentativo portato avanti dal presidente del consiglio, Gianni Sofri di riformare il funzionamento dell'assemblea di Palazzo d'Accursio. Ieri la seduta del consiglio comunale è durata solo 25 minuti ed è costata quasi 2.800 euro: all'ordine del giorno solo due domande d'attualità e tre interpellanze. Il problema è che solo una delle cinque domande ha trovato risposta dall'assessore Paruolo, mentre le altre quattro sono state fatte a vuoto per l'assenza, seppur giustificata, del sindaco e dell'assessore alla Mobilità, Maurizio Zamboni. A rendere ancora più curiosa la seduta del question time è che tutte e cinque le domande sono state presentate dallo stesso consigliere: lo stakanovista di Forza Italia, Daniele Carella. Quindi a essere precisi, al netto dei pochi minuti in cui ha preso la parola l'assessore Paruolo, l'intera mini-seduta del consiglio è stata dominata dallo stesso Carella. Al consiglio hanno partecipato 38 consiglieri che hanno incassato il gettone da 72 euro lordi. Per essere molto sintetici: il monologo di Carella è costato alle casse pubbliche 2.736 euro. "La riunione di oggi - ha ammesso ieri il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri - è stata molto malinconica. Dobbiamo cercare di migliorare la situazione". Qualcosa da rivedere nel funzionamento del consiglio sicuramente c'è. La seduta del venerdì viene dedicata al question time, ovvero alle domande che i consiglieri comunali fanno alla giunta su problemi di attualità. Il meccanismo è però piuttosto barocco perché accanto alle domande in senso stretto vengono presentate anche le interpellanze. Tecnicamente quando un consigliere (quasi sempre dell'opposizione) ritiene di non essere soddisfatto della risposta avuta da un assessore trasforma la stessa domanda in interpellanza. Con il risultato che rifà la domanda dopo qualche settimana, ricevendo spesso l'identica risposta. Leggere per credere: ieri le tre interpellanze di Carella riguardavano "gli ingorghi stradali in zona stadio", il replay di una domanda fatta lo scorso 5 novembre, "la sicurezza sulla zona dei colli", bis della domanda del 9 novembre scorso, e "le denunce su quanto accade in via Guelfa" del 9 novembre. La colpa della situazione kafkiana non è certo del pur attivissimo Carella, ma del regolamento. Il primo ad accorgersi del problema è lo stesso Sofri. Alcuni giorni fa ha preso carta e penna e ha scritto a Cofferati per chiedere che uno degli assessori (oggi il delegato è l'assessore all'Urbanistica, Virginio Merola) torni a frequentare le riunioni dei capigruppo e dei presidenti di commissione. "è consapevole anche il sindaco - spiega Sofri - della necessità di avere anche questo aggancio". Sul caso della seduta lampo del consiglio comunale interviene l'ex capogruppo della Margherita, Giovanni Mazzanti: "è evidente che al consiglio comunale la giunta deve partecipare, ma oggi mi sembra che ci fossero poche domande, segno di scarsa attività della minoranza ". Il vicepresidente del consiglio comunale Paolo Foschini (Fi) parla di "seduta inutile, ma solo perché il sindaco non si presenta in aula e perché c'è una giunta autoreferenziale che fa sì che il lavoro del consiglio sia organizzato male". Olivio Romanini.


Sanità, cosa c'è oltre il walzer?\n (sezione: Costi dei politici

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( da "Corriere del Mezzogiorno" del 08-12-2007)

Corriere del Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-08 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Punti di vista Sanità, cosa c'è oltre il walzer? di EDOARDO ALTOMARE C ome di consueto, con l'approssimarsi della fine dell'anno, il mondo della sanità pugliese viene scosso da fibrillazioni - che finiscono per paralizzarne il regolare funzionamento e agitato dallo spettro del disavanzo sanitario. Si ritorna a formulare migliori propositi sul controllo della spesa sanitaria e ad elencare le possibili modalità per contrastarne la dilatazione: niente più esenzione dal ticket per le fasce più povere, chiusura dei piccoli ospedali, riduzione del tasso di ospedalizzazione, contenimento della mobilità passiva e della spesa farmaceutica e così via. Tutto sommato, un film già visto. Il 2007 è stato, però, un anno del tutto particolare, segnato dalla decisione della giunta regionale di dimezzare il numero delle Asl pugliesi, passate da 12 a 6, e di affidare ad un commissario straordinario la gestione di quella più voluminosa (la Asl Ba) derivante dall'unificazione di quattro precedenti "aziende". Un vero terremoto. Un'operazione, si disse a gennaio, fortemente voluta dal presidente Vendola, che avrebbe consentito un risparmio su taluni centri di spesa, ma che ha inevitabilmente comportato una serie di problematici assestamenti. Si può anzi affermare che quella complessa operazione di accorpamento sia tuttora in corso in molte realtà territoriali, e che indugi e prolissità abbiano determinato danni ed alterazioni - il cui costo, assai rilevante, nessuno è in grado di calcolare - al funzionamento del sistema sanitario regionale. Filtrano per giunta da giorni voci ed indiscrezioni su un possibile nuovo "balletto" di poltrone ai vertici delle Asl, che potrebbe interessare direttori generali, sanitari ed amministrativi. E per Vendola e Tedesco c'è già una brutta gatta da pelare: quella della nomina di un nuovo manager per l'Istituto Oncologico, al posto del dimissionario Portaluri. Allora diciamolo: la prospettiva di assistere ad un nuovo giro di valzer che vada a ritoccare una volta ancora l'assetto delle Asl pugliesi non rappresenterebbe un buon viatico per la giunta Vendola: sarebbe un segnale preoccupante, una mossa difficile da giustificare - i predecessori di alcuni degli attuali dirigenti Asl sono stati rimossi con un "blitz" negli ultimi giorni dello scorso anno a soli quindici mesi dalla loro nomina - e soprattutto occorrerebbe spiegare con quale criterio sono stati scelti, solo dodici mesi fa, questi nuovi dirigenti. E poi, quanto costerebbe un'ulteriore paralisi di un sistema sanitario già in crisi dal punto di vista finanziario? Governare un'azienda sanitaria è impresa che richiede tempi di programmazione sicuramente più lunghi di quelli che le autorità regionali sembrano disposti a concedere. A Vendola, (ma anche alla rumorosa opposizione), chiediamo: in Puglia, a parte Padre Pio, chi è mai stato capace di fare miracoli in materia di sanità? \\ Alla fine di ogni anno bilanci e giri di poltrone Ma va fatto altro.

 

 

 

 

In piazza la protesta dei Cobas <Basta con le morti sul lavoro> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 08-12-2007)

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-12-08 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Il presidio Fischi e slogan. Gli animalisti: "No alle pellicce" In piazza la protesta dei Cobas "Basta con le morti sul lavoro" è come se fossero tutti qui, dietro le transenne, insieme al drappello che vocia. Evocati: i 150 cassintegrati dell'Alfa di Arese "che non hanno più niente da festeggiare", gli operai della ThyssenKrupp "che a Torino piangono gli ennesimi morti e feriti ", i precari "che non arrivano alla fine del mese", gli anziani e i disabili a cui la Regione "toglie i diritti" con un sistema sanitario "che disumanizza l'assistenza". è come se ci fossero perché sono in tutti gli slogan e vivono nei fischi alle istituzioni che s'infilano nel foyer della Scala. Bastano una cinquantina di persone a trasformare la prima in "un ultimo disperato appello" in difesa degli operai, dei contratti a termine, dei pensionati. Ci pensano Rsu e Cub, le canzoni di De André e un volantino disperato come un'opera di Wagner: "Buon divertimento da Antonio, Rocco, Rosario, Angela e dai 1.750 lavoratori che ogni anno sono uccisi dal lavoro". Puntuali, come ogni anno, arrivano in piazza Scala un'ora prima della prima. Sono gli irriducibili del presidio di Sant'Ambrogio, confinati in un corridoio di sbarre tra la statua di Leonardo e Palazzo Marino, lontani dal teatro, dall'evento, dai vip. E per questo attaccati al microfono. Slogan e fischi. Ma anche satira. Il pupazzo di San Precario è stato sostituito da quello di San (Sergio) Marchionne "protettore dei ricchi assassini ". Roberto Formigoni in formato gabibbo di gomma s'aggira fa le foto coi turisti: "Sono il governatore, prometto e non mantengo nulla...". Il presidio è un'altra parata. Oltre ai Cub ci sono gli ambientalisti di Gaia, uno striscione su tutti: "Perché depilarsi per poi indossare il pelo altrui? ". Nel mirino: le donne in pelliccia. Accanto agli ambientalisti, i Radicali milanesi: "Chiediamo al presidente Napolitano di vigilare sulla questione degli otto senatori a cui è negato l'accesso al Senato". E accanto ai Radicali il comitato No Expo contro "speculazione e traffico", e pure tre volontari del Movimento utenti trasporti con bandiera gialla: "Servono più mezzi pubblici". Alle 16.45 prende il microfono il consigliere Basilio Rizzo della Lista Fo. Ricorda la contestazione del 1969, la prima dei due braccianti uccisi ad Avola: "Oggi, come allora, muoiono lavoratori che in un anno non guadagnano ciò che si spende in un giorno alla Scala". Attacca: "La città non può assistere inerte alla condizione di migliaia di persone che non arrivano a fine mese". E infine offre un progetto alla Moratti: "Per ogni euro speso dagli sponsor, uno vada a un ente morale". Dovrebbe organizzare la prima degli ultimi. Armando Stella.

 

 

 

 

TELEFONI BOLLENTI, vien da dire. Il rapporto tra i politici e un oggetto comuniss (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 08-12-2007)

Imo come il telefono cellulare si arricchisce di un nuovo capitolo, stavolta in terre locali. Oggetto del contendere non (per nostra fortuna) le intercettazioni telefoniche, bensì le spese sostenute dalla giunta comunale di Ponsacco per i telefoni cellulari in dotazione agli assessori. In una lettera-denuncia scritta dal capogruppo di opposizione, Franco Forti, e pubblicata dal mensile "Il ponte di sacco" lo scorso mese, venivano infatti lanciate durissime accuse alla giunta comunale, metaforicamente accostata alla "Casta" politica raccontata dal famoso libro di Stella e Rizzo. "Siamo venuti a sapere che il sindaco e tutti gli assessori si sono dotati di telefoni cellulari per l'acquisto del quali sono usciti dalle casse comunali 966 euro più iva. Non contenti di avere a disposizione gli apparecchi telefonici collocati nella sede comunale per i quali sono state sostenute per il 2005 39.761,62 euro e per il 2006 33.079 euro, hanno sostenuto fino a maggio 2007 le seguenti spese con gli apparecchi cellulari...". A SEGUIRE, la lista degli assessori con le rispettive spese telefoniche. E giù "dolori", perché a fianco di alcuni virtuosi (l'assessore ai lavori pubblici Floriano Baldacci ha consumato circa 274 euro di traffico, quello all'urbanistica Stefano Chiarugi appena 93) sono riportate cifre piuttosto consistenti. A lato del nome del sindaco Alessandro Ciccarelli compare l'importo 1.128 euro; Fabrizia Falaschi supera di poco i 1000; Renzo Profeti arriva a 1.600, e via via crescendo fino a oltrepassare quota 2000 con il vicesindaco Fabrizio Lupi e l'assessore al personale e al riordino territoriale dei servizi Antonio Riccetti. Cui spetta con ampio margine il primato delle spese: 2.742 euro. LA REAZIONE del sindaco, durissima, è di pochi giorni fa. "Se il consigliere Forti avesse davvero letto il libro "La Casta" si sarebbe guardato bene dallo scrivere l'articolo. Quello che mi ha colpito sono le omissioni, la parzialità e maliziosa rappresentazione dei dati da me forniti. Riguardo alle spese telefoniche egli fornisce una rappresentazione dei dati parziale e fuorviante". Ciccarelli spiega che tali spese, relative al maggio 2007, hanno come termine iniziale l'11 novembre 2004, e ricoprono quindi due anni e mezzo e non un anno, come in molti avevano erroneamente pensato. Considerando questo arco temporale diviene possibile calcolare la spesa media mensile di ciascuno. E da questo semplice conto emerge una forbice è molto allargata: citando solo i casi estremi, si va dai modestissimi 3,23 euro spesi mensilmente dall'assessore Chiarugi, ai 94,56 euro dell'assessore Riccetti, "La spesa di 1.128 euro del sottoscritto -ha precisato il sindaco- corrisponde infatti ad una spesa media mensile di 38,91 euro. Ora giudichino tranquillamente i cittadini". Magari tenendo anche in considerazione che, come ha appuntato Ciccarelli, l'introduzione dei cellulari ha positivamente spinto al ribasso l'importo della bolletta di rete fissa. - -->.

 

 

 

 

A Gressoney case walser d'oro (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

Il Sole-24 Ore sezione: CASA E CASE data: 2007-12-08 - pag: 17 autore: Valle d'Aosta. Dal 2003 a oggi la richiesta di appartamenti è aumentata del 40 per cento: 3-4 mesi i tempi di vendita A Gressoney case walser "d'oro" Le tipiche abitazioni costano 8-9mila euro al metro ma raramente sono in vendita SERVIZIO A CURA DI Valentina De Giorgi Una delle vallate più apprezzate dai turisti è la valle di Gressoney per l'ampia offerta di attività sportive sia invernali che estive. Il paesino di GressoneySaint Jean (1.385 metri) rimane quello più gettonato: "la bellezza di questa località era già nota nel XIX secolo – dice Luca David, assessore al turismo di Gressoney- Saint Jean –anche la regina Margherita ne fu conquistata, tanto che nel 1894 fece costruire il Castello Savoia, oggi sede di manifestazioni artistiche e culturali. Oggi la ricettività di Gressoney conta 2mila posti in albergo e 10mila posti nelle seconde case, che fanno perfettamente fronte alle 10-12mila presenze che si registrano nei periodi di alta stagione". Hanno casa qui Giorgio Mastrota e Daria Bignardi mentre Enrico Salza, presidente del gruppo bancario Intesa-San Paolo, ha optato per Gressoney-La Trinitè che, con i suoi 1644 metri, è il paese più alto della valle, molto amato dagli appassionati di sci "merito anche della pista Leonardo David del Weismatten – dice Ferruccio Vogliano, vice presidente del consorzio Monterosa Ski – omologata per la coppa del mondo: scende ripida nel bosco e di notte è illuminata. Durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006 la squadra canadese di sci è stata in ritiro qui". Secondo gli addetti ai lavori, il mercato immobiliare di Gressoney- Saint Jean e di GressoneyLa Trinitè non ha mai subito scossoni o battute d'arresto: "Dal 2003 al 2007 si è registrata una crescita delle richieste costante e graduale del 30-40% – conferma Rinaldo Regis, amministratore immobiliare della Immobiliaregest di Gressoney-Saint Jean –. Tutti gli immobili messi sul mercato si vendono nel giro di 3-4 mesi: in questo momento è in atto la ristrutturazione di circa 90 alloggi, l'80% dei quali è già stato venduto. I prezzi sono sempre stati abbastanza alti, si parte da 4-5mila euro a mq per un buon usato e si arriva a 6-7mila euro per una nuova costruzione. Ma c'è da sottolineare che gli immobili nuovi a Gressoney sono pochi e negli ultimi anni si è cercato di porre freno alla costruzione selvaggia di seconde case concedendo permessi con il contagocce: in dieci anni si è dato il via alla costruzione di soli tre edifici per un totale di 40 alloggi. Il nuovo piano regolatore, che entrerà in vigore nel prossimo anno, non farà altro che sancire questo stato di cose: non permetterà la costruzione di seconde case, ma solo di prime per i residenti; concederà, inoltre, una serie di incentivi per le ristrutturazioni". Non concorda Federico Busca dell'agenzia Fb di Gressoney- Saint Jean: "Nel secondo semestre del 2007 credo che il mercato immobiliare di Gressoney stia subendo un rallentamento nelle richieste; nello stesso tempo sta aumentando il numero degli immobili in vendita, disponibilità questa che storicamente è stata sempre molto bassa. Noto, infine, una flessione sia per gli affitti che per le vendite, con difficoltà sempre maggiori soprattutto per gli immobili di media bassa qualità. I prezzi, invece, sono rimasti sempre stabili". Per l'Ufficio studi Tecnocasa la richiesta di coloro che intendono sfruttare l'abitazione solo nel periodo invernale si orienta verso il bilocale, mentre se si decide di utilizzare l'appartamento anche nei periodi estivi si prediligono soluzioni indipendenti e tagli più grandi. Molto richiesti nella valle di Gressoney sono gli stadel, tipiche costruzioni walser costituite da una base in pietra divisa in tre locali –il pejo (camera da letto), la majon (cucina)e la stalla– dove gli uomini convivevano con il bestiame e una struttura realizzata con tronchi di legno assemblati destinata alla funzione di magazzino per i cereali e gli alimenti. La parte in legno è sospesa su pilastri di pietra a forma di funghi che poggiano sulla struttura sottostante: in questo modo si garantiva una ventilazione sufficiente alla conservazione dei cibi e del grano e si impediva l'accesso ai roditori. Gli stadel ristrutturati sono tanto belli quanto costosi (8-9mila euro a mq) e l'offerta è scarsa. GLI STADEL Le nuove costruzioni sono pochissime: i prezzi si aggirano sui 4-5mila euro al metro quadrato per l'usato, 5-7mila per il ristrutturato Tradizioni. La Val d'Ayas e la Val di Gressoney sono importanti centri per la cultura dei Walser, i contadini d'alta quota che storicamente hanno girovagato sui versanti del Monte Rosa. Il nome deriva dagli insediamenti vallesiani (da qui Walser) in Germania, stabilendosi poi anche in Italia (nella foto un'abitazione tipica) CORBIS.

 

 

 

 

Le macerie della Casa delle Libertà (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

Di Massimiliano Lussana - sabato 08 dicembre 2007, 07:00 (...) i bolliti? Insomma, grande è la conclusione sotto il cielo. Personalmente, ad esempio, ho condiviso più nulla che poco della strategia della "spallata" (anche prima del suo fallimento, intendo), ma ho trovato geniale il modo in cui Berlusconi è uscito dall'angolo ed è tornato al centro del ring politico. Soprattutto, ho apprezzato il fatto che nel nostro Paese, fra le due coalizioni, sia tornato un clima di dialogo e di reciproco rispetto: da questo punto di vista, l'incontro Veltroni-Berlusconi è stato qualcosa di epocale. Almeno per chi ha cuore il bene dell'Italia e della civiltà, non solo quello del proprio orticello. Così come è stata epocale l'intervista a Repubblica del presidente della Camera Fausto Bertinotti che, con una grande onestà intellettuale, ha detto che il governo Prodi è un morto che cammina; che l'Unione ha fallito, ma soprattutto ha anche tenuto a differenziarsi da certa sinistra (e anche da certa destra, verrebbe da dire ora), che non riconosce Silvio Berlusconi come interlocutore: "Penso che il Cavaliere sia un animale politico - ha arrotato le erre Fausto - che muove da processi reali di una parte della società, che incorpora l'antipolitica, ma dentro una soggettività politica, chiaramente di destra. E penso che Berlusconi abbia preso atto della crisi del sistema e della crisi del centrodestra. Dunque, se rileggo le sue mosse, considero attentamente che anche lui, stavolta, cerchi un accordo per rinnovare il quadro politico-istituzionale". Ottima lettura, magari "comunista!", ma ottima. In questo quadro, restano le domande. Le vostre domande. A cui provo a dare risposte, quelle che ho, almeno. Anche ad Albenga a una bella serata con i Circoli della libertà di tutta la Liguria, organizzata dal Circolo guidato da Anna Maria Ottazzi e a cui ero invitato a parlare insieme ad Enrico Nan, ho provato a dire quello che penso. Che, me ne rendo conto, non sempre coincide con quello che tutti vorrebbero sentirsi dire. Ma credo che il maggior difetto del centrodestra, o - meglio - di certo centrodestra, sia quello di intrupparsi dietro la soluzione più facile, quella più "di pancia". E, soprattutto, nel fatto di avere un personale politico con poco coraggio nell'esprimere le proprie posizioni: penso a consiglieri comunali che cavalcano la peggiore demagogia e la peggiore antipolitica (il dibattito sull'aumento del gettone di presenza a Genova ne è stato un perfetto esempio); penso a gente che coccola ogni comitato pensando che poi li votino; penso a personaggi garantisti con gli amici e forcaioli quando leggono una virgola contro un avversario politico, soprattutto su giornali che del forcaiolismo sono gli house-organ, con tanto di indignati speciali in servizio permanente effettivo. Penso, soprattutto, a certo centrodestra pronto a mettere mano alla fondina appena sente parlare di cultura o sente parlare un intellettuale.

 

 

 

 

Mai preso soldi nella vicenda Tanzi Berselli (An) querela Milena Gabanelli (sezione: Costi dei politici)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 08-12-2007)

PER LA PUNTATA TV DI "REPORT" "Mai preso soldi nella vicenda Tanzi" Berselli (An) querela Milena Gabanelli ? RIMINI ? IL SENATORE di An Filippo Berselli, nonchè sindaco di Montefiore Conca, ha querelato Milena Gabanelli, conduttrice della trasmissione televisiva Report, e il giornalista Sigfrido Ranucci che lo avrebbero accusato di avere preso finanziamenti illeciti da Calisto Tanzi. La puntata incriminata è quella del 28 ottobre scorso dal titolo 'Buconero Spa', in cui si parlava del crack Parmalat e del finanziamento illecito a politici e partiti. In video, Romano Bernardoni, il bolognese braccio destro di Callisto Tanzi. Berselli punta il dito sul commento di Ranucci: "Eccolo Romano Bernardoni, secondo i magistrati a lui venivano affidati i soldi riservati ai politici da finanziare occultamente, secondo il meccanismo delle sponsorizzazioni. Ha affermato di avere finanziato in proprio Casini e Berselli, nonchè Forza Italia...". "Faccio presente ? dice Berselli ? di essere amico di lunga data di Romano Bernardoni e mi rifiuto di credere che questi possa avermi chiamato in ballo con affermazioni così gravi e prive di fondamento. Non ho mai ricevuto finanziamenti da Tanzi, da Bernardoni, nè da altri. Per amore di verità, faccio presente che la Best Service Srl, di Bologna, che ha come legale rappresentante proprio Bernardoni, effettuò un bonifico il 7 febbraio 2001, un finanziamento di 50 milioni delle vecchie lire, a favore della direzione nazionale di Alleanza Nazionale a Roma, e regolarmente dichiarato in base alla legge". - -->.

 

 

 

 

Alleanza nazionale, critiche alla giunta del turco (sezione: Costi dei politici)

( da "Centro, Il" del 08-12-2007)

Avezzano Alleanza nazionale, critiche alla giunta Del Turco Convegno organizzato dalla Federazione del partito a Magliano dei Marsi MAGLIANO DEI MARSI. Una vero e proprio "esproprio" quello denunciato dagli esponenti di An nel convegno a Magliano, organizzato dal presidente di circolo, Antonio Morgante e dal presidente della Federazione marsicana, Emilio Iampieri. "Le tre Comunità montane della Marsica saranno fortemente ridimensionate", avverte l'avvocato Morgante, "tutto ciò non solo in termini di riduzione delle indennità e dei gettoni di presenza dei consiglieri e degli assessori, ma sopratutto in termini di funzioni e di servizi erogati. La riforma è stata frettolosa e spinta dall'ansia dell'antipolitica: sarebbe stato opportuno che a fianco delle necessità di risparmio si fossero definitivamente stabiliti, in modo chiaro, i compiti degli Enti montani, evitando inutili e costose sovrapposizioni". Il coordinatore regionale, Fabrizio di Stefano, ha messo in guardia dai pericoli dei tagli alla sanità. "La Marsica verrà fortemente penalizzata con la cancellazione di fatto", evidenzia Di Stefano, "degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo e il forte ridimensionamento di quello di Avezzano". Altro forte motivo di preoccupazione è quello legato alla cancellazione degli Ato. Molti dubbi sono stati poi sollevati dagli altri relatori, Antonio del Corvo e Lorenzo De Cesare, sulla efficacia delle misure fiscali contenute nella Finanziaria e nelle linee di politica economica della maggioranza alla Regione. Il senatore Marcello De Angelis ha sollecitato le forze del centrodestra a ribellarsi contro i propositi del governo nazionale e regionale.

 

 

 

 

INDENNITà RADDOPPIATE ALL'ASA ANCHE LA MAGGIORANZA CRITICA (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Avellino)" del 08-12-2007)

I COSTI DELLA POLITICA Indennità raddoppiate all'Asa anche la maggioranza critica SERVIZI A PAGINA 40.

 

 

 

 

Consegnato all'ospedalel'<Infant flow sistem> (sezione: Costi dei politici)

( da "Sicilia, La" del 08-12-2007)

Ospedale Consegnato all'ospedale l'"Infant flow sistem" E' stato consegnato ieri mattina al reparto di pediatria dell'ospedale Barone Lombardo di Canicattì nel corso di una breve cerimonia l'Infant Flow Sistem. L'ospedale cittadino sino ad ieri non era è provvisto di questo strumento, del costo di circa 20 mila euro, e l'associazione "Gad Piccolo teatro città di Canicattì" si era offerta a reperire i fondi per procedere all'acquisto dello strumento. Il responsabile, Salvatore Castellano (nella foto), che è anche coordinatore del comitato civico Pro ospedale Barone Lombardo, ha infatti organizzato nei mesi scorsi alcuni spettacoli per raccogliere fondi che sono serviti d acquistare lo strumento. Anche i consiglieri comunali di Canicattì hanno deciso di devolvere il loro gettone di presenza, pari a 70 euro netti, all'associazione per l'acquisto dello strumento e la stessa cosa è stata fatta dagli esponenti della Giunta. E pure l'associazione culturale Padre Gioacchino La Lomia ha offerto il proprio sostegno all'iniziativa. C.V.

 

 

 

 

Vibo, un ospedale da chiudere. Resta aperto per necessità (sezione: Costi dei politici)

( da "Giornale di Calabria, Il" del 08-12-2007)

VIBO VALENTIA. Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per non privare di assistenza una popolazione di 200 mila persone. È questa, in sintesi, la storia dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al centro delle polemiche dopo la morte di due sedicenni avvenute a distanza di undici mesi l'una dall'altra. L'ospedale ha una capienza di 200 posti letto distribuiti nei vari reparti ed attualmente ne sono occupati circa 130. "L'oggettiva necessità di chiusura dell'ospedale" era emersa già al termine dell'ispezione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone. La commissione si pose il problema se far chiudere l'ospedale, ma alla fine optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all'apertura di tre nuove sale operatorie. Una scelta motivata proprio dalla necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un'altra sedicenne, Eva Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che "bisogna intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo l'ospedale di Vibo ed allestendone uno da campo". Sulla vicenda, comunque, sia il ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve ulteriori elementi, sulla base della relazione del Nas, per valutare e decidere.

ARTICOLI DAL 3 AL 6 DICEMBRE 2007

Per fermare la mafia ( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

La casta partitica non molla il potere - mario pirani ( da "Repubblica, La" del 03-12-2007)

VALDEGAMBERI AL CONVEGNO DELL'OMS SU POVERTA' E SALUTE: "IL MODELLO VENETO DELL'INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA GARANTISCE IL DIRITTO ALLA SALUTE DEI CITTADINI PIU' DEBOLI" ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

ASSOGENERICI:TOTALMENTE DISATTESE NELLA FINANZIARIA LE INDICAZIONI DELL'ANTITRUST E DEI PRODUTTORI DI FARMACI GENERICI ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

"il nuovo volto della città con i soldi dei privati" - maurizio bono ( da "Repubblica, La" del 03-12-2007)

NUOVE NORME PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI EUROPEI ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

OSIMO Nessun abbattimento dei costi della politica? Più tasse meno servizi? Falso. E' la ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 03-12-2007)

Interventi e Repliche ( da "Corriere della Sera" del 03-12-2007)

Tremila firme ai banchetti <Risultato straordinario> ( da "Secolo XIX, Il" del 03-12-2007)

Cofinanziamento, l'uovo di colombo ( da "Panorama" del 03-12-2007)

Costo della consulenza ( da "ItaliaOggi Sette" del 03-12-2007)

Il disvalore di Alitalia ( da "Vita non profit magazine" del 03-12-2007)

S CATTA OGGI il rinnovo del consiglio di amministrazione de ( da "Nazione, La (Lucca)" del 04-12-2007)

CONTENIMENTO dei costi della politica: sono stati modificati gli statuti di Cosvi ( da "Nazione, La (Pisa)" del 04-12-2007)

La corruzione è ancora tra noi ( da "Alto Adige" del 04-12-2007)

Pani ispirato da politici e dirigenti - mauro lissia ( da "Nuova Sardegna, La" del 04-12-2007)

La pagella del sistema sanitario le regioni imparano dalla toscana - nostro servizio ( da "Repubblica, La" del 04-12-2007)

Salt, un presidente da 60mila euro l'anno ( da "Tirreno, Il" del 04-12-2007)

Quelle buche le copro pagando di tasca mia ( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2007)

Questa politica è lontana dalla gente - enzo bordin ( da "Mattino di Padova, Il" del 04-12-2007)

Finanziamento ai partiti ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-12-2007)

L'Italia degli sprechi in due libri-inchiesta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-12-2007)

Vitali: la Camera salvi i gettoni dei consiglieri ( da "Corriere di Bologna" del 04-12-2007)

Continua incessante la pioggia di critiche alla proposta, avanzata dalla commissione Affari istituzi ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 04-12-2007)

L'Inghilterra scandalizzata non consola l'Italia ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 04-12-2007)

Borsa: indici contrastati, in calo Impregilo Telecom stabile -2- ( da "Radiocor" del 04-12-2007)

Bologna, pochi immigrati al voto Un flop pagato con soldi pubblici ( da "Padania, La" del 04-12-2007)

PARLAMENTO UE, TAGLIO ALLE SPESE, SOLDI PER CAMPAGNE ELETTORALI ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

FABBISOGNO: 42 MLD A NOVEMBRE,ROSSO DIMEZZATO IN 2 ANNI/ANSA ( da "Wall Street Italia" del 04-12-2007)

CORRADI (LEGA NORD) SU ELEZIONI CONSULTE STRANIERI: 'SUPERFLUE E COSTOSE' ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

Roma Il <rosso> dei cassa dello ( da "Gazzettino, Il" del 04-12-2007)

Gli strani sussulti della magistratura ( da "Libero" del 04-12-2007)

Coscienza o ignoranza? ( da "Libero" del 04-12-2007)

Consiglio dei ministri, i provvedimenti seduta per seduta ( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 04-12-2007)

Primo problema, le maggiori spese fisse ( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2007)

PATTO TRA COMUNE E PIANO DI ZONA UNA CASA PER DISABILI SENZA FAMIGLIA ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2007)

Iuliano: non possiamo tenere in vita spa inutili i mugugni del palazzo: iniziative non concordate ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2007)

Fra Giustizia e antipolitica ( da "Panorama" del 04-12-2007)

Italiani al mit i nostri scienziati d'America ( da "Panorama" del 04-12-2007)

Forleo, via da Milano: come De Magistris, il gip mette a disagio la magistratura ( da "Blogosfere" del 04-12-2007)

IMMIGRAZIONE - Elezioni consulte stranieri, Corradi (Lega): ''Inutili e costose'' ( da "RomagnaOggi.it" del 04-12-2007)

Milano, due casi di "casta" Alessandro Casarin ( da "Provincia di Lecco, La" del 04-12-2007)

Mario Anghileri, primo presidente <Un ente utile: in quindici anni quanti risultati> ( da "Provincia di Lecco, La" del 04-12-2007)

FERRARA, PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL BILANCIO 2008 ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

"L'Osservatorio ci ha traditi torniamo con i No Tav" ( da "Stampa, La" del 05-12-2007)

L'amministrazione non può far finta di niente ( da "Provincia Pavese, La" del 05-12-2007)

Un ticket non dovuto ( da "Mattino di Padova, Il" del 05-12-2007)

Municipi: aboliamo il decentramento La proposta provocatoria del VI Municipio per protestare contro l'articolo 26 della Finanziaria Gli sprechi sono altrove, noi siamo le strutture ( da "Unita, L'" del 05-12-2007)

Porto, chiesta una nuova commissione per discutere su sviluppo e servizi ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 05-12-2007)

È emergenza infermieri: ne mancano oltre 7mila ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 05-12-2007)

Quanto è lungo il percorso per predisporre il piano per commercio su area pubblica. E' tra ( da "Messaggero, Il" del 05-12-2007)

La maratona è costata 28.219 euro Bianchi ringrazia il personale ( da "Nazione, La (Livorno)" del 05-12-2007)

R INNOVATO, e ampliato, il consiglio di amministrazione del ( da "Nazione, La (Lucca)" del 05-12-2007)

Fraternita, gettoni invariati. E la riorganizzazione torna in consiglio ( da "Nazione, La (Arezzo)" del 05-12-2007)

Perbellini sale in Bmw per la guida del 2008 ( da "Arena.it, L'" del 05-12-2007)

Calo demografico: Clinica Salus dopo oltre mezzo secolo di attività chiude Ostetricia ( da "Salerno notizie" del 05-12-2007)

Cara Presidenza del Consiglio ( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)

Magistratura e stampa unite per una "Santa Inquisizione" ( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)

<Politici, rinunciate alle indennità e per Natale illuminate la città> ( da "Gazzetta del Sud" del 05-12-2007)

Nasce il Laboratorio per la valutazione della performance in sanità ( da "SaluteEuropa.it" del 05-12-2007)

La "casta" di palazzo Moroni ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 05-12-2007)

L'idea è di pubblicare sul sito internet del Comune entrate e uscite ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-12-2007)

STATO-REGIONI: L'ODG DELLA CONFERENZA DI DOMANI (2) ( da "Asca" del 05-12-2007)

CALABRIA: LARATTA SU DECESSO A VIBO, SANITA' ALLO SFASCIO ( da "Asca" del 05-12-2007)

CALABRIA: SPAZIANTE, ABBIAMO UN SISTEMA SANITARIO VALIDO ( da "Asca" del 05-12-2007)

SANITA'/ FINI: RIVEDERE DEVOLUTION SSN, PROBLEMA MECCANISMO SPESA ( da "Virgilio Notizie" del 05-12-2007)

Ogni lecchese costa 1.181 alla sanità Diminuiscono i ricoveri in ospedale ( da "Giorno, Il (Lecco)" del 06-12-2007)

Disco verde agli alloggi per gli anziani ( da "Trentino" del 06-12-2007)

Strade, più soldi per la manutenzione ( da "Libertà" del 06-12-2007)

Vernasca, volontari per il "verde" ( da "Libertà" del 06-12-2007)

Provincia, alla fine passail gettone preso per delega ( da "Secolo XIX, Il" del 06-12-2007)

Prevenzione dimenticata ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-12-2007)

Università, cda da 27 Meno Provincia e prof ( da "Corriere Alto Adige" del 06-12-2007)

PONTEDERA - LA RIABILITAZIONE nel sistema sanitario assume sempre ( da "Nazione, La (Pisa)" del 06-12-2007)

<Letta sbaglia, non c'è il modello Roma> ( da "Corriere della Sera" del 06-12-2007)

L'assessore Foti: Natale al risparmio ma con diverse iniziative ( da "Gazzetta del Sud" del 06-12-2007)

Consulenze utili cemento necessario Il sindaco ribatte a Matarangolo ( da "Nazione, La (Umbria)" del 06-12-2007)

Ok alla deroga per l'edificio di via Roma ( da "Adige, L'" del 06-12-2007)

Dimezzati i consiglieri dell'Università ( da "Adige, L'" del 06-12-2007)

L'intervista ( da "Salute (La Repubblica)" del 06-12-2007)

Via al tavolo per scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: <Serve più autonomia> ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

LAVORI E TERRITORIO. L'assessore al decentramento Padovani illustra i progetti dell'amministrazione comunale per rendere più incisiva l'azione dei Consigli locali ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

Intervista a Richard Epstein dell'Università di Chicago / Il mercato del lavoro in Europa è un fallimento ( da "Opinione, L'" del 06-12-2007)

Compensi dimezzati in Comunità ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-12-2007)

 

 

 

 

Articoli  DAL 3 AL 6 DICEMBRE 2007

Per fermare la mafia (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

Stai consultando l'edizione del Per fermare la mafia Giancarlo Ferrero Segue dalla Prima S olo i complici o gli stolti possono ritenere che sia un fenomeno destinato alla decadenza, alla trasformazione ed assimilazione nella complessa realtà socio-economica del nostro tempo. In una società che sponsorizza persino gli orrori, l'omicidio e le devianze più turpi, in cui tutto si monetizza e si commercia, le organizzazioni criminali di stampo mafioso trovano l'"habitat" ideale per proliferare, insinuandosi in ogni settore di qualche interesse economico, traendo ovunque profitti considerevoli con una coordinata opera di corruzione e delegittimazione delle istituzioni. Ormai l'organizzazione di stampo mafioso ha raggiunto livelli imprenditoriali, muovendo ricchezze enormi, schiacciando le imprese sane con una concorrenza sleale e spregiudicata, dal bassissimo costo del lavoro per lo più in nero e sfruttato: si calcolano in quasi 400000 in 5 anni le imprese di cui la criminalità organizzata ha provocato la chiusura, in circa 100 mila miliardi il giro di affari della camorra, della 'ndrangheta e cosa nostra frutto di racket, usura, reati ecologici, evasione, rapine, abusivismo ecc ecc. Non c'è settore, dal traffico della droga a quello delle armi, dei diamanti, dei rifiuti, dell'edilizia che non sia stato e non sia fonte di ricchezza per le associazioni di stampo mafioso che ultimamente sono riuscite ad attuare l'operazione più disastrosa per uno Stato democratico: l'introduzione nella società del "sistema dell'illegalità" vissuta come costume generalizzato nel pubblico e nel privato. Per questo l'episodio avvenuta alla Assindustria di Caltanisetta, con l'indisturbata scorribanda nei suoi locali dal forte significato anche simbolico assume una portata ed un valore eccezionali. Per questo l'intervento di Montezemolo va ben oltre ad un semplice grido di allarme ed assume i contenuti di una vera e propria denuncia, di una dichiarazione di guerra contro la mafia, di una diffida alle istituzioni statali sinora inadeguate e deboli. Non potrebbe cadere in un momento più propizio il decreto voluto da Prodi e firmato pochi giorni orsono dal Capo dello Stato (in corso di registrazione) che istituisce finalmente il Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati alle organizzazioni criminali. Non è casuale la scelta come commissario di un magistrato di Cassazione, Antonio Maruccia, con il compito di procedere al monitoraggio dei beni confiscati (è indispensabile sapere esattamente quanti sono ed in quali condizioni si trovano), di assicurare il coordinamento operativo (sinora insufficiente) tra le diverse amministrazioni e gli enti interessati allo loro utilizzazione (ovviamente gratuita), di promuovere intese con le autorità giudiziarie competenti al fine di raccordare i procedimenti. Quest'ultimo punto è di fondamentale importanza perché ancora poche sono le richieste ben istruite di procedere ai sequestri ed alle successive confische dei beni mafiosi ed inaccettabile la lunghezza dei procedimenti giudiziari che finiscono in gran parte con il frustrare lo scopo delle leggi contro la criminalità organizzata e provocano notevoli danni economici all'erario. Al momento il commissario potrà contare su di uno staff composto da un dirigente della Presidenza del Consiglio, da 15 tecnici e da tre esperti nel settore giuridico - amministrativo. Nessuno è così ingenuo da pensare che un organo istituzionale dalla breve vita di un anno e dal carattere "straordinario" possa colpire il cuore patrimoniale (la sua stessa ragione d'essere) della mafia e farlo entrare in fibrillazione, ma è pur sempre un importantissimo segnale e punto di partenza per avviare una vera ed efficace lotta dello Stato contro le potenti organizzazioni criminali. Al commissario competerà un compito non facile: creare praticamente dal nulla, valorizzando le precedenti esperienze similari, una organizzazione che costituisca non solo un'agile strumento di conoscenza approfondita del patrimonio mafioso, ma di stimolo ad una lotta mirata ed unitaria alle organizzazioni criminali nei loro vari aspetti economici, nonché di garanzia di presenza dello Stato in tutti i giudizi nei quali si tenta di ostacolare l'acquisizione dei beni malavitosi. Sul piano strettamente programmatico il commissario sarà tenuto a porre solide fondamenta per la costruzione di un edificio istituzionale stabile ed adeguato al gravoso impegno di combattere su più fronti la mafia, valorizzando al massimo l'apparato giudiziario ed amministrativo inquirente. In un lasso di tempo breve il commissariato dovrà confluire e venire assorbito in un'agenzia od autorità indipendente ordinaria ed a tempo indeterminato, di grande autorevolezza e forza strutturale capaci di imporre la supremazia dello Stato e della sua legalità democratica su tutto il territorio nazionale e nel tessuto sociale pubblico e privato. Ciò significa creare una istituzione nuova di grande prestigio e specifica competenza in grado di compattare ed in parte sostituire tutte quelle strutture pubbliche che sinora hanno permesso alle associazioni mafiose di espandersi a dismisura, sottraendo spazio e credibilità allo Stato. Un programma certamente ambizioso dalla cui realizzazione però dipende la sopravvivenza stessa della nostra Repubblica. Come è ovvio molti saranno gli ostacoli che si incontreranno, purtroppo anche interni alle istituzioni ed alle forze politiche spesso dispersive e più portate alla critica paralizzante che alla collaborazione costruttiva. Ma l'istinto della sopravvivenza sana, che è ormai in gioco, finirà con il far trovare allo Stato la forza necessaria e lo slancio per attuare le drastiche riforme che la grave situazione richiede. Sarà indispensabile procedere ad una rigorosa rivisitazione della gestione della cosa pubblica, precipitata in abissi di inefficienza e complicità attiva e passiva, rendendo effettivi i controlli e la trasparenza dei procedimenti amministrativi, degli appalti delle opere pubbliche, delle spese, delle modalità di intervento degli istituti finanziari (quanti mutui facilmente concessi senza adeguate istruttorie, quante ipoteche bancarie iscritte su beni confiscati ai mafiosi, quanto denaro sospetto in libera circolazione!) Tra pochi giorni la Commissione Antimafia dovrebbe pubblicare la sua relazione: varrà la pena di leggerla attentamente, certamente apprenderemo cose nuove da una fonte che merita credibilità non solo per la dedizione del suo presidente, ma anche per l'unanimità o la forte maggioranza dei consensi che sorreggono la relazione stessa. Ad essa va aggiunto l'impegno programmatico del capo del Governo e di molti parlamentari che sanno perfettamente di dover rendere conto a tre esigenti interlocutori: gli onesti, i giovani che in massa reclamano il loro diritto ad una vita pulita, don Luigi Ciotti che instancabilmente da anni continua a seminare credendo nel raccolto futura a discapito del nostro colpevole, comodo scetticismo.

