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ARCHIVIO DOSSIER CLASS ACTION

DAL 30 NOVEMBRE AL 10 DICEMBRE 2007

 

ARCHIVIO GENERALE DEL DOSSIER


 

Documenti correlati

Il PuntO n° 86  Class action.Inizia il fuoco di sbarramento

 

 

 

 

INDICE

 

 

 

 

 

Articoli dall’8 al 10 dicembre 2007

Articoli del 7 dicembre 2007

Articoli dal 4 al 6 dicembre 2007

Articoli dal 30 novembre al  3 dicembre 2007

ARCHIVIO GENERALE  DEL DOSSIER

 

ARTICOLI DALL’8 AL 10 DICEMBRE 2007

 

Finanziaria, raddoppiati i fondi per la sicurezza ( da "Stampa, La" del 08-12-2007)

Class action, platea più ampia ( da "Italia Oggi" del 08-12-2007)

Finanziaria, si va verso il voto di fiducia ( da "Secolo XIX, Il" del 08-12-2007)

ROMA La riforma dei servizi pubblici locali entrerà in Finanziaria. Così almeno a ( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 08-12-2007)

Class action, Cirio e Parmalat sono fuori ( da "Corriere della Sera" del 08-12-2007)

Gli avvocati ipotecano il mercato ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

La class action passa dal collegio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

TREVISO Una causa collettiva da parte del popolo ebraico ( da "Tempo, Il" del 08-12-2007)

Per la Corte dei conti il <tesoretto> è fuorilegge pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

Tra lobbismo e scambio politico pag.1 ( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

Meno tasse sul Tfr, class action al bivio Finanziaria sul filo di lana. Entrano anche le privatizzazioni della Lanzillotta ( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 08-12-2007) + 2 altre fonti

Affari legali ( da "Milano Finanza" del 08-12-2007)

Nel risparmio l'unione fa la forza ( da "Milano Finanza" del 08-12-2007)

Finanziaria, arriva 'Mister Prezzi' ( da "ADN Kronos" del 08-12-2007)

FINANZIARIA/ ALTRO PACCHETTO EMENDAMENTI, CLASS ACTION A PARTE ( da "Virgilio Notizie" del 08-12-2007)

FINANZIARIA: BONUS FAMIGLIE, TFR, MISTER PREZZI.NOVITA' FINORA APPROVATE ( da "Asca" del 08-12-2007)

FINANZIARIA/ DA CARO-BENZINA A MUTUI,LE NOVITA' DELLA... -2- ( da "Virgilio Notizie" del 08-12-2007)

Sulla class action filtro del giudice per fermare le cause inconsistenti ( da "Stampa, La" del 09-12-2007)

Sì a mister prezzi, vigilerà sui rincari - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 09-12-2007)

Sì della commissione Bilancio della Camera Tetto agli stipendi anche per Bankitalia Filtro alla class action ( da "Unita, L'" del 09-12-2007)

In Finanziaria mister prezzi e fondo per i mutui Confermato il bonus per le famiglie numerose. Salta la riforma dei servizi locali. Più soldi per la sicurezza ( da "Unita, L'" del 09-12-2007)

Manovra, torna <mister prezzi> Nuovi rincari per acqua e rifiuti ( da "Corriere della Sera" del 09-12-2007)

ROMA Per adesso la riforma non c'è. L'emendamento che doveva introdurre in Finanziar ( da "Messaggero, Il" del 09-12-2007)

Finanziaria, mutui più facili ( da "Tempo, Il" del 09-12-2007)

Welfare, si prepara il nuovo scontro fra sinistra e diniani ( da "Tempo, Il" del 09-12-2007)

"Mister prezzi"resta senza poteri ( da "Secolo XIX, Il" del 09-12-2007)

Montezemolo mette sulla tavola le riforme ( da "Padania, La" del 09-12-2007)

FINANZIARIA/ IN AULA CON 'NODI' APERTI, E VA VERSO FIDUCIA -punto ( da "Virgilio Notizie" del 09-12-2007)

Finanziaria in aula, fiducia più vicina - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 10-12-2007)

Finanziaria. I lavori dell'aula saranno dedicati interamente all'esame delle leggi fin ( da "Unita, L'" del 10-12-2007)

Via libera alla class action con più tutele ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

Class action, sarà un diluvio ( da "Panorama" del 10-12-2007)

FINANZIARIA/ BERSANI: SU MUTUI E CLASS ACTION NOTEVOLI PASSI AVANTI ( da "Virgilio Notizie" del 10-12-2007)

Class action all'italiana, HC intervista Kuneva ( da "HelpConsumatori" del 10-12-2007)


Articoli

Finanziaria, raddoppiati i fondi per la sicurezza (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 08-12-2007)

 

INTESA NELLA MAGGIORANZA SU 100 MILIONI IN PIU' A CARABINIERI, POLIZIA E POMPIERI Finanziaria, raddoppiati i fondi per la sicurezza [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Al "suk" della legge finanziaria ieri sono finiti i soldi. In più i litigi di Montecitorio si sono aggravati per l'inquietudine dei piccoli partiti sul vertice di maggioranza mancato, o per rivalse sul voto dell'altra sera al Senato. Ieri la commissione Bilancio è riuscita a iniziare le votazioni soltanto in tarda serata. E' scontato che nell'aula della Camera il governo dovrà chiedere la fiducia; casomai con l'espediente nuovo che si tratterà di una fiducia trina, su un testo in tre articoli. Un accordo politico di rilievo il centro-sinistra lo ha trovato sulla sicurezza: sarà raddoppiato a 200 milioni di euro il fondo per comprare nuovi mezzi a Polizia, Carabinieri e Vigili del Fuoco (compresi due aerei antincendio); le forze dell'ordine sono esentate dal taglio agli straordinari; si accelera l'assunzione già prevista di 4500 nuovi agenti nel 2008. Il Partito democratico ne rivendica il merito; il ministro dell'Interno Giuliano Amato dichiara di aver ottenuto ciò che aveva chiesto, ma incrocia le dita in attesa che sia votato. Gli stanziamenti in più per la sicurezza, infatti, fanno parte del maxi-emendamento del relatore di maggioranza Michele Ventura (Pd). E il maxi-emendamento è rimasto bloccato perché, inzeppato di troppi aumenti di spese, non ha una completa copertura finanziaria. class="hilite">Insieme contiene di tutto, dalla riscrittura delle norme sulla class="term">class class="term">action a una minor tassazione per il Tfr (non si sa ancora di quanto), da un nuovo compromesso sui tagli alle comunità montane a minuti stanziamenti per contentare questo o quel partito. Una nuova versione "coperta" era attesa per la mezzanotte. Non è bastata per trovare un'intesa completa la vera maratona dei capigruppo di maggioranza, prima fino alle 4,30 del mattino di ieri, poi dalle 11 alle 18. Il capogruppo del Pdci, Pino Sgobio, ha abbandonato la riunione infuriato; sostiene che non riusciva a far approvare nessuno dei suoi emendamenti, soprattutto uno sulla stabilizzazione dei precari. Anche il capogruppo dell'Udeur, Mauro Fabris, si è irritato perché non è stato accolto un suo emendamento per stabilizzare gli insegnanti di religione. Che a porre problemi fossero i due partiti piccoli più impauriti dalla riforma elettorale, ha fatto malignare gli altri. L'emendamento Udeur sugli insegnanti di religione è parso legato alla competizione tra cattolici di Udeur e Pd l'altra sera in Senato. Tuttavia in serata Fabris esprimeva fiducia che un'intesa si sarebbe trovata; era soddisfatto per la sicurezza e per aver impedito ai Verdi di complicare la pro- cedura per i rigassificatori. Nel maxi-emendamento dovrebbe esserci anche un aggiustamento della norma sulle comunità montane. I risparmi di spesa resterebbero dello stesso ammontare, ma si darebbero 5 mesi di tempo alle Regioni per riorganizzarle di loro iniziativa, trascorsi i quali scatterebbero i tagli nelle versione già stabilita dal Senato (ammessi solo i Comuni sopra i 500 o 600 metri secondo i casi). Confermato è il rincaro delle sigarette per indennizzare i danneggiati dalle trasfusioni. All'inizio dell'esame alla Camera, il governo aveva offerto una disponibilità di 100 milioni di euro per le nuove spese o nuovi sgravi fiscali che i deputati avessero voluto inserire. Ieri sera la somma di cui discuteva per accontentare tutti i partecipanti al "suk" era sicuramente superiore a mezzo miliardo. La notte precedente, qualche briciola si era trovata perfino per concedere l'Iva agevolata ai cortei mascherati e alle manifestazioni in costume.


Class action, platea più ampia (sezione: Class action)

( da "Italia Oggi" del 08-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Diritto e Fisco Numero 291, pag. 36 del 8/12/2007 Autore: di Chiara Cinti Visualizza la pagina in PDF       FINANZIARIA 2008/ Lo prevede il maxiemendamento depositato ieri dal relatore Ventura Class action, platea più ampia Aumentano i soggetti che possono agire. Col filtro del giudice Platea più ampia dei soggetti che possono accedere alla class action e filtro preventivo le sull'ammissibilità delle cause. è questa l'ultima versione della class action contenuta nel maxiemendamento (per gli altri contenuti si veda la tabella in pagina) che il relatore alla finanziaria Michele Ventura (Pd) ha depositato ieri in commissione bilancio. Resta aperta la questione della retroattività delle cause collettive dal momento che nel testo non se ne fa alcuna menzione. L'emendamento presentato dal relatore legittima al ricorso non solo le associazioni riconosciute, ma anche tutte quelle associazioni e comitati "che sono adeguatamente rappresentativi degli interessi collettivi fatti valere". Scompare invece qualsiasi riferimento al decreto del ministero dello sviluppo economico che avrebbe dovuto aumentare la platea dei contribuenti, previsto dal testo licenziato dal senato. La class action potrà essere esercitata, nell'ambito di rapporti giuridici relativi a contratti conclusi mediante moduli o formulari ai sensi dell'art. 1342 c.c., in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali, quando sono lesi diritti di una pluralità di consumatori o utenti". I consumatori che intendono aderire alla causa collettiva dovranno comunicare per iscritto al proponente la propria adesione. Adesione che può essere comunicata anche nel giudizio d'appello fino all'udienza di precisazione delle conclusioni. L'emendamento di Ventura prevede inoltre il filtro preventivo del giudice sull'ammissibilità della causa. "La domanda è dichiarata inammissibile quando è manifestamente infondata, quando sussiste un conflitto d'interessi, ovvero quando il giudice non ravvisa l'esistenza di un interesse collettivo suscettibile di adeguata tutela". Una volta accolta la domanda, il giudice determina i criteri in base ai quali liquidare la somma da corrispondere. E, se possibile, specifica anche la somma minima da corrispondere a ciascuno. Dopo che il tribunale ha notificato la sentenza, l'impresa propone entro 60 giorni il pagamento di una somma, che accettata dal consumatore in qualsiasi forma ha il valore di titolo esecutivo. La sentenza però non impedisce ai singoli, che non aderiscono alla class action o non intervengono nel giudizio, di proporre l'azione individuale. Se l'azienda non comunica la proposta entro 60 giorni o quest'ultima non viene accettata, il presidente del tribunale costituisce un'unica camera di conciliazione per la determinazione delle somme da corrispondere. L'organo di conciliazione è così composto: da un avvocato indicato dai soggetti che hanno partecipato alla class action, uno nominato dall'impresa e un presidente che è un avvocato nominato dal presidente del tribunale tra quelli iscritti all'albo speciale per le giurisdizioni superiori. Rispetto al testo del Senato, l'emendamento del relatore elimina ogni riferimento al limite al 10% del valore della controversia come tetto di rimborso delle spese legali per chi perde la causa.


Finanziaria, si va verso il voto di fiducia (sezione: Class action)

( da "Secolo XIX, Il" del 08-12-2007)

 

class="hilite">Tensioni nella maggioranza Class Action, scontro sulla retroattività. Bordon: "Sarebbe un colpo di spugna per i casi come Cirio e Parmalat" 08/12/2007 Roma. Class class="term">action: si cambia ma è scontro sulla retroattività. L'azione di massa a difesa dei consumatori torna alla Camera, rivista e corretta con un filtro contro gli abusi e una più ampia platea di associazioni ammesse alla tutela, rispetto alla norma approvata in Senato. L'emendamento presentato dal relatore alla Finanziaria rischia di essere cambiato in corsa, escludendo la validità per il passato. "Sarebbe un colpo di spugna per casi come Cirio e Parmalat", protestano i consumatori. Se la retroattività sarà esclusa, i due senatori Willer Bordon e Roberto Manzione, ex ulivisti con le mani libere, avvertono che voteranno contro la Finanziaria, quando il testo di legge tornerà al Senato per la terza lettura, blindato con la fiducia. Verso la fiducia. Ma anche alla Camera c'è aria di fiducia in aula: prende corpo l'ipotesi di tre voti di fiducia su tre maxi-emendamenti distinti che assorbiranno tutta la Finanziaria. Una mossa che metterebbe il governo al riparo da richiami del Quirinale, contrario a un solo maxi-emendamento blindato come negli anni passati. Ma la class="term">class class="term">action non è l'unica grana sulla strada della manovra, che ieri ha marciato marcia rilento in commissione Bilancio con la maggioranza e il governo che hanno negoziato per ore le ultime modifiche prima del rush finale in aula. Fra le novità, anche la riforma dei servizi pubblici voluta dal ministro del Pd, Linda Lanzillotta: dalle future liberalizzazioni sarà esclusa l'acqua, cioè le reti idriche, ma i Comuni protestano. Il braccio di ferro nella maggioranza è andato avanti fino notte fonda con il capogruppo del Pdci Pino Sgobio che è andato via, sbattendo la porta della commissione Bilancio, per protestare contro il mercato degli emendamenti. I tempi sono quelli che sono: la Finanziaria dovrà essere in aula lunedì e la fiducia incombe. Mutui, Tfr, sigarette. E' in arrivo un aumento delle sigarette dal prossimo anno per colpa del fisco: i soldi servono per le vittime delle emotrasfusioni e altre categorie. Nel maxiemendamento del relatore Michele Ventura (Pd) hanno trovato posto anche mutui fino a 300 mila euro a totale carico dello Stato per chi ristruttura immobili nei centri storici dei Comuni con meno di 100 mila abitanti. Entrano in Finanziaria anche gli sgravi fiscali sul Tfr, le liquidazioni, che verranno erogate dall'aprile 2008 ma le risorse stanziate (135 milioni) non bastano a ridurre al 18 per cento l'aliquota del 23 per centro introdotta nel 2001 dalla riforma Tremonti. Sarà il ministro dell'Economia a decidere le modalità del taglio fiscale sul Tfr entro marzo del 2008. I sindacati dicono che si tratta di "un passo positivo" ma aggiungono che il governo dovrà favorire "i redditi medio-bassi". Una norma del relatore introduce inoltre un bonus di riqualificazione per i co.co.pro, i collaboratori a progetto, rimasti senza lavoro: il bonus è legato a corsi di formazione professionale finalizzati al reinserimento nel mondo del lavoro. La misura viene incontro ai socialisti, che hanno minacciato di non votare la Finanziaria se non fosse stata prevista una indennità a favore dei co.co.pro senza lavoro. Servizi liberalizzati. Una buona parte della trattativa tra la maggioranza e il governo ha riguardato le norme del ministro Lanzillotta che apre la porta alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Il testo di legge è fermo da tempo in Parlamento: il governo ha deciso di sfruttare il treno stracarico di tutto della Finanziaria, che deve essere approvata entro Natale, per arrivare a destinazione con tempi certi. Misura controversa, quella sui servizi pubblici locali, che ha visto a lungo in trincea la sinistra radicale, contraria a privatizzare soprattutto l'acqua a disposizione dei Comuni, che è rimasta fuori dalla norma. "Le reti idriche resteranno pubbliche", ha spiegato il Verde Angelo Bonelli. Nella riforma entrano invece per elettricità, gas, trasporti e altri servizi locali. Il blitz del governo non piace ai Comuni, che protestano: "E' un colpo di man", dice il presidente dell'Anci, Leonardo Domenici. Sicurezza, più soldi. Arrivano 100 milioni in più (200 milioni in tutto) per i mezzi malandati della polizia e dei vigili del fuoco. C'è anche questo fra gli ultimi ritocchi alla Finanziaria. Inoltre, sono stati trovati 10 milioni per rinnovare il contratto dei vigili, 80 milioni per assumere 4 mila 500 nuovi poliziotti, 50 milioni per i Canadair utilizzati contro gli incendi. Il ministro Giuliano Amato è soddisfatto: "Erano le mie richieste". Meno soddisfatto il collegato Antonio Di Pietro: "I soldi non bastano". Michele Lombardi 08/12/2007.


ROMA La riforma dei servizi pubblici locali entrerà in Finanziaria. Così almeno a (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il (Rieti)" del 08-12-2007)

 

Di PIETRO PIOVANI ROMA La riforma dei servizi pubblici locali entrerà in Finanziaria. Così almeno avrebbero concordato i capigruppo della maggioranza alla Camera, decidendo di inserire le norme fra gli emendamenti da presentare in questi giorni. Le norme sono in sostanza quelle che il ministro Linda Lanzillotta aveva scritto in uno specifico disegno di legge, con un obiettivo: superare l'attuale monopolio delle società comunali o regionali in settori come, ad esempio, i trasporti locali o i servizi informatici. Tutto dovrà essere sottoposto a gara, l'ente locale non potrà più affidare il servizio alla società di sua proprietà (nel gergo si dice in house). Resta però esclusa dalla liberalizzazione l'acqua, perché sulle rete idriche era già stata decisa una moratoria. La presentazione di un emendamento alla Finanziaria significa che in Parlamento la riforma viaggerà più veloce, ma non significa necessariamente che sarà approvata. Dipende da come andrà a finire la Finanziaria, e l'aria che tira per l'Unione non è delle migliori. Ogni cinque minuti qualcuno minaccia di non votare questo o quell'articolo, questo o quel comma. Sulla riforma Lanzillotta la polemica è soprattutto esterna alle Camere: protestano i sindaci e i presidenti delle Regioni, e le loro rimostranze potrebbero essere raccolte da qualche senatore. Un punto invece su cui sicuramente la maggioranza continua ad accapigliarsi è la class action, cioè l'articolo che consente le cause collettive per ottenere un risarcimento danni dalle grandi società private. La questione più controversa è quella della retroattività: si deve consentire l'azione collettiva solo per i danni futuri o anche per quelli passati (come Cirio o Parmalat)? Alla Camera i partiti dell'Unione avrebbero deciso di eliminare dal testo la retroattività, ma in Senato c'è già chi annuncia preventivamente di non essere d'accordo. "Se venisse introdotta tale limitazione, noi saremmo costretti a non condividere la manovra finanziaria" annuncia Roberto Mazione, che insieme a Willer Bordon fa gruppo a sé. Antonio Di Pietro chiede ancora più soldi per la polizia: al momento si prevede un aumento di fondi per 200 milioni, "il problema dice è che non bastano". I Comunisti italiani ieri hanno abbandonato la riunione della maggioranza perché le loro proposte "non sono state prese in considerazione, mentre per altri gruppi le risposte sono arrivate". Ieri i lavori della commissione Bilancio alla Camera si sono bloccati per l'intera giornata, per difficoltà sia politiche che tecniche (nella notte l'emendamento sui servizi locali ancora non era arrivato). Appare sempre più probabile che il governo alla fine sia costretto a ricorrere alla fiducia. Magari non ci sarà la votazione unica su un articolo unico, come è sempre accaduto per le ultime tre Finanziarie, ma forse si sceglierà una via di mezzo: tre articoli e tre voti di fiducia. Fra gli emendamenti già presentati c'è un ritocco ai prezzi delle sigarette: servirà a ricavare 140 milioni con cui risarcire i malati di talassemia che hanno subito un danno da una trasfusione. Infine si sussurra di un emendamento per neutralizzare la norma sugli stipendi dei dirigenti pubblici: il tetto fissato nel testo della Finanziaria attuale (273 milioni di euro l'anno) verrebbe raddoppiato. Così si salverebbero quasi tutti i più alti funzionari dello Stato.


Class action, Cirio e Parmalat sono fuori (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 08-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-12-08 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Le class="hilite">novità Class class="term">action, Cirio e Parmalat sono fuori ROMA - Cambia ancora la Class Action. La maggioranza ha approvato un emendamento, nel corso di una riunione fiume di oltre otto ore, che amplia la platea dei ricorrenti, introduce un filtro preventivo del giudice per evitare abusi, cancella il limite del 10% sul valore della controversia come tetto per il rimborso delle spese legali. Sulla non retroattività per ora nessun accordo a meno di novità nella notte in commissione Bilancio. Di fatto restano escluse aziende come Cirio e Parmalat perché la norma "non si applica a imprese per le quali siano state attivate procedure concorsuali davanti al giudice fallimentare".


Gli avvocati ipotecano il mercato (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-08 - pag: 27 autore: L'attesa degli operatori Gli avvocati ipotecano il mercato di Marco Bellinazzo N essuna preoccupazione sulla class action in sé. Qualche perplessità su come Parlamento e Governo ne stanno congegnando la disciplina, giudicata fin qui troppo complessa per essere anche funzionale. I grandi studi legali italiani sono, in ogni caso, pronti a raccogliere la sfida. C'è chi si prepara da tempo passando al vaglio le leggi e le tecniche difensive applicate all'estero e chi ha già messo in piedi una task force. Piuttosto c'è la consapevolezza che anche in Italia si assisterà –come negli Usa –a una nettadivaricazione nel mondo dell'avvocatura: "Con gli anni sono emersi due tipi di studi legali ", racconta Fabio Guastadisegni, socio responsabile del dipartimento Litigation di Clifford Chance in Italia. "Da una parte le grandi law firm, schierate a difesa delle imprese; dall'altra gli studi di piccole e medie dimensioni, alcuni dei quali sono diventati boutiques specializzate nella tutela dei consumatori ". "Non è una questione ideologica – spiegano Massimo Di Terlizzi e Andrea Gottardo, soci dello studio Pirola Pennuto Zei – ma per assumere la difesa di un'azienda in una class action, vagliare tutta la documentazione, cercare le prove e sentire tutti i testimoni occorrono strutture dotate di adeguate risorse umane ed economiche". Per Silvia Picchetti, local partner di Baker& McKenzie, il vero nodo sarà il meccanismo di anticipazione delle spese e l'applicazione del patto di quota lite introdotto lo scorso anno dal decreto Bersani. "Il patto di quota lite potrebbe servire per rafforzare le class action – condivide Fabrizio Arossa, socio italiano di Freshfields Bruckhaus Deringer – purtroppo però da noi quest'istituto stenta ad affermarsi. Evidentemente non sono superati i freni deontologici della categoria. Negli Usa gli avvocati possono assumere direttamente l'iniziativa e anticipando le spese riescono a raccogliere moltissime deleghe da parte delle persone danneggiate. In cambio il loro guadagno può arrivare al 30- 40% del ricavato della lite". L'approccio degli avvocati Usa ha sempre di più un carattere "imprenditoriale". "è così. E qualche volta rischiano di mettersi nei guai – aggiunge Arossa – come è accaduto a William Lerach. Lerach è diventato ricco e famoso proprio grazie alle class action vinte in carriera, ma recentemente è stato accusato di aver pagato persone per fingersi parte lesa in numerosi processi. In Italia per scongiurare simili abusi, magari attraverso lo schermo delle associazioni e dei comitati di consumatori, si potrebbe allargare la platea dei soggetti abilitati a proporre la class action agli studi sottoposti al controllo degli Ordini". Secondo gli avvocati italiani il varo della class action nel nostro Paese è comunque inevitabile, "perché già esiste un contenzioso diffuso fatto di migliaia di cause seriali che coinvolgono imprese e multinazionali", spiega Gian Battista Origoni, fondatore dello studio Gianni, Origoni, Grippo . "E non mi riferisco solo ai casi più noti come i default Cirio e Parmalat. C'è un contenzioso diffuso che da anni siamo costretti a fronteggiare e che potrebbe essere meglio incanalato nelle azioni collettive. Ma oltre a essere necessario, l'approdo italiano della class action è conveniente per tutti i soggetti interessati, comprese le aziende. Le azioni collettive consentono di concentrare le liti evitando la proliferazione dei processi e la pluralità dei mandati. Le aziende possono così concentrare gli sforzi difensivi in una sola sede". Per gli avvocati, poi, non si attende una riduzione del lavoro – come qualcuno teme – perché con l'applicazione delle class action sarà possibile imbastire cause che prima, per questioni di costi e di forze in campo, non venivano neppure tentate. "Dovranno essere i piccoli studi ad intercettare questa domanda di giustizia", sottolinea Picchetti. "Certo potrebbe risultare difficile sostenere da soli l'impegno. Una soluzione potrebbe essere quella di andare verso la progressiva integrazione fra le piccole realtà o verso l'associazione temporanea ". Da questo punto di vista la Finanziaria 2008 potrebbe venire incontro alle esigenze degli avvocati più intraprendenti. Sono infatti previsti incentivi fiscali per favorire l'aggregazione dei (almeno 4 ma non più di 10) professionisti. Il successo della class action all'italiana,ovviamente,dipenderà dalla versione finale del provvedimento. "Bisognerà ponderare con attenzione – afferma Ennio Cicconi partner del dipartimento di contenzioso dello studio Chiomenti – il riconoscimento o meno della retroattività dell'azione collettiva.Un contoè dire che si potrà avviare per i processi individuali già in corso, altro che si potrà agire collettivamente per fatti accaduti prima di una certa data". Un fronte caldo per la tutela dei consumatori sarà senz'altro quello delle politiche antitrust, come precisa Luciano di Via, partner dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo: "Nella primavera del 2008, con il Libro Bianco voluto dalla Commissione Ue, sarà rafforzato il profilo della risarcibilità del danno dei consumatori per pratiche di concorrenza sleale. Le ultime correzioni alla class action italiana sembrano andare nella stessa direzione. è chiaro che se l'attività istruttoria in queste circostanze fosse eseguita dell'Antitrust le azioni collettive subirebbero una spinta rilevante a favore dei consumatori". LINEA DI CONFINE Gli studi più strutturati continueranno a difendere le imprese e molti piccoli si specializzeranno nella tutela del consumatore.


La class action passa dal collegio (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 08-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-08 - pag: 27 autore: Manovra 2008. Un emendamento del relatore prepara ulteriori modifiche per il funzionamento dell'istituto La class action passa dal collegio Terna di giudici per stabilire l'accettabilità della domanda di risarcimento Isabella Bufacchi ROMA Iter semplificato e doppio accordo stragiudiziale per evitare l'intasamento dei tribunali. Ammissibilità della domanda di risarcimento danni e legittimazione ad agire del rappresentante della classe stabilite da un giudice collegiale e non monocratico. Sistema di opt-in per definire il numero dei partecipanti alla classe e consentire all'impresa di quantificare il danno. Nessuna nullità dei contratti per pubblicità ingannevole nè limiti od obblighi sul pagamento delle spese legali. Sono queste le principali novità, senza, per ora, alcun intervento a gamba tesa per escludere la retroattività della norma, introdotte ieri nell'azione collettiva risarcitoria dall'emendamento del relatore alla Finanziaria, Michele Ventura (Pd), che in commissione Bilancio alla Camera ha integrato l'emendamento del Governo che, a sua volta, aveva già ampliato i legittimati ad agire e creato il filtro del giudice, correggendo il testo Manzione-Bordon licenziato dal Senato. La class action, corretta ed emendata da relatore e Governo, dovrebbe semplificare l'iter e colmare le numerose lacune del provvedimento sull'azione collettiva votato dal Senato: minor enfasi all'associazionismo nei soggetti legittimati ad agire; filtro del giudice collegiale per evitare azioni temerarie, ricattatorie o infondate; una sorta di opt-in per demarcare la classe; accordo stragiudiziale tra consumatore utente e impresa sulla base dell'accertamento del giudice; conciliazione per evitare di intasare i tribunali; rispetto dell'articolo 24 della Costituzione sul diritto dei singoli individui a difendersi in giudizio lasciato come strada alternativa alla partecipazione nella class action. Miglioramenti che, stando al Governo, creano una nuova legge "che funziona" tanto per i consumatori, finora non tutelati adeguatamente dalla giustizia, quanto per le imprese. è mancato ieri all'appellol'intervento di Michele Ventura per circoscrivere o addirittura abolire la retroattività della norma, sebbene il relatore avesse manifestato le sue forti perplessità sul fatto che tutti gli illeciti del passato possano rientrare nel campo di azione consumeristico della disposizione. E sebbene su questo punto la maggioranza abbia dibattuto a lungo: valutando la possibilità di fissare una data "spartiacque" tra gli illeciti dentro o fuori la class action. Il senatore Roberto Manzione, coautore del testo approvato dal Senato, ha però tagliato corto: "Sulla retroattività sono irremovibile ha detto ieri al Sole24 Ore in tono minaccioso . Toglierla equivale a un condono tombale sul pregresso. Una class action non retroattiva non la voterò". Ieri sera, in ogni caso, in un clima politico tesissimo, non si escludevano sorprese dell'ultim'ora per introdurre la non retroattività del provvedimento, al momento della presentazione dei subemendamenti o della votazione del testo in commissione. Tra le principali modifiche apportate dal relatore al provvedimento Manzione Bordon sulla class action c'è sicuramente quella del giudice collegiale: la complessità e lo spirito innovativo della materia potrebbero far sorgere molti interrogativi sull'ammissibilità della domanda e sulla legittimazione ad agire dei soggetti che rappresentano la classe. Per questo il giudizio collegiale dovrebbe far funzionare al meglio la procedura (evitando il ricorso alla Corte di Appello) rispetto alla decisione del giudice monocratico. La formula dell'opt in consentirà, poi, alle imprese di conoscere fin dalle prime fasi dell'azione collettiva risarcitoria la grandezza della classe: per quantificare l'eventuale danno da risarcire e, dunque, anche il rischiolegale nel proprio bilancio. Inoltre l'opt in tramite una semplice comunicazione scritta riduce i costi per il consumatore: l'iscrizione all'associazione dei consumatori non è un passaggio obbligato per legge. Un altro passo che va nella direzione di riduzione dei costi per il consumatore-utente è quello degli accordi stragiudiziali: i soggetti che partecipano alla class action possono accettare la proposta di risarcimento danni avanzata dall'impresa (entro tempi prestabiliti dalla legge in seguito alla pronuncia sull'ammissibilità della domanda) oppure possono trovare un accordo in camera di conciliazione ( non solo quella del tribunale formata da tre avvocati ma anche altri organismi conciliativi già operativi presso le Camere di commercio oppure previsti dal diritto societario). La class action disegnata dal Governo intende disinnescare la mina dell'intasamento dei Tribunali contenuta nel testo Manzione- Bordon. E fors'anche risolvere indirettamente il problema della retroattività o non-retroattività della norma, con l'intervento decisivo caso per caso del giudice-filtro. isabella.bufacchi@ilsole24ore.com RETROATTIVITà IN BILICO Esclusa per ora la correzione che doveva limitare l'applicazione ai procedimenti in corso o ai danni pregressi PER LE ADESIONI Chi appartiene alla "classe" dovrà confermare con un atto formale (opt-in) la sua inclusione nella maxi-lite.


TREVISO Una causa collettiva da parte del popolo ebraico (sezione: Class action)

( da "Tempo, Il" del 08-12-2007)

 

TREVISO Una causa collettiva da parte del popolo ebraico contro i Savoia in relazione alle leggi razziali del 1938. class="hilite">La possibilità di dare vita a una class="term">class class="term">action è stata avanzata nel corso di un incontro svoltosi a Roma all'Unione delle Comunità Ebraiche da Ilan Brauner, un medico israeliano da tempo residente nel trevigiano. Home Interni Esteri prec succ Contenuti correlati Vota per il nome del nuovo partito di SIlvio Berlusconi Forza Italia, è cominciata la nuova era Ecco l'esercito del Popolo delle Libertà Monte San Giovanni, parte il progetto per ristrutturare gli istituti scolastici Telecom, riparte il dialogo con l'Authority delle tlc La Coppa Italia riparte al buio Lotito parte al contrattacco "La squadra ha perso umiltà" "Il fulcro della denuncia - come ha spiegato Brauner alla "Tribuna di Treviso" - saranno le leggi razziali contro gli ebrei del 1938". Vittorio Emanuele e il figlio Emanuele Filiberto - ha rilevato il promotore dell'iniziativa - sono eredi di Vittorio Emanuele III che ha siglato "una legge crudele e assurda" che ha tolto dignità e libertà al popolo ebraico. Quindi, "noi - ha detto Brauner - vogliamo essere risarciti dai Savoia perché la casa reale ha cancellato la nostra libertà, i più elementari diritti civili provocando un enorme danno morale ed economico". L'iniziativa dei Savoia è stata criticata anche da altri esponenti della comunità ebraica, tra cui il rabbino capo di Venezia. 08/12/2007.


Per la Corte dei conti il <tesoretto> è fuorilegge pag.1 (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

 

Per la Corte dei conti il "tesoretto" è fuorilegge di Fabrizio Ravoni - sabato 08 dicembre 2007, 07:00 L'incontro serviva per mettere a punto il maxi emendamento che il relatore di maggioranza, Michele Ventura, presenterà alla manovra. Dovrebbe contenere l'aumento delle risorse (si parla di raddoppio) per Polizia di Stato e Vigili del fuoco. L'class="hilite">orientamento della maggioranza è poi quello di modificare la class="term">class class="term">action, introdotta al Senato. E subito Roberto Manzione, il senatore che l'ha proposta, fa sapere che se non viene confermata la retroattività è pronto a votare contro. La maggioranza prevede poi di inserire la riforma delle aziende municipalizzate (prevista dal ddl Lanzillotta fermo da un anno al Senato) nella Finanziaria; così come nella manovra finiranno i rigassificatori. Rischia di saltare, infine, la riduzione fiscale sul Tfr. La dovrà stabilire, senza toccare le aliquote, una commissione del ministero dell'Economia, da costituire dopo il 31 marzo prossimo.


Tra lobbismo e scambio politico pag.1 (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 08-12-2007)

 

Tra lobbismo e scambio politico di Redazione - sabato 08 dicembre 2007, 07:00 Il lobbismo Confindustria ha funzionato negli ultimi anni sulla base essenzialmente di uno scambio politico: Montezemolo con il suo sistema d'influenza sosteneva Prodi e in cambio riceveva qualche provvedimento pro impresa (più qualche regalo ad hoc per la Fiat). Questo sistema ha teso a sostituire la tradizionale capacità lobbistica di viale della Astronomia (il settore che si occupava dell'attività è stato ridimensionato). Risultato? Leggi che, anche senza motivo e magari senza volerlo, class="hilite">producono guai alle imprese (specie quelle minori): dal falso in bilancio alla class="term">class class="term">action (anche nella nuova versione). Il metodo politicista e politicante di Montezemolo, alla fine, ha messo nei guai anche la stessa Fiat. Ed è toccato a Sergio Marchionne intervenire in prima persona per tentare di rimediare.


Meno tasse sul Tfr, class action al bivio Finanziaria sul filo di lana. Entrano anche le privatizzazioni della Lanzillotta (sezione: Class action)

( da "Resto del Carlino, Il (Nazionale)" del 08-12-2007)
Pubblicato anche in:
(Nazione, La (Nazionale)) (Giorno, Il (Nazionale))

 

Di NUCCIO NATOLI ? ROMA ? CON UN COLPO di coda la Finanziaria fa traballare la maggioranza. class="hilite">Due i nodi più rilevanti: la class="term">class class="term">action e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Il Pdci ha abbandonato la riunione (è durata più di sette ore) in cui la maggioranza stava cercando di quadrare il cerchio degli emendamenti in commissione bilancio della Camera. Una decisione che rischia di mandare in fumo l'approvazione della finanziaria senza dover ricorrere al voto di fiducia. Anzi, c'è la possibilità che i voti di fiducia diventino addirittura tre. Di fronte ai richiami del Presidente della Repubblica contro la pratica del maxiendamento, si pensa a tre maxiemendamenti e a porre su ciascuno la fiducia. A PROVOCARE lo "strappo" del Pdci è stata la decisione di inserire nella finanziaria il disegno di legge "Lanzillotta" sulla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali. La decisione di escludere dalle liberalizzazioni le reti idriche (resteranno di proprietà e gestione pubblica) non è stata giudicata sufficiente dal Pdci. Entro oggi la commissione bilancio dovrebbe licenziare la finanziaria per farla approdare in aula lunedì. Ieri sera è partita una riunione fiume della commissione con l'accordo di approvare gli emendamenti su cui c'è accordo nella maggioranza e di rimandare all'aula quelli rimasti a mezz'aria. Tra essi, ad esempio, un fondo contro la violenza alle donne. Ecco le altre novità di rilevo su cui c'è accordo. Spesa pubblica. Sarà istituita una commissione, composta da ministero dell'economia, Istat e Corte dei Conti, che ogni anno, entro il 15 giugno, dovrà fare una relazione su come vengono spesi i soldi, e sull'efficienza delle singole amministrazioni. La relazione indicherà gli uffici da sopprimere, quelli da accorpare, chi ha raggiunto gli obiettivi e chi no, eccetera. In sostanza, una lista dei buoni e dei cattivi. Sud. Torna il credito d'imposta (quest'anno era stato bloccato dall'Ue) per le imprese che investono nel Mezzogiorno. Sicurezza. E' stato previsto un fondo di 200 milioni di euro per le esigenze delle forze di polizia e dei vigili del fuoco. Sarà possibile l'assunzione di 4.500 agenti. Altri 50 milioni di euro sono destinati al potenziamento della flotta di aerei per spegnere gli incendi. Class class="term">action. E' previsto un filtro del tribunale che dovrà stabilire se è ammissibile la richiesta risarcitoria. In compenso, l'azione potrà essere proposta da tutte le associazioni "adeguatamente rappresentative degli interessi collettivi". La contesa ancora in atto è se la class="term">class class="term">action potrà essere retroattiva (ad esempio, casi Parmalat, Cirio, bond argentini), o se varrà solo per il futuro. Tfr. Ci sarà una riduzione delle tasse sul Tfr. A decidere come funzionerà, e di quanto sarà, dovrà essere un decreto da emanare entro marzo 2008. La riduzione scatterà per chi avrà maturato il diritto al tfr a partire da aprile 2008. Bonus co.co.co. Per favorire la formazione e la riqualificazione dei lavoratori a progetto arrivano "bonus pubblici" a fronte, però, di "un'effettiva partecipazione ai programmi di formazione". Rigassificatori. Si faranno, ma cambiano le regole. In particolare i verdi hanno ottenuto una clausola di salvaguardia per "le aree di pregio ambientale". - -->.


Affari legali (sezione: Class action)

( da "Milano Finanza" del 08-12-2007)

 

Milano Finanza Affari legali Opportunità Class Action? Per come è delineata ora, la disciplina della class action (azione di risarcimento collettiva) in Italia presenta molti più svantaggi che opportunità. è questo il parere diffuso tra i professionisti del mondo legale, che tra le ombre della normativa in voga negli Usa indicano la restrizione della tipologia di soggetti abilitati a promuovere la class action (si rischia il monopolio delle associazioni di categoria), il tetto del 10% alle tariffe, che potrebbe creare uno sbarramento all'ingresso e i casi in cui sarà possibile utilizzare questo strumento. Si tratta di uno dei passaggi più delicati della Finanziaria (basti pensare alla possibile retroattività della norma), a maggior ragione ora che è entrata in vigore la Mifid (molti più obblighi di trasparenza per gli operatori) e per la questione derivati, che secondo la maggior parte degli avvocati avrà un forte impatto a partire dal 2008. Detto questo, l'introduzione della class action, se con le dovute modifiche, potrebbe essere un'ottima opportunità di business per gli studi legali. Di questi, le realtà già pronte possono essere quelle forti nel contenzioso e/o quelle di più grosse dimensioni. Inoltre, spiegano i legali, c'è già una fitta rete di studi, anche piccoli, confermati presso le associazioni dei consumatori. Bisogna considerare infatti che chi tra gli avvocati ha un parterre di clienti nel mondo della finanza sarà portato a stare dalla parte del convenuto, ovvero del soggetto contro cui è rivolta l'azione collettiva. Di Capua & Fortunato, pur non essendo tra i soliti nomi noti, è già attrezzato per occuparsi di class action (eventualmente dalla parte di chi promuove l'azione) con nove avvocati nel contenzioso e un network che raggiunge 45 studi in Italia, oltre essere pronto al rafforzamento del team. Tra gli studi che staranno dalla parte del convenuto c'è Pavia & Ansaldo, con professionisti in contatto costante con studi americani e già esperti della disciplina, in quanto hanno seguito banche straniere coinvolte in contenziosi promossi da investitori. Una realtà piccola ma che può essere presa in considerazione in quanto ha come clienti grandi banche internazionali sul fronte retail (come Barclays e Bnp Paribas) è Bddf, che potrebbe completare le aree con il diritto del lavoro. Tra i nomi più citati dagli avvocati stessi ci sono lo studio legale Abbatescianni, dove il dipartimento litigation è curato da Girolamo Abbatescianni, e Pedersoli, Vita Samori Fabrini, che annovera tra i clienti alcune grandi banche italiane come Intesa Sanpaolo. (riproduzione riservata) Milano Finanza Numero 244, pag. 19 del 8/12/2007 Autore: Livia Zancaner.


Nel risparmio l'unione fa la forza (sezione: Class action)

( da "Milano Finanza" del 08-12-2007)

 

Milano Finanza Nel risparmio l'unione fa la forza Analisi. L'approvazione da parte del Senato, nell'ambito della legge finanziaria, dell'art. 53bis, di inserimento nel codice del consumo dell'art. 140bis, relativo all'introduzione in Italia delle class action, azioni collettive a favore degli utenti, non merita la consueta divisione del paese in due e soprattutto la feroce opposizione del mondo industriale. Le class action, proprie di paesi presi a modello di un sistema liberista, sono uno strumento fondamentale di tutela degli utenti, conferendo loro il meccanismo processuale per ovviare alla disparità di forze economiche con le imprese: soprattutto in cause dall'oggetto di lite dal valore economico circoscritto, gli oneri relativi alle spese e agli onorari legali costituiscono, per il singolo consumatore, una remora formidabile all'intrapresa della causa. L'efficienza e la correttezza delle imprese non possono essere rimesse solo agli automatismi di mercato e alla repressione dei fattori restrittivi della concorrenza (antitrust). Certamente, la rappresentatività delle associazioni e il rapporto tra azione collettiva e iniziativa del singolo sono aspetti delicati e richiedono un approfondimento ulteriore prima dell'approvazione definitiva della Camera dei deputati: è peraltro necessario che l'approfondimento tecnico di questi due problemi non blocchi l'introduzione in Italia di uno strumento processuale essenziale per la tutela degli interessi degli utenti. La class action è uno strumento processuale, idoneo a consentire la tutela dei diritti di chi, in base agli strumenti processuali individualistici, non sarebbe in grado di agire. La class action, proprio per la natura processuale che la contraddistingue, deve non incrementare in alcun modo la portata sostanziale della tutela, ma rivelarsi rispetto a detta portata sostanziale del tutto neutro e indifferente, dovendo consentire la tutela degli utenti nella pienezza delle posizioni di questi, ma senza arbitraria estensione dell'ambito di tale pienezza. Nella giurisprudenza, si deve peraltro ravvisare sovente un orientamento tale da portare a una configurazione di responsabilità dell'impresa esemplare, vale a dire anche in assenza di singole figure di violazione dei propri obblighi ma per il solo fatto del sussistere di un danno degli utenti, la cui illiceità viene a sua volta data per presupposta. In materia bancaria, esempio classico è rappresentato da parte della giurisprudenza sui bond di imprese poi rivelatesi insolventi, dove la responsabilità della banche è stata sovente affermata sulla base non di violazioni comportamentali, ma del solo danno subito dai risparmiatori in base all'insolvenza degli emittenti dei titoli venduti ai risparmiatori stessi.La class action deve pertanto registrare una selezione particolarmente rigorosa delle forme di responsabilità, in modo da rappresentare uno strumento processuale di tutela dei diritti e non di aprioristica presa di posizione a favore di una parte rispetto all'altra. (riproduzione riservata)(*) Studio Bochicchio Milano Finanza  - I vostri soldi in gestione Numero 244, pag. 31 del 8/12/2007 Autore: Francesco Bochicchio*.


Finanziaria, arriva 'Mister Prezzi' (sezione: Class action)

( da "ADN Kronos" del 08-12-2007)

 

Dalla commissione Bilancio della Camera disco verde a un emendamento del relatore alla manovra, Michele Ventura (Pd). Lo nomina il premier su proposta del ministro per lo Sviluppo economico e resterà in carica 3 anni. Ok al pacchetto verde: un centesimo al clima da benzina e bollette ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA Roma, 8 dic. - (Adnkronos/Ign) - Arriva ''Mister prezzi''. La commissione Bilancio della Camera ha dato via libera a un emendamento del relatore alla Finanziaria, Michele Ventura del Pd, che istituisce presso il ministero dello Sviluppo economico il Garante per la sorveglianza dei prezzi, ''che sovrintende alla tenuta ed elaborazione delle informazioni richieste agli 'uffici prezzi' delle Camere di Commercio, all'Istat, ai competenti uffici del ministero delle politiche agricole'' e anche alla presidenza del Consiglio (dipartimento per la programmazione economica) per i servizi di pubblica utilità. In pratica 'Mister Prezzi' avrà il compito di riferire le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi al ministro dello Sviluppo economico che provvederà, se necessario, alla formulazione di segnalazioni all'Antitrust. Dalla nuova figura verranno inoltre segnalazioni e suggerimenti normativi anche nell'ambito della legge annuale per la promozione della concorrenza, la cui istituzione è prevista dalla terza lenzuolata Bersani, ancora ferma a Palazzo Madama. Il Garante è nominato dal presidente del Consiglio dei ministri su proposta del ministro dello Sviluppo economico tra i dirigenti di prima fascia dello stesso dicastero. Si avvale per le sue attività del supporto delle strutture del ministero e resterà in carica tre anni. Un altro emendamento alla manovra, a firma dei Verdi, approvato in commissione Bilancio prevede 1 centesimo di euro per ogni litro di benzina acquistato alle pompe e per ogni 6 chilowattora di energia elettrica consumata da destinare al fondo 'Un centesimo per il clima', per finanziare la mobilità sostenibile, le fonti energetiche rinnovabili e ridurre le emissioni di anidride carbonica. A mostrare pollice verso l'istituzione di 'Mister Prezzi' è l'Aduc, che con il segretario dell'associazione dei consumatori, Primo Mastrantoni, si dice ''contraria'' a una proposta ''che non serve a nulla almeno che non si voglia tornare al regime dei prezzi amministrati''. ''Purtroppo o meno male -sottolinea l'Aduc - siamo in un sistema di libero mercato e i prezzi non possono essere determinati dal governo''. Perciò, taglia corto l'associazione in difesa dei consumatori, se il compito di Mister Prezzi è quello di ''porre sotto osservazione i prezzi, ricordiamo che esistono gli Osservatori sui prezzi a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale, in più ci sono la Direzione per la tutela dei consumatori del ministro dello Sviluppo economico, l'Istat, l'Antitrust) e vari istituti pubblici e privati. A cosa serve quindi istituire un Garante?''. La risposta dell'Aduc è categorica: ''Si fa del fumo per nascondere l'incapacità di dare risposte ai cittadini''. I lavori della Commissione Bilancio proseguono ora a rilento. Oltre un'ora fa era stata annunciata una breve sospensione tecnica per effettuare alcune verifiche sugli emendamenti. Ma la pausa si sta protraendo più del previsto. class="hilite">Ancora diversi i nodi da affrontare prima che la commissione possa votare il mandato al relatore. Su tutti, la proposta di modifica sulla class="term">class class="term">action e la riforma dei servizi pubblici locali. In particolare, sul secondo fronte, regna ancora l'incertezza.


FINANZIARIA/ ALTRO PACCHETTO EMENDAMENTI, CLASS ACTION A PARTE (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 08-12-2007)

 

08-12-2007 15:25 Lavori sospesi da oltre tre ore Roma, 8 dic. (Apcom) - In arrivo un nuovo pacchetto di 35 emendamenti che racchiude proposte del relatore e del governo sul quale la commissione Bilancio dovrebbe esprimersi con un unico voto. L'obiettivo è quello di velocizzare i lavori e provare a chiudere entro oggi, altrimenti la manovra andrà in Aula senza mandato al relatore. La proposta di modifica del relatore sulla 'class="term">class class="term">action' e i relativi sub-emendamenti saranno discussi a parte. Non è escluso che la questione possa alla fine essere rimandata tecnicamente per l'Assemblea. I lavori della commissione, a oltranza nella notte, sono stati sospesi intorno a mezzogiorno di questa mattina per una pausa tecnica, ma non sono stati ancora riaggiornati.


FINANZIARIA: BONUS FAMIGLIE, TFR, MISTER PREZZI.NOVITA' FINORA APPROVATE (sezione: Class action)

( da "Asca" del 08-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 8 dic - Bonus di 100 euro al mese a favore delle famiglie numerose, fondo per la riduzione delle pressione fiscale sul lavoro dipendente, sgravi fiscali sul tfr. Ma anche ''Mister prezzi' per combattere il caro vita, il raddoppio delle risorse per l'ammodernamento dei mezzi di polizia e dei vigili del fuoco, l'aumento a 9.500 euro della franchigia Irap per le piccole imprese commerciali e artigianali. Queste alcune delle novita' alla finanziaria apportate dalla Commissione bilancio della Camera che deve ancora completare l'esame del provvedimento. Sono ancora in stand by misure come il 'calmiere' dei prezzi della benzina, la class="term">class class="term">action, il fondo di solidarieta' per aiutare chi e' in difficolta' con il pagamento delle rate del mutuo (proposto dall'Udeur), l'indennita' di disoccupazione per i collaboratori a progetto chiesta dai socialisti. E' probabile che questi temi saranno affrontati alla ripresa dei lavori della Commissione, dopo che il relatore avra' presentato l'ultimo pacchetto di emendamenti. Difficilmente entrera' in finanziaria la riforma dei servizi pubblici locali. La manovra approda in Aula lunedi' pomeriggio. Dato il prolungarsi dei lavori della Commissione, le opposizioni hanno chiesto di avere piu' tempo per la presentazione degli emendamenti in Aula e per l'avvio della discussione. Ecco le misure nuove finora approvate dalla Commissione: CALO TASSE LAVORO DIPENDENTE: prevista l'istituzione di un apposito fondo dove far confluire le maggiori entrate, disponibili dopo il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, da utilizzare gia' nel 2008 per il calo della pressione fiscale sui lavoratori dipendenti. Lo sgravio avverra' attraverso la detrazione per i redditi da lavoro dipenti e per le fasce piu' basse la detrazione dovra' aumentare non meno del 20%. BONUS FAMIGLIE NUMEROSE: ai nuclei con 4 figli e piu' andranno 1.200 euro l'anno sotto forma di detrazione. In caso di incapienza al contribuente e' riconosciuta una quota pari alla detrazione non goduta. TFR: sgravi fiscali sul trattamento di fine rapporto il cui diritto alla percezione parte dal primo aprile 2008. La cifra messa a disposizione e' pari a 135 milioni per il 2008 e 180 milioni dal 2009, ma il meccanismo per la riduzione del prelievo e' demandato ad un successivo decreto ministeriale. Non si fa riferimento all'abbattimento dell'aliquota minima al 18% che costerebbe 330 milioni. MISTER PREZZI: e' un nuovo meccanismo contro il caro vita. Presso le Camere di commercio sono istituiti appositi 'uffici prezzi' che ricevono le informazioni sulle dinamiche dei prezzi al consumo. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi, presso il ministero dello sviluppo economico, sovrintente alla elaborazione dei dati e rende note le notizie, anche in forma comparata, sul Portale delle imprese, dei consumatori e dei prezzi. All'Antitrust saranno trasmesse segnalazioni su eventuali anomalie. ICI: confermato l'aumento della detrazione fino a 200 euro, che si aggiunge alla detrazione ordinaria gia' in vigore di 103 euro, senza limiti di reddito ma con l'esclusione degli immobili di lusso, ville e castelli. La Commissione bilancio ha introdotto una norma che estende al coniuge separato, non assegnatario della casa, il diritto a godere dell'aumento delle detrazione. Tra le novita' anche la possibilita' per i Comuni di applicare un'aliquota piu' bassa del 4X1000, a decorrere dal 2009, per i proprietari che installino pannelli solari o altri tipi di fonti rinnovabili. IRES: confermata la riduzione dell'aliquota dal 33% al 27,5%. Ma la stretta sulla deducibilita' degli interessi passivi si e' allentata. Sono eliminati i limiti temporali, di 5 o 10 anni, per spalmare la deducibilita'. Per il 2008 e il 2009 il limite di deducibilita' e' aumentato rispettivamente di 10.000 e 5.000 euro. Dal 2010 la quota del risultato lordo non sfruttato per la deduzione degli interessi puo' essere portato ad incremento dei periodi di imposta successivi. IRAP: l'aliquota che scendera' dal 4,25% al 3,9% (come era gia' previsto). Buone notizie per le piccole aziende commerciali e artigianali: l'attuale franchigia di 8.000 euro sale a 9.500 euro. FORFETTONE: confermato senza sostanziali modifiche. Le piccole imprese con fatturato fino a 30.000 euro potranno optare per un sistema di tassazione semplificato con un'aliquota sostitutiva del 20% al posto dell'imposta sui redditi e delle addizionali. Esonerati dal pagamento dell'iva e irap. SOCIETA' SPORTIVE: salta la stretta sulla deducibilita' delle perdite delle societa' sportive professionistiche oggetto di bilanci consolidati. TRASPORTO PUBBLICO LOCALE: con un emendamento del governo viene previsto un sostegno consistente al trasporto pubblico locale che vede rimpinguate le risorse a disposizione per il prossimo triennio. A disposizione del settore ci sono 614 milioni per il 2008, 651 milioni per il 2009 e 651 milioni per il 2010. FERROVIE: per il contratto di servizio con Trenitalia e' autorizzata la spesa di 104 milioni per il 2008 che serve al finanziamento dei servizi pubblici ferrioviari di viaggiatori, merci e per notte sulla media e lunga percorrenza. SICUREZZA: raddoppiano a 200 milioni i fondi per il funzionamento della sicurezza e del soccorso pubblico per l'ammodernamernto dei mezzi delle forze di Polizia e del Corpo dei Vigili del fuoco. Dei 200 milioni, 40 sono espressamenti destinati alle necessita' dei vigili del fuoco. LSU: ulteriori 50 milioni di euro dal 2008 per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili nel Sud. Quaranta milioni l'anno per tre anni sono poi destinati ai Comuni per lo svolgimento di attivita' socialmente utili. MULTE: viene accorciato da cinque a due anni il tempo per la prescrizione. Dal primo gennaio 2008 gli agenti della riscossione non possono recuperare le somme relative alle multe per violazioni del codice della strada se tra l'iscrizione a ruolo e la notifica della cartella di pagamento siano trascorsi oltre due anni. RECUPERO CENTRI STORICI: per favorire i restauri le banche convenzionate con il Tesoro sono autorizzate alla stipula di mutui ventennali fino a 300.000 euro con i proprietari di edifici ricadenti nei centri storici di comuni con popolazione inferiore a 100.000 abitanti. Gli interessi sono a carico dello Stato. Gli enti locali possono contrarre mutui con la Cdp, con oneri a carico dello Stato, per il recupero di edifici riconosciuti dall'Unesco. BUONI VACANZE FASCE DEBOLI: parte delle risorse del fondo di rotazione per il prestito e il risparmio turistico viene speso per l'erogazione di buoni vacanze a favore delle persone a basso reddito che potranno usufruirne nei periodi di bassa stagione. NEGOZI: viene estesa a negozi, bar e ristoranti l'agevolazione fiscale gia' concessa ai tabaccai per l'acquisto di telecamere e sistemi di sicurezza. L'agevolazione e' una detrazione fiscale fino all'80% della spesa sostenuta e con un tetto di 3.000 euro per ciascun negoziante. COMUNITA' MONTANE: viene modificato il testo del Senato demandando alle Regioni il riordino della disciplina della comunita' montane. Le regioni devono provvedere a farlo entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore finanziaria. Il riordino deve comportare risparmi pari a 333,4 milioni per il 2008, 66,8 milioni per il 2009. Le minori spese devono essere conseguite attraverso la riduzione del numero complessivo delle comunita' montane, la riduzione dei componenti gli organi di gestione e le rispettive indennita'. VITTIME MAFIA: percepiranno gli stessi benefici previsti per le vittime del terrorismo. FONDO CONTRO ECOMOSTRI: previsti 45 milioni di euro in tre anni per la demolizione degli ecomostri in aree di particolare valenza riconosciute dall'Unesco. VECCHIE FERROVIE DIVENTANO PISTE CICLABILI: 15 tratte ferrovie dimesse verranno recuperate e trasformate in piste ciclabili. UN CENTESIMO PER IL CLIMA: iniziativa dei verdi. Si potra' versare un contributo volontario di 1 centesino per ogni litro di benzina acquistato presso impianti che aderiscono all'iniziativa. Il ricavato viene speso per la mobilita' sostenibile, le fonti rinnovabili, la riduzione di emissioni di Co2. DISTRIBUTORI MERENDINE: vengono inserite in un circuito telematico per poter controllare i ricavi a fini fiscali. CONTRASTO CORRUZIONE P.A.: e' stanziato un milione l'anno per il triennio 2008-2010 per le attivita' dell'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione nella Pubblica amministrazione. FISCO SU INTERNET: i provvedimenti dei direttori delle Agenzie vengono riportati sui siti internet e questo ha efficacia analoga alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. lsa/sam/ss.


FINANZIARIA/ DA CARO-BENZINA A MUTUI,LE NOVITA' DELLA... -2- (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 08-12-2007)

 

08-12-2007 21:13 Tetto anche a stipendi Bankitalia e Authority, ma doppio Roma, 8 dic. (Apcom) - BONUS FAMIGLIE NUMEROSE: in arrivo un bonus di 1.200 euro l'anno, sotto forma di detrazione mensile di 100 euro, per le famiglie con almeno quattro figli. Il beneficio andrà anche ai genitori separati e divorziati. FONDO DIPENDENTI: nasce un Fondo a cui destinare parte del tesoretto 2008 per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti. Per le fasce più basse è previsto un aumento delle detrazioni non inferiore al 20%. CLASS ACTION: arrivano modifiche alla 'class="term">class class="term">action', la possibilità per i soggetti portatori di interessi collettivi di partecipare a cause collettive contro società fornitrici di beni e servizi. Si amplia la platea dei soggetti legittimati e arriva un filtro preventivo sull'ammissibilità dell'azione collettiva. Salta la previsione secondo la quale il compenso dei difensori dell'azione collettiva non può superare il 10 per cento del valore della controversia. 'MISTER PREZZI': viene istituito presso il ministero dello Sviluppo economico il Garante per la sorveglianza dei prezzi. Il Garante avrà il compito di "riferire le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi al ministro dello Sviluppo economico che provvede, e se necessario formulare segnalazioni di segnalazioni all'Antitrust. CARO-BENZINA: in arrivo misure per contrastare il 'caro-benzina' dovuto all'aumento del prezzo del petrolio attraverso la sterilizzazione delle accise. MUTUI: nasce un Fondo di solidarietà per i mutui per l'acquisto della prima casa per i più poveri. Saranno stanziati 30 milioni per il triennio 2008-2010. E arriva anche una sorta di 'piano di salvataggio' sui mutui, legato ai rischi dell'incremento dei tassi di interesse. TETTO MANAGER: arrivano modifiche al tetto agli stipendi dei manager pubblici. Il limite si applicherà anche alla Banca d'Italia, alle Autorità indipendenti, ma sarà doppio rispetto a quello del primo presidente della Corte di Cassazione (fino a 548 mila euro). Stessa cosa vale per le amministrazioni dello Stato per le quali attualmente si prevede una deroga di 25 unità. MENO TASSE TFR: sarà ridotto il prelievo fiscale sul Tfr e gli arretrati, ma solo per quelli erogati dopo aprile 2008. Le nuove aliquote saranno definite da un decreto ministero dell'Economia che sarà emanato entro il 31 marzo 2008. Per l'operazione vengono stanziati 135 milioni di euro nel 2008 e 180 milioni a partire dal 2009. (Segue).


Sulla class action filtro del giudice per fermare le cause inconsistenti (sezione: Class action)

( da "Stampa, La" del 09-12-2007)

 

class="hilite">Sulla "class="term">class class="term">action" filtro del giudice per fermare le cause inconsistenti [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Due notti senza dormire, barbe lunghe o maquillage in difficoltà, facce stravolte: con una maratona dagli scarsi precedenti la commissione Bilancio della Camera ha terminato ieri sera l'esame del disegno di legge finanziaria. Molti problemi non sono stati risolti. Anche una parte dell'ultimo pacchetto di emendamenti del relatore è stata demandata all'aula di Montecitorio dove la settimana prossima, è inevitabile, il governo chiederà il voto di fiducia. Novità principale della giornata è un emendamento dell'Udeur per spingere tutte le banche a offrire ai clienti in difficoltà una proroga delle rate. I cittadini potranno chiedere la sospensione del pagamento per non più di due volte e per un periodo massimo di 18 mesi nel corso dell'esecuzione del contratto. In questo caso, la durata del mutuo e quella delle garanzie prestate è prorogata per un periodo uguale alla durata della sospensione. Il pagamento delle rate riprende secondo gli importi e con la periodicità originariamente prevista nel contratto, salvo una diversa rinegoziazione fra le parti. Per poter ottenere il beneficio chi contrae il mutuo deve dimostrare di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate. Spese a carico di un fondo di solidarietà per il quale lo Stato impegna 10 milioni l'anno. A sorpresa è stato esteso a Banca d'Italia e autorità indipendenti il tetto alle retribuzioni, però in misura doppia rispetto allo Stato, ossia 548.000 euro l'anno. Le norme sui servizi pubblici locali care al ministro Linda Lanzillotta non sono state inserite, perché rischiavano il no. E' invece passata una quantità di micro-emendamenti; bipartisan, e molto generoso, quello che concede al Comune di Palermo, governato dal centro-destra, i soldi per assumere in pianta stabile quattromila precari "socialmente utili". Ma già corre voce che in aula i futuri maxi-emendamenti del governo (forse tre) sfoltiranno alcune delle aggiunte del "suk" notturno. Aleggia un problema di costi. Sulla carta la copertura è stata trovata per tutte le nuove spese approvate. Al ministero dell'Economia, però, qualche preoccupazione circola. Alcune stime sembrano al limite della presentabilità. Gli spostamenti di fondi da capitolo a capitolo sono stati numerosi e nell'aula di Montecitorio gli interessi colpiti potrebbero reagire. Alle due e mezza di notte erano stati votati i fondi per il trasporto locale; alle quattro le nuove norme per risparmiare sulle comunità montane (sei mesi di tempo alle Regioni); alle 5 i cento milioni di euro in più per l'ordine pubblico chiesti dal ministro Giuliano Amato; alle sette e mezzo il Garante per la sorveglianza dei prezzi; più tardi l'abbassamento dell'imposta sul Tfr, che deve però essere ancora decisa. L'opposizione ha ottenuto anche, a beneficio del presidente del Veneto Giancarlo Galan, 30 milioni per i Comuni che vorrebbero passare al Trentino-Alto Adige. Allo stesso tempo, accusa. "Il governo ha dovuto comprare la fiducia della maggioranza sacrificando centinaia di milioni di denaro pubblico per rispondere all'assalto di interessi localistici" dice Guido Crosetto di Forza Italia, che riconosce "un comportamento corretto" al presidente della commissione Lino Duilio e al relatore Michele Ventura (entrambi del Pd) "travolti dallo sbando del centro-sinistra". Per tutto il pomeriggio si è andati avanti a singhiozzo, con successive sospensioni, con proteste del centro-destra e di alcuni deputati del centro-sinistra perché erano saltati i loro emendamenti. Sulla "class="term">class class="term">action" o azione collettiva di risarcimento, l'accordo politico è stato rispettato: nessun monopolio alle associazioni di consumatori già riconosciute, filtro del giudice per impedire che vengano proposte cause inconsistenti. Tra le altre aggiunte c'è di tutto. Ci sono 2 milioni di euro per trasformare in piste ciclabili vecchie ferrovie dismesse, e 15 per ripristinare il paesaggio dove sono stati demoliti "mostri" edilizi; c'è un contributo volontario per il clima che si potrà versare sulla benzina, un centesimo al litro. Arrivano fondi per le Tv locali e per i danni del terremoto del 1997 nelle Marche e nell'Umbria. Ci sono 104 milioni in più per i treni e una norma per evitare che sia evasa l'Iva sulle macchinette distributrici di bibite e merendine.


Sì a mister prezzi, vigilerà sui rincari - roberto petrini (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 09-12-2007)

 

Economia Sì a Mister Prezzi, vigilerà sui rincari Manovra, da febbraio Iva sterilizzata sui carburanti. class="hilite">Cambia la class="term">class class="term">action Quasi scontati tre maxiemendamenti del governo sui quali sarà posta la fiducia Stop alla riforma dei servizi locali Bankitalia, tetto allo stipendio del governatore ROBERTO PETRINI ROMA - Stop alla riforma dei servizi pubblici locali di Linda Lanzillotta, sì a Mister Prezzi e ad un emendamento bipartisan che consente la "sospensione" delle rate dei mutui per la prima casa di chi si trova in difficoltà. La lunga maratona partita dalla notte di venerdì, continuata all'alba di sabato (con votazioni tra le tre e le sette del mattino) e proseguita ieri per l'intera giornata fino a tarda sera, è riuscita ha condurre in porto la Finanziaria 2008. Ma restano aperte ancora molte questioni (anche perché non è stato votato l'intero articolato ma solo gli emendamenti definiti "irrinunciabili"): dalla riforma dei servizi pubblici locali ad una serie di micromodifiche, alcune senza copertura, che dovranno trovare una sistemazione da domani nell'aula di Montecitorio. Si profila la presentazione di tre maxiemendamenti del governo (probabilmente su fisco, razionalizzazione della spesa e sviluppo) sui quali con tutta probabilità sarà posta la fiducia. La Finanziaria arriva naturalmente in aula con i suoi pilastri principali (dal taglio dell'Ici, a quello dell'Ires, dall'intervento sui costi della politica alla decisione di destinare il surplus fiscale alla riduzione delle tasse al lavoro dipendente), ma sono le modifiche dell'ultima ora a catturare l'attenzione. In prima linea il ritorno di Mister Prezzi, il nuovo garante nominato da Prodi per tenere sotto controllo i listini, ma anche la norma (presentata dall'Udeur e alla quale ha contribuito anche l'ex ministro del Tesoro Tremonti) che prevede la possibilità di interrompere per 18 mesi il pagamento delle rate sul mutuo per la prima casa, e di chiedere la ristrutturazione del debito, se si dimostra di essere in gravi difficoltà economiche. Dopo la drammatizzazione della notte scorsa, quando i lavori della commissione sulla Finanziaria si sono incagliati sul ddl Lanzillotta, ieri la giornata è andata avanti a singhiozzo, finché la maggioranza ha deciso di fare quadrato su un pacchetto di 84 emendamenti presentati dal relatore Ventura (Pd) e approvati in un sol colpo verso le 21. Resta fuori anche la norma sui rigassificatori oggetto di un acceso contrasto tra i Verdi e il ministro delle Infrastrutture Di Pietro. Molti gli emendamenti approvati che introducono novità rispetto all'esame del Senato: soprattutto sui nodi della class="term">class class="term">action e del tetto agli stipendi dei manager pubblici. Del tutto nuove invece l'annunciata sterilizzazione dell'Iva da febbraio sull'aumento del prezzo della benzina e dei carburanti per il riscaldamento e il taglio delle tasse sul Tfr. Passa anche una ulteriore norma "verde": nasceranno pompe di benzina dove il carburante costerà 1 centesimo in più al litro e il ricavato sarà destinato a misure contro l'emergenza climatica. Piccolo colpo di scena sugli stipendi degli alti burocrati: la norma uscita dal Senato esentava il governatore della Banca d'Italia e i presidenti delle authority. Un emendamento di Villetti (Rnp) invece introduce un tetto fissandolo al doppio del primo presidente della Cassazione (548 mila euro). Cambia anche la class="term">class class="term">action: rispetto al Senato ci sarà un "filtro" del giudice all'azione, sarà allargata la platea ma non sarà evitato l'effetto retroattivo.


