ARTICOLI DELL’ 11 E 12 DICEMBRE 2007
Vibo, un ospedale da chiudere. Resta
aperto per necessità ( da "Giornale di Calabria, Il" del
11-12-2007)
FABRIANO - IL CONSIGLIO comunale
entrato in carica lo corso giugno ricalc
( da "Resto del Carlino, Il
(Ancona)" del 11-12-2007)
<In consiglio solo chiacchiere>
( da "Provincia di Cremona, La"
del 11-12-2007)
AL BILANCIO del Comune potrebbero
mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della F
( da "Resto del Carlino, Il
(Imola)" del 11-12-2007)
La giunta Cofferati Carella (Forza
Italia): Ha prodotto la metà ( da "Resto del Carlino, Il (Imola)"
del 11-12-2007)
Enti, pronta la cura dimagrante
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 11-12-2007)
Tagli ai costi della politica pd in
conclave: è rottura ( da "Repubblica, La" del
11-12-2007)
Lanzillotta stop al cumulo gettoni per
i consiglieri ( da "Nuova Venezia, La" del
11-12-2007)
REGIONE FIRMATO UN PATTO TRA
AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA VERIFICA 0
Costi della politica, Errani prova a tagliare
( da "Resto del Carlino, Il
(Nazionale)" del 11-12-2007)
TUTTI I NUMERI DI SPRECOPOLI
( da "Corriere della Sera"
del 11-12-2007)
La prima fase ha portato 15 milioni
( da "Corriere della Sera"
del 11-12-2007)
Conti in rosso, Saponaro accusa Palese
e fa autocritica ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
11-12-2007)
ROMA - Alla fine l'arresto per il
sottosegretario alla Difesa è arrivato. Marco Ve
( da "Messaggero, Il (Viterbo)"
del 11-12-2007)
Merighi capogruppo Pd, mini-fronda
nell'urna ( da "Corriere di Bologna" del
11-12-2007)
Il sindaco sbaglia? tocca a lui pagare
( da "Corriere delle Alpi"
del 11-12-2007)
Tangenti, arrestato ex sottosegretario
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 11-12-2007)
Con 10 milioni in meno non posso
prometterlo ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 11-12-2007)
IO, 'MISTO' E ASSEDIATO
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 11-12-2007)
PREOCCUPATA Sui costi della politica
dovremmo risparmiare 3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro
( da "Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 11-12-2007)
Tagli soft per assessori e
comunità montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
33,4 milioni Risparmi comunità
montane ( da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Rubata la bicicletta al consigliere
Conficoni ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
11-12-2007)
Comuni in rete per Prg e catasto
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 11-12-2007)
VERZASCHI FINISCE AGLI ARRESTI
DOMICILIARI ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
Un Comitato per la sicurezza sul posto
di lavoro, contro il lavoro "cinesizzato"
( da "Giornal.it"
del 11-12-2007)
FARMACI: IN CALO SPESA PUBBLICA NEI
PRIMI 9 MESI DEL 2007 ( da "Farmacia.it" del
11-12-2007)
TRUFFA PER 6 MILIONI DI EURO: IN
MANETTE DUE SALENTINI ( da "LeccePrima.it" del
11-12-2007)
CALABRIA/SANITA': MORELLI,
COMMISSARIAMENTO PUNTO PIU' BASSO REGIONE
( da "Asca"
del 11-12-2007)
L 'ex sottosegretario alla Difesa,
Marco Verzaschi, è agli arresti domiciliari. La misura cautelare
sarebbe stata disposta nell'ambito dell'inchiesta su <lady Asl> avviata
dalla Pr ( da "Liberazione" del
11-12-2007)
Romina Velchi
( da "Liberazione"
del 11-12-2007)
ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE:
PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE ( da "Sestopotere.com" del
11-12-2007)
Quell'Italia sprecona degli enti locali
<Sprecopoli> di Porro-Cervi e <Impuniti> di Caporale: inchieste
sugli sperperi della politica sulla scia del best seller <La Casta> Il
buco ( da "Provincia di Sondrio, La" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI
ERRATI, VALUTO AZIONI... -2- ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ PECORARO: DA LA7 DATI
ERRATI, VALUTO AZIONI LEGALI ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
COSTI POLITICA/ TG LA7: PECORARO SCANIO
A BALI CON 48 PERSONE? ( da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
Per le nomine bisognerà
attendere ( da "Giornale di Calabria, Il" del
12-12-2007)
Indiscreti
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
Politica, costi a discesa lenta
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
Torino-Lione, decidere in fretta
( da "Italia Oggi"
del 12-12-2007)
UN GETTONE succulento, da 74 euro a
colpo. E' il bonus sullo stipendio, pre
( da "Nazione, La (Pistoia)"
del 12-12-2007)
Sul recupero dell'Ici è guerra
dei numeri ( da "Arena, L'" del
12-12-2007)
Musso e Scialfa, rivolta bipartisan
nella sala rossa ( da "Secolo XIX, Il" del
12-12-2007)
Eleggiamo parlamentari ad honorem che
siano onesti, volontari e senza stipendio
( da "Nuova Sardegna, La"
del 12-12-2007)
Regione, aumenta anche l'irpef - piero
ricci ( da "Repubblica, La" del
12-12-2007)
L'opposizione all'attacco "i
debiti li avete fatti voi" ( da "Repubblica, La" del
12-12-2007)
Manovra, fuori i servizi locali e
slitta la rottamazione auto - roberto petrini
( da "Repubblica, La"
del 12-12-2007)
COSTI DELLA POLITICA PARLA IL PROFESSOR
MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI 0 Più efficienza?
Diamo spazio al privato ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)"
del 12-12-2007)
VISTA dal versante economico la
sanità calabrese fa, paradossalmente, una gran b
( da "Messaggero, Il"
del 12-12-2007)
D'Ambrosio preso per truffa
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 12-12-2007)
JESI Un gesto di trasparenza
amministrativa dopo le roventi polemiche sulla riconferma del direttor
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 12-12-2007)
Per la Regione oltre 200 nomine tra
enti e agenzie ( da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)"
del 12-12-2007)
I Comuni chiedono l'assemblea degli
enti locali ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
12-12-2007)
Dipartimenti: scelti i vertici Il
direttore dell'Usl, Tavanti, difende la decisione dell'Azienda
( da "Nazione, La (Lucca)"
del 12-12-2007)
Quartieri, niente stipendi e gettoni di
presenza ( da "Tribuna di Treviso, La" del
12-12-2007)
Fondi ai comuni an contesta la giunta
taccone ( da "Centro, Il" del
12-12-2007)
GABICCE MARE - L'ASSESSORE al turismo
Riccarda Patruno ha nominato l' ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 12-12-2007)
In politica
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE. L'opposizione
contesta i dati sull'evasione recuperata: <L'assestamento di bilancio
presentato dalla Giunta non è veritiero>, denuncia Longhi
( da "Arena.it, L'"
del 12-12-2007)
Pensioni ai parlamentari: sempre
più necessaria una riforma del sistema
( da "Denaro, Il"
del 12-12-2007)
Musso, sciopero della parola contro le
assenze del sindaco ( da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Un <buco> da 25 milioni È
allarme al Santa Lucia ( da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
ABRUZZO/SANITA': MAZZOCCA, 2,1 MLD DA
RIPARTO FSN ( da "Asca" del 12-12-2007)
Ponte Calatrava, una scandalosa babele
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 12-12-2007)
An: La sanità meridionale
è fabbrica di consenso ( da "Napoli.com" del
12-12-2007)
CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D.
"VIVERE GLI SPAZI E PROGETTARE SENZA BARRIERE"
( da "Sestopotere.com"
del 12-12-2007)
Il ruolo dei governi negli stili di
vita - anthony giddens ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
"consiglio snobbato" sinistra
contro la vincenzi - wanda valli ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
Tangenti a Lignano, verso un processo
unico ( da "Mattino di Padova, Il" del
13-12-2007)
Pd, due assessori nel mirino - (segue
dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del
13-12-2007)
Soldi prelevati solo per missioni Ascom
( da "Mattino di Padova, Il"
del 13-12-2007)
<Eliminiamo i gettoni di
presenza> ( da "Adige, L'" del
13-12-2007)
L'AQUILA - Ammonta a due miliardi e 168
milioni di euro la quota del Fondo sanitario nazionale
( da "Messaggero, Il (Abruzzo)"
del 13-12-2007)
FERRARA - Un ingaggio a gettone per
giocare due partite: quella di domenica a Rimini e quella del 23
( da "Messaggero, Il (Ancona)"
del 13-12-2007)
T aglia
( da "Corriere della Sera"
del 13-12-2007)
E alla fine la Camera tagliò i
tagli ( da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
ENTE PARCO SILA: INIIZIATIVA SULLE
POTENZIALITA' ECONOMICHE ( da "Asca" del 13-12-2007)
PUGLIA: SURICO, REGOLARIZZARE 500
PRECARI DIRIGENZA MEDICA ( da "Asca" del 13-12-2007)
LAZIO/SANITA': LISTE ATTESA LUNGHE,
CODICI LANCIA PROGETTO 'IMPAZIENTE' ( da "Asca" del 13-12-2007)
Senato approva Ddl proposto dal
Ministro Turco sulla "semplificazione degli adempimenti amministrativi
connessi alla tutela della salute"
( da "SaluteEuropa.it"
del 13-12-2007)
MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO
IN CONSIGLIO COMUNALE ( da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
Infortuni, mezzo secolo senza decidere
( da "EUROPA.it"
del 13-12-2007)
Eurodeputati sotto accusa: spese troppo
alte e ingiusti cate ( da "EUROPA.it" del
13-12-2007)
Camera senza tetto: cancellate le
promesse anti Casta sugli stipendi ( da "Panorama.it" del
13-12-2007)
Bellin e la scelta a due ruote
( da "Gazzetta Dello Sport Online,
La" del 13-12-2007)
Tre capitoli per una finanziaria di
svolta ( da "AprileOnline.info" del
13-12-2007)
CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA
, LA CRONACA ( da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
Articoli
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
11-12-2007)
Senza lo
"Jazzolino" duecentomila persone resterebbero senza un presidio di
riferimento VIBO VALENTIA. Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per
non privare di assistenza una popolazione di 200 mila persone. È questa,
in sintesi, la storia dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al centro
delle polemiche dopo la morte di due sedicenni avvenute a distanza di undici
mesi l'una dall'altra. L'ospedale ha una capienza di 200 posti letto
distribuiti nei vari reparti ed attualmente ne sono occupati circa 130.
"L'oggettiva necessità di chiusura
dell'ospedale" era emersa già al termine dell'ispezione della
Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone. La
commissione si pose il problema se far chiudere l'ospedale, ma alla fine
optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all'apertura
di tre nuove sale operatorie. Una scelta motivata proprio dalla
necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia
di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un'altra sedicenne, Eva
Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione
sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che "bisogna
intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo
l'ospedale di Vibo ed allestendone uno da campo". Sulla vicenda,
comunque, sia il ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve
ulteriori elementi, sulla base della relazione del Nas, per valutare e
decidere.
(
da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del
11-12-2007)
? FABRIANO ? IL
CONSIGLIO comunale entrato in carica lo corso giugno ricalca le orme di
quello precedente ed ostenta un presenzialismo quasi totalitario. E' quanto
emerge dai dati raccolti dal Carlino sulle presenze in assise negli ultimi
cinque mesi, da quando cioè si è insediato il nuovo concesso
con trenta e non più venti elementi. Se i consiglieri del quinquennio
precedente avevano esibito una certa assiduità nel frequentare Palazzo
Chiavelli, i loro successori non sono da meno, se non altro limitandosi ad analizzare
i numeri ancora piuttosto giovani delle prime undici sedute. Ebbene, su 31
consiglieri comunali, includendo nella lista anche il sindaco Roberto Sorci
votante a tutti gli effetti al pari degli altri, sono ben 23 i rappresentanti
che hanno partecipato a tutte le undici riunioni tra giugno e novembre. Un
presenzialismo bipartisan, visto che soltanto in otto (Balducci, Carmenati,
Ciappelloni, Galli, Giuseppucci, Latini, Mingarelli e Tassi) finora sono
mancati all'appello, tutti peraltro in una sola circostanza. Insomma, un
consiglio molto attento e presente, anche se c'è chi chiede con una
certa determinazione che le regole vadano cambiate al più presto per
capire se è tutto oro quel che finora luccica. E' il caso del neo
consigliere comunale della Margherita, il giovane Lorenzo
Vergnetta secondo cui sarebbero necessari alcuni accorgimenti per sapere se
davvero tutti i consiglieri meritino il gettone di presenza da 90
euro lordi a seduta. "Due ? propone Vergnetta ? le possibili soluzioni:
obbligare alla firma d'uscita e non solo quella d'entrata, oppure verificare
che il singolo consigliere sia stata presente almeno al 70% delle votazioni
effettuate. In questo modo il controllo sarebbe reale, mentre con la
normativa attuale chiunque può uscire un attimo dopo l'appello e non
rientrare più, ma vedersi ugualmentre assegnato il gettone".
Misure più rigide che secondo Vergnetta andrebbero applicate anche per
le riunioni delle commissioni consiliari. "Quanto alle commissioni 90
euro li ritengo decisamente troppi. Credo che la metà sia più
che sufficiente per il lavoro che si svolge durante questi incontri di
supporto all'attività del consiglio comunale e di fatto senza potere
decisionale". Alessandro Di Marco - -->.
(
da "Provincia di Cremona, La" del
11-12-2007)
Edizione di
Martedì 11 dicembre 2007 Benvenuto P.Review srl Fulvio Lorenzetti,
Forza Italia, critica anche le polemiche sui parcheggi "In consiglio solo
chiacchiere" di Dario Dolci "Tr oppe schermaglie e poca sostanza.
Troppe chiacchiere e poca concretezza". Fulvio Lorenzetti, consigliere
comunale eletto nelle liste di Forza Italia, esorta i colleghi che siedono
nell'Aula degli Ostaggi a cambiare rotta e chiede più fatti e meno
parole. "L'ultimo consiglio comunale ? afferma Lorenzetti ? è
durato tre ore e mezza, aveva all'ordine del giorno otto punti e ne ha
discusso uno solo. Ci è voluto tutto questo tempo per decidere se la
Creso fosse meglio come Srl o come Spa non quotata in borsa. Mi chiedo quale
sia la differenza. Vorrei capire se la priorità sono i problemi della
città oppure le polemiche fine a se stesse. Adesso occorrerà
convocare un altro consiglio comunale, pagare di nuovo il
gettone di presenza a trenta consiglieri per discutere gli altri punti che erano
all'ordine del giorno". Lorenzetti se la prende anche con le polemiche
che sono sorte dopo la decisione di istituire la sosta a pagamento che sotto
il mercato coperto di via Verdi e in piazzale Rimembranze. "Si
sta facendo un gran casino per 300 stalli blu in più, quando la
passata amministrazione ne aveva fatti 1.200. Mi dicono cosa cambia, se poi
in conseguenza di questo le tariffe per la sosta vengono ribassate del trenta
per cento? Io capisco la necessità di avere visibilità
giornalistica, ma qualche volta ai giornali bisognerebbe dare un po' di polpa
e non soltanto le bucce". Il consigliere di Forza Italia riconosce la
necessità di una dialettica politica, ma vorrebbe che ci fosse
più concretezza e che il dibattito si spostasse sui reali problemi
della città. "La maggioranza è legittimata a cambiare
quello che vuole; per contro, l'opposizione ha il diritto di fare proposte
alternative e di controbattere. Ma un conto è fare questo, un altro è
discutere per ore sul sesso degli angeli. Chi governa la città a volte
ha fin troppa riverenza nel fare le cose. Qualcuno dimentica che non ci sono
più neanche i soldi per asfaltare i marciapiedi e che se andiamo
avanti di questo passo il Natale lo faremo coi doni dei Pantelù".
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
11-12-2007)
Inanziaria. A tanto
ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo Stato, come risulta dalla
bozza della legge in discussione al Parlamento. E così, Paola Bottoni,
assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo avere illustrato in aula le
linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del consiglio comunale a
metà febbraio) non si sente di confermare il blocco di tasse e tariffe
da tempo annunciato. "Non posso dirlo", si limita ad affermare la
Bottoni, ricordando però che la discussione sulla Finanziaria è
ancora aperta, e confidando "nell'azione di presidio" dei
parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora "è stata
esercitata con buoni risultati, specie per le infrastrutture", con
l'ammissione ai finanziamenti della metrotranvia per 17 milioni e del Passante
nord per 9 milioni, nel 2009. La Bottoni ringrazia i parlamentari dell'Unione
Walter Vitali, Donata Lenzi, Katia Zanotti e, unico del centrodestra,
Gianluca Galletti, dell'Udc. Poi rivolge un appello: "Scongiurate il
rischio di minori trasferimenti". E, per le infrastrutture, "che i
finanziamenti programmati per il 2009 vengano in parte anticipati al
2008". LA BOTTONI non nasconde però la preoccupazione: "Per
adesso siamo ancora a un punto di incertezza assai significativo per il
bilancio". In particolare, il taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto
combinato di due aspetti: da un lato, la differenza tra quanto lo Stato ha
effettivamente percepito dalla riscossione dell'Ici (il maggior gettito
è calcolato in 609 milioni nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la
previsione avanzata nella precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che
questa differenza non possa scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore.
Altro problema è dovuto a quello che la Bottoni definisce "super ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e
indennità da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore
complessivo di 313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo
bolognese, secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni.
Palazzo d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che
preoccupa ? afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra
il reale risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del
risparmio. Questa distanza non può tradursi in riduzione dei
trasferimenti dallo Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de
'La tua Bologna', le linee di indirizzo "sembrano più che altro
degne di una relazione da inizio mandato. Peccato che manchi poco più
di un anno alla fine". Galletti, già assessore al bilancio,
è preoccupato dai tre milioni di tagli sui costi della politica. "Conosco bene il bilancio del Comune ? dice
il deputato udc ?: recuperarli solo tagliando i costi della politica non è semplice. Forse non basta neanche
azzerare i compensi di consiglieri e assessori. Occorre che gli
amministratori di Palazzo d'Accursio si diano da fare, anche sui costi della politica e i vari costi accessori. Perché non si
può pensare di scaricare i tre milioni di euro di minori trasferimenti
solo sulle altre voci del bilancio: sarebbe inaccettabile gravare ancora sul
fisco locale". - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Imola)" del
11-12-2007)
"La giunta
Cofferati Carella (Forza Italia): "Ha prodotto la metà di RITA
BARTOLOMEI PERO' la giunta ha deciso poco. Daniele Carella, capogruppo di
Forza Italia e specialista delle tabelle, aggiorna il confronto tra
l'esecutivo Cofferati e quello Guazzaloca. Fa i conti: "Dal giorno
dell'insediamento al 30 novembre, l'esecutivo del Cinese ha prodotto 1.021
provvedimenti operativi contro i 2.311 della giunta precedente. E sono state
449 contro 608 le delibere del consiglio. Non è un caso, invece, che
siano aumentate le determinazioni dirigenziali, 53.797 contro 47.921. E' un
segno fin troppo chiaro. Vuol dire che manca il perno politico attorno a cui
deve ruotare la macchina amministrativa. Per questo il dirigente di turno
è costretto a sobbarcarsi tanto lavoro in più". Si
salvano, invece, i Quartieri. Nei tre anni e spiccioli dell'amministrazione
Cofferati, hanno prodotto 2.055 atti, totale non così distante da
quello dell'era Guazzaloca, che arrivò a 2.326. Altro capitolo, le
pagelle personali. Naturalmente, in quella dei consiglieri azzurri,
l'onnipresente Carella semina i colleghi. Ha votato per 1.782 volte. Neanche
il vicepresidente Paolo Foschini riesce a stargli dietro e si ferma a quota
1.350. Vertiginosamente alto anche il numero delle interpellanze presentate
dal capogruppo azzurro. Lui la spiega così: "Parto dalla domanda
di attualità. Ma sono costretto a trasformarla quasi sempre in
interpellanza. Per forza: la giunta non risponde". Ma non sarà
lei che 'sbaglia' a fare le domande, come suggerisce malignamente qualcuno?
"Abbiano il coraggio di dirmelo, finora non è successo",
ribatte l'azzurro. Insiste: "Spesso gli assessori non ci sono. La
statistica? Non si può sapere. Mica prendono il gettone,
la loro presenza non è registrata". LA COSA più grave,
denuncia Carella, è "la mancanza di comunicazione nella squadra.
Questo provoca disastri. L'ultima prova? Dopo la morte di Florin Draghici, il
bimbo rom ucciso nell'incendio della sua baracca, ho chiesto
all'amministrazione quante situazioni abitative a rischio esistono in
città e quante siano le persone coinvolte. Il vicesindaco
Adriana Scaramuzzino mi ha risposto per iscritto. Ma non c'era nulla di quel
che avevo chiesto. Nessuna stima, nessun numero. Anche stavolta dovrò
trasformare la domanda di attualità in un'interpellanza". IL
CONSIGLIERE Sergio Lo Giudice ? che ieri mattina era tra i pochi ex ds non
riuniti nel giorno elettrico dell'elezione di Merighi a capogruppo del Pd ?
contesta radicalmente l'idea che a Palazzo si produca poco. Riconosce:
"E' vero, ci sono stati fatti che non si devono ripetere, come il
question time lampo di venerdì scorso. Ma non leggiamo tutto in chiave
politica. La macchina va. Prendiamo le commissioni. Funzionano a pieno
ritmo...". Fino a un certo punto. Ieri mattina, ad esempio,
l'opposizione avrebbe voluto sapere dall'assessore Maurizio Zamboni se poteva
piacergli l'idea di regalare la prima ora di sosta, nelle strisce blu in
periferia. Solo che il responsabile del traffico non c'era ? altri impegni ?
e lo sostituiva Andrea Mazzetti, vicedirettore della mobilità. La cosa
non è garbata per nulla alla minoranza. "Mi auguro che Zamboni mi
risponda presto in consiglio, non posso certo dare questa
responsabilità a un tecnico", si è offeso Aldo Zechini
D'Aulerio di FI, che aveva proposto l'ordine del giorno con lo sconto.
"Mi sono anche stancato di non avere un interlocutore politico in
commissione ? ha bacchettato Galeazzo Bignami di An ?. Mi piacerebbe sapere
se le proposte di FI sono effettivamente praticabili. E anche qual è
il rapporto tra aree libere e aree a pagamento, per la sosta. Avrei tante
domande da fare a Zamboni. Non è la prima volta che ci troviamo a
parlare con interlocutori che non sono quelli naturali". Detto in
un'aula che di colpo si spopola. Sono le 12,20, gli ex ds si alzano,
richiamati dal collega Francesco Critelli. C'è bisogno dell'ultima
riunione, prima che il consiglio elegga il capogruppo del Pd. Davide Ferrari
però vuol precisare: "Che male c'è? Anche questa è
attività istituzionale". - -->.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
11-12-2007)
Cronaca di Oristano
Pagina 4022 Comune. Dimezzato il numero dei consiglieri e taglio dei
rappresentanti nelle consortili Enti, pronta la cura dimagrante Comune..
Dimezzato il numero dei consiglieri e taglio dei rappresentanti nelle
consortili Nel mirino Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale -->
Nel mirino Sogeaor, Oristano ambiente e Nucleo industriale Secondo la
finanziaria nazionale non solo saranno ridotti da 40 a 24 i consiglieri
comunali ma ci saranno drastici tagli su Sogeaor (aeroporto), Consorzio
industriale e Oristano ambiente. Addio cara soffice poltrona: non solo in
Comune dalla prossima legislatura un consigliere su cinque potrebbe non
trovare più lo scranno, ma parecchi consiglieri degli enti a
partecipazione comunale saranno costretti a mollare lo "strapuntino".
I conti esatti delle perdite negli enti e nell'amministrazione si faranno una
volta che il Parlamento approverà la finanziaria ma nell'aria
c'è già odore di uscite forzate. Il problema nasce ai primi due
commi dell'articolo 3 del Decreto legge varato il 13 luglio dal Consiglio dei
ministri, dove si vieta di assumere o mantenere partecipazioni in
società attive in rami "non strettamente indispensabili per il
perseguimento delle finalità istituzionali". Un'espressione
generica, contestata dall'associazione dei Comuni, che se interpretata in
maniera restrittiva farebbe cadere nella tagliola dell'uscita obbligatoria
molte società. Il palazzo degli Scolopi detiene quote di
partecipazione nel Consorzio industriale (4 rappresentati), Consorzio Uno
dell'Università (1 rappresentante), Centro Marino internazionale (1
più il sindaco), Istar (1, il presiedente), Marine oristanesi (3),
scuola civica di musica (2), Sogeaor (1) e infine Oristano ambiente (2). Il
Comune nomina anche propri rappresentanti nella Casa di risposo Eleonora
d'Arborea, nel Consorzio interprovinciale per l'agricoltura. È
presente nella Croce rossa, nella Pro loco e quindi nel Circolo nautico. La
Finanziaria però restringe il campo e punta l'obiettivo risparmio
principalmente sul Consorzio industriale, la Sogeaor e Oristano ambiente. Se
non rientrano fra gli enti che curano "gli interessi e la promozione
dello sviluppo della Comunità locale", il Comune deve chiamarsi
fuori. Punto e basta. Se invece ci rientrano, il Comune deve rivedere al
ribasso la propria rappresentanza e comunque eliminare i gettoni di presenza. Detto in altre parole chi viene nominato ci va a gratis. In
realtà il Comune ha fatto scelte che in parte anticipano i tempi del
Decreto legge. Oristano ambiente si avvia a chiudere, il Comune ha comunicato
alla società mista di cui detiene il 31 per cento del capitale
sociale, l'intenzione di uscire e avviare la pratica di liquidazione.
Una volta passata la gestione del depuratore al Consorzio industriale, la
società avrebbe concluso lo scopo sociale, dice il Comune.
"Niente affatto -precisa il presidente Sergio Locci- la società
potrebbe fare tante altre cose, il fatto è che non esiste
volontà politica. Da precisare che questa è l'unica
società che ha dato utili al Comune, 10 mila euro nel 2005".
Nella Sogeaor il Comune non intende più metterci una lira e infatti
non parteciperà all'aumento del capitale sociale. Il che lo relega in
una posizione di netta minoranza. Resta il Consorzio industriale. In attesa
che la Regione decida come sistemarli, il palazzo degli Scolopi resta in
vigile attesa . Sul taglio dei consiglieri a partire dalla prossima
legislatura, la discussione è aperta. "Per me è giusto,
anzi sono del parere che sarebbe ancora più giusto portarli a 24.
Siamo a 40 consiglieri solo perché Oristano è capoluogo di provincia,
ma anche da città capoluogo con 24 oltre a risparmiare si
raggiungerebbe un'efficacia maggiore", è il parere del presidente
del consiglio Mario Musinu. ANTONIO MASALA.
(
da "Repubblica, La" del 11-12-2007)
Pagina V - Bari
RETROSCENA Vertice col segretario Emiliano: non tutti vogliono seguire la
strada del rigore Tagli ai costi della politica Pd
in conclave: è rottura Il blocco delle assunzioni ha prodotto
più esternalizzazioni, col piano ospedaliero i ricoveri sono cresciuti
A Francesco Saponaro, assessore "tecnico" della giunta Vendola con
delega al Bilancio, e con un passato politico nel Pci proprio in via Capruzzi
di recente accasato nel Pd, è sembrato che fosse il minimo: se
mettiamo nel mani nelle tasche dei pugliesi, lasciandogli inalterato il
ticket se vanno in farmacia, ma aumentandogli, oltre all'Irpef, il conto dal
benzinaio di due cent al litro, perché non metterle anche nelle tasche ben
più ricche dei consiglieri regionali, attivi o pensionati?
Così, al vertice dei 26 consiglieri regionale del Partito democratico
con il segretario regionale Michele Emiliano, l'assessore al Bilancio ha
illustrato la sua relazione al bilancio di previsione 2008, mettendo in bella
mostra "tra le voci da ridurre in modo
permanente" i costi della politica.
"Sono passati da 25,51 milioni nel 2003 a 35,5 milioni nel
2007. Non va - spiega Saponaro ai suoi - è auspicabile una revisione
della legge del 2003 che ha previsto dei benefici per i consiglieri regionali
in carica sensibilmente superiori alla media delle Regioni italiane.
Sarebbe bello e di sicuro impatto positivo nell'opinione pubblica - ha
insistito Saponaro - se i consiglieri e gli assessori di questa legislatura
intervenissero, al contrario, per limitare questi eccessivi benefici
applicando a se stessi le nuove norme". Giusta l'analisi ma fatta nel
contesto sbagliato: ad ascoltarlo c'era Alberto Tedesco. L'attuale assessore
alle Politiche della salute era presidente della commissione istituzionale in
quel 2003, ed è stato uno dei promotori che ha portato il numero dei
consiglieri da 60 a
70. La reazione dei presenti dicono non sia stata da standing ovation.
"Diciamo che è stata una reazione un po' di casta - s'è
giustificato uno dei presenti - ma per alcuni rimestare sull'argomento
è stato un po' ingeneroso perché alcune questioni sono
infondate". Non è vero, ad esempio, come ha spiegato qualcuno,
che i "benefici sono sensibilmente superiori alla media delle altre
Regioni". Ma il problema posto da Saponaro resta: come rendere meno
indigesto ai pugliesi "l'amaro calice" delle tasse se non
garantendo una riforma vera della sanità, la madre di tutti i deficit
pugliesi e giurando "una lotta agli sprechi"? Alla domanda il Pd
vorrebbe tanto rispondere. Ma ieri, Emiliano ha preferito il silenzio che ha
parlato più delle dichiarazioni di una settimana fa. Qualcuno è
rimasto "sorpreso". Altri vedono un tentativo di smarcare il nuovo
partito dal pesante fardello e lasciare in capo alla giunta di Vendola la
responsabilità di mettere le mani nelle tasche dei pugliesi per quanto
le scelte in questi due anni di governo siano anche di Ds e Margherita. Complice
il Consiglio comunale, Emiliano ha lasciato il vertice del Pd. Non è
escluso che "studi col gruppo regionale le azioni tangibili per
combattere gli sprechi, ma dopo questo bilancio". Il vice presidente,
Sandro Frisullo la più alta carica del Pd nel governo pugliese,
mantiene la lucidità necessaria: "Abbiamo abolito il ticket sui
farmaci - dice - e dato avvio alla stabilizzazione dei precari. Sono tutte
cose che hanno un costo. Se rendiamo pubblica ed evidente la natura di questo
sforzo che chiediamo ai pugliesi con la tassazione aggiuntiva, per migliori e
maggiori servizi che abbiamo dato ai cittadini, credo che i pugliesi
capiranno il senso e lo spirito di questo sacrificio, tenendo conto che
alcuni debiti vengono dal passato". Dall'opposizione, però, non
ci stanno. Prende le distanze dalle responsabilità del buco sanitario,
Raffaele Fitto, oggi deputato e coordinatore regionale di Forza Italia. Da
governatore pugliese, anche lui fu costretto a maneggiare la leva fiscale
anche se introducendo ticket sui farmaci e prelievi aggiuntivi sull'Irpef ma
lasciando intatte accise e Irap: "Dopo tre anni di governo Vendola, la
sanità è peggiorata: non è la polemica che cerco. Dico
solo che la Puglia oggi è al disastro solo ed esclusivamente per
scelta politica di chi la governa da quasi tre
anni". Da Alleanza nazionale, Michele Saccomanno, afferma che
"l'invito di Vendola all'opposizione per un rapporto non conflittuale,
l'avevamo anticipata con la proposta di uno studio comune delle dinamiche
della spesa sanitaria, che è stata lasciata cadere dal governo".
(p. r.).
(
da "Nuova Venezia, La" del
11-12-2007)
La visita del
ministro Lanzillotta "Stop al cumulo gettoni per i
consiglieri" Giornata veneziana per la ministra per gli Affari
regionali, Lidia Lanzillotta, che ha partecipato a due convegni. In
mattinata, al Future Center, ha discusso del ruolo de "Il direttore
generale dell'ente locale", sottolineando che il ruolo manageriale del
direttore generale della pubblica amministrazione deve essere mantenuto
separato da quello politico. Secondo la ministra, attualmente queste
funzioni hanno un confine "troppo labile", che va corretto, perché
"nel corso degli anni la figura del direttore generale ha assunto una
fisionomia di manager con stretto rapporto fiduciario con l'organo di vertice
politico". La ministra si è poi spostata a Ca' Farsetti, per
partecipare ad un incontro sul ruolo dei Consigli comunali, dove ha
sottolineato come tra le disfunzioni che i Consigli comunali vivono
dall'entrata in vigore della riforma dei primi anni '90, che ha introdotto
anche l'elezione diretta del sindaco, c'è "l'eccesso generale dei
costi della pubblica amministrazione", la proliferazione di organismi,
la frammentazione di funzioni e compiti "che complicano
l'organizzazione", con un conseguente "cattivo rapporto
costi-benefici". I Consigli comunali, quindi, secondo Lanzillotta,
devono dotarsi di strutture e supporti adeguati, costituendosi o in
"area vasta" o in "area metropolitana", a seconda della
portata della popolazione che servono. Quindi, Lanzillotta ha ricordato le
nuove disposizione contenute in Finanziara 2008, come il divieto di cumulo
dei compensi da consigliere comunale con quelli di membro nei consigli di
amministrazione. Il sindaco Massimo Cacciari ha, quindi, evidenziato come la
riforma citata dal ministro "è una delle poche
stabilizzate", ma "non ha toccato il Consiglio", che si
è ritrovato a svolgere un ruolo ridotto. "E' necessario mettere a
fuoco questa questione - ha detto ancora Cacciari - perché il Consiglio possa
svolgere bene il suo ruolo. Attraverso quali meccanismi realizzare tutto
ciò non lo so, ma in assenza della definizione del suo ruolo il
Consiglio invaderà campi che non gli competono, rendendo meno efficace
la macchina amministrativa".
(
da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
REGIONE FIRMATO UN
PATTO TRA AMMINISTRATORI. L'IMPEGNO E' RIDURRE LE SPESE. TRA UN ANNO LA
VERIFICA Costi della politica, Errani prova a
tagliare ? BOLOGNA ? POCO PIÙ di un anno per portare a termine una
"rivoluzione" amministrativa che contempla abbattimento di costi,
razionalizzazione di funzioni, dimensioni territoriali più adeguate,
maggior efficienza. Con la firma del patto per l'autoriforma tra Regione,
Provincie, Comuni e Comunità montane, ieri nel palazzo della Giunta,
prende l'avvio un percorso dal quale non si potrà più tornare
indietro. "Abbiamo fatto un ulteriore passo in una regione già
virtuosa nella quale il bilancio 2008 prevede una riduzione delle spese
generali dal 3,4% al 2,9%" ha sottolineato il presidente Vasco Errani.
Firmatari dell'intesa: Sergio Cofferati sindaco di Bologna e presidente
regionale Anci (associazione comuni italiani); Pier Giorgio Dall'Acqua,
presidente Upi (unione delle provincie); Gaetano Sateriale, presidente della
Legautonomie e Giovanni Battista Pasini presidente dell'unione
comnunità montane dell'Emilia Romagna. "Quest'intesa è
un'assoluta novità nel panorama nazionale" ha detto l'assessore
alla programmazione e autonomie locali, Luigi Gilli illustrando alla stampa
l'autoriforma che, in sintesi, "è attuata per semplificare la
vita ai cittadini" Tempi stretti per rimboccarsi le maniche e iniziare
un lavoro che al contrario comprende un orizzonte molto largo d'interventi
nel sistema. Verrà incentivato il processo di aggregazione tra i
comuni (attualmente le Unioni sono 12 in tutta l'Emilia Romagna) per erogare
servizi migliori, e nelle comunità montane. In queste ultime l'organo
esecutivo sarà composto solo dai sindaci dei comuni che ne fanno
parte, e si penserà anche a un loro riordino strutturale. "E'
possibile per esempio - ha spiegato Gilli- che due o tre comuni che fanno
parte di una comunità montana bolognese, ne escano e nel momento i cui
si è sviluppato il circondario imolese, entrino a far parte di
quell'ambito, magari a loro più ottimale". Nel riordino
entreranno anche Ato e Consorzi di bonifica: due Ato al massimo in tutta la
Regione che possano raccordarsi alle due grandi aziende di
erogazione del servizio idrico e medesime fusioni dei consorzi provinciali
"Non si può pensare a una organica politica di
bonifica se solo a Ferrara ce ne sono cinque" ha detto Gaetano
Sateriale. Per Cofferati, non bisogna ragionare soltanto in termini di costi
"l'obiettivo è dare il servizio migliore possibile con una
produttività più alta valorizzando il lavoro che la eroga".
Rispetto alle Acer, le aziende casa dell' Emilia Romagna, proprio il sindaco
bolognese ha affermato che suo obiettivo, sotto le due torri, è di
farne una sola. Alessandro Goldoni - -->.
(
da "Corriere della Sera" del
11-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2007-12-11 num: - pag: 47
categoria: REDAZIONALE Elzeviro Il libro-inchiesta di Cervi e Porro TUTTI I
NUMERI DI SPRECOPOLI di ALDO CAZZULLO embrano non essersi accorti di niente.
I capi e il personale della più grande e improduttiva azienda
italiana, la politica, si comportano come se nulla fosse. Il risultato
è che, sette mesi dopo la denuncia stampata
più di un milione di volte da Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella, può uscire un saggio a tema di smentita sulle folli
spese della politica italiana. Sprecopoli, appena pubblicato da Mondadori, ha
forse il torto di non citare mai La casta (con l'eccezione di un riferimento
ai suoi autori, nell'introduzione); come se fosse possibile entrare
nel campo del costo della politica senza fare riferimento al libro che ha
cambiato, o colto il cambiamento del rapporto tra la politica e gli italiani.
Ma ha il merito di tener viva e alimentare la fiamma dell'indignazione, senza
fare sconti a nessun partito, neppure quelli meno distanti dai due
giornalisti che firmano questo libro-inchiesta: Mario Cervi, storico coautore
di Montanelli, tra i fondatori e per oltre tre anni direttore del Giornale, e
Nicola Porro, che del Giornale è vicedirettore ad personam. Sembra
incredibile, ma da quando la giustizia militare ha visto drasticamente
ridursi (da 20 mila a 338) i processi pendenti, dopo l'abolizione della leva
obbligatoria, il numero dei magistrati è cresciuto, così come
quello dei loro collaboratori, dei telefonini e delle auto blu (160 per 103
giudici). Pare uno scherzo, ma la seconda regione più piccola
d'Italia, il Molise, detiene il record dell'appannaggio - 400 mila euro -
destinato al presidente del Consiglio regionale "per cerimonie, targhe,
feste di benvenuto, accoglienza di delegazioni e serate di gran gala ".
Cervi e Porro prendono in esame una per una le istituzioni da cui dipendono i
poteri pubblici e la macchina ammi-nistrativa, e ne denunciano la tendenza
inarrestabile, la vocazione irresistibile allo spreco. Nel caso del
Quirinale, i costi faraonici sono indipendenti dalla volontà
dell'inquilino: Napolitano ha cominciato a tagliare e ha reso pubblici i
bilanci, ma fino a quando la presidenza della Repubblica italiana avrà
sede in una reggia grande come una città è inevitabile che
costi molto più di quella francese, che ha sede di una dimora
altoborghese, o di quella tedesca, con la sua modesta palazzina alla
periferia di Berlino. La sola soluzione sarebbe quella indicata a suo tempo
da Einaudi: farne il grande museo che, al di fuori del Vaticano, manca a
Roma. Nel caso del Parlamento, invece, la vera soluzione sarebbe farlo
lavorare; e non è fazioso sottolineare, come fanno Cervi e Porro, che
in questa legislatura i ritmi già morbidi delle Camere hanno
ulteriormente rallentato. Né il lettore trarrà motivi di consolazione
dai capitoli dedicati a Palazzo Chigi, agli enti locali, alle regioni -
"un miliardo di euro solo per esistere " -, alla sanità,
alle province - "enti inutili? Non è vero. Per alcuni esse sono
non solo utili ma indispensabili: e rappresentano una fonte di reddito
insostituibile" -. E ancora i comuni e il mondo in crescita delle
partecipazioni locali, sorta di dépendance della politica. Il quadro
complessivo che emerge dall'inchiesta, scritta con stile preciso e
scorrevole, è di una macchina pubblica segnata dalla cialtronaggine di
chi, disponendo di grandi quantità di denaro altrui, non esita a
spenderlo per i comodi propri, certo dell'irresponsabilità e quindi al
riparo da ogni sanzione che non sia la disistima popolare. Resta il dubbio,
però, che le scandalose prebende che i politici si assegnano l'un
l'altro non siano la causa, ma la conseguenza della vera questione: la politica
concepita come il proseguimento degli affari con altri mezzi, come un metodo
per far soldi, attraverso le aziende controllate - nelle diverse forme della
proprietà, della partecipazione azionaria, delle convenzioni, delle
concessioni - dallo Stato e dagli enti pubblici. Se la tangente inquinava il
singolo affare, la politica come merce e come azienda inquina l'intero
sistema; ed è probabile che gli sprechi, i lussi, le indennità
principesche siano solo un acconto dell'introito complessivo. S \\ Una macchina
pubblica segnata dalla cialtronaggine.
(
da "Corriere della Sera" del
11-12-2007)
Corriere della Sera
- ROMA - sezione: Sport - data: 2007-12-11 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Nelle casse del club La prima fase ha portato 15 milioni Non solo
prestigio ma anche milioni di euro che entrano, o sono già entrati,
nelle casse della Lazio. La Champions League ha fruttato in questa fase a gironi
circa 15 milioni: 10 dall'Uefa, 5 da sponsor e diritti televisivi. A tutto
questo vanno aggiunti gli incassi del botteghino. Sinora
il presidente Claudio Lotito ha già messo in cassaforte 6,6 milioni di
euro: 3 come bonus d'ingresso per aver superato il preliminare estivo, 2,2
sotto forma di gettoni di presenza nella prima fase, quindi 1,2 in premio per i cinque
punti conquistati (una vittoria e due pareggi). Il resto, poco di 9 milioni,
lo incassera più avanti. Qualora la Lazio stasera riuscisse a vincere,
centrando la qualificazione, si metterebbe in tasca altri 2,8 milioni di
euro. Ovviamente più si va avanti nella competizione, ovviamente e
più gli incassi aumentano. Negli ottavi di finale la Lazio conterebbe
infatti anche sul botteghino, sui diritti televisivi che vengono ripartiti
alla fine della competizione a secondo dei passaggi televisivi della squadra,
sul gettone di presenza e sui 600 mila euro in caso
di vittoria e 300 mila euro in caso di pareggio che vengono dati dall'Uefa
per ogni partita giocata. Nelle più ottimistiche previsioni se la
squadra di Delio Rossi dovesse arrivare alle semifinali di Champions League,
il club si metterebbe in tasca complessivamente 45 milioni. Lotito, comunque,
anche in caso di eliminazione avrà di che consolarsi perché la Lazio
si ritroverebbe comunque con 15 milioni. Soldi che i tifosi sperano vengano
reinvestiti nel mercato di gennaio, per rinforzare la squadra un po' in tutti
i ruoli, a cominciare dal portiere. Presidente Claudio Lotito è alla
guida della società biancoceleste dall'estate del 2004 Pietro Pinelli.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
11-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2007-12-11 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE La relazione L'assessore: "Il mio precedessore ha
lasciato un buco di 181 milioni, noi incapaci di capire i meccanismi di spesa
nell'Asl" Conti in rosso, Saponaro accusa Palese e fa autocritica Dura
la requisitoria accompagnata da numeri e spiegazioni riferiti al triennio
2005-2007 BARI - L'assessore regionale Francesco Saponaro presenta la
relazione al Bilancio 2008 e pronuncia una requisitoria severissima. Contro
l'amministrazione precedente, colpevole di non aver lasciato i bilanci
sanitari in pareggio, come sostiene di aver fatto. Ma anche contro lo stesso
centrosinistra, incapace di comprendere la dinamica della spesa nelle Asl.
Una relazione sferzante, per tanti versi autocritica, che invoca anche la
riduzione "in modo permanente" dei costi della politica,
ovvero stipendi e pensioni dei consiglieri regionali. "Sarebbe bello -
scrive Saponaro - e di sicuro impatto positivo nella opinione pubblica".
Parole che non mancheranno di suscitare un dibattito acceso, dentro e fuori
della maggioranza. Il primo dato attiene al debito nel settore sanitario, causa scatenante della necessità di
aumentare le aliquote fiscali. La relazione al riguardo non lascia margini di
indecisione. Ai "200-230 milioni" maturati nel corso del 2007 (il
dato sarà accertato a gennaio) si aggiungono "181 milioni non
ancora coperti per gli anni precedenti al 2005". Di che si tratta, visto
che il centrodestra ha sempre sostenuto di aver lasciato bilanci in attivo o
in pareggio? "è il frutto - dice l'assessore - della differenza
tra il deficit reale delle Asl e quello, inferiore, calcolato dal governo
". Questi "detrae dal calcolo le quote di ammortamento e gli
accantonamenti ". Sono, in genere, le rate per gli acquisti di macchine.
"Come dire - annota Saponaro - che da Roma siamo chiamati a ripianare un
deficit inferiore al reale, ma quello reale non si cancella". Nel 2006,
aggiunge l'assessore, effetto inverso: il deficit è di 175 milioni, ma
il governo lo fa crescere fino a 211 per calcolare anche "saldi di
mobilità sfavorevoli " (cure fuori Regione). Ma non è
un'annotazione polemica. La relazione punta ad altro: a demolire, se
così si può dire, il mito dell'avanzo sanitario
lasciato dal centrodestra nel 2005, circa 9 milioni di euro. "Il reale e
molto elevato deficit contabile del 2005 è pari a 349 milioni ".
Sbilancio che sarà recuperato tramite l'intervento dello Stato, da cui
residuano i 9 milioni di cui si è detto. Insomma, il governo
Berlusconi intervenne all'epoca per rifinanziare (come non ha più
fatto il governo successivo di centrosinistra). Un deficit di gestione,
quello 2005, che "sarebbe stato molto più alto se la giunta
Vendola non avesse ripristinato 150 milioni sottratti alla sanità
" e destinati ad altre voci (il centrodestra ha sempre parlato di errore
tecnico facilmente rimediabile). Domanda di Saponaro: perché il 2005 è
l'anno con il deficit sanitario più alto (350
+ 150)? La Cdl - spiega la relazione - fondava lo sforzo di contenimento
della spesa su tre fattori: aumento di Irpef e ticket, blocco delle
assunzioni, riordino ospedaliero. Nel 2004, il centrodestra annulla l'aumento
Irpef deciso tre anni prima e riduce i ticket (e così diminuiscono le
entrate); inoltre il blocco della assunzioni viene
"aggirato" con le esternalizzazioni dei servizi; il riordino non
ottiene i risparmi sperati. Questi dati, assieme al sottodimensionamento del
Fondo sanitario
nazionale (per il quale Saponaro conferma
di voler chiedere un fondo di compensazione per le regioni più
penalizzate come Puglia Campania e Calabria), sono stati
"sottovalutati". Di qui "l'adozione di normative", da
parte dell'attuale maggioranza, "di leggi e provvedimenti in materia di
personale, accreditamenti di strutture private e tariffe" che oggi
"incidono pesantemente sull'esercizio 2007". Saponaro fa un cenno,
ad esempio, all'aumento delle tariffe per i laboratori convenzionati che
"rischia di provocare debiti fuori bilancio per circa 20 milioni".
La sanità resta la bestia da domare. Come già riferito, destano
allarme i costi per personale (+5%), assistenza con enti convenzionati
(ecclesiastici e privati), spese per riabilitazione, acquisto di beni e
servizi. L'inasprimento delle tasse è inevitabile, conclude Saponaro,
ma altre leve dovranno essere azionate: ridurre i costi del consiglio
regionale (con stipendi e pensioni), ma anche le uscite generali, il
personale, la ricontrattazione dei mutui. Anche il vice presidente della
giunta, Sandro Frisullo, a margine di convegno, interviene sul tema. Concorda
con Saponaro sull'idea di chiedere al governo un aggiornamento della
ripartizione del fondo sanitario. Poi si augura che
il sacrificio chiesto ai pugliesi (l'inasprimento delle aliquote), "sia
a termine e ci consenta di fornire nuovi servizi ". F. Str.
(
da "Messaggero, Il (Viterbo)" del
11-12-2007)
Di VALENTINA
ERRANTE ROMA - Alla fine l'arresto per il sottosegretario alla Difesa
è arrivato. Marco Verzaschi ha fatto appena in tempo a dimettersi. Che
l'aria non fosse buona per l'ex forzista assessore alla Sanità della
giunta Storace, transitato nel centrosinistra e iscritto sul registro degli
indagati della procura di Roma da oltre un anno, lo si era capito
giovedì sera. Quando una laconica nota ha diffuso la notizia delle sue
dimissioni "irrevocabili", "per motivi personali" dalla
carica di sottosegretario e segretario regionale dell'Udeur. I più
hanno pensato a un arresto annunciato. Così era. Ieri mattina,
all'oramai ex sottosegretario, è stata notificata un'ordinanza di
custodia cautelare ai domiciliari, firmata dal gip Luisanna Figliolia. Trentaquattro
pagine per motivare le accuse di corruzione e concussione: duecentomila euro
ricevuti dall'imprenditrice Anna Iannuzzi (nota come lady Asl), che avrebbe così ottenuto l'accreditamento di una delle
sue case di cura col sistema sanitario nazionale, altri 200
mila dall'imprenditore Renato Mongillo, titolare di appalti per la vigilanza
in un ospedale romano. Sono i verbali dei due imprenditori e le testimonianze
di altri indagati a mettere nei guai Verzaschi. Per il gip ci
sarebbero stati gli estremi "per la custodia cautelare in carcere",
ma il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri
hanno chiesto solo i domiciliari. E neppure le dimissioni di Verzaschi, rese
pubbliche il 6 dicembre, stesso giorno del provvedimento, cambiato la
situazione. Il giudice lo scrive espressamente. L' accusa per il gip
"non si fonda solo su dichiarazioni accusatorie, ma anche sulle
emergenze istruttorie". Perché, sebbene Mongillo, come la Iannuzzi,
racconti di avere pagato Verzaschi in contanti, "Tagli da 500" nel
marzo 2004 e non risultino ingiustificati versamenti sui conti dell'ex
assessore, sono i 5 mila euro al mese "girati" per due anni sul
conto della segretaria da Verzaschi a fornire agli inquirenti un presunto
riscontro. Centodiecimila euro, Tra febbraio 2004 e settembre 2006. Verzaschi
si è difeso: "Io Mongillo l'ho incontrato due volte. Non ho mai
ricevuto soldi". E ancora: "Il denaro alla segretaria è un
aiuto per l'acquisto di una casa. Sono soldi dei miei familiari". La
segretaria ha confermato, ma ha detto di non sapere da dove venisse il
denaro. In realtà il contratto con la società di Mongillo era
già stipulato, ma per i pm Verzaschi avrebbe bluffato per intimorire
l'imprenditore, servendosi anche di Francesco Bevere, direttore generale
dell'ospedale. Adesso indagato. Per il gip gli elementi "appaiono di
estrema gravità e rilevante allarme sociale". L'ex assessore
è accusato di "condotte delittuose, perpetrate per anni nello
svolgimento dell'attività d'ufficio, strumentalmente utilizzata per
conseguire profitti illeciti ai danni del servizio sanitario
i cui sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli
assistiti del servizio sanitario nazionale".
"L'ampio arco temporale, il coinvolgimento di organi direttivi della
Regione, il conseguimento da parte dell'indagato di denaro di provenienza
illecita, la sottrazione di enormi risorse", per il gip "rendono
evidente la pericolosità dell'indagato e il concreto pericolo di
reiterazione di reati della medesima natura". Le esigenze cautelari
"persistono, al di là delle dimissioni, integre nella loro
gravità considerati i preminenti interessi di tutela della
collettività duramente pregiudicati dalle condotte reiterate".
L'avvocato Fabrizio Lemme ha già preparato il ricorso al Riesame:
"Rispetto i provvedimenti dei giudici - commenta - ma ritengo che in
questo caso non ci sia riscontro probatorio". Verzaschi ha incassato la
solidarietà dell'Udeur.
(
da "Corriere di Bologna" del
11-12-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: CRONACA - data: 2007-12-11 num: - pag: 6 categoria:
REDAZIONALE Centrosinistra In Provincia la poltrona va alla Margherita:
Zaniboni eletto numero uno del Partito democrattico con un solo no Merighi
capogruppo Pd, mini-fronda nell'urna Invettiva dell'ex ds in consiglio
comunale: "Giornali contro il rinnovamento della città"
Primo atto: ha chiesto ai "suoi" consiglieri di
rinunciare al gettone per la commissione tenuta in contemporanea con il
vertice del gruppo Il primo capogruppo del Pd in Comune è Claudio
Merighi. La votazione a scrutinio segreto, dopo oltre due ore di vertice a
Palazzo d'Accursio, si è chiusa con 16 voti a favore, due astenuti
(uno è il bindiano Giovanni Mazzanti che ha dichiarato pubblicamente
la sua scelta) e un voto contrario. Il voto ha riservato due sorprese
a Merighi. Una positiva, il voto a favore e non scontato di Lina Delli Quadri
(Margherita) e una negativa, la mini-fronda silenziosa degli ex Ds (un voto
di astensione e un voto negativo vengono certamente dal fronte della
Quercia). Tra l'altro, proprio Delli Quadri potrebbe essere scelta come
vicecapogruppo nei prossimi giorni. Riguardo al voto, Merighi ha parlato di
"un segnale che deve essere tenuto in considerazione", mentre gli
ex della Margherita sono molto critici. "Chi ha votato in maniera
differente da quanto - ha detto Mazzanti - avrebbe fatto meglio a esplicitarlo".
Ancora più esplicita Lina Delli Quadri che ha regalato a Merighi (ieri
era il suo compleanno) una scatola di cioccolatini "Spartak" di
sapore ex sovietico: "è stata usata la stessa tecnica della
nomina a De Maria a livello provinciale. Discussione chiara, poi però
nel segreto dell'urna...". Il segretario del Pd, Andrea De Maria,
presente alla riunione, ha gettato acqua sul fuoco: "Non vedo nulla di
drammatico". Sono andate un po' meglio le cose a Gabriele Zaniboni, (dielle
vicino all'ex coordinatore Benamati) che ieri è stato nominato
capogruppo del Pd in Provincia con 12 voti favorevoli e uno contrario. Nel
suo discorso in consiglio comunale, Merighi si è tolto molti sassolini
dalle scarpe. Per sintetizzare la lotta di Cofferati contro il consociativismo,
è ricorso a un'immagine bucolica: "Dopo aver arato e fresato,
bisogna seminare o l'erba cattiva ricresce ". Non solo, ma Merighi se
l'è presa anche con i giornali della città. Prima lo ha fatto
nella riunione a porte chiuse e poi, pubblicamente, nell'aula del consiglio
comunale. "Le cronache locali sono ripiegate a difendere i vecchi riti,
le vecchie certezze, i vecchi patti, allevando il conformismo del "tutto
va male" in una distonia imbarazzante con gli auspici sferzanti ed
autorevoli al rinnovamento contenuti nelle pagine nazionali". Poi ha
scritto una lettera invitando i consiglieri del Pd a non ritirare il gettone
di una commissione che si è svolta in contemporanea al vertice di ieri
per l'elezione del capogruppo. O. Ro.
(
da "Corriere delle Alpi" del
11-12-2007)
L'esponente della
"Fenice" chiede che sia Faoro a mettere di tasca propria i gettoni del consiglio extra "Il sindaco sbaglia?
Tocca a lui pagare" Bacchettata di Dall'Agnol per l'errore sulle
dimissioni di Strappazzon ARSIE'. Il segretario comunale sbaglia la
documentazione e per colpa sua occorre riconvocare il consiglio? Bene,
toccherà a lui e di riflesso al sindaco pagare le spese della nuova
seduta, compresi i gettoni di presenza
ai consiglieri. La proposta-choc arriva dal capogruppo di opposizione della
"Fenice" Dario Dall'Agnol, all'indomani del consiglio comunale che
non ha ratificato le dimissioni del consigliere di minoranza Adriano
Strappazzon perché al posto dell'originale aveva presentato una fotocopia.
Dall'Agnol, da sempre "moralizzatore" del regolamento comunale, ne
ha per tutti. "Quando il segretario comunale ha messo ai voti l'atto di
surroga di Strappazzon con il nuovo consigliere ho opposto un'eccezione. Le
dimissioni e la firma erano su una semplice fotocopia inviata da Trento,
mentre in questi casi serve l'originale", racconta Dall'Agnol. "Sia
il segretario che il sindaco se ne sono accorti durante l'assemblea e hanno
rimandato la votazione del punto ad un consiglio ad hoc". La
convocazione è prevista per venerdì 14: "E' stato un
errore grossolano. Chi ci rimette è la comunità. Oltre ai gettoni di presenza ci sono in
ballo gli straordinari del segretario e dell'agente di polizia locale. Per
questo devono pagare sindaco e segretario". Dall'Agnol infine scarica un
po' di veleno anche nei confronti dell'ormai ex collega di minoranza:
"Strappazzon era candidato sindaco e non si è preso nemmeno la
briga di partecipare al suo ultimo consiglio e spiegare le ragioni delle
dimissioni". (cr.ar.).
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
11-12-2007)
Attualità
Tangenti, arrestato ex sottosegretario Verzaschi (Udeur), già
assessore di Storace, indagato per corruzione e concussione SCANDALO
SANITÀ IN LAZIO Il politico avrebbe ricevuto in due riprese mazzette
da duecentomila euro Il partito: saprà spiegare tutto. La difesa fa
ricorso al Tribunale del riesame ROMA. Solo giovedì scorso Marco
Verzaschi, ex assessore regionale alla sanità nella giunta guidata da
Francesco Storace, si era dimesso da sottosegretario alla Difesa e da
segretario regionale per il Lazio dell'Udeur, per motivi "strettamente
personali" e ieri ha ricevuto un ordine di custodia cautelare a
domicilio, nell'ambito di una tranche dell'inchiesta della procura di Roma,
sulla sanità nel Lazio. Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo
Capaldo e il pm Giovanni Bombardieri contestano all'uomo politico due
specifiche ipotesi di reato: corruzione e concussione. Il gip Luisanna
Figliolia ha ritenuto meritevoli di accoglimento le richieste del pm e ha
emesso il provvedimento cautelare, affidandone la notifica al nucleo
operativo dei carabinieri di Roma. Secondo il giudice, inoltre, la
gravità dei fatti "avrebbe finanche imposto la custodia cautelare
in carcere". Per quanto riguarda lo specifico delle accuse, quella di
corruzione fa riferimento a 200 mila euro che Anna Giuseppina Iannuzzi,
già nota come 'Lady Asl', ha detto di aver consegnato a Verzaschi
quando era assessore regionale alla sanità, tra la fine del 2004 e
l'inizio del 2005, per accreditare presso la Regione il "Centro Romano
San Michele" una struttura con la disponibilità di quasi 200
posti letto. Il tutto, previo un protocollo d'intesa tra lo stesso centro e
l'Università di Tor Vergata. La concussione invece, reato per il quale
è indagato a piede libero anche l'ex direttore generale dell'ospedale
San Giovanni di Roma, Francesco Bevere, è legata alla presunta
consegna a Verzaschi di 200 mila euro, nella primavera del 2004 dalle mani
dell'imprenditore Renato Mongillo, titolare della società Security
Service. Una "scorciatoia" per evitare intoppi sull'aggiudicazione
dell'appalto per la messa in sicurezza della struttura ospedaliera. La
procedura di aggiudicazione era stata al tempo già completata,
bisognava però portarla a termine ed evitare una possibile revoca del
contratto. Nelle trenta pagine dell'ordinanza del gip Figliolia ci sono
innanzitutto le dichiarazioni di 'Lady Asl' e dello stesso Mongillo.
Verzaschi ha sempre negato di aver ricevuto denaro. C'è stato anche un
confronto tra l'ex sottosegretario e l'imprenditore Mongillo, ma le due
posizioni sarebbero rimaste in conflitto. I riscontri dei carabinieri hanno
poi portato a smentire alcune circostanze dette da Verzaschi, e ad avvalorare
la tesi di Morgillo. Di qui la richiesta e la successiva applicazione della
misura cautelare degli arresti domiciliari per l'ex sottosegretario alla
difesa. Ma secondo l'ordinanza del Gip Figliolia il coinvolgimento di
Verzaschi nella tranche dell'inchiesta sulla sanità nel Lazio
"non si fonda solo sulle dichiarazioni" di Anna Giuseppina Iannuzzi
e dell'imprenditore Renato Mongillo, "ma emerge anche dalle emergenze
istruttorie". Si tratterebbe, infatti, "di condotte delittuose
perpetrate per anni nello svolgimento dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata per conseguire profitti
illeciti ai danni del sistema sanitario i cui
sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti
del Servizio sanitario
nazionale". In particolare
"l'ampio arco temporale, il coinvolgimento degli organi direttivi della
regione, il conseguimento da parte dell'indagato di denaro di provenienza
illecita, la sottrazione di enormi risorse" sono tutti elementi
che "rendono evidente la pericolosità dell'indagato e il concreto
pericolo di reiterazione di reati della medesima natura". Il legale di
Verzaschi, Fabrizio Lemme, ha annunciato che oggi stesso presenterà
istanza di riesame, perchè nell'inchiesta in corso della procura di
Roma "non è emersa la conferma di passaggio di denaro tra altri
personaggi coinvolti nell'inchiesta in corso e Verzaschi". Piena
solidarietà è stata espressa a Verzaschi dal suo partito,
l'Udeur, "nella certezza che le indagini della magistratura faranno
completa chiarezza sulla vicenda". "Mi dispiace. Spero che sia
estraneo a tutto. Non si capisce perchè dopo un anno e mezzo i
magistrati abbiano deciso di adottare questa misura. Credo che abbiano avuto
i loro motivi, anche se forse bastava un semplice rinvio a giudizio".
Così il capogruppo capitolino dell'Udeur, Gianfranco Zambelli.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
LE ATTESE
PRESENTANDO LE LINEE D'INDIRIZZO. "DIPENDERA' DAI TAGLI FINALI DELLA
FINANZIARIA" Con 10 milioni in meno non posso prometterlo" AL
BILANCIO del Comune potrebbero mancare circa 10 milioni di euro. Colpa della
Finanziaria. A tanto ammonta infatti la riduzione di trasferimenti dallo Stato,
come risulta dalla bozza della legge in discussione al Parlamento. E
così, Paola Bottoni, assessore al bilancio di Palazzo d'Accursio, dopo
avere illustrato in aula le linee di indirizzo del budget 2008 (con voto del
consiglio comunale a metà febbraio) non si sente di confermare il
blocco di tasse e tariffe da tempo annunciato. "Non posso dirlo",
si limita ad affermare la Bottoni, ricordando però che la discussione
sulla Finanziaria è ancora aperta, e confidando "nell'azione di
presidio" dei parlamentari bolognesi a Roma. Un'azione che finora
"è stata esercitata con buoni risultati, specie per le
infrastrutture", con l'ammissione ai finanziamenti della metrotranvia
per 17 milioni e del Passante nord per 9 milioni, nel 2009. La Bottoni
ringrazia i parlamentari dell'Unione Walter Vitali, Donata Lenzi, Katia
Zanotti e, unico del centrodestra, Gianluca Galletti, dell'Udc. Poi rivolge
un appello: "Scongiurate il rischio di minori trasferimenti". E,
per le infrastrutture, "che i finanziamenti programmati per il 2009
vengano in parte anticipati al 2008". LA BOTTONI non nasconde
però la preoccupazione: "Per adesso siamo ancora a un punto di
incertezza assai significativo per il bilancio". In particolare, il
taglio di 10 milioni sarebbe l'effetto combinato di due aspetti: da un lato,
la differenza tra quanto lo Stato ha effettivamente percepito dalla
riscossione dell'Ici (il maggior gettito è calcolato in 609 milioni
nel 2007, 780 nel 2008 e 900 nel 2009) e la previsione avanzata nella
precedente Finanziaria. "Noi riteniamo che questa differenza non possa
scaricarsi sui Comuni", lamenta l'assessore. Altro problema è
dovuto a quello che la Bottoni definisce "super
ottimistico ma non credibile risparmio dei costi della politica". La Finanziaria prevede una riduzione dei gettoni e indennità
da un terzo a un quarto a quella del sindaco, per un valore complessivo di
313 milioni. Ma anche qui i conti non tornano. Il contributo bolognese,
secondo Roma, può aggirarsi intorno ai tre milioni. Palazzo
d'Accursio si ferma invece a 170mila euro. "La cosa che preoccupa ?
afferma la Bottoni ? è proprio la distanza economica tra il reale
risparmio, che con la norma si ottiene, e la previsione del risparmio. Questa
distanza non può tradursi in riduzione dei trasferimenti dallo
Stato". PER CARLO Monaco, coordinatore dei civici de 'La tua Bologna',
le linee di indirizzo "sembrano più che altro degne di una
relazione da inizio mandato. Peccato che manchi poco più di un anno
alla fine". Galletti, già assessore al bilancio, è
preoccupato dai tre milioni di tagli sui costi della politica.
"Conosco bene il bilancio del Comune ? dice il deputato udc ?:
recuperarli solo tagliando i costi della politica
non è semplice. Forse non basta neanche azzerare i compensi di
consiglieri e assessori. Occorre che gli amministratori di Palazzo d'Accursio
si diano da fare, anche sui costi della politica e i
vari costi accessori. Perché non si può pensare di scaricare i tre
milioni di euro di minori trasferimenti solo sulle altre voci del bilancio:
sarebbe inaccettabile gravare ancora sul fisco locale". - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
L'INTERVENTO IO,
'MISTO' E ASSEDIATO 'SOLI SI MUORE' cantava il vecchio Patrick Samson negli
anni del beat, ma si soffre anche di solitudine politica e il filosofo
Bonaga, in un recente brindisi, mi ha definito "rappresentante solo di
me stesso". Comunque, anche il consigliere solitario ha diritto a una
segretaria. Alcune sono migliori dei loro consiglieri, però, se la
segretaria manca, nessuno la sostituisce. Nel 2005, per
protestare contro tutto ciò, ho rinunciato a un mese di riunioni dei
capigruppo e ai relativi gettoni. Non se ne è
accorto nessun giornalista e nessun collega. Tre anni di mortificazioni! I
colleghi dei gruppi numerosi mi ignoravano e i capi dei più piccoli mi
consideravano un intralcio e un costo grave per la democrazia. Poi, la
rivincita. Si sono creati due nuovi mono-gruppi; Panzacchi è rimasto
coi Verdi e Celli ha costituito il Gruppo misto. Ora, il trionfo! Gattuso
(ferroviere come me) ha abbandonato An e si è spostato nel Gruppo
misto. In tale gruppo convivono presenze inconciliabili. A parte la
banalità di un consigliere di destra e uno di sinistra, può
capitarne uno bigotto e l'altro mangiapreti, uno vegetariano e l'altro
cannibale. In quei casi si divide tutto: segretarie, stanze, attrezzature,
soldi, la carica di capogruppo a rotazione. Al primo litigio, il gruppo,
anziché misto, viene chiamato mesto. Ma la crisi non ci sarà perché il
mio amico Celli, vignettista e scrittore, nel frattempo ha aderito al Partito
democratico e finirà in un gruppone di 23 consiglieri. Purtroppo,
qualcuno ha già preso di mira il mio ufficio che affaccia su Piazza
dell'Orologio. Un ambiente unico, quasi un loft, con un soffitto bianco a
volta, che culmina con una croce. Sembra che sia la vecchia sala dei
cavalieri di Malta di Palazzo d'Accursio e piace a tutti. Arredato con mobili
di risulta, è caldo e accogliente. Attorno a due bei tavoloni di sei
metri quadri (che fece fare il vicesindaco Salizzoni), abbiamo creato l'Altra
Sinistra, abbiamo fatto litigate memorabili, abbiamo preparato i pranzi del
Ristorante Popolare (con consiglieri, segretarie e pochi ospiti).
Difenderò la stanza con le unghie e coi denti. Ma tanti auguri a
Celli, ecologista e difensore di ogni essere vivente non umano, che in un
partito più grande potrà occuparsi di un numero maggiore di
animali, alcuni feroci. * consigliere comunale - -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
11-12-2007)
PREOCCUPATA
"Sui costi della politica dovremmo risparmiare
3 milioni: noi arriviamo a 170mila euro..." - -->.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15
autore: I cedimenti sul pacchetto "costi della politica"
Tagli soft per assessori e comunità montane "è il successo
della buona politica" gioisce l'Unione delle comunità montane.
"Dalla commissione Bilancio un segnale di attenzione ai comuni"
canta vittoria l'Anci.Due esultanze che tradiscono la nuova marcia
indietro sul pacchetto di tagli ai costi della politica
in Finanziaria. Che a ogni stadio dell'esame parlamentare non manca di
lasciare sul terreno uno o più pezzi. Questa è stata la volta
della norma sulla riduzione degli assessori comunali e provinciali e sulla
stretta alle comunità montane. Il primo provvedimento avrebbe portato,
secondo i comuni, a una riduzione immediata delle giunte locali da 16 a 12 componenti. Con le
nuove correzioni il dimagrimento sarà posticipato alle prossime
elezioni amministrative. Non la pensa così, invece, l'Italia dei
valori secondo cui il testo precedente, nella sua vaghezza, si sarebbe
prestato a più facili rinvii. Quanto alle comunità montane,
saranno le Regionia decidere con proprie leggi i tagli. Avranno sei mesi di
tempo dall'entrata in vigore della manovra per scegliere i criteri poi, in
caso di inadempienza, sarà lo Stato a intervenire. Resta invariato,
comunque, il taglio della spesa previsto per questi enti: 33,4 milioni di
euro per il 2008 e 66,8 milioni dal 2009. La nuova formulazione dà
tuttavia mano libera alle Regioni che, nel loro riordino, potrebbero anche
non rispettare il criterio altimetrico imposto in precedenza: almeno 500 metri sul livello
del mare. Intanto l'Idv provaa rimpinguare il pacchetto con una serie di
emendamenti giudicati ammissibili dal relatore: stop alla "legge
mancia"; via i consorzi di bonifica; riduzione dei consigli
circoscrizionali. "Ricordo –esulta Silvana Mura –che la legge mancia
approvata in maggio di quest'anno è costata 17 milioni di euro e che
questo è uno dei provvedimenti meno trasparenti e più
clientelari che ogni anno viene approvato dal Parlamento". Il partito di
Di Pietro chiede inoltre la soppressione dei consorzi di bonifica e, dove non
è possibile il loro azzeramento, la drastica riduzione dei
cda.C'è infine il ritorno ai consigli circoscrizionali solo nelle città
con più di 250mila abitanti, ma sarà possibile istituirli anche
nei comuni tra 100mila e 250mila abitanti purché rappresentino almeno 30mila
abitanti. Non passa invece l'esame di ammissibilità la proposta sempre
dell'Idvdi commisurare i rimborsi ai partiti non al
corpo elettorale ma ai reali votanti. "Questa misura da sola avrebbe
significato risparmi per 50 milioni di euro –ricorda Mura –, ma anche
quest'anno non c'è stata la volontà politica
di approvarla". ESULTANO GLI ENTI LOCALI L'Uncem: è stato un
successo L'Anci: un segno d'attenzione alle nostre richieste L'Idv chiede
l'abolizione della legge mancia.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
11-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2007-12-11 - pag: 15 autore: LE CIFRE IN
GIOCO 33,4 milioni Risparmi comunità montane Il taglio al fondo per le
comunità montane per il 2008; dal 2009 la
riduzione sarà di 66,8 milioni 313 milioni Taglio agli enti locali A
tanto ammontano i risparmi annuali derivanti, fra l'altro, dal taglio agli
assessori e dalla riduzione dei gettoni di presenza 250mila Abitanti per le circoscrizioni Un emendamento Idv
chiede di autorizzare i consigli circoscrizionali solo nelle città con
almeno 250mila abitanti.
(
da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
11-12-2007)
LA CURIOSITÀ
Rubata la bicicletta al consigliere Conficoni Non ci sono dubbi sul fatto che
il consigliere comunale diessino (in attesa del gruppo del Pd) Nicola
Conficoni sia uno dei più sensibili in materia ambientale. Non solo.
Sul fronte delle piste ciclabili è al primo posto per impegno e
dedizione, tanto che nei giorni scorsi, insieme all'assessore Ennio Martin e
ad alcuni rappresentanti di "A ruotalibera" ha svolto una accurata
ricognizione dei percorsi cittadini. Sarà per la legge del
contrappasso, sarà perchè oramai questo tipo di furti è
sempre piùgettonato nel capoluogo, resta il fatto che l'altra sera gli
hanno rubato la fedele bicicletta. L'aveva lasciata in stazione visto che
durante il giorno era andato (rigorosamente con mezzi pubblici) ad una
incontro di Legambiente. Quando è tornato a prenderla, però, la
bicicletta era sparita. Rubata, nonostante fosse stata chiusa con tanto di
catena. Uno shock per uno come lui che come mezzo primario di locomozione usa
le due ruote. Non a caso ieri mattina è arrivato in ritardo alla
seduta del consiglio comunale. A quanto pare, però, non sarebbe la
prima volta. Anzi, le due ruote sparite al consigliere
comunale negli ultimi due anni sono tre. In ogni caso Nicola Conficoni non
molla: ha già deciso che ne acquisterà un'altra, utilizzando i
soldi del gettone di presenza. Solo con quelli, però, la bicicletta sarà di
seconda mano, esattamente come quella che gli è stata rubata.ldf.
(
da "Gazzettino, Il (Treviso)" del
11-12-2007)
Progetto della
Comunità Montana Comuni in rete per Prg e catasto Investimento di 300mila euro Vittorio Veneto(L. A.) Comuni "in
rete" per una migliore gestione del territorio. Mentre lotta per la sua
stessa sopravvivenza (nei giorni scorsi il consiglio ha approvato il
dimezzamento dei gettoni di presenza dei suoi componenti) la Comunità montana delle prealpi
trevigiane guarda al futuro ammodernando le proprie tecnologie e facilitando
la fruibilità dei dati in esse contenuti. Ieri pomeriggio,
nella sede di via Vittorio Emanuele II a Vittorio Veneto, il presidente
Gianpiero Possamai e i suoi collaboratori hanno presentato e offerto una
prima dimostrazione pratica del nuovo programma Sit (sistema informativo
territoriale) a sindaci, assessori all'urbanistica e tecnici dei Comuni
aderenti. "Si tratta del primo modulo di un progetto più ampio -
ha spiegato Possamai - che vede dieci amministrazioni aderenti e che ha
permesso l'informatizzazione degli strumenti catastali e degli stampati
urbanistici dei piani regolatori generali e delle carte tecniche regionali.
Il tutto con una spesa contenuta per i municipi aderenti", visto anche
il contributo regionale di 200mila euro sui quasi 300mila di costo. Il
progetto vuole fare dialogare in rete gli uffici dei Comuni delle prealpi
trevigiane attraverso moduli autonomi: oltre all'urbanistica, infatti,
l'intendimento è condividere successivamente anche i dati relativi ad
anagrafe e tributi. La prima tappa, presentata ieri, prevede
l'informatizzazione di mappe del catasto e strumenti urbanistici, e la
raccolta ed integrazione dei contenuti informativi e della modulistica on
line attraverso un portale, con servizio di consultazione degli strumenti
urbanistici per uffici comunali e semplici cittadini. Il primo modulo
rappresenta la "base" per la partenza dei successivi e prevede la
costruzione di un'ampia banca dati di basi cartografiche, catasto, strumenti
urbanistici, oggetti territoriali, e in futuro anche attività
produttive e tributi dei comuni aderenti, che per ora sono Follina, Revine,
Miane, Fregona, Cordignano, Refrontolo, Segusino, Sarmede, Cappella Maggiore
e Cison.
(
da "Mattino, Il (Nazionale)" del
11-12-2007)
Verzaschi finisce
agli arresti domiciliari ELENA ROMANAZZI Roma. Le dimissioni da
sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi (nella foto), le aveva date
pochi giorni fa. Dimissioni irrevocabili anche dagli incarichi di partito
(Udeur) per motivi "strettamente personali". Si aspettava di essere
rinviato a giudizio, e invece, da ieri, si trova agli arresti domiciliari con
l'accusa di concussione e corruzione. E a leggere l'ordinanza del Gip,
Luisanna Figliola, l'ex sottosegretario dovrebbe ritenersi graziato dal
momento che "la gravità delle rilevate esigenze cautelari"
avrebbe imposto "la custodia cautelare in carcere". L'inchiesta che
vede coinvolto l'esponente dell'Udeur è quella relativo allo scandalo
delle Asl capitoline. La misura cautelare si riferisce al 2003, a quando Verzaschi,
allora in Forza Italia, ricopriva la carica di assessore regionale alla
Sanità del Lazio in quota azzurra, incarico svolto fino al 2005.
Iscritto nel registro degli indagati nel 2006, prima di diventare
sottosegretario alla Difesa nel governo Prodi, finisce nel ciclone dello
scandalo per le confessioni di Anna Giuseppina Iannuzzi, meglio nota come Lady
Asl. La donna racconta agli inquirenti di avergli consegnato 200mila euro per
ottenere l'accreditamento di 188 posti letto del centro romano San Michele,
una struttura di fatto fantasma. Più volte Verzaschi si è
dichiarato innocente di fronte alle accuse di Lady Asl. Ma invano. La
posizione dell'ex sottosegretario si è appesantita nei giorni scorsi.
Questa volta a metterlo nei guai sono state le rivelazioni di Renato
Mongillo, imprenditore, ex dell'Udc e titolare della Security Service.
Secondo la Procura, nel maggio del 2004, la Asl Roma C avrebbe sborsato
più di un milione di euro per crediti e interessi moratori vantati da
Mongillo che avrebbe diviso il denaro con altri indagati (l'inchiesta
coinvolge diverse persone). L'imprenditore incastrato dalle rivelazioni
dell'ex direttore generale della Asl B, Cosimo Giovani Speziale, ha fatto il
nome di Verzaschi ed ha rivelato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e
al pm Giovanni Bombardieri di aver consegnato "spontaneamente 200mila
euro a Verzaschi nel 2004". Questi soldi, secondo Mongillo, avevano lo
scopo di evitare intoppi di natura burocratica in sede di stipula del
contratto per l'aggiudicazione dell'appalto per la messa in sicurezza
dell'ospedale San Giovanni. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip
scrive come nel corso dell'istruttoria siano emerse a carico di Verzaschi
"condotte delittuose perpetrate per anni nello
svolgimento dell'attività d'ufficio, strumentalmente utilizzata per
conseguire profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui
sprechi sono ala base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti
del Servizio Sanitario Nazionale". In particolare - secondo il gip
Figliola - "l'ampio arco temporale, il coinvolgimento degli organi
direttivi della regione, il conseguimento da parte dell'indagato di
denaro di provenienza illecita, la sottrazione di enormi risorse", sono
tutti elementi che "rendono evidente la pericolosità
dell'indagato". Le dimissioni non sono bastate. Il legale Fabrizio
Lemme, ha annunciato che contro il provvedimento farà ricorso al
Tribunale del Riesame. E l'ufficio politico dell'Udeur esprime
solidarietà a Verzaschi "nella certezza che le indagini della
magistratura faranno completa chiarezza sulla vicenda, dimostrando la sua
totale estraneità ai fatti".
(
da "Giornal.it" del 11-12-2007)
15.19.52 Un
Comitato per la sicurezza sul posto di lavoro, contro il lavoro
"cinesizzato" "Che schifo signori, che schifo". Tra i
pochi commenti locali sulla tragedia degli operai di Torino - per molto meno
la posta elettronica delle redazioni alessandrine vengono intasate di email
dove tutti vogliono dire la loro - spicca quella di Roberto Crispino,
Segretario Partito dei Comunisti Italiani Sezione di Alessandria che si
esprime senza mezzi termini su quello che molti hanno definito un omicidio
premeditato. "Questi ragazzi (il più anziano ha 54 anni!)",
dice Crispino, "Si trovavano sul posto di lavoro quattro ore oltre la
fine del loro orario lavorativo! Questi ragazzi non facevano quattro ore di
straordinario ogni giorno per sete di denaro. E fra sei mesi sarebbero
rimasti senza un lavoro in quanto la ThyssenKrupp di corso Regina Margherita,
400 a
Torino nella metà del 2008 avrebbe chiuso per trasferirsi a
Terni". Di fronte alla tragedia stride il freddo distacco teutonico:
"Dall'alto delle loro costose ville germaniche i titolari dell'azienda
ThyssenKrupp dagli antenati dalle, neanche troppo velate, simpatie naziste
potrebbero essere chiamati a rispondere della sciagura che vede protagonisti
sette poveri operai italiani che hanno come unica colpa quella di pretendere
un lavoro per sfamare le proprie famiglie, come costituzione repubblicana
prevede". Per il Coordinamento Provinciale C.U.B. parlano Pier Carlo
Brina e Giovanni Maccarino: "La strage all'acciaieria Thyssen-Krupp ha
portato ancora una volta all'attenzione generale la tragedia degli omicidi
sul posto di lavoro. In questo momento, il rischio più grosso, per un
sindacato come la C.U.B., è quello di confondere la propria voce con
il fiume di "lacrime di coccodrillo" che in questi giorni vengono
versate". Per cercare di migliorare la situazione della classe operaia
il Sindacato continuerà a chiedere un forte aumento salariale,
l'abolizione della scala mobile, il superamento del lavoro precario e un
investimento fortissimo per sicurezza e condizioni di lavoro migliore. I
rappresentanti della C.U.B. denunciano anche la situazione nelle fabbriche
della nostra provincia ("e negli enti pubblici"). Sono sempre
più "cinesizzati": "Spesso avviene che i lavoratori
siano ridotti a una tale condizione di paura e di ricattabilità da
impedire loro di esprimere con libertà e chiarezza i problemi che
vivono: non è un caso che, sempre più spesso, giungano al
sindacato segnalazioni anonime e inviti a "fare qualcosa".
Sicurezza sui luoghi di lavoro. In materia di sicurezza suil posto di lavoro la
Provincia di Alessandria oggi ha fatto saperer di aver affidato la gestione
del coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia
di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro al Presidente della Provincia o ad
un assessore delegato. Prima della riforma sanitaria (Legge 833/78), la
competenza quale organo di vigilanza era attribuita all'Ispettorato del
Lavoro, per essere, poi, trasferita agli organi delle Regioni all'interno del
Servizio Sanitario Nazionale, organizzatisi, dopo vari passaggi
amministrativi, nell'attuale struttura delle Asl, peraltro in fase di
revisione. La proposta, ora, è quella di affidare la nuova funzione al
Dipartimento Economia e Sviluppo per le competenze generali sulla materia
lavoro e istituire un Comitato di coordinamento così composto:
presidente della Provincia o assessore delegato con funzioni di presidente
del Comitato; un dirigente della Provincia responsabile della funzione; un
rappresentante della Provincia responsabile della 626; un rappresentante
SPRESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) per ogni
SPRESAL presente sul territorio; un rappresentante della Direzione
Provinciale Lavoro; un rappresentante INPS; un rappresentante INAIL; un
rappresentante dei Vigili del Fuoco; un rappresentante dell'ARPA; un
rappresentante ISPESL; un rappresentante per CLES (comitato per il lavoro e
l'emersione del sommerso); un rappresentante della Commissione Provinciale
per l'emersione del lavoro non regolare. Le funzioni da perseguire
riguarderanno il monitoraggio delle attività di salute e sicurezza sui
luoghi di lavoro svolte sul territorio provinciale, l'individuazione dei
settori prioritari di intervento dell'azione di vigilanza, la proposta di
piani di attività e progetti da attuare a livello provinciale.
Silenzio in Consiglio. Questa mattina il Consiglio
Comunale di Alessandria, prima della seduta, ha osservato un minuto di
silenzio in segno di lutto e solidarietà alle famiglie colpite dalla
tragendia dell'acciaieria. Dai banchi del Pd è stata inoltre avanzata
la proposta di devolvere il gettone di presenza alle
famiglie delle vittime.
(
da "Farmacia.it" del 11-12-2007)
Farmacia.it - 11 dicembre 2007 Secondo il rapporto dell'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (Osmed) nei mesi gennaio-settembre
del 2007 la spesa pubblica lorda dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è diminuita del 7,7% rispetto allo stesso periodo del
2006. Sono aumentate invece le prescrizione mediche, soprattutto quelle del
sistema cardiovascolare rappresentando il 37% della spesa ed il 49%
delle dosi. A causa poi della crescita della spesa privata per i medicinali
di classe A si è registrato un aumento del 4,3% della spesa a carico
dei cittadini. Ad aumentare sono anche le dosi prescritte (880 ogni mille
abitanti). L'Osservatorio rileva che ad eccezione delle quantità,
tutti gli altri indici riportano una diminuzione: -8,0% i prezzi e -10,5% il
costo medio per giornata di terapia. Inoltre, tutte le Regioni hanno visto un
calo della spesa pubblica di classe A, con una variabilità che va dal
-2,2% del Piemonte a -15,1% del Lazio. L'utilizzo infine dei farmaci
equivalenti è cresciuto del 24,1% rappresentando così circa il
30% del consumo totale. Annalisa De Dominicis.
(
da "LeccePrima.it" del 11-12-2007)
Operazioni false
per ottenere finanziamenti pubblici, in questo caso ben 6 milioni di euro.
L'ennesima truffa operata in provincia di Lecce è stata scoperta dal
Nucleo di Polizia Tributaria della guardia di finanza di Bari che all'alba di
oggi ha eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip
Ercole Aprile su richiesta del Pm del Tribunale di Lecce Imerio Tramis. In
carcere sono finiti Salvatore D'Ambrosio, 67 anni e Rosario De Lorenzis, 57,
entrambi di Alliste. Si tratta rispettivamente dell'amministratore delegato
dell'azienda Edinform Spa, con sede a Lecce in via De Simone ed il ragioniere
della stessa società, suo stretto collaboratore. Le altre due persone
colpite dall'ordinanza sono cittadini israeliani, responsabili di una
società di consulenza, al momento irreperibili. Nell'operazione,
denominata "Register", risultano indagate altre 11 persone,
soggetti che a vario titolo, hanno partecipato alla truffa. L'accusa è
di truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni a carico del
bilancio nazionale e comunitario. L'azienda, che non è stata
sequestrata, e che ancora in queste ore è interessata da una serie di
perquisizioni, opera nel settore della fornitura di servizi informatici e
telematici a pubbliche amministrazioni e aziende, nella maggior parte
interessate da esigenze informative per la prevenzione ambientale. Secondo le
indagini la società avrebbe ottenuto indebitamente il finanziamento di
6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200 mila già percepiti. Il
sistema della frode, che è stato accertato attraverso complesse
indagini documentali e bancarie, consisteva nel rendicontare spese superiori
a quelle effettivamente sostenute: in particolare costi di consulenza gonfiati
attraverso fatture false emesse da compiacenti aziende nazionali e straniere.
Secondo gli investigatori un ruolo fondamentale lo avevano i due cittadini
israeliani, uno dei quali noto ricercatore in campo telematico. Attraverso la
loro società producevano la documentazione per ottenere il
finanziamento, intascandone buona parte. Le indagini sono partite nel
dicembre del 2005 e riguardano due importanti progetti di sviluppo
pre-competitivo e ricerca industriale denominati " Wamac"e
"Gamac", finanziati dal ministero delle
attività produttive e dalla regione Puglia rispettivamente nell'ambito
del Pia innovazione (pacchetto integrato di agevolazioni) e della legge
numero 598/94. Entrambi i progetti sono finalizzati alla realizzazione di
sofisticati contatori elettronici in grado di rilevare la lettura a distanza
dei consumi e delle perdite di acqua e gas.
(
da "Asca" del 11-12-2007)
(ASCA)
- Reggio Calabria, 11 dic - ''La dichiarazione dello stato di emergenza socio
sanitaria in Calabria da parte del Governo nazionale e
la nomina di una commissione ministeriale guidata dal validissimo prefetto
Serra indica, evidentemente ed incontestabilmente, l'assoluta crisi del
sistema sanitario regionale; la situazione attuale
segna, ed e' inutile affannarsi in giri di parole, il punto piu' basso della
storia politica ed amministrativa calabrese''. Lo ha
dichiarato Franco Morelli, Consigliere regionale di An. ''Di fatto il Governo
ha proceduto ad un commissariamento dolce - dice Morelli - che certifica
l'inadeguatezza delle scelte sin qui operate in ambito regionale; d'altro
canto quando piu' volte abbiamo sottolineato la necessita' di un governo
della sanita' che necessariamente fosse intelligente, aperto al confronto e
disponibile ai contributi di tutti, non cercavamo di rivendicare alcunche',
molto piu' semplicemente eravamo e siamo coscienti che la sanita' in
Calabria, per una serie di fattori e ritardi storici, necessitasse di una
cura radicale somministrata, pero', con il concorso di tutti e nel pieno
rispetto delle istanze dei territori, dei diritti dei cittadini, delle
migliaia di professionalita' che ogni giorno si affannano nel dare risposte
qualificate e competenti. Invece, abbiamo dovuto subire riforme alla
baionetta, discriminazioni tra settore pubblico e privato, guerre intestine
il cui campo di battaglia e' stato il sistema sanitario.
''Non intendo utilizzare questo commissariamento di fatto - sostiene Morelli
- come occasione di facile polemica, e' evidente pero' che in questi ultimi
tre anni la gestione della sanita' in Calabria e' stata fallimentare e le
decisioni del governo nazionale asseverano questa
considerazione che, tra i cittadini, e' unanimemente condivisa; questa
drammatica crisi dovrebbe indurre alla ragionevolezza, dovrebbe agevolare un
confronto che consenta alla politica, tutta intera,
di scegliere per il meglio, riformare, sanare e fare un passo indietro
rispetto alla gestione''. ''Per quanto ci riguarda, fatta salva la
condivisibile scelta di procedere ad interventi straordinari per la
realizzazione di nuove strutture ospedaliere - conclude Morelli - attendiamo
di comprendere la natura, il ruolo e le funzioni della commissione; in ogni
caso, quale che sia il percorso futuro, alla politica
calabrese spetta oggi piu' che mai l'assunzione di gravose responsabilita',
lo si deve alla Calabria, lo si deve alle vittime che negli ultimi dodici
mesi hanno causato sgomento e dolore ed hanno azzerato la fiducia dei
calabresi nel sistema sanitario. Spero che
responsabilmente chi ha ruoli di governo in questa regione si renda conto che
la situazione attuale non rientra piu' nei canoni di una seppur difficile
ordinarieta', siamo all'emergenza e le risposte non possono che essere il
piu' largamente condivise; e' evidente che, a questo punto, il presidente
Loiero dovrebbe immediatamente aprire un confronto con l'opposizione''.
red/sam/lv (Asca).
(
da "Liberazione" del 11-12-2007)
Lady Asl Arresti
domicialiri per Marco Verzaschi (Udeur) ex assessore alla sanità del
Lazio L 'ex sottosegretario alla Difesa, Marco Verzaschi, è agli
arresti domiciliari. La misura cautelare sarebbe stata disposta nell'ambito
dell'inchiesta su "lady Asl" avviata dalla Procura di Roma che si
riferisce all'epoca nella quale Verzaschi ricopriva la carica di assessore
regionale alla sanità del Lazio, incarico ricoperto fino al 2005.
Verzaschi, membro della direzione nazionale Udeur,
nei giorni scorsi si era dimesso da ogni incarico di governo. Adesso è
accusato di corruzione e di concussione. La prima accusa si riferisce alla
decisione di accreditare presso la sanità del Lazio il "Centro
romano San Michele" di Anna Giuseppina Iannuzzi protagonista dello
scandalo che ha portato in carcere e sotto processo numerose persone che dice
di aver versato 200mila euro a Verzaschi. L'imputazione di concussione
farebbe riferimento a 200mila euro che l'imprenditore Renato Mongillo,
titolare della "Security Service", ha detto agli inquirenti di
avere versato a Verzaschi nel marzo-aprile del 2004. La concussione sarebbe
scattata perché la procedura di aggiudicazione di un appalto per la messa in
sicurezza dell'ospedale San Giovanni era stata al tempo già
completata. L'intervento, in questo caso, serviva a portarla a termine ed
evitare una possibile revoca del contratto. Per il Gip di Roma Luisanna
Figliolia, "la gravità delle rilevate esigenze cautelari avrebbe comunque
imposto la custodia cautelare in carcere". E tutto ciò, anche per
un "contesto indiziario di particolare gravità". Nell'ordinanza si legge anche come quelle di Verzaschi sarebbero
state "di condotte delittuose perpetrate per anni nello svolgimento
dell'attività d'ufficio strumentalmente utilizzata per conseguire
profitti illeciti ai danni del sistema sanitario i cui
sprechi sono alla base delle restrizioni economiche a carico degli assistiti
del Servizio Sanitario Nazionale". 11/12/2007.
(
da "Liberazione" del 11-12-2007)
Finanziaria in Aula
alla Camera, scoppia il caso Coni Servizi Opposizione e Uder si schierano
contro la soppressione della società. Dalla maggioranza giunge
l'invito al governo a non operare "forzature" nel maxi emendamento
in caso di fiducia Romina Velchi La finanziaria debutta in Aula alla Camera.
Ieri è iniziata la discussione generale, che proseguirà oggi;
ma è da domani che l'iter della manovra 2008 entrerà nel vivo,
con l'inizio delle votazioni. Ed è da domani che si capirà se
il ricorso alla fiducia da parte del governo sarà confermato. La
possibilità è nell'aria, visto che i tempi sono molto stretti e
il provvedimento deve necessariamente tornare al Senato. Ma molto
dipenderà dall'atteggiamento dell'opposizione. Dal canto suo, la
maggioranza ha ritirato i propri emendamenti "per favorire un esame
rapido - spiega Antonello Soro, capogruppo Pd - con la presa d'atto del
lavoro fatto dalla commissione bilancio" che "è riuscita a
portare a termine un lavoro di esame di una quantità gigantesca di
emendamenti". Una sottolineatura non casuale, dopo lo strappo operato
dal governo nella vicenda del disegno di legge sul welfare; con la sua
"forzatura" l'esecutivo ha "impedito al parlamento di lavorare
liberamente - commenta Salvatore Iacomino (Prc) - sconfessando la
commissione". Una ferita che ancora brucia. E siccome, nel caso della
fiducia, il governo dovrà preparare un testo ad hoc, ecco che da
più parti, nella maggioranza, viene l'invito a fare riferimento al
testo uscito dalla commissione bilancio e a limitarsi a piccoli ritocchi.
"Non è una finanziaria di svolta - riconosce Andrea Ricci (Prc) -
ma il nostro giudizio sul complesso della manovra è positivo.
Soprattutto è positivo il lavoro svolto dal parlamento, che ha
prodotto significativi miglioramenti rispetto al testo del governo. In ogni
caso - aggiunge Ricci - è la prova che si raggiungono buoni risultati
se il parlamento viene messo in condizione di lavorare senza pressioni e
forzature". Una "finanziaria di transizione", come la
definisce Iacomino, che nel suo passaggio alla Camera si è arricchita
di integrazioni e aggiunte, arrivando così a 213 norme (62 più
del Senato, 116 più del consiglio dei ministri) e aumentando la spesa
di circa un miliardo di euro, sulla cui copertura la maggioranza non ha
dubbi. Il Prc mette l'accento soprattutto sulle norme che specificano meglio
la riduzione fiscale per il lavoro dipendente; sulla detassazione del Tfr
(cioè della liquidazione); sulla stabilizzazione dei lavoratori
socialmente utili nelle regioni di Sud; sul fondo (80 milioni) per la
ristrutturazione e la manutenzione delle reti idriche; sul pacchetto di
interventi a favore del trasporto pubblico locale e ulteriori fondi alle
Ferrovie; oltre, ovviamente, ai provvedimenti già approvati al Senato
e che sono confermati. Se il governo opterà per la fiducia, tutti gli
occhi si sposteranno sulla composizione dei tre maxi emendamenti
"unificati" cui l'esecutivo starebbe lavorando per venire incontro
alle richieste del Quirinale di evitare una "manovra monstrum", con
un solo articolo e migliaia di commi, come quella dell'anno scorso. Ed
è lì, probabilmente, che i nodi verranno al pettine. Se, infatti,
sembra risolto il "caso" della class action (con un emendamento del
governo, la norma è stata resa più coerente, senza però
cedere alla richiesta di Confindustria che la voleva non reatroattiva), ora
si è aperto quello della Coni Servizi. Contro il provvedimento che
sopprime la società si sono schierati l'opposizione (secondo la quale
appesantirebbe ulteriormente i conti del Coni portandolo di fatto al
collasso) e l'Udeur (critico perché la norma provocherebbe un aumento dei
costi a carico dello Stato). "Tutte balle - replica Pietro Folena -
messe in giro artatamente, al fine di proteggere quel buco nero di sprechi, quel carrozzone inutile e dannoso e forse anche i relativi gettoni di presenza dei membri del Cda". "La verità è
un'altra - concorda Antonio Ferraro, responsabile sport del Prc - la vera
minaccia alla vita professionale dei dipendenti viene proprio dalla Coni
Servizi Spa". Aperta è anche la questione della rottamazione
delle auto. I Verdi l'hanno osteggiata fino all'ultimo, ma il governo
potrebbe ripensarci: "L'esigenza della rottamazione delle auto
c'è - dice il sottosegretario all'Economia Grandi - Le osservazioni
mosse sono relative all'esigenza di una maggiore caratterizzazione
ambientalista e, quindi, un punto di sintesi è possibile. Del resto
alla Camera, l'accordo è stato mancato per poco, vale la pena di
lavorarci ancora". Così come il governo potrebbe essere tentato
di inserire anche la riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali. Ma
lì davvero si rischierebbe un nuovo "caso welfare".
11/12/2007.
(
da "Sestopotere.com" del
11-12-2007)
(20:24) (11/12/2007
17:29) | ABOLIZIONE DEL CIRCONDARIO IMOLESE: PROGETTO BOCCIATO IN COMMISSIONE
(Sesto Potere) - Imola - 11 dicembre 2007 - Con il voto contrario di PD, PRC
e IDV, e il voto favorevole di FI, AN, UDC, LN, la Commissione
"Attuazione dello Statuto" ha respinto il Progetto di Legge che
prevede di modificare lo Statuto della Regione abrogando il Circondario
imolese; il documento è stato presentato dai consiglieri Gianni Varani
(FI), Silvia Noè (UDC), Carlo Monaco (PER), Alberto Vecchi (AN) e
Maurizio Parma (LN). Il Circondario imolese è un ente di secondo
grado, che svolge funzioni di pianificazione sovracomunale e amministrative
in parte delegate dalla Provincia e in parte dai Comuni aderenti (Borgo
Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio, Castel Guelfo, Castel San Pietro
Terme, Dozza, Fontanelice, Imola, Medicina e Mordano). L'esistenza del
Circondario è sancita da due norme regionali: lo Statuto (art. 26), su
cui insiste questo PdL, e la Legge 6/2004, su cui agiscono altri due PdL,
all'esame della Prima Commissione. Il relatore di questo provvedimento,
Gianni Varani, ha ricordato la petizione popolare per rimettere in
discussione l'esistenza del Circondario, sulla quale sono state raccolte
oltre 2000 firme. Ciò dimostra che c'è un sentimento popolare
molto diffuso, un giudizio negativo verso il Circondario: un ente che non
rappresenta una semplificazione e un risparmio, nell'ambito della Pubblica
Amministrazione, anzi opera come soggetto aggiuntivo rispetto alla pesante
piramide istituzionale costituita da Comuni, Comunità montante e Provincia
(senza dimenticare le associazioni di Comuni, i "tavoli" di
confronto a vari livelli, le conferenze territoriali). La definizione dei
confini e delle competenze appare tutt'altro che chiara, permanendo oggettive
duplicazioni rispetto alla Provincia. In un contesto di federalismo
avanzante, ha aggiunto il consigliere, mentre si assiste a un processo
costituzionale di delega di responsabilità e poteri ai Comuni, il
Circondario imolese funziona sulla base della sottrazione di competenze. Infine,
la proposta di abrogazione del Circondario vuole essere una concreta risposta
alle polemiche sui costi e sugli sprechi della politica,
poiché questo ente costa circa due milioni di euro ogni anno. Netta
contrarietà alla soppressione del Circondario è venuta da
Daniele Manca (PD), secondo il quale si tratta di una proposta che intende
cavalcare l'onda dell'antipolitica. In
realtà, si tratta di un territorio con centoventimila abitanti dalla
forte identità territoriale, ed è populismo parlare di
sopprimerlo da parte di soggetti politici che, mentre erano al governo, hanno
istituito nuove Province, ben più costose. Il Circondario sta
dimostrando di essere uno strumento utile per la semplificazione e il
riordino istituzionale, ha aggiunto Manca; si tratta dell'unico ente di
secondo grado nel quale sono rappresentate anche le minoranze, dove si
è già sperimentata la programmazione integrata delle politiche
sanitarie e sociali e si sta definendo un Piano Strutturale sovracomunale,
con un forte risparmio dei costi, altrimenti sostenuti dai singoli Comuni.
Piuttosto, se nessuno alzerà la bandiera del campanilismo, si
può andare nella direzione dell'accorpamento dei Comuni nella vallata
del Santerno. Alberto Vecchi (AN) ha ricordato il PdL di cui è primo
firmatario, che punta a consentire ai Comuni di recedere dall'adesione al
Circondario, auspicando che venga approvato dall'intera Assemblea. Solo AN,
ha aggiunto, è stata finora esplicita con la proposta di costituire un
Comune unico nella vallata del Santerno (ipotesi che coinvolge Borgo
Tossignano, Casalfiumanese, Castel del Rio e Fontanelice). Ma anche in questa
prospettiva, il Circondario sarebbe un ente inutile, e ci si dovrebbe
chiedere perché sia stato istituito solo nell'imolese e in un nessun'altra
parte del territorio regionale. Per Paolo Nanni (IDV) è evidente la
specifica identità del territorio imolese. Convinto che si debba
andare verso la riduzione degli enti di secondo grado, il consigliere ha
affermato che la Finanziaria sta avviando una positiva razionalizzazione.
Nanni è favorevole a proseguire nell'esperienza del Circondario,
almeno fino a quando non saranno definiti i confini della Città
metropolitana di Bologna. Silvia Noé (UDC) ha definito molto deboli le
giustificazioni all'esistenza del Circondario. Quanto ai costi della politica, ha detto che chi sostiene il governo Prodi non
può dare lezioni di coerenza, in quanto si tratta
dell'organismo più numeroso del dopoguerra. Finora, in tre anni, iI
Circondario ha prodotto dei costi senza che i cittadini ne abbiano ricavato
benefici tangibili. Infine, Gabriella Ercolini (PD) ha affermato che la
riduzione dei costi della politica deve essere una
conseguenza della razionalizzazione delle istituzioni: l'esperienza
del Circondario le appare come un investimento da valutare con attenzione.
Impossibile negare che vi sia una specificità, stratificata da
decenni, dell'area imolese; anche a suo parere, si tratta di procedere sulla
strada dell'abolizione delle associazioni dei Comuni e puntare
all'aggregazione del Comune unico nella valle del Santerno. Dopo questo voto
negativo in Commissione, l'argomento verrà iscritto all'esame
dell'Aula non appena la Prima Commissione avrà ultimato l'esame dei
PdL che le sono stati assegnati.
(
da "Provincia di Sondrio, La" del
11-12-2007)
Quell'Italia
sprecona degli enti locali "Sprecopoli" di Porro-Cervi e
"Impuniti" di Caporale: inchieste sugli sperperi della politica
sulla scia del best seller "La Casta" Il
buco nero è in provincia. La storia: in Aspromonte (a 2500 metri) 500 mila
euro per comprare cammelli, poi morti di freddo Se è vero che la
provincia è il vestito nel quale gli italiani sembrano trovarsi
più a proprio agio, è proprio nell'amministrazione locale che
le cifre dello spreco della politica impressionano. Potenza dei numeri. I
circa 9mila enti locali del Belpaese, fra comuni, comunità montane,
consigli circoscrizionali e regioni, costano 1.234 milioni di euro l'anno,
relazionano Mario Cervi e Nicola Porro nel loro Sprecopoli (Mondadori). E Gian Antonio Stella e Roberto Rizzo aprono La Casta (Rizzoli) con
"la pianeggiante Comunità montana di Palagiano che svetta a 39 metri sul mare",
le comunità montane, scrivono i giornalisti de Il Corriere della Sera,
"possono aiutare forse meglio di ogni altra cosa a capire come una certa
politica, o meglio la sua caricatura obesa, ingorda e autoreferenziale
sia diventata una Casta e abbia invaso l'intera
società italiana". Antonello Caporale, cronista politico di La
Repubblica, nel suo Impuniti. Storie di un sistema incapace, sprecone e
felice (Baldini Castoldi Dalai) racconta fra le altre, di uno studio sulla
castagna di Montella, in provincia di Avellino, costato circa 70mila euro. E
che dire poi "del ciclo dei rifiuti in Campania costato 8 miliardi di
euro, compresa raccolta ordinaria e straordinaria". A partire dal
fenomeno editoriale de La Casta, un milione di copie
vendute dal 2 maggio scorso, sul quale si sono sprecati fiumi di parole - su
tutti si ricordi Sergio Romano secondo il quale il libro potrebbe essere
ciò che l'arresto di Mario Chiesa fu per lo scandalo Tangentopoli - il
tema dei costi della politica è diventato argomento di
libri-inchiesta. Prodigio di inesauribilità della materia, sciatteria
giornalistica nell'aver sin ora portato a galla fenomeni isolati senza mai
tentare la quadratura del cerchio o elementi di una bora di antipolitica dal
basso, cavalcata in libreria? Caporale chiarisce subito: "l'antipolitica
è una sorta di moto plebeo, il liquidare tutto come un gran magna magna.
Lo stesso "Vaffa" di Grillo che significa?