 

 

 

 

La casta partitica non molla il potere - mario pirani (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 03-12-2007)

Commenti LINEA DI CONFINE La casta partitica non molla il potere MARIO PIRANI Avvertenza per il lettore: questo è un pezzo sul potere partitocratico. Se si parla del disegno di legge che ha per titolo "Interventi per la qualità e la sicurezza del Servizio sanitario nazionale", approvato dal Consiglio dei ministri, è solo perché lo assumiamo come parametro tipico dell'invadenza della nomenklatura. Ricordo ai lettori che Repubblica ha condotto su questo punto una lunga battaglia senza successo per ottenere misure che sbarrassero la gestione ospedaliera al potere politico. Se su quest'ultimo, infatti, ricade su scala nazionale e regionale il compito di elaborare e fissare le linee guida della politica sanitaria e di quant'altro attiene alle strategie per attuarla, questo stesso potere dovrebbe arrestarsi laddove subentra la cura e l'assistenza diretta ai pazienti, soggette, se mai, al filtro tecnico delle indispensabili strutture di verifica e controllo. Figura di raccordo fra i due piani è il direttore generale. A questo schema dovrebbero corrispondere criteri di nomina coerenti: i direttori generali, pur essendo naturalmente il braccio operativo del governo regionale, andrebbero selezionati in base ad acclarate competenze professionali ma le defatiganti trattative sulla suddivisioni di questi posti tra le varie correnti della maggioranza di volta in volta in auge e la drastica sostituzione di buoni e cattivi senza differenza, quando subentra un'altra maggioranza, comprovano che il criterio è un altro: quello della affidabilità e appartenenza politica. Pazienza se i guasti si fermassero qui e i medici fossero salvaguardati da simile servaggio. Non è così e su queste colonne l'ho raccontato più volte, fino a stancare me e i lettori, con molti esempi e giuste proteste. I primari dei vari reparti o dirigenti di II livello (e, ancor peggio i "primarietti") vengono designati dai direttori generali e così anche i primari, ancor prima di dimostrare le loro specifiche competenze professionali, sono oggetto di un mercato dove sovente la presunta affidabilità politica soverchia un curriculum eccellente. Ho detto "presunta" affidabilità perché assai spesso un medico politicamente neutrale deve, se c'è una selezione in vista, cercarsi affannosamente una qualche sponsorizzazione partitica per gareggiare con qualche possibilità di successo. Quando ascese al governo Prodi ci si attese una svolta, anche per il gran parlare che si fece sulla trasparenza, il merito, le qualità di eccellenza che andavano raggiunte per far risalire l'Italia. Italianieuropei, la fondazione di D'Alema e Amato, organizzò tre seminari sulla Sanità dove venne esplicitamente discussa la proposta, illustrata su Repubblica, per il varo di un sistema concorsuale severissimo per i primari, con esclusione assoluta di qualsiasi ingerenza dei direttori generali, ed esito certificato da classifiche inderogabili e da giurie qualificate estratte a sorte su scala nazionale. Molte discussioni, anche private, ebbero luogo con Livia Turco che si dichiarò convintissima (non credo di svelare un segreto) essere questo l'unico metodo per evitare l'influenza partitica nelle nomine. Non celò, peraltro, qualche preoccupazione per la resistenza delle regioni, in particolare le "rosse" Emilia e Toscana che, dietro l'avallo di una indubbia efficienza, pretendevano che la legge non scalfisse i poteri di nomina attribuiti ai direttori. Ne è uscita una procedura bizantina: la giuria è di cinque membri (di cui uno nominato dal direttore generale) e gli altri quattro scelti (sempre sotto controllo del direttore generale) fra una rosa di otto primari sorteggiati in ambito regionale (perché non nazionale?). I criteri di valutazione dei concorrenti restano estremamente generici. Dopo di che fra tre candidati prescelti senza classifica, sarà sempre il direttore generale a decidere. Tanto valeva lasciar le cose come stanno. Quanto al resto della legge vi sono alcune innovazioni positive come l'estensione della formazione degli specializzandi agli ospedali e non solo ai policlinici universitari. Assai dubbioso invece il giudizio sulla creazione di un Sistema nazionale di valutazione, laddove già esistono l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il Siveas (Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria), l'Agenzia per il farmaco, ecc. Occorrerebbe un organismo tecnico indipendente di alta e riconosciuta qualifica, non certo un ennesimo ente di nomina pubblica. Resta la fievole speranza che il Parlamento modifichi in meglio la legge. Ma la sostanziale convergenza di tutte le forze politiche nella manomissione della Sanità lascia pochi spazi.

 

 

 

 

VALDEGAMBERI AL CONVEGNO DELL'OMS SU POVERTA' E SALUTE: "IL MODELLO VENETO DELL'INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA GARANTISCE IL DIRITTO ALLA SALUTE DEI CITTADINI PIU' DEBOLI" (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

Venezia 3 dicembre 2007 - L'assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefano Valdegamberi, ha aperto il 30 novembre a Venezia i lavori della seconda giornata del convegno "Povertà e salute in Europa, in corso a Palazzo Fianchetti. Il convegno, organizzato dalla Oms in collaborazione con la Regione del Veneto, rappresenta un momento di confronto per esaminare i casi di studio e per stimolare la discussione transanazionale su queste tematiche. L'obiettivo è quello di contribuire agli sforzi nazionali e internazionali per la riduzione delle diseguaglianze nell'ambito della salute e nel conseguente miglioramento dell'accesso ai sistemi sanitari per i gruppi vulnerabili dal punto di vista socioeconomico. A questo proposito l'Assessore Valdegamberi ha sottolineato che, se il concetto di salute ha subito una sostanziale ridefinizione, non più legato all'ambito prettamente medico, ma che tiene assieme aspetti fisici, psicologici, sociali ed ambientali, di conseguenza il diritto alla salute è diventato un diritto inclusivo, che si estende ad una complessità di diritti con una condizione di equilibrio dinamico fra la persona, le sue componenti psico-fisiche, il suo contesto sociale e quello ambientale. "Parallelamente ? ha poi ribadito - anche il concetto di povertà ha subito una sua evoluzione: se fino agli anni settanta, rimandava ad una condizione di privazione sotto il profilo economico, a partire dagli anni 80 si è ampliato, ascrivendo al concetto di povertà una molteplicità di fenomeni che attraversano la società e coinvolgono tantissime persone: le famiglie, le madri sole, gli anziani, i disabili e mettendo in risalto una dimensione riferibile a mancanza di strumenti culturali, a carenze di relazioni affettive e legami sociali, a solitudini individuali e a scarse competenze sociali". Uno scenario ? ha precisato ? nel quale entra in gioco lo stato sociale, quale soggetto regolatore del sistema, per garantire i cittadini più esposti alla povertà e al rischio di esclusione sociale. Valdegamberi ha quindi ricordato che nel contesto nazionale "l' azione politica della Regione del Veneto ha assunto come centrale la scelta strategica dell'integrazione socio-sanitaria, quale presupposto indispensabile per considerare la persona nella sua globalità. Questo approccio rappresenta la condizione imprescindibile per superare la standardizzazione degli interventi e garantire la costruzione di progetti personalizzati, che valorizzino i contesti relazionali e la dimensione sociale in cui ogni persona è inserita". . <<BACK.

 

 

 

 

ASSOGENERICI:TOTALMENTE DISATTESE NELLA FINANZIARIA LE INDICAZIONI DELL'ANTITRUST E DEI PRODUTTORI DI FARMACI GENERICI (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

Roma, 3 dicembre 2007 ? Con il via libera del 28 novembre, il Parlamento ha approvato una disciplina in materia farmaceutica in netto contrasto con le indicazioni dell'Antitrust. La denuncia è di Assogenerici, l'Associazione che riunisce le industrie italiane produttrici di farmaci generici. Tale provvedimento interviene sulla materia farmaceutica, con una serie di disposizioni che sono già state ampiamente e con dettaglio bocciate dall'Autorità Garante della Concorrenza, la quale aveva peraltro auspicato interventi correttivi in sede di confronto parlamentare. Ciò non è avvenuto, disattendendo in toto il parere dell'Authority, che si era così espressa: "la Finanziaria 2008 penalizza il Sistema Sanitario Nazionale; fissando quote di produzione inibisce lo sviluppo dei produttori di farmaci equivalenti e rallenta, di conseguenza, la crescita di chi produce farmaci innovativi". Assogenerici manifesta, a nome dei suoi associati, la preoccupazione per una normativa che avrà l'effetto di ingessare il mercato e abbassare la competitività fra le aziende produttrici di farmaci, con inevitabili ricadute sullo sviluppo della ricerca di nuovi prodotti, sul corretto andamento della dinamica dei prezzi e, di conseguenza, sui cittadini. I produttori di farmaci generici, in particolare, risultano sensibilmente penalizzati dall'adozione dei budget che le nuove disposizioni assegnano a ciascuna azienda, sulla base dei ricavi dell'anno precedente. Mentre, infatti, agli originator vengono destinate quote crescenti delle risorse aggiuntive, sulla base delle proprie capacità di espandersi tramite l'innovazione, la norma non contiene un meccanismo altrettanto chiaro di attribuzione delle risorse alle imprese che sviluppano le proprie vendite grazie all'introduzione nel mercato di farmaci generici. "Queste disposizioni hanno come unico effetto quello di scoraggiare lo sviluppo dei medicinali generici ? afferma Roberto Teruzzi, Presidente di Assogenerici -, la cui rilevanza viene peraltro ampiamente riconosciuta dallo stesso decreto legge, in quanto è proprio grazie ai prezzi più contenuti dei farmaci generici che si 'liberano' le risorse utilizzabili per premiare l'innovazione". Secondo Assogenerici, "la determinazione preventiva del livello dei prezzi, a cui si potrà pervenire a seguito dell'ingresso dei farmaci generici, appare idonea ad ostacolare la fisiologica dinamica concorrenziale tra produttori originator e genericisti. La fissazione, in sede di contrattazione con i genericisti, di uno sconto superiore a quello minimo previsto dalla legge fa sì che il ruolo del generico si esaurisca, nel momento in cui avviene la riduzione dei prezzi: il generico finisce per essere utilizzato solo come strumento per abbassare i prezzi degli altri farmaci". "Ma vi è di più. Tale sistema - continua Assogenerici - costituisce una palese violazione della libertà di iniziativa economica privata, tutelata dall'art. 41 della Costituzione, che vede nella garanzia di un mercato concorrenziale la sua più diretta espressione. Sotto altro aspetto, ciò contrasta irrimediabilmente anche con i principi comunitari posti a tutela del mercato comune, ispirato all'eliminazione, fra gli Stati membri, degli ostacoli alla libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali". . <<BACK.

 

 

 

 

"il nuovo volto della città con i soldi dei privati" - maurizio bono (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 03-12-2007)

Pagina VIII - Milano "Il nuovo volto della città con i soldi dei privati" Masseroli: discuteremo con i cittadini citylife C'è una novità: un ponte ciclopedonale che collegherà l'area alle colline artificiali del Portello e di lì a Monte Stella. Il parco passa a 150mila metri centro congressi Apriremo un tavolo con Fiera e Zunino per una soluzione entro l'anno. Ma il Portello non dovrà portare altra congestione di traffico, questo è il vincolo L'assessore difende i grattacieli e annuncia una rivoluzione "Ascolterò tutti senza ideologia" MAURIZIO BONO (segue dalla prima di Milano) ASSESSORE Masseroli, se i cittadini hanno ancora tanta voglia insoddisfatta di dire la loro sui grandi progetti, non è anche colpa sua? I benevoli direbbero che va troppo di corsa, i più critici che non volete ascoltare abbastanza. "Ma sì, va bene che perfino i vostri lettori si siano divisi a metà sul tema dei grattacieli. Venendo il dato da un'area di opinione come quella di Repubblica, è incoraggiante. Quello che non mi va giù è il dibattito fazioso. Certo, sui grandi lavori partiti prima di questa giunta abbiamo accelerato cantieri che segnavano il passo da anni. Ma sempre dopo aver verificato la coerenza delle scelte progettuali con le esigenze urbanistiche. Migliorandole fino all'ultimo". Siccome non tutti se ne accorti, non le spiacerà provare a convincerli... "All'ex Fiera c'era un progetto con tre altissime torri senza una fermata del metrò. Era prevista una fermata a Repubblica Garibaldi, ma non il suo proseguimento. A quel punto abbiamo ridiscusso entrambi i progetti, partendo intanto solo con le bonifiche, per prolungare la linea fino a Citylife. Nel frattempo Milano Fiera ci ha comunicato che non intendeva più fare esposizione in alcuni suoi capannoni, e abbiamo acquisito l'area: il parco passa da 80 a 150 mila metri quadrati, e ora un ponte ciclopedonale collega Citylife alle colline artificiali dell'area Portello e di lì a Monte Stella. Vedrete". Quando? "Entro Natale sarà presentato il nuovo piano planivolumetrico". Anche stavolta potrà essere accusato di non aver discusso i cambiamenti coi cittadini della zona. "A Citylife ci sono due comitati, col primo il confronto è costante, al secondo abbiamo chiesto, prima di sederci al tavolo, di ritirare i suoi ricorsi al Tar. Non lo ha fatto, quindi è fuori. Io non dialogo con la pistola puntata. Ma che siamo aperti a discutere lo dimostra anche Garibaldi Repubblica". Un'altra critica abituale è che lei abbia un occhio di riguardo per Milano Fiera. "Guardi, noi facciamo il tifo per tutti i progetti dei nostri operatori. Report dice che ci dettano loro i progetti, ma la realtà è che i privati sono una grande opportunità per la città: possiamo essere intelligenti finché si vuole, ma non si va da nessuna parte senza i loro soldi". Però bisogna saperli usare. Santa Giulia aveva offerto in conto oneri aggiuntivi un Centro Congressi, ora Milano Fiera vuol farsi il suo, così ce n'è uno di troppo. "Abbiamo aperto un tavolo con Milano Fiera e Zunino, troveremo una soluzione entro fine anno. L'unico vincolo è che Portello, qualunque cosa diventi, non dovrà produrre altra congestione nella zona e restare di pubblica utilità". Il nuovo planimetrico di Citylife, l'accordo Fiera-Santa Giulia. C'è altro prima del 2008? "Mercoledì e il 28 scadono i termini del periodo di osservazione per le 140 e passa aree vincolate dal vecchio piano regolatore che abbiamo sbloccato con due delibere. Le osservazioni dei proprietari, delle associazioni e dei singoli stanno arrivando in Comune e fra pochi mesi partiranno i lavori di recupero e di ricostruzione su 10 milioni di metri quadrati, oltre 1300 subito edificabili per case e servizi". Ma quando tutta questa offerta arriverà di colpo sul mercato, troverà acquirenti? "Le grandi operazioni immobiliari stanno già vendendo bene: guardi la scelta di Sky di andare a Santa Giulia. Il terziario avanzato ha bisogno di uffici flessibili, cablati, ben collegati. Ed è solo l'inizio: questo permetterà di liberare zone di terziario più vecchio e, dove è il caso, demolire e ricostruire. Migliorando la qualità della città e aumentando la densità senza mangiare altro suolo". Insomma, al terremoto seguiranno scosse di assestamento di durata indefinita. Pensa davvero di poterle gestire in mezzo a conflitti e ricorsi? "A questo dovrebbe pensare lo strumento più semplice e flessibile che sostituirà il piano regolatore, cioè il piano di governo del Territorio". Che è ancora un oggetto un po' misterioso. Ce la fa a spiegarlo in breve? "Oggi il Prg dice se si può costruire, e che cosa, nelle zone di proprietà di privati o del Comune. Il risultato è che i privati quasi sempre non possono farci nulla e che il Comune ha terreni dove non ha interesse o soldi per costruire, ma non ha risorse per rilevare aree utili per infrastrutture, parchi, edilizia pubblica. Col nuovo sistema si stabilisce un diritto "astratto" a costruire secondo certi indici di cubatura, e questi diritti si possono scambiare. Per esempio chi ha diritti edificatori su un'area a indice basso che interessa al Comune può trasferirli in una zona destinata a palazzi (per esempio le aree pubbliche degli ex scali ferroviari, o aree private), e quando le aree originali restano a diritti edificatori zero tornano al Comune per farci verde o infrastrutture". Che voce avranno i cittadini in proposito? "Per queste scelte è indispensabile una conoscenza precisa del territorio e delle sue esigenze. Per questo incontreremo non solo i consigli di zona ma associazioni di cittadini, banche, operatori, imprese, volontariato. Non vogliamo un piano della giunta, ma il piano della città. L'ascolto non sarà un fatto ideologico o di cortesia: in questi giorni sono stato a Rogoredo con il consigliere del Pd Comotti, a Ponte Lambro con Cormio, al Lorenteggio con Carmela Rozza. Così come da altre parti con Rizzi di Forza Italia". Il risultato? "Ho ascoltato discorsi civilissimi da gente che fino a ieri mi attaccava selvaggiamente. Se il buongiorno si vede dal mattino, non avremo bisogno di andare a colpi di maggioranza, in Consiglio". Se state nei tempi, ci arriverete poco dopo la decisione sull'Expo. Che rapporto c'è? "Quello che stiamo facendo prescinde dall'Expo. Ma se ci sarà assegnato, sarà un'opportunità per andare più veloci". Con l'Expo, però, il sindaco avrà poteri speciali, peraltro concessi dal governo Prodi. Può già dire che non saranno usati per bypassare il dialogo con la città? "Qualora dovessero esserci poteri speciali, non vorrei in alcun modo che ciò ledesse la possibilità di condivisione sulle linee del Pgt. La velocità non sostituisce il valore di un comune sentire sulle cose giuste da fare per Milano".

 

 

 

 

NUOVE NORME PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI EUROPEI (sezione: Costi dei politici)

( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

Strasburgo, 3 dicembre 2007 - Il Parlamento europeo ha approvato la modifica del regolamento sulle attività e sul finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Frutto di un compromesso con il Consiglio, consentirà il ricorso a fondi Ue per finanziare attività legate alla campagna per le elezioni europee e l'erogazione di contributi alle fondazioni politiche europee. Gli importi versati a ogni partito politico e fondazione politica a livello europeo dovranno essere pubblicati sul sito internet del Parlamento. Nel 2003, per riconoscere il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici a livello europeo, è stato adottato - sotto Presidenza italiana - un regolamento che ne ha fissato lo statuto e ha delineato il quadro necessario al loro finanziamento. "In un'ottica di consolidamento e di ottimizzazione delle infrastrutture democratiche dell'Unione europea", la Commissione ha presentato una proposta che intende migliorare e adeguare detto regolamento alla luce dell'esperienza acquisita negli ultimi quattro anni. Adottando una serie di emendamenti di compromesso sostenuti da Ppe/de, Pse, Alde, Verdi/ale e Gue Ngl, negoziati dal relatore Jo Leinen (Pse, De) con il Consiglio, il Parlamento ha approvato definitivamente - con 538 favorevoli, 74 contrari e 10 astensioni - la modifica del regolamento che stabilisce le norme relative allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Esso sarà quindi applicabile a partire dal 2008. Elezioni europee e vincoli al finanziamento dei partiti Per migliorare il dibattito politico, anche in vista delle prossime elezioni europee del 2009, i partiti politici a livello europeo saranno autorizzati a utilizzare i loro fondi per finanziare le attività legate alla campagna elettorale. Per i deputati, infatti, i partiti politici a livello europeo operano nel contesto delle elezioni al Parlamento europeo "in particolare per mettere in risalto il carattere europeo di queste elezioni". Gli stanziamenti a carico del bilancio Ue, tuttavia, non dovranno costituire un finanziamento diretto o indiretto dei partiti politici nazionali o dei loro candidati, né essere usati per campagne referendarie. E' peraltro specificato che il finanziamento e la limitazione delle spese elettorali per le elezioni europee sono soggette alle disposizioni nazionali. Oltre a ciò, gli stanziamenti provenienti dal bilancio generale dell'Unione europea potranno essere utilizzati soltanto per coprire le spese direttamente collegate agli obiettivi indicati nel programma politico dei partiti. Tali spese comprendono le spese amministrative, quelle per il sostegno tecnico, le riunioni, la ricerca, le manifestazioni transfrontaliere, gli studi, l'informazione e le pubblicazioni. I partiti politici europei non potranno accettare le donazioni anonime e quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici rappresentati al Parlamento europeo. Né le donazioni provenienti da imprese sulle quali i pubblici poteri "possono esercitare direttamente o indirettamente un'influenza dominante a titolo della proprietà, della partecipazione finanziaria o delle regole che la disciplinano" e nemmeno quelle che superano 12. 000 euro all'anno e per donatore, provenienti da qualsiasi persona fisica o giuridica. Non potranno essere accettate neanche le donazioni provenienti da qualsiasi autorità pubblica di un paese terzo e da imprese "influenzate" dai poteri pubblici stranieri. I contributi provenienti da partiti politici nazionali, è peraltro specificato, non dovranno superare il 40% del bilancio annuale di un partito a livello europeo. Istituzione e finanziamento delle fondazioni politiche Il regolamento prevede ora una nuova base giuridica sull'istituzione e il finanziamento delle fondazioni politiche europee. Queste ultime sono definite enti o reti di enti dotati di personalità giuridica nello Stato membro in cui hanno sede, "affiliati ad un partito politico a livello europeo", che, attraverso le proprie attività, nel rispetto degli obiettivi e dei valori fondamentali dell'Ue, sostengono ed integrano gli obiettivi di tale partito. A tal fine, le fondazioni possono svolgere "attività di osservazione, analisi e arricchimento del dibattito sulle politiche pubbliche europee e sul processo di integrazione europea". Oppure sviluppare attività legate a "questioni di politica pubblica europea", quali l'organizzazione e il sostegno a seminari, azioni di formazione, conferenze, studi europei, la cooperazione con enti dello stesso tipo allo scopo di "promuovere la democrazia" e, infine, la "creazione di un contesto in cui promuovere la collaborazione, a livello europeo, tra fondazioni politiche nazionali, rappresentanti del mondo accademico ed altri soggetti interessati". Una fondazione politica a livello europeo deve essere affiliata ad uno dei partiti politici a livello europeo riconosciuti e deve rispettare, in particolare nel suo programma e nella sua azione, i principi sui quali è fondata l'Unione europea, vale a dire i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Non deve avere fini di lucro e deve avere personalità giuridica diversa da quella del partito cui è affiliata. Spetta a ciascun partito politico e a ciascuna fondazione politica a livello europeo definire le modalità specifiche delle loro relazioni che, nel rispetto della legislazione nazionale, devono prevedere un'adeguata separazione tra la gestione quotidiana e le strutture direttive. Una fondazione politica a livello europeo potrà "richiedere un finanziamento a carico del bilancio generale dell'Unione europea solo tramite il partito politico a livello europeo al quale è affiliata". Tali fondi potranno essere utilizzati "esclusivamente per finanziare le attività della fondazione stessa" e non dovranno, "in nessun caso", "servire a finanziare campagne elettorali o referendarie". Non potranno neppure essere utilizzati per il finanziamento diretto o indiretto di partiti o di candidati politici a livello europeo o nazionale né di fondazioni a livello nazionale. Le disposizioni sulle fonti di finanziamento dei partiti politici europei, si applicherebbero, mutatis mutandis, alle fondazioni. Trasparenza: pubblicazione dei bilanci e dei donatori Partiti politici e fondazioni politiche a livello europeo dovranno pubblicare annualmente le proprie entrate e uscite, nonché una dichiarazione relativa all'attivo e al passivo. Dovranno inoltre dichiarare le proprie fonti di finanziamento, fornendo un elenco dei donatori e delle donazioni ricevute da ciascun donatore, ad eccezione di quelle che non superano 500 euro all'anno e per donatore. Il Parlamento europeo, inoltre, dovrà pubblicare in una rubrica specifica del suo sito internet una tabella degli importi versati a ogni partito politico e a ogni fondazione politica a livello europeo, per ogni esercizio finanziario per cui sono state erogate sovvenzioni. Dovrà pubblicare, inoltre la relazione sull'applicazione del regolamento stesso e sulle attività finanziate, nonché le disposizioni di applicazione del regolamento. Stabilità finanziaria Relatore e Consiglio sono anche giunti a un accordo riguardo alle misure tese ad assicurare la stabilità finanziaria dei partiti politici a livello europeo al fine di agevolare la loro programmazione a lungo termine. L'unica differenza rispetto alla proposta della Commissione è che tale argomento viene stralciato dallo Statuto e inserito in un regolamento del Consiglio. In base all'accordo raggiunto, qualora al termine di un esercizio per il quale un partito ha ricevuto una sovvenzione di funzionamento, le entrate risultassero superiori alle spese, è prevista la possibilità di riportare all'esercizio successivo una percentuale dell'importo eccedente pari al massimo al 25% delle entrate totali per quell'esercizio, che dovrà essere speso entro il primo trimestre dell'anno seguente. Tale possibilità rappresenta una deroga al diritto comunitario che vieta la realizzazione di profitti ai partiti politici. E' quindi precisato che si tratta di una "disposizione eccezionale" giustificata "dal ruolo specifico e unico dei partiti politici". Un emendamento, peraltro, attribuisce a un revisore indipendente l'incarico di attestare la corretta esecuzione delle disposizioni sui riporti. Un'altra disposizione permetterebbe ai partiti di accumulare riserve finanziarie per diversi anni fino al 100% delle loro entrate annue medie. Queste riserve possono essere costituite da doni e contributi di partiti o di individui. E' infine previsto un aumento dal 75 all'85% dei finanziamenti a carico del bilancio dell'Ue a copertura dei costi (ammissibili) di un partito politico. Background - Partiti politici a livello europeo e gruppi politici del Parlamento europeo Nel 2007, dieci partiti politici a livello europeo hanno avuto accesso ai finanziamenti: Partito Popolare Europeo (Ppe): Forza Italia, Udc e Udeur. L'svp ha lo statuto di osservatore. Partito Socialista Europeo (Pes): Ds e Sdi Partito Democratico Europeo (Pde): Democrazia è Libertà-la Margherita Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (Eldr): Radicali, Movimento Repubblicani Europei, Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Partito Repubblicano Italiano. Alleanza per l'Europa delle Nazioni (Aen): Alleanza Nazionale Partito dei Verdi Europei (Egp): Federazione dei Verdi Alleanza Libera Europea (Ale/efa): Libertà Emiliana-alleanza Libera Emiliana, Liga Fronte Veneto, Partito Sardo d'Azione, Slovenska Skupnost, Union für Südtirol, Renouveau Valdôtain Partito della Sinistra Europea: Rifondazione comunista (i Comunisti italiani sono osservatori) Eu Democrats (Eud): euroscettici e riformisti di centrodestra e centrosinistra Alleanza dei Democratici Indipendenti in Europa (Adie): euroscettici. Altra cosa è un gruppo politico del Parlamento europeo in cui i deputati possono organizzarsi "secondo le affinità politiche". Un gruppo politico è composto di almeno 20 deputati eletti in almeno un quinto degli Stati membri. Ogni deputato può appartenere a un solo gruppo politico. Nel 2006, il bilancio ha stanziato 8. 594. 000 di euro, mentre nel 2007 ne sono stati stanziati 10. 436. 000 Attualmente sono presenti sette gruppi politici al Parlamento europeo: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei (Ppe/de): Forza Italia, Udc, Udeur, Partito Pensionati e Svp; Gruppo socialista al Parlamento europeo (Pse): Democratici di Sinistra, Sdi e Nuovo Psi; Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (Alde/adle): Margherita, Radicali (Lista Bonino), l'Italia dei Valori (Lista Di Pietro) e Repubblicani europei; Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni" (Uen): Alleanza Nazionale e Lega Nord. Gruppo Verde/alleanza libera europea (Verdi/ale): Federazione dei Verdi; Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/ngl): Rifondazione comunista e Comunisti italiani; Gruppo Indipendenza/democrazia (Ind/dem): nessun membro italiano. Vi è poi il gruppo sui generis dei Non Iscritti (Ni) - equivalente al Gruppo Misto del Parlamento italiano - in cui, tra gli altri, figura un italiano eletto nella lista dell'Ulivo. In questo "gruppo" sono confluiti i deputati facenti parte del disciolto gruppo Identità Tradizione e Sovranità (Its) - cui partecipavano due membri italiani di Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale. . <<BACK.

 

 

 

 

OSIMO Nessun abbattimento dei costi della politica? Più tasse meno servizi? Falso. E' la (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 03-12-2007)

Replica del sindaco alle accuse del Pd sul bilancio. "Va precisato - scrive infatti Dino Latini sul suo blog - che le opere risparmiate nel programma degli investimenti sono legate all'impossibilità tecnica di realizzazione ed è quindi inutile metterle in sede di assestamento quando manca solo un mese alla fine dell'esercizio. Rispetto alle opere risparmiate e rinviate, vanno considerate quelle realizzate, che sono oltre gli indici medi degli interventi strutturali degli enti locali". Non solo. "Per le economie di spesa basta sfogliare il budget delle società e i servizi resi per rendersi conto che i dati di bilancio sono ormai ridotti all'osso e i servizi resi fortemente incentivati. In ogni caso, la diminuizione dei costi della politica è avvenuta. I primi effetti della razionalizzazione delle società, in relazione a quanto previsto dalla Finanziaria, sono già visibili, in quanto molti posti a tempo determinato sono a rischio. Le indicazioni della Finanziaria metteranno a repentaglio invece quanto si è costruito nel campo dei trasporti e delle global service, almeno per l'aspetto delle risorse umane utilizzate". Di più: "Quanto all'efficienza - conclude Latini - l'amministrazione è disponibile a mettere a confronto quanto rendono i servizi con la gestione delle società, quanto con i vecchi metodi utilizzati dal Comune, quanto con altre realtà locali. Per i costi di gestione infine riteniamo che in futuro debba essere posta attenzione alle auto aziendali delle società e al loro utilizzo".

 

 

 

 

Interventi e Repliche (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 03-12-2007)

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2007-12-03 num: - pag: 29 categoria: BREVI Interventi e Repliche L'assenteismo dei dipendenti pubblici Non potendo contrastare in maniera efficace il fenomeno dell'assenteismo dei dipendenti della pubblica amministrazione, leggo che ora si introduce il gettone di presenza ( Corriere, 1 dicembre). Mi domando: c'è un problema di coscienza oppure di ignoranza? Se fosse un problema di coscienza, ci sarebbe ben poco da fare per sentirsi in colpa e per rendersi conto che con l'assenteismo si rubano i soldi al prossimo: occorre avere una coscienza e questo dono non tutti lo hanno. Se invece si ha che fare con l'ignoranza, ci vorrebbe qualcuno che spiegasse agli assenteisti che lo stipendio che ricevono viene pagato dalle tasse di chi lavora e non può permettersi un giorno di assenza perché altrimenti non mangia: si tratta di tutti i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che non sanno neanche che cosa siano la mutua e le ferie pagate, ma ci si ricorda di questi lavoratori solo quando si parla di evasione fiscale per lanciar loro addosso accuse che non stanno in piedi. Sono anch'io stato alle dipendenze della Pubblica amministrazione e per un anno ho avuto le stellette sul bavero, senza dover vincere alcun concorso o contare su alcuna raccomandazione. Lì l'assenteismo era praticamente inesistente: i giorni di malattia erano dati da medici militari che non avevano alcun interesse a distribuirli a caso come fanno i medici curanti e in caso di assenze ingiustificate veniva prevista la consegna di rigore, ovvero la galera. Due facce di uno Stato, due strade per combattere un fenomeno: il primo funziona alla perfezione in quanto repressivo, l'altro non funziona e non funzionerà mai perché spinge a trovare sempre nuovi escamotage per non lavorare. Oggi c'è il gettone di presenza, domani che cosa arriverà? Marco Tolengo, Passerano Marmorito (At) Infrazioni: gli importi delle multe Sul Corriere del 29 novembre un lettore fa notare che le sanzioni hanno sempre un minimo e un massimo, variabile non si sa in base a cosa. Concordo con la sua opinione, sarebbe molto più semplice definire un importo unico per ogni violazione ma così cadrebbe un principio fondamentale che regola il prelievo forzoso di denaro dalle nostre tasche. Lo Stato ci prende i soldi ma contestualmente mostra il suo lato umano obbligandoci a notare quanto grande sia la sua magnanimità e ci spinge a riflettere che avrebbe potuto prelevarci 500 euro ma si accontenta di appena 27. Sono comportamenti che hanno la parvenza di essere veri e propri giri di parole, escogitati, secondo me, per mascherare situazioni di illegalità istituzionale. è il caso, ad esempio, delle contravvenzioni stradali le quali se non si pagano entro i fatidici 60 giorni dalla notifica, raddoppiano. Chiunque osasse applicare un aggravio di spesa simile per un ritardato pagamento subirebbe immediatamente un processo penale per usura, trattandosi di un interesse su base annua pari al 600%. Non accade quando a fare questi calcoli è lo Stato in persona, il quale fa passare l'aggravio come sconto sull'importo totale della multa: in pratica pagando entro i termini si ha uno "sconto" pari al 50% del dovuto, una generosità per nulla giustificata se si pensa che in tutte le transazioni commerciali scegliendo di pagare la merce subito invece che a 60 giorni dalla data della fattura al massimo si può sperare in uno sconto del 3%. Mario Moreggi, moreggi@lycos.com I corsi universitari in lingua inglese La lingua inglese (e perché non il russo?) nelle scuole e all'università ( Corriere, 25 novembre)! Ma se l'inglese diventerà alternativo all'italiano, già c'era il rischio che il nostro bravo universitario non fosse ancora riuscito a imparare bene neanche la propria lingua madre: chissà con la seconda o la terza lingua! Giusto Buroni, giburoni@libero.it.

 

 

 

 

Tremila firme ai banchetti <Risultato straordinario> (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 03-12-2007)

Tremila firme ai banchetti "Risultato straordinario" l'iniziativa berlusconiana in provincia Zoccarato: pre-adesioni entusiaste. Prevale il "Partito della Libertà" "IL RISULTATO è clamoroso. Domani (oggi per chi legge, ndr) faremo i conti dettagliati, ma superiamo certamente le tremila pre-adesioni al nuovo partito e se si pensa che fino a ieri gli iscritti in provincia a Forza Italia erano 911, si può ben capire il motivo della mia soddisfazione e di tutti gli uomini del partito che hanno presenziato ai banchetti registrando di persona la grande voglia della gente di iscriversi". E' un Maurizio Zoccarato quasi sorpreso quello che ieri sera contava le firme raccolte da Ventimiglia a Cervo ai banchetti per il nuovo partito lanciato da Berlusconi. "Eravamo convinti di quello che facevamo - ha aggiunto Zoccarato, coordinatore provinciale azzurro - ma non ci aspettavamo un simile entusiasmo. E non si è trattato solo di mettere una firma, che è già una cosa importante, ma abbiamo preso i dati delle carte di identità e i numeri di telefono ed era la gente che te li dava, senza neppure chiederli. Questa nuova iniziativa ha dimostrato una volta di più che il cittadino vuole politici da marciapiede e da banchetti, non soloni inarrivabili. Vuole partecipazione diretta e ha applaudito alla scelta di sostituire le poltrone dei palazzi con le seggiole del banchetto". I dati forniti dai vertici provinciali di Forza Italia, aggiornati alle ore 14 di ieri, davano 400 nuovi pre-iscritti al partito berlusconiano a Ventimiglia, 350 a Bordighera, 110 a Ospedaletti, 700 a Sanremo, 150 a Taggia, 680 a Imperia, 280 a Diano Marina. Oltre alla firma la scelta che sembra più gettonata è quella del "Partito della Libertà" che ha registrato la punta massima di consensi (ha sfiorato il 70%) a Sanremo e poco meno (60%) a Ventimiglia e Diano Marina. La scelta "Partito del Popolo"è invece andata meglio a Imperia e Taggia, dove ha praticamente pareggiato e a Bordighera, dove ha prevalso. "Con questi numeri è stato praticamente battuto ogni precedente record per un partito di centrodestra - ha aggiunto an cora Zoccarato - Tra i segnali importanti anche quello della presenza ai banchetti di moltissimi uomini di punta e non solo iscritti a Forza Italia e con incarichi amministrativi. Mi pare anche questa una svolta significativa per un maggior dialogo con i cittadini. Infine ricordo che le pre-adesioni al nuovo partito continueranno fino al 31 dicembre e contatteremo tutti quelli che avevano già firmato contro Prodi". Oltre alla città dei fiori, anche l'elettorato forzista del comprensorio Imperiese ha risposto numeroso, in particolare a Diano Marina, dove invece era stata meno calorosa la partecipazione anti-Prodi. Grandi numeri anche a Imperia dove il sindaco della città, Luigi Sappa, ieri ha festeggiato il compleanno tra la gente in coda ai banchetti, sia in via San Giovanni a Oneglia sia in via XX Settembre a Porto Maurizio. "Il segnale che le cose sarebbero andate bene - ha detto Rodolfo Leone dalla postazione forzista di via San Giovanni - lo avevamo avuto sin da venerdì con la grande affluenza che c'era stata a Sanremo dove si è iniziato un giorno prima, ma ieri e oggi le pre-adesioni hanno superato ogni più rosea aspettativa. La gente ha fatto la fila per indicare il nome del nuovo soggetto politico, asciare nominativi, indirizzi, anche di posta elettronica, e numeri di telefono per essere ricontattata". R. S. 03/12/2007 ' 03/12/2007 gli azzurrida marciapiedeIl cittadino ha premiato la scelta delle sedie ai gazebo invece delle poltrone nei palazzi maurizio zoccaratocoordinatore provinciale FI 03/12/2007.

 

 

 

 

Cofinanziamento, l'uovo di colombo (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 03-12-2007)

L'OSPITE Cofinanziamento, l'uovo di colombo LUCA RICOLFI La ricetta è nota: banchieri, economisti liberal, riformisti di entrambi gli schieramenti ci ammoniscono che la spesa pubblica va ridotta. Lo dicono oggi, lo dicevano ieri, lo dicevano trent'anni fa, ai tempi di Ugo la Malfa (se ricordo bene il suo grido di dolore, consegnato nel libro La Caporetto economica, è del 1974). Non c'è governo, della Prima o della Seconda repubblica, che non faccia della "lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione" uno dei cardini del proprio programma. Poi però, una volta raggiunta la tolda di comando, i buoni propositi svaniscono e la spesa pubblica continua indisturbata a lievitare, creando debito e sottraendo risorse all'economia. Sappiamo perché ciò avviene: i politici tengono al consenso e pensano che distribuire risorse (posti, favori, quattrini) sia la via maestra per conservare o incrementare il consenso. Fin qui sembra che banchieri e riformisti abbiano ragione, e il ceto politico abbia torto. Però non è così semplice. Spesso, giudicati in sé e per sé, gli interventi che accrescono la spesa pubblica sono sacrosanti. E lo sono perché il nostro stato sociale è incompleto. La spesa pubblica corrente dell'Italia è tuttora inferiore (di poco) a quella dell'Eurozona, e molti tasselli dello stato sociale sono tuttora mancanti: asili nido, ammortizzatori sociali, campus universitari, politiche familiari. Da questo punto di vista gli argomenti della sinistra estrema (e della destra sociale) sono tutt'altro che peregrini. Come si fa a parlare di tagli quando il nostro welfare è un edificio lasciato a metà? Posto il problema in questi termini, abbiamo un'alternativa: se vogliamo ridare ossigeno all'economia (e alle generazioni future) dobbiamo tagliare la spesa e ridurre il debito; se vogliamo usufruire di un welfare decente dobbiamo accrescere la spesa, soffocare l'economia, scaricare il debito sulle generazioni future. Altre strade non sembrano esserci. Ma il problema sta solo in questi termini? Non esattamente. Nella spesa pubblica corrente, e anzitutto nella cosiddetta spesa sociale, ci sono sprechi per almeno 45 miliardi di euro, circa 10 volte i costi diretti della "casta". In concreto questo vuol dire che si potrebbero produrre gli stessi servizi spendendo 45 miliardi in meno (tre punti di pil). Dunque la spesa pubblica si può ridurre senza smantellare lo stato sociale. Perché, allora, nessuno ci riesce? Una ragione, lo abbiamo visto, è la spasmodica ricerca del consenso. Un'altra è che le ricette dei tecnocrati e degli estremisti hanno entrambe un punto debole fatale, e finiscono quindi per neutralizzarsi a vicenda. I tecnocrati, preoccupati della corsa della spesa, non vedono che il nostro stato sociale va rafforzato; gli estremisti, preoccupati delle lacune del nostro welfare, sono ciechi di fronte agli immensi sprechi dello stato assistenziale. Eppure, una via d'uscita ci sarebbe. Si chiama cofinanziamento e da anni viene sperimentata da imprese, università e fondazioni. Essa si basa sul principio che il "mecenate" non paga mai il 100 per cento del costo di un progetto (altrimenti le richieste esploderebbero) ma si limita a "moltiplicare" un gruzzolo iniziale raccolto dal soggetto che richiede il finanziamento. Nel caso del welfare funzionerebbe così: il ministro dell'Istruzione, che vuole 100 milioni per costruire nuovi asili nido, prima elimina 50 milioni di sprechi in altri ambiti (senza ridurre i corrispondenti servizi) e poi, ma solo poi, ottiene una cifra doppia (50 + 50) per realizzare il suo nuovo progetto. Troppo semplice? Può darsi, ma se non dovesse funzionare almeno una cosa l'avremmo ottenuta: nessun politico potrebbe più venirci a raccontare la favoletta della "lotta agli sprechi".