Sì della commissione Bilancio della Camera Tetto agli stipendi anche per Bankitalia Filtro alla class action (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 09-12-2007)

 

class="hilite">Stai consultando l'edizione del Sì della commissione Bilancio della Camera Tetto agli stipendi anche per Bankitalia Filtro alla class="term">class class="term">action.


In Finanziaria mister prezzi e fondo per i mutui Confermato il bonus per le famiglie numerose. Salta la riforma dei servizi locali. Più soldi per la sicurezza (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 09-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del In Finanziaria "mister prezzi" e fondo per i mutui Confermato il bonus per le famiglie numerose. Salta la riforma dei servizi locali. Più soldi per la sicurezza di Roberto Rossi/ Roma VOTO Dopo una maratona di due giorni la commissione Bilancio della Camera ha terminato ieri sera i suoi lavori votando in blocco 84 emendamenti. Da domani la manovra passa alla Camera dove, con tutta probabilità, sarà creato un maxi-emendamento su cui il governo metterà la fiducia. Queste, comunque, le novità della Finanziaria. Mister Prezzi. È stato istituito il garante per la sorveglianza dei prezzi. Il suo compito sarà di riferire le dinamiche e le eventuali anomalie dei prezzi al ministro dello Sviluppo economico che le segnalerà all'Antitrust. Il garante è nominato dal presidente del Consiglio e resta in carica tre anni. Fondo dipendenti. Nasce un Fondo a cui destinare parte del tesoretto 2008 per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti. Per le fasce più basse è previsto un aumento delle detrazioni non inferiore al 20%. Bonus famiglie numerose. È confermata una detrazione aggiuntiva di 1.200 euro per le famiglie con più di 4 figli a carico Mutui. Istituito un fondo di solidarietà per chi ha contratto mutui per la prima casa. Al fondo viene stanziata la somma di 10 milioni di euro l'anno per tre anni nel periodo 2008-2010. Prevista la sospensione del pagamento delle rate per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo non superiore a 18 mesi. In questo caso, la durata del mutuo è prorogata per un periodo uguale alla sospensione. Ires e Irap. Aumenta la franchigia Irap per le piccole imprese, che sale a 9.500 euro. Le nuove aliquote scendono dal 33 al 27,5% per l'Ires e dal 4,25% al 3,9% per l'Irap. Servizi pubblici locali. A sorpresa salta la riforma Lanzillotta che liberalizza alcuni servizi gestiti dagli enti locali. Il disegno di legge potrà rientrare dalla finestra nel probabile maxi emendamento. Pacchetto verde e benzina. Previsto un contributo volontario di un centesimo per ogni litro di carburante acquistato che andrà ad alimentare un fondo per il finanziamento delle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici. Stessa cosa per l'energia elettrica: i cittadini potranno farsi addebitare sulla bolletta un centesimo di euro in più per ogni sei kw/h di energia elettrica consumata. Stanziati anche 45 milioni in tre anni per abbattere gli ecomostri. A partire da febbraio, infine, si potranno sterilizzare fiscalmente gli aumenti della benzina. Pacchetto sicurezza. Raddoppiati i finanziamenti per le forze dell'ordine (da 100 a 200 milioni di cui 40 per i vigili del fuoco). 100 milioni di euro per l'acquisto di 4 CanadAir. Tfr. Sarà ridotta la tassazione sul Tfr. Ma l'aliquota non scenderà fino al 18% come inizialmente previsto. Per arrivare al 18% servirebbero 330 milioni, ce ne sono solo 135. Il taglio riguarderà solo i Tfr erogati dal 1 aprile 2008. Comunità montane e comuni. Alle Regioni il compito di attuare i tagli "entro sei mesi" dall'approvazione della Finanziaria per le comunità montane. Il taglio, da 16 a 12, del numero massimo di assessori comunali e provinciali entrerà in vigore dalle prossime elezioni. class="hilite">Class Action. Arriva un filtro del tribunale all'ammissione delle domande per impedire abusi di questa nuova forma di tutela per i consumatori ma viene ampliata la platea dei soggetti legittimati ad agire. Tetto stipendi. Introdotto il tetto agli stipendi anche per i dirigenti della Banca d'Italia e delle autorità indipendenti. Il limite massimo sarà di 548 mila euro. Stessa cosa anche per le amministrazioni dello Stato per le quali attualmente la norma prevedeva una deroga per 25 unità. Taglio Ici per separati. Lo sconto si applica anche ai coniugi separati non assegnatari della casa coniugale purché non siano titolari di altra abitazione nello stesso comune. Multe in prescrizione. Tagliati a due anni i termini della prescrizione per l'incasso delle multe. Il recupero delle somme non sarà possibile per le cartelle di pagamento che non siano notificate entro due anni dalla consegna del ruolo. Buono-vacanza per poveri. Per le fasce sociali più deboli arriva un buono da spendere nei settori "del turismo balneare, montano e termale" nei periodi di bassa stagione. Saranno decreti del governo a stabilire tipologie, modalità e risorse. Novità Iva. Modifiche per l'Iva: le aziende e i lavoratori autonomi potranno detrarre fino al 10% dell'Iva sui cellulari. Impossibile usufruire dell'Iva agevolata al 10% se si vendono asini, muli o bardotti se vivi. Iva agevolata anche per i premi delle corse di cavalli e per gli spettacoli di maschere. Vittime mafia. Dal 2008, alle vittime della mafia e del dovere verrà erogato un vitalizio di 1.033 euro al mese e a loro saranno estesi i benefici delle vittime del terrorismo. È istituito un fondo per la legalità alimentato dai beni confiscati ai mafiosi; servirà a migliorare le condizioni di vita nelle zone di mafia e a rafforzare le strutture di Polizia. Visco-sud. Riparte nel 2008 la "Visco Sud": il credito d'imposta per le imprese che investono nelle aree svantaggiate del Paese. Le risorse, pari a 350 milioni di euro, non utilizzate per la Visco Sud nel 2007 saranno destinate a un Fondo per interventi strutturali di politica economica. Taglio ministri. Via libera al taglio del numero dei ministri e dei sottosegretari, ma vengono fatte salve le attuali competenze dei ministeri. Il Cipe resterà alle dipendenze di palazzo Chigi.


Manovra, torna <mister prezzi> Nuovi rincari per acqua e rifiuti (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 09-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-12-09 num: - pag: 27 categoria: REDAZIONALE Finanziaria Proteste dell'opposizione ma la commissione vota gli emendamenti Manovra, torna "mister prezzi" Nuovi rincari per acqua e rifiuti "Aumenti per 1.360 euro". Lanzillotta: non c'è concorrenza Dopo due giorni di "stop and go" in Commissione Bilancio la Finanziaria sarà domani all'esame della Camera ROMA - Mister Prezzi torna in sella. Infilato nel decreto di settembre, e poi cancellato dal governo, lo sceriffo dei prezzi rientra in Finanziaria insieme al nuovo tetto di 548 mila euro di stipendio per i manager dello Stato e i vertici di Bankitalia e delle Authority, la sterilizzazione degli aumenti del petrolio sul prezzo della benzina e un nuovo fondo per chi è in difficoltà con i mutui prima casa. I consumatori. Via libera a Mister Prezzi dunque proprio nel giorno in cui i consumatori denunciano per il 2008 l'ennesimo rincaro delle tariffe. Dopo luce, gas, carburanti, assicurazioni e treni, i nuovi aumenti toccheranno la bolletta dell'acqua e le tariffe per la raccolta rifiuti. Secondo l'Adusbef-Federconsumatori costeranno a ogni famiglia italiana 50 euro in più nel 2008. Aumenti che si aggiungono a quelli già scattati nel 2007 sui beni di consumo, e che pesano per oltre 1.300 euro sul bilancio familiare. "Tutto ciò che può servire a controllare e prevenire aumenti di prezzi e tariffe è utile" dice l'Adusbef, ma molte altre associazioni dei consumatori sostengono che mister Prezzi abbia le armi spuntate: per Aduc è una "bufala", per Assoconsumatori una "ammuina". Salta la riforma. "Certo che aumentano le tariffe dell'acqua. Nei servizi pubblici locali non c'è concorrenza" ammette il ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta. Seccatissima proprio per l'ennesimo stop alla sua riforma dei servizi pubblici, stralciata ieri dalla Finanziaria dov'era appena entrata. Sacrificata dal relatore Michele Ventura del Pd, vuoi per le pressioni di molti sindaci di centrosinistra, vuoi per i timori di tenuta della maggioranza su una norma molto controversa. Fatto sta che la riforma è saltata. Come sono state addolcite altre norme molto attese sui costi della politica. La riduzione degli assessori comunali e provinciali, da 16 a 12, scatterà non più dal 2008, ma dalle prossime elezioni. E anche sulle Comunità montane il governo ha fatto retromarcia: saranno le Regioni a stabilire come ridurne il numero. Tassa ecologica. La legge Finanziaria ha comunque avuto il via libera dalla Commissione Bilancio dopo due giorni di "stop and go" e domani sarà all'esame della Camera. Tra le novità la tassa ecologica di un centesimo su ogni litro di benzina o 6 kw/h di energia consumata, e la riduzione della tassazione sul Tfr. La nuova aliquota non è fissata, ma potrebbe scendere dal 23 al 20%. In arrivo anche un fondo per aiutare i cittadini in difficoltà con i mutui sulla prima casa. class="hilite">Tra gli emendamenti passati in zona Cesarini ieri a tarda ora anche la riformulazione della class="term">class class="term">action. Confermate le nuove regole per la prescrizione delle multe, l'aumento del bonus per i figli destinato alle famiglie numerose, più fondi sulla sicurezza (200 milioni), gli asili nido, il trasporto ferroviario e quello pubblico locale. M. Sen. Servizi pubblici Il ministro degli Affari Regionali, Linda Lanzillotta. Ha proposto la riforma dei servizi pubblici locali.


ROMA Per adesso la riforma non c'è. L'emendamento che doveva introdurre in Finanziar (sezione: Class action)

( da "Messaggero, Il" del 09-12-2007)

 

Ia la liberalizzazione dei servizi pubblici locali (bus, rifiuti, servizi informatici) non è entrato fra quelli approvati ieri in commissione. Il discorso non è chiuso però, perché la norma potrebbe rispuntare nei prossimi giorni durante l'esame del testo nell'Aula di Montecitorio. class="hilite">Un altro punto ancora rimasto aperto è quello della class="term">class class="term">action, cioè la norma che consente di intentare cause collettive per chiedere il risarcimento dei danni dalle grandi aziende. La Commissione Bilancio ha approvato la nuova formulazione voluta dal governo, ma per ora non c'è nessuna clausola che ne vieti la retroattività. Su questo tema c'è addirittura chi nella maggioranza minaccia di non votare la fiducia. Si vedrà in Aula. Ecco le novità approvate dalla commissione della Camera. Multe pazze. Tempi di prescrizione certi e più corti per la riscossione delle multe: quelle iscritte a ruolo due anni dopo la notifica sono prescritte (oggi gli anni per la prescrizione sono 5). Famiglie numerose. Arrivano 1.200 euro per le famiglie con più di 4 figli a carico. Il bonus, sotto forma di detrazione, verrà concesso anche ai genitori separati. Fisco&bibite. Giro di vite fiscale sui distributori di bevande e merendine. Per evitare l'evasione fiscale i dati delle vendite attraverso i distributori dovranno essere registrati elettronicamente. Liquidazioni. Sarà più pesante il Tfr dei lavoratori. L'aliquota scenderà, anche se non dal 23 al 18 per cento, come si pensava. Per la riduzione della pressione fiscale sul Tfr sono stati destinati 180 milioni di euro invece dei 330 che sarebbero serviti. La novità riguarderà i tfr erogati dopo il primo aprile 2008. Treni. Nel 2008 arrivano 104 milioni di euro per il finanziamento dei servizi pubblici ferroviari di viaggiatori e merci sulla media e lunga percorrenza. Irap. Salgono a quota 9.500 euro le deduzioni Irap riconosciute per le piccole imprese e per lavoratori autonomi, tra i quali i commercianti, gli artigiani e i professionisti. Ici. Anche il coniuge separato rimasto "fuori casa" potrà applicare le detrazioni fiscali Ici riconosciute per la casa da abitazione. Sicurezza. Più volanti e mezzi antincendio: raddoppiano i soldi, passando da 100 a 200 milioni.Oltre 50 milioni vanno aggiunti per i Canadair, 10 milioni per i rinnovi dei contratti dei vigili del fuoco. Sale da 50 a 80 milioni il gruzzolo per le assunzioni delle Forze dell'Ordine. Asili nido. Per costruirne di nuovi ci saranno 90 milioni di euro. Circa 70 milioni arrivano dalle confische della magistratura. Serviranno a costruire 7mila asili nido.


Finanziaria, mutui più facili (sezione: Class action)

( da "Tempo, Il" del 09-12-2007)

 

Laura Della Pasqua l.dellapasqua@iltempo.it Percorso a ostacoli per La Finanziaria. Ieri i lavori della commissione bilancio della Camera sono stati interrotti più volte per consentire alla maggioranza di accordarsi e poi dopo un'ulteriore sospensione di sette ore è stato presentato un pacchetto omnibus con 85 emendamenti. Home Politica prec succ Contenuti correlati Sul testo della Finanziaria in esame in commissione alla ... Mutui, buone notizie dalla Bce Viagra gratis agli anziani, pronto l'emendamento alla Finanziaria Padoa scopre solo ora il caro-benzina Visco: pronti a intervenire anche sulle rate dei mutui Mutui, rata da record A questo punto si è scatenata la protesta del centrodestra che ha accusato la maggioranza di non aver accolto alcune proposte sulle quali il relatore aveva dato informalmente parere favorevole. "Ora vengono dei signori e ci dicono cosa dobbiamo fare" ha urlato Gianfranco Conte di Forza Italia e un deputato vicino a lui ha rincarato la dose: "Basta! Basta! Basta! Dovevamo chiudere da 4 ore e siamo ancora qua". La Finanziaria che esce dalla commissione, in vista dell'approdo in Aula di domani, presenta molte novità rispetto a quella arrivata da Palazzo Madama. Non mancano i provvedimenti di sapore elettorale. Spicca la stabilizzazione di circa 4.000 precari del Comune di Palermo per i quali sono stanziati 54 milioni. L'emendamento ha avuto il via libera grazie a un singolare asse tra Forza Italia e il Partito democratico. Sul provvedimento presentato dall'azzurro Gaspare Giudice sono arrivate le firme dei deputati del Pd Franco Piro e Mirello Crisafulli. Plaude il sindaco di Palermo, Cammarata e sottolinea che la regolarizzazione dei precari non inciderà sul bilancio comunale. Soldi a pioggia anche per Marche e Umbria. Per continuare la ricostruzione dopo il terremoto sono destinati 22,9 milioni in più. Fondi arriveranno ai comuni "separatisti" veneti. Si tratta di quei comuni del Veneto che avevano chiesto di far parte dell'Alto Adige. A questi sono destinati 30 milioni in tre anni a "sostegno di progetti di sviluppo economico". Passa in nottata pure il taglio degli assessori comunali e provinciali ma con entrata in vigore dalle prossime elezioni amministrative. Ma vediamo le altre misure. Saranno stanziati 30 milioni per il triennio 2008-2010 (10 milioni l'anno) per i mutui per l'acquisto della prima casa per i più poveri. Il mutuario in difficoltà nel pagamento delle rate può chiedere la sospensione per non più di due volte e per un periodo massimo di 18 mesi nel corso dell'esecuzione del contratto. In questo caso, la durata del mutuo e quella delle garanzie prestate è prorogata per un periodo uguale alla durata della sospensione. Il pagamento delle rate riprende secondo gli importi e con la periodicità originariamente prevista nel contratto, salvo una diversa rinegoziazione fra le parti. Raddoppiati i finanziamenti per le forze dell'ordine passati a 200 milioni e approvato il taglio delle tasse sul Tfr. L'aliquota però non scenderà dal 23 al 18% perchè non state trovate tutte le risorse necessarie alla copertura. La class="hilite">class="term">class class="term">action passa con un "filtro" del tribunale all'ammissione delle domande per impedire abusi di questa nuova forma di tutela per i consumatori. Stabilito un tetto agli stipendi dei manager. Il trattamento per i manager dell'amministrazione dello Stato, della Banca d'Italia e delle autorità indipendenti ai quali non si applica il limite di 274 mila euro non potrà superare il doppio di questo importo. Durante il tour de force della commissione ci sono anche vittime eccellenti,: come nel caso della riforma dei servizi pubblici locali. Nonostante la battaglia condotta in prima persona, la Lanzillotta ha dovuto arrendersi. Il ddl potrebbe rientrare dalla finestra nel maxi-emendamento su cui il governo metterà la fiducia in aula. 09/12/2007.


Welfare, si prepara il nuovo scontro fra sinistra e diniani (sezione: Class action)

( da "Tempo, Il" del 09-12-2007)

 

Uscito dalla Camera, con il voto di fiducia, tra le polemiche, il Welfare debutta al Senato, dove l'Unione è in sempre più evidente affanno sui numeri, con tutto il suo carico di conflittualità tra l'ala riformista e l'ala radicale dell'Unione. Il provvedimento, pur essendo stato modificato rispetto al protocollo tra le parti sociali del 23 luglio, non soddisfa la sinistra radicale che aveva assicurato la fiducia per disciplina di coalizione. Home Politica prec Contenuti correlati "Roma-Latina", nuovo consiglio entro l'11 gennaio Pupo è pronto a sperimentare il nuovo format Un modo nuovo di vivere l'arte, l'archeologia, lo ... "La sinistra non mi fa lavorare" A Roma nasce ufficialmente "La Sinistra - l'Arcobaleno" La sinistra radicale: "Rivedere la scelta su Vicenza" Le ferite di quella battaglia parlamentare non si sono chiuse e l'ala massimalista dell'Unione si prepara ad una nuova prova di forza a colpi di emendamenti in commissione Lavoro a palazzo Madama, in attesa che il testo approdi in Aula giovedì prossimo 13 dicembre. Su 350 emendamenti depositati in commissione ieri alla scadenza dei termini di presentazione, quelli firmati dal Prc, Pdci, Verdi e Sd sono un centinaio. La sfida forse più che sul numero è nel merito delle modifiche richieste perchè la sinistra ci riprova e ripresenta praticamente tutti gli emendamenti che non è riuscita a far passare a Montecitorio. In particolare, vengono riproposte quelle modifiche che erano stare approvate dalla commissione Lavoro della Camera ma erano state cassate con il maxi-emendamento su cui era stata posta la fiducia come, per esempio, la questione del tetto delle 80 notti l'anno per la definizione dei lavori usuranti. Ci sono anche nuovi emendamenti di fattura senatoriale, tra questi, uno sui lavoratori esposti all'amianto che possono presentare prima (entro il 2008) le domande di risarcimento, l'estensione dei congedi parentali e l'aumento delle aliquote contributive a carico dei datori di lavoro che assumono precari. Si presenta quindi una settimana difficile a palazzo Madama per la maggioranza e il governo con il rischio che il provvedimento vada in Aula senza relatore. La commissione Lavoro, infatti, ha a disposizione quattro sedute, tra martedì e mercoledì, per votare i 350 emendamenti e dare il mandato al relatore Giorgio Roilo (Pd) di riferire in Aula giovedì. Se le varie anime della maggioranza non arriveranno ad una intesa, visto che a palazzo Madama la pattuglia dei diniani è agguerrita e duellerà con la sinistra in difesa dei tetti di spesa stabiliti, senza alcun altra deroga, sarà più che probabile che il governo si troverà costretto a porre la questione di fiducia. Il relatore Roilo, infatti, ha definito "plausibile" l'ipotesi del ricorso alla fiducia e dello stesso avviso sono altri esponenti dell'Unione. Giampiero Catone, vicecapogruppo della Dc per le autonomie alla Camera attacca Rifondazione. "Sulla norma contro l'omofobia nel maxiemendamento su decreto sicurezza il Prc si gioca per l'ennesima volta la sua credibilità - commenta - Infatti Rifondazione comunista dopo non essere riuscita ad imporsi al protocollo sul welfare sarà costretta ad un nuovo banco di prova. class="hilite">Certo il vantaggio in questo caso è del Prc, visto che chi minaccia la crisi non è Dini ma Mastella che, come tutti sanno, prima vota la norma, come il Pd, poi ne chiede lo stralcio o la modifica come per la class="term">class class="term">action, lanciando i soliti penultimatum". 09/12/2007.


"Mister prezzi"resta senza poteri (sezione: Class action)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-12-2007)

 

Non potrà punire chi sgarra. I consumatori: una presa in giro Roma. Sbarca in Finanziaria anche Mister Prezzi: il garante incaricato dal governo di vigilare sui rincari anomali ha ottenuto il via libera alla Camera dopo mille ripensamenti. Ma la novità lascia con l'amaro in bocca le varie associazioni dei consumatori, che si aspettavano di più e ora parlano di una "presa in giro" perché il controllore dei prezzi non potrà decidere sanzioni contro gli speculatori. class="hilite">Con Mister prezzi dentro ma la class="term">class class="term">action e la riforma dei servizi locali rimaste sul tavolo della trattativa fino a tarda sera, la Finanziaria imboccherà la strada dell'aula di Montecitorio, dove è attesa per domani con la prospettiva, oramai scontata, di uno o più voti di fiducia. Trattative. Il clima politico del resto non consente azzardi. Il preambolo di quello che potrà accadere da domani in aula si è avuto in commissione, dove il braccio di ferro sugli emendamenti tra maggioranza e governo è durato per due giorni bloccando così la manovra fino ieri sera. Gli ultimi nodi da sciogliere, cioè class="term">class class="term">action e servizi locali ma anche le solite micro-spese, hanno richiesto un negoziato estenuante durato tutta la giornata e molti stop ai lavori della commissione. La trattativa è andata avanti su più tavoli: tra il relatore Michele Ventura e i capigruppo, che erano decisi a strappare nuovi stanziamenti o a bloccare le norme indesiderate del governo. Un'analoga trattativa ha coinvolto però anche le opposizioni, che minacciavano altrimenti di fare ostruzionismo e di rallentare ulteriormente i lavori. Ecco un esempio: una norma stabiliva un deposito di 3 mila euro per i ricorsi in Cassazione, un modo per evitare lungaggini giudiziarie e risparmiare. Ebbene, maggioranza e opposizione unite hanno costretto il governo a fare marcia indietro. Poi c'è tutto l'universo dei micro-stanziamenti, infilati sul filo del rasoio nella Finanziaria considerata l'ultimo treno utile da prendere in corsa. "Nella notte sono diventate legge centinaia di richieste dei singoli parlamentari. Il governo ha dovuto comprare la fiducia di una maggioranza allo sbando", accusa Maurizio Corsetto, di Fi. La prospettiva della fiducia costringe il governo a fare concessioni anche ai singoli per evitarsi brutte sorprese soprattutto al Senato dove la manovra dovrà tornare, blindata, per la terza e ultima lettura. Prezzi e polemiche. Mister prezzi nasce fra le polemiche: il garante contro il caro-vita, in carica per tre anni, sarà nominato con decreto del Presidente del consiglio e sarà scelto fra gli alti dirigenti del ministero dello Sviluppo economico. Il suo compito sarà quello di selezionare e coordinare i dati sui prezzi provenienti da varie fonti, come l'Istat e le camere di commercio: se verrà individuato qualche rincaro anomalo, sarà trasmesso al ministro, che a sua volta lo segnalerà all'Antitrust. E' troppo poco per le associazioni dei consumatori. "E' una presa in giro. Non serve a nulla perché non deciderà nel merito", è il commento dell'Aduc. Meno drastico è il giudizio di Federconsumatori e Adusbef, che dicono: "Mister Prezzi è una novità positiva, ma dovrà avere potere di sanzionare gli speculatori". "E' totalmente inutile", sostiene invece il Codacons. È stato approvato il bonus di 1.200 euro l'anno sotto forma di detrazione per le famiglie con più di 4 figli. Nel caso dei redditi bassi, si provvederà con un bonus fiscale pari al beneficio concesso. C'è stato il via libera anche al bonus vacanza per i più poveri, che potranno usarlo in bassa stagione. A parte la detrazione Ici fino a 200 euro, l'altra novità fiscale è il taglio del prelievo sul Tfr: la misura riguarderà le liquidazioni riscosse dal prossimo aprile. I 130 milioni stanziati non consentiranno di riportare al 18 per cento l'aliquota innalzata al 23 per cento dalla riforma Tremonti. Entro marzo, il governo dovrà decidere: si parla di un'aliquota al 20 per cento. Via libera a una norma che consentirà di versare per misure a favore del clima 1 centesimo in più su ogni litro di benzina e sulle bollette elettriche. Il versamento sarà volontario. Stanziate anche le risorse per abbattere gli ecomostri e costruire piste ciclabili sui tracciati ferroviari dimessi. Per aiutare le famiglie in difficoltà, spunta un fondo che consente di sospendere il versamento delle rate fino a 18 mesi. Michele Lombardi 09/12/2007 le novitàArriva il bonus per consentire alle famiglie meno abbienti di andare in ferie 09/12/2007.


Montezemolo mette sulla tavola le riforme (sezione: Class action)

( da "Padania, La" del 09-12-2007)

 

Incontro a pranzo con Fini e Casini Montezemolo mette sulla tavola le riforme Metti un pranzo nella foresteria di Confindustria. Aggiungici due commensali vip. Mescola con una situazione instabile e intricata. Condisci con qualche dichiarazione volutamente ambigua. Et voilà, il risultato della ricetta è una notizia succulenta per qualasiasi cronista parlamentare, impegnato a cercare di capire quello che sta succedendo sotto i cieli della politica. La metafora culinaria, ci viene dal pranzo che ha visto riuniti ieri allo stesso desco, il numero uno di viale dell Astronomia, Luca Cordero di Montezemolo, il leader dell Udc Pierferdinando Casini e il presidente di An, Gianfranco Fini. Tutti i convitati, naturalmente, smentiscono che l incontro fosse qualcosa più di una semplice colazione di lavoro. Del resto, osserva incontestabilmente, il presidente del Cavallino di Maranello: "La settimana scorsa ho invitato Walter Veltroni e se avrà piacere e se sarà necessario, parlerò anche con Berlusconi". Tutto ciò per stoppare le inevitabili illazioni su una sua possibile discesa in campo . "L incontro di oggi è andato molto bene, ci siamo confrontati - ribadisce il pupillo dell Avvocato - : per Confindustria riforma dello Stato, legge elettorale e tematiche sul tappeto, come fisco e class="hilite">class="term">class class="term">action, sono importanti. Ci confrontiamo con maggioranza e opposizione, con chiunque abbia piacere". Ma che nelle corde del numero uno della Fiat ci sia la politica è innegabile. Per quanto il suo ruolo contempli certo anche il fatto di toccare certi argomenti, sembra che davvero gli affari della cosa pubblica lo appassionino più di quanto non capitasse ai suoi predecessori. Infatti, poco dopo il pranzo, intervenendo alla chiusura di un convegno in corso alla Luiss, torna a bomba: "La priorità è la riforma dello Stato - afferma - . Serve un nuovo disegno che preveda un premier con poteri tali da poter mandare a casa i ministri che non funzionano, come fa un capo azienda, una Camera e un Senato che non facciano la stessa cosa e il coraggio di ammodernare la Costituzione non con una rivoluzione ma con un aggiornamento". A questo Montezemolo aggiunge "una diminuzione del numero dei partiti, uno sfoltimento del numero dei parlamentari e una bella cancellata, se fosse possibile, alle province". Se non è la base di un programma politico, poco ci manca. Chissà come la pensano in proposito i prestigiosi commensali con i quali ha pranzato? Da parte loro, bocche più o meno cucite. Dall ex ministro degli Esteri però arriva la conferma che la situazione sia in evoluzione . "In una fase in cui da più parti si dice che il Governo è influenzato da Confindustria, e questo lo dice in particolare la sinistra radicale, nel momento in cui il presidente di Confindustria interviene nel dibattito politico, come è suo diritto-dovere fare, il fatto che alcuni leader della coalizione lo incontrino - sostiene - è un elemento da inserire a pieno titolo nel dibattito e nella dialettica politica e nel fatto che davvero tutto è in movimento". Già, e questo movimento suona anche come un messaggio indirizzato ad Arcore. Per dire che nonostante il progetto del Pdl, An e Udc non sono marginalizzate, ma (ancora) protagoniste sui tavoli, pardon sulle tavole, che contano. Paolo Bassi [Data pubblicazione: 07/12/2007].


FINANZIARIA/ IN AULA CON 'NODI' APERTI, E VA VERSO FIDUCIA -punto (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 09-12-2007)

 

09-12-2007 20:52 In maxi forse ddl Lanzillotta, rigassificatori, a altri ritocchi Roma, 9 dic. (Apcom) - La Finanziaria approda domani nell'Aula della Camera per la discussione generale e malgrado la commissione Bilancio consegni all'Assemblea un testo chiuso, sembra difficile che il governo possa evitare la fiducia. Il clima politico all'interno della maggioranza non è dei migliori e forse l'esecutivo potrebbe approfittare di un maxiemendamento (anzi probabilmente saranno tre) per rimettere mano al testo dopo le diverse novità inserite in commissione, soprattutto quelle che potrebbero creare maggiori intoppi al percorso della manovra nella terza lettura in Senato. Tuttavia, lo strappo sul ddl Welfare è stato troppo doloroso per i quattro partiti che oggi si sono federati nella 'Sinistra-l'Arcobaleno' ed eventuali cambiamenti sarebbero comunque limitati, lasciando come base il testo uscito dal lavoro dei deputati in commissione. Il governo dovrebbe prendere una decisione definitiva sulla fiducia tra lunedì e martedì. Sul maxiemendamento o sui tre maxi (per evitare le ipotesi monstrum del passato) ci sarebbero già diverse ipotesi di lavoro. Un primo tema che potrebbe essere recuperato è la riforma dei servizi pubblici locali del ministro per gli Affari regionali, Linda Lanzillotta (contro la quale si sono battute le comunità locali e alcuni partiti dell'Unione a cominciare dalle perplessità espresse da esponenti del Pd; e a favore della quale non ha mancato di esprimersi invece Lamberto Dini); c'è poi la norma sui rigassificatori sostenuta dal ministero dello Sviluppo economico, ma vista con sfavore dalla sinistra e dai verdi. Che questi due temi siano nei pensieri del governo lo conferma il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi, il quale assicura tuttavia che "il testo della commissione è il testo". Quanto alla rottamazione per le auto, vede su fronti contrapposti sinistra e riformisti, fuori e dentro il Parlamento. Grandi, nell'eventualità di una fiducia su un maxiemendamento ritiene difficile che la proposta venga recuperata. Ma non è mai detto vista la cautela che accompagna di consueto i commenti su questo argomento. Intanto, a Montecitorio il tetto per gli stipendi dei manager pubblici è salito a 548 mila euro e questo potrebbe far venire più di qualche mal di pancia nella coalizione di centrosinistra. Non tutti nell'class="hilite">Unione hanno infine digerito l'indicazione solo implicita della non retroattività per la class="term">class class="term">action, mentre da Palazzo Madama, Roberto Manzione (protagonista della battaglia per inserire la norma in Senato) ha fatto già sapere che se la norma non sarà retroattiva, non la voterà. Entro mercoledì si saprà come intende muoversi il governo. Obiettivo è quello di licenziare il testo venerdì affinché possa tornare in Senato per la terza e ultima lettura. Tra l'altro, a Palazzo Madama, ad attendere il via libera definitivo della manovra è il ddl Welfare che è rimasto, pericolosamente, a 'bagnomaria', poiché gli stanziamenti necessari per le misure previste nel Protocollo sono in Finanziaria e tocca a quest'ultima divenire legge per prima. La Finanziaria, che era già arrivata dal Senato passando dai 97 articoli iniziali agli attuali 151, è lievitata ancora di più, e tra nuovi commi e articoli aggiuntivi, contiene diverse novità: dal bonus di 1.200 euro per le famiglie numerose con almeno quattro figli, all'introduzione del cosiddetto 'Mister prezzi', dalla riduzione della tassazione sul Tfr, alle risorse per la sicurezza; dalle misure per contrastare il caro-benzina al fondo di solidarietà per i mutui sulla prima casa; oltre al fondo per il calo delle tasse dei lavoratori dipendenti nel 2008.


Finanziaria in aula, fiducia più vicina - roberto petrini (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 10-12-2007)

 

Economia Finanziaria in aula, fiducia più vicina Il Tesoro: maggiori spese per 800 milioni, ma tutte coperte ROBERTO PETRINI ROMA - Finanziaria verso la fiducia, probabilmente con tre maxi emendamenti e con il peso di 700-800 milioni in più di euro di spese. Da oggi la manovra debutta in aula a Montecitorio e, dopo la lunga maratona della Commissione Bilancio, gli occhi sono tutti puntati sul governo in attesa della formalizzazione della richiesta di fiducia. "Si potrebbe anche evitare", ha dichiarato ieri il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi. "Vedremo - ha tuttavia aggiunto - le condizioni politiche. Si vedrà subito l'aria che tira. L'opposizione in Commissione non è sembrata più ostile del solito. Se c'è un intesa chiara si può ragionare, altrimenti saremo costretti a porre la fiducia". Se, come sembra ormai scontato, si andrà verso la fiducia intorno a mercoledì, il dibattito all'interno della maggioranza e del governo si sposterà tutto sulla composizione dei tre maximendamenti (probabilmente su fisco, risanamento e politiche sociali e di sviluppo). In quella sede si dovranno sciogliere gli ultimi nodi: come quello dell'inserimento della riforma dei servizi pubblici locali e dei rigassificatori che sono stati rinviati all'aula. "Potrebbero essere recuperate le proposte del governo che sono state rinviate tecnicamente all'aula: come la riforma dei servizi pubblici locali e i rigassificatori", ha detto ieri Grandi. Dubbi invece sulla proroga al 2008 della rottamazione bocciata dai Verdi: "Mi spiace non sia entrata, forse sarebbe meglio dedicare un provvedimento specifico alla misura magari all'inizio del prossimo anno", ha osservato il sottosegretario all'Economia. class="hilite">Sempre in ballo i ritocchi a class="term">class class="term">action e manager pubblici. Il lungo esame in commissione ha comunque fatto lievitare la spesa: il centrodestra parla di 2 miliardi ma Grandi, fatti i conti, dice che l'aumento è di 7-800 milioni per i quali è garantita la copertura. Tra le misure nel mirino per aumento della spesa ci sono la stabilizzazione di 4.000 lavoratori socialmente utili di Palermo (si parla di 100 milioni), i fondi per i terremoti e i 30 milioni al Veneto per trattenere i Comuni che vorrebbero passare al Trentino come Cortina e Asiago. Fa discutere anche la soppressione della Coni servizi spa, braccio operativo del Coni che ha il compito di gestire il patrimonio dell'ente. La soppressione comporterebbe il passaggio di 1.600 dipendenti dal contratto privato a quello pubblico e vede la forte opposizione del Comitato olimpico. Non è escluso che anche questa misura si riapra la discussione in sede di maxiemendamento.


Finanziaria. I lavori dell'aula saranno dedicati interamente all'esame delle leggi fin (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 10-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del (a cura di Piero Vizzani) Finanziaria. I lavori dell'aula saranno dedicati interamente all'esame delle leggi finanziaria e di bilancio. Il mandato al relatore, Michele Ventura, capogruppo del Pd in commissione, è arrivato nella serata di sabato, dopo che la Bilancio ha affrontato e risolto i principali nodi in discussione. Ne uscito sostanzialmente l'impianto del Senato, con il rafforzamento e la correzione di alcune questioni di notevole importanza.. Ecco quelle più importanti, che derivano dall'approvazione di una serie di emendamenti del relatore stesso, su cui si concentreranno il dibattito e le votazioni dei prossimi giorni. Meno tasse per i lavoratori dipendenti. E' stato creato un apposito fondo per ridurre le tasse sul lavoro dipendente, dove saranno indirizzate, con una sorta di automatismo, risorse provenienti dall'extra gettito, a partire già dal 2008. Per i redditi più bassi la detrazione non potrà essere inferiore la 20 per cento. Sicurezza. 200milioni in più per le forze di polizia e per i vigili del fuoco. Le risorse sono state raddoppiate. Ci sono anche finanziamenti per la protezione civile, in particolare 100 milioni per l'acquisto di aerei per lo spegnimento degli incendi. Trasporto locale. Un segnale di grande attenzione è stato dato al settore del trasporto pubblico locale a cui andranno 614 milioni nel 2008; 651 nel 2009; 651 nel 2010. Famiglie numerose. Le famiglie 4 o più figli a carico usufruiranno di un bonus aggiuntivo di detrazioni fiscali pari a 100 euro ogni mese. Vittime della mafia. Si supera finalmente il differente trattamento fra le vittime della mafia e quelle del terrorismo, anche a loro sarà erogato un vitalizio di 1033 euro al mese. class="hilite">Class class="term">action. Viene confermata l'istituzione delle azioni collettive risarcitorie, con correzioni: un filtro del tribunale per valutare le richieste e un aumento della platea delle associazioni legittimate a usarle. Altre significative novità riguardano: l'istituzione del garante per il controllo dei prezzi; oltre 100 milioni per i treni a lunga percorrenza; un meccanismo per sterilizzare l'aumento delle accise sulla benzina; l'assunzione di 4 mila lavoratori socialmente utili. AGENDACAMERA.


Via libera alla class action con più tutele (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-09 - pag: 3 autore: Dalla commissione Bilancio arrivano maggiori garanzie per i consumatori e le imprese Via libera alla class action con più tutele Isabella Bufacchi ROMA La nuova norma sull'azione risarcitoria collettiva che consentirà a consumatori e utenti (forse non gli azionisti) di unirsi in una sola classe di danneggiati in Tribunale, per chiedere il risarcimento su illeciti compiuti da imprese che offrono beni e servizi, ha ottenuto ieri un sofferto via libera della commissione Bilancio alla Camera, dopo una serie di stop-andgo. La nuova disciplina sarà retroattiva: potrà essere usata per fatti e vicende avvenuti prima della sua entrata in vigore anche se non è detto che sarà un'arma per gli azionisti "traditi" dai crack, come quello Parmalat. La class action che andrà in aula a Montecitorio è diversa da quella licenziata dal Senato: più pesante nelle tutele per i consumatori ( ampliamento dei soggetti legittimati ad agire) e per le imprese (filtro del giudice collegiale), più leggera nella procedura (rafforzamento degli accordi stragiudiziali). Invariata invece la portata retroattiva del testo approvato da Palazzo Madama. In due tempi, il Governo è intervenuto pesantemente sulla norma introdotta con un blitz in Finanziaria dai senatori Roberto Manzione e Willer Bordon (Unione democratica ex- Ulivo) per migliorare e correggere come possibile, in tempi strettissimi, una legge che dovrà funzionare molto bene perchè destinata a rivoluzionare il sistema giudiziario italiano. L'emendamento dell'Esecutivo all'art.99 della Finanziaria sull'azione collettiva amplia la platea dei soggetti legittimati ad agire: non più le sole 16 associazioni dei consumatori elencate nella lista del Cncu presso il ministero dello Sviluppo economico (come prevedeva il testo Manzione-Bordon), ma anche associazioni e comitati ( per esempio gli obbligazionisti) che possono provare di fronteal giudice di rappresentare interessi collettivi. Il Governo ha aggiunto un filtro, non previsto da Manzione-Bordon, presso la magistratura per bloccare sul nascere le azioni infondate, temerariee ricattatorie: sarà il giudice a stabilire l'ammissibilità del ricorso. Il Governo ha poi rimosso i paletti sulle spese legali. Il relatore alla Finanziaria Michele Ventura (Pd) nel suo emendamento al testo Manzione-Bordon, quello che ieri ha ottenuto il disco verde della commissione Bilancio, ha incorporato l'emendamento del Governo ed è andato oltre: ha delineato la classe inserendo la formula " opt-in"all'inizio della procedura ( con una semplice comunicazione scritta dell'interessato); ha rafforzato il percorso degli accordi stragiudiziali prevedendo, dopo la sentenza del giudice, un accordo direttamente tra impresa- consumatore oppure in camera di conciliazione e limitando le azioni individuali (nel tentativo di evitare l'intasamento dei Tribunali che avrebbe provocato il testo Manzione-Bordon). Le modifiche del relatore hanno inoltre stabilito che il filtro del giudice sarà collegiale e non monocratico e hanno soppresso il comma 12 del Manzione- Bordon sulla nullità dei contratti per pubblicità ingannevole. Dell'impianto votato dal Senato la commissione Bilancio alla Camera ha mantenuto il periodo di "assestamento" alla nuova disciplina pari a 180 giorni dall'entrata in vigore della norma (Manzione era favorevole ad estenderlo a 270 giorni ma non a 360) e ha lasciato anche il carattere retroattivo della norma che potrà essere applicata a illeciti contrattuali ed extracontrattuali, pratiche scorrette e comportamenti anticoncorrenziali che si sono verificati prima dell'entrata in vigore della class action. Proprio la retroattività dell'azione collettiva risarcitoria ha animato la discussione alla Camera tra alcuni membri della Maggioranza e il Governo: riaccendendo le tensioni nella commissione Giustizia alla Camera che ha lavorato su un testo di class action per oltre un anno per poi essere scavalcata dalla Finanziaria. Per i nodi non sciolti, l'azione collettiva rischiava ieri di essere stralciata dall'emendamento del relatore per essere ripresentata direttamente in aula. Il relatore Ventura infatti aveva espresso forti perplessità sulla portata retroattiva della norma. Lo stesso presidente della commissione Bilancio Lino Duilio aveva detto che la retroattività della norma era un punto che andava chiarito. Per il sottosegretario all'Economia Alfiero Grandi, per contro, spetta al giudice-filtro valutare se i processi in corso vanno mantenuti o surclassati dalla class action. Intanto l'opposizione ieri, ha rilanciato la non-retroattività della norma con un emendamento (respinto con parere contrario della commissione) di Maria Teresa Armosino (Forza Italia) per un'azione collettiva "che può essere proposta esclusivamente per vicende successive all'entrata in vigore della norma". Manzione su questo punto però è stato irremovibile: senza retroattività, il suo voto al Senato l'azione collettiva non lo avrà. isabella.bufacchi@ilsole24ore.com I TERMINI D'INTERVENTO Resta invariata la portata retroattiva: la nuova disciplina potrà essere usata per fatti avvenuti prima della sua entrata in vigore.


Class action, sarà un diluvio (sezione: Class action)

( da "Panorama" del 10-12-2007)

 

Class action, sarà un diluvio DONATELLA MARINO CONSUMATORI Dopo l'approvazione della legge sulle azioni collettive, le associazioni di difesa dei clienti si preparano a citare in giudizio qualsiasi impresa o ente ritenuto colpevole. Anche la Rai. Anche i comuni. Le associazioni dei consumatori si preparano a cavalcare vecchi e nuovi cavalli di battaglia, mentre alcune aziende stanno già contattando grandi studi legali per sapere come difendersi. A 15 giorni dall'approvazione in Senato della causa collettiva (class action), che entrerà nell'ordinamento italiano dopo il voto finale sulla Finanziaria, cresce la tensione fra imprese, governo e organizzazioni dei consumatori. La Confindustria, preoccupata per le conseguenze sulle aziende, ne chiede lo stralcio dalla Finanziaria e modifiche in Parlamento. Che in ogni caso appaiono probabili. Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ha detto che le norme dovranno essere migliorate. Mentre il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, ha proposto che proprio la sua Autorità possa diventare un primo filtro sulla fondatezza delle accuse dei consumatori. Il centrosinistra valuta, in alternativa, se affidare la prima azione di filtro a un giudice. In ogni caso si vorrebbe evitare quel diluvio di azioni legali incontrollate tanto temuto dagli imprenditori. Un diluvio che a partire da giugno 2008, quando la norma dovrebbe diventare operativa, appare comunque probabile. A differenza che negli Stati Uniti, dove le cause collettive sono diventate famose anche al cinema, sul modello di Erin Brockovich, l'iniziativa non potrà essere presa da un singolo (un danneggiato, un avvocato) ma dalle 16 associazioni di consumatori autorizzate, più quelle che in seguito verranno ammesse. Ed ecco che il Codacons è pronto a una class action pilota contro i comuni, prima Roma e poi Milano, per le strisce blu che non rispetterebbero la proporzione con i parcheggi gratuiti. Nel mirino anche due società importatrici di giocattoli cinesi, che secondo molte denunce conterrebbero vernici tossiche. "Stiamo inoltre valutando azioni contro il canone Rai, contro i comuni sulla mancata sicurezza e persino contro le tasse sulla benzina" annuncia Marco Ramadori, copresidente dell'associazione con Carlo Rienzi: "Contrariamente alle promesse elettorali, aumentano in automatico a ogni rialzo del carburante". Sul fronte salute il Codacons aveva tentato una class action negli Stati Uniti (chiusa per assenza di giurisdizione) per pazienti italiani danneggiati dal Vioxx, antinfiammatorio finito sotto accusa un paio d'anni fa, ed è ora intenzionato a riproporla. I termini per le cause collettive sulla salute, particolarmente delicate, sono peraltro ancora da mettere a punto. Come in America, complice anche la recente sentenza italiana favorevole, potrebbero fioccare le cause di danneggiati dal fumo. Mentre contro la malasanità "l'ospedale privato può già finire nel mirino, per il servizio pubblico sarà la giurisprudenza a dirlo. Intanto è passato un principio" spiega il padre della norma, Roberto Manzione, senatore dell'Ulivo. L'associazione Altroconsumo, in fila per entrare nel club delle 16, punta alla Trenitalia e ai ritardi, che peserebbero soprattutto sugli abbonati, alla Wind e alla Sony per pubblicità ingannevoli già sanzionate dall'Antitrust. Le banche, per l'anatocismo (gli illegittimi interessi applicati sugli interessi), sono nel mirino, oltre che di Altroconsumo, anche di Adusbef di Elio Lannutti e Federconsumatori. Queste ultime hanno propositi anche per il crac Parmalat e i bond argentini. La Federconsumatori inoltre punta alla Telecom per "l'illegittimo incasso delle spese di spedizione fattura". Ma che succede se più associazioni iniziano la stessa class action? "La legge non lo specifica, è una lacuna da colmare" avverte Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. Altre critiche: timore di allungamenti dei tempi di giudizio (sono possibili anche più di 9 processi) e spese legali sulle spalle dei cittadini che fanno ricorso, se perdono la causa. Intanto i grandi studi legali, da Baker&McKenzie ad Agnoli Bernardi e associati, sono stati contattati da aziende del settore alimentare, finanziario e assicurativo, oltre ad alcune potenzialmente esposte ad azioni per malattie professionali.


FINANZIARIA/ BERSANI: SU MUTUI E CLASS ACTION NOTEVOLI PASSI AVANTI (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 10-12-2007)

 

10-12-2007 12:06 Ora banche devono assumere nuova mentalità Roma, 10 dic. (Apcom) - Nel percorso alla Camera della Finanziaria sono stati fatti "notevoli passi avanti" class="hilite">per quanto riguarda la portabilità dei mutui e la class="term">class class="term">action. Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, a margine del convegno Enel-Rinnova sulle energie rinnovabili. Per quanto riguarda i mutui, ha spiegato il ministro, "bisogna che il sistema si adegui perché il passaggio deve avvenire con agilità e senza particolari oneri per i consumatori. E' già positivo che ci sia una fortissima ricontrattazione in corso in un momento delicato per i mutui. Ma non basta, le banche devono assumere una nuova mentalità per la fideizzazione e per la mobilità e credo che ci si arriverà". Poi commentando le norme sulla class="term">class class="term">action il ministro ha spiegato che ora "siamo più tranquilli dal punto di vista delle selezioni delle procedure. C'è un meccanismo di semplicità per i consumatori e questo segna un nuovo cambio, una nuova rivoluzione dal lato dei consumatori ma va anche a vantaggio delle imprese che fanno sul serio".


Class action all'italiana, HC intervista Kuneva (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 10-12-2007)


News Class action all'italiana, HC intervista Kuneva 10/12/2007 - 15:22 "E' importantissimo che l'Italia non interrompa il processo verso l'introduzione di strumenti collettivi per i consumatori". Lo ha detto la Commissaria Ue Kuneva in una intervista ad Help Consumatori sulla class action / Per il modello europeo bisogna aspettare fino 2009 BRUXELLES. La Commissione Europea incoraggia l'Italia verso una rapida approvazione delle norme sulle azioni collettive. A farsi portavoce di questo sostegno è Meglena Kuneva, Commissaria europea alla tutela del consumatore che ha scelto Help Consumatori per esprimere il suo supporto verso gli strumenti di cui si sta dibattendo in Italia per permettere a gruppi di consumatori di portare in tribunale un'impresa per ottenere un risarcimento economico a fronte di atti illeciti compiuti a loro danno. "E' importantissimo che l'Italia non interrompa il processo verso l'introduzione di strumenti collettivi per i consumatori", ha commentato la commissaria che ha detto di "sostenere con forza ogni sforzo fatto dal vostro paese" e di seguire "con molta attenzione" il dibattito che si sta sviluppando in Italia. "Sarei molto contenta - ha aggiunto- se presto anche i piccoli risparmiatori italiano potessero dotarsi di efficaci strumenti di tutela giudiziaria come fanno già altri dodici paesi in Europa". Sui dettagli della proposta però la commissaria ha preferito non esprimere nessun giudizio: "Sta allo stato membro scegliere la forma che meglio si adatta alla propria struttura legislativa, così come spetta allo stato membro decidere se estendere il titolo di persone abilitate a promuovere le azioni anche a forme di aggregazione spontanea. Bruxelles al momento non ha una preferenza, ogni scelta potrebbe andare bene a patto però che a beneficiare del ricorso collettivo sia il maggior numero di persone possibile". La Commissaria ha voluto esprimere un giudizio positivo anche sullo stato di salute dei consumatori italiani: "Avevo scelto Roma come prima destinazione delle mie visite all'estero e avevo espresso i miei complimenti al ministro Bersani per le innovazioni introdotte. Dopo quasi dieci mesi devo riconoscere che è aumentata la conoscenza della cultura consumeristica tra i cittadini italiani ed è cresciuto il peso dei consumatori anche nella politica di alcune aziende. Di questo ho avuto conferma dopo il mio recente incontro con Confindustria". Il primo sostegno all'Italia era arrivato dal padre del consumerismo a stelle e strisce: "Era ora che il ricorso collettivo arrivasse anche in Italia", aveva commentato Ralph Nader durante l'incontro organizzato dall'Unione Nazionale Consumatori il 29 novembre scorso. "Un singolo consumatore può fare ben poco da solo, mentre se in gran numero i consumatori possono fare gran passi in avanti ed evitare ingiustizie". Ora, entrambi, Kuneva e Nader, guardano a Roma come a una testimonianza in più da prendere in esame nel momento in cui la Commissione UE dovrà scegliere un modello europeo di ricorso. Bruxelles deciderà se incoraggiare la creazione del sistema di Collective Redress in tutti i Ventisette o se invece estendere un modello particolare solo dopo la presentazione (prevista per il prossimo agosto) dei risultati di uno studio sui punti di forza e le debolezze dei sistemi adottati in alcuni stati membri europei, compreso -forse- anche quello italiano. 2007 - redattore: SB.

 

ARTICOLI DEL 7 dicembre 2007

 

Arriva il calmiere sulla benzina stop a lampadine e frigo non ecologici - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 07-12-2007)

Riforme, montezemolo vede casini e fini - francesco bei ( da "Repubblica, La" del 07-12-2007)

Class action e bollo su assegni: dietrofront ( da "Giornale di Brescia" del 07-12-2007)

Fini-Casini da Montezemolo, sfida a Silvio ( da "Corriere della Sera" del 07-12-2007)

La norma sulle class action non consentirà cause con effetti retroattivi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

Ricorsi di singoli azionisti? L'Italia e il modello tedesco ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

Class action solo al futuro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

Azione collettiva, chance anche per le pratiche sleali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

Manovra, sì alla norma contro il caro-benzina Class action, spunta il nodo retroattività. Ma poi tutto rientra: oggi il testo senza allentamenti ( da "Unita, L'" del 07-12-2007)

Dario Fo: petrolio, galline, mutui, salgono tutti. Questa volta sul mio palco Il Premio Nobel ripropone oggi in teatro Sotto paga non si paga , un testo del 1974 opportunamente agg ( da "Unita, L'" del 07-12-2007)

Il "grande centro" s'industria ( da "Giornale.it, Il" del 07-12-2007)

Finanziaria, si lavora a class action e taglio delle accise sui carburanti ( da "Campanile, Il" del 07-12-2007)

Il grande centro "si industria" ( da "Giornale.it, Il" del 07-12-2007)

FINANZIARIA/ IN ARRIVO MAXI EMENDAMENTO RELATORE IN COMMISSIONE ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: RELATORE PREPARA EMENDAMENTO OMNIBUS ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: RELATORE PREPARA EMENDAMENTO OMNIBUS ( da "Asca" del 07-12-2007)

Ilvo Diamanti: "Sono come i panda, come fanno a crescere?" ( da "Corriere Adriatico" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: COMMISSIONE TORNA AL LAVORO, PRONTO MAXIEMENDAMENTO RELATORE ( da "ADN Kronos" del 07-12-2007)

FINANZIARIA/ CLASS ACTION, NON C'E' STOP RETROATTIVITA' ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

FINANZIARIA/ RIPRESA COMMISSIONE, IN MAXIEMENDAMENTO CLASS ACTION ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: CLASS ACTION, NON C'E' NO RETROATTIVITA' MA TESTO APERTO ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: CLASS ACTION, NON C'E' NO RETROATTIVITA' MA TESTO APERTO ( da "Asca" del 07-12-2007)

FINANZIARIA: EMENDAMENTO RELATORE, NON C'E' STOP RETROATTIVITA' CLASS ACTION ( da "ADN Kronos" del 07-12-2007)

CLASS ACTION/ MANZIONE: IMPOSSIBILE ELIMINARE RETROATTIVITA' ( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

PUNTO 1 - Finanziaria, cambia class action, filtro preventivo ( da "Websim" del 07-12-2007)


Articoli

Arriva il calmiere sulla benzina stop a lampadine e frigo non ecologici - roberto petrini (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 07-12-2007)

 

Economia Finanziaria, non escluso il voto di fiducia. Bonus-vacanze per i più poveri, retromarcia sul bollo per gli assegni Arriva il calmiere class="hilite">sulla benzina stop a lampadine e frigo non ecologici Restano i nodi della class="term">class class="term">action e del tetto agli stipendi dei manager ROBERTO PETRINI ROMA - Arriva la sterilizzazione dell'Iva, mediante il taglio delle accise, sul prezzo dei carburanti per autotrazione e per il riscaldamento. La misura, oggetto di un emendamento alla Finanziaria, presentato dal relatore Michele ventura (Pd), scatterà da febbraio e entrerà in funzione in caso di aumenti del prezzo del petrolio oltre i 2 per cento. In caso di diminuzione del prezzo del barile le accise potrebbero essere riportate al livello originario. In una giornata contrastata con lavori a rilento (nella prima serata erano stati approvati solo 9 articoli su 150) e conclusa a tarda notte la Finanziaria ha risentito delle fibrillazioni del clima politico e si torna a parlare di fiducia. Nella maggioranza ha tenuto banco il botta e risposta tra Rifondazione e Palazzo Chigi. Giordano ha chiesto di introdurre già nella manovra la questione dei salari, gli uomini di Prodi hanno replicato sottolineando le caratteristiche di redistribuzione del provvedimento in esame. A distendere i toni del confronto la retromarcia del governo, che ha ritirato l'emendamento, sull'introduzione di un bollo di 1,5 euro sugli assegni "liberi" fortemente osteggiata da Rifondazione. Restano tuttavia aperti tutti gli altri nodi: dalla class="term">class class="term">action (dove si studia come evitare la retroattività), al tetto agli stipendi dei manager, al taglio delle sedi periferiche della Ragioneria oggetto di un nuovo emendamento del governo che prevede anche l'istituzione di 4 nuovi direttori generali a Via Venti settembre. Sul piano delle misure tuttavia si sono fatti alcuni passi in avanti. Significativo il pacchetto "Co2" sponsorizzato dai Verdi di Angelo Bonelli: prevede di porre "fuorilegge", bloccandone la vendita dal 2010, gli elettrodomestici di classe ecologica inferiore alla "A"; di impedire dal 2011 la vendita delle lampadine a incandescenza e degli elettrodomestici che non danno la possibilità di spegnere il "led" se non staccando la spina. Proposta dai Verdi anche una microtassa di 1 centesimo su ogni bottiglia di acqua minerale. Mira al sociale, invece, la misura che istituisce buoni-vacanza per i cittadini più deboli. Approvate una serie di misure fiscali: tra queste una prevede che la detraibilità dell'Iva per i costi sostenuti per i telefoni cellulari utilizzati dalle imprese o dai lavoratori autonomi potrà arrivare fino al 100 per cento.


Riforme, montezemolo vede casini e fini - francesco bei (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 07-12-2007)

 

Riforme, Montezemolo vede Casini e Fini Berlusconi sprezzante: "è la vecchia politica, è soltanto un teatrino" Il leader di An: "Non dobbiamo dire sì per forza, nessuno può isolarci" Il leader dell'Udc: "Non sono un parruccone, qualcun altro se li tinge" FRANCESCO BEI ROMA - Nel centrodestra, per dirla con Gianfranco Fini, davvero "tutto è in movimento". Non si comprenderebbe altrimenti perché lo stesso Fini e Pier Ferdinando Casini, dopo una settimana di telefonate riservate, abbiano incontrato insieme a colazione Luca Cordero di Montezemolo, che - oltre a essere ancora per qualche mese il presidente di Confindustria - è l'accreditato protagonista di tutti i retroscena che riguardano la costituenda "Cosa Bianca". Una consultazione in piena regola, nella foresteria di Confindustria a via Veneto, proprio nel giorno in cui dal Cavaliere piovevano altri strali contro i due reprobi della vecchia Cdl. E dire che (ascoltando i consigli di Letta e Bonaiuti), Silvio Berlusconi in un'intervista al "Giornale della libertà" aveva inizialmente lanciato messaggi di pace a Fini e Casini. Il nuovo partito dei gazebo, assicura il Cavaliere, "non è contro nessuno, tanto meno contro gli alleati con i quali abbiamo condiviso un percorso politico rilevante". Ma quella "fase di riflessione più pacata e costruttiva", che il Cavaliere auspica nel centrodestra, viene rapidamente archiviata in serata a Napoli, quando lo stesso Berlusconi ribadisce a braccio il suo vero pensiero sugli ex alleati: "Ho subito il calvario di cinque anni di governo con degli alleati che hanno frenato la nostra attività. Troppe volte sono uscito addolorato dai Consigli dei ministri, troppe volte qualcuno degli alleati mi ha detto di no per interessi di parte". E anche durante questo anno e mezzo di opposizione, insiste il capo forzista, "ho cercato di tenere unita la coalizione, ma uno dei leader ha subito detto che la Cdl era morta. Ho cercato poi di fare una federazione e mi hanno detto ancora di no". Dunque, "porte spalancate" ai due leader ribelli, a patto però che "rinuncino alla vecchia politica e abbiano il coraggio di mettersi in gioco come ho fatto io". Quanto al pranzo dei due con Montezemolo, Berlusconi è quasi sprezzante: "Basta con i teatrini, basta con la vecchia politica". Durante un incontro a porte chiuse con l'associazione dei commercianti di Napoli, l'ex premier sferra quindi un'altra rasoiata diretta al presidente della Confindustria: "Dà l'impressione di fare solo comizi, solo politica e non da oggi. Gli imprenditori vogliono ben altro e lo si è visto a Vicenza". In verità il pranzo di via Veneto, al di là dell'indubbio valore simbolico, sembra essere stato più che altro un giro d'orizzonte ad ampio spettro. "L'altro giorno - minimizza Montezemolo - ho visto Veltroni, oggi ho visto due persone e domani ne vedrò altre. Per noi la riforma dello Stato, della legge elettorale e le tematiche sul tappeto di fisco e class="term">class class="term">action sono temi importanti su cui ci confrontiamo con tutti: maggioranza, opposizione e chiunque ne abbia piacere". Anche con Silvio Berlusconi? "Se ne avrà piacere e se sarà necessario". Certo, il presidente della Fiat non nasconde la sua predilezione per Casini: "E' un mio amico, è di Bologna e ha un pregio molto importante in politica: sa dialogare". Così, per non smentirsi, finito il pranzo i due vanno a presentare insieme il nuovo libro di Giovanni Floris. E anche in questa occasione non mancano le punzecchiature al Cavaliere. "Non sono un parruccone della politica - scherza infatti Casini davanti agli studenti della Luiss - non ho paura dei capelli bianchi, mentre qualcun altro se li tinge". Se la sintonia tra Casini e Montezemolo è palese e passa anche per l'adesione al modello elettorale tedesco, meno lampante è l'interesse di Fini a sedersi allo stesso tavolo. Il fatto è che è stato proprio Berlusconi, con i suoi attacchi, a costringere il leader di An a guardarsi intorno. "Noi non dobbiamo dire di sì per forza a chi ci propone soltanto la politica delle pacche sulle spalle - ha spiegato ieri mattina Fini all'esecutivo del suo partito - e toglietevi dalla testa che qualcuno possa isolarci". Proprio per dimostrare al Cavaliere che An non è "isolabile", Fini ha annunciato ai suoi l'incontro con Montezemolo: "Se Berlusconi ha ancora voglia di confrontarsi con noi bene, altrimenti noi siamo aperti al dialogo con chiunque condivida i nostri programmi".


Class action e bollo su assegni: dietrofront (sezione: Class action)

( da "Giornale di Brescia" del 07-12-2007)

 

Edizione: 07/12/2007 testata: Giornale di Brescia sezione:IN PRIMO PIANO FINANZIARIA Si lavora a un limite alla retroattività delle azioni collettive, mentre salta la tassa sulla emissione dei titoli di credito Class action e bollo su assegni: dietrofront ROMA Stop al caro carburanti, niente bollo sugli assegni, buoni vacanza per i più poveri: la Finanziaria va, anche se a rilento, e queste sono solo alcune delle novità approvate o in arrivo ieri sera da parte della Commissione bilancio della Camera. La giornata è passata più nelle stanze a discutere e a cercare l'intesa che a votare. Il terreno perduto potrà però essere almeno in parte riconquistato facendo il bis della maratona notturna di mercoledì. L'unica strada a disposizione per cercare di non deludere le aspettative del presidente della Commissione Lino Duilio, che spera di chiudere la partita entro domani mattina. Per ora l'esame è arrivato a circa un quinto del provvedimento (30 articoli su 150). L'eco delle fibrillazioni all'interno dell'Unione incrocia ancora una volta poi il cammino della manovra. Palazzo Chigi sottolinea come si tratti di un provvedimento incentrato sulla redistribuzione e risponde così al Prc che, tramite il segretario Giordano, chiede di anticipare in Finanziaria "le questioni dei salari e dei prezzi". CARO BENZINA - Il Governo, attraverso un decreto trimestrale, potrà sterilizzare gli aumenti dei prezzi dei carburanti e dei combustibili per riscaldamento. Dal prossimo anno le aliquote dell'accisa sui carburanti e combustibili saranno diminuite per compensare le maggiori entrate sull'Iva derivanti dalle variazioni del prezzo internazionale, espresso in euro, del petrolio greggio. L'intervento potrà scattare se il prezzo del greggio aumenterà in misura pari oppure superiore sulla media del periodo a 2 punti percentuali rispetto al valore di riferimento espresso in euro indicato nel Dpef. Nel Dpef, però, il prezzo dell'oro nero è espresso in dollari e per il 2007 è stimato a quota 65 dollari al barile. BOLLO ASSEGNI - Tramonta ancora prima di aver visto la luce. Il Governo ci ripensa e ritira la tassa da un euro e mezzo sugli assegni non trasferibili. Decisione presa anche per andare incontro alle proteste di Rifondazione comunista, convinta che in questo modo si rischiasse di penalizzare i più deboli. BUONI-VACANZA PER I PIÙ POVERI - Lo Stato penserà anche alle vacanze dei cittadini economicamente più sfortunati. Grazie a un emendamento approvato dalla Commissione bilancio della Camera durante l'esame della Finanziaria vengono infatti istituiti i "buoni-vacanza" da destinare alle fasce sociali più deboli. Le risorse verranno dal fondo di rotazione per il prestito e il risparmio turistico. CLASS ACTION - La maggioranza studia un limite alla retroattività prevista dall'attuale formulazione delle cause collettive dei consumatori prevista in Finanziaria. Una riformulazione che però non piace all'Italia dei Valori e neanche all'Adusbef. VECCHI RIMBORSI FISCALI - Il Fisco paga di più se aspetterà per pagare ai contribuenti i rimborsi fiscali. TELEFONINI E IVA - La detraibilità dell'Iva per i costi sostenuti per i telefoni cellulari utilizzati dalle imprese o dai lavoratori autonomi potrà arrivare fino al 100%.


Fini-Casini da Montezemolo, sfida a Silvio (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 07-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2007-12-07 num: - pag: 9 categoria: REDAZIONALE Fini-Casini da Montezemolo, sfida a Silvio Pranzo dal leader di Confindustria. Il presidente di An: è tutto in movimento Vertice di due ore nella foresteria della sede di via Veneto. L'ex vicepremier: il padrone di casa in politica? Chiedete a lui... ROMA - Era un incontro programmato da giorni, riservato, su cui fioccavano le indiscrezioni. E alla fine, il sospirato pranzo a tre tra Luca Cordero di Montezemolo, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini c'è stato. Non nell'ombra, ma nell'ufficialità della foresteria di Confindustria in via Veneto, per due lunghe ore e con un menù ufficiale tanto ampio quanto vago: "Stiamo facendo un giro d'orizzonte d'incontri pubblici su alcuni temi molto importanti, come la riforma della legge elettorale, le riforme dello Stato, class="hilite">la class="term">class class="term">action e la Finanziaria", spiegava Maurizio Beretta, direttore generale di Confindustria. Al termine, nessun annuncio eclatante o photo opportunity a suggellare la nascita di qualcosa che per ora non c'è, quella Cosa Bianca a cui tanti guardano e già misurano anche in termini di consenso elettorale: "Se è stato un incontro politico? Tutto è politica, anche l'economia ", dice Gianfranco Fini spiegando che si è discusso "delle questioni connesse alle riforme". E chi restasse colpito dai protagonisti che scelgono di vedersi in pubblico in un momento tanto delicato, deve farsene una ragione: "Tutto è davvero in movimento...". Già, ma in movimento quanto? Se si chiede a Fini se insomma Montezemolo scenderà in politica la risposta è sibillina: "Chiedetelo a lui...". Se si volge la domanda a Casini su cosa sia per lui il presidente della Ferrari, ecco la replica: "è il presidente di Confindustria". E se infine l'interrogativo viene girato al diretto interessato, lui s'adombra: "Questa storia della politica sta diventando... Non è che ogni volta che vedo due persone devo parlare con voi. L'altro giorno ho visto Veltroni, domani ne vedrò altri, ci stiamo confrontando. Per noi la riforma dello Stato, della legge elettorale e le tematiche sul tappeto di fisco e class="term">class class="term">action sono temi importanti su cui ci confrontiamo con tutti: maggioranza, opposizione e chiunque ne abbia piacere". Anche Silvio Berlusconi? "Se ne avrà piacere e se sarà necessario". Insomma, pepe politico in pubblico se ne sparge poco, se è vero che a un'unica domanda spinosa Montezemolo risponde con nettezza: "Lo scontro Prodi-Bertinotti? Credo che chi ha ruoli istituzionali debba avere un distacco dalla partitocrazia ". Il resto, è un asse apparentemente sempre più saldo tra Fini e Casini, con il primo che quasi duetta sorridendo quando le telecamere inquadrano Pier: "Io sono d'accordo con Casini a prescindere..." e l'altro che parlando alla Luiss accanto a Montezemolo, non risparmia una stoccata a Berlusconi: "Non sono un parruccone, non ho paura dei capelli bianchi, c'è qualcun altro che se li tinge...". P.D.C.