Non vuol dire nulla. L'antipolitica è un movimento populista nel quale
però si fa ricorso alle stesse tecniche della politica. Ciò che
ho voluto portare a galla sono invece i costi sociali della mala
politica". L'idea che l'industria editoriale marci su un sentimento
diffuso di disamore per la classe che sta al potere, di una sorta di bulimia
dei lettori per storie di mala gestione, iperboli a un tempo spassose e
amare, sta stretta anche a Nicola Porro: "Noi abbiamo fatto un lavoro
diverso da La Casta, abbiamo sistematizzato i
diversi ambiti e ne abbiamo tracciato un quadro: basta scorrere l'indice per
rendersene conto. Si comincia con Quirinale, poi Parlamento, Palazzo Chigi,
enti locali, regioni, sanità, province, comuni?". C'è un
lato quasi da barzelletta nelle modalità e nelle proporzioni con cui
si gettano via i contributi pubblici. Racconta Caporale: "Il direttore
del parco dell'Aspromonte, per attrarre turisti, decide di comprare cammelli
e altri animali esotici: pappagalli, iguane. Spesa: 500mila euro. Ora, in
Aspromonte, a 2500
metri, fa decisamente freddo e quindi i poveri animali
muoiono per il gelo, le stufe che dovrebbero scaldarli fanno ben poco".
Si chiede poi il cronista di Repubblica: "Chi paga per quest'idea assurda?
Perché nessuno ha detto a questo tizio che non si può fare
un'operazione simile". C'è insomma, rileva Caporale, una spesa
enorme inutile o dannosa, fiumi di denaro pubblico mal incanalati: "Che
senso ha fare che una piccola città faccia 50 giorni di rassegna
estiva gratuita invitando grandi nomi della musica? Non è meglio
aumentare i turni in ospedale, stanziare delle borse di studio per gli
studenti universitari?". Eppure talvolta certi progetti bislacchi si
riescono a fermare per tempo: sempre in Calabria, da conto Sprecopoli,
complice la Corte dei Conti nel 2007 è stata bloccata l'istituzione di
un nuovo ente deputato all'"accertamento delle specie di tartufo" e
dell'"idoneità dei raccoglitori di tartufi". E pazienza se
per un onorevole il Darfur è "uno stile di vita", per un
altro Guantanamo è in "Afanistan" e Mandela un
"sudamericano", nel profondo gli italiani sono un popolo di santi,
poeti e navigatori. "In meno di un anno e mezzo in Lombardia - scrivono
Porro e Cervi - sono state strutturate 12 supermissioni: dagli Stati Uniti al
Senegal, dall'Australia alla Cina. Il presidente della giunta lombarda
Roberto Formigoni ha incontrato 15 capi di Stato e ai suoi critici, in una
nota ufficiale, ha con orgoglio ribadito questo diritto diplomatico ribaltando
l'accusa allo stato centrale che avrebbe "una scarsa iniziativa sul
piano internazionale"". Questa spinta ad allacciare relazioni con
l'universo mondo capita che rasenti il parossismo arrivando a giustificare un
viaggio lombardo per le notti bianche di San Pietroburgo. Anche se è
la Sicilia la regione che più ha assecondato questa spinta esterofila:
fra le altre si ricordi "Agrigento Sviluppo", partecipata alla
provincia sicula, nata nel 1999 ma che ha al suo attivo un corso di
formazione on line per i nipoti dei siciliani emigrati in Argentina e
Uruguay. Ad oggi ha maturato un buco di 540mila euro. Scorrere le pagine di
questi libri, dove si susseguono fittamente numeri, storie sul filo fra
commedia dell'italietta e disgusto, si è assaliti da una sorta di
labirintite, dalla sensazione di trovarsi in un groviglio abnorme. La ricetta
di Cervi e Porro è di tagliare la spesa, unico modo, a loro giudizio,
per impedire sprechi. Quella di Caporale è invece, far si che questi
amministratori che scialacquano i soldi pubblici, non restino per l'appunto,
Impuniti. Come? "Istituendo anche in Italia un organo, come l'americano
Government account ability office, che verifichi il risultato di quanto
è stato speso. In Italia non esiste una resa del conto, così
chiunque sperperi non si sente responsabile e resta impunito. In secondo
luogo, va potenziato il ruolo di controllo della Corte dei Conti. La spesa
pubblica è appesantita da investimenti inutili: bisogna ridurre a uno
stato fisiologico lo spreco. E da ultimo, come cittadini dobbiamo mantenere
una vigilanza attiva sull'operato dei nostri amministratori". Silvia
Ortoncelli.
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 21:24
Anche Grazia Francescato replica: io rappresentante della Camera Roma, 11
dic. (APCom) - Dopo quella del ministero dell'Ambiente arriva la smentita
anche di Grazia Fracescato tirata in ballo dall'editoriale di Piroso e
'computata' tra i 48 delegati - comunque negati - della rappresentanza
italiana al convegno di Bali. "Si precisa - si legge in una nota - che
Grazia Francescato sta partecipando all'importantissima Conferenza Mondiale
sul clima di Bali in rappresentanza della Commissione Ambiente della Camera
dei Deputati e non al seguito del ministro Pecoraro Scanio, che tra l'altro ha viaggiato su normali voli di linea e non di
Stato, come erroneamente lasciato intendere dal servizio de La7. I Verdi, che
da sempre si battono per la trasparenza e l'abbattimento dei costi della politica, daranno mandato all'ufficio legale per verificare
l'opportunità di azioni legali".
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 21:07
Presenti 18 persone, non 48. Dimezzata delegazione rispetto a '05 Roma, 11
dic. (APCom) - Cortese smentita ha chiesto e smentita ha avuto. L'editoriale
de La 7 a
firma di Antonello Piroso e centrato sulla 'super-delegazione' che starebbe
accompagnando il ministro Pecoraro Scanio a Bali, raccoglie infatti la
piccata replica del Ministero dell'Ambiente che spiega che "quanto
affermato dal tg di La7 è privo di fondamento. Il ministro
dell'Ambiente - viene affermato in una nota - non ha portato con sé una
delegazione di 48 persone". "A questa importantissima conferenza
che dura 2 settimane (dal 3 al 14 dicembre) cui
partecipano i ministri dell'Ambiente di 190 Paesi perché in gioco c'è
la trattativa mondiale per il taglio delle emissioni di Co2 - prosegue la
nota - il ministero dell'Ambiente ha partecipato con una delegazione di 18
persone, riducendo in pratica della metà la precedente delegazione di
Montreal 2005, quando partecipò con 30 delegati. Inoltre, per
quanto riguarda il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e
del Mare non c'è stato alcun volo di stato. Lo stesso Ministro - viene
sottolineato - è giunto a Bali con un volo di linea". "Il
numero di 48 persone - prosegue la nota - comprende tutti gli accrediti
richiesti per la Conferenza. Ogni istituzione o organizzazione provvede
autonomamente ed in maniera indipendente all'organizzazione delle trasferta
ed alle copertura delle spese. E' scorretto - conclude - affermare il falso,
per questo il Ministero dell'Ambiente valuterà tutte le azioni, anche
legali, per ripristinare la verità".
(
da "Virgilio Notizie" del
11-12-2007)
11-12-2007 20:26
Editoriale di Piroso: mi attendo cortese smentita... Roma, 11 dic. (APCom) -
"Potremmo sapere se risponde a verità che il ministro Alfonso
Pecoraro Scanio, accompagnato dal sottosegretario Paolo Cento e dalla
parlamentare Grazia Francescato, si è recato a Bali per il summit
mondiale sul clima capeggiando una delegazione composta da oltre 40 persone
(per la precisione, sarebbero 48)?". Se lo chiede il TGLA7, che ha
dedicato alla questione la copertina dell'edizione delle 20 di questa sera.
"Si attende - chiude l' editoriale del telegiornale diretto da Antonello
Piroso - cortese smentita". "Ve la ricordate - sostiene all'inizio
il servizio - la formidabile battuta di Andreotti sul numero dei componenti
della delegazione italiana per il primo viaggio a Pechino di un presidente
del Consiglio nostrano? "Sono qui in Cina con Craxi e i suoi cari".
All'aeroporto di Pechino, il 29 ottobre 1986, accanto ad Andreotti (con
cinque persone al seguito) e alla moglie Livia si materializzò infatti
una allegra tribù intorno a Bettino Craxi e sua moglie Anna. Totale
dei famigli: cinquantadue persone". "Qui non si vuole certo
rinfocolare le polemiche sui costi della politica e
su una certa disinvoltura della 'casta' - dice ancora la copertina del TGLA7
- né tirare in ballo i voli di Stato con annesse polemiche sugli usi e
costumi bertinottiani, mastelliani e rutelliani (gli interessati hanno sempre
sottolineato di essersi attenuti rigorosamente alle norme che ne
regolamentano l'utilizzo, e non abbiamo motivo di dubitarne), tanto
più che nella precedente legislatura berlusconiana la cifra spesa
sarebbe stata di molto superiore, e così via". E "neppure -
conclude - si vuole fare una difesa corporativa, avendo deciso il nostro
governo che i giornalisti e i foto-cineoperatori viaggianti per servizio su
voli di Stato al seguito delle autorità istituzionali dovranno pagare
un ticket".
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
12-12-2007)
Loiero interviene
su quelle nella sanità. Lamonica, Borrello e Tassi chiedono maggiore
competenza ROCCA IMPERIALE. "Non ci saranno nomine per la sanità
domani (oggi per chi legge)". Lo ha detto il presidente della Regione
Agazio Loiero all'AGI. "Anche alla luce di quello che è successo
nei giorni scorsi - ha spiegato - voglio fare insieme alla giunta una
riflessione più profonda per vedere in quale misura, in un tema
così complicato e delicato come la sanità, si possa coniugare il
massimo di novità e il massimo di efficienza, superando schemi che
spesso sono apparsi obsoleti". "La Giunta regionale deve nominare i
Direttori Generali delle Aziende Sanitarie scegliendoli esclusivamente su
criteri di competenza e professionalità e non per appartenenza politica. Lo si deve ad Eva, Federico, Flavio ed alle
centinaia di persone che aggiungono ogni giorno al dolore della malattia la
tragedia di incontrare un sistema disorganizzato, inefficiente e che sta
sempre più perdendo credibilità". È quanto si legge
in un comunicato di Vera Laconica, segretaria generale della Cgil Calabria.
"Lo si deve - aggiunge - anche agli operatori che lavorano in condizioni
a volte proibitive che mortificano esperienze e professionalità e comportano
demotivazione e disagio di cui, insieme al caos organizzativo, alle
deficienze strutturali, all'improvvisazione nell'organizzazione aziendale e
del lavoro, fanno le spese i pazienti. Quello che sta accadendo sotto gli
occhi di tutti è l'aprirsi di una drammatica frattura tra i cittadini,
che esprimono paura e diffidenza rispetto ad un sistema che nega diritti e
produce insicurezza anche sulla qualità delle risposte, e gli
operatori, soprattutto i medici, che diventano bersaglio di un giudizio
liquidatorio e di un'aggressività diffusa, anche quando non motivata,
come è possibile sperimentare ad esempio in ogni Pronto soccorso. Il
protrarsi di questo stato di cose - continua - ucciderebbe in via definitiva
il sistema pubblico perché gli toglierebbe la credibilità necessaria
anche per riformarsi e correggersi e stimolerebbe ulteriori fughe, con
ciò aggravandone la tenuta finanziaria ed indebolendone la
capacità di attrarre e trattenere professionalità forti.
È giusto l'intervento strutturale sui quattro nuovi ospedali con le
modalità straordinarie concordate con il ministro Livia Turco, ma
è necessario procedere rapidamente ad una vera discussione sul Piano
Sanitario ed all'approvazione di un testo che dia certezza di innovazione,
razionalizzazione e investimento sull'adeguamento tecnologico, la
qualità degli ospedali, i servizi territoriali, la rete
dell'emergenza, l'integrazione socio-sanitaria. Ma i processi di costruzione
della qualità - fa rilevare - non hanno un'ora X né un testo
miracoloso, partono dal controllo e dall'organizzazione di ogni prestazione
che, per essere ottimale, ha bisogno di un contesto complessivo che funzioni
e sia organizzato avendo al centro l'interesse e il benessere del
paziente". "Per questo - aggiunge - bisogna iniziare dalla testa:
dirigenti adeguati che non debbano rispondere a nessuna esigenza politica, e che quindi sappiano scegliere a loro volta
direttori e primari in base al loro documentato valore ed a null'altro; che
decidano di non aprire reparti e servizi palesemente inadeguati solo per
incentivare nomine e prebende; che denuncino le interferenze e le pressioni
ed anche le omissioni e le compromissioni che corrompono il sistema
dall'interno. Insomma scegliere un modello, tutto da costruire, di Aziende
che producano salute e non affari, consenso politico, carriere e clientele.
Anche gli operatori, la maggior parte dei quali dà impegno ed ha
professionalità, devono fare la loro parte soprattutto pretendendo che
sia restituito valore al loro lavoro con una contrattazione non individuale
ma collettiva in cui il merito e la dedizione siano riconosciuti. Solo in
Calabria può accadere che sia il sindacato a denunciare gli
imboscamenti di personale, i favoritismi, le cordate dell'inefficienza e che,
quelle che dovrebbero essere le controparti attente all'interesse generale,
siano invece coloro che usano a fini di potere il governo del
personale". Dal canto suo il consigliere regionale dell'Udeur, Antonio
Borrello, ha presentato una proposta di legge per modificare ed integrare la
legge regionale numero 11 del 19 marzo 2004 nella parte relativa alla nomina
di direttori generali, amministrativi e sanitari nelle Asp. Lo rende noto, in
un comunicato, lo stesso Borrello. "Gli ormai troppo frequenti casi di
malasanità - scrive Borrello - aggravano la fragilità di un
sistema sanitario sul quale occorre intervenire con
urgenza per tentare di farlo assurgere a dignità in termini di
efficienza e qualità dei servizi dentro un modello organizzativo
più coerente con la domanda di "salute sicura" che proviene dalla
società calabrese. Se gli strumenti di pianificazione e di indirizzo
non sono accompagnati da scelte drastiche ed innovative in ordine alla nomina
di direttori generali, direttori amministrativi e sanitari svincolati
definitivamente dalla discrezionalità della politica
di governo, difficilmente potremo aspirare a vedere realizzati gli obiettivi
da tutti auspicati". "C'é necessità - prosegue - di disporre
di management aziendali le cui esperienze, titoli, capacità
sperimentate e referenze siano preventivamente passate al vaglio rigoroso di
esperti di conclamata professionalità, estranei alla Regione, capaci
di mettere a disposizione della Giunta regionale il meglio di cui dispone la
società. Non se ne esce più se si continua a perseverare su
impostazioni in cui l'appartenenza politica è
stata sempre anteposta alla meritocrazia, sfuggendo, così,
all'imperativo categorico di obbedire alla ferrea regola secondo la quale con
la salute della gente è vietato trastullarsi". "La proposta
di legge, - conclude Borrello - composta di appena 2 articoli, persegue
l'obiettivo di reinventare le modalità di scelta, rimuove la
discrezione, e viene sottoposta in maniera aperta alla valutazione dei gruppi
consiliari e dell'intero Consiglio regionale, affinché, anche attraverso le
modifiche ed integrazioni ritenute idonee per ottimizzarne i contenuti, possa
essere approvata con urgenza per poter essere utilizzata sin da subito in
vista delle nuove nomine da farsi". Tra le proposte, quella relativa
alla nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e
delle Aziende ospedaliere la scelta da effettuarsi "con provvedimento
della Giunta regionale sulla scorta della proposta formulata da una
Commissione di tre esperti, esterni alla Regione, appartenenti al mondo accademico
e scientifico, che effettua una rigorosa valutazione dei curricula e delle
esperienze maturate dei partecipanti alla Manifestazione di interesse da
indire con la più ampia pubblicizzazione". "Il ministro
della salute, Livia Turco, finalmente, dopo la tragedia della giovane Eva
Ruscio, sembra aver compreso la gravità della situazione della
sanità nella nostra regione". È quanto afferma in una nota
il coordinatore provinciale della Sinistra Democratica di Vibo Valentia, Pino
Tassi, secondo il quale i prossimi "Direttori generali in tutta la
Calabria deve avvenire attraverso un concorso nazionale".
"Le dichiarazioni di ieri - prosegue - e i primi provvedimenti vanno
nella giusta direzione perché se è giusto da un lato accertare le
responsabilità individuali dei medici e altrettanto necessario
individuare le responsabilità politiche del degrado della
sanità in Calabria. Il degrado della sanità é innanzitutto un
degrado morale e di valori. Il segnale che la classe medica e sanitaria ha
ricevuto in Calabria (ma non solo) è che per fare carriera, per essere
premiati, non serve tanto essere bravi, capaci, professionali, ma essere
ossequiosi e appartenere possibilmente a lobbyes, partiti, logge massoniche.
Questa è la responsabilità principale della classe politica calabrese prima del centro destra e in questi
anni del centro sinistra che non ha avuto la capacità e la forza di
far valere le professionalità e le competenze. Ecco perché il nocciolo
del problema è quello delle nomine dei Dirigenti generali, sanitari, tecnici, dei primari, dei responsabili dei
dipartimenti e giù a scendere. Il criterio di nomina di questi anni
è stato sempre quello dell'appartenenza politica, della
fedeltà, dell'ubbidienza. Questo criterio ha portato spesso a nomine
discutibili, non all'altezza del compito, in pochi casi a scelte buone".
"La scelta - aggiunge Tassi - di commissariale le Aziende sanitarie
provinciali in Calabria è stata una scelta infelice che ha portato ad
una ulteriore destabilizzazione ed è stata praticata solo per questioni
di lotte politiche interne al PD. Se il Presidente Loiero vuole cambiare
rotta realmente, vuole rendere la sanità funzionale ed efficiente deve
fare atti concreti".
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 294, pag. 7 del 12/12/2007
Autore: di Pierre de Nolac Visualizza la pagina in PDF
Indiscreti Bernabè va dalla Gdf, ma per parlar d'arte Ieri mattina Franco
Bernabé si è presentato alla Guardia di Finanza: nel Museo storico,
quello situato nella romana piazza Armellini. Non si trovava lì in
qualità di "numero uno" di Telecom Italia, bensì del
Mart, l'istituzione museale di Trento e Rovereto dedicata all'arte
contemporanea. Scortato dal critico d'arte Achille Bonito Oliva, Bernabé era
atteso dai vertici della Gdf, a cominciare dal comandante generale Cosimo
D'Arrigo. Motivo ufficiale della visita, l'inaugurazione della mostra di Geo
Casolaro intitolata "Permanente presenza.
Immagini di vita della Guardia di Finanza in Trentino Alto Adige".
Bernabé, che non dimentica mai di essere nato in quelle terre di confine,
commentava le fotografie che presentavano parti d'epoca con immagini attuali,
per evocare i "luoghi della memoria umana e professionale dei
finanzieri". Alla fine della lunga visita nelle sala dell'esposizione,
tutti sono tornati a salire le scale per arrivare all'appuntamento con il
"vin d'honneur" per i pochi, scelti invitati. Con il volto di
Bernabé che era davvero soddisfatto. I Santoriani, censori della Casta, in
Mercedes La scena non è passata inosservata: nel traffico del centro
storico romano, ieri mattina, una Mercedes munita di autista scarrozzava uno
dei fedelissimi di Michele Santoro. Sì, Sandro Ruotolo, a bordo
dell'auto tedesca si faceva portare in giro, sempre con l'orecchio destro
attaccato al telefonino. "Annozero", la trasmissione che denuncia
lo stato di povertà dell'Italia, "dalla parte dei
lavoratori", non rinuncia certo alle comodità. E Ruotolo è
stato anche "invidiato" da alcuni parlamentari, già messi
all'indice per essere protagonisti dei privilegi della casta. E a pochi metri
dalla Mercedes, a piedi c'era il presidente della commissione Cultura della
Camera, Pietro Folena: elegantissimo come sempre, in via della Colonna
Antonina era intento a compiere una lunga conversazione telefonica, munito di
occhiali Ray-Ban dalle lenti color verdi bottiglia per non farsi riconoscere.
Solo che erano talmente scure, quelle lenti, che per digitare i numeri sulla
tastiera Folena si doveva continuamente togliere e rimettere gli occhiali per
riuscire a indovinare le cifre_ L'agnellino Bonino che piace tanto alle Bcc
è stata premiata con una "melagrana", Emma Bonino, ieri nel
corso dell'assemblea delle Banche di Credito Cooperativo, all'Auditorium: e
"circondata" com'era da una maggioranza assoluta di cattolici
osservanti, non ha certo parlato male della Chiesa. Nessuna accusa al
Vaticano, ma solo una difesa "a spada tratta" delle donne, puntando
il dito su come la televisione tratta l'altra metà del mondo. In
particolare, la Bonino se l'è presa con le pubblicità, a
partire da quella di una nota marca di caffè: ma sulla religione nulla
di ostile è uscito dalla sua bocca. Anche per la gioia di monsignor
Rosso, il mitologico “don Checco”, presente nella sala accanto ai banchieri
più in vista del mondo della cooperazione. è lui che la
trasmissione di Milena Gabanelli, "Report", ha cercato di
intervistare sui temi dell'etica nel mondo delle coop bianche. Era lì,
tranquillo come sempre, pronto a dispensare consigli a chiunque, e ad
osservare con attenzione come si comportava la Bonino. "Quando si tratta
di affrontare il nemico i radicali diventano degli agnellini", diceva
soddisfatto uno dei “big” delle Bcc italiane. Di Pietro è cotto per
Ilaria D'Amico "Sì, Tonino è proprio cotto per la
D'Amico", dice un amico molto chiacchierone, del ministro delle
infrastrutture Antonio Di Pietro. E la stessa fonte racconta che in privato l'ex
pubblico ministero di Mani Pulite elogia la conduttrice di La7, con
superlativi assoluti che dedica solo a lei. Fatto sta che Di Pietro non sa
dire di no agli inviti che provengono dalla redazione di Ilaria D'Amico, e
quando c'è una proposta di partecipare alla trasmissione del
lunedì sera non si tira indietro, anzi. L'ultima puntata ha regalato
la visione del ministro che seguiva passo passo, estasiato, le parole della
conduttrice. "Eh, Tonino se la mangia con gli occhi, la D'Amico, diventa
un galletto quando si trova lì nello studio televisivo, a pochi
centimetri di distanza: c'è da capirlo. Ma ci pensate a candidare una
come lei?", continua a dire l'amico del ministro di Montenero di
Bisaccia. Altro che Clemente Mastella, che ha dovuto affrontare Maurizio
Crozza, domenica sera, sulla stessa rete tv. Furio Colombo poeta per Citto
Maselli Si sa, quello delle poesia è il genere letterario più
"gettonato" per scrivere nero su bianco il
proprio amore alla persona amata. Normalmente gli uomini le dedicano alle
donne, e viceversa: Furio Colombo ha fatto di più. L'ex direttore de
l'Unità ha pubblicato proprio sul giornale fondato da Gramsci la
poesia che ha scritto in occasione del compleanno numero 77 del regista Citto
Maselli. Nemmeno la metrica viene rispettata dal senatore: "Uno
è qui per dire bravo ad un uomo amato e raro che nel clima un po'
pesante sembra un Fred Astaire danzante", scrive Colombo. Ovviamente,
Furio se la prende con i "teodem" pure quando verga una poesia ad
un amico: ecco così il passo nel quale dice che "l'Europa invasa
dagli zingari e recchioni, è una sfida ed una pena per la fede
ultraterrena. Ed allor con uno scatto la Binetti dà di matto: vota un
forte ben servito ad un mondo ormai invertito".
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi - Primo Piano Numero 294, pag. 5 del 12/12/2007
Autore: di Giampiero Di Santo Visualizza la pagina in PDF
I tecnici del ministro Santagata già al lavoro per dare
attuazione alle misure previste Politica, costi a discesa lenta Cambiata la
manovra, nessun taglio scatterà dal 1° gennaio Gli articoli ci sono,
la Finanziaria del 2008 sarà approvata salvo sorprese prima della
pausa natalizia, ma il primo gennaio non succederà nulla. Brindisi e
botti a parte, perché il taglio dei costi della politica inserito nella manovra di bilancio dell'anno prossimo
comincerà a produrre effetti, se tutto andrà secondo i piani di
palazzo Chigi, nella seconda metà dell'anno. I tecnici del ministro
dell'attuazione del programma, Giulio Santagata, hanno cominciato a discutere
dei tempi di attuazione della misure per contenere i costi della politica proprio
in questi giorni. Ma per ora, del diman non c'è certezza. O meglio,
l'unica certezza è il fatto che nella Finanziaria, comunque vadano le
cose, quei provvedimenti ci saranno. "In questi giorni abbiamo dovuto
occuparci del fatto che tutte le norme contenute nel disegno di legge
Santagata rimanessero nel testo in discussione alla camera", spiega un
portavoce. "Da domani comincerà il monitoraggio per garantire
l'attuazione dei provvedimenti". Un lavoro che richiederà tempi
non brevissimi, anche in considerazione del fatto che gli interventi
delineati dalla manovra sono molti. C'è la riduzione della cilindrata
media delle autoblù a 1.600 cc. E c'è anche la sforbiciata,
20%, al numero di assessori e consiglieri provinciali e comunali A partire,
però, dalle prossime consiliature. Anche sulle comunità montane
la scure si abbatterà in tempi non meglio definiti, per non parlare
del processo di razionalizzazione degli enti pubblici statali. "La
riorganizzazione avverrà in sei mesi a partire dal primo gennaio, ma
di immediato non accadrà nulla. Il passaggio delle amministrazioni pubbliche
alla telefonia Voip (voice over internet protocol, ndr) richiederà
tempo, così come l'utilizzo massiccio della corrispondenza via
e-mail". Risparmi, del resto già ottenuti da quasi tutte le
manovre degli ultimi anni, arriveranno con i consuntivi di fine anno dal
contentimento della spesa per l'acquisto di beni e servizi della pubblica
amministrazione. Dovrebbe avere effetti immediati, ma qui si parla davvero di
spiccioli per il bilancio pubblico, del taglio del 20% previsto a carico dei
compensi dei commissari straordinari del governo. Non è ancora chiaro,
invece, da quando scatterà la riduzione dei consiglieri di
amministrazione delle società controllate dalla pubblica
amministrazione I tecnici di Santagata, insomma, saranno chiamati a un lavoro
piuttosto impegnativo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, per
vigilare sulla corretta attuazione di molte delle misure inserite nella
manovra di bilancio. Come per esempio, quella che dispone la soppressione
degli uffici di diretta collaborazione degli enti pubblici non economici. O
l'introduzione di limiti alla possibilità della pubblica
amministrazione di costituire società o di partecipare al capitale. Ci
sarà da penare, o comunque da attendere, anche per la soppressione dei
consigli circoscrizionali nei comuni sotto i 250.000 abitanti. E per ottenere
la razionalizzazione degli organici del personale degli uffici locali
all'estero. Per ora, insomma, i risparmi di 500 milioni che il governo ha
intenzione di ottenere restano sulla carta e ci resteranno per qualche tempo
anche dopo l'approvazione della Finanziaria per il 2008. Anche perché ci
sarà da discutere, e molto, con gli enti locali, che certo non
renderanno la vita facile alla disposizione che impedirà di aumentare
l'importo dei gettoni di presenza
oltre il limite massimo previsto con un decreto ministeriale. Qualche
speranza per il futuro immediato, però, gli uomini di Santagata
continuano a nutrirla: "Non so come funziona per gli assessori, ma forse
il taglio dei loro compensi potrebbe entrare subito in vigore",
sottolinea il portavoce didel ministro. Che comunque aggiunge: "Di
immediato e secco non accadrà nulla, perché si tratta di un processo
che richiederà mesi. Ci sono i tempi tecnici di recepimento della norma,
come succede per ogni legge, non è particolarmente preoccupante".
Nessuno invece assisterà al taglio delle spese degli organi
costituzionali che era stato inserito nella manovra con un emendamento
firmato dal senatore della Sinistra democratica Massimo Villone e poi
alleggerito dal relatore, Giovanni Legnini. Quella modifica prevedeva
l'adeguamento della dotazione di presidenza della repubblica, camera e senato
al 50% del tasso di inflazione programmata e non alla crescita del prodotto
interno lordo come avviene attualmente. Ma la reazione del Quirinale e dei
presidenti di camera e senato, che hanno difeso la loro autonomia in materia
e promesso il rispetto di un tetto di crescita delle loro risporse pari
all'inflazione programmato, ha scritto la parola fine al tentativo del governo
di intervenire.
(
da "Italia Oggi" del 12-12-2007)
ItaliaOggi
ItaliaOggi Numero 294, pag. 15 del 12/12/2007 Autore: di Simonetta
Scarane e Jan Pellissier Visualizza la pagina in PDF La
Ue ha indicato la strada ma l'Italia non ha scelto e domenica Prodi incontra
Moretti Torino-Lione, decidere in fretta Ltf convinta che continueranno gli
scontri. Il Brennero va Bruxelles, finanziando le tratte dei corridoi di
trasporto intermodale, i cosiddetti Tens-T, i corridoi di trasporto
intermodale, ha indicato la strada ai paesi dell'Unione riguardo gli
investimenti nei trasporti. E ha scelto la rete dell'alta velocità
ferroviaria per i collegamenti terresti. Una scelta che influenza anche lo
sviluppo del trasporto aereo perché, in tempi di costi del carburante alle
stelle, con all'orizzonte il suo esaurimento, è preferibile per la Ue
che i collegamenti a breve raggio siano affidati all'energia del treno.
Lasciando così le rotte di lungo raggio ai collegamenti aerei.
Bruxelles ha scelto anche di liberalizzare il traffico ferroviario dei
passeggeri e delle merci in Europa dopo il 2010, con l'approvazione del terzo
pacchetto ferroviario, e già i privati si stanno attrezzando. Ma in
questa prospettiva è fondamentale che anche l'Italia faccia le sue
scelte in sintonia altrimenti la rete ferroviaria di trasporto avrà la
smagliatura italiana che inficerà lo sforzo di trasporto più
ecologico rispetto all'auto. Non solo, ma l'interruzione all'altezza
dell'Italia del tracciato continuo dei binari che dovrebbero attraversare,
senza soluzione di continuità, i 27 paesi dell'Unione, renderebbe
anche poco appetibile ai privati la liberalizzazione del trasporto
ferroviario a livello europeo. Dunque, dopo il
finanziamento da parte dell'Ue dei progetti ferroviari prioritari da
cofinanziare, che vede l'Italia partecipare con tre progetti, tra i quali la
Torino-Lione, e il maxi tunnel del Brennero, per il quale ieri il ministro Di
Pietro ha firmato un accordo per la realizzazione di un nuovo tratto,
l'Italia deve muoversi. Mentre il Brennero marcia, la Torino-Lione
stagna. L'attuale linea Torino-Lione, è obsoleta, e il tunnel del
Frejus difficilmente è trasformabile in una galleria che può
accogliere l'alta velocità dal momento che oggi si transita a passo
d'uomo nel cunicolo strettissimo che per un nonnulla può trasformarsi
in una trappola per topi. E la differenza risulta evidente quando il treno
delle ferrovie francesi a Lione imbocca i binari dell'alta velocità
che percorrono i circa 500
chilometri di distanza con Parigi in poco più
di un'ora e quaranta circa, mentre, prima di Lione, da Torino, lo stesso
treno per fare altrettanti chilometri impiega oltre cinque ore. I francesi
hanno già dato l'avvio ai lavori per completare l'alta velocità
da Lione al confine con l'Italia, mentre l'Italia è indietro e deve
ancora confrontarsi sul progetto definitivo della tratta Tav da Torino al
confine francese. Tratta della discordia ma sulla quale sarà
necessaria una decisione rapida, pena l'esclusione dalla rete ferroviaria Tav
continua europea. Domenica, il premier Prodi parlerà di questo con
l'a.d. di ferrovie, Mauro Moretti, proprio in treno tra Bologna e Milano,
facendo il punto sulla realizzazione della Tav Milano-Bologna che
dovrà essere pronta entro il 2008. Intanto, la Tav Torino-Lione
continua ad essere un argomento di discordia nella maggioranza.
"Qualunque passo avanti si vorrà fare sulla Torino-Lione, ci
vorrà sempre la forza pubblica coinvolgendo ministero dell'interno.
Non si esce da questa logica, ci sarà sempre una parte di oppositori
dura". Paolo Comastri, direttore generale di Ltf, la società concessionaria
Lione-Torino ferroviaria, per la tratta Tav italo-francese, non nasconde i
problemi di questa fase della trattativa sulla Tav. nei giorni scorsi si
è scritto che starebbero per partire due cunicoli esplorativi a
Chiomonte all'uscita, cosa c'è di vero? "Nulla, non si è neanche
cominciato a discutere dell'opera". Ma un progetto di tracciato c'é?
"Sì, ma non l'abbiamo fatto noi, il ministro Di Pietro l'ha
commissionato ad Rfi, per avere una base su cui discutere. Sarà quindi
ampiamente modificato dall'osservatorio di Virano". Che però al
momento non lavora. "Aspettano anche loro la convocazione per gennaio
del tavolo politico: l'unico segnale recente da Roma sono stati gli 80
milioni stanziati in Finanziaria per avviare il trasferimento delle merci
dalla gomma alla rotaia". Ci sono però anche i 450 milioni
strappati alla Ue per il periodo 2007-2013? "Certo, ma noi in questo
momento siamo spettatori, curiamo i lavori delle due discenderie da finire in
Francia e non progettiamo nulla". Cosa succederà alla Conferenza
intergovernativa del 17 e 18 dicembre a Roma? "Da quella riunione credo
che uscirà solo il mandato per un nuovo trattato con i francesi, che
in realtà sarà un protocollo addizionale a quello del 2001, per
realizzare l'opera. In Francia hanno preso molto a cuore quest'opera, prima
eravamo noi a correre". Tra oggi e domani si riuniscono amministratori e
sindaci della Valsusa per decidere se restare o all'interno dell'Osservatorio
di Mario Virano, che però ostenta sicurezza e conferma: "Noi
appena ci danno l'ok, avremo bisogno di 15 settimane per definire il
tracciato. Il referendum in valle a quel punto è una soluzione che non
mi dispiace, anzi". Intanto a Torino si avanti nella progettazione del
corridoio intermodale di corso Marche, che ospiterà un'autostrada
è il corridoio V ferroviario. Su un altro fronte, il Brennero, il
ministro delle infrastrutture Di Pietro, ha sottoscritto ieri l'accordo con
la provincia autonoma di Bolzano e Rfi per la progettazione del lotto di
completamento tra Bronzolo e Trento Nord, inserito nel progetto di
potenziamento della linea ferroviaria di accesso da Sud alla galleria di base
del Brennero, sull'asse Monaco-Verona. L'importo stimato per la progettazione
preliminare è pari a 3 milioni di euro.
(
da "Nazione, La (Pistoia)" del
12-12-2007)
"UN GETTONE
succulento, da 74 euro a colpo. E' il bonus sullo stipendio, previsto da un
accordo stipulato il 30 gennaio 2006 tra amministrazione e sindacati, in
favore dei dipendenti comunali, ogni qual volta si trattengano in servizio
per predisporre ed erogare cene o pranzi all'interno del Palazzo". Lo
denuncia, diffondendo questi dati, il consigliere dell' Udc Giampaolo
Pagliai. "74 EURO A PASTO, che, notare bene, diventano 92 se la tavola
per sindaco e assessori viene imbandita all' esterno, fuori dalle mura di
Palazzo di Giano. Un provvedimento che testimonia una vera e propria emergenza
politica sul fronte del personale comunale". Giampaolo Pagliai, in
un'interpellanza al sindaco e al presidente dell'assemblea comunale, non
esita a definire la gestione delle risorse umane dell'amministrazione
pistoiese "di tipo lobbistico e clientelare", in cui precariato
selvaggio e irregolarità la fanno da padrone nel silenzio dei
sindacati. "QUA DENTRO ci sono persone - scrive Pagliai - che da anni
vengono assunte il lunedì per essere puntualmente licenziate il
venerdì, con la benedizione della Cgil e delle forze politiche
contrarie alla legge Biagi. Non solo - continua - il servizio di controllo
sulla timbratura in ingresso e in uscita dei cartellini, a quanto mi risulta,
non è affidato alla vigilanza di un apposito dirigente come dovrebbe
ma viene delegato al capo degli uscieri ed ai suoi collaboratori. E' un modo
di procedere inimmaginabile e assolutamente inaccettabile per ogni pubblica
amministrazione che voglia definirsi tale". Per Pagliai l'unica via
d'uscita dal "grave impasse istituzionale" sono le dimissioni del
sindaco Berti e dell'intera giunta: "Se resteranno fino alla scadenza
del mandato - punta il dito - l'intera città ne trarrà un danno
enorme". Tommaso Galligani - -->.
(
da "Arena, L'" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE.
L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento
di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia
Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri L'assestamento
generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale
di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e
l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà
anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la
manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno
di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver
chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare
il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute
in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato
l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza
all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non
ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla
pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica.
E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli
per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo
"recupero evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già
contabilizzati in sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di
455 mila euro. "Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto
Rettondini, della Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un
popolo di evasori quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila
euro, 150 mila sono relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila
riguardano, in realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti
assestamenti non faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di
maggiori introiti che il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta
comunale sugli immobili e della quale non c'è traccia in
bilancio". "Ci troviamo perciò di fronte", ha alzato il
tiro Paolo Longhi di An, "ad un assestamento non veritiero". Accuse
respinte sia dal sindaco Silvio Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi
Bortoletti. S.N.
(
da "Secolo XIX, Il" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE
Sindaco assente, proteste da centrodestra e sinistra: che ci stiamo a fare?
"DA OGGI non parlerò più in aula, sino a quando non ci
sarà un chiarimento tra il sindaco e i capigruppo del consiglio
comunale. Sono indignato da questo comportamento che rende inutile il
consiglio e mi fa pensare sempre più concretamente alle
dimissioni". L'ex candidato sindaco della Cdl, Enrico Musso, torna alla
carica sul ruolo dell'assemblea di Tursi che, a suo dire, sarebbe sminuito
dall'atteggiamento della giunta e, in particolare, dalle ripetute assenze in
aula del sindaco, Marta Vincenzi, che ieri si trovava a Barcellona per
parlare di infrastrutture e porti. E, come per la battaglia legata
all'aumento del gettone, poi bocciato su input della stessa Vincenzi, Musso
trova un solido alleato sull'opposta sponda politica: "Mi associo alle
lamentele di Musso e della minoranza", tuona il consigliere di
Rifondazione, Nicolò Scialfa: "Chiediamo una maggiore
considerazione da parte della giunta oppure le dimissioni potrebbero essere
bipartisan". Non è la prima volta che Scialfa pronuncia la
fatidica parola, anche se non pubblicamente. Di
dimissioni aveva parlato durante l'infuocata polemica sull'aumento del
gettone di presenza: "Non era affatto una rivendicazione economica -
ribadisce Scialfa - ma un modo per recuperare dignità alla missione
politica dei consiglieri comunali". L'insofferenza della
minoranza per le assenze di sindaco e assessori era nell'aria da tempo.
Lunedì un'analoga protesta era esplosa in commissione trasporti dove
si è svolta l'audizione dei vertici di Amt e dove il vicesindaco,
Paolo Pissarello, competente in materia, secondo l'opposizione, sarebbe stato
presente in maniera assai fugace. Ieri l'assenza del sindaco ha scatenato la
bagarre. "Esprimo un disagio comune a molti colleghi, anche della
maggioranza", ha esordito ieri Musso. "Molte interrogazioni, non
solo mie, vengono fatte slittare per la mancanza soprattutto del sindaco che
ha accentrato su di sé deleghe importantissime", affonda il consigliere
del gruppo misto. "Non è vero che i consigli comunali non hanno
poteri, il problema è che non li possono esercitare al meglio in
queste condizioni", aggiunge il forzista Alberto Gagliardi. Scialfa
condivide ma, fuori dall'aula, precisa: "Non è in discussione la
tenuta della maggioranza né, tantomeno, contesto il sindaco. Dico solo che
esiste un problema di rapporti tra giunta e consiglio". Il capogruppo
del Pd, Simone Farello, getta acqua sul fuoco: "Tutti abbiamo interesse
che i lavori consiliari siano partecipati al massimo, anche dai componenti
della giunta. Ma mi pare francamente esagerato il richiamo a un'assenza
costante del sindaco. Semmai bisogna riflettere su alcuni discutibili effetti
dell'attuale sistema elettorale". Alla fine, il presidente del consiglio
comunale Giorgio Guerello ha proposta un incontro chiarificatore: alla
prossima seduta dei capigruppo sarà invitato il sindaco. "Vedremo
se verrà, sino ad allora farò lo sciopero del silenzio",
conclude Musso. Vincenzo Galiano 12/12/2007.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
12-12-2007)
Sassari Eleggiamo
parlamentari "ad honorem" che siano onesti, volontari e senza
stipendio Politici e cittadini si è tutti d'accordo che in Italia il
sistema elettorale proporzionale non va bene. Quindi va modificato. Cambiare
non significa lasciare il proporzionale e apportare qualche piccola falsa
modifica di sbarramento percentuale al sistema, ma dare il potere
all'elettore di alternare non solo i partiti al governo, ma anche i politici
che dovrebbero governare. Questo si può ottenere attuando il sistema
"uninominale a maggioranza assoluta di voti" cioè i
candidati che ottengono il maggior numero di voti rimangono eletti. Questo
sistema in passato ha sempre ben funzionato nei piccoli Comuni in cui era
previsto. Poichè, come si sa, in Italia ciò che di buono esiste
non è mai duraturo, l'uninominale è stato cambiato. Il sistema
di votazione era semplice. Su 15 consiglieri da eleggere ogni lista al
massimo poteva essere composta da 12 candidati. L'elettore poteva votare con
croce in testa e votare tutti dodici i candidati di quella lista oppure
scegliere fra le liste presenti uno o più candidati fino ad un massimo
di 12 voti. Nella conta i 15 più votati risultavano eletti. Pur
essendo previsto, raramente si è arrivati al ballottaggio. Se una
amministrazione non agiva bene, alle successive elezioni nessuno dei
precedenti amministratori risultava eletto e della minoranza facevano parte
tre dei nuovi candidati o addirittura tre di un'altra lista. Lo stesso
sistema, proporzionale ai parlamentari da eleggere, si può adottare
per l'eelezione dei deputati e dei senatori. Sono quasi certo che nessuno
degli attuali politici approverà o manderà avanti questa mia
proposta, non perchè non sia valida, ma perchè essi sono
tolmente attaccati alle poltrone e agli stipendi di parlamentari che
addurrebbero le più svariabili e fasulle giustificazioni di
inattuabilità. Per concludere posso dire che in altre istituzioni ci
sono tanti cittadini che gratuitamente fanno del volontariato. Forse è giunto il momento che persone oneste e appagate
dalla vita lavorativa si propongano ad elezioni a parlamentare
volontariamente senza retribuzione o gettoni di presenza. A pieno titolo verrebbero chiamati onorevoli in quanto
svolgerebbero l'attività volontaria di parlamentare "ad
honorem". Romeo Mameli Thiesi.
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Pagina II - Bari
Regione, aumenta anche l'Irpef la manovra Via libera alle tasse: Irap
più salata, rincara la benzina Il vertice di maggioranza si schiera
col presidente: sì all'inasprimento fiscale Sarà massimo
(+0,5%) il prelievo per chi guadagna più di 28mila euro Il governatore
gelido con Emiliano: "Non ho letto i giornali" Nessuna decisione
adottata sui costi della politica: il potere
è del consiglio Ma c'è un incremento da 25,51 milioni a 35,5
milioni dal 2003 a
oggi PIERO RICCI Aumenta l'Irap dell'1% e le accise sui carburanti di 2
centesimi al litro. Da ritoccare anche l'addizionale Irpef, ma non per tutti:
a parte la no tax area sotto i 15mila euro, l'aumento sarà dello 0,2%
sui redditi annui fra i 15mila e i 28mila euro e dello 0,5% per chi guadagna
più di 28mila euro. Non c'è alternativa. Questa è
diventata una strada obbligata. Per la giunta regionale e per la maggioranza
di centrosinistra, riunita ieri dal governatore Nichi Vendola, prima della
riunione dell'esecutivo che ha dato il via libera al bilancio anche se la
manovra finanziaria, quella che conterrà gli inasprimenti fiscali,
arriverà venerdì prossimo. Ma ormai ci sono pochi dubbi anche
se in molti, tra i consiglieri di centrosinistra, hanno gradito alcuni passaggi
della relazione dell'assessore al Bilancio, Francesco Saponaro, come quello
sui costi della politica che viene rispedita nella
sfera dell'autonomia del Consiglio regionale. La coalizione resta comunque
unita. "Compatta", assicura Vendola, alludendo alla presa di
distanza del segretario regionale del Pd, Michele Emiliano: il gruppone
regionale dei 26 consiglieri di ex diessini e diellini, non volterà le
spalle. Vendola non cerca la polemica con Emiliano. "Non ho letto i
giornali", glissa. Ma sull'esito del vertice si dice soddisfatto sul
piano politico: "è stata una discussione molto franca ma non
posso dire che vi sia stata una contrapposizione tra partiti.
C'è stata una grande corresponsabilizzazione, uno spirito di
coalizione molto forte". Chi, nel Pd, ha condiviso la prima parte di
questa legislatura non dimentica - è il ragionamento di Vendola -
cos'era la Puglia prima del 2005: "Era la locomotiva di coda del treno
dell'economia meridionale e in due anni e mezzo abbiamo trasformato la Puglia
nel vagone di testa, abbiamo preso la Puglia che aveva gli indicatori
economici più negativi di tutto il Mezzogiorno d'Italia, oggi abbiamo
gli indicatori economici più positivi di tutto il Mezzogiorno
d'Italia: vuol dire che abbiamo camminato e oggi c'è bisogno di
mettere benzina in questa macchina e la benzina a volte è fatta anche
dal prelievo fiscale". Oggi tocca a lui spiegare perché la sua
rivoluzione gentile ha bisogno di aumentare le tasse. "Quando abbiamo
per esempio scelto di abolire i ticket farmaceutici - dice Vendola - abbiamo
scelto di privarci di un'entrata di 50 milioni di euro. Quando
noi abbiamo scelto di finanziare la riduzione degli abbonamenti ferroviari
dei lavoratori e degli studenti pendolari, abbiamo scelto di prendere dal
bilancio vivo della Regione risorse importanti. Per due anni e mezzo -
insiste - abbiamo provato a fare una politica di
sostegno ai redditi delle famiglie, oltre che di sostegno al sistema di
impresa. Poi arriva un momento - conclude - in cui devi stringere la
cinghia per continuare. è un passaggio duro ma è un passaggio
che avviene nel momento in cui la Puglia sta riprendendo quota, gli
indicatori della crescita economica nei più vari settori, della
crescita occupazionale, abbiamo 36.000 nuovi occupati, sono indicativi del
fatto che ce la possiamo fare. Ma farcela quando poi le vacche sono magre
significa anche ricorrere al prelievo fiscale". La nota dolente resta la
sanità. "Ormai il deficit sanitario è strutturato - spiega
Vendola - e si attesta sui 200 milioni ogni anno. In presenza di un fondo
sanitario sottostimato per la Puglia, quello della leva fiscale diventa un
sacrificio indispensabile tanto più in una regione che ha il minor
livello di tassazione". Il governatore assicura: "Qualunque prelievo
fiscale sarà finalizzato in termini di restituzione di servizi di
qualità". Ma può non bastare. Per questo Vendola promette
"una sanità più trasparente". E soprattutto un
sistema di controlli più rigorosi: "Avere gli strumenti per
controllare, per esempio la fatturazione - spiega il governatore - per vedere
se ci sono delle zone d'ombra è un'operazione molto complicata".
E infine c'è il governatore che ricorda gli errori altrui ma anche i
propri per cercare un dialogo con il centrodestra. "Avremo fatto tanti
errori certamente. Anche la difficoltà di valutare la ricaduta
economica degli investimenti che si fanno in termini di apertura di servizi
perché davanti al diritto alla salute è difficile valutare l'impatto
economico di una scelta". Mani tese all'opposizione, però:
"La disponibilità ad individuare con il centrodestra la griglia
di strumenti che possano rendere ficcante il controllo della spesa sanitaria
è una disponibilità totale".
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Pagina II - Bari LE
REAZIONI Palese ricorda: "Negli anni passati i nostri bilanci approvati
da Roma" L'opposizione all'attacco "I debiti li avete fatti
voi" L'Ugl "Verifica sulle indennità" Il Polo compatto
contro l'aumento delle tasse. "I debiti sono tutti della giunta
Vendola", accusano i partiti di centrodestra.
"La Regione che abbiamo consegnato al centrosinistra - spiega Rocco
Palese, capogruppo di Forza Italia - aveva le tasse regionali più
basse d'Italia; al 31 dicembre 2005 la spesa sanitaria era interamente
coperta e i bilanci della Regione avevano avanzi di amministrazione, peraltro
puntualmente utilizzati dalla giunta Vendola per aumentare notevolmente la spesa
discrezionale della Regione. Abbiamo lasciato Asl che effettuavano pagamenti
in tempi medi di 160 giorni (i più bassi tra le regioni a Statuto
ordinario) e attualmente siamo quasi a 300 giorni". Secondo Palese, si
tratta di dati che "non sono politicamente
interpretabili né dal centrodestra né dal centrosinistra, ma sono certificati
da documenti depositati il 6 aprile 2005 in occasione dell'audizione del ministro
della Salute in commissione Bilancio della Camera". Palese insiste:
"La prova che sono state superate tutte le verifiche nazionali sugli
anni passati - spiega - è data dal fatto che oggi la Regione non
è chiamata ad adottare nessuna norma a copertura di partite debitorie
anteriori al 31 dicembre 2005. Lo stesso non può dirsi della attuale
amministrazione che ancora non ha superato la verifica del ministero
dell'Economia sul 2006 perché non ha rispettato il Patto di
stabilità". Anche An, con il segretario regionale Adriana Poli
Bortone, tuona contro l'aumento delle tasse. "Il nostro partito - avverte
- non condividerà mai un aumento della tassazione in una regione in
forte ritardo di sviluppo. Facciano prima autocritica Vendola e la sua
giunta: sarebbe un primo passo di onestà politica
ed intellettuale che certamente non guasterebbe". Adriana Poli Bortone
giudica "arrogante" la richiesta "alle forze politiche
dell'opposizione di condividere le scelte in sede di approvazione del
bilancio regionale. La giunta Vendola ha inteso caratterizzarsi all'insegna
della discontinuità politica e gestionale,
non perdendo occasione per esprimere giudizi estremamente negativi sugli
amministratori precedenti ed in particolare sui comparti della sanità
e delle politiche comunitarie. Chiedere oggi aiuto e corresponsabilità
sull'approvazione di un bilancio che è frutto della cattiva gestione
della giunta Vendola è un atto di vera e propria arroganza politica". Qualche apertura giunge invece dal
consigliere Ignazio Zullo. "Quello di Vendola - dice - è un gesto
di grande responsabilità che mi porta a ripetere: "Sono
pronto", purché l'opposizione sia considerata alla pari e non portatrice
di una proposizione di serie B. Non voglio sottrarmi dal fornire il mio
contributo, peraltro sempre costruttivamente apportato in ogni sede, ma
colpevolmente e narcisisticamente rispedito al mittente da Vendola e Tedesco.
Se però Vendola continuerà a non coinvolgere, non solo mi
convincerò che le sue aperture non sono altro che poesie di
circostanza da affidare al teatro della politica, ma muterò il mio "sono pronto" in "chi
non accetta non merita"". Nel dibattito interviene anche l'Ugl.
"Le cifre relative ai costi della politica, rese
note con la relazione al Bilancio regionale dell'assessore regionale alle
Finanze, Francesco Saponaro - dice il segretario regionale Giuseppe Carenza -
impongono a tutto il consiglio regionale una seria verifica sulle
indennità". (red. pol.).
(
da "Repubblica, La" del 12-12-2007)
Economia Manovra,
fuori i servizi locali e slitta la rottamazione auto Padoa-Schioppa: troppi
micro-emendamenti La Ue: interventi sostanziali, ma solo grazie all'aumento
della pressione fiscale ROBERTO PETRINI ROMA - "Troppi microinterventi
nella Finanziaria". Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa
è intervenuto ieri sera nell'aula della Camera per dare l'ultima
spinta alla manovra 2008 prima della presentazione dei tre maxiemendamenti
sui quali con tutta probabilità sarà posta la fiducia (anche se
Palazzo Chigi ieri sera la considerava ancora soltanto "una delle
opzioni). Il titolare di Via Venti Settembre ha ripetuto che la Finanziaria
"conferma e rafforza" gli obiettivi per il prossimo anno (deficit-Pil
al 2,2 per cento e calo del debito). Da Lisbona la Commissione europea
dà tuttavia una apertura di credito parziale all'Italia:
l'aggiustamento del bilancio pubblico è giudicato
"sostanziale", ma è stato fatto grazie ad un aumento della
pressione fiscale. Il ministro dell'Economia ha ribattuto alle critiche
dell'opposizione e da quelle dell'Europa: "A Via Venti Settembre non ho
trovato nessuna bacchetta magica: ma soltanto un deficit sopra il 4 per cento
e un debito in aumento", ha osservato in serata a Montecitorio e ha
evocato un parallelo con il periodo 2002-2005 quando furono varate una tantum
per 64 miliardi. Ferve intanto il lavoro intorno ai tre maxiemendamenti
(articoli 1-22; 22-134 e 134 e oltre): una riunione di maggioranza c'è
stata ieri e un'altra è prevista per oggi. Si confermano tuttavia le
voci su un appesantimento sul versante delle spese: con 62 articoli in
più la manovra ha cumulato interventi per circa 800 milioni variamente
compensati. Per questo motivo Tps ha detto ieri che il Tesoro
esaminerà attentamente "l'adeguatezza di coperture troppo
frettolose" delle norme di spesa. Si è sciolto definitivamente il
nodo dell'inserimento della riforma Lanzillotta dei servizi pubblici locali
in Finanziaria: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio D'Andrea ha
confermato che non ci sarà e che continuerà il suo iter al
Senato. Lo stesso ministro Lanzillotta ieri ha spiegato che l'inserimento in
Finanziaria, sebbene avallato da Prodi, è stato oggetto di un stop da
parte del presidente del Senato Marini che riteneva "lese le
prerogative" di Palazzo Madama dove il provvedimento è
attualmente in discussione. La riforma Lanzillotta, come è noto,
prevede che le spa comunali (sono 889) debbano partecipare ad una gara pubblica,
aperta anche ai privati, per ottenere l'assegnazione della gestione dei
servizi per i cittadini. Continua il confronto sulla rottamazione delle auto:
dopo le aperture di Bersani ieri anche i verdi si sono detti d'accordo a
patto che vengano varate anche norme a favore dei treni per i pendolari.
Tuttavia un ostacolo tecnico impedisce a questo punto di inserire il
provvedimento in Finanziaria: la norma non è stata esaminata in
Commissione e dunque non può essere proposta in aula. Così si
parla di un decreto di fine anno, il cosiddetto "milleproroghe",
già in cottura nelle stanze del governo. Verso una soluzione anche del
nodo, oggetto di polemiche, della soppressione della Coni servizi spa: la
Ragioneria generale dello Stato si appresterebbe oggi a negare la "bollinatura" al provvedimento rilevando spese per 200
milioni in più e dunque l'emendamento potrebbe essere cancellato.
Difende tuttavia la soppressione Pietro Folena (Prc) che ieri ha ripetuto la
società è un "esempio di pessima gestione" e ha
aggiunto di temere che "si voglia solo proteggere il gettone di presenza del cda".
(
da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del
12-12-2007)
COSTI DELLA
POLITICA PARLA IL PROFESSOR MAURIZIO SOBRERO, STUDIOSO DI SCIENZE AZIENDALI
"Più efficienza? Diamo spazio al privato" ? BOLOGNA ?
MAURIZIO SOBRERO è il direttore del dipartimento di scienze aziendali
dell'Università di Bologna. Professore, il livello di competenza dei
manager pubblici italiani è davvero così scadente, come
mostrano alcuni episodi di cronaca? Irrimediabilmente compromesso dai criteri
politici delle nomine? "E' difficile dare una risposta tranchant a
questa domanda. Troppo diverse sono le situazioni ed
anche le tipologie delle società e degli enti pubblici. Quel che posso
dire è che la scelta dei manager pubblici è fortemente
condizionata dai criteri di appartenenza politica. E
questo, al di là dei buoni propositi o delle qualità dei
singoli, non è garanzia di qualità e competenza e di
comportamenti improntati a logiche esclusivamente manageriali".
Ma non esistono direttive o norme che regolino in qualche modo i criteri di
scelta? "No, sul piano normativo non c'è nulla. Quella dei
criteri di scelta è un'area grigia, all'interno della quale ci si
può muovere con molta libertà e poca trasparenza. Infatti il
decreto Lanzillotta si propone di fissare alcune norme generali. Ma è
sempre difficile che norme valide erga omnes abbiano una reale
efficacia". Lei è d'accordo con il tetto ai compensi dei manager
pubblici? "Penso che in un sistema politico che funzionasse, dove gli
amministratori rispondessero realmente dei loro risultati di fronte agli
elettori, non avrebbe senso fissare dei tetti". Ma in Italia esistono
scuole di formazione dei manager pubblici? "Purtroppo anche da questo
punto di vista siamo molto arretrati. La Scuola superiore di pubblica
amministrazione non è mai decollata. Le Università fanno
qualcosa, ma si interessano di più dei manager privati che non di
quelli pubblici. E i pochi corsi che esistono sono prevalentemente a
indirizzo giuridico, pochi si occupano di gestione". Non c'è
nulla da fare dunque, manager e amministratori dobbiamo tenerceli come sono?
"Fino a che c'è tanto pubblico è inevitabile che i criteri
politici si impongano. Per avere manager più efficienti ci vorrebbe
più privato". - -->.
(
da "Messaggero, Il" del 12-12-2007)
Di DIODATO PIRONE
VISTA dal versante economico la sanità calabrese fa, paradossalmente,
una gran bella figura. Da sempre, infatti, la Calabria è fra le cinque
Regioni (assieme a Friuli, Umbria, Puglia e Basilicata) meno indebitate
d'Italia. La spesa complessiva è sempre stata sotto controllo e quella
pro-capite resta un po' più bassa della media italiana. Secondo gli
ultimi dati disponibili, nel 2005 per la salute di ogni italiano - dal
neonato all'ultracentenario - sono stati spesi in media 1.506 euro mentre la
somma media impegnata per ogni calabrese si è fermata a 1.370
euro.Ecco perché in Calabria non esistono né addizionale Irpef sui redditi
personali né Irap maggiorata sul fatturato delle imprese
né altre diavolerie fiscali utilizzate da altre Regioni per drenare soldi e
tentare di colmare le loro voragini sanitarie. Voragini che affliggono soprattutto
tre grandi Regioni: Lazio, Campania e Sicilia. Basti pensare che nel triennio
2003-2005 il Servizio Sanitario Nazionale ha accumulato un disavanzo
complessivo di ben 13 miliardi. Il 70% di questa somma è
concentrata fra Lazio (30% del totale); Campania (25%) e Sicilia (13%).
Seguono a netta distanza il Piemonte con l'8% e la Sardegna con il 5%. In
particolare, Lazio e Campania (assieme all'Abruzzo e alla Sardegna che
però hanno un peso ridotto in termini di abitanti) sin dalla nascita
del Servizio Sanitario Nazionale si sono viste assegnare dal Tesoro il titolo
di regioni più spendaccione d'Italia. Col passare degli anni la
Regione Lazio ha accumulato un mega-debito di 9,6 miliardi cui nel solo 2006
si è aggiunto un ulteriore sbilancio di 1,6 miliardi. Così
quest'anno sulla base di una legge del 2005 nel Lazio (ma anche in Campania,
Sicilia e Abruzzo) è scattata la togliola dell'aumento delle tasse. E'
aumentata l'Irpef ed è cresciuta l'Irap. E sono partiti anche tagli di
spesa. Il disavanzo laziale dovrebbe scendere a 1,1 miliardi quest'anno e a
600 milioni nel 2008. Ma al Tesoro non dormono sonni tranquilli.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
12-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - LECCE - sezione: LECCE - data: 2007-12-12 num: - pag: 8
categoria: REDAZIONALE L'inchiesta Nel mirino della Procura finanziamenti per
6 milioni alla ditta "Edinform" D'Ambrosio preso per truffa L'imprenditore
leccese gonfiava le spese per le consulenze In manette anche il responsabile
amministrativo dell'azienda Le forze dell'ordine cercano due faccendieri
israeliani Indagate anche undici persone Avevano gonfiato i costi delle
consulenze esterne alla propria azienda, per ricevere finanziamenti dallo
Stato e dalla Regione per 6 milioni di euro. Con l'accusa di truffa aggravata
per il conseguimento di erogazioni a carico del bilancio nazionale e
comunitario, ieri la guardia di finanza ha arrestato Salvatore D'Ambrosio, di
67 anni (ex sindaco di Alliste ed ex direttore amministrativo dell'ospedale
di Casarano) e Rosario De Lorenzis, di 57, entrambi di Alliste, in provincia
di Lecce. Sono, rispettivamente, l'amministratore delegato e il responsabile
amministrativo della "Edinform", azienda di Lecce che fornisce
servizi informatici e telematici alle imprese private e alle pubbliche
amministrazioni. Tra i clienti della "Edinform", infatti, figurano
la stessa Regione, la Provincia di Lecce, l'Asl di Lecce e la Protezione
Civile. D'Ambrosio e De Lorenzis sono stati arrestati all'alba di ieri, in
esecuzione delle misure cautelari in carcere disposte dal gip Ercole Aprile
del Tribunale di Lecce su richiesta del pmo Imerio Tramis. Altri due
provvedimenti sono stati emessi a carico di Ilan Paz e Petcho Mosee,
cittadini israeliani responsabili della "S.f.m. Ltd", una
società israeliana di consulenza ma entrambi attualmente irreperibili
in Italia. E altre 11 persone (sei collaboratori di D'Ambrosio) sono indagate
a piede libero con l'accusa di riciclaggio. Secondo l'ipotesi degli
inquirenti i responsabili della "Edinform" avevano gonfiato, nel
bilancio dell'azienda, le spese per le consulenze esterne, che facevano capo
ai due israeliani. "Questi ultimi emettevano fatture per prestazioni mai
eseguite - ha spiegato il colonnello Vincenzo Mangia - comandante del gruppo
tutela della spesa pubblica della polizia tributaria di Bari - e il denaro
versato dalla "Edinform" ai due consulenti
ritornava nella disponibilità della stessa Edinform, o di suoi
rappresentanti ". Le indagini erano cominciate nel 2005, concentrandosi
su due progetti per i quali la "Edinform" aveva ottenuto contributi
per 6 milioni di euro, di cui 3 milioni e 200mila euro erano già stati
erogati. Di questi finanziamenti 2 milioni e 400mila euro
erano stati liquidati dal ministero per le Attività produttive e 800
mila euro dalla Regione. Fondi con i quali la "Edinform" aveva
brevettato due contatori elettronici per la lettura dei consumi dell'acqua e
del gas. Luca Barile.
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
12-12-2007)
Di MATTEO TARABELLI
JESI Un gesto di trasparenza amministrativa dopo le roventi polemiche sulla
riconferma del direttore generale. Il sindaco Fabiano Belcecchi si riscatta
sul suo sito web e rende pubblici i compensi dei rappresentanti comunali
nominati nei vari enti, società e consorzi del territorio. Ad
esplicitare tale richiesta, un cittadino, noto sul forum virtuale come
"Il Signor Attivo", al quale, prima del sindaco, aveva risposto
solo Leonardo Animali, ex assessore alla Cultura, precisando che per la sua presenza nell'assemblea dell'Amat non percepisce alcun
compenso, a differenza della partecipazione nel Cda della Fondazione
Pergolesi Spontini, assieme allo stesso Belcecchi (1.549,37 euro annui
lordi). Si scopre così che Ferdinando Avenali ricava 14mila euro lordi
annui per far parte del cda di Gorgovivo Multiservizi e 12mila, sempre
annuali e al lordo, quale presidente della scuola di cucina Italcook. Ma ci
sono pure degli errori. Per l'associazione Inteatro di Polverigi, ad esempio,
Belcecchi indica come rappresentanti comunali Leonardo Animali ed Ero
Giuliodori, entrambi dimessisi (nessun compenso previsto). A prescindere
dalla svista, comunque, si viene anche a sapere che
Gregorio Gregori incassa un'indennità di 12.181 euro lordi annui da
vicepresidente della Ato Acqua mentre Elvio Giaccaglini e Giuliano Andreola
incamerano un gettone di presenza di 450 euro lordi ad ogni
riunione del cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Giampiero
Ganzetti, amministratore unico della società pubblica Jesi Servizi,
guadagna 30mila euro lordi annui, 5mila euro in più di Massimo Bacci,
presidente della Progetto Jesi che si occupa di alienazioni patrimoniali (per
i consiglieri della stessa società, Paolo Bortoluzzi e Claudio
Zagaglia, l'indennità è di 12.500 euro lordi annui), e di
Graziano Vittori, amministratore unico dell'azienda agraria Arca Felice.
Fabrizio Romagnoli, vicepresidente del consorzio Cir33, riscuote al contrario
7.425 euro lordi annui e Paolo Borioni, presidente dell'Istituzione Centro
Servizi sociali che gestisce la Casa di Riposo "Vittorio Emanuele
II", può contare sulla stessa retribuzione di un assessore (poco
più di 1400 euro lordi mensili). Da vicepresidente del consorzio Zipa
infine, Simona Romagnoli, attuale assessore all'urbanistica, percepisce 900
euro lordi annui. Solo un rimborso spese di 200 euro lordi mensili per Luca
Brecciaroli al consorzio Gorgovivo. Quasi tutti i rappresentanti comunali
militano nei partiti politici, sia di maggioranza che di opposizione. E
sarà questa la strada che si continuerà a seguire, come
conferma il sindaco: "In futuro - scrive sul suo forum
(www.fabianobelcecchi.it) - le nomine riguarderanno sempre di più
persone legate a incarichi amministrativi di carattere politico in quanto la
Finanziaria ha stabilito che chi ricopre cariche di questo tipo non ha
diritto ad alcun compenso".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Centro Nord)" del 12-12-2007)
Centro-Nord
sezione: ISTITUZIONI (Sportello verde data: 2007-12-12 - pag: 17 autore:
UMBRIA. Riommi: molte sono gratuite Per la Regione oltre 200 nomine tra enti
e agenzie Beatrice Vergari PERUGIA Duecentotrenta pagine di nomine: dal
commissario dell'Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario
fino alla proroga del collegio dei revisori dei conti della Webred. è
stato pubblicato sul bollettino regionale l'Albo delle nomine conferite dalla
Giunta e dal Consiglio fino al 31 ottobre 2007, una fotografia annuale delle
cariche regionali – rinnovate, scadute e in scadenza – in circa 200 tra enti,
agenzie, osservatori, associazioni, centri, cooperative e comitati umbri.
"Non sono nomine che gravano sulla finanza pubblica, a parte le nomine amministrative
fatte dalla Giunta in agenzie importanti come Arusia, Apt, Sviluppumbria e
poche al-tre, nelle quali esistono amministratori unici e non consigli
d'amministrazione", spiega Vincenzo Riommi, assessore regionale alla
Programmazione e organizzazione delle risorse umane. "La Giunta si
limita a nominare componenti in enti autonomi o strutture private,
così come previsto da leggi nazionali o regionali e dagli
statuti". Per alcuni incarichi non sono previsti compensi, come per i tre
componenti dell'assemblea dei soci dell'associazione "Festival delle
Nazioni Onlus" di Città di Castello; per
altri sono previsti rimborsi spese (Comitato regionale per la cooperazione
decentrata allo sviluppo), gettoni di presenza (dai 10,33 euro della Commissione tecnica provinciale
contratti agrari di Terni fino ai 358 del Cda dell'Università degli
studi di Perugia), compensi e gettoni (Cda del
Centro multimediale di Terni: circa 3.100 euro il compenso annuo e gettoni di 154 euro). Sono previsti, inoltre, stipendi
mensili: il commissario straordinario della Fondazione " Umbria
spettacolo", nominato dalla Giunta, percepisce circa 774 euro ( a carico
della Fondazione), mentre il compenso del presidente dell'Azienda di promozione
turistica è quello di un dirigente regionale. "L'Albo delle
nomine fotografa emblematicamente la realtà umbra dopo decenni di
amministrazione di centrosinistra ", commenta il presidente del gruppo
regionale di Forza Italia, Fiammetta Modena. "Una vera e propria giungla
di enti, in molti casi inutili, nati per esigenze estemporanee, spesso
discutibili. è indispensabile – ha detto Modena – un intervento
organico di semplificazione e razionalizzazione, che produca economie
gestionali e riconduca alla giusta dimensione la presenza
delle istituzioni, che devono, sì, legiferare (senza eccedere), ma non
possono trasformarsi in ostacoli, o peggio concorrenti, per la società
civile". Critica. Fiammetta Modena, consigliere di Forza Italia
GIANCARLO BELFIORE.
(
da "Sole 24 Ore, Il (Nord Est)" del
12-12-2007)
Nord-Est sezione:
NORD EST data: 2007-12-12 - pag: 17 autore: Proposta Anci per attuare la
Costituzione I Comuni chiedono l'assemblea degli enti locali Francesco
Cavallaro VERONA Assemblea permanente degli enti locali, fumata nera in
Veneto. A sei anni dalla riforma del Titolo quinto della Costituzione ( il
quarto comma dell'articolo 123 recita testualmente: "In ogni Regione lo
statuto disciplina il Consiglio delle autonomie locali quale organo di
consultazione fra la Regione e gli enti locali ") la Regione è
ancora in alto mare. E non sembra che, almeno nel breve periodo, abbia tanta
fretta di creare l'assemblea delle autonomie, strumento ad hoc per
influenzare l'attività legislativa in materia di enti locali,
già istituite ad esempio in Toscana e in Friuli-Venezia Giulia. Preso
atto della situazione, l' Anci Veneto ha dunque lanciato una proposta di
legge per l'istituzione dell'Apel. In particolare, il testo predisposto
dall'associazione regionale dei Comuni individua due precise funzioni: l'Apel
fornisce parere obbligatorio (non vincolante) al Consiglio regionale su
disegni di legge che riguardano lo Statuto, la determinazione o la modifica
delle competenze attribuite agli enti locali e la gestione finanziaria della
Regione; inoltre, la stessa ha potere di sollecitare il presidente della
Giunta ad impugnare leggi ed atti aventi forza di legge dello Stato e delle
altre Regioni. Per quanto riguarda le indennità, al presidente viene
corrisposta un'indennità pari al 20% di quella prevista per il
presidente del Consiglio regionale; ai restanti 43
componenti è corrisposto un gettone di presenza per
ogni seduta dell'Apel o dell'Ufficio di presidenza. Vanni Mengotto,
presidente Anci Veneto, presenta la proposta: "è nostra
intenzione avviare un dialogo costruttivo con la Regione. L'Assemblea delle
autonomie è il primo passo verso il vero federalismo. Con
questo nuovo strumento superiamo il modello delle conferenze miste: disunite,
disorganiche e senza voce in capitolo quando c'è da discutere su
questioni riguardanti gli enti locali". Mengotto continua illustrando
tutti i vantaggi del nuovo organismo: "L'Apel permette di costruire un
fronte unico e compatto. Inoltre esercita una sorta di controllo politico
sulla finanza regionale; fornisce pareri obbligatori su disegni di legge
relativi all'approvazione dei bilanci di previsione e alla finanziaria regionale,
nonché sul Dpef. E si accorda con la Giunta sui criteri per la ripartizione
delle risorse da destinare a Comuni e Province. Mi auguro che la nostra
proposta venga discussa al più presto dal Consiglio regionale".
La Regione sembra però non sentirci. Marino Finozzi, presidente del
Consiglio regionale, commenta con una punta di polemica il testo: "Non
siamo stati coinvolti al momento della stesura della proposta; ora ci
candidiamo come interlocutore interessato. Da parte nostra stiamo già lavorando
su un testo più snello, composto al massimo da quattro articoli. E il
risultato sarebbe lo stesso: un luogo di concertazione fra enti locali e
Regione. Ora c'è da capire se le due proposte sono complementari o
meno". LE RESISTENZE Finozzi, presidente del Consiglio regionale:
"Nessuno ci ha consultato e stiamo lavorando a un testo più
snello".
(
da "Nazione, La (Lucca)" del
12-12-2007)
LA RIVOLUZIONE
ANNUNCIATA Dipartimenti: scelti i vertici Il direttore dell'Usl, Tavanti,
difende la decisione dell'Azienda UNA RIVOLUZIONE rapida e inevitabilmente
anche dolorosa, soprattutto per gli esclusi. In meno di
due mesi si è passati dal progetto alla nomina dei responsabili dei
dipartimenti ospedalieri e aziendali dell'Usl. La delibera ufficiale di
costituzione dei dipartimenti risale all'inizio di dicembre, dopo che il
progetto aveva cominciato a girare tra gli operatori sanitari a metà
ottobre. Ieri sono state ufficializzate le nomine dei responsabili.
Per l'area dipartimento medico dell'ospedale Campo di Marte il responsabile
è Alessandro Nardini, per l'area dipartimento chirurgico e
cardiorespiratorio del Campo di Marte la scelta è caduta su Francesco
Bovenzi, per l'area dipartimento di diagnostica aziendale è stato
nominato Arnaldo Savarino, per l'area dipartimento materno infantile
aziendale Raffaele Domenici e per l'area dipartimento ospedaliero della Valle
del Serchio Ferdinando Cellai. Nomine che appaiono scontate e che, anzi,
sembrano confermare una "scelta precedente" che aveva portato a
definire in un certo modo i confini dei dipartimenti in particolare al Campo
di Marte. Per alcuni il criterio di scelta dei responsabili è stato
solo di natura politica. Il caso più discusso
resta il dipartimento chirurgico, nel quale sono state inserite anche
cardiologia e pronto soccorso. Il direttore generale dell'Azienda Usl, Oreste
Tavanti, ha precisa che le nomine "sono state fatte nel pieno rispetto
delle professionalità dimostrate dai primari scelti per svolgere
questa importante funzione. Il dipartimento medico verrà diretto dal
dottor Nardini, che in precedenza per molti anni era stato responsabile
dell'area funzionale medica. Il dottor Savarino, già responsabile
dell'area laboratorio, assume la responsabilità di tutto il
dipartimento della diagnostica. Il dottor Bovenzi, direttore della
cardiologia di Lucca, assume l'incarico di responsabile del dipartimento
chirurgico e cardiorespiratorio. Il dottor Domenici, già responsabile
dell'a-rea materno infantile, assume la responsabilità del
dipartimento materno infantile. Il dottor Cellai, attuale responsabile
dell'unità operativa di anestesia e rianimazione della Valle e del
campo di marte assume la responsabilità del dipartimento ospedaliero
della Valle del Serchio". "QUESTI professionisti ? ha ribadito
Tavanti ? sono stati scelti per le capacità e per le caratteristiche
gestionali dimostrate, per la formazione acquisita e per la conoscenza
dell'Azienda. Divengono così punto di riferimento determinante nei
percorsi di miglioramento della qualità dei servizi e nell'utilizzo
delle strutture e attrezzature. Permane la responsabilità importante e
non sostituibile dei singoli primari e dei responsabili delle sezioni,
chiamati a garantire il massimo della qualità con il loro gruppo di
professionisti. I nuovi responsabili di dipartimento, insieme alle nuove
figure dei responsabili di dipartimento infermieristico-ostetrico e tecnico-sanitario che verranno nominate in seguito, dovranno far
sì che si possano fornire prestazioni sempre migliori ai cittadini,
con un corretto utilizzo delle risorse. L'Azienda si sta consolidando in
nuove attività basilari per i bisogni di salute della popolazione ed
è necessario avere la massima attenzione sulle risorse disponibili per
mobilitare e sviluppare settori di innovazione quali l'oncologia, la cardiologia,
ma anche tutte le novità che in sanità costantemente vengono
introdotte all'interno di tutte le attività chirurgiche e mediche.
Preciso che i dipartimenti già in attività (ovvero medicina e
traumatologia dello sport, emerganza e urgenza, oncologico, salute mentale e
Prevenzione) sono consolidati nelle loro funzioni e troveranno un momento di
sviluppo e coordinamento con quelli di nuova definizione, mentre saranno di
nuova costituzione il dipartimento della riabilitazione e il dipartimento del
farmaco. La nuova organizzazione per dipartimenti, coordinati da
professionisti che ritengo siano di adeguate capacità, rappresenta una
novità importante che investe in modo trasversale il sistema sanitario nazionale e regionale e che diviene momento di
sperimentazione per quella diversa organizzazione che sottende alle
modalità assistenziali introdotte nel nuovo ospedale". - -->.
(
da "Tribuna di Treviso, La" del
12-12-2007)
LA
PROPOSTA DI DEMMA "Quartieri, niente stipendi e gettoni
di presenza" "I quartieri sono palestre politiche? Allora gli
eletti rinuncino al gettone" Tagliare i gettoni
di presenza dei consiglieri di circoscrizione ed eliminare gli stipendi
dei presidenti. Arriva proprio dall'assemblea del
quartiere Centro Storico, e precisamente dalla bocca del presidente Maurizio
Demma, la proposta più controcorrente per riformare le circoscrizioni.
Il piano, illustrato nel corso della riunione di lunedì sera, parte da
una costatazione: "Se le circoscrizioni sono veramente una palestra di
politica - ha detto Demma - allora siano attività volontarie".
L'intervento del presidente del Centro Storico, arriva dopo un lungo
dibattito sul futuro dei consigli di quartiere. La Finanziaria potrebbe
eliminarli, ma non l'ha ancora fatto; presidenti e consiglieri delle cinque
circoscrizioni trevigiane li difendono, pur ammettendo che per avere senso, i
consigli dovrebbero avere più potere e i quartieri dovrebbero offrire
più servizi. Mentre la Lega fa scudo: "Servono come palestra
politica, e mantengono il filo diretto con la città",
l'opposizione attacca: "Sono inutili carrozzoni, costosi e poco
produttivi". Di qui, la presa di posizione di Demma: "Se veramente
servono, e se qualcuno ne critica il costo, allora restino in piedi da
sè, senza pesare sul bilancio dell'amministrazione". Traduzione?
"Non si diano più stipendi ai consiglieri e ai presidenti",
una mossa che unita "ad una vera riorganizzazione delle funzioni capace
di dare ai quartieri deleghe serie, strumenti e servizi" potrebbe
segnare un nuovo corso per l'intera amministrazione del territorio. Dalla
Circoscizione Centro arriva infatti la proposta di affidare ad ogni circoscrizione
deleghe calibrate sulla propria ubicazione. "Inutile - dice ad esempio -
decentrare di Ca'Sugana in piazzatta San Parisiono, più utile farlo a
Santa Bona". "I quartieri sono una palestra di politica come dice
la Lega? Allora chi si allena dovrebbe farlo a costo zero, per propria
volontà". I vantaggi, a detta del presidente, sarebbero
soprattutto quelli di avere un consiglio di quartiere attivo e
intraprendente. "Certo, il gettone di presenza
dei consiglieri e lo stipendio annuo dei presidenti sono poca cosa - dice
Demma - ma il segnale sarebbe molto forte". Il progetto, messo a verbale
durante il consiglio di lunedì, verrà presentato nei prossimi
giorni a Ca' Sugana. Demma si dice convinto che la proposta possa
rappresentare una buona base di partenza per riformare le circoscrizioni,
tutto starà nel trovare l'accordo con giunta e consiglieri. Ammesso
(va detto) che non vengano tagliate dal Governo. (f.d.w.).
(
da "Centro, Il" del 12-12-2007)
Avezzano Fondi ai
Comuni An contesta la giunta Taccone AVEZZANO. Il gruppo consiliare di
Alleanza nazionale alla Comunità montana Marsica uno denuncia "la
politica dei finanziamenti "a pioggia" del
presidente Italo Taccone" e mette in guardia dai possibili
"pericoli di dissesto economico". I riferimenti sono a
finanziamenti erogati a Comuni, come nel caso di Scurcola e di Massa d'Albe.
"I consiglieri che fanno parte dell'attuale maggioranza all'interno
dell'Ente comunitario", spiegano da An, "sottolineano in modo
strumentale il voto contrario di quelli di minoranza, al fine di far apparire
gli stessi come coloro che non vogliono i finanziamenti per il loro territorio".
Secondo il gruppo consiliare, il voto contrario dei consiglieri Curini e Di
Bastiano, come quello della minoranza all'interno della Marsica Uno, è
giustificato dal parere contrario del revisore e del responsabile
dell'ufficio finanziario, "in quanto è stato utilizzato un avanzo
di amministrazione di oltre 500mila euro, maturato sin dal lontano 1990,
senza che si sia provveduto a una attenta e prudenziale verifica della sua
effettiva esistenza". "Le motivazioni con le quali la giunta
Taccone ha deliberato i finanziamenti in questione", spiegano gli
esponenti del gruppo di An in Comunità montana, "sono
assolutamente generiche e prive di qualsiasi riferimento programmatico, tradendo di fatto i compiti dell'ente comunitario a vantaggio
di interessi particolari. Tutto ciò viene attuato con la tecnica dei
"finanziamenti a pioggia" che, per definizione, sono il risultato
di una carente azione strategica. Il voto contrario della minoranza, quindi,
è stato dettato da senso di responsabilità e coerenza politica, che non è ugualmente rintracciabile nei
consiglieri che hanno ringraziato Taccone per i fondi". (p.g.).
(
da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del
12-12-2007)
? GABICCE MARE ?
L'ASSESSORE al turismo Riccarda Patruno ha nominato l'"opinionista"
televisivo Raffaello Tonon quale consulente artistico e turistico,
dovrà svolgere il ruolo di coordinatore e direttore degli eventi 2008
per gestire l'intrattenimento e l'ospitalità. Albergatori e
commercianti hanno espresso la loro contrarietà, non partecipando
all'incontro pubblico di presentazione nel Centro civico Creobicce. Il direttore
di Confcommercio Amerigo Varotti ha scritto al sindaco, contrariato, per
questa decisione definita "improvvisata". Nel
mirino il costo della consulenza ed il mancato coinvolgimento delle categorie
economiche. Il nuovo esperto scelto dal Comune finisce per pesare il 15%
della cifra complessiva per le manifestazioni turistiche. Infatti l'anno
scorso il Comune ha speso 110 mila euro per le manifestazioni turistiche e il
consulente costerà 15.000 euro. L'ASSOCIAZIONE albergatori e la
Confcommercio non ne vogliono proprio sapere e per protesta hanno annullato
il convegno sul risparmio energetico nelle strutture alberghiere previsto per
venerdì prossimo a Gabicce Mare nel Centro civico Creobicce.
"QUELLO che ci sorprende è il fatto che le categorie economiche ?
scrive Amerigo Varotti ? Confcommercio e Associazione Albergatori in primis,
si sono trovate di fronte al fatto compiuto, senza alcuna coinvolgimento, che
avrebbe anche potuto portare a soluzioni alternative ma comunque
condivise". Insomma bocciature su tutta la linea. c.v. - -->.
(
da "Gazzetta di Mantova, La" del
12-12-2007)
Agenda e Lettere IN
POLITICA IN POLITICA E' ora di premiare chi se lo merita Un partito politico
si definisce quando offre una determinata analisi della società e
prende posizione in merito ai conflitti che la attraversano e la agitano. La politica, quando ha la dignità di questo nome, non
sta su un altro pianeta, in un suo mondo separato, ma sta piantata nella
realtà. I partiti attuali tendono a essere
inclassificabili dal punto di vista sociale, slegati dai processi reali che
nella società si manifestano. Non è più chiaro che cosa
essi rappresentino, quali interessi, quali forze, in vista di quali
obiettivi. Insomma, ciò che si è prodotto è una frattura
tra il sociale e il politico, e sta qui, in questa scissione la causa prima
dei fenomeni di crisi, perché da un lato la politica
si costituisce come mera tecnica del potere e dall'altro la società si
corporativizza e si frantuma, mancando di un qualsiasi tessuto connettivo.
Dopo il grande scontro ideologico che ha caratterizzato il secolo, è
cominciata l'epoca postideologica pragmatica nella quale l'unica cosa che
pare ragionevole fare è stare dentro le regole della realtà
senza cercare di forzarle. Non è un processo di liberazione, ma
è un movimento di resa perché resta poco spazio per qualsiasi
iniziativa che guardi al di là del presente; la società va riconosciuta
e accettata nella sua fattualità. I partiti
politici sono stati più o meno tutti prigionieri di questo schema
teorico, e il loro problema è stato quello di essere riconosciuti, di
essere visibili nella società, di ritagliarsi il loro piccolo spazio
di potere e di privilegio, senza avere in mente alcun progetto di lungo
respiro sull'organizzazione sociale e sui suoi possibili cambiamenti. Io
credo che il Partito Democratico ed il centrosinistra in genere debba saper
uscire con forza da questo schema, ma credo anche che in un epoca votata al
pragmatismo si debba avere il coraggio di individuare gli autogol e chi li ha
commessi: chi ha avuto l'idea di nominare 102 sottosegretari prima che
nascesse la polemica sui costi della politica; chi
ha avuto l'idea dell'indulto poco prima che esplodesse l'emergenza sicurezza;
chi ha impostato la campagna elettorale sul cuneo fiscale rischiando di
perderla; chi ha pensato di mettere i ticket sanitari per poi toglierli
subito dopo; chi ha voluto fare il pieno di tutte le cariche pubbliche,
quando si poteva offrirne almeno una all'opposizione senza perdere voti
preziosi al Senato (magari sono gli stessi che rivolgono lodi a Sarkozy
perché coinvolge quelli di sinistra), e l'elenco potrebbe continuare.
L'errore fa parte dell'essere umano, ma è ora che, a tutti i livelli
istituzionali, si premi per meritocrazia, si premi chi ben lavora e si abbia
il coraggio di invitare a lasciare il proprio incarico chi troppo spesso
commette sbagli. Giovanni Buvoli Consigliere Comunale Mantova OLTRE IL
TRIBUNALE Un "contratto" per Fiera Catena Purtroppo dopo l'uscita pubblica degli esponenti locali dell'IdV Speringo e Castaldo,
mi trovo a chiedermi se l'IdV, usando un linguaggio caro al leader di questo
partito, ci è o ci fa. Sì, perché aver letto le posizioni dei
Verdi da me espresse attraverso questo giornale in merito al nuovo progetto
di palagiustizia a Fiera Catena, e poi sostenere che il sottoscritto e il
partito che rappresento ritengono l'opera necessaria, può
significare solo due cose: o non avere capito nulla, oppure avere dato una
interpretazione volutamente distorta. E per evitare fraintendimenti da
incomprensione o da manipolazione, cercherò di essere, per un ultima
volta, chiaro, preciso ed esplicito. Il sottoscritto e i Verdi ritengono una
necessità la soluzione di quei problemi relativi a spazi, sicurezza e
funzionalità degli uffici dell'attuale sede di via Poma del tribunale,
segnalati a suo tempo da una relazione del tribunale consegnata
all'Amministrazione Comunale. Una soluzione che non preveda un ulteriore
abuso di territorio senza prima avere preso in considerazione le alternative
esplicate nel mio precedente intervento. Per questo siamo fortemente contrari
alla costruzione di quel progetto attualmente presentato per un nuovo
tribunale nella zona di Fiera Catena: perché oltre a non essere state prese
in considerazione soluzioni alternative all'edificazione, non corrisponde a
un'urbanistica razionale, sostenibile e fruibile che noi da sempre
sosteniamo. Vedete, dire centralità non vuol dire semplicemente
costruiamo qualcosa. Che ci siano soluzioni alternative per risolvere il
problema del tribunale e per riqualificare Fiera Catena io ne sono convinto;
ma lo lascio spiegare a dei seri professionisti, perché non voglio alimentare
ulteriori dibattiti politici molto spesso condotti con scarsa competenza.
Però ai politici e all'Amministrazione vorrei rivolgere questo
appello: nel nostro Comune abbiamo già avuto felici percorsi di
democrazia partecipata che hanno avuto grande successo e che proprio di
questi tempi hanno ottenuto concretizzazione. Lanciamo un contratto di
quartiere per Fiera Catena, coinvolgiamo i residenti e cerchiamo di cogliere
le loro necessità piuttosto che calare dall'alto progetti. Chiediamo
ai cittadini insomma, alcuni dei quali peraltro si sono già espressi
proprio grazie al sondaggio lanciato dall'IdV: a oggi il 100% è
contrario al tribunale. Basta chiedere, no? Sebastiano Sali Capogruppo
Consiliare Verdi - Mantova PORTO MANTOVANO Colpe ed errori sull'asilo nido
Vorrei rispondere al signor Pezzali, alla sua lettera dell'8/12 relativa alla
grave situazione dell'asilo nido, delle scuole materne, per non dire di tutto
il sistema scolastico a Porto Mantovano. Con la solita e ben nota
spregiudicatezza, vuole addossare ai consiglieri di minoranza errori che sono
invece dell'attuale giunta, che poteva evitarli, con scelte più
ponderate e una programmazione più attenta, invece di ritrovarsi oggi
con l'acqua alla gola. Il sottoscritto, agli occhi del nostro (forse male
informato, dato che non può più partecipare alle sedute del
consiglio per la sua nota incompatibilità), sarebbe colpevole di lesa
maestà, perché, insieme ad altri consiglieri di minoranza, si è
permesso di dare qualche suggerimento per risolvere la grave situazione
dell'asilo nido. Ma questo era un mio diritto-dovere, in quanto avvenuto
nella sede deputata, il consiglio comunale, non al bar o sui giornali (come
fanno altri!). Vengo inoltre accusato di aver costruito, negli anni Settanta,
un nido troppo grande. In realtà la decisione non fu solo mia, ma di
tutta la giunta comunale di allora: una giunta, tra l'altro, previdente e
attenta allo sviluppo che stava caratterizzando il nostro comune. Le leggi
regionali, allora, consentivano di scegliere tra un nido da 30 e da 60 posti,
con finanziamento a totale carico della Regione. Fummo buoni profeti a
scegliere quello più grande. Infatti, nei primi anni, si raggiunsero
45 utenti, come ammette anche Pezzali. Il calo degli anni successivi non fu
per mancanza di utenti potenziali, ma per altre ragioni, economiche e
logistiche, forse anche per la non comprensione dell'importanza del nido per
lo sviluppo dei bambini. Successivamente il nido da 60 posti fu trasformato
in caserma dei carabinieri e annesso, come micro nido, alla scuola materna.
Su questa decisione ci fu il voto contrario mio e del gruppo cui appartenevo,
che sostenevamo occorresse costruire una nuova caserma nell'apposita area
prevista nel piano regolatore, salvaguardando il nido. Tra l'altro, la scelta
di modificare l'uso della struttura nido poteva essere di dubbia
legalità, in quanto era stato interamente costruito con finanziamento
regionale dedicato. La lista d'attesa esiste quindi da parecchi anni, come
certo ricorda anche l'ex assessore Daffini, che tanto si è battuto per
risolvere il problema, ma vanamente, in quanto l'allora sindaco Pezzali non
ne ha mai voluto sapere. Ora si cerca di scaricare i propri errori su altri.
Il fare e disfare dall'oggi al domani è un giochetto che è
sempre piaciuto molto a Pezzali (e sembra anche all'attuale Amministrazione
Comunale!), soprattutto perché lo ha sempre fatto con i soldi della
collettività e non con i suoi. Sono convinto che le proposte fatte in
consiglio comunale sull'asilo nido non sono campate per aria, ma da valutare
seriamente, nell'ottica di soddisfare i bisogni attuali e guardare anche
avanti, tenendo conto dello sviluppo futuro del nostro comune. Roberto
Trentini Consigliere comunale di Porto Mantovano.
(
da "Arena.it, L'" del 12-12-2007)
CONSIGLIO COMUNALE.
L'opposizione contesta i dati sull'evasione recuperata: "L'assestamento
di bilancio presentato dalla Giunta non è veritiero", denuncia
Longhi Sul recupero dell'Ici è guerra dei numeri L'assestamento
generale al bilancio di previsione, approvato nell'ultimo consiglio comunale
di Legnago con il voto contrario della Casa delle libertà e
l'astensione di Enrica Orlando di Legnago democratica, consentirà
anche quest'anno al Comune di rispettare il patto di stabilità. Ma la
manovra da 1,7 milioni di euro si è tramutata in un concitato terreno
di scontro. Tant'è che il centrodestra, dopo aver
chiesto invano di ritirare la delibera, non si è limitato a bocciare
il documento contabile, licenziato a notte fonda nella prima delle due sedute
in calendario. Due giorni dopo, alla ripresa dei lavori, ha abbandonato
l'aula devolvendo il proprio gettone di presenza
all'Unicef. Al centro dell'alzata di scudi di Lega, An, Udc e Fi non
ci sono però le maggiori entrate per 80 mila euro dell'imposta sulla
pubblicità o i 188 mila euro incassati in più dalla discarica.
E nemmeno i 75 mila destinati all'erogazione di contributi alle fasce deboli
per i rifiuti. Bensì i 305 mila euro inseriti nel capitolo
"recupero evasione fiscale" in aggiunta ai 150 mila già
contabilizzati in sede di previsione, che equivalgono ad un incasso totale di
455 mila euro. "Leggendo queste cifre", ha biasimato Roberto
Rettondini, della Lega, "verrebbe da pensare che i legnaghesi siano un
popolo di evasori quando le cose non stanno così. Di questi 305 mila
euro, 150 mila sono relativi ad Ici evasa o elusa. Ma gli altri 155 mila
riguardano, in realtà, Ici ordinaria pregressa che nei precedenti
assestamenti non faceva comodo evidenziare, al pari dei 250 mila euro di
maggiori introiti che il Comune incasserà nel 2007 dall'imposta
comunale sugli immobili e della quale non c'è traccia in
bilancio". "Ci troviamo perciò di fronte", ha alzato il
tiro Paolo Longhi di An, "ad un assestamento non veritiero". Accuse
respinte sia dal sindaco Silvio Gandini che dall'assessore alle Finanze Luigi
Bortoletti. S.N. .
(
da "Denaro, Il" del 12-12-2007)
Commenti i costi
della politica Pensioni ai parlamentari: sempre più necessaria una
riforma del sistema di Gerardo Mazziotti Berlusconi per il Partito della
Libertà e Veltroni per il Partito Democratico sono impegnati a trovare
un accordo su una nuova legge elettorale e su alcune riforme costituzionali.
Perciò trovo utile insistere su una proposta di riforma contenuta nel
mio pamphlet " L'assalto alla diligenza", edito da DenaroLibri nel
settembre 2005: limitare a un massimo di due i mandati parlamentari. Una
norma già esistente in Italia dal 1993 e che limita a due i mandati
dei sindaci e dei presidenti di provincia e di regione. In base alla quale
Bassolino dovrà lasciare palazzo Santa Lucia nel 2009 e la signora
Iervolino palazzo San Giacomo nel 2011. E nessuno l'ha mai considerata una
limitazione della vita democratica. La stessa norma esiste da duecento anni
negli USA, dove un cittadino americano può stare alla Casa Bianca
quattro anni, eccezionalmente otto. Perché molti politici, e Bassolino tra
questi, vogliono estenderla ai parlamentari? Perché c'è l'esigenza di
liberarci dei professionisti della politica che sono entrati in Parlamento
addirittura dal 1946, ai tempi di Stalin, Churchill, Roosvelt, DeGaulle, Mao
e Francisco Franco e hanno continuato a starci quando sono subentrati
Krusciov, Kennedy, la Tatcher, Reagan, Clinton, Blair e Bush. E c'è
l'esigenza di garantire il necessario, continuo ricambio della nostra
rappresentanza parlamentare. Dieci anni in Parlamento (basterebbero otto)
sono più che sufficienti per contribuire alla soluzione dei problemi
del paese. E al presidente Bertinotti che, ospite alcune sere fa di una
trasmissione televisiva, ha paventato il pericolo che una norma del genere
impedirebbe di stare in Parlamento a personalità come Pertini, Berlinguer,
Moro e Togliatti (Fini vi ha aggiunto Almirante) è facile rispondere
che nessuno avrebbe loro impedito di continuare a fare politica e di essere
utili al paese fuori dal Parlamento, nei partiti, nelle università,
nei giornali, nei sindacati, nelle mille associazioni culturali,
professionali e imprenditoriali. Ma non basta. Occorre, nel contempo, che la
stessa proposta di legge sopprima il Senato (lo dicono un po' tutti) e riduca
a 200 il numero dei deputati del futuro Parlamento a fronte dei 445 deputati
degli Usa (la megapotenza mondiale di 300milioni di abitanti), dei 440 della
Federazione Russa (150 milioni di abitanti) e dei 2.800 rappresentanti
nell'Assemblea Popolare del pianeta Cina (1 miliardo e 385 milioni di
individui). I nuovi deputati vanno eletti con voto di preferenza (è inammissibile oltre che antidemocratico che vengano
scelti dalla diecina di persone che siedono nelle segreterie dei partiti) e
vanno remunerati con gettoni di presenza (si eviterebbe il triste spettacolo dei banchi semivuoti del
Parlamento) e con una equa liquidazione di fine mandato. Elimineremmo lo
scandalo degli 8.455 euro al mese che diamo alla miliardaria Susanna
Agnelli e al miliardario Franco Zeffirelli, i 9.948 euro mensili percepiti
dal signor Walter Veltroni e dalla signora Rosa Russo Iervolino,
rispettivamente sindaci di Roma e di Napoli, gli 8.455 euro che diamo al
signor Ugo Intini, sottosegretario nel governo Prodi, i 3.108 euro al signor
Eugenio Scalfari patron de La Repubblica e potrei continuare con altri 3.302
ex parlamentari . Al futuro Parlamento, così formato, va affidato il
compito di eliminare la foresta amazzonica dei privilegi e di riordinare il
sistema- paese, attraverso la soppressione delle province, delle
comunità montane, dei consorzi, delle autorità di bacino, delle
società miste e il ridisegno delle regioni (20 sono troppe) e dei
comuni (8.102 sono una enormità ). Ma ne parleranno Berlusconi e
Veltroni ? 12-12-2007.
(
da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Di Riccardo Re -
mercoledì 12 dicembre 2007, 07:00 (...) Il primo a sferzare l'attacco
è Enrico Musso: "La signora sindaco prima ha scelto di accentrare
una serie di deleghe e poi noi consiglieri siamo costretti a rinviare
pratiche e interpellanze a causa della sua continua assenza". Ma
l'attacco si estende anche agli assessori, tanto che il gruppo consigliare di
Forza Italia già al mattino in una conferenza stampa aveva denunciato
le continue assenze e la pessima organizzazione dei lavori in consiglio a
causa di assessori che "arrivano e poi se ne vanno e del sindaco che
parla ai giornali e poi si presenta per fare due dichiarazioni
riassuntive". Ma il malcontento e il malessere diffuso tra i consiglieri
serpeggia anche tra i banchi del centrosinistra. Niccolò Scialfa
(Rifondazione) non usa mezze parole nel dire che se "le cose continuano
così arriveranno dimissioni bipartisan". Già Musso le
aveva annunciate, e ieri ribadite, perché se il ruolo dei consiglieri
continuerà ad essere svilito e mortificato "non capisco che senso
abbia continuare a stare su questi banchi". Una guerra tra consiglieri,
democraticamente eletti, e gli assessori scelti da un sindaco che in campagna
elettorale aveva promesso massima presenza in aula.
Una lotta senza colore per dare più dignità al consiglio.
"Sarebbe molto più costruttivo e utile per i cittadini, discutere
dei problemi e tenere conto delle posizioni di tutte quelle persone che hanno
votato anche per me e per tutto il centrodestra" attacca Musso. Che
rilancia: "Non metto in dubbio che il sindaco e gli assessori abbiano
altri importanti impegni, ma chiedo di organizzare meglio l'agenda, proprio
come facciamo tutti noi, perché la signora sindaco non è l'unica a
dover lavorare". "Sono fedele alla maggioranza - precisa Scialfa -
ma sono libero, e se chiedo che sindaco e assessori siano
più presenti, non credo ci sia nulla di male, perché questo darebbe
più dignità al consiglio, così come l'avrebbe data
l'aumento del gettone di presenza...". Tensione
accesa, tanto che su richiesta di Scialfa e Musso il consiglio è stato
interrotto per una riunione dei capigruppo. Pausa. Per arrivare alla
promessa annunciata con solenne e improvvisata conferenza dal presidente del
consiglio Giorgio Guerello: "La sindaco (lui la chiama così, ndr)
sarà invitata a un incontro con i capigruppo per affrontare la questione".
Intanto, fino a quel giorno, Musso farà lo sciopero del silenzio: in
aula, ma zitto zitto, senza mai prender parola.
(
da "Giornale.it, Il" del
12-12-2007)
Un "buco"
da 25 milioni È allarme al Santa Lucia di Redazione - mercoledì
12 dicembre 2007, 07:00 "Le prolungate inadempienze della
Regione Lazio stanno mettendo in grave crisi la Fondazione Santa Lucia di
Roma. Uno dei fiori all'occhiello della Sanità regionale e dell'intero
Sistema sanitario nazionale nella riabilitazione neuromotoria ad alta specializzazione
è alle prese con una pesante situazione finanziaria dovuta ai mancati
rimborsi per i ricoveri e le prestazioni specialistiche ambulatoriali erogate
in convenzione nel triennio 2005-2007. Per l'istituto di via Ardeatina si
tratta di una perdita di circa 25 milioni di euro". Lo comunica, in una
nota, la Fondazione Santa Lucia. "La Giunta guidata da Piero Marrazzo -
prosegue il comunicato - nel contabilizzare i finanziamenti pubblici
spettanti a questa struttura ha scelto di equipararla di fatto ad una
semplice casa di cura privata. Ciò mentre la Fondazione Santa Lucia,
che non ha scopi di lucro, vanta la qualifica di istituto di ricovero e cura
a carattere scientifico (Irccs) ed è un ospedale di rilievo nazionale che la normativa vigente equipara ad un ospedale
pubblico. Equiparazione peraltro ribadita anche da una recente decisione del
Consiglio di Stato. Il pesante squilibrio finanziario causato dalla Regione
Lazio mette ora a serio rischio la sopravvivenza dell'intera struttura, i
livelli occupazionali e l'offerta di assistenza ai cittadini. Su questi
problemi si è tenuta ieri un'audizione dei vertici dell'istituto alla commissione
Sanità del consiglio regionale. Oltre al mancato riconoscimento del
ruolo del Santa Lucia, la giunta Marrazzo risulta inadempiente anche sulla
stipulazione degli accordi di remunerazione individuali con l'istituto per il
triennio 2005-2007: questo ha pregiudicato la possibilità di
concordare un livello adeguato alla qualità ed ai costi delle
prestazioni erogate. In più non ha previsto la tariffa per le
prestazioni di alta specialità neuroriabilitativa che rappresentano la
grande maggioranza delle prestazioni di ricovero fornite dalla Fondazione:
considerato che il 20 per cento dei pazienti proviene da altre regioni,
mediante lo strumento della cosiddetta mobilità passiva le casse della
Pisana ci "guadagnano" poiché per un giorno di ricovero rimborsano
alla Santa Lucia 261,84 euro a fronte dei 367,29 previsti dalla conferenza
Stato-Regioni. Lo scorso novembre la fondazione ha presentato ricorso al Tar
del Lazio per chiedere l'annullamento della delibera regionale numero 436 del
19 giugno 2007 che definisce il sistema di remunerazione delle prestazioni
ospedaliere ed ambulatoriali di ospedali pubblici e privati per l'anno in
corso, in attuazione del Piano di rientro dal deficit della
sanità". "Se la situazione non dovesse sbloccarsi, saremo
costretti a ricorrere di nuovo al Tar del Lazio anche per vederci
riconosciuti i finanziamenti che la Regione fino ad oggi ci ha negato per gli
anni 2005-2006 - ha dichiarato Luigi Amadio, direttore generale della
Fondazione - oppure per garantire l'equilibrio economico-finanziario e la
sopravvivenza dell'ospedale saremo costretti a gravi provvedimenti, tra cui
il ridimensionamento dell'offerta di servizi ai malati". "La
Fondazione Santa Lucia - conclude il comunicato - svolge un ruolo di primo
piano non solo sul piano assistenziale e clinico ma anche nel campo della
ricerca che negli anni ha raggiunto risultati di assoluta eccellenza e che
vengono trasferiti rapidamente al letto del malato. Tra tutti i 43 Irccs
italiani, come indice di produttività scientifica risulta al primo
posto nel Centrosud (isole comprese) e si colloca al settimo posto
nell'intero panorama nazionale".
(
da "Asca" del 12-12-2007)
(ASCA) - Roma, 12
dic - Ammonta a due miliardi 168 milioni di euro la somma del Fondo sanitario nazionale destinata per il 2008 alla Regione
Abruzzo. L'ufficializzazione del trasferimento legato al fabbisogno
indistinto 2008 e' stata formalizzata oggi al termine della riunione
straordinaria della Conferenza delle Regioni, alla quale per l'Abruzzo ha
preso parte l'assessore alla Sanita' Bernardo Mazzocca. In termini
percentuali, i 2 miliardi 168 milioni di euro assegnati quest'anno all'Abruzzo
fanno segnare un incremento del 3,85% rispetto all'anno precedente dove la
cifra assegnata al Sistema sanitario regionale si e'
attestata a 2 miliardi 88 milioni. Quest'anno l'entita' del Fondo sanitario che il Governo ha sottoposto alle Regioni, in
rispetto del Patto della salute sottoscritto l'anno scorso, ammonta a circa
105 miliardi di euro, circa 5 miliardi in piu' rispetto al 2007. Sono entrate
nel Fondo sanitario la somma di 834 milioni di euro
per l'abolizione dei ticket sull'alta prestazione e, solo per le regioni
sottoposte a Piano di rientro del deficit sanitario,
90 milioni di euro che in precedenza erano stati assegnati al Lazio. ''Il
riparto di quest'anno - ha commentato l'assessore Bernardo Mazzocca al
termine della riunione - per l'Abruzzo e' in linea con le previsioni del
Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit della
sanita' entro il 2009. Il raggiungimento del pareggio del bilancio della
sanita' si basa su due obiettivi sa centrare: contenimento e razionalizzazione
del costi del territoriali e aumento delle entrate derivanti dal
trasferimento dello Stato. E mi sembra che questa seconda condizioni oggi si
sia verificata''. L'assessore Mazzocca ha poi fatto cenno alle condizioni del
Piano di rientro. ''Dobbiamo continuare con convinzione - ha detto Mazzocca -
nell'azione intrapresa sul fronte della riorganizzazione del sistema sanitario regionale, necessaria, a volte dolorosa, ma atta
a garantire un sistema sanitario piu' equilibrato,
anche territorialmente, maggiormente in grado di dare risposte appropriate
alla domanda di salute dei cittadini abruzzesi. L'equilibrio
economico-finanziario del sistema sanitario
regionale - ha concluso l'assessore alla Sanita' - e' indispensabile per il
riequilibrio del bilancio della Regione, cosi' da pensare di raffreddare la
pressione fiscale in modo di liberare risorse per i settori produttivi della
regione''. res-rus/mcc/sr (Asca).