 

 

 

 

Costo della consulenza (sezione: Costi dei politici)

( da "ItaliaOggi Sette" del 03-12-2007)

ItaliaOggi Sette     ItaliaOggi Sette  - Quesitario - Reddito impresa Numero 286, pag. 36 del 3/12/2007 Autore: Risponde Marco Nessi Visualizza la pagina in PDF     Costo della consulenza I costi relativi alla consulenza prestata dal professionista per la redazione del bilancio sono di competenza dell'anno cui si riferisce il bilancio stesso o di quello in cui effettivamente è stata effettuata la consulenza ? C.G. N2045 + 1.1.5 Costo della consulenza I costi relativi alla consulenza prestata dal professionista per la redazione del bilancio sono di competenza dell'anno cui si riferisce il bilancio stesso o di quello in cui effettivamente è stata effettuata la consulenza ? C.G. Risponde Marco Nessi In linea generale, in materia di reddito d'impresa, i costi relativi alle prestazioni di servizi sono deducibili nell'esercizio della relativa ultimazione (articolo 109 , comma 1, lettera b, del Tuir). In considerazione di quanto sopra, nel caso di specie la competenza fiscale del costo relativo alla consulenza effettuata ai fini della redazione del bilancio nell'esercizio "n" è individuabile nel periodo d'imposta "n+1" (coerentemente con quanto sopra, con riferimento alle prestazioni di servizi fornite dal collegio sindacale, si veda la circolare 54 del 19 giugno 2002).

 

 

 

 

Il disvalore di Alitalia (sezione: Costi dei politici)

( da "Vita non profit magazine" del 03-12-2007)

Di Redazione (redazione@vita.it) 02/12/2007 --> Manca un report di lungo termine che racconti le ricapitalizzazioni, i problemi con un personale viziato dalle lusinghe della politica (di Paolo D'Anselmi). http://www.bancaintesa.it Dicembre 2006. Alitalia è un tema del quale non si scrive per evitare il tardivo, collettivo e perciò codardo oltraggio. Tema che tuttavia presenta cinque aspetti poco e mal trattati: memoria, nazionalità, consumatore, stipendi e bandiera. Cinque vecchie conoscenze che riemergono nella discussione e si ha la sensazione che resteranno con noi a lungo. Quel 1984... Memoria: i giornali quotidiani fanno il mestiere di raccontare il mondo in alta frequenza, come cambiasse ? il mondo, appunto - di giorno in giorno: "Adesso comincia la partita" titolava Mucchetti sul Corriere della Sera del 2 dicembre 2006, ma che Alitalia fosse un disvalore per il popolo, ciascuno ha potuto constatarlo da quando ha acquisito l'uso dell'aereo. Correva il 1984 e la storia la si vedeva dalle risposte della mutua che ti dava il personale di terra, allungato sullo sgabello, gambe accavallate, schiena appesa allo schienale, atteggiamento da Usl, appunto. E venne la serrata dei piloti. Denunciammo. Fummo chiamati dal pubblico ministero. Chissà come finì. Poi gli steward si ammalarono in mille lo stesso giorno, rivelando insieme al tumore dei trasporti quello del sistema sanitario che certifica l'ovvio. Questo per dire che la partita Alitalia viene da lontano ed è ragionevole supporre che non siamo all'ultimo atto.Non finisce per esempio sul fronte della proprietà futura se mettiamo insieme quello che dice Mucchetti (ibidem): "Censire le disponibilità reali che il mercato dell'imprenditoria, nazionale ed internazionale, offre sul rischio Alitalia" con quello che dice Rutelli (ibidem): "Ricercare un azionista di riferimento italiano". Riparte così il pregiudizio sulla proprietà nazionale. Comprensibile per via politica, ma questo fa rivedere film già visti. Si ignora Pippo Ranci su Il Sole 24Ore . Ranci sostiene che la proprietà nazionale non è una garanzia in sé. Peraltro "in Europa non è consentito ad un governo di discriminare a favore della proprietà nazionale. Il governo deve porre problemi precisi e chiedere precise garanzie, non sulla nazionalità della proprietà, ma su ciò che costituisce vero interesse del Paese".Rutelli è convalidato dal ministro Bersani, che apprezza la soluzione della proprietà nazionale "per il mercato nazionale e l'occupazione". Cosa sia il mercato nazionale non è specificato: se si intenda quello limitato del lavoro aereo o quello vastissimo degli utenti dell'aereo. Contraddizione quindi tra lo steccato della proprietà nazionale e il bene della economia nel suo complesso, che vuole molto servizio e poco costo. Si unisce all'ossimoro Pecoraro Scanio, che vuole un "buon piano occupazionale, di tutela per i consumatori", ma ad un piano occupazionale non gliene importa niente dei consumatori. Convergenze parallele ancora andiamo cercando a oltre trent'anni dalla loro formulazione e oltre quindici dalla denuncia di Cacciari ("Ossimori stolti", Roma, Teatro Capranica, sabato 10 febbraio 1990).Evidenziamo qui un conflitto di interessi tra stakeholder che dovremo sviluppare in futuro: c'è conflitto tra lavoratori e consumatori. Perseguire la parrocchiale faccenda della proprietà mette da parte ex ante il beneficio del consumatore italiano e dell'impresa italiana che è grande utente del servizio aereo. Lo stakeholder unico Ma Pecoraro prosegue e chiede di "rimuovere il manager che ha portato l'azienda al disastro pur avendo uno stipendio enorme". Memoria corta su due fronti: primo, il male di Alitalia non viene dai pochissimi anni di gestione Cimoli; Cimoli sta ad Alitalia come Umberto II al Regno d'Italia; secondo, carità di parte vorrebbe che tenesse conto che Cimoli era manager portato alle Ferrovie dal primo Prodi. Pecoraro guardava il dito dello stipendio del manager invece che la luna del buco di bilancio sociale che quel dito indica. Miopia legale: Cimoli aveva un contratto blindato come si conviene ai manager che accettano le missioni impossibili per cui la spesa è già fatta tanto vale portarne a casa i benefici. Spara sul pianista e ignora l'assenza di un meccanismo che tenga la memoria dei fatti, che racconti la storia delle ricapitalizzazioni nel lungo termine: quanti soldi ha avuto Alitalia dallo Stato negli ultimi 30 - 40 anni, da quando Gregory Peck e Spencer Tracy arrivavano a Ciampino con la LAI - Linee Aeree Italiane ai nostri giorni, passando per l'Iri. Manca un report di lungo termine, squisita missione del bilancio sociale e non si capisce chi debba esserne autore, forse gli uffici studi di Camera e Senato.Notabene: si criticano qui ministri della corrente amministrazione ma non si implica approvazione della precedente amministrazione che ha ammantato il problema nel tricolore della compagnia di bandiera e ha erogato il miliardo di cui sopra. E il sopra ricordato criterio di memoria vale anche per la critica ai politici: nei decenni tutti hanno pagato pegno ad Alleanza Nazionale, protettrice dei piloti in omaggio al machismo di tale professione, suppongo.Si sente dunque la mancanza di un bilancio sociale di lungo termine per Alitalia, che includa il disvalore del capitale umano di quella società tra i beni intangibili: il personale viziato è la peggiore passività di Alitalia. Un bilancio che non trascurerà il danno arrecato dalla cosiddetta compagnia di bandiera alla bandiera stessa. Bene scriveva infatti Antonella Baccaro sul Corriere: "Chissà se questa volta smetteremo di chiamarla compagnia di bandiera". Paolo D'Anselmi.

 

 

 

 

S CATTA OGGI il rinnovo del consiglio di amministrazione de (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 04-12-2007)

Lla società Polis. Alla presidenza appare scontata la riconferma di Ugo Giurlani. L'assemblea dei soci (il Comune ha il 51,01 per cento delle azioni) è convocata per le 15 e dovrà approvare anche la modifica dello statuto prevedendo il passaggio a un consiglio di amministrazione composto da 9 membri contro i 7 precedenti. Il Comune avrà dunque 5 rappresentanti, contro i 4 precedenti, compresi il presidente e il vice presidente, mentre la componente privata avrà 4 rappresentanti contro i 3 precedenti, compreso il consigliere delegato. La parte privata comprende il 48,09 per cento delle azioni per "Ati Valore" (di cui fanno parte: Beyfin Spa di Campi Bisenzio, La Valore Spa di Prato, la Sercom Srl di Porcari, la Nial Srl di Porcari, la F.P.M. Spa di Lucca e Cipriano costruzioni Spa di Lucca). Il restante 0,9 per cento delle azioni è di proprietà di Camera di commercio e dell'Associazione Industriali. Non sono previste variazioni dei compensi annui lordi che resteranno dunque di 24 mila euro per il presidente, 9 mila per il vice presidente, 18 mila per il consigliere delegato, mentre gli altri consiglieri avranno 6 mila euro. Per i componenti della parte pubblica è previsto inoltre un gettone di presenza di 100 euro. L'assemblea dovrà eleggere il nuovo consiglio di amministrazione che si riunirà sempre oggi, alle 16.30, per nominare presidente, vice e consigliere delegato. NON CI SONO cambiamenti, invece, sul fronte della società Metro, che è partecipata al 100 per cento da Polis Spa. Il consiglio di amministrazione teoricamente resta in carica fino al 2009 ma non è escluso che possano scattare le dimissioni simultanee del presidente (è lo stesso Ugo Giurlani) e del consigliere delegato (Giovanni Valentini) e dunque che si possa arrivare a un nuovo consiglio o meglio alla scelta di un amministratore unico che potrebbe essere Brunello Giuntini che è attualmente anche procuratore speciale e direttore finanziario e amministrativo di Polis Spa. Fra i primi temi che dovranno essere affrontati dai nuovi amministratori ci sono i rapporti con il Comune sia sul fronte urbanistico (visto che uno degli scopi di Polis è "il recupero, la valorizzazione, la riqualificazione ambientale e lo sviluppo integrato di aree e comparti della città") sia sul fronte della gestione dei parcheggi. Il problema degli ausiliari del traffico è infatti in prima linea e c'è il timore che, in mancanza del rinnovo della convenzione, ben 8 addetti possano perdere il loro posto di lavoro. - -->.

 

 

 

 

CONTENIMENTO dei costi della politica: sono stati modificati gli statuti di Cosvi (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 04-12-2007)

G (Consorzio per lo sviluppo geotermico), Apes (Azienda provinciale per l'edilizia sociale) e Asv (Azienda servizi Alta Val di Cecina per la gestione della discarica dei rifiuti solidi urbani di Buriano). Le modifiche più rilevanti riguardano la riduzione dei consigli di amministrazione che passano a soli tre membri, come numero massimo, e che dovranno avere una durata mai superiore ai tre anni. Tutte le decisioni sono state prese all'unanimità dal consiglio comunale, riunitosi sotto la presidenza del sindaco Maurizio Maggi. E' questa una decisione che era molto attesa dai cittadini, dopo la rilevanza che il problema ha sollevato a livello nazionale, anche se non si sono raggiunti parametri migliori e non si fa cenno alle retribuzioni e ai gettoni di presenza, che non va mai dimenticato vengono pagati con denaro pubblico versato da tutti i cittadini. La deliberazione più importante, comunque, riguarda poi l'aumento di capitale della "Auxilium Vitae", che gestisce il centro di riabilitazione, un servizio sanitario di estrema importanza e che ha dimostrato di saper erogare prestazioni qualificate, di risonanza tale che valicano i confini regionali ed è veramente un fiore all'occhiello di tutta la sanità locale, magistralmente diretto e con personale di provata abilità professionale. Il direttore del centro di riabilitazione è anche quel medico che l'ha voluto e quindi qualificato, Carlo Giustarini. Ora l'Auxilium Vitae entra nella compagine sociale dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, mentre rimangono invariate le quote del Comune di Pomarance e quelle degli altri soci. E' stata deliberata anche l'adesione alla Agenzia Energetica Provinciale, perché funzionale all'ottenimento di un supporto tecnico professionale per le progettazioni di impianti per lo sviluppo delle energie rinnovabili da applicare agli edifici pubblici comunale, come scuole e palestre, tanto che è già stato redatto per quest'ultima il progetto preliminare per la riqualificazione della sua copertura. In un odg è stato chiesto lo stralcio dell'articolo 13 della Finanziaria sulle comunità montane e le scelte strategiche di collocazione per impianti eolici. Giacomo Brunetti - -->.

 

 

 

 

La corruzione è ancora tra noi (sezione: Costi dei politici)

( da "Alto Adige" del 04-12-2007)

L'ex magistrato invitato dalla Consulta studentesca: ieri in Comune, questa mattina al Kunter "La corruzione è ancora tra noi" Due conferenze sulla legalità con Gherardo Colombo BOLZANO. Gli italiani hanno un serio problema con la legalità. "Guardiamo alle regole con fastidio, come un intralcio e non come allo strumento che riconosce pari dignità e diritti a tutti". Gherardo Colombo, l'ex magistrato di Milano, ha raccontato ieri nella sala di rappresentanza del Comune (poco affollata) la sua idea di legalità. L'invito è arrivato dalla Consulta studentesca italiana, che alle 8.30 di oggi lo accompagnerà a un incontro con gli studenti all'Itc Kunter di via Guncina. Colombo invita a non dare nulla per scontato, anzi. "L'attuale sistema di regole corrisponde a una visione di società democratica, che accoglie e non esclude, ma è un'acquisizione recente, arriva dal Settecento ed è costata molte teste tagliate, tra l'altro". L'alternativa è il sistema giuridico specchio delle società piramidali, "in cui progredisce chi è forte o furbo". Tradotti nella sua esperienza, "il sistema piramidale ce lo ritroviamo quando noi stessi iniziamo a violare le regole". Primo esempio, Tangentopoli, che ha visto Colombo come uno dei magistrati di punta della procura milanese: "Il sistema della corruzione era rigoroso e prevedeva la spartizione delle tangenti tra tutti i partiti, con la sola eccezione delle ali estreme. Siamo riusciti ad indagare, questa è una mia convinzione, solo perché il crollo del muro di Berlino aveva fatto saltare gli equilibri". Poi, avverte Colombo, il clima è cambiato: "Quando le indagini dai vertici politici e imprenditoriali hanno iniziato a toccare i "piccoli", la cittadinanza si è irrigidita. Il legislatore ha fatto il resto, modificando le norme e rendendo difficili indagini a largo raggio". E quindi oggi "la corruzione esiste, ogni giorno emergono fatti singoli, ma la magistratura non riesce a lavorare come dovrebbe: non sappiamo se c'è un sistema di corruzione simile a quello degli anni Ottanta". Il sindaco Luigi Spagnolli chiede: "E l'etica, che fine ha fatto?". Colombo: "Parlerei di responsabilità. Oggi resta solo quella penale, perché è sparito ogni altro senso della responsabilità, dalla politica alle professioni. Le difficoltà italiane con la legalità raccontano lo scontro tra i due modelli di società. Quello piramidale è ancora tra noi".

 

 

 

 

Pani ispirato da politici e dirigenti - mauro lissia (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Sardegna, La" del 04-12-2007)

Dietro gli abusi del Maramura una società tra il proprietario e il capo di gabinetto regionale "Pani ispirato da politici e dirigenti" Accuse di corruzione confermate, il dieci la richiesta delle pene MAURO LISSIA CAGLIARI. Lucio Pani non era ancora direttore dell'ufficio regionale tutela del paesaggio ma voleva diventarlo ad ogni costo. Per farcela non badava alle illegalità: "Il suo - ha detto il pm Daniele Caria - era un uso privatistico del ruolo pubblico". Il caso del Maramura, un osceno complesso turistico-commerciale sul litorale di Capoterra, è emblematico: "Otto autorizzazioni edilizie concesse in dieci giorni, tra il 20 e il 30 maggio 2002 - ha fatto i conti Caria - una sequenza spettacolare, una cosa mai vista...". Un caso chiaro di corruzione, a sentire l'accusa. Che coinvolge Pani, il dirigente dell'urbanistica e edilizia privata di Capoterra Giancarlo Suelzu e Mario Dettori, il proprietario del Maramura. L'imprenditore chiedeva, Pani faceva in modo che i documenti quadrassero con l'aiuto di Suelzu. Si autorizzavano le opere anche a posteriori, per sanare gli abusi pregressi e per accelerare le pratiche che il proprietario uscente non era riuscito a sbloccare. D'altronde, secondo Caria, lo sponsor dell'operazione era alto: il capo di gabinetto della pubblica istruzione regionale Piero Fois. Il dirigente è stato assolto da ogni imputazione col rito abbreviato, il pubblico ministero l'ha chiamato comunque in causa nella terza parte della requisitoria davanti alla prima sezione del tribunale perchè la sua presenza nella vicenda è legata al comportamento di Pani: "Fois era in società con Dettori nella pizzeria Rossopomodoro, al Maramura - ha spiegato il magistrato - di cui era amministratore il figlio di Fois, Lodovico. Pani non conosceva Dettori, era stato Fois a chiedergli di interessarsi delle vicende legate al Maramura". Si trattava - stando all'accusa - di uno scambio: "La controparte della disponibilità di Pani era la sua nomina a direttore dell'ufficio tutela paesaggio - ha sostenuto Caria - che in quel momento non era affatto scontata ma che puntualmente arrivò". Non certo per meriti professionali, a leggere le intercettazioni: "Ho fatto cambiare idea a Mariolino" si vanta Pani al telefono. Mariolino sarebbe Mariolino Floris: "E' lui che comanda - ha detto il pubblico ministero - e Fois appartiene al suo stesso schieramento politico". Caria è rimasto fedele alla prima ricostruzione accusatoria dei fatti malgrado la sentenza del gup, che ha pienamente scagionato Fois ma è stata appellata dalla Procura. Il magistrato dell'accusa resta convinto che "la responsabilità di Fois in questa vicenda sia centrale". A confermarlo c'è una conversazione registrata, protagonista il solito Pani: "Guarda che me l'ha chiesto il mio capo di gabinetto - dice, riferendosi al Maramura - c'è in gioco la mia nomina". Mentre l'altra conferma sarebbe l'esistenza del sodalizio tra Fois e Dettori: "Perchè l'imprenditore che non riesce a sbloccare le sue pratiche edilizie si mette in società con un dirigente pubblico? - ha chiesto il pm - e perchè l'amministratore di questa società diventa il figlio del dirigente?". Poi c'è l'entourage regionale, quella corte dei miracoli dove secondo la Procura si muoverebbero personaggi d'ogni genere. Alcuni influenti: "Compare persino l'avvocato Pepetto Del Rio - ha detto Caria - qui è lui che decide le nomine in Regione, sta dalla parte di Lucio Pani". Tra le righe e fra i dettagli delle intercettazioni spunta un computer palmare che Pani - secondo l'accusa - avrebbe ricevuto in omaggio per le sue prestazioni fuoribusta. E nel complesso un atteggiamento disinvolto, quasi sprezzante, davanti alle norme che regolano l'uso dell'ambiente: "In due anni il territorio dove si trova il Maramura è stato stravolto, perchè questo Dettori non si ferma mai e trova in Pani un amico disponibile al punto da disegnargli le strutture per coprire le fioriere installate nel villaggio". Strutture tutt'altro che amovibili, come si vorrebbe far credere: "Non c'è alcuna stagionalità al Maramura - ha detto con veemenza Caria - sono opere realizzate per non essere rimosse". Bisognava farlo perchè la richiesta arrivava dall'alto ("dai che ci serviamo tutti e due" dice Pani a Dettori, alludendo al passo avanti in carriera) e se Giancarlo Suelzu "tenta di resistere e non arriva fino a dove Pani vorrebbe, qualche volta cede". Il 10 dicembre l'ultima parte della requisitoria e le richieste di pena.

 

 

 

 

La pagella del sistema sanitario le regioni imparano dalla toscana - nostro servizio (sezione: Costi dei politici)

( da "Repubblica, La" del 04-12-2007)

Pagina III - Firenze LA NOVITà Rossi Livia Turco sceglie il metodo studiato dal laboratorio di management e sanità del Sant'Anna La pagella del sistema sanitario le Regioni imparano dalla Toscana 60 parametri per dire se le strutture funzionano NOSTRO SERVIZIO La Toscana insegna alle altre Regioni come si fa a valutare il funzionamento del sistema sanitario. Il ministro alla salute Livia Turco ha inserito nel ddl sull'ammodernamento in sanità anche il metodo studiato per la nostra Regione dal laboratorio di management e sanità della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa che misura per ogni azienda fattori come la sostenibilità finanziaria, il gradimento dei cittadini e quello dei dipendenti. "E' un lavoro - ha spiegato Sabina Nuti, direttrice del laboratorio - che abbiamo iniziato a sperimentare inizialmente nel 2004, e a pieno regime dal 2005 su tutte le 16 aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie della Toscana". Il sistema sta per essere brevettato e consiste in una serie di indicatori del funzionamento della sanità; dai tempi di attesa per la protesi d'anca, alla durata media dei ricoveri per le varie patologie, fino al tasso di ricoveri dei malati di diabete. Si tratta di una sessantina di parametri che permettono di valutare il funzionamento delle strutture ospedaliere ma anche dei servizi territoriali. I dati vengono raccolti tramite la documentazione ufficiale trasmessi periodicamente dalle aziende alla Regione ma anche attraverso telefonate a campione per chiarire il livello di gradimento dei cittadini. "Il sistema è alquanto semplice e lineare per renderlo fruibile da tutti - continua Sabina Nuti - direttori generali, amministratori e medici". Il meccanismo del Sant'Anna potenzialmente permette di valutare come lavorano gli operatori, dai direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere in giù. Per adesso in Toscana si è partiti proprio dai vertici: i manager delle Asl vedono una parte della retribuzione, il 20%, condizionata al loro rendimento, soprattutto in fatto di gestione economica dell'azienda. Da poco sono stati calcolati i risultati del 2005. "Più che delle nomine - ha detto a Roma l'assessore alla salute Enrico Rossi, citando le recenti discussioni sui criteri di scelta dei dipendenti del servizio sanitario - dovremmo occuparci dei risultati ottenuti dall'intero sistema sanitario regionale. Il nostro modello che vorremmo applicare oltre l'azienda sanitaria e il direttore generale, arrivando ai dipartimenti, le unità operative e infine i singoli operatori, stabilendo una gradazione di premi e incentivi, così come facciamo per i direttori generali". Inoltre si pensa ad utilizzare lo stesso criterio per chiarire qual è l'operato dei medici di famiglia. Del resto il Sant'Anna ha già fatto una ricerca per conoscere il gradimento di questi dottori e dei pediatri da parte dei pazienti, soprattutto prendendo in considerazione il loro modo di rapportarsi agli assistiti e la disponibilità a fare le visite a domicilio. "Il sistema potrebbe essere applicato anche sul territorio, sui medici di famiglia", dice Rossi. Adesso andrà chiarito se c'è la volontà da parte delle altre Regioni di lavorare tutte sulla base di questo modello o di un percorso almeno condiviso. "Credo che l'Agenzia per i servizi sanitari regionali (l'ente nazionale che lavora con le regioni e supporta le collaborazioni tra di loro, ndr) possa fare benissimo da collettore di sintesi - conclude l'assessore Rossi - senza la necessità di altri organismi. Anche se siamo ai primi passi e le distanze rispetto agli altri Stati sono enormi, è positivo che si inizi a parlarne". (mi.bo.).

 

 

 

 

Salt, un presidente da 60mila euro l'anno (sezione: Costi dei politici)

( da "Tirreno, Il" del 04-12-2007)

Di Luca Cinotti Salt, un presidente da 60mila euro l'anno I compensi dei consiglieri di amministrazione. Che non pagano l'autostrada VIAREGGIO. Sessantamila euro (lordi) al presidente del consiglio di amministrazione: spicciolo più, spicciolo meno, circa cinquemila euro al mese. Seimila, invece, quelli che vanno ai (tanti) consiglieri di amministrazione. Sono i numeri della Salt, ancora nell'occhio del ciclone per gli aumenti del pedaggio della Bretella. Ora la società sta preparando la documentazione per fornire risposte anche all'interrogazione parlamentare presentata da Milziade Caprili. Compensi. Le retribuzioni ai vari membri del consiglio di amministrazione sono stati determinati nell'assemblea dei soci dello scorso 26 aprile. Come detto al presidente Roberto Bertola spettano 60mila euro lordi in dodici mesi: "Il mio stipendio - spiega l'ex primo cittadino di Forte dei Marmi - è stato fissato poco più di un anno fa da una legge del governo Prodi e corrisponde al 70% della remunerazione prevista per il presidente della Provincia". Nella stessa deliberazione viene deciso che al vice presidente vicario, Enrico Arona, andranno 50mila euro lordi l'anno. Seimila, invece, sono gli euro che finiscono all'anno nelle tasche degli altri 22 consiglieri che rappresentano una platea azionaria composta da ventidue azionisti. Fra i membri del cda anche Francesco Lococciolo che, pur non essendo più commissario prefettizio del Comune di Lucca, risulta essere tuttora in carica. Ci sono, poi, altri soldi che vengono conferiti (anche se è doveroso ricordare che non si tratta di fondi pubblici, visto che la maggioranza della Salt è in mano privata). In particolare 5.000 euro l'anno vanno ai componenti del Comitato esecutivo, una sorta di "governo" dell'azienda composto da nove consiglieri (fra essi il presidente, il vicepresidente e l'amministratore delegato Paolo Pierantoni). Il gettone di presenza è, invece, stabilito in 500 euro al giorno (spese di viaggio escluse) per ogni riunione del cda. Come ulteriore benefit, i consiglieri non pagano il pedaggio dell'autostrada nella tratta di competenza della Salt. Difetto di comunicazione. Fra i consiglieri di nomina pubblica c'è il massarosese Riccardo Brocchini, che rappresenta la Provincia di Lucca. Che riconosce che "forse la Salt poteva agire meglio sotto l'aspetto della comunicazione". E che spiega che, comunque, l'aumento del pedaggio "non deriva da una decisione del consiglio di amministrazione, ma da un aggiornamento dovuto a calcoli tecnici". Non bisogna poi dimenticare che la Salt, da ormai diversi anni, è una società prevalentemente privata e - quindi - con un occhio di riguardo agli utili. "Ma gli enti - conclude Brocchini - non sono comunque avulsi: e lo ha dimostrato l'impegno per mantenere gratuita la tratta da Massarosa a Viareggio e viceversa". Risposte. Intanto bocche cucite alla Salt sulle domande poste non solo dai nostri lettori, ma anche da attori istituzionali: come la Provincia, che ha chiesto spiegazioni - fra l'altro - su alcune "stranezze" del pedaggio, come il maggior costo della tratta da Viareggio a Lucca Ovest rispetto a quella (più lunga) fino a Lucca ovest. A quanto si apprende, comunque, il silenzio non significa affatto inoperosità. La società di Lido, infatti, in un clima di comprensibile tensione, starebbe preparando il materiale per comporre una relazione con cui dare una risposta ai quesiti sollevati dal vice presidente del Senato Milziade Caprili nella sua interrogazione ai due ministri competenti.

 

 

 

 

Quelle buche le copro pagando di tasca mia (sezione: Costi dei politici)

( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2007)

VIA MANDRICARDO "Quelle buche le copro pagando di tasca mia" CAMPALTO. Le buche di via Mandricardo? "Pur che vengano coperte, mi offro di pagare le spese di tasca mia, basta che qualcuno metta in sesto la strada". La proposta è del consigliere di An Giorgio Ragazzoni (foto). Ieri con la pioggia e il terreno scivoloso, un paio di auto che correvano troppo, hanno rischiato di andare fuori strada, mentre un veicolo ha beccato una delle buche, stava per rimetterci un pezzo di auto. Senza contare che la via è percorsa spesso anche dalle autoambulanze che si recano alla casa di riposo "Anni Azzurri". "Se l'accordo è stato trovato - sbotta Ragazzoni - dove sta il problema? L'importante, chiunque debba farlo, è che se ne faccia carico quanto prima, se invece è una questione economica, sono disposto a pagare le spese di asfaltatura del tratto che non è stato messo in sicurezza con i miei gettoni di presenza: non sono rimaste tante da coprire, ma sono belle grosse". Nel segmento iniziale, quello che va dalla rotonda del Taliercio fino al primo rustico, Soravia Srl, proprietario di un tratto, ha gettato dell'asfalto per sistemare la propria parte di strada. (m.a.).

 

 

 

 

Questa politica è lontana dalla gente - enzo bordin (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 04-12-2007)

Primo Piano "Questa politica è lontana dalla gente" L'ira degli italiani secondo Gianantonio Stella, autore de "La Casta" Dare soldi a un partito permette agevolazioni fiscali di gran lunga superiori a quelle di associazioni sociali E' una cosa immorale ENZO BORDIN PADOVA. Quando i politici utilizzano le istituzioni spendendo e spandendo con una spudorata compulsività priva di freni inibitori, parlare di etica e di senso dello Stato diventa una boutade. Il boom mediatico e diffusionale del libro-verità "La Casta" dei giornalisti Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, già arrivato alla vendita record di 1 milione e 100 mila copie, analizza con la spietata spregiudicatezza dei numeri una situazione così paradossale da apparire grottesca. E Stella, con la micidiale arma della sottile ironia che lo distingue, parte dal "crollo di credibilità e legittimità della classe politica" per arricchire il quadro d'assieme con alcune considerazioni salienti. Vedi un qualche rapporto tra il politichese volutamente sfuggente e l'altrettanto enigmatico gozzovigliare col denaro pubblico, magari fingendo di risanarne le casse? Credo che un rapporto esista, anche se va inquadrato nel suo giusto contesto. Il linguaggio dei politici appare nel complesso astruso e difficile da decifrare. Ciò avviene non solo in Italia ma anche all'estero. Però da noi la complessità e l'assurdità del cripto-messaggio politico è sovente funzionale ad impedire alla gente di capire, analizzare e discutere nel merito. Astrusità trasferita anche e soprattutto sui bilanci e funzionale a mascherarne il reale contenuto. Si pretende rigore dall'ordine basso ma poi si permette di tutto e di più a colletti bianchi, grand commis e potentati dai collari politici variopinti inseriti nei consigli d'amministrazione di società a partecipazione pubblica. Si può continuare con questo andazzo? Se all'Italia fosse consentita una situazione autarchica, tipica di una società circoscritta basata sullo slogan "i soldi che girano producono ricchezza", direi di sì. La realtà è però ben diversa. Inseriti come siamo in un sistema economico e commerciale globalizzato, la nostra spesa pubblica va moralizzata e frenata, ossia ricondotta a criteri di razionalità e rigore. Non ci sono alternative. Deputati e senatori maturano il diritto ad una pensione di 3 mila euro dopo essere stati appena due anni e mezzo in Parlamento. Visto l'esempio dall'alto, che senso ha discutere a livelli bassi di scale, scalette e scaloni pensionistici per tutti gli altri comuni lavoratori italiani che difficilmente arriveranno a percepire quei soldi? I privilegi non sono solo fastidiosi per chi non li possiede. Minano anche la credibilità di chi governa. Di questo i politici devono prenderne atto il più presto possibile. Devono voltare pagina. Qual è il pasticciaccio emblematico sui privilegi dei parlamentari che ti ha maggiormente colpito? La differenza enorme fra il trattamento fiscale riservato a chi destina i soldi ad un partito politico rispetto a quanti privilegiano invece un'associazione benefica. Ai primi vengono concessi sconti fiscali 51 volte più alti rispetto ai contribuenti che, ad esempio, intendono aiutare economicamente la Città della Speranza. Trovo questa legge addirittura immorale. La metto al primo posto in ordine d'importanza. In negativo. La gente ha preso davvero coscienza del declino di questo modo disinvolto di fare politica, oppure si tratta di un mugugno passeggero destinato a sparire come neve al sole ai primi sintomi di ripresa economica? Una cosa non esclude l'altra. C'è indubbiamente il fastidio di vedere che i trattamenti personali dei parlamentari appaiono diversi rispetto a quelli di altre persone. E quando ciò rappresenta una costante, la credibilità ne risente in modo marcato. Difficile riacquistarla. D'altronde in presenza della crisi economica tutto viene esasperato, tutto finisce per risultare più irritante. La distanza tra politici e cittadini rischia di divenire incolmabile.

 

 

 

 

Finanziamento ai partiti (sezione: Costi dei politici)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-12-2007)

Trieste Finanziamento ai partiti lIl 23 novembre nella cronaca della Regione ho letto che negli ultimi anni il finanziamento regionale ai partiti è aumentato del 210%, in base ad una "decisione bipartisan" del Consiglio regionale. Nella medesima pagina di cronaca ho poi rilevato che i bilanci delle quattro Province e di molti Comuni del Fvg non hanno ottenuto "il via libera" della Corte dei conti a causa del mancato rispetto "delle norme che obbligano gli enti locali a ridurre le spese sul personale". Il 24 novembre ho appreso che, in vista delle elezioni regionali del 2008, "il trattamento di fine rapporto dei consiglieri non rieletti costerà tre milioni". Queste particolari notizie in merito a spese degli enti locali, non proprio determinate da programmi di carattere politico e amministrativo, mi hanno fatto ricordare l'importante qualifica di "pubblico ufficiale", rivestita in passato dai consiglieri regionali nonché dai consiglieri comunali e provinciali, chiamati pure "funzionari onorari". Detta qualifica è sempre stata necessaria per "concorrere a formare la volontà dell'ente e di averne la rappresentanza" e ciò a prescindere da qualsiasi retribuzione la quale in passato, ma soltanto allora, visto il carattere onorifico della carica conseguita, "poteva anche mancare" (Domenico Tramontana - Edizioni Cetim - Milano). I tempi poi sono cambiati, arrivando così a normalizzare gli onorari dei cittadini eletti nei consigli comunali, provinciali e regionali. Guido Placido.

 

 

 

 

L'Italia degli sprechi in due libri-inchiesta (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-12-2007)

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-04 - pag: 2 autore: L'Italia degli sprechi in due libri-inchiesta In attesa di verificare gli effetti dei nuovi tagli ai costi della politica e delle amministrazioni (il Governo ha promesso di risparmiare un miliardo nel 2008) arrivano in libreria due nuove inchieste giornalistiche sull'Italia degli sprechi. "Impuniti" è il titolo del lavoro del giornalista de "La Repubblica " Antonello Caporale, che alterna piccole e grandi storie di malapolitica con le riflessioni di sociologi e politologi sul degrado di una democrazia "senza responsabilità, senza memoria e senza consenso ".L'altro viaggio ("Sprecopoli ") nella politica e nelle amministrazioni disattente ai costi è firmato invece da due autori (Mario Cervi e Nicola Porro) che rappresentano due generazioni di giornalisti che si sono passati il testimone alla guida del "Giornale".

 

 

 

 

Vitali: la Camera salvi i gettoni dei consiglieri (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere di Bologna" del 04-12-2007)

Corriere di Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-04 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Oggi il bilancio Vitali: la Camera salvi i gettoni dei consiglieri "La Camera deve necessariamente correggere alcune storture riguardati gli Enti locali nella Finanziaria approvata dal Senato". A lanciare l'appello è il senatore bolognese del Pd, Walter Vitali. "La stortura più evidente - osserva l'ex sindaco - riguarda la norma che prevede un taglio di 313 milioni di euro sul fondo ordinario di Comuni e Province, calcolato in base ai risparmi previsti dal riduzione del tetto massimo dei gettoni dei consiglieri, dal 30 al 40% dell'indennità mensile del sindaco". Insomma, visto da sotto le Due Torri, un "taglio" dei fondi per indennità e gettoni di presenza dei consiglieri del Comune (che oggi inizierà a discutere le linee guida del bilancio) e della Provincia. Le risorse ottenute da questa sforbiciata, nelle intenzioni del Governo, sono destinate ai piccoli Comuni sotto i 5 mila abitanti e all'esenzione dai ticket sanitari delle fasce sociali più deboli. L'Anci nazionale, però, ricorda Vitali, "ha calcolato che i risparmi da tale operazione possono arrivare al massimo a 54,2 milioni di euro". è evidente, quindi, per il senatore, che "non possono essere sottratti dal fondo 100 milioni di euro per destinarli ad una sola categoria di Comuni, peraltro in base a criteri criticati dall'Anci, mentre vanno trovati altri 158,8 milioni per finanziare in altro modo l'esenzione dai ticket sanitari". Nel mirino di Vitali finisce anche la disposizione che abolisce 80-100 comunità montane. "C'è un emendamento - sottolinea - che assume il taglio di 33,4 milioni di euro del fondo per il 2008, ma lo regionalizza e assegna alle Regioni il compito di determinare autonomamente misure di razionalizzazione tali da raggiungere ugualmente questo obiettivo economico". L'ultimo affondo riguarda, infine, le regole del patto di stabilità interno, che, ammette Vitali, "risultano particolarmente penalizzanti per i Comuni che nel 2003-2005 avevano un saldo finanziario positivo".

 

 

 

 

Continua incessante la pioggia di critiche alla proposta, avanzata dalla commissione Affari istituzi (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 04-12-2007)

Onali di prevedere un'indennità da 800 euro lorde per i consiglieri comunali. "Nascerebbe così - ironizzano in una nota i Verdi - il co.co.co.co.co, ossia la figura del "consigliere comunale a collaborazione coordinata e continuativa", una specie di "precario" istituzionale". Per il Sole che ride Infatti in un periodo come questo, in cui la credibilità della politica è ridotta al lumicino e il libro "La Casta" vende a tutto spiano, assegnare uno stipendio ai consiglieri comunali assume numerosi aspetti sconcertanti. "I Co.co.co.co.co. rappresentano, in primo luogo, certamente un aumento dei costi per le casse comunali. Infatti 800 euro per 30 consiglieri costano al Comune 24.000 euro al mese, cioè 288.000 euro l'anno. Con un incremento abnorme rispetto alla normativa fino ad oggi in vigore, quella dei gettoni di presenza: nessun consigliere, infatti, nemmeno il più impegnato nelle commissioni, arriva oggi a percepire la somma di 9.600 euro l'anno! Inoltre l'importo di 800 euro mensili, anche se lordo, somiglia molto a ciò che migliaia di precari, giovani e meno giovani, percepiscono andando a lavorare tutti i giorni, senza ferie, permessi per malattie e altri tipi di tutela. Ad esempio, i "co.co.co" o i "co.co.pro" che attualmente lavorano al Comune arrivano a mala pena a 1000 euro mensili e gli impiegati "regolari" li superano non di molto. Una scelta del genere di quella in discussione sarebbe un insulto per molti lavoratori". Per i Verdi inoltre assegnare uno stipendio ai Consiglieri comunali potrebbe condurre a un'autentica corsa al seggio, maggiore persino di quella che recentemente ha visto centinaia di cittadini candidati nelle liste per le amministrative, l'80 o forse il 90 % dei quali si occupa di politica solo sotto elezioni. "Le elezioni diventerebbero, ancora più di oggi, - si chiude la nota - uno strumento per "sistemarsi"; e invero, leggendo taluni nomi fra i propositori della brillante idea, viene il forte sospetto che sia proprio questa l'ottica alla base dell'iniziativa".

 

 

 

 

L'Inghilterra scandalizzata non consola l'Italia (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 04-12-2007)

COSTI DELLA POLITICA L'Inghilterra scandalizzata non consola l'Italia LO SCANDALO dei finanziamenti illegali al partito lauburista britannico si sta ampliando. In Gran Bretagna non esiste un finanziamento pubblico ai partiti, che per questo motivo ricorrono a donazioni private. Tuttavia, la legge è chiara: tutte le donazioni sopra le cinquemila sterline devono essere rese pubbliche. Inoltre, tutti i finanziatori devono obbligatoriamente vivere in Gran Bretagna. Entrambe le norme appaiono essere state violate ed è legittimo sospettare che tali infrazioni siano solo episodi di una pratica diffusa. Sorprende anche la modalità con cui sono avvenuti i finanziamenti illegali. L'imprenditore David Abrahams ha usato per i suoi finanziamenti dei prestanome (tra cui anche un imbianchino) e ha dichiarato che il tesoriere del partito laburista, Jon Mendelson, avrebbe definito il loro utilizzo addirittura "una buona idea". In cambio di questa brillante idea, si sospetta che Abrahams abbia avuto lucrosi appalti nel Nord dell'Inghilterra. Ancora più recente è la notizia che Wendy Alexander, leader del partito laburstia scozzese, avrebbe preso soldi consapevole del loro carattere illecito. È in gioco non solo la credibilità del partito laburista, ma quella dell'intera classe politica. È questo un fenomeno che accomuna l'Italia alla Gran Bretagna. Ovunque vi è un crescente scetticismo nei confronti della politica. La causa non risiede solo in regolamenti insufficienti, ma nel modo contraddittorio con cui è affrontato il problema. Allo Stato si richiede di garantire il benessere dei cittadini e la giustizia sociale. Come si può arguire dagli scandali, anche in Gran Bretagna lo Stato non è troppo dimagrito, sopratutto se si guarda ai suoi più generali ambiti di intervento. Ciò conduce ad intrecci tra politica ed affari difficili da districare. È ingenuo pensare che regolamenti più severi possano risolvere il problema. L'unica vera soluzione sarebbe una drastica riduzione delle competenze dello Stato e dei costi della politica, anche se ciò significasse rinunciare al miraggio della giustizia sociale. Purtroppo, sono pochi coloro disposti ad adottare una simile soluzione, a cominciare dai politici, che si ritroverebbero disoccupati. Il fatto che anche la Gran Bretagna sia affetta da problemi analoghi a quelli italiani (sia pure in forma meno grave) indica la profondità del problema. Non è una consolazione per l'Italia. Piuttosto è un'indicazione preziosa della direzione verso cui dobbiamo andare. (pierluigi.barrotta@libero.it) - -->.

