ACTA DIURNA
6 - 7 Febbraio 2021 Mauro
Novelli
“Più dei tanti che tumultuano, i tiranni temono i
pochi che pensano”. (Platone)
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(3)DANTE. LETTI VIA RADIO I 100 CANTI DELLA DIVINA
COMMEDIA. DAL 21-2-2021 SU RAI 5
è 7-2-2021 ANSA. Dante, 1/a volta in tv per tutti
i 100 Canti della Commedia. Dal 21 febbraio per un mese su Rai5 con Lucilla Giagnoni
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(2) I.A. E PROFITTI AZIENDALI.
Il link allo studio di McKinsey, https://www.mckinsey.com/business-functions/mckinsey-analytics/our-insights/global-survey-the-state-of-ai-in-2020
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(1) DRAGHI. PRIMI MAL DI PANCIA TRA
I PARTITI.
è 6-2-2021
AGI Il via libera della Lega al governo Draghi mette in imbarazzo M5s e Pd.
Il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, non ha fatto alcun
riferimento né al perimetro né alla composizione del suo
eventuale esecutivo
I
dolori del giovane Nicola. Per tacer di quelli del popolo italiano.
L’assenza di un
minimo di visione politica da parte del PD condanna il partito in un cul
de sac. Son messi meglio i 5Stelle: hanno una
fronda interna pronta a recuperare malumori e seguaci oggi recalcitranti
qualora il tentativo di Draghi dovesse risultare fallimentare. E’ messa meglio la Lega, molto poco incline a sgambettare
un Draghi abbastanza in linea con le esigenze economico-produttive del
settore imprenditoriale che a Salvini fa riferimento.
Nicola non sa
proprio darsi una linea. La nomenklatura del PD non lo aiuta, terrorizzata com’è da eventuali elezioni
anticipate: farebbero definitivamente perdere la possibilità che questo
parlamento, dalla rappresentanza non proprio adeguata, possa eleggere il
terzo presidente della Repubblica di area. Col passaggio degli strumenti di
gestione da Conte a Draghi i dirigenti Dem hanno
già perso la possibilità di cogestire – abbastanza liberamente - i 209
miliardi di euro della UE. Non osano quindi neanche pensare ad assumere
posizioni che possano minare la realizzazione del programma residuo (elezioni
presidenziali, appunto). Tanto meno i dirigenti PD sollevano problemi circa
il fatto che l’accanimento terapeutico del presidente Mattarella stia
mantenendo in piedi un parlamento in contrasto con la Costituzione della
Repubblica, sia nella lettera, per via delle modifiche quantitative introdotte definitivamente circa il numero
di parlamentari, che nello spirito, come si desume dai commenti di due padri
costituenti, Mortati e Basso, circa l’eventuale macroscopica disarmonia che dovesse
crearsi nella corrispondenza tra composizione qualitativa del Parlamento e
“sentire” del popolo italiano.
Riporto per l’ennesima
volta il pensiero sia di Costantino Mortati, che di Lelio Basso.
[….]
Costantino Mortati - membro della Costituente e giudice
della Corte costituzionale - in un manuale di diritto pubblico del 1958 ebbe
modo di chiarire che spetta al presidente della Repubblica «una suprema
soprintendenza dell' attività degli altri organi costituzionali, non allo
scopo di indirizzarla in un senso o nell' altro intervenendovi attivamente,
bensì solo per compiere presso gli organi stessi un' opera di segnalazione
delle eventuali gravi disarmonie che potessero rilevarsi rispetto al
sentimento o alle esigenze espresse dal popolo, o per effettuare un appello
al popolo stesso, attraverso l' impiego dell' istituto dello scioglimento
anticipato, quando vi siano elementi tali da renderlo necessario o anche solo
opportuno».
Lelio Basso. Mortati non è il solo ad esprimere il concetto
della necessità di avere una continua corrispondenza tra la volontà popolare
e la composizione delle Istituzioni. Dello stesso avviso un altro Padre
costituente, Lelio Basso, che dieci anni dopo scriveva: «In un ordinamento
democratico ci dev'essere corrispondenza continua fra la volontà degli
elettori e quella degli eletti; il nostro ordinamento conosce alcuni
meccanismi volti a questo scopo, e precisamente: lo scioglimento anticipato
delle Camere da parte del presidente della Repubblica che dovrebbe essere
pronunciato quando fosse constatata un'aperta frattura fra Parlamento e
Paese». [….].
Studiai Diritto Pubblico
sui due volumi del Mortati venti anni dopo l’entrata in vigore della
Costituzione della Repubblica. Dopo oltre 70 anni dal 1948, è evidente il
declino qualitativo della società italiana e delle istituzioni nazionali.
Mi auguro che il
tentativo di Draghi vada
a buon fine, al netto di qualche stupidaggine dei Pierini
politici che dicono di sostenerlo. Ma non oso pensare alle conseguenze di un
eventuale suo serio inciampo fallimentare
che dovesse intervenire nel corso del semestre bianco che inizierà dal
1° agosto del 2021: in questo caso tutta la responsabilità istituzione dovuta
al disastro per l’impossibilità di sciogliere le Camere, sarebbe in capo al
presidente della Repubblica ed alla sua gestione delle varie crisi
succedutesi negli ultimi due anni, alle quali si è voluta negare la terapia democraticamente più corretta,
efficace ed economica: il ricorso alle urne.
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