(
da "Gazzettino, Il (Venezia)" del
12-12-2007)
Ponte Calatrava,una
scandalosababele venezianaPonte Calatrava ovvero scandalosa babele veneziana
dove dopo undici anni la mano destra non sa ancora quello che fa la sinistra.
L'ennesimo rinvio dell'ultimazione dei lavori mi fa sorgere spontaneo un
raffronto, mortificante per il Sindaco Cacciari e i suoi "compagni"
di giunta e cioè l'imponente e colossale opera, finita dalla Cina
qualche mese fa, dopo solo tre anni di lavori, relativa ad un ponte di 35 chilometri;
mentre "lor signori" sono penosamente impantanati da una vita per
erigere un ponticello di ottanta metri, inutile e stonato con il contesto
architettonico della città.Di fronte a questo "aborto"
edilizio ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate come faranno i media
mondiali che racconteranno la vicenda come una barzelletta, dove il
personaggio principale sarà il "pensatore" Cacciari,
filosofo dei grandi sistemi che snocciola un giorno sì e l'altro pure
nelle platee televisive ma sbertucciato come pessimo amministratore.Purtroppo
c'è poco da ridere per noi amministrati, considerato che ogni giorno
che passa lievitano i costi del ponte (proprio nei giorni scorsi la giunta ha
stanziato ulteriori 700mila euro alla Ditta Cignoni che sembra un pozzo senza
fondo), imputati non ad un surplus di bilancio di Ca' Farsetti ma di fondi
della Legge Speciale come tutti gli stanziamenti precedenti. Eppure,
nonostante lo spreco di denaro pubblico, hanno la faccia tosta di andare a
battere cassa a Roma, affermando che mancano i fondi anche per l'ordinaria
manutenzione. Egregi concittadini che vi siete affannati a proporre un nome
al famigerato ponte, dovevate al contrario scrivere una sola parola:
vergogna!Gianfranco PezzoliVeneziaI costi veridella politicae
di certi privilegiIn una recente intervista dal titolo eloquente
"Disonorevoli Stipendi", il sindaco di Torino Sergio Chiamparino,
fece giustamente notare come fosse ingiusto iniziare a tagliare gli stipendi
dai sindaci o peggio, dal mio punto di vista, dai consiglieri comunali
lasciando inalterati quelli degli onorevoli e consiglieri regionali.La legge
finanziaria recentemente approvata al Senato, ha ripristinato un vecchio
meccanismo riportando l'indennità di funzione dei consiglieri al
gettone di presenza. Un provvedimento, se confermato
alla Camera in se giusto, se non fosse che questo comporterà una
drastica riduzione dei compensi ai soli consiglieri comunali e provinciali.
Lo scandalo politico italiano non sono le attuali indegnità dei consiglieri
comunali, bensì quelle di tutte le caste pubbliche e private di questo
nostro Paese, che come al solito si autotutela.Non vorrei sembrare colui per
dirla alla Chiamparino che difende "il proprio portafoglio" ma è del tutto evidente una disparità di trattamento
in contrasto con i costi veri della politica e degli
assurdi privilegi della tanto citata casta dei politici e dei manager
pubblici. È evidente a tutti che i costi della politica sono esageratamente troppi, ma è singolare che si colpisca
sempre la parte meno rivelante del problema. Aver colpito ancora una
volta le indennità dei consiglieri comunali e provinciali (cosa
peraltro molto più semplice da farsi) e poco credibile in quanto non
colpisce quei centri del "costo politico nazionale" che sono la
ragione stessa su cui sguazza dell'antipolitica, e
che tanto infastidisce l'opinione pubblica.Daniele Comerciconsigliere
Comunale di Venezia Partito DemocraticoA propositodel bacioa San MarcoA
Venezia in piazza San Marco il nuovo anno sarà salutato da un bacio
collettivo.E' questa l'idea lanciata Marco Balich, responsabile della
neocostituita Agenzia per il Marketing e gli Eventi, per rilanciare
l'immagine di Venezia nel mondo. A tal scopo verranno selezionate cento
coppie che la sera del 31 dicembre daranno il via ad un bacio collettivo in
piazza San Marco che dovrebbe coinvolgere circa 60mila persone.Ci auguriamo
che l'iniziativa non voglia essere solo un'operazione di marketing per
l'ennesima cartolina da Venezia destinata a durare il tempo di uno spot, ma
possa diventare un'occasione per Venezia e i veneziani per inviare un
messaggio globale di apertura, di rispetto e di pace. Rivolgiamo quindi un
invito all'organizzatore Marco Balich perchè la selezione venga aperta
a tutte le coppie, le coppie di comunitari e soprattutto di extracomunitari,
di modo che il gesto simbolo dell'amore raggiunga veramente tutti.Franco Fois
seg.Ass.VenetoRadicale, membro comitato nazionale Radicali ItalianiAlvise
FerialdiPS-Partito Socialista VeneziaIngiusta la festaper i cento annidel
Venezia calcioLeggo in questi giorni delle feste che il Venezia calcio
organizza per i 100 anni di vita e sono stupito dallo spazio che viene dato a
questa notizia perché non è vera.Il Venezia di oggi è quello nato
nel 1987 con la fusione tra Venezia e Mestrina e ha colori sociali
differenti, oltre che una dirigenza tutta nuova.Cosa c'entra con quello del
1907?Questa festa non è giusta, a quando quella sul Mestre?Franco
BolzonellaMestre.
(
da "Napoli.com" del 12-12-2007)
Dito puntato contro
clientelismi e lottizzazioni "Che il Consiglio dei Ministri abbia
dichiarato lo stato d'emergenza in Calabria per far fronte alle condizioni di
disagio del sistema sanitario regionale, è
l'ennesima conferma di come la sanità nelle regioni
meridionali venga utilizzata dal centrosinistra come arma per fabbricare
consenso elettorale attraverso clientele e lottizzazioni politiche". Non
sceglie mezzi termini Marcello Taglialatela, parlamentare componente della
commissione parlamentare Bilancio e responsabile dell'Ufficio Politiche per
il Mezzogiorno di An, che, in un comunicato, aggiunge: "La notizia che la
Calabria è in piena emergenza per il suo sistema sanitario
regionale si aggiunge alle altre pessime notizie che da tempo provengono
soprattutto dalla sanità campana, dove si è verificato nel 2005
il primo caso in Italia di una Asl (la Napoli 4) sciolta per gli accertati
condizionamenti della criminalità organizzata e dove un'altra Asl (la
Napoli 5) è sotto costante osservazione per le infiltrazioni della
camorra. Senza contare il debito fuori controllo e le operazioni fatte per
ripianarlo non sono improntate alla massima efficienza ed
economicità". "La sanità nelle regioni meridionali -
conclude Taglailatela - a cominciare dalla Campania, è al centro di
gestioni poco trasparenti, inefficienti ed inadeguate dove gli illeciti e gli
sperperi sono all'ordine del giorno. Il centrosinistra da
anni utilizza soprattutto il clientelismo e la lottizzazione politica per creare impropriamente consenso e la sua cattiva gestione
della sanità al Sud sta determinando un danno irreparabile sia in
termini di tenuta finanziaria dei sistemi sanitari regionali sia in termini
di qualità dell'assistenza offerta a cittadini e pazienti".
(
da "Sestopotere.com" del
12-12-2007)
(20:02) (12/12/2007
17:40) | CONVEGNO IN MUNICIPIO DEL C.A.A.D. "VIVERE GLI SPAZI E
PROGETTARE SENZA BARRIERE" (Sesto Potere) - Forlì - 12 dicembre
2007 -"Vivere gli spazi e progettare senza barriere" è il
titolo del convegno in programma per la giornata di venerdì 14
dicembre 2007 organizzato dal "Centro per l'adattamento dell'Ambiente
Domestico" (C.A.A.D.) e dal Comune di Forlì (Assessorato
Politiche di Welfare). L'iniziativa si svolgerà in Municipio: la
sessione mattutina nella Sala Calamandrei (inizio ore 9) e quella pomeridiana
in Sala Randi (ore 14,30). COS'È IL C.A.A.D. Il "Centro per
l'adattamento dell'Ambiente Domestico" è istituito su iniziativa
dei Comuni della zona sociale forlivese e dell'Azienda Usl di Forlì,
con il contributo della Regione Emilia-Romagna, con l'obiettivo di limitare
le situazioni di dipendenza assistenziale e favorire l'autonomia, la gestione
e la permanenza nel loro ambiente di vita delle persone disabili, contribuendo
a rendere meno gravosi i compiti d'assistenza da parte delle famiglie. Grazie
ad un'équipe multidisciplinare costituita da referenti del Comune,
dall'Agenzia delle Entrate, da un'assistente sociale, un fisioterapista e un
architetto, il C.A.A.D. fornisce informazioni e consulenze relativamente
all'adattamento e all'accessibilità della casa (sia negli spazi
interni, sia in quelli esterni), ai contributi disponibili, agli ausili del
Servizio sanitario nazionale e alle agevolazioni
fiscali sulle barriere architettoniche, sulla mobilità e
sull'adattamento dei veicoli. Il Centro è a disposizione di cittadini,
operatori sociali e sanitari, tecnici-progettisti e associazioni di settore
relativamente a: - legislazione, normative, servizi per la disabilità;
- contributi per l'eliminazione di barriere architettoniche negli edifici
privati (L.13 del 9/1/1989); - contributi per l'acquisto di strumentazioni,
ausili, arredi ed attrezzature per la casa, e l'acquisto e/o adattamento
dell'autoveicolo (L.R. 29/97 artt. 10 e 9); - agevolazioni fiscali; -
consulenze tecnico-progettuali con possibilità di sopralluoghi presso
l'abitazione della persona disabile e anziana; La sede del CAAD è
presso il "Servizio Protesi e ausili" Azienda USL di Forlì
all'Ospedale Morgagni-Pierantoni, Padiglione Allende (via Forlanini n. 34).
Il servizio è aperto nei giorni di martedì pomeriggio (ore
14-17) e venerdì mattina (ore 9-12). Tel. 0543.731810. Programma
dell'incontro VENERDÌ 14 DICEMBRE 2007 Mattina - Sala Calamandrei ore
9.30: Saluto del Sindaco del Comune di Forlì Nadia Masini ore 9.45:
Introduzione ai lavori - Loretta Bertozzi (Assessore alle Politiche di
Welfare) ore 10.00: Una Città a misura dei cittadini: Il Piano
Regolatore del Comune di Forlì - Gabriele Zelli (Assessore alla
Pianificazione Territoriale, Urbanistica, Edilizia) ore 10.20: Le politiche
regionali per l'adattamento dell'ambiente domestico. Novità sul Fondo
Regionale per la non autosufficienza - Barbara Schiavon (Regione
Emilia-Romagna) ore 10.40: La presa in carico della
cronicità e della disabilità come prevenzione della non
autosufficienza - Lucio Boattini (Direttore Responsabile del Distretto della
AUSL di Forlì) ore 11.00: Interfaccia del Sistema
Sanitario con i Progetti Casa Amica - Germano Pestelli (Direttore
Responsabile Dipartimento di Area Medica non acuta e riabilitazione della
AUSL di Forlì) ore 11.20: Le agevolazioni fiscali per
l'adattamento della casa - Lidia Cocchis (Direttore Agenzia delle Entrate di
Forlì) ore 11.40: Le opportunità e gli interventi dell'INAIL
per gli invalidi del lavoro - Carla Castellucci (Direttore INAIL di
Forlì) ore 12.20: Le politiche del Comune e il Fondo Regionale per la
non autosufficienza - Rossella Ibba (Dirigente delle Politiche di Welfare)
Pomeriggio - Sala Randi ore 14.30: apertura lavori Lorenza Altamore
(Dirigente Servizio Diritti di Cittadinanza Sociale) ore 14.35: Centro
Provinciale di 1° livello: informare l'utenza - Ermes Fuzzi (CAAD
Forlì) ore 14.50: La funzione del fisioterapista nell'équipe C.A.A.D.
- Catia Cottignoli, Stefano Belli (Fisioterapisti della Azienda Usl di
Forlì) ore 15.10: La presa in carico del disabile e il progetto
assistenziale individualizzato - Tiberia Garoia (Assistente Sociale del
Comune di Forlì) ore 15.30 Agevolazioni per l'acquisto delle autovetture
e gli ausili tecnico-informatici - Mirella Milandri (Funzionaria Agenzia
delle Entrate di Forlì) ore15.50: Metodologia della consulenza e
sopralluogo - Carlo Verona (Architetto - Consulente esterno C.A.A.D.) ore
16.10: L'evoluzione normativa della L. 13/89 - Marco Munda (Servizio Edilizia
Privata Comune di Forlì) ore 16.30: Conclusioni. Le due sedi (Sala
Calamandrei e Sala Randi) sono adiacenti e si possono raggiungere
dall'ingresso della sede comunale in via delle Torri n.13. Per le persone con
disabilità, le sale sono raggiungibili attraverso l'ascensore al quale
si accede dal cortile con ingresso da via delle Torri n.5 contattando il
numero telefonico 0543.712349.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Commenti IL RUOLO
DEI GOVERNI NEGLI STILI DI VITA ANTHONY GIDDENS I cambiamenti del nostro
stile di vita e i modi per attuarli sono oggi all'ordine del giorno del dibattito
politico. Alcuni dei principali problemi in questo campo potranno trovare
soluzione solo a condizione di riuscire a convincere i cittadini a modificare
le proprie abitudini. La questione presenta aspetti molteplici: dall'igiene
di vita, con particolare riguardo all'obesità, alla diffusione
dell'alcoolismo tra i giovani, alla denatalità e ai comportamenti
antisociali. Ma su tutto predomina la necessità di porre un freno al
cambiamento climatico. Per molti aspetti, questo problema rappresenta una
novità. Lo stato sociale tradizionale si è sempre basato
soprattutto sulla ricerca di soluzioni ex-post, quali la garanzia di
un'indennità a chi perde il posto di lavoro e attende di trovarne un
altro, la concessione di premi di natalità alle famiglie meno abbienti,
o un sistema sanitario per garantire l'assistenza
medica ai cittadini. Ma oggi gli interventi di questo tipo appaiono
insufficienti: dobbiamo fare di più. La tendenza all'obesità,
diffusa ormai in tutto il mondo - non escluso il Giappone - rischia di affondare
il sistema sanitario entro i prossimi dieci o
vent'anni. In effetti, basta un certo grado di sovrappeso per accrescere
notevolmente l'incidenza o il rischio di disturbi cardiaci, diabete, cancro e
altre malattie. Ma soprattutto, dobbiamo affrontare il problema del
cambiamento climatico: se non sapremo adottare misure adeguate lasceremo ai
nostri figli e nipoti un mondo irrimediabilmente degradato. La tecnologia
può fare la sua parte, ma sarà comunque indispensabile cambiare
radicalmente le nostre abitudini. A questo punto, la prima questione che si
pone è quella della libertà. In base a quale diritto i governi
possono interferire nello stile di vita dei cittadini? Chi sceglie di andare
all'inferno non dovrebbe averne pieno diritto? Ora, se è vero che in
questo campo molte questioni sono tuttora irrisolte, è possibile
almeno stabilire fin d'ora alcuni principi di carattere generale.
Innanzitutto, la posizione dei bambini va distinta da quella degli adulti. E'
del tutto legittimo, ad esempio, sostenere che nelle scuole si debba avere la
possibilità di optare per un tipo di refezione a base di alimenti
sani, o chiedere la messa al bando dei distributori automatici di merendine
ipercaloriche dagli edifici scolastici, o invocare regole per la pubblicità
rivolta all'infanzia. Per quanto riguarda gli adulti, le linee di
demarcazione appaiono meno chiare; ma almeno possiamo dire che l'intervento
dello Stato si giustifica nel momento in cui la libertà di alcuni
individui pone un limite a quella degli altri. E che l'attuale sperpero delle
risorse del pianeta compromette le condizioni di vita delle generazioni
future. Infine, va detto che alcuni comportamenti distruttivi non sono
espressione della libertà dell'individuo, ma al contrario la limitano:
chi dipende da certe sostanze, o da un dato tipo di comportamenti, tanto da
non riuscire più ad avere il controllo delle proprie abitudini ne
diventa schiavo. Si possono citare molti esempi di successi ottenuti grazie a
interventi volti a favorire un diverso stile di vita. Uno dei casi più
noti è quello della Carelia del Nord (Finlandia), la cui popolazione
presentava un'altissima incidenza di disturbi cardiaci e di altre malattie
dovute a una dieta troppo ricca di grassi. All'inizio degli anni 1970 fu varato
un programma, a livelli prevalentemente locali, per promuovere un regime
dietetico più sano; e l'industria alimentare fornì il suo
contributo proponendo una gamma di prodotti non salati e di latticini a basso
contenuto di grassi. Risultato: dal 1970 al 1992 il tasso di mortalità
da malattie cardiache ha fatto registrare un calo del 57%. In alcuni Paesi,
l'introduzione dell'obbligo della cintura di sicurezza per gli automobilisti
si è scontrata inizialmente con l'opposizione di gruppi di militanti
per le libertà civili; ma in breve tempo quest'imposizione è
stata generalmente accettata, e ha salvato molte vite umane sulle autostrade.
Un altro esempio, sempre in materia di traffico motorizzato, è quello
del divieto degli alcolici per chi guida. Grazie alle leggi repressive e a
una contemporanea campagna mediatica contro l'irresponsabilità della
guida in stato di ebbrezza, si è ottenuto un vero cambiamento dei
comportamenti e delle mentalità. Non meno interessanti sono i
risultati conseguiti nella maggior parte dei Paesi che hanno portato avanti
campagne anti-fumo: il consumo di sigarette e tabacco si è
notevolmente ridotto, e la popolazione si è mostrata generalmente
disposta ad accettare il divieto del fumo nei luoghi pubblici. In California
questa campagna ha avuto un particolare successo: la percentuale dei fumatori
tra gli adulti, che vent'anni fa superava il 50%, è scesa al disotto
del 15%. A quanto sembra, i risultati migliori non si ottengono con un unico
metodo, ma piuttosto con la nota ricetta del bastone e della carota. Spesso
entra in gioco anche una logica di gruppo: si cambiano le proprie abitudini
seguendo l'esempio di altre persone che si rispettano. E a volte si arriva a
stigmatizzare comportamenti un tempo largamente accettati, come la guida dopo
il consumo di alcolici. Anche i meccanismi fiscali possono giocare un ruolo
significativo, soprattutto quando sono usati come incentivi. Ma non sempre il
fattore economico riesce a influenzare i comportamenti legati a stati di
dipendenza. In molti Paesi, i prezzi delle sigarette
hanno subito vistosi aumenti, ma a quanto pare neppure il costo molto elevato
basta a dissuadere i fumatori più accaniti. Esistono però
fattori di carattere generale, che influenzano i comportamenti in tutte le
attività umane legate allo stile di vita. Un esempio è
quello che gli economisti definiscono col termine un po' farraginoso di
"hyperbolic discounting". Ecco di che si tratta: se ad esempio si
è invitati a scegliere tra cinquanta euro oggi e cento domani, si
tende a privilegiare la seconda alternativa; quando però l'attesa non
è di un giorno ma di un anno, la maggioranza preferisce il vantaggio
immediato a quello distante nel tempo. Quanto più le conseguenze delle
nostre scelte abituali, buone o cattive che siano, ci appaiono nella prospettiva
di un lontano futuro, tanto più il loro pensiero di lascia
indifferenti. Nel Regno Unito, ogni anno migliaia di persone subiscono
interventi di by-pass coronarico, ma solo in dieci casi su cento questi
pazienti si sforzano di cambiare le loro abitudini per evitare ricadute, se
non addirittura il rischio di morte prematura. Si spiega così la
pigrizia di molti a fronte dei rischi legati al cambiamento climatico. A
quanto è emerso da varie inchieste, la maggioranza riconosce che
l'effetto serra è reale, e si rende conto dell'incidenza dei nostri
comportamenti sul clima; ma solo un'infima minoranza compie lo sforzo di
cambiare in misura significativa i propri comportamenti. E' un dato che ha
implicazioni molto preoccupanti. Per quanto ben organizzate e saggiamente
predisposte, le misure del tipo "green tax" (tassa verde) e le
campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica hanno effetti marginali.
Forse solo un evento catastrofico immediato e chiaramente imputabile al
cambiamento climatico globale riuscirà a scuotere l'opinione pubblica,
e a convincere la gente che è necessario prendere atto del problema in
tutta la sua gravità. Traduzione di Elisabetta Horvat.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Pagina XI - Genova
Dopo le polemiche in Sala rossa per le assenze del sindaco. Il vicepresidente
Scialfa: "Mi associo alla protesta" "Consiglio snobbato" Sinistra
contro la Vincenzi E Musso insiste: "Potrei dimettermi" scialfa
Spesso mancano il sindaco o gli assessori: io che ci sto a fare lì?
borzani In un'aula piena di entusiasmo c'è chi si sente spiazzato
musso Il problema è che Consiglio e giunta non sono in sintonia WANDA
VALLI Sarà che è quasi Natale, ma in consiglio comunale accade
un fatto singolare: consiglieri di opposizione e non solo si irritano perché
il sindaco, Marta Vincenzi non è presente, e per gli assessori, non
tutti ma quasi, il discorso è lo stesso. Accade che l'ex avversario di
Marta Vincenzi nella conquista di Tursi, il professor Enrico Musso annunci:
"così non ha senso, per ora non interverrò più e
valuterò se dimettermi", con il sostegno di Nicolò
Scialfa, di Sinistra Indipendente. Il giorno dopo le idee restano le stesse,
in nome della "dignità del consiglio", e viene da chiedersi
se il "feeling" che ha unito Marta Vincenzi alla sinistra di
Rifondazione, Pdci e Sinistra Unita non si sia incrinato. Magari per via
della scelta del candidato alla presidenza dell'Autorità portuale che,
alla sinistra proprio non va giù. Luca Borzani, Pd, ex assessore,
prova a dare una lettura diversa. Dice Borzani: "In questi anni
più volte mi è capitato di vedere momenti di difficoltà
tra giunta e consiglio, strettamente legati al ruolo che, dopo l'elezione
diretta, la legge attribuisce a chi governa e ai consiglieri, che hanno il
compito di controllo". Se a questo si aggiunge l'oggettiva
difficoltà di farsi eleggere in Comune, con i voti da cercare uno per
uno, si capisce come in "un consiglio nuovo, pieno di entusiasmo e
voglia di agir bene, qualcuno si senta spiazzato". Il rimedio, secondo
Borzani è uno: "avere una giunta consapevole e in grado di
trovare la maniera di coinvolgere di più il consiglio, come la risorsa
che effettivamente rappresenta". A sentire Marco Nesci, capogruppo di
rifondazione in Regione, le cose stanno un po' diversamente. A partire dal
"feeling". Nesci: "Noi ci siamo limitati a accettare l'esito
delle primarie, ma esiste nella testa di molti sindaci di centro sinistra,
come Marta Vincenzi o Sergio Cofferati, l'idea che la democrazia si esaurisca
con l'elezione diretta, non con la ricerca di collaborazione. E allora se si
decide così, il consiglio si sente ignorato da qualcuno che si
comporta come un podestà, nasce il malessere, e se il sindaco non va
in consiglio comunale, commette un abuso". Anche se lavora altrove, in
nome della città? "Da decenni il consiglio si riunisce il
martedì, un sindaco fa in modo di non prendere impegni se non per
questioni gravi. Un incontro sulla portualità a Barcellona non rientra
in questa categoria". Si arriva dritti al porto, al candidato indicato
dal Comune, l'eurodeputato Paolo Costa che a Rifondazione e alla sinistra non
va bene. Conferma Nesci: "Quella persona è inaccettabile, per una
serie di gravi ragioni. I lavoratori portuali vedono come il fumo negli occhi
uno che ha contribuito alle leggi sulla deregolamentazione del lavoro in
banchina e Marta Vincenzi deve ricordarsi che non è stata eletta con
il 60 per cento, ma con il 51 e grazie anche ai voti della sinistra. O si
ricorda che le cose si concordano oppure glielo faremo ricordare. O la smette
di agire da sola oppure resta sola. E non regge". Nicolò Scialfa,
indipendente di Sinistra Unita, preside e intellettuale, premette: "Sul
piano personale, stimo Marta Vincenzi, la giudico una persona capace". E
allora? "Il problema è il ruolo del consiglio, il sindaco applica
la legge, ma non si gradisce che i consiglieri, a loro volta eletti, siano
presenti e gli assessori spesso arrivano solo perché chiamati. E' un
ragionamento politico, si basa su un punto. I consigli comunali di una grande
città quale ruolo devono avere? E' impensabile, e mi riferisco al
mancato aumento del gettone di presenza, rovesciare
l' antipolitica sui consiglieri che partecipano con passione civile a costo
pari a zero. Porto il mio esempio: sono uno dei vicepresidenti, guadagno
forse più di tutti, e non tocco i 1000 euro al mese. E poi quando
spesso mancano o il sindaco o gli assessori, io consigliere che ci sto a fare
lì? A premere il bottone nelle votazioni. No, faccio altro".
Enrico Musso, per l'opposizione, usa parole analoghe: "il problema non
è centro destra o centro sinistra, è che consiglio e giunta non
sono in sintonia. Noi mettiamo il nostro impegno e la nostra energia,
rappresentiamo, nel complesso, tutta la città, chiediamo uguale
attenzione da chi governa. Anche nella presenza".
SEGUE A PAGINA V.
(
da "Mattino di Padova, Il" del
13-12-2007)
Tocca al giudice
delle indagini preliminari decidere se portare alla sbarra, assieme all'uomo
politico, anche gli avvocati Carlin e Lorigiola Tangenti a Lignano, verso un
processo unico Il pm Rita Ugolini ha depositato gli atti anche per il
vicesindaco Salvatore Sapienza L'indagine avviata dopo la denuncia di Dario
Mengo imprenditore di Portogruaro GIORGIO CECCHETTI VENEZIA. Il vicesindaco
di Lignano Sabbiadoro Salvatore Sapienza, esponente di spicco di Alleanza
Nazionale in Friuli arrestato il 29 novembre, si va ad aggiungere agli altri
indagati per i quali il pm veneziano Rita Ugolini aveva già concluso
le indagini poco meno di un mese fa. Ieri, infatti, il magistrato ha
despositato gli atti anche per il rappresentante politico e così il
giudice delle indagini preliminari potrà decidere, se riterrà
sufficienti prove e indizi, di far celebrare un unico processo per tutti. Il
vicesindaco è accusato di concussione per essersi fatto consegnare 30
mila euro dagli uomini di Giuseppe Stefanel in modo da far progredire o
comunque per non tenere bloccato il progetto per un villaggio turistico sugli
80 ettari
di proprietà della "Agricola Stefania", società che
fa capo all'imprenditore trevigiano. In realtà, il politico di Lignano
avrebbe chiesto 90-100 mila euro in modo da poter svolgere una campagna
elettorale all'americana e così poter essere rieletto e riconfermato
in giunta, avendo la possibilità di far procedere i piani di Stefanel.
Interrogato, Sapienza ha decisamente negato, ma il Tribunale del riesame
lagunare ha confermato l'ordinanza del giudice Daniela Defazio che lo aveva
messo agli arresti domiciliari. La linea difensiva del vicesindaco è
chiara: sostenere che quei 30 mila euro non li ha mai visti. Del resto, ad
aver consegnato la mazzetta - senza alcun testimone naturalmente - sarebbe
stato il geometra trevigiano Rino Guzzo, il consulente dell'"Agricola
Stefania" che li aveva ricevuti da Tito Berna, amministratore delegato
di più d'una società della famiglia Stefanel. Guzzo è un
personaggio discutibile, fallito in passato, con più di un debito e
bloccato dai carabinieri con 50 mila euro in macchina. Sapienza cerca di
dimostrare che quei 30 mila euro consegnati al geometra da Berna a lui non
sono mai arrivati e che Guzzo potrebbe saperne qualcosa. Il pubblico
ministero Ugolini, ieri, ha rinnovato anche la conclusione delle indagini per
gli altri quattro indagati, sono l'avvocato portogruarese Massimo Carlin, il
dirigente comunale dell'Urbanistica a Lignano Andrea Mariotti, accusati anche
loro di concussione ed entrambi agli arresti domiciliari, l'avvocato Fulvio
Lorigiola, indagato per concussione, e il sindaco della località
balneare friulana Silvano Delzotto (Forza Italia), accusato di abuso
d'ufficio per aver affidato a Carlin, senza alcun provvedimento formale,
consulenze per conto dell'amministrazione municipale. E' prevedibile che tra
circa un mese il rappresentante della Procura lagunare chieda il rinvio a
giudizio in modo che il giudice possa fissare l'udienza preliminare.
L'indagine era iniziata dopo che un imprenditore del Veneto Orientale Dario
Mengo, al quale su proposta di Carlin il comune di San Michele al Tagliamento
aveva negato una licenza edilizia, si era deciso a raccontare ai carabinieri
della Sezione di Polizia giudiziaria di Venezia ciò che sapeva sul
conto dell'avvocato portogruarese e delle sue consulenze per numerosi comuni
della riviera adriatica veneta. Le intercettazioni ambientali e telefoniche
avevano fatto il resto, tanto da permettere agli investigatori di bloccare
Carlin mentre consegnava 10 mila euro - parte di una mazzetta di 30 mila- a
Mariotti per conto di Stefanel, parte lesa della concussione.
(
da "Repubblica, La" del 13-12-2007)
Pagina V - Bari
RETROSCENA I responsabili del Bilancio e della Sanità sotto tiro da
parte del centrosinistra. "Ma restano, per ora" Pd, due assessori
nel mirino Il partito processa Saponaro e Tedesco: "Hanno
sbagliato" (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) (segue dalla prima di cronaca) E
qualcuno, infatti, gli ha ricordato che la sua crociata contro i costi della politica, inserita nella bozza di relazione al bilancio,
dovrebbe portare dritto alle sue dimissioni perché quei costi sono cresciuti
di 10 milioni di euro in quattro anni per pagare i 10 consiglieri regionali
in più di via Capruzzi ma anche assessori esterni come lui. Un modo
elegante per chiedere di togliere il disturbo? Forse. Certo è - fanno
notare nel centrosinistra - che "dopo le batoste alla riunione del Pd e
le mazzate al vertice di centrosinistra, avrebbe dovuto almeno fare il gesto
di rimettere il mandato". Probabilmente se la caverà modificando
la relazione fatta in fretta per consegnarla in tempo al Consiglio. E la
prima voce a cadere sarà la parte
"programmatica" sui costi della politica.
Più articolata la posizione di Tedesco. La visita della guardia di
finanza negli uffici del suo assessorato per prelevare documenti sugli
accreditamenti recenti nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul suo presunto
conflitto d'interessi (i figli dell'assessore sono titolari di azienda che
commercializza materiale sanitario) indebolisce l'assessore alla
vigilia di una sessione di bilancio che introdurrà le tasse per
coprire i deficit che si riconduce alle politiche della salute.
"Chiederò al procuratore di essere ascoltato ma non c'è un
documento prelevato dall'assessorato che riguardi in qualche modo
l'attività dei miei figli", ha detto prima di entrare in
commissione sanità e visibilmente infastidito dall'idea di vedere
riportare l'orologio della polemica sulle accuse dei "dipietristi"
sugli affari di famiglia indietro di due mesi, quando il Consiglio regionale
si trasformò in un processo sul suo presunto conflitto d'interessi dal
quale uscì assolto. Ora che la procura comincia a mettere documenti in
quel fascicolo conoscitivo, la sua posizione non fa che uscirne indebolita.
Tanto più se il deficit delle asl ha fatto tremare i polsi anche al
governatore che - dicono - s'aspettava cifre ben diverse non da capogiro come
quelle che circolano tra presidenza, bilancio e sanità. Ma Tedesco sa
come vendere cara la pelle. Ha già cominciato a farlo nel vertice di
centrosinistra, quando ha consegnato il suo dossier ed ha indicato comune per
comune i servizi territoriali garantiti, e ospedale per ospedale i reparti
nuovi e quelli riaperti che sono costati da soli non meno di 150 milioni di
euro. All'elenco mancava solo il nome e il cognome dei consiglieri di
riferimento in quei comuni. Ma chi doveva capire ha capito. L'altra sera
dalle sedie occupati dai consiglieri della "Cosa rossa" qualcuno ha
cominciato ad alzare la voce contro Tedesco. Forse per bilanciare il silenzio
di Michele Emiliano che, come primo atto da segretario regionale del Pd, non
vuole mettere la sua firma sull'aumento delle tasse se non alla fine e
comunque dopo Vendola. Forse per chiedergli di dire qualche "no"
all'esercito di questuanti sempre in agguato, di avere il fiato sul collo dei
direttori generali. Tedesco è uscito dall'angolo per dire a tutti che
i manager non rispondono a lui ma alla giunta perché è la giunta che li
ha nominati. Ma il colpo del ko per lui, resta in agguato e potrebbe arrivare
a marzo quando ci saranno i consuntivi delle asl. (p. r.).
(
da "Mattino di Padova, Il" del
13-12-2007)
"Soldi
prelevati solo per missioni Ascom" Chiesa e Vianello spiegano al pm
Abate il "pasticcio" contabile di 131 mila euro L'ex presidente
dà risposte anche sulla crociera con la moglie "Ho pagato spesso
di tasca mia le spese degli alberghi" Accompagnati dai loro rispettivi
legali, l'ex presidente dell'Ascom Gianfranco Chiesa e l'ex direttore Luigi
Vianello, indagati per appropriazione indebita, hanno potuto esporre le loro
versioni sul presunto "pasticciaccio contabile" nel corso
dell'interrogatorio sostenuto ieri con il pm Elisabetta Abate e il
procuratore aggiunto Dario Curtarello. Hanno fornito chiarimenti sui
ventilati prelievi ingiustificati per 131.804 euro dedotti dal consulente del
pm Carlo Pampaloni. Chiesa, assistito dal penalista Emanuele Fragasso junior,
ha respinto "possibili fatti di natura appropriativa" paventati dal
commercialista Pampaloni puntualizzando che tutti i pagamenti in
contestazione vennero effettuati soltanto a nome e per conto dell'Ascon e non
già a titolo di tornaconto personale. "Certi
viaggi e pernottamenti fuori città li ho pagati di tasca mia, senza
nemmeno un gettone di presenza" è stata la sua linea espositiva. Ha inoltre
ribadito d'essersi limitato a firmare gli ordinativi di pagamento "sulla
base di mandati precisi esistenti". Arrivavano dall'ufficio
amministrativo e contabile diretto da Vianello e da altri suoi collaboratori
dell'Ascom. L'inchiesta riguarda un arco temporale compreso tra il
2000 e la prima metà del 2005 e analizza la natura di alcuni prelievi
in denaro e in assegni circolari effettuati negli sportelli bancari dove
l'Ascom risulta accreditata. Si trattava per lo più di spese postali,
di rappresentanza e regali natalizi. E vi è pure la famosa crociera
con rispettive mogli a carico. Sul punto Chiesa ha tenuto a precisare che,
mogli o non mogli, il costo della cabina era identico. E' stata poi la volta
di Vianello, accompagnato dal penalista Gianni Morrone e dal civilista Mario
Ceretta. L'allora direttore ha fornito ai due pm alcune importanti
precisazioni. Anzitutto sul suo ruolo. Quando è arrivato, l'Ascom
aveva soltanto 10 dipendenti. E quando se n'è andato, alle 9,30 del
primo settembre 2005, risultavano 120, distribuiti in una decina di filiali.
Ha inoltre riferito che al momento del commiato, c'erano negli uffici "i
mandati di tutte le spese, giustificativi compresi". Se il consulente
del pm ne ha trovato solo una parte, qualcuno li avrà persi o
dispersi. Lui non di certo. Ha pure parlato della contestata crociera con
consorti a carico, ripetendo quanto già ribadito da Chiesa, ossia che
il costo di una suite non dipendeva dal numero delle persone ma era unico.
L'Ascom di Padova, una delle più importanti d'Italia per numero
d'iscritti, aveva partecipato alla crociera su invito della Confcommercio di
Roma che in precedenza ne aveva già organizzate altre cinque. Gli
è stato poi chiesto di riferire sul lauto pranzo con ospiti al
ristorante "Le Calandre". Vianello ha replicato che l'evento era
legato all'inaugurazione della prestigiosa sede dell'Ascom alla Cittadella.
Soldi usati per curare l'immagine. (Enzo Bordin).
(
da "Adige, L'" del 13-12-2007)
Il consigliere
comprensoriale Mauro Ferone rilancia la proposta. Finora solo sette adesioni
"Eliminiamo i gettoni di presenza" Aveva lanciato la proposta alla fine di ottobre:
eliminare i gettoni di presenza dei consiglieri comprensoriali per dare un segnale forte di un
cambio di rotta della politica. Un appello, sotto forma di mozione depositata
il 30 ottobre, che finora a raccolto solo sette adesioni e che ora viene
riproposta. "L'iniziativa - scrive Ferone - nasce con un duplice
scopo, dare un segnale forte all'attuale classe politica provinciale che
è rimasta sorda alle innumerevoli sollecitazioni pervenute sia da
cariche istituzionali nazionali che dagli organi d'informazione, per indurla
a ridurre i costi della politica e, ancora, dimostrare alla popolazione che
esistono ancora dei cittadini che sono disponibili a dedicare parte del
proprio tempo all'attività politica a puro titolo di volontariato.
Così come migliaia di altre persone che dedicano molte ore del proprio
tempo partecipando all'attività associativa (vedi vigili del fuoco
volontari, Protezione Civile, Cri, Stella D'oro, Soccorso Alpino e molte
altre)"- La mozione verrà discussa nell'assemblea del 17
dicembre. "Purtroppo - si rammarica il proponente - nonostante numerosi
colleghi consiglieri, tra cui qualche sindaco, mi abbiano espresso la loro
condivisione all' iniziativa, ad oggi nessun altro si è preso
l'impegno di aderire. Qualcuno opponendo un "ma" o un
"però" riferendosi a norme regolamentari, altri rimandando
al fatto che iniziative di questo genere dovrebbero partire da politici
più altolocati". Ferone torna a sollecitare "tutti i
colleghi consiglieri a voler appoggiare l' iniziativa che, per quanto
piccola, rappresenta un primo passo verso una politica più sensibile
alle attese dei cittadini". 13/12/2007.
(
da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del
13-12-2007)
Destinata per il
2008 all'Abruzzo, con un incremento del 3,85% rispetto all'anno precedente.
Lo ha formalizzato, ieri, la Conferenza delle Regioni. L'assessore regionale
alla Sanità, Bernardo Mazzocca: "Siamo in linea con le previsioni
del Piano di rientro e questo conferma il lavoro per azzerare il deficit
della sanità entro il 2009. Dobbiamo continuare con
convinzione nella riorganizzazione del sistema sanitario
regionale". Per il governatore Ottaviano Del Turco "la quota
riservata all'Abruzzo nel riparto del Fondo sanitario nazionale conferma l'efficacia della nostra azione di risanamento nei
confronti del Governo". Intanto il consigliere regionale di An Fabrizio
Di Stefano ha abbandonato i lavori della V commissione consiliare,
polemizzando con la maggioranza proprio sulla sanità: "All'ordine
del giorno era inserito, al primo punto, il parere sul Piano di riordino
delle rete ospedaliera delle Asl, perchè la legge sancisce che, prima
del riordino, la commissione deve esprimersi. Ma l'assessore ha affermato che
le Asl hanno già proceduto al riordino perché l'assessorato ha dato il
via libera, per cui il lavoro cui eravamo chiamati questa mattina era del
tutto inutile. Siamo allo sfascio".
(
da "Messaggero, Il (Ancona)" del
13-12-2007)
Dicembre in casa
contro l'Indesit Fabriano. È il minicontratto che ha firmato con La
Carife Ferrara il play guardia Alessandro Romboli, bolognese, 32 anni, 1.85,
che stava vestendo la maglia del San Marino in C2. Romboli
è cresciuto nelle giovanili della Virtus Bologna (allenato proprio da
Giorgio Valli che ora ritrova in panchina a Ferrara) poi ha girato l'Italia
giocando a Faenza, San Lazzaro di Savena, Pavia, Vicenza, ancora Bologna
(Virtus), Cantù, Bergamo, Imola, Padova, di nuovo Faenza, Cecina, Jesi
e Castelfiorentino. La scorsa stagione è rimasto inattivo.
(
da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Prima Pagina - data: 2007-12-13 num: - pag: 1 autore:
di categoria: REDAZIONALE Retromarcia GLI STIPENDI D'ORO
E alla fine la Camera tagliò i tagli SERGIO RIZZO e GIAN ANTONIO
STELLA T aglia taglia, scusate il bisticcio, stanno tagliando i tagli.
L'ultimo a essere soppresso è stato il tetto agli "stipendi
d'oro". Passato al Senato, è stato cancellato alla Camera. Anzi,
d'ora in avanti i "grand commis" pubblici potranno guadagnare anche
di più. Alla faccia di tutte le promesse intorno al bisogno di
sobrietà. E di tutti gli italiani che faticano ad arrivare a fine
mese. CONTINUA A PAGINA 14.
(
da "Corriere della Sera" del
13-12-2007)
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Politica - data: 2007-12-13 num: - pag: 14 categoria:
REDAZIONALE La retromarcia Per evitare retribuzioni milionarie, la norma
prevedeva un compenso massimo di 275 mila euro E alla fine la Camera
tagliò i tagli I deputati sopprimono il tetto agli "stipendi
d'oro" dei manager pubblici La riforma aveva già avuto l'ok di
Palazzo Madama. Ora, dopo la bocciatura di Montecitorio, solo il governo
può ripristinare le regole anti-sprechi SEGUE DALLA PRIMA Eppure, dopo
tante retromarce nella sbandierata moralizzazione avviata solo per placare
l'indignazione popolare, pareva che almeno questo principio fosse acquisito:
chi lavora per la sfera pubblica (dai ministeri alle Regioni, dalle aziende
di Stato alle municipalizzate) non deve avere buste paga, liquidazioni e
pensioni troppo alte. Per mille motivi. Perché le nomine sono spesso dovute
non alle capacità professionali ma alle amicizie giuste. Perché in
cambio di certi appannaggi non viene chiesta talora efficienza ma piuttosto
"gentilezze" al partito di riferimento. Perché nel mondo privato,
tirato in ballo a sproposito, chi guadagna molti soldi deve anche render
conto agli azionisti del proprio operato (nei Paesi seri) e non mangia
contemporaneamente a due greppie: i contratti deluxe del libero mercato e le
sicurezze del sistema pubblico. Ed ecco che Palazzo Madama aveva approvato,
all'articolo 144 della Finanziaria, le seguenti regole: "Il trattamento
economico onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle pubbliche finanze
emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o
autonomo con pubbliche amministrazioni statali (...) agenzie, enti pubblici
anche economici, enti di ricerca, università, società non
quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica nonché le loro
controllate, ovvero sia titolare di incarichi o mandati di qualsiasi natura
nel territorio metropolitano, non può superare quello del primo
presidente della Corte di cassazione". Cioè 275 mila euro l'anno.
Chiaro? Chiarissimo: il limite valeva per tutti (tutti) gli stipendi pagati
con soldi pubblici. Compresi "i magistrati ordinari, amministrativi e
contabili, i presidenti e componenti di collegi e organi di governo e di
controllo di società non quotate, i dirigenti". E se per
trattenere Fiorello o strappare Gerry Scotti a Mediaset la Rai fosse
costretta a offrire più della concorrenza? Previsto anche questo:
"Il limite non si applica alle attività di natura professionale e
ai contratti d'opera" se si tratta di "una prestazione artistica o
professionale indispensabile per competere sul mercato in condizioni
dì effettiva concorrenza ". E se invece si trattasse di strappare
alla concorrenza non un cantante ma un grande manager che sul libero mercato
potrebbe guadagnare tre, quattro o cinque volte di più? Anche queste
eccezioni erano previste. Come eccezioni, però. Le nuove regole
infatti, diceva l'articolo 144, "non possono essere derogate se non per
motivate esigenze di carattere eccezionale e per un periodo non superiore a
tre anni". Di più: dovevano ottenere la firma del capo del
governo e rientrare "nel limite massimo di 25 unità.
Corrispondenti alle posizione di più elevato livello di
responsabilità". Riassumendo: solo venticinque altissimi
dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato (quindi niente
pensioni d'oro e niente liquidazioni stratosferiche) potevano guadagnare
più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri, sotto. E guai a chi
faceva il furbo perché ogni contratto doveva d'ora in avanti essere
trasparente. Di più: "In caso di violazione, l'amministratore che
abbia disposto il pagamento e il destinatario del medesimo sono tenuti al
rimborso, a titolo di danno erariale, di una somma pari a dieci volte
l'ammontare eccedente la cifra consentita". Non bastasse, l'articolo
fortissimamente voluto soprattutto da Massimo Villone e Cesare Salvi, autori
del libro "I costi della democrazia", metteva un altro candelotto
sotto i privilegi di certi boiardi di Stato: il divieto del cumulo di
poltrone, a meno che non accompagnato da una robusta decurtazione delle prebende.
Insomma: una piccola grande rivoluzione. Che per la prima volta cercava di
mettere ordine in un sistema che negli ultimi anni aveva lasciato i cittadini
basiti davanti a casi clamorosi. Come quello di Giancarlo Cimoli, che
guadagnava alle Ferrovie circa 1,5 milioni di euro l'anno e se ne
andò, per andare a guadagnarne 2,7 all'Alitalia, con una liquidazione
per "raggiungimento risultati " (il pareggio) di 6,7 milioni. O del
suo successore Elio Catania, che per un paio di anni alle Ferrovie (lasciate
con un buco di 2 miliardi e 155 milioni) incassò una buonuscita di 7
milioni. O ancora quello di Massimo Sarmi che alle Poste prende un milione e
mezzo di euro l'anno cumulando le buste paga da amministratore delegato e di
direttore generale. Per non dire di certi arbitrati, compensati con parcelle
da capogiro. Tre per tutte? Quella spartita (in tre) dal collegio guidato
dall'ex presidente del Consiglio di Stato Mario Egidio Schinaia (1,4
milioni), quella finita al collegio presieduto dall'avvocato dello Stato
Giuseppe Stipo (1,3 milioni per due verdetti), quella incassata dal collegio
pilotato da Marcello Arredi, capo del dipartimento Infrastrutture stradali
del ministero delle Infrastrutture e presidente nel 2006 di un collegio
incaricato di regolare una controversia fra l'Anas e l'Impregilo: 1,2
milioni. Soldi in più, oltre lo stipendio. Potevano i potentissimi
Grand Commis accettare una sforbiciata del genere? No. E così, subito
dopo l'approvazione in Senato, talpe sapienti hanno cominciato a rosicchiare
l'articolo 144, a
partire dai trattamenti alla Banca d'Italia, comma per comma, riga per riga.
Risultato: la Commissione Bilancio della Camera, tra le proteste di una
pattuglia di indignati guidata da Villone, ha praticamente fatto saltare
tutti, ma proprio tutti, i punti centrali. E a meno che non intervenga il
governo, tutto continuerà come prima. Anzi, peggio. Perché il
messaggio all'opinione pubblica, dopo tante promesse, è uno solo:
marameo. Lo stesso marameo che, dalle bianche spiagge di Bali, lanciano agli
italiani i componenti della affollatissima delegazione italiana al vertice
mondiale sul clima: 52 persone. Dicono Alfonso Pecoraro Scanio e il suo staff
che altre delegazioni sono ancora più numerose. E che l'altra volta, a
Montreal, l'allora ministro Altero Matteoli si portò perfino due
agenti di scorta. Sarà. Ma ci restano alcune curiosità: come
mai, nel mucchio, oltre a tre rappresentanti del Comune di Milano, due della
Regione Lazio, un assessore della Toscana e l'assessore
all'Ambiente della Campania Luigi Nocera, riemerso per l'occasione dai cumuli
di immondizia napoletana, ci sono solo due sindacalisti della Cgil e della
Uil e nessuno della Cisl? Possibile che nessuno della Cisl, con una collana
di orchidee al collo, avesse da dire qualcosa sul pianeta? Sergio Rizzo Gian Antonio Stella.
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Catanzaro,
13 dic - Domani, 14 dicembre, alle ore 17, nella Casa delle Culture
dell'amministrazione provinciale di Catanzaro, piazza Prefettura, si terra'
il confronto a piu' voci su ''Il Parco come sta? Tra passato e presente -
Vita e salute del Parco Nazionale della Sila''. Introduce e coordina
Mariangela Bettini Ferrari, presidente del Garden Club Catanzaro La Zagara;
presiede Antonio Garcea, presidente del Parco Nazionale della Sila;
intervengono il regista Vittorio De Seta; la direttrice del Centro
sperimentale e dimostrativo dell'Arssa di Lamezia Terme, Luigia Iuliano;
l'attore Pino Michienzi. ''Il convegno vuole rappresentare uno dei tanti
momenti di sensibilizzazione e di confronto sulle potenzialita' economiche
sociali e non del Parco Nazionale della Sila ,dichiara il Presidente del
Parco Antonio Garcea, soprattutto in considerazione degli ultimi dati
statistici dell'Osservatorio Regionale del Turismo, emerge, un significativo
aumento di presenze di turisti nei parchi calabresi. Il Parco della Sila,
conclude Garcea, negli anni 2005/6, e' stato il piu' gettonato registrando
166.993 presenze e n. 61.515 arrivi (fonte Il Sole 24 Ore) che in qualche
modo hanno trainato il turismo ambientale calabrese''. In occasione
dell'incontro saranno presentati al pubblico: Guida turistica del Parco
Nazionale della Sila; Carta turistica del Parco Nazionale della Sila;
Calendario da tavolo anno 2008; Calendario tascabile anno 2008; Pieghevole
erbe aromatiche e medicinali; Pieghevole sentiero geologico. Saranno inoltre
proiettati un video sulla Sila degli inizi del Novecento ed altri rari
documentari. red/cam/sr (Asca).
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Bari, 13
dic - Un emendamento al Bilancio per regolarizzare 500 precari della
dirigenza medica in Puglia. Lo ha annunciato il consigliere regionale del
gruppo Misto, Giammarco Surico. ''La Giunta Vendola sta per aumentare tutte
le tasse regionali senza garantire alcun servizio aggiuntivo ai cittadini,
anzi - ha sottolineato Surico - Vengono tagliati i fondi destinati ai servizi
sociali e al diritto allo studio e non c'e' traccia delle quote di
cofinanziamento regionale per gli interventi di edilizia sanitaria. Intanto i
costi del personale sanitario, a detta
dell'assessore Tedesco, incidono per circa 70 milioni di euro sul deficit sanitario del 2006''. Secondo Surico, e' invece
''necessario e urgente regolarizzare la posizione di coloro che ormai da anni
lavorano con incarichi di responsabilita' nel sistema sanitario
regionale''. Per questo, ha spiegato ''proporro' un emendamento al Bilancio
per la stabilizzazione dei circa 500 precari della dirigenza medica in
Puglia. Un provvedimento che sarebbe a costo zero per la Regione Puglia in
quanto questi professionisti gia' da tre anni coprono posti previsti nelle
piante organiche''. res-muz/cam/alf (Asca).
(
da "Asca" del 13-12-2007)
(ASCA) - Roma, 13
dic - Continui disagi si ripercuotono drasticamente sugli utenti della
Regione Lazio, in particolare per quanto concerne il sistema delle liste
d'attesa che continua a non offrire i dovuti servizi ai cittadini''. E'
quanto denuncia oggi il Co.Di Ci. che ricorda di strutture in tilt, file
chiuse per una risonanza magnetica, un anno per una mammografia, circa 10
mesi di attesa per un esame ecodopler cardiaco, 5 mesi per una ecografia
pelvica. E ancora, secondo fonti RECUP: Ecografia ostetrica, Roma Asl D,
Ospedale San Camillo, 107 giorni di attesa, quasi tre mesi e mezzo; Ecografia
Ostetrica, Roma Asl C, Sant'Eugenio Reparti, 127 giorni; Ecografia
dell'addome superiore, Asl Roma D, Forlanini, 70 giorni di attesa. Insomma -
rileva il Codici - molti utenti del sistema sanitario
regionale sono cosi' costretti, dettati dall'urgenza dell'esame, ad
effettuare gli esami privatamente, spendendo piu' del necessario''. Commenta
il Segretario Nazionale dell'associazione, Ivano Giacomelli: ''Vi e' una
sottovalutazione del problema dell'esercizio di intramoenia. Questa, infatti,
viene praticata senza alcuna forma di controllo da parte dei manager delle
Asl, che sono assolutamente consenzienti e complici all'esercizio, (a volte
smodato), dell'attivita' privata. Questo meccanismo, lungi dal garantire i
servizi e le cure al cittadino, va a detrimento delle liste d'attesa, che si
allungano spaventosamente''. Di qui l'ideazione di un progetto che ''si
propone di svolgere un'azione mirata a migliorare la condizione informativa
dei consumatori e degli utenti sul tema dei servizi socio sanitari della
Regione Lazio, nonche' di verificare, attraverso un'azione concreta e diretta
di monitoraggio, i tempi delle prestazioni sanitarie. Il fine ultimo - spiega
il Codici - e' quello di elaborare e sperimentare modelli di revisione e
autovalutazione dell'assistenza sanitaria da parte degli operatori sanitari e
delle strutture pubbliche nonche' di quelle accreditate. Il progetto offre un
servizio di informazione agli utenti attraverso il sito www.impaziente.it un
portale che oltre a descrivere le attivita' del progetto fornisce riferimenti
e link utili sul servizio sanitario regionale. La
rete degli sportelli e' gia' attiva sul territorio regionale e offre
consulenza e informazioni a tutti gli utenti che vogliono lanciare un segnale
di aiuto''. res-mpd/mcc/ss (Asca).
(
da "SaluteEuropa.it" del
13-12-2007)
Il Senato ha
approvato ieri il Ddl del Ministro della Salute Livia Turco in materia di
semplificazione degli adempimenti amministrativi connessi alla tutela della
salute. Il provvedimento, che ora passa all'approvazione della Camera,
riguarda una serie di misure che vanno dalla semplificazione della
prescrizione di farmaci oppiacei per il dolore severo, all'eliminazione di
tanti certificati sanitari ormai inutili od obsoleti. "Il ddl approvato
dal Senato all'unanimità, con la sola astensione dell'Udc - ha dichiarato
il Ministro della Salute Livia Turco - è un esempio concreto di buona politica e della possibilità di dialogo positivo
tra maggioranza e opposizione per andare incontro alle esigenze dei
cittadini. Con questa legge viene infatti semplificata la vita degli italiani
nei confronti della burocrazia, abolendo milioni di certificati sanitari
inutili, che costano tempo e denaro alla collettività, e che sono
ormai superati da altre norme più recenti. Ma tra i punti più
significativi di questa legge c'è senz'altro quello della
semplificazione della prescrizione dei farmaci contro il dolore consentendo
al medico di prescriverli sul ricettario normale del Ssn. In tal modo
sarà quindi molto più facile prescrivere quei medicinali
essenziali per alleviare le sofferenze di chi, malato, ha diritto a non
patire sofferenze ingiustificate che possono e debbono essere alleviate. Una
norma che consentirà di superare le difficoltà prescrittive che
collocano tuttora il nostro Paese agli ultimi posti in Europa nella somministrazione
dei farmaci antidolorifici. Di questo risultato ringrazio l'Aula, e in
particolare il relatore Bodini e la Commissione Igiene e Sanità, per
il lavoro svolto che è stato senz'altro utile al miglioramento
ulteriore del provvedimento". Ecco nel dettaglio le novità
previste: Più facile prescrivere i farmaci contro il dolore Ancora
oggi in Italia è difficile accedere ai farmaci per combattere il
dolore. Queste difficoltà ci pongono tra gli ultimi posti in Europa
per le prescrizioni dei farmaci oppiacei che servono a combattere il dolore e
le sofferenze, cui sono costretti milioni di italiani colpiti da gravi
malattie come il cancro, ma anche da patologie croniche e invalidanti o
comunque da gravi traumi etc. Con questo ddl si agisce su più fronti:
attraverso opportune modifiche introdotte nel testo unico sugli stupefacenti
di cui al DPR. n. 309 del 1990 viene semplificata la prescrizione dei farmaci
oppiacei, consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale anziché
quello speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche che
spesso rendono difficili tali prescrizioni, conformandosi in tal caso la
prescrizione al vigente decreto sul "Ricettario del Servizio sanitario nazionale"con la formale garanzia della
contestuale conservazione di copia o fotocopia della ricetta da parte del
farmacista, anche al fine di dimostrare la liceità del possesso del
quantitativo di farmaci consegnati dal farmacista al paziente od alla persona
che li ritira; viene consentita la prescrizione dei medicinali oppiacei anche
al di fuori delle patologie oncologiche e quindi per quelle malattie croniche
o invalidanti per le quali un'adeguata terapia del dolore è essenziale
per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti, si
semplifica l'aggiornamento periodico dell'elenco dei farmaci oppiacei che
potrà avvenire con un decreto ministeriale, sentito il Consiglio
superiore di sanità, senza dover ricorrere a modifiche legislative
come è invece previsto oggi, si rende più agile la gestione dei
registri per il controllo del movimento degli stupefacenti ad uso terapeutico
facilitando il lavoro dei medici e dei farmacisti si integra la tabella
specifica dove sono inseriti gli stupefacenti ad uso terapeutico con due
farmaci a base di sostanze cannabinoidi già in uso Canada, Usa, Gran
Bretagna, Svizzera, Olanda, Belgio e Germania. Abolizione certificazioni (di
idoneità al lavoro, idoneità fisica alla pratica sportiva,
vaccinali ecc.). L'abolizione riguarda tra gli altri: un milione di
certificati richiesti agli alimentaristi per attestare che sono indenni da
malattie infettive e rinnovare i libretti sanitari, i circa 800.000
insegnanti di ruolo che devono presentare un certificato di idoneità
fisica al momento dell'assunzione (i supplenti ad ogni inizio di anno scolastico),
i 150.000 aspiranti volontari che ogni anno fanno domanda per svolgere il
servizio civile ai quali si richiede il certificato di idoneità fisica
al servizio civile volontario, 40.000 nuovi impiegati che ogni anno vengono
assunti nello Stato e negli Enti locali e devono presentare un certificato di
sana e robusta costituzione, almeno 200.000 lavoratori (parrucchieri, maestri
di sci, fochini, conduttori di caldaie a vapore, giudici di pace, lavoratori
extracomunitari dello spettacolo) che ogni anno devono dimostrare di essere
fisicamente idonei, tramite un certificato medico, i circa 550.000 bambini
iscritti, al primo anno della scuola primaria che, nonostante la
possibilità della auto-certificazione o dell'attestazione diretta
dalla ASL alla scuola, devono presentare un certificato vaccinale, i 200.000
certificati che ogni anno sono richiesti obbligatoriamente ai dipendenti
pubblici e privati per ottenere l'anticipazione del quinto dello stipendio, i
due milioni di certificati inutili di sana e robusta costituzione, il milione
e mezzo di certificati per i decessi (tre per ogni decesso per 500.000 morti
l'anno). In tutto circa 6,5 milioni di certificati inutili che i cittadini
non saranno più obbligati a richiedere, con un grande risparmio di
tempo e denaro (si può stimare per difetto un risparmio di circa 40
milioni di euro l'anno). E' importante sottolineare, comunque, la prospettiva
certa della possibilità di una futura individuazione di ulteriori
misure relative ad ulteriori certificazioni sanitarie da sopprimere come pure
di altre pratiche sanitarie divenute obsolete mediante apposite intese tra
Stato, Regioni e Province autonome e autonomie locali da sancire in sede di
Conferenza unificata. Il ddl prevede inoltre la contestuale abrogazione di
tutta una serie di autorizzazioni sanitarie prescritte da disposizioni ormai
superate per le imprese di produzione e di lavorazione in campo alimentare.
Criteri per il trattamento dei dati sui pazienti nel Ssn (ogni soggetto
avrà un codice univoco che non consentirà l'identificazione dell'interessato). Altro aspetto rilevante
contenuto nel Ddl è l'introduzione di opportuni interventi per il
trattamento dei dati individuali sullo stato di salute destinati al
"Nuovo Sistema informativo sanitario (NSIS), interventi resi
necessari per l'entrata in vigore del "Codice in materia di protezione
dei dati personali", al fine di proseguire alcune finalità
di interesse pubblico quali la programmazione, la gestione, il controllo e la
valutazione dell'assistenza sanitaria. Registri di mortalità e
patologia riferiti a malattie di rilevante interesse sanitario
e sociale (come le patologie oncologiche) e registri di portatori di protesi
impiantabili. L'introduzione di tali registri è finalizzata a
garantire la raccolta dei dati sulla mortalità e incidenza delle
malattie ai fini di una corretta e più efficace programmazione e
valutazione dell'impatto degli interventi sanitari in accordo con le Regioni
e a monitorare gli interventi di protesizzazione effettuati sui pazienti.
Lotta all'abusivismo sanitario per la tutela del
cittadino. Il Disegno di legge è intervenuto in maniera decisa per
estirpare la dannosa pratica dell'esercizio abusivo della professione
sanitaria, soprattutto a danno della categoria professionale degli
odontoiatri dove si stima un'incidenza dell'abusivismo vicina al 25%. Il
provvedimento stabilisce che, in caso di condanna, il giudice disponga la
confisca delle attrezzature utilizzate da persone che hanno esercitato
attività sanitarie senza averne titolo. Previsione di percorsi
differenziati secondo sotto-specialità per le scuole di
specializzazione di area sanitaria, di durata non eccedente un biennio. In
questo senso viene data facoltà al Comitato si scienze mediche del
Consiglio universitario nazionale di provvedere alle
opportune modifiche agli ordinamenti didattici entro sei mesi dall'entrata in
vigore della legge, anche riaccorpando specializzazioni oggi esistenti.
Facoltà conferita alle Regioni e Province autonome di bandire con
urgenza un concorso straordinario per titoli di studio e professionali per la
copertura delle sedi farmaceutiche vacanti nel proprio territorio. Si tratta
di un intervento normativo di particolare attualità ed urgenza, per la
necessità, ormai non più differibile, di assicurare in tempi
brevi la copertura di oltre 500 farmacie private troppo a lungo rimaste in
attesa di assegnazione a causa della concreta impossibilità di
concludere in tempi ragionevoli le procedure concorsuali di assegnazione
previste dalla normativa fino ad oggi vigente (articolo 4 della legge 362 del
1991 e relativo DPCM. 30 marzo 1994, n, 298). Tali procedure comportano
infatti una duplice selezione dei farmacisti candidati sia per titoli di
studio e di carriera e titoli professionali sia attraverso una complessa
prova attitudinale, articolata in cento domande di farmacologia, tecnica
farmaceutica e legislazione farmaceutica. La nuova disciplina prevista dal
Ddl semplifica le procedure per questi concorsi straordinari (da bandirsi da
ciascuna Regione entro novanta giorni dall'entrata vigore della legge) in
quanto comporta una procedura di selezione per soli titoli di studio e
professionali, includendo nel relativo bando anche le farmacie vacanti per le
quali i Comuni interessati non abbiano deliberato il proprio diritto di
prelazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge. Sono
inoltre favoriti nel caso delle farmacie rurali i candidati più
giovani, poiché sono riservate ai concorrenti con meno di quaranta anni tutte
le sedi farmaceutiche rurali sussidiate. Nel rispetto dei principi
comunitari, sono previste equipollenze per le attività svolte in altro
Paese europeo. Altre norme: alcol e pediatri. Nel ddl è poi previsto
l'innalzamento da 16 a
18 anni dell'età sotto la quale è fatto divieto di
somministrazione di bevande alcoliche, nuove norme per facilitare la
prescrizione di farmaci "off label" (ovvero al di fuori delle
indicazioni terapeutiche registrate) e per l'implementazione dell'assistenza
pediatrica.
(
da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
(17:07) (13/12/2007
11:44) | MODENA: COSTI DELLA POLITICA, DIBATTITO IN
CONSIGLIO COMUNALE (Sesto Potere) - Modena - 13 dicembre 2007 - "Sui
costi della politica, tutti ci dobbiamo sentire impegnati e valutare dove sia
possibile razionalizzare per ridurli. Se l'ipotesi però è
quella di ridurre il numero degli assessori, è importante fare una
valutazione anche in termini di costi e benefici. Credo che effettuare
delle modifiche a oltre metà mandato sarebbe più un danno che
un vantaggio per la collettività". Così il sindaco di
Modena Giorgio Pighi ha risposto, in una delle passate sedute del Consiglio
comunale, all'interrogazione presentata da Baldo Flori e Paolo Ballestrazzi
di Modena a colori sul tema "riduzione del numero degli assessori".
Baldo Flori ha richiamato le recenti dimissioni dell'assessore alle Politiche
giovanili Elisa Romagnoli, sottolineando che "in questo modo, con 11
assessori, la Giunta secondo noi è squilibrata. Sarebbe opportuno un
riordino delle deleghe, alleggerendo il numero degli assessori, senza far
mancare l'operatività politica. Ad esempio
avevamo suggerito, in una proposta che poi fu respinta, di istituire
l'assessore alla Sicurezza, magari anche con un semplice incarico a un
Consigliere comunale, senza oneri per l'Amministrazione". Il Sindaco ha
ringraziato Flori per l'opportunità di discutere in sede istituzionale
un tema già affrontato in sede politica e ha
ribadito che "nell'attività amministrativa si fanno progetti e
attività, si impegnano energie e idee, si tessono relazioni e si
configurano obiettivi che sono collegiali, ma vengono gestiti singolarmente.
La nostra Amministrazione prevede un numero di assessori tra gli 8 e i 12,
proprio per rispondere a esigenze che possono variare. Non vogliamo fare
modifiche proprio per rispetto ai cittadini, perché alla fine del mandato
manca poco più di un anno e credo sarebbe controproducente".
Flori ha ringraziato il sindaco "per lo sforzo di avvicinamento al
merito della mia interrogazione" e ha replicato: "ho apprezzato la
franchezza e ne userò altrettanta. Non credo affatto che la
motivazione portata, il fattore tempo, sia la vera ragione del congelamento
della situazione. Vicino a noi, a Bologna, si sta discutendo di un nuovo
assetto della giunta e nessuno ha parlato di tempi oramai così
avanzati da non poter intervenire".
(
da "EUROPA.it" del 13-12-2007)
FEDERICO ORLANDO
Lunedì Torino s'è fermata otto ore per i funerali delle torce
umane dalla ThyssenKrupp. Ieri il consiglio dei ministri ha deciso di
accelerare le norme di prevenzione e repressione approvate in agosto. Forse
per maggio sarà possibile applicarle integralmente. Dieci mesi per
attuare decreti delegati in materia sensibile (anche se non
"eticamente" sensibile. Cosa volete che valga una vita perduta per
causa di lavoro?) Ha detto Prodi: "Il nodo è la prevenzione
". Ok, e nel 2008 i controlli aumenteranno del 30 per cento, coordinando
le Asl e gli ispettori del lavoro (che sono in rapporto di 1 a 1500 aziende). E fino ad
oggi, evidentemente, non sono stati coordinati. Forse sono scoordinati fin da
quando il primo baldanzoso centrosinistra nenniano e fanfaniano soppresse
l'Enpi, che controllava gli ascensori ma forse non era gran chè nella
prevenzione infortuni sul lavoro; però, insieme all'Inail (assicurazione,
cura, riabilitazione e rendite) e all'Enaoli (assistenza agli orfani) e
all'Anmil (assistenza ai mutilati e invalidi del lavoro), una rete la faceva
anche nel campo preventivo. Sempre a latere, s'intende, degli onorevoli
ispettorati del lavoro, non inutili e dunque non soppressi. Ora dicono al
ministero del lavoro che con la delega di agosto finanzieranno anche i corsi
nelle scuole (50 milioni più 40 previsti), con l'aiuto anche del Fondo
sociale europeo. Ne siamo contenti. Ma, se il ministro Damiano permette, mi
autoconvoco come testimone o ex "persona informata dei fatti", che
dice: quei corsi rischiano di servire a poco o a niente. Li ho visti da
vicino fin da giovanissimo laureato in legge, quando, in sede di primo
lavoro, ho fatto anche questo: corsi di istruzione nelle scuole ai figli di
contadini ed edili del Sud; e distribuzione ai papà e mamme di
occhiali antispiga e guanti antifalce per i mietitori, elmetti per gli edili,
cappelli di paglia per le contadine perché non beccassero un'insolazione. Risultati
incerti: gli studenti guardavano in aria, i papà non mettevano gli
occhiali e gli elmetti. In quegli anni si costruivano i Cto (centri
traumatolologici ortopedici) e gli ambulatori. Di Vittorio andava a
visitarli, anche Fanfani; Rampoldi e altri massimi ortopedici vi operavano;
nella tenuta di Rispescia (Grosseto) i figli dei contadini morti venivano
avviati a un'alta professionalizzazione. Ma il tallone d'Achille erano gli
ispettori, quelli degli enti e quelli dell'ispettorato. Pochi anche allora
per prevenire sul serio, anche quando non erano? consulenti delle aziende.
Quest'anno, dicono al ministero del lavoro, abbiamo ispezionato 137 mila
aziende; chissà quante altre ne hanno ispezionato le Asl. Ora i due
servizi ispettivi saranno coordinati da un'unica regìa, per evitare
che in un'azienda vadano in due e in altre nessuno. Ma perché solo ora? A
coordinarli saranno i presidenti delle Province, che, a occhio, non
dovrebbero sapere gran che di prevenzione infortuni. Ma al ministero del
lavoro assicurano che non è questione di sapere, ma di coordinare. La
parola magica è: sinergie. "Nelle norme di agosto (quelle in
quarantena), oltre al coordinamento ci sono anche forti elementi dissuasivi,
cantieri chiusi fino a 2 anni, milioni di euro per sanzioni non penali, fino
a 3 anni di carcere per le altre". Lo ricordava lunedì al
Messaggero il sottosegretario Montagnino. Ma attenti ai furbi, caro ministro.
Ricordo ? era un altro secolo, ma le abitudini sono rimaste ? quando venivano
da noi giovani i capi di certe aziende dicendoci: "Sono amico di
Renato". Come avessero detto: "Mi manda Lubrano ". Noi ci
fingevamo fessi e rispondevamo: "Quale Renato?". "Ma come, il
vostro presidente". "Ah, già. Cosa desidera?" "Che
mi abbassiate il premio assicurativo". "Ah, e come paghiamo i Cto,
le rendite, le temporanee, gli assegni funerari?". "Dotto', e ci
debbo pensare io?". L'Italia immortale ha anche questi connotati. E poi
ha i connotati dei governanti, destra, sinistra, centro. Come ha detto il
sottosegretario: "Perché c'è ritardo nel rendere operative misure
adottate da tempo? Perché abbiamo alle spalle 50 anni di norme, da
armonizzare per farle diventare testo unico ed efficace. Ma ce la faremo per
maggio". Maggio 2008. Cinquant'anni sono proprio quelli passati dai miei
"corsi" di infortunistica ai contadini e agli edili del Sud. E quarant'anni dalla distruzione, a opera del primo
centrosinistra ideologico, della rete assicurativa e prevenzionale degli
"enti inutili". Si voleva pianificare, uguagliare, uniformare nel
sistema sanitario
nazionale più ispettorato del
lavoro. Per arrivare all'agosto-dicembre 2007 senza pianificazione.
Però ? dicono ? nel resto d'Europa si muore di più, e
noi, toccandoci, non esitiamo a crederci. Forse anche per questo viaggiamo
meno oltralpe. E i ministri facciano in modo che non ci debbano andare i
nostri lavoratori. Magari per una crescita zero europea, aggravata da
cinquant'anni italiani di non decisioni.
(
da "EUROPA.it" del 13-12-2007)
REPORT DELLA CORTE
DEI CONTI Eurodeputati sotto accusa: spese troppo alte e ingiusti cate SILVIA
MARCHETTI Bruxelles Quanto guadagnano e quanto spendono al mese gli
eurodeputati? Bella domanda. Tra stipendio fisso, rimborso spese,
indennità, viaggi, diarie e assistenti è difficile quantificare
i soldi che periodicamente escono ed entrano nelle loro tasche. Soprattutto
quando mancano le ricevute. E così la Corte dei conti europea,
guardiana del bilancio comunitario, ha deciso di passare all'offensiva
chiedendo al parlamento di sospendere i pagamenti e di recuperare le cifre
erogate se i deputati non sono in grado di giustificare, con documentazioni
valide, tutti i costi sostenuti tra cui gli stipendi dei loro assistenti, che
nel budget parlamentare fanno la parte del leone. Basti pensare che nel 2006 l'emiciclo di
Strasburgo ha speso circa 132 milioni di euro soltanto per pagare i vari
collaboratori, portaborse e ghost-writer. Tra le varie voci di entrata, ogni
eurodeputato riceve ogni mese 15.496 euro per reclutare uno o più
assistenti e 3.946 euro per spese "generali" che riguardano la
segreteria e la gestione dell'ufficio, oltre a 279 euro
al giorno di indennità di presenza (il
cosiddetto "gettone" di presenza) per
coprire pasti e alberghi. Soldi che vengono aggiunti alla busta paga: oggi un
eurodeputato percepisce lo stesso stipendio di un deputato nazionale ma dal
2009, quando entrerà in vigore il nuovo statuto, gli stipendi non
saranno più a carico dei bilanci nazionali e tutti gli eurodeputati,
indifferentemente dal paese di origine, riceveranno la stessa somma (anche se
poi potranno optare per il vecchio sistema). La crociata a favore di una
maggiore stretta finanziaria, tra spese non documentate e viaggi fantasma, ha
origini lontane. Nel suo rapporto annuale la Corte dei conti scrive che,
già nel 1998, il problema era stato portato all'attenzione
dell'ufficio per le procedure amministrative interne dell'europarlamento. Nel
2004 le regole furono emendate per spingere i deputati a presentare i loro
resoconti di spesa ma nonostante le reiterate pressioni per il 2004 il
parlamento ha ricevuto solo il 27 per cento della documentazione richiesta,
mentre per il 2005 appena il 22.5 per cento delle carte. Lo scorso settembre
perfino l'ombudsman (il mediatore europeo) invitò i partiti politici a
presentare tutti i resoconti fiscali. Difficilmente, tuttavia, il parlamento
seguirà le indicazioni della corte dei conti e cederà alla sua
moral suasion. Il nocciolo del problema è politico e riguarda la
resistenza dei partiti a rendere pubbliche certe informazioni considerate
"personali". Nell'assemblea di Strasburgo sono di più coloro
che non vogliono rivelare quanto pagano i propri assistenti parlamentari, in
nome del rispetto della privacy, di chi invece sostiene una maggiore
trasparenza. Da una parte, i compensi degli eurodeputati dovrebbero essere
pubblici e quindi soggetti a controlli e supervisione, mentre dall'altra
esiste già un organismo interno (la commissione per il budget) il cui
compito dovrebbe essere proprio quello di vigilare contro le frodi e le spese
eccessive. Insomma, gran parte dell'europarlamento preferisce non fornire
cifre esatte, argomentando che i commissari e i funzionari Ue non sono messi
sotto la stessa lente di ingrandimento. Inoltre, stando a quanto riferisce un
portavoce di Strasburgo circa l'89 per cento delle spese totali sarebbero
già state giustificate e all'appello mancherebbero solo alcuni
eurodeputati, restii a presentare la documentazione richiesta. Ma non finisce
qui. La Corte dei conti ha bacchettato anche il comitato delle regioni per la
gestione del dossier "spese di viaggio". Teoricamente i rimborsi
dovrebbero essere riconosciuti solo su presentazione delle ricevute ma spesso
il comitato ha rimborsato i suoi funzionari anche sulla base di una semplice
nota scritta a mano da una agenzia di viaggi. E un'investigazione interna al
comitato ha scoperto che l'83 per cento delle cifre riportate erano
più alte degli effettivi prezzi dei biglietti emessi dalle compagnie
aeree. Ma anche qui la battaglia per la trasparenza si preannuncia dura.
(
da "Panorama.it" del 13-12-2007)
Italia -
http://blog.panorama.it/italia - Camera senza tetto: cancellate le promesse
anti Casta sugli stipendi Posted By matteo.durante On 13/12/2007 @ 16:46 In
Apertura#2, NotiziaHome, newsletter | No Comments A quelli della Casta il
tetto non piace. Non che desiderino vivere a cielo aperto, solo non gli va
che qualcuno (che siano i cittadini indignati o i senatori avveduti) metta il
naso e un limite sui loro stipendi. Insomma: alla Camera è stato
tagliato il taglio che il Senato aveva approvato sugli emolumenti dei manager
pubblici. A scriverlo, sulla prima del [1] Corriere della Sera, sono stati oggi gli autori del best seller scandalo (per il
contenuto, sia chiaro) del 2007: Sergio Rizzo, Gian
Antonio Stella. Che raccontano come sia successo che il "tetto agli
stipendi d'oro sia stato soppresso. D'ora in avanti i grand commis pubblici
potranno guadagnare anche di più. Alla faccia di tutte le promesse
intorno al bisogno di sobrietà". La norma passata a
Palazzo Madama (art. 144 della Finanziaria 2008), sull'onda dell'indignazione
popolare (dopo le rivelazioni contenute nel libro dei due giornalisti del
Corsera e in quello dei due senatori [2] Massimo Villone e [3] Cesare Salvi,
autori del [4] I costi della democrazia) e con un certo malessere di alcuni
esponenti della stessa maggioranza, prevedeva che tutti gli stipendi pagati
con soldi pubblici non potessero superare lo stipendio del primo presidente
della Corte di Cassazione, vale a dire 274 mila euro all'anno. Poi, da
lì, è stata una serie infinita di correzioni e riscritture.
Prima sono stati esclusi dal tetto tutti i contatti di natura privatistica già
in corso. Correzione più che giusta: nessuna norma può essere
retroattiva, sarebbe incostituzionale. Poi un'ulteriore modifica. Per i
manager con contatto di diritto pubblico lo stipendio verrà ridotto
gradualmente: 25% l'anno in modo che nel giro di quattro anni si arrivi al
famoso tetto. L'ennesima deroga? Dal tetto restano escluse le Authority, gli
Organi costituzionali, i contratti d'opera (per capirci, quelli dei
presentatori Rai o dei superospiti di Sanremo), le società quotate e
le attività di natura professionale. Ancora una: solo venticinque
altissimi dirigenti pubblici in tutto il Paese e per un periodo limitato
potevano guadagnare più di 275 mila euro l'anno. Tutti gli altri,
sotto. Sotto fino a quando, con la Finanziaria in discussione a Montecitorio,
non sono cominciati i tagli veri e propri alla norma. Per esempio: per la
Banca d'Italia, le Autorità indipendenti e le amministrazioni dello
Stato si dovrà applicare il tetto alle retribuzioni, ma doppio
rispetto a quello del primo presidente della Corte di Cassazione. Quindi, il
limite massimo sarà di 548 mila euro. A volerlo è stata la Rosa
nel Pugno, con un emendamento del capogruppo Roberto Villetti. E la
Commissione Bilancio della Camera lo ha approvato. Commissione che, per bocca
del presidente Lino Duilio, si è così giustificata:
"Nessuno stravolgimento, nessun arretramento" sul tetto agli
stipendi dei manager pubblici. Al contrario, la Commissione ha "solo
perfezionato il testo del Senato per consentirgli di reggere nel tempo e di
regolare efficacemente la molteplicità delle situazioni reali".
Molteplicità. qui pare che a moltiplicarsi sono, nonostante le
promesse, gli euro che i boiardi dello Stato continueranno a portarsi a casa,
come dice il senatore Villone: "Si introducono meccanismi che consentono
emolumenti che viaggiano addirittura verso il milione di euro all'anno.
C'è da vergognarsi". E se lo dice un senatore.
(
da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del
13-12-2007)
">stampa |
chiudi 13 dicembre 2007 Bellin e la scelta a due ruote Giovane e ambizioso,
come la Lpr, Maurizio Bellin racconta la sua passione: "Da quando
correvo da esordiente non mi sono più fermato, nemmeno quando ho
dovuto scegliere tra università e ciclismo" MILANO, 13 dicembre
2007 - Il vecchio che si chiamava Santiago , che era magro e scarno e aveva
rughe profonde alla nuca, e che non pescava un pesce da 84 giorni. Il giovane
che si chiamava Manolo , che ogni mattina faceva visita al vecchio, e che
alla fine pescò un pesce Magoo . E il mare, che era tropicale, mai
banale, semmai fatale. Maurizio Bellin sta leggendo "Il vecchio e il
mare" di Ernest Hemingway . Diciamo la verità: infinitamente
meglio di un articolo di Marco Pastonesi sulla " Gazzetta dello
Sport", anche se presto gli toccherà digerire pure questo. Bellin
, la partenza? "Mio padre Valentino. Amava la bici, correva da amatore,
e anche se è morto quando avevo solo due anni, l'amore per il ciclismo
me l'ha trasmesso lui. E poi mia madre Leonia. Quando è morto mio
padre, si è fatta in quattro: tre lavori e la famiglia. Lavorava a un
asilo-nido, stirava e faceva la pulizie in un'altra casa, poi si dedicava a
mia sorella Georgia e a me. Una vita da gregario". Poi? "Ho cominciato
a correre a sei anni, ma a otto avevo già smesso. Mia madre non aveva
il tempo per accompagnarmi e seguirmi. Ho ricominciato da esordiente, quando
ad accompagnarmi e seguirmi ci pensava una squadra. Da allora non ho
più smesso. Neanche quando ho dovuto scegliere tra università e
ciclismo. Ho chiesto il permesso a mia madre, ed è stato
ciclismo". Passista veloce, vero? "Suona bene, ma è una
mezza fregatura. Non abbastanza veloce per essere velocista, non abbastanza leggero
per essere scalatore, non abbastanza fondista per essere cronoman. Ma
abbastanza veloce, leggero e fondista per essere un buon uomo-squadra.
Passato professionista, all'inizio del 2006, non mi sono mai risparmiato
nell'aiutare i compagni. Qualcuno mi ha detto: se tu non avessi esagerato in
lealtà, se tu fossi stato più egoista, se tu avessi pensato di
più ai risultati". Già: risultati? "Se si guardano
solo i risultati, ho combinato poco. Ma nel ciclismo c'è dell'altro,
per esempio la stima del team manager, del direttore sportivo e, appunto, dei
compagni. Comunque, nel 2006 un quarto e un settimo posto in Messico al Tour
di Chihuahua, e un undicesimo al Giro della provincia di Lucca. E nel 2006 un
settimo posto alla Ronde van Drenthe. La chiamano la Roubaix olandese: una
quarantina di chilometri di pavè, e poi gente, cielo, polvere, sei in
fuga davanti, e io che ho vinto la volata del gruppetto inseguitore. Ho
ottenuto anche un tredicesimo posto nella classifica finale del Tour du
Picardie: quinto fino all'ultima tappa, poi sono caduto, e con me sono cadute
anche le speranze di un podio". E quel Chihuahua? "Partito
prevenuto, tornato felice. Un viaggio fantastico: si correva per metà
nel deserto, per metà in altura, tra sperduti villaggi di
"campesinos". Ma l'organizzazione era ottima, con alberghi a cinque
stelle e una piscina, e un lotto di partecipanti all'altezza, quattro squadre
europee più canadesi e americane. C'erano anche i cactus e i cani dela
razza Chihuahua, quelli piccoletti, che morsicano quando si spaventano, e celebrati
con monumenti come se fossero eroi". E il 2008? "La Lpr-Androni si
è fusa con la Tenax, il mio contratto in scadenza è scaduto. Ho
trovato un posto nella neonata Katay: team manager Iacovozzi, direttore
sportivo Salutini, fra i corridori Callegarin, Rizza,
Quadranti e Zampilli. Ingaggio per un anno, poi si vedrà. Penso
positivo: sono ancora fra i professionisti in un periodo difficile, non pago
per correre ma corro per essere pagato. E trovo del positivo anche se penso
negativo: c'è un posto di lavoro all'Androni che mi aspetta, e non da
corridore". Le dispiacerebbe? "Da matti. Ma, siccome sono
ragioniere, cerco di ragionare. Nel ciclismo il mercato è in grossa
difficoltà, paga 10 anni dal caso Festina all'Operacion Puerto in cui
ha perso potere e credibilità. Ho letto che nel 2002 era al secondo
posto per sponsorizzazioni dietro al calcio, adesso è dietro anche a
golf e pallavolo. La vedo come una piramide che sprofonda: i campioni si
devono accontentare di guadagnare un po' meno, gli altri di sopravvivere, ma
la base sparisce". Che fare? "Continuo con i miei principi: andare
avanti soltanto con la forza delle mie gambe. E se è poca rispetto a
quella degli altri, pazienza. Ma, credetemi, quanto a pulizia, il ciclismo
sta facendo passi da gigante: se avessi un figlio innamorato della bici, non
avrei nessun dubbio e lo aiuterei a correre. Però la gente al bar
ancora non lo sa che il vento è cambiato". Lei si allena anche
con Basso. "Siamo un bel gruppo: Noè che detta percorsi e ritmi,
poi Bailetti, Marzano, Callegarin, Andriotto, Nardello, Wegelius...
C'è anche Basso. Mi consiglia come allenarmi, mi spiega quando
riposare, mi ha trovato perfino uno sponsor tecnico per le scarpe".
Marco Pastonesi.
(
da "AprileOnline.info" del
13-12-2007)
Alfiero Grandi*, 13
dicembre 2007 L'analisi
La casa, le imprese e i lavoratori sono i principali "fronti" su
cui si è concentrato l' impegno del governo per rilanciare il Paese.
In sostanza una manovra che segna un cambiamento importante rispetto al
passato, sebbene molto rimanga ancora da fare. A questo dovrà
contribuire la Sinistra arcobaleno Il testo della finanziaria 2008 è,
ormai, stabilizzato. Si può solo approvarlo o respingerlo e l'auspicio
è, ovviamente, che venga approvato con il voto di fiducia alla Camera
e, successivamente, al Senato. Un testo così ampio -e ad accrescerlo
hanno contribuito prima il Senato, poi la Camera- è sempre difficile
da sintetizzare. Questo pone un problema politico non nuovo, ma tuttora
irrisolto: l'esigenza di interrompere la serie delle finanziarie-monstre,
vale a dire troppo ampie, e appesantite da micro-norme e micro-interventi. Se
si vuole far capire al Paese come si intende caratterizzare la politica economica per l'anno successivo, è
necessario che la finanziaria, in futuro, venga ristretta alle scelte di
fondo, escludendo le normative e lasciando ad atti successivi l'attuazione degli
interventi "minori". Non so se l'immagine che De Rita offre
dell'Italia, come di una società atomizzata, sia del tutto giusta,
forse la situazione reale è un po' più complicata, tuttavia,
è certo che se le sedi di responsabilità politica
vogliono contribuire a riunificare il Paese e a dargli un indirizzo, un
orizzonte per il futuro, debbono sforzarsi di indicare con chiarezza gli
elementi di fondo, evitando sparpagliamenti. In questa finanziaria i due
aspetti coesistono, ma per delineare quelli di fondo occorre
"estrarli" da un insieme troppo ampio, non sempre, facilmente,
comprensibile a tutti e che a volte mette in difficoltà perfino gli
addetti ai lavori. Questo è un problema politico serio, perché alle
difficoltà del Governo si sommano le difficoltà del Parlamento.
Tornando, però, al merito, vedo questi grandi capitoli da valorizzare
perché la finanziaria segna indubbiamente una novità, una svolta.
Forte di un'impostazione precedente che, dal maggio 2006, ha già
messo in sicurezza i conti pubblici e quindi garantisce il risanamento, ora
la finanziaria 2008 ridistribuisce risorse, rafforzando misure che già
in questo anno sono entrate in vigore, come gli interventi per gli incapienti
e le pensioni basse per circa 4 miliardi di euro. Ci sono per il 2008 tre
grandi blocchi sui quali si interviene. Il primo è la casa dove si
sommano la riduzione ICI per la casa di abitazione, la detrazione per chi ha
la prima casa in affitto, le misure a favore dei giovani che vogliono
rendersi autonomi e gli interventi per riprendere una partecipazione
pubblica, che manca da anni, che sia in grado di offrire case in affitto a
prezzi accessibili a chi ha redditi troppo bassi in relazione agli attuali
prezzi di mercato. Nell'insieme la manovra 2008 impegna oltre due miliardi di
euro per la casa, in gran parte di riduzione della pressione fiscale. Il
secondo blocco è rivolto alle imprese e segue idealmente la riduzione
del cuneo fiscale, già entrato in vigore. La riduzione dell'aliquota
IRES al 27,5 per cento viene autofinanziata dal sistema delle imprese e con
le modifiche della Camera, che si aggiungono a quelle introdotte dal Senato,
è ormai certo che in questo ambito le piccole e medie imprese saranno
avvantaggiate e spinte a investire i loro profitti nell'impresa. Inoltre, per
un milione di aziende, considerate marginali, tutto sarà più
semplice e conveniente. Il terzo blocco riguarda i lavoratori, e le misure
sono di diverso tipo. C'è, ad esempio, il credito di imposta, inserito
al Senato, che punta a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nel
Sud, con un'attenzione particolare al lavoro femminile. Oppure, le riduzioni
fiscali già decise, per circa mezzo miliardo di euro,a favore dei
lavoratori dipendenti, con in più l'impegno a utilizzare l'extragettito
fiscale 2008 per la riduzione della tassazione sui lavoratori dipendenti.
Scommetto - personalmente - che nel 2008 ci sarà un extragettito che
potrà confluire nel fondo istituito dalla Camera per favorire questa
ridistribuzione fiscale. L'extragettito è molto probabile
perchè parte delle misure per la lotta all'evasione e all'elusione,
stanno entrando in vigore proprio ora e gli effetti si vedranno meglio in
futuro. La Camera ha anche aggiunto interventi per le famiglie numerose, che
si sommano a quelli, socialmente importanti, a favore di vari settori deboli
della società. Nella manovra per il 2008 ci sono novità in
materia di ricerca ed università, anche se le esigenze sono maggiori
delle novità, ma il cono d'ombra del 2007 sembra allontanarsi grazie
alle prime misure che dovrebbero in futuro diventare il primo nucleo di una
scelta forte in materia di scuola, università e ricerca, per portare
l'Italia ad essere più competitiva nel sapere, oltre che nelle merci.
Sono previsti investimenti in vari settori, così come c'è il
finanziamento del protocollo sul welfare. Anzi, c'è qualcosa di
più, perché la Camera ha introdotto una norma che avvia gli
"ammortizzatori sociali" anche per CO.CO.CO. e CO.CO.PRO. Ci sono
poi altre scelte politiche di rilievo, come un forte
intervento per ridurre i costi della politica, i
costi del funzionamento della pubblica amministrazione e delle istituzioni,
mettere un tetto e dare trasparenza alle retribuzioni dei dirigenti pubblici,
da tempo fuori controllo e non sempre congrue. Queste riduzioni hanno tra
l'altro, consentito di evitare che nel 2008 tornassero i ticket sanitari.
Aggiungo che anche la class action, o azione collettiva, è una
novità importante perché aiuta i cittadini a mettersi insieme per
difendersi meglio dalle truffe, dallo strapotere di troppe aziende di
servizi. Contro l'introduzione di questa novità ci sono state forti
resistenze. Purtroppo, Confindustria si è collocata in un fronte
conservatore e tuttavia, ormai è certo, la class action, diventerà
legge dello Stato con una procedura convincente: il Senato ha introdotto la
norma e la Camera l'ha perfezionata, senza stravolgerla. C'è poi un
pacchetto di misure ambientali importanti che vanno dalla conferma della
detrazione al 55 per cento delle spese per ristrutturazioni edilizie ad alta
qualità ambientale, fino ad interventi che in vario modo investono
sull'ambiente, a cominciare dalla riduzione di emissioni di CO2. Cito per
tutte la proposta di alimentare, con decisioni volontarie, un fondo per
l'ambiente attraverso il pagamento di un centesimo in più per ogni
litro di benzina e gasolio, riprendendo una felice intuizione che ha
permesso, in altri paesi, di lasciar camminare in avanti le avanguardie
ambientali più sensibili che oggi hanno dimensione di massa. Di rilievo
gli interventi per impedire il riformarsi di precariato nella pubblica
amministrazione e, nello stesso tempo, dare risposte ai lavoratori precari,
anche se, purtroppo, non a tutti, e agli LSU, anche l'impegno di assumere
quasi tutti gli idonei all'Agenzia delle Entrate e all'Agenzia delle Dogane
è importante per rafforzare l'apparato di controllo e lotta
all'evasione. Vale la pena ricordare l'articolo introdotto alla Camera, che
consente al Governo di intervenire per ridurre i prezzi al consumo dei
prodotti petroliferi con il fine di calmierare il mercato. Il trasporto
pubblico locale è finanziato con modalità che dovrebbero
evitare in futuro l'ansia di trovare ogni anno, ex novo, risorse. Con gli
Enti locali e le Regioni il patto di stabilità interno risulta meno severo
di prima, e questo dovrebbe consentire qualche spazio di manovra in
più, in particolare ai Comuni, a favore dei quali sta procedendo il
decentramento dei poteri in materia di catasto. Sostegno alla produzione
cinematografica italiana, interventi per alleggerire l'aumento del costo dei
mutui a tasso variabile per le famiglie, misure per il controllo dei prezzi e
per scoraggiare le speculazioni, interventi in materia di sicurezza. Questo
è un tentativo di sintesi della finanziaria 2008, una manovra che non
toglie e invece da, e non è poco. Detto questo, non tutto è a
posto, ci sono scelte appena accennate, come quella sulla restituzione
fiscale ai lavoratori dipendenti, o l'apertura di una fase nuova in materia
di scuola, università, ricerca. Soprattutto, resta una sproporzione
tra l'esigenza di maggiore equità e giustizia o di scelte più
forti per l'ambiente e le risorse oggi disponibili. Per fare crescere le
risorse occorre che cresca il Paese, la sua competitività. Per fare
crescere la competitività occorre una forte valorizzazione del lavoro,
degli investimenti e anche un sistema di imprese meno alla ricerca di sconti
e più impegnato a scommettere sul futuro e su un patto positivo con il
lavoro, a partire dalla crescita dei salari. Scelta ormai inderogabile. Per
reggere le sfide di questa fase il Governo e la maggioranza, debbono
riprogettare insieme le priorità. La questione non è cosa manca
o non è sufficiente nella finanziaria 2008, anche se c'è pure
questo, ma soprattutto il farsi carico di delineare una proposta forte che
ridia fiducia nel futuro, partendo da quello che c'è nella
finanziaria, ma senza accontentarsi. Parlare al Paese, parlare di futuro,
scegliere con nettezza. Scegliere ad esempio di tassare tutte le rendite
finanziarie almeno con un'aliquota unica al 20% per rendere meno conveniente
un uso solo finanziario della ricchezza e riequilibrare il prelievo tra i
redditi. Questo richiede un di più di quanto c'è oggi, e questo
di più è la capacità di rimotivare la coalizione di
centro sinistra, di ridare senso all'azione di Governo. Evitare slabbrature o
una crisi è un'azione importante, ma per evitare un logoramento
progressivo, occorre un colpo d'ala e la Sinistra/Arcobaleno deve contribuire
in modo decisivo a darlo. *Sottosegretario all'Economia e Finanze.
(
da "Sestopotere.com" del
13-12-2007)
(22:54) (13/12/2007
19:08) | CONSIGLIO PROVINCIALE DI FORLI'-CESENA , LA CRONACA (Sesto Potere) -
Forlì - 13 dicembre 2007 - A seguire pubblichiamo la cronaca
definitiva della seduta odierna del consiglio provinciale di
Forlì-Cesena, a lavori appena conclusi:
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Gettone di presenza consiglio provinciale
pro-vittime incidenti Thyssenkrupp FORLI' - La Presidente del consiglio Bruna
Baravelli ha ricordato i fatti della recente tragedia sul lavoro accaduta a
Torino, nella fabbrica Thyssenkrupp (che è costata la vita a 4 ragazzi
ed ha causato numerosi feriti) , ed ha altresì ricordato la piaga
delle morti bianche che colpisce non soltanto il Nord Italia ma anche la
nostra regione (l'Emilia-Romagna è in testa , dopo la Lombardia, nella
classifica nazionale degli incidenti sul lavoro). "Già l'anno
scorso ci trovammo a ricordare una situazione analoga, mai avrei immaginato
di dovermi trovare nella stessa situazione. Il problema è grave. Siamo
come in guerra e in segno di vicinanza alle famiglie dei quattro lavoratori
deceduti a Torino chiedo venga celebrato un minuto di silenzio". Il
consigliere di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei
liberali Fabio Dellamotta ha chiesto di devolvere il gettone
di presenza della seduta odierna alle famiglie degli scomparsi. Il
capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta è
intervenuto dicendo: "Chiedo a tutti i partiti di adoperarsi
affinchè , al di là degli impegni assunti nella seduta di oggi,
tutte le forze politiche in ogni sede si possano attivare al fine di
perseguire una politica diversa in favore dei lavoratori e per la
sicurezza nei luoghi di lavoro". Il presidente della giunta provinciale
Massimo Bulbi conferma che la cifra equivalente al gettone di presenza dei consiglieri della seduta odierna è in
effetti disponibile.
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Aeroporto di Forlì, via libera all'aumento quota del capitale sociale
Seaf FORLI' ? Posto in votazione l'aumento quota del capitale sociale Seaf ,
dopo che la Sab di Bologna ha ridotta la sua partecipazione in vista
dell'uscita definitiva. La parte azionaria non sottoscritta verrà
rivelata da Comune e Camera di Commercio ( ma non dalla Regione
Emilia-Romagna che detiene già il 25, 02% ed è vincolata da
stringenti normative ). Nella compagine societaria il Comune di Forlì
passerà dal 26,8% al 38,7%, la Camera di Commercio di Forlì-Cesena
dal 5 al 6,6% e la stessa Provincia dal 5% (prima era il 2,5%) al 10%. Con un
investimento ulteriore che oggi ammonta a 154.937,40 euro e sarà
finanziato con quota parte dell'avanzo di amministrazione derivante dal
rendiconto 2006. La delibera ? inserita d'urgenza all'ordine del giorno
poiché dovrà essere approvata entro il 2007 - è stata
illustrata dall'assessore Luigi Sansavini che fra l'altro ha dichiarato:
"Ci sono importanti progetti di sviluppo. L'aeroporto di Forlì
dovrebbe diventare uno dei scali commerciali più importanti d'Italia
assieme a quello di Bergamo." Il capogruppo di Forza Italia - verso il
Nuovo partito dei moderati e dei liberali Stefano Gagliardi ha ricordato la
posizione del suo partito nel merito, ha inserito la Seaf nel novero delle
consociate a maggioranza pubblica che come altre (E-Bus, Sapro, Serinar)
accumula negli anni deficit clamorosi: "Il problema non è la
struttura in sé, anzi, il Ridolfi è un piccolo 'gioiello' tecnologico.
Gli stessi organismi revisori della Seaf hanno constatato che il vero
problema è costituito dal disinteresse del sistema territoriale e
degli amministratori che non hanno saputo o voluto fare rete. Gli enti locali
confinanti non si mobilitano: il Comune di Cesena detiene un misero 2,5%. Le
categorie economiche del comprensorio? parlano bene e poi razzolano male. Non
partecipano alla gestione. Le adesioni di principio in favore dell'aeroporto
di Forlì credo siano soltanto una mozione ideologica e di bandiera. In
realtà, il centrosinistra , che in tutti questi anni ha dovuto affrontare
il problema dalle poltrone delle amministrazioni locali, ha miseramente
fallito. Un esempio? Rifiutando , ancora pochi anni fa, le offerte
ultramilionarie in euro presentateci da Ryanair?". Il capogruppo del PRI
Giovanni Lucchi ha subito dichiarato che "Dell'Aeroporto di Forlì
il nostro territorio non può e non deve fare a meno. Ma è
necessaria un'azione politica forte, mettere in campo sinergie vere,
convocare un tavolo di concertazione fra tutti i soggetti , compresi gli enti
locali che fra l'altro sono governati dalle stesse forze politiche, che
garantiscono la crescita economica del territorio". Il consigliere
Leonardo Zavalloni (PD) ha aggiunto: "Molti soggetti del territorio,
soprattutto quelli della costa sono ancora assenti, e mi spiace che il Comune
non abbia ancora svolto quell' azione di traino da alcuni certamente attesa.
Saluto con favore l'iniziativa della Provincia che adesso può giocare
un ruolo di coordinamento. Auspico il coinvolgimento del Comune di Cesenatico
già aderente alla società Promozione Turismo". Ha preso la
parola anche il consigliere di Forza Italia Fabio Dellamotta : "Soltanto
seguendo i fatti di cronaca che riguardano il trasporto aereo in regione
è sin troppo facile constatare che molti soggetti non credono nello
sviluppo del Ridolfi e , magari, scelgono di investire nello scalo di
Rimini!". Il consigliere Luca Bartolini (An) "seppure fra mille
critiche" annuncia il voto favorevole del suo partito: "In coerenza
con la posizione assunta da sempre a sostegno dell'aeroporto di Forlì.
È un patrimonio inestimabile della città non soltanto per il
territorio forlivese, ma anche per tutta la parte 'alta' della Romagna. E'
una struttura importante, indispensabile, che ci avvicina alle capitali di
tutta Europa". Bartolini caldeggia l'ingresso in Seaf degli enti locali
del ravennate e allo stesso tempo, però, non si esime dal criticare la
scelta di coloro (la stessa giunta regionale) che parlando di aeroporti
emiliano-romagnoli lanciano segnali "discordanti , a tutto vantaggio? delle
compagnie di volo e non certo in favore dell'utente finale o delle
società di gestione". Il consigliere Rotilio Biserna del Gruppo
della Libertà/Gruppo Misto afferma: "Possiamo essere d'accordo
nel sostenere il rilancio e la difesa dell'aeroporto Ridolfi. Ma ne faccio
però una questione di metodo: c'era tutto il tempo utile per discutere
l'argomento, dibatterlo in commissione , far convocare il consiglio di
amministrazione? e invece? la delibera viene presentata oggi con i criteri
d'urgenza e intanto slittano le misure da adottare per ammodernare le
infrastrutture., mettere in sicurezza le strade. Certamente qualcosa si muove
nell'ambito dell'aeroporto Ridolfi, ma il 'buco' di gestione rimane! E i
soggetti che potrebbero impegnarsi di più (Cdc e AssoIndustriali) si
tirano indietro , gli enti locali del comprensorio non ritengono opportuno
intervenire, i vari soggetti del turismo (soprattutto l'AssoAlbergatori) non
vogliono fare il salto di qualità e la stessa Sab di Bologna , assieme
alla Regione, annunciano di volersi defilare". Il consigliere Orazio
Manuzzi (Pd): "Abbiamo ascoltato oggi un modo 'strano' di ragionare:
tutti (o quasi: se si esclude An) nelle fila dell'opposizione si dicono
d'accordo nel voler sostenere una struttura utile per il territorio e alla
fine, al momento del voto, tirato indietro la mano. Nel loro ragionamento ?
dice Manuzzi rivolto ai consiglieri di Forza Italia ? non viene preso in
considerazione un dato di fatto: il Ridolfi di oggi non vive più i
problemi di 10 anni fa". Il consigliere Orazio Manuzzi ha difeso
fortemente il piano industriale della Seaf , sottolineato il progetto della
patrimonializzazione dello scalo , stigmatizzato il ruolo giocato
dall'opposizione ("meramente critico e strumentale") e ricordato
all'aula "il lavoro svolto dalla giunta provinciale verso una maggiore
aggregazione e concreto coinvolgimento degli enti locali all' interno del Cda
della Seaf". Il capogruppo del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio
Poeta è intervenuto sottolineando un aspetto: "Tutti gli
aeroporti presentano una gestione in deficit, non soltanto il Ridolfi di
Forlì. Tocca alla proprietà ricapitalizzare e , con le forze a
disposizione, consentire l'andamento delle attività Forse, in
precedenza, c'è chi ? non solo nella classe politica ma anche nella
classe sociale ed economica locale ? non ha creduto fino in fondo a questa
struttura". L'auspicio di Piergiorgio Poeta è che i tanti
soggetti istituzionali , associativi ed economici del territorio decidano di
impegnarsi con capitali propri per ripianare il bilancio e garantire
investimenti". Anche il capogruppo del PRC s'è detto rammaricato
che non si sia affrontato l'argomento in commissione, coinvolgendo il Cda
della Seaf. Il capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore ha sollecitato l'intervento
del presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi: "Soltanto lui ha
la massima responsabilità istituzionale in materia e dunque si
dovrebbe prendere l'impegno di svolgere in tutti i modi il coinvolgimento
degli enti locali della nostra provincia ed anche delle associazioni (come
Cdc e AssoIndustriali) nella gestione della Aeroporto di Forlì".
Il capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno) Stefano Brigidi s'è
detto rammaricato del fatto che la delibera non sia stata preceduta da un approfondimento
in Commissione: "era un passaggio quasi obbligato" e poi ha
rilevato che: "l'assenza del sistema imprenditoriale locale nel
consiglio di amministrazione della Seaf determina il primo problema.
Scontiamo un'assenza quasi completa del 'capitale privato' nella gestione del
Ridolfi? e questo dovrebbe far riflettere. Quelle assenze, forse, indicano le
ragioni del mancato coinvolgimento di altri soggetti: semplicemente non ci
credono, non sono disposti a scommettere sullo sviluppo dello scalo. E la
guerra all'ultimo volo fra Forlì e Rimini , certamente, non aiuta.