 

 

 

 

Borsa: indici contrastati, in calo Impregilo Telecom stabile -2- (sezione: Costi dei politici)

( da "Radiocor" del 04-12-2007)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 dic - Il livello dell'euro rispetto al dollaro e l'elevato prezzo del greggio continuano ad alimentare dubbi sulla crescita dell'economia. Intanto, a una settimana dalla riunione del Fomc, il braccio operativo della Fed, gli investitori sono sempre piu' convinti che Oltreoceano sara' annunciato un nuovo taglio dei tassi. Del resto proprio ieri il presidente della Fed di San Francisco, Janet Yellen, ha dichiarato che la congiuntura Usa ha registrato un indebolimento inatteso dalla riunione di ottobre. In aggiunta il segretario al tesoro, Henry Paulson, ha cercato ieri di rassicurare le famiglie contro gli effetti della crisi immobiliare e ha inoltre ripetuto che 'un dollaro forte' e' nell'interesse del paese. A Milano in avvio si profilano pochi spunti. Gli investitori comprano e vendono le azioni su motivazioni tecniche, piu' che su analisi sui fondamentali. Dopo il calo di ieri recuperano le Luxottica (+0,4%). Le Fiat, per contro, arretrano quasi dell'1%, nonostante le consegne di novembre rese note ieri abbiano confermato un trend positivo. La casa torinese ha infatti visto salire le immatricolazioni dello 0,6%, con una quota di mercato del 30,9%. Telecom, dopo un avvio all'insegna dell'incertezza, segna un rialzo dello 0,44%, all'indomani della nomina da parte del cda di Franco Bernabe' come a.d. e Gabriele Galateri come presidente. Continua a risalire la china Prysmian (+0,3%), dopo i recenti ribassi, mentre Terna anche oggi guadagna lo 0,6%. Sono inoltre ben gettonate le Pirelli risparmio (+4,15%), sospinte dall'ipotesi rilanciata da Il Sole 24 Ore che sia distribuita una ricca cedola a questa categoria di azioni. Nel resto d'Europa sono deboli le Air France Klm (-1,3%), dopo il monito lanciato da Goldman Sachs sulle compagnie aeree. Secondo la banca d'affari le aviolinee risentiranno dell'elevato prezzo del greggio. A Londra sono gettonate le Rio Tinto (+1,3%) sulle ipotesi rilanciate da 21st Century Business Herald, secondo le quali la societa' sarebbe nel mirino della cinese Baosteel. Solo il mese scorso Rio Tinto ha rigettato un'offerta da 142 miliardi di dollari lanciata da parte di Bhp Billiton (+0,8%). Emi- (RADIOCOR) 04-12-07 09:43:28 (0058) 5 NNNN.

 

 

 

 

Bologna, pochi immigrati al voto Un flop pagato con soldi pubblici (sezione: Costi dei politici)

( da "Padania, La" del 04-12-2007)

Solo il 20% degli stranieri della provincia bolognese si è recato alle urne: un fallimento pagato con il denaro pubblico. Nel fine settimana nei Comuni del Bolognese si sono svolte le elezioni del Consiglio Provinciale degli stranieri e delle Consulte di Quartiere degli stranieri , organi privi di ogni effettivo potere che avranno solo funzioni consultive e di rappresentanza politica, ma che potranno assumere, all interno delle Amministrazioni bolognesi, ruoli molto importanti. Il consigliere regionale della Lega Roberto Corradi, sottolinea, come nonostante l imponente dispiego di risorse pubbliche (spese di allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la pubblicizzazione dell evento) e malgrado l impegno profuso dalle tante organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell assistenza e dell indottrinamento degli stranieri una professione altamente remunerata (con soldi pubblici), la scarsa affluenza, appena il 20% degli stranieri si è recato alle urne, ha segnato il fallimento dell iniziativa. Per Corradi, che ha presentato un interrogazione in merito, gli stranieri che in Italia "intendono concorrere alla vita politica del nostro Paese possono chiedere la cittadinanza italiana, la quale, una volta concessa, previa verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l elettorato attivo e passivo". "Ancora una volta - sostiene Corradi - la sinistra ha dato prova di non voler intraprendere la strada giusta per una corretta integrazione. Gli stessi stranieri hanno disertato le urne dimostrando disinteresse verso la vita politica del nostro Paese". "Il percorso di integrazione non si realizza alla rovescia - commenta Manes Bernardini, segretario provinciale del Carroccio di Bologna - ossia concedendo un diritto importantissimo, regolato tra l altro da norme costituzionali, senza avere verificato veramente quale sia, ad oggi, la volontà di integrazione manifestata dalla moltitudine di extracomunitari che quotidianamente arrivano in Italia. L enorme spesa pubblica di questa iniziativa, che peraltro si è rivelata un flop, va a scontrarsi con la sempre più conclamata mancanza di fondi per fare fronte alle esigenze sociali dei cittadini italiani, che sono costretti, per garantirsi servizi offerti ad altri gratuitamente, a continui esborsi di denaro proprio". Nell interrogazione alla Giunta Corradi chiede di conoscere a quanto ammontano le risorse pubbliche spese dagli Enti che hanno organizzato le elezioni per stranieri e se sono previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti . [Data pubblicazione: 04/12/2007].

 

 

 

 

PARLAMENTO UE, TAGLIO ALLE SPESE, SOLDI PER CAMPAGNE ELETTORALI (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

(14:27) (3/12/2007 12:59) | PARLAMENTO UE, TAGLIO ALLE SPESE, SOLDI PER CAMPAGNE ELETTORALI (Sesto Potere) - Roma - 3 dicembre 2007 - Secondo giorno di plenaria all'insegna del controllo di spesa e dei diritti. I deputati hanno infatti dibattuto assieme al presidente della Corte dei conti della relazione per il 2006, rilevando un miglioramento rispetto al passato pur in presenza ancora di troppi errori nel sistema. L'Aula ha poi approvato la Carta dei diritti fondamentali, oltre a un testo che fissa nuove regole per il finanziamento dei partiti politici europei. La relazione della Corte dei conti Il presidente della Corte dei conti europea Hubert Weber ha comunicato ai deputati le conclusioni della relazione annuale sulla qualità della spesa per permettere al Parlamento di concedere il cosiddetto discarico di bilancio per la sua esecuzione. "Pur se la Commissione europea ha fatto importanti miglioramenti circa la gestione dei fondi europei , ha dichiarato, permangono ancora troppi errori nella catena di spesa che unisce Commissione, Stati membri e beneficiari finali per poter redigere la "dichiarazione di affidabilità"", una sorta di certificato di garanzia della corretta spesa. Tocca ora al Parlamento esaminare il lavoro della Corte e decidere se concedere il discarico entro aprile 2008. "Ogni anno, ha rilevato uno dei relatori del Parlamento, lo spagnolo José Javier Pomés Ruiz del partito popolare europeo (PPE-DE), il vostro lavoro migliora e aiuta noi e i cittadini ad assicurare che la spesa europea sia credibile". Per l'altro relatore danese Dan Jørgensen del gruppo socialista (PSE), il Parlamento attende risposte chiare: "Abbiamo bisogno di spiegazioni chiare per poter concedere il discarico", ha rilevato. Prossimamente il Parlamento terrà un'audizione pubblica con i rappresentanti dei parlamenti nazionali e della Commissione. Nuove regole al finanziamento dei partiti politici I deputati hanno poi adottato una relazione affidata all'eurodeputato tedesco Jo Leinen del gruppo socialista (PSE), sul finanziamento dei partiti politici europei, in cui si conferma la possibilità di utilizzo del bilancio europeo per finanziare le campagne elettorali europee, mentre permane l'esclusione del finanziamento per l'attività dei partiti politici nazionali. Il Parlamento ha inoltre accordato la possibilità di creare fondazioni politiche europee. Va ricordato che i partiti politici europei non corrispondono ai gruppi politici presenti al Parlamento europeo. La palla passa ora al Consiglio che potrebbe far entrar in vigore il regolamento già dal 2008 Approfondimento Il Parlamento europeo ha approvato la modifica del regolamento sulle attività e sul finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Frutto di un compromesso con il Consiglio, consentirà il ricorso a fondi Ue per finanziare attività legate alla campagna per le elezioni europee e l'erogazione di contributi alle fondazioni politiche europee. Gli importi versati a ogni partito politico e fondazione politica a livello europeo dovranno essere pubblicati sul sito internet del Parlamento. Nel 2003, per riconoscere il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici a livello europeo, è stato adottato - sotto Presidenza italiana - un regolamento che ne ha fissato lo statuto e ha delineato il quadro necessario al loro finanziamento. "In un'ottica di consolidamento e di ottimizzazione delle infrastrutture democratiche dell'Unione europea", la Commissione ha presentato una proposta che intende migliorare e adeguare detto regolamento alla luce dell'esperienza acquisita negli ultimi quattro anni. Adottando una serie di emendamenti di compromesso sostenuti da Ppe/de, Pse, Alde, Verdi/ale e Gue Ngl, negoziati dal relatore Jo Leinen (Pse, De) con il Consiglio, il Parlamento ha approvato definitivamente - con 538 favorevoli, 74 contrari e 10 astensioni - la modifica del regolamento che stabilisce le norme relative allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Esso sarà quindi applicabile a partire dal 2008. Elezioni europee e vincoli al finanziamento dei partiti Per migliorare il dibattito politico, anche in vista delle prossime elezioni europee del 2009, i partiti politici a livello europeo saranno autorizzati a utilizzare i loro fondi per finanziare le attività legate alla campagna elettorale. Per i deputati, infatti, i partiti politici a livello europeo operano nel contesto delle elezioni al Parlamento europeo "in particolare per mettere in risalto il carattere europeo di queste elezioni". Gli stanziamenti a carico del bilancio Ue, tuttavia, non dovranno costituire un finanziamento diretto o indiretto dei partiti politici nazionali o dei loro candidati, né essere usati per campagne referendarie. E' peraltro specificato che il finanziamento e la limitazione delle spese elettorali per le elezioni europee sono soggette alle disposizioni nazionali. Oltre a ciò, gli stanziamenti provenienti dal bilancio generale dell'Unione europea potranno essere utilizzati soltanto per coprire le spese direttamente collegate agli obiettivi indicati nel programma politico dei partiti. Tali spese comprendono le spese amministrative, quelle per il sostegno tecnico, le riunioni, la ricerca, le manifestazioni transfrontaliere, gli studi, l'informazione e le pubblicazioni. I partiti politici europei non potranno accettare le donazioni anonime e quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici rappresentati al Parlamento europeo. Né le donazioni provenienti da imprese sulle quali i pubblici poteri "possono esercitare direttamente o indirettamente un'influenza dominante a titolo della proprietà, della partecipazione finanziaria o delle regole che la disciplinano" e nemmeno quelle che superano 12. 000 euro all'anno e per donatore, provenienti da qualsiasi persona fisica o giuridica. Non potranno essere accettate neanche le donazioni provenienti da qualsiasi autorità pubblica di un paese terzo e da imprese "influenzate" dai poteri pubblici stranieri. I contributi provenienti da partiti politici nazionali, è peraltro specificato, non dovranno superare il 40% del bilancio annuale di un partito a livello europeo. Istituzione e finanziamento delle fondazioni politiche Il regolamento prevede ora una nuova base giuridica sull'istituzione e il finanziamento delle fondazioni politiche europee. Queste ultime sono definite enti o reti di enti dotati di personalità giuridica nello Stato membro in cui hanno sede, "affiliati ad un partito politico a livello europeo", che, attraverso le proprie attività, nel rispetto degli obiettivi e dei valori fondamentali dell'Ue, sostengono ed integrano gli obiettivi di tale partito. A tal fine, le fondazioni possono svolgere "attività di osservazione, analisi e arricchimento del dibattito sulle politiche pubbliche europee e sul processo di integrazione europea". Oppure sviluppare attività legate a "questioni di politica pubblica europea", quali l'organizzazione e il sostegno a seminari, azioni di formazione, conferenze, studi europei, la cooperazione con enti dello stesso tipo allo scopo di "promuovere la democrazia" e, infine, la "creazione di un contesto in cui promuovere la collaborazione, a livello europeo, tra fondazioni politiche nazionali, rappresentanti del mondo accademico ed altri soggetti interessati". Una fondazione politica a livello europeo deve essere affiliata ad uno dei partiti politici a livello europeo riconosciuti e deve rispettare, in particolare nel suo programma e nella sua azione, i principi sui quali è fondata l'Unione europea, vale a dire i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Non deve avere fini di lucro e deve avere personalità giuridica diversa da quella del partito cui è affiliata. Spetta a ciascun partito politico e a ciascuna fondazione politica a livello europeo definire le modalità specifiche delle loro relazioni che, nel rispetto della legislazione nazionale, devono prevedere un'adeguata separazione tra la gestione quotidiana e le strutture direttive. Una fondazione politica a livello europeo potrà "richiedere un finanziamento a carico del bilancio generale dell'Unione europea solo tramite il partito politico a livello europeo al quale è affiliata". Tali fondi potranno essere utilizzati "esclusivamente per finanziare le attività della fondazione stessa" e non dovranno, "in nessun caso", "servire a finanziare campagne elettorali o referendarie". Non potranno neppure essere utilizzati per il finanziamento diretto o indiretto di partiti o di candidati politici a livello europeo o nazionale né di fondazioni a livello nazionale. Le disposizioni sulle fonti di finanziamento dei partiti politici europei, si applicherebbero, mutatis mutandis, alle fondazioni. Trasparenza: pubblicazione dei bilanci e dei donatori Partiti politici e fondazioni politiche a livello europeo dovranno pubblicare annualmente le proprie entrate e uscite, nonché una dichiarazione relativa all'attivo e al passivo. Dovranno inoltre dichiarare le proprie fonti di finanziamento, fornendo un elenco dei donatori e delle donazioni ricevute da ciascun donatore, ad eccezione di quelle che non superano 500 euro all'anno e per donatore. Il Parlamento europeo, inoltre, dovrà pubblicare in una rubrica specifica del suo sito internet una tabella degli importi versati a ogni partito politico e a ogni fondazione politica a livello europeo, per ogni esercizio finanziario per cui sono state erogate sovvenzioni. Dovrà pubblicare, inoltre la relazione sull'applicazione del regolamento stesso e sulle attività finanziate, nonché le disposizioni di applicazione del regolamento. Stabilità finanziaria Relatore e Consiglio sono anche giunti a un accordo riguardo alle misure tese ad assicurare la stabilità finanziaria dei partiti politici a livello europeo al fine di agevolare la loro programmazione a lungo termine. L'unica differenza rispetto alla proposta della Commissione è che tale argomento viene stralciato dallo Statuto e inserito in un regolamento del Consiglio. In base all'accordo raggiunto, qualora al termine di un esercizio per il quale un partito ha ricevuto una sovvenzione di funzionamento, le entrate risultassero superiori alle spese, è prevista la possibilità di riportare all'esercizio successivo una percentuale dell'importo eccedente pari al massimo al 25% delle entrate totali per quell'esercizio, che dovrà essere speso entro il primo trimestre dell'anno seguente. Tale possibilità rappresenta una deroga al diritto comunitario che vieta la realizzazione di profitti ai partiti politici. E' quindi precisato che si tratta di una "disposizione eccezionale" giustificata "dal ruolo specifico e unico dei partiti politici". Un emendamento, peraltro, attribuisce a un revisore indipendente l'incarico di attestare la corretta esecuzione delle disposizioni sui riporti. Un'altra disposizione permetterebbe ai partiti di accumulare riserve finanziarie per diversi anni fino al 100% delle loro entrate annue medie. Queste riserve possono essere costituite da doni e contributi di partiti o di individui. E' infine previsto un aumento dal 75 all'85% dei finanziamenti a carico del bilancio dell'Ue a copertura dei costi (ammissibili) di un partito politico. Background - Partiti politici a livello europeo e gruppi politici del Parlamento europeo Nel 2007, dieci partiti politici a livello europeo hanno avuto accesso ai finanziamenti: Partito Popolare Europeo (Ppe): Forza Italia, Udc e Udeur. L'svp ha lo statuto di osservatore. Partito Socialista Europeo (Pes): Ds e Sdi Partito Democratico Europeo (Pde): Democrazia è Libertà-la Margherita Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (Eldr): Radicali, Movimento Repubblicani Europei, Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Partito Repubblicano Italiano. Alleanza per l'Europa delle Nazioni (Aen): Alleanza Nazionale Partito dei Verdi Europei (Egp): Federazione dei Verdi Alleanza Libera Europea (Ale/efa): Libertà Emiliana-alleanza Libera Emiliana, Liga Fronte Veneto, Partito Sardo d'Azione, Slovenska Skupnost, Union für Südtirol, Renouveau Valdôtain Partito della Sinistra Europea: Rifondazione comunista (i Comunisti italiani sono osservatori) Eu Democrats (Eud): euroscettici e riformisti di centrodestra e centrosinistra Alleanza dei Democratici Indipendenti in Europa (Adie): euroscettici. Altra cosa è un gruppo politico del Parlamento europeo in cui i deputati possono organizzarsi "secondo le affinità politiche". Un gruppo politico è composto di almeno 20 deputati eletti in almeno un quinto degli Stati membri. Ogni deputato può appartenere a un solo gruppo politico. Nel 2006, il bilancio ha stanziato 8. 594. 000 di euro, mentre nel 2007 ne sono stati stanziati 10. 436. 000 Attualmente sono presenti sette gruppi politici al Parlamento europeo: Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei (Ppe/de): Forza Italia, Udc, Udeur, Partito Pensionati e Svp; Gruppo socialista al Parlamento europeo (Pse): Democratici di Sinistra, Sdi e Nuovo Psi; Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (Alde/adle): Margherita, Radicali (Lista Bonino), l'Italia dei Valori (Lista Di Pietro) e Repubblicani europei; Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni" (Uen): Alleanza Nazionale e Lega Nord. Gruppo Verde/alleanza libera europea (Verdi/ale): Federazione dei Verdi; Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (Gue/ngl): Rifondazione comunista e Comunisti italiani; Gruppo Indipendenza/democrazia (Ind/dem): nessun membro italiano. Vi è poi il gruppo sui generis dei Non Iscritti (Ni) - equivalente al Gruppo Misto del Parlamento italiano - in cui, tra gli altri, figura un italiano eletto nella lista dell'Ulivo. In questo "gruppo" sono confluiti i deputati facenti parte del disciolto gruppo Identità Tradizione e Sovranità (Its) - cui partecipavano due membri italiani di Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale.

 

 

 

 

FABBISOGNO: 42 MLD A NOVEMBRE,ROSSO DIMEZZATO IN 2 ANNI/ANSA (sezione: Costi dei politici)

( da "Wall Street Italia" del 04-12-2007)

Di ANSA I CONTI MIGLIORI DAL 2000; P.CHIGI, RISULTATI POLITICHE GOVERNO -->+++AGGIORNAMENTO DEL SERVIZIO TRASMESSO ALLE 19:00+++ (di Corrado Chiominto) (ANSA) - ROMA, 3 DIC - Il "rosso" dei cassa dello Stato si é dimezzato in due anni. A novembre 2005 il fabbisogno viaggiava a quota 83,3 miliardi. Ora, a 24 mesi di distanza, il saldo cumulato si è attestato appena sotto i 42 miliardi di euro. Per trovare un dato migliore bisogna ritornare indietro di sette anni, al 2000, quando i conti erano ancora espressi in lire: a novembre si fermarono sui 69.308 miliardi di lire, l'equivalente di 35,8 miliardi di euro attuali. I conti pubblici mostrano a novembre una buona salute. Così l'obiettivo di chiudere l'anno con un fabbisogno di 28 miliardi, che sembrava ambizioso quando a marzo la stima fu inserita nella Relazione Unificata, appare ora a portata di mano. Il risultato è dovuto al buon dato di novembre. Il mese ha chiuso con un disavanzo di 4,5 miliardi, inferiore di 2,7 miliardi ai 7.236 milioni del novembre 2006. Per questo il fabbisogno cumulato, che lo scorso anno svettava in questo periodo a 56.118 milioni, si è bloccato sotto i 42 miliardi, a quota 41.965 milioni. Il miglioramento in 12 mesi è di 14,1 miliardi, ma il confronto viene fatto con un anno che già segnava un abbattimento di 27 miliardi del disavanzo di cassa. Il dato di sintesi non consente una lettura di dettaglio. Il ministero dell'Economia parla di un "positivo andamento delle entrate fiscali" e di una "dinamica della spesa contenuta e in linea con gli obiettivi della manovra di bilancio 2007". Il 'tesoretto', in pratica, continua a fare la sua parte, a fornire i suoi benefici. Ambienti di Palazzo Chigi parlano di un dato "estremamente positivo", che dimostra come "le politiche di finanza e controllo della spesa pubblica stiano dando risultati concreti". Gli occhi sono ora puntati sull'ultimo mese dell'anno. Tradizionalmente dicembre segna un avanzo: lo scorso anno, ad esempio, fu di 21,5 miliardi. Se quest'anno dovesse ripetersi lo stesso risultato si scenderebbe attorno a 20 miliardi, ben sotto l'obiettivo programmato. Per centrare le stime 2007 (28 miliardi) basta 'solo' un avanzo di 14 miliardi. Per il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa il più é fatto. Ma fare previsioni per la fine dell'anno è ancora impossibile. La bilancia, come sempre, anche a dicembre avrà due piatti. Sul primo ci saranno le entrate dell'autotassazione che si versa fine novembre ma che arriva in concreto nelle casse dello Stato solo nei primi giorni del mese successivo. Il primo acconto, pagato a giugno-luglio, fa prevedere solo dall'Irpef e dall'Ires un incasso boom di oltre 29 miliardi: l'aumento rispetto agli anni passati dovrebbe attestarsi 6 miliardi. Ma, con il decreto collegato alla Finanziaria che è appena stato trasformato in legge, lo Stato ha deciso di restituire già quest'anno una parte del tesoretto: per le famiglie più povere il regalo sotto l'albero è un bonus di 150 euro a testa (per un nucleo di 4 persone saranno in pratica 600 euro). Questo intervento costerà 1,9 miliardi e peserà sull'altro piatto della bilancia, quello delle spese. Ecco una tabella (in milioni di euro) con il fabbisogno cumulato mese per mese così come risulta dagli ultimi dati elaborati dal ministero dell'Economia: =========================================================== MESI FABBISOGNO CUMULATO SETTORE STATALE ----------------------------------------------------------- 2007 2006 2005 2004 ----------------------------------------------------------- gennaio 1.233 3.445 1.292 2.256 febbraio 7.801 9.503 8.684 13.179 marzo 24.407 25.271 26.652 29.041 aprile 33.825 33.237 40.677 40.608 maggio 45.040 47.817 55.097 50.316 giugno 26.558 33.423 50.769 44.823 luglio 22.319 28.506 49.195 44.618 agosto 24.886 36.279 58.323 49.295 settembre 29.765 44.373 69.008 57.807 ottobre 37.465 48.882 75.954 65.850 novembre 41.965 56.118 83.333 66.302 dicembre 34.609 60.036 49.903 ========================================================== .(ANSA).

 

 

 

 

CORRADI (LEGA NORD) SU ELEZIONI CONSULTE STRANIERI: 'SUPERFLUE E COSTOSE' (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

(14:41) (4/12/2007 09:28) | CORRADI (LEGA NORD) SU ELEZIONI CONSULTE STRANIERI: 'SUPERFLUE E COSTOSE' (Sesto Potere) - Bologna - 4 dicembre 2007 - Roberto Corradi (lega nord) ha presentato un'interrogazione sulle elezioni del 'Consiglio Provinciale degli stranieri' e delle 'Consulte di Quartiere degli stranieri', organizzate nel fine settimana appena trascorso dal Comune di Bologna, insieme agli altri comuni della provincia bolognese. Il consigliere rileva che, "malgrado l'imponente dispiego di risorse pubbliche (spese di allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la pubblicizzazione dell'evento, ecc?) e l'impegno profuso dalle tante organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell'assistenza e dell''indottrinamento' degli stranieri una professione altamente remunerata con soldi pubblici, la scarsa affluenza alle urne (solo il 20% degli stranieri si è recato a votare) ha segnato il fallimento dell'iniziativa". Entrambi gli organi in questione, fa inoltre presente Corradi, sono privi di effettivo potere e avranno solo ed esclusivamente funzioni consultive di rappresentanza politica, anche se, aggiunge, "non mancheranno di assumere un ruolo molto importante nel condizionare le scelte delle Amministrazioni bolognesi, già molto inclini ad accondiscendere ad ogni richiesta proveniente dagli stranieri e molto meno sensibili alle esigenze dei cittadini bolognesi". L'esponente della lega, pertanto, vuole sapere dalla Giunta a quanto ammontino le risorse pubbliche spese dagli enti che hanno organizzato le elezioni per stranieri e se siano previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti nel Consiglio provinciale e nelle Consulte di Quartiere degli stranieri. Il consigliere, infatti, chiedendo in proposito un giudizio dell'esecutivo regionale, ritiene "superflua e costosa" la creazione da parte di diverse Amministrazioni locali emiliano-romagnole di 'consulte elettive' degli stranieri, proprio quando il Parlamento ha deciso, per ridurre i costi della politica, di limitare il numero dei Consiglieri comunali e l'importo del loro 'gettone di presenza'. "Gli stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese che intendono concorrere alla vita politica, sottolinea Corradi, possono chiedere la cittadinanza italiana, che, una volta concessa dopo la verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l'elettorato attivo e passivo".

 

 

 

 

Roma Il <rosso> dei cassa dello (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il" del 04-12-2007)

Roma Il "rosso" dei cassa dello ... RomaIl "rosso" dei cassa dello Stato si è dimezzato in due anni. A novembre 2005 il fabbisogno viaggiava a quota 83,3 miliardi. Ora, a 24 mesi di distanza, il saldo cumulato si è attestato appena sotto i 42 miliardi di euro. Per trovare un dato migliore bisogna ritornare indietro di sette anni, al 2000, quando i conti erano ancora espressi in lire: a novembre si fermarono sui 69.308 miliardi di lire, l'equivalente di 35,8 miliardi di euro attuali.I conti pubblici mostrano a novembre una buona salute. Così l'obiettivo di chiudere l'anno con un fabbisogno di 28 miliardi, che sembrava ambizioso quando a marzo la stima fu inserita nella Relazione Unificata, appare ora a portata di mano.Il risultato è dovuto al buon dato di novembre. Il mese ha chiuso con un disavanzo di 4,5 miliardi, inferiore di 2,7 miliardi ai 7.236 milioni del novembre 2006. Per questo il fabbisogno cumulato, che lo scorso anno svettava in questo periodo a 56.118 milioni, si è bloccato sotto i 42 miliardi, a quota 41.965 milioni. Il miglioramento in 12 mesi è di 14,1 miliardi, ma il confronto viene fatto con un anno che già segnava un abbattimento di 27 miliardi del disavanzo di cassa.Il dato di sintesi non consente una lettura di dettaglio. Il ministero dell'Economia parla di un "positivo andamento delle entrate fiscali" e di una "dinamica della spesa contenuta e in linea con gli obiettivi della manovra di bilancio 2007". Il 'tesoretto', in pratica, continua a fare la sua parte, a fornire i suoi benefici. Ambienti di Palazzo Chigi parlano di un dato "estremamente positivo", che dimostra come "le politiche di finanza e controllo della spesa pubblica stiano dando risultati concreti".Gli occhi sono ora puntati sull'ultimo mese dell'anno. Tradizionalmente dicembre segna un avanzo: lo scorso anno, ad esempio, fu di 21,5 miliardi. Se quest'anno dovesse ripetersi lo stesso risultato si scenderebbe attorno a 20 miliardi, ben sotto l'obiettivo programmato. Per centrare le stime 2007 (28 miliardi) basta "solo" un avanzo di 14 miliardi.Per il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa (nella foto), il più è fatto. Ma fare previsioni per la fine dell'anno è ancora impossibile. La bilancia, come sempre, anche a dicembre avrà due piatti. Sul primo ci saranno le entrate dell'autotassazione che si versa fine novembre ma che arriva in concreto nelle casse dello Stato solo nei primi giorni del mese successivo. Il primo acconto, pagato a giugno-luglio, fa prevedere solo dall'Irpef e dall'Ires un incasso boom di oltre 29 miliardi: l'aumento rispetto agli anni passati dovrebbe attestarsi 6 miliardi. Ma, con il decreto collegato alla Finanziaria che è appena stato trasformato in legge, lo Stato ha deciso di restituire già quest'anno una parte del tesoretto: per le famiglie più povere il regalo sotto l'albero è un bonus di 150 euro a testa (600 per un nucleo di 4 persone). Questo intervento costerà 1,9 miliardi e peserà sull'altro piatto della bilancia, quello delle spese.

 

 

 

 

Gli strani sussulti della magistratura (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 04-12-2007)

Attualità 04-12-2007 Gli strani sussulti della magistratura Da mesi si parla di casta e di costi della politica. Si fanno elenchi di auto blu, consulenti inutili, viaggi aerei a go-go di tanti uomini politici. Le accuse sono tante ma la magistratura tace. Forse perché costi e casta sono eticamente condannabili ma penalmente non vi è alcuna rilevanza. Ma ecco che il sindaco di Milano viene indagato per delle consulenze che sarebbero addirittura d'oro e all'ex comandante della guardia di finanza vengono contestati troppi viaggi aerei a spese del contribuente. Nel marasma della casta e dei costi solo i suddetti due casi destano curiosità nei magistrati. E le cinquecentomila auto blu? Tutto normale? Nicola Parodi e.mail Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

Coscienza o ignoranza? (sezione: Costi dei politici)

( da "Libero" del 04-12-2007)

Attualità 04-12-2007 Coscienza o ignoranza? Spunta un bonus presenza per i dipendenti pubblici. Non potendo contrastare in maniera efficace il fenomeno dell'assenteismo si introduce il gettone di presenza, un'innovazione che trasforma tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, in un qualcosa di molto simile a onorevoli e senatori, sebbene con emolumenti inferiori, per fortuna. Problema di coscienza o di ignoranza? Se fosse un problema di coscienza ci sarebbe ben poco da fare, per sentirsi in colpa e per rendersi conto che con l'assenteismo si ruba i soldi al prossimo occorre avere una coscienza e questo dono non tutti lo hanno. Se invece si ha a che fare con l'ignoranza ci vorrebbe qualcuno che spiegasse agli assenteisti che lo stipendio che ricevono viene pagato dalle tasse di chi lavora, di lavoratori autonomi e liberi professionisti che non sanno neanche cosa sia la mutua e le ferie pagate. Dei quali si parla solo abbinandoli all'evasione fiscale, lanciando accuse che non stanno in piedi neanche con le stampelle. Marco Tolengo Passerano Marmorito (Asti) Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

 

 

 

 

Consiglio dei ministri, i provvedimenti seduta per seduta (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore Online, Il" del 04-12-2007)

Commenti - | | DEL 29 NOVEMBRE Cdm: via libera al nuovo codice dei farmaci DEL 23 NOVEMBRE Tempi rapidi nel rilascio delle autorizzazioni ambientali Necessario un nulla osta per detenere un'arma Sì a un piano d'azione contro la violenza sulle donne Nuovo collegato alla manovra, per la liberalizzazione del trasporto pubblico locale DEL 16 NOVEMBRE Cdm: sì al ddl per la qualità del servizio sanitario nazionale Approvato il ddl sulla non autosufficienza Ddl con aiuti per le prime abitazioni DEL 9 NOVEMBRE Via libera del Consiglio dei ministri al ddl per la trasparenza nella P.a. Sì al recepimento della direttiva europea sulle Opa Verifica tecnica sul recepimento della direttiva sul diritto d'asilo DEL 30 OTTOBRE Via libera al pacchetto sicurezza DEL 23 OTTOBRE Rinviato il pacchetto sicurezza con il giro di vite su criminalità e mafia Via libera alla proroga degli sfratti L'ostetrica potrà prescrivere esami diagnostici DEL 12 OTTOBRE Cdm: sì con modifiche al protocollo welfare, ma per Confindustria va riaperto il confronto Sì al disegno di legge sui lobbisti Il 23 ottobre il sì al pacchetto sicurezza DEL 21 SETTEMBRE Il Cdm dichiara grande evento la presidenza italiana del vertice G8 Nella manovra 2008 anche un dl fiscale e 2 collegati DEL 13 SETTEMBRE Si al recepimento della direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto Sì al decreto correttivo del Codice su impatto ambientale e rifiuti Chiti: "In Finanziaria tagli alla spesa, nessun aumento delle tasse e aiuti alle famiglie povere" DEL 7 SETTEMBRE Via libera al correttivo della riforma del diritto fallimentare Sì alla delega per l'istituzione di un Sistema integrato di contabilità ambientale Tutti i provvedimenti del Cdm avranno il "bollino comunitario" DEL 5 SETTEMBRE Giro di vite per i prof inadempienti. Torna l'ammissione all'esame di terza media DEL 30 AGOSTO Via libera alla direttiva Mifid sui mercati finanziari: i documenti Salta il decreto legge sulla scuola Sì al contratto dei ministeriali DEL 3 AGOSTO Auto: multe più severe per eccesso di velocità, alcol e uso di droga Federalismo fiscale: sì definitivo del Governo al ddl Varato un decreto legge sull'ammortamento degli immobili strumentali Primo sì al disegno di legge di riforma dell'editoria DEL 27 LUGLIO Ferrero: "Un terzo della maggioranza chiede di modificare l'accordo su welfare e lavoro" Proclamato lo stato di emergenza per il Sud devastato dalle fiamme Via all'obbligo per gli atenei di tener conto del voto di maturità nelle facoltà a numero chiuso Amato: "La nuova disciplina sull'asilo non aumenterà i rifugiati" Codice degli appalti: via libera al secondo correttivo Dalle correzioni al codice dell'ambiente all'Rc auto, le altre novità approvate dal Cdm DOCUMENTI / I provvedimenti approvati dal Cdm del 27 luglio DEL 20 LUGLIO Pensioni, dal Cdm sì all'accordo all'unanimità. Riserve di Bonino e Ferrero Censura sui film addio. Nuove regole per i minori anche sui videogiochi DEL 13 LUGLIO Costi politica, approvato il ddl Sì al decreto Turco sui farmaci Ok al regolamento sul codice degli appalti DEL 6 LUGLIO Arriva il difensore dei piccoli risparmiatori. Sì a un fondo per le vittime dei crack Primo sì del Governo alla direttiva sui mercati finanziari Rinviato il varo del ddl sui costi della politica Varato un pacchetto di agevolazioni per il credito al consumo Ok alle norme sul voto dei valdostani all'estero DEL 28 GIUGNO Approvazione del DPEF Sì al decreto legge sull'extragettito Semaforo verde all'assunzione di 3.800 dirigenti scolastici Via libera al ddl delega sul federalismo fiscale Immigrazione: primo sì alle modifiche della Bossi-Fini DEL 25 GIUGNO Il Cdm esamina il ddl delega sul federalismo fiscale Manganelli è il nuovo capo della Polizia DEL 15 GIUGNO Sì al decreto legge per accompagnare la liberalizzazione del mercato elettrico Sì al decreto sulla riforma del diritto fallimentare Il Cdm impugna un articolo della Finanziaria pugliese DEL 5 GIUGNO Sì al decreto presidenziale sui depositi dormienti Sì a un decreto per contrastare l'uso del sistema finanziario per scopi terroristici DEL 1° GIUGNO Visco rimette la delega sulla Gdf. D'Arrigo nuovo capo delle Fiamme Gialle DEL 23 MAGGIO Cuneo fiscale: sì al decreto legge che cancella il vincolo di autorizzazione Ue Obbligatorio dal 2010 il processo civile telematico Rafforzato il sistema sanzionatorio per chi attenta al patrimonio culturale del Paese DEL 17 MAGGIO Via al nuovo regolamento per le adozioni internazionali Semaforo verde al disegno di riforma della Rai: l'azionista sarà una fondazione Sanzioni più severe per gli sciatori indisciplinati con il ddl sugli incidenti in montagna DELL'11 MAGGIO Nuove regole per la sicurezza delle cure e per il lavoro dei medici ospedalieri Un decreto legge per battere l'emergenza rifiuti in Campania Il Governo vuole ridurre del 30% i costi della politica DEL 4 MAGGIO Dichiarato lo stato d'emergenza per la siccità nel Centro-Nord Il Governo: "Prive di fondamento le indiscrezioni sulle pensioni" DEL 24 APRILE Nuove regole per gli immigrati. Sì alla riforma della Bossi-Fini. Varato il ddl delega Pene più severe per i reati ambientali: ok al ddl delega Sì a un disegno sui lavoratori utili e alla Carta per le lingue regionali e minoritarie DEL 13 APRILE Sicurezza sul lavoro, in arrivo il nuovo testo unico L'agricoltura biologica trova distretti produttivi, più trasparenza e controlli di certificazione Fabrizio Carotti alla guida del fisco italiano DEL 5 APRILE Dal Governo via libera alla riforma del processo penale Un'Agenzia darà le pagelle ad atenei e centri di ricerca Sì alla riforma della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo DEL 30 MARZO Sì ai rimborsi dell'Iva auto per 5,7 miliardi l'anno fino al 2009 Slittano ad aprile 2008 i termini della delega sull'autotrasporto DEL 16 MARZO Inasprite le sanzioni per neopatentati e guida in stato di ebbrezza Processi civili: sentenza in cinque anni al massimo Padoa-Schioppa: "L'Italia è uscita dall'emergenza, ma i vincoli vanno rispettati" Par condicio fra figli legittimi e naturali Via al Codice delle autonomie: ora tocca al Parlamento DEL 7 MARZO Sì alla riforma dell'ordinamento giudiziario In arrivo la revisione della patente a punti. Previsti controlli più severi Bertolaso confermato commissario per l'emergenza rifiuti in Campania DEL 21 FEBBRAIO Prodi si è dimesso DEL 16 FEBBRAIO Dal Consiglio dei ministri delega al Governo per la riforma della sicurezza sul lavoro Varato il libro bianco per "guadagnare salute" Proroga al 30 aprile per l'installazione dei retroriflettenti su Tir e rimorchi DEL 7 FEBBRAIO Il Consiglio dei ministri approva il decreto anti violenza negli stadi Dal Consiglio dei ministri un salvagente per le municipalizzate Sanità, nuove regole per le nomine Immigrazione, ingresso in Italia con meno formalità Interessi e royalties in linea con la Ue DEL 2 FEBBRAIO Energia, trasporti e tlc: via al riordino delle Authority per la tutela dei consumatori Le Regioni potranno decidere se far pagare o no i ticket su analisi e visite specialistiche DEL 25 GENNAIO Il Cdm approva il Disegno di legge sulla Shoah DEL 19 GENNAIO Varate le nuove norme sul distacco dei comuni DEL 12 GENNAIO Vertice di Caserta: cento miliardi di euro per il Sud No a espulsioni verso Paesi con la pena di morte.

 

 

 

 

Primo problema, le maggiori spese fisse (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2007)

Ancona - A pesare sui conti del 2008 sono soprattutto le maggiori spese. I costi fisse che riguardano - sottolinea Roberto Stecconi, assessore al bilancio - il personale, le bollette, l'office per le mense e le derrate alimentari, che subiscono gli stessi aumenti che pesano anche sui bilanci familiari. E poi c'è la partita dei minori a carico del Comune con cui fare i conti, una variabile in costante ascesa. Ma ci sono anche le minori entrate. Negli ultimi anni c'è stato un forte recupero dell'evasione sulle tasse comunali, ma il capitolo offre sempre minori spunti. Inoltre, c'è anche un articolo della Finanziaria con cui fare i conti, emerso già sabato al confronto tra Sturani e i parlamentari marchigiani. Il capitolo riguarda il ripristino dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali, che invece ora hanno un'indennità lorda di 700 euro mensili: si profila in partenza l'incertezza della spesa per il Consiglio e soprattutto per le commissioni. Mentre verrà rinviata all'anno prossimo l'operazione di estinzione dei mutui attraverso la vendita degli immobili, in stand by per questioni burocratiche. In compenso, ieri i sindacati si sono detti soddisfatti per la stabilizzazione dei precari comunali. Ora l'attenzione si sposta su Conerobus. "Ci sono 50, 60 precari in azienda - dice Mastrovincenzo, segretario della Cisl -. Bisogna stringere con le assunzioni".