La norma sulle class action non consentirà cause con effetti retroattivi (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2007-12-07 - pag: 1 autore: Salta il bollo da 1,5 euro sugli assegni La norma sulle class action non consentirà cause con effetti retroattivi La class action al nodo retroattività. Alla Camera la maggioranza si prepara a bloccare la possibilità di avviare azioni collettive per danni subiti in passato dagli investitori. Sono allo studio varie soluzioni processuali. Critiche su questa scelta le associazioni dei consumatori. Più spazi all'Antitrust sulle pratiche sleali. Tra le modifiche annunciate alla Finanziaria, intanto, salta il bollo da 1,5 euro sugli assegni. Servizi u pagine 7 e 27 l'articolo prosegue alle pagine 7 27.


Ricorsi di singoli azionisti? L'Italia e il modello tedesco (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-07 - pag: 27 autore: DIRITTO E IMPRESA ACURADI Osservatorio Ceradi-Luiss Ricorsi di singoli azionisti? L'Italia e il modello tedesco di Ernesta Visentini C on il disegno di legge Finanziaria 2008 s'è affermata la volontà politica di portare anche in Italia lo strumento processuale dell'azione collettiva risarcitoria. Passa dunque la scelta di adottare, in favore di consumatori e investitori vittime di un illecito plurioffensivo, un rimedio che permetta una più efficiente realizzazione processuale del diritto al risarcimento del danno. Le modalità di introduzione di questo rimedio sono invece dichiaratamente tutte da rivedere. Il testo, che ripropone in larga misura il Ddl Bersani dello scorso anno, delinea un'azione collettiva incapace di dare la maggiore tutela sperata e che rischia di essere, oltre che inutile, anche dannosa. Se l'incompatibilità del modello Usa con i nostri principi costituzionali ci impone di rinunciare, almeno in parte, a importanti prerogative di economia processuale e di uniformità dei giudicati connesse alla class action americana, va scongiurato il pericolo di pervenire al risultato opposto di sovraccaricare inutilmente l'apparato di giustizia. Gli emendamenti proposti in questi giorni dal Governo migliorano molto la disciplina precedente. Il modello processuale delineato nella Finanziaria soffriva infatti di un equivoco di fondo che, con i correttivi presentati ora al vaglio della Camera, viene, almeno in sostanza, eliminato. Assimilando l'azione risarcitoria ai rimedi per la tutela di interessi collettivi previsti dal Codice del consumo e attribuendo la legittimazione ad agire ad associazioni di categoria, si ipotizza in capo alle stesse un diritto sostanziale che non esiste. L'interesse di consumatori e investitori al risarcimento del danno è individuale; di esso l'associazione, nella disciplina licenziata dal Senato, si faceva solo apparentemente portatrice in un giudizio che restava quindi tutto astratto. In quel testo di legge, la sentenza di accertamento che conclude la fase collettiva della procedura è resa nei confronti di un soggetto che non è titolare dell'interesse tutelato con l'azione che ha esperito. Di qui, non solo la necessità che ciascun danneggiato si appropri individualmente del risultato, avviando un autonomo giudizio di condanna nei confronti del convenuto, ma anche il pericolo che, in mancanza di una pretesa risarcitoria concretamente avanzata in giudizio dal soggetto leso, si giunga ad accertare la commissione di un il-lecito, senza che si sia effettivamente prodotto un danno. Le esigenze di economia processuale e di uniformità dei giudicati restavano così disattese e si prospettava un rischio di spreco dell'attività giudiziaria, rischio che con le recenti modifiche sembra scongiurato. Nella proposta da ultimo delineata dal Governo si insiste a non voler attribuire, come invece sarebbe più corretto, la legittimazione a esercitare l'azione di risarcimento ai singoli consumatori e investitori danneggiati dall'illecito plurioffensivo,assegnando alle associazioni di categoria il compito, loro più indicato, di individuare e portare a conoscenza degli interessati la pendenza di un'azione collettiva, al fine di raccogliere il mandato, in favore di un solo difensore, da chiunque intenda partecipare al procedimento in veste di parte plurima. L'introduzione però di un meccanismo di opt-in, attraverso il quale i singoli danneggiati aderiscono entro un dato termine all'azione, fa dell'associazione un sostituto processuale formalmente legittimato a essere portatore dell'interesse sostanziale al risarcimento del danno nel giudizio contro l'impresa convenuta. Se poi si prevede, come è ovvio, che in mancanza di adesioni da parte dei danneggiati il giudizio non possa essere proseguito, si elimina il pericolo che venga svolto un processo inutile. Insomma, anche se tuttora inquinata dall'errata impostazione originaria di non lasciare al singolo l'iniziativa di avviare la procedura, la disciplina proposta dal Governo permette di dare spazio, in conformità alla Costituzione, a quella pluralità di uguali pretese risarcitorie collettivamente trattate in un unico giudizio che è prerogativa necessaria per trarre un'utilità effettiva dallo strumento processuale adottato. E anche se gli effetti della sentenza di condanna non possono estendersi, come accade invece per le pronunce statunitensi, a soggetti che, pur avendo subito la stessa lesione, non abbiano partecipato al processo, si realizza comunque una riunificazione di più procedimenti individuali che, seppur parziale, è compatibile con i principi del nostro ordinamento. Ne deriva, oltre al risparmio di attività giudiziaria, una notevole riduzione dei costi per i danneggiati e un aumento di credibilità nel successo dell'azione. Per prevenire abusi e distorsioni della procedura collettiva, va però riconosciuta all'autorità giudiziaria la funzione di gestire e indirizzare secondo giustizia l'intera fase preliminare del giudizio. Bene hanno fatto dunque ad attribuire al giudice investito della causa, sia l'inedita funzione di "filtro" giurisdizionale, che i più ampi poteri discrezionali. In tal modo, l'ordinario giudizio di cognizione risulta adeguato ad accogliere uno strumento processuale mutuato da un sistema giuridico così distante dal nostro. Va rilevato ancora un aspetto che il Governo non sembra aver considerato. La norma in corso di approvazione include in modo un po' maldestro gli in-vestitori tra i soggetti abilitati all'azione collettiva. Si tratta proprio della categoria di danneggiati più adatta a ricevere tutela dal nuovo strumento processuale, per via della forte omogeneità delle posizioni sostanziali avanzate in giudizio. Sarebbe dunque più opportuno, in questa prima fase, costruire la disciplina dell'azione collettiva sull'esigenza specifica di proteggere gli investitori dagli abusi delle imprese e degli intermediari finanziari. Così hanno fatto in Germania ed anche da noi, per i recenti avvenimenti, è soprattutto per questi illeciti che c'è maggiore bisogno di un intervento. Certo suona ironico rafforzare la tutela processuale dei risparmiatori nel momento in cui, con la riforma del diritto societario, si sono svuotati i diritti sostanziali dei soci. PRIMI PASSI Le modifiche annunciate dal Governo migliorano la nuova disciplina ESEMPIO DALL'ESTERO Le disposizioni varate in Germania sono state costruite sull'esigenza specifica degli investitori.


Class action solo al futuro (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-07 - pag: 27 autore: Manovra 2008. La commissione Bilancio della Camera lavora alle correzioni al disegno di legge Class action solo al futuro No alla retroattività delle cause su vicende anteriori alla norma Isabella Bufacchi ROMA La class action non avrà una portata retroattiva tale da consentire alle associazioni dei consumatori o ai comitati spontanei di "sanare" tutto il pregresso senza limiti di tempo: l'azione collettiva dovrà riguardare gli atti illeciti contrattuali ed extracontrattuali, le pratiche commerciali scorrette e i comportamenti anticoncorrenziali avvenuti a partire da una certa data, oppure dopo l'entrata in vigore della norma o che non hanno processi in corso. è questo l'intervento più pesante sull'articolo 99 della Finanziaria riguardante l'azione risarcitoria collettiva sul quale ha lavorato ieri fino a tarda notte la commissione Bilancio alla Camera. "Un chiarimento sulla non re-troattività della norma ci sarà perchè questo punto è all'attenzione della commissione e della maggioranza", ha detto ieri sera al Sole-24 Ore il presidente della commissione Bilancio alla Camera Lino Duilio, preannunciando per questa mattina il voto su una sintesi degli emendamenti riguardanti l'azione collettiva provenienti da Governo, commissione Bilancio e commissione Giustizia. "Personalmente ritengo che la norma non debba essere retroattiva", ha precisato Duilio in attesa di una verifica con i membri della maggioranza. Che la nuova disciplina non debba essere applicata alle cause in corso o non ancora definite, nè agli atti illeciti del passato era già stato anticipato ieri pomeriggio dal relatore alla Finanziaria alla Camera Michele Ventura (Partito democratico-Ulivo). "Il testo licenziato dal Senato potrebbe essere inteso in senso retroattivo ma a me questo crea forti perplessità", ha detto Ventura per il quale "la retroattività della class action è una delle misure più discutibili e uno dei nodi da sciogliere: basta pensare alle vicende degli ultimi anni e si può immaginare l'impatto che potrà avere". La lista delle azioni risarcitorie potenziali guardando al passato è in effetti lunghissima (si veda "Il Sole-24 Ore" del 2 dicembre) e tra queste c'è il crack Parmalat. Ciò che si vuole evitare è che l'azione risarcitoria collettiva possa danneggiare aziende come la Parmalat il cui management ha avviato un importante processo di risanamento e rilancio, ha spiegato Ventura. Non tutti all'interno della Maggioranza la pensano così. La non retroattività della class action secondo Federico Palomba dell'Italia dei Valori "creerebbe una doppia ingiustificata disparità di trattamento, discriminando positivamente i protagonisti dei più gravi scandali finanziari, che resterebbero ingiustamente favoriti, e negativamente i soggetti danneggiati, che resterebbero altrettanto ingiustamente sfavoriti rispetto a tutti i danneggiati che, per le situazioni giuridiche in corso, possono far valere i loro diritti ". Dello stesso tenore ieri sono state le reazioni di alcune associazioni dei consumatori-risparmiatori. Il "Siti"(Sindacato italiano per la tutela dell'investimento e del risparmio), intervenendo anche a nome delle 26 associazioni "non-Cncu", ha espresso"indignazione per l'ipotesi di escludere l'applicabilità (che solo artificiosamente può essere definita retroattività) della norma sulla class action a vicende quali Parmalat, Cirio e Argentina, i cui effetti sono ancora pienamente evidenti e non sanati ". E per l'Adusbef un limite alla retroattività darebbe luce a una class action "svuotata". isabella.bufacchi@ilsole24ore.com.


Azione collettiva, chance anche per le pratiche sleali (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-07 - pag: 27 autore: Più potere all'Antitrust nella difesa dei consumatori Azione collettiva, chance anche per le pratiche sleali Marco Bellinazzo ROMA La difesa dei consumatori contro le pratiche commerciali aggressive e le pubblicità ingannevoli potrà avvalersi anche della class action. E l'attività istruttoria dell'Antitrust potrebbe rivelarsi decisiva in vista dell'accertamento dei danni da risarcire. Questo scenario sta diventando sempre più concreto dopo la pubblicazione in "Gazzetta Ufficiale " (la n. 283 del 5 dicembre) dei regolamenti dell'Antitrust attuativi dei decreti legislativi 145/07 e 146/07 (emanati in base alla direttiva Ue 2005/29/Ce) che aggiornano il Codice del consumo in materia di pratiche sleali. Ma, soprattutto, dopo il deposito alla Camera dell'emendamento governativo alla Finanziaria 2008. Già nel testo approvato al Senato, in effetti, si faceva riferimento alla possibilità di usare l'azione collettiva "in conseguenza di atti illeciti commessi nell'ambito di rapporti giuridici relativi a contratti cosiddetti per adesione, di cui all'articolo 1342 del Codice civile, di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali illecite o di comportamenti anticoncorrenziali " che ledano i diritti di una pluralità di consumatori o di utenti. Questa facoltà era sottoposta alla condizione che le pratiche illecite fossero messe "in atto dalle società fornitrici di beni e servizi nazionali e locali". Con l'emendamento 99.271 questa condizione è stata cancellata. Se dovesse essere questa la versione definitiva della disciplina sulla class action – ma va ricordato che si sono susseguite finora almeno una decina di formulazioni – per tutte le pratiche "aggressive" (dal marketing invasivo alle carenze nell'assistenza post vendita, passando dalle clausole vessatorie) diventerebbe così legittimo adoperare lo strumento dell'azione collettiva. Qui il discorso sulla class action finisce inevitabilmente per intrecciarsi con i maggiori e più incisivi poteri che i decreti legislativi n. 145 e 146 del 2007 (e in particolare il secondo)hanno assegnato all'Antitrust, guidata da Antonio Catricalà, in materia di tutela dei consumatori. In presenza di un spot non veritiero o di una pratica commerciale scorretta, l'Antirust – d'ufficioo sulla base di una segnalazione al numero verde 800.166.661 – potrà procedere a un'attività di moral suasion per concordare con l'impresa la correzione del comportamento sleale oppure aprire un'istruttoria ( anche con l'intervento della Guardia di Finanza) per accertare la condotta illecita. Ora l'emendamento 99.271 stabilisce che il giudice chiamato a pronunciarsi sull'ammissibilità dalla class action possa "differire la decisione quando sul medesimo oggetto è in corso un'istruttoria davanti a un'autorità indipendente". L'intenzione del Governo non sembra essere quella di assegnare all'Antitrust il ruolo di "filtro" delle domande di azioni collettive – attribuito appunto alla magistratura – ma questa previsione finisce indubbiamente per riconoscere un peso non secondario ai risultati dell'istruttoria del Garante per la concorrenza. Non solo ai fini dell'ammissione della lite collettiva. Se l'Antitrust dovesse infatti appurare l'avvenuta infrazione per le imprese sanzionate sarà più ostico ribaltare il verdetto in tribunale. L'EMENDAMENTO Nel giudizio di ammissibilità delle domande il tribunale potrà rinviare la decisione ai risultati dell'istruttoria del Garante.


Manovra, sì alla norma contro il caro-benzina Class action, spunta il nodo retroattività. Ma poi tutto rientra: oggi il testo senza allentamenti (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 07-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Manovra, sì alla norma contro il caro-benzina class="hilite">Class class="term">action, spunta il nodo retroattività. Ma poi tutto rientra: oggi il testo senza allentamenti di Bianca Di Giovanni NODI Grandi manovre sulla class="term">class class="term">action, l'azione collettiva voluta dai consumatori e inserita in Finanziaria in Senato. Soluzione trovata invece per alleggerire il caro-carburanti, mentre il governo ritira la norma sul bollo di un euro e mezzo su assegni e vaglia "liberi". Queste le ultime novità della manovra: due mosse con cui l'esecutivo punta a rispondere anche alle richieste sindacali e ai malumori dell'ala sinistra. I lavori procedono a rilento in commissione, anche se i nodi dovrebbero essere sciolti oggi per il varo di domani. Sul tavolo, oltre all'azione collettiva, le assunzioni all'agenzia delle Entrate (vedi articolo) e il "tetto" ai dirigenti pubblici. Se non si dovessero rispettare i tempi, sarebbe inevitabile la fiducia la prossima settimana. Sulla class="term">class class="term">action è certo che la Camera modificherà in parte il testo del Senato, inserendo un filtro del giudice sulle istanze e allargando la platea dei soggetti autorizzati a procedere ai ricorsi. Due materie già concordate a Palazzo Madama. Nella giornata di ieri però è trapelata l'ipotesi che si modificasse anche la parte relativa agli effetti retroattivi della norma. "In quella parte il testo non mi convince", ha detto in mattinata il relatore Michele Ventura (Pd). Quanto basta per far esplodere l'ennesima querelle. Nei corridoi è circolato il nome di Enrico Bondi e di parmalat. "Si vuole salvare l'industria", ipotizza qualcuno. Secondo il relatore "un provvedimento nuovo dovrebbe avere una data di inizio da cui partire". Ma subito i consumatori contrattaccano: su quel punto la norma deve restare com'era in Senato. Mettendo un limite alla retroattività, infatti, si salverebbero tutti i protagonisti dei più grandi crack finanziari del paese. E soprattutto le banche che hanno rivenduto i bond di società molto rischiose. "Se lo toccano qui in Senato non passa - dichiara Elio Lannutti (Adusbef) alla bouvette di Palazzo Madama - Basta sottostare sempre alle pressioni di banche e assicurazioni". Intanto alla camera passano le ore senza votare: si susseguono riunioni su riunioni per sciogliere i nodi. Uno dei nodi è proprio questo. A metà pomeriggio si capisce che il "caso" Parmalat non rientra in quelli a rischio, visto che la società è fallita (non è lo stesso per le banche). In serata è uscita allo scoperto l'Idv, dichiarandosi contraria alle modifiche sulla retroattività. Le ultime indicazioni davano la questione per rientrata: si presenterà oggi il testo già concordato senza tetto retroattivo. La Commissione ha approvato in nottata un emendamento di Ventura che recupera la norma contro il caro-petrolio del decreto Bersani, e la riformula con suggerimenti di Paolo Cirino Pomicino. Il testo prevede la possibilità da parte del "ministero dell'Economia, di concerto con lo Sviluppo economico", di ridurre le accise sui prodotti energetici usati per la benzina o come combustibili per il riscaldamento "al fine di compensare le maggiori entrate" dell'Iva che derivano dalle "variazioni del prezzo internazionale del greggio". Il decreto, si legge nel testo, "può essere adottato, con cadenza trimestrale, se il prezzo del petrolio aumenta in misura pari o superiore, sulla media del periodo, a due punti percentuali rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nel Dpef". Però, se nella media del semestre precedente si è verificata una diminuzione del prezzo, il decreto non può essere adottato. La prima applicazione scatterà entro il 28 febbraio. Tra le norme approvate in serata anche la possibilità dal prossimo anno di inviare la dichiarazione dei redditi e Irap esclusivamente online. Disco verde anche allo slittamento del modello 770 dal 31 marzo al 31 luglio.


Dario Fo: petrolio, galline, mutui, salgono tutti. Questa volta sul mio palco Il Premio Nobel ripropone oggi in teatro Sotto paga non si paga , un testo del 1974 opportunamente agg (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 07-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del Dario Fo: petrolio, galline, mutui, salgono tutti. Questa volta sul mio palco Il Premio Nobel ripropone oggi in teatro "Sotto paga non si paga", un testo del 1974 opportunamente aggiornato, ma che tocca la crescente povertà delle famiglie italiane di Chiara Affronte/ Rubiera (Re) Mutui che distruggono le famiglie, incidenti sul lavoro che mietono più vittime delle guerre: Dario Fo sceglie questi nostri anni "non proprio belli" per riproporre, in versione aggiornata, un suo testo del '74 che portò con sé una scia consistente di conseguenze. Si parlava di prezzi in crescita esponenziale e di una "spesa proletaria" avvenuta nei mercati milanesi su ispirazione dello spettacolo. Arresti, indagini: ma "un giudice intelligente (oggi rari) capì che forse bisognava arrestare i veri colpevoli: i responsabili degli aumenti dei prezzi". Sotto paga non si paga! il titolo della pièce, stasera in anteprima al Teatro di Rubiera, mentre la prima ci sarà domani a Pistoia. Fo, perché riproporlo oggi? "Avevamo inventato una storia che si è avverata, doppiata con una coda. Chi fece la spesa proletaria fu arrestato e io e fui inquisito come ispiratore dell'azione. Il giudice capì che si sarebbe dovuto fermare tutto il teatro. Fummo tutti scagionati: "Da processare - sottolineò il giudice - sarebbero i proprietari dei grandi negozi che compiono vere e proprie rapine quando aumentano senza nessuna ragione i prezzi". Oggi tutto ciò che accade è la ripetizione, addirittura esasperata, di quello che avveniva allora. Sale il petrolio e fanno salire il prezzo delle galline, delle uova, dei farmaci. E di colpo ti accorgi che l'abuso è terribile e che, se va giù il petrolio, i prezzi però non si abbassano. Una speculazione. Non solo: il potere commette atti criminali: un esempio sono i mutui, allora fenomeno quasi assente, oggi basilare. Sono un esproprio che le banche conducono verso coloro che li richiedono". Cioè? "Il mutuo è diventato la chiave di volta per l'espropriazione diretta di case che poi vengono messe all'asta e, attraverso prestanomi, riacquistate ancora dalle banche ad un prezzo che è la metà di quello che hanno pagato i mutuanti. Qui siamo veramente alla rapina. E giustamente qualcuno ha detto che dare fiducia alle banche è come eleggere un vampiro a conduttore della banca del sangue". Ormai è necessario rivolgersi alle banche... "Certo, e però, in alcuni casi le banche fanno vero e proprio strozzinaggio. I metodi di prestito ne sono un esempio: di colpo, per una loro progressione, le cifre raddoppiano". class="hilite">Cosa pensa della "class="term">class class="term">action"? "È l'unica soluzione: ma deve essere pesante. Solo che purtroppo - lo vediamo - le porte della galera per il potere sono come quelle degli alberghi: vai dentro ed esci subito girando nella ruota. Tutti coloro che hanno in mano il nostro capitale sono dei ladroni con tanto di patente". Per questo dice che oggi è difficile trovare giudici come quello che incontrò nel '74? "Sì, e quando conducono un'inchiesta lo caccia proprio il ministro inquisito... È un periodo molto brutto. Ecco allora lo spettacolo che, laddove era allegro e ridanciano - visto che finiva con una forma di vittoria contro i poteri dispotici e criminali - oggi come oggi mette in scena la sudditanza. Sono fortunato perché ho un gruppo di attori di notevole valore, propensi a fare teatro così come io da sempre sogno di farlo. È una bella compagnia con, tra gli altri, Marina Massironi". È notizia di oggi (ieri per chi legge, ndr) l'ennesima morte bianca... "Parliamo di morti sul lavoro nello spettacolo. Ci sono state in Italia più morti bianche negli ultimi 5 anni di quelle che si verificano nelle guerre in Medioriente, se si calcolano anche i morti di fatica e di malattie congenite causate dall'ambiente di lavoro. Ad un certo in scena due operai ragionano sulla loro vita, "non degna di essere vissuta, da schiavi, sfruttati". E si legge una dichiarazione di un'agenzia, slegata al mondo del lavoro, che indica quante di queste morti avvengono in Italia".


Il "grande centro" s'industria (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 07-12-2007)

 

Di Fabrizio De Feo - venerdì 07 dicembre 2007, 09:08 Roma - Prove tecniche di grande centro e di "Cosa bianca". Oppure, come dice qualcuno da Via della Scrofa, una potente controffensiva mediatica all'indomani dell'ennesimo litigio, una rappresentazione plastica che "un altro centrodestra è possibile". Uno slogan che equivale a un messaggio mandato all'unisono da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini al presidente di Forza Italia. "Se Berlusconi tira troppo la corda e pensa che si possa risolvere tutto con una pacca sulle spalle - racconta un colonnello di An - una carta di riserva è necessaria. E allora bisogna far capire che potrebbe anche nascere una coalizione alternativa composta da una formazione di destra moderna, da un centro cattolico e da un partito del fare, vicino agli industriali. Poi, naturalmente, tutti sappiamo che non sarà così, anche perché Montezemolo a scendere in politica non ci pensa proprio. Ma in politica mai dire mai". Lo scenario è forse troppo avanzato. E tutto va calato nel clima acceso e nella guerra di posizione in corso dentro la ex Cdl. Ma non c'è dubbio che il pranzo andato in scena ieri, nella foresteria di Viale dell'Astronomia, protagonisti Luca Cordero di Montezemolo con il suo direttore generale Maurizio Beretta, Fini e Casini, abbia significati che vanno al di là di una semplice chiacchierata. "Dopo l'attacco di Berlusconi a Casini, identificato come il killer della Cdl - racconta un dirigente udiccino -, il pranzo, fissato due giorni prima, ha cambiato carattere e si è deciso di dare ampia pubblicità all'evento. In questa situazione era necessario far vedere che An e Udc non sono nell'angolo". Le parole ufficiali, naturalmente, si muovono su binari più morbidi e "istituzionali". "Vi risulta che Montezemolo sia un leader politico? In una fase come questa il fatto che alcuni leader politici lo incontrino è un elemento da inserire a pieno titolo nella dialettica, nel senso che tutto è davvero in movimento" dice Fini, entrando all'incontro. Sul tavolo della discussione, oltre alle pietanze, compaiono le riforme costituzionali, la legge elettorale, class="hilite">la class-class="term">action (vista come fumo negli occhi da Confindustria) e la Finanziaria. Ma anche la paralisi del sistema per la quale Montezemolo si dice "preoccupatissimo". Alla fine Fini prima cerca di cavarsela con una battuta - "chiedete a Casini, sono d'accordo con lui a prescindere" -, poi ritorna sui temi in discussione. "Abbiamo parlato di riforme. Non è un mistero che Confindustria da tempo chiede alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema Italia".


Finanziaria, si lavora a class action e taglio delle accise sui carburanti (sezione: Class action)

( da "Campanile, Il" del 07-12-2007)

 

Lea Vendramel Finanziaria, class="hilite">si lavora a class="term">class class="term">action e taglio delle accise sui carburanti Per l'azione risarcitoria collettiva il nodo da sciogliere è la retroattività. Il relatore Ventura: "Basta pensare alle vicende degli ultimi anni per immaginare l'impatto che potrà avere la retroattività" L'obiettivo è che la manovra approdi in Aula a Montecitorio lunedì prossimo. Per questo l'esame in commissione Bilancio procede a pieno ritmo, anche se ieri il protrarsi della riunione di maggioranza sui nodi ancora da sciogliere e le proteste dell'opposizione per i ritardi hanno leggermente rallentato i lavori. Così, oggi è in programma una seduta fiume per concludere l'esame della manovra entro stanotte o domani mattina al massimo". Due i fronti che vedono impegnato il relatore della manovra, Michele Ventura, in queste ore: la class="term">class class="term">action e il taglio delle accise sui carburanti. La norma sull'azione risarcitoria collettiva aveva creato qualche problema già a Palazzo Madama, per questo Ventura la sta riformulando. "Deve essere una norma che funzioni e abbia strumenti reali", spiega l'esponente del Pd. La parte maggiormente contestata è quella che riguarda la retroattività della misura. "A me ? prosegue Ventura ? questo aspetto della piena retroattività attualmente prevista crea perplessità, basta pensare alle vicende degli ultimi anni e si può immaginare l'impatto che potrà avere la retroattività". In via di definizione anche il taglio delle accise sui carburanti. "Si sta lavorando alla riformulazione di quanto è già previsto dalle norme della Bersani", spiega il relatore del provvedimento. L'obiettivo è quello di agire sulle accise per contrastare gli effetti del caro petrolio. Nella seduta notturna di mercoledì, invece, è arrivato il via libera al taglio dei ministri e al "bonus vacanza". Confermata la norma, introdotta a Palazzo Madama e rivista a Montecitorio, sulla riduzione del numero dei ministri, senza, però, dover rinunciare alle competenze. Dalla prossima legislatura, quindi, si torna alla legge Bassanini, che fissa per il governo un limite di dodici ministeri e un tetto di sessanta componenti tra ministri, vice ministri e sottosegretari. Approvato anche il "bonus vacanza" per le fasce sociali più deboli. L'emendamento introduce l'articolo 60-bis su "misure per la crescita della competitività dell'offerta del sistema turistico nazionale" e prevede che attraverso decreti del premier vengano definite "le tipologie dei servizi turistici aventi caratteristiche omogenee su tutto il territorio nazionale" e "le modalità d'impiego delle risorse del Fondo di rotazione per il prestito e il risparmio turistico" per erogare il buono-vacanza per i cittadini a basso reddito. I buoni punteranno a soddisfare "le esigenze di destagionalizzazione dei flussi turistici nei settori del turismo balneare, montano e termale". E sempre nella seduta di mercoledì, la commissione Bilancio di Montecitorio ha confermato la riduzione per le imprese delle aliquote Ires e Irap, rispettivamente dal 33 al 27,5 per cento e dal 4,25 al 3,9 per cento, mentre per i lavoratori autonomi, la franchigia Irap sale da 7.350 euro a 9.500 euro. Bocciata, invece, la rottamazione dei frigoriferi, ma passa la detrazione Irpef del 55 per cento per chi acquista caldaie a compensazione e stufe a "pellets". (07-12-2007).


Il grande centro "si industria" (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 07-12-2007)

 

Il "grande centro" s'industria di Fabrizio De Feo - venerdì 07 dicembre 2007, 09:08 Roma - Prove tecniche di grande centro e di "Cosa bianca". Oppure, come dice qualcuno da Via della Scrofa, una potente controffensiva mediatica all'indomani dell'ennesimo litigio, una rappresentazione plastica che "un altro centrodestra è possibile". Uno slogan che equivale a un messaggio mandato all'unisono da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini al presidente di Forza Italia. "Se Berlusconi tira troppo la corda e pensa che si possa risolvere tutto con una pacca sulle spalle - racconta un colonnello di An - una carta di riserva è necessaria. E allora bisogna far capire che potrebbe anche nascere una coalizione alternativa composta da una formazione di destra moderna, da un centro cattolico e da un partito del fare, vicino agli industriali. Poi, naturalmente, tutti sappiamo che non sarà così, anche perché Montezemolo a scendere in politica non ci pensa proprio. Ma in politica mai dire mai". Lo scenario è forse troppo avanzato. E tutto va calato nel clima acceso e nella guerra di posizione in corso dentro la ex Cdl. Ma non c'è dubbio che il pranzo andato in scena ieri, nella foresteria di Viale dell'Astronomia, protagonisti Luca Cordero di Montezemolo con il suo direttore generale Maurizio Beretta, Fini e Casini, abbia significati che vanno al di là di una semplice chiacchierata. "Dopo l'attacco di Berlusconi a Casini, identificato come il killer della Cdl - racconta un dirigente udiccino -, il pranzo, fissato due giorni prima, ha cambiato carattere e si è deciso di dare ampia pubblicità all'evento. In questa situazione era necessario far vedere che An e Udc non sono nell'angolo". Le parole ufficiali, naturalmente, si muovono su binari più morbidi e "istituzionali". "Vi risulta che Montezemolo sia un leader politico? In una fase come questa il fatto che alcuni leader politici lo incontrino è un elemento da inserire a pieno titolo nella dialettica, nel senso che tutto è davvero in movimento" dice Fini, entrando all'incontro. Sul tavolo della discussione, oltre alle pietanze, compaiono le riforme costituzionali, la legge elettorale, class="hilite">la class-class="term">action (vista come fumo negli occhi da Confindustria) e la Finanziaria. Ma anche la paralisi del sistema per la quale Montezemolo si dice "preoccupatissimo". Alla fine Fini prima cerca di cavarsela con una battuta - "chiedete a Casini, sono d'accordo con lui a prescindere" -, poi ritorna sui temi in discussione. "Abbiamo parlato di riforme. Non è un mistero che Confindustria da tempo chiede alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema Italia".


FINANZIARIA/ IN ARRIVO MAXI EMENDAMENTO RELATORE IN COMMISSIONE (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 11:31 Forse slitta esame class="term">class class="term">action, in corso riunione maggioranza Roma, 7 dic. (Apcom) - E' in arrivo in commissione Bilancio alla Camera un maxi emendamento alla Finanziaria presentato dal relatore, Michele Ventura (Pd), con le modifiche più importanti da inserire nel provvedimento. Non dovrebbe essere esaminato in commissione, invece, secondo quanto si apprende, il tema della class="term">class class="term">action, che potrebbe essere inserito in un eventuale maxi emendamento che il governo dovrebbe depositare in Aula se ci sarà la richiesta di fiducia. Per questo i lavori della Bilancio continuano a ritardare e al momento è in corso una riunione dei capigruppo della maggioranza. Nella maxi proposta del relatore, in particolare, dovrebbero confluire modifiche su temi come il Tfr, le risorse per la sicurezza, le vittime della mafia e il terrorismo, i lavoratori socialmente utili (Lsu). Tra i nodi ancora da risolvere ci sono il piano di valorizzazione dei beni pubblici, i rigassificatori, le assunzioni all'Agenzia delle entrate e una norma sulla Banca d'Italia (il conto tesoreria dovrebbe passare alle banche).


FINANZIARIA: RELATORE PREPARA EMENDAMENTO OMNIBUS (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 11:21 (ASCA) - Roma, 7 dic - Stringono i tempi per l'esame della finanziaria in Commissione Bilancio alla Camera che deve concludere i lavori tra stanotte e domani mattina. Al momento la Commissione, pero', non e' ancora riunita perche' governo e maggioranza stanno ancora definendo le questioni rimaste aperte e che confluiranno in un emendamento omnibus del relatore Michele Ventura. Nel frattempo sono anche riuniti i capigruppo di maggioranza per affrontare gli ultimi nodi. Tra essi vi e' il tetto agli stipendi dei manager, la class="term">class class="term">action, la tassazione del Tfr. La seduta della Commissione della notte scorsa e' stata sconvocata proprio per dare la possibilita' di trovare gli accordi sui temi da definire. Non e' stato neanche votato l'emendamento del relatore sul meccanismo per calmierare il prezzo della benzina.


FINANZIARIA: RELATORE PREPARA EMENDAMENTO OMNIBUS (sezione: Class action)

( da "Asca" del 07-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 7 dic - Stringono i tempi per l'esame della finanziaria in Commissione Bilancio alla Camera che deve concludere i lavori tra stanotte e domani mattina. Al momento la Commissione, pero', non e' ancora riunita perche' governo e maggioranza stanno ancora definendo le questioni rimaste aperte e che confluiranno in un emendamento omnibus del relatore Michele Ventura. Nel frattempo sono anche riuniti i capigruppo di maggioranza per affrontare gli ultimi nodi. Tra essi vi e' il tetto agli stipendi dei manager, la class="term">class class="term">action, la tassazione del Tfr. La seduta della Commissione della notte scorsa e' stata sconvocata proprio per dare la possibilita' di trovare gli accordi sui temi da definire. Non e' stato neanche votato l'emendamento del relatore sul meccanismo per calmierare il prezzo della benzina. lsa/cam/sr.


Ilvo Diamanti: "Sono come i panda, come fanno a crescere?" (sezione: Class action)

( da "Corriere Adriatico" del 07-12-2007)

 

ANCONA - "I giovani oggi sono come i panda, cioè come specie in via di estinzione, con osservatori esterni che li guardano, li nutrono, li accudiscono". Un'affermazione di sicuro impatto quella del professor Ilvo Diamanti, ieri mattina ad Ancona, alla prima Conferenza regionale sulle politiche giovanili. "Entità pandizzata" è il neologismo che Diamanti ha inventato per descrivere le giovani generazioni. L'occasione è arrivata proprio a commento dello studio curato da tre ricercatori, Luigi Ceccarini, Elisa Lello e Andrea Girometti, del Laboratorio LaPolis dell'Università di Urbino, diretto dallo stesso Diamanti. Il campione preso in esame comprende la fascia di età dai 15 ai 29 anni. Ne emerge complessivamente un quadro lusinghiero dei giovani che crescono nelle Marche. Sono soddisfatti della vita presente, meno ottimisti se pensano al futuro ma tuttavia non rassegnati. Amano coltivare gli interessi personali, le amicizie, il divertimento. Tra le attività più frequenti rientra l'ascolto della musica, l'attività sportiva, il computer e l'intrattenersi in bar, pub, birrerie, mentre il tempo trascorso in luoghi di incontro e socialità a più ampio raggio e di azione collettiva è decisamente più ridotto. Ciò non vuol dire che siano disinteressati, individualisti o isolati, piuttosto il loro è un coinvolgimento soprattutto di tipo ludico ricreativo oppure culturale, o sociale o filantropico, come nel caso del volontariato. Se esiste un punto su cui giovani e adulti convergono, questo sta nell'atteggiamento di distacco verso la politica "altra", quella nazionale, i suoi attori e le sue istituzioni chiave. In particolare, i giovani si fidano soprattutto dell'Università, dell'Unione Europea, della Regione. E in famiglia? I giovani marchigiani, in linea con alcune tendenze emerse in ambito nazionale, tratteggiano rapporti decisamente buoni con i propri genitori. Ne sono ampiamente soddisfatti, sostengono di avere discussioni accese in modo tendenzialmente sporadico se non raro e di potere godere di margini di libertà notevoli, soprattutto dopo il conseguimento della maggiore età.


FINANZIARIA: COMMISSIONE TORNA AL LAVORO, PRONTO MAXIEMENDAMENTO RELATORE (sezione: Class action)

( da "ADN Kronos" del 07-12-2007)

 

ANCORA IN CORSO RIUNIONE CAPIGRUPPO ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA Roma, 7 dic. (Adnkronos) - Ancora difficolta' nell'esame della Finanziaria da parte della Commissione Bilancio della Camera. I lavori, che dovevano iniziare alle 9 e 30, sono iniziati solo da qualche minuto per fare spazio a una riunione dei capigruppo, ancora in corso, chiamata ad affrontare i diversi nodi ancora da sciogliere. Su tutti, la revisione della class="term">class class="term">action, che potrebbe anche slittare, le norme sul conto di tesoreria e sulle assunzioni all'agenzia delle entrate, che non hanno ancora trovato l'assenzo di Rifondazione Comunista. La soluzione dell'impasse sara' affidata ad un maxiemendamento del relatore, Michele Ventura, in cui, oltre ad alcune delle misure discusse, dovrebbero entrare tutte le norme da inserire o correggere rispetto al testo del ddl: dal taglio dell'aliquota sul tfr alle misure a favore delle vittime di mafia e terrorismo.


FINANZIARIA/ CLASS ACTION, NON C'E' STOP RETROATTIVITA' (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 13:07 Modifiche ad azione collettiva in emendamento relatore Roma, 7 dic. class="hilite">(Apcom) - Nell'emendamento del relatore Michele Ventura sulla class="term">class class="term">action non c'è il riferimento alla non retroattività dell'azione collettiva. Ma è possibile, spiega il presidente della commissione Bilancio, Lino Duilio, che possa essere introdotta durante l'esame in commissione attraverso subemendamenti.


FINANZIARIA/ RIPRESA COMMISSIONE, IN MAXIEMENDAMENTO CLASS ACTION (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 13:01 C'è anche Tfr, termine per subemendamenti alle 15 Roma, 7 dic. (Apcom) - E' ripreso in commissione Bilancio alla Camera l'esame degli emendamenti alla Finanziaria, con circa 3 ore di ritardo rispetto all'inizio previsto dei lavori. L'esame è cominciato con la presentazione del maxiemendamento depositato dal relatore Michele Ventura (Pd), al cui interno ci sono anche modifiche sulla class="term">class class="term">action, sul Tfr e un "primo intervento" sui collaboratori a progetto. In particolare la proposta sulla class="term">class class="term">action, ha sottolineato Ventura, dovrà "essere valutata con molta attenzione" dalla commissione. E' stato quindi fissato alle 15 il termine per la presentazione dei subemendamenti, mentre le votazioni riprenderanno alle 15.30.


FINANZIARIA: CLASS ACTION, NON C'E' NO RETROATTIVITA' MA TESTO APERTO (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 13:20 (ASCA) - Roma, 7 dic - Anche le norme sulla class="term">class class="term">action sono incluse nel pacchetto di emendamenti alla finanziaria presentato dal relatore Michele Ventura. Ma anche nella nuova versione non viene esclusa la retroattivita'. Il presidente della Commissione bilancio della Camera, Lino Duilio, ha precisato che si tratta di un ''testo aperto'' che resta ''suscettibile di miglioramenti'' attraverso subemendamenti. ''La retroattivita' non e' esplicitata - ha aggiunto Duilio - ma l'orientamento diffuso e' quello di evitare di produrre danni alle aziende con la retroattivita'''.


FINANZIARIA: CLASS ACTION, NON C'E' NO RETROATTIVITA' MA TESTO APERTO (sezione: Class action)

( da "Asca" del 07-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 7 dic - Anche le norme sulla class="term">class class="term">action sono incluse nel pacchetto di emendamenti alla finanziaria presentato dal relatore Michele Ventura. Ma anche nella nuova versione non viene esclusa la retroattivita'. Il presidente della Commissione bilancio della Camera, Lino Duilio, ha precisato che si tratta di un ''testo aperto'' che resta ''suscettibile di miglioramenti'' attraverso subemendamenti. ''La retroattivita' non e' esplicitata - ha aggiunto Duilio - ma l'orientamento diffuso e' quello di evitare di produrre danni alle aziende con la retroattivita'''. lsa/cam/rob.


FINANZIARIA: EMENDAMENTO RELATORE, NON C'E' STOP RETROATTIVITA' CLASS ACTION (sezione: Class action)

( da "ADN Kronos" del 07-12-2007)

 

Ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA Roma, 7 dic. (Adnkronos) - Resta ancora aperto il 'nodo' sulla retroattivita' per la class="term">class class="term">action. Nell'emendamento presentato dal relatore alla finanziaria Michele Ventura, non e' arrivata infatti una definizione chiara che metta fine alla possibilita' che l'introduzione dell'azione collettiva possa avere valore anche precedentemente al primo gennaio 2008. Ma per il presidente della commissione Bilancio, Lino Duilio, c'e' ancora tempo per introdurre modifiche che definiscano la non retroattivita' della norma, attraverso la presentazione di subemendamenti.


CLASS ACTION/ MANZIONE: IMPOSSIBILE ELIMINARE RETROATTIVITA' (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 07-12-2007)

 

07-12-2007 17:22 Per tutela deboli no limitazioni temporali o votiamo no a manovra Roma, 7 dic. (APCom) - "Ritengo utile precisare che la rivisitazione della normativa sulla class="term">class class="term">action non potrà giammai eliminare la retroattività. Coloro che immaginano di poter introdurre tale artifizio, di fatto vogliono trasformare la normativa in discussione alla Camera in un vero e proprio 'condono' che farebbe calare una pietra tombale su quelle vicende (Parmalat, Cirio, Bond argentini) che concretamente hanno danneggiato decine di migliaia di cittadini italiani". Lo afferma in una nota Roberto Manzione, senatore di Unione Democratica. "Ecco perché - prosegue Manzione - uno strumento di effettiva tutela dei soggetti più deboli, quale è la class="term">class class="term">action, non può essere in alcun modo sottoposto a limitazioni temporali. Sarà poi la magistratura, di volta in volta, a verificare se esista la possibilità concreta di utilizzare detto strumento. E' evidente, pertanto, che, se venisse introdotta tale limitazione, Unione Democratica dovrebbe considerare completamente svuotata la possibilità di tutela per i fatti più inquietanti degli ultimi anni, e quindi sarebbe costretta a non condividere la manovra finanziaria proposta dal Governo".


PUNTO 1 - Finanziaria, cambia class action, filtro preventivo (sezione: Class action)

( da "Websim" del 07-12-2007)

 

NOTIZIE FLASH 07 Dicembre 07 ora 16:54 PUNTO 1 - Finanziaria, cambia class action, filtro preventivo (Aggiunge dettagli) ROMA, 7 dicembre (Reuters) - Platea più ampia dei possibili ricorrenti e un filtro preventivo del giudice contro le cause infondate o pretestuose. Arriva con un emendamento del relatore Michele Ventura (Pd) la nuova versione della class action, introdotta in Finanziaria durante l'esame in Senato. Il testo, che ricalca i contenuti di un analogo emendamento proposto inizialmente dal governo, non prevede invece il riferimento alla non retroattività delle cause collettive, oggetto di trattativa all'interno della maggioranza. Interpellato sulla questione, Ventura ha detto: "Questi sono i testi base, proposte che valuteremo anche a seconda di cosa ci arriva come subemendamenti". La non retroattività, ha aggiunto il relatore, potrebbe comunque essere desunta in via interpretativa. "La retroattività non è esplicitata, ma l'orientamento comune è quello di evitare danni alle aziende con la retroattività", ha poi detto Lino Duilio, presidente della commissione Bilancio. La class action all'italiana può essere esercitata dalle associazioni facenti parte del Consiglio nazionale consumatori e utenti. L'emendamento Ventura, che modifica l'articolo 99 della manovra, legittima il ricorso alle azioni collettive anche da parte di "associazioni e comitati adeguatamente rappresentativi degli interessi collettivi". Scompare, invece, il riferimento al decreto ministeriale che avrebbe dovuto aumentare la platea dei ricorrenti, previsto dal testo della manovra licenziato in Senato. IL FILTRO DEL TRIBUNALE L'azione collettiva potrà essere intentata "in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali, quando sono lesi diritti di una pluralità di consumatori o utenti". I consumatori che intendono avvalersi della class action dovranno comunicare per iscritto a chi propone l'azione la loro adesione. È possibile comunicare la propria adesione anche nel giudizio d'appello e fino all'udienza di precisazione delle conclusioni. Come l'emendamento del governo, anche la proposta di Ventura prevede un filtro preventivo di ammissibilità da parte del tribunale. In dettaglio, "la domanda è dichiarata inammissibile quando è manifestamente infondata, quando sussiste un conflitto di interessi, ovvero quando il giudice non ravvisa l'esistenza di un interesse collettivo suscettibile di adeguata tutela". Se accoglie la domanda, spetta al giudice determinare i criteri in base ai quali liquidare la somma da corripsondere ai singoli consumatori o utenti. LA CAMERA DI CONCILIAZIONE Una volta emessa la sentenza, la disciplina consente alle imprese di proporre, entro 60 giorni, il pagamento di una somma. Se l'impresa non comunica la proposta entro il termine stabilito o i ricorrenti non intendono accettarla, il presidente del tribunale "costituisce un'unica camera di conciliazione" per la determinazione delle somme da corrispondere. Rispetto al testo del Senato, l'emendamento Ventura cancella il riferimento il limite al 10% del valore della controversia come tetto per il rimborso delle spese legali a carico di chi perde la causa. Confermata invece l'entrata in vigore della nuova disciplina 180 giorni dopo l'approvazione della Finanziaria. ((Giuseppe Fonte, in redazione a Roma Paolo Biondi, RM: giuseppe.fonte.reuters.com@reuters.net - +390685224393 - rome.newsroom@reuters.com)).

 

 

L’Unità del 7 dicembre 2007

Manovra, sì alla norma contro il caro-benzina Class action, spunta il nodo retroattività. Ma poi tutto rientra: oggi il testo senza allentamenti. di Bianca Di Giovanni

Class action, spunta il nodo retroattività. Ma poi tutto rientra: oggi il testo senza allentamenti NODI Grandi manovre sulla class action, l'azione collettiva voluta dai consumatori e inserita in Finanziaria in Senato. Soluzione trovata invece per alleggerire il caro-carburanti, mentre il governo ritira la norma sul bollo di un euro e mezzo su assegni e vaglia "liberi". Queste le ultime novità della manovra: due mosse con cui l'esecutivo punta a rispondere anche alle richieste sindacali e ai malumori dell'ala sinistra. I lavori procedono a rilento in commissione, anche se i nodi dovrebbero essere sciolti oggi per il varo di domani. Sul tavolo, oltre all'azione collettiva, le assunzioni all'agenzia delle Entrate (vedi articolo) e il "tetto" ai dirigenti pubblici. Se non si dovessero rispettare i tempi, sarebbe inevitabile la fiducia la prossima settimana. Sulla class action è certo che la Camera modificherà in parte il testo del Senato, inserendo un filtro del giudice sulle istanze e allargando la platea dei soggetti autorizzati a procedere ai ricorsi. Due materie già concordate a Palazzo Madama. Nella giornata di ieri però è trapelata l'ipotesi che si modificasse anche la parte relativa agli effetti retroattivi della norma. "In quella parte il testo non mi convince", ha detto in mattinata il relatore Michele Ventura (Pd). Quanto basta per far esplodere l'ennesima querelle. Nei corridoi è circolato il nome di Enrico Bondi e di parmalat. "Si vuole salvare l'industria", ipotizza qualcuno. Secondo il relatore "un provvedimento nuovo dovrebbe avere una data di inizio da cui partire". Ma subito i consumatori contrattaccano: su quel punto la norma deve restare com'era in Senato. Mettendo un limite alla retroattività, infatti, si salverebbero tutti i protagonisti dei più grandi crack finanziari del paese. E soprattutto le banche che hanno rivenduto i bond di società molto rischiose. "Se lo toccano qui in Senato non passa - dichiara Elio Lannutti (Adusbef) alla bouvette di Palazzo Madama - Basta sottostare sempre alle pressioni di banche e assicurazioni". Intanto alla camera passano le ore senza votare: si susseguono riunioni su riunioni per sciogliere i nodi. Uno dei nodi è proprio questo. A metà pomeriggio si capisce che il "caso" Parmalat non rientra in quelli a rischio, visto che la società è fallita (non è lo stesso per le banche). In serata è uscita allo scoperto l'Idv, dichiarandosi contraria alle modifiche sulla retroattività. Le ultime indicazioni davano la questione per rientrata: si presenterà oggi il testo già concordato senza tetto retroattivo. La Commissione ha approvato in nottata un emendamento di Ventura che recupera la norma contro il caro-petrolio del decreto Bersani, e la riformula con suggerimenti di Paolo Cirino Pomicino. Il testo prevede la possibilità da parte del "ministero dell'Economia, di concerto con lo Sviluppo economico", di ridurre le accise sui prodotti energetici usati per la benzina o come combustibili per il riscaldamento "al fine di compensare le maggiori entrate" dell'Iva che derivano dalle "variazioni del prezzo internazionale del greggio". Il decreto, si legge nel testo, "può essere adottato, con cadenza trimestrale, se il prezzo del petrolio aumenta in misura pari o superiore, sulla media del periodo, a due punti percentuali rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nel Dpef". Però, se nella media del semestre precedente si è verificata una diminuzione del prezzo, il decreto non può essere adottato. La prima applicazione scatterà entro il 28 febbraio. Tra le norme approvate in serata anche la possibilità dal prossimo anno di inviare la dichiarazione dei redditi e Irap esclusivamente online. Disco verde anche allo slittamento del modello 770 dal 31 marzo al 31 luglio.

 ( Unita, L' del 07/12/2007 )


 

ARTICOLI DAL 4 AL 6 DICEMBRE 2007

 

L'Italian Class Action va Bene Anche Così ( da "Finanza e Mercati" del 04-12-2007)

Di TOMMASO MASSEI TORNA ad essere centrale il tema dell'elettrosmog e dei ( da "Nazione, La (Pisa)" del 04-12-2007)

Le associazioni dei consumatori sono troppo autoreferenziali ( da "Italia Oggi" del 04-12-2007)

Controffensiva sulla class action ( da "Italia Oggi" del 04-12-2007)

<Trenitalia ci paghi il danno biologico> ( da "Libertà" del 04-12-2007)

I pensionati si uniscono e protestano sul web ( da "Nuova Sardegna, La" del 04-12-2007)

Pioggia di ricorsi.Il legale Fantigrossi: la situazione non si sana con abbonamenti gratuiti ( da "Libertà" del 04-12-2007)

Più filtri nell'avvio delle class action ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-12-2007)

Pendolari pronti alla <class action> ( da "Corriere della Sera" del 04-12-2007)

FINANZIARIA. Class action e portabilità dei mutui, gli emendamenti del governo ( da "HelpConsumatori" del 04-12-2007)

Arriva in Italia la class action, ecco cosa cambia ( da "ITnews.it" del 04-12-2007)

Quelle poche grandi cosedi cui si può essere certi ( da "Sicilia, La" del 04-12-2007)

Class action, il Codacons lancia la sfida a Trenitalia ( da "Gazzettino, Il" del 04-12-2007)

Il nuovo corso di Panda ( da "Data Manager" del 04-12-2007)

Class action, sarà un diluvio ( da "Panorama" del 04-12-2007)

I "rimandati" guidano la rivolta avanza la destra ma non nei licei - antonella roman0 ( da "Repubblica, La" del 05-12-2007)

Popolari, Benvenuto ottimista sulla riforma ( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-12-2007)

CORECOM: CONVEGNO SU MEDIA E POLITICA ( da "marketpress.info" del 05-12-2007)

Class action, al giudice liquidazione allargata ( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-12-2007)

Scelta ricca di incognite ( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-12-2007)

Ma è un provvedimento di destra o di sinistra? ( da "Manifesto, Il" del 05-12-2007)

L'ALLARME DI MONTEZEMOLO "Statali, basta assenteismo" ( da "TgFin.it" del 05-12-2007)

Azioni legali contro il rincaro delle bollette ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 05-12-2007)

DECRETO LEGISLATIVO 23 Ottobre 2007 , n. 221 ( da "superEva notizie" del 05-12-2007)

Class action modello da rivedere ( da "Italia Oggi" del 06-12-2007)

Massiccia adesione allo sciopero alla Riello ( da "Arena, L'" del 06-12-2007)

Politici e docenti: gestione positiva ( da "Piccolo di Trieste, Il" del 06-12-2007)

Frigo e rifiuti Così il canale fa da discarica ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

Impiegati fuori dai cancelli assieme alle tute blu L'azienda: <Solidarietà? È stata un'adesione forzata> ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

CONTRATTI. Attese per oggi altre manifestazioni alla Sime, alla Cardi e alla Fiamm ( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

CONFINDUSTRIA: PRANZO FINI-CASINI-MONTEZEMOLO SU RIFORME E FINANZIARIA ( da "Asca" del 06-12-2007)

CONFINDUSTRIA: BERETTA, CON FINI E CASINI PARLEREMO DI RIFORME E CLASS ACTION ( da "ADN Kronos" del 06-12-2007)

FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' ( da "ADN Kronos" del 06-12-2007)

Finanziaria: su class action si studia stop a retroattività ( da "Vita non profit online" del 06-12-2007)

RIFORME: MONTEZEMOLO, CON FINI E CASINI E' ANDATA MOLTO BENE ( da "Asca" del 06-12-2007)

Fini e Casini da Montezemolo: "Parlato di riforme utili al Paese" ( da "Giornale.it, Il" del 06-12-2007)

Fini e Casini a pranzo con Montezemolo ( da "Giornale.it, Il" del 06-12-2007)

FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' ( da "Metronews" del 06-12-2007)

FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' ( da "ITnews.it" del 06-12-2007)

Montezemolo, pranzo con Fini-Casini ( da "Corriere.it" del 06-12-2007)


Articoli  dal 4 al 6 dicembre 2007

L'Italian Class Action va Bene Anche Così (sezione: Class action)

( da "Finanza e Mercati" del 04-12-2007)

 

Da Finanza&Mercati del 04-12-2007 In questi giorni molto si è scritto e si è detto sull'introduzione in Italia della class action. Un n commento di merito è allo stato prematuro considerati gli oltre 100 emendamenti al primo testo. Nel metodo, non si può non condividere la critica, autorevolmente sostenuta anche dal Consiglio Nazionale Forense, sulla scelta di collocare il provvedimento in una sede del tutto impropria (la legge finanziaria)... Tuttavia, nel merito, in via generale, si può avanzare una valutazione positiva dei lineamenti della class action così come paiono emergere dai suddetti emendamenti; per citare solo quelli più caratterizzanti: (i) il riconoscimento della legittimazione ad agire in capo a tutti i cittadini danneggiati da illeciti c.d. di massa e non solo attribuita alle associazioni variamente da individuarsi e (ii) l'importante attribuzione al giudice del compito di filtrare in via pregiudiziale la rappresentatività dei soggetti che propongono l'azione nonché l'ammissibilità della medesima. Pare dunque che l'azione si vada caratterizzando come una effettiva class action, allontanandosi dal modello di azione collettiva/associativa che è strumento totalmente differente... . Attraverso lo "schema" dell'azione collettiva/associativa di matrice di civil law si finisce per limitare l'efficacia dello strumento, principalmente a causa del controllo ex ante, di natura, amministrativa, volto all'individuazione e alla scelta delle sole associazioni legittimate, impedendo anche, ad esempio, che possano agire associazioni costituite allo specifico fine di tutelare i soggetti danneggiati da illeciti di massa. Invece, con l'adozione di un modello di effettiva class action , si estende la platea dei possibili attori e quindi si massimizza la probabilità che un'azione venga effettivamente introdotta. D'altronde, qualora si adottasse effettivamente anche in Italia un modello di class action, non dovrebbero sorgere preoccupazioni su alcuni elementi non compatibili con il sistema giuridico-ordinamentale italiano e che quindi non potranno far parte della futura azione. In particolare, l'assenza della giuria in future class actions risarcitorie escluderebbe, almeno in via tendenziale, la possibilità che vengano accordati risarcimenti esorbitanti, così come l'assenza dei punitive damages eviterebbe misure ingiustificatamente punitive nei confronti dei danneggianti convenuti. In conclusione, l'introduzione della class action, nel modello che sembra vada delineandosi dopo la presentazione dei recenti numerosi emendamenti, è comunque da salutare con favore perché potrà rappresentare non solo un'indubitabile modernizzazione del sistema paese, ma anche una più efficace risposta all'esigenza di tutela di diritti collettivi di recente emersi in tutta la loro rilevanza non solo giuridica. *Studio Legale Jones Day VITTORIO SCOGNAMIGLIO* L'Italian Class Action va Bene Anche Così.


Di TOMMASO MASSEI TORNA ad essere centrale il tema dell'elettrosmog e dei (sezione: Class action)

( da "Nazione, La (Pisa)" del 04-12-2007)

 

Di TOMMASO MASSEI TORNA ad essere centrale il tema dell'elettrosmog e dei rischi potenziali alla salute dell'elettrodotto La Spezia- Acciaiolo che attraversa il territorio sangiulianese. Il grave incidente avvenuto ad ottobre a Molina di Quosa, quando la rottura di un cavo ad alta tensione provocò danni agli abitanti della zona, sfiorando la tragedia visto che pochi minuti prima sul luogo della caduta era transito lo scuolabus, ha spinto il consiglio comunale ad una decisa azione di tutela dell'interesse collettivo. Maggioranza ed opposizione, infatti, si sono travati d'accordo nel far assumere precisi impegni al sindaco e alla giunta circa la necessità di limitare i rischi per i cittadini, "anche ripensando ad un tracciato alternativo, meno invasivo e più sicuro di quello attuale", valutando anche la "possibilità di un suo interramento". La preoccupazione della gente che ha vissuto la spiacevole esperienza dell'esplosione avvenuta a seguito della caduta del cavo ha quindi fatto riaprire un capitolo che per certi versi era stato chiuso da quando la linea aveva ripreso a funzionare al termine di un lungo e complesso contenzioso tra il gestore Terna e alcuni cittadini. Il Comune di San Giuliano Terme in passato non ha mancato di esporre le proprie critiche al passaggio della linea aerea, ma senza nuove risultanze dal punto di vista della salute pubblica l'argomento era stato in qualche modo messo da parte. Adesso è il momento di riprendere le fila ed è quindi stata avviata una ricognizione sulle autorità competenti (Asl e Arpat su tutti) per raccogliere tutte le informazioni utili sull'incidente di Molina di Quosa al fine di ottenere garanzie circa la sicurezza per i cittadini interessati dal passaggio dell'eletrodotto. Le valutazioni che ne deriveranno investiranno anche l'impatto complessivo dell'infrastruttura, con l'impegno del Comune a comunicare tutte le informazioni alla collettività. E sull'argomento il "Comitato contro l'elettrodotto La Spezia-Acciaiolo" ribadisce la sua posizione e circa le "rassicurazioni di Terna sul monitoraggio della linea effettuato volando con un elicottero sul punto dell'incidente", le bolla come "penose ed irritanti, in quanto la verifica di un impianto la si deve fare direttamente, altrimenti non è possibile affermare che tutto è a posto". "Ci attendiamo interventi immediati e diretti ? affermano ? augurandoci si crei un fronte unitario in difesa dei cittadini da parte delle istituzioni. Riteniamo, infatti, ormai superata dagli eventi la possibilità di tirarsene fuori invocando la competenza di altri. Chi sa e non interviene, andrà comunque ad assumersi la sua parte di responsabilità nel caso di eventuali danni". - -->.


Le associazioni dei consumatori sono troppo autoreferenziali (sezione: Class action)

( da "Italia Oggi" del 04-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 287, pag. 7 del 4/12/2007 Autore: Avv. Cristiano Carocci Già Direttore generale per la Tutela al consumatore del Ministero del Visualizza la pagina in PDF       l'azione collettiva è per loro l'ultima spiaggia. Ma resta il grande deficit di rappresentanza Le associazioni dei consumatori sono troppo autoreferenziali Approvata in modo rocambolesco, tra la disperazione del sistema industriale e le lacrime del Senatore che con il suo voto sbagliato ne ha propiziato l'approvazione, arriva con qualche decennio di ritardo anche in Italia la class action, la possibilità cioè per gruppi di cittadini-consumatori, di portare in tribunale un'impresa per ottenere un risarcimento economico a fronte di danni subiti, ad esempio, alla salute o all'ambiente. I giudizi delle associazioni dei consumatori, senza dubbio tra i primi destinatari e beneficiari di questo nuovo provvedimento, non hanno mancato di far registrare, anche in quest'occasione, divisione e disaccordo: "una schifezza" per il Codacons, una "vittoria" per Adusbef, Altroconsumo e Movimento dei Consumatori e "una norma degna di Pulcinella" per l'Adoc. La divisione delle associazioni consumeristiche italiane si è così confermata anche in questa occasione. Proprio come il loro frazionamento. L'unico ente capace di mettere d'accordo le sedici sigle ufficialmente rappresentative dei consumatori italiani è stato infatti sino ad oggi solo il Cncu (Consiglio nazionale consumatori e utenti). Probabilmente perché l'adesione a questo Comitato ha rappresentato una condizione indispensabile per essere ammessi ai contributi del ministero dello sviluppo economico. Contributi, quantificabili in decine di milioni di euro e non sempre destinati alla realizzazione di progetti interessanti per il cittadino consumatore. E ricevuti non proporzionalmente al numero degli iscritti, bensì al numero delle associazioni. La forza contrattuale delle stesse, quindi, è risultata così fortemente condizionata ab initio dalla loro dipendenza economica dai fondi pubblici. Indipendenza minata altresì, almeno per alcune di esse, dal loro stretto raccordo con le organizzazioni sindacali. In alcuni casi, così stretto, da utilizzare gli stessi uffici e collaboratori. Senza contare che in alcuni casi, piuttosto che in presenza di strategie da Onlus, ci si trova di fronte a logiche da società per azioni, con tanto di finanziamenti di dubbia provenienza. La debolezza del movimento dei consumatori, almeno in Italia è devastante. L'immagine plastica che meglio indica la situazione l'abbiamo avuta ancora in questi giorni a Roma: poche centinaia di tassisti mettono in ginocchio la capitale ma la reazione dei cittadini non c'è, è praticamente inesistente, come se il problema del trasporto urbano a pagamento su autovetture non li riguardasse proprio. Tra i motivi di un deficit così grave di rappresentanza i più qualificati esperti di consumerismo hanno annoverato i più diversi motivi, dalla cultura antagonistica al pregiudizio antindustriale. Ma non c'è alcun dubbio che quello che emerge con la più grande chiarezza è il deficit di cultura politica che registra impressionanti oscillazioni da un iperliberismo incontrollato alla difficoltà e il ritardo con cui si perviene a identificare finalmente il cittadino-lavoratore con il cittadino-consumatore. Ma ora ci troviamo ad un passaggio decisivo. Dopo il flop delle finte privatizzazioni e il risultato-zero dei vari pacchetti di liberalizzazione del ministro Bersani, la class action potrebbe essere il banco di prova per consentire ai consumatori quel salto di qualità finora mai registrato sin dalla lontana nascita, nel 1955. Sessanta anni di movimento consumeristico marginale, diviso, frastagliato, non sufficientemente autonomo né dal Governo né dalle imprese, né da i sindacati. E con un'accentuazione personalistica talvolta esplosa in guerre fratricide scatenate solo dalla gelosia di un qualche buon risultato raggiunto da parte di una sigla concorrente. A voler giudicare le conseguenze della class action sulla pelle di tutti noi, verrebbe voglia di essere contenti, perché offre uno strumento di tutela in più dei nostri diritti. Ma se poi si considera che in questo paese, anche per giudizi di modesta portata occorrono anni prima di arrivare a sentenza, si può immaginare come questi nuovi processi monstre rischino di ingolfare definitivamente le aule dei tribunali, senza riuscire a vedere mai la fine del tunnel. Questo rischio può essere scongiurato solo se, trovando il coraggio di uscire dalla marginalità e dalla autoreferenzialità, tutte le associazioni caricano il proprio peso contrattuale su un tavolo unitario in direzione del vero interesse dei cittadini. è proprio per questo che con le azioni collettive dovranno essere incardinati solo ed esclusivamente i procedimenti che non si possono perdere e soprattutto, non facendo sconti a nessuno. Questa sarebbe l'auspicabile premessa per costruire in tempi rapidi uno scenario di garanzia per il consumatore, per il quale nessuno finora, né la politica né le associazioni dei consumatori, si è mai battuto e cioè l'obiettivo di assicurare grazie ad un impegno strategico condiviso, un quadro di ampia e libera concorrenza.


Controffensiva sulla class action (sezione: Class action)

( da "Italia Oggi" del 04-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Primo Piano Numero 287, pag. 7 del 4/12/2007 Autore: di Stefano Sansonetti Visualizza la pagina in PDF       Pronti e depositati alla camera gli emendamenti alla manovra di bilancio per il 2008 Controffensiva sulla class action Assicurazioni e banche tentano di disinnescare la bomba Arriva la controffensiva dei poteri forti. Il bersaglio, che più nitido non potrebbe essere, è la class action all'amatriciana, come i tanti detrattori l'hanno ribattezzata, confluita a sorpresa nella Finanziaria 2008. Grandi imprese, assicurazioni e banche, digerito a fatica quel terribile blitz, hanno approntato le loro contromisure. Che nella fattispecie si sono tradotte in un nutrito pacchetto di emendamenti al famigerato articolo 99 della Finanziaria, proprio quello che introduce l'azione collettiva. Si tratta del frutto dei febbrili incontri che nelle scorse settimane si sono susseguiti tra Assonime, Ania, Abi e Confindustria. Scambi di valutazioni, in sostanza, culminati in una sorta di pro memoria comune che poi è stato prontamente recapitato al parlamento. La strategia che ne viene fuori è perentoria. Si parte dalla proposta di vietare il patto di quota lite, almeno per quanto riguarda le azioni collettive risarcitorie, e si prosegue con quella di cancellare la parte del testo che prevede la nullità dei contratti per adesione stipulati a causa di una pubblicità ingannevole. Ma compaiono anche correttivi che mirano a riequilibrare una procedura che, a detta un po' di tutti, presta il fianco a molte critiche. Ecco allora che assicurazioni e banche chiedono un doppio filtro prima che la class action parta: dovrà esserci innanzitutto un tentativo obbligatorio di conciliazione e poi il giudice ammetterà l'azione solo dopo aver fatto una dettagliata verifica. Insomma, si tratta di un menù particolarmente ricco, fatto pervenire alla commissione bilancio di Montecitorio che inizierà stamattina a votare gli emendamenti. Proposte di correzione che, a dir la verità, sono un po' troppe, nonostante circa mille siano state dichiarate inammissibili. Ne rimangono infatti 5 mila, ma maggioranza e opposizione dovrebbero scremarli fino a farne rimanere non più di 500. Le grandi imprese, dunque, hanno dato corpo a tutte le contestazioni mosse nei giorni scorsi, in particolare dal presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, e da quello dell'Abi, Corrado Faissola. L'obiettivo è quello di corregere un meccanismo che, come peraltro ha riconosciuto anche il segretario del Pd, Walter Veltroni, non sembra brillare. Le proposte di correzione avanzate dalle grandi aziende, in sostanza, sono sei. Innanzitutto si guarda alla partenza dell'azione. Un emendamento vuole subordinare la procedibilità della class action a un tentativo preventivo e obbligatorio di conciliazione davanti a uno degli organismi iscritti nel registro del ministero della giustizia. Lo scopo è quello di usare gli strumenti già oggi esistenti di conciliazione stragiudiziale, senza andare ad ingolfare ulteriormente la macchina della giustizia. Viene poi proposto il filtro del giudice. Questo, in sostanza, dovrebbe ammettere l'azione solo dopo aver verificato una serie di cose. Tra queste, l'esistenza di questioni di fatto e di diritto comuni a più soggetti, la possibilità di individuare la classe dei soggfetti interessati, la sussistenza del fumus boni iuris e degli elementi che rendono la class action lo strumento migliore. Una proposta di correzione forte è quella che vuole abolire il patto di quota lite, il cui divieto era già venuto meno con il dl Bresani (il 223 del 2006). La possibilità di pattuire per gli avvocati della classe compensi legati al risarcimento ottenuto, infatti, viene considerato un elemento che può dar luogo a diverse distorsioni. Allo stesso modo è forte la proposta di cancellare la nullità dei contratti per adesione stipulati in conseguenza di una pubblicità ingannevole. Il prezzo che le grandi aziende dovrebbero pagare, i questo caso, sarebbe infatti elevatissimo. Ancora si vorrebbe inserire un meccanismo rigido di opt in: tutti i consumatori che vogliono aderire all'azione lo devono fare con un'istanza scritta da opresentare entro 45 giorni dalla fiossazione dell'udienza di comparizione. Non si è fatto attendere, però, il coordinamento delle associazioni (sempre più numerose) che esprimono interessi specifici, promosso dal Siti (Sindacato per la tutela dell'investimento). Tra i tanti emendamenti, spicca quello che vuole estendere la legittimazione attiva e introdurre una sentenza immediatamente efficace per tutti quelli che si sono costituiti in giudizio.