Alla fine, qualcuno ci rimetterà le penne!". Anche il presidente
della giunta provinciale Massimo Bulbi è intervenuto ricordando che:
"Nelle società di capitale il socio che detiene la maggioranza
delle azioni è chiamato a giocare il principale ruolo di coordinamento
e nel caso della Seaf si tratta del Comune di Forlì. Ugualmente , la
Provincia di Forlì-Cesena sostiene il progetto e lo dimostra con i
ripetuti aumenti quota". Bulbi si dice convinto che l'ingresso nella
compagine sociale della Seaf da parte degli enti locali siano necessario a
prescindere dalla singola quota di sottoscrizione: "Il confronto con i
sindaci (della Riviera e delle Terme, in primis, ndr) è aperto,
chiediamo l'adesione al progetto, chiediamo loro di entrare nella
società , successivamente potranno rilanciare la loro presenza aumentando anche le quote!" spiega Bulbi ,
che inoltre spezza una lancia in difesa del mondo imprenditoriale ed
economico locale: "Gli imprenditori attendono un segnale chiaro del
mondo politico prima di partecipare allo sviluppo del progetto che comunque
dovrà entrare in funzione al massimo delle potenzialità
rafforzando le infrastrutture collaterali ed i servizi (strade, ristorazione
e offerta alberghiera, ndr)". Il capogruppo del PDCI (Sinistra
Arcobaleno) Agostino Mantegazza , che auspica l'approfondimento del dibattito
in Commissione, ha dichiarato: "L'aeroporto Ridolfi o diventa un grande
investimento per l'intero territorio provinciale oppure non ha senso che esista
così com'è". Anche il capogruppo del PDCI ha caldeggiato
l'ingresso nella compagine societaria dei soggetti economici e sociali del
territorio, a partire dagli Albergatori della costa. VOTO SULLA DELIBERA
Sì: Pd, Prc , Pdci e An. No: Fi. Astenuti: GdL, Pri e Verdi. DELIBERA
APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Romagna Acque società delle Fonti, modifica della convenzione e dello
Statuto FORLI' ? Il dibattito sulla delibera ? presentata in aula
dall'assessore Maurizio Castagnoli - di modifica della convenzione e dello
Statuto di Romagna Acque società delle Fonti Spa (così come
chiedeva a termini di legge il dettato nazionale) ha innescato oggi le osservazioni
del capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati e dei
liberali Stefano Gagliardi che fra l'altro ha ricordato come "a
parità di ruolo nell'assetto societario le tre province romagnole in
realtà sopportino un impatto e una serie di responsabilità del
tutto diverse" e ha chiesto lumi sulle "maglie larghe delle norme
statutarie che permetterebbero ai soliti noti di partito" di far oparte
del Cda. . L'assessore Maurizio Castagnoli ha promesso che la materia della
gestione e dell'utilizzo delle risorse idriche sarà approfondita in
una seduta di Commissione ad hoc. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc e
Pdci. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e Verdi. DELIBERA APPROVATA A
MAGGIORANZA. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Approvato il programma del Diritto allo studio del 2007-2010 FORLI' ?
Approvata la delibera che recepisce il programma degli indirizzi regionali e
determina il programma provinciale per il diritto allo studio nel triennio
2007-2010. Si tratta di un documento programmatorio che non comporta
nell'immediato oneri a carico del bilancio provinciale. La delibera è
stata illustrata dall'assessore Margherita Collareta. E' intervenuta la
consigliera del gruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei moderati
e dei liberali Vittoria Bertaccini: "Si tratta di un programma del
Diritto allo studio che fa acqua da tutte le parti e non riconosce i meriti
degli studenti effettivamente meritevoli". Rilievo , per altro
contestato e respinto, dall'assessore Collareta. VOTO SULLA DELIBERA
Sì: Pd, Prc , Pdci e Verdi. No: nessuno. Astenuti: Fi, An, GdL e Pri.
DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Approvata l'adesione alla Fondazione Renato Serra di Cesena FORLI' ?
Approvata la delibera - illustrata in aula dall'assessore alla Cultura Iglis
Bellavista - di adesione della Provincia di Forlì-Cesena (come 'socio
ordinario') alla Fondazione Renato Serra con sede a Cesena , con una quota di
ingresso (e per gli anni a seguire) che ammonta a 10 mila euro. E'
un'adesione che nasce al pari dell'adesione già garantita in ambito
culturale alla Fondazione 'Diego Fabbri' di Forlì ed alla Tito
Balestra di Longiano. In fase di dibattito sono intervenuti con posizioni
differenziate i consiglieri Rotilio Biserna del Gruppo della
Libertà/Gruppo Misto, Elide Urbini e Otello Brighi del Gruppo Pd, il
capogruppo di AN Vittorio Dall'Amore e il capogruppo del Pri Giovanni Lucchi.
L'assessore alla Cultura Iglis Bellavista ha spiegato che annualmente la
giunta provinciale deciderà con quale quota (minore o maggiore)
rinnovare l'adesione. VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e
An. No: nessuno. Astenuti: Fi, GdL e Pri. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Nuovo regolamento per l'accesso alla professione di trasportatore FORLI' ?
Approvato il regolamento ? in ottemperanza alla normativa nazionale che
recepisce la direttiva Europea ? per il conseguimento dell'idoneità
professionale per l'accesso alla professione di trasportatore su strada di
merci per conto terzi e di viaggiatori su strada nel settore dei trasporti
nazionali ed esteri. Sono intervenuti i capigruppo Giovanni Lucchi (Pri),
Stefano Gagliardi (Fi), Fabio Dellamotta (Fi) che hanno bollato la delibera
come "un inutile e bizzarro balzello europeo, un aggravio
burocratico" e Piergiorgio Poeta (Prc) ed Ettore Stacchini (Pd) che
hanno ricordato (il primo) come sarebbe stato utile introdurre anche il
controllo dell'idoneità dei lavoratori, e (il secondo) come la
disposizione nasca anche dall'accordo sottoscritto dalle associazioni di
categoria e in linea con il criterio che "chi conduce aziende (i
cosiddetti 'padroncini', ndr) debba anche affrontare opportune verifiche
sulle competenze legali ed economiche connesse alla professione che si
svolge". VOTO SULLA DELIBERA Sì: Pd, Prc , Pdci , Verdi e Pri.
No: nessuno. Astenuti: Fi e An. DELIBERA APPROVATA A MAGGIORANZA.
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Nota: Presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi Presidente del
consiglio provinciale di Forlì-Cesena Bruna Baravelli Capogruppo del
PD (Partito Democratico) Daniele Zoffoli, vice Maurizio Brunelli Capogruppo
del PRC (Sinistra Arcobaleno) Piergiorgio Poeta Capogruppo del PDCI (Sinistra
Arcobaleno) Agostino Mantegazza Capogruppo dei Verdi (Sinistra Arcobaleno)
Stefano Brigidi Capogruppo di Forza Italia - verso il Nuovo partito dei
moderati e dei liberali Stefano Gagliardi Capogruppo di AN Vittorio
Dall'Amore Capogruppo del Gruppo della Libertà/Gruppo Misto Michele De
Leonardis , vice Rotilio Biserna Capogruppo del PRI Giovanni Lucchi .
ARTICOLI DEL 10
DICEMBRE 2007
Parlare di legge elettorale non mi piace:
non sono uno specialista dell'argomento e inoltre pen
( da "Stampa, La"
del 10-12-2007)
Comunità montane: cambia tutto
in toscana ( da "Tirreno, Il" del
10-12-2007)
Pronto riscatto dell'Isola Capo
Rizzuto: a farne le spese è la Promosport
( da "Gazzetta del Sud"
del 10-12-2007)
Quell'impunità che nasconde il
marcio e il sano ( da "Unita, L'" del
10-12-2007)
Speculano pure sui consigli comunali
( da "Giornale.it, Il"
del 10-12-2007)
Consigli comunali lampo solo per
intascare il gettone ( da "Giornale.it, Il" del
10-12-2007)
Consigli comunali lampo solo per
intascare il gettone pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del
10-12-2007)
Caso sarria, il presidente dei
veterinari ha difeso la professionalità della categoria
( da "Nuova Sardegna, La"
del 10-12-2007)
Manager, tetto a 548mila euro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 10-12-2007)
Tagliare l'Iva dal 20 al 4% sulle cure
per ferite difficili ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)
Molto gettonata la vetrina del
volontariato ( da "Adige, L'" del
10-12-2007)
Bilanci sanitari stretti tra deficit e
anomalie ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 10-12-2007)
Fra Giustizia e antipolitica
( da "Panorama"
del 10-12-2007)
Quale futuro per l'universitàe
per la docenza in medicina ( da "Sicilia, La" del
10-12-2007)
CATANZARO: CONVEGNO SU PARCO NAZIONALE
SILA ( da "Asca" del 10-12-2007)
INCIDENTI LAVORO: GARIGLIO, ISTITUZIONI
RISPONDANO A RICHIESTA SICUREZZA ( da "Asca" del 10-12-2007)
GIORNATA DELLE MARCHE: BILANCIO DI
SPACCA E LE SFIDE PER IL 2008 ( da "Asca" del 10-12-2007)
INCIDENTI LAVORO: CONS.COMUNALI TORINO
DEVOLVONO GETTONE A FAMILIARI ( da "Asca" del 10-12-2007)
I furbetti delle riforme
( da "Stampaweb, La"
del 10-12-2007)
Per le nomine bisognerà
attendere ( da "Giornale di Calabria, Il" del
10-12-2007)
Salute: vietato abbassare la guardia su
epatite B, appello esperti ( da "ADN Kronos" del
10-12-2007)
Roma, l'ex
sottosegretario Verzaschi agli arresti domiciliari per tangenti. Il politico
dell'Udeur è coinvolto in qualità di ex assessore alla
Sanità. Nei giorni scorsi si era dimesso "per motivi strettamente
personali" (La Repubblica del 10-12-2007)
Articoli
(
da "Stampa, La" del 10-12-2007)
So sia un tema
troppo tecnico, troppo difficile, una di quelle questioni su cui la
maggioranza delle persone normali non ha né intende avere convinzioni
assolute e incrollabili. Però da un po' di tempo sento anch'io il
bisogno di dire qualcosa. Da un po' di tempo, quasi tutto quel che leggo
sulla riforma della legge elettorale mi fa venire il nervoso, o una certa
"flin-a", per usare un'intraducibile espressione piemontese.
È l'inquietudine che ti viene quando hai l'impressione di essere preso
in giro, ma non capisci bene come e perché. Riflettendoci, però, credo
di sapere che cosa mi dà tanto fastidio. Quel che non mi piace sono i
due messaggi che, in modo più o meno palese, vengono indirizzati
all'opinione pubblica attraverso l'astruso dibattito sulle riforme elettorali
e istituzionali. Il primo messaggio dice più o meno così: cari
italiani, questo Paese è ingovernabile perché la legge elettorale non
funziona, quindi cambiamo la legge elettorale e vedrete che le cose andranno
a posto. E qui mi prendo la prima arrabbiatura. Eh no, cari politici, se
l'Italia è ingovernata, se da anni tutti i grandi problemi attendono
vanamente qualcuno che li affronti sul serio, la responsabilità
è innanzitutto vostra. Una nuova legge elettorale può solo
rendervi il mestiere leggermente più facile (o leggermente più
difficile, se sbagliate legge), ma non trasformerà mai un mediocre
ceto politico in una vera classe dirigente. Se litigate continuamente fra di
voi, se rimandate ogni volta le scelte difficili, se non ci spiegate mai che
cosa vorreste fare e chi ve lo impedisce, è innanzitutto colpa vostra.
Il problema centrale dell'Italia non è la legge elettorale, ma siete
voi. Non riuscivate a governare con il proporzionale. Non ci siete riusciti
con il mattarellum, non ci state riuscendo con il porcellum. Non ci
riuscirete neanche con il vassallum, né con qualsiasi altra diavoleria vi
sarete inventata nel frattempo. Insomma, il "dibattito" sulla legge
elettorale sta diventando l'alibi che permette a questi politici di non
guardarsi allo specchio: dando la colpa alle regole, implicitamente assolvono
se stessi. È questa la risposta della "casta" al libro di Stella e Rizzo? Ma
veniamo al secondo messaggio che, sempre più spesso, martella
l'opinione pubblica. Esso non arriva dal ceto politico nel suo insieme, ma
dai difensori a oltranza del sistema maggioritario. Il messaggio dice: coloro
che vogliono tornare al sistema proporzionale, e in particolare Berlusconi e
Veltroni, stanno tradendo la volontà di milioni di cittadini
che - con il voto nei vari referendum sulla legge elettorale - si erano
espressi a favore del sistema maggioritario. Anche questo è un
messaggio obliquo e insincero. Se lasciamo per un momento da parte gli
intellettuali e i circoli illuminati, che sanno sempre con implacabile
sicurezza qual è il bene dell'Italia, ma parliamo invece della gente
normale, la realtà è che sono in pochissimi ad avere idee
precise e motivate sui sistemi elettorali. È molto ingenuo credere che
fra il 1991 e il '93, ai tempi dei referendum Segni, gli italiani avessero
compiuto una scelta meditata e irrevocabile a favore di una tecnica
elettorale piuttosto che di un'altra. Allora come oggi la gente non ne poteva
più del ceto politico, e allora come oggi l'unico mezzo che le veniva
offerto per (provare a) liberarsene era un cambiamento della legge
elettorale. Se l'Italia della prima Repubblica fosse stata governata con il
maggioritario, forse avremmo puntato sul proporzionale. Così come
oggi, visti i risultati del maggioritario, siamo tentati di fare macchina
indietro e di tornare a qualche forma di sistema proporzionale. È
inutile nasconderlo: il ritorno di simpatia per il proporzionale puro, senza
premio di maggioranza, è prima di tutto l'effetto di un quindicennio
di speranze deluse, la presa d'atto della fine di una stagione. È da
vent'anni che gli italiani vogliono liberarsi di questa classe politica, ma
poiché sono persone educate e pacifiche non trovano mezzi migliori che
firmare referendum e sperare in un cambiamento delle regole. Anch'io ho
firmato il referendum di Guzzetta e Segni, anch'io penso che la legge
elettorale attuale - il cosiddetto porcellum - non sia una buona legge,
anch'io credo che l'Italia funzionerebbe meglio se cambiassimo in modo
oculato regole elettorali e istituzionali. Ma se sento parlare di
proporzionale non mi scandalizzo e tanto meno mi sento tradito. In tanti
abbiamo creduto nel maggioritario illudendoci di voltar pagina e di guadagnarne
un ceto politico migliore. Oggi, di nuovo, ci piacerebbe voltar pagina, ma
almeno dovremmo aver imparato che nessuna legge elettorale - proporzionale o
maggioritaria che sia - renderà migliore il ceto politico che ci
ritroviamo.
(
da "Tirreno, Il" del 10-12-2007)
Stop
a poltrone e gettoni Comunità montane: cambia tutto in Toscana FIRENZE. Le
venti Comunità montane della Toscana hanno tirato un sospiro di
sollievo per i tagli della Finanziaria scongiurati. Ma ora la Regione prepara
una rivoluzione che elimina poltrone e gettoni e
cambia i confini. BARTOLI a pagina 9.
(
da "Gazzetta del Sud" del
10-12-2007)
Jonici superlativi
per tutto l'arco della gara: decide bruno nella ripresa Pronto riscatto dell'Isola
Capo Rizzuto: a farne le spese è la Promosport Isola Capo Rizzuto1
Promosport0 Marcatore: 62' Bruno. Isola Capo Rizzuto: Cava 7, Maiolo 7,
Logozzo 7, Bevilacqua 7 (69' Leone 6.5), Giancotti 7, Bruno 8, Muraca 8,
Geraldi 7.5, Lomonaco 7, Rocca 7 (92' Calabretta), Deac 7 (53' Frisenda 7).
All. Pino Tortora. Promosport: D'Augello 7, De Grazia, Romagnuolo, Torchia,
Caccamo, Morabito, Gallo (47' Serratore), Fanello, Nicoletta (63' Muraca),
Rizzardi (82' Sgrò s.v.), Sirianni. All. Claudio Morelli. Arbitro:
Sgrò di Reggio Calabria. Isola Capo Rizzuto. L'Isola Capo Rizzuto con
una prova da incorniciare si impone sulla Promosport venuta a Isola per fare
bene e per cercare di portare via almeno un punticino. Gli uomini di Tortora
hanno sfoderato gli artigli e dopo la brutta sconfitta di Mirto, sono
ritornati alla vittoria. Un'Isola bella e vincente che conquista tre punti
pesanti e si inserisce tra le prime del torneo di Promozione per la gioia dei
suoi appassionati. Mister Tortora ha disegnato una squadra che vedeva
centrali di difesa Giancotti e il giovane Muraca e con il capitano Maiolo
più spostato a sinistra e Logozzo a farla da padrone sull'out destro,
a centrocampo sono stati super Geraldi e Bruno che ha coronato la sua
prestazione con una magnifica rete e in attacco spazio al duo Lomonaco-Deac
che nel primo tempo ha creato parecchi grattacapi a Romagnuolo e compagni. La
Promosport ha sofferto il gioco aperto dell'Isola e solo nel finale ha
sfiorato il pari, senza però riuscire a concretizzare.. Cronaca. Isola
Capo Rizzuto subito pimpante e avversari costretti ad arretrare il proprio
baricentro. Al 6' da segnalare un tiro di Rocca alto sulla traversa e due
minuti dopo un'incursione di Lomonaco deviata in angolo da un avversario. Gli
ospiti provano a venire in avanti ma in area di rigore Nicoletta e Sirianni
si fanno anticipare. Al 16' un piazzato del rumeno Deac viene mandato sul
fondo da Geraldi. L'Isola preme e al 22' Lomonaco si libera al limite e tira
in porta ma il portiere D'Augello respinge a pugni chiusi. Al 39' a provarci
è Bruno che di destro manda la sfera a sfiorare il palo. Al 42' i
giallorossi di casa vanno vicini al gol con un azione di Deac che serve palla
a Rocca che spara la sfera sul corpo del portiere in uscita. Nella ripresa parte
a mille la formazione di Tortora che sfiora il gol con Deac di testa e poi al
52' con Rocca. È il preludio al gol che arriva al 62': Frisenda
fraseggia sulla destra con Rocca, supera due avversari e mette in area per la
girata perfetta di Bruno. Applausi. L'Isola Capo Rizzuto va vicina al
raddoppio con Frisenda e Lomonaco ma nel finale la Promosport tira fuori
l'orgoglio e sfiora il pari con Sgrò e con Sirianni. Il triplice fischio del signor Sgrò di Reggio sancisce
una vittoria importante e meritata per un'Isola Capo Rizzuto che è
ritornata a giocare come sa. Da segnalare le trecento presenze in maglia
giallorossa di capitan Maiolo e i 200 gettoni con la
stessa casacca per Antonio Geraldi, che sono stati festeggiati simpaticamente
dai tifosi che vogliono molto bene ai loro due beniamini.
(lunedì 10 dicembre 2007).
(
da "Unita, L'" del 10-12-2007)
Stai consultando l'edizione
del IL LIBRODalla Sicilia, discarica di trombati, alla legge furlana sui
Celti. Caporale narra di "un sistema incapace, sprecone e felice"
Quell'impunità che nasconde il marcio e il sano di Natalia Lombardo
"Questo libro fa male". È l'avviso ai naviganti che
Antonello Caporale premette a chi si avventura nel viaggio tra lo spreco di
Stato, in quel sistema di scatole cinesi in cui ogni potere si autoconserva e
si occulta in un oblio burocratico. Impuniti. Storie di un sistema incapace,
sprecone e felice (pagg. 314, 17.50 euro, Baldini Castoldi Dalai editore)
è il volume da novembre in libreria. Inchieste che lasciano
stupefatti, come anelli di una catena che sembra ineluttabile: episodi di
spreco di denaro pubblico tanto nel bistrattato Sud quanto nell'efficiente
Nord; il mantenimento del potere di poltrona in poltrona, in un condono
generalizzato per gli errori e i danni compiuti nel ruolo precedente.
Antonello Caporale, nato nel salernitano, giornalista che dal 1989 scrive per
Repubblica, nel cui sito con la rubrica "Piccola Italia" percorre
la mappa della malagestione che porta a questo libro. Qui Caporale si infila
nel "fortino" e svela la concatenazione di fatti: si sorride in
partenza vedendo svanire il sogno di Calogero Mannino per lanciare turismo e
lavoro a Sciacca con fondali caraibici proiettati verso cime innevate (coi
cannoni). I soldi, 600 miliardi, andati in fumo, "i turisti, mai visti.
E figuriamoci il lavoro". "Lillo" Mannino, invece, ex ministro
Dc che ha avuto guai giudiziari, è senatore dell'Udc. L'oblio che non
lascia per strada, un posto da consigliere d'amministrazione non si nega a
nessuno: quello che Caporale definisce "il buen retiro dei
burocrati" nel regno di Totò Cuffaro, quando il consenso
"non si alimenta soltanto con i posti di sottogoverno ai
"trombati"" o agli ex parlamentari rimasti senza poltrona.
Anche lì una catena: consigli d'amministrazione in soprannumero che
moltiplicano il numero di consulenti esterni, e così via. Magistrati
amministrativi considerati "fuori ruolo" ma che
"cumulano" incarichi extragiudiziari (documentati in appendice al
volume le tabelle della Corte dei Conti). L'Italia delle emergenze continue,
dai terremoti alle alluvioni alla "munnezza" in Campania: la
soluzione è sempre la nomina di un "commissario
straordinario"; il federalismo che attinge alle sorgenti (romane) o
europee, o la vita felice della Val D'Aosta sovvenzionata in sovrappiù
dalla Regione autonoma. Gli scempi ambientali costruiti sapendo che erano
tali. Per non parlare del carrozzone Sviluppo Italia: Caporale percorre tutti
gli anelli della catena, che a sua volta riconduce a quel pozzo senza fondo
che è il sito Italia.it portale dalle ampollose intenzioni di
promozione turistica pensato dall'ex ministro dell'Innovazione, il berlusconiano
Lucio Stanca (del cui lavoro non si trova traccia, informa il libro).
Preventivi fluttuanti per eccesso (45 milioni di euro..), appalti da
conflitti d'interesse e svarioni culturali. Una frana maccheronica che ha
travolto anche il ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, al suo
esordio con l'inglese alla Totò. Politica e potere, la Casta piccola
piccola. L'endemica resistenza italica a "rendere conto" della
spesa pubblica: l'anglosassone accountability, la trasparenza sul "brodo
di cultura dello spreco". I privilegi denunciati ne
La Casta di Stella e Rizzo già dimenticati. "Non c'è stato giorno di
quest'anno che le cronache non abbiano disteso, come una lucertola al sole, i
panni porchi della politica. Eppure, niente", nulla che abbia scosso
"l'apatia morale", scrive Caporale, che conclude il suo viaggi a
Salerno e deduce amaramente: "forse la nostra classe politica è
troppo malata". Insomma, questo libro fa male ma si legge
avidamente per vedere "dove vuole arrivare" il potere, per dirla
ancora con Totò. Ma vedere è difficile, attraverso quei
"vetri oscurati" delle auto blindate. Quei "teli neri",
denuncia Caporale, grazie ai quali "il nascondimento collettivo realizza
perfettamente il suo scopo: far apparire tutti gli uomini politici sotto la
coltre di un magma informe e incolore. Fra buoni e cattivi, corrotti e
onesti, non vi è alcuna differenza".
(
da "Giornale.it, Il" del 10-12-2007)
Di Redazione -
lunedì 10 dicembre 2007, 07:00 L'ultimo caso di spreco di denaro
pubblico è andato in scena venerdì a Bologna: a rispondere alle
interpellanze del capogruppo di Forza Italia, Daniele Carella, ci dovevano
essere il sindaco Cofferati e l'assessore al Traffico, l'ex Prc Maurizio
Zamboni. Ma il primo era a una inaugurazione, mentre il secondo a un convegno
a Parigi. Risultato: la seduta è durata solo
mezz'ora, però i 38 consiglieri comunali presenti hanno incassato per
intero il loro gettone di presenza da 72 euro. Per un totale
di poco più di 2700 euro. E non è la prima volta: a metà
dello scorso luglio una commissione comunale durata 7 minuti costò
2100 euro.
(
da "Giornale.it, Il" del
10-12-2007)
Di Claudia B.
Solimei - lunedì 10 dicembre 2007, 07:00 da Bologna
L'"Unità" di Bologna l'ha sparato come titolo d'apertura a
tutta pagina: "Il question time costa 2700 euro". E ha puntato il
dito contro gli assessori del sindaco Sergio Cofferati, colpevoli di non
farsi trovare nell'aula del Consiglio comunale di Bologna un po' troppo
spesso. Risultato: sedute lampo ma una pioggia di gettoni
di presenza da 72 euro lordi per i consiglieri. Una
situazione che lo stesso presidente del Consiglio, il diessino Gianni Sofri,
non ha esitato a definire "malinconica": "C'è una
mancanza di comunicazione tra assemblea e giunta" ha ammesso. L'ultimo
caso di spreco di denaro pubblico è andato in scena venerdì: a
rispondere alle interpellanze del capogruppo di Forza Italia, Daniele
Carella, ci dovevano essere lo stesso sindaco Cofferati e l'assessore al
Traffico, l'ex Prc Maurizio Zamboni. Il primo, però, era a una inaugurazione
con l'arcivescovo Carlo Caffarra; il secondo a un convegno a Parigi sulla
mobilità. Di fronte all'assenza degli interlocutori, dopo solo
mezz'ora la seduta è stata rinviata. Ma ovviamente i 38 consiglieri
comunali presenti hanno tutti incassato il loro gettone di presenza
da 72 euro: per un totale di poco più di 2700 euro. "Non mi pare
ci sia un caso, le assenze degli assessori non sono la norma" ha tentato
una difesa il capogruppo Ds, Claudio Merighi, che oggi sarà confermato
alla guida del neonato gruppo del Pd in Comune. Ma il presidente Sofri la
pensa in modo diverso e ha scritto anche al sindaco Cofferati per sollecitare
un maggior dialogo tra giunta e Consiglio: "Il sindaco è
perfettamente consapevole della necessità di avere questo aggancio"
ha spiegato. La risposta, al momento, non è pervenuta. L'assemblea
lampo al Comune di Bologna è solo l'ultimo di una serie di episodi che
hanno fatto gridare allo scandalo in città su costi e sprechi della
politica. A metà dello scorso luglio finì all'onore delle
cronache una commissione comunale durata 7 minuti e costata 2100 euro: la
maggior parte dei circa 30 consiglieri che avevano firmato per certificare la
loro presenza ai lavori non erano rimasti dentro
l'aula nemmeno due minuti. Dopo quell'episodio, altre commissioni risultarono
incredibilmente affollate (con tanto di ronde di controllo del portavoce del
sindaco, Massimo Gibelli). Tuttavia, l'effetto gogna pubblica durò
poco: si è arrivati così a metà ottobre, quando un'altra
commissione comunale, chiamata a parlare di degrado cittadino, andò
quasi deserta. Eppure, anche in quel caso sul registro delle firme si
contavano ben 26 nomi, equamente divisi tra centrosinistra e centrodestra,
per una spesa di circa 1500 euro. Si tornò a gridare allo scandalo, ma
non servì a introdurre il sistema della doppia firma, di ingresso e di
uscita con relativo orario, di cui aveva parlato anche il sindaco.
(
da "Giornale.it, Il" del
10-12-2007)
Consigli comunali
lampo solo per intascare il gettone di Claudia B. Solimei - lunedì 10
dicembre 2007, 07:00 E anche il piano di contenimento dei
costi elaborato dal presidente Sofri non è stato approvato. Anzi: alla
fine di ottobre la giunta Cofferati ha stanziato altri 165mila euro da
aggiungere a bilancio del 2007 proprio per coprire l'aumento del numero dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
10-12-2007)
Di Giovanni Cubeddu
* "Caso Sarria, il presidente dei veterinari ha difeso la
professionalità della categoria" "Un assessorato regionale
alla Sanità sempre più lontano dai bisogni e dalle esigenze del
mondo agro-pastorale sardo" L'assurda vicenda posta in essere
dall'Assessorato alla sanità regionale nei confronti del Presidente
dell'Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Sassari, dottor Andrea
Sarria, mi spinge a fare alcune brevi riflessioni sull'argomento, visto il
ruolo da me ricoperto all'interno della Facoltà di Medicina Veterinaria.
Nel giudicare, in primis, irreprensibile, altamente professionale e del tutto
conforme alla carica istituzionale, l'operato del dottor Sarria, mi preme
sottolineare ancora una volta le difficoltà di un assessorato sempre
più lontano dai bisogni e dalle esigenze del mondo agro-pastorale
sardo. E non lo affermo per puro spirito di corporazione, ma per dei motivi
molto semplici, che in questi tre anni e oltre anni di governo regionale
hanno evidenziato l'assoluta disattenzione dei nostri governanti regionali
nei confronti del grido di bisogno del comparto agro-pastorale. Quando, circa
tre anni fa, durante una delle tante riunioni sulle problematiche della
sanità sarda, facemmo notare all'assessorato, in termini di assoluto
spirito collaborativo, che il piano sanitario
regionale dedicava appena tre paginette (nel mare del libro dei sogni) al
settore della medicina veterinaria, da parte dello stesso assessorato non fu
dato molto peso, con la giustificazione che l'uomo viene prima degli animali
e quindi era necessario dare risposte prioritarie alle patologie della
medicina umana. E guai se non fosse così: ci rendiamo conto. Ma
occorre altresì ricordare che le patologie dell'uomo molto spesso si
incrociano con quelle degli animali. O vogliamo dimenticare che la Sardegna
gode di un triste primato: quello di essere secondi al mondo, dietro soltanto
alla Bolivia, come numero di interventi chirurgici per l'asportazione,
nell'uomo, di cisti da echinococco al fegato e/o ai polmoni? Hanno
controllato i dati relativi alla cenurosi umana? Ebbene, la letteratura
mondiale dimostra che, sino al 2000, su quaranta casi al mondo di cenurosi
cerebrale umana ben sette erano riferiti a pazienti sardi. Ulteriori ricerche
compiute dopo il 2000 presso gli ospedali di Cagliari, Sassari e Nuoro,
evidenziano che negli ultimi venti anni sono stati diagnosticati ben venti
casi di cenurosi umana. O ci si dimentica troppo in fretta delle malattie
trasmissibili dagli animali all'uomo e viceversa (Zoonosi), oppure dello
straordinario ruolo di chi, il medico veterinario, è impegnato
giornalmente nei controlli ispettivi delle carni, dei pesci e dei vari
prodotti di origine animale, per garantire la popolazione umana da eventuali
rischi sanitari? Quindi rispetto per la categoria, e soprattutto per chi, dal
Codice deontologico, è demandato a vigilare sulla conservazione del
decoro e dell'indipendenza professionale, e ad esercitare il potere
disciplinare nei confronti dei sanitari, i quali, prestando la propria opera
presso enti, esulano dalla condotta prevista dal Codice deontologico. Per
definizione la deontologia professionale è l'insieme dei principi e
delle regole che ogni medico veterinario deve osservare ed alle quali deve
ispirarsi nell'esercizio della professione. Ed è in questa ottica che
il Codice deontologico è stato rivisitato: tra i principi generali di
modifica risaltano quelli che ribadiscono le condizioni per l'esercizio della
professione veterinaria e ne garantiscono la credibilità. E non
è un caso che il Codice deontologico sia stato modificato. Negli
ultimi anni la mutata coscienza zoofila ha aperto nuovi e contrastanti
scenari anche per chi esercita la professione di veterinario. La ristrutturazione del Sistema sanitario nazionale ha modificato il rapporto tra allevatore e veterinario. Oggi,
come giustamente sostiene il presidente Sarria, è sempre più
frequente che i medici veterinari siano nell'occhio del ciclone, sia con
articoli di protesta sugli organi d'informazione, sia sotto l'aspetto della
sicurezza personale (attentati a persone e/o cose). Oggi è
sempre meno presente quel rapporto di reciproca fiducia tra la categoria
degli allevatori e quella dei veterinari: una serie di circostanze che non
sto ad elencare ha fatto sì che il veterinario sia visto più
come un ostile, antipatico burocrate che come il clinico a cui affidare la
salute dei propri animali. Ed è proprio sulla base di queste
considerazioni che ha agito con estrema correttezza il Presidente
dell'Ordine. Bene ha fatto il dottor Sarria a richiamare i colleghi davanti
alle responsabilità professionali, sia per i motivi di tutela del
decoro e della persona, ma soprattutto supportato da un fatto giuridicamente
ineccepibile: il Ministero non aveva ancora autorizzato le vaccinazioni. Pare
opportuno pertanto che in assessorato attribuiscano alla deontologia il vero
significato, non impartendo disposizioni improvvisate, a volte anche in
contrasto con i dettami normativi, volendo buttare nell'arena i colleghi, che
in una ottica lavorativa, se non richiamati dall'Ordine professionale, si
sarebbero gettati nella mischia senza forse valutare le eventuali conseguenze
negative. La deontologia significa anche, per estensione, capacità di
fare un bagno di umiltà, e non gridare allo scandalo verso chi deve
garantire il rispetto delle regole, rivolgendosi addirittura alla Federazione
Nazionale. Siamo dell'opinione che anche un consesso così importante e
fondamentale come l'assessorato debba rispettare un proprio codice
comportamentale, non imponendo di non disturbare il "manovratore",
ma avendo la capacità di ascoltare chi effettivamente vuole evitare
che quella manovra possa diventare estremamente pericolosa, sia per la
categoria, ma prevalentemente per gli animali e per il comparto tutto.
Quindi, complimenti al dottori Andrea Sarria per aver difeso il decoro
professionale con la serietà che lo ha contraddistinto anche in questa
occasione. Anche perché era legittimato sia dalla deontologia, ma soprattutto
dalla legge. * Titolare della cattedra di Medicina legale veterinaria, Deontologia,
Legislazione veterinaria e Protezione animale della Facoltà di
Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari, già sindaco di
Ozieri.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
10-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-09 - pag: 2 autore: Manager, tetto a
548mila euro Più fondi a trasporti locali e sicurezza - Mister prezzi
vigila sui listini Marco Mobili Marco Rogari Sale a 548mila euro il tetto
sugli stipendi dei manager pubblici, delle Authority e della Banca d'Italia.
A far salire del doppio la quota fissata al Senato (274mila euro equivalenti
allo stipendio del primo presidente di Cassazione) è un emendamento di
Roberto Villetti (Rnp) approvato in serata alla Camera in commissione
bilancio alla fine dell'ennesima maratona sulla Finanziaria, caratterizzata
da vertici fiume dell maggioranza e più di uno stop and go nei lavori.
Via libera anche alla sterilizzazione (dal febbraio 2008) delle accise sugli
aumenti della benzina, all'aumento dei fondi per trasporto locale e sicurezza
e ai ritocchi sul pacchetto- derivati: per gli enti locali diventa
obbligatoria allegare al bilancio il valore di mercato della posizione netta
negli strumenti finanziari delle regioni e degli enti locali. Disco verde poi
alla stabilizzazione di quasi 4mila lavoratori socialmente utili ( Lsu) in
servizio al Comune di Palermo per effetto di un correttivo bipartisan, alla
"detassazione" del Tfr, alla nascita di Mister prezzi con
specifiche funzioni di controllo e sorveglianza e alla soppressione della
Coni servizi Spa. Salta invece la riforma dei servizi pubblici locali. Che
potrebbe essere recuperata nel maxi-emendamento su cui la prossima settimana
il Governo chiederà la fiducia alla Camera, anche se nella maggioranza
restano forti perplessità. Congelate anche le misure sui
rigassificatori. Entro mercoledì il Governo deciderà se
ricorrere alla blindatura su un un unico maxiemendamento o su tre per non
appesantire di troppi commi l'articolato. In ogni caso si terrà conto
delle modifiche approvate dalla Commissione che, alla fine di una maratona
quasi nostop di 36 ore,ha dato mandato al relatore Michele Ventura (Pd) di
riferire in Aula. Un centesimo per il clima Tornando ai manager, viene
confermata la deroga per 25 dirigenti a discrezione del Governo. Sul fronte
del Tfr,l'alleggerimento fiscale sarà definito entro marzo 2008 da un
decreto dell'Economia. Due le opzioni: riduzione dal 20 al 23% dell'aliquota;
bonus da far scattare agendo sulle detrazioni. Quanto ai prezzi, al ministero
per lo Sviluppo economico viene istituito un Garante con il compito di
vigilare e riferire sulle eventuali anomalie. Contro
il"carobenzina", il Governo trimestralmente potrà sterilizzare
gli aumenti di carburanti e combustibili per riscaldamento sforbiciando le
accise. Ok anche ad un pacchetto verde: un centesimo per il clima per ogni
litro di carburante acquistato e per ogni 6 kw/h di energia elettrica
consumata. Arrivano anche piste ciclabili al posto delle tratte ferroviari
dismesse e un Fondo anti "eco-mostri". Slittano i tagli degli
assessori Apportati alcuni ritocchi al capitolo del freno ai costi della politica: saranno le Regioni, entro sei mesi, a fissare i
criteri per il taglio delle comunità montane; la riduzione di
assessori comunali e provinciali potrà scattare solo dalle prossime
"amministrative". Aumentano da 100 a 200 milioni i fondi
per la sicurezza, cui vanno aggiunti 50 milioni per l'acquisto di 4 Canadair
(lotta agli incendi) e 10 milioni per i rinnovi dei
contratti dei vigili del fuoco. Sale da 50 a 80 milioni la dote per le assunzioni
delle Forze dell'Ordine. Con i beni confiscati ai mafiosi saranno finanziati
interventi sociali nelle zone a rischio mafia. In arrivo risorse aggiuntive
per il trasporto pubblico locale: 614 milioni nel 2008, 651 nel 2009 e 651
nel 2010. Altri 104 milioni sono destinati al finanziamento dei
servizi pubblici ferroviari di viaggiatori e merci sulla media e lunga
percorrenza. Il Fisco setaccia le merendine Per contrastare l'evasione
fiscale i dati delle vendite attraverso i distributori dovranno essere
registrati elettronicamente. Spuntano poi altre novità, a partire
dallo scontrino fiscale che resta in vita un altro anno, con il rinvio al 2009
dei misuratori fiscali di nuova generazione collegati direttamente on-line
con il Fisco. Novità anche sugli studi di settore per l'indotto
("controterzisti"). Viene poi ufficialmente differita al 1Úgennaio
2008 la Visco Sud. Diventa più rapida l'efficacia dei provvedimenti
emanati dal Fisco: basterà la pubblicazione sui siti internet senza
attendere la Gazzetta Ufficiale. Salvati i ritardatari Iva nell'invio
dell'elenco clienti fornitori: saranno valide anche le trasmissioni relative
al 2006 effettuate entro il 15 novembre scorso. SERVIZI LOCALI La riforma
rimane esclusa: sarà il passaggio a Montecitorio a tentare di
introdurre questo capitolo Resta lo scontro nel Governo.
(
da "Sole 24 Ore, Il" del
10-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2007-12-09 - pag: 18 autore: Sanità.
La richiesta di FederAnziani "Tagliare l'Iva dal 20 al 4% sulle cure per
ferite difficili" Nell'ultima classifica dei sistemi sanitari compilata
dall'Oms,l'Italia si è piazzata seconda dietro la Francia. Ma le
statistiche inevitabilmente generalizzano e nelle serie di numeri si
nascondono realtà poco lusinghiere per la sanità italiana. Un
esempio sono le medicazioni per le "ferite difficili" (ulcere della
pelle, da decubito e da diabete), patologie di cui soffrono soprattutto
persone con più di 75 anni. Per le medicazioni, sui cui si paga un'Iva
del 20%,si spendono tra i 100 e i 250 euro al mese, una cifra molto alta se
si tiene conto che gli anziani, in Italia, hanno un reddito medio da pensione
di 600 euro. Nel denunciare questa situazione, FederAnziani – associazione
senza fini di lucro fondata nel 2006, con lo scopo di tutelare i diritti e
promuovere la qualità della vita degli anziani – chiede la riduzione
dell'Iva sulle medicazioni per ferite difficili dal 20 al 4%, come del resto
già previsto dall'articolo 2 comma 67 della Legge Finanziaria del 2004,
purtroppo mai applicato. FederAnziani ricorda che le medicazioni vengono
fornite soloquando si è ricoverati in ospedale e, una volta dimessi,
non sono rimborsabili. Ad una persona che soffre di
diabete, ad esempio, viene fornita dal sistema sanitario nazionale la terapia farmacologica, ma la cura dell'ulcerazione del
piede diabetico, estremamente frequente, è a carico del paziente.
G.Cr. www.federanziani.it.
(
da "Adige, L'" del 10-12-2007)
Turisti
attirati anche dai prezzi più convenienti. I trentini più
attenti anche all'aspetto sociale Molto gettonata la vetrina del volontariato
Ma qualche associazione: "Penalizzati dalla posizione".
(
da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
10-12-2007)
Il Sole-24 Ore del
lunedì sezione: AUTONOMIE LOCALI E PA data: 2007-12-10 - pag: 45
autore: Le relazioni. Verifiche stringenti Bilanci sanitari stretti tra
deficit e anomalie Raffaele Cusmai Bilanci in perdita, diffuse
irregolarità finanziarie, un generale sistema di gestione dell'ente
che registra, in taluni casi, il deficit strutturale. è quanto emerso
da alcune recentissime pronunce della sezione regionale di controllo della
Corte dei conti per la Sicilia (numeri 100-105 e 108-114 del 2007). Sotto la
lente della Corte sono finite alcune Usl e aziende ospedaliere di
città come Siracusa, Enna, Caltanissetta, Catania, Messina, Palermo,
Agrigento, Sciacca, Trapani, Ragusa. Praticamente l'intera isola. I controlli
effettuati – che confermano il trend negativo delle precedenti verifiche
della Sezione, che già quest'estate aveva evidenziato con specifiche
pronunce, i risultati in rosso delle principali Usl della Regione – fanno
emergere, come detto, per alcune di esse un rischio "quanto meno
tendenziale ", per altre l'evidenza, di un "deficit
strutturale". Tale da imporre "con urgenza l'attivazione di idonee
azioni di riequilibrio dei conti da parte della Regione" (comma 173,
lettera f) della legge 311/2004) e un efficace intervento da parte del
management dell'ente. Il caso di specie, in termini più generali,
richiama il disposto del comma 170 della legge 266/2005 (legge Finanziaria
2006) che prescrive anche per gli enti del servizio sanitario
nazionale l'obbligo di trasmissione alle sezioni regionali di
controllo della Corte dei conti delle relazioni sul bilancio d'esercizio da parte
dei collegi sindacali degli enti. In tal modo riconoscendo alla Corte, un
ruolo attivo e propulsivo nella verifica del rispetto anche da parte delle
aziende sanitarie ed ospedaliere, degli obiettivi annuali di contenimento e
di razionalizzazione della spesa pubblica posti dalla legge ovvero contenuti
negli atti di indirizzo regionali, a tutela dell'unità economica dello
Stato e del coordinamento della finanza pubblica. Nei casi esaminati sono
emersi profili piuttosto critici, praticamente per tutti gli enti
controllati, in ordine allo stato dei bilanci – che registrano in molti casi
perdite di esercizio, anche reiterate –e/o al mancato rispetto del vincolo di crescita dei costi della produzione assestatisi per
l'esercizio 2005 ben al di sopra dei limiti imposti dalla Finanziaria 2005.
Tale deficit, anche se la Regione Sicilia è in forte ritardo con le
rimesse finanziarie all'intero sistema sanitario, non
può prescindere, come osservato dalla Corte, da una tempestiva ed
efficace azione di riequilibrio proprio a carico della Regione.
Obbligata per legge (il citato comma 173 della Finanziaria 2005) a garantire
coerentemente con gli obiettivi sull'indebitamento netto delle
amministrazioni pubbliche, la stabilità economico finanziaria degli
enti del servizio sanitario nazionale sia in sede di
preventivo annuale che di conto consuntivo.Il dato che emerge– in linea con
la risultante di analoghe verifiche effettuate da altre Sezioni di controllo
della Corte sul territorio nazionale – è
quello di un generale sistema sanitario del Paese
con una situazione economico-patrimoniale in grave crisi: bilanci, al netto
degli interventi regionali, costantemente in perdita ed una generale dinamica
dei costi non vincolata, dai collegi sindacali e dalla stessa Regione, da un
serrato monitoraggio. Che dovrebbe garantire, contrariamente a quanto invece
accade, che solamente la quantificazione del finanziamento assegnato all'ente
determini il livello della spesa sostenibile. E non viceversa. L'ALLARME Le
ultime pronunce in Sicilia evidenziano la diffusione delle
irregolarità soprattutto sui vincoli di crescita dei costi della
produzione.
(
da "Panorama" del 10-12-2007)
Fra Giustizia e
antipolitica L'EUROPEO fra Giustizia e antipolitica SERGIO ROMANO Jacques Chirac esce dall'Eliseo,
sede della presidenza della Repubblica francese, per entrare in un ufficio
del palazzo di giustizia dove un magistrato inquirente gli chiede conto di
certe assunzioni fatte negli anni in cui era sindaco di Parigi. Tony Blair
è stato interrogato dalla polizia britannica, come testimone,
nell'ambito di una indagine sui finanziamenti del Partito laburista.
Dominique de Villepin, primo ministro all'epoca della presidenza Chirac,
è coinvolto nell'affaire Clearstream, una banca lussemburghese in cui
alcuni ministri avrebbero depositato le tangenti riscosse per la vendita a
Taiwan di un certo numero di fregate costruite nei cantieri francesi. Non
è sospettato di corruzione, ma di avere promosso indagini che
avrebbero dovuto ingiustamente screditare alcuni dei suoi colleghi, fra cui,
forse, lo stesso Nicolas Sarkozy. Il primo ministro irlandese Bertie Ahern
è accusato di avere ricevuto somme importanti per le sue campagne
elettorali da un promotore immobiliare. In Israele, nel frattempo, il
procuratore generale ha ordinato alla polizia di avviare quattro indagini
separate su casi di corruzione che coinvolgerebbero Ehud Olmert, primo
ministro da quando Ariel Sharon, colpito da un ictus, cadde in un coma
profondo (anche Sharon, quando governava il paese, era sospettato di avere
favorito i progetti di un finanziere americano e di averne tratto vantaggio
per sé e per il figlio). Il presidente della commissione Difesa e affari
esteri del parlamento israeliano, Tzahi Hanegbi, ha ricevuto una sorta di
avviso di garanzia in cui si prefigurano i reati di truffa, corruzione e
spergiuro. E tralascio i casi boccacceschi, fra cui quello del presidente
della Repubblica Moshe Katsav, costretto a dimettersi per molestie sessuali,
e quello del ministro della Giustizia Haim Ramon, dimissionario per avere
rudemente baciato, contro la sua volontà, una soldatessa diciottenne.
Gli interessati, naturalmente, negano ogni responsabilità e dichiarano
di avere fiducia nella giustizia. Ma Chirac si è difeso pubblicamente.
Accusato di avere firmato contratti fittizi con cui il comune di Parigi
assumeva persone che erano in realtà collaboratori del suo partito
(quanti uomini politici italiani dovrebbero rispondere della stessa accusa?),
ha sostenuto che si trattava di esperti a cui ritenne utile ricorrere per
affrontare i problemi di una delle maggiori città del mondo. Ma ha
aggiunto un argomento che riecheggia quello usato da Bettino Craxi in un
discorso alla Camera qualche settimana prima della sua fuga in Tunisia.
Parlo, ha detto, anche per chiarire ai francesi la questione del
finanziamento della vita politica, una questione
"divenuta col tempo sempre più incomprensibile, soprattutto per i
più giovani fra i nostri concittadini". La frase, un po' troppo
enigmatica, nasconde due fenomeni moderni che hanno coinvolto anche l'Italia.
Il primo è il costo della politica e in particolare delle campagne elettorali, enormemente
cresciuto nel corso degli ultimi vent'anni. Gli Stati Uniti sono riusciti a
rendere i finanziamenti abbastanza trasparenti. Ma nessun finanziamento
è gratuito. Quale sarà il grado d'indipendenza di un presidente
che avrà contratto un debito di riconoscenza, per entrare alla
Casa Bianca, con un gran numero di padrini? Il secondo fenomeno è il
ruolo della giustizia. In quasi tutte le maggiori democrazie europee i
magistrati si considerano pubblici custodi della morale nazionale e sono
entrati in rotta di collisione con gli esponenti del legislativo e
dell'esecutivo. Il paese in cui il contrasto è più forte non
è l'Italia ma Israele, dove il ministro della Giustizia, Daniel
Friedmann, vuole "raddrizzare" drasticamente il rapporto fra i
poteri a favore del legislativo e ha presentato al parlamento un disegno di
legge in questa direzione. Suppongo che i lettori di Panorama proveranno,
leggendo queste righe, un sentimento di déjà vu.
(
da "Sicilia, La" del 10-12-2007)
Incontro al
policlinico Quale futuro per l'università e per la docenza in medicina
Rapporto tra formazione, ricerca ed assistenza, ristrettezza di risorse e
tagli minacciati di "posti-letto", riforma delle scuole di
specializzazione mediche e del dottorato di ricerca, reclutamento dei
ricercatori e concorsi per associati e ordinari. Su tutti questi argomenti,
alcuni dei quali "scottanti" oltre che attuali, si è
soffermata l'attenta disamina del prof. Andrea Lenzi, presidente del
Consiglio universitario nazionale, intervenuto alla
seduta della Conferenza permanente dei presidenti dei corsi di laurea
magistrali in Medicina e chirurgia - di cui è anche il coordinatore nazionale - i cui lavori si sono svolti a Catania, al
Policlinico. Lenzi ha anche raccolto - prima di intervenire - le numerose
sollecitazioni provenienti dal rettore Antonino Recca, dal preside della
facoltà Nunzio Crimi e dal presidente del cdl Gaetano Catania, interessati
ad avere notizie di prima mano sullo stato dei principali provvedimenti messi
in cantiere dal Ministero dell'Università e sull'iter delle riforme
annunciate dallo stesso Mussi, illustrando poi tutti questi punti ad una
platea composta da una quarantina di presidenti di cdl provenienti da ogni
parte d'Italia e a una cospicua rappresentanza di docenti catanesi. "In
questo momento l'università italiana - ha premesso il presidente del
Cun, organo consultivo del Ministero, eletto da docenti e personale degli
atenei italiani, di cui fa parte anche il ricercatore catanese della
facoltà di Agraria Attilio Toscano - sta subendo attacchi furiosi da
diverse parti sociali, come si può apprendere da tutti i mass media.
Forse perché è uno dei pochi soggetti istituzionali che sta provando a
navigare, pur a fatica, verso un nuovo modello di sviluppo. Non ci
nascondiamo le difficoltà, ma è pur vero che la politica, i politici in generale, non ci hanno aiutato e
non ci aiutano moltissimo". In ogni suo passaggio, Lenzi ha rivendicato
con orgoglio l'appartenenza alla comunità universitaria e alla
facoltà di Medicina in particolare: "I nostri corsi di laurea -
ha spiegato - si autovalutano da tempo, per migliorare la qualità e il
servizio agli studenti, anticipando così anche le attività
della futura agenzia di valutazione istituita dal ministero. Per questo
possiamo dire che le facoltà mediche oggi sono all'avanguardia, e
stanno compiendo passi importanti in direzione dell'autonomia, dell'innovazione
e della sperimentazione nella didattica, ancor più di tante altre
realtà solitamente più celebrate". Il rettore Recca ha
posto con forza il problema dei nuovi fondi per il reclutamento di
ricercatori: "In molti casi - ha detto - rischiano di non poter essere
utilizzati, a scapito delle università che si sono dimostrate virtuose
nel recente passato". E si è detto perplesso sull'annuncio dato
da Mussi relativamente allo sblocco dei concorsi per ordinari ed associati:
"Se si vuole fare in fretta, occorre intanto applicare la vecchia legge
Moratti, e successivamente approvare un nuovo provvedimento". Su questo
punto è intervenuto anche l'onorevole Giuseppe Palumbo, membro della
commissione Sanità della Camera: "Siamo disponibili a promuovere
un accordo parlamentare per varare dei correttivi alla normativa attuale,
approvandoli già in sede legislativa. Altrimenti temo che per far
partire i concorsi serviranno 4 o 5 anni". Recca, infine, ha auspicato una maggiore autonomia delle università per
quanto riguarda la gestione dei Policlinici, sia dal Sistema sanitario nazionale, sia dalla politica, "dato che, per la
loro missione peculiare legata anche alla didattica e alla ricerca, non
possono essere considerati in nessun modo come normali aziende
ospedaliere". Il preside Crimi ha invece lamentato lo
"scarso peso" in cui vengono tenute le facoltà di Medicina
in sede di valutazione per i finanziamenti, a causa della ridotta
quantità di studenti dovuta al numero programmato: "Ci sono tanti
altri fattori qualitativi che non vengono tenuti in considerazione come
dovrebbero dai criteri nazionali, ad esempio il rapporto privilegiato tra
studenti e docenti, la grande attrattività che i nostri corsi
riscuotono e l'altissimo numero di allievi che giungono alla laurea". Lenzi
ha quindi commentato la proposta di nuovo regolamento per il reclutamento dei
ricercatori avanzata da Mussi, che intendeva rivoluzionare la normativa del
precedente governo e "sostanzialmente emendata sia dal Consiglio di
Stato che dal Cun: era troppo complessa, oserei dire 'barocca'. La
riscrittura che abbiamo suggerito mi sembra migliore, poiché normative troppo
arzigogolate, seppur in nome della trasparenza, sono difficilmente
applicabili e creano anticorpi all'interno del sistema, anche se per non perdere
20 milioni di euro già stanziati Mussi sta facendo bandire concorsi
con le vecchie regole". Infine ha annunciato una bozza di decreto, da
lui definita "molto interessante" sulla riorganizzazione del
dottorato di ricerca, "perché non possiamo pensare che i dottorandi
abbiano come unico sbocco la carriera universitaria, ma devono potersi
affermare, con la loro alta professionalità, anche nel sistema delle
imprese e della pubblica amministrazione", e l'imminente varo della
riforma globale delle scuole di specializzazione, che contempla pure la
compatibilità tra percorso specialistico e dottorato: "Sia chiaro
però - ha precisato - che sulla gestione delle scuole non tollereremo
eventuali 'scippi' alle nostre facoltà da parte della Sanità,
specie se subdolamente consentiti da normative inserite in finanziaria".
(
da "Asca" del 10-12-2007)
(ASCA) - Catanzaro,
10 dic - Venerdi', 14 dicembre, alle ore 17, nella Casa delle Culture
dell'amministrazione provinciale di Catanzaro, piazza Prefettura, si terra'
il confronto a piu' voci su ''Il Parco come sta? Tra passato e presente -
Vita e salute del Parco Nazionale della Sila''. Introduce e coordina
Mariangela Bettini Ferrari, presidente del Garden Club Catanzaro La Zagara;
presiede Antonio Garcea, presidente del Parco Nazionale della Sila;
intervengono il regista Vittorio De Seta; la direttrice del Centro
sperimentale e dimostrativo dell'Arssa di Lamezia Terme, Luigia Iuliano;
l'attore, Pino Michienzi. ''Il convegno vuole rappresentare uno dei tanti
momenti di sensibilizzazione e di confronto sulle potenzialita' economiche
sociali e non del Parco Nazionale della Sila - ha dichiarato il Presidente
del Parco, Antonio Garcea, soprattutto in considerazione degli ultimi dati
statistici dell'Osservatorio Regionale del Turismo, emerge, un significativo
aumento di presenze di turisti nei parchi calabresi. Il Parco della Sila,
conclude Garcea, negli anni 2005/6, e' stato il piu' gettonato registrando
166.993 presenze e n* 61.515 arrivi ( fonte Il Sole 24 Ore) che in qualche
modo hanno trainato il turismo ambientale calabrese''. In occasione
dell'incontro saranno presentati al pubblico: Guida turistica del Parco
Nazionale della Sila; Carta turistica del Parco Nazionale della Sila;
Calendario da tavolo anno 2008; Calendario tascabile anno 2008; Pieghevole
erbe aromatiche e medicinali; Pieghevole sentiero geologico. Saranno inoltre
proiettati un video sulla Sila degli inizi del Novecento ed altri rari
documentari. red/mcc/ss (Asca).
(
da "Asca" del 10-12-2007)
(ASCA) - Torino, 10
dic - L'appello a non lasciare soli i familiari delle vittime del rogo della
ThyssenKrupp e' stato gia' accolto dall'Ufficio di presidenza del Consiglio
regionale del Piemonte che si e' riunito oggi al termine della manifestazione
organizzata a Torino da Cgil, Cisl e Uil per dire ''Basta morti sul lavoro''.
L'appello e' stato lanciato dal palco della manifestazione da uno degli
operai sopravvissuti all'incendio, Antonio Boccuzzi - e dai vertici delle
organizzazioni sindacali - insieme alla richiesta di ''verita' e giustizia''
alle istituzioni e agli investigatori su cause e responsabilita' della
tragedia. L'intero Ufficio di presidenza - il presidente Davide Gariglio, i
vicepresidenti Roberto Placido e Mariangela Cotto, e i consiglieri segretari
Vincenzo Chieppa, Mariacristina Spinosa e Agostino Ghiglia - ha gia' devoluto
il proprio gettone di presenza per la riunione
odierna. Un analogo versamento verra' proposto, nella prossima riunione dei capigruppo,
per tutti i consiglieri regionali in occasione della seduta straordinaria che
il Consiglio fara' il 18 dicembre per discutere sulla sicurezza nei posti di
lavoro. ''I consiglieri regionali hanno partecipato in massa alla
manifestazione di stamani - commenta il presidente Gariglio - e mi aspetto
che rispondano con generosita' a questo appello di solidarieta'. Dalle
istituzioni deve pero' venire forte anche una risposta alla richiesta di
sicurezza nei posti di lavoro perche' non si debbano piu' ripetere tragedie
come questa della ThyssenKrupp''. res-muz/mcc/ss (Asca).
(
da "Asca" del 10-12-2007)
(ASCA) - Ascoli
Piceno, 10 dic - Conti finanziari della sanita' sotto controllo, costi della politica in diminuzione, 688 milioni di finanziamenti Bei
per le Marche: sono gli obiettivi del 2007, conseguiti dalla Regione, che
lancia ora la sfida per il 2008: giovani, anziani, un progetto speciale per
Ascoli Piceno. Il bilancio dell'anno in corso e le sfide del nuovo, sono
stati stilati dal presidente Gian Mario Spacca, nel corso della celebrazione
della Giornata delle Marche, svoltasi al Tetro Ventidio Basso di Ascoli
Piceno. Nel suo intervento, il presidente ha ringraziato ''tutti coloro che
hanno lavorato a questa nuova edizione: i volontari, i giovani, la scuola,
maestri del lavoro, i media, gli enti locali, i rappresentanti delle 110
associazioni di marchigiani provenienti da tutto il mondo''. La cerimonia e'
servita per stilare un bilancio sull'attivita' del governo regionale. ''Si
riducono, nel 2007 - ha detto Spacca - i costi della politica
e della pubblica amministrazione. Si riduce anche l'indebitamento della
nostra Regione, confermando un trend positivo iniziato nel 2005''. Quest'anno
la pubblica amministrazione regionale e' costata 92 euro per ogni cittadino,
rispetto ai 105 euro del 2004. ''Sono state ridotte ancora di piu' le
consulenze: dai circa 6 milioni di euro del 2004, siamo passati a 700 mila
nel 2007. Prosegue la lotta all'evasione fiscale: sono 20 milioni gli euro
recuperati. Oggi siamo arrivati a spendere, per ogni cittadino delle Marche,
1.990 euro per la sicurezza sociale, 140 euro per lo sviluppo, 225 euro per
il territorio, con un rinnovato equilibrio tra gli assi prioritari di
governo''. Buone notizie anche sul fronte della sanita': ''Mentre altre
Regioni sono state commissariate dal Governo - ha riferito il presidente -
oggi possiamo essere soddisfatti per una situazione dei conti della sanita'
marchigiana'', che sono stati definiti ''sotto controllo''. Prima di
annunciare gli obiettivi del 2008, il presidente ha stilato un consuntivo del
2007. ''Lo scorso 10 dicembre prendemmo tre impegni: potenziamento della rete
infrastrutturale, nuovo Piano sanitario, turismo. Sono stati avviati i lavori
della terza corsia autostradale (per un investimento di oltre 1.700 milioni
di euro), attivati finanziamenti per la realizzazione della Salaria e della
Mezzina, per le direttissime Ancona-Perugia e Civitanova-Foligno, emanato il
project financing per il collegamento del porto di Ancona alla grande
viabilita', siglata l'intesa tra Marche-Toscana-Umbria per la Fano-Grosseto,
con l'impegno del Governo all'emanazione del bando di project financing nei
primi mesi del 2008, rilanciato l'aeroporto delle Marche, con il dimezzamento
delle perdite e l'incremento dei passeggeri''. Approvato il Piano sanitario
2007-2009, e' stato firmato l'accordo con la Banca europea degli investimenti
(Bei): 688 i milioni di euro attivati, con oltre 200 progetti di
ammodernamento delle strutture ricettive gia' presentati. ''Qui da Ascoli -
ha annunciato Spacca - prendiamo altri tre impegni per il 2008. Vogliamo
promuovere le strutture sociali, educative e ricreative con progetti concreti
a favore dei giovani: biblioteche multimediali, rivitalizzazione degli
oratori, diffusione della conoscenza dell'inglese con corsi scolastici
mirati. Vogliamo, inoltre, promuovere - e' detto in una nota - un progetto
speciale per Ascoli Piceno, attraverso il coordinamento delle politiche
regionali, con una nuova finalizzazione territoriale, per favorire lo
sviluppo e la coesione sociale, rafforzarne l'attrattivita' internazionale a
favore delle famiglie e delle imprese'' Spacca ha annunciato che ''la
Giornata della Marche 2008, sara' dedicata agli anziani. Ci impegniamo a
realizzare l'Agenzia della terza eta' - ha concluso - a potenziare il
servizio per la non autosufficienza, lo ammodernamento delle Case di riposo
con i fondi Bei, la telemedicina, i servizi di trasporto specifici''.
red/mcc/ss (Asca).
(
da "Asca" del 10-12-2007)
(ASCA) - Torino, 10
dic - Nelle iniziative di solidarieta' alle famiglie delle vittime
dell'incidente alla Thyssenkrupp si segnala oggi quella dei consiglieri del
Comune di Torino che devolveranno il gettone di presenza
della seduta di oggi (circa 6000 euro lordi) ai familiari delle vittime e dei
feriti. Un'iniziativa analoga era stata decisa in occasione dello Tsunami in
estremo oriente. Assieme alla Fondazione Crt e alla Compagnia di Sanpaolo, ha
detto il sindaco Sergio Chiamparino, si sta inoltre lavorando per creare un
fondo di sostegno alle famiglie delle vittime di incidenti sul lavoro.
''Inoltre -ha aggiunto il sindaco che ha aperto la seduta di oggi pomeriggio
in Sala rossa con le comunicazioni sulla tragedia della Thyssenkrupp.- ci si
sta impegnando per un'eventuale collocazione lavorativa delle vedove''.
eg/mcc/sr (Asca).
(
da "Stampaweb, La" del 10-12-2007)
Parlare di legge
elettorale non mi piace: non sono uno specialista dell'argomento e inoltre
penso sia un tema troppo tecnico, troppo difficile, una di quelle questioni
su cui la maggioranza delle persone normali non ha né intende avere convinzioni
assolute e incrollabili. Però da un po' di tempo sento anch'io il
bisogno di dire qualcosa. Da un po' di tempo, quasi tutto quel che leggo
sulla riforma della legge elettorale mi fa venire il nervoso, o una certa
"flin-a", per usare un'intraducibile espressione piemontese.
è l'inquietudine che ti viene quando hai l'impressione di essere preso
in giro, ma non capisci bene come e perché. Riflettendoci, però, credo
di sapere che cosa mi dà tanto fastidio. Quel che non mi piace sono i
due messaggi che, in modo più o meno palese, vengono indirizzati
all'opinione pubblica attraverso l'astruso dibattito sulle riforme elettorali
e istituzionali. Il primo messaggio dice più o meno così: cari
italiani, questo Paese è ingovernabile perché la legge elettorale non
funziona, quindi cambiamo la legge elettorale e vedrete che le cose andranno
a posto. E qui mi prendo la prima arrabbiatura. Eh no, cari politici, se
l'Italia è ingovernata, se da anni tutti i grandi problemi attendono
vanamente qualcuno che li affronti sul serio, la responsabilità
è innanzitutto vostra. Una nuova legge elettorale può solo
rendervi il mestiere leggermente più facile (o leggermente più
difficile, se sbagliate legge), ma non trasformerà mai un mediocre
ceto politico in una vera classe dirigente. Se litigate continuamente fra di
voi, se rimandate ogni volta le scelte difficili, se non ci spiegate mai che
cosa vorreste fare e chi ve lo impedisce, è innanzitutto colpa vostra.
Il problema centrale dell'Italia non è la legge elettorale, ma siete
voi. Non riuscivate a governare con il proporzionale. Non ci siete riusciti
con il mattarellum, non ci state riuscendo con il porcellum. Non ci
riuscirete neanche con il vassallum, né con qualsiasi altra diavoleria vi
sarete inventata nel frattempo. Insomma, il "dibattito" sulla legge
elettorale sta diventando l'alibi che permette a questi politici di non
guardarsi allo specchio: dando la colpa alle regole, implicitamente assolvono
se stessi. è questa la risposta della "casta" al libro di Stella e Rizzo? Ma
veniamo al secondo messaggio che, sempre più spesso, martella
l'opinione pubblica. Esso non arriva dal ceto politico nel suo insieme, ma
dai difensori a oltranza del sistema maggioritario. Il messaggio dice: coloro
che vogliono tornare al sistema proporzionale, e in particolare Berlusconi e
Veltroni, stanno tradendo la volontà di milioni di cittadini
che - con il voto nei vari referendum sulla legge elettorale - si erano
espressi a favore del sistema maggioritario. Anche questo è un
messaggio obliquo e insincero. Se lasciamo per un momento da parte gli
intellettuali e i circoli illuminati, che sanno sempre con implacabile
sicurezza qual è il bene dell'Italia, ma parliamo invece della gente
normale, la realtà è che sono in pochissimi ad avere idee
precise e motivate sui sistemi elettorali. è molto ingenuo credere che
fra il 1991 e il '93, ai tempi dei referendum Segni, gli italiani avessero
compiuto una scelta meditata e irrevocabile a favore di una tecnica
elettorale piuttosto che di un'altra. Allora come oggi la gente non ne poteva
più del ceto politico, e allora come oggi l'unico mezzo che le veniva
offerto per (provare a) liberarsene era un cambiamento della legge
elettorale. Se l'Italia della prima Repubblica fosse stata governata con il
maggioritario, forse avremmo puntato sul proporzionale. Così come
oggi, visti i risultati del maggioritario, siamo tentati di fare macchina
indietro e di tornare a qualche forma di sistema proporzionale. è
inutile nasconderlo: il ritorno di simpatia per il proporzionale puro, senza
premio di maggioranza, è prima di tutto l'effetto di un quindicennio
di speranze deluse, la presa d'atto della fine di una stagione. è da
vent'anni che gli italiani vogliono liberarsi di questa classe politica, ma
poiché sono persone educate e pacifiche non trovano mezzi migliori che
firmare referendum e sperare in un cambiamento delle regole. Anch'io ho
firmato il referendum di Guzzetta e Segni, anch'io penso che la legge
elettorale attuale - il cosiddetto porcellum - non sia una buona legge,
anch'io credo che l'Italia funzionerebbe meglio se cambiassimo in modo
oculato regole elettorali e istituzionali. Ma se sento parlare di
proporzionale non mi scandalizzo e tanto meno mi sento tradito. In tanti
abbiamo creduto nel maggioritario illudendoci di voltar pagina e di
guadagnarne un ceto politico migliore. Oggi, di nuovo, ci piacerebbe voltar
pagina, ma almeno dovremmo aver imparato che nessuna legge elettorale -
proporzionale o maggioritaria che sia - renderà migliore il ceto
politico che ci ritroviamo.
(
da "Giornale di Calabria, Il" del
10-12-2007)
Loiero interviene
su quelle nella sanità. Lamonica, Borrello e Tassi chiedono maggiore
competenza ROCCA IMPERIALE. "Non ci saranno nomine per la sanità
domani (oggi per chi legge)". Lo ha detto il presidente della Regione
Agazio Loiero all'AGI. "Anche alla luce di quello che è successo
nei giorni scorsi - ha spiegato - voglio fare insieme alla giunta una
riflessione più profonda per vedere in quale misura, in un tema
così complicato e delicato come la sanità, si possa coniugare
il massimo di novità e il massimo di efficienza, superando schemi che
spesso sono apparsi obsoleti". "La Giunta regionale deve nominare i
Direttori Generali delle Aziende Sanitarie scegliendoli esclusivamente su
criteri di competenza e professionalità e non per appartenenza politica. Lo si deve ad Eva, Federico, Flavio ed alle
centinaia di persone che aggiungono ogni giorno al dolore della malattia la
tragedia di incontrare un sistema disorganizzato, inefficiente e che sta
sempre più perdendo credibilità". È quanto si legge
in un comunicato di Vera Laconica, segretaria generale della Cgil Calabria.
"Lo si deve - aggiunge - anche agli operatori che lavorano in condizioni
a volte proibitive che mortificano esperienze e professionalità e
comportano demotivazione e disagio di cui, insieme al caos organizzativo,
alle deficienze strutturali, all'improvvisazione nell'organizzazione
aziendale e del lavoro, fanno le spese i pazienti. Quello che sta accadendo
sotto gli occhi di tutti è l'aprirsi di una drammatica frattura tra i
cittadini, che esprimono paura e diffidenza rispetto ad un sistema che nega
diritti e produce insicurezza anche sulla qualità delle risposte, e
gli operatori, soprattutto i medici, che diventano bersaglio di un giudizio
liquidatorio e di un'aggressività diffusa, anche quando non motivata,
come è possibile sperimentare ad esempio in ogni Pronto soccorso. Il
protrarsi di questo stato di cose - continua - ucciderebbe in via definitiva
il sistema pubblico perché gli toglierebbe la credibilità necessaria
anche per riformarsi e correggersi e stimolerebbe ulteriori fughe, con
ciò aggravandone la tenuta finanziaria ed indebolendone la
capacità di attrarre e trattenere professionalità forti.
È giusto l'intervento strutturale sui quattro nuovi ospedali con le
modalità straordinarie concordate con il ministro Livia Turco, ma
è necessario procedere rapidamente ad una vera discussione sul Piano
Sanitario ed all'approvazione di un testo che dia certezza di innovazione,
razionalizzazione e investimento sull'adeguamento tecnologico, la
qualità degli ospedali, i servizi territoriali, la rete
dell'emergenza, l'integrazione socio-sanitaria. Ma i processi di costruzione
della qualità - fa rilevare - non hanno un'ora X né un testo
miracoloso, partono dal controllo e dall'organizzazione di ogni prestazione
che, per essere ottimale, ha bisogno di un contesto complessivo che funzioni
e sia organizzato avendo al centro l'interesse e il benessere del
paziente". "Per questo - aggiunge - bisogna iniziare dalla testa:
dirigenti adeguati che non debbano rispondere a nessuna esigenza politica, e che quindi sappiano scegliere a loro volta
direttori e primari in base al loro documentato valore ed a null'altro; che
decidano di non aprire reparti e servizi palesemente inadeguati solo per
incentivare nomine e prebende; che denuncino le interferenze e le pressioni
ed anche le omissioni e le compromissioni che corrompono il sistema
dall'interno. Insomma scegliere un modello, tutto da costruire, di Aziende
che producano salute e non affari, consenso politico, carriere e clientele.
Anche gli operatori, la maggior parte dei quali dà impegno ed ha professionalità,
devono fare la loro parte soprattutto pretendendo che sia restituito valore
al loro lavoro con una contrattazione non individuale ma collettiva in cui il
merito e la dedizione siano riconosciuti. Solo in Calabria può accadere
che sia il sindacato a denunciare gli imboscamenti di personale, i
favoritismi, le cordate dell'inefficienza e che, quelle che dovrebbero essere
le controparti attente all'interesse generale, siano invece coloro che usano
a fini di potere il governo del personale". Dal canto suo il consigliere
regionale dell'Udeur, Antonio Borrello, ha presentato una proposta di legge
per modificare ed integrare la legge regionale numero 11 del 19 marzo 2004
nella parte relativa alla nomina di direttori generali, amministrativi e
sanitari nelle Asp. Lo rende noto, in un comunicato, lo stesso Borrello.
"Gli ormai troppo frequenti casi di malasanità - scrive Borrello
- aggravano la fragilità di un sistema sanitario
sul quale occorre intervenire con urgenza per tentare di farlo assurgere a dignità
in termini di efficienza e qualità dei servizi dentro un modello
organizzativo più coerente con la domanda di "salute sicura"
che proviene dalla società calabrese. Se gli strumenti di
pianificazione e di indirizzo non sono accompagnati da scelte drastiche ed
innovative in ordine alla nomina di direttori generali, direttori
amministrativi e sanitari svincolati definitivamente dalla
discrezionalità della politica di governo,
difficilmente potremo aspirare a vedere realizzati gli obiettivi da tutti
auspicati". "C'é necessità - prosegue - di disporre di
management aziendali le cui esperienze, titoli, capacità sperimentate
e referenze siano preventivamente passate al vaglio rigoroso di esperti di
conclamata professionalità, estranei alla Regione, capaci di mettere a
disposizione della Giunta regionale il meglio di cui dispone la
società. Non se ne esce più se si continua a perseverare su
impostazioni in cui l'appartenenza politica è
stata sempre anteposta alla meritocrazia, sfuggendo, così,
all'imperativo categorico di obbedire alla ferrea regola secondo la quale con
la salute della gente è vietato trastullarsi". "La proposta
di legge, - conclude Borrello - composta di appena 2 articoli, persegue
l'obiettivo di reinventare le modalità di scelta, rimuove la discrezione,
e viene sottoposta in maniera aperta alla valutazione dei gruppi consiliari e
dell'intero Consiglio regionale, affinché, anche attraverso le modifiche ed
integrazioni ritenute idonee per ottimizzarne i contenuti, possa essere
approvata con urgenza per poter essere utilizzata sin da subito in vista
delle nuove nomine da farsi". Tra le proposte, quella relativa alla
nomina dei direttori generali delle Aziende sanitarie provinciali e delle
Aziende ospedaliere la scelta da effettuarsi "con provvedimento della
Giunta regionale sulla scorta della proposta formulata da una Commissione di
tre esperti, esterni alla Regione, appartenenti al mondo accademico e
scientifico, che effettua una rigorosa valutazione dei curricula e delle
esperienze maturate dei partecipanti alla Manifestazione di interesse da
indire con la più ampia pubblicizzazione". "Il ministro
della salute, Livia Turco, finalmente, dopo la tragedia della giovane Eva
Ruscio, sembra aver compreso la gravità della situazione della
sanità nella nostra regione". È quanto afferma in una nota
il coordinatore provinciale della Sinistra Democratica di Vibo Valentia, Pino
Tassi, secondo il quale i prossimi "Direttori generali in tutta la
Calabria deve avvenire attraverso un concorso nazionale".
"Le dichiarazioni di ieri - prosegue - e i primi provvedimenti vanno
nella giusta direzione perché se è giusto da un lato accertare le
responsabilità individuali dei medici e altrettanto necessario
individuare le responsabilità politiche del degrado della
sanità in Calabria. Il degrado della sanità é innanzitutto un
degrado morale e di valori. Il segnale che la classe medica e sanitaria ha
ricevuto in Calabria (ma non solo) è che per fare carriera, per essere
premiati, non serve tanto essere bravi, capaci, professionali, ma essere
ossequiosi e appartenere possibilmente a lobbyes, partiti, logge massoniche.
Questa è la responsabilità principale della classe politica calabrese prima del centro destra e in questi
anni del centro sinistra che non ha avuto la capacità e la forza di
far valere le professionalità e le competenze. Ecco perché il nocciolo
del problema è quello delle nomine dei Dirigenti generali, sanitari, tecnici, dei primari, dei responsabili dei
dipartimenti e giù a scendere. Il criterio di nomina di questi anni
è stato sempre quello dell'appartenenza politica, della
fedeltà, dell'ubbidienza. Questo criterio ha portato spesso a nomine
discutibili, non all'altezza del compito, in pochi casi a scelte buone".
"La scelta - aggiunge Tassi - di commissariale le Aziende sanitarie
provinciali in Calabria è stata una scelta infelice che ha portato ad
una ulteriore destabilizzazione ed è stata praticata solo per
questioni di lotte politiche interne al PD. Se il Presidente Loiero vuole
cambiare rotta realmente, vuole rendere la sanità funzionale ed
efficiente deve fare atti concreti".
(
da "ADN Kronos" del 10-12-2007)
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commenta 0 vota 0 tutte le notizie di SALUTE Roma, 10 dic. (Adnkronos Salute)
- Vietato abbassare la guardia contro l'epatite B. E' questo l'appello a
più voci lanciato, oggi a Roma, dagli esperti italiani in una
conferenza stampa al Senato. Sono 14 mila le nuove infezioni registrate ogni
anno in Italia dove, dice Giampiero Carosi, presidente della Società
italiana di malattie infettive (Simit), "ogni giorno muoiono circa 14
persone per le conseguenze dirette dell'infezione da Hbv, il virus
dell'epatite B". Secondo le stime del professore dell'università
degli studi di Brescia, sono oltre 600 mila i portatori dell'Hbv nel nostro
Paese, "di cui 250 mila immigrati". E' questo il nuovo fronte
'caldo' della malattia, assieme a quello delle carceri. In Italia infatti
esiste la vaccinazione obbligatoria contro l'Hbv dal 1991, quando per primo
il nostro Paese ha iniziato a muoversi sul terreno della prevenzione. Seguito
poi, dicono gli esperti, da tutti gli altri Paesi compresi gli Usa. Ma, avverte
una raccomandazione dell'Unione europea, nella Ue "serve un approccio
olistico alla malattia, maggiori informazioni al pubblico, integrazione
sociale dei malati e, appunto, la necessità di consigliare il vaccino
a tutti gli immigrati provenienti da zone a rischio, e negli istituti
penitenziari". Epatologi, gastroenterologi ed esperti di malattie
sessualmente trasmissibili sono concordi nel sottolineare che "non
bisogna creare allarmismo nella popolazione generale. Ma arrivare alle
categorie a rischio". Si tratta di "persone che hanno rapporti
sessuali con più partner, tossicodipendenti, conviventi di persone Hbv
positive, e chi si rivolge a piccoli ambulatori per interventi
estetici", avverte Alfonso Mele, ricercatore dell'Istituto superiore di
sanità (Iss) e responsabile del sistema di monitoraggio dell'epatite B
'Seieva'. Anche se, visti i costi più che contenuti del vaccino, gli
esperti tra le righe suggeriscono a tutti di vaccinarsi. L'epatite B,
infatti, è una malattia cronica che può portare con il tempo a
cirrosi e al cancro del fegato. "Con costi, oltre che umani, anche
economici per il Ssn". In questo quadro "fondamentale - dicono in
coro - è il rapporto stretto con i medici di medicina generale, che
devono inviare i loro assistiti dagli specialisti". Il
problema più critico sembra però essere quello della
popolazione immigrata. "Anche chi è in Italia da clandestino -
ricorda il presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato
Ignazio Marino - deve sapere che può accedere alle cure e all'assistenza
del Servizio sanitario
nazionale beneficiando dello status di
straniero temporaneamente presente (Stp). E la sua presenza in una
struttura pubblica - aggiunge - non comporta la segnalazione al ministero
degli Interni". L'invito è dunque quello a farsi curare se
necessario. A questo proposito esiste, nel quartiere di San Lorenzo di Roma,
un'associazione, Imagine onlus, che dal febbraio del 2006 ha aperto uno
sportello in sei lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e
arabo) per cercare di intercettare i cittadini stranieri e sensibilizzarli
alla prevenzione e alla cura dell'epatite B. La piccola struttura, che
però ha già un progetto attivo anche in Honduras, è
collegata con l'Istituto San Gallicano di Roma dove gli immigrati possono
trovare assistenza sanitaria ad hoc. Quanto al problema della diffusione
dell'Hbv nelle carceri, su cui si concentra la Ue, Marino spiega "che si
tratta di un nodo importante della sanità pubblica che potrà
cominciare ad essere affrontato nella giusta misura quando la medicina
carceraria passerà finalmente dalle competenze del ministero della
Giustizia a quello della Salute".
ROMA - Il sottosegretario alla difesa Marco
Verzaschi è agli arresti domiciliari in relazione ad un' inchiesta
della procura di Roma che lo vede coinvolto nella sua qualità di ex
assessore regionale alla sanità. Il sottosegretario dimissionario
risulta coinvolto in qualità di ex assessore regionale alla
Sanità. La misura fa riferimento a due distinte contestazioni: una per
corruzione, l'altra per concussione.
La vicenda, in cui sono indagati diversi manager e politici, riguarda
presunte tangenti pagate dalla manager Anna Iannuzzi, soprannominata Lady
Asl. Nei giorni scorsi Verzaschi, 48 anni, si era dimesso da sottosegretario
alla Difesa e da segretario regionale per il Lazio dell'Udeur. Una decisione
presa, aveva detto il politico, per motivi "strettamente
personali".
Nel '95 Verzaschi e' stato eletto per la prima volta nel Consiglio della
Regione Lazio, incarico rinnovato nel 2000 e nel 2005. Dal 2000 al 2003 ha ricoperto
l'incarico i assessore regionale all'Ambiente e Protezione Civile, assumendo,
successivamente, e fino al 2005, la responsabilità di assessore
regionale alla Sanità. Lo stesso anno Verzaschi lascia la Cdl per
passare all'Udeur di Clemente Mastella. Verzaschi viene nominato
sottosegretario alla Difesa il 19 maggio 2006.
(10 dicembre 2007)
ARTICOLI DEL 9 DICEMBRE 2007
In estate era di dieci miliardi Al
Senato è salita a 13 alla Camera crescerà ancora
( da "Stampa, La"
del 09-12-2007)
L'AMMINISTRAZIONE è preoccupata
per il taglio dei trasfer ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)"
del 09-12-2007)
"non tagliate i nostri
stipendi" - gabriele isman ( da "Repubblica, La" del
09-12-2007)
Accordo politico per spartirsi un
tesoro - paolo possamai ( da "Corriere delle Alpi" del
09-12-2007)
Il Pd romano scrive a Prodi: penalizzi
i piccoli per la casta ( da "Libero" del
09-12-2007)
Calderara con i lavoratori Sabiem I
consiglieri donano il gettone ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 09-12-2007)
Articoli del 9 dicembre 2007
(
da "Stampa, La" del 09-12-2007)
LEGGE
DI BILANCIO COSTI DELLA POLITICA In estate era di dieci miliardi Al Senato
è salita a 13 alla Camera crescerà ancora Annacquate le nuove
norme sulle Comunità montane e sul taglio agli assessori.
(
da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del
09-12-2007)
Imenti e per le
disposizioni sui costi della politica previsti in
Finanziaria. Ma, nonostante questo, è intenzionata a portare a
compimento tutte le opere di mandato e a migliorare i servizi ai cittadini.
E' la mission del bilancio 2008 del Comune di Bondeno, attualmente in fase di
elaborazione definitiva, "e in attesa comunque ? spiega il sindaco
Davide Verri ? del varo della manovra di governo. L'iter ha infatti risvolti
significativi nei bilanci dei singoli Comuni". Questo perché "le
amministrazioni locali sono fortemente condizionate dal patto di
stabilità, che consente un'autonomia limitata nelle spese e
nell'accesso ai mutui, con conseguenze sul fronte delle opere pubbliche. La
stessa Anci, Associazione nazionale comuni italiani, ? insiste Verri ?, sulla
Finanziaria 2008 si è espressa in maniera negativa". IN PARTICOLARE il sindaco sottolinea come "se da un lato
sono certamente apprezzabili misure come il finanziamento del pacchetto-casa
e del fondo della non autosufficienza, forte allarme destano il taglio dei
trasferimenti, non compensato dal previsto extragettito Ici, o le disposizioni
inerenti i cosiddetti costi della politica.
Così facendo ? continua ? lo Stato scarica sui Comuni il
problema della copertura finanziaria della sua stessa manovra".
Ciò detto, obiettivo dell'amministrazione è portare a termine i
progetti di mandato (uno su tutti il recupero in corso dei centri storici di
capoluogo e frazioni) e rispettare la programmazione triennale. "Noi
sindaci ? è la chiosa di Verri ? dobbiamo rispondere alla
comunità sul mantenimento del bilancio e sull'erogazione di migliori e
maggiori servizi, tanto più indispensabili in una comunità,
come quella matildea, in cui l'indice di vecchiaia tende ad aumentare. Nel
caso specifico di Bondeno possiamo affermare che il Comune è 'sano' da
un punto di vista finanziario e in termini di prestazioni continua a dare
risposte concrete alle necessità della gente". Negli auspici
dell'amministrazione il bilancio sarà sottoposto all'approvazione del
consiglio comunale entro fine gennaio. - -->.
(
da "Repubblica, La" del 09-12-2007)
Pagina XI - Roma La
Finanziaria abbassa i mensili dei politici capitolini da 2.100 a 1.600 euro.
Mentre i "regionali" mantengono i loro 13 mila euro "Non
tagliate i nostri stipendi" I consiglieri comunali Pd a Prodi: "Noi
deboli, pensate alla Regione" Si favorirebbe una casta che ha entrate
estranee all'impegno amministrativo GABRIELE ISMAN Una lettera del gruppo
comunale del Partito democratico al premier Romano Prodi e al presidente
della Camera Fausto Bertinotti contro i tagli previsti dalla Finanziaria ai gettoni di presenza degli stessi
consiglieri comunali. "Oggi la nostra indennità - è
scritto nella lettera - può raggiungere al massimo i 2000 euro
mensili, che la Finanziaria ridurrebbe a circa 1500-1600 euro al mese. Non ci
sembra di appartenere ad una casta di nababbi privilegiati che succhiano
denaro ai cittadini". L'allarme dei consiglieri del Pd è forte:
"Ridurre i costi della politica nelle amministrazioni locali sarebbe un
grave errore. Inciderebbe negativamente sulle condizioni di accesso alla
politica e sulla sua trasparenza, allontanerebbe i giovani e favorirebbe una
casta di avventurieri della politica economicamente dipendenti da entrate
estranee al loro impegno amministrativo". E nella lettera a Bertinotti e
Prodi, i consiglieri - che si definiscono "l'anello debole della
catena" - non manca un riferimento ai loro colleghi della Regione che
godono di un trattamento economico assai diverso: "è un peccato
che, sui consiglieri regionali, con le loro indennità fra gli 8 mila e
il 13 mila euro mensili, nulla si possa dire. Inviolabile è
l'autonomia delle Regioni, così come quella del Parlamento. Lì
si agisce col bisturi, qui con l'accetta". Quella resa nota ieri
è la seconda lettera in poche settimane partita dal Campidoglio verso
il Parlamento sul tema della Finanziaria. "Quindici giorni fa - racconta
Pino Battaglia, capogruppo del Pd al Comune - ve n'era stata un'altra,
firmata da tutti i capigruppo dell'aula Giulio Cesare ai capigruppo di Camera
e Senato. Non abbiamo avuto il tempo di condividere la seconda missiva con i
colleghi degli altri partiti, ma l'allarme sui tagli è di tutti".
Ancora Battaglia spiega che un consigliere comunale non ha
indennità fissa: "Può accumulare fino a 25 gettoni di presenza al mese tra sedute del consiglio e commissioni, per un
guadagno complessivo massimo di 2.116 euro netti al mese". "I
consiglieri comunali di Roma hanno ragione" commenta Riccardo Milana,
coordinatore romano del Pd e membro della Commissione Bilancio della Camera.
"La sensazione è che si tratti di un provvedimento poco ragionato
e preso sotto spinte emotive in un sistema che è sproporzionato e che
mette sullo stesso piano Roma e il resto dei Comuni. Ma nella Capitale il
decentramento è avanzatissimo, e risparmi se ne potrebbero fare da
tante altre parti". E qui arriva il discorso sui presidenti del
municipio - a cui la Finanziaria vorrebbe tagliare il diritto
all'aspettativa, e per questo il 13 dicembre i minisindaci saranno sotto
Montecitorio a manifestare - e ancora sulla Regione. Quanto guadagna un
consigliere della Pisana? "Ottomila euro di indennità base,
più una seconda indennità di altri mille per incarichi come
presidente di commissione, capogruppo, ufficio di presidenza, più
altri 4 mila circa per il rapporto con gli elettori" spiega Battaglia.
Tagliare quindi sulla Regione? "è un ente ben trattato" dice
Milana. "Non sarebbe uno scandalo - conferma Battaglia - ma, come
scriviamo nella lettera, serve una vera discussione che coinvolga tutti i
livelli istituzionali per una reale riforma".
(
da "Corriere delle Alpi" del
09-12-2007)
24 Ore Accordo
politico per spartirsi un tesoro Obiettivo del patto: i 100 milioni di
indennizzo da parte dell'Anas La quiete nella società del Leone di San
Marco è incardinata su un'intesa tra destra e sinistra PAOLO POSSAMAI
VENEZIA. Se la battaglia per il controllo di Autostrada Brescia-Padova, alias
Serenissima, non cessa di infuriare, per strano che possa apparire la cugina
minore Venezia-Padova è una isola di quiete. Eppure, anche la piccola
Venezia-Padova custodisce un tesoretto. Un tesoro, anzi, dato che il bilancio
2006 dichiarava un patrimonio netto di 72,9 milioni (conteggiando, in
particolare, oltre 20,9 milioni di capitale sociale e quasi 39 milioni di
riserve). Non basta, perché nel novembre 2009, quando scadrà la
concessione a gestire l'autostrada più breve d'Italia, la
società sarà indennizzata dall'Anas con 100 milioni di euro.
"Su esplicita nostra richiesta - si legge nella relazione all'assemblea
dei soci - l'intero indennizzo deve essere corrisposto alla Venezia-Padova
entro e non oltre 90 giorni dal subentro". Come si vede, il morituro
è in eccellente stato di salute finanziaria. Il che ancor meno spiega
la quiete politica riservata alla società del Leone di San Marco. La
quiete è incardinata su un patto, che tiene assieme destra e sinistra.
Tant'è che da sei anni a questa parte il presidente è
appannaggio di Forza Italia, l'amministratore delegato è espresso dai
Ds. Da principio il presidente si chiamava Giustina Destro, oggi è
Vittorio Casarin. Ma il vero capoazienda è Lino Brentan. Lui è
il dominus, riconosciuto come tale pure dall'assessore regionale Renato
Chisso e quindi non usato come puntaspilli dal governatore Giancarlo Galan.
Il che non significa affatto che la gestione non sia discutibile. Compensi in
allegria. Il 26 novembre l'assemblea dei soci ha nominato il nuovo consiglio
di amministrazione, in carica per i prossimi tre anni, confermando il
precedente board. Con una mano i soci hanno abbassato a 400mila euro i
compensi per gli amministratori, in ossequio alle disposizioni del decreto
Lanzillotta, ma con l'altra hanno assegnato loro un bonus speciale - visti
gli eccellenti risultati - di 260mila euro. Il risultato finale? La somma
supera la spesa degli anni passati (vedi tabella). A Brentan andranno 70mila
euro di bonus, i singoli consiglieri si devono contentare di 10mila euro. Non
è nemmeno una novità che Brentan meriti compensi aggiuntivi. Lo
scorso anno ha percepito da Venezia-Padova 150mila euro di emolumento e
50mila di bonus. Ma poi a questi vanno aggiunti 32mila euro di emolumenti
della partecipata Società utenza stradale (Sus) e dalla stessa altri
30mila euro di bonus, inoltre 16mila euro da Veneto Strade, 7mila euro dalla
partecipata Vis. A voler essere pignoli, nel conto andrebbero messi 16mila
euro versati a Brentan da Venezia-Padova in quanto componente del Comitato
esecutivo, 7mila euro di gettoni presenza, circa 22mila euro di diaria. La somma porta alla bella cifra
di 329mila euro, senza voler indagare sugli effetti della presenza di Brentan nei consigli di amministrazione delle partecipate
Nuova Romea, Pedemontana Veneta, Nogara-Mare, Grande raccordo anulare di
Padova. Il futuro del dominus.Se il destino della società
appare tuttora da decifrare, sembra delineato l'avvenire dell'amministratore
delegato. A fronte delle dimissioni del direttore generale Loris Manente, che
lascia per la pensione a fine dicembre, il successore potrebbe portare il
nome di Lino Brentan. Il che non fa che ribadire chi sia il capoazienda e
che, alla scadenza della concessione, potrebbe essere premiato dunque con una
adeguata buonuscita commisurata all'incremento di valore assicurato
all'azienda durante la sua gestione. La buonuscita non è ipotesi
accademica. Denari e bastoni. Se i critici in Autostrada Venezia-Padova
vengono pigliati a bastonate, per gli altri dipendenti non sono lesinati i
denari. La delibera firmata da Brentan il 31 luglio 2006 prevedeva 11
adeguamenti di inquadramento (scatti di carriera), nonché 25 incentivi con
superminimo ad personam (da 70
a 150 euro). Nella successiva delibera del 5 marzo
2007, la lista dei promossi prevede 16 adeguamenti e 31 incentivi. Del resto,
Brentan li conosce uno a uno, come un padre. Non sarà per caso che
sotto la sua gestione su 26 assunti 14 sono nativi di Campolongo Maggiore,
che è il paese in cui Brentan vive. A proposito di parentele, non
sarà per caso nemmeno che il signor Lucio Marcato (capo squadra
manutenzione) e la signora Vania Ordan (segreteria alla Direzione del
personale) figurano negli organici della società. Il primo è
cognato di Brentan, la seconda è sua nipote. Un altro nipote l'ha
fatto assumere a Veneto Strade, un'altra nipote lavora all'Autostrada
Brescia-Padova. E che il top manager della società veneziana abbia un
occhio di riguardo per il suo paesello, del resto, lo sanno bene pure tanti
fornitori dell'azienda, dal muratore all'imbianchino. Corsi e ricorsi. Chi
non ama la gestione di Venezia-Padova, trascurando quisquilie come una
generosa tendenza a viaggi in amene località turistiche, osserva che
non mancano le partite incagliate. Una a titolo di esempio riguarda la gara
per la concessione delle due aree di servizio di Arino. Da principio è
stata vinta dall'Eni, ma Autogrill e Moto hanno presentato ricorso. In gioco
c'è un contratto che vale, tra canoni e royalties, attorno a 40
milioni di euro. Secondo il vecchio contratto, Eni riconosceva ogni anno
all'autostrada 740mila euro. L'importo offerto da Eni in gara nel novembre
2005 consisteva in oltre 3,7 milioni di euro. Ma secondo l'accordo
transitorio sottoscritto con Eni e Ristop nel febbraio scorso, in attesa
della sentenza del Consiglio di Stato sui ricorsi di Autogrill e Moto, nelle
casse dell'autostrada finiranno poco meno di 2 milioni l'anno. Esiste il
rischio di perdere parte dei denari offerti in prima battuta da Eni? Il
piccolo regno. La società presieduta da Casarin insegna, tra l'altro,
che ci hanno presi per i fondelli da almeno tre lustri a questa parte. Da
tanto tempo, infatti, gira la favola della fusione tra Autostrada Brescia-Padova,
Autovie Venete e appunto Autostrada Venezia-Padova. Va da sè che la
fusione è logica. Ma non per chi gioca a fare il manager e, scambiando
per strepitosi risultati gestionali la slot machine dei caselli, finge che la
società sia indispensabile. A questo punto resta da capire che ne
sarà di Venezia-Padova dopo il novembre 2009, alla scadenza
cioè della concessione. I dipendenti della società saranno
impegnati nella gestione della tratta autostradale e del Passante? Anas e
Regione, candidati a costituire la società dedicata a gestire A4 e
Passante, non hanno ancora risposto. Il ricco patrimonio della società
sarà investito in nuove iniziative infrastrutturali oppure reso agli
azionisti? Nell'uno e nell'altro caso, parliamo di iniziative di evidente
pubblico interesse. Posto che i grandi soci sono Province, Comuni e Camere di
commercio non sarebbe tempo che facessero chiarezza sul futuro di un bene a
tutto tondo pubblico? Insomma, a parte che per chi l'amministra, serve
davvero mantenere in vita la società autostradale più piccina
d'Italia? Fra due anni, a concessione scaduta, Brentan di che si dovrebbe
occupare? Della costruzione dell'autostrada Nuova Romea, che è nulla
più che un segno sulla carta? Della costruzione del Grande raccordo
anulare di Padova? Della gestione delle partecipazioni finanziarie detenute
in Pedemontana e in varie altre società autostradali e relativi
satelliti?.
(
da "Libero" del 09-12-2007)
Roma 09-12-2007 Il
Pd romano scrive a Prodi: penalizzi i piccoli per la casta di GIANCARLO
RICCIO I tagli della Finanziaria nelle amministrazioni locali
"inciderebbero negativamente sulle condizioni di accesso alla politica e
favorirebbe una casta di avventurieri della politica economicamente
dipendenti da entrate estranee al loro impegno amministrativo". La
lettera del gruppo capitolino del Pd, destinatari Romano Prodi e il presidente
della Camera Fausto Bertinotti, non ha proprio nulla di natalizio. E, anzi,
è il classico sasso nello stagno che aumenterà fibrillazioni,
imcomprensioni e polemiche. "L'abbiamo scritta", conferma Pino
Battaglia, numero uno del partito di Veltroni in Campidoglio,
"perchè ci risulta che queste saranno ore decisive proprio per i
tagli previsti". E, attenzione, non si tratta neanche di una sortita del
nuovo partito del centrosinistra. Poiché - e proprio Battaglia lo conferma -
quella di ieri è solo una seconda missiva al Palazzo della politica:
"Circa due settimane fa si sono riuniti tutti i
gruppi consiliari del Comune di Roma e abbiamo scritto ai capigruppo del
parlamento nazionale, dichiarando le stesse cose. Ora, posso anche
dirlo". Insomma, se si decurteranno le indennità dei consiglieri
comunali ("si ragiona per gettoni di presenza mensili, al massimo si arriva a 2116 euro ogni 30
giorni", argomenta Battaglia), si darà spazio a chi
"ha beni al sole e si può permettere di far politica a tempo
pieno senza preoccuaprsi di ricevere uno stipendio". La lettera del Pd
del Comune ribadisce infatti che "oggi la nostra indennità
può raggiungere al massimo i 2000 euro mensili, che la Finanziaria
ridurrebbe a circa 1500-1600 euro al mese. Non ci sembra di appartenere ad
una casta di nababbi privilegiati che succhiano denaro ai cittadini.
Svolgiamo un lavoro bellissimo, che ci assorbe a tempo pieno. Non abbiamo
alcuna forma di contributi previdenziali e il lavoro che un consigliere
svolge quotidianamente, non viene riconosciuto dalla legge". "Provo
un certo imbarazzo, visto che si parla dei costi della politica ma sono
d'accordo sulla lettera", commenta Amedeo Piva, anche lui Pd ma di
provenienza Margherita e non Ds come Battaglia. E a proposito di Margherita,
un'altra riflessione arriva da Mario Di Carlo, consigliere regionale da
sempre senza peli sulla lingua. Il quale legge alcuni passaggi della lettera
del Pd capitolino ("è un peccato che, sui consiglieri regionali,
con le loro indennità fra gli 8 mila e il 12 mila euro mensili, nulla
si possa dire. Inviolabile è l'auto nomia delle Regioni, così
come quella del Parlamento. Lì si agisce con il bisturi, qui con
l'accetta") e replica così: "I compensi dei consiglieri
regionali e dei parlamentari nazionali sono giusti. Quanto a quelli di chi
siede in consiglio comunale, perfettamente d'accor do. In passato sono stato
consigliere comunale ed assessore. Al Comune di Roma si lavora sostanziamente
come alla Regione. Il Campidoglio gestisce sei-sette miliardi di euro all'anno.
Nessuna grande azienda pagherebbe così poco i propri
dirigenti...". E la sortita del Pd romano contro i i consiglieri
regionali? "Ma perché bisogna cercare un nemico a tutti i costi?",
chiosa Di Carlo, "il punto è aumentare le indennità dei
consiglieri comunali, soprattutto di grandi realtà come quella di
Roma". Insomma il Pd dibatte, protesta con Prodi e con Bertinotti.
Soprattutto, come abbiamo visto, si fa anche portavoce di un disagio
condiviso da tutti i partiti che siedono in aula Giulio Cesare. Siamo proprio
sicuri che tra due settimane sarà Natale? Foto: CONSIGLIERI UNITI
L'aula Giulio Cesare. I consiglieri comunali sono contro i tagli in
Finanziaria alle loro indennità Agf Salvo per uso personale è
vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
09-12-2007)
? CALDERARA ? SOLIDARIETÀ
ai lavoratori delle fonderie Sabiem dal consiglio comunale di Calderara. E'
stato votato all'unanimità un ordine del giorno presentato dai
consiglieri Nicolò Melotti e Adriana Altrelli, che invita a
partecipare alla raccolta di fondi e generi alimentari. Ma
anche a destinare agli operai della fonderia e alle rispettive famiglie il
gettone di presenza. "Auspichiamo ? dice il sindaco Matteo Prencipe ? che le
azioni messe in atto dall'assessorato provinciale al Lavoro permettano di
garantire gli impegni aziendali nei confronti dei lavoratori. E cioè i
salari e i contributi previdenziali e assicurativi. Ma anche di far
fronte alle necessità immediate di questi dipendenti, con un prestito
di denaro agevolato. Frutto di un accordo esistente fra la Provincia ed il
mondo bancario". A parere del primo cittadino l'amministrazione comunale
di Calderara si è adoperata per agevolare la delocalizzazione della
Sabiem (ha due sedi produttive a Cadriano e a Bologna in via Emilia) nel
territorio calderarese. Che era stato individuato come il più idoneo,
attraverso la firma di un accordo quadro assieme alla Provincia, ai Comuni di
Bologna e Granarolo, alle fonderie Sabiem e ai sindacati provinciali della
Fiom, Fim, Uilm. "IL CONSIGLIO comunale ? aggiunge il sindaco ? esprime
poi apprezzamento per la decisione del Comune di Bologna che ha mantenuto la
zona della Sabiem ad uso di attività produttiva; vanificando eventuali
intenti speculativi su un'area di grandi dimensioni e di altrettanto grande
appetibilità. Insomma, si lascia aperta la porta ad eventuali altri
imprenditori". p. l. t. - -->.
ARTICOLI DEL 7 E 8
DICEMBRE 2007
Asl, i dipendenti devono pagarsi la
formazione ( da "Stampa, La" del
07-12-2007)
Consiglieri, gettoni di presenza a
favore delle associazioni locali ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
07-12-2007)
Tesoro, un'altra doccia fredda
( da "Nuova Sardegna, La"
del 07-12-2007)
Di MATTEO INCERTI NEL 2006 E 2007 la
Provincia ha applicato su tutte le bollet
( da "Resto del Carlino, Il (R.
Emilia)" del 07-12-2007)
Rifiuti, abbiamo Il Consiglio di Stato
dà ragione ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 07-12-2007)
Ici, ossigeno all'agricoltura
Asfissiano le casse comunali ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)"
del 07-12-2007)
Tutti scandalizzati e senza peccati
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 07-12-2007)
Molti nuovi partiti, ma nessuno si
accorge che l'Italia è cambiata
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 07-12-2007)
<Oh bej oh bej, troppi abusivi>.
Traffico in tilt ( da "Corriere della Sera" del
07-12-2007)
Il Consiglio tergiversa sulla riduzione
del 10% del gettone di presenza ( da "Gazzetta del Sud" del
07-12-2007)
Consulenze d'oro, Acquaroli (An)
incalza ( da "Resto del Carlino, Il (Macerata)"
del 07-12-2007) + 1 altra fonte
Seduta lampo: 100 euro al minuto
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 07-12-2007)
Insicurezza
( da "Foglio, Il"
del 07-12-2007)
Il vuoto dopo la nascita del
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)"
del 07-12-2007)
Rieccoli/ Cercasi nuovo ad per
l'Acquirente Unico. Tra i più gettonati Francesco Nucci, ex Sogin
( da "Affari Italiani (Online)"
del 07-12-2007)
Alzheimer: Censis, costo sociale tutto sulle
famiglie ( da "Vita non profit online" del
07-12-2007)
COOPERAZIONE: TOSCANA, AL SISTEMA
SANITARIO PALESTINESE UN AIUTO PER CRESCERE
( da "Metronews"
del 07-12-2007)
Busta Paga - I deputati onorevoli!!
( da "Blogosfere"
del 07-12-2007)
Luci spente e negozi chiusi 5 minuti
sala rossa, il "gettone" alle vittime
( da "Repubblica, La"
del 08-12-2007)
Comune a caccia di case private da
destinare ad alloggi popolari - luigi soriga
( da "Nuova Sardegna, La"
del 08-12-2007)
Una riunione vergognosa
( da "Nuova Sardegna, La"
del 08-12-2007)
Manca la giunta, ma il consiglio costa
2700 ( da "Repubblica, La" del
08-12-2007)
Gli ispettori: caos all'ospedale di
vibo - giuseppe baldessarro mario reggio
( da "Repubblica, La"
del 08-12-2007)
La firma di Bucchi sull'ultimo blitz
( da "Resto del Carlino, Il
(Fermo)" del 08-12-2007)
Costi della politica, la regione taglia
i viaggi dei consiglieri ( da "Messaggero Veneto, Il" del
08-12-2007)
Di ANNA BELTRAME CI SONO ben 265mila
euro di differenza fra il più ricco
( da "Nazione, La (Prato)"
del 08-12-2007)
Paruolo: <Ora un esame di coscienza.