 

 

 

 

PATTO TRA COMUNE E PIANO DI ZONA UNA CASA PER DISABILI SENZA FAMIGLIA (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2007)

Patto tra Comune e Piano di Zona una casa per disabili senza famiglia Battipaglia - "Prevedere i fondi necessari alla realizzazione di una struttura residenziale per i disabili". Il progetto nasce nell'ultima riunione del Piano di Zona S5 che si impegna a concretizzare la proposta per aiutare le famiglie dei disabili. Un progetto, che, una volta realizzato, sarebbe il primo del genere in Campania. Lo scopo è di cercare di assicurare continuità al sostegno ai disabili anche dopo la morte dei propri cari. "Un pensiero che angoscia i genitori di persone disabili a cui l'amministrazione comunale ha provato a dare una risposta - dicono a palazzo di città - Un programma che è già in funzione a Bologna e a Roma e che, quando sarà realizzato, sarà il primo in regione Campania. Cercheremo di soddisfare le esigenze non solo relative a Battipaglia ma ad un largo comprensorio". Il progetto "Dopo di noi" non prevede solo una sistemazione dei disabili in una residenza protetta quando verranno a mancare coloro che quotidianamente li assistono, ma punta anche, per quanto possibile, a inserire il disabile nel mondo del lavoro e a fornire servizi di segretariato sociale. "Il fatto che il progetto "Dopo di noi" sia stato inserito nel Piano di Zona ci conforta sulla sua bontà - dichiara il sindaco Barlotti - Siamo certi che così saremo in grado di lenire in parte i problemi a cui fanno fronte tanti genitori. Ora non ci resta che impegnarci perché si concretizzi al più presto. D'altronde un sostegno alle famiglie dei disabili era tra le priorità del mio programma elettorale. Ecco perché ho voluto presentarlo alla riunione del Piano di Zona". Bisognerà ora stabilire un percorso per raggiungere gli obiettivi prefissi. Tra le ipotesi in cantiere, la costituzione di una fondazione ad hoc che curi l'intera iniziativa, dalla costruzione della residenza protetta, alla sua gestione. Un esempio potrebbe arrivare da quanto hanno fatto nelle due città dove il progetto è già attivo. Una fondazione, che ha avuto anche l'approvazione del consiglio comunale, con il coinvolgimento di istituti di credito ed altri sponsor privati per sostenere i costi dell'iniziativa, sperando che si imiti anche un'altra peculiarità dell'iniziativa, per cui i componenti del consiglio di amministrazione della fondazione non percepiscono nessun gettone di presenza. Così il nuovo organismo non entrerebbe nel calderone degli enti, consorzi, istituzioni, aziende partecipate dal comune, con gli esponenti politici a fare la fila per entrare nei relativi organi collegiali in nome della "visibilità". r.t.

 

 

 

 

Iuliano: non possiamo tenere in vita spa inutili i mugugni del palazzo: iniziative non concordate (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2007)

I COSTI DELLA POLITICA Iuliano: "Non possiamo tenere in vita spa inutili" I mugugni del palazzo: "Iniziative non concordate".

 

 

 

 

Fra Giustizia e antipolitica (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 04-12-2007)

Fra Giustizia e antipolitica L'EUROPEO fra Giustizia e antipolitica SERGIO ROMANO Jacques Chirac esce dall'Eliseo, sede della presidenza della Repubblica francese, per entrare in un ufficio del palazzo di giustizia dove un magistrato inquirente gli chiede conto di certe assunzioni fatte negli anni in cui era sindaco di Parigi. Tony Blair è stato interrogato dalla polizia britannica, come testimone, nell'ambito di una indagine sui finanziamenti del Partito laburista. Dominique de Villepin, primo ministro all'epoca della presidenza Chirac, è coinvolto nell'affaire Clearstream, una banca lussemburghese in cui alcuni ministri avrebbero depositato le tangenti riscosse per la vendita a Taiwan di un certo numero di fregate costruite nei cantieri francesi. Non è sospettato di corruzione, ma di avere promosso indagini che avrebbero dovuto ingiustamente screditare alcuni dei suoi colleghi, fra cui, forse, lo stesso Nicolas Sarkozy. Il primo ministro irlandese Bertie Ahern è accusato di avere ricevuto somme importanti per le sue campagne elettorali da un promotore immobiliare. In Israele, nel frattempo, il procuratore generale ha ordinato alla polizia di avviare quattro indagini separate su casi di corruzione che coinvolgerebbero Ehud Olmert, primo ministro da quando Ariel Sharon, colpito da un ictus, cadde in un coma profondo (anche Sharon, quando governava il paese, era sospettato di avere favorito i progetti di un finanziere americano e di averne tratto vantaggio per sé e per il figlio). Il presidente della commissione Difesa e affari esteri del parlamento israeliano, Tzahi Hanegbi, ha ricevuto una sorta di avviso di garanzia in cui si prefigurano i reati di truffa, corruzione e spergiuro. E tralascio i casi boccacceschi, fra cui quello del presidente della Repubblica Moshe Katsav, costretto a dimettersi per molestie sessuali, e quello del ministro della Giustizia Haim Ramon, dimissionario per avere rudemente baciato, contro la sua volontà, una soldatessa diciottenne. Gli interessati, naturalmente, negano ogni responsabilità e dichiarano di avere fiducia nella giustizia. Ma Chirac si è difeso pubblicamente. Accusato di avere firmato contratti fittizi con cui il comune di Parigi assumeva persone che erano in realtà collaboratori del suo partito (quanti uomini politici italiani dovrebbero rispondere della stessa accusa?), ha sostenuto che si trattava di esperti a cui ritenne utile ricorrere per affrontare i problemi di una delle maggiori città del mondo. Ma ha aggiunto un argomento che riecheggia quello usato da Bettino Craxi in un discorso alla Camera qualche settimana prima della sua fuga in Tunisia. Parlo, ha detto, anche per chiarire ai francesi la questione del finanziamento della vita politica, una questione "divenuta col tempo sempre più incomprensibile, soprattutto per i più giovani fra i nostri concittadini". La frase, un po' troppo enigmatica, nasconde due fenomeni moderni che hanno coinvolto anche l'Italia. Il primo è il costo della politica e in particolare delle campagne elettorali, enormemente cresciuto nel corso degli ultimi vent'anni. Gli Stati Uniti sono riusciti a rendere i finanziamenti abbastanza trasparenti. Ma nessun finanziamento è gratuito. Quale sarà il grado d'indipendenza di un presidente che avrà contratto un debito di riconoscenza, per entrare alla Casa Bianca, con un gran numero di padrini? Il secondo fenomeno è il ruolo della giustizia. In quasi tutte le maggiori democrazie europee i magistrati si considerano pubblici custodi della morale nazionale e sono entrati in rotta di collisione con gli esponenti del legislativo e dell'esecutivo. Il paese in cui il contrasto è più forte non è l'Italia ma Israele, dove il ministro della Giustizia, Daniel Friedmann, vuole "raddrizzare" drasticamente il rapporto fra i poteri a favore del legislativo e ha presentato al parlamento un disegno di legge in questa direzione. Suppongo che i lettori di Panorama proveranno, leggendo queste righe, un sentimento di déjà vu.

 

 

 

 

Italiani al mit i nostri scienziati d'America (sezione: Costi dei politici)

( da "Panorama" del 04-12-2007)

Italiani al mit i nostri scienziati d'America italiani al mit i nostri scienziati d'America GIANNA MILANO FOTOGRAFIE DI MARK PETERSON FUORI CONFINE Hanno scelto di fare ricerca al Massachusetts institute of technology. Dove le opportunità di spingersi verso il futuro sono tante. E lasciando alle spalle un Paese che fa poco per trattenere talenti e cervelli. "Good morning", "How are you?"... Come ogni mattina il poliziotto ferma le auto lungo Binney street, East Cambridge, e augura buongiorno a chi attraversa sulle strisce pedonali. E saluta Paola Rebusco. Tenendo al guinzaglio Balù, il suo cane pastore, Paola cammina di buon passo verso il Kavli institute for astrophysics and space research del Mit (Massachusetts institute of technology), a pochi minuti di distanza. Sembra una scena del film Truman Show di Peter Weir, in cui Jim Carrey vive sul set di un film, ma non lo sa. Qui però non c'è nulla di virtuale. Paola, 26 anni, laureata in fisica teorica a Trieste, è arrivata negli Usa da Monaco, in uno dei campus più prestigiosi al mondo, per una fellowship di postdoc dal nome molto italiano, la Pappalardo Fellowship. Tre anni di studio, tutto finanziato da un imprenditore di origine siciliana, che si laureò nel 1964 al Mit e negli anni 70 si buttò in affari, creando una delle prime società di software, la Meditech: oggi ha 3 mila dipendenti, esporta in Canada, Gran Bretagna e Australia e dà al Mit 4 milioni di dollari l'anno. "L'essermi laureato qui mi aprì ogni porta. Sento di doverglielo" dice Antonino, detto Neil, Pappalardo, che ha finanziato i nuovi laboratori per le nanotecnologie, un gioiello di modernità. È benvoluto da tutti Neil, ma esigente quando si tratta di selezionare i candidati alla fellowship che porta il suo nome. "Nel luglio 2006 mandai curriculum e pubblicazioni. Poi venni per il colloquio: un comitato di dieci professori in vari campi della fisica, fra cui due Nobel. Con gessi e lavagna, parlai (in inglese) di oscillazioni quasi periodiche nelle vicinanze dei buchi neri. Ero tesa ed emozionata" ricorda Paola. Quando seppe di essere stata scelta, le mancarono le gambe. Oggi lavora a due progetti di ricerca, uno è sugli agglomerati di galassie e ogni giorno Balù va con lei in ufficio: sull'uscio parole chiave per farsi capire: "fermo", "seduto", "bravo". È la mascotte del dipartimento. "Questo è un posto fantastico dove puoi confrontarti con le idee di ricercatori di primo livello e prendere in esame approcci diversi, ipotesi anche contrapposte alle tue" racconta Paola, che ha già preso contatti con Bruno Coppi, dal 1968 "full professor" al Mit. Aveva 33 anni e veniva da Princeton: uno dei più giovani a ottenere questo incarico. Dirige il Dipartimento di fisica dei plasmi ed è tra i pionieri della ricerca sulla fusione nucleare. Con Tomaso Poggio, Emilio Bizzi, Annamaria Torriani, fa parte della schiera di coloro che tra gli anni 50 e 60 scelsero di varcare l'Atlantico per fare ricerca negli Usa, dopo giganti come Bruno Rossi, Gian Carlo Rota, Salvador Luria e il Nobel per l'economia Franco Modigliani. Un flusso che non si è mai interrotto. Sono circa 10 mila, secondo l'ambasciata di Washing ton, gli italiani che si occupano di ricerca e sviluppo in università o in laboratori americani. Secondo dati di Mit-Italy, programma lanciato nel 2002 per favorire gli scambi e offrire opportunità di ricerca e lavoro a studenti e docenti, quest'anno gli "scholars" dall'Italia al Mit sono 83, su un totale di 1.618 stranieri e di 78 paesi. Le statistiche dell'International student office (Iso) al Mit ci vedono in Europa al secondo posto, dopo la Germania e prima della Gran Bretagna. Nella graduatoria mondiale, invece, Cina, Giappone, Corea del Sud sono i primi tre. E noi settimi. I dipartimenti più gettonati sono quelli scientifici. "Una ventina i professori, nelle varie fasi previste dal "tenure track", il percorso accademico che parte con la qualifica di assistente, poi di associato e infine di full professor. Tra i visiting scholars c'è chi fa un'esperienza di postdottorato, ma ci sono anche i visiting scientist. Una variegata presenza che vorremmo diventasse più assidua e a doppio senso, dall'Italia a qui e viceversa" si augura Serenella Sferza, impegnata in Mit-Italy, che fa parte del Misti (Mit International science and technology initiatives). Oltre all'Italia, sette i paesi che partecipano al Misti: Cina, India, Giappone, Messico, Francia, Germania e Spagna. L'obiettivo? "Rendere fitta, in un mondo globale, la rete di scambi e incentivare le imprese ad accogliere studenti e stagisti. L'Italia, a differenza di altri paesi, non ha una fonte di finanziamento governativa istituzionale o imprese che sponsorizzino il programma" precisa Sferza. Dalle storie raccolte al Mit da italiani che hanno scelto alla fine di restare emerge uno spaccato vibrante di aspettative, delusioni, nostalgia. Ma anche di determinazione, desiderio di emergere, raggiungere obiettivi e realizzare sogni. "Gli italiani che vengono qui? Non è detto che siano i più bravi in assoluto. Sono più avventurosi. Certo la competizione qui è forte, ma chi sponsorizza la tua ricerca non la condiziona. Ti si dà fiducia e ti si giudica per quello che fai. E alla mia età è un grande privilegio" commenta Matteo Salvetti, 31 anni, laureato in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e al Mit per un phd, ossia un dottorato, sui materiali superconduttori per migliorarne le prestazioni. "Le università italiane non sono da meno, qui le cose cambiano dopo. Hai più contatti, più possibilità di farcela" aggiunge Gabriella Sciolla, 40 anni, originaria di Mondovì, arrivata come Pappalardo fellow. "Tappa obbligata Boston: nel raggio di 5 miglia ci sono cinque università con gruppi di ricerca attivi nella fisica delle particelle. Una manna". Una città, Boston, e un paese, gli Usa, che offrono grandi opportunità. "È una società più organizzata, in cui l'affidabilità richiesta sul lavoro presuppone un'onestà professionale e una trasparenza che da noi sono merce rara" compara Francesca Bombarda, al Mit dal 1993 come visiting scientist, che si occupa delle diagnostiche per l'Ignitor, macchina di dimensioni compatte che potrebbe raggiungere l'ignizione per la fusione nucleare, progettata da Coppi e finanziata dal governo italiano tramite l'Enea. "Ogni 3 anni ti viene chiesto un resoconto di ciò che hai prodotto: senza risultati, niente finanziamenti. Le richieste sono vagliate da colleghi che gareggiano con te per gli stessi fondi, persone con competenza scientifica. Purtroppo non è così in Italia" lamenta Bombarda. Il sistema americano, meritocratico, torna a tutti gli effetti più facile. "Meno difficoltà burocratiche, baronie o clientelismi" sottolinea Daniele Veneziano, che è qui dal 1971 ed è professore di ingegneria civile. In Usa il sistema di accreditamento premia la qualità. "Le lettere di raccomandazione? Non è come in Italia, sono lettere di persone accreditate che garantiscono per te. Non spintarelle" puntualizza Luca Daniel, 37 anni, dottorato all'Università di Padova e professore associato in ingegneria elettrica e scienze informatiche. Per altri degli scienziati incontrati essere al Mit o altrove, all'estero, più che una scelta forzata è un percorso naturale. "Allontanarmi da tutto e tutti era un'esigenza forte, mi sarei sentito impastoiato dal passato, tipo "non correre altrimenti rompi i vasi Ming!". La mia creatività è stata incentivata. In Italia non avrei mai potuto occuparmi di criptografia nei termini con cui lo faccio qui" confessa Silvio Micali, professore di ingegneria elettrica e scienze informatiche. "Ti incoraggiano a fare cose nuove. È vero, il sistema universitario è competitivo, ma è un vantaggio, le cose marciano. È tutto più agile, meno barocco. In Italia, se chiedi due docenti di informatica, il ministero bandisce il concorso e ce ne vuole per ottenere ciò che chiedi". L'ambiente universitario a tutti gli effetti è più stimolante. "Qui, come nella Silicon Valley, l'innovazione scientifica ha una fusione, direi un'osmosi, con l'industria" sottolinea Andrea Adamo, 32 anni, laurea in ingegneria civile all'Università di Palermo e al quarto anno di postdoc. "Si semina, si raccoglie e magari, dopo qualche anno, nasce una nuova azienda. C'è interazione tra università e mondo imprenditoriale: io faccio simulazione numerica applicata ai circuiti integrati e i miei finanziatori sono le ditte che producono circuiti integrati, Ibm e Intel. Sono loro che mi permettono di dare gli stipendi ai miei studenti" dice Daniel. Per Adamo tutto nasce da un soggiorno di fulbright al Mit. "Fui catturato dalla possibilità di accedere al nuovo, al futuro" racconta. "Feci colloqui con vari prof sulla meccanica dei fluidi in microscala. L'idea? Mettere a punto microchip, laboratori miniaturizzati, per analizzare le funzioni biologiche, chimiche e genetiche. Se funzionasse magari troverei una biotech per sviluppare la mia idea. E potrei fare l'imprenditore". Meglio non parlare di fuga di cervelli, secondo Francesco Stellacci, 34 anni, Politecnico di Milano, che si occupa di scienza dei materiali, da quest'anno professore associato al Mit: "Mi sento piuttosto cacciato dall'Italia". Tornare? "Il bilancio dell'operazione rientro degli scienziati, incentivato da una legge del 2001 voluta dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, è stato magro" si rammarica Riccardo Lattanzi, 31 anni, alla fine del dottorato in ingegneria e fisica medica alla divisione in health sciences and technology di Harvard e Mit, e presidente dell'associazione Mitaly, nata nel 2001, che promuove la cultura italiana al Mit. L'obiettivo era far tornare i ricercatori andati a lavorare all'estero, ne sono rientrati 466, spinti dall'idea che nelle università italiane il vento fosse cambiato. Ma il riscontro di realtà è stato non conforme alle attese. "Altro che fine di nepotismo, raccomandazioni, baronie, trasparenza e riconoscimento dei meriti maturati all'estero. Dopo 6 anni e 52 milioni di euro spesi, la conclusione è che, secondo dati del ministero dell'Università, solo 45 su 466 sono diventati professori associati" aggiunge Lattanzi. Gli altri? Un centinaio hanno rifatto le valigie e dei rimanenti non si sa. Ciò che si sperava non è accaduto. Tornare? Chi ci ha provato spesso è rimasto deluso. "Col passare degli anni il mio desiderio si è affievolito. E quando cercai di tornare, trovai l'ostilità degli anziani che si sentivano minacciati" ricorda Veneziano. Non è il solo ad aver avuto esperienze negative. "Nel '98 cercai di rientrare, c'erano 92 posti per professore associato, non fui convocata neanche per l'orale. Feci l'application per la tenure track a Stanford e Princeton, dov'ero stata dopo il mio dottorato all'Università di Chicago. Scelsi Stanford, dove incontrai mio marito, professore di matematica, e dal 2002 sono qui. Tornare? Non ne valeva la pena. Ora lo so" dice Gigliola Staffilani, 41 anni, originaria di Teramo, laurea in matematica all'Università di Bologna. La domanda "tornare in Italia?" ha risposte disparate. C'è la consapevolezza del valore della formazione universitaria in Italia, ma anche una grande frustrazione rispetto alle possibilità per la ricerca che il Paese offre. "Non ho mai pensato di tornare. Già a Genova, dove mi sono laureato in fisica teorica, pensavo che se avessi fatto lo scienziato sarei andato all'estero. Lascerei il Mit solo per il Max Planck, dove ho trascorso 10 anni. Mi hanno chiesto due volte di tornarci, ma per ragioni complesse, sebbene qui debba conquistare i grant e insegnare, dissi no" racconta Tomaso Poggio, la cui ricerca ha per filo conduttore il sistema visivo. Obiettivo? Costruire macchine intelligenti che apprendano dall'esperienza e imparino a riconoscere oggetti. "Tornerò in Italia quando i miei figli andranno all'università. Dopo vent'anni mi rendo conto che è difficile. Non è che la vita dal punto di vista sociale qui sia migliore, basti pensare al sistema sanitario, ma hai più opportunità, quello sì, più risorse" dice Simona Socrate, 47 anni, assistant professor in scienza dei materiali, specificamente di biomateriali: una scienza a metà strada tra biologia e ingegneria. A Paola Cappellaro, 31 anni, dottorato al Mit e ora al secondo anno di postdoc a Harvard, l'eventualità di tornare "non passa proprio per la testa. Conosco il sistema americano ed è più facile qui. La comunità europea si sta muovendo, ma non credo ci siano per ora posti e soldi". Rincara Sciolla: "Non tornerei mai in Italia, mi starebbe stretta. Il Mit mi ha aperto tante porte e io sono impaziente. Anch'io non mi vivo come cervello in fuga. Volevo esplorare nuovi orizzonti e l'ho fatto. Mi sento cittadina del mondo". Alcuni distinguono fra università e università, e tra Italia ed Europa. "La simulazione quantistica dei materiali con sviluppo di programmi al calcolatore è nata a Trieste, che resta uno dei centri mondiali per la mia disciplina. Le persone che si formano lì sono ormai in tutto il mondo ed è singolare che debbano andarsene, come feci io nel 1993, dopo essermi laureato alla Sissa. Quello sarebbe l'unico posto dove potrei pensare di tornare. Mi frenano la diffusa mancanza di trasparenza in Italia e lo scarso livello etico e civico" lamenta Nicola Marzari, 40 anni, al Mit dal 2001, professore associato al Dipartimento di scienza dei materiali. La scelta per molti non è tanto fra Italia e Usa, ma fra America ed Europa e fra paese e paese. "La Gran Bretagna offre più chance, la Spagna è molto più agile di noi. L'Accademia per le scienze spagnola ha fatto partire programmi di tenure track e iniziato una campagna acquisti, reclutando in base alla qualità. Io sono a un bivio, ho buone possibilità di tornare e la cosa non mi dispiace" confida Davide Zoccolan, 35 anni, laurea in fisica a Torino e dottorato in biofisica alla Sissa di Trieste, al Mit da oltre 4 anni. Per Carlo Ratti, uscito dal Media Lab, che ha creato al Mit il Senseable laboratory per ripensare l'architettura delle città, "sposando calcestruzzo e silicio, atomi e bit", aver lasciare l'Italia non è una strada senza ritorno: "Si possono costruire ponti con il proprio paese e con altri". Il suo laboratorio, attraverso un consorzio in cui mettono soldi quanti finanziano la loro ricerca, ha partner in ogni città del mondo e progetti con Firenze, Saragozza, Amsterdam, Copenaghen. La stessa cosa vale per Federico Casalegno, al Mit da 7 anni, direttore del Mobile experience lab e direttore associato al Design lab, il cui gruppo pluridisciplinare di ricercatori (messicano, cileno, tedesco, turco, pachistano, indiano due americani e un italiano) riprogetta in modo creativo le connessioni tra persone, informazioni e luoghi: "Un modo per reimmaginare le tecnologie intorno all'uomo e non viceversa" dice. Anche per lui il flusso di idee e progetti non conosce confini e le diramazioni vanno da una sponda all'altra dell'Atlantico. Per promuovere scambi e programmi di dottorato tra le università che vi aderiscono, nel 2004 è nato il Consorzio Italia-Mit, la quota associativa è di 5 mila dollari ogni 3 anni. E nel 2005 è stata la volta del Progetto Rocca, per favorire la circolazione di cervelli tra il Politecnico di Milano e il Mit. Poche settimane fa gli stessi scienziati hanno dato vita all'Issnaf (Italian scientists and Scholars of North American Foundation). Una fondazione non-profit che vuole creare un ponte, oltre che una rete, di ricercatori, accademici, e professionisti italiani tra il Nord America e l'Italia: 35 i padri fondatori, fra cui Emilio Bizzi, Tomaso Poggio, Bruno Coppi e tre Nobel (Renato Dulbecco, Louis Ignarro, Riccardo Giacconi). Scopo: favorire i non bamboccioni che scelgono l'estero. "E dare un appoggio ai ricercatori italiani che vogliono fare un'esperienza oltreoceano e produrre uno scambio bidirezionale fra Italia e Usa con borse di studio per studenti e giovani ricercatori" riassume Lattanzi. Ma anche, nell'idea di Coppi, un fronte di difesa per i nostri scienziati in Usa contro le pastoie del sottogoverno italiano che non alimenta la collaborazione e frena i progetti. L'Issnaf potrebbe inoltre diventare un punto di riferimento utile per le università e le aziende per pescare in un bacino fertile di competenze. I bandi per l'assegnazione delle prime borse di studio saranno pubblicati sul sito dell'Issnaf e i candidati scelti da un comitato scientifico in base ai meriti. Chissà se Paola Rebusco finito il suo postdoc al Mit sceglierà di restare. Difficile rispondere ora. Molte le variabili. Compresa la vita affettiva."Potrei andare avanti altri vent'anni qui" dice Davide Marini, laureato al Politecnico di Milano, transitato dal mondo della finanza a quello della scienza, ora a cavallo tra ingegneria e biologia. "Ho ottenuto ciò che volevo: ho visto come funziona il processo della scoperta scientifica, com'è organizzata un'università top americana. Ho toccato con mano come funziona il mercato dei capitali e dell'innovazione tecnologica. Ma all'esplorazione esterna deve corrisponderne una interna, come nel libro di Santa Teresa d'Avila, Il castello interiore". Tornerebbe in Italia? "Sì. Senza rimorsi, ma con la sensazione di aver vissuto qui un'esperienza unica".

 

 

 

 

Forleo, via da Milano: come De Magistris, il gip mette a disagio la magistratura (sezione: Costi dei politici)

( da "Blogosfere" del 04-12-2007)

Dic 07 4 Forleo, via da Milano: come De Magistris, il gip mette a disagio la magistratura Pubblicato da Eleonora, Blogosfere Staff alle 09:43 in In evidenza, Italia Il destino era scritto nelle stelle, che in questo caso sarebbero le indiscrezioni trapelate a mezzo stampa degli ultimi mesi. Forleo - De Magistris è il duo che prima ha fatto arrossire la magistratura italiana, poi ha irritato rispettivamente il Csm e il Ministro Mastella, fino a giungere a due conclusioni che per un magistrato sono qualcosa di più di un pugno allo stomaco. Per il gip di Milano Forleo è stato chiesto il trasferimento, e nelle prossime ore verrà valutata l'incompatibilità ambientale (dovrà cioè essere trasferita da Milano) o funzionale (potrà rimanere ma in un altro ufficio). Per De Magistris invece, è stata chiesta l'avocazione dell'inchiesta Why not, visto che era direttamente coinvolto il Ministro della Giustizia. E a poco è valso per il magistrato calabrese andare con Grillo e Travaglio al Parlamento europeo per spiegare nei dettagli la questione. Per la Forleo hanno cominciato a rizzare le antenne quando ha parlato di "pressioni istituzionali" per le scalate bancarie: via, dichiarazioni e accertamenti lampo per dimostrare la sua scarsa correttezza e la falsità delle sue illazioni. Quindi, meglio trasferirli, hanno minato la credibilità delle istituzioni e creato un clima di insicurezza e disagio all'interno della magistratura. Raus, a casa. Anche in Rete rimbalzano le ultime dal Csm. XXI secolo parla di tempi duri per i magistrati che tentano di fare solo il loro dovere perchè toccare la Casta costa caro, opinione peraltro condivisa da ninograg1, LavocediMegaride non usa mezze parole e scrive che la Forleo è stata fatta fuori e Bastsceba diffonde l'appuntamento a Milano Break the Mafia dove saranno presenti anche De Magistris e la Forleo. In che cosa dobbiamo sperare adesso?.

 

 

 

 

IMMIGRAZIONE - Elezioni consulte stranieri, Corradi (Lega): ''Inutili e costose'' (sezione: Costi dei politici)

( da "RomagnaOggi.it" del 04-12-2007)

Sei in news/Emilia-Romagna, data 04.12.2007, orario 08:51. IMMIGRAZIONE - Elezioni consulte stranieri, Corradi (Lega): ''Inutili e costose'' BOLOGNA - Roberto Corradi (consigliere regionale di lega nord) ha presentato un'interrogazione sulle elezioni del 'Consiglio Provinciale degli stranieri' e delle 'Consulte di Quartiere degli stranieri', organizzate nel fine settimana appena trascorso dal Comune di Bologna, insieme agli altri comuni della provincia bolognese. Il consigliere rileva che, "malgrado l'imponente dispiego di risorse pubbliche (spese di allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la pubblicizzazione dell'evento, ecc.) e l'impegno profuso dalle tante organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell'assistenza e dell''indottrinamento' degli stranieri una professione altamente remunerata con soldi pubblici, la scarsa affluenza alle urne (solo il 20% degli stranieri si è recato a votare) ha segnato il fallimento dell'iniziativa". Entrambi gli organi in questione, fa inoltre presente Corradi, sono privi di effettivo potere e avranno solo ed esclusivamente funzioni consultive di rappresentanza politica, anche se, aggiunge, "non mancheranno di assumere un ruolo molto importante nel condizionare le scelte delle Amministrazioni bolognesi, già molto inclini ad accondiscendere ad ogni richiesta proveniente dagli stranieri e molto meno sensibili alle esigenze dei cittadini bolognesi". L'esponente della lega, pertanto, vuole sapere dalla Giunta a quanto ammontino le risorse pubbliche spese dagli enti che hanno organizzato le elezioni per stranieri e se siano previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti nel Consiglio provinciale e nelle Consulte di Quartiere degli stranieri. Il consigliere, infatti, chiedendo in proposito un giudizio dell'esecutivo regionale, ritiene "superflua e costosa" la creazione da parte di diverse Amministrazioni locali emiliano-romagnole di 'consulte elettive' degli stranieri, proprio quando il Parlamento ha deciso, per ridurre i costi della politica, di limitare il numero dei Consiglieri comunali e l'importo del loro 'gettone di presenza'. "Gli stranieri regolarmente residenti nel nostro Paese che intendono concorrere alla vita politica, sottolinea Corradi, possono chiedere la cittadinanza italiana, che, una volta concessa dopo la verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l'elettorato attivo e passivo".

 

 

 

 

Milano, due casi di "casta" Alessandro Casarin (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Lecco, La" del 04-12-2007)

Le due inchieste (una penale l'altra della Corte dei conti) che hanno investito il Comune di Milano, con gli avvisi di garanzia al sindaco Moratti e ad alcuni suoi dirigenti per assunzioni e consulenze, hanno fatto emergere una rilevante questione politica, distrattamente inosservata da oltre un anno. Il doppio incarico di due degli indagati: il direttore generale di Palazzo Marino Giampiero Borghini e il capo di Gabinetto del sindaco, Alberto Bonetti Baroggi. Essi infatti sono anche consiglieri regionali, eletti nel listino del candidato-presidente, in quota Forza Italia. Dunque nelle medesime ore diurne della giornata Borghini e Bonetti Baroggi sono pagati dal cittadino per essere contemporaneamente a Palazzo Marino e in via Fabio Filzi, a Milano, dove ha sede il Consiglio regionale. Ma in uno dei due posti non possono esserci. Una premessa, prima di continuare. Con Piero Borghini ho professionalmente vissuto quotidianamente il suo disperato tentativo nel 92-93 di salvare la Prima Repubblica a Palazzo Marino, quando Bettino Craxi (travolta la Giunta Pillitteri dall'arresto di Mario Chiesa) lo candidò alla guida della città. L'uomo politico Borghini è di alta statura, parla perfettamente diverse lingue (compreso il russo), ebbe il coraggio quindici anni fa di parlare di riformismo in casa comunista, e lasciare poltrone e privilegi del Pci-Pds. Chiarito il suo valore, politico e culturale, non si può non sollevare la questione politica (ed economica) emersa con le due inchieste della Procura di Milano e della Corte dei conti. Lo stipendio da direttore generale di Palazzo Marino ammonta (lordo) a 280mila euro; come consigliere regionale percepisce una indennità (al netto) di 140mila euro. Il capo di Gabinetto 140mila euro (lordi) più altrettanti 140mila euro (netti però) come membro dell'Assemblea regionale. Le somme le può tirare il lettore. Come si fa a dare torto a chi, come il capogruppo regionale dei Verdi Carlo Monguzzi, quando ha dichiara? "augurandomi che due persone garbate, competenti e intelligenti come Borghini e Bonetti Baroggi dimostrino la loro estraneità ai fatti contestati? penso però che debbano scegliere tra i due ruoli?". Infatti, fare bene il consigliere regionale "impegna me e gli altri colleghi almeno dieci ore al giorno, cosa che non rende possibile un'altra attività, a maggior ragione di grande impegno come quello di manager del Comune di Milano". Si può obiettare che anche in altre professioni ci sono doppi incarichi, ma in talune categorie - vedi medici e giornalisti - è possibile ricoprirli per ragioni temporali e svolgerli senza nocumento alcuno. Monguzzi (giovane-vecchio del Pirellone, è lì dal 1990) pone quindi una questione non solo politica, con la domanda che si fa anche il cittadino-contribuente: o di qua o di là? Crediamo che la sua argomentazione, rispetto alle sue posizioni contro le grandi autostrade che la Lombardia finalmente realizzerà, sia non solo fondata ma condivisa dalla gente. Ignorarla ancora, porterà acqua al mulino dell'Antipolitica. Beppe Grillo non aspetta altro, di più: Stella e Rizzo hanno già preso appunti per il loro nuovo libro. "La Casta" intanto è sempre lì in libreria, anche se ha già venduto oltre un milione di copie.

 

 

 

 

Mario Anghileri, primo presidente <Un ente utile: in quindici anni quanti risultati> (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia di Lecco, La" del 04-12-2007)

Mario Anghileri, primo presidente "Un ente utile: in quindici anni quanti risultati" Una nuova Provincia, ma solida come una di quelle storiche, dalle radici profonde. Per Mario Anghileri - primo presidente dell'ente nato nel 1995 con l'elezione della sua amministrazione di centrosinistra, alla guida Villa Locatelli per due mandati (nove anni in totale) - la Provincia di Lecco ha dimostrato subito che se è stata tanto agognata e perseguita un motivo validissimo c'era: "Nel giro di un paio d'anni superate le prime scontate difficoltà di organizzare una nuova struttura, ha cominciato a operare con la naturalezza e l'efficacia di un vecchio ente: ha trovato immediatamente il proprio ruolo. Grazie anche al personale motivato sul quale ha potuto contare fin da subito, e al territorio altrettanto motivato che aveva molte aspettative e che ha fatto in modo, facendo quadrato, che avesse un'operatività e una ricaduta misurabili in termini di risultato. In breve siamo stati alla pari di altri enti, anzi oso dire che la nostra funzionalità forse è stata persino più efficiente". Ma le Province ultimamente sono state tra gli enti nel mirino per quanto riguarda i costi della politica e da qualcuno considerati superflui. Che cosa risponde? Che le Province hanno un senso: sono tutto fuorché inutili. Infatti hanno compiti e funzioni di livello sovracomunale. Pensiamo alla viabilità provinciale e anche regionale che sono chiamati a gestire, o all'edilizia scolastica superiore: la Regione è troppo distante per occuparsene, i comuni guardano ai loro interessi non a quelli dell'hinterland. Eppure il cittadino ha una scarsa percezione dell'ente... Sì, nell'immaginario comune la Provincia è un soggetto poco percepito perché i servizi che dispensa non toccano direttamente i cittadini. A parte i cacciatori e i pescatori che toccano con mano quanto l'ente si occupi del territorio e delle normative che regolano la gestione dell'ambiente. D'altra parte se facciamo sparire la Provincia, chi si prende in carico i problemi delle scuole che servono la popolazione scolastica lecchese e la viabilità? Il compito della Provincia dunque è quello di raccogliere le esigenze del territorio... Certo, ha un rapporto diretto con i comuni e si fa portavoce dei bisogni che condivide il territorio. L'esempio più significativo nel nostro caso sono l'attraversamento e la Lecco-Ballabio che non sono arrivati in fondo a una lunga e faticosa trafila per grazia ricevuta: è stato determinante l'impegno della Provincia a gestire gli incontri con i soggetti interessati, a coordinare gli interventi da mettere in atto, a stimolare e a pungolare. Quello che adesso si sta facendo per la Lecco- Bergamo e che è stato fatto per il ponte di Olginate ormai in avanzato stato di costruzione. In questi quindici anni cos'altro deve il territorio alla Provincia? Mi accontento di citare il piano territoriale, il piano rifiuti, il piano cave: strumenti fondamentali di gestione dei un territorio per quanto riguarda aspetti e problemi di tutta la collettività. Villa Monastero, un gioiello, era abbandonata e ora è stata recuperata, restaurata e ha ritrovato un ruolo. Quando si parla di Provincia ci si riferisce al territorio: ma esiste un forte senso identitario di questo territorio? Se non c'è la motivazione allo stare insieme non c'è il presupposto per riconoscere la realtà di una provincia. Lecco ha sempre avuto un forte senso identitario che si è sviluppato anche in contrapposizione a Como. Ci sono una tradizione, una cultura e soprattutto delle peculiarità economiche che connotano la personalità inconfondibile di un territorio. Come quello di Lecco appunto. Quanto è costata la Provincia alla collettività? Bisognerebbe sommare i bilanci di quindici anni, ma ha un senso? Non è che se una cosa costa tanto rappresenta per forza uno spreco. È un falso problema: quello che conta è il rapporto costi-benefici. La validità di un ente si misura sulle sue funzioni e sui risultati. Maura Galli.

 

 

 

 

FERRARA, PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL BILANCIO 2008 (sezione: Costi dei politici)

( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)

(22:26) (4/12/2007 18:26) | FERRARA, PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL BILANCIO 2008 (Sesto Potere) - Ravenna - 4 dicembre 2007 - Presentato, in consiglio, il bilancio di previsione 2008 della Provincia che rispetta gli obiettivi fissati dal patto di stabilità, migliorando il saldo finanziario di 1milione 616mila euro. Diminuiscono le entrate tributarie. La Provincia incasserà meno. "L'RC auto ? ha spiegato l'assessore al bilancio Emanuela Giangrandi - passa dalla previsione iniziale di 18 milioni a 16 milioni 800mila euro: questo avviene a seguito della liberalizzazione e apertura del mercato assicurativo che ha portato a una stabilizzazione delle tariffe. Rimane naturalmente inalterata la pressione fiscale sui cittadini. Per l'imposta provinciale di trascrizione auto si è previsto un gettito pari a quello del 2007 (9 milioni 300mila euro) mantenendo l'agevolazione introdotta per gli autoveicoli ecocompatibili e prevedendo un'ulteriore (80%) riduzione della tariffa per i cittadini disabili. A fronte della riduzione delle entrate tributarie vi è un aumento delle extratributarie. Grazie alla verifica straordinaria avviata sui mutui già assunti, abbiamo recuperato 950mila euro di economie che serviranno per finanziare nuovi investimenti sul 2008. Inoltre, aumenta l'entrata relativa agli interessi attivi a seguito del rialzo dei tassi di interesse sulle giacenze di tesoreria e sulle operazioni di impiego della liquidità che da alcuni anni la Provincia mette in atto. Il totale delle spese correnti diminuisce, a esclusione di quelle relative all'ammortamento dei mutui, che passano dai 9 milioni 789 mila di previsione 2007 agli 11 milioni e 68mila euro. E questo, sia per i nuovi investimenti, effettuati nel corso dell'anno, sia per il rialzo dei tassi d'interesse che trova in parte compensazione nell'aumento dei tassi attivi. Rimane sostanzialmente stabile la voce relativa al personale, che aumenta rispetto alla previsione 2007 passando dai 17 milioni 800mila euro a 18 milioni 464mila euro. Con l'approvazione del piano occupazionale 2007, infatti, si stabilizzano alcune figure precedentemente in servizio ad altro titolo. A questo si deve aggiungere l'assunzione, a tempo determinato, degli ex co.co.co. dei centri per l'impiego. Il finanziamento (1milione 52mila euro), per l'intero anno, del personale in servizio nei centri per l'impiego trova la copertura col trasferimento regionale del fondo sociale europeo. Nel corso del 2007, a seguito dell'accordo raggiunto dall'amministrazione col personale dirigente - riduzione del numero da 22 a 13 nell'arco di un anno, pari a - 40% della dirigenza - si è avviata un'operazione di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Quest'azione che si concluderà a fine 2008, porterà economie di spesa già dal 2009 ed entrerà a regime nel 2010. Sarà accompagnata da una riorganizzazione generale dell'ente tesa alla valorizzazione dei dirigenti come manager e alla promozione delle risorse interne". Passando alle spese correnti, Emanuela Giangrandi ha sottolineato che "gli investimenti ammontano a 43 milioni 861mila euro, di cui 16 milioni 200mila euro a carico dell'ente, e sono concentrati soprattutto sulla viabilità e la riqualificazione del territorio. Siamo all'inizio del nuovo settennato (2007/13) dei finanziamenti dell'Unione Europea che incideranno soprattutto sul piano di sviluppo rurale e sulle politiche per la formazione". "Da ultimo i costi della politica: in questo periodo in cui si parla molto di ridurli, questa Provincia è uno degli enti più virtuosi di tutta la regione. Infatti - ha concluso Emanuela Giangrandi - nel 2008, il consiglio provinciale costerà 408.591 euro, una cifra in linea con quelle degli anni precedenti".

 

 

 

 

"L'Osservatorio ci ha traditi torniamo con i No Tav" (sezione: Costi dei politici)

( da "Stampa, La" del 05-12-2007)

Polemica Frattura politica dopo mesi di confronto "L'Osservatorio ci ha traditi torniamo con i No Tav" MAURIZIO TROPEANO Quattro sindaci su 23, tra di loro quelli di Bussoleno e Condove. Settanta consiglieri comunali su circa 600 della Bassa Valsusa. E poi il primo cittadino e i consiglieri di Giaglione. Ecco i numeri degli amministratori che si sono schierati accanto ai comitati No Tav sconfessando la linea del confronto portata avanti dalla Conferenza dei sindaci e dal presidente della Comunità Montana della Bassa Valle, Antonio Ferrentino. Da loro arriva la richiesta - anche se il sindaco di Chiusa San Michele sta cercando il modo di tornare sui suoi passi - di abbandonare i lavori dell'Osservatorio guidato da Mario Virano. Tesi sostenuta da tempo dal Movimento. E' questa la proposta che porteranno in discussione la prossima settimana con l'obiettivo di farla condividere agli altri sindaci. Ad oggi, però, la maggioranza degli amministratori sembra intenzionata a restare al tavolo tecnico. E' la prima volta che la frattura politica tra i sindaci prende la forma di un documento politico di contestazione della linea fin qui seguita dalla Conferenza dei sindaci impersonificata da Ferrentino. Ma perché Joannas, De Bernardi e compagni chiedono di uscire dall'Osservatorio? Nel documento si legge la loro "preoccupazione/delusione per la concessione dei finanziamenti da parte dell'Ue; per la decisione univoca della Regione di dire sì alla galleria di sicurezza del tunnel autostradale del Fréjus; per la convocazione del sindaco di Chiomonte a Palazzo Chigi ma soprattutto per l'esistenza di un progetto fantasma che il governo presto tirerà fuori". Secondo i firmatari l'Osservatorio ha via via modificato il suo mandato ed è stato utilizzato con strategica precisione per richiedere i finanziamenti europei. Dunque l'Osservatorio ha "esaurito il suo compito: la linea storica non è satura e dunque non serve una nuova opera". Il gruppo di amministratori vicino ai Comitati si dice consapevole "che la Valle resterà isolata" ma, visto che il "momento in cui i progetti fantasma saranno tirati fuori dal cilindro e si tornerà a parlare di sondaggi è vicino, sarebbe da irresponsabili far finta che è lontano, allora tanto vale smascherare il gioco e studiare immediatamente nuove strategie". Joannas e soci sosteranno le loro tesi nella conferenza dei sindaci la prossima settimana. Una tesi che Gianni Favaro, segretario provinciale di Prc, partito da sempre vicino al movimento, definisce "ideologica". E spiega: "L'Osservatorio è uno strumento che non ha compiti decisionali e che è servito a cancellare il vecchio percorso e a far togliere la Tav dalla legge obiettivo. La maggioranza dei sindaci lo ritiene uno strumento utile. Siamo con loro". La novità politica arriva invece da Osvaldo Napoli, parlamentare di Forza Italia. Certo Napoli critica la sinistra radicale e i comitati che "vogliono dettare l'agenda politica" ma subito dopo lancia un messaggio al Pd: "Gli azzurri in Valle sono disponibili ad un ragionamento serio, chiaro sul futuro della Tav,che vogliamo, e sono disponibili a qualsiasi confronto politico e amministrativo".