<Trenitalia ci paghi il danno biologico> (sezione: Class action)

( da "Libertà" del 04-12-2007)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di martedì 4 dicembre 2007 > Prima Pagina "Trenitalia ci paghi il danno biologico" Troppi ritardi, pioggia di ricorsi dei pendolari piacentini al giudice di pace piacenza - "Pendolare" non solo stanca, stressa. Per questo motivo alcuni iscritti dell'Associazione pendolari di Piacenza sono pronti a chiedere i danni a Trenitalia. La modalità prescelta è quella del ricorso al giudice di pace, dove si punta ad ottenere il riconoscimento del cosiddetto danno biologico, ossia le ripercussioni su dinamiche familiari e lavorative di uno stile di vita come quello dei pendolari, costretti a regolare i propri "ritmi" su mezzi di trasporti spesso in ritardo. "Promuoveremo azioni singole presso il giudice di pace - spiega Ettore Fittavolini, presidente dell'Associazione pendolari - perché questa è l'unica possibilità concessa dal sistema giuridico italiano, in attesa che venga approvata la legge che istituisce le "class action", azioni legali collettive". "Le cause depositate presso il giudice di pace - sostiene Fittavolini - seguono un iter più veloce". PINOTTI a pagina 12 [.


I pensionati si uniscono e protestano sul web (sezione: Class action)

( da "Nuova Sardegna, La" del 04-12-2007)

 

Oristano I pensionati si uniscono e protestano sul web ABBASANTA Nasce un comitato per la rivalutazione ABBASANTA. "Pensionati di tutta Italia, uniamoci!". Potrebbe essere lo slogan da abbinare alla campagna di adesioni lanciata da un ex dipendente pubblico, nell'intento di costituire un Comitato di difesa dei diritti dei pensionati. L'unico modo per attribuire maggiore incisività alle rivendicazioni avanzate dalle fasce deboli della società è quello di dar vita ad una sorta di forum civico. Un'organizzazione nella quale si riconosca un elevato numero di cittadini ai quali è attribuita la facoltà di intraprendere azioni collettive con reali possibilità di successo. Di questo strumento intende avvalersi anche Bartolomeo Di Maria - bolognese d'origine e abbasantese d'adozione -, artefice dell'iniziativa volta a richiedere allo Stato l'abolizione del decreto legislativo numero 503 del '92, che riformava il preesistente meccanismo di rivalutazione delle pensioni adeguandole invece all'andamento Istat, in misura del 75%. Il metodo introdotto quindici anni fa ha soppiantato il computo delle pensioni rivalutate tenendo conto della percentuale media degli aumenti salariali registrati nei dodici mesi precedenti. Un'operazione che Bartolomeo Di Maria (contattabile agli indirizzi email bartolomeodimaria@alice.it, o bartolomeodimaria@libero.it) non ha esitato a definire "furto ai danni dei pensionati", per i quali, però, ora sembra aprirsi uno spiraglio. A galvanizzare gli ex impiegati statali potrebbe essere la sentenza emessa due anni fa dalla Corte dei conti della sezione Puglia, che accolse il ricorso di un dipendente pubblico a riposo, condannando l'Ipdap a corrispondergli un importo adeguato ai salari percepiti nel 2005 dai dipendenti di pari grado in servizio: "Quella sentenza non fa dottrina.", premette Di Maria, "Ma il Comitato potrà chiedere il riconoscimento dell'inapplicabilità della norma 503 e che la stessa venga abolita con validità retroattiva". (mac).


Pioggia di ricorsi.Il legale Fantigrossi: la situazione non si sana con abbonamenti gratuiti (sezione: Class action)

( da "Libertà" del 04-12-2007)

 

Quotidiano partner di Gruppo Espresso LIBERTA' di martedì 4 dicembre 2007 > Piacenza Pioggia di ricorsi.Il legale Fantigrossi: la situazione non si sana con abbonamenti gratuiti "Trenitalia paghi il danno biologico" Il presidente Fittavolini: cause pilota ai giudici di pace (pin) "Pendolare" non solo stanca, stressa. Per questo motivo alcuni iscritti dell'Associazione pendolari di Piacenza sono pronti a chiedere i danni a Trenitalia. La modalità prescelta è quella del ricorso al giudice di pace, dove si punta ad ottenere il riconoscimento del cosiddetto danno biologico, ossia le ripercussioni su dinamiche familiari e lavorative di uno stile di vita come quello dei pendolari, costretti a regolare i propri "ritmi" su mezzi di trasporti spesso in ritardo. "Promuoveremo azioni singole presso il giudice di pace - spiega Ettore Fittavolini, presidente dell'Associazione pendolari - perché questa è l'unica possibilità concessa dal sistema giuridico italiano, in attesa che venga approvata la legge che istituisce le "class action", azioni legali collettive". "Le cause depositate presso il giudice di pace - sostiene Fittavolini - seguono un iter più veloce, i ricorrenti non devono sostenere oneri per l'avvio dell'azione legale, e consentono l'assegnazione di cifre di risarcimento contenute, non superiori ai 5mila euro". "I nostri ricorsi, quindi, hanno un valore simbolico - fa notare il presidente dell'Associazione pendolari di Piacenza -. Se pensiamo che il nostro ricorso contro l'accordo sottoscritto tra la Regione Emilia Romagna e Trenitalia è stato depositato all'inizio del 2006 e ora, alla fine del 2007, non è ancora stata fissata la prima udienza, il giudice di pace consente almeno di arrivare in tempi celeri al riconoscimento di un danno effettivo". Tra chi presenterà ricorso (una riunione operativa è in programma domani sera nella sede dell'associazione), figura l'avvocato Umberto Fantigrossi, legale dei pendolari nella famosa causa contro la Regione e che si affiderà questa volta alla collega Paola Canepari. "Esiste una situazione cronicizzata dei ritardi, che non può essere sanata con risarcimenti di un mese o due di abbonamento gratuito - fa notare l'avvocato Fantgrossi -. Le azioni singole che abbiamo intenzione di far partire saranno cause pilota, serviranno per dare il segnale che è necessario invertire rotta. Noi pendolari siamo privi di tutela, la Regione non fa abbastanza e siamo in una situazione intollerabile. E' possibile ammettere ritardi e disagi sporadici, ma purtroppo questa fase è stata superata: assistiamo - sottolinea l'avvocato Fantigrossi - ad una sistematica violazione dell'efficienza media. Da qui la decisione di dare il via ad azioni legali che hanno un valore simbolico fino a un certo punto: è vero che il giudice di pace può assegnare un risarcimento modesto, ma questa cifra non è più contenuta quando viene riconosciuta a un numero consistente di persone. Risarcire il danno biologico significa riconoscere che i pendolari hanno una qualità della vita più basa rispetto ad altri, condizionata da disservizi che si ripercuotono su rapporti familiari e di lavoro". "E il riconoscerlo - conclude - non dovrebbe essere difficile: il fatto stesso che Trenitalia sia soggetta a penali ne è la prova e la dimostrazione". Situazione che non ha visto miglioramenti nel corso del mese di novembre: in 21 giorni lavorativi sono stati accumulati 6261 minuti di ritardo. Paola Pinotti [.


Più filtri nell'avvio delle class action (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-04 - pag: 30 autore: INTERVENTO Più filtri nell'avvio delle "class action" di Clemente Mastella* L a legge Finanziaria in corso di approvazione da parte della Camera contiene una disposizione importante, quella con la quale si introduce in Italia la class action. Si tratta di un'innovazione che mi trova favorevole - in quanto efficace strumento di innalzamento del livello di tutela dei consumatori e di efficienza del mercato - pur essendo necessario superare alcune criticità. I tecnici della Giustizia, unitamente a quelli della presidenza del Consiglio e dello Sviluppo economico, mantenendo l'impianto della norma approvata dal Senato, hanno messo a punto i necessari correttivi per migliorare il testo e tutelare in modo equilibrato gli interessi della giurisdizione e del mercato, senza favorire l'una o l'altra parte. I soggetti La prima correzione riguarda l'individuazione dei soggetti: oltre alle associazioni iscritte nell'elenco dell'articolo 139 del Codice del consumo, vengono legittimati a promuovere azione collettiva risarcitoria anche associazioni e comitati adeguatamente rappresentativi dei diritti collettivi fatti valere in giudizio. Sarà il giudice, valutando preliminarmente l'ammissibilità della domanda, a stabilire se chi propone l'azione collettiva soddisfa il requisito ed è quindi legittimato ad agire. è stato poi introdotto un meccanismo di opt-in molto semplice (è richiesta solo la forma scritta), con il quale ciascun consumatore può aderire all'azione collettiva proposta dall'associazione o dal comitato. Si risolvono, così, una serie di problemi che avrebbero altrimenti reso incompatibile l'azione collettiva risarcitoria con alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento: in primo luogo, il diritto individuale di agire in giudizio a tutela dei propri interessi. Gli effetti del giudizio L'opt-in consente di individuare con certezza quali e quanti sono i consumatori che hanno aderito all'azione collettiva fornendone, in tal modo, le dimensioni. Inoltre, l'opt-in, senza richiedere l'intervento in giudizio di ciascun consumatore (facoltà, questa, comunque prevista), permette al processo di svolgersi con due sole parti(l'associazione che propone l'azione collettiva e l'impresa convenuta), estendendo gli effetti della sentenza che conclude il processo solo a favore o contro coloro che hanno anticipatamente aderito all'azione. Nessun effetto avrà, quindi, la sentenza per i consumatori che decideranno di rimanere estranei al processo collettivo e che potranno liberamente far valere le loro analoghe pretese, fondate sullo stesso fatto illecito, in un separato giudizio. Il filtro Si introduce, poi, un filtro giurisdizionale che impone di valutare alla prima udienza l'ammissibilità dell'azione collettiva, per evitare iniziative temerarie o pretestuose. Per dichiarare ammissibile l'azione collettiva, il tribunale deve accertare: - la legittimazione attiva di chi agisce; - che l'azione collettiva non sia manifestamente infondata; - che non sussistano tra le parti situazioni di conflitto di interessi estranee all'azione; - che il promotore della class action sia portatore di un interesse collettivo suscettibile di adeguata tutela attraverso l'azione collettiva. Il contenuto della sentenza è stato poi precisato che il contenuto della sentenza di accoglimento dell'azione collettiva non è di condanna, ma di accertamento dell'illecito plurioffensivo e di determinazione dei criteri in base ai quali liquidare la somma da corrispondere o restituire ai consumatori. Solo se risulta possibile allo stato degli atti, il giudice può determinare, con la sentenza che conclude il processo, la somma minima da corrispondere a ciascun consumatore. La scelta appare coerente con la struttura dell'azione collettiva delineata. Una prima fase, quella in cui si accerta l'esistenza di un torto di massa e si individuano i criteri per ripararlo, che si conclude con la pronuncia sull'azione collettiva, e una seconda fase che consente di raggiungere un accordo tra l'impresa convenuta e ciascun consumatore sulla quantificazione del danno subito. Il risarcimento è stato così previsto l'obbligo, per l'impresa debitrice, di proporre a ciascun consumatore che ha aderito all'azione collettiva, nei sessanta giorni successivi alla pronuncia e sulla base dei criteri indicati nella sentenza, il pagamento della somma offerta a titolo di risarcimento del danno. L'onere di formulare la proposta transattiva è posto a carico dell'impresa debitrice, che possiede gli strumenti per quantificare l'importo dovuto sulla base dei criteri fissati con la sentenza di accertamento dell'illecito. Se il singolo consumatore decide di accettare l'offerta, l'impresa debitrice effettuerà il pagamento nei modi e nei tempi concordati. Ma se, per qualsiasi ragione, ciò non dovesse accadere, la proposta diventerà titolo esecutivo, consentendo così a ciascun consumatore d'instaurare un processo esecutivo a danno dell'impresa debitrice. Solo nel caso in cui questa prima fase non vada a buon fine (perché l'impresa non formula la proposta o questa non viene accettata dal consumatore) si apre una nuova fase conciliativa per quantificare il danno. Fase che si potrà svolgere, alternativamente, dinanzi a una camera di conciliazione ad hoc costituita dal presidente del tribunale del luogo in cui si è svolto il processo collettivo, oppure dinanzi a uno degli organismi di conciliazione previsti dal diritto societario e operanti presso il Comune in cui ha sede il tribunale dinanzi al quale si è celebrato il processo collettivo. Anche in questi casi, i verbali di conciliazione, sia pure con diverse modalità, costituiscono titolo esecutivo. La correzione sulle spese In quest'ottica di semplificazione è stata, poi, eliminata la norma sulle spese. Non si poteva prevedere un processo in cui l'impresa convenuta era comunque condannata al pagamento delle spese di lite, anche se la domanda collettiva fosse stata accolta solo in minima parte. Si è, infine, ritenuto opportuno, per la rilevanza degli interessi coinvolti, prevedere che la decisione delle controversie nascenti dall'esercizio dell'azione collettiva (compresa la decisione sull'ammissibilità dell'azione) sia resa dal tribunale in composizione collegiale. * Ministro della Giustizia.


Pendolari pronti alla <class action> (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 04-12-2007)

 

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Lombardia - data: 2007-12-04 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Ritardi, disagi, treni soppressi: in corso la raccolta di firme per promuovere la vertenza legale collettiva Pendolari pronti alla "class="hilite">class="term">class class="term">action" "Se la legge passa, le Ferrovie pagheranno caro, pagheranno tutto" La class="term">class class="term">action sembra destinata a entrare nella legislazione italiana e i pendolari lombardi sono pronti a usarla MILANO - Al sito www.petizioneclassclass="term">action.it le adesioni sono un migliaio, ma quelle raccolte nelle ultime settimane - specialmente attraverso i volantinaggi nelle stazioni ferroviarie - toccano ormai le 10mila. Sono le firme per chiedere che, finalmente, anche in Italia, diventi legge la possibilità dell'azione legale collettiva da parte di un gruppo di persone che si ritiene danneggiata. In primavera aveva cominciato a lavorarci l'associazione dei pendolari bresciani InOrario: ora che il traguardo sembra davvero avvicinarsi - potrebbe essere questione di giorni, il tempo necessario a licenziare la Finanziaria - "spingono" in tanti, a cominciare dal tavolo milanese formato da Provincia, Camera di Commercio e 17 associazioni di consumatori. "Abbiamo iniziato in autunno la raccolta di firme a favore del testo presentato dal governo Prodi per recuperare il tempo perduto, dopo che la legge presentata dall'esecutivo precedente si era fermata al Senato" spiega Giacinto Brighenti, presidente di Federconsumatori. Poi è arrivato un colpo di acceleratore, "che ci ha spiazzato, ma positivamente". è l'emendamento presentato dal senatore campano Roberto Manzione (gruppo misto) all'articolo 53, ossia il 53 bis: "Il presente articolo istituisce e disciplina l'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori, quale nuovo strumento generale di tutela nel quadro delle misure nazionali volte alla disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti, conformemente ai princìpi stabiliti dalla normativa comunitaria volti ad innalzare i livelli di tutela". In altre parole, passata la Finanziaria, la sospirata class="term">class class="term">action sarà possibile anche in Italia: non tra mesi, ma nel corso della prossima settimana. Ieri i parlamentari lombardi hanno incontrato al Circolo della Stampa di Milano il tavolo formato da Provincia, Camera di Commercio e consumatori proprio per fare il punto sulla questione. In prima linea - esasperati dalle delusioni, in attesa delle novità legate al nuovo orario in vigore dal 9 dicembre prossimo - i 350mila pendolari lombardi. "Se passa la class="term">class class="term">action pagheranno caro, pagheranno tutto" è il motto che anima la raccolta di firme. Perché, in attesa della svolta nel sistema dei trasporti lombardi annunciata dall'assessore regionale Raff aele Cattaneo per il 2008-2009, i ritardi sono costanti, le composizioni dei convogli cambiano ogni giorno, la pulizia è un sogno. è dell'altra sera la soppressione dell'unico Vivalto (età: un anno) in servizio sulla Milano- Brescia: dunque "un viaggio da sardine, stipati sulle 11 carrozze di un interregionale capace di portare un migliaio di persone, cui si sono aggiunti i 700-800 "orfani" del Vivalto". "Attenti, però": è il segretario della Fit Cisl Dario Balotta a frenare un poco gli entusiasmi. "La class="term">class class="term">action è un'azione che va benissimo sui grandi temi della salute e verso grandi aziende private. Però, così come il bonus non potrà mai ripagare i ritardi, rimborsi e indennizzi valgono sino a un certo punto, non consentono una vera svolta. I quattrini, in altre parole, vanno spesi per comprare treni nuovi e viaggiare, finalmente, come si deve". Laura Guardini lguardini@corriere.it.


FINANZIARIA. Class action e portabilità dei mutui, gli emendamenti del governo (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 04-12-2007)

 

News FINANZIARIA. Class action e portabilità dei mutui, gli emendamenti del governo 04/12/2007 - 10:43 In materia di class action di portabilità dei mutui, il Governo ha presentato due emendamenti al testo della Finanziaria in discussione al Senato. Per quanto riguarda l'azione risarcitoria collettiva (art.140-bis), le proposte di modifica governative riguardano la legittimazione ad agire annoverando oltre alle associazioni dei consumatori, "associazioni e comitati adeguatamente rappresentativi dei diritti collettivi fatti valere". Altra modifica ha a che fare con gli aspetti procedurali. In particolare si chiede di sostituire all'attuale comma 3 con il seguente: "Alla prima udienza il tribunale, sentite le parti, ed assunte quando occorre sommariamente informazioni, pronuncia sull'ammissibilità della domanda, con ordinanza reclamabile davanti alla corte di appello, che pronuncia in camera di consiglio. La domanda è dichiarata inammissibile quando è manifestamente infondata, quando sussiste un conflitto di interessi, ovvero quando il giudice non ravvisa l'esistenza di un interresse collettivo suscettibile di adeguata tutela ai sensi del presente articolo. Il giudice può differire la pronuncia sull'ammissibilità della domanda quando sul medesimo oggetto è in corso una istruttoria davanti ad un'autorità indipendente. Se ritiene ammissibile la domanda, il giudice dispone,a cura di chi ha proposto l'azione collettiva, che venga data idonea pubblicità dei contenuti dell'azione proposta e dà provvedimenti per la prosecuzione del giudizio". Per quanto riguarda la portabilità dei mutui (art.99-bis), invece, le modifiche proposte dal governo riguardano chiariscono, tra l'altro, il contestato "costo zero per il consumatore". Infatti, il comma 3-bis modificato prevede: "La surrogazione (...) comporta il trasferimento del contratto di mutuo esistente, alle condizioni stipulate tra il cliente e la banca subentrante, con l'esclusione di penali o altri oneri, di qualsiasi natura. Non possono essere imposte al cliente spese o commissioni per la concessione del nuovo mutuo, per l'istruttoria e per gli accertamenti catastali, che si svolgono secondo procedure di collaborazione interbancaria improntate a criteri di massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi". PDF: Emendamento class action PDF: Emendamento portabilità mutui 2007 - redattore: VC.


Arriva in Italia la class action, ecco cosa cambia (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 04-12-2007)

 

Lo scorso 15 novembre è stato approvato dal Parlamento un emendamento che introduce nella Finanziaria l'articolo 53-bis, che istituisce e disciplina in Italia la "class="term">class class="term">action" ovvero l'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori. Si tratta in altri termini di uno strumento legale che permette di raggruppare una moltitudine di soggetti che hanno subito un danno provocato da un altro soggetto. Tale novità consentirà ai consumatori di avviare azioni legali collettive contro le aziende in conseguenza di atti illeciti. La nuova norma prevede, infatti, l'attivazione della class="term">class class="term">action per ottenere rimborsi legati a contratti con clausole prestampate, a pratiche commerciali illecite o a comportamenti anticoncorrenziali da parte di società fornitrici di beni o servizi. Misure specifiche sono poi previste per i contratti stipulati tramite telefono, oppure on line via internet: se il contratto è collegato ad un messaggio pubblicitario ingannevole rende nulli i contratti nei confronti di tutti i consumatori o utenti durante il periodo di diffusione del messaggio. Soggetti legittimati ad avviare tale tipo di azioni saranno oltre alle associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale anche le ulteriori associazioni di consumatori, investitori e gli altri soggetti portatori di interessi collettivi legittimati, appositamente individuati con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico. Tale disciplina è destinata senza dubbio ad avere importanti riflessi nel panorama italiano. Fino ad oggi, infatti, di fronte ad attività illecite poste in essere dalle aziende ai danni di una pluralità di consumatori non era possibile esercitare un'azione collettiva risarcitoria con la conseguente necessità di agire singolarmente nei confronti della medesima azienda fonte dell'illecito perpretrato. L'azione collettiva consentirà così a più consumatori di agire nei confronti del soggetto autore del danno come unica parte lesa con la possibilità di unirsi in un'unica causa civile contro i responsabili dei soprusi subiti. L'class="hilite">istituto della Class Action ha origine nel mondo anglosassone ove da tempo ormai si ricorre a tale strumento diventato ormai l'incubo delle grandi multinazionali. In particolare negli Stati Uniti nel 2001 una "class="term">class class="term">action" si concluse con una punizione esemplare contro Ford e Firestone per i pneumatici difettosi dei fuoristrada Explorer, che tendevano a sbandare ad alta velocità. Basti pensare che in quell'occasione la sola Firestone perse circa dieci miliardi di dollari. Recentemente sono state poi promosse due azioni collettive nei confronti della Apple in ordine alla problematica relativa allo sblocco degli I-Phone da parte di numerosi utenti. In particolare le azioni (una promossa a livello del singolo stato della California l'altra a livello federale) sono volte a denunciare i comportamenti di presunto stampo monopolistico portati avanti da Apple e AT&T nei confronti dell'iPhone in grado infatti di funzionare soltanto con la rete telefonica AT&T. Oggetto delle azioni collettive è la volontà dei consumatori di vedere loro riconosciuto il diritto di sbloccare l'iPhone, usandolo con altri operatori, e di installarvi applicazioni di terze parti senza che questo porti al blocco del telefono e al decadimento delle condizioni di garanzia. Sempre di recente è stata intenta una class="term">class class="term">action nei confronti di Microsoft accusandola di aver realizzato il logo 'Windows Vista Capable' in maniera volutamente ambigua ed ingannevole, impedendo così loro di acquistare un computer in grado di far girare in maniera adeguata la versione desiderata di Windows Vista. Il logo "Windows Vista Capable" è stato apposto su numerosi Pc nel periodo di transizione tra il sistema operativo XP ed il nuovo Vista assicurando in tale modo gli acquirenti di un nuovo computer sul fatto di poter aggiornare tranquillamente la propria macchina con il nuovo sistema operativo non appena questo fosse stato reso disponibile. I consumatori avrebbero tuttavia fatto emergere che il logo in questione assicura la piena funzionalità solo della versione Home Basic di Windows Vista, sprovvista di alcune caratteristiche molto apprezzate dall'utente medio quale l'interfaccia Aero e il controllo remoto di Windows Media Center. La denuncia eccepisce quindi che tale logo abbia tratto in inganno molti consumatori, ignari di acquistare una macchina insufficiente per far funzionare adeguatamente Windows Vista nella versione Premium. Sotto accusa sarebbe inoltre l'offerta di aggiornamento gratuito da XP a Vista in quanto riguarderebbe sempre e soltanto il passaggio alla versione Home Basic. Da questi brevi esempi si potrebbe facilmente presumere che anche in Italia lo strumento dell'azione collettiva sarà utile per rafforzare il potere dei consumatori non più costretti ad agire individualmente e dunque in una posizione di debolezza rispetto allo strapotere delle grandi realtà economiche. Tuttavia si è già da più parti osservato come il modello recentemente adottato in Italia ha introdotto due limiti che ostacolerebbero il successo che l'azione collettiva ha riscosso negli Stati Uniti. In particolare la class="term">class class="term">action opererebbe solo nel campo degli illeciti contrattuali, per cui ogni altro illecito di natura non contrattuale, che lede i diritti o arrechi dei danni a una pluralità di soggetti, non potrebbe essere materia di una simile procedura. In secondo luogo il riconoscere la legittimazione ad esperire la procedura esclusivamente alle associazioni dei consumatori limiterebbe il potere di iniziativa dei singoli utenti a cui diversamente in America è riconosciuto il potere di avviare l'azione radunando progressivamente altri consumatori danneggiati. Soltanto i fatti dimostreranno pertanto se la nuova procedura introdotta dal legislatore italiano rappresenti o meno una maggiore tutela per il cittadino.


Quelle poche grandi cosedi cui si può essere certi (sezione: Class action)

( da "Sicilia, La" del 04-12-2007)

 

La ragione, la scienza, la fede Il filosofo Esposito rilegge Giussani Quelle poche grandi cose di cui si può essere certi Sergio Sciacca Il dibattito che si sta sviluppando in questi giorni sulla recente enciclica papale tende a contrapporre la ragione dei laici, che trova la sua sublimazione nella scienza e quella dei credenti che riconoscono la trascendenza della Fede. Ma si tratta di una contrapposizione artificiosa, che tiene conto solo di aspetti parziali dell'analisi morale: il fondamento del pensiero umano e dunque della sua etica è unico, come hanno detto i massimi pensatori dell'umanità, occasionalmente e indebitamente arruolati sull'uno o sull'altro versante della questione. Ne ha avuto una prova palpitante -e inaspettata- il numeroso e qualificato uditorio (tra cui molti giovani di profondo impegno culturale e sociale), accorso nei giorni scorsi al Teatro Sangiorgi, di Catania messo a disposizione dal sovrintendente Antonio Fiumefreddo nel quadro delle iniziative di ampliamento delle attività culturali del Massimo, per un dibattito organizzato da Centro Culturale di Catania, sul libro appena uscito presso la BUR ("Certi di alcune grandi cose") con una raccolta di scritti inediti di don Luigi Giussani. A parlarne, su sollecitazione di Giuseppe Di Fazio, nostro vicecaporedattore, Costantino Esposito, ordinario di storia della filosofia all'università di Bari. L'illustre studioso (di cui si attende, presso Laterza, una storia della filosofia per i licei che metterà a punto le più recenti acquisizioni del pensiero moderno e del ripensamento di quello antico) ha messo in risalto il senso del "movimento" di cui don Giussani è stato il creatore. Al centro di questa concezione (che non è solo religiosa, ma anche morale, e dunque sociale e di conseguenza politica) c'è l'io, non considerato come individuo, come monade isolata, ma come partecipe della vita, che è universale e dunque entusiasticamente partecipe del grande avvenimento del confronto tra la vita parziale e quella che universale di cui siamo un frammento. "L'io individualista deve essere sconfitto: l'io vero è rapporto, è comunità" ha detto in estrema sintesi. Fin qui una formulazione rigorosa e meditata, ma pur sempre una formula. Invece dalla ragion pura si è passati, in modo inatteso, alla ragion pratica, cioè alla sua verifica nella realtà vissuta in quello stesso momento: in fieri, come dicono i filosofi. In prima fila, in sala, Pietro Barcellona, una delle menti più acute dell'attuale dibattito culturale, di dichiarate radici culturali marxiste, è insorto contro la interpretazione cristiana dell'io e del rapporto con Dio che gli conferisce senso: e appellandosi al dibattito sviluppatosi negli anni avventurosi della Contestazione, di cui l'anno prossimo ricorrerà il quarantennale, ha avvertito che la concezione sociale della individualità è stata proclamata dal pensiero marxista e che il sentimento della collettività si realizzò proprio nei primi tempi di quel fenomeno giovanile che voleva portare in primo piano le ragioni della comunità rispetto agli egoismi di classe o degli individui. E come corollario delle proprie considerazioni ricordava l'ospitalità da lui accordata, quando insegnava all'università di Firenze, a gruppi cattolici che non riuscivano a trovare una sede per i propri incontri. E tuttavia, nonostante le intenzioni contrastanti ("Non concordo in nulla di quanto è stato detto nella esegesi su don Giussani"), Pietro Barcellona concludeva sulle stesse posizioni avverse: l'uomo non può sussistere senza l'altro: è la collettività quella che dà senso al singolo. E' il confronto delle idee quello che avvalora il nostro pensiero. E quando il filosofo barese ha ricordato da parte sua i numerosi incontri con i pensatori di sinistra e la propria intenzione di dedicare alcuni corsi monografici a Marx, i due pensatori si sono accorti che stavano dicendo le medesime cose e che partendo da presupposti opposti si incontravano nelle conclusioni. L'uomo è animale sociale alla continua ricerca di una verità per la propria vita. La sua azione si realizza nella comunità. Il fine individuale si assomma in una prospettiva che è superiore al suo orizzonte. E' quello stesso che il Magistero papale sta insegnando con questa seconda lettera universale: guardare più a fondo nelle cose per accorgersi che l'intelligenza umana, per sua stessa conformazione, rimanda ad altro da sé. Ad Altro. E le contrapposizioni tra sapere scientifico e Fede sono miopi o superficiali. Può esistere una scienza che non si riferisca a un Principio?.


Class action, il Codacons lancia la sfida a Trenitalia (sezione: Class action)

( da "Gazzettino, Il" del 04-12-2007)

 

Sciopero del biglietto fra i pendolari Class action, il Codacons lancia la sfida a Trenitalia "Risarcite il danno biologico" MestreIl biglietto c'è, ma non si oblitera. Dopo la prova generale di alcuni giorni fa, i pendolari della tratta Rovigo-Padova, coordinati dal Codacons, ieri sono tornati alla carica per denunciare l'aumento dei costi, la carenza di servizi e la pulizia carente. Niente di nuovo per i passeggeri del trasporto locale: a mobilitare i consumatori, questa volta, è la possibilità di avviare un'azione legale collettiva - la cosiddetta class action - per mettere in mora le Ferrovie. La norma, prevista dalla Finanziaria 2008, non è ancora stata approvata, ma la possibilità di unire le forze per chiamare in causa l'azienda è più concreta. Tanto che Trenitalia, questa volta, non è stata a guardare. "Quando il treno è arrivato a Padova - racconta Chiara Crivellari del Codacons - c'erano le squadre anti-evasione che hanno controllato tutti i passeggeri. Per noi comunque l'operazione è stata un successo: in mezz'ora di viaggio abbiamo distribuito 400 questionari e ne abbiamo ritirati 143 con l'indicazione dei maggiori disagi segnalati sui treni". I multati (a quanto pare solo due persone, dato che la maggior parte dei passeggeri è abbonata) saranno comunque assistiti dall'associazione. Per ora si devono accontentare della solidarietà di politici e amministratori polesani, dal sindaco di Rovigo Fausto Merchiori al presidente della Provincia Federico Saccardin al deputato del Pd Gabriele Frigato. Ma la causa collettiva ormai è alle porte: si tratta solo di aspettare l'occasione giusta.I questionari distribuiti a bordo del treno, e i moduli scaricabili sul sito del Codacons, serviranno ai legali dell'associazione a preparare la causa collettiva. "La class action - spiega il presidente onorario del Codacons veneto, l'avvocato Franco Conte - è una grande conquista, anche se non sappiamo ancora quali contorni avrà nella sua formulazione definitiva. Ciò che più conta, però, è che le cause siano vincenti". Per questo l'associazione ha deciso di non scoprire le sue carte limitandosi, in questa fase, a raccogliere le lamentele dei passeggeri per poi decidere il da farsi. Le azioni possibili, spiega Crivellari, sono tre: "Noi reclamiamo in primo luogo il diritto di sciopero sancito dalla Costituzione e applicato dai passeggeri che non hanno obliterato il biglietto per protesta. C'è poi la possibilità di presentare un esposto alla Magistratura per la mancanza di sicurezza di chi viaggia a bordo di vagoni stipati all'inverosimile. Infine c'è la class action, con al quale il Codacons si costituirà parte civile per chiedere a Trenitalia un risarcimento per il danno biologico patito dai passeggeri. L'azienda, questa volta, ha paura: non si spiega altrimenti la presenza della squadra anti-evasione e il veto posto ai volontari che volevano fare volantinaggio alla stazione".In attesa della prima mossa legale della partita, i consumatori si preparano a contestare il nuovo orario ferroviario in vigore dalla settimana prossima, che dovrebbe portare alla soppressione di alcuni treni che non risultano coperti dai costi. La trattativa fra Trenitalia, il governo e le regioni è in dirittura, ma già si sa che alcuni convogli notturni a lunga percorrenza, economicamente in perdita, sono destinati alla soppressione.Alberto Francesconi.


Il nuovo corso di Panda (sezione: Class action)

( da "Data Manager" del 04-12-2007)

 

Durante il Panda Security Day 2007 è emersa la necessità di far evolvere i sistemi antivirus in sistemi d'intelligenza collettiva La trasformazione di Panda Software in Panda Security non è solo una operazione di facciata. Lo si è visto chiaramente durante il Panda Security Day 2007, evento organizzato alla metà di ottobre a Milano nel corso del quale sono state presentate le nuove strategie della società, fortemente intenzionata ad allargare il proprio bacino di utenza, aggiungendo all'offerta consumer, che non viene affatto rinnegata e che continuerà a rappresentare un business rilevante per la nuova Panda, un ampio ventaglio di soluzioni specificamente indirizzate al mondo enterprise, sempre più vulnerabile a causa dell'incremento esponenziale dei dati che tutte le aziende sono chiamate a governare, e, quindi, a proteggere. Per sottolineare l'importanza del nuovo corso è sbarcato a Milano anche Jorge Dinarés, chief executive officer della multinazionale spagnola dal 1° giugno scorso. "Stiamo lavorando per allineare l'azienda alle nuove esigenze che esprime il mercato, e l'ingresso nella compagine azionaria di due fondi d'investimento (Investindustrial e Gala Capital) ci ha consentito di accelerare i nostri piani di espansione e di incrementare i nostri investimenti in ricerca e sviluppo al fine di mettere a punto nuovi modelli, sforzi sfociati nella messa a punto della quarta generazione della nostra tecnologia di sicurezza che abbiamo battezzato Intelligenza Collettiva;una intelligenza collettivache permette di massimizzare la capacità di rilevamento dei malware riducendo nel contempo il consumo di risorse e di banda dei sistemi protetti". Leggi l'articolo integrale HighLights! Data Manager in collaborazione con Microsoft inaugura Security Corner, la nuova sezione dedicata alla sicurezza IT Security Corner vuole promuovere l'incontro tra l'esperienza di Data Manager Online e la competenza di Microsoft incoraggiando il dialogo e lo scambio di esperienze con chi opera professionalmente nel campo della security, utilizzatori finali e semplici appassionati. Business technology, la sfida dei CIO Bobby Cameron, analista di Forrester Research, rispondendo ad alcune nostre domande, ci spiega i cambiamenti in atto, le ricadute sui responsabili It e il modo per affrontarli. Crimine (dis)organizzato La perfetta riuscita di un qualsiasi idea trova il suo fondamento in un'accorta e minuziosa programmazione: definizione in anticipo dei dettagli, rappresentazione di eventuali imprevisti, pianificazione preventiva di ogni singola azione sono gli ingredienti necessari affinché si consegua il risultato sperato. Chiunque ed in ogni situazione ogni volta che si trova a dover fare dei progetti che sia la vacanza piuttosto che l'acquisto della casa si siede a tavolino e, forse anche senza esserne cosciente, utilizza la matrice TOWS, o meglio nota come "analisi SWOT" - forza (Strengths), debolezza (Weaknesses), opportunità (Opportunities) e minacce (Threats) -, al fine di assicurarsi un soggiorno gradevole o un'abitazione confortevole. Queste precauzioni dovrebbero essere tenute a mente anche dai malintenzionati in modo tale da pervenire ad un'operazione criminale di successo... "EVADIMI".COM Da sempre gli smanettoni della Rete quando si sono trovati di fronte ad un qualsiasi strumento elettronico hanno visto la possibilità di sfidare le proprie capacità per cercarne, da una parte, tutte le debolezze e, dall'altra, di individuarne le potenzialità nascoste. Le motivazioni che spingono taluni a cimentarsi in questo scenario fatto di circuiti e bit possono essere le più diverse: si va da quelle - forse più romantiche e tipiche dei soggetti più giovani - scaturenti dal senso di ribellione e protesta, dal desiderio di "cyber-fama" o dal semplice convincimento della libera diffusione del sapere a quelle meno sentimentali e più materiali quali il conseguimento di un profitto talvolta anche economico -. Data Manager Online inaugura una nuova serie di articoli dedicati alla Security.


Class action, sarà un diluvio (sezione: Class action)

( da "Panorama" del 04-12-2007)

 

Class action, sarà un diluvio DONATELLA MARINO CONSUMATORI Dopo l'approvazione della legge sulle azioni collettive, le associazioni di difesa dei clienti si preparano a citare in giudizio qualsiasi impresa o ente ritenuto colpevole. Anche la Rai. Anche i comuni. Le associazioni dei consumatori si preparano a cavalcare vecchi e nuovi cavalli di battaglia, mentre alcune aziende stanno già contattando grandi studi legali per sapere come difendersi. A 15 giorni dall'approvazione in Senato della causa collettiva (class action), che entrerà nell'ordinamento italiano dopo il voto finale sulla Finanziaria, cresce la tensione fra imprese, governo e organizzazioni dei consumatori. La Confindustria, preoccupata per le conseguenze sulle aziende, ne chiede lo stralcio dalla Finanziaria e modifiche in Parlamento. Che in ogni caso appaiono probabili. Il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, ha detto che le norme dovranno essere migliorate. Mentre il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, ha proposto che proprio la sua Autorità possa diventare un primo filtro sulla fondatezza delle accuse dei consumatori. Il centrosinistra valuta, in alternativa, se affidare la prima azione di filtro a un giudice. In ogni caso si vorrebbe evitare quel diluvio di azioni legali incontrollate tanto temuto dagli imprenditori. Un diluvio che a partire da giugno 2008, quando la norma dovrebbe diventare operativa, appare comunque probabile. A differenza che negli Stati Uniti, dove le cause collettive sono diventate famose anche al cinema, sul modello di Erin Brockovich, l'iniziativa non potrà essere presa da un singolo (un danneggiato, un avvocato) ma dalle 16 associazioni di consumatori autorizzate, più quelle che in seguito verranno ammesse. Ed ecco che il Codacons è pronto a una class action pilota contro i comuni, prima Roma e poi Milano, per le strisce blu che non rispetterebbero la proporzione con i parcheggi gratuiti. Nel mirino anche due società importatrici di giocattoli cinesi, che secondo molte denunce conterrebbero vernici tossiche. "Stiamo inoltre valutando azioni contro il canone Rai, contro i comuni sulla mancata sicurezza e persino contro le tasse sulla benzina" annuncia Marco Ramadori, copresidente dell'associazione con Carlo Rienzi: "Contrariamente alle promesse elettorali, aumentano in automatico a ogni rialzo del carburante". Sul fronte salute il Codacons aveva tentato una class action negli Stati Uniti (chiusa per assenza di giurisdizione) per pazienti italiani danneggiati dal Vioxx, antinfiammatorio finito sotto accusa un paio d'anni fa, ed è ora intenzionato a riproporla. I termini per le cause collettive sulla salute, particolarmente delicate, sono peraltro ancora da mettere a punto. Come in America, complice anche la recente sentenza italiana favorevole, potrebbero fioccare le cause di danneggiati dal fumo. Mentre contro la malasanità "l'ospedale privato può già finire nel mirino, per il servizio pubblico sarà la giurisprudenza a dirlo. Intanto è passato un principio" spiega il padre della norma, Roberto Manzione, senatore dell'Ulivo. L'associazione Altroconsumo, in fila per entrare nel club delle 16, punta alla Trenitalia e ai ritardi, che peserebbero soprattutto sugli abbonati, alla Wind e alla Sony per pubblicità ingannevoli già sanzionate dall'Antitrust. Le banche, per l'anatocismo (gli illegittimi interessi applicati sugli interessi), sono nel mirino, oltre che di Altroconsumo, anche di Adusbef di Elio Lannutti e Federconsumatori. Queste ultime hanno propositi anche per il crac Parmalat e i bond argentini. La Federconsumatori inoltre punta alla Telecom per "l'illegittimo incasso delle spese di spedizione fattura". Ma che succede se più associazioni iniziano la stessa class action? "La legge non lo specifica, è una lacuna da colmare" avverte Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo. Altre critiche: timore di allungamenti dei tempi di giudizio (sono possibili anche più di 9 processi) e spese legali sulle spalle dei cittadini che fanno ricorso, se perdono la causa. Intanto i grandi studi legali, da Baker&McKenzie ad Agnoli Bernardi e associati, sono stati contattati da aziende del settore alimentare, finanziario e assicurativo, oltre ad alcune potenzialmente esposte ad azioni per malattie professionali.


I "rimandati" guidano la rivolta avanza la destra ma non nei licei - antonella roman0 (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 05-12-2007)

 

Pagina IX - Palermo L'INCHIESTA Viaggio nei movimenti giovanili alla prova in una nuova stagione di lotte studentesche I "Rimandati" guidano la rivolta avanza la destra ma non nei licei ANTONELLA ROMAN0 Fino a pochi anni fa a occupare le scuole erano i ragazzi di sinistra. Adesso è il coordinamento dei "Rimandati", appoggiato da Azione giovani, il movimento giovanile di An, a capitanare la rivolta in corso nelle scuole. Collettivi dei "Rimandati", che si professano apolitici e apartitici, stanno prendendo piede rapidamente in tanti istituti. Non hanno bisogno di svelare chi sono, per raccogliere adepti. Sfruttano, goliardicamente, il nome che ormai tutti associano al responsabile della Pubblica istruzione Fioroni, il ministro cattivo, che vuole reintrodurre gli esami di riparazione. E conquistano così gli studenti, pronti a scendere in piazza e a occupare le scuole per l'edilizia scolastica a pezzi ma anche contro il governo Prodi. Un gioco da ragazzi, specie a ridosso delle feste di Natale. Pare sia stata stilata una mappa delle scuole da occupare. A aderire alle iniziative, finora, sono licei poco "politicizzati" e dove la rappresentanza studentesca è meno agguerrita, come gli istituti tecnici e quelli socio-psicopedagogici (ex magistrali), storicamente estranei ad autogestioni, assemblee, occupazioni. Da quando l'ex Sinistra giovanile, in via di trasformazione con la nascita del Pd, non detiene più l'egemonia nelle scuole, a fronteggiarsi nel mondo studentesco ci sono oggi nuove sigle, a partire dalla rete Reds, primo sindacato studentesco, vicino alla Cgil, che ha già al suo attivo un paio di riuscite manifestazioni. "Queste occupazioni sono totalmente infondate, senza una base politica. Non si può occupare solo per far cadere il governo Prodi. Stanno provando in tutte le scuole. Fatto sta che al De Cosmi l'occupazione è già finita, gli studenti non sono convinti di occupare", dice Sofia Sabatino, alunna del classico Meli e leader di Reds, movimento che sta organizzando una settimana dello studente al liceo Umberto, con lezioni di cinema, di arte e di attualità, e che ha aperto una trattativa sull'edilizia scolastica con l'assessore provinciale alla Pubblica istruzione. Resiste la "giovanile" di Rifondazione comunista, gli Studentsx. E ci sono i movimenti pacifisti. A destra non esistono veri gruppi studenteschi vicini all'Udc e a Forza Italia. Così il coordinamento dei "Rimandati" spopola. Le cifre? Il suo portavoce, Gaetano Sciortino, ultimo anno del Cannizzaro, sta per essere eletto presidente della Consulta studentesca. Più aumentano i volantinaggi e le occupazioni, più cresce il consenso in suo favore. Dopo due elezioni annullate, martedì prossimo i 123 rappresentanti della Consulta delle scuole di Palermo e provincia torneranno alle urne. Con 56 voti, contro i 38 del candidato appoggiato dalle sinistre, è di gran lunga il favorito. "Siamo un coordinamento apolitico. Io sono di destra ma con noi stanno anche ragazzi di sinistra", dice Sciortino. "Le occupazioni? Ogni scuola ha i suoi rappresentanti di istituto che decidono. Noi siamo lì solo per dare una mano. Loro si riconoscono nella nostra piattaforma rivendicativa e la adottano - aggiunge Sciortino - è chiaro, siamo contro la riforma Fioroni, contro il caro libri, vogliamo la rappresentanza paritaria negli organismi collegiali". Azione studentesca, il cui responsabile provinciale è Nino Costa, coadiuva ufficialmente il movimento dei "Rimandati", secondo un'alleanza sancita alla prima manifestazione del coordinamento, fatta il 26 ottobre. "Come Azione studentesca diamo una mano ai ragazzi che vogliono fare occupazione - dice Costa - Ma l'occupazione non è rossa né nera. Al De Cosmi il preside non parla più con gli studenti". Paolo Toro, del classico Garibaldi, responsabile dei giovani di Rifondazione, invita a un dialogo più ragionato. "Servono - dice - metodi meno insurrezionalisti di quello che stanno adottando le destre. Entrano nelle scuole più vulnerabili. è più facile creare un movimento partendo da chi non ha un'idea precisa della politica. Per fortuna perdono credibilità. Al Garibaldi dopo le vacanze faremo iniziative diverse, di analisi e di riflessione".


Popolari, Benvenuto ottimista sulla riforma (sezione: Class action)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 05-12-2007)

 

Giorgio Benvenuto. presidente della commissione Finanze del Senato, è ottimista sulla ripresa del percorso della riforma delle banche popolari, dopo gli incontri di ieri. La riunione di un'ora e un quarto che ha segnato la ripresa dell'iter, di fatto bloccatosi prima delle ferie, si è tenuta ieri pomeriggio con una decina di senatori, insieme al rappresentante del governo, il viceministro Roberto Pinza (con il quale Benvenuto ha avuto un incontro in mattinata) e il risultato è stato, secondo il presidente della Commissione,"molto positivo". "C'è stato un primo chiarimento, con la presenza del rappresentante del governo e si è deciso di lavorare su una bozza che tiene conto delle opinioni formulate nel corso della riunione - ha spiegato Benvenuto -. Si è trovato un accordo per vedere di trovare una soluzione per via parlamentare. C'è stato un avvicinamento che rende possibile un nuovo incontro la settimana prossima". La nuova riunione dovrebbe avvenire sulla base di una bozza che sarà presentata dallo stesso Benvenuto. L'ipotesi per la riforma, che in ogni caso a questo slitterà al 2008, è di un aggiustamento rispetto alla prima proposta Benvenuto. Non è in discussione il mantenimento del voto capitario (il principio per il quale in una cooperativa ogni socio ha un voto senza contare quante azioni ha), mentre l'iniziale proposta di Benvenuto che permette alle banche di innalzare nello statuto il limite al possesso azionario dall'attuale 0,5% al 3% (o al 5% per gli organismi di investimenti collettivi nel risparmio) potrebbe essere variata non solo nelle percentuali, ma anche nella definizione delle tipologie. Sulla raccolta deleghe l'orientamento sembrerebbe essere quello di ammetterle con limiti, mentre le recenti vicende relative alla Popolare di Milano avrebbero fatto emergere nuovamente il problema della governance e della rappresentanza degli azionisti di minoranza. E a proposito della Bpm, che ieri ha varato una riforma organizzativa interna, oggi è in programma l'assemblea dei soci raccolti nell'associazione "Amici di Bpm" che esprim la maggioranza dei consiglieri riguardo alla ipotesi di fusione con la francese Credit Mutuel.


CORECOM: CONVEGNO SU MEDIA E POLITICA (sezione: Class action)

( da "marketpress.info" del 05-12-2007)

 

Trieste, 5 dicembre 2007 - Trattare la comunicazione politica come una qualsiasi merce sul mercato? Certo no, ma anch'essa - tra chi il consenso lo indirizza e chi del consenso ha bisogno o beneficia - risponde alle regole della domanda e dell'offerta. E a farne le spese spesso è il contenuto, a volte a causa del modo in cui esso è trasmesso. Così il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, al convegno organizzato dal Corecom del Friuli Venezia Giulia sul tema "Media e politica: tra controllo, complicità e conflitto", a Trieste, nella sala Maggiore della Camera di commercio, e in collaborazione con la facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo giuliano. Un argomento che l'attualità ha reso rovente - aveva sottolineato il presidente del Comitato regionale per le comunicazioni Franco Del Campo introducendo l'incontro articolato in due sessioni, una dedicata a mass-media e volgarizzazione della politica, l'altra su servizio pubblico, regole e comunicazione politica. Ma il Corecom, ha ricordato il suo presidente, da tempo svolge anche in questa direzione un'azione di monitoraggio e inoltre, con questa collaborazione con l'università, si rivolge ai giovani per cercare di capire assieme a loro l'intreccio sempre più stretto tra il mondo della politica e quello della comunicazione. E Tesini, in merito, ha parlato dei possibili atteggiamenti dei media nei confronti dell'agone politico: ci può essere neutralità o indifferenza, oppure un'azione di garanzia e sostegno nei confronti di chi è considerato svantaggiato; ma sta crescendo - ha evidenziato il presidente - una componente che esplicitamente ritiene di agire come un attore in campo, nella convinzione che gli eventi vadano indotti o creati, e ciò provoca un atteggiamento speculare nel politico, inteso come soggetto individuale. C'è chi da questo atteggiamento dei media è avvantaggiato e chi ne è penalizzato, ma anche chi lo asseconda - ha concluso Tesini stigmatizzando quei politici che fanno di tutto un'occasione di spettacolo e comunque - ha aggiunto - con questo dato bisogna fare i conti, senza voler mettere le braghe al mondo e soprattutto senza immaginare di poter regolare per legge la comunicazione. Su questo punto il presidente dell'Assemblea legislativa è stato esplicito: "Nessuno mi venga a chiedere di portare in Aula una tale legge". In un tempo di "bulimia mediatica", secondo la definizione del presidente del Corecom Franco Del Campo, in cui si vorrebbe prolungare all'infinito la visibilità pubblica, parlare di comunicazione significa - ha affermato Giuseppe Battelli, preside della facoltà di Scienze della formazione - coniugare ricerca e didattica con le problematiche e le aspettative della società attuale e incidere nella formazione delle classi dirigenti del territorio. Perché c'è il rischio che l'informazione si trasformi in propaganda e che questa, più o meno velata, venga data per implicita e scontata: quindi occorre offrire ai giovani anche strumenti critici. La riflessione ha visto susseguirsi gli interventi di Andrea Romano, editorialista de la Stampa e docente di storia contemporanea, che ha parlato del rapporto comunicazione e politica nel mondo anglosassone, di tre politici - il senatore forzista Roberto Antonione, il deputato di An Roberto Menia e l'onorevole del Partito democratico Gianni Cuperlo - e del presidente di Swg Roberto Weber, moderati da Sergio Baraldi, direttore del quotidiano "Il Piccolo", per il quale esiste una crisi della politica, poiché essa si è indebolita, ma non per causa dei media. Negli ultimi dieci anni il sistema politico è crollato sotto i colpi della corruzione e questo non è imputabile ai media - ha detto Barlandi indicando che c'è una politica debole che cerca di recuperare potere influenzando giornali e tv. Occorre una azione collettiva di responsabilità e i giornali hanno un ruolo importante nella crescita politica degli italiani, ha affermato Weber, mentre Menia, secondo il quale la politica non è secondaria rispetto a quello che dicono i media, ha sottolineato che se la stampa deve essere di garanzia rispetto ai poteri forti occorre chiedesi quanto di essi sia emanazione. La politica si indebolisce quando non sa dare risposte, quando si mescola alla comunicazione, ha concluso il deputato di Alleanza Nazionale considerando la televisione meno contaminante proprio per la velocità del passaggio dei messaggi, mentre i giornali possono far riflettere. In sintonia con lui Cuperlo che, ricordando il caso del gruppo editoriale Caracciolo che con il quotidiano la Repubblica contribuì a sostenere nel 2001 Rutelli rispetto ad Amato alla guida del Governo, ha sottolineato come il rapporto media e politica non sempre sia filtrato attraverso l'ufficialità. Entrambe però devono essere finalizzate alla lettura del tempo e se la politica riversa sulla comunicazione le responsabilità imbocca una scorciatoia che non paga. Per Antonione, infine, la politica oggi è tutto fuorché forte e vive una debolezza ormai strutturale e scaricare le responsabilità sulla comunicazione è la cosa più sbagliata che si possa fare. Non voglio assolvere il mondo dell'informazione, ma occorre aprire una riflessione generale perché nella nostra società prevalgono gli interessi particolari. Quanto alla situazione italiana, da tutti considerata anomala per la presenza nel sistema della comunicazione di una grande azienda privata, per Antonione il vero pericolo è quando non si sa veramente chi sta dietro all'informazione. Ciò che serve è la trasparenza. "Il rapporto tra media e politica non è eliminabile, ma di sicuro, da una parte, dobbiamo risolvere in modo adeguato il conflitto di interessi che determina l'anomalia italiana, dall'altra bisogna creare un diaframma tra il servizio pubblico televisivo e la politica creando una apposita Fondazione, che permetta alla Rai di avere una governance normale, con un amministratore delegato in grado di prendere decisioni senza dover riunire ogni settimana il consiglio di amministrazione". Ad affermarlo, il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, intervenuto a Trieste al convegno organizzato dal Comitato regionale per le comunicazioni del Friuli Venezia Giulia (Corecom Fvg) su Media e politica, tra controllo, complicità e conflitto. "Il duopolio televisivo - ha aggiunto Gentiloni - rende l'Italia un'anomalia perché raggruppa una forza economica di frequenze, di pubblicità, di ascolti straordinaria. Certamente le tecnologie e il digitale aiuteranno a ridurre il peso del duopolio, ma servono anche provvedimenti di legge che limitino la forza delle posizioni dominanti". L'intervento del ministro ha messo il sigillo a un convegno che ha affrontato argomenti resi roventi dalle intercettazioni telefoniche tra dirigenti Rai e Mediaset. E' stato Sebastiano Sortino, commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, a precisare le fonti normative della par condicio, confrontandole con altri paesi europei, come Francia ed Inghilterra. Il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Alessandro Tesini ha richiamato i giornalisti alla specialità della merce informazione e il preside della facoltà di Scienze della formazione dell'università di Trieste Giuseppe Battelli ha ricordato lo storico Marc Bloch, che già nel 1921 aveva stigmatizzato la manipolazione delle notizie da parte dei governi per la propaganda bellica. "In Italia - ha detto in apertura il presidente del Corecom Fvg Franco Del Campo - sembra esserci una continua osmosi tra media e politica. L'ansia di apparire, che pure è umanamente comprensibile, per chi fa politica rischia di diventare una sorta di bulimia mediatica, quasi una malattia professionale, vista la spirale che lega il consenso alla notorietà e quindi ai voti. Per quanto riguarda la vicenda delle intercettazioni - ha detto ancora Del Campo - è del tutto evidente una continua osmosi tra Rai e Mediaset di presentatori, soubrette, direttori di telegiornali, quiz, pacchi della fortuna e reality: non deve quindi meravigliare se c'è una sorta di entropia che rende tutto piattamente uniforme". Dopo l'intervento di Andrea Romano, editorialista della Stampa, che ha analizzato la modernizzazione della comunicazione politica, che fino a quel momento era preistorica, del partito laburista in Inghilterra con Tony Blair, si è aperto un dibattito a cui hanno partecipato il direttore del Piccolo Sergio Baraldi, il senatore Roberto Antonione (Fi), gli onorevoli Gianni Cuperlo (Pd) e Roberto Menia (An), e Roberto Weber, presidente della società di ricerca Swg. Cuperlo ha ricordato l'influenza di importanti gruppi editoriali nella determinazione del leader del centro sinistra che nel 2001 si è contrapposto a Berlusconi ("è stato scelto Rutelli, mettendo da parte Amato, perché aveva avuto una buona esposizione mediatica dopo il Giubileo"). Menia ha sottolineato che "la debolezza della politica sta nell'incapacità di dare risposte rapide alle esigenze delle persone", mentre Antonione ha dichiarato che "esiste senza dubbio un conflitto d'interesse, visto che abbiamo un imprenditore dell'informazione come leader politico, ma almeno ciò avviene in piena trasparenza". Baraldi, ha difeso il ruolo e l'autonomia della stampa nei confronti della politica e Weber ha detto che troppo spesso i sondaggi, invece di essere una fonte di previsione, vengo utilizzati come un effetto annuncio con finalità strumentali a vantaggio della politica". . <<BACK.


Class action, al giudice liquidazione allargata (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-05 - pag: 32 autore: Manovra 2008/2. Fissazione dei criteri o indicazione diretta della somma Class action, al giudice liquidazione allargata Si profila un meccanismo di adesione per iscritto Giovanni Negri MILANO Modifiche in due fasi alla class action. Saldate in un'intesa tra Governo e maggioranza. La scorsa settimana l'Esecutivo ha presentato un emendamento alla disciplina votata dal Senato che interviene su tre aspetti cruciali: l'estensione dei soggetti legittimati ad agire, una migliore definizione degli interessi che si possono fare valere con l'azione collettiva,un articolato filtro di ammissibilità. Ma l'obiettivo finale è più ampio. E prevede anche la definizione di un meccanismo di ingresso nella classe e di migliore regolamentazione delle prerogative del giudice e dei poteri di iniziativa dell'impresa. Alla fine del percorso dovrebbe essere approvata definitivamente una versione dell'azione collettiva più equilibrata dell'attuale, anche se alcuni elementi di criticità sono già evidenti. Una prima versione dell'emendamento messo a punto dai tecnici del ministero della Giustizia conteneva già tutte le parti del futuro assetto normativo. Poi, però, anche per una forma di rispetto nei confronti del Parlamento, la decisione finale è stata quella di inserire nella proposta governativa solo una parte della nuova disciplina, affidando quella successiva, peraltro necessaria alla luce di un testo, come quello uscito dal Senato, che aveva bisogno di un profondo aggiustamento, a emendamenti presentati da deputati della maggioranza. Emendamenti che, peraltro, non mancano, visto che ne sono state proposte diverse decine. La selezione sarà fatta innanzitutto con la votazione in commissione Bilancio e poi in Aula, per tornare poi al Senato doveè probabile che su tutta la manovra venga messa la fiducia. Maè anche possibile che alla fine il Governo decida di presentare un maxiemendamento finale a tutta la manovra sciogliendo direttamente i nodi principali. I punti che dovrebbero arricchire la fisionomia della class action risponderebbero a due domande: come si entra nella classe e quali sono gli effetti della sentenza di accoglimento dell'azione collettiva? Il meccanismo messo a punto dal Governo prevede un'adesione scritta da presentare da ogni interessato all'associazione che ha proposto l'azione fino alla pronuncia di appello e fino al momento della presentazione delle conclusioni. Tutte da verificare però le modalità di pubblicità dell'avvio della class action. Una volta pronunciata la sentenza che accoglie la pretesa dei consumatori, il giudice può fissare solo i criteri di liquidazione oppure determinare la somma che l'impresa dovrà versare. L'impresa, a sua volta, ha a disposizione 60 giorni per formulare una sua proposta; se va oltre questo limite o la sua proposta non è stata accettata si andrà davanti alla Camera di conciliazione.


Scelta ricca di incognite (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2007-12-05 - pag: 32 autore: INTERVISTA Sergio Dompé Presidente Farmindustria "Scelta ricca di incognite" Isabella Bufacchi ROMA "La class action è una garanzia ulteriore per il consumatore che va introdotta in Italia. Ma la legge sull'azione collettiva risarcitoria, oltre a proteggere il consumatore, deve anche proteggere le industrie contro il rischio di ricatti e danni derivanti dai tempi lunghi della giustizia civile. Questa class action, senza una riorganizzazione giuridica e senza la specializzazione del giudice-filtro, potrebbe bloccare le attività di ricerca nel campo farmaceutico in Italia". Sergio Dompé, presidente di Farmindustria ed ex-presidente dell'associazione Biotech, non ha dubbi sulla gravitàdell'impatto di una class action mal strutturata sul mondo delle imprese farmaceutiche. In un'intervista al Sole- 24 Ore, Dompé accoglie favorevolmente il risarcimento collettivo ma lancia un allarme sui rischi che il Paese sta correndo se la legge non dovesse sciogliere tre nodi: i tempi della giustizia, la specializzazione del giudice che decide l'ammissibilità delle domande e la valutazione di chi sarà legittimato ad agire. Nodi che si stringeranno come un cappio attorno al collo delle industrie. è ancora presto per dire come sarà la class action: dopo il blitz dei senatori ManzioneBordon sono in arrivo correzioni da Governo e Camera... La class action è una garanzia importante per il consumatore e va fatta ma bisogna evitare gli eccessi di penalizzazione per le industrie. Rischiano di aumentare a dismisura i rischi legali per le imprese. Quali sono le penalizzazioni che allarmano di più? Il testo di legge attuale lascia aperti troppi interrogativi: non vi è certezza sui tempi della giustizia, quanti giorni, mesi, anni dovrà attendere un'impresa per sapere se una class action infondata o ricattatoria sarà inammissibile? Quanto tempo ci vorrà prima di stabilire l'entità della somma del risarcimento? Il giudice avrà le competenze adeguate per occuparsi di risarcimento danni in campi specialistici? La legge sarà retroattiva, sanerà atti contrattuali ed extra-contrattuali pregressi? Il settore "salute" negli Usa, madrepatria della class action, è sotto attacco: accadrà lo stesso in Italia? In Italia abbiamo uno dei migliori rapporti tra qualità e prezzo nell'accessibilità dei farmaci in Europa. Ma intanto le cause nel campo della salute aumentano a ritmi vertiginosi, nella chirurgia estetica le azioni legali hanno un crescendo rossiniano. Senza class action. La norma in Finanziaria che incrementa la deducibilità degli oneri sui nuovi contratti per la ricerca è un passo molto importante e ne siamo grati al Governo. Ma se nella stessa Finanziaria dovesse decollare una class action mal strutturata, temo il blocco nella sperimentazione clinica nella ricerca farmaucetica: gli effetti collaterali imprevisti ci sono molto spesso e le imprese non correranno il rischio di un'azione collettiva che, in assenza di tempi certi della giustizia, di giudici spe-cializzati e di filtri efficaci, potrebbe danneggiare enormemente l'industria. Chi non sceglierà la strada dell'espatrio? Io con la mia impresa faccio ricerca farmaceutica negli Usa e lì non temo la class action, in Italia vorrei avere almeno le stesse garanzie. "Servono tempi certi e magistrati specializzati Rischio di blocco della sperimentazione" IMAGOECONOMICA Il presidente. Sergio Dompé.


Ma è un provvedimento di destra o di sinistra? (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 05-12-2007)

 

class="hilite">Class class="term">action Ma è un provvedimento di destra o di sinistra? Ugo Mattei La class="term">class class="term">action viene da molti considerata come una sostanziosa novità "di sinistra", visto che ha provocato rimostranze da parte del presidente di Confindustria. In verità, l'azione collettiva costituisce una riforma assai poco incisive sul piano operativo, in mancanza di una serie di altri accorgimenti (del tutto assenti) che ne consentano un' efficace "posa in opera" (in particolare i così detti danni punitivi ed il potenziamento degli strumenti istruttori dell'attore civile) mentre, sul piano simbolico, partecipa, sotto almeno tre profili ad una tendenza dominante che andrebbe invece abbandonata. Innanzitutto, essa continua un processo di "americanizzazione" del diritto italiano, che porta la nostra cultura giuridica dominante ad ammirare in modo del tutto acritico un' esperienza - quella degli Stati Uniti - che andrebbe viceversa sottoposta ad una radicale critica di civiltà. Dopo il Codice di Procedura penale del 1988, che ha spinto i nostri Pm a divenire sempre più cacciatori di colpevoli piuttosto che equilibrati ricercatori della verità; dopo la riforma del diritto societario, che ha rafforzato una visione "contrattualistica" e non organicistica dell' impresa, arriva adesso la class="term">class class="term">action con il suo bagaglio di incrollabile fede nella giustizia civile come efficace controllo pubblico delle attività nocive di impresa. La class="term">class class="term">action all' italiana, poi, costituisce un altro passo avanti in quell' insopportabile tendenza (fortemente accentuate dal diritto della Comunità europea) a ridurre il cittadino a consumatore e, più in generale, l' esperienza del vivere civile a rapporto di scambio commerciale. Nel suo modello originario made in Usa, la class="term">class class="term">action non è affatto ristretta a strumento di tutela dei consumatori e tanto meno essa è a disposizione delle sole associazioni di consumatori. Una delle sue funzioni più caratteristiche è piuttosto quella di tutelare i diritti civili nei confronti della discriminazione e dello sfruttamento. Proprio a causa di questa funzione (in materia di lavoro come di diritti delle minoranze) è percepita come uno strumento giuridico a vocazione "progressista". Nella versione italiana tutto ciò si perde. La class="term">class class="term">action italiana produce un altro piccolo spostamento del baricentro del sistema giuridico verso un modello di tutela dei diritti "ex post" in cui viene sostanzialmente tollerata la violazione dei diritti, purché se ne risarciscano successivamente i titolari. La tutela ex post è una caratteristica profonda della tradizione di common law anglo-americano, nettamente funzionale ad una visione puramente utilitaristica dei diritti (sostanzialmente ridotti ad interessi economici), che finisce per favorire i soggetti più facoltosi che possono così "appropriarsi" di diritti altrui per il sol fatto di poter risarcirne i titolari. Si tratta di una profonda divergenza di cultura giuridica rispetto a sistemi, quali quelli latini, fondati su rigorosi controlli di legalità svolti ex ante dai notai o da "occhiute" pubbliche amministrazioni. Tale specificità culturale è posta sempre più sotto attacco dai poteri forti. La posta in gioco è evidente in questioni delicate come l' accettabilità degli Ogm, dai cui danni noi europei preferiamo proteggerci ex ante piuttosto che cercare di rimediare ex post ai potenziali disastri. Questa cultura dei diritti andrebbe difesa senza indugi dalla nostra sinistra se si vuole mantenere una cultura dei diritti e non dei meri interessi. Insomma, il segnale che la class="term">class class="term">action offre, certo non si pone in controtendenza rispetto ad un generalizzato appiattimento della sinistra su una retorica dominante che ci spinge a giocare sul terreno altrui. E' questo il clima in cui il sottosegretario Alfiero Grandi ha rivendicato come un "nostro", cioè di sinistra, successo la riduzione dell' Ici sulla prima casa e la promessa di alleggerire la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti in caso di futuri tesoretti. La verità è che la riduzione delle tasse, non è mai una politica di sinistra, perché c'è sempre qualcuno piu' debole di colui al quale si vuole fare lo sconto. La riduzione della pressione fiscale ha lo stesso effetto dell'evasione: mina le radici della solidarietà sociale. Proprio come l' affievolimento della tutela dei diritti dalla precauzione ex ante al risarcimento ex post.