E meno convocazioni a vuoto> ( da "Corriere di Bologna" del
08-12-2007)
Question time senza risposte Ma in 38
incassano il gettone ( da "Corriere di Bologna" del
08-12-2007)
Sanità, cosa c'è oltre il
walzer?\n ( da "Corriere del Mezzogiorno" del
08-12-2007)
In piazza la protesta dei Cobas
<Basta con le morti sul lavoro> ( da "Corriere della Sera" del
08-12-2007)
TELEFONI BOLLENTI, vien da dire. Il
rapporto tra i politici e un oggetto comuniss
( da "Nazione, La (Pisa)"
del 08-12-2007)
A Gressoney case walser d'oro
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 08-12-2007)
Le macerie della Casa delle
Libertà ( da "Giornale.it, Il" del
08-12-2007)
Mai preso soldi nella vicenda Tanzi
Berselli (An) querela Milena Gabanelli
( da "Resto del Carlino, Il
(Nazionale)" del 08-12-2007)
Alleanza nazionale, critiche alla
giunta del turco ( da "Centro, Il" del
08-12-2007)
INDENNITà RADDOPPIATE ALL'ASA
ANCHE LA MAGGIORANZA CRITICA ( da "Mattino, Il (Avellino)" del
08-12-2007)
Consegnato all'ospedalel'<Infant
flow sistem> ( da "Sicilia, La" del
08-12-2007)
Vibo, un ospedale da chiudere. Resta
aperto per necessità ( da "Giornale di Calabria, Il" del
08-12-2007)
Articoli
(
da "Stampa, La" del 07-12-2007)
SANITA'.
AGGIORNAMENTO FISIOTERAPISTI La replica Asl, i dipendenti devono pagarsi la
formazione "I partecipanti non hanno trovato nulla da ridire"
[FIRMA]DANIELA SANDIGLIANO BIELLA Corsi di formazione all'Asl, ma pagati dai
dipendenti che li frequentano. A sollevare il problema è Daniele
Gamba, esponente della Federazione sindacati indipendenti in una lettera al
direttore generale dell'Asl Oreste Brusori. In sintesi la domanda che pone
Gamba a Brusori è questa: "E' possibile che i fisioterapisti
abbiano frequentato il corso di formazione pagando di tasca loro 258 euro?".
Precisa il sindacalista: "Non si è mai verificato che l'Azienda
sanitaria per i corsi di aggiornamento professionale per infermieri e
personale amministrativo abbia richiesto ai dipendenti una quota di
iscrizione onerosa; questo dimostra la diversità di trattamento tra categorie
professionali, una discriminazione inaccettabile". Il corso di
formazione al centro della vicenda aveva come tema "Mobilizzazione del
sistema nervoso" ed è avvenuto all'interno dell'Asl; è
stato frequentato da 24 fisioterapisti che hanno pagato la somma richiesta
con la sola fruizione di un giorno di permesso retribuito, quello del
venerdì 30 novembre (le lezioni sono proseguite sabato 1 e domenica
2). Aggiunge Gamba: "Occorre ricordare che l'aggiornamento professionale
del Sistema sanitario nazionale
è strutturato secondo la pianificazione definita ''educazione continua
di medicina'' e le Asl, contrattualmente, dovrebbero farsi carico delle spese
per il raggiungimento dei crediti formativi annui obbligatori proprio per il
personale". Assodato che non è comunque semplice organizzare le
attività di formazione legate alle molte specialità di un'Asl
(Fisioterapia, Ortopedia e Dietologia solo per citare), Gamba chiarisce:
"Stupisce che, come nel nostro caso il corso sia avvenuto all'interno e
quindi senza costi per trasferte, i fisioterapisti abbiano dovuto pagare
quanto per contratto e per legge avrebbero dovuto avere gratuitamente. Chiedo
quindi che l'Asl sani questa impropria contribuzione richiesta ai
fisioterapisti, valutando quanto essi si siano già assunti impegni
maggiori, sacrificando le proprie giornate lavorative e festive. Esprimo
censura su questo operato e tale severità è anche in ragione
delle priorità di spesa che l'Asl ha illustrato. E' stato infatti scelto
di attribuire un'onerosa indennità di coordinamento per le politiche
del personale invece di garantire la formazione gratuita degli operatori
sanitari". Il corso cui hanno partecipato i fisioterapisti era "in
regime di aggiornamento facoltativo". Lo precisa l'Asl, spiegando che
"nei casi in cui viene accolta una richiesta dei dipendenti di
partecipare ad un'iniziativa formativa in "regime facoltativo"
è facoltà dell'Azienda in toto o in parte alle spese. Nel caso
specifico l'Asl 12 ha
partecipato coprendo parte delle spese. Inoltre, abbiamo più volte
registrato la piena soddisfazione dei partecipanti, sia rispetto ai contenuti
e alla competenza didattica dei formatori, sia rispetto al sostegno offerto
dall'Asl".\.
(
da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
07-12-2007)
SOSTEGNO CONCRETO
AL "PROGETTO ALICE" E AI "NONNI DI
CARPENEDOLO" Consiglieri, gettoni di presenza a favore delle associazioni locali Alcuni consiglieri di
Carpenedolo si sono resi protagonisti di un gesto di solidarietà a
favore del Progetto Alice e dei Nonni di Carpenedolo. L'iniziativa ha
consentito di devolvere i gettoni di presenza dei consiglieri Roberto Sisti, anche lui scomparso,
Francesco Malpezzi, Emma Botturi, Guido Tononi e Pasquale Vecchiolini, a
favore di due associazioni che operano sul territorio. La cerimonia si
è tenuta nell'ex sala comunale di Piazza Europa.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
07-12-2007)
L'ufficio
provinciale rischia nuovamente la chiusura Tesoro, un'altra doccia fredda No a
un emendamento, la città perde un punto di riferimento NUORO. Una
calda e una fredda. Per i lavoratori del ministero dell'Economia e delle
Finanze le notizie si alternano in maniera stressante. Nei mesi scorsi la
decisione del ministro Padoa Schioppa di chiudere 80 sedi periferiche,
così da adeguarsi alla delibera della Banca d'Italia, che sta
chiudendo il 35% delle filiali (Nuoro compresa). Il ministero del Tesoro
raggiungerebbe una percentuale maggiore, cioè il 39% delle attuali
sedi in funzione. Durante la discussione della finanziaria il Senato approva
un emendamento che dà speranza ai dipendenti nuoresi: la chiusura
viene rinviata al 2010 e le sedi provinciali, con una popolazione sopra i 250
mila abitanti non chiuderanno. La direzione provinciale e la ragioneria dello
Stato di Nuoro sono salve. Ma l'intrusione di alcuni senatori ha provocato
nel ministro Padoa Schioppa una forte irritazione, ed il capo del dicastero
dell'Economia promette che alla Camera il Governo su questo punto non
cederà. Inizia una campagna, anche attraverso i giornali, per
convincere l'opinione pubblica e la politica che la
scelta della chiusura delle 80 sedi si muove sul fronte del risparmio della
spesa pubblica. Difficile far capire che il risparmio preventivato dal
ministero dell'Economia è poca cosa rispetto ai molti milioni di euro
che invece si spendono in convenzioni, esternalizzazioni, appalti di vario
tipo, consulenze esterne. "Forse molto di più - affermano i
sindacati - si recupererebbe al BIlancio statale se si facesse una seria
battaglia all'evasione fiscale. Nei giorni scorsi - nel dibattito che sta
accompagnano il disegno di riorganizzazione del ministero dell'Economia in
parlamento, e che prevede la chiusura delle 80 sedi - la relazione contraria
all'emendamento di salvataggio delle sedi più grosse, fra cui
perciò Nuoro, sostiene che tale emendamento è un passo indietro
rispetto a un modello di amministrazione flessibile, snella, orientata al
servizio e valutata per i risultati del servizio verso lutenza".
Sarà sicuramente un'amministrazione più snella e più
flessibile, ma non assolutamente più efficiente e più adeguata
alle esigenze della gente, siritiene nel Nuorese. I contribuenti dovranno
andare a Cagliari per i servizi erogati dal Tesoro ed anche per le funzioni informatiche.
"Non possono essere una garanzia per i cittadini - spiega Giorgio
Mustrao dela Cisl - dove l'Adsl, per esempio, è ancora un sogno. Nei
lavoratori del ministero dell'Economia si sta formando il convincimento del
tanto peggio tanto meglio ed una soluzione di mobilità verso altre
amministrazioni pubbliche locali viene accolta come il male minore. Il
problema, può risolversi per i 50 dipendenti attualmente in servizio,
che andrebbero a lavorare presso gli sportelli delle agenzie fiscali, o
magari nei tribunali. Ma continua ad accentuarsi la scomparsa dello Stato sul
nostro territorio. E continuano a scomparire dal Nuorese i servizi pubblici e
le prestazioni statali". "è di questi giorni - prosegue la
Cisl esaminando la situazione - l'intenzione di trasferire
il servizio sanitario attualmente prestato dagli operatori del Ministero della
Giustizia al sistema sanitario
nazionale. Attualmente i detenuti sono
assistiti da personale specializzato interno agli Istituti. Se passa tale
riforma anche la popolazione in carcere sarà curata dalle aziende
sanitarie locali. Anche qui l'unico obiettivo è il risparmio, e
la famigerata razionalizzazione. Ma che ripercussioni avranno le prestazioni
nei confronti dei carcerati e con quali ripercussioni per il sistema ospedaliero
locale, per la sicurezza e per i carichi di lavoro dei già
insufficienti poliziotti penitenziari?".
(
da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del
07-12-2007)
Di MATTEO INCERTI
NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollette dei rifiuti
l'addizionale del 5% per "tributo ambientale provinciale". Ma Il
Consiglio di Stato nell'adunanza del 5 novembre 2007 ha ricordato che il
Codice Ambientale del 2006 aveva "soppresso" tale tributo che da
Provincia a Provincia poteva variare tra l' 1% ed il 5%. Ora con le modifiche
dello stesso testo, questo tributo variabile sta per essere reintrodotto (ma
anche in questo caso il Consiglio di Stato nella sua relazione ha dato un
parere 'negativo'), disquisizioni tra esperti di legge a parte, resta il
fatto che in questi ultimi due anni i cittadini reggiani hanno pagato un 5%
in più nelle loro bollette del servizio rifiuti svolto da Enìa
Spa e Sabar Spa. Il parere del Consiglio di Stato, fornito sulle modifiche
del Codice Ambientale, dà quindi di fatto ragione al Comune di
Correggio che dopo aver sentito i tecnici dei suoi uffici legali non aveva
applicato il tributo, non versando così alla Provincia una somma pari
a 100.000 euro. Erano stati poi il vicesindaco ed assessore al Bilancio del
Comune di Reggio Franco Ferretti e l'assessore all'ambiente Pinuccia
Montanari a porre il tema del futuro e della destinazione di questo tributo
che frutta a Palazzo Allende circa 2,7 milioni di euro l'anno. Di questi, 1
milione di euro all'anno proviene proprio dai cittadini del Comune capoluogo.
Ferretti aveva richiesto nel caso del ripristino del tributo "che questo
fosse impiegato e reinvestito per Reggio sul potenziamento della raccolta
differenziata del Comune di Reggio con l'estensione del metodo domiciliare
contenendo così gli aumenti sul modello di quanto già applicato
dalla Provincia di Torino e Treviso". La presidente della Provincia
Sonia Masini aveva risposto citando una lettera dei presidenti di Anci e Upi
che dicevano di applicare la tassa, ma dichiarando di essere "pronta a
discutere sapendo però che la scelta di destinare diversamente i
fondi, avrebbe comportato introiti minori per i Comuni per costruire ad
esempio strade". In questi mesi in tutta Italia ci sono state diverse
controversie tra Comuni e Province. Va detto infatti che la Provincia di
Reggio non è stata certamente l'unica a continuare ad applicare la
cosidetta 'addizionale provinciale' sulla tariffa rifiuti. Il parere della
sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ora porta
nuovi argomenti agli 'abolizionisti'. Prima di tutto si ribadisce rispetto al
tributo ambientale provinciale che " per gli oneri aggiuntivi per la
finanza pubblica che ne derivano ,lo schema di decreto correttivo ha previsto
il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice
aveva soppresso" confermando così la tesi degli uffici legali del
Comune di Correggio. Il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo circa
le previsioni di restituire competenze alle Province in materia di rifiuti,
dando parere negativo a diverse modifiche del Codice Ambientale incluse anche
le reintroduzione di questo tributo. Il Consiglio di Stato scrive che "
in relazione alle competenze delle Province in materia di rifiuti, oltre a
quelle puntuali già elencate nel testo vigente, una competenza
generale di programmazione e organizzazione del recupero e dello smaltimento
dei rifiuti a livello provinciale, da esercitarsi a risorse umane,
strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente". "La
disposizione era già contenuta nel precedente schema di correttivo ed
era stata oggetto di rilievi da parte della Sezione: si tratta infatti di
innovazioni sostanziali che non trovano giustificazione né in esigenze di
legalità comunitaria né in ragioni tecniche, e che quindi esulano dai
limiti del correttivo" contina il parere. Per il Consiglio di Stato
inoltre "La modifica contrasta con basilari principi di buona
amministrazione: per l'inutile moltiplicazione di competenze - nociva per gli
operatori e la collettività che si sovrappongono ai compiti attribuiti
alle Regioni, e, quanto alla organizzazione, ai compiti attribuiti agli
A.T.O. per gli oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano , lo
schema di decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale
in favore delle Province che il codice aveva soppresse". Il Consiglio di
Stato conclude sottolineando che "i rilievi critici espressi nel
precedente parere vanno ribaditi in questa sede, tanto più alla luce del disegno in atto di riduzione dei costi della politica. Si esprime, pertanto, parere negativo". Di fronte a
questo parere che ribadisce che il tributo era "soppresso" ora si
aprirà il confronto tra i diversi Enti Locali. Sullo sfondo anche il
rischio che qualche cittadino possa richiedere alla Provincia il rimborso di
quel 5% versato e che per il Consiglio di Stato era "soppresso".
- -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del
07-12-2007)
Di MATTEO INCERTI
NEL 2006 E 2007 la Provincia ha applicato su tutte le bollette dei rifiuti
l'addizionale del 5% per "tributo ambientale provinciale". Ma Il
Consiglio di Stato nell'adunanza del 5 novembre 2007 ha ricordato che il
Codice Ambientale del 2006 aveva "soppresso" tale tributo che da
Provincia a Provincia poteva variare tra l' 1% ed il 5%. Ora con le modifiche
dello stesso testo, questo tributo variabile sta per essere reintrodotto (ma
anche in questo caso il Consiglio di Stato nella sua relazione ha dato un
parere 'negativo'), disquisizioni tra esperti di legge a parte, resta il
fatto che in questi ultimi due anni i cittadini reggiani hanno pagato un 5%
in più nelle loro bollette del servizio rifiuti svolto da Enìa
Spa e Sabar Spa. Il parere del Consiglio di Stato, fornito sulle modifiche
del Codice Ambientale, dà quindi di fatto ragione al Comune di
Correggio che dopo aver sentito i tecnici dei suoi uffici legali non aveva
applicato il tributo, non versando così alla Provincia una somma pari
a 100.000 euro. Erano stati poi il vicesindaco ed assessore al Bilancio del
Comune di Reggio Franco Ferretti e l'assessore all'ambiente Pinuccia
Montanari a porre il tema del futuro e della destinazione di questo tributo
che frutta a Palazzo Allende circa 2,7 milioni di euro l'anno. Di questi, 1
milione di euro all'anno proviene proprio dai cittadini del Comune capoluogo.
Ferretti aveva richiesto nel caso del ripristino del tributo "che questo
fosse impiegato e reinvestito per Reggio sul potenziamento della raccolta
differenziata del Comune di Reggio con l'estensione del metodo domiciliare
contenendo così gli aumenti sul modello di quanto già applicato
dalla Provincia di Torino e Treviso". La presidente della Provincia
Sonia Masini aveva risposto citando una lettera dei presidenti di Anci e Upi
che dicevano di applicare la tassa, ma dichiarando di essere "pronta a
discutere sapendo però che la scelta di destinare diversamente i
fondi, avrebbe comportato introiti minori per i Comuni per costruire ad
esempio strade". In questi mesi in tutta Italia ci sono state diverse
controversie tra Comuni e Province. Va detto infatti che la Provincia di
Reggio non è stata certamente l'unica a continuare ad applicare la
cosidetta 'addizionale provinciale' sulla tariffa rifiuti. Il parere della
sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato ora porta
nuovi argomenti agli 'abolizionisti'. Prima di tutto si ribadisce rispetto al
tributo ambientale provinciale che " per gli oneri aggiuntivi per la
finanza pubblica che ne derivano ,lo schema di decreto correttivo ha previsto
il ripristino del tributo ambientale in favore delle Province che il codice
aveva soppresso" confermando così la tesi degli uffici legali del
Comune di Correggio. Il Consiglio di Stato ha espresso parere negativo circa le
previsioni di restituire competenze alle Province in materia di rifiuti,
dando parere negativo a diverse modifiche del Codice Ambientale incluse anche
le reintroduzione di questo tributo. Il Consiglio di Stato scrive che "
in relazione alle competenze delle Province in materia di rifiuti, oltre a
quelle puntuali già elencate nel testo vigente, una competenza
generale di programmazione e organizzazione del recupero e dello smaltimento
dei rifiuti a livello provinciale, da esercitarsi a risorse umane, strumentali
e finanziarie disponibili a legislazione vigente". "La disposizione
era già contenuta nel precedente schema di correttivo ed era stata
oggetto di rilievi da parte della Sezione: si tratta infatti di innovazioni
sostanziali che non trovano giustificazione né in esigenze di legalità
comunitaria né in ragioni tecniche, e che quindi esulano dai limiti del
correttivo" contina il parere. Per il Consiglio di Stato inoltre
"La modifica contrasta con basilari principi di buona amministrazione:
per l'inutile moltiplicazione di competenze - nociva per gli operatori e la
collettività che si sovrappongono ai compiti attribuiti alle Regioni,
e, quanto alla organizzazione, ai compiti attribuiti agli A.T.O. per gli
oneri aggiuntivi per la finanza pubblica che ne derivano , lo schema di
decreto correttivo ha previsto il ripristino del tributo ambientale in favore
delle Province che il codice aveva soppresse". Il Consiglio di Stato
conclude sottolineando che "i rilievi critici espressi nel precedente
parere vanno ribaditi in questa sede, tanto più alla luce del disegno in atto di riduzione dei costi della politica. Si esprime, pertanto, parere negativo". Di fronte a
questo parere che ribadisce che il tributo era "soppresso" ora si
aprirà il confronto tra i diversi Enti Locali. Sullo sfondo anche il
rischio che qualche cittadino possa richiedere alla Provincia il rimborso di
quel 5% versato e che per il Consiglio di Stato era "soppresso".
- -->.
(
da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del
07-12-2007)
I TAGLI DELLA
FINANZIARIA Ici, ossigeno all'agricoltura Asfissiano le casse comunali IN
FINANZIARIA Ici abolita per i fabbricati rurali dediti al lavorazione e
commercializzazione di prodotti agricoli. Se il mondo dell'agricoltura esulta
per il provvedimento inserito nel collegato alla legge Finanziaria, chi spara
a zero contro lo Stato sono i Comuni che vedono ridursi nell'ordine anche del
2-3% gli introiti. "Questa scelta di abolire l'Ici sui fabbricati rurali
sia di aziende privati che di cooperative dediti alla lavorazione,
conservazione e commercializzazione di prodotti agricoli ? spiega Cesare
Beggi (foto) sindaco di Quattro Castella e presidente provinciale
dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia ? da una parte è giusto
perchè da fiato al mondo agricolo dall'altra toglie importanti risorse
ai Comuni". "In pratica lo Stato tagli i trasferimenti ai Municipi
? spiega Beggi ? punendo così le realtà comunali virtuose come
quelle reggiane, è inutile girarci intorno finchè non
verrà attuato un vero federalismo fiscale in questo paese sarà
sempre un cane che si morde la coda, perchè lo Stato non puà
agevolare agevolare i cittadini facendo ricadere sui Comuni gli oneri
è un comportamento pilatesco". Il sindaco di Quattro Castella fa
un esempio molto pratico. "Se vengono ridotti i trasferimenti agli Enti
Locali i cittadini arrabbiati per servizi che mancano o vengono ridotti
vengono a protestare sotto le nostre finestre, non negli uffici ministeriali
a Roma". Beggi parla delle conseguenze di questo provvedimento nel
Comune di Quattro Castella ed altri municipi della Bassa dove l'incidenza
dell'economia agricola è alto. "A Quattro Castella verranno a
mancare introiti per un totale di 32.000 euro che per un piccolo Comune come
quello che amministro è una cifra importante" spiega. In diversi
Comuni della Bassa le casse municipali saranno più povere di cifre
variabili tra i 50.0000 ed i 60.000 euro. "Con un incidenza intorno al
2-3% delle proprie entrate, una cifra importante quindi" protesta Beggi.
Che fare ora? "Non possiamo far altro che protestare e chiedere una
inversione di rotta generale ? dice Beggi ? finendola con l'ipocrisia".
Il sindaco di Quattro Castella fa un altro esempio diretto. "Parliamo
del taglio dei costi della politica attuato dallo
Stato ? dice ? concetto giusto, ma i tagli di 311 milioni di euro decisi
dalla finanziaria portano benefici pari a '0 euro' in provincia di Reggio
dove certe scelte di contenimento sono state attuate rispetto agli sprechi enormi che vediamo in altre parti del Paese, qui i
presidenti di quartiere non viaggiano in auto blu e chi va in Ato non
percepisce alcun gettone". Matteo Incerti - -->.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
07-12-2007)
PROVINCIA /3 Tutti
scandalizzati e senza peccati Quando frequentavo le lezioni di dottrina
cristiana, ricordo che mi fu insegnato che un peccato, perché sia considerato
grave, doveva contenere tre elementi: materia grave, piena avvertenza,
deliberato consenso. Non so se il professor Marzio Strassoldo, quando ha
commesso ciò che ha commesso, oltre alla materia, che per me rimane
grave, fosse in possesso anche degli altri due elementi. Nel dubbio, come
cristiano, sono quindi portato ad assolverlo, con una penitenza però:
quella di non mettere più piede nella politica. Il fatto è che
se usassimo lo stesso metro con tutti i politici, Camera, Senato, consigli
regionali e provinciali rischierebbero, alla fine della legislatura, di
rimanere deserti. Leggendo il libro "La casta",
di Rizzo e Stella, non si potrebbe arrivare ad altre conclusioni. Ma ciò
che nella tragicommedia strassoldana mi ha colpito maggiormente è
stato il comportamento dei vari capipartito, quelli di maggioranza per un
conto, quelli di opposizione per un altro. Tutti scandalizzati, tutti
senza peccati, sì da potersi arrogare il diritto a gettare la prima
pietra? Ho tanti dubbi, così come ho tanti dubbi sulla loro
capacità di condurre per mano un partito, tant'è che non mi
imbarcherei con nessuno di loro, in quanto il rischio di andare a fondo
è pressoché sicuro. In loro prevale la titubanza, la paura del domani,
quasi rischiassero la fame se fossero costretti ad abbandonare la politica.
Tutta gente che non ha fatto la "gavetta", tutta gente che farebbe
bene a starsene a godere il tepore del focolare, dove danni alla
società non ne farebbero. A questo punto, visti i loro comportamenti,
mi vien da dire, sia pur a denti stretti, che Berlusconi ha fatto bene a
liberarsi di certa zavorra. È il pensiero di un cittadino italiano,
piuttosto maturo, ma con il cervello che ancora funziona. Tita De Stalis
Ravascletto.
(
da "Corriere del Mezzogiorno" del
07-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-07 num: - pag: 18
categoria: REDAZIONALE LA POLITICA Molti nuovi partiti, ma nessuno si accorge
che l'Italia è cambiata di GIOVANNI SPAVENTA T utti i leader politici
sono in fermento, dicono che la politica è divenuta immobilista. Fanno
nuovi Partiti, addirittura li raddoppiano, e tutti insieme hanno riempito i
Tg, le Tavole Rotonde, i talk show per trasmettere al popolo un messaggio di
novità e speranza per 8-9 ore al giorno su tutti i canali. Parlano
diazioni, future alleanze, scenari possibili di rapporti tra partiti,lanciano
messaggi ricattatori incrociati. Parlano in sostanza di giochi interni alla
"Nuova Aristocrazia". Nessuno affronta i veri problemi di una
sperata "altra Italia". Ad esempio nessuno ha proposto il blocco
dell'Iva sui carburanti al tetto massimo d 1 euro ( il gasolio pesa sui
bilanci delle famiglie il 50% in più (Sole 24Ore). E' un argomento che
la Nuova Aristocrazia ignora: loro i carburanti non li pagano, hanno le auto
blu e anche aerei dello Stato per raggiungere casa il sabato. Nessuno ha
proposto di bloccare le consulenze d'oro, o di limitarle (eccetto rari esempi
di interventi ma subito "derisi"). Nessuno, nonostante l'aumento
vertiginoso dei costi per il sostentamento della Nuova Aristocrazia, ha
proposto di restituire alla Corte dei Conti il potere di Veto preventivo
sulla spesa. Nessuno ha affrontato il problema dell'esistenza di quasi 8
milioni di nuovi poveri destinati ad aumentare. Nessuno ha affrontato il
problema del caro mutui e del caro affitti:. La nuova aristocrazia acquista
case a metà prezzo o paga affitti irrisori per immobili di
proprietà dello Stato. Negli ultimi mesi la Nuova Aristocrazia che
conta quasi 1 milione e mezzo di individui privilegiati : politici e
collaterali, si è sentita alle corde, si è
sentita scoperta dal contenuto del libro "La Casta" dei beati Rizzo e Stella, una classe questa "sprecona" dalla lettura dei
fatti. Il nostro Paese infatti è scivolato fra gli ultimi posti di
tutte le classifiche economiche e sociali dei Paese occidentali. I Capi
Istrioni ancor oggi non hanno reagito, almeno sembra, con una politica dai
forti contenuti. Il Pd, il Partito del Popolo, la Nuova Destra ecc
ecc…, sembrano apparire come cambiamenti di facciata, infatti fino ad oggi
non si sono sentite proposte concrete per aggredire problemi immediati del
Paese o ad un impegno forte per tagliare subito i costi ed i privilegi della
Nuova Aristocrazia che sottraggono risorse vitali ai lavoratori, alle
imprese, alla ricerca, all'istruzione ecc ecc. I nuovi soggetti politici
secondo me sono verniciature di vecchie politiche e vecchi personaggi che
mentono sapendo di mentire facendo spesso false promesse senza discostarsi dalla
famosa, maledetta strategia della ricerca del consenso. Se segni di offensiva
da parete della "casta" riempiono i Tg ed i giornali, sono solo
operazioni conservative che tendono a mantenere il potere con un
"rivernissage" del nulla. Infatti la recente manifestazione
femminile a Roma ha dato segni di intolleranza alle politiche di tutti i
partiti. La nuova aristocrazia, ha capito che si respira aria di un nuovo
illuminismo dove la libertàdi parola e di pensiero finisce con il
coincidere con la "liberazione" dal divieto e diventa sfida,
necessità di dire cose inopportune, di smascherare eccessi ed abusi.
Si spera infine che qualcosa di buono e diverso nascerà e che
soprattutto cambi la legge elettorale e che siano i cittadini a scegliere chi
mandare a rappresentarli. \\ La "casta" mantiene i suoi privilegi
mentre i cittadini combattono contro la sordità della Nuova
Aristocrazia.
(
da "Corriere della Sera" del
07-12-2007)
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-12-07 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE "Oh bej oh bej, troppi abusivi". Traffico in
tilt Oltre 400 bancarelle fuorilegge. Sequestri dei vigili. Maxi ingorgo. La
Maiolo accusa la polizia Polemiche sui venditori illegali. L'Unione del
Commercio: penalizzati i regolari. La Lega: basta con la Casbah in centro Gli
abusivi, oltre 400, tutti sistemati: i banchi ben allineati in via Legnano e
viale Gadio, ottime condizioni di sicurezza, vin brulé a 1 euro, odore
d'incenso e vista Castello. Gli automobilisti, circa 400mila, tutti
inchiodati: incolonnati agli incroci, bloccati su bus e taxi, affogati nello
smog e costretti a perdere ore d'ufficio e la campanella dei figli a scuola.
Gli ambulanti regolari, 409
in tutto e tutti "indignati ": di
più, "disarmati di fronte all'incapacità delle istituzioni
di garantire la legalità". E poi politici contro politici, Comune
contro Questura e Prefettura. Il Pd che invoca "più
programmazione alla giunta che candida Milano all'Expo" e la Lega che
"avvilita" chiede l'abolizione "d'una tradizione milanese
trasformata in un mercato di Casablanca". Ecco, servita, la fiera degli
Oh bej Oh bej in versione Grande ingorgo. Giovedì di passione, vigilia
di Sant'Ambrogio, festa anticipata. Bancarelle doc in piazza Castello e
"irregolari" accanto. Meglio: "Il Comune ha accolto 1.200
domande e marche da bollo da 15 euro l'una e poi ha assegnato un terzo dei
posti", protestano gli esclusi, confinati in via Legnano. E comunque,
oltre le transenne è caos, fino a sera, e rabbia
da assedio ai semafori: "Ma quanto costano le ore di lavoro perse nel
traffico, le tonnellate di carburante sprecato in gas di scarico riversato
nei polmoni?", sbotta il milanese Bruno Fumagalli. Dicono al comando dei
vigili: "Disagi dovuti all'apertura degli Oh bej in un giorno
lavorativo". Così: inutili gli avvisi sui pannelli elettronici,
i 30 ghisa agl'incroci, i turni flessibili. Paralizzato il centro, causa
mercatini e bloccata zona Fiera, causa Artigiano. Avanti fino a domenica. Gli
abusivi-regolari, neologismo da resa, sono "tollerati" in due vie.
Mercoledì notte, polizia e vigili hanno sgomberato i chioschi di
salamelle in arrivo da San Siro e liberato viale Elvezia, su fino a via
Canonica, zona esclusa dal piano cuscinetto, dove s'erano sistemati centinaia
di abusivi-abusivi. Ieri, la Municipale ha denunciato tre senegalesi e
sequestrato 186 paia di scarpe taroccate e duemila tra cinture e abiti
contraffatti. Il vicesindaco Riccardo De Corato assicura che "i
controlli continueranno ". E però, aggiunge, "è
giusto porsi il problema dell'utilità di una fiera tradizionale diventata
un grande mercato dell'abusivismo tollerato". Così anche
l'assessore al Commercio, Tiziana Maiolo: "Se la Questura non
sarà in grado di tenere lontani gli abusivi, proporrò al
sindaco di eliminare, dopo sette secoli, gli Oh bej Oh bej ". Giacomo
Errico, presidente di Apeca, l'associazione ambulanti dell'Unione del
Commercio annuncia: "Scriverò al ministro degli Interni e al
presidente della Repubblica". Conto alla rovescia: 25 giorni al ticket.
Per Marilena Adamo, capogruppo del Pd, il "disastro " di ieri va
considerato la prova generale dell'Ecopass. Dunque? "Riconsideriamo il
nostro progetto di congestion charge: entra in auto solo chi deve, e paga.
Così si salvaguarda il centro e si valorizzano le funzioni
sociali". Valorizzare "la casbah di Sant'Ambrogio"? Matteo
Salvini, capogruppo del Carroccio: "Non insultiamo il patrono, questa
è la fiera degli stranieri. Nel fine settimana, in Cairoli, offriamo
noi ai milanesi vino, polenta e panettone". Domani, duecento poeti
lombardi sono all'Acquario per ritirare il premio dell'Antica credenza di
Sant'Ambrogio. I vigili li hanno avvisati: "Ci sono le bancarelle
davanti, sarà dura". Ode all'abusivo regolare. Armando Stella.
(
da "Gazzetta del Sud" del
07-12-2007)
Patti C'è
però chi l'ha già fatto Il Consiglio tergiversa sulla riduzione
del 10% del gettone di presenza
Gabriele Villa PATTI Il civico consesso di Patti tergiversa sulla riduzione
del 10% del gettone di presenza dei consiglieri e c'è chi dalle parole passa ai fatti
dando un segnale concreto. L'esponente della maggioranza Gioacchino
Alessandro ha presentato all'ufficio ragioneria l'istanza di riduzione del
proprio compenso del 10% a partire dal giugno 2006, ovvero dalla prima
seduta dell'assemblea cittadina a cui ha partecipato. Alessandro era stato il
primo, nel civico consesso, a lanciare l'idea di ridurre il gettone di presenza dei consiglieri comunali. Proposta che era stata
poi fatta propria dalla minoranza che aveva presentato una richiesta
specifica, accolta favorevolmente da tutta l'assise. Ma, giunti al momento
del voto, sono emerse problematiche tecniche che hanno spinto la maggioranza
a rinviare la discussione del punto a data da destinarsi. "Nell'attesa
che il consiglio comunale decida il da farsi ha spiegato Alessandro io ho
voluto ridurmi il gettone di presenza". Il
consigliere della "lista Venuto" interviene anche sulla vicenda che
riguarda l'iter nel civico consesso per la riduzione del gettone di presenza. "Io, già prima della proposta del
consigliere Aquino, avevo espresso le mie posizioni in merito. Mi dispiace
che il dibattito in consiglio comunale si sia spostato da un punto di vista
politico ad uno tecnico". Il motivo ufficiale del rinvio è che,
con la delibera predisposta dagli uffici, la decurtazione del 10% sarebbe
stata a decorrere dal 1. gennaio 2006 e quindi avrebbe riguardato anche
consiglieri non più in carica. L'assise dovrà, quindi, decidere
se lasciare invariata la proposta di delibera o prevedere la riduzione a
partire dal giugno 2006. "Non posso che essere d'accordo sulla
necessità di effettuare questa verifica. È pur vero che il
consiglio, nella sua autonomia decisionale, avrebbe potuto deliberare
già da subito una riduzione a partire dal giugno 2006 senza andare ad
impantanarsi in questioni tecniche". (venerdì 7 dicembre 2007).
(
da "Resto del Carlino, Il (Macerata)" del
07-12-2007)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Fermo))
POTENZA PICENA
Consulenze d'oro, Acquaroli (An) incalza ? POTENZA PICENA ? IL CONSIGLIERE di An Francesco Acquaroli è insoddisfatto
della frettolosa risposta avuta dall'Amministrazione alla sua interrogazione
sull'aumento dei costi delle consulenze e ha già chiesto di inserire
l'argomento all'ordine del giorno del prossimo Consiglio. "Quello che
chiediamo è chiarezza e trasparenza negli atti di Giunta.
Vogliamo capire (e alle 2 di notte non è facile) come vengono spesi i
nostri soldi. Il sindaco non può bollare come "strumentale"
una richiesta di chiarimenti su un aumento di spesa di ben 800 mila euro.
Specie se poi si aumentano le tasse con l'addizionale Irpef e i rincari delle
rette della Casa di riposo e degli asili. Soldi che potevano essere investiti
in una politica per le famiglie. Ma il punto è un altro: vogliamo capire
se le consulenze esterne dipendono dal cattivo funzionamento dell'apparato e
di chi lo governa; e se è il caso di ottimizzare gli uffici". -
-->.
(
da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
07-12-2007)
Carbonia Pagina
2031 Zonchello Udc: "Rinunciamo al gettone di presenza".
Cuccu, Pd: "Siamo d'accordo" Seduta lampo: 100 euro al minuto
Zonchello Udc: "Rinunciamo al gettone di presenza".
Cuccu, Pd: "Siamo d'accordo" La riunione del Consiglio finisce
subito, costo 2.000 euro --> La riunione del Consiglio finisce subito,
costo 2.000 euro La discussione in Consiglio sul bilancio si è arenata
subito. La seduta è stata chiusa dopo venti minuti: costerà duemila
euro, 100 al minuto. Si sarebbe dovuto discutere del bilancio. Ma altro che
dibattito infuocato: non si è discusso di nulla.
Ma la scena muta del Consiglio comunale di mercoledì sera, esempio di
democrazia troppo silenziosa, è costata più di duemila euro.
Una seduta lampo, venti minuti scarsi, che ha fatto maturare il gettone di presenza che però alcuni consiglieri sono ora disposti a
restituire ritenendoli soldi guadagnati ingiustamente. A lanciare la
proposta provocatoria ma non troppo (ha subito incontrato adesioni) è
il gruppo consiliare dell'Udc. L'idea è semplice: rinunciare al
gettone per l'Assemblea civica del 5 dicembre 2007. LA PROPOSTA
"Rinunciamo all'indennizzo per la seduta di avant'ieri - spiega il
capogruppo Alberto Zonchello - e poniamo subito riparo a questo spreco di
denaro pubblico". La proposta verrà posta oggi nero su bianco
all'attenzione del presidente del Consiglio comunale Antonio Carta, il quale
si è dichiarato d'accordo "e senza la minima esitazione". E
a ben vedere, anche il partito di maggioranza dei Ds è pronto a
riflettere "sull'opportunità di non riscuotere
quell'indennizzo", ha aggiunto il capogruppo Ignazio Cuccu. Insomma, per
una volta la politica è pronta a fare un passo indietro. Lo scandalo,
se così si può chiamare, è scaturito mercoledì
scorso, in aula consiliare, dov'era in programma la discussione sul bilancio
di previsione. La seduta è iniziata alle 18,20 circa e si è
conclusa alle 18,40 senza che sia stato registrato un solo intervento. SEDUTA
LAMPO Scena muta, anche dopo i cinque minuti di sospensione proposti dal
presidente. Solo l'Udc, "in un clima surreale di appiattimento politico
soprattutto da parte della maggioranza", rincara Zonchello, ha
anticipato di voler discutere del documento "in separata sede". Risultato?
Venti minuti di seduta valida, duemila euro di spesa: 100 euro al minuto. Il
costo del Consiglio lampo è dovuto ai 63 euro di gettone per i 27
consiglieri (su 40) presenti all'appello (fa 1.700 euro) e per i 300 euro
circa di spese logistiche (personale, luce, riscaldamento, rimborsi viaggio,
rimborsi alle aziende presso cui lavorano i consiglieri). "Una riunione
farsa che ha fatto spendere soldi veri - insiste Zonchello - è
opportuno restituire il gettone di presenza".
Proposta choc, ma non più di tanto. IL GETTONE Al presidente Antonio
Carta, infatti, l'idea piace: "Sono d'accordo anche se tecnicamente il
gettone deve essere riconosciuto e deciderà poi al conigliere se
restituirlo o meno, ho cercato di temporeggiare ma spero che scene del genere
non accadano mai più: auspico un codice di autoregolamentazione".
Ignazio Cuccu, capogruppo Ds, premette invece che "spettava
all'opposizione e non alla maggioranza innescare il dibattito su un documento
che condividiamo, ma anche noi abbiamo subito proposto l'annullamento
dell'indennità della seduta". ANDREA SCANO.
(
da "Foglio, Il" del 07-12-2007)
Batticuore in
Senato, governo salvato da Cossiga. Mastella: "Alla Camera o si cambia o
si cambia" La lunga giornata del decreto sicurezza si è conclusa
con la salvezza del governo Prodi. Il dibattito sul provvedimento, emendato
secondo i desiderata di Rifondazione comunista che aveva detto "sennò
non lo votiamo", si è intrecciato alla coda polemica tra Palazzo
Chigi e il presidente della Camera Fausto Bertinotti. L'intervista con la
quale la terza carica dello stato definiva "fallimentare l'esperienza
dell'Unione" aveva ricevuto la decisa reazione del prodiano sottosegretario
alla presidenza del Consiglio Enrico Micheli: "Bertinotti dimostra
scarso senso dello stato". Così la giornata, al Senato, s'era
aperta con una dichiarazione di fuoco del segretario del Prc, Franco
Giordano, che siglava la fine di un'epoca: "Il presidente del Consiglio
non è in grado di svolgere il ruolo di garante nell'Unione". In
realtà nel Palazzo i toni erano più distesi. Rifondazione,
all'attacco di Prodi all'esterno, rispondeva con un appoggio rilassato e
incondizionato in Aula. Il capogruppo, Giovanni Russo Spena, già in
mattinata aveva chiarito la posizione del suo partito: "Il
maxiemendamento è equilibrato, va bene. Lo votiamo". Tra la
sinistra massimalista e il governo, dunque, si è verificata la regola
dei perfetti pallanuotisti: leali dal bacino in su e botte da orbi sotto il
pelo dell'acqua. A questa logica non si è sottratto neppure Walter
Veltroni che interviene ancora una volta a difesa del governo definendo
"inaccettabili" le parole della terza carica dello stato. Le
preoccupazioni di Palazzo Chigi, nel corso della giornata avevano virato
dall'estrema sinistra verso il centro dell'Unione. Rassicurato (in parte)
dalla dichiarazione di voto favorevole espressa dal dissidente Lamberto Dini,
Romano Prodi ha improvvisamente rivelato un fianco scoperto dalla parte che
lo ha salvato più e più volte, ovvero i senatori a vita. Se per
Dini "una crisi di governo sarà inevitabile" ma guai a
dubitare del suo voto, il decano del Senato Giulio Andreotti annunciava il
proprio voto contrario, mentre Emilio Colombo era incerto fino alla fine,
salvo poi decidersi per il sì. Il batticuore per la maggioranza non
è arrivato infatti dalle critiche all'eccessiva durezza
"razzista" del testo, da parte della sinistra, ma dai cattolici.
Anche i teodem Paola Binetti e Luigi Bobba, fino a tarda sera, erano "in
bilico". Oggetto delle critiche un emendamento al testo promosso dalla
sinistra che secondo molti cattolici, e come per il quotidiano della Cei
Avvenire, "affermerebbe i concetti di orientamento sessuale e identità
di genere minando la struttura antropologica della Costituzione. Basata sui
concetti naturali di uomo, donna e sesso biologico". Il sì dei
senatori cattolici è stato strappato con la promessa del cambiamento
del decreto alla Camera: "Alla Camera o si cambia o si cambia"
è stata la minaccia del ministro della Giustizia Clemente Mastella.
"La Sinistra arcobaleno è divisa come il Pd", dice il leader
dei Verdi Pecoraro Scanio. I quattro segretari hanno speso una notte a discutere
del simbolo e sono finiti con l'approvare un "segno grafico" (ne
hanno vagliati una decina e a un certo punto Giordano aveva persino tirato
fuori una stella nera in campo rosso. Riscuotendo un sarcastico diniego
proprio da Pecoraro: "Mo' facciamo le Br!"). Una resistenza
fortissima al segno arcobaleno l'ha opposta Oliviero Diliberto. Il segretario
del Pdci ha avvertito i compagni alleati che senza falcemartello gli elettori
non riconosceranno il nuovo soggetto politico e si rischierà il tonfo
elettorale. Ai compagni alleati ha ricordato l'esperienza di Rifondazione in
Sicilia: presentatasi alle regionali sotto il simbolo
dell'aquilone-arcobaleno è passata da quattro deputati a zero. Tema
rimasto irrisolto sono i forum tematici che si terranno nel corso degli stati
generali. I segretari della Cosa rossa, non avendo trovato un accordo, hanno
deciso che alla fine nessuno sarà incaricato di fare le conclusioni.
"Il risultato sarà che non si faranno conclusioni neanche sul
tema dell'unità ? ironizzano in Prc ? Alla fine lasceremo la fiera
senza aver capito bene cosa sia successo". La
notizia migliore per la Cosa rossa è che la scissione di Marco Rizzo si avvia al rientro. Secondo i maligni il deputato del Pdci
minaccia per garantirsi un seggio nel futuro parlamento. La regola interna al
partito limita a due i mandati parlamentari concessi agli iscritti, Rizzo starebbe ventilando la scissione per spingere su Diliberto
affinché gli conceda una deroga. Istituto previsto e applicato
precedentemente solo in due occasioni, per il segretario Diliberto, e per
l'ex presidente, Armando Cossutta. (07/12/2007).
(
da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
07-12-2007)
Il vuotodopo la nascitadel
PdSul tema dei costi della politica e privilegi
della politica e, più in generale sulla
questione morale, abbiamo già scritto, abbiamo sempre avuto una nostra
chiara e netta posizione, ed abbiamo anche fatto iniziative in passato.
L'aspetto positivo di questa situazione è che ha scatenato parecchia
attenzione in tutti i cittadini, è che sempre più spesso i
cittadini dimostrano insofferenze a questo stato di cose.Sicuramente la crisi
della politica non è determinata solamente ed
unicamente dai suoi costi e dai privilegi che produce. Il male è
più profondo. Finalmente è giunto il tempo delle proposte. Con
la costruzione del Partito Democratico Walter Veltroni ha avanzato una sua
articolata proposta. Al centro di tale proposta c'è una vecchia e mai
discussa proposta di ridurre il numero dei parlamentari. A livello della
nostra regione registriamo con amarezza quanto di negativo è accaduto
mercoledì 21 novembre in consiglio regionale. I Cittadini per il
Presidente (Malattia) e la Lega Nord (Guerra) avevano presentato un ordine
del giorno comune, bocciato dall'aula, che prevedeva la riduzione dai 60
attuali a 40 consiglieri in ambito regionale. A nostro parere la proposta dei
due capogruppo sicuramente è esagerata, ma è una proposta che può
far nascere un dibattito all'interno del consiglio, è una proposta che
può far discutere seriamente.Differentemente, invece, è stata
data solamente una risposta provocatoria (almeno da quanto si capisce dalla
stampa), una risposta provocatoria e definiremmo anche irresponsabile da
parte dell'Udc che chiedeva la riduzione del consiglio regionale a un
"unico consigliere". A nostro modesto parere la maggioranza
regionale ha perso un'occasione politica per aprire
un dibattito serio e vero. Questo problema non è più rinviabile.
Una regione come il Friuli Venezia Giulia con poco più di 1.200.000
abitanti non può, anzi non dovrebbe, avere un consiglio regionale con
60 eletti più gli assessori esterni.Noi, da parecchio tempo, ci
eravamo impegnati, all'interno dei Democratici di Sinistra allora, su questo
fronte. Ora, come movimento di Sinistra Democratica, siamo impegnati a
costruire una nuova e rinnovata sinistra che non vuole "la sua
verità" ma pone al centro di questo progetto la questione morale
di antica e sempre valida memoria berlingueriana. Alle tante donne e uomini
di sinistra che aspettano con fiducia la nascita di una forza di sinistra
plurale chiediamo di essere protagonisti. Una forza di sinistra di governo
che non può né oggi né domani essere avversaria del Partito democratico.Per
noi il nodo fondamentale critico e strategico dell'innovazione sul terreno
della politica non passa attraverso "nuovi
inizi". La politica per noi è una lotta
culturale sociale del presente col passato, che non deve essere cancellato,
ma trasformato. Il mondo del lavoro, il mondo dei lavori, i giovani in cerca
di un lavoro qualificato, il mondo del sapere, per noi sono il principale
motore per dare alla politica dignità,
trasparenza e fiducia. Il passato è l'unica realtà. Il presente
è qualcosa che si tocca con la mano. Il futuro di questo nostro
Friuli, della Regione, del nostro amato Paese non dobbiamo cercarlo nella
nostra immaginazione. Da cittadini responsabili e non da consumatori non
confondendo mai i "diritti" con i "desideri".Il percorso
è tracciato. Salite, curve, spine, trabocchetti non mancheranno. Noi,
con la passione, il cuore e la ragione ce la metteremo tutta per farcela.
Siamo convinti che ora i tempi stanno maturando, percepiamo che c'è la
volontà di cercare di dare risposte concrete sulla unità a
sinistra, da parte di tutte le forze politiche che sono attente a questo
difficile percorso, ma che percepiscono che il grande vuoto lasciato a
sinistra con la nascita del nuovo Partito Democratico non può essere
lasciato senza risposte: e tutti insieme, noi speriamo, ci spenderemo per
dare queste risposte. Da qui anche un appello, in precedenza appena
accennato, a tutte le donne e gli uomini di sinistra che ci vogliono
scrivere, dare il loro suggerimento, farci capire cosa pensano di questo
percorso, per iniziare anche attraverso la stampa un "dibattito"
che possa fungere da catena trainante, anche per capire che forse non siamo
pochi, Noi uomini e donne di sinistra.Noi uomini e donne che riteniamo di
aprire un processi di rinnovamento e di unità della sinistra italiana,
che veda coinvolti e protagonisti le tante ed i tanti che non vogliono la
scomparsa della sinistra nel nostro paese e che vogliono spendersi e
partecipare ad una "riforma della democrazia"
italiana che deve assumere il dato che ci fa annotare la crisi politica di questo paese. L'alternativa all'antipolitica è basata sulla partecipazione e sul recupero dell'etica
pubblica: un impegno in primis contro i costi impropri e gli sprechi fanno parte del nostro ampio scenario di uomini e donne di
sinistra.Roberta Deganocoordinatrice provinciale Sinistra
democraticaIl caso Provinciae le riflessionipoliticheL'incredibile
tragicommedia che ha recentemente travolto la Provincia di Udine e il suo
presidente Strassoldo ha posto in evidenza, perlomeno agli occhi di chi, come
me, ha vissuto questa inverosimile esperienza dall'interno del Consiglio
provinciale, alcuni aspetti a dir poco inaspettati e curiosi.Chiaramente non
mi riferisco agli atteggiamenti e al teatrino che ha visto protagonisti
Strassoldo, gli assessori e i consiglieri del centrodestra, bensì ad
un sottobosco della politica che ha aleggiato nel
salone di Palazzo Belgrado, e nei dintorni del palazzo stesso, in questi
ultimi due mesi. Ad ogni seduta consiliare, accanto a inferociti e
spazientiti cittadini, volteggiava qualche personaggio con il fare di chi sa
tutto e si da le arie da gran manovratore o burattinaio.Questi personaggi li
si incontrava nei bar adiacenti a piazza Patriarcato, intenti a confabulare
con quello o quell'altro personaggio, o ex personaggio, politico. Il loro
atteggiamento era quello dell'importante addetto ai lavori, depositario di
verità, lungimiranza e acume politico. Certamente non legittimati da
elezioni popolari, certamente non portatori di cariche o
responsabilità partitiche, bensì investiti da quel misterioso
alone di ossequiosa attenzione a loro rivolta da una corte eterogenea e
variegata, seppur non numerosa.Evidentemente questa loro frenetica e
debordante attività confabulatoria deve essere considerata di gran
livello, visto che spesso la carta stampata dedica loro spazi considerevoli
nei quali vengono a noi, poveri mortali, propinate sentenze e dogmi da parte
di questi signor "chissachiè". Spesso fotogeniche
foto-tessera contornano le loro saccenti esternazioni. Di questo passo in un
prossimo futuro potremo abolire le elezioni democratiche ed affidarci a
questi soloni, che pare abbiano in tasca la verità e la saggezza
necessaria a trovare la soluzione a tutto. Con buona pace per chi ancora
pensa di poter essere legittimato ad occuparsi di politica
in seguito ad una investitura ottenuta attraverso democratiche elezioni. Chi
è che dice che la politica è caduta in
basso?Giordano MenisConsigliere provinciale Sdi.
(
da "Affari Italiani (Online)" del
07-12-2007)
Venerdí 07.12.2007
15:13 --> Francesco Nucci Arriva un nuovo amministratore delegato al
vertice dell'Acquirente Unico? La macchina si è messa in modo. Si sa
infatti che l'attuale a.d, Carlo Fava si è dimesso e va sostituito.
L'ente non può restare decapitato, vista la sua importanza strategica:
si tratta, infatti, dell'istituzione pubblica che "fa la spesa" di elettricità per le famiglie italiane rimaste sul
"mercato di maggior tutela e salvaguardia", quello cioè di
quei clienti che non hanno deciso di cambiare fornitore: ad oggi circa 33
milioni di clienti e il 40% in volumi. E al posto di Fava, secondo i rumors
che hanno preso a circolare a Roma, si starebbe scaldando Francesco Nucci,
il cui curriculum però crea non poche apprensioni nel mondo
dell'energia e della finanza. Assunto da Franco Tatò per guidare la
Enel Sole (illuminazione pubblica), era stato accantonato dal successore di
Tatò, Paolo Scaroni, poco convinto delle sue performance.
"Ripescato" dal goveno Berlusconi come amministratore delegato
della Sogin, l'ente preposto allo smantellamento del nucleare italiano, venne
accusato di una gestione clientelare, con assunzioni discutibili e spese
facili. Famoso lo scontro tra la Sogin guidata da Nucci in tandem con il
generale Carlo Jean (ex consigliere militare di Cossiga e collega alla Luiss
di Antonio Martino) e l'Autorità per l'Energia, che contesto 4,8
milioni di euro spesi per l'apertura di una sfavillante sede a Mosca. Per non
parlare delle assunzioni partigiane, dal figlio di Antonio Baldassarri alla
nuora di Gustavo Selva, bersaglio di diverse interrogazioni parlamentari a
rivolte proprio al Tesoro (che potrebbe ora candidarlo all'AU), dal senatore
Ds Aleandro Longhi. Una scelta poco convincente, insomma, per guidare una
struttura che richiede una conoscenza sofisticata dei mercati, delle borse
dell'elettricità, dei contratti bilaterali e di import, delle aste, di
tutti quegli strumenti che servono a coprirsi dal rischio prezzi in un
momento di altissima volatilità delle materie prime e quindi del
chilowattora, garantendo così elettricità alle migliori condizioni
possibili per quei 33 milioni di italiani che Acquirente Unico ha il compito
istituzionale di difendere. -->.
(
da "Vita non profit online" del
07-12-2007)
Di Redazione
(redazione@vita.it) 07/12/2007 --> Lo rivela il rapporto annuale I malati
di Alzheimer oggi in Italia sono oltre 500.000 con 80mila nuovi casi circa
all'anno ma il costo sociale della malattia continua a rimanere quasi
totalmente in carico alle famiglie. Lo rileva il Censis nel Rapporto annuale
evidenziando come le stime dicano che nel 2020 i nuovi casi di demenza
attribuibili all'Alzheimer saranno circa 113.000, e la loro condizione (e
quella dei loro familiari) e' indicativa delle difficolta' del nostro sistema
sanitario e socio-assistenziale nell'approntare
risposte e soluzioni adeguate per la presa in carico delle patologie croniche
ed invalidanti che possono accompagnarsi alla condizione anziana. Non e'
quindi un caso -rileva l'istituto - che il modello di assistenza si evolva
con un aumentato ricorso alle badanti (il 40,9% del campione contro il 30%
circa nel 1999). Il 32,7% dei malati e' assistito da badanti straniere (erano
il 7,5% nel 1999), che in misura prevalente dormono nella stessa casa del
paziente, donne nel 95,1% dei casi e nell'89,0% senza titolo professionale
specifico, di cui l'82,3% retribuito con denaro dello stesso malato o del
coniuge. La delega alla famiglia dei compiti di cura ed assistenza del malato
di Alzheimer ha peraltro un costo sociale enorme: la stima del Censis,
realizzata a partire dalle indicazioni del campione nazionale
di caregiver intervistato, fa riferimento ad un Costo Medio Annuo per
Paziente (Cmap), comprensivo sia dei costi familiari che di quelli a carico
della collettivita', di circa 60.900 euro. (da asca).
(
da "Metronews" del 07-12-2007)
Cooperazione:
toscana, al sistema sanitario
palestinese un aiuto per crescere 07/12/2007 17:56 Firenze, 7 dic. -
(Adnkronos) - Un programma di sostegno allo sviluppo del Sistema sanitario palestinese. Lo hanno concordato oggi, siglando un apposito
protocollo, l'assessore regionale per il diritto alla salute della Toscana
Enrico Rossi e il ministro della sanita' palestinese Fathy Abu Moghli.
La collaborazione e' ispirata dalla necessita' di garantire alla popolazione
palestinese livelli adeguati di efficacia, equita' e accesso alle prestazioni
sanitarie del servizio sanitario pubblico, con la
promozione di tecnologie innovative e strumenti diagnostici e terapeutici
avanzati. Due i settori di intervento: la specialistica in pediatria e gli
aspetti organizzativi e gestionali dei sistemi sanitari pubblici.
(
da "Blogosfere" del 07-12-2007)
Dic 07 7 Busta Paga
- I deputati onorevoli!! Pubblicato da Demetrio Vacca alle 18:21 in Arena
Senza commenti e senza speranze! STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE STIPENDIO
BASE circa Euro 9.980,00 al mese PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese
(generalmente parente o familiare) RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00
al mese INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) + TUTTI
ESENTASSE TELEFONO CELLULARE gratis TESSERA DEL CINEMA gratis TESSERA TEATRO
gratis TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis FRANCOBOLLI gratis VIAGGI AEREO
NAZIONALI gratis CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis PISCINE E PALESTRE gratis FS
gratis AEREO DI STATO gratis AMBASCIATE gratis CLINICHE gratis ASSICURAZIONE
INFORTUNI gratis ASSICURAZIONE MORTE gratis AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro
1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35
mesi in parlamento . Circa Euro 103.000,00 li incassano
con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento
ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti
della Repubblica, del Senato o della Camera. La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di
EURO. La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al
MINUTO.
(
da "Repubblica, La" del 08-12-2007)
Pagina IX - Torino
IL LUTTO Luci spente e negozi chiusi 5 minuti Sala Rossa, il
"gettone" alle vittime Domani Torino si ferma per il lutto
cittadino. Le "Luci d'artista" resteranno spente, i negozi
chiuderanno simbolicamente per cinque minuti, su tutti
gli edifici pubblici saranno esposte bandiere a mezz'asta, annullati i
concerti di piazza come quello della Banda della Polizia municipale. La Sala
Rossa, alle 15, osserverà un minuto di silenzio, prima delle
comunicazioni del vicesindaco Tom Dealessandri; il gettone di presenza di tutti i consiglieri sarà devoluto alle famiglie
delle vittime. Sospese anche le attività dei consigli
provinciale e regionale, rinviato il convegno su Giovanni Arpino a Palazzo
Lascaris. I gonfaloni delle istituzioni saranno presenti alla manifestazione
indetta da Cgil, Cisl e Uil. L'arcivescovo di Torino, Severino Poletto,
chiama invece a raccolta la comunità cristiana per la celebrazione
eucaristica delle 18.15 di lunedì al Santuario della Consolata.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
08-12-2007)
Sassari Comune a
caccia di case private da destinare ad alloggi popolari Appartamenti sino a 90 metri quadri da
acquistare appena arriveranno i finanziamenti da parte della Regione LUIGI
SORIGA SASSARI. La fame di alloggi popolari in città sta raggiungendo
livelli preoccupanti. Oltre 1500 richieste che il Comune non riesce ad
accontentare. Il settore che si occupa dei problemi della casa ha già
assegnato 1600 unità immobiliari a famiglie bisognose, e nei progetti
dell'amministrazione c'è la costruzione di nuove palazzine nella zona
del Quadrilatero e forse a San Francesco. Sistemazioni però che
saranno pronte tra 2 o 3 anni, e che non risolvono l'attuale emergenza.
Perciò Palazzo Ducale prova a correre i ripari: l'intenzione è
quella di acquistare una serie di appartamenti dai privati e metterli subito
a disposizione per i senzatetto. Per il momento si tratta solamente di
un'indagine conoscitiva. "Ancora non sappiamo quanti soldi potremo avere
a disposizione - spiega l'assessore comunale alle
politiche abitative Michele Malanga - C'è però la
possibilità che la Regione agli inizi del 2008 ci eroghi dei
finanziamenti da destinare ai problemi della casa: per quest'evenienza non
vogliamo farci trovare impreparati". Proprio tre giorni fa la giunta
regionale ha approvato un programma straordinario di edilizia abitativa che
prevede, per il 2007, lo stanziamento di 148 milioni di euro per la
costruzione e il recupero di alloggi da attribuire alle fasce sociali
più deboli. A Sassari, per ora, arriveranno sicuri 3 milioni e 300mila
euro per risistemare le 110 unità tra le casette in Canadà.
C'è l'ok per altri 2 milioni di euro che copriranno le spese per gli
interventi inseriti da Palazzo Ducale nella fascia prioritaria e che
riguardano 247 alloggi popolari. Infine i contributi per l'acquisto di
abitazioni private da assegnare alle famiglie meno abbienti a canone sociale,
sui quali però non vi è alcuna certezza. Quindi entro il 18
gennaio 2008 i proprietari di abitazioni libere, nuove, in corso di
costruzione o da ristrutturare, che sono intenzionati a vendere, devono
consegnare all'ufficio Protocollo del Comune un plico chiuso sul quale
dovranno essere specificate le generalità del mittente e la dicitura
"Contiene documenti per l'offerta relativa a unità immobiliari ad
uso abitativo". La copia del bando è disponibile in via Piandanna
2 e nel sito Internet del Comune di Sassari. Gli alloggi vanno dai 45 ai 95 metri quadri, devono
essere a norma, senza abusi edilizi, in buone condizioni (sono tollerati
interventi di manutenzione con un costo massimo di 20 mila euro), con
impianti elettrici in regola e in edifici dotati di ascensore e privo di
barriere architettoniche.
(
da "Nuova Sardegna, La" del
08-12-2007)
Cagliari "Una
riunione vergognosa" Dall'Udc critiche all'ultimo consiglio comunale
POLITICA Seduta lampo e tutti a casa CARBONIA. Non è da oggi che la
seduta di discussione del bilancio, che si tiene in apertura della sessione
per l'approvazione del documento contabile del comune, non fa registrare
interventi, in particolare da parte della maggioranza, e si chiude dopo pochi
minuti. Ma questa volta, secondo l'Udc, si sarebbe
toccato il fondo: un quarto di giro d'orologio, e tutti a casa. Poco male, se
non fosse per un particolare: la seduta lampo costa alla collettività,
secondo i calcoli del partito di opposizione, 2000-1700 euro per i gettoni di presenza, 300 per le spese di funzionamento. Soldi che i
consiglieri comunali, dice l'Udc, dovrebbero restituire: nel calcolo, fanno
notare i centristi di minoranza, mancano tra l'altro i soldi per i rimborsi
di viaggio per i non residenti e i rimborsi alle aziende per la mancata presenza dei consiglieri comunali al lavoro. "Una
riunione-vergogna", sostengono Alberto Zonchello, capogruppo, Giuseppe
Meletti e Checco Fele, che così ricostruiscono l'accaduto: "Alle
ore 18 era convocato il consiglio comunale. Alle ore 18.25, dopo aver
aspettato l'arrivo di alcuni consiglieri per avere il numero legale, è
iniziata la seduta: era assente un terzo dei consiglieri, il sindaco e
qualche assessore. Alle 18.40, dopo appena quindici minuti di
attività, è terminata la seduta, durante la quale sono stati
inoltre chiesti cinque minuti di sospensione da parte del presidente del
consiglio. I lavori, quindi, sono durati circa dieci minuti". Ma non
è tutto: "Alla domanda del presidente se qualcuno volesse
intervenire c'è stato un silenzio assordante: un solo gruppo ha
rilasciato una dichiarazione: l'Udc. Vista la situazione, però, il
nostro partito si è rifiutato di discutere il bilancio, annunciando
che lo avrebbe fatto, in questi giorni, in altre sedi". Il gruppo Udc
accusa la maggioranza di aver portato le sedute del consiglio a una sorta di
immobilismo politico: "Quello che maggiormente meraviglia - proseguono
Zonchello, Meletti e Fele - è che nessuno della maggioranza sia
intervenuto per parlare del bilancio, anche solo per dire che era d'accordo.
Invece, niente. Un clima surreale. Questo è l'appiattimento della politica.
Mercoledì c'è stata l'ennesima conferma: la maggioranza, ormai,
si limita solo ad alzare la mano nelle votazioni. Una riunione farsa che ha
fatto spendere, però, soldi veri. Da questa considerazione, molto
triste, la consapevolezza di dover correggere immediatamente questa
situazione. La nostra non è una provocazione, non è una
strumentalizzazione e neppure demagogia. E' una risposta concreta ad una
situazione davvero scandalosa". Giovanni Di Pasquale.
(
da "Repubblica, La" del 08-12-2007)
Pagina IV - Bologna
IL CASO Seduta inutile per l'assenza degli assessori. I gettoni
però verranno pagati. Sofri scrive una lettera al sindaco Manca la
giunta, ma il Consiglio costa 2700 Un consiglio comunale con 38 consiglieri e
un solo assessore di passaggio. Due domande e due interpellanze rimaste senza
risposta da parte della giunta assente. Un nulla di fatto
durato meno di mezz'ora e costato circa 2700 euro in gettoni. Il capitolo costi della politica torna a fare capolino a
Palazzo D'Accursio, ma questa volta nel mirino c'è la giunta, che
diserta in massa la seduta di question time del venerdì e non fa
pervenire nemmeno risposte scritte ai consiglieri. "Una seduta
malinconica" è costretto ad ammettere anche il presidente del
consiglio comunale Gianni Sofri, che lamenta lo scollamento tra giunta e
consiglio e prende in mano carta e penna per scrivere a Sergio Cofferati.
Mentre la vicesindaco Adriana Scaramuzzino difende la giunta: "Forse
eravamo assenti, ma anche le domande devono essere intelligenti. Spesso sono
ripetitive e il nostro tempo è prezioso". Ma il tempo passato in
consiglio è anche costoso. Ieri in agenda al question time - la seduta
del consiglio dedicata ai quesiti di attualità - ci sono due domande e
tre interpellanze, tutte del consigliere di Forza Italia Daniele Carella,
rivolte al sindaco e all'assessore alla Mobilità Maurizio Zamboni. Ma
entrambi sono assenti. A fare le loro veci compare solo l'assessore alla
Comunicazione Giuseppe Paruolo, che però ha la delega a rispondere a
un solo quesito. In compenso in aula passano e firmano 38 consiglieri. Saldo
finale: un monologo di Carella da 2700 euro e i banchi che si svuotano in
fretta. In tutto '28 minuti di seduta. "Sono molto dispiaciuto",
commenta il presidente. Sofri "giustifica" gli assenti, ma ammette
che ci sia un problema organizzativo tra la giunta e il consiglio comunale.
Tanto che, spiega "tre giorni fa ho scritto al sindaco per chiedere che
uno degli assessori torni a frequentare le riunioni dei capigruppo". Il
delegato a questa attività, ricorda Sofri, "era Merola, ma dopo
qualche seduta non si è più presentato". Il sindaco ancora
non ha risposto. Critico anche Giovanni Mazzanti, della Margherita, che
suggerisce di "aggiornare" sedute come quella di ieri: "E'
evidente che la giunta deve partecipare al consiglio. Anche se comunque
c'erano poche domande, segno di scarsa attività
dell'opposizione". Ma il forzista Paolo Foschini difende l'opposizione
dall'accusa di scarso attivismo: "Poche domande? Due settimane fa ce
n'erano 40. Il fatto è che non c'erano le risposte". (s. b.).
(
da "Repubblica, La" del 08-12-2007)
Cronaca Gli
ispettori: caos all'ospedale di Vibo "Nel reparto tre medici
precari". Cinque indagati. Malasanità, altre 2 morti sospette
Nella struttura di Otorino, dove era ricoverata Eva, solo il primario era di
ruolo GIUSEPPE BALDESSARRO MARIO REGGIO ROMA - Cinque avvisi di garanzia
emessi dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Tra gli indagati per
la morte di Eva Ruscio quattro medici del reparto di Otorino ed un
anestesista. Per tutti l'ipotesi di reato è omicidio colposo.
L'anomalia del reparto, segnalata dagli ispettori del ministero della Salute
e dai Nas, è che solo il primario era di ruolo, mentre gli altri tre
medici erano "precari" con un contratto a tempo determinato. Ma non
è un caso isolato perché in Italia lavorano in ospedale 12 mila medici
precari e 20 mila specializzandi nei policlinici universitari. Mentre a Vibo
Valentia continuano le indagini, nell'ospedale di Altamura, in provincia di
Bari, un altro caso drammatico: una donna è deceduta giovedì
notte durante il parto. Ma la scia di morti non si ferma qui: ieri, una donna
di 36 anni, di Pompei, incinta all'ottavo mese, è morta dopo aver
chiesto assistenza in quattro ospedali. Con lei ha perso la vita anche il
bambino. Quelli dei medici precari che prestano la loro opera negli ospedali
sta assumendo dimensioni preoccupanti. Quelli assunti a tempo indeterminato dal
Servizio sanitario nazionale sono poco più di 100 mila. I precari 12
mila. Sono medici con un contratto a tempo determinato, Cococo, oppure
cooptati dalla Asl con un rapporto libero-professionale. Vengono scelti dai
direttori generali in base a principi poco trasparenti. A questi si
aggiungono 20 mila "specializzandi" che fanno la gavetta negli
undici Policlinici universitari. Quasi tutti vengono
utilizzati nei reparti di accettazione ed emergenza, fanno i turni di notte e
sostituiscono i colleghi assunti nei giorni festivi e durante le ferie. Non
hanno tutele: niente ferie, per le donne nessun permesso per
maternità, i più fortunati raccattano un gettone di presenza per i turni usuranti. "L'effetto, legato per tutti
alla rapporto saltuario, è che non possono inserirsi nella
funzionalità del sistema ospedaliero - commenta Massimo Cozza,
segretario nazionale dei medici Cgil - che significa conoscere i meccanismi
della macchina ospedaliera, il rapporto di conoscenza e affidabilità
con i colleghi internisti, anestesisti, chirurghi. Un danno non da poco per
la qualità dell'assistenza ai pazienti. Ecco perché la stabilizzazione
dei precari è uno dei punti centrali della vertenza contrattuale che
ci ha portato a scioperare tre volte". Intanto in Calabria gli ispettori
inviati dal ministro Livia Turco hanno scoperto che "un primario di
ruolo e tre assistenti medici a tempo determinato, con contratto rinnovato
ogni otto mesi, gestivano il reparto". Secondo gli uomini del dicastero
della Salute, nel reparto di Otorino dell'ospedale Jazzolino, dove
mercoledì mattina è morta Eva, regnava "un ottimo terreno
di coltura per gli errori". Tant'è che nel rapporto si legge di
"una disorganizzazione strutturale, scarsa esperienza dei sanitari,
turni troppo lunghi, con mancanza di governo del sistema". Insomma, a
Vibo regnava il caos. Per questo, sostengono gli ispettori, l'episodio della
sedicenne ricoverata per un ascesso peritonsillare e deceduta due giorni
dopo, potrebbe essere il frutto di una situazione caotica, governata in
maniera approssimativa. Va avanti anche l'inchiesta della Procura affidata ai
pm Maurizio Garofalo e Simona Cangiano. Ieri sera i due magistrati hanno
emesso cinque informazioni di garanzia. Gli avvisi, per omicidio colposo,
riguardano il primario del reparto Domenico Sorrentino, i medici Gianluca
Bava, Francesco Morano e Giuseppe Sorace, e l'anestesista Michele Miceli.
Sorrentino era stato già sospeso dall'incarico in via cautelativa e
giovedì erano stati sospesi i ricoveri.
(
da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del
08-12-2007)
I PRECEDENTI La
firma di Bucchi sull'ultimo blitz di GIANFILIPPO CENTANNI NON E' GRANCHE'
incoraggiante, ma nemmeno deprimente, la lunga tradizione dell'Ascoli sul
campo del Bari. Ospitato per 12 partite (2 in A, 8 in B, 2 in C-c) il Picchio dal capoluogo pugliese
è tornato con 3 vittorie (in B), 5 pareggi (1 in A, 3 in B, 1 in C-c) e 4 sconfitte (1,
2, 1) riportando in bilancio 12 gol realizzati (3, 7, 2) e 17 al passivo (4,
11, 2). SERIE A. Il 1° ottobre '89, Bari-Ascoli 2-2, pt 26' Casagrande 0-1,
36' Joao Paulo 1-1, st
22' Giovannelli 2-1, 24' ancora il brasilero Joao Paulo Donizetti. Il 26
aprile '92, Bari-Ascoli 2-1,
pt 38' Troglio 0-1, st 42' Progna, 44' l'inglese David Andrew
Platt. SERIE B. il 1° aprile '73, Bari-Ascoli 1-1, pugliesi in vantaggio con
Sigarini, di Bertarelli la rete del pareggio. Nell'Ascoli anche Mario
Colautti ex Bari '68-ottobre '79. Il 30 settembre '73, Bari-Ascoli 0-0. Il 27
novembre '77, Bari-Ascoli 1-3,
a bersaglio per il verdetto più pingue tra
quelli pieni Quadri, Pasinato e Zandoli, gol della bandiera biancorossa di
Scarrone su rigore. L'allenatore Mimmo Renna dopo avere riportato e mantenuto
l'Ascoli in A, passerà al Bari. Il 25 aprile '93, Bari-Ascoli 1-1, st 6' Laureri, 12
Bierhoff che con 20 reti in 35 presenze si aggiudicherà il titolo di
capocannoniere. Il 10 ottobre '93, Bari-Ascoli 3-1, pt 19' Barone dal
dischetto, 45' Tovalieri 2-0; st 15'Maini 2-1, 26' Gautieri su penalty (ne ha
concessi 2 al Bari l'arbitro Braschi di Prato che incorrerà nelle ire
di Rozzi). Torneo 2002-03, terza di andata Bari-Ascoli 2-0, pt 41' Cordova, st 27'
Spinesi su rigore. Nell'Ascoli gioca il difensore barese Massimiliano
Tangorra ex Bari '93-95. Il 12 ottobre '03, Bari-Ascoli 1-2, unico successo
esterno della gestione-Dominissini sostituito dopo 4 turni da Ammazzalorso:
marcatori pt 13' Pià 0-1,
st 12' Fontana su rigore 0-2, 31' Enynnaya. L'ultimo
acuto il 13 marzo '05, Bari-Ascoli 0-1, decisivo Bucchi all'11' pt. Nel Bari
due ex bianconeri: il portiere Nicola Di Bitonto ('97-00:
79 presenze) e il centrocampista Giorgio La Vista ('02-04: 61 gettoni, 7 reti). SERIE C. Nel girone C, anni '60, l'Ascoli si chiama Del
Duca Ascoli, denominazione assunta dal '55-56 fino a tutto il '70-71. Torneo
'65-66, quinta di andata, Bari-Del Duca Ascoli 2-2, risolutori Siciliano 1-0,
Ghelli 1-1, Galletti 2-1, Magnan 2-2. Stagione '66-67, turno n. 16,
Bari-Ascoli 1-0, decisivo il gol di De Nardi. - -->.
(
da "Messaggero Veneto, Il" del
08-12-2007)
Regione Costi della politica, la Regione taglia i viaggi dei
consiglieri TRIESTE. Il Consiglio regionale taglia i costi della politica a Palazzo. Una cura dimagrante che riduce del 50%
il budget dedicato ai viaggi dei consiglieri. Che snellisce le spese
dell'Assemblea e che taglia le disponibilità di Tutore dei Minori,
Difensore Civico, Pari Opportunità Corecom (Comitato regionale per le
Comunicazioni). Lo ha deciso ieri l'Ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale, presieduto da Alessandro Tesini. Viaggi. Siamo allo scorcio della
legislatura. Pochi mesi separano i consiglieri dalle elezioni, e molti hanno
speso quasi tutto il budget loro assegnato. Ma l'Ufficio di Presidenza vuole
lanciare un segnale chiaro. E taglia le spese dedicate ai viaggi: da 8.000
euro si passa a 4.000. "Che comprendono però anche altri costi,
come quelli per i corsi di informatica", spiega Bruna Zorzini Spetic
(Pdci). La consigliera si è astenuta sul voto che taglia le risorse
agli enti del Consiglio "come le Pari Opportunità", spiega,
ma applaude "la cura dimagrante". Una decisione che raccoglie
l'adesione convinta anche di Roberto Asquini (Fi). Ma le sforbiciate non
fermano qui. "Tutto il bilancio è stato ritoccato - afferma
Giorgio Baiutti (Margherita-Dl) - anche le spese di rappresentanza".
Regole più rigide - ha aggiunto Baiutti - sono
state approvate anche per i viaggi delle commissioni, i cui costi d'ora
innanzi saranno a carico del Consiglio. Enti. Complessivamente - dice Baiutti
- al Corecom, al Tutore dei Minori, al Difensore Civico e alle Pari
Opportunità il ritocco al finanziamento si aggira sul 10%. In
particolare, rispetto all'anno scorso, il Tutore dei Minori perde 20.000
euro, passando da 220.000
a 200.000 euro. Il Corecom, invece, perde 10.000 euro
(da 170.000 a
160.000 euro). Consiglio. Via libera anche allo schema di Bilancio
dell'Assemblea. Relatore in Aula sarà proprio Baiutti.
"Complessivamente, si registra un milione in più rispetto al
2007", dice. Assenteisti. Prosegue il dibattito sulle modalità di
controllo delle presenze dei consiglieri durante i lavori nelle commissioni e
durante le sedute d'Aula. Ci si ferma alla proposta di moltiplicare la
raccolta delle firme nel registro delle presenze, passando da una a quattro
nel corso della giornata. Una proposta che non raccoglie però adesione
unanime. Contrari Asquini e Zorzini Spetic. "Non risolve il
problema", affermano all'unisono. Tanto più, conclude Zorzini
Spetic, "che il lavoro del consigliere non si limita a pigiare un
bottone in Aula". Sonia Sicco.
(
da "Nazione, La (Prato)" del
08-12-2007)
Di ANNA BELTRAME CI
SONO ben 265mila euro di differenza fra il più ricco e il più
povero del Comune. Il più ricco, stavolta, non è l'industriale
e consigliere comunale di Forza Italia Roberto Caverni, che comunque al
secondo posto mantiene la testa della classifica. Il "Paperone" di
palazzo comunale è l'assessore all'urbanistica Stefano Ciuoffo,
ingegnere, ex Margherita e ora Pd, che nel 2005 (l'anno a cui si riferiscono
i redditi resi pubblci ieri) ha dichiarato un imponibile lordo di 275mila
euro: 217mila sono i redditi della professione, 56mila l'indennità da
assessore, 2400 i redditi da fabbricati e quasi 106mila gli euro pagati al
Fisco. Ultimo in classifica è invece Andrea Colzi, consigliere
comunale ex Ds e ora Pd, studente, classe 1985: ha
denunciato 9200 euro lordi, in pratica i gettoni di presenza ai consigli e alle commissioni (90 euro lordi a seduta). Ma
ecco nel dettaglio la classifica delle entrate dei consiglieri comunali e,
nella pagina a fianco, quelle della giunta e degli amministratori delle
società partecipate. IL PRIMO dei consiglieri è appunto
Roberto Caverni di Forza Italia, industriale tessile, con un imponibile di
220271 euro (di cui 25mila da fabbricati, 42mila da capitale); alle sue
spalle c'è l'avvocato di An Filippo Bernocchi con 171431 euro (di cui
47mila da impresa) e il terzo sul podio dei consiglieri è Roberto
Baldi di Forza Italia, nel 2005 primario e oggi in pensione, con 145462 euro
(di cui 38mila da lavoro autonomo). Al quarto posto un altro primario oggi in
pensione, cioé Roberto Dabizzi del Pd, con 133530 euro, al quinto Giovanni
Luchetti di Forza Italia, commercialista, con 121655, al sesto un altro
medico del Pd, cioé Antonio Falcone, con 120134 euro. E' medico (ma oggi in
pensione) anche il settimo in graduatoria, cioé Aurelio Donzella dell'Italia
dei valori, con 91377 euro, che precede l'ex deputato Ds Mauro Vannoni,
eletto con Sinistra per Prato viva: 85826 il suo imponibile, frutto in gran
parte delle generose pensioni della Camera. Nono posto per Roberto Mennini,
ingegnere del Pd, con 84180 euro e decimo per l'avvocato Massimo Taiti,
indipendente, con 81422 euro. ALL'11° posto c'è il neocapogruppo del
Pd Luca Roti, dipendente di banca, con 77519 euro; seguono il capogruppo di
Forza Italia Goffredo Borchi, libero professionista, con 69mila, e il
presidente del consiglio comunale, bancario e del Pd, Daniele Mannocci, con
68mila. Ci sono poi Fabio Caregnato, ingegnere e dipendente Gida, Pd, con
60143 euro; il capogruppo di An e avvocato Gianni Cenni con 59700; Matteo
Biffoni del Pd con 51800 (di cui 27450 da lavoro dipendente all'Artigiancassa
e 24350 da fabbricati) e Andrea Amerini, infermiere di Forza Italia, con
49mila. Per trovare la prima donna bisogna scendere al 18° posto: è
Maria Grazia Ciambellotti, dirigente scolastica e numero due del Pd
provinciale: il suo imponibile è di 47232 euro. Seguono Massimo
Bartoloni, Pd, dipendente Asm, con 44711 euro; Giuseppe Esposito, pensionato
del Pd, con 39262; Elisabetta Carullo, dipendente Ataf, Pd, con 37614;
Maurizio Bettazzi, libero professionista di An, con 36mila; Fulvio Ponzuoli,
carabiniere in pensione, An, con 34546; Maurizio Castagna, dipendente statale
in pensione, eletto con An, con 33915; Andrea Ballini, vigile urbano, Pd, con
33613 euro; Massimo Pagnini, insegnante del Pd, con 33mila; Tommaso Rindi,
operatore sociale e capogruppo dei Verdi con 31427; Rita Romagnoli, Pd,
dipendente dell'Iris, con 29886 euro. LA GRADUATORIA continua con al 29°
posto Mario Bensi, pensionato del Pd, con 25444 euro e precede un'altra
consigliera del Pd, cioé Lavinia Rosseti, dipendente dell'Istituto Santa
Rita, pure lei del Pd, con 25184. Un'altra donna occupa il 31° posto ed
è Rita Pieri di Forza Italia, insegnante, con 25171 euro, precede
Sandro Lascialfari, imprenditore del Pd, con 22139, e Linda Pieragnoli,
dipendente Ato, anche lei Pd, con 20728. A quota 19261 c'è Luciano
Bartolotti, bancario in pensione del Pd, davanti a Leonardo Becheri,
capogruppo di Rifondazione comunista e co.co.co. in Regione, con 15200 euro.
Infine, ecco le ultime quattro posizioni classifica. Al 35° posto c'è
Paolo Fattori, autotrasportatore, anche lui di Rifondazione, con 14395 euro e
precede di pochi spiccioli Moreno Zazzeri, impiegato a Urban, Comunisti
Italiani, con 14200 euro. Al penultimo posto c'è Gianluca Banchelli di
An, che nel 2005 si stava laureando, con 11mila euro (oggi è
dipendente di una società di pronto moda, quindi il suo reddito
è certamente più alto) e ultimo è Andrea Colzi,
giovanissimo e ancora studente, con 9189 euro. Infine, manca il reddito del
40° consigliere, cioé Matteo Aiazzi del Pd , subentrato lo scorso settembre a
Gerardina Cardillo, ora assessore, e quindi nel 2005 (l'anno a cui si
riferiscono i redditi), ancora fuori dal Comune. - -->.
(
da "Corriere di Bologna" del
08-12-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-08 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE L'unico presente Paruolo: "Ora un esame di coscienza. E meno
convocazioni a vuoto" è successo ancora. Lei era l'unico
assessore a rispondere alle interpellanze, il consiglio
comunale è durato solo 25 minuti e sono stati pagati gettoni di presenza per una riunione sostanzialmente inutile. Che ne pensa?
"A me - dice l'assessore alla Salute e alla Comunicazione, Giuseppe
Paruolo - farebbe piacere parlare di questi problemi potendo dare un giudizio
complessivo per quella che è la realtà e non sulla base di
singoli casi di grande interesse. Detto questo, bisogna che ognuno rifletta
sulle sue colpe e faccia un esame di coscienza". Può spiegare
meglio? "Il question time si fa perché si garantisce la risposta a
questioni importanti di attualità che vengono poste dai consiglieri
comunali, ma non è obbligatorio convocarlo tutte le settimane. Qual
è la sua proposta per ridurre questi casi? "Dico che serve una
riflessione sullo strumento del question time. Ad esempio nella seduta di
ieri c'erano tre interpellanze che sono la riedizione di vecchie domande di
attualità. Si è deciso di convocare una seduta ad hoc del
question time al venerdì perché prima succedeva la cosa opposta: le
domande di attualità nella seduta ordinaria del lunedì erano
troppe e non si riusciva ad approvare le delibere". Dunque bisogna fare
meno consigli comunali? "Bologna ha un'altissima tradizione democratica
che deve assolutamente mantenere, ma osservo semplicemente che in molte altre
città italiane il consiglio si riunisce molte meno volte".
L'opposizione di centrodestra sostiene che il consiglio non funziona perché
gli assessori e il sindaco spesso non sono presenti. Che ne pensa?
"Nello scorso mandato ho fatto il consigliere e mi sono lamentato spesso
di un sindaco, Giorgio Guazzaloca, che non partecipava alle sedute del
consiglio comunale. Penso Cofferati, da questo punto di vista, sia distante
anni luce e abbia assicurato una costante presenza.
Comunque queste cose infastidiscono la gente che già vi accusa di
scarsa produttività. Conviene? "La politica deve mettersi in
gioco, ma mi piacerebbe anche che si riportassero con la stessa enfasi i casi
in cui ci sono risparmi significativi". O. Ro. In aula Giuseppe Paruolo
è assessore alla Salute e alla Comunicazione è della
Margherita.
(
da "Corriere di Bologna" del
08-12-2007)
Corriere di Bologna
- BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-08 num: - pag: 3 categoria:
REDAZIONALE Question time senza risposte Ma in 38 incassano il gettone Banchi
della giunta quasi vuoti, tutti in libertà dopo 25 minuti In consiglio
comunale seduta lampo (pagata) per l'assenza del sindaco e dell'assessore
Zamboni Sofri: "Che malinconia" Ci risiamo. Non sono servite le
quotidiane polemiche sui costi della politica e nemmeno il tentativo portato
avanti dal presidente del consiglio, Gianni Sofri di riformare il
funzionamento dell'assemblea di Palazzo d'Accursio. Ieri la seduta del
consiglio comunale è durata solo 25 minuti ed è costata quasi
2.800 euro: all'ordine del giorno solo due domande d'attualità e tre
interpellanze. Il problema è che solo una delle cinque domande ha
trovato risposta dall'assessore Paruolo, mentre le altre quattro sono state
fatte a vuoto per l'assenza, seppur giustificata, del sindaco e
dell'assessore alla Mobilità, Maurizio Zamboni. A rendere ancora
più curiosa la seduta del question time è che tutte e cinque le
domande sono state presentate dallo stesso consigliere: lo stakanovista di
Forza Italia, Daniele Carella. Quindi a essere precisi, al netto dei pochi
minuti in cui ha preso la parola l'assessore Paruolo, l'intera mini-seduta
del consiglio è stata dominata dallo stesso Carella. Al consiglio hanno partecipato 38 consiglieri che hanno
incassato il gettone da 72 euro lordi. Per essere molto sintetici: il
monologo di Carella è costato alle casse pubbliche 2.736 euro.
"La riunione di oggi - ha ammesso ieri il presidente del consiglio
comunale Gianni Sofri - è stata molto malinconica. Dobbiamo cercare di
migliorare la situazione". Qualcosa da rivedere nel funzionamento
del consiglio sicuramente c'è. La seduta del venerdì viene
dedicata al question time, ovvero alle domande che i consiglieri comunali
fanno alla giunta su problemi di attualità. Il meccanismo è
però piuttosto barocco perché accanto alle domande in senso stretto
vengono presentate anche le interpellanze. Tecnicamente quando un consigliere
(quasi sempre dell'opposizione) ritiene di non essere soddisfatto della
risposta avuta da un assessore trasforma la stessa domanda in interpellanza.
Con il risultato che rifà la domanda dopo qualche settimana, ricevendo
spesso l'identica risposta. Leggere per credere: ieri le tre interpellanze di
Carella riguardavano "gli ingorghi stradali in zona stadio", il
replay di una domanda fatta lo scorso 5 novembre, "la sicurezza sulla
zona dei colli", bis della domanda del 9 novembre scorso, e "le
denunce su quanto accade in via Guelfa" del 9 novembre. La colpa della situazione
kafkiana non è certo del pur attivissimo Carella, ma del regolamento.
Il primo ad accorgersi del problema è lo stesso Sofri. Alcuni giorni
fa ha preso carta e penna e ha scritto a Cofferati per chiedere che uno degli
assessori (oggi il delegato è l'assessore all'Urbanistica, Virginio
Merola) torni a frequentare le riunioni dei capigruppo e dei presidenti di
commissione. "è consapevole anche il sindaco - spiega Sofri -
della necessità di avere anche questo aggancio". Sul caso della
seduta lampo del consiglio comunale interviene l'ex capogruppo della
Margherita, Giovanni Mazzanti: "è evidente che al consiglio
comunale la giunta deve partecipare, ma oggi mi sembra che ci fossero poche
domande, segno di scarsa attività della minoranza ". Il
vicepresidente del consiglio comunale Paolo Foschini (Fi) parla di
"seduta inutile, ma solo perché il sindaco non si presenta in aula e
perché c'è una giunta autoreferenziale che fa sì che il lavoro
del consiglio sia organizzato male". Olivio Romanini.
)
( da "Corriere del
Mezzogiorno" del 08-12-2007)
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: OPINIONI - data: 2007-12-08 num: - pag: 17
categoria: REDAZIONALE Punti di vista Sanità, cosa c'è oltre il
walzer? di EDOARDO ALTOMARE C ome di consueto, con l'approssimarsi della fine
dell'anno, il mondo della sanità pugliese viene scosso da
fibrillazioni - che finiscono per paralizzarne il regolare funzionamento e
agitato dallo spettro del disavanzo sanitario. Si
ritorna a formulare migliori propositi sul controllo della spesa sanitaria e
ad elencare le possibili modalità per contrastarne la dilatazione:
niente più esenzione dal ticket per le fasce più povere,
chiusura dei piccoli ospedali, riduzione del tasso di ospedalizzazione,
contenimento della mobilità passiva e della spesa farmaceutica e
così via. Tutto sommato, un film già visto. Il 2007 è
stato, però, un anno del tutto particolare, segnato dalla decisione
della giunta regionale di dimezzare il numero delle Asl pugliesi, passate da
12 a 6, e di affidare ad un commissario straordinario la gestione di quella
più voluminosa (la Asl Ba) derivante dall'unificazione di quattro
precedenti "aziende". Un vero terremoto. Un'operazione, si disse a
gennaio, fortemente voluta dal presidente Vendola, che avrebbe consentito un
risparmio su taluni centri di spesa, ma che ha inevitabilmente comportato una
serie di problematici assestamenti. Si può anzi affermare che quella
complessa operazione di accorpamento sia tuttora in corso in molte
realtà territoriali, e che indugi e
prolissità abbiano determinato danni ed alterazioni - il cui costo,
assai rilevante, nessuno è in grado di calcolare - al funzionamento
del sistema sanitario regionale. Filtrano per giunta da giorni voci ed indiscrezioni
su un possibile nuovo "balletto" di poltrone ai vertici delle Asl,
che potrebbe interessare direttori generali, sanitari ed amministrativi.
E per Vendola e Tedesco c'è già una brutta gatta da pelare:
quella della nomina di un nuovo manager per l'Istituto Oncologico, al posto
del dimissionario Portaluri. Allora diciamolo: la prospettiva di assistere ad
un nuovo giro di valzer che vada a ritoccare una volta ancora l'assetto delle
Asl pugliesi non rappresenterebbe un buon viatico per la giunta Vendola:
sarebbe un segnale preoccupante, una mossa difficile da giustificare - i
predecessori di alcuni degli attuali dirigenti Asl sono stati rimossi con un
"blitz" negli ultimi giorni dello scorso anno a soli quindici mesi
dalla loro nomina - e soprattutto occorrerebbe spiegare con quale criterio
sono stati scelti, solo dodici mesi fa, questi nuovi dirigenti. E poi, quanto
costerebbe un'ulteriore paralisi di un sistema sanitario
già in crisi dal punto di vista finanziario? Governare un'azienda
sanitaria è impresa che richiede tempi di programmazione sicuramente
più lunghi di quelli che le autorità regionali sembrano
disposti a concedere. A Vendola, (ma anche alla rumorosa opposizione),
chiediamo: in Puglia, a parte Padre Pio, chi è mai stato capace di
fare miracoli in materia di sanità? \\ Alla fine di ogni anno bilanci
e giri di poltrone Ma va fatto altro.
( da "Corriere della
Sera" del 08-12-2007)
Corriere della
Sera - MILANO - sezione: Cronaca di Milano - data: 2007-12-08 num: - pag: 2
categoria: REDAZIONALE Il presidio Fischi e slogan. Gli animalisti: "No
alle pellicce" In piazza la protesta dei Cobas "Basta con le morti
sul lavoro" è come se fossero tutti qui, dietro le transenne,
insieme al drappello che vocia. Evocati: i 150 cassintegrati dell'Alfa di
Arese "che non hanno più niente da festeggiare", gli operai
della ThyssenKrupp "che a Torino piangono gli ennesimi morti e feriti
", i precari "che non arrivano alla fine del mese", gli
anziani e i disabili a cui la Regione "toglie i diritti" con un
sistema sanitario "che disumanizza l'assistenza". è come se
ci fossero perché sono in tutti gli slogan e vivono nei fischi alle istituzioni
che s'infilano nel foyer della Scala. Bastano una cinquantina di persone a
trasformare la prima in "un ultimo disperato appello" in difesa
degli operai, dei contratti a termine, dei pensionati. Ci pensano Rsu e Cub,
le canzoni di De André e un volantino disperato come un'opera di Wagner:
"Buon divertimento da Antonio, Rocco, Rosario, Angela e dai 1.750
lavoratori che ogni anno sono uccisi dal lavoro". Puntuali, come ogni
anno, arrivano in piazza Scala un'ora prima della prima. Sono gli
irriducibili del presidio di Sant'Ambrogio, confinati in un corridoio di
sbarre tra la statua di Leonardo e Palazzo Marino, lontani dal teatro,
dall'evento, dai vip. E per questo attaccati al microfono. Slogan e fischi.
Ma anche satira. Il pupazzo di San Precario è stato sostituito da
quello di San (Sergio) Marchionne "protettore dei ricchi assassini
". Roberto Formigoni in formato gabibbo di gomma s'aggira fa le foto coi
turisti: "Sono il governatore, prometto e non mantengo nulla...".
Il presidio è un'altra parata. Oltre ai Cub ci sono gli ambientalisti
di Gaia, uno striscione su tutti: "Perché depilarsi per poi indossare il
pelo altrui? ". Nel mirino: le donne in pelliccia. Accanto agli
ambientalisti, i Radicali milanesi: "Chiediamo al presidente Napolitano
di vigilare sulla questione degli otto senatori a cui è negato
l'accesso al Senato". E accanto ai Radicali il comitato No Expo contro
"speculazione e traffico", e pure tre volontari del Movimento
utenti trasporti con bandiera gialla: "Servono più mezzi pubblici".
Alle 16.45 prende il microfono il consigliere Basilio Rizzo della Lista Fo. Ricorda la contestazione del 1969, la prima
dei due braccianti uccisi ad Avola: "Oggi, come allora, muoiono
lavoratori che in un anno non guadagnano ciò che si spende in un
giorno alla Scala". Attacca: "La città non può
assistere inerte alla condizione di migliaia di persone che non arrivano a
fine mese". E infine offre un progetto alla Moratti: "Per
ogni euro speso dagli sponsor, uno vada a un ente morale". Dovrebbe
organizzare la prima degli ultimi. Armando Stella.
( da "Nazione, La (Pisa)" del
08-12-2007)
Imo come il
telefono cellulare si arricchisce di un nuovo capitolo, stavolta in terre
locali. Oggetto del contendere non (per nostra fortuna) le intercettazioni
telefoniche, bensì le spese sostenute dalla giunta comunale di
Ponsacco per i telefoni cellulari in dotazione agli assessori. In una
lettera-denuncia scritta dal capogruppo di opposizione, Franco Forti, e
pubblicata dal mensile "Il ponte di sacco" lo scorso mese, venivano
infatti lanciate durissime accuse alla giunta comunale, metaforicamente
accostata alla "Casta" politica raccontata dal
famoso libro di Stella e Rizzo. "Siamo venuti a sapere che il sindaco e tutti gli
assessori si sono dotati di telefoni cellulari per l'acquisto del quali sono
usciti dalle casse comunali 966 euro più iva. Non contenti di avere a
disposizione gli apparecchi telefonici collocati nella sede comunale per i
quali sono state sostenute per il 2005 39.761,62 euro e per il 2006
33.079 euro, hanno sostenuto fino a maggio 2007 le seguenti spese con gli
apparecchi cellulari...". A SEGUIRE, la lista degli assessori con le
rispettive spese telefoniche. E giù "dolori", perché a
fianco di alcuni virtuosi (l'assessore ai lavori pubblici Floriano Baldacci
ha consumato circa 274 euro di traffico, quello all'urbanistica Stefano
Chiarugi appena 93) sono riportate cifre piuttosto consistenti. A lato del
nome del sindaco Alessandro Ciccarelli compare l'importo 1.128 euro; Fabrizia
Falaschi supera di poco i 1000; Renzo Profeti arriva a 1.600, e via via
crescendo fino a oltrepassare quota 2000 con il vicesindaco Fabrizio Lupi e
l'assessore al personale e al riordino territoriale dei servizi Antonio
Riccetti. Cui spetta con ampio margine il primato delle spese: 2.742 euro. LA
REAZIONE del sindaco, durissima, è di pochi giorni fa. "Se il
consigliere Forti avesse davvero letto il libro "La Casta" si
sarebbe guardato bene dallo scrivere l'articolo. Quello che mi ha colpito
sono le omissioni, la parzialità e maliziosa rappresentazione dei dati
da me forniti. Riguardo alle spese telefoniche egli fornisce una
rappresentazione dei dati parziale e fuorviante". Ciccarelli spiega che
tali spese, relative al maggio 2007, hanno come termine iniziale l'11
novembre 2004, e ricoprono quindi due anni e mezzo e non un anno, come in
molti avevano erroneamente pensato. Considerando questo arco temporale
diviene possibile calcolare la spesa media mensile di ciascuno. E da questo
semplice conto emerge una forbice è molto allargata: citando solo i
casi estremi, si va dai modestissimi 3,23 euro spesi mensilmente
dall'assessore Chiarugi, ai 94,56 euro dell'assessore Riccetti, "La
spesa di 1.128 euro del sottoscritto -ha precisato il sindaco- corrisponde
infatti ad una spesa media mensile di 38,91 euro. Ora giudichino
tranquillamente i cittadini". Magari tenendo anche in considerazione
che, come ha appuntato Ciccarelli, l'introduzione dei cellulari ha
positivamente spinto al ribasso l'importo della bolletta di rete fissa. -
-->.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: CASA E CASE data: 2007-12-08 - pag: 17 autore: Valle d'Aosta. Dal
2003 a oggi la richiesta di appartamenti è aumentata del 40 per cento:
3-4 mesi i tempi di vendita A Gressoney case walser "d'oro" Le
tipiche abitazioni costano 8-9mila euro al metro ma raramente sono in vendita
SERVIZIO A CURA DI Valentina De Giorgi Una delle vallate
più apprezzate dai turisti è la valle di Gressoney per l'ampia
offerta di attività sportive sia invernali che estive. Il paesino di
GressoneySaint Jean (1.385 metri) rimane quello più gettonato:
"la bellezza di questa località era già nota nel XIX
secolo – dice Luca David, assessore al turismo di Gressoney- Saint Jean –anche
la regina Margherita ne fu conquistata, tanto che nel 1894 fece costruire il
Castello Savoia, oggi sede di manifestazioni artistiche e culturali. Oggi la
ricettività di Gressoney conta 2mila posti in albergo e 10mila posti
nelle seconde case, che fanno perfettamente fronte alle 10-12mila presenze
che si registrano nei periodi di alta stagione". Hanno casa qui Giorgio
Mastrota e Daria Bignardi mentre Enrico Salza, presidente del gruppo bancario
Intesa-San Paolo, ha optato per Gressoney-La Trinitè che, con i suoi
1644 metri, è il paese più alto della valle, molto amato dagli
appassionati di sci "merito anche della pista Leonardo David del
Weismatten – dice Ferruccio Vogliano, vice presidente del consorzio Monterosa
Ski – omologata per la coppa del mondo: scende ripida nel bosco e di notte
è illuminata. Durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006 la squadra
canadese di sci è stata in ritiro qui". Secondo gli addetti ai
lavori, il mercato immobiliare di Gressoney- Saint Jean e di GressoneyLa
Trinitè non ha mai subito scossoni o battute d'arresto: "Dal 2003
al 2007 si è registrata una crescita delle richieste costante e
graduale del 30-40% – conferma Rinaldo Regis, amministratore immobiliare
della Immobiliaregest di Gressoney-Saint Jean –. Tutti gli immobili messi sul
mercato si vendono nel giro di 3-4 mesi: in questo momento è in atto
la ristrutturazione di circa 90 alloggi, l'80% dei quali è già
stato venduto. I prezzi sono sempre stati abbastanza alti, si parte da
4-5mila euro a mq per un buon usato e si arriva a 6-7mila euro per una nuova
costruzione. Ma c'è da sottolineare che gli immobili nuovi a Gressoney
sono pochi e negli ultimi anni si è cercato di porre freno alla
costruzione selvaggia di seconde case concedendo permessi con il contagocce:
in dieci anni si è dato il via alla costruzione di soli tre edifici
per un totale di 40 alloggi. Il nuovo piano regolatore, che entrerà in
vigore nel prossimo anno, non farà altro che sancire questo stato di
cose: non permetterà la costruzione di seconde case, ma solo di prime
per i residenti; concederà, inoltre, una serie di incentivi per le
ristrutturazioni". Non concorda Federico Busca dell'agenzia Fb di
Gressoney- Saint Jean: "Nel secondo semestre del 2007 credo che il
mercato immobiliare di Gressoney stia subendo un rallentamento nelle
richieste; nello stesso tempo sta aumentando il numero degli immobili in
vendita, disponibilità questa che storicamente è stata sempre
molto bassa. Noto, infine, una flessione sia per gli affitti che per le
vendite, con difficoltà sempre maggiori soprattutto per gli immobili
di media bassa qualità. I prezzi, invece, sono rimasti sempre
stabili". Per l'Ufficio studi Tecnocasa la richiesta di coloro che
intendono sfruttare l'abitazione solo nel periodo invernale si orienta verso
il bilocale, mentre se si decide di utilizzare l'appartamento anche nei
periodi estivi si prediligono soluzioni indipendenti e tagli più
grandi. Molto richiesti nella valle di Gressoney sono gli stadel, tipiche
costruzioni walser costituite da una base in pietra divisa in tre locali –il
pejo (camera da letto), la majon (cucina)e la stalla– dove gli uomini
convivevano con il bestiame e una struttura realizzata con tronchi di legno
assemblati destinata alla funzione di magazzino per i cereali e gli alimenti.
La parte in legno è sospesa su pilastri di pietra a forma di funghi
che poggiano sulla struttura sottostante: in questo modo si garantiva una
ventilazione sufficiente alla conservazione dei cibi e del grano e si
impediva l'accesso ai roditori. Gli stadel ristrutturati sono tanto belli
quanto costosi (8-9mila euro a mq) e l'offerta è scarsa. GLI STADEL Le
nuove costruzioni sono pochissime: i prezzi si aggirano sui 4-5mila euro al
metro quadrato per l'usato, 5-7mila per il ristrutturato Tradizioni. La Val
d'Ayas e la Val di Gressoney sono importanti centri per la cultura dei
Walser, i contadini d'alta quota che storicamente hanno girovagato sui
versanti del Monte Rosa. Il nome deriva dagli insediamenti vallesiani (da qui
Walser) in Germania, stabilendosi poi anche in Italia (nella foto
un'abitazione tipica) CORBIS.
( da "Giornale.it, Il" del
08-12-2007)
Di Massimiliano
Lussana - sabato 08 dicembre 2007, 07:00 (...) i bolliti? Insomma, grande
è la conclusione sotto il cielo. Personalmente, ad esempio, ho
condiviso più nulla che poco della strategia della
"spallata" (anche prima del suo fallimento, intendo), ma ho trovato
geniale il modo in cui Berlusconi è uscito dall'angolo ed è
tornato al centro del ring politico. Soprattutto, ho apprezzato il fatto che
nel nostro Paese, fra le due coalizioni, sia tornato un clima di dialogo e di
reciproco rispetto: da questo punto di vista, l'incontro Veltroni-Berlusconi
è stato qualcosa di epocale. Almeno per chi ha cuore il bene
dell'Italia e della civiltà, non solo quello del proprio orticello.
Così come è stata epocale l'intervista a Repubblica del
presidente della Camera Fausto Bertinotti che, con una grande onestà
intellettuale, ha detto che il governo Prodi è un morto che cammina;
che l'Unione ha fallito, ma soprattutto ha anche tenuto a differenziarsi da
certa sinistra (e anche da certa destra, verrebbe da dire ora), che non
riconosce Silvio Berlusconi come interlocutore: "Penso che il Cavaliere
sia un animale politico - ha arrotato le erre Fausto - che muove da processi
reali di una parte della società, che incorpora l'antipolitica, ma
dentro una soggettività politica, chiaramente di destra. E penso che
Berlusconi abbia preso atto della crisi del sistema e della crisi del
centrodestra. Dunque, se rileggo le sue mosse, considero attentamente che
anche lui, stavolta, cerchi un accordo per rinnovare il quadro politico-istituzionale".
Ottima lettura, magari "comunista!", ma ottima. In questo quadro,
restano le domande. Le vostre domande. A cui provo a dare risposte, quelle
che ho, almeno. Anche ad Albenga a una bella serata con i Circoli della
libertà di tutta la Liguria, organizzata dal Circolo guidato da Anna
Maria Ottazzi e a cui ero invitato a parlare insieme ad Enrico Nan, ho
provato a dire quello che penso. Che, me ne rendo conto, non sempre coincide
con quello che tutti vorrebbero sentirsi dire. Ma credo che il maggior
difetto del centrodestra, o - meglio - di certo centrodestra, sia quello di
intrupparsi dietro la soluzione più facile, quella più "di
pancia". E, soprattutto, nel fatto di avere un personale politico con
poco coraggio nell'esprimere le proprie posizioni: penso a consiglieri
comunali che cavalcano la peggiore demagogia e la peggiore antipolitica (il
dibattito sull'aumento del gettone di presenza a Genova ne è stato un perfetto esempio); penso a gente
che coccola ogni comitato pensando che poi li votino; penso a personaggi
garantisti con gli amici e forcaioli quando leggono una virgola contro un
avversario politico, soprattutto su giornali che del forcaiolismo sono gli
house-organ, con tanto di indignati speciali in servizio permanente
effettivo. Penso, soprattutto, a certo centrodestra pronto a mettere mano
alla fondina appena sente parlare di cultura o sente parlare un
intellettuale.