 

 

 

 

L'amministrazione non può far finta di niente (sezione: Costi dei politici)

( da "Provincia Pavese, La" del 05-12-2007)

L'opposizione all'attacco. Valassi: "La nuova casa di riposo è avviata sulla strada del commissariamento" "L'amministrazione non può far finta di niente" VOGHERA. "Doveva essere un fiore all'occhiello per la giunta, invece la nuova casa di riposo si rivela una clamorosa bufala... E l'ennesimo aumento delle rette per cercare di tamponare le falle nel bilancio lo dimostra". Il giorno dopo il via libera ufficiale agli aumenti, l'attacco dell'opposizione è durissimo. Eppure la Pezzani non è più la casa di riposo comunale: è una Asp, un'azienda di servizi alla persona. "Un'azienda per la quale già si vedono le premesse per il commissariamento - rincara la dose Sergio Valassi del Partito democratico -. Il bilancio viaggia verso i 200mila euro di deficit, e l'aumento delle rette certo non sarà una cira visto che in un anno porterà soltanto 20mila euro in cassa. L'amministrazione non può lavarsene le mani, ma deve tornare ad occuparsi del problema cercando delle soluzioni invece di respingere quelle che sindacati e parenti hanno già fatto". Soluzioni. Ma quali? "Prima di tutto - risponde Valassi - serve un'analisi dettagliata dei costi di gestione e di funzionamento dell'edificio. Un'operazione di questo tipo non è mai stata fatta e quindi si naviga a vista. Poi si possono valutare investimenti che rendano meno costosa la gestione dell'edificio. Dopotutto era stato proprio il Cda Péezzani a spiegarchi che passando dai 4mila metri della vecchia sede ai 12mila della nuova, i costi si sono impennati". La principale preoccupazione il futuro a breve: come ripianare il bilancio visto che, al momento, l'unica fonte di ricavo sono le rette? "La trasformazione dell'Ipab in Asp, al momento, ha provocato solo un aumento dei costi - taglia corto Sergio Vitellini di Rifondazione -. continuiamo a ripetere che i revisoori dei conti potrebbero passare da tre a uno e che il Cda potrebbe rinunciare al gettone di presenza. Se non altro sarebbe un segnale di buona volontà". (s. ro.).

 

 

 

 

Un ticket non dovuto (sezione: Costi dei politici)

( da "Mattino di Padova, Il" del 05-12-2007)

UN GIORNO IN PRONTO SOCCORSO UN TICKET NON DOVUTO Lo scorso 9 novembre, giunto al lavoro, mi viene fatto rilevare di avere l'interno dell'occhio sx rosso di sangue. Uno sguardo allo specchio conferma il disturbo che mi è apparso grave. Alle 10.08 sono al Pronto soccorso dell'ospedale di Monselice e, atteso il mio turno, dialogo con un infermiere il quale dopo avermi guardato mi assegna il codice bianco per il quale non vi è urgenza trattandosi di disturbo di lieve entità. Vengo anche informato che le prestazioni di Pronto soccoros relative al codice assegnatomi sono assoggettate a ticket. Alle ore 10.53 il medico mi visita e diagnostica una ecchimosi congiuntivale occhio sx di Ndd. Mi destina alla visita oculistica del reparto ove lo specialista accerta una emorragia sottocongiuntivale setto nasale. Riassorbimento spontaneo in 8-10 gg. Prescrive: tobradex collirio x 3 x 5-6 gg - firma illeggibile. Ritorno al Pronto soccorso come mi era stato suggerito di fare ove viene compilato un foglio denominato "Importo prestazioni" di euro 43,95 di cui euro 18,95 per visita generale e euro 18,95 per visita oculistica oltre una quota fissa di euro 6,05. Mi si dice di andare nell'area gialla a pagare il ticket. Alle ore 11.29 stacco il n. 356 dal distributore della sala ove ci sono gli sportelli per l'accettazione, la prenotazione e il pagamento ticket. Leggo che ci sono 34 persone in attesa prima di me. Dopo circa 20/25 minuti dal display il mio numero viene abbinato allo sportello n. 5. La mia interlocutrice mi dice tuttavia che il pagamento va effettuato mediante l'uso di una macchina automatizzata. Sono le ore 12 trovo finalmente il meccanismo e con l'aiuto di due operatori, occasionalmente presenti per il prelievo della cassa, riesco a far apparire sul video la somma da inserire che il lettore ottico aveva rilevato dal foglio "importo prestazioni". Non era facile capire che la macchina svolgeva più funzioni fornite ad ogni successivo inserimento del foglio nell'apposita sede. Così per ripetuti inserimenti ed estrazioni, è giunta la lettura desiderata che ha prodotto la doppia distinta di pagamento previo inserimento di euro 50,00 utili a coprire l'importo di euro 43,95. Ritorno al P.S. per consegnare una copia della distinta di pagamento e finalmente alle 12.15 esco per recarmi in farmacia a prendere il farmaco prescritto. Alcune brevi riflessioni relative a questa mia storia. 1) Al Pronto soccorso chiedono le ragioni per cui non ti sei recato dal tuo medico di base. Non ci si rende conto che se non sei residente in loco devi rientrare a casa ripetendo il percorso già compiuto, che può essere di diversi chilometri, e fare la fila per aspettare i pazienti che ti hanno preceduto, bisognosi di visita, dal tuo medico. Se tutto va bene, con una prescrizione si risolve il disturbo ma se fosse qualcosa di più serio vieni rimandato al Pronto soccorso perché ormai il medico di base è ridotto a svolgere solo funzioni amministrative (vale a dire a compilare carte) non avendo all'interno dell'ambulatorio attrezzature idonee neppure per semplici interventi. 2) In una locandina esterna, posta a fianco della porta del Pronto soccorso, sta scritto che il codice di rischio va rilevato da un medico. In realtà all'accettazione il codice viene attribuito da un infermiere. Il paziente non possiede conoscenze per attribuirsi un rischio ciò nonostante viene penalizzato con il pagamento di una somma. Il male non è una scelta e come tale andrebbe esente per mancanza di colpa causativa del disturbo lamentato. Per tale ragione dovrebbe essere coperto dal Servizio Sanitario Nazionale, avendo il paziente già anticipato con le tasse versate i costi della spesa sanitaria per l'eventualità che si presenti la necessità di richiedere la prestazione. 3) Le medicine indicate alla richiesta di Pronto soccorso richiedono che siano recepite nella apposita prescrizione del S.S.N. - Regione Veneto - da compilarsi dal medico di base. Pertanto devi recarti nuovamente in ambulatorio per tale adempimento a meno che non ti faccia carico del costo dei farmaci per intero. Non è finita. Al pronto soccorso con te attendono anche gli extracomunitari (regolari o clandestini) ai quali viene riservato un occhio di riguardo e non pagano una lira perché è tutto gratis. Viene spontaneo chiedersi a quanto ammonterebbe l'integrazione delle tasse all'origine per non essere disturbati con il ticket ed evitare la trafila delle aree gialle, rosse o blu (non so i daltonici come se la cavano), le attese per il versamento del balzello e gli accessi per giustificare gli adempimenti effettuati. Ma al di là di questa utile curiosità di bilancio, sorge l'altra considerazione per la quale se le entrate sono inferiori alla spesa sanitaria da sostenere perché fornire prestazioni gratuite agli extracomunitari (regolari o clandestini)? Fine di una storia quotidiana che investe migliaia di persone che ogni giorno si rivolgono al P.S. per chiedere prestazioni sanitarie negli Ospedali della Regione Veneto e di altre. Angelo Curtarello.

 

 

 

 

Municipi: aboliamo il decentramento La proposta provocatoria del VI Municipio per protestare contro l'articolo 26 della Finanziaria Gli sprechi sono altrove, noi siamo le strutture (sezione: Costi dei politici)

( da "Unita, L'" del 05-12-2007)

Stai consultando l'edizione del Municipi: aboliamo il decentramento La proposta provocatoria del VI Municipio per protestare contro l'articolo 26 della Finanziaria "Gli sprechi sono altrove, noi siamo le strutture democratiche più vicine ai bisogni dei cittadini" di Gioia Salvatori Provocazione: un odg di un municipio che chiede l'abolizione di se stesso. Succede al municipio Roma VI dove all'unanimità i consiglieri ieri hanno votato un ordine del giorno che chiede al sindaco di Roma l'abolizione degli articoli dello statuto comunale che istituiscono le ex circoscrizioni. Obiettivo della protesta sono i tagli ai costi della politica previsti dalla finanziaria 2008 che stabiliscono la riduzione dell'indennità di presenza per i consiglieri municipali (da un terzo a un quarto dell'indennità percepita dal presidente) e impossibilità di chiedere aspettativa, a meno di pagarsi i contributi di tasca propria, per presidenti e assessori che siano lavoratori dipendenti. "Scriveremo una lettera a tutti i parlamentari eletti a Roma per scongiurare questi tagli - dice il capogruppo del Pd del VI parlamentino, Giammarco Palmieri -. I costi della politica sono altrove". I tagli sono un colpo al decentramento. Assurdo togliere l'aspettativa ai presidenti, significa spogliare i municipi dei poteri politici, avere minisindaci part-time e aumentare il distacco tra politica e cittadini", dice il presidente del V municipio, Ivano Caradonna. Levata di scudi anche dall'aula Giulio Cesare dove tutti i capigruppo hanno sottoscritto una lettera anti-tagli, inviata ai loro omologhi alla camera dei deputati. "Non siamo contrari ai tagli in sé ma al fatto che colpiscano solo istituzioni che non sono certo le più costose", dice il presidente del consiglio comunale romano, Mirko Coratti, che lancia un appello ai suoi colleghi delle grandi aree metropolitane: "Uniamoci e facciamo noi una proposta di tagli ai costi della politica". Tagli che, si legge nella lettera inviata dall'aula Giulio Cesare a Montecitorio, si abbattono "come una mannaia sui consigli comunali e municipi" mentre "per il Parlamento si usa il bisturi". Ma nel mirino ci sono anche le Regioni e i loro consiglieri che, "pur governando regioni con lo stesso numero di abitanti di Roma - dice Coratti - percepiscono indennità di 8mila-12mila euro mensili mentre a un consigliere comunale ne vanno 2000 massimo (per gettoni di presenza, non più di 25 al mese)". Circa 50 euro per seduta, invece, vanno a un consigliere municipale con il tetto di 19 presenze mensili (950 euro al mese lordi). "ASSURDO togliere l'aspettativa ai presidenti", sostiene Ivano Caradonna (V). "Vuol dire togliere forza politica ai mini-sindaci che diventerebbero part-time".

 

 

 

 

Porto, chiesta una nuova commissione per discutere su sviluppo e servizi (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 05-12-2007)

Iniziativa dei gruppi di opposizione Ds Bancole e Uniti nel centrosinistra Porto, chiesta una nuova commissione per discutere su sviluppo e servizi PORTO. Istituire una commissione consiliare, riservata alla discussione della programmazione dello sviluppo del territorio e dei servizi. Lo chiedono in conferenza stampa i gruppi d'opposizione Ds Bancole ed Uniti nel centro sinistra, rispettivamente rappresentati da Ettore Aristarco; Angelo Andreetti e Roberto Trentini, insieme al coordinatore dell'Unione comunale dei Ds, Pierclaudio Ghizzi. La proposta nasce dalla consapevolezza che anche alle minoranze sta a cuore il futuro della comunità. Riuscire a parlare di argomenti importanti prima dell'adozione in consiglio, viene definita "un'opportunità che va a beneficio della stessa maggioranza". "L'amministrazione attuale cambia in tempi rapidissimi le scelte adottate - rilevano i consiglieri -. Siamo contrari a questa improvvisazione. In tutti i Comuni vengono coinvolte le minoranze nelle commissioni, che tra l'altro sono previste nello statuto comunale. A Porto non ne esiste nessuna". In tal senso si era espresso recentemente in consiglio, anche lo stesso Aristarco, senza però ottenere risposte. La preoccupazione degli esponenti di minoranza, che a loro avviso è ormai diventata una convinzione, è che le decisioni amministrative "vengano adottate da qualcuno che non fa parte dell'amministrazione". "Il clima è cambiato rispetto al passato - ribattono -. Basta vedere cosa avviene nelle sedute consiliari. La situazione sta degenerando. Il sindaco non ha più il ruolo per il quale è stato eletto dai cittadini. Va riequilibrato il rapporto tra Comune ed Asep, perchè sembra che si comincino a delegare alla società anche le decisioni politiche. Esortiamo i consiglieri di maggioranza a smarcarsi da questa situazione". In merito alla realizzazione della nuova sezione per l'infanzia che verrà collocata a Sant'Antonio, l'Unione comunale dei Ds non condivide quanto sostenuto dal primo cittadino. "Se c'era davvero la convinzione da alcuni anni di avere una lista d'attesa così numerosa e si è voluto procedere ad una nuova sezione, perchè la giunta alcuni giorni prima aveva proposto di spostare del personale del nido altrove? - si chiedono -. Ci hanno provato, ma hanno dovuto fare retromarcia a causa delle proteste dei genitori e di tutte le opposizioni". Se la maggioranza consentirà ad istituire la commissione richiesta, dichiarano fin da ora di essere disposti a rinunciare al gettone di presenza. Graziella Scavazza.

 

 

 

 

È emergenza infermieri: ne mancano oltre 7mila (sezione: Costi dei politici)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 05-12-2007)

Nord-Ovest sezione: PROFESSIONI e LAVORO (con Fon data: 2007-12-05 - pag: 13 autore: Sanità. L'allarme da Collegi e sindacati: il fabbisogno maggiore in Piemonte è emergenza infermieri: ne mancano oltre 7mila Stranieri risorsa indispensabile: 3.240 in servizio nelle tre regioni Fabrizio Pasquino Senza gli infermieri stranieri la sanità piemontese e quella ligure sarebbero in forte difficoltà. In più, secondo dati dei sindacati di categoria, in tutto il NordOvest mancherebbero all'appello più di 7mila infermieri, 5mila nel solo Piemonte. Ospedali, cliniche private, case di riposo, istituti per anziani e disabili non autosufficienti cercano come il pane infermieri professionali. In base all'ultimo rapporto Excelsior di Unioncamere sono al secondo posto nella top ten dei mestieri che le aziende fanno fatica a rintracciare sul mercato, alle spalle solo dei falegnami. La tendenza è quella di ricercare personale all'estero da formare in Italia: in particolare in Ungheria, Romania, Ucraina, Polonia, Bangladesh e America Latina. Nel Nord-Ovest gli infermieri sono 38.684, di cui 3.240 stranieri. Il 75% di questi ultimi proviene dai Paesi dell'Est europeo, il 25%dall'America Latina.E portare in Italia un infermiere romeno già formato costa circa 4mila euro. La situazione è drammatica. Nel 2022 in Italia quasi il 60% degli infermieri avrà più di 46 anni e i neolaureati in scienze infermieristiche sono appena 9mila l'anno,con un ricambio fisiologico di 13-14mila unità.Quest'anno ai test d'ingresso a infermieristica, sono state 755 le domande, a fronte di 366 posti a Genova, e 487 per 280 posti alle Molinette. Il numero chiuso limita fortemente l'accesso alla professione da parte dei giovani. Ma esiste anche un problema legato alla percezione che si ha della professione: il lavoro dell'infermiere è spesso visto attraverso vecchi stereotipi, senza considerare che questa figura ha oggi un percorso di carriera specifico all'interno del Servizio sanitario nazionale. Quelli sanitari, di cui gli infermieri sono la maggioranza, sono tra i laureati di primo livello che, secondo l'ultimo rapporto Almalaurea, guadagnano mediamente di più: 1.235 euro netti mensili contro 1.103 dei laureati del gruppo economico-statistico. Secondo Alessandro Pompili, infermiere abilitato alle funzioni direttive, segretario aziendale dell'Asl 5 nel Torinese e membro della segreteria provinciale del sindacato Fials, non è proprio così: "Bisogna rendere "appetibile" la professione infermieristica anche e soprattutto sul piano economico. I colleghi europei guadagnano mediamente il 30% in più. Ecco perché noi chiediamo che nel prossimo con-tratto, (quello vecchio è scaduto da ormai due anni), ci sia l'adeguamento al livello europeo. Inoltre, le indennità legate al disagio, come la reperibilità e il turno notturno o festivo, sono remunerate con tariffe vecchie di ben 17 anni". In Piemonte gli iscritti all'Ipasvi, il collegio di riferimento, sono 24.441, quasi la metà concentrati a Torino (11.861), di cui 2.444 stranieri. Servono 3.500 infermieri solo a Torino, denuncia il Collegio torinese. "Solo all'ospedale delle Molinette –dice Giuseppe Rovelli, presidente del Collegio Ipasvi di Torino – sarebbero necessari almeno 200 infermieri in più rispetto all'organico attuale. Che non sempre vuole dire uomini in più rispetto al numero totale di quelli già in forza all'azienda, ma uomini che magari già ci sono e non sono impiegati dove dovrebbero perché costretti a fare altro". In Liguria, secondo i parametri dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), si calcola che su 13.401 infermieri (di cui 676 stranieri) manchino all'appello circa 2mila unità. Ma i vertici dei collegi provinciali della Liguria, riguardo alla quantificazione della carenza infermieristica, concordano nel ritenerla di difficile valutazione: "Il vero problema – spiega Marina Daccà, vicepresidente dell'Ipasvi di Genova – è determinato dalla gestione e dall'organizzazione. Vanno segnalate alcune particolarità relative alla Asl 5 della Spezia dove una riorganizzazione, peraltro non ancora ultimata, ha permesso una riduzione di personale infermieristico in servizio. Il modello medico-centrico, attualmente diffuso, determina l'assegnazione dell'operatore in base alla prestazione medica erogata, a prescindere dalla valutazione del bisogno assistenziale ad essa correlato. Non comprendiamo come sia possibile quantificare ciò che manca se non dopo un'attenta analisidi ciò che serve". In Valle d'Aosta, gli iscritti al Collegio Ipasvi sono 842 di cui 120 stranieri, ma al sistema sanitario regionale è ancora necessaria una cinquantina di infermieri in più di quanti sono in servizio attualmente per rispettare i parametri Ocse. www.ipasvi.it Il sito della Federazione nazionale Collegi infermieri professionali.

 

 

 

 

Quanto è lungo il percorso per predisporre il piano per commercio su area pubblica. E' tra (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero, Il" del 05-12-2007)

Scorso un anno e mezzo fra l'approvazione del regolamento per il commercio su area pubblica e l'avvio delle procedure per redigere il piano. Ma soprattutto: dopo avere affidato l'incarico a Risorse per Roma, società per azioni con capitale al 97 per cento del Campidoglio, ecco che tre mesi dopo l'assessorato al Commercio decide stanziare altri 17 mila euro. Perché Risorse per Roma - che pure viene pagata per questo incarico - evidentemente ha bisogno di rinforzi. Chi sono i rinforzi, chi è andato a fare parte del gruppo di lavoro? Dirigenti del Campidoglio. Anche del dipartimento VIII, vale a dire dell'Assesorato al Commercio. Che per ogni seduta del gruppo di lavoro ricevono 95,80 euro come gettone di presenza. Vediamo la cronistoria della vicenda. Il 6 febbraio del 2006 il Consiglio comunale approva il regolamento del commercio su area pubblica. Indica una serie di regole a cui i venditori su area pubblica dovrebbero attenersi. Le violazioni, per la verità, sono numerose, per la verità, la più banale e divertente è quella in base alla quale le bancarelle non potrebbero appendere le magliette che vendono. Dopodichè per fare davvero ordine nel settore serve un piano del commercio su area pubblica. Ma l'andamento è lento. E infatti trascorrono quattordici mesi fra il varo del regolamento e l'emanazione da parte dell'assessorato al Commercio della direttiva che avvia "tutte le iniziative finalizzate alla predisposizione di un piano del commercio su area pubblica". Ecco che il 23 maggio 2007 viene affidato a Risorse per Roma l'incarico di "redigere il piano". Tutto a posto, no? Una società esterna si mette al lavoro e se qualcuno ha deciso di affidarle l'incarico è perché ha gli strumenti e le competenze per farle, no? Sbagliato. Ecco che il 27 agosto arriva una nuova determinazione dirigenziale che spiega proprio il contrario, dice che a Risorse per Roma bisogna dare una mano: "Vista la complessità e la vastità della materia trattata - si legge nel provvedimento -, fra le indicazioni che l'assessore ha impartito vi è la previsione della costituzione di un apposito gruppo di lavoro che veda la partecipazione interdisciplinare degli uffici al fine di supportare l'attività in oggetto". Morale: entrano a fare parte del gruppo di lavoro dodici dirigenti (fra cui lo stesso che firma la determinazione dirigentale). Così al loro normale stipendio vanno ad aggiungere i gettoni di presenza da quasi cento euro a riunione per un totale di 17 mila euro spesi dall'amministrazione pubblica.

 

 

 

 

La maratona è costata 28.219 euro Bianchi ringrazia il personale (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 05-12-2007)

SUPER LAVORO DELL'UFFICIO La maratona è costata 28.219 euro Bianchi ringrazia il personale LA MARATONA delle 9 sedute della IV commissione, di cui 3 congiunte con la III, V e VI più, e delle 7 sedute del consiglio comunale, di cui 2 per la revoca della stu Nuovo Centro e l'assestamento di bilancio, e 5 per l'adozione della variante e del piano attuativo del Nuovo Centro, è costata 28.219,62 euro. Questa somma comprende gli 8477 euro dei gettoni di presenza per i consiglieri e i rimborsi per tre di loro che lavorano nelle banche. "Questi ultimi incidono di più sui costi del consiglio ? spiega il presidente dell'assemblea Enrico Bianchi ? a differenza dei dipendenti pubblici e dei libero-professionisti". Bianchi ci tiene a sottolineare che "se nell'arco della stessa giornata si sono tenute tre sedute il gettone di presenza pagato, 55,7 euro lordi ad eletto, è stato unico". Bianchi ringrazia poi "il personale dell'ufficio di presidenza e il responsabile Carlo Diana. Hanno svolto un lavoro encomiabile con ritmi impressionanti" e aggiunge "da otto anni e mezzo sono qui in consiglio e non ho mai assististo ad una maratona del genere". - -->.

 

 

 

 

R INNOVATO, e ampliato, il consiglio di amministrazione del (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 05-12-2007)

La società "Polis Spa", che gestisce i parcheggi cittadini. L'assemblea dei soci (con il Comune che dispone del 51,01 per cento delle azioni) si è riunita nel pomeriggio di ieri e, oltre alla scelta del nuovo presidente, ha dovuto anche approvare la modifica dello statuto, passando a un "cda" a 9 membri, contro i 7 del precedente organismo. Per quanto concerne la parte pubblica, il Comune avrà 5 rappresentanti (prima ne aveva uno di meno) nelle persone di Ugo Giurlani, dell'avvocato Maurizio Campo, di Gabriele Spadoni, Amerigo De Cesari e Alessandro Gabriele. Per quanto concerne la componente privata, confermati i consiglieri uscenti Giovanni Valentini, Velio Bellini, Gianfranco Del Grande con la new-entry di Giuliano Giuliani (della Cipriano Costruzioni). Ricordiamo che la parte privata comprende il 48,09 per cento delle azioni per "Ati Valore" (di cui fanno parte: Beyfin Spa di Campi Bisenzio, La Valore Spa di Prato, la Sercom Srl di Porcari, la Nial Srl di Porcari, la F.P.M. Spa di Lucca e la Cipriano Costruzioni appunto). Il restante 0,9 per cento delle azioni è di proprietà di Camera di commercio e dell'Associazione Industriali. Invariati i compensi annui lordi, che resteranno dunque di 24mila euro per il presidente, 9mila per il vice presidente, 18mila per il consigliere delegato, mentre gli altri consiglieri avranno 6mila euro. Per i componenti della parte pubblica è previsto inoltre un gettone di presenza di 100 euro. L'assemblea adesso tornerà a riunirsi nei prossimi giorni per nominare il presidente, il suo vice e il consigliere delegato. Molto probabile la conferma al timone della società di Ugo Giurlani, così come quella di Giovanni Valentini per la carica di amministratore delegato. AL MOMENTO intanto non ci sono cambiamenti, invece, sul fronte della società Metro, che è partecipata al 100 per cento da "Polis Spa". - -->.

 

 

 

 

Fraternita, gettoni invariati. E la riorganizzazione torna in consiglio (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Arezzo)" del 05-12-2007)

IL CASO LA DELIBERA IL 13 IN AULA DOPO LA CLAMOROSA BOCCIATURA SPACCA-MAGGIORANZA Fraternita, gettoni invariati. E la riorganizzazione torna in consiglio "SE VOGLIONO che per la gestione dei cimiteri si faccia una gara, contenti loro. Ma si sappia che chi vince, vince". Non nasconde amarezza e vena polemica l'assessore al bilancio Giuseppe Marconi che si appresta a riportare nell'aula del consiglio comunale la delibera sulla riorganizzazione della Fraternita dei Laici clamorosamente bocciata nell'ultima seduta per il non pronunciamento di alcuni consiglieri di maggioranza. IN SOLDONI, la riorganizzazione consiste nella costituzine di una scoietà "in house" per la gestione dei cimiteri comunali, con il conseguente riassetto dei ruoli interni. Marconi dovrà ovviamente modificare la delibera non potendo ripresentare quella bocciata. Sparirà così il progettato aumento dei gettoni di presenza per i membri del Cda. (Nella foto: il rettore Gerardo Vettese) - -->.

 

 

 

 

Perbellini sale in Bmw per la guida del 2008 (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 05-12-2007)

ISOLA RIZZA. Il vademecum del viaggiatore curato dalla casa automobilistica mette al primo posto tra gli oltre mille ristoranti citati proprio quello di via Muselle Perbellini sale in Bmw per la guida del 2008     Alberto Cogo Arriva come la classica ciliegina sulla torta l'ennesimo riconoscimento al ristorante Perbellini di Isola Rizza. Questa volta a premiare la cucina e il servizio di Giancarlo e della moglie Paola è stata la Bmw, storico marchio automobilistico tedesco che da 18 anni propone la propria guida d'Italia. A Perbellini è andato il premio di ristorante dell'anno 2008, primo tra gli oltre 1200 citati nel "vademecum del viaggiatore e del gastronauta". La giuria, dopo aver incrociato le valutazioni degli esperti sui migliori dieci ristoranti d'Italia, ha riconosciuto a quello di Isola Rizza la capacità di abbinare sapori della tradizione con accostamenti e tecniche di cucina moderne. Il premio chiude un 2007 di successi per il locale di via Musette: le tre forchette del Gambero Rosso (unico a Verona con l'Arquade di Villa del Quar a Pedemonte) e la conferma delle due stelle sulla guida Michelin (anche se quest'anno c'era l'attesa per la terza ed ultima stella). Giancarlo Perbellini ha ricevuto il premio a Milano la scorsa settimana, durante la cena di gala di presentazione della guida. "Ho preparato anche parte del menù per gli oltre 250 invitati: antipasto e secondo piatto a base di granseola e crema di pistacchi", racconta lo chef. "È un riconoscimento che ci fa molto piacere anche perché parte del ricavato dalla vendita di ciascuna guida andrà alla ricerca per la medicina rigenerativa del centro San Raffaele". Il premio della guida Bmw era spettato negli scorsi anni a ristoranti del calibro del San Domenico di Imola dello chef Valentino Marcattili e de Le calandre di Rubano dei fratelli Alajmo, da molti anni in cima all'olimpo della cucina italiana e nei sogni di tutti i buongustai. Nelle oltre 800 pagine la guida 2008 censisce 900 località in tutto il Paese con tremila indirizzi tra ristoranti, alberghi e negozi suddivisi regione per regione. Il libro distribuito da Mondadori vuole essere un vademecum per il guidatore-viaggiatore e contiene consigli ed indirizzi per il tempo libero. Sarà in vendita da questo mese nelle librerie a 20 euro e verrà regalato a tutti i nuovi clienti Bmw.

 

 

 

 

Calo demografico: Clinica Salus dopo oltre mezzo secolo di attività chiude Ostetricia (sezione: Costi dei politici)

( da "Salerno notizie" del 05-12-2007)

Cambiano i costumi e con loro anche le scelte delle donne moderne che negli ultimi quindici anni hanno preferito puntare sulla realizzazione professionale piuttosto che sulle gioie della maternità. Dopo quasi mezzo secolo di ostetricia ed oltre 17mila parti alle spalle, una media superiore ai 300 parti ogni anno, la Clinica Salus di Battipaglia (prima struttura sanitaria di Battipaglia fondata nel dopoguerra) decide di dare un taglio all'assistenza alle partorienti e punta tutto sulla ginecologia. Dal 10 dicembre prossimo chiuderà il reparto di ostetricia che in questi anni ha servito l'intera provincia di Salerno per potenziare invece la ginecologia, e l'assistenza delle donne, diagnostica e terapeutica, che continuerà a vedere la direzione del dottor Nalì Dante. La scelta dei vertici della casa di cura nasce dall'esigenza di raggiungere ogni anno la soglia minima di circa 700 parti, per ottenere l'accreditamento dalla Regione Campania. Un problema che, allo stato attuale, riguarda il 90% delle strutture sanitarie convenzionate salernitane con il Sistema Sanitario Nazionale. Il calo demografico ha imposto quindi una nuova pianificazione dei servizi sanitari offerti dall' azienda. Un ultimo sforzo i vertici dell'Azienda lo stanno compiendo allo scopo di salvaguardare i livelli occupazionali. Le dieci unità in forza al reparto di ostetricia, verranno tutte o quasi assimilate agli altri reparti. 05/12/2007.

 

 

 

 

Cara Presidenza del Consiglio (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)

Oggi è Mer, 05 Dic 2007 Edizione 266 del 05-12-2007 Costi della politica Cara Presidenza del Consiglio di Claudio Romiti Nonostante gli altisonanti proclami espressi da Prodi & company sui tagli ai costi della politica, la sola Presidenza del Consiglio è costata ben 114 milioni di euro in più nel 2007. Lo certifica la commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta per la cronaca da Luciano Violante. Ma non è finita. Nel 2008 il governo prevede di spendere per questa voce 832, 30 milioni, ovvero il 26% in più. Ora, tutto ciò assume un aspetto particolarmente "bizzarro" in quanto la dimensione della struttura in oggetto è rimasta sostanzialmente immutata. Comunque sia, l'intero mondo della politica mostra una abnorme tendenza ad espandersi; sia nel numero dei personaggi che la popolano e sia nella quantità e nella qualità dei relativi appannaggi. Sotto questo profilo, al di là delle promesse del ministro Santagata, l'aver stabilito il record mondiale dei sottosegretari e dei viceministri (un totale di 104 poltrone contro le 30 della Francia di Nicolas Sarkozy,per il quale evidentemente la "grandeur" di un Paese non si misura col numero delle poltrone da distribuire) costituisce una grave responsabilità per l'attuale maggioranza. Ciò rappresenta la prova provata che soprattutto sotto la guida del centrosinistra i confini dei privilegi della politica professionale raggiungono nuovi territori inesplorati. Il miracolo della moltiplicazione delle ambite poltrone e degli incarichi profumatamente retribuiti si compie mirabilmente all'interno di un governo che per tenersi a galla è costretto a contrattare con l'ultimo dei suoi pasdaran. Tutto questo, poi, mentre si continuano a chiedere ai cittadini comuni enormi sacrifici sul piano fiscale. Più tasse in cambio di nuovi benefici concessi ai depositari istituzionali del bene comune in salsa rossa. Una sorta di redistribuzione al contrario nella quale una classe di avidi mandarini si accaparra le risorse di chi tira con sempre maggior fatica la carretta italia. E la chiamano giustizia sociale.

 

 

 

 

Magistratura e stampa unite per una "Santa Inquisizione" (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)

Oggi è Mer, 05 Dic 2007 Edizione 266 del 05-12-2007 Nel '94 il libro di Luciano Perelli "Corruzione politica nell'antica Roma" per spiegare Tangentopoli Magistratura e stampa unite per una "Santa Inquisizione" di Pier Franco Quaglieni Afarmi capire in modo inequivocabile nei primi anni '90 che il comportamento di certa magistratura simboleggiata da Di Pietro fosse da rigettare come lesivo della libertà e delle stesse garanzie costituzionali fu un grande latinista torinese, Luciano Perelli, uomo che veniva dalla Resistenza e che mi disse apertamente che il protagonismo di certi magistrati, appoggiato da certo giornalismo urlato, andasse considerato una nuova "Santa Inquisizione". Senza incertezze Perelli mi disse che certi magistrati gli facevano pensare alla Gestapo (Perelli aveva avuto il padre ed il fratello in carcere durante il fascismo), che il carcere preventivo diveniva una nuova forma di tortura e che certi metodi investigativi erano in profondo contrasto con le norme del diritto. La dirittura morale di Perelli e la sua indignazione mi portarono a maturare in modo lucido e certo quella ripugnanza istintiva che avevo subito provato per l'operato di certi magistrati di rito ambrosiano. La chiacchierata con Perelli fu per me come rileggere Beccaria in rapporto alla realtà italiana dei primi anni Novanta. Luciano Perelli nel '94 pubblicò da Rizzoli un documentatissimo libro sulla "Corruzione politica nell'antica Roma". Coraggiosamente, senza accodarsi al giacobinismo forcaiolo di moda in quegli anni bui, l'autore documentò come il tasso di corruzione in Roma non fosse neppure confrontabile con quello -tutto sommato assai più ridotto- delle nostre Tangentopoli moderne. La pubblicazione di quel libro costò a Perelli un violentissimo attacco da parte di "Repubblica" a firma di Luigi Malerba che, senza confutare i dati raccolti da Perelli, definì il libro come "una vecchia solfa giustificatrice e un tentativo di nobilitare il latrocinio pubblico con qualche manciata di latino". Perelli ne uscì molto amareggiato e certo non bastò un mio articolo sul quotidiano "L'informazione" per ristabilire la verità. Certi attacchi lasciano lividi che può capire solo chi li abbia subiti in prima persona. Luciano Perelli morì lo stesso anno, poco dopo il linciaggio subito da parte di chi non conosceva affato il livello morale ed intellettuale di questo grande studioso torinese. Caso forse più unico che raro, Perelli aveva alternato nella nostra Università l'insegnamento della letteratura latina con quello della storia romana, rivelando nel contempo la finezza del critico letterario ed il rigore del ricercatore storico. Autore di saggi fondamentali su Lucrezio e Terenzio, aveva anche scritto studi storici pregevolissimi sul I secolo a.C. e sul pensiero politico di Cicerone. Inoltre, egli era autore di opere scolastiche di alto livello, come, ad esempio, un'agile storia della letteratura latina che, pur adottatissima nei licei, di recente, l'editore Paravia ha ritenuto di non ristampare più, privilegiando opere di impianto ideologico inequivocabilmente distante dal laicismo liberale e democratico di Perelli. Sono stato suo amico e collega nell'antica federazione dei docenti fondata da Salvemini nel 1901, in momenti in cui, sotto la guida di Mario Gliozzi e di Giuseppe Tramarollo, tentammo disperatamente di difendere la scuola dall'ondata del permissivismo e del facilismo del dopo '68. La nostra fu una battaglia perduta che va però rivendicata ad onore di chi, invece di piegare la schiena di fronte alla demagogia e alla viltà di presidi, provveditori, ministri, cercò di porre argine al dilagare dello sfascio della scuola pubblica. In quella battaglia controcorrente in cui fummo potenzialmente tutti nel mirino del terrorismo, Perelli ci fu di esempio e di guida. I pochi giovani professori che allora seguirono il suo magistero politico e morale gli debbono molto perché quella battaglia di difesa della scuola e della serietà degli studi era una battaglia di civiltà che andava comunque condotta e resta uno dei titoli di merito di chi non ha esitato a parteciparvi sotto lo stimolo di un uomo come Perelli e pochissimi altri, tra cui va ricordato il grande Roberto Berardi. Nel decennale della morte nessuno lo ha ricordato ed i suoi stessi studi, pur così pregevoli, sembrano essere stati dimenticati. Ci sarà qualcuno che, fuori o dentro l'Università, vorrà ricordarlo, al di là degli anniversari, oggi sempre meno rispettati? Magari insieme ad un altro grande latinista dimenticato, Vincenzo Ciaffi. Sarebbe anche un atto dovuto per risarcirlo di quell'attacco volgare che tanto angustiò i suoi ultimi giorni di vita e che allora nessuno ebbe il coraggio di rintuzzare nei modi dovuti, se ci accetta il mio modesto articolo. A Luciano Perelli va resa una giustizia almeno postuma perché tutti sono debitori di qualcosa nei confronti di un uomo dalla moralità intemerata, unita ad una cultura straordinaria e libera. Libera da ogni ideologismo e da ogni conformismo.

 

 

 

 

<Politici, rinunciate alle indennità e per Natale illuminate la città> (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 05-12-2007)

Caltagirone Provocatorio appello di Confcommercio in vista delle festività "Politici, rinunciate alle indennità e per Natale illuminate la città" Il presidente Salerno: l'aspetto turistico non si può improvvisare Omar Gelsomino Caltagirone Quest'anno il Natale sarà meno ricco di eventi, di illuminazione e di addobbi. A causa della mancanza di risorse economiche non vi sarà niente di tutto questo o, quanto meno, vi sarà un ridimensionamento rispetto a quello che è stato fatto negli anni passati. E certamente non è di poco conto considerato che ogni anno in questo periodo la città è visitata da decine di migliaia di turisti. Il direttivo della Confcommercio ha indirizzato una lettera aperta a tutti gli organi istituzionali, sindaco, Giunta, consiglio comunale, consiglieri provinciali, deputati regionali, nazionali e senatori eletti nel collegio di Caltagirone: "Politici, il Natale merita! Rinunciate ad un mese di gettoni ed indennità per illuminare e organizzare il Natale. Anche per questo Natale l'amministrazione comunale non provvederà ad illuminare le strade della città per il periodo natalizio per mancanza di fondi. Alcune importanti manifestazioni di attrattiva turistica, quali il Presepe vivente e la Carovana dei magi, sono state tagliate per lo stesso motivo. L'ultima illuminazione della città, per il Natale 2005, è stata realizzata grazie al contributo raccolto dai commercianti che si sono autotassati. Una volta tanto dovrebbero essere i nostri amministratori comunali, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, deputati e senatori a fare un sacrificio rinunciando per il mese di dicembre ai compensi che percepiscono per lo svolgimento di queste funzioni pubbliche. I commercianti, gli operatori turistici, gli artigiani, i pubblici esercizi chiedono a tutti coloro che hanno ricevuto "luce" dagli elettori di Caltagirone, che sono stati votati per dare "nuovi lustri" a questa città, di dimostrare con i fatti il proprio impegno per la collettività devolvendo l'importo dei propri compensi, gettoni ed indennità alla illuminazione natalizia della città ed alla organizzazione del Natale". "Sull'aspetto turistico ed economico non si può improvvisare ogni volta - dichiara Angelo Salerno, presidente di Confcommercio - ma deve essere legato ad un progetto che stabilisca il vero rilancio di questo territorio che vive oggi solo ed esclusivamente di questo. Per cui poiché vediamo una scarsa promozione, e lo riscontriamo dai numeri e dalle prenotazioni, quest'anno ci sarà un calo notevole, anche se ovviamente speriamo che non sarà vero, perché per noi è molto importante. Provocatoriamente abbiamo detto che per mettere a fuoco il problema abbiamo lanciato questo appello. "Sappiamo che la provocazione - conclude Salerno - ha suscitato particolari reazioni tra i politici di entrambi gli schieramenti... quando vengono toccate le loro tasche iniziano a diventare concreti. Questo è il risultato di chi abbiamo eletto, non credo che tutti abbiano l'interesse verso la città se non legato alle poltrone e agli incarichi che fanno gola a qualcuno. Per organizzare il Natale bastavano tra i 40 ed i 50 mila euro, il consiglio comunale solo nel mese di dicembre avrebbe potuto accantonare quasi 12 mila euro: se in un anno si rinunciasse al gettone di presenza si potrebbero impiegare quei soldi nella promozione turistica e di tulle le iniziative che in questi anni ci hanno reso appetibili dal punto di vista economico e turistico". (mercoledì 5 dicembre 2007).