L'ALLARME DI MONTEZEMOLO "Statali, basta assenteismo" (sezione: Class action)

( da "TgFin.it" del 05-12-2007)

 

"Statali, assenteismo costa 1% Pil" Montezemolo accusa il settore pubblico L'assenteismo nella Pubblica amministrazione ci costa un punto del Pil. Parola del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, secondo il quale "azzerare le assenze diverse dalle ferie porterebbe a un risparmio di quasi un punto di Pil, 14,1 miliardi: 8,3 negli enti centrali e 5,9 in quelli locali". Assimilare le assenze totali, ferie comprese, al settore privato, farebbe risparmiare secondo Montezemolo 11,1 miliardi. "L'assenteismo" ha detto Montezemolo "è l'emblema dell'inefficienza e del cattivo funzionamento della pubblica amministrazione, il fenomeno più evidente e clamoroso". E ha poi tracciato una sorta di classifica dell'assenteismo. "Tra ferie e permessi vari un pubblico dipendente è fuori ufficio mediamente un giorno di lavoro su cinque. Tra i ministeri il top si raggiunge al ministero della Difesa, con 65 giornate di assenza in un anno, seguiti da ministero dell'Economia e da quello dell'Ambiente, entrambi con oltre 60 giorni. Altrettanto elevato è l'assenteismo nell'Agenzia delle Entrate. All'Inpdap si sfondano i 67 giorni". Negli enti locali, aggiunge Montezemolo, "spicca il Comune di Bolzano con 74 giorni di assenza all'anno, pari al 29% delle giornate lavorative. Oltre 70 giorni anche il Comune di La Spezia e la Provincia di Ascoli Piceno". Montezemolo torna poi a sollecitare la missione competitiva dell'Italia dicendo: "Questo Paese, che è fatto di eccellenze, non può più accettare questo tasso di crescita così modesto". "Ognuno deve fare la propria parte" aggiunge. "Bisogna fare di più ma se guardo ai dati dell'export vedo che la crescita è dovuta al fatto che le imprese hanno reagito". ITALIA SEMPRE CENTRATA SULLE CASTE Montezemolo ha poi puntato il dito contro la scarsa mobilità sociale, diffusa in tutto il Paese secondo il leader di Confindustria, con l'unica parziale eccezione delle regioni del Nord. "Tra le persone di 18-36 anni sei figli di operai su 10 fanno gli operai, una quota che è addirittura in aumento rispetto alle generazioni precedenti". Lo stesso accade anche per le attività di più alto livello: "Sette figli di professionisti, imprenditori e dirigenti fanno i professionisti, gli imprenditori o i dirigenti". In tutto il Paese, ha spiegato Montezemolo, e anche nel settore privato e nelle industrie c'è spazio per accrescere l'efficienza e aumentare la produttività. Il livello della produttività nei diversi settori dell'economia è nettamente inferiore, tra il 20 e il 25% rispetto a quello che si osserva nei nostri Paesi concorrenti europei. Aumentare la produttività è l'unica strada per aumentare il livello delle retribuzioni. Margini di miglioramento ci sono anche nella scuola specialmente nella formazione per gli studenti più giovani. L'Italia, in questo campo, è già molto indietro nella graduatoria internazionale e la sua posizione sta peggiorando ulteriormente. Quanto alla preparazione degli studenti italiani, l'Italia è fra il 33esimo e il 38esimo posto, a seconda delle materia, su 57 Paesi analizzati. Si tratta, ha detto Montezemolo, di "risultati mortificanti di per sè, ma ancora di più se pensiamo che peggiorano rispetto alle precedenti rilevazioni". GLI ALTRI ARTICOLI Montezemolo: "class="hilite">Una class-class="term">action all'amatriciana" Montezemolo: "Pensioni, tolte risorse ai giovani" VAI A: Tgfin Homepage IN PRIMO PIANO Padoa-Schioppa, nuovi "prelievi": ci servono 30 miliardi in 3 anni Fiat, un investimento da 110 mln di euro per rilanciare il Sud Pretendenti Alitalia, giù le carte Giallo sui tedeschi di Lufthansa Ai regali sotto l'albero gli italiani proprio non rinunciano: ma 1 su 2 non spenderà più di 200 euro, e anche a rate GRAFICHE.


Azioni legali contro il rincaro delle bollette (sezione: Class action)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 05-12-2007)

 

OCCHIOBELLO Molti cittadini partecipanti all'assemblea pubblica si sono dichiarati disponibili a contrastare gli aumenti delle tariffe dell'acqua potabile Azioni legali contro il rincaro delle bollette Molti cittadini sono pronti a perseguire azioni legali collettive contro il rincaro delle bollette dell'acqua e il pagamento di somme retroattive (cioè che partono da genniao 2006), dovuto all'aumento delle tariffe stabilito dall'Ato nell'ottobre del 2006. Questo ciò che è emerso dall'incontro promosso nei giorni scorsi da Rifondazione Comunista sul tema del "caro acqua, quanto ci costi?" e contro la politica tariffaria perseguita da Polesine Servizi con il supporto dell'assemblea dei sindaci. L'assemblea, che ha riunito al centro sociale di Santa Maria Maddalena una cinquantina di persone, ha visto il battesimo ufficiale di un nuovo comitato cittadino per l'acqua e i servizi, "sviluppato dal basso - dice l'esponente di Rifondazione Lorenzo Feltrin - dal solo disagio espresso dalle persone presenti. Su un semplice foglio in moltissimi hanno dato i loro nominativi per dire io ci sono, per partecipare collettivamente per un proprio diritto".Per Feltrin, "sul tema del caro acqua, i cittadini vogliono vederci chiaro. Proprio per questo l'intervento di un responsabile legale come l'avvocato Alberghini è risultato di fondamentale importanza per spiegare gli elementi di illegittimità sugli aumenti deliberati dall'Ato. Tra questi, la revisione del Piano e la rimodulazione delle tariffe, che non rispetterebbero i parametri fissati dalla normativa ed, ancora più palese, il fatto che gli aumenti stabiliti ad ottobre 2006 sono stati fatti decorrere dal gennaio precedente (che è poi il motivo per cui nelle ultime bollette troviamo allegata la tabella che dice quanto in più bisogna pagare come "conguaglio 2006")". Su questo ultimo aspetto, nel corso dell'assemblea è stato spiegato come promuovere azioni legali da parte dei cittadini in forma singola o associata. In forma singola è la maniera più semplice: cioè la possibilità di andare singolarmente da un giudice di pace, per discutere di questo problema. Intanto, è già disponibile una mail acquacomitato@gmail.com alla quale chi è interessato può inviare pareri e segnalazioni, e richiedere anche l'iscrizione alla mailing list per poter essere aggiornati sulle iniziative. A breve verrà sviluppato anche un sito internet ad hoc, dove riportare tutta la documentazione relativa (http://comitatoacqua.occhiobello.altervista.org). Chi invece non avesse familiarità con il computer può contattare telefonicamente il 3397181654.M.F.


DECRETO LEGISLATIVO 23 Ottobre 2007 , n. 221 (sezione: Class action)

( da "superEva notizie" del 05-12-2007)

 

Legislazione anno 2007 DECRETO LEGISLATIVO 23 Ottobre 2007 , n. 221 A cura di Giuseppe Salvi Pubblicato il 05/12/2007 " Invia tramite EMAIL " Versione per la STAMPA " Le vostre opinioni Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del consumo, a norma dell'articolo 7, della legge 29 luglio 2003, n. 229. IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; Vista la legge 29 luglio 2003, n. 229, recante interventi in materia di qualita' della regolazione, riassetto normativo e codificazione - Legge di semplificazione 2001, ed in particolare l'articolo 7, concernente il riassetto in materia di tutela dei consumatori, e l'articolo 20-bis; Visto il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del consumo, e successive modificazioni; Visto l'articolo 1, comma 14, della legge 12 luglio 2006, n. 228, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 maggio 2006, n. 173; Visto il decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233; Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 luglio 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 167 del 20 luglio 2006; Visto il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 190, recante attuazione della direttiva 2002/65/CE relativa alla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori; Visti gli articoli 19-bis e 31-bis del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51; Visto il decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 146; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 13 settembre 2007; Acquisito il parere della Conferenza unificata, ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella riunione del 20 settembre 2007; Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi nell'adunanza dell'8 ottobre 2007; Acquisito il parere delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica; Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 23 ottobre 2007; Sulla proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro per le politiche europee, di concerto con i Ministri per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, della giustizia, dell'economia e delle finanze e della salute; E m a n a il seguente decreto legislativo: Art. 1. Modifiche alle premesse del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al settimo capoverso delle premesse al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del consumo, di seguito indicato, come "Codice del consumo", dopo le parole: "ai sensi dell'articolo 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183" sono aggiunte le seguenti: ", come modificato dal decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 25, di attuazione della direttiva 1999/34/CE". Art. 2. Modifiche all'articolo 2 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 2 dell'articolo 2 del Codice del consumo, dopo la lettera c) e' inserita la seguente: "c-bis) all'esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealta';". Art. 3. Modifiche all'articolo 3 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1 dell'articolo 3 del Codice del consumo, dopo le parole: "presente codice" sono inserite le seguenti: " ove non diversamente previsto,". 2. Al comma 1, lettera a), dell'articolo 3 del Codice del consumo, dopo la parola: "imprenditoriale" sono inserite le seguenti: ",commerciale, artigianale". 3. Al comma 1, lettera c), dell'articolo 3 del Codice del consumo dopo la parola: "imprenditoriale" sono inserite le seguenti: ",commerciale, artigianale". 4. Al comma 1, lettera d), dell'articolo 3 del Codice del consumo, le parole: "articolo 115, comma 1" sono sostituite dalle seguenti: "articolo 115, comma 2-bis". 5. Al comma 1, lettera e), dell'articolo 3 del Codice del consumo dopo le parole: "fatto salvo quanto stabilito" sono inserite le seguenti: "nell'articolo 18, comma 1, lettera c), e". Art. 4. Modifiche alla rubrica del titolo III, parte II, del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Alla rubrica del titolo III della parte II del Codice del consumo, prima della parola: "Pubblicita" sono anteposte le seguenti: "Pratiche commerciali,". Art. 5. Modifiche all'articolo 33 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 2, lettera a), dell'articolo 33 del Codice del consumo, la parola: "dando" e' sostituita dalla seguente: "danno". Art. 6. Modifiche all'articolo 38 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1 dell'articolo 38 del Codice del consumo, dopo le parole: "previsto dal" e' inserita la seguente: "presente". Art. 7. Modifiche all'articolo 51 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1, lettera a), dell'articolo 51 del Codice del consumo, le parole: ", un elenco indicativo dei quali e' riportato nell'allegato I" sono sostituite dalle seguenti: "di cui agli articoli 67-bis e seguenti del presente Codice". Art. 8. Modifiche all'articolo 57 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, come modificato dal decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 146 1. Il comma 2 dell'articolo 57 del Codice del consumo, come modificato dall'articolo 2 del decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 146, e' sostituito dal seguente: "2. Salve le sanzioni previste dall'articolo 62, ogni fornitura non richiesta di cui al presente articolo costituisce pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 21, 22, 23, 24, 25 e 26.". Art. 9. Inserimento della sezione IV-bis al capo I del titolo III della parte III del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Dopo l'articolo 67 del Codice del consumo sono inseriti i seguenti: Sezione IV-bis Commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori Art. 67-bis Oggetto e campo di applicazione 1. Le disposizioni della presente sezione si applicano alla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori, anche quando una delle fasi della commercializzazione comporta la partecipazione, indipendentemente dalla sua natura giuridica, di un soggetto diverso dal fornitore. 2. Per i contratti riguardanti servizi finanziari costituiti da un accordo iniziale di servizio seguito da operazioni successive o da una serie di operazioni distinte della stessa natura scaglionate nel tempo, le disposizioni della presente sezione si applicano esclusivamente all'accordo iniziale. Se non vi e' accordo iniziale di servizio, ma le operazioni successive o distinte della stessa natura scaglionate nel tempo sono eseguite tra le stesse parti contrattuali, gli articoli 67-quater, 67-quinquies, 67-sexies, 67-septies, 67-octies, 67-novies e 67-decies si applicano solo quando e' eseguita la prima operazione. Tuttavia, se nessuna operazione della stessa natura e' eseguita entro un periodo di un anno, l'operazione successiva e' considerata come la prima di una nuova serie di operazioni e, di conseguenza, si applicano le disposizioni degli articoli 67-quater, 67-quinquies, 67-sexies, 67-septies, 67-octies, 67-novies e 67-decies. 3. Ferme restando le disposizioni che stabiliscono regimi di autorizzazione per la commercializzazione dei servizi finanziari in Italia, sono fatte salve, ove non espressamente derogate, le disposizioni in materia bancaria, finanziaria, assicurativa, dei sistemi di pagamento e di previdenza individuale, nonche' le competenze delle autorita' indipendenti di settore. Art. 67-ter. Definizioni 1. Ai fini della presente sezione si intende per: a) contratto a distanza: qualunque contratto avente per oggetto servizi finanziari, concluso tra un fornitore e un consumatore ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera a); b) servizio finanziario: qualsiasi servizio di natura bancaria, creditizia, di pagamento, di investimento, di assicurazione o di previdenza individuale; c) fornitore: qualunque persona fisica o giuridica, soggetto pubblico o privato, che, nell'ambito delle proprie attivita' commerciali o professionali, e' il fornitore contrattuale dei servizi finanziari oggetto di contratti a distanza; d) consumatore: qualunque soggetto di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a) del presente codice; e) tecnica di comunicazione a distanza: qualunque mezzo che, ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera b), del presente codice, possa impiegarsi per la commercializzazione a distanza di un servizio finanziario tra le parti; f) supporto durevole: qualsiasi strumento che permetta al consumatore di memorizzare informazioni a lui personalmente dirette in modo che possano essere agevolmente recuperate durante un periodo di tempo adeguato ai fini cui sono destinate le informazioni stesse, e che consenta la riproduzione immutata delle informazioni memorizzate; g) operatore o fornitore di tecnica di comunicazione a distanza: qualunque persona fisica o giuridica, pubblica o privata, la cui attivita' commerciale o professionale consista nel mettere a disposizione dei fornitori una o piu' tecniche di comunicazione a distanza; h) reclamo del consumatore: una dichiarazione, sostenuta da validi elementi di prova, secondo cui un fornitore ha commesso o potrebbe commettere un'infrazione alla normativa sulla protezione degli interessi dei consumatori; i) interessi collettivi dei consumatori: gli interessi di un numero di consumatori che sono stati o potrebbero essere danneggiati da un'infrazione. Art. 67-quater. Informazione del consumatore prima della conclusione del contratto a distanza 1. Nella fase delle trattative e comunque prima che il consumatore sia vincolato da un contratto a distanza o da un'offerta, gli sono fornite le informazioni riguardanti: a) il fornitore; b) il servizio finanziario; c) il contratto a distanza; d) il ricorso. 2. Le informazioni di cui al comma 1, il cui fine commerciale deve risultare in maniera inequivocabile, sono fornite in modo chiaro e comprensibile con qualunque mezzo adeguato alla tecnica di comunicazione a distanza utilizzata, tenendo debitamente conto in particolare dei doveri di correttezza e buona fede nella fase precontrattuale e dei principi che disciplinano la protezione degli incapaci di agire e dei minori. 3. Le informazioni relative agli obblighi contrattuali, da comunicare al consumatore nella fase precontrattuale, devono essere conformi agli obblighi contrattuali imposti dalla legge applicabile al contratto a distanza anche qualora la tecnica di comunicazione impiegata sia quella elettronica. 4. Se il fornitore ha sede in uno Stato non appartenente all'Unione europea, le informazioni di cui al comma 3 devono essere conformi agli obblighi contrattuali imposti dalla legge italiana qualora il contratto sia concluso. Art. 67-quinquies. Informazioni relative al fornitore 1. Le informazioni relative al fornitore riguardano: a) l'identita' del fornitore e la sua attivita' principale, l'indirizzo geografico al quale il fornitore e' stabilito e qualsiasi altro indirizzo geografico rilevante nei rapporti tra consumatore e fornitore; b) l'identita' del rappresentante del fornitore stabilito in Italia e l'indirizzo geografico rilevante nei rapporti tra consumatore e rappresentante, quando tale rappresentante esista; c) se il consumatore ha relazioni commerciali con un professionista diverso dal fornitore, l'identita' del professionista, la veste in cui agisce nei confronti del consumatore, nonche' l'indirizzo geografico rilevante nei rapporti tra consumatore e professionista; d) se il fornitore e' iscritto in un registro commerciale o in un pubblico registro analogo, il registro di commercio in cui il fornitore e' iscritto e il numero di registrazione o un elemento equivalente per identificarlo nel registro; e) qualora l'attivita' del fornitore sia soggetta ad autorizzazione, gli estremi della competente autorita' di controllo. Art. 67-sexies. Informazioni relative al servizio finanziario 1. Le informazioni relative al servizio finanziario riguardano: a) una descrizione delle principali caratteristiche del servizio finanziario; b) il prezzo totale che il consumatore dovra' corrispondere al fornitore per il servizio finanziario, compresi tutti i relativi oneri, commissioni e spese e tutte le imposte versate tramite il fornitore o, se non e' possibile indicare il prezzo esatto, la base di calcolo del prezzo, che consenta al consumatore di verificare quest'ultimo; c) se del caso, un avviso indicante che il servizio finanziario e' in rapporto con strumenti che implicano particolari rischi dovuti a loro specifiche caratteristiche o alle operazioni da effettuare, o il cui prezzo dipenda dalle fluttuazioni dei mercati finanziari su cui il fornitore non esercita alcuna influenza, e che i risultati ottenuti in passato non costituiscono elementi indicativi riguardo ai risultati futuri; d) l'indicazione dell'eventuale esistenza di altre imposte e costi non versati tramite il fornitore o non fatturati da quest'ultimo; e) qualsiasi limite del periodo durante il quale sono valide le informazioni fornite; f) le modalita' di pagamento e di esecuzione, nonche' le caratteristiche essenziali delle condizioni di sicurezza delle operazioni di pagamento da effettuarsi nell'ambito dei contratti a distanza; g) qualsiasi costo specifico aggiuntivo per il consumatore relativo all'utilizzazione della tecnica di comunicazione a distanza, se addebitato; h) l'indicazione dell'esistenza di collegamenti o connessioni con altri servizi finanziari, con la illustrazione degli eventuali effetti complessivi derivanti dalla combinazione. Art. 67-septies. Informazioni relative al contratto a distanza 1. Le informazioni relative al contratto a distanza riguardano: a) l'esistenza o la mancanza del diritto di recesso conformemente all'articolo 67-duodecies e, se tale diritto esiste, la durata e le modalita' d'esercizio, comprese le informazioni relative all'importo che il consumatore puo' essere tenuto a versare ai sensi dell'articolo 67-terdecies, comma 1, nonche' alle conseguenze derivanti dal mancato esercizio di detto diritto; b) la durata minima del contratto a distanza, in caso di prestazione permanente o periodica di servizi finanziari; c) le informazioni relative agli eventuali diritti delle parti, secondo i termini del contratto a distanza, di mettere fine allo stesso prima della scadenza o unilateralmente, comprese le penali eventualmente stabilite dal contratto in tali casi; d) le istruzioni pratiche per l'esercizio del diritto di recesso, comprendenti tra l'altro il mezzo, inclusa in ogni caso la lettera raccomandata con avviso di ricevimento, e l'indirizzo a cui deve essere inviata la comunicazione di recesso; e) lo Stato membro o gli Stati membri sulla cui legislazione il fornitore si basa per instaurare rapporti con il consumatore prima della conclusione del contratto a distanza; f) qualsiasi clausola contrattuale sulla legislazione applicabile al contratto a distanza e sul foro competente; g) la lingua o le lingue in cui sono comunicate le condizioni contrattuali e le informazioni preliminari di cui al presente articolo, nonche' la lingua o le lingue in cui il fornitore, con l'accordo del consumatore, si impegna a comunicare per la durata del contratto a distanza. Art. 67-octies. Informazioni relative al ricorso 1. Le informazioni relative al ricorso riguardano: a) l'esistenza o la mancanza di procedure extragiudiziali di reclamo e di ricorso accessibili al consumatore che e' parte del contratto a distanza e, ove tali procedure esistono, le modalita' che consentono al Consumatore di avvalersene; b) l'esistenza di fondi di garanzia o di altri dispositivi di indennizzo. Art. 67-novies. Comunicazioni mediante telefonia vocale 1. In caso di comunicazioni mediante telefonia vocale: a) l'identita' del fornitore e il fine commerciale della chiamata avviata dal fornitore sono dichiarati in maniera inequivoca all'inizio di qualsiasi conversazione con il consumatore; b) devono essere fornite, previo consenso del consumatore, solo le informazioni seguenti: 1) l'identita' della persona in contatto con il consumatore e il suo rapporto con il fornitore; 2) una descrizione delle principali caratteristiche del servizio finanziario; 3) il prezzo totale che il consumatore dovra' corrispondere al fornitore per il servizio finanziario, comprese tutte le imposte versate tramite il fornitore o, se non e' possibile indicare il prezzo esatto, la base di calcolo del prezzo, che consenta al consumatore di verificare quest'ultimo; 4) l'indicazione dell'eventuale esistenza di altre imposte e/o costi non versati tramite il fornitore o non fatturati da quest'ultimo; 5) l'esistenza o la mancanza del diritto di recesso conformemente all'articolo 67-duodecies e, se tale diritto esiste, la durata e le modalita' d'esercizio, comprese le informazioni relative all'importo che il consumatore puo' essere tenuto a versare ai sensi dell'articolo 67-terdecies, comma 1. 2. Il fornitore comunica al consumatore che altre informazioni sono disponibili su richiesta e ne precisa la natura. Il fornitore comunica in ogni caso le informazioni complete quando adempie ai propri obblighi ai sensi dell'articolo 67-undecies. Art. 67-decies. Requisiti aggiuntivi in materia di informazioni 1. Oltre alle informazioni di cui agli articoli 67-quater, 67-quinquies, 67-sexies, 67-septies e 67-octies sono applicabili le disposizioni piu' rigorose previste dalla normativa di settore che disciplina l'offerta del servizio o del prodotto interessato. 2. Il Ministero dello sviluppo economico comunica alla Commissione europea le disposizioni nazionali sui requisiti di informazione preliminare che sono aggiuntive rispetto a quelle di cui all'articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2002/65/CE. 3. Le autorita' di vigilanza del settore bancario, assicurativo, finanziario e della previdenza complementare comunicano al Ministero dello sviluppo economico le disposizioni di cui al comma 2, per le materie di rispettiva competenza. 4. Le informazioni di cui al comma 2 sono messe a disposizione dei consumatori e dei fornitori, anche mediante l'utilizzo di sistemi telematici, a cura del Ministero dello sviluppo economico. Art. 67-undecies. Comunicazione delle condizioni contrattuali e delle informazioni preliminari 1. Il fornitore comunica al consumatore tutte le condizioni contrattuali, nonche' le informazioni di cui agli articoli 67-quater, 67-quinquies, 67-sexies, 67-septies, 67-octies, 67-novies e 67-decies, su supporto cartaceo o su un altro supporto durevole, disponibile e accessibile per il consumatore in tempo utile, prima che lo stesso sia vincolato da un contratto a distanza o da un'offerta. 2. Il fornitore ottempera all'obbligo di cui al comma 1 subito dopo la conclusione del contratto a distanza, se quest'ultimo e' stato concluso su richiesta del consumatore utilizzando una tecnica di comunicazione a distanza che non consente di trasmettere le condizioni contrattuali ne' le informazioni ai sensi del comma 1. 3. In qualsiasi momento del rapporto contrattuale il consumatore, se lo richiede, ha il diritto di ricevere le condizioni contrattuali su supporto cartaceo. Inoltre lo stesso ha il diritto di cambiare la tecnica di comunicazione a distanza utilizzata, a meno che cio' non sia incompatibile con il contratto concluso o con la natura del servizio finanziario prestato. Art. 67-duodecies. Diritto di recesso 1. Il consumatore dispone di un termine di quattordici giorni per recedere dal contratto senza penali e senza dover indicare il motivo. 2. Il predetto termine e' esteso a trenta giorni per i contratti a distanza aventi per oggetto le assicurazioni sulla vita di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante Codice delle assicurazioni private, e le operazioni aventi ad oggetto gli schemi pensionistici individuali. 3. Il termine durante il quale puo' essere esercitato il diritto di recesso decorre alternativamente: a) dalla data della conclusione del contratto, tranne nel caso delle assicurazioni sulla vita, per le quali il termine comincia a decorrere dal momento in cui al consumatore e' comunicato che il contratto e' stato concluso; b) dalla data in cui il consumatore riceve le condizioni contrattuali e le informazioni di cui all'articolo 67-undecies, se tale data e' successiva a quella di cui alla lettera a). 4. L'efficacia dei contratti relativi ai servizi di investimento e' sospesa durante la decorrenza del termine previsto per l'esercizio del diritto di recesso. 5. Il diritto di recesso non si applica: a) ai servizi finanziari, diversi dal servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento se gli investimenti non sono stati gia' avviati, il cui prezzo dipende da fluttuazioni del mercato finanziario che il fornitore non e' in grado di controllare e che possono aver luogo durante il periodo di recesso, quali ad esempio i servizi riguardanti: 1) operazioni di cambio; 2) strumenti del mercato monetario; 3) valori mobiliari; 4) quote di un organismo di investimento collettivo; 5) contratti a termine fermo (futures) su strumenti finanziari, compresi gli strumenti equivalenti che si regolano in contanti; 6) contratti a termine su tassi di interesse (FRA); 7) contratti swaps su tassi d'interesse, su valute o contratti di scambio connessi ad azioni o a indici azionari (equity swaps); 8) opzioni per acquistare o vendere qualsiasi strumento previsto dalla presente lettera, compresi gli strumenti equivalenti che si regolano in contanti. Sono comprese in particolare in questa categoria le opzioni su valute e su tassi d'interesse; b) alle polizze di assicurazione viaggio e bagagli o alle analoghe polizze assicurative a breve termine di durata inferiore a un mese; c) ai contratti interamente eseguiti da entrambe le parti su esplicita richiesta scritta del consumatore prima che quest'ultimo eserciti il suo diritto di recesso, nonche' ai contratti di assicurazione obbligatoria della responsabilita' civile per i danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, per i quali si sia verificato l'evento assicurato; d) alle dichiarazioni dei consumatori rilasciate dinanzi ad un pubblico ufficiale a condizione che il pubblico ufficiale confermi che al consumatore sono garantiti i diritti di cui all'articolo 67-undecies, comma 1. 6. Se esercita il diritto di recesso, il consumatore invia, prima dello scadere del termine e secondo le istruzioni che gli sono state date ai sensi dell'articolo 67-septies, comma 1, lettera d), una comunicazione scritta al fornitore, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o altro mezzo indicato ai sensi dell'articolo 67-septies, comma 1, lettera d). 7. Il presente articolo non si applica alla risoluzione dei contratti di credito disciplinata dagli articoli 67, comma 6, e 77. 8. Se ad un contratto a distanza relativo ad un determinato servizio finanziario e' aggiunto un altro contratto a distanza riguardante servizi finanziari prestati da un fornitore o da un terzo sulla base di un accordo tra il terzo e il fornitore, questo contratto aggiuntivo e' risolto, senza alcuna penale, qualora il consumatore eserciti il suo diritto di recesso secondo le modalita' fissate dal presente articolo. Art. 67-ter decies. Pagamento del servizio fornito prima del recesso 1. Il consumatore che esercita il diritto di recesso previsto dall'articolo 67-duodecies, comma 1, e' tenuto a pagare solo l'importo del servizio finanziario effettivamente prestato dal fornitore conformemente al contratto a distanza. L'esecuzione del contratto puo' iniziare solo previa richiesta del consumatore. Nei contratti di assicurazione l'impresa trattiene la frazione di premio relativa al periodo in cui il contratto ha avuto effetto. 2. L'importo di cui al comma 1 non puo': a) eccedere un importo proporzionale all'importanza del servizio gia' fornito in rapporto a tutte le prestazioni previste dal contratto a distanza; b) essere di entita' tale da poter costituire una penale. 3. Il fornitore non puo' esigere dal consumatore il pagamento di un importo in base al comma 1 se non e' in grado di provare che il consumatore e' stato debitamente informato dell'importo dovuto, in conformita' all'articolo 67-septies, comma l, lettera a). Egli non puo' tuttavia in alcun caso esigere tale pagamento se ha dato inizio all'esecuzione del contratto prima della scadenza del periodo di esercizio del diritto di recesso di cui all'articolo 67-duodecies, comma 1, senza che vi fosse una preventiva richiesta del consumatore. 4. Il fornitore e' tenuto a rimborsare al consumatore, entro quindici giorni, tutti gli importi da questo versatigli in conformita' del contratto a distanza, ad eccezione dell'importo di cui al comma 1. Il periodo decorre dal giorno in cui il fornitore riceve la comunicazione di recesso. L'impresa di assicurazione deve adempiere alle obbligazioni derivanti dal contratto, concernenti il periodo in cui il contratto medesimo ha avuto effetto. 5. Il consumatore paga al fornitore il corrispettivo di cui al comma 1 e gli restituisce qualsiasi bene o importo che abbia ricevuto da quest'ultimo entro quindici giorni dall'invio della comunicazione di recesso. Non sono ripetibili gli indennizzi e le somme eventualmente corrisposte dall'impresa agli assicurati e agli altri aventi diritto a prestazioni assicurative. 6. Per i finanziamenti diretti principalmente a permettere di acquistare o mantenere diritti di proprieta' su terreni o edifici esistenti o progettati, o di rinnovare o ristrutturare edifici, l'efficacia del recesso e' subordinata alla restituzione di cui al comma 5. Art. 67-quater decies. Pagamento dei servizi finanziari offerti a distanza 1. Il consumatore puo' effettuare il pagamento con carte di credito, debito o con altri strumenti di Pagamento, ove cio' sia previsto tra le modalita' di pagamento, che gli sono comunicate ai sensi dell'articolo 67-sexies, comma 1, lettera f). 2. Fatta salva l'applicazione dell'articolo 12 del decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, l'ente che emette o fornisce lo strumento di pagamento riaccredita al consumatore i pagamenti non autorizzati o dei quali questi dimostri l'eccedenza rispetto al prezzo pattuito ovvero l'effettuazione mediante l'uso fraudolento della propria carta di pagamento da parte del fornitore o di un terzo. L'ente che emette o fornisce lo strumento di pagamento ha diritto di addebitare al fornitore le somme riaccreditate al consumatore. 3. Fermo restando quanto previsto dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, e successive modifiche ed integrazioni, sul valore probatorio della firma elettronica e dei documenti elettronici, e' in capo all'ente che emette o fornisce lo strumento di pagamento, l'onere di provare che la transazione di pagamento e' stata autorizzata, accuratamente registrata e contabilizzata e che la medesima non e' stata alterata da guasto tecnico o da altra carenza. L'uso dello strumento di pagamento non comporta necessariamente che il pagamento sia stato autorizzato. 4. Relativamente alle operazioni di pagamento da effettuarsi nell'ambito di contratti a distanza, il fornitore adotta condizioni di sicurezza conformi a quanto disposto ai sensi dell'articolo 146 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, avendo riguardo, in particolare, alle esigenze di integrita', di autenticita' e di tracciabilita' delle operazioni medesime. Art. 67-quinquies decies. Servizi non richiesti 1. Il consumatore non e' tenuto ad alcuna prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta. In ogni caso, l'assenza di risposta non implica consenso del consumatore. 2. Salve le sanzioni previste dall'articolo 67-septies-decies, ogni servizio non richiesto di cui al presente articolo costituisce pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 21, 22, 23, 24, 25 e 26. Art. 67-sexies decies. Comunicazioni non richieste 1. L'utilizzazione da parte di un fornitore delle seguenti tecniche di comunicazione a distanza richiede il previo consenso del consumatore: a) sistemi di chiamata senza intervento di un operatore mediante dispositivo automatico; b) telefax. 2. Le tecniche di comunicazione a distanza diverse da quelle indicate al comma 1, quando consentono una comunicazione individuale, non sono autorizzate se non e' stato ottenuto il consenso del consumatore interessato. 3. Le misure di cui ai commi 1 e 2 non comportano costi per i consumatori. Art. 67-septies decies. Sanzioni 1. Salvo che il fatto costituisca reato, il fornitore che contravviene alle norme di cui alla presente sezione, ovvero che ostacola l'esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore ovvero non rimborsa al consumatore le somme da questi eventualmente pagate, e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria, per ciascuna violazione, da euro cinquemila a euro cinquantamila. 2. Nei casi di particolare gravita' o di recidiva, nonche' nell'ipotesi della violazione dell'articolo 67-novies decies, comma 3, i limiti minimo e massimo della sanzione indicata al comma l sono raddoppiati. 3. Le autorita' di vigilanza dei settori bancario, assicurativo, finanziario e della previdenza complementare e, ciascuna nel proprio ambito di competenza, accertano le violazioni alle disposizioni di cui alla presente sezione e le relative sanzioni sono irrogate secondo le procedure rispettivamente applicabili in ciascun settore. 4. Il contratto e' nullo, nel caso in cui il fornitore ostacola l'esercizio del diritto di recesso da parte del contraente ovvero non rimborsa le somme da questi eventualmente pagate, ovvero viola gli obblighi di informativa precontrattuale in modo da alterare in modo significativo la rappresentazione delle sue caratteristiche. 5. La nullita' puo' essere fatta valere solo dal consumatore e obbliga le parti alla restituzione di quanto ricevuto. Nei contratti di assicurazione l'impresa e' tenuta alla restituzione dei premi pagati e deve adempiere alle obbligazioni concernenti il periodo in cui il contratto ha avuto esecuzione. Non sono ripetibili gli indennizzi e le somme eventualmente corrisposte dall'impresa agli assicurati e agli altri aventi diritto a prestazioni assicurative. E' fatto salvo il diritto del Consumatore ad agire per il risarcimento dei danni. 6. Sono fatte salve le sanzioni previste nel decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. Art. 67-octies decies. Irrinunciabilita' dei diritti 1. I diritti attribuiti al consumatore dalla presente sezione sono irrinunciabili. E' nulla ogni pattuizione che abbia l'effetto di privare il consumatore della protezione assicurata dalle disposizioni della presente sezione. La nullita' puo' essere fatta valere solo dal consumatore e puo' essere rilevata d'ufficio dal giudice. 2. Ove le parti abbiano scelto di applicare al contratto una legislazione diversa da quella italiana, al consumatore devono comunque essere riconosciute le condizioni di tutela previste dalla presente sezione. Art. 67-novies decies. Ricorso giurisdizionale o amministrativo 1. Le associazioni dei consumatori iscritte all'elenco di cui all'articolo 137, sono legittimate a proporre alle competenti autorita' di vigilanza, nell'ambito delle rispettive attribuzioni, al fine di tutelare gli interessi collettivi dei consumatori, reclamo per l'accertamento di violazioni delle disposizioni della presente sezione. 2. Le associazioni dei consumatori iscritte all'elenco di cui all'articolo 137, sono legittimate a proporre all'autorita' giudiziaria l'azione inibitoria per far cessare le violazioni delle disposizioni della presente sezione nei confronti delle imprese o degli intermediari ai sensi dell'articolo 140. 3. Le autorita' di vigilanza nei settori bancario, assicurativo, finanziario e della previdenza complementare, nell'esercizio dei rispettivi poteri, anche al di fuori dell'ipotesi di cui al comma 1, ordinano ai soggetti vigilati la cessazione o vietano l'inizio di pratiche non conformi alle disposizioni della presente sezione. 4. Sono fatte salve, ove non espressamente derogate, le disposizioni in materia bancaria, finanziaria, assicurativa e dei sistemi di pagamento, ivi comprese le attribuzioni delle rispettive autorita' di vigilanza di settore. Art. 67-vicies. Composizione extragiudiziale delle controversie 1. Il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero dello sviluppo economico ed il Ministero della giustizia, sentite le autorita' di vigilanza di settore, possono promuovere, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, l'istituzione di adeguate ed efficaci procedure extragiudiziali di reclamo e di ricorso per la composizione di controversie riguardanti i consumatori, conformi ai principi previsti dall'ordinamento comunitario e da quello nazionale e che operano nell'ambito della rete europea relativa ai servizi finanziari (FIN NET). 2. Gli organi di composizione extragiudiziale delle controversie comunicano ai Ministeri di cui al comma 1 le decisioni significative che adottano sulla commercializzazione a distanza dei servizi finanziari. Art. 67-vicies semel. Onere della prova 1. Sul fornitore grava l'onere della prova riguardante: a) l'adempimento agli obblighi di informazione del consumatore; b) la prestazione del consenso del consumatore alla conclusione del contratto; c) l'esecuzione del contratto; d) la responsabilita' per l'inadempimento delle obbligazioni derivanti dal contratto. 2. Le clausole che hanno per effetto l'inversione o la modifica dell'onere della prova di cui al comma 1 si presumono vessatorie ai sensi dell'articolo 33, comma 2, lettera t). Art. 67-vicies bis. Misure transitorie 1. Le disposizioni della presente sezione si applicano anche nei confronti dei fornitori stabiliti in un altro Stato membro che non ha ancora recepito la direttiva 2002/65/CE e in cui non vigono obblighi corrispondenti a quelli in essa previsti.". Art. 10. Modifiche all'articolo 82 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1 dell'articolo 82 del Codice del consumo le parole: "articolo 83" e "articolo 84", sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: "articolo 84" e "articolo 83". Art. 11. Modifiche all'articolo 84 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 2 dell'articolo 84 del Codice del consumo, le parole: "della presente sezione" sono sostituite dalle seguenti: "del presente capo". Art. 12. Modifiche all'articolo 100 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1 dell'articolo 100 del Codice del consumo, le parole: "il Ministero delle attivita' produttive" sono sostituite dalle seguenti: "la Presidenza del Consiglio dei Ministri". 2. Al comma 5 dell'articolo 100 del Codice del consumo, le parole: " con decreto del Ministro delle attivita' produttive, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze" sono sostituite dalle seguenti: "con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell'economia e delle finanze". 3. Al comma 5 dell'articolo 100 del Codice del consumo, e' aggiunto infine, il seguente periodo: "Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al presente comma, restano in vigore le disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 23 luglio 1999, n. 349.". Art. 13. Modifiche all'articolo 108 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Dopo il comma 3 dell'articolo 108 del Codice del consumo e' aggiunto, in fine, il seguente: "3-bis". La procedura istruttoria per l'adozione dei provvedimenti emanati ai sensi dell'articolo 107, e' stabilita con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta dell'Amministrazione competente, in modo da garantire il contraddittorio, la piena cognizione degli atti e la verbalizzazione.". Art. 14. Modifiche all'articolo 115 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. La rubrica dell'articolo 115 del Codice del consumo e' sostituita dalla seguente: "Prodotto e produttore". 2. All'articolo 115 del Codice del consumo, dopo il comma 2 e' aggiunto il seguente: "2-bis. Produttore, ai fini del presente titolo, e' il fabbricante del prodotto finito o di una sua componente, il produttore della materia prima, nonche', per i prodotti agricoli del suolo e per quelli dell'allevamento, della pesca e della caccia, rispettivamente l'agricoltore, l'allevatore, il pescatore ed il cacciatore.". Art. 15. Modifiche all'articolo 130 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 7, lettera b), dell'articolo 130 del Codice del consumo, le parole: "comma 6" sono sostituite dalle seguenti: "comma 5". 2. Al comma 9, lettera a), dell'articolo 130 del Codice del consumo le parole: "comma 6" sono sostituite dalle seguenti: "comma 5". Art. 16. Modifiche all'articolo 139 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Al comma 1, primo periodo, dell'articolo 139 del Codice del consumo, dopo la parola: "agire" sono inserite le seguenti: ", ai sensi dell'articolo 140,". 2. Al comma 1, lettera a), dell'articolo 139 del Codice del consumo, dopo le parole: "legge 6 agosto 1990, n. 223," sono inserite le seguenti: ", e successive modificazioni, ivi comprese quelle di cui al testo unico della radiotelevisione, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177,". Art. 17. Modifiche all'articolo 140 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 l. Al comma 1 dell'articolo 140 del Codice del consumo, dopo la parola: "legittimati" sono inserite le seguenti: "nei casi ivi previsti". Art. 18. Modifiche all'articolo 141 del decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. Il comma 2 dell'articolo 141 del Codice del consumo e' sostituito dal seguente: "2. Il Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministro della giustizia, con decreto di natura non regolamentare, detta le disposizioni per la formazione dell'elenco degli organi di composizione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo che si conformano ai principi della raccomandazione 98/257/CE della Commissione, del 30 marzo 1998, riguardante i principi applicabili agli organi responsabili per la risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo, e della raccomandazione 2001/310/CE della Commissione, del 4 aprile 2001, concernente i principi applicabili agli organi extragiudiziali che partecipano alla risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo. Il Ministero dello sviluppo economico, d'intesa con il Ministero della giustizia, comunica alla Commissione europea gli organismi di cui al predetto elenco ed assicura, altresi', gli ulteriori adempimenti connessi all'attuazione della risoluzione del Consiglio dell'Unione europea del 25 maggio 2000, 2000/C 155/01, relativa ad una rete comunitaria di organi nazionali per la risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo.". 2. Al comma 3 dell'articolo 141 del Codice del consumo, le parole: "articolo 4" sono sostituite dalle seguenti: "articolo 2, comma 4". Art. 19. Modifiche agli Allegati al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206 1. L'allegato I al Codice del consumo e' abrogato. Art. 20. Modifiche di denominazione 1. Ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto-legge 18 maggio 2006, n. 181, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006, n. 233, ogni riferimento nel Codice del consumo al Ministero o Ministro delle attivita' produttive deve intendersi riferito al Ministero o al Ministro dello sviluppo economico. Art. 21. Abrogazioni 1. Il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 190, recante attuazione della direttiva 2002/65/CE relativa alla commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori, e' abrogato. Art. 22. Clausola di invarianza degli oneri 1. Le pubbliche amministrazioni provvedono alla attuazione delle disposizioni del presente decreto legislativo utilizzando le risorse umane, finanziarie e strumentali esistenti a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il presente decreto, munito dei sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.


Class action modello da rivedere (sezione: Class action)

( da "Italia Oggi" del 06-12-2007)

 

ItaliaOggi     ItaliaOggi  - Giustizia e Società Numero 289, pag. 33 del 6/12/2007 Autore: di Chiara Cinti Visualizza la pagina in PDF       assirevi Class action modello da rivedere Rinvio del varo della class action in attesa delle indicazioni della Commissione europea che nei prossimi mesi produrrà un libro bianco sulla materia. è la proposta di Assirevi, l'associazione italiana revisori contabili, contenuta in una nota con le osservazioni all'art. 53-bis della legge finanziaria così come è stato approvato dal senato. Secondo l'associazione che rappresenta 14 delle 21 società di revisione iscritte all'Albo Consob, l'istituto non è funzionale al conseguimento di una maggiore economia processuale, né previene il contrasto tra giudicati che potrebbe derivare dalla instaurazione di più cause attinenti alla stessa fattispecie dannosa. Infatti, osserva Assirevi, così come è stata strutturata, la class action italiana non definisce come dovrebbe, e quindi con la massima ampiezza possibile, tutte le potenziali pretese connesse a una medesima fattispecie plurioffensiva con divieto di riproporre l'azione. Né è sufficiente il vaglio preliminare del giudice circa l'ammissibilità e la non manifesta infondatezza dell'azione collettiva a evitare azioni strumentali. "La soluzione di tali questioni", si legge nella nota fatta pervenire nei giorni scorsi da Assirevi al ministero della giustizia, "ha un'importanza fondamentale in quanto gli effetti di un'eventuale sentenza di condanna costituiscano il veicolo primario per le richieste risarcitorie riguardanti illeciti plurioffensivi e non convivano, come viceversa accade nella proposta legislativa, con altre possibili iniziative autonome che finirebbero per snaturare la finalità di economia processuale". Inoltre si punta il dito contro la scarsa chiarezza del modello adottato che, nella versione del senato, non è espressamente né di opt-in né di opt-out (se i soggetti iscritti all'associazione siano automaticamente da considerarsi rappresentati dall'associazione nell'azione collettiva oppure debbano effettuare un'esplicita manifestazione di volontà). Altro punto dolente è la distinzione tra fase contenziosa e quella avanti la camera di conciliazione perché l'attuale art. 53-bis fa sì che in caso di esito positivo della conciliazione il singolo conservi il diritto di agire autonomamente. "Class action, liability cap e riforma del falso in bilancio", ha puntualizzato il presidente dell'associazione Mario Boella, "sono argomenti che devono trovare un coordinamento per dare un'adeguata trattazione alle tematiche specifiche delle società di revisione".


Massiccia adesione allo sciopero alla Riello (sezione: Class action)

( da "Arena, L'" del 06-12-2007)

 

CONTRATTI. Attese per oggi altre manifestazioni alla Sime, alla Cardi e alla Fiamm Massiccia adesione allo sciopero alla Riello di Mirka Tolini Continuano a ritmo serrato le azioni di sciopero dei dipendentidel settore metalmeccanico. La Riello Bruciatori di Legnago è stata investita, per la seconda volta nel giro di pochi giorni,da un altro sciopero a sostegno della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto a giugno. "Questo sciopero", ha dichiarato Stefano Facci, segretario provinciale Fiom Cgil, "durerà fino alle 12 e si rifletterà anche sui turni successivi. L'azione, a differenza di altre, ha coinvolto anche gli impiegati che hanno supportato lo sciopero organizzato dalle Rsu di fabbrica. Gli scioperi", ha sottolineato Facci, "nei prossimi giorni coinvolgeranno tutte le aziende metalmeccaniche del territorio. Domani (oggi per chi legge, ndr), solo per citarne alcune, verrà bloccata la produzione anche alla Sime di San Giovanni Lupatoto, alla Cardi di Chievo e alla Fiamm di Veronella". Paolo Negri della Fim Cisl si augura che "da parte di Federmeccanica ci sia una volontà negoziale. Il problema maggiore, per noi, riguarda i salari. La buona adesione agli scioperi", conclude Negri, "molto alta anche nelle piccole aziende del territorio, ci spinge a proseguire nelle nostre azioni di sciopero e dimostra la sensibilità dei lavoratori". Una sensibilità che alla Riello Bruciatori di Legnago è davvero molto forte se nella sola giornata di ieri hanno aderito allo sciopero cinquecento lavoratori tra operai e impiegati. "L'adesione all'iniziativa" ha dichiarato Diego De Gani, responsabile Rsu Fim Cisl, "è stata del cento per cento. Un risultato davvero importante. Anche sei lavoratori stagionali, assunti per un mese, avrebbero dovuto iniziare a lavorare ed invece sono rimasti con noi fuori dai cancelli". Di parere diverso Alessandro Brunelli, direttore del personale del Gruppo Riello che ritiene "legittimo lo sciopero dei lavoratori anche se", sottolinea, "mi sembra eccessivo dire che vi hanno aderito anche gli impiegati visto che a questi è stato di fatto impedito l'accesso e che a sciopero concluso sono entrati in azienda. La nostra posizione è allineata a quella di Federmeccanica. Speriamo si arrivi a breve alla chiusura della trattativa, ma più ancora che a livello nazionale si studino delle formule che permettano di delegare la contrattazione alle singole aziende in relazione", conclude Brunelli, "alle proprie specificità e flussi di lavoro. Potrebbe ridare slancio all'economia e contribuire a disincagliare il Paese".


Politici e docenti: gestione positiva (sezione: Class action)

( da "Piccolo di Trieste, Il" del 06-12-2007)

 

Unanimi i commenti alla relazione del rettore e alle sue proposte operative Belci (Cgil): "È una visione collettiva delle cose, non c'è più l'attenzione solo ai cattedratici e alla gerarchia". Godina: "Politica di sinergie" Politici e docenti: "Gestione positiva" Cosolini: "Risultati eclatanti". Dipiazza: "Orgoglioso per la città" LE REAZIONI Ha parlato di "risultati eclatanti", della necessità di proseguire in quel "lavoro seccante, noioso, quotidiano" necessario a mettere in sicurezza il bilancio, di "vera innovazione come la capacità di non ipotecare negativamente il futuro": l'assessore regionale al Lavoro, Roberto Cosolini (unico rappresentante istituzionale al microfono data l'assenza del ministro delle Riforme) nel suo intervento ha colto in primo luogo le preoccupazioni del rettore, e ha aggiunto: "La ricerca non è solo impresa e grandi questioni attuali come ambiente, energia e salute, ma anche cultura vera e propria". E soddisfatti dalle parole del rettore si sono detti i numerosi ospiti della cerimonia. Il sindaco Roberto Dipiazza, che gli sedeva in fronte: "Ho condiviso al cento per cento ogni parola, abbiamo un'ottima collaborazione, è il rettore più giovane d'Italia e anche il più efficiente, dopo un anno ha presentato una lista della spesa notevole, mi è piaciuto anche il discorso di Cosolini, e insomma mi piace sentire ''Trieste capitale di questo e di quello'', come sindaco ne sono molto orgoglioso, e noto che ormai a livello politico restano solo le differenze di schieramento, ma l'azione è concorde e comune". Dalla scienza, Maria Cristina Pedicchio, ex presidente di Area di ricerca ed Erdisu, ora a capo del Consorzio di biomedicina molecolare, docente: "Sono molto molto contenta di avere un rettore così, ho grandissimo apprezzamento per la sua politici". E un ex rettore come Giampaolo de Ferra, che proprio tra 1972 e 1981 ha visto nascere dal corpo dell'Università l'Area di ricerca ("ma nel '38, piccolo Balilla, ho anche visto mettere la prima pietra della sede oggi celebrata"), dà voto alto: "Relazione positiva e propositiva, anche se fare rivoluzioni è difficile quando i soldi sono quelli che sono, pensiamo che di sabato sdpengono i termosifoni per risparmiare...". Molto entusiasta Walter Godina, vicepresidente della Provincia: "Si è confermata la politica di sinergie con gli enti pubblici e enti economici e di ricerca, nel senso dello sviluppo e in vista di trasferimento tecnologico, punto focale per Trieste. Non un atto dovuto, ma strategico per la città". Sia de Ferra sia Godina hanno particolarmente apprezzato la lectio sul palazzo dell'Università. Un altro ex rettore, oggi preside di Architettura, Giacomo Borruso, sente piuttosto l'eco delle difficoltà del momento: "Particolarmente difficile - afferma -, non fa piacere essere ''ateneo non virtuoso'' per le spese, ci sono tante cose da risistemare per la legge sull'offerta formativa, e speriamo in un prosciugamento non eccessivo, e poi non sappiano come sarà il futuro in termini di risorse, è insomma un momento di crisi e di passaggio, del resto questi servono a trarre il meglio (senza piangersi addosso)". Borruso però aggiunge: "Sono d'accordo con la ricerca, ma ricordiamo che gli studenti sono tutti uguali e hanno uguali diritti". Dai sindacati, Luca Visentini (Uil): "Contenuti assolutamente condivisibili, adesso però bisogna che tutti si impegnino per riempire di contenuti queste enunciazioni, comprese quelle sull'internazionalizzazione". Franco Belci (Cgil): "Ho visto l'idea di una gestione universitaria come collettività, ho visto sparire l'attenzione univoca sui cattedratici e parlare di studenti e sindacati, di un corpo articolato senza gerarchia, e ho visto un rettore pur non triestino, capace di interpretare le vocazioni della città, con una giusta e condivisibile attenzione ai rapporti internazionali". g. z.


Frigo e rifiuti Così il canale fa da discarica (sezione: Class action)

( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

 

ISOLA DELLA SCALA. Nonostante il sistema porta a porta e l'isola ecologica, c'è ancora chi getta di tutto dove capita Frigo e rifiuti Così il canale fa da discarica Continui raid di inciviltà sulla strada per Saccovener Eppure il paese ha vinto il premio per la raccolta Ogni anno la collettività paga 50mila euro per queste azioni da maleducati GIOVANNI MIOZZI SINDACO DI ISOLA DELLA SCALA     Mariella Falduto Un frigorifero nel fosso, vecchi cassetti, una rete metallica da materasso, sacchi di nylon pieni di rifiuti e decine di sedili di automobile sulla riva, recuperati dal canale. Sono i rifiuti che trasformano il corso d'acqua che costeggia la strada bianca che porta a Saccovener, all'altezza di corte Oseggiolo, in una discarica a cielo aperto. Sono ormai dieci anni che è stato adottato il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti del cosiddetto porta a porta intermedio: alcuni rifiuti vengono raccolti davanti alla porta di casa, altri vanno portati alle isole ecologiche, piazzole sparse nel territorio comunale, recintate e attrezzate con contenitori per diverse tipologie di rifiuti, carta e cartone, plastica, vetro, alluminio. Mentre per quelli ingombranti, c'è l'ecocentro di via Caduti sul lavoro, in zona industriale in località Ca' Magre. La maggior parte dei cittadini differenzia correttamente, tanto che il paese è stato premiato come "riciclone" nel 2002 per una percentuale di raccolta differenziata del 51,9 per cento, e come "riciclone per l'alluminio" nel 2004, per una quantità pari a 550 grammi pro capite. Ma sono ancora troppi i cittadini con scarso senso civico, come testimoniano la sporcizia in molte delle 33 isole ecologiche sparse nel territorio comunale (vengono spesso ripulite ma l'abbandono dei sacchi fuori dai contenitori è costante) e i rifiuti abbandonati lungo fossi o strade nascoste. Fino all'apertura della tangenziale era il sottopasso in costruzione all'entrata nord del paese a trasformarsi periodicamente in discarica; ora quei rifiuti vengono abbandonati, probabilmente di notte, lungo la strada per Saccovener, per Vigasio o per Verona. Il frigorifero nel fosso è una conferma che spesso l'inciviltà si accompagna all'ignoranza: con la stessa fatica infatti gli ignoti che lo hanno scaricato lì, avrebbero potuto portarlo al centro di raccolta di Cà Magre, oppure, con minor fatica, contattare il numero verde 800 734989 per la raccolta a domicilio di beni ingombranti (gli opuscoli informativi sono stati recapitati a tutte le famiglie). In entrambi i casi avrebbero fatto risparmiare alla collettività il costo del recupero del frigo. "È una spesa pari al 10 per cento della bolletta", dice il sindaco Giovanni Miozzi, "un costo che si aggira intorno ai 50 mila euro l'anno. Per il Comune è difficile intervenire contro l'inciviltà e la maleducazione, inoltre rifiuti come gli elettrodomestici potrebbero essere abbandonati da residenti in paesi vicini dove il servizio di raccolta non c'è. L'unico modo per risolvere il problema è creare sensibilità ecologico-ambientale nei bambini. L'informazione e la formazione saranno il perno del nuovo contratto per il servizio di raccolta dei rifiuti, che scade il 31 dicembre".


Impiegati fuori dai cancelli assieme alle tute blu L'azienda: <Solidarietà? È stata un'adesione forzata> (sezione: Class action)

( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

 

CONTRATTI. Attese per oggi altre manifestazioni alla Sime, alla Cardi e alla Fiamm Massiccia adesione allo sciopero alla Riello Impiegati fuori dai cancelli assieme alle tute blu L'azienda: "Solidarietà? È stata un'adesione forzata"   &nbsp Mirka Tolini Continuano a ritmo serrato le azioni di sciopero dei dipendentidel settore metalmeccanico. La Riello Bruciatori di Legnago è stata investita, per la seconda volta nel giro di pochi giorni,da un altro sciopero a sostegno della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto a giugno. "Questo sciopero", ha dichiarato Stefano Facci, segretario provinciale Fiom Cgil, "durerà fino alle 12 e si rifletterà anche sui turni successivi. L'azione, a differenza di altre, ha coinvolto anche gli impiegati che hanno supportato lo sciopero organizzato dalle Rsu di fabbrica. Gli scioperi", ha sottolineato Facci, "nei prossimi giorni coinvolgeranno tutte le aziende metalmeccaniche del territorio. Domani (oggi per chi legge, ndr), solo per citarne alcune, verrà bloccata la produzione anche alla Sime di San Giovanni Lupatoto, alla Cardi di Chievo e alla Fiamm di Veronella". Paolo Negri della Fim Cisl si augura che "da parte di Federmeccanica ci sia una volontà negoziale. Il problema maggiore, per noi, riguarda i salari. La buona adesione agli scioperi", conclude Negri, "molto alta anche nelle piccole aziende del territorio, ci spinge a proseguire nelle nostre azioni di sciopero e dimostra la sensibilità dei lavoratori". Una sensibilità che alla Riello Bruciatori di Legnago è davvero molto forte se nella sola giornata di ieri hanno aderito allo sciopero cinquecento lavoratori tra operai e impiegati. "L'adesione all'iniziativa" ha dichiarato Diego De Gani, responsabile Rsu Fim Cisl, "è stata del cento per cento. Un risultato davvero importante. Anche sei lavoratori stagionali, assunti per un mese, avrebbero dovuto iniziare a lavorare ed invece sono rimasti con noi fuori dai cancelli". Di parere diverso Alessandro Brunelli, direttore del personale del Gruppo Riello che ritiene "legittimo lo sciopero dei lavoratori anche se", sottolinea, "mi sembra eccessivo dire che vi hanno aderito anche gli impiegati visto che a questi è stato di fatto impedito l'accesso e che a sciopero concluso sono entrati in azienda. La nostra posizione è allineata a quella di Federmeccanica. Speriamo si arrivi a breve alla chiusura della trattativa, ma più ancora che a livello nazionale si studino delle formule che permettano di delegare la contrattazione alle singole aziende in relazione", conclude Brunelli, "alle proprie specificità e flussi di lavoro. Potrebbe ridare slancio all'economia e contribuire a disincagliare il Paese".


CONTRATTI. Attese per oggi altre manifestazioni alla Sime, alla Cardi e alla Fiamm (sezione: Class action)

( da "Arena.it, L'" del 06-12-2007)

 

Massiccia adesione allo sciopero alla Riello Impiegati fuori dai cancelli assieme alle tute blu L'azienda: "Solidarietà? È stata un'adesione forzata"   &nbsp Mirka Tolini Continuano a ritmo serrato le azioni di sciopero dei dipendentidel settore metalmeccanico. La Riello Bruciatori di Legnago è stata investita, per la seconda volta nel giro di pochi giorni,da un altro sciopero a sostegno della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto a giugno. "Questo sciopero", ha dichiarato Stefano Facci, segretario provinciale Fiom Cgil, "durerà fino alle 12 e si rifletterà anche sui turni successivi. L'azione, a differenza di altre, ha coinvolto anche gli impiegati che hanno supportato lo sciopero organizzato dalle Rsu di fabbrica. Gli scioperi", ha sottolineato Facci, "nei prossimi giorni coinvolgeranno tutte le aziende metalmeccaniche del territorio. Domani (oggi per chi legge, ndr), solo per citarne alcune, verrà bloccata la produzione anche alla Sime di San Giovanni Lupatoto, alla Cardi di Chievo e alla Fiamm di Veronella". Paolo Negri della Fim Cisl si augura che "da parte di Federmeccanica ci sia una volontà negoziale. Il problema maggiore, per noi, riguarda i salari. La buona adesione agli scioperi", conclude Negri, "molto alta anche nelle piccole aziende del territorio, ci spinge a proseguire nelle nostre azioni di sciopero e dimostra la sensibilità dei lavoratori". Una sensibilità che alla Riello Bruciatori di Legnago è davvero molto forte se nella sola giornata di ieri hanno aderito allo sciopero cinquecento lavoratori tra operai e impiegati. "L'adesione all'iniziativa" ha dichiarato Diego De Gani, responsabile Rsu Fim Cisl, "è stata del cento per cento. Un risultato davvero importante. Anche sei lavoratori stagionali, assunti per un mese, avrebbero dovuto iniziare a lavorare ed invece sono rimasti con noi fuori dai cancelli". Di parere diverso Alessandro Brunelli, direttore del personale del Gruppo Riello che ritiene "legittimo lo sciopero dei lavoratori anche se", sottolinea, "mi sembra eccessivo dire che vi hanno aderito anche gli impiegati visto che a questi è stato di fatto impedito l'accesso e che a sciopero concluso sono entrati in azienda. La nostra posizione è allineata a quella di Federmeccanica. Speriamo si arrivi a breve alla chiusura della trattativa, ma più ancora che a livello nazionale si studino delle formule che permettano di delegare la contrattazione alle singole aziende in relazione", conclude Brunelli, "alle proprie specificità e flussi di lavoro. Potrebbe ridare slancio all'economia e contribuire a disincagliare il Paese".


CONFINDUSTRIA: PRANZO FINI-CASINI-MONTEZEMOLO SU RIFORME E FINANZIARIA (sezione: Class action)

( da "Asca" del 06-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 6 dic - Il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini e il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo sono riuniti per un pranzo di lavoro nella foresteria della Confindustria in via Veneto. ''Stiamo facendo un giro d'orizzonte di incontri pubblici su alcuni temi molto importanti - spiega il direttore generale di viale dell'Astronomia, Maurizio Beretta che sta partecipando all'incontro - parleremo delle riforme a cui attribuiamo maggiore importanza, come la legge elettorale e la riforma dello Stato, ma anche di temi di stretta attualita' come la Class Action e la finanziaria''. cer/cam/ss.


CONFINDUSTRIA: BERETTA, CON FINI E CASINI PARLEREMO DI RIFORME E CLASS ACTION (sezione: Class action)

( da "ADN Kronos" del 06-12-2007)

 

GIRO DI ORIZZONTE ANCHE SULLA FINANZIARIA ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di POLITICA Roma, 6 dic. - (Adnkronos) - Legge elettorale, riforme istituzionali e class="term">class class="term">action sono i temi al centro del pranzo di lavoro al quale il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha invitato il presidente di An Gianfranco Fini e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. L'incontro conviviale e' cominciato intorno alle 13.30, quando alla Foresteria della confederazione degli industriali si sono presentati, prima il leader centrista Pier Ferdinando Casini, poi il presidente di An Gianfranco Fini e, infine, il padrone di casa, Luca Cordero di Montezemolo, giunto intorno alle 13.45.


FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' (sezione: Class action)

( da "ADN Kronos" del 06-12-2007)

 

Ascolta la notizia commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA Roma, 6 dic. (Adnkronos) - Si lavora per eliminare la retroattivita' dalla norma sulla class="term">class class="term">action. Ad annunciarlo e' il relatore alla finananziaria all Camera, Michele Ventura, uscendo dalla commissione Bilancio che si e' ha sospeso i lavori per la pausa pranzo.


Finanziaria: su class action si studia stop a retroattività (sezione: Class action)

( da "Vita non profit online" del 06-12-2007)

 

Di Redazione (redazione@vita.it) 06/12/2007 --> In commissione Bilancio si lavora alle modifiche sul testo delle azioni collettive del Senato Si lavora per eliminare la retroattivita' dalla norma sulla class="term">class class="term">action. Ad annunciarlo e' il relatore alla finananziaria all Camera, Michele Ventura, uscendo dalla commissione Bilancio che si e' ha sospeso i lavori per la pausa pranzo. ''Il testo del Senato prevede la retroattivita', personalmente questo mi crea molte preoccupazioni'', dice Ventura. ''Basta pensare alle vicende degli ultimi anni e si puo' immaginare l'impatto che potra' avere la retroattivita'''. Secondo il relatore ''un provvedimento nuovo dovrebbe avere una data di inizio da cui partire''. Ventura sottolinea quindi che il provvedimento e' visto favorevolmente dalla maggioranza: ''Siamo a favore della Class Action e ci stiamo adoperando affinche' funzioni''.


RIFORME: MONTEZEMOLO, CON FINI E CASINI E' ANDATA MOLTO BENE (sezione: Class action)

( da "Asca" del 06-12-2007)

 

(ASCA) - Roma, 6 dic - ''Non capisco tanta attenzione, ho avuto anche una colazione, la settimana scorsa, con Veltroni...''. Il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, all'uscita dalla foresteria di Via Veneto dove ha pranzato con Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, cerca di sottrarsi alla pressione dei cronisti. Poi spiega: ''L'incontro di oggi? E' andato molto bene, ci siamo confrontati, d'altra parte per la Confindustria la riforma dello Stato, la legge elettorale e le tematiche sul tappeto che riguardano il fisco e la class="term">class class="term">action sono temi importanti e ci confrontiamo con maggioranza e opposizione''. cer/sam/sr.


Fini e Casini da Montezemolo: "Parlato di riforme utili al Paese" (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 06-12-2007)

 

Di Redazione - giovedì 06 dicembre 2007, 16:44 Roma - Riforme per rendere il sistema più efficiente e competitivo. è questa la richiesta e la sollecitazione che il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha rivolto, nel corso del pranzo di lavoro che si è da poco concluso alla foresteria di Via Veneto, ai leader di An Gianfranco Fini e dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Al termine del pranzo di lavoro, che si è protratto per circa due ore, solo il presidente di An ha riferito sui contenuti del colloquio. "Abbiamo discusso -ha affermato- delle questioni connesse alle riforme. Non è un mistero che Confindustria chieda alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema con un riassetto dello Stato, una forma di governo e una legge elettorale". Inevitabile una domanda sul ruolo giocato in questa fase dal presidente di Confindustria e se, nelle sue intenzioni future, c'è la prospettiva di un impegno politico. "Chiedete al diretto interessato", ha tagliato corto Fini. è sembrato, però, un incontro dal sapore politico... è stato chiesto al leader di An: "Tutto è politica - ha chiosato Fini - anche l'economia". Montezemolo: "Se lui vuole parlerò anche con Berlusconi" L'incontro di oggi con Fini e Casini? "Molto bene, ci siamo confrontati: per Confindustria riforma dello stato, legge elettorale e tematiche sul tappeto, class="hilite">come fisco e class="term">class class="term">action, sono importanti. Ci confrontiamo con maggioranza e opposizione, con chiunque abbia piacere". Così il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, al termine della colazione con i leader di An e Udci. "La settimana scorsa - ha spiegato - ho avuto anche una colazione con Veltroni". A chi chiedeva se vedrà anche Berlusconi, Montezemolo ha replicato: "Se avrà piacere e sarà necessario, con molto piacere".


Fini e Casini a pranzo con Montezemolo (sezione: Class action)

( da "Giornale.it, Il" del 06-12-2007)

 

Fini e Casini da Montezemolo: "Parlato di riforme utili al Paese" di Redazione - giovedì 06 dicembre 2007, 16:44 Roma - Riforme per rendere il sistema più efficiente e competitivo. è questa la richiesta e la sollecitazione che il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha rivolto, nel corso del pranzo di lavoro che si è da poco concluso alla foresteria di Via Veneto, ai leader di An Gianfranco Fini e dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Al termine del pranzo di lavoro, che si è protratto per circa due ore, solo il presidente di An ha riferito sui contenuti del colloquio. "Abbiamo discusso -ha affermato- delle questioni connesse alle riforme. Non è un mistero che Confindustria chieda alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema con un riassetto dello Stato, una forma di governo e una legge elettorale". Inevitabile una domanda sul ruolo giocato in questa fase dal presidente di Confindustria e se, nelle sue intenzioni future, c'è la prospettiva di un impegno politico. "Chiedete al diretto interessato", ha tagliato corto Fini. è sembrato, però, un incontro dal sapore politico... è stato chiesto al leader di An: "Tutto è politica - ha chiosato Fini - anche l'economia". Montezemolo: "Se lui vuole parlerò anche con Berlusconi" L'incontro di oggi con Fini e Casini? "Molto bene, ci siamo confrontati: per Confindustria riforma dello stato, legge elettorale e tematiche sul tappeto, class="hilite">come fisco e class="term">class class="term">action, sono importanti. Ci confrontiamo con maggioranza e opposizione, con chiunque abbia piacere". Così il presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo, al termine della colazione con i leader di An e Udci. "La settimana scorsa - ha spiegato - ho avuto anche una colazione con Veltroni". A chi chiedeva se vedrà anche Berlusconi, Montezemolo ha replicato: "Se avrà piacere e sarà necessario, con molto piacere".


FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' (sezione: Class action)

( da "Metronews" del 06-12-2007)

 

Finanziaria: su class="term">class class="term">action si studia stop a retroattivita' 06/12/2007 14:18 Roma, 6 dic. (Adnkronos) - Si lavora per eliminare la retroattivita' dalla norma sulla class="term">class class="term">action. Ad annunciarlo e' il relatore alla finananziaria all Camera, Michele Ventura, uscendo dalla commissione Bilancio che si e' ha sospeso i lavori per la pausa pranzo.


FINANZIARIA: SU CLASS ACTION SI STUDIA STOP A RETROATTIVITA' (sezione: Class action)

( da "ITnews.it" del 06-12-2007)

 

Roma, 6 dic. (Adnkronos) - Si lavora per eliminare la retroattivita' dalla norma sulla class="term">class class="term">action. Ad annunciarlo e' il relatore alla finananziaria all Camera, Michele Ventura, uscendo dalla commissione Bilancio che si e' ha sospeso i lavori per la pausa pranzo.


Montezemolo, pranzo con Fini-Casini (sezione: Class action)

( da "Corriere.it" del 06-12-2007)

 

Berlusconi: "non guardo a pranzi, ma all'italia" Montezemolo, vertice sulle riforme Pranzo di lavoro con Fini e Casini. Stoccata a Bertinotti: "Il suo ruolo richiede più distacco" Luca Cordero di Montezemolo (Ap) ROMA - Prove di grande centro. O, se preferite, di "Cosa bianca". I leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini e quello dell'Udc Pier Ferdinando Casini, si sono incontrati con il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Al centro del confronto, a cui si è lavorato da diversi giorni, c'è stata l'analisi della situazione politica ed economica del Paese. L'INCONTRO - "Abbiamo discusso delle questioni connesse alle riforme: non è un mistero che Confindustria chieda alla politica di farsi carico dell'efficienza del sistema Italia, un'assetto di Stato, una forma di governo, una legge elettorale" ha dichiarato Fini, al termine del pranzo a tre. Durante l'incontro si è discusso anche di legge elettorale, class="hilite">riforme istituzionali e class-class="term">action. A chi gli chiede poi se l'incontro di oggi sia il segno di una prossima discesa in campo del leader degli industriali, il presidente di An ha risposto: "Chiedetelo a lui". Non è mancata anche una battuta sul leader dell'Udc: "Sono d'accordo con Casini a prescindere...". MONTEZEMOLO - Il presidente di Confindustria si è soffermato invece sui problemi del governo. "Preferisco non fare nessun commento, ma credo che chi ha ruoli istituzionali dovrebbe avere un certo distacco dalla partitocrazia". Così Luca Cordero di Montezemolo, ha commentato lo scontro tra la presidenza della Camera e Palazzo Chigi. BERLUSCONI - E c'è chi però snobba il verice di mezzogiorno tra i fautori del Grande centro. "Non dico niente sul pranzo (tra Casini, Fini e Montezemolo) guardo a quello che succede in Italia, all'incredibile partecipazione della gente che non vuole più questo Governo. Questo è un Governo che ha fatto danni e sarebbe giusto tornare a votare" ha commentato il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi. CASINI: "NON POLEMIZZO CON SILVIO" - Parole pronunciate quando non si era ancora spenta l'eco dell'attacco di mercoledì di Berlusconi a . Tanto che lo stesso leader dell'Udc, interpellato in precedenza dai giornalisti sulla vicenda, si limitava a rispondere: "Non mi interessa Berlusconi, io polemizzo con Prodi". SCISSIONE NELL'UDC? - Ma se Casini va avanti con il progetto del "Grande centro" c'è chi nel suo partito vuole entrare nel nuovo movimento di Berlusconi. "Siamo interessati al Partito delle libertà non alla "Cosa bianca". Rispetto l'idea ma non la condivido" ha detto l'ex ministro Carlo Giovanardi, uno dei centristi più fedeli a Berlusconi. "Buttiglione - ha fatto sapere Giovanardi - ci ha spiegato l'idea della "Cosa bianca", una forza che se supera il 5% con il modello tedesco potrà allearsi sia con la destra che con la sinistra". Invece quello di Berlusconi "sarà un grande partito popolare, democratico, di ispirazione cristiana il cui vertice verrà scelto dagli aderenti a questo partito. Sarà la costola italiana del Ppe". Giovanardi ha fatto sapere che al prossimo consiglio nazionale dell'Udc, il 17 dicembre, "proporremo al partito di concorrere alla costruzione del nuovo soggetto" che ha in mente Berlusconi. E se il partito dirà no, domandano i cronisti, siete pronti alla scissione? "Se Tabacci e Baccini vogliono lavorare alla "Cosa bianca" ci sarà una scissione. Ognuno lavora i progetti che ritiene più opportuni". "TUTTO E' IN MOVIMENTO" - Il leader di An, Gianfranco Fini, prima di incontrare a pranzo Montezemolo e Casini, ha invece rilasciato qualche dichiarazione ai cronisti che gli chiedevano se l'incontro odierno non sia il preludio alla nascita di un nuovo soggetto politico. "Vi risulta che Montezemolo sia un leader politico?" si è però schermito Fini. "In una fase come questa - ha aggiunto - in cui da più parti si dice che il governo è condizionato da Confindustria, e lo dice soprattutto la sinistra più radicale, in un momento in cui il presidente di Confindustria interviene nel dibattito politico come è suo diritto-dovere non solo nell'ambito economico, il fatto che alcuni leader politici lo incontrino è un elemento da inserire a pieno titolo nel dibattito politico, nella dialettica, nel senso che tutto è davvero in movimento". stampa |.


 

 

 


ARTICOLI DAL 30 NOVEMBRE AL 3 DICEMBRE 2007

 

Arriva la tassa sugli assegni ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-11-2007)

Una tassa anti-riciclaggio sugli assegni trasferibili - roberto petrini ( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

Nader da papà della class action a eterno terzo uomo ( da "Riformista, Il" del 30-11-2007)

OGGI PIÙ CHE MAI associarsi a un sindacato significa ess ( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 30-11-2007)

<Class action, non fate errori> ( da "Corriere della Sera" del 30-11-2007)

Assegni, arriva il bollo da 1,5 euro Addio all'Isvap ( da "Corriere della Sera" del 30-11-2007)

Bersani: tempi certi e rapidi della procedura ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-11-2007)

Tremila emendamenti Fuoco amico sulla manovra ( da "Libero" del 30-11-2007)

I politici si dividono ( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

UNC: i consumatori oggi e la sfida della class action ( da "HelpConsumatori" del 30-11-2007)

Parmalat: udienza di discussione della Corte d'Appello Federale di New York ( da "Trend-online" del 30-11-2007)

Parmalat, nessuna decisione della Corte d'Appello Usa su ricorso ( da "SpyStocks" del 30-11-2007)

Class action, gli italiani la vogliono ( da "Vita non profit online" del 30-11-2007)

Class action, nessun danno ( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-12-2007)

Nella permanente litigiosità della classe politica italiana, non particolarmente diversa da ( da "Corriere delle Alpi" del 01-12-2007)

Sguardi sulla democrazia violata dai suoi custodi ( da "Manifesto, Il" del 01-12-2007)

Equitalia, il 18 l'assemblea dei "pignorati": poi un corteo ( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> ( da "Libero" del 01-12-2007)

Un messaggio di solidarietà e carità acquistando il pane nel novese ( da "inalessandria.it" del 01-12-2007)

Contro la class action si manifesta una reattività di parte imprenditoriale così dura da far pensare a momenti di ben altra portata: in realtà anche le imprese troveranno la spinta ( da "Unita, L'" del 02-12-2007)

Chi vuole affossare la class action ( da "Unita, L'" del 02-12-2007)

Le associazioni dei consumatori alla sfida della class action Saranno il tramite per proporre le azioni collettive di risarcimento, ma esiste il problema della rappresentatività ( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

Ma non deve diventare una questione di potere ( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

UE, FLESSICUREZZA: STESSI DIRITTI PER TUTTI I LAVORATORI ( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

Pronta la classe dei Tango bond ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

Imprese a rischio di giudizi e di tempi indeterminati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

Salto di qualità per i consumatori ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

Più capitale per le banche di domani ( da "Corriere della Sera" del 03-12-2007)

Che brutta lotta di class (action) ( da "Panorama" del 03-12-2007)

Protocollo sul welfare: attuazione dell'accordo fra Governo e Parti sociali ( da "AltaLex" del 03-12-2007)

FINANZIARIA/ SERENI: DIFFICOLTA' RIFORME NON BLOCCHINO OK MANOVRA ( da "Virgilio Notizie" del 03-12-2007)


Articoli

Arriva la tassa sugli assegni (sezione: Class action)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 30-11-2007)

 

Primo Piano Pagina 102 Ecco le principali modifiche alla Finanziaria (sono 6500). Clima teso in maggioranza Arriva la tassa sugli assegni Ecco le principali modifiche alla Finanziaria (sono 6500). Clima teso in maggioranza --> ROMA Pioggia di modifiche alla Finanziaria. La manovra è alla seconda lettura e la promessa era di fare solo piccoli ritocchi, ma governo e maggioranza non hanno resistito alla tentazione: il primo ha presentato 65 modifiche, l'Unione ha sfiorato i 2800 emendamenti. Con quelle dell'opposizione il conto delle modifiche sale a oltre 6.500. Torna il bollo sugli assegni (ma solo se "trasferibili"), arriva il filtro per la  class  action e si accelera per rendere il settore del gas più competitivo: sono queste alcune delle novità che il governo punta a introdurre. Se il desiderio di cambiare accomuna Esecutivo e maggioranza, questo non vuol dire che i rapporti siano idilliaci. Al contrario. Riunione agitata ieri pomeriggio a Montecitorio: i deputati di fronte alle novità hanno storto la bocca e puntato i piedi pretendendo una pausa per discutere delle modifiche con i rispettivi gruppi. E così è probabile che il governo qualche passo indietro lo debba fare. BOLLO SU ASSEGNI Arriva il bollo sugli assegni, ma solo se "liberi", cioè per quelli rilasciati senza la scritta "non trasferibile". Il balzello è di 1 euro e mezzo, vale per "ciascun modulo" e scatterà dal 30 aprile 2008. SCONTO BUS La detrazione fiscale del 19% di 250 euro riconosciuta dal prossimo anno sugli abbonamenti a bus e metro potrà essere scontata dal capo-famiglia anche se l'abbonamento è intestato a figli, coniuge e altri familiari a carico. GAS, PIÙ CONCORRENZA Dal 2009 al via le gare per affidare il servizio di distribuzione. Inoltre, potranno partecipare tutte le imprese che attualmente gestiscono servizi pubblici locali a rete e non solo le imprese che svolgono attività di distribuzione. class="hilite">CLASS ACTION In arrivo un "filtro giurisdizionale" che punta a rendere più equilibrata la nuova normativa sulla  class  action. Sì anche all'allargamento della platea dei soggetti che possono rappresentare gli interessi collettivi. RIMBORSI DECENNALI Per i rimborsi fiscali d'annata, che attendono da più di 10 anni prima di essere pagati, il fisco dovrà di più: dovrà anche gli interessi sugli interessi maturati. MUTUI Portabilità dei mutui senza costi e soprattutto con procedure improntate a criteri di massima riduzione dei tempi degli adempimenti e dei costi connessi. SOPPRESSIONE ISVAP Sarà immediato il passaggio delle competenze di vigilanza sulle assicurazioni dall'Isvap alla Banca d'Italia e alla Consob, secondo quanto previsto dal governo sulla regolamentazione dei mercati finanziari. DETRAZIONE IVA CELLULARI Arriva la detraibilità totale sull'Iva dei costi dei telefoni cellulari utilizzati dalle imprese o dai lavoratori autonomi.


Una tassa anti-riciclaggio sugli assegni trasferibili - roberto petrini (sezione: Class action)

( da "Repubblica, La" del 30-11-2007)

 

Economia Richieste record Una tassa anti-riciclaggio sugli assegni trasferibili Via l'Isvap, class="hilite">assicurazioni a Bankitalia e Consob Un filtro giurisdizionale per rendere più equilibrata la  class  action ROBERTO PETRINI ROMA - Pioggia di emendamenti sulla Finanziaria. Le proposte di modifica presentate ieri sera in Commissione Bilancio a Montecitorio sono 6.514 (quasi il triplo di quante presentate nel corso dell'esame in commissione al Senato). Ben 2.800 provengono dalle file della maggioranza che tuttavia si è impegnata, tramite il presidente della Bilancio Lino Duilio, a ridurle a 4-500. Nutrito il pacchetto presentato dal governo: in tutto 65 emendamenti che hanno provocato qualche malumore all'interno della maggioranza durante la riunione di ieri. Lunedì si comincia a votare. Oltre alla risistemazione della  class  action (con l'aggiunta di un "filtro" da parte del giudice e l'allargamento della platea) e le norme sulla portabilità dei mutui già annunciate, arrivano sorprese da parte dell'esecutivo: la prima riguarda l'abolizione dal 1° gennaio del prossimo anno dell'Isvap, l'authority cui compete la sorveglianza sulle assicurazioni, le cui funzioni e il personale passeranno a Consob e Bankitalia. Analogamente le competenze sul settore assicurativo saranno trasferite dal ministero per lo Sviluppo economico a quello dell'Economia. Riproposto anche, su espressa richiesta di Padoa-Schioppa, l'emendamento che prevede il taglio di 40 sedi provinciali della Ragioneria generale e del Tesoro. L'emendamento era stato cancellato al Senato. Viene inoltre modificata la norma per la riduzione a dodici del numero dei ministeri. Il "taglio" resta intatto, ma le competenze attuali non vengono modificate come previsto dalla riforma Bassanini. L'altra sorpresa è rappresentata dalle misure anche contro il riciclaggio che comportano il ritorno di un piccolo "balzello" sugli assegni. Torna infatti il bollo da un euro e mezzo sugli assegni rilasciati senza la scritta "non trasferibile" che, come è noto, garantisce che l'assegno venga incassato solo dal beneficiario indicato. La norma, che vale per ciascun modulo, scatterà dal 30 aprile 2008. Nutrito anche il pacchetto di misure di carattere fiscale presentato dal governo: arrivano sanzioni per le società di revisione volte a garantire la correttezza dei bilanci, viene ammorbidita la norma sulla deducibilità degli interessi passivi da parte delle società soggette all'Ires, viene ridotta l'assunzione di nuovi ispettori per l'Agenzia delle entrate, arrivano rateizzazioni per i debiti con il fisco e una maggiore flessibilità sui rimborsi per i contribuenti, la presentazione del modulo 770 slitta dal 31 marzo al 31 luglio 2008 e la detraibilità Iva per i cellulari di imprese e professionisti salirà al 100 per cento. Inoltre i lavoratori dipendenti che fanno solo il Cud potranno versare l'8 per mille destinato al finanziamento delle varie confessioni consegnando un apposito modulo alla Posta. Si profilano novità per la disciplina degli espropri con una riduzione della indennità se si tratta di interessi rilevanti. Costruire rigassificatori sarà più facile: viene infatti stabilita "la natura unitaria del procedimento di autorizzazione e i suoi rapporti con la Valutazione di impatto ambientale". Dal 2009, segnando una accelerazione, scatteranno le gare per affidare il servizio di distribuzione del gas. Quanto alle misure sociali, la detrazione fiscale del 19 per cento con tetto di 250 euro riconosciuta dal prossimo anno sugli abbonamenti a bus e metropolitana potrà essere scontata dal capo-famiglia anche se l'abbonamento è intestato a figli, coniuge e altri familiari a carico. Da segnalare, infine, un pacchetto di emendamenti bipartisan presentati ieri dal vice presidente della Commissione Bilancio Francesco Tolotti, cui ha collaborato il Consiglio nazionale del notariato. Si tratta della detrazione dell'imposizione sul preliminare di vendita; della protezione dell'acquirente per acquisti dalle imprese di costruzione; e dell'introduzione di un credito d'imposta per le cessioni di fabbricati soggetti a Iva per favorire l'emersione del valore reale dell'immobile.


Nader da papà della class action a eterno terzo uomo (sezione: Class action)

( da "Riformista, Il" del 30-11-2007)

 

class="hilite">Nader da papà della  class  action a eterno terzo uomo Ralph il verde fa l'elogio del (suo) liberismo Cita Cicerone e Beppe Grillo, ma il riferimento è Adam Smith Lui si definisce "attivista dell'interesse pubblico". È l'uomo più odiato dai democratici Usa, per un certo tempo è stato il politico americano più osannato dalla sinistra radicale italiana, di lui Bertinotti e D'Antoni dissero che riuscì "a scardinare il bipolarismo statunitense". Ieri Ralph Nader, quattro candidature presidenziali alle spalle e una in forse, era a Roma in qualità di "papà della  class  action", ospite di un convegno organizzato dall'Unione nazionale consumatori in occasione della consegna del premio "Vincenzo Dona". Il convegno - cui hanno partecipato anche il ministro Pierluigi Bersani, il presidente dell'antitrust Antonio Catricalà e il vicepresidente di Confindustria Ettore Artioli - verteva appunto sull'azione collettiva e sugli sviluppi della legislazione nel nostro paese, dove l'emendamento alla Finanziaria sulla  class  action è stato approvato al Senato ed è ora in discussione alla Camera. Nader, vera star del convegno, è presentato come "l'uomo che inventò l'azione collettiva negli Stati Uniti". Una piccola brochure con la sua biografia è distribuita ai presenti: si racconta della sua brillante carriera da avvocato dei consumatori, delle sue vittorie contro la General Motors e la Chevroleit Corvair, dell'impegno come "cittadino a tempo pieno". Non un solo riferimento alla carriera politica: eppure Nader, eterno terzo uomo delle presidenziali americane, è passato alla storia come il candidato che fece eleggere George W. Bush nel 2000, quando prese il 3 per cento dei voti, presumibilmente da sinistra, sottraendoli quindi ad Al Gore. Ha partecipato alle primarie Democrat nel 1992, per due volte si è presentato come capofila dei Verdi (1966 e 2000), una da indipendente (2004) e ora dice di volerci pensare: "Deciderò alla fine dell'anno", dirà più tardi a un giornalista, nel frattempo continua a sostenere i democratici Denis Kucinich e Mike Gavel. L'avvocato Nader conquista subito la platea: "Vorrei complimentarmi con voi italiani per essere il primo paese europeo con una legislazione rispettabile sulla  class  action". Cita Cicerone, che secondo lui pose le basi per l'azione collettiva ("la libertà è la compartecipazione del potere"), Beppe Grillo, dichiarando però di non avere ben chiaro chi è ("nella difesa dei consumatori serve sempre un po' di humour voi non avete this guy , Grillo?"), Thomas Jefferson ("gli eccessi degli interessi commerciali vanno controllati"), e le grandi religioni monoteiste, che se "mettono tutte in guardia contro la classe mercantile" un motivo ci sarà. Ma lo stesso Nader racconta che il suo vero punto di riferimento è Adam Smith, quello dell'economia di mercato e della mano invisibile. Andatelo a dire ai suoi ammiratori marxisti. In realtà, il discorso non fa una piega: Smith, spiega Nader, diceva che l'obiettivo della produzione è il consumo, mettendo il consumatore al centro dell'economia di mercato. Non solo: com'è noto Adam Smith, da vero padre del liberismo, ce l'aveva a morte con i cartelli e con il mercantilismo (oggi andrebbe di moda dire colbertismo). Nader, assicura lui, non ha nulla contro l'economia di mercato ed è un grande ammiratore della tradizione anglosassone, "che rende omaggio ai consumatori". Ma non è certo un materialista doc: la società civile, spiega, si basa sulla subordinazione degli interessi commerciali a quelli dei diritti umani. Gli interessi commerciali sono quelli dei produttori, "che si focalizzano soprattutto sul profitto", gli interessi etici e i diritti umani sono garantiti dai consumatori, il cui interessi coincide "con il benessere della società e delle generazioni future". Tradotto in modo un po' semplicistico: produttori cattivi, consumatori buoni. Il problema del sistema odierno è che "è dominato dai produttori, non dai consumatori". L'Organizzazione per il commercio mondiale è il diavolo in terra: "Il Wto è come un golpe silenzioso delle lobby delle multinazionali". 30/11/2007.


OGGI PIÙ CHE MAI associarsi a un sindacato significa ess (sezione: Class action)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 30-11-2007)

 

"OGGI PIÙ CHE MAI associarsi a un sindacato significa essere rappresentati a livello locale, regionale e nazionale". Secondo Alfredo Mietti presidente provinciale di Confesercenti, cambia, ma non si allenta il legame tra imprese e associazioni di categoria. Come spiegare allora la nascita di comitati autonomi di imprenditori che sembrano voler indicare un nuovo modo per organizzare azioni collettive? "Tali comitati ? continua Mietti ? sono una risposta alle esigenze specifiche di una certa zona o di un preciso contesto, ma noi dobbiamo essere la voce di tutti, non del singolo. Di certo, rivelano un malessere che non si può ignorare. E' giusto, quindi interrogarci sul problema per porvi rimedio". "Oggi, all'interno di ogni associazione ? aggiunge Giancarlo Zuccarini, segretario provinciale di Confesercenti ? ci sono interessi condivisi, ma anche specifiche rivendicazioni che contrastano l'una con l'altra (bagnini e ristoratori, commercianti dei centri storici e delle periferie). Nostro compito è mediare tra le diverse esigenze degli associati, ma anche dei cittadini e delle istituzioni. Trovare un punto di equilibrio che spesso, purtroppo, non accontenta nessuno. Quando otteniamo dei risultati, però, li otteniamo per tutti e non soltanto per chi ha la tessera Confesercenti". Alla fine, chi si associa, più che credere a un'idea chiede opportunità. Quali sono quelle che offre Confesercenti? "All'interno di un sindacato ? spiegano Mietti e Zuccarini ? non c'è solo chi si occupa della contabilità, ma chi garantisce assistenza legale, chi agevola i soci nell'accesso al credito, il patronato Itaco che gestisce la previdenza. Il sindacato è poi uno strumento di rappresentanza indispensabile per rivendicare posizioni che rischiano di essere cancellate da un sistema, economico e turistico, che, da una parte celebra il recupero della territorialità e del prodotto tipico e dall'altra lascia che le attività dei centri storici chiudano i battenti". Perché le associazioni del commercio difendono tanto la loro specificità? Esistono davvero, nell'azione sindacale, professionalità differenti a seconda dei differenti settori economici? "Abbiamo oltre 30 anni di esperienza nel commercio, nel turismo e nei servizi ? spiega Zuccarini ? ed è normale restare perplessi di fronte a strutture che nascono adesso e che devono formare su questi temi così vasti e complessi il proprio personale". "Rivendichiamo la nostra specificità ? chiosa Mietti ? perché riteniamo che sia il nostro biglietto da visita e il segno di una professionalità riconosciuta dagli oltre 3.000 associati, che sono con noi da tanti anni". - -->.


<Class action, non fate errori> (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 30-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-11-30 num: - pag: 32 categoria: REDAZIONALE L'intervista Parla Ralph Nader "class="hilite">Class  action, non fate errori" ROMA - "La Class Action rompe il superpotere dei produttori a vantaggio di chi compra, una rivoluzione che porterà più qualità e più sicurezza". Ralph Nader, 73 anni, avvocato di origini libanesi e profeta indiscusso delle cause collettive negli Stati Uniti, avverte però che i tribunali non possono risolvere tutto. Perché la Class Action è arrivata in Europa così in ritardo? "Gli Usa hanno una tradizione diversa per la giustizia, che viene scritta dai tribunali (Common law) e non dai partiti come avviene, per esempio, in Italia" . I settori in Italia più a rischio di azione collettiva? "Le telecomunicazioni, le assicurazioni, le banche, l'energia elettrica, i contratti prestampati con clausole vessatorie". Le aziende italiane temono la Class Action per i tempi lunghi della giustizia... "Posso capire, in Italia anche le cause più semplici subiscono ritardi inaccettabili. Negli Usa ci sono dei tribunali specializzati, per somme piccole, dove non occorre nemmeno un avvocato. La vostra legge dovrebbe prevedere un rito abbreviato ". In Europa e in Italia si pensa che anche gli Usa stiano ripensando il modello delle Class  action perché alla fine chi si arricchisce è l'avvocato... "Non vedo perché si deve accusare un avvocato di farsi pagare se vince una causa e non le aziende farmaceutiche che vendono le medicine a caro prezzo. In ogni caso negli Usa le parcelle le decide il giudice ". Ma gli avvocati sono diventati miliardari! "In alcuni casi è vero. Lo studio legale contro la Enron ha incassato l'8% su 7 miliardi. Però l'avvocato si assume il rischio della causa che può anche perdere. Senza contare che in molti casi il giudice stabilisce alti compensi proprio per evitare che le compagnie corrompano i legali della controparte". Le associazioni dei consumatori, indipendenti o collegate ai sindacati? "Il rapporto col sindacato è utile, eccetto i casi in cui gli interessi dei consumatori entrino in conflitto con quelli dei lavoratori. Il principio è essere indipendenti dal governo ". Dia un consiglio ai consumatori italiani. "Primo: creare dei meccanismi per facilitare l'aggregazione dei consumatori per avere maggior forza negoziale. Secondo: le prime cause collettive devono essere a prova di bomba, non si può rischiare di perderle. Terzo: colpire tutti i settori, dimostrare che non ci sono zone franche". Lei è stato consacrato dal "Times " come uno dei cento uomini più potenti al mondo. Ma come politico è stato un fiasco. "Il mio movimento è stato costretto a scendere in politica perché il Congresso ci ha difeso sempre meno, influenzato dai produttori. E poi in America vince la dittatura del bipolarismo. Il partito democratico mi ha fatto 22 cause per fermarmi. Credo che la nostra sia una democrazia effimera, ci vorrebbe un sistema proporzionale". Roberto Bagnoli.


Assegni, arriva il bollo da 1,5 euro Addio all'Isvap (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 30-11-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2007-11-30 num: - pag: 32 categoria: REDAZIONALE Finanziaria Gli emendamenti Assegni, arriva il bollo da 1,5 euro Addio all'Isvap Nuove modifiche in vista per la Finanziaria: 65 quelle proposte dal governo in seconda lettura, cui vanno aggiunti gli emendamenti di Unione e opposizione. Tra le novità proposte, il bollo sugli assegni senza la scritta "non trasferibile ": una tassa di 1,5 euro che scatterà dal 30 aprile. E aumentano i rimborsi fiscali d'annata, che includeranno la capitalizzazione degli interessi, mentre potrà arrivare al 100% la detraibilità Iva dei cellulari delle imprese. Tra gli altri emendamenti sul tavolo, lo sconto del 19% sugli abbonamenti al trasporto pubblico locale per un massimo di 250 euro l'anno, che si allarga a tutta la famiglia, figli compresi. Diventa poi più morbida la disciplina sull'indeducibilità degli interessi nel-l'Ires. Inoltre, viene posticipata la scadenza delle dichiarazioni 770 al 31 luglio. Le nuove modifiche puntano a favorire la "portabilità" dei mutui senza costi, mentre la competenza sulle assicurazioni passa al ministero dell'Economia, e si sancisce la soppressione dell'Isvap con il passaggio delle competenze a Bankitalia e Consob. Il governo inoltre rende più stringenti le norme sull'utilizzo dei derivati da parte degli enti locali. Si introduce poi l'ok unico per i rigassificatori, class="hilite">e arriva l'atteso "filtro giurisdizionale" sulla  class  action. Un capitolo anche per le Ferrovie: sarà possibile attingere al canone di utilizzo della Tav per coprire parte degli investimenti. Consumatori Filtro del giudice per valutare l'ammissibilità delle azioni collettive. Detrazioni per i bus G.Str.


Bersani: tempi certi e rapidi della procedura (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-11-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-11-30 - pag: 6 autore: L'AZIONE COLLETTIVA Bersani: tempi certi e rapidi della procedura Forse non correrà su una vera e propria corsia preferenziale ma la class action di sicuro avrà "un carattere di rapidità". Lo ha promesso il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, in risposta alle preoccupazioni di Confindustria e in occasione del convegno sull'azione collettiva risarcitoria organizzato ieri da Unione nazionale consumatori. Nella stessa sede Ettore Artioli, vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, ha sollecitato certezze su "tempi veloci in fase preliminare" e blocco alle azioni "a scopo ricattatorio". Bersani ha confermato che il Governo è intervenuto con un emendamento alla Finanziaria per allargare la titolarità dell'azione e introdurre filtri tramite il giudice.


Tremila emendamenti Fuoco amico sulla manovra (sezione: Class action)

( da "Libero" del 30-11-2007)

 

Italia 30-11-2007 Tremila emendamenti Fuoco amico sulla manovra ROMA La Finanziaria approda alla Camera e la maggioranza presenta una valanga di emendamenti per modificarla. A Montecitorio il termine per presentare in commissione Bilancio le proposte di modifica alla manovra per il 2008 è scaduto ieri pomeriggio alle 18. Ebbene, su un totale di 6.514 emendamenti, ben 2.800 portano la firma di esponenti del centrosinistra. Quelli depositati da deputati dell'opposizione, invece, sono 3.700. Dal governo, invece, arrivano altre 65 proposte di modifiche. Intanto Franco Marini, presidente del Senato, sferza l'Unione: "Bisogna fare qualche passo in più sulla tutela delle fasce di reddito più deboli e su ricerca e sicurezza". Ieri Nicola Sartor, sottosegretario all'Economia, ha consegnato alla maggioranza l'incartamento con gli emendamenti attraverso cui Palazzo Chigi punta a cambiare alcune norme approvate dal Senato. Tra queste ci sono le imposte sulle imprese (l'Ires); class="hilite">le cause collettive dei consumatori ( class  action), il trasporto pubblico locale, i rigassificatori e le misure per introdurre più concorrenza nel mercato del gas. Previsto anche il passaggio immediato delle competenze di vigilanza sulle assicurazioni dall'Isvap alla Banca d'Italia e alla Consob. Tuttavia la metà delle modifiche, fanno sapere dalla maggioranza - sarebbe di carattere esclusivamente tecnico. Tra le proposte del governo, spicca l'ampliamento della platea dei soggetti legittimati alla  class  action e l'inserimento di un filtro preventivo sull'ammissibilità dell'azione collettiva. In arrivo anche sanzioni fiscali, fino al 50 per cento del compenso percepito, per i revisori contabili. In caso di mancata sottoscrizione della dichiarazione dei redditi o dell'Irap, infatti, si applica anche la sanzione amministrativa da 258 a 2.065 euro. Il governo introduce anche il bollo sugli assegni, ma solo se "li beri", ovvero rilasciati senza la scritta "non trasferibile". Il balzello è di 1,5 euro, vale per ciascun modulo e scatterà dal 30 aprile 2008. Si allenta ulteriormente, invece, la stretta sulla indeducibilità degli interessi passivi nella tassazione del reddito d'impresa. Con alcuni ritocchi alla riforma dell'Ires, infatti, viene eliminato il limite temporale di cinque o dieci anni del riporto in avanti delle quote di interessi resi indeducibili. In arrivano anche i chiarimenti sulla trasferibilità dei mutui: prevista la portabilità senza costi. In commissione le votazioni sugli emendamenti dovrebbero cominciare lunedì sera per concludersi, approfittando dell'as senza dei lavori d'aula, tra venerdì 7 e sabato 8. T.M. Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


I politici si dividono (sezione: Class action)

( da "Tempo, Il" del 30-11-2007)

 

Nessun ripensamento da parte del ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, che ha firmato il ddl liberalizzazioni. Quello che ha concesso, tra le altre ai comuni italiani, la possibilità di svecchiare le normative sul servizio taxi. Proprio le regole che il sindaco Walter Veltroni ha deciso di applicare a Roma e he hanno provocato il blocco della circolazione mercoledì sera. Home Interni Esteri prec succ Contenuti correlati Veltroni in bilico tra vecchio e nuovo POLITICI ATTENTI L'eccesso di caos genera la ... Politici e carabinieri in campo Politici divisi anche sui pini Altro debito per vedere se piacciono i politici Carlo Antini c.antini@iltempo.it "I leader politici non ... "è sicuro che nel giro di uno o due anni le categorie professionali accetteranno le liberalizzazioni e forse potrò tornare dal barbiere, anche se non ne ho tanto bisogno, class="hilite">prendere un taxi e parlare amichevolmente con un assicuratore" ha spiegato ieri Bersani intervenendo a una tavola rotonda sulla  class  action promossa dall'Unione consumatori. Riferendosi alla protesta dei tassisti a Roma, Bersani ha mandato un messaggio al sindaco Veltroni: "Non ha bisogno dei miei consigli, ma bisogna mostrare che si va avanti". 30/11/2007.


UNC: i consumatori oggi e la sfida della class action (sezione: Class action)

( da "HelpConsumatori" del 30-11-2007)

 

News UNC: i consumatori oggi e la sfida della class action 29/11/2007 - 16:40 Il consumerismo fra liberalizzazioni e class action con un ospite d'eccezione: l'avvocato statunitense Ralph Nader. È l'evento organizzato oggi dall'Unione Nazionale Consumatori. Il consumerismo fra liberalizzazioni e class action fa il punto sulla tutela dei consumatori e sulle sfide del presente e del futuro, prima fra tutte l'azione collettiva, con un intervento d'eccezione: quello dell'avvocato statunitense Ralph Nader, "padre" della class action americana e due volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti. L'occasione è rappresentata dal primo "Incontro nazionale consumatori oggi/2007", una giornata di studio e dibattito sul consumerismo, organizzata oggi a Roma dall'Unione Nazionale Consumatori, in occasione del primo incontro nazionale intitolato alla memoria del fondatore Vicenzo Dona. La giornata ha rappresentato anche l'occasione per una tavola rotonda che ha affrontato il tema della class action: presenti fra gli altri il Ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, il presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas Alessandro Ortis, il Garante per la Privacy Francesco Pizzetti, il vice presidente di Confindustria Ettore Artioli. E non è mancata la presentazione di una indagine realizzata da AstraRicerche: il 63% degli italiani non si sente sufficientemente tutelato nei suoi diritti di acquirente e utilizzatore di beni e servizi. "La libertà è partecipazione al potere" e questa dovrebbe essere la guida all'espansione degli orizzonti dei movimenti dei consumatori: è quanto affermato da Ralph Nader, che si è soffermato sulla class action e sulla differenza fra una valutazione dello sviluppo economico basata sulla produzione e una che invece includa la valutazione dei prodotti rispetto ai consumatori, dunque dal punto di vista del consumatore. Non sono mancati, naturalmente, i riferimenti alla situazione statunitense: Nader ha citato un sondaggio realizzato nel 2007 secondo il quale il 72% degli americani ha affermato che le aziende avevano troppo controllo sulle loro vite. E ha suggerito, fra l'altro, alcune azioni da compiere: educazione consumeristica nelle scuole e corsi per l'educazione degli adulti; la conoscenza delle "best practices" nel business; acquisti di gruppo e gestione di negoziati di gruppo da parte dei consumatori. L'avvocato americano ha parlato della class action: "Concentrarsi sul benessere dei consumatori significa migliorare l'economia e valutare se un sistema economico porta benefici ai cittadini. Purtroppo oggi il mercato è a misura delle esigenze di chi vende e non di chi compra, e questo non è positivo. Un esempio: nel mercato dell'automobile non bisogna pensare a quanti veicoli vengono prodotti ma se e come questa produzione migliora il trasporto di massa. E' necessaria quindi una valutazione critica dello sviluppo economico. La class action - prosegue Nader - da questo punto di vista rende più facile ai consumatori unirsi contro gli abusi. Abbiamo cominciato 25 anni fa negli Stati Uniti con questa risposta semplice e innovativa per migliorare la qualità della vita dei cittadini, che ha avuto grande successo anche se a volte la stampa europea ne ha denunciato erroneamente alcune storture: a fronte di milioni di dollari pagati dalle aziende ci sono miliardi non risarciti. La class action tuttavia da sola non basta: è necessaria un'educazione che parta dalla scuola e coinvolga anche gli adulti: raccontare quanto di positivo possa realizzare il business con case history di successo; incoraggiare gli acquisti di gruppo da parte dei consumatori e, soprattutto, creare una rete mondiale tra le associazioni". "L'azione collettiva è uno strumento di difesa e non di attacco": è quanto affermato nella sua relazione introduttiva da Massimiliano Dona, segretario generale dell'UNC, per il quale fra gli strumenti di cambiamento serve "una scuola che insegni l'educazione al consumo", "una politica e una Pubblica amministrazione sensibili e intraprendenti", "Autorità più severe" e "associazioni di consumatori più forti e capaci di essere vicine alla gente". "Serve concorrenza - ha detto - e serve la class action". E proprio l'azione collettiva è stata una dei protagonisti della tavola rotonda. Così, nella selezione dei ricorsi dei consumatori da ammettere alle procedure di class action, secondo il presidente Antonio Catricalà un eventuale filtro dell'Antitrust potrebbe essere in grado di ridurre i tempi dell'iter: "L'Antitrust può fare da filtro". Sull'azione collettiva è intervenuto il ministro dello Sviluppo Economico: "Non esiste - ha commentato Pier Luigi Bersani - che l'Italia non possa avere una norma su questo". Le correzioni previste riguardano la titolarità dell'azione collettiva, con la possibilità di estenderla non solo alle associazioni dei consumatori ma anche a figure titolate a giudizio del giudice, e la questione del "filtro". "Facciamo la class action - ha commentato Bersani - perché il consumatore non si percepisca da solo davanti a una montagna da scalare". "Speranze e timori del consumatore moderno": questo il tema dell'indagine presentata nel corso della giornata da AstraRicerche, realizzata con il contributo dell'Istituto per la Promozione Industriale e illustrata dal sociologo Enrico Finzi. Da circa mille interviste telefoniche è emerso che il 63% degli italiani non si sente sufficientemente tutelato nei suoi diritti di acquirente e utilizzatore di beni e servizi: in una scala da 1 a 10, il voto medio è stato pari infatti a 4,5. L'insoddisfazione risulta maggiore della media fra i responsabili degli acquisti familiari, fra i 35-64enni, al Sud, nelle fasce socio-economiche superiori e nel ceto medio impiegatizio. I settori nei quali i consumatori ritengono di avere una difesa più bassa sono, nell'ordine, alimentazione e bevande (58% delle risposte), energia (34%), salute e sanità (25%), abbigliamento (20%), prezzi e tariffe (13%), telefonia e TLC (10%). Per gli intervistati, i soggetti che tutelano maggiormente i consumatori sono le Forze dell'Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia municipale, Nas: 66% delle risposte), seguite da alcune trasmissioni televisive (come "Mi manda Rai 3) al 56%, da categorie specializzate come medici, veterinari, nutrizionisti, commercialisti (56% delle risposte), da alcune associazioni di consumatori (52%). Seguono Unione europea (49%), alcuni giornalisti (46%: Vianello, Lubrano, Angela); organizzazioni ambientaliste (45%). Minore la percentuale di coloro che segnalano le Autorità e i sindacati (36%), la magistratura (35%), Regioni ed enti locali (32%), giornali specializzati (come "Il Salvagente") al 29% e mass media (sempre al 29%), e infine ministeri, blog, alcuni politici e partiti politici e il Governo. Il campione era stato intervistato sulla class action ma prima che il provvedimento venisse inserito in Finanziaria: a metà ottobre solo il 28% degli intervistati conosceva la futura possibilità dell'azione collettiva. E in tema di liberalizzazioni? Solo la vendita dei farmaci da banco non solo in farmacia è nota alla quasi totalità del campione (94%); non sono invece note al 23% degli intervistati i provvedimenti sulle assicurazioni auto, al 31% quelli sulla chiusura dei conti correnti bancari e i passaggi di proprietà, al 32% quelli su taxi e trasporti. Non sono mancate le premiazioni. I riconoscimenti sono andati al ministro Bersani (premio Vincenzo Dona 2007), a Ralph Nader e ad Antonio Lubrano, nonché alle migliori tesi di laurea su materie consumeristiche: premiate tesi su class action, concorrenza e privacy. 2007 - redattore: BS.


Parmalat: udienza di discussione della Corte d'Appello Federale di New York (sezione: Class action)

( da "Trend-online" del 30-11-2007)

 

NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna Di Alberto Susic , 29.11.2007 20:13 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Parmalat comunica che in data odierna, presso la Corte d'Appello Federale del Secondo Circuito di New York, ha avuto luogo l'udienza di discussione sull'class="hilite">appello presentato dal gruppo italiano contro la decisione del Tribunale Federale Distrettuale il quale aveva negato a Parmalat un ordine ai sensi dell'art. 304 della legge fallimentare USA. L'appello di Parmalat era finalizzato a precludere ad una potenziale classe di investitori di procedere con  class  action contro Parmalat negli Stati Uniti. La Corte d'Appello si è riservata.


Parmalat, nessuna decisione della Corte d'Appello Usa su ricorso (sezione: Class action)

( da "SpyStocks" del 30-11-2007)

 

(30 Novembre 2007 - 09:29) MILANO (Finanza.com) - Nessuna decisione presa dalla Corte d'Appello di New York sul ricorso presentato da Parmalat. Il gruppo di Collecchio si era appellato all'organo superiore contro la sentenza del Tribunale Federale Distrettuale che gli aveva negato di esercitare un ordine secondo la legge fallimentare americana. class="hilite">In particolare, la società alimentare aveva chiesto di bloccare una potenziale classe di investitori di procedere con  class  action contro Parmalat negli Stati Uniti. Al momento la Corte d'appello ha preso tempo e si è riservata dalla decisione. (Riproduzione riservata).


Class action, gli italiani la vogliono (sezione: Class action)

( da "Vita non profit online" del 30-11-2007)

 

Di Redazione (redazione@vita.it) 29/11/2007 --> Indagine di Unione Consumatori: il 63% degli italiani non si sente sufficientemente tutelato La  class  action e' utile. Anche perche' il 63% degli italiani non si sente sufficientemente tutelato nei suoi diritti di acquirente e utilizzatore di beni e servizi: in una scala da 1 minimo a 10 massimo il voto medio e' pari a 4,5, con solo il 18% che da' voti da 7 a 10. E' quanto emerge da un'indagine demoscopica (1.008 interviste telefoniche) realizzata da Astra Ricerche commissionata dall'Unione Nazionale Consumatori, con il contributo dell'Ipi, in occasione dell'evento che si e' svolto oggi a Roma in memoria del suo fondatore Vincenzo Dona. L'insoddisfazione, rileva l'indagine, e' maggiore della media tra i responsabili degli acquisti familiari, tra i 35-64enni, al sud, nei comuni tra i 30mila e i 250mila abitanti, nelle fasce socio-economiche superiori oltre che nel ceto medio impiegatizio. Per quanto riguarda la Class Action, la notorieta' della futura possibilita' di azione collettiva era propria a meta' ottobre 2007 del 28% degli ultra14enni (al di sopra della media gli uomini, gli ultra44enni, i residenti nel nord-est e nelle regioni 'rosse' del centro oltre che nelle metropoli, i laureati, i ceti superiori e quello medio impiegatizio cosi' come i pensionati e i capifamiglia). Nel caso di partecipazione con altri a un'azione collettiva volta a ottenere il risarcimento di un danno subito, il 50% si rivolgerebbe alle associazioni di tutela del consumatore, il 44% ad avvocati-studi legali, il 25% a sindacati, la stessa percentuale a comitati spontanei di cittadini, il 13% a Camere di commercio. Per quanto riguarda la conoscenza e la valutazione di una serie di recenti liberalizzazioni: una sola, la vendita dei farmaci da banco non solo in farmacia, e' nota alla quasi totalita' del campione (94%), mentre le altre cinque sono totalmente ignote al 23% (assicurazioni auto), al 31% (chiusura dei conti correnti bancari e passaggi di proprieta'), al 32% (taxi e trasporti). Nel merito, i conoscitori danno sempre un giudizio largamente positivo: nell'ordine, per i passaggi di proprieta' (79%), la chiusura dei conti correnti bancari (77%), i taxi (73%), le assicurazioni auto (72%), i trasporti (70%) e la vendita dei farmaci da banco non solo in farmacia (69%). Quanto al futuro, la nuova liberalizzazione indicata spontaneamente come piu' importante e urgente e' quella totale dei prezzi e delle tariffe (10%), seguita da quella dell'energia (7%) e da quella della vendita dei carburanti (4%). Secondo gli intervistati, i settori nei quali la difesa del consumatore e' infima sono quello dell'alimentazione-bevande (58%), dell'energia (34%), della salute-sanita' (25%), dell'abbigliamento (20%), dei prezzi-tariffe (13%), della telefonia/Tlc (10%). La tutela dei consumatori, cioe' la garanzia della qualita' e della sicurezza dei prodotti e del rispetto delle leggi con assistenza a coloro che vogliono far valere le loro ragioni, vede, in ordine decrescente, sei soggetti dominanti: le forze dell'ordine (66%); alcune trasmissioni tv (56%); alcune categorie specializzate (medici, veterinari, nutrizionisti, commercialisti: 56%); alcune associazioni di consumatori (52%); l'Ue (49%); alcuni giornalisti (Vianello, Lubrano, Angela: 46%); alcune organizzazioni ambientaliste (45%). Seguono le authorities (Autorita' della concorrenza e del mercato, per la privacy, dell'energia, delle comunicazioni: 36%); alcuni sindacati (36%); la magistratura (35%); le Regioni e gli enti locali (32%); alcuni giornali specializzati (29%); i mass media (29%); alcuni ministeri (Agricoltura, Industria, Sanita', 27%); alcuni blog (come quello di Grillo: 24%); alcuni politici (22%); alcuni partiti politici (18%); il governo (17%). Nel commentare il provvedimento sull'azione collettiva attualmente all'esame del parlamento, il segretario generale dell'Unc, Massimiliano Dona ha sottolineato che ''l'introduzione della  class  action non puo' piu' essere fermata perche' e' la gente a volerla come meccanismo di riequilibrio di un mercato che, a oggi, favorisce nettamente produzione e distribuzione in danno dei consumatori. Il testo -ha aggiunto- e' certamente perfettibile, ma le proposte di emendamento non devono mettere a rischio il percorso di approvazione della  class  action''. Nel merito, ha spiegato Dona, ''condividiamo l'opportunita' di un filtro che precluda le azioni pretestuose: anzi, se sara' lo stesso giudice a fare questo preventivo esame, il proponente avra' un maggiore peso contrattuale per indurre l'impresa scorretta ad accettare una transazione che eviti i tempi lunghi di un intero processo. Ci stupisce pero' che Confindustria consideri la  class  action come una dichiarazione di guerra all'intero mondo imprenditoriale: in questo modo -ha sottolineato- sembra auto-denunciarsi, ammettendo evidentemente che alcune aziende attuano comportamenti scorretti che meriterebbero il ricorso a quello che e' solo uno strumento di reazione e non certo di attacco''.


Class action, nessun danno (sezione: Class action)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 01-12-2007)

 

DALLA PRIMA/MARTELLA Class action, nessun danno... SEGUE DALLA PRIMA Pier Luigi Bersani, presentata unitamente al primo pacchetto sulle liberalizzazioni, ed è stata oggetto di numerose discussioni ed elaborazioni. Si chiama "azione collettiva risarcitoria" e già in una dozzina di paesi europei normative analoghe sono entrate in vigore o sono in fase avanzata di elaborazione. La sua comparsa è stata salutata in Italia, come spesso accade, da perplessità e dubbi che ci consegnano un quadro niente affatto chiaro delle potenzialità di questo strumento. Anche sulle colonne di questo giornale, nei giorni scorsi, il presidente di Unindustria Treviso Andrea Tomat ha espresso forti critiche rispetto alla norma, definendola un errore pericoloso. In sintesi, da oggi ogni cittadino può scegliere di richiedere anche collettivamente il risarcimento di un danno subito rivolgendosi ad una delle associazioni o dei soggetti incaricati. Era una norma attesa da tempo; d'altra parte, anche senza necessariamente uscire dai confini del nostro paese, i fatti degli ultimi anni, gli scandali finanziari, spesso ci hanno posto di fronte all'esigenza di individuare strumenti di tutela per i cittadini vittime di torti che hanno coinvolto anche fasce molto consistenti di consumatori. L'azione collettiva risarcitoria, infatti, è una pratica che interviene quando i rimedi individuali non sono convenienti, fermo restando il diritto di ciascuno di procedere con il ricorso individuale; penso per esempio all'esigenza di economizzare i costi processuali, spesso proibitivi per il singolo, ma anche all'opportunità di ridurre l'impatto organizzativo che migliaia di cause individuali avrebbero sul sistema della giustizia italiano. Non un aggravamento, ma invece un alleggerimento per il sistema della giustizia, pur senza negare a chiunque abbia ricevuto un danno di promuoverne la riparazione a costi e con tempi sostenibili. Si tratta tra l'altro di uno strumento che può presentare indubbi vantaggi: un iter veloce e semplificato, per prima cosa, e la possibilità di pervenire ad una conciliazione complementare dell'azione giudiziaria. Ritengo inoltre che questa norma possa esercitare un efficace potere di deterrenza dei comportamenti scorretti nei confronti del cittadino consumatore e, allo stesso tempo, possa tutelare e promuovere la reputazione di tutte le imprese - la grande maggioranza - che operano nel pieno rispetto delle normative vigenti. Vorrei che fosse chiaro che imprese, cittadini e governo si trovano sullo stesso lato della barricata nella lotta contro le pratiche di violazione della concorrenza e dei diritti del consumatore, pratiche che distorcono il mercato favorendo proprio i soggetti meno corretti. Nel corso del passaggio in Parlamento, quindi, si procederà a perfezionare la norma, sia attraverso la previsione di un apposito regolamento governativo che specifichi in modo puntuale chi può attivare la procedura e in quali casi e condizioni, sia introducendo un filtro giurisdizionale in Camera di Consiglio, a porte chiuse, per verificare la titolarità di chi promuove la procedura e il fatto che la procedura stessa non sia palesemente infondata. Ben venga, a questo proposito, il dialogo con il mondo dell'impresa. Andrea Martella Parlamentare del Pd.


Nella permanente litigiosità della classe politica italiana, non particolarmente diversa da (sezione: Class action)

( da "Corriere delle Alpi" del 01-12-2007)

 

Attualità NELLA PERMANENTE LITIGIOSITà DELLA CLASSE POLITICA ITALIANA, NON PARTICOLARMENTE DIVERSA DA ... nella permanente litigiosità della classe politica italiana, non particolarmente diversa da quella attuale. Nello Statuto si trovano tre aspetti particolarmente interessanti. Rappresentatività ed autorevolezza. Il parlamento era formato da Camera e Senato, come il nostro. La Camera era elettiva su base circoscrizionale. Lo Statuto non definiva il sistema elettorale, ma fino alla prima guerra mondiale si usò il sistema uninominale a doppio turno. Questo garantiva un rapporto molto stretto tra elettori ed eletti amplificato dal suffragio limitato. Il Senato era formato da membri a vita, di nomina regia tra categorie predefinite, tra cui i deputati con un'anzianità di almento tre legislature: in questo modo il Senato diventava una sorta di luogo di compensazioni tra gli estremismi e favoriva il ricambio generazionale alla Camera. Inoltre, il numero dei Senatori era illimitato e questo promuoveva che personalità illustri avessero un ruolo preminente tra i numerosi Senatori e si svincolassero dalle loro appartenenze a correnti politiche ed ideologiche. Responsabilità di fronte agli elettori. L'articolo 3 e l'articolo 10 definivano la modalità con cui si legiferava. (Art. 3) Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due Camere: il Senato, e quella dei Deputati. (Art. 10) La proposizione delle leggi apparterrà al Re ed a ciascuna delle due Camere. Però ogni legge d'imposizione di tributi, o di approvazione dei bilanci e dei conti dello Stato, sarà presentata prima alla Camera dei Deputati. Molto spesso si accusa dell'inefficienza dell'Italia il bicameralismo perfetto. Nello Statuto addirittura si aveva una perfetta tripartizione del potere legislativo, in cui uno qualunque dei tre attori, Camera, Senato e Re, poteva bloccare una azione legislativa. Bisogna però considerare che la Camera era l'unico corpo elettivo ed era l'unica che poteva far iniziare qualunque legge riguardasse tasse o spese: quindi chi era eletto (con la modalità diretta di cui prima) doveva anche giustificare ai suoi elettori perché votava per nuovi balzelli, non potendo scaricare l'onere della risposta al primo ministro, al Senato o al Re. Non totalità dell'attività politica. L'articolo 50 recitava: "Le funzioni di Senatore e di Deputato non danno luogo ad acuna retribuzione od indennità". Anche se questa norma fu di fatto allentata nel novecento introducendo varie forme di rimborsi spese, questo articolo segna una differenza abissale rispetto al nostro sistema. Nessuno pensava di fare il deputato o il senatore come unica occupazione a meno di non vivere di rendita, e questo non era il caso per i principali deputati e primi ministri del regno. Va da se che chi doveva lavorare concretamente al di fuori della propria azione politica avesse una percezione più concreta e cocente della realtà e potesse capire meglio i propri elettori. Questi tre aspetti (rappresentatività ed autorevolezza, responsabilità di fronte agli elettori e non totalità della azione politica) potrebbero essere un utile spunto per i nostri politici soprattutto ora che sembra che molti partiti siano interessati ad operare a breve riforme istituzionali significative. Giancarlo Succi.


Sguardi sulla democrazia violata dai suoi custodi (sezione: Class action)

( da "Manifesto, Il" del 01-12-2007)

 

Il termine più ambiguo e sacro del lessico politico al vaglio critico di due saggi usciti in Francia, "Le sacre de la démocratie" di Alain Brossat e "De quoi Sarkozy est-il le nom?" di Alain Badiou Andrea Inglese Sono accomunati dall'eretica volontà di porre in questione il termine "democrazia", ormai il più ambiguo e sacro del nostro lessico politico, due saggi usciti in Francia che hanno il merito di abbinare corrosività polemica e profondità di pensiero. Si tratta di De quoi Sarkozy est-il le nom? di Alain Badiou (Lignes, già trattato su queste pagine da Serge Quadruppani il 22 novembre) e Le sacre de la démocratie. Tableau clinique d'une pandémie di Alain Brossat (Anabet). Entrambi gli autori sono filosofi e docenti universitari, ma capaci, nonostante il loro ruolo istituzionale, di non risparmiare il principe da attacchi impietosi. E il principe in questione è certo il presidente neoeletto Sarkozy, ma ancor più un certo tipo di discorso, che si impone al di là delle partizioni politiche parlamentari e delle frontiere di classe. Il titolo di Badiou, Di che cosa Sarkozy è il nome?, già rassicura il lettore italiano. Non ci troviamo di fronte alla versione francese di un'analisi politica ridotta alla condanna di un solo uomo, considerato una eccezione maligna, la cui sconfitta ridarà fulgido avvenire all'intero paese. Sarkozy non è per Badiou la rassicurante origine di tutti i mali, ma l'inquietante e più disinibito portavoce della grande borghesia imprenditoriale. E il suo compito, come mandatario di questa minoranza, non è dei più semplici: si tratta di convincere la maggioranza a ritenere come propri interessi e bisogni che le sono estranei. Ma la conquista dell'egemonia non passa per argomentazioni persuasive, bensì per dosi di paura. Quella paura che anche in Italia è divenuta la tonalità emotiva con cui o rispetto a cui è indispensabile fare politica. Si tratta, per Badiou, della "paura degli stranieri, degli operai, del popolo, dei giovani delle periferie, dei musulmani, dei neri provenienti dall'Africa... Questa paura, conservatrice e crepuscolare, crea il desiderio di avere un padrone che vi protegga, anche a patto di opprimervi e impoverirvi ulteriormente". D'altra parte, nella sua analisi del voto presidenziale, Badiou ritrova all'opera anche sul fronte opposto, quello della sinistra istituzionale, una paura, seppure di natura diversa. È la paura nei confronti del personaggio Sarkozy e del suo lato "poliziesco", usata dai socialisti per mobilitare voti. Oltre questo gioco di rimpallo, non c'è nulla che conti per i due schieramenti: "il mondo non esiste". Le questioni di politica estera, in tempi di guerre permanenti, non si prestano a un dibattito serio. In tali condizioni, partecipare alle elezioni, è un atto "essenzialmente apolitico", che sostituisce un definitivo stato di disorientamento a qualsiasi forma d'intelligenza politica. Ed è qui che Badiou varca il recinto sacro: "Il suffragio universale sarebbe la sola cosa che si dovrebbe rispettare indipendentemente da ciò che produce? E perché mai? In nessun altro ambito dell'azione e del giudizio sulle azioni si considera che una cosa è valida indipendentemente dai suoi effetti reali. Il suffragio universale ha prodotto una quantità di abomini. Nella storia, maggioranze qualificate hanno legittimato Hitler o Pétain, la guerra d'Algeria, l'invasione dell'Iraq... Non c'è dunque nulla di innocente nelle maggioranze "democratiche"". Il punto è che Badiou vuole riaprire uno spazio di riflessione e di pratica politica, che il "democratico" confronto elettorale ha fatto sparire. D'altra parte questo spazio, che per lui coincide con il ripensamento dell'ipotesi comunista, si articola a partire da un'altra storia, rispetto a quella che ha condotto al parlamentarismo contemporaneo. Il conflitto decisivo si realizza oggi tra due posizioni non riconducibili alla divisione parlamentare tra destra e sinistra. Da una parte, stanno coloro che come Sarkozy pretendono non solo che l'ipotesi comunista sia fallita o abbia subito una sconfitta, ma che essa sia definitivamente "impensabile" e "impronunciabile". In questo modo, però, non è solo la storia dell'ipotesi comunista che viene archiviata, ma qualsiasi possibilità di un'emancipazione delle persone attraverso l'azione collettiva. Dall'altra parte, vi sono coloro che sono determinati a difendere la necessità di questo ripensamento e a testimoniare dell'esistenza di questa ipotesi. Il lavoro di Brossat è meno esortativo di quello di Badiou, ma più sottile e analitico. Nella Consacrazione della democrazia a essere posto sotto la lente non è un determinato regime politico, ma lo spazio discorsivo, da cui tale regime attinge una incessante energia di legittimazione ideologica e di mobilitazione normativa. Non esiste, infatti, oggetto storico-politico che non sia supportato dal mito "che erige l'evidenza della sua unità, che sostiene l'intuizione della sua presenza, della sua necessità, della sua urgenza - o inversamente del suo orrore". Ecco, allora, che sarà impossibile indagare la natura della democrazia, come oggetto storico-politico specifico, senza immergersi nelle correnti immaginarie ed emotive del suo mito. Un mito in costante espansione, che cresce di potenza a mano a mano che il carattere differenziale e l'unità del suo oggetto scompaiono. Non è concepibile un al di là della democrazia, se non in una forma "residuale, caricaturale o isterica (il terrorismo, il negazionismo, l'islamismo)". Ma come introdurre contorni e ombre in questa sfera luminosa che rappresenta ormai l'unica forma di governo legittimo? A questa domanda rispondono le analisi di Brossat, tese a mostrare l'articolazione tra "una macchina discorsiva che funziona a valori, a principi, in nome dell'Universale" e delle "pratiche infinitamente diversificate" che tollerano costantemente proprio ciò che trasgredisce quei valori e quei principi. In altri termini, la democrazia è in contraddizione con la propria pretesa universalistica, dovendo incarnarsi ogni volta in pratiche caratterizzate da una infinita varietà di clausole d'eccezione. Ma qui troviamo anche il fondamento dell'"usuale" attitudine delle democrazie occidentali a moltiplicare le legislazioni d'emergenza, proprio in nome della difesa dei principi democratici. La democrazia è così, nei fatti, di giorno in giorno violata proprio da coloro che ne ritengono i principi indiscutibili e sacri. La consapevolezza di queste contraddizioni non ci permette certo una fuoriuscita dal paradigma democratico, ma avvia almeno, secondo Brossat, una sua indispensabile e critica "storicizzazione".


Equitalia, il 18 l'assemblea dei "pignorati": poi un corteo (sezione: Class action)

( da "Secolo XIX, Il" del 01-12-2007)

 

Assoutenti dal prefetto Truzzi incontra Romano: "Tavolo con Equitalia e tutti gli enti coinvolti nella vendita di case ai morosi delle contravvenzioni" 01/12/2007 PIGNORATI di tutta Genova unitevi. E poi marciate sotto gli enti che vi vogliono vendere la casa per le multe (lievitate) non pagate. Anche perché magari neppure conosciute. L'appello di Furio Truzzi, 54 anni, presidente ligure e vicepresidente nazionale di Assoutenti, è stato raccolto. E martedì 18 dicembre, alle 17,30, gli ipotecati - "30 mila negli ultimi 5 anni" - si riuniranno allo Starhotel. "Due le proposte - anticipa Truzzi - class="hilite">Si deciderà come partire con un  class  action, sebbene all'italiana. Ovvero: un'azione legale congiunta di tutte le persone alle quali è stata pignorata l'abitazione. E verrà fissata la data della "marcia dell'ipotecato", che si snoderà sotto Comune, Regione, Equitalia e tutti gli enti coinvolti nelle ipoteche provocate da multe non pagate, delle quali magari gli interessati non sapevano nulla. O multe, come ho documentato, addirittura spedite oltre i 150 giorni, previsti dalla legge, dalla data dell'infrazione. Speriamo però - sospira Truzzi - che prima del 18 il prefetto, come mi ha promesso ieri, organizzi un tavolo di trattativa con tutte le associazioni di consumatori, Equitalia, Inps, Comune, Regione e Agenzia delle entrate". A che cosa serve? Spiega il responsabile di Assoutenti: "La legge, un po' ambigua, prevede l'iscrizione dell'ipoteca dell'abitazione quando l'importo delle infrazioni supera gli 8.000 euro. Ma se Equitalia aggiunge, comunque, alle somme delle multe pure l'iscrizione dell'ipoteca, che tra l'altro loro non pagano, anche chi non avrebbe 8.000 euro di infrazioni da pagare si trova con la casa ipotecata. Noi sosteniamo che nel conteggio non si aggiunga la spesa dell'ipoteca. Vedremo se, grazie alla mediazione del prefetto Giuseppe Romano, che ha preso molto a cuore la faccenda, si riuscirà a ottenere la scissione dei due tributi. Che è fondamentale: in moltissimi, se Equitalia aderirà all'interpretazione della legge, non avranno più lo spettro della vendita all'asta di una casa comprata con enormi sacrifici e poi svenduta". Perché? "Semplice, il tribunale, prima di una vendita all'asta impone una perizia. Equitalia, delegata dal tribunale, non soltanto non ha bisogno di alcuna ordinanza. Ma neppure fa fare perizie prima dell'asta, che a quel punto parte dal semplice valore catastale dell'immobile. Con un doppio danno: la casa viene svenduta e all'ex proprietario vengono pagati pochi soldi. Chiediamo che anche questa stortura vada rivista". E per mostrare quanto certe infrazioni siano indispensabili, il 10 dicembre si terrà"Il giorno delle regole": "Tutte le moto si atterrano al codice e la città sarà paralizzata" garantisce Truzzi. P. Al. 01/12/2007.