( da "Resto del Carlino,
Il (Nazionale)" del 08-12-2007)
PER LA PUNTATA
TV DI "REPORT" "Mai preso soldi nella vicenda Tanzi"
Berselli (An) querela Milena Gabanelli ? RIMINI ? IL SENATORE di An Filippo
Berselli, nonchè sindaco di Montefiore Conca, ha querelato Milena
Gabanelli, conduttrice della trasmissione televisiva Report, e il giornalista
Sigfrido Ranucci che lo avrebbero accusato di avere preso finanziamenti
illeciti da Calisto Tanzi. La puntata incriminata è quella del 28
ottobre scorso dal titolo 'Buconero Spa', in cui si parlava del crack
Parmalat e del finanziamento illecito a politici e partiti.
In video, Romano Bernardoni, il bolognese braccio destro di Callisto Tanzi. Berselli
punta il dito sul commento di Ranucci: "Eccolo Romano Bernardoni,
secondo i magistrati a lui venivano affidati i soldi riservati
ai politici da finanziare occultamente, secondo il meccanismo delle
sponsorizzazioni. Ha affermato di avere finanziato in proprio Casini e
Berselli, nonchè Forza Italia...". "Faccio presente ? dice
Berselli ? di essere amico di lunga data di Romano Bernardoni e mi rifiuto di
credere che questi possa avermi chiamato in ballo con affermazioni
così gravi e prive di fondamento. Non ho mai ricevuto
finanziamenti da Tanzi, da Bernardoni, nè da altri. Per amore di
verità, faccio presente che la Best Service Srl, di Bologna, che ha
come legale rappresentante proprio Bernardoni, effettuò un bonifico il
7 febbraio 2001, un finanziamento di 50 milioni delle vecchie lire, a favore
della direzione nazionale di Alleanza Nazionale a Roma, e regolarmente
dichiarato in base alla legge". - -->.
( da "Centro, Il" del 08-12-2007)
Avezzano
Alleanza nazionale, critiche alla giunta Del Turco Convegno organizzato dalla
Federazione del partito a Magliano dei Marsi MAGLIANO DEI MARSI. Una vero e
proprio "esproprio" quello denunciato dagli esponenti di An nel
convegno a Magliano, organizzato dal presidente di circolo, Antonio Morgante
e dal presidente della Federazione marsicana, Emilio Iampieri. "Le tre
Comunità montane della Marsica saranno fortemente ridimensionate",
avverte l'avvocato Morgante, "tutto ciò non
solo in termini di riduzione delle indennità e dei gettoni di presenza dei consiglieri e degli assessori, ma sopratutto in termini di
funzioni e di servizi erogati. La riforma è stata frettolosa e spinta
dall'ansia dell'antipolitica: sarebbe stato opportuno che a fianco delle
necessità di risparmio si fossero definitivamente stabiliti, in
modo chiaro, i compiti degli Enti montani, evitando inutili e costose
sovrapposizioni". Il coordinatore regionale, Fabrizio di Stefano, ha
messo in guardia dai pericoli dei tagli alla sanità. "La Marsica
verrà fortemente penalizzata con la cancellazione di fatto",
evidenzia Di Stefano, "degli ospedali di Pescina e Tagliacozzo e il
forte ridimensionamento di quello di Avezzano". Altro forte motivo di
preoccupazione è quello legato alla cancellazione degli Ato. Molti
dubbi sono stati poi sollevati dagli altri relatori, Antonio del Corvo e
Lorenzo De Cesare, sulla efficacia delle misure fiscali contenute nella
Finanziaria e nelle linee di politica economica della maggioranza alla
Regione. Il senatore Marcello De Angelis ha sollecitato le forze del
centrodestra a ribellarsi contro i propositi del governo nazionale e
regionale.
( da "Mattino, Il
(Avellino)" del 08-12-2007)
I COSTI DELLA POLITICA Indennità raddoppiate all'Asa anche la
maggioranza critica SERVIZI A PAGINA 40.
( da "Sicilia, La" del
08-12-2007)
Ospedale
Consegnato all'ospedale l'"Infant flow sistem" E' stato consegnato ieri
mattina al reparto di pediatria dell'ospedale Barone Lombardo di
Canicattì nel corso di una breve cerimonia l'Infant Flow Sistem.
L'ospedale cittadino sino ad ieri non era è provvisto di questo
strumento, del costo di circa 20 mila euro, e l'associazione "Gad
Piccolo teatro città di Canicattì" si era offerta a
reperire i fondi per procedere all'acquisto dello strumento. Il responsabile,
Salvatore Castellano (nella foto), che è anche coordinatore del
comitato civico Pro ospedale Barone Lombardo, ha infatti organizzato nei mesi
scorsi alcuni spettacoli per raccogliere fondi che sono serviti d acquistare
lo strumento. Anche i consiglieri comunali di
Canicattì hanno deciso di devolvere il loro gettone di presenza, pari a 70 euro netti, all'associazione per l'acquisto dello
strumento e la stessa cosa è stata fatta dagli esponenti della Giunta.
E pure l'associazione culturale Padre Gioacchino La Lomia ha offerto il
proprio sostegno all'iniziativa. C.V.
( da "Giornale di
Calabria, Il" del 08-12-2007)
VIBO VALENTIA.
Un ospedale da chiudere, ma che resta aperto per non privare di assistenza
una popolazione di 200 mila persone. È questa, in sintesi, la storia
dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia, al centro delle polemiche dopo la
morte di due sedicenni avvenute a distanza di undici mesi l'una dall'altra.
L'ospedale ha una capienza di 200 posti letto distribuiti nei vari reparti ed
attualmente ne sono occupati circa 130. "L'oggettiva
necessità di chiusura dell'ospedale" era emersa già al
termine dell'ispezione della Commissione parlamentare di inchiesta
sull'efficacia e l'efficienza del Sistema sanitario nazionale dopo la morte della sedicenne Federica Monteleone. La
commissione si pose il problema se far chiudere l'ospedale, ma alla fine
optò per una serie di prescrizioni che hanno portato all'apertura
di tre nuove sale operatorie. Una scelta motivata proprio dalla
necessità di non lasciare senza assistenza gran parte della provincia
di Vibo. Adesso, però, dopo la morte di un'altra sedicenne, Eva
Ruscio, il problema si è riproposta. Il presidente della Commissione
sanità del Senato, Ignazio Marino, ha sostenuto che "bisogna
intervenire in maniera molto severa, se è necessario chiudendo
l'ospedale di Vibo ed allestendone uno da campo". Sulla vicenda,
comunque, sia il ministro Livia Turco, che la Regione, avranno a breve
ulteriori elementi, sulla base della relazione del Nas, per valutare e
decidere.
Per
fermare la mafia ( da "Unita, L'" del 03-12-2007)
La
casta partitica non molla il potere - mario pirani ( da "Repubblica,
La" del
03-12-2007)
VALDEGAMBERI
AL CONVEGNO DELL'OMS SU POVERTA' E SALUTE: "IL MODELLO VENETO
DELL'INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA GARANTISCE IL DIRITTO ALLA SALUTE DEI
CITTADINI PIU' DEBOLI" ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)
ASSOGENERICI:TOTALMENTE
DISATTESE NELLA FINANZIARIA LE INDICAZIONI DELL'ANTITRUST E DEI PRODUTTORI DI
FARMACI GENERICI ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)
"il
nuovo volto della città con i soldi dei privati" - maurizio bono ( da "Repubblica,
La" del
03-12-2007)
NUOVE
NORME PER IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI EUROPEI ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)
OSIMO
Nessun abbattimento dei costi della politica? Più tasse meno servizi?
Falso. E' la ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 03-12-2007)
Interventi
e Repliche (
da "Corriere della Sera" del 03-12-2007)
Tremila
firme ai banchetti <Risultato straordinario> ( da "Secolo XIX,
Il" del
03-12-2007)
Cofinanziamento,
l'uovo di colombo ( da "Panorama" del 03-12-2007)
Costo
della consulenza ( da "ItaliaOggi Sette" del 03-12-2007)
Il
disvalore di Alitalia ( da "Vita non profit magazine" del 03-12-2007)
S
CATTA OGGI il rinnovo del consiglio di amministrazione de ( da "Nazione, La
(Lucca)" del
04-12-2007)
CONTENIMENTO
dei costi della politica: sono stati modificati gli statuti di Cosvi ( da "Nazione, La
(Pisa)" del
04-12-2007)
La
corruzione è ancora tra noi ( da "Alto Adige" del 04-12-2007)
Pani
ispirato da politici e dirigenti - mauro lissia ( da "Nuova
Sardegna, La"
del 04-12-2007)
La
pagella del sistema sanitario le regioni imparano dalla toscana - nostro
servizio (
da "Repubblica, La" del 04-12-2007)
Salt,
un presidente da 60mila euro l'anno ( da "Tirreno, Il" del 04-12-2007)
Quelle
buche le copro pagando di tasca mia ( da "Nuova Venezia, La" del 04-12-2007)
Questa
politica è lontana dalla gente - enzo bordin ( da "Mattino di
Padova, Il" del
04-12-2007)
Finanziamento
ai partiti (
da "Piccolo di Trieste, Il" del 04-12-2007)
L'Italia
degli sprechi in due libri-inchiesta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-12-2007)
Vitali:
la Camera salvi i gettoni dei consiglieri ( da "Corriere di
Bologna" del
04-12-2007)
Continua
incessante la pioggia di critiche alla proposta, avanzata dalla commissione
Affari istituzi ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 04-12-2007)
L'Inghilterra
scandalizzata non consola l'Italia ( da "Giorno, Il (Nazionale)" del 04-12-2007)
Borsa:
indici contrastati, in calo Impregilo Telecom stabile -2- ( da "Radiocor" del 04-12-2007)
Bologna,
pochi immigrati al voto Un flop pagato con soldi pubblici ( da "Padania, La" del 04-12-2007)
PARLAMENTO
UE, TAGLIO ALLE SPESE, SOLDI PER CAMPAGNE ELETTORALI ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)
FABBISOGNO:
42 MLD A NOVEMBRE,ROSSO DIMEZZATO IN 2 ANNI/ANSA ( da "Wall Street
Italia" del
04-12-2007)
CORRADI
(LEGA NORD) SU ELEZIONI CONSULTE STRANIERI: 'SUPERFLUE E COSTOSE' ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)
Roma
Il <rosso> dei cassa dello ( da "Gazzettino, Il" del 04-12-2007)
Gli
strani sussulti della magistratura ( da "Libero" del 04-12-2007)
Coscienza
o ignoranza? ( da "Libero" del 04-12-2007)
Consiglio
dei ministri, i provvedimenti seduta per seduta ( da "Sole 24 Ore
Online, Il" del
04-12-2007)
Primo
problema, le maggiori spese fisse ( da "Corriere Adriatico" del 04-12-2007)
PATTO
TRA COMUNE E PIANO DI ZONA UNA CASA PER DISABILI SENZA FAMIGLIA ( da "Mattino, Il
(Salerno)" del
04-12-2007)
Iuliano:
non possiamo tenere in vita spa inutili i mugugni del palazzo: iniziative non
concordate (
da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-12-2007)
Fra
Giustizia e antipolitica ( da "Panorama" del 04-12-2007)
Italiani
al mit i nostri scienziati d'America ( da "Panorama" del 04-12-2007)
Forleo,
via da Milano: come De Magistris, il gip mette a disagio la magistratura ( da "Blogosfere" del 04-12-2007)
IMMIGRAZIONE
- Elezioni consulte stranieri, Corradi (Lega): ''Inutili e costose'' ( da "RomagnaOggi.it" del 04-12-2007)
Milano,
due casi di "casta" Alessandro Casarin ( da "Provincia di
Lecco, La" del
04-12-2007)
Mario
Anghileri, primo presidente <Un ente utile: in quindici anni quanti
risultati> ( da "Provincia di Lecco, La" del 04-12-2007)
FERRARA,
PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL BILANCIO 2008 ( da "Sestopotere.com" del 04-12-2007)
"L'Osservatorio
ci ha traditi torniamo con i No Tav" ( da "Stampa, La" del 05-12-2007)
L'amministrazione
non può far finta di niente ( da "Provincia Pavese, La" del 05-12-2007)
Un
ticket non dovuto ( da "Mattino di Padova, Il" del 05-12-2007)
Municipi:
aboliamo il decentramento La proposta provocatoria del VI Municipio per
protestare contro l'articolo 26 della Finanziaria Gli sprechi sono altrove,
noi siamo le strutture ( da "Unita, L'" del 05-12-2007)
Porto,
chiesta una nuova commissione per discutere su sviluppo e servizi ( da "Gazzetta di
Mantova, La"
del 05-12-2007)
È
emergenza infermieri: ne mancano oltre 7mila ( da "Sole 24 Ore,
Il (Nord Ovest)"
del 05-12-2007)
Quanto
è lungo il percorso per predisporre il piano per commercio su area
pubblica. E' tra ( da "Messaggero, Il" del 05-12-2007)
La
maratona è costata 28.219 euro Bianchi ringrazia il personale ( da "Nazione, La
(Livorno)" del
05-12-2007)
R
INNOVATO, e ampliato, il consiglio di amministrazione del ( da "Nazione, La
(Lucca)" del
05-12-2007)
Fraternita,
gettoni invariati. E la riorganizzazione torna in consiglio ( da "Nazione, La
(Arezzo)" del
05-12-2007)
Perbellini
sale in Bmw per la guida del 2008 ( da "Arena.it, L'" del 05-12-2007)
Calo
demografico: Clinica Salus dopo oltre mezzo secolo di attività chiude
Ostetricia (
da "Salerno notizie" del 05-12-2007)
Cara
Presidenza del Consiglio ( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)
Magistratura
e stampa unite per una "Santa Inquisizione" ( da "Opinione, L'" del 05-12-2007)
<Politici,
rinunciate alle indennità e per Natale illuminate la città> ( da "Gazzetta del
Sud" del 05-12-2007)
Nasce
il Laboratorio per la valutazione della performance in sanità ( da "SaluteEuropa.it" del 05-12-2007)
La
"casta" di palazzo Moroni ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 05-12-2007)
L'idea
è di pubblicare sul sito internet del Comune entrate e uscite ( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)"
del 05-12-2007)
STATO-REGIONI:
L'ODG DELLA CONFERENZA DI DOMANI (2) ( da "Asca" del 05-12-2007)
CALABRIA:
LARATTA SU DECESSO A VIBO, SANITA' ALLO SFASCIO ( da "Asca" del 05-12-2007)
CALABRIA:
SPAZIANTE, ABBIAMO UN SISTEMA SANITARIO VALIDO ( da "Asca" del 05-12-2007)
SANITA'/
FINI: RIVEDERE DEVOLUTION SSN, PROBLEMA MECCANISMO SPESA ( da "Virgilio
Notizie" del
05-12-2007)
Ogni
lecchese costa 1.181 alla sanità Diminuiscono i ricoveri in ospedale ( da "Giorno, Il
(Lecco)" del
06-12-2007)
Disco
verde agli alloggi per gli anziani ( da "Trentino" del 06-12-2007)
Strade,
più soldi per la manutenzione ( da "Libertà" del 06-12-2007)
Vernasca,
volontari per il "verde" ( da "Libertà" del 06-12-2007)
Provincia,
alla fine passail gettone preso per delega ( da "Secolo XIX,
Il" del
06-12-2007)
Prevenzione
dimenticata (
da "Messaggero Veneto, Il" del 06-12-2007)
Università,
cda da 27 Meno Provincia e prof ( da "Corriere Alto Adige" del 06-12-2007)
PONTEDERA
- LA RIABILITAZIONE nel sistema sanitario assume sempre ( da "Nazione, La
(Pisa)" del
06-12-2007)
<Letta
sbaglia, non c'è il modello Roma> ( da "Corriere
della Sera" del
06-12-2007)
L'assessore
Foti: Natale al risparmio ma con diverse iniziative ( da "Gazzetta del
Sud" del
06-12-2007)
Consulenze
utili cemento necessario Il sindaco ribatte a Matarangolo ( da "Nazione, La
(Umbria)" del
06-12-2007)
Ok
alla deroga per l'edificio di via Roma ( da "Adige, L'" del 06-12-2007)
Dimezzati
i consiglieri dell'Università ( da "Adige, L'" del 06-12-2007)
L'intervista ( da "Salute (La
Repubblica)"
del 06-12-2007)
Via
al tavolo per scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: <Serve
più autonomia> ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)
LAVORI
E TERRITORIO. L'assessore al decentramento Padovani illustra i progetti dell'amministrazione
comunale per rendere più incisiva l'azione dei Consigli locali ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)
Intervista
a Richard Epstein dell'Università di Chicago / Il mercato del lavoro
in Europa è un fallimento ( da "Opinione, L'" del 06-12-2007)
Compensi
dimezzati in Comunità ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-12-2007)
( da "Unita, L'" del
03-12-2007)
Stai consultando
l'edizione del Per fermare la mafia Giancarlo Ferrero Segue dalla Prima S olo
i complici o gli stolti possono ritenere che sia un fenomeno destinato alla
decadenza, alla trasformazione ed assimilazione nella complessa realtà
socio-economica del nostro tempo. In una società che sponsorizza
persino gli orrori, l'omicidio e le devianze più turpi, in cui tutto
si monetizza e si commercia, le organizzazioni criminali di stampo mafioso
trovano l'"habitat" ideale per proliferare, insinuandosi in ogni settore
di qualche interesse economico, traendo ovunque profitti considerevoli con
una coordinata opera di corruzione e delegittimazione delle istituzioni. Ormai l'organizzazione
di stampo mafioso ha raggiunto livelli imprenditoriali, muovendo ricchezze
enormi, schiacciando le imprese sane con una concorrenza sleale e
spregiudicata, dal bassissimo costo del lavoro per lo più in nero e
sfruttato: si calcolano in quasi 400000 in 5 anni le imprese di cui la
criminalità organizzata ha provocato la chiusura, in circa 100
mila miliardi il giro di affari della camorra, della 'ndrangheta e cosa
nostra frutto di racket, usura, reati ecologici, evasione, rapine, abusivismo
ecc ecc. Non c'è settore, dal traffico della droga a quello delle
armi, dei diamanti, dei rifiuti, dell'edilizia che non sia stato e non sia
fonte di ricchezza per le associazioni di stampo mafioso che ultimamente sono
riuscite ad attuare l'operazione più disastrosa per uno Stato
democratico: l'introduzione nella società del "sistema
dell'illegalità" vissuta come costume generalizzato nel pubblico
e nel privato. Per questo l'episodio avvenuta alla Assindustria di
Caltanisetta, con l'indisturbata scorribanda nei suoi locali dal forte
significato anche simbolico assume una portata ed un valore eccezionali. Per
questo l'intervento di Montezemolo va ben oltre ad un semplice grido di
allarme ed assume i contenuti di una vera e propria denuncia, di una
dichiarazione di guerra contro la mafia, di una diffida alle istituzioni
statali sinora inadeguate e deboli. Non potrebbe cadere in un momento
più propizio il decreto voluto da Prodi e firmato pochi giorni orsono
dal Capo dello Stato (in corso di registrazione) che istituisce finalmente il
Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei
beni confiscati alle organizzazioni criminali. Non è casuale la scelta
come commissario di un magistrato di Cassazione, Antonio Maruccia, con il
compito di procedere al monitoraggio dei beni confiscati (è
indispensabile sapere esattamente quanti sono ed in quali condizioni si
trovano), di assicurare il coordinamento operativo (sinora insufficiente) tra
le diverse amministrazioni e gli enti interessati allo loro utilizzazione
(ovviamente gratuita), di promuovere intese con le autorità
giudiziarie competenti al fine di raccordare i procedimenti. Quest'ultimo
punto è di fondamentale importanza perché ancora poche sono le
richieste ben istruite di procedere ai sequestri ed alle successive confische
dei beni mafiosi ed inaccettabile la lunghezza dei procedimenti giudiziari
che finiscono in gran parte con il frustrare lo scopo delle leggi contro la
criminalità organizzata e provocano notevoli danni economici
all'erario. Al momento il commissario potrà contare su di uno staff
composto da un dirigente della Presidenza del Consiglio, da 15 tecnici e da
tre esperti nel settore giuridico - amministrativo. Nessuno è
così ingenuo da pensare che un organo istituzionale dalla breve vita
di un anno e dal carattere "straordinario" possa colpire il cuore
patrimoniale (la sua stessa ragione d'essere) della mafia e farlo entrare in
fibrillazione, ma è pur sempre un importantissimo segnale e punto di
partenza per avviare una vera ed efficace lotta dello Stato contro le potenti
organizzazioni criminali. Al commissario competerà un compito non
facile: creare praticamente dal nulla, valorizzando le precedenti esperienze
similari, una organizzazione che costituisca non solo un'agile strumento di
conoscenza approfondita del patrimonio mafioso, ma di stimolo ad una lotta
mirata ed unitaria alle organizzazioni criminali nei loro vari aspetti
economici, nonché di garanzia di presenza dello Stato in tutti i giudizi nei
quali si tenta di ostacolare l'acquisizione dei beni malavitosi. Sul piano
strettamente programmatico il commissario sarà tenuto a porre solide
fondamenta per la costruzione di un edificio istituzionale stabile ed
adeguato al gravoso impegno di combattere su più fronti la mafia,
valorizzando al massimo l'apparato giudiziario ed amministrativo inquirente.
In un lasso di tempo breve il commissariato dovrà confluire e venire
assorbito in un'agenzia od autorità indipendente ordinaria ed a tempo
indeterminato, di grande autorevolezza e forza strutturale capaci di imporre
la supremazia dello Stato e della sua legalità democratica su tutto il
territorio nazionale e nel tessuto sociale pubblico e privato. Ciò
significa creare una istituzione nuova di grande prestigio e specifica
competenza in grado di compattare ed in parte sostituire tutte quelle
strutture pubbliche che sinora hanno permesso alle associazioni mafiose di
espandersi a dismisura, sottraendo spazio e credibilità allo Stato. Un
programma certamente ambizioso dalla cui realizzazione però dipende la
sopravvivenza stessa della nostra Repubblica. Come è ovvio molti
saranno gli ostacoli che si incontreranno, purtroppo anche interni alle
istituzioni ed alle forze politiche spesso dispersive e più portate
alla critica paralizzante che alla collaborazione costruttiva. Ma l'istinto
della sopravvivenza sana, che è ormai in gioco, finirà con il
far trovare allo Stato la forza necessaria e lo slancio per attuare le
drastiche riforme che la grave situazione richiede. Sarà
indispensabile procedere ad una rigorosa rivisitazione della gestione della
cosa pubblica, precipitata in abissi di inefficienza e complicità
attiva e passiva, rendendo effettivi i controlli e la trasparenza dei
procedimenti amministrativi, degli appalti delle opere pubbliche, delle
spese, delle modalità di intervento degli istituti finanziari (quanti
mutui facilmente concessi senza adeguate istruttorie, quante ipoteche
bancarie iscritte su beni confiscati ai mafiosi, quanto denaro sospetto in
libera circolazione!) Tra pochi giorni la Commissione Antimafia dovrebbe
pubblicare la sua relazione: varrà la pena di leggerla attentamente,
certamente apprenderemo cose nuove da una fonte che merita credibilità
non solo per la dedizione del suo presidente, ma anche per l'unanimità
o la forte maggioranza dei consensi che sorreggono la relazione stessa. Ad
essa va aggiunto l'impegno programmatico del capo del Governo e di molti
parlamentari che sanno perfettamente di dover rendere conto a tre esigenti
interlocutori: gli onesti, i giovani che in massa reclamano il loro diritto
ad una vita pulita, don Luigi Ciotti che instancabilmente da anni continua a
seminare credendo nel raccolto futura a discapito del nostro colpevole,
comodo scetticismo.
( da "Repubblica, La" del
03-12-2007)
Commenti LINEA
DI CONFINE La casta partitica non molla il potere MARIO PIRANI Avvertenza per
il lettore: questo è un pezzo sul potere partitocratico. Se si parla
del disegno di legge che ha per titolo "Interventi per la qualità
e la sicurezza del Servizio sanitario nazionale",
approvato dal Consiglio dei ministri, è solo perché lo assumiamo come
parametro tipico dell'invadenza della nomenklatura. Ricordo ai lettori che
Repubblica ha condotto su questo punto una lunga battaglia senza successo per ottenere misure che sbarrassero la gestione
ospedaliera al potere politico. Se su quest'ultimo, infatti, ricade su scala nazionale e regionale il compito di elaborare e fissare le linee guida
della politica sanitaria e di quant'altro attiene alle strategie per
attuarla, questo stesso potere dovrebbe arrestarsi laddove subentra la cura e
l'assistenza diretta ai pazienti, soggette, se mai, al filtro tecnico
delle indispensabili strutture di verifica e controllo. Figura di raccordo
fra i due piani è il direttore generale. A questo schema dovrebbero
corrispondere criteri di nomina coerenti: i direttori generali, pur essendo
naturalmente il braccio operativo del governo regionale, andrebbero selezionati
in base ad acclarate competenze professionali ma le defatiganti trattative
sulla suddivisioni di questi posti tra le varie correnti della maggioranza di
volta in volta in auge e la drastica sostituzione di buoni e cattivi senza
differenza, quando subentra un'altra maggioranza, comprovano che il criterio
è un altro: quello della affidabilità e appartenenza politica. Pazienza se i guasti si fermassero qui e i
medici fossero salvaguardati da simile servaggio. Non è così e
su queste colonne l'ho raccontato più volte, fino a stancare me e i
lettori, con molti esempi e giuste proteste. I primari dei vari reparti o
dirigenti di II livello (e, ancor peggio i "primarietti") vengono
designati dai direttori generali e così anche i primari, ancor prima
di dimostrare le loro specifiche competenze professionali, sono oggetto di un
mercato dove sovente la presunta affidabilità politica
soverchia un curriculum eccellente. Ho detto "presunta"
affidabilità perché assai spesso un medico politicamente
neutrale deve, se c'è una selezione in vista, cercarsi affannosamente
una qualche sponsorizzazione partitica per gareggiare con qualche
possibilità di successo. Quando ascese al governo Prodi ci si attese
una svolta, anche per il gran parlare che si fece sulla trasparenza, il
merito, le qualità di eccellenza che andavano raggiunte per far
risalire l'Italia. Italianieuropei, la fondazione di D'Alema e Amato,
organizzò tre seminari sulla Sanità dove venne esplicitamente
discussa la proposta, illustrata su Repubblica, per il varo di un sistema
concorsuale severissimo per i primari, con esclusione assoluta di qualsiasi
ingerenza dei direttori generali, ed esito certificato da classifiche
inderogabili e da giurie qualificate estratte a sorte su scala nazionale. Molte discussioni, anche private, ebbero luogo
con Livia Turco che si dichiarò convintissima (non credo di svelare un
segreto) essere questo l'unico metodo per evitare l'influenza partitica nelle
nomine. Non celò, peraltro, qualche preoccupazione per la resistenza
delle regioni, in particolare le "rosse" Emilia e Toscana che,
dietro l'avallo di una indubbia efficienza, pretendevano che la legge non
scalfisse i poteri di nomina attribuiti ai direttori. Ne è uscita una
procedura bizantina: la giuria è di cinque membri (di cui uno nominato
dal direttore generale) e gli altri quattro scelti (sempre sotto controllo
del direttore generale) fra una rosa di otto primari sorteggiati in ambito
regionale (perché non nazionale?). I criteri di
valutazione dei concorrenti restano estremamente generici. Dopo di che fra
tre candidati prescelti senza classifica, sarà sempre il direttore
generale a decidere. Tanto valeva lasciar le cose come stanno. Quanto al
resto della legge vi sono alcune innovazioni positive come l'estensione della
formazione degli specializzandi agli ospedali e non solo ai policlinici
universitari. Assai dubbioso invece il giudizio sulla creazione di un Sistema nazionale di valutazione,
laddove già esistono l'Agenzia nazionale per
i servizi sanitari regionali, il Siveas (Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza
sanitaria), l'Agenzia per il farmaco, ecc. Occorrerebbe un organismo tecnico
indipendente di alta e riconosciuta qualifica, non certo un ennesimo ente di
nomina pubblica. Resta la fievole speranza che il Parlamento modifichi in
meglio la legge. Ma la sostanziale convergenza di tutte le forze politiche
nella manomissione della Sanità lascia pochi spazi.
( da "marketpress.info" del
03-12-2007)
Venezia 3
dicembre 2007 - L'assessore regionale alle Politiche Sociali, Stefano
Valdegamberi, ha aperto il 30 novembre a Venezia i lavori della seconda
giornata del convegno "Povertà e salute in Europa, in corso a
Palazzo Fianchetti. Il convegno, organizzato dalla Oms in collaborazione con
la Regione del Veneto, rappresenta un momento di confronto per esaminare i
casi di studio e per stimolare la discussione transanazionale
su queste tematiche. L'obiettivo è quello di
contribuire agli sforzi nazionali e internazionali per la riduzione delle
diseguaglianze nell'ambito della salute e nel conseguente miglioramento
dell'accesso ai sistemi sanitari per i gruppi vulnerabili dal punto di vista
socioeconomico. A questo proposito l'Assessore Valdegamberi ha sottolineato
che, se il concetto di salute ha subito una sostanziale ridefinizione,
non più legato all'ambito prettamente medico, ma che tiene assieme
aspetti fisici, psicologici, sociali ed ambientali, di conseguenza il diritto
alla salute è diventato un diritto inclusivo, che si estende ad una
complessità di diritti con una condizione di equilibrio dinamico fra
la persona, le sue componenti psico-fisiche, il suo contesto sociale e quello
ambientale. "Parallelamente ? ha poi ribadito - anche il concetto di
povertà ha subito una sua evoluzione: se fino agli anni settanta,
rimandava ad una condizione di privazione sotto il profilo economico, a
partire dagli anni 80 si è ampliato, ascrivendo al concetto di
povertà una molteplicità di fenomeni che attraversano la società
e coinvolgono tantissime persone: le famiglie, le madri sole, gli anziani, i
disabili e mettendo in risalto una dimensione riferibile a mancanza di
strumenti culturali, a carenze di relazioni affettive e legami sociali, a
solitudini individuali e a scarse competenze sociali". Uno scenario ? ha
precisato ? nel quale entra in gioco lo stato sociale, quale soggetto
regolatore del sistema, per garantire i cittadini più esposti alla
povertà e al rischio di esclusione sociale. Valdegamberi ha quindi
ricordato che nel contesto nazionale "l' azione
politica della Regione del Veneto ha assunto come
centrale la scelta strategica dell'integrazione socio-sanitaria, quale
presupposto indispensabile per considerare la persona nella sua
globalità. Questo approccio rappresenta la condizione imprescindibile
per superare la standardizzazione degli interventi e garantire la costruzione
di progetti personalizzati, che valorizzino i contesti relazionali e la
dimensione sociale in cui ogni persona è inserita". .
<<BACK.
( da "marketpress.info" del
03-12-2007)
Roma, 3
dicembre 2007 ? Con il via libera del 28 novembre, il Parlamento ha approvato
una disciplina in materia farmaceutica in netto contrasto con le indicazioni
dell'Antitrust. La denuncia è di Assogenerici, l'Associazione che
riunisce le industrie italiane produttrici di farmaci generici. Tale
provvedimento interviene sulla materia farmaceutica, con
una serie di disposizioni che sono già state ampiamente e con
dettaglio bocciate dall'Autorità Garante della Concorrenza, la quale
aveva peraltro auspicato interventi correttivi in sede di confronto
parlamentare. Ciò non è avvenuto, disattendendo in toto il
parere dell'Authority, che si era così espressa: "la Finanziaria
2008 penalizza il Sistema Sanitario Nazionale; fissando quote di produzione
inibisce lo sviluppo dei produttori di farmaci equivalenti e rallenta, di
conseguenza, la crescita di chi produce farmaci innovativi".
Assogenerici manifesta, a nome dei suoi associati, la preoccupazione per una
normativa che avrà l'effetto di ingessare il mercato e abbassare la
competitività fra le aziende produttrici di farmaci, con inevitabili
ricadute sullo sviluppo della ricerca di nuovi prodotti, sul corretto
andamento della dinamica dei prezzi e, di conseguenza, sui cittadini. I
produttori di farmaci generici, in particolare, risultano sensibilmente
penalizzati dall'adozione dei budget che le nuove disposizioni assegnano a
ciascuna azienda, sulla base dei ricavi dell'anno precedente. Mentre,
infatti, agli originator vengono destinate quote crescenti delle risorse
aggiuntive, sulla base delle proprie capacità di espandersi tramite
l'innovazione, la norma non contiene un meccanismo altrettanto chiaro di
attribuzione delle risorse alle imprese che sviluppano le proprie vendite
grazie all'introduzione nel mercato di farmaci generici. "Queste
disposizioni hanno come unico effetto quello di scoraggiare lo sviluppo dei
medicinali generici ? afferma Roberto Teruzzi, Presidente di Assogenerici -,
la cui rilevanza viene peraltro ampiamente riconosciuta dallo stesso decreto
legge, in quanto è proprio grazie ai prezzi più contenuti dei
farmaci generici che si 'liberano' le risorse utilizzabili per premiare
l'innovazione". Secondo Assogenerici, "la determinazione preventiva
del livello dei prezzi, a cui si potrà pervenire a seguito
dell'ingresso dei farmaci generici, appare idonea ad ostacolare la
fisiologica dinamica concorrenziale tra produttori originator e genericisti.
La fissazione, in sede di contrattazione con i genericisti, di uno sconto
superiore a quello minimo previsto dalla legge fa sì che il ruolo del
generico si esaurisca, nel momento in cui avviene la riduzione dei prezzi: il
generico finisce per essere utilizzato solo come strumento per abbassare i
prezzi degli altri farmaci". "Ma vi è di più. Tale
sistema - continua Assogenerici - costituisce una palese violazione della
libertà di iniziativa economica privata, tutelata dall'art. 41 della Costituzione, che vede nella garanzia di un mercato
concorrenziale la sua più diretta espressione. Sotto altro aspetto,
ciò contrasta irrimediabilmente anche con i principi comunitari posti
a tutela del mercato comune, ispirato all'eliminazione, fra gli Stati membri,
degli ostacoli alla libera circolazione di merci, persone, servizi e capitali".
. <<BACK.
( da "Repubblica, La" del
03-12-2007)
Pagina VIII -
Milano "Il nuovo volto della città con i soldi dei privati"
Masseroli: discuteremo con i cittadini citylife C'è una novità:
un ponte ciclopedonale che collegherà l'area alle colline artificiali
del Portello e di lì a Monte Stella. Il parco
passa a 150mila metri centro congressi Apriremo un tavolo con Fiera e Zunino
per una soluzione entro l'anno. Ma il Portello non dovrà portare altra
congestione di traffico, questo è il vincolo L'assessore difende i
grattacieli e annuncia una rivoluzione "Ascolterò tutti senza
ideologia" MAURIZIO BONO (segue dalla prima di Milano) ASSESSORE
Masseroli, se i cittadini hanno ancora tanta voglia insoddisfatta di dire la
loro sui grandi progetti, non è anche colpa sua? I benevoli direbbero
che va troppo di corsa, i più critici che non volete ascoltare
abbastanza. "Ma sì, va bene che perfino i vostri lettori si siano
divisi a metà sul tema dei grattacieli. Venendo il dato da un'area di
opinione come quella di Repubblica, è incoraggiante. Quello che non mi
va giù è il dibattito fazioso. Certo, sui grandi lavori partiti
prima di questa giunta abbiamo accelerato cantieri che segnavano il passo da
anni. Ma sempre dopo aver verificato la coerenza delle scelte progettuali con
le esigenze urbanistiche. Migliorandole fino all'ultimo". Siccome non
tutti se ne accorti, non le spiacerà provare a convincerli...
"All'ex Fiera c'era un progetto con tre altissime torri senza una
fermata del metrò. Era prevista una fermata a Repubblica Garibaldi, ma
non il suo proseguimento. A quel punto abbiamo ridiscusso entrambi i progetti,
partendo intanto solo con le bonifiche, per prolungare la linea fino a
Citylife. Nel frattempo Milano Fiera ci ha comunicato che non intendeva
più fare esposizione in alcuni suoi capannoni, e abbiamo acquisito
l'area: il parco passa da 80 a 150 mila metri quadrati, e ora un ponte
ciclopedonale collega Citylife alle colline artificiali dell'area Portello e
di lì a Monte Stella. Vedrete". Quando?
"Entro Natale sarà presentato il nuovo piano
planivolumetrico". Anche stavolta potrà essere accusato di non
aver discusso i cambiamenti coi cittadini della zona. "A Citylife ci
sono due comitati, col primo il confronto è costante, al secondo
abbiamo chiesto, prima di sederci al tavolo, di ritirare i suoi ricorsi al
Tar. Non lo ha fatto, quindi è fuori. Io non dialogo con la pistola
puntata. Ma che siamo aperti a discutere lo dimostra anche Garibaldi
Repubblica". Un'altra critica abituale è che lei abbia un occhio
di riguardo per Milano Fiera. "Guardi, noi facciamo il tifo per tutti i
progetti dei nostri operatori. Report dice che ci dettano loro i progetti, ma
la realtà è che i privati sono una grande opportunità
per la città: possiamo essere intelligenti finché si vuole, ma non si
va da nessuna parte senza i loro soldi". Però bisogna saperli
usare. Santa Giulia aveva offerto in conto oneri aggiuntivi un Centro
Congressi, ora Milano Fiera vuol farsi il suo, così ce n'è uno
di troppo. "Abbiamo aperto un tavolo con Milano Fiera e Zunino,
troveremo una soluzione entro fine anno. L'unico vincolo è che
Portello, qualunque cosa diventi, non dovrà produrre altra congestione
nella zona e restare di pubblica utilità". Il nuovo planimetrico
di Citylife, l'accordo Fiera-Santa Giulia. C'è altro prima del 2008?
"Mercoledì e il 28 scadono i termini del periodo di osservazione
per le 140 e passa aree vincolate dal vecchio piano regolatore che abbiamo
sbloccato con due delibere. Le osservazioni dei proprietari, delle
associazioni e dei singoli stanno arrivando in Comune e fra pochi mesi
partiranno i lavori di recupero e di ricostruzione su 10 milioni di metri
quadrati, oltre 1300 subito edificabili per case e servizi". Ma quando
tutta questa offerta arriverà di colpo sul mercato, troverà
acquirenti? "Le grandi operazioni immobiliari stanno già vendendo
bene: guardi la scelta di Sky di andare a Santa Giulia. Il terziario avanzato
ha bisogno di uffici flessibili, cablati, ben collegati. Ed è solo
l'inizio: questo permetterà di liberare zone di terziario più
vecchio e, dove è il caso, demolire e ricostruire. Migliorando la
qualità della città e aumentando la densità senza
mangiare altro suolo". Insomma, al terremoto seguiranno scosse di
assestamento di durata indefinita. Pensa davvero di poterle gestire in mezzo
a conflitti e ricorsi? "A questo dovrebbe pensare lo strumento
più semplice e flessibile che sostituirà il piano regolatore,
cioè il piano di governo del Territorio". Che è ancora un
oggetto un po' misterioso. Ce la fa a spiegarlo in breve? "Oggi il Prg
dice se si può costruire, e che cosa, nelle zone di proprietà
di privati o del Comune. Il risultato è che i privati quasi sempre non
possono farci nulla e che il Comune ha terreni dove non ha interesse o soldi
per costruire, ma non ha risorse per rilevare aree utili per infrastrutture,
parchi, edilizia pubblica. Col nuovo sistema si stabilisce un diritto
"astratto" a costruire secondo certi indici di cubatura, e questi
diritti si possono scambiare. Per esempio chi ha diritti edificatori su
un'area a indice basso che interessa al Comune può trasferirli in una
zona destinata a palazzi (per esempio le aree pubbliche degli ex scali
ferroviari, o aree private), e quando le aree originali restano a diritti
edificatori zero tornano al Comune per farci verde o infrastrutture".
Che voce avranno i cittadini in proposito? "Per queste scelte è
indispensabile una conoscenza precisa del territorio e delle sue esigenze.
Per questo incontreremo non solo i consigli di zona ma associazioni di
cittadini, banche, operatori, imprese, volontariato. Non vogliamo un piano
della giunta, ma il piano della città. L'ascolto non sarà un
fatto ideologico o di cortesia: in questi giorni sono stato a Rogoredo con il
consigliere del Pd Comotti, a Ponte Lambro con Cormio, al Lorenteggio con
Carmela Rozza. Così come da altre parti con Rizzi
di Forza Italia". Il risultato? "Ho ascoltato discorsi civilissimi
da gente che fino a ieri mi attaccava selvaggiamente. Se il buongiorno si
vede dal mattino, non avremo bisogno di andare a colpi di maggioranza, in
Consiglio". Se state nei tempi, ci arriverete poco dopo la decisione
sull'Expo. Che rapporto c'è? "Quello che stiamo facendo
prescinde dall'Expo. Ma se ci sarà assegnato, sarà
un'opportunità per andare più veloci". Con l'Expo,
però, il sindaco avrà poteri speciali, peraltro concessi dal
governo Prodi. Può già dire che non saranno usati per bypassare
il dialogo con la città? "Qualora dovessero esserci poteri
speciali, non vorrei in alcun modo che ciò ledesse la
possibilità di condivisione sulle linee del Pgt. La velocità
non sostituisce il valore di un comune sentire sulle cose giuste da fare per
Milano".
( da "marketpress.info" del
03-12-2007)
Strasburgo, 3
dicembre 2007 - Il Parlamento europeo ha approvato la modifica del
regolamento sulle attività e sul finanziamento dei partiti
politici a livello europeo. Frutto di un compromesso con il Consiglio,
consentirà il ricorso a fondi Ue per finanziare attività legate
alla campagna per le elezioni europee e l'erogazione di contributi alle
fondazioni politiche europee. Gli importi versati a ogni partito politico e
fondazione politica a livello europeo dovranno
essere pubblicati sul sito internet del Parlamento. Nel 2003, per riconoscere
il ruolo fondamentale svolto dai partiti politici a
livello europeo, è stato adottato - sotto Presidenza italiana - un
regolamento che ne ha fissato lo statuto e ha delineato il quadro necessario
al loro finanziamento. "In un'ottica di consolidamento e di
ottimizzazione delle infrastrutture democratiche dell'Unione europea",
la Commissione ha presentato una proposta che intende migliorare e adeguare
detto regolamento alla luce dell'esperienza acquisita negli ultimi quattro
anni. Adottando una serie di emendamenti di compromesso sostenuti da Ppe/de,
Pse, Alde, Verdi/ale e Gue Ngl, negoziati dal relatore Jo Leinen (Pse, De)
con il Consiglio, il Parlamento ha approvato definitivamente - con 538
favorevoli, 74 contrari e 10 astensioni - la modifica del regolamento che
stabilisce le norme relative allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Esso sarà
quindi applicabile a partire dal 2008. Elezioni europee e vincoli al
finanziamento dei partiti Per migliorare il
dibattito politico, anche in vista delle prossime elezioni europee del 2009,
i partiti politici a livello europeo saranno
autorizzati a utilizzare i loro fondi per finanziare le attività
legate alla campagna elettorale. Per i deputati, infatti, i partiti politici a livello europeo operano nel contesto
delle elezioni al Parlamento europeo "in particolare per mettere in
risalto il carattere europeo di queste elezioni". Gli stanziamenti a
carico del bilancio Ue, tuttavia, non dovranno costituire un finanziamento
diretto o indiretto dei partiti politici nazionali o
dei loro candidati, né essere usati per campagne referendarie. E' peraltro
specificato che il finanziamento e la limitazione delle spese elettorali per
le elezioni europee sono soggette alle disposizioni nazionali. Oltre a
ciò, gli stanziamenti provenienti dal bilancio generale dell'Unione
europea potranno essere utilizzati soltanto per coprire le spese direttamente
collegate agli obiettivi indicati nel programma politico dei partiti. Tali spese comprendono le spese amministrative,
quelle per il sostegno tecnico, le riunioni, la ricerca, le manifestazioni
transfrontaliere, gli studi, l'informazione e le pubblicazioni. I partiti politici europei non potranno accettare le
donazioni anonime e quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici
rappresentati al Parlamento europeo. Né le donazioni provenienti da imprese
sulle quali i pubblici poteri "possono esercitare direttamente o
indirettamente un'influenza dominante a titolo della proprietà, della
partecipazione finanziaria o delle regole che la disciplinano" e nemmeno
quelle che superano 12. 000 euro all'anno e per donatore, provenienti da
qualsiasi persona fisica o giuridica. Non potranno essere accettate neanche
le donazioni provenienti da qualsiasi autorità pubblica di un paese
terzo e da imprese "influenzate" dai poteri pubblici stranieri. I
contributi provenienti da partiti politici
nazionali, è peraltro specificato, non dovranno superare il 40% del
bilancio annuale di un partito a livello europeo. Istituzione e finanziamento
delle fondazioni politiche Il regolamento prevede ora una nuova base
giuridica sull'istituzione e il finanziamento delle fondazioni politiche
europee. Queste ultime sono definite enti o reti di enti dotati di
personalità giuridica nello Stato membro in cui hanno sede,
"affiliati ad un partito politico a livello europeo", che,
attraverso le proprie attività, nel rispetto degli obiettivi e dei
valori fondamentali dell'Ue, sostengono ed integrano gli obiettivi di tale
partito. A tal fine, le fondazioni possono svolgere "attività di
osservazione, analisi e arricchimento del dibattito sulle politiche pubbliche
europee e sul processo di integrazione europea". Oppure sviluppare
attività legate a "questioni di politica
pubblica europea", quali l'organizzazione e il sostegno a seminari,
azioni di formazione, conferenze, studi europei, la cooperazione con enti
dello stesso tipo allo scopo di "promuovere la democrazia" e,
infine, la "creazione di un contesto in cui promuovere la
collaborazione, a livello europeo, tra fondazioni politiche nazionali,
rappresentanti del mondo accademico ed altri soggetti interessati". Una
fondazione politica a livello europeo deve essere
affiliata ad uno dei partiti politici a livello europeo
riconosciuti e deve rispettare, in particolare nel suo programma e nella sua
azione, i principi sui quali è fondata l'Unione europea, vale a dire i
principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell'uomo,
delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. Non deve avere
fini di lucro e deve avere personalità giuridica diversa da quella del
partito cui è affiliata. Spetta a ciascun partito politico e a
ciascuna fondazione politica a livello europeo
definire le modalità specifiche delle loro relazioni che, nel rispetto
della legislazione nazionale, devono prevedere un'adeguata separazione tra la
gestione quotidiana e le strutture direttive. Una fondazione politica a livello europeo potrà "richiedere
un finanziamento a carico del bilancio generale dell'Unione europea solo
tramite il partito politico a livello europeo al quale è
affiliata". Tali fondi potranno essere utilizzati "esclusivamente
per finanziare le attività della fondazione stessa" e non
dovranno, "in nessun caso", "servire a finanziare campagne
elettorali o referendarie". Non potranno neppure essere utilizzati per
il finanziamento diretto o indiretto di partiti o di
candidati politici a livello europeo o nazionale né di fondazioni a livello
nazionale. Le disposizioni sulle fonti di finanziamento dei partiti politici europei, si applicherebbero, mutatis
mutandis, alle fondazioni. Trasparenza: pubblicazione dei bilanci e dei
donatori Partiti politici e fondazioni politiche a livello europeo dovranno
pubblicare annualmente le proprie entrate e uscite, nonché una dichiarazione
relativa all'attivo e al passivo. Dovranno inoltre dichiarare le proprie
fonti di finanziamento, fornendo un elenco dei donatori e delle donazioni
ricevute da ciascun donatore, ad eccezione di quelle che non superano 500
euro all'anno e per donatore. Il Parlamento europeo, inoltre, dovrà
pubblicare in una rubrica specifica del suo sito internet una tabella degli
importi versati a ogni partito politico e a ogni fondazione politica a livello europeo, per ogni esercizio finanziario
per cui sono state erogate sovvenzioni. Dovrà pubblicare, inoltre la
relazione sull'applicazione del regolamento stesso e sulle attività
finanziate, nonché le disposizioni di applicazione del regolamento.
Stabilità finanziaria Relatore e Consiglio sono anche giunti a un
accordo riguardo alle misure tese ad assicurare la stabilità
finanziaria dei partiti politici a livello europeo
al fine di agevolare la loro programmazione a lungo termine. L'unica
differenza rispetto alla proposta della Commissione è che tale
argomento viene stralciato dallo Statuto e inserito in un regolamento del
Consiglio. In base all'accordo raggiunto, qualora al termine di un esercizio
per il quale un partito ha ricevuto una sovvenzione di funzionamento, le entrate
risultassero superiori alle spese, è prevista la possibilità di
riportare all'esercizio successivo una percentuale dell'importo eccedente
pari al massimo al 25% delle entrate totali per quell'esercizio, che
dovrà essere speso entro il primo trimestre dell'anno seguente. Tale
possibilità rappresenta una deroga al diritto comunitario che vieta la
realizzazione di profitti ai partiti politici. E'
quindi precisato che si tratta di una "disposizione eccezionale"
giustificata "dal ruolo specifico e unico dei partiti
politici". Un emendamento, peraltro, attribuisce a un revisore
indipendente l'incarico di attestare la corretta esecuzione delle
disposizioni sui riporti. Un'altra disposizione permetterebbe ai partiti di accumulare riserve finanziarie per diversi anni
fino al 100% delle loro entrate annue medie. Queste riserve possono essere
costituite da doni e contributi di partiti o di
individui. E' infine previsto un aumento dal 75 all'85% dei finanziamenti a
carico del bilancio dell'Ue a copertura dei costi (ammissibili) di un partito
politico. Background - Partiti politici a livello europeo e gruppi politici
del Parlamento europeo Nel 2007, dieci partiti
politici a livello europeo hanno avuto accesso ai finanziamenti: Partito
Popolare Europeo (Ppe): Forza Italia, Udc e Udeur. L'svp ha lo statuto di
osservatore. Partito Socialista Europeo (Pes): Ds e Sdi Partito Democratico
Europeo (Pde): Democrazia è Libertà-la Margherita Partito
Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (Eldr): Radicali, Movimento
Repubblicani Europei, Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Partito
Repubblicano Italiano. Alleanza per l'Europa delle Nazioni (Aen): Alleanza
Nazionale Partito dei Verdi Europei (Egp): Federazione dei Verdi Alleanza
Libera Europea (Ale/efa): Libertà Emiliana-alleanza Libera Emiliana,
Liga Fronte Veneto, Partito Sardo d'Azione, Slovenska Skupnost, Union für
Südtirol, Renouveau Valdôtain Partito della Sinistra Europea: Rifondazione
comunista (i Comunisti italiani sono osservatori) Eu Democrats (Eud):
euroscettici e riformisti di centrodestra e centrosinistra Alleanza dei
Democratici Indipendenti in Europa (Adie): euroscettici. Altra cosa è
un gruppo politico del Parlamento europeo in cui i deputati possono
organizzarsi "secondo le affinità politiche". Un gruppo
politico è composto di almeno 20 deputati eletti in almeno un quinto
degli Stati membri. Ogni deputato può appartenere a un solo gruppo
politico. Nel 2006, il bilancio ha stanziato 8. 594. 000 di euro, mentre nel
2007 ne sono stati stanziati 10. 436. 000 Attualmente sono presenti sette
gruppi politici al Parlamento europeo: Gruppo del Partito popolare europeo
(Democratici-cristiani) e dei Democratici europei (Ppe/de): Forza Italia,
Udc, Udeur, Partito Pensionati e Svp; Gruppo socialista al Parlamento europeo
(Pse): Democratici di Sinistra, Sdi e Nuovo Psi; Gruppo dell'Alleanza dei
Democratici e dei Liberali per l'Europa (Alde/adle): Margherita, Radicali
(Lista Bonino), l'Italia dei Valori (Lista Di Pietro) e Repubblicani europei;
Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni" (Uen): Alleanza
Nazionale e Lega Nord. Gruppo Verde/alleanza libera europea (Verdi/ale):
Federazione dei Verdi; Gruppo confederale della Sinistra unitaria
europea/Sinistra verde nordica (Gue/ngl): Rifondazione comunista e Comunisti
italiani; Gruppo Indipendenza/democrazia (Ind/dem): nessun membro italiano.
Vi è poi il gruppo sui generis dei Non Iscritti (Ni) - equivalente al
Gruppo Misto del Parlamento italiano - in cui, tra gli altri, figura un
italiano eletto nella lista dell'Ulivo. In questo "gruppo" sono
confluiti i deputati facenti parte del disciolto gruppo Identità
Tradizione e Sovranità (Its) - cui partecipavano due membri italiani
di Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale. . <<BACK.
( da "Messaggero, Il
(Ancona)" del 03-12-2007)
Replica del
sindaco alle accuse del Pd sul bilancio. "Va precisato - scrive infatti
Dino Latini sul suo blog - che le opere risparmiate nel programma degli
investimenti sono legate all'impossibilità tecnica di realizzazione ed
è quindi inutile metterle in sede di assestamento quando manca solo un
mese alla fine dell'esercizio. Rispetto alle opere risparmiate e rinviate,
vanno considerate quelle realizzate, che sono oltre gli indici medi degli
interventi strutturali degli enti locali". Non solo. "Per le
economie di spesa basta sfogliare il budget delle società e i servizi
resi per rendersi conto che i dati di bilancio sono ormai ridotti all'osso e
i servizi resi fortemente incentivati. In ogni caso, la
diminuizione dei costi della politica è avvenuta. I
primi effetti della razionalizzazione delle società, in relazione a
quanto previsto dalla Finanziaria, sono già visibili, in quanto molti
posti a tempo determinato sono a rischio. Le indicazioni della Finanziaria
metteranno a repentaglio invece quanto si è costruito nel campo dei
trasporti e delle global service, almeno per l'aspetto delle risorse
umane utilizzate". Di più: "Quanto all'efficienza - conclude
Latini - l'amministrazione è disponibile a mettere a confronto quanto
rendono i servizi con la gestione delle società, quanto con i vecchi
metodi utilizzati dal Comune, quanto con altre realtà locali. Per i
costi di gestione infine riteniamo che in futuro debba essere posta
attenzione alle auto aziendali delle società e al loro utilizzo".
( da "Corriere della
Sera" del 03-12-2007)
Corriere della
Sera - NAZIONALE - sezione: Lettere al Corriere - data: 2007-12-03 num: -
pag: 29 categoria: BREVI Interventi e Repliche L'assenteismo dei dipendenti
pubblici Non potendo contrastare in maniera efficace il fenomeno
dell'assenteismo dei dipendenti della pubblica amministrazione, leggo che ora si introduce il gettone di presenza ( Corriere, 1 dicembre). Mi domando: c'è un problema di
coscienza oppure di ignoranza? Se fosse un problema di coscienza, ci sarebbe
ben poco da fare per sentirsi in colpa e per rendersi conto che con
l'assenteismo si rubano i soldi al prossimo: occorre avere una coscienza e
questo dono non tutti lo hanno. Se invece si ha che fare con
l'ignoranza, ci vorrebbe qualcuno che spiegasse agli assenteisti che lo
stipendio che ricevono viene pagato dalle tasse di chi lavora e non
può permettersi un giorno di assenza perché altrimenti non mangia: si
tratta di tutti i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che non sanno
neanche che cosa siano la mutua e le ferie pagate, ma ci si ricorda di questi
lavoratori solo quando si parla di evasione fiscale per lanciar loro addosso
accuse che non stanno in piedi. Sono anch'io stato alle dipendenze della
Pubblica amministrazione e per un anno ho avuto le stellette sul bavero,
senza dover vincere alcun concorso o contare su alcuna raccomandazione.
Lì l'assenteismo era praticamente inesistente: i giorni di malattia
erano dati da medici militari che non avevano alcun interesse a distribuirli
a caso come fanno i medici curanti e in caso di assenze ingiustificate veniva
prevista la consegna di rigore, ovvero la galera. Due facce di uno Stato, due
strade per combattere un fenomeno: il primo funziona alla perfezione in
quanto repressivo, l'altro non funziona e non funzionerà mai perché
spinge a trovare sempre nuovi escamotage per non lavorare. Oggi c'è il
gettone di presenza, domani che cosa
arriverà? Marco Tolengo, Passerano Marmorito (At) Infrazioni: gli
importi delle multe Sul Corriere del 29 novembre un lettore fa notare che le
sanzioni hanno sempre un minimo e un massimo, variabile non si sa in base a
cosa. Concordo con la sua opinione, sarebbe molto più semplice
definire un importo unico per ogni violazione ma così cadrebbe un
principio fondamentale che regola il prelievo forzoso di denaro dalle nostre
tasche. Lo Stato ci prende i soldi ma contestualmente mostra il suo lato
umano obbligandoci a notare quanto grande sia la sua magnanimità e ci
spinge a riflettere che avrebbe potuto prelevarci 500 euro ma si accontenta
di appena 27. Sono comportamenti che hanno la parvenza di essere veri e
propri giri di parole, escogitati, secondo me, per mascherare situazioni di
illegalità istituzionale. è il caso, ad esempio, delle
contravvenzioni stradali le quali se non si pagano entro i fatidici 60 giorni
dalla notifica, raddoppiano. Chiunque osasse applicare un aggravio di spesa
simile per un ritardato pagamento subirebbe immediatamente un processo penale
per usura, trattandosi di un interesse su base annua pari al 600%. Non accade
quando a fare questi calcoli è lo Stato in persona, il quale fa
passare l'aggravio come sconto sull'importo totale della multa: in pratica
pagando entro i termini si ha uno "sconto" pari al 50% del dovuto,
una generosità per nulla giustificata se si pensa che in tutte le
transazioni commerciali scegliendo di pagare la merce subito invece che a 60
giorni dalla data della fattura al massimo si può sperare in uno
sconto del 3%. Mario Moreggi, moreggi@lycos.com I corsi universitari in
lingua inglese La lingua inglese (e perché non il russo?) nelle scuole e
all'università ( Corriere, 25 novembre)! Ma se l'inglese
diventerà alternativo all'italiano, già c'era il rischio che il
nostro bravo universitario non fosse ancora riuscito a imparare bene neanche
la propria lingua madre: chissà con la seconda o la terza lingua!
Giusto Buroni, giburoni@libero.it.
( da "Secolo XIX, Il" del
03-12-2007)
Tremila firme
ai banchetti "Risultato straordinario" l'iniziativa berlusconiana
in provincia Zoccarato: pre-adesioni entusiaste. Prevale il "Partito
della Libertà" "IL RISULTATO è clamoroso. Domani
(oggi per chi legge, ndr) faremo i conti dettagliati, ma superiamo certamente
le tremila pre-adesioni al nuovo partito e se si pensa che fino a ieri gli
iscritti in provincia a Forza Italia erano 911, si può ben capire il
motivo della mia soddisfazione e di tutti gli uomini del partito che hanno
presenziato ai banchetti registrando di persona la grande voglia della gente
di iscriversi". E' un Maurizio Zoccarato quasi sorpreso quello che ieri
sera contava le firme raccolte da Ventimiglia a Cervo ai banchetti per il
nuovo partito lanciato da Berlusconi. "Eravamo convinti di quello che
facevamo - ha aggiunto Zoccarato, coordinatore provinciale azzurro - ma non
ci aspettavamo un simile entusiasmo. E non si è trattato solo di
mettere una firma, che è già una cosa importante, ma abbiamo
preso i dati delle carte di identità e i numeri di telefono ed era la
gente che te li dava, senza neppure chiederli. Questa nuova iniziativa ha
dimostrato una volta di più che il cittadino vuole politici da
marciapiede e da banchetti, non soloni inarrivabili. Vuole partecipazione
diretta e ha applaudito alla scelta di sostituire le poltrone dei palazzi con
le seggiole del banchetto". I dati forniti dai vertici provinciali di
Forza Italia, aggiornati alle ore 14 di ieri, davano 400 nuovi pre-iscritti
al partito berlusconiano a Ventimiglia, 350 a Bordighera, 110 a Ospedaletti,
700 a Sanremo, 150 a Taggia, 680 a Imperia, 280 a Diano Marina. Oltre alla firma la scelta che sembra più gettonata
è quella del "Partito della Libertà" che ha
registrato la punta massima di consensi (ha sfiorato il 70%) a Sanremo e poco
meno (60%) a Ventimiglia e Diano Marina. La scelta "Partito del
Popolo"è invece andata meglio a Imperia e Taggia, dove ha
praticamente pareggiato e a Bordighera, dove ha prevalso. "Con
questi numeri è stato praticamente battuto ogni precedente record per
un partito di centrodestra - ha aggiunto an cora Zoccarato - Tra i segnali
importanti anche quello della presenza ai banchetti
di moltissimi uomini di punta e non solo iscritti a Forza Italia e con
incarichi amministrativi. Mi pare anche questa una svolta significativa per
un maggior dialogo con i cittadini. Infine ricordo che le pre-adesioni al
nuovo partito continueranno fino al 31 dicembre e contatteremo tutti quelli
che avevano già firmato contro Prodi". Oltre alla città
dei fiori, anche l'elettorato forzista del comprensorio Imperiese ha risposto
numeroso, in particolare a Diano Marina, dove invece era stata meno calorosa
la partecipazione anti-Prodi. Grandi numeri anche a Imperia dove il sindaco
della città, Luigi Sappa, ieri ha festeggiato il compleanno tra la
gente in coda ai banchetti, sia in via San Giovanni a Oneglia sia in via XX
Settembre a Porto Maurizio. "Il segnale che le cose sarebbero andate
bene - ha detto Rodolfo Leone dalla postazione forzista di via San Giovanni -
lo avevamo avuto sin da venerdì con la grande affluenza che c'era
stata a Sanremo dove si è iniziato un giorno prima, ma ieri e oggi le
pre-adesioni hanno superato ogni più rosea aspettativa. La gente ha
fatto la fila per indicare il nome del nuovo soggetto politico, asciare
nominativi, indirizzi, anche di posta elettronica, e numeri di telefono per
essere ricontattata". R. S. 03/12/2007 ' 03/12/2007 gli azzurrida
marciapiedeIl cittadino ha premiato la scelta delle sedie ai gazebo invece
delle poltrone nei palazzi maurizio zoccaratocoordinatore provinciale FI
03/12/2007.
( da "Panorama" del
03-12-2007)
L'OSPITE
Cofinanziamento, l'uovo di colombo LUCA RICOLFI La ricetta è nota:
banchieri, economisti liberal, riformisti di entrambi gli schieramenti ci
ammoniscono che la spesa pubblica va ridotta. Lo dicono oggi, lo dicevano
ieri, lo dicevano trent'anni fa, ai tempi di Ugo la Malfa (se ricordo bene il
suo grido di dolore, consegnato nel libro La Caporetto economica, è
del 1974). Non c'è governo, della Prima o della Seconda repubblica,
che non faccia della "lotta agli sprechi nella
pubblica amministrazione" uno dei cardini del proprio programma. Poi
però, una volta raggiunta la tolda di comando, i buoni propositi
svaniscono e la spesa pubblica continua indisturbata a lievitare, creando
debito e sottraendo risorse all'economia. Sappiamo perché ciò avviene:
i politici tengono al consenso e pensano che distribuire risorse (posti,
favori, quattrini) sia la via maestra per conservare o incrementare il
consenso. Fin qui sembra che banchieri e riformisti abbiano ragione, e il
ceto politico abbia torto. Però non è così semplice.
Spesso, giudicati in sé e per sé, gli interventi che accrescono la spesa
pubblica sono sacrosanti. E lo sono perché il nostro stato sociale è
incompleto. La spesa pubblica corrente dell'Italia è tuttora inferiore
(di poco) a quella dell'Eurozona, e molti tasselli dello stato sociale sono
tuttora mancanti: asili nido, ammortizzatori sociali, campus universitari,
politiche familiari. Da questo punto di vista gli argomenti della sinistra
estrema (e della destra sociale) sono tutt'altro che peregrini. Come si fa a
parlare di tagli quando il nostro welfare è un edificio lasciato a
metà? Posto il problema in questi termini, abbiamo un'alternativa: se
vogliamo ridare ossigeno all'economia (e alle generazioni future) dobbiamo
tagliare la spesa e ridurre il debito; se vogliamo usufruire di un welfare
decente dobbiamo accrescere la spesa, soffocare l'economia, scaricare il
debito sulle generazioni future. Altre strade non sembrano esserci. Ma il
problema sta solo in questi termini? Non esattamente. Nella spesa pubblica
corrente, e anzitutto nella cosiddetta spesa sociale, ci
sono sprechi per almeno 45 miliardi di euro, circa 10 volte i costi diretti
della "casta". In concreto questo vuol dire che si potrebbero
produrre gli stessi servizi spendendo 45 miliardi in meno (tre punti di pil).
Dunque la spesa pubblica si può ridurre senza smantellare lo stato
sociale. Perché, allora, nessuno ci riesce? Una ragione, lo abbiamo
visto, è la spasmodica ricerca del consenso. Un'altra è che le
ricette dei tecnocrati e degli estremisti hanno entrambe un punto debole
fatale, e finiscono quindi per neutralizzarsi a vicenda. I tecnocrati,
preoccupati della corsa della spesa, non vedono che il nostro stato sociale
va rafforzato; gli estremisti, preoccupati delle lacune del nostro welfare,
sono ciechi di fronte agli immensi sprechi dello
stato assistenziale. Eppure, una via d'uscita ci sarebbe. Si chiama
cofinanziamento e da anni viene sperimentata da imprese, università e
fondazioni. Essa si basa sul principio che il "mecenate" non paga
mai il 100 per cento del costo di un progetto (altrimenti le richieste
esploderebbero) ma si limita a "moltiplicare" un gruzzolo iniziale
raccolto dal soggetto che richiede il finanziamento. Nel caso del welfare
funzionerebbe così: il ministro dell'Istruzione, che vuole 100 milioni
per costruire nuovi asili nido, prima elimina 50 milioni di sprechi in altri ambiti (senza ridurre i corrispondenti
servizi) e poi, ma solo poi, ottiene una cifra doppia (50 + 50) per
realizzare il suo nuovo progetto. Troppo semplice? Può darsi, ma se
non dovesse funzionare almeno una cosa l'avremmo ottenuta: nessun politico
potrebbe più venirci a raccontare la favoletta della "lotta agli sprechi".
( da "ItaliaOggi Sette" del 03-12-2007)
ItaliaOggi
Sette ItaliaOggi Sette - Quesitario - Reddito
impresa Numero 286, pag. 36 del 3/12/2007 Autore:
Risponde Marco Nessi Visualizza la pagina in PDF Costo della consulenza I costi relativi alla consulenza
prestata dal professionista per la redazione del bilancio sono di competenza
dell'anno cui si riferisce il bilancio stesso o di quello in cui
effettivamente è stata effettuata la consulenza ? C.G. N2045 + 1.1.5 Costo della consulenza I costi relativi alla consulenza
prestata dal professionista per la redazione del bilancio sono di competenza
dell'anno cui si riferisce il bilancio stesso o di quello in cui
effettivamente è stata effettuata la consulenza ? C.G. Risponde Marco
Nessi In linea generale, in materia di reddito d'impresa, i costi relativi
alle prestazioni di servizi sono deducibili nell'esercizio della relativa
ultimazione (articolo 109 , comma 1, lettera b, del Tuir). In considerazione
di quanto sopra, nel caso di specie la competenza fiscale del costo relativo
alla consulenza effettuata ai fini della redazione del bilancio
nell'esercizio "n" è individuabile nel periodo d'imposta
"n+1" (coerentemente con quanto sopra, con riferimento alle
prestazioni di servizi fornite dal collegio sindacale, si veda la circolare
54 del 19 giugno 2002).
( da "Vita non profit
magazine" del 03-12-2007)
Di Redazione
(redazione@vita.it) 02/12/2007 --> Manca un report di lungo termine che
racconti le ricapitalizzazioni, i problemi con un personale viziato dalle
lusinghe della politica (di Paolo D'Anselmi).
http://www.bancaintesa.it Dicembre 2006. Alitalia è un tema del quale
non si scrive per evitare il tardivo, collettivo e perciò codardo
oltraggio. Tema che tuttavia presenta cinque aspetti poco e mal trattati:
memoria, nazionalità, consumatore, stipendi e bandiera. Cinque vecchie
conoscenze che riemergono nella discussione e si ha la sensazione che
resteranno con noi a lungo. Quel 1984... Memoria: i giornali quotidiani fanno
il mestiere di raccontare il mondo in alta frequenza, come cambiasse ? il
mondo, appunto - di giorno in giorno: "Adesso comincia la partita"
titolava Mucchetti sul Corriere della Sera del 2 dicembre 2006, ma che
Alitalia fosse un disvalore per il popolo, ciascuno ha potuto constatarlo da
quando ha acquisito l'uso dell'aereo. Correva il 1984 e la storia la si
vedeva dalle risposte della mutua che ti dava il personale di terra,
allungato sullo sgabello, gambe accavallate, schiena appesa allo schienale,
atteggiamento da Usl, appunto. E venne la serrata dei piloti. Denunciammo.
Fummo chiamati dal pubblico ministero. Chissà come finì. Poi
gli steward si ammalarono in mille lo stesso giorno, rivelando
insieme al tumore dei trasporti quello del sistema sanitario che
certifica l'ovvio. Questo per dire che la partita Alitalia viene da lontano
ed è ragionevole supporre che non siamo all'ultimo atto.Non finisce
per esempio sul fronte della proprietà futura se mettiamo insieme
quello che dice Mucchetti (ibidem): "Censire le disponibilità
reali che il mercato dell'imprenditoria, nazionale
ed internazionale, offre sul rischio Alitalia"
con quello che dice Rutelli (ibidem): "Ricercare un azionista di
riferimento italiano". Riparte così il pregiudizio sulla
proprietà nazionale. Comprensibile per via politica, ma questo fa rivedere film già visti. Si
ignora Pippo Ranci su Il Sole 24Ore . Ranci sostiene che la proprietà nazionale non è una garanzia in sé. Peraltro
"in Europa non è consentito ad un governo di discriminare a
favore della proprietà nazionale. Il governo
deve porre problemi precisi e chiedere precise garanzie, non sulla
nazionalità della proprietà, ma su ciò che costituisce
vero interesse del Paese".Rutelli è convalidato dal ministro
Bersani, che apprezza la soluzione della proprietà nazionale
"per il mercato nazionale e
l'occupazione". Cosa sia il mercato nazionale
non è specificato: se si intenda quello limitato del lavoro aereo o
quello vastissimo degli utenti dell'aereo. Contraddizione quindi tra lo
steccato della proprietà nazionale e il bene
della economia nel suo complesso, che vuole molto servizio e poco costo. Si
unisce all'ossimoro Pecoraro Scanio, che vuole un "buon piano
occupazionale, di tutela per i consumatori", ma ad un piano
occupazionale non gliene importa niente dei consumatori. Convergenze
parallele ancora andiamo cercando a oltre trent'anni dalla loro formulazione
e oltre quindici dalla denuncia di Cacciari ("Ossimori stolti",
Roma, Teatro Capranica, sabato 10 febbraio 1990).Evidenziamo qui un conflitto
di interessi tra stakeholder che dovremo sviluppare in futuro: c'è
conflitto tra lavoratori e consumatori. Perseguire la parrocchiale faccenda
della proprietà mette da parte ex ante il beneficio del consumatore
italiano e dell'impresa italiana che è grande utente del servizio
aereo. Lo stakeholder unico Ma Pecoraro prosegue e chiede di "rimuovere
il manager che ha portato l'azienda al disastro pur avendo uno stipendio
enorme". Memoria corta su due fronti: primo, il male di Alitalia non
viene dai pochissimi anni di gestione Cimoli; Cimoli sta ad Alitalia come
Umberto II al Regno d'Italia; secondo, carità di parte vorrebbe che
tenesse conto che Cimoli era manager portato alle Ferrovie dal primo Prodi.
Pecoraro guardava il dito dello stipendio del manager invece che la luna del
buco di bilancio sociale che quel dito indica. Miopia legale: Cimoli aveva un
contratto blindato come si conviene ai manager che accettano le missioni
impossibili per cui la spesa è già fatta tanto vale portarne a
casa i benefici. Spara sul pianista e ignora l'assenza di un meccanismo che
tenga la memoria dei fatti, che racconti la storia delle ricapitalizzazioni
nel lungo termine: quanti soldi ha avuto Alitalia dallo Stato negli ultimi 30
- 40 anni, da quando Gregory Peck e Spencer Tracy arrivavano a Ciampino con
la LAI - Linee Aeree Italiane ai nostri giorni, passando per l'Iri. Manca un
report di lungo termine, squisita missione del bilancio sociale e non si
capisce chi debba esserne autore, forse gli uffici studi di Camera e
Senato.Notabene: si criticano qui ministri della corrente amministrazione ma
non si implica approvazione della precedente amministrazione che ha ammantato
il problema nel tricolore della compagnia di bandiera e ha erogato il
miliardo di cui sopra. E il sopra ricordato criterio di memoria vale anche
per la critica ai politici: nei decenni tutti hanno pagato pegno ad Alleanza
Nazionale, protettrice dei piloti in omaggio al machismo di tale professione,
suppongo.Si sente dunque la mancanza di un bilancio sociale di lungo termine
per Alitalia, che includa il disvalore del capitale umano di quella società
tra i beni intangibili: il personale viziato è la peggiore
passività di Alitalia. Un bilancio che non trascurerà il danno
arrecato dalla cosiddetta compagnia di bandiera alla bandiera stessa. Bene
scriveva infatti Antonella Baccaro sul Corriere: "Chissà se
questa volta smetteremo di chiamarla compagnia di bandiera". Paolo
D'Anselmi.
( da "Nazione, La
(Lucca)" del 04-12-2007)
Lla
società Polis. Alla presidenza appare scontata la riconferma di Ugo
Giurlani. L'assemblea dei soci (il Comune ha il 51,01 per cento delle azioni)
è convocata per le 15 e dovrà approvare anche la modifica dello
statuto prevedendo il passaggio a un consiglio di amministrazione composto da
9 membri contro i 7 precedenti. Il Comune avrà dunque 5
rappresentanti, contro i 4 precedenti, compresi il presidente e il vice
presidente, mentre la componente privata avrà 4 rappresentanti contro
i 3 precedenti, compreso il consigliere delegato. La parte privata comprende
il 48,09 per cento delle azioni per "Ati Valore" (di cui fanno
parte: Beyfin Spa di Campi Bisenzio, La Valore Spa di Prato, la Sercom Srl di
Porcari, la Nial Srl di Porcari, la F.P.M. Spa di Lucca e Cipriano
costruzioni Spa di Lucca). Il restante 0,9 per cento delle azioni è di
proprietà di Camera di commercio e dell'Associazione Industriali. Non
sono previste variazioni dei compensi annui lordi che resteranno dunque di 24
mila euro per il presidente, 9 mila per il vice presidente, 18 mila per il
consigliere delegato, mentre gli altri consiglieri avranno 6 mila euro. Per i componenti della parte pubblica è previsto inoltre
un gettone di presenza di 100 euro. L'assemblea dovrà eleggere il nuovo
consiglio di amministrazione che si riunirà sempre oggi, alle 16.30,
per nominare presidente, vice e consigliere delegato. NON CI SONO
cambiamenti, invece, sul fronte della società Metro, che è
partecipata al 100 per cento da Polis Spa. Il consiglio di
amministrazione teoricamente resta in carica fino al 2009 ma non è
escluso che possano scattare le dimissioni simultanee del presidente
(è lo stesso Ugo Giurlani) e del consigliere delegato (Giovanni
Valentini) e dunque che si possa arrivare a un nuovo consiglio o meglio alla
scelta di un amministratore unico che potrebbe essere Brunello Giuntini che
è attualmente anche procuratore speciale e direttore finanziario e
amministrativo di Polis Spa. Fra i primi temi che dovranno essere affrontati
dai nuovi amministratori ci sono i rapporti con il Comune sia sul fronte
urbanistico (visto che uno degli scopi di Polis è "il recupero,
la valorizzazione, la riqualificazione ambientale e lo sviluppo integrato di
aree e comparti della città") sia sul fronte della gestione dei
parcheggi. Il problema degli ausiliari del traffico è infatti in prima
linea e c'è il timore che, in mancanza del rinnovo della convenzione,
ben 8 addetti possano perdere il loro posto di lavoro. - -->.
( da "Nazione, La (Pisa)" del
04-12-2007)
G (Consorzio
per lo sviluppo geotermico), Apes (Azienda provinciale per l'edilizia
sociale) e Asv (Azienda servizi Alta Val di Cecina per la gestione della
discarica dei rifiuti solidi urbani di Buriano). Le modifiche più
rilevanti riguardano la riduzione dei consigli di amministrazione che passano
a soli tre membri, come numero massimo, e che dovranno avere una durata mai
superiore ai tre anni. Tutte le decisioni sono state prese
all'unanimità dal consiglio comunale, riunitosi sotto la presidenza
del sindaco Maurizio Maggi. E' questa una decisione che era molto attesa dai
cittadini, dopo la rilevanza che il problema ha sollevato a livello
nazionale, anche se non si sono raggiunti parametri migliori e non si fa
cenno alle retribuzioni e ai gettoni di presenza, che non va mai dimenticato vengono pagati con denaro pubblico
versato da tutti i cittadini. La deliberazione più importante,
comunque, riguarda poi l'aumento di capitale della "Auxilium
Vitae", che gestisce il centro di riabilitazione, un servizio sanitario
di estrema importanza e che ha dimostrato di saper erogare prestazioni
qualificate, di risonanza tale che valicano i confini regionali ed
è veramente un fiore all'occhiello di tutta la sanità locale,
magistralmente diretto e con personale di provata abilità
professionale. Il direttore del centro di riabilitazione è anche quel
medico che l'ha voluto e quindi qualificato, Carlo Giustarini. Ora l'Auxilium
Vitae entra nella compagine sociale dell'Azienda ospedaliera universitaria
pisana, mentre rimangono invariate le quote del Comune di Pomarance e quelle
degli altri soci. E' stata deliberata anche l'adesione alla Agenzia
Energetica Provinciale, perché funzionale all'ottenimento di un supporto
tecnico professionale per le progettazioni di impianti per lo sviluppo delle
energie rinnovabili da applicare agli edifici pubblici comunale, come scuole
e palestre, tanto che è già stato redatto per quest'ultima il
progetto preliminare per la riqualificazione della sua copertura. In un odg
è stato chiesto lo stralcio dell'articolo 13 della Finanziaria sulle comunità
montane e le scelte strategiche di collocazione per impianti eolici. Giacomo
Brunetti - -->.
( da "Alto Adige" del
04-12-2007)
L'ex magistrato
invitato dalla Consulta studentesca: ieri in Comune, questa mattina al Kunter
"La corruzione è ancora tra noi"
Due conferenze sulla legalità con Gherardo Colombo BOLZANO. Gli
italiani hanno un serio problema con la legalità. "Guardiamo alle
regole con fastidio, come un intralcio e non come allo strumento che
riconosce pari dignità e diritti a tutti". Gherardo Colombo, l'ex
magistrato di Milano, ha raccontato ieri nella sala di rappresentanza del
Comune (poco affollata) la sua idea di legalità. L'invito è
arrivato dalla Consulta studentesca italiana, che alle 8.30 di oggi lo
accompagnerà a un incontro con gli studenti all'Itc Kunter di via
Guncina. Colombo invita a non dare nulla per scontato, anzi. "L'attuale
sistema di regole corrisponde a una visione di società democratica,
che accoglie e non esclude, ma è un'acquisizione recente, arriva dal
Settecento ed è costata molte teste tagliate, tra l'altro".
L'alternativa è il sistema giuridico specchio delle società
piramidali, "in cui progredisce chi è forte o furbo".
Tradotti nella sua esperienza, "il sistema piramidale ce lo ritroviamo
quando noi stessi iniziamo a violare le regole". Primo esempio,
Tangentopoli, che ha visto Colombo come uno dei
magistrati di punta della procura milanese: "Il sistema della corruzione era rigoroso e prevedeva la spartizione delle tangenti tra
tutti i partiti, con la sola eccezione delle ali estreme. Siamo riusciti ad
indagare, questa è una mia convinzione, solo perché il crollo del muro
di Berlino aveva fatto saltare gli equilibri". Poi, avverte
Colombo, il clima è cambiato: "Quando le indagini dai vertici
politici e imprenditoriali hanno iniziato a toccare i "piccoli", la
cittadinanza si è irrigidita. Il legislatore ha fatto il resto, modificando
le norme e rendendo difficili indagini a largo raggio". E quindi oggi
"la corruzione esiste, ogni giorno emergono
fatti singoli, ma la magistratura non riesce a lavorare come dovrebbe: non
sappiamo se c'è un sistema di corruzione
simile a quello degli anni Ottanta". Il sindaco Luigi Spagnolli chiede:
"E l'etica, che fine ha fatto?". Colombo: "Parlerei di
responsabilità. Oggi resta solo quella penale, perché è sparito
ogni altro senso della responsabilità, dalla politica
alle professioni. Le difficoltà italiane con la legalità
raccontano lo scontro tra i due modelli di società. Quello piramidale
è ancora tra noi".
( da "Nuova Sardegna, La" del
04-12-2007)
Dietro gli
abusi del Maramura una società tra il proprietario e il capo di
gabinetto regionale "Pani ispirato da politici e
dirigenti" Accuse di corruzione confermate, il dieci la
richiesta delle pene MAURO LISSIA CAGLIARI. Lucio Pani non era ancora
direttore dell'ufficio regionale tutela del paesaggio ma voleva diventarlo ad
ogni costo. Per farcela non badava alle illegalità: "Il suo - ha
detto il pm Daniele Caria - era un uso privatistico del ruolo pubblico".
Il caso del Maramura, un osceno complesso turistico-commerciale sul litorale
di Capoterra, è emblematico: "Otto autorizzazioni edilizie
concesse in dieci giorni, tra il 20 e il 30 maggio 2002 - ha fatto i conti
Caria - una sequenza spettacolare, una cosa mai vista...". Un caso
chiaro di corruzione, a sentire l'accusa. Che
coinvolge Pani, il dirigente dell'urbanistica e edilizia privata di Capoterra
Giancarlo Suelzu e Mario Dettori, il proprietario del Maramura.
L'imprenditore chiedeva, Pani faceva in modo che i documenti quadrassero con
l'aiuto di Suelzu. Si autorizzavano le opere anche a posteriori, per sanare
gli abusi pregressi e per accelerare le pratiche che il proprietario uscente
non era riuscito a sbloccare. D'altronde, secondo Caria, lo sponsor
dell'operazione era alto: il capo di gabinetto della pubblica istruzione
regionale Piero Fois. Il dirigente è stato assolto da ogni imputazione
col rito abbreviato, il pubblico ministero l'ha chiamato comunque in causa nella
terza parte della requisitoria davanti alla prima sezione del tribunale
perchè la sua presenza nella vicenda è legata al comportamento
di Pani: "Fois era in società con Dettori nella pizzeria
Rossopomodoro, al Maramura - ha spiegato il magistrato - di cui era amministratore
il figlio di Fois, Lodovico. Pani non conosceva Dettori, era stato Fois a
chiedergli di interessarsi delle vicende legate al Maramura". Si
trattava - stando all'accusa - di uno scambio: "La controparte della
disponibilità di Pani era la sua nomina a direttore dell'ufficio
tutela paesaggio - ha sostenuto Caria - che in quel momento non era affatto
scontata ma che puntualmente arrivò". Non certo per meriti
professionali, a leggere le intercettazioni: "Ho fatto cambiare idea a Mariolino"
si vanta Pani al telefono. Mariolino sarebbe Mariolino Floris: "E' lui
che comanda - ha detto il pubblico ministero - e Fois appartiene al suo
stesso schieramento politico". Caria è rimasto fedele alla prima
ricostruzione accusatoria dei fatti malgrado la sentenza del gup, che ha
pienamente scagionato Fois ma è stata appellata dalla Procura. Il
magistrato dell'accusa resta convinto che "la responsabilità di
Fois in questa vicenda sia centrale". A confermarlo c'è una
conversazione registrata, protagonista il solito Pani: "Guarda che me
l'ha chiesto il mio capo di gabinetto - dice, riferendosi al Maramura -
c'è in gioco la mia nomina". Mentre l'altra conferma sarebbe
l'esistenza del sodalizio tra Fois e Dettori: "Perchè
l'imprenditore che non riesce a sbloccare le sue pratiche edilizie si mette
in società con un dirigente pubblico? - ha chiesto il pm - e
perchè l'amministratore di questa società diventa il figlio del
dirigente?". Poi c'è l'entourage regionale, quella corte dei
miracoli dove secondo la Procura si muoverebbero personaggi d'ogni genere.
Alcuni influenti: "Compare persino l'avvocato Pepetto Del Rio - ha detto
Caria - qui è lui che decide le nomine in Regione, sta dalla parte di
Lucio Pani". Tra le righe e fra i dettagli delle intercettazioni spunta
un computer palmare che Pani - secondo l'accusa - avrebbe ricevuto in omaggio
per le sue prestazioni fuoribusta. E nel complesso un atteggiamento
disinvolto, quasi sprezzante, davanti alle norme che regolano l'uso
dell'ambiente: "In due anni il territorio dove si trova il Maramura
è stato stravolto, perchè questo Dettori non si ferma mai e
trova in Pani un amico disponibile al punto da disegnargli le strutture per
coprire le fioriere installate nel villaggio". Strutture tutt'altro che
amovibili, come si vorrebbe far credere: "Non c'è alcuna
stagionalità al Maramura - ha detto con veemenza Caria - sono opere
realizzate per non essere rimosse". Bisognava farlo perchè la
richiesta arrivava dall'alto ("dai che ci serviamo tutti e due"
dice Pani a Dettori, alludendo al passo avanti in carriera) e se Giancarlo
Suelzu "tenta di resistere e non arriva fino a dove Pani vorrebbe,
qualche volta cede". Il 10 dicembre l'ultima parte della requisitoria e
le richieste di pena.
( da "Repubblica, La" del
04-12-2007)
Pagina III -
Firenze LA NOVITà Rossi Livia Turco sceglie il metodo studiato dal laboratorio
di management e sanità del Sant'Anna La pagella del sistema sanitario le Regioni imparano dalla Toscana 60 parametri
per dire se le strutture funzionano NOSTRO SERVIZIO La Toscana insegna alle
altre Regioni come si fa a valutare il funzionamento del sistema sanitario. Il ministro alla salute Livia Turco ha inserito
nel ddl sull'ammodernamento in sanità anche il metodo studiato per la
nostra Regione dal laboratorio di management e sanità della Scuola
superiore Sant'Anna di Pisa che misura per ogni azienda fattori come la
sostenibilità finanziaria, il gradimento dei cittadini e quello dei
dipendenti. "E' un lavoro - ha spiegato Sabina Nuti, direttrice del
laboratorio - che abbiamo iniziato a sperimentare inizialmente nel 2004, e a pieno regime dal 2005 su tutte le 16 aziende sanitarie,
ospedaliere e universitarie della Toscana". Il sistema sta per essere
brevettato e consiste in una serie di indicatori del funzionamento della
sanità; dai tempi di attesa per la protesi d'anca, alla durata media
dei ricoveri per le varie patologie, fino al tasso di ricoveri dei malati di
diabete. Si tratta di una sessantina di parametri che permettono di
valutare il funzionamento delle strutture ospedaliere ma anche dei servizi
territoriali. I dati vengono raccolti tramite la documentazione ufficiale
trasmessi periodicamente dalle aziende alla Regione ma anche attraverso
telefonate a campione per chiarire il livello di gradimento dei cittadini.
"Il sistema è alquanto semplice e lineare per renderlo fruibile
da tutti - continua Sabina Nuti - direttori generali, amministratori e
medici". Il meccanismo del Sant'Anna potenzialmente permette di valutare
come lavorano gli operatori, dai direttori generali delle aziende sanitarie
ed ospedaliere in giù. Per adesso in Toscana si è partiti
proprio dai vertici: i manager delle Asl vedono una parte della retribuzione,
il 20%, condizionata al loro rendimento, soprattutto in fatto di gestione
economica dell'azienda. Da poco sono stati calcolati i risultati del 2005.
"Più che delle nomine - ha detto a Roma l'assessore alla salute
Enrico Rossi, citando le recenti discussioni sui criteri di scelta dei
dipendenti del servizio sanitario - dovremmo
occuparci dei risultati ottenuti dall'intero sistema sanitario
regionale. Il nostro modello che vorremmo applicare oltre l'azienda sanitaria
e il direttore generale, arrivando ai dipartimenti, le unità operative
e infine i singoli operatori, stabilendo una gradazione di premi e incentivi,
così come facciamo per i direttori generali". Inoltre si pensa ad
utilizzare lo stesso criterio per chiarire qual è l'operato dei medici
di famiglia. Del resto il Sant'Anna ha già fatto una ricerca per
conoscere il gradimento di questi dottori e dei pediatri da parte dei
pazienti, soprattutto prendendo in considerazione il loro modo di rapportarsi
agli assistiti e la disponibilità a fare le visite a domicilio.
"Il sistema potrebbe essere applicato anche sul territorio, sui medici
di famiglia", dice Rossi. Adesso andrà chiarito se c'è la
volontà da parte delle altre Regioni di lavorare tutte sulla base di
questo modello o di un percorso almeno condiviso. "Credo che l'Agenzia
per i servizi sanitari regionali (l'ente nazionale
che lavora con le regioni e supporta le collaborazioni tra di loro, ndr)
possa fare benissimo da collettore di sintesi - conclude l'assessore Rossi -
senza la necessità di altri organismi. Anche se siamo ai primi passi e
le distanze rispetto agli altri Stati sono enormi, è positivo che si
inizi a parlarne". (mi.bo.).
( da "Tirreno, Il" del
04-12-2007)
Di Luca
Cinotti Salt, un presidente da 60mila euro l'anno I compensi dei consiglieri
di amministrazione. Che non pagano l'autostrada VIAREGGIO. Sessantamila euro
(lordi) al presidente del consiglio di amministrazione: spicciolo più,
spicciolo meno, circa cinquemila euro al mese. Seimila, invece, quelli che
vanno ai (tanti) consiglieri di amministrazione. Sono i numeri della Salt,
ancora nell'occhio del ciclone per gli aumenti del pedaggio della Bretella.
Ora la società sta preparando la documentazione per fornire risposte
anche all'interrogazione parlamentare presentata da Milziade Caprili.
Compensi. Le retribuzioni ai vari membri del consiglio di amministrazione
sono stati determinati nell'assemblea dei soci dello scorso 26 aprile. Come
detto al presidente Roberto Bertola spettano 60mila euro lordi in dodici
mesi: "Il mio stipendio - spiega l'ex primo cittadino di Forte dei Marmi
- è stato fissato poco più di un anno fa da una legge del
governo Prodi e corrisponde al 70% della remunerazione prevista per il
presidente della Provincia". Nella stessa deliberazione viene deciso che
al vice presidente vicario, Enrico Arona, andranno 50mila euro lordi l'anno.
Seimila, invece, sono gli euro che finiscono all'anno nelle tasche degli
altri 22 consiglieri che rappresentano una platea azionaria composta da
ventidue azionisti. Fra i membri del cda anche Francesco Lococciolo che, pur
non essendo più commissario prefettizio del Comune di Lucca, risulta
essere tuttora in carica. Ci sono, poi, altri soldi che vengono conferiti
(anche se è doveroso ricordare che non si tratta di fondi pubblici,
visto che la maggioranza della Salt è in mano privata). In particolare
5.000 euro l'anno vanno ai componenti del Comitato
esecutivo, una sorta di "governo" dell'azienda composto da nove
consiglieri (fra essi il presidente, il vicepresidente e l'amministratore
delegato Paolo Pierantoni). Il gettone di presenza
è, invece, stabilito in 500 euro al giorno (spese di viaggio escluse)
per ogni riunione del cda. Come ulteriore benefit, i consiglieri non
pagano il pedaggio dell'autostrada nella tratta di competenza della Salt.
Difetto di comunicazione. Fra i consiglieri di nomina pubblica c'è il
massarosese Riccardo Brocchini, che rappresenta la Provincia di Lucca. Che
riconosce che "forse la Salt poteva agire meglio sotto l'aspetto della
comunicazione". E che spiega che, comunque, l'aumento del pedaggio
"non deriva da una decisione del consiglio di amministrazione, ma da un
aggiornamento dovuto a calcoli tecnici". Non bisogna poi dimenticare che
la Salt, da ormai diversi anni, è una società prevalentemente
privata e - quindi - con un occhio di riguardo agli utili. "Ma gli enti
- conclude Brocchini - non sono comunque avulsi: e lo ha dimostrato l'impegno
per mantenere gratuita la tratta da Massarosa a Viareggio e viceversa".
Risposte. Intanto bocche cucite alla Salt sulle domande poste non solo dai
nostri lettori, ma anche da attori istituzionali: come la Provincia, che ha
chiesto spiegazioni - fra l'altro - su alcune "stranezze" del
pedaggio, come il maggior costo della tratta da Viareggio a Lucca Ovest
rispetto a quella (più lunga) fino a Lucca ovest. A quanto si
apprende, comunque, il silenzio non significa affatto inoperosità. La
società di Lido, infatti, in un clima di comprensibile tensione,
starebbe preparando il materiale per comporre una relazione con cui dare una
risposta ai quesiti sollevati dal vice presidente del Senato Milziade Caprili
nella sua interrogazione ai due ministri competenti.
( da "Nuova Venezia, La" del
04-12-2007)
VIA
MANDRICARDO "Quelle buche le copro pagando di tasca mia" CAMPALTO.
Le buche di via Mandricardo? "Pur che vengano coperte, mi offro di
pagare le spese di tasca mia, basta che qualcuno metta in sesto la
strada". La proposta è del consigliere di An Giorgio Ragazzoni
(foto). Ieri con la pioggia e il terreno scivoloso, un paio di auto che
correvano troppo, hanno rischiato di andare fuori strada, mentre un veicolo
ha beccato una delle buche, stava per rimetterci un pezzo di auto. Senza
contare che la via è percorsa spesso anche dalle autoambulanze che si
recano alla casa di riposo "Anni Azzurri". "Se l'accordo
è stato trovato - sbotta Ragazzoni - dove sta il problema? L'importante,
chiunque debba farlo, è che se ne faccia carico quanto prima, se
invece è una questione economica, sono disposto a
pagare le spese di asfaltatura del tratto che non è stato messo in
sicurezza con i miei gettoni di presenza: non sono rimaste tante da coprire, ma sono belle
grosse". Nel segmento iniziale, quello che va dalla rotonda del
Taliercio fino al primo rustico, Soravia Srl, proprietario di un tratto, ha
gettato dell'asfalto per sistemare la propria parte di strada. (m.a.).
( da "Mattino di Padova,
Il" del 04-12-2007)
Primo Piano
"Questa politica è lontana dalla gente" L'ira degli italiani
secondo Gianantonio Stella, autore de "La
Casta" Dare soldi a un partito permette agevolazioni fiscali di gran
lunga superiori a quelle di associazioni sociali E' una cosa immorale ENZO
BORDIN PADOVA. Quando i politici utilizzano le istituzioni spendendo e
spandendo con una spudorata compulsività priva di freni inibitori,
parlare di etica e di senso dello Stato diventa una boutade. Il boom
mediatico e diffusionale del libro-verità "La Casta" dei giornalisti Gianantonio Stella e Sergio Rizzo, già arrivato alla vendita record di 1 milione e 100
mila copie, analizza con la spietata spregiudicatezza dei numeri una
situazione così paradossale da apparire grottesca. E Stella, con la micidiale arma della sottile ironia che lo distingue,
parte dal "crollo di credibilità e legittimità della
classe politica" per arricchire il quadro d'assieme con alcune
considerazioni salienti. Vedi un qualche rapporto tra il politichese
volutamente sfuggente e l'altrettanto enigmatico gozzovigliare col denaro
pubblico, magari fingendo di risanarne le casse? Credo che un rapporto
esista, anche se va inquadrato nel suo giusto contesto. Il linguaggio dei
politici appare nel complesso astruso e difficile da decifrare. Ciò
avviene non solo in Italia ma anche all'estero. Però da noi la complessità
e l'assurdità del cripto-messaggio politico è sovente
funzionale ad impedire alla gente di capire, analizzare e discutere nel
merito. Astrusità trasferita anche e soprattutto sui bilanci e
funzionale a mascherarne il reale contenuto. Si pretende rigore dall'ordine
basso ma poi si permette di tutto e di più a colletti bianchi, grand
commis e potentati dai collari politici variopinti inseriti nei consigli
d'amministrazione di società a partecipazione pubblica. Si può
continuare con questo andazzo? Se all'Italia fosse consentita una situazione
autarchica, tipica di una società circoscritta basata sullo slogan
"i soldi che girano producono ricchezza", direi di sì. La
realtà è però ben diversa. Inseriti come siamo in un
sistema economico e commerciale globalizzato, la nostra spesa pubblica va
moralizzata e frenata, ossia ricondotta a criteri di razionalità e
rigore. Non ci sono alternative. Deputati e senatori maturano il diritto ad
una pensione di 3 mila euro dopo essere stati appena due anni e mezzo in Parlamento.
Visto l'esempio dall'alto, che senso ha discutere a livelli bassi di scale,
scalette e scaloni pensionistici per tutti gli altri comuni lavoratori
italiani che difficilmente arriveranno a percepire quei soldi? I privilegi
non sono solo fastidiosi per chi non li possiede. Minano anche la
credibilità di chi governa. Di questo i politici devono prenderne atto
il più presto possibile. Devono voltare pagina. Qual è il
pasticciaccio emblematico sui privilegi dei parlamentari che ti ha
maggiormente colpito? La differenza enorme fra il trattamento fiscale
riservato a chi destina i soldi ad un partito politico rispetto a quanti
privilegiano invece un'associazione benefica. Ai primi vengono concessi
sconti fiscali 51 volte più alti rispetto ai contribuenti che, ad
esempio, intendono aiutare economicamente la Città della Speranza.
Trovo questa legge addirittura immorale. La metto al primo posto in ordine
d'importanza. In negativo. La gente ha preso davvero coscienza del declino di
questo modo disinvolto di fare politica, oppure si tratta di un mugugno
passeggero destinato a sparire come neve al sole ai primi sintomi di ripresa
economica? Una cosa non esclude l'altra. C'è indubbiamente il fastidio
di vedere che i trattamenti personali dei parlamentari appaiono diversi
rispetto a quelli di altre persone. E quando ciò rappresenta una
costante, la credibilità ne risente in modo marcato. Difficile
riacquistarla. D'altronde in presenza della crisi economica tutto viene
esasperato, tutto finisce per risultare più irritante. La distanza tra
politici e cittadini rischia di divenire incolmabile.
( da "Piccolo di
Trieste, Il" del 04-12-2007)
Trieste Finanziamento ai partiti lIl 23
novembre nella cronaca della Regione ho letto che negli ultimi anni il
finanziamento regionale ai partiti è
aumentato del 210%, in base ad una "decisione bipartisan" del
Consiglio regionale. Nella medesima pagina di cronaca ho poi rilevato che i
bilanci delle quattro Province e di molti Comuni del Fvg non hanno ottenuto
"il via libera" della Corte dei conti a causa del mancato rispetto
"delle norme che obbligano gli enti locali a ridurre le spese sul
personale". Il 24 novembre ho appreso che, in vista
delle elezioni regionali del 2008, "il trattamento di fine rapporto dei
consiglieri non rieletti costerà tre milioni". Queste particolari
notizie in merito a spese degli enti locali, non proprio determinate da
programmi di carattere politico e amministrativo, mi hanno fatto ricordare
l'importante qualifica di "pubblico ufficiale", rivestita in
passato dai consiglieri regionali nonché dai consiglieri comunali e
provinciali, chiamati pure "funzionari onorari". Detta qualifica
è sempre stata necessaria per "concorrere a formare la
volontà dell'ente e di averne la rappresentanza" e ciò a
prescindere da qualsiasi retribuzione la quale in passato, ma soltanto
allora, visto il carattere onorifico della carica conseguita, "poteva
anche mancare" (Domenico Tramontana - Edizioni Cetim - Milano). I tempi
poi sono cambiati, arrivando così a normalizzare gli onorari dei
cittadini eletti nei consigli comunali, provinciali e regionali. Guido
Placido.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
04-12-2007)
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-04 - pag: 2 autore:
L'Italia degli sprechi in due libri-inchiesta In attesa di verificare gli effetti dei
nuovi tagli ai costi della politica e delle amministrazioni
(il Governo ha promesso di risparmiare un miliardo nel 2008) arrivano in
libreria due nuove inchieste giornalistiche sull'Italia degli sprechi. "Impuniti" è il titolo del lavoro del
giornalista de "La Repubblica " Antonello Caporale, che alterna
piccole e grandi storie di malapolitica con le
riflessioni di sociologi e politologi sul degrado di una democrazia
"senza responsabilità, senza memoria e senza consenso
".L'altro viaggio ("Sprecopoli ") nella politica
e nelle amministrazioni disattente ai costi è firmato invece da due
autori (Mario Cervi e Nicola Porro) che rappresentano due generazioni di
giornalisti che si sono passati il testimone alla guida del
"Giornale".
( da "Corriere di
Bologna" del 04-12-2007)
Corriere di
Bologna - BOLOGNA - sezione: PRIMOPIANO - data: 2007-12-04 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Oggi il bilancio Vitali: la Camera salvi i gettoni dei consiglieri "La Camera deve
necessariamente correggere alcune storture riguardati gli Enti locali nella
Finanziaria approvata dal Senato". A lanciare l'appello è il
senatore bolognese del Pd, Walter Vitali. "La stortura più
evidente - osserva l'ex sindaco - riguarda la norma che prevede un taglio di
313 milioni di euro sul fondo ordinario di Comuni e Province, calcolato in
base ai risparmi previsti dal riduzione del tetto massimo dei gettoni dei consiglieri, dal 30 al 40%
dell'indennità mensile del sindaco". Insomma, visto da sotto le
Due Torri, un "taglio" dei fondi per
indennità e gettoni di presenza dei consiglieri del Comune (che oggi inizierà a
discutere le linee guida del bilancio) e della Provincia. Le risorse ottenute
da questa sforbiciata, nelle intenzioni del Governo, sono destinate ai
piccoli Comuni sotto i 5 mila abitanti e all'esenzione dai ticket sanitari
delle fasce sociali più deboli. L'Anci nazionale, però,
ricorda Vitali, "ha calcolato che i risparmi da tale operazione possono
arrivare al massimo a 54,2 milioni di euro". è evidente, quindi,
per il senatore, che "non possono essere sottratti dal fondo 100 milioni
di euro per destinarli ad una sola categoria di Comuni, peraltro in base a
criteri criticati dall'Anci, mentre vanno trovati altri 158,8 milioni per
finanziare in altro modo l'esenzione dai ticket sanitari". Nel mirino di
Vitali finisce anche la disposizione che abolisce 80-100 comunità
montane. "C'è un emendamento - sottolinea - che assume il taglio
di 33,4 milioni di euro del fondo per il 2008, ma lo regionalizza e assegna
alle Regioni il compito di determinare autonomamente misure di
razionalizzazione tali da raggiungere ugualmente questo obiettivo
economico". L'ultimo affondo riguarda, infine, le regole del patto di
stabilità interno, che, ammette Vitali, "risultano particolarmente
penalizzanti per i Comuni che nel 2003-2005 avevano un saldo finanziario
positivo".
( da "Messaggero, Il
(Civitavecchia)" del 04-12-2007)
Onali di
prevedere un'indennità da 800 euro lorde per i consiglieri comunali.
"Nascerebbe così - ironizzano in una nota i Verdi - il
co.co.co.co.co, ossia la figura del "consigliere comunale a
collaborazione coordinata e continuativa", una specie di
"precario" istituzionale". Per il Sole che ride Infatti in un
periodo come questo, in cui la credibilità della politica è
ridotta al lumicino e il libro "La Casta" vende a tutto spiano,
assegnare uno stipendio ai consiglieri comunali assume numerosi aspetti
sconcertanti. "I Co.co.co.co.co. rappresentano, in primo luogo,
certamente un aumento dei costi per le casse comunali. Infatti 800 euro per
30 consiglieri costano al Comune 24.000 euro al mese, cioè 288.000
euro l'anno. Con un incremento abnorme rispetto alla normativa fino ad oggi
in vigore, quella dei gettoni di presenza: nessun consigliere, infatti, nemmeno il più impegnato nelle
commissioni, arriva oggi a percepire la somma di 9.600 euro l'anno! Inoltre
l'importo di 800 euro mensili, anche se lordo, somiglia molto a ciò
che migliaia di precari, giovani e meno giovani, percepiscono andando a
lavorare tutti i giorni, senza ferie, permessi per malattie e altri
tipi di tutela. Ad esempio, i "co.co.co" o i "co.co.pro"
che attualmente lavorano al Comune arrivano a mala pena a 1000 euro mensili e
gli impiegati "regolari" li superano non di molto. Una scelta del
genere di quella in discussione sarebbe un insulto per molti
lavoratori". Per i Verdi inoltre assegnare uno stipendio ai Consiglieri
comunali potrebbe condurre a un'autentica corsa al seggio, maggiore persino
di quella che recentemente ha visto centinaia di cittadini candidati nelle
liste per le amministrative, l'80 o forse il 90 % dei quali si occupa di
politica solo sotto elezioni. "Le elezioni diventerebbero, ancora
più di oggi, - si chiude la nota - uno strumento per
"sistemarsi"; e invero, leggendo taluni nomi fra i propositori
della brillante idea, viene il forte sospetto che sia proprio questa l'ottica
alla base dell'iniziativa".
( da "Giorno, Il
(Nazionale)" del 04-12-2007)
COSTI DELLA POLITICA L'Inghilterra scandalizzata non consola l'Italia
LO SCANDALO dei finanziamenti illegali al partito lauburista britannico si
sta ampliando. In Gran Bretagna non esiste un finanziamento pubblico ai partiti, che per questo motivo ricorrono a donazioni private.