 

 

 

 

Nasce il Laboratorio per la valutazione della performance in sanità (sezione: Costi dei politici)

( da "SaluteEuropa.it" del 05-12-2007)

Dalla capacità di analizzare e valutare l'attività nasce la spinta al miglioramento continuo: si può sintetizzare così il percorso che sta avviando in questi mesi il Sistema Sanitario Nazionale, impegnato in una fase delicata e importante di modernizzazione. Una netta accelerazione in questo senso arriva oggi dalla nascita del Laboratorio per la valutazione della performance in sanità, sancita nel corso del convegno che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità, con la partecipazione del Ministro della Salute Livia Turco, del Ministro Giuliano Amato e di Ignazio Marino, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Obiettivi dell'incontro, la discussione delle migliori esperienze nazionali e internazionali nel campo della valutazione della performance e la concertazione tra le Regioni di un impegno comune e continuativo nel tempo per la realizzazione di un sistema nazionale che, tenendo conto delle specificità territoriali, permetta comunque una sintesi coerente, significativa e confrontabile dei risultati ottenuti. La discussione delle esperienze della regione spagnola di Valencia e di quella canadese dell'Ontario, in apertura dei lavori, hanno aperto una finestra su realtà internazionali avanzate, quali la Gran Bretagna, l'Olanda e il Giappone, da cui derivano spunti interessanti per la costruzione di un modello valutativo originale, "tagliato" su misura di un sistema come quello italiano, che combina la centralità degli indirizzi programmatici e dei flussi finanziari con il ruolo fondamentale svolto dalle singole regioni, partendo dall'esempio toscano, attualmente il più maturo. In questa regione infatti, grazie al lavoro del Laboratorio Management e sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è stato messo a punto un sistema di valutazione a "bersaglio" che, sulla base di centinaia di indicatori, mette a disposizione del governo della macchina sanitaria dati certi e trasparenti sui risultati ottenuti dal sistema nel suo complesso e da specifiche aree operative. Dati che riguardano la capacità di centrare gli obiettivi di sistema, di raggiungere e mantenere le condizioni di equilibrio economico finanziario, ma anche e soprattutto i risultati considerati significativi per migliorare lo stato di salute e il benessere dei cittadini, come la qualità dei servizi, l'appropriatezza, la produttività delle risorse, la capacità di soddisfare le esigenze e le attese degli utenti e il grado di gradimento e di soddisfazione del personale dipendente. Si tratta quindi di una vera e propria sfida per tutto il sistema, non di uno strumento per dare il "voto" al management e al sistema aziendale, ma di un vero e proprio laboratorio, partecipato, dinamico e flessibile per capire, crescere ed apprendere, un modo per valorizzare ciò che è eccellente e per migliorare là dove emergono elementi e zone di criticità e debolezza. Gli spunti e le esperienze presentate sono state discusse dai numerosi rappresentanti delle Regioni che hanno partecipato all'incontro romano e che hanno condiviso l'obiettivo di contribuire attraverso il Laboratorio alla costruzione e condivisione di un sistema nazionale di valutazione. La Fondazione Lilly, attenta alle politiche di supporto e miglioramento alla managerialità del sistema sanitario italiano, ha voluto sostenere economicamente l'iniziativa, con l'augurio che le esperienze e i suggerimenti di tutte le Regioni possano dar vita ad un sistema di valutazione della performance sanitaria condiviso.

 

 

 

 

La "casta" di palazzo Moroni (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 05-12-2007)

L'immagine del Comune di Padova? La fanno quattro Alfa 159 Distintive 2.4 Piccole caste di casa nostra crescono. A suon di centinaia di migliaia di euro. All'anno. Già, perché quel che succede a Roma accade anche a Padova. Curiosando tra le delibere del Comune, infatti, si scopre come i costi della politica continuino a salire e come certe spese forse non siano del tutto oculate. Altro che tagli e sacrifici. E non si tratta di guardare a destra o a sinistra: lo spreco sembra essere assolutamente trasversale.NON PIANGE IL TELEFONO - 56, 97, 122. Non sono le misure di una pin-up marziana ma i milioni (di vecchie lire) spesi da sindaco e assessori per comunicare. Con il telefonino. Il triennio di riferimento è il '98-2000, ma da allora le cose non sono cambiate, visto che oggi ogni amministratore ha a sua disposizione un budget di 1.800 euro all'anno, esattamente 150 al mese. E non è che ad avere il cellulare di servizio siano solo i politici. Nel 1998 erano appena 39, nel 1999 sono triplicati salendo a 91 e poi sono ulteriormente raddoppiati tagliando, nel 2000, il traguardo di 208. Per la felicità di capi area e settore, pure loro raggiunti dal sicuramente gradito benefit.L'AUTO, LA TUA IMMAGINE - Padova la città del muro? Padova la città dello spritz? Padova la città della seconda università più antica d'Italia? Macché, Padova è la città col sindaco piùcool, per usare lo slang americano. Mica è da tutti, infatti, girare con un'Alfa Romeo 159 2.4 Jtdm Distintive, una bestia da duecento cavalli in grado di superare con la massima disinvoltura i duecento orari. Secondo la giunta, come si legge nella delibera del 15 dicembre 2005, è non solo "l'autovettura più rispondente alle esigenze di servizio, di sicurezza e guidabilità, di un favorevole rapporto prezzo/qualità". No, è anche - testuali parole - "di immagine all'Amministrazione". E, come tutte le cose belle, costa: 37.500 euro l'una. Sì, l'una, perché di Alfa Distintive ne sono arrivate quattro per un totale di 150.000 euro "prezzo scontato Iva inclusa". Di contro, il Comune ha incassato un decimo, 15.000 euro appunto, dagli usati, quattro Lancia K: due duemila turbo a benzina e due a gasolio 2.4 Jtd Ls. Nell'autunno precedente, viene sottolineato nella delibera, l'amministrazione aveva rinunciato a una Lancia Thesis 3.2 V6 24 valvole automatica Emblema a noleggio.Sì VIAGGIARE - D'altronde, anche gli amministratori comunali viaggiano. Non poco e non solo dentro e fuori le mura. Madrid, Berlino, Friburgo, Bosnia e Serbia, la Svizzera ma anche Boston e Città del Capo. Esatto, Città del Capo. Perché potrebbe mancare un assessore padovano al congresso "Oltre l'Africa: soluzioni locali per sfide globali"? Ovviamente no. Costi quel che costi, ovvero tremila euro per sette giorni."MI AUMENTO LO STIPENDIO" - Quanti vorrebbero farlo. Un bel ritocco alla busta paga e magari con effetto retroattivo è il sogno di tutti. E a volte i sogni diventano realtà. Da sette anni, infatti, sindaco, vicesindaco e assessori portano a casa una indennità, rispettivamente, di 11.424.000 lire, 8.568.000 lire e 6.854.400 lire. Cifre che sono state ovviamente rivalutate con l'euro. Già, perché l'aumento del trenta per cento risale al luglio del 2000 quando era il centrodestra a comandare a palazzo Moroni.FIN CHE LA BARCA VA - Il prezzo non è da saldi, ma si può rinunciare a un gondolone da regata otto remi realizzato da uno storico costruttore di barche venete come il cantiere Amadi? No. Non si può. Anche se i soldi non bastano e anche se 42.600 euro potrebbero servire, magari, a dare una casa a chi fatica ad arrivare a fine mese. E questa è la cifra che il Comune, due anni fa, ha deliberato a favore di un'associazione cittadina che questa barca proprio la voleva, anche se costava 57.600 euro e di euro, nella cassa, ne aveva solo 15.000. Perché il Comune distribuisce fondi a privati o enti per quasi ogni tipo di attività. A volte, però, in modo almeno contorto. Un esempio concreto. Una associazione organizza uno spettacolo teatrale di beneficenza e sborsa 1.750 euro per pagare gli artisti e i diritti alla Siae. Però non raccoglie un euro. Anzi, non era nemmeno previsto che qualcuno desse qualcosa. Dopodiché che fa? Gira il conto al Comune. Che paga. E la beneficenza dov'è? Un mistero. Oppure c'è la società sportiva che tra affitto dei campi, stipendi ai collaboratori, trasferte, iscrizioni ai tornei, materiale, corsi di formazione e pure cene spende in un anno 332.000 euro, ma tra sponsor, quote d'iscrizione degli atleti e contributi vari ne mette assieme solo 198.000. E il resto del conto chi lo paga? Il Comune: 134.000 euro tondi tondi. Oppure c'è la comunità islamica che decide di rifare il tetto alla moschea. Il preventivo della ditta è di 82.277,20 euro e i musulmani riescono a mettere assieme appena 5.000 euro. Il resto del conto chi lo paga? Provate a immaginare...Egle Luca Cocco.

 

 

 

 

L'idea è di pubblicare sul sito internet del Comune entrate e uscite (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-12-2007)

San Vito al TagliamentoIl concetto di trasparenza applicata alla politica. È la proposta, provocatoria ma allo stesso tempo figlia dei nuovi tempi, che il consigliere comunale Giovanni Zanette (Nuova San Vito) ha intenzione di proporre prossimamente durante il consiglio comunale. Il concetto di fondo è quello di applicare il principio della trasparenza tra coloro che amministrano la cosa pubblica."In relazione alla necessità di garantire piena trasparenza all'attività dei consiglieri e amministratori comunali come già avviene in alcuni comuni e a Pordenone racconta il consigliere Zanette -, la mia proposta è quella di rendere pubblici i redditi di coloro che amministrano la cosa pubblica e soprattutto rendere chiaro ai cittadini il costo della politica, cioè quanto costano i politici in termini non solo di gettoni da consigliere ma anche di incarichi in società ed enti di nomina politica (vedi Ambiente Servizi, ecc.)". Gli esponenti del mondo politico, come spiega il rappresentante consiliare di Nuova San Vito, possono avere incarichi di consulenze o poltrone in consigli di amministrazione in società pubbliche, enti consortili, società municipalizzate. "I cittadini dovrebbero essere messi al corrente di quanti e quali incarichi ricoprono i loro rappresentanti comunali". L'idea di Zanette è quindi quella di pubblicare direttamente sul sito internet del Comune di San Vito, il rendiconto sulle entrate e le uscite dell'attività politica degli amministratori.Il tema dei costi della politica è oggi un argomento vivo che mai che tocca da vicino gli elettori (il pensiero va subito al caso letterario dell'anno, il libro "La casta"). "L'obiettivo dell'iniziativa non è quella di alzare il dito contro qualcuno entra nel dettaglio Zanette - ma vuole mettere in chiaro e far giudicare la gente su come vengono investiti i soldi pubblici, se il lavoro portato avanti dagli amministratori è proporzionale a quanto percepito e se viene colta la qualità del lavoro svolto".La trasparenza della politica per l'ex candidato alla poltrona di sindaco può quindi diventare uno strumento a favore della Pubblica amministrazione.Quella di Zanette è una proposta che punta a raccogliere il consenso dei colleghi consiglieri. "Per questo lancerò l'idea durante uno dei prossimi consigli comunali con la speranza che l'invito possa trovare terreno fertile". La volontà è quella di poter raggiungere un'intesa trasversale per arrivare a elaborare un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione.Dal canto suo il sindaco Gino Gregoris, la definisce "un'idea che mi trova pienamente d'accordo. Sebbene si tratti di elementi che sono già pubblici, portarli all'attenzione dei cittadini in modo più chiaro, semplice e diretto (come la pubblicazione sul sito comunale) è un percorso favorevole". Nell'attesa che la proposta venga ufficializzata in aula, il consigliere Zanette fa sapere che punto di partenza sarà il regolamento utilizzato dal consiglio comunale di Pordenone.Emanuele Minca.

 

 

 

 

STATO-REGIONI: L'ODG DELLA CONFERENZA DI DOMANI (2) (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 05-12-2007)

(ASCA) - Roma, 5 dic - La Conferenza Stato-Regioni esaminera' i seguenti argomenti: Parere sul decreto attuativo dell'articolo 1, comma 810, lettera c) della legge n. 296/2006 (L.F 2007) - Progetto Tessera sanitaria . Parere sulla campagna informativa volta a promuovere la sicurezza nell'esercizio degli sport invernali ai sensi dell'art. 5 della legge 24 dicembre 2003, n. 363 recante '' norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo''. Intesa sul decreto di recepimento della direttiva 7 febbraio 2006, n. 2006/15/CE. Direttiva della Commissione che definisce un secondo elenco di valori indicativi di esposizione professionale in attuazione della direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica le direttive 91/322/CEE e 2000/39/CE. Intesa sulla proposta inerente ''Accordo di Programma integrativo 2007 per il settore degli investimenti sanitari'' con la Regione Calabria. Parere sullo schema di decreto interministeriale relativo al finanziamento dei progetti a favore dei distretti industriali. Intesa sullo schema di decreto recante ''Disposizioni per l'attuazione della riforma della politica agricola comune (PAC) nel settore degli agrumi destinati alla trasformazione. Intesa sullo schema di decreto recante regolamento concernente la modifica dell'allegato 1, punto 1, alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. Parere sullo schema di decreto recante ''Elenco delle zone di protezione speciale classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE''. Accordo sulle ''Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell'allattamento al seno''. Accordo sul ''Documento di inquadramento per la diagnosi ed il monitoraggio della celiachia e relative patologie associate''. Accordo concernente ''Linee guida di pratica clinica e di standard di assistenza e cura per bambini affetti da Labio - Palatoschisi: condividere, diffondere ed implementare le Linee Guida prodotte nell'ambito del programma Eurocleft''. Accordo concernente ''Linea guida relativa all'esercizio delle attivita' sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale in campo veterinario''. Intesa sullo schema di decreto recante definizione delle caratteristiche del sistema informativo dei servizi trasfusionali e della tipologia dei flussi informativi tra il Ministero della salute, le Regioni e il Centro nazionale sangue. Intesa concernente l'attuazione del Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Parere sullo schema di decreto concernente la misura per l'anno 2007 dell'ulteriore riduzione delle percentuali di sconto a carico delle farmacie. Proposta di assegnazione alla Regione Campania delle risorse vincolate ai sensi dell'articolo 1, comma 34, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale del piano Sanitario Nazionale 2003-2005, individuati con l'accordo Stato - Regioni del 24 luglio 2003. Anno 2005. Intesa sullo schema di decreto recante integrazioni al decreto del ministro della solidarieta' sociale del 22 marzo 2006, concernente lo svolgimento dei programmi di istruzione e formazione da effettuarsi nei Paesi di origine dei cittadini extracomunitari. Acquisizione della designazione di rappresentanti regionali in seno al Gruppo di lavoro per la predisposizione di un programma quadro per il settore forestale, ai sensi dell'articolo 1, comma 1082 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 . Acquisizione della designazione di cinque rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome in seno al Comitato di sorveglianza del Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013 . res-rus/cam/ss (Asca).

 

 

 

 

CALABRIA: LARATTA SU DECESSO A VIBO, SANITA' ALLO SFASCIO (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 05-12-2007)

(ASCA) - Cosenza, 5 dic - ''La sanita' in Calabria e' allo sfascio, se non si cambia per davvero la reazione dei cittadini potra' essere imprevedibile. Di questo ne prenda atto il ministro Livia Turco, perche' la rabbia dei calabresi per un sistema sanitario che produce morte e inefficienze cresce di giorno in giorno''. Lo ha detto il deputato dell'Ulivo-Pd, Franco Laratta, dopo aver appreso della ragazza di sedici anni, Eva Ruscio, deceduta per una tonsillite all'ospedale di Vibo Valentia. ''Spero che anche questa volta, come per Federica, il ministro Turco venga in Calabria per rendersi conto di persona su quali siano stati i progressi nella sanita' calabrese dal giorno della sua ultima visita ad oggi. Ritengo che tranne poche eccezioni, in Calabria il sistema sanitario pubblico continui a essere un colabrodo. Poiche' se avessero avuto effetto le parole del ministro all'indomani del dramma della famiglia Monteleone (''Mai piu'''), a quest'ora non dovremmo parlare di un'altra giovane vittima sacrificata sull'altare della malasanita'''. ''A nulla e' servita la morte di Federica Monteleone, come a nulla e' servito il sacrificio del povero Flavio Scutella', entrambi vittime di un sistema sanitario che ha mostrato tutti i limiti. La gente continua a morire - dice Laratta - per cose banali. Anche in questo caso si faccia subito chiarezza e si accertino le responsabilita'. Piu' di tutto si dica con chiarezza se la gente puo' continuare a fidarsi dei nostri ospedali oppure e' meglio andare a curarsi altrove. Sara' anche vero come aveva sostenuto la Turco che nella sanita' pubblica operano bravi medici, ma vorrei capire, cosi come lo vogliono i cittadini, perche' casi cosi' eclatanti di malasanita' accadano quasi sempre al sud e in particolare in Calabria''. ''Anche la regione deve dare un forte segnale di svolta per evitare che simili episodi si ripetano. La sanita' calabrese assorbe oltre il 60 percento del bilancio regionale, e di questo dobbiamo dar conto ai calabresi in termini di efficienza e qualita'''. Il deputato del partito democratico esprime forte vicinanza e condivisione del dolore alla famiglia della giovane Eva. red/sam/ss (Asca).

 

 

 

 

CALABRIA: SPAZIANTE, ABBIAMO UN SISTEMA SANITARIO VALIDO (sezione: Costi dei politici)

( da "Asca" del 05-12-2007)

(ASCA) - Catanzaro, 5 dic - ''Non accetto che si parli di malasanita' in Calabria. Piuttosto esiste un problema della sanita' in Italia''. Lo ha detto il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Vincenzo Spaziante. ''Vado in conferenza Stato-Regioni - ha aggiunto Spaziante - ogni settimana e casi, come questo che oggi e' accaduto a Vibo, avvengono, purtroppo, in tutte le regioni d'Italia, anche in quelle che noi riteniamo eccellenti. I calabresi non abbiano una crisi di sfiducia, ma sappiano che abbiamo un sistema sanitario valido''. red/sam/sr (Asca).

 

 

 

 

SANITA'/ FINI: RIVEDERE DEVOLUTION SSN, PROBLEMA MECCANISMO SPESA (sezione: Costi dei politici)

( da "Virgilio Notizie" del 05-12-2007)

05-12-2007 20:00 Non è che con federalismo abbiamo creato più problemi? Roma, 5 dic. (Apcom) - "Non è che con il federalismo abbiamo creato problemi che prima non c'erano o erano minori?". A chiederselo è Gianfranco Fini, presidente di An, parlando della situazione sanitaria italiana, dal palco del teatro Ghione di Roma. Il leader di An ribadisce la bocciatura del federalismo in tema di sanità pubblica: "Non è arrivato il momento di ripensare il Sistema sanitario nazionale al 95% regionale?". Delegarlo alle Regioni accentua le disuguaglianze, spiega Fini, e "il problema non sono solo le risorse carenti, se è vero che la spesa pubblica sulla sanità ha un picco alto. Ciò che occorre è rivedere le competenze esclusive delle Regioni sul Sistema sanitario nazionale e rivedere i meccanismi di spesa".

 

 

 

 

Ogni lecchese costa 1.181 alla sanità Diminuiscono i ricoveri in ospedale (sezione: Costi dei politici)

( da "Giorno, Il (Lecco)" del 06-12-2007)

BILANCIO PRESENTATI I DATI SULL'ATTIVITÀ DEL QUINQUENNIO 2003-2007 Ogni lecchese costa 1.181 alla sanità Diminuiscono i ricoveri in ospedale ? LECCO ? NEL 2006 l'Asl di Lecco ha speso poco meno di 387 milioni (per l'esattezza 386.848.000) di euro per la salute dei lecchesi. Ovvero 50 milioni di euro in più. Si tratta di un incremento del 15% rispetto ai costi sostenuti nel 2003. Sono alcuni dei dati contenuti in "L'Asl di Lecco al servizio della salute", la relazione sull'attività del quinquennio 2003-07 (ma i dati si fermano ovviamente solo fino al 2006) presentata ieri dal direttore generale, Walter Locatelli e dai vertici dell'azienda. DALLA SPESA complessiva dei quasi 387 milioni ne consegue che il costo pro capite per l'assistenza sanitaria è stato di 1.181 euro. Anche questo dato è in crescita: nel 2003 ogni cittadino della provincia di Lecco (che conta circa 315 mila abitanti) era costato 1.054 euro. La relazione mostra che più della metà (il 55%) della spesa è assorbita dall'assitenza distrettuale, che spende mediamente 652 euro per ogni singolo cittadino. Al contrario, sono 467 gli euro spesi per l'assistenza ospedaliera (i ricoveri) mentre l'assistenza sanitaria in ambiente di vita e di lavoro risulta di soli 62 euro. Il dato conferma un trend che si registra anche nei costi sostenuti in valore assoluto. In effetti, l'Asl di Lecco ha mostrato maggiore propensione a sostenere l'assistenza distrettuale rispetto a quella ospedaliera. Per quest'ultima si è passati da una spesa di poco più di 143 milioni di euro del 2003 ai poco più di 153 milioni del 2006. In termini percentuali, però, si è scesi da una percentuale del 42,6% sulla spesa complessiva al 39,58% dell'anno passato. Al contrario, cresce ovviamente la spesa per l'assistenza distrettuale che incide per il 55% sull'intera spesa. È una chiara tendenza alla delocalizzazione dell'intervento sui pazienti, peraltro registrata anche a livello regionale. E' anche interessante notare come l'assistenza primaria faccia la parte del leone con un 56% della spesa. Seguono l'assistenza socio sanitaria (23,92%) e quella specialistica (20,08%). Osservando maggiormente nel dettaglio i dati si scopre anche che la spesa farmaceutica (oltre 73 milioni di euro nel 2006) e quella speciliatsica ambulatoriale (spesi 27 milioni di euro) assorbono ormai più del 54% delle risorse dedicate nell'area dell'assistenza primaria. PROPRIO in questo senso, Locatelli ha tenuto a precisare che uno degli obiettivi primari dell'Asl di Lecco è stato proprio quello di razionalizzare la spesa farmaceutica, soprattutto inserendo nel prontuario ospedaliero quei farmaci che - a parità di efficacia - fossero meno onerosi per il Servizio sanitario nazionale. Nel comparto dell'assistenza socio-sanitaria, infine, i costi maggiori sono stati dedicati all'assistenza degli anziani: quasi 24 milioni di euro, pari all'11% del totale. A.Mor. - -->.

 

 

 

 

Disco verde agli alloggi per gli anziani (sezione: Costi dei politici)

( da "Trentino" del 06-12-2007)

Il consiglio comunale vota la deroga per ristrutturare l'immobile che aveva suscitato animazione imponendo un rinvio Disco verde agli alloggi per gli anziani Ziano: archiviate le perplessità sulla ristrutturazione dell'ex Casa Acli Il sindaco: "Basta che non si parli più di favori al privato" ZIANO. A sorpresa la polemica sulla deroga per il recupero dell'immobile di via Roma dove verranno realizzati 4 alloggi per anziani, che 5 giorni prima aveva infiammato la seduta del consiglio di Ziano, si è letteralmente sgonfiata. La proposta della giunta, discussa ampiamente giovedì scorso, è passata con il voto della maggioranza ma anche di Diego Zorzi e Pierluigi Polo di Uniti per Ziano. I tre consiglieri della lista Abete, Piero Gualdi, Fabrizio Vanzetta e Pina Zorzi (tutti e tre hanno rinunciato al gettone di presenza) si sono astenuti perchè, ha precisato Gualdi, "l'immobile si poteva recuperare in un altro modo". Se giovedì il sindaco Fabio Vanzetta era uscito dall'aula su tutte le furie per le accuse striscianti di favoritismi nei confronti di un privato, martedì pomeriggio è entrato in aula malconcio per via di un'indisposizione, ma più sereno. Le cose evidentemente si sono chiarite con la presa d'atto da parte della minoranza che l'operazione non presenta ombre di sorta. Tant'è che la delibera che parla di autorizzare in deroga il Comune alla demolizione delle murature della particella 121, limitatamente alla proprietà comunale risultante dal perfezionamento della permuta, è stata sostanzialmente condivisa. "Basta che non si parli di deroga per il privato dalla superficie minima di 80 mq. per appartamento", ha precisato Fabrizio Vanzetta ricordando un compromesso con la società Bellavista dell'ingegner Demattè, in cui si parla di derogare dall'art. 80 del regolamento edilizio per consentire la realizzazione di 3 appartamenti. "Nessun problema - ha chiarito il sindaco - se si demolisce non si può derogare, non lo consente la legge". Diego Zorzi, capogruppo di "Uniti per Ziano", ha spiegato le ragioni delle preoccupazioni del gruppo e del voto favorevole. "C'era un compromesso che riguardava la proprietà privata e quella pubblica, ma non c'era però il testo della delibera. Siamo favorevoli alla realizzazione dei 4 appartamenti ma non accettiamo che ci siano vantaggi indebiti a favore della parte privata. Se ci date questa garanzia i motivi di sospetto posso decadere". Un sospetto giustificato "dalle carte che non avevamo", ha precisato, sottolineando come manchi a volte la comunicazione. "Adesso sembra che tutti abbiano capito - ha commentato il sindaco Fabio Vanzetta - ma due ore prima sembrava che noi facessimo solo piaceri ai privati". "C'è stata una macchinazione di qualcuno che ha cercato di mettere in cattiva luce tutta la maggioranza", ha aggiunto ricordando le e-mail che circolavano giovedì scorso. Poi ha illustrato alcuni dati. Il privato recupererà 2,70 mq. mentre il comune ne guadagnerà 16. i 4 appartamenti che saranno realizzati dalle Acli, ma assegnati ad anziani in base ad una graduatoria comunale, avranno una superficie complessiva di 191 mq. anzichè 175,40. 4 mq. in più per ogni bagno. Per Piero Gualdi il progetto è comunque da cambiare. "I bagni sono angusti e non c'è quello per i disabili", ha precisato, "e due su 4 non hanno il bidet", ha chiosato Pina Zorzi. Bidet a parte c'è stato ancora un accenno da parte di Gualdi all'opportunità del risanamento conservativo. Per una questione di equità. "Ma perchè se non può farlo il privato non deve farlo il pubblico?" ha puntualizzato il sindaco riferendosi alla demolizione che abbasserà i costi del 30%. Infine Diego Zorzi ha suggerito di cancellare dalle premesse della delibera qualsiasi riferimento all'eventuale richiesta separata del privato sull'art. 72 bis. "E' pleonastico": ha detto. La maggioranza ha concordato. Il voto: 11 a favore e 3 astenuti.

 

 

 

 

Strade, più soldi per la manutenzione (sezione: Costi dei politici)

( da "Libertà" del 06-12-2007)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 6 dicembre 2007 > Lodigiano Strade, più soldi per la manutenzione Pistola al vigile: tutti d'accordo Besenzone, il consiglio dà via libera BESENZONE - Approvato a maggioranza, durante l'ultima seduta del consiglio comunale di Besenzone, l'assestamento del bilancio dell'anno in corso. Un solo astenuto, Giuseppe Bigatti della minoranza. Spiccano tra le voci in entrata gli oneri di urbanizzazione: poco più di 80mila euro, infatti, l'aumento di tale entrata rispetto all'importo previsto. Un incremento che non può che far ben pensare gli amministratori i quali, sotto la guida del sindaco Luigi Garavelli, reinvestiranno parte di tali introiti sull'acquisto di nuove aree da lottizzare per edilizia pubblica, per venderle a prezzi ribassati e portare così ad un ulteriore aumento la superficie residenziale del paese. In aumento, infatti, la voce di bilancio relativa all'acquisto di terreni. Nei preventivi di spesa sono invece aumentati di 50mila euro quelli previsti per l'asfaltatura di strade comunali: "Decideremo alla fine della stagione su quali tratti intervenire - ha informato il sindaco -. In base al tipo di inverno che farà, agiremo su quelle più colpite". Approvata invece all'unanimità la devoluzione del gettone di presenza di tutti i consiglieri a Telethon: "Ogni anno lo facciamo durante la seduta consiliare di dicembre. E' una decisione che coinvolge sia maggioranza che minoranza e sulla quale siamo sempre stati d'accordo". Parere favorevole e unanime anche per l'assegnazione del porto d'armi all'agente di polizia municipale di Besenzone, Gianluca Bondi: "Speriamo che non la debba mai usare - ha commentato il sindaco - ma pensiamo che durante le uscite debba avercela. Non si può mai sapere cosa possa capitare". Chiara Bruschi [.

 

 

 

 

Vernasca, volontari per il "verde" (sezione: Costi dei politici)

( da "Libertà" del 06-12-2007)

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 6 dicembre 2007 > Provincia Vernasca, volontari per il "verde" Comune, accordo con l'Auser per servizi. Cani: patto con Castello VERNASCA - E' passato con il voto favorevole della maggioranza e l'astensione dell'opposizione l'assestamento di bilancio del comune di Vernasca. La manovrina di fine anno non ha fatto registrare particolari cambiamenti nelle entrate e nelle uscite dell'amministrazione, se non alcune voci riguardanti gli introiti degli ingressi al castello di Vigoleno (+ 8mila euro) e le spese per l'illuminazione pubblica (+ 17mila euro). Su quest'ultimo argomento, il consigliere di minoranza Roberto Battaglia ha chiesto chiarimenti, auspicando in futuro l'utilizzo di lampioni a pannelli solari per limitare le spese dell'amministrazione. Proposta che il sindaco Gianluigi Molinari non ha bocciato, spiegando però che al momento la spesa per l'installazione di un impianto fotovoltaico è nettamente superiore a quella di un impianto comune, il che ne rende impossibile l'installazione su larga scala. Soddisfazione è stata invece espressa per i maggiori introiti derivanti dagli ingressi al Castello di Vigoleno, la cui concessione scadrà però il prossimo anno. E' stato comunque approvato uno stanziamento per il miglioramento della sala d'armi che, nel caso in cui non venisse prorogata la concessione, potrà essere comunque spostata in altra locazione. Ha trovato il pieno appoggio della minoranza anche la stipula della convenzione tra il Comune di Castellarquato e il Comune di Vernasca per il servizio di custodia cani randagi nella struttura "Rifugio del cane di Castellarquato". Accolta con i favori dell'opposizione anche la convenzione con l'Auser di Piacenza per l'inserimento di volontari nei servizi gestiti dal Comune, per esempio la cura del verde pubblico. L'approvazione della Finanziaria, inoltre, ha reso necessaria la modifica della composizione del consiglio di amministrazione dell'Azienda Multiservizi del Comune di Vernasca. Da cinque i consiglieri sono passati a tre, senza incidere però sul risparmio da parte dell'ente. "Perché i nostri consiglieri non percepivano alcun gettone di presenza - ha spiegato il sindaco -, quindi questo adeguamento non ha portato benefici alle casse del Comune". Anzi, secondo il consigliere di minoranza Battaglia: "Se prima le decisioni erano frutto di una collegialità - ha sottolineato - ora saranno prese solamente da tre persone. Non credo che questa scelta della Finanziaria sia particolarmente felice". Il sindaco Molinari ha poi comunicato che Enia farà un sopralluogo a Vernasca per la realizzazione di una piazzola ecologica. Esponenti dell'azienda, inoltre, stasera, alle ore 21, nel centro Cultura, parleranno del compostaggio e del risparmio che ne deriva sulla tariffa dei rifiuti. Molinari ha inoltre annunciato che il 13 dicembre, sempre allee 21 nel Centro culturale, i carabinieri della compagnia di Fiorenzuola (stazione di Vernasca) terranno una "lezione aperta" ai cittadini sulla sicurezza. Infine, il sindaco ha letto un rapporto della Corte dei Conti che non riscontra irregolarità nei bilanci del Comune, ma registra una lieve criticità, già rientrata, nelle spese per il personale dell'anno 2004. Cristian Torri [.

 

 

 

 

Provincia, alla fine passail gettone preso per delega (sezione: Costi dei politici)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-12-2007)

I costi della politica / 2 ALLA FINE il regolamento contestato passa, approvato all'unanimità in consiglio provinciale con l'Unione e la Cdl compatte. È un testo complicato, difficile da spiegare, ma di fatto comporterà, grazie a un piccolo trucco normativo, un aumento dei costi dell'ente tra gli 80 e i 100 mila euro all'anno. Come funziona? Facile: i consiglieri provinciali assenti ai lavori di commissione potranno delegare anche membri esterni alla commissione stesse. Ma se in caso di delega a un collega di commissione, questi incassava solo il suo gettone di presenza (97 euro lordi), da oggi il gettone scatterà automaticamente per altri 3-4 consiglieri a seduta (in base alla media di deleghe calcolata fin qui). Ecco la proiezione dei maggiori costi. I primi effetti collaterali si sono già visti nei primi giorni di applicazione del regolamento, con le deleghe che hanno subito un brusco aumento. Infatti, per altro, la regola consente di delegare non solo un membro dello stesso gruppo, ma anche un membro della coalizione. Insomma, massima libertà di delega: chiunque può rappresentare chiunque e viceversa, mentre il tassametro dei gettoni scatta inesorabilmente. Il fatto strano è che questo testo era già passato in commissione, complice una curiosa astensione dei consiglieri ulivisti: ma, finita sui giornali, gli stessi ulivisti si erano affrettati a dire che in consiglio non sarebbe mai passata. Invece, nella seduta del 21 novembre, il testo è stato in parte emendato - ma senza sostanziali correzioni - la numerazione degli articoli è stata modificata e alla fine il regolamento è passato. Assenti ai lavori fin dall'inizio Zito e Ferrante, al momento del voto il consigliere Vaccarezza. gio. m. 06/12/2007.

 

 

 

 

Prevenzione dimenticata (sezione: Costi dei politici)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-12-2007)

Gorizia PREVENZIONE DIMENTICATA di GIULIANA PIGOZZO* DIBATTITO Negli ultimi mesi abbiamo mosso pesanti obiezioni sulla congruità del Fondo sanitario regionale e delle risorse stanziate sul welfare. Lo abbiamo fatto innanzi tutto perché preoccupati che un tetto di spesa sottostimato possa limitare l'efficienza e la qualità del servizio sociosanitario. Se da un lato siamo consapevoli dei vincoli di bilancio esistenti, non vorremmo che quello economico diventasse l'unico parametro. L'unico parametro di giudizio sull'operato degli amministratori, che questi venissero valutati cioè non per come assicurano la salute, ma solo in base a quanto riescono a risparmiare, sempre e comunque. Ferma restando la necessità di contrastare sprechi e inefficienze, bisogna anche riflettere con obiettività sui motivi della mancata applicazione delle disposizioni programmatorie e sulle cause dei ritardi nel raggiungimento degli obiettivi regionali. Da qui anche il bisogno di una maggiore chiarezza sui ruoli di chi governa e di chi attua, l'esigenza di un servizio sanitario gestito in modo chiaro e trasparente, in grado di premiare la competenza e i risultati. Si tratta di porre dei paletti chiari: innanzi tutto il carattere universalistico del sistema sanitario e del diritto alla salute e quindi la centralità del ruolo pubblico. Concetti, questi, che sono andati un po' in disuso, ma sui quali occorrerebbe invece insistere con forza. Così come bisognerebbe valorizzare maggiormente le buone prassi e l'importanza della prevenzione, perché gli investimenti in prevenzione generano risparmi in costi di cura. Giusto, quindi, sostenere e sviluppare tutte quelle iniziative che si muovono in questa direzione: dallo screening mammografico a quello della cervice uterina, fino ad arrivare a quello di prossimo avvio sui tumori del colon retto. Vorremmo che altrettanta attenzione fosse dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro, per combattere gli infortuni e le malattie professionali vecchie e nuove. La nostra regione, purtroppo, si colloca al secondo posto nazionale per frequenza degli infortuni e anche le patologie legate al lavoro sono in aumento. Spesso ci rispondono sulla base di fredde percentuali: aumenta il lavoro e aumentano gli infortuni, diminuisce il lavoro e diminuiscono gli infortuni. Un ragionamento che non è soltanto cinico - perché presuppone che morire di lavoro sia un fatto naturale -, ma anche superficiale: non si tiene conto, infatti, di quanto sia cambiato il mercato del lavoro e di quanto quei cambiamenti incidano sulla natura degli infortuni. Cinismo per cinismo, proviamo a metterla giù in termini di costi. Ebbene, gli infortuni sul lavoro costano al sistema paese qualcosa come 31 miliardi di euro l'anno e il 40% degli infortuni gravi sarebbe evitabile. Nelle politiche pubbliche, anche regionali, la prevenzione dovrebbe occupare quindi una posizione di primo piano. Purtroppo non è così, purtroppo si ragiona su tempi e costi con la più limitata e miope delle logiche, quella del breve periodo. Si pensi alla pratica degli appalti al massimo ribasso, con tutto quello che implica in termini di evasione fiscale, di elusione contributiva e di scarsa sicurezza. I risparmi di oggi, in molti casi, si pagheranno con gli interessi. Quanto costeranno domani la precarietà, le pensioni da fame, gli infortuni? Proviamo a mettere tutto quanto sulla bilancia e a chiederci se non ci sia bisogno di cambiare la scala dei valori e delle priorità. Coniugare mercato e diritti: questa la grande sfida per le istituzioni, a ogni livello. A livello regionale, il Documento di programmazione economico e finanziaria approvato dalla giunta ci dice che gli infortuni sul lavoro costituiscono una delle principali criticità. Ma questa enunciazione non basta. È indispensabile definire le azioni concrete che vengono messe in atto e danno sostanza ai programmi: in quello dell'attuale maggioranza e dell'attuale presidente erano previste "congrue risorse al dipartimento di prevenzione di ciascuna Azienda sanitaria e al potenziamento della medicina del lavoro". Non è soltanto un problema di ammontare delle risorse, contano anche i criteri di spesa. L'attribuzione indistinta di risorse alle aziende sanitarie sottopone, infatti, la sicurezza sul lavoro al gioco delle priorità, con la conseguenza che nelle strategie delle aziende sanitarie la prevenzione degli infortuni scivola regolarmente nelle ultime posizioni. Ecco perché la Cgil propone da tempo di individuare incentivi specifici ai direttori generali, legati a indici di prevenzione degli infortuni. Questa e altre proposte della Cgil sono note da tempo e avremmo voluto discuterne approfonditamente. Magari nell'ambito di una riunione specifica del comitato regionale di coordinamento sulla sicurezza sul lavoro, che sarebbe potuta essere convocata prima di definire le nuove linee di programmazione sociosanitaria. Questa la richiesta che avevamo avanzato ancora in settembre, ma che non ha mai trovato risposta. Non sappiamo quindi quanti dei fondi stanziati sulla sanità - peraltro con un tetto di crescita al 4% che a noi sembra assolutamente sottostimato - saranno destinati alla prevenzione. Ci auguriamo che sia una quota adeguata: perché gli strumenti legislativi per combattere gli infortuni ci sono, ma per produrre risultati hanno bisogno di risorse. *segreteria regionale Cgil Fvg.

 

 

 

 

Università, cda da 27 Meno Provincia e prof (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere Alto Adige" del 06-12-2007)

Corriere dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: TRENTOEPROV - data: 2007-12-06 num: - pag: 7 categoria: REDAZIONALE Si cambia Firmani polemico con Cipolletta. Non passa il taglio dei gettoni Università, cda da 27 Meno Provincia e prof Eliminato il "mini-mandato" per il rettore Ora il testo andrà al vaglio di facoltà e dipartimenti Il governo sta invece studiando un incarico unico di 6 anni per il Magnifico TRENTO - Passa in un colpo solo da taglia 44 alla 27 il consiglio di amministrazione dell'Università di Trento. Il numero dei consiglieri si ridurrà di 17 unità a partire dalla prossima elezione, prevista tra un anno. A deciderlo è stato lo stesso cda riunitosi ieri mattina. Oltre alla riduzione dei componenti, che interessa le rappresentanze accademiche e non quelle dei territori, il cda ha deciso di accrescere la partecipazione degli studenti alle decisioni del Senato accademico. E di abrogare il mini- mandato del rettore, che non potrà più quindi ripresentarsi alle urne per un terzo mandato di due anni dopo aver guidato l'ateneo per due mandati quadriennali. La riduzione dei membri del cda ha movimentato il finale della riunione. Tutto è iniziato quando il presidente Innocenzo Cipolletta ha messo in votazione le modifiche dello statuto approntate dalla commissione presieduta da Giovanni Pascuzzi. Il docente era stato nominato prorettore per gli aspetti legati alle riforme normative e ai processi per la revisione dello statuto. Sul tavolo c'era la proposta del rettore con la riduzione da 44 a 27 membri del cda e la possibilità di partecipazione di due rappresentanti degli studenti alle sedute del Senato accademico in determinate circostanze, come tasse universitarie, calendario delle attività didattiche e procedure per l'iscrizione ai corsi. Alla fine della discussione hanno votato a favore tutti i membri presenti, tranne il consigliere Maurizio Migliarini, rappresentante del personale tecnico e ammini-strativo, che ha votato contro, ed il consigliere Bruno Firmani, docente ordinario e consigliere comunale di Italia dei Valori. Quest'ultimo non ha partecipato alla votazione per protesta. Firmani avrebbe infatti voluto che le sue proposte di modifica dello statuto - presentate a suo tempo e che riguardano tra le altre cose la riduzione del gettone di presenza di cento euro - venissero valutate una per una. La modifica allo statuto rimane per ora solo una bozza. Il testo approvato ieri mattina deve passare ora nei consigli di facoltà e di dipartimento per il parere e per eventuali osservazioni. Quindi tornerà in cda integrato per l'approvazione definitiva. Infine, sarà richiesto il parere da parte del ministero dell'Università e della ricerca e della Provincia. Il taglio interessa soprattutto la componente accademica mentre sono rimaste invariate le rappresentanze del territorio, in accordo con la vocazione territoriale professata dall'ateneo trentino. Rispetto allo statuto vigente resta invariata la presenza dei seguenti membri: rettore, presidente, prorettore, direttore generale, due rappresentanti del governo, uno designato dalla Regione Trentino Alto Adige, un membro della Camera di commercio, un rappresentante dei lavoratori e uno dei datori di lavoro, due persone nominate rispettivamente dal Comune di Trento e da quello di Rovereto, un rappresentante della Fondazione Bruno Kessler. Si riducono invece: da 7 a 3 i membri eletti tra i professori ordinari, da 7 a 3 quelli eletti tra gli associati, da 6 a 3 quelli eletti tra i ricercatori, da 4 a 2 i rappresentanti degli studenti, da 2 a 1 quelli dei dottorandi, da 3 a 2 quelli del personale tecnico-amministrativo e da 3 a 1 i rappresentanti della Provincia di Trento. Infine una novità potrebbe verificarsi in futuro e costringere l'ateneo a rimaneggiare nuovamente lo statuto. Il rettore ha infatti comunicato che il governo ha predisposto una bozza di disegno di legge per modificare la governance degli atenei italiani. Si parla di un mandato unico di 6 anni per il rettore, di cda di 7 componenti al massimo, e di eliminare le distinzioni tra Facoltà e Dipartimenti. Stefano Voltolini Presidente Innocenzo Cipolletta ha guidato la seduta di ieri del cda (Foto Rensi).