Moratti: <Niente sprechi, ma l'efficienza costa> (sezione: Class action)

( da "Libero" del 01-12-2007)

 

Prima pagina 01-12-2007 Moratti: "Niente sprechi, ma l'efficienza costa" di GIANLUIGI PARAGONE Serena? "Assolutamente serena". Letizia Moratti accetta di parlare con Libero al termine di una giunta diversa dal solito. La prima giunta da persona indagata. "Non mi era mai successo prima. Mi attengo scrupolosamente a quanto mi dicono di fare i miei avvocati". "Com'è andata la giunta? Bene, è stata una giunta come le altre. C'è tanto lavoro da compiere: andiamo avanti con la serietà e l'im pegno di sempre. Mi ha fatto molto piacere ricevere la solidarietà e la stima degli assessori e dei dirigenti. Chiariremo ogni aspetto coi magistrati". La Procura di Milano la accusa di abuso d'ufficio: consulenze d'oro, le hanno già definite. Errori? Leggerezze? Abusi? Nessuna autocritica, sindaco? "Sono convinta di aver agito bene. Sono orgogliosa di come abbiamo riorganizzato la macchina comunale. Non sono frasi di circostanza, mi creda: i numeri confermano la correttezza delle scelte. Scelte che hanno provocato un risparmio per la collettività". Chi la critica racconta ben altra storia. Stipendi esosi, prepensionamenti forzati per far posto a qualcun altro evidentemente più gradito. Come fa a parlare di risparmi? "Lei capirà che, essendo aperta un'indagine, non posso spingermi oltre con le risposte. Però voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a disposizione della collettività 94 milioni (spalmati in due bilanci) in più di spesa corrente, a favore delle politiche sociali - dalla casa alla famiglia - e della sicurezza". L'idea che esce dai giornali è invece una cattiva gestione del denaro pubblico. "Facciamo parlare ancora le cifre. L'anno scorso abbiamo azzerato l'Ici per 100 mila famiglie e l'abbiamo ridotta per tutti dal 5 per cento al 4,7 sulla prima casa. Quest'anno la abbasseremo ulteriormente portandola a 4,4 per cento. Vado avanti. Il Comune di Milano ha abbassato la pressione fiscale riducendola del 4,5 per cento, mentre la media nazionale è +8,6 per cento. Continuo?". No perché la magistratura non le contesta questo. Le contesta abusi sulle consulenze. Le contesta incarichi eccessivi e onerosi. "Vediamo cosa capita nelle altre città e cosa a Milano. Nel 2006 a Roma il rapporto tra dirigenti e dipendenti era 1,20 per cento, a Napoli dell'1,62 per cento, a Torino dell'1,65 per cento. A Milano era dello 0,95 per cento. Nel 2007 abbiamo ulteriormente abbassato questo rapporto portandolo allo 0,91 per cento. Dov'è lo spreco? Dov'è l'abuso?". Allora è vero quello che scrive Vittorio Feltri: certe indagini sono sospette... "Sono sinceramente fiduciosa nel lavoro della magistratura e darò, daremo, piena disponibilità affinché la correttezza della nostra amministrazione sia riconosciuta anche dai giudici. Ciò detto, rivendico la correttezza delle scelte operate". Lei vuole dire che il buon gover- no della Moratti passa anche attraverso un severo spoil system? "Non ne faccio una questione di spoil system ma di professionalità dimostrata sul campo. Le persone si valutano serenamente sulla base delle attitudini e delle capacità. Poi certo, ci vuole anche la fiducia, ma è la fiducia di poter contare su persone valide". Lei crede che questa inchiesta possa offuscare l'immagine di Milano nella corsa all'Expo 2015? "E perché dovrebbe? Sul piano tecnico c'è un dossier molto solido, definito eccellente dalla Commissione d'inchiesta. Abbiamo un piano finanziario certificato dalla Banca europea degli investimenti per ciò che riguarda la parte pubblica; per la parte privata invece la certificazione arriva da banche internazionali. Il comitato di verifica ha apprezzato questa nostra scelta di affidarci a soggetti internazionali tanto da giudicarla un precedente da tener presente negli anni futuri. Poi certo, c'è una competizione e il risultato non dipende solo dal nostro lavoro. Ci sono anche gli altri...". Il sistema Italia crede nella candidatura di Milano oppure ci siamo divisi in guelfi e ghibellini anche stavolta? "No, debbo riconoscere che il sistema gioca compatto. Politica, economia, sindacato, cultura: c'è grande unità rispetto alla candidatura di Milano". Di divisioni invece ce ne sono rispetto al destino di Malpensa e il sistema aeroportuale lombardo. Tra qualche settimana il governo dovrà decidere i futuri azionisti di Alitalia: Air France e Lufthansa com'è noto non hanno le stesse idee rispetto a Malpensa. "Stiamo lavorando assieme a Sea in tutte le sedi per valorizzare in termini di politica nazionale il ruolo di Malpensa. Le cordate interessate alla trattativa conoscono l'importanza del nostro hub rispetto alle aspettative e alle esigenze del business. Nella scelta finale chiunque dovrà tener conto che il mercato passa da qui e che il 75 per cento dei biglietti si stacca al Nord. Indebolire Malpensa vorrebbe dire aumentare il deficit infrastrutturale e quindi arrecare un danno alle imprese: non ce lo possiamo permettere". Quindi? "Quindi mi aspetto che prevalgano logiche di mercato e non di tipo politico". Lei fa il tifo per quale cordata? "Io faccio il tifo per il mercato, per le imprese e per lo sviluppo". E per il Partito della libertà o del Popolo della libertà anche lei fa il tifo come Berlusconi? "Sinceramente? Io spero ancora in una Casa delle libertà forte e compatta". Se la sentisse Berlusconi... "Berlusconi è un uomo intelligente e con questa mossa si è riappropriato della leadership politica, in modo forte". Ma lei aderirà al nuovo partito? Andrà a firmare ai gazebo? "Non ho mai preso una tessera di partito in vita mia. Non credo che andrò". Non mi sembra molto entusiasta dell'idea o sbaglio? "La guardo con interesse, mostrando più attenzione ai contenuti che al nome. Considero questo passaggio di Berlusconi come un arricchimento del centrodestra, quindi lo considero positivo". Finora il Ppl ha provocato attriti. Anche la sua giunta ha subìto dei contraccolpi con il caso De Albertis... "Ma no, stiamo lavorando con lo stesso impegno e la stessa com-pattezza. Le uniche turbolenze arrivano da Sgarbi (ride) ma Milano è talmente forte che si può permettere anche l'eccentricità di Vittorio". Sindaco, in queste settimane sono state raccolte parecchie firme per un maggiore impegno del governo sul fronte della sicurezza. È un credito politico che intende spendere in che modo? "Intanto ringrazio Libero per l'attenzione con cui ha seguito questa campagna comune. Solo noi abbiamo raccolto 10 mila firme e ora conteremo anche quelle di Forza Italia, An, Lega e Udc per una verifica politica complessiva. Va da sé che quanto finora fatto dal governo sul tema sicurezza è assolutamente insufficiente". Veltroni l'ha delusa? "Sì, molto. Lui dovrebbe conoscere i problemi e le aspettative vere della popolazione; non è certo il pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte. Le amministrazioni locali sono la prima frontiera dei problemi sociali: la sicurezza, l'immigrazio ne, le nuove povertà, il lavoro sono tematiche cui tocca ai Comuni dare la prima risposta. Ma ciò ha dei costi; costi di cui non si dà cura questo governo". A proposito di Veltroni: si può fare il sindaco di una grande città e contemporaneamente il leader di un grande partito? "No, non si può proprio fare". Parola di sindaco o di leader? Piero Borghini ( ¬ 279.540) direttore generale del Comune Dr. Andrea Vento ( ¬ 176.420) direttore sett. relazioni internaz. Ing. Alessandro Musumeci ( ¬ 217.130) dirigente dir. specialistica. sistemi informativi Arch. Lides Canaia ( ¬ 203.560) dirigente d.c. Casa Dr. Christian Marangone ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. facility management Sig. Riccardo Alberini ( ¬ 203.560) dirigente resp. d.c. politiche del lavoro e dell'occupazione e ad interim resp. sett. politiche del lavoro Dr. Vincenzo Lo Jacono ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. mobilità, trasp., amb. Dr. Marino Pron ( ¬ 203.560) resp. direzione centrale salute e ad interim resp. settore politiche per la salute Dr. Maria Teresa Broggini Moretto ( ¬ 217.130) dirigente resp. d.c. attività produttive Dr.ssa Maria Chieppa ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. turismo e identità Dr.ssa Carmela Madaffari ( ¬ 217.130) dir. resp. d.c. famiglia e scuola Sig. Antonio Cecconi ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. sport e tempo lib. Dr. Antongiulio Bua ( ¬ 203.560 ) dir. resp. d.c. qualità Avv. Alessandra Lucchini Montessori ( ¬ 129.310) dir. ufficio del difensore civico Sig. Alberto Bonetti Baroggi ( ¬ 140.490) capo Gabinetto del Sindaco Dr.ssa Maria Sorbi ( ¬ 30.630) dir. resp. comunicazione ufficio del difensore civico Dr. Marco Lobina ( ¬ 203.560) dir. resp. d.c. ricerca e innovazione Dr. Lorenzo Enrico Lamperti ( ¬ 101.790) dirigente resp. serv. programmazione e gestione contratti del sett. servizi generali della d.c. facility management Arch. Giancarlo Bianchi Jannetti (162.860 ¬ ) dir. resp. sett. sport. unico per l'edilizia della d.c. sviluppo del territorio Dr. Alessandro Palumbo ( ¬ 149.280 ) dir. resp. sett. qualità e semplificazione d.c. qualità, servizi al cittadino e semplificazione servizi civici Dr.ssa Annalisa Gussoni ( ¬ 108.570) dir. resp. servizio piani di Bonifica d.c. sviluppo del territorio Dr. Pierangelo Berlinguer ( ¬ 101.790) dir. staff dir. centrale mobilità Sig. Carlo Borselli ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. demanio d.c. casa Ing. Francesco Sganga ( ¬ 217.130) dir. resp. direzione specialistica politiche comunitarie Ing. 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Mario Grillone ( ¬ 189.990) dir. resp. sett. tecnico scuole e strutture sociali area tecnica Ing. Mauro Giacomini ( ¬ 176.450) dirigente resp. settore tecnico casa e demanio area tecnica Dr.ssa Francesca Feraboli ( ¬ 149.280) dir. resp. sett. imprese, moda design e libere professioni d.c. attività produttive Dr.ssa Laura Opalio ( ¬ 79.470) vice capo servizio ufficio stampa Dr. Antonio Ciprandi ( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa Sig. Gianni Congiu ( ¬ 79.470) vice capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Franca Protti ( ¬ 82.119) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Cinzia Messori ( ¬ 79.470) capo servizio ufficio stampa Dr.ssa Roberta Biasi ( ¬ 44.539) redattore ufficio stampa Sig.ra Emanuela Rossi ( ¬ 112.583) vice capo redattore ufficio stampa Sig. Enrico De Marchi ( ¬ 79.470) vice capo redattore ufficio stampa Dr. Paolo Andrea Caporosso ( ¬ 176.420) dir. resp. sett. attuazione politiche ambient. d.c. trasporti, ambiente Arch. 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Alessandra Tarulli ( ¬ 64.630) inc. alta specializz. d.c. avvocatura Dr.ssa Stefania Pagano ( ¬ 64.630) nc. alta specializz. d.c. avvocatura Sig.ri Colasanti Fabio, Martucci Natale e Matano Sara ( ¬ 26.990) istruttori servizi amm.vi contabili per assessorato alla Cultura LE IPOTESI DEI GIUDICI LE ASSUNZIONI Il sindaco Letizia Moratti è stata accusata di abuso d'ufficio per novanta assunzioni a tempo determinato relative a incarichi dirigenziali o di alta specializzazione IL COSTO A causa dell'assunzione di questi novanta collaboratori la Corte dei Conti lombarda ha ipotizzato un danno per l'erario di circa 11 milioni di euro I PENSIONATI I giudici hanno sentito dodici ex dipendenti del Comune di Milano andati in pensione dopo l'insediamento a palazzo Marino di Letizia Moratti. Due di loro hanno detto ai magistrati di aver lasciato il posto di lavoro spontaneamente, gli altri dieci hanno invece raccontato di aver subito pressioni per spingerli ad andarsene LE TASSE p Voglio essere chiara con i miei cittadini e chi mi ha votata. Questa amministrazione, pur avendo avuto 48 milioni in meno dallo Stato nel 2006, ha messo a disposizione della collettività 94 milioni in più a favore delle politiche sociali e della sicurezza VELTRONI .p Veltroni mi ha deluso. Lui dovrebbe conoscere i problemi e le aspettative vere della popolazione. Non è certo il pacchetto varato dal governo a dare quelle risposte Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.


Un messaggio di solidarietà e carità acquistando il pane nel novese (sezione: Class action)

( da "inalessandria.it" del 01-12-2007)

 

(0) 1 Dicembre 2007 Un messaggio di solidarietà e carità acquistando il pane nel novese In questi giorni, acquistando il pane nel novese, probabilmente riceverete un sacchetto speciale e le probabilità sono molto alte, dato che verrà utilizzato in numerosi punti vendita, tra panifici, alimentari e supermercati, dei quali 13 nella sola Novi Ligure. La peculiarità di questi sacchetti è quella di portare un messaggio di solidarietà e carità, rivolto ai cittadini facendo conoscere la missione del Gruppo di Volontariato Vincenziano di Novi Ligure "Ignis Ardens". Il sacchetto sarà infatti personalizzato con il logo e i contatti del gruppo e lo slogan: "Solidarietà e spirito di carità: il nostro pane quotidiano" che ben rappresenta sia lo spirito dell'iniziativa che quello del Gruppo, attivo come tutti i Gruppi di Volontariato Vincenziani (GVV), nell'aiuto alle persone più bisognose. Nello specifico "Ignis Ardens" si occupa di gestire una mensa per i poveri che dal lunedì al venerdì, da 10 anni a questa parte, serve un pasto caldo a circa 50 persone al giorno; una mensa "purtroppo" molto attiva che impegna una trentina di volontari alla settimana e richiede un notevole sforzo, anche economico, da parte del Gruppo di Volontariato. Motore dell'iniziativa è quindi la necessità di reperire risorse indispensabili all'Associazione per continuare ad offrire e se possibile potenziare un servizio socio-assistenziale fortemente radicato sul territorio che, offrendo aiuto ai più bisognosi, favorisce la crescita sociale a favore del benessere di tutta la cittadinanza. Allora quale veicolo migliore per il messaggio dei GVV se non il sacchetto che ogni giorno migliaia di persone utilizzano nel comprare l'alimento più semplice, ma che alcuni non possono permettersi? Con questo progetto, realizzato con il supporto del CSVA, i volontari dei GVV entreranno nelle case di moltissimi cittadini: saranno infatti distribuiti ben 33.000 sacchetti in numerosi punti vendita di 7 comuni; ad essere coinvolti da questa importante iniziativa saranno 13 punti vendita di Novi Ligure, 4 di Arquata Scrivia, 4 di Basaluzzo, 3 di Gavi, 1 di Pasturana, 4 di Pozzolo Formigaro e Serravalle Scrivia. In questi Comuni, per un mese, chi comprerà il pane in uno dei punti vendita che aderiscono all'iniziativa, troverà, sui lati dei sacchetti, tutti gli indirizzi e i recapiti necessari per mettersi in comunicazione con il Gruppo di Volontariato Vincenziano "Ignis Ardens" e le informazioni per poter offrire un contributo concreto a sostegno della fondamentale attività dell'Associazione. Come sottolinea il Presidente Nazionale dei GVV, Maria Cristina Cambiaggio "questo progetto nasce dalla consapevolezza che per ottenere la collaborazione e il sostegno della società è indispensabile, oggi più che in passato, che sia il Volontariato a muoversi verso la popolazione e si propone di potenziare al massimo le opportunità di contatto, scegliendo il pane come mezzo di incontro, ossia un veicolo tutt'altro che casuale: non solo è un alimento presente in ogni famiglia ma può anche assurgere a simbolo di un'Associazione impegnata a combattere contro la povertà e a tutelare la dignità umana attraverso un servizio di mensa per i più bisognosi". I gruppi di volontariato vincenziano Presenti in 18 regioni italiane, i Gruppi di Volontariato Vincenziano (GVV), formati da volontari laici cristiani, supportati da oltre 5.000 sostenitori e 6.000 collaboratori esterni, sono membri dell'Osservatorio Nazionale del Volontariato e di numerosi coordinamenti nazionali, regionali, provinciali e cittadini. Attivi anche a livello internazionale, i GVV sono membri dell'Association International del Charités (A.I.C.) rappresentata presso vari organismi, tra cui l'UNESCO e il Consiglio d'Europa. Nelle varie realtà di loro interesse operano in collaborazione con la società civile e soprattutto con la Chiesa, partecipando ad esempio ai gruppi di lavoro degli organismi ecclesiali (Cei, Caritas e Cnal) per promuovere l'integrazione degli strati più poveri e disagiati della collettività. Fondati nel XVII secolo da San Vincenzo de' Paoli, i Volontari Vincenziani aggiornano di continuo la loro azione per adeguarsi alle necessità e ai mutamenti della società, mantenendo intatte le finalità dell'associazione e attenendosi ad alcune linee guida fondamentali, quali l'attenzione ai bisogni di coloro che soffrono e alle circostanze che determinano tale disagio, il rispetto della dignità e della libertà di ogni uomo, quale valore primo e imprescindibile, la coscienza che la lotta contro ogni forma di povertà ha come scopo la soddisfazione delle aspirazioni fondamentali della persona umana. Consci dell'importanza della formazione, indispensabile per un'azione organizzata, continuativa e competente, rivolgono anche particolare attenzione alla formazione dei volontari, sempre aggiornati culturalmente e tecnicamente attraverso, comunque, il costante riferimento ai valori del Vangelo. L'attività dei Volontari Vincenziani si articola su due direttive fondamentali: l'incontro personale con i fratelli in difficoltà nel loro ambiente di vita e il loro coinvolgimento nei progetti che li riguardano mediante interventi immediati in risposta ai bisogni più urgenti e azioni a lungo termine in collaborazione con gli Enti pubblici e privati per promuovere alla base le cause della povertà. I GVV nel tempo hanno allargato il loro raggio d'azione abbracciando molteplici settori, secondo le esigenze dei meno fortunati e le caratteristiche dei propri volontari che oggi operano in diversi modi: dalle visite domiciliari, alle case di accoglienza temporanea, dai centri di ascolto ai corsi di lingua per stranieri, dal volontariato negli ospedali alla gestione di mense per i più bisognosi. Leggi i.


Contro la class action si manifesta una reattività di parte imprenditoriale così dura da far pensare a momenti di ben altra portata: in realtà anche le imprese troveranno la spinta (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 02-12-2007)

 

class="hilite">Stai consultando l'edizione del Contro la  class  action si manifesta una reattività di parte imprenditoriale così dura da far pensare a momenti di ben altra portata: in realtà anche le imprese troveranno la spinta per una maggiore competitività.


Chi vuole affossare la class action (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 02-12-2007)

 

Stai consultando l'class="hilite">edizione del Chi vuole affossare la " class  action" Angelo De Mattia O ltre cento emendamenti potranno essere discussi alla Camera sulla  class  action. Tra di essi, diversi dovranno essere attentamente valutati perché contengono proposte non infondate. A ben vedere, ci sono due modi per tentare di affossare la normativa, approvata dal Senato, che introduce la  class  action. Il primo, sostenuto dalle componenti più arroccate del mondo imprenditoriale, con sponde in quello politico di minoranza, è riuscire a ottenere lo stralcio dalla Finanziaria di questa disciplina, vista addirittura come una clava anticapitalistica, magari motivando l'operazione con la necessità di radicali riforme e, comunque, con la inadeguatezza del veicolo legislativo. Il secondo consiste nell'accettare, obtorto collo, l'ipotesi di una legge in materia, sostenendo però che occorre una nutritissima serie di modifiche le quali, alla fine, queste sì, creerebbero un monstrum giuridico, di assai dubbia efficacia. Non rientrano in questo novero alcuni intelligenti emendamenti a cui prima ho fatto cenno e, certamente, nemmeno quelli, rigorosi e coerenti, che il governo si accingerebbe a presentare, sui quali si ritornerà quando saranno pubblicati. Ma vi rientra la previsione di un preventivo giudizio del magistrato sulla opportunità della  class  action nella fattispecie concreta. Dunque, non una pronuncia - filtro sulla procedibilità dell'azione collettiva sulla base di parametri predefiniti in sede normativa - cosa senz'altro necessaria per evitare iniziative pretestuose o temerarie - ma un non meglio precisato provvedimento, impregnato di discrezionalità, sulla idoneità e, addirittura, sulla opportunità della  class  action. Anche l'idea di inserire la pubblica amministrazione tra i soggetti passivi dell'azione legale, giusta in via di principio, poiché deve fare i conti con l'impianto della ricorribilità degli atti del settore pubblico e con la relativa architettura giurisdizionale alla cui base è la tutela non di diritti ma di interessi legittimi, rischia o di allungare i tempi del necessario approfondimento, o di fabbricare una norma inadeguata. Se ne potrebbe utilmente parlare in un secondo momento. Altre posizioni, pure esse espressione del mondo confindustriale, vorrebbero distinguere tra categorie di beni e di servizi e, conseguentemente, ammettere o negare la proponibilità dell'azione nei confronti delle corrispondenti imprese. Entrambe le linee contro la  class  action vengono fatte assurgere, dai massimi esponenti confindustriali, addirittura a cartina di tornasole della ininfluenza delle cosiddette forze estreme o marginali sulla politica del governo: diversamente, si daranno "forti ragioni a chi chiede di cambiare musica e orchestra", come ha dichiarato Montezemolo, il quale ha nuovamente parlato dell'azione collettiva, nel testo approvato a Palazzo Madama, come di un istituto contrario all'interesse del paese. Poiché questa tesi è infondata - essendo in via di principio la  class  action un avanzato strumento di democrazia economica che riequilibra i rapporti tra imprese e consumatori, questi ultimi contraenti deboli, ed è suscettibile di aprire una fase nuova di trasparenza e competitività - sarebbe singolare se le richieste sopra riportate, esse sì estremiste, fossero accolte. Che il testo pervenuto a Montecitorio debba essere ben emendato e migliorato, non v'è dubbio. Su l'Unità se ne è scritto in momenti non sospetti, prospettando le parti da modificare. Ma gli emendamenti da apportare si concentrano su punti fondamentali, che vanno dalla previsione di una corretta pronuncia-filtro del magistrato (non certo sulla opportunità) alla più adeguata individuazione dei soggetti che possono proporre l'azione, alla possibile abolizione, per questa materia, del patto di quota-lite, alla migliore definizione del rapporto tra pronuncia di condanna e risarcimento dei danni, all'inglobamento nella azione di categoria anche delle cause minori. Anziché, come vorrebbero alcuni, eliminare la nullità dei contratti, ora contemplata dal testo del Senato, stipulati a seguito di pubblicità ingannevole, la si potrebbe sostituire con la previsione della annullabilità. Aspetti tecnico-giuridici o più strettamente processuali potrebbero essere meglio messi a punto con normative secondarie. Anzi, data la complessità, si potrebbe ricorrere allo strumento della delega fissando, per alcune materie, principi e criteri direttivi per l'emanazione, da parte del governo, di un decreto legislativo entro tempi ristretti, sentite le commissioni parlamentari competenti. Ma, come è stato giustamente detto, entro il 31 dicembre, pur con i più ampi termini della delega, l'Italia deve essere annoverata tra i paesi - nessuno dei quali ha un'economia collettivista - in cui è in vigore la  class  action, senza che alcuno, a maggior ragione se esponente del sistema imprenditoriale, abbia mai ritenuto che una legge del genere sia una clava contro l'interesse nazionale: magari dopo essersi salvata l'anima affermando che la  class  action è fondamentale in un paese moderno, ma non la si può mettere in piedi in 24 ore, con uno schema logico che ricorda l'albero di Bertoldo. Che cosa possano temere le imprese sane e corrette, se si previene adeguatamente - come è necessario - il rischio di azioni pretestuose, e se si definisce una normativa rispettosa della Costituzione a partire dall'articolo 24, è difficile capire. Sembra quasi che contro la  class  action si manifesti una reattività di parte imprenditoriale così dura - tanto da appaiare la materia al protocollo sul Welfare - che ricorda momenti di ben altra portata, come la nazionalizzazione delle imprese elettriche. Sarebbe una prova di effettiva compenetrazione con gli interessi nazionali che tutti lavorassero a rendere migliore, ma da approvare definitivamente entro l'anno, una normativa che, emendata, può costituire un passo in avanti di civiltà. Se si andrà al sodo, probabilmente anche il mondo imprenditoriale troverà, nelle modifiche da introdurre, ragioni di convergenza. In ogni caso, va fermamente evitato che il tutto finisca a coda di pesce (desinit in piscem, come dicevano i Romani). Gli utenti, i consumatori, i risparmiatori, sanno, debbono sapere, che non di una astratta querelle si tratta, ma di una sensibile innovazione capace di migliorare il loro potere negoziale. Le imprese, da una normativa del genere, potranno trarre la spinta per una maggiore capacità di competere, per un miglioramento della qualità dei prodotti, per una più diffusa trasparenza, per una più forte attenzione alla clientela.


Le associazioni dei consumatori alla sfida della class action Saranno il tramite per proporre le azioni collettive di risarcimento, ma esiste il problema della rappresentatività (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

 

Stai consultando l'class="hilite">edizione del Le associazioni dei consumatori alla sfida della " class  action" Saranno il tramite per proporre le azioni collettive di risarcimento, ma esiste il problema della rappresentatività di Luigina Venturelli / Milano CONSUMO Dopo tante battaglie in qualità di cittadini e lavoratori, oggi la titolarità dei diritti da conquistare ci spetta, ahimè, come consumatori. È il potere del mer cato, che pervade l'esistenza quotidiana e ne decide anche l'agenda delle rivendicazioni: difesa del potere d'acquisto contro il caroprezzi, tutela della salute contro le contraffazioni alimentari, possibilità di scelta contro i cartelli anticoncorrenziali delle aziende, rispetto delle regole contro lobby produttive pressochè onnipotenti. L'esigenza di garantirsi, anche in un gesto semplice come quello del fare la spesa, è una semplice constatazione di fatto. Un dato di realtà che ha decretato la nascita delle associazioni dei consumatori: enti di derivazione sindacal-politica o creature di personaggi carismatici che si sono accollati la funzione di advocacy, ovvero di rappresentanza della moltitudine che acquista e consuma nei tavoli di trattativa, con le aziende o con la politica. La faccenda, però, si farà presto più complicata con l'introduzione della  class  action nell'ordinamento italiano. Le associazioni dei consumatori saranno il tramite necessario per proporre un'azione collettiva di risarcimento, il che pone loro una sfida inedita, sia sul fronte dell'operatività e competenza, sia sul fronte della rappresentatività. Attualmente sono sedici quelle presenti nel Consiglio nazionale dei Consumatori e degli Utenti, istituito presso il ministero dello Sviluppo economico con compiti consultivi e propositivi. Tutte saranno ammesse a presentare la  class  action, ma si tratta di un universo molto variegato, dove organizzazioni strutturate sul territorio s'accompagnano a realtà quasi puramente nominali. La legge, come unico criterio di riconoscimento, prevede un numero d'iscritti pari almeno allo 0,5 per mille della popolazione nazionale. Bastano 30mila tesserati per entrare nel Cncu, ma le modalità d'iscrizione e l'efficienza operativa possono aprire distanze abissali. Quelle con le spalle più larghe sono le tre associazioni d'origine sindacale, sorte negli anni Ottanta come sezioni specializzate delle sigle confederali, per poi crescere ed evolversi autonomamente. C'è la Federconsumatori, nata dalla Cgil e guidata da Rosario Trefiletti, che vanta oltre 700 sportelli e circa 80mila iscritti all'anno. "Il numero delle pratiche svolte dovrebbe essere lo strumento chiave per valutare chi effettivamente c'è e lavora" precisa il presidente. Molto attive sul territorio, grazie all'appoggio dei progenitori sindacali, sono anche l'Adiconsum e l'Adoc. La prima, promossa dalla Cisl e presieduta da Paolo Landi, vanta oltre 122mila iscritti e 280 sportelli d'informazione e consulenza in tutte le regioni. La seconda, nata su spinta dalla Uil e guidata da Carlo Pileri, conta 70mila tesserati e 107 uffici territoriali. Il loro campo d'azione è quasi onnicomprensivo: si va dai beni di largo consumo ai trasporti, dal risparmio all'energia, fino ai servizi di telecomunicazione. La materia può richiedere competenze a 360 gradi, così si sono attrezzate ad intervenire dove serve anche la Lega Consumatori (Acli) ed il Movimento Consumatori (Arci), che registra oltre 40mila iscritti. "Il radicamento nel territorio è l'unico criterio reale di rappresentatività delle associazioni" spiega il presidente Lorenzo Miozzi. In effetti: non risultano pervenute grandi battaglie della Casa del Consumatore (nata nel 2000 dalla sfera di Forza Italia); il Ctc di Bolzano è costretto nei confini dell'Alto Adige; l'Unione nazionale consumatori vanta soprattutto il primato di associazione più antica (1955). Eppure molte conquiste dei consumatori italiani sono arrivate da enti più piccoli, specializzati in materie specifiche: l'Acu è stata capofila nelle lotte per la tutela dell'agricoltura biologica; Cittadinanza Attiva ha promosso il Tribunale per i diritti del malato e pubblica ogni anno un completo monitoraggio dei servizi pubblici; l'Adusbef è il peggior incubo dell'Associazione banche italiane; il Codacons si compone di avvocati agguerriti, pronti a fare cause legali anche per poche centinaia di euro; il Movimento a difesa del cittadino ha messo in piedi Helpconsumatori, un'agenzia di stampa che lavora quotidianamente per raccogliere notizie in materia di consumo ed utenza. E poi c'è Altroconsumo, momentaneamente fuori dal Cncu perchè parte di un trust europeo che opera anche in Belgio, Spagna e Portogallo, ma di grande efficienza: conta 250mila iscritti, ha collegamenti diretti in Europa, pubblica una rivista mensile con ricerche ben documentate ed analisi comparative dei prodotti. La chiave di volta, in ogni caso, è rappresentata dalle disponibilità finanziare di ogni singolo ente. I bilanci sono depositati al ministero dello Sviluppo economico e variano dai 200mila euro delle più piccole ai 2-3 milioni delle più strutturate. Risorse in gran parte provenienti dalle sanzioni Antitrust, che il ministero incassa e devolve parzialmente alle associazioni: quest'anno dovrà distribuire 5 milioni di euro alle sigle che operano sul campo nazionale, mentre altri 20 arriveranno dalle regioni. Detto questo, l'universo consumeristico italiano è pronto alla svolta imposta dalla  class  action? "Non ho dubbi" risponde Anna Bartolini, rappresentante italiana al Gruppo Europeo Consultivo dei Consumatori. "La prova generale è già stata fatta con gli ultimi grandi scandali finanziari. Nelle vicende Cirio, Parmalat e bond argentini le associazioni si mosse molto bene, hanno raccolto le deleghe dei risparmiatori danneggiati ed hanno proposto decine e decine di azioni legali individuali".


Ma non deve diventare una questione di potere (sezione: Class action)

( da "Unita, L'" del 03-12-2007)

 

Stai consultando l'edizione del LUIGINO BRUNIPer l'economista le organizzazioni devono rappresentare interessi più ampi di quelli consumeristici "Ma non deve diventare una questione di potere" "L'class="hilite">introduzione della  class  action potrà dare una scossa alle associazioni dei consumatori, ma solo se non verrà utilizzata come una bilancia d'interessi mercantili". Luigino Bruni, docente di Economia Politica dell'Università Statale della Bicocca di Milano, volge uno sguardo critico alle forme associative degli utenti italiani. Professor Bruni, quali sono le sue perplessità sulle associazioni dei consumatori? "Come espressione del movimento consumerista, nato negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e diffuso in Italia negli anni Settanta-Ottanta, rappresentano un'importante presa di coscienza: il cittadino realizza di avere un ruolo nelle scelte di produzione, non si limita ad essere acquirente dei prodotti offerti, ma fa massa critica. Le associazioni dei consumatori sono quindi nate in un contesto semplice, quello della difesa dei piccoli dai potenti. Ma oggi il mondo si è fatto molto più complicato". In che senso? "La semplice rappresentanza del consumo ai tavoli di trattativa, tipico di una società fordista, non basta più. Se le associazioni non allargheranno il loro campo d'azione ad altri temi, come la qualità della vita, l'invadenza della pubblicità, l'onnipresenza del mercato, rischiano di trasformarsi in aggregazioni di egoismi individuali". Manca, dunque, una dimensione realmente collettiva? "Non possiamo giocarci la cittadinanza attiva solo sul calmieramento dei prezzi, vuol dire giocare una battaglia di retroguardia. Il senso civico è molto di più: bisogna allargare il campo d'azione anche al sociale, dare voce a chi non ne ha. Alle badanti, per esempio: donne povere che abbandonano i propri figli in Paesi lontani per prendersi cura dei figli di donne ricche. Da questo punto di vista, le associazioni del consumo equo e solidale sono molto più impegnate. Perseguono anche obiettivi di giustizia sociale contro le disuguaglianze tra Nord e Sud del mondo, tra multinazionali e piccoli produttori". Un bel passo in avanti. "Dalla categoria dei consumatori a quella dei cittadini, che è l'unica davvero comprensiva. In caso contrario il conflitto si fa individuale. Mi spiego: come lavoratore italiano sono contrario ai jeans cinesi che minacciano la mia occupazione, ma come consumatore sono interessato ad acquistarli per risparmiare. Il sistema dualistico pubblico-privato è saltato, bisogna tornare a parlare di diritti e di libertà". L'introduzione della  class  action può dare una scossa? "Sì, ma solamente ad una condizione: che non venga mossa solo sulla base di interessi mercantili, che non sia usata solo per assicurare ai consumatori una fetta più grande della torta da smaltire. Le associazioni dei consumatori devono evolvere, così come devono evolvere i sindacati, che oggi non si possono limitare alla difesa di operai e pensionati, ma devono allargare la rappresentanza ai giovani precari e agli immigrati". l.v.


UE, FLESSICUREZZA: STESSI DIRITTI PER TUTTI I LAVORATORI (sezione: Class action)

( da "marketpress.info" del 03-12-2007)

 

Strasburgo, 3 dicembre 2007 - Il Parlamento riconosce l'esigenza di una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, compatibilmente con un rinnovato modello sociale europeo. Proponendo principi comuni di flessicurezza, insiste sulla garanzia della parità di genere e chiede di dare priorità a istruzione e formazione e promuovere i contratti a tempo indeterminato. Occorre poi sostenere le contrattazioni collettive e giungere a nuovi accordi sull'orario di lavoro. Va limitato il ricorso ai pensionamenti anticipati. Approvando con 496 voti favorevoli, 92 contrari e 49 astensioni la relazione di Ole Christensen (Pse, Dk), il Parlamento riconosce che, per poter avere successo nel Xxi secolo, l'Europa "ha bisogno di una forza lavoro ben istruita e di imprese che siano rapide a cogliere le opportunità che scaturiscono in un mondo in rapido cambiamento per aumentare la produttività e promuovere l'innovazione". Si dice inoltre convinto che la flessibilità "può essere nell'interesse sia dei datori di lavoro che dei lavoratori" e che possa essere raggiunta con la promozione di disposizioni "contrattuali adattabili e sicure". Sottolinea poi che la flessicurezza "può rappresentare una strategia politica per la riforma del mercato del lavoro" e, in quanto tale, deve "includere tutti gli aspetti esistenti della politica sociale e dell'occupazione", a livello nazionale e dell'Ue. Precisa, peraltro, che l'adozione di un approccio integrato della flessicurezza è giustificata dalla necessità di conseguire gli obiettivi della Strategia di Lisbona rivista, in particolare per quanto riguarda "posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità" modernizzando, al contempo, i modelli sociali europei. Ciò, per i deputati, richiede politiche che trattino contemporaneamente la flessibilità dei mercati del lavoro, l'organizzazione del lavoro e delle relazioni di lavoro e la sicurezza (sicurezza occupazionale e sicurezza sociale). Il Parlamento propone che il Consiglio europeo del dicembre 2007 adotti una serie più equilibrata di principi comuni di flessicurezza, "basati sulla creazione di un'occupazione di qualità e sul rafforzamento dei valori del modello sociale europeo". Questi principi, per i deputati, dovrebbero includere: la promozione di rapporti contrattuali stabili e pratiche sostenibili a livello di mercato del lavoro; un'azione in vista di accordi contrattuali adattabili e flessibili ed un'azione contro le pratiche di lavoro illecite, segnatamente nei contratti non standard; l'eliminazione della segmentazione del mercato del lavoro promuovendo e migliorando la sicurezza dell'occupazione; tutti i lavoratori dovrebbero avere una base di diritti, a prescindere dal loro status specifico; la riconciliazione di lavoro e vita familiare o personale, e la promozione del concetto di "lavoro dignitoso"; un partenariato tra l'amministrazione (a livello locale, regionale e nazionale), le parti sociali e la società civile nella gestione dei cambiamenti; la parità di genere e la promozione delle pari opportunità per tutti; l'individuazione e l'attuazione di vie nazionali in stretta collaborazione con le parti sociali; il potenziamento dell'adattabilità di imprese e lavoratori rafforzando la sicurezza della transizione attraverso una migliore mobilitazione delle politiche attive del mercato del lavoro; la necessità di una forza lavoro qualificata e adattabile, combinando così politiche attive in materia di mercato del lavoro e investimenti nell'apprendimento lungo tutto l'arco della vita per migliorare l'inserimento professionale; un quadro macroeconomico per una crescita equilibrata e sostenibile e per posti di lavoro più numerosi e migliori. E' d'altra parte sottolineata l'importanza del principio di sussidiarietà e, in tale ambito, il Parlamento evidenzia che gli Stati membri devono disporre di un margine di discrezionalità "al fine di equilibrare la necessità di protezione contro la necessità di flessibilità, nel rispetto delle condizioni e delle tradizioni dei rispettivi mercati del lavoro nazionali". Approvando con 556 voti favorevoli, 58 contrarie e 7 astensioni un emendamento proposto dal Pse, il Parlamento ricorda che la messa in atto di una serie di principi comuni per la flessicurezza "deve integrare la dimensione di genere" e, in proposito, elenca una serie di aspetti di cui occorre tenere conto. Come ad esempio, la sovrarappresentazione delle donne nei lavori atipici, la situazione specifica delle famiglie monoparentali, la conciliazione di vita familiare e professionale. I principi comuni di flessicurezza, inoltre, dovrebbero essere fatti propri dalle istituzioni comunitarie e dagli Stati membri nel quadro della strategia di Lisbona e, pertanto, chiedono la revisione degli orientamenti sull'occupazione per tenere conto degli aspetti della flessicurezza, nonché l'inserimento di uno specifico capitolo relativo alla qualità e alla forza del dialogo sociale nella relazione congiunta sull'occupazione. Il Parlamento sottolinea poi che si dovrebbe dare priorità alla creazione di un mercato del lavoro flessibile accrescendo i livelli d'istruzione e diffondendo i programmi di formazione e riqualificazione. Ma anche eliminando le barriere all'integrazione nella forza lavoro di donne, migranti, lavoratori giovani o anziani e altri gruppi discriminati e svantaggiati, rimuovendo gli ostacoli alla mobilità occupazionale e geografica e realizzando attive politiche di mercato del lavoro che sostengano il passaggio dalla vecchia alla nuova attività. In tale contesto pone in luce "il ruolo decisivo" di lavoratori qualificati e adattabili e delle nuove tecnologie nell'istruzione e nella formazione e ricorda le nuove forme di flessibilità offerte dall'accordo delle parti sociali sul telelavoro, il tempo parziale e il lavoro a tempo determinato. I deputati invitano inoltre la Commissione a proporre un pacchetto limitato di indicatori sulla qualità dell'occupazione. Per controllare l'efficacia delle politiche a favore dell'occupazione, la Commissione dovrebbe anche basarsi su indicatori relativi agli investimenti nelle competenze dei lavoratori, sul livello di insicurezza dei lavori e dei contratti e sulla transizione tra contratti atipici a contratti a tempo indeterminato. Ricordano peraltro che i lavoratori in subappalto, gli apprendisti e i lavoratori occasionali "sono lavoratori della flessibilità a più alto rischio, come dimostra il loro elevato tasso di infortunio". A tale proposito, il Parlamento sottolinea la necessità di adottare politiche che impediscano lo sfruttamento dei lavoratori mediante l'accumulo di contratti non standardizzati che non prevedono diritti uguali a quelli dei contratti a tempo pieno. Chiede inoltre che tutte le politiche comunitarie dell'occupazione "si attengano al modello classico del contratto di lavoro a tempo indeterminato che forma la base dei sistemi di sicurezza sociale negli Stati membri". I deputati si dicono poi convinti che si possa più facilmente creare un clima di fiducia e dialogo con la partecipazione delle parti sociali e di altre parti interessate all'adeguamento delle politiche nazionali e promuovendo le contrattazioni collettive. Sottolineano peraltro la necessità di affrontare le carenze nella copertura della contrattazione collettiva e di garantire i diritti d'associazione e di rappresentanza delle due parti dell'industria. Incoraggiano inoltre l'estensione della contrattazione collettiva e del dialogo sociale, incluso quello transfrontaliero e settoriale, "in modo da poter includere la formazione, l'organizzazione del lavoro e le questioni connesse con la ristrutturazione e la delocalizzazione". Il Parlamento riconosce l'efficacia di forme innovative di organizzazione del lavoro come le organizzazioni per l'apprendimento, la multiqualificazione e la rotazione dei posti di lavoro mediante una formazione offerta dai datori di lavoro, le iniziative di finanziamento settoriali, gli aiuti regionali allo sviluppo e le politiche attive del mercato del lavoro. Ricorda inoltre l'importanza di "politiche efficaci e attive del mercato del lavoro", incluse la consulenza e l'orientamento, la riconversione e l'aiuto alla mobilità, "in modo da abbreviare i periodi di transizione tra attività". Così come i regimi di aiuti sociali "che dovrebbero motivare le persone a cercare nuove opportunità di lavoro incoraggiando al contempo l'apertura al cambiamento riducendo le perdite di reddito e fornendo possibilità di istruzione". A tal fine occorre anche promuovere il riconoscimento delle qualifiche e delle esperienze acquisite durante i periodi d'istruzione formale, non formale e informale. I deputati rilevano poi l'importanza di tenere conto di tutti gli aspetti della flessibilità, inclusa la flessibilità dell'organizzazione e dell'orario di lavoro, segnatamente mediante il ricorso alle nuove tecnologie. In proposito, sottolineano la necessità che le parti sociali negozino in modo migliore gli accordi in tema di orario di lavoro, "affinché essi siano sufficientemente flessibili per soddisfare le esigenze di datori di lavoro e dipendenti e consentire alle persone di trovare un equilibrio fra la vita professionale, la vita familiare e la vita personale". Il Parlamento riconosce inoltre "pienamente" i risultati già conseguiti volontariamente dalle imprese europee nella sfera sociale e le incoraggia a adoperarsi maggiormente in tal senso. Sostiene quindi l'iniziativa, "ben concepita", della Commissione, volta a demandare la responsabilità sociale alle imprese su base volontaria, evitando in tal modo un ulteriore onere burocratico. Infine, invita gli Stati membri e le parti sociali a limitare le politiche di pensionamento anticipato e a prevedere disposizioni che sostengano il pensionamento flessibile dei lavoratori anziani. Per esempio, mediante occupazioni a tempo parziale, lavoro condiviso e regimi analoghi che promuovano un invecchiamento attivo e possano accrescere l'integrazione dei lavoratori anziani nel mercato del lavoro. . <<BACK.


Pronta la classe dei Tango bond (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-02 - pag: 5 autore: Pronta la classe dei Tango bond Parte la gara per la prima azione collettiva: obbligazioni argentine in pole position Isabella Bufacchi ROMA è già partita, con uno start in sordina tra le associazioni dei consumatori, la gara per chi deporrà in Tribunale la prima domanda di class action. Un'opportunità di marketing unica e irripetibile per chi da anni o da decenni lavora a tempo pieno per tutelare il consumatore- utente-risparmiatore su tutti i fronti: banche e finanza, energia, comunicazioni, ambiente, salute, chimica, beni di largo consumo... In pole position, tra le ipotesi allo studio nel caso di retroattività della norma, spiccano i Tango bond, una classe gigantesca di grande visibilità in ambito finanziario e già pronta, preconfezionata per numero dei danneggiati e somma da risarcire. I detentori di vecchie obbligazioni argentine non cadute in prescrizione e chi ne possiede di nuove tramite swap formano una classe nella migliore delle ipotesi da 400mila cittadini, nella peggiore 200mila, per un risarcimento che può oscillare tra i 5 e i 10 miliardi di euro o di dollari Usa, a seconda del tasso di cambio usato. E al netto dell'imponderabile cifra dei rimborsi già incassati per una manciata di successi nei Tribunali italiani. I Tango bond non sono entrati neitavoli di conciliazione stragiudiziale allestiti negli ultimi anni da alcune grandi banche, anche in collaborazione con un folto numero di associazioni dei consumatori, che hanno rimborsato integralmente o in parte migliaia di risparmiatori possessori di corporate bond o altri prodotti. Intesa ha esaminato caso per caso 25.000 clienti investitori in obbligazioni societarie in default come Parmalat, Cirio, Giacomelli, Finpart (scoprendo che circa la metà non avevano diritto ad alcun risarcimento): e ha lasciato la commissione di conciliazione aperta a reclami futuri, in quanto strumento di provato successo per riconquistare la fiducia dei clienti. Unicredit ha proposto il rimborso a 4.000 investitori in Cirio bond valutati caso per caso da una commissione guidata da Guido Rossi. Capitalia ha rimborsato integralmente i Cirio bond posseduti dalla sua clientela (una percentuale bassa rispetto all'entità del crack) mentre Montepaschi ha usato un procedimento conciliativo concordato con Federconsumatori, Adusbef, Adoc e Codacons per sanare i buchi nei portafogli della clientela provocati dal prodotto Myway-4you di Banca 121. Queste commissioni di conciliazione in realtà non hanno avuto un decollo felice perché le associazioni dei consumatori coinvolte (forse non tutte) si sono fatte pagare dalle banche per ogni caso esaminato (quale che fosse l'esito della controversia e fino a 250 euro per contratto). Le iniziative stragiudiziali, le formule di conciliazione cosiddette paritetiche sperimentate da Telecom (un pioniere in questo campo), Poste, Enel e Ania per frenare i ricorsi ai Tribunali, secondo le banche vanno supportate: il ministero dello Sviluppo ha rivisto di recente l'accordo con Unioncamere per portare avanti il finanziamento delle associazioni dei consumatori a vantaggio delle soluzioni extragiudiziali. E le autorità dell'energia e delle comunicazioni hanno riconosciuto questo tipo di accordo. I Tango bond sono merce troppo scottante per le conciliazioni: non è escluso che i 190.000 bondholder che stanno scommettendo sulla class contro l'Argentina action avviata presso l'arbitrato internazionale Icsid dalla Tfa (Task force argentina) decidano di cambiare cavallo e intentare un'azione collettiva in Italia contro le banche. Nel campo finanziario la class action avrebbe l'imbarazzo della scelta: da anni le associazioni dei consumatori, quelle elencate dalla lista Cncu presso il ministero dello Sviluppo economico o quelle al di fuori come il combattivo S.I.T.I., stanno lottando su una miriade di casi di torti diffusi, dai prestiti considerati usurari all'anatocismo e da ultimo ai mutui ipotecari. Mentre sui bond qualche risarcimento danni in Italia c'èstato,a macchia di leopardo, da parte di banche o società fallite – ma per la nuova Parmalat la vera minaccia per ora è la class action in piedi negli Usa – lo stesso non si può dire per le perdite subìte dagli azionisti in Italia. Il S.I.T.I. ha raccolto le adesioni degli azionisti di Opengate, Freedomland, Credito fondiario oltre a quelli di Cirio e Parmalat. L'Aduc e altre associazioni sollevano in questi giorni il caso degli azionisti di Banca Italease e i clienti "truffati" con gli strumenti derivati agganciati ai contratti di leasing. Proprio i prodotti derivati rappresentano da qualche anno un fiume in piena di possibili ricorsi delle imprese contro le banche: non è escluso che anche i derivati diventino oggetto di class action. Le imprese coinvolte sono almeno 30mila e i "danni" potenzialmente risarcibili potrebbero ammontare in tutto il sistema a svariati miliardi di euro. Resta al giudice-filtro dell'azione collettiva, quello proposto dall'emendamento del Governo al testo ManzioneBordon approvato dal Senato, stabilire se le imprese che hanno sottoscritto contratti derivati (uno diverso dall'altro perché intagliato su misura) possano essere riunite in una sola classe per danno collettivo. La scelta del campo di azione tutto sommato è un problema minore per le associazioni e i comitati spontanei dei cittadini legittimati ad agire. Le questioni irrisolte e fondamentali al momento sono altre. Non è chiaro se la norma sarà retroattiva nella misura in cui consentirà le class action su danni subìti prima dell'entrata in vigore della legge. E resta da capire se nel mirino dell'azione collettiva finiranno anche gli enti pubblici e la pubblica amministrazione: i fornitori delle Asl stanno già affilando le armi per ottenere il risarcimento su miliardi di euro di fatture scadute, non pagate e non cartolarizzate. Negli ospedali i contenziosi con risvolto giudiziario stanno lievitando: la chirurgia estetica è un settore già in gran fermento per l'accumulo di azioni legali. La legge sull'azione collettiva è tuttora in bozza e gli interrogativi aperti sono talmente tanti da rendere difficile qualsiasi previsione sulle class action future. La data di entrata in vigore della norma appare certa: primo luglio 2008, salvo sorprese dell'ultim'ora, naturalmente. isabella.bufacchi@ilsole24ore.com LE VIE STRAGIUDIZIALI La class action rischia di smantellare le formule di conciliazione già testate da Intesa, UniCredit, Mps, Telecom, Poste e altri I DANNI FINANZIARI Associazioni già attive su Parmalat, Cirio, Freedomland, Italease, Credito Fondiario, Banco di Napoli, derivati, mutui, usura.


Imprese a rischio di giudizi e di tempi indeterminati (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2007-12-02 - pag: 5 autore: INTERVISTA Emanuele e McGurn "Imprese a rischio di giudizi e di tempi indeterminati" ROMA "Le più esposte? Sono le imprese che producono beni o erogano servizi destinati a una molteplicità di utenti contro cui, peraltro, le associazioni di consumatori hanno già proposto azioni talvolta dimostrative o poco rilevanti per gli stessi consumatori. Chi opera in telecomunicazioni, trasporti, energia e televisioni nonché compagnie di assicurazione, banche, intermediari finanziari, oltre alle società che emettono o gestiscono prodotti finanziari...". è una lista infinita quella delle società- bersaglio della class action: lo confermano gli avvocati Ferdinando Emanuele e William McGurn dello studio Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP, fondato a New York nel 1946 e operante ora su scala globale. Studio che ha difeso l'Argentina nei tribunali italiani contro tutte le cause intentate dai possessori di vecchi Tango bond e perse per difetto assoluto di giurisdizione. In un'intervista al Sole-24 Ore, Emanuele e McGurn rilevano però un'altra lista, quella dei punti deboli della norma in via di modifica alla Camera. "Anche nella più recente formulazione, l'azione collettiva rischia di danneggiare eccessivamente le imprese. Particolarmente problematica è la previsione che la sentenza di rigetto non preclude identiche azioni di altre associazioni o comitati né azioni individuali". è prevedibile una proliferazione delle azioni legali in seguito all'entrata in vigore della class action che per contro dovrebbe evitare l'intasamento dei Tribunali? L'impresa resta esposta al rischio di doversi difendere in un'indeterminata serie di giudizi per un indeterminato periodo di tempo, sopportandone i notevoli costi, e si accentua anche il rischio di sentenze contrastanti. è opinabile la scelta dell'"opt-in"perché,pur assicurando che la sentenza vincoli solo chi ha aderito all'azione oè intervenuto in giudizio, non consente di concentrare le domande dei vari interessati in un unico procedimento e lascia l'impresa esposta al rischio di molteplici altre azioni, rischiando anche di provocare un ulteriore incremento del contenzioso civile. Come far meglio? è preferibile un sistema di "opt-out", in cui la sentenza vincola tutti i membri della classe che non si siano "tirati fuori", con efficaci mezzi per pubblicizzare il giudizio e consentire agli interessati di scegliere nel rispetto del diritto costituzionale di difesa. Quali sono i punti di forza della norma sull'azione collettiva in Finanziaria? L'emendamento del Governo migliora il testo approvato dal Senato. I punti di forza sono le previsioni di un'unica fase giudiziale e di un filtro di ammissibilità dell'azione, ma è anche apprezzabile l'abolizione delle norme sull'imposizione delle spese di lite all'impresa solo parzialmente soccombente. La class action italiana, così come si presenta ora, in quali punti differisce da quella americana? Negli Stati Uniti, la class action è esercitata da un singolo (lead plaintiff) per conto dei componenti di una classe e, solo raramente, da associazioni di consumatori. è richiesta una rigorosa valutazione preliminare di ammissibilità dell'azione (certification) da parte del giudice. Quando il giudice certifica l'azione come class action, dispone che i membri della classe ne siano informati in modo che possano comunicare di non aderirvi (opt-out). A differenza del diritto statunitense e anche spagnolo e portoghese, l'emendamento del Governo esclude che un singolo possa agire nell'interesse di una classe e prevede che la sentenza vincoli solo i soggetti che abbiano aderito (esercitando un diritto di opt-in simile a quello previsto dalla maggioranza degli Stati europei). I. B. Gli avvocati: "è più esposto chi produce beni e servizi per una molteplicità di utenti".


Salto di qualità per i consumatori (sezione: Class action)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-12-2007)

 

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2007-12-02 - pag: 8 autore: ... ACQUISTI / 1 - POTERI ANTITRUST Salto di qualità per i consumatori F orse sopita dal clamore che sta accompagnando l'introduzione nel nostro ordinamento di strumenti giuridici come le azioni collettive (altrove già collaudati e quasi passati di moda), si sta per concretizzare in Italia una vera rivoluzione negli standard di tutela dei consumatori. Una rivoluzione imperniata sull'attribuzione all'Antitrust di nuovi e più incisivi poteri d'ufficio. Tra un paio di settimane, infatti, diventeranno pienamente operative le nuove regole del Codice del consumo frutto dei decreti legislativi 145 e 146 del 2007, in attuazione della direttiva 2005/29/Ce. Queste norme completano un'evoluzione legislativa che assicurerà allo status di cliente e di utente un salto di qualità rilevante. Dal Codice civile che tutelava soltanto le imprese per gli atti di " concorrenza sleale" si arriva, attraverso le direttive Ue in materia di pubblicità ingannevole e comparativa, a una disciplina che protegge direttamente il consumatore contro ogni comportamento, azione od omissione che integri gli estremi di una pratica commerciale scorretta da parte delle aziende.


Più capitale per le banche di domani (sezione: Class action)

( da "Corriere della Sera" del 03-12-2007)

 

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2007-12-03 num: - pag: 28 autore: di SALVATORE BRAGANTINI categoria: REDAZIONALE RISCHI E INCENTIVI DEL SISTEMA CREDITIZIO Più capitale per le banche di domani I l Testo Unico Bancario ha riconosciuto ufficialmente nel '93 che la banca è un' impresa, operante sul mercato. Nel '99 in Usa si è abrogata la legge Glass Steagall, che dal '33 teneva separate banche commerciali e investment bank. La grande ondata di deregulation che ne è seguita ha sì permesso di ridistribuire i rischi, ma il loro volume totale non cambia. I mercati sono più "spessi", ma è anche più arduo capire dove sia finito il rischio: spesso a chi non può né valutarlo né sopportarlo. Ora il mondo finanziario pare credere che, nonostante il turmoil, lo spettacolo continuerà come prima. Il totale dei bonus delle grandi "case" finanziarie Usa nel 2007 dovrebbe collocarsi a nord dei 36 miliardi di dollari che tanto scalpore fecero nel 2006, a 38 miliardi, da distribuire fra meno di 200 mila persone: per la gioia dei venditori di attici con vista su Central Park, o di auto più care di una casa. Il troppo stroppia; la crisi estiva e i suoi plumbei sviluppi autunnali preannunciano un'inversione di marcia. è difficile che il turbo- capitalismo, col suo sfruttamento esasperato dell'effetto leva, possa sfuggire ad un periodo, se non di sobrietà, di minori eccessi. Ciò non solo per la naturale reazione agli eventi: se ieri tutto andava, oggi niente va. Si veda il drastico, ed irrazionale, ridimensionamento delle quotazioni delle small cap, duramente colpite dalla fase presente di "fuga verso la liquidità". C'è molto più di questo. Come già scritto a fine settembre sul Corriere, il pendolo della deregulation tornerà indietro. Dato che gli eccessi li paga comunque la collettività, guadagna terreno la convinzione che essa debba occuparsi di più di come operano le grandi "case": non solo le banche, ma anche quelle "quasi banche" che l'inesauribile inventiva finanziaria escogita per aggirare i vincoli sulle banche vere e proprie. Un conto è operare sul mercato senza diktat di autorità amministrative o politiche, soggette al variare delle maggioranze e magari inclini a giocare la partita in proprio; questi diktat vanno evitati, ma sbaglierebbe il sistema finanziario se pretendesse di massimizzare i profitti ignorando i rischi corrispondenti, nella convinzione che, al caso, la collettività, grande benefattrice, non farà mancare il suo materno sostegno. In un recente articolo sul Financial Times, Martin Wolf ha ben messo in luce i termini del problema, muovendo - grazie a uno studio di due inglesi, Andrew Smithers e Geoffrey Wood - da tre domande sulle banche: perché le loro crisi hanno conseguenze così vaste, perché guadagnano tanto sui mezzi propri e perché, nonostante ciò, pagano così bene il management? Le banche, nello svolgere la loro attività, curano beni che, pur non di proprietà pubblica, sono di utilità generale: detengono i risparmi di tutti, e li muovono sul sistema dei pagamenti. Mantenere questo sistema efficiente, e viva la fiducia pubblica, ha un costo che lo Stato ha interesse a minimizzare, per preservare quei beni di pubblica utilità; lo fa con l'assicurazione sui depositi, e mettendo a disposizione, tramite le banche centrali, i prestiti di ultima istanza. I creditori, così rassicurati, si accontentano di tassi più bassi. Ciò consente alle banche di operare con costi minori e, soprattutto, un capitale ridotto rispetto a quanto sarebbe altrimenti necessario, tenuto conto dei rischi che esse corrono, anche sul mercato dei capitali. I conti saltano se l'ossessiva attenzione al valore dell'azione - dovuta al timore di scalate ostili, o peggio all'avidità, da stock option - induce il management a correre rischi, anche reputazionali, così grandi da poter spazzar via come un fuscello la sottile base di capitale al riparo della quale la banca opera. Gli incentivi della mano invisibile spingono a rischiare; ciò esalta i rendimenti ma, se va male, una volta eroso il capitale, tocca a Pantalone, cui perciò incombe il dovere di prevenire. Come? Dato che non siamo pronti a lasciar fallire una banca - con tutto ciò che questo comporta - appena le previsioni meteo miglioreranno, le banche e i loro azionisti dovranno accettare la ovvia conseguenza: serve più capitale per lavorare. Il pendolo sta per invertire la direzione di marcia, e la vigilanza integrata dei gruppi transnazionali, chiesta da Padoa-Schioppa all'Ecofin, potrebbe partire da qui. Non ci sarà, magari negli Usa, qualcuno che è too big to fail?.


Che brutta lotta di class (action) (sezione: Class action)

( da "Panorama" del 03-12-2007)

 

Che brutta lotta di class (action) ALESSANDRO DE NICOLA* concorrenza/2 Il Senato ha approvato una legge che introduce in Italia le azioni collettive. Ecco perché la Camera dovrà cambiarla. Il Senato ha approvato insieme alla Finanziaria il disegno di legge che introduce la class action. Un evento storico, visto che da molti anni in Italia si discute se e come consentire le azioni collettive a tutela dei consumatori, sulla falsariga di quelle americane, immortalate in innumerevoli film interpretati da star come Julia Roberts e John Travolta. Il percorso, del resto, è stato intrapreso già da molti paesi europei e quindi non c'è da stupirsi se anche il nostro legislatore si sia mosso. Il problema è che, secondo alcuni, ne è venuto fuori un "indigeribile pasticcio", al punto che non manca chi spera, come la Confindustria guidata da Luca Cordero di Montezemolo, che la Camera ci ripensi. Ma cos'è la class action? E perché non piace nella formula adottata in Italia? Le azioni collettive consentono a tutti coloro che appartengono a una certa categoria di persone danneggiate (dagli utenti di un servizio pubblico agli azionisti di una società) di farsi difendere da un singolo rappresentante. In genere negli Stati Uniti prendono l'iniziativa gli avvocati. Il meccanismo è possibile perché in America esistono le "contingency fees" e gli accordi "no win-no pay", in base ai quali percentuali rilevanti (fino al 30 per cento) di quanto recuperato va ai procuratori, che però, se perdono, non incassano un dollaro. Peccato che un simile congegno abbia sollevato molti problemi. Il primo è che vengono spesso iniziate cause non meritorie da parte degli avvocati che sperano di transare con le imprese portandosi a casa una lauta parcella, lasciando le briciole ai clienti i quali, essendo tanti e dispersi, non possono controllare quel che fanno i loro difensori. Inoltre, un meccanismo nato in parte per ridurre i costi della giustizia (invece che fare mille piccole cause ne inizio una sola per mille attori riuniti), è accusato di avere aumentato l'intasamento dei tribunali e i costi assicurativi per le aziende. La normativa uscita dal Senato, invece di predisporre meccanismi per ridurre questi difetti, li ha esacerbati. Per esempio, ha concesso solo alle associazioni dei consumatori il diritto di intraprendere le azioni giudiziarie, alimentando il pericolo di opportunismo, visto che gli avvocati americani, se sbagliano, ci rimettono di tasca loro (John Travolta, nel film Civil action, finisce in rovina). Invece gli individui che compongono le associazioni dei consumatori (che spesso godono di sussidi governativi) anche se sconfitti non corrono il rischio di pagare di tasca propria. Inoltre viene considerato negativo il fatto che il tentativo di conciliazione debba avvenire dopo la sentenza di condanna (e non prima), fallito il quale bisognerà procedere individualmente con un'azione singola per vedersi riconosciuta l'appartenenza alla categoria (con costi e tempi lunghissimi). Insomma, le incongruenze sono molteplici ed è un peccato: c'era l'occasione per dotarsi di una normativa efficiente mentre i difetti della proposta sono tali che o avremo una legge dannosa oppure dovremo aspettare ancora molto tempo prima che veda la luce.


Protocollo sul welfare: attuazione dell'accordo fra Governo e Parti sociali (sezione: Class action)

( da "AltaLex" del 03-12-2007)

 

Disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati il 28.11.2007 Stampa Primo sì del Parlamento al disegno di legge per l'attuazione del protocollo fra Governo e Parti sociali del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per l'equità e la crescita sostenibili e ulteriori norme in materia di previdenza sociale. Queste le principali novità: a) riforma previdenziale definizione di un nuovo sistema di età pensionabile attraverso l'abrogazione del brusco innalzamento dell'età di pensione a 60 anni dal 1° gennaio 2008 (scalone) e la definizione di un percorso graduale; modificha della disciplina dei lavori usuranti: individuate le risorse (fondo decennale di 2,5 miliardi di euro) che consentiranno di andare in pensione con tre anni di anticipo ai lavoratori usuranti che saranno definiti sulla base di quelli individuati nel "decreto Salvi" del 1999, i lavoratori impegnati nei lavori con turni notturni, i lavoratori addetti a linee a catena e ai mezzi pubblici pesanti; rafforzamento dell'impianto del sistema contributivo introdotto dalla riforma del 1995, applicando dal 2010 (e poi triennalmente) i nuovi coefficienti di trasformazione definiti nel 2005 e costituendo una commissione per verificare e proporre modifiche che tengano conto delle nuove condizioni economiche e del mercato del lavoro, al fine di tutelare le pensioni più basse e le carriere discontinue dei giovani; definizione futura di un intervento sulle finestre di uscita per le pensioni di vecchiaia che verranno portate a 4 per i lavoratori che hanno 40 anni di contributi; miglioramento delle pensioni dei giovani mediante interventi sulla totalizzazione, sul riscatto della laurea e dei contributi figurativi nel caso di disoccupazione e lavori discontinui; intervento sui fondi in squilibrio: applicazione di un contributo di solidarietà su quei fondi che provocano squilibri finanziari rilevanti; definizione di alcuni interventi solidaristici (blocco perequazione pensioni alte e aumento delle aliquote contributive per la gestione speciale di coloro che sono già iscritti a forme previdenziali); miglioramento della prestazione pensionistica per i giovani parasubordinati attraverso l'aumento di un punto l'anno fino a tre punti della contribuzione (in quota parte maggiore sui committenti) che dà diritto alla pensione; riordino e razionalizzazione degli Enti previdenziali; detassazione parziale per i lavoratori dei premi di risultato da attuarsi con 150 milioni di euro per il 2008. b) Ammortizzatori sociali fissazione dell'obiettivo dell'unificazione dei trattamenti di disoccupazione e mobilità e l'universalizzazione degli strumenti per l'integrazione al reddito (con la progressiva estensione e unificazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria); aumento della durata dell'indennità di disoccupazione (da sei a otto mesi, mentre sarà di 12 mesi per gli ultracinquantenni) e del suo importo (60% dell'ultima retribuzione per sei mesi, 50% dal 7° all'8° mese, 40% nei mesi successivi); modifica dell'indennità di disoccupazione per i contratti di lavoro a termine di breve durata, che passerà dal 30 al 35% per i primi 120 giorni e al 40% per i successivi, per una durata massima di 180 giorni. c) Mercato del lavoro revisione delle norme che regolano i rapporti di lavoro discontinui previsti dalla legge 30 e da altre normative; modifiche alla disciplina del contratto a termine e del contratto a tempo parziale; abolizione del lavoro intermittente previsto dal D.Lgs. 276/03; potenziamento dei servizi pubblici per l'impiego; miglioramento delle norme sui disabili (soprattutto il regime delle convenzioni); conferma dell'agevolazione contributiva dell'11,5% per l'edilizia che sarà resa strutturale per favorire la diffusione del contratto a tempo indeterminato; deroga per il c.d. lavoro a chiamata: i settori dello spettacolo e del turismo potranno continuare ad utilizzarlo. d) Competitività incentivazione della contrattazione di secondo livello al fine di sostenere la competitività delle aziende e migliorare la retribuzione di risultato dei lavoratori; miglioramento del trattamento a favore delle aziende e dei lavoratori che contrattano il premio di risultato, sia con l'aumento la percentuale di sgravio alle imprese al 25%, sia con innalzamento del tetto del premio ammesso allo sgravio (dal 3% al 5% della retribuzione lorda); detassazione delle quote di premio di risultato per il 2008; abolizione della contribuzione aggiuntiva, a carico delle imprese, sulle prestazioni straordinarie, introdotta con la legge finanziaria del 1996. e) Giovani copertura figurativa periodi di disoccupazione; totalizzazione e riscatto laurea; miglioramento previdenza parasubordinati; attivazione di tre fondi di rotazione per i lavoratori parasubordinati, per il microcredito e per i giovani lavoratori autonomi per un ammontare di 150 milioni. f) Donne interventi mirati a incentivare i regimi d'orario legati alla necessità di conciliare lavoro e vita familiare, potenziando quanto già previsto dall'articolo 9 della legge 53/2000. iniziative di sostegno ai servizi per l'infanzia e per gli anziani non autosufficienti. programmazione dei fondi comunitari per l'orientamento di accompagnamento, formazione e inserimento al lavoro per le donne. potenziamento delle azioni per evitare forme discriminatorie in materia di lavoro, salari, carriere. (Altalex, 16 ottobre 2007) DDL RECANTE "NORME PER L'ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO SU PREVIDENZA, LAVORO E COMPETITIVITÀ PER L'EQUITÀ E LA CRESCITA SOSTENIBILI DEL 23 LUGLIO 2007 ED ULTERIORI NORME IN MATERIA DI LAVORO E PREVIDENZA SOCIALE" (Testo approvato dalla Camera dei Deputati il 28 novembre 2007) CAPO I NORME IN MATERIA PREVIDENZIALE Art. 1 Modifica dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato 1. La Tabella A allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243 è sostituita dalla Tabella A contenuta nell'Allegato n. 1 alla presente legge ed è allegata alla medesima legge n. 243 del 2004 la Tabella B contenuta nell'Allegato n. 1 alla presente legge. 2. All'articolo 1 della legge 23 agosto 2004, n. 243, sono apportate le seguenti modifiche: a) il comma 6 è così modificato: 1) la lettera a) è sostituita dalla seguente: "il diritto per l'accesso al trattamento pensionistico di anzianità per i lavoratori dipendenti ed autonomi iscritti all'assicurazione generale obbligatoria ed alle forme di essa sostitutive ed esclusive si consegue, fermo restando il requisito di anzianità contributiva non inferiore a trentacinque anni, al raggiungimento, dei requisiti di età anagrafica indicati, per il periodo dal 1° gennaio 2008 al 30 giugno 2009, nella Tabella A allegata alla presente legge e, per il periodo successivo, fermo restando il requisito di anzianità contributiva non inferiore a trentacinque anni, dei requisiti indicati nella Tabella B allegata alla presente legge. Il diritto al pensionamento si consegue, indipendentemente dall'età, in presenza di un requisito di anzianità contributiva non inferiore a quaranta anni; 2) alla lettera b) il numero 2 è sostituito dal seguente: "2) con una anzianità contributiva pari ad almeno trentacinque anni, al raggiungimento, dei requisiti di età anagrafica indicati, per il periodo dal 1° gennaio 2008 al 30 giugno 2009, nella Tabella A allegata alla presente legge e, per il periodo successivo, fermo restando il requisito di anzianità contributiva non inferiore a trentacinque anni, dei requisiti indicati nella Tabella B allegata alla presente legge; "; 3) l'ultimo periodo della lettera c) è sostituito dal seguente: "Per il personale del comparto scuola resta fermo, ai fini dell'accesso al trattamento pensionistico, che la cessazione dal servizio ha effetto dalla data di inizio dell'anno scolastico e accademico, con decorrenza dalla stessa data del relativo trattamento economico nel caso di prevista maturazione dei requisiti entro il 31 dicembre dell'anno avendo come riferimento per l'anno 2009 i requisiti previsti per il primo semestre dell'anno.". b) il comma 7 è sostituito dal seguente: "7. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro l'anno 2012, può essere stabilito il differimento della decorrenza dell'incremento dei requisiti di somma di età anagrafica e anzianità contributiva e di età anagrafica minima indicato dal 2013 nella Tabella B allegata alla presente legge, qualora sulla base di specifica verifica da effettuarsi, entro il 30 settembre 2012, sugli effetti finanziari derivanti dalle modifiche dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato, risultasse che gli stessi effetti finanziari conseguenti dall'applicazione della Tabella B siano tali da assicurare quelli programmati con riferimento ai requisiti di accesso al pensionamento indicati a regime dal 2013 nella medesima Tabella B."; c) al comma 8, le parole "1° marzo 2004" sono sostituite dalle seguenti "20 luglio 2007"; d) dopo il comma 18, è aggiunto il seguente: "18-bis. Le disposizioni in materia di pensionamenti di anzianità vigenti prima della data di entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi, nei limiti del numero di 5.000 lavoratori beneficiari, ai lavoratori collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 15 luglio 2007, che maturano i requisiti per il pensionamento di anzianità entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità di cui all'articolo 7, comma 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223."; e) il comma 19 è così modificato: e.1) le parole"10.000 domande di pensione" sono sostituite dalle seguenti: "15.000 domande di pensione";e.2). le parole "di cui al comma 18" ove ricorrono sono sostituite dalle parole "di cui ai commi 18 e 18-bis". 3. Il Governo, è delegato ad adottare, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, al fine di concedere ai lavoratori dipendenti che maturano i requisiti a decorrere dal 1° gennaio 2008 impegnati in particolari lavori o attività la possibilità di conseguire, su domanda, il diritto al pensionamento anticipato con requisiti inferiori a quelli previsti per la generalità dei lavoratori dipendenti, secondo quanto previsto dai sottoindicati criteri: a) previsione di un requisito anagrafico minimo ridotto di 3 anni e, in ogni caso, non inferiore a 57 anni di età, fermi restando il requisito minimo di anzianità contributiva di 35 anni e il regime di decorrenza del pensionamento secondo le modalità di cui all'articolo 1, comma 6, lettere c) e d), della legge 23 agosto 2004, n. 243; b) i lavoratori siano impegnati in mansioni particolarmente usuranti di cui all'articolo 2 del decreto 19 maggio 1999 del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, della sanità e per la funzione pubblica; ovvero siano lavoratori dipendenti notturni come definiti dal decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, che possano far valere la permanenza minima indicata alla lettera c) nell'attività nel periodo notturno;ovvero siano lavoratori addetti alla cosiddetta "linea catena" che, all'interno di un processo produttivo in serie, contraddistinto da un ritmo collegato a lavorazioni o a misurazione di tempi di produzione con mansioni organizzate in sequenze di postazioni, svolgano attività caratterizzate dalla ripetizione costante dello stesso ciclo lavorativo su parti staccate di un prodotto finale, che si spostano a flusso continuo o a scatti con cadenze brevi determinate dall'organizzazione del lavoro o dalla tecnologia, con esclusione degli addetti a lavorazioni collaterali a linee di produzione, alla manutenzione, al rifornimento materiali e al controllo di qualità; ovvero siano conducenti di veicoli pesanti adibiti a servizi pubblici di trasporto di persone; c) al fine del rispetto del limite delle risorse indicate alla lettera e), i lavoratori di cui alla lettera b) devono svolgere le attività indicate alla medesima lettera b), per l'intero ultimo anno precedente la decorrenza del trattamento pensionistico nonché: c.1) nel periodo transitorio, per un periodo minimo di sette anni negli ultimi dieci anni di attività lavorativa; c.2) a regime, per un periodo pari almeno alla metà della vita lavorativa; d) stabilire la documentazione e gli elementi di prova in data certa attestanti l'esistenza dei requisiti soggettivi ed oggettivi, anche con riferimento alla dimensione ed all'assetto organizzativo dell'azienda, richiesti dal presente comma, e disciplinare il relativo procedimento accertativo, anche attraverso verifica ispettiva; e) il beneficio è concesso entro il limite delle risorse finanziarie di un apposito Fondo costituito, la cui dotazione finanziaria è di 83 milioni di euro per il 2009, 200 milioni per il 2010, 312 milioni per il 2011, 350 milioni per il 2012, 383 milioni a decorrere dal 2013; f) prevedere che, qualora nell'ambito della funzione di accertamento del diritto di cui alle lettere c) e d) emerga, dal monitoraggio delle domande presentate ed accolte, il verificarsi di scostamenti rispetto alle risorse finanziarie di cui alla lettera e), il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ne dia notizia tempestivamente al Ministro dell'economia e delle finanze ai fini dell'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 11-ter, comma 7, della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni. 4. Il Governo è delegato ad emanare, entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, uno o più decreti legislativi finalizzati a disciplinare la decorrenza dei trattamenti pensionistici di anzianità per i soggetti che hanno maturato almeno quaranta anni di anzianità contributiva e dei trattamenti pensionistici per i soggetti che accedono al pensionamento di vecchiaia con età pari o superiore a sessanta anni per le donne e pari o superiore a 65 anni per gli uomini. Nell'esercizio della delega, il Governo si atterrà ai seguenti principi e criteri direttivi: razionalizzazione delle diverse decorrenze dei trattamenti pensionistici; rimodulazione, per un periodo da determinarsi, del regime delle decorrenze del trattamento pensionistico per chi matura i requisiti per l'accesso al pensionamento anticipato con 40 anni di anzianità contributiva, ripristinando a tal fine quattro decorrenze annuali; introduzione di un regime delle decorrenze per coloro che maturano i requisiti per l'accesso al pensionamento di vecchiaia con età pari o superiore a sessanta anni per le donne e pari o superiore a 65 anni per gli uomini; previsione che dagli interventi del presente comma non derivino nuovi o maggiori oneri per le finanza pubblica. 5. Il Governo, allo scopo di assicurare l'estensione dell'obiettivo dell'elevazione dell'età media di accesso al pensionamento anche ai regimi pensionistici armonizzati secondo quanto previsto dall'articolo 2, commi 22 e 23, della legge 8 agosto 1995, n. 335, nonché agli altri regimi e alle gestioni pensionistiche per cui siano previsti, alla data di entrata in vigore della presente legge, requisiti diversi da quelli vigenti nell'assicurazione generale obbligatoria, ivi compresi i lavoratori di cui all'articolo 78, comma 23, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 e il personale di cui al decreto legislativo 12 maggio 1995, n. 195, di cui alla legge 27 dicembre 1941, n. 1570, nonché dei rispettivi dirigenti, è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, tenendo conto delle obiettive peculiarità ed esigenze dei settori di attività. Art. 2 Razionalizzazione del sistema degli enti previdenziali 1. Al comma 1 dell'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, come da ultimo modificato dall'articolo 1, comma 482, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo la lettera e) è aggiunta la seguente: "e-bis). limitatamente ai regolamenti di razionalizzazione, riordino, trasformazione o fusione degli enti previdenziali pubblici, creazione di specifici modelli organizzativi al fine di realizzare sinergie e conseguire risparmi di spesa anche attraverso gestioni unitarie, uniche o in comune di attività strumentali.". 2. Fino all'emanazione dei regolamenti di cui al comma 1 dell'articolo 28 della legge 28 dicembre 2001, n. 448, come modificato dal comma 1 del presente articolo, i provvedimenti di carattere organizzatorio e di preposizione ad uffici di livello dirigenziale degli enti previdenziali pubblici resisi vacanti sono condizionati al parere positivo delle amministrazioni vigilanti, finalizzato alla verifica della coerenza del provvedimento agli obiettivi di razionalizzazione, riordino, trasformazione o fusione degli enti medesimi. 3. Fatto salvo quanto previsto al comma 4, a decorrere dal 1° gennaio 2011 l'aliquota contributiva di finanziamento per gli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, è elevata, per la quota a carico del lavoratore, di 0,09 punti percentuali. Con effetto dalla medesima data sono incrementate in uguale misura le aliquote contributive per il finanziamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani, commercianti e coltivatori diretti mezzadri e coloni iscritti alle gestioni autonome dell'INPS, nonché quelle relative agli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie. Le aliquote contributive per il computo delle prestazioni pensionistiche sono incrementate, a decorrere dalla medesima data, in misura corrispondente alle aliquote di finanziamento. 4. In funzione delle eventuali economie rinvenienti dall'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, da accertarsi con il procedimento di cui all'ultimo periodo del presente comma con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale sono corrispondentemente rideterminati gli incrementi delle aliquote contributive di cui al comma 3, a decorrere dall'anno 2011. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono definite le modalità per l'accertamento delle economie riscontrate in seguito all'attuazione delle disposizioni di cui al comma 1, rispetto alle previsioni della spesa a normativa vigente degli enti previdenziali pubblici considerate nell'ambito degli andamenti programmati di finanza pubblica. Art. 3. Coefficienti di trasformazione 1. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, è costituita una Commissione, composta da otto esperti, di cui due indicati dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale, due indicati dal Ministero dell'economia e delle finanze, quattro indicati dalle organizzazioni dei lavoratori dipendenti ed autonomi e dei datori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale, con il compito di proporre ai predetti Ministri, entro il 31 dicembre 2008, modifiche dei criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione di cui all'articolo 1, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, nel rispetto degli andamenti e degli equilibri della spesa pensionistica di lungo periodo e nel rispetto delle procedure europee, che tengano conto: a) delle dinamiche delle grandezze macroeconomiche, demografiche e migratorie che incidono sulla determinazione dei coefficienti medesimi; b) dell'incidenza dei percorsi lavorativi discontinui, anche al fine di verificare l'adeguatezza degli attuali meccanismi di tutela delle pensioni più basse e di proporre meccanismi di solidarietà e garanzia; c) del rapporto intercorrente tra l'età media attesa di vita e quella dei singoli settori di attività. 2. La Commissione di cui al comma 1 può inoltre valutare nuove possibili forme di flessibilità in uscita collegate al sistema contributivo, nel rispetto delle compatibilità di medio-lungo periodo del sistema pensionistico. Dall'attuazione del presente articolo non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 3. In fase di prima rideterminazione dei coefficienti di trasformazione di cui all'articolo 1, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in applicazione dei criteri di cui all'articolo 1, comma 11, della medesima legge, la Tabella A allegata alla citata legge n. 335 del 1995 è sostituita, con effetto dal 1° gennaio 2010, dalla Tabella A contenuta nell'Allegato n. 2 alla presente legge. 4. All'articolo 1, comma 11, della legge 8 agosto 1995, n. 335, le parole da "il Ministro del lavoro" fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: "con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, è rideterminato ogni tre anni il coefficiente di trasformazione previsto al comma 6.". 5. Il Governo procede con cadenza decennale alla verifica della sostenibilità ed equità del sistema pensionistico. Art. 4. Contributo di solidarietà per gli iscritti ed i pensionati dei fondi speciali 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi, norme finalizzate all'introduzione di un contributo di solidarietà a carico degli iscritti e dei pensionati delle gestioni previdenziali confluite nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti e del Fondo volo, allo scopo di determinare in modo equo il concorso dei medesimi al riequilibrio del predetto Fondo. 2. Nell'esercizio della delega di cui al comma 1, il Governo si atterrà ai seguenti criteri e principi direttivi: a) previsione di un contributo limitato nell'ammontare e nella durata; b) ammontare della misura del contributo in rapporto al periodo di iscrizione antecedente l'armonizzazione conseguente alla legge 8 agosto 1995, n. 335 ed alla quota di pensione calcolata in base ai parametri più favorevoli rispetto al regime dell'assicurazione generale obbligatoria. Art. 5 Sospensione dell'indicizzazione delle pensioni superiori a otto volte il minimo 1. Per l'anno 2008, ai trattamenti pensionistici superiori a otto volte il trattamento minimo INPS, la rivalutazione automatica delle pensioni, secondo il meccanismo stabilito dall'articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, non è concessa. Per le pensioni di importo superiore a otto volte il predetto trattamento minimo ed inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica, l'aumento di rivalutazione per l'anno 2008 è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Art. 6 Benefici previdenziali per esposizione all'amianto 1. Ai fini del conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modificazioni, sono valide le certificazioni rilasciate dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) ai lavoratori che abbiano presentato domanda al predetto Istituto entro il 15 giugno 2005, per periodi di attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2 ottobre 2003, nelle aziende interessate dagli atti di indirizzo già emanati in materia dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale. 2. Il diritto ai benefici previdenziali previsti dall'articolo 13, comma 8, della legge n. 257 del 1992, per i periodi di esposizione riconosciuti per effetto della disposizione di cui al comma 1, spetta ai lavoratori non titolari di trattamento pensionistico avente decorrenza anteriore alla data di entrata in vigore della presente disposizione. 3. Le modalità di attuazione del presente articolo sono stabilite con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. Art. 7 Rivalutazione indennizzi per danno biologico 1. In attesa dell'introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatica degli importi indicati nella "tabella indennizzo danno biologico", di cui all'articolo 13, comma 2, lettera a), del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, una quota delle risorse di cui all'articolo 1, comma 780 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, accertate in sede di bilancio 2007 dall'INAIL, fino ad un massimo di 50 milioni di euro, è destinata all'aumento in via straordinaria delle indennità dovute dallo stesso INAIL a titolo di recupero del valore dell'indennità risarcitoria del danno biologico di cui al citato articolo 13 del decreto legislativo n. 38 del 2000, tenendo conto della variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di impiegati ed operai accertati dall'ISTAT, delle retribuzioni di riferimento per la liquidazione delle rendite, intervenuta per gli anni dal 2000 al 2007. 2. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono determinati i criteri e le modalità di attuazione del presente articolo. CAPO II NORME IN MATERIA DI AMMORTIZZATORI SOCIALI Art.8 Interventi in materia di ammortizzatori sociali 1. Per i trattamenti di disoccupazione in pagamento dal 1° gennaio 2008 la durata dell'indennità ordinaria di disoccupazione con requisiti normali, di cui all'articolo 19, primo comma, del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 1939, n. 1272 e successive modificazioni, è elevata a otto mesi per i soggetti con età anagrafica inferiore a cinquanta anni e a dodici mesi per i soggetti con età anagrafica pari o superiore a cinquanta anni. E' riconosciuta la contribuzione figurativa per l'intero periodo di percezione del trattamento nel limite massimo delle durate legali previste dal presente comma. La percentuale di commisurazione alla retribuzione della predetta indennità è elevata al sessanta per cento per i primi sei mesi ed è fissata al cinquanta per cento per i successivi due mesi e al quaranta per cento per gli ulteriori mesi. Gli incrementi di misura e di durata di cui al presente comma non si applicano ai trattamenti di disoccupazione agricoli, ordinari e speciali, né all'indennità ordinaria con requisiti ridotti di cui all'articolo 7, comma 3, del decreto-legge 21 marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 1988, n. 160. L'indennità di disoccupazione non spetta nelle ipotesi di perdita e sospensione dello stato di disoccupazione disciplinate dalla normativa in materia di incontro tra domanda e offerta di lavoro. 2. Per i trattamenti di disoccupazione non agricola in pagamento dal 1° gennaio 2008 la percentuale di commisurazione alla retribuzione dell'indennità ordinaria con requisiti ridotti di cui all'articolo 7, comma 3, del decreto-legge 21 marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 1988, n. 160 è rideterminata al trentacinque per cento per i primi 120 giorni e al quaranta per cento per i successivi giorni fino a un massimo di 180 giorni. Per i medesimi trattamenti, il diritto all'indennità spetta per un numero di giornate pari a quelle lavorate nell'anno stesso e comunque non superiore alla differenza tra il numero 360, diminuito delle giornate di trattamento di disoccupazione eventualmente goduto, e quello delle giornate di lavoro prestate. 3. Con effetto dal 1° gennaio di ciascun anno, a partire dal 2008, gli aumenti di cui all'ultimo periodo del secondo comma dell'articolo 1 della legge 13 agosto 1980, n. 427, e successive modificazioni e integrazioni, sono determinati nella misura del 100 per cento dell'aumento derivante dalla variazione annuale dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati. 4. Il Governo è delegato ad adottare, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, in conformità all'articolo 117 della Costituzione ed agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano, e alle relative norme di attuazione, e garantendo l'uniformità della tutela dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere ed alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati, uno o più decreti legislativi finalizzati a riformare la materia degli ammortizzatori sociali per il riordino degli istituti a sostegno del reddito. 5. La delega di cui al comma 4 è esercitata nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: graduale armonizzazione dei trattamenti di disoccupazione e creazione di uno strumento unico indirizzato al sostegno del reddito e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati senza distinzione di qualifica; modulazione dei trattamenti collegata all'età anagrafica dei lavoratori ed alle condizioni occupazionali più difficili presenti nelle Regioni del Mezzogiorno, con particolare riguardo alla condizione femminile; previsione per i soggetti che beneficiano dei trattamenti di disoccupazione della copertura figurativa ai fini previdenziali calcolata sulla base della retribuzione; progressiva estensione ed armonizzazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria con la previsione di modalità di regolazione diverse a seconda degli interventi da attuare e di applicazione anche in caso di interventi di prevenzione, protezione e risanamento ambientale che determinino la sospensione dell'attività lavorativa; coinvolgimento e partecipazione attiva delle aziende nel processo di ricollocazione dei lavoratori; valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali, anche al fine dell'individuazione di eventuali prestazioni aggiuntive rispetto a quelle assicurate dal sistema generale; connessione con politiche attive per il lavoro, in particolare favorendo la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, l'occupazione, soprattutto femminile, nonché l'inserimento lavorativo di soggetti appartenenti alle fasce deboli del mercato, con particolare riferimento ai lavoratori in età più matura al fine di potenziare le politiche di invecchiamento attivo; potenziare i servizi per l'impiego, in connessione con l'esercizio della delega di cui all'articolo 8, comma 1, lettera a), al fine di collegare e coordinare l'erogazione delle prestazioni di disoccupazione a percorsi di formazione ed inserimento lavorativo, in coordinamento con gli enti previdenziali preposti all'erogazione dei relativi sussidi e benefici anche attraverso la previsione di forme di comunicazione informatica da parte degli enti previdenziali al Ministero del lavoro e della previdenza sociale dei dati relativi ai lavoratori percettori di trattamento di sostegno al reddito. CAPO III NORME IN MATERIA DI MERCATO DEL LAVORO Art. 9 Delega al Governo in materia di mercato del lavoro 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, in conformità all'articolo 117 della Costituzione ed agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano, e alle relative norme di attuazione, e garantendo l'uniformità della tutela dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, anche con riguardo alle differenze di genere ed alla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati, uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di: a) servizi per l'impiego; b) incentivi all'occupazione; c) apprendistato. 2. Nell'esercizio della delega di cui al comma 1, lettera a), il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri direttivi: a) potenziamento dei sistemi informativi e di monitoraggio per una velocizzazione e semplificazione dei dati utili per la gestione complessiva del mercato del lavoro; b) valorizzazione delle sinergie tra servizi pubblici e agenzie private, tenuto conto della centralità dei servizi pubblici, al fine di rafforzare le capacità d'incontro tra domanda e offerta di lavoro, prevedendo a tal fine, la definizione dei criteri per l'accreditamento e l'autorizzazione dei soggetti che operano sul mercato del lavoro e la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni nei servizi pubblici per l'impiego;c) programmazione e pianificazione delle misure relative alla promozione dell'invecchiamento attivo verso i lavoratori e le imprese; d) promozione del patto di servizio come strumento di gestione adottato dai servizi per l'impiego per interventi di politica attiva del lavoro;e) revisione delle procedure amministrative. 3. Nell'esercizio della delega di cui al comma 1, lettera b) il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri direttivi: a) incrementare i livelli di occupazione stabile; b) migliorare, in particolare, il tasso di occupazione delle donne, dei giovani e delle persone ultracinquantenni; c) ridefinire, ai fini di cui alle lettere a) e b), la disciplina del contratto di inserimento; d) prevedere aumenti contributivi per i contratti di lavoro a tempo parziale con orario inferiore alle dodici ore settimanali al fine di promuovere, soprattutto nei settori dei servizi, la diffusione di contratti di lavoro con orario giornaliero più elevato; e) prevedere, nell'ambito del complessivo riordino della materia, incentivi per la stipula di contratti a tempo parziale con orario giornaliero elevato ed agevolazioni per le trasformazioni, anche temporanee e reversibili, di rapporti a tempo pieno in rapporti a tempo parziale avvenute su richiesta di lavoratrici o lavoratori e giustificate da comprovati compiti di cura. f) prevedere specifiche misure volte all'inserimento lavorativo dei lavoratori socialmente utili. 4. Nell'esercizio della delega di cui al comma 1, lettera c) il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri direttivi: a) rafforzamento del ruolo della contrattazione collettiva; b) individuazione di standard nazionali di qualità della formazione in materia di profili professionali e percorsi formativi, certificazione delle competenze, validazione dei progetti formativi individuali e riconoscimento delle capacità formative delle imprese, anche al fine di agevolare la mobilità territoriale degli apprendisti; c) con riferimento all'apprendistato professionalizzante individuazione di meccanismi in grado di garantire l'attuazione uniforme ed immediata su tutto il territorio nazionale della relativa disciplina; d) adozione di misure volte ad assicurare il corretto utilizzo dei contratti di apprendistato. Art. 10 Disposizioni in tema di occupazione delle persone con disabilità 1. L'art. 13 della legge 30 marzo 1971, n. 118 è così sostituito: "Art. 13 (Assegno mensile) 1. Agli invalidi civili di età compresa fra il diciottesimo ed il sessantaquattresimo anno nei cui confronti sia accertata una riduzione della capacità lavorativa, nella misura pari o superiore al 74%, che non svolgono attività lavorativa e per il tempo in cui tale condizione sussiste, è concesso, a carico dello Stato ed erogato dall'INPS, un assegno mensile di ? 242,84 per tredici mensilità, con le stesse condizioni e modalità previste per l'assegnazione della pensione di cui all'articolo 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118. 2. Attraverso dichiarazione sostitutiva, resa annualmente all'INPS ai sensi della legge 4 gennaio 1968, n. 15 e successive modificazioni ed integrazioni, il soggetto di cui al comma 1 autocertifica di non svolgere attività lavorativa. Qualora tale condizione venga meno, lo stesso è tenuto a darne tempestiva comunicazione all'INPS." 2. L'articolo 1, comma 249, della legge 23 dicembre 1996, n. 662 è abrogato. 3. La legge n. 12 marzo 1999, n. 68 è così modificata: a) l'articolo 12 è sostituito dal seguente: "Art. 12 (Convenzioni di inserimento lavorativo temporaneo con finalità formative) 1. Ferme restando le disposizioni di cui agli articoli 9, 11 e 12-bis, gli uffici competenti possono stipulare con i datori di lavoro privati soggetti agli obblighi di cui all'articolo 3, le cooperative sociali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, e successive modificazioni, le imprese sociali di cui al d.lgs. n. 155/2006, i disabili liberi professionisti, anche se operanti con ditta individuale, nonché con i datori di lavoro privati non soggetti all'obbligo di assunzione previsto dalla presente legge, di seguito denominati soggetti ospitanti, apposite convenzioni finalizzate all'inserimento temporaneo dei disabili appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 presso i soggetti ospitanti, ai quali i datori di lavoro si impegnano ad affidare commesse di lavoro. Tali convenzioni, non ripetibili per lo stesso soggetto, salvo diversa valutazione del comitato tecnico di cui al comma 2, lettera b) dell'articolo 6, non possono riguardare più di un lavoratore disabile, se il datore di lavoro occupa meno di 50 dipendenti, ovvero più del 30 per cento dei lavoratori disabili da assumere ai sensi dell'articolo 3, se il datore di lavoro occupa più di 50 dipendenti. 2. La convenzione è subordinata alla sussistenza dei seguenti requisiti: a) contestuale assunzione a tempo indeterminato del disabile da parte del datore di lavoro; b) computabilità ai fini dell'adempimento dell'obbligo di cui all'articolo 3 attraverso l'assunzione di cui alla lettera a); c) impiego del disabile presso i soggetti ospitanti di cui al comma 1 con oneri retributivi, previdenziali e assistenziali a carico di questi ultimi, per tutta la durata della convenzione, che non può eccedere i dodici mesi, prorogabili di ulteriori dodici mesi da parte degli uffici competenti; d) indicazione nella convenzione dei seguenti elementi: 1) l'ammontare delle commesse che il datore di lavoro si impegna ad affidare ai soggetti ospitanti; tale ammontare non deve essere inferiore a quello che consente ai soggetti ospitanti di applicare la parte normativa e retributiva dei contratti collettivi nazionali di lavoro, ivi compresi gli oneri previdenziali e assistenziali, e di svolgere le funzioni finalizzate all'inserimento lavorativo dei disabili; 2) i nominativi dei soggetti da inserire ai sensi del comma 1; 3) descrizione del piano personalizzato di inserimento lavorativo; 3. Alle convenzioni di cui al presente articolo si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dell'articolo 11, comma 7. 4. Gli uffici competenti possono stipulare con i datori di lavoro privati soggetti agli obblighi di cui all'articolo 3 e con le cooperative sociali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 8 novembre 1991, n. 381, e successive modificazioni, apposite convenzioni finalizzate all'inserimento lavorativo temporaneo dei detenuti disabili.". b) dopo l'articolo 12 è inserito il seguente: "Art. 12-bis (Convenzioni di inserimento lavorativo) 1. Ferme restando le disposizioni di cui agli articoli 9, 11 e 12 gli uffici competenti possono stipulare con i datori di lavoro privati tenuti all'obbligo di assunzione di cui all'articolo 3, c. 1, lett. a), di seguito denominati soggetti conferenti, ed i soggetti di cui al comma 3 del presente articolo, di seguito denominati soggetti destinatari, apposite convenzioni finalizzate all'assunzione da parte dei soggetti destinatari medesimi di persone disabili che presentino particolari caratteristiche e difficoltà di inserimento nel ciclo lavorativo ordinario, ai quali i soggetti conferenti si impegnano ad affidare commesse di lavoro. 2. La stipula della convenzione è ammessa esclusivamente a copertura dell'aliquota d'obbligo e, in ogni caso, nei limiti del 10% della quota di riserva di cui all'art. 3, c. 1, lett. a), con arrotondamento all'unità più vicina. 3. Requisiti per la stipula della convenzione sono: Individuazione della persone disabili da inserire con tale tipologia di convenzione, previo loro consenso, effettuata dagli uffici competenti, sentito l'organismo di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, come modificato dall'articolo 6 della presente legge, e definizione di un piano personalizzato di inserimento lavorativo. durata non inferiore a tre anni; determinazione del valore della commessa di lavoro non inferiore alla copertura, per ciascuna annualità e per ogni unità di personale assunta, dei costi derivanti dall'applicazione della parte normativa e retributiva dei contratti collettivi nazionali di lavoro, nonché dei costi previsti nel piano personalizzato di inserimento lavorativo. È consentito il conferimento di più commesse di lavoro; conferimento della commessa di lavoro e contestuale assunzione delle persone disabili da parte del soggetto destinatario. 4. Possono stipulare le convenzioni di cui al comma 1 le cooperative sociali di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a) e b) della legge 8 novembre 1991, n. 381, e successive modificazioni e loro consorzi; le imprese sociali di cui all'art. 2, c. 2, lett. a) e b) del d.lgs. n. 155/06; i datori di lavoro privati non soggetti all'obbligo di assunzione di cui all'articolo 3, c. 1. Tali soggetti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: non avere in corso procedure concorsuali; essere in regola con gli adempimenti di cui al d.lgs. n. 626/1994 e successive modifiche; essere dotati di locali idonei; non avere proceduto nei 12 mesi precedenti l'avviamento lavorativo del disabile a risoluzioni del rapporto di lavoro, esclusi quelli per giusta causa e giustificato motivo soggettivo; avere nell'organico almeno un lavoratore dipendente che possa svolgere le funzioni di tutor. 5. Alla scadenza della convenzione, salvo il ricorso ad altri istituti previsti dalla presente legge, il datore di lavoro committente, previa valutazione degli uffici competenti può: a) rinnovare la convenzione una sola volta per un periodo non inferiore a due anni; b) assumere il lavoratore disabile dedotto in convenzione con contratto a tempo indeterminato mediante chiamata nominativa, anche in deroga a quanto previsto dall'articolo 7, c. 1, lett. c; in tal caso il datore di lavoro potrà accedere al Fondo Nazionale per il diritto al lavoro dei disabili, nei limiti delle disponibilità ivi previste, con diritto di prelazione nell'assegnazione delle risorse. 6. La verifica degli adempimenti degli obblighi assunti in convenzione viene effettuata dai servizi incaricati delle attività di sorveglianza e controllo e irrogazione di sanzioni amministrative in caso di inadempimento. 7. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da emanarsi entro 120 giorno dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza unificata saranno definiti modalità e criteri di attuazione di quanto previsto nei precedenti commi." c) l'articolo 13 è sostituito dal seguente: "Art. 13 (Incentivi alle assunzioni) 1. Nel rispetto delle disposizioni del Regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione e successive modifiche e integrazioni, relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti di stato a favore dell'occupazione, pubblicato sulla GUCE L 337/3 del 13 dicembre 2002, le Regioni e le Province autonome possono concedere un contributo all'assunzione, a valere sulle risorse del Fondo di cui al comma 4 e nei limiti delle disponibilità ivi indicate: a) nella misura non superiore al 60% del costo salariale, per ogni lavoratore disabile che, assunto attraverso le convenzioni di cui all'art. 11 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, abbia una riduzione della capacità lavorativa superiore al 79% o minorazioni ascritte dalla prima alla terza categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni, ovvero con handicap intellettivo e psichico, indipendentemente dalle percentuali di invalidità; b) nella misura non superiore al 25% del costo salariale, per ogni lavoratore disabile che, assunto attraverso le convenzioni di cui all'art. 11 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, abbia una riduzione della capacità lavorativa compresa tra il 67% e il 79% o minorazioni ascritte dalla quarta alla sesta categoria di cui alle tabelle citate nella lettera a). In ogni caso, l'intensità lorda del contributo all'assunzione deve essere calcolata sul costo salariale da corrispondere al lavoratore disabile per un periodo di un anno successivo all'assunzione. 2. Possono essere ammesse ai contributi di cui al comma 1 le assunzioni a tempo indeterminato. Le assunzioni devono essere realizzate nell'anno antecedente all'emanazione del provvedimento di riparto di cui al comma 4. La concessione del contributo é subordinata alla verifica, da parte degli uffici competenti, della permanenza del rapporto di lavoro o, qualora previsto, dell'esperimento del periodo di prova con esito positivo. 3. Gli incentivi di cui al comma 1 sono estesi anche ai datori di lavoro privati che, pur non essendo soggetti agli obblighi della presente legge, hanno proceduto all'assunzione a tempo indeterminato di lavoratori disabili con le modalità di cui al comma 2. 4. Per le finalità di cui al presente articolo è istituito presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, per il cui finanziamento é autorizzata la spesa di lire 40 miliardi per l'anno 1999 e seguenti, euro 37 milioni per l'anno 2007 ed euro 42 milioni a decorrere dall'anno 2008, annualmente ripartito fra le regioni e le province autonome proporzionalmente alle richieste presentate e ritenute ammissibili secondo le modalità ed i criteri definiti nel decreto di cui al comma 5. 5. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, da emanarsi entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore dell'articolo di legge, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza unificata, sono definiti i criteri e le modalità per la ripartizione delle disponibilità del Fondo di cui al comma 4. 6. Agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede mediante corrispondente utilizzo dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 29-quater del decreto legge 31 dicembre 1996, n. 669, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1997, n. 30, e successive modifiche ed integrazioni. Le somme non impegnate nell'esercizio di competenza possono esserlo in quelli successivi. 7. Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, é autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio. 8. Le regioni e le province autonome disciplinano, nel rispetto delle disposizioni introdotte con il decreto di cui al precedente comma, i procedimenti per la concessione dei contributi di cui al comma 1. 9. Le regioni e le province autonome, tenuto conto di quanto previsto all'art. 10 Regolamento (CE) N. 2204/2002 della Commissione, comunicano annualmente, con relazione, al Ministero del lavoro e della previdenza sociale un resoconto delle assunzioni finanziate con le risorse del Fondo di cui al comma 4. 10. Il Governo della Repubblica, ogni due anni, procede ad una verifica degli effetti delle disposizioni del presente articolo e ad una valutazione dell'adeguatezza delle risorse finanziarie ivi previste."4. Con effetto dall'entrata in vigore della presente legge, è abrogato l'articolo 14 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276. Art. 11 Modifiche ed integrazioni all'articolo 5 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 1. All'articolo 5 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, dopo il comma 4, sono inseriti i seguenti: "4-bis. Ferma restando la disciplina della successione di contratti di cui ai commi precedenti, qualora per effetto di successione di contratti a termine per lo svolgimento di mansioni equivalenti il rapporto di lavoro fra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore superi i 36 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, il rapporto di lavoro si considera a tempo indeterminato a partire dal superamento del predetto periodo. 4-ter. In deroga a quanto disposto dal comma 4-bis, un ulteriore successivo contratto a termine fra gli stessi soggetti può essere stipulato per una sola volta a condizione che la stipula avvenga presso la Direzione provinciale del lavoro competente per territorio e con l'assistenza di un rappresentante dell'organizzazione sindacale comparativamente più rappresentativa sul piano nazionale cui il lavoratore sia iscritto o conferisca mandato. In caso di mancato rispetto della descritta procedura, il nuovo contratto si considera a tempo indeterminato. 4-quater. Il lavoratore che, nell'esecuzione di uno o più contratti a termine presso la stessa azienda, abbia prestato attività lavorativa per un periodo superiore a 6 mesi, ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato e a termine effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei rapporti a termine. 4-quinques. Il lavoratore assunto a termine per lo svolgimento di attività stagionali ha diritto di precedenza, rispetto a nuove assunzioni a termine da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali, qualora abbia manifestato la sua volontà al datore di lavoro nei 3 mesi successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro." 2. L'articolo 10 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368 è così modificato: sono abrogate le lettere c) e d) del comma 7 nonché i commi 8, 9 e 10; al comma 4 sono premesse le seguenti parole "In deroga a quanto previsto dall'art. 5, comma 4-bis". 3 All'articolo 22, comma 2, del decreto legislativo 10 marzo 2003, n. 276, le parole "all'articolo 5, commi 3 e 4" sono sostituite dalle parole "all'articolo 5, commi 3 e seguenti". Art. 12 Norme in materia di lavoro a tempo parziale 1. Al decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 61, come da ultimo modificato dal decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, sono apportate le seguenti modifiche: a) all'articolo 3, comma 7: nel primo periodo, le parole "le parti del contratto di lavoro a tempo parziale possono, nel rispetto di quanto previsto dal presente comma e dai commi 8 e 9," sono sostituite dalle seguenti: "i contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale possono, nel rispetto di quanto previsto dai commi 8 e 9," e la parola "concordare" è sostituita dalla seguente: "stabilire"; nel terzo periodo: le parole da "I contratti collettivi" fino alla parola "stabiliscono:" sono sostituite dalle seguenti: "I predetti contratti collettivi stabiliscono:"; b) al comma 8, la parola "L'esercizio" è sostituita dalle seguenti: "L'esercizio, ove previsto dai contratti collettivi di cui al comma 7 e nei termini, condizioni e modalità ivi stabiliti,"; c) il comma 9 è sostituito dal seguente: "9. Nel caso in cui i contratti collettivi dispongano ai sensi del comma 7 è comunque richiesto l'accordo individuale del lavoratore o della lavoratrice qualora il contratto di lavoro a tempo parziale sia stato motivato da comprovati compiti di cura"; d) dopo l'articolo 12-bis è inserito il seguente: "12-ter Diritto di precedenza. 1. Il lavoratore che abbia trasformato il rapporto di lavoro a tempo pieno in rapporto di lavoro a tempo parziale ha diritto di precedenza nelle assunzioni con contratto a tempo pieno per l'espletamento delle stesse mansioni o di quelle equivalenti a quelle oggetto del rapporto di lavoro a tempo parziale.". Art. 13 Abrogazione dell'istituto del lavoro intermittente 1. Gli articoli da 33 a 40 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 sono abrogati. Art. 14 Interventi per il settore dell'edilizia 1. Il comma 5 dell'articolo 29 del decreto-legge 23 giugno 1995, n. 244, convertito con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1995, n. 341, e successive modificazioni, è sostituito dal seguente: "5. Entro il 31 maggio di ciascun anno il Governo precede a verificare gli effetti determinati dalle disposizioni di cui al comma 1, al fine di valutare la possibilità che, con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro il 31 luglio dello stesso anno, sia confermata o rideterminata per l'anno di riferimento la riduzione contributiva di cui al comma 2. Decorsi trenta giorni dalla predetta data del 31 luglio e sino all'adozione del menzionato decreto, si applica la riduzione determinata per l'anno precedente, salvo conguaglio da parte degli Istituti previdenziali in relazione all'effettiva riduzione accordata ovvero nel caso di mancata adozione del decreto stesso entro e non oltre il 15 dicembre dell'anno di riferimento.". 2. In caso di rapporto di lavoro a tempo parziale, il datore di lavoro nel settore edile comunica all'Istituto nazionale di previdenza sociale l'orario di lavoro stabilito. 3. All'articolo 5, comma 2, della legge 12 marzo 1999, n. 68, dopo il primo periodo, è inserito il seguente: "Non sono inoltre tenuti all'osservanza dell'obbligo di cui all'articolo 3, i datori di lavoro del settore edile per quanto concerne il personale di cantiere e gli addetti al trasporto del settore". CAPO IV NORME IN MATERIA DI MERCATO AGRICOLO Art. 15 Riforma della normativa in materia di disoccupazione agricola 1. Per gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato e le figure equiparate, l'importo giornaliero dell'indennità ordinaria di disoccupazione di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legge 21 marzo 1988, n. 86, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 1988, n. 160 e successive modifiche ed integrazioni, nonché dei trattamenti speciali di cui all'articolo 25 della legge 8 agosto 1972, n. 457 e all'articolo 7 della legge 16 febbraio 1977, n. 37, è fissato con riferimento ai trattamenti aventi decorrenza dal 1° gennaio 2008 nella misura del 40 per cento della retribuzione indicata all'articolo 1 del decreto legge 9 ottobre 1989, n. 338, convertito con modificazioni dalla legge 7 dicembre 1989, n.389, ed è corrisposto per il numero di giornate di iscrizione negli elenchi nominativi, entro il limite di 365 giornate del parametro annuo di riferimento. 2. Ai fini dell'indennità di cui al comma 1, sono valutati i periodi di lavoro dipendente svolti nel settore agricolo ovvero in altri settori, purché in tal caso l'attività agricola sia prevalente nell'anno ovvero nel biennio cui si riferisce la domanda. 3. Ai fini del raggiungimento del requisito annuo di 270 contributi giornalieri, valido per il diritto e la misura delle prestazioni pensionistiche, sono computate anche le giornate di disoccupazione, entro i limiti di cui al comma 1, e l'Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) detrae dall'importo dell'indennità di cui al comma 1 spettante al lavoratore, quale contributo di solidarietà, una somma pari al 9% della medesima per ogni giornata indennizzata sino ad un massimo di 150 giornate. Ai fini dell'accredito figurativo utile per la pensione di anzianità restano confermate le norme vigenti. Art.16 Incentivi per nuove assunzioni in agricoltura 1. In via sperimentale, per l'anno 2008, nel rispetto di quanto disposto dai regolamenti CE n. 1/2004 e 1857/2006, i datori di lavoro agricolo hanno diritto ad un credito d'imposta complessivo per ciascuna giornata lavorativa ulteriore rispetto a quelle dichiarate nell'anno precedente pari a 1 euro ovvero 0,30 euro, rispettivamente nelle zone di cui all'obiettivo 1 e nelle zone di cui all'obiettivo 2, come individuate dal Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006. 2. Il Governo, all'esito della sperimentazione, sentite le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative delle categorie interessate, procede alla verifica delle disposizioni di cui al comma 1 anche al fine di valutarne l'eventuale estensione, compatibilmente con gli andamenti programmati di finanza pubblica, alla restante parte del territorio nazionale. Art. 17 Interventi in materia di sicurezza sul lavoro 1. Al fine di promuovere la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro, con effetto dal 1° gennaio 2008, l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) applica, alle condizioni di seguito elencate, una riduzione in misura non superiore al venti per cento dei contributi dovuti per l'assicurazione dei lavoratori agricoli dipendenti dalle imprese con almeno due anni di attività e comunque nei limiti di 20 milioni di euro annui, le quali: siano in regola con tutti gli obblighi in tema di sicurezza ed igiene del lavoro previsti dal decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, e dalle specifiche normative di settore, nonché con gli adempimenti contributivi ed assicurativi; abbiano adottato, nell'ambito di piani pluriennali di prevenzione, misure per l'eliminazione delle fonti di rischio e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di igiene nei luoghi di lavoro; non abbiano registrato infortuni nel biennio precedente alla data della richiesta di ammissione al beneficio. Art. 18 Finanziamento della formazione in agricoltura 1. A decorrere dal 1° gennaio 2008, l'aliquota contributiva per l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria, di cui all'articolo 11, ultimo comma, del decreto legge n. 402 del 29 luglio 1981, convertito con modificazioni dalla legge n. 537 del 26 settembre 1981, è ridotta dal 2,75 per cento al 2,45 per cento; l'importo derivante dalla riduzione di 0,3 punti percentuali della predetta aliquota contributiva, è destinato al finanziamento delle iniziative di formazione continua dirette ai lavoratori dipendenti del settore agricolo. 2. I datori di lavoro che aderiscono ai Fondi Paritetici Interprofessionali Nazionali per la Formazione Continua effettuano l'intero versamento contributivo, pari al 2,75 per cento delle retribuzioni, all'INPS che, dedotti i costi amministrativi e secondo le modalità operative di cui al comma 3 dell'articolo 118 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, provvede bimestralmente al trasferimento dello 0,30 per cento al Fondo Paritetico Interprofessionale indicato dal datore di lavoro. 3. Resta fermo per i datori di lavoro che non aderiscono ai Fondi Paritetici Interprofessionali l'obbligo di versare all'INPS l'intero contributo di cui al comma 2. In tal caso, la quota dello 0,30 per cento di cui al comma 1, segue la stessa destinazione del contributo integrativo previsto dall'articolo 25, quarto comma, della legge 21 dicembre 1978, n. 845 e successive modificazioni. Art. 19 Riordino delle provvidenze in caso di calamità naturali 1. Il comma 6 dell'articolo 21 della legge 23 luglio 1991, n. 223, è sostituito dal seguente: "6. Ai lavoratori agricoli a tempo determinato che siano stati per almeno cinque giornate, come risultanti dalle iscrizioni degli elenchi anagrafici, alle dipendenze di imprese agricole di cui all'articolo 2135 del codice civile, ricadenti nelle zone delimitate ai sensi della legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 1079, e che abbiano beneficiato degli interventi di cui all'articolo 1, comma 3, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, è riconosciuto, ai fini previdenziali e assistenziali, in aggiunta alle giornate di lavoro prestate, un numero di giornate necessarie al raggiungimento di quelle lavorative effettivamente svolte alle dipendenze dei medesimi datori di lavoro nell'anno precedente a quello di fruizione dei benefici di cui al citato articolo 1 dello stesso decreto legislativo n. 102 del 2004. Lo stesso beneficio si applica ai piccoli coloni e compartecipanti familiari delle aziende che abbiano beneficiato degli interventi di cui all'articolo 1, comma 3, del citato decreto legislativo n. 102 del 2004." Art. 20 Compensazione degli aiuti comunitari con i contributi previdenziali 1. Il secondo ed il terzo periodo del comma 16 dell'articolo 01 del decreto legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, aggiunti dall'articolo 4-bis del decreto legge 15 febbraio 2007, n. 10, convertito con modificazioni dalla legge 6 aprile 2007, n. 46, sono sostituiti dai seguenti: "A tal fine, in sede di pagamento degli aiuti comunitari, gli organismi pagatori sono autorizzati a compensare tali aiuti con i contributi previdenziali dovuti dall'impresa agricola beneficiaria, già scaduti alla data del pagamento degli aiuti medesimi, compresi gli interessi di legge a qualsiasi titolo maturati e tutte le sanzioni conseguenti. A tal fine l'Istituto previdenziale comunica in via informatica i dati relativi ai contributi previdenziali scaduti contestualmente all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, a tutti gli organismi pagatori ed ai diretti interessati, anche tramite i Centri assistenza agricola. In caso di contestazioni, la legittimazione processuale passiva compete all'Istituto previdenziale." Art.21 Organizzazioni sindacali autorizzate a riscuotere le deleghe sindacali dei lavoratori agricoli dipendenti 1. All'articolo 2, comma 1, della legge 27 dicembre 1973, n. 852, dopo le parole: "confederazioni sindacali" sono inserite le seguenti: "di lavoratori dipendenti". CAPO V NORME IN MATERIA DI COMPETITIVITÀ Art. 22 Fondo per sgravio su retribuzione di secondo livello 1. Con effetto dal 1° gennaio 2008 è soppresso l'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito con modificazioni con legge 23 maggio 1997, n. 135. E' istituito, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, un Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello con dotazione finanziaria pari a 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008-2010. In via sperimentale, con riferimento al triennio 2008-2010, è concesso, a domanda da parte delle imprese, nel limite delle predette risorse del predetto Fondo, uno sgravio contributivo relativo alla quota di retribuzione imponibile di cui all'articolo 12, terzo comma, della legge 30 aprile 1969, n. 153 costituita dalle erogazioni previste dai contratti collettivi aziendali, ovvero di secondo livello, delle quali sono incerti la corresponsione o l'ammontare e la cui struttura sia correlata dal contratto collettivo medesimo alla misurazione di incrementi di produttività, qualità ed altri elementi di competitività assunti come indicatori dell'andamento economico dell'impresa e dei suoi risultati. Il predetto sgravio è concesso sulla base dei seguenti criteri: a) l'importo annuo complessivo delle erogazioni di cui al presente articolo ammesse allo sgravio è stabilito entro il limite massimo del cinque per cento della retribuzione contrattuale percepita; b) con riferimento alla quota di erogazioni di cui alla lettera a), lo sgravio sui contributi previdenziali dovuti dai datori di lavoro è fissato nella misura di 25 punti percentuali; c) con riferimento alla quota di erogazioni di cui alla lettera a), lo sgravio sui contributi previdenziali dovuti dai lavoratori è pari ai contributi previdenziali a loro carico sulla stessa quota di erogazioni di cui alla lettera a). 2. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono stabilite le modalità di attuazione del presente articolo, anche con riferimento all'individuazione dei criteri di priorità sulla base dei quali debba essere concessa, nel rigoroso rispetto dei limiti finanziari previsti, l'ammissione al beneficio contributivo, e con particolare riguardo al monitoraggio dell'attuazione, al controllo del flusso di erogazioni e al rispetto dei tetti di spesa. Ai fini del monitoraggio e della verifica di coerenza dell'attuazione del presente articolo con gli obiettivi definiti nel "Protocollo su previdenza, lavoro e competitività per l'equità e la crescita sostenibili" del 23 luglio 2007 e delle caratteristiche della contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale è istituito, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, un Osservatorio presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale con la partecipazione delle parti sociali. L'eventuale conferma dello sgravio contributivo per gli anni successivi al 2010 è subordinata alla predetta verifica ed effettuata, in ogni caso, compatibilmente con gli andamenti programmati di finanza pubblica. A tal fine è stabilito uno specifico incremento del Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legge 20 maggio 1993, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236 per 650 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011. 3. E' abrogata la disposizione di cui all'articolo 27, comma 4, lett.e) del D.P.R. 30 maggio 1955, n. 797. Art. 23 Detassazione della retribuzione di risultato 1. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze e del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, sono emanate disposizioni finalizzate a realizzare, per l'anno 2008, la deducibilità ai fini fiscali ovvero l'introduzione di opportune misure di detassazione per ridurre l'imposizione fiscale sulle somme oggetto degli sgravi contributivi sulla retribuzione di secondo livello di cui all'articolo 22, entro il limite complessivo di 150 milioni di euro per il medesimo anno. Art. 24 Soppressione contribuzione aggiuntiva su lavoro straordinario 1. A decorrere dal 1° gennaio 2008 il contributo di cui all'articolo 2, comma 19, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, è soppresso. CAPO VI MISURE IN FAVORE DEI GIOVANI Art. 25 Norme in materia di accesso dei giovani al credito 1. Al fine di consentire ai soggetti di età inferiore a 25 anni ovvero 29 se laureati di accedere a finanziamenti agevolati per sopperire alle esigenze scaturenti dalla peculiare attività lavorativa svolta ovvero per sviluppare attività innovative ed imprenditoriali, a partire dal 1° gennaio 2008 sono istituiti, presso il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, i seguenti Fondi: Fondo credito per il sostegno dell'attività intermittente dei lavoratori a progetto iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335 e che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, al fine di consentire in via esclusiva ai lavoratori medesimi di accedere, in assenza di contratto, ad un credito fino a 600 euro mensili per 12 mesi con restituzione posticipata a 24 o 36 mesi, in grado di compensare cadute di reddito collegate ad attività intermittenti; Fondo microcredito per il sostegno all'attività dei giovani, al fine di incentivarne le attività innovative, con priorità per le donne; Fondo per il credito ai giovani lavoratori autonomi, per sostenere le necessità finanziarie legate al trasferimento generazionale delle piccole imprese, dell'artigianato, del commercio e del turismo, dell'agricoltura e della cooperazione e l'avvio di nuove attività in tali ambiti. 2. La complessiva dotazione iniziale dei Fondi di cui al comma 1 è pari a 150 milioni di euro per l'anno 2008. 3. Con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze , dello Sviluppo economico e delle Politiche giovanili e Attività sportive, da emanarsi entro centoottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza Unificata, sono disciplinate le modalità operative di funzionamento dei Fondi di cui al comma 1. Art. 26 Integrazione emolumenti per assegni e contratti di ricerca 1. Allo scopo di provvedere all'integrazione degli emolumenti spettanti ai titolari degli assegni e dei contratti di ricerca di cui all'articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, in servizio presso le università statali e gli enti pubblici di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca e iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, il fondo di finanziamento ordinario delle predette università statali ed enti pubblici di ricerca è incrementato di 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Art. 27 Totalizzazione dei contributi assicurativi e riscatto della durata dei corsi universitari di studio ai fini pensionistici 1. In attesa di una complessiva riforma dell'istituto della totalizzazione dei contributi assicurativi che riassorba e superi la ricongiunzione dei medesimi, sono adottate, a decorrere dal 1° gennaio 2008, le seguenti misure: a), all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 2 febbraio 2006, n. 42, le parole "di durata non inferiore a sei anni" sono sostituite dalle seguenti: "di durata non inferiore a tre anni"; b) all'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, sono soppresse le parole "che non abbiano maturato in alcuna delle predette forme il diritto al trattamento previdenziale". 2. All'articolo 2 del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, sono apportate le seguenti modificazioni: a) dopo il comma 4 è inserito il seguente: "4-bis. Gli oneri da riscatto per periodi in relazione ai quali trova applicazione il sistema retributivo ovvero contributivo, possono essere versati ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione ovvero in 120 rate mensili senza l'applicazione di interessi per la rateizzazione. Tale disposizione si applica esclusivamente alle domande presentate a decorrere dal 1° gennaio 2008."; b) dopo il comma 5 sono inseriti i seguenti: "5-bis. La facoltà di riscatto di cui al comma 5 è ammessa anche per i soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l'attività lavorativa. In tale caso, il contributo è versato all'INPS in apposita evidenza contabile separata e viene rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda. Il montante maturato è trasferito, a domanda dell'interessato, presso la gestione previdenziale nella quale sia o sia stato iscritto. L'onere dei periodi di riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo di cui all'articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, moltiplicato per l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell'assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti. Il contributo è fiscalmente deducibile dall'interessato; il contributo è altresì detraibile dall'imposta dovuta dai soggetti di cui l'interessato risulti fiscalmente a carico nella misura del 19 per cento dell'imposta stessa."; "5-ter. In deroga a quanto previsto dall'articolo 1, comma 7, della legge 8 agosto 1995, n. 335, i periodi riscattati ai sensi dei commi da 5 a 5-bis, sono utili ai fini del raggiungimento del diritto a pensione.". 3. Agli oneri derivanti dall'attuazione del presente articolo, pari a 200 milioni di euro a decorrere dal 2008, si provvede a valere sulle risorse del Fondo di cui all'articolo 5, comma 8, del decreto-legge 2 luglio 2007, n. 81, convertito con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127, che sono corrispondentemente ridotte. Art. 28 Interventi in materia di previdenza per gli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335 1. Con riferimento agli iscritti alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, l'aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche è stabilita in misura pari al 24 per cento per l'anno 2008, in misura pari al 25 per cento per l'anno 2009 e in misura pari al 26 per cento a decorrere dall'anno 2010. Con effetto dal 1° gennaio 2008 per i rimanenti iscritti alla predetta gestione l'aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche sono stabilite in misura pari al 17 per cento. 2. Nel rispetto dei principi di autonomia previsti dall'articolo 2 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, provvede all'approvazione di apposite delibere intese a: a) coordinare il regime della propria gestione separata previdenziale con quello della gestione separata di cui al comma 1, modificando conformemente la struttura di contribuzione, il riparto della stessa tra lavoratore e committente, nonché l'entità della medesima, al fine di pervenire, secondo principi di gradualità, a decorrere dal 1° gennaio 2011, ad aliquote non inferiori a quelle dei collaboratori iscritti alla gestione separata di cui al comma 1; b) prevedere forme di incentivazione per la stabilizzazione degli iscritti alla propria gestione separata in analogia a quanto disposto dall'articolo 1, commi 1202 e seguenti della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e delle relative modalità ed effetti. CAPO VII NORME IN MATERIA DI OCCUPAZIONE FEMMINILE Art. 29 Riordino della normativa in materia di occupazione femminile 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimenti per i diritti e le pari opportunità e delle politiche per la famiglia, sentite le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale, in conformità all'articolo 117 della Costituzione ed agli Statuti delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano, e alle relative norme di attuazione, e garantendo l'uniformità della tutela dei lavoratori sul territorio nazionale attraverso il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, uno o più decreti legislativi finalizzati al riordino della normativa in materia di occupazione femminile, nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi: previsione, nell'ambito dell'esercizio della delega in tema di riordino degli incentivi di cui all'articolo 8, comma 1, lettera b), di incentivi e sgravi contributivi mirati a sostenere i regimi di orari flessibili legati alle necessità della conciliazione tra lavoro e vita familiare; rafforzamento degli istituti previsti dall'articolo 9 della legge 8 marzo 2000, n. 53, con particolare riferimento al lavoro a tempo parziale; rafforzamento dell'azione dei diversi livelli di governo e delle diverse amministrazioni competenti, con riferimento ai servizi per l'infanzia e agli anziani non autosufficienti, in funzione di sostegno dell'esercizio della libertà di scelta da parte delle donne nel campo del lavoro; orientamento dell'intervento legato alla programmazione dei Fondi comunitari, a partire dal Fondo sociale europeo (FSE) e dal Programma operativo nazionale (PON), in via prioritaria per l'occupazione femminile, a supporto non solo delle attività formative ma anche di quelle di accompagnamento ed inserimento al lavoro, con destinazione di risorse alla formazione di programmi mirati alle donne per il corso della relativa vita; rafforzamento delle garanzie per l'applicazione effettiva della parità di trattamento tra donne e uomini in materia di occupazione e di lavoro; realizzazione, anche ai fini di cui alla lettera e), di sistemi di raccolta ed elaborazione di dati in grado di far emergere e rendere misurabili le discriminazioni di genere anche di tipo retributivo; potenziamento delle azioni intese a favorire lo sviluppo dell'imprenditoria femminile. CAPO VIII DISPOSIZIONI DIVERSE IN TEMA DI LAVORO Art. 30 Indennità di disoccupazione per i lavoratori sospesi 1. In attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, per l'anno 2008, le indennità ordinarie di disoccupazione di cui all'articolo 13, commi 7 e 8, del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 marzo 2005, n. 80, sono riconosciute, nei limiti di spesa di cui ai citati commi 7 e 8 ed anche in deroga ai primi due periodi dell'articolo 13, comma 10, del decreto legge 14 marzo 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 marzo 2005, n. 80, esclusivamente in base ad intese stipulate in sede istituzionale territoriale tra le parti sociali, recepite entro il 31 ottobre 2007 con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, che individua, altresì, l'ambito territoriale e settoriale cui appartengono le imprese che sospendono i lavoratori ed il numero dei beneficiari, anche al fine del rispetto dei limiti di spesa di cui ai citati commi 7 e 8. Art. 31 Modifiche ed integrazioni all'art. 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84 in materia di fornitura di lavoro portuale temporaneo 1. Il comma 15 dell'articolo 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, è sostituito dal seguente: "15. Per l'anno 2008 ai lavoratori addetti alle prestazioni di lavoro temporaneo occupati con contratto di lavoro a tempo indeterminato nelle imprese e agenzie di cui ai commi 2 e 5 è riconosciuta un'indennità pari a un ventiseiesimo del trattamento massimo mensile d'integrazione salariale straordinaria previsto dalle vigenti disposizioni, nonché la relativa contribuzione figurativa e gli assegni per il nucleo familiare, per ogni giornata di mancato avviamento al lavoro, nonché per le giornate di mancato avviamento al lavoro che coincidano, in base al programma, con le giornate definite festive, durante le quali il lavoratore sia risultato disponibile. Detta indennità è riconosciuta per un numero di giornate di mancato avviamento al lavoro pari alla differenza tra il numero massimo di 26 giornate mensili erogabili e il numero delle giornate effettivamente lavorate in ciascun mese, incrementato dal numero delle giornate di ferie, malattia, infortunio, permesso e indisponibilità. L'erogazione dei trattamenti di cui al presente comma da parte dell'Istituto nazionale della previdenza sociale è subordinata all'acquisizione degli elenchi recanti il numero, distinto per ciascuna impresa o agenzia, delle giornate di mancato avviamento al lavoro predisposti dal Ministero dei trasporti in base agli accertamenti effettuati in sede locale dalle competenti Autorità portuali o, laddove non istituite, dalle Autorità marittime. 15-bis. A far data dalla trasformazione delle compagnie e gruppi portuali, operata a norma dell'articolo 21, con riferimento a quanto previsto dall'articolo 8, comma 4, della legge 13 febbraio 1987, n. 26, di conversione del decreto-legge 17 dicembre 1986, n. 873, l'accredito della contribuzione figurativa per ogni giornata di mancato avviamento al lavoro, integrata dall'indennità pari al trattamento massimo d'integrazione salariale straordinaria previsto dalle disposizioni vigenti, è calcolato sulla base del valore medio dei salari erogati per le giornate di effettivo avviamento al lavoro". 2. All'onere derivante dall'applicazione del comma 15 dell'articolo 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, come modificato dal comma 1, pari a12 milioni di euro, si provvede per il l'anno 2008 nell'ambito delle somme destinate dalle legge recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato per il medesimo anno agli strumenti per il sostegno del reddito dei lavoratori - ammortizzatori sociali in deroga. CAPO IX NORME FINALI Art. 32 Procedura per l'emanazione dei decreti legislativi 1. Gli schemi dei decreti legislativi adottati ai sensi della presente legge, ciascuno dei quali deve essere corredato di relazione tecnica sugli effetti finanziari delle disposizioni in esso contenute, sono deliberati in via preliminare dal Consiglio dei ministri . Su di essi è, acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sulle materie di competenza. Tali schemi sono trasmessi alle Camere ai fini dell'espressione dei pareri da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, che sono resi entro trenta giorni dalla data di trasmissione dei medesimi schemi di decreto. Le Commissioni possono chiedere ai Presidenti delle Camere una proroga di venti giorni per l'espressione del parere, qualora ciò si renda necessario per la complessità della materia o per il numero degli schemi trasmessi nello stesso periodo all'esame delle Commissioni. Qualora i termini per l'espressione del parere delle Commissioni parlamentari scadano nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine per l'esercizio della delega, o successivamente, quest'ultimo è prorogato di sessanta giorni. Il predetto termine è invece prorogato di venti giorni nel caso in cui sia concessa la proroga del termine per l'espressione del parere. Decorso il termine di cui al terzo periodo del presente comma, ovvero quello prorogato ai sensi del quarto periodo del presente comma, senza che le Commissioni abbiano espresso i pareri di rispettiva competenza, i decreti legislativi possono essere comunque emanati. 2. Disposizioni correttive e integrative dei decreti legislativi di cui al comma 1 possono essere adottate entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore dei decreti medesimi, nel rispetto dei princìpi e dei criteri direttivi previsti dalla presente legge e con le stesse modalità di cui al comma 1. Entro diciotto mesi dall'entrata in vigore delle disposizioni correttive e integrative, il Governo è delegato ad adottare i decreti legislativi recanti le norme eventualmente occorrenti per il coordinamento dei decreti emanati ai sensi della presente legge con le altre leggi dello Stato e l'abrogazione delle norme divenute incompatibili. Art. 33 Copertura finanziaria 1. Le disposizioni di cui alla presente legge, le quali determinano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica pari a ?? milioni di euro per l'anno 2008, a ?.. milioni di euro per l'anno 2009, a ?. milioni di euro per l'anno 2010, a ?.. milioni di euro per l'anno 2011 e a ?. milioni di euro a decorrere dall'anno 2012, hanno efficacia solo successivamente all'entrata in vigore della legge finanziaria per l'anno 2008, nella quale è previsto uno specifico Fondo per il finanziamento del Protocollo del 23 luglio 2007 a valere sulle cui risorse è assicurata la copertura della presente legge, con corrispondente riduzione delle risorse medesime. 2. Dall'emanazione dei decreti legislativi attuativi delle deleghe previste dai Capi II, III e VII della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Allegato n. 1 TABELLA A Età anagrafica Anno Lavoratori dipendenti pubblici e privati Lavoratori autonomi iscritti all'INPS 2008 58 59 2009 - dal 01/01/2009 al 30/06/2009 58 59 TABELLA B Lavoratori dipendenti pubblici e privati Lavoratori autonomi iscritti all'INPS (1) Somma di età anagrafica e anzianità contributiva Età anagrafica minima per la maturazione del requisito indicato in colonna 1 (2) Somma di età anagrafica e anzianità contributiva Età anagrafica minima per la maturazione del requisito indicato in colonna 2 2009 - dal 01/07/2009 al 31/12/2009 95 59 96 60 2010 95 59 96 60 2011 96 60 97 61 2012 96 60 97 61 dal 2013 97 61 98 62 Allegato n. 2 TABELLA A COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE Divisori Età Valori 22,627 57 4,419% 22,035 58 4,538% 21,441 59 4,664% 20,843 60 4,798% 20,241 61 4,940% 19,635 62 5,093% 19,024 63 5,257% 18,409 64 5,432% 17,792 65 5,620% tasso di sconto = 1,5%.


FINANZIARIA/ SERENI: DIFFICOLTA' RIFORME NON BLOCCHINO OK MANOVRA (sezione: Class action)

( da "Virgilio Notizie" del 03-12-2007)

 

03-12-2007 20:00 "Veltroni ha aperto strada, ora tocca a Parlamento" Roma, 3 dic. (Apcom) - Le difficoltà a dialogare sulle riforme non devono impedire alla maggioranza di portare a in porto la Finanziaria. Lo dice il vice-capogruppo dell'Ulivo alla Camera Marina Sereni, spieganod: "Dopo la conferma di un imminente chiarimento nella maggioranza, come annunciato dal premier Prodi, è necessario lavorare per migliorare la manovra e dare al Paese le nuove norme sulla sicurezza e sul Welfare". Per la Sereni, "la necessità di approvare al più presto una riforma elettorale che metta fine a un sistema criticato anche da chi l'ha voluto impone una discussione a tutto campo con i partiti della coalizione e dell'opposizione. Il segretario del Pd ha aperto la strada a una stagione di dialogo che non era affatto scontata fino a un mese fa. Ora tocca al Parlamento continuare, portando a termine il progetto di riforme costituzionali e quella dei regolamenti parlamentari". "class="hilite">Compito della maggioranza - conclude - è quello di approvare una buona Finanziaria che salvaguardi il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti, che salvaguardi il potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti, che intervenga sulla ricerca, sull'ambiente, sul clima, sulla difesa dei consumatori con l'approvazione della  class  action".

 


 

 

 

Il PuntO n° 86.

Class action: inizia il fuoco di sbarramento.

Di Mauro Novelli   25-11-2006

 

Riportiamo alcune critiche/preoccupazioni generate dall’ipotesi di introduzione della class action nell’ordinamento italiano. Vedremo che partono tutte da alcuni concetti pigramente insiti nel nostro costume e sono il pezzo forte delle argomentazioni di giornalisti e di legislatori preoccupati di perdere il rapporto di protezione biunivoco con i potentati – asfittici, ma ancora in grado di far danni - operanti in questo Paese (banche, assicurazioni, mega aziende falsamente privatizzate ecc.).

Mi riferisco:

- alla concezione secondo la quale, poiché è naturale e funzionale la durata geologica dei nostri giudizi, il ricorso all’autorità giudiziaria deve essere fatto per le cose “serie” (non per violazioni di legge coinvolgenti magari diritti diffusi e/o poche centinaia di euro); deve essere a titolo fortemente oneroso e non a basso prezzo; deve essere riservato a chi ha capacità di reggere anche decenni il peso di azioni giudiziarie e la vociante plebe deve esserne tenuta fuori.

- al considerare l’accesso alla giustizia non come strada obbligata per proteggere diritti non riconosciuti da controparti, ma appannaggio elitario di chi può permettersi – per lustri – i costi economici e psicologici di un giudizio, anche al solo scopo di conquistare i termini di prescrizione.

- al considerare troppo oneroso per i giudici ferrarsi su materie inerenti fattispecie in grado di coinvolgere, non il singolo cittadino, ma  centinaia o migliaia, cioè a trattare situazioni di dimensioni elettoralmente rilevanti.

- al considerare i cittadini italiani come bramosi di accedere alla giustizia perché costa poco, e non perché vogliono eliminare prevaricazioni e violenze non rimovibili altrimenti e  subite a danno dei loro diritti. Meglio continuare a tenere le masse in stato di astinenza giuridica: non è opportuno inflazionare il “servizio-giustizia”, riserviamolo ai “pari”.

- al considerare tutti gli imprenditori come normalmente in stato di delinquenza, mutuando per generali le mascalzonate di alcuni potenti settori, di monopolisti di fatto, di rentiers di posizione: oggi, con i costi, i metodi ed i tempi di giudizio possono tranquillamente travalicare la legalità nei loro rapporti con il versante della domanda; con la class action dovranno stare più attenti. Questo porterà a maggiori costi d’impresa e, di conseguenza, ad una diminuzione della competitività. Non è il caso di gravare ulteriormente sul nostro sistema produttivo. Le nostre aziende sono già così poco competitive…

- al considerare un rischio il fatto che potrebbero crearsi i professionisti della class action (le associazioni abilitate). Dopo aver tribolato a costituire il monopolio dei professionisti dell’azione unica, individuale, e costosa (gli avvocati), questo sasso rompe un po’ le uova nel paniere.

- allo sminuire la valenza della class action made in USA, dove – sostengono i potentomani – è ormai soggetta a forti critiche.

- al considerare l’art. 24 della nostra Costituzione in netto contrasto con i principi ispiratori della class action. Ne riportiamo il testo per una valutazione diretta:

“Art. 24 Cost. – Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione. La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.”

Come se agire in giudizio tramite class action non fosse azione personale ed individuale. E’ maldestro il tentativo di confondere in tal modo il diritto di decidere di ciascun cittadino con i procedimenti ed risultati dell’azione giudiziaria con valenza collettiva.

 

Ecco alcuni passi di un articolo del Sole 24 Ore del 23 novembre 2006, a firma di Franco Locatelli, il primo di una serie. Si tratta delle “storture” da evitare, riportate dal pezzo (credo di capire) come valutazioni della Adam Smith Society:

 

….” L’esplosione ed il ripetersi senza fine di migliaia di controversie che annullerebbero i benefici di economia giudiziaria…….   La difficoltà del giudice italiano di approfondire valutazioni di analisi economica (questa non l’ho capita - ndr); la frustrazione dell’allargamento dell’accesso alla giustizia dovuta all’obbiettivo collettivo di provvedimenti puramente inibitori mentre per il risarcimento dei danni l’onere di agire in proprio resta al singolo.” …….

 

Il pezzo riporta alcune valutazioni di tre politici (Benvenuto, Vietti, Capezzone). Ne estrapoliamo un paio. Dimostrano un munizionamento uniforme, fornito da uno stesso fabbricante:

 

”..….A patto che la legge non acuisca la litigiosità e non scordi tre avvertenze: 1) l’Italia è fatta di piccole e medie imprese che non possono reggere l’impatto della class action che si applica per le grandi imprese. Occorre fare in modo di non porre altri vincoli alla crescita dimensionale delle imprese; 2) la class action va conciliata con l’art. 24 della Costituzione che prevede il diritto individuale ad agire in giudizio a difesa dei propri interessi; 3) va evitata la contraddizione per cui ci si può avvalere dei benefici della class action non solo se la sentenza ha esito positivo ma non si è vincolati nel caso di esito negativo.

Preferisco la promozione individuale a quella collettiva sia per coerenza con la Costituzione sia per evitare la proliferazione di “professionisti” della class action che potrebbero fare un uso economicamente e politicamente distorto dei nuovi strumenti di difesa dei consumatori”….. (Michele Vietti - UDC).

 

.”…. E’ importante trovare un punto di equilibrio che eviti gli estremi  e dica no sia ai professionisti della class action sia a todos caballeros. Occorre fare della class action uno strumento di civiltà e di difesa dei consumatori, senza ledere la competitività delle imprese.”…… (Daniele Capezzone - RnP).

 

In conclusione, non c’è da riservare grande fiducia nell’azione combinata giornalisti-legislatore- avvocati: idee non di governo, ma di mantenimento di privilegi, di lacci e laccioli per i cittadini, di uso non civile della giustizia.

Perdere le commesse dei potentati non è situazione comoda. Oltretutto, proprio gli avvocati hanno già  dovuto cedere le armi nei confronti dei grandi committenti (banche, assicurazioni ecc): l’eliminazione dei minimi tariffari (decreto Bersani) ha travolto l’unica loro arma nella definizione delle parcelle richieste per le pratiche appaltate (i minimi definiti dall’ordine). Perdere anche i pollastri singoli sarebbe troppo.

Vedremo come andrà a finire.