Tuttavia, la legge è chiara: tutte le donazioni sopra le cinquemila
sterline devono essere rese pubbliche. Inoltre, tutti i finanziatori devono
obbligatoriamente vivere in Gran Bretagna. Entrambe le norme appaiono essere
state violate ed è legittimo sospettare che tali infrazioni siano solo
episodi di una pratica diffusa. Sorprende anche la modalità con cui
sono avvenuti i finanziamenti illegali. L'imprenditore David Abrahams ha
usato per i suoi finanziamenti dei prestanome (tra cui anche un imbianchino)
e ha dichiarato che il tesoriere del partito laburista, Jon Mendelson,
avrebbe definito il loro utilizzo addirittura "una buona idea". In
cambio di questa brillante idea, si sospetta che Abrahams abbia avuto lucrosi
appalti nel Nord dell'Inghilterra. Ancora più recente è la
notizia che Wendy Alexander, leader del partito laburstia scozzese, avrebbe
preso soldi consapevole del loro carattere illecito. È in gioco non
solo la credibilità del partito laburista, ma quella dell'intera
classe politica. È questo un fenomeno che
accomuna l'Italia alla Gran Bretagna. Ovunque vi è un crescente
scetticismo nei confronti della politica. La causa non
risiede solo in regolamenti insufficienti, ma nel modo contraddittorio con
cui è affrontato il problema. Allo Stato si richiede di garantire il
benessere dei cittadini e la giustizia sociale. Come si può arguire
dagli scandali, anche in Gran Bretagna lo Stato non è troppo
dimagrito, sopratutto se si guarda ai suoi più generali ambiti di
intervento. Ciò conduce ad intrecci tra politica ed affari
difficili da districare. È ingenuo pensare che regolamenti più
severi possano risolvere il problema. L'unica vera soluzione sarebbe una
drastica riduzione delle competenze dello Stato e dei costi della politica, anche se ciò significasse rinunciare al
miraggio della giustizia sociale. Purtroppo, sono pochi coloro disposti ad
adottare una simile soluzione, a cominciare dai politici, che si
ritroverebbero disoccupati. Il fatto che anche la Gran Bretagna sia affetta
da problemi analoghi a quelli italiani (sia pure in forma meno grave) indica
la profondità del problema. Non è una consolazione per
l'Italia. Piuttosto è un'indicazione preziosa della direzione verso
cui dobbiamo andare. (pierluigi.barrotta@libero.it) - -->.
( da "Radiocor" del
04-12-2007)
(Il Sole 24
Ore Radiocor) - Milano, 04 dic - Il livello dell'euro rispetto al dollaro e
l'elevato prezzo del greggio continuano ad alimentare dubbi sulla crescita
dell'economia. Intanto, a una settimana dalla riunione del Fomc, il braccio
operativo della Fed, gli investitori sono sempre piu' convinti che
Oltreoceano sara' annunciato un nuovo taglio dei tassi. Del resto proprio
ieri il presidente della Fed di San Francisco, Janet Yellen, ha dichiarato
che la congiuntura Usa ha registrato un indebolimento inatteso dalla riunione
di ottobre. In aggiunta il segretario al tesoro, Henry Paulson, ha cercato
ieri di rassicurare le famiglie contro gli effetti della crisi immobiliare e
ha inoltre ripetuto che 'un dollaro forte' e' nell'interesse del paese. A
Milano in avvio si profilano pochi spunti. Gli investitori comprano e vendono
le azioni su motivazioni tecniche, piu' che su analisi sui fondamentali. Dopo
il calo di ieri recuperano le Luxottica (+0,4%). Le Fiat, per contro,
arretrano quasi dell'1%, nonostante le consegne di novembre rese note ieri
abbiano confermato un trend positivo. La casa torinese ha infatti visto
salire le immatricolazioni dello 0,6%, con una quota di mercato del 30,9%.
Telecom, dopo un avvio all'insegna dell'incertezza, segna un rialzo dello
0,44%, all'indomani della nomina da parte del cda di Franco Bernabe' come
a.d. e Gabriele Galateri come presidente. Continua a risalire la china
Prysmian (+0,3%), dopo i recenti ribassi, mentre Terna anche oggi guadagna lo
0,6%. Sono inoltre ben gettonate le Pirelli risparmio
(+4,15%), sospinte dall'ipotesi rilanciata da Il Sole 24 Ore che sia
distribuita una ricca cedola a questa categoria di azioni. Nel resto d'Europa
sono deboli le Air France Klm (-1,3%), dopo il monito lanciato da Goldman
Sachs sulle compagnie aeree. Secondo la banca d'affari le aviolinee
risentiranno dell'elevato prezzo del greggio. A Londra sono gettonate le Rio
Tinto (+1,3%) sulle ipotesi rilanciate da 21st Century Business Herald,
secondo le quali la societa' sarebbe nel mirino della cinese Baosteel. Solo
il mese scorso Rio Tinto ha rigettato un'offerta da 142 miliardi di dollari
lanciata da parte di Bhp Billiton (+0,8%). Emi- (RADIOCOR) 04-12-07 09:43:28
(0058) 5 NNNN.
( da "Padania, La" del
04-12-2007)
Solo il 20%
degli stranieri della provincia bolognese si è recato alle urne: un fallimento
pagato con il denaro pubblico. Nel fine settimana nei Comuni del Bolognese si
sono svolte le elezioni del Consiglio Provinciale degli stranieri e delle
Consulte di Quartiere degli stranieri , organi privi di ogni effettivo potere
che avranno solo funzioni consultive e di rappresentanza politica, ma che
potranno assumere, all interno delle Amministrazioni bolognesi, ruoli molto
importanti. Il consigliere regionale della Lega Roberto Corradi, sottolinea,
come nonostante l imponente dispiego di risorse pubbliche (spese di
allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la
pubblicizzazione dell evento) e malgrado l impegno profuso dalle tante
organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell assistenza e dell
indottrinamento degli stranieri una professione altamente remunerata (con
soldi pubblici), la scarsa affluenza, appena il 20% degli stranieri si
è recato alle urne, ha segnato il fallimento dell iniziativa. Per
Corradi, che ha presentato un interrogazione in merito, gli stranieri che in
Italia "intendono concorrere alla vita politica del nostro Paese possono
chiedere la cittadinanza italiana, la quale, una volta concessa, previa
verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l elettorato attivo e
passivo". "Ancora una volta - sostiene Corradi - la sinistra ha
dato prova di non voler intraprendere la strada giusta per una corretta
integrazione. Gli stessi stranieri hanno disertato le urne dimostrando
disinteresse verso la vita politica del nostro Paese". "Il percorso
di integrazione non si realizza alla rovescia - commenta Manes Bernardini,
segretario provinciale del Carroccio di Bologna - ossia concedendo un diritto
importantissimo, regolato tra l altro da norme costituzionali, senza avere
verificato veramente quale sia, ad oggi, la volontà di integrazione
manifestata dalla moltitudine di extracomunitari che quotidianamente arrivano
in Italia. L enorme spesa pubblica di questa iniziativa, che peraltro si
è rivelata un flop, va a scontrarsi con la sempre più conclamata
mancanza di fondi per fare fronte alle esigenze sociali dei cittadini
italiani, che sono costretti, per garantirsi servizi offerti ad altri
gratuitamente, a continui esborsi di denaro proprio". Nell interrogazione alla Giunta Corradi chiede di conoscere a
quanto ammontano le risorse pubbliche spese dagli Enti che hanno organizzato
le elezioni per stranieri e se sono previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti . [Data pubblicazione: 04/12/2007].
( da "Sestopotere.com" del
04-12-2007)
(14:27) (3/12/2007
12:59) | PARLAMENTO UE, TAGLIO ALLE SPESE, SOLDI PER CAMPAGNE ELETTORALI
(Sesto Potere) - Roma - 3 dicembre 2007 - Secondo giorno di plenaria
all'insegna del controllo di spesa e dei diritti. I deputati hanno infatti
dibattuto assieme al presidente della Corte dei conti della relazione per il
2006, rilevando un miglioramento rispetto al passato pur in presenza ancora
di troppi errori nel sistema. L'Aula ha poi approvato la Carta dei diritti
fondamentali, oltre a un testo che fissa nuove regole per il finanziamento
dei partiti politici europei. La relazione della
Corte dei conti Il presidente della Corte dei conti europea Hubert Weber ha
comunicato ai deputati le conclusioni della relazione annuale sulla
qualità della spesa per permettere al Parlamento di concedere il
cosiddetto discarico di bilancio per la sua esecuzione. "Pur se la
Commissione europea ha fatto importanti miglioramenti circa la gestione dei
fondi europei , ha dichiarato, permangono ancora troppi errori nella catena
di spesa che unisce Commissione, Stati membri e beneficiari finali per poter
redigere la "dichiarazione di affidabilità"", una sorta
di certificato di garanzia della corretta spesa. Tocca ora al Parlamento
esaminare il lavoro della Corte e decidere se concedere il discarico entro
aprile 2008. "Ogni anno, ha rilevato uno dei relatori del Parlamento, lo
spagnolo José Javier Pomés Ruiz del partito popolare europeo (PPE-DE), il
vostro lavoro migliora e aiuta noi e i cittadini ad assicurare che la spesa
europea sia credibile". Per l'altro relatore danese Dan Jørgensen
del gruppo socialista (PSE), il Parlamento attende risposte chiare:
"Abbiamo bisogno di spiegazioni chiare per poter concedere il
discarico", ha rilevato. Prossimamente il Parlamento terrà
un'audizione pubblica con i rappresentanti dei parlamenti nazionali e della
Commissione. Nuove regole al finanziamento dei partiti
politici I deputati hanno poi adottato una relazione affidata
all'eurodeputato tedesco Jo Leinen del gruppo socialista (PSE), sul
finanziamento dei partiti politici europei, in cui
si conferma la possibilità di utilizzo del bilancio europeo per
finanziare le campagne elettorali europee, mentre permane l'esclusione del
finanziamento per l'attività dei partiti
politici nazionali. Il Parlamento ha inoltre accordato la possibilità
di creare fondazioni politiche europee. Va ricordato che i partiti
politici europei non corrispondono ai gruppi politici presenti al Parlamento
europeo. La palla passa ora al Consiglio che potrebbe far entrar in vigore il
regolamento già dal 2008 Approfondimento Il Parlamento europeo ha
approvato la modifica del regolamento sulle attività e sul
finanziamento dei partiti politici a livello
europeo. Frutto di un compromesso con il Consiglio, consentirà il
ricorso a fondi Ue per finanziare attività legate alla campagna per le
elezioni europee e l'erogazione di contributi alle fondazioni politiche
europee. Gli importi versati a ogni partito politico e fondazione politica a livello europeo dovranno essere pubblicati sul
sito internet del Parlamento. Nel 2003, per riconoscere il ruolo fondamentale
svolto dai partiti politici a livello europeo,
è stato adottato - sotto Presidenza italiana - un regolamento che ne
ha fissato lo statuto e ha delineato il quadro necessario al loro
finanziamento. "In un'ottica di consolidamento e di ottimizzazione delle
infrastrutture democratiche dell'Unione europea", la Commissione ha
presentato una proposta che intende migliorare e adeguare detto regolamento
alla luce dell'esperienza acquisita negli ultimi quattro anni. Adottando una
serie di emendamenti di compromesso sostenuti da Ppe/de, Pse, Alde, Verdi/ale
e Gue Ngl, negoziati dal relatore Jo Leinen (Pse, De) con il Consiglio, il
Parlamento ha approvato definitivamente - con 538 favorevoli, 74 contrari e 10
astensioni - la modifica del regolamento che stabilisce le norme relative
allo statuto e al finanziamento dei partiti politici
a livello europeo. Esso sarà quindi applicabile a partire dal 2008.
Elezioni europee e vincoli al finanziamento dei partiti
Per migliorare il dibattito politico, anche in vista delle prossime elezioni
europee del 2009, i partiti politici a livello
europeo saranno autorizzati a utilizzare i loro fondi per finanziare le
attività legate alla campagna elettorale. Per i deputati, infatti, i partiti politici a livello europeo operano nel contesto
delle elezioni al Parlamento europeo "in particolare per mettere in
risalto il carattere europeo di queste elezioni". Gli stanziamenti a
carico del bilancio Ue, tuttavia, non dovranno costituire un finanziamento
diretto o indiretto dei partiti politici nazionali o
dei loro candidati, né essere usati per campagne referendarie. E' peraltro
specificato che il finanziamento e la limitazione delle spese elettorali per
le elezioni europee sono soggette alle disposizioni nazionali. Oltre a
ciò, gli stanziamenti provenienti dal bilancio generale dell'Unione
europea potranno essere utilizzati soltanto per coprire le spese direttamente
collegate agli obiettivi indicati nel programma politico dei partiti. Tali spese comprendono le spese amministrative,
quelle per il sostegno tecnico, le riunioni, la ricerca, le manifestazioni
transfrontaliere, gli studi, l'informazione e le pubblicazioni. I partiti politici europei non potranno accettare le
donazioni anonime e quelle provenienti dai bilanci di gruppi politici
rappresentati al Parlamento europeo. Né le donazioni provenienti da imprese
sulle quali i pubblici poteri "possono esercitare direttamente o
indirettamente un'influenza dominante a titolo della proprietà, della
partecipazione finanziaria o delle regole che la disciplinano" e nemmeno
quelle che superano 12. 000 euro all'anno e per donatore, provenienti da
qualsiasi persona fisica o giuridica. Non potranno essere accettate neanche
le donazioni provenienti da qualsiasi autorità pubblica di un paese
terzo e da imprese "influenzate" dai poteri pubblici stranieri. I
contributi provenienti da partiti politici
nazionali, è peraltro specificato, non dovranno superare il 40% del
bilancio annuale di un partito a livello europeo. Istituzione e finanziamento
delle fondazioni politiche Il regolamento prevede ora una nuova base
giuridica sull'istituzione e il finanziamento delle fondazioni politiche
europee. Queste ultime sono definite enti o reti di enti dotati di personalità
giuridica nello Stato membro in cui hanno sede, "affiliati ad un partito
politico a livello europeo", che, attraverso le proprie attività,
nel rispetto degli obiettivi e dei valori fondamentali dell'Ue, sostengono ed
integrano gli obiettivi di tale partito. A tal fine, le fondazioni possono
svolgere "attività di osservazione, analisi e arricchimento del
dibattito sulle politiche pubbliche europee e sul processo di integrazione
europea". Oppure sviluppare attività legate a "questioni di politica pubblica europea", quali l'organizzazione e
il sostegno a seminari, azioni di formazione, conferenze, studi europei, la
cooperazione con enti dello stesso tipo allo scopo di "promuovere la
democrazia" e, infine, la "creazione di un contesto in cui
promuovere la collaborazione, a livello europeo, tra fondazioni politiche
nazionali, rappresentanti del mondo accademico ed altri soggetti
interessati". Una fondazione politica a livello
europeo deve essere affiliata ad uno dei partiti
politici a livello europeo riconosciuti e deve rispettare, in particolare nel
suo programma e nella sua azione, i principi sui quali è fondata
l'Unione europea, vale a dire i principi di libertà, di democrazia, di
rispetto dei diritti dell'uomo, delle libertà fondamentali e dello
Stato di diritto. Non deve avere fini di lucro e deve avere
personalità giuridica diversa da quella del partito cui è
affiliata. Spetta a ciascun partito politico e a ciascuna fondazione politica a livello europeo definire le modalità
specifiche delle loro relazioni che, nel rispetto della legislazione
nazionale, devono prevedere un'adeguata separazione tra la gestione
quotidiana e le strutture direttive. Una fondazione politica
a livello europeo potrà "richiedere un finanziamento a carico del
bilancio generale dell'Unione europea solo tramite il partito politico a
livello europeo al quale è affiliata". Tali fondi potranno essere
utilizzati "esclusivamente per finanziare le attività della
fondazione stessa" e non dovranno, "in nessun caso",
"servire a finanziare campagne elettorali o referendarie". Non
potranno neppure essere utilizzati per il finanziamento diretto o indiretto
di partiti o di candidati politici a livello europeo
o nazionale né di fondazioni a livello nazionale. Le disposizioni sulle fonti
di finanziamento dei partiti politici europei, si
applicherebbero, mutatis mutandis, alle fondazioni. Trasparenza:
pubblicazione dei bilanci e dei donatori Partiti politici e fondazioni
politiche a livello europeo dovranno pubblicare annualmente le proprie
entrate e uscite, nonché una dichiarazione relativa all'attivo e al passivo.
Dovranno inoltre dichiarare le proprie fonti di finanziamento, fornendo un
elenco dei donatori e delle donazioni ricevute da ciascun donatore, ad
eccezione di quelle che non superano 500 euro all'anno e per donatore. Il
Parlamento europeo, inoltre, dovrà pubblicare in una rubrica specifica
del suo sito internet una tabella degli importi versati a ogni partito
politico e a ogni fondazione politica a livello
europeo, per ogni esercizio finanziario per cui sono state erogate
sovvenzioni. Dovrà pubblicare, inoltre la relazione sull'applicazione
del regolamento stesso e sulle attività finanziate, nonché le
disposizioni di applicazione del regolamento. Stabilità finanziaria
Relatore e Consiglio sono anche giunti a un accordo riguardo alle misure tese
ad assicurare la stabilità finanziaria dei partiti
politici a livello europeo al fine di agevolare la loro programmazione a
lungo termine. L'unica differenza rispetto alla proposta della Commissione
è che tale argomento viene stralciato dallo Statuto e inserito in un
regolamento del Consiglio. In base all'accordo raggiunto, qualora al termine
di un esercizio per il quale un partito ha ricevuto una sovvenzione di
funzionamento, le entrate risultassero superiori alle spese, è
prevista la possibilità di riportare all'esercizio successivo una
percentuale dell'importo eccedente pari al massimo al 25% delle entrate
totali per quell'esercizio, che dovrà essere speso entro il primo
trimestre dell'anno seguente. Tale possibilità rappresenta una deroga
al diritto comunitario che vieta la realizzazione di profitti ai partiti politici. E' quindi precisato che si tratta di una
"disposizione eccezionale" giustificata "dal ruolo specifico e
unico dei partiti politici". Un emendamento,
peraltro, attribuisce a un revisore indipendente l'incarico di attestare la
corretta esecuzione delle disposizioni sui riporti. Un'altra disposizione
permetterebbe ai partiti di accumulare riserve
finanziarie per diversi anni fino al 100% delle loro entrate annue medie.
Queste riserve possono essere costituite da doni e contributi di partiti o di individui. E' infine previsto un aumento dal
75 all'85% dei finanziamenti a carico del bilancio dell'Ue a copertura dei
costi (ammissibili) di un partito politico. Background - Partiti politici a
livello europeo e gruppi politici del Parlamento europeo Nel 2007, dieci partiti politici a livello europeo hanno avuto accesso ai
finanziamenti: Partito Popolare Europeo (Ppe): Forza Italia, Udc e Udeur.
L'svp ha lo statuto di osservatore. Partito Socialista Europeo (Pes): Ds e
Sdi Partito Democratico Europeo (Pde): Democrazia è Libertà-la
Margherita Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori (Eldr): Radicali,
Movimento Repubblicani Europei, Italia dei Valori - Lista Di Pietro, Partito
Repubblicano Italiano. Alleanza per l'Europa delle Nazioni (Aen): Alleanza
Nazionale Partito dei Verdi Europei (Egp): Federazione dei Verdi Alleanza
Libera Europea (Ale/efa): Libertà Emiliana-alleanza Libera Emiliana,
Liga Fronte Veneto, Partito Sardo d'Azione, Slovenska Skupnost, Union für
Südtirol, Renouveau Valdôtain Partito della Sinistra Europea: Rifondazione
comunista (i Comunisti italiani sono osservatori) Eu Democrats (Eud):
euroscettici e riformisti di centrodestra e centrosinistra Alleanza dei
Democratici Indipendenti in Europa (Adie): euroscettici. Altra cosa è
un gruppo politico del Parlamento europeo in cui i deputati possono
organizzarsi "secondo le affinità politiche". Un gruppo
politico è composto di almeno 20 deputati eletti in almeno un quinto
degli Stati membri. Ogni deputato può appartenere a un solo gruppo
politico. Nel 2006, il bilancio ha stanziato 8. 594. 000 di euro, mentre nel
2007 ne sono stati stanziati 10. 436. 000 Attualmente sono presenti sette
gruppi politici al Parlamento europeo: Gruppo del Partito popolare europeo
(Democratici-cristiani) e dei Democratici europei (Ppe/de): Forza Italia,
Udc, Udeur, Partito Pensionati e Svp; Gruppo socialista al Parlamento europeo
(Pse): Democratici di Sinistra, Sdi e Nuovo Psi; Gruppo dell'Alleanza dei
Democratici e dei Liberali per l'Europa (Alde/adle): Margherita, Radicali
(Lista Bonino), l'Italia dei Valori (Lista Di Pietro) e Repubblicani europei;
Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni" (Uen): Alleanza
Nazionale e Lega Nord. Gruppo Verde/alleanza libera europea (Verdi/ale):
Federazione dei Verdi; Gruppo confederale della Sinistra unitaria
europea/Sinistra verde nordica (Gue/ngl): Rifondazione comunista e Comunisti
italiani; Gruppo Indipendenza/democrazia (Ind/dem): nessun membro italiano.
Vi è poi il gruppo sui generis dei Non Iscritti (Ni) - equivalente al
Gruppo Misto del Parlamento italiano - in cui, tra gli altri, figura un
italiano eletto nella lista dell'Ulivo. In questo "gruppo" sono
confluiti i deputati facenti parte del disciolto gruppo Identità
Tradizione e Sovranità (Its) - cui partecipavano due membri italiani
di Fiamma Tricolore e Alternativa Sociale.
( da "Wall Street Italia" del
04-12-2007)
Di ANSA I
CONTI MIGLIORI DAL 2000; P.CHIGI, RISULTATI POLITICHE GOVERNO
-->+++AGGIORNAMENTO DEL SERVIZIO TRASMESSO ALLE 19:00+++ (di Corrado
Chiominto) (ANSA) - ROMA, 3 DIC - Il "rosso" dei cassa dello Stato
si é dimezzato in due anni. A novembre 2005 il fabbisogno viaggiava a quota
83,3 miliardi. Ora, a 24 mesi di distanza, il saldo cumulato si è attestato
appena sotto i 42 miliardi di euro. Per trovare un dato migliore bisogna
ritornare indietro di sette anni, al 2000, quando i conti erano ancora
espressi in lire: a novembre si fermarono sui 69.308 miliardi di lire,
l'equivalente di 35,8 miliardi di euro attuali. I conti pubblici mostrano a
novembre una buona salute. Così l'obiettivo di chiudere l'anno con un
fabbisogno di 28 miliardi, che sembrava ambizioso quando a marzo la stima fu
inserita nella Relazione Unificata, appare ora a portata di mano. Il risultato
è dovuto al buon dato di novembre. Il mese ha chiuso con un disavanzo
di 4,5 miliardi, inferiore di 2,7 miliardi ai 7.236 milioni del novembre
2006. Per questo il fabbisogno cumulato, che lo scorso anno svettava in
questo periodo a 56.118 milioni, si è bloccato sotto i 42 miliardi, a
quota 41.965 milioni. Il miglioramento in 12 mesi è di 14,1 miliardi,
ma il confronto viene fatto con un anno che già segnava un
abbattimento di 27 miliardi del disavanzo di cassa. Il dato di sintesi non
consente una lettura di dettaglio. Il ministero dell'Economia parla di un
"positivo andamento delle entrate fiscali" e di una "dinamica
della spesa contenuta e in linea con gli obiettivi della manovra di bilancio
2007". Il 'tesoretto', in pratica, continua a fare la sua parte, a
fornire i suoi benefici. Ambienti di Palazzo Chigi parlano di un dato
"estremamente positivo", che dimostra come "le politiche di
finanza e controllo della spesa pubblica stiano dando risultati
concreti". Gli occhi sono ora puntati sull'ultimo mese dell'anno. Tradizionalmente
dicembre segna un avanzo: lo scorso anno, ad esempio, fu di 21,5 miliardi. Se
quest'anno dovesse ripetersi lo stesso risultato si scenderebbe attorno a 20
miliardi, ben sotto l'obiettivo programmato. Per centrare le stime 2007 (28
miliardi) basta 'solo' un avanzo di 14 miliardi. Per il ministro
dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa il più é fatto. Ma fare
previsioni per la fine dell'anno è ancora impossibile. La bilancia,
come sempre, anche a dicembre avrà due piatti. Sul primo ci saranno le
entrate dell'autotassazione che si versa fine novembre ma che arriva in
concreto nelle casse dello Stato solo nei primi giorni del mese successivo.
Il primo acconto, pagato a giugno-luglio, fa prevedere solo dall'Irpef e
dall'Ires un incasso boom di oltre 29 miliardi: l'aumento rispetto agli anni
passati dovrebbe attestarsi 6 miliardi. Ma, con il decreto collegato alla
Finanziaria che è appena stato trasformato in legge, lo Stato ha
deciso di restituire già quest'anno una parte del tesoretto: per le
famiglie più povere il regalo sotto l'albero è un bonus di 150
euro a testa (per un nucleo di 4 persone saranno in pratica 600 euro). Questo
intervento costerà 1,9 miliardi e peserà sull'altro piatto
della bilancia, quello delle spese. Ecco una tabella (in milioni di euro) con
il fabbisogno cumulato mese per mese così come risulta dagli ultimi
dati elaborati dal ministero dell'Economia:
=========================================================== MESI FABBISOGNO
CUMULATO SETTORE STATALE -----------------------------------------------------------
2007 2006 2005 2004
----------------------------------------------------------- gennaio 1.233
3.445 1.292 2.256 febbraio 7.801 9.503 8.684 13.179 marzo 24.407 25.271
26.652 29.041 aprile 33.825 33.237 40.677 40.608 maggio 45.040 47.817 55.097
50.316 giugno 26.558 33.423 50.769 44.823 luglio 22.319 28.506 49.195 44.618
agosto 24.886 36.279 58.323 49.295 settembre 29.765 44.373 69.008 57.807
ottobre 37.465 48.882 75.954 65.850 novembre 41.965 56.118 83.333 66.302
dicembre 34.609 60.036 49.903
========================================================== .(ANSA).
( da "Sestopotere.com" del
04-12-2007)
(14:41)
(4/12/2007 09:28) | CORRADI (LEGA NORD) SU ELEZIONI CONSULTE STRANIERI:
'SUPERFLUE E COSTOSE' (Sesto Potere) - Bologna - 4 dicembre 2007 - Roberto
Corradi (lega nord) ha presentato un'interrogazione sulle elezioni del 'Consiglio
Provinciale degli stranieri' e delle 'Consulte di Quartiere degli stranieri',
organizzate nel fine settimana appena trascorso dal Comune di Bologna,
insieme agli altri comuni della provincia bolognese. Il consigliere rileva
che, "malgrado l'imponente dispiego di risorse pubbliche (spese di
allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la
pubblicizzazione dell'evento, ecc?) e l'impegno profuso dalle tante
organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell'assistenza e dell''indottrinamento'
degli stranieri una professione altamente remunerata con soldi pubblici, la
scarsa affluenza alle urne (solo il 20% degli stranieri si è recato a
votare) ha segnato il fallimento dell'iniziativa". Entrambi gli organi
in questione, fa inoltre presente Corradi, sono privi di effettivo potere e
avranno solo ed esclusivamente funzioni consultive di rappresentanza
politica, anche se, aggiunge, "non mancheranno di assumere un ruolo
molto importante nel condizionare le scelte delle Amministrazioni bolognesi,
già molto inclini ad accondiscendere ad ogni richiesta proveniente
dagli stranieri e molto meno sensibili alle esigenze dei cittadini
bolognesi". L'esponente della lega, pertanto, vuole sapere dalla Giunta
a quanto ammontino le risorse pubbliche spese dagli enti che hanno
organizzato le elezioni per stranieri e se siano previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti nel Consiglio provinciale e nelle
Consulte di Quartiere degli stranieri. Il consigliere, infatti, chiedendo in
proposito un giudizio dell'esecutivo regionale, ritiene "superflua e
costosa" la creazione da parte di diverse Amministrazioni locali
emiliano-romagnole di 'consulte elettive' degli stranieri, proprio
quando il Parlamento ha deciso, per ridurre i costi della politica, di
limitare il numero dei Consiglieri comunali e l'importo del loro 'gettone di presenza'. "Gli stranieri regolarmente residenti nel
nostro Paese che intendono concorrere alla vita politica, sottolinea Corradi,
possono chiedere la cittadinanza italiana, che, una volta concessa dopo la
verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l'elettorato attivo e
passivo".
( da "Gazzettino, Il" del
04-12-2007)
Roma Il
"rosso" dei cassa dello ... RomaIl "rosso" dei cassa
dello Stato si è dimezzato in due anni. A novembre 2005 il fabbisogno
viaggiava a quota 83,3 miliardi. Ora, a 24 mesi di distanza, il saldo
cumulato si è attestato appena sotto i 42 miliardi di euro. Per
trovare un dato migliore bisogna ritornare indietro di sette anni, al 2000,
quando i conti erano ancora espressi in lire: a novembre si fermarono sui
69.308 miliardi di lire, l'equivalente di 35,8 miliardi di euro attuali.I
conti pubblici mostrano a novembre una buona salute. Così l'obiettivo
di chiudere l'anno con un fabbisogno di 28 miliardi, che sembrava ambizioso
quando a marzo la stima fu inserita nella Relazione Unificata, appare ora a
portata di mano.Il risultato è dovuto al buon dato di novembre. Il
mese ha chiuso con un disavanzo di 4,5 miliardi, inferiore di 2,7 miliardi ai
7.236 milioni del novembre 2006. Per questo il fabbisogno cumulato, che lo
scorso anno svettava in questo periodo a 56.118 milioni, si è bloccato
sotto i 42 miliardi, a quota 41.965 milioni. Il miglioramento in 12 mesi
è di 14,1 miliardi, ma il confronto viene fatto con un anno che
già segnava un abbattimento di 27 miliardi del disavanzo di cassa.Il
dato di sintesi non consente una lettura di dettaglio. Il ministero
dell'Economia parla di un "positivo andamento delle entrate
fiscali" e di una "dinamica della spesa contenuta e in linea con
gli obiettivi della manovra di bilancio 2007". Il 'tesoretto', in
pratica, continua a fare la sua parte, a fornire i suoi benefici. Ambienti di
Palazzo Chigi parlano di un dato "estremamente positivo", che
dimostra come "le politiche di finanza e controllo
della spesa pubblica stiano dando risultati concreti".Gli occhi sono ora
puntati sull'ultimo mese dell'anno. Tradizionalmente dicembre segna un
avanzo: lo scorso anno, ad esempio, fu di 21,5 miliardi. Se quest'anno
dovesse ripetersi lo stesso risultato si scenderebbe attorno a 20 miliardi,
ben sotto l'obiettivo programmato. Per centrare le stime 2007 (28 miliardi)
basta "solo" un avanzo di 14 miliardi.Per il ministro
dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa (nella foto), il più è
fatto. Ma fare previsioni per la fine dell'anno è ancora impossibile.
La bilancia, come sempre, anche a dicembre avrà due piatti. Sul primo
ci saranno le entrate dell'autotassazione che si versa fine novembre ma che
arriva in concreto nelle casse dello Stato solo nei primi giorni del mese
successivo. Il primo acconto, pagato a giugno-luglio, fa prevedere solo
dall'Irpef e dall'Ires un incasso boom di oltre 29 miliardi: l'aumento
rispetto agli anni passati dovrebbe attestarsi 6 miliardi. Ma, con il decreto
collegato alla Finanziaria che è appena stato trasformato in legge, lo
Stato ha deciso di restituire già quest'anno una parte del tesoretto:
per le famiglie più povere il regalo sotto l'albero è un bonus
di 150 euro a testa (600 per un nucleo di 4 persone). Questo intervento
costerà 1,9 miliardi e peserà sull'altro piatto della bilancia,
quello delle spese.
( da "Libero" del
04-12-2007)
Attualità
04-12-2007 Gli strani sussulti della magistratura Da mesi si parla di casta e
di costi della politica. Si fanno elenchi di auto
blu, consulenti inutili, viaggi aerei a go-go di tanti uomini politici. Le
accuse sono tante ma la magistratura tace. Forse perché costi e casta sono
eticamente condannabili ma penalmente non vi è alcuna rilevanza. Ma ecco che il sindaco di Milano viene indagato per delle
consulenze che sarebbero addirittura d'oro e all'ex comandante della guardia
di finanza vengono contestati troppi viaggi aerei a spese del contribuente.
Nel marasma della casta e dei costi solo i suddetti due casi destano
curiosità nei magistrati. E le cinquecentomila auto blu? Tutto
normale? Nicola Parodi e.mail Salvo per uso personale è vietato
qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Libero" del
04-12-2007)
Attualità
04-12-2007 Coscienza o ignoranza? Spunta un bonus presenza per i dipendenti pubblici. Non potendo contrastare in maniera
efficace il fenomeno dell'assenteismo si introduce il gettone di presenza, un'innovazione che trasforma tutti i dipendenti della
pubblica amministrazione, in un qualcosa di molto simile a onorevoli e
senatori, sebbene con emolumenti inferiori, per fortuna. Problema di
coscienza o di ignoranza? Se fosse un problema di coscienza ci sarebbe ben
poco da fare, per sentirsi in colpa e per rendersi conto che con
l'assenteismo si ruba i soldi al prossimo occorre avere una coscienza e
questo dono non tutti lo hanno. Se invece si ha a che fare con l'ignoranza ci
vorrebbe qualcuno che spiegasse agli assenteisti che lo stipendio che
ricevono viene pagato dalle tasse di chi lavora, di lavoratori autonomi e liberi
professionisti che non sanno neanche cosa sia la mutua e le ferie pagate. Dei
quali si parla solo abbinandoli all'evasione fiscale, lanciando accuse che
non stanno in piedi neanche con le stampelle. Marco Tolengo Passerano
Marmorito (Asti) Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Sole 24 Ore
Online, Il" del 04-12-2007)
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DEL 29 NOVEMBRE Cdm: via libera al nuovo codice dei farmaci DEL 23 NOVEMBRE
Tempi rapidi nel rilascio delle autorizzazioni ambientali Necessario un nulla
osta per detenere un'arma Sì a un piano d'azione contro la violenza sulle
donne Nuovo collegato alla manovra, per la liberalizzazione del trasporto
pubblico locale DEL 16 NOVEMBRE Cdm: sì al ddl per la qualità
del servizio sanitario nazionale Approvato il ddl
sulla non autosufficienza Ddl con aiuti per le prime abitazioni DEL 9
NOVEMBRE Via libera del Consiglio dei ministri al ddl per la trasparenza
nella P.a. Sì al recepimento della direttiva europea sulle Opa
Verifica tecnica sul recepimento della direttiva sul diritto d'asilo DEL 30
OTTOBRE Via libera al pacchetto sicurezza DEL 23 OTTOBRE Rinviato il
pacchetto sicurezza con il giro di vite su criminalità e mafia Via
libera alla proroga degli sfratti L'ostetrica potrà prescrivere esami
diagnostici DEL 12 OTTOBRE Cdm: sì con modifiche al protocollo welfare,
ma per Confindustria va riaperto il confronto Sì al disegno di legge
sui lobbisti Il 23 ottobre il sì al pacchetto sicurezza DEL 21
SETTEMBRE Il Cdm dichiara grande evento la presidenza italiana del vertice G8
Nella manovra 2008 anche un dl fiscale e 2 collegati DEL 13 SETTEMBRE Si al
recepimento della direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto Sì al
decreto correttivo del Codice su impatto ambientale e rifiuti Chiti: "In
Finanziaria tagli alla spesa, nessun aumento delle tasse e aiuti alle
famiglie povere" DEL 7 SETTEMBRE Via libera al correttivo della riforma
del diritto fallimentare Sì alla delega per l'istituzione di un Sistema integrato di contabilità ambientale Tutti i
provvedimenti del Cdm avranno il "bollino comunitario" DEL 5
SETTEMBRE Giro di vite per i prof inadempienti. Torna l'ammissione all'esame
di terza media DEL 30 AGOSTO Via libera alla direttiva Mifid sui mercati
finanziari: i documenti Salta il decreto legge sulla scuola Sì al
contratto dei ministeriali DEL 3 AGOSTO Auto: multe più severe per
eccesso di velocità, alcol e uso di droga Federalismo fiscale:
sì definitivo del Governo al ddl Varato un decreto legge
sull'ammortamento degli immobili strumentali Primo sì al disegno di
legge di riforma dell'editoria DEL 27 LUGLIO Ferrero: "Un terzo della
maggioranza chiede di modificare l'accordo su welfare e lavoro"
Proclamato lo stato di emergenza per il Sud devastato dalle fiamme Via
all'obbligo per gli atenei di tener conto del voto di maturità nelle
facoltà a numero chiuso Amato: "La nuova disciplina sull'asilo
non aumenterà i rifugiati" Codice degli appalti: via libera al
secondo correttivo Dalle correzioni al codice dell'ambiente all'Rc auto, le
altre novità approvate dal Cdm DOCUMENTI / I provvedimenti approvati
dal Cdm del 27 luglio DEL 20 LUGLIO Pensioni, dal Cdm sì all'accordo
all'unanimità. Riserve di Bonino e Ferrero Censura sui film addio.
Nuove regole per i minori anche sui videogiochi DEL 13 LUGLIO Costi politica, approvato il ddl
Sì al decreto Turco sui farmaci Ok al regolamento sul codice degli appalti
DEL 6 LUGLIO Arriva il difensore dei piccoli risparmiatori. Sì a un
fondo per le vittime dei crack Primo sì del Governo alla direttiva sui mercati finanziari Rinviato il varo del ddl sui
costi della politica Varato un pacchetto di agevolazioni per il credito al consumo
Ok alle norme sul voto dei valdostani all'estero DEL 28 GIUGNO Approvazione
del DPEF Sì al decreto legge sull'extragettito Semaforo verde
all'assunzione di 3.800 dirigenti scolastici Via libera al ddl delega sul
federalismo fiscale Immigrazione: primo sì alle modifiche della
Bossi-Fini DEL 25 GIUGNO Il Cdm esamina il ddl delega sul federalismo fiscale
Manganelli è il nuovo capo della Polizia DEL 15 GIUGNO Sì al
decreto legge per accompagnare la liberalizzazione del mercato elettrico
Sì al decreto sulla riforma del diritto fallimentare Il Cdm impugna un
articolo della Finanziaria pugliese DEL 5 GIUGNO Sì al decreto
presidenziale sui depositi dormienti Sì a un decreto per contrastare
l'uso del sistema finanziario per scopi terroristici DEL 1° GIUGNO Visco
rimette la delega sulla Gdf. D'Arrigo nuovo capo delle Fiamme Gialle DEL 23
MAGGIO Cuneo fiscale: sì al decreto legge che cancella il vincolo di
autorizzazione Ue Obbligatorio dal 2010 il processo civile telematico
Rafforzato il sistema sanzionatorio per chi attenta al patrimonio culturale
del Paese DEL 17 MAGGIO Via al nuovo regolamento per le adozioni
internazionali Semaforo verde al disegno di riforma della Rai: l'azionista
sarà una fondazione Sanzioni più severe per gli sciatori
indisciplinati con il ddl sugli incidenti in montagna DELL'11 MAGGIO Nuove
regole per la sicurezza delle cure e per il lavoro dei medici ospedalieri Un
decreto legge per battere l'emergenza rifiuti in Campania Il Governo vuole
ridurre del 30% i costi della politica DEL 4 MAGGIO
Dichiarato lo stato d'emergenza per la siccità nel Centro-Nord Il
Governo: "Prive di fondamento le indiscrezioni sulle pensioni" DEL
24 APRILE Nuove regole per gli immigrati. Sì alla riforma della
Bossi-Fini. Varato il ddl delega Pene più severe per i reati
ambientali: ok al ddl delega Sì a un disegno sui lavoratori utili e
alla Carta per le lingue regionali e minoritarie DEL 13 APRILE Sicurezza sul
lavoro, in arrivo il nuovo testo unico L'agricoltura biologica trova
distretti produttivi, più trasparenza e controlli di certificazione
Fabrizio Carotti alla guida del fisco italiano DEL 5 APRILE Dal Governo via
libera alla riforma del processo penale Un'Agenzia darà le pagelle ad
atenei e centri di ricerca Sì alla riforma della cooperazione con i
Paesi in via di sviluppo DEL 30 MARZO Sì ai rimborsi dell'Iva auto per
5,7 miliardi l'anno fino al 2009 Slittano ad aprile 2008 i termini della
delega sull'autotrasporto DEL 16 MARZO Inasprite le sanzioni per neopatentati
e guida in stato di ebbrezza Processi civili: sentenza in cinque anni al
massimo Padoa-Schioppa: "L'Italia è uscita dall'emergenza, ma i
vincoli vanno rispettati" Par condicio fra figli legittimi e naturali
Via al Codice delle autonomie: ora tocca al Parlamento DEL 7 MARZO Sì
alla riforma dell'ordinamento giudiziario In arrivo la revisione della
patente a punti. Previsti controlli più severi Bertolaso confermato
commissario per l'emergenza rifiuti in Campania DEL 21 FEBBRAIO Prodi si
è dimesso DEL 16 FEBBRAIO Dal Consiglio dei ministri delega al Governo
per la riforma della sicurezza sul lavoro Varato il libro bianco per
"guadagnare salute" Proroga al 30 aprile per l'installazione dei
retroriflettenti su Tir e rimorchi DEL 7 FEBBRAIO Il Consiglio dei ministri
approva il decreto anti violenza negli stadi Dal Consiglio dei ministri un
salvagente per le municipalizzate Sanità, nuove regole per le nomine
Immigrazione, ingresso in Italia con meno formalità Interessi e
royalties in linea con la Ue DEL 2 FEBBRAIO Energia, trasporti e tlc: via al
riordino delle Authority per la tutela dei consumatori Le Regioni potranno
decidere se far pagare o no i ticket su analisi e visite specialistiche DEL
25 GENNAIO Il Cdm approva il Disegno di legge sulla Shoah DEL 19 GENNAIO
Varate le nuove norme sul distacco dei comuni DEL 12 GENNAIO Vertice di
Caserta: cento miliardi di euro per il Sud No a espulsioni verso Paesi con la
pena di morte.
( da "Corriere Adriatico" del
04-12-2007)
Ancona - A
pesare sui conti del 2008 sono soprattutto le maggiori spese. I costi fisse
che riguardano - sottolinea Roberto Stecconi, assessore al bilancio - il
personale, le bollette, l'office per le mense e le derrate alimentari, che
subiscono gli stessi aumenti che pesano anche sui bilanci familiari. E poi
c'è la partita dei minori a carico del Comune con cui fare i conti,
una variabile in costante ascesa. Ma ci sono anche le minori entrate. Negli
ultimi anni c'è stato un forte recupero dell'evasione sulle tasse
comunali, ma il capitolo offre sempre minori spunti. Inoltre, c'è
anche un articolo della Finanziaria con cui fare i conti, emerso già
sabato al confronto tra Sturani e i parlamentari marchigiani. Il capitolo riguarda il ripristino dei gettoni di presenza per i consiglieri comunali, che invece ora hanno
un'indennità lorda di 700 euro mensili: si profila in partenza l'incertezza
della spesa per il Consiglio e soprattutto per le commissioni. Mentre
verrà rinviata all'anno prossimo l'operazione di estinzione dei mutui
attraverso la vendita degli immobili, in stand by per questioni
burocratiche. In compenso, ieri i sindacati si sono detti soddisfatti per la
stabilizzazione dei precari comunali. Ora l'attenzione si sposta su
Conerobus. "Ci sono 50, 60 precari in azienda - dice Mastrovincenzo,
segretario della Cisl -. Bisogna stringere con le assunzioni".
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 04-12-2007)
Patto tra
Comune e Piano di Zona una casa per disabili senza famiglia Battipaglia -
"Prevedere i fondi necessari alla realizzazione di una struttura
residenziale per i disabili". Il progetto nasce nell'ultima riunione del
Piano di Zona S5 che si impegna a concretizzare la proposta per aiutare le
famiglie dei disabili. Un progetto, che, una volta realizzato, sarebbe il
primo del genere in Campania. Lo scopo è di cercare di assicurare
continuità al sostegno ai disabili anche dopo la morte dei propri
cari. "Un pensiero che angoscia i genitori di persone disabili a cui l'amministrazione
comunale ha provato a dare una risposta - dicono a palazzo di città -
Un programma che è già in funzione a Bologna e a Roma e che,
quando sarà realizzato, sarà il primo in regione Campania.
Cercheremo di soddisfare le esigenze non solo relative a Battipaglia ma ad un
largo comprensorio". Il progetto "Dopo di noi" non prevede
solo una sistemazione dei disabili in una residenza protetta quando verranno
a mancare coloro che quotidianamente li assistono, ma punta anche, per quanto
possibile, a inserire il disabile nel mondo del lavoro e a fornire servizi di
segretariato sociale. "Il fatto che il progetto "Dopo di noi"
sia stato inserito nel Piano di Zona ci conforta sulla sua bontà -
dichiara il sindaco Barlotti - Siamo certi che così saremo in grado di
lenire in parte i problemi a cui fanno fronte tanti genitori. Ora non ci
resta che impegnarci perché si concretizzi al più presto. D'altronde
un sostegno alle famiglie dei disabili era tra le priorità del mio
programma elettorale. Ecco perché ho voluto presentarlo alla riunione del
Piano di Zona". Bisognerà ora stabilire un percorso per
raggiungere gli obiettivi prefissi. Tra le ipotesi in cantiere, la
costituzione di una fondazione ad hoc che curi l'intera iniziativa, dalla
costruzione della residenza protetta, alla sua gestione. Un esempio potrebbe
arrivare da quanto hanno fatto nelle due città dove il progetto
è già attivo. Una fondazione, che ha avuto anche l'approvazione
del consiglio comunale, con il coinvolgimento di istituti di credito ed altri
sponsor privati per sostenere i costi dell'iniziativa, sperando che si imiti
anche un'altra peculiarità dell'iniziativa, per
cui i componenti del consiglio di amministrazione della fondazione non
percepiscono nessun gettone di presenza.
Così il nuovo organismo non entrerebbe nel calderone degli enti,
consorzi, istituzioni, aziende partecipate dal comune, con gli esponenti
politici a fare la fila per entrare nei relativi organi collegiali in nome
della "visibilità". r.t.
( da "Mattino, Il
(Salerno)" del 04-12-2007)
I COSTI DELLA POLITICA Iuliano: "Non possiamo tenere in vita spa
inutili" I mugugni del palazzo: "Iniziative non concordate".
( da "Panorama" del
04-12-2007)
Fra Giustizia
e antipolitica L'EUROPEO fra Giustizia e antipolitica SERGIO ROMANO Jacques Chirac esce dall'Eliseo,
sede della presidenza della Repubblica francese, per entrare in un ufficio
del palazzo di giustizia dove un magistrato inquirente gli chiede conto di
certe assunzioni fatte negli anni in cui era sindaco di Parigi. Tony Blair
è stato interrogato dalla polizia britannica, come testimone,
nell'ambito di una indagine sui finanziamenti del Partito laburista.
Dominique de Villepin, primo ministro all'epoca della presidenza Chirac,
è coinvolto nell'affaire Clearstream, una banca lussemburghese in cui
alcuni ministri avrebbero depositato le tangenti riscosse per la vendita a
Taiwan di un certo numero di fregate costruite nei cantieri francesi. Non
è sospettato di corruzione, ma di avere
promosso indagini che avrebbero dovuto ingiustamente screditare alcuni dei
suoi colleghi, fra cui, forse, lo stesso Nicolas Sarkozy. Il primo ministro
irlandese Bertie Ahern è accusato di avere ricevuto somme importanti
per le sue campagne elettorali da un promotore immobiliare. In Israele, nel
frattempo, il procuratore generale ha ordinato alla polizia di avviare
quattro indagini separate su casi di corruzione che
coinvolgerebbero Ehud Olmert, primo ministro da quando Ariel Sharon, colpito
da un ictus, cadde in un coma profondo (anche Sharon, quando governava il
paese, era sospettato di avere favorito i progetti di un finanziere americano
e di averne tratto vantaggio per sé e per il figlio). Il presidente della
commissione Difesa e affari esteri del parlamento israeliano, Tzahi Hanegbi,
ha ricevuto una sorta di avviso di garanzia in cui si prefigurano i reati di
truffa, corruzione e spergiuro. E tralascio i casi
boccacceschi, fra cui quello del presidente della Repubblica Moshe Katsav,
costretto a dimettersi per molestie sessuali, e quello del ministro della
Giustizia Haim Ramon, dimissionario per avere rudemente baciato, contro la
sua volontà, una soldatessa diciottenne. Gli interessati,
naturalmente, negano ogni responsabilità e dichiarano di avere fiducia
nella giustizia. Ma Chirac si è difeso pubblicamente. Accusato di
avere firmato contratti fittizi con cui il comune di Parigi assumeva persone
che erano in realtà collaboratori del suo partito (quanti uomini
politici italiani dovrebbero rispondere della stessa accusa?), ha sostenuto
che si trattava di esperti a cui ritenne utile ricorrere per affrontare i
problemi di una delle maggiori città del mondo. Ma ha aggiunto un
argomento che riecheggia quello usato da Bettino Craxi in un discorso alla
Camera qualche settimana prima della sua fuga in Tunisia. Parlo, ha detto,
anche per chiarire ai francesi la questione del finanziamento della vita politica, una questione "divenuta col tempo sempre
più incomprensibile, soprattutto per i più giovani fra i nostri
concittadini". La frase, un po' troppo enigmatica, nasconde due fenomeni
moderni che hanno coinvolto anche l'Italia. Il primo
è il costo della politica e in particolare delle
campagne elettorali, enormemente cresciuto nel corso degli ultimi vent'anni.
Gli Stati Uniti sono riusciti a rendere i finanziamenti abbastanza
trasparenti. Ma nessun finanziamento è gratuito. Quale sarà il
grado d'indipendenza di un presidente che avrà contratto un debito di
riconoscenza, per entrare alla Casa Bianca, con un gran numero di
padrini? Il secondo fenomeno è il ruolo della giustizia. In quasi
tutte le maggiori democrazie europee i magistrati si considerano pubblici
custodi della morale nazionale e sono entrati in rotta di collisione con gli
esponenti del legislativo e dell'esecutivo. Il paese in cui il contrasto
è più forte non è l'Italia ma Israele, dove il ministro
della Giustizia, Daniel Friedmann, vuole "raddrizzare"
drasticamente il rapporto fra i poteri a favore del legislativo e ha presentato
al parlamento un disegno di legge in questa direzione. Suppongo che i lettori
di Panorama proveranno, leggendo queste righe, un sentimento di déjà
vu.
( da "Panorama" del
04-12-2007)
Italiani al
mit i nostri scienziati d'America italiani al mit i nostri scienziati
d'America GIANNA MILANO FOTOGRAFIE DI MARK PETERSON FUORI CONFINE Hanno
scelto di fare ricerca al Massachusetts institute of technology. Dove le opportunità
di spingersi verso il futuro sono tante. E lasciando alle spalle un Paese che
fa poco per trattenere talenti e cervelli. "Good morning",
"How are you?"... Come ogni mattina il poliziotto ferma le auto
lungo Binney street, East Cambridge, e augura buongiorno a chi attraversa
sulle strisce pedonali. E saluta Paola Rebusco. Tenendo al guinzaglio
Balù, il suo cane pastore, Paola cammina di buon passo verso il Kavli
institute for astrophysics and space research del Mit (Massachusetts
institute of technology), a pochi minuti di distanza. Sembra una scena del
film Truman Show di Peter Weir, in cui Jim Carrey vive sul set di un film, ma
non lo sa. Qui però non c'è nulla di virtuale. Paola, 26 anni,
laureata in fisica teorica a Trieste, è arrivata negli Usa da Monaco,
in uno dei campus più prestigiosi al mondo, per una fellowship di
postdoc dal nome molto italiano, la Pappalardo Fellowship. Tre anni di
studio, tutto finanziato da un imprenditore di origine siciliana, che si
laureò nel 1964 al Mit e negli anni 70 si buttò in affari,
creando una delle prime società di software, la Meditech: oggi ha 3
mila dipendenti, esporta in Canada, Gran Bretagna e Australia e dà al
Mit 4 milioni di dollari l'anno. "L'essermi laureato qui mi aprì
ogni porta. Sento di doverglielo" dice Antonino, detto Neil, Pappalardo,
che ha finanziato i nuovi laboratori per le nanotecnologie, un gioiello di
modernità. È benvoluto da tutti Neil, ma esigente quando si
tratta di selezionare i candidati alla fellowship che porta il suo nome.
"Nel luglio 2006 mandai curriculum e pubblicazioni. Poi venni per il
colloquio: un comitato di dieci professori in vari campi della fisica, fra
cui due Nobel. Con gessi e lavagna, parlai (in inglese) di oscillazioni quasi
periodiche nelle vicinanze dei buchi neri. Ero tesa ed emozionata"
ricorda Paola. Quando seppe di essere stata scelta, le mancarono le gambe.
Oggi lavora a due progetti di ricerca, uno è sugli agglomerati di
galassie e ogni giorno Balù va con lei in ufficio: sull'uscio parole
chiave per farsi capire: "fermo", "seduto",
"bravo". È la mascotte del dipartimento. "Questo
è un posto fantastico dove puoi confrontarti con le idee di
ricercatori di primo livello e prendere in esame approcci diversi, ipotesi
anche contrapposte alle tue" racconta Paola, che ha già preso
contatti con Bruno Coppi, dal 1968 "full professor" al Mit. Aveva
33 anni e veniva da Princeton: uno dei più giovani a ottenere questo
incarico. Dirige il Dipartimento di fisica dei plasmi ed è tra i pionieri
della ricerca sulla fusione nucleare. Con Tomaso Poggio, Emilio Bizzi,
Annamaria Torriani, fa parte della schiera di coloro che tra gli anni 50 e 60
scelsero di varcare l'Atlantico per fare ricerca negli Usa, dopo giganti come
Bruno Rossi, Gian Carlo Rota, Salvador Luria e il Nobel per l'economia Franco
Modigliani. Un flusso che non si è mai interrotto. Sono circa 10 mila,
secondo l'ambasciata di Washing ton, gli italiani che si occupano di ricerca
e sviluppo in università o in laboratori americani. Secondo dati di
Mit-Italy, programma lanciato nel 2002 per favorire gli scambi e offrire
opportunità di ricerca e lavoro a studenti e docenti, quest'anno gli
"scholars" dall'Italia al Mit sono 83, su un totale di 1.618
stranieri e di 78 paesi. Le statistiche dell'International student office
(Iso) al Mit ci vedono in Europa al secondo posto, dopo la Germania e prima
della Gran Bretagna. Nella graduatoria mondiale, invece, Cina, Giappone,
Corea del Sud sono i primi tre. E noi settimi. I
dipartimenti più gettonati sono quelli scientifici. "Una ventina
i professori, nelle varie fasi previste dal "tenure track", il
percorso accademico che parte con la qualifica di assistente, poi di
associato e infine di full professor. Tra i visiting scholars c'è chi
fa un'esperienza di postdottorato, ma ci sono anche i visiting scientist.
Una variegata presenza che vorremmo diventasse
più assidua e a doppio senso, dall'Italia a qui e viceversa" si
augura Serenella Sferza, impegnata in Mit-Italy, che fa parte del Misti (Mit
International science and technology initiatives). Oltre all'Italia, sette i
paesi che partecipano al Misti: Cina, India, Giappone, Messico, Francia,
Germania e Spagna. L'obiettivo? "Rendere fitta, in un mondo globale, la
rete di scambi e incentivare le imprese ad accogliere studenti e stagisti.
L'Italia, a differenza di altri paesi, non ha una fonte di finanziamento
governativa istituzionale o imprese che sponsorizzino il programma"
precisa Sferza. Dalle storie raccolte al Mit da italiani che hanno scelto
alla fine di restare emerge uno spaccato vibrante di aspettative, delusioni,
nostalgia. Ma anche di determinazione, desiderio di emergere, raggiungere
obiettivi e realizzare sogni. "Gli italiani che vengono qui? Non
è detto che siano i più bravi in assoluto. Sono più
avventurosi. Certo la competizione qui è forte, ma chi sponsorizza la
tua ricerca non la condiziona. Ti si dà fiducia e ti si giudica per
quello che fai. E alla mia età è un grande privilegio"
commenta Matteo Salvetti, 31 anni, laureato in ingegneria meccanica al
Politecnico di Torino e al Mit per un phd, ossia un dottorato, sui materiali
superconduttori per migliorarne le prestazioni. "Le università
italiane non sono da meno, qui le cose cambiano dopo. Hai più
contatti, più possibilità di farcela" aggiunge Gabriella
Sciolla, 40 anni, originaria di Mondovì, arrivata come Pappalardo
fellow. "Tappa obbligata Boston: nel raggio di 5 miglia ci sono cinque
università con gruppi di ricerca attivi nella fisica delle particelle.
Una manna". Una città, Boston, e un paese, gli Usa, che offrono
grandi opportunità. "È una società più
organizzata, in cui l'affidabilità richiesta sul lavoro presuppone
un'onestà professionale e una trasparenza che da noi sono merce
rara" compara Francesca Bombarda, al Mit dal 1993 come visiting
scientist, che si occupa delle diagnostiche per l'Ignitor, macchina di
dimensioni compatte che potrebbe raggiungere l'ignizione per la fusione
nucleare, progettata da Coppi e finanziata dal governo italiano tramite l'Enea.
"Ogni 3 anni ti viene chiesto un resoconto di ciò che hai
prodotto: senza risultati, niente finanziamenti. Le richieste sono vagliate
da colleghi che gareggiano con te per gli stessi fondi, persone con
competenza scientifica. Purtroppo non è così in Italia"
lamenta Bombarda. Il sistema americano, meritocratico, torna a tutti gli
effetti più facile. "Meno difficoltà burocratiche, baronie
o clientelismi" sottolinea Daniele Veneziano, che è qui dal 1971
ed è professore di ingegneria civile. In Usa il sistema di
accreditamento premia la qualità. "Le lettere di raccomandazione?
Non è come in Italia, sono lettere di persone accreditate che
garantiscono per te. Non spintarelle" puntualizza Luca Daniel, 37 anni,
dottorato all'Università di Padova e professore associato in
ingegneria elettrica e scienze informatiche. Per altri degli scienziati
incontrati essere al Mit o altrove, all'estero, più che una scelta
forzata è un percorso naturale. "Allontanarmi da tutto e tutti
era un'esigenza forte, mi sarei sentito impastoiato dal passato, tipo
"non correre altrimenti rompi i vasi Ming!". La mia
creatività è stata incentivata. In Italia non avrei mai potuto
occuparmi di criptografia nei termini con cui lo faccio qui" confessa
Silvio Micali, professore di ingegneria elettrica e scienze informatiche.
"Ti incoraggiano a fare cose nuove. È vero, il sistema
universitario è competitivo, ma è un vantaggio, le cose
marciano. È tutto più agile, meno barocco. In Italia, se chiedi
due docenti di informatica, il ministero bandisce il concorso e ce ne vuole
per ottenere ciò che chiedi". L'ambiente universitario a tutti
gli effetti è più stimolante. "Qui, come nella Silicon
Valley, l'innovazione scientifica ha una fusione, direi un'osmosi, con l'industria"
sottolinea Andrea Adamo, 32 anni, laurea in ingegneria civile
all'Università di Palermo e al quarto anno di postdoc. "Si
semina, si raccoglie e magari, dopo qualche anno, nasce una nuova azienda.
C'è interazione tra università e mondo imprenditoriale: io
faccio simulazione numerica applicata ai circuiti integrati e i miei
finanziatori sono le ditte che producono circuiti integrati, Ibm e Intel.
Sono loro che mi permettono di dare gli stipendi ai miei studenti" dice
Daniel. Per Adamo tutto nasce da un soggiorno di fulbright al Mit. "Fui
catturato dalla possibilità di accedere al nuovo, al futuro"
racconta. "Feci colloqui con vari prof sulla meccanica dei fluidi in
microscala. L'idea? Mettere a punto microchip, laboratori miniaturizzati, per
analizzare le funzioni biologiche, chimiche e genetiche. Se funzionasse
magari troverei una biotech per sviluppare la mia idea. E potrei fare
l'imprenditore". Meglio non parlare di fuga di cervelli, secondo
Francesco Stellacci, 34 anni, Politecnico di Milano, che si occupa di scienza
dei materiali, da quest'anno professore associato al Mit: "Mi sento
piuttosto cacciato dall'Italia". Tornare? "Il bilancio
dell'operazione rientro degli scienziati, incentivato da una legge del 2001
voluta dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti, è stato
magro" si rammarica Riccardo Lattanzi, 31 anni, alla fine del dottorato
in ingegneria e fisica medica alla divisione in health sciences and
technology di Harvard e Mit, e presidente dell'associazione Mitaly, nata nel
2001, che promuove la cultura italiana al Mit. L'obiettivo era far tornare i
ricercatori andati a lavorare all'estero, ne sono rientrati 466, spinti
dall'idea che nelle università italiane il vento fosse cambiato. Ma il
riscontro di realtà è stato non conforme alle attese. "Altro
che fine di nepotismo, raccomandazioni, baronie, trasparenza e riconoscimento
dei meriti maturati all'estero. Dopo 6 anni e 52 milioni di euro spesi, la
conclusione è che, secondo dati del ministero dell'Università,
solo 45 su 466 sono diventati professori associati" aggiunge Lattanzi.
Gli altri? Un centinaio hanno rifatto le valigie e dei rimanenti non si sa.
Ciò che si sperava non è accaduto. Tornare? Chi ci ha provato
spesso è rimasto deluso. "Col passare degli anni il mio desiderio
si è affievolito. E quando cercai di tornare, trovai l'ostilità
degli anziani che si sentivano minacciati" ricorda Veneziano. Non
è il solo ad aver avuto esperienze negative. "Nel '98 cercai di
rientrare, c'erano 92 posti per professore associato, non fui convocata
neanche per l'orale. Feci l'application per la tenure track a Stanford e
Princeton, dov'ero stata dopo il mio dottorato all'Università di
Chicago. Scelsi Stanford, dove incontrai mio marito, professore di
matematica, e dal 2002 sono qui. Tornare? Non ne valeva la pena. Ora lo so"
dice Gigliola Staffilani, 41 anni, originaria di Teramo, laurea in matematica
all'Università di Bologna. La domanda "tornare in Italia?"
ha risposte disparate. C'è la consapevolezza del valore della
formazione universitaria in Italia, ma anche una grande frustrazione rispetto
alle possibilità per la ricerca che il Paese offre. "Non ho mai
pensato di tornare. Già a Genova, dove mi sono laureato in fisica
teorica, pensavo che se avessi fatto lo scienziato sarei andato all'estero.
Lascerei il Mit solo per il Max Planck, dove ho trascorso 10 anni. Mi hanno
chiesto due volte di tornarci, ma per ragioni complesse, sebbene qui debba
conquistare i grant e insegnare, dissi no" racconta Tomaso Poggio, la
cui ricerca ha per filo conduttore il sistema visivo. Obiettivo? Costruire
macchine intelligenti che apprendano dall'esperienza e imparino a riconoscere
oggetti. "Tornerò in Italia quando i miei figli andranno
all'università. Dopo vent'anni mi rendo conto che è difficile.
Non è che la vita dal punto di vista sociale qui sia migliore, basti
pensare al sistema sanitario, ma hai più opportunità, quello
sì, più risorse" dice Simona Socrate, 47 anni, assistant
professor in scienza dei materiali, specificamente di biomateriali: una
scienza a metà strada tra biologia e ingegneria. A Paola Cappellaro,
31 anni, dottorato al Mit e ora al secondo anno di postdoc a Harvard,
l'eventualità di tornare "non passa proprio per la testa. Conosco
il sistema americano ed è più facile qui. La comunità
europea si sta muovendo, ma non credo ci siano per ora posti e soldi".
Rincara Sciolla: "Non tornerei mai in Italia, mi starebbe stretta. Il
Mit mi ha aperto tante porte e io sono impaziente. Anch'io non mi vivo come
cervello in fuga. Volevo esplorare nuovi orizzonti e l'ho fatto. Mi sento
cittadina del mondo". Alcuni distinguono fra università e
università, e tra Italia ed Europa. "La simulazione quantistica
dei materiali con sviluppo di programmi al calcolatore è nata a
Trieste, che resta uno dei centri mondiali per la mia disciplina. Le persone
che si formano lì sono ormai in tutto il mondo ed è singolare
che debbano andarsene, come feci io nel 1993, dopo essermi laureato alla
Sissa. Quello sarebbe l'unico posto dove potrei pensare di tornare. Mi
frenano la diffusa mancanza di trasparenza in Italia e lo scarso livello
etico e civico" lamenta Nicola Marzari, 40 anni, al Mit dal 2001,
professore associato al Dipartimento di scienza dei materiali. La scelta per
molti non è tanto fra Italia e Usa, ma fra America ed Europa e fra
paese e paese. "La Gran Bretagna offre più chance, la Spagna
è molto più agile di noi. L'Accademia per le scienze spagnola
ha fatto partire programmi di tenure track e iniziato una campagna acquisti,
reclutando in base alla qualità. Io sono a un bivio, ho buone
possibilità di tornare e la cosa non mi dispiace" confida Davide
Zoccolan, 35 anni, laurea in fisica a Torino e dottorato in biofisica alla
Sissa di Trieste, al Mit da oltre 4 anni. Per Carlo Ratti, uscito dal Media
Lab, che ha creato al Mit il Senseable laboratory per ripensare l'architettura
delle città, "sposando calcestruzzo e silicio, atomi e bit",
aver lasciare l'Italia non è una strada senza ritorno: "Si
possono costruire ponti con il proprio paese e con altri". Il suo
laboratorio, attraverso un consorzio in cui mettono soldi quanti finanziano
la loro ricerca, ha partner in ogni città del mondo e progetti con
Firenze, Saragozza, Amsterdam, Copenaghen. La stessa cosa vale per Federico
Casalegno, al Mit da 7 anni, direttore del Mobile experience lab e direttore
associato al Design lab, il cui gruppo pluridisciplinare di ricercatori
(messicano, cileno, tedesco, turco, pachistano, indiano due americani e un
italiano) riprogetta in modo creativo le connessioni tra persone,
informazioni e luoghi: "Un modo per reimmaginare le tecnologie intorno
all'uomo e non viceversa" dice. Anche per lui il flusso di idee e
progetti non conosce confini e le diramazioni vanno da una sponda all'altra
dell'Atlantico. Per promuovere scambi e programmi di dottorato tra le
università che vi aderiscono, nel 2004 è nato il Consorzio
Italia-Mit, la quota associativa è di 5 mila dollari ogni 3 anni. E
nel 2005 è stata la volta del Progetto Rocca, per favorire la
circolazione di cervelli tra il Politecnico di Milano e il Mit. Poche settimane
fa gli stessi scienziati hanno dato vita all'Issnaf (Italian scientists and
Scholars of North American Foundation). Una fondazione non-profit che vuole
creare un ponte, oltre che una rete, di ricercatori, accademici, e
professionisti italiani tra il Nord America e l'Italia: 35 i padri fondatori,
fra cui Emilio Bizzi, Tomaso Poggio, Bruno Coppi e tre Nobel (Renato
Dulbecco, Louis Ignarro, Riccardo Giacconi). Scopo: favorire i non
bamboccioni che scelgono l'estero. "E dare un appoggio ai ricercatori
italiani che vogliono fare un'esperienza oltreoceano e produrre uno scambio
bidirezionale fra Italia e Usa con borse di studio per studenti e giovani
ricercatori" riassume Lattanzi. Ma anche, nell'idea di Coppi, un fronte
di difesa per i nostri scienziati in Usa contro le pastoie del sottogoverno
italiano che non alimenta la collaborazione e frena i progetti. L'Issnaf
potrebbe inoltre diventare un punto di riferimento utile per le
università e le aziende per pescare in un bacino fertile di
competenze. I bandi per l'assegnazione delle prime borse di studio saranno
pubblicati sul sito dell'Issnaf e i candidati scelti da un comitato
scientifico in base ai meriti. Chissà se Paola Rebusco finito il suo
postdoc al Mit sceglierà di restare. Difficile rispondere ora. Molte
le variabili. Compresa la vita affettiva."Potrei andare avanti altri
vent'anni qui" dice Davide Marini, laureato al Politecnico di Milano,
transitato dal mondo della finanza a quello della scienza, ora a cavallo tra
ingegneria e biologia. "Ho ottenuto ciò che volevo: ho visto come
funziona il processo della scoperta scientifica, com'è organizzata
un'università top americana. Ho toccato con mano come funziona il
mercato dei capitali e dell'innovazione tecnologica. Ma all'esplorazione
esterna deve corrisponderne una interna, come nel libro di Santa Teresa
d'Avila, Il castello interiore". Tornerebbe in Italia? "Sì.
Senza rimorsi, ma con la sensazione di aver vissuto qui un'esperienza
unica".
( da "Blogosfere" del
04-12-2007)
Dic 07 4
Forleo, via da Milano: come De Magistris, il gip mette a disagio la
magistratura Pubblicato da Eleonora, Blogosfere Staff alle 09:43 in In
evidenza, Italia Il destino era scritto nelle stelle, che in questo caso
sarebbero le indiscrezioni trapelate a mezzo stampa degli ultimi mesi. Forleo
- De Magistris è il duo che prima ha fatto arrossire la magistratura
italiana, poi ha irritato rispettivamente il Csm e il Ministro Mastella, fino
a giungere a due conclusioni che per un magistrato sono qualcosa di
più di un pugno allo stomaco. Per il gip di Milano Forleo è
stato chiesto il trasferimento, e nelle prossime ore verrà valutata
l'incompatibilità ambientale (dovrà cioè essere
trasferita da Milano) o funzionale (potrà rimanere ma in un altro
ufficio). Per De Magistris invece, è stata chiesta l'avocazione
dell'inchiesta Why not, visto che era direttamente coinvolto il Ministro
della Giustizia. E a poco è valso per il
magistrato calabrese andare con Grillo e
Travaglio al Parlamento europeo per spiegare nei dettagli la questione. Per
la Forleo hanno cominciato a rizzare le antenne quando ha parlato di
"pressioni istituzionali" per le scalate bancarie: via,
dichiarazioni e accertamenti lampo per dimostrare la sua scarsa correttezza e
la falsità delle sue illazioni. Quindi, meglio trasferirli,
hanno minato la credibilità delle istituzioni e creato un clima di
insicurezza e disagio all'interno della magistratura. Raus, a casa. Anche in
Rete rimbalzano le ultime dal Csm. XXI secolo parla di tempi duri per i
magistrati che tentano di fare solo il loro dovere perchè toccare la Casta costa caro, opinione peraltro condivisa da
ninograg1, LavocediMegaride non usa mezze parole e scrive che la Forleo
è stata fatta fuori e Bastsceba diffonde l'appuntamento a Milano Break
the Mafia dove saranno presenti anche De Magistris e la Forleo. In che cosa
dobbiamo sperare adesso?.
( da "RomagnaOggi.it" del
04-12-2007)
Sei in news/Emilia-Romagna,
data 04.12.2007, orario 08:51. IMMIGRAZIONE - Elezioni consulte stranieri,
Corradi (Lega): ''Inutili e costose'' BOLOGNA - Roberto Corradi (consigliere
regionale di lega nord) ha presentato un'interrogazione sulle elezioni del
'Consiglio Provinciale degli stranieri' e delle 'Consulte di Quartiere degli
stranieri', organizzate nel fine settimana appena trascorso dal Comune di
Bologna, insieme agli altri comuni della provincia bolognese. Il consigliere
rileva che, "malgrado l'imponente dispiego di risorse pubbliche (spese
di allestimento dei seggi, rimborsi a favore degli scrutatori, spese per la
pubblicizzazione dell'evento, ecc.) e l'impegno profuso dalle tante
organizzazioni, anche sindacali, che hanno fatto dell'assistenza e dell''indottrinamento'
degli stranieri una professione altamente remunerata con soldi pubblici, la
scarsa affluenza alle urne (solo il 20% degli stranieri si è recato a
votare) ha segnato il fallimento dell'iniziativa". Entrambi gli organi
in questione, fa inoltre presente Corradi, sono privi di effettivo potere e
avranno solo ed esclusivamente funzioni consultive di rappresentanza
politica, anche se, aggiunge, "non mancheranno di assumere un ruolo
molto importante nel condizionare le scelte delle Amministrazioni bolognesi,
già molto inclini ad accondiscendere ad ogni richiesta proveniente
dagli stranieri e molto meno sensibili alle esigenze dei cittadini
bolognesi". L'esponente della lega, pertanto, vuole sapere dalla Giunta
a quanto ammontino le risorse pubbliche spese dagli enti che hanno
organizzato le elezioni per stranieri e se siano previsti compensi e/o gettoni di presenza a favore degli eletti nel Consiglio provinciale e nelle
Consulte di Quartiere degli stranieri. Il consigliere, infatti, chiedendo in
proposito un giudizio dell'esecutivo regionale, ritiene "superflua e
costosa" la creazione da parte di diverse Amministrazioni locali
emiliano-romagnole di 'consulte elettive' degli stranieri, proprio
quando il Parlamento ha deciso, per ridurre i costi della politica, di
limitare il numero dei Consiglieri comunali e l'importo del loro 'gettone di presenza'. "Gli stranieri regolarmente residenti nel
nostro Paese che intendono concorrere alla vita politica, sottolinea Corradi,
possono chiedere la cittadinanza italiana, che, una volta concessa dopo la
verifica dei requisiti, consente loro di poter svolgere l'elettorato attivo e
passivo".
( da "Provincia di
Lecco, La" del 04-12-2007)
Le due
inchieste (una penale l'altra della Corte dei conti) che hanno investito il
Comune di Milano, con gli avvisi di garanzia al sindaco Moratti e ad alcuni
suoi dirigenti per assunzioni e consulenze, hanno fatto emergere una
rilevante questione politica, distrattamente inosservata da oltre un anno. Il
doppio incarico di due degli indagati: il direttore generale di Palazzo
Marino Giampiero Borghini e il capo di Gabinetto del sindaco, Alberto Bonetti
Baroggi. Essi infatti sono anche consiglieri regionali, eletti nel listino
del candidato-presidente, in quota Forza Italia. Dunque nelle medesime ore
diurne della giornata Borghini e Bonetti Baroggi sono pagati dal cittadino
per essere contemporaneamente a Palazzo Marino e in via Fabio Filzi, a
Milano, dove ha sede il Consiglio regionale. Ma in uno dei due posti non
possono esserci. Una premessa, prima di continuare. Con Piero Borghini ho
professionalmente vissuto quotidianamente il suo disperato tentativo nel
92-93 di salvare la Prima Repubblica a Palazzo Marino, quando Bettino Craxi
(travolta la Giunta Pillitteri dall'arresto di Mario Chiesa) lo
candidò alla guida della città. L'uomo politico Borghini
è di alta statura, parla perfettamente diverse lingue (compreso il
russo), ebbe il coraggio quindici anni fa di parlare di riformismo in casa
comunista, e lasciare poltrone e privilegi del Pci-Pds. Chiarito il suo
valore, politico e culturale, non si può non sollevare la questione
politica (ed economica) emersa con le due inchieste della Procura di Milano e
della Corte dei conti. Lo stipendio da direttore generale di Palazzo Marino
ammonta (lordo) a 280mila euro; come consigliere regionale percepisce una
indennità (al netto) di 140mila euro. Il capo di Gabinetto 140mila
euro (lordi) più altrettanti 140mila euro (netti però) come
membro dell'Assemblea regionale. Le somme le può tirare il lettore.
Come si fa a dare torto a chi, come il capogruppo regionale dei Verdi Carlo
Monguzzi, quando ha dichiara? "augurandomi che due persone garbate,
competenti e intelligenti come Borghini e Bonetti Baroggi dimostrino la loro
estraneità ai fatti contestati? penso però che debbano
scegliere tra i due ruoli?". Infatti, fare bene il consigliere regionale
"impegna me e gli altri colleghi almeno dieci ore al giorno, cosa che
non rende possibile un'altra attività, a maggior ragione di grande
impegno come quello di manager del Comune di Milano". Si può
obiettare che anche in altre professioni ci sono doppi incarichi, ma in
talune categorie - vedi medici e giornalisti - è possibile ricoprirli
per ragioni temporali e svolgerli senza nocumento alcuno. Monguzzi
(giovane-vecchio del Pirellone, è lì dal 1990) pone quindi una
questione non solo politica, con la domanda che si fa anche il cittadino-contribuente:
o di qua o di là? Crediamo che la sua argomentazione, rispetto alle
sue posizioni contro le grandi autostrade che la Lombardia finalmente
realizzerà, sia non solo fondata ma condivisa dalla gente. Ignorarla ancora, porterà acqua al mulino
dell'Antipolitica. Beppe Grillo non aspetta altro, di
più: Stella e Rizzo hanno già preso appunti per il loro nuovo libro.
"La Casta" intanto è sempre lì in libreria, anche se
ha già venduto oltre un milione di copie.
( da "Provincia di
Lecco, La" del 04-12-2007)
Mario
Anghileri, primo presidente "Un ente utile: in quindici anni quanti risultati"
Una nuova Provincia, ma solida come una di quelle storiche, dalle radici
profonde. Per Mario Anghileri - primo presidente dell'ente nato nel 1995 con
l'elezione della sua amministrazione di centrosinistra, alla guida Villa
Locatelli per due mandati (nove anni in totale) - la Provincia di Lecco ha
dimostrato subito che se è stata tanto agognata e perseguita un motivo
validissimo c'era: "Nel giro di un paio d'anni superate le prime
scontate difficoltà di organizzare una nuova struttura, ha cominciato
a operare con la naturalezza e l'efficacia di un vecchio ente: ha trovato
immediatamente il proprio ruolo. Grazie anche al personale motivato sul quale
ha potuto contare fin da subito, e al territorio altrettanto motivato che
aveva molte aspettative e che ha fatto in modo, facendo quadrato, che avesse
un'operatività e una ricaduta misurabili in termini di risultato. In
breve siamo stati alla pari di altri enti, anzi oso dire che la nostra
funzionalità forse è stata persino più efficiente".
Ma le Province ultimamente sono state tra gli enti nel mirino per quanto riguarda i costi della politica e da
qualcuno considerati superflui. Che cosa risponde? Che le Province hanno un
senso: sono tutto fuorché inutili. Infatti hanno compiti e funzioni di
livello sovracomunale. Pensiamo alla viabilità provinciale e anche
regionale che sono chiamati a gestire, o all'edilizia scolastica superiore:
la Regione è troppo distante per occuparsene, i comuni guardano
ai loro interessi non a quelli dell'hinterland. Eppure il cittadino ha una
scarsa percezione dell'ente... Sì, nell'immaginario comune la
Provincia è un soggetto poco percepito perché i servizi che dispensa
non toccano direttamente i cittadini. A parte i cacciatori e i pescatori che
toccano con mano quanto l'ente si occupi del territorio e delle normative che
regolano la gestione dell'ambiente. D'altra parte se facciamo sparire la
Provincia, chi si prende in carico i problemi delle scuole che servono la
popolazione scolastica lecchese e la viabilità? Il compito della Provincia
dunque è quello di raccogliere le esigenze del territorio... Certo, ha
un rapporto diretto con i comuni e si fa portavoce dei bisogni che condivide
il territorio. L'esempio più significativo nel nostro caso sono
l'attraversamento e la Lecco-Ballabio che non sono arrivati in fondo a una
lunga e faticosa trafila per grazia ricevuta: è stato determinante
l'impegno della Provincia a gestire gli incontri con i soggetti interessati,
a coordinare gli interventi da mettere in atto, a stimolare e a pungolare.
Quello che adesso si sta facendo per la Lecco- Bergamo e che è stato
fatto per il ponte di Olginate ormai in avanzato stato di costruzione. In
questi quindici anni cos'altro deve il territorio alla Provincia? Mi
accontento di citare il piano territoriale, il piano rifiuti, il piano cave:
strumenti fondamentali di gestione dei un territorio per quanto riguarda
aspetti e problemi di tutta la collettività. Villa Monastero, un
gioiello, era abbandonata e ora è stata recuperata, restaurata e ha
ritrovato un ruolo. Quando si parla di Provincia ci si riferisce al
territorio: ma esiste un forte senso identitario di questo territorio? Se non
c'è la motivazione allo stare insieme non c'è il presupposto
per riconoscere la realtà di una provincia. Lecco ha sempre avuto un
forte senso identitario che si è sviluppato anche in contrapposizione
a Como. Ci sono una tradizione, una cultura e soprattutto delle
peculiarità economiche che connotano la personalità
inconfondibile di un territorio. Come quello di Lecco appunto. Quanto
è costata la Provincia alla collettività? Bisognerebbe sommare
i bilanci di quindici anni, ma ha un senso? Non è che se una cosa
costa tanto rappresenta per forza uno spreco. È un falso problema:
quello che conta è il rapporto costi-benefici. La validità di
un ente si misura sulle sue funzioni e sui risultati. Maura Galli.
( da "Sestopotere.com" del
04-12-2007)
(22:26)
(4/12/2007 18:26) | FERRARA, PRESENTATO IN CONSIGLIO PROVINCIALE IL BILANCIO
2008 (Sesto Potere) - Ravenna - 4 dicembre 2007 - Presentato, in consiglio,
il bilancio di previsione 2008 della Provincia che rispetta gli obiettivi
fissati dal patto di stabilità, migliorando il saldo finanziario di
1milione 616mila euro. Diminuiscono le entrate tributarie. La Provincia
incasserà meno. "L'RC auto ? ha spiegato l'assessore al bilancio
Emanuela Giangrandi - passa dalla previsione iniziale di 18 milioni a 16
milioni 800mila euro: questo avviene a seguito della liberalizzazione e
apertura del mercato assicurativo che ha portato a una stabilizzazione delle
tariffe. Rimane naturalmente inalterata la pressione fiscale sui cittadini. Per
l'imposta provinciale di trascrizione auto si è previsto un gettito
pari a quello del 2007 (9 milioni 300mila euro) mantenendo l'agevolazione
introdotta per gli autoveicoli ecocompatibili e prevedendo un'ulteriore (80%)
riduzione della tariffa per i cittadini disabili. A fronte della riduzione
delle entrate tributarie vi è un aumento delle extratributarie. Grazie
alla verifica straordinaria avviata sui mutui già assunti, abbiamo
recuperato 950mila euro di economie che serviranno per finanziare nuovi
investimenti sul 2008. Inoltre, aumenta l'entrata relativa agli interessi
attivi a seguito del rialzo dei tassi di interesse sulle giacenze di
tesoreria e sulle operazioni di impiego della liquidità che da alcuni
anni la Provincia mette in atto. Il totale delle spese correnti diminuisce, a
esclusione di quelle relative all'ammortamento dei mutui, che passano dai 9
milioni 789 mila di previsione 2007 agli 11 milioni e 68mila euro. E questo,
sia per i nuovi investimenti, effettuati nel corso dell'anno, sia per il rialzo
dei tassi d'interesse che trova in parte compensazione nell'aumento dei tassi
attivi. Rimane sostanzialmente stabile la voce relativa al personale, che
aumenta rispetto alla previsione 2007 passando dai 17 milioni 800mila euro a
18 milioni 464mila euro. Con l'approvazione del piano occupazionale 2007,
infatti, si stabilizzano alcune figure precedentemente in servizio ad altro
titolo. A questo si deve aggiungere l'assunzione, a tempo determinato, degli
ex co.co.co. dei centri per l'impiego. Il finanziamento (1milione 52mila
euro), per l'intero anno, del personale in servizio nei centri per l'impiego
trova la copertura col trasferimento regionale del fondo sociale europeo. Nel
corso del 2007, a seguito dell'accordo raggiunto dall'amministrazione col personale
dirigente - riduzione del numero da 22 a 13 nell'arco di un anno, pari a -
40% della dirigenza - si è avviata un'operazione di risoluzione
consensuale del rapporto di lavoro. Quest'azione che si concluderà a
fine 2008, porterà economie di spesa già dal 2009 ed
entrerà a regime nel 2010. Sarà accompagnata da una
riorganizzazione generale dell'ente tesa alla valorizzazione dei dirigenti
come manager e alla promozione delle risorse interne". Passando alle
spese correnti, Emanuela Giangrandi ha sottolineato che "gli
investimenti ammontano a 43 milioni 861mila euro, di cui
16 milioni 200mila euro a carico dell'ente, e sono concentrati soprattutto
sulla viabilità e la riqualificazione del territorio. Siamo all'inizio
del nuovo settennato (2007/13) dei finanziamenti dell'Unione Europea che
incideranno soprattutto sul piano di sviluppo rurale e sulle politiche per la
formazione". "Da ultimo i costi della politica:
in questo periodo in cui si parla molto di ridurli, questa Provincia è
uno degli enti più virtuosi di tutta la regione. Infatti - ha concluso
Emanuela Giangrandi - nel 2008, il consiglio provinciale costerà
408.591 euro, una cifra in linea con quelle degli anni precedenti".
( da "Stampa, La" del
05-12-2007)
Polemica
Frattura politica dopo mesi di confronto
"L'Osservatorio ci ha traditi torniamo con i No Tav" MAURIZIO
TROPEANO Quattro sindaci su 23, tra di loro quelli di Bussoleno e Condove.
Settanta consiglieri comunali su circa 600 della Bassa Valsusa. E poi il
primo cittadino e i consiglieri di Giaglione. Ecco i numeri degli
amministratori che si sono schierati accanto ai comitati No Tav sconfessando
la linea del confronto portata avanti dalla Conferenza dei sindaci e dal
presidente della Comunità Montana della Bassa Valle, Antonio
Ferrentino. Da loro arriva la richiesta - anche se il sindaco di Chiusa San
Michele sta cercando il modo di tornare sui suoi passi - di abbandonare i
lavori dell'Osservatorio guidato da Mario Virano. Tesi sostenuta da tempo dal
Movimento. E' questa la proposta che porteranno in discussione la prossima
settimana con l'obiettivo di farla condividere agli altri sindaci. Ad oggi,
però, la maggioranza degli amministratori sembra intenzionata a
restare al tavolo tecnico. E' la prima volta che la frattura politica tra i sindaci prende la forma di un documento
politico di contestazione della linea fin qui seguita dalla Conferenza dei
sindaci impersonificata da Ferrentino. Ma perché Joannas, De Bernardi e
compagni chiedono di uscire dall'Osservatorio? Nel documento si legge la loro
"preoccupazione/delusione per la concessione dei
finanziamenti da parte dell'Ue; per la decisione univoca della Regione di
dire sì alla galleria di sicurezza del tunnel autostradale del Fréjus;
per la convocazione del sindaco di Chiomonte a Palazzo Chigi ma soprattutto
per l'esistenza di un progetto fantasma che il governo presto tirerà
fuori". Secondo i firmatari l'Osservatorio ha via via modificato
il suo mandato ed è stato utilizzato con strategica precisione per
richiedere i finanziamenti europei. Dunque l'Osservatorio ha "esaurito
il suo compito: la linea storica non è satura e dunque non serve una nuova
opera". Il gruppo di amministratori vicino ai Comitati si dice
consapevole "che la Valle resterà isolata" ma, visto che il
"momento in cui i progetti fantasma saranno tirati fuori dal cilindro e
si tornerà a parlare di sondaggi è vicino, sarebbe da
irresponsabili far finta che è lontano, allora tanto vale smascherare
il gioco e studiare immediatamente nuove strategie". Joannas e soci
sosteranno le loro tesi nella conferenza dei sindaci la prossima settimana.
Una tesi che Gianni Favaro, segretario provinciale di Prc, partito da sempre
vicino al movimento, definisce "ideologica". E spiega:
"L'Osservatorio è uno strumento che non ha compiti decisionali e
che è servito a cancellare il vecchio percorso e a far togliere la Tav
dalla legge obiettivo. La maggioranza dei sindaci lo ritiene uno strumento
utile. Siamo con loro". La novità politica
arriva invece da Osvaldo Napoli, parlamentare di Forza Italia. Certo Napoli
critica la sinistra radicale e i comitati che "vogliono dettare l'agenda
politica" ma subito dopo lancia un messaggio al
Pd: "Gli azzurri in Valle sono disponibili ad un ragionamento serio,
chiaro sul futuro della Tav,che vogliamo, e sono disponibili a qualsiasi
confronto politico e amministrativo".
( da "Provincia Pavese,
La" del 05-12-2007)
L'opposizione
all'attacco. Valassi: "La nuova casa di riposo è avviata sulla
strada del commissariamento" "L'amministrazione non può far
finta di niente" VOGHERA. "Doveva essere un fiore all'occhiello per
la giunta, invece la nuova casa di riposo si rivela una clamorosa bufala... E
l'ennesimo aumento delle rette per cercare di tamponare le falle nel bilancio
lo dimostra". Il giorno dopo il via libera ufficiale agli aumenti,
l'attacco dell'opposizione è durissimo. Eppure la Pezzani non è
più la casa di riposo comunale: è una Asp, un'azienda di
servizi alla persona. "Un'azienda per la quale già si vedono le
premesse per il commissariamento - rincara la dose Sergio Valassi del Partito
democratico -. Il bilancio viaggia verso i 200mila euro di deficit, e
l'aumento delle rette certo non sarà una cira visto che in un anno
porterà soltanto 20mila euro in cassa. L'amministrazione non
può lavarsene le mani, ma deve tornare ad occuparsi del problema
cercando delle soluzioni invece di respingere quelle che sindacati e parenti
hanno già fatto". Soluzioni. Ma quali? "Prima di tutto -
risponde Valassi - serve un'analisi dettagliata dei costi di gestione e di
funzionamento dell'edificio. Un'operazione di questo tipo non è mai
stata fatta e quindi si naviga a vista. Poi si possono valutare investimenti
che rendano meno costosa la gestione dell'edificio. Dopotutto era stato
proprio il Cda Péezzani a spiegarchi che passando dai 4mila metri della
vecchia sede ai 12mila della nuova, i costi si sono impennati". La
principale preoccupazione il futuro a breve: come ripianare il bilancio visto
che, al momento, l'unica fonte di ricavo sono le rette? "La
trasformazione dell'Ipab in Asp, al momento, ha provocato
solo un aumento dei costi - taglia corto Sergio Vitellini di Rifondazione -.
continuiamo a ripetere che i revisoori dei conti potrebbero passare da tre a
uno e che il Cda potrebbe rinunciare al gettone di presenza. Se non
altro sarebbe un segnale di buona volontà". (s. ro.).
( da "Mattino di Padova,
Il" del 05-12-2007)
UN GIORNO IN PRONTO
SOCCORSO UN TICKET NON DOVUTO Lo scorso 9 novembre, giunto al lavoro, mi
viene fatto rilevare di avere l'interno dell'occhio sx rosso di sangue. Uno
sguardo allo specchio conferma il disturbo che mi è apparso grave.
Alle 10.08 sono al Pronto soccorso dell'ospedale di Monselice e, atteso il
mio turno, dialogo con un infermiere il quale dopo avermi guardato mi assegna
il codice bianco per il quale non vi è urgenza trattandosi di disturbo
di lieve entità. Vengo anche informato che le prestazioni di Pronto
soccoros relative al codice assegnatomi sono assoggettate a ticket. Alle ore
10.53 il medico mi visita e diagnostica una ecchimosi congiuntivale occhio sx
di Ndd. Mi destina alla visita oculistica del reparto ove lo specialista
accerta una emorragia sottocongiuntivale setto nasale. Riassorbimento
spontaneo in 8-10 gg. Prescrive: tobradex collirio x 3 x 5-6 gg - firma
illeggibile. Ritorno al Pronto soccorso come mi era stato suggerito di fare
ove viene compilato un foglio denominato "Importo prestazioni" di
euro 43,95 di cui euro 18,95 per visita generale e euro 18,95 per visita
oculistica oltre una quota fissa di euro 6,05. Mi si dice di andare nell'area
gialla a pagare il ticket. Alle ore 11.29 stacco il n. 356 dal distributore
della sala ove ci sono gli sportelli per l'accettazione, la prenotazione e il
pagamento ticket. Leggo che ci sono 34 persone in attesa prima di me. Dopo
circa 20/25 minuti dal display il mio numero viene abbinato allo sportello n.
5. La mia interlocutrice mi dice tuttavia che il pagamento va effettuato
mediante l'uso di una macchina automatizzata. Sono le ore 12 trovo finalmente
il meccanismo e con l'aiuto di due operatori, occasionalmente presenti per il
prelievo della cassa, riesco a far apparire sul video la somma da inserire che
il lettore ottico aveva rilevato dal foglio "importo prestazioni".
Non era facile capire che la macchina svolgeva più funzioni fornite ad
ogni successivo inserimento del foglio nell'apposita sede. Così per
ripetuti inserimenti ed estrazioni, è giunta la lettura desiderata che
ha prodotto la doppia distinta di pagamento previo inserimento di euro 50,00
utili a coprire l'importo di euro 43,95. Ritorno al P.S. per consegnare una
copia della distinta di pagamento e finalmente alle 12.15 esco per recarmi in
farmacia a prendere il farmaco prescritto. Alcune brevi riflessioni relative
a questa mia storia. 1) Al Pronto soccorso chiedono le ragioni per cui non ti
sei recato dal tuo medico di base. Non ci si rende conto che se non sei
residente in loco devi rientrare a casa ripetendo il percorso già
compiuto, che può essere di diversi chilometri, e fare la fila per
aspettare i pazienti che ti hanno preceduto, bisognosi di visita, dal tuo
medico. Se tutto va bene, con una prescrizione si risolve il disturbo ma se
fosse qualcosa di più serio vieni rimandato al Pronto soccorso perché
ormai il medico di base è ridotto a svolgere solo funzioni
amministrative (vale a dire a compilare carte) non avendo all'interno
dell'ambulatorio attrezzature idonee neppure per semplici interventi. 2) In
una locandina esterna, posta a fianco della porta del Pronto soccorso, sta
scritto che il codice di rischio va rilevato da un medico. In realtà
all'accettazione il codice viene attribuito da un infermiere. Il paziente non
possiede conoscenze per attribuirsi un rischio ciò nonostante viene
penalizzato con il pagamento di una somma. Il male non è una scelta e
come tale andrebbe esente per mancanza di colpa causativa del disturbo
lamentato. Per tale ragione dovrebbe essere coperto dal
Servizio Sanitario Nazionale, avendo il paziente già anticipato con le
tasse versate i costi della spesa sanitaria per l'eventualità che si
presenti la necessità di richiedere la prestazione. 3) Le medicine
indicate alla richiesta di Pronto soccorso richiedono che siano recepite
nella apposita prescrizione del S.S.N. - Regione Veneto - da
compilarsi dal medico di base. Pertanto devi recarti nuovamente in
ambulatorio per tale adempimento a meno che non ti faccia carico del costo
dei farmaci per intero. Non è finita. Al pronto soccorso con te
attendono anche gli extracomunitari (regolari o clandestini) ai quali viene
riservato un occhio di riguardo e non pagano una lira perché è tutto
gratis. Viene spontaneo chiedersi a quanto ammonterebbe l'integrazione delle
tasse all'origine per non essere disturbati con il ticket ed evitare la
trafila delle aree gialle, rosse o blu (non so i daltonici come se la
cavano), le attese per il versamento del balzello e gli accessi per
giustificare gli adempimenti effettuati. Ma al di là di questa utile
curiosità di bilancio, sorge l'altra considerazione per la quale se le
entrate sono inferiori alla spesa sanitaria da sostenere perché fornire
prestazioni gratuite agli extracomunitari (regolari o clandestini)? Fine di
una storia quotidiana che investe migliaia di persone che ogni giorno si
rivolgono al P.S. per chiedere prestazioni sanitarie negli Ospedali della
Regione Veneto e di altre. Angelo Curtarello.
( da "Unita, L'" del
05-12-2007)
Stai
consultando l'edizione del Municipi: aboliamo il decentramento La proposta
provocatoria del VI Municipio per protestare contro l'articolo 26 della
Finanziaria "Gli sprechi sono altrove, noi
siamo le strutture democratiche più vicine ai bisogni dei
cittadini" di Gioia Salvatori Provocazione: un odg di un municipio che
chiede l'abolizione di se stesso. Succede al municipio Roma VI dove
all'unanimità i consiglieri ieri hanno votato un ordine del giorno che
chiede al sindaco di Roma l'abolizione degli articoli dello statuto comunale
che istituiscono le ex circoscrizioni. Obiettivo della protesta sono i tagli
ai costi della politica previsti dalla finanziaria
2008 che stabiliscono la riduzione dell'indennità di presenza per i consiglieri municipali (da un terzo a un
quarto dell'indennità percepita dal presidente) e impossibilità
di chiedere aspettativa, a meno di pagarsi i contributi di tasca propria, per
presidenti e assessori che siano lavoratori dipendenti. "Scriveremo una
lettera a tutti i parlamentari eletti a Roma per scongiurare questi tagli -
dice il capogruppo del Pd del VI parlamentino, Giammarco Palmieri -. I costi della politica sono altrove". I
tagli sono un colpo al decentramento. Assurdo togliere l'aspettativa ai presidenti,
significa spogliare i municipi dei poteri politici, avere minisindaci
part-time e aumentare il distacco tra politica e
cittadini", dice il presidente del V municipio, Ivano Caradonna. Levata
di scudi anche dall'aula Giulio Cesare dove tutti i capigruppo hanno
sottoscritto una lettera anti-tagli, inviata ai loro omologhi alla camera dei
deputati. "Non siamo contrari ai tagli in sé ma al fatto che colpiscano
solo istituzioni che non sono certo le più costose", dice il
presidente del consiglio comunale romano, Mirko Coratti, che lancia un
appello ai suoi colleghi delle grandi aree metropolitane: "Uniamoci e
facciamo noi una proposta di tagli ai costi della politica".
Tagli che, si legge nella lettera inviata dall'aula Giulio Cesare a
Montecitorio, si abbattono "come una mannaia sui consigli comunali e
municipi" mentre "per il Parlamento si usa il bisturi". Ma nel
mirino ci sono anche le Regioni e i loro consiglieri che, "pur
governando regioni con lo stesso numero di abitanti di Roma - dice Coratti -
percepiscono indennità di 8mila-12mila euro mensili mentre a un
consigliere comunale ne vanno 2000 massimo (per gettoni
di presenza, non più di 25 al mese)".
Circa 50 euro per seduta, invece, vanno a un consigliere municipale con il
tetto di 19 presenze mensili (950 euro al mese lordi). "ASSURDO togliere
l'aspettativa ai presidenti", sostiene Ivano Caradonna (V). "Vuol
dire togliere forza politica ai mini-sindaci che
diventerebbero part-time".
( da "Gazzetta di
Mantova, La" del 05-12-2007)
Iniziativa dei
gruppi di opposizione Ds Bancole e Uniti nel centrosinistra Porto, chiesta
una nuova commissione per discutere su sviluppo e servizi PORTO. Istituire
una commissione consiliare, riservata alla discussione della programmazione
dello sviluppo del territorio e dei servizi. Lo chiedono in conferenza stampa
i gruppi d'opposizione Ds Bancole ed Uniti nel centro sinistra,
rispettivamente rappresentati da Ettore Aristarco; Angelo Andreetti e Roberto
Trentini, insieme al coordinatore dell'Unione comunale dei Ds, Pierclaudio
Ghizzi. La proposta nasce dalla consapevolezza che anche alle minoranze sta a
cuore il futuro della comunità. Riuscire a parlare di argomenti
importanti prima dell'adozione in consiglio, viene definita
"un'opportunità che va a beneficio della stessa
maggioranza". "L'amministrazione attuale cambia in tempi
rapidissimi le scelte adottate - rilevano i consiglieri -. Siamo contrari a
questa improvvisazione. In tutti i Comuni vengono coinvolte le minoranze
nelle commissioni, che tra l'altro sono previste nello statuto comunale. A
Porto non ne esiste nessuna". In tal senso si era espresso recentemente
in consiglio, anche lo stesso Aristarco, senza però ottenere risposte.
La preoccupazione degli esponenti di minoranza, che a loro avviso è
ormai diventata una convinzione, è che le decisioni amministrative
"vengano adottate da qualcuno che non fa parte
dell'amministrazione". "Il clima è cambiato rispetto al
passato - ribattono -. Basta vedere cosa avviene nelle sedute consiliari. La
situazione sta degenerando. Il sindaco non ha più il ruolo per il
quale è stato eletto dai cittadini. Va riequilibrato il rapporto tra
Comune ed Asep, perchè sembra che si comincino a delegare alla
società anche le decisioni politiche. Esortiamo i consiglieri di
maggioranza a smarcarsi da questa situazione". In merito alla
realizzazione della nuova sezione per l'infanzia che verrà collocata a
Sant'Antonio, l'Unione comunale dei Ds non condivide quanto sostenuto dal
primo cittadino. "Se c'era davvero la convinzione da alcuni anni di
avere una lista d'attesa così numerosa e si è voluto procedere
ad una nuova sezione, perchè la giunta alcuni giorni prima aveva
proposto di spostare del personale del nido altrove? - si chiedono -. Ci hanno provato, ma hanno dovuto fare retromarcia a causa
delle proteste dei genitori e di tutte le opposizioni". Se la
maggioranza consentirà ad istituire la commissione richiesta,
dichiarano fin da ora di essere disposti a rinunciare al gettone di presenza. Graziella Scavazza.
( da "Sole 24 Ore, Il
(Nord Ovest)" del 05-12-2007)
Nord-Ovest
sezione: PROFESSIONI e LAVORO (con Fon data: 2007-12-05 - pag: 13 autore:
Sanità. L'allarme da Collegi e sindacati: il fabbisogno maggiore in
Piemonte è emergenza infermieri: ne mancano oltre 7mila Stranieri
risorsa indispensabile: 3.240 in servizio nelle tre regioni Fabrizio Pasquino
Senza gli infermieri stranieri la sanità piemontese e quella ligure
sarebbero in forte difficoltà. In più, secondo dati dei
sindacati di categoria, in tutto il NordOvest mancherebbero all'appello
più di 7mila infermieri, 5mila nel solo Piemonte. Ospedali, cliniche
private, case di riposo, istituti per anziani e disabili non autosufficienti
cercano come il pane infermieri professionali. In base all'ultimo rapporto
Excelsior di Unioncamere sono al secondo posto nella top ten dei mestieri che
le aziende fanno fatica a rintracciare sul mercato, alle spalle solo dei
falegnami. La tendenza è quella di ricercare personale all'estero da
formare in Italia: in particolare in Ungheria, Romania, Ucraina, Polonia,
Bangladesh e America Latina. Nel Nord-Ovest gli infermieri sono 38.684, di
cui 3.240 stranieri. Il 75% di questi ultimi proviene dai Paesi dell'Est
europeo, il 25%dall'America Latina.E portare in Italia un infermiere romeno
già formato costa circa 4mila euro. La situazione è drammatica.
Nel 2022 in Italia quasi il 60% degli infermieri avrà più di 46
anni e i neolaureati in scienze infermieristiche sono appena 9mila l'anno,con
un ricambio fisiologico di 13-14mila unità.Quest'anno ai test
d'ingresso a infermieristica, sono state 755 le domande, a fronte di 366
posti a Genova, e 487 per 280 posti alle Molinette. Il numero chiuso limita
fortemente l'accesso alla professione da parte dei giovani. Ma esiste anche
un problema legato alla percezione che si ha della professione: il lavoro
dell'infermiere è spesso visto attraverso vecchi stereotipi, senza
considerare che questa figura ha oggi un percorso di carriera specifico
all'interno del Servizio sanitario nazionale. Quelli
sanitari, di cui gli infermieri sono la maggioranza, sono tra i laureati di
primo livello che, secondo l'ultimo rapporto Almalaurea, guadagnano
mediamente di più: 1.235 euro netti mensili contro 1.103 dei laureati
del gruppo economico-statistico. Secondo Alessandro Pompili, infermiere
abilitato alle funzioni direttive, segretario aziendale dell'Asl 5 nel
Torinese e membro della segreteria provinciale del sindacato Fials, non
è proprio così: "Bisogna rendere "appetibile" la
professione infermieristica anche e soprattutto sul piano economico. I
colleghi europei guadagnano mediamente il 30% in più. Ecco perché noi
chiediamo che nel prossimo con-tratto, (quello vecchio è scaduto da
ormai due anni), ci sia l'adeguamento al livello europeo. Inoltre, le
indennità legate al disagio, come la reperibilità e il turno
notturno o festivo, sono remunerate con tariffe vecchie di ben 17 anni".
In Piemonte gli iscritti all'Ipasvi, il collegio di riferimento, sono 24.441,
quasi la metà concentrati a Torino (11.861), di cui 2.444 stranieri.
Servono 3.500 infermieri solo a Torino, denuncia il Collegio torinese.
"Solo all'ospedale delle Molinette –dice Giuseppe Rovelli, presidente
del Collegio Ipasvi di Torino – sarebbero necessari almeno 200 infermieri in
più rispetto all'organico attuale. Che non sempre vuole dire uomini in
più rispetto al numero totale di quelli già in forza
all'azienda, ma uomini che magari già ci sono e non sono impiegati
dove dovrebbero perché costretti a fare altro". In Liguria, secondo i
parametri dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico), si calcola che su 13.401 infermieri (di cui 676 stranieri)
manchino all'appello circa 2mila unità. Ma i vertici dei collegi
provinciali della Liguria, riguardo alla quantificazione della carenza
infermieristica, concordano nel ritenerla di difficile valutazione: "Il
vero problema – spiega Marina Daccà, vicepresidente dell'Ipasvi di
Genova – è determinato dalla gestione e dall'organizzazione. Vanno
segnalate alcune particolarità relative alla Asl 5 della Spezia dove
una riorganizzazione, peraltro non ancora ultimata, ha permesso una riduzione
di personale infermieristico in servizio. Il modello medico-centrico,
attualmente diffuso, determina l'assegnazione dell'operatore in base alla
prestazione medica erogata, a prescindere dalla valutazione del bisogno
assistenziale ad essa correlato. Non comprendiamo come sia possibile
quantificare ciò che manca se non dopo un'attenta analisidi ciò
che serve". In Valle d'Aosta, gli iscritti al
Collegio Ipasvi sono 842 di cui 120 stranieri, ma al sistema sanitario regionale è ancora necessaria una cinquantina di
infermieri in più di quanti sono in servizio attualmente per rispettare
i parametri Ocse. www.ipasvi.it Il sito della Federazione nazionale Collegi infermieri professionali.
( da "Messaggero, Il" del
05-12-2007)
Scorso un anno
e mezzo fra l'approvazione del regolamento per il commercio su area pubblica
e l'avvio delle procedure per redigere il piano. Ma soprattutto: dopo avere
affidato l'incarico a Risorse per Roma, società per azioni con
capitale al 97 per cento del Campidoglio, ecco che tre mesi dopo
l'assessorato al Commercio decide stanziare altri 17 mila euro. Perché
Risorse per Roma - che pure viene pagata per questo incarico - evidentemente
ha bisogno di rinforzi. Chi sono i rinforzi, chi è andato a fare parte
del gruppo di lavoro? Dirigenti del Campidoglio. Anche del dipartimento VIII,
vale a dire dell'Assesorato al Commercio. Che per ogni
seduta del gruppo di lavoro ricevono 95,80 euro come gettone di presenza. Vediamo la cronistoria della vicenda. Il 6 febbraio del 2006
il Consiglio comunale approva il regolamento del commercio su area pubblica.