 

 

 

 

PONTEDERA - LA RIABILITAZIONE nel sistema sanitario assume sempre (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 06-12-2007)

? PONTEDERA ? LA RIABILITAZIONE nel sistema sanitario assume sempre più importanza come emerge dai dati epidemiologici forniti dall'Agenzia Regionale Sanità. Infatti, l'incidenza di malattie in cui residuano disabilità complesse è sempre più rilevante e ai fini della qualità della vita dei pazienti risulta determinante l'apporto che può fornire la riabilitazione. In questo settore, la Asl 5 può vantare un servizio di riabilitazione all'avanguardia riconosciuto sia dai professionisti dell'Area Vasta sia dalle associazioni di disabili. Tale giudizio è emerso nel corso del convegno "Dalla Riabilitazione alla cittadinanza: percorsi di cura per il cittadino disabile adulto" rivolto ai medici, ai fisioterapisti e ai cittadini, che si è tenuto a Pontedera nei giorni scorsi. "LA RIABILITAZIONE adulti dell'ASL 5 ? afferma Luciana Segenni, direttore della riabilitazione dell'Asl 5 ? ha negli ultimi anni proposto un modello organizzativo che ha consentito di attuare una risposta significativa nel territorio con interventi anche negli ospedali, tesa a facilitare l'accesso alle cure riabilitative, a creare una rete tra strutture pubbliche e convenzionate, a dare omogeneità per caratteristiche di risposta nelle tre zone pur preservando le specificità locali. Sono stati creati percorsi innovativi improntati al confronto con le persone disabili e con i problemi che i cambiamenti in sanità impongono quali la continuità ospedale territorio, la necessità di una presa in carico del cittadino disabile fino alla creazione di modelli di mantenimento dell'autonomia. Tali percorsi sono stati apprezzati dalle associazioni disabili presenti al convegno che ha, infatti, consentito loro non solo di confrontarsi su quanto viene fatto e sulle prospettive in essere ma anche di dare significato al diritto di cittadinanza che il disabile ha". IMPORTANTI appuntamenti aspettano la riabilitazione dell'Asl 5, in particolare in Valdera dove verrà previsto, a breve, il trasferimento della riabilitazione territoriale nella nuova sede di Fornacette con ampliamento delle risposte riabilitative territoriali e dove è in corso la programmazione di posti letto di riabilitazione nell'ospedale Lotti con la possibilità di attivare, in modo innovativo per la zona, la presenza di una degenza e una sezione ambulatoriale ospedaliera riabilitativa. "La riabilitazione ? continua la dottoressa Segenni ? ha questa potenzialità: è una disciplina che non si confronta solo con le strutture, ma anche con la persona nella sua globalità, avendo come obiettivo il restituirla, al meglio delle sue potenzialità, nel proprio contesto di vita". - -->.

 

 

 

 

<Letta sbaglia, non c'è il modello Roma> (sezione: Costi dei politici)

( da "Corriere della Sera" del 06-12-2007)

Corriere della Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2007-12-06 num: - pag: 5 categoria: REDAZIONALE "Letta sbaglia, non c'è il modello Roma" Fini incontra i cittadini al teatro Ghione: tocca a noi governare la Capitale Prosegue la strategia di Fini sul Campidoglio. Al teatro Ghione il leader di An smentisce Letta: "Su Veltroni ha torto" Sembra di stare al "Costanzo Show", sul palcoscenico del Teatro Ghione di via delle Fornaci: ci sono sei poltroncine e al centro lui, Gianfranco Fini, il presidente di An, che ormai - è chiaro - ha in testa di conquistare il Campidoglio, il giorno in cui si tornerà a votare. Ogni occasione è buona per ripeterlo. Anche ieri sera, davanti a un pubblico di cittadini decisamente simpatizzanti, prendendo spunto dagli auguri natalizi che la sera prima, al Caffè Greco di via Condotti, l'ex sottosegretario di Palazzo Chigi, Gianni Letta, braccio destro del Cavaliere, aveva rivolto al sindaco di Roma, Walter Veltroni ("L'opera del sindaco ha dato ottimi risultati - erano state le parole di Letta - spero che questo sarà anche su un orizzonte più vasto..."). Beh, la risposta di Fini non s'è fatta attendere: "Non sono d'accordo con Gianni Letta". E ha spiegato: "Perchè Roma non è un modello e i romani lo sanno bene, anche se certo non tutto è colpa del sindaco. Ma Gianni Letta si sbaglia: perchè Roma non è solo Notti Bianche e Festa del Cinema (e anzi An non vuole mica cancellarla...). Roma però è anche Tor di Quinto, traffico, asili che mancano, sporcizia. Roma ora è governata da Veltroni, prima da Rutelli, mai dalla destra. Ma sono convinto che la prossima volta ci tocca... ". A quel punto, s'è scatenato il delirio dentro al teatro Ghione e il portavoce del partito, Andrea Ronchi, poteva dirsi davvero soddisfatto dell'iniziativa: "Tutto cominciò - ha raccontato lui stesso, poi, con una punta di commozione tanti anni fa in un bar della Balduina, con i miei compagni di scuola Francesco Aracri e Giampiero Arci, che oggi purtroppo non c'è più. Anni e anni di impegno, di passione e adesso eccoci qua, con lo stesso entusiasmo". Così, ieri, è nato "Il Circolo ", nuovo punto di aggregazione, animato in special modo da medici e infermieri. Uno di loro, Leo, del "Santo Spirito", ha segnalato a Fini di aver dovuto chiudere, una volta, dei posti letto in terapia intensiva perchè mancava il personale. "Forse è da rivedere tutto il Sistema sanitario nazionale - ha risposto il leader di An, neo-papà - Ora al 95 per cento è basato sulla competenza delle Regioni: un totem che si può mettere in discussione ". Quindi una battuta per il presidente di Confindustria, Montezemolo: "Non si può generalizzare, tra i dipendenti ci sono i fannulloni ma anche quelli che lavorano". Una stoccatina al Cavaliere: "Quando eravamo al governo, Berlusconi non s'offenda, abbiamo fatto cose buone ma abbiamo anche sbagliato, ad esempio come priorirà era meglio mettere la certezza delle pene piuttosto che la separazione delle carriere dei magistrati...". E la botta finale al governo Prodi: "Quando governavamo noi si diceva che i cittadini avevano il problema della quarta settimana. Ora, dopo 18 mesi di centrosinistra, c'è chi non arriva neppure alla terza...". Fabrizio Caccia Palcoscenico Il leader di An Gianfranco Fini durante il suo intervento al Teatro Ghione.

 

 

 

 

L'assessore Foti: Natale al risparmio ma con diverse iniziative (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzetta del Sud" del 06-12-2007)

Caltagirone Replica a Confcommercio L'assessore Foti: Natale al risparmio ma con diverse iniziative Omar Gelsomino Caltagirone Dopo la lettera aperta indirizzata all'amministrazione comunale dai dirigenti della Confcommercio, in cui si lamentava il mancato intervento nell'organizzazione e nella realizzazione di eventi, addobbi ed illuminazione della città e si chiedeva ai politici, a cominciare dai consiglieri comunali sino ad arrivare ai deputati e ai senatori, di contribuire con il loro gettone di presenza del mese di dicembre, così da poter realizzare alcune manifestazioni oramai facenti parte della tradizione natalizia, quali il Presepe vivente e la Carovana dei magi, l'Amministrazione prepara il proprio programma e risponde alla lettera. "Già in alcune zone i commercianti stanno collaborando con noi - afferma Alessandra Foti, vicesindaco e assessore al Turismo - Una fra tutte è la via Roma, che è stata illuminata da loro e alla quale il Comune collabora con la partecipazione alle spese come negli altri anni; poi in via Vittorio Emanuele, via Duomo e Piazza Umberto dove abbiamo i presepi esposti nelle vetrine che creano un ulteriore itinerario nella nostra città. Perché i turisti vogliono vederli. Da qualche giorno in città possiamo constatare l'arrivo di migliaia di turisti attratti da una serie di eventi come il presepe allestito al Carcere Borbonico, raffigurante il tipico manufatto caltagironese; il Presepe vivente, organizzato al quartiere di San Pietro; l'offerta dei Musei civici con le loro collezioni e con cui abbiamo creato l'itinerario dei presepi di qualità. "Abbiamo fatto sicuramente delle scelte - continua l'assessore Foti - molto economiche per il budget comunale ma significative. Stiamo usufruendo di una notevole promozione sul circuito anche della stampa nazionale e regionale e la città si sta attestando ai livelli degli anni precedenti. Le polemiche è meglio non farle - conclude il vicesindaco - Lavoriamo insieme, anche quest'anno, nonostante le difficoltà economiche affinché Caltagirone possa registrare un flusso turistico di tutto rilievo. Anche le polemiche hanno fatto sì che ogni giorno rispondessimo alle lamentele, presentando nuove iniziative organizzate dal Comune, per cui non tutti i mali vengono per nuocere". Già nelle prossime ore le iniziative comunali saranno fruibili ai turisti. (giovedì 6 dicembre 2007).

 

 

 

 

Consulenze utili cemento necessario Il sindaco ribatte a Matarangolo (sezione: Costi dei politici)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 06-12-2007)

"Consulenze utili cemento necessario" Il sindaco ribatte a Matarangolo ? ASSISI ? CONSULENZE? Fisiologiche. Cemento? Necessario. Sulle polemiche per il costo dei consulenti, il 'Palazzo' è tranquillo: parlano i numeri, le consulenze nel mirino del consigliere Matarangolo sono quelle strettamente necessarie al funzionamento dell'ente. L'attacco del capogruppo della Mongolfiera viene rispedito dunque al mittente, per ribadire che il Comune gode di ottima salute con un avanzo utilizzabile per nuove opere pari a 1.1 milioni di euro e le tasse comunali che sono le più basse dell'Umbria, con l'addizionale Irpef pari a zero e l'Ici al 4.5 per mille. Sindaco e amministrazione ribattono anche su un altro aspetto toccato dall'avvocato Matarangolo che parla di eccesso di cemento sparso o previsto nel territorio. "Matarangolo ? viene spiegato ? che si oppone anche ai piani di recupero per far costruire pochi metri cubi necessari alle famiglie, vorrebbe fermare la crescita del territorio Assisi. Il Comune oltre al centro storico e Santa Maria degli Angeli, include un territorio molto grande (187 chilometri quadrati) con molte frazioni nelle quali si è cercato di costruire piccoli ampliamenti di grande qualità con ampi spazi verdi per evitare che residenti e imprese andassero via dal Comune. Occorre tutelare il territorio ? concludono sindaco e amministrazione ? ma, se si impedisce di fare tutto, alla fine si rischia di avere luoghi totalmente abbandonati. A Matarangolo ricordiamo che la variante generale al Prg, operativa dall'agosto 2004 riduce fortemente le volumetrie previste dal famoso Piano Astengo". Sul piano operativo, intanto, il Comune annuncia che, per l'urbanistica (relatore l'assessore Moreno Fortini) la Giunta ha approvato il piano abitativo di Tordibetto (3800 metri cubi); approvato anche l'avvio della elaborazione del Piano di arredo urbano. Nel settore della Scuola è stato approvato (relatore Maria Belardoni), il regolamento di assegnazione dei contributi per progetti didattici 2007-2008 in cui si è incrementata la cifra disponibile sino a 34.000 euro (previsto anche un contributo per la scuola per ciechi annessa al Serafico). Nel settore sociale (relatore Moreno Massucci), sono stati approvati il bando per l'iscrizione ai corsi di lingua italiana per gli ospiti immigrati e un progetto di ambito territoriale che dovrà sensibilizzare i ragazzi, mettendo in relazione quelli più grandi per quelli più piccoli, sui valori umani, contro il disagio sociale e il rischio droga (90.000 euro) sostenuto dalla Regione. - -->.

 

 

 

 

Ok alla deroga per l'edificio di via Roma (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 06-12-2007)

A Ziano la delibera passa con undici voti a favore e tre astensioni Ok alla deroga per l'edificio di via Roma ZIANO DI FIEMME - Ancora qualche momento di frizione, ma alla fine la delibera è stata approvata a larga maggioranza, con undici sì e tre astenuti. È finita così la vicenda della controversa e dibattuta deroga urbanistica, proposta dalla giunta per il recupero dell'immobile in via Roma, al fine di ricavarne quattro nuovi alloggi per gli anziani. Martedì, dopo che l'argomento era stato discusso ma la delibera rinviata di qualche giorno, su richiesta della minoranza, il consiglio comunale di Ziano, convocato d'urgenza, ha provveduto alla approvazione formale del dispositivo, anche se le posizioni sono rimaste lontane, specialmente nei confronti della lista Abete, formata da Giuseppina Zorzi, Fabrizio Vanzetta e Piero Gualdi. "Importante" ha ribadito il primo "è che la deroga riguardi soltanto la demolizione della parte privata", mentre Diego Zorzi della lista "Uniti per Ziano", pur condividendo la posizione di Vanzetta, ha giudicato soddisfacenti le ulteriori spiegazioni della giunta. "Purtroppo" ha fatto presente "a volte manca la comunicazione tra i diversi schieramenti". "Se c'è bisogno di chiarimenti" è stata la gelida risposta del sindaco Fabio Vanzetta "basta rivolgersi nelle sedi più opportune, ma non posso accettare che vengano inviate al sindaco e-mail con l'accusa di favorire i privati. Noi non abbiamo mai fatto e non faremo gli interessi di nessuno. E quella che abbiamo proposto, con la demolizione e la ricostruzione dell'immobile, ci sembra la soluzione più economica e più funzionale". Diverse le convinzioni della lista Abete, favorevole invece alla ristrutturazione interna dell'edificio, senza abbattimento. A favore della delibera i nove consiglieri di maggioranza presenti (mancava solo l'assessore Giorgio Trettel) e i due di minoranza Diego Zorzi e Pierluigi Polo. Astenuti i tre della lista Abete, che hanno anche comunicato di voler rinunciare al gettone di presenza della seduta. M. F. 06/12/2007.

 

 

 

 

Dimezzati i consiglieri dell'Università (sezione: Costi dei politici)

( da "Adige, L'" del 06-12-2007)

Da 44 a 27 membri. Bassi: "Il nostro è un ateneo low-cost" Il ministro prevede un mandato unico per il rettore: 6 anni di ANDREA TOMASI "Siamo una università low cost, a basso costo. I risultati ci sono: le cifre non si contestano. Ora abbiamo anche ridotto il consiglio di amministrazione (da 44 a 27 membri) ma, con la nuova riforma nazionale, si potrebbe arrivare ad un cda di sole sette persone. Non è escluso". Ieri i consiglieri dell'ateneo hanno approvato il nuovo impianto normativo e, per spiegare il senso di certe mosse, il rettore Davide Bassi si affida ad un'immagine di "finanza aeronautica". L'Università di Trento come la Ryanair? Lui ne fa una questione di efficienza. "È difficile negare che 44 persone erano troppe. Abbiamo scelto la soluzione intermedia: 27 componenti". Passano da 7 a 3 i membri eletti tra i professori ordinari, da 7 a 3 i rappresentanti degli associati, dimezzato il numero dei ricercatori (da 6 a 3) come quello degli studenti (da 4 a 2) e dei dottorandi (da 2 a 1); al personale tecnico-amministrativo viene tolto un rappresentante (da 3 a 2), mentre la rappresentanza della Provincia autonoma passa da 3 ad 1. Per il resto, rispetto allo statuto vigente, la composizione rimane invariata: rettore, presidente, prorettore, direttore generale, due rappresentanti del Governo, uno designato dalla Regione Trentino Alto Adige, un membro della Camera di commercio, un rappresentante dei lavoratori e uno dei datori di lavoro, un esponente della Fondazione Kessler, due persone nominate rispettivamente dal Comune di Trento e da quello di Rovereto. Si calcola che il taglio di 17 membri porterà ad un risparmio di 1.700 euro a seduta (il gettone di presenza di un consigliere è di 100 euro). Se ogni anno le sedute saranno otto (questa la media), nelle casse dell'Università resteranno 13.600 euro. "Ma il taglio non è stato fatto per ridurre i costi, che sono irrisori. La modifica del numero dei membri è stata fatta per una questione di praticità. Quello che c'è oggi non è un cda, è un'assemblea". Ora la bozza di statuto verrà sottoposta a dipartimenti e facoltà, per poi tornare in via Belenzani per il "via libera" definitivo. Il nuovo statuto dovrebbe essere pronto in primavera. Il testo è stato approvato con 24 voti favorevoli su 26 presenti, un voto contrario (Maurizio Migliarini, rappresentante del personale tecnico amministrativo nel cda integrato), mentre un consigliere (il professor Bruno Firmani) non ha partecipato al voto. Quest'ultimo aveva proposto un consiglio a quindici. Non solo. Per contenere le spese, aveva proposto di tagliare il numero dei prorettori, principali collaboratori di Bassi. "Sono nove - dice Firmani -. Ci costano 90.000 euro all'anno. Ne basterebbero uno o due. Quei soldi potrebbero essere investiti diversamente". Bassi replica: "I prorettori servono eccome. Io non ho prorettori a sufficienza per seguire tutte le questioni calde del nostro ateneo. Non è vero che le loro indennità sono troppo alte. Alcuni prendono anche meno di 10.000 euro all'anno". La polemica è tutta trentina. Sullo sfondo c'è l'annunciata riforma nazionale. Il disegno di legge del ministro Fabio Mussi gira da tempo in ambiente accademico. Alcuni articoli riguardano i cda. Si parla di "composizione ridottissima", un massimo di sette membri. "Se verrà approvata - commenta Bassi - noi ci adegueremo prontamente. Intanto però era giusto sistemare il nostro statuto. È proprio di questi giorni la reintroduzione del tetto di due mandati (4 anni + 4 per il rettore, con l'eliminazione dell'appendice di 2 anni, Ndr)". Il ministro punta su un unico mandato di 6 anni. Se la proposta diventasse legge, Bassi - il cui primo mandato scadrà nel 2008 - potrebbe contare su un prolungamento di due anni, senza passare dalle urne. Ma a quel punto sarebbe costretto a rinunciare ad altri due, potenziali, anni di governo. "Affronto la questione con un calma olimpica", è il commento di via Belenzani. 06/12/2007.

 

 

 

 

L'intervista (sezione: Costi dei politici)

( da "Salute (La Repubblica)" del 06-12-2007)

SUPPLEMENTO SALUTE ultimo aggiornamento 06 Dicembre 2007 Stampa pag. 5 L'intervista Donare i reni a pagamento? Sarebbe schiavitù Il direttore del Centro Nazionale Trapianti sulla proposta olandese di incentivi economici di Arnaldo D'Amico L'attesa per un rene in Europa o negli Usa è così lunga che a volte si muore. O si compra un organo al mercato nero del Terzo Mondo. Dall'Olanda la proposta di "pagare" chi dona un rene dando in cambio l'assistenza sanitaria a vita (costa mille euro l'anno). Che ne pensa? Innanzitutto precisiamo meglio la questione alla luce dei recenti progressi della medicina. La mortalità tra i dializzati oggi è circa del 1,2% l'anno, sovrapponibile a una popolazione simile, senza patologie renali. Il trapianto di rene quindi, a differenza di quello di altri organi, non è un "salvavita". Sulla qualità della vita del malato, invece, ha un impatto enorme, riportandola alla normalità. Detto questo, sono contrario, come lo sono tutte le società trapiantologiche, il governo Usa e quelli europei, a qualunque forma di rimborso della donazione. Anche se questa fosse per un trapianto salvavita. Perché? "La donazione deve essere libera e consapevole. Un rimborso, sotto qualunque forma lo si elargisca, "seleziona" i più deboli, i cittadini che si privano di un rene e vanno incontro ai rischi, anche se minimi per la propria salute, solo perché bisognosi. è evidente che se non avessero necessità economiche non lo farebbero. E tutto ciò per risolvere il problema di un altro cittadino bisognoso, quello che riceve l'organo. Il sistema sanitario di una nazione civile, in particolare quello italiano, invece si basa sul principio etico della universalità delle cure: tutti abbiamo diritto alla salvaguardia della nostra salute, in quanto esseri umani, indipendentemente dalle nostre condizioni ecomiche o altro". In fondo, si tratterebbe solo di fare un'eccezione per il rene, unico caso in cui la donazione di uno dei due organi non compromette la sopravvivenza. Il principio etico rimarrebbe poi ben saldo per tutti gli altri campi della medicina. "E poi l'eccezione si ripete sino a diventare la regola, come spesso succede. Dopo il rimborso per la donazione di un organo, perché non introdurre il pagamento per la donazione di sangue, che può essere un salvavita? O di un parte del fegato, col quale si può fare un trapianto, anch'esso salvavita? Per non parlare poi dei commerci che si potrebbero avviare con le cellule staminali. Sarebbe il ritorno della schiavitù, nel senso del commercio di esseri umani, anche se fatta di pezzi e non di corpi interi". Dramma che già avviene col mercato nero dei reni, tra malati dei Paesi ricchi e donatori di Paesi poveri. Alcuni sostengono che il rimborso della donazione stroncherebbe questo traffico clandestino, rendendolo inutile. "Anche se sappiamo di un incremento di problemi di questo tipo, i dati in nostro possesso non sono così drammatici. Le organizzazioni nazionali per i trapianti europee, tra le quali vi è un continuo scambio di informazioni, sono in grado di scoprire se c'è stato un traffico d'organi. I malati in dialisi ed in lista d'attesa sono noti e seguiti nel tempo. Se uno di questi "scompare", non si presenta più alla dialisi o ai controlli periodici, e non è stato trapiantato, vuol dire che il rene lo ha comprato. Qualche "scomparsa" viene segnalata in Nord Europa. In Italia sinora non ce ne sono state. E non mi meraviglio, perché ormai si sa che da questi viaggi della speranza spesso si torna con gravi infezioni o, addirittura non si torna proprio. Altro argomento contro il rimborso della donazione è l'esperienza dell'Iran. Lì esiste un sistema di donazione rimborsata limitato ai cittadini iraniani ma la donazione da cadavere è preossoché inesistente. Anche perchè laddove vi sono forme di rimborso delle donazioni, quelle libere e basate sulla solidarietà, da cadavere, spariscono". Insomma, le liste d'attesa sembrano destinate a rimanere drammaticamente lunghe. Ma la medicina moderna, con tutti i suoi progressi, non può fare nulla? "Può fare molto con uno strumento, tra l'altro molto economico e che dovremmo sfruttare al massimo se vogliamo porre un freno alla crescita dei pazienti e dei costi: questo strumento si chiama prevenzione. Oggi, anche in campo nefrologico, è possibile evitare una parte delle malattie o rallentarne in modo molto significativo l'evoluzione verso la dialisi. E lo stesso si può dire per le liste d'attesa degli altri organi. Non a caso, la legge relativa all'organizzazione dei trapianti in Italia si occupa anche di prevenzione delle malattie curabili con un trapianto. Su questa sarebbe bene concentrarsi, più che su strategie e modi eticamente pericolosi di aumentare gli organi".

 

 

 

 

Via al tavolo per scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: <Serve più autonomia> (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

LAVORI E TERRITORIO. L'assessore al decentramento Padovani illustra i progetti dell'amministrazione comunale per rendere più incisiva l'azione dei Consigli locali Quartieri, in arrivo più soldi Via al tavolo per scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: "Serve più autonomia"     Enrico Giardini Più soldi, a partire da subito, e presto nuove regole per rendere più autonomi i quartieri nello spendere il denaro pubblico. Rispetto a quest'anno, per il 2008 cresce di 50mila euro l'anno ? su uno stanziamento che va dai 900mila al milione di euro di media ? la disponibilità finanziaria per i lavori pubblici nelle otto circoscrizioni cittadine. L'obiettivo dell'amministrazione comunale è però quello di aumentare la disponibilità economica delle circoscrizioni e al tempo stesso renderle più autonome nel gestire le risorse a disposizione. Senza dovere, quindi, passare ogni volta dal Comune per progettare, appaltare e dare il via a opere come ristrutturare edifici pubblici nei quartieri o sistemare giardini e campigiochi. In questo contesto di inserisce il progetto di Palazzo Barbieri di riformare le municipalità decentrate. Come? Riscrivendo il regolamento, il che comprenderà anche il rivedere le competenze dell'istituzione stessa, il ruolo del presidente e dei consiglieri, la struttura tecnico-organizzativa e anche, magari, la suddivisione territoriale. PIÙ SOLDI. Lo stanziamento del Comune centrale alle circoscrizioni ha avuto per il 2008 un aumento di 50mila euro, finalizzato però a "lavori vari", da impiegare quindi per lavori pubblici. Le altre voci di spesa per gli organismi amministrativi dei quartieri sono la cura di fabbricati, impianti sportivi, strade ed edifici scolastici, oltre agli incarichi professionali. C'è poi la voce "snowball", vale a dire le opere come attraversamenti pedonali, marciapiedi, piazze finalizzate a favorire gli spostamenti a piedi, soprattutto però per le persone della cosiddetta "fascia debole" quindi bambini, anziani, diversamente abili. L'anno prossimo la prima circoscrizione (Centro storico) avrà 925mila euro; la seconda (Borgo Trento, Valdonega, Avesa, Quinzano, Parona) 911mila; la terza (Borgo Milano, Chievo, San Massimo) un milione 45mila; la quarta (Santa Lucia, Golosine) 905mila; la quinta (Borgo Roma, Cadidavid) 916mila; la sesta (Borgo Venezia) 895mila; la settima (San Michele, Porto San Pancrazio) 910mila; l'ottava (Montorio, Mizzole, Quinto, Poiano, Santa Maria in Stelle) 893mila. "La nostra linea, nell'assegnare in bilancio il denaro, è quella di rispondere alle esigenze peculiari dei singoli quartieri", spiega l'assessore comunale al decentramento, Marco Padovani, "e quindi, per esempio, su una disponibilità di 400mila euro per la manutenzione degli edifici scolastici, abbiamo destinato somme più consistenti alle circoscrizioni che hanno più edifici rispetto ad altre che magari hanno strade più costose da conservare e quindi necessitano di maggiori risorse per quello scopo". LA RIFORMA. Un tavolo di lavoro fra assessore al decentramento e gli otto presidenti per riscrivere le regole delle circoscrizioni, create 30 anni fa. Dalle modalità per eleggere i consiglieri (oggi si vota con il sistema proporzionale secco), alla divisione territoriale, per arrivare magari a ridurre di numero le circoscrizioni o a modificarne i confini, alla quantificazione dei gettoni di presenza in commissione dei consiglieri e al ruolo dei commissari esterni, fino alle competenze: ecco di cosa si occuperà il tavolo di lavoro, da cui dovrà uscire una proposta di delibera che dovrà poi essere votata in Consiglio comunale. "La nostra volontà politica è quella di riformare l'ente circoscrizione", spiega Padovani, "naturalmente insieme ai consiglieri di minoranza, per fare sì che questo passaggio venga il più possibile condiviso. Vogliamo portare ad almeno 250mila euro lo stanziamento per i lavori pubblici da far gestire però con autonomia dalle circoscrizioni. Questà consentirà di velocizzare i tempi per realizzare le opere".

 

 

 

 

LAVORI E TERRITORIO. L'assessore al decentramento Padovani illustra i progetti dell'amministrazione comunale per rendere più incisiva l'azione dei Consigli locali (sezione: Costi dei politici)

( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

Quartieri, in arrivo più soldi Via al tavolo per scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: "Serve più autonomia"     Enrico Giardini Più soldi, a partire da subito, e presto nuove regole per rendere più autonomi i quartieri nello spendere il denaro pubblico. Rispetto a quest'anno, per il 2008 cresce di 50mila euro l'anno ? su uno stanziamento che va dai 900mila al milione di euro di media ? la disponibilità finanziaria per i lavori pubblici nelle otto circoscrizioni cittadine. L'obiettivo dell'amministrazione comunale è però quello di aumentare la disponibilità economica delle circoscrizioni e al tempo stesso renderle più autonome nel gestire le risorse a disposizione. Senza dovere, quindi, passare ogni volta dal Comune per progettare, appaltare e dare il via a opere come ristrutturare edifici pubblici nei quartieri o sistemare giardini e campigiochi. In questo contesto di inserisce il progetto di Palazzo Barbieri di riformare le municipalità decentrate. Come? Riscrivendo il regolamento, il che comprenderà anche il rivedere le competenze dell'istituzione stessa, il ruolo del presidente e dei consiglieri, la struttura tecnico-organizzativa e anche, magari, la suddivisione territoriale. PIÙ SOLDI. Lo stanziamento del Comune centrale alle circoscrizioni ha avuto per il 2008 un aumento di 50mila euro, finalizzato però a "lavori vari", da impiegare quindi per lavori pubblici. Le altre voci di spesa per gli organismi amministrativi dei quartieri sono la cura di fabbricati, impianti sportivi, strade ed edifici scolastici, oltre agli incarichi professionali. C'è poi la voce "snowball", vale a dire le opere come attraversamenti pedonali, marciapiedi, piazze finalizzate a favorire gli spostamenti a piedi, soprattutto però per le persone della cosiddetta "fascia debole" quindi bambini, anziani, diversamente abili. L'anno prossimo la prima circoscrizione (Centro storico) avrà 925mila euro; la seconda (Borgo Trento, Valdonega, Avesa, Quinzano, Parona) 911mila; la terza (Borgo Milano, Chievo, San Massimo) un milione 45mila; la quarta (Santa Lucia, Golosine) 905mila; la quinta (Borgo Roma, Cadidavid) 916mila; la sesta (Borgo Venezia) 895mila; la settima (San Michele, Porto San Pancrazio) 910mila; l'ottava (Montorio, Mizzole, Quinto, Poiano, Santa Maria in Stelle) 893mila. "La nostra linea, nell'assegnare in bilancio il denaro, è quella di rispondere alle esigenze peculiari dei singoli quartieri", spiega l'assessore comunale al decentramento, Marco Padovani, "e quindi, per esempio, su una disponibilità di 400mila euro per la manutenzione degli edifici scolastici, abbiamo destinato somme più consistenti alle circoscrizioni che hanno più edifici rispetto ad altre che magari hanno strade più costose da conservare e quindi necessitano di maggiori risorse per quello scopo". LA RIFORMA. Un tavolo di lavoro fra assessore al decentramento e gli otto presidenti per riscrivere le regole delle circoscrizioni, create 30 anni fa. Dalle modalità per eleggere i consiglieri (oggi si vota con il sistema proporzionale secco), alla divisione territoriale, per arrivare magari a ridurre di numero le circoscrizioni o a modificarne i confini, alla quantificazione dei gettoni di presenza in commissione dei consiglieri e al ruolo dei commissari esterni, fino alle competenze: ecco di cosa si occuperà il tavolo di lavoro, da cui dovrà uscire una proposta di delibera che dovrà poi essere votata in Consiglio comunale. "La nostra volontà politica è quella di riformare l'ente circoscrizione", spiega Padovani, "naturalmente insieme ai consiglieri di minoranza, per fare sì che questo passaggio venga il più possibile condiviso. Vogliamo portare ad almeno 250mila euro lo stanziamento per i lavori pubblici da far gestire però con autonomia dalle circoscrizioni. Questà consentirà di velocizzare i tempi per realizzare le opere".

 

 

 

 

Intervista a Richard Epstein dell'Università di Chicago / Il mercato del lavoro in Europa è un fallimento (sezione: Costi dei politici)

( da "Opinione, L'" del 06-12-2007)

Oggi è Gio, 06 Dic 2007 Edizione 267 del 06-12-2007 Intervista a Richard Epstein dell'Università di Chicago / Il mercato del lavoro in Europa è un fallimento di Stefano Magni In Italia va di moda la massima: "Mercato quando possibile, Stato quando necessario". E' una massima pronunciata a denti stretti, soprattutto da chi è statalista, non ha fiducia nell'iniziativa privata, ma realizza che le nazionalizzazioni non sono più difendibili. Ne abbiamo parlato con Richard Epstein, noto giurista economico dell'Università di Chicago. Epstein non è anarchico, non vuole l'abolizione dello Stato. Non è nemmeno "minarchico", cioé convinto che occorra uno Stato ridotto al ruolo di "guardiano notturno", di protettore della sicurezza dei suoi cittadini. Il professor Epstein è convinto che, in alcuni casi, sia necessaria la mano pubblica per correggere i fallimenti del mercato. Ma la sua tesi interventista impallidisce di fronte al pensiero economico statalista che è ancora dominante in Italia. Professor Epstein, quando e dove è necessario l'intervento dello Stato per correggere i fallimenti del mercato? Tutto dipende da come si intende il concetto di "fallimento". La mia definizione di "fallimento" è una situazione in cui risorse disponibili vengono dilapidate e tutti sono d'accordo nel porre fine al loro sfruttamento. Abbiamo, ad esempio, l'inquinamento atmosferico e la distruzione dell'ambiente naturale. Io non includo nella categoria di "fallimento" del mercato i prezzi o i salari che non piacciono al legislatore. Il mercato del lavoro è un chiaro caso di fallimento, soprattutto in Europa, ma non dovuto al mercato, bensì all'intervento del governo, alla sua iper-regolamentazione, che lo ha reso un mercato malato, molto più malato di quel che avrebbe potuto essere se fosse rimasto nelle mani dei privati. Il problema è che un libero mercato che funziona è così? noioso. Ogni giorno compie da solo tutta una serie di piccoli aggiustamenti, nessuno dei quali ottiene particolare attenzione dal pubblico. L'intervento del legislatore, al contrario, introduce sempre grandi cambiamenti, una grande discontinuità. E anche una grande confusione. Mi può fare degli esempi di intervento statale ingiustificato? Un esempio chiarissimo è il mercato dell'agricoltura. L'ammontare prodotto, il prezzo di vendita e i luoghi in cui vendere, potrebbero essere tutte decisioni prese individualmente. Negli Stati Uniti, attualmente, abbiamo un sistema che prevede barriere altissime sull'importazione, alti sussidi per i produttori e molti vincoli di legge sulla vendita. In sintesi, il mercato è drogato da barriere, sussidi e cartelli di venditori. La cosa importante da comprendere è che le conseguenze negative provocate da questo sistema non sono economiche, ma politiche. Non è per cause economiche che i prezzi sono alti, che molti agricoltori sono fuori mercato e si sviluppano poche nuove tecniche di produzione. Questi sono tutti costi alti imposti dalla politica. Se aprissimo le frontiere, abbattendo le tariffe protezionistiche, i nostri agricoltori lotterebbero per restare sul mercato, innovando le tecniche e abbassando i prezzi. D'altra parte, allo stato attuale delle cose, chi potrebbe competere realmente con la nostra agricoltura? Sarebbe una battaglia vinta. Invece, il mantenimento di tariffe protezioniste alte è la causa di un forte risentimento contro gli Stati Uniti, ovunque nel mondo. Un risentimento che si potrebbe benissimo evitare. Altro esempio di intervento inutile e dannoso dello Stato: il mercato dei terreni. In questo campo la regolamentazione è molto invasiva e severa. C'è sempre qualche locale che non vuole nuovi vicini e nuovi competitori. Si invoca sempre la necessità di proteggere 'l'ambiente', ma l'unico ambiente che si intende proteggere è il proprio monopolio. Nelle aree in cui la regolamentazione è più mite, abbiamo sempre a un grande sviluppo, prezzi più bassi e minor contrasti politici. In un luogo come New York, al contrario, dove abbiamo anche controlli legali sui prezzi e sugli affitti, abbiamo scarsità di case, affitti sempre più alti e una maggior divisione sociale. Soprattutto perché è sempre più difficile costruire nuove case. In Europa si considera la sanità privata americana come il più grande fallimento del mercato negli Stati Uniti. Il problema della sanità, al contrario, è che non è affidata al mercato libero. Le leggi e gli interventi governativi condizionano negativamente il costo delle assicurazioni, la possibilità di spostarsi da uno Stato all'altro per scegliere il proprio ospedale e causano l'aumento dei prezzi. I programmi governativi Medicare e Medicaid (che forniscono copertura sanitaria a chi non può permettersi assicurazioni private, ndr) succhiano immense risorse a chi potrebbe occuparsi privatamente di sanità, per finanziare un sistema altamente inefficiente. E poi, se fossi malato, andrei a farmi curare in Italia o negli Stati Uniti? Io scelgo decisamente gli Stati Uniti. Nonostante tutti gli errori e i difetti della nostra sanità, negli Stati Uniti abbiamo meno code, medici più competenti, un equipaggiamento generalmente migliore e le terapie più moderne. Non possiamo ignorare il grande successo del nostro sistema sanitario, perché la maggior parte dei non americani che sceglie di farsi curare all'estero, sceglie proprio gli Stati Uniti come meta. Certo: solo quelli che se lo possono permettere. Potremmo abbattere i costi, ma solo eliminando tutte le barriere al mercato costituite da leggi, regolamenti e programmi governativi. In America chi sono i maggiori difensori del libero mercato e avvocati dello Stato Minimo? Non esiste un movimento dedito alla liberalizzazione. Ma a partire dagli anni '80, abbiamo avuto effettivamente una liberalizzazione. E questa fu dovuta, più che altro, alla realizzazione intellettuale dei fallimenti dello Stato. E' stata una battaglia "al negativo". La fortuna degli Stati Uniti è che l'intellighenzia a favore di una minor regolamentazione è molto forte. Molti industriali e agricoltori, poi, votano apposta per poter premere sui politici. I think tank, negli Stati Uniti, sono quasi tutti libertari e conservatori e continuano a crescere di numero. Basti ricordare, tra i più famosi, la Heritage Foundation, l'American Enterprise Institute, la Reason Foundation, il Cato Institute, la Free Market Foundation, ecc? Questi gruppi di studio sono tutti caratterizzati da un alto livello di preparazione accademica dei loro membri e fanno concorrenza alle università che, al contrario, sono dominate dalla sinistra liberal.

 

 

 

 

Compensi dimezzati in Comunità (sezione: Costi dei politici)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-12-2007)

Dopo le indennità di assessori e presidente ridotto della metà anche il gettone di presenza per i 49 consiglieri Compensi dimezzati in Comunità Con un risparmio di 125mila euro l'ente vuole dare un segnale per la propria sopravvivenza Vittorio VenetoUna lotta per la sopravvivenza che si combatte anche risparmiando. Riunione importante, quella che si è svolta martedì sera, per la Comunità Montana delle Prealpi trevigiane che, se passassero determinati articoli della legge finanziaria in discussione in Parlamento, rischierebbe di scomparire. Se infatti venisse approvato il testo licenziato in prima lettura dal Senato, tra meno di un mese nella sola regione Veneto 10 Comunità montane su 19 potrebbero essere cancellate. Ecco perché una di queste 10, la Comunità delle Prealpi trevigiane che unisce 16 Comuni e ha sede in città in via Vittorio Emanuele II, ha voluto lanciare martedì un segnale al Governo Prodi e al Parlamento, sia sotto l'aspetto generale che su quello riguardante più strettamente la comunità presieduta da Gianpiero Possamai. "Con questa legge, che si basa su calcoli altimetrici, si colpisce la montagna in quanto parte più debole del Paese, realizzando risparmi solo aleatori" afferma l'ordine del giorno approvato a maggioranza dal consiglio della Comunità. L'odg riporta anche il consuntivo 2006 delle principali componenti di spesa della Comunità delle prealpi trevigiane, dal quale emerge che su una spesa complessiva di oltre due milioni e mezzo di euro, il 3,10\% è costituito dai costi per gli organi istituzionali e l'8\% per il personale. "E a proposito di costi - riferisce Possamai - il consiglio ha voluto dare un altro segnale, approvando la riduzione a partire dal prossimo 1° gennaio del 50\% dei gettoni di presenza per ognuno dei 49 consiglieri, che passa così da circa 30 euro a circa 15. Questo risparmio si aggiunge al compenso già dimezzato del sottoscritto (Possamai percepisce 2500 euro lordi mensili anziché i "normali" 5000 ndr) e degli assessori, che da anni prendono 350 euro al mese anziché 1400, tutti risparmi che intendiamo confermare". A conti fatti, dunque, la Comunità delle prealpi trevigiane fa risparmiare alle casse dello Stato - contando 3 riunioni del consiglio ogni 12 mesi - circa 125mila euro all'anno.Il problema, però, non è solo economico ma anche politico: ecco dunque che nell'ordine del giorno approvato la Comunità chiede al Governo, tra l'altro, di stralciare dalla finanziaria "ogni ipotesi di riordino e riforma della montanità e delle comunità montane" così da evitare "che sul territorio montano italiano si producano danni gravissimi al sistema delle imprese, delle famiglie e delle istituzioni che grazie alla classificazione montana hanno visto una produzione legislativa tesa ad abbattere i differenziali strutturali, e che potrebbero ora essere gravemente colpite".Luca Anzanello.