Indica una serie di regole a cui i venditori su area pubblica dovrebbero
attenersi. Le violazioni, per la verità, sono numerose, per la
verità, la più banale e divertente è quella in base alla
quale le bancarelle non potrebbero appendere le magliette che vendono.
Dopodichè per fare davvero ordine nel settore serve un piano del
commercio su area pubblica. Ma l'andamento è lento. E infatti
trascorrono quattordici mesi fra il varo del regolamento e l'emanazione da
parte dell'assessorato al Commercio della direttiva che avvia "tutte le
iniziative finalizzate alla predisposizione di un piano del commercio su area
pubblica". Ecco che il 23 maggio 2007 viene affidato a Risorse per Roma
l'incarico di "redigere il piano". Tutto a posto, no? Una
società esterna si mette al lavoro e se qualcuno ha deciso di
affidarle l'incarico è perché ha gli strumenti e le competenze per
farle, no? Sbagliato. Ecco che il 27 agosto arriva una nuova determinazione
dirigenziale che spiega proprio il contrario, dice che a Risorse per Roma
bisogna dare una mano: "Vista la complessità e la vastità
della materia trattata - si legge nel provvedimento -, fra le indicazioni che
l'assessore ha impartito vi è la previsione della costituzione di un
apposito gruppo di lavoro che veda la partecipazione interdisciplinare degli
uffici al fine di supportare l'attività in oggetto". Morale: entrano
a fare parte del gruppo di lavoro dodici dirigenti (fra cui lo stesso che
firma la determinazione dirigentale). Così al loro normale stipendio
vanno ad aggiungere i gettoni di presenza
da quasi cento euro a riunione per un totale di 17 mila euro spesi
dall'amministrazione pubblica.
( da "Nazione, La
(Livorno)" del 05-12-2007)
SUPER LAVORO DELL'UFFICIO
La maratona è costata 28.219 euro Bianchi ringrazia il personale LA
MARATONA delle 9 sedute della IV commissione, di cui 3 congiunte con la III,
V e VI più, e delle 7 sedute del consiglio comunale, di cui 2 per la
revoca della stu Nuovo Centro e l'assestamento di bilancio, e 5 per
l'adozione della variante e del piano attuativo del Nuovo Centro, è
costata 28.219,62 euro. Questa somma comprende gli 8477
euro dei gettoni di presenza per i consiglieri e i rimborsi per tre di loro che lavorano
nelle banche. "Questi ultimi incidono di più sui costi del
consiglio ? spiega il presidente dell'assemblea Enrico Bianchi ? a differenza
dei dipendenti pubblici e dei libero-professionisti". Bianchi ci
tiene a sottolineare che "se nell'arco della stessa giornata si sono
tenute tre sedute il gettone di presenza pagato,
55,7 euro lordi ad eletto, è stato unico". Bianchi ringrazia poi
"il personale dell'ufficio di presidenza e il responsabile Carlo Diana.
Hanno svolto un lavoro encomiabile con ritmi impressionanti" e aggiunge
"da otto anni e mezzo sono qui in consiglio e non ho mai assististo ad
una maratona del genere". - -->.
( da "Nazione, La
(Lucca)" del 05-12-2007)
La
società "Polis Spa", che gestisce i parcheggi cittadini.
L'assemblea dei soci (con il Comune che dispone del 51,01 per cento delle
azioni) si è riunita nel pomeriggio di ieri e, oltre alla scelta del
nuovo presidente, ha dovuto anche approvare la modifica dello statuto,
passando a un "cda" a 9 membri, contro i 7 del precedente
organismo. Per quanto concerne la parte pubblica, il Comune avrà 5
rappresentanti (prima ne aveva uno di meno) nelle persone di Ugo Giurlani,
dell'avvocato Maurizio Campo, di Gabriele Spadoni, Amerigo De Cesari e
Alessandro Gabriele. Per quanto concerne la componente privata, confermati i
consiglieri uscenti Giovanni Valentini, Velio Bellini, Gianfranco Del Grande
con la new-entry di Giuliano Giuliani (della Cipriano Costruzioni).
Ricordiamo che la parte privata comprende il 48,09 per cento delle azioni per
"Ati Valore" (di cui fanno parte: Beyfin Spa di Campi Bisenzio, La
Valore Spa di Prato, la Sercom Srl di Porcari, la Nial Srl di Porcari, la
F.P.M. Spa di Lucca e la Cipriano Costruzioni appunto). Il restante 0,9 per
cento delle azioni è di proprietà di Camera di commercio e
dell'Associazione Industriali. Invariati i compensi annui lordi, che
resteranno dunque di 24mila euro per il presidente, 9mila per il vice
presidente, 18mila per il consigliere delegato, mentre gli altri consiglieri
avranno 6mila euro. Per i componenti della parte pubblica
è previsto inoltre un gettone di presenza di 100
euro. L'assemblea adesso tornerà a riunirsi nei prossimi giorni per
nominare il presidente, il suo vice e il consigliere delegato. Molto
probabile la conferma al timone della società di Ugo Giurlani,
così come quella di Giovanni Valentini per la carica di amministratore
delegato. AL MOMENTO intanto non ci sono cambiamenti, invece, sul
fronte della società Metro, che è partecipata al 100 per cento
da "Polis Spa". - -->.
( da "Nazione, La
(Arezzo)" del 05-12-2007)
IL CASO LA
DELIBERA IL 13 IN AULA DOPO LA CLAMOROSA BOCCIATURA SPACCA-MAGGIORANZA
Fraternita, gettoni invariati. E la riorganizzazione
torna in consiglio "SE VOGLIONO che per la gestione dei cimiteri si
faccia una gara, contenti loro. Ma si sappia che chi vince, vince". Non
nasconde amarezza e vena polemica l'assessore al bilancio Giuseppe Marconi
che si appresta a riportare nell'aula del consiglio comunale la delibera
sulla riorganizzazione della Fraternita dei Laici clamorosamente bocciata
nell'ultima seduta per il non pronunciamento di alcuni consiglieri di
maggioranza. IN SOLDONI, la riorganizzazione consiste nella costituzine di
una scoietà "in house" per la gestione dei cimiteri
comunali, con il conseguente riassetto dei ruoli interni. Marconi
dovrà ovviamente modificare la delibera non potendo ripresentare
quella bocciata. Sparirà così il progettato aumento dei gettoni di presenza per i membri
del Cda. (Nella foto: il rettore Gerardo Vettese) - -->.
( da "Arena.it, L'" del
05-12-2007)
ISOLA RIZZA. Il vademecum del viaggiatore curato dalla casa
automobilistica mette al primo posto tra gli oltre mille ristoranti citati
proprio quello di via Muselle Perbellini sale in Bmw per la guida del 2008
Alberto Cogo Arriva come la classica ciliegina sulla torta
l'ennesimo riconoscimento al ristorante Perbellini di Isola Rizza. Questa
volta a premiare la cucina e il servizio di Giancarlo e della moglie Paola
è stata la Bmw, storico marchio automobilistico tedesco che da 18 anni
propone la propria guida d'Italia. A Perbellini è andato il premio di
ristorante dell'anno 2008, primo tra gli oltre 1200 citati nel
"vademecum del viaggiatore e del gastronauta". La giuria, dopo aver
incrociato le valutazioni degli esperti sui migliori dieci ristoranti
d'Italia, ha riconosciuto a quello di Isola Rizza la capacità di
abbinare sapori della tradizione con accostamenti e tecniche di cucina
moderne. Il premio chiude un 2007 di successi per il locale di via Musette:
le tre forchette del Gambero Rosso (unico a Verona con l'Arquade di Villa del
Quar a Pedemonte) e la conferma delle due stelle sulla guida Michelin (anche
se quest'anno c'era l'attesa per la terza ed ultima stella). Giancarlo
Perbellini ha ricevuto il premio a Milano la scorsa settimana, durante la
cena di gala di presentazione della guida. "Ho preparato anche parte del
menù per gli oltre 250 invitati: antipasto e secondo piatto a base di
granseola e crema di pistacchi", racconta lo chef. "È un
riconoscimento che ci fa molto piacere anche perché parte del ricavato dalla
vendita di ciascuna guida andrà alla ricerca per la medicina
rigenerativa del centro San Raffaele". Il premio della guida Bmw era
spettato negli scorsi anni a ristoranti del calibro del San Domenico di Imola
dello chef Valentino Marcattili e de Le calandre di Rubano dei fratelli Alajmo,
da molti anni in cima all'olimpo della cucina italiana e nei sogni di tutti i
buongustai. Nelle oltre 800 pagine la guida 2008 censisce 900 località
in tutto il Paese con tremila indirizzi tra ristoranti, alberghi e negozi
suddivisi regione per regione. Il libro distribuito da Mondadori vuole essere
un vademecum per il guidatore-viaggiatore e contiene consigli ed indirizzi
per il tempo libero. Sarà in vendita da questo mese nelle librerie a
20 euro e verrà regalato a tutti i nuovi clienti Bmw.
( da "Salerno notizie" del
05-12-2007)
Cambiano i
costumi e con loro anche le scelte delle donne moderne che negli ultimi
quindici anni hanno preferito puntare sulla realizzazione professionale
piuttosto che sulle gioie della maternità. Dopo quasi mezzo secolo di
ostetricia ed oltre 17mila parti alle spalle, una media superiore ai 300
parti ogni anno, la Clinica Salus di Battipaglia (prima struttura sanitaria
di Battipaglia fondata nel dopoguerra) decide di dare un taglio
all'assistenza alle partorienti e punta tutto sulla ginecologia. Dal 10
dicembre prossimo chiuderà il reparto di ostetricia che in questi anni
ha servito l'intera provincia di Salerno per potenziare invece la
ginecologia, e l'assistenza delle donne, diagnostica e terapeutica, che
continuerà a vedere la direzione del dottor Nalì Dante. La
scelta dei vertici della casa di cura nasce dall'esigenza di raggiungere ogni
anno la soglia minima di circa 700 parti, per ottenere l'accreditamento dalla
Regione Campania. Un problema che, allo stato attuale, riguarda il 90% delle
strutture sanitarie convenzionate salernitane con il Sistema
Sanitario Nazionale. Il calo demografico ha imposto quindi una nuova
pianificazione dei servizi sanitari offerti dall' azienda. Un ultimo sforzo i
vertici dell'Azienda lo stanno compiendo allo scopo di salvaguardare i
livelli occupazionali. Le dieci unità in forza al reparto di
ostetricia, verranno tutte o quasi assimilate agli altri reparti. 05/12/2007.
( da "Opinione, L'" del
05-12-2007)
Oggi è
Mer, 05 Dic 2007 Edizione 266 del 05-12-2007 Costi della
politica Cara Presidenza del Consiglio di Claudio Romiti Nonostante
gli altisonanti proclami espressi da Prodi & company sui tagli ai costi
della politica, la sola Presidenza del Consiglio
è costata ben 114 milioni di euro in più nel 2007. Lo certifica
la commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta per la cronaca
da Luciano Violante. Ma non è finita. Nel 2008 il governo prevede di
spendere per questa voce 832, 30 milioni, ovvero il 26% in più. Ora, tutto ciò assume un aspetto particolarmente
"bizzarro" in quanto la dimensione della struttura in oggetto
è rimasta sostanzialmente immutata. Comunque sia, l'intero mondo della
politica mostra una abnorme tendenza ad espandersi; sia nel numero dei
personaggi che la popolano e sia nella quantità e nella qualità
dei relativi appannaggi. Sotto questo profilo, al di là delle
promesse del ministro Santagata, l'aver stabilito il record mondiale dei
sottosegretari e dei viceministri (un totale di 104 poltrone contro le 30
della Francia di Nicolas Sarkozy,per il quale evidentemente la
"grandeur" di un Paese non si misura col numero delle poltrone da
distribuire) costituisce una grave responsabilità per l'attuale
maggioranza. Ciò rappresenta la prova provata che soprattutto sotto la
guida del centrosinistra i confini dei privilegi della politica
professionale raggiungono nuovi territori inesplorati. Il miracolo della moltiplicazione
delle ambite poltrone e degli incarichi profumatamente retribuiti si compie
mirabilmente all'interno di un governo che per tenersi a galla è
costretto a contrattare con l'ultimo dei suoi pasdaran. Tutto questo, poi,
mentre si continuano a chiedere ai cittadini comuni enormi sacrifici sul
piano fiscale. Più tasse in cambio di nuovi benefici concessi ai
depositari istituzionali del bene comune in salsa rossa. Una sorta di
redistribuzione al contrario nella quale una classe di avidi mandarini si accaparra
le risorse di chi tira con sempre maggior fatica la carretta italia. E la
chiamano giustizia sociale.
( da "Opinione, L'" del
05-12-2007)
Oggi è
Mer, 05 Dic 2007 Edizione 266 del 05-12-2007 Nel '94 il libro di Luciano
Perelli "Corruzione politica nell'antica
Roma" per spiegare Tangentopoli Magistratura e stampa unite per una
"Santa Inquisizione" di Pier Franco Quaglieni Afarmi capire in modo
inequivocabile nei primi anni '90 che il comportamento di certa magistratura
simboleggiata da Di Pietro fosse da rigettare come lesivo della
libertà e delle stesse garanzie costituzionali fu un grande latinista
torinese, Luciano Perelli, uomo che veniva dalla Resistenza e che mi disse
apertamente che il protagonismo di certi magistrati, appoggiato da certo
giornalismo urlato, andasse considerato una nuova "Santa
Inquisizione". Senza incertezze Perelli mi disse che certi magistrati
gli facevano pensare alla Gestapo (Perelli aveva avuto il padre ed il
fratello in carcere durante il fascismo), che il carcere preventivo diveniva
una nuova forma di tortura e che certi metodi investigativi erano in profondo
contrasto con le norme del diritto. La dirittura morale di Perelli e la sua
indignazione mi portarono a maturare in modo lucido e certo quella ripugnanza
istintiva che avevo subito provato per l'operato di certi magistrati di rito
ambrosiano. La chiacchierata con Perelli fu per me come rileggere Beccaria in
rapporto alla realtà italiana dei primi anni Novanta. Luciano Perelli
nel '94 pubblicò da Rizzoli un documentatissimo
libro sulla "Corruzione politica nell'antica Roma".
Coraggiosamente, senza accodarsi al giacobinismo forcaiolo di moda in quegli
anni bui, l'autore documentò come il tasso di corruzione in Roma non fosse neppure confrontabile con quello -tutto
sommato assai più ridotto- delle nostre Tangentopoli moderne.
La pubblicazione di quel libro costò a Perelli un violentissimo
attacco da parte di "Repubblica" a firma di Luigi Malerba che,
senza confutare i dati raccolti da Perelli, definì il libro come
"una vecchia solfa giustificatrice e un tentativo di nobilitare il
latrocinio pubblico con qualche manciata di latino". Perelli ne
uscì molto amareggiato e certo non bastò un mio articolo sul
quotidiano "L'informazione" per ristabilire la verità. Certi
attacchi lasciano lividi che può capire solo chi li abbia subiti in
prima persona. Luciano Perelli morì lo stesso anno, poco dopo il
linciaggio subito da parte di chi non conosceva affato il livello morale ed
intellettuale di questo grande studioso torinese. Caso forse più unico
che raro, Perelli aveva alternato nella nostra Università
l'insegnamento della letteratura latina con quello della storia romana,
rivelando nel contempo la finezza del critico letterario ed il rigore del
ricercatore storico. Autore di saggi fondamentali su Lucrezio e Terenzio,
aveva anche scritto studi storici pregevolissimi sul I secolo a.C. e sul
pensiero politico di Cicerone. Inoltre, egli era autore di opere scolastiche
di alto livello, come, ad esempio, un'agile storia della letteratura latina
che, pur adottatissima nei licei, di recente, l'editore Paravia ha ritenuto
di non ristampare più, privilegiando opere di impianto ideologico
inequivocabilmente distante dal laicismo liberale e democratico di Perelli.
Sono stato suo amico e collega nell'antica federazione dei docenti fondata da
Salvemini nel 1901, in momenti in cui, sotto la guida di Mario Gliozzi e di
Giuseppe Tramarollo, tentammo disperatamente di difendere la scuola
dall'ondata del permissivismo e del facilismo del dopo '68. La nostra fu una
battaglia perduta che va però rivendicata ad onore di chi, invece di
piegare la schiena di fronte alla demagogia e alla viltà di presidi,
provveditori, ministri, cercò di porre argine al dilagare dello
sfascio della scuola pubblica. In quella battaglia controcorrente in cui
fummo potenzialmente tutti nel mirino del terrorismo, Perelli ci fu di esempio
e di guida. I pochi giovani professori che allora seguirono il suo magistero
politico e morale gli debbono molto perché quella battaglia di difesa della
scuola e della serietà degli studi era una battaglia di civiltà
che andava comunque condotta e resta uno dei titoli di merito di chi non ha
esitato a parteciparvi sotto lo stimolo di un uomo come Perelli e pochissimi
altri, tra cui va ricordato il grande Roberto Berardi. Nel decennale della
morte nessuno lo ha ricordato ed i suoi stessi studi, pur così
pregevoli, sembrano essere stati dimenticati. Ci sarà qualcuno che,
fuori o dentro l'Università, vorrà ricordarlo, al di là
degli anniversari, oggi sempre meno rispettati? Magari insieme ad un altro
grande latinista dimenticato, Vincenzo Ciaffi. Sarebbe anche un atto dovuto
per risarcirlo di quell'attacco volgare che tanto angustiò i suoi
ultimi giorni di vita e che allora nessuno ebbe il coraggio di rintuzzare nei
modi dovuti, se ci accetta il mio modesto articolo. A Luciano Perelli va resa
una giustizia almeno postuma perché tutti sono debitori di qualcosa nei
confronti di un uomo dalla moralità intemerata, unita ad una cultura
straordinaria e libera. Libera da ogni ideologismo e da ogni conformismo.
( da "Gazzetta del Sud" del
05-12-2007)
Caltagirone
Provocatorio appello di Confcommercio in vista delle festività
"Politici, rinunciate alle indennità e per Natale illuminate la
città" Il presidente Salerno: l'aspetto turistico non si
può improvvisare Omar Gelsomino Caltagirone Quest'anno il Natale
sarà meno ricco di eventi, di illuminazione e di addobbi. A causa
della mancanza di risorse economiche non vi sarà niente di tutto
questo o, quanto meno, vi sarà un ridimensionamento rispetto a quello
che è stato fatto negli anni passati. E certamente non è di
poco conto considerato che ogni anno in questo periodo la città è
visitata da decine di migliaia di turisti. Il direttivo della Confcommercio
ha indirizzato una lettera aperta a tutti gli organi istituzionali, sindaco,
Giunta, consiglio comunale, consiglieri provinciali, deputati regionali,
nazionali e senatori eletti nel collegio di Caltagirone: "Politici, il Natale
merita! Rinunciate ad un mese di gettoni ed
indennità per illuminare e organizzare il Natale. Anche per questo
Natale l'amministrazione comunale non provvederà ad illuminare le
strade della città per il periodo natalizio per mancanza di fondi. Alcune
importanti manifestazioni di attrattiva turistica, quali il Presepe vivente e
la Carovana dei magi, sono state tagliate per lo stesso motivo. L'ultima
illuminazione della città, per il Natale 2005, è stata
realizzata grazie al contributo raccolto dai commercianti che si sono
autotassati. Una volta tanto dovrebbero essere i nostri amministratori
comunali, consiglieri comunali, consiglieri provinciali, deputati e senatori
a fare un sacrificio rinunciando per il mese di dicembre ai compensi che
percepiscono per lo svolgimento di queste funzioni pubbliche. I commercianti,
gli operatori turistici, gli artigiani, i pubblici esercizi chiedono a tutti
coloro che hanno ricevuto "luce" dagli elettori di Caltagirone, che
sono stati votati per dare "nuovi lustri" a questa città, di
dimostrare con i fatti il proprio impegno per la collettività
devolvendo l'importo dei propri compensi, gettoni ed
indennità alla illuminazione natalizia della città ed alla
organizzazione del Natale". "Sull'aspetto turistico ed economico
non si può improvvisare ogni volta - dichiara Angelo Salerno,
presidente di Confcommercio - ma deve essere legato ad un progetto che
stabilisca il vero rilancio di questo territorio che vive oggi solo ed
esclusivamente di questo. Per cui poiché vediamo una scarsa promozione, e lo
riscontriamo dai numeri e dalle prenotazioni, quest'anno ci sarà un
calo notevole, anche se ovviamente speriamo che non sarà vero, perché
per noi è molto importante. Provocatoriamente abbiamo detto che per
mettere a fuoco il problema abbiamo lanciato questo appello. "Sappiamo
che la provocazione - conclude Salerno - ha suscitato particolari reazioni
tra i politici di entrambi gli schieramenti... quando vengono toccate le loro
tasche iniziano a diventare concreti. Questo è il risultato di chi
abbiamo eletto, non credo che tutti abbiano l'interesse verso la città
se non legato alle poltrone e agli incarichi che fanno gola a qualcuno. Per
organizzare il Natale bastavano tra i 40 ed i 50 mila euro, il consiglio comunale solo nel mese di dicembre avrebbe potuto
accantonare quasi 12 mila euro: se in un anno si rinunciasse al gettone di presenza si potrebbero impiegare quei soldi nella promozione turistica
e di tulle le iniziative che in questi anni ci hanno reso appetibili dal
punto di vista economico e turistico". (mercoledì 5
dicembre 2007).
( da "SaluteEuropa.it" del
05-12-2007)
Dalla capacità
di analizzare e valutare l'attività nasce la spinta al miglioramento
continuo: si può sintetizzare così il percorso
che sta avviando in questi mesi il Sistema
Sanitario Nazionale, impegnato in una fase delicata e importante di
modernizzazione. Una netta accelerazione in questo senso arriva oggi dalla
nascita del Laboratorio per la valutazione della performance in
sanità, sancita nel corso del convegno che si è svolto nei
giorni scorsi a Roma, nella sede dell'Istituto Superiore di Sanità,
con la partecipazione del Ministro della Salute Livia Turco, del Ministro
Giuliano Amato e di Ignazio Marino, Presidente della Commissione Igiene e
Sanità del Senato. Obiettivi dell'incontro, la discussione delle
migliori esperienze nazionali e internazionali nel campo della valutazione
della performance e la concertazione tra le Regioni di un impegno comune e
continuativo nel tempo per la realizzazione di un sistema nazionale
che, tenendo conto delle specificità territoriali, permetta comunque
una sintesi coerente, significativa e confrontabile dei risultati ottenuti.
La discussione delle esperienze della regione spagnola di Valencia e di
quella canadese dell'Ontario, in apertura dei lavori, hanno aperto una
finestra su realtà internazionali avanzate, quali la Gran Bretagna,
l'Olanda e il Giappone, da cui derivano spunti interessanti per la
costruzione di un modello valutativo originale, "tagliato" su
misura di un sistema come quello italiano, che combina la centralità
degli indirizzi programmatici e dei flussi finanziari con il ruolo
fondamentale svolto dalle singole regioni, partendo dall'esempio toscano,
attualmente il più maturo. In questa regione infatti, grazie al lavoro
del Laboratorio Management e sanità della Scuola Superiore Sant'Anna
di Pisa, è stato messo a punto un sistema di valutazione a
"bersaglio" che, sulla base di centinaia di indicatori, mette a
disposizione del governo della macchina sanitaria dati certi e trasparenti
sui risultati ottenuti dal sistema nel suo complesso e da specifiche aree
operative. Dati che riguardano la capacità di centrare gli obiettivi
di sistema, di raggiungere e mantenere le condizioni di equilibrio economico
finanziario, ma anche e soprattutto i risultati considerati significativi per
migliorare lo stato di salute e il benessere dei cittadini, come la
qualità dei servizi, l'appropriatezza, la produttività delle
risorse, la capacità di soddisfare le esigenze e le attese degli
utenti e il grado di gradimento e di soddisfazione del personale dipendente.
Si tratta quindi di una vera e propria sfida per tutto il sistema, non di uno
strumento per dare il "voto" al management e al sistema aziendale,
ma di un vero e proprio laboratorio, partecipato, dinamico e flessibile per
capire, crescere ed apprendere, un modo per valorizzare ciò che
è eccellente e per migliorare là dove emergono elementi e zone
di criticità e debolezza. Gli spunti e le esperienze presentate sono
state discusse dai numerosi rappresentanti delle Regioni che hanno
partecipato all'incontro romano e che hanno condiviso l'obiettivo di
contribuire attraverso il Laboratorio alla costruzione e condivisione di un
sistema nazionale di valutazione. La Fondazione
Lilly, attenta alle politiche di supporto e miglioramento alla
managerialità del sistema sanitario italiano,
ha voluto sostenere economicamente l'iniziativa, con l'augurio che le
esperienze e i suggerimenti di tutte le Regioni possano dar vita ad un
sistema di valutazione della performance sanitaria condiviso.
( da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 05-12-2007)
L'immagine del
Comune di Padova? La fanno quattro Alfa 159 Distintive 2.4 Piccole caste di
casa nostra crescono. A suon di centinaia di migliaia di euro. All'anno.
Già, perché quel che succede a Roma accade anche a Padova. Curiosando tra le delibere del Comune, infatti, si scopre come
i costi della politica continuino a salire e come certe spese forse non siano del tutto
oculate. Altro che tagli e sacrifici. E non si tratta di guardare a destra o
a sinistra: lo spreco sembra essere assolutamente trasversale.NON PIANGE IL
TELEFONO - 56, 97, 122. Non sono le misure di una pin-up marziana ma i
milioni (di vecchie lire) spesi da sindaco e assessori per comunicare. Con il
telefonino. Il triennio di riferimento è il '98-2000, ma da allora le
cose non sono cambiate, visto che oggi ogni amministratore ha a sua
disposizione un budget di 1.800 euro all'anno, esattamente 150 al mese. E non
è che ad avere il cellulare di servizio siano solo i politici. Nel
1998 erano appena 39, nel 1999 sono triplicati salendo a 91 e poi sono
ulteriormente raddoppiati tagliando, nel 2000, il traguardo di 208. Per la
felicità di capi area e settore, pure loro raggiunti dal sicuramente
gradito benefit.L'AUTO, LA TUA IMMAGINE - Padova la città del muro?
Padova la città dello spritz? Padova la città della seconda
università più antica d'Italia? Macché, Padova è la
città col sindaco piùcool, per usare lo slang americano. Mica
è da tutti, infatti, girare con un'Alfa Romeo 159 2.4 Jtdm Distintive,
una bestia da duecento cavalli in grado di superare con la massima
disinvoltura i duecento orari. Secondo la giunta, come si legge nella
delibera del 15 dicembre 2005, è non solo "l'autovettura
più rispondente alle esigenze di servizio, di sicurezza e
guidabilità, di un favorevole rapporto prezzo/qualità".
No, è anche - testuali parole - "di immagine all'Amministrazione".
E, come tutte le cose belle, costa: 37.500 euro l'una. Sì, l'una,
perché di Alfa Distintive ne sono arrivate quattro per un totale di 150.000
euro "prezzo scontato Iva inclusa". Di contro, il Comune ha
incassato un decimo, 15.000 euro appunto, dagli usati, quattro Lancia K: due duemila
turbo a benzina e due a gasolio 2.4 Jtd Ls. Nell'autunno precedente, viene
sottolineato nella delibera, l'amministrazione aveva rinunciato a una Lancia
Thesis 3.2 V6 24 valvole automatica Emblema a noleggio.Sì VIAGGIARE -
D'altronde, anche gli amministratori comunali viaggiano. Non poco e non solo
dentro e fuori le mura. Madrid, Berlino, Friburgo, Bosnia e Serbia, la
Svizzera ma anche Boston e Città del Capo. Esatto, Città del
Capo. Perché potrebbe mancare un assessore padovano al congresso "Oltre
l'Africa: soluzioni locali per sfide globali"? Ovviamente no. Costi quel che costi, ovvero tremila euro per sette
giorni."MI AUMENTO LO STIPENDIO" - Quanti vorrebbero farlo. Un bel
ritocco alla busta paga e magari con effetto retroattivo è il sogno di
tutti. E a volte i sogni diventano realtà. Da sette anni, infatti,
sindaco, vicesindaco e assessori portano a casa una indennità,
rispettivamente, di 11.424.000 lire, 8.568.000 lire e 6.854.400 lire. Cifre
che sono state ovviamente rivalutate con l'euro. Già, perché l'aumento
del trenta per cento risale al luglio del 2000 quando era il centrodestra a
comandare a palazzo Moroni.FIN CHE LA BARCA VA - Il prezzo non è da
saldi, ma si può rinunciare a un gondolone da regata otto remi
realizzato da uno storico costruttore di barche venete come il cantiere
Amadi? No. Non si può. Anche se i soldi non bastano e anche se 42.600
euro potrebbero servire, magari, a dare una casa a chi fatica ad arrivare a
fine mese. E questa è la cifra che il Comune, due anni fa, ha
deliberato a favore di un'associazione cittadina che questa barca proprio la
voleva, anche se costava 57.600 euro e di euro, nella cassa, ne aveva solo
15.000. Perché il Comune distribuisce fondi a privati o enti per quasi ogni
tipo di attività. A volte, però, in modo almeno contorto. Un
esempio concreto. Una associazione organizza uno spettacolo teatrale di
beneficenza e sborsa 1.750 euro per pagare gli artisti e i diritti alla Siae.
Però non raccoglie un euro. Anzi, non era nemmeno previsto che
qualcuno desse qualcosa. Dopodiché che fa? Gira il conto al Comune. Che paga.
E la beneficenza dov'è? Un mistero. Oppure c'è la
società sportiva che tra affitto dei campi, stipendi ai collaboratori,
trasferte, iscrizioni ai tornei, materiale, corsi di formazione e pure cene
spende in un anno 332.000 euro, ma tra sponsor, quote d'iscrizione degli
atleti e contributi vari ne mette assieme solo 198.000. E il resto del conto
chi lo paga? Il Comune: 134.000 euro tondi tondi. Oppure c'è la
comunità islamica che decide di rifare il tetto alla moschea. Il
preventivo della ditta è di 82.277,20 euro e i musulmani riescono a
mettere assieme appena 5.000 euro. Il resto del conto chi lo paga? Provate a
immaginare...Egle Luca Cocco.
( da "Gazzettino, Il
(Pordenone)" del 05-12-2007)
San Vito al
TagliamentoIl concetto di trasparenza applicata alla politica.
È la proposta, provocatoria ma allo stesso tempo figlia dei nuovi
tempi, che il consigliere comunale Giovanni Zanette (Nuova San Vito) ha
intenzione di proporre prossimamente durante il consiglio comunale. Il
concetto di fondo è quello di applicare il principio della trasparenza
tra coloro che amministrano la cosa pubblica."In relazione alla
necessità di garantire piena trasparenza all'attività dei
consiglieri e amministratori comunali come già avviene in alcuni
comuni e a Pordenone racconta il consigliere Zanette -, la mia proposta
è quella di rendere pubblici i redditi di coloro che amministrano la
cosa pubblica e soprattutto rendere chiaro ai cittadini il costo della politica, cioè quanto costano i politici in termini
non solo di gettoni da consigliere ma anche di incarichi in società ed
enti di nomina politica (vedi Ambiente Servizi,
ecc.)". Gli esponenti del mondo politico, come spiega il rappresentante
consiliare di Nuova San Vito, possono avere incarichi di consulenze o
poltrone in consigli di amministrazione in società pubbliche, enti
consortili, società municipalizzate. "I cittadini dovrebbero
essere messi al corrente di quanti e quali incarichi ricoprono i loro
rappresentanti comunali". L'idea di Zanette è quindi quella di
pubblicare direttamente sul sito internet del Comune di San Vito, il rendiconto sulle entrate e le uscite dell'attività politica degli amministratori.Il tema dei costi della politica è oggi un argomento vivo che mai che tocca da vicino
gli elettori (il pensiero va subito al caso letterario dell'anno, il libro
"La casta"). "L'obiettivo dell'iniziativa non è quella
di alzare il dito contro qualcuno entra nel dettaglio Zanette - ma
vuole mettere in chiaro e far giudicare la gente su come vengono investiti i
soldi pubblici, se il lavoro portato avanti dagli amministratori è
proporzionale a quanto percepito e se viene colta la qualità del
lavoro svolto".La trasparenza della politica
per l'ex candidato alla poltrona di sindaco può quindi diventare uno
strumento a favore della Pubblica amministrazione.Quella di Zanette è
una proposta che punta a raccogliere il consenso dei colleghi consiglieri.
"Per questo lancerò l'idea durante uno dei prossimi consigli
comunali con la speranza che l'invito possa trovare terreno fertile". La
volontà è quella di poter raggiungere un'intesa trasversale per
arrivare a elaborare un percorso condiviso tra maggioranza e opposizione.Dal
canto suo il sindaco Gino Gregoris, la definisce "un'idea che mi trova
pienamente d'accordo. Sebbene si tratti di elementi che sono già
pubblici, portarli all'attenzione dei cittadini in modo più chiaro,
semplice e diretto (come la pubblicazione sul sito comunale) è un
percorso favorevole". Nell'attesa che la proposta venga ufficializzata
in aula, il consigliere Zanette fa sapere che punto di partenza sarà
il regolamento utilizzato dal consiglio comunale di Pordenone.Emanuele Minca.
( da "Asca" del
05-12-2007)
(ASCA) - Roma,
5 dic - La Conferenza Stato-Regioni esaminera' i seguenti argomenti: Parere
sul decreto attuativo dell'articolo 1, comma 810, lettera c) della legge n.
296/2006 (L.F 2007) - Progetto Tessera sanitaria . Parere sulla campagna
informativa volta a promuovere la sicurezza nell'esercizio degli sport
invernali ai sensi dell'art. 5 della legge 24 dicembre 2003, n. 363 recante
'' norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa
e da fondo''. Intesa sul decreto di recepimento della direttiva 7 febbraio
2006, n. 2006/15/CE. Direttiva della Commissione che definisce un secondo
elenco di valori indicativi di esposizione professionale in attuazione della
direttiva 98/24/CE del Consiglio e che modifica le direttive 91/322/CEE e
2000/39/CE. Intesa sulla proposta inerente ''Accordo di Programma integrativo
2007 per il settore degli investimenti sanitari'' con la Regione Calabria.
Parere sullo schema di decreto interministeriale relativo al finanziamento
dei progetti a favore dei distretti industriali. Intesa sullo schema di
decreto recante ''Disposizioni per l'attuazione della riforma della politica agricola comune (PAC) nel settore degli agrumi
destinati alla trasformazione. Intesa sullo schema di decreto recante
regolamento concernente la modifica dell'allegato 1, punto 1, alla parte
terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia
ambientale. Parere sullo schema di decreto recante ''Elenco delle zone di
protezione speciale classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE''.
Accordo sulle ''Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione
ed il sostegno dell'allattamento al seno''. Accordo sul ''Documento di
inquadramento per la diagnosi ed il monitoraggio della celiachia e relative
patologie associate''. Accordo concernente ''Linee guida di pratica clinica e
di standard di assistenza e cura per bambini affetti da Labio - Palatoschisi:
condividere, diffondere ed implementare le Linee Guida prodotte nell'ambito
del programma Eurocleft''. Accordo concernente ''Linea guida relativa
all'esercizio delle attivita' sanitarie riguardanti la medicina trasfusionale
in campo veterinario''. Intesa sullo schema di decreto recante definizione
delle caratteristiche del sistema informativo dei servizi trasfusionali e
della tipologia dei flussi informativi tra il Ministero della salute, le
Regioni e il Centro nazionale sangue. Intesa
concernente l'attuazione del Piano di emergenza per la sicurezza degli alimenti
e dei mangimi. Parere sullo schema di decreto concernente la misura per
l'anno 2007 dell'ulteriore riduzione delle percentuali di sconto a carico
delle farmacie. Proposta di assegnazione alla Regione Campania delle risorse
vincolate ai sensi dell'articolo 1, comma 34, della legge 23 dicembre 1996,
n. 662 per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di
rilievo nazionale del piano Sanitario Nazionale
2003-2005, individuati con l'accordo Stato - Regioni del 24 luglio 2003. Anno
2005. Intesa sullo schema di decreto recante integrazioni al decreto del
ministro della solidarieta' sociale del 22 marzo 2006, concernente lo
svolgimento dei programmi di istruzione e formazione da effettuarsi nei Paesi
di origine dei cittadini extracomunitari. Acquisizione della designazione di
rappresentanti regionali in seno al Gruppo di lavoro per la predisposizione
di un programma quadro per il settore forestale, ai sensi dell'articolo 1,
comma 1082 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 . Acquisizione della designazione
di cinque rappresentanti delle Regioni e delle Province autonome in seno al
Comitato di sorveglianza del Programma Rete Rurale Nazionale 2007-2013 .
res-rus/cam/ss (Asca).
( da "Asca" del
05-12-2007)
(ASCA) -
Cosenza, 5 dic - ''La sanita' in Calabria e' allo sfascio, se non si cambia
per davvero la reazione dei cittadini potra' essere imprevedibile. Di questo
ne prenda atto il ministro Livia Turco, perche' la rabbia dei calabresi per
un sistema sanitario che produce morte e
inefficienze cresce di giorno in giorno''. Lo ha detto il deputato
dell'Ulivo-Pd, Franco Laratta, dopo aver appreso della ragazza di sedici
anni, Eva Ruscio, deceduta per una tonsillite all'ospedale di Vibo Valentia.
''Spero che anche questa volta, come per Federica, il ministro Turco venga in
Calabria per rendersi conto di persona su quali siano stati i progressi nella
sanita' calabrese dal giorno della sua ultima visita ad oggi. Ritengo che
tranne poche eccezioni, in Calabria il sistema sanitario
pubblico continui a essere un colabrodo. Poiche' se avessero avuto effetto le
parole del ministro all'indomani del dramma della famiglia Monteleone (''Mai
piu'''), a quest'ora non dovremmo parlare di un'altra giovane vittima
sacrificata sull'altare della malasanita'''. ''A nulla e' servita la morte di
Federica Monteleone, come a nulla e' servito il sacrificio del povero Flavio
Scutella', entrambi vittime di un sistema sanitario
che ha mostrato tutti i limiti. La gente continua a morire - dice Laratta -
per cose banali. Anche in questo caso si faccia subito chiarezza e si
accertino le responsabilita'. Piu' di tutto si dica con chiarezza se la gente
puo' continuare a fidarsi dei nostri ospedali oppure e' meglio andare a
curarsi altrove. Sara' anche vero come aveva sostenuto la Turco che nella
sanita' pubblica operano bravi medici, ma vorrei capire, cosi come lo
vogliono i cittadini, perche' casi cosi' eclatanti di malasanita' accadano
quasi sempre al sud e in particolare in Calabria''. ''Anche la regione deve
dare un forte segnale di svolta per evitare che simili episodi si ripetano.
La sanita' calabrese assorbe oltre il 60 percento del bilancio regionale, e
di questo dobbiamo dar conto ai calabresi in termini di efficienza e
qualita'''. Il deputato del partito democratico esprime forte vicinanza e
condivisione del dolore alla famiglia della giovane Eva. red/sam/ss (Asca).
( da "Asca" del
05-12-2007)
(ASCA) -
Catanzaro, 5 dic - ''Non accetto che si parli di malasanita' in Calabria.
Piuttosto esiste un problema della sanita' in Italia''. Lo ha detto il
vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, Vincenzo Spaziante.
''Vado in conferenza Stato-Regioni - ha aggiunto Spaziante - ogni settimana e
casi, come questo che oggi e' accaduto a Vibo, avvengono, purtroppo, in tutte
le regioni d'Italia, anche in quelle che noi riteniamo eccellenti. I
calabresi non abbiano una crisi di sfiducia, ma sappiano che abbiamo un
sistema sanitario valido''. red/sam/sr (Asca).
( da "Virgilio Notizie" del
05-12-2007)
05-12-2007
20:00 Non è che con federalismo abbiamo creato più problemi?
Roma, 5 dic. (Apcom) - "Non è che con il federalismo abbiamo
creato problemi che prima non c'erano o erano minori?". A chiederselo è Gianfranco Fini, presidente di An,
parlando della situazione sanitaria italiana, dal palco del teatro Ghione di
Roma. Il leader di An ribadisce la bocciatura del federalismo in tema di
sanità pubblica: "Non è arrivato il momento di ripensare
il Sistema
sanitario nazionale al 95%
regionale?". Delegarlo alle Regioni accentua le disuguaglianze,
spiega Fini, e "il problema non sono solo le risorse carenti, se
è vero che la spesa pubblica sulla sanità ha un picco alto.
Ciò che occorre è rivedere le competenze esclusive delle
Regioni sul Sistema sanitario nazionale
e rivedere i meccanismi di spesa".
( da "Giorno, Il (Lecco)" del
06-12-2007)
BILANCIO
PRESENTATI I DATI SULL'ATTIVITÀ DEL QUINQUENNIO 2003-2007 Ogni lecchese
costa 1.181 alla sanità Diminuiscono i ricoveri in ospedale ? LECCO ?
NEL 2006 l'Asl di Lecco ha speso poco meno di 387 milioni (per l'esattezza
386.848.000) di euro per la salute dei lecchesi. Ovvero 50 milioni di euro in
più. Si tratta di un incremento del 15% rispetto ai costi sostenuti
nel 2003. Sono alcuni dei dati contenuti in "L'Asl di Lecco al servizio
della salute", la relazione sull'attività del quinquennio 2003-07
(ma i dati si fermano ovviamente solo fino al 2006) presentata ieri dal direttore
generale, Walter Locatelli e dai vertici dell'azienda. DALLA SPESA
complessiva dei quasi 387 milioni ne consegue che il costo pro capite per
l'assistenza sanitaria è stato di 1.181 euro. Anche questo dato
è in crescita: nel 2003 ogni cittadino della provincia di Lecco (che
conta circa 315 mila abitanti) era costato 1.054 euro. La relazione mostra
che più della metà (il 55%) della spesa è assorbita
dall'assitenza distrettuale, che spende mediamente 652 euro per ogni singolo
cittadino. Al contrario, sono 467 gli euro spesi per l'assistenza ospedaliera
(i ricoveri) mentre l'assistenza sanitaria in ambiente di vita e di lavoro
risulta di soli 62 euro. Il dato conferma un trend che si registra anche nei
costi sostenuti in valore assoluto. In effetti, l'Asl di Lecco ha mostrato
maggiore propensione a sostenere l'assistenza distrettuale rispetto a quella
ospedaliera. Per quest'ultima si è passati da una spesa di poco
più di 143 milioni di euro del 2003 ai poco più di 153 milioni
del 2006. In termini percentuali, però, si è scesi da una
percentuale del 42,6% sulla spesa complessiva al 39,58% dell'anno passato. Al
contrario, cresce ovviamente la spesa per l'assistenza distrettuale che
incide per il 55% sull'intera spesa. È una chiara tendenza alla
delocalizzazione dell'intervento sui pazienti, peraltro registrata anche a
livello regionale. E' anche interessante notare come l'assistenza primaria
faccia la parte del leone con un 56% della spesa. Seguono l'assistenza socio
sanitaria (23,92%) e quella specialistica (20,08%). Osservando maggiormente
nel dettaglio i dati si scopre anche che la spesa farmaceutica (oltre 73
milioni di euro nel 2006) e quella speciliatsica ambulatoriale (spesi 27
milioni di euro) assorbono ormai più del 54% delle risorse dedicate nell'area
dell'assistenza primaria. PROPRIO in questo senso, Locatelli ha tenuto a
precisare che uno degli obiettivi primari dell'Asl di Lecco è stato
proprio quello di razionalizzare la spesa farmaceutica, soprattutto inserendo
nel prontuario ospedaliero quei farmaci che - a parità di efficacia -
fossero meno onerosi per il Servizio sanitario nazionale.
Nel comparto dell'assistenza socio-sanitaria, infine, i costi maggiori sono
stati dedicati all'assistenza degli anziani: quasi 24 milioni di euro, pari
all'11% del totale. A.Mor. - -->.
( da "Trentino" del
06-12-2007)
Il consiglio comunale
vota la deroga per ristrutturare l'immobile che aveva suscitato animazione
imponendo un rinvio Disco verde agli alloggi per gli anziani Ziano:
archiviate le perplessità sulla ristrutturazione dell'ex Casa Acli Il
sindaco: "Basta che non si parli più di favori al privato"
ZIANO. A sorpresa la polemica sulla deroga per il recupero dell'immobile di
via Roma dove verranno realizzati 4 alloggi per anziani, che 5 giorni prima
aveva infiammato la seduta del consiglio di Ziano, si è letteralmente
sgonfiata. La proposta della giunta, discussa ampiamente giovedì
scorso, è passata con il voto della maggioranza ma
anche di Diego Zorzi e Pierluigi Polo di Uniti per Ziano. I tre consiglieri
della lista Abete, Piero Gualdi, Fabrizio Vanzetta e Pina Zorzi (tutti e tre
hanno rinunciato al gettone di presenza) si
sono astenuti perchè, ha precisato Gualdi, "l'immobile si poteva
recuperare in un altro modo". Se giovedì il sindaco Fabio
Vanzetta era uscito dall'aula su tutte le furie per le accuse striscianti di
favoritismi nei confronti di un privato, martedì pomeriggio è
entrato in aula malconcio per via di un'indisposizione, ma più sereno.
Le cose evidentemente si sono chiarite con la presa d'atto da parte della
minoranza che l'operazione non presenta ombre di sorta. Tant'è che la
delibera che parla di autorizzare in deroga il Comune alla demolizione delle
murature della particella 121, limitatamente alla proprietà comunale
risultante dal perfezionamento della permuta, è stata sostanzialmente
condivisa. "Basta che non si parli di deroga per il privato dalla
superficie minima di 80 mq. per appartamento", ha precisato Fabrizio
Vanzetta ricordando un compromesso con la società Bellavista
dell'ingegner Demattè, in cui si parla di derogare dall'art. 80 del
regolamento edilizio per consentire la realizzazione di 3 appartamenti.
"Nessun problema - ha chiarito il sindaco - se si demolisce non si
può derogare, non lo consente la legge". Diego Zorzi, capogruppo
di "Uniti per Ziano", ha spiegato le ragioni delle preoccupazioni
del gruppo e del voto favorevole. "C'era un compromesso che riguardava
la proprietà privata e quella pubblica, ma non c'era però il
testo della delibera. Siamo favorevoli alla realizzazione dei 4 appartamenti
ma non accettiamo che ci siano vantaggi indebiti a favore della parte
privata. Se ci date questa garanzia i motivi di sospetto posso
decadere". Un sospetto giustificato "dalle carte che non
avevamo", ha precisato, sottolineando come manchi a volte la
comunicazione. "Adesso sembra che tutti abbiano capito - ha commentato
il sindaco Fabio Vanzetta - ma due ore prima sembrava che noi facessimo solo
piaceri ai privati". "C'è stata una macchinazione di
qualcuno che ha cercato di mettere in cattiva luce tutta la
maggioranza", ha aggiunto ricordando le e-mail che circolavano
giovedì scorso. Poi ha illustrato alcuni dati. Il privato
recupererà 2,70 mq. mentre il comune ne guadagnerà 16. i 4
appartamenti che saranno realizzati dalle Acli, ma assegnati ad anziani in
base ad una graduatoria comunale, avranno una superficie complessiva di 191
mq. anzichè 175,40. 4 mq. in più per ogni bagno. Per Piero
Gualdi il progetto è comunque da cambiare. "I bagni sono angusti
e non c'è quello per i disabili", ha precisato, "e due su 4
non hanno il bidet", ha chiosato Pina Zorzi. Bidet a parte c'è
stato ancora un accenno da parte di Gualdi all'opportunità del
risanamento conservativo. Per una questione di equità. "Ma
perchè se non può farlo il privato non deve farlo il
pubblico?" ha puntualizzato il sindaco riferendosi alla demolizione che
abbasserà i costi del 30%. Infine Diego Zorzi ha suggerito di
cancellare dalle premesse della delibera qualsiasi riferimento all'eventuale
richiesta separata del privato sull'art. 72 bis. "E' pleonastico":
ha detto. La maggioranza ha concordato. Il voto: 11 a favore e 3 astenuti.
( da "Libertà" del
06-12-2007)
Quotidiano
partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 6 dicembre 2007 >
Lodigiano Strade, più soldi per la manutenzione Pistola al vigile:
tutti d'accordo Besenzone, il consiglio dà via libera BESENZONE -
Approvato a maggioranza, durante l'ultima seduta del consiglio comunale di
Besenzone, l'assestamento del bilancio dell'anno in corso. Un solo astenuto,
Giuseppe Bigatti della minoranza. Spiccano tra le voci in entrata gli oneri
di urbanizzazione: poco più di 80mila euro, infatti, l'aumento di tale
entrata rispetto all'importo previsto. Un incremento che non può che
far ben pensare gli amministratori i quali, sotto la guida del sindaco Luigi
Garavelli, reinvestiranno parte di tali introiti sull'acquisto di nuove aree
da lottizzare per edilizia pubblica, per venderle a prezzi ribassati e
portare così ad un ulteriore aumento la superficie residenziale del
paese. In aumento, infatti, la voce di bilancio relativa all'acquisto di
terreni. Nei preventivi di spesa sono invece aumentati di 50mila euro quelli
previsti per l'asfaltatura di strade comunali: "Decideremo alla fine
della stagione su quali tratti intervenire - ha informato il sindaco -. In
base al tipo di inverno che farà, agiremo su quelle più
colpite". Approvata invece all'unanimità la devoluzione del
gettone di presenza di tutti i consiglieri a
Telethon: "Ogni anno lo facciamo durante la seduta consiliare di
dicembre. E' una decisione che coinvolge sia maggioranza che minoranza e
sulla quale siamo sempre stati d'accordo". Parere favorevole e unanime
anche per l'assegnazione del porto d'armi all'agente di polizia municipale di
Besenzone, Gianluca Bondi: "Speriamo che non la debba mai usare - ha
commentato il sindaco - ma pensiamo che durante le uscite debba avercela. Non
si può mai sapere cosa possa capitare". Chiara Bruschi [.
( da "Libertà" del
06-12-2007)
Quotidiano
partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di giovedì 6 dicembre 2007 >
Provincia Vernasca, volontari per il "verde" Comune, accordo con l'Auser
per servizi. Cani: patto con Castello VERNASCA - E' passato con il voto
favorevole della maggioranza e l'astensione dell'opposizione l'assestamento
di bilancio del comune di Vernasca. La manovrina di fine anno non ha fatto
registrare particolari cambiamenti nelle entrate e nelle uscite
dell'amministrazione, se non alcune voci riguardanti gli introiti degli
ingressi al castello di Vigoleno (+ 8mila euro) e le spese per
l'illuminazione pubblica (+ 17mila euro). Su quest'ultimo argomento, il
consigliere di minoranza Roberto Battaglia ha chiesto chiarimenti, auspicando
in futuro l'utilizzo di lampioni a pannelli solari per limitare le spese
dell'amministrazione. Proposta che il sindaco Gianluigi Molinari non ha
bocciato, spiegando però che al momento la spesa per l'installazione
di un impianto fotovoltaico è nettamente superiore a quella di un
impianto comune, il che ne rende impossibile l'installazione su larga scala.
Soddisfazione è stata invece espressa per i maggiori introiti
derivanti dagli ingressi al Castello di Vigoleno, la cui concessione
scadrà però il prossimo anno. E' stato comunque approvato uno
stanziamento per il miglioramento della sala d'armi che, nel caso in cui non
venisse prorogata la concessione, potrà essere comunque spostata in
altra locazione. Ha trovato il pieno appoggio della minoranza anche la
stipula della convenzione tra il Comune di Castellarquato e il Comune di
Vernasca per il servizio di custodia cani randagi nella struttura
"Rifugio del cane di Castellarquato". Accolta con i favori
dell'opposizione anche la convenzione con l'Auser di Piacenza per
l'inserimento di volontari nei servizi gestiti dal Comune, per esempio la
cura del verde pubblico. L'approvazione della Finanziaria, inoltre, ha reso
necessaria la modifica della composizione del consiglio
di amministrazione dell'Azienda Multiservizi del Comune di Vernasca. Da
cinque i consiglieri sono passati a tre, senza incidere però sul
risparmio da parte dell'ente. "Perché i nostri consiglieri non
percepivano alcun gettone di presenza - ha spiegato il sindaco
-, quindi questo adeguamento non ha portato benefici alle casse del
Comune". Anzi, secondo il consigliere di minoranza Battaglia:
"Se prima le decisioni erano frutto di una collegialità - ha
sottolineato - ora saranno prese solamente da tre persone. Non credo che
questa scelta della Finanziaria sia particolarmente felice". Il sindaco
Molinari ha poi comunicato che Enia farà un sopralluogo a Vernasca per
la realizzazione di una piazzola ecologica. Esponenti dell'azienda, inoltre,
stasera, alle ore 21, nel centro Cultura, parleranno del compostaggio e del
risparmio che ne deriva sulla tariffa dei rifiuti. Molinari ha inoltre
annunciato che il 13 dicembre, sempre allee 21 nel Centro culturale, i
carabinieri della compagnia di Fiorenzuola (stazione di Vernasca) terranno
una "lezione aperta" ai cittadini sulla sicurezza. Infine, il
sindaco ha letto un rapporto della Corte dei Conti che non riscontra
irregolarità nei bilanci del Comune, ma registra una lieve criticità,
già rientrata, nelle spese per il personale dell'anno 2004. Cristian
Torri [.
( da "Secolo XIX, Il" del
06-12-2007)
I costi della politica
/ 2 ALLA FINE il regolamento contestato passa, approvato all'unanimità
in consiglio provinciale con l'Unione e la Cdl compatte. È un testo
complicato, difficile da spiegare, ma di fatto comporterà, grazie a un
piccolo trucco normativo, un aumento dei costi dell'ente tra gli 80 e i 100
mila euro all'anno. Come funziona? Facile: i consiglieri provinciali assenti
ai lavori di commissione potranno delegare anche membri esterni alla
commissione stesse. Ma se in caso di delega a un collega
di commissione, questi incassava solo il suo gettone di presenza (97 euro lordi), da oggi il gettone scatterà
automaticamente per altri 3-4 consiglieri a seduta (in base alla media di
deleghe calcolata fin qui). Ecco la proiezione dei maggiori costi. I
primi effetti collaterali si sono già visti nei primi giorni di
applicazione del regolamento, con le deleghe che hanno subito un brusco
aumento. Infatti, per altro, la regola consente di delegare non solo un
membro dello stesso gruppo, ma anche un membro della coalizione. Insomma,
massima libertà di delega: chiunque può rappresentare chiunque
e viceversa, mentre il tassametro dei gettoni scatta
inesorabilmente. Il fatto strano è che questo testo era già passato
in commissione, complice una curiosa astensione dei consiglieri ulivisti: ma,
finita sui giornali, gli stessi ulivisti si erano affrettati a dire che in
consiglio non sarebbe mai passata. Invece, nella seduta del 21 novembre, il
testo è stato in parte emendato - ma senza sostanziali correzioni - la
numerazione degli articoli è stata modificata e alla fine il
regolamento è passato. Assenti ai lavori fin dall'inizio Zito e
Ferrante, al momento del voto il consigliere Vaccarezza. gio. m. 06/12/2007.
( da "Messaggero Veneto,
Il" del 06-12-2007)
Gorizia
PREVENZIONE DIMENTICATA di GIULIANA PIGOZZO* DIBATTITO Negli ultimi mesi
abbiamo mosso pesanti obiezioni sulla congruità del Fondo sanitario regionale e delle risorse stanziate sul welfare.
Lo abbiamo fatto innanzi tutto perché preoccupati che un tetto di spesa
sottostimato possa limitare l'efficienza e la qualità del servizio
sociosanitario. Se da un lato siamo consapevoli dei
vincoli di bilancio esistenti, non vorremmo che quello economico diventasse
l'unico parametro. L'unico parametro di giudizio sull'operato degli
amministratori, che questi venissero valutati cioè non per come
assicurano la salute, ma solo in base a quanto riescono a risparmiare, sempre
e comunque. Ferma restando la necessità di contrastare sprechi e
inefficienze, bisogna anche riflettere con obiettività sui motivi
della mancata applicazione delle disposizioni programmatorie e sulle cause
dei ritardi nel raggiungimento degli obiettivi regionali. Da qui anche il
bisogno di una maggiore chiarezza sui ruoli di chi governa e di chi attua,
l'esigenza di un servizio sanitario gestito in modo
chiaro e trasparente, in grado di premiare la competenza e i risultati. Si
tratta di porre dei paletti chiari: innanzi tutto il carattere
universalistico del sistema sanitario e del diritto
alla salute e quindi la centralità del ruolo pubblico. Concetti,
questi, che sono andati un po' in disuso, ma sui quali occorrerebbe invece
insistere con forza. Così come bisognerebbe valorizzare maggiormente
le buone prassi e l'importanza della prevenzione, perché gli investimenti in
prevenzione generano risparmi in costi di cura. Giusto, quindi, sostenere e sviluppare
tutte quelle iniziative che si muovono in questa direzione: dallo screening
mammografico a quello della cervice uterina, fino ad arrivare a quello di
prossimo avvio sui tumori del colon retto. Vorremmo che altrettanta
attenzione fosse dedicata alla sicurezza nei luoghi di lavoro, per combattere
gli infortuni e le malattie professionali vecchie e nuove. La nostra regione,
purtroppo, si colloca al secondo posto nazionale per
frequenza degli infortuni e anche le patologie legate al lavoro sono in
aumento. Spesso ci rispondono sulla base di fredde percentuali: aumenta il
lavoro e aumentano gli infortuni, diminuisce il lavoro e diminuiscono gli
infortuni. Un ragionamento che non è soltanto cinico - perché
presuppone che morire di lavoro sia un fatto naturale -, ma anche
superficiale: non si tiene conto, infatti, di quanto sia cambiato il mercato
del lavoro e di quanto quei cambiamenti incidano sulla natura degli
infortuni. Cinismo per cinismo, proviamo a metterla
giù in termini di costi. Ebbene, gli infortuni sul lavoro costano al
sistema paese qualcosa come 31 miliardi di euro l'anno e il 40% degli
infortuni gravi sarebbe evitabile. Nelle politiche pubbliche, anche
regionali, la prevenzione dovrebbe occupare quindi una posizione di primo
piano. Purtroppo non è così, purtroppo si ragiona su
tempi e costi con la più limitata e miope delle logiche, quella del
breve periodo. Si pensi alla pratica degli appalti al massimo ribasso, con
tutto quello che implica in termini di evasione fiscale, di elusione
contributiva e di scarsa sicurezza. I risparmi di oggi, in molti casi, si
pagheranno con gli interessi. Quanto costeranno domani la precarietà,
le pensioni da fame, gli infortuni? Proviamo a mettere tutto quanto sulla
bilancia e a chiederci se non ci sia bisogno di cambiare la scala dei valori
e delle priorità. Coniugare mercato e diritti: questa la grande sfida
per le istituzioni, a ogni livello. A livello regionale, il Documento di
programmazione economico e finanziaria approvato dalla giunta ci dice che gli
infortuni sul lavoro costituiscono una delle principali criticità. Ma
questa enunciazione non basta. È indispensabile definire le azioni
concrete che vengono messe in atto e danno sostanza ai programmi: in quello
dell'attuale maggioranza e dell'attuale presidente erano previste
"congrue risorse al dipartimento di prevenzione di ciascuna Azienda
sanitaria e al potenziamento della medicina del lavoro". Non è
soltanto un problema di ammontare delle risorse, contano anche i criteri di
spesa. L'attribuzione indistinta di risorse alle aziende sanitarie sottopone,
infatti, la sicurezza sul lavoro al gioco delle priorità, con la
conseguenza che nelle strategie delle aziende sanitarie la prevenzione degli
infortuni scivola regolarmente nelle ultime posizioni. Ecco perché la Cgil
propone da tempo di individuare incentivi specifici ai direttori generali,
legati a indici di prevenzione degli infortuni. Questa e altre proposte della
Cgil sono note da tempo e avremmo voluto discuterne approfonditamente. Magari
nell'ambito di una riunione specifica del comitato regionale di coordinamento
sulla sicurezza sul lavoro, che sarebbe potuta essere convocata prima di
definire le nuove linee di programmazione sociosanitaria. Questa la richiesta
che avevamo avanzato ancora in settembre, ma che non ha mai trovato risposta.
Non sappiamo quindi quanti dei fondi stanziati sulla sanità - peraltro
con un tetto di crescita al 4% che a noi sembra assolutamente sottostimato -
saranno destinati alla prevenzione. Ci auguriamo che sia una quota adeguata:
perché gli strumenti legislativi per combattere gli infortuni ci sono, ma per
produrre risultati hanno bisogno di risorse. *segreteria regionale Cgil Fvg.
( da "Corriere Alto
Adige" del 06-12-2007)
Corriere
dell'Alto Adige - TRENTO - sezione: TRENTOEPROV - data: 2007-12-06 num: -
pag: 7 categoria: REDAZIONALE Si cambia Firmani polemico con Cipolletta. Non passa il taglio dei gettoni
Università, cda da 27 Meno Provincia e prof Eliminato il
"mini-mandato" per il rettore Ora il testo andrà al vaglio
di facoltà e dipartimenti Il governo sta invece studiando un incarico
unico di 6 anni per il Magnifico TRENTO - Passa in un colpo solo da taglia 44
alla 27 il consiglio di amministrazione dell'Università di Trento.
Il numero dei consiglieri si ridurrà di 17 unità a partire
dalla prossima elezione, prevista tra un anno. A deciderlo è stato lo
stesso cda riunitosi ieri mattina. Oltre alla riduzione dei componenti, che
interessa le rappresentanze accademiche e non quelle dei territori, il cda ha
deciso di accrescere la partecipazione degli studenti alle decisioni del
Senato accademico. E di abrogare il mini- mandato del rettore, che non potrà
più quindi ripresentarsi alle urne per un terzo mandato di due anni
dopo aver guidato l'ateneo per due mandati quadriennali. La riduzione dei
membri del cda ha movimentato il finale della riunione. Tutto è
iniziato quando il presidente Innocenzo Cipolletta ha messo in votazione le
modifiche dello statuto approntate dalla commissione presieduta da Giovanni
Pascuzzi. Il docente era stato nominato prorettore per gli aspetti legati
alle riforme normative e ai processi per la revisione dello statuto. Sul
tavolo c'era la proposta del rettore con la riduzione da 44 a 27 membri del
cda e la possibilità di partecipazione di due rappresentanti degli
studenti alle sedute del Senato accademico in determinate circostanze, come
tasse universitarie, calendario delle attività didattiche e procedure
per l'iscrizione ai corsi. Alla fine della discussione hanno votato a favore
tutti i membri presenti, tranne il consigliere Maurizio Migliarini,
rappresentante del personale tecnico e ammini-strativo, che ha votato contro,
ed il consigliere Bruno Firmani, docente ordinario e consigliere comunale di
Italia dei Valori. Quest'ultimo non ha partecipato alla votazione per
protesta. Firmani avrebbe infatti voluto che le sue proposte di modifica
dello statuto - presentate a suo tempo e che riguardano tra le altre cose la
riduzione del gettone di presenza di cento euro -
venissero valutate una per una. La modifica allo statuto rimane per ora solo
una bozza. Il testo approvato ieri mattina deve passare ora nei consigli di
facoltà e di dipartimento per il parere e per eventuali osservazioni.
Quindi tornerà in cda integrato per l'approvazione definitiva. Infine,
sarà richiesto il parere da parte del ministero dell'Università
e della ricerca e della Provincia. Il taglio interessa soprattutto la componente
accademica mentre sono rimaste invariate le rappresentanze del territorio, in
accordo con la vocazione territoriale professata dall'ateneo trentino.
Rispetto allo statuto vigente resta invariata la presenza
dei seguenti membri: rettore, presidente, prorettore, direttore generale, due
rappresentanti del governo, uno designato dalla Regione Trentino Alto Adige,
un membro della Camera di commercio, un rappresentante dei lavoratori e uno
dei datori di lavoro, due persone nominate rispettivamente dal Comune di
Trento e da quello di Rovereto, un rappresentante della Fondazione Bruno
Kessler. Si riducono invece: da 7 a 3 i membri eletti tra i professori
ordinari, da 7 a 3 quelli eletti tra gli associati, da 6 a 3 quelli eletti
tra i ricercatori, da 4 a 2 i rappresentanti degli studenti, da 2 a 1 quelli
dei dottorandi, da 3 a 2 quelli del personale tecnico-amministrativo e da 3 a
1 i rappresentanti della Provincia di Trento. Infine una novità
potrebbe verificarsi in futuro e costringere l'ateneo a rimaneggiare
nuovamente lo statuto. Il rettore ha infatti comunicato che il governo ha
predisposto una bozza di disegno di legge per modificare la governance degli
atenei italiani. Si parla di un mandato unico di 6 anni per il rettore, di
cda di 7 componenti al massimo, e di eliminare le distinzioni tra
Facoltà e Dipartimenti. Stefano Voltolini Presidente Innocenzo
Cipolletta ha guidato la seduta di ieri del cda (Foto Rensi).
( da "Nazione, La (Pisa)" del
06-12-2007)
? PONTEDERA ? LA RIABILITAZIONE nel sistema sanitario assume
sempre più importanza come emerge dai dati epidemiologici forniti dall'Agenzia
Regionale Sanità. Infatti, l'incidenza di malattie in cui residuano
disabilità complesse è sempre più rilevante e ai fini
della qualità della vita dei pazienti risulta determinante l'apporto
che può fornire la riabilitazione. In questo settore, la Asl 5
può vantare un servizio di riabilitazione all'avanguardia riconosciuto
sia dai professionisti dell'Area Vasta sia dalle associazioni di disabili.
Tale giudizio è emerso nel corso del convegno "Dalla
Riabilitazione alla cittadinanza: percorsi di cura per il cittadino disabile
adulto" rivolto ai medici, ai fisioterapisti e ai cittadini, che si
è tenuto a Pontedera nei giorni scorsi. "LA RIABILITAZIONE adulti
dell'ASL 5 ? afferma Luciana Segenni, direttore della riabilitazione dell'Asl
5 ? ha negli ultimi anni proposto un modello organizzativo che ha consentito
di attuare una risposta significativa nel territorio con interventi anche
negli ospedali, tesa a facilitare l'accesso alle cure riabilitative, a creare
una rete tra strutture pubbliche e convenzionate, a dare omogeneità
per caratteristiche di risposta nelle tre zone pur preservando le
specificità locali. Sono stati creati percorsi innovativi improntati
al confronto con le persone disabili e con i problemi che i cambiamenti in sanità
impongono quali la continuità ospedale territorio, la necessità
di una presa in carico del cittadino disabile fino alla creazione di modelli
di mantenimento dell'autonomia. Tali percorsi sono stati apprezzati dalle
associazioni disabili presenti al convegno che ha, infatti, consentito loro
non solo di confrontarsi su quanto viene fatto e sulle prospettive in essere
ma anche di dare significato al diritto di cittadinanza che il disabile
ha". IMPORTANTI appuntamenti aspettano la riabilitazione dell'Asl 5, in
particolare in Valdera dove verrà previsto, a breve, il trasferimento
della riabilitazione territoriale nella nuova sede di Fornacette con
ampliamento delle risposte riabilitative territoriali e dove è in
corso la programmazione di posti letto di riabilitazione nell'ospedale Lotti
con la possibilità di attivare, in modo innovativo per la zona, la
presenza di una degenza e una sezione ambulatoriale ospedaliera
riabilitativa. "La riabilitazione ? continua la dottoressa Segenni ? ha
questa potenzialità: è una disciplina che non si confronta solo
con le strutture, ma anche con la persona nella sua globalità, avendo
come obiettivo il restituirla, al meglio delle sue potenzialità, nel
proprio contesto di vita". - -->.
( da "Corriere della
Sera" del 06-12-2007)
Corriere della
Sera - ROMA - sezione: Cronaca di Roma - data: 2007-12-06 num: - pag: 5
categoria: REDAZIONALE "Letta sbaglia, non c'è il modello
Roma" Fini incontra i cittadini al teatro Ghione: tocca a noi governare
la Capitale Prosegue la strategia di Fini sul Campidoglio. Al teatro Ghione
il leader di An smentisce Letta: "Su Veltroni ha torto" Sembra di
stare al "Costanzo Show", sul palcoscenico del Teatro Ghione di via
delle Fornaci: ci sono sei poltroncine e al centro lui, Gianfranco Fini, il
presidente di An, che ormai - è chiaro - ha in testa di conquistare il
Campidoglio, il giorno in cui si tornerà a votare. Ogni occasione
è buona per ripeterlo. Anche ieri sera, davanti a un pubblico di
cittadini decisamente simpatizzanti, prendendo spunto dagli auguri natalizi
che la sera prima, al Caffè Greco di via Condotti, l'ex
sottosegretario di Palazzo Chigi, Gianni Letta, braccio destro del Cavaliere,
aveva rivolto al sindaco di Roma, Walter Veltroni ("L'opera del sindaco
ha dato ottimi risultati - erano state le parole di Letta - spero che questo
sarà anche su un orizzonte più vasto..."). Beh, la
risposta di Fini non s'è fatta attendere: "Non sono d'accordo con
Gianni Letta". E ha spiegato: "Perchè Roma non è un
modello e i romani lo sanno bene, anche se certo non tutto è colpa del
sindaco. Ma Gianni Letta si sbaglia: perchè Roma non è solo
Notti Bianche e Festa del Cinema (e anzi An non vuole mica cancellarla...).
Roma però è anche Tor di Quinto, traffico, asili che mancano,
sporcizia. Roma ora è governata da Veltroni, prima da Rutelli, mai
dalla destra. Ma sono convinto che la prossima volta ci tocca... ". A
quel punto, s'è scatenato il delirio dentro al teatro Ghione e il
portavoce del partito, Andrea Ronchi, poteva dirsi davvero soddisfatto
dell'iniziativa: "Tutto cominciò - ha raccontato lui stesso, poi,
con una punta di commozione tanti anni fa in un bar della Balduina, con i
miei compagni di scuola Francesco Aracri e Giampiero Arci, che oggi purtroppo
non c'è più. Anni e anni di impegno, di passione e adesso
eccoci qua, con lo stesso entusiasmo". Così, ieri, è nato
"Il Circolo ", nuovo punto di aggregazione, animato in special modo
da medici e infermieri. Uno di loro, Leo, del "Santo Spirito", ha
segnalato a Fini di aver dovuto chiudere, una volta, dei posti letto in
terapia intensiva perchè mancava il personale. "Forse è da rivedere tutto il Sistema sanitario nazionale - ha risposto il leader di An, neo-papà - Ora al 95 per
cento è basato sulla competenza delle Regioni: un totem che si
può mettere in discussione ". Quindi una battuta per il
presidente di Confindustria, Montezemolo: "Non si può
generalizzare, tra i dipendenti ci sono i fannulloni ma anche quelli che
lavorano". Una stoccatina al Cavaliere: "Quando eravamo al
governo, Berlusconi non s'offenda, abbiamo fatto cose buone ma abbiamo anche
sbagliato, ad esempio come priorirà era meglio mettere la certezza
delle pene piuttosto che la separazione delle carriere dei
magistrati...". E la botta finale al governo Prodi: "Quando
governavamo noi si diceva che i cittadini avevano il problema della quarta
settimana. Ora, dopo 18 mesi di centrosinistra, c'è chi non arriva neppure
alla terza...". Fabrizio Caccia Palcoscenico Il leader di An Gianfranco
Fini durante il suo intervento al Teatro Ghione.
( da "Gazzetta del Sud" del
06-12-2007)
Caltagirone
Replica a Confcommercio L'assessore Foti: Natale al risparmio ma con diverse
iniziative Omar Gelsomino Caltagirone Dopo la lettera aperta indirizzata
all'amministrazione comunale dai dirigenti della Confcommercio, in cui si
lamentava il mancato intervento nell'organizzazione e
nella realizzazione di eventi, addobbi ed illuminazione della città e
si chiedeva ai politici, a cominciare dai consiglieri comunali sino ad
arrivare ai deputati e ai senatori, di contribuire con il loro gettone di presenza del mese di dicembre, così da poter realizzare alcune
manifestazioni oramai facenti parte della tradizione natalizia, quali
il Presepe vivente e la Carovana dei magi, l'Amministrazione prepara il proprio
programma e risponde alla lettera. "Già in alcune zone i
commercianti stanno collaborando con noi - afferma Alessandra Foti,
vicesindaco e assessore al Turismo - Una fra tutte è la via Roma, che
è stata illuminata da loro e alla quale il Comune collabora con la
partecipazione alle spese come negli altri anni; poi in via Vittorio
Emanuele, via Duomo e Piazza Umberto dove abbiamo i presepi esposti nelle
vetrine che creano un ulteriore itinerario nella nostra città. Perché
i turisti vogliono vederli. Da qualche giorno in città possiamo
constatare l'arrivo di migliaia di turisti attratti da una serie di eventi
come il presepe allestito al Carcere Borbonico, raffigurante il tipico
manufatto caltagironese; il Presepe vivente, organizzato al quartiere di San
Pietro; l'offerta dei Musei civici con le loro collezioni e con cui abbiamo
creato l'itinerario dei presepi di qualità. "Abbiamo fatto
sicuramente delle scelte - continua l'assessore Foti - molto economiche per
il budget comunale ma significative. Stiamo usufruendo di una notevole
promozione sul circuito anche della stampa nazionale e regionale e la
città si sta attestando ai livelli degli anni precedenti. Le polemiche
è meglio non farle - conclude il vicesindaco - Lavoriamo insieme,
anche quest'anno, nonostante le difficoltà economiche affinché
Caltagirone possa registrare un flusso turistico di tutto rilievo. Anche le
polemiche hanno fatto sì che ogni giorno rispondessimo alle lamentele,
presentando nuove iniziative organizzate dal Comune, per cui non tutti i mali
vengono per nuocere". Già nelle prossime ore le iniziative
comunali saranno fruibili ai turisti. (giovedì 6 dicembre 2007).
( da "Nazione, La
(Umbria)" del 06-12-2007)
"Consulenze
utili cemento necessario" Il sindaco ribatte a Matarangolo ? ASSISI ?
CONSULENZE? Fisiologiche. Cemento? Necessario. Sulle polemiche per il costo
dei consulenti, il 'Palazzo' è tranquillo:
parlano i numeri, le consulenze nel mirino del consigliere Matarangolo sono
quelle strettamente necessarie al funzionamento dell'ente. L'attacco del
capogruppo della Mongolfiera viene rispedito dunque al mittente, per ribadire
che il Comune gode di ottima salute con un avanzo utilizzabile per nuove
opere pari a 1.1 milioni di euro e le tasse comunali che sono le più
basse dell'Umbria, con l'addizionale Irpef pari a zero e l'Ici al 4.5 per
mille. Sindaco e amministrazione ribattono anche su un altro aspetto toccato
dall'avvocato Matarangolo che parla di eccesso di cemento sparso o previsto
nel territorio. "Matarangolo ? viene spiegato ? che si oppone anche ai
piani di recupero per far costruire pochi metri cubi necessari alle famiglie,
vorrebbe fermare la crescita del territorio Assisi. Il Comune oltre al centro
storico e Santa Maria degli Angeli, include un territorio molto grande (187
chilometri quadrati) con molte frazioni nelle quali si è cercato di
costruire piccoli ampliamenti di grande qualità con ampi spazi verdi
per evitare che residenti e imprese andassero via dal Comune. Occorre
tutelare il territorio ? concludono sindaco e amministrazione ? ma, se si
impedisce di fare tutto, alla fine si rischia di avere luoghi totalmente
abbandonati. A Matarangolo ricordiamo che la variante generale al Prg,
operativa dall'agosto 2004 riduce fortemente le volumetrie previste dal
famoso Piano Astengo". Sul piano operativo, intanto, il Comune annuncia
che, per l'urbanistica (relatore l'assessore Moreno Fortini) la Giunta ha
approvato il piano abitativo di Tordibetto (3800 metri cubi); approvato anche
l'avvio della elaborazione del Piano di arredo urbano. Nel settore della
Scuola è stato approvato (relatore Maria Belardoni), il regolamento di
assegnazione dei contributi per progetti didattici 2007-2008 in cui si
è incrementata la cifra disponibile sino a 34.000 euro (previsto anche
un contributo per la scuola per ciechi annessa al Serafico). Nel settore
sociale (relatore Moreno Massucci), sono stati approvati il bando per
l'iscrizione ai corsi di lingua italiana per gli ospiti immigrati e un
progetto di ambito territoriale che dovrà sensibilizzare i ragazzi,
mettendo in relazione quelli più grandi per quelli più piccoli,
sui valori umani, contro il disagio sociale e il rischio droga (90.000 euro)
sostenuto dalla Regione. - -->.
( da "Adige, L'" del
06-12-2007)
A Ziano la delibera
passa con undici voti a favore e tre astensioni Ok alla deroga per l'edificio
di via Roma ZIANO DI FIEMME - Ancora qualche momento di frizione, ma alla
fine la delibera è stata approvata a larga maggioranza, con undici
sì e tre astenuti. È finita così la vicenda della
controversa e dibattuta deroga urbanistica, proposta dalla giunta per il
recupero dell'immobile in via Roma, al fine di ricavarne quattro nuovi
alloggi per gli anziani. Martedì, dopo che l'argomento era stato
discusso ma la delibera rinviata di qualche giorno, su richiesta della
minoranza, il consiglio comunale di Ziano, convocato d'urgenza, ha provveduto
alla approvazione formale del dispositivo, anche se le posizioni sono rimaste
lontane, specialmente nei confronti della lista Abete, formata da Giuseppina
Zorzi, Fabrizio Vanzetta e Piero Gualdi. "Importante" ha ribadito
il primo "è che la deroga riguardi soltanto la demolizione della
parte privata", mentre Diego Zorzi della lista "Uniti per
Ziano", pur condividendo la posizione di Vanzetta, ha giudicato
soddisfacenti le ulteriori spiegazioni della giunta. "Purtroppo" ha
fatto presente "a volte manca la comunicazione tra i diversi
schieramenti". "Se c'è bisogno di chiarimenti" è
stata la gelida risposta del sindaco Fabio Vanzetta "basta rivolgersi
nelle sedi più opportune, ma non posso accettare che vengano inviate
al sindaco e-mail con l'accusa di favorire i privati. Noi non abbiamo mai
fatto e non faremo gli interessi di nessuno. E quella che abbiamo proposto,
con la demolizione e la ricostruzione dell'immobile, ci sembra la soluzione
più economica e più funzionale". Diverse le convinzioni
della lista Abete, favorevole invece alla ristrutturazione interna
dell'edificio, senza abbattimento. A favore della
delibera i nove consiglieri di maggioranza presenti (mancava solo l'assessore
Giorgio Trettel) e i due di minoranza Diego Zorzi e Pierluigi Polo. Astenuti
i tre della lista Abete, che hanno anche comunicato di voler rinunciare al
gettone di presenza della seduta. M. F. 06/12/2007.
( da "Adige, L'" del
06-12-2007)
Da 44 a 27
membri. Bassi: "Il nostro è un ateneo low-cost" Il ministro
prevede un mandato unico per il rettore: 6 anni di ANDREA TOMASI "Siamo
una università low cost, a basso costo. I risultati ci sono: le cifre
non si contestano. Ora abbiamo anche ridotto il consiglio di amministrazione
(da 44 a 27 membri) ma, con la nuova riforma nazionale, si potrebbe arrivare
ad un cda di sole sette persone. Non è escluso". Ieri i
consiglieri dell'ateneo hanno approvato il nuovo impianto normativo e, per
spiegare il senso di certe mosse, il rettore Davide Bassi si affida ad
un'immagine di "finanza aeronautica". L'Università di Trento
come la Ryanair? Lui ne fa una questione di efficienza. "È
difficile negare che 44 persone erano troppe. Abbiamo scelto la soluzione
intermedia: 27 componenti". Passano da 7 a 3 i membri eletti tra i
professori ordinari, da 7 a 3 i rappresentanti degli associati, dimezzato il
numero dei ricercatori (da 6 a 3) come quello degli studenti (da 4 a 2) e dei
dottorandi (da 2 a 1); al personale tecnico-amministrativo viene tolto un
rappresentante (da 3 a 2), mentre la rappresentanza della Provincia autonoma
passa da 3 ad 1. Per il resto, rispetto allo statuto vigente, la composizione
rimane invariata: rettore, presidente, prorettore, direttore generale, due
rappresentanti del Governo, uno designato dalla Regione Trentino Alto Adige,
un membro della Camera di commercio, un rappresentante dei lavoratori e uno
dei datori di lavoro, un esponente della Fondazione Kessler, due persone
nominate rispettivamente dal Comune di Trento e da quello di Rovereto. Si calcola che il taglio di 17 membri porterà ad un
risparmio di 1.700 euro a seduta (il gettone di presenza di un
consigliere è di 100 euro). Se ogni anno le sedute saranno otto
(questa la media), nelle casse dell'Università resteranno 13.600 euro.
"Ma il taglio non è stato fatto per ridurre i costi, che sono
irrisori. La modifica del numero dei membri è stata fatta per
una questione di praticità. Quello che c'è oggi non è un
cda, è un'assemblea". Ora la bozza di statuto verrà
sottoposta a dipartimenti e facoltà, per poi tornare in via Belenzani
per il "via libera" definitivo. Il nuovo statuto dovrebbe essere
pronto in primavera. Il testo è stato approvato con 24 voti favorevoli
su 26 presenti, un voto contrario (Maurizio Migliarini, rappresentante del
personale tecnico amministrativo nel cda integrato), mentre un consigliere
(il professor Bruno Firmani) non ha partecipato al voto. Quest'ultimo aveva
proposto un consiglio a quindici. Non solo. Per contenere le spese, aveva
proposto di tagliare il numero dei prorettori, principali collaboratori di Bassi.
"Sono nove - dice Firmani -. Ci costano 90.000 euro all'anno. Ne
basterebbero uno o due. Quei soldi potrebbero essere investiti
diversamente". Bassi replica: "I prorettori servono eccome. Io non
ho prorettori a sufficienza per seguire tutte le questioni calde del nostro
ateneo. Non è vero che le loro indennità sono troppo alte.
Alcuni prendono anche meno di 10.000 euro all'anno". La polemica
è tutta trentina. Sullo sfondo c'è l'annunciata riforma
nazionale. Il disegno di legge del ministro Fabio Mussi gira da tempo in
ambiente accademico. Alcuni articoli riguardano i cda. Si parla di
"composizione ridottissima", un massimo di sette membri. "Se
verrà approvata - commenta Bassi - noi ci adegueremo prontamente.
Intanto però era giusto sistemare il nostro statuto. È proprio
di questi giorni la reintroduzione del tetto di due mandati (4 anni + 4 per
il rettore, con l'eliminazione dell'appendice di 2 anni, Ndr)". Il
ministro punta su un unico mandato di 6 anni. Se la proposta diventasse
legge, Bassi - il cui primo mandato scadrà nel 2008 - potrebbe contare
su un prolungamento di due anni, senza passare dalle urne. Ma a quel punto
sarebbe costretto a rinunciare ad altri due, potenziali, anni di governo.
"Affronto la questione con un calma olimpica", è il commento
di via Belenzani. 06/12/2007.
( da "Salute (La
Repubblica)" del 06-12-2007)
SUPPLEMENTO SALUTE
ultimo aggiornamento 06 Dicembre 2007 Stampa pag. 5 L'intervista Donare i
reni a pagamento? Sarebbe schiavitù Il direttore del Centro Nazionale
Trapianti sulla proposta olandese di incentivi economici di Arnaldo D'Amico
L'attesa per un rene in Europa o negli Usa è così lunga che a
volte si muore. O si compra un organo al mercato nero del Terzo Mondo.
Dall'Olanda la proposta di "pagare" chi dona un rene dando in
cambio l'assistenza sanitaria a vita (costa mille euro l'anno). Che ne pensa?
Innanzitutto precisiamo meglio la questione alla luce dei recenti progressi
della medicina. La mortalità tra i dializzati oggi è circa del
1,2% l'anno, sovrapponibile a una popolazione simile, senza patologie renali.
Il trapianto di rene quindi, a differenza di quello di altri organi, non
è un "salvavita". Sulla qualità della vita del
malato, invece, ha un impatto enorme, riportandola alla normalità.
Detto questo, sono contrario, come lo sono tutte le società
trapiantologiche, il governo Usa e quelli europei, a qualunque forma di
rimborso della donazione. Anche se questa fosse per un trapianto salvavita.
Perché? "La donazione deve essere libera e consapevole. Un rimborso,
sotto qualunque forma lo si elargisca, "seleziona" i più
deboli, i cittadini che si privano di un rene e vanno incontro ai rischi,
anche se minimi per la propria salute, solo perché bisognosi. è
evidente che se non avessero necessità economiche non lo farebbero. E
tutto ciò per risolvere il problema di un altro cittadino bisognoso,
quello che riceve l'organo. Il sistema sanitario di una nazione civile, in particolare quello italiano, invece
si basa sul principio etico della universalità delle cure: tutti
abbiamo diritto alla salvaguardia della nostra salute, in quanto esseri
umani, indipendentemente dalle nostre condizioni ecomiche o altro".
In fondo, si tratterebbe solo di fare un'eccezione per il rene, unico caso in
cui la donazione di uno dei due organi non compromette la sopravvivenza. Il
principio etico rimarrebbe poi ben saldo per tutti gli altri campi della
medicina. "E poi l'eccezione si ripete sino a diventare la regola, come
spesso succede. Dopo il rimborso per la donazione di un organo, perché non
introdurre il pagamento per la donazione di sangue, che può essere un
salvavita? O di un parte del fegato, col quale si può fare un
trapianto, anch'esso salvavita? Per non parlare poi dei commerci che si
potrebbero avviare con le cellule staminali. Sarebbe il ritorno della
schiavitù, nel senso del commercio di esseri umani, anche se fatta di
pezzi e non di corpi interi". Dramma che già avviene col mercato
nero dei reni, tra malati dei Paesi ricchi e donatori di Paesi poveri. Alcuni
sostengono che il rimborso della donazione stroncherebbe questo traffico
clandestino, rendendolo inutile. "Anche se sappiamo di un incremento di
problemi di questo tipo, i dati in nostro possesso non sono così
drammatici. Le organizzazioni nazionali per i trapianti europee, tra le quali
vi è un continuo scambio di informazioni, sono in grado di scoprire se
c'è stato un traffico d'organi. I malati in dialisi ed in lista
d'attesa sono noti e seguiti nel tempo. Se uno di questi
"scompare", non si presenta più alla dialisi o ai controlli
periodici, e non è stato trapiantato, vuol dire che il rene lo ha comprato.
Qualche "scomparsa" viene segnalata in Nord Europa. In Italia
sinora non ce ne sono state. E non mi meraviglio, perché ormai si sa che da
questi viaggi della speranza spesso si torna con gravi infezioni o,
addirittura non si torna proprio. Altro argomento contro il rimborso della
donazione è l'esperienza dell'Iran. Lì esiste un sistema di
donazione rimborsata limitato ai cittadini iraniani ma la donazione da
cadavere è preossoché inesistente. Anche perchè laddove vi sono
forme di rimborso delle donazioni, quelle libere e basate sulla
solidarietà, da cadavere, spariscono". Insomma, le liste d'attesa
sembrano destinate a rimanere drammaticamente lunghe. Ma la medicina moderna,
con tutti i suoi progressi, non può fare nulla? "Può fare
molto con uno strumento, tra l'altro molto economico e che dovremmo sfruttare
al massimo se vogliamo porre un freno alla crescita dei pazienti e dei costi:
questo strumento si chiama prevenzione. Oggi, anche in campo nefrologico,
è possibile evitare una parte delle malattie o rallentarne in modo
molto significativo l'evoluzione verso la dialisi. E lo stesso si può
dire per le liste d'attesa degli altri organi. Non a caso, la legge relativa
all'organizzazione dei trapianti in Italia si occupa anche di prevenzione
delle malattie curabili con un trapianto. Su questa sarebbe bene
concentrarsi, più che su strategie e modi eticamente pericolosi di
aumentare gli organi".
( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)
LAVORI E
TERRITORIO. L'assessore al decentramento Padovani illustra i progetti
dell'amministrazione comunale per rendere più incisiva l'azione dei
Consigli locali Quartieri, in arrivo più soldi Via al tavolo per
scrivere le nuove regole delle circoscrizioni: "Serve più
autonomia" Enrico Giardini Più soldi, a partire da
subito, e presto nuove regole per rendere più autonomi i quartieri
nello spendere il denaro pubblico. Rispetto a quest'anno, per il 2008 cresce
di 50mila euro l'anno ? su uno stanziamento che va dai 900mila al milione di
euro di media ? la disponibilità finanziaria per i lavori pubblici
nelle otto circoscrizioni cittadine. L'obiettivo dell'amministrazione
comunale è però quello di aumentare la disponibilità
economica delle circoscrizioni e al tempo stesso renderle più autonome
nel gestire le risorse a disposizione. Senza dovere, quindi, passare ogni
volta dal Comune per progettare, appaltare e dare il via a opere come ristrutturare
edifici pubblici nei quartieri o sistemare giardini e campigiochi. In questo
contesto di inserisce il progetto di Palazzo Barbieri di riformare le
municipalità decentrate. Come? Riscrivendo il regolamento, il che
comprenderà anche il rivedere le competenze dell'istituzione stessa,
il ruolo del presidente e dei consiglieri, la struttura tecnico-organizzativa
e anche, magari, la suddivisione territoriale. PIÙ SOLDI. Lo
stanziamento del Comune centrale alle circoscrizioni ha avuto per il 2008 un
aumento di 50mila euro, finalizzato però a "lavori vari", da
impiegare quindi per lavori pubblici. Le altre voci di spesa per gli
organismi amministrativi dei quartieri sono la cura di fabbricati, impianti
sportivi, strade ed edifici scolastici, oltre agli incarichi professionali.
C'è poi la voce "snowball", vale a dire le opere come
attraversamenti pedonali, marciapiedi, piazze finalizzate a favorire gli
spostamenti a piedi, soprattutto però per le persone della cosiddetta
"fascia debole" quindi bambini, anziani, diversamente abili. L'anno
prossimo la prima circoscrizione (Centro storico) avrà 925mila euro;
la seconda (Borgo Trento, Valdonega, Avesa, Quinzano, Parona) 911mila; la
terza (Borgo Milano, Chievo, San Massimo) un milione 45mila; la quarta (Santa
Lucia, Golosine) 905mila; la quinta (Borgo Roma, Cadidavid) 916mila; la sesta
(Borgo Venezia) 895mila; la settima (San Michele, Porto San Pancrazio)
910mila; l'ottava (Montorio, Mizzole, Quinto, Poiano, Santa Maria in Stelle)
893mila. "La nostra linea, nell'assegnare in bilancio il denaro,
è quella di rispondere alle esigenze peculiari dei singoli
quartieri", spiega l'assessore comunale al decentramento, Marco
Padovani, "e quindi, per esempio, su una disponibilità di 400mila
euro per la manutenzione degli edifici scolastici, abbiamo destinato somme
più consistenti alle circoscrizioni che hanno più edifici
rispetto ad altre che magari hanno strade più costose da conservare e
quindi necessitano di maggiori risorse per quello scopo". LA RIFORMA. Un
tavolo di lavoro fra assessore al decentramento e gli otto presidenti per
riscrivere le regole delle circoscrizioni, create 30 anni fa. Dalle
modalità per eleggere i consiglieri (oggi si vota con il sistema
proporzionale secco), alla divisione territoriale, per
arrivare magari a ridurre di numero le circoscrizioni o a modificarne i
confini, alla quantificazione dei gettoni di presenza in commissione dei consiglieri e al ruolo dei commissari
esterni, fino alle competenze: ecco di cosa si occuperà il tavolo di
lavoro, da cui dovrà uscire una proposta di delibera che dovrà
poi essere votata in Consiglio comunale. "La nostra
volontà politica è quella di riformare l'ente
circoscrizione", spiega Padovani, "naturalmente insieme ai
consiglieri di minoranza, per fare sì che questo passaggio venga il
più possibile condiviso. Vogliamo portare ad almeno 250mila euro lo
stanziamento per i lavori pubblici da far gestire però con autonomia
dalle circoscrizioni. Questà consentirà di velocizzare i tempi
per realizzare le opere".
( da "Arena.it, L'" del
06-12-2007)
Quartieri, in
arrivo più soldi Via al tavolo per scrivere le nuove regole delle
circoscrizioni: "Serve più autonomia" Enrico
Giardini Più soldi, a partire da subito, e presto nuove regole per
rendere più autonomi i quartieri nello spendere il denaro pubblico.
Rispetto a quest'anno, per il 2008 cresce di 50mila euro l'anno ? su uno
stanziamento che va dai 900mila al milione di euro di media ? la
disponibilità finanziaria per i lavori pubblici nelle otto
circoscrizioni cittadine. L'obiettivo dell'amministrazione comunale è
però quello di aumentare la disponibilità economica delle
circoscrizioni e al tempo stesso renderle più autonome nel gestire le
risorse a disposizione. Senza dovere, quindi, passare ogni volta dal Comune
per progettare, appaltare e dare il via a opere come ristrutturare edifici
pubblici nei quartieri o sistemare giardini e campigiochi. In questo contesto
di inserisce il progetto di Palazzo Barbieri di riformare le municipalità
decentrate. Come? Riscrivendo il regolamento, il che comprenderà anche
il rivedere le competenze dell'istituzione stessa, il ruolo del presidente e
dei consiglieri, la struttura tecnico-organizzativa e anche, magari, la
suddivisione territoriale. PIÙ SOLDI. Lo stanziamento del Comune
centrale alle circoscrizioni ha avuto per il 2008 un aumento di 50mila euro,
finalizzato però a "lavori vari", da impiegare quindi per
lavori pubblici. Le altre voci di spesa per gli organismi amministrativi dei
quartieri sono la cura di fabbricati, impianti sportivi, strade ed edifici
scolastici, oltre agli incarichi professionali. C'è poi la voce
"snowball", vale a dire le opere come attraversamenti pedonali,
marciapiedi, piazze finalizzate a favorire gli spostamenti a piedi,
soprattutto però per le persone della cosiddetta "fascia
debole" quindi bambini, anziani, diversamente abili. L'anno prossimo la
prima circoscrizione (Centro storico) avrà 925mila euro; la seconda
(Borgo Trento, Valdonega, Avesa, Quinzano, Parona) 911mila; la terza (Borgo
Milano, Chievo, San Massimo) un milione 45mila; la quarta (Santa Lucia,
Golosine) 905mila; la quinta (Borgo Roma, Cadidavid) 916mila; la sesta (Borgo
Venezia) 895mila; la settima (San Michele, Porto San Pancrazio) 910mila; l'ottava
(Montorio, Mizzole, Quinto, Poiano, Santa Maria in Stelle) 893mila. "La
nostra linea, nell'assegnare in bilancio il denaro, è quella di
rispondere alle esigenze peculiari dei singoli quartieri", spiega
l'assessore comunale al decentramento, Marco Padovani, "e quindi, per
esempio, su una disponibilità di 400mila euro per la manutenzione
degli edifici scolastici, abbiamo destinato somme più consistenti alle
circoscrizioni che hanno più edifici rispetto ad altre che magari hanno
strade più costose da conservare e quindi necessitano di maggiori
risorse per quello scopo". LA RIFORMA. Un tavolo di lavoro fra assessore
al decentramento e gli otto presidenti per riscrivere le regole delle
circoscrizioni, create 30 anni fa. Dalle modalità per eleggere i
consiglieri (oggi si vota con il sistema proporzionale secco), alla divisione
territoriale, per arrivare magari a ridurre di numero le
circoscrizioni o a modificarne i confini, alla quantificazione dei gettoni di presenza in commissione dei consiglieri e al ruolo dei commissari
esterni, fino alle competenze: ecco di cosa si occuperà il tavolo di
lavoro, da cui dovrà uscire una proposta di delibera che dovrà
poi essere votata in Consiglio comunale. "La nostra
volontà politica è quella di riformare l'ente
circoscrizione", spiega Padovani, "naturalmente insieme ai
consiglieri di minoranza, per fare sì che questo passaggio venga il
più possibile condiviso. Vogliamo portare ad almeno 250mila euro lo
stanziamento per i lavori pubblici da far gestire però con autonomia
dalle circoscrizioni. Questà consentirà di velocizzare i tempi
per realizzare le opere".
( da "Opinione, L'" del
06-12-2007)
Oggi è
Gio, 06 Dic 2007 Edizione 267 del 06-12-2007 Intervista a Richard Epstein
dell'Università di Chicago / Il mercato del lavoro in Europa è
un fallimento di Stefano Magni In Italia va di moda la massima: "Mercato
quando possibile, Stato quando necessario". E' una massima pronunciata a
denti stretti, soprattutto da chi è statalista, non ha fiducia
nell'iniziativa privata, ma realizza che le nazionalizzazioni non sono
più difendibili. Ne abbiamo parlato con Richard Epstein, noto giurista
economico dell'Università di Chicago. Epstein non è anarchico,
non vuole l'abolizione dello Stato. Non è nemmeno
"minarchico", cioé convinto che occorra uno Stato ridotto al ruolo
di "guardiano notturno", di protettore della sicurezza dei suoi
cittadini. Il professor Epstein è convinto che, in alcuni casi, sia
necessaria la mano pubblica per correggere i fallimenti del mercato. Ma la
sua tesi interventista impallidisce di fronte al pensiero economico
statalista che è ancora dominante in Italia. Professor Epstein, quando
e dove è necessario l'intervento dello Stato per correggere i
fallimenti del mercato? Tutto dipende da come si intende il concetto di
"fallimento". La mia definizione di "fallimento" è
una situazione in cui risorse disponibili vengono dilapidate e tutti sono
d'accordo nel porre fine al loro sfruttamento. Abbiamo, ad esempio,
l'inquinamento atmosferico e la distruzione dell'ambiente naturale. Io non includo
nella categoria di "fallimento" del mercato i prezzi o i salari che
non piacciono al legislatore. Il mercato del lavoro è un chiaro caso
di fallimento, soprattutto in Europa, ma non dovuto al mercato, bensì
all'intervento del governo, alla sua iper-regolamentazione, che lo ha reso un
mercato malato, molto più malato di quel che avrebbe potuto essere se
fosse rimasto nelle mani dei privati. Il problema è che un libero
mercato che funziona è così? noioso. Ogni giorno compie da solo
tutta una serie di piccoli aggiustamenti, nessuno dei quali ottiene
particolare attenzione dal pubblico. L'intervento del legislatore, al
contrario, introduce sempre grandi cambiamenti, una grande
discontinuità. E anche una grande confusione. Mi può fare degli
esempi di intervento statale ingiustificato? Un esempio chiarissimo è
il mercato dell'agricoltura. L'ammontare prodotto, il prezzo di vendita e i
luoghi in cui vendere, potrebbero essere tutte decisioni prese
individualmente. Negli Stati Uniti, attualmente, abbiamo un sistema che prevede
barriere altissime sull'importazione, alti sussidi per i produttori e molti
vincoli di legge sulla vendita. In sintesi, il mercato è drogato da
barriere, sussidi e cartelli di venditori. La cosa importante da comprendere
è che le conseguenze negative provocate da questo sistema non sono
economiche, ma politiche. Non è per cause economiche che i prezzi sono
alti, che molti agricoltori sono fuori mercato e si sviluppano poche nuove
tecniche di produzione. Questi sono tutti costi alti imposti dalla politica. Se aprissimo le frontiere, abbattendo le tariffe
protezionistiche, i nostri agricoltori lotterebbero per restare sul mercato,
innovando le tecniche e abbassando i prezzi. D'altra parte, allo stato
attuale delle cose, chi potrebbe competere realmente con la nostra
agricoltura? Sarebbe una battaglia vinta. Invece, il mantenimento di tariffe
protezioniste alte è la causa di un forte risentimento contro gli
Stati Uniti, ovunque nel mondo. Un risentimento che si potrebbe benissimo
evitare. Altro esempio di intervento inutile e dannoso dello Stato: il
mercato dei terreni. In questo campo la regolamentazione è molto
invasiva e severa. C'è sempre qualche locale che non vuole nuovi
vicini e nuovi competitori. Si invoca sempre la necessità di proteggere
'l'ambiente', ma l'unico ambiente che si intende proteggere è il
proprio monopolio. Nelle aree in cui la regolamentazione è più
mite, abbiamo sempre a un grande sviluppo, prezzi più bassi e minor
contrasti politici. In un luogo come New York, al contrario, dove abbiamo anche
controlli legali sui prezzi e sugli affitti, abbiamo scarsità di case,
affitti sempre più alti e una maggior divisione sociale. Soprattutto
perché è sempre più difficile costruire nuove case. In Europa
si considera la sanità privata americana come il più grande
fallimento del mercato negli Stati Uniti. Il problema della sanità, al
contrario, è che non è affidata al mercato libero. Le leggi e
gli interventi governativi condizionano negativamente il costo delle
assicurazioni, la possibilità di spostarsi da uno Stato all'altro per
scegliere il proprio ospedale e causano l'aumento dei prezzi. I programmi
governativi Medicare e Medicaid (che forniscono copertura sanitaria a chi non
può permettersi assicurazioni private, ndr) succhiano immense risorse a
chi potrebbe occuparsi privatamente di sanità, per finanziare un
sistema altamente inefficiente. E poi, se fossi malato, andrei a farmi curare
in Italia o negli Stati Uniti? Io scelgo decisamente gli Stati Uniti. Nonostante tutti gli errori e i difetti della nostra
sanità, negli Stati Uniti abbiamo meno code, medici più
competenti, un equipaggiamento generalmente migliore e le terapie più
moderne. Non possiamo ignorare il grande successo del nostro sistema sanitario, perché la maggior parte dei non americani che sceglie di
farsi curare all'estero, sceglie proprio gli Stati Uniti come meta.
Certo: solo quelli che se lo possono permettere. Potremmo abbattere i costi,
ma solo eliminando tutte le barriere al mercato costituite da leggi,
regolamenti e programmi governativi. In America chi sono i maggiori difensori
del libero mercato e avvocati dello Stato Minimo? Non esiste un movimento
dedito alla liberalizzazione. Ma a partire dagli anni '80, abbiamo avuto
effettivamente una liberalizzazione. E questa fu dovuta, più che
altro, alla realizzazione intellettuale dei fallimenti dello Stato. E' stata
una battaglia "al negativo". La fortuna degli Stati Uniti è
che l'intellighenzia a favore di una minor regolamentazione è molto forte.
Molti industriali e agricoltori, poi, votano apposta per poter premere sui
politici. I think tank, negli Stati Uniti, sono quasi tutti libertari e
conservatori e continuano a crescere di numero. Basti ricordare, tra i
più famosi, la Heritage Foundation, l'American Enterprise Institute,
la Reason Foundation, il Cato Institute, la Free Market Foundation, ecc?
Questi gruppi di studio sono tutti caratterizzati da un alto livello di
preparazione accademica dei loro membri e fanno concorrenza alle università
che, al contrario, sono dominate dalla sinistra liberal.
( da "Gazzettino, Il
(Belluno)" del 06-12-2007)
Dopo le indennità di assessori e presidente ridotto della
metà anche il gettone di presenza per i 49
consiglieri Compensi dimezzati in Comunità Con un risparmio di 125mila
euro l'ente vuole dare un segnale per la propria sopravvivenza Vittorio
VenetoUna lotta per la sopravvivenza che si combatte anche risparmiando.
Riunione importante, quella che si è svolta martedì sera, per
la Comunità Montana delle Prealpi trevigiane che, se passassero
determinati articoli della legge finanziaria in discussione in Parlamento,
rischierebbe di scomparire. Se infatti venisse approvato il testo licenziato
in prima lettura dal Senato, tra meno di un mese nella sola regione Veneto 10
Comunità montane su 19 potrebbero essere cancellate. Ecco perché una
di queste 10, la Comunità delle Prealpi trevigiane che unisce 16
Comuni e ha sede in città in via Vittorio Emanuele II, ha voluto
lanciare martedì un segnale al Governo Prodi e al Parlamento, sia
sotto l'aspetto generale che su quello riguardante più strettamente la
comunità presieduta da Gianpiero Possamai. "Con questa legge, che
si basa su calcoli altimetrici, si colpisce la montagna in quanto parte
più debole del Paese, realizzando risparmi solo aleatori" afferma
l'ordine del giorno approvato a maggioranza dal consiglio della
Comunità. L'odg riporta anche il consuntivo 2006 delle principali
componenti di spesa della Comunità delle prealpi trevigiane, dal quale
emerge che su una spesa complessiva di oltre due milioni e mezzo di euro, il
3,10\% è costituito dai costi per gli organi istituzionali e l'8\% per
il personale. "E a proposito di costi - riferisce Possamai - il
consiglio ha voluto dare un altro segnale, approvando la riduzione a partire
dal prossimo 1° gennaio del 50\% dei gettoni di presenza per ognuno dei 49 consiglieri, che passa così da
circa 30 euro a circa 15. Questo risparmio si aggiunge al compenso già
dimezzato del sottoscritto (Possamai percepisce 2500 euro lordi mensili
anziché i "normali" 5000 ndr) e degli assessori, che da anni
prendono 350 euro al mese anziché 1400, tutti risparmi che intendiamo
confermare". A conti fatti, dunque, la Comunità delle prealpi
trevigiane fa risparmiare alle casse dello Stato - contando 3 riunioni del
consiglio ogni 12 mesi - circa 125mila euro all'anno.Il problema,
però, non è solo economico ma anche politico: ecco dunque che
nell'ordine del giorno approvato la Comunità chiede al Governo, tra
l'altro, di stralciare dalla finanziaria "ogni ipotesi di riordino e
riforma della montanità e delle comunità montane" così
da evitare "che sul territorio montano italiano si producano danni
gravissimi al sistema delle imprese, delle famiglie e delle istituzioni che
grazie alla classificazione montana hanno visto una produzione legislativa
tesa ad abbattere i differenziali strutturali, e che potrebbero ora essere gravemente
colpite".Luca Anzanello.